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diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes new file mode 100644 index 0000000..6833f05 --- /dev/null +++ b/.gitattributes @@ -0,0 +1,3 @@ +* text=auto +*.txt text +*.md text diff --git a/30605-8.txt b/30605-8.txt new file mode 100644 index 0000000..2467754 --- /dev/null +++ b/30605-8.txt @@ -0,0 +1,12458 @@ +The Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Spagna + +Author: Edmondo De Amicis + +Release Date: December 7, 2009 [EBook #30605] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed +Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was +produced from scanned images of public domain material +from the Google Print project.) + + + + + + + + + + SPAGNA + + DI + + EDMONDO DE AMICIS. + + Seconda edizione. + + FIRENZE, + + G. BARBÈRA, EDITORE. + + 1873. + + +Quest'opera della quale ho acquistato la proprietà, è stata depositata +al Ministero d'Agricoltura e Commercio per godere i diritti accordati +dalla legge sulla proprietà letteraria. + +G. Barbèra. + + + + +SPAGNA. + + + + +I. + +BARCELLONA. + + +Era una mattina piovosa di febbraio, e mancava un'ora al levar del sole. +Mia madre m'accompagnò fin sul pianerottolo, ripetendomi in fretta tutti +i consigli che mi soleva dare da un mese; poi mi gettò le braccia al +collo, diede in uno scoppio di pianto, e disparve. Io rimasi un momento +là col cuore stretto, guardando la porta quasi sul punto di +gridare:--Apri! Non parto più! Resto con te!--poi mi cacciai giù per le +scale, come un ladro inseguito. Quando fui nella strada, mi parve che +tra me e casa mia si fossero già stese le onde del mare, e alzate le +cime dei Pirenei; ma benchè da tanto tempo aspettassi quel giorno con +impazienza febbrile, non ero punto allegro. Incontrai alla svoltata +d'una strada un medico mio amico che andava all'ospedale, e ch'io non +aveva visto da più d'un mese; mi domandò: "Dove vai?"--"In Spagna," +risposi. Non mi voleva credere, tanto il mio viso accigliato e +melanconico era lontano dall'annunziare un viaggio di piacere. Per +tutta la strada, da Torino a Genova, non pensai che a mia madre, alla +mia camera che restava vuota, alla mia piccola biblioteca, alle care +abitudini della mia vita casalinga, alle quali davo un addio per molti +mesi. Ma giunto a Genova, la vista del mare, i giardini dell'Acquasola e +la compagnia di Anton Giulio Barrili, mi restituirono la serenità e +l'allegrezza. Ricordo che mentre stavo per scender nella barca che mi +doveva condurre al bastimento, mi fu data una lettera da un fattorino +d'albergo, nella quale non erano che queste parole: «Tristi notizie di +Spagna. La condizione d'un italiano a Madrid, in tempi di lotta contro +il Re, sarebbe pericolosa. Persisti a partire? Pensaci.» Saltai nella +barca, e via. Poco prima che il bastimento partisse, vennero due +uffiziali a dirmi addio: mi par ancora di vederli ritti in mezzo alla +barca, quando il bastimento cominciava a muoversi. + +"Portami una spada di Toledo!" gridavano. + +"Portami una bottiglia di Xères!" + +"Portami una chitarra! Un cappello andaluso! Un pugnale!" + +Di lì a poco non vidi più che i loro fazzoletti bianchi, e udii il loro +ultimo grido; tentai di rispondere, ma la voce mi restò strozzata a +mezza gola; mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi. Poco +dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi d'un sonno +delizioso, sognai i consigli di mia madre, il portamonete, la Francia, +le Andaluse. All'alba saltai su, e salii subito a poppa: eravamo a poca +distanza dalla costa, era già costa francese, il primo lembo di terra +straniera, ch'io vedeva: curiosa! non potevo saziarmi di guardare, e +mille vaghi pensieri mi giravano per la testa, e dicevo: è la Francia? +ma davvero? Son proprio io che son qui? Mi venivan dei dubbi sulla mia +identità. A mezzogiorno si cominciò a vedere Marsiglia. La prima vista +d'una gran città di mare dà come una sorta di stordimento, che uccide il +piacere della meraviglia. Vedo, come a traverso d'una nebbia, un'immensa +foresta di navi, un barcaiuolo che mi porge la mano parlandomi non so +che gergaccio incomprensibile, una guardia doganale che mi fa pagare, +non so in virtù di che legge, _deux sous pour les Prussiens_; poi una +oscura camera d'albergo; poi strade lunghissime, piazze sconfinate, un +viavai di gente e di carrozze, drappelli di zuavi, divise militari +sconosciute, migliaia di lumi, migliaia di voci, e infine una stanchezza +e una malinconia profonda, che finisce in un sogno penoso. L'indomani +mattina all'alba ero in un carrozzone della strada ferrata che va da +Marsiglia a Perpignano, in mezzo a una diecina d'ufficiali degli zuavi, +arrivati il giorno innanzi dall'Affrica, chi colle gruccie, chi col +bastone, chi con un braccio al collo; ma allegri e chiassoni come +scolaretti. Il viaggio era lungo: bisognava pur cercar di discorrere; +però, con tutto quello che avevo inteso dire della bile che hanno i +Francesi con noi, non m'arrischiavo ad aprir bocca. Baie! Mi diresse la +parola un di loro, si appiccò discorso: "Italiano?"--"Sì" fu una festa; +tutti, tranne uno, aveano combattuto in Italia; uno era stato ferito a +Magenta; cominciarono a raccontar aneddoti di Genova, di Torino, di +Milano, a domandarmi mille cose, a descrivermi la vita che menavano in +Affrica. Uno tirò in ballo il Papa. "Ahi!" dissi tra me. Che! Era più +_buzzurro_ di me: diceva che dovevamo _trancher le noeud de la +question_, e andar fino in fondo senza darci pensiero dei rurali. +Intanto, via via che ci avvicinavamo ai Pirenei, mi divertivo ad +osservare il progressivo alterarsi della pronunzia nei viaggiatori che +salivano nel carrozzone, a vedere come la lingua francese moriva, per +così dire, nella lingua spagnuola, a sentire come la Spagna ci veniva +incontro; fin che giunto a Perpignano, e cacciatomi in una diligenza, +udii i primi: _Buenos dias_ e _Buen viaje_, schietti e sonori, che mi +fecero un piacere infinito. A Perpignano però non si parla spagnuolo, ma +un dialettaccio misto di francese, di marsigliese e di catalano, che +strazia le orecchie. La diligenza mi sbarcò a un albergo in mezzo a un +visibilio di ufficiali, di signore, d'inglesi e di bauli; un cameriere +mi fece seder per forza dinanzi a una tavola apparecchiata; mangiai, mi +strozzarono, mi cacciarono in un'altra diligenza, e via. + +Ahimè! Io avevo vagheggiato per tanto tempo la traversata dei Pirenei, e +mi toccò farla di notte; prima che arrivassimo alle falde dei primi +monti, era già buio pesto. Per lunghe e lunghe ore, tra il sonno e la +veglia, non vidi altro che un po' di strada rischiarata dalle lanterne +della diligenza, qualche nero profilo di montagna, qualche rupe +sporgente che quasi si poteva toccare stendendo la mano fuor del +finestrino; e non udivo che lo scalpitìo cadenzato dei cavalli, e il +fischio d'un maledettissimo vento che non cessò un momento di soffiare. +Avevo accanto un Americano degli Stati Uniti, giovane, il più matto +originale del mondo, che dormì non so quante ore colla testa appoggiata +sulla mia spalla, e tratto tratto si svegliava per esclamare con voce +lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horrible nuit!_--senza +accorgersi punto che colla sua testa dava a me ben altra ragione di fare +lo stesso lamento. Alla prima stazione, scendemmo tutti e due, ed +entrammo in una piccola osteria a bere un bicchierino di liquore. Mi +domandò se io viaggiavo per affari di commercio. "No, signore," risposi, +"viaggio per divertimento. E lei, se è lecito?"--"Io," disse egli con +molta gravità, "viaggio per amore."--"Per amore?"--"Per amore!" e mi +raccontò, non richiesto, una lunga storia d'una passione amorosa +osteggiata, d'un matrimonio fallito, di rapimenti, di duelli, di non so +che altro; per venire a concludere che viaggiava per distrarsi, e +dimenticare la persona amata. E cercava in fatti di distrarsi quanto +poteva, perchè in tutte le osterie in cui entrammo da quella prima fino +a Gerona, non fece che stuzzicare le serve, sempre con molta gravità, +convien dirlo, ma anche con un'audacia che il desiderio di distrazione +non bastava a giustificare. + +Alle tre dopo mezzanotte arrivammo alla frontiera.--_Estamos en +España!_--gridò una voce; la diligenza si fermò; l'inglese ed io +balzammo di nuovo in terra, e c'infilammo con molta curiosità in una +piccola osteria, per vedere i primi figli della Spagna fra le pareti di +casa loro. Trovammo una mezza serqua di doganieri, l'oste, la moglie e i +figliuoli, seduti intorno a un braciere; ci rivolsero subito la parola; +io feci molte domande, e mi risposero in un modo brioso ed ingenuo, che +non credevo di trovar nei Catalani, dipinti nei dizionarii geografici +come gente dura e di poche parole. Domandammo che ci fosse da mangiare: +ci portarono il famoso _chorizo_ spagnuolo, una specie di salcicciotto +arcipieno di pepe, che brucia le viscere; una bottiglia di vino dolce, +un po' di pan duro. "Ebbene, che fa il vostro re?" domandai a un +doganiere, dopo ch'ebbi sputati i primi bocconi. Quegli a cui avevo +rivolto la parola parve un po' imbarazzato, mi guardò, guardò gli altri, +e poi mi diede questa curiosissima risposta: "_Està reinando_" (sta +regnando). Tutti si misero a ridere, e mentre io preparavo una domanda +un po' più stringente, mi sentii mormorar all'orecchio: "_Es un +republicano._" Mi voltai, e vidi l'oste che guardava in su. Ho capito, +risposi, e cambiai discorso. Rimontando poi nella diligenza, il mio +compagno ed io ridemmo molto dell'avvertimento dell'oste, tutti e due +meravigliati che da una persona di quella classe le opinioni politiche +dei doganieri fossero prese tanto sul serio; ma nelle osterie dove +scendemmo in seguito, udimmo ben altro. In tutte si trovò un oste, o un +avventore che leggeva un giornale, e intorno un crocchio di paesani che +ascoltavano. Tratto tratto la lettura era interrotta e accendevasi +qualche discussione politica che io non capivo, poichè parlavan +catalano; ma della quale riuscivo però ad afferrare il concetto +dominante, aiutandomi col giornale che avevo sentito leggere. Ebbene, +debbo proprio dire che in tutti quei crocchi alitava un'auretta +repubblicana che avrebbe increspato la pelle al più intrepido amedeista. +Uno fra gli altri, un omone dal cipiglio fiero e dalla voce profonda, +dopo aver parlato un pezzo in mezzo a una corona di muti ascoltatori, si +voltò verso di me, che dalla inesatta pronunzia castigliana aveva preso +per francese, e mi disse con molta solennità: "Le dirò una cosa, +_caballero_!"--"Quale?"--"_Le digo_" mi rispose, "_que España es mas +desgraciada que Francia_;" e detto questo si mise a passeggiar per la +stanza col capo basso e le braccia incrociate nel petto. Intesi altri +parlare confusamente di Cortes, di ministri, di ambizioni, di tradimenti +e d'altre cose terribili. Una sola persona, una ragazza d'una trattoria +di Figueras, saputo che ero italiano, mi disse sorridendo: "_Ahora +tenemos un rey italiano._" E dopo poco, andandosene, soggiunse con +graziosa semplicità: "_A mi me gusta._" + +Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove re Amedeo, accolto, a +quanto si dice, festosamente, pose una lapide nella casa abitata dal +generale Alvarez durante il celebre assedio del 1809; attraversammo la +città che ci parve immensa, pieni di sonno com'eravamo, e impazienti di +buttarci a dormire in un carrozzone della strada ferrata; giungemmo +finalmente alla stazione, e allo spuntar dell'alba partimmo per +Barcellona. + +Dormire! Era la prima volta ch'io vedeva levarsi il Sole sulla Spagna: +come potevo dormire? Mi affacciai a un finestrino, e non ritirai più la +testa fino a Barcellona. Ah! nessun diletto può star a fronte di quello +che si prova entrando in un paese sconosciuto, coll'immaginazione +preparata a veder cose nuove e mirabili, con mille ricordi di +fantastiche letture nel capo, senza pensieri, senza cure! Inoltrarsi in +quel paese, spaziar collo sguardo, avidamente, da ogni parte, in cerca +di qualche cosa che vi faccia capire, quando non lo sapeste, che ci +siete; riconoscerlo, a poco a poco, qui in un vestito d'un contadino, là +in una pianta, più oltre in una casa; vedere, via via che si va innanzi, +spesseggiare quei segni, quei colori, quelle forme, e paragonare ogni +cosa coll'immagine che ce n'eravamo formata prima; trovare un pascolo +alla curiosità in tutto ciò che ci cade sott'occhio, o ci giunge +all'orecchio: nei visi della gente, nei gesti, negli accenti, nei +discorsi; gettare un oh! di stupore a ogni passo; sentire che la nostra +mente si dilata e si rischiara; desiderar insieme di arrivare presto e +di non arrivar mai, affannarsi per veder tutto, domandar mille cose ai +vicini, far lo schizzo d'un villaggio e abbozzare un gruppo di villani; +dire dieci volte all'ora: "Ci sono!" e pensare che racconterete un +giorno ogni cosa; è davvero il più vivo e il più vario dei diletti +umani. L'Americano russava. + +La parte della Catalogna che si percorre da Girona a Barcellona, è +varia, fertile e mirabilmente coltivata. È una successione di piccole +valli, cinte da colline di graziosa forma, con boschi foltissimi, +torrenti, gole, castelli antichi; e per tutto una vegetazione fitta e +robusta, e un verde vivissimo, che rammenta il severo aspetto delle +vallate delle Alpi. Il paesaggio è abbellito dal pittoresco vestito dei +contadini, che risponde in modo mirabile alla fierezza del carattere +catalano. I primi ch'io vidi, eran vestiti da capo a piedi di velluto +nero, portavano intorno al collo una specie di scialle a righe bianche e +rosse, sulla testa una berrettina alla zuava, rossissima, cadente sulla +spalla; alcuni, un par di ghette di pelle affibbiate fino al ginocchio; +altri un par di scarpe di tela, fatte a pantofola, colla suola di corda, +aperte sul dinanzi, e legate intorno al piede con nastri neri +incrociati; un vestire, in somma, svelto ed elegante, e nello stesso +tempo severo. Non faceva gran freddo; ma eran tutti imbacuccati ne' loro +scialli, in modo che mostravano soltanto la punta del naso, e la punta +del _cigarrito_; e parean signori che uscissero dal teatro. Non solo per +lo scialle; ma pel come lo portano, cascante da un lato, aggiustato in +modo da parer messo a casaccio, ma con quelle pieghe e con quegli +svolazzi che gli dian garbo di mantellina e maestà di manto. A tutte le +stazioni della strada ferrata ce n'eran parecchi, ognuno con uno scialle +di diverso colore, non pochi vestiti di panni fini e freschi, quasi +tutti pulitissimi, e atteggiati con una certa dignità, che davan risalto +al loro costume pittoresco. Pochi visi bruni; i più tendenti al bianco; +gli occhi neri e vivaci, ma senza il fuoco e la mobilità degli sguardi +andalusi. + +Via via che si va oltre, spesseggiano i villaggi, le case, i ponti, gli +acquedotti, tutte le cose che annunziano la vicinanza d'una popolosa e +ricca città commerciale. Granollers, Sant'Andrea di Palomar, Clot, son +circondati di opifici, di ville, di orti, di giardini; per tutte le +strade si vedon lunghe file di carri, frotte di contadini, armenti; le +stazioni della strada ferrata sono ingombre di gente; chi non lo +sapesse, crederebbe d'attraversare una provincia d'Inghilterra, +piuttosto che una provincia di Spagna. Oltrepassata la stazione di Clot, +che è l'ultima prima d'arrivare a Barcellona, si vedono da ogni parte +vasti edifizi di mattoni, lunghi muri di cinta, mucchi di materiali da +costruzione, torri fumanti, officine, operai; e si sente, o par di +sentire un rumor sordo, diffuso, crescente, che è come il respiro +affannoso della gran città che si agita e lavora. In fine, s'abbraccia +con un colpo d'occhio Barcellona intera, il porto, il mare, una corona +di colli, e ogni cosa si mostra e sparisce in un punto, e voi rimanete +sotto la tettoia della stazione col sangue sossopra e la testa confusa. + +Una diligenza grande quanto un carrozzone della strada ferrata mi +trasportò all'albergo più vicino, nel quale, appena entrato, sentii +parlare italiano. Confesso che ne provai un piacere, come se mi fossi +trovato a una sterminata lontananza dall'Italia, e dopo un anno di +viaggio. Ma fu un piacere che durò poco. Un cameriere, quello stesso che +avevo sentito parlare, mi accompagnò su in una camera, e poichè s'era +accorto dal mio sorriso che dovevo essere suo compaesano, mi domandò con +bel garbo: + +"Finisce di arrivare?" + +"Finisce di arrivare?" domandai alla mia volta stralunando gli occhi. + +Occorre notare che in spagnuolo il modo _acabar_ (finire) di fare una +cosa, corrisponde al modo francese _venir de la faire_. Su quel subito +non capii che cosa volesse dire. + +"Sì," rispose il cameriere, "domando se il _cavaliere_ discende _ora +medesimo_ dal _cammino_ di ferro?" + +"Ora medesimo! cammino di ferro! ma che razza d'italiano parli, amico +mio?" + +Rimase un po' sconcertato. Seppi poi che a Barcellona v'è un gran numero +di camerieri d'albergo, di fattorini da caffè, di cuochi, di servitori +d'ogni genere, piemontesi, la maggior parte della provincia di Novara, +che andarono in Spagna da ragazzi, e che parlano codesto gergo orribile, +misto di francese, d'italiano, di castigliano, di catalano, di +piemontese, non con gli Spagnuoli, s'intende, perchè lo spagnuolo lo +hanno imparato tutti; ma coi viaggiatori italiani, così, per vezzo, per +far vedere che non hanno dimenticato la lingua patria. Per questo sentii +poi dire da molti catalani: "Eh! tra la vostra lingua e la nostra c'è +poca differenza!" Sfido io! Potrebbero anzi dire quello che mi disse con +un tuono di benevola alterezza un corista castigliano, a bordo del +bastimento che mi portava cinque mesi dopo a Marsiglia:--La lingua +italiana è il più bello dei dialetti che si sian formati dalla nostra.-- + + * * * * * + +Appena ebbi fatto sparire le traccie che l'_horrible nuit_ della +traversata dei Pirenei mi aveva lasciato addosso, mi slanciai fuor +dell'albergo, e mi misi a batter le strade. Barcellona è, all'aspetto, +la città meno spagnuola della Spagna. Grandi edifizi, dei quali +pochissimi antichi, lunghe strade, piazze regolari, botteghe, teatri, +caffè ampi e splendidi, e un andirivieni continuo di gente, di carrozze, +di carri, dalla riva del mare al centro della città, e di qui ai +quartieri estremi, come a Genova, a Napoli, a Marsiglia. Una larghissima +e diritta strada, detta la _Rambla_, ombreggiata da due file d'alberi, +attraversa quasi per mezzo la città, dal porto in su; uno spazioso +passeggio, fiancheggiato di case nuove, si stende lungo la riva del +mare, sur un alto argine murato a modo di terrazza, contro il quale si +vanno a rompere le onde; un vastissimo borgo, quasi una città nuova, si +stende al settentrione, e da ogni parte nuove case rompon la cinta +antica, si spandono pei campi, alle falde delle colline, si allungano in +file sterminate fino ai villaggi vicini; è su tutti i colli circostanti +sorgono ville, e palazzine, e opifici, che si disputano il terreno, si +pigiano, fan capolino l'uno dietro l'altro, e formano intorno alla città +una grandiosa corona. In ogni parte si fabbrica, si trasforma, si +rinnova; il popolo lavora e prospera, Barcellona fiorisce. + + * * * * * + +Eran gli ultimi giorni di carnevale. Le strade eran corse da lunghe +processioni di giganti, di diavoli, di principi, di mori, di guerrieri, +e da uno stormo di certi figuri, che avevo la disgrazia d'incontrar da +per tutto, vestiti di giallo, con una lunga canna in mano, in cima alla +quale era legata una borsa che andavan cacciando sotto il naso di tutti, +nelle botteghe, nelle finestre, fino ai terrazzini del primo piano delle +case, domandando un'elemosina, non so in nome di chi, ma destinata +probabilmente a pigliar qualche classica sbornia nell'ultima notte di +carnevale. La cosa più curiosa ch'io vidi è la mascherata dei bambini. +Si usa vestire i bambini al di sotto degli ott'anni, quali da uomini, +alla moda francese, in completo assetto da ballo, con guanti bianchi, +gran baffi e gran zazzera; quali da Grandi di Spagna, coperti di nastri +e di ciondoli; quali da contadini catalani con la berrettina e la +_manta_. Le bimbe, da dame di Corte, da amazzoni, da poetesse con la +lira e la corona d'alloro; e gli uni e le altre, poi, col costume delle +varie provincie dello Stato, chi da giardiniere di Valenza, chi da +gitana andalusa, chi da montanaro basco, i più bizzarri e pittoreschi +vestiti che si possano immaginare; e i parenti li conducon per mano alla +passeggiata, ed è come una gara di buon gusto, di fantasia e di lusso, +alla quale il popolo prende parte con molto diletto. + + * * * * * + +Mentre cercavo la via per andare alla cattedrale, incontrai un drappello +di soldati spagnuoli. Mi fermai a guardarli, raffrontandoli colla +pittura che ne fa il Baretti, quando racconta che lo assalirono +nell'albergo, e uno gli prese l'insalata nel piatto, e un altro gli +strappò di bocca la coscia di pollo. Bisogna dire che d'allora in poi +sono molto cangiati. A prima vista, si piglierebbero per soldati +francesi, chè hanno anch'essi i calzoni rossi e un cappotto bigio che +scende fino al ginocchio. La sola differenza notevole è nella copertura +del capo. Gli Spagnuoli portano un berretto d'una foggia particolare, +schiacciato sul di dietro, incurvato sul dinanzi, munito d'una visiera +che si ripiega sulla fronte, di panno bigio, duro, leggero e grazioso +alla vista, e chiamato col nome dell'inventore, Ros de Olano, generale e +poeta, che lo modellò sul suo berretto da caccia. La maggior parte dei +soldati ch'io vidi, tutti di fanteria, eran giovani, bassetti di +statura, bruni, svelti, puliti, come si suole immaginare che siano i +soldati d'un esercito che ebbe altre volte le fanterie più leggere e più +vigorose d'Europa. Oggi ancora i fantaccini spagnuoli hanno fama di +instancabili camminatori e di corridori lestissimi; sono sobrii, fieri, +e pieni d'un orgoglio nazionale del quale è difficile formarsi +un'adeguata idea senz'averli conosciuti da vicino. Gli ufficiali portano +una tunica nera e corta, come quella degli ufficiali italiani; che +sogliono, fuor di servizio, tenere aperta, mostrando un panciotto +abbottonato fino al collo. Nelle ore di libertà, non cingon la spada; +nelle marcie, così come i soldati, portano un par di ghette di panno +nero, che giungon fin quasi al ginocchio. Un reggimento di fanteria, in +completo assetto di guerra, presenta un aspetto ad un tempo grazioso e +guerresco. + + * * * * * + +La cattedrale di Barcellona, di stile gotico, sormontata di torri +ardite, è degna di stare accanto alle più belle di Spagna. L'interno è +formato da tre vaste navate, divise da due ordini di altissimi pilastri +di forma snella e gentile; il Coro, posto nel mezzo della chiesa, è +ornato d'una profusione di bassirilievi, di filigrane, di figurine; +sotto il Santuario s'apre una cappella sotterranea, sempre illuminata, +in mezzo alla quale è la tomba di sant'Eulalia, che si vede a traverso +di alcune piccole finestre, aperte intorno al Santuario. La tradizione +narra che gli uccisori della santa, ch'era bellissima, prima di darle la +morte, vollero vedere il suo corpo nudo; ma mentre stavan per toglierle +l'ultimo velo, una fitta nebbia l'avvolse e la nascose a ogni sguardo. +Il suo corpo è sempre intatto e fresco come quando era viva, e non v'è +occhio umano che ne possa regger la vista; onde un vescovo incauto, che +sulla fine del secolo passato, volle scoperchiare la tomba, e scoprire +la salma sacra, nell'atto che vi fisse lo sguardo, acciecò. In una +piccola cappella a destra dell'altar maggiore, rischiarata da molte +fiammelle, si vede un Cristo in croce, di legno colorito, un po' piegato +sur un fianco; si narra che quel Cristo fosse sur una nave spagnuola +alla battaglia di Lepanto, e che si sia contorto così per scansare una +palla da cannone che vedeva venir dritta al suo cuore. Alla vôlta della +stessa cappella è sospesa una piccola galea, con tutti i suoi remi, +costrutta ad imitazione di quella su cui Don Giovanni d'Austria combattè +contro i Turchi. Sotto gli organi, di fattura gotica, coperti di gran +tappeti pitturati, pende una enorme testa di Saraceno, colla bocca +spalancata, dalla quale, in altri tempi, piovevan confetti ai bambini. +Nelle altre cappelle vi è qualche bella tomba di marmo, e qualche +pregevole dipinto del Villadomat, pittore barcellonese, del XVII secolo. +La chiesa è oscura e misteriosa. Le sorge accanto un claustro, sorretto +da grandiosi pilastri formati di sottili colonne, e sormontati da +capitelli sopraccarichi di statuette che rappresentano fatti dei due +Testamenti. Nel claustro, nella chiesa, nella piazzetta che le si stende +dinanzi, nelle stradicciuole che le girano intorno, spira come un'aura +di pace melanconica, che nello stesso punto alletta e rattrista, come il +giardino di un Camposanto. Un gruppo di orrende vecchie barbute +custodisce la porta. + +Dentro la città, dopo visto la Cattedrale, non restano a vedere altri +grandi monumenti. Nella piazza della Costituzione, son due palazzi +chiamati _Casa de la Deputacion_ e casa _Concistorial_, il primo del +decimosesto secolo, l'altro del decimoquarto, i quali conservano ancora +qualche parte degna di nota; l'uno la porta, l'altro il cortile; +dall'uno dei lati della _Casa de la Deputacion_ una ricca facciata +gotica della cappella di San Giorgio. V'è un palazzo dell'Inquisizione, +con un angusto cortile, e finestrine dalle grosse inferriate, e +porticine segrete; ma è quasi interamente rifatto sull'antico. Rimangono +alcune enormi colonne romane, nella strada del Paradiso, perdute in +mezzo a case moderne, circondate di scale tortuose e di oscure +stanzuccie. Non c'è altra cosa che richiami l'attenzione d'un artista. +In compenso, fontane con colonne rostrali, piramidi, statue; viali +fiancheggiati di ville, di giardini, di caffè, d'alberghi; un circo di +tori capace di diecimila spettatori; un borgo che si stende su un +braccio di terra che chiude il porto, costrutto colla simmetria d'una +scacchiera, e popolato da diecimila marinai; molte biblioteche, un museo +d'istoria naturale ricchissimo, e un archivio che è uno dei più vasti +empori di documenti storici dal secolo IX ai tempi nostri, cioè dai +primi Conti di Catalogna alla guerra d'indipendenza. + + * * * * * + +Fuor della città, una delle cose più notevoli è il Cimitero, a una +mezz'ora di carrozza dalle porte, in mezzo a una vasta pianura. Visto +di fuori, dalla parte dell'entrata, pare un giardino; e fa sollecitare +il passo con un sentimento di curiosità quasi allegra. Oltrepassata +appena la soglia, si è dinanzi a uno spettacolo nuovo, indescrivibile, +affatto diverso da quello a cui si era preparati. Si è in mezzo a una +città silenziosa, attraversata da lunghe strade deserte, fiancheggiate +da muri di uguale altezza, diritte, chiuse in fondo da altri muri. Si va +oltre, si arriva a un crocicchio, e di là si vedono altre strade, altri +muri in fondo, altri crocicchi lontani. Par di essere a Pompei. I morti +son messi dentro ai muri, per lungo, e disposti in varii ordini, come i +libri nelle biblioteche. A ogni cassa, corrisponde sul muro una specie +di nicchietta, nella quale è scritto il nome del sepolto; dove non c'è +sepolto alcuno, la nicchia porta scritta la parola: _Propriedad_, che +vuol dire che il posto è stato comprato. La maggior parte delle nicchie +sono chiuse da un vetro, altre da inferriate, altre da una rete +sottilissima di fil di ferro, e contengono una varietà grande di oggetti +postivi dalle famiglie in omaggio dei morti: come ritratti in +fotografia, altarini, quadri, ricami, fiori finti, e sovente anco +ninnoli che loro furono cari in vita, nastri, monili di donne, +giocattoli di ragazzi, libri, spille, quadretti; mille cose che +rammentan la casa e la famiglia, e indicano la professione di coloro +cui appartenevano; e non si possono guardare senza tenerezza. Di +tratto in tratto si vede una di codeste nicchie sfondate, e dentro +buio: segno che ci si ha da mettere una cassa nella giornata. La +famiglia del morto deve pagare un tanto all'anno per quello spazio: +quando cessa di pagare, la cassa vien tolta di là e portata nella fossa +comune del camposanto dei poveri a cui si giunge per una di quelle +strade. Mentre ero là, fu fatta una sepoltura: vidi in lontananza +mettere la scala, e sollevar su la cassa, e tirai via. Una notte un +pazzo si cacciò in uno di quei fori vuoti: passò un guardiano del +cimitero con una lanterna, il pazzo mandò un grido per fargli paura, e +il pover'omo cadde a terra come fulminato, e fece una malattia mortale. +In una nicchia vidi una bella treccia di capelli biondi, che erano +appartenuti a una ragazza di quindici anni, morta annegata, e c'era +cucita una cartolina con su scritto:--_Querida!_--(Cara!)--A ogni +passo, si vede qualcosa che colpisce la mente ed il cuore: tutti quegli +oggetti fanno l'effetto d'un mormorìo confuso di voci di madri, di +spose, di bambini, di vecchi, che dicano sommessamente a chi passa:--Son +io! Guarda!--Ad ogni crocicchio sorgono statue, tempietti, obelischi, +con iscrizioni in onore dei cittadini di Barcellona che fecero opere di +carità durante l'infierire della febbre gialla nel 1821 e nel 1870. + +Questa parte del Cimitero, fabbricata, se così può dirsi, a città, +appartiene alla classe media della popolazione; e confina con due vasti +recinti, uno destinato ai poveri, nudo, piantato di grandi croci nere; +l'altro destinato ai ricchi, più vasto anche del primo, coltivato a +giardino, circondato di cappelle, vario, ricco, stupendo. In mezzo a +una foresta di salici e di cipressi, s'innalzano da ogni parte colonne, +cippi, tombe enormi, cappelle marmoree sopraccariche di sculture, +sormontate da ardite figure d'arcangelo che levan le braccia al cielo; +piramidi, gruppi di statue, monumenti vasti come case che sovrastano +agli alberi più alti; e fra monumento e monumento, cespugli, cancellate, +aiuole fiorite; e nell'entrata, tra questo e l'altro campo santo, una +stupenda chiesuola di marmo, cinta di colonne, mezzo nascosta dagli +alberi, che prepara nobilmente l'animo al magnifico spettacolo del di +dentro. All'uscire da questo giardino, si riattraversano le strade +deserte della necropoli, che paiono anche più silenziose e più triste +che al primo entrare. Varcata la soglia, si risaluta con piacere le case +variopinte dei sobborghi di Barcellona sparse per la campagna, come +avantiguardie messe là ad annunziare che la popolosa città si dilata e +si avanza. + + * * * * * + +Dal Camposanto al caffè, è un bel salto; ma viaggiando se ne fanno anche +di più lunghi. I caffè di Barcellona, come quasi tutti i caffè della +Spagna, sono un solo vastissimo salone ornato di grandi specchi, con +tanti tavolini quanti ce ne posson capire; dei quali è raro che rimanga +libero un solo, neanco per una mezz'ora, in tutta la giornata. La sera +son tutti pieni, affollati, da dover molte volte aspettare un bel pezzo +per avere un posticino accanto alla porta; intorno a ogni tavolino, v'è +un crocchio di cinque o sei _caballeros_, colla _capa_ sulle spalle (un +mantello di panno oscuro, munito d'un'ampia pellegrina, che si porta in +vece del nostro pastrano); e in ogni crocchio si giuoca al domino. È il +giuoco più in voga presso gli Spagnuoli. Nei caffè, dall'imbrunire sino +a mezzanotte, si sente un rumore fitto, continuo, assordante, come il +rumor della grandine, di migliaia di tessere volte e rivolte da +centinaia di mani, che quasi bisogna alzare la voce per farsi sentire da +chi vi è accanto. La bevanda più usuale è il cioccolatte, squisitissimo +in Spagna, portato per lo più in piccole chicchere, denso come conserva +di ginepro e caldo da scorticare la gola. Una di queste tazzine, con una +goccia di latte, e una pasta particolare, che si chiama _bollo_ +(boglio), morbidissima, è una colezione da Lucullo. Fra un _bollo_ e +l'altro, feci i miei studii sul carattere catalano, discorrendo con +tutti i _Don Fulanos_ (nome sacramentato in Ispagna come il Tizio fra +noi) che ebbero la bontà di non pigliarmi per una spia mandata da Madrid +a fiutar l'aria della Catalogna. + + * * * * * + +Gli animi, in quei giorni, erano molto eccitati dalla politica. A me +occorse parecchie volte, parlando innocentissimamente d'un giornale, +d'un personaggio, d'un fatto qualsiasi col _caballero_ che +m'accompagnava, o nel caffè, o in una bottega, o al teatro; mi occorse, +dico, di sentirmi toccare la punta del piede e mormorare +nell'orecchio:--Badi, questo signore alla sua destra è un +Carlista.--Zitto, quello lì è un repubblicano.--Quell'altro là è un +sagastino.--Questo accanto è un radicale.--Quello laggiù è un +cimbrio.--Tutti parlavano di politica. Trovai un carlista arrabbiato in +un barbiere, il quale, accortosi dalla mia pronunzia ch'ero un +_conciudadano del Rey_, tentò, così alla larga, di tirarmi nel discorso. +Io non dissi parola, perchè mi stava radendo, e un risentimento del mio +orgoglio nazionale ferito avrebbe potuto far correre il primo sangue +della guerra civile; ma il barbiere insistè, e non sapendo per qual +altra via venire all'argomento, uscì a dire con accento gentile: "_Sabe +Usted, caballero, si hubiera la guerra entre Italia y España, España no +tuviera miedo_ (non avrebbe paura)."--"Ne sono persuasissimo," risposi, +badando al rasoio. Poi mi assicurò che la Francia avrebbe dichiarato la +guerra all'Italia non appena avesse pagato la Germania; _no hay +escapatoria_. Non risposi. Allora egli stette un po' sopra pensiero, e +poi disse maliziosamente: "_Cosas grandes van à acontecer_ (accadere) +_dentro de poco!_" Piacque però ai Barcellonesi che il Re si fosse +presentato a loro in atto confidente e tranquillo, e la gente del popolo +ricorda la sua entrata in città con ammirazione. Trovai simpatia per il +Re anche in alcuni che mormoravano a denti stretti:--_no es español,_--o +come mi domandò un tale: "Pare a lei che starebbe bene a Roma o a Parigi +_un rey castellano_?"--domanda a cui si risponde:--"_No entiendo de +politica,_"--ed è discorso finito. + +Ma i veramente implacabili sono i Carlisti. Dicon della nostra +rivoluzione roba da cani in buonissima fede, essendo la maggior parte +convinti, che il vero re d'Italia sia il Papa, che l'Italia lo voglia, e +che abbia chinato il capo sotto la spada di Vittorio Emanuele, perchè +non c'era modo di far altrimenti; ma che aspetti l'occasione propizia +per liberarsene, come ha fatto dei Borboni e degli altri. E può giovare +a provarlo il seguente aneddoto che io riferisco, come l'ho sentito +narrare, senza neanco un'ombra d'intenzione di ferire la persona che n'è +attore principale. Una volta un giovane italiano, che io conosco +intimamente, fu presentato a una delle più ragguardevoli signore della +città, e ricevuto con una squisita cortesia. Erano presenti alla +conversazione parecchi italiani. La signora parlò con molta simpatia +dell'Italia, ringraziò il giovane dell'entusiasmo che mostrava d'avere +per la Spagna, mantenne, in una parola, una viva e gioviale +conversazione coll'ospite riconoscente per quasi tutta la serata. A un +tratto gli domandò: "E tornando in Italia, in che città s'andrà a +stabilire?" + +"A Roma," rispose il giovane. + +"Per difendere il Papa?" domandò la signora con la più schietta +franchezza. + +Il giovane la guardò, e rispose sorridendo ingenuamente: "No, davvero." + +Quel _no_ scatenò una tempesta. La signora scordò che il giovane era +italiano, e suo ospite, e proruppe in una tale sfuriata d'invettive +contro il Re Vittorio, il governo piemontese, l'Italia, risalendo +dall'entrata dell'esercito in Roma fino alla guerra delle Marche e +dell'Umbria, che il mal capitato straniero diventò bianco come un cencio +di bucato. Ma fatto forza a sè stesso, non rispose parola, e lasciò agli +altri italiani, ch'erano amici di vecchia data, la cura di sostener +l'onore del loro paese. La discussione durò un pezzo, e fu accanita; la +signora s'accorse poi d'essersi lasciata andare tropp'oltre, e fece +capire che n'era dolente; ma una cosa apparve chiarissima dalle sue +parole, ed è ch'ella era convinta, e con lei chi sa quante! che +l'unificazione d'Italia si fosse fatta contro la volontà del popolo +italiano, dal Piemonte, dal Re, per avidità di dominio, per odio alla +religione ec. + +Il basso popolo, però, repubblicaneggia, e come ha la reputazione di +essere più pronto ai fatti di quello che non sia largo a parole, è +temuto. Quando in Spagna si vuol sparger la voce d'una prossima +rivoluzione, si comincia sempre dal dire che scoppierà a Barcellona, o +che sta per scoppiarvi, o che v'è scoppiata. + + * * * * * + +I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli Spagnuoli delle altre +provincie; siamo Spagnuoli, dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna; +gente, vale a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della quale è +più gradito il rumore degl'ingegni meccanici che il suono delle +chitarre. Noi non invidiamo all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi +dei poeti, e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di essere +il popolo più serio e più operoso della Spagna. Parlano in fatti dei +loro fratelli del mezzogiorno, come i piemontesi parlavano una volta, +ora meno, dei napoletani e dei toscani: «sì, hanno ingegno, +immaginazione, parlan bene, divertono; ma noi abbiamo per contrapposto +maggior vigore di volontà, maggiore attitudine agli studi scientifici, +maggior istruzione popolare.... e poi.... il carattere....» Intesi un +catalano, un uomo chiaro per ingegno e dottrina, lamentare che la guerra +d'indipendenza avesse troppo affratellato le diverse provincie di +Spagna, ond'era seguìto che i catalani contraessero una parte dei +difetti dei meridionali, senza che questi acquistassero nessuna delle +buone qualità dei catalani. Siamo diventati, diceva, _mas ligeros de +casco_, più leggeri di testa, e non se ne sapeva dar pace. Un bottegaio +al quale domandai che pensasse del carattere dei castigliani, mi rispose +bruscamente che, a suo avviso, sarebbe una gran fortuna per la +Catalogna, che non ci fosse strada ferrata tra Barcellona e Madrid, +perchè il commercio con quella gente _corrompe_ il carattere e i costumi +del popolo catalano. Quando parlano d'un deputato parolaio, dicono:--Eh! +già... è un andaluso.--Poi mettono in ridicolo il loro linguaggio +poetico, la pronunzia sdolcinata, la gaiezza infantile, la vanità, +l'effeminatezza. Quelli, per contro, parlano dei catalani come una +signorina capricciosa, letterata e pittrice, parlerebbe d'una di quelle +ragazze massaie, che leggono di preferenza la _Cuciniera genovese_ che i +romanzi di George Sand. Son gente dura, dicono, tutta d'un pezzo, che +non ha il capo ad altro che all'aritmetica e alla meccanica; barbari, +che farebbero d'una statua del Montanes un frantoio e d'una tela del +Murillo un incerato; veri Beoti della Spagna, insopportabili con quel +loro gergaccio, con quella musoneria, con quella gravità di pedanti. + + * * * * * + +La Catalogna, infatti, è forse la provincia di Spagna, che conta meno +nella storia delle belle arti. Il solo poeta, non grande, ma celebre, +che sia nato in Barcellona, è Giovanni Boscan, che fiorì sul principio +del secolo decimosesto, e introdusse pel primo nella letteratura +spagnuola il verso endecasillabo, la canzone, il sonetto, e tutte le +forme della poesia lirica italiana di cui era ammiratore appassionato. +Da che dipende una grande trasformazione, come fu questa, di tutta la +letteratura d'un popolo! Dall'esser andato a stare il Boscan a Granata, +quando v'era la Corte di Carlo V, e aver conosciuto là un ambasciatore +della repubblica di Venezia, Andrea Navagero, che sapeva a memoria i +versi del Petrarca, e glieli recitava, e gli diceva:--Mi pare che +potreste scriver così anche voialtri; provate!--Il Boscan provò; tutti i +letterati di Spagna gli gridaron la croce addosso. E che il verso +italiano non sonava, e che la poesia di Petrarca era una sdolcinatura da +femminette, e che la Spagna non aveva bisogno di strascicar l'estro +sulla falsariga di nessuno. Ma il Boscan tenne duro: Garcilaso della +Vega, il valoroso cavaliere, amico suo, che ricevette poi il glorioso +titolo di Malherbe della Spagna, lo seguì; il drappello dei riformatori +s'ingrossò a poco a poco, divenne esercito, vinse e dominò l'intera +letteratura. Il vero consumatore della riforma fu il Garcilaso; ma il +Boscan ebbe il merito della prima idea, onde a Barcellona l'onore d'aver +dato alla Spagna chi fece mutar il viso alla sua letteratura. + + * * * * * + +Nei pochi giorni che rimasi a Barcellona, solevo passar la sera con +alcuni giovani catalani, passeggiando sulla riva del mare, al lume della +luna, fino a notte avanzata. Sapevan tutti un po' d'italiano, ed erano +amantissimi della nostra poesia; così che per ore e per ore non si +faceva che declamar versi, essi dello Zorilla, dell'Espronceda, del +Lopez de Vega, io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati, +con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli. È un sentimento +nuovo quello che si prova dicendo versi dei nostri poeti in un paese +straniero. Quando vedevo i miei amici spagnuoli tutti intenti al +racconto della battaglia di Maclodio, a poco a poco scotersi, +infiammarsi e poi afferrarmi pel braccio ed esclamare con un accento +castigliano che mi rendeva più care le loro parole:--Bello! +sublime!;--mi sentivo rimescolare il sangue, tremavo; se fosse stato +giorno, credo che m'avrebbero visto diventar bianco come la carta. Mi +recitarono dei versi in lingua catalana. E dico lingua, perchè ha una +storia e una letteratura propria e non fu relegata allo stato di +dialetto che dal predominio politico assunto dalla Castiglia che impose +l'idioma suo come idioma generale dello Stato. E benchè sia una lingua +aspra, tutta parole tronche, ingrata, sulle prime, a chi abbia nulla +nulla l'orecchio delicato, ha nondimeno dei pregi notevolissimi, dei +quali i poeti popolari si valsero con ammirabile maestria, prestandosi +essa particolarmente all'armonia imitativa. Una poesia, che mi +recitarono, di cui le prime strofe imitano il rumore cadenzato d'un +treno di strada ferrata, mi strappò un grido di meraviglia. Ma senza +spiegazioni, anche per chi conosca la lingua spagnuola, il Catalano non +è intelligibile. Parlan presto, coi denti stretti, senza aiutar la voce +col gesto, così ch'è difficile cogliere il senso d'un periodo anche +semplicissimo, ed è un gran chè se s'intende qualche parola di volo. +Anche la gente del popolo, però, parla, quando occorre, il castigliano, +stentatamente e senza grazia; ma sempre assai meglio che non si parli +l'italiano dal basso popolo delle Provincie settentrionali d'Italia. +Neanco le persone colte, in Catalogna, parlano perfettamente la lingua +nazionale; il castigliano riconosce il catalano alla prima, oltre che +alla pronunzia, alla voce, e sopratutto alla _illegittima frase scarsa_. +Per questo uno straniero che vada in Spagna coll'illusione di saper +parlare la lingua con garbo, può, fin che sta in Catalogna, serbar la +sua illusione; ma quando penetri nelle Castiglie, e senta per la prima +volta quello scoppiettío di frizzi, quella profusione di proverbi, di +modi, d'idiotismi arguti ed efficacissimi, che lo fan rimanere a bocca +aperta, come l'Alfieri dinanzi a Monna Vocaboliera quando gli discorreva +di calzette, addio illusioni! + + * * * * * + +L'ultima sera andai al Teatro del Liceo, che ha fama di essere uno dei +più belli d'Europa, e forse il più vasto. Era pieno zeppo di gente dalla +platea alla piccionaia, che non ci sarebbe più capito un centinaio di +persone. Dal palco in cui ero io, si vedevan le signore della parte +opposta piccine come bimbe; e a socchiuder gli occhi, non apparivan più +che tante strisce bianche, una ad ogni ordine di palchi, tremolanti e +luccicanti come immense ghirlande di camelie imperlate di rugiada e +agitate dal zeffiro. I palchi, vastissimi, sono divisi da un assito che +s'abbassa dal muro verso il parapetto, lasciando scoperto tutto il busto +delle persone sedute sulle prime seggiole; in modo che, all'occhio, il +teatro par fatto tutto a gallerie, e n'acquista un'aria di leggerezza +che fa un bellissimo vedere. Tutto sporge, tutto è scoperto, la luce +batte in ogni parte, ogni spettatore vede tutti gli spettatori, le +corsie son spaziose, si va, si viene, si gira a tutt'agio da ogni lato, +si può contemplare ogni signora da mille punti, passare dalle gallerie +ai palchi, dai palchi alle gallerie, passeggiare, far crocchio, +bighellonare tutta la sera di qua e di là, senza urtar nel gomito anima +viva. Le altre parti dell'edifizio sono proporzionate alla principale: +corridoi, scale, pianerottoli, vestiboli da gran palazzo. Vi son sale da +ballo ampie e splendide, nelle quali si potrebbe piantare un altro +teatro. Eppure, anche qui dove i buoni Barcellonesi non dovrebbero +pensare ad altro che a ricrearsi dalle fatiche della giornata nella +contemplazione delle loro belle e superbe donne, anche qui i buoni +Barcellonesi comprano, vendono, giocano, trafficano, come anime dannate. +Nei corridoi è un andirivieni continuo di agenti di banca, di commessi +d'uffizio, di portatori di dispacci, e un continuo vocìo da mercato. +Barbari! Quanti bei visi, quanti begli occhi, quante stupende +capigliature brune in quella folla di signore! Anticamente i giovani +Catalani innamorati, per cattivarsi il cuore delle loro belle, si +inscrivevano nelle confraternite dei flagellanti, e andavano sotto le +loro finestre con una sferza metallica a farsi spicciare il sangue dalle +carni, e le belle gl'incoraggiavano, accennando: "Batti, batti ancora, +così, ora t'amo e son tua!" Quante volte avrei esclamato quella sera: +"Signori, per carità, datemi una sferza metallica!" + + * * * * * + +L'indomani mattina, prima del levar del sole, partii per Saragozza, e +dico il vero, non senza un sentimento quasi di tristezza di lasciar +Barcellona, benchè ci fossi stato sì pochi giorni. Questa città, benchè +sia tutt'altro che _la flor de las bellas ciudades del mundo_, come la +chiamò il Cervantes, questa città trafficante e magazziniera, disdegnata +dai poeti e dai pittori, mi piacque e il suo popolo affaccendato +m'ispirò rispetto. E poi è sempre tristo il partire da una città, +comunque straniera, colla certezza di non averla a rivedere mai più! +Gli è come dare un addio per sempre a un compagno di viaggio col quale +abbiate passato lietamente ventiquattr'ore: non è un amico, e vi par +d'amarlo come un amico, e ve ne ricorderete forse per tutta la vita, con +un sentimento di desiderio più vivo che per molti di coloro a cui date +il nome d'amici. Voltandomi a guardare ancora una volta la città dal +finestrino del carrozzone del treno, mi vennero sulle labbra le parole +di don Alvaro Tarfe nel _Don Chisciotte_:--_Adios, Barcelona, archivo de +la cortesia, albergue de los extrangeros, patria de los valientes, +adios!_--E soggiunsi mestamente:--Ecco lacerata la prima pagina dal +roseo libro del viaggio! Così tutto passa... Ancora un'altra città, poi +un'altra, poi un'altra... e poi... tornerò, e il viaggio sarà stato come +un sogno, e mi parrà di non essermi neanco mosso da casa... e poi?... un +altro viaggio... e di nuovo città, e di nuovo addii melanconici, e di +nuovo un ricordo vago come d'un sogno... e poi? Guai se in viaggio vi +lasciate cogliere da questi pensieri! Guardate il cielo e la campagna, e +recitate dei versi, e fumate. + +_Adios Barcelona, archivo de la cortesia!_ + + + + +II. + +SARAGOZZA. + + +A poche miglia da Barcellona, si cominciano a vedere le rocce dentellate +del famoso Montserrat, uno strano monte che, a prima vista, fa balenare +il sospetto d'un'illusione ottica, tanto è difficile a credere che la +natura possa aver avuto un sì stravagante capriccio. Immaginate una +serie di sottili triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini +per rappresentare una catena di montagne; o una corona a becchetti +distesa pel lungo come la lama d'una sega; o tanti pani di zucchero +disposti in fila, e avrete un'idea della forma che presenta da lontano +il Montserrat. È un insieme di coni immensi che s'alzano I' uno accanto +all'altro, e l'un sull'altro, o meglio un solo gran monte formato di +cento monti, spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza, +in modo che presenta due grandi cime, intorno alle quali si aggruppano +le minori; nelle parti alte, arido e inaccessibile; nelle basse, +popolato di pini, di quercie, di corbezzoli, di ginepri; rotto qua e là +da grotte smisurate e da spaventevoli burroni, e sparso di romitaggi +biancheggianti sulle bricche aeree e nelle gole profonde. Nella +spaccatura del monte, fra le due cime principali, sorge l'antico +convento dei Benedettini, dove Ignazio di Lojola meditò nella sua +giovinezza. Cinquantamila tra pellegrini e curiosi si recano anno per +anno a visitare il convento e le grotte, e il giorno otto di settembre, +vi si celebra una festa a cui concorre una moltitudine innumerevole di +gente da ogni parte della Catalogna. + +Poco prima di arrivare alla stazione dove si scende per salire al monte, +irruppe nel mio carrozzone una frotta di ragazzi, accompagnati da un +prete, alunni d'un collegio di non so che villaggio, che andavano a fare +una scampagnata al convento del Montserrat. Eran tutti catalani, bei +visetti bianchi e rosei, con grandi occhi. Ognuno aveva un canestrino +con dentro pane e frutta; qualcuno un album, altri un canocchiale: +parlavano e ridevano tutti insieme, e si avvoltolavano sulle panche, e +facevano un casa del diavolo infinito. Per quanto tenessi l'orecchio +teso, e mi stillassi il cervello, non riuscii a capire una parola del +maledetto linguaggio che cinguettavano. Intavolai conversazione col +prete. "_Mire Usted_" mi disse dopo le prime parole, accennandomi uno +dei ragazzi; "_aquel niño sabe de memoria toda la Poética de +Oracio_;.... quell'altro là risolve dei problemi d'aritmetica da far +stordire; questo qui è nato per la filosofia;" e via via, mi segnalò le +doti di ciascuno. A un tratto s'interruppe, e gridò: "_Beretina!_" +Tutti i ragazzi cavaron di tasca la berrettina rossa catalana e gettando +alte grida d'allegrezza, se la misero in testa, chi tutta indietro che +gli cascava sulla nuca, chi tutta avanti, che gli copriva la punta del +naso; e il prete a far degli atti di disapprovazione; e allora quei che +l'avevan sulla nuca a tirarsela sul naso, e quei che l'avevan sul naso a +tirarsela sulla nuca; e lì risa, esclamazioni, e battìo di mani. Mi +avvicinai a uno dei più monelli, e così per celia, certo che sarebbe +stato come dire ai muri, gli domandai in italiano: "È la prima volta che +vai a fare una passeggiata al Montserrat?" Il ragazzo stette un po' +pensando, e poi rispose adagio adagio: "Ci so-no già sta-to altre +volte."--"Ah! caro bimbo!" gli gridai con una contentezza difficile a +immaginarsi; "e dove hai imparato l'italiano?" Qui il prete prese la +parola per dirmi che il padre di quel ragazzo aveva vissuto parecchi +anni a _Napoles_. Mentre io mi volto verso il mio piccolo catalano per +attaccar discorso, un maledettissimo fischio, e poi un maledettissimo +grido di:--_Olesa,_--che è il villaggio dal quale si va al monte, mi +taglia la parola in bocca. Il prete mi saluta, i ragazzi si precipitano +fuori, il treno riparte. Io misi la testa fuor del finestrino per +salutare il mio piccolo amico: "Buona passeggiata!" gli gridai, e lui +spiccicando le sillabe: "A-di-o!" Qualcuno ride a sentir rammentare +queste bazzecole: eppure sono i più vivi piaceri che si provin nei +viaggi! + +Le città e i villaggi che si vedono nell'attraversar la Catalogna alla +vólta dell'Aragona, son quasi tutti popolati e floridi, e circondati di +case industriali, di opifici, di edifizi in costruzione, onde in ogni +parte si vedono sorgere di là dagli alberi dense colonne di fumo, e ad +ogni stazione è un via vai di contadini e di negozianti. La campagna è +una successione alternata di colte pianure, di amene colline, di +vallette pittoresche, coperte di boschi e dominate da vecchi castelli, +fino al villaggio di Cervera. Qui si cominciano a vedere ampie distese +di terreno arido, con poche case sparpagliate, che annunziano la +vicinanza dell'Aragona. Ma poi, all'improvviso, si entra in una ridente +vallata, coperta d'oliveti, di vigneti, di gelsi, di alberi fruttiferi, +sparsa di villaggi e di ville; si vedon da un lato le alte cime dei +Pirenei, dall'altro le montagne aragonesi; Lerida, la gloriosa città dai +dieci assedii, schierata lungo la sponda della Segra, sul pendio d'una +bella collina; e tutt'intorno una pompa di vegetazione, una varietà di +prospetti, un colpo d'occhio stupendo. È l'ultima veduta della campagna +catalana; dopo pochi minuti s'entra in Aragona. + + * * * * * + +Aragona! Quante vaghe istorie di guerre, di banditi, di regine, di +poeti, d'eroi, d'amori famosi ridesta nella memoria questo sonoro nome! +E qual profondo senso di simpatia e di rispetto! La vecchia, nobile ed +altera Aragona, sulla cui fronte brilla il più splendido raggio della +gloria di Spagna! Sul suo stemma secolare sta scritto a caratteri di +sangue:--Libertà e valore.--Quando il mondo si curvava sotto il giogo +della tirannide, il popolo aragonese diceva ai suoi re per bocca del suo +Gran Giustiziere:--Noi che siamo quanto voi, e più possenti di voi, vi +abbiamo eletto nostro signore e re, col patto che conserviate i nostri +diritti e la nostra libertà; e se no, no.--E i suoi re s'inginocchiavano +dinanzi alla maestà del Magistrato del popolo, e prestavan giuramento +sulla formola sacra. In mezzo alla barbarie del Medio Evo, la fiera +gente aragonese non conosceva la tortura, il giudizio segreto era +bandito dai suoi codici, tutte le sue istituzioni proteggevano la +libertà del cittadino, e la legge aveva impero assoluto. Discesero, mal +paghi alla ristretta patria delle montagne, da Sobrarbe a Huesca, da +Huesca a Saragozza, ed entrarono vincitori nel Mediterraneo. Congiunti +alla forte Catalogna, redensero dall'araba signoria le Baleari e +Valenza; combatterono a Muret per il diritto oltraggiato e la coscienza +violata; domarono gli avventurieri della casa d'Angiò, spodestandoli +delle terre italiane; ruppero le catene del porto di Marsiglia, che +pendono ancora dalle pareti dei loro tempi; signoreggiarono il mare dal +golfo di Taranto alle foci del Guadalaviar, colle navi di Ruggero di +Lauria; soggiogarono il Bosforo, colle navi di Ruggero di Flor; da Rosas +a Catania corsero il Mediterraneo sulle ali della vittoria; e come se +fosse angusto l'Occidente alla loro grandezza, andarono ad incidere +sulla cima dell'Olimpo, sulle pietre del Pireo, sui monti superbi che +son quasi le porte dell'Asia, il nome immortale della patria. + + * * * * * + +Questi pensieri,--benchè non proprio colle stesse parole, perchè non +avevo sotto gli occhi un certo libricciuolo di Emilio Castelar,--io +volgeva in mente entrando in Aragona. E per prima cosa mi si offerse +agli occhi, sulla riva della Cinca, il piccolo villaggio di Monzon, noto +per famose assemblee delle Cortes, e per alternati assalti e difese di +Spagnuoli e Francesi: sorte che fu comune, durante la guerra +d'indipendenza, a quasi tutti i villaggi di quelle provincie. Monzon è +prostrato ai piedi d'un formidabile monte, sul quale s'innalza un +castello nero, sinistro, enorme, quale avrebbe potuto immaginarlo il più +fosco dei feudatarii per condannare a una vita di terrore il più odiato +dei villaggi. La stessa _Guida_ si arresta davanti a codesto mostruoso +edifizio, e prorompe in un'esclamazione di timida meraviglia. Non v'è, +io credo, in tutta la Spagna, un altro villaggio, un altro monte, un +altro castello, che rappresentino meglio la paurosa sommessione d'un +popolo oppresso, e la minaccia perpetua d'un signore feroce. Un gigante +che prema il ginocchio sul petto d'un fanciullo steso a terra, è una +meschina similitudine per dare un'immagine della cosa; e tale fu +l'impressione che mi fece, che, pur non sapendo tenere in mano la +matita, m'ingegnai di abbozzare alla meglio il paesaggio, perchè non mi +uscisse dalla memoria; e mentre scarabocchiavo, mi venne fatto il primo +verso d'una ballata lugubre. + +Dopo Monzon, la campagna aragonese non è che vaste pianure, chiuse in +lontananza da lunghe catene di colline rossastre, con pochi miseri +villaggi, e qualche colle solitario su cui nereggiano le rovine d'un +castello antico. L'Aragona, già sì fiorente sotto i suoi Re, è ora una +delle provincie più povere della Spagna. Solamente sulla sponda +dell'Ebro, e lungo il canale famoso che si stende da Tudela, per +diciotto leghe, fin presso Saragozza, e serve insieme all'irrigazione +dei campi e al trasporto delle derrate, ha un po' di vita il commercio; +nelle altre parti langue, od è morto. Le stazioni della strada ferrata +sono deserte: quando il treno si ferma, non si sente altra voce che +quella di qualche vecchio _trovatore_, che strimpella la chitarra, +canterellando una canzone monotona, che si riode poi in tutte le altre +stazioni, e in seguito nelle città aragonesi, variate le parole, +eternamente uguale il motivo. Non essendoci che vedere fuori del +finestrino, mi rivolsi ai compagni di viaggio. + +Il carrozzone era pieno di gente; e siccome i carrozzoni di seconda +classe, in Spagna, non hanno scompartimenti, eravamo quaranta fra +viaggiatori e viaggiatrici, visibili tutti uno all'altro: preti, +monache, ragazzi, serve, e altri personaggi che potevano essere +negozianti, o impiegati, o agenti segreti di Don Carlos. I preti +fumavano, come è uso in Ispagna, il loro _cigarrito_, offerendo +amabilmente ai vicini la scatola da tabacco e le cartoline; altri +mangiavano a due palmenti, facendosi passare l'uno all'altro una specie +di vescica che, compressa con ambe le mani, mandava uno schizzo di vino; +altri leggevano il giornale corrugando tratto tratto le sopracciglia in +atto di profonda meditazione. Uno spagnuolo, quand'è in compagnia, non +si mette in bocca uno spicchio d'arancio, o una fetta di formaggio, o un +boccone di pane, se prima non ha pregato tutti di mangiare con lui; e +per questo io mi vidi passar sotto il naso frutta, e pani, e sardelle, e +bicchieri di vino, e che so io, accompagnato ogni cosa da un gentile: +"_Gusta Usted comer[1] conmigo_?" al quale risposi: "_Gracias_," a +contracorpo (è la parola che ci va) perchè avevo una fame da conte +Ugolino. Davanti a me, proprio co' piedi contro i miei, c'era una +monaca, giovane, a giudicarne dal mento, ch'era quel po' di viso che +appariva sotto il velo, e da una mano che lasciava come abbandonata sur +un ginocchio. Io le tenni gli occhi addosso per più d'un'ora, sperando +che alzasse il viso; ma rimase immobile come una statua. Eppure dal suo +atteggiamento era facile accorgersi che faceva uno sforzo per resistere +alla naturalissima curiosità di guardarsi intorno; e per questo appunto +mi destò un sentimento d'ammirazione.--Che costanza!--pensavo,--che +vigore di volontà! che forza di sacrifizio, anche nelle più piccole +cose! che nobile disprezzo delle vanità umane!--Stando in questi +pensieri, chinai gli occhi sulla sua mano,--era una bianca e piccola +mano--e mi parve di vederla muovere; guardo meglio, e vedo che si +allunga adagio adagio fuor della manica, e allarga le dita, e si +appoggia sul ginocchio un po' avanti, così, in modo da spenzolare, e si +rigira un po' da un lato, e si raccoglie e si ridistende... Dei del +cielo! Altro che disprezzo delle vanità umane! Era impossibile +ingannarsi: tutto quel lavorìo era fatto per mettere in mostra la +manina! E non alzò una volta la testa in tutto il tempo che rimase là, e +non lasciò vedere il viso neanco quando scese! Oh imperscrutabile +profondità dell'anima femminile! + +Era scritto che in quel viaggio non dovessi incontrar altri amici che i +preti. Un vecchio sacerdote, di aspetto benevolo, mi diresse la parola, +e cominciammo una conversazione che durò fin quasi a Saragozza. Da +principio, quando gli dissi ch'ero italiano, stette un po' sospeso, +pensando forse ch'io potevo esser uno di quelli che avean scassinato le +serrature del Quirinale; ma avendogli detto che non m'occupavo di +politica, si rasserenò, e parlò con piena fiducia. Si cascò nella +letteratura; io gli dissi tutta la _Pentecoste_ del Manzoni, che lo fece +andare in visibilio; egli a me una poesia del celebre Luis de Leon, +poeta sacro del secolo decimosesto; e diventammo amici. Quando giungemmo +a Zoera, penultima stazione per arrivare a Saragozza, s'alzò, mi salutò, +e posto il piede sul montatoio, si voltò improvvisamente e mi susurrò +nell'orecchio: "_Cuidado_ (prudenza) _con las mujeres, que tienen muy +malas consecuencias en España._" Poi scese e si fermò per veder +partire il treno, e alzando una mano in atto di paterna ammonizione, +disse ancora una volta: "_Cuidado!_" + +Arrivai a Saragozza a notte avanzata, e scendendo, mi colpì subito +l'orecchio la cadenza particolare colla quale parlavano i vetturini, i +facchini e i ragazzi, che si disputavano la mia valigia. In Aragona si +può dir che si parla il castigliano, anche dal popolo minuto, benchè con +qualche storpiatura e qualche barbarismo; ma allo spagnuolo delle +Castiglie basta una mezza parola per riconoscere l'aragonese; e non c'è +castigliano infatti, che non sappia imitare quell'accento, e non lo +metta, all'occasione, in ridicolo, per quello che ha di rozzo e di +monotono, presso a poco come si fa in Toscana della parlata di Lucca. + +Entrai nella città con un certo sentimento di trepida riverenza; la +terribile fama di Saragozza me ne imponeva; quasi mi mordeva la +coscienza di averne tante volte profanato il nome nella scuola di +Rettorica, quando lo gettavo in volto, come un guanto di sfida, ai +tiranni; le strade eran buie; non vedevo che il nero contorno dei tetti +e dei campanili sul cielo stellato; non sentivo che il rumore delle +diligenze degli alberghi che si allontanavano. A certe svoltate, mi +pareva di veder luccicare alle finestre canne di fucile e pugnali, e di +udir grida lontane di feriti. Avrei dato non so quanto perchè spuntasse +il giorno, per cavarmi la vivissima curiosità che mi stimolava, di +visitar ad una ad una quelle strade, quelle piazze, quelle case famose +per lotte disperate e uccisioni orrende, ritratte da tanti pittori, +cantate da tanti poeti, e sognate da me tante volte prima di partire +d'Italia, ripetendomi con gioia:--Le vedrai!--Giunsi finalmente al mio +albergo, guardai fisso il cameriere che mi condusse alla camera, +sorridendogli amorevolmente come per dire:--Non sono un invasore, +risparmiami!--e data un'occhiata a un gran ritratto di Don Amedeo appeso +alla parete del corridoio, in un canto, a particolare conforto dei +viaggiatori italiani, andai a letto, chè cascavo di sonno come uno +qualunque dei miei lettori. + + * * * * * + +Allo spuntar del giorno mi precipitai fuori dell'albergo. Non c'era +ancor nè botteghe, nè porte, nè finestre aperte; ma non appena misi il +piede nella strada, mi scappò un mezzo grido di stupore. Passava una +brigatella di uomini così stranamente vestiti, che io credetti a prima +vista che fossero mascherati; e poi pensai: no, son comparse di teatro; +e poi ancora: no, neppure, sono matti. Figuratevi: per cappello, un +fazzoletto rosso annodato intorno al capo, a modo di cércine, dal quale +uscivano sopra e sotto i capelli arruffati; una coperta di lana a +striscie bianche e azzurre, indossata a guisa di mantello, ampia, +cadente fin quasi a terra, come una toga romana; una larga fascia +azzurra intorno alla vita; un paio di calzoncini corti, di velluto nero, +stretti intorno al ginocchio; le calze bianche; una specie di sandali a +nastri neri incrociati sul dosso del piede; e in questa artistica +varietà di vestimento, l'impronta evidente della miseria; e con +quest'evidenza di miseria, un non so che di teatrale, di altero, di +maestoso nel portamento e nei gesti, un'aria da Grandi di Spagna +decaduti, che mette in dubbio, al vederli, se s'abbia da ridere o da +compiangere, da metter la mano alla borsa per fare un'elemosina o da +levarsi il cappello in segno di riverenza. E non son altro che contadini +dei dintorni di Saragozza. Ma quella che ho accennato non è che una +delle mille varietà della stessa foggia di vestire. Andando oltre, ad +ogni passo ne incontrai una nuova: vi sono i vestiti all'antica, i +vestiti alla moderna, gli eleganti, i semplici, i festivi, i severi, +ognuno con ciarpe, fazzoletti, calze, cravatte, panciotti di colori +diversi; le donne colla crinolina, e le sottane corte, che lascian +vedere un po' di gamba, e i fianchi spropositatamente rialzati; i +ragazzi anch'essi col loro manto a striscie e la loro pezzuola intorno +al capo, e i loro atteggiamenti drammatici, come gli uomini. La prima +piazza sulla quale riuscii era piena di questa gente, divisa in gruppi, +chi seduto sugli scalini delle porte, chi appoggiato agli angoli delle +case, qualcuno sonando la chitarra, altri cantando; molti in giro a +chieder l'elemosina, coi panni rappezzati e laceri, ma pur colla testa +alta e l'occhio fiero; parevan gente usciti allora allora da un +veglione, dove avessero rappresentato tutti insieme una tribù selvaggia +di qualche ignoto paese. A poco a poco si apersero le botteghe e le +case, e il popolo saragozzano si sparse per le strade. I cittadini, nel +vestire, non han nulla di diverso da noi; ma sì qualcosa di particolare +nei volti; alla serietà degli abitanti della Catalogna, uniscono l'aria +sveglia degli abitanti delle Castiglie, avvivata ancora da +un'espressione di fierezza tutta propria del sangue aragonese. + + * * * * * + +Le strade di Saragozza hanno un aspetto severo, quasi tristo, com'io me +lo immaginava prima di vederle. Fuori del _Coso_, che è una larga strada +che attraversa una buona parte della città descrivendo una grande curva +semicircolare,--il _Coso_ anticamente famoso per le corse, le giostre e +i tornei che vi si celebravano nelle pubbliche feste,--fuori di questa +bella ed allegra strada, e d'alcune poche recentemente rifatte, che +paion strade di città francese, le altre son strette, tortuose, +fiancheggiate da case alte, di color cupo, di scarse finestre, +somiglianti a vecchie fortezze. Son strade che hanno una impronta, un +carattere, o come altri dice, una fisonomia loro propria, che vista una +volta, non si dimentica più; per tutta la nostra vita, quando si sentirà +nominar Saragozza, si vedranno quelle mura, quelle porte, quelle +finestre, come se si avessero dinanzi. Io vedo in questo punto la piazza +della Torre nuova, e potrei disegnar casa per casa, e colorirle tutte, +ciascuna col suo colore; e mi par di respirare quell'aria, tanto son +vive le immagini; e ripeto quello che dissi allora:--Questa piazza è +tremenda.--Perchè? non lo so; sarà stata un'illusione mia; segue delle +città come dei volti, che ciascuno ci legge a modo suo; le strade e le +piazze di Saragozza mi fecero codesto senso; ad ogni svoltata, +dicevo:--Questo luogo par fatto per combattervi;--e guardavo intorno, +come se ci mancasse qualcosa: una barricata, le feritoie, i cannoni. +Riprovavo tutta la profonda commozione che m'avevan data i racconti +dell'orribile assedio, e vedevo proprio la Saragozza del 1809, e correvo +di strada in strada con una curiosità crescente, come per trovare le +traccie di quella lotta titanica che ha atterrito il mondo. Qui, +pensavo, accennando a me stesso la via, dev'esser passata la divisione +Grandjean, di là sboccò forse la divisione Musnier, di costì si sarà +lanciata al combattimento la divisione Morlot; avanti, fino alla +cantonata: mi pare che qui sia seguito l'assalto dei volteggiatori della +Vistola; ancora un giro: qui fecero impeto i volteggiatori polacchi; +laggiù furon trucidati trecento spagnuoli; in questo punto scoppiò la +gran mina che fece saltar in aria una compagnia del reggimento di +Valenza; in quell'angolo morì il generale Lacoste colpito da una palla +nella fronte. Ecco le strade famose di Santa Engracia, di Santa Monica, +di Sant'Agostino, per le quali i Francesi s'avanzarono verso il _Coso_, +di casa in casa, a furia di mine e di contrammine, tra i rottami dei +muri enormi e le travi fumanti, sotto una tempesta di palle, di +mitraglia e di sassi; ecco i trivii, le piazzuole, gli angiporti oscuri, +dove si combatterono le orrende battaglie corpo a corpo, a colpi di +baionetta, a pugnalate, a falciate, a morsi; le case asserragliate, +difese stanza per stanza, tra le fiamme e il rovinío; le anguste scale +che corsero sangue, i tristi cortili che echeggiarono di grida di dolore +e di disperazione, che furon coperti di cadaveri sfracellati, che videro +tutti gli orrori della peste, della fame, della morte! + + * * * * * + +Di strada in strada riuscii davanti alla chiesa di _Nuestra Señora del +Pilar_, la terribile Madonna, alla quale veniva a chieder protezione e +coraggio la squallida folla dei soldati, dei cittadini, delle donne, +prima d'andar a morire sulle breccie. Il popolo di Saragozza ha +conservato per essa il fanatismo antico, e la venera con sentimento +particolare di amoroso terrore, vivo anche nell'animo della gente alla +quale è straniero ogni altro sentimento religioso. Però da quando +entrate nella piazza, e alzate gli occhi verso la chiesa, fin al momento +che, andando via, vi voltate a guardarla per l'ultima volta, badate a +non sorridere, o a fare per distrazione un atto qualunque che possa +parere irriverente; chè c'è chi vi vede, e vi tien d'occhio, e +all'occorrenza vi segue. E se in voi è morta la fede, preparate l'animo, +prima di varcare la soglia sacra, a un confuso risvegliarsi dei terrori +infantili, chè poche chiese al mondo hanno come questa la virtù di +risvegliarli nei cuori più gelidi e più forti. + +La prima pietra di Nostra Donna del Pilar, fu posta nel 1686 in un luogo +dove sorgeva una cappella innalzata da san Giacomo per deporvi +l'immagine miracolosa della Vergine che vi è tuttora. È un immenso +edifizio di base rettangolare, sormontato da undici cupole, coperte di +tegole variopinte, che gli danno una graziosa aria moresca; le mura +disadorne e di color cupo. Entrate: è una vasta chiesa, oscura, nuda, +fredda, divisa in tre navate, circondata di cappelle modeste. Lo sguardo +corre subito al santuario che sorge nel mezzo: là è la statua della +Vergine. È come un tempio nel tempio, che potrebbe star solo in mezzo +alla piazza, se si abbattesse l'edifizio che lo circonda. Una corona di +belle colonne di marmo, disposte ad elissi, sorreggono una cupola +riccamente scolpita, aperta nella parte superiore, e ornata intorno +all'apertura di ardite figure d'angeli e di santi. Nel mezzo è l'altar +maggiore; a destra l'immagine di san Giacomo; a sinistra, in fondo, +sotto un baldacchino d'argento che spicca sur un'ampia tenda di velluto +tempestato di stelle, in mezzo al luccichío di migliaia di voti, al +chiarore d'innumerevoli lampade, la statua famosa della Vergine, postavi +or sono diciannove secoli da san Giacomo, scolpita in legno, annerita +dal tempo, tutta coperta, tranne il capo suo e quello del bambino, da +una splendida dalmatica; e sul dinanzi, tra le colonne, intorno al +santuario, e lontano, in fondo alle navate della chiesa, in tutti i +punti di dove lo sguardo può giungere all'immagine venerata, fedeli +inginocchiati, prostrati, col capo quasi a terra, colle mani in croce: +donne del popolo, operai, signore, soldati, fanciulli; e dalle varie +porte della chiesa un continuo venir di gente a passi lenti, in punta di +piedi, con gravi aspetti; e in quel profondo silenzio non un mormorío, +non un fruscío, non un respiro; la vita di quella folla pare sospesa; +par che s'attenda da tutti un'apparizione divina, una voce misteriosa, +una qualche rivelazione tremenda da quell'arcano Santuario; e anche chi +non crede e non prega, è forzato a fissare lo sguardo dove si fissan +tutti gli sguardi, e il corso dei suoi pensieri s'arresta in una specie +d'inquieta aspettazione. Oh suonasse pur quella voce! io pensavo; +seguisse pure l'apparizione; e fosse anche una parola o una vista che mi +facesse incanutire dallo spavento e gettare un urlo non udito mai sulla +terra; purchè mi liberasse per sempre da questo orribile dubbio che mi +rode il cervello e mi contrista la vita! + +Tentai d'entrar nel Santuario, non ci riuscii; avrei dovuto passare +sulle spalle d'un centinaio di fedeli, qualcuno dei quali cominciava già +a guardarmi in cagnesco perchè andavo attorno con un quaderno e una +matita fra le mani. Cercai di scendere nella critta sotterranea ove son +le tombe degli arcivescovi e l'urna che racchiude il cuore del secondo +don Giovanni d'Austria, figlio naturale di Filippo IV; non mi fu +concesso. Domandai di vedere le vestimenta, gli ori, le gemme, che +profusero ai piedi della Vergine i grandi, i principi, i monarchi d'ogni +età e d'ogni paese; mi fu risposto che non era l'ora opportuna, e neanco +mostrando una luccicante _peceta_ potei corrompere l'onesto sacrestano. +Ma non rifiutò di darmi alcune notizie intorno al culto della Vergine +quando gli dissi, per entrargli in grazia, ch'ero nato a Roma, nel Borgo +Pio, e che dal terrazzino di casa mia si vedevan le finestre +dell'appartamento del Papa. + +"È un fatto," mi disse, "quasi miracoloso, e che non si crederebbe, se +non fosse attestato dalla tradizione, che dal tempo antichissimo quando +fu posta sul piedistallo la statua della Vergine, fino al giorno in cui +viviamo, tranne la notte che la chiesa è chiusa, il santuario non rimase +vuoto un momento, un momento solo, in tutto il rigore della parola. +_Nuestra Señora del Pilar_ non è mai stata sola. Nel piedistallo della +statua, a furia di baci, s'è fatto un incavo nel quale può entrar la mia +testa. Neanco gli Arabi non ebbero il coraggio di proibire il culto di +_Nuestra Señora_: la cappella di San Giacomo fu sempre rispettata. È +caduto molte volte il fulmine nella chiesa, accanto al santuario, e +anche dentro, in mezzo alla gente affollata: ebbene, neghino le anime +dannate la protezione della Madonna: non è mai sta-to col-pi-to +nes-su-no! E le bombe dei Francesi? Ne hanno ben bruciati e rovinati +degli edifizi; ma a cadere sulla chiesa di _Nuestra Señora_ gli era come +se cadessero sulle rocce della Serra Morena. E ai Francesi che fecero +man bassa in ogni parte, gli è bastato il fegato di toccare i tesori di +_Nuestra Señora_? Un solo generale si permise di prendere un gingillo +per fare un regalo a sua moglie, offerendo in compenso alla Vergine un +ricco donativo; ma sa che cosa gli è seguito? Alla prima battaglia una +palla di cannone gli portò via una gamba. Non c'è barba di generale o di +re che ne abbia mai imposto a _Nuestra Señora_. E poi è scritto lassù +che questa chiesa durerà fino alla fine del mondo...." E tirò innanzi su +questo tenore, fin che un prete da un angolo buio della sagrestia gli +fece un cenno misterioso, e allora mi salutò e disparve. + +All'uscir dalla chiesa, colla mente tutta occupata dall'immagine del +solenne santuario, incontrai una lunga fila di carri carnevaleschi, +preceduti da una banda musicale, accompagnati dalla folla e seguìti da +un gran numero di carrozze, che andavano verso il _Coso_. Non ricordo +d'aver mai visto testoni di cartapesta più grotteschi, più buffi, più +spropositati di quelli che portavan quelle maschere; così che solo +com'ero, e punto inchinevole all'allegrezza, non potei trattenermi dal +ridere, come alla chiusa d'un sonetto del Fucini. Il popolo però era +serio e silenzioso, e le maschere piene di gravità; si sarebbe detto che +negli uni e negli altri era più forte il malinconico presentimento della +quaresima che il giubilo fugace del carnevale. Vidi qualche bel visetto +alle finestre; ma nessun tipo ancora di quella bellezza propriamente +detta spagnuola, dalla _tez oscurecida_ e da _los negros ojos de fuego_, +che il Martinez della Rosa, esule a Londra, rammentava con sì caldi +sospiri in mezzo a _las bellezas del Norte_. Passai tra due carrozze, +fendetti la calca, tirandomi dietro qualche sacrato che notai subito sul +mio quaderno; e traversate alla lesta due o tre stradicciuole, riuscii +sulla piazza di San Salvador, davanti alla cattedrale che le dà il nome, +chiamata anche la _Seo_, più ricca e più splendida di Nostra Donna del +Pilar. + +La facciata greco-romana, benchè di maestose proporzioni, e la torre +alta e leggera, non preparano allo spettacolo grandioso del di dentro. +Entrai, e mi trovai immerso nelle tenebre; per un istante, i confini +dell'edifizio mi restaron celati; non vidi altro che qualche sprazzo di +pallida luce, rotto qua e là dalle colonne e dagli archi. Poi, a poco a +poco, distinsi cinque navate, divise da quattro ordini di bei pilastri +gotici, i muri lontani, e la lunga serie delle cappelle laterali, e +rimasi attonito. Era la prima cattedrale che corrispondeva all'immagine +ch'io m'ero formato delle cattedrali spagnuole, varie, pompose, +straricche. La cappella maggiore, sormontata da una vasta cupola gotica +in forma di tiara, racchiude in sè sola le ricchezze d'una gran chiesa; +l'altar maggior è d'alabastro, coperto di rosoni, di volute, di +rabeschi; la volta ornata di statue; a destra e a sinistra, tombe ed +urne di principi: in un angolo la scranna sulla quale siedevano i Re +d'Aragona per ricevere la consacrazione. Il coro, che sorge in mezzo +alla navata principale, è un monte di tesori. La sua cinta esteriore, +nella quale sono aperte alcune piccole cappelle, presenta una +incredibile varietà di statuette, di colonnine, di bassorilievi, di +fregi, di pietre, da dover star là una giornata per poter dire d'aver +visto qualcosa. I pilastri delle due ultime navate, e gli archi che +s'incurvano sulle cappelle, sono sopraccarichi, dalla base alla volta, +di statue,--alcune enormi che par reggan sulle spalle l'edifizio,--di +emblemi, di sculture e d'ornamenti d'ogni forma e d'ogni grandezza. +Nelle cappelle una profusione di statue, di ricchi altari, di tombe +regie, di busti, di quadri, che immersi come sono in una mezza oscurità, +non offrono allo sguardo che una confusione di colori, di luccichii, di +forme vaghe, tra le quali l'occhio si perde, e l'immaginazione si +stanca. Dopo molto correre di qua e di là, col quaderno aperto e la +matita in mano, notando e disegnando, mi s'ingarbugliò la testa, +stracciai i fogli rabescati, promisi a me stesso che non avrei scritto +nulla di nulla, uscii dalla chiesa, e mi rimisi a girar per la città, +senza veder altro, per lo spazio d'una mezz'ora, che lunghe navate +oscure, e statue biancheggianti in fondo a cappelle misteriose. + + * * * * * + +V'hanno dei momenti in cui il viaggiatore più gaio e più appassionato, +girando per le strade d'una città sconosciuta, viene assalito +improvvisamente da un così profondo senso di noia che se potesse, per +virtù d'una parola, rivolare a casa tra i suoi, colla rapidità d'un +genio delle _Mille e una notte_, proferirebbe quella parola con uno +slancio di allegrezza. Fui colto da un cotal senso nel punto che +infilavo non so che stradicciuola lontana dal centro della città; e +n'ebbi quasi spavento. Richiamai in fretta alla mente le immagini di +Madrid, di Siviglia, di Granata, per scuotermi, per riaccendermi la +curiosità, il desiderio: quelle immagini mi parvero pallide e senza +vita. Mi riportai col pensiero a casa, ai giorni prima della partenza, +quando avevo la febbre, e non vedevo l'ora di spiccare il volo: e quel +pensiero non fece che accrescermi la tristezza. L'idea di aver a vedere +ancora tante città nuove, di aver da passar tante notti negli alberghi, +di avermi a trovare per tanto tempo in mezzo a gente straniera, mi +scoraggiò; mi domandai come mi fossi potuto risolvere a partire; mi +parve d'essermi tutt'a un tratto allontanato sterminatamente dal mio +paese, d'esser in mezzo a un deserto, solo, dimenticato da tutti, mi +guardai intorno, la strada era solitaria, mi prese freddo al cuore, mi +vennero quasi le lacrime agli occhi:--Io non posso star qui!--dissi tra +me.--Io muoio di malinconia! Voglio tornare in Italia io!--Non avevo +finito di dir queste parole che poco mancò non dessi in una risata da +matto; in un momento ogni cosa riprese vita e splendore ai miei occhi; +pensai alle Castiglie e all'Andalusia con una sorta di gioia frenetica, +e scrollando il capo in atto di pietà per quel passeggero sconforto, +accesi un sigaro, e tirai via più allegro di prima. + +Era il penultimo giorno di carnevale; per le strade principali, verso +sera, si vedeva un via vai di maschere, di carrozze, di brigatelle di +giovani, di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze da marito, +a due a due; ma nessun strepito rincrescevole, nè squarciati canti di +ubbriachi, nè serra serra importuni. Di tratto in tratto, si sentiva +qualche leggero colpo di gomito, ma leggero assai, da parer il cenno +d'un amico che volesse dire:--Son qui,--piuttosto che l'urto d'uno +sbadato; e col colpo di gomito, certi suoni di voci tanto più soavi +delle grida che gettavano le saragozzane antiche dalle finestre delle +case crollanti, e tanto più ardenti dell'olio bollente che versavano +sugli invasori! Oh non erano più quei tempi dei quali mi parlò pochi +giorni sono, a Torino, un vecchio prete saragozzano, assicurandomi di +non aver ricevuto, in sette anni la confessione d'un peccato mortale! + +La sera, all'albergo, trovai un capomatto di francese che credo non +abbia mai avuto l'uguale sotto la cappa del cielo. Era un uomo sulla +quarantina, con uno di quei visi di pasticciano che dicono:--Son qui, +gabbatemi;--negoziante, da quanto mi parve, agiato, il quale era giunto +poco innanzi da Barcellona, e doveva ripartire il giorno dopo per San +Sebastiano. Lo trovai nella sala da pranzo, che raccontava i fatti suoi +a un crocchio di viaggiatori, i quali scoppiavano dalle risa. Mi cacciai +nel crocchio, e sentii la storia anch'io. Costui era nativo di +Bordeaux, e viveva da quattro anni a Barcellona. Aveva abbandonato la +Francia, perchè gli era fuggita la moglie, insalutato ospite, _avec le +plus vilain homme de la ville_, lasciandogli sulle braccia quattro +ragazzi. Dal giorno della fuga non ne aveva più avuto notizia; chi gli +aveva detto che era andata in America, chi in Asia, chi in Affrica; ma +erano state tutte congetture senza fondamento; da quattro anni egli la +considerava come morta. Un bel giorno, a Barcellona, trovandosi a +desinare con un suo amico marsigliese, questi gli disse (ma bisognava +vedere con che comica dignità esponeva la cosa) gli disse: "Amico, uno +di questi giorni voglio andare a San Sebastiano."--"A che fare?"--"A +spassarmela."--"Amorucci, eh?"--"Sì,... cioè... dirò: un amore +propriamente non è, perchè a me, in amore, non mi piace far coda: è un +capriccietto. Bella donnina, però! To', non più tardi d'ier l'altro ho +ricevuto una lettera; non avevo voglia d'andare; ma c'è tanti _vieni_, e +_t'aspetto_, e amico mio, e amico caro, che mi son lasciato tentare." +Così dicendo, gli porse la lettera facendo una smorfia di vanagloria +dongiovannesca. Il negoziante la prende, l'apre, la scorre: "_Nom de +Dieu! Ma femme!_" e senza dir altro pianta l'amico, corre a casa a +pigliar la valigia, e via alla stazione. Quando entrai nella sala, aveva +già mostrato la lettera a tutti i presenti, e steso sulla tavola, perchè +ognuno li potesse vedere, la sua fede di battesimo, l'atto matrimoniale, +ed altre carte che aveva portate con sè per il caso che sua moglie non +lo volesse riconoscere. "Che cosa le volete fare?" gli domandarono tutti +ad una voce. "_Je ne lui ferai pas de mal; j'ai déjà pris mon parti; il +n'y aura pas de sang; mais ce sera un châtiment plus terrible +encore._"--"Ma che cosa adunque?" domandarono gli uditori. "_J'ai déjà +pris mon parti,_" ripetè il francese colla più grande serietà, e tirato +fuori dalla tasca un paio di forbici enormi, soggiunse solennemente: +"_Je vais lui couper les cheveux et les sourcils!_" Tutti diedero in uno +scoppio di risa. "_Messieurs!_" gridò l'offeso marito; "_je le dis et je +tiendrai ma parole; si j'ai le bonheur de vous retrouver ici, je me +ferai un devoir de vous présenter sa perruque._" Qui seguì un diavolío +di risa, di voci, d'applausi, senza che il Francese spianasse neanco un +momento il suo tragico cipiglio. "Ma se le trovaste uno Spagnuolo in +casa?" gli domandò uno. "_Je le ferais sauter par la fenêtre!_" rispose. +"Ma se fossero molti?"--"_Tout le monde par la fenêtre!_"--"Ma farete +uno scandalo, accorreranno i vicini, i carabinieri, il popolo!"--"_Et +moi...._" gridò il terribile uomo, battendosi una mano nel petto, "_je +ferai sauter par la fenêtre les voisins, les gendarmes, le peuple, et la +ville entière, s'il le faut._" E tirò via a sbravazzare su questo tono, +gesticolando con la lettera da una mano, e le forbici dall'altra, in +mezzo alle risa sgangherate dei viaggiatori. _Vivir para ver_, vivere +per vedere, dice il proverbio spagnuolo; e dovrebbe dir meglio _viajar_, +viaggiare, chè certi originali par che s'incontrino solamente negli +alberghi e sulle strade ferrate. Chi sa come sarà andata a finire! + +Entrando nella mia camera, domandai al cameriere chi fossero due cosi +che avevo osservato fin dalla sera prima, appesi alla parete, che +mostravano d'aver non so qual pretensione di passare per due ritratti. +"_Caramba!_" mi rispose "_nada menos que los hermanos Argensola,_" +aragonesi, nativi di Barbastro, "_dos de los mas afamados poetas de +España!_" (_Afamados_ per chi non lo sappia non vuol dire famelici, ma +famosi.) E furono tali davvero i due fratelli Argensola, due veri +gemelli letterarii, che ebbero la stessa indole, studiarono le stesse +cose, scrissero nel medesimo stile, puro, sobrio, forbito, facendo +argine con tutte le loro forze al torrente del cattivo gusto che +cominciava ad invadere, ai loro tempi, sulla fine del secolo +decimosesto, la letteratura spagnuola. L'uno morì a Napoli, segretario +di Stato del Vicerè, l'altro a Tarragona, prete; e lasciarono tutti e +due una fama onorata e cara, alla quale il Cervantes e il Lopez de Vega +apposero lo splendido suggello della loro lode. I sonetti degli +Argensola sono annoverati tra i più belli della letteratura spagnuola, +per argutezza di pensiero e nobiltà di forma; e poichè ve n'è uno, di +Lupercio Leonardo, che si sa a memoria da tutti e del quale i ministri +citano spesso la chiusa per rispondere alle magniloquenti filippiche +degli oratori della sinistra; lo metto qui colla speranza che potrà +servire a qualcuno dei lettori per rimbeccare gli amici quando gli +facessero rimprovero d'essersi innamorato, come il poeta, d'una donna +che si dà il belletto. + + «Yo os quiero confesar, don Juan, primero + Que aquel blanco y carmin de doña Elvira + No tiene de ella mas, si bien se mira, + Que el haberle costado su dinero: + + Pero tambien que me confieses quiero + Que es tanta la beldad de su mentira, + Que en vano à competir con ella aspira + Belleza igual de rostro verdadero. + + Mas que mucho que yo perdido ande + Por un engaño tal, pues que sabemos + Que nos engaña asi naturaleza? + + Porque ese cielo azul que todos vemos + No es cielo, ni es azul: ¡làstima grande + Que no sea verdad tanta belleza!» + + (_Prima di tutto vi voglio confessare, o signor Giovanni, che quel + bianco e carminio di donna Elvira non ha di suo che il denaro che + le è costato; ma voglio che voi mi confessiate alla vostra volta + esser siffatta la bellezza della sua finzione, che nessuna bellezza + simile di volto vero potrebbe competere con essa. Ma che vale ch'io + mi dia pensiero di tale inganno, se si sa che nello stesso modo + c'inganna la natura? E infatti, quel cielo azzurro che tutti + vediamo, non è nè cielo nè azzurro.... Peccato che non sia verità + tanta bellezza!_) + +La mattina dopo mi volli procurare un piacere somigliante a quello che +provava il Rousseau tenendo dietro al volo delle mosche; il piacere di +errare per la città, alla ventura, fermandomi a guardare le cose più +insignificanti, come si fa per la strada di casa nostra, quando si +aspetta un amico. Visitati alcuni edifizi pubblici, tra i quali il +palazzo della Borsa, che ha una stupenda sala formata da ventiquattro +colonne, ornata ciascuna di quattro scudi coll'arma di Saragozza, +sovrapposti alle quattro faccie del capitello; visitata l'antica chiesa +di Santiago e il bel palazzo dell'Arcivescovado, m'andai a piantare in +mezzo alla vasta ed allegra piazza della _Costitucion_, che divide in +due il _Coso_, e riceve altre due delle principali strade della città; e +di là presi le mosse, e bighellonai fino a mezzogiorno con un gusto +infinito. Ora sostavo a guardare un ragazzo che giocava a nocíno, ora +davo una capatina da curioso in un piccolo caffè da scolari, ora +rallentavo il passo per sentire le ciancie di due serve a una cantonata, +ora andavo a mettere il naso contro le vetrine d'un libraio, ora entravo +a far ammattire una tabaccaia chiedendo dei sigari in tedesco, ora mi +fermavo a intavolar conversazione con un rivenditore di fiammiferi, qui +compravo un giornaletto, lì chiedevo del fuoco a un soldato, là +domandavo la strada a una ragazza, e intanto ruminavo versi +dell'Argensola, cominciavo sonetti faceti, canterellavo l'inno di Riego, +pensavo a Firenze, al vin di Malaga, agli avvertimenti di mia madre, al +Re Amedeo, alla mia borsa, a mille cose, a nessuna; e non avrei cangiato +la mia sorte con quella d'un grande di Spagna. + +Verso sera andai a vedere la Torre nuova, che è uno dei più curiosi +monumenti di Spagna. È alta ottantaquattro metri,--quattro più della +torre di Giotto,--e inchinata di quasi due metri e mezzo, tutta intera, +come la torre di Pisa. Fu innalzata nel 1304; chi afferma che fu fatta +così, chi crede che siasi inchinata poi; le opinioni sono diverse. È di +forma ottagonale, e tutta costrutta di mattoni; ma presenta una varietà +mirabile di disegno e d'ornamenti, un aspetto diverso a ogni piano, un +misto grazioso di gotico e di moresco. Per entrare, dovetti andar a +domandare il permesso a non so quale impiegato del Municipio, che abita +là vicino; il quale, dopo aver guardato attentamente la punta dei miei +stivali e il ciuffo dei miei capelli, diede le chiavi al custode, e mi +disse: "_Puede Usted ir._" Il custode era un vecchietto vigoroso che +salì le interminabili scale con assai maggior speditezza di me. "_Verá +Usted,_" mi diceva: "_Verá Usted que magnífico golpe de vista!_"--Io gli +dissi che anche noi Italiani avevamo una torre inclinata, come quella di +Saragozza; egli si voltò a guardarmi e rispose secco: "_La nuestra es +unica en el mundo._"--"Oh cospetto! Vi dico che n'abbiamo una anche noi, +e che l'ho vista coi miei occhi, a Pisa, e poi, se non volete credere, +leggete qui, lo dice anche la Guida."--Diede un'occhiata e brontolò: +"_Puede ser._"--Può essere!--Vecchio cocciuto! Gli avrei dato il libro +sul capo. Finalmente arrivammo sulla cima. È uno stupendo spettacolo. +Saragozza si abbraccia tutta con uno sguardo: la grande strada del +_Coso_, il passeggio di Santa Engracia, i sobborghi; e lì sotto, che par +di poterle toccare, le cupole colorite di Nostra Donna del Pilar; un po' +più in là l'ardita torre della Seo; più oltre l'Ebro famoso, che gira +attorno alla città con una curva maestosa, e l'ampia valle, innamorata, +come dice il Cervantes, della chiarezza delle sue acque e della gravità +del suo corso; e la Huerba, e i ponti, e i poggi, che ricordano tanti +scontri sanguinosi e disperati assalti! + +Il custode mi lesse sul volto i pensieri che mi attraversavan la mente, +e come proseguendo un discorso da me incominciato, prese ad accennarmi i +punti per dove erano entrati i Francesi, e dove i cittadini avevano +opposto le più gagliarde resistenze. "Non furono le bombe dei Francesi," +mi disse, "che ci fecero arrendere; noi stessi bruciavamo le case, e le +facevamo saltare in aria colle mine; fu l'epidemia. Negli ultimi giorni +più di quindicimila uomini dei quarantamila che difendevan la città eran +negli ospedali; non si aveva più tempo per raccogliere i feriti e per +sotterrare i morti; le rovine delle case erano coperte di cadaveri +putrefatti che ammorbavano l'aria; un terzo degli edifizi della città +eran distrutti; eppure nessuno parlava d'arrendersi; e chi ne avesse +parlato, era stato innalzato apposta un patibolo in tutte le piazze, +sarebbe stato ucciso; volevamo morire sulle barricate, nel fuoco, sotto +i rottami delle nostre mura, piuttosto che piegare la testa. Ma quando +il Palafox si trovò in punto di morte, quando si seppe che i Francesi +avevano vinto in altre parti, e che non c'era più alcuna speranza, +bisognò porre giù le armi. Ma i difensori di Saragozza si arresero cogli +onori della guerra, e quando quella folla di soldati, di contadini, di +monaci, di ragazzi, scarni, cenciosi, coperti di ferite, macchiati di +sangue, sfilarono davanti all'esercito francese, i vincitori tremarono +di riverenza e non ebbero cuore di rallegrarsi della vittoria! L'ultimo +dei nostri contadini poteva portar la fronte più alta che il primo dei +loro marescialli:--_Zaragoza_, e dicendo queste parole era splendido, +_ha escupido en la cara a Napoleon!_--(Saragozza ha sputato in viso a +Napoleone!)" + +Io pensai, in quel momento, alla storia del Thiers, e il ricordo della +narrazione ch'egli fa della presa di Saragozza mi destò un +sentimento di sdegno. Non una parola generosa per la sublime ecatombe di +quel povero popolo! Il loro valore, per lui, non è che fanatismo feroce, +o vana manìa guerresca di contadini stanchi della vita uggiosa dei +campi, e di monaci ristucchi della solitudine della cella; la loro +eroica ostinazione è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio +stolto. Essi non morivano _pour cet idéal de grandeur_ che animava il +coraggio dei soldati imperiali! Come se la libertà, la giustizia, +l'onore d'un popolo, non fossero qualcosa di più grande che l'ambizione +d'un Imperatore, che lo fa assalire a tradimento e lo vuol governare +colla violenza!... Tramontava il sole, le torri e i campanili di +Saragozza erano illuminati dagli ultimi raggi, il cielo era +limpidissimo; volsi ancora uno sguardo intorno per imprimermi bene nella +memoria l'aspetto della città e della campagna, e prima di voltarmi per +scendere, dissi al custode che mi guardava con un'aria di benevola +curiosità: "Racconti agli stranieri che verranno a visitare d'ora in +avanti la torre, che un giorno, un giovane italiano, poche ore prima di +partire per la Castiglia, salutando per l'ultima volta, da questo +balcone, la capitale dell'Aragona, s'è scoperto il capo col sentimento +del più profondo rispetto, così,--e che non potendo baciare sulla +fronte, ad uno ad uno, tutti i discendenti degli eroi del 1809, ha dato +un bacio al custode,"--E glielo diedi, e me lo rese, e me n'andai +contento, ed egli pure, e rida chi vuole. + + * * * * * + +Con questo mi parve di poter dire che avevo visto Saragozza, e tornai +all'albergo ricapitolando le mie impressioni. Mi restava però una gran +voglia di fare un po' di conversazione con qualche buon saragozzano, e +dopo desinare andai al caffè, dove trovai subito un capomaestro e un +bottegaio, che tra un sorso e l'altro di cioccolatte, mi esposero lo +stato politico della Spagna e i mezzi più efficaci + + «Di portar la baracca a salvamento.» + +La pensavano molto diversamente. L'uno, il bottegaio, ch'era un ometto +col naso rincagnato e un grosso bernoccolo tra occhio e occhio, voleva +la repubblica federale, senza transazioni, quella sera stessa, prima +d'andare a letto; e metteva come condizione _sine qua non_ per la +prosperità del nuovo governo, che si fucilasse il Serrano, il Sagasta e +lo Zorilla, per convincerli una volta per sempre _que no se chanzea con +el pueblo español_, che non si scherza col popolo spagnuolo. "_Y su rey +de Ustedes,_" concludeva volgendosi verso di me, "al re che ci han +mandato loro,--mi perdoni, caro il mio Italiano, la franchezza con cui +le parlo,--al loro re un biglietto di prima classe per tornarsene _á la +hermosa Italia_, ove c'è miglior aria per i Re. _Somos +españoles_"--perdoni, caro il mio Italiano e mi metteva una mano sul +ginocchio--"_somos españoles_, e non vogliamo stranieri, nè cotti, nè +crudi!" + +"Mi pare d'aver capito il suo concetto; e lei," domandai al capomaestro, +"come crede lei che si potrebbe salvar la Spagna?" + +"_No hay mas que un medio!_" rispose con accento solenne; "non v'è che +un mezzo! Repubblica federale,--in questo sono d'accordo col mio +amico,--ma con Don Amedeo presidente!"--(L'amico scrollò le spalle) +"Ripeto: con Don Amedeo presidente! È il sol uomo che possa tener ritta +la repubblica; non è soltanto un'opinione mia; è l'opinione di molta +gente. Don Amedeo faccia intendere a suo padre che qui colla monarchia +non si compiccia nulla; chiami al governo il Castelar, il Figueras, il +Pi y Margal; proclami la repubblica, si faccia elegger presidente, e +gridi alla Spagna:--Signori, ora comando io, e chi alza le corna, +legnate! E allora avremo la vera libertà." + +Il bottegaio, il quale non credeva che la vera libertà consistesse nel +pigliarsi delle legnate sulle corna, protestò; l'altro ribattè; il +battibecco durò un pezzo. Si venne poi a parlare della Regina; e il +capomaestro dichiarò che, sebbene fosse repubblicano, aveva per Donna +Vittoria un profondo rispetto e una calda ammirazione. "_Tiene mucho_ +(molto) _de aquí_" disse toccandosi la fronte col dito.--"_Es verdad que +sabe el griego?_"--(È vero che sa il greco?) + +"E come!" risposi. + +"Hai inteso, eh?" domandò l'altro. + +"Sì," rispose il bottegaio brontolando; "_pero no se govierna à España +con el griego._" + +Concedeva però anche lui che, regina per regina, era a desiderarsi +d'averne una dotta e savia, _digna de sentarse en el trono de Isabel la +Catòlica_, la quale, come tutti sanno, conosceva il latino quanto un +professore consumato; piuttosto che una di queste regine cervelline che +non hanno il capo ad altro che alle feste ed ai favoriti. In una parola, +non voleva vedere in Ispagna la casa di Savoia; ma se qualche cosa +poteva piegarlo un po' in di lei favore, era il greco della Regina. Che +galante repubblicano! + +V'è però in codesta gente una generosità di cuore, e un vigore di animo +che giustifica la loro onorevole fama. L'aragonese, in Spagna, è +rispettato. Il popolo di Madrid che trincia i panni addosso agli +Spagnuoli di tutte le provincie, che dà al catalano di rozzo, +all'andaluso di vano, al valenziano di feroce, al galiziano di +miserabile, al basco d'ignorante, tratta con un po' più di riserbo gli +alteri figli d'Aragona, i quali nel secolo decimonono scrissero col +proprio sangue la più gloriosa pagina della storia di Spagna. Il nome di +Saragozza suona nel popolo come un grido di libertà, e nell'esercito +come un grido di guerra. Ma poichè non v'è rosa senza spine, questa +nobile provincia è anche un semenzaio di demagoghi inquieti, di capi di +_guerrillas_, di tribuni, di gente di testa calda e di mano ardita, che +danno un gran da fare a tutti i Governi. Il Governo deve accarezzar +l'Aragona come un figliuolo ombroso e focoso, che se niente niente si +picca, è muso da mandare in aria la casa. + + * * * * * + +L'entrata di re Amedeo in Saragozza, e la breve dimora che vi fece nel +1871, diedero occasione a parecchi fatti, che meritano d'essere +raccontati; non solo perchè si riferiscono al Principe, ma perchè sono +una eloquente manifestazione del carattere del popolo. E prima d'ogni +altra cosa il discorso del Sindaco, del quale s'è fatto tanto scalpore, +in Spagna e fuori, e che resterà forse fra le tradizioni di Saragozza +come un esempio classico di audacia repubblicana. Il Re arrivò verso +sera alla stazione della strada ferrata, dove eran venuti ad aspettarlo, +accompagnati da un'immensa folla, i rappresentanti di molti Municipii, +e associazioni e corpi militari e civili di varie città d'Aragona. Dopo +le solite grida e i soliti applausi, si fece silenzio, e l'alcade di +Saragozza, presentatosi al Re, lesse con enfatica voce il seguente +discorso: + +«Signore! Non è la modesta personalità mia, non è l'uomo di convinzioni +profondamente repubblicane; ma bensì l'alcade di Saragozza, investito +del sacro suffragio universale, colui che, _per un dovere +imprescindibile_, si presenta a voi, e si mette agli ordini vostri. Voi +state per entrare nel recinto d'una città la quale, sazia ormai di +gloria, porta il titolo di sempre eroica; una città che quando corse +pericolo l'integrità nazionale, fu una nuova Numanzia, una città che +umiliò gli eserciti napoleonici nei loro stessi trionfi ec. Saragozza fu +la più avanzata sentinella della libertà; nessun governo le parve mai +abbastanza liberale ec. Nel petto di nessuno dei figli suoi albergò mai +il tradimento ec. Entrate, dunque, nel recinto di Saragozza. Se non +aveste coraggio, non ne avreste neanco bisogno, perchè i figli della +sempre eroica madre son valorosi a viso aperto, e incapaci di tradire. +Non v'è scudo, nè esercito più poderoso per difendere, in questi +momenti, la vostra persona, che la lealtà dei discendenti del Palafox, +poichè anche i loro nemici trovano un sacro asilo sotto i tetti +saragozzani. Pensate e meditate che se seguirete costantemente la via +della giustizia, se farete da tutti osservare le leggi della più stretta +moralità, se proteggerete il produttore che finora tanto dà, e sì poco +riceve, se sosterrete la verità del suffragio, se Saragozza e la Spagna +vi dovranno un giorno il compimento delle sacre aspirazioni della +maggioranza di questo gran popolo che venite a conoscere, _allora, +forse, vi adornerà un più splendido titolo_, che quello di Re. Potete +essere il primo cittadino della nazione, e il più amato in Saragozza, e +la _repubblica spagnuola_ vi dovrà la sua completa felicità.» + +A questo discorso che veniva a significare in conclusione:--Non vi +riconosciamo come Re, ma entrate pure fra noi, che non v'ammazzeremo, +perchè gli eroi non ammazzano a tradimento; e se sarete bravo, e ci +servirete a dovere, consentiremo, forse, a sopportarvi come presidente +della Repubblica;--il Re rispose con un sorriso agro-dolce, che voleva +dire:--Troppa degnazione!--e strinse la mano all'Alcade, con grande +meraviglia di tutti i presenti. Poi montò a cavallo, ed entrò in +Saragozza. Il popolo, a quel che si dice, lo ricevette con festa, e +molte signore gli lanciarono dalle finestre poesie, corone di fiori e +colombe. In varii punti, il generale Cordova, e il general Rosell, che +lo accompagnavano, dovettero sgombrargli la strada coi proprii cavalli. +Mentre entrava nel _Coso_, una donna del popolo si slanciò innanzi per +dargli un memoriale; il Re, ch'era già passato oltre, se n'accorse, +tornò indietro, e lo prese. Poco dopo, gli si presentò un carbonaio, e +gli porse la sua nera mano: il Re gliela strinse. Nella piazza di Santa +Engracia, fu ricevuto da una sfarzosa mascherata di nani e di giganti, +che lo salutarono con certe danze tradizionali, fra le grida assordanti +della moltitudine. Così attraversò tutta la città. Il giorno dopo visitò +la chiesa della Madonna di Pilar, gli ospedali, le carceri, il circo dei +Tori, e in ogni parte fu festeggiato con quasi monarchico entusiasmo, +non senza segreta bizza dell'Alcade che l'accompagnava, il quale avrebbe +voluto che il popolo saragozzano si ristringesse all'osservanza del +quinto comandamento:--Non ammazzare,--senza andare più in là delle sue +modeste promesse. Liete accoglienze ebbe pure il Re sulla via da +Saragozza a Logroño. A Logroño, in mezzo a una folla innumerevole di +contadini, di guardie nazionali, di donne, di ragazzi, vide per la prima +volta il venerando generale Espartero. Appena si videro, si corsero +incontro; il generale cercò la mano del Re, il Re gli aperse le braccia; +la folla gettò un grido di gioia: "Maestà," disse l'illustre soldato con +voce commossa, "i popoli vi accolgono con patriottico entusiasmo, perchè +vedono nel loro giovane Monarca il più fermo sostegno della libertà e +della indipendenza della patria, e son sicuri che se i nemici della +nostra ventura tentassero di turbarla, Vostra Maestà, alla testa +dell'esercito e della milizia cittadina, saprebbe confonderli e +sgominarli. La mia affranta salute non mi permise d'andare a Madrid per +felicitare Vostra Maestà e la sua Augusta Sposa per il loro avvenimento +al trono di San Ferdinando. Oggi lo faccio, e ripeto anche una volta che +servirò fedelmente la persona di Vostra Maestà come re di Spagna, +eletto dalla volontà nazionale. Maestà, in questa città ho una modesta +casa, e ve la offro, e vi prego d'onorarla della vostra presenza."--Con +queste semplici parole era salutato il nuovo Re dal più vecchio e più +amato e più glorioso dei suoi sudditi. Felice auspicio, a cui mal +risposer gli eventi! + + * * * * * + +Verso mezzanotte andai a un veglione, in un teatro di mezzana grandezza, +sul _Coso_, a poca distanza dalla piazza della Costituzione. Le maschere +eran poche e meschinuccie; ma v'era per compenso una folla fittissima, +della quale un buon terzo ballavano furiosamente. Fuor che dalla lingua, +non mi sarei accorto di assistere ad un veglione d'un teatro di Spagna, +piuttosto che a un veglione d'un teatro d'Italia; mi pareva di veder +persino le stesse faccie. Poi il solito tramenío, la solita licenza di +parole e di mosse, il solito degenerare dal ballo in una ridda clamorosa +e sfrenata. Delle cento coppie di ballerini che mi passarono dinanzi, +una sola mi rimase impressa nella memoria: un giovanotto d'una ventina +d'anni, alto, snello, bianco, con due grand'occhi neri; e una ragazza +della stessa età, bruna come un'andalusa; tutti e due belli e alteri, +vestiti dell'antico costume aragonese, abbracciati stretti, viso contro +viso, come se l'uno volesse respirare l'alito dell'altro, rossi come due +viole e sfolgoranti di gioia. Passavano in mezzo alla folla, gettando +intorno uno sguardo sdegnoso, e mille occhi li accompagnavano, e li +seguiva un mormorio sordo di ammirazione e d'invidia. Uscendo dal +teatro, mi fermai un momento sulla porta per rivederli passare, e poi me +ne tornai all'albergo solo e malinconico. L'indomani mattina, prima +dell'alba, partii per la Vecchia Castiglia. + + +NOTE: + + [1] Le piace mangiar con me? + + + + +III. + +BURGOS. + + +Per andare da Saragozza a Burgos, città capitale della Vecchia +Castiglia, si risale tutta la gran valle dell'Ebro, attraversando una +parte dell'Aragona, e una parte della Navarra, fino alla città di +Miranda, posta sulla strada di Francia che passa per San Sebastiano e +Baiona. Il paese è pieno di ricordi storici, di rovine, di monumenti, di +nomi famosi: ogni villaggio rammenta una battaglia, ogni provincia una +guerra. A Tudela, i Francesi sconfissero il generale Castaños; a +Calahorra, Sertorio resistette a Pompeo; a Navarrete, Enrico di +Transtamare fu vinto da Pietro il Crudele; si vedono i vestigi della +città di Egon ad Agoncillo, le rovine d'un acquedotto romano ad +Alcanadre, i resti d'un ponte arabo a Logroño; la mente dura fatica ad +abbracciare le memorie di tanti secoli e di tanti popoli, e l'occhio si +stanca colla mente. L'aspetto della campagna varia ad ogni momento. +Vicino a Saragozza son campi verdi sparsi di case e di viottole +serpeggianti, per le quali si vede qualche gruppo di contadini, avvolti +nei loro scialli variopinti, qualche somarello, qualche carro. Più oltre +non sono che vaste pianure ondulate, nude, aride, senza un albero, senza +una casa, senza un sentiero; ove non si vede che di miglio in miglio un +armento, un pastore, una capanna; e qualche piccolo villaggio, composto +di casuccie color terraceo, basse, che quasi si confondono col suolo; +piuttosto gruppi di capanne, che villaggi, vere immagini di miseria e di +squallore. L'Ebro serpeggia a grandi curve lungo la strada, ora vicino, +che par che il treno ci si vada a tuffare, ora lontano, come una +striscia d'argento, che appare e dispare fra le gobbe del terreno e i +cespugli delle sponde. Lontano si vede una catena di monti azzurri, e al +di là le cime bianche dei Pirenei. Presso Tudela si scopre il canale; +dopo Custejon la campagna verdeggia; e via via, le pianure aride si +alternano cogli oliveti, e qualche striscia di verde vivo rompe qua e là +il giallognolo secco dei campi abbandonati. Sulle cime dei colli lontani +si vedon rovine di castelli enormi, sormontate da torri tronche, +spaccate, corrose, simili a grandi moncherini di giganti prostrati che +minaccino ancora. + +A ogni stazione della strada ferrata comprai un giornale; prima +d'arrivare a metà viaggio n'avevo un monte: giornali di Madrid e +d'Aragona, grandi e piccini, neri e rossi; nessuno, sfortunatamente, +amico di Don Amedeo. E dico sfortunatamente, perchè, a legger quei +giornali, c'era da cadere in tentazione di voltar le spalle a Madrid e +tornarsene a casa. Dalla prima all'ultima colonna, eran tutt'una +sfuriata d'ingiurie, d'imprecazioni e di minaccie contro l'Italia: corna +del nostro Re, roba da chiodi dei nostri ministri, ira di Dio del nostro +esercito; tutto fondato sulla voce, che allora correva, d'una prossima +guerra, nella quale l'Italia e la Germania alleate si sarebbero gettate +sulla Francia e sulla Spagna, per distruggervi il Cattolicismo, nemico +eterno di tutt'e due, e mettere sul trono di San Luigi il Duca di +Genova, e assicurare il trono di Filippo II al Duca d'Aosta. Erano +minaccie nell'articolo di fondo, minaccie nell'appendice, minaccie nelle +notizie, in prosa, in versi, con figurine, con lettere cubitali, con +lunghe righe di puntini; dialoghi tra il _padre_ e il _figlio_, l'uno da +Roma, e l'altro da Madrid, questi che domandava: "Che cosa ho da fare?" +quello che rispondeva: "Fucila!" di tratto in tratto un: "Vengano! siamo +pronti! siamo sempre la Spagna del 1808; i vincitori degli eserciti +napoleonici non hanno paura nè del muso degli Ulani di re Guglielmo, nè +del gridío dei Bersaglieri di Vittorio Emanuele."--E poi Don Amedeo +designato coll'appellativo di _pobre bambino_, l'esercito italiano +chiamato un esercito di ballerini e di cantanti, gl'Italiani di Spagna +invitati a sfrattare col poco gentile avvertimento di:--_Italianos al +tren!_--(Italiani al treno); in somma, chiedete e domandate, ce n'era +una per sorte. Vi confesso che, su quel subito, rimasi un po' turbato; +m'immaginai che a Madrid gl'Italiani fossero poco meno che segnati a +dito per le vie; mi ricordai della lettera ricevuta a Genova; ripetevo +tra me e me quell'_Italianos al tren_, come un consiglio che meritasse +una seria meditazione; guardavo con sospetto i viaggiatori che entravano +nel carrozzone, e gl'impiegati della strada ferrata, e mi pareva che, al +primo vedermi, tutti dovessero dire:--Ecco là un emissario italiano; +mandiamolo a tener compagnia al general Prim.-- + +Avvicinandosi a Miranda, la strada s'inoltra in una contrada montagnosa, +varia, pittoresca; dove da qualunque parte si volga lo sguardo, non si +vedon che roccie grigiastre, a perdita d'occhio, che rendon l'immagine +d'un mare petrificato nell'atto della tempesta. È un paese pieno di +bellezza selvaggia, solitario come un deserto, silenzioso come un +ghiacciaio, che rappresenta alla fantasia come una visione di pianeta +disabitato, e desta un senso misto di tristezza e di paura. Il treno +passa fra due pareti di roccie puntagute, incavate, crestate, faccettate +in tutti i sensi e in tutte le forme, che par che intorno a ciascuna +abbian lavorato tutta la vita una folla di scalpellini furiosi, facendo +alla cieca a chi ci lasciasse le traccie più capricciose. La strada +riesce poi in una vasta pianura piantata di pioppi, nella quale sorge +Miranda. + +La stazione è lontanissima dalla città; dovetti aspettare nel caffè, +fino a notte, il treno di Madrid. Per tre ore non ebbi altra compagnia +che quella di due guardie doganali chiamate in Spagna _carabineros_, +vestite d'una divisa severa, con daga, pistole e carabina ad armacollo. +A ogni stazione ce ne son due: le prime volte, vedendo apparire davanti +al finestrino del carrozzone le canne delle loro carabine, credetti che +fosser là per chiappare qualcuno, e fors'anche.... e misi, +senz'accorgermene, la mano sul passaporto. Son bei giovanotti, arditi e +cortesi, coi quali il viaggiatore che aspetta può intrattenersi +piacevolmente a discorrer di Carlisti e di contrabbando, come io feci, +con grande vantaggio del mio frasario spagnuolo. Verso sera capitò un +mirandese, un uomo sulla cinquantina, impiegato, allegro, chiaccherone, +ed io lasciai i _carabineros_ per attaccarmi a lui. Fu il primo +Spagnuolo che mi parlò profondamente di politica. Lo pregai di dipanarmi +un po' codesta benedetta matassa dei partiti, di cui non ero ancor +riuscito a trovare il bandolo; ed egli ne fu contentissimo, e mi servì +per filo e per segno. "È detto in due parole," cominciò: "ecco come +stanno le cose. Ci son cinque partiti principali: l'assolutista, il +moderato, il conservatore, il radicale, il repubblicano. L'assolutista +si divide in due: carlisti puri, carlisti dissidenti. Il partito +moderato in due: l'uno vuole Isabella seconda, l'altro vuole Don +Alfonso. Il partito conservatore in quattro: tenga bene a mente: i +Canovisti, capitanati da Canovas del Castillo; gli ex-montpensieristi, +capitanati dal Rios Rosas; i _fronterizos_, capitanati dal generale +Serrano; i progressisti storici, capitanati dal Sagasta. Il partito +radicale in quattro: i progressisti democratici, capo lo Zorilla; i +_Cimbrios_, capo il Martos; i democratici, capo il Ribero; gli +economisti, capo il Rodriguez. Il partito repubblicano in tre: gli +unitarii, capo Garcia Ruiz; i federali, capo il Figueras; i socialisti, +capo il Garrido. I socialisti si dividono ancora in due; socialisti +coll'_Internazionale_, socialisti senza l'_Internazionale_. In tutto +sedici partiti. Questi sedici partiti si suddividono ancora. Il Martos +tende a costituire un partito suo; il Candau un altro partito; il Moret +un terzo partito; il Rios Rosas, il Pi y Margall, il Castelar, vanno +pure preparando ciascuno un partito proprio. Son dunque ventidue +partiti, parte fatti parte da farsi: aggiunga i partigiani della +repubblica con Don Amedeo presidente, i partigiani della Regina che +vorrebbero dare il gambetto a Don Amedeo, i partigiani della monarchia +dell'Espartero, i partigiani della monarchia del Montpensier; i +repubblicani a patto che non si lasci Cuba; i repubblicani a patto che +Cuba si lasci; coloro che non hanno ancora rinunziato al principe di +Hohenzollern, coloro che vagheggiano l'unione col Portogallo; sarebbero +trenta partiti. Volendo andar pel sottile, si potrebbe suddividere +ancora; ma val meglio farsi un'idea chiara di come stanno le cose. Il +Sagasta si appoggia agli unionisti, lo Zorilla si appoggia sui +repubblicani, il Serrano sarebbe disposto ad appoggiarsi sui moderati; i +moderati, all'occasione, farebbero lega cogli assolutisti, i quali, +intanto, danno la mano ai repubblicani, che si uniscono con una parte +dei radicali, per mandare in aria il ministero Sagasta, troppo +conservatore per i progressisti democratici, troppo liberale per gli +unionisti, che hanno paura dei federali; mentre i federali non ripongono +alla loro volta una gran fiducia nei radicali, sempre tentennanti fra i +democratici e i sagastini. S'è fatto un'idea chiara?" + +"Chiara come l'ambra!" risposi raccapricciando. + + * * * * * + +Del viaggio da Miranda a Burgos mi ricordo come d'una pagina d'un libro +leggiucchiata a letto, quando gli occhi cominciano a chiudersi e la +fiammella della candela a languire: cascavo di sonno. Un vicino mi +scoteva di tratto in tratto perchè guardassi fuori: era una notte +serena, splendeva un bellissimo lume di luna; ogni volta che m'affacciai +al finestrino, vidi dalle due parti della strada roccie enormi, di +fantastiche forme, vicine tanto che pareva dovessero precipitare sul +treno, bianche come marmo, e così ben rischiarate, che se ne sarebbero +potute contare tutte le punte, tutti gl'incavi, tutte le gobbe, come +alla luce del sole. "Siamo a Pancorbo," mi diceva il vicino, "guardi su +quell'altura: là era un terribile castello che i Francesi distrussero +nel 1813. Siamo a Briviesca: guardi; qui Giovanni I di Castiglia radunò +gli Stati generali, che accordarono il titolo di principe delle Asturie +all'erede della Corona. Guardi il monte della Brujola che tocca le +stelle!"--Era uno di quegli infaticabili ciceroni che parlerebbero anche +agli ombrelli; e sempre, dicendo: guardi, mi toccava in un fianco, dalla +parte della tasca. Finalmente arrivammo a Burgos; il vicino disparve +senza salutarmi, io mi feci condurre a un albergo, e sul punto di pagare +il vetturino, m'accorsi che non avevo più un piccolo portamonete da +spiccioli che solevo tenere in una tasca del pastrano. Pensai agli Stati +generali di Briviesca, e suggellai la cosa con un filosofico:--Mi sta +bene!--invece di gridare come fan molti in simili occasioni:--ma per +Dio! ma dove siamo! ma che paese è questo!--come se nel loro paese non +ci fosse della gente destra che porta via la borsa senza neanco usar la +cortesia di darvi una notizia storica o una indicazione di geografia. + +L'albergo in cui scesi, come quasi tutti gli alberghi delle Castiglie, +era servito da ragazze. Eran sette o otto bambolone paffute e muscolose +che andavano e venivano con grandi bracciate di materassi e di +biancheria, curvate indietro in atteggiamenti atletici, rosse, +sbuffanti, sghignazzanti, che mettevano allegrezza a vederle. Un albergo +servito da donne è tutt'altra cosa che i soliti alberghi: il viaggiatore +ci si pare meno straniero, e ci riposa col cuore più queto; le donne gli +danno una cert'aria di casa, che fa quasi dimenticare la solitudine in +cui ci si trova. Son più premurose degli uomini; sanno che il +viaggiatore inclina alla malinconia, e par che ne lo vogliano stornare; +sorridono e parlano con un piglio confidente, come per far capire che +s'è in famiglia, in mani sicure; hanno un non so che di massaie, che +servono meno per mestiere che pel gusto di rendersi utili; vi attaccano +i bottoni con un'aria di protezione; vi levan la spazzola di mano, con +un atto scherzoso, come per dire: "A me, buono a nulla!" vi levano i +peli dal vestito quando uscite, vi dicono: "_O pobrecito!_" quando +tornate infangati, vi raccomandano di non dormire col capo basso quando +vi danno la buona notte, vi porgono il caffè a letto dicendovi +benevolmente: "Stia queto, via, non sta bene!" Una si chiamava +_Beatriz_, un'altra _Carmelita_, un'altra _Amparo_ (Protezione); belle +tutte e tre di quella poderosa bellezza montanina, che fa esclamar con +un vocione di basso:--Che-bel-pez-zo-da-ses-san-ta!--Quando correvano +pei corridoi, tutta la casa tremava. + +L'indomani mattina al levar del sole, Amparo mi gridò +nell'orecchio:--_Caballero!_--Un quarto d'ora dopo ero già nella strada. +Burgos, posta alle falde d'una montagna, sulla riva destra +dell'Arlanzon, è una città irregolare, di strade tortuose e strette, con +pochi edifizi notevoli, e la maggior parte delle case non più antiche +del secolo decimosettimo. Ma ha una qualità particolare che la rende +curiosa e geniale: è variopinta come uno di quei scenari da teatro di +marionette, coi quali i pittori si sono proposti di strappare un grido +di stupore alle serve della platea. Pare una città stata colorita +apposta per una festa carnovalesca, col proposito di rimbiancarla poi. +Le case son rosse, gialle, azzurre, cinerine, ranciate, con ornamenti e +contorni di altri mille colori; e tutto vi è dipinto: battenti di porte, +ringhiere di terrazzini, inferriate, cornicioni, mensole, bozze, sporti, +davanzali. Tutte le strade sembrano parate a festa; a ogni svoltata è +un colpo d'occhio diverso; in ogni parte è come una gara di colori, che +fanno a quale tira più gli sguardi; vien quasi da ridere; vi son colori +che non si son mai visti sui muri; verde, incarnato, porporino; colori +di fiori strani, di salse, di dolci, di stoffe da veste da ballo; se ci +fosse a Burgos un manicomio di pittori si direbbe che la città fu +colorita un giorno che scapparono i pazzi. A render più grazioso +l'aspetto delle case, moltissime finestre hanno dinanzi una specie di +terrazzino coperto, chiuso davanti da un'ampia vetrata, come una scansía +da museo; uno a ogni piano, per lo più, e quel di sopra appoggiato su +quel di sotto, e il più basso sulle vetrine d'una bottega, in modo che +dal suolo al tetto paion tutti insieme una vetrina sola d'una bottega +smisurata; e dietro ai vetri d'ogni piano si vedono, come messi in +mostra, visini di ragazze e di fanciulli, fiori, paesaggi e figurine di +carta di Francia, tende ricamate, trine, rabeschi. S'io non l'avessi +saputo, non mi sarebbe mai caduto in mente che una città siffatta +potesse essere la Capitale della Vecchia Castiglia, il cui popolo ha +fama di grave e di austero; l'avrei creduta una delle città andaluse +dove la gente è più allegra; m'ero figurato di vedere una matrona +meditabonda, e avevo trovato una mascherina ghiribizzosa. + +Fatti due o tre giri, riuscii in una vasta piazza, chiamata Piazza +Maggiore, o Piazza della Costituzione, tutta cinta di case color di +melagrano, con portici, e nel mezzo, una statua di bronzo, +rappresentante Carlo III. Non avevo ancora dato un'occhiata all'intorno, +che un ragazzo avviluppato in una lunga cappa sbrandellata, strascicando +due grandi ciabatte, e agitando in aria un giornale, mi corse incontro. + +"Vuole l'_Imparcial_, _caballero_?" + +"No." + +"Vuole una cartella della lotteria di Madrid?" + +"Nemmeno." + +"Vuole dei sigari di contrabbando?" + +"Neppure." + +"Vuole...?" + +"Eh!" + +L'amico si grattò il mento. + +"Vuol vedere i resti del Cid?" + +Vivaddio, che salto! non importa: andiamo a vedere i resti del Cid. + +Andammo al palazzo municipale. Una vecchia portinaia ci fece +attraversare tre o quattro piccole sale fin che s'arrivò a una stanza +dove tutti e tre ci fermammo. "Ecco _los restos_," disse la donna +accennando una specie di cofano posto sur un piedistallo in mezzo alla +stanza. Mi avvicinai, essa alzò il coperchio, io guardai dentro. Vi eran +due scompartimenti, in fondo ai quali si vedevan alcune ossa +ammonticchiate, che parevan frantumi di mobili vecchi. "Queste," disse +la portinaia "sono le ossa del Cid, e quest'altre le ossa di Ximene, sua +moglie."--Presi in mano uno stinco dell'uno e una costola dell'altra, +li guardai, li palpai, li rigirai; ma non riuscendo a raccappezzare la +fisonomia nè del marito nè della moglie, li rimisi. Allora la donna mi +accennò una scranna di legno mezzo disfatta appoggiata alla parete, e +un'iscrizione che diceva essere quella la scranna sulla quale sedettero +i primi giudici di Castiglia _Nunius Rasura_, _Calvoque Lainus_, +trisavoli del Cid; il che vuol dire che quel prezioso mobile sta ritto +in quel medesimo posto dalla bellezza di novecent'anni. L'ho in questo +momento dinanzi agli occhi, disegnato nel mio quaderno, a linee +serpeggianti; e mi pare ancora di sentire la buona donna che mi domanda: +"_Es Usted pintor?_" e mi mette il mento sulla matita per ammirare il +mio capolavoro. Nella stanza accanto mi mostrò un braciere della stessa +anzianità della scranna, e due ritratti, l'uno del Cid e l'altro di +Ferdinando Gonzales, primo conte di Castiglia, tutti e due così confusi +e slavati, da non porger l'immagine delle persone, meglio che gli +stinchi e le costole dei due illustri consorti. + +Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva dell'Arlanzon, in una +spaziosa piazza con giardino, fontane e statue, circondata da graziosi +edifizii nuovi. Di là dal fiume è il borgo Bega, più oltre le aride +colline che dominano la città, ad un'estremità della piazza la porta +monumentale di Santa Maria, che fu innalzata in onore di Carlo V, ornata +delle statue del Cid, di Fernando Gonzales, dell'Imperatore. Al di là +della porta appaiono le guglie maestose della Cattedrale. Pioveva, ero +solo in mezzo alla piazza, e senza ombrello; alzai gli occhi a una +finestra, e vidi una donna che mi parve una _criada_, che mi guardava e +rideva, come per dire:--Chi è quel matto?--Colto così all'improvviso, +rimasi un po' sconcertato, e fatta meglio un po' di faccia indifferente, +me n'andai per la via più corta verso la Cattedrale. + +La Cattedrale di Burgos è uno dei più vasti, più belli e più ricchi +monumenti della Cristianità. Dieci volte scrissi in capo alla pagina +queste parole, e dieci volte mi mancò il coraggio di proseguire, tanto +mi sento inetto e meschino, paragonando le forze della mia mente alle +difficoltà della descrizione. + +La facciata è sur una piccola piazza, dalla quale si può abbracciare +collo sguardo una parte dell'immenso edificio; dagli altri lati, +ricorrono strade tortuose e strette, che impediscono la vista. Da tutti +i punti del tetto smisurato s'alzano guglie snelle e graziose, +sopraccariche di ornamenti di color calcareo fosco, sporgenti oltre i +più alti edifizi della città. Sul dinanzi, a destra e a sinistra della +facciata, sorgono due campanili acuti, coperti di sculture dalla base +alla cima, traforati, cesellati, ricamati, con una delicatezza e una +grazia che innamora. Più in là, verso il punto di mezzo della chiesa, +sorge una torre straricca, essa pure, di bassorilievi e di fregi. E +sulla facciata, sugli spigoli dei campanili, a tutti i piani, sotto +tutti gli archi, da tutti i lati, una moltitudine innumerevole di statue +d'angeli, di martiri, di guerrieri, di principi, così fitte, così varie +d'atteggiamenti, e poste in così netto rilievo dalle forme leggiere +dell'edifizio, da presentar quasi allo sguardo un'apparenza di vita, +come d'una legione celeste posta a guardia del monumento. A risalir +cogli occhi su per la facciata, fino al vertice delle guglie esterne, +abbracciando a poco a poco tutta quell'armoniosa leggiadria di linee e +di colori, si prova un senso dolcissimo come a sentire una musica che si +elevi gradatamente da un'espressione di raccolta preghiera fino +all'estasi d'un'ispirazione sublime. Prima ch'entriate nella chiesa, la +vostra immaginazione spazia già fuori della terra. + +Entrate... Il primo moto che si desta in voi è un improvviso +ringagliardimento di fede, se l'avete; è uno slancio dell'anima verso la +fede, s'ella vi manca. Non vi pare possibile che quella smisurata mole +di pietra sia un'opera vana della superstizione degli uomini; vi pare +che affermi, che provi, che comandi qualcosa; vi fa l'effetto come d'una +voce sovrumana che gridasse alla terra:--Sono!--vi solleva e vi +schiaccia ad un tempo, come una promessa e una minaccia, come un +bagliore di sole e uno scoppio di tuono. Prima di cominciare a guardare, +provate il bisogno di ravvivar nel cuor vostro le scintille moribonde +dell'amore divino; il sentirvi straniero dinanzi a quel miracolo di +ardimento, di genio e di lavoro, vi umilia; il timido _no_ che vi suona +in fondo all'anima, muore come un gemito sotto il sì formidabile che vi +rimbomba sul capo. Prima girate gli occhi intorno vagamente, cercando i +confini dell'edifizio, che il coro e i pilastri enormi vi nascondono; +poi il vostro sguardo si slancia su per le colonne e gli archi +altissimi, e riscende risale e ricorre rapidissimamente le infinite +linee che s'inseguono, s'incrociano, si rispondono, si perdono, come +razzi incrociantisi nello spazio, su per le vôlte grandiose; e il cuore +vi gode in quell'affannosa ammirazione, come se tutte quelle linee +uscissero dalla vostra mente ispirata nell'atto stesso che le percorrete +cogli occhi; e poi vi assale ad un tratto come uno sgomento, una +tristezza che il tempo non vi basti a considerare, l'ingegno a +comprendere, la memoria a ritenere le innumerevoli maraviglie che da +ogni parte travedete, affollate, ammontate, abbarbaglianti, che +piuttosto che dalla mano degli uomini, si direbbero uscite, come una +seconda creazione, dalla mano di Dio. + +La chiesa appartiene all'ordine chiamato gotico, dell'epoca del +Rinascimento; è divisa in tre lunghissime navate, attraversate per mezzo +da una quarta, la quale separa il coro dall'altar maggiore. Sopra lo +spazio compreso tra l'altare e il coro, s'innalza una cupola, formata +dalla torre che si vede di sulla piazza. Voi volgete gli occhi in su, e +restate un quarto d'ora a bocca aperta: è un visibilio di bassorilievi, +di statue, di colonnine, di finestrelle, d'arabeschi, d'archi sospesi, +di sculture aeree, armonizzate in un disegno grandioso e gentile, la cui +prima vista mette un tremito e fa sorridere, come l'improvviso +accendersi, scoppiettare e risplendere d'un immenso foco artificiale. +Mille vaghe immagini di paradiso che rallegrarono i nostri, sogni +infantili si spiccano tutte insieme dalla mente estatica, e volteggiando +su su come uno stuolo di farfalle si vanno a posare sui mille rilievi +dell'altissima vôlta, e girano, e si confondono, e il vostro sguardo le +segue come se le vedesse davvero, e il cuore vi batte, e vi fugge dal +petto un sospiro. + +Se dalla cupola volgete lo sguardo intorno, vi si offre uno spettacolo +anche più stupendo. Le cappelle son altrettante chiese per vastità, per +varietà, per ricchezza. In ognuna è seppellito un principe, o un +vescovo, o un grande; la tomba è nel mezzo, e v'è stesa su la statua +rappresentante il sepolto, col capo appoggiato sur un origliere e le +mani giunte sul petto; i sacerdoti vestiti dei loro abiti più pomposi, i +principi delle loro armature, le donne delle loro vesti di gala. Tutte +coteste tombe son ricoperte di un ampio panno che ricasca dai lati e che +assecondando i rilievi angolosi delle statue, fa parer che ci siano +sotto davvero le membra irrigidite d'un corpo umano. Da qualunque parte +uno si volga, vede lontano, fra gli smisurati pilastri, dietro i ricchi +cancelli, all'incerto chiarore che scende dalle altissime finestre, quei +mausolei, quei drappi funebri, quei rigidi profili di cadaveri. +Avvicinandosi alle cappelle, si resta sbalorditi dalla profusione delle +sculture, dei marmi, degli ori che ne adornano le pareti, le vôlte, gli +altari: ogni cappella racchiude un esercito d'angeli e di santi scolpiti +nel marmo, nel legno, dipinti, dorati, vestiti; in qualunque punto del +pavimento il vostro sguardo si fermi, è spinto su di bassorilievo in +bassorilievo, di nicchia in nicchia, di rabesco in rabesco, di dipinto +in dipinto, fino alla vôlta, e dalla vôlta, per un'altra catena di +sculture e di pitture, ricondotto al pavimento. Da qualunque lato +volgiate il viso, incontrate occhi che vi guardano, mani che vi +accennano, teste di cherubini che fan capolino, svolazzetti che par che +s'agitino, nuvole che par che salgano, soli di cristallo che par che +tremolino; una varietà infinita di forme, di colori, di riflessi, che +v'abbagliano gli occhi e vi confondon la testa. + +Non basterebbe un volume a descrivere tutti i capolavori di scultura e +di pittura che son sparsi in questa immensa cattedrale. Nella sagrestia +della cappella del Conestabile di Castiglia è una bellissima Maddalena +attribuita a Leonardo da Vinci; nella cappella della Presentazione una +Vergine attribuita a Michelangelo, in un'altra una Santa Famiglia +attribuita ad Andrea del Sarto. Di nessuno dei tre quadri si conosce +sicuramente l'autore; ma quando vidi tirar la cortina che li copriva, e +udii proferire con voce riverente quei nomi, mi corse un brivido dalla +testa ai piedi. Provai per la prima volta in tutta la sua forza quel +sentimento di gratitudine che dobbiamo ai grandi artisti, che resero il +nome d'Italia riverito e caro nel mondo; compresi per la prima volta +ch'essi non sono solamente illustratori, ma benefattori della loro +patria; e non solo di chi ha intelletto per comprenderli ed ammirarli, +ma anche di chi sia cieco alle opere loro, anche di chi non li curi, o +gl'ignori. Perchè a chi manca il sentimento del bello, non manca +l'orgoglio nazionale, e chi non sente neppur questo, sente almeno +l'orgoglio suo, e gode nel profondo dell'anima quando non foss'altri che +un sagrestano, all'udirgli dire: nacqui in Italia... gli sorride e si +rallegra; e di quel sorriso e del suo godimento ei va debitore ai grandi +nomi che non gli toccavan l'anima prima di uscir dai confini del suo +paese. Quei grandi nomi l'accompagnano e lo proteggono, dovunque ei +vada, come indivisibili amici; lo fan parere meno straniero fra gli +stranieri; gli spargono intorno al viso un riflesso luminoso della loro +gloria. Quanti sorrisi, quante strette di mano, quante parole cortesi di +gente ignota dobbiamo a Raffaello, a Michelangiolo, all'Ariosto, al +Rossini! + +Chi vuol vedere cotesta Cattedrale in un giorno bisogna che passi +dinanzi ai capolavori correndo. La porta scolpita che dà nel chiostro ha +fama di essere, dopo le porte del Battistero di Firenze, la più bella +del mondo; dietro l'altar maggiore è uno stupendo bassorilievo di +Filippo di Borgogna, rappresentante la Passione di Cristo, una +composizione immensa, a cui si direbbe non possa esser bastata la vita +d'un uomo; il coro è un vero museo di scultura d'una ricchezza +prodigiosa; il claustro è pieno di tombe con su statue distese, e +intorno una profusione di bassorilievi; nelle cappelle, intorno al coro, +nelle sale della sagrestia, per tutto quadri dei più grandi artisti +spagnuoli, statuette, colonne, ornamenti; l'altar maggiore, gli organi, +le porte, le scale, le inferriate, ogni cosa è grande e magnifico, e +desta e schiaccia nello stesso punto l'ammirazione. Ma a che pro +aumentar parole su parole? La più minuta descrizione potrebbe dare +un'immagine viva della cosa? E quando avessi scritto una pagina per ogni +quadro, per ogni statua, per ogni bassorilievo, sarei riuscito forse a +destare nell'animo altrui, solo per un istante, la commozione che io +provai? + +Un sagrestano mi si avvicinò, e mi mormorò nell'orecchio, come se mi +rivelasse un segreto: + +"Vuol vedere il Cristo?" + +"Qual Cristo?" + +"Eh!" rispose "si sa, quel famoso!" + +Il famoso Cristo della cattedrale di Burgos, che sanguina tutti i +venerdì, merita un cenno particolare. Il sagrestano vi fa entrare in una +cappella misteriosa, chiude le imposte delle finestre, accende due +candele sull'altare, tira un cordoncino, una tenda corre, e il Cristo è +là. Se al primo vederlo non pigliate la fuga, siete anime forti: un +cadavere vero piantato sulla croce non vi metterebbe più orrore. Non è +una statua, come le altre, di legno dipinto; è di pelle, si dice che è +una pelle umana, imbottita; ha dei veri capelli e sopracciglia e ciglia +e barba di pelo; i capelli intrisi di sangue, rigato di sangue il petto, +le gambe, le mani; le piaghe che paion vere piaghe, il color della +pelle, la contrazione del viso, l'atteggiamento, lo sguardo, ogni cosa +terribilmente vera; direste che a toccarlo si deve sentire il tremito +delle membra e il calor del sangue; vi par che le sue labbra si muovano, +e stia per uscirne un lamento; non potete reggere lungo tempo a quella +vista; vostro malgrado, torcete il viso, e dite al sagrestano:--Ho +veduto!-- + +Dopo il Cristo, bisogna vedere il celebre cofano del Cid. È un cofano +sdrucito e tarlato, appeso ad una parete in una sala della sagrestia. La +tradizione narra che il Cid portava seco questo cofano nelle sue guerre +contro i Mori, e che i sacerdoti se ne servivano come d'altarino per +celebrare la messa. Un giorno, trovandosi colle tasche vuote, il +formidabile guerriero riempì il cofano di sassi e di ferramenti, lo fece +portar da un ebreo usuraio, e gli disse:--Il Cid ha bisogno di denaro; +potrebbe vendere i suoi tesori, non vuole; dategli il danaro che gli +occorre, egli ve lo renderà fra breve cogl'interessi del novantanove per +cento, e lascia intanto come pegno nelle vostre mani questo cofano +prezioso che racchiude la sua fortuna. Ma ad un patto: che voi gli +giuriate che non l'aprirete prima ch'ei v'abbia restituito l'aver +vostro: v'è un segreto che non può esser noto ad altri che a Dio e a me: +decidete.--O sia che gli usurai d'allora riponessero maggior fiducia +negli ufficiali dell'esercito, o avessero un'oncia di più di +minchioneria che quelli d'adesso, il fatto è che l'usuraio del Cid +accettò la proposta, prestò il giuramento e diede il denaro. Se il Cid +si sia più fatto vivo, non so; e neanche se l'ebreo abbia dato querela; +il fatto è che il cofano c'è ancora, e che il sagrestano vi racconta +celiando la cosa, senza sospettare neanco per ombra che sia una +gherminella da briccone bollato, piuttosto che una burletta ingegnosa da +galantuomo faceto. + +Prima di uscir dalla Cattedrale bisogna farsi raccontare da un +sagrestano la famosa leggenda di Papa-moscas. Papa-moscas è un fantoccio +di grandezza naturale, posto nella cassa d'un orologio, al di sopra +della porta, nell'interno della chiesa. Una volta, come i celebri +fantocci dell'orologio di Venezia, al primo tocco delle ore, usciva +fuori del suo nascondiglio, e ad ogni tocco gettava un grido e faceva un +gesto stravagante, del che i fedeli pigliavano un grandissimo diletto, i +ragazzi ridevano, le funzioni religiose erano turbate. Un vescovo +severo, per metter fine allo scandalo, fece recider non so che nervi a +Papa-moscas, e d'allora in poi egli rimase immobile e muto. Ma non per +questo si cessò di parlar dei fatti suoi e a Burgos, e in tutta la +Spagna, ed anche fuori di Spagna. Papa-moscas era una creatura di Enrico +III; e di qui vien la sua grande importanza. La storia è assai curiosa. +Enrico III, il re dalle avventure cavalleresche, che vendette un giorno +il suo mantello per comprarsi da mangiare, soleva andar ogni giorno, +incognito, a pregare nella Cattedrale. Una mattina i suoi occhi +incontraron quelli d'una giovine donna che pregava dinanzi al sepolcro +di Fernando Gonzales; gli sguardi, come direbbe Teofilo Gauthier, si +annodarono; la giovine arrossì, il Re le tenne dietro quando uscì dalla +chiesa, e l'accompagnò fino a casa. Per molti giorni, nello stesso luogo +e all'ora medesima, si rividero, si guardarono, si manifestarono cogli +sguardi e coi sorrisi la simpatia e l'amore; e sempre il Re seguitò fino +a casa la donna, senza dirle una parola, e senza ch'ella mostrasse di +desiderare che gliela dicesse. Una mattina, uscendo di chiesa, la bella +sconosciuta lasciò cadere il fazzoletto; il Re lo raccolse, lo nascose +in petto e le porse il suo. La donna, suffusa di rossore, lo prese, e +asciugandosi le lagrime, disparve. Da quel giorno Don Enrico non la vide +più. Un anno dopo, essendosi il Re smarrito in un bosco, fu assalito da +sei lupi affamati; dopo una lunga lotta ne uccise tre colla spada, ma +già gli mancavan le forze, e stava per esser divorato dagli altri. In +quel punto udì un colpo di fucile e uno strano grido, che volse in fuga +i tre lupi; si voltò, e vide una donna misteriosa che lo guardava cogli +occhi fissi senza poter profferire parola; i muscoli del suo viso erano +orribilmente contratti, e tratto tratto un acuto lamento prorompeva dal +suo seno. Riavutosi dal primo stupore, il Re riconobbe in quella donna +la giovane amata della Cattedrale. Gettò un grido di gioia e si slanciò +per abbracciarla; ma la giovane l'arrestò, esclamando con un sorriso +divino: "Amai la memoria del Cid e di Ferdinando Gonzales, perchè il mio +cuore ama tutto quello che è nobile e generoso; per questo amai te pure; +ma il mio dovere mi impediva di consacrarti questo amore che sarebbe +stato la felicità della mia vita. Accetta il sacrificio...." Ciò +dicendo cadde a terra e spirò senza finire la frase, premendosi sul +cuore il fazzoletto del Re. Un anno dopo il Papa-moscas si affacciava +per la prima volta alla cassetta dell'orologio ad annunziare le ore; il +re Enrico lo aveva fatto fare per onorare la memoria della donna che +aveva amata; il grido di Papa-moscas rammentava al Re il grido che la +sua salvatrice aveva lanciato nella foresta per spaventare i tre lupi. +La storia narra che Don Enrico avrebbe voluto udire ripetere da +Papa-moscas anche le parole d'amore della donna; ma che l'artista moro +che costrusse l'automa, dopo molti sforzi vani, si dichiarò incapace di +soddisfare il desiderio del pietoso monarca. + +Udita la storia, feci ancora un giro per la Cattedrale, pensando +con tristezza che non l'avrei riveduta mai più, che di lì a poco +tante meravigliose opere d'arte non sarebbero più state per me che un +ricordo, e che questo ricordo un giorno si sarebbe turbato, o confuso +con altri, o perduto. Un prete predicava sul pulpito davanti all'altar +maggiore: la sua voce si sentiva appena; una folla di donne +inginocchiate sul lastrico, col capo basso e le mani giunte, stavano +ascoltando; il predicatore era un vecchio di aspetto venerabile, parlava +della morte, della vita eterna, degli angeli, con un accento soave, e +facendo ad ogni frase un atto della mano, come se volesse porgerla a una +persona caduta, e dicesse:--Sorgi.--Io gli avrei porto la mia, +gridandogli:--Sollevami.--La cattedrale di Burgos non è trista come +quasi tutte le altre di Spagna; m'aveva rasserenato l'animo, e disposto +quietamente ai pensieri religiosi. Uscii ripetendo a fior di labbra, +quasi senza accorgermene:--Sollevami;--mi voltai a guardar ancora una +volta le ardite guglie e gli svelti campanili, e fantasticando mi +diressi verso il centro della città. + + * * * * * + +Svoltando a una cantonata, mi trovai dinanzi a una bottega, che mi fece +rabbrividire. Ce n'è di uguali a Barcellona e a Saragozza, e in tutte le +altre città della Spagna; ma non so come, non ne avevo mai viste. Era +una bottega ampia, pulita, con due stupende vetrine a destra e sinistra +della porta; sulla soglia, una donnina sorridente, che faceva la calza, +e un ragazzo, in fondo, che giocava. Eppure, guardando quella bottega, +l'uomo più freddo avrebbe sentito una stretta al cuore, l'uomo più +allegro si sarebbe turbato. Ve la do in mille a indovinare. Nelle +vetrine, dietro i battenti della porta, lungo le pareti, e su, fin quasi +al soffitto, l'una sull'altra, in bell'ordine, come ceste di frutta, +quali coperte di un bel velo ricamato, quali infiorate, dorate, +scolpite, dipinte, v'eran tante casse da morto. Dentro, le casse per gli +uomini; fuori, quelle pei bambini. Una delle vetrine combaciava dalla +parte esterna con la vetrina d'una bottega da salumaio, in modo che le +casse toccavan quasi le uova e i formaggi; e si poteva dare benissimo +che un cittadino frettoloso, credendo d'andarsi a comperar la +colezione, sbagliasse la porta, e andasse a inciampar nelle bare: +scambio poco atto a stuzzicar l'appetito. + +E poichè sono a parlar di botteghe, entriamo in una bottega da +tabaccaio, a vedere che c'è di diverso dalle nostre. In Spagna, +all'infuori dei _cigarritos_ e degli Avana, che si vendono in botteghe a +parte, non si fumano altri sigari che i così detti di _tres cuartos_ (un +po' meno di tre soldi), della forma dei nostri sigari romani, un po' più +grossi, squisitissimi o cattivissimi, secondo la fattura, che è un po' +trasandata. Gli avventori abituali, che in spagnuolo si chiamano col +curiosissimo nome di _parroquianos_, pagando qualcosa di più si fan dare +i sigari _escogidos_ (scelti); i buongustai raffinati, aggiungendo +ancora il contentino alla giunta, ottengono _los escogidos de los +escogidos_, i scelti dei scelti. Sul banco v'è un piattino con una +spugnetta intrisa nell'acqua per inumidire i francobolli, senza quella +seccatura di star lì a leccare; e in un canto una cassetta per le +lettere e per le stampe. La prima volta che s'entra in una di queste +botteghe, specie quando c'è molta gente, vien da ridere a veder quei tre +o quattro che vendono, sbatter le monete sul banco in maniera da farsele +saltare fin sopra la testa, e coglierle in aria, con un gesto da +giocatori di bussolotti; e fan così da per tutto per accertarsi col +suono che le monete sian buone, poichè ne corron moltissime false. La +moneta più usuale è il _real_, che vale poco più di cinque soldi nostri; +quattro _reales_ fanno una _peceta_, cinque _pecetas_ un _duro_, che +equivale al nostro scudo di buona memoria, aggiuntovi ventisei +centesimi; cinque scudi fanno un _doblon de Isabel_, d'oro. Il popolo fa +i suoi conti a _reales_. Il reale si divide in otto _cuartos_, o +diciassette _ochavos_, o trentaquattro _maravedis_; monete dei mori, che +han perduta quasi la forma primitiva, e rassomigliano a bottoni +schiacciati piuttosto che a monete. Il Portogallo pure ha una unità +monetaria più piccola della nostra: il _reis_, che vale presso a poco la +metà d'un centesimo; e tutto si conta a _reis_. Figuriamoci un povero +viaggiatore, che arrivi là senza saperne nulla, e che fatto un buon +pranzetto e domandato il conto, si senta dire a muso duro, invece di +quattro lire:--Ottocento reis!--Gli si rizzano i capelli. + + * * * * * + +Prima di sera andai a vedere il luogo dove nacque il Cid; se non ci +avessi pensato io stesso, me lo avrebbero rammentato i ciceroni, chè per +tutto dove passavo mi mormoravano all'orecchio:--Resti del Cid; casa del +Cid; monumento del Cid.--Un vecchietto maestosamente avvolto nella sua +cappa, mi disse con aria di protezione: "_Venga Usted conmigo,_" e mi +fece salire su per una collina posta a cavaliere della città, sulla cima +della quale si vedono tuttora i resti d'un enorme castello, antica +dimora dei Re di Castiglia. Prima di giungere al monumento del Cid, +s'incontra un arco di trionfo, di stile dorico, semplice e grazioso, +fatto innalzare da Filippo II, in onore di Fernan Gonzales, nel luogo +stesso, si dice, ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano. +Un po' più oltre si trova il monumento del Cid, eretto nel 1784. È un +pilastro di pietra, poggiato sur un piedistallo in muratura, e +sormontato da uno scudo araldico, con questa iscrizione: «In questo +luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026 Rodrigo Diaz di +Vivar, chiamato il _Cid campeador_. Morì in Valenza il 1099, e il suo +corpo fu trasportato nel monastero di San Pietro di Cardena presso +questa città.» Mentre leggevo queste parole, il cicerone mi espose una +leggenda popolare sulla morte dell'Eroe: "Quando il Cid morì," mi disse +con molta gravità, "nessuno rimase a custodire il suo cadavere. Un ebreo +entrò nella chiesa, si avvicinò alla bara e disse:--Ecco il grande Cid +al quale nessuno, fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la barba; +io gliela tocco, e voglio vedere che mi può fare.--Così dicendo allungò +la mano; ma nello stesso punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e +ne trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò un grido e cadde a +terra tramortito; i preti accorsero, l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e +raccontò il miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro che +teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento minaccioso. Dio non +aveva voluto che la salma del grande guerriero fosse contaminata dalla +mano d'un miscredente." Dicendo questo, mi guardò, e visto che non +facevo il menomo segno d'incredulità, mi condusse sotto un arco di +pietra, che doveva essere d'un'antica porta di Burgos, pochi passi +lontano dal monumento, e indicandomi una scanalatura orizzontale che si +vedeva nel muro a poco più d'un metro da terra, mi disse: "Questa è la +misura delle braccia del Cid, quand'era giovanetto, e veniva qui a +giuocare coi suoi compagni." E tese le braccia lungo la scanalatura per +farmi vedere quanto ce n'avanzava; poi volle che mi misurassi anch'io, +ed ero anch'io più corto; allora mi diede uno sguardo di trionfo e si +mosse per ritornare in città. Giunto in una strada solitaria, davanti +alla porta d'una chiesa, si fermò, e mi disse: "Questa è la chiesa di +Santa Agneda, dove il Cid fece giurare al re Don Alfonso VI di non aver +avuto parte nell'uccisione di suo fratello Don Sancho." Lo pregai di +dirmi tutta la storia: "Eran presenti" continuò "i prelati, i cavalieri, +gli alti personaggi dello Stato. Il Cid mise il Vangelo sull'altare, il +Re vi stese su la mano, e il Cid disse:--Re Don Alfonso, voi mi dovete +giurare che non vi siete macchiato nel sangue del re Don Sancho, mio +signore; e se giurate il falso prego Iddio che vi faccia perire per la +mano d'un vassallo traditore.--E il Re disse:--Amen;--ma cangiò di +colore. E il Cid ripetè:--Re Don Alfonso, voi dovete giurare che non +avete nè ordinata, nè consigliata la morte del re Don Sancho mio +signore; e se giurate il falso, possiate morire per la mano d'un +vassallo traditore!--E il re disse:--Amen;--ma cangiò una seconda volta +di colore. Dodici vassalli confermarono il giuramento del Re; il Cid gli +volle baciare la mano; il Re non glielo permise, e l'odiò da quel +momento per tutta la vita."--Soggiunse poi che un'altra tradizione +narrava non avere il re Don Alfonso giurato sul Vangelo, ma sul +chiavistello della porta della chiesa; che per molto tempo i viaggiatori +di tutti i paesi del mondo eran venuti ad ammirare quel chiavistello, +che il popolo gli attribuiva non so quali virtù soprannaturali, e che se +ne faceva tanto parlare in ogni parte, e gli si appioppavano tante e sì +strampalate favole, che il vescovo Don Fray Pascual fu costretto a farlo +togliere, come quello che creava una pericolosa rivalità di potere tra +la porta e l'altar maggiore.--Il cicerone non disse altro; ma ci sarebbe +da metter assieme dei bei volumi se si volessero raccogliere tutte le +tradizioni del Cid che corrono in Spagna. Nessun guerriero leggendario +fu mai più caro al suo popolo che questo terribile Rodrigo Diaz de +Vivar: la poesia ne ha fatto poco meno d'un dio; la sua gloria vive nel +sentimento nazionale degli Spagnuoli, come se fossero trascorsi, non +otto secoli, ma otto lustri dal tempo in che visse; il poema eroico che +da lui s'intitola, e che è il primo monumento della poesia della Spagna, +è ancora l'opera più possentemente nazionale della sua letteratura. + + * * * * * + +Sull'imbrunire me n'andai a passeggiare sotto i portici della piazza +maggiore, colla speranza di vedere un po' di gente; ma pioveva a +rovescio e tirava un vento maledetto, così che non ci trovai che qualche +gruppo di ragazzi, di operai e di soldati; e me ne tornai difilato +all'albergo. V'era arrivato la mattina stessa l'Imperatore del Brasile, +e doveva ripartire la notte per Madrid. Nella sala dove io desinai, +insieme ad alcuni spagnuoli, ai quali feci conversazione fino all'ora +della partenza, desinavano tutti i maggiordomi, cameriere, servitori, +staffieri e che so io, di sua maestà imperiale, seduti intorno ad una +gran tavola, che occupavano tutta. In vita mia non ho visto un più +strano gruppo di creature umane. C'eran dei visi bianchi, dei visi neri, +dei visi gialli, dei visi color di rame, con certi occhi e nasi e +bocche, da non trovarne gli uguali in tutta la raccolta del _Pasquino_ +del Teja. E ognuno parlava una lingua diversa imbastardita: chi +l'inglese, chi il portoghese, chi il francese, chi lo spagnuolo; +qualcuno una mescolanza non mai più udita di tutte e quattro, aggiuntovi +parole, suoni e cadenze di non so che dialetti; e si capivano, e +discorrevano tutti insieme con confusione tale da far credere che +parlassero una sola arcana orrenda lingua di qualche terra selvaggia +ignorata dal mondo. + +Prima di lasciare la Vecchia Castiglia, la culla della monarchia +spagnuola, avrei voluto veder Soria, fabbricata sulle rovine dell'antica +Numancia; Segovia, dall'immenso acquedotto romano; Sant'Idelfonso, il +delizioso giardino di Filippo V; Avila, la città natale di Santa Teresa; +ma fatte in fretta e in furia, prima di prendere il biglietto per +Valladolid, le quattro prime operazioni dell'aritmetica, dissi a me +stesso che in quelle quattro città non ci potevano essere grandi cose da +vedere, che le _Guide_ esagerano, che la fama fa le frangie, che val +meglio veder poco che molto, pur che quel poco si veda bene, e si +ritenga; ed altre profonde ragioni che rispondevano rigorosamente ai +dati dei miei calcoli e alle mire della mia ipocrisia. + +Così partii da Burgos senz'aver visto proprio altro che monumenti, +ciceroni e soldati, poichè le castigliane, impaurite dalla pioggia, non +avevano osato avventurare i loro piedini nella strada; e mi rimase +perciò un ricordo quasi tristo di quella città, nonostante la pompa dei +suoi colori e la magnificenza della sua Cattedrale. + +Da Burgos a Valladolid, la campagna è poco diversa che da Saragozza a +Miranda; sono ancora quelle pianure vaste e spopolate, cinte di colline +rossastre, dalle forme recise e dalle creste nude; quelle lande +solitarie, mute, inondate d'una luce ardente, che volgon la fantasia ai +deserti dell'Affrica, alla vita romita, al cielo, all'infinito, destando +nel cuore un sentimento inesprimibile di stanchezza e di malinconia. In +mezzo a quelle pianure, in quella solitudine, in quel silenzio, si +comprende la mistica natura del popolo delle Castiglie, la fede ardente +dei suoi re, le sacre ispirazioni dei suoi poeti, le estasi divine dei +suoi santi, le sue grandi chiese, i suoi grandi chiostri, e la sua +grande istoria. + + + + +IV. + +VALLADOLID. + + +Valladolid _la rica_, come la dice il Quevedo, famosa dispensatrice di +raffreddori, era fra le città situate al nord del Tago, quella che più +vivamente io desiderava di vedere, benchè sapessi che non ci sono grandi +monumenti artistici, nè alcuna cosa moderna notevole. Avevo una +particolar simpatia pel suo nome, per la sua storia, e per il carattere, +che m'ero immaginato a mio modo, dei suoi abitanti; mi pareva che +dovess'essere una città signorile, allegra e studiosa; e non potevo +raffigurarmi le sue strade, che non vedessi passar di qui il Gongora, di +là il Cervantes, da un'altra parte Leonardo d'Argensola, e tutti gli +altri poeti e storici e dotti, che vivevan là quando c'era la splendida +Corte della monarchia. E pensando alla Corte, vedevo un confuso +avvicendarsi nelle vaste piazze della mia città simpatica, di +processioni sacre, di corse di tori, di pompe militari, di mascherate, +di balli, tutto il diavolío delle feste per la nascita di Filippo IV, +dall'arrivo dell'Ammiraglio inglese col corteo dei seicento cavalieri +fino all'ultimo banchetto dai famosi mille e duecento piatti di carne, +senza contare i non serviti, per dirla colla tradizion popolare. Arrivai +di notte, scesi al primo albergo e m'addormentai col pensiero delizioso +che mi sarei svegliato in una città sconosciuta. + +E lo svegliarsi in una città sconosciuta, quando ci si è andati per +elezione, è infatti un piacere vivissimo. Quel pensare che dal momento +che uscirete di casa fino a quando ci tornerete la notte, non farete che +passare di curiosità in curiosità, e di soddisfazione in soddisfazione; +che tutto quello che vedrete vi riuscirà nuovo, e che ad ogni passo +imparerete qualcosa, e che ogni cosa vi s'imprimerà nella memoria per +tutta la vita; che sarete tutta la giornata libero come l'aria e allegro +come un uccello, senza un pensiero al mondo, fuor di quello di +divertirvi; che divertendovi, gioverete nello stesso punto alla salute +del corpo, dell'animo e dell'intelletto; che il termine, finalmente, di +tutti questi piaceri, invece di avere per voi qualcosa di malinconico +come la sera dei dì di festa, non sarà che il principio d'un'altra serie +di diletti, che vi accompagnerà da quella città ad un'altra, da questa a +una terza, e via via, per uno spazio di tempo al quale la vostra +fantasia si compiace di non assegnare confini; tutti questi pensieri, +dico, che vi si affacciano alla mente in folla, nel punto che aprite gli +occhi, vi danno una cosiffatta scossa di gioia, che prima di +avvedervene, vi trovate ritto in mezzo alla stanza, col cappello in +testa e la Guida tra le mani. + +Andiamo dunque a godere Valladolid. + +Ahimè! quanto mutata dai bei tempi di Filippo III! La popolazione, che +fu già di centomil'anime, è ora ridotta a poco più di ventimila; nelle +strade principali fanno un po' di comparita gli studenti dell'Università +e i viaggiatori che passano per andare a Madrid; le altre strade sono +morte. È una città che fa l'effetto d'un gran palazzo abbandonato, nel +quale si vedono ancora qua e là traccie di bassorilievi, di dorature e +di mosaici, e nelle sale di mezzo alcune famiglie di povera gente, a cui +la solitaria vastità dell'edifizio ispira malinconia. Molte piazze +spaziose, qualche antico palazzo, case in rovina, conventi vuoti, lunghe +strade erbose e deserte; tutti gli aspetti, insomma, d'una gran città +decaduta. Il più bel punto è la piazza Maggiore, vasta, cinta +tutt'intorno da un porticato sostenuto da grandi colonne di granito +azzurrognolo, sulle quali s'alzan le case, tutte di tre piani, munite di +tre ordini di terrazzini lunghissimi, dove si dice che starebbero +comodamente sedute ventiquattro mila persone. Il porticato si stende +ancora ai due lati d'una larga strada che sbocca nella piazza, e qui e +in altre due o tre strade vicine è la maggiore frequenza della gente. +Era giorno di mercato; sotto i portici e sulla piazza formicolava una +folla di contadini, di erbivendole, di merciai; e poichè a Valladolid si +parla il castigliano con proprietà mirabile di forma e di pronunzia, io +mi misi a bighellonare fra le ceste d'insalata e i mucchi degli aranci, +per cogliere a volo i motti e i suoni della bellissima lingua. Mi +ricordo, tra gli altri, d'un curioso proverbio detto da una donna +stizzita a un giovinastro che facea lo smargiasso: "_Sabe Usted,_" gli +disse piantandosegli davanti, "_lo que es que destruye al hombre?_" Mi +fermai e tesi l'orecchio: "_Tres muchos y tres pocos: Mucho hablar y +poco saber, Mucho gastar y poco tener, Mucho presumir y nada valer._"[2] + +E mi parve di sentire una gran differenza tra le voci di quella gente e +le voci dei Catalani: qui più limpide e più argentine, ed anco il +gestire più gaio, e l'espressione dei volti più vivace; benchè nulla +ancora di particolare nelle fisonomie e nei colori; e il vestire punto +differente da quello delle nostre plebi del nord. E appunto nella piazza +di Valladolid m'accorsi per la prima volta che dacchè ero entrato in +Spagna non avevo ancora visto una pipa! Gli operai, i contadini, i +poveri, tutti fumano il _cigarrito_; e c'è da ridere a veder certi omoni +tarchiati e baffuti andar attorno con quel cosino microscopico in bocca, +mezzo nascosto dai peli; e fumarlo diligentissimamente fino all'ultimo +filo di tabacco, fino a non aver più che una scintilla moribonda sul +labbro di sotto; e questa ancora tenerla lì, come una goccia di +liquore, fin che ne sputan la cenere, coll'aria di chi fa un sacrifizio. +E d'un'altra cosa m'accorsi, che osservai pure in seguito, per tutto il +tempo che rimasi in Ispagna: non ho mai sentito fischiare. + +Dalla piazza Maggiore mi recai alla piazza di San Paolo, vasta ed +allegra piazza, nella quale è l'antico palazzo reale. La facciata non è +notevole, nè per grandiosità, nè per bellezza: mi affacciai alla porta, +e prima di provare un senso d'ammirazione per la maestà del luogo, ne +provai uno di tristezza per il silenzio sepolcrale che vi regnava. Non +v'è cosa che produca una impressione più vicina a quella d'un +camposanto, che la vista d'una reggia abbandonata, appunto perchè ivi è +forte e vivo, più che in ogni altro luogo, il contrasto tra i ricordi +che desta e lo stato in cui si trova. O superbi cortei di cavalieri +piumati, o splendidi conviti, o godimenti febbrili d'una prosperità che +pareva eterna! Dinanzi a questi vuoti sepolcri, è un piacere nuovo +quello di tossire un po', come qualche volta fanno i malati per prova, e +sentir ripetere dall'eco la vostra voce robusta, che v'assicura che +siete giovani e sani. Nell'interno del palazzo è un ampio cortile, +circondato di busti a mezzo rilievo che rappresentano gl'imperatori +romani; una bella scala, e spaziose gallerie al piano superiore. Tossii, +e l'eco mi rispose:--Che salute!--ed uscii confortato. Un portinaio +sonnecchiante mi accennò sulla medesima piazza un altro palazzo, al +quale non avevo badato, e mi disse che in quello era nato _el gran rey +Felipe segundo_, dal quale Valladolid ricevette il titolo di città; +"_Usted sabe, Felipe segundo, hijo de Carlo quinto, padre de..._"--"_Lo +sé, lo sé;_" m'affrettai a rispondere per salvare il _realito_, e dato +un sinistro sguardo al sinistro palazzo, m'allontanai. + +Di fronte al palazzo reale è il Convento dei Domenicani di San Paolo, +con una facciata di stile gotico, così ricca, stracarica di statuette, +di bassorilievi, d'ornamenti d'ogni maniera, che basterebbe la metà ad +abbellire un vasto palazzo. In quel punto vi batteva su il sole, e +l'effetto era stupendo. Mentre io stavo contemplando a mio bell'agio +quel labirinto di scultura, dal quale lo sguardo, una volta cadutovi, +par che non possa più uscire; un accattoncino di sette o ott'anni ch'era +seduto in un angolo lontano della piazza, si spicca dal suo posto _come +da corda cocca_, e si slancia verso di me, gridando con voce tenera e +affannosa: «_Señorito! Señorito! que le quiero á Usted mucho!_» (ch'io +le voglio molto bene). Questa è nuova, pensai, che i poveri facciano +delle dichiarazioni d'amore. Mi si venne a piantare dinanzi, e io gli +domandai: + +"_Porqué me quieres?_" + +"_Porque_" mi rispose con franchezza "_Usted me da una limosnita._" + +"E perchè ti debbo dare una _limosnita_?" + +"_Porque...._" rispose esitando; poi risoluto, col tuono di chi ha +trovato una buona ragione: "_Porque usted tiene el libro._" + +La guida che avevo sotto il braccio! Ma vedete se bisogna proprio +viaggiare per sentirne delle nuove! Io avevo la guida, la guida l'hanno +i forestieri, i forestieri fanno la limosina, dunque io dovevo far la +limosina a lui; tutto questo ragionamento sottinteso invece di dire:--Ho +fame.--Mi piacque la speciosità del trovato, e misi nella mano del +profondo ragazzo i pochi _cuartos_ che mi trovai nelle tasche. + +Svoltando in una strada accanto, vidi la facciata del Collegio +domenicano di San Gregorio, pure gotica, e più grandiosa e più ricca di +quella di San Paolo. Poi, di strada in strada, giunsi fino alla piazza +della Cattedrale. Nel punto che sbocco nella piazza, incontro una +spagnolina graziosissima, alla quale si sarebbero potuti applicare quei +due versi dell'Espronceda: + + «Y que yo la he de querer + Por su paso de andadura.» + +o il nostro «non era l'andar suo cosa mortale» che è la grazia suprema +delle donne spagnuole. Aveva nell'andatura quei mille sfuggevoli guizzi +e mollissimi ondeggiamenti, che l'occhio non iscorge a uno a uno, nè la +memoria ritiene, nè la parola esprime; ma che formano tutti insieme +quello che ha di più seducentemente femminino la donna. Qui mi trovai in +un imbarazzo; vedevo in fondo alla piazza la gran mole della Cattedrale, +e la curiosità mi stimolava a guardare la mole; vedevo, pochi passi +davanti a me, quella personcina, e una curiosità non meno viva mi +costringeva a guardare la personcina; e non volendo perdere nè il primo +colpo d'occhio della Chiesa, nè la fugace vista della donna, correvo +cogli occhi dal visino alla cupola e dalla cupola al visino, con sì +affannosa avidità, che la bella sconosciuta dovette credere certamente +ch'io avessi scoperto una qualche corrispondenza di linee, o qualche +legame misterioso di simpatia fra lei e l'edifizio; perchè si volse a +guardar la chiesa essa pure, e passandomi accanto sorrise. + +La Cattedrale di Valladolid, benchè non finita, è una delle più vaste +cattedrali della Spagna: è una imponente massa di granito, che produce +nell'animo d'un incredulo un effetto simile a quello della chiesa del +_Pilar_ di Saragozza. Al primo entrare, si vola col pensiero alla +Basilica di San Pietro: è un'architettura grandiosa e semplice, che +riceve dal color fosco della pietra come un riflesso di mestizia; le +pareti son nude, le cappelle buie, gli archi, i pilastri, le porte, ogni +cosa gigantesco e severo; è una di quelle cattedrali che fan balbettar +la preghiera con un senso di terrore segreto; non avevo ancora visto +l'Escurial, ma ci pensai; è opera, in fatti, dello stesso architetto; la +chiesa fu lasciata incompiuta per dar opera alla costruzione del +convento; e visitando il convento si ricorda la chiesa. A destra +dell'altar maggiore, in una piccola cappella, sorge la tomba di Pietro +Ansurez, signore e benefattore di Valladolid, e al di sopra del +monumento è deposta la sua spada. Ero solo nella chiesa, e sentivo +echeggiare il mio passo; mi prese tutt'a un tratto un senso di freddo +acuto e non so che fanciullesco timore; volsi le spalle alla tomba ed +uscii. + +Uscendo, incontrai un prete e gli domandai dov'era la casa che +aveva abitato il Cervantes. Mi rispose ch'era nella strada Cervantes e +m'indicò da qual parte dovevo passare; lo ringraziai, mi domandò s'ero +straniero, risposi di sì; "_de Italia?_"--"_de Italia._" Mi diede +un'occhiata da capo a piedi, si levò il cappello e tirò via per +la sua strada. Mi mossi anch'io, in senso opposto, e mi venne +un'idea:--Scommetto che s'è fermato per vedere com'è fatto un carceriere +del Papa;--mi voltai, ed egli era proprio là immobile in mezzo alla +piazza, che mi guardava con tanto d'occhi. Non potei trattenermi dal +ridere e scusai il riso con un saluto: "_Beso a usted la mano!_" ed egli +a me: "_Buenos dias!_" e tirò via; ma deve aver soggiunto, non senza +meraviglia, che, per essere un Italiano, non avevo poi tanto la faccia +di farabutto. Attraversai due o tre strade strette e silenziose, e +riuscii nella strada Cervantes, lunga, diritta, fangosa, fiancheggiata +da case meschine. Andai per un pezzo non incontrando che qualche +soldato, qualche criada, e qualche mulo, e guardando qua e là pei muri +in cerca dell'iscrizione:--_A qui vivió Cervantes_ ec.;--ma non trovai +nulla. Giunto in fondo, mi trovai nell'aperta campagna; non c'era anima +viva; stetti un po' là a guardare intorno, poi tornai. M'imbattei in un +mulattiere, e gli domandai: "_Donde está la casa que vivió Cervantes?_" +Per tutta risposta diede una sfruconata al mulo, e tirò innanzi. +Interrogai un soldato: mi mandò in una bottega. Nella bottega interrogai +una vecchia: non mi capì, credette ch'io volessi comprare il _Don +Chisciotte_, mi mandò da un libraio. Il libraio, che volea fare il +saputello, e non sapeva risolversi a dirmi che della casa del Cervantes +non aveva notizia, mi si mise a batter la campagna, parlando della vita +e delle opere del _milagroso escritor_; così che in somma delle somme me +ne dovetti andare pei fatti miei senza aver visto nulla. Eppure si +dev'esser serbata memoria di quella casa (e certo, se l'avessi meglio +cercata, l'avrei rinvenuta), non solo perchè il Cervantes l'abitò, ma +perchè seguì là un fatto, del quale tutti i suoi biografi fanno +menzione. Poco tempo dopo la nascita di Filippo IV, essendosi +incontrati, una notte, un cavaliere della Corte e uno sconosciuto, +vennero, non si sa perchè, a parole, misero tutti e due mano alle spade, +si batterono, e il cavaliere fu ferito mortalmente. Il feritore se la +svignò; il ferito, tutto intriso di sangue, corse a chieder soccorso ad +una casa vicina. Abitavano in quella casa il Cervantes colla sua +famiglia, e la vedova d'un rinomato scrittor di cronache, con due +figliuoli. Uno di questi accorse, alzò da terra il ferito, e chiamò il +Cervantes, ch'era già a letto. Il Cervantes scese, e aiutò l'amico a +portare il cavaliere in casa della vedova. Due giorni dopo morì. Se ne +mischiò la giustizia, si cercò di scoprir la cagione del duello, si +credette che i due campioni facessero la corte tutti e due alla figlia +o alla nipote del Cervantes: tutta la famiglia fu messa in gattabuia. +Dopo non molto tempo vennero lasciati in libertà, e non si seppe più +altro. Ma anche questa doveva capitare al povero autore del _Don +Chisciotte_, perchè potesse proprio dire d'averne avuta una per sorte! + +In quella stessa strada Cervantes, mi son goduto una scenetta che mi +compensò a mille doppi di non aver trovato la casa. Passando davanti a +una porta, sorpresi al piè d'una scala una castiglianina, di dodici o +tredici anni, bella come un angioletto, la quale teneva fra le braccia +un bambino. Non trovo parole abbastanza delicate e gentili per +descrivere l'atto ch'ella faceva! Una infantile curiosità delle dolcezze +dell'amor materno l'aveva soavemente tentata; i bottoni del suo +camiciotto erano usciti pian piano dagli occhielli, l'un dopo l'altro, +sotto la pressione d'un ditino tremante; era sola, non sentiva rumor +nella strada, aveva nascosto la mano nel seno; allora, forse, era +rimasta un momento perplessa; ma data un'occhiata al bambino, e sentito +rinascere il coraggio, aveva fatto un leggero sforzo colla mano +nascosta, e aveva messo fuori quello che poteva; e tenendo schiusi i +labbruzzi al bambino coll'indice e col medio, gli diceva con tenerezza: +"_Héla aqui_" (eccola qui), e aveva il volto color di foco, e un sorriso +dolcissimo negli occhi. Sentito il mio passo, gettò un grido, e +scomparve. + +Invece della casa del Cervantes, trovai, di lì a poco, quella dove +nacque don José Zorilla, uno dei più valenti poeti spagnuoli di questi +tempi, vivo tuttora, da non confondersi, come fanno molti in Italia, +collo Zorilla capo del partito radicale; benchè della poesia in testa ce +n'abbia anche questi, e la sparga a larga mano ne' discorsi politici, +con rinforzo di alte grida e di gesti furiosi. Don José Zorilla è nella +letteratura spagnuola, a parer mio, un po' più di quello che +nell'italiana è il Prati, col quale ha molti tratti di somiglianza: il +sentimento religioso, la passione, la fecondità, la spontaneità, e un +non so che di vago e di ardito, che scalda le fantasie giovanili; e un +modo di leggere, a quello che si dice, risonante e solenne, benchè +leggermente monotono, del quale molti spagnuoli vanno matti. La forma, +direi che l'ha più corretta il poeta spagnuolo; prolissi un po' l'uno e +l'altro; in tutti e due un barlume di grande poeta. Ammirabili, sovra +ogni altra opera dello Zorilla, _I cantos del Trovador_, racconti e +leggende, pieni di versi d'amore dolcissimi e di descrizioni +d'un'evidenza impareggiabile. Scrisse anco pel teatro: e il suo _Don +Juan Tenorio_, dramma fantastico, in versi ottonari a rime, è una delle +più popolari opere drammatiche della Spagna. Si rappresenta ogni anno il +giorno dei morti, con grande apparato, e vi accorre il popolo come a una +festa. Alcuni tratti di lirica sparsi nel dramma, corrono per le bocche +di tutti; e in special modo la dichiarazione d'amore di Don Giovanni +all'amante rapita, che è quanto di più soave, di più tenero, di più +ardente possa uscire dalle labbra d'un giovane innamorato nel più +impetuoso prorompere della passione. Sfido il più freddo degli uomini a +legger quei versi senza tremare! Ed è forse anche più potente la +risposta, della donna:--Don Giovanni! Don Giovanni! Lo imploro dalla tua +nobile compassione: o strappami il cuore o amami, perchè +t'adoro!--Fateveli dire, quei versi, da un'Andalusa, e ve n'accorgerete; +o se non potete far questo, vedete di leggere almeno la ballata col +titolo _La Pasionaria_, lunghetta, ma piena d'un affetto e d'una +malinconia che innamora. Io non posso ricordarmene senza che mi si +riempian gli occhi di lagrime; vedo sempre quei due amanti, Aurora e +Felice, giovanetti, in una campagna deserta, al cadere del sole, che +s'allontanano per opposte vie, voltandosi ad ogni tratto, e salutandosi, +e non saziandosi mai di guardarsi. Son versi, come li chiaman gli +Spagnuoli, _asonantes_, senza rima, ma composti e ordinati così che la +penultima sillaba d'ogni verso dispari o pari, sulla quale cade +l'accento, abbia sempre la stessa vocale; che è la maniera di verso più +popolare in Spagna, il verso del _Romancero_, nel quale moltissimi +improvvisano con meravigliosa facilità; nè può uno straniero sentirne +tutta l'armonia se non ci abbia fatto l'orecchio. + + * * * * * + +"Si può vedere il Museo di Pittura?"--"_Porqué no, caballerito?_" La +portinaia mi schiuse le porte del Collegio maggiore di Santa Croce, e mi +accompagnò nell'interno. I quadri son molti, ma fuor di qualcuno del +Rubens, del Mascagni, del Cardenas, di Vincenzo Carducci, gli altri son +quadri di pochissimo pregio, razzolati qua e là pei conventi, e sparsi a +casaccio nelle stanze, nei corridoi, nelle scale, nelle gallerie. Ciò +non di meno, gli è un Museo che lascia nell'animo una impressione +profonda, non molto dissimile da quella che produce la prima volta lo +spettacolo del combattimento dei tori; e infatti sono trascorsi più di +sei mesi da quel giorno, ed io la risento ancora come se l'avessi +ricevuta poche ore fa. Quanto di più tristo, di più sanguinario, di più +orrendo è uscito dal pennello dei più feroci pittori spagnuoli, si trova +raccolto là. Immaginate pur delle piaghe, delle membra mutilate, delle +teste spiccate dal busto, dei corpi estenuati, flagellati, tanagliati, +arsi, straziati con quanti tormenti abbiate mai trovati descritti nei +romanzi del Guerrazzi o nelle Storie dell'Inquisizione, non giungerete a +formarvi un'adeguata idea del Museo di Valladolid. Passate di sala in +sala, e non vedete che visi stravolti di morti, di moribondi, +d'indemoniati, di carnefici, e in ogni parte sangue, e sangue, e sangue, +che vi pare di vederlo spicciar fuori dei muri e di sguazzarci dentro +come la Babette del Padre Bresciani nelle prigioni di Napoli. È un +cumulo di dolori e d'orrori da riempirne gli spedali d'uno Stato. Sulle +prime si prova un senso di tristezza, poi di ribrezzo, in fine, più che +di ribrezzo, di sdegno contro gli artisti macellai che prostituirono +l'arte di Raffaello e di Murillo in così sconcia maniera. Il quadro più +guardabile ch'io vidi, fra i moltissimi cattivi, benchè anch'esso d'un +_realismo_ spietatamente spagnuolo, rappresentava la Circoncisione di +Gesù, con tutti i particolari più minuti delle cose taglienti e delle +cose tagliate, e una corona di spettatori chinati ed immobili, come +studenti di clinica chirurgica intorno al maestro operatore: "_Vámonos, +vámonos_" dissi alla cortese portinaia, "se sto qui un'altra mezz'ora, +n'esco bruciato, o scorticato o squartato; non ha da farmi veder nulla +di più allegro?" Mi condusse a veder l'Ascensione del Rubens, gran +quadro di grande effetto, che starebbe bene sur un altar maggiore: una +Vergine maestosa e sfolgorante che sale al cielo, e ai lati, e sopra, e +sotto, un visibilio di volti d'angelo, di corone di fiori, di chiome +d'oro, d'ali bianche, di svolazzetti, di raggi; e tutto tremola, fende +l'aere e va su, come uno stormo di passere, onde pare che da un momento +all'altro debba sollevarsi e sparire. + +Ma era fissato ch'io non dovessi uscire dal Museo con una gradevole +immagine davanti agli occhi. La portinaia aperse una porta e mi disse +ridendo:--Entri.--Entrai e detti indietro intimorito: mi parve d'esser +capitato in un manicomio di giganti. La vasta sala era piena di +colossali statue di legno colorito, rappresentanti tutti gli attori e +tutte le comparse del gran dramma della Passione, soldati, aguzzini, +spettatori, ciascuno nell'atteggiamento richiesto dal suo ufficio, chi +in atto di flagellare, chi di legare, chi di ferire, chi di +schernire,--orrendi volti orrendamente contratti;--poi le donne +inginocchiate, Gesù confitto sopra una croce enorme, i ladroni, la +scala, gli strumenti del supplizio: tutte le cose occorrenti, in somma, +per rappresentare la Passione, come si faceva una volta, sulle piazze, +con un gruppo di quei colossi, che dovevano occupare lo spazio d'una +casa. E anche qui piaghe, chiome inzuppate di sangue, lacerazioni da far +raccapriccire. "Vede quel Giudeo là?" mi disse la donna accennandomi una +delle statue, una faccia patibolare che sogno ancora adesso di tratto in +tratto. "Quello là, quando si facevano i gruppi fuori, si fu costretti a +levarlo, tanto è brutto e tristo; il popolo l'odiava a morte e lo voleva +mettere in pezzi, e siccome gli era sempre un gran da fare per le +guardie a impedire che dalle minaccie non si passasse ai fatti, fu +deciso di fare il gruppo senza di lui." Bellissima mi parve una madonna, +non so se del Berrugnete, di Iuan di Iuni, o dell'Hernandez, chè c'è +statue di tutti e tre; inginocchiata, colle mani giunte e gli occhi +volti al cielo, con una espressione di così disperato dolore, che muove +la pietà come una persona viva, e pare infatti, a pochi passi, viva; +così che, vedendola tutt'a un tratto, non si può trattenere +un'esclamazione di stupore "_Los ingleses_" mi disse la portinaia +(poichè i ciceroni si servono dei giudizi degli inglesi come di suggello +ai proprii, e qualche volta appioppan loro le più scipite stravaganze) +"_los ingleses dicen que no le falta mas que el habla_" (che non le +manca che la parola). Mi accomodai lietissimamente al parere degli +Inglesi, diedi alla portinaia i soliti _reales_, ed uscendo colla testa +piena d'immagini sanguinose, salutai il cielo allegro con un sentimento +insolito di piacere, come uno studente novizio all'uscire dalla sala +anatomica, dove abbia assistito alla prima autopsia. + +Visitai il bel palazzo dell'Università, _la plaza Campo grande_, dove la +Santa Inquisizione accendeva i suoi roghi, ampia, allegra, cinta di +quindici conventi; qualche chiesa adorna di pitture di grido; e quando +cominciai ad accorgermi che le immagini delle cose vedute mi si +confondevano nella testa, misi in tasca la _Guida_, e m'incamminai verso +la piazza maggiore. Il medesimo feci in tutte le altre città: quando la +mente è stanca, il volerla forzare ancora all'attenzione, per quella +pedanteria di non mancare di riguardo alla _Guida_, sarà una bella prova +di costanza; ma nuoce a chi viaggia collo scopo di narrar poi le +impressioni delle cose viste. Poichè tutto non si può ritenere, val +meglio non confondere la memoria viva delle cose principali, con una +folla di ricordi vaghi delle cose di minor conto. Oltrechè non si serba +mai grata ricordanza d'una città nella quale ci si è fatto il capo come +un cestone. + +Per cogliere l'aspetto vespertino della città, andai a passeggiare sotto +i portici, dove s'incominciavano ad illuminare le botteghe; e v'era un +viavai di soldati, di studenti, di ragazze, che sparivan nelle +porticine, volteggiavano intorno alle colonne, guizzavano di qua e di +là, sfuggendo alle mani impronte degl'insecutori avvolti nelle ampie +cappe; e frotte di ragazzi scorazzavano per la piazza empiendo l'aria di +grida sonore; e per tutto eran capannelli di _caballeros_, dai quali si +udivano tratto tratto i nomi del Serrano, del Sagasta e di Amedeo, +alternati colle parole _justicia, libertad, traicion, honra de España_, +e simili. Entrai in un ampissimo caffè pieno zeppo di studenti, e là +saziai, come direbbe uno scrittore scelto, il natural talento di cibo e +di bevanda. Ma poichè avevo un gran bisogno di discorrere, adocchiai due +studenti che sorbivano il caffè e latte al tavolino accanto, e senza far +tanti preamboli, diressi la parola ad uno: cosa naturalissima in Spagna, +dove si è sicuri di aver sempre una risposta cortese. I due studenti +s'avvicinarono, e lì i soliti discorsi che ognuno s'immagina: Italia, +Amedeo, università, Cervantes, andaluse, tori, Dante, viaggi; una +scorsa, insomma, alla carta geografica, alla storia letteraria e ai +costumi dei due paesi; poi un bicchier di vino di Malaga, e una stretta +di mano da amici. + +O _caballeros_ di buona memoria, avventori di tutti i caffè, commensali +di tutte le tavole rotonde, vicini di scranna in tutti i teatri, +compagni di viaggio in tutte le strade ferrate della Spagna; voi che +tante volte, mossi da gentile pietà per uno straniero sconosciuto, che +scorreva con occhio malinconico l'_Indicatore delle Ferrovie_ o la +_Correspondencia española_, pensando alla famiglia, agli amici, alla +patria lontana, gli avete offerto, con amabile spontaneità, il +_cigarrito_, e dato appiglio a una conversazione, che gli ruppe il corso +dei mesti pensieri e lo lasciò rasserenato ed allegro; io vi ringrazio, +o _caballeros_ di buona memoria; chiunque foste, o carlisti, o +alfonsisti, o amedeisti, o liberali, vi ringrazio dal più profondo +dell'anima, in nome di tutti gl'Italiani che viaggiarono e di tutti +quelli che viaggeranno nel vostro caro paese; e giuro sull'eterno volume +di Michele Cervantes, che ogni qualvolta vi sentirò accusare di animo +feroce e di selvaggi costumi dai vostri civilissimi fratelli europei, +sorgerò a difendervi coll'impeto d'un andaluso e colla tenacia d'un +catalano, sin che mi resti tanta voce da gridare: Viva l'ospitalità! + +Poche ore dopo mi trovavo in un carrozzone del treno che andava a +Madrid, e non era anche finito il fischio della partenza, che io mi +diedi un gran colpo della mano sulla fronte. Ahimè! era tardi; a +Valladolid avevo dimenticato di visitare la stanza dove morì Cristoforo +Colombo! + + +NOTE: + + [2] Tre _molto_ e tre _poco_ distruggon l'uomo: molto parlare e poco + sapere, molto spendere e poco avere, molto presumere e nulla valere. + + + + +V. + +MADRID. + + +Era giorno, quando uno dei miei vicini mi gridò nell'orecchio: +"_Caballero!_"--"Siamo a Madrid?" domandai svegliandomi. "Non ancora" mi +rispose "ma guardi!" Mi voltai verso la campagna e vidi lontano un mezzo +miglio, alle falde d'un alto monte, il convento dell'Escuriale, +illuminato dai primi raggi del sole. _Le plus grand tas de granit qui +existe sur la terre_, come lo chiamò un viaggiatore illustre, non mi +parve, a primo aspetto, quell'immenso edifizio che il popolo spagnuolo +considera come l'ottava meraviglia della terra. Nondimeno misi fuori il +mio:--_Oh!_--come altri viaggiatori che lo vedevano per la prima volta, +riserbando tutta la mia ammirazione al giorno che l'avrei visto da +vicino. Dall'Escurial a Madrid la strada ferrata attraversa una pianura +arida, che rammenta quella di Roma. "Non ha mai veduto Madrid, lei?" mi +domandò il vicino.--Risposi che no.--"_Parece imposible!_" esclamò il +buon Spagnuolo, e mi guardò in aria di curiosità, quasi dicendo fra +sè:--Oh vediamo un po' com'è fatto un uomo che non ha mai visto +Madrid!--Poi prese a enumerarmi le grandi cose che avrei veduto: che +passeggi! che caffè! che teatri! che donne! Per chi abbia un trecento +mila lire da spendere, non c'è di meglio di Madrid: è un gran mostro che +vive di patrimonii; se fossi in lei vorrei prendermi il gusto di +cacciargli in gola anche il mio.--Io premetti colla mano il mio floscio +portamonete, e mormorai:--Povero mostro!--"Ci siamo!" gridò lo spagnuolo +"guardi fuori!" Misi la testa fuor del finestrino. "Quello là è il +palazzo reale!" Vidi sopra un'altura una mole immensa; ma chiusi gli +occhi subito, perchè mi batteva il sole sul viso. Tutti s'alzarono, e +cominciò quel solito tramenío + + «Di pastrani, di scialli e d'altri cenci,» + +che impedisce quasi sempre la prima vista delle città. Il treno si +ferma; scendo, e mi trovo in una piazza piena di carrozze, in mezzo a +una folla rumorosa; cento mani si stendono sulla mia valigia, cento +bocche mi urlan nell'orecchio; è un casa del diavolo di facchini, di +carrozzai, di _ciceroni_, di fattorini di _casas de huespedes_, di +guardie, di ragazzi. M'apro il passo a colpi di gomito, mi caccio in un +_omnibus_ pieno di gente, e via. Si va su per uno stradone, si +attraversa una gran piazza, si infila una strada larga e diritta, si +arriva alla _Puerta del Sol_. È un colpo d'occhio stupendo! È una +vastissima piazza semicircolare, circondata di alti edifizi, nella +quale sboccano, come dieci torrenti, dieci grandi strade; e da ogni +strada una continua onda rumorosa di popolo e di carrozze; e tutto +quello che vi si vede è proporzionato alla vastità del luogo; i +marciapiedi larghi come vie, i caffè ampi come piazze, una vasca di +fontana grande come un lago; e in ogni parte una folla fitta e +mobilissima, un gridío assordante, un non so che di allegro e di festivo +nei volti, nei gesti, nei colori, che fa sì che non vi paia straniera nè +la gente, nè la città, e vi mette addosso una smania di mescervi in +quello strepito, di salutar tutti, di correr qua e là, piuttosto per +riconoscere cose e persone, che per vederle la prima volta. Scendo a un +albergo, n'esco subito, mi metto a girare per la città, alla ventura. +Non grandi palazzi, non antichi monumenti d'arte; ma strade spaziose, +pulite, gaie, fiancheggiate da case dipinte a vivi colori, interrotte da +piazze di mille forme diverse, quasi tracciate a caso, e in ogni piazza +un giardino, una fontana, una statuetta. Alcune strade in leggiera +salita, di modo che, entrandovi, si vede in fondo il cielo, e par che +sbocchino nell'aperta campagna; ma giunti sul punto più alto, un'altra +lunga strada si stende allo sguardo. Ad ogni poco, crocicchi di cinque, +sei, fino a otto vie, e qui un incrociarsi continuo di carrozze e di +gente; i muri coperti, per lunghi tratti, di cartelloni di spettacoli; +nelle botteghe, un va e vieni incessante; i caffè, stipati; in ogni +parte il brulichío d'una grande città. La strada d'Alcalà, larghissima, +da parer quasi una piazza rettangolare, divide Madrid per mezzo, dalla +_Puerta del Sol_ verso oriente, e sbocca in una vasta pianura, che si +stende lungo tutto un lato della città, e contiene giardini, passeggi, +piazze, teatri, circo di tori, archi trionfali, musei, palazzine, +fontane. Salgo in una carrozza, e dico al vetturino:--_Vuela!_--Passo +accanto alla statua del Murillo, risalgo per la strada Alcalà, infilo la +strada del Turco, dove fu assassinato il generale Prim; attraverso la +piazza delle Cortes, dove sorge la statua di Michele Cervantes; sbocco +nella piazza Maggiore, dove accendeva i suoi roghi l'Inquisizione; torno +addietro, e passo dinanzi alla casa di Lopez de Vega; riesco nella vasta +piazza d'Oriente in faccia al palazzo reale, dove si innalza la statua +equestre di Filippo IV in mezzo a un giardino circondato di quaranta +statue colossali; rimonto verso il centro, attraversando altre larghe +strade, e piazze allegre, e crocicchi pieni di gente; e ritorno +finalmente all'albergo dicendo che Madrid è grande, gaia, ricca, +popolosa e simpatica, e che la vorrò veder tutta, e starci un pezzo, e +godermela fin che lo consentano i registri di cassa e la mitezza della +stagione. + + * * * * * + +In capo a pochi giorni, un buon amico mi trovò una _Casa de huespedes_, +e mi ci andai a installare. Queste case di ospiti non son altro che +famiglie che dan da mangiare e da dormire a studenti, artisti, +forestieri, a prezzi differenti, si capisce, secondo come ci si dorme e +come si mangia; ma sempre a miglior prezzo che gli alberghi, +coll'inestimabile vantaggio che ci si respira un'aria di casa, ci si +stringono amicizie, e vi si è trattati piuttosto come gente della +famiglia che come dozzinanti. La padrona di casa era una buona signora +sulla cinquantina, vedova d'un pittore che aveva studiato a Roma, a +Firenze e a Napoli, ed aveva serbato per tutta la vita una ricordanza +grata e affettuosa d'Italia. Anch'essa, naturalmente, nutriva per il +nostro paese una vivissima simpatia, e me lo dimostrò coll'assistere +ogni giorno al mio desinare, raccontandomi vita, morte e miracoli di +tutti i suoi parenti e di tutti i suoi amici, come se fossi stato il +solo confidente ch'ella avesse in Madrid. Pochi spagnuoli intesi parlare +così spedito, così franco, e con tanta abbondanza di frasi, di motti, di +paragoni, di proverbi, di parole. Sui primi giorni ne fui sconcertato; +capivo poco; dovevo pregarla ogni momento di ripetere; non riuscivo a +farmi intendere sempre; m'accorsi in una parola, che studiando la lingua +sui libri, avevo sciupato di molto tempo a inzepparmi la testa di frasi +e di vocaboli che non occorrono quasi mai nella conversazione ordinaria; +mentre ne avevo lasciati da parte altri moltissimi, che sono +indispensabili. Dovetti dunque ricominciare a raccogliere, a notare, e +sopratutto a star sempre coll'orecchio teso per tirar profitto, quanto +potevo, dai discorsi della gente. E mi persuasi di questa verità: che si +può stare dieci anni, trenta, quaranta in una città straniera; ma che se +non si fa uno sforzo da principio, se per molto tempo non si continua a +studiare, se non si sta sempre, come diceva il Giusti, «con tanto +d'occhi aperti,» o non s'imparerà mai a parlare la lingua, o si parlerà +sempre male. Conobbi a Madrid degl'Italiani vecchi che stavano in Spagna +dalla loro prima giovinezza, e che parlavano lo spagnuolo da cani. Già, +non è punto, neanco per noi Italiani, una lingua facile, o per dir +meglio, presenta la grande difficoltà delle lingue facili: che non è +lecito parlarle meschinamente, perchè non è indispensabile parlarle per +farsi intendere. L'Italiano che vuol parlare spagnuolo in una +conversazione di gente colta, dove tutti lo capirebbero se parlasse +francese, bisogna che giustifichi il suo ardimento parlando con +scioltezza e con garbo. Ora la lingua spagnuola, appunto perchè molto +più affine alla nostra che la francese, è assai più difficile a parlarsi +presto, e per così dire, ad orecchio, senza dir degli spropositi; poichè +si dice, ad esempio, assai più facilmente _propre, mortuaire, délice_, +senza pericolo che ci scappi detto proprio, mortuario, delizia, di +quello che non si dica _propio, mortuorio, delicia_. Si casca +nell'italiano senza accorgersene, si inverte la sintassi ad ogni +istante, si ha sempre la propria lingua nell'orecchio e sulle labbra, +che ci inciampa, ci confonde, ci tradisce. Nè la pronunzia spagnuola ci +è men dura della francese; la _jota_ araba, facile a pronunciarsi +quand'è sola, è difficilissima quando ne cascan due in una parola, o +parecchie in una proposizione; la _zeta_ che si pronuncia come +pronunziano i blesi la _esse_, non si acquista che dopo un esercizio +lungo, ed anco paziente, perchè è un suono che sulle prime ci riesce +sgradevolissimo, e molti, anche sapendo, non lo voglion far sentire. Ma +se c'è una città in Europa dove si possa imparar bene la lingua del +paese, quella città è Madrid, e si può dir lo stesso di Toledo, di +Valladolid, di Burgos. Il popolo parla come i letterati scrivono; le +differenze di pronunzia fra la gente colta e la plebe dei sobborghi sono +leggerissime; e lasciando anche da parte quelle quattro città, la lingua +spagnuola è incomparabilmente più parlata, più comune, e perciò più +determinata, e per conseguenza più efficace nei giornali, sul teatro e +nella letteratura popolare, che la lingua italiana. V'è in Spagna il +dialetto valenziano, il catalano, il galliziano, il murciano, e +l'antichissima lingua delle provincie basche; ma si parla spagnuolo +nelle due Castiglie, nell'Aragona, nell'Estremadura, nell'Andalusia, +cioè in cinque grandi provincie. Il frizzo gustato a Saragozza è gustato +anche a Siviglia; la frase popolesca che colpisce la platea in un teatro +di Salamanca, ottiene lo stesso effetto in un teatro di Granata. Dicono +che la lingua spagnuola d'oggigiorno non è più quella del Cervantes, del +Quevedo, del Lopez de Vega; che la lingua francese l'ha imbastardita; +che Carlo V, se rivivesse, non direbbe più che è la lingua da parlarsi +con Dio; e che Sancho Panza non sarebbe più nè capito nè gustato. Ah! +chi per poco abbia bazzicato nelle gargotte e nei teatrucci dei +sobborghi, si accomoda a malincuore a quella sentenza! + +Passando dalla lingua al palato, mi ci volle un po' di buona volontà per +abituarmi a certe salse e intingoli e basoffie della cucina spagnuola; +ma mi ci abituai. I Francesi, che in punto mangiare sono schizzinosi +come ragazzi mal avvezzi, ne gridano ira d'Iddio; il Dumas dice che in +Spagna ha patito la fame; in un libro sulla Spagna che ho sott'occhio, è +scritto che gli Spagnuoli non vivono che di miele, di funghi, d'uova e +di lumache. Son tutte corbellerie. Essi possono dire altrettanto della +cucina nostra: ho conosciuti molti spagnuoli ai quali il veder mangiare +maccheroni al sugo moveva lo stomaco. Impasticciano un po', abusano un +po' del grasso, condiscono un po' troppo forte; ma via, tanto da cavar +l'appetito al Dumas, compicciano. Son maestri, fra le altre cose, di +piatti dolci. Il loro _puchero_ poi, il piatto nazionale, mangiato tutti +i giorni, da tutti, in tutto il paese, dico la verità, lo divoravo con +una golosità rossiniana. Il _puchero_ è, rispetto all'arte culinaria, +quello che è rispetto alla letteratura un'antologia: c'è un po' di +tutto, e del meglio. Una buona fetta di lesso di vacca forma come il +nucleo del piatto; intorno, un'ala di pollo, un pezzo di _chorizo_, +lardo, erbaggi, prosciutto; sotto, sopra e in tutti gl'interstizi, +_garbanzos_. I buon gustai pronunziano con reverenza il nome di +_garbanzos_. Sono una specie di ceci, ma più grossi, più teneri, più +saporiti; ceci, direbbe uno stravagante, caduti quaggiù da qualche mondo +dove una vegetazione eguale alla nostra è fecondata da un sole più +potente. Codesto è il _puchero_ usuale; ma ogni famiglia lo modifica +secondo la borsa; il povero si contenta della carne e dei _garbanzos_; +il signore ci aggiunge cento bocconcini squisiti. In fondo, è piuttosto +un desinare che un piatto; e però moltissimi non mangiano altro; un buon +_puchero_ e una bottiglia di _Val de peñas_ posson bastare a +chicchessia. Non parlo degli aranci, dell'uva di Malaga, degli asparagi, +dei carciofi e d'ogni sorta di legumi e di frutti, che tutti sanno +essere in Spagna bellissimi e buonissimi. Cionondimeno, gli Spagnuoli +mangian poco; e benchè nella loro cucina predomini il pepe, la salsa +forte, la carne salata; benchè mangino dei _chorizos_, che, come dicon +essi, _levantan las piedras_, ossia bruciano gl'intestini; bevono +pochissimo vino. Dopo la frutta, invece di star lì a centellinare una +buona bottiglia, pigliano per lo più una tazza di caffè e latte, e +raramente bevon vino la mattina. Alle tavole rotonde degli alberghi non +ho mai veduto uno spagnuolo vuotar la bottiglia; ed io che la vuotavo, +ero guardato con aria di stupore, come un beone scandaloso. È raro, +nelle città di Spagna, anco nei giorni di festa, incontrare un ubriaco; +e per questo appunto, avuto riguardo al sangue focoso e al liberissimo +commercio che vi si fa dei coltelli e dei pugnali, seguon assai meno +risse con ferimenti e uccisioni, di quello che fuor di Spagna non si +creda. + +Trovata la casa e la cucina, non mi restò più altro pensiero che quello +di zonzare per la città, colla _Guida_ in tasca e il sigaro di _tres +cuartos_ in bocca, + + «...... mestier facile e piano.» + +I primi giorni non potevo allontanarmi dalla piazza della _Puerta del +Sol_; ci stavo ore ed ore, e mi ci divertivo tanto, che avrei voluto +passarci la giornata. È una piazza degna della sua fama; non tanto per +la sua vastità e la sua bellezza, quanto per la gente, per la vita, per +la varietà dello spettacolo che presenta a tutte le ore del giorno. Non +è una piazza come le altre: è insieme un salone, un passeggio, un +teatro, un'accademia, un giardino, una piazza d'armi, un mercato. Dallo +spuntar del giorno fino a un'ora dopo mezzanotte, v'è una folla +immobile, e una folla che va e viene per le dieci grandi strade che vi +metton capo, e un inseguirsi, e un incrociarsi di carrozze che dà il +capo giro. Là convengono i negozianti, là i demagoghi disoccupati, là +gl'impiegati smessi, i vecchi pensionati, i giovani eleganti; là si +traffica, si discorre di politica, si fa all'amore, si passeggia, si +leggono i giornali, si dà la caccia ai debitori, si cercan gli amici, si +preparano le dimostrazioni contro il Ministero, si coniano le false +notizie che fanno il giro della Spagna, si tesse la cronaca scandalosa +della città. Sui marciapiedi, che son larghi da poterci far passare +quattro carrozze di fronte, bisogna aprirsi il passo a forza: nello +spazio d'una lastra di pietra vedete una guardia civile, un venditor di +fiammiferi, un sensale, un povero, un soldato, tutti in un mazzo. +Passano frotte di scolari, serve, generali, ministri, contadini, +_toreros_, signore; vagabondi spiantati che vi domandan l'elemosina +nell'orecchio per non farsi scorgere, mezzani che vi guardano con +occhio interrogativo, donne leggere che vi urtano al gomito; da tutte le +parti cappelli in aria, sorrisi, strette di mano, saluti allegri, grida +di:--_Largo,_--di facchini carichi e di merciaiuoli col botteghino al +collo; urli di venditori di giornali, strilli di acquaiuoli, squilli di +corno delle diligenze, chiocchi di frusta, rumor di sciabole, tintinnío +di chitarre, canti di ciechi. Poi passano i reggimenti colle bande +musicali, passa il Re, s'innaffia la piazza con immensi getti d'acqua +che s'incrociano nell'aria, vengono i portatori d'avvisi ad annunciar +gli spettacoli, irrompono sciami di monelli con bracciate di +_supplementi_, esce un esercito d'impiegati dai Ministeri, ripassan le +bande musicali, le botteghe s'illuminano, la folla si fa più fitta, i +colpi di gomito spesseggiano, cresce il vocío, lo strepito, il moto. E +non è moto di popolo affaccendato; è vivacità di gente allegra, è +gaiezza carnevalesca, ozio inquieto, ribollimento, febbriciattola di +piacere, che vi si attacca e vi tien lì o vi spinge in giro come un +arcolaio senza lasciarvi uscir dalla piazza; una curiosità che non si +stanca mai, una beata voglia di spassarsela, di non pensare a nulla, +d'ascoltar chiacchiere, di bighellonare, di ridere. Tale è la famosa +piazza di _Puerta del Sol_. + +Un'ora passata là basta per far conoscer di vista, nei suoi varii +aspetti, il popolo di Madrid. Il basso popolo veste come nelle nostre +grandi città; i signori, se si toglie la cappa che portan l'inverno, si +attengono al figurino di Parigi; e son tutti, dal duca allo scrivano, +dallo sbarbatello al vecchio tentenna, lindi, azzimati, impomatati, +inguantati, come uscissero allora allora dal gabinetto di toeletta. +Somigliano da questo lato ai napoletani: belle capigliature nere, barbe +coltissime, mani e piedi di donna. Raro il vedere un cappello basso: +tutti cappelli a staio; e poi mazze, catene, ciondoli, spille, e nastri +all'occhiello a migliaia. Le signore, fuor che in certi giorni di festa, +vestono anch'esse alla francese; le donne del medio ceto portano ancora +la mantiglia; gli antichi stivaletti di raso, la _peineta_, i colori +vivi, il costume nazionale, in una parola, è sparito. Son però sempre +quelle donnine tanto decantate per i loro grandi occhi, per le loro mani +di bimbe, per i loro piedini; di capelli nerissimi, ma di pelle meglio +bianca che bruna, bene appettate, diritte, svelte, vivaci. + +Per passare in rassegna il bel sesso di Madrid, bisogna andare alla +passeggiata del _Prado_, che è per Madrid quello che son per Firenze le +Cascine. Il _Prado_ propriamente detto, è un larghissimo viale, non +molto lungo, fiancheggiato da viali minori, che si stende ad oriente +della città, accanto al famoso giardino del _Buen retiro_, ed è chiuso +alle due estremità da due enormi vasche di pietra, l'una sormontata da +una Cibele colossale, assisa sul cocchio, tratto dai cavalli marini; +l'altra da un Nettuno di eguale grandezza; tutti e due incoronati di +copiosi zampilli che s'incrociano e ricascano graziosamente con allegro +mormorìo. Questo grande viale, assiepato lungo i lati da migliaia di +seggiole, e da centinaia di banchi d'acquaioli e di aranciai, è la parte +più frequentata del _Prado_, e si chiama il _Salon del Prado_. Ma il +passeggio prosegue oltre la fontana di Nettuno; vi sono altri viali, +altre fontane, altre statue; si va in mezzo agli alberi e ai zampilli +fino alla chiesa di Nostra Signora di Atocha, la famosa chiesa colmata +di doni da Isabella II dopo l'attentato del 2 febbraio del 1852, nella +quale il re Amedeo andò a visitare il cadavere del generale Prim. Di là +si abbraccia collo sguardo un vasto tratto della deserta campagna di +Madrid e le montagne nevose del Guadarrama. Ma il _Prado_ è il passeggio +più famoso, non il più bello nè il più vasto della città. Sul +prolungamento del _Salone_, al di là della fontana di Cibele, si stende +per quasi due miglia il passeggio di _Recoletos_, fiancheggiato a destra +dal vasto e ridente borgo di Salamanca, il borgo dei ricchi, dei +deputati e dei poeti; a sinistra da una lunghissima catena di palazzine, +di villette, di teatri, di edifizi nuovi coloriti di vivi colori. Non è +un passeggio solo, son dieci, l'uno accanto all'altro, e l'un più bello +dell'altro; strade per le carrozze, strade pei cavalli, viali per la +gente che cerca la folla, viali pei solitarii, divisi da sterminate +siepi di mortella, fiancheggiati, interrotti da giardini e da boschetti, +nei quali sorgon statue e fontane, e s'intersecano sentierini +misteriosi. I giorni di festa vi si gode uno spettacolo incantevole: da +un capo all'altro dei viali, son due processioni opposte di gente, di +carrozze, di cavalli; nel _Prado_ si può appena camminare; i giardini +sono affollati di migliaia di ragazzi; suonan le musiche dei teatri +diurni; in ogni parte si sente un mormorío di fontane, un fruscío di +vesti, un gridío di bambini, uno scalpitío di cavalli; non v'è solo il +movimento, e la gaiezza d'una passeggiata; v'è il lusso, lo strepito, il +turbinío, l'allegrezza febbrile d'una festa. La città, in quell'ore, è +deserta. Sull'imbrunire, tutta quell'immensa folla si riversa nella gran +strada Alcalà, e allora dalla fontana di Cibele fino alla _Puerta del +Sol_ non si vede che un mare di teste, solcate da una fila di carrozze a +perdita d'occhio. + +Come per le passeggiate, così in fatto di teatri e di spettacoli, Madrid +è, senza dubbio, una delle prime città del mondo. Oltre il gran teatro +dell'Opera, che è vastissimo e ricchissimo; oltre il teatro della +Commedia, il teatro della _Zarzuela_, il Circo di Madrid, che son tutti +teatri di prim'ordine, per ampiezza, eleganza, e concorso di gente; v'è +una corona di teatri minori per le compagnie drammatiche, per le +compagnie equestri, per le accademie musicali, per i _vaudevilles_, +teatri a sala, a palchi, a gallerie, grandi e piccini, signorili e +plebei, per tutte le borse, per tutti i gusti e per tutte le ore della +notte; e non ce n'è uno fra tanti che non sia ogni sera affollato. Poi +v'è il Circo dei Galli, il Circo dei Tori, i balli popolari, i giochi; +qualche giorno vi sono fino a venti spettacoli diversi, a cominciar da +mezzodì fino a poco prima dell'alba. Lo spettacolo dell'Opera, per il +quale il popolo spagnuolo è appassionato, è sempre splendido, non +solamente nella stagione del carnevale, ma in tutte le stagioni: nel +tempo ch'io fui a Madrid, cantava la Fricci al teatro della _Zarzuela_ e +lo Stagno al Circo, l'una e l'altro, circondati di valentissimi artisti, +con orchestre eccellenti e grandiose apparature. I più celebri cantanti +del mondo fanno a gara per andar a cantare nella Capitale della Spagna; +gli artisti vi sono ricercati, festeggiati; la passione della musica è +la sola che può stare in bilancia colla passione dei tori. Anche il +teatro della Commedia ha gran voga. L'Hatzembuch, il Breton de los +Herreros, il Tamayo, il Ventura, il D'Ayala, il Guttierrez, ed altri +moltissimi scrittori drammatici, quali morti, quali viventi, noti anche +fuori di Spagna, hanno arricchito il teatro moderno d'un gran numero di +commedie, che pur non avendo quel profondo stampo nazionale che rese +immortali le opere drammatiche del gran secolo della letteratura +spagnuola, son piene di calore, di sale, di sapore di lingua, e senza +confronto più sanamente educative delle commedie francesi. E si +rappresentan le commedie moderne, ma non si dimenticano le antiche: +negli anniversarii del Lopez de Vega, del Calderon, del Moreto, del +Tirso de Molina, dell'Alarcon, di Francesco de Rojas, e degli altri +grandi luminari del teatro spagnuolo, si rappresentano con pompa solenne +i loro capolavori. Gli attori però non finiscono di soddisfare gli +autori; partecipano dei difetti dei nostri: moto, grido, singhiozzo +soverchio; e molti preferiscono ancora i nostri, perchè ci trovan più +varietà di cadenze e di accenti. Oltre la tragedia e la commedia, si +rappresenta poi un componimento drammatico affatto spagnuolo, lo +_zainete_, nel quale fu maestro un Ramon de la Cruz, una specie di +farsa, che è per lo più una rappresentazione di costumi andalusi, con +personaggi della campagna e del volgo, ed attori che imitano il vestire, +l'accento, i modi di quella gente con una maestria ammirabile. Le +commedie vengon tutte stampate, e son lette avidamente, anche dal popolo +minuto; i nomi degli scrittori sono popolarissimi; la letteratura +drammatica, in una parola, è oggi ancora, come altre volte, la più +diffusa e la più ricca. + +V'è pure molta passione per la _Zarzuela_, che si rappresenta usualmente +nel teatro a cui dà il nome, e ch'è una composizione di mezzo tra la +commedia e il melodramma, tra l'opera in musica e il _vaudeville_, con +una gradevole alternativa di prosa e di verso, di recitazione e di +canto, di serio e di buffo, composizione esclusivamente spagnuola, e +dilettevolissima. In altri teatri si rappresentano commedie politiche, +miste di canto e di prosa del genere delle riviste dello Scalvini, farse +satiriche di argomenti del giorno, una specie di _autos sacramentales_, +con scene della passione di Gesù Cristo, nella Settimana Santa; e balli +e ballonzoli e pantomime d'ogni natura. Nei teatri piccoli si danno tre +o quattro rappresentazioni per sera, d'un'ora l'una, e gli spettatori si +rinnovano ad ogni rappresentazione. Nel teatro _Capellanes_, famigerato, +si balla tutte le sere dell'anno un _kan-kan_ scandaloso oltre ogni +oscena immaginazione, e là accorrono i giovinastri, le donne ardite, i +vecchi libertini dal naso aggrinzato, armati di lenti, di occhiali, di +cannocchiali, e di quanti istrumenti ottici valgano ad avvicinare le +forme, come dice l'Aleardi, pubblicate dal palco. + +Dopo il teatro, si trovan tutti i caffè pieni di gente, la città +illuminata, le strade corse da innumerevoli carrozze, come sul far della +sera. Uscendo dal teatro, in un paese straniero, si è un po' tristi: si +son viste tante belle creature, e nessuna ci degnò d'uno sguardo! Ma un +italiano, a Madrid, trova un conforto. Si cantan quasi sempre opere +italiane, e si cantano in italiano; così che tornando a casa sentite +canterellare colle parole della vostra lingua le ariette che vi son +famigliari fin dall'infanzia; sentite un _palpito_ di qui, un _fiero +genitor_ di là, un _tremenda vendetta_ più oltre; e quelle parole vi fan +l'effetto di saluti di gente amica. Ma per arrivar a casa, che fitta +siepe di gonnelle dovete scavalcare! Si dà la palma a Parigi, e non +dubito che la meriti; ma neanco Madrid non canzona; e che ardimento, e +che parole di fuoco, e che provocazioni imperiose! Finalmente arrivate +davanti a casa vostra; ma non avete la chiave della porta. "Non si +confonda," vi dice il primo cittadino che incontrate, "vede là in fondo +alla strada quella lanterna? L'uomo che la porta è un _sereno_, e i +_serenos_ hanno le chiavi di tutte le case;" Allora voi gridate ad alta +voce:--Sereno!--e la lanterna si avvicina, e un uomo con un enorme +mazzo di chiavi tra le mani, datavi un'occhiata scrutatrice, v'apre la +porta, vi fa lume fino al primo piano e vi augura la buona notte. Così +tutte le sere: con una lira al mese voi siete libero dalla briga di +portar in tasca le chiavi di casa. Il _sereno_ è un impiegato del +Municipio, ve n'è uno per ogni strada, ed ognuno ha un fischietto; se vi +piglia foco in casa o i ladri vi fan saltare la serratura, voi non avete +che a buttarvi alla finestra e gridare:--Sereno! Aiuto!--Il sereno che è +nella strada fischia, i sereni delle strade vicine fischiano, in pochi +minuti tutti i sereni del quartiere accorrono in vostro soccorso. A +qualunque ora della notte voi vi svegliate, sentite la voce del sereno +che ve l'annunzia, soggiungendo che fa bel tempo, o che piove, o che sta +per piovere. Quante cose sa e quante ne tace questa notturna sentinella! +Quanti sommessi addii amorosi non sente! Quante letterine non vede cader +dalle finestre, e chiavette saltellare sul lastrico, e mani trinciar +l'aria in atto misterioso, e amanti imbacuccati infilar le porticine, e +finestrelle illuminate oscurarsi ad un tratto, e neri fantasmi +dileguare, al primo chiarir dell'alba, lungo i muri!... + +Non dissi che dei teatri: a Madrid v'è un concerto musicale, si può +dire, ogni giorno; concerti nei teatri, concerti nelle sale accademiche, +concerti nelle strade, e poi una folla di suonatori ambulanti che vi +assordano a tutte le ore del giorno. Dopo tutto questo viene fatto di +dimandare come mai un popolo tanto infatuato della musica, da averne +bisogno, sto per dire, come dell'aria che respira, non abbia dato +all'arte alcun grande maestro. Gli Spagnuoli non se ne sanno dar pace! + +Ci sarebbe da imbrattar molta carta, a voler descrivere di Madrid i +grandi sobborghi, le porte, i passeggi fuor della città, le piazze, le +strade storiche; e cui piacesse non ommetter nulla, gli splendidi caffè: +l'_Imperial_ nella piazza della _Puerta del Sol_, il _Fornos_ nella +strada Alcalà, due vastissime sale, nelle quali, tolti i tavolini, +potrebbe far gli esercizi uno squadrone di cavalleria; e gli altri +innumerevoli che si trovano a ogni passo, in cui danzerebbero +comodamente cento coppie di ballerini; le botteghe sfarzose che occupan +tutto il pian terreno di vasti edifizi, tra le quali i grandi negozi di +tabacchi di Avana, luogo di ritrovo dei signoroni, pieni di tanti sigari +piccolissimi, grossi, enormi, tondi, piatti, puntati, fatti a serpe, ad +arco, a uncino, d'ogni forma, d'ogni gusto e d'ogni prezzo, da +contentare la più matta fantasia di fumatore, e ubbriacare tutta la +popolazione d'una città; gli spaziosi mercati, le caserme da corpo +d'esercito, il gran palazzo reale, in cui il Quirinale ed il Pitti si +potrebbero nascondere senza timore di farsi scorgere; la gran strada di +Atocha che attraversa la città, l'immenso giardino del _Buen retiro_, +col suo gran lago, coi suoi poggi incoronati di chioschi, coi suoi mille +uccelli pellegrini.... Ma più d'ogni altra cosa meritano attenzione i +Musei d'armi, di pittura, di marina, a ciascuno dei quali sarebbe poco +dedicare un volume. + + * * * * * + +L'armeria di Madrid è una delle più belle del mondo. Al primo entrare +nella vastissima sala, il cuore vi dà un balzo e il sangue un tuffo, e +voi restate immobile sulla soglia come uno smemorato. Un intero esercito +di cavalieri coperti di ferro, colle spade nel pugno, colle lancie in +resta, sfolgoranti, formidabili, si slanciano contro di voi, come una +legione di spettri. È un esercito d'imperatori, di re, di duchi, chiusi +nelle più splendide armature che siano mai uscite dalla mano dell'uomo, +sulle quali da diciotto smisurate finestre si versa un torrente di luce, +che ne cava un barbaglio di lampi, di scintille, di colori, da dar le +traveggole. Le pareti sono coperte di corazze, d'elmi, d'archi, di +fucili, di spade, di alabarde, di lancie da torneo, di moschettoni +enormi, di lancioni giganteschi che s'alzan dal pavimento alla volta; +dalla volta pendon bandiere di tutti gli eserciti del mondo, trofei di +Lepanto, di San Quintino, della guerra d'indipendenza, delle guerre +d'Affrica, di Cuba, del Messico; in ogni parte è una profusione di +insegne gloriose, di armi illustri, di meravigliosi lavori d'arte, di +effigie, di emblemi, di nomi immortali. Non si sa di dove cominciare ad +ammirare; si corre, sulle prime, di qua e di là, guardando tutto e non +vedendo nulla, e si è stanchi prima di aver cominciato. Nel mezzo della +sala sono le armature equestri; cavalli e cavalieri disposti in fila, a +tre a tre, a due a due, tutti rivolti nello stesso senso, come uno +squadrone in colonna; e vi si distinguono a primo aspetto, fra le altre, +le armature di Filippo II, di Carlo V, di Emanuele Filiberto, di +Cristoforo Colombo. Qua e là, sopra piedestalli, si vedono elmi, +cassidi, morioni, golette, rotelle, appartenenti a' re d'Aragona, di +Castiglia, di Navarra, lavorate a rilievi finissimi d'argento che +rappresentan battaglie, scene mitologiche, figure simboliche, trofei, +grotteschi, ghirlande; alcuni d'inestimabile valore, opera dei più +insigni artisti d'Europa; altri di forme strane, sopraccarichi di +ornamenti, con creste, visiere e cimieri colossali; poi elmetti e +corazzine di principini; spade e scudi donate da papi e da monarchi. In +mezzo alle armature equestri, si vedono statue vestite di fantastiche +assise di Americani, di Affricani, di Chinesi, ornate di penne e di +sonagli, con archi e turcassi; spaventose maschere guerresche; abiti di +mandarini intessuti d'oro e di seta. Lungo le pareti altre armature; +quella del marchese di Pescara, quella del poeta Garcilaso della Vega, +quella del marchese di Santa Cruz, quella gigantesca di Giovan Federico +il Magnanimo, duca di Sassonia; e fra l'una e l'altra bandiere arabe, +persiane, moresche, cadenti a brani. Nelle vetrine una serie di spade +che a sentirvi dire il nome di coloro che le portarono, vi si rimescola +il sangue: la spada del principe di Condé, la spada d'Isabella la +Cattolica, la spada di Filippo II, la spada di Ferdinando Cortes, la +spada del Conte duca di Olivares, la spada di Giovanni d'Austria, la +spada di Conzalvo di Cordova, la spada del Pizzarro, la spada del Cid, e +un po' più in là, la celata di re Boabdil di Granata, la targa di +Francesco I, la seggiola da campo di Carlo V. In un canto della sala +sono schierati i trofei degli eserciti ottomani, elmetti tempestati di +gemme, sproni, staffe dorate, collari di schiavi, pugnali, scimitarre +dal fodero di velluto, cerchiati d'oro, ricamati, imperlati; le spoglie +di Alì Bascià, ucciso sulla nave capitana alla battaglia di Lepanto; il +suo caffettano di broccato d'oro e d'argento, la cintura, i bozzacchini, +lo scudo; le spoglie dei suoi figli; le bandiere strappate dalle galee. +Da un altro lato, corone votive, croci e monili di principi goti. In un +altro scompartimento, gli oggetti tolti agli Indiani di Mariveles, ai +Mori di Cagayan e del Mindanao, ai selvaggi delle più remote isole +dell'Oceania: collane di guscio di lumaca, pipe di lattone, idoli di +legno, flauti di canna, ornamenti fatti di zampe d'insetti, schiavine di +foglie di palma, foglie scritturate che servivan di salvacondotto, +freccie avvelenate, scuri da carnefici. E poi da qualunque parte uno si +volga, selle di re, cotte d'arme, colubrine, tamburi storici, ciarpe, +iscrizioni, memorie ed immagini di tutti i tempi e di tutti i paesi, +dalla calata dei Goti alla battaglia di Tetuan, dal Messico alla China; +un emporio di tesori e di capolavori da cui uno si allontana, commosso, +stordito e sfinito, per ritornar poi a sè come da un sogno, colla +memoria stracca e confusa. + +Se un giorno un grande poeta italiano vorrà cantare la scoperta del +nuovo mondo, in nessun luogo potrà attingere più possenti ispirazioni +che nel Museo navale di Madrid, perchè in nessun luogo si sente più +profondamente l'aura vergine dell'America selvaggia, e la presenza +arcana di Colombo. V'è una sala chiamata Gabinetto degli Scopritori: il +poeta, entrandovi, se ha davvero anima di poeta, si scoprirà il capo con +venerazione. In qualunque punto della sala cada lo sguardo, si vede +un'immagine che fa battere il cuore: non si è più in Europa, nè in +questo secolo; si è nell'America del secolo decimoquinto, si respira +quell'aria, si vedon quei luoghi, si sente quella vita. Nel mezzo è un +alto trofeo d'armi tolte agl'indigeni delle terre scoperte: scudi +rivestiti di pelli di fiere, giavellotti di canna colle cocche pennute, +sciabole di legno entro guaine di vimini, coll'else ornate di crini e di +capelli cascanti in lunghe ciocche; mazze, aste, clave enormi; grandi +spade dentellate a modo di sega, scettri informi, turcassi da giganti, +vestimenti di pelo di scimmia, daghe di re e di carnefici, armi dei +selvaggi di Cuba, del Messico, della nuova Caledonia, delle Caroline, +delle isole più remote del Pacifico, nere, strane, orrende, che destan +nella fantasia visioni confuse di lotte terribili, nell'oscurità +misteriosa delle foreste vergini, entro sterminati laberinti d'alberi +ignoti. E intorno a queste spoglie d'un mondo selvaggio, le immagini e +le memorie dei vincitori: qui il ritratto di Colombo, là il ritratto +del Pizzarro, più in là il ritratto di Ferdinando Cortes; in una parete, +la carta d'America che tracciò Giovanni de la Cosa, nel secondo viaggio +del Genovese, sur un'ampia tela sparsa di figure, di colori, di segni, +che dovevan servire a diriger le spedizioni nell'interno delle terre; +vicino alla tela, un pezzo dell'albero sotto il quale riposò il +conquistatore del Messico nella famosa _notte triste_, dopo che s'era +aperto il passo attraverso l'immenso esercito che lo aspettava nella +valle d'Otumba; un vaso cavato dal tronco dell'albero presso il quale +morì il celebre capitano Cook; imitazioni di barche, di barconi, di +zattere usate dai selvaggi; una corona di ritratti di navigatori +illustri; e nella parte di mezzo un gran quadro che rappresenta le tre +navi di Cristoforo Colombo, la _Nina_, la _Pinta_ e la _Santa Maria_, +nel momento in cui scopron la terra Americana, e tutti i marinai, ritti +sulle poppe, agitando le braccia e gettando alte grida, salutano il +nuovo mondo e ringraziano Iddio. Non v'è parola che esprima l'emozione +che si prova alla vista di quello spettacolo, nè lagrima che valga +quella che vi tremola negli occhi in quel punto, nè anima umana che in +quel momento non si senta più grande! + +Le altre sale, che son dieci, sono anch'esse piene di oggetti preziosi. +Nella sala accanto al Gabinetto degli Scopritori son raccolte le memorie +della battaglia di Trafalgar: il quadro della Santissima Trinità, ch'era +nello stanzino di poppa della nave _Real Trinidad_, e che fu tolto +dagl'Inglesi pochi minuti prima che la nave andasse a fondo; il +cappello e la spada di Federico Gravina, capitano generale della flotta +spagnuola, morto in quella giornata; un grande modello compiuto della +nave _Sant'Anna_, una delle poche che usciron salve dalla battaglia; +bandiere, ritratti d'ammiragli, quadri rappresentanti episodi di quella +lotta tremenda. E accanto alle memorie di Trafalgar, altre molte che non +parlano meno efficacemente all'anima, come un calice fatto col legno +dell'albero detto _Ceiba_, all'ombra del quale fu celebrata la prima +messa nell'Avana il 19 marzo del 1519; il bastone del capitano Cook; +idoli di selvaggi, scalpelli di pietra coi quali gl'Indiani di +Porto-ricco foggiavano gl'idoli prima dello scoprimento dell'isola. E +dopo questa, un altra gran sala, entrando nella quale uno si trova in +mezzo a una flotta di galee, di caravelle, di feluche, di brigantini, di +corvette, di fregate, di navi di tutti i mari e di tutti i secoli, +armate, imbandierate, approvvigionate, che par non aspettino altro che +il vento per prendere il mare e sparpagliarsi pel mondo. Nelle altre +sale, un visibilio di macchine, di ordigni, d'armi navali; di quadri +rappresentanti tutte le imprese marittime del popolo spagnuolo; di +ritratti d'ammiragli, di navigatori, di marinai; di trofei d'Asia, +d'America, d'Affrica, d'Oceania, fitti, ammontati, da doverci passar +dinanzi correndo per far in tempo a veder ogni cosa prima che ci colga +la notte. Uscendo dal Museo Navale, par di tornare da un viaggio intorno +al globo: quanto si è vissuto in quelle poche ore! + +V'è ancora a Madrid un grande Museo d'Artiglieria, un immenso Museo del +Genio, un bel Museo Archeologico, un ragguardevole Museo di storia +naturale; vi sono altre mille cose degne di veduta; delle quali bisogna +nulla meno sacrificar la descrizione al meraviglioso Museo di pittura. + +Il giorno in cui s'entra per la prima volta in un Museo come quello di +Madrid costituisce una data storica nella vita d'un uomo; è un +avvenimento importante come il matrimonio, la nascita d'un bambino, la +presa d'un'eredità; se ne sentono gli effetti fino alla morte. E ciò +perchè un Museo come quello di Madrid, come quello di Firenze, come +quello di Roma, è un mondo; una giornata passata fra quelle pareti è un +anno di vita; un anno di vita agitata da tutte le passioni che ci +possono agitare nella vita reale: l'amore, la religione, il furor di +patria, l'ardor della gloria; un anno di vita per quello che ci si gode, +per quello che ci s'impara, per quello che ci si pensa, per i conforti +che ci si raccolgono per l'avvenire; un anno di vita in cui si sian +letti mille volumi, esperimentati mille affetti, corse mille avventure. +Questi pensieri volgevo in mente dirigendomi a rapidi passi verso il +palazzo del Museo di pittura, posto a sinistra del Prado, per chi venga +dalla strada d'Alcalà; ed era tanta la gioia che mi agitava, che giunto +dinanzi alla porta, mi fermai, e dissi a me stesso:--Vediamo!... Che +cosa hai tu fatto nella vita per meritare d'entrar lì dentro? Nulla! +Ebbene, il giorno che ti colpisca una disgrazia, china la testa, e tien +per saldata la partita.-- + +Entrai e mi levai il cappello senza accorgermene: il cuore mi batteva +forte e mi correva un leggiero tremito da capo a piedi. Nella prima sala +non sono che alcuni grandi quadri di Luca Giordano: passai oltre. Nella +seconda _cominciai a non esser più io_, e in luogo di mettermi a guardar +quadro per quadro, rimisi l'esame a poi, e feci il giro del Museo quasi +correndo. Nella seconda sala sono i quadri del Goya, l'ultimo grande +pittore spagnuolo; nella terza, vasta quant'una piazza, sono i +capolavori dei primi maestri. Entrando, vi trovate da un lato le Vergini +del Murillo, dall'altro i Santi del Ribera, un po' più oltre i ritratti +del Velasquez; in mezzo alla sala, i quadri di Raffaello, di +Michelangelo, d'Andrea del Sarto; in fondo il Tiziano, il Tintoretto, +Paolo Veronese, il Correggio, il Domenichino, Guido Reni. Tornate +indietro, entrate in una gran sala a destra: vedete in fondo altri +quadri di Raffaello, a destra e a sinistra il Velasquez, il Tiziano e il +Ribera; accanto alla porta il Rubens, Van Dyck, frate Angelico, il +Murillo. In un'altra sala la scuola francese: Poussin, Duguet, Lorrain; +in due altre vastissime, le pareti coperte di quadri del Breughel, del +Téniers, del Jordaens, del Rubens, del Dürer, del Schoen, del Mengs, del +Rembrandt, del Bosch; in tre altre non meno vaste, quadri alla rinfusa +di Joanes, del Carbajal, dell'Herrera, di Luca Giordano, del Carducci, +del Salvator Rosa, del Menendez, del Cano, del Ribera. Girate per +un'ora, e non avete visto nulla; per la prim'ora è una battaglia: i +capolavori lottano per disputarsi la vostra anima; la _Concezione_ del +Murillo copre d'un torrente di luce il _Martirio di San Bartolomeo_ del +Ribera; il _San Giacomo_ di Ribera schiaccia il _Santo Stefano_ di +Joanes; il _Carlo V_ del Tiziano fulmina il _Conte duca Olivares_ del +Velasquez; lo _Spasimo di Sicilia_ di Raffaello ottenebra tutti i quadri +che gli fanno corona; gli _Ubriaconi_ del Velasquez sconcertano con un +riflesso di gioia baccanalesca i visi dei santi e dei principi vicini; +il Rubens atterra il Van Dyck, Paolo Veronese sopraffà il Tiepolo, il +Goya ammazza il Madrazo; i vinti si rifanno su altri minori, altrove si +sovrappongono alla loro volta ai vincitori; è una gara di miracoli +d'arte, in mezzo a cui la vostra anima inquieta tremula come una fiamma +agitata da mille soffi, e il vostro cuore si espande in un sentimento +d'orgoglio per la potenza del genio umano. + +Sbollito il primo entusiasmo, si comincia ad ammirare. In mezzo a un +esercito di tali artisti, dei quali ciascuno richiederebbe un libro a +sè, mi attengo agli Spagnuoli, e tra questi, ai quattro che mi destarono +un'ammirazione più profonda, e delle cui tele serbo una memoria più +distinta. + +Il più recente è il Goya, nato verso la metà del secolo scorso. È il +pittore più spagnuolo della Spagna, il pittore dei _toreros_, dei +popolani, dei contrabbandieri, delle streghe, dei ladri, della guerra +d'indipendenza, di quell'antica società spagnuola che si dissolvette +sotto i suoi occhi; un fiero aragonese, d'una tempra di ferro, +appassionato per i combattimenti dei tori, tanto che negli ultimi anni +della sua vita, soggiornando a Bordeaux, correva una volta la settimana +a Madrid non per altro che per vedere quello spettacolo, e se ne tornava +come una freccia senza neanco salutare gli amici; un ingegno robusto, +mordace, imperioso, fulmineo, che nel calore delle sue violente +ispirazioni copriva in pochi istanti di figure una parete o una tela, e +dava i tocchi d'effetto con quanto gli cadeva in mano, spugne, scope, +bastoni; che tracciando il viso d'un personaggio odiato, l'insultava; +che dipingeva un quadro come avrebbe combattuto una lotta; disegnatore +arditissimo, colorista originale e possente, creatore d'una pittura +inimitabile, di ombre paurose, di luci arcane, di sembianze stravolte, e +pur vere; grande maestro nell'espressione di tutti gli affetti +terribili, dell'ira, dell'odio, della disperazione, della rabbia +sanguinaria; pittore atletico, battagliero, instancabile; naturalista +come il Velasquez, fantastico come l'Hogart, energico come il Rembrandt, +ultimo lampo color di sangue del genio spagnuolo. Son parecchi quadri +suoi nel Museo di Madrid, tra i quali uno amplissimo rappresentante +tutta la famiglia di Carlo IV; ma i due nei quali versò tutta l'anima +sua, sono: i soldati francesi che fucilano gli Spagnuoli il 2 di maggio, +e una lotta di popolani di Madrid coi mammalucchi di Napoleone I, a +figure di grandezza naturale. Son due quadri che fanno inorridire. Non +si può immaginar nulla di più tremendo, non si può dare alla prepotenza +una forma più esecrabile, alla disperazione un aspetto più spaventoso, +al furore della mischia un'espressione più feroce. Nel primo, un cielo +oscuro, il lume d'una lanterna, un lago di sangue, un mucchio di +cadaveri, una folla di condannati a morte, una fila di soldati francesi +nell'atto di sparare; nell'altro, cavalli svenati, cavalieri tirati giù +di sella, pugnalati, pestati, lacerati; che visi! che atteggiamenti! par +di sentire le grida e di veder correre il sangue; la scena vera non +potrebbe destar più orrore; il Goya deve aver dipinto quei quadri cogli +occhi stravolti, colla schiuma alla bocca, colla furia d'un ossesso; è +l'ultimo segno a cui può arrivar la pittura prima di tradursi in azione; +varcato quel segno, si butta il pennello e si afferra un pugnale; per +far qualcosa di più terribile di quei quadri, bisogna uccidere; dopo +quei colori, c'è il sangue. + +Del Ribera, che noi conosciamo sotto il nome di _Spagnoletto_, v'è tanti +quadri da formarne un Museo; la maggior parte figure di santi, di +grandezza naturale; un _Martirio di San Bartolommeo_ di più figure, e un +Prometeo colossale incatenato a uno scoglio. Altri quadri di lui si +trovano in altri Musei, all'Escurial, nelle chiese, chè fu artista +fecondissimo e operosissimo, come quasi tutti gli artisti spagnuoli. +Veduto un quadro suo, si riconoscono, al primo colpo d'occhio, tutti gli +altri; e non è mestieri di aver un occhio esperto. Son vecchi santi +estenuati, con teste calve, nude, sulle quali si contan le vene; occhi +pesti, guancie scarne, fronti raggrinzite, petti infossati che lascian +vedere le costole; braccia, mani che non hanno che pelle ed ossa; corpi +rifiniti, disfatti, vestiti di cenci, gialli del giallo smorto de' +cadaveri, piagati sconciamente, sconciamente sanguinosi; son carcasse +che paion tratte allora dalla bara, portanti nel viso l'impronta di +tutti gli spasimi delle malattie, della tortura, della fame, +dell'insonnia; figure di tavole anatomiche sulle quali potete studiare +tutti i segreti dell'organismo umano. Ammirabili, sì, per ardimento di +disegno, per vigore di colorito e per gli altri mille pregi che +procacciarono al Ribera la fama di potentissimo pittore; ma l'arte vera +e grande ah! non è quella. In quei visi non è quel lume celeste, +quell'_immortal raggio dell'alma_ che rivela col sublime dolore le +speranze sublimi, _gl'intimi lampi e i desiderii immensi_; quel lume che +distrae l'occhio dalla piaga, e leva il pensiero al cielo; non v'è che +il dolor crudo che mette ribrezzo e terrore; non v'è che la stanchezza +della vita e il presentimento della morte; non v'è che la vita umana che +fugge, senza il riflesso di quella immortale che giunge. Non v'è uno di +quei Santi di cui si ricordi l'immagine con amore; si guardano, e si +sente freddo al cuore, ma il cuore non batte; il Ribera non amava. +Eppure nel percorrere le sale del Museo, per quanto fosse vivo il +sentimento quasi di ripugnanza che molti di quei quadri m'ispiravano, +bisognava che li guardassi, e non ne potevo staccar gli occhi, tanta è +la forza attrattiva del vero, anche spiacente; e tanto son veri i quadri +del Ribera! Quei visi li riconoscevo, li avevo visti negli ospedali, +nelle stanze mortuarie, dietro le porte delle chiese; son visi di +accattoni, di moribondi, di condannati a morte, che mi si parano dinanzi +di notte, oggi ancora, percorrendo una strada deserta, passando accanto +a un cimitero, salendo su per una scala ignota. Ve n'è alcuni che non si +posson guardare; un eremita, nudo, steso in terra, che pare uno +scheletro colla pelle; un vecchio santo, al quale la pelle consunta dà +l'apparenza d'un corpo scorticato; il Prometeo colle viscere fuor del +petto. Al Ribera piaceva il sangue, le membra lacerate, lo strazio; +doveva godere a rappresentar dolori; doveva credere in un inferno più +orrendo di quel di Dante, e in un Dio più terribile di quel di Filippo +II. Nel Museo di Madrid egli rappresenta il terrore religioso, la +vecchiezza, i patimenti, la morte. + +Più gaio, più vario, più splendido il grande Velasquez. Quasi tutti i +suoi capolavori son là. Sono un mondo; v'è ritratto tutto: la guerra, la +corte, il trivio, la taverna, il paradiso; è una galleria di nani, +d'imbecilli, di pezzenti, di buffoni, d'ubriachi, di commedianti, di re, +di guerrieri, di martiri, di numi; tutti vivi, parlanti, in +atteggiamenti nuovi, arditi, colla fronte serena, col sorriso sulle +labbra, pieni di freschezza e di vigore; il grande ritratto del conte +duca d'Olivarez a cavallo, il quadro celebre _de las Meninas_, quello +delle _Filatrici_, quello dei _Bevitori_, quello della _Fucina di +Vulcano_, quello della _Resa di Breda_; ampie tele piene di figure che +par che escano dal quadro, delle quali, viste una volta, si ricorda +distintamente ogni più sfuggevole tratto o moto od ombra del viso, come +di persone vive, incontrate pur ora; gente con cui pare d'aver parlato, +e a cui si pensa, molto tempo dopo, come a conoscenti di non si sa +quando; gente che spira allegrezza e desta coll'ammirazione il sorriso, +e fa sentire quasi un rincrescimento di non poterla gustare che cogli +occhi, di non potersi mescolare con loro, e attingere un po' della loro +rigogliosa vita. Non è effetto della prevenzione favorevole che dà il +nome del grande artista, non c'è bisogno di essere intendente d'arte; la +donnicciuola, il ragazzo si arrestano dinanzi a quei quadri, batton le +mani e ridono; è la natura ritratta con una fedeltà superiore ad ogni +immaginazione; si scorda il pittore, non si pensa all'arte, non si +scopre l'intento: si dice:--È vero! È così! È l'immagine che avevo in +mente!--Si direbbe che il Velasquez non ci ha messo nulla di suo, che ha +lasciato fare la mano, e che la mano non fece che fissare le linee e i +colori sulla tela d'una camera ottica che riproduceva i personaggi veri +ch'egli ritrasse. Più di sessanta quadri suoi son nel Museo di Madrid, e +non si vedessero che una sola volta, e di volo, non se ne scorderebbe +uno. È dei quadri del Velasquez come del romanzo di Alessandro Manzoni, +che dopo letto una diecina di volte, s'intreccia e si confonde +siffattamente coi nostri particolari ricordi, che ci par d'_averlo +vissuto_. Così i personaggi dei quadri del Velasquez si mescolano nella +folla dei nostri amici e conoscenti, vicini e lontani, di tutta la vita, +e ci si presentano alla mente e s'intrattengon con noi, senza che noi ci +ricordiamo neppure di averli visti dipinti. + +Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce più soave che possa uscire +dalla nostra bocca. Il Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è +un angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora. Le sue tele lo +fanno conoscere, come se gli si fosse vissuti assieme. Era bello, era +buono, era pio: l'invidia non sapeva dove morderlo, intorno alla corona +della gloria egli portava un'aureola d'amore. Era nato per dipingere il +cielo. Aveva sortito un genio pacato e sereno, che si levava a Dio sulle +ali d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più ammirabili +spirano un'aura di modesta dolcezza, che desta la simpatia e l'affetto +prima ancora che la meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di +contorni, un'espressione piena di vivezza e di grazia, un'armonia +ineffabile di colori, sono ciò che colpisce a primo aspetto; ma più si +guarda, più si scopre, e la meraviglia si trasforma a poco a poco in un +sentimento dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un aspetto benigno, +che rallegra e consola; i suoi angeli, ch'egli aggruppava con una +maestria meravigliosa, fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci; le +sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran manto azzurro, con +grandi occhi neri, colle mani giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno +tremare il cuore di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli +congiunge la verità del Velasquez, agli effetti vigorosi del Ribera, +all'armoniosa trasparenza del Tiziano, alla brillante vivezza del +Rubens. La Spagna gli diede il nome di _Pittore delle Concezioni_, +poichè fu insuperabile nell'arte di rappresentare questa divina idea. Vi +son quattro grandi _Concezioni_ nel Museo di Madrid. Io passai dinanzi a +quei quattro quadri, delle mezze giornate, immobile, quasi estatico. Mi +rapiva sopra tutte quella non intera, colle braccia incrociate sul +petto, e la mezza luna traverso alla vita; molti la pospongono alle +altre; io fremevo al sentirlo dire; ero preso d'una passione +inesprimibile per quel viso. Più d'una volta, guardandola, mi sentii +scorrer le lagrime giù per le guancie. Dinanzi a quel quadro, il mio +cuore s'ingentiliva, il mio intelletto si sollevava ad un'altezza di +pensieri cui non era mai arrivato. Non era l'entusiasmo della fede; era +un desiderio, un'aspirazione immensa alla fede, una speranza che mi +faceva intravvedere una vita più nobile, più feconda, più bella di +quella che avevo condotto fino allora; un sentimento nuovo della +preghiera, un bisogno d'amare, di far del bene, di soffrire per gli +altri, di espiare, di nobilitar la mia mente e il mio cuore. Non son mai +stato tanto vicino alla fede come in quei momenti; non son mai stato +così buono e così affettuoso; e credo che sul mio volto non abbia mai +brillato più splendidamente la mia anima. La _Vergine dei dolori_, +_Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine_, _Cristo crocifisso_, +l'_Annunziazione_, l'_Adorazione dei pastori_, la _Sacra famiglia_, la +_Vergine del Rosario_, _Il bambino Gesù_ son tutti quadri mirabili e +belli d'una luce queta e soave, che va all'anima. Bisogna vedere la +domenica i fanciulli, le ragazze, le donne del popolo dinanzi a quelle +immagini; vedere come i loro volti s'illuminano, e sentire che dolci +parole escon dalle loro labbra. Il Murillo, per loro, è un santo; ne +pronunziano il nome con un sorriso, come per dire:--È nostro!--e +pronunziandolo, vi guardano come per imporvi un atto di reverenza. Gli +artisti non ne portan tutti lo stesso giudizio; ma l'amano anche essi +sopra ogni altro, e non riescono a sceverare l'ammirazione dall'amore. +Il Murillo non è soltanto un grande pittore, è una grand'anima; è più +che una gloria, è un affetto della Spagna; è più che un maestro sovrano +del bello, è un benefattore, un ispiratore di buone azioni, una immagine +cara che, afferrata una volta nelle sue tele, si porta nel cuore tutta +la vita, con un sentimento di gratitudine e di devozione religiosa. È +uno di quegli uomini, dei quali un non so qual sentimento secreto ci +dice che li dovremo rivedere, che il rivederli ci è dovuto come un +premio, che non possono essere spariti per sempre, che in qualche luogo +sono ancora, che la loro vita non è stata che un lampo d'una luce +inestinguibile, che dovrà apparire un giorno in tutto il suo splendore +agli occhi dei mortali. Si dirà: errori della fantasia! Ah, cari +errori! + +Dopo le opere di questi quattro grandi maestri, vi son da ammirare i +quadri di Joanes, artista intimamente italiano, a cui il disegno +corretto e la nobiltà dei caratteri valsero il titolo, benchè profferito +sotto voce, di Raffaello spagnuolo; non nell'arte, ma nella vita simile +a frate Angelico, poichè il suo studio era un oratorio, dove si +digiunava e facea penitenza, ed egli pure, prima di mettersi all'opera, +andava a pigliar la comunione. Poi i quadri di Alonso Cano; i quadri del +Pacheco, maestro del Murillo; del Pareja, schiavo del Velasquez; del +Navarrate il Muto; del Menendez, gran pittore di fiori; dell'Herrera, +del Coello, del Carbajal, del Collantes, del Rizi. Del Zurbaran, uno dei +più grandi pittori spagnuoli, degno di star accanto ai tre primi, v'è +poco. Di quadri d'altri artisti, minori di quegli accennati, ma pure per +meriti diversi ammirabili, son pieni i corridoi, le anticamere, le sale +di passaggio. Ma non è questo il solo Museo di pittura di Madrid: vi +sono centinaia di quadri nell'Accademia di San Fernando, nel ministero +del _Fomento_, e in altre Gallerie private. Ci vorrebbero mesi e mesi a +veder bene ogni cosa; che non ci vorrebbe a descrivere, anche a chi +avesse ingegno da tanto? Uno dei più potenti scrittori di Francia, +amantissimo della pittura e gran maestro di descrizioni, messo al punto, +si spaventò, e non seppe far di meglio che cavarsi d'impiccio dicendo +che ci sarebbe troppo da dire; e s'egli stimò bene di tacere, a me deve +sembrare d'aver già detto anche troppo. È una delle più dolorose +conseguenze d'un bel viaggio questa di trovarsi ad avere nella mente +una folla di belle immagini e nel cuore un tumulto di grandi affetti, e +non potere, non sapere esprimerne che una sì piccola parte! Con che +profondo sdegno lacererei queste pagine quando penso a quei quadri! O +Murillo, o Velasquez, o povera penna mia! + + * * * * * + +Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi per la prima volta, +sboccando dalla strada d'Alcalà nella piazza della Porta del Sole, il re +Amedeo. Provai un piacere vivissimo, come se avessi riveduto il più +intimo dei miei amici. È curiosa quella di trovarsi in un paese dove +l'unica persona che si conosca è il Re! Verrebbe voglia di corrergli +dietro gridando:--Maestà! son io, sono arrivato.-- + +Don Amedeo seguiva a Madrid le abitudini paterne. Si levava all'alba e +andava a fare una passeggiata nei giardini del Moro che si stendono tra +il Palazzo reale e il Manzanare; o si recava a visitare i Musei, +attraversando la città a piedi, con un solo aiutante di campo. _Las +criadas_, tornando a casa trafelate colla cesta ripiena, raccontavano +alle padrone sonnecchianti che l'avevano incontrato, che gli eran +passate accanto, quasi da toccarlo; e le padrone repubblicane +dicevano:--_Asì debe hacer,_--e le carliste storcevan la bocca +mormorando:--_Que clase de rey!_--(che razza di re), o come intesi dire +una volta:--_Quiere á toda costa que le peguen un tiro._--(Vuole a tutti +i costi che gli tirino una fucilata.) Rientrato in Palazzo, riceveva il +Capitano generale e il Governatore di Madrid, i quali, giusta una +consuetudine antica, dovevan presentarsi ogni giorno al Re per +domandargli se avesse nulla da ordinare all'esercito e alla polizia. +Venivan dopo i ministri. Oltre a vederli tutti insieme in Consiglio una +volta la settimana, Amedeo ne riceveva uno ogni giorno. Partito il +ministro, cominciava l'udienza: Don Amedeo dava udienza ogni giorno per +un'ora almeno, molte volte per due. Le domande erano innumerevoli, e gli +oggetti delle domande facili a indovinarsi: sussidi, pensioni, impieghi, +privilegi, croci; il Re riceveva tutti. La Regina pure riceveva; benchè +non ogni giorno, a cagione del suo mutevole stato di salute. A lei +spettavano tutte le opere di beneficenza. Essa riceveva in presenza d'un +maggiordomo e d'una dama d'onore, alla stess'ora che il Re, ogni sorta +di gente: signore, operai, donne del popolo, ascoltando pietosamente +lunghi racconti di miserie e di dolori. Oltre a cento mila lire al mese +ella distribuiva in opere di carità, senza contare le largizioni +straordinarie agli ospizi, agli ospedali, agli altri istituti di +beneficenza. Alcuni di questi fondò ella stessa. Sulla riva del +Manzanare, in vista del palazzo reale, in un luogo aperto e ridente, si +vede una casetta dipinta a vivi colori, con un giardinetto all'intorno, +di dove, passando, si senton risa, grida e vagiti di bimbi. La Regina +fece costruire quella casa per raccogliervi i figliuoli piccini delle +lavandaie, i quali, mentre le madri lavoravano, solevan rimaner per le +strade esposti a mille pericoli. Là son maestre, balie, donne di +servizio, che provvedono a tutti i bisogni dei bimbi: è insieme un +ospizio e una scuola. Le spese per la fabbricazione della casa e per il +suo mantenimento furon fatte colle venticinque mila lire mensili che lo +Stato aveva assegnate al Duca di Puglia. La Regina istituì pure un +Ospizio pei trovatelli; una casa, o specie di collegio, pei figliuoli +delle operaie da tabacco; una distribuzione di minestra, carne e pane +per tutti i poveri della città. Ella stessa si recò più volte ad +assistere alla distribuzione, improvvisamente, per accertarsi che non vi +si facessero abusi, e avendone scoperti, provvide perchè non s'avessero +a rinnovare. Oltre a ciò, le monache di carità ricevevano da lei ogni +mese trentamila lire per soccorrere quelle famiglie che per la loro +condizione sociale non potevano concorrere alla distribuzione della +minestra. Degli atti privati di beneficenza che faceva la Regina era +difficile aver notizia perchè soleva farli senza parlarne ad alcuno. +Poco si sapeva pure delle sue abitudini, perchè faceva ogni cosa senza +pompa, e con un riserbo che sarebbe parso quasi eccessivo anche in una +signora privata. Nemmeno le dame di corte sapevano ch'ella andava a +sentir la predica a San Luigi dei Francesi: una signora la vide per la +prima volta, per caso, in mezzo alle sue vicine. Nel suo vestire non +aveva alcun distintivo di Regina, neanco i giorni di pranzo a Corte. La +regina Isabella portava un gran manto rosso colle armi di Castiglia, +diadema, ornamenti ed insegne: Donna Vittoria nulla. Si vestiva per lo +più coi colori della bandiera spagnuola, e con una semplicità che +annunziava la corona assai più che lo splendore e lo sfarzo. Nè l'oro +spagnuolo ci aveva che vedere neanco con quella semplicità, tutte le +spese ch'ella faceva per sè, pei suoi bambini, per le sue cameriere, le +faceva col danaro suo. + +Quando regnavano i Borboni tutto il palazzo reale era occupato: il Re +abitava la parte sinistra, verso la piazza d'Oriente; Isabella, la parte +che guarda da un lato sulla piazza d'Oriente, e dall'altro sulla piazza +dell'Armeria; il Montpensier, la parte opposta a quella della regina; i +principi avevano ciascuno un appartamento verso il Giardino del Moro. +Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo, una gran parte dell'immenso +edifizio rimase vuota. Egli non aveva che tre piccole stanze: un +salottino da studio, una camera da letto, e il _tocador_ (stanzino da +toeletta). La camera da letto dava in un lungo corridoio che conduceva +alle due stanzine dei principi, accanto alle quali era l'appartamento +della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi figliuoli. V'era poi +un salone pei ricevimenti. Tutta questa parte del palazzo che serviva +per l'intera famiglia reale, era occupata prima dalla sola regina +Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna Vittoria s'eran +contentati di così piccolo spazio, si dice che abbia esclamato con +meraviglia:--Poveri giovani, non vi si potranno muovere!-- + +Il Re e la Regina solevan pranzare con un maggiordomo e una dama di +Corte. Dopo il pranzo, il Re fumava un sigaro di Virginia (se lo +sappiano i detrattori di questo principe dei sigari), e andava nel suo +gabinetto ad occuparsi delle cose di Stato. Soleva pigliar molti appunti +e consigliarsi spesso colla Regina, specie quando si trattava di metter +l'accordo tra i Ministri, o comporre gli animi divisi dei capi di parte. +Leggeva un gran numero di gazzette d'ogni colore, le lettere cieche che +lo minacciavan di morte, quelle che gli davan dei consigli, le poesie +satiriche, i progetti di rinnovamento sociale, tutto quello che gli +mandavano. Verso le tre esciva dal Palazzo a cavallo, le trombe della +Guardia squillavano, un servitore vestito di rosso lo seguiva alla +distanza di cinquanta passi. A vederlo, si sarebbe detto ch'egli non +sapeva d'essere il Re: guardava i bambini che passavano, le insegne +delle botteghe, i soldati, le diligenze, le fontane, con un'espressione +di curiosità quasi infantile. Percorreva tutta la strada Alcalà, +lentamente, come un cittadino sconosciuto che pensasse ai fatti suoi, e +se ne andava al Prado a godere la sua parte d'aria e di sole. I Ministri +strillavano; i borbonici, assuefatti all'imponente corteo d'Isabella, +dicevano ch'egli strascinava per le strade la maestà del trono di San +Ferdinando; persino il servitore che lo seguiva, guardava intorno con +un'aria crucciata, come per dire:--Vedete un po' che pazzie!--ma checchè +si dicesse, il Re non poteva pigliar l'abitudine di aver paura. E gli +Spagnuoli, convien dirlo, gli rendevan giustizia, e qual si fosse il +giudizio che portassero della sua mente, della sua condotta e del suo +governo, non mancavan mai di soggiungere:--In quanto a coraggio poi, non +c'è nulla da dire. + +Ogni domenica v'era pranzo a Corte. Erano invitati generali, deputati, +professori, accademici, uomini chiari nelle lettere e nelle scienze: la +Regina parlava con tutti e di tutto, con una sicurezza e una grazia, che +per quanto si sapesse prima del suo ingegno e della sua coltura, +superava sempre l'aspettativa. Il popolo, naturalmente, parlando di +quello ch'ella sa, faceva le frangie: diceva del greco, dell'arabo, del +sanscrito, dell'astronomia, della matematica. Ma è vero che discorreva +argutamente di cose lontanissime da ogni consuetudine di studi +femminili, e non con quel parlar vago e spicciativo che è proprio di chi +non sa altro che titoli e nomi. Aveva studiato profondamente la lingua +spagnuola, e la parlava oramai come la propria; la storia, la +letteratura, i costumi della sua nuova patria, le eran famigliari; non +le mancava per essere spagnuola davvero, che il desiderio di rimanere in +Ispagna. I _liberali_ brontolavano, i borbonici dicevano:--Non è la +nostra regina;--ma tutti nutrivan per lei un profondo rispetto. I +giornali più arrabbiati dicevan tutt'al più _la esposa de Don Amedeo_, +invece di dire _La reina_. Il più violento dei deputati repubblicani, +facendo allusione a lei in un suo discorso alle Cortes, non potè a meno +di proclamarla--illustre e virtuosa.--Era la sola persona della Casa +sulla quale nessuno si permettesse mai uno scherzo nè di lingua nè di +penna: era come una figura lasciata in bianco in mezzo a un quadro di +caricature maligne. + +Quanto al Re, par che la stampa spagnuola godesse d'una libertà +sconfinata. Sotto la salvaguardia dell'appellativo di Savoiardo, di +straniero, di giovane della Corte, i giornali avversi alla dinastia +dicevano, in sostanza, quello che volevano, e ne dicevan delle amene. +Questo se la pigliava a cuore perchè il Re era _feo de cara y de +perfil_, (brutto di viso e di profilo); quello si rodeva perchè +camminava troppo stecchito; un terzo trovava a ridire sulla sua maniera +di rendere il saluto; e altre piccinerìe da non credersi. Ciò non +ostante il popolo di Madrid aveva per lui, se non l'entusiasmo +dell'_Agenzia Stefani_, almeno una simpatia molto viva. La semplicità +dei suoi costumi e la bontà del suo cuore eran proverbiali anche fra i +fanciulli. Si sapeva ch'egli non serbava rancore con nessuno, neanco con +quelli che si eran condotti poco degnamente con lui; che non aveva mai +fatto un atto dispettoso a nessuno; che non s'era mai lasciato sfuggire +di bocca una parola amara contro i suoi nemici. A chi parlasse di +pericoli personali ch'egli potesse correre, ogni buon popolano +rispondeva sdegnosamente che il popolo spagnuolo rispetta chi ha fede in +lui; i suoi nemici più acerrimi, ne parlavano con ira, ma non con odio; +coloro stessi che non si levavano il cappello incontrandolo per via, si +sentivano stringere il cuore vedendo che altri non se lo levava, e non +potevano nascondere un sentimento di tristezza. Vi sono immagini di Re +caduti sulle quali si stende un drappo nero, altre che si ricoprono d'un +velo bianco che le fa intravvedere più belle e più venerabili; su +codesta, la Spagna ha steso un velo bianco. E chi sa se un giorno la +vista di codesta immagine non strapperà dal petto d'ogni onesto +spagnuolo un sospiro segreto, come il ricordo d'una cara persona offesa, +o come una voce pacata e benigna che dica in suono di mesto +rimprovero:--Eppure.... tu hai fatto male! + + * * * * * + +Una domenica il Re passò in rassegna i _voluntarios de la libertad_, che +sono una specie di guardie nazionali italiane, colla differenza che +quelli prestano un buon servizio spontaneamente, e queste non lo prestan +neppur cattivo per forza. I _voluntarios_ dovevano schierarsi lungo i +viali del Prado; una folla immensa li aspettava. Quando io arrivai +v'eran già tre o quattro battaglioni. Il primo era il battaglione dei +veterani, tutti uomini sulla cinquantina, non pochi vecchissimi, vestiti +di nero, col cappelletto alla Ros, con galloni sopra galloni, e croci +sopra croci, lindi e luccicanti come allievi di Accademia, e _nel mover +degli occhi_ alteri _e tardi_, da confondere i granatieri della Vecchia +guardia. C'era dopo un altro battaglione con un'altra uniforme: calzoni +bigi, tunica aperta e rivoltata sul petto con larghe mostre di panno +rossissimo; non più Ros, cheppì con pennacchio azzurro, e baionetta +innastata sul fucile. Altro battaglione, altra uniforme; non più +cheppì, di nuovo Ros; non più mostre di panno rosso, ma di panno verde; +calzoni d'altro colore; non baionette, ma daghe. Un quarto battaglione, +un quarto uniforme: pennacchi, colori, armi, tutto diverso. Giungono +altri battaglioni, altre foggie. Alcuni hanno l'elmo prussiano, altri +l'elmo senza punta; chi ha le baionette, chi le daghe diritte, chi le +daghe ricurve, chi le daghe serpeggianti; qui soldati coi cordoni, là +senza cordoni, più in là cordoni di nuovo; centurini, spalline, +cravatte, penne, ogni cosa cangia ad ogni tratto. E son tutte divise +sfoggiate e pompose con cento colori e cento gingilli che pendono, +luccicano e svolazzano. Ogni battaglione ha una bandiera di forma +diversa, coperta di ricami, di nastri, di frangie; fra gli altri si +vedon dei militi vestiti da paesani, con una banda qualunque cucita a +lunghi punti sovra un par di calzoni rappezzati; alcuni senza cravatta, +altri con cravatta nera, panciotto aperto e camicia ricamata; ragazzi di +quindici, di dodici anni, armati di tutto punto, in mezzo alle file; +vivandierine con sottane corte e calzoni rossi, e canestri pieni di +sigari e d'aranci. Davanti ai battaglioni, è un continuo correre di +ufficiali a cavallo. Ogni maggiore porta sul capo, o sul petto o sulla +sella qualche ornamento di sua invenzione; ad ogni tratto passa una +staffetta che non si sa a che diavol di Corpo appartenga; si vedon +galloni sulle braccia, sulle spalle, intorno al collo, d'argento, d'oro, +di lana; medaglie e croci fitte tanto da nascondere mezzo il petto, +messe l'una su l'altra, e sopra e sotto la cintura; guanti di tutti i +colori dell'iride; sciabole, spade, spadine, spadoni, pistole, +rivoltelle; un miscuglio, insomma, di tutte le divise e di tutte le armi +di tutti gli eserciti, una varietà da stancare dieci commissioni +ministeriali per la modificazione del vestiario, una confusione da +perderci il capo. Non ricordo se fossero dodici o quattordici +battaglioni; ciascuno dei quali scegliendo la propria divisa, s'era +sforzato di riuscire quanto più era possibile diverso da tutti gli +altri. Erano comandati dal Sindaco, che aveva anch'egli un'uniforme +fantastica. Potevano essere un ottomila uomini. All'ora fissata, un +improvviso scorrazzare di ufficiali di stato maggiore e un sonar +clamoroso di trombe annunziò l'arrivo del Re. Arrivò in fatti dalla +strada d'Alcalà Don Amedeo, a cavallo, vestito da capitan generale, con +stivaloni, calzoni bianchi e divisa a coda di rondine; e dietro a lui un +folto stuolo di generali, d'aiutanti di campo, di servitori +rosso-vestiti, di lancieri, di corazzieri, di guardie. Dopo che ebbe +percorsa tutta la fronte dell'esercito, dal Prado fino alla chiesa di +Atocha, in mezzo a una folla fitta e silenziosa, ritornò verso la strada +Alcalà. Qui era una moltitudine immensa che ondeggiava e rumoreggiava +come un mare. Il Re e il suo stato maggiore s'andarono a fermare davanti +alla chiesa di San José colle spalle volte alla facciata, e la +cavalleria fece sgombrare, a gran fatica, un piccolo spazio per dove +potessero sfilare i battaglioni. + +Sfilarono per plotoni. Via via che passavano, a un cenno del comandante +gridavano:--_Viva el Rey! Viva Don Amadeo primero!_ + +Il primo ufficiale che lanciò il grido ebbe una idea infelice. L'evviva +gridato spontaneamente dai primi diventò come un dovere per tutti gli +altri; e fu cagione che il pubblico pigliasse la maggior o minor forza +ed armonia delle voci come segno di dimostrazione politica. Alcuni +plotoni gridavano un evviva così fioco e corto, che pareva la voce d'un +gruppo di malati che chiedessero aiuto: allora la folla prorompeva in +risa. Altri plotoni gridavano a squarciagola, ed anco il loro grido era +interpretato come una dimostrazione di ostilità alla dinastia. Varie +voci correvano fra la gente serrata intorno a me. Uno diceva:--Ora viene +il tal battaglione, è un battaglione di repubblicani, vedrete che non +grida.--Il battaglione non gridava: gli spettatori tossivano. Un altro +diceva:--È una vergogna, una mancanza d'educazione; _a mi tampoco me +gusta Don Amadeo, pero callo_ (taccio) _y respeto._--Vi fu qualche +litigio. Un giovinastro gridò viva con voce in falsetto, un _caballero_ +gli diede dell'impertinente, quegli si risentì, alzarono tutti e due le +mani, un terzo li divise. Tra battaglione e battaglione passavano +cittadini a cavallo; alcuni non si levavano il cappello, e fissavano +nondimeno il Re; e allora si sentivan nella folla voci diverse come _muy +bien_ e _mal criado_. Altri che avrebbero voluto salutare, non +salutavano per paura; e passavano col capo basso e il viso rosso. Altri +invece, stomacati da quello spettacolo, facevano alla barba di tutti una +coraggiosa dimostrazione di _amedeismo_, passando col cappello in mano, +e guardando ora rispettosamente il Re, ora fieramente la folla, pel +tratto di una decina di passi. Il Re restò immobile fino alla fine dello +sfilamento con una espressione inalterata di serena alterezza. Così ebbe +fine la rassegna. + +Questa milizia nazionale, benchè meno disfatta e sfinita della nostra, +non è più tuttavia che una larva; il ridicolo ne ha corroso le radici; +ma come divertimento nei giorni di festa, benchè il numero dei +volontarii sia molto scemato (ascendevano una volta a trentamila), è +sempre uno spettacolo che rivende tutte le antenne e tutti i cenci rossi +del signor Ottino. + + +LE CORSE DEI TORI. + +Il trentun di marzo s'inaugurò lo spettacolo delle corse dei Tori. +Discorriamone a nostro bell'agio, perchè l'argomento n'è degno. Chi ha +letto la descrizione del Baretti, faccia conto di non aver letto nulla. +Il Baretti non vide che le corse dei tori di Lisbona, che appetto a +quelle di Madrid son giuochi da ragazzi; la sede dell'arte è Madrid; qui +i grandi artisti, qui gli spettacoli sfarzosi, qui gli spettatori +esperti, qui i giudici che sanciscono la gloria. Il Circo di Madrid è +il _Teatro della Scala_ dell'arte toresca. + +L'inaugurazione delle Corse dei Tori a Madrid è assai più importante +d'un cangiamento di Ministero; un mese prima n'è sparso l'annunzio in +tutta la Spagna; da Cadice a Barcellona, da Bilbao ad Almeria, nei +palazzi dei Grandi e nei tugurii dei poveri, si parla degli artisti e +delle razze dei tori; si istituiscono corse di piacere fra le provincie +e la Capitale; chi è corto a quattrini, fa dei risparmi per potersi +procurare un bel posto nel Circo il giorno solenne; i padri e le madri +promettono ai figliuoli studiosi che ce li condurranno; gli amanti lo +promettono alle belle; i giornali assicurano che si avrà una buona +_stagione_; i _toreros_ scritturati, che si vedon già per Madrid, son +segnati a dito; corre voce che i tori sono già arrivati, c'è chi li ha +visti, si briga per andarli a vedere; son tori dei pascoli del duca di +Veragua, del marchese de la Merced, dell'eccellentissima signora vedova +di Villaseca, stupendi, formidabili; s'apre l'ufficio per gli +abbonamenti, accorrono in folla i dilettanti, i servitori delle famiglie +nobili, i sensali, gli amici incaricati dagli assenti; il primo giorno +l'Impresario ha incassato cinquantamila lire, il secondo, trenta, in una +settimana cento mila; Frascuelo, il famoso _matador_, è arrivato; è +arrivato il Cuco, è arrivato il Calderon; ci son tutti; ancora tre +giorni! migliaia di persone non parlan d'altro, vi son signore che +sognano il Circo, ministri che non han più il capo agli affari, vecchi +dilettanti che non stan più nella pelle; operai, poveri che non fumano +più il _cigarrito_ per aver quei pochi soldi il giorno dello spettacolo. +Finalmente s'arriva alla vigilia: il sabato mattina, prima dell'alba, in +una stanza a terreno della strada d'Alcalà, si cominciano a vendere i +biglietti; v'è già una folla di gente prima che s'apra la porta; urlano, +si pigiano, si picchiano; venti guardie civili colla rivoltella alla +cintura duran fatica a ottener un po' di quiete; fino a notte è un via +vai incessante. Spunta il giorno sospirato: lo spettacolo comincia alle +tre; a mezzodì muove gente da tutte le parti verso il Circo; il Circo è +all'estremità del borgo di Salamanca, al di là del Prado, fuori di porta +Alcalà; tutte le strade che vi conducono, sono corse da una processione +di popolo; nei dintorni dell'edifizio è un formicolaio; arrivano +drappelli di soldati e di volontarii della libertà, preceduti dalle +bande musicali; una turba d'acquaioli e d'aranciai empiono il cielo di +grida; i rivenditori di biglietti corrono qua e là chiamati da cento +voci; disgraziato chi non ha ancora il suo biglietto! pagherà il doppio, +il triplo, il quadruplo! ma che importa? si pagò un biglietto anche +cinquanta, anche ottanta lire! Si aspetta il Re, si dice che verrà pure +la Regina; cominciano ad arrivare le carrozze dei pezzi grossi; il duca +Fernan Nunez, il duca di Abrantes, il marchese de la Vega de Armijo, una +folla di grandi di Spagna, le deesse dell'aristocrazia; i ministri, i +generali, gli ambasciatori, tuttociò che v'è di bello, di splendido e di +potente nella grande città. S'entra nel Circo per molte porte; prima +d'entrare s'è già assordati. + +Entrai: il Circo è immenso. Visto di fuori non presenta nulla di +notevole, è un edifizio rotondo, basso, senza finestre, intonacato di +giallo; ma all'entrare, si prova un senso vivissimo di meraviglia. È un +Circo per un popolo, ci stanno diecimila spettatori, ci potrebbe +armeggiare un reggimento di cavalleria. L'arena è circolare, vastissima, +da contener dieci dei nostri circhi equestri, cinta da una barriera di +legno, alta fin quasi al collo d'un uomo, munita dalla parte interna +d'un piccolo rilievo, a pochi palmi da terra, sul quale mettono il piede +i _toreros_ per saltar al di là, quando il toro gl'insegue. Dopo questa +barriera, ve n'è un'altra più alta, perchè il toro salta sovente al di +là della prima; fra questa e quella corre tutt'intorno all'arena una +corsía, larga un po' più d'un metro, nella quale vanno e vengono i +_toreros_ prima del combattimento, e stanno durante il combattimento i +servitori del Circo, i falegnami pronti a riparare ai guasti che può +fare il toro, le guardie, i venditori d'aranci, i dilettanti che godono +dell'amicizia dell'Impresario, i pezzi grossi ai quali è concesso di +fare un buco nel regolamento. Al di là della seconda barriera, s'alza +una gradinata di pietra; al di là della gradinata i palchi; sotto i +palchi corre una galleria occupata da tre giri di sedili. I palchi son +grandi da capire ciascuno due o tre famiglie; il palco del Re è una gran +sala; accanto al palco del Re, v'è quello del Municipio, dal quale il +Sindaco, o qualcuno per lui, presiede allo spettacolo. V'è il palco dei +Ministri, del Governatore, degli Ambasciatori; ogni famiglia nobile n'ha +uno; i giovanotti _bontonisti_, come direbbe il Giusti, n'hanno uno in +molti; ci son poi i palchi d'affitto, che costano un subisso. Tutti i +posti delle gradinate son numerati; ciascuno ha il suo biglietto; +l'entrata si fa senza il menomo disordine. Il Circo è diviso in due: la +parte dove batte il sole, la parte all'ombra; in questa si paga di più; +nell'altra va il basso popolo. L'arena ha quattro porte a intervalli +quasi uguali fra loro: la porta per la quale entrano i _toreros_, quella +per i tori, quella pei cavalli, quella per gli annunziatori dello +spettacolo, sotto il palco del Re. Al di sopra della porta per la quale +entrano i tori, s'alza una specie di terrazza, che si chiama il _toril_: +fortunato chi ci può trovar posto! Su questa terrazza, sur un palchetto, +stanno coloro che, a un cenno che si fa dal palco del Municipio, suonan +la tromba e il tamburo per annunziare l'uscita del toro. In faccia al +Toril, dalla parte opposta dell'Arena, sulla gradinata, c'è la banda +musicale. Tutta la gradinata è divisa in scompartimenti, ognuno dei +quali ha la sua porta d'entrata. Prima che cominci lo spettacolo, il +popolo può entrar nell'Arena, e girare per tutti i recessi +dell'edifizio; si va a vedere i cavalli, chiusi in un cortile, destinati +la maggior parte, ahimè! a morire; si va a vedere i chiusi oscuri entro +cui son serrati i tori, che si fan poi passare dall'uno all'altro, fino +a un corridoio, dal quale si slancian nell'arena; si va a vedere +l'Infermeria dove son trasportati i _toreros_ feriti; una volta c'era da +veder pure una Cappella, nella quale celebravasi la messa durante il +combattimento, e i _toreros_ andavano a pregare prima d'affrontare la +belva; si va presso la porta principale d'entrata, dove sono esposte le +_banderillas_ che saranno confitte nel collo ai tori, e dove si vede una +folla di _toreros_ vecchi, quale storpio, quale senza un braccio, quale +colle stampelle, e di _toreros_ giovani, che non sono ancora ammessi +agli onori del Circo di Madrid; si compra un numero del giornale il +_Buletin de los Toros_ che promette meraviglie per la _funcion_ del +giorno; ci si fa dare dai custodi il programma dello spettacolo, e un +fogliolino stampato, diviso in colonne, per notarvi i colpi di picca, le +stoccate, le cadute, le ferite; si gira per gl'interminabili corridoi e +le interminabili scale in mezzo a una folla che va e viene, sale e +scende gridando e strepitando, da far tremar l'edifizio; e finalmente si +ritorna al proprio posto. + +Il Circo è pieno zeppo ed offre uno spettacolo del quale è impossibile, +a chi non l'abbia visto, di formarsi un'immagine; è un mare di teste, di +cappelli, di ventagli, di mani che s'agitano in aria; dalla parte +dell'ombra, dove sono i signori, tutto nero; dalla parte del sole, dov'è +il basso popolo, mille colori vivissimi di vestiti, di ombrellini, di +ventagli di carta, un'immensa mascherata; non c'è più posto per un +bambino; la folla è compatta come una falange, nessuno può uscire, si +stenta a muovere le braccia. E non è un brulichío, uno strepito come +negli altri teatri; è diverso; è un'agitazione, una vita affatto propria +del Circo; tutti gridano, si chiamano, si salutano, con un'allegrezza +frenetica; i bambini e le donne strillano, gli uomini più gravi +folleggiano come giovinetti; i giovani, a gruppi di venti, di trenta +insieme, vociando in cadenza, e battendo le canne sulle gradinate, +annunziano al rappresentante del Municipio che è l'ora; nei palchi è un +ribollimento da piccionaja di teatro diurno; al gridío assordante della +folla si mescono gli urli d'un centinaio di rivenditori che gettano +aranci da tutte le parti; suona la banda, i tori muggiscono, rumoreggia +la folla accalcata di fuori; è uno spettacolo che dà le vertigini; prima +che la lotta cominci, si è già stanchi, ebbri, smemorati. + +All'improvviso s'alza un grido:--_El Rey!_--Il Re è arrivato; è arrivato +in una carrozza tirata da quattro cavalli bianchi, montati da servitori +vestiti del pittoresco costume andaluso; le vetriere che chiudono il +palco reale s'aprono; il Re entra con un folto corteo di ministri, di +generali, di maggiordomi. La Regina non c'è; si prevedeva: si sa che ha +orrore di codesto spettacolo; oh! ma il Re non ci poteva mancare, c'è +sempre venuto; si dice che ne va matto. È l'ora, si comincia. Mi +ricorderò per tutta la vita del freddo che sentii nelle vene in quel +punto. + +Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a cavallo, con cappello e +pennacchio alla Enrico IV, mantellina nera, giustacore, stivaloni, +spada, entrano dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento +passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno va al suo posto, +l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri si vanno a mettere a due a due +dinanzi alla porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale. I +diecimila spettatori hanno l'occhio là, si fa un silenzio generale; di +là deve uscir la _cuadrilla_, tutti i _toreros_, in gran gala, che +vengono a presentarsi al Re e al popolo. La banda suona, la porta +s'apre, s'ode uno scoppio immenso d'applausi, i _toreros_ si avanzano. +Vengon primi i tre _espadas_, Frascuelo, Lagartijo, Cayetano, i tre +famosi, vestiti del costume di Figaro nel _Barbiere di Siviglia_, di +raso, di seta, di velluto ranciato, incarnato, azzurro, coperti di +ricami, di frangie, di galloni, di filigrane, di lustrini, di ciondolini +d'oro e d'argento, che nascondon quasi tutto il vestito; avvolti in +ampie cappe gialle e rosse; con calze bianche, cintura di seta, un +gruppo di treccie sulla nuca, un berretto di pelo. Vengon dopo i +_banderilleros_ e i _capeadores_, uno stuolo, anch'essi coperti d'oro e +d'argento; poi i _picadores_ a cavallo, a due a due, con una gran lancia +nel pugno, un cappello grigio, basso, di grandissima tesa, una +giacchettina ricamata, un paio di calzoni di pelle di bufalo gialla, +imbottiti e guarniti al di dentro di lamine di ferro; poi i _chulos_, o +servitori, vestiti dei loro panni di gala; e tutti insieme attraversano +maestosamente l'Arena, dirigendosi verso il palco del Re. Nulla si può +immaginare di più pittoresco di quello spettacolo: vi son tutti i colori +d'un giardino, tutti gli splendori d'un corteo reale, tutta la gaiezza +d'una frotta di maschere, tutta l'imponenza d'una schiera di guerrieri; +a chiuder gli occhi, non si vede che un barbaglio d'oro e d'argento. E +son uomini bellissimi, i _picadores_ alti e tarchiati come atleti; gli +altri sottili, svelti, di forme scultorie, visi bruni, occhi grandi e +fieri; figure di gladiatori antichi, vestite con uno sfarzo da principi +asiatici. + +Tutta la _cuadrilla_ si arresta dinanzi al palco del Re e saluta; +l'Alcade fa cenno che si può cominciare; cade dal palco nell'Arena la +chiave del _toril_ dove son chiusi i tori; una guardia del Circo la +raccoglie e la rimette al custode che si va a piantare accanto alla +porta, pronto ad aprire. Lo stuolo dei _toreros_ si scioglie, gli +_espadas_ saltano al di là della barriera, i _capeadores_ si +sparpagliano per l'Arena agitando le loro _capas_ rosse e gialle, dei +_picadores_ alcuni si ritirano ad aspettare il loro turno, gli altri +spronano il cavallo e vanno ad appostarsi a sinistra del _toril_, alla +distanza di una ventina di passi l'un dall'altro, colle spalle volte +alla barriera, e la lancia in resta. È un momento d'agitazione, +d'ansietà inesprimibile; tutti gli sguardi son fissi alla porta dalla +quale uscirà il toro; tutti i cuori battono; un silenzio profondo regna +in tutto il Circo; non si sente che il muggito del toro che s'avanza di +chiuso in chiuso, nell'oscurità della sua vasta prigione, quasi +gridando:--Sangue! Sangue!--I cavalli tremano, i _picadores_ +impallidiscono;--ancora un istante;--squilla la tromba, la porta si +spalanca, un toro enorme si slancia nell'Arena; un grido formidabile, +scoppiato a un punto da dieci mila petti, lo saluta. La strage comincia. + +Ah! si ha un bell'avere la fibra forte: in quel momento si diventa +bianchi come cadaveri! + +Io non ricordo che in confuso ciò che seguì nei primi istanti; non so +dove avessi la testa. Il toro si slanciò contro il primo _picador_, poi +retrocedette, riprese la corsa, e si slanciò contro il secondo; seguì +una lotta, non ricordo; di lì a un minuto il toro si slanciò contro il +terzo; poi corse in mezzo all'Arena, si fermò e guardò. Guardai io pure +e mi copersi il viso colle mani. Tutta la parte dell'Arena che il toro +aveva percorso era rigata di sangue; il primo cavallo giaceva in terra, +col ventre squarciato, colle viscere sparse; il secondo, col petto +aperto da una larga ferita da cui sgorgava il sangue a fiotti, andava +qua e là barcollando; il terzo, ch'era stato buttato a terra, si +sforzava di rialzarsi; i _chulos_, accorsi in fretta, sollevavano da +terra i _picadores_, toglievan la sella e le briglie al cavallo morto, +cercavan di mettere in piedi il ferito; un urlìo d'inferno risuonava da +tutte le parti del Circo. Così comincia per lo più lo spettacolo. I +primi a ricever l'urto del toro sono i _picadores_; l'aspettano di piè +fermo, e gli piantano la lancia tra capo e collo nell'atto ch'ei +s'abbassa per dar la cornata al cavallo. La lancia, si noti, non ha che +una piccola punta, che non può aprire una ferita profonda, e i +_picadores_ debbono, facendo forza col braccio, tener il toro lontano, e +salvare la cavalcatura. Ci vuol un colpo d'occhio sicuro, un braccio di +bronzo e un cuore intrepido; non sempre ci riescono; anzi non ci +riescono il più delle volte, e il toro pianta le corna nella pancia del +cavallo, e il _picador_ cade a terra. Allora i _capeadores_ accorrono, e +mentre il toro sbarazza le corna dalle viscere della sua vittima, gli +agitano le _capas_ sugli occhi, lo distraggono, si fanno inseguire, e +lasciano in salvo il cavaliere caduto, che i _chulos_ vanno a +soccorrere, per rimetterlo in sella se il cavallo regge ancora, o +portarlo all'infermeria, se si è sfracellata la testa. + +Il toro, fermo in mezzo all'Arena, colle corna insanguinate, anelante, +guardava intorno come per dire:--Ne avete assai?--Uno stuolo di +_capeadores_ gli corse incontro, l'attorniò, e cominciarono a +provocarlo, a aizzarlo, a farlo correre di qua e di là, scotendogli le +cappe sugli occhi, facendogliele passare sulla testa, attirandolo e +sfuggendolo con rapidissime giravolte, per tornare a provocarlo e a +sfuggirlo daccapo; e il toro a dar dietro or all'uno ora all'altro, a +inseguirli fino alla barriera, e là a picchiar cornate contro gli +assiti, a scalpitare, a far capriole, a muggire, a riconfiggere le +corna, passando, nel ventre dei cavalli morti, a far degli sforzi per +saltare nella corsia, a correr l'Arena da tutte le parti. Intanto erano +entrati altri _picadores_ per sostituire i due ai quali era stato ucciso +il cavallo, e s'eran posti, lontani l'un dall'altro, dalla banda del +_toril_, colla lancia in resta, aspettando che il toro assalisse. I +_capeadores_ lo tirarono destramente da quel lato: il toro, visto il +primo cavallo, gli si slanciò contro a capo basso. Ma questa volta il +suo assalto andò fallito; la lancia del _picador_ gli si confisse nella +spalla, e resistette; il toro s'ostinò, ponzò, fece impeto con tutta la +sua mole; ma invano; il _picador_ tenne duro, il toro dette indietro, il +cavallo fu salvo, e uno scoppio fragoroso d'applausi salutò il +salvatore. L'altro _picador_ fu meno fortunato: il toro lo assalì, egli +non riuscì a piantar la lancia, il corno formidabile penetrò nel ventre +del cavallo colla rapidità d'una spada, si dibattè nella ferita, si +ritrasse: gli intestini del povero animale caddero e rimasero sospesi +dondolando come un sacco quasi fino a terra; il _picador_ rimase in +sella. Qui si vide un'orrenda cosa. Invece di scendere, il _picador_, +visto che la ferita non era mortale, diè una spronata e s'andò ad +appostare da un'altra parte per aspettare un secondo assalto: il cavallo +attraversò l'Arena con le viscere fuor, del corpo, che gli battevan +nelle gambe e gl'intralciavano il passo; il toro l'inseguì per qualche +momento, e si fermò. In quel punto s'udì uno squillo di tromba: era il +segnale che i _picadores_ dovevano ritirarsi, s'aperse una porta, se +n'andarono l'un dopo l'altro al galoppo; rimasero due cavalli morti, e +qua e là guazzi e righe di sangue, che due _chulos_ copriron di terra. + +Dopo i _picadores_ vengono i _banderilleros_. Pei profani è la parte +dello spettacolo, perchè meno cruenta, più dilettevole. Le _banderillas_ +sono frecciuole lunghe un due palmi, ornate di carta colorata, munite +d'una punta metallica formata in modo che, una volta confitta nelle +carni, non se ne può più staccare, e il toro agitandosi e scuotendola +non fa che configgerla più addentro. Il _banderillero_ prende due di +queste freccie, una per mano, e si va a piantar ritto una quindicina di +passi davanti al toro, e alzando le braccia e gridando, lo provoca ad +assalirlo. Il toro gli si slancia contro; il _banderillero_, alla sua +volta, corre verso il toro; questi abbassa la testa per dargli le corna +nel ventre, quegli gli pianta le _banderillas_ nel collo, una di qua e +una di là, e con una rapidissima giravolta si salva. Se si china, se gli +fallisce un piede, se esita un secondo, è infilato come un ranocchio. Il +toro mugge, sbuffa, salta e si mette a inseguire i _capeadores_ con uno +spaventoso furore; in un minuto tutti son saltati nella corsia, l'arena +è sgombra, la belva col muso schiumante, cogli occhi sanguigni, col +collo rigato di sangue, pesta la terra, si dibatte, percuote la +barriera, domanda vendetta, vuol uccidere, ha bisogno di strage, nessuno +s'attenta ad affrontarla, gli spettatori empiono l'aria di +grida:--Avanti! coraggio! L'altro _banderillero_!--l'altro +_banderillero_ si fa innanzi e pianta le sue freccie, poi un terzo, poi +di nuovo il primo. Quel giorno gliene piantaron otto; la povera bestia, +quando si sentì configger le ultime due, mandò un muggito lungo, +straziante, orrendo, e slanciatosi dietro ad uno dei suoi nemici, lo +inseguì sino alla barriera, spiccò un salto, e cascò con lui nella +corsia; i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti in un punto, +gridando:--Lo ha ucciso!--Ma il _banderillero_ s'era scansato. Il toro +corse e ricorse avanti e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia +di bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta aperta, rientrò +nell'arena, e la porta si richiuse. Allora tutti i _banderilleros_ e +tutti i _capeadores_ gli si slanciarono di nuovo intorno; uno +passandogli dietro, gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un +fulmine; un altro, trapassando rapidissimamente, gli avvolse la _capa_ +intorno alle corna; un terzo spinse l'audacia sino ad andargli a +togliere con una mano un piccolo nastro di seta che aveva attaccato +sulla groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò un'asta in terra, +mentre il toro correva, e spiccato un salto, gli passò al di sopra e +andò a cascare dall'altra parte, buttando l'asta tra le gambe +dell'animale stupefatto. E tutto questo facevano con una rapidità da +prestigiatori e una grazia da ballerini, come se avessero scherzato con +una pecora! E intanto la folla immensa faceva rimbombare il circo di +risa, di applausi, di grida di gioia, di meraviglia, di terrore. + +Squilla un'altra volta la tromba; i _banderilleros_ han finito; ora +tocca all'_espada_; è il momento solenne, è la crisi del dramma; la +folla si queta, le signore si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in +piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la spada e la _muleta_, +che è un pezzo di stoffa rossa attaccata a un bastoncino, entra +nell'arena, si presenta dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e +consacra al Re, pronunciando una poetica frase, il toro che va ad +uccidere; poi getta il berretto in aria, come per dire:--Vincerò o +morirò!--e seguìto dallo splendido corteo dei _capeadores_, si muove con +passo risoluto verso il toro. Qui segue una vera lotta corpo a corpo, +degna d'un canto d'Omero. Da un lato la belva colle sue corna terribili, +colla sua forza enorme, colla sua sete di sangue, inasprita dal dolore, +acciecata dall'ira, torva, insanguinata, spaventosa; dall'altra un +giovane di vent'anni, vestito come un ballerino, a piedi, solo, senza +difesa con una leggera spadina tra le mani. Ma egli ha diecimila sguardi +addosso! Il Re gli prepara un dono! La sua amante è lassù, in un palco, +cogli occhi fissi su di lui! Mille signore tremano per la sua vita! Il +toro si ferma, lo guarda; egli guarda il toro, e gli agita dinanzi il +panno rosso; il toro si caccia sotto, l'_espada_ si scansa, il corno +formidabile gli rasenta il fianco, urta il panno rosso e colpisce nel +vuoto. Un tuono d'applausi scoppia su tutte le gradinate, in tutti i +palchi, in tutte le gallerie. Le signore guardano col canocchiale e +gridano:--Non ha impallidito!--Si fa silenzio daccapo, non si sente una +voce, non un bisbiglio. L'audace _torero_ fa volteggiare a più riprese +la _muleta_ sugli occhi dell'animale inferocito, gliela passa sulla +testa, tra le corna, intorno al collo, lo fa retrocedere, avanzare, +girare, saltare; si fa assalire dieci volte, e dieci volte, con un +leggerissimo movimento, scansa la morte; lascia cader la _muleta_, la +raccoglie sotto gli occhi del toro, gli ride sul muso, lo provoca, +l'insulta, se ne trastulla; tutt'a un tratto si ferma, si mette in +guardia, alza la spada, piglia la mira; il toro lo guarda; ancora un +istante, e si slancieranno addosso, l'un all'altro, nello stesso punto; +uno dei due deve morire; diecimila sguardi corrono con una rapidità +fulminea dalla punta della spada alla punta delle corna, dieci mila +cuori battono di ansietà e di terrore, tutti i visi sono immobili, non +si sente un respiro, l'immensa folla par pietrificata,--ancora un +istante,--ecco il punto! Il toro si slancia, l'uomo vibra la spada; un +solo altissimo grido, seguito da uno scoppio tempestoso di applausi, +prorompe da ogni parte; la spada penetrò fino all'elsa nel collo del +toro, il toro barcolla, e gettando dalla bocca un fiotto di sangue, cade +come colpito da un fulmine. L'uomo ha vinto! Allora segue un tumulto +indescrivibile; la moltitudine sembra forsennata; tutti si levano in +piedi, scotendo le braccia, gettando alte grida; le signore sventolano i +fazzoletti, batton le mani, agitano i ventagli; la banda suona; +l'_espada_ vincitore s'avvicina alla barriera e fa il giro dell'arena; +via via che passa, dalle gallerie, dai palchi, dalle gradinate, gli +spettatori rapiti d'entusiasmo gli gettano addosso manate di sigari, +portafogli, bastoni, cappelli, tutto quello che cade loro sotto le mani; +in pochi momenti il fortunato _torero_ ha le braccia ingombre di roba, +chiama in soccorso i _capeadores_, rigetta i cappelli agli ammiratori, +ringrazia, risponde come può ai saluti, alle lodi, ai titoli gloriosi +che gli si gridan da mille parti, e giunge finalmente sotto il palco +del Re. Allora tutti gli occhi si rivolgono sul Re. Il Re mette una mano +in tasca, tira fuori un portasigari pieno di biglietti di banca e lo +butta giù; il _torero_ lo coglie in aria, la moltitudine prorompe in +applausi. Intanto la banda suona l'aria funebre al toro; s'apre una +porta, entrano di galoppo quattro stupende mule ornate di pennacchi, di +fiocchi e di nastri gialli e rossi, condotte da uno stuolo di _chulos_ +che gridano e fan chioccare le fruste; trascinano via un dopo l'altro, i +cavalli morti, e poi il toro, che vien subito portato in una piazzetta +vicino al circo dove l'aspetta una turba di monelli, per intingere il +dito nel suo sangue, dopo di che vien scorticato, tagliato e venduto. +Rimasta libera l'arena, squilla la tromba, suona il tamburo: un altro +toro si precipita fuori della gabbia, assalta i _picadores_, squarcia il +ventre ai cavalli, offre il collo alle _banderillas_, è ucciso da +un'_espada_; e così si presentano nell'arena, l'un dopo l'altro, senza +alcuna interruzione, sei tori. + +Quante scosse, quanti brividi, quanti accessi di freddo al cuore e di +sangue al capo, vi pigliano durante quello spettacolo! Quanti pallori +improvvisi! Ma voi, straniero, voi solo impallidite: il ragazzo che +avete accanto ride, la fanciulla che vi siede dinanzi è pazza dalla +gioia, la signora che vedete nel palco vicino, dice che non s'è mai +divertita tanto! Che gridìo! Che esclamazioni! Là per imparare la +lingua! Comparisce il toro, è giudicato da mille voci:--Che bella +testa!--Che occhi! Quello farà sangue!--_Anda que vales un +tesoro!_--Gli gridano delle frasi d'amore. Ha ucciso un +cavallo:--_Bueno!_--Guarda quanta roba gli ha cavato dal ventre!--Un +_picador_ fallisce il colpo, e ferisce malamente il toro, o si perita ad +affrontarlo: allora è un diluvio d'ingiurie atroci;--Poltrone! +Impostore! Assassino! Vatti a nascondere! Fatti ammazzare!--Tutti +s'alzano, lo segnano a dito, gli mostrano i pugni, gli tiran sul viso le +scorze d'arancio e i mozziconi dei sigari, lo minacciano col bastone. +Quando l'_espada_ fredda il toro alla prima, allora sono parole da +innamorati in delirio, gesti da pazzi:--Vieni qui, angelo!--Dio ti +benedica, Frascuelo!--Gli mandan dei baci, lo chiamano, tendon le mani +come per abbracciarlo. Che profusione di epiteti, di frizzi, di +proverbi! Quanto fuoco! Quanta vita! + +Ma io non dissi che delle vicende d'un toro; in un'intera _corrida_ +seguon mille accidenti. In quello stesso giorno un toro cacciò la testa +sotto il ventre d'un cavallo, sollevò cavallo e cavaliere, e portatili +un po' in trionfo a traverso l'arena, li scaraventò in terra tutti e due +come un sacco di cenci. Un altro toro uccise quattro cavalli in pochi +minuti; un terzo investì così malamente un _picador_, che questo cadde, +diè del capo nella barriera e svenne, e fu portato via. Ma non per +questo, nè per un ferimento grave, e neanco per la morte d'un _torero_ +s'interrompe lo spettacolo; il programma lo dice; se uno muore, ce n'è +un altro pronto. Il toro non assalta sempre; ve ne son dei vigliacchi, +che vanno incontro al _picador_, s'arrestano, e dopo un istante di +esitazione, fuggono; altri, dopo il primo assalto, non assaltan più; +altri, d'indole mite e benigna, non rispondon neanco alle provocazioni, +si lascian venire addosso il _picador_, si lascian piantare la lancia +nel collo, danno indietro, scrollan la testa, come per dire:--Non +voglio!--, fuggono e poi si voltano, tutt'a un tratto, a guardare con +aria attonita lo stuolo dei _capeadores_ che gl'insegue come se +volessero dimandare:--Che volete da me? Che v'ho fatto? Perchè mi volete +uccidere?--Allora la folla prorompe in imprecazioni contro il toro +vigliacco, contro l'impresario, contro i _toreros_; e prima qualcuno dei +dilettanti del _toril_, poi gli spettatori della banda del sole, poi i +signori della banda dell'ombra, poi le signore, poi tutti gli spettatori +del circo gridano a una voce: _Banderillas de fuego!_--Il grido è +diretto all'Alcade; le _banderillas_ di fuoco servono a inferocire il +toro; son _banderillas_ munite d'un razzo che s'accende nell'atto stesso +che la punta penetra nelle carni, e brucia la ferita cagionando un +dolore atroce, e stordisce ed irrita l'animale al punto da mutarlo di +vigliacco in temerario, di queto in furioso. Per metter le _banderillas +de fuego_ ci vuole il permesso dell'Alcade; se l'Alcade esita a darlo, +tutti gli spettatori s'alzano in piedi; e allora è un colpo d'occhio +stupendo; si vedon dieci mila fazzoletti che sventolano come le +bandierine di dieci reggimenti di lancieri, e formano dai palchi +all'Arena, tutt'intorno, uno strato bianco ondeggiante sotto il quale +sparisce quasi la folla; e dieci mila voci gridano:--_fuego! fuego! +fuego!_--Allora l'Alcade cede; ma se s'ostina nel suo no, i fazzoletti +spariscono, s'alzano i pugni e i bastoni, prorompono le ingiurie:--_No +sea usted necio!_--Non faccia il minchione!--Non rompa i corbelli!--_Las +banderillas al Alcalde!_--_Fuego al Alcalde!_ + +L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il _torero_ non aggiusta il +colpo a dovere, e la spada penetra bensì fino all'elsa, ma fuor della +via del cuore. Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada +confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, mandando altissimi +muggiti, divincolandosi e scontorcendosi in mille modi per liberarsi da +quella tortura; e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la spada salta +via; qualche volta si configge più addentro, e gli cagiona la morte. +Sovente l'_espada_ è costretto a dargli una seconda stoccata, non di +rado una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente di sangue; +tutte le _capas_ dei _capeadores_ ne sono intrise, n'è macchiato +l'_espada_, n'è aspersa la barriera, per tutto cola sangue, gli +spettatori indignati coprono il _torero_ d'ingiurie. Qualche volta il +toro profondamente ferito, cade a terra; ma non muore, e resta là +immobile, colla testa alta, minaccioso, come per dire:--Venite, +assassini, se vi basta l'animo!--Allora la lotta è finita; bisogna +accorciar l'agonia; un uomo misterioso scavalca la barriera, s'avvicina +a passi furtivi, si apposta dietro al toro, e colto il momento, gli +vibra un colpo di pugnale nella testa, che gli penetra al cervello e lo +fredda. Spesso neanche questo colpo non riesce; l'uomo misterioso deve +vibrarne due, tre, persino quattro; allora l'indignazione del popolo si +scatena come una tempesta, gli danno del boia, del codardo, dell'infame, +gli augurano la morte, se lo avesser nelle mani, lo strozzerebbero come +un cane. Altre volte il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di +cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal luogo dove fu +colpito per andar a morir in pace in un canto appartato; tutti i +_toreros_ lo seguono lentamente, come un corteggio funebre, a una certa +distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i suoi movimenti, +conta i suoi passi, misura il progresso dell'agonía; un silenzio +profondo accompagna i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa di +maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili, che non vogliono +chinar la testa se non traendo l'ultimo respiro; tori che, versando +ruscelli di sangue per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti +da dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano ancora il collo +con un movimento superbo che fa retrocedere lo stuolo dei loro +persecutori fino a metà dell'arena; tori che hanno un'agonía più +spaventevole della loro prima furia, che straziano i cavalli morti, +spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente le _capas_ sparse per +l'arena, saltano nella corsia, corrono intorno colla testa alta +guardando gli spettatori con un'aria di sfida, cadono, si rialzano, +muoiono muggendo. + +L'agonia dei cavalli, meno lunga, è più dolorosa. Ad alcuni il toro +spezza una gamba, ad altri trafigge il collo da parte a parte, altri +uccide, con una cornata al petto, sul colpo, senza che versin neanco una +goccia di sangue; altri, presi dallo spavento, piglian la carriera, +diritto davanti a sè, e vanno a urtare la testa con un tremendo colpo +contro la barriera, e cadono morti; altri si dibattono lungo tempo in un +lago di sangue prima di morire; altri, feriti, sanguinosi, sbudellati, +storpiati, galoppano ancora con una furia disperata, vanno incontro al +toro, stramazzano, si rialzano e combattono ancora, fin che son portati +via, disfatti, ma vivi; e allora gli si rimetton gl'intestini al posto, +gli si cucisce la pancia, e servono per un'altra volta; altri, paurosi, +all'avvicinarsi della belva, tremano verga a verga, scalpitano, +rinculano, nitriscono, non vogliono morire; e son quelli che destano più +pietà. Qualche volta un sol toro ne uccide cinque; qualche volta, in una +_corrida_, ne muoion venti, tutti i _picadores_ sono intrisi di sangue, +l'arena sparsa di viscere fumanti, i tori stanchi di uccidere. + +I _toreros_, anch'essi, hanno i loro brutti momenti. I _picadores_, +talvolta, invece di cadere sotto il cavallo, cadono tra il cavallo e il +toro; allora questo si precipita su di loro per ucciderli; la folla +getta un grido; ma un _capeador_ ardito getta la _capa_ sugli occhi alla +belva, e rischiando la sua vita salva quella del compagno. Sovente, +invece di slanciarsi contro la _muleta_, il toro accorto, si slancia +contro l'_espada_, lo rasenta, lo investe, lo insegue, lo costringe a +buttar via l'arma e a salvarsi, pallido e tremante, di là dalla +barriera. Qualche volta l'urta colla testa e lo atterra; l'_espada_ +sparisce in un nuvolo di polvere, la folla grida:--È morto!--il toro +passa, l'_espada_ è salvo. Qualche volta gli arriva sotto ad un tratto, +lo solleva colla testa e lo sbatte da un lato. Non di rado il toro non +si lascia pigliar di mira colla spada, il _matador_ non riesce a +coglierlo di fronte, e poichè non lo può ferire, giusta gli statuti, che +in quel dato punto e in quel dato modo, si stanca inutilmente per lunga +pezza, e stancandosi si confonde, e corre cento volte il rischio di +farsi uccidere; e intanto la folla urla, fischia, l'insulta; finchè il +pover uomo, disperato, si risolve a uccidere o a morire, e vibra il +colpo come vien viene; ed o gli riesce ed è levato a cielo, o gli +fallisce, ed è vilipeso, schernito, tempestato di scorze d'arancio, +fosse anche il più intrepido, il più valente, il più decantato _torero_ +della Spagna. + +Nella folla, poi, durante lo spettacolo, seguono mille avvenimenti. Di +tratto in tratto scoppia una rissa fra due spettatori. Pigiata com'è la +gente, qualche bastonata tocca ai vicini; i vicini dan di mano ai +bastoni e picchiano anch'essi; il circolo delle bastonate s'allarga, la +rissa si estende a tutto lo scompartimento della gradinata; in pochi +momenti, cappelli in aria, cravatte in brani, visi sanguinosi, grida da +intronare il cielo, tutti gli spettatori in piedi, le guardie in moto, +i _toreros_, di attori, divenuti spettatori. Altre volte è un gruppo di +giovanotti burloni che si voltan tutti insieme da una parte gridando: +"Eccolo là."--"Chi?"--Nessuno; ma intanto i vicini si alzano, i lontani +salgono in piedi sui sedili, le signore si sporgon fuori dei palchi; in +un momento tutto il Circo è sossopra. Allora il gruppo dei giovanotti dà +in una sonora risata; i vicini, per non parer minchioni, fanno eco; si +ride nei palchi, si ride nelle gallerie, diecimila persone ridono. Altre +volte è uno straniero, spettatore per la prima volta della corsa dei +tori, che sviene; la notizia si spande in un baleno, tutti s'alzano, +tutti cercano, tutti gridano, si fa un casa del diavolo che non ha nome. +Altre volte è un bell'umore che saluta un suo amico posto all'estremità +opposta del Circo con un portavoce che fa l'effetto d'uno scoppio di +tuono. Quella grande folla è agitata in pochi istanti da mille +sentimenti contrarli; passa con una vicenda incessante dal terrore +all'entusiasmo, dall'entusiasmo alla pietà, dalla pietà all'ira, +dall'ira all'allegrezza, alla meraviglia, alla gioia sfrenata. + +L'impressione insomma che lascia nell'animo questo spettacolo è +indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti nel quale è impossibile +raccapezzar nulla di schietto, non si sa che pensarne. A momenti, +inorriditi, vorreste fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci mai +più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri, non vorreste che lo +spettacolo avesse mai fine; ora vi sentite quasi pigliar male; ora +anche voi, come i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in +applausi; il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso +dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe il cuore, ma la vittoria vi +rallegra; a poco a poco la febbre che agita la folla s'impadronisce di +voi; non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete anche voi +degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo; vi sentite vigoroso e +audace; la lotta vi accende il sangue; il balenío della spada vi mette +un fremito; e poi quelle migliaia di visi, quello strepito, quella +musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi profondi, quei fragori +improvvisi, quella vastità, quella luce, quei colori, quel non so che di +grande, di forte, di crudele, di magnifico, che v'abbarbaglia, vi +stordisce e vi rimescola.... + +Bello è il veder uscir la gente; son dieci torrenti che sgorgano da +dieci porte e allagano in pochi minuti il borgo di Salamanca, il Prado, +i viali di _Recoletos_, la strada Alcalà; migliaia di carrozze aspettano +nei dintorni del Circo; per un'ora, da qualunque parte uno si volga, non +vede che un formicolaio a perdita d'occhio; e tutti tacciono; le +emozioni hanno spossato tutti; non si sente che il rumore dei passi; +pare che la folla voglia dileguarsi furtivamente; una specie di +tristezza è sottentrata alla clamorosa allegria di poc'anzi. Io, per mio +conto, la prima volta che uscii da quel Circo, avevo appena tanta forza +da reggermi in piedi; la testa mi girava come un arcolaio, le orecchie +mi fischiavano, per tutto vedevo corna di tori, occhi iniettati di +sangue, cavalli morti, luccichío di spade. Presi la via più corta per +andare a casa, e appena arrivato, mi cacciai in letto, e m'addormentai +d'un sonno profondo. L'indomani mattina venne in gran fretta la padrona +di casa a domandarmi: "Ebbene? che gliene parve? s'è divertito? ci +tornerà? che cosa ne dice?"--"Non so" risposi "mi par d'aver sognato, +gliene parlerò poi, ho bisogno di pensarci."--Venne il sabato, la +vigilia della seconda corsa dei tori. "Ci va?" mi domandò la padrona. +"No..." risposi pensando ad altro. Uscii, infilai la strada d'Alcalà, mi +trovai, senza accorgermene, davanti alla bottega dove si vendono i +biglietti; c'era un visibilio di gente; dissi fra me:--Ci ho da +andare?... Sì?... No?...--"Vuole un biglietto?" mi domandò un ragazzo: +"_un asiento de sombra, tendido numero seis, barrera, quince reales?_" +Ed io risposi: "Qua!" + + * * * * * + +Ma per comprender bene la natura di codesto spettacolo, bisogna +conoscerne la storia. Quando si sia fatto per la prima volta un +combattimento coi tori, non si sa in modo sicuro; la tradizione narra +che fu il _Cid Campeador_ il primo cavaliere che scese colla lancia +nell'arena, e uccise da cavallo il formidabile animale. D'allora in poi +i giovani nobili si dedicarono con grande ardore a questo esercizio; in +tutte le feste solenni vi furon corse di tori; e solamente alla nobiltà +era concesso l'onore di combattere; i re stessi scendevan nell'arena; +durante tutto il medio-evo era codesto lo spettacolo favorito delle +corti, e l'esercizio prediletto dei guerrieri, non solo tra gli +Spagnuoli, ma anco tra gli Arabi; e gli uni e gli altri gareggiavano +nell'arena toresca come sul campo di battaglia. Isabella la Cattolica +volle proibire le corse dei tori, perchè, avendone vista una, le aveva +fatto orrore; ma i molti e potenti partigiani dello spettacolo la +distolsero dal mandare ad effetto quel disegno. Dopo Isabella, le corse +presero un grande incremento. Carlo V stesso uccise di propria mano un +toro nella piazza maggiore di Valladolid; Ferdinando Pizzarro, il +celebre conquistatore del Perù, fu un _torero_ valente; il re Don +Sebastiano di Portogallo colse nell'arena più d'un alloro; Filippo III +fece abbellire il circo di Madrid; Filippo IV vi combattè; Carlo II +protesse l'arte; sotto il regno di Filippo V, si costrussero, per ordine +del Governo, parecchi circhi; ma l'onore di _torear_ apparteneva sempre +esclusivamente alla nobiltà; non si _toreaba_ che a cavallo, e con +cavalli bellissimi, e però non si spargeva altro sangue che quello del +toro. Solamente verso la metà del secolo scorso l'arte si estese al +popolo, e sorsero i _toreros_ propriamente detti, artisti di +professione, che combattevano a piedi e a cavallo. Il famoso Francisco +Romero de Ronda perfezionò il _toreo_ a piedi, introdusse l'uso di +uccidere il toro, faccia a faccia, con la spada e la _muleta_, e fissò +le regole dell'arte. D'allora in poi lo spettacolo diventò nazionale e +il popolo vi accorse con entusiasmo. Il re Carlo II lo proibì; ma la sua +proibizione non fece che convertire l'entusiasmo popolare, come dice un +cronista spagnuolo, in una _aficion epidémica_. Il re Ferdinando VII, +appassionato pei tori, istituì una scuola di tauromachía a Siviglia; +Isabella II fu più entusiasta di Ferdinando VII; Amedeo _primero_ non fu +da meno, a quello che si dice, di Isabella II. Ed ora il _toreo_ +fiorisce più che mai nella Spagna; più di cento sono i grandi +proprietarii che allevano tori per gli spettacoli; Madrid, Siviglia, +Barcellona, Cadice, Valenza, Jerez, Porto di Santa Maria hanno un circo +di tori di prim'ordine; non meno di cinquanta sono i piccoli circhi +capaci di tremila fino a novemila spettatori; in tutti i villaggi, dove +non c'è circo, si fanno le _corridas_ nelle piazze; a Madrid tutte le +domeniche, nelle altre città ogni volta che si può, da per tutto con +immenso concorso di gente dalle città vicine, dai villaggi, dalla +campagna, dai monti, dalle isole, e persino di fuori Stato. Non tutti +gli Spagnuoli, è vero, son matti di codesto spettacolo; molti non ci +vanno mai; non pochi lo disapprovano, lo condannano, lo vorrebbero veder +bandito dalla Spagna; qualche giornalista, di tanto in tanto, alza un +grido di protesta; qualche deputato, l'indomani dell'uccisione d'un +_torero_, parla di fare un'interpellanza al Governo; ma son tutti nemici +timidi e fiacchi. Per contro si scrivono apologie delle corse dei tori, +si fabbricano nuovi circhi, si rinnovano gli antichi, si deridono gli +stranieri che gridano alla barbarie spagnuola. + +E non si fan solo _corridas_ di tori l'estate, nè lo spettacolo è sempre +uguale. L'inverno, nel circo di Madrid, ogni domenica c'è +rappresentazione; non sono quei tori belli e focosi dell'estate, non +sono i grandi artisti che la Spagna ammira; son torelli di picciola mole +e di piccolo animo, sono _toreros_ non ancora provetti nell'arte; ma c'è +spettacolo a ogni modo, e benchè non ci vada il Re, nè il fiore della +cittadinanza, come alle corse d'estate, il circo è sempre pieno di +gente. Si sparge poco sangue, non si uccidono che due tori, si chiude lo +spettacolo con dei fuochi d'artifizio; è un divertimento, come dicono +con disprezzo i torofili appassionati, da serve e da bambini. Ma v'è un +episodio, negli spettacoli d'inverno, che diverte assai. Quando i +_toreros_ hanno ucciso i _toros de muerte_, l'arena rimane a +disposizione dei dilettanti; da tutte le parti ci salta dentro gente; in +un minuto v'è un centinaio di operai, di scolari, di monelli, chi con un +mantello in mano, chi con uno scialle, chi con un cencio qualunque, +affollati a destra e a sinistra del _toril_, pronti a ricevere il toro. +La porta s'apre, un toro colle corna fasciate si slancia nell'arena, e +lì comincia un parapiglia da non potersi descrivere; la folla lo +circonda, lo insegue, lo tira di qua e di là, lo _capea_ coi mantelli e +cogli scialli, lo provoca e lo tormenta in mille maniere, finchè il +povero animale non potendone più, è fatto uscir dall'arena, e un altro +gli sottentra. È incredibile l'audacia con cui quei ragazzi gli si +caccian sotto, lo trascinan per la coda, gli saltano addosso; +incredibile l'agilità con cui ne scansano i colpi. Qualche volta il +toro, voltandosi all'improvviso, ne arriva qualcuno, lo atterra, lo +butta in aria, lo solleva in alto sulle corna; talora ne rovescia nella +polvere con un sol colpo una mezza dozzina, e toro ed uomini spariscono +in un nuvolo di polvere, e lo spettatore teme per un istante che ne sia +stato ammazzato qualcuno. Nemmanco per idea! Gl'intrepidi _capeadores_ +s'alzano coll'ossa péste e col viso polveroso, scrollan le spalle, e +daccapo. Ma non è neanco questo il più bell'episodio degli spettacoli +d'inverno. Qualche volta invece dei _toreros_ affrontano il toro le +_toreras_; donne vestite da danzatrici di corda; faccie, davanti alle +quali, non gli angeli, ma Lucifero: + + «Farìa dell'ali agli occhi una visiera;» + +le _picadoras_ a cavallo a un asino, la _espada_--quella ch'io vidi era +una vecchia sessantenne, chiamata la _Martina_, asturiana, nota in tutti +i circhi di Spagna,--la _espada_ a piedi, collo stocco e la _muleta_, +come il più intrepido _matador_ del sesso forte; tutta la _cuadrilla_ +accompagnata da un corteo di _chulos_ con grandi parrucche e grandi +gobbe. Per quaranta lire quelle disgraziate rischian la vita! Un toro, +il giorno ch'io assistei a quello spettacolo, ruppe un braccio a una +_banderillera_, e a un'altra lacerò le sottane per modo che la lasciò in +mezzo al circo con appena tanta roba addosso da coprir quello che +dev'essere assolutamente coperto. + +Dopo le donne, le fiere. In vari tempi si fece combattere il toro coi +leoni e colle tigri; pochi anni or sono ebbe luogo una di codeste lotte +nel Circo di Madrid. È celebre quella che fece fare il conte duca di +Olivares per festeggiar il giorno onomastico, se non m'inganna la +memoria, di Don Baltasar Carlos d'Austria, principe delle Asturie. Il +toro combattè col leone, colla tigre, col leopardo, e riuscì vincitore +di tutti. Anche nel combattimento di pochi anni sono, la tigre e il +leone ebbero la peggio; l'una e l'altro si slanciarono impetuosamente +addosso al toro; ma prima di riuscire ad addentargli il collo, infilati +dal terribile corno, caddero a terra in un lago di sangue. Il solo +elefante, un elefante enorme che vive tuttora nei giardini del Buon +Ritiro, riportò la vittoria: il toro lo assalì, quegli non fece che +mettergli la testa sul dorso e premere, e la pressione fu così delicata +che il malcauto assalitore ne fu schiacciato come una polpetta. Ma è +agevole immaginare quanta destrezza, quanto coraggio, e che +imperturbabile tranquillità d'animo occorra ad un uomo per affrontare +con la spada un animale che uccide il leone, che assale l'elefante, e +che per tutto dove tocca, squarcia, spezza, rovescia ed insanguina! E vi +son degli uomini che l'affrontano tutti i giorni! + +I _toreros_ non son mica artisti, come qualcuno può supporre, da +mettersi in un mazzo coi saltimbanchi, e pei quali il popolo non nutra +altro sentimento che quello dell'ammirazione. Il _torero_ è rispettato +anche fuori del Circo, gode la protezione dei giovani aristocratici, va +al teatro in palco, frequenta il più signorile caffè di Madrid, è +salutato per la strada con profonde scappellate da persone di garbo. Gli +_espada_ illustri, come il Frascuelo, il Lagartijo, il Cayetano, +guadagnano la bellezza di qualche diecina di mila lire all'anno, +possedono case e ville, abitano in appartamenti sontuosi, vestono con +isfarzo, profondon monti di scudi nei loro vestiti inargentati e dorati, +viaggiano da principi e fumano sigari d'Avana. Il loro vestire, fuor del +Circo, è curiosissimo: un cappello all'Orsini di velluto nero, una +giacchettina stretta alla vita, sbottonata, che non arriva a toccare i +calzoni; un panciotto aperto fino all'ombelico, che lascia vedere una +camicia bianca finissima; nessuna cravatta; una fascia di seta rossa o +azzurra intorno ai fianchi; un par di calzoni giusti alla gamba come +calze da ballerini, un par di scarpette di pelle del Marocco ornate di +ricami, un piccolo codino a treccia che scende sul dorso; e poi bottoni +d'oro, catenelle, diamanti, anelli, ciondoli, tutta una bottega da +orefice addosso. Molti tengon cavallo da sella, qualcuno carrozza, e +quando non ammazzano, son sempre in giro al Prado, alla Puerta del Sol, +nei giardini di Recoletos, colle loro spose o le loro amanti +splendidamente vestite e amorosamente superbe. I loro nomi, i loro visi, +le loro gesta sono assai più noti al popolo che le gesta, i visi e i +nomi dei comandanti d'esercito e dei ministri di Stato. _Toreros_ nelle +commedie, _toreros_ nelle canzoni, _toreros_ nei quadri, _toreros_ nelle +vetrine dei venditori di stampe, statue che rappresentan _toreros_, +ventagli coi ritratti dei _toreros_, fazzoletti con l'effigie dei +_toreros_; se ne vede, se ne rivede e se ne intravvede da tutte le +parti. Il mestiere del torero è il più lucroso e più onorifico mestiere +a cui un coraggioso figliuolo del popolo possa aspirare. Moltissimi, di +fatti, vi si dedicano. Ma pochissimi riescono eccellenti; i più rimangon +mediocri _capeadores_, pochi arrivano ad essere _banderilleros_ di +vaglia, meno ancora _picadores_ di grido; bravi _espada_, poi, non +diventano che pochi prediletti dalla natura e dalla fortuna; bisogna +esser venuti al mondo con quel bernoccolo; si nasce _espada_ come si +nasce poeta. Di uccisi dal toro ce n'è di rado, si contan sulle dita per +un lungo giro di tempo; ma gli stroppiati, i malconci, i ridotti in +stato da non poter più combattere, sono innumerevoli. Se ne vedono per +le città col bastone e le stampelle, chi senza un braccio, chi senza una +gamba. Il famoso _Tato_, che fu il primo dei _toreros_ contemporanei, +perdette una gamba; nei pochi mesi ch'io stetti in Spagna, fu mezzo +ammazzato un _banderillero_ a Siviglia, fu ferito gravemente un +_picador_ a Madrid, fu malconcio il Lagartijo, furono uccisi tre +_capeadores_ dilettanti in un villaggio. Non c'è quasi _torero_ che non +abbia sparso sangue nell'Arena. + + * * * * * + +Prima di partire da Madrid volli parlare col tanto celebrato Frascuelo, +il principe degli _espadas_, l'idolo del popolo di Madrid, la gloria +dell'arte. Un genovese, capitano di bastimento, che lo conosceva, +s'incaricò di fare la presentazione; fissammo il giorno, ci trovammo nel +caffè imperiale della _Puerta del Sol_. Mi vien da ridere quando penso +all'emozione che provai vedendolo comparire da lontano e venire verso di +noi. Era vestito con gran lusso, carico di ciondoli, luccicante come un +generale in grande uniforme; attraversò il caffè, mille teste si +voltarono, mille occhi si fissarono su di lui, su di me, sul mio +compagno: io mi sentii diventar pallido. "Ecco il signor Salvador +Sanchez," disse il Capitano (Frascuelo è un soprannome). E poi, +presentando me a Frascuelo: "Ecco il signor tale dei tali, suo +ammiratore." L'illustre _matador_ s'inchinò, io feci una riverenza, +sedemmo e cominciammo a discorrere. Che strano uomo! A sentirlo +discorrere si sarebbe detto che non aveva cuore d'infilzare una mosca +con una spilla. È un giovanotto di venticinque anni, di mezzana statura, +svelto, bruno, bello, con uno sguardo fisso e un sorriso d'uomo +distratto. Gli domandai mille cose intorno all'arte sua e alla sua vita; +parlava a monosillabi; bisognava che gli cavassi le parole di bocca, a +una a una, a furia di domandare. Ai complimenti rispondeva guardandosi +la punta dei piedi con uno sguardo modesto. Gli chiesi se fosse mai +stato ferito: si toccò un ginocchio, una coscia, la spalla, il petto, e +disse: "Qui, e poi qui, e poi qui e poi ancora qui;" sorridendo colla +semplicità d'un bambino. Mi scrisse l'indirizzo di casa sua, mi invitò +ad andarlo a trovare, mi diede un sigaro, e se n'andò. Tre giorni dopo, +alla corsa dei tori, ero in un posto vicino alla barriera; egli mi passò +davanti per raccogliere i sigari che gli gettavano gli spettatori; gli +lanciai un sigaro di Milano di quei colla paglia; lo prese, lo guardò, +sorrise, e cercò chi gliel'aveva gettato; gli feci un cenno, mi vide, ed +esclamò:--_Ah! el italiano!_--Mi pare ancora di vederlo: aveva un +vestito color cenerino coperto di ricami d'oro e una mano macchiata di +sangue..... + + * * * * * + +Ma, insomma, un giudizio finale sulle corse dei tori! Sono o no una cosa +barbara, indegna d'un popolo civile? Sono o no uno spettacolo che guasta +il cuore? Fuori una parola schietta! Una parola schietta? Io non voglio, +rispondendo in un modo, tirarmi addosso un diluvio d'invettive, e +rispondendo in un altro, darmi della zappa sui piedi, dacchè debbo +confessare che sono andato al Circo tutte le domeniche. Ho narrato e +descritto, il lettore ne sa quanto me, giudichi lui, e mi conceda di non +metterci bocca. + + * * * * * + +Vidi, a Madrid, la famosa cerimonia funebre che si celebra ogni anno, il +2 di maggio, in onore degli Spagnuoli che morirono combattendo, o furon +passati per l'armi dai soldati francesi, sessantacinque anni or sono, in +quella tremenda giornata che empì d'orrore l'Europa e fece scoppiare la +guerra d'indipendenza. + +All'alba tuona il cannone, e in tutte le chiese parrocchiali di Madrid, +e dinanzi a un altare eretto accanto al Monumento si comincia a celebrar +messe, e si seguita fino a sera. La ceremonia consiste in una solenne +processione che parte per lo più dalle vicinanze del palazzo reale, va a +sentire un sermone nella chiesa di Sant'Isidoro, dove giacquero sepolte +fino al 1840 le ossa del morti; e poi si reca al Monumento a sentire la +messa. + +In tutte le strade per le quali dovea passare la processione erano +schierati i battaglioni dei volontari, i reggimenti di fanteria, gli +squadroni di corazzieri, le guardie civili a piedi, le artiglierie, i +cadetti; da ogni parte suonavan trombe, tamburi, bande; si vedeva da +lontano, al di sopra della folla, un viavai continuo di cappelli di +generali, di pennacchi d'aiutanti, di bandiere, di spade; accorrevano da +tutte le strade le carrozze del Senato e delle Cortes, grandi come carri +trionfali, dorate fin nelle ruote, listate di velluto e di seta, +sopraccariche di frangie e di fiocchi, e tirate da superbi cavalli +impennacchiati. Le finestre di tutte le case erano ornate di arazzi e di +fiori; tutto il popolo di Madrid era in moto. + +Vidi passare la processione per la strada d'Alcalà. Venivano innanzi i +cacciatori della milizia cittadina a cavallo; poi i ragazzi di tutti i +collegi, di tutti gli asili, di tutti gli ospizi di Madrid, a due a due, +migliaia; poi gl'invalidi dell'esercito, quali con le stampelle, quali +con la testa fasciata, alcuni sorretti dai compagni, altri decrepiti, +quasi portati; soldati, generali, con antiche divise, col petto coperto +di ciondoli e di nastri, e lunghe spade e cappelli piumati; poi una +folla d'ufficiali di tutti i Corpi, luccicanti d'oro e d'argento, e +vestiti di mille colori; poi gli alti impiegati dello Stato, i deputati +provinciali, i deputati del Congresso, i Senatori; poi gli araldi del +Municipio e delle Camere, con ampie toghe di velluto e le mazze +d'argento; poi tutti gli impiegati municipali, tutti gli _alcaldes_ di +Madrid, vestiti di nero, colle medaglie al collo; infine il Re, vestito +da generale, a piedi, accompagnato dal Sindaco, dal capitano generale +della Provincia, dai generali, dai ministri, dai deputati, dagli +ufficiali d'ordinanza, dagli aiutanti di campo, tutti col capo scoperto. +Chiudevano la processione le cento guardie a cavallo, sfolgoreggianti +come guerrieri del medio evo; le guardie reali a piedi, con gran +berretto di pelo alla foggia della guardia napoleonica, tunica rossa a +coda di rondine, calzoni bianchi, due larghe tracolle incrociate sul +petto, ghette nere fino al ginocchio, spada, fiocchi, cordoni, fermagli, +gingilli; poi ancora volontari, soldati di fanteria, artiglieri, popolo. +Tutti andavano a passo lento; sonavano tutte le bande e tutte le +campane; il popolo era silenzioso; e quell'insieme di bambini, di +poveri, di preti, di magistrati, di veterani mutilati, di grandi di +Spagna, presentava un aspetto gentile e magnifico, che ispirava ad un +tempo tenerezza e riverenza. + +La processione sboccò nel Prado e si diresse verso il Monumento. I +viali, i campi, i giardini erano pieni di popolo. Le signore ritte nelle +carrozze, sulle seggiole, sui sedili di pietra, coi bambini tra le +braccia; gente sugli alberi e sui tetti; a ogni passo, bandiere, +iscrizioni funebri, elenchi delle vittime del 2 di maggio, poesie +appiccicate ai tronchi delle piante, giornali listati di nero, stampe +rappresentanti episodi della strage, ghirlande, crocifissi, tavolini con +vassoi per limosine, candele accese, ritratti, statuette, giocattoli pei +ragazzi coll'immagine del Monumento; per tutto ricordi del 1808, +emblemi, segni di lutto, di festa, di guerra. Gli uomini quasi tutti +vestiti di nero; le donne in gran gala, con lunghi strascichi e il velo; +frotte di contadini accorsi da tutti i villaggi, coi loro panni festivi; +e in mezzo a tutta questa folla un gridìo assordante di acquaiuoli, di +guardie, di ufficiali. + +Il Monumento del 2 maggio, che sorge nel punto dove furon fucilati il +maggior numero degli Spagnuoli, benchè non abbia un valore artistico +pari alla fama, è,--per servirmi d'una parola da strapazzo ma +significativa,--imponente. È semplice, nudo, e al parer di molti anche +pesante e sgraziato; ma arresta lo sguardo e il pensiero, anche di chi +non sappia che cosa sia; a prima vista, si capisce che in quel luogo +dev'essere accaduto alcun che di tremendo. Sopra un rialto ottagonale di +granito con quattro gradinate, s'innalza un grandioso sarcofago di forma +quadrata, munito d'iscrizioni, di stemmi, e d'un bassorilievo che +rappresenta i due ufficiali spagnuoli morti il 2 maggio nella difesa del +Parco d'artiglieria. Sul sarcofago sorge un piedistallo d'ordine dorico, +sul quale stanno quattro statuette che simboleggiano l'amor di patria, +il valore, la costanza, la virtù. In mezzo alle statue s'erge un alto +obelisco, con suvvi scritto a caratteri d'oro: _Dos de mayo_. Intorno al +Monumento si stende un giardino rotondo, intersecato da otto viali che +convergono al centro; ogni viale è fiancheggiato da cipressi; il +giardino è cinto d'una cancellata di ferro, circuita alla sua volta da +una gradinata di marmo. Quel boschetto di cipressi, quel giardino chiuso +e solitario, in mezzo al passeggio più allegro di Madrid, è come una +immagine della morte in mezzo alle gioie della vita; non si può passar +di là senza volgergli uno sguardo; non si può guardarlo, senza pensare; +di notte, quando vi batte la luna sembra un'apparizione fantastica, e +spira intorno un'aura di mestizia solenne. + +Arrivò il Re, fu celebrata la messa, sfilarono tutti i reggimenti, e +terminò la cerimonia. Così si celebra l'anniversario del 2 di maggio dal +1814 in poi, con una dignità, con un affetto, con una venerazione, che +non onora solamente il popolo spagnuolo, ma il cuore umano. È la vera +festa nazionale della Spagna, è il solo giorno dell'anno in cui tacciono +le ire di parte, e tutti i cuori si uniscono in un sentimento comune. Nè +in questo sentimento, come si potrebbe credere, è nulla d'amaro contro +la Francia. La Spagna ha rovesciato tutta la colpa della guerra, e +delle stragi che ne furono cagione, sovra Napoleone e Murat; i Francesi +sono amichevolmente accolti come tutti gli altri stranieri; delle +infauste giornate di maggio non si parla che per rendere onore ai morti +e alla patria; tutto, in questa cerimonia, è nobile e grande; dinanzi a +quel sacro Monumento la Spagna non ha che parole di perdono e di pace. + + * * * * * + +Un'altra cosa da vedersi, a Madrid, sono i combattimenti dei Galli. + +Lessi un giorno nella _Correspondencia_, il seguente avviso:--«_En la +funcion que se celebrarà mañana en el circo de Gallos de Recoletos, +habrà, entre otras, dos peleas_ (combattimenti), _en las que figurarán +gallos de los conocidos aficionados Francisco Calderon y Don Josè Diez, +por lo que se espera serà muy animada la diversion._» Lo spettacolo +cominciava a mezzogiorno: ci andai. Fui colpito dalla originalità e +dalla leggiadria del teatro. Sembra un chiosco da collinetta di +giardino; ma è vasto tanto da contenere poco meno di un migliaio di +persone. La forma è perfettamente cilindrica. Nel mezzo sorge una specie +di palco circolare, alto poco più di tre palmi, coperto d'un tappeto +verde, e aggirato da una ringhiera dell'altezza di quelle dei +terrazzini: è il campo di battaglia dei galli. Tra ferro e ferro della +ringhiera si stende una sottilissima rete di fili metallici, che +preclude lo scampo ai combattenti. Intorno a questa specie di gabbia, +il piano della quale è grande quanto una gran tavola da pranzo, ricorre +un cerchio di poltrone, e dietro a questo, un po' più alto, un secondo; +le une e le altre rivestite di panno rosso. Su parecchie delle prime è +scritto a lettere di scatola:--_Presidente_--_Secretario_--ed altri +titoli di personaggi che compongono il tribunale dello spettacolo. Al di +là delle poltrone s'alza come una gradinata di banchi, fino alla parete, +nella quale s'apre una galleria sostenuta da dieci sottili colonne. La +luce viene dall'alto. Il rosso vivo delle poltrone, i fiori dipinti sui +muri, le colonne, la luce, l'aria, in una parola, del teatro, ha un non +so che di nuovo e di pittoresco, che piace e rallegra. A prima vista, +pare che in quel luogo si debba piuttosto sentire una musica festiva e +gentile che assistere ad una lotta di bestie. + +Quando entrai, v'era già un centinaio di persone.--O che gente è +questa?--mi domandai. E veramente il _pubblico_ del circo dei Galli non +rassomiglia a quello di nessun altro teatro; è una mescolanza _sui +generis_ che si vede soltanto a Madrid. Non c'è donne, non ragazzi, non +soldati, non operai, poichè è giorno di lavoro e un'ora incomoda; e +nondimeno vi si nota una maggior varietà di aspetti, di vestiti e di +atteggiamenti che in qualunque altro ritrovo popolare. È tutta gente che +non ha che fare lungo la giornata: commedianti coi capelli lunghi e lo +staio spelato; _toreros_,--c'era Calderon, il famoso _picador_,--colla +loro ciarpa rossa intorno alla vita; studenti colle traccie sul viso +della notte passata al gioco; negozianti di galli, giovanotti eleganti, +vecchi signori _aficionados_ vestiti di nero, con guanti neri e +cravattone. Questi intorno alla gabbia. Più in là, _rari nantes_, +qualche inglese, qualche bighellone, di quei che si vedon per tutto, i +servitori del circo, una donna di mala vita, una guardia civile. Tranne +i forestieri e la guardia, gli altri,--signori, _toreros_, negozianti, +commedianti,--si conoscon tutti, e parlan tutti tra loro, a una voce +sola, della qualità dei galli annunziati dal programma dello spettacolo, +delle scommesse del giorno innanzi, degli accidenti delle lotte, di +zampe, di penne, di sproni, di ali, di becchi, di ferite, ostentando la +ricchissima terminologia dell'arte, e citando regole, esempi, galli dei +tempi andati, e lotte e vincite e perdite famose. + +Lo spettacolo cominciò all'ora fissata. Si presentò un uomo in mezzo al +circo con un foglio in mano e cominciò a leggere; tutti tacquero. Lesse +una serie di numeri che indicavano il peso delle varie coppie di galli +che dovevan combattere, poichè, coppia per coppia, non possono pesare +l'un più dell'altro di là d'una misura determinata del codice +gallistico. Ricominciaron le chiacchiere, poi ricessarono a un tratto. +Un altr'uomo con due cassette tra le braccia venne innanzi; aperse uno +sportello della ringhiera, salì sul palco, e attaccò le due cassette ai +due capi d'una bilancia pendente dal soffitto. Due testimoni +s'accertarono che il peso era quasi eguale dalle due parti, tutti +sedettero, il presidente si mise al suo posto, il segretario +gridò:--_Silencio!_--, il pesatore e un altro servitore presero una +cassetta ciascuno, e sporgendola dai due opposti sportelli della +ringhiera, l'apersero tutti e due insieme. I galli uscirono, gli +sportelli si richiusero, gli spettatori serbarono per qualche momento un +silenzio profondo. + +Eran due galli _andalusi di razza inglese_ per servirmi della curiosa +definizione datami da uno spettatore, alti, smilzi, diritti come fusi, +con un lungo collo mobilissimo, completamente spennati nelle parti +posteriori, e dal petto in su; senza cresta, la testa piccina, e un par +d'occhi che rivelavano l'indole battagliera. Gli spettatori li +osservarono attentamente senza profferire parola. Gli _aficionados_, in +quei pochi istanti, giudicano dai colori, dalle forme, dai movimenti dei +due animali quale sarà probabilmente il vincitore; poi propongono le +scommesse. È un giudizio, come ognun può comprendere, molto incerto; ma +è l'incertezza che dà vita al gioco. A un tratto, il silenzio è rotto da +uno scoppio di grida. + +--_Un duro_ (uno scudo) _por el derecho!_--_Un duro por el izquierdo!_ +(il sinistro)--_Va!_--_Tres duros por el negro!_--_Quatro duros +por el pardo_! (il grigio)--_Una onza_ (ottanta lire) _por el +chico!_--_Va!_--_Va por el negro!_--_Va por el pardo!_-- + +Tutti urlano, agitano le mani, si accennano l'un l'altro col bastone, le +scommesse s'incrociano in tutti i sensi; in pochi momenti v'è un +migliaio di lire in gioco. + +I due galli, da principio, non si guardano. Uno volto da una parte, +l'altro dall'altra, cantano, allungando il collo verso gli spettatori, +come se domandassero:--Che cosa volete?--A poco a poco, senza far segno +di essersi visti, s'avvicinano; pare che l'uno voglia pigliar l'altro di +sorpresa. All'improvviso, colla rapidità del lampo, spiccano un salto +coll'ali aperte, s'urtan nell'aria, e ricadono, spandendo intorno un +nuvolo di penne. Dopo il primo urto, si fermano, e si piantano l'uno +dinanzi all'altro, col collo teso e i becchi che quasi si toccano, +guardandosi fissi, immobili, come se volessero avvelenarsi cogli occhi. +Poi di nuovo s'avventano l'un contro l'altro con una grande violenza, +dopo di che gli assalti si succedono senza interruzione. Si feriscono a +zampate, a spronate, a colpi di becco; si stringono coll'ali in modo che +paiono un gallo solo con due teste; si caccian l'un sotto il ventre +dell'altro, si sbattono contro i ferri della ringhiera, si inseguono, +cadono, strisciano, svolazzano; e via via i colpi si fan più fitti, +volan via le piume della testa, i colli diventan color di fuoco, e +metton sangue. Poi prendono a punzecchiarsi nel capo, intorno agli +occhi, negli occhi, si scarnificano colla furia di due forsennati che +abbian paura d'esser divisi; par che sappiano che uno dei due deve +morire; non mettono una voce, non un gemito; non si sente che lo +strepito delle ali agitate, delle penne che si rompono, dei becchi che +picchian nell'ossa; e non un istante di tregua; è un furore che va +dritto alla morte. + +Gli spettatori seguon coll'occhio intento tutte le mosse, contan le +penne divelte, numerano le ferite; e il gridìo si fa sempre più +concitato, e le scommesse più forti:--_Cinco duros por el chico!_ (il +piccolo)--_Ocho duros por el pardo!_--_Veinte duros por el +negro!_--_Va!_--_Va!_-- + +A un certo punto, uno dei due galli fa un movimento che tradisce +l'inferiorità delle sue forze, e comincia a dar segno di stanchezza. Pur +resistendo sempre, le sue beccate si succedon più rade, le sue spronate +più fiacche, i suoi salti più bassi; par che comprenda che dovrà morire; +non combatte più per uccidere, combatte per non essere ucciso; +retrocede, fugge, cade, si rialza, torna a cadere, barcolla come preso +dal capogiro. Allora lo spettacolo comincia ad essere orribile. Dinanzi +al nemico che cede, il vincitore inferocisce; le sue beccate cadono +fitte, rabbiose, spietate negli occhi della vittima colla regolarità +dell'ago d'una macchina da cucire; il suo collo s'allunga e scatta col +vigore d'una molla, il suo becco afferra le carni, si torce e dilania; +poi si figge nella ferita, e vi si dibatte come per cercare le fibre più +riposte; poi picchia e ripicchia sul capo, come se volesse aprire il +cranio e cavarne il cervello. Non c'è parola che esprima l'orrore di +quel picchiare continuo, instancabile, inesorabile. La vittima si +dibatte, scappa, s'aggira per la gabbia, e quegli dietro, accanto, +addosso, indivisibile come un'ombra, colla testa china su quella del +fuggitivo come un confessore, sempre picchiando, punzecchiando, +lacerando. Ha qualcosa dell'aguzzino, del boia; par che dica qualcosa +nell'orecchio alla sua vittima, par che accompagni ogni colpo con un +insulto:--To', prendi, soffri, muori, no! vivi, prendi anche questa, +quest'altra, ancor una!--Un po' della sua rabbia sanguinaria s'insinua +nelle vostre vene, quella crudeltà codarda vi mette una smania di +vendetta, lo strozzereste colle vostre mani, gli schiacciereste il capo +col piede. Il gallo vinto, tutto intriso di sangue, spennato, +vacillante, tenta ancora di tratto in tratto qualche assalto, dà qualche +beccata, e sfugge, e si slancia contro i ferri della ringhiera per +cercare uno scampo. + +Gli scommettitori s'accendono ed urlano di più in più forte. Non possono +più scommettere sulla lotta, scommettono sull'agonia.--_Cinco duros á +que no tira tres veces!_ (Che la vittima non tenta più tre +assalti).--_Tres duros á que no tira cinco!_--_Quatro duros á que no +tira dos!_--_Va!_--_Va!_ + +A questo punto udii una voce che mi fece rabbrividire:--_Es ciego!_--(È +cieco). + +Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto e torsi il viso con +raccapriccio. Non aveva più pelle, non aveva più occhi, il suo collo non +era più che un osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte +a tre o quattro penne, strascicavano come due cenci; pareva impossibile +che così disfatto potesse vivere e camminare; non aveva più forma. +Eppure quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di sangue, si +difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre, scotendo le ali dimezzate +come due moncherini, allungando il collo scarnificato, agitando il +teschio a caso, qua e là, come i cani neonati; era schifoso ed orribile; +io socchiudevo gli occhi per vederlo in confuso. E il carnefice +continuava a beccare le piaghe, a sforacchiare le occhiaie, a picchiare +sul nudo cranio; non era più una lotta, era un rodimento; pareva che +volesse disfarlo, senza ucciderlo; a volte, quando la vittima rimaneva +un momento immobile, si chinava a guardarla coll'attenzione d'un +anatomico; a volte si scostava e la guardava dall'alto coll'indifferenza +d'un becchino; poi di nuovo addosso coll'avidità d'un vampiro, e lì +becca, e succhia e strazia con più vigore di prima. Finalmente il +moribondo, fermatosi all'improvviso, chinò il capo a terra come preso +dal sonno, e il carnefice, guardandolo attentamente, ristette. + +Allora le grida raddoppiarono; non si poteva più scommettere sulle +convulsioni dell'agonia, si scommetteva sui sintomi della morte:--_Cinco +duros á que no levanta mas la cabeza!_ (che non rialza più il +capo).--_Dos duros á que la levanta!_--_Tres duros á que la levanta dos +veces!_--_Va!_--_Va!_ + +Il gallo moribondo rialzò adagio adagio la testa; il boia, pronto, gli +rovesciò addosso una tempesta di beccate; le grida tornarono a +scoppiare; la vittima fece di nuovo un leggero movimento,--toccò +un'altra beccata,--si scosse,--toccò una beccata ancora,--versò sangue +per la bocca, vacillò e cadde. Il vincitore, vigliacco, si mise a +cantare. Venne un servitore e li portò via tutti e due. + +Tutti gli spettatori s'alzarono e cominciò una rumorosa conversazione; i +vincitori sghignazzando, i vinti bestemmiando, e gli uni e gli altri +discutendo i meriti dei galli e le vicende della lotta:--_Buena +pelea!_--_Buenos los gallos!_--_Los gallos malos!_--_No valen +nada!_--_No entiende Usted!_--_Cállese Usted!_--_Buenos!_--_Malos!_ + +--_Sentarse, caballeros!_--gridò il presidente; tutti sedettero e +cominciò un'altra lotta. + +Io diedi un'occhiata al campo di battaglia, ed uscii. Qualcuno esiterà a +crederlo: quello spettacolo mi fece più orrore che la prima corsa dei +tori. Non avevo idea d'una ferocia così crudele; non credevo, prima di +vedere, che una bestia, dopo averne reso impotente un'altra, potesse +torturarla, martoriarla, straziarla in quel modo, coll'accanimento +dell'odio e colla voluttà della vendetta; non credevo che il furore +d'una bestia potesse giungere al segno di presentare il carattere della +più forsennata malvagità umana. Oggi ancora, ed è trascorso tanto tempo, +ogni volta che ricordo quello spettacolo, volto involontariamente la +testa da un lato, come per fuggir l'orrenda vista del gallo moribondo; e +non mi accade mai di metter le mani sovra una ringhiera, senza ch'io +abbassi gli occhi coll'idea di vedere il suolo sparso di penne e di +sangue. Se andrete in Spagna, seguite il mio consiglio: + + «State contente, umane genti, _ai tori_.» + + +IL CONVENTO DELL'ESCURIALE. + +Prima di partire per l'Andalusia andai a vedere il famoso convento +dell'Escuriale, il Leviatan dell'Architettura, l'ottava meraviglia del +mondo, il più gran mucchio di granito che esista sulla terra, e se +volete altre denominazioni grandiose, immaginatene pure, chè non ne +troverete nessuna che non gli sia stata ancora applicata. Partii da +Madrid di buon mattino. Il villaggio dell'Escurial, che diede il nome al +convento, è a otto leghe dalla città, a poca distanza dal Guadarrama; e +la strada attraversa una campagna arida e spopolata, chiusa +all'orizzonte da monti coperti di neve. Quando arrivai alla stazione +dell'Escuriale, veniva giù una pioggiolina fitta e fredda che dava i +brividi. Dalla stazione al villaggio c'è un mezzo miglio di salita; +m'infilai in una diligenza, e di lì a pochi minuti fui sbarcato in una +strada solitaria, fiancheggiata a sinistra dal convento, a destra dalle +case del villaggio, e in fondo chiusa dalla montagna. A primo aspetto +non si raccapezza nulla; si credeva di vedere un edifizio, si vede una +città; non si sa se si è già dentro al convento o se si è ancora fuori; +da ogni parte si vedon quelle mura; si va oltre, ci si trova in una +piazza; si guarda attorno, si vedon delle strade; non si è ancora +entrati, e già il convento ci circonda, e noi abbiamo perduto la +bussola, e non sappiamo più da che parte voltarci. Il primo sentimento +è tristo: tutto l'edifizio è di pietra color terrigno, e rigato di +bianco tra pietra e pietra; i tetti son coperti di lamine di piombo. +Sembra un edifizio di terra. Le mura sono altissime e nude, e hanno un +gran numero di finestre che paion feritoie. Più che un convento, si +direbbe che è una prigione. Per tutto si vede quel color cupo, morto; e +non anima viva, e un silenzio di fortezza abbandonata; e di là dai tetti +neri, la montagna nera, che par che penda sull'edifizio, e gli dà +un'aria di misteriosa solitudine. Il luogo, le forme, i colori, ogni +cosa par scelto da chi fondò l'edifizio coll'intento di offrire agli +occhi degli uomini uno spettacolo tristo e solenne. Prima d'entrare, voi +avete perduto la vostra gaiezza; non sorridete più, pensate. Vi +arrestate alle porte dell'Escuriale con una sorta di trepidazione, come +alle porte d'una città vuota; vi pare che, se in qualche angolo del +mondo regnasse ancora il terrore della Inquisizione, dovrebbe regnar tra +quelle mura; direste che là dentro se n'ha a vedere l'ultima traccia e a +sentire l'ultima eco. + + * * * * * + +Tutti sanno che la basilica e il convento dell'Escurial furon fondati da +Filippo II dopo la battaglia di San Quintino, in adempimento d'un voto +fatto a san Lorenzo, durante l'assedio, quando gli assedianti eran stati +costretti a cannoneggiare una chiesa consacrata a quel santo. Don Juan +Batista di Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori durarono +vent'un anno. Filippo II volle che l'edifizio presentasse la forma d'una +graticola a commemorazione del martirio di san Lorenzo; e tale è infatti +la sua forma. Il piano è un parallelogrammo rettangolare. Ai quattro +angoli s'alzano quattro grandi torri quadrate col tetto a punta, che +rappresentano i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo +reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico; gli edifizi +interni che congiungono i due lati più lunghi, tengon luogo delle sbarre +traversali. Altri edifizi minori sorgono fuori del parallelogrammo, a +breve distanza dal convento, lungo uno dei lati lunghi, e uno dei corti, +e formano due grandi piazze; dagli altri due lati sono i giardini. +Facciate, porte, atrii, ogni cosa è in armonia colla grandezza e col +carattere dell'edifizio; ed è inutile ammontar descrizioni su +descrizioni. Il palazzo reale è splendidissimo, e convien vederlo, per +non mescolar poi disparate impressioni, prima di entrare nel convento e +nella chiesa. Questo palazzo occupa l'angolo levante-tramontana +dell'edifizio. Alcune sale son piene di quadri, altre tappezzate dal +pavimento alla volta di tappeti che rappresentan corse di tori, balli +popolari, giuochi, feste, costumi spagnuoli, disegnati dal Goya; altre +regalmente mobiliate e parate; il pavimento, le porte, le finestre +coperte di meravigliosi lavori d'intarsio e di dorature stupende. Ma fra +tutte le sale è notevole quella di Filippo II; una cella meglio che una +sala, nuda e squallida, con un'alcova che risponde all'oratorio reale +della chiesa, in modo che dal letto, tenendo schiuse le porte, si può +vedere il sacerdote che dice la messa. Filippo II dormiva in quella +cella, vi fece la sua ultima malattia e vi morì. Si vedono ancora alcune +seggiole usate da lui, due panchettini sui quali appoggiava la gamba +tormentata dalla gotta, e uno scrittoio. Le pareti son bianche, il +soffitto piano e senza ornamenti, il pavimento di mattoni. + +Visto il palazzo reale, si esce dall'edifizio, si attraversa la piazza e +si rientra per la porta principale. Un custode vi si attacca ai panni, +attraversate un ampio vestibolo, vi trovate nel cortile dei Re. Là vi +potete formare una prima idea della immane ossatura dell'edifizio. Il +cortile è tutto chiuso da muri; dal lato opposto alla porta è la +facciata della chiesa. Sur una spaziosa gradinata s'alzano sei enormi +colonne doriche, ognuna delle quali sostiene un grande piedestallo, e +ogni piedestallo una statua. Son sei statue colossali, di Battista +Monegro, rappresentanti Giosafat, Ezechiello, Davide, Salomone, Giosuè, +Manasse. Il cortile è lastricato, sparso di cespi d'erba, umido; i muri +paion roccie tagliate a picco; tutto è rigido, massiccio, pesante, e +offre non so che fantastico aspetto di edifizio titanico, cavato in una +montagna di pietra, e atto a sfidare le scosse della terra e i fulmini +del cielo. Là si comincia a capire che cosa sia l'Escuriale. + +Si sale la gradinata e si entra nella chiesa. + +L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro enormi pilastri di +granito bigio sostengono le vòlte dipinte a fresco da Luca Giordano; +accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli +intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di +bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo +V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo +II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal +suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di +seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a +una porta segreta, è la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva +da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se +n'avvedessero i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa che, appetto +all'intero edifizio, par piccina, è nullameno una delle più vaste chiese +della Spagna; e benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude +immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, che l'oscurità +in parte nasconde, e dai quali il triste aspetto dell'edifizio distrae +l'attenzione. Oltre le mille opere d'arte che si vedon nelle cappelle, +negli stanzini attigui alla chiesa, nelle scale che salgono alle +tribune, v'è in un corridoio dietro al coro uno stupendo crocifisso di +marmo bianco di Benvenuto Cellini, coll'iscrizione: _Benvenutus Zelinus, +civis florentinus facebat 1562_. In altre parti si vedon quadri del +Navarrete e dell'Herrera. Ma ogni sentimento di meraviglia muore in +quello della tristezza. Il colore della pietra, la luce dubbia, il +silenzio profondo che vi circonda, richiama incessantemente il vostro +pensiero alla vastità, ai recessi ignoti, alla solitudine dell'edifizio, +e non vi lascia luogo al diletto dell'ammirazione. L'aspetto di quella +chiesa vi desta un senso inesprimibile di inquietudine. Voi +indovinereste, quando non lo sapeste altrimenti, che intorno a quelle +mura, per un grande spazio, non v'è che granito, oscurità e silenzio; +senza vedere lo smisurato edifizio, lo sentite; sentite che vi trovate +in mezzo a una città disabitata; vorreste affrettare il passo per +vederla presto, per liberarvi dall'incubo di quel mistero, per cercare, +se in qualche parte vi fosse, la luce viva, il rumore, la vita. + +Dalla chiesa, per parecchie stanze nude e fredde, si va nella sacrestia, +un'ampia sala a volta, nella quale tutta una parete è occupata da armadi +di legni svariati e finissimi, che racchiudono gli ornamenti sacri; la +parete opposta, da una serie di quadri del Ribera, del Giordano, del +Zurbaran, del Tintoretto e d'altri pittori italiani e spagnuoli; e in +fondo il famoso altare della _Santa forma_ col celeberrimo quadro del +povero Claudio Coello, che morì di crepacuore per la chiamata di +Luca Giordano all'Escuriale. L'effetto di questo quadro è veramente +superiore ad ogni immaginazione. Rappresenta, con figure di grandezza +naturale, la processione che si fece per collocare in quel medesimo +luogo la _Santa forma_; vi è ritratta appunto quella sacrestia, e +l'altare; il priore inginocchiato sulla gradinata, colla custodia e +l'ostia sacra nelle mani; intorno a lui i diaconi; da un lato Carlo II +in ginocchio; più in là monaci, chierici, seminaristi ed altri fedeli. +Le figure sono così vive e parlanti, la prospettiva così vera, il +colorito, l'ombre, la luce così efficaci, che al primo entrare nella +sacrestia, si scambia il quadro con uno specchio che rifletta una +funzione religiosa celebrata in quel momento in una sala vicina. Poi +l'illusione delle figure sparisce; ma resta quella del fondo del quadro, +e si ha proprio bisogno di avvicinarsi fin quasi a toccarlo, per credere +che quella non è un'altra sacrestia, ma una tela dipinta. Nei giorni di +giubileo questa tela si arrotola, ed appare in mezzo a una piccola +cappella un tempietto di bronzo dorato, dentro al quale si vede una +magnifica custodia che racchiude l'ostia sacra, tempestata di diecimila +tra rubini, diamanti, amatiste, granate, disposti in forma di raggi, che +abbarbaglian la vista. + +Dalla sacrestia andammo al Panteon. Un custode con una fiaccola accesa +mi precedette, scendemmo una lunga scala di granito, giungemmo a una +porta sotterranea dove non penetrava raggio di luce. Al di sopra di +questa porta si legge la seguente iscrizione in lettere di bronzo +dorato: + +«Dio Onnipotente e Grande! + +»Luogo consacrato dalla pietà della dinastia austriaca alle spoglie +mortali dei re cattolici, che stanno aspettando il desiderato giorno +sotto l'altar maggiore sacro al Redentore del genere umano. Carlo V, il +più illustre dei Cesari, desiderò questo luogo di ultimo riposo per sè e +pel suo lignaggio; Filippo II, il più prudente dei re, lo designò. +Filippo III, monarca sinceramente pietoso, diede principio ai lavori. +Filippo IV, grande per la sua clemenza, costanza e devozione, lo ampliò, +lo abbellì e lo condusse a termine l'anno del Signore 1654.» + +Il custode entrò, lo seguii, mi trovai in mezzo ai sepolcri, o meglio in +un sepolcro oscuro e freddo come la grotta d'una montagna. È una piccola +sala ottagonale, tutta marmo, con un altarino nella parete opposta alla +porta, e nelle rimanenti, dal suolo alla vòlta, l'una sull'altra, le +tombe, distinte con ornamenti di bronzo e bassorilievi; la vòlta +corrisponde all'altar maggiore della chiesa. A destra dell'altare son +sepolti Carlo V, Filippo II, Filippo III, Filippo IV, Luigi I, i tre Don +Carlos, Ferdinando VII; a sinistra le imperatrici e le regine. Il +custode avvicinò la fiaccola alla tomba di Donna Maria Luisa di Savoia, +moglie di Carlo III, e mi disse con aria di mistero:--Legga.--Il marmo è +rigato in vari sensi; con un po' d'attenzione riescii a raccapezzare +cinque lettere; è il nome--Luisa--scritto dalla stessa regina Luisa con +la punta delle forbici. A un tratto il custode spense la fiaccola e +rimanemmo nelle tenebre: mi si agghiacciò il sangue nelle +vene.--Accenda!--gridai. Il custode rise d'un riso lungo e lugubre, che +mi parve il rantolo d'un moribondo, e rispose:--Guardi!--Guardai: un +debolissimo raggio di luce, scendendo da un'apertura vicino alla vôlta, +lungo la parete, sin quasi al pavimento, rischiarava appena tanto da +renderle visibili, alcune tombe di regine; e pareva un raggio di luna; e +i bassorilievi e i bronzi delle tombe luccicavano a quel barlume d'una +luce strana, come se stillassero acqua. In quel momento sentii per la +prima volta l'odore di quell'aria sepolcrale, e mi prese un brivido di +freddo; penetrai, coll'immaginazione, in quelle tombe, e vidi tutti quei +cadaveri irrigiditi; cercai uno scampo al di sopra della vòlta, mi +trovai solo nella chiesa; fuggii dalla chiesa, mi perdetti nei labirinti +del convento; mi rifeci presente a me stesso, in mezzo a quelle tombe, e +sentii che veramente ero nel cuore dell'edifizio mostruoso, nella parte +più profonda, nel recesso più gelido, nel penetrale più tremendo; e mi +parve d'esser prigioniero, sepolto in quel gran monte di granito, e che +mi gravitasse tutto addosso, e che da tutti i lati mi premesse, e mi +chiudesse l'uscita; e pensai al cielo, alla campagna, all'aria libera +come a un mondo remoto, e con un sentimento ineffabile di +mestizia.--Signore!--mi disse solennemente il custode, prima di uscire, +tendendo la mano verso la tomba di Carlo V:--L'imperatore è là, tal +quale come quando ce l'hanno messo, cogli occhi ancora aperti, che par +vivo e parlante! È un miracolo d'Iddio che ha il suo perchè! Chi vivrà +vedrà!--E dicendo quest'ultime parole abbassò la voce come per timore +che l'imperatore sentisse, e fatto il segno della croce, mi precedette +su per la scala. + +Dopo la chiesa e la sacrestia, si va a visitare il Museo di pittura, che +contiene un gran numero di quadri d'artisti d'ogni paese, non già de' +migliori, chè questi furon portati al Museo di Madrid; ma pur tali da +meritare una visita attenta di mezza giornata. Dal Museo di pittura si +va alla Biblioteca, passando per la grande scala sulla quale s'incurva +una smisurata vòlta tutta dipinta a fresco da Luca Giordano. La +Biblioteca è composta d'una vastissima sala ornata di grandi pitture +allegoriche, che contiene più di cinquantamila volumi preziosissimi, +quattromila dei quali regalati da Filippo II, e d'un'altra sala dove è +una ricchissima raccolta di manoscritti. Dalla Biblioteca si va al +Convento. + +Qui l'immaginazione umana si perde. Se qualcuno dei lettori ha letto +l'_Estudiante de Salamanca_ dell'Espronceda, si rammenti di +quell'instancabile giovane, quando, tenendo dietro alla signora +misteriosa che incontrò di notte ai piedi d'un tabernacolo, trascorre di +strada in strada, di piazza in piazza, di vicolo in vicolo, e svoltando, +e girando e rigirando arriva fino a un punto dove non ravvisa più le +case di Salamanca, e si trova in una città sconosciuta; e continua a +svoltare cantonate, a traversar piazze, a percorrer strade; e via via +che va oltre gli par che la città s'allarghi, e le strade si allunghino, +e i vicoli s'incrocino più fitto; e va ancora, e va sempre, e va senza +posa, e non sa se sogna, o se è desto, o ubriaco, o impazzito; e nel suo +cuore di ferro comincia a penetrare il terrore, e i più strani +fantasimi gli si affollano nella mente smarrita; così lo straniero nel +convento dell'Escuriale. Infilate un lungo corridoio sotterraneo stretto +da toccarne le pareti coi gomiti, basso da urtar quasi la testa nella +vòlta, e umido come una grotta sottomarina; arrivate in fondo, svoltate, +siete in un altro corridoio. Andate oltre, incontrate delle porte, +guardate: altri corridoi si allungano a perdita d'occhio. In fondo a +qualcuno vedete un barlume di luce, in fondo ad altri una porta aperta +che lascia intravedere una fuga di stanze. Di tratto in tratto sentite +il rumor d'un passo, v'arrestate, non lo sentite più; poi lo risentite; +non sapete se è sopra il vostro capo, o a destra, o a sinistra, o +dietro, o davanti. V'affacciate a una porta, e retrocedete impaurito: in +fondo allo sterminato corridoio in cui avete lanciato lo sguardo, avete +visto un uomo immobile, come uno spettro, che vi guardava. Tirate +innanzi, riescite in un cortile angusto, cinto di mura altissime, +erboso, sonoro, illuminato di una luce scialba, che par che scenda da un +sole ignoto, simile ai cortili delle streghe che ci descrivevano da +ragazzi. Uscite dal cortile, salite su per una scala, riuscite sopra una +galleria, guardate giù: è un altro cortile silenzioso e deserto. +Infilate un altro corridoio, scendete un'altra scala, vi trovate in un +terzo cortile; poi daccapo corridoi e scale e fughe di sale vuote e +cortili angusti, e per tutto granito, erba, luce scialba, silenzio di +tomba. Per un po' di tempo vi pare che riuscirete a tornare sui vostri +passi; poi la memoria vi si turba, e non ricordate più nulla; vi pare +d'aver fatto dieci miglia, di essere in quel laberinto da un mese, di +non poterne più uscire. Vi affacciate sur un cortile e dite:--l'ho già +visto!--No, v'ingannate, è un altro. Credete di essere da quella tal +parte dell'edifizio, siete dalla parto opposta. Domandate al custode +dov'è il claustro, vi risponde:--È qui;--e camminate ancora per +mezz'ora. Vi par di sognare: vedete di sfuggita lunghi muri dipinti a +fresco, ornati di quadri, di croci, d'iscrizioni; vedete e dimenticate; +chiedete a voi stessi: dove sono? Vedete una luce d'un altro mondo; non +avevate idea d'una siffatta luce; è l'effetto del riflesso del granito? +è il lume della luna? No, è giorno; ma è una luce più trista delle +tenebre; è una luce falsa, sinistra, fantastica. E avanti, di corridoio +in corridoio, di cortile in cortile; vi guardate innanzi con sospetto; +aspettate di veder all'improvviso, allo svoltar d'un canto, una fila di +frati scheletriti, col cappuccio sugli occhi e le braccia in croce; +pensate a Filippo II; vi par di sentire il suo passo lento allontanarsi +per gli anditi oscuri; vi ricordate tutto quello che avete letto di lui, +dei suoi terrori, dell'Inquisizione, e ogni cosa vi s'illumina agli +occhi della mente d'una subita luce; capite ogni cosa per la prima +volta; l'Escuriale è Filippo II, lo vedete a ogni passo, sentite il suo +respiro, egli è ancora là, vivo e spaventevole, e con lui l'immagine del +suo Dio tremendo. Allora voi vorreste ribellarvi, sollevare il pensiero +al Dio del vostro cuore e delle vostre speranze, e vincere il terrore +misterioso che il luogo v'ispira; ma non potete; l'Escuriale vi +circonda, vi possiede, vi schiaccia; il freddo delle sue pietre vi +penetra nelle ossa; la tristezza dei suoi laberinti sepolcrali v'invade +l'anima; se siete con un amico, gli dite:--Usciamo;--se foste colla +vostra amante la stringereste al cuore con un senso di trepidazione; se +foste solo, pigliereste la corsa; infine salite una scala, entrate in +una stanza, v'affacciate a una finestra, e salutate con uno slancio di +gratitudine i monti, il sole, la libertà, il Dio grande e benefico che +ama e che perdona. + +Che respirone si tira a quella finestra! + +Di là si vedono i giardini, che occupano uno spazio ristretto, e son +semplicissimi; ma quanto si può dire eleganti e belli, e in perfetta +armonia coll'edifizio. Vi si vedon dodici leggiadre fontane, ciascuna +circondata da quattro quadrati di mortella che rappresentano scudi +reali, disegnati con un gusto sì squisito e arrotondati con una tal +finitezza, che a guardarli sulle finestre, paion tessuti di felpa e di +velluto, e formano nella bianca arena dei sentierini un graziosissimo +spicco. Non alberi, non fiori, non capanni: in tutto il giardino non si +vedono che fontane, quadrati di mortella, e due soli colori, il verde e +il bianco; ed è tale la bellezza di quella nobile semplicità, che non se +ne può staccare lo sguardo, e quando lo si è staccato, il pensiero vi +ritorna, e ci si arresta con un diletto dolcissimo temperato di una +sorta di mestizia gentile. In una stanza vicina a quella che guarda in +sul giardino, mi si fece vedere una serie di reliquie, che considerai in +silenzio senza lasciar trapelare al custode il mio intimo sentimento di +dubbio: una scheggia della santa croce regalata dal Papa a Isabella II, +un pezzo di legno bagnato del sangue, ancora visibile, di san Lorenzo, +un calamaio di santa Teresa, ed altri oggetti, fra i quali un altarino +portatile di Carlo V, e una corona di spine e un par di tanaglie da +tortura, trovate non so più dove. Di là mi condussero sulla cupola della +chiesa di dove si gode un colpo d'occhio immenso. Da un lato lo sguardo +si stende per tutta la campagna montuosa che corre fra l'Escuriale e +Madrid; dall'altro si vedono le montagne nevose del Guadarrama; sotto, +si abbraccia con un'occhiata tutto lo smisurato edifizio, i lunghi tetti +di piombo, le torri; si vede nell'interno dei cortili, dei claustri, dei +portici, delle gallerie; si possono ricorrere col pensiero i mille +andirivieni dei corridoi e delle scale, e dire:--Un'ora fa ero +laggiù--qui--lassù--là sotto--laggiù lontano,--e maravigliarsi d'aver +fatto tanto cammino, e rallegrarsi d'essere uscito da quel labirinto, da +quelle tombe, da quelle tenebre, e di poter tornare in città e rivedere +gli amici. + +Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato una giornata nel +convento dell'Escurial, ci si deve sentir felici per tutta la vita, solo +pensando che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che non ci s'è +più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo tanto tempo, nei giorni piovosi, +quando sono tristo, penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia +stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i cortili +dell'Escurial; quando sto male e dormo un sonno torbido e penoso, sogno +di girare per quei corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un +vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte, senza trovare +l'uscita, finchè vo a dar del capo nel Panteon e la porta mi si chiude +fragorosamente alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che piacere +rividi i mille lumi della _Puerta del Sol_, i caffè affollati, e la +grande e rumorosa strada d'Alcalà! Rientrando in casa feci un tale +strepito che la serva, ch'era una buona e semplice galiziana, corse +tutta affannata dalla padrona e le disse:--_Me parece que el italiano se +ha vuelto loco!_--(Mi pare che l'italiano sia diventato matto.) + + * * * * * + +Più dei galli e più dei tori, mi divertirono i deputati delle Cortes. +M'era riuscito di ottenere un posticino nella tribuna dei giornalisti, e +mi ci andavo a piantare ogni giorno, e ci stavo fino alla fine con un +piacere infinito. Il Parlamento spagnuolo ha un aspetto più giovanile +del nostro; non perchè i deputati sian più giovani; ma perchè son più +attillati e più lindi. Là non si vedono quelle chiome scarmigliate, +quelle barbe incolte, e quelle casacche di nessun colore che si vedon +sui banchi della nostra Camera: là barbe e capelli ravviati e lucidi, +gran camicie ricamate, soprabiti neri, calzoncini chiari, guanti +ranciati, mazzine col pomo d'argento e fiori all'occhiello. Il +Parlamento spagnuolo s'attiene al figurino della moda. E quale il +vestire, tale il parlare: vivo, gaio, fiorito, scintillante. Noi +lamentiamo già che i nostri deputati siano solleciti della forma più che +non convenga ad oratori politici; ma i deputati spagnuoli la curano +assai più studiosamente e, convien dirlo, con assai miglior garbo. Non +solo parlano con facilità meravigliosa, così che è rarissimo il sentire +un deputato che s'interrompa a mezzo il periodo per cercare la frase; ma +non c'è chi non si sforzi di parlar corretto, e di dare alla sua parola +un po' di lustro poetico, un po' di sapor classico, un po' d'impronta di +grande stile oratorio. I ministri più gravi, i deputati più timidi, i +finanzieri più rigorosi, quand'anche parlino di argomenti lontanissimi +da quanto può dare appiglio alla rettorica, infiorano i loro discorsi di +bei modi da Antologia, d'aneddoti ameni, di versi famosi, d'apostrofi +alla civiltà, alla libertà, alla patria; e tiran via a precipizio come +se recitassero cose imparate a mente, con un'intonazione sempre misurata +ed armonica, e una varietà di atteggiamenti e di gesti che non lascia +luogo un istante alla noia. E i giornali, giudicando i loro discorsi, +lodano l'elevatezza dello stile, la purità della lingua, _los rasgos +sublimes_, i tratti sublimi, che vi si ammirarono, se si tratta dei loro +amici, si sottintende; oppure dicono con disprezzo che lo stile è +sesquipedale, la lingua corrotta, la forma, in una parola, questa +benedetta forma! incolta, ignobile, indegna delle splendide tradizioni +dell'arte oratoria spagnuola. Questo culto della forma, questa grande +facilità di parola degenera in vanità ampollosa; e certo che non s'hanno +a cercare nel Parlamento di Madrid i modelli della vera eloquenza +politica; ma non è men vero quello che universalmente si dice: che +codesto Parlamento è fra tutti gli europei il più ricco di facondi +oratori nel senso generale della parola. Bisogna sentire una discussione +sur un argomento di alta politica, che muova le passioni! È una vera +battaglia! Non son più discorsi, son diluvii di parole, da fare +ammattire gli stenografi e confonder la testa agli uditori delle +tribune! Sono voci, gesti, impeti, rapimenti d'ispirazione che fan +pensare all'Assemblea francese nei giorni turbolenti della rivoluzione! +Vi si sente un Rios Rosas, oratore violentissimo, che domina i tumulti +col ruggito; un Martos, oratore dalla forma eletta, che uccide col +ridicolo; un Pi y Margall, vecchio venerabile, che atterrisce coi +sinistri pronostici; un Collantes, parlatore infaticabile, che schiaccia +la Camera sotto una valanga di parole; un Rodriguez, che con +meravigliosa flessuosità di ragionamenti e di giri, incalza, avviluppa e +soffoca gli avversari; e in mezzo ad altri cento, un Castelar che vince +e trascina amici e nemici con un torrente di poesia e di armonia. E +questo Castelar, noto in tutta Europa, è veramente la più completa +espressione dell'eloquenza spagnuola. Egli spinge il culto della forma +fino all'idolatria; la sua eloquenza è musica; il suo ragionamento è +schiavo del suo orecchio; ei dice o non dice una cosa, o la dice in un +senso meglio che in un altro, secondo che torna o non torna al periodo; +ha un'armonia nella mente, la segue, la obbedisce, le sacrifica tutto +quello che la può offendere; il suo periodo è una strofa; bisogna +sentirlo per credere che la parola umana, senza misura poetica e senza +canto, si possa avvicinar così all'armonia del canto e della poesia. È +più artista che uomo politico, ha d'artista, non solo l'ingegno, ma il +cuore; un cuore di fanciullo, incapace di odio o d'inimicizia. In tutti +i suoi discorsi non si trova un'ingiuria; nelle Cortes non ha mai +provocato una seria quistione personale; non ricorre mai alla satira, +non adopera mai l'ironia; nelle sue più violente filippiche non versa +una dramma di fiele; e questa n'è una prova che, repubblicano, +avversario di tutti i ministeri, giornalista battagliero, accusatore +perpetuo di chi esercita un potere, e di chi non è fanatico per la +libertà, non s'è fatto odiare da nessuno. E però i suoi discorsi si +godono e non si temono; la sua parola è troppo bella per esser +terribile; il suo carattere troppo ingenuo perchè egli possa esercitare +una influenza politica; egli non sa armeggiare, tramare e barcamenarsi; +egli non è buono che a piacere ed a splendere; la sua eloquenza, quando +è più grande, è tenera; i suoi più bei discorsi fan piangere. Per lui la +Camera è un teatro. Come i poeti improvvisatori, per aver l'ispirazione +piena e serena, egli ha bisogno di parlare a quella data ora, in quel +determinato punto e con quel certo tempo libero dinanzi a sè. Perciò, +il giorno che deve parlare, prende le sue misure col Presidente della +Camera; il Presidente dispone in modo che gli tocchi la parola quando le +tribune sono affollate e tutti i deputati al loro posto; i suoi giornali +annunziano la sera innanzi il suo discorso affinchè le signore possano +procurarsi il biglietto; egli ha bisogno d'aspettazione. Prima di +parlare è inquieto, non può posare un istante, entra nella Camera, esce, +rientra, torna ad uscire, gira pei corridoi, va nella biblioteca a +sfogliare un libro, scappa nel caffè a bere un bicchier d'acqua, par +preso dalla febbre, gli sembra che non saprà accozzar due parole, che +farà ridere, che si farà fischiare; del suo discorso non gli rimane una +sola idea lucida nella mente, ha confuso tutto, ha dimenticato +tutto.--Come va il polso?--gli domandano sorridendo gli amici. Giunto il +momento solenne, sale al suo banco col capo basso, tremante, pallido, +come un condannato che va a morire, rassegnato a perdere in un sol +giorno la gloria conquistata in tanti anni e con tante fatiche. In quel +momento i suoi stessi nemici senton pietà del suo stato. Egli si alza, +volge uno sguardo intorno, e dice:--_Señores!_--È salvo; il suo coraggio +si rinfranca, la sua mente si rischiara, il suo discorso gli si +ricompone nella testa come un'arietta dimenticata; il Presidente, le +Cortes, le tribune spariscono; egli non vede più che il suo gesto, non +ode più che la sua voce, non sente più che la fiamma irresistibile che +lo accende e la forza misteriosa che lo solleva. È bello sentir dire da +lui queste cose: «Io non vedo più le pareti della sala,» dice, «vedo +genti e paesi lontani che non ho mai visti.»--E parla per ore e per ore, +e non un deputato esce dall'aula, non una persona si muove nelle +tribune, non una voce lo interrompe, non un gesto lo distrae; neanche +quando fa una scappatella in barba del Regolamento, il Presidente non ha +il coraggio d'interromperlo; egli fa balenare a suo bell'agio l'immagine +della sua repubblica vestita di bianco e coronata di rose, e i +monarchici non s'arrischiano a protestare, perchè, così vestita, la +trovan bella anch'essi; il Castelar è signore dell'Assemblea: tuona, +sfolgora, canta, strepita e scintilla come un fuoco d'artifizio, fa +sorridere, strappa grida di entusiasmo, finisce in mezzo a un immenso +fragore d'applausi, e se ne va colla testa in visibilio. Tale è questo +famoso Castelar, professore di storia all'Università, fecondissimo +scrittore di politica, d'arte, di religione; pubblicista che razzola +cinquantamila lire all'anno nei giornali d'America, accademico eletto ad +unanimità dall'_Academia española_, segnato a dito per le vie, +festeggiato dal popolo, amato dai nemici, giovane, gentile, vanerello, +generoso, beato. + + * * * * * + +E poichè siamo all'eloquenza politica diamo uno sguardo alla +letteratura. Raffiguriamoci una sala di Accademia piena di confusione e +di strepito. Una folla di poeti, di romanzieri e di scrittori d'ogni +natura, aventi quasi tutti qualcosa di francese nel volto e nei modi, +benchè studiosissimi tutti di non lasciarlo parere; leggono e declamano +le opere loro, facendo gli uni a soverchiar la voce degli altri, a fine +di farsi sentire dal popolo accalcato nelle tribune; il quale, dal canto +suo, bada a legger le gazzette e a disputar di politica. A quando a +quando una voce vibrata e armoniosa vince il tumulto; e allora cento +voci, prorompono insieme in un canto della sala, gridando:--È un +carlista!--e una salva di fischi tien dietro alle grida; oppure:--È un +repubblicano!--e un'altra salva di fischi, da un'altra parte, soffoca la +voce vibrata e armoniosa. Gli accademici si tirano dei giornali +rappallottolati, si urlan l'un l'altro nell'orecchio:--Ateo!-- +Gesuita!-- Demagogo!-- Neo-cattolico!-- Banderuola!-- Traditore!--A +tender ben l'orecchio verso quei che leggono, si colgono strofe +armoniose, periodi ben torniti, frasi potenti; il primo effetto è +gradevole; son davvero poesie e prose piene di calore, di vita, di +sprazzi di luce, di felici comparazioni tolte da tutto quello che +splende e che suona nel cielo e sul mare e sulla terra; e ogni cosa +vagamente lumeggiato di colori orientali e riccamente vestito di armonie +italiane. Ma ahimè! non è che letteratura per gli occhi e per gli +orecchi; non è che musica e pittura; raramente la musa, in mezzo a un +nembo di fiori, lascia cadere la gemma d'un pensiero; e di codesta +pioggia luminosa non rimane che un leggiero profumo nell'aria, e l'eco +d'un lieve mormorio nell'orecchio. Intanto, s'odon nella strada grida +di popolo, colpi di fucili e suon di tamburi; a ogni tratto, qualche +artista diserta l'arringo, e va a sventolare una bandiera tra la folla; +spariscono a due, a tre, a frotte, e vanno a ingrossare il drappello dei +gazzettieri; lo strepito e la vicenda continua degli avvenimenti, +distolgono i più tenaci dalle opere di lunga lena; invano qualche +solitario nella folla grida:--In nome del Cervantes, fermate!--Alcune +voci potenti si sollevano al di sopra di quel gridìo; ma son voci +d'uomini raggruppati in disparte, molti dei quali in procinto di partire +per un viaggio senza ritorno. È la voce dell'Hatzembuch, il principe del +dramma; è la voce del Breton de los Herreros, il principe della +commedia; è la voce dello Zorrilla, il principe della poesia; è un +orientalista che si chiama Gayango, un archeologo che si chiama Guerra, +un commediografo che si chiama Tamayo, un novelliere che si chiama +Fernand Caballero, un critico che si chiama Amador de Los Rios, un +romanziere che si chiama Fernandez y Gonzalez, e una schiera d'altri +ingegni arditi e fecondi; in mezzo ai quali è ancora viva la memoria del +gran poeta della rivoluzione, Quintana; del Byron della Spagna, +Espronceda; d'un Nicasio Gallego, d'un Martinez della Rosa, d'un duca di +Rivas. Ma il tumulto, il disordine e la discordia invadono ed avvolgono, +come un torrente, ogni cosa. E per uscir di allegoria, la letteratura +spagnuola si trova in quasi eguali condizioni della nostra: una schiera +di illustri che declinano; ma che ebbero due grandi ispirazioni: o la +religione o la patria, o entrambe; e che però lasciarono un'orma propria +e durevole nel campo dell'arte; e una schiera di giovani che vengono +innanzi a tentoni, domandando che cosa hanno da fare, piuttosto che +facendo davvero; ondeggianti tra la fede e il dubbio, o aventi la fede +senza il coraggio, o non avendola, indotti dall'uso a simularla; +malsicuri anch' essi della propria lingua, e titubanti fra le Accademie +che gridano:--Purezza!--e il popolo che grida:--Verità!; incerti tra la +legge della tradizione e il bisogno del momento; lasciáti, in un canto +dai mille che danno la fama o vituperati dai pochi che la suggellano; +costretti a pensare in un modo e a scrivere in un altro, a non +esprimersi interi, a lasciarsi sfuggire il presente per non si staccare +dal passato, a barcamenarsi alla meglio fra opposte difficoltà. Gran +ventura poter far surnuotare, per qualche anno, il proprio nome al +torrente di libri francesi onde il paese è allagato! Dal che nasce lo +sconforto prima nelle proprie forze e poi nel genio nazionale; e di qui +o l'imitazione che mantiene nella mediocrità, o l'abbandono della +letteratura dai larghi studi e dalle larghe speranze, per il facile e +proficuo scribacchiar nei giornali. Unico, fra le tante rovine, riman +ritto il teatro. La nuova letteratura drammatica non ha più dell'antica +nè l'invenzione meravigliosa, nè la forma splendida, nè quell'impronta +originale di nobiltà e di grandezza, che era propria d'un popolo +dominatore dell'Europa e del Nuovo Mondo; e meno ancora la fecondità +incredibile e la varietà senza fine; ma per compenso una più sana +dottrina, un'osservazione più profonda, una delicatezza più squisita, e +una maggiore conformità allo scopo vero del teatro, che è di correggere +i costumi e di nobilitare i cuori e le menti. In tutte le opere +letterarie poi, come nel teatro, nei romanzi, nei canti popolari, nei +poemi, nelle storie, sempre vivo e dominante il sentimento che informa +più profondamente, forse, che ogni altra letteratura europea, la +letteratura spagnuola, dai primi tentativi lirici del Berceo ai vigorosi +inni guerrieri del Quintana:--l'orgoglio nazionale. + +E qui accade di parlare del carattere degli Spagnuoli. Il loro orgoglio +nazionale è tale oggi ancora, dopo tante e sventure e una sì bassa +caduta, da far dubitare allo straniero che vive in mezzo a loro, s'essi +sian spagnuoli di tre secoli fa, o spagnuoli del secolo decimonono. Ma è +un orgoglio che non offende, un orgoglio innocentemente rettorico. Non +deprimon già le altre nazioni per parer alla volta loro più alti; no; le +rispettano, le lodano, le ammirano, ma lasciando però trasparire il +sentimento di una superiorità che, nel concetto loro, ritrae appunto da +quell'ammirazione, una luminosa evidenza. Sono, per le altre nazioni, +benevoli di quella benevolenza che il Leopardi dice giustamente essere +propria degli uomini pieni del concetto di se medesimi; i quali, +credendosi ammirati da tutti, amano i loro creduti ammiratori, anche +perchè giudicano ciò conveniente a quella _maggioranza_ onde stimano +che la sorte gli abbia favoriti. Non può esservi stato al mondo un +popolo più fiero della sua storia che il popolo spagnuolo. È una cosa +incredibile. Il ragazzo che vi lustra gli stivali, il facchino che vi +porta la valigia, il mendicante che vi chiede l'elemosina, alzan la +testa e mandan lampi dagli occhi al nome di Carlo V, di Filippo II, di +Ferdinando Cortes, di Don Giovanni d'Austria, come se fossero eroi del +loro tempo, e li avesser veduti il giorno prima entrare trionfalmente +nella città. Si pronuncia il nome di _España_ coll'accento col quale +dovevan pronunciar _Roma_ i Romani a' tempi più gloriosi della +repubblica. Quando si parla della Spagna, è bandita anche la modestia, +dagli uomini naturalmente più modesti, senza che sul loro viso appaia il +menomo indizio di quell'esaltamento a cui si condona l'intemperanza del +linguaggio. Si inneggia a freddo, per uso, senza accorgersene. Nei +discorsi al Parlamento, negli articoli delle gazzette, nelle scritture +delle accademie, si chiama il popolo spagnuolo, senza perifrasi, _un +pueblo de héroes_, la grande nazione, la meraviglia del mondo, la gloria +dei secoli. È raro il sentir dire o leggere cento parole da chi si sia e +a qual si voglia uditorio, senza che o prima o poi non suoni il +ritornello obbligato di Lepanto, di scoperta d'America, di guerra +d'indipendenza, a cui tien dietro sempre uno scoppio d'applausi. + +E appunto la tradizione della guerra d'indipendenza costituisce nel +popolo spagnuolo una forza intima immensa. Chi non sia vissuto o poco o +molto in Spagna non può credere che una guerra, per quanto fortunata e +gloriosa, possa lasciare in un popolo una così profonda fede nel valor +nazionale. Baylen, Victoria, San Marcial sono tradizioni per la Spagna +assai più efficaci che non siano per la Francia Marengo, Jena, +Austerlitz. La stessa gloria guerriera degli eserciti di Napoleone, +veduta a traverso la guerra d'indipendenza che vi stese su il primo +velo, appare agli occhi della Spagna assai meno splendida che a ogni +altro popolo d'Europa. L'idea di una invasione straniera desta negli +Spagnuoli un sorriso di sdegnoso disprezzo; non credono alla possibilità +d'esser vinti nel loro paese; bisognava sentire con che tòno parlavan +della Germania quando correva voce che l'imperatore Guglielmo fosse +risoluto a sostenere colle armi il trono del duca d'Aosta. E non c'è +dubbio che, se avessero a combattere una nuova guerra d'indipendenza, +forse combatterebbero, con meno fortunato successo, ma con prodezza e +costanza pari a quella maravigliosa che spiegarono allora. Il 1808 è il +93 della Spagna; è una data che ogni spagnuolo ha dinanzi agli occhi +scritta in carattere di fuoco; se ne gloriano le donne, i ragazzi, i +bambini che cominciano a scioglier la lingua; è il grido di guerra della +nazione. + +E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori e dei loro artisti. +L'accattone invece di dir _España_, vi dice qualche volta _la patria de +Cervantes_. Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo la +popolarità che ha in Spagna l'autore del _Don Chisciotte_. Io credo che +non vi sia un contadino, un pastore, dai Pirenei alla Sierra Nevada, +dalla costa di Valenza ai colli d'Estremadura, che interrogato di chi +sia il Cervantes, non risponda con un sorriso di compiacenza:--_El +imortal autor del Quijote._--La Spagna è forse il paese dove si +celebrano più anniversarii di grandi scrittori: da Juan de Mena +all'Espronceda, ognuno ha il suo giorno solenne, nel quale si offre alla +sua tomba un tributo di canti e di fiori. Nelle piazze, nei caffè, nei +carrozzoni della strada ferrata, per tutto occorre di sentir citar versi +di poeti illustri, da ogni sorta di gente; chi non ha letto, ha sentito +leggere; chi non ha sentito leggere, ripete la citazione come un +proverbio, per averla udita da un altro; e quando uno dice un verso, +tutti drizzan gli orecchi. Chi conosca per poco la letteratura +spagnuola, può fare un viaggio in quel paese colla sicurezza di aver +sempre di che discorrere e di come ispirar simpatia, dovunque capiti, in +chiunque s'abbatta. La letteratura nazionale è là veramente nazionale. + +Il difetto degli Spagnuoli che colpisce fin dalle prime lo straniero, è +questo: che nell'estimare le cose, gli uomini e gli avvenimenti del loro +tempo e del loro paese, sbagliano, se così può dirsi, la misura; +ingigantiscon tutto; vedono ogni cosa come a traverso una lente che ne +dilata spropositatamente i contorni. Non avendo avuto da lungo tempo una +partecipazione immediata nella vita comune d'Europa, mancò loro +l'occasione di paragonarsi cogli altri Stati, e di giudicar sè stessi +dal paragone. Perciò le loro guerre civili, le guerre d'America, +d'Affrica, di Cuba, sono per loro quello che son per noi, non la piccola +guerra del 1860 e 61 contro l'esercito papale od anche la rivoluzione +del 1860; ma la gran guerra di Crimea, quella del 1859, quella del 1866. +Dei combattimenti, sanguinosi senza dubbio, ma non grandi, che +illustrarono le armi spagnuole in quelle guerre, parlano come i Francesi +di Solferino, i Prussiani di Sadowa, gli Austriaci di Custoza. I Prim, i +Serrano, gli O'Donnell, sono generali che mettono al lato dei più +insigni degli altri paesi. Mi ricordo del chiasso fatto a Madrid per la +vittoria riportata dal general Morriones su quattro o cinque mila +Carlisti. I deputati, nella sala di conversazione delle Cortes, +esclamavano enfaticamente:--_Eh! La sangre española!_--; alcuni dicevan +persino che se un esercito di trecentomila Spagnuoli, si fosse trovato +in luogo dei Francesi nel 1870, sarebbe corso difilato a Berlino. E +certo non si può dubitar del valore spagnuolo, che diede di sè tante +prove; ma è lecito il supporre che fra Carlisti disordinati e Prussiani +stretti in corpi d'esercito, fra soldati d'Europa, per farla più larga, +e soldati d'Affrica, fra grandi battaglie campali, dove la mitraglia +miete le vite a migliaia, e combattimenti di diecimila soldati per +parte, con disparità grande di armamento e di disciplina, ci corra. E +come parlan di guerra, parlan d'ogni altra cosa; non già il popolo solo, +ma la gente colta. Agli scrittori si prodigano lodi sperticate; si dà +di _grande poeta_ a molti, il cui nome non è mai uscito di Spagna; gli +epiteti di inarrivabile, di sublime, di meraviglioso, sono moneta +corrente che si spende e si riceve senza il menomo dubbio sulla bontà +della lega. Si direbbe che la Spagna guarda e giudica ogni sua cosa, +piuttosto come un popolo americano, che come un popolo europeo; e che +invece dei Pirenei, la separi dall'Europa un oceano, e la congiunga +all'America un istmo. + +Del resto, quanto son simili a noi! A sentir parlare il popolo di +politica, par d'essere in Italia; non si discute, si sentenzia; +non si censura, si condanna; ad ogni giudizio basta un argomento, +e per foggiare un argomento basta un indizio. Il tal ministro? Un +furfante. Il tal altro? Un traditore. Quell'altro tale? un ipocrita; una +fitta di ladri tutti; uno ha fatto vendere gli alberi dei giardini +d'Aranjuez, l'altro ha portato via dei tesori dall'Escuriale, un terzo +ha vuotato le casse dello Stato, un quarto ha venduto l'anima per un +sacchetto di dobloni. Negli uomini che hanno avuto mano in tutti i +rivolgimenti politici da trent'anni in qua, non hanno più fede; anche +nel popolo minuto serpeggia un sentimento di sconforto, del quale +s'intende l'espressione ad ogni tratto e in ogni lato:--_Pobre +España!_--_Desgraciado pais!_--_Desdichados españoles!_ + +Ma l'esacerbamento delle passioni politiche e il furore delle lotte +intestine non ha mutato il fondo dell'antico carattere spagnuolo. +Solamente quella parte della società alla quale si dà il nome di mondo +politico, questa solamente è corrotta; il popolo, benchè pur sempre +inchinevole a quei ciechi e talora selvaggi impeti di passione che +tradiscono la mescolanza del sangue arabo col sangue latino, è buono, +leale, capace di sensi magnanimi e di sublimi slanci d'entusiasmo. La +_honra de España_ è ancora un motto che fa battere tutti i cuori. E poi +hanno modi franchi e gentili; forse men fini, ma certo più amabilmente +ingenui, di quelli onde van lodati i Francesi. Invece di farvi un +sorriso vi porgono un sigaro, invece di dirvi una garbatezza vi stringon +la mano, e sono più ospitali a fatti che a offerte. Nondimeno le formole +di saluto serbano l'antica impronta cortigianesca; l'uomo dice alla +donna:--Ai suoi piedi;--la donna dice all'uomo:--Le bacio la mano;--gli +uomini, fra loro, sottoscrivon le lettere col Q. B. S. M.,--_que besa +sus manos,_--come da servo a signore; gli amici soli si dicono addio e +il popolo ha il suo saluto affettuoso di _Vaya Vsted con Dios_ che val +più di tutti i baci sulle mani. + +Con codesta natura calda e espansiva della gente, è impossibile stare un +mese a Madrid senza farsi cento amici, anche senza cercarli. Figuratevi +quanti se ne può far chi li cerca. Questo era il caso mio. E non posso +dir proprio amici, ma conoscenti ne ebbi tanti che non mi pareva più di +essere in una città straniera. Anche gli uomini illustri sono di +facilissimo abbordo e però non c'è bisogno, come altrove, di un monte di +lettere e d'imbasciate d'amici per arrivar fino a loro. Ebbi l'onore di +conoscere il Tamayo, l'Hatzembuch, il Guerra, il Saavedra, il Valera, il +Rodriguez, il Castelar, e molti altri chiarissimi quali nelle lettere e +quali nelle scienze, e li trovai tutti a un modo: aperti, cordiali, +focosi; uomini coi capelli bianchi, ma con occhi e voci di giovani +ventenni; appassionati per la poesia, per la musica, per la pittura; +allegri, gesticolanti, ridenti d'un riso fresco e sonoro. Quanti ne vidi +leggendo dei versi del Quintana o dell'Espronceda, impallidire, +piangere, balzare in piedi come scossi da una scintilla elettrica, e +mostrar tutta l'anima negli sguardi raggianti! Che giovanili anime! Che +ardenti cuori! Come mi compiacevo, vedendoli ed ascoltandoli, di +appartenere a questa povera razza latina, di cui diciamo ora le sette +pèste, e come mi rallegravo pensando che più o meno siamo tutti fatti su +quello stampo, e che, perdio, potremo abituarci a poco a poco a +invidiare lo stampo degli altri, ma non riusciremo a perdere il nostro +mai! + +Dopo tre mesi e più di soggiorno a Madrid, dovetti partire per non +lasciarmi poi cogliere dall'estate nel mezzogiorno della Spagna. +Ricorderò sempre quella bella mattina di maggio, ch'io abbandonai, forse +per sempre, la mia cara Madrid. Partivo per andar a vedere l'Andalusia, +la terra promessa dei viaggiatori, la fantastica Andalusia della quale +avevo tanto inteso decantare le meraviglie in Italia e in Spagna, dai +romanzieri e dai poeti; quell'Andalusia per la quale posso dire che +avevo impreso il viaggio; eppure ero tristo. Avevo passato tanti bei +giorni a Madrid! Ci lasciavo tanti cari amici! Per andare alla stazione +della strada ferrata del mezzogiorno, attraversai la strada d'Alcalà, +salutai da lontano i giardini di Recoletos, passai davanti al palazzo +del Museo di pittura, mi fermai a guardare ancora una volta la statua +del Murillo, e arrivai alla stazione col cuore stretto.--Tre +mesi?--domandavo a me stesso pochi momenti prima che il treno +partisse;--son già passati tre mesi? Non è stato un sogno? Eppure sì, +gli è come se avessi sognato! Non rivedrò forse mai più la mia buona +padrona di casa, mai più la bambina del signor Saavedra, mai più il viso +dolce e sereno del Guerra, mai più gli amici del caffè Fornos, mai più +nessuno! Ma che! Non potrò tornare?... Tornare! Oh no! Lo so bene che +non potrò tornare! E allora... addio, amici! Addio, Madrid! Addio, o mia +piccola stanza di strada dell'Alduana!--Mi pare che in questo momento mi +si strappi una fibra nel cuore, e sento il bisogno di nascondere il +viso. + + + + +VI. + +ARANJUEZ. + + +Come arrivando per la via del settentrione, così partendo da Madrid per +la via del mezzogiorno, si percorre una campagna disabitata che rammenta +le provincie più povere dell'Aragona e della Vecchia Castiglia. Son +vaste pianure giallastre e secche, nelle quali par che il terreno, a +picchiarci su, debba risuonare come un uscio, o screpolarsi come la +crosta d'una torta abbrustolita; e pochi villaggi meschini, dello stesso +colore del suolo, che pare dovrebbero accendersi come un mucchio di +foglie inaridite, solo ad avvicinare un fiammifero allo spigolo d'una +casa. Dopo un'ora di strada, la mia spalla cercò la parete del +carrozzone, il mio gomito cercò un sostegno, la mia testa cercò la mano, +e caddi in un profondo sopore, come un membro dell'_Ateneo +d'ascoltazione_ di Giacomo Leopardi. Pochi minuti dopo che avevo chiuso +gli occhi, fui riscosso da un disperato gridío di donne e di ragazzi, e +balzai in piedi chiedendo ai vicini che cosa fosse seguito. Ma prima che +avessi finito la domanda, una risata generale mi rassicurò. Un +drappello di cacciatori sparsi per la campagna, vedendo arrivare il +treno, s'eran messi d'accordo per far un po' di paura ai viaggiatori. In +quei giorni si parlava della comparsa d'una banda di Carlisti nelle +vicinanze di Aranjuez: i cacciatori, fingendo d'essere l'avantiguardia +della banda, mentre passava il treno, avevan gettato alte grida come per +avvertire il grosso degli armati che accorressero, e gridando, avevan +fatto l'atto di sparare contro i carrozzoni; onde lo spavento e le grida +della gente; e poi avevan tutt'a un tratto voltato i fucili col calcio +in aria, per far vedere che l'era stata una burla. Passata la +tremerella, chè n'ebbi per un momento un pochino anch'io, ricaddi nel +mio sopore accademico; ma ne fui scosso daccapo, di là a pochi minuti, +in una maniera assai più gradevole che la prima volta. + +Guardai intorno: la vasta campagna deserta s'era trasformata come per +incanto, in un immenso giardino pieno di boschetti leggiadrissimi, +percorso in tutti i sensi da larghi viali, sparso di casine campestri e +di capanni fasciati di verzura; e qua e là zampilli di fontane, e +recessi ombrosi, e prati fioriti, e vigneti, e sentierini, e un verde, +un fresco, un odor di primavera, un'aura di letizia e di piacere, da +imparadisare l'anima. Eravamo arrivati a Aranjuez. Discesi dal treno, +infilai un bel viale ombreggiato da due file di alberi giganteschi, e mi +trovai dopo pochi passi in faccia al palazzo reale. + +Il ministro Castelar scrisse pochi giorni sono nel suo _memorandum_ che +la caduta dell'antica monarchia spagnuola fu predestinata il giorno che +una turba di popolo colle ingiurie sulle labbra e l'ira nel cuore invase +il palazzo d'Aranjuez per turbare la tranquilla maestà dei suoi Sovrani. +Io ero appunto su quella piazza dove il 17 marzo del 1808 seguirono gli +avvenimenti che furono il prologo della guerra nazionale, e come la +prima parola della sentenza che condannò a morte l'antica Monarchia. +Cercai subito cogli occhi le finestre dell'appartamento del Principe +della Pace; me lo raffigurai quando fuggiva di sala in sala, pallido e +scapigliato, in cerca d'un nascondiglio, all'eco delle grida della +moltitudine che saliva le scale; vidi il povero Carlo IV deporre colle +mani tremanti la corona di Spagna sulla testa del Principe delle +Asturie; tutte le scene di quel terribile dramma mi si presentarono +dinanzi agli occhi; e il silenzio profondo del luogo, e la vista di quel +palazzo chiuso e abbandonato, mi misero freddo al cuore. + +Il palazzo ha la forma d'un castello; è fabbricato di mattoni, con +contorni di pietra bianca, e coperto di un tetto d'ardesia. Tutti sanno +che lo fece costruire Filippo II dal celebre architetto Herrera, e che +quasi tutti i re successivi lo abbellirono, e vi soggiornarono nella +stagione estiva. V'entrai: l'interno è splendido: v'è una stupenda sala +pel ricevimento degli ambasciatori, un bel gabinetto chinese di Carlo +III, una mirabile sala di toeletta di Isabella II; e una profusione +d'oggetti d'ornamento preziosissimi. Ma tutte le ricchezze del palazzo +non valgono il colpo d'occhio dei giardini. L'aspettazione non è delusa. +I giardini d'Aranjuez (Aranjuez è il nome della piccola città che giace +a poca distanza dal palazzo) sembrano stati fatti per una famiglia di re +titanici, ai quali i parchi e i giardini dei nostri re dovessero parer +aiuole da terrazze o campicelli da presepio. Viali a perdita d'occhio +fiancheggiati da alberi di smisurata altezza, che consertano i rami +inclinandosi gli uni verso gli altri, come incurvati da due venti +contrari, percorrono in tutti i sensi una foresta di cui non si vedono i +confini; e a traverso questa foresta, il Tago largo e rapido descrive +una maestosa curva formando qua e là cascatelle e bacini; e una +vegetazione fitta e pomposa, lussureggia fra un laberinto di vialetti, +di crocicchi e di sbocchi; e in ogni parte biancheggiano statue, vasche, +colonne, schizzi d'acqua altissimi che ricascano a sprazzi, a fiocchi, a +goccie, in mezzo a ogni maniera di fiori d'Europa e d'America; e al +fragore maestoso della cascata del Tago, s'unisce il canto +d'innumerevoli usignoli che vibrano le loro allegre note nell'ombra +misteriosa dei sentieri solitarii. In fondo ai giardini sorge un piccolo +palazzo di marmo, di modesta apparenza, che racchiude tutte le +maraviglie della più magnifica reggia; e nel quale si respira ancora, +per così dire, l'aura della vita intima dei Re di Spagna. Qui le +stanzine segrete di cui si tocca il soffitto colla mano, la sala da +biliardo di Carlo IV, la sua stecca, i cuscini ricamati dalla mano +delle regine, gli orologi musicali che rallegravano gli ozii degli +infanti, le scalette, le finestrine che serban cento piccole tradizioni +dei capricci principeschi; e infine il più ricco luogo comodo d'Europa, +dovuto a un ghiribizzo di Carlo IV, che racchiude in sè solo tante +ricchezze da tirarne di che fare un palazzo, senza togliergli la nobile +primazia di cui va altero fra tutti i gabinetti destinati allo stesso +scopo. Di là da questo palazzo, e tutt'intorno ai boschi, si stendono +vigneti e oliveti e piantagioni d'alberi fruttiferi e ridenti praterie. +È una vera oasi circondata dal deserto, che Filippo II scelse in un +giorno d'allegro umore quasi per temperare con una gaia immagine la cupa +melanconia dell'Escurial. Tornando dal piccolo palazzo di marmo verso il +grande palazzo reale, per quei lunghissimi viali, all'ombra di quegli +alberi sterminati, in quella profonda quiete di foresta, pensavo agli +splendidi cortei di dame e di cavalieri che un giorno vi si aggiravano +dietro ai passi di giovani monarchi folleggianti o di regine capricciose +e sfrenate, al suono di musiche amorose e di canti che narravan la +grandezza e la gloria della invitta Spagna; e ripetevo malinconicamente +col poeta di Recanati: + + «.... Tutto è pace e silenzio + E più di lor non si ragiona....» + +Ma pur guardando certi sedili di marmo mezzo nascosti fra i cespugli, e +figgendo lo sguardo nel buio di certi sentieri lontani, e pensando a +quelle regine, a quegli amori, a quelle follie, non potevo trattenere un +sospiro, che non era di pietà, e un segreto senso d'amarezza mi pungeva +il cuore; e dicevo come il povero Adan nel poema il _Diablo +mundo_:--Come son fatte codeste grandi dame? Come vivono? Che fanno? +Parlano, amano, godono, come noi?--E partii per Toledo fantasticando +l'amor d'una regina come un giovane avventuriere delle _Mille e una +notte_. + + + + +VII. + +TOLEDO. + + +Quando ci si avvicina a una città sconosciuta, bisognerebbe aver accanto +qualcheduno che l'avesse già vista, e ci potesse avvertire del momento +opportuno per metter la testa fuori e coglierne l'aspetto con un colpo +d'occhio. Ebbi la fortuna di essere avvertito per tempo. Un tale mi +disse:--Ecco Toledo!--ed io saltai al finestrino, e feci un'esclamazione +di meraviglia. + +Toledo sorge sur un'altura rocciosa e dirupata, ai piedi della quale +scorre il Tago descrivendo un'amplissima curva. Dal piano non si vedon +che roccie e mura di fortezza, e di là dalle mura le cime dei campanili +e delle torri. Le case son nascoste, la città vi par chiusa e +inaccessibile, e meglio che d'una città vi presenta l'aspetto di una +rôcca abbandonata. Dalle mura alla sponda del fiume non c'è una casa, nè +un albero; tutto è nudo, secco, irto, ripido; non vi si vede anima viva; +direste che per salire bisogna arrampicarsi, e vi sembra che al primo +apparir d'un uomo su quei dirupi gli debba cadere addosso dall'alto +delle mura una tempesta di freccie. Scendete dal treno, montate in una +carrozza, arrivate all'imboccatura di un ponte. È il famoso ponte +d'Alcantara, che accavalcia il Tago, sormontato da una bella porta araba +in forma di torre, che gli dà un aspetto ardito e severo. Passato il +ponte, vi trovate in un'ampia via che sale a larghi serpeggiamenti fino +alla sommità della montagna. Qui vi par proprio di essere sotto una +città forte del medio evo, e di trovarvi voi stesso nei panni d'un arabo +o d'un goto o d'un soldato di Alfonso VI. Da tutte le parti vi pendon +sul capo roccie scoscese, mura diroccate, torri, e rottami di antichi +bastioni; e più su, l'ultimo muro di cinta della città, nero, coronato +di merli enormi, aperto qua e là da grandi breccie, dietro le quali fan +capolino le case prigioniere; e via via che salite, vi par che la città +si ristringa e si nasconda. A mezzo la salita, incontrate la _Puerta del +Sol_, un gioiello di architettura araba, composta di due torri merlate, +che si congiungono sur una graziosissima porticina ad arco doppio, sotto +la quale passa la strada antica; e di là, se vi voltate indietro, vedete +giù il Tago, la pianura, i colli. Passate oltre, trovate altre mura e +altre rovine; e finalmente le prime case della città. + +Quale città! Sul primo momento mi sentii mancare il respiro. La carrozza +aveva infilato una stradina tanto stretta che i mòzzi delle ruote +toccavan quasi i muri delle case. + +"Ma perchè passate di qui?" domandai al vetturino. + +Il vetturino si mise a ridere, e rispose: "Perchè non c'è altra strada +più larga." + +"O che tutta Toledo è fatta così?" ridomandai. + +"Tutta fatta così!" rispose. + +"È impossibile!" esclamai. + +"Vedrà!" soggiunse. + +In verità non lo credevo. Scesi a un albergo, buttai in una stanza la +mia valigia, e scesi le scale a precipizio per andar a vedere questa +stranissima città. Un fattorino dell'albergo mi fermò sulla porta, e mi +domandò sorridendo: "Dove va _caballero_?" + +"A veder Toledo" risposi. + +"Solo?" + +"Solo; perchè no?" + +"Ma è già stato qui altre volte?" + +"Mai." + +"Allora non può andar solo." + +"E perchè?" + +"Perchè si smarrirà." + +"Dove?" + +"Appena uscito." + +"O la ragione?" + +"La ragione è questa;" rispose, accennandomi un muro al quale era +affissa una pianta di Toledo. M'avvicinai e vidi un garbuglio di linee +bianche sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori che fanno i +ragazzi sulla lavagna per consumare il gesso a dispetto del maestro. +"Non importa," dissi, "voglio andar solo; e se mi smarrirò, mi +troveranno."--"Non farà cento passi," osservò il fattorino. Uscii e +infilai la prima strada che vidi, tanto stretta che, allargando le +braccia, toccavo tutti e due i muri. Fatti cinquanta passi, mi trovai in +un'altra strada più stretta della prima, e da questa riuscii in una +terza, e via così. Mi pareva di girare, non per le strade d'una città, +ma per gli anditi d'un edifizio; e andavo oltre coll'idea di dover +riuscire da un momento all'altro in un luogo aperto.--È +impossibile,--pensavo,--che la città sia tutta costruita in questa +maniera; non ci si potrebbe vivere.--Ma via via che procedevo, mi +sembrava che le strade si facessero più strette e più corte; ogni +momento dovevo svoltare; dopo una strada curva, veniva una strada a +zig-zag, dopo questa un'altra fatta ad uncino, che mi riconduceva nella +prima, e così giravo per un pezzo sempre in mezzo alle stesse case. Di +tratto in tratto riuscivo in un crocicchio di parecchi vicoli che +scappavano in direzioni opposte, e quale si perdeva nel buio d'un +portico, quale urtava, dopo pochi passi, contro il muro d'una casa, +quale scendeva giù come per sprofondarsi nelle viscere della terra, +quale s'arrampicava per un'erta salita; alcuni, larghi appena tanto da +dar passo ad un uomo; altri stretti in mezzo a due muri senza porte e +senza finestre; tutti fiancheggiati da edifizii di grande altezza, che +lasciavano apparire appena una sottile striscia di cielo fra tetto e +tetto; con poche finestre munite di grosse inferriate, con grandi porte +tempestate di chiodi enormi, con cortili angusti ed oscuri. Camminai un +pezzo senza incontrar nessuno, fin che riuscii in una delle strade +principali, tutta fiancheggiata da botteghe e piena di contadini, di +donne, di ragazzi; ma poco più larga d'un corridoio ordinario. Ogni cosa +è proporzionato alla strada: le porte paion finestre, le botteghe paion +nicchie, e vi si vedon dentro tutti i segreti della casa: la tavola +apparecchiata, i bambini in culla, la madre che si pettina, il padre che +si cambia la camicia; tutto è lì sulla strada; non par di essere in una +città, ma in una casa abitata da una sola grande famiglia. Svolto in una +strada meno frequentata, non vi si sente il ronzìo d'una mosca, il mio +passo risuona fino al quarto piano degli edifizii, qualche vecchierella +fa capolino alla finestra. Passa un cavallo, par che passi uno +squadrone: tutti s'affacciano a guardar che cosa segue. Il più leggero +rumore echeggia in ogni parte; un libro che cade in una stanza al +secondo piano, un vecchio che tosse in un cortile, una donna che si +soffia il naso non so dove; si sente tutto. In qualche punto cessa ad un +tratto ogni rumore, siete soli, non vedete più segno di vita: son case +da streghe, crocicchi da congiure, chiassuoli da tradimenti, angiporti +da delitti, finestrine da colloquii d'amanti infami, porte sinistre che +fanno sospettare scale macchiate di sangue. Ma pure in tutto questo +laberinto di strade non ce n'è due che si somigliano; ognuna ha qualcosa +di proprio; qui un arco, là una colonnetta, più oltre una scultura; +Toledo è un emporio di tesori d'arte; per poco che si scrostino i muri, +si scoprono in ogni parte dei ricordi di tutti i secoli: bassorilievi, +arabeschi, finestrine moresche, statuette. I palazzi hanno porte munite +di lastre di metallo incise, di martelli istoriati, di chiodi colle +teste cesellate, di scudi, di emblemi; e formano un bel contrasto colle +case moderne dipinte a ghirlande, medaglioni, amori, urne, animali +fantastici. Ma questi abbellimenti non tolgono nulla all'aspetto severo +e tristo di Toledo. Dovunque volgiate lo sguardo, v'è qualche cosa che +vi rammenta la città forte degli Arabi; per poco che la vostra +immaginazione lavori, riesce a ricomporre, coi tratti rimasti qua e là, +tutto il disegno del quadro cancellato, e allora l'illusione è completa; +rivedete la gran Toledo del medio evo; e dimenticate la solitudine e il +silenzio delle sue strade. Ma è un'illusione di pochi istanti, dopo la +quale ricadete in una trista meditazione, e non vedete più che lo +scheletro della città antica, la necropoli di tre imperi, il grande +sepolcro della gloria di tre popoli. Toledo vi rammenta i sogni fatti da +giovanetti dopo la lettura di leggende romanzesche del medio evo. Voi +avrete visto molte volte, nei sogni, delle città oscure, cinte di fossi +profondi, di mura altissime, di roccie inaccessibili; e sarete passati +su quei ponti levatoi, e sarete entrati in quelle strade torte ed +erbose, ed avrete respirato quell'aria umida di prigione e di tomba. +Ebbene, avete sognato Toledo. + +La prima cosa a vedersi, dopo l'aspetto generale della città, è la +Cattedrale, che vien considerata a giusto titolo come una delle più +belle del mondo. La storia di questa Cattedrale, stando alla tradizione +popolare, rimonta sino ai tempi dell'Apostolo Santiago, primo vescovo di +Toledo, che avrebbe designato il luogo dove venne innalzata; ma la +costruzione dell'edifizio tal quale oggi si ammira, fu cominciata nel +1227, sotto il regno di San Ferdinando, e terminata dopo duecento e +cinquant'anni di lavoro quasi continuo. L'aspetto esterno di questa +immensa chiesa non è nè ricco nè bello come quello della cattedrale di +Burgos. Davanti alla facciata si stende una piccola piazza, ed è il solo +punto d'onde si possa abbracciare collo sguardo una vasta parte +dell'edifizio; tutt'intorno corre una stradicciuola, dalla quale, per +quanto si torca il collo, non si vede che l'alto muro di cinta che +chiude la chiesa come una fortezza. La facciata ha tre grandi porte, +chiamate l'una del _Perdono_, l'altra dell'_Inferno_, la terza del +_Giudizio_; ed è fiancheggiata da una robusta torre, che termina in una +bella cupola ottagona. Per quanto, girando intorno all'edifizio, si sia +visto che è immenso, al primo entrare si è colpiti da un senso profondo +di meraviglia; e subito dopo da un altro vivissimo piacere, che vien da +quella freschezza, da quella quiete, da quell'ombra soave, e da una +misteriosa luce, la quale penetrando per le vetrate a colori di +innumerevoli finestre, si frange in mille raggi azzurri, gialli, rosei, +che guizzano qua e là lungo gli archi e le colonne come striscie +d'arcobaleno. La chiesa è formata da cinque grandi navate divise da +ottantotto pilastri enormi, composti ciascuno di sedici colonne fusate, +e strette come un fascio di lancie; una sesta navata taglia ad angolo +retto queste cinque, passando fra l'altar maggiore ed il coro; e la +volta della navata principale si alza maestosamente sull'altre, che +sembrano curvarsi come per renderle omaggio. La luce variopinta e il +color chiaro della pietra danno alla chiesa come un'aria di raccolta +letizia che tempera l'aspetto malinconico dell'architettura gotica, +senza nulla togliere alla sua gravità austera e pensosa. Passar dalle +strade di quella città fra le navate di quella Cattedrale, gli è come +passar da una segreta a una piazza: si guarda intorno, si respira, si +risente la vita. + +L'altar maggiore, a volerlo considerar per la minuta, richiederebbe +altrettanto tempo che la chiesa intera; è una chiesa, è un visibilio di +colonnine, di statuette, di fogliami, d'ornamenti svariatissimi, che +sporgon lungo gli spigoli, s'alzano sopra gli architravi, serpeggiano +intorno alle nicchie, si sostengono l'un l'altro, si ammontano, si +nascondono, presentando in ogni parte mille profili, e gruppi, e scorti, +e dorature, e colori, e ogni maniera di artifiziose leggiadrie, che +porgon tutte insieme l'aspetto di una magnificenza piena di decoro e di +grazia. Di fronte all'altar maggiore è il coro, diviso in tre ordini di +seggiole meravigliosamente scolpite da Filippo di Borgogna e dal +Berruguete, con bassorilievi rappresentanti fatti storici, allegorici, +sacri, che si considerano come uno dei più insigni monumenti dell'arte. +In mezzo, in forma di trono, è il seggio dell'arcivescovo; intorno, un +giro di enormi colonne di diaspro; sugli architravi, delle statue +colossali d'alabastro; ai due lati, degli enormi pulpiti di bronzo con +suvvi dei messali giganteschi, e due smisurati organi, l'uno di fronte +all'altro, dai quali par debba prorompere da un istante all'altro un +torrente di note da far tremare le volte. + +Il piacere dell'ammirazione, in queste grandi cattedrali, è quasi sempre +turbato dai ciceroni importuni che vogliono ad ogni costo che vi +divertiate a modo loro. E per mia disgrazia mi ebbi a persuadere che i +ciceroni spagnuoli sono i più ostinati della razza. Quand'uno di costoro +s'è fitto in capo che voi avete da passar la giornata con lui, è finita. +Potete scrollar le spalle, non rispondere, lasciar che si sfiati senza +neanco voltare il viso, girare per conto vostro come se non l'aveste +veduto: è tutt'uno. In un momento d'entusiasmo, dinanzi a un quadro o a +una statua, vi sfugge una parola, un gesto, un sorriso: basta, siete +legato, siete suo, siete preda di questa implacabile _pieuvre_ umana, +che come quella di Victor Hugo, non lascia la vittima che a tagliarle la +testa. Mentre stavo contemplando le statue del Coro, vidi colla coda +dell'occhio uno di codeste _pieuvres_, un vecchietto mezzo sfatto, che +mi si avvicinava a lenti passi, di sbieco, come un sicario, guardandomi +coll'aria di dire:--Ci sei.--Io continuai a guardar le statue; il +vecchio mi venne accanto, e si mise anch'egli a guardare; poi ad un +tratto mi domandò: "Vuol che l'accompagni?" + +"No," risposi, "non m'occorre." + +Ed egli senza scomporsi: "Sa chi era Elpidio?" + +La domanda era così strana, che non potei trattenermi dal domandare alla +mia volta: "Chi era?" + +"Elpidio," rispose, "fu il secondo vescovo di Toledo." + +"E con questo?" + +"E con questo.... fu il vescovo Elpidio che ebbe l'idea di consacrare la +chiesa alla Vergine, che è la ragione per la quale la Vergine venne a +visitare la chiesa." + +"O come si sa?" + +"Come si sa? si vede." + +"Volete dire che s'è visto." + +"Voglio dire che si vede ancora: abbia la bontà di venir con me." + +Ciò dicendo si mosse, ed io, curiosissimo di sapere qual fosse questa +prova visibile della discesa della Vergine, lo seguii. Ci fermammo +davanti a una specie di tabernacolo, vicino a uno dei gran pilastri +della navata del mezzo. Il cicerone mi mostrò una pietra bianca +incastrata nel muro, coperta da una rete di ferro, e con intorno questa +iscrizione: + + «Quando la reina del cielo + Puso los pies en el suelo + En esta piedra los puso.» + +"Dunque," domandai "la Santa Vergine ha messo proprio il piede su questa +pietra?" + +"Proprio su questa pietra," mi rispose, e fatto passare un dito tra i +fili di ferro della rete, e toccata la pietra, si baciò il dito, si fece +il segno della croce e mi accennò come per dirmi: "A lei." + +"A me?..." risposi; "oh in verità, _amigo_, non posso." + +"_Porqué?_" + +"_Porque no me siento digno de tocar aquella piedra divina._" + +Il cicerone capì, e guardandomi fisso con uno sguardo serio, mi domandò: +"_Usted no cree?_" + +Io guardai un pilastro. Allora il vecchio mi fece cenno che lo seguissi, +e si mosse verso un angolo della chiesa, mormorando con aria di +tristezza: "_Cadauno es dueño de su alma._" Ciascuno è padrone +dell'anima sua. Un chiericotto ch'era là vicino, e che aveva indovinato +la cosa, mi lanciò uno sguardo che pareva una frecciata, e brontolando +non so che, s'allontanò dalla parte opposta. + +Le cappelle sono quali convengono a una tal chiesa; quasi tutte +racchiudono qualche bel monumento; nella cappella di sant'Jago, dietro +l'altar maggiore, sono due magnifiche tombe d'alabastro, che contengono +i resti del connestabile Alvaro di Luna e di sua moglie; nella cappella +di sant'Idelfonso, la tomba del cardinale Gil Carillo di Albornoz; nella +cappella _de los Reyes nuevos_, le tombe di Enrico II, di Giovanni II, +di Enrico III; nella cappella del Sacrario, una stupenda corona di +statue e di busti di marmo, d'argento, d'avorio, d'oro, una collezione +di croci e di reliquie d'inestimabile valore, i resti di santa Leucadia +e di santa Eugenia chiusi entro due casse d'argento cesellate con +finissimo lavoro. + +La cappella _Mozarabe_, che corrisponde alla torre della chiesa, e fu +costrutta per perpetuare la tradizione del primitivo rito cristiano, è +forse la più meritevole d'attenzione. Una delle pareti è tutta coperta +da un dipinto a fresco, gotico, rappresentante un combattimento fra i +mori e i toledani, meravigliosamente conservato fin nelle più delicate +sfumature. È un dipinto che vale un libro di storia. Vi si vede Toledo +di quei tempi, con tutte le sue mura e le sue case; le assise dei due +eserciti, le armi, i volti, ogni cosa eseguito con una finitezza +ammirabile e non so quale speziosità, di colorito, che risponde +perfettamente alla idea vaga e fantastica che ci formiamo di quei secoli +e di quella gente. Altri due dipinti a fresco, laterali al primo, +rappresentano i navigli che portan gli Arabi in Spagna, e anch'essi +offrono mille minuti particolari della marina medioevale e quell'aria, +se così posso dire, dei tempi, che fa pensare e veder mille cose non +rappresentate nel quadro, come una musica lontana quando si guarda un +paesaggio. + +Dopo le cappelle si va a veder la sacrestia, nella quale sono accumulate +tante ricchezze che basterebbero a restaurar di punto in bianco le +finanze della Spagna. V'è tra le altre una vastissima sala, nella cui +vòlta si vede un dipinto a fresco di Luca Giordano, che rappresenta una +visione di paradiso, con una miriade di angeli, di santi, di figure +allegoriche che spaziano nell'aria o sporgono, che paion scolpite, fuor +della cornice delle pareti, in mille atteggiamenti arditissimi, e mosse +e scorci da far sbalordire. Il cicerone, accennandovi _aquel prodigio de +imaginacion y de trabajo_, che a detta di tutti gli artisti, per +servirmi d'una curiosissima espressione spagnuola, è di un _merito +atroz_, (d'un merito atroce); vi suggerisce di guardare attentamente il +raggio di luce che scende dal mezzo della volta fin contro la parete. +Voi guardate, e fate, guardando, un giro per la sala, e dovunque vi +troviate, vi pare che quel raggio vi cada a piombo sul capo. Da quella +sala passate in una stanza pure mirabilmente dipinta a fresco dal nipote +del Berruguete, e da questa in una terza dove un sacrestano vi spiega +sotto gli occhi i tesori della Cattedrale: gli enormi candellieri +d'argento, le pissidi scintillanti di rubini, gli ostensorii tempestati +di diamanti, i paramenti di damasco ricamati in oro, le vesti della +Vergine coperte di rabeschi, di fiorami e di stelle di perle, che ad +ogni ondeggiamento del tessuto mandan bagliori e lampi di mille colori, +a cui regge lo sguardo a fatica. Un'ora vi riesce scarsa per veder di +sfuggita tutta quella mostra di tesori, che basterebbero a saziar +l'ambizione di dieci Regine e ad arricchir gli altari di dieci +basiliche; e quando il sacrestano, dopo avervi fatto vedere ogni cosa, +cerca negli occhi vostri l'espressione della meraviglia, non vi trova +che quella d'uno stupore attonito, che accusa l'immaginazione vagante +altrove, lontano, nelle reggie favolose delle leggende arabe, dove i +genii benefici accumulano tutte le ricchezze sognate dall'ardente +fantasia dei Sultani innamorati. + +Era la vigilia del _Corpus Domini_, e nella sacrestia si preparavano le +robe per la processione. Nulla di più sgradevole, e di più sconveniente +alla queta e nobile maestà della chiesa, che quell'affaccendamento da +teatro che vi si vede in quelle occasioni. Par proprio di essere dietro +le quinte d'un palco scenico la sera d'una prova generale. Dall'una +all'altra sala della sacrestia andavano e venivano con grande strepito +monelli scamiciati, portando gran bracciate di camici, di stole e di +piviali; qui un sacrestano di cattivo umore apriva e sbatteva imposte +d'armadi; là un prete tutto rosso in viso chiamava con voce stizzosa un +chierico che non sentiva; altri preti attraversavano la sala di corsa, +coi paramenti metà indossati, metà strascicanti; chi rideva, chi +strillava, chi parlava da una stanza all'altra ad alta voce; per tutto +si sentiva un fruscìo di sottane, un respirare affannoso, un pestìo, un +tramenìo da non dirsi. + +Andai a vedere il claustro; ma poichè era aperta la porta della chiesa +per la quale ci si va, lo vidi prima d'entrarvi. D'in mezzo alla chiesa +si scorge una parte del giardino del claustro, un gruppo di grandi +alberi frondosi, un boschetto, un mucchio di rigogliosa verzura che par +che chiuda la porta, e si mostra come inquadrato sotto un arco elegante +e in mezzo a due svelte colonne del portico che ricorre tutt'intorno. È +una vista deliziosa che fa pensare ai giardini orientali, veduti tra +mezzo alle colonne delle moschee. Il claustro è vasto, e circondato di +un portico di forme leggiadre e severe; i muri sono coperti di grandi +dipinti a fresco. Qui il cicerone mi consigliò di riposare un poco per +prepararmi a salire sul campanile; m'appoggiai a un muricciuolo, +all'ombra d'un albero, e stetti là fin che mi risentii in forze per +fare, come si dice volgarmente, un'altra camiciata. Intanto il mio +_duca_ mi celebrava in un linguaggio ampolloso le glorie di Toledo, +spingendo l'impudenza dell'amor di patria fino a chiamarla _una gran +ciudad comercial_ che poteva rivender Barcellona e Valenza, e una città +forte da stancare, a un bisogno, dieci eserciti tedeschi, e millanta +batterie di cannoni Krupp. Ad ogni sua spacconata, io rincaravo la dose, +e il buon uomo ci si coccolava con un gusto infinito. Quanto c'è da +divertirsi, a saperli far cantare! Finalmente, quando l'altero Toledano +si sentì gonfio di gloria da non capir più dentro al claustro, mi +disse:--_Podemos ir,_--e s'avviò verso la porta del campanile. + +Arrivati a metà altezza, ci fermammo per pigliar fiato. Il cicerone +bussò a una porticina, e uscì un cazzabubbolo di sacrestano che aperse +un'altra porta e mi fece entrare in un corridoio, nel quale vidi una +schiera di giganteschi fantocci bizzarramente vestiti; quattro dei quali +(mi disse il cicerone) rappresentavano l'Europa, l'Asia, l'America, +l'Affrica, e due altri la Fede e la Religione; ed eran fatte in modo +che un uomo potesse nascondervisi dentro e sollevarli da terra. "_Se +sacan_" (si tiran fuori), soggiunse il sacrestano, "_en ocasion de las +fiestas reales_, e si portano in giro per la città;" e per farmi veder +in che modo, s'infilò sotto le gonnelle dell'Asia. Poi mi condusse in un +angolo dove era un mostro enorme che, toccato non so come, scoteva un +lunghissimo collo, e una testaccia orribile, facendo un rumore +assordante. Ma non mi seppe dire che cosa quel brutto arnese +significasse, e m'invitò invece ad ammirare la meravigliosa +immaginazione spagnuola che creò _tantas cosas nuevas_ da venderne a +tutti i mondi che nuotano nell'infinito. Ammirai, pagai, e ripresi la +salita colla mia _pieuvre_ toledana. Dall'alto del campanile si gode un +colpo d'occhio stupendo: la città, i colli, il fiume, un vastissimo +orizzonte, e sotto, la gran mole della Cattedrale che pare una montagna +di granito. Ma v'è un'altra altezza, poco lontano di là, dalla quale si +vede meglio ogni cosa; e però mi trattenni sul campanile pochi momenti, +tanto più che in quell'ora splendeva un sole ardentissimo che confondeva +tutti i colori della città e della campagna in un oceano di luce. + + * * * * * + +Dopo la Cattedrale, il mio cicerone mi condusse a vedere la famosa +chiesa di _San Juan de los Reyes_, posta sulle rive del Tago. La mente +mi si turba ancora a pensare ai giri e rigiri che dovemmo fare per +andarvi. Era mezzogiorno, le strade deserte; via via che ci +allontanavamo dal centro della città, la solitudine si faceva più +trista; non si vedeva una porta nè una finestra aperta, non si sentiva +il più leggero rumore. Un momento ebbi il sospetto che il _cicerone_ +fosse di balla con qualche assassino per tirarmi in un luogo appartato e +farmi spogliare; una faccia sospetta l'aveva; e poi guardava qua e là +coll'aria sospettosa, di chi medita un delitto. "C'è ancora molto?" +domandavo io di tratto in tratto; ed egli rispondeva sempre: "_Aqui +está_," e non si arrivava mai. A un certo punto la mia inquietudine si +cangiò in spavento: in una stradetta tortuosa si aperse una porta, +usciron due uomini barbuti, salutarono con un cenno la _pieuvre_, e ci +vennero dietro. Mi tenni per spacciato. Non c'era che un mezzo di +salvamento: menare un pugno al cicerone, da sbatterlo in terra, passare +sulla sua carcassa e pigliar la corsa. Ma per dove? E d'altra parte mi +vennero in mente gli sperticati elogi che prodiga il Thiers alle _jambes +espagnoles_ nella sua _Storia della guerra d'Indipendenza_; e pensai che +lo scappare non sarebbe stato che un espediente per farmi piantare il +pugnale nella schiena invece che nello stomaco. Ohimè! morire senza +veder l'Andalusia! Morire dopo aver preso tanti appunti, dopo aver dato +tante mancie, morire colle tasche piene di lettere di raccomandazione, +col portamonete gonfio di dobloni, col passaporto coperto di firme, +morire tradito! Come Dio volle, alla prima svoltata, i due barbuti +sparirono, e fui salvo. Allora, tocco dal pentimento d'aver sospettato +che quel povero vecchio fosse capace d'un delitto, passai alla sua +sinistra, gli offersi un sigaro, gli dissi che Toledo valeva due Rome, +gli feci mille finezze. Finalmente arrivammo a _San Juan de los Reyes_. + +È una chiesa che pare un palazzo reale. La parte più alta è coperta da +una terrazza circondata d'un parapetto traforato e scolpito, sul quale +si innalza una corona di statue di re; e nel mezzo sorge una bella +cupola esagonata che completa con bella armonia l'edifizio. Dai muri +pendono lunghe catene di ferro che furon tolte ai prigionieri cristiani +dopo la conquista di Granata, e che insieme al color fosco della pietra, +danno alla chiesa un aspetto severo e pittoresco. Entrammo, +attraversammo due o tre grandi stanze nude e senza pavimento, ingombre +di mucchi di terra e di rottami, salimmo una scala, e riuscimmo sur +un'alta tribuna dentro la chiesa, che è uno dei più belli e nobili +monumenti dell'arte gotica. È una sola grande navata, divisa in quattro +vòlte, i cui archi s'incrociano sotto ricchi rosoni. I pilastri sono +coperti di ghirlande e di rabeschi; i muri, ornati d'una profusione di +bassorilievi, con enormi scudi dalle armi di Castiglia e d'Aragona, +aquile, chimere, animali araldici, fogliami, iscrizioni emblematiche; la +tribuna, traforata e scolpita con ricca eleganza, gira tutto intorno; il +coro è sostenuto da un arco arditissimo; il colore della pietra è grigio +chiaro, e ogni cosa è ammirabilmente finito ed intatto, come se la +chiesa fosse stata fabbricata pochi anni prima, invece che sul finire +del secolo decimoquinto. + +Dalla chiesa scendemmo nel claustro che è una vera meraviglia +d'architettura e di scultura. Colonne svelte e gentili, che si +potrebbero spezzare in due con un colpo di martello, somiglianti a fusti +d'alberelli, sostengono i capitelli sopraccarichi di statuette e di +ornamenti, dai quali si spiccano, come curvi rami, archi ornati di +fiori, d'uccelli, d'animali grotteschi e d'ogni maniera di fregi. I muri +sono coperti d'iscrizioni in carattere gotico, frammiste a fogliami e +rabeschi delicatissimi. Dove sia che si guardi, si trovan congiunte la +grazia e la ricchezza con un'armonia che innamora; in un eguale spazio, +non si poteva accumulare, con arte più squisita, una maggior copia di +cose più gentili e più belle; è un lussureggiante giardino di scultura, +è una gran sala addobbata di ricami, di trapunti e di broccati di marmo, +un gran monumento maestoso come un tempio, magnifico come una reggia, +delicato come un giocattolo, grazioso come un mazzo di fiori. + +Dopo il claustro c'è da vedere un Museo di pittura, che non contiene se +non quadri di poco pregio; e poi il Convento, coi suoi lunghi corridoi, +colle sue scale anguste, colle sue celle vuote, già vicino in più punti +a cadere in rovina, in altri già rovinato; per tutto nudo e squallido +come un edifizio incendiato. + + * * * * * + +Poco lontano da _San Juan de los Reyes_, v'è un altro monumento degno +d'esser veduto; un curioso ricordo dell'epoca giudaica; la sinagoga +designata ora col nome di Santa Maria Blanca. Si entra in un giardino +incolto, si picchia alla porta d'una casa d'aspetto meschino, la porta +s'apre.... È un senso piacevolissimo di meraviglia, una visione +d'Oriente, la rivelazione improvvisa d'un'altra religione e d'un altro +mondo. Si vedono cinque strette navate, divise da quattro lunghe file di +pilastrini ottagoni, che sostengono tanti archi turcheschi appoggiati su +capitelli di stucco di forme diverse; il soffitto di legno di cedro, +diviso in scompartimenti uguali; qua e là, sui muri, arabeschi e +iscrizioni arabe; la luce che viene dall'alto; ogni cosa bianco. La +sinagoga fu ridotta dagli Arabi a moschea; la moschea, ridotta a chiesa +dai Cristiani; di modo che essa non è propriamente nessuna delle tre +cose; ma serba però il carattere di moschea, e l'occhio vi spazia con +diletto, e l'immaginazione insegue di arco in arco le fuggenti immagini +di un paradiso voluttuoso. + +Visto Santa Maria la Blanca, non mi sentii più la forza di veder altro; +e respingendo tutte le proposte tentatrici del cicerone, gli ordinai di +ricondurmi all'albergo. Dopo un lungo andare per un labirinto di +stradette solitarie, arrivammo; misi una _peceta y media_ nella mano del +mio innocente assassino, che trovò la mancia scarsa, e mi domandò ancora +(quanto risi della parola!) una piccola _gratificacion_; ed entrai nella +sala da pranzo a mangiare una costoletta, o _chuleta_ (che si legge +_ciuleta_), come la chiamano gli Spagnuoli con un nome che farebbe +arricciar il naso in qualche provincia d'Italia. + + * * * * * + +Verso sera andai a vedere l'Alcazar. Il nome fa sperare un palazzo +arabo; ma d'arabo non gli resta che il nome; l'edifizio che si ammira +oggidì, fu costrutto sotto il regno di Carlo V, sulle rovine d'un +castello, che esisteva già nel secolo ottavo benchè non se ne trovino +che vaghe indicazioni nelle cronache del tempo. Questo edifizio sorge +sur un'altura a cavaliere della città, di modo che si vedon le sue mura +e le sue torri da tutti i punti un po' alti delle strade, e il +forestiero se ne può servire di guida per non smarrirsi nel labirinto. +Salii sull'altura per una larga strada serpeggiante come quella che +conduce dal piano alla città, e mi trovai davanti alla porta +dell'Alcazar. È un immenso palazzo quadrato, agli angoli del quale si +innalzano quattro grosse torri, che gli danno un aspetto formidabile di +fortezza. Davanti alla facciata si stende una vasta piazza, e +tutt'intorno una cintura di baluardi merlati alla foggia orientale. +Tutto l'edifizio è di un vigoroso color calcare, svariato di mille +sfumature da quel potente pittore di monumenti che è il torrido sole del +Mezzogiorno; e reso più vivo dal limpidissimo cielo, sul quale si +disegnano i contorni maestosi delle mura. La facciata è scolpita a +rabeschi con un gusto pieno di nobiltà e d'eleganza. L'interno del +palazzo corrisponde al di fuori: è un vasto cortile cinto di due ordini +sovrapposti di archi graziosi sostenuti da leggiere colonne; con una +monumentale gradinata di marmo, che s'alza nel mezzo del lato opposto +alla porta, e si divide, a poca altezza dal suolo, in due branche, che +menano, l'una a destra e l'altra a sinistra, nell'interno del palazzo. +Per godere la bellezza del cortile bisogna andarsi a porre dove la scala +si biforca, là si abbraccia con uno sguardo tutta l'armonia +dell'edifizio che produce un senso di allegrezza e di piacere come un +gran concerto musicale di gente sparpagliata e nascosta. + +Fuor che il cortile, le altre parti dell'edifizio, le scale, le stanze, +i corridoi, ogni cosa è rovinato o cade in rovina. Ora si sta lavorando +per ridurre il palazzo ad uso di collegio militare, s'imbiancano i muri, +si rompon le pareti per far grandi dormentorii, si numerano le porte, si +converte la reggia in caserma. Restano però intatti i grandi sotterranei +che servivan di scuderie al tempo di Carlo V, e che possono contenere +ancora parecchie migliaia di cavalli: il custode mi fece affacciare a un +finestrino, dal quale vidi un abisso che mi diede un'idea della loro +vastità. Poi salimmo per una serie di scale malferme in una delle +quattro torri; il custode aperse colle tanaglie e col martello una +finestra inchiodata, e mi disse coll'aria di chi annunzia una +meraviglia:--_Mire Usted!_-- + +È un panorama immenso. La città di Toledo si vede a volo d'uccello, +strada per strada, casa per casa, come se ne vedrebbe la pianta stesa +sovra una tavola; qui la Cattedrale che s'alza sulla città come uno +smisurato castello, e fa parer piccini come casette da giocattolo tutti +gli edifizi circostanti; là la terrazza coronata di statue di San +Giovanni dei Re; in un altro punto le torri merlate della porta nuova; +il circo dei tori; il Tago che scorre ai piedi della città in mezzo a +due sponde rocciose; di là dal fiume, accanto al ponte di Alcantara, sur +una rupe scoscesa, le rovine dell'antico castello di San Servando; più +oltre una verde pianura, e di là roccie e colli e monti a perdita +d'occhio, e su, un cielo purissimo, e il sole cadente che indora la +sommità dei vecchi edifizii e fa scintillare il fiume come una immensa +fascia d'argento. + +Mentre io contemplavo quel magico spettacolo, il custode, che aveva +letto la storia di Toledo e lo voleva far sapere, mi raccontava ogni +sorta di storielle, con quel fare tra poetico e faceto, che è proprio +degli Spagnuoli del mezzogiorno. Prima d'ogni cosa, mi volle far +conoscere la storia delle opere di fortificazione, e benchè dove egli +diceva di veder netto e distinto quello che m'accennava, io non vedessi +nulla di nulla, riuscii a capire qualcosa. + +Mi diceva che Toledo era stata cinta di mura tre volte, e che si +vedevano ancora chiaramente le traccie di tutte e tre le cinte. +"Guardi," diceva, "segua la linea che descrive il mio dito: quella è la +cinta romana, la più stretta, e se ne vedono ancora i ruderi. Ora guardi +più in là. Quell'altra, più ampia, è la cinta gotica. Ora descriva collo +sguardo una curva che abbracci le due prime: quella è la cinta araba, +la più recente. Ma gli Arabi hanno fabbricato anche una cinta ristretta +sulle rovine della cinta romana.... Questa la vedrà facilmente. Ora +osservi la direzione delle strade che convergono verso il punto più alto +della città, segua la linea dei tetti, di qui, così: vedrà che tutte le +strade vanno su a zig-zag; e sono state fatte apposta in questo modo per +poter difendere la città anche dopo che fossero perdute le mura; e le +case sono state fabbricate così serrate l'una contro l'altra, per poter +saltare di tetto in tetto; si vede; e poi gli Arabi l'han lasciato +scritto; ed è per questo che mi fan ridere i signori spagnuoli di Madrid +che vengon qui e dicono:--Poh! che strade!--Si vede che non sanno +un'acca di storia; se ne sapessero un tantino, se leggessero, un po' +invece di passar la giornata al Prado e a Recoletos, capirebbero che le +strade strette di Toledo hanno il loro perchè, e che Toledo non è una +città per gl'ignoranti." + +Io mi misi a ridere. + +"Non crede?" continuò il custode; "gli è un fatto sacrosanto. Non più +d'una settimana fa, per citarle un caso, venne qui un bellimbusto di +Madrid colla sua sposa. Già, salendo le scale, avevano detto roba da +chiodi della città, delle strade strette, delle case nere. Quando +s'affacciarono a questa finestra, e videro quelle due vecchie torri +laggiù nella pianura, sulla riva sinistra del Tago, mi domandarono che +fossero, ed io risposi: _Los palacios de Galiana_.--Oh! che bei +palazzi!--esclamarono, e si misero a ridere, e guardarono da un'altra +parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia. Ora neanco lei, +m'immagino, non la saprà: ma lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia +dunque che il grande imperatore Carlomagno è venuto, quand'era +giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il re Galafro, e abitava in quel +palazzo. Il re Galafro aveva una figliuola che si chiamava Galiana, +bella come un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re e vedeva +ogni giorno la principessa, se ne innamorò con tutte le forze +dell'anima, e la principessa, di lui. Ma c'era un rivale di mezzo, e +questo rivale era il re di Guadalajara, un moro gigante, di una forza +erculea e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere la +principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire una strada +sotterranea che andava nientemeno che dalla città di Guadalajara fin +sotto le fondamenta del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo +potea vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva, tante volte lo +rimandava colle trombe nel sacco. Ma non per questo il re, innamorato, +smise di farle la corte; e tanto le stette attorno, che Carlomagno, il +quale non era uomo da lasciarsene imporre, come lei può capire, perdette +la pazienza, e per farla finita una volta, lo sfidò. Si batterono; la +lotta fu terribile; ma il moro, con tutto che fosse un gigante, ebbe la +peggio. Quando fu morto, Carlomagno gli tagliò la testa, e andò a +deporla ai piedi della sua innamorata, che gradì la delicatezza +dell'offerta, si fece cristiana, diede la mano di sposa al principe, e +partì con lui per la Francia, dove fu acclamata imperatrice." + +"E la testa del moro?" + +"Lei ha voglia di ridere; ma son fatti sacrosanti. Vede laggiù, nel +punto più alto della città, quell'edifizio antico? È la chiesa di San +Ginés. E sa che cosa c'è dentro? Dentro c'è nientemeno che la porta d'un +sotterraneo che si stende fino a tre leghe fuori di Toledo. Lei non lo +crede: sentirà. Nel luogo dove sorge ora la chiesa di San Ginés, v'era +una volta, prima che gli Arabi invadessero la Spagna, un palazzo +incantato. Nessun re aveva mai avuto il coraggio d'entrarvi; e quelli +che forse si sarebbero sentiti da tanto, non ci erano entrati, perchè, +giusta la tradizione, il primo che avesse oltrepassato quelle soglie, +sarebbe stato la perdizione della Spagna. Finalmente il re Rodrigo, +prima di partire per la battaglia di Guadalete, sperando di trovar là +dentro dei tesori che gli fornissero il modo di combattere l'invasione +degli Arabi, fece rovesciar le porte, e preceduto dai suoi guerrieri che +gli rischiaravan la via, entrò. A gran fatica riparando le fiaccole dal +vento furioso che tirava per gli anditi sotterranei, arrivarono in una +stanza misteriosa, nella quale videro un cofano, sul quale stava +scritto:--Chi mi aprirà, vedrà meraviglie.--Il Re ordinò che lo si +aprisse; con incredibili sforzi si riuscì ad aprirlo; ma invece dell'oro +e dei diamanti, non vi si trovò che una tela rotolata, sulla quale eran +dipinti degli arabi armati, con sotto questa iscrizione:--_La Spagna +sarà tra poco distrutta da costoro._--Quella notte stessa scoppiò una +violenta tempesta, il palazzo incantato cadde, e poco tempo appresso gli +Arabi entrarono in Spagna. Pare che lei non creda!" + +"Che cosa dite! E come credo!" + +"Ma questa storia è legata con un'altra. Lei sa, senza dubbio, che il +conte Giuliano, comandante della fortezza di Ceuta, tradì la Spagna, +lasciando passare gli Arabi, ai quali avrebbe potuto sbarrare la strada. +Ma non può sapere perchè il conte Giuliano ha tradito. Il conte Giuliano +aveva una figliuola a Toledo, e questa figliuola andava ogni giorno a +bagnarsi nel Tago, insieme a parecchie fanciulle sue amiche. Disgrazia +volle che il luogo dove andavano a bagnarsi, che si chiama oggi _Los +baños de la Cava_, fosse vicino a una torre, nella quale il re Rodrigo +soleva passar le ore bruciate. Un giorno la figliuola del conte +Giuliano, che si chiamava Florinda, stanca di sguazzare nell'acqua, +sedette sulla sponda del fiume, e disse alle sue compagne:--Compagne! +Vogliamo vedere chi ha la gamba più bella?--Vediamo! risposero quelle; e +detto fatto, si vanno a sedere intorno a Florinda, e mostrano +ciascheduna le sue bellezze. Ma Florinda le vinceva tutte; e +sventuratamente, proprio nel momento ch'ella diceva alle +altre:--Vedete?--il re Rodrigo faceva capolino a una finestra, e vedeva +ogni cosa. Giovane, libertino, si figuri! pigliò fuoco come un +fiammifero, fece la corte alla bella Florinda, la sedusse, e poi +l'abbandonò; e di qui il furore di vendetta del conte Giuliano, il +tradimento, l'invasione." + +A questo punto mi parve d'averne inteso abbastanza; diedi al custode un +paio di reali ch'ei prese e mise in tasca con un atto dignitoso, e dato +un ultimo sguardo a Toledo, discesi. + +Era l'ora della passeggiata; la strada principale, larga appena tanto da +potervi passare una carrozza, era piena di gente; ci sarà stato un +qualche centinaio di persone, ma parevano una gran folla; imbruniva, le +botteghe si andavano chiudendo, e qualche raro lume cominciava a +brillare qua e là. Andai a desinare, ed uscii subito per non perdere lo +spettacolo della passeggiata. Era notte, non v'era altra illuminazione +che il chiarore della luna, non si vedeva la gente in viso, mi pareva +d'essere in mezzo a una processione di spettri, mi prese la +malinconia.--Pensare che son solo,--dicevo;--che in tutta questa città +non c'è un'anima che mi conosca, che se cascassi morto in questo +momento, non ci sarebbe un cane che direbbe:--Poveretto! Era un buon +diavolo!--Vedevo passare dei giovanotti allegri, dei padri di famiglia +coi loro bambini, degli sposi, o che avevan l'aria di sposi, con una +bella creaturina a braccetto; tutti avevano una compagnia, parlavano, +ridevano, e passavano senza neanco gettarmi uno sguardo. Quanto ero +tristo! Quanto sarei stato felice se un ragazzo, un povero, una guardia +di polizia fosse venuta a dirmi:--Signore, mi par di conoscerla!--È +impossibile, sono uno straniero, non sono mai stato a Toledo; ma non +importa, non vada via, stia qui, parliamo un poco, son solo! + +In buon punto mi ricordai che a Madrid m'era stata data una lettera di +raccomandazione per un signore di Toledo; corsi all'albergo, la presi e +mi feci condurre subito in casa sua. Il signore c'era e mi ricevette +cortesemente. All'udire pronunziar il mio nome provai una gioia che gli +avrei gettato le braccia al collo. Era il signor Antonio Gamero, autore +d'una stimatissima _Storia di Toledo_. Passammo la serata insieme; gli +domandai cento cose, me ne disse mille; e mi lesse alcune splendide +pagine del suo libro che mi fecero conoscere Toledo meglio che non +l'avrei conosciuta nel soggiorno d'un mese. + +La città è povera, e più che povera, morta; i ricchi l'hanno abbandonata +per andar a stare a Madrid; gli uomini d'ingegno han seguìto i ricchi; +non v'è commercio; la fabbricazione delle lame, unica industria che vi +fiorisca, provvede alla vita di qualche centinaio di famiglie, ma non +basta alla città; l'istruzione popolare è trasandata; il popolo è inerte +e miserabile. Ma non ha perduto il bel carattere antico. Come tutti i +popoli delle gran città decadute, è fiero e cavalleresco; abborre dalle +basse azioni; fa giustizia di propria mano, quando può, degli assassini +e dei ladri; e benchè il poeta Zorilla, in una sua ballata, l'abbia +chiamato senza metafora un popolo imbecille, non è tale; è sveglio e +ardito. Partecipa della serietà degli Spagnuoli del settentrione e +della vivacità degli Spagnuoli del mezzodì; tiene il luogo di mezzo tra +il Castigliano e l'Andaluso; parla lo spagnuolo con garbo, con più +varietà d'accenti che il popolo di Madrid, con meno rilassatezza che il +popolo di Cordova e di Siviglia; ama la poesia e la musica; è altero di +annoverare tra i suoi maggiori il soave Garcilaso della Vega, +riformatore della poesia spagnuola, e l'arguto Francisco de Rojas, +l'autore del _Garcia del Castañar_; ed è orgoglioso di veder accorrere +fra le sue mura artisti e dotti di tutti i paesi del mondo, a studiarvi +la storia di tre genti, e i monumenti di tre civiltà. Ma qual che sia il +popolo, Toledo è morta; la città di Wamba, di Alfonso il Bravo e di +Padilla, non è più che una tomba. Dacchè Filippo II le tolse la corona +di capitale, ella è andata sempre declinando, e declina ancora, e si +consuma a poco a poco, sola sulla sommità della sua trista montagna, +come uno scheletro abbandonato sur una rupe in mezzo alle onde del mare. + +Tornai all'albergo poco prima della mezzanotte e siccome splendeva la +luna, e le notti di luna, benchè in quelle straduccie non penetri la +luce dell'astro d'argento, Toledo non è illuminata, così dovetti +camminare poco meno che a tastone come il ladro nella casa del delitto. +Colla testa piena, come avevo, di ballate fantastiche, nelle quali son +descritte le strade di Toledo, corse, la notte, da cavalieri imbacuccati +nelle cappe, che cantano sotto le finestre delle belle, si battono, si +ammazzano, dan la scalata ai palazzi e rapiscono le fanciulle; così +m'immaginavo di aver a sentir suoni di chitarre e rumor di spade e grida +di moribondi. Nulla di tutto questo: le strade eran deserte e +silenziose, e le finestre buie; e appena si udiva di tratto in tratto, +alle cantonate e sui crocicchi, qualche leggiero fruscío o qualche +bisbiglio fuggitivo, che non si sarebbe nemmen potuto dire da che parte +venisse. Giunsi all'albergo senz'aver rapito nessuna toledana, ciò che +poteva avere qualcosa di spiacevole; ma anche senz'essermi fatto fare +nessun occhiello nel ventre, ciò che senza dubbio aveva qualcosa di +consolante. + + * * * * * + +La mattina del giorno dopo visitai il bell'edificio dell'ospedale di +Santa Croce, la chiesa di _Nuestra señora del Transito_, antica +sinagoga; i resti di un anfiteatro e d'una naumachia dei tempi dei +Romani, e la famosa fabbrica d'armi, nella quale comperai un bel +pugnaletto col manico inargentato e la lama coperta di rabeschi, che ho +in questo momento sul tavolino, e che, a serrar gli occhi ed a +stringerlo, mi fa parer d'esser ancora là, nel cortile dell'opificio, a +un miglio di distanza in Toledo, sotto il sole di mezzogiorno, in mezzo +a un crocchio di soldati e a un nuvolo di fumo di _cigarritos_. Mi +ricordo che tornando a Toledo alla bella pedona, mentre attraversavo un +tratto di campagna solitario come un deserto e muto come una catacomba, +una voce formidabile gridò:--_Fuera el extranjero!_ + +La voce veniva dalla città, mi fermai, lo straniero ero io, quel grido +era diretto a me, mi si rimescolò il sangue: la solitudine ed il +silenzio del luogo accrescevano la mia paura. Tirai innanzi, e la voce +di nuovo: + +--_Fuera el extranjero!_-- + +--Ma è un sogno--esclamai arrestandomi di nuovo,--o son desto? Chi è che +grida? dove? perchè?-- + +Ripresi a andare, e la voce una terza volta:--_Fuera el extranjero!_-- + +Mi fermo una terza volta, e mentre tutto turbato giro gli occhi intorno, +vedo un ragazzo seduto in terra, che mi guarda ridendo, e mi dice:--_Es +un loco_ (un pazzo) _que cree vivir en el tiempo de la guerra de +independencia; mire Vsted; allí està la casa de locos._ E mi accennò +l'Ospedale dei Pazzi, sull'altura, le estreme case di Toledo. Misi un +respirone, che avrebbe smorzato una torcia a vento. + +La sera partii da Toledo, col rammarico di non aver avuto tempo per +vedere e rivedere tutto quello che v'è di antico e di mirabile; mitigato +però questo rammarico, dal desiderio ardentissimo dell'Andalusia, che +non mi lasciava un momento di pace. Ma per quanto tempo ebbi dinanzi +agli occhi Toledo! Per quanto tempo vidi e sognai quelle roccie +scoscese, quei muri enormi, quelle tetre strade, quel fantastico aspetto +di città medioevale! Ed oggi ancora me ne ravvivo spesso l'immagine con +una sorta di tristo piacere e di austera malinconia, e quell'immagine mi +divaga la mente in mille strani pensieri di tempi remoti e di casi +meravigliosi. + + + + +VIII. + +CORDOVA. + + +Arrivato a Castillejo dovetti aspettare fino a mezzanotte il treno +dell'Andalusia; desinai a uova sode e ad aranci, con un po' d'innaffio +di Val de Peñas, brontolai una poesia dell'Espronceda, chiaccherai un +po' con un doganiere (il quale, tra parentesi, mi fece la sua +professione di fede politica: Amedeo, libertà, accrescimento di paga ai +doganieri, ec.); finchè s'udì il sospirato fischio, ed entrai in un +carrozzone pieno stipato di donne, di ragazzi, di guardie civili, di +scatole, di cuscini, d'involti; e via, con una rapidità insolita sulle +strade ferrate di Spagna. La notte era bellissima; i miei compagni di +viaggio parlavano di tori e di Carlisti; una bella ragazza, che più +d'uno divorava cogli occhi, fingeva di dormire, per scaldare le fantasie +con un saggio dei suoi atteggiamenti notturni; chi faceva _cigarritos_, +chi sbucciava aranci, chi canterellava ariette di _Zarzuela_. Nullameno, +dopo pochi minuti, m'addormentai. Credo che avevo già sognato la Moschea +di Cordova e l'Alcazar di Siviglia, quando fui svegliato da un rauco +grido: + +--_Puñales?_ + +--Pugnali? Caspita! Per chi? Prima ch'io vedessi chi avea gridato, mi +balenò davanti agli occhi una lama lunga ed acuta, e lo sconosciuto +ridomandò: + +--_Le gusta?_ + +Bisogna convenire che vi sono dei modi assai più piacevoli di essere +svegliati. Io guardai in viso i miei compagni di viaggio con +un'espressione di stupore che li fece prorompere tutti insieme in uno +scoppio di risa. Allora mi fu detto che ad ogni stazione della strada +ferrata c'eran dei venditori di coltelli e di pugnali, che offrivano ai +viaggiatori la loro merce come da noi si offrono i giornali e i +rinfreschi. Rassicurato della vita, comprai il mio spauracchio: cinque +lire, un bel pugnale da tiranno di tragedia, con manico fregiato, +iscrizione sulla lama e fodero di velluto ricamato; e lo misi in tasca, +pensando che mi avrebbe fatto comodo in Italia per sciogliere questioni +cogli Editori. Il venditore n'avrà avuti una cinquantina in una gran +fascia rossa che gli stringeva la vita. Altri viaggiatori ne comprarono; +le guardie civili complimentarono uno dei miei vicini per la buona +scelta fatta; i ragazzi gridarono:--Uno anche a me!--le mamme +risposero:--Ve ne compreremo uno più lungo un'altra volta.--Oh beata la +Spagna! io esclamai, e pensai con raccapriccio alle nostre barbare leggi +che ci vietano l'innocente trastullo d'un po' di lama affilata. + +Attraversammo la Mancia, la celebrata Mancia, teatro immortale delle +avventure di Don Chisciotte. È tal quale io me l'immaginava: ampie +pianure nude, lunghi tratti di terreno sabbioso, qualche mulino a vento, +pochi villaggi meschini, viottole solitarie, casuccie abbandonate. +Vedendo quei luoghi, provai quel vago senso di malinconia che desta +sempre in me la lettura del libro del Cervantes, e ridissi a me stesso +quello che, leggendo, mi dico sempre: Costui non può far ridere, o sotto +il sorriso fa spuntare la lacrima. Don Chisciotte è una figura mesta e +solenne; la sua pazzia è un lamento; la sua vita è la storia dei sogni, +delle illusioni, dei disinganni, delle aberrazioni di tutti; la lotta +della ragione coll'immaginazione, del vero col falso, dell'ideale col +reale; tutti noi abbiamo del Don Chisciotte, tutti noi prendiamo dei +mulini a vento per giganti, tutti noi siamo a volta a volta spinti in su +da un impeto d'entusiasmo, e ricacciati giù da una risata di scherno; +tutti siamo un misto di sublime e di follia; tutti sentiamo con amarezza +profonda il contrasto perpetuo tra la grandezza delle nostre aspirazioni +e la debolezza delle nostre facoltà. Bei sogni della fanciullezza e +dell'adolescenza, propositi generosi di consacrar la vita alla difesa +della virtù e della giustizia, care immaginazioni di affrontati +pericoli, di lotte venturose, di gesta magnanime e di eccelsi amori, ad +una ad una cadute, come foglie di fiori, sull'angusto e uniforme +sentiero della vita, come ce le ravvivi nell'anima, e quanti vaghi +pensieri e profondi insegnamenti ne derivi, o generoso e sventurato +cavaliere dalla triste figura! + +Si toccò Argasamilla di Alba, dove Don Chisciotte nacque e morì, e dove +il povero Cervantes, esattore del gran priorato di San Giovanni, in nome +del magistrato speciale di Consuegra, fu arrestato dagli irascibili +debitori, e tenuto prigione in una casa che, a quanto si dice, esiste +tuttora, e nella quale è fama egli concepisse il disegno del suo +romanzo. Passammo accanto al villaggio di Val de Peñas, che dà il nome a +uno dei più squisiti vini di Spagna, nero, frizzantino, esilarante, il +solo, forse, che permetta allo straniero del Norte le copiose libazioni +dei suoi banchetti; e giungemmo infine a Santa Cruz de Tudela, villaggio +famoso per le sue fabbriche di _navajas_, (coltelli, rasoi) presso il +quale la via comincia a sollevarsi dolcemente verso la montagna. + +S'era levato il sole, eran discese donne e bambini dalla carrozza, eran +saliti contadini, ufficiali e _toreros_, che andavano a Siviglia. Si +vedeva, in quel ristretto spazio, una varietà di vestimenti che non si +vede da noi in un mercato: cappelli a punta di contadini della Sierra +Morena, calzoni rossi di soldati, grandi _sombreros_ di _picadores_, +scialli di gitane, _mantas_ di catalani, lame di Toledo appese alle +pareti, cappe, ciarpe, fronzoli di tutti i colori d'Arlecchino. + + * * * * * + +Il treno s'innoltrò tra le roccie della Sierra Morena, che separa la +Valle della Guadiana da quella del Guadalquivir, famosa per canti di +poeti e gesta di briganti. La strada corre tratto tratto fra due pareti +di sasso tagliate a picco, alte tanto, che per vederne la sommità +convien mettere tutta la testa fuor del finestrino, e torcere il viso in +su, come per guardare il tetto del carrozzone. Altrove le roccie son più +distanti, e sorgono le une sulle altre, le prime in forma di macigni +enormi franati, le ultime ritte, sottili, simili a torri ardite, +innalzate su smisurati bastioni; in mezzo, un ammonticchiamento di +massi, tagliati a denti, a scalini, a creste, a gobbe, dove quasi +sospesi in aria, dove separati da caverne profonde e da precipizi +spaventevoli, che presentano una confusione di forme capricciose, di +abbozzi fantastici d'edifizi, di figure gigantesche, di rovine, e +offrono a ogni passo mille profili ed aspetti inattesi; e su quella +infinita varietà di forme un'infinita varietà di colori, di ombre, di +guizzi, di sbattimenti di luce. Per lungo tratto, a destra, a sinistra, +in alto, non si vede che pietra, senza una casa, senza un sentiero, +senza un palmo di terra dove si possa posare il piede d'un uomo; e man +mano che si va oltre, roccie, burroni, precipizii, ogni cosa s'allarga, +s'approfonda, s'innalza, fino al punto culminante della Sierra, dove la +sovrana maestà dello spettacolo strappa un grido di meraviglia. + +Là il treno si arrestò per qualche minuto, e tutti i viaggiatori misero +la testa fuor del finestrino. + +"_Aquí,_" disse un tale ad alta voce, "_iba saltando de risco en risco +el Roto de la mala figura para cumplir su penitencia._" + +(Cardenio, uno dei più notevoli personaggi del _Don Chisciotte_, che +saltava in camicia, su per le roccie della Sierra, per far penitenza dei +suoi peccati). + +"_Yo,_" continuò il viaggiatore, "_quisiera que obligáran à hacer lo +mismo à Sagasta._" + +Tutti risero, e cominciarono a cercare, ciascuno per conto suo, un uomo +politico inviso, al quale infliggere, coll'immaginazione, quel castigo; +e chi propose il Serrano, e chi il Topete, e chi altri; di modo che, in +pochi minuti, se i desiderii fossero stati soddisfatti, si sarebbe visto +tutta la Sierra popolata di ministri, di generali e di deputati in +camicia, ruzzolanti di bricca in bricca, come il masso famoso di +Alessandro Manzoni. + + * * * * * + +Il treno ripartì, le roccie sparirono, e la deliziosa valle del +Guadalquivir, il giardino della Spagna, l'Eden degli Arabi, il paradiso +dei pittori e dei poeti, la beata Andalusia si dischiuse ai miei occhi. +Risento ancora il fremito di gioia fanciullesca col quale mi slanciai al +finestrino, dicendo a me stesso:--Godiamo! + +Per un lungo spazio la campagna non offre alcun nuovo aspetto +all'ardente curiosità del viaggiatore. A Vilches si stende una vasta +pianura, e al di là la rasa campagna di Tolosa, dove Alfonso VIII, re di +Castiglia, riportò sull'esercito mussulmano la celebrata vittoria _de +las Navas_. Il cielo era limpidissimo, si vedevano in lontananza i +monti della Sierra di Segura. A un tratto, mi vien fatto uno di quei +rapidi movimenti, che par che rispondano a un grido interno di stupore: +i primi aloè, dalle ampie foglie carnose, inaspettati annunziatori della +vegetazione del Tropico, sorgono ai lati della via. Al di là cominciano +ad apparire i campi tempestati di fiori. I primi tempestati, quei che +seguono quasi coperti, poi vaste distese di terreno vestite interamente +di rosolacci, di margherite, di fioralisi, di pratoline, di primavere, +di ranuncoli, in modo che la campagna si presenta come una successione +d'immensi tappeti di porpora, d'oro, di neve; e lontano, in mezzo agli +alberi, innumerevoli striscie azzurre, bianche, gialle, a perdita +d'occhio; e vicino, sulle sponde dei fossi, sui rialzi, fin sulla +scarpa, fin sulla proda della via, fiori a strati, a cespi, a ciuffi, +gli uni sugli altri, aggruppati a guisa di grandi mazzi, tremolanti +sugli alti steli, che quasi si toccano colla mano. Poi campi +biondeggianti di grano dalle grossissime spighe, fiancheggiati da lunghi +roseti; poi boschetti d'aranci, vasti oliveti, collinette variate di +cento sfumature di verde, sormontate d'antiche torri moresche, sparse di +casine variopinte, e tra l'una e l'altra, ponti bianchi e snelli che +accavalciano rigagnoli nascosti dagli alberi. All'orizzonte appaiono le +cime nevose della Sierra Nevada; sotto quella striscia bianca, altre +strisce azzurre, ondulate, dei monti più vicini; la campagna di più in +più variata e florida; Arjonilla, in mezzo a un bosco d'olivi, di cui +non si scorgono i confini; Pedro Abad, in mezzo a una pianura coperta +di vigneti e d'alberi fruttiferi; Ventas di Alcolea, su gli ultimi colli +della Sierra Morena, popolati di ville e di giardini. Ci s'avvicina a +Cordova, il treno vola, si vedono le piccole stazioni mezzo nascoste +dagli alberi e dai fiori, il vento porta le foglie delle rose dentro +alle carrozze, grandi farfalle trasvolano rasente le finestre, un +profumo delizioso si spande nell'aria, i viaggiatori cantano, si +trascorre per un giardino incantevole, spesseggiano gli aloé, gli +aranci, le palme, le ville; s'ode un grido:--Ecco Cordova! + + * * * * * + +Quante belle immagini e grandi ricordi si destan nella mente al suono di +questo nome! + +Cordova, l'antica perla d'occidente, come la chiamano i poeti arabi, la +città delle città, Cordova dai trenta borghi e dalle tremila moschee, +che chiudeva tra le sue mura il più grande tempio dell'Islam! La sua +fama si spandeva per l'Oriente, ed oscurava la gloria dell'antica +Damasco. Dalle più remote regioni dell'Asia traevano i fedeli alle rive +del Guadalquivir, per prostrarsi nel Mhirab meraviglioso della sua +Moschea, al chiarore delle mille lampade di bronzo, fuse colle campane +delle Cattedrali di Spagna. Accorrevano gli artisti, i dotti, i poeti, +da ogni parte del mondo maomettano, alle sue fiorenti scuole, alle sue +biblioteche immense, alle corti magnifiche dei suoi Califfi. Affluivano +i ricchi e le belle, tratte dalla fama della sua splendidezza. E di qui +si spandevano, avidi di sapere, lungo le coste dell'Affrica, per le +scuole di Tunisi, di Cairo, di Bagdad, di Cufa, e fino all'India e alla +China, a raccoglier libri, ispirazioni e memorie; e le poesie cantate +alle falde della Sierra Morena, volavano, di cetra in cetra, fino alle +vallate del Caucaso, ad eccitare l'ardore dei pellegrinaggi. La bella, +la poderosa, la sapiente Cordova, coronata di tremila villaggi, +ostentava alteramente i suoi bianchi minareti in mezzo ai boschetti +d'aranci, e spandeva intorno per la valle divina un'aura voluttuosa di +letizia e di gloria! + + * * * * * + +Scendo dal treno, attraverso un giardino, mi guardo intorno, son solo; i +viaggiatori che scesero con me sparirono chi di qua chi di là; sento +ancora il rumore d'una carrozza che s'allontana; poi tutto tace. È +mezzogiorno, il cielo purissimo, l'aria accesa. Vedo due casine bianche: +è l'imboccatura d'una strada, entro, vado oltre. La strada è stretta, le +case piccine come le villette che s'innalzano sui poggi artificiali dei +giardini, quasi tutte d'un sol piano, colle finestre a pochi palmi da +terra, i tetti che quasi si toccan col bastone, i muri bianchissimi. La +strada svolta, guardo, non vedo nessuno, non sento un passo, non una +voce. Dico: sarà una strada abbandonata. Piglio un'altra strada: casette +bianche, finestre chiuse, solitudine, silenzio. O dove sono? mi domando. +Vado innanzi: la strada, stretta da non potervi passare una carrozza, +serpeggia; a destra e a sinistra si vedono altre strade deserte, altre +case bianche, altre finestre chiuse; il mio passo risuona come in un +corridoio; il bianco dei muri è tanto vivo che persino il riflesso +m'offende, e son costretto a camminare a occhi socchiusi; mi par di +andare in mezzo alla neve. Giungo a una piazzetta: tutto chiuso e +nessuno. Allora mi comincia a entrar nel cuore un senso di vaga +malinconia, non mai provata pel passato; un misto di piacere e di +tristezza, simile a quello che provano i fanciulli, quando, dopo una +lunga corsa, giungono in un bel sito campestre, e se ne rallegrano, ma +col tremito d'essersi troppo dilungati da casa. Al di sopra di molti +tetti s'alzano le palme degl'interni giardini. Oh fantastiche leggende +di Odalische e di Califfi! Oltre, di strada in strada, di piazza in +piazza; comincio ad incontrare qualcuno, ma tutti passano e spariscono +come fantasmi. Tutte le strade si somigliano, le case non hanno più di +due o quattro finestre; e non una macchia, non uno sgorbio, non una +screpolatura nei muri, che son lisci e bianchi come un foglio di carta. +Tratto tratto sento un bisbiglio dietro una persiana, e vedo quasi nello +stesso momento spuntare e sparire una testa bruna con un fiore tra le +treccie. M'affaccio a una porta..... + +Un _patio_! Come descrivere un _patio_? Non è un cortile, non è un +giardino, non è una sala: è queste tre cose insieme. Tra il _patio_ e la +strada v'è un vestibolo. Ai quattro lati del _patio_ s'alzano colonne +sottili che sostengono all'altezza del primo piano una specie di +galleria chiusa da ampie vetrate; sopra la galleria si stende una tela +che ombreggia il cortile. Il vestibolo è lastricato di marmo, la porta +fiancheggiata da colonne, sormontata da bassorilievi, chiusa da un +sottile cancello di ferro di vaghissimo disegno. In fondo al _patio_, in +dirittura della porta, sorge una statua; in mezzo, una fontana; intorno, +seggiole, tavolini da lavoro, quadri, vasi di fiori. Corro a un'altra +porta: un altro _patio_, colle pareti coperte dall'edera, e una corona +di nicchie, con entro statuine, busti, urne. M'affaccio a una terza +porta: un _patio_ colle pareti lavorate di musaico, una palma nel mezzo, +e intorno un mucchio di fiori. A una quarta porta: dopo il _patio_, un +altro vestibolo, dopo questo un secondo _patio_, nel quale si vedono +altre statue, altre colonne, altre fontane. E tutte queste sale e questi +giardini son puliti e nitidi da poter passare la mano sui muri e per +terra senza che ci resti la traccia; e freschi, odorosi, rischiarati da +una luce incerta che ne accresce la bellezza e il mistero. + +Avanti ancora, di strada in strada, alla ventura. Via via che cammino, +mi s'accresce la curiosità, e affretto il passo. Mi pare impossibile che +la città debba esser tutta così; temo d'imbattermi in una casa o di +riuscire in una strada che mi richiami alla mente le altre città e rompa +il mio bel sogno. Ma no, il sogno dura: tutto è piccino, gentile, +misterioso. Ogni cento passi, una piazzetta deserta, nella quale mi +arresto trattenendo il respiro; di tratto in tratto un crocicchio, e non +un'anima viva;--e sempre bianco e tutto bianco,--e finestre chiuse,--e +silenzio. Ed a ogni porta un nuovo spettacolo: archi, colonne, fiori, +zampilli, palme; una meravigliosa varietà di disegni, di tinte, di luce, +di profumi; qui di rose, là di aranci, più là di viole; e col profumo un +soffio d'aria fresca, e coll'aria un suono sommesso di voci di donne, e +stormir di foglie, e canto d'uccelli; un'armonia varia e soave, che +senza turbare il silenzio della strada, molce l'orecchio come l'eco +d'una musica lontana. Ah! non è un sogno! Madrid, l'Italia, l'Europa, +sono certo a una grande distanza di qui! Qui si vive un'altra vita, qui +spira l'aria d'un altro mondo, io sono in Oriente! + + * * * * * + +Mi ricordo che a un certo punto mi arrestai in mezzo alla strada e, non +so come, mi accorsi improvvisamente ch'ero tristo e inquieto, e che nel +mio cuore v'era un vuoto che la meraviglia e il piacere non bastavano a +colmare. Io sentivo un bisogno irresistibile di penetrare in quelle case +e in quei giardini, di squarciare, per dir così, il velo di mistero, che +avvolgeva la vita della gente sconosciuta che vi era dentro; di +partecipar di quella vita; di afferrare una mano, e di fissare i miei +occhi in due occhi pietosi, e di dire:--Sono uno straniero, son solo, +voglio esser felice anch'io, lasciatemi stare in mezzo ai vostri fiori, +lasciatemi godere di tutti i segreti del vostro paradiso, ditemi chi +siete, come vivete, sorridetemi, quetatemi, la mia testa brucia!--E +questa tristezza giunse sino a tal segno, che dissi a me stesso:--Io +non posso stare in questa città, io ci soffro, io parto!-- + +E sarei partito in fatti, se in buon punto non mi fossi ricordato che +avevo in tasca una lettera di raccomandazione per due giovani di +Cordova, fratelli d'un amico mio di Firenze. Smisi il proposito di +partire e corsi subito a cercarli. + +Quanto risero, quando io dissi loro l'impressione che Cordova mi faceva! +Mi proposero d'andar subito a vedere la Cattedrale, infilammo una +stradina bianca, e via. + +La moschea di Cordova, che venne ridotta a Cattedrale dopo la cacciata +degli Arabi; ma che è pur sempre moschea, fu costrutta sulle rovine +della cattedrale primitiva, poco lontano dalla sponda del Guadalquivir. +Abdurrahman ne cominciò la costruzione l'anno 785 o 786.--Inalziamo una +moschea,--egli disse,--che vinca quella di Bagdad, quella di Damasco e +quella di Gerusalemme; che sia il più grande tempio dell'Islam, che +diventi la Mecca d'Occidente.--Si pose mano all'opera con grande ardore, +gli schiavi cristiani portavano alle fondamenta le pietre delle chiese +distrutte, Abdurrahman lavorava egli stesso un'ora ogni giorno, la +moschea, nello spazio di non molti anni, fu fatta, i Califfi successori +di Abdurrahman l'abbellirono, dopo un secolo di quasi continui lavori fu +compiuta. + +--Eccoci,--mi disse uno dei due ospiti, arrestandosi tutt'a un tratto +davanti a un vasto edifizio. + +Io credetti che fosse una fortezza. Era il muro che cinge la moschea, +un vecchio muro merlato, nel quale s'aprivano una volta venti grandi +porte di bronzo, contornate di bellissimi rabeschi, e di finestrine +arcate, rette da sottili colonne: coperto ora da un triplice strato di +calce. Un giro intorno a quel muro di cinta è una passeggiatina da farsi +dopo desinare: si giudichi della vastità dell'edifizio. + +La porta principale della cinta è a tramontana nel punto dove sorgeva il +minareto di Abdurrahman, sulla cima del quale sventolava lo stendardo +maomettano. Entrammo; io credevo di veder subito l'interno della +Moschea, e mi trovai in un giardino pieno di aranci, di cipressi e di +palme, cinto da tre lati da un porticato leggerissimo, e chiuso al +quarto lato dalla facciata della moschea. Nel mezzo di questo giardino +era al tempo degli Arabi la fonte per le abluzioni, e all'ombra di +questi alberi si raccoglievano i fedeli prima d'entrare nel tempio. +Stetti qualche momento guardando intorno, e aspirando l'aria fresca e +odorosa con un senso vivissimo di piacere; e mi batteva il cuore al +pensare che la famosa moschea era lì accanto, e mi sentivo ad un tempo +spinto verso la porta da una immensa curiosità, e trattenuto da non so +quale trepidazione fanciullesca.--Entriamo,--mi dicevano i +compagni.--Ancora un momento,--rispondevo; lasciatemi assaporare bene la +dolcezza dell'aspettazione.--Finalmente mi mossi, e senza neanco +guardare la meravigliosa porta che i compagni m'accennarono, entrai. + +Che cosa feci o dissi appena entrato, non so; ma certo qualche strana +voce mi deve esser sfuggita o debbo aver fatto qualche gesto assai +strano, perchè alcune persone che in quel punto venivano verso di me, si +misero a ridere, e si voltarono di nuovo a guardare intorno, come per +rendersi conto della profonda sensazione ch'io avevo manifestata. + +Immaginate una foresta, e supponete di trovarvi nel più fitto, e di non +veder altro che tronchi d'alberi. Così, nella moschea, da qualunque +parte uno si volga, lo sguardo si perde tra le colonne. È una foresta di +marmo della quale non si scorge la fine. Si seguono collo sguardo ad una +ad una le lunghissime file delle colonne che s'incrociano ad ogni passo +con altre innumerevoli file, e s'arriva a un fondo semi-oscuro, nel +quale par di vedere biancheggiare ancora altre colonne. Son diciannove +navate che s'allungano nella direzione dei passi di chi entra, +attraversate da altre trentatre, sostenute, fra tutte, da più di +novecento colonne di porfido, di diaspro, di breccia, di marmi d'ogni +colore. Ogni colonna sorregge un pilastrino, e tra l'una e l'altra +s'incurva un arco, e un secondo tra pilastrino e pilastrino, questo +sovrapposto al primo, e tutti e due della forma d'un ferro di cavallo; +in guisa che, immaginando essere le colonne tanti tronchi d'albero, gli +archi rappresentano i rami, e la similitudine della moschea a una +foresta è completa. La navata del mezzo, assai più larga che le altre, +riesce innanzi alla Maksura, che è la parte più sacra del tempio, dove +si adorava il Corano. Qui, dalle finestre del soffitto, scende un +pallido raggio di luce che rischiara una fila di colonne; là v'è un +tratto oscuro; più oltre scende un altro raggio che rischiara un'altra +navata. È impossibile esprimere il sentimento di mistica meraviglia che +vi si desta nell'animo a quello spettacolo. È come la rivelazione +improvvisa d'una religione, d'una natura e d'una vita ignota, che vi +rapisce la fantasia tra le delizie di quel paradiso pieno d'amore e di +voluttà, dove i beati, seduti all'ombra dei platani frondosi e dei +roseti senza spine, libano nei vasi di cristallo i vini scintillanti +come perle, mesciuti da fanciulli immortali, e riposano nell'amplesso +delle amabili vergini dai grandi occhi neri! Tutte le immagini +dell'eterno piacere che il Corano promette ai fedeli, vi si presentano +in folla alla mente, alla prima vista della moschea, vive, ardenti, +scintillanti, e vi danno una momentanea ebbrezza dolcissima, che vi +lascia nel cuore una non so qual molle malinconia! Un breve tumulto +nella mente, e una rapida scintilla che percorre le vene, tale è la +prima sensazione che si prova all'entrare nella cattedrale di Cordova. + +Cominciammo a girare di navata in navata, osservando ogni cosa +minutamente. Quanta varietà in quell'edifizio che sembra a primo aspetto +uniforme! Le proporzioni delle colonne, i disegni dei capitelli, le +forme degli archi cangiano, si può dire, ad ogni passo. Delle colonne, +la maggior parte sono antiche, e furon tolte dagli Arabi alla Spagna del +Norte, alla Gallia, all'Affrica romana; e qualcuna è fama appartenesse +ad un tempio di Giano, sulle rovine del quale venne costrutta la chiesa +che gli Arabi distrussero per costrurre la moschea. Sopra parecchi +capitelli si scorgono ancora le traccie delle croci che v'erano +scolpite, e che gli Arabi ruppero a colpi di scalpello. In qualche +colonna sono confitti ferri ricurvi ai quali si dice che gli Arabi +legassero i Cristiani; e se n'accenna uno, tra gli altri, cui la +tradizione popolare narra esser stato legato un cristiano per lo spazio +di molti anni; nel qual tempo, a furia di raschiare coll'unghie, riuscì +a incavare nella pietra una croce che i ciceroni fanno vedere con +profonda venerazione. + +Giungemmo alla Maksura, che è l'opera più completa e più meravigliosa +dell'arte degli Arabi nel decimo secolo. Sul dinnanzi, sono tre cappelle +contigue, colla volta ad archi dentellati, e le pareti coperte di +stupendi musaici, che rappresentan gruppi di fiori e sentenze del +Corano. In fondo alla cappella di mezzo, è il _mihrab_ principale, il +luogo sacro dove stava lo spirito di Dio. È una nicchia di base +ottagonale, chiusa di sopra da una colossale conchiglia di marmo. Nel +_mihrab_ era deposto il Corano, scritto dalla mano del califfo Othman, +coperto d'oro, guernito di perle, inchiodato sovra una seggiola di legno +d'aloe; e intorno ad esso venivano a fare sette giri ginocchioni le +migliaia dei fedeli. Avvicinandomi al muro mi sentii mancar sotto il +pavimento: il marmo è incavato! + +Uscendo dalla nicchia, mi arrestai lungo tempo a contemplare la vòlta e +le pareti della cappella principale, la sola parte della moschea che si +conservò quasi intatta. È un luccichìo abbarbagliante di cristalli di +mille colori, un intreccio di arabeschi che confonde la mente, una +complicazione di bassorilievi, di dorature, di ornamenti, di minuzie di +disegno e di colorito, d'una delicatezza, d'una grazia, d'una perfezione +da far disperare il più paziente pittore. È impossibile ritener nulla +nella mente di quel portentoso lavoro; voi potreste tornar cento volte a +guardarlo, che non vi rimarrebbe dinanzi agli occhi, ripensandoci, altro +che un formicolìo di puntini azzurri, rossi, verdi, dorati, luminosi, o +un ricamo intricatissimo, cangiante continuamente e rapidissimamente di +disegno e di colori. Solamente dalla focosa e instancabile immaginazione +degli Arabi poteva uscire un siffatto miracolo d'arte. + +Ricominciammo a girare per la moschea, osservando qua e là sui muri i +rabeschi delle antiche porte che si scoprono via via sotto il +detestabile intonaco cristiano. I miei compagni mi guardavano, ridevano +e si mormoravan nell'orecchio non so che. + +"Non se n'è ancora accorto?" mi domandò l'uno. + +"Di che?" + +Si riguardarono e sorrisero di nuovo. + +"Crede lei d'aver visto tutta la moschea?" ripigliò il compagno. + +"Io sì," risposi guardandomi intorno. + +"Ebbene," disse il primo "lei non ha veduto tutto; e quello che le +riman da vedere è nientemeno che una chiesa." + +"Una chiesa!" esclamai stupefatto; "ma dov'è?" + +"Guardi," rispose l'altro compagno, accennando, "è nel bel mezzo della +moschea." + +"Potenzinterra!" E io non l'avevo veduta! + +Si giudichi da questo della vastità della moschea. Andammo a vedere la +chiesa. È una bella e ricchissima chiesa, con un altar maggiore +magnifico e un coro degno di star accanto a quelli delle cattedrali di +Burgos e di Toledo; ma come tutte le cose messe fuor di posto, muove più +la stizza che l'ammirazione. Senza codesta chiesa, l'aspetto della +moschea sarebbe molto migliore. Lo stesso Carlo V, che diede al Capitolo +il permesso di costruirla, quando vide la prima volta il tempio +maomettano, se ne pentì. Accanto alla chiesa è una specie di cappella +araba, mirabilmente conservata, ricca di musaici non meno variati e +splendidi che quelli della Maksura; nella quale è fama si radunassero i +ministri della religione per discutere il libro del profeta. + +Tale è la moschea d'oggigiorno. Ma quale doveva essere al tempo degli +Arabi! Non era chiusa intorno intorno da un muro; ma aperta, in modo che +da ogni sua parte si vedeva il giardino, e dal giardino si vedeva fino +in fondo alle lunghissime navate, e l'aria spandeva fin sotto le volte +della Maksura la fragranza degli aranci e dei fiori. Le colonne, che ora +son meno di mille, erano millequattrocento; il soffitto era di legno di +cedro e di larice, scolpito e smaltato con finissimo lavoro; le pareti +eran rivestite di marmo; la luce di ottocento lampade riempite d'olio +odoroso, faceva scintillare come perle i cristalli dei musaici, e +produceva sul pavimento, sugli archi, sui muri, un gioco meraviglioso di +colori e di riflessi. Un mare di splendori,--cantò un poeta,--riempiva +il misterioso recinto, e il tepido ambiente era pregno d'aromi e +d'armonie, e il pensiero dei fedeli vagava e si smarriva nel labirinto +delle colonne luccicanti come lancie percosse dal sole. + +Federico Schack, autore d'una bell'opera intitolata: _Poesia e arte +degli Arabi in Spagna e in Sicilia_, fece una descrizione della moschea +in un giorno di festa solenne, che dà una immagine vivissima del culto +maomettano e completa il quadro del monumento. + +All'uno e all'altro lato dell'Almimbar, o pulpito, ondeggiano due +stendardi, per significare che l'Islam ha trionfato del Giudaismo e del +Cristianesimo, e che il Corano ha vinto l'antico e il nuovo Testamento. +Gli _almnedani_ salgono sulla galleria dell'alto minareto e intuonano il +_selam_ o il saluto al profeta. Allora le navate della moschea si +riempiono di credenti, i quali, con bianchi vestiti e festoso aspetto, +accorrono alla orazione. In pochi istanti, per tutta l'estensione +dell'edifizio, non si vede più che gente inginocchiata. Per la via +segreta che congiunge il tempio all'alcazar, giunge il Califfo e va a +sedere al suo posto elevato. Un lettore del Corano legge una Sura sul +leggìo della tribuna. La voce del _muccin_ risuona nuovamente invitando +alle preghiere del mezzogiorno. Tutti i fedeli si alzano e mormorano le +loro preghiere, facendo reverenze. Un servitore della moschea apre le +porte del pulpito e impugna una spada, colla quale, voltandosi verso la +Mecca, ammonisce che si lodi Maometto, mentre già dalla tribuna lo +celebrano cantando i _mubaliges_. Sale quindi il predicatore sul +pulpito, togliendo di mano al servitore la spada, la quale ricorda e +simboleggia la soggezione della Spagna al potere dell'Islam. È il giorno +che si deve proclamare il _Djihad_ o la guerra santa, la chiamata di +tutti gli uomini atti ad andare alla guerra, perchè scendano in campo +contro i Cristiani. La moltitudine ascolta con silenziosa devozione il +discorso, intessuto di testi del Corano, il quale comincia così: + +«Lodato sia Allà, che ha ingrandita la gloria del Islam, mercè la spada +del campione della Fede, e che nel suo santo libro ha promesso al +credente aiuto e vittoria. + +»Allà sparge i suoi benefizii sui mondi. + +»Se non spingesse gli uomini a slanciarsi armati contro gli uomini, la +terra si perderebbe. + +»Allà ha ordinato di combattere contro i popoli fin che conoscano che +non v'è che un Dio. + +»La fiamma della guerra non si estinguerà fino alla fine del mondo. + +»La benedizione divina cadrà sovra la criniera del cavallo guerriero +fino al giorno del giudizio. + +»Armati da capo a piedi, o leggermente armati, alzatevi, partite! + +»Oh credenti! Che sarà di voi se, quando vi si chiama alla battaglia, +rimanete col viso rivolto al suolo? + +»Preferite la vita di questo mondo alla vita futura? + +»Credetemi: le porte del paradiso stanno all'ombra delle spade. + +»Colui che muore nella battaglia per la causa di Dio, lava col sangue +che sparge tutte le macchie dei suoi peccati. + +»Il suo corpo non sarà lavato come gli altri cadaveri perchè nel giorno +del giudizio le sue ferite manderanno fragranza come il musco. + +»Quando i guerrieri si presenteranno alle porte del paradiso, una voce +domanderà di dentro:--Che avete fatto nella vostra vita?-- + +»Ed essi risponderanno:--Noi abbiamo brandito la spada nella lotta per +la causa di Dio! + +»Allora le porte eterne si apriranno e i guerrieri entreranno +quarant'anni prima degli altri. + +»Su, dunque, credenti; abbandonate donne, figli, fratelli, averi, e +uscite alla guerra santa! + +»E tu, o Dio, signore del mondo presente e del mondo futuro, combatti +per gli eserciti di coloro che riconoscono la tua unità! Atterra gli +increduli, gl'idolatri, i nemici della tua santa fede! Rovescia i loro +stendardi, e rimettili, con quanto posseggono, come bottino, ai +mussulmani!» + +Il predicatore, appena terminato il suo discorso, esclama, volgendosi +alla Congregazione:--Chiedete a Dio!--e prega in silenzio. Tutti i +fedeli, toccando il suolo colla fronte, seguono il suo esempio. I +_mubaliges_ cantano:--Amen! Amen, o Signore di tutti gli +esseri!--Ardente come il calore che precede l'imminente tempesta, +l'entusiasmo della moltitudine, rattenuto prima in un silenzio +meraviglioso, prorompea allora in sordi mormorii, che alzandosi come le +onde e traboccando per tutto il tempio, fanno finalmente risuonar le +navate, le cappelle, le volte dell'eco di mille voci unite in un sol +grido:--Non v'è altro Dio che Allà!--...... + +La moschea di Cordova è oggi ancora, per consentimento universale, il +più bel tempio mussulmano, e uno dei più ammirabili monumenti del mondo. + + * * * * * + +Quando uscimmo dalla moschea, era già trascorsa d'un buon tratto l'ora +della _siesta_, che nelle città della Spagna meridionale fanno tutti, e +ch'è una necessità il fare, a cagione dell'insopportabile calore +dell'ore bruciate; e le strade cominciavano a popolarsi. Ohimè!--dicevo +io ai miei compagni:--quanto sta male il cappello a staio per le strade +di Cordova! Come avete cuore di appiccicare il figurino della moda su +questo bel quadro orientale? Perchè non vi vestite da Arabi?--Passavano +zerbinotti, operai, ragazzi: guardavo tutti con grande curiosità, +sperando di trovare qualcuna di quelle fantastiche figure, che il Doré +ci rappresentò come esempi del tipo andaluso: con quel bruno +carico, con quelle grosse labbra, con quei grandi occhi. Non ne +incontrai. Andando verso il centro della città, vidi le prime Andaluse, +signore, signorine, donne del popolo, quasi tutte piccine, sottili, ben +fatte, alcune belle, molte simpatiche, la maggior parte nè carne nè +pesce, come in tutti i paesi. Nel vestire, all'infuori della così detta +_mantilla_, nessuna differenza dalle donne francesi e nostre; gran +volume di capelli finti, a treccie, a ciocche, a lunghi riccioli, e +sottane succinte, a sgonfietti e increspature, e stivaletti col tacco a +punta di pugnale. L'antico costume andaluso è scomparso dalle città. + +Credevo che sul far della sera le strade sarebbero state affollate; ma +non vidi che poca gente, e soltanto nelle strade dei quartieri +principali; le altre rimasero deserte come nelle ore della _siesta_. E +convien passare appunto per queste strade deserte, per goder Cordova la +notte. Si vedono brillare i lumi nei _patios_; si vedono, negli angoli +oscuri, le coppie amorose strette in intimo colloquio; la ragazza, per +lo più, alla finestra, con una mano abbandonata mollemente fuori +dell'inferriata, e il giovane accanto al muro, in atteggiamento poetico, +e coll'occhio all'erta; non mai tanto però che gli riesca di staccar la +bocca da quella mano, prima che se ne accorga chi passa; e si senton +suoni di chitarra, mormorii di fontane, sospiri, risa di fanciulle, +fruscii misteriosi.... + +L'indomani mattina, ancora tutto turbato dai sogni orientali della +notte, ricominciai a girare per la città. Per descrivere tutto quello +che v'è di notevole ci vorrebbe un volume; è un vero Museo d'antichità +romane ed arabe; vi si trovano a profusione colonne militari, iscrizioni +in onore degli imperatori, resti di statue e di bassorilievi; sei +antiche porte; un gran ponte sul Guadalquivir, del tempo di Ottavio +Augusto, ricostrutto dagli Arabi; rovine di torri e di mura, case che +appartennero ai Califfi, e che serbano le colonne e gli archi +sotterranei delle sale da bagno; e per tutto porte, vestiboli, scale, da +far la delizia d'una legione d'archeologi. + +Verso mezzogiorno, passando per una stradina solitaria, vidi scritto sul +muro d'una casa, accanto a un'iscrizione romana:--_Casa de huespedes. +Almuerzos y comidas;_--e leggendo, sentii lo stimolo, come dice il +Giusti, di sì bassa fame, che deliberai di saziarla in quel qualunque +bugigattolo al quale m'ero abbattuto. Infilai una porticina, mi trovai +in un _patio_. Era un _patio_ meschino, senza marmi e senza fontane, ma +bianco come la neve e fresco come un giardino. Non vedendo nè tavole nè +seggiole, temetti d'aver sbagliato porta, e mi mossi per uscire. Una +vecchierella, sbucata non so di dove, mi arrestò. + +"Si mangia?" domandai. + +"_Si señor_" mi rispose. + +"Che cosa c'è?" + +"_Uevos, chorizo, chuletas, pescado, naranjas, vino de Málaga._" + +"_Muy bien: tráigame Usted todo lo que Usted tiene._" + +Cominciò a portarmi la tavola e la seggiola, ed io sedetti e aspettai. +A un tratto sentii aprire una porta dietro di me, mi voltai.... Angeli +del cielo, che vidi! La più bella di tutte le più belle Andaluse, non +solo di quelle vedute a Cordova, ma di tutte quelle che vidi poi a +Siviglia, a Cadice, a Granata; una ragazza, mi si lasci dir la parola, +tremenda, da far fuggire, o commettere qualche diavoleria; uno di quei +visi che facevan gridare: oh povero me! a Giuseppe Baretti, quando +viaggiava in Spagna. Stette qualche momento immobile, cogli occhi fissi +nei miei, come per dire:--ammirami;--poi si voltò verso la cucina e +gridò:--_Tia, despáchate!_--(Zia, spicciati); il che offrì a me +l'occasione di renderle _muchas gracias_ colla lingua impacciata, e a +lei il pretesto d'avvicinarsi rispondendo:--_No hay de que_--con una +voce così soave, che mi sforzò ad offrirle una seggiola, sulla quale +sedette. Era una ragazza sui vent'anni, alta, diritta come una palma, +bruna, con due grand'occhi pieni di dolcezza, luccicanti ed umidi che +pareva avessero versato allora allora una lagrima; e una nerissima +capigliatura ondulata, con una rosa fra le treccie. Pareva una delle +vergini arabe della tribù degli Usras, che facevano morir d'amore. + +Cominciò la conversazione ella stessa. + +"_Usted es extranjero, me parece?_" + +"Sì." + +"_Frances?_" + +"Italiano." + +"_Italiano? Paisano del Rey?_" + +"Sì." + +"_Le conoce Usted?_" + +"Di vista." + +"_Dicenque es un buen mozo._" (bel giovanotto). + +Io non risposi, essa si mise a ridere; e mi domandò:--_Que mira +Usted?_--e continuando a ridere, nascose il piede, che, sedendo, aveva +messo bene innanzi, perchè lo vedessi. Oh! non v'è donna in quei paesi, +che non sappia che i piedini andalusi sono famosi nel mondo. + +Colsi l'occasione, tirai il discorso sulla fama delle donne d'Andalusia, +e le espressi la mia ammirazione colle parole più calde del mio +dizionario. Mi lasciò dire, guardando con molta attenzione dentro una +fessura della tavola, poi rialzò il viso e mi domandò: + +"_Y en Italia, como son las mujeres?_" + +"Oh! belle, anche in Italia." + +"_Pero.... seran frias!_" (fredde). + +"Oh no, davvero!" m'affrettai a rispondere; "ma lei sa... in ogni paese +le donne hanno un _non so che_ di diverso da quelle di tutti gli altri +paesi; e fra tutti i _non so che_, quello delle Andaluse, per un povero +viaggiatore che non ha ancora i capelli bianchi, è forse il più +pericoloso di tutti; e c'è una parola per dire quello che penso; se non +se la ricordasse, glie la direi; le direi: _Señorita, Usted es la +Andalusa mas...._" (più....) + +"_Salada!_" (esclamò la ragazza coprendosi il viso colle mani). + +"_Salada!... la Andalusa mas salada de Córdoba._" + +_Salada_, salata: tale è la parola che si usa comunemente in +Andalusia per dire una donna bella, vezzosa, carina, languida, +ardente, e tutto quello che volete; una donna con due labbra che +dicano:--_Bebedme!_--bevetemi; e due occhi che vi costringano a +mordervi il labbro di sotto. + +La zia mi portò le uova, le costolette, il _chorizo_, gli aranci, e la +ragazza riprese la conversazione. + +"_Usted es italiano: ha visto Usted al Papa?_" + +"No, mi dispiace." + +"_Es posible? Un italiano que no viò al Papa! Y diga Usted: porqué le +hacen tanto sufrir los italianos?_" (perchè lo fanno tanto soffrire?) + +"Soffrire, in che modo?" + +"_Ya! Dicen que le han cerrado en su casa y que le tiran pedradas en las +ventanas!_" (e che gli tiran sassate nelle finestre). + +"Ma no! non lo creda! non c'è ombra di vero, ec." + +"_Viò Usted Venezia?_" + +"Oh! Venezia, sì." + +"_Es verdad que es una ciudad que sobrenada en la mar?_" (una +città che galleggia sul mare). + +E qui mi fece mille istanze, perchè le descrivessi Venezia, e le dicessi +com'era fatta la gente in quella strana città, e che fa tutto il giorno, +e come va vestita. E mentre io discorrevo, oltre lo sforzo che avevo a +fare per esprimermi con un po' di garbo, e per mandar giù le ova mal +cotte e il _chorizo_ stantìo, dovevo veder lei avvicinarsi man mano a +me, forse senza accorgersene, per udir meglio; e avvicinarsi tanto da +farmi sentir l'odore della rosa che aveva nei capelli, e il calore del +suo respiro; dovevo, dico, far tre sforzi in una volta, l'uno colla +testa, l'altro collo stomaco, e il terzo con tutto, e sentirmi anche +dire di tanto in tanto:--_Que bonito!_--che significa:--Quanto è +bello!--complimento che si riferiva al Canal Grande, e che mi faceva +l'effetto che farebbe a uno spiantato, un sacchetto pieno di marenghi, +fattogli sonar sotto il naso da un banchiere impertinente. + +"_Ah! señorita!_" dissi in fine, cominciando a perdere la pazienza; "che +vale che le città sian belle, alla fine dei conti? Chi ci è nato, non ci +bada; e il viaggiatore.... nemmeno. Io sono arrivato ieri a Cordova, è +una bella città, non c'è dubbio; ebbene: lo vuol credere? ho già +dimenticato tutto quello che ho visto, non ho più voglia di veder +niente, non so neanco più in che città mi trovi. Palazzi! moschee! mi +fan ridere! Quando vi avranno messo un fuoco nell'anima chi vi consumi, +andrete a smorzarlo nella moschea! Si faccia un po' più in là, scusi. +Quando vi sentirete una smania addosso che vi farebbe stritolar un +piatto coi denti, andrete a contemplare i palazzi? Creda! è una triste +vita quella del viaggiatore! È una penitenza delle più dure! È un +supplizio! È un..." Un prudente colpo di ventaglio mi chiuse la bocca, +che andava tropp'oltre e colle parole e coll'atto. Attaccai la +costoletta. + +"_Pobrecito!_" mormorò l'Andalusa ridendo, dopo aver dato un'occhiata +intorno; "_Son todos ardientes como Usted los italianos?_" + +"Che so io! Son tutte belle come lei le Andaluse?" + +La ragazza stese la mano sulla tavola. + +"Nasconda quella mano," le dissi. + +"_Porqué?_" domandò essa. + +"Perchè voglio mangiare in pace." + +"Mangi con una mano sola." + +"Ah!" + +Mi parve di stringere la manina d'una bimba di sei anni; il coltello +cadde in terra; un denso velo si stese sulla costoletta. + +A un tratto mi sentii la mano vuota, apersi gli occhi, vidi la ragazza +tutta turbata, mi voltai indietro: giusto cielo! c'era un bel pezzo di +giovanotto, con la giacchettina attillata, coi calzoni stretti, col +piccolo cappello di velluto, oh terrore! _un torero!_ Diedi un guizzo, +come se mi fossi sentito piantar nel collo due _banderillas de fuego_. + +--Capisco a volo!--dissi tra me, come quel tale nella commedia _Moglie e +Buoi_; e sfido a non capire! La ragazza, un po' imbarazzata, fece la +presentazione:--"_Un italiano de paso por Cordoba_," e soggiunse in +fretta: "che vorrebbe sapere a che ora parte il treno per Siviglia." + +Il _torero_, che al primo vedermi, aveva corrugato la fronte, si +rasserenò, mi disse l'ora della partenza, sedette, ed entrò +amichevolmente in conversazione. Io gli domandai notizie dell'ultima +_corrida_ che s'era fatta a Cordova; era un _banderillero_, mi raccontò +per filo e per segno le vicende della giornata. La ragazza, in quel +frattempo, coglieva dei fiori nei vasi del _patio_. Terminai la mia +colazione, offersi un bicchier di Malaga al _torero_, feci un brindisi +al felice piantamento di tutte le sue _banderillas_ avvenire, pagai lo +scotto (_tres pecetas_, c'eran compresi i begli occhi, si capisce), e +poi, fatto muso franco, anche per dissipare fin l'ombra d'un sospetto +nell'anima del mio formidabile rivale, dissi alla ragazza:--"_Señorita!_ +A chi parte non si nega nulla; io, per lei, sono come un moribondo, non +mi rivedrà mai più, non sentirà mai più pronunziare il mio nome: può +dunque lasciarmi un ricordo: mi dia quel mazzolino di fiori." + +"Eccolo," mi disse la ragazza; "l'avevo fatto per lei." + +Diede un'occhiata al _torero_; il _torero_ fece un atto di approvazione. + +"_Le doy gracias con toda la fuerza de mi corazon,_" risposi, e m'avviai +per uscire. M'accompagnarono tutti e due verso la porta. + +"_Hay funciones de toros en Italia?_" mi domandò il giovane. + +"Oh Dio! no. Non le abbiamo ancora." + +"Peccato! Cerchi di metterle in moda anche in Italia, e io andrò a +_banderillar_ a Roma." + +"Farò tutto il possibile. Signorina, perch'io la possa salutare abbia la +bontà di dirmi il suo nome." + +"_Consuelo._" + +"_Quédese Usted con Dios, Consuelo!_" + +"_Váyase Usted con Dios, señor italiano!_" + +E infilai la stradina solitaria. + + * * * * * + +Nei dintorni di Cordova non c'è notevoli monumenti arabi a vedere. +Eppure tutta la valle era un tempo sparsa di stupendi edifizi. Lontano +tre miglia dalla città, a settentrione, alle falde d'un monte, sorgeva +Medina Az-Zahra, la _città fiorente_, una delle più meravigliose opere +d'architettura del califfato di Abdurrahman III, iniziata dal Califfo +stesso in omaggio a una sua favorita di nome Az-Zahra. Le fondamenta +furon gettate l'anno novecentotrentasei, e diecimila operai vi +lavorarono per venticinque anni. I poeti arabi celebrarono Medina +Az-Zahra come la più splendida delle reggie umane, e il più delizioso +giardino della terra. Non era un edifizio, ma un vastissimo congiunto di +palazzi, di giardini, di cortili, di porticati, di torri. Ivi piante +pellegrine della Siria, giuochi fantastici di fontane altissime, +fiumicelli fiancheggiati dalle palme, e vasti bacini colmi di mercurio, +che scintillavano ai raggi del sole come laghi di fuoco; porte d'ebano e +d'avorio, tempestate di gemme; migliaia di colonne di preziosissimi +marmi, grandi terrazze aeree, e fra la moltitudine innumerevole delle +statue, dodici animali d'oro massiccio, luccicanti di perle, che +schizzavan dalla bocca e dalle nari acque odorose. In questa immensa +reggia formicolavano migliaia di servi, di schiavi, di donne, e +accorrevano da ogni parte del mondo i musici e i poeti. E nondimeno, +codesto Abdurrahman III, che visse fra tante delizie, che regnò per +cinquant'anni, che fu potente, glorioso e fortunato in ogni vicenda e in +ogni impresa, scrisse prima di morire che durante il suo lungo regno non +era stato felice che quattordici giorni! E la sua favolosa _città +fiorente_, settantaquattr'anni dopo che n'era stata posta la prima +pietra, fu invasa, saccheggiata ed arsa da un'orda barbaresca, ed oggi +non ne restan che poche pietre, che appena ne rammentano il nome. Di +un'altra splendida città, di nome Zahira, che sorgeva ad oriente di +Cordova, fatta costrurre dal poderoso Almansur, governatore del Regno, +non restan neanco le rovine: una mano di ribelli la ridusse in cenere +poco dopo la morte del suo fondatore. + + «Tutto ritorna alla gran madre antica.» + + * * * * * + +Invece di fare una scarrozzata nei dintorni di Cordova, mi diedi a +errare qua e là, almanaccando sui nomi delle strade, che per me è uno +dei più saporiti piaceri che si possan provare in una città sconosciuta. +Cordova, _alma ingeniorum parens_, avrebbe di che scrivere ad ogni +angolo di strada il nome d'un artista o d'un dotto illustre nato fra le +sue mura; e, sia detto ad onor suo, li ha tutti ricordati con materna +gratitudine. Voi ci trovate la piazzetta di Seneca, e la casa,--se sarà +quella,--nella quale nacque; la via di Lucano; la via di Ambrosio +Morales, l'istoriografo di Carlo V, continuatore della _Cronaca +generale della Spagna_ cominciata da Florian di Ocampo; la via di Paolo +Cespedes, pittore, architetto, scultore, archeologo, autore d'un poema +didattico _El arte de la pintura_, sfortunatamente non finito, sparso di +stupende bellezze. Ardente di entusiasmo per Michelangelo, del quale +aveva ammirato le opere in Italia, gli sciolse nel suo poema un inno di +lode che è uno dei più bei tratti della poesia spagnuola; e mio +malgrado, m'escon dalla penna gli ultimi versi, che ogni italiano, anche +non conoscendo la lingua sorella, può intendere e sentire. Non credere, +egli dice al lettore, di poter scoprire la perfezione della pittura in +altra cosa + + «Que en aquella escelente obra espantosa + Mayor de cuantas se han jamas pintado, + Que hizo[3] el Buonarrota de su mano + Divina, en el etrusco Vaticano! + + Cual nuevo Prometeo en alto vuelo + Alzándose, estendiò las alas tanto, + Que puesto encima el estrellado[4] cielo + Una parte alcanzò[5] del fuego santo; + Con que tornando enriquecido al suelo + Con nueva maravilla y nuevo espanto, + Diò vida con eternos resplandores + À marmoles, à bronces, à colores. + ¡O mas que mortal hombre! ¿Angel divino + O cual te nomaré? No humano cierto + Es tu ser, que del cerco empireo vino[6] + Al estilo y pincel vida y concierto: + Tu mostraste à los hombres el camino + Por mil edades escondido, incierto + De la reina virtud; a ti se debe + Honra que en cierto dia el sol renueve.» + +Mormorando questi versi, riuscii nella via Juan de Mena, l'_Ennio +spagnuolo_, come lo chiamano i suoi concittadini, autore d'un poema +fantasmagorico, intitolato: _Il labirinto_, imitazione della _Divina +Commedia_, di gran fama ai suoi tempi; e non privo, in vero, di qualche +pagina di poesia ispirata e profonda; ma, nell'assieme, gonfio di +pedantesco misticismo, e freddo. Giovanni II, re di Castiglia, andava +pazzo di questo _Labirinto_, lo teneva accanto al messale nel suo +gabinetto, lo portava seco alla caccia; ma, vedete capriccio di Re! il +poema non aveva che trecento strofe, e a Giovanni II parevan poche, e +sapete per qual ragione? Per la ragione che l'anno è di trecento +sessantacinque giorni, e a lui pareva che quanti sono i giorni dell'anno +tante dovessero essere le strofe del poema; e pregò il poeta di comporne +altre sessantacinque, e il poeta lo obbedì; lietissimo, l'adulatore! di +vedersi offerto un pretesto per adulare ancora; benchè l'avesse già +tanto adulato, fino al segno di pregarlo che gli correggesse i suoi +versi! Dalla via Juan de Mena, passai nella via Gongora, il Marini della +Spagna, non meno grande d'ingegno, ma forse anche più corruttore della +sua letteratura che non sia stato della nostra il Marini, poichè guastò, +stroppiò, imbastardì in mille modi anche la lingua; onde Lopez de Vega +argutamente fa chiedere da un poeta gongorista al suo ascoltatore:--Mi +capisci?--e questi risponde:--Sì!--e il poeta di rimando:--Menti! perchè +non mi capisco neanch'io.--Non però scevro affatto di gongorismo +neanche il Lopez, cui bastò l'animo di scrivere che il Tasso non era che +l'aurora del sol di Marini; nè scevro il Calderon, nè gli altri più +grandi. Ma basti di poesia, per non uscire di carreggiata. + +Dopo la _siesta_, andai a ricercare i miei due compagni, che mi +condussero nei sobborghi della città, nei quali vidi per la prima volta +donne e uomini di tipo veramente andaluso, quale io me lo raffigurava, +con occhi e colori e atteggiamenti d'Arabi; e intesi pure per la prima +volta il parlar proprio del popolo d'Andalusia, più molle e più cantato +che nelle Castiglie, ed anche più gaio e più immaginoso, e accompagnato +da un gesticolare più vivo. Domandai ai miei compagni se fosse vero +quello che suol dirsi dell'Andalusia: che cioè colla pubertà precoce +sian precoci i vizii, e voluttuosi i costumi, e gli amori sfrenati. +_Harto verdadero!_ risposero: troppo vero! e qui spiegazioni, +descrizioni e racconti, che tengo nella penna. Ritornammo in città, mi +condussero in uno stupendo Casino, con giardini e sale splendide, in una +delle quali, la più vasta e la più ricca, ornata dei ritratti di tutti i +Cordovesi illustri, sorge una specie di palco scenico, su cui salgono i +poeti a leggere le loro poesie le sere solenni destinate a pubblico +certame d'ingegno; e i vincitori ricevono una corona d'alloro dalle mani +delle più belle e colte fanciulle della città, assise sur un semicerchio +di seggiole inghirlandate di rose. La sera ebbi il piacere di conoscere +parecchi giovani Cordovesi, _ardentemiente afectos_, come si dice in +spagnuolo leccato, _al cultivo de las Musas_, franchi, cortesi, +vivacissimi, con una farraggine di versi nella testa, e infarinati di +letteratura italiana; cosicchè, figuratevi, dall'imbrunire a mezzanotte, +per quelle misteriose stradine che m'avevan fatto girar la testa la sera +prima, fu un continuo clamoroso scambiarsi di sonetti, d'inni e di +ballate delle due lingue, dal Petrarca al Prati, dal Cervantes allo +Zorilla; e una allegrissima conversazione chiusa e suggellata da molte +cordiali strette di mano, e da calde promesse di scriversi, di mandarsi +libri, di venire in Italia, di tornare in Spagna, ec. ec.; non altro che +parole, come sempre, ma parole non meno care per questo. + + * * * * * + +L'indomani partii per Siviglia. Alla stazione vidi Frascuelo, Lagartijo, +il Cuco, e tutta la compagnia dei _toreros_ di Madrid, che mi salutarono +con uno sguardo benevolo di protezione. Mi cacciai in un vagone +polveroso, e quando il treno si mosse, e Cordova apparve ai miei occhi +per l'ultima volta, la salutai coi versi del poeta arabo, un po' troppo +sensuali, se si vuole, per il gusto d'un europeo; ma, in fin dei conti, +adatti all'occasione: + +«_Addio, Cordova!_ Per vivere sempre fra le tue mura, vorrei far vita +più lunga di Noè. Vorrei avere i tesori di Faraone per spenderli in vino +e in belle Cordovesi, dagli occhi soavi, che invitano ai baci.» + + +NOTE: + + [3] Fece. + + [4] Stellato. + + [5] Conseguì. + + [6] Venne. + + + + +IX. + +SIVIGLIA. + + +Il viaggio da Cordova a Siviglia non desta la meraviglia come quello da +Toledo a Cordova; ma è pur bello ancora; sono sempre quei boschi di +aranci, quegli oliveti sconfinati, quei colli vestiti di pampini, quei +prati coperti di fiori. A poche miglia da Cordova si vedon le torri +diroccate del formidabile castello di Almodovar, posto sur una roccia +altissima, che domina un immenso spazio all'intorno; a Hornachuelos, un +altro vecchio castello sulla sommità d'una collina, in mezzo un +paesaggio solitario e melanconico; più oltre la bianca città di Palma, +nascosta in un foltissimo bosco d'aranci, cinto alla sua volta da una +corona di orti e di giardini; e via via si trascorre in mezzo a campi +biondeggianti di grano, fiancheggiati da lunghissime siepi di fichi +d'India, da filari di piccole palme, da boschetti di pini, da folte +piantagioni di alberi fruttiferi; e ad ogni tratto si vedon colli e +castelli e torrenti e svelti campanili di villaggi celati tra gli +alberi, e cime azzurre di monti lontani. + +Son belle sopra ogni cosa le piccole case campestri sparse lungo la +strada. Non ricordo d'averne veduta una che non fosse bianca come la +neve. È bianca la casa, bianco il parapetto del pozzo vicino, bianco il +muricciuolo che cinge l'orto, bianchi i due pilastrini della porta del +giardino; ogni cosa par stata imbiancata il giorno innanzi. Alcune di +queste case hanno una o due finestrine binate alla moresca, altre +qualche arabesco sulla porta, altre il tetto coperto di tegole +variopinte come le case arabe. Qua e là, pei campi, si vedon cappe rosse +e bianche di contadini, cappelli di velluto in mezzo all'erba, ciarpe di +tutti i colori. I contadini che si vedono sulle aiuole, o che accorrono +a veder passare il treno, sono vestiti tal quale ce li rappresentano i +quadri di costumi di quarant'anni fa: hanno un cappello di velluto con +una grandissima tesa un po' rivoltata, con una piccola cupola a pan di +zucchero; una giacchettina corta, un panciotto aperto, un par di calzoni +tagliati al ginocchio come quelli dei preti, un par di ghette alte fino +ai calzoni, e una fascia intorno alla vita. Questa foggia di vestire, +incomoda, ma bella, s'attaglia mirabilmente alle forme snelle di quegli +uomini, i quali preferiscono assai lo star bellamente male allo star +bene senza grazia, e s'acconciano di buon grado a stintignare una +mezz'ora ogni mattina, pur di avere indosso un paio di calzoncini che +mettano in rilievo il fianco svelto e la gamba ben tornita. Non han +nulla di comune coi nostri contadini del settentrione, dal muso duro e +dall'occhio attonito. Quelli vi fissan negli occhi, con un sorriso, i +loro grandi occhi neri, come se vi volessero dire:--Non mi +riconoscete?--lancian degli sguardi audaci alle signore che metton la +testa fuori del finestrino; accorrono per porgervi un fiammifero prima +che voi glielo abbiate domandato; qualche volta rispondono in rima a una +vostra interrogazione, e son capaci persino di ridere per farvi vedere i +loro denti bianchi. + +A la Rinconada si comincia a vedere, in dirittura della strada ferrata, +il campanile della Cattedrale di Siviglia; e a destra, di là dal +Guadalquivir, le belle colline coperte d'oliveti, ai piedi delle quali +giaccion le rovine d'Italica. Il treno volava, e io parlavo tra me e me, +a mezza voce, affrettando le parole via via che spesseggiavan le case, +con quell'affanno pien di desiderio e di gioia, che si prova salendo le +scale dell'amante. Siviglia! Siviglia è là! È là la regina +dell'Andalusia, l'Atene spagnuola, la madre del Murillo, la città dei +poeti e degli amori, la famosa Siviglia, di cui pronunciavo il nome fin +da fanciullo con un sentimento di dolce simpatia! Chi m'avesse detto, +qualche anno fa, che io l'avrei veduta! Eppure non è un sogno! Quelle +case son ben di Siviglia, quei contadini laggiù son Sivigliani; quel +campanile ch'io vidi, è la Giralda! Io a Siviglia? È strano! Mi vien +voglia di ridere! Che farà mia madre in questo momento! Se fosse qui! Se +fosse qui il tale, il tal altro! Peccato esser solo! Ecco le case +bianche, i giardini, le stradine.... Siamo nella città.... Ora si +scende.... Ah! come è bella la vita!.... + +Arrivai a un albergo, buttai la valigia nel _patio_, e cominciai a +errare per la città. Mi parve di riveder Cordova ingrandita, abbellita e +arricchita; le strade son più larghe, le case son più alte, i _patios_ +più spaziosi; ma l'aspetto generale della città è il medesimo; è quella +bianchezza purissima, quella rete intricata di stradine, quell'odor +diffuso d'aranci, quell'aria gentile di mistero, quella sembianza +orientale, che desta nel cuore un sentimento dolcissimo di amorosa +malinconia, e nella mente mille fantasie e desiderii e visioni d'un +mondo lontano, d'una vita nuova, d'una gente ignota, d'un paradiso +terrestre pieno d'amori, di delizie, di pace. In quelle strade si legge +la storia della città; ogni balcone, ogni frammento di scultura, ogni +crocicchio solitario rammenta l'avventura notturna d'un Re, le +ispirazioni d'un poeta, le vicende di una bella, un amore, un duello, un +rapimento, una favola, una festa. Qui è una memoria di Maria Padilla, là +di don Pedro, più oltre del Cervantes, altrove del Colombo, di Santa +Teresa, del Velasquez, del Murillo. Una colonna rammenta la dominazione +Romana, una torre, lo splendore della monarchia di Carlo V, un alcazar, +la magnificenza della corte degli Arabi. Accanto alle modeste casine +bianche, s'innalzano i sontuosi palazzi marmorei; le piccole strade +tortuose sboccano nelle vaste piazze popolate di aranci; dal crocicchio +deserto e silenzioso si riesce, con un breve giro, nella strada corsa da +una folla rumorosa; e per tutto dove si passa, si vedono a traverso i +graziosi cancelli dei _patios_, fiori, statue, fontane, fughe di sale, +muri coperti di arabeschi, finestrine arabe, sottili colonne di marmi +preziosi; e a ogni finestra, in ogni giardino, donnine vestite di +bianco, mezzo nascoste, come timide ninfe, fra le foglie dei pampini e i +cespugli delle rose. + +Di strada in strada arrivai alla riva del Guadalquivir, sui viali del +passeggio della Cristina, che è per Siviglia ciò che per Firenze il +Lungarno. Qui si gode uno spettacolo incantevole. + +Mi avvicinai prima alla famosa Torre dell'Oro. Questa famosa Torre, +chiamata dell'Oro o perchè vi si chiudeva l'oro che i bastimenti +spagnuoli portavano dall'America, o perchè il re Don Pedro vi nascondeva +i suoi tesori, è ottagona, formata da tre piani rientranti, coronata di +merli e bagnata dal fiume. La tradizione narra che questa torre fu +costrutta al tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo la +bellissima favorita di quel Re, quando la torre era congiunta +all'alcazar da un edifizio che venne demolito per far luogo al passeggio +della Cristina. + +Questo passeggio si stende dal palazzo del duca di Montpensier fino alla +Torre dell'Oro ed è tutto ombreggiato da platani d'Oriente, da quercie, +da cipressi, da salici, da pioppi, e d'altri alberi del settentrione, +che gli Andalusi ammirano come ammireremmo noi le palme e gli aloè nelle +campagne del Piemonte e della Lombardia. Un gran ponte accavalcia il +fiume, e conduce al sobborgo di Triana, del quale si vedono le prime +case sulla sponda opposta. Una lunga fila di bastimenti, di golette, di +barconi si stende sul fiume, e fra la Torre dell'Oro e il palazzo del +Duca, è un va e vieni di barchette. Tramontava il sole. Una folla di +signore formicolava pei viali, frotte di operaie passavano nel ponte, +ferveva il lavoro sui bastimenti, sonava una banda musicale nascosta tra +gli alberi, il fiume era color di rosa, l'aria odorava di fiori, il +cielo pareva tutto in fuoco. + +Rientrai in città, e godetti il meraviglioso spettacolo di Siviglia +notturna. I _patios_ di tutte le case erano illuminati; quei delle case +modeste, rischiarati da una mezza luce che ne abbelliva d'un'aria di +mistero la grazia; quei dei palazzi, pieni di fiammelle, che facevan +sfolgorare gli specchi e scintillare come getti d'argento vivo gli +zampilli delle fontane, e luccicare di mille colori i marmi dei +vestiboli, i musaici delle pareti, le vetriere delle porte, i cristalli +dei doppieri. Si vedeva dentro un formicaio di signore, si sentiva per +tutto un suon di risa, di voci, di musiche; pareva di passare in mezzo a +tante sale da ballo; da ogni porta usciva un'onda di luce, di fragranze +e d'armonie; le strade erano affollate; fra gli alberi delle piazze, +sotto gli atrii, in fondo ai vicoli, sui terrazzini, da ogni parte si +vedevan gonnelle bianche ondeggiare, sparire e riapparire nell'ombra; e +testine ornate di fiori vezzeggiare alle finestre; e gruppi di giovani +attraversar la folla gettando allegre grida; e gente salutarsi e +discorrere fra le finestre e la strada, e per tutto un moto affrettato, +un gridìo, un riso, una gaiezza carnevalesca. Siviglia non era più che +un immenso giardino, nel quale folleggiava un popolo fremente di +giovinezza e d'amore. + +Per uno straniero, quelli son momenti assai tristi. Mi ricordo che avrei +dato del capo nel muro. Erravo qua e là mezzo sbalordito, col capo +basso, col cuore stretto, come se tutta quella gente si divertisse per +insultare la mia solitudine e la mia malinconia. Era troppo tardi per +portare le lettere di raccomandazione, troppo presto per andare a +dormire: ero schiavo di quella folla e di quell'allegrezza, e dovetti +subirla per molte ore. Provai un sollievo sforzandomi di non guardar in +viso le donne; ma non ci riuscivo sempre, e quando i miei occhi +incontravano per caso due pupille nere, la trafittura era più acerba, +appunto perchè improvvisa, che se avessi sfidato il pericolo col cuore +pronto. Ero pure in mezzo a quelle Sivigliane tremendamente famose! Le +vedevo passare, strette al braccio dei loro mariti e dei loro amanti, +toccavo le loro vesti, inspiravo il loro profumo, sentivo il suono delle +loro molli parole, e il sangue mi saliva al capo come un'onda di fuoco. +Fortunatamente mi ricordai d'aver inteso dire a Madrid da un Sivigliano +che il Console d'Italia soleva passar la serata nella bottega d'un suo +figliuolo negoziante; cercai questa bottega, la rinvenni, vi trovai il +Console, e consegnandogli una lettera d'un amico suo:--Caro +Signore!--gli dissi con un tuono drammatico che lo fece ridere;--mi +soccorra lei; Siviglia mi fa paura! + +A mezzanotte la città non aveva mutato aspetto; v'era ancora tutta +quella folla e tutta quella luce; tornai all'albergo e mi chiusi nella +camera coll'intenzione di andar a letto. Peggio che peggio. Le finestre +della camera davano sur una piazza dove formicolava un visibilio di +gente intorno a una banda musicale che non finiva mai di suonare; +cessata la musica, cominciaron le chitarre, le grida degli acquaioli, i +canti, le risa; tutta la notte fu un baccano da svegliare le talpe. Io +feci un sogno delizioso e tormentoso ad un tempo; ma più tormentoso. Mi +pareva d'esser legato al letto da una lunghissima treccia nera +attorcigliata in mille nodi, e di sentirmi sulle labbra una bocca di +brage che mi toglieva il respiro, e intorno al collo due manine vigorose +che mi schiacciavano il capo contro il manico d'una chitarra. + + * * * * * + +La mattina seguente andai difilato a vedere la Cattedrale. + +Per descrivere ammodo codesto smisurato edifizio, bisognerebbe aver +sotto mano una raccolta di tutti gli aggettivi più sperticati e di tutte +le più strampalate similitudini che uscirono dalla penna degli +iperboleggiatori di tutti i paesi, ogni volta che ebbero a dipingere +qualcosa di prodigiosamente alto, di mostruosamente largo, di +spaventosamente profondo, d'incredibilmente grandioso. Quando ne parlo +cogli amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il Mirabeau di +Vittor Ugo, _un colossal mouvement d'épaules_, e gonfio le gote e +ingrosso a grado a grado la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella +tragedia _Sansone_, quando con un accento che fa fremer la platea, dice +che si sente ricrescer ne' nervi il vigore. Parlar della Cattedrale di +Siviglia, stanca come suonare un grosso strumento a fiato o sostenere +una conversazione da una sponda all'altra d'un torrente rumoroso. + +La Cattedrale di Siviglia è isolata in mezzo ad una vastissima piazza, e +però se ne può misurar la grandezza con un colpo d'occhio. Sul primo +momento, pensai al motto famoso che proferì il Capitolo della Chiesa +primitiva, decretando l'8 luglio del 1401, la costruzione della nuova +Cattedrale:--Inalziamo un siffatto monumento che faccia dire ai posteri +che noi eravamo pazzi.--Quei reverendi canonici non hanno fallito al +loro intento. Ma per accertarsene bisogna entrare. L'aspetto esterno +della Cattedrale è grandioso e magnifico; ma senza paragone meno che +l'interno. Manca la facciata; un alto muro circonda tutto l'edifizio a +modo d'una fortezza. Per quanto si giri e si guardi, non si riesce a +fissar nella mente un contorno unico che, al pari dell'epigrafe d'un +libro, porga un chiaro concetto del disegno dell'opera; si ammira e si +prorompe più d'una volta nell'esclamazione:--È immenso!--ma non ci si +appaga; e s'entra nella chiesa frettolosamente, desiderosi di provare un +sentimento di meraviglia più intero. + +Al primo entrare si rimane sbalorditi, ci si sente smarriti come in un +abisso; e per qualche momento non si fa che descrivere collo sguardo +immense curve per quell'immenso spazio, quasi per accertarsi che la +vista non c'inganna e la fantasia non c'illude. Poi ci si avvicina a uno +dei pilastri, si misura, e si guardano gli altri lontani: son grossi +come torri, e paion sottili da far fremere al pensiero che l'edifizio vi +poggia su. Si percorrono ad uno ad uno, con uno sguardo rapido, dal +pavimento alla vòlta, e par di poter contare i momenti che lo sguardo +impiega a salire. Son cinque navate, che formerebbero ciascuna una +grande chiesa. In quella di mezzo potrebbe passeggiare a testa alta +un'altra Cattedrale colla sua cupola e il suo campanile. Tutte insieme +formano sessantotto vòlte ardimentose che, a guardarle, par che +lentamente si allarghino e si sollevino. Tutto è enorme in questa +Cattedrale. La cappella maggiore, posta nel mezzo della navata +principale, e alta fin quasi a toccar la volta, pare una cappella +costrutta per de' sacerdoti giganti a' quali gli altari comuni non +arrivino sino al ginocchio; il cero pasquale sembra un albero di +bastimento; il candelabro di bronzo che lo sopporta, un pilastro d'una +chiesa; gli organi, case; il coro, è un museo di scultura e di +cesellatura, da meritare ei solo una visita d'una giornata. Le +cappelle sono degne della chiesa: vi sono profusi i capolavori di +sessantasette scultori e di trentotto pittori. Il Montanes, il Zurbaran, +il Murillo, il Valdes, l'Herrera, il Boldan, il Roëlas, il Campana, +v'hanno lasciato mille traccie immortali della loro mano. La cappella +di san Ferdinando, che racchiude i sepolcri di questo Re, della sua +sposa Beatrice, di Alfonso il Saggio, del celebre ministro Florida +Blanca, e d'altri personaggi illustri, è una delle più belle e più +ricche. Il corpo del re Ferdinando, che redense Siviglia dalla signoria +degli Arabi, vestito della sua assisa guerriera, colla corona e col +manto, riposa in una cassa di cristallo, coperta d'un velo. Da un lato è +la spada che portava il giorno della sua entrata in Siviglia; dall'altro +la canna, emblema del comando. In quella stessa cappella si conserva una +piccola vergine d'avorio, che il santo Re portava seco in guerra, e +altre reliquie di gran valore. Nelle restanti cappelle sono grandi +altari di marmo, tombe di stile gotico, statue di pietra, di legno, +d'argento, chiuse in ampie casse di cristallo, col petto e le mani +coperte di diamanti e di rubini; e stupendi quadri, che, sgraziatamente, +la scarsa luce che scende dalle alte finestre non rischiara tanto che si +possano ammirare in tutta la loro bellezza. + +Ma dalla considerazione delle cappelle, dei quadri, delle sculture, si +ritorna senza posa ad ammirare la Cattedrale nel suo grandioso e, se si +potesse dire, formidabile aspetto. Dopo essersi slanciati su fino a +quelle altezze vertiginose, lo sguardo e la mente ricadono a terra, +quasi stanchi dello sforzo, come per ripigliar nuova lena a salire. E le +immagini che vi pullulano nel capo, rispondono alla vastità della +Basilica: angeli smisurati, teste di cherubini mostruose, ali grandi +come vele di naviglio, e svolazzi di manti candidi immensi. +L'impressione che vi produce codesta Cattedrale è tutta religiosa; ma +non mesta; è quel sentimento che trasporta il pensiero negli spazi +interminati e nei tremendi silenzi, nei quali s'annegava il pensiero di +Leopardi; è un sentimento pieno di desiderio e di ardire; il brivido +voluttuoso che si prova sull'orlo d'un abisso; il turbamento e la +confusione delle grandi idee; il divino terrore dell'infinito. + +Come è la cattedrale più varia della Spagna (chè l'architettura gotica, +la germanica, la greco-romana, l'araba e quella nominata volgarmente +_plateresca_ vi lasciarono ciascheduna una impronta), ella è pure la più +ricca e la più privilegiata. Nei tempi della maggior potenza del clero, +vi si bruciavano, ogni anno, ventimila libbre di cera; vi si +celebravano, ogni giorno, su ottanta altari, cinquecento messe; il vino +che si consumava nel sacrifizio ascendeva all'incredibile quantità di +diciottomila settecento cinquanta litri. I canonici avevano un +servidorame da monarchi, si recavano alla chiesa in splendide carrozze +tirate da superbi cavalli, si facevano sventolare dai chierici, mentre +celebravan la messa, con enormi ventagli ornati di piume e di perle; +diritto concesso loro dal Papa, del quale alcuni approfittano ancora +oggigiorno. Non occorre parlare delle feste della settimana santa che +sono ancora adesso famose nel mondo, e alle quali accorre gente da tutte +le parti d'Europa. + +Ma il privilegio più curioso della cattedrale di Siviglia è la così +detta danza _de los seises_, che ha luogo ogni sera, sull'imbrunire, per +otto giorni consecutivi, dopo la festa del _Corpus Domini_. Poichè fui a +Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi parve cosa degna di +esser descritta. Da quanto me n'era stato detto prima, mi pareva che la +dovesse essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella chiesa +coll'animo preparato a un sentimento di sdegno per la profanazione del +luogo sacro. La chiesa era buia; la sola cappella maggiore illuminata; +una folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio fra la cappella e il +coro. Alcuni preti stavan seduti a destra e sinistra dell'altare; +davanti alla gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di ragazzi +dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri spagnuoli del medio evo, +con cappello piumato e calze bianche, eran schierati gli uni di fronte +agli altri, in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote, una +soave musica di violini ruppe il silenzio profondo della chiesa, e le +due schiere di ragazzi si mossero con un passo di contraddanza, e +cominciarono a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi, +con mille graziosissimi giri; e poi proruppero tutti insieme in un canto +armonioso e gentile, che echeggiò nell'oscurità della vasta cattedrale +come la voce d'un coro d'angeli; e un momento dopo, si misero ad +accompagnare la danza ed il canto colle nacchere. Nessuna cerimonia +religiosa mi commosse mai come questa. È impossibile esprimere +l'effetto che producevano quelle vocine sotto quelle immense vòlte; +quelle creaturine ai piedi di quell'altare enorme; quella danza +composta, quasi umile; quel costume antico, quella folla prostrata, e +intorno intorno quelle tenebre. Uscii dalla chiesa coll'anima serena +come se avessi pregato. + +A proposito di questo ballo mi fu raccontato un aneddoto assai curioso. +Due secoli or sono, un arcivescovo di Siviglia al quale pareva che colle +contraddanze e le nacchere non si lodasse degnamente il Signore, volle +proibire la cerimonia. Ne seguì un sottosopra: il popolo strepitò; i +canonici alzaron la voce; l'arcivescovo fu costretto a chieder soccorso +al papa. Il papa, curioso, volle vedere coi suoi occhi il ballonzolo per +poter giudicare con conoscimento di causa. I ragazzi, vestiti da +cavalieri, furon condotti a Roma, ricevuti nel Vaticano e fatti danzare +e cantare in presenza di Sua Santità. Sua Santità rise, non disapprovò, +e volendo dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ossia contentare i +canonici senza scontentare l'arcivescovo, decretò che i ragazzi +potessero continuare a ballare finché avessero logorato i vestiti che si +trovavano addosso; dopo di che la cerimonia si sarebbe considerata come +abolita. L'arcivescovo rise sotto i baffi, se li aveva, e i canonici +risero anch'essi, come quelli che avevan già trovata la maniera di farla +in barba all'arcivescovo e al papa. E infatti essi rinnovarono ai +ragazzi ogni anno una parte del vestiario, in modo che non si potesse +dire mai che tutto il vestiario era logoro; e l'arcivescovo che, da +uomo scrupoloso, pigliava l'ordine del papa alla lettera, non si potè +opporre alla ripetizione della cerimonia. Così si continuò a ballare e +si balla e si ballerà fin che piaccia ai canonici e a Domeneddio. + +Mentre stavo per uscir dalla chiesa, un sacrestano mi fece un cenno, mi +condusse dietro al coro, e m'indicò una lastra del pavimento, sulla +quale lessi una iscrizione che mi fece battere il cuore. Sotto quella +pietra sono sepolte le ossa di Ferdinando Colombo, figlio di Cristoforo, +nato a Cordova, morto a Siviglia il 12 luglio del 1536, nell'età di +cinquant'anni. Sotto l'iscrizione si leggono alcuni distici latini del +seguente significato: + +«Che vale ch'io abbia bagnato dei miei sudori l'intero universo, ch'io +abbia percorso tre volte il nuovo mondo scoperto da mio padre, ch'io +abbia abbellito le rive del tranquillo Beti, e preferito i miei gusti +semplici alle ricchezze per riunire intorno a te le divinità della +sorgente di Castalia, e offrirti i tesori raccolti già da Tolomeo, se +tu, passando in silenzio su questa pietra, non rivolgi nemmeno un saluto +a mio padre, e a me un lieve ricordo?» + +Il sacrestano che ne sapeva più di me, mi spiegò questa iscrizione. +Ferdinando Colombo fu, giovanissimo, paggio di Isabella la Cattolica e +del principe Don Giovanni; viaggiò nelle Indie con suo padre e suo +fratello, l'ammiraglio Don Diego, seguì l'imperatore Carlo V nelle sue +guerre, fece altri viaggi in Asia, in Affrica e nell'America, e per +tutto raccolse con infinite cure e ingenti spese libri preziosissimi, +dei quali compose una biblioteca, che dopo la sua morte passò nelle mani +del capitolo della cattedrale, e rimane tuttora col titolo famoso di +Biblioteca Colombina. Prima di morire scrisse egli stesso i distici +latini che si leggono sulla pietra della sua tomba e manifestò il +desiderio di essere sepolto nella cattedrale. Negli ultimi momenti della +sua vita, si fece portare un vassoio pieno di cenere, se ne asperse il +viso pronunziando le parole della Sacra Scrittura: _Memento homo quia +pulvis es_, intonò il _Te Deum_, sorrise e spirò colla serenità d'un +santo. Subito mi prese il desiderio di visitar la biblioteca e uscii +dalla chiesa. + +Un cicerone mi arrestò sulla soglia per domandarmi se avevo visto il +_Patio de los Naranjos_ (il cortile degli aranci), e avendogli risposto +di no, mi ci condusse. Il cortile degli aranci è posto a tramontana +della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una +fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al +muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che +predicasse san Vincenzo Ferrero. Nello spazio di questo cortile, che è +amplissimo, sorgeva l'antica moschea che si crede sia stata costrutta +verso la fine del secolo duodecimo. Ora non ne rimane più traccia. +All'ombra degli aranci, sull'orlo della vasca della fontana, vanno a +pigliare il fresco i buoni sivigliani _en las ardientes siestas del +estio_; e a rammentare il voluttuoso paradiso di Maometto non resta che +la leggiadra verzura e l'aria imbalsamata, e ad ora ad ora qualche +bella fanciulla dai grandi occhi che vi saetta trasvolando in mezzo agli +alberi lontani. + +La famosa Giralda della cattedrale di Siviglia, è un'antica torre araba, +costrutta, a quanto si afferma, nell'anno mille, sul disegno +dell'architetto Gaver, inventore dell'algebra; modificata nella parte +superiore dopo la riconquista, e ridotta così a campanile cristiano; ma +pur sempre araba all'aspetto, e tuttavia più altera dello sparito +stendardo dei vinti, che non della croce a lei nuovamente imposta dai +vincitori. È un monumento che produce una sensazione nuova; fa +sorridere; è smisurato e imponente come una piramide egizia, e ad un +tempo gaio e gentile come un chiosco di giardino. È una torre di +mattoni, quadrata, d'un bellissimo color di rosa, nuda fino a una certa +altezza, e di qui in su ornata di finestrine moresche, binate, sparse +qua e là come a caso, munite di balconcini che fanno un bellissimo +vedere. Sul piano dove posava anticamente un tetto variopinto, +sormontato d'un'asta di ferro che sorreggeva quattro enormi palle +dorate; sorge il campanile cristiano, di tre piani, il primo occupato +dalle campane, il secondo cinto d'una balaustrata, il terzo formato da +una specie di cupola, sulla quale gira come una banderuola una colossale +statua di bronzo dorato, che rappresenta la Fede, con una palma da una +mano e dall'altra uno stendardo, visibile a grande distanza da Siviglia, +e quando vi batte il sole, scintillante a somiglianza di un enorme +rubino confitto nella corona d'un re titano che signoreggi collo +sguardo tutta la vallata andalusa. + +Salii fino alla sommità, e là fui ampiamente compensato delle fatiche +della salita. Siviglia, tutta bianca come una città di marmo, cinta +d'una corona di giardini, di boschi e di viali, in mezzo ad una campagna +sparsa di ville, si stende sotto allo sguardo in tutta la pompa della +sua bellezza orientale. Il Guadalquivir carico di navi l'attraversa e +l'abbraccia con un larghissimo giro. Qui la Torre dell'Oro disegna le +sue graziose forme sulle acque azzurre del fiume, là l'Alcazar ostenta +le sue austere torri, più oltre giardini del Montpensier spingono oltre +i tetti degli edifizii un ammasso enorme di verzura; lo sguardo penetra +dentro il circo dei tori, nei giardini delle piazze, nei _patios_ delle +case, nei claustri delle chiese, in tutte le strade che vengono a +sboccare intorno alla cattedrale; lontano, si scorgono i villaggi di +Santi-Ponce, di Algaba ed altri che biancheggiano alle falde delle +colline; a destra del Guadalquivir, il grande borgo di Triana; da un +lato, lontanissimo, le creste dentellate della Sierra Morena; dal lato +opposto altri monti svariati d'infinite tinte azzurrine; e sopra questo +meraviglioso panorama il più puro, il più trasparente, il più +incantevole cielo che abbia mai sorriso allo sguardo dell'uomo. + +Sceso dalla Giralda, andai a vedere la biblioteca Colombina, posta in un +edifizio antico, accanto al _Patio de los Naranjos_. Dopo aver visto una +collezione di messali, di bibbie, di manoscritti preziosi, uno tra i +quali attribuito ad Alfonso il Saggio, intitolato: _Il Libro del +Tesoro_, scritto con diligentissima cura nella vecchia lingua spagnuola; +vidi,--lasciatemelo ripetere,--vidi,--io--coi miei occhi inumiditi, e +premendomi una mano sul cuore che mi batteva forte, vidi un libro, un +trattato di cosmografia e di astronomia, in latino, coi margini coperti +di note scritte dalla mano di Cristoforo Colombo. Egli aveva studiato +quel libro quando volgeva in mente il grande disegno, aveva vegliato su +quelle pagine, le aveva toccate, forse la sua divina fronte, in quelle +veglie faticose, si era qualche volta chinata con uno stanco abbandono +su quelle pergamene, e le aveva bagnate di sudore! È un pensiero che fa +fremere! Ma c'è ben altro! Vidi uno scritto della mano di Colombo, nel +quale sono raccolte tutte le profezie degli antichi scrittori sacri e +profani intorno alla scoperta d'un nuovo mondo; scritto del quale egli +si servì, a quanto pare, per indurre i sovrani di Spagna a fornirgli i +mezzi di tentare la sua impresa. V'è, fra gli altri, un passo della +_Medea_ del Seneca, che dice: _Venient annis sæcula seris, quibus +oceanus vincula rerum laxet, et ingens Pateat tellus_. E nel volume del +Seneca, che si trova pure nella biblioteca Colombina, accanto al passo +citato, v'è una annotazione del figlio Ferdinando, che dice:--Questa +profezia è stata avverata da mio padre, l'ammiraglio Cristoforo Colombo, +l'anno 1492.--Mi si riempiron gli occhi di lacrime; avrei voluto esser +solo per baciare quei libri, per stancarmi a forza di rivolgerli tra le +mani, per poterne staccare un piccolo frammento e portarlo con me, come +una cosa sacra. Cristoforo Colombo! Ho visto i suoi caratteri! Ho +toccato i fogli ch'egli ha toccato! L'ho sentito così vicino a me! +Uscendo dalla biblioteca, non so.... mi sarei gettato in mezzo alle +fiamme per salvare un bambino, mi sarei spogliato per soccorrere un +povero, avrei fatto lietamente qualche grande sacrifizio; ero tanto +ricco! + + * * * * * + +Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare all'Alcazar, benchè +si trovi nella stessa piazza della cattedrale, sentii per la prima volta +che cos'è il sole dell'Andalusia. Siviglia è la città più calda della +Spagna, quella era l'ora più calda della giornata, ed io mi trovavo nel +punto più caldo della città; v'era un oceano di luce; non una porta, non +una finestra aperta, non un'anima viva; se m'avessero detto che Siviglia +era disabitata, l'avrei potuto credere. Attraversai la piazza lentamente +cogli occhi socchiusi, col viso raggrinzato, col sudore che mi filava a +grosse goccie giù per le guancie e per il petto, con le mani che mi +pareva d'averle tuffate in un secchio d'acqua. Vicino all'Alcazar trovai +una specie di baracca d'un acquaiolo, e mi cacciai sotto colla +precipitazione d'un uomo che si ripari da una tempesta di sassi. Ripreso +un po' di fiato, mi mossi verso l'Alcazar. + + * * * * * + +L'Alcazar, antico palazzo dei Re mori, è uno dei monumenti meglio +conservati della Spagna. Visto di fuori, pare una fortezza: è tutto +cinto di alte mura, di torri merlate e di vecchie case, che formano +davanti alla facciata due spaziosi cortili. La facciata è nuda e severa +come le altre parti esteriori dell'edifizio. La porta è ornata di +arabeschi dorati e dipinti, fra i quali si vede una iscrizione gotica +che accenna il tempo in cui l'Alcazar fu restaurato per ordine del re +Don Pedro. L'Alcazar, infatti, benchè sia un palazzo arabo, è opera più +dei re Cristiani che dei re Arabi. Fondato non si sa precisamente in che +anno, fu ricostrutto dal re Abdelasio verso la fine del dodicesimo +secolo; conquistato dal re Ferdinando verso la metà del secolo decimo +terzo; rifatto una seconda volta, nel secolo seguente, dal re Don Pedro; +abitato poi, per più o meno tempo, da quasi tutti i re di Castiglia; e +infine scelto da Carlo V per celebrarvi il suo matrimonio coll'Infanta +di Portogallo. L'Alcazar fu testimone degli amori e dei delitti di tre +schiatte di Re; ogni sua pietra desta un ricordo e custodisce un +segreto. + +Si entra, si attraversano due o tre sale, nelle quali non riman più +d'arabo che il soffitto e qualche musaico a piè dei muri, e si riesce in +un cortile dove si rimane attoniti dalla meraviglia. Un portico ad archi +elegantissimi si stende lungo i quattro lati, sostenuto da colonnine di +marmo, unite a due a due; e gli archi e i muri e le finestre e le porte +son coperte di sculture, di musaici, di arabeschi intricatissimi e +delicatissimi, dove traforati come veli di trina; dove fitti e chiusi +come tappeti trapunti; dove sporgenti e penzoli come mazzi e ghirlande +di fiori; e fuor che i musaici dai mille colori, ogni cosa è bianco, +nitido, luccicante come l'avorio. Ai quattro lati son quattro grandi +porte per le quali si entra nelle sale reali. Qui la meraviglia si muta +in incanto. Quanto di più ricco, di più vario, di più splendido può +sognare la più ardente fantasia nel più ardente dei suoi sogni, si trova +in codeste sale. Dal pavimento alla volta, intorno alle porte, lungo gli +spigoli delle finestre, negli angoli più appartati, in qualunque parte +cada lo sguardo, appare un tal formicolío di ornamenti d'oro e di pietre +preziose, una così fitta rete di arabeschi e d'iscrizioni, una così +meravigliosa profusione di disegni e di colori, che appena si son fatti +venti passi, si è sbalorditi e confusi, e l'occhio erra qua e là stanco, +quasi cercando un palmo di parete nuda, in cui rifugiarsi e riposare. In +una di queste sale il custode vi accenna una macchia rossastra +che copre un buon tratto del pavimento marmoreo, e vi dice con voce +solenne: + +"Questa è la traccia del sangue di Don Fadrique gran mastro dell'Ordine +di Sant'Jago, ucciso in questo luogo medesimo, l'anno 1358, per ordine +del re Don Pedro, suo fratello." + +Mi ricordo che quando udii queste parole guardai in viso il custode +coll'aria di voler dire:--Gnamo, via;--e che il buon uomo mi rispose con +un tuono secco: + +"_Caballero_, se io le dicessi di creder la cosa sulla mia parola, ella +avrebbe ogni ragione di dubitarne; ma quando la cosa la può veder lei +coi suoi occhi, sbaglierò, ma... mi pare..." + +"Sì," m'affrettai a dire, "sì, è sangue, lo credo, lo vedo, non +parliamone più." + +Ma se si può scherzar sulla macchia del sangue, non si può sulla +tradizione di quel delitto; l'aspetto del luogo ne ravviva nella mente +tutti i più orrendi particolari. Per l'ampie sale dorate par di sentir +risuonare il passo di Don Fadrique, inseguito dai balestrieri armati di +mazze; il palazzo è immerso nelle tenebre; non si sente altro rumore che +quello dei carnefici e della vittima; Don Fadrique cerca di entrar nel +cortile, Lopez de Padilla lo agguanta, Fadrique si scioglie, è nel +cortile, afferra la spada, maledizione! la croce dell'elsa s'è intricata +nel mantello dell'Ordine di Sant'Jago, i balestrieri sopraggiungono, ei +non ha più tempo a sguainare la lama, fugge qua e là a tentoni, +Fernandez de Roa lo raggiunge e lo atterra con un colpo di mazza, gli +altri gli si avventano addosso e feriscono, Faldrico spira in un lago di +sangue.... + +Ma questo tristo ricordo si perde in mezzo alle mille immagini della +vita deliziosa dei re Arabi. Quelle finestrine gentili, alle quali par +che si debba affacciar da un momento all'altro un volto languido di +Odalisca; quelle porte segrete, davanti alle quali vi fermate vostro +malgrado, come se aveste sentito il fruscío d'una veste; quei dormentori +dei Sultani, immersi in una oscurità misteriosa, nei quali vi par di +sentir confusi in un solo i gemiti amorosi di tutte le fanciulle che vi +perdettero il fior verginale; quella prodigiosa varietà di colori e di +fregi che a somiglianza di una concitatissima e sempre cangiante +sinfonia vi leva i sensi in non so quale smarrimento fantastico che vi +fa dubitar di sognare; quell'architettura delicata e leggerissima, tutta +colonnine che paion braccia di donne, archetti capricciosi, stanzini, +volte affollate di ornamenti che pendono in forma di stallatiti, di +diacciuoli e di grappoli, variopinte come aiuole fiorite; tutto questo +vi mette il desiderio di sedervi in mezzo a una di quelle sale, e di +star là premendovi sul cuore una bella testa bruna d'Andalusa, che vi +faccia dimenticare il mondo e il tempo, e con un lunghissimo bacio che +vi assorbisca la vita vi addormenti per sempre. + +Al pian terreno, la più bella sala è quella degli ambasciatori, formata +da quattro grandi archi che sostengono una galleria di quarantaquattro +archi minori, e in alto una leggiadra cupola scolpita, dipinta, dorata, +ricamata con una grazia inimitabile e uno sfarzo favoloso. Al piano +superiore, dov'eran gli appartamenti d'inverno, non rimane che un +oratorio di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica, e una piccola stanza +che si dice sia quella in cui dormiva il re Don Pedro. Di qui si scende +per una scala stretta e misteriosa nelle stanze in cui abitava la famosa +Maria di Padilla, favorita di Don Pedro, che la tradizione popolare +accusa d'aver istigato il re al fratricidio. + +I giardini dell'Alcazar non sono molto vasti, nè straordinariamente +belli; ma i ricordi che destano valgon più della vastità e della +bellezza. All'ombra di quegli aranci e di quei cipressi, al mormorio di +quelle fontane, quando splendeva in quel purissimo cielo andaluso una +grande e candida luna, e il folto sciame dei cortigiani e degli schiavi +posava; quanti lunghi sospiri di ardenti sultane! quante umili parole di +re superbi! che tremendi amori, e che tremendi amplessi!--Itimad! mio +amore!--mormoravo io, pensando all'amante famosa di re Al-Motamid, e +intanto giravo di sentiero in sentiero come inseguendo il suo +fantasma;--Itimad! Non lasciarmi solo in questo tacito paradiso! +Arrestati! Rendimi un'ora della felicità di questa notte! Ti ricordi? Tu +venisti a me, e la tua ricca chioma cadde sulle mie spalle come un +manto; e in quel modo che il guerriero impugna la sua spada, io afferrai +il tuo collo più bianco e più morbido di quello del cigno! Com'eri +bella! Come il mio cuore ansioso estinse la sua sete dentro la tua bocca +color di sangue! Il tuo bel corpo uscì dalla tua veste splendidamente +ricamata, come una lama nitida e scintillante esce dalla guaina; e +allora io premetti con ambe le mani i tuoi grandi fianchi, e la tua vita +sottile e tutta la perfezione della tua bellezza! Come sei cara, Itimad! +Il tuo bacio è dolce come il vino, e il tuo sguardo, come il vino, fa +smarrir la ragione! + +Mentre facevo così la mia dichiarazione amorosa con frasi e immagini +rubacchiate ai poeti arabi, e proprio nel momento che infilavo un +sentiero tutto fiancheggiato da' fiori, mi sentii a un tratto venir su +tra gamba e gamba uno zampillo d'acqua; feci un salto indietro, +ricevetti uno spruzzo nel viso; mi voltai a destra, uno spruzzo nel +collo; mi girai a sinistra, uno spruzzo nella nuca; mi misi a correre, +acqua di sotto, dai lati, da tutte le parti, a zampilli, a sprazzi, a +pioggia, così che in un momento mi trovai fradicio come se mi avessero +tuffato in una tinozza. Nel punto che apro la bocca per gridare, tutto +cessa, e sento una sonora risata in fondo al giardino; mi volto, e vedo +un giovanotto, appoggiato a un muricciuolo, che mi guarda coll'aria di +dire:--Le è piaciuto?--Quando uscii mi mostrò l'ordigno che aveva +toccato per farmi quella broma (facezia), e mi confortò assicurandomi +che il sole di Siviglia non mi avrebbe lasciato molto tempo in quello +stato di spugna intrisa, a cui ero passato così bruscamente, me +infelice! dalle braccia amorose della mia sultana. + + * * * * * + +La sera, malgrado le voluttuose immagini che m'avea suscitate nella +mente l'Alcazar, fui abbastanza calmo da poter considerare la bellezza +delle sivigliane senza esser poi costretto cercare uno scampo tra le +braccia del console. Io non credo che in nessun paese esistan donne più +atte delle andaluse a far concepire il disegno d'un rapimento; non solo +perchè destin la passione che fa far le corbellerie; ma perchè davvero +paion fatte apposta per esser prese, abballottate e nascoste, tanto son +piccole, leggiere, rotondette, elastiche, morbidine. I loro piedini vi +entrerebbero agevolmente tutti e due in una tasca del soprabito, con una +mano le levereste su per la vita come le bambole, e premendole un po' +con un dito le pieghereste come una verghetta di giunco. Alla bellezza +naturale accoppian poi l'arte di camminare e di guardare in una maniera +da far dar di volta al cervello. Scivolano, sguisciano, ondeggiano; in +un momento solo, passandovi accanto, vi mostrano il piedino, vi fanno +ammirare il braccio, vi mettono in evidenza la vitina, vi scoprono due +file di denti bianchissimi, e vi lanciano uno sguardo lungo e velato che +si figge e muore nel vostro; e poi tiran via con aria di trionfo, sicure +d'avervi messo il sangue sossopra. + +Per avere un'idea della bellezza delle donne del popolo e della loro +foggia di vestire, andai a vedere il giorno dopo la fabbrica di +tabacchi, che è una delle più vaste d'Europa e conta non meno di +cinquemila operaie. L'edifizio è di fronte al vasto giardino del duca di +Montpensier; le operaie si trovan quasi tutte in tre grandissime sale, +divisa ciascuna in tre parti da tre file di pilastri. Il primo colpo +d'occhio è stupendo; vi si presentano tutte insieme allo sguardo +ottocento ragazze, divise in gruppi di cinque o sei, sedute intorno ai +tavolini da lavoro, fitte come una folla, le lontane confuse, le ultime +appena visibili; tutte giovani, poche bambine; ottocento chiome +nerissime e ottocento visi bruni di ogni provincia d'Andalusia, da Iaen +a Cadice, da Granata a Siviglia. Si sente un brulichío come in una +piazza piena di popolo. Le pareti, dalla porta d'entrata fino alla porta +d'uscita, in tutte tre le sale, sono tappezzate di gonnelle, di scialli, +di fazzoletti, di sciarpe; e, cosa curiosissima, tutto quell'ammasso di +cenci che basterebbe a riempire cento botteghe da rigattiere, presenta +due colori dominanti, tutti e due continui, l'uno sotto l'altro, come i +colori d'una lunghissima bandiera: il nero degli scialli sopra, il roseo +delle vesti sotto; misto al rosso il bianco, il porporino, il giallo; e +par di vedere un'immensa bottega di maschere o un'immensa sala da ballo +in cui le ballerine, per esser più libere, abbiano appeso al muro tutto +ciò che non è strettamente necessario a salvare il pudore. Le ragazze si +rimettono quei vestiti per uscire; per lavorare veston roba da +strapazzo; ma ugualmente bianca o rosea. Il caldo essendo +insopportabile, tutte s'alleggeriscono quant'è possibile, e perciò fra +quelle cinquemila ve ne saranno appena una cinquantina delle quali il +visitatore non possa contemplare a suo bell'agio il braccio e la spalla, +senza tener conto dei casi straordinari che si presentano all'improvviso +passare da una sala all'altra, dietro le porte e le colonne, e in fondo +agli angoli lontani. Vi sono dei visi bellissimi; ed anco i non belli +hanno qualche cosa che attira lo sguardo e s'imprime nella memoria: il +colorito, l'occhio, le ciglia, il sorriso. Molte, e specie le così dette +_gitane_, sono d'un bruno carico come le mulatte, e han le labbra +tumide; altre, gli occhi tanto grandi che un loro ritratto fedele +parrebbe un'esagerazione mostruosa; la maggior parte son piccine e ben +fatte, e tutte hanno una rosa o una viola o un mazzetto di fiori di +campo fra le treccie. Sono pagate in ragione del lavoro che fanno; le +più abili e le più operose guadagnano fino a tre lire il giorno; le +pigre--_las holgazanas_--dormono colle braccia incrociate sul tavolo e +la testa appoggiata sulle braccia; le mamme lavorano dimenando una gamba +cui è legata una cordicella che fa dondolare una culla. Dalla sala dei +sigari si passa in quella dei _cigarritos_, da quella dei _cigarritos_ +in quella delle scatole, da quella delle scatole in quella delle casse, +e per tutto si vedon sottane color di rosa, treccie nere ed occhioni. In +una sola di quelle sale quante storie d'amore, di gelosie, d'abbandoni e +di miserie! All'uscire di quella fabbrica, per un pezzo vi par di vedere +da ogni parte pupille nere che vi guardano con mille espressioni diverse +di curiosità, di noia, di simpatia, di allegrezza, di mestizia, di +sonno. + + * * * * * + +Lo stesso giorno andai a vedere il Museo di pittura. + +Il Museo di pittura di Siviglia non possiede un gran numero di quadri; +ma quei pochi valgono un grande Museo. Vi sono i capolavori del Murillo, +e fra questi l'immortale _Sant'Antonio da Padova_, che ha fama di essere +la più divinamente ispirata delle sue creazioni, e una delle più grandi +meraviglie del genio umano. Visitai quel Museo col signor Gonzalo +Segovia e Ardizone, uno dei più illustri giovani di Siviglia, e vorrei +ch'egli fosse ora qui, accanto al mio tavolino, per testificare con una +noticina firmata che nel punto ch'io fissai gli occhi su quel quadro, lo +afferrai pel braccio e gettai un grido. + +Una volta sola, in vita mia, provai una commozione della natura di +quella che m'assalì alla vista di quel l'immagine. Era una bella notte +d'estate, il cielo tutto scintillante di stelle, e la vasta campagna che +si abbracciava con uno sguardo dal luogo alto dove mi trovavo, immersa +in una quiete profonda. Una delle più nobili creature ch'io abbia +incontrato finora nella vita, era accanto a me. Poche ore prima avevamo +letto alcune pagine d'un libro dell'Humboldt. Guardavamo il cielo, e +parlavamo del moto della terra, dei milioni dei mondi, dell'infinito, +con quel tuono sommesso, quasi di voce lontana, che vien spontaneo +quando si parla di tali cose, di notte, in un luogo silenzioso. A un +certo punto tacemmo, e ciascuno si abbandonò, cogli occhi fissi nel +cielo, alle sue fantasie. Io non so per qual ordine di pensieri riuscii +dove riuscii; non so che misterioso movimento d'affetti si sia prodotto +nel mio cuore; non so che cosa abbia veduto, o traveduto, o sognato; so +che tutto ad un tratto mi parve che si squarciasse un velo davanti alla +mia mente, sentii dentro di me una infinita sicurezza di ciò che fino +allora avevo piuttosto desiderato che creduto, il mio cuore si dilatò in +un sentimento di gioia suprema, d'una dolcezza angelica, d'una speranza +immensa; un'onda di lagrime ardenti mi sgorgò impetuosamente dagli +occhi, e afferrando la mano amica che cercava la mia, gridai dal più +profondo dell'anima:--È vero! È vero! È vero!--e mi misi a piangere come +un bambino. + +Il _Sant'Antonio di Padova_ mi fece riprovare la commozione di quella +sera. Il santo è inginocchiato in mezzo alla sua cella: il bambino Gesù, +circonfuso d'una luce bionda e vaporosa, attirato dalla forza della +preghiera, scende fra le sue braccia; Sant'Antonio, rapito in estasi, si +slancia con tutto il suo corpo e tutta la sua anima verso di lui, +rovesciando indietro la sua testa raggiante in uno spasimo di voluttà +sovrumana. Tale fu la scossa che mi diede questo quadro, che pochi +minuti di contemplazione mi lasciarono stanco come se avessi percorso un +grande Museo; e mi prese un tremito che mi durò per tutto il tempo ch'io +rimasi in quella sala. Vidi in seguito gli altri grandi quadri del +Murillo: una _Concezione_, un _San Francesco che abbraccia Cristo_, +un'altra _Visione di Sant'Antonio_, ed altri che non son meno di venti, +tra i quali la incantevole e famosa _Vergine della Servietta_, dipinta +dal Murillo sur una servietta vera, nel Convento de' Cappuccini di +Siviglia, per soddisfare un desiderio del laico che lo serviva: una +delle sue più delicate creazioni, nella quale profuse tutta la magia dei +suoi inimitabili colori; ma nessuno di questi quadri che pur sono +oggetto di meraviglia a tutti gli artisti del mondo, staccò il mio +pensiero e il mio cuore da quel divino Sant'Antonio. + +V'hanno pure in quel Museo quadri dei due Herrera, del Pacheco, di +Alfonso Cano, di Paolo di Cespedes, del Valdes, del Mulato, che fu +servitore del Murillo e ne imitò abilmente la maniera; e infine il +famoso gran quadro l'_Apoteosi di San Tommaso d'Aquino_ di Francesco +Zurbaran, uno dei più eminenti artisti del secolo decimosettimo, +soprannominato il Caravaggio spagnuolo, forse superiore a questi nella +verità e nel sentimento morale, naturalista possente, colorista +vigoroso, inimitabile rappresentatore di frati austeri, di santi +macerati, di eremiti pensosi, di sacerdoti terribili; e poeta insuperato +della penitenza, della solitudine, della meditazione. + + * * * * * + +Dopo avermi fatto vedere il Museo di Pittura, il signor Gonzalo Segovia +mi condusse per un andirivieni di stradine, nella strada _Francos_, che +è una delle principali della città, e fermatosi dinanzi a una piccola +bottega da mercante di panni, mi disse sorridendo: + +"Guardi; non le fa pensare a nulla questa bottega?" + +"In verità," risposi, "a nulla." + +"Guardi il numero." + +"È il numero quindici: e con questo?" + +"Oh! cospetto," esclamò allora il mio amabile cicerone: + + «Numero quindici, + A mano manca!» + +"La bottega del _Barbiere di Siviglia_!" gridai. + +"Appunto," egli mi rispose; "la bottega del barbiere di Siviglia; ma +badi, se ne parlerà in Italia, non giuri, perchè le tradizioni sono +spesso traditrici, e io non vorrei addossarmi la responsabilità d'una +affermazione storica di tanta importanza." + +In quel momento il mercante s'affacciò alla porta della bottega, e +indovinando il perchè eravamo là, rise, e ci disse:--_No está._--Figaro +non c'è, e facendoci un grazioso saluto, si ritrasse. + +Allora pregai il signor Gonzalo di farmi vedere un _patio_, uno di +quegl'incantevoli _patios_, che, a guardarli dalla strada, mi facevan +fantasticare tante delizie. "Voglio vederne almeno uno," gli +dissi, "penetrare una volta in mezzo a quei misteri, toccar le pareti, +assicurarmi che sono una cosa vera, e non una visione."--Il mio +desiderio fu subito appagato. Entrammo nel _patio_ d'un amico suo. Il +signor Gonzalo disse al servitore lo scopo della visita, e rimanemmo +soli. La casa non aveva che un piano. Il _patio_ non era più spazioso +d'una sala comune; ma tutto marmo e fiori, e uno schizzo d'acqua nel +mezzo, e intorno quadri e statuette, e fra tetto e tetto una tenda che +riparava dal sole. In un canto si vedeva un tavolino da lavoro, e qua e +là seggiole e panchettine, sulle quali s'eran forse posati poco prima i +piedi di qualche Andalusa che in quel momento ci osservava di fra le +stecche d'una persiana. Io guardai minutamente ogni cosa, come avrei +fatto in una casa abbandonata dalle fate; sedetti, chiusi gli occhi e +immaginai d'essere il padrone; poi m'alzai, bagnai una mano allo +zampillo della fontana, palpai una colonnetta, m'affacciai alla porta, +presi un fiore, alzai gli occhi alle finestre, risi, misi un sospiro, e +dissi:--"Quanto debbono esser felici coloro che vivon qui!"--In quel +punto sentii ridere, mi voltai, e vidi lampeggiar dietro una persiana +due neri occhietti, che sparirono subito. "In verità," dissi "non +credevo che su questa terra si potesse ancora vivere tanto poeticamente! +E pensar che voi vi godete queste case per tutta la vita! E che avete +ancora voglia di stillarvi il cervello colla politica!"--Il signor +Gonzalo mi spiegò i secreti della casa.--"Tutti questi mobili," mi disse +"questi quadri, questi vasi di fiori, all'avvicinarsi dell'autunno +scompaion di qui e risalgono al primo piano, che è l'abitazione +dell'inverno e della primavera. All'avvicinarsi dell'estate, letti, +armadii, tavole, seggiole, ogni cosa si riporta nelle stanze a pian +terreno, e la famiglia dorme qui, e desina, riceve gli amici e lavora, +in mezzo ai fiori e ai marmi, al mormorío della fontana. E poichè la +notte si lascian le porte aperte, dalle stanze dove si dorme si vede il +_patio_ illuminato dalla luna, e si sente l'odor delle rose."--"Oh +basta!" esclamai, "basta, signor Gonzalo, abbia pietà degli +stranieri!"--E ridendo di cuore tutti e due, uscimmo per andar a vedere +la famosa _Casa de Pilatos_. + + * * * * * + +Passando per una stradina solitaria, vidi nelle vetrine d'una +chincaglieria un assortimento di coltelli così spropositatamente larghi +e lunghi e stravaganti, che mi venne il desiderio di comprarne uno. +Entrai, me ne fu schierata una ventina sotto gli occhi, ed io me li feci +aprire uno per uno. Ad ogni scatto di lama indietreggiavo d'un passo. +Non credo che si possa immaginare un'arma di aspetto più barbaro e più +orrendo di questa. Da un manico di rame, o d'ottone, o di corno, un po' +curvo, e lavorato a trafori che lascian vedere delle striscioline di +talco di varii colori, balza fuori, producendo un rumore simile a quello +d'una raganella, una lama larga come la palma della mano, lunga due +palmi, acuta come un pugnale, della forma di un pesce, ornata d'intagli +colorati di rosso che paion righe di sangue rappreso, e d'iscrizioni +minacciose e feroci. Sur una è scritto in spagnuolo:--_Non aprirmi senza +ragione, non chiudermi senza onore;_--sur un'altra:--_Dove tocco è +finita;_--sur una terza:--_Quando questa serpe morde, il medico non ci +ha più che fare;_--ed altre galanterie di questa natura. Il nome proprio +di questi coltelli è _navaja_ che vuol dire anche rasoio, e la _navaja_ +è l'arma da duello del popolo. Ora, è un po' caduta in disuso, ma una +volta era in grande onore; v'erano i maestri, ciascuno aveva il suo +colpo segreto, si facevan dei duelli secondo tutte le regole della +cavalleria. Comprai la più spropositata _navaja_ della bottega, e +ripigliammo la nostra strada. + + * * * * * + +La _Casa de Pilato_, posseduta dalla famiglia di Medina-Coeli, è, dopo +l'Alcazar, il più bel monumento d'architettura araba che esista a +Siviglia. Il nome di _Casa di Pilato_ le venne da che il suo fondatore, +Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa, la fece costrurre, +secondo si narra, ad imitazione della casa del pretore Romano ch'egli +aveva vista a Gerusalemme dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto +esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso. Si entra +dapprima in un cortile, non meno bello di quello incantevole +dell'Alcazar, cinto d'un doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre +colonne di marmo, che forman due leggerissime gallerie, l'una +sovrapposta all'altra, e delicate tanto alla vista da far temere che +rovinino al primo soffio di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana, +sorretta da quattro delfini di marmo e coronata d'una testa di Giano. I +muri sono ornati, in basso, di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni +maniera di capricciosi arabeschi; qua e là aperti in belle nicchie che +contengon busti d'imperatori romani. Ai quattro angoli del cortile, +sorgono quattro statue colossali. Le sale son degne del cortile: i +soffitti, i muri, le porte sono scolpiti, ricamati, fioriti, istoriati +con una delicatezza da miniatura. In una vecchia cappella di stile misto +di gotico e d'arabo, di forma elegantissima, si conserva una piccola +colonna alta poco più di tre piedi, donata da Pio V a un discendente del +fondatore del palazzo, allora vicerè di Napoli; alla qual colonna, narra +la tradizione che sia stato avvinto Gesù Cristo per essere flagellato; +il che, se pur fosse vero, proverebbe che Pio V non aveva nemmeno un +pelo che ci credesse, chè altrimenti non avrebbe commesso, così alla +leggiera, l'inqualificabile sproposito di privarsene per fare un regalo +al primo venuto. Tutto il palazzo è sparso di sacre memorie. Al primo +piano, il custode vi accenna una finestra che corrisponde a quella +presso cui era seduto san Pietro quando rinnegò Gesù, e il finestrino +dal quale la fante lo riconobbe. Dalla strada si vede un'altra finestra +con un terrazzino di pietra, che occupa precisamente il posto di quella +dove Gesù fu mostrato al popolo colla corona di spine. Il giardino è +pieno di frammenti di statue antiche portate dall'Italia da quello +stesso Don Pedro Afan de Ribera, vicerè di Napoli. Fra le altre fiabe +che si raccontano intorno a quel misterioso giardino, si dice che Don +Pedro Afan de Ribera vi aveva posto l'urna, recata dall'Italia, che +conteneva le ceneri dell'Imperatore Traiano, e che un curioso senza +garbo, avendola rovesciata con un urto, le ceneri dell'Imperatore +s'erano sparse fra l'erba, e nessuno era più riuscito a raccoglierle. +Così l'augusto monarca, nato a Italica, per uno stranissimo caso era +tornato vicino alla sua città nativa, non assai bene in arnese, a dir +vero, per poter recarsi a meditare sulle sue rovine; ma pur vicino in +ogni modo. + + * * * * * + +Dopo quello che ho accennato, si può dire, non d'aver visto, ma d'aver +cominciato a vedere Siviglia. Io però mi arresto qui, perchè tutto deve +aver una fine. Lascio da un lato i passeggi, le piazze, le porte, le +biblioteche, i palazzi pubblici, le case dei grandi, i giardini, le +chiese; ristringendomi a dire che, dopo aver girato per parecchi giorni +dal levar del sole al tramonto, dovetti partire da Siviglia col peso di +molti rimorsi sulla coscienza. Non sapevo più dove battere il capo. Ero +giunto a tal segno di stanchezza che l'annunzio d'una nuova cosa da +vedere mi faceva più spavento che piacere. Il buon signor Gonzalo mi +ispirava coraggio, mi confortava, mi accorciava il cammino colla sua +piacevolissima compagnia; ma tant'è, di quello che vidi gli ultimi +giorni non serbo che una memoria molto confusa. + + * * * * * + +Siviglia, benchè non meriti più il titolo glorioso di Atene spagnuola, +come ai tempi di Carlo V e di Filippo II, quando madre ed ospite d'una +folta ed eletta schiera di poeti e di pittori, era la sede della civiltà +e delle arti del vasto impero dei suoi monarchi; è pur sempre fra le +città di Spagna, eccettuata Madrid, quella in cui la vita artistica si +mantiene più rigogliosa, e per la copia degli ingegni, e per l'opera dei +mecenati, e per la natura del popolo amantissimo delle belle arti. V'è +una fiorente Accademia letteraria, una Società protettrice delle arti, +un'Università di bella fama, e una famiglia di dotti e di scultori, che +godono d'una onorevole reputazione in Ispagna. Ma la prima gloria +letteraria di Siviglia è una signora, Caterina Bohl, autrice delle +novelle che portano il nome di Fernan Caballero, diffusissime in Spagna, +e in America, tradotte in quasi tutte le lingue d'Europa, e note anche +in Italia, dove alcune vennero non è molto pubblicate, a ogni persona +che s'occupi nulla nulla di letteratura straniera. Son quadri ammirabili +di costumi andalusi, pieni di verità, d'affetto, di grazia, e sopra +tutto d'un così possente vigore di fede, d'un entusiasmo religioso così +intrepido, d'una carità cristiana così ardente, che il più scettico uomo +del mondo ne sarebbe scosso e turbato. Caterina Bohl è una donna che +affronterebbe il martirio con la fermezza e la serenità di sant'Ignazio. +E la coscienza della sua forza si rivela ad ogni sua pagina: non si +ristringe a difendere la religione e a predicarla, assale, minaccia, +fulmina i nemici; e non solo i nemici della religione, ma ogni uomo ed +ogni cosa che accolga, per dirla con una frase fatta, lo spirito del +secolo, poich'ella non perdona a nulla di quanto s'è fatto al mondo dai +tempi dell'Inquisizione in poi, ed è più inesorabile del Sillabo. Ed è +questo forse il suo più gran difetto di scrittrice, perchè i suoi +predicozzi religiosi, e le sue invettive sono soverchio fitte, e quando +non rivoltano, ristuccano, e nuocciono, più che non giovino alle sue +stesse mire. Ma non c'è ombra di fiele nell'anima sua, e quale è nei +libri, tale nella vita: gentile, buona, caritatevole; in Siviglia è +venerata come una santa. Nacque nella città, si maritò giovanissima, ed +ora è vedova per la terza volta. Il suo ultimo marito, che fu +ambasciatore di Spagna a Londra, si uccise, ed ella da quel giorno non +ha più deposto il lutto. Ha ora poco meno di settant'anni, fu +bellissima, ed il suo aspetto nobile e sereno serba l'impronta della +bellezza. Suo padre, ch'era uomo fornito di acuto ingegno e di vasta +cultura, le fece apprendere in tenera età varie lingue: conosce +profondamente il latino, e parla con facilità mirabile l'italiano, il +tedesco, il francese. Oramai, benchè giornali ed editori d'Europa e +d'America la stimolino con larghissime offerte a scrivere, non scrive +più; ma non vive per questo inoperosa. Legge dalla mattina alla sera +ogni sorta di libri, e leggendo o fa la calza o ricama, poichè ha +fermissimamente deciso che i suoi studi di letteratura non debbano +togliere neanche un minuto alle sue faccende da donna. Non ha figliuoli, +vive in una casa solitaria, della quale ha ceduto il miglior quartiere a +una famiglia povera, e spende una buona parte dell'aver suo in +elemosine. Un tratto curioso del suo carattere è l'affetto vivissimo che +porta alle bestie: ha la casa piena d'uccelli, di gatti e di cani; e la +sua sensitività, a questo riguardo, è così delicata, ch'ella non ha mai +voluto metter piede in una carrozza, dal timore di veder dare una +frustata al cavallo per cagion sua. Tutti i dolori l'affliggono come +suoi proprii dolori: la vista d'un cieco, d'un malato, d'una sventura +quale essa sia, la turba per una giornata intera; non può chiuder gli +occhi al sonno, se non ha prima asciugato una lacrima; darebbe +lietamente tutta la sua gloria per risparmiare una trafittura di cuore +ad uno sconosciuto. Prima della rivoluzione viveva meno solitaria: la +famiglia Montpensier la riceveva con grandi onoranze, le più illustri +famiglie di Siviglia facevano a gara per averla in casa; ora non vive +che coi suoi libri e con poche amiche. + + * * * * * + +Ai tempi degli Arabi, Cordova aveva il primato nella letteratura, +Siviglia nella musica; Averroes diceva:--Quando a Siviglia muore un +dotto e si voglion vendere i suoi libri, si mandano a Cordova; ma se a +Cordova muore un musico, i suoi strumenti si mandano a vendere a +Siviglia.--Ora Cordova ha perduto anche il primato letterario, e +Siviglia li ha tutti e due. Non son più i tempi, certo, in cui un poeta, +cantando le bellezze d'una fanciulla, faceva accorrere intorno a lei, da +tutte le parti del regno, una folla d'innamorati; e un principe +invidiava un altro principe, solo perchè era stato fatto in sua lode un +verso più bello di quanti ne fossero mai stati ispirati da lui; e un +Califfo premiava l'autore d'un bell'inno con un regalo di cento +cammelli, d'uno stuolo di schiavi e d'un vaso d'oro; e una ingegnosa +strofa improvvisata a tempo scioglieva dalle catene uno schiavo o +salvava la vita a un condannato a morte; e i musici passeggiavan per le +strade di Siviglia con un corteggio da monarchi, e il favore dei poeti +era cercato come quello dei re, e la lira era temuta come la spada. Ma +il popolo sivigliano è pur sempre il popolo più poeta della Spagna. Il +frizzo, la parola amorosa, l'espressione della gioia e dell'entusiasmo +sgorgano dalle sue labbra con una spontaneità e una grazia che seduce. +Il popolano di Siviglia improvvisa versi, parla che par che canti, +gestisce che par che declami, ride e folleggia come i fanciulli. A +Siviglia non s'invecchia. È una città in cui si sfuma la vita in un +sorriso continuo, senz'altro pensiero che di godersi il bel cielo, le +belle casine, i giardinetti voluttuosi. È la città più quieta di Spagna; +è la sola, che dalla rivoluzione in poi, non sia stata agitata da alcuni +di quei tristi commovimenti politici che sconvolsero le altre; la +politica non passa la prima pelle; si bada a fare all'amore; tutte le +altre cose si pigliano in ridere; _todo lo toman de broma_, dicono dei +sivigliani gli altri spagnuoli; e in vero, con quell'aria profumata, con +quelle stradine da città orientale, con quelle donnine piene di fuoco, +confondersi! A Madrid si parla male di loro; si dice che son vani, +falsi, mutevoli, pettegoli. È gelosia! Invidiano la loro indole felice, +la simpatia che ispirano agli stranieri, le loro ragazze, i loro poeti, +i loro pittori, i loro oratori, la loro Giralda, il loro Alcazar, il +loro Guadalquivir, la loro vita, la loro storia! Così dicono i +sivigliani battendosi una mano sul petto e cacciando in aria un nuvolo +di fumo dal loro inseparabile _cigarrito_; e le loro belle donnine si +vendicano delle madrilene e di tutte le donne del mondo, parlando con +maligna pietà dei lunghi piedi, delle larghe vite e degli occhi morti +che in Andalusia non riceverebbero l'onore d'uno sguardo e l'omaggio +d'un sospiro. Bello ed amabile popolo in verità, al quale, ahimè! +bisogna pur vedere il rovescio della medaglia, soverchia la +superstizione e mancan le scuole, come a quasi tutta la Spagna +meridionale, in parte non per sua colpa, ma in parte sì; e questa, +forse, non è la parte minore. + + * * * * * + +Il giorno fissato per la partenza mi arrivò addosso inaspettato. È +strano: io non ricordo quasi nulla dei particolari della mia vita a +Siviglia; è un gran che se so dire a me stesso dove desinai, di che cosa +parlai col Console, come passai le serate, perchè stabilii di partire +quel dato giorno; ero assente da me stesso; vivevo, se posso così +esprimermi, fuori di me; fui per tutto il tempo che rimasi in quella +città, un po' intontito. Fuor che nel Museo e nel _patio_, il mio amico +Segovia deve aver trovato che sapevo di poco; e ora, non so perchè, +penso a quei giorni come a un sogno. Di nessun'altra città m'è rimasta +una ricordanza così vaga come di Siviglia. Oggi ancora, mentre son ben +sicuro di essere stato a Saragozza, a Madrid, a Toledo, qualche volta, +pensando a Siviglia, mi piglia un dubbio. Mi pare che sia una città +molto più lontana degli ultimi confini della Spagna, che per tornarci +dovrei viaggiare mesi e mesi, e attraversare terre sconosciute e grandi +mari e popoli in tutto diversi da noi. Penso alle strade di Siviglia, a +certe piazzette, a certe case, come penserei alle macchie della luna. A +volte, l'immagine di quella città mi passa dinanzi agli occhi, come una +forma bianca, e dispare, quasi senza che io possa afferrarla colla +mente; la vedo odorando un arancio cogli occhi chiusi; fiutando I' aria, +in certe ore della giornata, sulla porta d'un giardino; canterellando +una canzoncina che sentii cantare da un ragazzo su per le scale della +Giralda. Non so spiegare a me stesso questo secreto; ci penso, come a +una città che avessi ancora da vedere, e godo nel guardare stampe e +nello sfogliar libri comprati là, perchè son cose che attestano a me +stesso che ci sono stato. Un mese fa ricevetti una lettera del Segovia +che mi diceva:--Ritornate fra noi;--e n'ebbi un piacere matto, e nello +stesso tempo risi come se m'avessero detto:--Fate una corsa a Pekino.--E +appunto per questo Siviglia mi è cara su tutte le altre città della +Spagna; l'amo come una bella donna sconosciuta, che attraversando un +bosco misterioso, m'avesse gettato uno sguardo ed un fiore. Quante +volte, quando un amico mi scuote dicendomi:--A che pensi?--o nella +platea d'un teatro o nella sala d'un caffè, io, per tornare a lui, debbo +uscire dallo stanzino di Maria Padilla, o da una barca che scivola +all'ombra dei platani della _Cristina_, o dalla bottega di Figaro, o dal +vestibolo di un _patio_ pieno di fiori, di zampilli e di lumi! + + * * * * * + +M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia Segovia, presso la Torre +dell'Oro, in un'ora che Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno, +e un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce. Mi ricordo che +pochi momenti prima della partenza, un giovinetto venne a bordo a +cercarmi, e mi rimise una lettera di Gonzalo Segovia, la quale +racchiudeva un sonetto che serbo tuttora, come uno dei più preziosi +ricordi di Siviglia. Sul bastimento era una compagnia di cantanti +spagnuoli, una famiglia inglese, degli operai, dei bambini. Il capitano, +da buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti. Appiccai subito +discorso con lui. Il mio amico Gonzalo è figliuolo del proprietario del +bastimento; parlammo della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare, di +mille cose allegre. Ah! il pover uomo era ben lontano dal pensare che, +pochi giorni dopo, quel malaugurato bastimento si sarebbe sfasciato in +mezzo al mare, ed egli avrebbe fatto così un'orrenda fine! Era il +_Guadaira_ del quale scoppiò la caldaia a breve distanza da Marsiglia, +il giorno 16 giugno del 1872. + + * * * * * + +A tre ore il bastimento partì alla volta di Cadice. + + + + +X. + +CADICE + + +Quella fu la serata più deliziosa di tutto il mio viaggio. + +Poco dopo che il bastimento s'era mosso cominciò ad alitare una di +quelle aurette gentili che scherzano come la manina d'un bimbo col +fiocco della cravatta e coi capelli delle tempie; e da prora a poppa si +levò un vocío di donne e di ragazzi, come segue in una brigata d'amici +al primo chiocco di frusta che annunzia la partenza per una scampagnata +festiva. Tutti i passeggieri si radunarono a poppa, all'ombra d'un'ampia +tenda variopinta come un padiglione chinese, e chi sedette sui cordami, +chi si sdraiò sulle panche, chi si appoggiò al parapetto, ognuno rivolto +dalla parte della torre dell'Oro, per godere lo spettacolo famoso e +incantevole di Siviglia che s'allontana e dispare. Qualche donnina aveva +ancora il viso bagnato delle lagrime dell'addio, qualche bambino era +ancora un po' stordito dallo strepito della macchina a vapore, qualche +signore non aveva ancora finito di bisticciarsi coi facchini che gli +avevan un po' strapazzato i bauli; ma di lì a pochi minuti tutti si +rasserenarono, si cominciò a mondare aranci, ad accender sigari, a far +girare fiaschettine di liquori, ad appiccar conversazione cogli +sconosciuti, a canterellare, a ridere; in un quarto d'ora fummo tutti +amici. Il bastimento scivolava colla soavità d'una gondola sulle acque +chete e limpide, che riflettevano come uno specchio le vesti bianche +delle signore; e l'aria portava un gratissimo odore d'aranci dai boschi +delle sponde popolate di ville. Siviglia s'era nascosta dietro la sua +cinta di giardini; e noi non vedevamo più che un mucchio immenso +d'alberi verdissimi, e di sopra la nera mole della cattedrale, e la +Giralda color di rosa, sormontata dalla sua statua fiammeggiante come +una lingua di fuoco. Via via che ci allontanavamo la cattedrale appariva +più grande e più maestosa come se tenesse dietro alla nave e guadagnasse +terreno; ora pareva che, pure inseguendoci, si allontanasse dalla +sponda; ora che si fosse posta a cavallo del fiume; un momento sembrava +che fosse tutt'a un tratto ritornata al suo posto; un momento dopo +appariva tanto vicina da far sospettare che il bastimento tornasse +indietro. Il Guadalquivir serpeggia a brevi curve; secondo che il +bastimento andava di qua o di là, Siviglia appariva e spariva. Ora +faceva capolino da una parte, come se si fosse allungata fuor della sua +cinta; ora balzava tutt'a un tratto al di sopra dei boschi, +biancheggiando come un altopiano coperto di neve; ora lasciava veder +qua e là in mezzo al verde alcune striscie bianche, e si nascondeva +daccapo, e faceva ogni sorta di vezzi e di civetteríe da donnina +capricciosa. Poi disparve, e non la rivedemmo più; e non rimase che la +cattedrale. Allora tutti si voltarono a guardare le sponde. Pareva di +navigare in un lago d'un giardino. Qui una collina vestita di cipressi, +là un poggio tutto fiorito, più oltre un villaggio schierato lungo la +sponda; e sotto i pergolati dei giardini e sulle terrazze delle ville, +signore che ci guardavan col canocchiale; e qua e là famiglie di +contadini vestiti di vivi colori, e barchette a vela, e ragazzi nudi che +si tuffavan nell'acqua e facean tomboli e guizzi, strillando e agitando +le mani verso le signore del bastimento che si coprivano il viso col +ventaglio. A qualche miglio da Siviglia, incontrammo tre bastimenti a +vapore a breve distanza l'un dall'altro. Il primo ci venne addosso +all'improvviso, in una giravolta del fiume, così che io, non esperto di +quella maniera di navigazione, temetti un momento che non si fosse più +in tempo ad evitare lo scontro. I due bastimenti si passaron vicini +quasi da toccarsi, e i passeggieri dell'uno e dell'altro si salutarono e +si gettaron sigari e aranci, incaricandosi a vicenda di portare un +saluto a Cadice e a Siviglia. + +I miei compagni di viaggio eran quasi tutti Andalusi; così che dopo +un'ora di conversazione, io li conosceva dal primo all'ultimo, nè più nè +meno che se fossero stati tutti miei amici d'infanzia. Ognuno disse +subito a chi lo voleva e a chi non lo voleva sapere, chi egli era, +quant'anni aveva, che cosa faceva, dove andava, e qualcuno anche quante +amanti aveva avute e quante _pecetas_ portava nella borsa. Io fui preso +per un cantante, e non è strano per chi pensi che in Spagna il popolo +crede che tre quarti degl'Italiani campino cantando o ballando o +recitando. Un signore, vedendo che avevo un libro italiano tra le mani, +mi domandò di punto in bianco: + +"Dove ha lasciato la compagnia?" + +"Qual compagnia?" domandai io. + +"O che lei non cantava colla Fricci al teatro della Zarzuela?" + +"Mi spiace; ma io non ho mai messo piede sul teatro." + +"To'; allora bisogna dire che il secondo tenore e lei si rassomigliano +come due goccie d'acqua." + +"Bisogna dir così." + +"Scusi, sa." + +"Non c'è di che." + +"Ma lei è italiano?" + +"Italiano." + +"Canta?" + +"Me ne rincresce: non canto." + +"È curiosa! A giudicar dalla struttura del suo collo e del suo petto +avrei detto che lei doveva avere una stupenda voce di tenore." + +Io mi toccai il petto e il collo e risposi: + +"Può darsi, proverò, non si sa mai: due delle condizioni volute le ho: +sono italiano e ho un collo da tenore: la voce deve venire."--A questo +punto, la prima donna della compagnia che aveva sentito il dialogo, +entrò nella conversazione, e dopo di lei tutta la compagnia: + +"Il signore è italiano?" + +"Per servirla." + +"Glielo domando appunto perchè ho bisogno d'un piacere. Che cosa voglion +dire quei versi del _Trovatore_ che dicono: + + «Non può nemmeno un Dio + Donna rapirti a me.» + +"È maritata la signora?" + +Tutti si misero a ridere. + +"Sì," rispose la prima donna; "ma perchè mi fa questa domanda?" + +"Perchè.... non può nemmeno un Dio rapirla a me, vuol dire quello che +suo marito, se ha due bravi occhi nella testa, dovrebbe dire di lei ogni +mattina quando si leva e ogni sera quando va a letto: _Ni Dios mismo +podria arrancármela_." + +Gli altri risero; ma alla prima donna parve così stravagante quella +supposta arroganza di suo marito, di affermarsi sicuro anche da un Dio, +mentre forse ella sapeva che non aveva avuto sempre l'accortezza di +guardarsi dagli uomini; che appena degnò il mio complimento d'un sorriso +per far vedere che l'aveva capito. E mi domandò subito la spiegazione +d'un altro verso, e dopo di lei il baritono, e dopo il baritono il +tenore, e dopo il tenore la seconda donna, e via via, per un pezzo non +feci che tradur cattivi versi italiani in pessima prosa spagnuola, con +gran soddisfazione di quella buona gente che per la prima volta poteva +dire di capire un poco quello che aveva tante volte cantato coll'aria di +capire moltissimo. Quando ognuno ne seppe quanto voleva, la +conversazione si ruppe; io stetti un po' col baritono che mi canterellò +un'aria di zarzuela; poi mi attaccai a un corista, il quale mi disse che +il tenore faceva all'amore colla prima donna; poi tirai in disparte il +tenore che mi scoperse gli altarini della moglie del baritono; poi +discorsi colla prima donna che disse roba da chiodi dell'intera +compagnia; ma erano tutti amiconi, e incontrandosi in quell'andare e +venire sulla coperta, gli uomini si azzeccavan dei pizzicotti, le donne +si mandavan dei baci, gli uni e le altre si scambiavano sguardi e +sorrisi che rivelavano intelligenze secrete; e chi solfeggiava di qui, e +chi canterellava di là, e chi faceva un trillo in un canto, e chi in un +altro tentava un _do_ di petto che finiva in un rantolo; e intanto +discorrevan tutti insieme di mille corbellerie. Suonò finalmente la +campanella e ci gettammo a tavola coll'impeto di tanti invitati +ufficiali a un pranzo di gala per una festa d'inaugurazione d'un +monumento. A quel desinare, in mezzo alle grida e ai canti di tutta +quella gente, bevvi per la prima volta un bicchiere schietto di quel +formidabile vino di Jerez, del quale si cantan le meraviglie ai quattro +angoli della terra. Appena l'avevo tracannato, che mi parve di sentire +una scintilla scorrere per tutte le mie vene, e la testa infiammarmisi +come se l'avessi piena di zolfo. Bevvero tutti gli altri, e a tutti +pigliò un'allegria sfrenata e una parlantina irresistibile; la prima +donna si mise a discorrere in italiano; il tenore in francese; il +baritono in portoghese, gli altri in dialetto; io in tutte le lingue e +lì brindisi e canzoncine ed evviva ed occhiate e strette di mano sopra +la tavola e giuochi di pedina di sotto e dichiarazioni di simpatia che +s'incrociavano in tutti i sensi come le impertinenze in un Parlamento +quando destra e sinistra s'accapigliano. Finito il desinare, si salì +tutti in coperta, rossi, tronfi, sbuffanti, avvolti in una nuvola di +fumo di _cigarritos_; e là, al lume della luna, che inargentava l'ampio +fiume, e copriva di una luce limpidissima i boschi e le colline +ricominciarono più clamorose le conversazioni, e dopo le conversazioni i +canti, non più di ariette di zarzuela, ma d'operoni coi fiocchi, +duetti, terzetti, cori, con accompagnamento di gesti e di passi da palco +scenico, intercalati di declamazioni di versi, di racconti, d'aneddoti, +di risa sgangherate, di applausi fragorosi; finchè sfiatati e rifiniti, +tutti tacquero, qualcuno s'addormentò col viso in aria, qualche altro +s'andò ad accucciolare sotto coperta, la prima donna sedette in +un canto a guardar la luna. Il tenore russava; io approfittai della +buona occasione per andare a farmi ripetere a bassa voce un'arietta +della zarzuela: _El sargento Federico_. La cortese andalusa non +si fece pregare, cantò; ma tutt'a un tratto tacque e chinò il viso. +La guardai: piangeva. Le domandai che cos'avesse. Mi rispose +malinconicamente:--Penso a uno spergiuro.--Poi diede in uno scoppio di +risa e ricominciò a cantare. Aveva una voce armoniosa e snella, e +cantava con un sentimento come di tristezza amorosa; il cielo era tutto +tempestato di stelle, e il bastimento scorreva così placidamente sul +fiume che pareva appena che si muovesse; e io pensavo ai giardini di +Siviglia, all'Affrica vicina, e a una persona cara che m'aspettava in +Italia, e mi pigliava il piantoriso, e quando la donna cessava di +cantare, le dicevo:--Canti ancora--e + + «Lingua mortal non dice + Quel ch'io sentiva in seno...» + +Allo spuntar dell'alba il bastimento stava per entrare nell'Oceano; il +fiume era immenso; la riva destra appariva appena, in lontananza, come +una lingua di terra di là dalla quale luccicavan le acque del mare. +Alcuni istanti dopo il sole s'affacciò all'orizzonte, e il bastimento +uscì dal fiume. Allora ci si spiegò dinanzi agli occhi un tale +spettacolo, che se si potessero confondere in una sola arte +rappresentativa la poesia, la pittura e la musica, io per me credo che +Dante colle sue più grandi immagini, il Tiziano coi suoi più fulgidi +colori e il Rossini colle sue più potenti armonie, non sarebbero +riusciti, tutti e tre insieme, a significarne la magnificenza e +l'incanto. Il cielo era una meraviglia di color zaffiro senza la macchia +d'una nube, e il mare così bello che pareva un immenso tappeto di raso +serico; e luccicava al sommo delle lievi increspature che vi faceva +l'aura leggerissima, come se fosse tutto coperto di gemme azzurre, e +formava specchi e striscie luminose, e in lontananza mandava +lampeggiamenti di luce d'argento, e mostrava qua e là alte e +bianchissime vele, simili ad ali sornotanti di giganteschi angeli +caduti. Non ho mai visto tanta vivezza di colori, tanta pompa di luce, +tanta freschezza, tanta trasparenza, tanta limpidità d'acque e di cielo. +Pareva una di quelle aurore della creazione che la fantasia dei poeti ci +dipinse così pure e così sfolgoranti da non esser più le nostre, al +paragone, che un pallido riflesso; ed era più che lo svegliarsi della +natura e il ridestarsi della vita; era come una festa, un trionfo, un +ringiovanimento del creato, che sentisse espandersi nell'infinito un +secondo soffio di Dio. + +Scesi sotto coperta per pigliare il canocchiale; quando salii vidi +Cadice. + +La prima impressione che mi fece fu di mettermi in dubbio se fosse o non +fosse una città; poi risi; poi mi voltai verso i miei compagni di +viaggio coll'aria di chi domanda che lo rassicurino che non s'è +ingannato. Cadice sembra un'isola di gesso. È una gran macchia bianca in +mezzo al mare senza una sfumatura oscura, senza un punto nero, senza +un'ombra; una macchia bianca tersa e purissima come una collina coperta +di neve intatta che spicchi sur un cielo color di berillo e di turchina +in mezzo a una vasta pianura allagata. Una lunga e sottilissima +striscia di terra l'unisce al continente; da tutte le altre parti è +bagnata dal mare, come un bastimento sul punto di far vela, non +trattenuto più alla riva che da una catena. A poco a poco si distinsero +i contorni dei campanili, i profili delle case, le imboccature delle +strade; e ogni cosa pareva più bianco via via che ci avvicinavamo, e per +quanto guardassi col canocchiale, non mi veniva fatto di trovare in +quella bianchezza il più piccolo neo, neanco sopra gli edifizi, neanco +intorno al porto, neanco negli estremi sobborghi. Si arrivò nel porto +dove non erano che pochi bastimenti a grande distanza gli uni dagli +altri, scesi in una barca senza neppur portare con me la valigia perchè +dovevo ripartir la stessa sera per Malaga, e così vivo era il mio +desiderio di veder la città, che quando la barca giunse alla riva, +spiccai innanzi tempo il salto e caddi in terra come _corpo morto_, che +risenta ancora, ahimè! i dolori d'un corpo vivo. + +Cadice è la città più bianca del mondo; e non gioverebbe oppormi che non +vidi tutte le città, perchè ho per me la buona ragione, che una città +più bianca d'una che è superlativamente e completamente bianca non ci +può essere. Cordova e Siviglia non han nulla che fare con Cadice; quelle +son bianche come la carta, Cadice è bianca come il latte. Per darne una +idea, non ci sarebbe di meglio che scrivere mille volte di seguito la +parola «bianca» con una matita bianca su carta azzurra e notare in +margine:--Impressioni di Cadice--Cadice è uno dei più stravaganti e +graziosi capricci umani. Non son bianchi soltanto i muri esterni delle +case: son bianche le scale, bianchi i cortili, bianche le pareti delle +botteghe, bianchi i muricciuoli, bianchi i pilastri, bianchi gli angoli +più riposti e più oscuri delle case più povere, delle strade più +appartate; bianco ogni cosa dai tetti alle cantine, per tutto dove può +entrare la punta di un pennello, persino i fori, persino le +screpolature, persino i nidi degli uccelli. In ogni casa è un deposito +di calce e di bianco, e ogni volta che l'occhio scrutatore degli +inquilini scopre una macchietta, si dà di piglio al pennello e si copre. +I servitori non sono ricevuti dalle famiglie se non sanno fare +l'imbianchino. Uno scarabocchio di carbone sur un muro è uno scandalo, +un attentato contro la quiete pubblica, un atto di vandalismo. Potete +girar tutta la città, guardar dietro a tutte le porte, ficcare il naso +in tutti i bugigattoli, e non troverete che bianco e sempre bianco ed +eternamente bianco. + +Con tutto questo, Cadice non arieggia nemmeno alla lontana le altre +città andaluse. Le sue strade sono lunghe e diritte, e le case alte, e +senza i _patios_ di Cordova e di Siviglia. Ma per questo l'aspetto della +città non riesce men nuovo e gradevole agli occhi dello straniero. Le +strade sono diritte, ma strette, e poichè sono anche lunghissime, e +molte attraversano tutta la città, così vi si vede in fondo, come per lo +spiraglio d'una porta, una sottilissima lista di cielo, che fa parer +quasi che la città sia costrutta sulla sommità d'una montagna tagliata +a picco da tutte le parti. Inoltre, le case hanno un gran numero di +finestre, e ogni finestra è munita, come a Burgos, d'una specie di +vetrina sporgente che s'appoggia su quella della finestra di sopra e +sorregge quella della finestra di sotto; così che in molte strade le +case sono completamente coperte di vetro, e si vede appena qualche +tratto di muro, e par di passare in un corridoio d'un immenso Museo. Qua +e là, fra una casa e l'altra, sporgono i rami eleganti d'una palma; in +ogni piazza v'è un mucchio lussureggiante di verzura; su tutte le +finestre ciuffi d'erbe e ciocche di fiori. + +In verità, io ero ben lontano dall'immaginare che fosse così gaia e +ridente questa terribile e sventurata Cadice, arsa dagl'Inglesi nel +secolo decimosesto, bombardata sulla fine del decimottavo, devastata +dalla peste, e poi ospite delle flotte di Trafalgar, sede della giunta +rivoluzionaria durante la guerra dell'Indipendenza, teatro di stragi +orrende nella rivoluzione del 1820, bersaglio delle bombe francesi nel +1823, e antesignana della rivoluzione che sbalzò dal trono i Borboni, e +sempre inquieta e turbolenta e prima fra tutte a lanciare il grido della +battaglia. Di tante vicende e di tante lotte non restano che palle di +cannone confitte nei muri, poichè su tutte le altre traccie della +distruzione è passato l'inesorabile pennello, che copre d'un velo bianco +ogni vergogna. E come delle guerre nuovissime, così non vi rimane +traccia nè dei Fenici che la fondarono, nè dei Cartaginesi e dei Romani +che l'ampliarono e l'abbellirono; quando non si volesse considerar come +traccia la tradizione che ci dice: qui sorgeva un tempio ad Ercole, là +sorgeva un tempio a Saturno. Ma il tempo ha fatto ben di peggio che +togliere a Cadice i monumenti antichi: le tolse il commercio e le +ricchezze, dopo che la Spagna perdette i suoi possedimenti d'America; ed +ora Cadice giace là inerte sul suo scoglio solitario, aspettando invano +le mille navi che venivano un giorno imbandierate e festose a recarle i +tributi del nuovo mondo. + +Avevo una lettera di raccomandazione per il nostro console, gliel'andai +a portare, e fui cortesemente condotto da lui sulla cima d'una torre di +dove potei abbracciare con uno sguardo tutta la città. Fu una nuova e +più viva meraviglia. Cadice, vista dall'alto, è bianca, tutta bianca e +purissimamente bianca come vista dal mare; in tutta la città non v'è un +tetto; ogni casa è chiusa di sopra da una terrazza cinta di un parapetto +imbiancato; quasi su ogni terrazza si innalza una torricina, pure +bianca, sormontata da un'altra terrazza, o da una cupoletta, o da una +specie di casotto da sentinella: ogni cosa bianco. E tutte queste +cupolette, queste punte, questi merli, che formano alla città un +contorno svariatissimo e bizzarro, spiccano e appaiono più bianchi sul +vivo azzurro del mare. Lo sguardo percorre tutto l'istmo che unisce +Cadice al continente, abbraccia un lunghissimo tratto della costa +lontana su cui biancheggiano le città di Puerto real e di Puerto Santa +Maria e villaggi e chiese e ville; e spazia nel porto e sull'oceano e +pel bellissimo cielo che gareggia col mare di limpidezza e di luce. + +Io non potevo saziarmi di guardare quella strana città. A socchiuder gli +occhi, appariva come coperta d'un immenso lenzuolo. Ogni casa sembra +costrutta ad uso di osservatorio astronomico. Tutta la popolazione, in +caso che il mare inondasse la città, come ne' tempi antichi, si potrebbe +raccogliere nelle terrazze e starci, salvo la paura, a tutt'agio. Mi fu +detto che, pochi anni sono, in occasione di non so che eclissi, in pieno +giorno, si vide questo spettacolo. I settantamila abitanti di Cadice +saliron tutti sulle terrazze per osservare il fenomeno. La città, di +tutta bianca, era diventata di mille colori; ogni terrazza era gremita +di teste; si vedeva con un colpo d'occhio, quartiere per quartiere, +tutta la popolazione; un mormorío sordo e diffuso si elevava al cielo +come il muggito del mare, e un movimento immenso di braccia, di +ventagli, di canocchiali rivolti in alto faceva parere che si aspettasse +la discesa di qualche angelo dalla sfera del sole. Al momento fissato, +si fece un silenzio profondo; appena cessato il fenomeno, tutta la +popolazione mandò un grido che parve uno scoppio di tuono; e pochi +momenti dopo, la città riapparve bianca. + +Sceso dalla torre, visitai la cattedrale, vasto edifizio di marmo, del +secolo decimosesto, non certo paragonabile alle cattedrali di Burgos e +di Toledo, ma pure d'un'architettura nobile e ardita, e ricca, come +tutte le chiuse spagnuole, d'ogni maniera di tesori. Fui a vedere il +Convento dove il Murillo, dipingendo un quadro sopra un altar maggiore, +cadde dal palco, e riportò la ferita, che fu cagione della sua morte. +Feci una corsa nel Museo di pittura, che contiene alcuni bei quadri del +Zurbaran. Entrai nel Circo dei tori, che è tutto di legno, e fu +costrutto in pochi giorni per offrire uno spettacolo alla regina +Isabella. E verso sera andai a fare un giro sur un delizioso passeggio +lungo la riva del mare, in mezzo agli aranci e alle palme, dove mi +furono segnate a dito ad una ad una le più belle ed eleganti caditane. A +me, qualunque sia il giudizio degli Spagnuoli, il tipo femminino di +Cadice non parve da meno di quello tanto celebrato di Siviglia. Le donne +sono un po' più alte e un po' più grassoccie, e d'un bruno più carico. +Qualche osservatore fino credette di poter asserire che ritraggon molto +del tipo greco: non so da che parte. Io non ci vidi, salvo la statura, +che il tipo andaluso; e bastò per farmi tirare dei sospironi che +avrebbero mandato innanzi una barca, e costringermi a ritornare quanto +prima potei al mio bastimento, come a un luogo di rifugio e di pace. + +Quando rimisi il piede a bordo, era notte, il cielo scintillava tutto di +stelle, e l'aria portava or sì or no la musica della banda che suonava +sul passeggio di Cadice. I cantanti dormivano, ero solo, la vista dei +lumi della città e quella musica e il ricordo dei bei visini caditani mi +dava malinconia; non sapevo che far di me; scesi sotto coperta, presi +il mio quaderno e incominciai la descrizione di Cadice. Ma non mi riuscì +che di scrivere una diecina di volte le parole bianco, azzurro, neve, +splendore, colori; dopo di che abbozzai una figurina di donna e poi +chiusi gli occhi e sognai l'Italia. + + + + +XI. + +MALAGA. + + +Il giorno dopo, al declinare del sole, il bastimento attraversava lo +stretto di Gibilterra. + +Ora, guardando quel punto sul mappamondo, mi par tanto vicino a casa +mia, da non dover esitare un momento, quando me ne saltasse il +ghiribizzo e non vi si opponesse il mio bilancio domestico, a far la +valigia e a correre a Genova per andar a godere un'altra volta il +bellissimo colpo d'occhio dei due continenti. Ma allora mi parve di +essere tanto lontano, che avendo scritto una lettera a mia madre, sul +parapetto del bastimento, coll'intenzione di darla ad impostare a uno +dei passeggieri che scendevano a Gibilterra, nell'atto che scrivevo +l'indirizzo, risi della mia buona fede, come se fosse quasi impossibile +che la lettera arrivasse a Torino. Di qui!--pensai;--dalle colonne +d'Ercole!--e dicevo colonne d'Ercole come avrei detto Capo di Buona +Speranza o Giappone. + +«..... Sono nel bastimento _Guadaira_--ho alle spalle l'Oceano e dinanzi +il Mediterraneo, a sinistra l'Europa e a destra l'Affrica. Vedo di là il +capo di Tarifa e a destra le montagne della costa affricana, che +appaiono un po' in confuso come una nuvola grigia; vedo Ceuta, vedo un +po' più là, come una macchia bianca, Tangeri; e in dirittura del +bastimento lo scoglio di Gibilterra. Il mare è quieto come un lago e il +cielo color di rosa e d'oro. Tutto è sereno, bello e magnifico, e io mi +sento nella mente una inesplicabile e dolcissima confusione di grandi +idee, che se potessero esser tradotte in parole, mi pare che +riuscirebbero in una gioiosa preghiera cominciata e chiusa col tuo +nome.....» + + * * * * * + +Il bastimento si fermò nel golfo di Algesira: tutta la compagnia dei +cantanti scese in una gran barca venuta di Gibilterra, e s'allontanò +agitando ventagli e fazzoletti in atto di saluto. Quando il bastimento +ripartì, imbruniva. Allora potei misurar per ogni verso collo sguardo la +mole enorme dello scoglio di Gibilterra. Da principio mi pareva che in +pochi minuti ce lo saremmo lasciato alle spalle; ma furon ore. Via via +che ci avvicinavamo, ingigantiva, e ogni momento presentava un nuovo +aspetto; ora il profilo d'un mostro smisurato, ora l'immagine d'una +scala immensa, ora la forma d'un castello fantastico, ora un ammasso +informe come d'un mostruoso aereolito caduto da un mondo spezzato in +una battaglia di mondi; e presentava via via dietro una punta alta come +una piramide egizia, un rigonfiamento grande come una montagna, e +scoscendimenti e rupi a picco e curve lunghissime che si perdevan nel +piano. Era notte; lo scoglio disegnava i suoi foschi contorni così netti +e recisi sul cielo rischiarato dalla luna, come un ritaglio di carta +nera sur una lastra di vetro. Si vedevan le finestre illuminate delle +caserme inglesi, i casotti delle sentinelle sulla sommità delle bricche +aeree, e qualche incerto contorno d'albero che appariva appena come +cespo d'erba sulle rupi più vicine. Per lungo tempo ci parve che il +bastimento non muovesse; o che lo scoglio ci seguisse, tanto era sempre +vicino e imminente; poi a poco a poco cominciò a rimpicciolire; ma i +nostri occhi si stancarono di guardare prima che lo scoglio di +minacciarci colle sue fantastiche trasfigurazioni. A mezzanotte mandai +un ultimo saluto a quella formidabile sentinella morta d'Europa, e andai +a ficcarmi nel mio nascondiglio. + + * * * * * + +Mi svegliai allo puntar dell'alba a poche miglia dal porto di Malaga. + +La città di Malaga, vista dal porto, presenta un aspetto gradevole, e +non privo di maestà. A destra un alto monte roccioso, sulla cui cima e +giù per l'un dei fianchi sino al piano, nereggiano le gigantesche rovine +del castello di Gibralfaro, famoso per la disperata resistenza opposta +dagli Arabi all'esercito di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica; e +alle falde del monte la cattedrale, che s'innalza maestosamente su +tutti gli edifizi circostanti, lanciando al cielo, come direbbe un poeta +ardito, due belle torri e un altissimo campanile. Tra il castello e la +chiesa e dinanzi al monte e ai lati, una moltitudine, una canaglia, per +dirla alla Vittor Ugo, di casuccie affumicate, e poste le une sulle +altre, alla rinfusa, come se fossero state buttate giù dall'alto, a modo +di macigni. A sinistra della cattedrale, lungo la spiaggia, una fila di +case color cinerino, violaceo, giallognolo, con un contorno bianco alle +finestre e alle porte, che rammenta i villaggi della riviera ligure. Al +di là una corona di colline verdi e rossastre, che chiudon la città come +le mura d'un anfiteatro; a destra e a sinistra, lungo la riva del mare, +altri monti e colline e roccie a perdita d'occhio. Il porto quasi +deserto, la spiaggia quieta, il cielo purissimo. + +Prima di scendere a terra, mi congedai dal capitano che doveva +proseguire il suo viaggio per Marsiglia, salutai il nostromo e i +passeggieri, dicendo a tutti che sarei arrivato a Valenza proprio il +giorno che ci doveva arrivare il bastimento, e che perciò mi sarei +imbarcato di nuovo con loro per andare a Barcellona e a Marsiglia; e il +capitano mi disse:--L'aspettiamo,--e il cameriere mi promise che +m'avrebbe serbato il posto. Quante volte, in seguito ricordai le ultime +parole di quella povera gente! + +Scesi a Malaga coll'intenzione di partire la sera stessa per Granata. +L'interno della città non offre nulla di notevole. Fuor della parte +nuova che occupa lo spazio anticamente coperto dal mare, ed è costrutta +alla moderna, con vie larghe e diritte, e case grandi e nude; il +rimanente della città è un labirinto di stradicciuole tortuose e un +agglomeramento di case senza colore, senza _patios_, senza grazia. V'è +qualche piazza spaziosa, con giardini e fontane; qualche colonna e +qualche arco di edifizi arabi; nessun monumento moderno, molta +immondizia e non grande frequenza di popolo. I dintorni son bellissimi e +il clima più mite che a Siviglia. + +A Malaga avevo un amico, andai a cercarlo, passammo la giornata insieme. +Da lui ebbi una curiosa notizia. A Malaga è un'Accademia letteraria +composta di più di ottocento soci, nella quale si celebrano gli +anniversarii di tutti i grandi scrittori e si fa due volte la settimana +una lettura pubblica sur un argomento di scienza o di letteratura. +Quella sera stessa vi si doveva celebrare una festa solenne. Alcuni mesi +prima l'Accademia aveva stabilito il premio di tre bei fiori d'oro, +smaltati di varii colori, per i tre poeti che componessero la miglior +ode al progresso, la miglior romanza sulla riconquista di Malaga, la +miglior satira contro uno dei vizii più comuni della moderna società +civile. Era stata fatta una _convocatoria_ a tutti i poeti della Spagna, +le poesie eran piovute a rifascio, un giurì le aveva segretamente +giudicate, e quella sera stessa doveva profferire la sentenza. La +cerimonia si faceva con gran pompa: vi avevano ad assistere il Vescovo, +il Governatore, il Comandante di marina, i consoli, i personaggi più +cospicui della città, con giubba, ciondoli e ciarpe, e un gran numero di +signore vestite da ballo. Le tre più belle Muse della città dovevano +presentarsi sur una specie di palco scenico inghirlandato e +imbandierato, aprire ciascuna il plico che conteneva la poesia premiata, +e proclamare tre volte il nome dell'autore; se l'autore rispondeva, +invitarlo a leggere i suoi versi, e presentargli il fiore; se non +rispondeva, leggerli esse medesime. In tutta la città non si parlava +d'altro che dell'Accademia, si congetturavano i nomi dei vincitori, si +predicevano meraviglie delle tre poesie, si magnificava l'apparatura +della sala. Questa festa poetica, alla quale si dà il nome di _juegos +floreales_, non si celebrava più da dieci anni. Altri giudichi se queste +gare e queste pompe giovino o nuocciano alla poesia e ai poeti. Per me +sia pur dubbia e sfuggevole la gloria letteraria che può largire la +sentenza d'un giurì e l'omaggio d'un Vescovo e d'un governatore, credo +che il ricevere in dono un fior d'oro dalla mano d'una bellissima donna, +sotto gli sguardi di cinquecento andaluse, al suono d'una musica soave e +in mezzo al profumo dei gelsomini e delle rose, sia una gioia anche più +viva e più profonda di quella che viene dalla gloria vera e +durevole.--No?--Ah! siamo sinceri! + +Uno dei miei primi pensieri fu di assaggiare un po' di vero vin di +Malaga, non per altro che per rifarmi dei molti dolori di capo e di +stomaco cui andavo debitore allo scellerato intruglio che si spaccia in +molte città d'Italia colla bugiarda raccomandazione di quel nome. Ma o +ch'io non abbia saputo chiedere, o che non m'abbian voluto capire, il +fatto è che il vino che mi fu dato all'albergo, mi bruciò le viscere e +mi fece dar di volta al cervello. Potei nondimeno recarmi verticalmente +fino alla cattedrale, e dalla cattedrale al castello di Gibralfaro, e in +qualche altro luogo, e formarmi un'idea della bellezza delle malaghesi +senza vederle doppie e tremole, come potrebbe supporre qualche maligno. + +Strada facendo, il mio amico mi parlò di codesto repubblicanamente +famoso popolo di Malaga, che ogni momento ne fa una delle sue. È un +popolo ardentissimo; ma mutevole e docile, come tutti i popoli che +senton molto e pensan poco, ed operano più per impulso di passione che +per forza di convincimento. Per un nonnulla si raduna una folla immensa +e si leva un tumulto da metter la città sossopra; ma il più delle volte +basta un atto risoluto d'un uomo autorevole, un tratto di coraggio, un +lampo di eloquenza per sedare il tumulto e disperdere la folla. L'indole +del popolo, in fondo, è buona; ma la traviano la superstizione e la +passione. E sopratutto la superstizione è forse più radicata a Malaga +che in ogni altra città dell'Andalusia, a cagione della ignoranza +maggiore. Tutto sommato, Malaga è la città meno andalusa ch'io m'abbia +veduto, e v'è imbastardita persino la lingua, perchè vi si parla peggio +che a Cadice, dove già vi si parla male. + +Ero ancora a Malaga, ma la mia immaginazione s'aggirava già per le vie +di Granata e nei giardini dell'Alhambra e del Generalife. Poche ore dopo +il mezzogiorno, partii, e per dir la verità, fu quella la sola città di +Spagna che lasciai senza mandare un sospiro. Quando il treno partì, +invece di voltarmi a salutarla come avevo fatto a tutte le altre sue +sorelle, mormorai i versi cantati da Giovanni Prati a Granata quando il +duca d'Aosta partì per la Spagna: + + «Non più Granata è sola + Sulle sue mute pietre: + L'inno in Alhambra vola + Sulle moresche cetre;» + +ed ora, riscrivendoli, penso che la musica della banda della Guardia +Nazionale di Torino ispira la letizia e la pace meglio delle cetre +moresche, e che il lastrico dei portici di Po, contuttochè muto esso +pure, è meglio connesso e più liscio che le pietre di Granata. + + + + +XII. + +GRANATA. + + +Il viaggio da Malaga a Granata fu il più avventuroso e sfortunato ch'io +abbia fatto in Spagna. + +Perchè i lettori compassionevoli mi possano compiangere quanto vorrei, +bisogna che sappiano (mi vergogno d'intrattener la gente con queste +piccinerie) che a Malaga avevo fatto solamente una leggerissima +colazione all'andalusa, della quale, al momento di partire, mi restava +appena una confusa reminiscenza. Ma ero partito colla sicurezza di poter +scendere a qualche stazione della strada ferrata, dove fosse una di +quelle sale, o pubblici strozzatoi, nelle quali si entra galoppando, si +mangia ansando e si paga scappando, per tornare nel carrozzone +impinzati, soffocati e derubati, a maledire l'orario, i viaggi e il +ministro dei lavori pubblici che _tradisce il paese_. Partii, e per le +prime ore fu una delizia. La campagna era tutta colline gentili e campi +verdissimi, sparsi di villette coronate di palme e di cipressi; e nel +carrozzone, in mezzo a due vecchiotti che tenevan gli occhi chiusi, +v'era un'andalusina che guardava intorno con un sorrisetto briccone che +pareva voler dire:--Via, lanciatemi degli sguardi languidi.--Ma il treno +andava colla lentezza d'una diligenza sconquassata, e non si soffermava +che pochi momenti alle stazioni. Al declinare del sole, lo stomaco +cominciò a suonare a soccorso, e a render più fieri gli stimoli della +fame dovetti fare un lungo tratto di strada a piedi. Il treno si fermò +dinanzi a un ponte malfermo, tutti i viaggiatori scesero e sfilarono a +due a due per andar ad aspettar le carrozze sull'altra sponda del fiume. +Eravamo in mezzo alle roccie della Sierra Nevada, in un luogo deserto e +selvaggio, che ci faceva parere d'esser gente condotta in ostaggio da +una banda di briganti. Rimontati che fummo nei carrozzoni, il treno +riprese a andare colla fiaccona di prima, e il mio stomaco ricominciò a +languire più miseramente che mai. Arrivammo, dopo lungo tempo, a una +stazione tutta ingombra di treni, dove una gran parte dei viaggiatori si +precipitarono a terra, prima che io mettessi il piede sul montatoio. + +"Dove vuol andare?" mi domandò un impiegato della strada ferrata, +vedendomi scendere. + +"A desinare," risposi. + +"Ma lei non va a Granata?" + +"A Granata." + +"Se è così, non ha tempo; il treno riparte subito." + +"Ma gli altri sono discesi." + +"Li vedrà tornare di corsa di qui a un momento." + +I treni delle merci ch'eran dinanzi, m'impedivano di vedere la stazione; +credetti che fosse lontana; non scesi. Passan due minuti, ne passan +cinque, ne passan otto, e i viaggiatori non tornano, e il treno non si +muove. Salto giù, corro alla stazione, vedo un caffè, entro in una gran +sala.... Dei del cielo! Cinquanta affamati stavano intorno a una tavola +da refettorio, col muso sul piatto, coi gomiti in aria, cogli occhi +all'orologio, divorando e gridando; e un'altra cinquantina si pigiavano +intorno al banco, afferrando e intascando pani, frutti, confetti, mentre +il padrone e i camerieri, ansimanti come cavalli, stillanti di sudore, +correvano, si sbracciavano, urlavano, inciampavan nelle seggiole, +urtavano gli avventori, buttavan qua e là spruzzi di brodo e +d'intingoli; e una povera donna, che doveva essere la padrona del caffè, +prigioniera in una nicchietta dietro al banco assediato, si metteva le +mani nei capelli in atto di disperazione. A quella vista, mi cascaron le +braccia. Ma subito mi feci forza e mi slanciai al saccheggio. Respinto +da una gomitata nel petto, mi slanciai daccapo; ributtato da una +fiancata nel ventre, raccolsi tutto il mio vigore per tentare un terzo +assalto. In quel punto suonò la campanella. Fu uno scoppio di +imprecazioni, e poi un cader di seggiole, un acciottolìo di piatti, un +serra serra, un tramenìo di casa del diavolo. Chi trangugiando in furia +gli ultimi bocconi, diventava livido e cacciava gli occhi fuor del capo +come un impiccato; chi allungando una mano per afferrare un arancio, +sospinto da un che scappava, l'andava a tuffare in un piatto di crema; +chi girava per la sala in cerca della valigia con un gran sberleffe di +salsa sulle guancie; chi, per aver voluto ber d'un sol fiato andatogli +il vino per traverso, tossiva da schiantarsi lo stomaco; e gl'impiegati +di sulla porta gridavano:--Presto!--e i viaggiatori dalla sala +rispondevano:--_Ahógate!_ (affogati),--e i camerieri davan dietro a chi +non aveva pagato, e chi voleva pagare non trovava i camerieri, e le +signore facevan l'atto di svenire, e i ragazzi strillavano, e ogni cosa +era sossopra. + +Fu una fortuna ch'io potessi infilarmi nel mio carrozzone prima che il +treno partisse. + +Ma là m'aspettava un nuovo supplizio. I due vecchi e l'andalusina, che +doveva essere figliuola dell'uno e nipote dell'altro, erano riusciti a +fare un po' di preda in mezzo a quella maledetta folla del banco; e +mangiavano a due palmenti. Io mi misi a guardarli con occhio +malinconico, contando i bocconi e le dentate, come fa il cane accanto +alla tavola del padrone. L'andalusa se n'accorse, e mostrandomi un +qualchecosa che pareva una polpetta, fece un atto grazioso col capo come +per domandarmi se la volevo. + +"Oh! grazie!" risposi con un sorriso da moribondo; "ho mangiato!" + +Angelo mio, soggiunsi subito tra me e me, se tu sapessi che in questo +momento preferirei le tue polpette alle acerbe poma, come direbbe +nobilmente messer Niccolò Macchiavelli, colte nel famoso orto delle +Esperidi! + +"Assaggi almeno un sorsetto di liquore!" disse lo zio. + +Non so per che fanciullesca picca contro di me, o contro quella buona +gente; ma era una picca che in simili occasioni provano spesso anche gli +uomini; risposi anche questa volta:--"No, grazie, mi farebbe male." + +Il buon vecchio mi guardò da capo a piedi coll'aria di dire che non gli +parevo un omino da patire una goccia di liquore, e l'andalusa sorrise, e +io diventai rosso dalla vergogna. + +Si fece notte, e il treno continuò a andare al passo della cavalcatura +di Sancho Panza, non so per quante ore. Quella sera esperimentai per la +prima volta in vita mia i tormenti della fame, che immaginavo d'aver +provati già nella famosa giornata del ventiquattro giugno +milleottocentosessantasei. Per alleviar quei tormenti, pensavo +ostinatamente a tutti i mangiari che m'inspirano più ripugnanza, ai +pomidoro crudi, alle lumache nel brodo, ai gamberi arrostiti, ai +bianchetti in insalata. Ahimè! una voce di scherno mi gridava d'in fondo +alle viscere che, se li avessi avuti, me ne sarei leccato le dita. +Allora mi misi a far delle mescolanze immaginarie di piatti disparati, +come sarebbe di creme e di pesci, spruzzati di vino, con una manata di +pepe e uno strato di conserva di ginepro; per veder di tenere a segno lo +stomaco. Oh infelice! Lo stomaco vigliacco non ripugnava neanco da +quelle sozzure. Allora feci un ultimo sforzo, e immaginai di essere a +tavola in un albergo di Parigi, al tempo dell'assedio, e di sollevar +pian piano per la coda un topino in salsa piccante, che riacquistando +improvvisamente gli spiriti, mi addentasse il pollice, e mi fissasse in +viso due occhietti inviperiti, ed io, colla forchetta alzata, fossi nel +dubbio o di dargli l'andare o d'infilzarlo senza pietà. Ma, grazie a +Dio, prima ch'io uscissi da questo bivio orribile, per consumare un atto +che non avrebbe avuto riscontro nella storia degli assedii, il treno si +fermò e un barlume di speranza mi ravvivò gli spiriti affaticati. + +Eravamo arrivati non so a che villaggio. Mentre cacciavo la testa fuor +del finestrino, una voce gridò:--Scenda chi va a Granata!--Mi precipitai +giù dal carrozzone e mi trovai a faccia a faccia con un omaccione +baffuto che mi tolse la valigia di mano, dicendomi che l'andava a +mettere nella diligenza, perchè da quel villaggio fino a non so quante +miglia dalla _imperial Granada_, non c'è strada ferrata. + +"Un momento!" gridai allo sconosciuto con voce supplichevole: "Quanto +tempo c'è per partire?" + +"Due minuti!" rispose. + +"C'è un'osteria?" + +"È là." + +Volai nell'osteria, trangugiai un uovo sodo, e scappai verso la +diligenza gridando: "Quanto tempo c'è ancora?" + +"Altri due minuti!" mi rispose la voce di prima. + +Rivolai all'osteria, mandai giù un altr'uovo, e corsi di nuovo alla +diligenza, ridomandando: "Si parte?" + +"Fra un minuto!" + +All'osteria daccapo, e un terz'ovo, e poi alla diligenza: "Si va?" + +"Fra mezzo minuto!" + +Questa volta tirai un moccolo da far rabbrividire, ricorsi all'osteria, +inghiottii un quart'ovo e un bicchier di vino, e mi slanciai di corsa +verso la diligenza. Ma fatti appena dieci passi, mi sentii mancare il +respiro, e mi fermai coll'ovo a mezza gola. In quel punto schioccò la +frusta.--Aspettate!--urlai con una voce rantolosa, agitando le mani come +un uomo che affoghi. + +"_Que hay?_" (che c'è?) domandò il vetturino. + +Non potei rispondere. + +"_Se le ha quedado un huevo en la garganta!_" (Le è rimasto un +uovo nella gola) rispose per me uno sconosciuto. + +Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa, l'ovo andò giù, risi +anch'io, raggiunsi la diligenza che partì subito, e ripreso ch'ebbi +fiato, feci ai miei compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie, +che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato sperare dopo +quella crudele risata sul mio strangolamento. + +Ma le mie disgrazie non eran finite. Uno di quei sonni irresistibili, +che mi saltavano addosso a tradimento nelle lunghe marcie notturne in +mezzo ai soldati, mi prese tutt'a un tratto, e mi torturò fino alla +stazione della strada ferrata, senza ch'io potessi dormire un momento. +Credo che una palla da cannone appesa per uno spago in mezzo al cielo +della diligenza, avrebbe dato meno noia ai miei disgraziati compagni di +viaggio, di quello che ne diede la mia povera testa dondolando, come +fece, da tutte le parti, che pareva non fosse più attaccata al collo che +per un nervo. Avevo da una parte una monaca, dall'altra un ragazzo, +davanti una contadina, e per tutto il tragitto non feci che picchiar +capate su quelle tre vittime, col monotono va e vieni del battaglio +d'una campana. La monaca, poveretta, si lasciava picchiare e taceva, +forse in espiazione dei suoi peccati di pensiero; ma il ragazzo e la +contadina brontolavano di tratto in tratto:--_Es una barbaridad!_--_Así +no se puede estar!_--_Tiene una cabeza de plomo!_ (una testa di +piombo).--Finalmente uno scherzo d'uno dei viaggiatori ci liberò tutti e +quattro da quel supplizio. La contadina essendosi lamentata un po' più +forte del solito, una voce in fondo alla diligenza esclamò:--Si consoli! +Se non le ha rotto la testa finora, può star sicura che non gliela rompe +più, perchè vuol dire che l'ha a prova di martello.--Tutti risero, io mi +svegliai chiedendo scusa, e le tre vittime furon così contente di +vedersi libere da quello spietato picchiare, che invece di vendicarsi +con qualche parola acerba, mi dissero:--_Pobrecito! Ha descansado Usted +muy mal! Se ha lastimado Usted la cabeza!_ (Poveretto! Ha riposato molto +male! Deve essersi fatto male alla testa!) + +Arrivammo finalmente alla strada ferrata, e, vedete, iniqua sorte! solo +com'ero nel carrozzone che avrei potuto dormire come un sultano, non +riuscii a chiuder occhio. Mi sentivo una spina nel cuore pensando che +avevo fatto quel viaggio di notte, e che non avevo veduto nulla, e che +non potevo godere dello spettacolo di Granata lontana! E mi sonavano in +mente i dolci versi di Martinez della Rosa: + +«Oh amata patria mia! Ti riveggo al fine! Riveggo il tuo bel suolo, i +tuoi campi lieti e fecondi, il tuo splendido sole, il tuo quieto cielo! + +»Oh sì! veggo la famosa Granata stendersi al piano dall'uno e dall'altro +colle, le sue torri sollevarsi in mezzo ai giardini eternamente verdi, i +suoi fiumi cristallini baciar le sue mura, i monti superbi circondar la +sua valle, e la Serra Nevada coronare gli orizzonti lontani! + +»Oh! la tua memoria mi seguiva in ogni parte, Granata! turbava i miei +piaceri, la mia pace, la mia gloria, e mi opprimeva l'anima e il cuore! +Sulle gelide rive della Senna e del Tamigi, io ricordava le amene sponde +del Dauro e del Genil, e sospirava! e ben sovente, intonando una lieta +canzone, il mio dolore s'inacerbiva, e il pianto mal represso soffocava +la mia voce! + +»Invano l'Arno delizioso mi offerse le sue rive smaltate di fiori, asilo +degli amori e della pace. La pianura irrigata dal quieto +Genil,--diceva,--è più fiorita! Il soggiorno della bella Granata è più +caro!--E mormorava queste parole con accento sconsolato, e ricordando la +casa dei miei padri, alzava gli occhi melanconici al cielo. + +»Qual'è la tua magia, il tuo ineffabile incanto, o patria, o dolce nome, +che ci sei tanto caro! Il nero Affricano, lungi dal suo deserto nativo, +guarda con doloroso sdegno i campi verdeggianti; il rozzo Lappone, +rapito alla sua terra materna, sospira le notti perpetue e il perpetuo +gelo; ed io, io cui la sorte benigna concesse di nascere e di crescere +nel tuo beato grembo, benedetto di tanti doni da Dio, io, lontano da te, +avrei potuto dimenticarti, Granata?» + +Arrivai a Granata, era buio fitto, non vidi neanco il profilo d'una +casa. Una diligenza, tirata da due cavalli + + «....... anzi due cavallette + Di quelle di Mosè là dell'Egitto» + +mi sbarcò in un albergo, dove dovetti aspettare un'ora che mi si facesse +il letto, e finalmente, poco prima delle tre della mattina, potei metter +la testa sul guanciale. Ma le mie disgrazie non eran finite. Quando +cominciavo a pigliar sonno, sentii un mormorio indistinto nella stanza +accanto, e poi una voce maschile che disse chiaramente:--Oh che +piedino!--Chi ha viscere di umanità, giudichi. Il guanciale era un po' +scucito, tirai fuori due bioccoli di lana, me li cacciai nelle orecchie +e riandando col pensiero le traversie del mio viaggio m'addormentai del +sonno dei disperati. + + * * * * * + +La mattina per tempo uscii e passeggiai per le strade di Granata fin che +fosse un'ora decente per andar a trar fuor di casa un giovane granatino +che avevo conosciuto a Madrid, in casa di Fernandez Guerra, di nome +Gongora, figliuolo d'un archeologo illustre, e discendente del famoso +poeta cordovese Luigi Gongora; di cui dissi qualcosa di volo. La parte +della città che vidi in quelle poche ore non rispose alla mia +aspettativa. Credevo di trovar le stradine misteriose e le casine +bianche come a Cordova e a Siviglia; trovai invece delle piazze +spaziose, alcune belle strade diritte, e le altre tortuose ed anguste +sì, ma fiancheggiate da case alte, dipinte in gran parte di falsi +bassorilievi, con amorini e ghirlande e svolazzi di tende e di veli di +mille colori; senza quell'aspetto orientale delle altre città andaluse. +La parte più bassa di Granata è quasi tutta fabbricata colla regolarità +d'una città moderna. Passando per quelle strade, mi pigliò il dispetto, +e avrei certo portato al signor Gongora una faccia rannuvolata, se per +caso, in quell'andar così alla ventura, non fossi riuscito nella famosa +_Alameda_, che gode la fama di essere il più bel passeggio del mondo, e +che mi compensò a mille doppi della odiosa regolarità delle strade che +vi conducono. + +S'immagini chi legge un lungo viale di sì straordinaria larghezza, che +vi potrebbero passare cinquanta carrozze di fronte, fiancheggiato da +altri viali minori, lungo i quali corrono file di alberi smisurati, che +formano a una grande altezza una immensa vòlta di verzura fitta tanto da +non lasciar penetrar un raggio di sole; e alle due estremità del viale +di mezzo due fontane monumentali che gettan l'acqua a larghi sprazzi +ricadenti in finissima pioggia vaporosa, e tra viali e viali, ruscelli +cristallini, e in mezzo, un giardino tutto rose e mirti e gelsomini e +schizzi d'acqua; e da un lato il fiume Genil che scorre in mezzo a due +sponde coperte di boschi d'allori, e lontano i monti coperti di neve, +sui quali le palme lontane disegnano le loro fantastiche chiome; e per +tutto un verde vivo, chiuso, stracarico, che lascia vedere qua e là +qualche striscia di cielo d'un color zaffiro che innamora. + +Tornando dall'Alameda, incontrai un gran numero di contadini che uscivan +dalla città a due a due, a drappelli, colle loro donne e i loro ragazzi, +canterellando e celiando. Il loro vestire non mi parve diverso da quello +dei contadini della campagna di Cordova e di Siviglia. Avevano il +cappello di velluto, alcuni colla tesa larghissima, altri colla tesa +alta e ricurva; una giacchettina fatta di liste di panno di vario +colore, una fascia rossa o azzurra, calzoni stretti, abbottonati lungo +la coscia, e un par di ghette di cuoio aperto da un lato in modo da +lasciar vedere le gambe. Le donne son vestite come nelle altre +provincie, e non v'è differenza notevole neanche nei visi. + +Andai a casa del mio amico, e lo trovai sepolto nei suoi studi +archeologici, davanti a un mucchio di vecchie medaglie e di pietre +istoriate. Mi ricevette con una allegrezza e una cortesia carissimamente +andalusa, e scambiati che ci fummo i primi saluti, pronunziammo tutti e +due a una voce quella magica parola che in ogni parte del mondo desta in +ogni anima un tumulto di grandi ricordi e un sentimento di desiderio +segreto; che dà l'ultima spinta verso la Spagna a chi ha concepito il +disegno del viaggio e non ancora preso la risoluzione della partenza; +che fa battere il cuore dei poeti e dei pittori, e scintillar gli occhi +delle donne: l'Alhambra! + +Ci precipitammo fuor di casa. + + * * * * * + +L'Alhambra è posta sur un'alta collina che domina la città, ed offre da +lontano l'aspetto d'una fortezza, come quasi tutti i palazzi orientali. +Ma quando io m'avviai col Gongora su per la strada de _los Gomeles_ per +andar a visitare la reggia famosa, non ne avevo ancora visto le mura +neanco da lontano, e non avrei saputo dire da che lato della città si +trovasse. La strada de _los Gomeles_ è in salita e descrive una leggiera +curva, onde per un buon tratto non si vede dinanzi altro che case, e si +può credere che l'Alhambra sia ancora lontana. Il Gongora non parlava; +ma gli leggevo in viso che godeva nel più vivo dell'anima pensando alla +meraviglia e al diletto che avrei provato io. Guardava in terra +sorridendo; rispondeva a tutte le mie domande con un cenno che voleva +dire:--a momenti;--e di tratto in tratto alzava gli occhi quasi +furtivamente per misurare la strada che ci rimaneva a percorrere. Ed io +godevo tanto di quel suo piacere che gli avrei gettato le braccia al +collo per ringraziarlo. + +Arrivammo dinanzi a una gran porta che chiude la strada; il Gongora mi +disse:--Ci siamo,--io entrai. + +Mi trovai in un gran bosco di alberi d'un'altezza smisurata, inclinati +gli uni verso gli altri di qua e di là d'un grande viale che ascende su +per la collina e si perde nell'ombra; e fitti tanto che appena vi +potrebbe passare un uomo frammezzo, e dovunque si guardi, non si vedon +che tronchi che par che chiudan la via come una parete continua. Gli +alberi incrociano i rami al di sopra del viale; nel bosco non penetra un +raggio di sole; l'ombra è oscurissima; e da ogni parte mormorano +ruscelli, e cantano usignoli, e spira una freschezza primaverile. + +"Siamo già nell'Alhambra" mi disse il Gongora; "si volti indietro, e +vedrà le torri e le mura merlate della cinta." + +"Ma dov'è il palazzo?" domandai. + +"È un mistero," mi rispose; "andiamo innanzi, a caso." + +Salimmo per un viale che fiancheggia il gran viale del mezzo, e va su a +giravolte verso la sommità della collina. Gli alberi vi formano sopra +come un padiglione di verzura che non lascia vedere un palmo di cielo, e +l'erbe, i cespugli e i fiori gli fanno ai lati due leggiadrissime +spalliere variopinte e odorose, e un po' inclinate l'una verso l'altra, +come se tendessero a congiungersi, attratte a vicenda dalla vaghezza dei +colori e dalla soavità delle fragranze. + +"Fermiamoci un momento," dissi "voglio tirare un gran sorso di +quest'aria; mi par che debba contenere non so che germi arcani che +infusi nel sangue allunghin la vita; è un'aria che odora di gioventù e +di salute." + +"Ecco la porta," esclamò il Gongora. + +Mi voltai come se m'avessero punto in un fianco, e vidi pochi passi +dinanzi a me una grossa torre quadrata, di color rosso cupo, coronata di +merli, con una porta arcata, sopra la quale si vedono scolpiti una +chiave ed una mano. + +Interrogai il mio duca, il quale mi disse che quella era l'entrata +principale dell'Alhambra, e che si chiamava la porta della Giustizia +perchè sotto quell'arco i Re arabi solevan pronunziare le loro sentenze. +La chiave significa che quella porta è la chiave della fortezza, e la +mano simboleggia i cinque principali precetti dell'Islam: orazione, +digiuno, beneficenza, guerra santa e pellegrinaggio alla Mecca. +Un'iscrizione araba attesta che l'edifizio fu costrutto quattro secoli +or sono dal sultano Abul Hagag Jusuf, ed un'altra che si legge tuttora +sulle colonne dice: «Non c'è altro Dio che Allah, e Maometto è il suo +profeta! Non v'è potere nè forza fuori di Allah!» + +Passammo sotto la porta e continuammo a salire per una strada incassata, +fin che ci trovammo sulla sommità della collina in mezzo a una spianata +ricinta d'un parapetto e sparsa di piante e di fiori. Io mi voltai +subito verso la valle per godere il colpo d'occhio; ma il Gongora mi +afferrò pel braccio e mi fece guardare dalla parte opposta. Ero dinanzi +a un grande palazzo dello stile del Rinascimento, mezzo in rovina, e +fiancheggiato da alcune piccole case di meschina apparenza. + +"Che gioco è questo?" domandai "Mi conduce qui per vedere una reggia +araba, e mi trovo la via chiusa da un palazzo moderno? Chi ha avuto la +scellerata idea di rizzar quell'edifizio in mezzo al giardino dei +Califfi?" + +"Carlo V." + +"Era un vandalo. Non gli ho perdonato ancora la chiesa gotica che piantò +in mezzo alla Moschea di Cordova; ed ora questa baracca finisce di +mettermelo in tasca tutto intero colla sua corona e la sua gloria. Ma in +nome del cielo, dov'è l'Alhambra?" + +"È là." + +"Dove là?" + +"In quelle casuccie." + +"Eh via!" + +"Glie ne dò la mia parola d'onore." + +Incrociai le braccia e lo guardai; egli rise. + +"Ma dunque," esclamai; "questo gran nome dell'Alhambra non è che una +delle solite iperbolaccie ciarlatanesche dei poeti! Io, l'Europa, il +mondo, siamo indegnamente corbellati! E valeva la pena di sognar +l'Alhambra per trecento sessantacinque notti di seguito, per venir poi a +vedere un gruppo di catapecchie con qualche colonna mozza e qualche +iscrizione affumicata?" + +"Quanto mi ci godo!" rispose il Gongora dando in uno scoppio di risa; +"orsù, venga a persuadersi che il mondo non è corbellato: entriamo +nelle catapecchie." + +Entrammo per una piccola porta, attraversammo un corridoio, ci trovammo +in un cortile. Io afferrai la mano del Gongora con un vivissimo slancio, +ed egli mi domandò con un accento di trionfo: + +"S'è persuaso?" + +Non risposi, non lo vidi, ero già sterminatamente lontano da lui: +l'Alhambra aveva già cominciato ad esercitare su di me quel fáscino +misterioso e profondo a cui nessuno può sfuggire e che nessuno sa +esprimere. + +Eravamo nel _patio_ detto _de los Arrayanes_ (dei mirti), che è il più +vasto dell'edifizio, e presenta insieme l'aspetto d'una sala, d'un +cortile e d'un giardino. Una gran vasca di forma rettangolare, piena +d'acqua, cinta d'una siepe di mirto, si stende da un lato all'altro del +_patio_, e riflette come uno specchio gli archi, gli arabeschi e le +iscrizioni dei muri. A destra dell'entrata si stendono due ordini +sovrapposti d'archi moreschi, sostenuti da leggiere colonne; e dal lato +opposto del cortile s'alza una torre, con una porta, per la quale si +vedono le interne sale semioscure e le finestrine binate, e di là dalle +finestre, l'azzurro del cielo e le cime dei monti lontani. I muri sono +ornati, fino a una certa altezza dal suolo, di splendenti musaici, e dal +musaico in su, arabescati con disegno finissimo, che par che tremoli e +si cangi a ogni passo; e qua e là fra gli arabeschi e lungo gli archi +s'allungano e serpeggiano e s'intrecciano come ghirlande iscrizioni +arabe che racchiudon saluti, sentenze e leggende. + +Presso la porta d'entrata è scritto in caratteri cufici:--Salute +eterna!--Benedizione!--Prosperità!--Felicità!--Lodato sia Iddio per il +beneficio dell'Islam. + +In un altro punto è scritto:--Io cerco il mio rifugio nel Signore +dell'Aurora.--Altrove:--O Dio! A Te si debbono grazie eterne e lodi +imperiture.-- + +In altre parti son versi del Corano e poesie intere in lode dei Califfi. + +Stemmo qualche minuto guardando senza aprir bocca; non si sentiva il +ronzio d'una mosca; di tratto in tratto il Gongora faceva movimento per +avviarsi verso la torre, e io lo trattenevo pel braccio, e sentivo che +fremeva d'impazienza. + +"Ma bisogna spicciarsi," mi disse finalmente, "se no non torneremo a +Granata prima di sera." + +"Ma che so io di Granata!" gli risposi; "che so io di sera e di mattina +e di me stesso; io sono in Oriente!" + +"Ma lei non è che nell'anticamera dell'Alhambra, caro il mio arabo!" mi +disse il Gongora spingendomi innanzi; "venga, venga con me, che le parrà +ben altrimenti d'essere in Oriente!" + +E mi condusse, riluttante, fin sulla soglia della porta della +torre. Di là mi voltai a guardare ancora una volta il cortile dei mirti, +e misi una voce di stupore. Fra due colonnine della galleria arcata che +è di fronte alla torre, dal lato opposto del cortile, s'era affacciata +una ragazza, un bel viso bruno d'andalusa, con un mantello bianco +avvolto intorno al capo e cascante sulle spalle; e stava appoggiata sul +parapetto in un atteggiamento melanconico, cogli occhi fissi su di noi. +Non si può dire l'effetto fantastico che produceva quella figura in quel +punto; la grazia che riceveva dall'arco che le si curvava sul capo, e +dalle due colonne che le facevan cornice, e la bella armonia che dava a +tutto il cortile, quasi come fosse un ornamento necessario di +quell'architettura, concepito dalla mente dell'architetto nell'atto +stesso che ne immaginava il disegno. Pareva una sultana che aspettasse +il suo signore pensando a un altro cielo e a un altro amore. E +continuava a guardarci, ed il cuore mi cominciava a batter forte, e +interrogavo cogli occhi il mio amico, come per esser assicurato che non +travedevo. Tutt'a un tratto la sultana rise, abbassò il mantello bianco +e scomparve. + +"È una serva," mi disse il Gongora. + +Rimasi ingrullito. + +Era infatti una serva dell'amministratore dell'Alhambra che soleva far +quello scherzo agli stranieri. + +Entrammo nella torre, chiamata torre di Comares, o volgarmente degli +Ambasciatori. + +L'interno della torre forma due sale, la prima delle quali si chiama la +sala della Barca, chi dice perchè ha la forma d'una barca, e chi perchè +era chiamata dagli arabi sala della _baraka_, o benedizione, la qual +parola sarebbe stata contratta dal volgo in quella di barca. Questa +sala non sembra più opera umana: è tutta un prodigioso intreccio di +ricami in forma di ghirlande, di rosoni, di rami, di foglie, che copron +vòlta, archi, pareti, da ogni parte e in ogni senso, fitti, +attorcigliati, reticolati, sovrapposti gli uni agli altri, e pure +meravigliosamente distinti fra loro, e combinati in maniera che si +presentano allo sguardo tutti insieme e tutt'a un tratto, ed offrono un +aspetto di magnificenza che sbalordisce e di grazia che incanta. Mi +avvicinai a una parete, fissai gli occhi sul punto estremo d'un arabesco +e provai a seguirne i giri e i rigiri su per la parete; è impossibile; +lo sguardo si perde, la mente si turba, e tutti gli arabeschi dal +pavimento alla vòlta par che si muovano e si confondano per farvi +sfuggire il filo della loro inestricabile rete. Potete fare uno sforzo +per non guardare intorno, fissar tutta la vostra attenzione sur un palmo +solo di parete, metterci il viso sopra, e seguire il filo col dito: è +inutile; dopo un minuto i ricami si scompigliano, si stende un velo tra +voi e il muro, e il vostro braccio ricade. La parete pare tessuta come +il panno, è crespa come il broccato, forata come la trina, reticolata +come una foglia; non si può guardar da vicino; non se ne può fissar +nella mente il disegno: sarebbe come voler contare le formiche in un +formicaio; bisogna contentarsi di scorrer le pareti con uno sguardo +vago; poi riposare, e riguardare daccapo, e riposando, pensare ad altro, +e discorrere. Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un uomo +preso più dal capogiro che dall'ammirazione, mi voltai verso il Gongora +perchè mi leggesse nel viso quello che avrei voluto dirgli. + +"Entriamo nell'altra catapecchia," mi rispose sorridendo, e mi spinse +nella grande sala degli Ambasciatori, che occupa tutto l'interno della +torre, poichè veramente la sala della _barca_ appartiene a un piccolo +edifizio che, sebbene congiunto alla torre, non ne fa parte. La sala è +di forma quadrata, spaziosa ed illuminata da nove grandi finestre ad +arco in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di altrettante +alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri; e ciascuna è divisa per +mezzo, verso il di fuori, da una colonnina di marmo che sorregge due +archetti eleganti, sormontati alla loro volta da due piccole finestre +arcate. Le pareti sono coperte di musaici e d'arabeschi +indescrivibilmente delicati e multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni +che si stendono a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi delle +finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi, e intorno alle nicchie, +nelle quali ponevansi i vasi ripieni di fiori e d'acque odorose. Il +soffitto che s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli di +legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri, commessi insieme, in forma di +cerchi, di stelle e di corone; e forma tante volticine e cellule e +finestrette centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla cornice +che congiunge il soffitto alle pareti, pendono pezzi di stucco +faccettati e ricamati a modo di stallattiti e di ciocche di fiori. Il +trono era posto nella finestra di mezzo del lato opposto alla porta +d'entrata. Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda vista della +valle del Dauro, profonda e silenziosa, come se anch'essa sentisse il +fascino della maestà dell'Alhambra; dalle finestre degli altri due lati, +si vedon le mura di cinta e le torri della fortezza; e dalla parte +dell'entrata, in lontananza, gli archi leggeri del cortile dei mirti, e +le acque della vasca che riflettono l'azzurro del cielo. + +"Ebbene," mi domandò il Gongora, "valeva la pena di sognare l'Alhambra +per trecentosessantacinque notti?" + +"È strano," gli risposi; "quello che mi passa per la testa in questo +momento. Quel cortile come lo si vede di qui, questa sala, queste +finestre, questi colori, tutto quello che mi circonda, mi pare che non +mi riesca nuovo; mi par che risponda a una immagine che avevo in capo, +non so da quando, non so come, confusa in mezzo a mille altre, forse +nata in un sogno, che so io! Quando avevo sedici anni, ed ero +innamorato, e guardandoci fissi negli occhi, io e quella bambina, soli, +in un giardino, all'ombra d'un capanno, ci lasciavamo sfuggire, senza +accorgercene, un grido di gioia, che ci rimescolava il sangue come se +fosse uscito dalla bocca d'una terza persona che avesse scoperto il +nostro segreto; ebbene, allora io desideravo spesso di essere un re e di +avere una reggia; ma nel dar forma a quel desiderio, la mia +immaginazione non si arrestava mai nelle grandi reggie dorate dei nostri +paesi, e volava in terre lontane, e là, sulla cima di un'altissima +montagna, si fabbricava una reggia a modo suo, nella quale ogni cosa era +gentile e piccino, e illuminato d'una luce misteriosa; e si vedevan +lunghe fughe di sale decorate di mille ornamenti capricciosi e delicati, +con finestre alle quali avremmo potuto affacciarci solamente noi due, e +piccole colonne dietro cui quella bambina avrebbe appena potuto +nascondere il viso per farmi uno scherzo amoroso, quando avesse sentito +avvicinarsi il mio passo di sala in sala, o suonar la mia voce in mezzo +al mormorio delle fontane del giardino. Senza saperlo, nel fabbricare +colla fantasia quelle reggie, fabbricavo l'Alhambra; in quei momenti ho +immaginato qualcosa di simile a queste sale, a queste finestre, a quel +cortile che si vede di qui; di tanto simile che, più guardo intorno, +meglio me ne ricordo, e mi par di riconoscere il luogo, piuttosto che di +vederlo la prima volta. Quando s'è innamorati si sogna tutti un po' +d'Alhambra, e se si potessero tradurre in linee e in colori tutti quei +sogni, s'avrebbero dei quadri che farebbero strabiliare per la loro +somiglianza con tutto quello che qui si vede. Quest'architettura non +esprime la potenza, la gloria, la grandezza; esprime l'amore e la +voluttà; l'amore coi suoi misteri, coi suoi capricci, colle sue +effervescenze, coi suoi slanci di gratitudine verso Dio; la voluttà +colle sue malinconie e i suoi silenzi. V'è dunque un legame intimo, +un'armonia fra la bellezza di quest'Alhambra e l'anima di coloro che +hanno amato a sedici anni, quando i desiderii son sogni e visioni. E di +qui nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza; e per +questo l'Alhambra, tuttochè così deserta e dimezzata, è ancora la più +incantevole reggia del mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli +stranieri versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra, si dà +un ultimo addio ai nostri più bei sogni giovanili, che fra le sue mura +si son rifatti vivi per l'ultima volta! si dà un addio a dei visi +immensamente cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per affacciarsi +un'ultima volta in mezzo alle colonnine di queste finestre! si dà un +addio a tutti i fantasmi della giovinezza! si dà un addio a quell'amore +che non rinasce mai più." + +"È vero!" rispose il mio amico; "ma che cosa dirà quando avrà visto il +cortile dei Leoni! Venga! corriamo!" + +Uscimmo a rapidi passi dalla torre, attraversammo il cortile dei mirti, +e giungemmo davanti a una porticina posta di fronte a quella d'entrata. + +"Si fermi!" mi gridò il Gongora. + +Mi fermai. + +"Mi faccia un favore." + +"Cento." + +"Un solo: chiuda gli occhi e non li apra che quando glielo dirò io." + +"Eccoli chiusi." + +"Ma badi che ci tengo; se li apre, m'inquieto!" + +"Non dubiti!" + +Il Gongora mi pigliò per mano e mi condusse innanzi: tremavo come una +foglia. + +Facemmo forse una quindicina di passi e ci arrestammo. Il Gongora disse +con voce commossa:--Guardi!--Guardai, e lo giuro sul capo dei miei +lettori: mi sentii scorrere due lagrime giù per le guancie. + +Eravamo nel cortile dei Leoni. + +Se in quello stesso momento m'avessero fatto uscire per dove ero +entrato, non so se avrei saputo dire quello che avevo visto. Una foresta +di colonne, un visibilio d'archi e di ricami, un'eleganza indefinibile, +una delicatezza inimmaginabile, una ricchezza prodigiosa, un non so che +di aereo, di trasparente, di ondeggiante, come un gran padiglione di +trina; un'apparenza quasi d'un edifizio che si debba dissolvere con un +soffio, una varietà di luci, di prospetti, di oscurità misteriose, una +confusione, un disordine capriccioso di cose piccine, una maestà di +reggia, una gaiezza di chiosco, una grazia amorosa, una stravaganza, una +delizia, una fantasia di fanciulla appassionata, un sogno d'un angelo, +una follia, una cosa senza nome; tale è il primo effetto del cortile dei +Leoni. + +È un cortile non più spazioso d'una gran sala da ballo, della forma d'un +rettangolo, coi muri alti come una casetta andalusa d'un sol piano. +Tutt'intorno ricorre un leggero portico, sostenuto da sveltissime +colonne di marmo bianco aggruppate in un disordine simmetrico a due a +due, a tre a tre, prive quasi di piedestallo, così che paion fusti +d'alberi posati in terra; munite di capitelli svariati, alti, sottili, +a guisa di pilastrini, su cui si incurvano dei piccoli archi di +graziosissima forma, i quali meglio che appoggiati, sembran sospesi +sulle colonne, a modo di cortine, che sorreggano le colonne stesse come +nastri e ghirlande spenzolanti. Dal mezzo dei due lati più corti, si +avanzano due gruppi di colonne che formano due specie di tempietti +quadrati, di nove archi ciascuno, sormontati da una cupoletta +multicolore. I muri di questi tempietti e quello esterno del portico +sono una vera trina di stucco, ricamati, orlati, ritagliati, traforati +da una parte all'altra, e trasparenti come un lavoro a maglia e +cangianti di disegno a ogni passo; qui rabescati a fiori, là a stelle, +più oltre a scudi, a scacchiere, a figure poligonali ripiene di +minutissimi ornati; dove terminati in dentelli, in crespe, in festoni, +dove in nastri ondeggianti intorno agli archi, in specie di stallattiti, +di frangie, di ciondoli, di fiocchi, che par che debban oscillare e +scompigliarsi al più leggero movimento dell'aria. Larghe iscrizioni +arabe ricorrono lungo i quattro muri, sopra gli archi, intorno ai +capitelli, sulle pareti dei tempietti. In mezzo al cortile s'alza una +gran vasca di marmo sostenuta da dodici leoni, e circondata da un +canaletto lastricato, in cui metton capo altri quattro piccoli canali, i +quali descrivendo una croce fra i quattro lati del cortile, attraversano +il portico, entrano nelle sale circostanti e si congiungono ad altri +condotti d'acqua che girano per tutto l'edifizio. Dietro ai due +tempietti, e nel mezzo degli altri due lati, s'aprono sale e fughe di +sale, con grandi porte aperte, che lascian vedere il fondo oscuro, sul +quale le bianche colonnine spiccano come dinanzi all'imboccatura di una +grotta. A ogni passo che si fa nel cortile, quella foresta di colonne +par che si muova e si disordini per disporsi in un'altra maniera; dietro +una colonna che pareva sola, ne saltan fuori due, tre, una fila; altre +scompaiono, altre si stringono, altre si disgiungono; a guardar +d'infondo a una delle sale, tutto appare mutato; gli archi della parte +opposta, sembran lontanissimi; le colonne, spostate; i tempietti, +d'un'altra forma; si vede a traverso i muri, si scopron nuovi archi e +nuove colonnine, qui illuminati dal sole, là nell'ombra, lì rischiarati +appena dal po' di luce che passa pei fori degli stucchi, più lontano +perduti quasi nel buio. È un continuo variare di prospetti, di +lontananze, d'inganni, di misteri, di giuochi, che vi fa l'architettura +e il sole, e la fantasia sovreccitata e bollente. + +Che cosa doveva essere questo _patio_,--mi disse il Gongora,--quando i +muri interni del portico erano luccicanti di musaici, i capitelli delle +colonne scintillanti d'oro, i soffitti e le volte dipinti di mille +colori, le porte chiuse da tende di seta, le nicchie piene di fiori, e +sotto i tempietti e nelle sale correva l'acqua odorosa, e dalle nari dei +leoni schizzavano dodici zampilli che ricascavan nella vasca, e l'aria +era pregna dei più deliziosi profumi dell'Arabia! + +Ci trattenemmo nel cortile più d'un'ora, che ci passò come un lampo; ed +anch'io feci quello che fanno tutti in quel luogo, spagnuoli e +stranieri, uomini e donne, poeti o non poeti che siano. Feci scorrer la +mano sui muri, toccai tutte le colonnine, le strinsi colle due mani una +per una come la vitina d'una bimba, mi ci nascosi in mezzo, le contai, +le guardai da cento parti, percorsi il cortile in cento sensi, provai se +era vero che dicendo una parola sottovoce in bocca a uno dei leoni, la +si sentiva distintamente dalla bocca di tutti gli altri; cercai sui +marmi le macchie di sangue delle leggende poetiche, mi stancai gli occhi +e la mente sugli arabeschi. Vi eran parecchie signore. Le signore, nel +cortile dei Leoni, fanno ogni sorta di fanciullaggini; mettono il viso +fra le colonne gemelle, si nascondono negli angoli oscuri, siedono in +terra, stanno per ore immobili colla testa appoggiata sulla mano, +sognando. Quelle signore facevan così. Ve n'era una vestita di bianco +che, passando dietro alle colonne lontane, quando credeva di non esser +veduta, pigliava una certa andatura molle e maestosa di sultana +melanconica, e poi rideva con una sua amica: era incantevole. Il mio +amico mi diceva: "Andiamo," e io rispondevo: "Andiamo," e non potevo +muovermi. Non provavo soltanto un sentimento dolcissimo di meraviglia; +ma fremevo di piacere, e avevo addosso una smania di toccare, di +frugare, che so io, di veder dentro quei muri e quelle colonne, come se +fossero d'una materia arcana, e si dovesse scoprire nelle loro intime +parti la causa prima del fáscino che quel luogo esercitava. In tutta la +mia vita non ho mai pensato nè detto, nè dirò mai tante care follie, +tante belle scempiaggini, tante fole, tante gentili cose senza senso, +quante ne pensai e ne dissi in quell'ora. + +"Ma bisogna venir qui," mi diceva il Gongora, "al levar del sole, +bisogna venirci al tramonto, bisogna venirci di notte quando splende la +luna, per veder che meraviglie di colori, di ombre e di luce! C'è da +perderci il capo!" + +Andammo a vedere le sale. Al lato di levante v'è una sala chiamata della +Giustizia, alla quale si giunge passando sotto tre grandi archi, di cui +ciascuno corrisponde a una porta che dà nel cortile. È una sala lunga e +stretta, di ricca e ardita architettura, colle pareti coperte di +intricati arabeschi e di preziosi musaici, e la vòlta tutta punte e +groppi e sgonfi di stucco che pendon dagli archi, lungo le pareti, e qua +e là s'ammucchiano, si abbassano, escon gli uni dagli altri, e gli uni +gli altri si comprimono e si sovrappongono e par che si disputino lo +spazio, come le bolle d'un'acqua in bollore, presentando ancora in molti +punti le traccie dei colori antichi, che dovevan dare a quella vòlta +l'aspetto d'un padiglione coperto di fiori e di frutta sospese. La sala +ha tre piccole alcove, in ciascuna delle quali, sulla vòlta, si vede +ancora una pittura araba, a cui il tempo e la estrema rarità dei lavori +di pennello che son rimasti degli Arabi, danno un grandissimo valore. Le +pitture son fatte sul cuoio, e il cuoio è attaccato al muro. Nello +stanzino di mezzo son rappresentati, sur un fondo dorato, dieci uomini, +che si suppone esser dieci re di Granata, vestiti di bianco, col +cappuccio in capo, con una mano sulla scimitarra, seduti su cuscini +ricamati. I dipinti delle altre due alcove rappresentano castelli, dame +e cavalieri, scene di caccia e d'amore, delle quali è difficile +afferrare il significato. Ma i volti dei dieci re rispondono +meravigliosamente all'immagine che noi ci formiamo di quella gente: è +quel colore olivastro, son quelle bocche sensuali, son quegli occhi neri +dallo sguardo intento e misterioso che par sempre di veder luccicare +negli angoli oscuri delle sale dell'Alhambra. + +Al lato norte del cortile v'è un'altra sala chiamata _de las dos +Hermanas_, (delle due Sorelle) da due grandi lastre di marmo che ne +formano il pavimento. È la sala più gentile dell'Alhambra. È piccola, di +forma quadrata, coperta da una di quelle vòlte in forma di cupola, che +gli Spagnuoli chiamano mezzi aranci, sorretta da colonnine ed archi +disposti in cerchio, tutta lavorata in forma d'una grotta di +stallattiti, con una infinità di punte e d'incavi, coloriti e dorati, e +così leggera alla vista, che par sia sospesa in aria, e a toccarla debba +tremolar tutta come una tenda, o squarciarsi come una nuvola, o svanire +come se non fosse che un mucchio di bolle di sapone. Le pareti +rivestite, come in tutte le altre sale, di stucco, e coperte di +arabeschi incredibilmente fitti e delicati, sono uno dei più +meravigliosi prodotti della fantasia e della pazienza umana. Più si +guarda, e più le innumerevoli linee si stringono e s'incrociano, e da +una figura nasce un'altra, e da questa una terza, e tutte tre ne +presentano una quinta che c'era sfuggita e questa si divide tutt'a un +tratto in altre dieci che non s'erano vedute, e poi si ricompone e si +trasforma daccapo; e non si finisce più di scoprir nuove combinazioni, +perchè quando le prime si riaffacciano, di già son dimenticate, e fan +l'effetto della prima volta. E ci sarebbe da perder la vista e la +ragione a voler venir a capo di quel labirinto; ci vuole un'ora per +vedere il contorno d'una finestra, gli ornamenti d'un pilastro, gli +arabeschi d'un fregio; un'ora non basta per imprimersi nella mente il +disegno d'una delle stupende porte di cedro. Ai due lati della sala vi +sono due piccole alcove; nel mezzo, un piccolo bacino con un tubo per lo +zampillo, che è congiunto al canaletto che attraversa il cortile e va +alla fontana dei Leoni. In dirittura della porta d'entrata, dal lato +opposto, v'è un'altra porta, per la quale si entra in un'altra sala +stretta e lunga, chiamata la sala degli Aranci. Da questa sala, per una +terza porta, si entra in un piccolo gabinetto chiamato il gabinetto di +Lindaraja, straricco di ornamenti, e chiuso da una graziosissima +finestra a due archi che guarda in un giardino. + +Per godere tutta la bellezza di questa magica architettura bisogna uscir +dalla sala delle due Sorelle, attraversare il cortile dei Leoni, ed +entrare nella sala chiamata degli Abencerrages che si trova dal lato di +Mezzogiorno, di fronte a quella delle Sorelle, della quale ha quasi la +stessa forma e gli stessi ornamenti. D'in fondo a questa sala lo sguardo +attraversa il cortile dei Leoni, passa per la sala delle due Sorelle, +entra nella sala degli Aranci, penetra nel gabinetto di Lindaraja e +s'infila nel giardino del quale appare la folta verzura sotto gli archi +di quel gioiello di finestra. Le due aperture di questa finestra, viste +rimpicciolite così per la lontananza, e così piene di luce in fondo a +quella fuga di sale oscure, paion due grandi occhi aperti che guardino, +e fanno immaginare che di là ci siano chi sa quali misteri di paradiso. + +Visto la sala degli Abencerrages, andammo a vedere i bagni che si +trovano fra la sala delle due Sorelle e il cortile dei Mirti. Scendemmo +una scaletta, passammo per uno stretto corridoio, riuscimmo in una +splendida sala, chiamata sala _de los Divanes_, nella quale venivano a +riposare le belle dei re, sui tappeti persici, al suon delle cetre, dopo +aver fatto il bagno nelle stanze vicine. Questa sala fu ricostrutta +sulle rovine dell'antica, e arabescata, dorata e dipinta da artisti +spagnuoli, come l'antica doveva essere; in modo che si può considerare +come una sala dei tempi degli Arabi rimasta intatta in tutte le sue +parti. Nel mezzo è una fontana, in due pareti opposte due specie di +alcove nelle quali si adagiavan le donne, più alto le tribune dove +stavano i suonatori. Le pareti sono listate, brizzolate, screziate, +picchiettate di mille vivissimi colori, e presentan l'aspetto d'una +tappezzeria di stoffe chinesi trapunte di fili d'oro, con quegli +interminabili intrecci di figure che farebbero ammattire il più paziente +musaicista della terra. + +Eppure in quella sala lavorava un pittore! Lavorava da tre mesi a copiar +quelle pareti! Era un tedesco. Il Gongora lo conosceva, e gli domandò: +"È un lavoro che ammazza, non è vero?" E quegli rispose sorridendo: "Non +mi pare," e si ricurvò sul suo quadro. + +Lo guardai come avrei guardato una creatura d'un altro mondo. + +Passammo negli stanzini da bagno, piccoli, fatti a vòlta, e rischiarati +dall'alto per mezzo di alcuni fori aperti nel muro, in forma di stelle e +di fiori. Le tinozze sono d'un sol pezzo di marmo, vaste, e serrate fra +le due pareti. I corridoi che conducono da uno stanzino all'altro son +bassi e stretti in modo che appena ci può passare un uomo; e vi fa un +fresco che è una delizia. Affacciandomi a uno di quegli stanzini, fui +preso tutt'a un tratto da un pensiero tristo. + +"Che cos'ha che si rannuvola?" mi domandò l'amico. + +"Penso," risposi, "al come viviamo noi, d'estate come d'inverno, in +quelle case che paion caserme, in quelle stanze al terzo piano o buie o +inondate da un torrente di luce, senza marmo, senz'acqua, senza fiori, +senza colonnine; penso che dovremo viver tutta la vita così, e morire +fra quelle pareti, senza aver provato una volta la voluttà di questi +palazzi fatati; penso che anche in questa misera vita terrena si può +immensamente godere, e che io non godrò nulla! Penso che potevo nascere +quattro secoli fa re di Granata, e che sono nato invece un poveromo!" + +L'amico rise, e stringendomi un braccio fra l'indice e il pollice, come +per darmi un pizzicotto, mi disse: + +"Non pensi a questo. Pensi a quanto di bello, di gentile e di segreto +debbono aver visto queste tinozze; ai piedini che sguazzarono nelle loro +acque odorose, alle lunghe capigliature che si sparsero sui loro orli, +ai grandi occhi languidi che guardarono il cielo a traverso i fori di +quella vòlta, mentre sotto gli archi del cortile dei Leoni risonava il +passo concitato d'un Califfo impaziente, e i cento zampilli della reggia +dicevano col loro affrettato mormorio:--Vieni, vieni, vieni!--e in una +sala profumata uno schiavo tremante di riverenza chiudeva le finestre +colle cortine color di rosa." + +"Ah! mi lasci un po' l'anima in pace!" risposi scrollando le spalle. + +Attraversammo il giardino del gabinetto di Lindaraja, e un cortile +d'aspetto misterioso chiamato il _patio della Reja_, e per una lunga +galleria che guarda la campagna, giungemmo sulla sommità di una delle +estreme torri dell'Alhambra, sotto un piccolo padiglione aperto +tutt'intorno, chiamato _Tocador_ (toeletta) _de la reina_, che par +sospeso sur un abisso come il nido d'un'aquila. + +Lo spettacolo che si gode di lassù, lo si può dire senza paura d'essere +smentiti da alcuno, non ha l'uguale sulla faccia della terra. + +S'immagini una immensa pianura verde come un prato coperto d'erba +novella, attraversata in tutti i sensi da sterminati filari di cipressi, +di pini, di quercie, di pioppi, sparsa di foltissimi boschetti +d'aranci, che a tanta lontananza non paion più che cespugli, e di grandi +orti e giardini così affollati di alberi fruttiferi che presentano quasi +l'aspetto di poggerelli vestiti di verzura; e a traverso questa immensa +pianura il fiume Genil che luccica fra i boschi e i giardini come un +gran nastro inargentato; e tutto intorno colline boscose, e di là dalle +colline, altissime roccie di fantastiche forme che rendon l'immagine di +una cinta di muri e di torri titaniche che separi quel paradiso +terrestre dal mondo; e lì proprio sotto gli occhi, la città di Granata, +parte distesa sul piano, parte sulla china d'un colle, tutta sparsa di +gruppi d'alberi, di macchie, di mucchi informi di verzura che s'alzano e +ondeggiano sopra i tetti delle case come enormi pennacchi, e par che +tendano ad espandersi, a congiungersi e a coprir la città intera; e più +sotto ancora, la valle profonda del Dauro, meglio che coperta, riempita, +colmata quasi da un cumulo prodigioso di vegetazione che si solleva come +una montagna, oltre la quale emerge ancora un bosco di pioppi +giganteschi che agitano le cime sotto le finestre della torre quasi a +portata della mano; e a destra, di là dal Dauro, sur una collina che +s'alza al cielo ardita e svelta come una cupola, il palazzo del +Generalife, coronato di giardini aerei, e quasi nascosto in mezzo a un +bosco di allori, di pioppi e di melagrani; e dalla parte opposta, uno +spettacolo meraviglioso, una cosa incredibile, una visione d'un sogno: +la Sierra Nevada, le più alte montagne d'Europa, dopo le Alpi, bianche +di neve, bianche fino a poche miglia dalle porte di Granata, bianche +fino ai colli dove giganteggiano i melagrani e le palme, e si spiega in +tutta la sua splendida pompa una vegetazione quasi tropicale. S'immagini +ora sopra questo immenso paradiso, che racchiude tutte le ridenti grazie +dell'oriente e tutte le più severe bellezze del settentrione, che sposa +l'Europa all'Affrica tributando all'imeneo tutte le più belle meraviglie +della natura, e che manda al cielo confusi in un solo tutti i profumi +della terra, s'immagini sopra questa valle beata il cielo e il sole di +Andalusia, che volgendo al tramonto, tinge d'un divino color di rosa le +cime, e di tutti i colori dell'iride e di tutti i riflessi delle più +limpide perle azzurrine i fianchi delle montagne della Sierra; e frange +i suoi raggi in mille sfumature d'oro, di porpora e cinerine, nelle +roccie che coronan la pianura; e declinando in mezzo a un incendio di +raggi, getta, come un saluto, una corona luminosa intorno alle torri +pensierose dell'Alhambra e ai pinnacoli inghirlandati del Generalife; e +si dica se si può dare al mondo qualche cosa di più solenne, di più +glorioso, di più innebriante di questa festa amorosa del cielo e della +terra, dinanzi alla quale da nove secoli trema di voluttà e palpita di +orgoglio Granata. + +Il tetto del _mirador de la reina_ è sostenuto da piccole colonne +moresche fra le quali si stendono degli archi schiacciati che danno al +padiglione un aspetto stranamente capriccioso e gentile. Le pareti sono +dipinte a fresco, e vi si vedono lungo i fregi le iniziali d'Isabella e +di Filippo V intrecciate con amorini e fiori. Accanto alla porta +d'entrata, resta ancora una pietra del pavimento antico, tutta +bucherellata, sulla quale si dice si mettessero le Sultane per +avvolgersi nel nuvolo dei profumi che si bruciavan di sotto. Ogni cosa, +lassù, spira amore e letizia. Vi si respira un'aria pura come sulla cima +d'una montagna, vi si sente una fragranza confusa di mirti e di rose, e +non vi arriva altro rumore che il mormorio del Dauro che si rompe tra i +macigni del suo letto dirupato, e il canto di migliaia di uccelli +nascosti nella folta verzura della valle; è un vero nido da innamorati, +un'alcova pensile per andarvi a sognare, una loggia aerea per salirvi a +ringraziar Dio d'esser felici. + +"Ah! Gongora," esclamai dopo aver contemplato per qualche momento quello +spettacolo incantevole; "io darei dieci anni di vita per poter far +comparir qui, con un colpo di bacchetta magica, tutte le persone care +che mi aspettano in Italia!" + +Il Gongora mi accennava un largo spazio del muro tutto nero di date e di +nomi scritti colla matita, col carbone, e incisi colla punta dei +temperini dai visitatori dell'Alhambra. + +"Che cos'è scritto qui?" mi domandò. + +M'avvicinai e gittai un grido:--Chateaubriand! + +"E qui?" + +"Byron!" + +"E qui?" + +"Victor Hugo!" + +Scendendo dal _mirador de la reina_ io credevo d'aver visto l'Alhambra, +e commisi l'imprudenza di dirlo al mio amico. Se avesse avuto in mano un +bastone, son certo che me l'avrebbe dato fra capo e collo; ma non +avendolo, si contentò di guardarmi coll'aria d'uno che domandasse se mi +aveva dato volta il cervello. + +Ritornammo nel cortile dei mirti, e visitammo le sale poste dall'altro +lato della torre di Comares, la maggior parte mezzo rovinate, altre +trasformate, alcune affatto nude, senza pavimento, senza tetto; ma tutte +meritevoli d'esser vedute, e per i ricordi che destano, e per bene +comprendere la struttura dell'edifizio. L'antica moschea, è stata +convertita in cappella da Carlo V; una grande sala araba, in oratorio; +qua e là si vedono ancora resti di arabeschi e di soffitti di cedro +scolpiti; le gallerie, i cortili, i vestiboli, sembran di un palazzo +devastato dalle fiamme. + +Visto anche questa parte dell'Alhambra, credetti davvero che non mi +rimanesse nulla a vedere, e commisi daccapo l'imprudenza di dirlo al +Gongora. Questa volta non si potè più contenere; e condottomi nell'atrio +del cortile dei mirti dinanzi a una pianta dell'edifizio affissa al +muro, mi disse: + +"Guardi, e vedrà che tutte le sale e i cortili e le torri che abbiamo +visti finora, non occupano nemmeno la ventesima parte dello spazio che +abbracciano le mura dell'Alhambra; vedrà che non abbiamo ancora visitato +i resti di altre tre moschee, le rovine della casa del Cadì, la torre +dell'Acqua, la torre delle Infante, la torre della Prigioniera, la torre +del Candil, la torre dei Picos, la torre dei Pugnali, la torre dei +_Siete melos_, la torre del Capitano, la torre della Strega, la torre +delle Teste, la torre delle Armi, la torre degli Idalghi, la torre delle +Galline, la torre del Cubo, la torre dell'Omaggio, la torre della Vela, +la torre della Polvere, gli avanzi della casa di Mondejar, i quartieri +militari, la porta di ferro, i muri interni, le cisterne, i passeggi; +perchè ha da sapere che l'Alhambra non è un palazzo, ma una città; e che +ci sarebbe da passar la vita a cercar arabeschi, a leggere iscrizioni, a +scoprir ogni giorno un nuovo colpo d'occhio di colline e di montagne, e +a andare in estasi una volta regolarmente per ognuna delle +ventiquattr'ore della giornata." + +Ed io credevo d'aver visto l'Alhambra! + + * * * * * + +Per quel giorno non ne volli saper altro, e Dio sa come avevo la testa +quando tornai all'albergo. Il giorno dopo, allo spuntar del sole, ci +ritornai; ci ritornai la sera; e continuai a andarci ogni giorno per +tutto il tempo che rimasi a Granata, col Gongora, con altri amici, coi +ciceroni, solo; e l'Alhambra mi parve sempre più vasta e sempre più +bella, e ripercorsi quei cortili e quelle sale, e vi passai ore ed ore, +seduto tra le colonne o appoggiato alle finestrine, con un piacere di +più in più vivo, scoprendo ogni volta bellezze nuove, e abbandonandomi +sempre a quelle vaghe e deliziose fantasie, fra le quali aveva errato +la mente il primo giorno. Non saprei più dire per dove gli amici mi +facevan passare per entrar nell'Alhambra; ma mi ricordo che ogni giorno, +nell'andare, vedevo mura e torri e strade deserte che non avevo viste +mai, e mi pareva che l'Alhambra avesse mutato di sito, o si fosse +trasformata, o le fosser sorti intorno, come per incanto, nuovi edifizii +che ne alterassero l'aspetto primitivo. Chi potrebbe descrivere la +bellezza di quei luoghi quando tramontava il sole! quel bosco fantastico +quando vi batteva il lume della luna! la pianura immensa e le montagne +coperte di neve, nelle notti serene! i grandiosi contorni di quelle mura +enormi, di quelle superbe torri, di quegli alberi smisurati, sul cielo +tempestato di stelle! lo stormire prolungato di quei mucchi immani di +verzura che riempiono le valli e coprono i fianchi delle colline, quando +soffiava la brezza! Era uno spettacolo dinanzi al quale, i miei +compagni, nati a Granata, ed abituati a vederlo fin dalla infanzia, +restavano senza parola, così che facevamo lunghi tratti di cammino in +silenzio, ciascuno immerso nei suoi pensieri, col cuore compreso d'una +mestizia dolcissima che a volte ci faceva inumidir gli occhi e alzar il +viso al cielo con uno slancio di gratitudine e di tenerezza. + + * * * * * + +Il giorno del mio arrivo a Granata, quando rientrai all'albergo, a +mezzanotte, invece del silenzio e della quiete, trovai il _patio_ +illuminato come una sala da ballo, gente ai tavolini che sorbiva +granite, gente su nelle gallerie che andava e veniva, chiaccherando e +ridendo; e mi toccò aspettare un'ora prima di andare a dormire. Ma +passai quell'ora molto gradevolmente. Mentre stavo guardando una carta +di Spagna affissa alla parete, un omaccione col viso color di +barbabietola e una pancia che gli cascava sulle ginocchia, mi si +avvicinò, e toccandosi il berretto, mi domandò s'ero italiano; risposi +di sì, ed egli soggiunse sorridendo:--"Ed io pure; io sono il padrone +dell'albergo." + +"Me ne rallegro, tanto più che vedo che lei ci si fa d'oro." + +"Dio buono...." mi rispose con un tuono che voleva parer melanconico; +"sì.... non mi lamento; ma.... me lo creda, caro signore, per quanto gli +affari vadan bene, quando si è lontani dal proprio paese, qui (e si mise +una mano sull'enorme torace) qui si sente sempre un vuoto!" + +Gli guardai la pancia. + +"Un gran vuoto," ripetè l'albergatore; "la patria non si dimentica +mai... Di che provincia è lei, signore?" + +"Della Liguria. E lei?" + +"Del Piemonte. Liguria! Piemonte! Lombardia! Quelli son paesi!" + +"Son bei paesi, non c'è dubbio; ma lei, alla fine dei conti, non si può +lamentare della Spagna. Sta in una delle più belle città del mondo, è +padrone d'uno dei più belli alberghi della città, ha una folla di +forestieri tutto l'anno, e poi vedo che gode d'una salute invidiabile." + +"Ma il vuoto!" + +Gli guardai di nuovo la pancia. + +"Eh capisco, signor mio; ma lei s'inganna, sa, se mi giudica dalle +apparenze. Lei non può immaginare quello che provo io quando capita qui +un Italiano. Che vuole? Sarà una debolezza.... non so.... ma io lo +vorrei vedere tutto il giorno a tavola, e creda che se mia moglie non mi +trovasse a ridire, io sarei capace di mandargli per conto mio una +dozzina di piatti d'antipasto... come nulla." + +"A che ora si desina domani?" + +"Alle cinque. Del resto.... qui si mangia poco.... paesi caldi.... tutti +si tengon leggeri.... di qualunque _nazionalità_ sieno.... è una +regola.... Ma non ha visto l'altro italiano che è qui?" + +Così dicendo guardò intorno, e un uomo che ci stava osservando da un +angolo del cortile, ci si avvicinò. L'albergatore, dette poche parole, +ci lasciò soli. Era un uomo sulla quarantina, meschinamente vestito, che +parlava co' denti stretti e stropicciando di continuo le mani con un +movimento convulsivo, come se facesse uno sforzo per trattenersi dal +picchiare dei pugni. Mi disse che era lombardo, corista, arrivato il +giorno innanzi a Granata con altri artisti di canto scritturati al +teatro dell'Opera per la _stagione d'estate_. + +"Sucido paese!" esclamò senz'altro preambolo, guardandosi intorno come +se volesse pronunziare un discorso. + +"Non sta volentieri in Spagna?" gli domandai. + +"In Spagna? Io? Scusi: gli è lo stesso come se mi domandasse:--Sta +volontieri lei in galera?" + +"Ma perchè?" + +"Perchè?... Ma non vede che gente sono gli Spagnuoli: ignoranti, +superstiziosi, orgogliosi, sanguinarii, impostori, furfanti, ciarlatani, +infami?" + +E restò un minuto immobile in un atto interrogativo, con le vene del +collo gonfie che pareva gli volessero scoppiare. + +"Mi perdoni," risposi, "il suo giudizio non mi pare abbastanza +favorevole per poterle dire che la penso come lei. Quanto a ignoranza, +mi scusi, non tocca a noi Italiani, a noi che abbiamo ancora città in +cui si pigliano a sassate i maestri di scuola, e si stilettano i +professori che danno _zero_ agli scolari; non tocca a noi, per ora, di +riveder le buccie agli altri. Quanto a superstizione, oh poveri noi! +quando vediamo nella città d'Italia, in cui è più diffusa l'istruzione +popolare, seguir un sottosopra da non dirsi, per un'immagine miracolosa +della Madonna trovata da una donnicciuola in mezzo strada.... Quanto a +delitti, io le dichiaro francamente che se dovessi far un raffronto fra +i due paesi coi quadri statistici alla mano in presenza d'un uditorio di +Spagnuoli, senza conoscer prima i dati e le risultanze, avrei una +maledetta paura.... Non voglio dire con questo che noi, su per giù, non +ci troviamo in migliori acque che la Spagna; voglio dire che un +italiano, giudicando gli Spagnuoli, se vuol esser giusto, bisogna che +sia indulgente." + +"Non mi va, scusi.... un paese senza _indirizzo politico_! un paese _in +preda all'anarchia_! un paese.... Andiamo, mi citi un grand'uomo +spagnuolo di questi tempi!" + +"Non saprei.... ce n'è così pochi da per tutto!" + +"Mi citi un Galileo!" + +"Oh dei Galilei non ce n'hanno nemmen uno." + +"Mi citi un Rattazzi!" + +"Eh non ce l'hanno neppure." + +"Mi citi.... ma già, non hanno niente. E poi, o che il paese le par +bello?" + +"Ah! scusi; su questo punto non la cedo; l'Andalusia, per citarle una +sola provincia, è un paradiso; Siviglia, Cadice, Granata, sono stupende +città." + +"Come?... E a lei piacciono le case di Siviglia e di Cadice, che a +passare rasente i muri un povero diavolo s'imbianca dalla testa ai +piedi? Le piacciono quelle strade che dopo un buon pranzo si stenta a +passarci? E trova belle le donne andaluse, con quegli occhi da +spiritate? Andiamo, lei è troppo indulgente, non è un popolo _serio_. +Hanno chiamato Don Amedeo, e ora non lo voglion più; gli è perchè sono +indegni d'esser governati da un _uomo civilizzato_!" (testuale). + +"Ma non trova dunque nulla di buono in Spagna?" + +"Nulla." + +"Ma perchè ci sta?" + +"Ci sto.... perchè ci mangio." + +"È qualche cosa." + +"Ma come ci mangio? Come un cane! chi non sa cos'è la cucina spagnuola!" + +"Ma scusi: invece di mangiare come un cane in Spagna perchè non +va a mangiare come un uomo in Italia?" + +Qui il povero artista si trovò un po' impacciato; ed io per levarlo +d'impaccio gli offersi un sigaro, che accettò ed accese senza far +parola. E non fu il solo italiano in Spagna, che mi parlasse in quei +termini del paese e degli abitanti, negando persino la serenità del +cielo e la grazia delle andaluse. Io non so che gusto ci sia a viaggiare +in quella maniera, col cuore chiuso ad ogni sentimento benevolo, e +continuamente intesi a censurare e a vilipendere, come se ogni cosa +buona e bella che si trova in un paese straniero, fosse stata rubata al +nostro, e noi non ci potessimo vantare di valer qualcosa se non colla +condizione che tutti gli altri non valgano nulla. La gente che viaggia +con siffatta disposizione d'animo, mi fa più che stizza, pietà, perchè +si priva volontariamente di molti piaceri e di molti conforti. Così mi +pare almeno a giudicar gli altri da me, poichè dovunque io vada, il +primo sentimento che m'inspiran le cose e la gente è un sentimento di +simpatia; un desiderio di non trovar nulla che mi costringa a censurare; +un bisogno di abbellire ai miei stessi occhi le cose belle, di +nascondermi le spiacevoli, di scusare i difetti, di poter dire +schiettamente a me stesso ed agli altri che sono contento di tutti e di +tutto. E per raggiunger questo fine non ho da fare alcun sforzo; ogni +cosa mi si presenta quasi spontaneamente sotto il suo aspetto più +gradevole; e la mia immaginazione colora benignamente gli altri aspetti +di un leggero color di rosa. So bene che in codesto modo non si studia +un paese, non si scrivon _Saggi critici_, nè si acquista la fama +d'uomini profondi; ma so che si viaggia coll'anima serena, e che i +viaggi fanno un pro che non si può dire. + + * * * * * + +Il giorno dopo andai a vedere il Generalife che era come la villa dei Re +arabi, e il cui nome va congiunto a quello dell'Alhambra, come quello +dell'Alhambra a quel di Granata; benchè oramai del Generalife antico non +rimangan che pochi archi e pochi rabeschi. È un piccolo palazzo, +semplice, bianco, con poche finestre, con una galleria ad archi, +coronato da una terrazza, e mezzo nascosto in mezzo a un bosco d'allori +e di mirti, sulla sommità d'un monte floridissimo che sorge sulla riva +destra del Dauro, di fronte alla collina dell'Alhambra. Dinanzi alla +facciata del palazzo si stende un piccolo giardino, e altri giardini +s'alzano l'uno sull'altro, quasi in forma d'una vasta gradinata, fino al +sommo del monte, dove sorge un'altissima loggia che chiude il recinto +del Generalife. I viali dei giardini, le larghe scale che conducon +dall'uno all'altro, e le aiuole piene di fiori, sono fiancheggiate da +alte spalliere, sormontate da archi e divise da capanni di mirti curvati +e intrecciati con graziosi disegni; e ad ogni ripiano sorgon casine +bianche, ombreggiate da pergolati, e da gruppi d'aranci e di cipressi +disposti con pittoresca simmetria. L'acqua vi è profusa ancora come ai +tempi degli arabi e dà al luogo una grazia, una freschezza e una vita +da non potersi descrivere. Da ogni parte si sente mormorio di ruscelli e +di fontane; si svolta da un viale, s'incontra uno zampillo; ci si +affaccia a una finestra, si vede uno schizzo che giunge fino al +davanzale; si entra in mezzo a un gruppo d'alberi, e si riceve nel viso +gli spruzzi d'una cascatella; dovunque ci si volga, c'è acqua che salta, +o che scorre, o che piove, gorgogliando e luccicando tra l'erbe e i +cespugli. Dall'alto della loggia scende la vista sopra tutti quei +giardini che van giù a chine, a salti, a scaglioni; si sprofonda +nell'abisso di vegetazione che separa i due monti, abbraccia tutta la +cinta dell'Alhambra, colle cupole dei suoi tempietti, colle torri +lontane, coi sentieri che serpeggiano fra le sue rovine; si stende sulla +città di Granata, sulla pianura, sui colli, e scorre con uno sguardo +solo tutte le cime della Sierra Nevada, che paion tanto vicine da +poterci arrivare in un'ora. E mentre contemplate questo spettacolo, vi +accarezza l'orecchio il mormorio di cento zampilli e il suono fievole +delle campane della città, che vien su a ondate, or sì or no, insieme a +un odor misterioso di paradiso terrestre, che dà dei fremiti di voluttà +da far impallidire. + +Di là dal Generalife, sulla sommità d'un monte più alto, ora nudo e +squallido, sorgevano ai tempi degli Arabi altri palazzi reali e si +stendevano altri giardini, congiunti fra loro da grandi viali +fiancheggiati da mirti. Ora tutte quelle meraviglie d'architettura, +coronate di boschi, di fontane e di fiori, quelle fatate reggie aeree, +quei nidi splendidi e odorosi d'amore e di delizia, sono scomparsi, e +appena qualche mucchio di macerie o qualche breve tratto di muro + + «Ne fa fede e ricordo al passeggiero.» + +Ma quelle rovine che desterebbero altrove un sentimento di malinconia, +non lo destano dinanzi allo spettacolo di quella bellissima natura, al +cui incanto non pare che abbian mai potuto aggiungere nulla le più +meravigliose opere dell'uomo. + + * * * * * + +Rientrando in città, mi fermai a una estremità della _Carrera del +Darro_, dinanzi a una casa riccamente adornata di bassorilievi che +rappresentano scudi araldici, armature, cherubini e leoni, con un +piccolo terrazzino sull'angolo, sopra 'l quale, parte sur un muro, parte +sull'altro, lessi la seguente misteriosa iscrizione, in grandi caratteri +di stampa: + + ESPERANDO LA DEL CIELO, + +che significa, tradotto letteralmente:--_Aspettando quella del +cielo._--Curioso di sapere il senso riposto di quelle parole, le notai +per interrogarne il dotto padre del mio amico, il quale me ne diede due +spiegazioni, l'una pressochè sicura, ma poco romantica; l'altra +romantica, ma molto dubbiosa. La quale è questa. La casa apparteneva a +Don Fernando di Zafra, segretario dei Re Cattolici, che aveva una +bellissima figliuola. Un giovine idalgo, di famiglia nemica o inferiore +di nobiltà alla famiglia dei Zafra, s'innamorò della figliuola, ne fu +amato, la chiese in sposa, non l'ebbe. Il rifiuto del padre aggiunse +esca al fuoco amoroso dei due giovani, le finestre della casa son basse, +l'innamorato, una notte, riuscì a dar la scalata, e a entrar nella +stanza della fanciulla. O abbia rovesciato una seggiola entrando, o +abbia tossito, o abbia gettato un leggero grido di gioia al veder la sua +bella amante colle chiome sciolte e le braccia aperte, la tradizione non +lo dice, e nessuno lo sa; ma è certo che Don Fernando di Zafra, inteso +rumore, accorse, vide, e cieco di furore si slanciò sul malcapitato +giovane per metterlo a morte. Ma il giovane riuscì a fuggire; Don +Fernando, inseguendolo, s'abbattè in uno dei propri paggi fautore di +quegli amori, che aveva aiutato l'idalgo a entrar nella casa; lo +scambiò, in su quel subito, per il seduttore; e senza udir spiegazioni e +preghiere, lo fece afferrare e impiccare al terrazzino della casa. La +tradizione narra che mentre la povera vittima gridava:--Pietà! +Pietà!--l'offeso padre gli rispose accennandogli il terrazzino:--Là +starai _esperando la del cielo_! (aspettando quella del +cielo);--risposta ch'egli fece poi incidere sur una pietra del muro, a +perpetuo spavento dei seduttori e dei mezzani. + + * * * * * + +Consacrai il resto della giornata alle chiese e ai conventi. + +La cattedrale di Granata merita, anche meglio di quella di Malaga, che +pure è bella e magnifica, di essere descritta parte per parte; ma basta +oramai di descrizioni di chiese. Fu fondata nel 1529 dai re cattolici, +sulle rovine della principal moschea della città; ma rimase incompiuta. +Ha una grande facciata con tre porte, ornata di statue e di +bassorilievi; ed è formata da cinque navate, divise da venti smisurati +pilastri composti d'un fascio di sottili colonne. Le cappelle +racchiudono quadri del Boccanegra, sculture del Torrigiani, tombe ed +ornamenti preziosi. È mirabile sopra tutte la cappella maggiore, +sorretta da venti colonne corintie, divise in due ordini, sul primo dei +quali si alzano le statue colossali dei dodici apostoli, e sul secondo +un cornicione coperto di ghirlande e di teste di cherubini. Di sopra +ricorre un giro di leggiadre finestre a vetri coloriti che rappresentano +la Passione, e dal fregio che le corona si slanciano in alto dieci archi +arditi che forman la vòlta della cappella. Negli archi che sorreggon le +colonne si ammirano sei grandi dipinti di Alonso Cano, che hanno fama di +essere l'opera sua più completa e più bella. + +E poichè ho nominato Alonso Cano, nativo di Granata, uno dei più valenti +pittori spagnuoli del secolo decimosettimo, che sebbene discepolo della +scuola sivigliana piuttosto che fondatore, come altri vorrebbe, d'una +scuola sua, non è meno originale dei suoi più grandi contemporanei; +voglio metter qui alcuni tratti della sua indole e della sua vita, poco +conosciuti fuori di Spagna, ma singolarmente notevoli. Alonso Cano fu il +più accattabrighe, il più iroso, il più violento dei pittori spagnuoli. +Passò la vita litigando. Era ecclesiastico. Dal 1652 al 1658, per sei +anni consecutivi, senza un giorno d'interruzione, litigò coi canonici +della cattedrale di Granata, della quale egli era ragioniere, perchè non +voleva, giusta i patti stipulati, diventare suddiacono. Prima di partire +da Granata, spezzò colle sue mani una statua di sant'Antonio da Padova, +che aveva fatto egli stesso d'incarico d'un auditore della Cancelleria, +perchè costui si permise di osservargli che il prezzo che gliene +domandava gli pareva un po' caro. Nominato maestro di disegno del +principe reale, che, a quanto pare, non era nato col bernoccolo della +pittura, lo aspreggiò in tal maniera, che lo costrinse a ricorrere al Re +per esser levato dalle sue mani. Rimandato, per una grazia speciale, a +Granata, presso il Capitolo della cattedrale, serbò così profondo il +rancore degli antichi suoi litigi con quei canonici, che in vita sua non +volle più dare una pennellata per loro. Ma questo è poco. Nutriva un +cieco, bestiale, inestinguibile odio contro gli ebrei, e s'era ficcato +in capo che il toccare in qualunque modo un ebreo o un qualsiasi oggetto +stato toccato da lui, gli dovesse recare sventura. Con questa fissazione +fece le più strampalate stravaganze del mondo. Se passando per la strada +urtava in un ebreo, si levava issofatto il vestito infetto, e tornava a +casa in maniche di camicia. Se per caso riusciva a scoprire che, lui +assente, un servitore aveva ricevuto un ebreo in casa sua, cacciava il +servitore, buttava via le scarpe colle quali aveva premuto l'impiantito +profanato dal circonciso, faceva disfare e rifare, qualche volta, +persino l'impiantito. E trovò modo di litigare anche morendo. Essendo +ridotto in fin di vita, e presentandogli il confessore un crocifissaccio +fatto coll'accétta perchè lo baciasse, egli lo spinse in là colla mano, +e disse:--_Padre, datemi una croce nuda, perchè io possa venerare Gesù +Cristo come egli è in sè e come io lo contemplo nella mia mente._--Con +tutto ciò, aveva un cuore eletto, caritatevole, abborriva da ogni +volgare azione, ed amava di profondo e purissimo amore l'arte in che si +rese immortale. + +Tornando alla chiesa, quando ebbi fatto il giro di tutte le cappelle e +mi disponevo ad uscire, mi colse il sospetto che qualcosa mi rimanesse +ancora a vedere. Non avevo letto la _Guida_ e nessuno m'aveva detto +nulla; ma io mi sentivo dentro una voce che mi diceva:--Cerca!--e +cercavo infatti cogli occhi da tutte le parti senza saper che cercassi. +Un cicerone mi osservò, mi si avvicinò, come fanno tutti, di sbieco, +come un assassino, e mi domandò con aria di mistero: "_Quiere Usted +algo?_" (Vuol qualche cosa?) + +"Vorrei," risposi, "che mi diceste se c'è altro da vedere in questa +cattedrale, oltre a quello che si vede di qui!" + +"_Cómo!_" esclamò il cicerone, "_todavia no ha visto Usted la capilla +real?_" + +"Che c'è nella cappella reale?" + +"_Que hay? Caramba! Nada ménos que los sepulcros de Ferdinando é Isabel +la Católica!_" + +Volevo dire! Avevo nella mente il posto preparato per questa idea, e +l'idea non c'era! I re cattolici dovevano ben essere sepolti a Granata, +dove combatterono l'ultima gran guerra cavalleresca del medio evo, e +dove diedero a Cristoforo Colombo l'incarico di armare le navi che lo +condussero al nuovo mondo! Corsi, più che non andai, alla Cappella +reale, preceduto dal cicerone zoppicante; un vecchio sacrestano ci +aperse la porta della sacristia, e prima di lasciarmi entrare a veder le +tombe, mi condusse davanti a una specie d'armadio a vetri, ripieno di +oggetti preziosi, e mi disse: + +"Lei saprà che Isabella la Cattolica per fornire a Cristoforo Colombo il +denaro che gli occorreva ad armare le navi per il suo viaggio, non +sapendo dove trovarne, perchè le casse dello Stato eran vuote, mise in +pegno le sue gioie." + +"Sì; ebbene?" domandai con impeto, e prevedendo la risposta, mi sentivo +battere il cuore. + +"Ebbene," rispose il sacrestano; "la scatola nella quale la Regina +chiuse le sue gioie per farle impegnare, è questa." + +E così dicendo aperse l'armadio, prese la scatola e me la porse. + +Oh! dicano un po' quello che vogliono gli uomini forti; per me, quelle +son cose che mi fanno tremare e piangere! Ho toccata la scatola che +contenne i tesori pei quali Colombo potè scoprire l'America! Ogni volta +che ripeto queste parole, il sangue mi si rimescola! E soggiungo:--L'ho +toccata con queste mani,--e mi guardo le mani. + +Quell'armadio contiene ancora la spada di re Ferdinando, la corona e lo +scettro d'Isabella, un messale e parecchi altri ornamenti del re e della +regina. + +Entrammo nella Cappella, fra l'altare e una gran cancellata di ferro che +lo separa dallo spazio rimanente, davanti a due grandi mausolei +marmorei, ornati di statuette e di bassorilievi di gran pregio, sull'un +dei quali sono stese le statue di Ferdinando e d'Isabella, vestiti dei +loro abiti reali, colla corona, la spada e lo scettro; sull'altro, le +statue di altri due principi di Spagna; e intorno alle statue, leoni, +angeli, stemmi, ed ornamenti svariati, che presentano un aspetto +regalmente austero e magnifico. + +Il sacrestano accese una fiaccola e accennandomi una specie di botola, +situata in dirittura della corsia che separa i due mausolei, mi pregò di +alzare il coperchio per scendere nel sotterraneo. Il cicerone m'aiutò, +scoprimmo la botola, il sacrestano scese, e io gli tenni dietro giù per +una scaletta angusta fino a una piccola stanza sotterranea, nella quale +eran cinque casse di piombo, cerchiate di ferro, ciascuna segnata di due +iniziali sormontate da una corona. Il sacrestano abbassò la fiaccola, e +toccandole con una mano, l'una dopo l'altra, tutte e cinque, mi disse +con voce lenta e solenne: + +"Qui riposa la gran regina Isabella la Cattolica." + +"Qui riposa il gran re Ferdinando V." + +"Qui riposa il re Filippo I." + +"Qui riposa la regina Giovanna la pazza." + +"Qui riposa donna Maria, sua figliuola, morta nell'età di nove anni." + +"Dio li abbia tutti nella sua santa pace!" + +E piantato la fiaccola in terra, incrociò le braccia e chiuse gli occhi, +come per darmi agio di fare le mie meditazioni. + + * * * * * + +Ci sarebbe da aggobbire a tavolino, chi volesse descrivere tutti i +monumenti religiosi di Granata: la stupenda Certosa, il Monte-Sacro che +racchiude le grotte dei martiri, la chiesa di San Geronimo dove è +sepolto il gran capitano Consalvo di Cordova, il convento di Santo +Domingo fondato dall'Inquisitore Torquemada, quello dell'Angelo che +contiene pitture del Cano e del Murillo, ed altri molti; ma io suppongo +che chi legge sia già assai più stanco di me, e però gli faccio grazia +di un monte di descrizioni che probabilmente non gli darebbero che una +idea assai confusa delle cose. + +Ma poichè ho nominato il sepolcro del gran capitano Consalvo di Cordova, +non posso trattenermi dal tradurre un curioso documento che a lui si +riferisce, e che mi fu dato appunto nella chiesa di San Geronimo da un +sacrestano ammiratore delle gesta di quell'eroe. + +Il documento è redatto a modo di aneddoto nei termini seguenti. + +«Ogni passo del gran Capitano, Don Gonzalo di Cordova, fu un assalto, ed +ogni assalto una vittoria; il suo sepolcro nel convento dei Geronimi di +Granata, fu adornato di dugento bandiere conquistate da lui. I suoi +emuli invidiosi, ed in particolar modo i Tesorieri nel regno di Napoli, +nel 1506, indussero il Re a chieder conto a Gonzalo dell'uso che aveva +fatto delle grandi somme ricevute dalla Spagna per le spese della guerra +in Italia; e in fatti il Re fu tanto piccino da acconsentire ed anco +assistere all'atto della _conferencia_. + +Gonzalo accolse quella domanda con altissimo disprezzo, e si propose di +dare una severa lezione ai Tesorieri ed al Re, intorno al modo di +trattare e considerare un conquistatore di Regni. + +Rispose con grande indifferenza e serenità che avrebbe preparato i conti +per il giorno seguente, e fatto vedere chi dei due fosse il debitore, se +lui o il fisco: il quale reclamava centotrenta mila ducati rimessigli +per prima rata; ottanta mila scudi per la seconda, tre milioni per la +terza, undici milioni per la quarta, tredici per la quinta; e così +seguitava a riferire il grave, _gangoso_ (dalla voce nasale) e scimunito +segretario che autorizzava un atto così importante. + +Il gran Gonzalo mantenne la sua parola; si presentò alla seconda +udienza, e tirato fuori il voluminoso libro nel quale aveva notate le +sue giustificazioni, cominciò a leggere a voce alta e sonora le seguenti +parole: + +«Ducento mila settecento trentasei ducati e nove reali ai frati, alle +monache e ai poveri, affinchè pregassero Dio per il trionfo delle armi +spagnuole. + +Cento milioni in pale, zappe e picconi. + +Cento mila ducati in polvere e palle. + +Dieci mila ducati in guanti profumati per preservare i soldati dal puzzo +dei cadaveri dei nemici stesi sul campo di battaglia. + +Centosettanta mila ducati per rifare campane distrutte dal continuo +sonare per sempre nuove vittorie riportate sopra i nemici. + +Cinquanta mila ducati in acquavite per i soldati in una giornata di +battaglia. + +Un milione e mezzo di ducati per mantenere prigionieri e feriti. + +Un milione in messe di grazia e _Te Deum_ all'Onnipossente. + +Trecento milioni di suffragi pei morti. + +Settecento mila quattrocento novantaquattro ducati in spie e..... + +Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri all'udire che il Re +domandava dei conti a chi gli ha regalato un Regno. + +Questi sono i celebri conti del grande Capitano, i cui originali stanno +nelle mani del Conte di Altimira. + +Uno dei conti originali con la firma autografa del gran Capitano esiste +nel Museo militare di Londra, dove con gran cura vien custodito.» + + * * * * * + +Letto questo documento, tornai all'albergo facendo tra Consalvo di +Cordova e i generali spagnuoli dei nostri tempi dei maligni raffronti, +che alta ragion di stato, come si dice nelle tragedie, mi vieta di +riferire. + +In quell'albergo ne vedevo ogni giorno una nuova. V'eran molti studenti +d'università venuti da Malaga e da altre città dell'Andalusia per dar +l'esame di laurea a Granata, non so se perchè qui fossero di manica più +larga, o per che altra ragione. Desinavan tutti alla tavola rotonda. Una +mattina, a colezione, uno d'essi, un giovanetto di poco più di +vent'anni, annunziò che alle due dopo mezzogiorno doveva dar l'esame di +diritto canonico, e che non essendo molto sicuro del fatto suo, aveva +deciso di bere un bicchier di vino, per rinfrescarsi le sorgenti +dell'eloquenza. Non uso a bere che vino annacquato, commise l'imprudenza +di vuotare d'un sol fiato un bicchiere di vino di Jerez. Il suo viso si +alterò all'istante in così strana maniera, che se non avessi visto il +cangiamento coi miei occhi, avrei creduto che non fosse più il viso di +prima. + +--Ora basta!--gli gridaron gli amici. + +Ma il giovane, che si sentiva diventato tutt'a un tratto forte, ardente +e temerario, lanciò ai compagni uno sguardo compassionevole, e ordinò +con un atto maestoso al cameriere di versargli un altro bicchiere. + +--Ti ubriacherai!--gli dissero. + +Per tutta risposta, egli mandò giù il secondo bicchiere. + +Allora gli prese una parlantina meravigliosa. A tavola v'era una ventina +di persone, in pochi minuti attaccò discorso con tutti, e fece mille +rivelazioni sulla sua vita passata e sui suoi disegni per l'avvenire. +Disse che era di Cadice, che aveva ottomila lire di rendita all'anno, e +voleva darsi alla carriera diplomatica, perchè con quella rendita, +aggiuntovi qualcosa che gli avrebbe lasciato un suo zio, poteva fare una +buona figura dove si sia; che aveva stabilito di pigliar moglie a +trent'anni, e di sposare una donna alta come lui, perchè, a suo avviso, +la moglie doveva avere la stessa statura del marito, per evitare che +l'uno o l'altro pigliasse il di su; che quando era ragazzo s'era +innamorato della figliuola d'un console americano, bella come un fiore e +soda come una pina, ma con una voglia rossa dietro un orecchio, che +stava molto male, benchè essa la sapesse coprire assai bene colla +mantiglia, e faceva veder colla salvietta in che modo la copriva; e che +Don Amedeo era un uomo troppo ingenuo per poter riuscire a governar la +Spagna; e che fra il poeta Zorilla e il poeta Espronceda, egli avea +sempre preferito l'Espronceda; e che ceder Cuba all'America era una +corbelleria, e che dell'esame di diritto canonico egli se ne rideva, e +che voleva bere altre quattro dita di vino di Jerez, che era il primo +vino d'Europa. + +Bevve il terzo bicchiere, malgrado i buoni consigli e le disapprovazioni +degli amici, e dopo aver cicalato un altro po' in mezzo alle risa +dell'uditorio, all'improvviso tacque, guardò fisso fisso una signora che +aveva dirimpetto, abbassò la testa e s'addormentò. Io credetti che per +quel giorno non si sarebbe presentato all'esame; ma m'ingannai. +Un'oretta dopo lo svegliarono, andò su a lavarsi il viso, corse +all'Università ancora tutto assonnato, diede l'esame, e fu promosso a +maggior gloria del vino di Jerez e della diplomazia spagnuola. + + * * * * * + +I giorni seguenti gl'impiegai a vedere i monumenti, o per dir meglio, le +rovine dei monumenti arabi che, oltre all'Alhambra e al Generalife, +attestano l'antico splendore di Granata. Poichè fu l'ultimo baluardo +dell'Islam, Granata è fra le città di Spagna quella che ne serbò più +numerosi ricordi. Sulla collina che si chiama di _Dinadamar_ (fonte +delle lagrime), si vedono ancora le rovine di quattro torri, che +s'innalzavano ai quattro angoli d'una grande cisterna, nella quale +affluivano dalla Sierra le acque che servivano agli usi della parte più +alta della città. Là eran bagni, giardini e ville, delle quali non +rimane più traccia, e di là si abbracciava con un colpo d'occhio la +città coi suoi minareti, colle sue terrazze, colle sue moschee +biancheggianti in mezzo alle palme e ai cipressi. Là presso si vede +ancora una porta araba, chiamata porta d'Elvira, formata da un grande +arco coronato di merli. Più oltre rovine di palazzi di Califfi. Presso +il passeggio l'_Alameda_, una torre quadrata, con entro una gran sala +ornata di quelle solite iscrizioni arabe. Presso il Convento di San +Domingo, resti di giardini e di palazzi che erano una volta congiunti +all'Alhambra per mezzo d'una via sotterranea. Dentro la città, +l'Alcaiceria, mercato arabo quasi intatto, formato di parecchie +stradine diritte e strette come corridoi, fiancheggiate da due file di +botteghe l'una unita all'altra, che presentano uno strano aspetto di +bazar asiatico. Infine, non si può far un passo per Granata, che non +s'incontri un arco, un arabesco, una colonna, un mucchio di pietre che +rammenta il suo fantastico passato di Sultana. + +Quanti giri e rigiri non feci per quelle strade tortuose, nelle ore più +calde della giornata, sotto un sole che mi scottava il cervello, senza +incontrare anima nata! Anche a Granata, come nelle altre città +d'Andalusia, la gente non si fa viva che la notte; e la notte si rifà +della prigionia del dì, affollandosi e rimescolandosi sui passeggi +pubblici colla fretta e la furia d'una moltitudine, una metà della quale +cercasse l'altra metà per affari urgenti. La folla più fitta è +all'Alameda; e però passai all'Alameda le mie serate, col Gongora che mi +parlava di monumenti arabi, con un giornalista che mi parlava di +politica, con un altro giovanotto che mi parlava di donne, non di rado +tutti e tre insieme, con mio piacere infinito, perchè quella gazzarra da +scolaretti, a tempo e luogo, mi rinfresca l'anima, come fa all'erba (per +rubare una bella similitudine) quella pioggerella estiva che cade con +affrettato moto come di trepida gioia. + +Se avessi da dire qualcosa del popolo di Granata, mi troverei impacciato +perchè non l'ho visto. Di giorno, per le strade, non incontravo nessuno; +di notte non ci si vedeva; non v'eran teatri aperti; quando avrei potuto +trovar qualcuno in città, ciondolavo per le sale o per i viali +dell'Alhambra; e poi avevo tanto da fare per veder ogni cosa nello +spazio di tempo che m'ero prefisso, che non mi restavan nemmen dei +ritagli per intavolar conversazione, come feci nelle altre città, in +mezzo alle strade e nei caffè, coi popolani in cui m'imbattevo. + +Ma per quanto seppi da chi era in grado di darmi delle notizie sicure, +il popolo di Granata non gode d'una eccellente riputazione in Spagna. Si +dice che è maligno, violento, vendicativo, accoltellatore, il che non è +punto smentito dalle cronache cittadine delle gazzette; e non si dice, +ma si sa che in Granata l'istruzione popolare è anche più bassa che a +Siviglia, e che in altre città spagnuole di minor conto; e che, in +generale, tutte le cose che non posson esser fatte dal sole e dalla +terra, che ne fanno pur tante, vanno alla peggio, o per indolenza, o per +ignoranza, o per confusione. Granata non è congiunta dalla strada +ferrata a nessuna città importante, vive sola, in mezzo ai suoi +giardini, dentro la cerchia delle sue montagne, lieta dei frutti che la +terra le produce sotto la mano, cullandosi mollemente nella vanità della +sua bellezza e nell'orgoglio della sua storia, oziando, sonnecchiando, +fantasticando, e contentandosi di rispondere, con uno sbadiglio, a chi +le rimprovera il suo stato:--Io diedi alla Spagna il pittore Alonso +Cano, il poeta Luigi di Leon, lo storico Ferdinando del Castillo, +l'orator sacro Luigi di Granata, il ministro Martinez della Rosa; ho +pagato il mio debito; lasciatemi in pace;--che è la risposta che fan +quasi tutte le città meridionali della Spagna, troppo più belle, ahimè! +che saggie e operose; e troppo più altere che civili. Ah! chi le ha +vedute, non può mai stancarsi di esclamare:--Peccato! + + * * * * * + +--Ora che ha visto tutte le meraviglie dell'arte araba e della +vegetazione tropicale, le resta a vedere, perchè possa dire di conoscer +Granata, il borgo dell'Albaicin. Prepari l'animo a un mondo nuovo, metta +la mano sul portamonete e mi segua.-- + +Così mi disse il Gongora l'ultima sera del mio soggiorno a Granata. Era +con noi un giornalista repubblicano, di nome Melchiorre Almago, +direttore dell'_Idea_, un giovanotto simpatico e gentile, che per +accompagnarci sacrificò il desinare e un articolo di fondo che andava +ruminando fin dalla mattina. Ci mettemmo in cammino, arrivammo fino alla +piazza dell'_Audiencia_. Là il Gongora mi accennò una viuzza tortuosa +che va su per un colle, e mi disse:--Qui comincia l'_Albaicin_;--e il +signor Melchiorre toccando una casa col bastone, soggiunse:--Qui +comincia il territorio della repubblica.-- + +Infilammo la viuzza, passammo da quella in un'altra, da questa in una +terza, sempre salendo, senza ch'io vedessi nulla di straordinario, per +quanto guardassi curiosamente da tutte le parti. Strade strette, case +meschine, vecchie addormentate sugli scalini delle porte, mamme che +spidocchian bambini, cani che sbadigliano, galli che cantano e ragazzi +cenciosi che corrono e schiamazzano, e altre cose che si vedono in +tutti i sobborghi; in quelle strade non c'era nulla di più. Sennonchè, +via via che salivamo, l'aspetto delle case e della gente s'andava +mutando: i tetti più bassi, le finestre più rade, le porte più piccine, +gli abitanti più cenciosi. Nel mezzo d'ogni strada correva un rigagnolo +dentro un letto in muratura all'uso arabo; qua e là, sopra le porte e +intorno alle finestre, si vedevano resti di arabeschi e frammenti di +colonnine; negli angoli delle piazze, fontane e pozzi del tempo della +dominazione dei Mori. Ad ogni centinaio di passi che si faceva, pareva +di tornar addietro di cinquant'anni verso l'età dei Califfi. I miei due +compagni mi toccavano tratto tratto col gomito dicendo:--Guardi quella +vecchia--Guardi quella bambina--Guardi quell'uomo.--Ed io guardavo e +dimandavo:--Che gente è questa?--Se mi fossi trovato là all'improvviso, +avrei creduto, al veder quegli uomini e quelle donne, di essere in un +villaggio dell'Affrica; tanto i visi, il vestire, il modo di muoversi, +di parlare, di guardare,--a così breve distanza dal centro di +Granata,--eran diversi da quelli della gente che avevo vista fino +allora. Ad ogni svoltata, mi fermavo per guardare in volto i miei +compagni, e questi mi dicevano:--Questo non è nulla; qui siamo nella +parte civile dell'Albaicin; questo è il quartiere _parigino_ del +sobborgo; andiamo oltre. + +Andammo oltre; le strade parevan letti di torrenti, sentieri scavati +nelle roccie, tutte rialzi, fossi, scoscendimenti, macigni; alcune +ripide da non poterci salire un mulo, altre strette da passarci un uomo +a stento; quali ingombre di donne e di fanciulli seduti in terra; quali +erbose e deserte e tutte d'un aspetto squallido, selvaggio, strano, del +quale non potrebbe fornire neanco un'immagine il più meschino dei nostri +villaggi, perchè quella è una miseria che serba l'impronta d'un'altra +razza e i colori d'un altro continente. Girammo per un labirinto di +strade, passando di tempo in tempo sotto un grande arco arabo o per +un'alta piazzuola dalla quale si abbracciava con uno sguardo la valle +immensa, i monti coperti di neve e una parte della città sottoposta, e +arrivammo alla fine in una strada più sassosa e più angusta di quante +s'eran viste fino allora, nella quale ci arrestammo per pigliar fiato. + +--Qui--mi disse il giovane archeologo--comincia il vero Albaicin. Guardi +quella casa!--Guardai; era una casa bassa, affumicata, mezzo rovinata, +con una porta che pareva la finestra d'una cantina, dinanzi alla quale +si vedeva movere sotto un ammasso di cenci, un gruppo, o piuttosto un +mucchio di vecchie e di bambini, che al nostro apparire alzarono gli +occhi pieni di sonno e colle mani scarne tolsero di sulla soglia non so +quali immondizie che impedivano il passo. + +"Entriamo," disse l'amico. + +"Entrare?" domandai. + +Se m'avessero detto che di là da quel muro v'era un quissimile della +famosa Corte dei Miracoli che descrisse Vittor Hugo, non avrei esitato a +credere. Nessuna porta m'aveva mai detto più imperiosamente di +quella:--Allontanati.--Non saprei trovarle miglior paragone di quello +della bocca spalancata d'una gigantesca strega, che mandasse un alito +pregno di miasmi pestilenziali. Ma mi feci coraggio ed entrai. + +Oh meraviglia! Era il cortile d'una casa araba, cinto di colonnine +graziose, sormontato da archi leggerissimi, con quegli indescrivibili +ricami dell'Alhambra intorno alle porticine e alle finestrine binate, +colle travi e gli assiti del soffitto scolpiti e coloriti, colle +nicchiette per i vasi dei fiori e le urne dei profumi, col bagno nel +mezzo, con tutte le traccie e i ricordi della deliziosa vita d'una +famiglia opulenta! E in quella casa abitava quella povera gente! + +Uscimmo, entrammo in altre case, in tutte trovai qualche frammento +d'architettura e di scultura araba. Il Gongora mi diceva di tratto in +tratto:--Qui c'era un Harem--Là i bagni delle donne--Lassù la stanzina +d'una favorita;--e io figgevo gli occhi avidi su tutti i pezzi di muro +rabescato e su tutte le colonnine delle finestre, come per domandar loro +la rivelazione di qualche segreto, un nome, una parola magica colla +quale potessi ricostrurre in un istante l'edifizio rovinato ed evocare +le belle arabe che ci eran vissute. Ma ahimè! in mezzo alle colonne e +sotto gli archi delle finestrine non si vedevano che cenci e visi +rugosi! + +Fra le altre case, entrammo in una dove trovammo un gruppo di ragazze +che cucivano all'ombra d'un albero del cortile, sorvegliate da una +vecchia. Lavoravano tutte intorno a una gran pezza di panno a striscie +nere e bigie, che mi parve un tappeto o una coperta da letto. Mi +avvicinai e domandai a una delle cucitrici: "_Que es esto?_" + +Alzaron tutte la testa e con un movimento concorde spiegarono il panno +in modo che potessi veder bene il loro lavoro. L'avevo appena visto, che +gridai:--"Lo compro." + +Si misero tutte a ridere. Era un mantello da montanaro andaluso, fatto +per portarsi a cavallo, della forma d'un rettangolo, con un'apertura nel +mezzo per farci passar la testa, ricamato in lana di vivi colori lungo i +due lati più corti, e intorno all'apertura. Il disegno dei ricami che +rappresentano uccelli e fiori fantastici, verdi, azzurri, bianchi, rossi +e gialli, tutti in un mucchio, è rozzo, come lo potrebbe fare un +bambino; la bellezza del lavoro è tutta nella veramente meravigliosa +armonia dei colori. Non saprei esprimere la sensazione che produce la +vista di quel mantello, se non dicendo che ride, e che desta allegrezza; +e che mi pare impossibile l'immaginare nulla di più gaio, di più +festivo, di più fanciullescamente e graziosamente capriccioso. È una +cosa da guardare quando s'è di malumore per rasserenarsi, o quando si +vuol scrivere una strofa gentile per l'albo d'una signora, o quando +s'aspetta una persona che si vuol ricevere col più piacevole dei nostri +sorrisi. + +"Quando saranno finiti questi ricami?" domandai a una delle ragazze. + +"_Hoy mismo,_" (oggi stesso) risposero tutte in coro. + +"E quanto vale questo mantello?" + +"_Cinco...._" balbettò una. + +La vecchia la fulminò con un'occhiata che voleva dire:--Citrulla!--e +rispose in fretta: "_Seis duros._" + +Sei _duros_ sono trenta lire; non mi parve molto; e misi la mano al +portamonete. + +Il Gongora slanciandomi uno sguardo che voleva dire:--Minchione,--e +trattenendomi pel braccio disse: "Un momento! _Seis duros_ sono uno +sproposito!" + +La vecchia gli lanciò un'altra occhiata che voleva dire:--Brigante!--e +rispose: "Non posso darlo a meno." + +Il Gongora le diede un altro sguardo che voleva dire:--Bugiarda;--e +disse: "Andiamo, lo potete dare a quattro _duros_; alla gente del paese +non chiedete di più." + +La vecchia insistè, e continuammo per un po' a scambiarci cogli occhi i +titoli di minchione, di gabbamondo, di guastamestieri, di bugiardo, di +avaro, di sciupone, finchè il mantello mi fu dato per cinque _duros_; +pagai, lasciai il mio indirizzo, ed uscimmo benedetti e raccomandati a +Dio dalla vecchia, e seguiti per un buon tratto dai grandi occhi neri +delle ricamatrici. + +E continuammo ad andare di strada in strada, in mezzo a case di più in +più meschine, a visi di più in più neri, a cenci di più in più luridi. E +non s'arrivava mai alla fine, e io dicevo ai miei compagni: "Mi fanno +la finezza di dirmi se Granata ha dei confini, e dove li ha? Si può +sapere dove andiamo, e come si farà per tornare a casa?" e i miei +compagni ridevano e tiravano innanzi. + +"O che c'è da vedere ancora qualcosa di più strano?" dimandai a un certo +punto. + +"Di più strano?" mi rispose un dei due: "Ma questa seconda parte del +borgo che lei ha veduta appartiene ancora alla civiltà; è il quartiere +se non _parigino_ almeno _madrileno_ dell'Albaicin; e c'è ben altro; +andiamo oltre." + +Si percorse una lunghissima strada sparsa di donne appena vestite che ci +guardavano come gente piovuta dalla luna; si attraversò una piazzetta +piena di bambini e maiali amichevolmente confusi; si passò per altre due +o tre stradicciuole, ora salendo, ora scendendo, ora in mezzo alle case, +ora in mezzo alle macerie, ora tra gli alberi, ora tra le roccie, e si +arrivò finalmente in un luogo solitario, sul fianco d'una collina, di +dove si vedeva, in faccia il Generalife; a destra l'Alhambra; sotto, una +valle profonda coperta d'un foltissimo bosco. + +Cominciava a imbrunire, non si vedeva nessuno, non si sentiva una voce. + +"Qui finisce il borgo?" domandai. + +I due compagni risero e mi dissero: "Guardi da quella parte." + +Mi voltai e vidi lungo una strada che si perdeva nel bosco lontano, una +sterminata fila di case.... di case? di tane scavate nella terra, con un +po' di muro dinanzi, con buchi per finestre e screpolature per porte, e +piante selvatiche d'ogni specie di sopra e dai lati; veri covi di belve, +nei quali, al chiarore di lumicini appena visibili, formicolavano i +gitani a centinaia; un popolo brulicante nelle viscere del monte, più +povero, più nero, più selvaggio di quello visto fino allora; un'altra +città, sconosciuta alla maggior parte dei Granatini, inaccessibile agli +agenti della polizia, chiusa agli impiegati del censimento, ignara +d'ogni legge e d'ogni governo, vivente non si sa come, numerosa non si +sa quanto, straniera alla città, alla Spagna, alla civiltà moderna, con +linguaggio e statuti ed usi proprii, superstiziosa, falsa, ladra, +accattona, feroce. + +"S'abbottoni il soprabito e badi all'orologio," mi disse il Gongora; "e +andiamo avanti." + +Non avevamo fatto cento passi quando un ragazzo seminudo, nero come le +pareti del suo tugurio, ci scorse, gettò un grido, e facendo cenno ad +altri ragazzi che lo seguissero, si slanciò verso di noi; dietro i +ragazzi accorsero le donne; dietro le donne, gli uomini; e poi vecchie e +vecchi e altri bambini; e in men che non si dice fummo circondati da una +folla. I miei due amici, riconosciuti come Granatini, riuscirono a +mettersi in salvo; rimasi io solo nelle péste. Mi pare di vedere ancora +quei ceffi, di udire ancora quelle voci, di sentirmi ancora addosso +quelle mani. Gesticolando, gridando, dicendo mille cose che io non +capivo, tirandomi per le falde, pel panciotto, per le maniche, mi si +stringevano addosso come un branco d'affamati, mi alitavan nel viso, mi +mozzavano il respiro. Eran la più parte seminudi, macilenti, colle +camicie che cadevano a brani, coi capelli scarmigliati e polverosi, +orribili a vedersi; mi pareva d'esser Don Rodrigo in mezzo alla folla +degli appestati in quel famoso sogno della notte d'agosto. Che vuole +questa gente? mi domandavo; dove mi son lasciato condurre? Come uscirò +di qui? Provavo quasi un senso di paura e guardavo intorno con +inquietudine. A poco a poco cominciai a capir qualcosa. + +--Io ho una piaga in una spalla,--mi diceva uno;--non posso lavorare; mi +dia qualche soldo. + +--Io ho una gamba rotta,--diceva un altro. + +--Io ho un braccio paralitico. + +--Io ho fatto una lunga malattia. + +--_Un cuarto, señorito!_ + +--_Un real, caballero!_ + +--_Una peceta para todos!_ + +Quest'ultima voce fu accolta con un grido generale d'approvazione:--_Una +peceta para todos!_ (Una lira per tutti). + +Tirai fuori, con un po' di trepidazione, il portamonete; tutti si +alzarono sulla punta dei piedi; i più vicini ci misero il mento dentro; +quei di dietro misero il mento sulla testa dei primi; i più lontani +stesero le braccia. + +"Un momento," gridai; "chi è fra tutti voi altri colui che ha più +autorità?" + +Tutti ad una voce, tendendo le braccia verso una sola persona, mi +risposero: "_Esta!_" + +Era una spaventevole vecchia tutta naso e tutta mento, con un gran +ciuffo di capelli bianchi ritto sul capo a modo di pennacchio, con una +bocca che pareva la buca delle lettere, con poco più d'una camicia +addosso, nera, incartapecorita, mummificata; la quale mi si avvicinò +inchinandosi e sorridendo, e tendendo le mani per afferrare le mie. + +"Che volete?" domandai facendo un passo indietro. + +"_La ventura!_" gridarono tutti. + +"Ditemi dunque la ventura," risposi tendendo la mano. + +La vecchia strinse fra le sue dieci, non dico dita, ma ossi informi, la +mia povera mano, vi posò su il suo naso aguzzo, rialzò il capo, mi +guardò fisso, appuntò il dito verso di me, e dondolandosi e fermandosi +ad ogni frase, come se recitasse delle strofette, mi disse con accento +ispirato: + +--_Tu has nacido en un dia señalado._--(Tu sei nato in un giorno +segnalato.) + +--_Y el dia que morirás será un dia señalado tambien._--(E il giorno che +morirai sarà pure un giorno segnalato.) + +--_Tu tienes un caudal asombroso._--(Possiedi ricchezze spaventose.) + +Qui borbottò non so che d'amanti, di matrimonio, di felicità, onde capii +che supponeva ch'io fossi ammogliato, e poi soggiunse: + +--_El dia que te casaste hubo en tu casa muchos dares y tomares._--(Il +giorno che ti ammogliasti si fecero grandi feste in casa tua: vi furono +molti _dare_ e _pigliare_.) + +--_Y otra se quedó llorando._--(E un'altra donna ne pianse.) + +--_Y cuando tu la vees te se abren las alas del corazon._--(E quando tu +la vedi ti si aprono le ali del cuore.) + +E avanti su questo tenore, dicendo che avevo amanti e amici e tesori e +gioie che m'aspettavano tutti i giorni dell'anno in tutti i paesi del +mondo. Mentre la vecchia parlava, tutti tacevano, come se credessero che +profetasse davvero. Chiuse finalmente la profezia con una formola di +commiato, e chiuse la formola allargando le braccia e spiccando un salto +in un atteggiamento di danza. Io diedi la _peceta_, e la folla proruppe +in grida, in applausi, in canti, facendomi intorno mille strani gesti e +salti, e salutandomi a spintoni e a colpi di mano sulla spalla come un +vecchio amico, finchè, a forza di divincolarmi e di urtare ora l'uno ora +l'altro, riuscii ad aprirmi un varco e a raggiungere gli amici. Ma un +nuovo pericolo ci minacciava. La notizia dell'arrivo d'uno straniero +s'era sparsa, le tribù s'erano mosse, la città dei gitani era tutta in +rumore; dalle case vicine, dai tugurii lontani, dall'alto della collina, +dal fondo della valle, accorrevano ragazzi, donne coi bimbi in collo, +vecchi col bastone, storpi e malati impostori, profetesse settuagenarie +che volevano dir la ventura; un esercito di pezzenti ci veniva addosso +da ogni parte. Era notte; non c'era da esitare; pigliammo la corsa, come +scolaretti, alla volta della città. Allora ci scoppiò alle spalle un +gridío di casa del diavolo e i più lesti si misero ad inseguirci. +Grazie al cielo, dopo una breve galoppata, ci trovammo al sicuro, +stanchi, ansanti, coperti di polvere; ma salvi. + +"A qualunque costo," mi disse ridendo il signor Melchiorre, "bisognava +scappare; se no si sarebbe tornati a casa senza camicia." + +"E noti," soggiunse il Gongora, "che non abbiamo veduto che le porte del +borgo dei gitani; la parte civile; non si può dire il Parigi, nè il +Madrid; ma almeno la Granata dell'Albaicin; se fossimo andati oltre! se +lei avesse veduto il resto!" + +"Ma quante migliaia sono questa gente?" domandai. + +"Non si sa." + +"In che modo vivono?" + +"Non si capisce." + +"Che autorità riconoscono?" + +"Una sola: _los reyes_ (i re), capi delle famiglie o delle case, quelli +che hanno più danari e più anni. Essi non escon mai dal loro borgo, non +sanno nulla, vivono al buio di tutto ciò che accade fuor della cerchia +delle loro case. Le dinastie cadono, i governi si trasformano, gli +eserciti si battono, ed è un miracolo se ne giunge la notizia fino al +loro orecchio. Domandi loro se Isabella è ancora sul trono o no: non lo +sanno. Domandi loro chi è Don Amedeo: non ne hanno mai inteso il nome. +Nascono e muoiono come le mosche, e vivono come secoli fa, +moltiplicandosi senza uscire dai propri confini; ignoranti e ignorati, +non vedendo altro in tutta la loro vita fuor che la valle che s'apre +sotto i loro piedi e l'Alhambra che torreggia sul loro capo." + +Ripassammo per tutte le strade percorse prima, ora deserte ed oscure, e +mi pareva che non finissero mai; e sali e scendi e svolta e gira e +rigira; finalmente s'arrivò nella piazza dell'_Audiencia_, in mezzo alla +città di Granata, nel mondo civile. Alla vista dei caffè e delle +botteghe illuminate, provai un senso di piacere, come se fossi tornato +alla vita cittadina dopo un anno di soggiorno in una landa disabitata. + + * * * * * + +La sera del dì dopo partii per Valenza. Mi ricordo che pochi momenti +prima di partire, dovendo pagare il conto dell'albergo, osservai al +padrone che nella nota c'era segnata una candela di più, e gli domandai +ridendo: "Me la toglie?" Il padrone afferrò la penna, e togliendo venti +centesimi dal totale della somma, rispose con voce che voleva parer +commossa: + +"Diavolo! fra Italiani!...." + + + + +XIII. + +VALENZA. + + +Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto _de un tiron_, come si dice +in Spagna, o d'un fiato, è uno di quegli spassi che un uomo ragionevole +si piglia una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar, villaggio +posto sulla riva sinistra del Guadalquivir tra Iaen e Andujar, è una +nottataccia di diligenza; da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una +mezza giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza tendine, in +mezzo a pianure nude come la palma della mano, con quel po' po' di sole; +e dall'Alcazar di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una serata +che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando il treno, è un'altra +notte e un'altra mattinata, per arrivar poi alla sospirata città sul +punto di mezzogiorno quando la natura, come direbbe Emilio Praga, +raccapriccia all'orrida idea che ci siano ancor quattro mesi di estate. + +Ma bisogna dire che il paese che si percorre sul principio e sulla fine +di questo viaggio è così bello che se si fosse capaci di un sentimento +gentile quando si casca dal sonno e si va in acqua dal caldo, ci sarebbe +da andare mille volte in visibilio. È un viaggio di vedute inaspettate, +di cambiamenti improvvisi, di contrasti stravaganti, di colpi di scena, +per così dire, della natura, di trasformazioni meravigliose e +fantastiche, che lascia nella mente non so che vaga illusione d'aver +percorso, non un tratto della Spagna, ma tutto un meridiano della terra, +a traverso i paesi più disparati. Dalla _vega_ di Granata, che +attraversate al lume della luna, quasi aprendovi la via fra i boschi e i +giardini, in mezzo a una vegetazione pomposa che par che vi s'affolli +intorno come un mare gonfiato per avvolgervi ed inghiottirvi nei suoi +cavalloni di verzura; riuscite in mezzo a monti brulli e dirupati ove +non si vede traccia d'abitazione umana, rasentate l'orlo dei precipizii, +costeggiate le rive dei torrenti, scorrete in fondo ai burroni, vi par +di esservi smarriti in un labirinto di roccie. Di qui riuscite un'altra +volta in mezzo alle colline verdi e ai campi fioriti dell'alta +Andalusia, e poi tutto a un tratto spariscon campi e colline, e vi +trovate in mezzo alle montagne di pietra della Sierra Morena, che vi +pendon da ogni parte sul capo e vi chiudon tutt'intorno l'orizzonte come +le pareti d'un abisso immenso. Uscite dalla Sierra Morena, vi si stendon +davanti le deserte pianure della Mancia; uscite dalla Mancia, +v'inoltrate nella florida pianura d'Almansa, svariata d'ogni maniera di +coltivazioni, che presenta l'aspetto d'un vastissimo tappeto a +scacchiere dipinto di tutte le sfumature di verde che possano uscire +dalla tavolozza d'un paesista. E finalmente di là dalla pianura +d'Almansa, s'apre un'oasi deliziosa, una terra benedetta da Dio, un vero +paradiso terrestre, il regno di Valenza; dai confini del quale fino alla +città, si trascorre in mezzo ai giardini, ai vigneti, a folte macchie +d'aranci, a villette bianche coronate di terrazze, a villaggi allegri +dipinti di vivi colori, a gruppi, a filari, a boschetti di palme, di +melagrani, di aloè, a canneti di zucchero, a sterminate siepi di fichi +d'India, a lunghe catene di collinette e di poggi di forma conica, +coltivati a orticelli, a giardinetti, ad aiuoline, scaccheggiati +minutamente di cima in fondo e variopinti come grandi mazzi di erbe e di +fiori; e per tutto una vegetazione ardente, che colma ogni vuoto, che +soverchia ogni altezza, che veste ogni sporgenza, che s'alza, che +spenzola, che striscia, che si pigia, s'ammucchia, s'intralcia, vi +impedisce la vista, vi chiude la strada, vi abbarbaglia di verde, vi +stanca di bellezza, vi confonde coi suoi capricci e le sue follie, e vi +fa l'effetto come d'una figliazione improvvisa della terra accesa d'una +febbre voluttuosa dal fuoco d'un vulcano segreto. + + * * * * * + +Il primo edifizio che dà nell'occhio entrando in Valenza, è un immenso +Circo di tori, situato a destra della strada ferrata, formato da quattro +ordini sovrapposti di archi sorretti da robusti pilastri, tutto di +mattoni, arieggiante, alla lontana, il Colosseo. È il Circo dei tori, +dove il quattro settembre del 1871 il re Amedeo al cospetto di +diciassette mila persone strinse la mano al celebre _torero_ +soprannominato il Tato, monco d'una gamba, che, essendo direttore dello +spettacolo, aveva chiesto il permesso d'andargli a presentare i suoi +omaggi nel palco. Valenza è tutta piena di ricordi del duca d'Aosta. Il +sacrestano della cattedrale possiede un cronometro d'oro, colle sue +iniziali in diamanti, e una catena imperlata, regalatagli da lui quando +andò a pregare nella capella di _Nuestra Señora de los Desamparados_. +Nell'Ospizio di questo nome i poveri si ricordano d'aver un giorno +ricevuto dalla mano sua il loro pane quotidiano. Nell'opificio di +musaici di un tal Nolla si conservan due mattoni, sull'uno dei quali +egli incise di suo pugno il proprio nome, e sull'altro il nome della +regina. Nella piazza di Tetuan il popolo addita la casa del conte di +Cervellon, nella quale ei fu ospitato; che è la casa medesima dove +Ferdinando VII firmò nel 1814 i decreti che annullavano la Costituzione, +dove abdicò la regina Cristina nel 1840, dove passò alcuni giorni la +regina Isabella nell'anno 1858. Infine, non v'è angolo della città nel +quale non si possa dire: qui strinse la mano a un popolano; qui visitò +un opificio, qui passò a piedi, lontano dal suo seguito, circondato da +una folla, fiducioso, sereno, sorridente. + +E fu appunto Valenza, poichè sono a parlare del duca d'Aosta, fu Valenza +la città nella quale una bambina di cinque anni, recitandogli dei versi, +toccò quel terribile argomento del _Rey extranjero_ colle più nobili e +più sensate parole che si sian forse pronunziate in Spagna da parecchi +anni a questa volta; parole che se tutta la Spagna avesse raccolte e +meditate, forse ella si sarebbe risparmiate molte delle calamità che +l'hanno colpita e che l'aspettano; parole che forse, un giorno, qualche +spagnuolo rammenterà sospirando, e che già fin d'ora traggono dagli +avvenimenti una luce meravigliosa di verità e di bellezza. E poichè i +versi son gentili e facili, io li trascrivo. La poesia è intitolata _Dio +e il Re_, e dice così: + + «Dios, en todo soberano, + Creò un dia á los mortales, + Y á todos nos hizo[7] iguales + Con su poderosa mano. + + No reconoció Naciones + Ni colores ni matices[8] + Y en ver los hombres felices + Cifró sus aspiraciones. + + El Rey, che su imágen es, + Su bondad debe imitar + Y el pueblo no ha de indagar + Si es aleman ó francés. + + ¿Porqué con ceño[9] iracundo + Rechazarle[10] siendo bueno? + Un Rey de bondades lleno[11] + Tiene por su patria el mundo. + + [12]Vino de nacion estraña + Cárlos Quinto emperador, + Y conquistó su valor + Mil laureles para España. + + Y es un recuerdo glorioso + Aunque en guerra cimentado, + El venturoso reinado + De Felipe el Animoso. + + Hoy el tercero sois Vos + Nacido en estraño suelo + Que viene á ver nuestro cielo + Puro destello de Dios. + + Al rayo de nuestro sol + Sed bueno, justo y leal, + Que á un Rey bueno y liberal + Adora el pueblo español. + + Y á vuestra frente el trofeo + Ceñid[13] de perpetua gloria, + Para que diga la historia + --Fué grande el Rey Amadeo.--» + +Oh povera ragazzina, quante cose saggie hai detto tu, e quante cose +insensate hanno fatto gli altri! + + * * * * * + +La città di Valenza, se vi s'entra ripensando alle ballate dei poeti che +ne cantarono le meraviglie, non pare che risponda alla bella immagine +che ce n'eravamo formata nella mente; e d'altra parte non offre +quell'aspetto sinistro al quale ci si prepara, se si bada alla sua +giusta fama di città turbolenta, battagliera, fomentatrice di guerre +civili e piuttosto vaga dell'odor della polvere che della fragranza dei +suoi boschetti d'aranci. È una città costrutta sur una vasta e florida +pianura, sulla riva destra del Guadalaviar, che la separa dai suoi +sobborghi, un po' lontana dalla rada che le serve di porto, tutta +strade tortuose, fiancheggiate da case alte, sgraziate e multicolori, e +però di men gradevole aspetto che le strade delle città andaluse, e +prive affatto di quella vaga aria orientale che muove così caramente la +fantasia. Sulla riva sinistra del fiume si stende uno stupendo passeggio +formato da maestosi viali e da bei giardini, al quale si giunge uscendo +dalla città per la porta del Cid, fiancheggiata da due grosse torri +merlate, chiamata col nome dell'eroe perchè per essa egli passò nel 1094 +dopo avere scacciato i Mori da Valenza. La cattedrale, costrutta in uno +spazio dove sorse un tempio a Diana al tempo dei Romani, poi una chiesa +a San Salvatore al tempo dei Goti, poi una moschea al tempo degli Arabi, +convertita daccapo in chiesa dal Cid, mutata una seconda volta in +moschea dagli Arabi nel 1101, e per una terza volta in chiesa dal re Don +Iaime dopo la cacciata definitiva degli invasori, è un vasto edifizio, +straricco di ornamenti e di tesori; ma che non può reggere il confronto +colla maggior parte delle altre cattedrali spagnuole. V'hanno parecchi +palazzi degni di esser visti, come il palazzo dell'_Audiencia_, che è un +bel monumento del decimosesto secolo, nel quale si radunavano le Cortes +del regno di Valenza; la _casa de ayuntamiento_, costrutta tra il secolo +XV e il XVI, nella quale si conserva la spada di Don Iaime, le chiavi +della città e la bandiera dei Mori; e sopra tutti la _Lonja_, la Borsa +dei negozianti, per la sua celebre sala formata da tre grandi navate +divise da ventiquattro colonne torte sulle quali s'incurvano con uno +slancio ardito gli archi leggieri delle vôlte, e l'occhio riceve da +quell'architettura una gradevole impressione di gaiezza e d'armonia. E +infine v'è un museo di pittura che non è tra gli ultimi di Spagna. + +Ma a dire il vero in quei pochi giorni ch'io rimasi a Valenza aspettando +un bastimento, ebbi più il capo alla politica che all'arte. Ed +esperimentai la verità delle parole che prima di partir dall'Italia +avevo inteso dire da un illustre italiano, il quale conosce la Spagna +come casa sua: «Lo straniero che vive, anche per breve tempo, in +Ispagna, è condotto a poco a poco, senza quasi ch'ei se n'accorga, a +scaldarsi il sangue e a beccarsi il cervello sulla politica, come se la +Spagna fosse il suo paese, o le sorti del suo paese pendessero dalle +sorti della Spagna. Le passioni son tanto ardenti, la lotta è così +accanita, e in questa lotta è sempre così apertamente in giuoco +l'avvenire, la salute, la vita della nazione, che non è possibile, a chi +nulla nulla sia latino d'immaginazione e di fibra, il rimaner spettatore +indifferente. Bisogna agitarsi, parlar nei crocchi, pigliar sul serio le +elezioni, imbrancarsi nella folla che fa le dimostrazioni politiche, +rompersi con qualche amico, formarsi una società di gente che la pensi +come noi, e farsi, in una parola, spagnuolo fino al bianco dell'occhio. +E via via che si diventa spagnuoli, si scorda l'Europa, come se fosse +agli Antipodi, e si finisce col non veder più che la Spagna, come se la +governassimo noi, e tutti i suoi interessi fossero nelle nostre mani.» +Così è, e così m'avvenne. In quei pochi giorni era naufragato il +Ministero conservatore, e i radicali avevano il vento in poppa; la +Spagna era tutta in ribollimento; cadevano governatori, generali, +impiegati di tutti i gradi e di tutte le amministrazioni; una folla di +gente nuova irrompeva negli uffizi dei ministeri gettando grida +d'allegrezza; lo Zorilla doveva inaugurare un'èra nuova di prosperità e +di pace; Don Amedeo aveva avuto un'ispirazione dal cielo; la libertà +aveva vinto; la Spagna era salva. Anch'io, sentendo suonar la banda +dinanzi alla casa del nuovo governatore, sotto un bel cielo stellato, in +mezzo al popolo allegro, ebbi un barlume di speranza che il trono di Don +Amedeo potesse finalmente allargar le radici, e mi rammaricai d'essere +stato troppo facile a pronosticar male. E quella commedia che +rappresentava lo Zorilla nella sua villa quando non voleva a nessun +costo accettare la presidenza del Ministero, e rimandava indietro amici +e deputazioni, e finalmente, spossato dal continuo dir di no, cadeva in +deliquio dicendo di sì, mi dava, allora, un alto concetto della fermezza +del suo carattere, e mi induceva a bene augurare del nuovo Governo. E +dicevo tra me ch'era un peccato partir dalla Spagna allora che +l'orizzonte si faceva azzurro e il palazzo reale di Madrid si tingeva di +color di rosa. E già ventilavo il disegno di tornare a Madrid per +goderci la soddisfazione di poter mandare in Italia delle notizie +consolanti, le quali m'avrebbero fatto perdonare l'imprudenza che avevo +avuto fino allora di non dire delle bugie. E ripetevo i versi del Prati: + + «Oh qual destin t'aspetta + Aquila giovinetta!» + +e salvo un po' di gonfiezza negli appellativi, mi pareva che +racchiudessero una profezia, e immaginavo di vedere il poeta in piazza +Colonna, a Roma, e di corrergli incontro per dargli il mi rallegro e +serrargli la mano.... + + * * * * * + +La più bella cosa a vedersi in Valenza è il mercato. I contadini +valenzani sono di tutta la Spagna i più artisticamente e bizzarramente +vestiti. Per fare una bella figura in mezzo alle maschere dei nostri +veglioni, non avrebbero che da entrare in teatro tal quale si trovano i +giorni di festa e di mercato per le strade di Valenza e per le vie della +campagna. Al vedere i primi così vestiti, vien da ridere, e non si può +credere in nessuna maniera che sian contadini spagnuoli. Hanno non so +che aria di greci, di beduini, di giuocatori di pallone, di danzatori di +corda, di donne mezzo spogliate per andare a letto, di comparse da +tragedia non finite di vestire, di gente faceta che voglia far ridere a +spese sue. Hanno una camicia bianca ed ampia che tien luogo di +giacchetta, un panciottino di velluto di vario colore aperto sul petto, +un par di calzoni di tela, della forma di quei degli zuavi, che non +arrivano al ginocchio, e paion mutande di donna, e svolazzano come le +gonnelline d'una ballerina; una fascia rossa o azzurra intorno alla +vita; una specie di uose di lana bianca, ricamate, che lascian vedere il +ginocchio nudo; un par di sandali di corda come i contadini catalani; e +per copertura della testa, che portan quasi tutti rapata come i chinesi, +un fazzoletto rosso, o turchino, o giallo, o bianco, avvolto a modo di +cartoccio e annodato sulle tempie o sulla nuca; sul quale metton qualche +volta un cappelletto di velluto, di forma simile a quello che s'usa +nelle altre provincie di Spagna. Quando vanno in città portan quasi +tutti sulle spalle o sul braccio, ora a guisa di scialle, ora di +mantellina, ora di ciarpa, una capa di lana, lunga e stretta, a striscie +di vivissimi colori, per lo più bianco e rosso, ornata di fiocchi di +frangie e di rosette. L'aspetto che presenta una piazza dove siano +raccolti qualche centinaio di uomini così vestiti, è facile a +immaginare; è una scena carnevalesca; una festa, un tumulto di colori +che mette allegrezza come la musica d'una banda; uno spettacolo nello +stesso tempo ciarlatanesco, gentile, pomposo e ridicolo; al quale i +volti accigliati e gli atteggiamenti maestosi, che distinguono i +contadini valenziani, aggiungono una sfumatura di gravità che ne +accresce la stravagante bellezza. + + * * * * * + +Se v'è un proverbio insolente e bugiardo, è quell'antico proverbio +spagnuolo che dice: in Valenza la carne è erba, l'erba è acqua, gli +uomini son donne e le donne nulla. Lasciando da parte quella della +carne e dell'erba, ch'è un bisticcio, gli uomini, specie del basso +popolo, sono alti e robusti ed hanno un aspetto ardito quanto i catalani +e gli aragonesi, con qualcosa di più vivo e di più luminoso negli occhi; +e le donne sono per consentimento di tutti gli Spagnuoli e di quanti +stranieri hanno viaggiato in Spagna, le più classicamente belle del +paese. I valenziani, i quali sanno che la costa orientale della penisola +fu prima occupata dai Greci e dai Cartaginesi, dicono: è chiaro! _Aqui +se quedó el tipo de la belleza griega._ (Qui rimase il tipo della +bellezza greca.) Io non ardisco dire nè sì nè no, perchè il definire la +bellezza delle donne d'una città in cui si son passate alcune ore, mi +parrebbe una licenza da compilatore di _Guide_. Ma è facile accorgersi +d'una differenza recisa che corre tra la bellezza delle andaluse e la +bellezza delle valenziane. La valenziana è più alta di statura, più +grassoccia, meno bruna, e ha tratti più regolari, e occhi più soavi, e +andatura e atteggiamenti più matronali. Non è un pepino come l'andalusa, +che fa sentire il bisogno di mordersi un dito quasi per sedare la subita +e disordinata insurrezione di desiderii capricciosi che ci si desta +dentro alla sua vista; ma è una donna che si guarda con un sentimento di +più tranquilla ammirazione, e mentre si guarda, come dice dell'Apollo +del Belvedere il La Harpe, _notre tête se relève, notre maintien +s'ennoblit_; e invece di fantasticare una casetta andalusa per +nasconderla agli occhi del mondo, si desidera un palazzo di marmo per +accogliervi dame e cavalieri che vengano a renderle omaggio. + + * * * * * + +A sentir gli altri Spagnuoli, il popolo Valenziano è feroce e crudele +oltre ogni immaginazione. Chi vuol disfarsi d'un nemico, trova l'uomo +servizievole che, per pochi scudi, s'incarica della bisogna colla +indifferenza con cui accetterebbe la Commissione di portare una lettera +alla posta. Un contadino valenziano che si trovi ad avere il fucile tra +le mani mentre passa uno sconosciuto per una strada solitaria, dice al +compagno:--_Voy à ver si acierto,_--(Vediamo se tiro giusto,) e piglia +la mira e spara. Si racconta questa che, da quanto mi fu assicurato, è +storica e seguì non molti anni sono. Nelle città e nei villaggi della +Spagna i ragazzi ed i giovanotti del popolo soglion giocar fra loro, +com'essi dicono, ai tori. Uno fa il toro e dà le capate; un altro, con +un bastone stretto sotto l'ascella, a modo di lancia, portato a +cavalluccio da un terzo che rappresenta il cavallo, respinge gli assalti +del primo. Una volta una brigata di giovani valenziani pensarono di far +questo gioco con qualche novazione che gli desse un po' più di +somiglianza alle vere cose dei tori, e procurasse agli spettatori e agli +artisti un po' più di emozione che i giuochi consueti; e la novazione fu +di sostituire al bastone un lungo coltello aguzzato e affilato, una di +quelle formidabili _navajas_ che abbiamo viste a Siviglia e di darne +all'uomo che faceva la parte di toro, due altre un po' più corte, le +quali, tenute ferme da una parte e l'altra del capo, tenesser luogo di +corna. Incredibile, ma vero! Si fece il gioco a coltellate, si sparse un +lago di sangue, parecchi furono uccisi, altri feriti a morte, altri +malconci, senza che il gioco si convertisse in rissa, senza che le +regole dell'arte fossero una volta violate, senza che alcuno levasse la +voce per far cessare la strage! + +_Relata refero_, e son ben lontano dal credere tutto ciò che dei +valenziani si dice; ma è certo che a Valenza la sicurezza pubblica, se +non è un mito, come dicono poeticamente le nostre gazzette parlando +delle Romagne e della Sicilia, non è neanco il primo dei beni che vi si +goda, dopo quello della vita. Me ne persuasi la prima sera del mio +soggiorno in quella città. Non sapevo andare al porto, credevo che fosse +vicino, dimandai a una bottegaia per dove dovevo passare. Gettò un grido +di meraviglia. + +"Al porto vuol andare, _caballero_?" + +"Al porto." + +"_Ave Maria purisima_, al porto a quest'ora?" E si voltò verso un +crocchio di donne che stavan accanto alla porta dicendo in dialetto +valenzano: + +"Donne, rispondetegli voi per me: questo signore mi domanda per dove si +passa per andare al porto!" + +Le donne risposero ad una voce: "Dio lo guardi!" + +"Ma da che?" + +"Non si fidi!" + +"Ma per che ragione?" + +"Per mille ragioni." + +"Ditene una." + +"Potrebb'essere assassinato." + +Mi bastò una ragione sola, come ognuno può capire; e non cercai più in +là. + + * * * * * + +Del resto, a Valenza come altrove, per quel poco commercio ch'ebbi colla +gente, non trovai che cortesia, come straniero, e come italiano, +un'accoglienza amichevole, anche da coloro che non volevan sentir +parlare di re stranieri in genere, e di principi di Casa Savoia in +specie, e ch'erano i più; ma che mi usavano la finezza di dirmi +prima:--non tocchiamo questa corda.--Allo straniero che, richiesto di +dove sia, risponde:--Son francese,--fanno un sorriso garbato come per +dire:--Ci conosciamo.--A quegli che risponde:--Son tedesco od +inglese,--fanno un leggero cenno col capo come per dire:--M'inchino;--a +quegli che risponde:--Sono italiano!--porgon la mano con un atto vivace, +come se volessero dire:--Siamo amici,--e lo guardano con un'aria di +curiosità come si guarda per la prima volta una persona della quale si +sia inteso dire che ci somiglia, e sorridono piacevolmente al sentir +parlare la lingua italiana come si sorride al sentir qualcuno che senza +volerci mettere in canzonatura imita la nostra voce e il nostro accento. +In nessun paese del mondo un italiano sente meno la lontananza della +patria che in Spagna. Glie la rammenta il cielo, la lingua, i volti, i +costumi; la venerazione con cui vi si pronunzia il nome dei nostri +grandi poeti e dei nostri grandi pittori; quel sentimento vago e +gentile di curiosità con cui vi si parla delle nostre città famose; +l'entusiasmo con cui vi si ascolta la nostra musica, l'impeto degli +affetti, la foga del linguaggio, il ritmo della poesia, gli occhi delle +donne, l'aria, il sole. Oh! bisogna che non ami neppur la sua patria, +l'italiano che non prova un moto di simpatia per quel paese, che non si +sente inclinato a scusare i suoi errori, che non deplora sinceramente le +sue sventure, che non gli augura la buona fortuna. Belle colline di +Valenza, sponde ridenti del Guadalquivir, giardini fatati di Granata, +casine bianche di Siviglia, torri superbe di Toledo, e strade rumorose +di Madrid, e venerande mura di Saragozza, e voi, ospiti affettuosi e +cortesi compagni di viaggio, che mi parlaste d'Italia come d'una seconda +patria, che dissipaste colla vostra festiva gaiezza le mie malinconie +vagabonde; io avrò sempre in fondo al cuore un sentimento di gratitudine +e di affetto per voi, e custodirò nella mente le vostre immagini come +uno dei più cari ricordi della mia giovinezza; e penserò sempre a voi +come a uno dei più bei sogni della mia vita. + +Queste parole dicevo tra me, guardando a mezzanotte Valenza illuminata, +appoggiato sul parapetto del bastimento il _Genil_, ch'era sul punto di +partire. S'erano imbarcati con me alcuni giovani spagnuoli che andavano +a Marsiglia, per far vela da quel porto alla volta delle Antille, dove +sarebbero restati per parecchi anni. Uno di essi piangeva in disparte. A +un tratto si alzò, e guardò verso la riva, in mezzo a due bastimenti +ancorati, ed esclamò con un accento di desolazione:-Oh! Dio mio! speravo +che non venisse!-- + +Dopo pochi momenti una barca s'avvicinò al bastimento, una figurina +bianca, seguita da un uomo avvolto in una cappa, salì in fretta la +scala, e mettendo un profondo singhiozzo, si gettò fra le braccia del +giovane che le era corso incontro. + +In quel punto il nostromo gridò: "Signori! si parte!" + +Allora si vide una scena straziante; dovettero separare i due giovani a +forza, e portar la donna quasi svenuta nella barca, che si scostò un +poco e rimase immobile. + +Il bastimento partì. + +Allora il giovane si slanciò coll'impeto d'un disperato al parapetto, e +gridò singhiozzando con una voce che passava l'anima: "Addio, cara! +Addio! Addio!" + +La figurina bianca tese le braccia e forse rispose; ma la sua voce non +fu intesa. La barca s'allontanò e disparve. + +Uno dei giovani mi disse nell'orecchio:--Son sposi.-- + +Era una bella notte; ma trista. Valenza disparve presto, e io pensai che +forse non avrei mai più riveduto la Spagna, e piansi. + + FINE. + + +NOTE: + + [7] fece. + + [8] sfumature. + + [9] cipiglio. + + [10] respingerlo. + + [11] si legge _glieno_ e significa _pieno_. + + [12] venne. + + [13] si legge _segnid_ e significa cingete. + + + + +INDICE. + + + I. Barcellona Pag. 1 + + II. Saragozza 32 + + III. Burgos 72 + + IV. Valladolid 103 + + V. Madrid 122 + + VI. Aranjuez 250 + + VII. Toledo 256 + + VIII. Cordova 288 + + IX. Siviglia 325 + + X. Cadice 370 + + XI. Malaga 386 + + XII. Granata 394 + + XIII. Valenza 469 + + + + + * * * * * + +NOTA DEL TRASCRITTORE + +La punteggiatura e l'ortografia originali sono state mantenute. + +Sono stati corretti i seguenti refusi (la correzione è sulla riga +sottostante). + + voce lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horribile + voce lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horrible + + malas consecuenencias en España._" Poi scese e si + malas consecuencias en España._" Poi scese e si + + e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa + e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa di + + in mezzo alla piazza, che mi guardarva con tanto + in mezzo alla piazza, che mi guardava con tanto + + lo stuolo dei _capeadoros_ che gl'insegue come + lo stuolo dei _capeadores_ che gl'insegue come + + quadro del povero Claudo Coello, che morì di crepacuore + quadro del povero Claudio Coello, che morì di crepacuore + + del tipo anduluso: con quel bruno carico, con quelle + del tipo andaluso: con quel bruno carico, con quelle + + "_Es verdad ques es una ciudad que sobrenada en la + "_Es verdad que es una ciudad que sobrenada en la + + garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il _choriso_ + garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il _chorizo_ + + ei solo un visita d'una giornata. Le cappelle + ei solo una visita d'una giornata. Le cappelle + + sale il custode vi accenna un macchia rossastra che + sale il custode vi accenna una macchia rossastra che + + "_Se le ha quedado un uevo en la garganta!_" (Le è + "_Se le ha quedado un huevo en la garganta!_" (Le è + + porte della torre. Di là mi voltai a guardare ancora + porta della torre. Di là mi voltai a guardare ancora + + "Ma scusi: invcee di mangiare come un cane in + "Ma scusi: invece di mangiare come un cane in + + +Le seguenti grafie alternative sono state mantenute: + + mormorio/mormorío/mormorìo + ronzio/ronzìo + vôlta/vòlta/vólta + + * * * * * + + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA *** + +***** This file should be named 30605-8.txt or 30605-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/0/6/0/30605/ + +Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed +Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was +produced from scanned images of public domain material +from the Google Print project.) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/30605-8.zip b/30605-8.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..ad8bf50 --- /dev/null +++ b/30605-8.zip diff --git a/30605-h.zip b/30605-h.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..e40289f --- /dev/null +++ b/30605-h.zip diff --git a/30605-h/30605-h.htm b/30605-h/30605-h.htm new file mode 100644 index 0000000..ec40564 --- /dev/null +++ b/30605-h/30605-h.htm @@ -0,0 +1,16268 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> + +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> + <head> + <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=iso-8859-1" /> + <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" /> + <title> + The Project Gutenberg eBook of Spagna, by Edmondo De Amicis. + </title> + <style type="text/css"> + +body { + margin-left: 10%; + margin-right: 10%; +} + + h1 { + text-align: center; + clear: both; + letter-spacing: 0.05em; +} + + h2 { + text-align: center; + clear: both; + font-weight: 400; + margin-top: 3em; + margin-bottom: 2em; +} + + h3 { + text-align: center; + clear: both; + font-weight: 400; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; +} + +p { + text-align: justify; + text-indent: 1.5em; +} + +p.noi { + text-indent: 0em; +} + +p.title { + text-indent: 0em; + letter-spacing: 0.1em; + text-align: center; +} + +hr { + width: 25%; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; + margin-left: auto; + margin-right: auto; + clear: both; +} + +hr.hid { + visibility: hidden; + width: 25%; + margin-top: 1em; + margin-bottom: 1em; + margin-left: auto; + margin-right: auto; + clear: both; +} + +hr.double { + width: 65%; + color: inherit; + padding: 4px 0 0 0; + border-top: 1px solid black; + border-bottom: 1px solid black; + border-left: none; border-right:none;} + +table { + margin-left: auto; + margin-right: auto; +} + +.pagenum { position: absolute; + left: 95%; + font-size: 12px; + font-weight: normal; + font-variant: normal; + font-style: normal; + letter-spacing: normal; + text-indent: 0em; + text-align: right; + color: #999999; + background-color: #ffffff; +} + + +.center {text-align: center;} + +.right {text-align: right; text-indent: 0em;} + +.smcap {font-variant: small-caps;} + +.figcenter { + margin: auto; + text-align: center; + margin-bottom: 1em; + margin-top: 1em; + } + +.poem { + margin-left:auto; + margin-right:auto; + text-align: left; + font-size: 95%; +} + +.poem .stanza {margin: 1em 0em 1em 0em;} + +.poem span.i0 { + display: block; + margin-left: 0em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + +.poem span.i1 { + display: block; + margin-left: 1em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + +ul { + list-style-type: none; + text-align: left; + } + +li { + margin-bottom: 0.5em; + } + +.tnote {border: dashed 1px; margin-left: 10%; margin-right: 10%; padding: .5em;} + +ins.correction { + text-decoration:none; + border-bottom: thin dotted gray; + } + + +/* Footnotes */ +.footnotes {border: dashed 1px;} + +.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 90%;} + +.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;} + +.fnanchor { + vertical-align: super; + font-size: .7em; + text-decoration: + none; +} + + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Spagna + +Author: Edmondo De Amicis + +Release Date: December 7, 2009 [EBook #30605] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed +Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was +produced from scanned images of public domain material +from the Google Print project.) + + + + + + +</pre> + + + + +<h1><big>SPAGNA</big></h1> + +<p class="title">DI<br /><br /> + +<big>EDMONDO DE AMICIS.</big></p> + +<hr style="width: 5%;" /> + +<p class="center noi"><b>Seconda edizione.</b></p> + +<div class="figcenter" style="width: 120px;"> +<img src="images/rosa.jpg" width="120" height="132" alt="Non bramo altr'esca" title="Non bramo altr'esca" /> +</div> + +<p class="title"><big>FIRENZE,</big><br /> + +G. BARBÈRA, EDITORE.<br /> + +<big>—</big><br /> + +1873. +</p> + +<hr style="width: 65%; margin-bottom: 0em;" /> +<p style="text-indent: -1em;">Quest'opera della quale ho acquistato la proprietà, è stata depositata al Ministero +d'Agricoltura e Commercio per godere i diritti accordati dalla legge +sulla proprietà letteraria.</p> + +<p class="smcap right"> +G. Barbèra.<br /> +<span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[1]</a></span></p> + +<hr /> +<h2><a name="INDICE" id="INDICE"></a>INDICE.</h2> + + +<table summary="indice"> +<tr> +<td class="right">I.</td> +<td style="width: 5em;"> Barcellona</td> +<td class="right"> <a href="#Page_1">Pag. 1</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">II.</td> +<td>Saragozza</td> +<td class="right"><a href="#Page_32">32</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">III.</td> +<td>Burgos</td> +<td class="right"><a href="#Page_72">72</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">IV.</td> +<td>Valladolid</td> +<td class="right"><a href="#Page_103">103</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">V.</td> +<td>Madrid</td> +<td class="right"><a href="#Page_122">122</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">VI.</td> +<td>Aranjuez</td> +<td class="right"><a href="#Page_250">250</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">VII.</td> +<td>Toledo</td> +<td class="right"><a href="#Page_256">256</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">VIII.</td> +<td>Cordova</td> +<td class="right"><a href="#Page_288">288</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">IX.</td> +<td>Siviglia</td> +<td class="right"><a href="#Page_325">325</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">X.</td> +<td>Cadice</td> +<td class="right"><a href="#Page_370">370</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">XI.</td> +<td>Malaga</td> +<td class="right"><a href="#Page_386">386</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">XII.</td> +<td>Granata</td> +<td class="right"><a href="#Page_394">394</a></td></tr> +<tr> +<td class="right">XIII.</td> +<td>Valenza</td> +<td class="right"><a href="#Page_469">469</a></td></tr> +</table> + +<hr class="double" /> + +<h1> +SPAGNA.<br /> +</h1> + +<hr class="hid" /> + + +<h2>I.<br /><br /> + +BARCELLONA.</h2> + + +<p>Era una mattina piovosa di febbraio, e mancava +un'ora al levar del sole. Mia madre m'accompagnò +fin sul pianerottolo, ripetendomi in fretta tutti i consigli +che mi soleva dare da un mese; poi mi gettò +le braccia al collo, diede in uno scoppio di pianto, +e disparve. Io rimasi un momento là col cuore stretto, +guardando la porta quasi sul punto di gridare:—Apri! +Non parto più! Resto con te!—poi mi cacciai +giù per le scale, come un ladro inseguito. Quando +fui nella strada, mi parve che tra me e casa mia si +fossero già stese le onde del mare, e alzate le cime +dei Pirenei; ma benchè da tanto tempo aspettassi +quel giorno con impazienza febbrile, non ero punto +allegro. Incontrai alla svoltata d'una strada un medico +mio amico che andava all'ospedale, e ch'io non +aveva visto da più d'un mese; mi domandò: “Dove +vai?”—“In Spagna,” risposi. Non mi voleva credere, +<span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[2]</a></span>tanto il mio viso accigliato e melanconico era lontano +dall'annunziare un viaggio di piacere. Per tutta la +strada, da Torino a Genova, non pensai che a mia +madre, alla mia camera che restava vuota, alla mia +piccola biblioteca, alle care abitudini della mia vita +casalinga, alle quali davo un addio per molti mesi. Ma +giunto a Genova, la vista del mare, i giardini dell'Acquasola +e la compagnia di Anton Giulio Barrili, +mi restituirono la serenità e l'allegrezza. Ricordo +che mentre stavo per scender nella barca che mi +doveva condurre al bastimento, mi fu data una lettera +da un fattorino d'albergo, nella quale non erano +che queste parole: «Tristi notizie di Spagna. La condizione +d'un italiano a Madrid, in tempi di lotta +contro il Re, sarebbe pericolosa. Persisti a partire? +Pensaci.» Saltai nella barca, e via. Poco prima che +il bastimento partisse, vennero due uffiziali a dirmi +addio: mi par ancora di vederli ritti in mezzo alla +barca, quando il bastimento cominciava a muoversi.</p> + +<p>“Portami una spada di Toledo!” gridavano.</p> + +<p>“Portami una bottiglia di Xères!”</p> + +<p>“Portami una chitarra! Un cappello andaluso! +Un pugnale!”</p> + +<p>Di lì a poco non vidi più che i loro fazzoletti +bianchi, e udii il loro ultimo grido; tentai di rispondere, +ma la voce mi restò strozzata a mezza gola; +mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi. +Poco dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi +d'un sonno delizioso, sognai i consigli di +mia madre, il portamonete, la Francia, le Andaluse. +<span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span>All'alba saltai su, e salii subito a poppa: +eravamo a poca distanza dalla costa, era già costa +francese, il primo lembo di terra straniera, ch'io +vedeva: curiosa! non potevo saziarmi di guardare, e +mille vaghi pensieri mi giravano per la testa, e dicevo: +è la Francia? ma davvero? Son proprio io +che son qui? Mi venivan dei dubbi sulla mia identità. +A mezzogiorno si cominciò a vedere Marsiglia. +La prima vista d'una gran città di mare dà come +una sorta di stordimento, che uccide il piacere della +meraviglia. Vedo, come a traverso d'una nebbia, +un'immensa foresta di navi, un barcaiuolo che mi +porge la mano parlandomi non so che gergaccio incomprensibile, +una guardia doganale che mi fa pagare, +non so in virtù di che legge, <i>deux sous pour +les Prussiens</i>; poi una oscura camera d'albergo; poi +strade lunghissime, piazze sconfinate, un viavai di +gente e di carrozze, drappelli di zuavi, divise militari +sconosciute, migliaia di lumi, migliaia di voci, +e infine una stanchezza e una malinconia profonda, +che finisce in un sogno penoso. L'indomani mattina +all'alba ero in un carrozzone della strada ferrata +che va da Marsiglia a Perpignano, in mezzo a una diecina +d'ufficiali degli zuavi, arrivati il giorno innanzi +dall'Affrica, chi colle gruccie, chi col bastone, chi +con un braccio al collo; ma allegri e chiassoni come +scolaretti. Il viaggio era lungo: bisognava pur cercar +di discorrere; però, con tutto quello che avevo +inteso dire della bile che hanno i Francesi con noi, +non m'arrischiavo ad aprir bocca. Baie! Mi diresse +la parola un di loro, si appiccò discorso: “Italiano?”—“Sì”<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span> +fu una festa; tutti, tranne uno, +aveano combattuto in Italia; uno era stato ferito +a Magenta; cominciarono a raccontar aneddoti di +Genova, di Torino, di Milano, a domandarmi mille +cose, a descrivermi la vita che menavano in Affrica. +Uno tirò in ballo il Papa. “Ahi!” dissi tra +me. Che! Era più <i>buzzurro</i> di me: diceva che dovevamo +<i>trancher le nœud de la question</i>, e andar fino +in fondo senza darci pensiero dei rurali. Intanto, +via via che ci avvicinavamo ai Pirenei, mi divertivo +ad osservare il progressivo alterarsi della pronunzia +nei viaggiatori che salivano nel carrozzone, a vedere +come la lingua francese moriva, per così dire, nella +lingua spagnuola, a sentire come la Spagna ci veniva +incontro; fin che giunto a Perpignano, e cacciatomi +in una diligenza, udii i primi: <i>Buenos dias</i> e <i>Buen +viaje</i>, schietti e sonori, che mi fecero un piacere infinito. +A Perpignano però non si parla spagnuolo, ma +un dialettaccio misto di francese, di marsigliese e di +catalano, che strazia le orecchie. La diligenza mi +sbarcò a un albergo in mezzo a un visibilio di ufficiali, +di signore, d'inglesi e di bauli; un cameriere +mi fece seder per forza dinanzi a una tavola apparecchiata; +mangiai, mi strozzarono, mi cacciarono in +un'altra diligenza, e via.</p> + +<p>Ahimè! Io avevo vagheggiato per tanto tempo la +traversata dei Pirenei, e mi toccò farla di notte; +prima che arrivassimo alle falde dei primi monti, +era già buio pesto. Per lunghe e lunghe ore, tra il +sonno e la veglia, non vidi altro che un po' di strada<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span> +rischiarata dalle lanterne della diligenza, qualche +nero profilo di montagna, qualche rupe sporgente +che quasi si poteva toccare stendendo la mano +fuor del finestrino; e non udivo che lo scalpitìo +cadenzato dei cavalli, e il fischio d'un maledettissimo +vento che non cessò un momento di soffiare. +Avevo accanto un Americano degli Stati Uniti, +giovane, il più matto originale del mondo, che dormì +non so quante ore colla testa appoggiata sulla mia +spalla, e tratto tratto si svegliava per esclamare con +voce lamentevole—<i>Ah quelle nuit! Quelle <a name="tn5" id="tn5"></a><ins class="correction" title="originale: horribile">horrible</ins> +nuit!</i>—senza accorgersi punto che colla sua testa +dava a me ben altra ragione di fare lo stesso +lamento. Alla prima stazione, scendemmo tutti e +due, ed entrammo in una piccola osteria a bere +un bicchierino di liquore. Mi domandò se io viaggiavo +per affari di commercio. “No, signore,” risposi, +“viaggio per divertimento. E lei, se è lecito?”—“Io,” +disse egli con molta gravità, “viaggio per amore.”—“Per +amore?”—“Per amore!” e mi raccontò, +non richiesto, una lunga storia d'una passione amorosa +osteggiata, d'un matrimonio fallito, di rapimenti, +di duelli, di non so che altro; per venire a +concludere che viaggiava per distrarsi, e dimenticare +la persona amata. E cercava in fatti di distrarsi +quanto poteva, perchè in tutte le osterie in cui entrammo +da quella prima fino a Gerona, non fece che +stuzzicare le serve, sempre con molta gravità, convien +dirlo, ma anche con un'audacia che il desiderio +di distrazione non bastava a giustificare.<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span></p> + +<p>Alle tre dopo mezzanotte arrivammo alla frontiera.—<i>Estamos +en España!</i>—gridò una voce; la +diligenza si fermò; l'inglese ed io balzammo di nuovo +in terra, e c'infilammo con molta curiosità in una +piccola osteria, per vedere i primi figli della Spagna +fra le pareti di casa loro. Trovammo una mezza +serqua di doganieri, l'oste, la moglie e i figliuoli, +seduti intorno a un braciere; ci rivolsero subito la +parola; io feci molte domande, e mi risposero in +un modo brioso ed ingenuo, che non credevo di trovar +nei Catalani, dipinti nei dizionarii geografici +come gente dura e di poche parole. Domandammo +che ci fosse da mangiare: ci portarono il famoso +<i>chorizo</i> spagnuolo, una specie di salcicciotto arcipieno +di pepe, che brucia le viscere; una bottiglia +di vino dolce, un po' di pan duro. “Ebbene, +che fa il vostro re?” domandai a un doganiere, +dopo ch'ebbi sputati i primi bocconi. Quegli +a cui avevo rivolto la parola parve un po' imbarazzato, +mi guardò, guardò gli altri, e poi mi diede +questa curiosissima risposta: “<i>Està reinando</i>” (sta +regnando). Tutti si misero a ridere, e mentre io preparavo +una domanda un po' più stringente, mi sentii +mormorar all'orecchio: “<i>Es un republicano.</i>” Mi +voltai, e vidi l'oste che guardava in su. Ho capito, +risposi, e cambiai discorso. Rimontando poi nella +diligenza, il mio compagno ed io ridemmo molto dell'avvertimento +dell'oste, tutti e due meravigliati che +da una persona di quella classe le opinioni politiche +dei doganieri fossero prese tanto sul serio; ma nelle<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span> +osterie dove scendemmo in seguito, udimmo ben altro. +In tutte si trovò un oste, o un avventore che leggeva +un giornale, e intorno un crocchio di paesani +che ascoltavano. Tratto tratto la lettura era interrotta +e accendevasi qualche discussione politica che +io non capivo, poichè parlavan catalano; ma della +quale riuscivo però ad afferrare il concetto dominante, +aiutandomi col giornale che avevo sentito +leggere. Ebbene, debbo proprio dire che in +tutti quei crocchi alitava un'auretta repubblicana +che avrebbe increspato la pelle al più intrepido +amedeista. Uno fra gli altri, un omone dal cipiglio +fiero e dalla voce profonda, dopo aver parlato +un pezzo in mezzo a una corona di muti ascoltatori, +si voltò verso di me, che dalla inesatta pronunzia +castigliana aveva preso per francese, e mi +disse con molta solennità: “Le dirò una cosa, <i>caballero</i>!”—“Quale?”—“<i>Le +digo</i>” mi rispose, “<i>que España +es mas desgraciada que Francia</i>;” e detto questo si +mise a passeggiar per la stanza col capo basso e +le braccia incrociate nel petto. Intesi altri parlare +confusamente di Cortes, di ministri, di ambizioni, +di tradimenti e d'altre cose terribili. Una sola +persona, una ragazza d'una trattoria di Figueras, +saputo che ero italiano, mi disse sorridendo: “<i>Ahora +tenemos un rey italiano.</i>” E dopo poco, andandosene, +soggiunse con graziosa semplicità: “<i>A mi me gusta.</i>”</p> + +<p>Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove +re Amedeo, accolto, a quanto si dice, festosamente, +pose una lapide nella casa abitata dal generale Alvarez<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span> +durante il celebre assedio del 1809; attraversammo +la città che ci parve immensa, pieni di sonno +com'eravamo, e impazienti di buttarci a dormire in +un carrozzone della strada ferrata; giungemmo finalmente +alla stazione, e allo spuntar dell'alba partimmo +per Barcellona.</p> + +<p>Dormire! Era la prima volta ch'io vedeva levarsi +il Sole sulla Spagna: come potevo dormire? Mi affacciai +a un finestrino, e non ritirai più la testa +fino a Barcellona. Ah! nessun diletto può star a +fronte di quello che si prova entrando in un paese +sconosciuto, coll'immaginazione preparata a veder +cose nuove e mirabili, con mille ricordi di fantastiche +letture nel capo, senza pensieri, senza cure! +Inoltrarsi in quel paese, spaziar collo sguardo, avidamente, +da ogni parte, in cerca di qualche cosa +che vi faccia capire, quando non lo sapeste, che ci +siete; riconoscerlo, a poco a poco, qui in un vestito +d'un contadino, là in una pianta, più oltre in una +casa; vedere, via via che si va innanzi, spesseggiare +quei segni, quei colori, quelle forme, e paragonare +ogni cosa coll'immagine che ce n'eravamo formata +prima; trovare un pascolo alla curiosità in tutto ciò +che ci cade sott'occhio, o ci giunge all'orecchio: nei +visi della gente, nei gesti, negli accenti, nei discorsi; +gettare un oh! di stupore a ogni passo; sentire che +la nostra mente si dilata e si rischiara; desiderar insieme +di arrivare presto e di non arrivar mai, affannarsi +per veder tutto, domandar mille cose ai vicini, +far lo schizzo d'un villaggio e abbozzare un gruppo<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span> +di villani; dire dieci volte all'ora: “Ci sono!” e pensare +che racconterete un giorno ogni cosa; è davvero +il più vivo e il più vario dei diletti umani. L'Americano +russava.</p> + +<p>La parte della Catalogna che si percorre da Girona +a Barcellona, è varia, fertile e mirabilmente +coltivata. È una successione di piccole valli, cinte +da colline di graziosa forma, con boschi foltissimi, +torrenti, gole, castelli antichi; e per tutto una vegetazione +fitta e robusta, e un verde vivissimo, che +rammenta il severo aspetto delle vallate delle Alpi. +Il paesaggio è abbellito dal pittoresco vestito dei +contadini, che risponde in modo mirabile alla fierezza +del carattere catalano. I primi ch'io vidi, eran vestiti +da capo a piedi di velluto nero, portavano intorno +al collo una specie di scialle a righe bianche e rosse, +sulla testa una berrettina alla zuava, rossissima, +cadente sulla spalla; alcuni, un par di ghette di pelle +affibbiate fino al ginocchio; altri un par di scarpe +di tela, fatte a pantofola, colla suola di corda, aperte +sul dinanzi, e legate intorno al piede con nastri neri +incrociati; un vestire, in somma, svelto ed elegante, +e nello stesso tempo severo. Non faceva gran freddo; +ma eran tutti imbacuccati ne' loro scialli, in modo +che mostravano soltanto la punta del naso, e la +punta del <i>cigarrito</i>; e parean signori che uscissero +dal teatro. Non solo per lo scialle; ma pel come lo +portano, cascante da un lato, aggiustato in modo +da parer messo a casaccio, ma con quelle pieghe +e con quegli svolazzi che gli dian garbo di mantellina<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span> +e maestà di manto. A tutte le stazioni +della strada ferrata ce n'eran parecchi, ognuno con +uno scialle di diverso colore, non pochi vestiti di +panni fini e freschi, quasi tutti pulitissimi, e atteggiati +con una certa dignità, che davan risalto al loro +costume pittoresco. Pochi visi bruni; i più tendenti +al bianco; gli occhi neri e vivaci, ma senza il fuoco +e la mobilità degli sguardi andalusi.</p> + +<p>Via via che si va oltre, spesseggiano i villaggi, +le case, i ponti, gli acquedotti, tutte le cose che +annunziano la vicinanza d'una popolosa e ricca città +commerciale. Granollers, Sant'Andrea di Palomar, +Clot, son circondati di opifici, di ville, di orti, di giardini; +per tutte le strade si vedon lunghe file di carri, +frotte di contadini, armenti; le stazioni della strada +ferrata sono ingombre di gente; chi non lo sapesse, +crederebbe d'attraversare una provincia d'Inghilterra, +piuttosto che una provincia di Spagna. Oltrepassata +la stazione di Clot, che è l'ultima prima +d'arrivare a Barcellona, si vedono da ogni parte +vasti edifizi di mattoni, lunghi muri di cinta, mucchi +di materiali da costruzione, torri fumanti, officine, +operai; e si sente, o par di sentire un rumor sordo, +diffuso, crescente, che è come il respiro affannoso +della gran città che si agita e lavora. In fine, s'abbraccia +con un colpo d'occhio Barcellona intera, il +porto, il mare, una corona di colli, e ogni cosa si +mostra e sparisce in un punto, e voi rimanete sotto +la tettoia della stazione col sangue sossopra e la +testa confusa.<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span></p> + +<p>Una diligenza grande quanto un carrozzone della +strada ferrata mi trasportò all'albergo più vicino, +nel quale, appena entrato, sentii parlare italiano. +Confesso che ne provai un piacere, come se mi fossi +trovato a una sterminata lontananza dall'Italia, e +dopo un anno di viaggio. Ma fu un piacere che +durò poco. Un cameriere, quello stesso che avevo +sentito parlare, mi accompagnò su in una camera, +e poichè s'era accorto dal mio sorriso che dovevo +essere suo compaesano, mi domandò con bel garbo:</p> + +<p>“Finisce di arrivare?”</p> + +<p>“Finisce di arrivare?” domandai alla mia volta +stralunando gli occhi.</p> + +<p>Occorre notare che in spagnuolo il modo <i>acabar</i> +(finire) di fare una cosa, corrisponde al modo francese +<i>venir de la faire</i>. Su quel subito non capii che +cosa volesse dire.</p> + +<p>“Sì,” rispose il cameriere, “domando se il <i>cavaliere</i> +discende <i>ora medesimo</i> dal <i>cammino</i> di ferro?”</p> + +<p>“Ora medesimo! cammino di ferro! ma che razza +d'italiano parli, amico mio?”</p> + +<p>Rimase un po' sconcertato. Seppi poi che a Barcellona +v'è un gran numero di camerieri d'albergo, +di fattorini da caffè, di cuochi, di servitori d'ogni +genere, piemontesi, la maggior parte della provincia +di Novara, che andarono in Spagna da ragazzi, e +che parlano codesto gergo orribile, misto di francese, +d'italiano, di castigliano, di catalano, di piemontese, +non con gli Spagnuoli, s'intende, perchè lo +spagnuolo lo hanno imparato tutti; ma coi viaggiatori<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span> +italiani, così, per vezzo, per far vedere che non +hanno dimenticato la lingua patria. Per questo sentii +poi dire da molti catalani: “Eh! tra la vostra lingua +e la nostra c'è poca differenza!” Sfido io! +Potrebbero anzi dire quello che mi disse con un +tuono di benevola alterezza un corista castigliano, +a bordo del bastimento che mi portava cinque mesi +dopo a Marsiglia:—La lingua italiana è il più bello +dei dialetti che si sian formati dalla nostra.—</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Appena ebbi fatto sparire le traccie che l'<i>horrible +nuit</i> della traversata dei Pirenei mi aveva lasciato +addosso, mi slanciai fuor dell'albergo, e mi misi a +batter le strade. Barcellona è, all'aspetto, la città +meno spagnuola della Spagna. Grandi edifizi, dei +quali pochissimi antichi, lunghe strade, piazze regolari, +botteghe, teatri, caffè ampi e splendidi, e un +andirivieni continuo di gente, di carrozze, di carri, +dalla riva del mare al centro della città, e di qui +ai quartieri estremi, come a Genova, a Napoli, a +Marsiglia. Una larghissima e diritta strada, detta +la <i>Rambla</i>, ombreggiata da due file d'alberi, attraversa +quasi per mezzo la città, dal porto in su; uno +spazioso passeggio, fiancheggiato di case nuove, si +stende lungo la riva del mare, sur un alto argine +murato a modo di terrazza, contro il quale si vanno a +rompere le onde; un vastissimo borgo, quasi una città +nuova, si stende al settentrione, e da ogni parte nuove +case rompon la cinta antica, si spandono pei campi, +alle falde delle colline, si allungano in file sterminate<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span> +fino ai villaggi vicini; è su tutti i colli circostanti +sorgono ville, e palazzine, e opifici, che si disputano +il terreno, si pigiano, fan capolino l'uno dietro l'altro, +e formano intorno alla città una grandiosa corona. In +ogni parte si fabbrica, si trasforma, si rinnova; il +popolo lavora e prospera, Barcellona fiorisce.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Eran gli ultimi giorni di carnevale. Le strade +eran corse da lunghe processioni di giganti, di diavoli, +di principi, di mori, di guerrieri, e da uno +stormo di certi figuri, che avevo la disgrazia d'incontrar +da per tutto, vestiti di giallo, con una lunga +canna in mano, in cima alla quale era legata una +borsa che andavan cacciando sotto il naso di tutti, +nelle botteghe, nelle finestre, fino ai terrazzini del +primo piano delle case, domandando un'elemosina, +non so in nome di chi, ma destinata probabilmente +a pigliar qualche classica sbornia nell'ultima +notte di carnevale. La cosa più curiosa ch'io vidi +è la mascherata dei bambini. Si usa vestire i bambini +al di sotto degli ott'anni, quali da uomini, alla +moda francese, in completo assetto da ballo, con +guanti bianchi, gran baffi e gran zazzera; quali da +Grandi di Spagna, coperti di nastri e di ciondoli; +quali da contadini catalani con la berrettina e la +<i>manta</i>. Le bimbe, da dame di Corte, da amazzoni, +da poetesse con la lira e la corona d'alloro; e gli +uni e le altre, poi, col costume delle varie provincie +dello Stato, chi da giardiniere di Valenza, chi da +gitana andalusa, chi da montanaro basco, i più bizzarri<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span> +e pittoreschi vestiti che si possano immaginare; +e i parenti li conducon per mano alla passeggiata, +ed è come una gara di buon gusto, di fantasia +e di lusso, alla quale il popolo prende parte +con molto diletto.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Mentre cercavo la via per andare alla cattedrale, +incontrai un drappello di soldati spagnuoli. Mi fermai +a guardarli, raffrontandoli colla pittura che ne +fa il Baretti, quando racconta che lo assalirono nell'albergo, +e uno gli prese l'insalata nel piatto, e +un altro gli strappò di bocca la coscia di pollo. +Bisogna dire che d'allora in poi sono molto cangiati. +A prima vista, si piglierebbero per soldati +francesi, chè hanno anch'essi i calzoni rossi e un +cappotto bigio che scende fino al ginocchio. La +sola differenza notevole è nella copertura del capo. +Gli Spagnuoli portano un berretto d'una foggia particolare, +schiacciato sul di dietro, incurvato sul dinanzi, +munito d'una visiera che si ripiega sulla +fronte, di panno bigio, duro, leggero e grazioso alla +vista, e chiamato col nome dell'inventore, Ros de +Olano, generale e poeta, che lo modellò sul suo berretto +da caccia. La maggior parte dei soldati ch'io +vidi, tutti di fanteria, eran giovani, bassetti di statura, +bruni, svelti, puliti, come si suole immaginare +che siano i soldati d'un esercito che ebbe altre volte +le fanterie più leggere e più vigorose d'Europa. +Oggi ancora i fantaccini spagnuoli hanno fama di +instancabili camminatori e di corridori lestissimi;<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span> +sono sobrii, fieri, e pieni d'un orgoglio nazionale del +quale è difficile formarsi un'adeguata idea senz'averli +conosciuti da vicino. Gli ufficiali portano una tunica +nera e corta, come quella degli ufficiali italiani; che +sogliono, fuor di servizio, tenere aperta, mostrando +un panciotto abbottonato fino al collo. Nelle ore di +libertà, non cingon la spada; nelle marcie, così +come i soldati, portano un par di ghette di panno +nero, che giungon fin quasi al ginocchio. Un reggimento +di fanteria, in completo assetto di guerra, +presenta un aspetto ad un tempo grazioso e guerresco.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La cattedrale di Barcellona, di stile gotico, sormontata +di torri ardite, è degna di stare accanto alle +più belle di Spagna. L'interno è formato da tre vaste +navate, divise da due ordini di altissimi pilastri di +forma snella e gentile; il Coro, posto nel mezzo della +chiesa, è ornato d'una profusione di bassirilievi, di +filigrane, di figurine; sotto il Santuario s'apre una +cappella sotterranea, sempre illuminata, in mezzo +alla quale è la tomba di sant'Eulalia, che si vede +a traverso di alcune piccole finestre, aperte intorno +al Santuario. La tradizione narra che gli uccisori +della santa, ch'era bellissima, prima di darle +la morte, vollero vedere il suo corpo nudo; ma mentre +stavan per toglierle l'ultimo velo, una fitta nebbia +l'avvolse e la nascose a ogni sguardo. Il suo corpo +è sempre intatto e fresco come quando era viva, e +non v'è occhio umano che ne possa regger la vista;<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span> +onde un vescovo incauto, che sulla fine del secolo +passato, volle scoperchiare la tomba, e scoprire la +salma sacra, nell'atto che vi fisse lo sguardo, +acciecò. In una piccola cappella a destra dell'altar +maggiore, rischiarata da molte fiammelle, si vede un +Cristo in croce, di legno colorito, un po' piegato sur +un fianco; si narra che quel Cristo fosse sur una nave +spagnuola alla battaglia di Lepanto, e che si sia +contorto così per scansare una palla da cannone che +vedeva venir dritta al suo cuore. Alla vôlta della +stessa cappella è sospesa una piccola galea, con tutti +i suoi remi, costrutta ad imitazione di quella su cui +Don Giovanni d'Austria combattè contro i Turchi. +Sotto gli organi, di fattura gotica, coperti di gran +tappeti pitturati, pende una enorme testa di Saraceno, +colla bocca spalancata, dalla quale, in altri +tempi, piovevan confetti ai bambini. Nelle altre cappelle +vi è qualche bella tomba di marmo, e qualche +pregevole dipinto del Villadomat, pittore barcellonese, +del XVII secolo. La chiesa è oscura e misteriosa. +Le sorge accanto un claustro, sorretto da grandiosi +pilastri formati di sottili colonne, e sormontati da +capitelli sopraccarichi di statuette che rappresentano +fatti dei due Testamenti. Nel claustro, nella chiesa, +nella piazzetta che le si stende dinanzi, nelle stradicciuole +che le girano intorno, spira come un'aura +di pace melanconica, che nello stesso punto alletta +e rattrista, come il giardino di un Camposanto. +Un gruppo di orrende vecchie barbute custodisce +la porta.<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span></p> + +<p>Dentro la città, dopo visto la Cattedrale, non restano +a vedere altri grandi monumenti. Nella piazza +della Costituzione, son due palazzi chiamati <i>Casa +de la Deputacion</i> e casa <i>Concistorial</i>, il primo del decimosesto +secolo, l'altro del decimoquarto, i quali conservano +ancora qualche parte degna di nota; l'uno la +porta, l'altro il cortile; dall'uno dei lati della <i>Casa +de la Deputacion</i> una ricca facciata gotica della cappella +di San Giorgio. V'è un palazzo dell'Inquisizione, +con un angusto cortile, e finestrine dalle grosse +inferriate, e porticine segrete; ma è quasi interamente +rifatto sull'antico. Rimangono alcune enormi +colonne romane, nella strada del Paradiso, perdute +in mezzo a case moderne, circondate di scale tortuose +e di oscure stanzuccie. Non c'è altra cosa che +richiami l'attenzione d'un artista. In compenso, fontane +con colonne rostrali, piramidi, statue; viali +fiancheggiati di ville, di giardini, di caffè, d'alberghi; +un circo di tori capace di diecimila spettatori; +un borgo che si stende su un braccio di terra che +chiude il porto, costrutto colla simmetria d'una scacchiera, +e popolato da diecimila marinai; molte biblioteche, +un museo d'istoria naturale ricchissimo, e +un archivio che è uno dei più vasti empori di documenti +storici dal secolo IX ai tempi nostri, cioè dai +primi Conti di Catalogna alla guerra d'indipendenza.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Fuor della città, una delle cose più notevoli è il +Cimitero, a una mezz'ora di carrozza dalle porte,<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span> +in mezzo a una vasta pianura. Visto di fuori, dalla +parte dell'entrata, pare un giardino; e fa sollecitare +il passo con un sentimento di curiosità quasi allegra. +Oltrepassata appena la soglia, si è dinanzi a +uno spettacolo nuovo, indescrivibile, affatto diverso +da quello a cui si era preparati. Si è in mezzo +a una città silenziosa, attraversata da lunghe strade +deserte, fiancheggiate da muri di uguale altezza, +diritte, chiuse in fondo da altri muri. Si va oltre, +si arriva a un crocicchio, e di là si vedono altre +strade, altri muri in fondo, altri crocicchi lontani. +Par di essere a Pompei. I morti son messi dentro +ai muri, per lungo, e disposti in varii ordini, come +i libri nelle biblioteche. A ogni cassa, corrisponde +sul muro una specie di nicchietta, nella quale è +scritto il nome del sepolto; dove non c'è sepolto +alcuno, la nicchia porta scritta la parola: <i>Propriedad</i>, +che vuol dire che il posto è stato comprato. +La maggior parte delle nicchie sono chiuse +da un vetro, altre da inferriate, altre da una rete +sottilissima di fil di ferro, e contengono una varietà +grande di oggetti postivi dalle famiglie in omaggio +dei morti: come ritratti in fotografia, altarini, quadri, +ricami, fiori finti, e sovente anco ninnoli che loro +furono cari in vita, nastri, monili di donne, giocattoli +di ragazzi, libri, spille, quadretti; mille cose che +rammentan la casa e la famiglia, e indicano la professione +di coloro cui appartenevano; e non si possono +guardare senza tenerezza. Di tratto in tratto +si vede una di codeste nicchie sfondate, e dentro<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span> +buio: segno che ci si ha da mettere una cassa nella +giornata. La famiglia del morto deve pagare un +tanto all'anno per quello spazio: quando cessa di +pagare, la cassa vien tolta di là e portata nella fossa +comune del camposanto dei poveri a cui si giunge +per una di quelle strade. Mentre ero là, fu fatta +una sepoltura: vidi in lontananza mettere la scala, +e sollevar su la cassa, e tirai via. Una notte un pazzo +si cacciò in uno di quei fori vuoti: passò un guardiano +del cimitero con una lanterna, il pazzo mandò +un grido per fargli paura, e il pover'omo cadde a terra +come fulminato, e fece una malattia mortale. In una +nicchia vidi una bella treccia di capelli biondi, che +erano appartenuti a una ragazza di quindici anni, +morta annegata, e c'era cucita una cartolina con su +scritto:—<i>Querida!</i>—(Cara!)—A ogni passo, si vede +qualcosa che colpisce la mente ed il cuore: tutti +quegli oggetti fanno l'effetto d'un mormorìo confuso +di voci di madri, di spose, di bambini, di vecchi, +che dicano sommessamente a chi passa:—Son io! +Guarda!—Ad ogni crocicchio sorgono statue, tempietti, +obelischi, con iscrizioni in onore dei cittadini +di Barcellona che fecero opere di carità durante l'infierire +della febbre gialla nel 1821 e nel 1870.</p> + +<p>Questa parte del Cimitero, fabbricata, se così può +dirsi, a città, appartiene alla classe media della popolazione; +e confina con due vasti recinti, uno destinato +ai poveri, nudo, piantato di grandi croci nere; +l'altro destinato ai ricchi, più vasto anche del primo, +coltivato a giardino, circondato di cappelle, vario,<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span> +ricco, stupendo. In mezzo a una foresta di salici +e di cipressi, s'innalzano da ogni parte colonne, cippi, +tombe enormi, cappelle marmoree sopraccariche di +sculture, sormontate da ardite figure d'arcangelo +che levan le braccia al cielo; piramidi, gruppi di +statue, monumenti vasti come case che sovrastano +agli alberi più alti; e fra monumento e monumento, +cespugli, cancellate, aiuole fiorite; e nell'entrata, tra +questo e l'altro campo santo, una stupenda chiesuola +di marmo, cinta di colonne, mezzo nascosta dagli +alberi, che prepara nobilmente l'animo al magnifico +spettacolo del di dentro. All'uscire da questo giardino, +si riattraversano le strade deserte della necropoli, +che paiono anche più silenziose e più triste che al +primo entrare. Varcata la soglia, si risaluta con piacere +le case variopinte dei sobborghi di Barcellona +sparse per la campagna, come avantiguardie messe +là ad annunziare che la popolosa città si dilata e si +avanza.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Dal Camposanto al caffè, è un bel salto; ma +viaggiando se ne fanno anche di più lunghi. I caffè +di Barcellona, come quasi tutti i caffè della Spagna, +sono un solo vastissimo salone ornato di grandi specchi, +con tanti tavolini quanti ce ne posson capire; +dei quali è raro che rimanga libero un solo, neanco +per una mezz'ora, in tutta la giornata. La sera +son tutti pieni, affollati, da dover molte volte aspettare +un bel pezzo per avere un posticino accanto alla +porta; intorno a ogni tavolino, v'è un crocchio di cinque<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span> +o sei <i>caballeros</i>, colla <i>capa</i> sulle spalle (un mantello +di panno oscuro, munito d'un'ampia pellegrina, +che si porta in vece del nostro pastrano); e in ogni +crocchio si giuoca al domino. È il giuoco più in voga +presso gli Spagnuoli. Nei caffè, dall'imbrunire sino +a mezzanotte, si sente un rumore fitto, continuo, assordante, +come il rumor della grandine, di migliaia +di tessere volte e rivolte da centinaia di mani, che +quasi bisogna alzare la voce per farsi sentire da chi +vi è accanto. La bevanda più usuale è il cioccolatte, +squisitissimo in Spagna, portato per lo più in piccole +chicchere, denso come conserva di ginepro e +caldo da scorticare la gola. Una di queste tazzine, +con una goccia di latte, e una pasta particolare, che +si chiama <i>bollo</i> (boglio), morbidissima, è una colezione +da Lucullo. Fra un <i>bollo</i> e l'altro, feci i miei +studii sul carattere catalano, discorrendo con tutti +i <i>Don Fulanos</i> (nome sacramentato in Ispagna come +il Tizio fra noi) che ebbero la bontà di non pigliarmi +per una spia mandata da Madrid a fiutar l'aria della +Catalogna.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Gli animi, in quei giorni, erano molto eccitati +dalla politica. A me occorse parecchie volte, parlando +innocentissimamente d'un giornale, d'un personaggio, +d'un fatto qualsiasi col <i>caballero</i> che m'accompagnava, +o nel caffè, o in una bottega, o al teatro; +mi occorse, dico, di sentirmi toccare la punta del +piede e mormorare nell'orecchio:—Badi, questo signore +alla sua destra è un Carlista.—Zitto, quello<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span> +lì è un repubblicano.—Quell'altro là è un sagastino.—Questo +accanto è un radicale.—Quello laggiù è +un cimbrio.—Tutti parlavano di politica. Trovai un +carlista arrabbiato in un barbiere, il quale, accortosi +dalla mia pronunzia ch'ero un <i>conciudadano del Rey</i>, +tentò, così alla larga, di tirarmi nel discorso. Io non +dissi parola, perchè mi stava radendo, e un risentimento +del mio orgoglio nazionale ferito avrebbe potuto +far correre il primo sangue della guerra civile; +ma il barbiere insistè, e non sapendo per qual altra +via venire all'argomento, uscì a dire con accento +gentile: “<i>Sabe Usted, caballero, si hubiera la guerra +entre Italia y España, España no tuviera miedo</i> (non +avrebbe paura).”—“Ne sono persuasissimo,” risposi, +badando al rasoio. Poi mi assicurò che la Francia +avrebbe dichiarato la guerra all'Italia non appena +avesse pagato la Germania; <i>no hay escapatoria</i>. Non +risposi. Allora egli stette un po' sopra pensiero, e poi +disse maliziosamente: “<i>Cosas grandes van à acontecer</i> +(accadere) <i>dentro de poco!</i>” Piacque però ai +Barcellonesi che il Re si fosse presentato a loro in +atto confidente e tranquillo, e la gente del popolo ricorda +la sua entrata in città con ammirazione. Trovai +simpatia per il Re anche in alcuni che mormoravano +a denti stretti:—<i>no es español,</i>—o come mi domandò +un tale: “Pare a lei che starebbe bene a Roma o +a Parigi <i>un rey castellano</i>?”—domanda a cui si risponde:—“<i>No +entiendo de politica,</i>”—ed è discorso +finito.</p> + +<p>Ma i veramente implacabili sono i Carlisti. Dicon<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span> +della nostra rivoluzione roba da cani in buonissima +fede, essendo la maggior parte convinti, che il vero +re d'Italia sia il Papa, che l'Italia lo voglia, e che +abbia chinato il capo sotto la spada di Vittorio +Emanuele, perchè non c'era modo di far altrimenti; +ma che aspetti l'occasione propizia per liberarsene, +come ha fatto dei Borboni e degli altri. E può +giovare a provarlo il seguente aneddoto che io riferisco, +come l'ho sentito narrare, senza neanco un'ombra +d'intenzione di ferire la persona che n'è attore +principale. Una volta un giovane italiano, che +io conosco intimamente, fu presentato a una delle +più ragguardevoli signore della città, e ricevuto +con una squisita cortesia. Erano presenti alla conversazione +parecchi italiani. La signora parlò con +molta simpatia dell'Italia, ringraziò il giovane dell'entusiasmo +che mostrava d'avere per la Spagna, +mantenne, in una parola, una viva e gioviale conversazione +coll'ospite riconoscente per quasi tutta la +serata. A un tratto gli domandò: “E tornando in +Italia, in che città s'andrà a stabilire?”</p> + +<p>“A Roma,” rispose il giovane.</p> + +<p>“Per difendere il Papa?” domandò la signora +con la più schietta franchezza.</p> + +<p>Il giovane la guardò, e rispose sorridendo ingenuamente: +“No, davvero.”</p> + +<p>Quel <i>no</i> scatenò una tempesta. La signora scordò +che il giovane era italiano, e suo ospite, e proruppe +in una tale sfuriata d'invettive contro il Re Vittorio, +il governo piemontese, l'Italia, risalendo dall'entrata<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span> +dell'esercito in Roma fino alla guerra delle +Marche e dell'Umbria, che il mal capitato straniero +diventò bianco come un cencio di bucato. Ma fatto +forza a sè stesso, non rispose parola, e lasciò agli +altri italiani, ch'erano amici di vecchia data, la cura +di sostener l'onore del loro paese. La discussione +durò un pezzo, e fu accanita; la signora s'accorse +poi d'essersi lasciata andare tropp'oltre, e fece +capire che n'era dolente; ma una cosa apparve chiarissima +dalle sue parole, ed è ch'ella era convinta, +e con lei chi sa quante! che l'unificazione d'Italia +si fosse fatta contro la volontà del popolo italiano, +dal Piemonte, dal Re, per avidità di dominio, per +odio alla religione ec.</p> + +<p>Il basso popolo, però, repubblicaneggia, e come +ha la reputazione di essere più pronto ai fatti di +quello che non sia largo a parole, è temuto. Quando +in Spagna si vuol sparger la voce d'una prossima +rivoluzione, si comincia sempre dal dire che scoppierà +a Barcellona, o che sta per scoppiarvi, o che +v'è scoppiata.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli +Spagnuoli delle altre provincie; siamo Spagnuoli, +dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna; gente, vale +a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della +quale è più gradito il rumore degl'ingegni meccanici +che il suono delle chitarre. Noi non invidiamo +all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi dei poeti, +e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span> +essere il popolo più serio e più operoso della Spagna. +Parlano in fatti dei loro fratelli del mezzogiorno, +come i piemontesi parlavano una volta, ora meno, +dei napoletani e dei toscani: «sì, hanno ingegno, immaginazione, +parlan bene, divertono; ma noi abbiamo +per contrapposto maggior vigore di volontà, +maggiore attitudine agli studi scientifici, maggior +istruzione popolare.... e poi.... il carattere....» Intesi +un catalano, un uomo chiaro per ingegno e dottrina, +lamentare che la guerra d'indipendenza avesse +troppo affratellato le diverse provincie di Spagna, +ond'era seguìto che i catalani contraessero una parte +dei difetti dei meridionali, senza che questi acquistassero +nessuna delle buone qualità dei catalani. Siamo +diventati, diceva, <i>mas ligeros de casco</i>, più leggeri di +testa, e non se ne sapeva dar pace. Un bottegaio al +quale domandai che pensasse del carattere dei castigliani, +mi rispose bruscamente che, a suo avviso, sarebbe +una gran fortuna per la Catalogna, che non ci +fosse strada ferrata tra Barcellona e Madrid, perchè +il commercio con quella gente <i>corrompe</i> il carattere e +i costumi del popolo catalano. Quando parlano d'un +deputato parolaio, dicono:—Eh! già... è un andaluso.—Poi +mettono in ridicolo il loro linguaggio +poetico, la pronunzia sdolcinata, la gaiezza infantile, +la vanità, l'effeminatezza. Quelli, per contro, parlano +dei catalani come una signorina capricciosa, +letterata e pittrice, parlerebbe d'una di quelle ragazze +massaie, che leggono di preferenza la <i>Cuciniera +genovese</i> che i romanzi di George Sand. Son gente<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span> +dura, dicono, tutta d'un pezzo, che non ha il capo +ad altro che all'aritmetica e alla meccanica; barbari, +che farebbero d'una statua del Montanes un +frantoio e d'una tela del Murillo un incerato; veri +Beoti della Spagna, insopportabili con quel loro gergaccio, +con quella musoneria, con quella gravità di +pedanti.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La Catalogna, infatti, è forse la provincia di Spagna, +che conta meno nella storia delle belle arti. Il +solo poeta, non grande, ma celebre, che sia nato in +Barcellona, è Giovanni Boscan, che fiorì sul principio +del secolo decimosesto, e introdusse pel primo +nella letteratura spagnuola il verso endecasillabo, la +canzone, il sonetto, e tutte le forme della poesia lirica +italiana di cui era ammiratore appassionato. Da che +dipende una grande trasformazione, come fu questa, +di tutta la letteratura d'un popolo! Dall'esser andato +a stare il Boscan a Granata, quando v'era la +Corte di Carlo V, e aver conosciuto là un ambasciatore +della repubblica di Venezia, Andrea Navagero, +che sapeva a memoria i versi del Petrarca, e +glieli recitava, e gli diceva:—Mi pare che potreste +scriver così anche voialtri; provate!—Il Boscan +provò; tutti i letterati di Spagna gli gridaron la +croce addosso. E che il verso italiano non sonava, +e che la poesia di Petrarca era una sdolcinatura da +femminette, e che la Spagna non aveva bisogno di +strascicar l'estro sulla falsariga di nessuno. Ma il +Boscan tenne duro: Garcilaso della Vega, il valoroso<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span> +cavaliere, amico suo, che ricevette poi il glorioso +titolo di Malherbe della Spagna, lo seguì; il drappello +dei riformatori s'ingrossò a poco a poco, divenne +esercito, vinse e dominò l'intera letteratura. +Il vero consumatore della riforma fu il Garcilaso; +ma il Boscan ebbe il merito della prima idea, onde +a Barcellona l'onore d'aver dato alla Spagna chi +fece mutar il viso alla sua letteratura.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Nei pochi giorni che rimasi a Barcellona, solevo +passar la sera con alcuni giovani catalani, passeggiando +sulla riva del mare, al lume della luna, fino +a notte avanzata. Sapevan tutti un po' d'italiano, ed +erano amantissimi della nostra poesia; così che per +ore e per ore non si faceva che declamar versi, essi +dello Zorilla, dell'Espronceda, del Lopez de Vega, +io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati, +con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli. +È un sentimento nuovo quello che si prova dicendo +versi dei nostri poeti in un paese straniero. Quando +vedevo i miei amici spagnuoli tutti intenti al racconto +della battaglia di Maclodio, a poco a poco scotersi, +infiammarsi e poi afferrarmi pel braccio ed esclamare +con un accento castigliano che mi rendeva più +care le loro parole:—Bello! sublime!;—mi sentivo +rimescolare il sangue, tremavo; se fosse stato giorno, +credo che m'avrebbero visto diventar bianco come +la carta. Mi recitarono dei versi in lingua catalana. +E dico lingua, perchè ha una storia e una letteratura +propria e non fu relegata allo stato di dialetto<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span> +che dal predominio politico assunto dalla Castiglia +che impose l'idioma suo come idioma generale dello +Stato. E benchè sia una lingua aspra, tutta parole +tronche, ingrata, sulle prime, a chi abbia nulla nulla +l'orecchio delicato, ha nondimeno dei pregi notevolissimi, +dei quali i poeti popolari si valsero con ammirabile +maestria, prestandosi essa particolarmente +all'armonia imitativa. Una poesia, che mi recitarono, +di cui le prime strofe imitano il rumore cadenzato +d'un treno di strada ferrata, mi strappò un grido +di meraviglia. Ma senza spiegazioni, anche per chi +conosca la lingua spagnuola, il Catalano non è intelligibile. +Parlan presto, coi denti stretti, senza aiutar +la voce col gesto, così ch'è difficile cogliere il senso +d'un periodo anche semplicissimo, ed è un gran chè se +s'intende qualche parola di volo. Anche la gente del +popolo, però, parla, quando occorre, il castigliano, +stentatamente e senza grazia; ma sempre assai meglio +che non si parli l'italiano dal basso popolo delle +Provincie settentrionali d'Italia. Neanco le persone +colte, in Catalogna, parlano perfettamente la lingua +nazionale; il castigliano riconosce il catalano alla +prima, oltre che alla pronunzia, alla voce, e sopratutto +alla <i>illegittima frase scarsa</i>. Per questo uno +straniero che vada in Spagna coll'illusione di saper +parlare la lingua con garbo, può, fin che sta in Catalogna, +serbar la sua illusione; ma quando penetri +nelle Castiglie, e senta per la prima volta quello +scoppiettío di frizzi, quella profusione di proverbi, di +modi, d'idiotismi arguti ed efficacissimi, che lo fan<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span> +rimanere a bocca aperta, come l'Alfieri dinanzi a +Monna Vocaboliera quando gli discorreva di calzette, +addio illusioni!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'ultima sera andai al Teatro del Liceo, che ha +fama di essere uno dei più belli d'Europa, e forse il +più vasto. Era pieno zeppo di gente dalla platea alla +piccionaia, che non ci sarebbe più capito un centinaio +di persone. Dal palco in cui ero io, si vedevan le signore +della parte opposta piccine come bimbe; e a socchiuder +gli occhi, non apparivan più che tante strisce +bianche, una ad ogni ordine di palchi, tremolanti e +luccicanti come immense ghirlande di camelie imperlate +di rugiada e agitate dal zeffiro. I palchi, vastissimi, +sono divisi da un assito che s'abbassa dal muro +verso il parapetto, lasciando scoperto tutto il busto +delle persone sedute sulle prime seggiole; in modo che, +all'occhio, il teatro par fatto tutto a gallerie, e n'acquista +un'aria di leggerezza che fa un bellissimo vedere. +Tutto sporge, tutto è scoperto, la luce batte in ogni +parte, ogni spettatore vede tutti gli spettatori, le +corsie son spaziose, si va, si viene, si gira a tutt'agio +da ogni lato, si può contemplare ogni signora da +mille punti, passare dalle gallerie ai palchi, dai palchi +alle gallerie, passeggiare, far crocchio, bighellonare +tutta la sera di qua e di là, senza urtar nel gomito +anima viva. Le altre parti dell'edifizio sono +proporzionate alla principale: corridoi, scale, pianerottoli, +vestiboli da gran palazzo. Vi son sale da +ballo ampie e splendide, nelle quali si potrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span> +piantare un altro teatro. Eppure, anche qui dove +i buoni Barcellonesi non dovrebbero pensare ad +altro che a ricrearsi dalle fatiche della giornata +nella contemplazione delle loro belle e superbe +donne, anche qui i buoni Barcellonesi comprano, +vendono, giocano, trafficano, come anime dannate. Nei +corridoi è un andirivieni continuo di agenti di banca, +di commessi d'uffizio, di portatori di dispacci, e un +continuo vocìo da mercato. Barbari! Quanti bei visi, +quanti begli occhi, quante stupende capigliature +brune in quella folla di signore! Anticamente i giovani +Catalani innamorati, per cattivarsi il cuore +delle loro belle, si inscrivevano nelle confraternite +dei flagellanti, e andavano sotto le loro finestre con +una sferza metallica a farsi spicciare il sangue dalle +carni, e le belle gl'incoraggiavano, accennando: +“Batti, batti ancora, così, ora t'amo e son tua!” +Quante volte avrei esclamato quella sera: “Signori, +per carità, datemi una sferza metallica!”</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'indomani mattina, prima del levar del sole, +partii per Saragozza, e dico il vero, non senza un +sentimento quasi di tristezza di lasciar Barcellona, +benchè ci fossi stato sì pochi giorni. Questa città, +benchè sia tutt'altro che <i>la flor de las bellas ciudades +del mundo</i>, come la chiamò il Cervantes, questa +città trafficante e magazziniera, disdegnata dai +poeti e dai pittori, mi piacque e il suo popolo +affaccendato m'ispirò rispetto. E poi è sempre +tristo il partire da una città, comunque straniera,<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span> +colla certezza di non averla a rivedere mai più! +Gli è come dare un addio per sempre a un compagno +di viaggio col quale abbiate passato lietamente +ventiquattr'ore: non è un amico, e vi par +d'amarlo come un amico, e ve ne ricorderete forse +per tutta la vita, con un sentimento di desiderio più +vivo che per molti di coloro a cui date il nome +d'amici. Voltandomi a guardare ancora una volta la +città dal finestrino del carrozzone del treno, mi vennero +sulle labbra le parole di don Alvaro Tarfe nel +<i>Don Chisciotte</i>:—<i>Adios, Barcelona, archivo de la cortesia, +albergue de los extrangeros, patria de los valientes, +adios!</i>—E soggiunsi mestamente:—Ecco lacerata +la prima pagina dal roseo libro del viaggio! Così +tutto passa... Ancora un'altra città, poi un'altra, poi +un'altra... e poi... tornerò, e il viaggio sarà stato +come un sogno, e mi parrà di non essermi neanco +mosso da casa... e poi?... un altro viaggio... e di nuovo +città, e di nuovo addii melanconici, e di nuovo un +ricordo vago come d'un sogno... e poi? Guai se in +viaggio vi lasciate cogliere da questi pensieri! Guardate +il cielo e la campagna, e recitate dei versi, e +fumate.</p> + +<p><i>Adios Barcelona, archivo de la cortesia!</i><span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="II" id="II"></a>II.<br /><br /> + +SARAGOZZA.</h2> + + +<p>A poche miglia da Barcellona, si cominciano a +vedere le rocce dentellate del famoso Montserrat, +uno strano monte che, a prima vista, fa balenare il +sospetto d'un'illusione ottica, tanto è difficile a credere +che la natura possa aver avuto un sì stravagante +capriccio. Immaginate una serie di sottili +triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini +per rappresentare una catena di montagne; o +una corona a becchetti distesa pel lungo come la lama +d'una sega; o tanti pani di zucchero disposti in fila, e +avrete un'idea della forma che presenta da lontano +il Montserrat. È un insieme di coni immensi che +s'alzano I' uno accanto all'altro, e l'un sull'altro, +o meglio un solo gran monte formato di cento monti, +spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza, +in modo che presenta due grandi cime, intorno +alle quali si aggruppano le minori; nelle parti alte, +arido e inaccessibile; nelle basse, popolato di pini, di<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span> +quercie, di corbezzoli, di ginepri; rotto qua e là da +grotte smisurate e da spaventevoli burroni, e sparso +di romitaggi biancheggianti sulle bricche aeree e nelle +gole profonde. Nella spaccatura del monte, fra le due +cime principali, sorge l'antico convento dei Benedettini, +dove Ignazio di Lojola meditò nella sua giovinezza. +Cinquantamila tra pellegrini e curiosi si +recano anno per anno a visitare il convento e le +grotte, e il giorno otto di settembre, vi si celebra +una festa a cui concorre una moltitudine innumerevole +di gente da ogni parte della Catalogna.</p> + +<p>Poco prima di arrivare alla stazione dove si scende +per salire al monte, irruppe nel mio carrozzone una +frotta di ragazzi, accompagnati da un prete, alunni +d'un collegio di non so che villaggio, che andavano +a fare una scampagnata al convento del Montserrat. +Eran tutti catalani, bei visetti bianchi e rosei, con +grandi occhi. Ognuno aveva un canestrino con dentro +pane e frutta; qualcuno un album, altri un canocchiale: +parlavano e ridevano tutti insieme, e si +avvoltolavano sulle panche, e facevano un casa del +diavolo infinito. Per quanto tenessi l'orecchio teso, +e mi stillassi il cervello, non riuscii a capire una +parola del maledetto linguaggio che cinguettavano. +Intavolai conversazione col prete. “<i>Mire Usted</i>” +mi disse dopo le prime parole, accennandomi uno dei +ragazzi; “<i>aquel niño sabe de memoria toda la Poética +de Oracio</i>;.... quell'altro là risolve dei problemi d'aritmetica +da far stordire; questo qui è nato per la +filosofia;” e via via, mi segnalò le doti di ciascuno.<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span> +A un tratto s'interruppe, e gridò: “<i>Beretina!</i>” +Tutti i ragazzi cavaron di tasca la berrettina rossa +catalana e gettando alte grida d'allegrezza, se la +misero in testa, chi tutta indietro che gli cascava +sulla nuca, chi tutta avanti, che gli copriva la punta +del naso; e il prete a far degli atti di disapprovazione; +e allora quei che l'avevan sulla nuca a tirarsela +sul naso, e quei che l'avevan sul naso a tirarsela +sulla nuca; e lì risa, esclamazioni, e battìo di +mani. Mi avvicinai a uno dei più monelli, e così +per celia, certo che sarebbe stato come dire ai muri, +gli domandai in italiano: “È la prima volta che vai +a fare una passeggiata al Montserrat?” Il ragazzo +stette un po' pensando, e poi rispose adagio adagio: “Ci +so-no già sta-to altre volte.”—“Ah! caro bimbo!” +gli gridai con una contentezza difficile a immaginarsi; +“e dove hai imparato l'italiano?” Qui il +prete prese la parola per dirmi che il padre di +quel ragazzo aveva vissuto parecchi anni a <i>Napoles</i>. +Mentre io mi volto verso il mio piccolo catalano per +attaccar discorso, un maledettissimo fischio, e poi un +maledettissimo grido di:—<i>Olesa,</i>—che è il villaggio +dal quale si va al monte, mi taglia la parola in +bocca. Il prete mi saluta, i ragazzi si precipitano +fuori, il treno riparte. Io misi la testa fuor del finestrino +per salutare il mio piccolo amico: “Buona +passeggiata!” gli gridai, e lui spiccicando le sillabe: “A-di-o!” Qualcuno +ride a sentir rammentare queste +bazzecole: eppure sono i più vivi piaceri che si +provin nei viaggi!<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span></p> + +<p>Le città e i villaggi che si vedono nell'attraversar +la Catalogna alla vólta dell'Aragona, son +quasi tutti popolati e floridi, e circondati di case +industriali, di opifici, di edifizi in costruzione, onde +in ogni parte si vedono sorgere di là dagli alberi +dense colonne di fumo, e ad ogni stazione è un via +vai di contadini e di negozianti. La campagna è +una successione alternata di colte pianure, di amene +colline, di vallette pittoresche, coperte di boschi e +dominate da vecchi castelli, fino al villaggio di Cervera. +Qui si cominciano a vedere ampie distese +di terreno arido, con poche case sparpagliate, che +annunziano la vicinanza dell'Aragona. Ma poi, all'improvviso, +si entra in una ridente vallata, coperta +d'oliveti, di vigneti, di gelsi, di alberi fruttiferi, +sparsa di villaggi e di ville; si vedon da un lato +le alte cime dei Pirenei, dall'altro le montagne +aragonesi; Lerida, la gloriosa città dai dieci assedii, +schierata lungo la sponda della Segra, sul +pendio d'una bella collina; e tutt'intorno una +pompa di vegetazione, una varietà di prospetti, un +colpo d'occhio stupendo. È l'ultima veduta della +campagna catalana; dopo pochi minuti s'entra in +Aragona.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Aragona! Quante vaghe istorie di guerre, di +banditi, di regine, di poeti, d'eroi, d'amori famosi +ridesta nella memoria questo sonoro nome! E qual +profondo senso di simpatia e di rispetto! La vecchia, +nobile ed altera Aragona, sulla cui fronte brilla il<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span> +più splendido raggio della gloria di Spagna! Sul suo +stemma secolare sta scritto a caratteri di sangue:—Libertà +e valore.—Quando il mondo si curvava +sotto il giogo della tirannide, il popolo aragonese +diceva ai suoi re per bocca del suo Gran Giustiziere:—Noi +che siamo quanto voi, e più possenti di +voi, vi abbiamo eletto nostro signore e re, col patto +che conserviate i nostri diritti e la nostra libertà; +e se no, no.—E i suoi re s'inginocchiavano dinanzi +alla maestà del Magistrato del popolo, e prestavan +giuramento sulla formola sacra. In mezzo alla barbarie +del Medio Evo, la fiera gente aragonese non +conosceva la tortura, il giudizio segreto era bandito +dai suoi codici, tutte le sue istituzioni proteggevano +la libertà del cittadino, e la legge aveva impero assoluto. +Discesero, mal paghi alla ristretta patria delle +montagne, da Sobrarbe a Huesca, da Huesca a Saragozza, +ed entrarono vincitori nel Mediterraneo. +Congiunti alla forte Catalogna, redensero dall'araba +signoria le Baleari e Valenza; combatterono a Muret +per il diritto oltraggiato e la coscienza violata; +domarono gli avventurieri della casa d'Angiò, spodestandoli +delle terre italiane; ruppero le catene +del porto di Marsiglia, che pendono ancora dalle +pareti dei loro tempi; signoreggiarono il mare dal +golfo di Taranto alle foci del Guadalaviar, colle +navi di Ruggero di Lauria; soggiogarono il Bosforo, +colle navi di Ruggero di Flor; da Rosas a Catania +corsero il Mediterraneo sulle ali della vittoria; +e come se fosse angusto l'Occidente alla loro grandezza,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span> +andarono ad incidere sulla cima dell'Olimpo, +sulle pietre del Pireo, sui monti superbi che son +quasi le porte dell'Asia, il nome immortale della +patria.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Questi pensieri,—benchè non proprio colle stesse +parole, perchè non avevo sotto gli occhi un certo +libricciuolo di Emilio Castelar,—io volgeva in mente +entrando in Aragona. E per prima cosa mi si offerse +agli occhi, sulla riva della Cinca, il piccolo villaggio +di Monzon, noto per famose assemblee delle +Cortes, e per alternati assalti e difese di Spagnuoli +e Francesi: sorte che fu comune, durante la guerra +d'indipendenza, a quasi tutti i villaggi di quelle provincie. +Monzon è prostrato ai piedi d'un formidabile +monte, sul quale s'innalza un castello nero, sinistro, +enorme, quale avrebbe potuto immaginarlo il più +fosco dei feudatarii per condannare a una vita di +terrore il più odiato dei villaggi. La stessa <i>Guida</i> +si arresta davanti a codesto mostruoso edifizio, e prorompe +in un'esclamazione di timida meraviglia. Non +v'è, io credo, in tutta la Spagna, un altro villaggio, +un altro monte, un altro castello, che rappresentino +meglio la paurosa sommessione d'un popolo oppresso, +e la minaccia perpetua d'un signore feroce. +Un gigante che prema il ginocchio sul petto d'un fanciullo +steso a terra, è una meschina similitudine +per dare un'immagine della cosa; e tale fu l'impressione +che mi fece, che, pur non sapendo tenere +in mano la matita, m'ingegnai di abbozzare alla<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span> +meglio il paesaggio, perchè non mi uscisse dalla memoria; +e mentre scarabocchiavo, mi venne fatto il +primo verso d'una ballata lugubre.</p> + +<p>Dopo Monzon, la campagna aragonese non è che +vaste pianure, chiuse in lontananza da lunghe catene +di colline rossastre, con pochi miseri villaggi, +e qualche colle solitario su cui nereggiano le rovine +d'un castello antico. L'Aragona, già sì fiorente +sotto i suoi Re, è ora una delle provincie più povere +della Spagna. Solamente sulla sponda dell'Ebro, e +lungo il canale famoso che si stende da Tudela, +per diciotto leghe, fin presso Saragozza, e serve +insieme all'irrigazione dei campi e al trasporto delle +derrate, ha un po' di vita il commercio; nelle altre +parti langue, od è morto. Le stazioni della strada +ferrata sono deserte: quando il treno si ferma, non +si sente altra voce che quella di qualche vecchio +<i>trovatore</i>, che strimpella la chitarra, canterellando +una canzone monotona, che si riode poi in tutte le +altre stazioni, e in seguito nelle città aragonesi, variate +le parole, eternamente uguale il motivo. Non +essendoci che vedere fuori del finestrino, mi rivolsi +ai compagni di viaggio.</p> + +<p>Il carrozzone era pieno di gente; e siccome i carrozzoni +di seconda classe, in Spagna, non hanno +scompartimenti, eravamo quaranta fra viaggiatori +e viaggiatrici, visibili tutti uno all'altro: preti, monache, +ragazzi, serve, e altri personaggi che potevano +essere negozianti, o impiegati, o agenti segreti +di Don Carlos. I preti fumavano, come è uso in<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span> +Ispagna, il loro <i>cigarrito</i>, offerendo amabilmente ai +vicini la scatola da tabacco e le cartoline; altri +mangiavano a due palmenti, facendosi passare l'uno +all'altro una specie di vescica che, compressa con ambe +le mani, mandava uno schizzo di vino; altri leggevano +il giornale corrugando tratto tratto le sopracciglia in +atto di profonda meditazione. Uno spagnuolo, quand'è +in compagnia, non si mette in bocca uno spicchio +d'arancio, o una fetta di formaggio, o un boccone +di pane, se prima non ha pregato tutti di +mangiare con lui; e per questo io mi vidi passar +sotto il naso frutta, e pani, e sardelle, e bicchieri di +vino, e che so io, accompagnato ogni cosa da un +gentile: “<i>Gusta Usted comer<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a> conmigo</i>?” al quale +risposi: “<i>Gracias</i>,” a contracorpo (è la parola +che ci va) perchè avevo una fame da conte Ugolino. +Davanti a me, proprio co' piedi contro i miei, c'era +una monaca, giovane, a giudicarne dal mento, ch'era +quel po' di viso che appariva sotto il velo, e da una +mano che lasciava come abbandonata sur un ginocchio. +Io le tenni gli occhi addosso per più d'un'ora, +sperando che alzasse il viso; ma rimase immobile come +una statua. Eppure dal suo atteggiamento era facile +accorgersi che faceva uno sforzo per resistere alla +naturalissima curiosità di guardarsi intorno; e per +questo appunto mi destò un sentimento d'ammirazione.—Che +costanza!—pensavo,—che vigore di volontà! +che forza di sacrifizio, anche nelle più piccole<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span> +cose! che nobile disprezzo delle vanità umane!—Stando +in questi pensieri, chinai gli occhi sulla sua +mano,—era una bianca e piccola mano—e mi parve +di vederla muovere; guardo meglio, e vedo che si +allunga adagio adagio fuor della manica, e allarga le +dita, e si appoggia sul ginocchio un po' avanti, così, in +modo da spenzolare, e si rigira un po' da un lato, e +si raccoglie e si ridistende... Dei del cielo! Altro che +disprezzo delle vanità umane! Era impossibile ingannarsi: +tutto quel lavorìo era fatto per mettere in +mostra la manina! E non alzò una volta la testa +in tutto il tempo che rimase là, e non lasciò vedere +il viso neanco quando scese! Oh imperscrutabile +profondità dell'anima femminile!</p> + +<p>Era scritto che in quel viaggio non dovessi incontrar +altri amici che i preti. Un vecchio sacerdote, +di aspetto benevolo, mi diresse la parola, e cominciammo +una conversazione che durò fin quasi a +Saragozza. Da principio, quando gli dissi ch'ero italiano, +stette un po' sospeso, pensando forse ch'io potevo +esser uno di quelli che avean scassinato le +serrature del Quirinale; ma avendogli detto che +non m'occupavo di politica, si rasserenò, e parlò con +piena fiducia. Si cascò nella letteratura; io gli dissi +tutta la <i>Pentecoste</i> del Manzoni, che lo fece andare +in visibilio; egli a me una poesia del celebre Luis +de Leon, poeta sacro del secolo decimosesto; e diventammo +amici. Quando giungemmo a Zoera, penultima +stazione per arrivare a Saragozza, s'alzò, +mi salutò, e posto il piede sul montatoio, si voltò<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span> +improvvisamente e mi susurrò nell'orecchio: “<i>Cuidado</i> +(prudenza) <i>con las mujeres, que tienen muy +malas <a name="tn41" id="tn41"></a><ins class="correction" title="originale: consecuenencias">consecuencias</ins> en España.</i>” Poi scese e si +fermò per veder partire il treno, e alzando una mano +in atto di paterna ammonizione, disse ancora una +volta: “<i>Cuidado!</i>”</p> + +<p>Arrivai a Saragozza a notte avanzata, e scendendo, +mi colpì subito l'orecchio la cadenza particolare +colla quale parlavano i vetturini, i facchini +e i ragazzi, che si disputavano la mia valigia. In +Aragona si può dir che si parla il castigliano, +anche dal popolo minuto, benchè con qualche storpiatura +e qualche barbarismo; ma allo spagnuolo +delle Castiglie basta una mezza parola per riconoscere +l'aragonese; e non c'è castigliano infatti, che +non sappia imitare quell'accento, e non lo metta, +all'occasione, in ridicolo, per quello che ha di rozzo +e di monotono, presso a poco come si fa in Toscana +della parlata di Lucca.</p> + +<p>Entrai nella città con un certo sentimento di trepida +riverenza; la terribile fama di Saragozza me ne +imponeva; quasi mi mordeva la coscienza di averne +tante volte profanato il nome nella scuola di Rettorica, +quando lo gettavo in volto, come un guanto di +sfida, ai tiranni; le strade eran buie; non vedevo che +il nero contorno dei tetti e dei campanili sul cielo +stellato; non sentivo che il rumore delle diligenze +degli alberghi che si allontanavano. A certe svoltate, +mi pareva di veder luccicare alle finestre canne di +fucile e pugnali, e di udir grida lontane di feriti.<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span> +Avrei dato non so quanto perchè spuntasse il giorno, +per cavarmi la vivissima curiosità che mi stimolava, +di visitar ad una ad una quelle strade, quelle +piazze, quelle case famose per lotte disperate e uccisioni +orrende, ritratte da tanti pittori, cantate da +tanti poeti, e sognate da me tante volte prima di +partire d'Italia, ripetendomi con gioia:—Le vedrai!—Giunsi +finalmente al mio albergo, guardai +fisso il cameriere che mi condusse alla camera, +sorridendogli amorevolmente come per dire:—Non +sono un invasore, risparmiami!—e data un'occhiata +a un gran ritratto di Don Amedeo appeso +alla parete del corridoio, in un canto, a particolare +conforto dei viaggiatori italiani, andai a letto, +chè cascavo di sonno come uno qualunque dei miei +lettori.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Allo spuntar del giorno mi precipitai fuori dell'albergo. +Non c'era ancor nè botteghe, nè porte, nè +finestre aperte; ma non appena misi il piede nella +strada, mi scappò un mezzo grido di stupore. Passava +una brigatella di uomini così stranamente vestiti, +che io credetti a prima vista che fossero mascherati; +e poi pensai: no, son comparse di teatro; +e poi ancora: no, neppure, sono matti. Figuratevi: +per cappello, un fazzoletto rosso annodato intorno +al capo, a modo di cércine, dal quale uscivano sopra +e sotto i capelli arruffati; una coperta di lana a striscie +bianche e azzurre, indossata a guisa di mantello, +ampia, cadente fin quasi a terra, come una toga<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span> +romana; una larga fascia azzurra intorno alla vita; +un paio di calzoncini corti, di velluto nero, stretti +intorno al ginocchio; le calze bianche; una specie di +sandali a nastri neri incrociati sul dosso del piede; +e in questa artistica varietà di vestimento, l'impronta +evidente della miseria; e con quest'evidenza +di miseria, un non so che di teatrale, di altero, +di maestoso nel portamento e nei gesti, un'aria +da Grandi di Spagna decaduti, che mette in dubbio, +al vederli, se s'abbia da ridere o da compiangere, +da metter la mano alla borsa per fare +un'elemosina o da levarsi il cappello in segno di riverenza. +E non son altro che contadini dei dintorni +di Saragozza. Ma quella che ho accennato non è che +una delle mille varietà della stessa foggia di vestire. +Andando oltre, ad ogni passo ne incontrai una nuova: +vi sono i vestiti all'antica, i vestiti alla moderna, +gli eleganti, i semplici, i festivi, i severi, ognuno con +ciarpe, fazzoletti, calze, cravatte, panciotti di colori +diversi; le donne colla crinolina, e le sottane corte, +che lascian vedere un po' di gamba, e i fianchi spropositatamente +rialzati; i ragazzi anch'essi col loro +manto a striscie e la loro pezzuola intorno al capo, +e i loro atteggiamenti drammatici, come gli uomini. +La prima piazza sulla quale riuscii era piena di questa +gente, divisa in gruppi, chi seduto sugli scalini +delle porte, chi appoggiato agli angoli delle case, +qualcuno sonando la chitarra, altri cantando; molti +in giro a chieder l'elemosina, coi panni rappezzati +e laceri, ma pur colla testa alta e l'occhio fiero; parevan<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span> +gente usciti allora allora da un veglione, dove +avessero rappresentato tutti insieme una tribù selvaggia +di qualche ignoto paese. A poco a poco si +apersero le botteghe e le case, e il popolo saragozzano +si sparse per le strade. I cittadini, nel vestire, +non han nulla di diverso da noi; ma sì qualcosa +di particolare nei volti; alla serietà degli abitanti +della Catalogna, uniscono l'aria sveglia degli abitanti +delle Castiglie, avvivata ancora da un'espressione +di fierezza tutta propria del sangue aragonese.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Le strade di Saragozza hanno un aspetto severo, +quasi tristo, com'io me lo immaginava prima di vederle. +Fuori del <i>Coso</i>, che è una larga strada che +attraversa una buona parte della città descrivendo +una grande curva semicircolare,—il <i>Coso</i> anticamente +famoso per le corse, le giostre e i tornei che +vi si celebravano nelle pubbliche feste,—fuori di +questa bella ed allegra strada, e d'alcune poche recentemente +rifatte, che paion strade di città francese, +le altre son strette, tortuose, fiancheggiate da +case alte, di color cupo, di scarse finestre, somiglianti +a vecchie fortezze. Son strade che hanno una impronta, +un carattere, o come altri dice, una fisonomia +loro propria, che vista una volta, non si dimentica più; +per tutta la nostra vita, quando si sentirà nominar +Saragozza, si vedranno quelle mura, quelle porte, +quelle finestre, come se si avessero dinanzi. Io vedo +in questo punto la piazza della Torre nuova, e potrei +disegnar casa per casa, e colorirle tutte, ciascuna<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span> +col suo colore; e mi par di respirare quell'aria, tanto +son vive le immagini; e ripeto quello che dissi allora:—Questa +piazza è tremenda.—Perchè? non +lo so; sarà stata un'illusione mia; segue delle città +come dei volti, che ciascuno ci legge a modo suo; le +strade e le piazze di Saragozza mi fecero codesto +senso; ad ogni svoltata, dicevo:—Questo luogo par +fatto per combattervi;—e guardavo intorno, come +se ci mancasse qualcosa: una barricata, le feritoie, i +cannoni. Riprovavo tutta la profonda commozione +che m'avevan data i racconti dell'orribile assedio, e +vedevo proprio la Saragozza del 1809, e correvo di +strada in strada con una curiosità crescente, come +per trovare le traccie di quella lotta titanica che +ha atterrito il mondo. Qui, pensavo, accennando +a me stesso la via, dev'esser passata la divisione +Grandjean, di là sboccò forse la divisione Musnier, +di costì si sarà lanciata al combattimento la divisione +Morlot; avanti, fino alla cantonata: mi +pare che qui sia seguito l'assalto dei volteggiatori +della Vistola; ancora un giro: qui fecero impeto i +volteggiatori polacchi; laggiù furon trucidati trecento +spagnuoli; in questo punto scoppiò la gran +mina che fece saltar in aria una compagnia del +reggimento di Valenza; in quell'angolo morì il generale +Lacoste colpito da una palla nella fronte. +Ecco le strade famose di Santa Engracia, di Santa +Monica, di Sant'Agostino, per le quali i Francesi +s'avanzarono verso il <i>Coso</i>, di casa in casa, a furia +di mine e di contrammine, tra i rottami dei muri<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span> +enormi e le travi fumanti, sotto una tempesta di +palle, di mitraglia e di sassi; ecco i trivii, le piazzuole, +gli angiporti oscuri, dove si combatterono le +orrende battaglie corpo a corpo, a colpi di baionetta, +a pugnalate, a falciate, a morsi; le case asserragliate, +difese stanza per stanza, tra le fiamme e il rovinío; +le anguste scale che corsero sangue, i tristi cortili +che echeggiarono di grida di dolore e di disperazione, +che furon coperti di cadaveri sfracellati, che +videro tutti gli orrori della peste, della fame, della +morte!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Di strada in strada riuscii davanti alla chiesa +di <i>Nuestra Señora del Pilar</i>, la terribile Madonna, +alla quale veniva a chieder protezione e coraggio la +squallida folla dei soldati, dei cittadini, delle donne, +prima d'andar a morire sulle breccie. Il popolo di +Saragozza ha conservato per essa il fanatismo antico, +e la venera con sentimento particolare di amoroso +terrore, vivo anche nell'animo della gente alla +quale è straniero ogni altro sentimento religioso. Però +da quando entrate nella piazza, e alzate gli occhi +verso la chiesa, fin al momento che, andando via, vi +voltate a guardarla per l'ultima volta, badate a non +sorridere, o a fare per distrazione un atto qualunque +che possa parere irriverente; chè c'è chi vi vede, e +vi tien d'occhio, e all'occorrenza vi segue. E se in +voi è morta la fede, preparate l'animo, prima di varcare +la soglia sacra, a un confuso risvegliarsi dei +terrori infantili, chè poche chiese al mondo hanno<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span> +come questa la virtù di risvegliarli nei cuori più gelidi +e più forti.</p> + +<p>La prima pietra di Nostra Donna del Pilar, fu +posta nel 1686 in un luogo dove sorgeva una cappella +innalzata da san Giacomo per deporvi l'immagine +miracolosa della Vergine che vi è tuttora. È un +immenso edifizio di base rettangolare, sormontato da +undici cupole, coperte di tegole variopinte, che gli +danno una graziosa aria moresca; le mura disadorne +e di color cupo. Entrate: è una vasta chiesa, oscura, +nuda, fredda, divisa in tre navate, circondata di cappelle +modeste. Lo sguardo corre subito al santuario +che sorge nel mezzo: là è la statua della Vergine. +È come un tempio nel tempio, che potrebbe star solo +in mezzo alla piazza, se si abbattesse l'edifizio che lo +circonda. Una corona di belle colonne di marmo, disposte +ad elissi, sorreggono una cupola riccamente +scolpita, aperta nella parte superiore, e ornata intorno +all'apertura di ardite figure d'angeli e di santi. Nel +mezzo è l'altar maggiore; a destra l'immagine di +san Giacomo; a sinistra, in fondo, sotto un baldacchino +d'argento che spicca sur un'ampia tenda di +velluto tempestato di stelle, in mezzo al luccichío di +migliaia di voti, al chiarore d'innumerevoli lampade, +la statua famosa della Vergine, postavi or sono diciannove +secoli da san Giacomo, scolpita in legno, +annerita dal tempo, tutta coperta, tranne il capo suo +e quello del bambino, da una splendida dalmatica; +e sul dinanzi, tra le colonne, intorno al santuario, +e lontano, in fondo alle navate della chiesa, in tutti<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span> +i punti di dove lo sguardo può giungere all'immagine +venerata, fedeli inginocchiati, prostrati, col capo +quasi a terra, colle mani in croce: donne del popolo, +operai, signore, soldati, fanciulli; e dalle varie porte +della chiesa un continuo venir di gente a passi lenti, +in punta di piedi, con gravi aspetti; e in quel profondo +silenzio non un mormorío, non un fruscío, non +un respiro; la vita di quella folla pare sospesa; +par che s'attenda da tutti un'apparizione divina, +una voce misteriosa, una qualche rivelazione tremenda +da quell'arcano Santuario; e anche chi non +crede e non prega, è forzato a fissare lo sguardo +dove si fissan tutti gli sguardi, e il corso dei suoi +pensieri s'arresta in una specie d'inquieta aspettazione. +Oh suonasse pur quella voce! io pensavo; +seguisse pure l'apparizione; e fosse anche una parola +o una vista che mi facesse incanutire dallo +spavento e gettare un urlo non udito mai sulla +terra; purchè mi liberasse per sempre da questo +orribile dubbio che mi rode il cervello e mi contrista +la vita!</p> + +<p>Tentai d'entrar nel Santuario, non ci riuscii; +avrei dovuto passare sulle spalle d'un centinaio di +fedeli, qualcuno dei quali cominciava già a guardarmi +in cagnesco perchè andavo attorno con un quaderno +e una matita fra le mani. Cercai di scendere +nella critta sotterranea ove son le tombe degli arcivescovi +e l'urna che racchiude il cuore del secondo +don Giovanni d'Austria, figlio naturale di Filippo IV; +non mi fu concesso. Domandai di vedere le vestimenta,<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span> +gli ori, le gemme, che profusero ai piedi della +Vergine i grandi, i principi, i monarchi d'ogni età +e d'ogni paese; mi fu risposto che non era l'ora +opportuna, e neanco mostrando una luccicante <i>peceta</i> +potei corrompere l'onesto sacrestano. Ma non rifiutò +di darmi alcune notizie intorno al culto della Vergine +quando gli dissi, per entrargli in grazia, ch'ero +nato a Roma, nel Borgo Pio, e che dal terrazzino +di casa mia si vedevan le finestre dell'appartamento +del Papa.</p> + +<p>“È un fatto,” mi disse, “quasi miracoloso, e che +non si crederebbe, se non fosse attestato dalla tradizione, +che dal tempo antichissimo quando fu posta +sul piedistallo la statua della Vergine, fino al giorno +in cui viviamo, tranne la notte che la chiesa è +chiusa, il santuario non rimase vuoto un momento, un +momento solo, in tutto il rigore della parola. <i>Nuestra +Señora del Pilar</i> non è mai stata sola. Nel piedistallo +della statua, a furia di baci, s'è fatto un incavo +nel quale può entrar la mia testa. Neanco gli Arabi +non ebbero il coraggio di proibire il culto di <i>Nuestra +Señora</i>: la cappella di San Giacomo fu sempre rispettata. +È caduto molte volte il fulmine nella chiesa, +accanto al santuario, e anche dentro, in mezzo +alla gente affollata: ebbene, neghino le anime dannate +la protezione della Madonna: non è mai sta-to +col-pi-to nes-su-no! E le bombe dei Francesi? Ne +hanno ben bruciati e rovinati degli edifizi; ma a +cadere sulla chiesa di <i>Nuestra Señora</i> gli era come +se cadessero sulle rocce della Serra Morena. E ai<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[50]</a></span> +Francesi che fecero man bassa in ogni parte, gli +è bastato il fegato di toccare i tesori di <i>Nuestra +Señora</i>? Un solo generale si permise di prendere +un gingillo per fare un regalo a sua moglie, offerendo +in compenso alla Vergine un ricco donativo; +ma sa che cosa gli è seguito? Alla prima battaglia +una palla di cannone gli portò via una gamba. +Non c'è barba di generale o di re che ne abbia +mai imposto a <i>Nuestra Señora</i>. E poi è scritto +lassù che questa chiesa durerà fino alla fine del +mondo....” E tirò innanzi su questo tenore, fin che +un prete da un angolo buio della sagrestia gli +fece un cenno misterioso, e allora mi salutò e +disparve.</p> + +<p>All'uscir dalla chiesa, colla mente tutta occupata +dall'immagine del solenne santuario, incontrai una +lunga fila di carri carnevaleschi, preceduti da una +banda musicale, accompagnati dalla folla e seguìti +da un gran numero di carrozze, che andavano verso +il <i>Coso</i>. Non ricordo d'aver mai visto testoni di cartapesta +più grotteschi, più buffi, più spropositati di +quelli che portavan quelle maschere; così che solo +com'ero, e punto inchinevole all'allegrezza, non potei +trattenermi dal ridere, come alla chiusa d'un sonetto +del Fucini. Il popolo però era serio e silenzioso, +e le maschere piene di gravità; si sarebbe detto che +negli uni e negli altri era più forte il malinconico presentimento +della quaresima che il giubilo fugace del +carnevale. Vidi qualche bel visetto alle finestre; ma +nessun tipo ancora di quella bellezza propriamente<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span> +detta spagnuola, dalla <i>tez oscurecida</i> e da <i>los negros +ojos de fuego</i>, che il Martinez della Rosa, esule a +Londra, rammentava con sì caldi sospiri in mezzo a +<i>las bellezas del Norte</i>. Passai tra due carrozze, fendetti +la calca, tirandomi dietro qualche sacrato che +notai subito sul mio quaderno; e traversate alla +lesta due o tre stradicciuole, riuscii sulla piazza di +San Salvador, davanti alla cattedrale che le dà il +nome, chiamata anche la <i>Seo</i>, più ricca e più splendida +di Nostra Donna del Pilar.</p> + +<p>La facciata greco-romana, benchè di maestose proporzioni, +e la torre alta e leggera, non preparano +allo spettacolo grandioso del di dentro. Entrai, e +mi trovai immerso nelle tenebre; per un istante, +i confini dell'edifizio mi restaron celati; non vidi +altro che qualche sprazzo di pallida luce, rotto qua +e là dalle colonne e dagli archi. Poi, a poco a poco, +distinsi cinque navate, divise da quattro ordini di +bei pilastri gotici, i muri lontani, e la lunga serie +delle cappelle laterali, e rimasi attonito. Era la prima +cattedrale che corrispondeva all'immagine ch'io +m'ero formato delle cattedrali spagnuole, varie, pompose, +straricche. La cappella maggiore, sormontata +da una vasta cupola gotica in forma di tiara, racchiude +in sè sola le ricchezze d'una gran chiesa; +l'altar maggior è d'alabastro, coperto di rosoni, di +volute, di rabeschi; la volta ornata di statue; a +destra e a sinistra, tombe ed urne di principi: in un +angolo la scranna sulla quale siedevano i Re d'Aragona +per ricevere la consacrazione. Il coro, che sorge<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[52]</a></span> +in mezzo alla navata principale, è un monte di tesori. +La sua cinta esteriore, nella quale sono aperte alcune +piccole cappelle, presenta una incredibile varietà di +statuette, di colonnine, di bassorilievi, di fregi, di +pietre, da dover star là una giornata per poter +dire d'aver visto qualcosa. I pilastri delle due +ultime navate, e gli archi che s'incurvano sulle +cappelle, sono sopraccarichi, dalla base alla volta, +di statue,—alcune enormi che par reggan sulle +spalle l'edifizio,—di emblemi, di sculture e d'ornamenti +d'ogni forma e d'ogni grandezza. Nelle cappelle +una profusione di statue, di ricchi altari, di +tombe regie, di busti, di quadri, che immersi come +sono in una mezza oscurità, non offrono allo sguardo +che una confusione di colori, di luccichii, di forme +vaghe, tra le quali l'occhio si perde, e l'immaginazione +si stanca. Dopo molto correre di qua e di là, +col quaderno aperto e la matita in mano, notando +e disegnando, mi s'ingarbugliò la testa, stracciai +i fogli rabescati, promisi a me stesso che non avrei +scritto nulla di nulla, uscii dalla chiesa, e mi rimisi +a girar per la città, senza veder altro, per lo spazio +d'una mezz'ora, che lunghe navate oscure, e statue +biancheggianti in fondo a cappelle misteriose.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>V'hanno dei momenti in cui il viaggiatore più +gaio e più appassionato, girando per le strade d'una +città sconosciuta, viene assalito improvvisamente da +un così profondo senso di noia che se potesse, per +virtù d'una parola, rivolare a casa tra i suoi, colla<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span> +rapidità d'un genio delle <i>Mille e una notte</i>, proferirebbe +quella parola con uno slancio di allegrezza. +Fui colto da un cotal senso nel punto che infilavo +non so che stradicciuola lontana dal centro della +città; e n'ebbi quasi spavento. Richiamai in fretta +alla mente le immagini di Madrid, di Siviglia, di +Granata, per scuotermi, per riaccendermi la curiosità, +il desiderio: quelle immagini mi parvero pallide +e senza vita. Mi riportai col pensiero a casa, ai +giorni prima della partenza, quando avevo la febbre, +e non vedevo l'ora di spiccare il volo: e quel +pensiero non fece che accrescermi la tristezza. L'idea +di aver a vedere ancora tante città nuove, di aver +da passar tante notti negli alberghi, di avermi a +trovare per tanto tempo in mezzo a gente straniera, +mi scoraggiò; mi domandai come mi fossi potuto risolvere +a partire; mi parve d'essermi tutt'a un tratto +allontanato sterminatamente dal mio paese, d'esser +in mezzo a un deserto, solo, dimenticato da tutti, +mi guardai intorno, la strada era solitaria, mi prese +freddo al cuore, mi vennero quasi le lacrime agli +occhi:—Io non posso star qui!—dissi tra me.—Io +muoio di malinconia! Voglio tornare in Italia io!—Non +avevo finito di dir queste parole che poco mancò +non dessi in una risata da matto; in un momento +ogni cosa riprese vita e splendore ai miei occhi; pensai +alle Castiglie e all'Andalusia con una sorta di +gioia frenetica, e scrollando il capo in atto di pietà +per quel passeggero sconforto, accesi un sigaro, e +tirai via più allegro di prima.<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span></p> + +<p>Era il penultimo giorno di carnevale; per le +strade principali, verso sera, si vedeva un via vai +di maschere, di carrozze, di brigatelle di giovani, +di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze +da marito, a due a due; ma nessun strepito +rincrescevole, nè squarciati canti di ubbriachi, nè +serra serra importuni. Di tratto in tratto, si sentiva +qualche leggero colpo di gomito, ma leggero +assai, da parer il cenno d'un amico che volesse dire:—Son +qui,—piuttosto che l'urto d'uno sbadato; e +col colpo di gomito, certi suoni di voci tanto più +soavi delle grida che gettavano le saragozzane +antiche dalle finestre delle case crollanti, e tanto +più ardenti dell'olio bollente che versavano sugli +invasori! Oh non erano più quei tempi dei quali +mi parlò pochi giorni sono, a Torino, un vecchio +prete saragozzano, assicurandomi di non aver ricevuto, +in sette anni la confessione d'un peccato +mortale!</p> + +<p>La sera, all'albergo, trovai un capomatto di francese +che credo non abbia mai avuto l'uguale sotto +la cappa del cielo. Era un uomo sulla quarantina, +con uno di quei visi di pasticciano che dicono:—Son +qui, gabbatemi;—negoziante, da quanto mi parve, +agiato, il quale era giunto poco innanzi da Barcellona, +e doveva ripartire il giorno dopo per San Sebastiano. +Lo trovai nella sala da pranzo, che raccontava +i fatti suoi a un crocchio di viaggiatori, i +quali scoppiavano dalle risa. Mi cacciai nel crocchio,<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span> +e sentii la storia anch'io. Costui era nativo di Bordeaux, +e viveva da quattro anni a Barcellona. Aveva +abbandonato la Francia, perchè gli era fuggita la +moglie, insalutato ospite, <i>avec le plus vilain homme +de la ville</i>, lasciandogli sulle braccia quattro ragazzi. +Dal giorno della fuga non ne aveva più avuto notizia; +chi gli aveva detto che era andata in America, +chi in Asia, chi in Affrica; ma erano state tutte congetture +senza fondamento; da quattro anni egli la +considerava come morta. Un bel giorno, a Barcellona, +trovandosi a desinare con un suo amico marsigliese, +questi gli disse (ma bisognava vedere con che +comica dignità esponeva la cosa) gli disse: “Amico, +uno di questi giorni voglio andare a San Sebastiano.”—“A +che fare?”—“A spassarmela.”—“Amorucci, +eh?”—“Sì,... cioè... dirò: un amore propriamente non +è, perchè a me, in amore, non mi piace far coda: è +un capriccietto. Bella donnina, però! To', non più +tardi d'ier l'altro ho ricevuto una lettera; non avevo +voglia d'andare; ma c'è tanti <i>vieni</i>, e <i>t'aspetto</i>, e +amico mio, e amico caro, che mi son lasciato tentare.” +Così dicendo, gli porse la lettera facendo una +smorfia di vanagloria dongiovannesca. Il negoziante +la prende, l'apre, la scorre: “<i>Nom de Dieu! Ma femme!</i>” +e senza dir altro pianta l'amico, corre a casa +a pigliar la valigia, e via alla stazione. Quando +entrai nella sala, aveva già mostrato la lettera a +tutti i presenti, e steso sulla tavola, perchè ognuno +li potesse vedere, la sua fede di battesimo, l'atto +matrimoniale, ed altre carte che aveva portate con<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span> +sè per il caso che sua moglie non lo volesse riconoscere. +“Che cosa le volete fare?” gli domandarono +tutti ad una voce. “<i>Je ne lui ferai pas de mal; j'ai +déjà pris mon parti; il n'y aura pas de sang; mais +ce sera un châtiment plus terrible encore.</i>”—“Ma che +cosa adunque?” domandarono gli uditori. “<i>J'ai déjà +pris mon parti,</i>” ripetè il francese colla più grande +serietà, e tirato fuori dalla tasca un paio di forbici +enormi, soggiunse solennemente: “<i>Je vais lui couper +les cheveux et les sourcils!</i>” Tutti diedero in uno scoppio +di risa. “<i>Messieurs!</i>” gridò l'offeso marito; “<i>je le +dis et je tiendrai ma parole; si j'ai le bonheur de vous +retrouver ici, je me ferai un devoir de vous présenter +sa perruque.</i>” Qui seguì un diavolío di risa, di voci, +d'applausi, senza che il Francese spianasse neanco +un momento il suo tragico cipiglio. “Ma se le trovaste +uno Spagnuolo in casa?” gli domandò uno. +“<i>Je le ferais sauter par la fenêtre!</i>” rispose. “Ma +se fossero molti?”—“<i>Tout le monde par la fenêtre!</i>”—“Ma +farete uno scandalo, accorreranno i +vicini, i carabinieri, il popolo!”—“<i>Et moi....</i>” gridò il +terribile uomo, battendosi una mano nel petto, “<i>je +ferai sauter par la fenêtre les voisins, les gendarmes, +le peuple, et la ville entière, s'il le faut.</i>” E tirò via +a sbravazzare su questo tono, gesticolando con la +lettera da una mano, e le forbici dall'altra, in +mezzo alle risa sgangherate dei viaggiatori. <i>Vivir +para ver</i>, vivere per vedere, dice il proverbio spagnuolo; +e dovrebbe dir meglio <i>viajar</i>, viaggiare, chè +certi originali par che s'incontrino solamente negli<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span> +alberghi e sulle strade ferrate. Chi sa come sarà +andata a finire!</p> + +<p>Entrando nella mia camera, domandai al cameriere +chi fossero due cosi che avevo osservato fin +dalla sera prima, appesi alla parete, che mostravano +d'aver non so qual pretensione di passare per due +ritratti. “<i>Caramba!</i>” mi rispose “<i>nada menos que +los hermanos Argensola,</i>” aragonesi, nativi di Barbastro, +“<i>dos de los mas afamados poetas de España!</i>” +(<i>Afamados</i> per chi non lo sappia non vuol dire famelici, +ma famosi.) E furono tali davvero i due +fratelli Argensola, due veri gemelli letterarii, che +ebbero la stessa indole, studiarono le stesse cose, +scrissero nel medesimo stile, puro, sobrio, forbito, +facendo argine con tutte le loro forze al torrente +del cattivo gusto che cominciava ad invadere, ai +loro tempi, sulla fine del secolo decimosesto, la +letteratura spagnuola. L'uno morì a Napoli, segretario +di Stato del Vicerè, l'altro a Tarragona, +prete; e lasciarono tutti e due una fama onorata e +cara, alla quale il Cervantes e il Lopez de Vega apposero +lo splendido suggello della loro lode. I sonetti +degli Argensola sono annoverati tra i più belli +della letteratura spagnuola, per argutezza di pensiero +e nobiltà di forma; e poichè ve n'è uno, di +Lupercio Leonardo, che si sa a memoria da tutti +e del quale i ministri citano spesso la chiusa per +rispondere alle magniloquenti filippiche degli oratori +della sinistra; lo metto qui colla speranza che +potrà servire a qualcuno dei lettori per rimbeccare<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span> +gli amici quando gli facessero rimprovero d'essersi +innamorato, come il poeta, d'una donna che si dà +il belletto.</p> + +<div class="poem" style="width: 18em;"><div class="stanza"> +<span class="i1">«Yo os quiero confesar, don Juan, primero<br /></span> +<span class="i0">Que aquel blanco y carmin de doña Elvira<br /></span> +<span class="i0">No tiene de ella mas, si bien se mira,<br /></span> +<span class="i0">Que el haberle costado su dinero:<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i1">Pero tambien que me confieses quiero<br /></span> +<span class="i0">Que es tanta la beldad de su mentira,<br /></span> +<span class="i0">Que en vano à competir con ella aspira<br /></span> +<span class="i0">Belleza igual de rostro verdadero.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i1">Mas que mucho que yo perdido ande<br /></span> +<span class="i0">Por un engaño tal, pues que sabemos<br /></span> +<span class="i0">Que nos engaña asi naturaleza?<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i1">Porque ese cielo azul que todos vemos<br /></span> +<span class="i0">No es cielo, ni es azul: ¡làstima grande<br /></span> +<span class="i0">Que no sea verdad tanta belleza!»<br /></span> +</div></div> + +<div class="blockquot"><p>(<i>Prima di tutto vi voglio confessare, o signor Giovanni, +che quel bianco e carminio di donna Elvira +non ha di suo che il denaro che le è costato; ma +voglio che voi mi confessiate alla vostra volta esser +siffatta la bellezza della sua finzione, che nessuna +bellezza simile di volto vero potrebbe competere con +essa. Ma che vale ch'io mi dia pensiero di tale inganno, +se si sa che nello stesso modo c'inganna la +natura? E infatti, quel cielo azzurro che tutti vediamo, +non è nè cielo nè azzurro.... Peccato che non sia +verità tanta bellezza!</i>)</p></div> + +<p>La mattina dopo mi volli procurare un piacere +somigliante a quello che provava il Rousseau tenendo<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span> +dietro al volo delle mosche; il piacere di errare per +la città, alla ventura, fermandomi a guardare le cose +più insignificanti, come si fa per la strada di casa +nostra, quando si aspetta un amico. Visitati alcuni +edifizi pubblici, tra i quali il palazzo della Borsa, che +ha una stupenda sala formata da ventiquattro colonne, +ornata ciascuna di quattro scudi coll'arma di +Saragozza, sovrapposti alle quattro faccie del capitello; +visitata l'antica chiesa di Santiago e il bel palazzo +dell'Arcivescovado, m'andai a piantare in mezzo +alla vasta ed allegra piazza della <i>Costitucion</i>, che divide +in due il <i>Coso</i>, e riceve altre due delle principali +strade della città; e di là presi le mosse, e bighellonai +fino a mezzogiorno con un gusto infinito. Ora sostavo a +guardare un ragazzo che giocava a nocíno, ora davo +una capatina da curioso in un piccolo caffè da scolari, +ora rallentavo il passo per sentire le ciancie di +due serve a una cantonata, ora andavo a mettere il +naso contro le vetrine d'un libraio, ora entravo a +far ammattire una tabaccaia chiedendo dei sigari +in tedesco, ora mi fermavo a intavolar conversazione +con un rivenditore di fiammiferi, qui compravo +un giornaletto, lì chiedevo del fuoco a un soldato, +là domandavo la strada a una ragazza, e intanto +ruminavo versi dell'Argensola, cominciavo sonetti +faceti, canterellavo l'inno di Riego, pensavo a Firenze, +al vin di Malaga, agli avvertimenti di mia madre, +al Re Amedeo, alla mia borsa, a mille cose, a +nessuna; e non avrei cangiato la mia sorte con quella +d'un grande di Spagna.<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span></p> + +<p>Verso sera andai a vedere la Torre nuova, che è +uno dei più curiosi monumenti di Spagna. È alta +ottantaquattro metri,—quattro più della torre di +Giotto,—e inchinata di quasi due metri e mezzo, +tutta intera, come la torre di Pisa. Fu innalzata +nel 1304; chi afferma che fu fatta così, chi crede +che siasi inchinata poi; le opinioni sono diverse. È +di forma ottagonale, e tutta costrutta di mattoni; +ma presenta una varietà mirabile di disegno e d'ornamenti, +un aspetto diverso a ogni piano, un misto +grazioso di gotico e di moresco. Per entrare, dovetti +andar a domandare il permesso a non so quale impiegato +del Municipio, che abita là vicino; il quale, +dopo aver guardato attentamente la punta dei miei +stivali e il ciuffo dei miei capelli, diede le chiavi +al custode, e mi disse: “<i>Puede Usted ir.</i>” Il custode +era un vecchietto vigoroso che salì le interminabili +scale con assai maggior speditezza di me. “<i>Verá +Usted,</i>” mi diceva: “<i>Verá Usted que magnífico golpe +de vista!</i>”—Io gli dissi che anche noi Italiani avevamo +una torre inclinata, come quella di Saragozza; +egli si voltò a guardarmi e rispose secco: “<i>La nuestra +es unica en el mundo.</i>”—“Oh cospetto! Vi dico +che n'abbiamo una anche noi, e che l'ho vista coi +miei occhi, a Pisa, e poi, se non volete credere, leggete +qui, lo dice anche la Guida.”—Diede un'occhiata +e brontolò: “<i>Puede ser.</i>”—Può essere!—Vecchio +cocciuto! Gli avrei dato il libro sul capo. Finalmente +arrivammo sulla cima. È uno stupendo spettacolo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span> +Saragozza si abbraccia tutta con uno sguardo: la +grande strada del <i>Coso</i>, il passeggio di Santa Engracia, +i sobborghi; e lì sotto, che par di poterle toccare, +le cupole colorite di Nostra Donna del Pilar; +un po' più in là l'ardita torre della Seo; più oltre +l'Ebro famoso, che gira attorno alla città con una +curva maestosa, e l'ampia valle, innamorata, come +dice il Cervantes, della chiarezza delle sue acque e +della gravità del suo corso; e la Huerba, e i ponti, +e i poggi, che ricordano tanti scontri sanguinosi e +disperati assalti!</p> + +<p>Il custode mi lesse sul volto i pensieri che mi +attraversavan la mente, e come proseguendo un discorso +da me incominciato, prese ad accennarmi i +punti per dove erano entrati i Francesi, e dove i +cittadini avevano opposto le più gagliarde resistenze. +“Non furono le bombe dei Francesi,” mi disse, “che +ci fecero arrendere; noi stessi bruciavamo le case, +e le facevamo saltare in aria colle mine; fu l'epidemia. +Negli ultimi giorni più di quindicimila uomini +dei quarantamila che difendevan la città eran +negli ospedali; non si aveva più tempo per raccogliere +i feriti e per sotterrare i morti; le rovine delle +case erano coperte di cadaveri putrefatti che ammorbavano +l'aria; un terzo degli edifizi della città +eran distrutti; eppure nessuno parlava d'arrendersi; +e chi ne avesse parlato, era stato innalzato apposta +un patibolo in tutte le piazze, sarebbe stato ucciso; +volevamo morire sulle barricate, nel fuoco, sotto i +rottami delle nostre mura, piuttosto che piegare la<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span> +testa. Ma quando il Palafox si trovò in punto di +morte, quando si seppe che i Francesi avevano vinto +in altre parti, e che non c'era più alcuna speranza, +bisognò porre giù le armi. Ma i difensori di Saragozza +si arresero cogli onori della guerra, e quando +quella folla di soldati, di contadini, di monaci, di +ragazzi, scarni, cenciosi, coperti di ferite, macchiati +di sangue, sfilarono davanti all'esercito francese, i +vincitori tremarono di riverenza e non ebbero cuore +di rallegrarsi della vittoria! L'ultimo dei nostri +contadini poteva portar la fronte più alta che il +primo dei loro marescialli:—<i>Zaragoza</i>, e dicendo +queste parole era splendido, <i>ha escupido en la cara +a Napoleon!</i>—(Saragozza ha sputato in viso a +Napoleone!)”</p> + +<p>Io pensai, in quel momento, alla storia del Thiers, +e il ricordo della narrazione ch'egli fa della <a name="tn62" id="tn62"></a><ins class="correction" title="originale: manca 'di'">presa di</ins> +Saragozza mi destò un sentimento di sdegno. Non una +parola generosa per la sublime ecatombe di quel povero +popolo! Il loro valore, per lui, non è che fanatismo +feroce, o vana manìa guerresca di contadini stanchi +della vita uggiosa dei campi, e di monaci ristucchi +della solitudine della cella; la loro eroica ostinazione +è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio stolto. +Essi non morivano <i>pour cet idéal de grandeur</i> che +animava il coraggio dei soldati imperiali! Come se +la libertà, la giustizia, l'onore d'un popolo, non fossero +qualcosa di più grande che l'ambizione d'un Imperatore, +che lo fa assalire a tradimento e lo vuol +governare colla violenza!... Tramontava il sole, le torri<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span> +e i campanili di Saragozza erano illuminati dagli +ultimi raggi, il cielo era limpidissimo; volsi ancora +uno sguardo intorno per imprimermi bene nella memoria +l'aspetto della città e della campagna, e prima +di voltarmi per scendere, dissi al custode che mi +guardava con un'aria di benevola curiosità: “Racconti +agli stranieri che verranno a visitare d'ora +in avanti la torre, che un giorno, un giovane italiano, +poche ore prima di partire per la Castiglia, +salutando per l'ultima volta, da questo balcone, +la capitale dell'Aragona, s'è scoperto il capo +col sentimento del più profondo rispetto, così,—e +che non potendo baciare sulla fronte, ad uno ad +uno, tutti i discendenti degli eroi del 1809, ha dato +un bacio al custode,”—E glielo diedi, e me lo +rese, e me n'andai contento, ed egli pure, e rida +chi vuole.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Con questo mi parve di poter dire che avevo visto +Saragozza, e tornai all'albergo ricapitolando le +mie impressioni. Mi restava però una gran voglia di +fare un po' di conversazione con qualche buon saragozzano, +e dopo desinare andai al caffè, dove trovai +subito un capomaestro e un bottegaio, che tra un +sorso e l'altro di cioccolatte, mi esposero lo stato +politico della Spagna e i mezzi più efficaci</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Di portar la baracca a salvamento.»<br /></span> +</div></div> + +<p>La pensavano molto diversamente. L'uno, il bottegaio, +ch'era un ometto col naso rincagnato e un<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span> +grosso bernoccolo tra occhio e occhio, voleva la +repubblica federale, senza transazioni, quella sera +stessa, prima d'andare a letto; e metteva come +condizione <i>sine qua non</i> per la prosperità del nuovo +governo, che si fucilasse il Serrano, il Sagasta e lo +Zorilla, per convincerli una volta per sempre <i>que +no se chanzea con el pueblo español</i>, che non si +scherza col popolo spagnuolo. “<i>Y su rey de Ustedes,</i>” +concludeva volgendosi verso di me, “al re che +ci han mandato loro,—mi perdoni, caro il mio Italiano, +la franchezza con cui le parlo,—al loro re +un biglietto di prima classe per tornarsene <i>á la hermosa +Italia</i>, ove c'è miglior aria per i Re. <i>Somos +españoles</i>”—perdoni, caro il mio Italiano e mi metteva +una mano sul ginocchio—“<i>somos españoles</i>, e +non vogliamo stranieri, nè cotti, nè crudi!”</p> + +<p>“Mi pare d'aver capito il suo concetto; e lei,” +domandai al capomaestro, “come crede lei che si +potrebbe salvar la Spagna?”</p> + +<p>“<i>No hay mas que un medio!</i>” rispose con accento +solenne; “non v'è che un mezzo! Repubblica federale,—in +questo sono d'accordo col mio amico,—ma +con Don Amedeo presidente!”—(L'amico scrollò +le spalle) “Ripeto: con Don Amedeo presidente! È il +sol uomo che possa tener ritta la repubblica; non +è soltanto un'opinione mia; è l'opinione di molta +gente. Don Amedeo faccia intendere a suo padre che +qui colla monarchia non si compiccia nulla; chiami +al governo il Castelar, il Figueras, il Pi y Margal; +proclami la repubblica, si faccia elegger presidente,<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span> +e gridi alla Spagna:—Signori, ora comando io, e +chi alza le corna, legnate! E allora avremo la vera +libertà.”</p> + +<p>Il bottegaio, il quale non credeva che la vera +libertà consistesse nel pigliarsi delle legnate sulle +corna, protestò; l'altro ribattè; il battibecco durò +un pezzo. Si venne poi a parlare della Regina; e il +capomaestro dichiarò che, sebbene fosse repubblicano, +aveva per Donna Vittoria un profondo rispetto +e una calda ammirazione. “<i>Tiene mucho</i> (molto) +<i>de aquí</i>” disse toccandosi la fronte col dito.—“<i>Es +verdad que sabe el griego?</i>”—(È vero che sa +il greco?)</p> + +<p>“E come!” risposi.</p> + +<p>“Hai inteso, eh?” domandò l'altro.</p> + +<p>“Sì,” rispose il bottegaio brontolando; “<i>pero no +se govierna à España con el griego.</i>”</p> + +<p>Concedeva però anche lui che, regina per regina, +era a desiderarsi d'averne una dotta e savia, <i>digna +de sentarse en el trono de Isabel la Catòlica</i>, la quale, +come tutti sanno, conosceva il latino quanto un +professore consumato; piuttosto che una di queste +regine cervelline che non hanno il capo ad altro +che alle feste ed ai favoriti. In una parola, non +voleva vedere in Ispagna la casa di Savoia; ma se +qualche cosa poteva piegarlo un po' in di lei favore, +era il greco della Regina. Che galante repubblicano!</p> + +<p>V'è però in codesta gente una generosità di cuore, +e un vigore di animo che giustifica la loro onorevole<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span> +fama. L'aragonese, in Spagna, è rispettato. Il popolo +di Madrid che trincia i panni addosso agli Spagnuoli +di tutte le provincie, che dà al catalano di rozzo, +all'andaluso di vano, al valenziano di feroce, al galiziano +di miserabile, al basco d'ignorante, tratta con +un po' più di riserbo gli alteri figli d'Aragona, i quali +nel secolo decimonono scrissero col proprio sangue +la più gloriosa pagina della storia di Spagna. Il nome +di Saragozza suona nel popolo come un grido di +libertà, e nell'esercito come un grido di guerra. Ma +poichè non v'è rosa senza spine, questa nobile provincia +è anche un semenzaio di demagoghi inquieti, +di capi di <i>guerrillas</i>, di tribuni, di gente di testa +calda e di mano ardita, che danno un gran da fare +a tutti i Governi. Il Governo deve accarezzar l'Aragona +come un figliuolo ombroso e focoso, che se +niente niente si picca, è muso da mandare in aria +la casa.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'entrata di re Amedeo in Saragozza, e la breve +dimora che vi fece nel 1871, diedero occasione a +parecchi fatti, che meritano d'essere raccontati; non +solo perchè si riferiscono al Principe, ma perchè sono +una eloquente manifestazione del carattere del popolo. +E prima d'ogni altra cosa il discorso del Sindaco, +del quale s'è fatto tanto scalpore, in Spagna e fuori, +e che resterà forse fra le tradizioni di Saragozza +come un esempio classico di audacia repubblicana. +Il Re arrivò verso sera alla stazione della strada +ferrata, dove eran venuti ad aspettarlo, accompagnati<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span> +da un'immensa folla, i rappresentanti di molti +Municipii, e associazioni e corpi militari e civili di +varie città d'Aragona. Dopo le solite grida e i soliti +applausi, si fece silenzio, e l'alcade di Saragozza, +presentatosi al Re, lesse con enfatica voce il seguente +discorso:</p> + +<p>«Signore! Non è la modesta personalità mia, non +è l'uomo di convinzioni profondamente repubblicane; +ma bensì l'alcade di Saragozza, investito del sacro +suffragio universale, colui che, <i>per un dovere imprescindibile</i>, +si presenta a voi, e si mette agli ordini +vostri. Voi state per entrare nel recinto d'una città +la quale, sazia ormai di gloria, porta il titolo di sempre +eroica; una città che quando corse pericolo l'integrità +nazionale, fu una nuova Numanzia, una città +che umiliò gli eserciti napoleonici nei loro stessi +trionfi ec. Saragozza fu la più avanzata sentinella +della libertà; nessun governo le parve mai abbastanza +liberale ec. Nel petto di nessuno dei figli suoi albergò +mai il tradimento ec. Entrate, dunque, nel recinto di +Saragozza. Se non aveste coraggio, non ne avreste +neanco bisogno, perchè i figli della sempre eroica +madre son valorosi a viso aperto, e incapaci di tradire. +Non v'è scudo, nè esercito più poderoso per difendere, +in questi momenti, la vostra persona, che la lealtà +dei discendenti del Palafox, poichè anche i loro nemici +trovano un sacro asilo sotto i tetti saragozzani. Pensate +e meditate che se seguirete costantemente la +via della giustizia, se farete da tutti osservare le +leggi della più stretta moralità, se proteggerete il<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span> +produttore che finora tanto dà, e sì poco riceve, se +sosterrete la verità del suffragio, se Saragozza e la +Spagna vi dovranno un giorno il compimento delle +sacre aspirazioni della maggioranza di questo gran +popolo che venite a conoscere, <i>allora, forse, vi adornerà +un più splendido titolo</i>, che quello di Re. Potete +essere il primo cittadino della nazione, e il più amato +in Saragozza, e la <i>repubblica spagnuola</i> vi dovrà la +sua completa felicità.»</p> + +<p>A questo discorso che veniva a significare in conclusione:—Non +vi riconosciamo come Re, ma entrate +pure fra noi, che non v'ammazzeremo, perchè gli eroi +non ammazzano a tradimento; e se sarete bravo, e +ci servirete a dovere, consentiremo, forse, a sopportarvi +come presidente della Repubblica;—il Re rispose +con un sorriso agro-dolce, che voleva dire:—Troppa +degnazione!—e strinse la mano all'Alcade, +con grande meraviglia di tutti i presenti. Poi montò +a cavallo, ed entrò in Saragozza. Il popolo, a quel +che si dice, lo ricevette con festa, e molte signore +gli lanciarono dalle finestre poesie, corone di fiori +e colombe. In varii punti, il generale Cordova, e il +general Rosell, che lo accompagnavano, dovettero +sgombrargli la strada coi proprii cavalli. Mentre +entrava nel <i>Coso</i>, una donna del popolo si slanciò +innanzi per dargli un memoriale; il Re, ch'era già +passato oltre, se n'accorse, tornò indietro, e lo prese. +Poco dopo, gli si presentò un carbonaio, e gli porse +la sua nera mano: il Re gliela strinse. Nella piazza +di Santa Engracia, fu ricevuto da una sfarzosa mascherata<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span> +di nani e di giganti, che lo salutarono +con certe danze tradizionali, fra le grida assordanti +della moltitudine. Così attraversò tutta la città. Il +giorno dopo visitò la chiesa della Madonna di Pilar, +gli ospedali, le carceri, il circo dei Tori, e in ogni +parte fu festeggiato con quasi monarchico entusiasmo, +non senza segreta bizza dell'Alcade che l'accompagnava, +il quale avrebbe voluto che il popolo +saragozzano si ristringesse all'osservanza del quinto +comandamento:—Non ammazzare,—senza andare +più in là delle sue modeste promesse. Liete accoglienze +ebbe pure il Re sulla via da Saragozza a Logroño. +A Logroño, in mezzo a una folla innumerevole +di contadini, di guardie nazionali, di donne, di ragazzi, +vide per la prima volta il venerando generale Espartero. +Appena si videro, si corsero incontro; il generale +cercò la mano del Re, il Re gli aperse le braccia; +la folla gettò un grido di gioia: “Maestà,” disse +l'illustre soldato con voce commossa, “i popoli vi +accolgono con patriottico entusiasmo, perchè vedono +nel loro giovane Monarca il più fermo sostegno della +libertà e della indipendenza della patria, e son sicuri +che se i nemici della nostra ventura tentassero +di turbarla, Vostra Maestà, alla testa dell'esercito +e della milizia cittadina, saprebbe confonderli e sgominarli. +La mia affranta salute non mi permise d'andare +a Madrid per felicitare Vostra Maestà e la sua +Augusta Sposa per il loro avvenimento al trono di +San Ferdinando. Oggi lo faccio, e ripeto anche una +volta che servirò fedelmente la persona di Vostra<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span> +Maestà come re di Spagna, eletto dalla volontà nazionale. +Maestà, in questa città ho una modesta casa, +e ve la offro, e vi prego d'onorarla della vostra presenza.”—Con +queste semplici parole era salutato +il nuovo Re dal più vecchio e più amato e più glorioso +dei suoi sudditi. Felice auspicio, a cui mal risposer +gli eventi!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Verso mezzanotte andai a un veglione, in un teatro +di mezzana grandezza, sul <i>Coso</i>, a poca distanza +dalla piazza della Costituzione. Le maschere eran +poche e meschinuccie; ma v'era per compenso una +folla fittissima, della quale un buon terzo ballavano +furiosamente. Fuor che dalla lingua, non mi sarei +accorto di assistere ad un veglione d'un teatro di +Spagna, piuttosto che a un veglione d'un teatro d'Italia; +mi pareva di veder persino le stesse faccie. Poi +il solito tramenío, la solita licenza di parole e di +mosse, il solito degenerare dal ballo in una ridda +clamorosa e sfrenata. Delle cento coppie di ballerini +che mi passarono dinanzi, una sola mi rimase impressa +nella memoria: un giovanotto d'una ventina +d'anni, alto, snello, bianco, con due grand'occhi neri; +e una ragazza della stessa età, bruna come un'andalusa; +tutti e due belli e alteri, vestiti dell'antico +costume aragonese, abbracciati stretti, viso contro +viso, come se l'uno volesse respirare l'alito dell'altro, +rossi come due viole e sfolgoranti di gioia. +Passavano in mezzo alla folla, gettando intorno +uno sguardo sdegnoso, e mille occhi li accompagnavano,<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span> +e li seguiva un mormorio sordo di ammirazione +e d'invidia. Uscendo dal teatro, mi fermai +un momento sulla porta per rivederli passare, +e poi me ne tornai all'albergo solo e malinconico. +L'indomani mattina, prima dell'alba, partii per la +Vecchia Castiglia.<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span></p> + +<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Le piace mangiar con me?</p></div> +</div> + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="III" id="III"></a>III.<br /><br /> + +BURGOS.</h2> + + +<p>Per andare da Saragozza a Burgos, città capitale +della Vecchia Castiglia, si risale tutta la gran +valle dell'Ebro, attraversando una parte dell'Aragona, +e una parte della Navarra, fino alla città di +Miranda, posta sulla strada di Francia che passa per +San Sebastiano e Baiona. Il paese è pieno di ricordi +storici, di rovine, di monumenti, di nomi famosi: ogni +villaggio rammenta una battaglia, ogni provincia una +guerra. A Tudela, i Francesi sconfissero il generale +Castaños; a Calahorra, Sertorio resistette a Pompeo; +a Navarrete, Enrico di Transtamare fu vinto da +Pietro il Crudele; si vedono i vestigi della città di +Egon ad Agoncillo, le rovine d'un acquedotto romano +ad Alcanadre, i resti d'un ponte arabo a Logroño; la +mente dura fatica ad abbracciare le memorie di tanti +secoli e di tanti popoli, e l'occhio si stanca colla +mente. L'aspetto della campagna varia ad ogni momento. +Vicino a Saragozza son campi verdi sparsi di<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span> +case e di viottole serpeggianti, per le quali si vede +qualche gruppo di contadini, avvolti nei loro scialli +variopinti, qualche somarello, qualche carro. Più oltre +non sono che vaste pianure ondulate, nude, aride, +senza un albero, senza una casa, senza un sentiero; ove +non si vede che di miglio in miglio un armento, un pastore, +una capanna; e qualche piccolo villaggio, composto +di casuccie color terraceo, basse, che quasi si +confondono col suolo; piuttosto gruppi di capanne, che +villaggi, vere immagini di miseria e di squallore. +L'Ebro serpeggia a grandi curve lungo la strada, ora +vicino, che par che il treno ci si vada a tuffare, ora +lontano, come una striscia d'argento, che appare e dispare +fra le gobbe del terreno e i cespugli delle +sponde. Lontano si vede una catena di monti azzurri, +e al di là le cime bianche dei Pirenei. Presso Tudela +si scopre il canale; dopo Custejon la campagna verdeggia; +e via via, le pianure aride si alternano cogli +oliveti, e qualche striscia di verde vivo rompe qua +e là il giallognolo secco dei campi abbandonati. Sulle +cime dei colli lontani si vedon rovine di castelli +enormi, sormontate da torri tronche, spaccate, corrose, +simili a grandi moncherini di giganti prostrati +che minaccino ancora.</p> + +<p>A ogni stazione della strada ferrata comprai un +giornale; prima d'arrivare a metà viaggio n'avevo +un monte: giornali di Madrid e d'Aragona, grandi +e piccini, neri e rossi; nessuno, sfortunatamente, amico +di Don Amedeo. E dico sfortunatamente, perchè, a +legger quei giornali, c'era da cadere in tentazione<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span> +di voltar le spalle a Madrid e tornarsene a casa. +Dalla prima all'ultima colonna, eran tutt'una sfuriata +d'ingiurie, d'imprecazioni e di minaccie contro +l'Italia: corna del nostro Re, roba da chiodi dei nostri +ministri, ira di Dio del nostro esercito; tutto +fondato sulla voce, che allora correva, d'una prossima +guerra, nella quale l'Italia e la Germania alleate +si sarebbero gettate sulla Francia e sulla Spagna, +per distruggervi il Cattolicismo, nemico eterno +di tutt'e due, e mettere sul trono di San Luigi il +Duca di Genova, e assicurare il trono di Filippo II +al Duca d'Aosta. Erano minaccie nell'articolo di fondo, +minaccie nell'appendice, minaccie nelle notizie, +in prosa, in versi, con figurine, con lettere cubitali, +con lunghe righe di puntini; dialoghi tra il <i>padre</i> e +il <i>figlio</i>, l'uno da Roma, e l'altro da Madrid, questi +che domandava: “Che cosa ho da fare?” quello che +rispondeva: “Fucila!” di tratto in tratto un: “Vengano! +siamo pronti! siamo sempre la Spagna del 1808; +i vincitori degli eserciti napoleonici non hanno paura +nè del muso degli Ulani di re Guglielmo, nè del +gridío dei Bersaglieri di Vittorio Emanuele.”—E poi +Don Amedeo designato coll'appellativo di <i>pobre bambino</i>, +l'esercito italiano chiamato un esercito di ballerini +e di cantanti, gl'Italiani di Spagna invitati a +sfrattare col poco gentile avvertimento di:—<i>Italianos +al tren!</i>—(Italiani al treno); in somma, chiedete e +domandate, ce n'era una per sorte. Vi confesso che, +su quel subito, rimasi un po' turbato; m'immaginai +che a Madrid gl'Italiani fossero poco meno che segnati<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span> +a dito per le vie; mi ricordai della lettera ricevuta +a Genova; ripetevo tra me e me quell'<i>Italianos +al tren</i>, come un consiglio che meritasse una +seria meditazione; guardavo con sospetto i viaggiatori +che entravano nel carrozzone, e gl'impiegati +della strada ferrata, e mi pareva che, al primo vedermi, +tutti dovessero dire:—Ecco là un emissario +italiano; mandiamolo a tener compagnia al general +Prim.—</p> + +<p>Avvicinandosi a Miranda, la strada s'inoltra in +una contrada montagnosa, varia, pittoresca; dove da +qualunque parte si volga lo sguardo, non si vedon +che roccie grigiastre, a perdita d'occhio, che rendon +l'immagine d'un mare petrificato nell'atto della tempesta. +È un paese pieno di bellezza selvaggia, solitario +come un deserto, silenzioso come un ghiacciaio, +che rappresenta alla fantasia come una visione di +pianeta disabitato, e desta un senso misto di tristezza +e di paura. Il treno passa fra due pareti di +roccie puntagute, incavate, crestate, faccettate in tutti +i sensi e in tutte le forme, che par che intorno a +ciascuna abbian lavorato tutta la vita una folla di +scalpellini furiosi, facendo alla cieca a chi ci lasciasse +le traccie più capricciose. La strada riesce poi in +una vasta pianura piantata di pioppi, nella quale +sorge Miranda.</p> + +<p>La stazione è lontanissima dalla città; dovetti +aspettare nel caffè, fino a notte, il treno di Madrid. +Per tre ore non ebbi altra compagnia che quella di +due guardie doganali chiamate in Spagna <i>carabineros</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span> +vestite d'una divisa severa, con daga, pistole e +carabina ad armacollo. A ogni stazione ce ne son +due: le prime volte, vedendo apparire davanti al +finestrino del carrozzone le canne delle loro carabine, +credetti che fosser là per chiappare qualcuno, +e fors'anche.... e misi, senz'accorgermene, la mano +sul passaporto. Son bei giovanotti, arditi e cortesi, +coi quali il viaggiatore che aspetta può intrattenersi +piacevolmente a discorrer di Carlisti e di contrabbando, +come io feci, con grande vantaggio del +mio frasario spagnuolo. Verso sera capitò un mirandese, +un uomo sulla cinquantina, impiegato, allegro, +chiaccherone, ed io lasciai i <i>carabineros</i> per +attaccarmi a lui. Fu il primo Spagnuolo che mi +parlò profondamente di politica. Lo pregai di dipanarmi +un po' codesta benedetta matassa dei partiti, +di cui non ero ancor riuscito a trovare il bandolo; +ed egli ne fu contentissimo, e mi servì per filo e per +segno. “È detto in due parole,” cominciò: “ecco +come stanno le cose. Ci son cinque partiti principali: +l'assolutista, il moderato, il conservatore, il radicale, +il repubblicano. L'assolutista si divide in due: carlisti +puri, carlisti dissidenti. Il partito moderato in +due: l'uno vuole Isabella seconda, l'altro vuole Don +Alfonso. Il partito conservatore in quattro: tenga bene +a mente: i Canovisti, capitanati da Canovas del Castillo; +gli ex-montpensieristi, capitanati dal Rios Rosas; +i <i>fronterizos</i>, capitanati dal generale Serrano; +i progressisti storici, capitanati dal Sagasta. Il partito +radicale in quattro: i progressisti democratici,<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span> +capo lo Zorilla; i <i>Cimbrios</i>, capo il Martos; i democratici, +capo il Ribero; gli economisti, capo il Rodriguez. +Il partito repubblicano in tre: gli unitarii, +capo Garcia Ruiz; i federali, capo il Figueras; i socialisti, +capo il Garrido. I socialisti si dividono ancora +in due; socialisti coll'<i>Internazionale</i>, socialisti +senza l'<i>Internazionale</i>. In tutto sedici partiti. Questi +sedici partiti si suddividono ancora. Il Martos tende +a costituire un partito suo; il Candau un altro partito; +il Moret un terzo partito; il Rios Rosas, il +Pi y Margall, il Castelar, vanno pure preparando +ciascuno un partito proprio. Son dunque ventidue +partiti, parte fatti parte da farsi: aggiunga i partigiani +della repubblica con Don Amedeo presidente, +i partigiani della Regina che vorrebbero dare il gambetto +a Don Amedeo, i partigiani della monarchia +dell'Espartero, i partigiani della monarchia del Montpensier; +i repubblicani a patto che non si lasci +Cuba; i repubblicani a patto che Cuba si lasci; +coloro che non hanno ancora rinunziato al principe +di Hohenzollern, coloro che vagheggiano l'unione col +Portogallo; sarebbero trenta partiti. Volendo andar +pel sottile, si potrebbe suddividere ancora; ma val +meglio farsi un'idea chiara di come stanno le cose. +Il Sagasta si appoggia agli unionisti, lo Zorilla si +appoggia sui repubblicani, il Serrano sarebbe disposto +ad appoggiarsi sui moderati; i moderati, all'occasione, +farebbero lega cogli assolutisti, i quali, +intanto, danno la mano ai repubblicani, che si uniscono +con una parte dei radicali, per mandare in<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span> +aria il ministero Sagasta, troppo conservatore per +i progressisti democratici, troppo liberale per gli +unionisti, che hanno paura dei federali; mentre i +federali non ripongono alla loro volta una gran fiducia +nei radicali, sempre tentennanti fra i democratici +e i sagastini. S'è fatto un'idea chiara?”</p> + +<p>“Chiara come l'ambra!” risposi raccapricciando.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Del viaggio da Miranda a Burgos mi ricordo come +d'una pagina d'un libro leggiucchiata a letto, quando +gli occhi cominciano a chiudersi e la fiammella +della candela a languire: cascavo di sonno. Un vicino +mi scoteva di tratto in tratto perchè guardassi +fuori: era una notte serena, splendeva un bellissimo +lume di luna; ogni volta che m'affacciai al finestrino, +vidi dalle due parti della strada roccie enormi, di +fantastiche forme, vicine tanto che pareva dovessero +precipitare sul treno, bianche come marmo, e +così ben rischiarate, che se ne sarebbero potute contare +tutte le punte, tutti gl'incavi, tutte le gobbe, +come alla luce del sole. “Siamo a Pancorbo,” mi +diceva il vicino, “guardi su quell'altura: là era un +terribile castello che i Francesi distrussero nel 1813. +Siamo a Briviesca: guardi; qui Giovanni I di Castiglia +radunò gli Stati generali, che accordarono il +titolo di principe delle Asturie all'erede della Corona. +Guardi il monte della Brujola che tocca le stelle!”—Era +uno di quegli infaticabili ciceroni che parlerebbero +anche agli ombrelli; e sempre, dicendo: guardi, +mi toccava in un fianco, dalla parte della tasca.<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span> +Finalmente arrivammo a Burgos; il vicino disparve +senza salutarmi, io mi feci condurre a un albergo, +e sul punto di pagare il vetturino, m'accorsi che +non avevo più un piccolo portamonete da spiccioli che +solevo tenere in una tasca del pastrano. Pensai agli +Stati generali di Briviesca, e suggellai la cosa con +un filosofico:—Mi sta bene!—invece di gridare come +fan molti in simili occasioni:—ma per Dio! ma +dove siamo! ma che paese è questo!—come se nel +loro paese non ci fosse della gente destra che porta +via la borsa senza neanco usar la cortesia di darvi +una notizia storica o una indicazione di geografia.</p> + +<p>L'albergo in cui scesi, come quasi tutti gli alberghi +delle Castiglie, era servito da ragazze. Eran +sette o otto bambolone paffute e muscolose che andavano +e venivano con grandi bracciate di materassi +e di biancheria, curvate indietro in atteggiamenti +atletici, rosse, sbuffanti, sghignazzanti, che mettevano +allegrezza a vederle. Un albergo servito da donne è +tutt'altra cosa che i soliti alberghi: il viaggiatore +ci si pare meno straniero, e ci riposa col cuore più +queto; le donne gli danno una cert'aria di casa, +che fa quasi dimenticare la solitudine in cui ci si +trova. Son più premurose degli uomini; sanno che +il viaggiatore inclina alla malinconia, e par che ne +lo vogliano stornare; sorridono e parlano con un +piglio confidente, come per far capire che s'è in famiglia, +in mani sicure; hanno un non so che di massaie, +che servono meno per mestiere che pel gusto di +rendersi utili; vi attaccano i bottoni con un'aria di<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[80]</a></span> +protezione; vi levan la spazzola di mano, con un atto +scherzoso, come per dire: “A me, buono a nulla!” +vi levano i peli dal vestito quando uscite, vi dicono: +“<i>O pobrecito!</i>” quando tornate infangati, vi raccomandano +di non dormire col capo basso quando vi +danno la buona notte, vi porgono il caffè a letto +dicendovi benevolmente: “Stia queto, via, non sta +bene!” Una si chiamava <i>Beatriz</i>, un'altra <i>Carmelita</i>, +un'altra <i>Amparo</i> (Protezione); belle tutte e tre +di quella poderosa bellezza montanina, che fa esclamar +con un vocione di basso:—Che-bel-pez-zo-da-ses-san-ta!—Quando +correvano pei corridoi, tutta +la casa tremava.</p> + +<p>L'indomani mattina al levar del sole, Amparo +mi gridò nell'orecchio:—<i>Caballero!</i>—Un quarto +d'ora dopo ero già nella strada. Burgos, posta alle +falde d'una montagna, sulla riva destra dell'Arlanzon, +è una città irregolare, di strade tortuose e +strette, con pochi edifizi notevoli, e la maggior parte +delle case non più antiche del secolo decimosettimo. +Ma ha una qualità particolare che la rende curiosa +e geniale: è variopinta come uno di quei scenari da +teatro di marionette, coi quali i pittori si sono proposti +di strappare un grido di stupore alle serve della +platea. Pare una città stata colorita apposta per una +festa carnovalesca, col proposito di rimbiancarla poi. +Le case son rosse, gialle, azzurre, cinerine, ranciate, +con ornamenti e contorni di altri mille colori; e tutto +vi è dipinto: battenti di porte, ringhiere di terrazzini, +inferriate, cornicioni, mensole, bozze, sporti, davanzali.<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span> +Tutte le strade sembrano parate a festa; a +ogni svoltata è un colpo d'occhio diverso; in ogni +parte è come una gara di colori, che fanno a quale +tira più gli sguardi; vien quasi da ridere; vi son colori +che non si son mai visti sui muri; verde, incarnato, +porporino; colori di fiori strani, di salse, di +dolci, di stoffe da veste da ballo; se ci fosse a Burgos +un manicomio di pittori si direbbe che la città +fu colorita un giorno che scapparono i pazzi. A render +più grazioso l'aspetto delle case, moltissime finestre +hanno dinanzi una specie di terrazzino coperto, +chiuso davanti da un'ampia vetrata, come una scansía +da museo; uno a ogni piano, per lo più, e quel +di sopra appoggiato su quel di sotto, e il più basso +sulle vetrine d'una bottega, in modo che dal suolo +al tetto paion tutti insieme una vetrina sola d'una +bottega smisurata; e dietro ai vetri d'ogni piano si +vedono, come messi in mostra, visini di ragazze e +di fanciulli, fiori, paesaggi e figurine di carta di Francia, +tende ricamate, trine, rabeschi. S'io non l'avessi +saputo, non mi sarebbe mai caduto in mente che una +città siffatta potesse essere la Capitale della Vecchia +Castiglia, il cui popolo ha fama di grave e di austero; +l'avrei creduta una delle città andaluse dove +la gente è più allegra; m'ero figurato di vedere una +matrona meditabonda, e avevo trovato una mascherina +ghiribizzosa.</p> + +<p>Fatti due o tre giri, riuscii in una vasta piazza, +chiamata Piazza Maggiore, o Piazza della Costituzione, +tutta cinta di case color di melagrano, con<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span> +portici, e nel mezzo, una statua di bronzo, rappresentante +Carlo III. Non avevo ancora dato un'occhiata +all'intorno, che un ragazzo avviluppato in una +lunga cappa sbrandellata, strascicando due grandi +ciabatte, e agitando in aria un giornale, mi corse +incontro.</p> + +<p>“Vuole l'<i>Imparcial</i>, <i>caballero</i>?”</p> + +<p>“No.”</p> + +<p>“Vuole una cartella della lotteria di Madrid?”</p> + +<p>“Nemmeno.”</p> + +<p>“Vuole dei sigari di contrabbando?”</p> + +<p>“Neppure.”</p> + +<p>“Vuole...?”</p> + +<p>“Eh!”</p> + +<p>L'amico si grattò il mento.</p> + +<p>“Vuol vedere i resti del Cid?”</p> + +<p>Vivaddio, che salto! non importa: andiamo a vedere +i resti del Cid.</p> + +<p>Andammo al palazzo municipale. Una vecchia portinaia +ci fece attraversare tre o quattro piccole sale +fin che s'arrivò a una stanza dove tutti e tre ci +fermammo. “Ecco <i>los restos</i>,” disse la donna accennando +una specie di cofano posto sur un piedistallo +in mezzo alla stanza. Mi avvicinai, essa alzò il coperchio, +io guardai dentro. Vi eran due scompartimenti, +in fondo ai quali si vedevan alcune ossa ammonticchiate, +che parevan frantumi di mobili vecchi. +“Queste,” disse la portinaia “sono le ossa del Cid, +e quest'altre le ossa di Ximene, sua moglie.”—Presi +in mano uno stinco dell'uno e una costola dell'altra,<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span> +li guardai, li palpai, li rigirai; ma non riuscendo +a raccappezzare la fisonomia nè del marito +nè della moglie, li rimisi. Allora la donna mi accennò +una scranna di legno mezzo disfatta appoggiata +alla parete, e un'iscrizione che diceva essere +quella la scranna sulla quale sedettero i primi giudici +di Castiglia <i>Nunius Rasura</i>, <i>Calvoque Lainus</i>, +trisavoli del Cid; il che vuol dire che quel prezioso +mobile sta ritto in quel medesimo posto dalla bellezza +di novecent'anni. L'ho in questo momento +dinanzi agli occhi, disegnato nel mio quaderno, a +linee serpeggianti; e mi pare ancora di sentire la +buona donna che mi domanda: “<i>Es Usted pintor?</i>” +e mi mette il mento sulla matita per ammirare il +mio capolavoro. Nella stanza accanto mi mostrò un +braciere della stessa anzianità della scranna, e due +ritratti, l'uno del Cid e l'altro di Ferdinando Gonzales, +primo conte di Castiglia, tutti e due così confusi +e slavati, da non porger l'immagine delle persone, +meglio che gli stinchi e le costole dei due illustri +consorti.</p> + +<p>Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva +dell'Arlanzon, in una spaziosa piazza con giardino, +fontane e statue, circondata da graziosi edifizii nuovi. +Di là dal fiume è il borgo Bega, più oltre le aride +colline che dominano la città, ad un'estremità della +piazza la porta monumentale di Santa Maria, che fu +innalzata in onore di Carlo V, ornata delle statue +del Cid, di Fernando Gonzales, dell'Imperatore. Al +di là della porta appaiono le guglie maestose della<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span> +Cattedrale. Pioveva, ero solo in mezzo alla piazza, e +senza ombrello; alzai gli occhi a una finestra, e vidi +una donna che mi parve una <i>criada</i>, che mi guardava +e rideva, come per dire:—Chi è quel matto?—Colto +così all'improvviso, rimasi un po' sconcertato, +e fatta meglio un po' di faccia indifferente, me n'andai +per la via più corta verso la Cattedrale.</p> + +<p>La Cattedrale di Burgos è uno dei più vasti, più +belli e più ricchi monumenti della Cristianità. Dieci +volte scrissi in capo alla pagina queste parole, e +dieci volte mi mancò il coraggio di proseguire, tanto +mi sento inetto e meschino, paragonando le forze +della mia mente alle difficoltà della descrizione.</p> + +<p>La facciata è sur una piccola piazza, dalla quale +si può abbracciare collo sguardo una parte dell'immenso +edificio; dagli altri lati, ricorrono strade tortuose +e strette, che impediscono la vista. Da tutti i +punti del tetto smisurato s'alzano guglie snelle e +graziose, sopraccariche di ornamenti di color calcareo +fosco, sporgenti oltre i più alti edifizi della città. +Sul dinanzi, a destra e a sinistra della facciata, sorgono +due campanili acuti, coperti di sculture dalla +base alla cima, traforati, cesellati, ricamati, con una +delicatezza e una grazia che innamora. Più in là, +verso il punto di mezzo della chiesa, sorge una torre +straricca, essa pure, di bassorilievi e di fregi. E +sulla facciata, sugli spigoli dei campanili, a tutti i +piani, sotto tutti gli archi, da tutti i lati, una moltitudine +innumerevole di statue d'angeli, di martiri, +di guerrieri, di principi, così fitte, così varie d'atteggiamenti,<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span> +e poste in così netto rilievo dalle forme +leggiere dell'edifizio, da presentar quasi allo sguardo +un'apparenza di vita, come d'una legione celeste +posta a guardia del monumento. A risalir cogli occhi +su per la facciata, fino al vertice delle guglie +esterne, abbracciando a poco a poco tutta quell'armoniosa +leggiadria di linee e di colori, si prova un +senso dolcissimo come a sentire una musica che si +elevi gradatamente da un'espressione di raccolta +preghiera fino all'estasi d'un'ispirazione sublime. +Prima ch'entriate nella chiesa, la vostra immaginazione +spazia già fuori della terra.</p> + +<p>Entrate... Il primo moto che si desta in voi è un +improvviso ringagliardimento di fede, se l'avete; è +uno slancio dell'anima verso la fede, s'ella vi manca. +Non vi pare possibile che quella smisurata mole di +pietra sia un'opera vana della superstizione degli +uomini; vi pare che affermi, che provi, che comandi +qualcosa; vi fa l'effetto come d'una voce sovrumana +che gridasse alla terra:—Sono!—vi solleva e vi +schiaccia ad un tempo, come una promessa e una +minaccia, come un bagliore di sole e uno scoppio di +tuono. Prima di cominciare a guardare, provate il +bisogno di ravvivar nel cuor vostro le scintille moribonde +dell'amore divino; il sentirvi straniero dinanzi +a quel miracolo di ardimento, di genio e di +lavoro, vi umilia; il timido <i>no</i> che vi suona in fondo all'anima, +muore come un gemito sotto il sì formidabile +che vi rimbomba sul capo. Prima girate gli occhi intorno +vagamente, cercando i confini dell'edifizio, che il<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span> +coro e i pilastri enormi vi nascondono; poi il vostro +sguardo si slancia su per le colonne e gli archi altissimi, +e riscende risale e ricorre rapidissimamente le infinite +linee che s'inseguono, s'incrociano, si rispondono, +si perdono, come razzi incrociantisi nello spazio, +su per le vôlte grandiose; e il cuore vi gode in +quell'affannosa ammirazione, come se tutte quelle +linee uscissero dalla vostra mente ispirata nell'atto +stesso che le percorrete cogli occhi; e poi vi assale +ad un tratto come uno sgomento, una tristezza che +il tempo non vi basti a considerare, l'ingegno a comprendere, +la memoria a ritenere le innumerevoli +maraviglie che da ogni parte travedete, affollate, ammontate, +abbarbaglianti, che piuttosto che dalla mano +degli uomini, si direbbero uscite, come una seconda +creazione, dalla mano di Dio.</p> + +<p>La chiesa appartiene all'ordine chiamato gotico, +dell'epoca del Rinascimento; è divisa in tre lunghissime +navate, attraversate per mezzo da una quarta, +la quale separa il coro dall'altar maggiore. Sopra +lo spazio compreso tra l'altare e il coro, s'innalza +una cupola, formata dalla torre che si vede di sulla +piazza. Voi volgete gli occhi in su, e restate un +quarto d'ora a bocca aperta: è un visibilio di bassorilievi, +di statue, di colonnine, di finestrelle, d'arabeschi, +d'archi sospesi, di sculture aeree, armonizzate +in un disegno grandioso e gentile, la cui prima +vista mette un tremito e fa sorridere, come l'improvviso +accendersi, scoppiettare e risplendere d'un +immenso foco artificiale. Mille vaghe immagini di<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span> +paradiso che rallegrarono i nostri, sogni infantili si +spiccano tutte insieme dalla mente estatica, e volteggiando +su su come uno stuolo di farfalle si vanno +a posare sui mille rilievi dell'altissima vôlta, e girano, +e si confondono, e il vostro sguardo le segue +come se le vedesse davvero, e il cuore vi batte, e +vi fugge dal petto un sospiro.</p> + +<p>Se dalla cupola volgete lo sguardo intorno, vi si +offre uno spettacolo anche più stupendo. Le cappelle +son altrettante chiese per vastità, per varietà, per +ricchezza. In ognuna è seppellito un principe, o un +vescovo, o un grande; la tomba è nel mezzo, e v'è +stesa su la statua rappresentante il sepolto, col capo +appoggiato sur un origliere e le mani giunte sul +petto; i sacerdoti vestiti dei loro abiti più pomposi, +i principi delle loro armature, le donne delle loro +vesti di gala. Tutte coteste tombe son ricoperte di un +ampio panno che ricasca dai lati e che assecondando +i rilievi angolosi delle statue, fa parer che ci siano +sotto davvero le membra irrigidite d'un corpo umano. +Da qualunque parte uno si volga, vede lontano, fra +gli smisurati pilastri, dietro i ricchi cancelli, all'incerto +chiarore che scende dalle altissime finestre, +quei mausolei, quei drappi funebri, quei rigidi profili +di cadaveri. Avvicinandosi alle cappelle, si resta +sbalorditi dalla profusione delle sculture, dei marmi, +degli ori che ne adornano le pareti, le vôlte, gli altari: +ogni cappella racchiude un esercito d'angeli e +di santi scolpiti nel marmo, nel legno, dipinti, dorati, +vestiti; in qualunque punto del pavimento il vostro<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span> +sguardo si fermi, è spinto su di bassorilievo in bassorilievo, +di nicchia in nicchia, di rabesco in rabesco, di +dipinto in dipinto, fino alla vôlta, e dalla vôlta, per +un'altra catena di sculture e di pitture, ricondotto +al pavimento. Da qualunque lato volgiate il viso, incontrate +occhi che vi guardano, mani che vi accennano, +teste di cherubini che fan capolino, svolazzetti +che par che s'agitino, nuvole che par che salgano, soli +di cristallo che par che tremolino; una varietà infinita +di forme, di colori, di riflessi, che v'abbagliano +gli occhi e vi confondon la testa.</p> + +<p>Non basterebbe un volume a descrivere tutti i +capolavori di scultura e di pittura che son sparsi +in questa immensa cattedrale. Nella sagrestia della +cappella del Conestabile di Castiglia è una bellissima +Maddalena attribuita a Leonardo da Vinci; nella +cappella della Presentazione una Vergine attribuita +a Michelangelo, in un'altra una Santa Famiglia attribuita +ad Andrea del Sarto. Di nessuno dei tre +quadri si conosce sicuramente l'autore; ma quando +vidi tirar la cortina che li copriva, e udii proferire +con voce riverente quei nomi, mi corse un brivido +dalla testa ai piedi. Provai per la prima volta in +tutta la sua forza quel sentimento di gratitudine che +dobbiamo ai grandi artisti, che resero il nome d'Italia +riverito e caro nel mondo; compresi per la prima +volta ch'essi non sono solamente illustratori, ma benefattori +della loro patria; e non solo di chi ha intelletto +per comprenderli ed ammirarli, ma anche +di chi sia cieco alle opere loro, anche di chi non li<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span> +curi, o gl'ignori. Perchè a chi manca il sentimento +del bello, non manca l'orgoglio nazionale, e chi +non sente neppur questo, sente almeno l'orgoglio +suo, e gode nel profondo dell'anima quando non +foss'altri che un sagrestano, all'udirgli dire: nacqui +in Italia... gli sorride e si rallegra; e di quel sorriso +e del suo godimento ei va debitore ai grandi nomi +che non gli toccavan l'anima prima di uscir dai +confini del suo paese. Quei grandi nomi l'accompagnano +e lo proteggono, dovunque ei vada, come indivisibili +amici; lo fan parere meno straniero fra gli +stranieri; gli spargono intorno al viso un riflesso luminoso +della loro gloria. Quanti sorrisi, quante strette +di mano, quante parole cortesi di gente ignota dobbiamo +a Raffaello, a Michelangiolo, all'Ariosto, al +Rossini!</p> + +<p>Chi vuol vedere cotesta Cattedrale in un giorno +bisogna che passi dinanzi ai capolavori correndo. +La porta scolpita che dà nel chiostro ha fama di essere, +dopo le porte del Battistero di Firenze, la più +bella del mondo; dietro l'altar maggiore è uno stupendo +bassorilievo di Filippo di Borgogna, rappresentante +la Passione di Cristo, una composizione immensa, +a cui si direbbe non possa esser bastata la +vita d'un uomo; il coro è un vero museo di scultura +d'una ricchezza prodigiosa; il claustro è pieno +di tombe con su statue distese, e intorno una profusione +di bassorilievi; nelle cappelle, intorno al +coro, nelle sale della sagrestia, per tutto quadri dei +più grandi artisti spagnuoli, statuette, colonne, ornamenti;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span> +l'altar maggiore, gli organi, le porte, le +scale, le inferriate, ogni cosa è grande e magnifico, +e desta e schiaccia nello stesso punto l'ammirazione. +Ma a che pro aumentar parole su parole? +La più minuta descrizione potrebbe dare un'immagine +viva della cosa? E quando avessi scritto una +pagina per ogni quadro, per ogni statua, per ogni +bassorilievo, sarei riuscito forse a destare nell'animo +altrui, solo per un istante, la commozione che +io provai?</p> + +<p>Un sagrestano mi si avvicinò, e mi mormorò nell'orecchio, +come se mi rivelasse un segreto:</p> + +<p>“Vuol vedere il Cristo?”</p> + +<p>“Qual Cristo?”</p> + +<p>“Eh!” rispose “si sa, quel famoso!”</p> + +<p>Il famoso Cristo della cattedrale di Burgos, che +sanguina tutti i venerdì, merita un cenno particolare. +Il sagrestano vi fa entrare in una cappella misteriosa, +chiude le imposte delle finestre, accende +due candele sull'altare, tira un cordoncino, una +tenda corre, e il Cristo è là. Se al primo vederlo non +pigliate la fuga, siete anime forti: un cadavere vero +piantato sulla croce non vi metterebbe più orrore. +Non è una statua, come le altre, di legno dipinto; +è di pelle, si dice che è una pelle umana, imbottita; +ha dei veri capelli e sopracciglia e ciglia e barba +di pelo; i capelli intrisi di sangue, rigato di sangue +il petto, le gambe, le mani; le piaghe che paion +vere piaghe, il color della pelle, la contrazione del +viso, l'atteggiamento, lo sguardo, ogni cosa terribilmente<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span> +vera; direste che a toccarlo si deve sentire +il tremito delle membra e il calor del sangue; vi +par che le sue labbra si muovano, e stia per uscirne +un lamento; non potete reggere lungo tempo a quella +vista; vostro malgrado, torcete il viso, e dite al sagrestano:—Ho +veduto!—</p> + +<p>Dopo il Cristo, bisogna vedere il celebre cofano +del Cid. È un cofano sdrucito e tarlato, appeso ad +una parete in una sala della sagrestia. La tradizione +narra che il Cid portava seco questo cofano nelle sue +guerre contro i Mori, e che i sacerdoti se ne servivano +come d'altarino per celebrare la messa. Un +giorno, trovandosi colle tasche vuote, il formidabile +guerriero riempì il cofano di sassi e di ferramenti, +lo fece portar da un ebreo usuraio, e gli disse:—Il +Cid ha bisogno di denaro; potrebbe vendere i suoi +tesori, non vuole; dategli il danaro che gli occorre, +egli ve lo renderà fra breve cogl'interessi del novantanove +per cento, e lascia intanto come pegno +nelle vostre mani questo cofano prezioso che racchiude +la sua fortuna. Ma ad un patto: che voi gli +giuriate che non l'aprirete prima ch'ei v'abbia restituito +l'aver vostro: v'è un segreto che non può +esser noto ad altri che a Dio e a me: decidete.—O +sia che gli usurai d'allora riponessero maggior +fiducia negli ufficiali dell'esercito, o avessero un'oncia +di più di minchioneria che quelli d'adesso, il fatto +è che l'usuraio del Cid accettò la proposta, prestò +il giuramento e diede il denaro. Se il Cid si sia più +fatto vivo, non so; e neanche se l'ebreo abbia dato<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[92]</a></span> +querela; il fatto è che il cofano c'è ancora, e che +il sagrestano vi racconta celiando la cosa, senza +sospettare neanco per ombra che sia una gherminella +da briccone bollato, piuttosto che una burletta +ingegnosa da galantuomo faceto.</p> + +<p>Prima di uscir dalla Cattedrale bisogna farsi raccontare +da un sagrestano la famosa leggenda di +Papa-moscas. Papa-moscas è un fantoccio di grandezza +naturale, posto nella cassa d'un orologio, al +di sopra della porta, nell'interno della chiesa. Una +volta, come i celebri fantocci dell'orologio di Venezia, +al primo tocco delle ore, usciva fuori del suo +nascondiglio, e ad ogni tocco gettava un grido e faceva +un gesto stravagante, del che i fedeli pigliavano +un grandissimo diletto, i ragazzi ridevano, le +funzioni religiose erano turbate. Un vescovo severo, +per metter fine allo scandalo, fece recider non so che +nervi a Papa-moscas, e d'allora in poi egli rimase +immobile e muto. Ma non per questo si cessò di +parlar dei fatti suoi e a Burgos, e in tutta la Spagna, +ed anche fuori di Spagna. Papa-moscas era una +creatura di Enrico III; e di qui vien la sua grande +importanza. La storia è assai curiosa. Enrico III, il +re dalle avventure cavalleresche, che vendette un +giorno il suo mantello per comprarsi da mangiare, +soleva andar ogni giorno, incognito, a pregare nella +Cattedrale. Una mattina i suoi occhi incontraron +quelli d'una giovine donna che pregava dinanzi al +sepolcro di Fernando Gonzales; gli sguardi, come direbbe +Teofilo Gauthier, si annodarono; la giovine<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span> +arrossì, il Re le tenne dietro quando uscì dalla chiesa, +e l'accompagnò fino a casa. Per molti giorni, nello +stesso luogo e all'ora medesima, si rividero, si guardarono, +si manifestarono cogli sguardi e coi sorrisi +la simpatia e l'amore; e sempre il Re seguitò fino +a casa la donna, senza dirle una parola, e senza +ch'ella mostrasse di desiderare che gliela dicesse. +Una mattina, uscendo di chiesa, la bella sconosciuta +lasciò cadere il fazzoletto; il Re lo raccolse, lo nascose +in petto e le porse il suo. La donna, suffusa +di rossore, lo prese, e asciugandosi le lagrime, disparve. +Da quel giorno Don Enrico non la vide più. +Un anno dopo, essendosi il Re smarrito in un bosco, +fu assalito da sei lupi affamati; dopo una lunga lotta +ne uccise tre colla spada, ma già gli mancavan le +forze, e stava per esser divorato dagli altri. In quel +punto udì un colpo di fucile e uno strano grido, che +volse in fuga i tre lupi; si voltò, e vide una donna +misteriosa che lo guardava cogli occhi fissi senza +poter profferire parola; i muscoli del suo viso erano +orribilmente contratti, e tratto tratto un acuto lamento +prorompeva dal suo seno. Riavutosi dal primo +stupore, il Re riconobbe in quella donna la giovane +amata della Cattedrale. Gettò un grido di gioia e +si slanciò per abbracciarla; ma la giovane l'arrestò, +esclamando con un sorriso divino: “Amai la memoria +del Cid e di Ferdinando Gonzales, perchè il +mio cuore ama tutto quello che è nobile e generoso; +per questo amai te pure; ma il mio dovere mi impediva +di consacrarti questo amore che sarebbe stato<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span> +la felicità della mia vita. Accetta il sacrificio....” Ciò +dicendo cadde a terra e spirò senza finire la frase, +premendosi sul cuore il fazzoletto del Re. Un anno +dopo il Papa-moscas si affacciava per la prima volta +alla cassetta dell'orologio ad annunziare le ore; il +re Enrico lo aveva fatto fare per onorare la memoria +della donna che aveva amata; il grido di Papa-moscas +rammentava al Re il grido che la sua salvatrice +aveva lanciato nella foresta per spaventare +i tre lupi. La storia narra che Don Enrico avrebbe +voluto udire ripetere da Papa-moscas anche le parole +d'amore della donna; ma che l'artista moro +che costrusse l'automa, dopo molti sforzi vani, si dichiarò +incapace di soddisfare il desiderio del pietoso +monarca.</p> + +<p>Udita la storia, feci ancora un giro per la Cattedrale, +pensando con tristezza che non l'avrei riveduta +mai più, che di lì a poco tante meravigliose +opere d'arte non sarebbero più state per me che un +ricordo, e che questo ricordo un giorno si sarebbe +turbato, o confuso con altri, o perduto. Un prete +predicava sul pulpito davanti all'altar maggiore: la +sua voce si sentiva appena; una folla di donne inginocchiate +sul lastrico, col capo basso e le mani +giunte, stavano ascoltando; il predicatore era un vecchio +di aspetto venerabile, parlava della morte, della +vita eterna, degli angeli, con un accento soave, e facendo +ad ogni frase un atto della mano, come se +volesse porgerla a una persona caduta, e dicesse:—Sorgi.—Io +gli avrei porto la mia, gridandogli:—Sollevami.—La<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span> +cattedrale di Burgos non è trista +come quasi tutte le altre di Spagna; m'aveva rasserenato +l'animo, e disposto quietamente ai pensieri +religiosi. Uscii ripetendo a fior di labbra, quasi senza +accorgermene:—Sollevami;—mi voltai a guardar +ancora una volta le ardite guglie e gli svelti campanili, +e fantasticando mi diressi verso il centro +della città.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Svoltando a una cantonata, mi trovai dinanzi a una +bottega, che mi fece rabbrividire. Ce n'è di uguali +a Barcellona e a Saragozza, e in tutte le altre città +della Spagna; ma non so come, non ne avevo mai +viste. Era una bottega ampia, pulita, con due stupende +vetrine a destra e sinistra della porta; sulla +soglia, una donnina sorridente, che faceva la calza, +e un ragazzo, in fondo, che giocava. Eppure, guardando +quella bottega, l'uomo più freddo avrebbe +sentito una stretta al cuore, l'uomo più allegro si +sarebbe turbato. Ve la do in mille a indovinare. +Nelle vetrine, dietro i battenti della porta, lungo le +pareti, e su, fin quasi al soffitto, l'una sull'altra, in +bell'ordine, come ceste di frutta, quali coperte di +un bel velo ricamato, quali infiorate, dorate, scolpite, +dipinte, v'eran tante casse da morto. Dentro, +le casse per gli uomini; fuori, quelle pei bambini. +Una delle vetrine combaciava dalla parte esterna +con la vetrina d'una bottega da salumaio, in modo +che le casse toccavan quasi le uova e i formaggi; e +si poteva dare benissimo che un cittadino frettoloso,<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span> +credendo d'andarsi a comperar la colezione, sbagliasse +la porta, e andasse a inciampar nelle bare: +scambio poco atto a stuzzicar l'appetito.</p> + +<p>E poichè sono a parlar di botteghe, entriamo in +una bottega da tabaccaio, a vedere che c'è di diverso +dalle nostre. In Spagna, all'infuori dei <i>cigarritos</i> +e degli Avana, che si vendono in botteghe a +parte, non si fumano altri sigari che i così detti di +<i>tres cuartos</i> (un po' meno di tre soldi), della forma +dei nostri sigari romani, un po' più grossi, squisitissimi +o cattivissimi, secondo la fattura, che è un +po' trasandata. Gli avventori abituali, che in spagnuolo +si chiamano col curiosissimo nome di <i>parroquianos</i>, +pagando qualcosa di più si fan dare i +sigari <i>escogidos</i> (scelti); i buongustai raffinati, aggiungendo +ancora il contentino alla giunta, ottengono +<i>los escogidos de los escogidos</i>, i scelti dei scelti. Sul +banco v'è un piattino con una spugnetta intrisa nell'acqua +per inumidire i francobolli, senza quella seccatura +di star lì a leccare; e in un canto una cassetta +per le lettere e per le stampe. La prima volta che +s'entra in una di queste botteghe, specie quando c'è +molta gente, vien da ridere a veder quei tre o quattro +che vendono, sbatter le monete sul banco in maniera +da farsele saltare fin sopra la testa, e coglierle in aria, +con un gesto da giocatori di bussolotti; e fan così +da per tutto per accertarsi col suono che le monete +sian buone, poichè ne corron moltissime false. La moneta +più usuale è il <i>real</i>, che vale poco più di cinque +soldi nostri; quattro <i>reales</i> fanno una <i>peceta</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span> +cinque <i>pecetas</i> un <i>duro</i>, che equivale al nostro scudo +di buona memoria, aggiuntovi ventisei centesimi; +cinque scudi fanno un <i>doblon de Isabel</i>, d'oro. Il +popolo fa i suoi conti a <i>reales</i>. Il reale si divide in +otto <i>cuartos</i>, o diciassette <i>ochavos</i>, o trentaquattro +<i>maravedis</i>; monete dei mori, che han perduta quasi +la forma primitiva, e rassomigliano a bottoni schiacciati +piuttosto che a monete. Il Portogallo pure ha +una unità monetaria più piccola della nostra: il <i>reis</i>, +che vale presso a poco la metà d'un centesimo; e +tutto si conta a <i>reis</i>. Figuriamoci un povero viaggiatore, +che arrivi là senza saperne nulla, e che fatto +un buon pranzetto e domandato il conto, si senta dire +a muso duro, invece di quattro lire:—Ottocento +reis!—Gli si rizzano i capelli.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Prima di sera andai a vedere il luogo dove nacque +il Cid; se non ci avessi pensato io stesso, me lo avrebbero +rammentato i ciceroni, chè per tutto dove passavo +mi mormoravano all'orecchio:—Resti del Cid; +casa del Cid; monumento del Cid.—Un vecchietto +maestosamente avvolto nella sua cappa, mi disse con +aria di protezione: “<i>Venga Usted conmigo,</i>” e mi +fece salire su per una collina posta a cavaliere della +città, sulla cima della quale si vedono tuttora i resti +d'un enorme castello, antica dimora dei Re di +Castiglia. Prima di giungere al monumento del Cid, +s'incontra un arco di trionfo, di stile dorico, semplice +e grazioso, fatto innalzare da Filippo II, in +onore di Fernan Gonzales, nel luogo stesso, si dice,<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span> +ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano. +Un po' più oltre si trova il monumento del Cid, +eretto nel 1784. È un pilastro di pietra, poggiato +sur un piedistallo in muratura, e sormontato da uno +scudo araldico, con questa iscrizione: «In questo +luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026 +Rodrigo Diaz di Vivar, chiamato il <i>Cid campeador</i>. +Morì in Valenza il 1099, e il suo corpo fu trasportato +nel monastero di San Pietro di Cardena presso +questa città.» Mentre leggevo queste parole, il cicerone +mi espose una leggenda popolare sulla morte +dell'Eroe: “Quando il Cid morì,” mi disse con molta +gravità, “nessuno rimase a custodire il suo cadavere. +Un ebreo entrò nella chiesa, si avvicinò alla +bara e disse:—Ecco il grande Cid al quale nessuno, +fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la +barba; io gliela tocco, e voglio vedere che mi può +fare.—Così dicendo allungò la mano; ma nello stesso +punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e ne +trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò +un grido e cadde a terra tramortito; i preti accorsero, +l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e raccontò il +miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro +che teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento +minaccioso. Dio non aveva voluto che la +salma del grande guerriero fosse contaminata dalla +mano d'un miscredente.” Dicendo questo, mi guardò, +e visto che non facevo il menomo segno d'incredulità, +mi condusse sotto un arco di pietra, che doveva +essere d'un'antica porta di Burgos, pochi passi<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span> +lontano dal monumento, e indicandomi una scanalatura +orizzontale che si vedeva nel muro a poco più +d'un metro da terra, mi disse: “Questa è la misura +delle braccia del Cid, quand'era giovanetto, e veniva +qui a giuocare coi suoi compagni.” E tese le braccia +lungo la scanalatura per farmi vedere quanto ce +n'avanzava; poi volle che mi misurassi anch'io, ed +ero anch'io più corto; allora mi diede uno sguardo di +trionfo e si mosse per ritornare in città. Giunto in una +strada solitaria, davanti alla porta d'una chiesa, si +fermò, e mi disse: “Questa è la chiesa di Santa Agneda, +dove il Cid fece giurare al re Don Alfonso VI di non +aver avuto parte nell'uccisione di suo fratello Don +Sancho.” Lo pregai di dirmi tutta la storia: “Eran +presenti” continuò “i prelati, i cavalieri, gli alti personaggi +dello Stato. Il Cid mise il Vangelo sull'altare, +il Re vi stese su la mano, e il Cid disse:—Re +Don Alfonso, voi mi dovete giurare che non vi siete +macchiato nel sangue del re Don Sancho, mio signore; +e se giurate il falso prego Iddio che vi faccia perire +per la mano d'un vassallo traditore.—E il Re disse:—Amen;—ma +cangiò di colore. E il Cid ripetè:—Re +Don Alfonso, voi dovete giurare che non avete nè +ordinata, nè consigliata la morte del re Don Sancho +mio signore; e se giurate il falso, possiate morire +per la mano d'un vassallo traditore!—E il re disse:—Amen;—ma +cangiò una seconda volta di colore. +Dodici vassalli confermarono il giuramento del Re; +il Cid gli volle baciare la mano; il Re non glielo +permise, e l'odiò da quel momento per tutta la vita.”—Soggiunse<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span> +poi che un'altra tradizione narrava non +avere il re Don Alfonso giurato sul Vangelo, ma sul +chiavistello della porta della chiesa; che per molto +tempo i viaggiatori di tutti i paesi del mondo eran +venuti ad ammirare quel chiavistello, che il popolo +gli attribuiva non so quali virtù soprannaturali, e che +se ne faceva tanto parlare in ogni parte, e gli si +appioppavano tante e sì strampalate favole, che il +vescovo Don Fray Pascual fu costretto a farlo togliere, +come quello che creava una pericolosa rivalità +di potere tra la porta e l'altar maggiore.—Il cicerone +non disse altro; ma ci sarebbe da metter assieme +dei bei volumi se si volessero raccogliere tutte +le tradizioni del Cid che corrono in Spagna. Nessun +guerriero leggendario fu mai più caro al suo popolo +che questo terribile Rodrigo Diaz de Vivar: la poesia +ne ha fatto poco meno d'un dio; la sua gloria vive +nel sentimento nazionale degli Spagnuoli, come se +fossero trascorsi, non otto secoli, ma otto lustri dal +tempo in che visse; il poema eroico che da lui s'intitola, +e che è il primo monumento della poesia della +Spagna, è ancora l'opera più possentemente nazionale +della sua letteratura.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Sull'imbrunire me n'andai a passeggiare sotto +i portici della piazza maggiore, colla speranza di vedere +un po' di gente; ma pioveva a rovescio e tirava +un vento maledetto, così che non ci trovai che +qualche gruppo di ragazzi, di operai e di soldati; e +me ne tornai difilato all'albergo. V'era arrivato la<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span> +mattina stessa l'Imperatore del Brasile, e doveva +ripartire la notte per Madrid. Nella sala dove io desinai, +insieme ad alcuni spagnuoli, ai quali feci conversazione +fino all'ora della partenza, desinavano +tutti i maggiordomi, cameriere, servitori, staffieri e +che so io, di sua maestà imperiale, seduti intorno +ad una gran tavola, che occupavano tutta. In vita +mia non ho visto un più strano gruppo di creature +umane. C'eran dei visi bianchi, dei visi neri, dei visi +gialli, dei visi color di rame, con certi occhi e nasi +e bocche, da non trovarne gli uguali in tutta la raccolta +del <i>Pasquino</i> del Teja. E ognuno parlava una +lingua diversa imbastardita: chi l'inglese, chi il portoghese, +chi il francese, chi lo spagnuolo; qualcuno +una mescolanza non mai più udita di tutte e quattro, +aggiuntovi parole, suoni e cadenze di non so +che dialetti; e si capivano, e discorrevano tutti insieme +con confusione tale da far credere che parlassero +una sola arcana orrenda lingua di qualche +terra selvaggia ignorata dal mondo.</p> + +<p>Prima di lasciare la Vecchia Castiglia, la culla +della monarchia spagnuola, avrei voluto veder Soria, +fabbricata sulle rovine dell'antica Numancia; Segovia, +dall'immenso acquedotto romano; Sant'Idelfonso, +il delizioso giardino di Filippo V; Avila, la +città natale di Santa Teresa; ma fatte in fretta e +in furia, prima di prendere il biglietto per Valladolid, +le quattro prime operazioni dell'aritmetica, +dissi a me stesso che in quelle quattro città non ci +potevano essere grandi cose da vedere, che le <i>Guide</i><span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span> +esagerano, che la fama fa le frangie, che val meglio +veder poco che molto, pur che quel poco si +veda bene, e si ritenga; ed altre profonde ragioni +che rispondevano rigorosamente ai dati dei miei calcoli +e alle mire della mia ipocrisia.</p> + +<p>Così partii da Burgos senz'aver visto proprio altro +che monumenti, ciceroni e soldati, poichè le castigliane, +impaurite dalla pioggia, non avevano osato +avventurare i loro piedini nella strada; e mi rimase +perciò un ricordo quasi tristo di quella città, nonostante +la pompa dei suoi colori e la magnificenza +della sua Cattedrale.</p> + +<p>Da Burgos a Valladolid, la campagna è poco diversa +che da Saragozza a Miranda; sono ancora +quelle pianure vaste e spopolate, cinte di colline +rossastre, dalle forme recise e dalle creste nude; +quelle lande solitarie, mute, inondate d'una luce +ardente, che volgon la fantasia ai deserti dell'Affrica, +alla vita romita, al cielo, all'infinito, destando +nel cuore un sentimento inesprimibile di stanchezza +e di malinconia. In mezzo a quelle pianure, in quella +solitudine, in quel silenzio, si comprende la mistica +natura del popolo delle Castiglie, la fede ardente +dei suoi re, le sacre ispirazioni dei suoi poeti, le +estasi divine dei suoi santi, le sue grandi chiese, i +suoi grandi chiostri, e la sua grande istoria.<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="IV" id="IV"></a>IV.<br /><br /> + +VALLADOLID.</h2> + + +<p>Valladolid <i>la rica</i>, come la dice il Quevedo, famosa +dispensatrice di raffreddori, era fra le città +situate al nord del Tago, quella che più vivamente +io desiderava di vedere, benchè sapessi che non ci +sono grandi monumenti artistici, nè alcuna cosa moderna +notevole. Avevo una particolar simpatia pel +suo nome, per la sua storia, e per il carattere, che +m'ero immaginato a mio modo, dei suoi abitanti; +mi pareva che dovess'essere una città signorile, allegra +e studiosa; e non potevo raffigurarmi le sue +strade, che non vedessi passar di qui il Gongora, di +là il Cervantes, da un'altra parte Leonardo d'Argensola, +e tutti gli altri poeti e storici e dotti, che +vivevan là quando c'era la splendida Corte della +monarchia. E pensando alla Corte, vedevo un confuso +avvicendarsi nelle vaste piazze della mia città +simpatica, di processioni sacre, di corse di tori, di +pompe militari, di mascherate, di balli, tutto il diavolío<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span> +delle feste per la nascita di Filippo IV, dall'arrivo +dell'Ammiraglio inglese col corteo dei seicento +cavalieri fino all'ultimo banchetto dai famosi +mille e duecento piatti di carne, senza contare i non +serviti, per dirla colla tradizion popolare. Arrivai di +notte, scesi al primo albergo e m'addormentai col +pensiero delizioso che mi sarei svegliato in una città +sconosciuta.</p> + +<p>E lo svegliarsi in una città sconosciuta, quando +ci si è andati per elezione, è infatti un piacere vivissimo. +Quel pensare che dal momento che uscirete +di casa fino a quando ci tornerete la notte, non farete +che passare di curiosità in curiosità, e di soddisfazione +in soddisfazione; che tutto quello che +vedrete vi riuscirà nuovo, e che ad ogni passo imparerete +qualcosa, e che ogni cosa vi s'imprimerà +nella memoria per tutta la vita; che sarete tutta la +giornata libero come l'aria e allegro come un uccello, +senza un pensiero al mondo, fuor di quello di +divertirvi; che divertendovi, gioverete nello stesso +punto alla salute del corpo, dell'animo e dell'intelletto; +che il termine, finalmente, di tutti questi piaceri, +invece di avere per voi qualcosa di malinconico +come la sera dei dì di festa, non sarà che il principio +d'un'altra serie di diletti, che vi accompagnerà da +quella città ad un'altra, da questa a una terza, e +via via, per uno spazio di tempo al quale la vostra +fantasia si compiace di non assegnare confini; tutti +questi pensieri, dico, che vi si affacciano alla mente +in folla, nel punto che aprite gli occhi, vi danno<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span> +una cosiffatta scossa di gioia, che prima di avvedervene, +vi trovate ritto in mezzo alla stanza, col cappello +in testa e la Guida tra le mani.</p> + +<p>Andiamo dunque a godere Valladolid.</p> + +<p>Ahimè! quanto mutata dai bei tempi di Filippo +III! La popolazione, che fu già di centomil'anime, +è ora ridotta a poco più di ventimila; nelle strade +principali fanno un po' di comparita gli studenti dell'Università +e i viaggiatori che passano per andare +a Madrid; le altre strade sono morte. È una città +che fa l'effetto d'un gran palazzo abbandonato, nel +quale si vedono ancora qua e là traccie di bassorilievi, +di dorature e di mosaici, e nelle sale di mezzo +alcune famiglie di povera gente, a cui la solitaria +vastità dell'edifizio ispira malinconia. Molte piazze +spaziose, qualche antico palazzo, case in rovina, conventi +vuoti, lunghe strade erbose e deserte; tutti gli +aspetti, insomma, d'una gran città decaduta. Il più +bel punto è la piazza Maggiore, vasta, cinta tutt'intorno +da un porticato sostenuto da grandi colonne +di granito azzurrognolo, sulle quali s'alzan le case, +tutte di tre piani, munite di tre ordini di terrazzini +lunghissimi, dove si dice che starebbero comodamente +sedute ventiquattro mila persone. Il porticato si +stende ancora ai due lati d'una larga strada che +sbocca nella piazza, e qui e in altre due o tre strade +vicine è la maggiore frequenza della gente. Era giorno +di mercato; sotto i portici e sulla piazza formicolava +una folla di contadini, di erbivendole, di merciai; e +poichè a Valladolid si parla il castigliano con proprietà<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[106]</a></span> +mirabile di forma e di pronunzia, io mi misi +a bighellonare fra le ceste d'insalata e i mucchi degli +aranci, per cogliere a volo i motti e i suoni della +bellissima lingua. Mi ricordo, tra gli altri, d'un curioso +proverbio detto da una donna stizzita a un +giovinastro che facea lo smargiasso: “<i>Sabe Usted,</i>” +gli disse piantandosegli davanti, “<i>lo que es que destruye +al hombre?</i>” Mi fermai e tesi l'orecchio: +“<i>Tres muchos y tres pocos: Mucho hablar y poco +saber, Mucho gastar y poco tener, Mucho presumir +y nada valer.</i>”<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a></p> + +<p>E mi parve di sentire una gran differenza tra le +voci di quella gente e le voci dei Catalani: qui più +limpide e più argentine, ed anco il gestire più gaio, e +l'espressione dei volti più vivace; benchè nulla ancora +di particolare nelle fisonomie e nei colori; e il +vestire punto differente da quello delle nostre plebi +del nord. E appunto nella piazza di Valladolid m'accorsi +per la prima volta che dacchè ero entrato in +Spagna non avevo ancora visto una pipa! Gli operai, +i contadini, i poveri, tutti fumano il <i>cigarrito</i>; e c'è +da ridere a veder certi omoni tarchiati e baffuti +andar attorno con quel cosino microscopico in bocca, +mezzo nascosto dai peli; e fumarlo diligentissimamente +fino all'ultimo filo di tabacco, fino a non +aver più che una scintilla moribonda sul labbro di +sotto; e questa ancora tenerla lì, come una goccia<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span> +di liquore, fin che ne sputan la cenere, coll'aria di chi +fa un sacrifizio. E d'un'altra cosa m'accorsi, che +osservai pure in seguito, per tutto il tempo che rimasi +in Ispagna: non ho mai sentito fischiare.</p> + +<p>Dalla piazza Maggiore mi recai alla piazza di +San Paolo, vasta ed allegra piazza, nella quale è +l'antico palazzo reale. La facciata non è notevole, +nè per grandiosità, nè per bellezza: mi affacciai alla +porta, e prima di provare un senso d'ammirazione +per la maestà del luogo, ne provai uno di tristezza per +il silenzio sepolcrale che vi regnava. Non v'è cosa che +produca una impressione più vicina a quella d'un +camposanto, che la vista d'una reggia abbandonata, +appunto perchè ivi è forte e vivo, più che in ogni altro +luogo, il contrasto tra i ricordi che desta e lo stato +in cui si trova. O superbi cortei di cavalieri piumati, +o splendidi conviti, o godimenti febbrili d'una +prosperità che pareva eterna! Dinanzi a questi vuoti +sepolcri, è un piacere nuovo quello di tossire un +po', come qualche volta fanno i malati per prova, +e sentir ripetere dall'eco la vostra voce robusta, che +v'assicura che siete giovani e sani. Nell'interno del +palazzo è un ampio cortile, circondato di busti a +mezzo rilievo che rappresentano gl'imperatori romani; +una bella scala, e spaziose gallerie al piano +superiore. Tossii, e l'eco mi rispose:—Che salute!—ed +uscii confortato. Un portinaio sonnecchiante mi +accennò sulla medesima piazza un altro palazzo, al +quale non avevo badato, e mi disse che in quello +era nato <i>el gran rey Felipe segundo</i>, dal quale Valladolid<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[108]</a></span> +ricevette il titolo di città; “<i>Usted sabe, Felipe +segundo, hijo de Carlo quinto, padre de...</i>”—“<i>Lo sé, +lo sé;</i>” m'affrettai a rispondere per salvare il <i>realito</i>, +e dato un sinistro sguardo al sinistro palazzo, m'allontanai.</p> + +<p>Di fronte al palazzo reale è il Convento dei Domenicani +di San Paolo, con una facciata di stile gotico, +così ricca, stracarica di statuette, di bassorilievi, +d'ornamenti d'ogni maniera, che basterebbe la metà +ad abbellire un vasto palazzo. In quel punto vi batteva +su il sole, e l'effetto era stupendo. Mentre io +stavo contemplando a mio bell'agio quel labirinto +di scultura, dal quale lo sguardo, una volta cadutovi, +par che non possa più uscire; un accattoncino +di sette o ott'anni ch'era seduto in un angolo lontano +della piazza, si spicca dal suo posto <i>come da corda +cocca</i>, e si slancia verso di me, gridando con voce +tenera e affannosa: «<i>Señorito! Señorito! que le quiero +á Usted mucho!</i>» (ch'io le voglio molto bene). +Questa è nuova, pensai, che i poveri facciano delle +dichiarazioni d'amore. Mi si venne a piantare dinanzi, +e io gli domandai:</p> + +<p>“<i>Porqué me quieres?</i>”</p> + +<p>“<i>Porque</i>” mi rispose con franchezza “<i>Usted me +da una limosnita.</i>”</p> + +<p>“E perchè ti debbo dare una <i>limosnita</i>?”</p> + +<p>“<i>Porque....</i>” rispose esitando; poi risoluto, col +tuono di chi ha trovato una buona ragione: “<i>Porque +usted tiene el libro.</i>”</p> + +<p>La guida che avevo sotto il braccio! Ma vedete<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span> +se bisogna proprio viaggiare per sentirne delle nuove! +Io avevo la guida, la guida l'hanno i forestieri, +i forestieri fanno la limosina, dunque io dovevo far +la limosina a lui; tutto questo ragionamento sottinteso +invece di dire:—Ho fame.—Mi piacque la speciosità +del trovato, e misi nella mano del profondo +ragazzo i pochi <i>cuartos</i> che mi trovai nelle tasche.</p> + +<p>Svoltando in una strada accanto, vidi la facciata +del Collegio domenicano di San Gregorio, pure gotica, +e più grandiosa e più ricca di quella di San +Paolo. Poi, di strada in strada, giunsi fino alla piazza +della Cattedrale. Nel punto che sbocco nella piazza, +incontro una spagnolina graziosissima, alla quale +si sarebbero potuti applicare quei due versi dell'Espronceda:</p> + +<div class="poem" style="width: 13em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Y que yo la he de querer<br /></span> +<span class="i0">Por su paso de andadura.»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">o il nostro «non era l'andar suo cosa mortale» che è +la grazia suprema delle donne spagnuole. Aveva nell'andatura +quei mille sfuggevoli guizzi e mollissimi +ondeggiamenti, che l'occhio non iscorge a uno a uno, +nè la memoria ritiene, nè la parola esprime; ma +che formano tutti insieme quello che ha di più seducentemente +femminino la donna. Qui mi trovai +in un imbarazzo; vedevo in fondo alla piazza la +gran mole della Cattedrale, e la curiosità mi stimolava +a guardare la mole; vedevo, pochi passi davanti +a me, quella personcina, e una curiosità non meno +viva mi costringeva a guardare la personcina; e non<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span> +volendo perdere nè il primo colpo d'occhio della +Chiesa, nè la fugace vista della donna, correvo cogli +occhi dal visino alla cupola e dalla cupola al visino, con +sì affannosa avidità, che la bella sconosciuta dovette +credere certamente ch'io avessi scoperto una qualche +corrispondenza di linee, o qualche legame misterioso +di simpatia fra lei e l'edifizio; perchè si volse +a guardar la chiesa essa pure, e passandomi accanto +sorrise.</p> + +<p>La Cattedrale di Valladolid, benchè non finita, +è una delle più vaste cattedrali della Spagna: è +una imponente massa di granito, che produce nell'animo +d'un incredulo un effetto simile a quello +della chiesa del <i>Pilar</i> di Saragozza. Al primo entrare, +si vola col pensiero alla Basilica di San Pietro: +è un'architettura grandiosa e semplice, che +riceve dal color fosco della pietra come un riflesso +di mestizia; le pareti son nude, le cappelle buie, +gli archi, i pilastri, le porte, ogni cosa gigantesco +e severo; è una di quelle cattedrali che fan balbettar +la preghiera con un senso di terrore segreto; +non avevo ancora visto l'Escurial, ma ci +pensai; è opera, in fatti, dello stesso architetto; la +chiesa fu lasciata incompiuta per dar opera alla costruzione +del convento; e visitando il convento si +ricorda la chiesa. A destra dell'altar maggiore, in +una piccola cappella, sorge la tomba di Pietro Ansurez, +signore e benefattore di Valladolid, e al di +sopra del monumento è deposta la sua spada. Ero +solo nella chiesa, e sentivo echeggiare il mio passo;<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span> +mi prese tutt'a un tratto un senso di freddo acuto +e non so che fanciullesco timore; volsi le spalle alla +tomba ed uscii.</p> + +<p>Uscendo, incontrai un prete e gli domandai dov'era +la casa che aveva abitato il Cervantes. Mi rispose +ch'era nella strada Cervantes e m'indicò da +qual parte dovevo passare; lo ringraziai, mi domandò +s'ero straniero, risposi di sì; “<i>de Italia?</i>”—“<i>de +Italia.</i>” Mi diede un'occhiata da capo a piedi, si levò il +cappello e tirò via per la sua strada. Mi mossi anch'io, +in senso opposto, e mi venne un'idea:—Scommetto +che s'è fermato per vedere com'è fatto un carceriere +del Papa;—mi voltai, ed egli era proprio là immobile +in mezzo alla piazza, che mi <a name="tn111" id="tn111"></a><ins class="correction" title="originale: guardarva">guardava</ins> con tanto +d'occhi. Non potei trattenermi dal ridere e scusai +il riso con un saluto: “<i>Beso a usted la mano!</i>” +ed egli a me: “<i>Buenos dias!</i>” e tirò via; ma deve +aver soggiunto, non senza meraviglia, che, per essere +un Italiano, non avevo poi tanto la faccia di farabutto. +Attraversai due o tre strade strette e silenziose, +e riuscii nella strada Cervantes, lunga, diritta, +fangosa, fiancheggiata da case meschine. Andai per +un pezzo non incontrando che qualche soldato, qualche +criada, e qualche mulo, e guardando qua e là +pei muri in cerca dell'iscrizione:—<i>A qui vivió Cervantes</i> +ec.;—ma non trovai nulla. Giunto in fondo, +mi trovai nell'aperta campagna; non c'era anima +viva; stetti un po' là a guardare intorno, poi tornai. +M'imbattei in un mulattiere, e gli domandai: +“<i>Donde está la casa que vivió Cervantes?</i>” Per<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span> +tutta risposta diede una sfruconata al mulo, e tirò +innanzi. Interrogai un soldato: mi mandò in una +bottega. Nella bottega interrogai una vecchia: non +mi capì, credette ch'io volessi comprare il <i>Don Chisciotte</i>, +mi mandò da un libraio. Il libraio, che volea +fare il saputello, e non sapeva risolversi a dirmi +che della casa del Cervantes non aveva notizia, mi +si mise a batter la campagna, parlando della vita e +delle opere del <i>milagroso escritor</i>; così che in somma +delle somme me ne dovetti andare pei fatti miei +senza aver visto nulla. Eppure si dev'esser serbata +memoria di quella casa (e certo, se l'avessi meglio +cercata, l'avrei rinvenuta), non solo perchè il Cervantes +l'abitò, ma perchè seguì là un fatto, del +quale tutti i suoi biografi fanno menzione. Poco +tempo dopo la nascita di Filippo IV, essendosi incontrati, +una notte, un cavaliere della Corte e uno +sconosciuto, vennero, non si sa perchè, a parole, misero +tutti e due mano alle spade, si batterono, e il +cavaliere fu ferito mortalmente. Il feritore se la +svignò; il ferito, tutto intriso di sangue, corse a +chieder soccorso ad una casa vicina. Abitavano +in quella casa il Cervantes colla sua famiglia, e la +vedova d'un rinomato scrittor di cronache, con due +figliuoli. Uno di questi accorse, alzò da terra il ferito, +e chiamò il Cervantes, ch'era già a letto. Il +Cervantes scese, e aiutò l'amico a portare il cavaliere +in casa della vedova. Due giorni dopo morì. +Se ne mischiò la giustizia, si cercò di scoprir la +cagione del duello, si credette che i due campioni<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span> +facessero la corte tutti e due alla figlia o alla +nipote del Cervantes: tutta la famiglia fu messa in +gattabuia. Dopo non molto tempo vennero lasciati +in libertà, e non si seppe più altro. Ma anche questa +doveva capitare al povero autore del <i>Don Chisciotte</i>, +perchè potesse proprio dire d'averne avuta +una per sorte!</p> + +<p>In quella stessa strada Cervantes, mi son goduto +una scenetta che mi compensò a mille doppi di non +aver trovato la casa. Passando davanti a una porta, +sorpresi al piè d'una scala una castiglianina, di dodici +o tredici anni, bella come un angioletto, la quale +teneva fra le braccia un bambino. Non trovo parole +abbastanza delicate e gentili per descrivere l'atto +ch'ella faceva! Una infantile curiosità delle dolcezze +dell'amor materno l'aveva soavemente tentata; i bottoni +del suo camiciotto erano usciti pian piano dagli +occhielli, l'un dopo l'altro, sotto la pressione d'un +ditino tremante; era sola, non sentiva rumor nella +strada, aveva nascosto la mano nel seno; allora, forse, +era rimasta un momento perplessa; ma data un'occhiata +al bambino, e sentito rinascere il coraggio, +aveva fatto un leggero sforzo colla mano nascosta, +e aveva messo fuori quello che poteva; e tenendo +schiusi i labbruzzi al bambino coll'indice e col medio, +gli diceva con tenerezza: “<i>Héla aqui</i>” (eccola +qui), e aveva il volto color di foco, e un sorriso +dolcissimo negli occhi. Sentito il mio passo, gettò un +grido, e scomparve.</p> + +<p>Invece della casa del Cervantes, trovai, di lì a<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span> +poco, quella dove nacque don José Zorilla, uno dei +più valenti poeti spagnuoli di questi tempi, vivo tuttora, +da non confondersi, come fanno molti in Italia, +collo Zorilla capo del partito radicale; benchè +della poesia in testa ce n'abbia anche questi, e la +sparga a larga mano ne' discorsi politici, con rinforzo +di alte grida e di gesti furiosi. Don José Zorilla è +nella letteratura spagnuola, a parer mio, un po' più +di quello che nell'italiana è il Prati, col quale ha +molti tratti di somiglianza: il sentimento religioso, +la passione, la fecondità, la spontaneità, e un non +so che di vago e di ardito, che scalda le fantasie +giovanili; e un modo di leggere, a quello che si dice, +risonante e solenne, benchè leggermente monotono, +del quale molti spagnuoli vanno matti. La forma, +direi che l'ha più corretta il poeta spagnuolo; prolissi +un po' l'uno e l'altro; in tutti e due un barlume +di grande poeta. Ammirabili, sovra ogni altra +opera dello Zorilla, <i>I cantos del Trovador</i>, racconti +e leggende, pieni di versi d'amore dolcissimi e di +descrizioni d'un'evidenza impareggiabile. Scrisse anco +pel teatro: e il suo <i>Don Juan Tenorio</i>, dramma fantastico, +in versi ottonari a rime, è una delle più popolari +opere drammatiche della Spagna. Si rappresenta +ogni anno il giorno dei morti, con grande +apparato, e vi accorre il popolo come a una festa. +Alcuni tratti di lirica sparsi nel dramma, corrono +per le bocche di tutti; e in special modo la dichiarazione +d'amore di Don Giovanni all'amante rapita, +che è quanto di più soave, di più tenero, di più ardente<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span> +possa uscire dalle labbra d'un giovane innamorato +nel più impetuoso prorompere della passione. +Sfido il più freddo degli uomini a legger quei +versi senza tremare! Ed è forse anche più potente +la risposta, della donna:—Don Giovanni! Don Giovanni! +Lo imploro dalla tua nobile compassione: o +strappami il cuore o amami, perchè t'adoro!—Fateveli +dire, quei versi, da un'Andalusa, e ve n'accorgerete; +o se non potete far questo, vedete di leggere +almeno la ballata col titolo <i>La Pasionaria</i>, lunghetta, +ma piena d'un affetto e d'una malinconia che innamora. +Io non posso ricordarmene senza che mi si +riempian gli occhi di lagrime; vedo sempre quei due +amanti, Aurora e Felice, giovanetti, in una campagna +deserta, al cadere del sole, che s'allontanano per +opposte vie, voltandosi ad ogni tratto, e salutandosi, +e non saziandosi mai di guardarsi. Son versi, +come li chiaman gli Spagnuoli, <i>asonantes</i>, senza rima, +ma composti e ordinati così che la penultima sillaba +d'ogni verso dispari o pari, sulla quale cade l'accento, +abbia sempre la stessa vocale; che è la maniera +di verso più popolare in Spagna, il verso del +<i>Romancero</i>, nel quale moltissimi improvvisano con +meravigliosa facilità; nè può uno straniero sentirne +tutta l'armonia se non ci abbia fatto l'orecchio.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>“Si può vedere il Museo di Pittura?”—“<i>Porqué +no, caballerito?</i>” La portinaia mi schiuse le porte del +Collegio maggiore di Santa Croce, e mi accompagnò +nell'interno. I quadri son molti, ma fuor di qualcuno<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[116]</a></span> +del Rubens, del Mascagni, del Cardenas, di +Vincenzo Carducci, gli altri son quadri di pochissimo +pregio, razzolati qua e là pei conventi, e sparsi a +casaccio nelle stanze, nei corridoi, nelle scale, nelle +gallerie. Ciò non di meno, gli è un Museo che lascia +nell'animo una impressione profonda, non molto +dissimile da quella che produce la prima volta lo +spettacolo del combattimento dei tori; e infatti +sono trascorsi più di sei mesi da quel giorno, ed io +la risento ancora come se l'avessi ricevuta poche +ore fa. Quanto di più tristo, di più sanguinario, di +più orrendo è uscito dal pennello dei più feroci pittori +spagnuoli, si trova raccolto là. Immaginate pur +delle piaghe, delle membra mutilate, delle teste spiccate +dal busto, dei corpi estenuati, flagellati, tanagliati, +arsi, straziati con quanti tormenti abbiate mai +trovati descritti nei romanzi del Guerrazzi o nelle +Storie dell'Inquisizione, non giungerete a formarvi +un'adeguata idea del Museo di Valladolid. Passate +di sala in sala, e non vedete che visi stravolti di +morti, di moribondi, d'indemoniati, di carnefici, e +in ogni parte sangue, e sangue, e sangue, che vi pare +di vederlo spicciar fuori dei muri e di sguazzarci +dentro come la Babette del Padre Bresciani nelle +prigioni di Napoli. È un cumulo di dolori e d'orrori +da riempirne gli spedali d'uno Stato. Sulle prime +si prova un senso di tristezza, poi di ribrezzo, in fine, +più che di ribrezzo, di sdegno contro gli artisti macellai +che prostituirono l'arte di Raffaello e di Murillo +in così sconcia maniera. Il quadro più guardabile<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span> +ch'io vidi, fra i moltissimi cattivi, benchè +anch'esso d'un <i>realismo</i> spietatamente spagnuolo, +rappresentava la Circoncisione di Gesù, con tutti i +particolari più minuti delle cose taglienti e delle cose +tagliate, e una corona di spettatori chinati ed immobili, +come studenti di clinica chirurgica intorno +al maestro operatore: “<i>Vámonos, vámonos</i>” dissi +alla cortese portinaia, “se sto qui un'altra mezz'ora, +n'esco bruciato, o scorticato o squartato; non ha +da farmi veder nulla di più allegro?” Mi condusse +a veder l'Ascensione del Rubens, gran quadro di +grande effetto, che starebbe bene sur un altar maggiore: +una Vergine maestosa e sfolgorante che sale +al cielo, e ai lati, e sopra, e sotto, un visibilio di +volti d'angelo, di corone di fiori, di chiome d'oro, +d'ali bianche, di svolazzetti, di raggi; e tutto tremola, +fende l'aere e va su, come uno stormo di passere, +onde pare che da un momento all'altro debba +sollevarsi e sparire.</p> + +<p>Ma era fissato ch'io non dovessi uscire dal Museo +con una gradevole immagine davanti agli occhi. La +portinaia aperse una porta e mi disse ridendo:—Entri.—Entrai +e detti indietro intimorito: mi parve +d'esser capitato in un manicomio di giganti. La vasta +sala era piena di colossali statue di legno colorito, +rappresentanti tutti gli attori e tutte le comparse del +gran dramma della Passione, soldati, aguzzini, spettatori, +ciascuno nell'atteggiamento richiesto dal suo +ufficio, chi in atto di flagellare, chi di legare, chi di +ferire, chi di schernire,—orrendi volti orrendamente<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span> +contratti;—poi le donne inginocchiate, Gesù confitto +sopra una croce enorme, i ladroni, la scala, gli +strumenti del supplizio: tutte le cose occorrenti, in +somma, per rappresentare la Passione, come si faceva +una volta, sulle piazze, con un gruppo di +quei colossi, che dovevano occupare lo spazio d'una +casa. E anche qui piaghe, chiome inzuppate di sangue, +lacerazioni da far raccapriccire. “Vede quel +Giudeo là?” mi disse la donna accennandomi una +delle statue, una faccia patibolare che sogno ancora +adesso di tratto in tratto. “Quello là, quando +si facevano i gruppi fuori, si fu costretti a levarlo, +tanto è brutto e tristo; il popolo l'odiava a morte +e lo voleva mettere in pezzi, e siccome gli era sempre +un gran da fare per le guardie a impedire +che dalle minaccie non si passasse ai fatti, fu deciso +di fare il gruppo senza di lui.” Bellissima mi +parve una madonna, non so se del Berrugnete, di +Iuan di Iuni, o dell'Hernandez, chè c'è statue di tutti +e tre; inginocchiata, colle mani giunte e gli occhi +volti al cielo, con una espressione di così disperato +dolore, che muove la pietà come una persona viva, +e pare infatti, a pochi passi, viva; così che, vedendola +tutt'a un tratto, non si può trattenere un'esclamazione +di stupore “<i>Los ingleses</i>” mi disse la portinaia +(poichè i ciceroni si servono dei giudizi degli +inglesi come di suggello ai proprii, e qualche volta +appioppan loro le più scipite stravaganze) “<i>los ingleses +dicen que no le falta mas que el habla</i>” (che non le +manca che la parola). Mi accomodai lietissimamente<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span> +al parere degli Inglesi, diedi alla portinaia i soliti +<i>reales</i>, ed uscendo colla testa piena d'immagini sanguinose, +salutai il cielo allegro con un sentimento +insolito di piacere, come uno studente novizio all'uscire +dalla sala anatomica, dove abbia assistito +alla prima autopsia.</p> + +<p>Visitai il bel palazzo dell'Università, <i>la plaza +Campo grande</i>, dove la Santa Inquisizione accendeva +i suoi roghi, ampia, allegra, cinta di quindici conventi; +qualche chiesa adorna di pitture di grido; e +quando cominciai ad accorgermi che le immagini +delle cose vedute mi si confondevano nella testa, +misi in tasca la <i>Guida</i>, e m'incamminai verso la +piazza maggiore. Il medesimo feci in tutte le altre +città: quando la mente è stanca, il volerla forzare +ancora all'attenzione, per quella pedanteria di non +mancare di riguardo alla <i>Guida</i>, sarà una bella +prova di costanza; ma nuoce a chi viaggia collo scopo +di narrar poi le impressioni delle cose viste. Poichè +tutto non si può ritenere, val meglio non confondere +la memoria viva delle cose principali, con una folla +di ricordi vaghi delle cose di minor conto. Oltrechè +non si serba mai grata ricordanza d'una città nella +quale ci si è fatto il capo come un cestone.</p> + +<p>Per cogliere l'aspetto vespertino della città, andai +a passeggiare sotto i portici, dove s'incominciavano +ad illuminare le botteghe; e v'era un viavai +di soldati, di studenti, di ragazze, che sparivan nelle +porticine, volteggiavano intorno alle colonne, guizzavano +di qua e di là, sfuggendo alle mani impronte<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span> +degl'insecutori avvolti nelle ampie cappe; e +frotte di ragazzi scorazzavano per la piazza empiendo +l'aria di grida sonore; e per tutto eran capannelli +di <i>caballeros</i>, dai quali si udivano tratto +tratto i nomi del Serrano, del Sagasta e di Amedeo, +alternati colle parole <i>justicia, libertad, traicion, honra +de España</i>, e simili. Entrai in un ampissimo caffè +pieno zeppo di studenti, e là saziai, come direbbe uno +scrittore scelto, il natural talento di cibo e di bevanda. +Ma poichè avevo un gran bisogno di discorrere, +adocchiai due studenti che sorbivano il caffè +e latte al tavolino accanto, e senza far tanti preamboli, +diressi la parola ad uno: cosa naturalissima in +Spagna, dove si è sicuri di aver sempre una risposta +cortese. I due studenti s'avvicinarono, e lì i soliti +discorsi che ognuno s'immagina: Italia, Amedeo, +università, Cervantes, andaluse, tori, Dante, +viaggi; una scorsa, insomma, alla carta geografica, +alla storia letteraria e ai costumi dei due paesi; poi +un bicchier di vino di Malaga, e una stretta di +mano da amici.</p> + +<p>O <i>caballeros</i> di buona memoria, avventori di tutti +i caffè, commensali di tutte le tavole rotonde, vicini +di scranna in tutti i teatri, compagni di viaggio in +tutte le strade ferrate della Spagna; voi che tante +volte, mossi da gentile pietà per uno straniero +sconosciuto, che scorreva con occhio malinconico +l'<i>Indicatore delle Ferrovie</i> o la <i>Correspondencia +española</i>, pensando alla famiglia, agli amici, alla patria +lontana, gli avete offerto, con amabile spontaneità,<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span> +il <i>cigarrito</i>, e dato appiglio a una conversazione, +che gli ruppe il corso dei mesti pensieri e lo +lasciò rasserenato ed allegro; io vi ringrazio, o <i>caballeros</i> +di buona memoria; chiunque foste, o carlisti, +o alfonsisti, o amedeisti, o liberali, vi ringrazio +dal più profondo dell'anima, in nome di tutti gl'Italiani +che viaggiarono e di tutti quelli che viaggeranno +nel vostro caro paese; e giuro sull'eterno volume di +Michele Cervantes, che ogni qualvolta vi sentirò +accusare di animo feroce e di selvaggi costumi dai +vostri civilissimi fratelli europei, sorgerò a difendervi +coll'impeto d'un andaluso e colla tenacia d'un catalano, +sin che mi resti tanta voce da gridare: Viva +l'ospitalità!</p> + +<p>Poche ore dopo mi trovavo in un carrozzone del +treno che andava a Madrid, e non era anche finito +il fischio della partenza, che io mi diedi un gran +colpo della mano sulla fronte. Ahimè! era tardi; a +Valladolid avevo dimenticato di visitare la stanza +dove morì Cristoforo Colombo!<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[122]</a></span></p> + +<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Tre <i>molto</i> e tre <i>poco</i> distruggon l'uomo: molto parlare +e poco sapere, molto spendere e poco avere, molto presumere +e nulla valere.</p></div> +</div> + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="V" id="V"></a>V.<br /><br /> + +MADRID.</h2> + + +<p>Era giorno, quando uno dei miei vicini mi gridò +nell'orecchio: “<i>Caballero!</i>”—“Siamo a Madrid?” domandai +svegliandomi. “Non ancora” mi rispose “ma +guardi!” Mi voltai verso la campagna e vidi lontano +un mezzo miglio, alle falde d'un alto monte, il convento +dell'Escuriale, illuminato dai primi raggi del sole. +<i>Le plus grand tas de granit qui existe sur la terre</i>, +come lo chiamò un viaggiatore illustre, non mi parve, +a primo aspetto, quell'immenso edifizio che il popolo +spagnuolo considera come l'ottava meraviglia della +terra. Nondimeno misi fuori il mio:—<i>Oh!</i>—come altri +viaggiatori che lo vedevano per la prima volta, riserbando +tutta la mia ammirazione al giorno che l'avrei +visto da vicino. Dall'Escurial a Madrid la strada +ferrata attraversa una pianura arida, che rammenta +quella di Roma. “Non ha mai veduto Madrid, lei?” +mi domandò il vicino.—Risposi che no.—“<i>Parece +imposible!</i>” esclamò il buon Spagnuolo, e mi guardò<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span> +in aria di curiosità, quasi dicendo fra sè:—Oh vediamo +un po' com'è fatto un uomo che non ha mai +visto Madrid!—Poi prese a enumerarmi le grandi +cose che avrei veduto: che passeggi! che caffè! che +teatri! che donne! Per chi abbia un trecento mila +lire da spendere, non c'è di meglio di Madrid: è un +gran mostro che vive di patrimonii; se fossi in lei +vorrei prendermi il gusto di cacciargli in gola anche +il mio.—Io premetti colla mano il mio floscio +portamonete, e mormorai:—Povero mostro!—“Ci +siamo!” gridò lo spagnuolo “guardi fuori!” Misi la +testa fuor del finestrino. “Quello là è il palazzo +reale!” Vidi sopra un'altura una mole immensa; +ma chiusi gli occhi subito, perchè mi batteva il sole +sul viso. Tutti s'alzarono, e cominciò quel solito tramenío</p> + +<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Di pastrani, di scialli e d'altri cenci,»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">che impedisce quasi sempre la prima vista delle città. +Il treno si ferma; scendo, e mi trovo in una piazza +piena di carrozze, in mezzo a una folla rumorosa; +cento mani si stendono sulla mia valigia, cento bocche +mi urlan nell'orecchio; è un casa del diavolo +di facchini, di carrozzai, di <i>ciceroni</i>, di fattorini di +<i>casas de huespedes</i>, di guardie, di ragazzi. M'apro il +passo a colpi di gomito, mi caccio in un <i>omnibus</i> +pieno di gente, e via. Si va su per uno stradone, si +attraversa una gran piazza, si infila una strada larga +e diritta, si arriva alla <i>Puerta del Sol</i>. È un colpo +d'occhio stupendo! È una vastissima piazza semicircolare,<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[124]</a></span> +circondata di alti edifizi, nella quale sboccano, +come dieci torrenti, dieci grandi strade; e da +ogni strada una continua onda rumorosa di popolo e +di carrozze; e tutto quello che vi si vede è proporzionato +alla vastità del luogo; i marciapiedi larghi +come vie, i caffè ampi come piazze, una vasca di fontana +grande come un lago; e in ogni parte una folla +fitta e mobilissima, un gridío assordante, un non +so che di allegro e di festivo nei volti, nei gesti, +nei colori, che fa sì che non vi paia straniera nè la +gente, nè la città, e vi mette addosso una smania +di mescervi in quello strepito, di salutar tutti, di +correr qua e là, piuttosto per riconoscere cose e persone, +che per vederle la prima volta. Scendo a un +albergo, n'esco subito, mi metto a girare per la città, +alla ventura. Non grandi palazzi, non antichi monumenti +d'arte; ma strade spaziose, pulite, gaie, fiancheggiate +da case dipinte a vivi colori, interrotte da +piazze di mille forme diverse, quasi tracciate a caso, +e in ogni piazza un giardino, una fontana, una statuetta. +Alcune strade in leggiera salita, di modo che, +entrandovi, si vede in fondo il cielo, e par che sbocchino +nell'aperta campagna; ma giunti sul punto +più alto, un'altra lunga strada si stende allo sguardo. +Ad ogni poco, crocicchi di cinque, sei, fino a otto vie, +e qui un incrociarsi continuo di carrozze e di gente; +i muri coperti, per lunghi tratti, di cartelloni di spettacoli; +nelle botteghe, un va e vieni incessante; i +caffè, stipati; in ogni parte il brulichío d'una grande +città. La strada d'Alcalà, larghissima, da parer<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span> +quasi una piazza rettangolare, divide Madrid per +mezzo, dalla <i>Puerta del Sol</i> verso oriente, e sbocca +in una vasta pianura, che si stende lungo tutto +un lato della città, e contiene giardini, passeggi, +piazze, teatri, circo di tori, archi trionfali, musei, +palazzine, fontane. Salgo in una carrozza, e dico al +vetturino:—<i>Vuela!</i>—Passo accanto alla statua +del Murillo, risalgo per la strada Alcalà, infilo la +strada del Turco, dove fu assassinato il generale Prim; +attraverso la piazza delle Cortes, dove sorge la statua +di Michele Cervantes; sbocco nella piazza Maggiore, +dove accendeva i suoi roghi l'Inquisizione; torno +addietro, e passo dinanzi alla casa di Lopez de +Vega; riesco nella vasta piazza d'Oriente in faccia al +palazzo reale, dove si innalza la statua equestre +di Filippo IV in mezzo a un giardino circondato +di quaranta statue colossali; rimonto verso il centro, +attraversando altre larghe strade, e piazze allegre, +e crocicchi pieni di gente; e ritorno finalmente +all'albergo dicendo che Madrid è grande, gaia, ricca, +popolosa e simpatica, e che la vorrò veder tutta, +e starci un pezzo, e godermela fin che lo consentano +i registri di cassa e la mitezza della stagione.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>In capo a pochi giorni, un buon amico mi trovò +una <i>Casa de huespedes</i>, e mi ci andai a installare. +Queste case di ospiti non son altro che famiglie che +dan da mangiare e da dormire a studenti, artisti, +forestieri, a prezzi differenti, si capisce, secondo come +ci si dorme e come si mangia; ma sempre a miglior<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span> +prezzo che gli alberghi, coll'inestimabile vantaggio +che ci si respira un'aria di casa, ci si stringono amicizie, +e vi si è trattati piuttosto come gente della famiglia +che come dozzinanti. La padrona di casa era una +buona signora sulla cinquantina, vedova d'un pittore +che aveva studiato a Roma, a Firenze e a Napoli, +ed aveva serbato per tutta la vita una ricordanza +grata e affettuosa d'Italia. Anch'essa, naturalmente, +nutriva per il nostro paese una vivissima +simpatia, e me lo dimostrò coll'assistere ogni giorno +al mio desinare, raccontandomi vita, morte e miracoli +di tutti i suoi parenti e di tutti i suoi amici, +come se fossi stato il solo confidente ch'ella avesse +in Madrid. Pochi spagnuoli intesi parlare così spedito, +così franco, e con tanta abbondanza di frasi, +di motti, di paragoni, di proverbi, di parole. Sui primi +giorni ne fui sconcertato; capivo poco; dovevo +pregarla ogni momento di ripetere; non riuscivo a +farmi intendere sempre; m'accorsi in una parola, +che studiando la lingua sui libri, avevo sciupato di +molto tempo a inzepparmi la testa di frasi e di vocaboli +che non occorrono quasi mai nella conversazione +ordinaria; mentre ne avevo lasciati da parte +altri moltissimi, che sono indispensabili. Dovetti dunque +ricominciare a raccogliere, a notare, e sopratutto +a star sempre coll'orecchio teso per tirar profitto, +quanto potevo, dai discorsi della gente. E mi persuasi +di questa verità: che si può stare dieci anni, +trenta, quaranta in una città straniera; ma che se +non si fa uno sforzo da principio, se per molto<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span> +tempo non si continua a studiare, se non si sta +sempre, come diceva il Giusti, «con tanto d'occhi +aperti,» o non s'imparerà mai a parlare la lingua, +o si parlerà sempre male. Conobbi a Madrid degl'Italiani +vecchi che stavano in Spagna dalla loro +prima giovinezza, e che parlavano lo spagnuolo da +cani. Già, non è punto, neanco per noi Italiani, una +lingua facile, o per dir meglio, presenta la grande +difficoltà delle lingue facili: che non è lecito parlarle +meschinamente, perchè non è indispensabile parlarle +per farsi intendere. L'Italiano che vuol parlare spagnuolo +in una conversazione di gente colta, dove +tutti lo capirebbero se parlasse francese, bisogna che +giustifichi il suo ardimento parlando con scioltezza +e con garbo. Ora la lingua spagnuola, appunto perchè +molto più affine alla nostra che la francese, è +assai più difficile a parlarsi presto, e per così dire, +ad orecchio, senza dir degli spropositi; poichè si dice, +ad esempio, assai più facilmente <i>propre, mortuaire, +délice</i>, senza pericolo che ci scappi detto proprio, +mortuario, delizia, di quello che non si dica <i>propio, +mortuorio, delicia</i>. Si casca nell'italiano senza accorgersene, +si inverte la sintassi ad ogni istante, si ha +sempre la propria lingua nell'orecchio e sulle labbra, +che ci inciampa, ci confonde, ci tradisce. Nè la +pronunzia spagnuola ci è men dura della francese; +la <i>jota</i> araba, facile a pronunciarsi quand'è sola, è +difficilissima quando ne cascan due in una parola, +o parecchie in una proposizione; la <i>zeta</i> che si pronuncia +come pronunziano i blesi la <i>esse</i>, non si acquista<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span> +che dopo un esercizio lungo, ed anco paziente, +perchè è un suono che sulle prime ci riesce sgradevolissimo, +e molti, anche sapendo, non lo voglion far +sentire. Ma se c'è una città in Europa dove si possa +imparar bene la lingua del paese, quella città è Madrid, +e si può dir lo stesso di Toledo, di Valladolid, +di Burgos. Il popolo parla come i letterati scrivono; +le differenze di pronunzia fra la gente colta e la +plebe dei sobborghi sono leggerissime; e lasciando +anche da parte quelle quattro città, la lingua spagnuola +è incomparabilmente più parlata, più comune, +e perciò più determinata, e per conseguenza più efficace +nei giornali, sul teatro e nella letteratura popolare, +che la lingua italiana. V'è in Spagna il dialetto +valenziano, il catalano, il galliziano, il murciano, +e l'antichissima lingua delle provincie basche; ma +si parla spagnuolo nelle due Castiglie, nell'Aragona, +nell'Estremadura, nell'Andalusia, cioè in cinque +grandi provincie. Il frizzo gustato a Saragozza è gustato +anche a Siviglia; la frase popolesca che colpisce +la platea in un teatro di Salamanca, ottiene +lo stesso effetto in un teatro di Granata. Dicono che +la lingua spagnuola d'oggigiorno non è più quella +del Cervantes, del Quevedo, del Lopez de Vega; che +la lingua francese l'ha imbastardita; che Carlo V, +se rivivesse, non direbbe più che è la lingua da parlarsi +con Dio; e che Sancho Panza non sarebbe più +nè capito nè gustato. Ah! chi per poco abbia bazzicato +nelle gargotte e nei teatrucci dei sobborghi, +si accomoda a malincuore a quella sentenza!<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span></p> + +<p>Passando dalla lingua al palato, mi ci volle un +po' di buona volontà per abituarmi a certe salse +e intingoli e basoffie della cucina spagnuola; ma mi +ci abituai. I Francesi, che in punto mangiare sono +schizzinosi come ragazzi mal avvezzi, ne gridano +ira d'Iddio; il Dumas dice che in Spagna ha patito +la fame; in un libro sulla Spagna che ho sott'occhio, +è scritto che gli Spagnuoli non vivono che +di miele, di funghi, d'uova e di lumache. Son tutte +corbellerie. Essi possono dire altrettanto della cucina +nostra: ho conosciuti molti spagnuoli ai quali il veder +mangiare maccheroni al sugo moveva lo stomaco. +Impasticciano un po', abusano un po' del grasso, condiscono +un po' troppo forte; ma via, tanto da cavar +l'appetito al Dumas, compicciano. Son maestri, +fra le altre cose, di piatti dolci. Il loro <i>puchero</i> poi, +il piatto nazionale, mangiato tutti i giorni, da tutti, +in tutto il paese, dico la verità, lo divoravo con una +golosità rossiniana. Il <i>puchero</i> è, rispetto all'arte culinaria, +quello che è rispetto alla letteratura un'antologia: +c'è un po' di tutto, e del meglio. Una buona +fetta di lesso di vacca forma come il nucleo del +piatto; intorno, un'ala di pollo, un pezzo di <i>chorizo</i>, +lardo, erbaggi, prosciutto; sotto, sopra e in tutti +gl'interstizi, <i>garbanzos</i>. I buon gustai pronunziano con +reverenza il nome di <i>garbanzos</i>. Sono una specie di +ceci, ma più grossi, più teneri, più saporiti; ceci, direbbe +uno stravagante, caduti quaggiù da qualche +mondo dove una vegetazione eguale alla nostra è fecondata +da un sole più potente. Codesto è il <i>puchero</i><span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span> +usuale; ma ogni famiglia lo modifica secondo la borsa; +il povero si contenta della carne e dei <i>garbanzos</i>; il +signore ci aggiunge cento bocconcini squisiti. In +fondo, è piuttosto un desinare che un piatto; e però +moltissimi non mangiano altro; un buon <i>puchero</i> e +una bottiglia di <i>Val de peñas</i> posson bastare a chicchessia. +Non parlo degli aranci, dell'uva di Malaga, +degli asparagi, dei carciofi e d'ogni sorta di legumi +e di frutti, che tutti sanno essere in Spagna bellissimi +e buonissimi. Cionondimeno, gli Spagnuoli mangian +poco; e benchè nella loro cucina predomini il pepe, la +salsa forte, la carne salata; benchè mangino dei <i>chorizos</i>, +che, come dicon essi, <i>levantan las piedras</i>, ossia +bruciano gl'intestini; bevono pochissimo vino. Dopo +la frutta, invece di star lì a centellinare una buona +bottiglia, pigliano per lo più una tazza di caffè e +latte, e raramente bevon vino la mattina. Alle tavole +rotonde degli alberghi non ho mai veduto uno +spagnuolo vuotar la bottiglia; ed io che la vuotavo, +ero guardato con aria di stupore, come un beone +scandaloso. È raro, nelle città di Spagna, anco nei +giorni di festa, incontrare un ubriaco; e per questo +appunto, avuto riguardo al sangue focoso e al liberissimo +commercio che vi si fa dei coltelli e dei pugnali, +seguon assai meno risse con ferimenti e uccisioni, di +quello che fuor di Spagna non si creda.</p> + +<p>Trovata la casa e la cucina, non mi restò più +altro pensiero che quello di zonzare per la città, colla +<i>Guida</i> in tasca e il sigaro di <i>tres cuartos</i> in bocca,</p> + +<div class="poem" style="width: 12em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«...... mestier facile e piano.»<br /></span> +<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span></div></div> + +<p>I primi giorni non potevo allontanarmi dalla piazza +della <i>Puerta del Sol</i>; ci stavo ore ed ore, e mi ci +divertivo tanto, che avrei voluto passarci la giornata. +È una piazza degna della sua fama; non tanto per +la sua vastità e la sua bellezza, quanto per la gente, +per la vita, per la varietà dello spettacolo che presenta +a tutte le ore del giorno. Non è una piazza +come le altre: è insieme un salone, un passeggio, un +teatro, un'accademia, un giardino, una piazza d'armi, +un mercato. Dallo spuntar del giorno fino a un'ora +dopo mezzanotte, v'è una folla immobile, e una folla +che va e viene per le dieci grandi strade che vi metton +capo, e un inseguirsi, e un incrociarsi di carrozze +che dà il capo giro. Là convengono i negozianti, là +i demagoghi disoccupati, là gl'impiegati smessi, i +vecchi pensionati, i giovani eleganti; là si traffica, si +discorre di politica, si fa all'amore, si passeggia, si +leggono i giornali, si dà la caccia ai debitori, si cercan +gli amici, si preparano le dimostrazioni contro +il Ministero, si coniano le false notizie che fanno il +giro della Spagna, si tesse la cronaca scandalosa della +città. Sui marciapiedi, che son larghi da poterci far +passare quattro carrozze di fronte, bisogna aprirsi +il passo a forza: nello spazio d'una lastra di pietra +vedete una guardia civile, un venditor di fiammiferi, +un sensale, un povero, un soldato, tutti in +un mazzo. Passano frotte di scolari, serve, generali, +ministri, contadini, <i>toreros</i>, signore; vagabondi +spiantati che vi domandan l'elemosina nell'orecchio<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span> +per non farsi scorgere, mezzani che vi guardano +con occhio interrogativo, donne leggere che +vi urtano al gomito; da tutte le parti cappelli in +aria, sorrisi, strette di mano, saluti allegri, grida di:—<i>Largo,</i>—di +facchini carichi e di merciaiuoli col botteghino +al collo; urli di venditori di giornali, strilli +di acquaiuoli, squilli di corno delle diligenze, chiocchi +di frusta, rumor di sciabole, tintinnío di chitarre, +canti di ciechi. Poi passano i reggimenti colle +bande musicali, passa il Re, s'innaffia la piazza con +immensi getti d'acqua che s'incrociano nell'aria, +vengono i portatori d'avvisi ad annunciar gli spettacoli, +irrompono sciami di monelli con bracciate +di <i>supplementi</i>, esce un esercito d'impiegati dai +Ministeri, ripassan le bande musicali, le botteghe +s'illuminano, la folla si fa più fitta, i colpi di gomito +spesseggiano, cresce il vocío, lo strepito, il moto. +E non è moto di popolo affaccendato; è vivacità di +gente allegra, è gaiezza carnevalesca, ozio inquieto, +ribollimento, febbriciattola di piacere, che vi si attacca +e vi tien lì o vi spinge in giro come un arcolaio +senza lasciarvi uscir dalla piazza; una curiosità +che non si stanca mai, una beata voglia di spassarsela, +di non pensare a nulla, d'ascoltar chiacchiere, +di bighellonare, di ridere. Tale è la famosa piazza +di <i>Puerta del Sol</i>.</p> + +<p>Un'ora passata là basta per far conoscer di vista, +nei suoi varii aspetti, il popolo di Madrid. Il basso +popolo veste come nelle nostre grandi città; i signori, +se si toglie la cappa che portan l'inverno, si<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span> +attengono al figurino di Parigi; e son tutti, dal duca +allo scrivano, dallo sbarbatello al vecchio tentenna, +lindi, azzimati, impomatati, inguantati, come uscissero +allora allora dal gabinetto di toeletta. Somigliano +da questo lato ai napoletani: belle capigliature +nere, barbe coltissime, mani e piedi di donna. Raro +il vedere un cappello basso: tutti cappelli a staio; +e poi mazze, catene, ciondoli, spille, e nastri all'occhiello +a migliaia. Le signore, fuor che in certi giorni +di festa, vestono anch'esse alla francese; le donne +del medio ceto portano ancora la mantiglia; gli antichi +stivaletti di raso, la <i>peineta</i>, i colori vivi, il costume +nazionale, in una parola, è sparito. Son però +sempre quelle donnine tanto decantate per i loro +grandi occhi, per le loro mani di bimbe, per i loro +piedini; di capelli nerissimi, ma di pelle meglio bianca +che bruna, bene appettate, diritte, svelte, vivaci.</p> + +<p>Per passare in rassegna il bel sesso di Madrid, +bisogna andare alla passeggiata del <i>Prado</i>, che è per +Madrid quello che son per Firenze le Cascine. Il <i>Prado</i> +propriamente detto, è un larghissimo viale, non molto +lungo, fiancheggiato da viali minori, che si stende +ad oriente della città, accanto al famoso giardino +del <i>Buen retiro</i>, ed è chiuso alle due estremità da +due enormi vasche di pietra, l'una sormontata da +una Cibele colossale, assisa sul cocchio, tratto dai +cavalli marini; l'altra da un Nettuno di eguale grandezza; +tutti e due incoronati di copiosi zampilli che +s'incrociano e ricascano graziosamente con allegro +mormorìo. Questo grande viale, assiepato lungo i<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span> +lati da migliaia di seggiole, e da centinaia di banchi +d'acquaioli e di aranciai, è la parte più frequentata +del <i>Prado</i>, e si chiama il <i>Salon del Prado</i>. Ma il +passeggio prosegue oltre la fontana di Nettuno; vi +sono altri viali, altre fontane, altre statue; si va in +mezzo agli alberi e ai zampilli fino alla chiesa di +Nostra Signora di Atocha, la famosa chiesa colmata +di doni da Isabella II dopo l'attentato del 2 febbraio +del 1852, nella quale il re Amedeo andò a visitare +il cadavere del generale Prim. Di là si abbraccia +collo sguardo un vasto tratto della deserta campagna +di Madrid e le montagne nevose del Guadarrama. +Ma il <i>Prado</i> è il passeggio più famoso, non +il più bello nè il più vasto della città. Sul prolungamento +del <i>Salone</i>, al di là della fontana di Cibele, +si stende per quasi due miglia il passeggio di <i>Recoletos</i>, +fiancheggiato a destra dal vasto e ridente +borgo di Salamanca, il borgo dei ricchi, dei deputati +e dei poeti; a sinistra da una lunghissima catena di +palazzine, di villette, di teatri, di edifizi nuovi coloriti +di vivi colori. Non è un passeggio solo, son dieci, +l'uno accanto all'altro, e l'un più bello dell'altro; +strade per le carrozze, strade pei cavalli, viali per +la gente che cerca la folla, viali pei solitarii, divisi +da sterminate siepi di mortella, fiancheggiati, interrotti +da giardini e da boschetti, nei quali sorgon +statue e fontane, e s'intersecano sentierini misteriosi. +I giorni di festa vi si gode uno spettacolo incantevole: +da un capo all'altro dei viali, son due processioni +opposte di gente, di carrozze, di cavalli; nel<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span> +<i>Prado</i> si può appena camminare; i giardini sono affollati +di migliaia di ragazzi; suonan le musiche dei +teatri diurni; in ogni parte si sente un mormorío +di fontane, un fruscío di vesti, un gridío di bambini, +uno scalpitío di cavalli; non v'è solo il movimento, +e la gaiezza d'una passeggiata; v'è il lusso, +lo strepito, il turbinío, l'allegrezza febbrile d'una +festa. La città, in quell'ore, è deserta. Sull'imbrunire, +tutta quell'immensa folla si riversa nella gran +strada Alcalà, e allora dalla fontana di Cibele fino +alla <i>Puerta del Sol</i> non si vede che un mare di teste, +solcate da una fila di carrozze a perdita d'occhio.</p> + +<p>Come per le passeggiate, così in fatto di teatri +e di spettacoli, Madrid è, senza dubbio, una delle +prime città del mondo. Oltre il gran teatro dell'Opera, +che è vastissimo e ricchissimo; oltre il teatro +della Commedia, il teatro della <i>Zarzuela</i>, il Circo +di Madrid, che son tutti teatri di prim'ordine, per +ampiezza, eleganza, e concorso di gente; v'è una corona +di teatri minori per le compagnie drammatiche, +per le compagnie equestri, per le accademie musicali, +per i <i>vaudevilles</i>, teatri a sala, a palchi, a +gallerie, grandi e piccini, signorili e plebei, per tutte +le borse, per tutti i gusti e per tutte le ore della +notte; e non ce n'è uno fra tanti che non sia ogni +sera affollato. Poi v'è il Circo dei Galli, il Circo dei +Tori, i balli popolari, i giochi; qualche giorno vi sono +fino a venti spettacoli diversi, a cominciar da mezzodì +fino a poco prima dell'alba. Lo spettacolo dell'Opera, +per il quale il popolo spagnuolo è appassionato,<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span> +è sempre splendido, non solamente nella +stagione del carnevale, ma in tutte le stagioni: nel +tempo ch'io fui a Madrid, cantava la Fricci al +teatro della <i>Zarzuela</i> e lo Stagno al Circo, l'una e +l'altro, circondati di valentissimi artisti, con orchestre +eccellenti e grandiose apparature. I più celebri +cantanti del mondo fanno a gara per andar a cantare +nella Capitale della Spagna; gli artisti vi sono +ricercati, festeggiati; la passione della musica è +la sola che può stare in bilancia colla passione dei +tori. Anche il teatro della Commedia ha gran voga. +L'Hatzembuch, il Breton de los Herreros, +il Tamayo, il Ventura, il D'Ayala, il Guttierrez, ed +altri moltissimi scrittori drammatici, quali morti, +quali viventi, noti anche fuori di Spagna, hanno arricchito +il teatro moderno d'un gran numero di commedie, +che pur non avendo quel profondo stampo +nazionale che rese immortali le opere drammatiche +del gran secolo della letteratura spagnuola, son piene +di calore, di sale, di sapore di lingua, e senza confronto +più sanamente educative delle commedie francesi. +E si rappresentan le commedie moderne, ma non si +dimenticano le antiche: negli anniversarii del Lopez +de Vega, del Calderon, del Moreto, del Tirso de Molina, +dell'Alarcon, di Francesco de Rojas, e degli +altri grandi luminari del teatro spagnuolo, si rappresentano +con pompa solenne i loro capolavori. Gli +attori però non finiscono di soddisfare gli autori; +partecipano dei difetti dei nostri: moto, grido, singhiozzo +soverchio; e molti preferiscono ancora i nostri,<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span> +perchè ci trovan più varietà di cadenze e di +accenti. Oltre la tragedia e la commedia, si rappresenta +poi un componimento drammatico affatto spagnuolo, +lo <i>zainete</i>, nel quale fu maestro un Ramon +de la Cruz, una specie di farsa, che è per lo più una +rappresentazione di costumi andalusi, con personaggi +della campagna e del volgo, ed attori che imitano +il vestire, l'accento, i modi di quella gente con una +maestria ammirabile. Le commedie vengon tutte stampate, +e son lette avidamente, anche dal popolo minuto; +i nomi degli scrittori sono popolarissimi; la +letteratura drammatica, in una parola, è oggi ancora, +come altre volte, la più diffusa e la più ricca.</p> + +<p>V'è pure molta passione per la <i>Zarzuela</i>, che si +rappresenta usualmente nel teatro a cui dà il nome, +e ch'è una composizione di mezzo tra la commedia +e il melodramma, tra l'opera in musica e il <i>vaudeville</i>, +con una gradevole alternativa di prosa e di +verso, di recitazione e di canto, di serio e di buffo, +composizione esclusivamente spagnuola, e dilettevolissima. +In altri teatri si rappresentano commedie +politiche, miste di canto e di prosa del genere delle +riviste dello Scalvini, farse satiriche di argomenti +del giorno, una specie di <i>autos sacramentales</i>, con +scene della passione di Gesù Cristo, nella Settimana +Santa; e balli e ballonzoli e pantomime d'ogni +natura. Nei teatri piccoli si danno tre o quattro +rappresentazioni per sera, d'un'ora l'una, e gli +spettatori si rinnovano ad ogni rappresentazione. +Nel teatro <i>Capellanes</i>, famigerato, si balla tutte<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span> +le sere dell'anno un <i>kan-kan</i> scandaloso oltre ogni +oscena immaginazione, e là accorrono i giovinastri, +le donne ardite, i vecchi libertini dal naso aggrinzato, +armati di lenti, di occhiali, di cannocchiali, e +di quanti istrumenti ottici valgano ad avvicinare le +forme, come dice l'Aleardi, pubblicate dal palco.</p> + +<p>Dopo il teatro, si trovan tutti i caffè pieni di +gente, la città illuminata, le strade corse da innumerevoli +carrozze, come sul far della sera. Uscendo +dal teatro, in un paese straniero, si è un po' tristi: +si son viste tante belle creature, e nessuna ci degnò +d'uno sguardo! Ma un italiano, a Madrid, trova un +conforto. Si cantan quasi sempre opere italiane, e +si cantano in italiano; così che tornando a casa +sentite canterellare colle parole della vostra lingua +le ariette che vi son famigliari fin dall'infanzia; +sentite un <i>palpito</i> di qui, un <i>fiero genitor</i> di là, un +<i>tremenda vendetta</i> più oltre; e quelle parole vi fan +l'effetto di saluti di gente amica. Ma per arrivar a +casa, che fitta siepe di gonnelle dovete scavalcare! Si +dà la palma a Parigi, e non dubito che la meriti; ma +neanco Madrid non canzona; e che ardimento, e che +parole di fuoco, e che provocazioni imperiose! Finalmente +arrivate davanti a casa vostra; ma non +avete la chiave della porta. “Non si confonda,” vi +dice il primo cittadino che incontrate, “vede là in +fondo alla strada quella lanterna? L'uomo che la +porta è un <i>sereno</i>, e i <i>serenos</i> hanno le chiavi di tutte +le case;” Allora voi gridate ad alta voce:—Sereno!—e +la lanterna si avvicina, e un uomo con un<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span> +enorme mazzo di chiavi tra le mani, datavi un'occhiata +scrutatrice, v'apre la porta, vi fa lume fino +al primo piano e vi augura la buona notte. Così +tutte le sere: con una lira al mese voi siete libero +dalla briga di portar in tasca le chiavi di casa. Il +<i>sereno</i> è un impiegato del Municipio, ve n'è uno +per ogni strada, ed ognuno ha un fischietto; se vi +piglia foco in casa o i ladri vi fan saltare la serratura, +voi non avete che a buttarvi alla finestra e +gridare:—Sereno! Aiuto!—Il sereno che è nella +strada fischia, i sereni delle strade vicine fischiano, +in pochi minuti tutti i sereni del quartiere accorrono +in vostro soccorso. A qualunque ora della notte voi +vi svegliate, sentite la voce del sereno che ve l'annunzia, +soggiungendo che fa bel tempo, o che +piove, o che sta per piovere. Quante cose sa e +quante ne tace questa notturna sentinella! Quanti +sommessi addii amorosi non sente! Quante letterine +non vede cader dalle finestre, e chiavette saltellare +sul lastrico, e mani trinciar l'aria in atto misterioso, +e amanti imbacuccati infilar le porticine, e +finestrelle illuminate oscurarsi ad un tratto, e neri +fantasmi dileguare, al primo chiarir dell'alba, lungo +i muri!...</p> + +<p>Non dissi che dei teatri: a Madrid v'è un +concerto musicale, si può dire, ogni giorno; concerti +nei teatri, concerti nelle sale accademiche, +concerti nelle strade, e poi una folla di suonatori +ambulanti che vi assordano a tutte le ore +del giorno. Dopo tutto questo viene fatto di dimandare<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span> +come mai un popolo tanto infatuato della +musica, da averne bisogno, sto per dire, come dell'aria +che respira, non abbia dato all'arte alcun +grande maestro. Gli Spagnuoli non se ne sanno +dar pace!</p> + +<p>Ci sarebbe da imbrattar molta carta, a voler +descrivere di Madrid i grandi sobborghi, le porte, +i passeggi fuor della città, le piazze, le strade storiche; +e cui piacesse non ommetter nulla, gli splendidi +caffè: l'<i>Imperial</i> nella piazza della <i>Puerta del Sol</i>, +il <i>Fornos</i> nella strada Alcalà, due vastissime sale, +nelle quali, tolti i tavolini, potrebbe far gli esercizi +uno squadrone di cavalleria; e gli altri innumerevoli +che si trovano a ogni passo, in cui danzerebbero +comodamente cento coppie di ballerini; le botteghe +sfarzose che occupan tutto il pian terreno di +vasti edifizi, tra le quali i grandi negozi di tabacchi +di Avana, luogo di ritrovo dei signoroni, pieni di tanti +sigari piccolissimi, grossi, enormi, tondi, piatti, puntati, +fatti a serpe, ad arco, a uncino, d'ogni forma, +d'ogni gusto e d'ogni prezzo, da contentare la più +matta fantasia di fumatore, e ubbriacare tutta la +popolazione d'una città; gli spaziosi mercati, le caserme +da corpo d'esercito, il gran palazzo reale, in +cui il Quirinale ed il Pitti si potrebbero nascondere +senza timore di farsi scorgere; la gran strada di +Atocha che attraversa la città, l'immenso giardino +del <i>Buen retiro</i>, col suo gran lago, coi suoi poggi +incoronati di chioschi, coi suoi mille uccelli pellegrini.... +Ma più d'ogni altra cosa meritano attenzione<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span> +i Musei d'armi, di pittura, di marina, a ciascuno +dei quali sarebbe poco dedicare un volume.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'armeria di Madrid è una delle più belle del +mondo. Al primo entrare nella vastissima sala, il +cuore vi dà un balzo e il sangue un tuffo, e voi +restate immobile sulla soglia come uno smemorato. +Un intero esercito di cavalieri coperti di ferro, colle +spade nel pugno, colle lancie in resta, sfolgoranti, +formidabili, si slanciano contro di voi, come una +legione di spettri. È un esercito d'imperatori, di re, +di duchi, chiusi nelle più splendide armature che +siano mai uscite dalla mano dell'uomo, sulle quali +da diciotto smisurate finestre si versa un torrente +di luce, che ne cava un barbaglio di lampi, di scintille, +di colori, da dar le traveggole. Le pareti +sono coperte di corazze, d'elmi, d'archi, di fucili, +di spade, di alabarde, di lancie da torneo, di moschettoni +enormi, di lancioni giganteschi che s'alzan +dal pavimento alla volta; dalla volta pendon bandiere +di tutti gli eserciti del mondo, trofei di Lepanto, +di San Quintino, della guerra d'indipendenza, +delle guerre d'Affrica, di Cuba, del Messico; in +ogni parte è una profusione di insegne gloriose, di +armi illustri, di meravigliosi lavori d'arte, di effigie, +di emblemi, di nomi immortali. Non si sa di dove +cominciare ad ammirare; si corre, sulle prime, di +qua e di là, guardando tutto e non vedendo nulla, +e si è stanchi prima di aver cominciato. Nel mezzo +della sala sono le armature equestri; cavalli e cavalieri<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span> +disposti in fila, a tre a tre, a due a due, tutti +rivolti nello stesso senso, come uno squadrone in +colonna; e vi si distinguono a primo aspetto, fra +le altre, le armature di Filippo II, di Carlo V, +di Emanuele Filiberto, di Cristoforo Colombo. Qua +e là, sopra piedestalli, si vedono elmi, cassidi, +morioni, golette, rotelle, appartenenti a' re d'Aragona, +di Castiglia, di Navarra, lavorate a rilievi finissimi +d'argento che rappresentan battaglie, scene +mitologiche, figure simboliche, trofei, grotteschi, +ghirlande; alcuni d'inestimabile valore, opera dei +più insigni artisti d'Europa; altri di forme strane, +sopraccarichi di ornamenti, con creste, visiere e cimieri +colossali; poi elmetti e corazzine di principini; +spade e scudi donate da papi e da monarchi. In +mezzo alle armature equestri, si vedono statue vestite +di fantastiche assise di Americani, di Affricani, di +Chinesi, ornate di penne e di sonagli, con archi e +turcassi; spaventose maschere guerresche; abiti +di mandarini intessuti d'oro e di seta. Lungo le +pareti altre armature; quella del marchese di Pescara, +quella del poeta Garcilaso della Vega, quella +del marchese di Santa Cruz, quella gigantesca di +Giovan Federico il Magnanimo, duca di Sassonia; e +fra l'una e l'altra bandiere arabe, persiane, moresche, +cadenti a brani. Nelle vetrine una serie di spade +che a sentirvi dire il nome di coloro che le portarono, +vi si rimescola il sangue: la spada del principe +di Condé, la spada d'Isabella la Cattolica, la +spada di Filippo II, la spada di Ferdinando Cortes,<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span> +la spada del Conte duca di Olivares, la spada di Giovanni +d'Austria, la spada di Conzalvo di Cordova, la +spada del Pizzarro, la spada del Cid, e un po' più in +là, la celata di re Boabdil di Granata, la targa di +Francesco I, la seggiola da campo di Carlo V. +In un canto della sala sono schierati i trofei degli +eserciti ottomani, elmetti tempestati di gemme, +sproni, staffe dorate, collari di schiavi, pugnali, +scimitarre dal fodero di velluto, cerchiati d'oro, +ricamati, imperlati; le spoglie di Alì Bascià, ucciso +sulla nave capitana alla battaglia di Lepanto; il +suo caffettano di broccato d'oro e d'argento, la +cintura, i bozzacchini, lo scudo; le spoglie dei suoi +figli; le bandiere strappate dalle galee. Da un altro +lato, corone votive, croci e monili di principi goti. +In un altro scompartimento, gli oggetti tolti agli +Indiani di Mariveles, ai Mori di Cagayan e del Mindanao, +ai selvaggi delle più remote isole dell'Oceania: +collane di guscio di lumaca, pipe di lattone, idoli +di legno, flauti di canna, ornamenti fatti di zampe d'insetti, +schiavine di foglie di palma, foglie scritturate che +servivan di salvacondotto, freccie avvelenate, scuri da +carnefici. E poi da qualunque parte uno si volga, selle +di re, cotte d'arme, colubrine, tamburi storici, ciarpe, +iscrizioni, memorie ed immagini di tutti i tempi e di +tutti i paesi, dalla calata dei Goti alla battaglia di +Tetuan, dal Messico alla China; un emporio di tesori +e di capolavori da cui uno si allontana, commosso, +stordito e sfinito, per ritornar poi a sè come +da un sogno, colla memoria stracca e confusa.<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[144]</a></span></p> + +<p>Se un giorno un grande poeta italiano vorrà cantare +la scoperta del nuovo mondo, in nessun luogo +potrà attingere più possenti ispirazioni che nel Museo +navale di Madrid, perchè in nessun luogo si sente più +profondamente l'aura vergine dell'America selvaggia, +e la presenza arcana di Colombo. V'è una sala chiamata +Gabinetto degli Scopritori: il poeta, entrandovi, +se ha davvero anima di poeta, si scoprirà il capo +con venerazione. In qualunque punto della sala cada +lo sguardo, si vede un'immagine che fa battere il +cuore: non si è più in Europa, nè in questo secolo; +si è nell'America del secolo decimoquinto, si respira +quell'aria, si vedon quei luoghi, si sente quella vita. +Nel mezzo è un alto trofeo d'armi tolte agl'indigeni +delle terre scoperte: scudi rivestiti di pelli di +fiere, giavellotti di canna colle cocche pennute, sciabole +di legno entro guaine di vimini, coll'else ornate +di crini e di capelli cascanti in lunghe ciocche; mazze, +aste, clave enormi; grandi spade dentellate a modo +di sega, scettri informi, turcassi da giganti, vestimenti +di pelo di scimmia, daghe di re e di carnefici, +armi dei selvaggi di Cuba, del Messico, della +nuova Caledonia, delle Caroline, delle isole più remote +del Pacifico, nere, strane, orrende, che destan +nella fantasia visioni confuse di lotte terribili, nell'oscurità +misteriosa delle foreste vergini, entro sterminati +laberinti d'alberi ignoti. E intorno a queste +spoglie d'un mondo selvaggio, le immagini e le memorie +dei vincitori: qui il ritratto di Colombo, là il<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span> +ritratto del Pizzarro, più in là il ritratto di Ferdinando +Cortes; in una parete, la carta d'America +che tracciò Giovanni de la Cosa, nel secondo viaggio +del Genovese, sur un'ampia tela sparsa di figure, di +colori, di segni, che dovevan servire a diriger le spedizioni +nell'interno delle terre; vicino alla tela, un +pezzo dell'albero sotto il quale riposò il conquistatore +del Messico nella famosa <i>notte triste</i>, dopo che +s'era aperto il passo attraverso l'immenso esercito +che lo aspettava nella valle d'Otumba; un vaso cavato +dal tronco dell'albero presso il quale morì il +celebre capitano Cook; imitazioni di barche, di barconi, +di zattere usate dai selvaggi; una corona di ritratti +di navigatori illustri; e nella parte di mezzo +un gran quadro che rappresenta le tre navi di Cristoforo +Colombo, la <i>Nina</i>, la <i>Pinta</i> e la <i>Santa Maria</i>, +nel momento in cui scopron la terra Americana, e +tutti i marinai, ritti sulle poppe, agitando le braccia +e gettando alte grida, salutano il nuovo mondo e +ringraziano Iddio. Non v'è parola che esprima l'emozione +che si prova alla vista di quello spettacolo, +nè lagrima che valga quella che vi tremola negli +occhi in quel punto, nè anima umana che in quel +momento non si senta più grande!</p> + +<p>Le altre sale, che son dieci, sono anch'esse piene +di oggetti preziosi. Nella sala accanto al Gabinetto +degli Scopritori son raccolte le memorie della battaglia +di Trafalgar: il quadro della Santissima Trinità, +ch'era nello stanzino di poppa della nave <i>Real +Trinidad</i>, e che fu tolto dagl'Inglesi pochi minuti<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span> +prima che la nave andasse a fondo; il cappello e la +spada di Federico Gravina, capitano generale della +flotta spagnuola, morto in quella giornata; un grande +modello compiuto della nave <i>Sant'Anna</i>, una delle poche +che usciron salve dalla battaglia; bandiere, ritratti +d'ammiragli, quadri rappresentanti episodi di quella +lotta tremenda. E accanto alle memorie di Trafalgar, +altre molte che non parlano meno efficacemente all'anima, +come un calice fatto col legno dell'albero detto +<i>Ceiba</i>, all'ombra del quale fu celebrata la prima messa +nell'Avana il 19 marzo del 1519; il bastone del capitano +Cook; idoli di selvaggi, scalpelli di pietra coi +quali gl'Indiani di Porto-ricco foggiavano gl'idoli +prima dello scoprimento dell'isola. E dopo questa, un +altra gran sala, entrando nella quale uno si trova in +mezzo a una flotta di galee, di caravelle, di feluche, di +brigantini, di corvette, di fregate, di navi di tutti i +mari e di tutti i secoli, armate, imbandierate, approvvigionate, +che par non aspettino altro che il +vento per prendere il mare e sparpagliarsi pel mondo. +Nelle altre sale, un visibilio di macchine, di ordigni, +d'armi navali; di quadri rappresentanti tutte le imprese +marittime del popolo spagnuolo; di ritratti +d'ammiragli, di navigatori, di marinai; di trofei +d'Asia, d'America, d'Affrica, d'Oceania, fitti, ammontati, +da doverci passar dinanzi correndo per +far in tempo a veder ogni cosa prima che ci colga +la notte. Uscendo dal Museo Navale, par di tornare +da un viaggio intorno al globo: quanto si è vissuto +in quelle poche ore!<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span></p> + +<p>V'è ancora a Madrid un grande Museo d'Artiglieria, +un immenso Museo del Genio, un bel Museo +Archeologico, un ragguardevole Museo di storia naturale; +vi sono altre mille cose degne di veduta; delle +quali bisogna nulla meno sacrificar la descrizione al +meraviglioso Museo di pittura.</p> + +<p>Il giorno in cui s'entra per la prima volta in +un Museo come quello di Madrid costituisce una data +storica nella vita d'un uomo; è un avvenimento importante +come il matrimonio, la nascita d'un bambino, +la presa d'un'eredità; se ne sentono gli effetti +fino alla morte. E ciò perchè un Museo come +quello di Madrid, come quello di Firenze, come +quello di Roma, è un mondo; una giornata passata +fra quelle pareti è un anno di vita; un anno +di vita agitata da tutte le passioni che ci possono +agitare nella vita reale: l'amore, la religione, il +furor di patria, l'ardor della gloria; un anno di +vita per quello che ci si gode, per quello che ci +s'impara, per quello che ci si pensa, per i conforti +che ci si raccolgono per l'avvenire; un anno di +vita in cui si sian letti mille volumi, esperimentati +mille affetti, corse mille avventure. Questi pensieri +volgevo in mente dirigendomi a rapidi passi +verso il palazzo del Museo di pittura, posto a sinistra +del Prado, per chi venga dalla strada d'Alcalà; +ed era tanta la gioia che mi agitava, che giunto dinanzi +alla porta, mi fermai, e dissi a me stesso:—Vediamo!... +Che cosa hai tu fatto nella vita per<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span> +meritare d'entrar lì dentro? Nulla! Ebbene, il giorno +che ti colpisca una disgrazia, china la testa, e tien +per saldata la partita.—</p> + +<p>Entrai e mi levai il cappello senza accorgermene: +il cuore mi batteva forte e mi correva un leggiero +tremito da capo a piedi. Nella prima sala non sono +che alcuni grandi quadri di Luca Giordano: passai +oltre. Nella seconda <i>cominciai a non esser più io</i>, e +in luogo di mettermi a guardar quadro per quadro, +rimisi l'esame a poi, e feci il giro del Museo quasi +correndo. Nella seconda sala sono i quadri del Goya, +l'ultimo grande pittore spagnuolo; nella terza, vasta +quant'una piazza, sono i capolavori dei primi maestri. +Entrando, vi trovate da un lato le Vergini del +Murillo, dall'altro i Santi del Ribera, un po' più +oltre i ritratti del Velasquez; in mezzo alla sala, i +quadri di Raffaello, di Michelangelo, d'Andrea del +Sarto; in fondo il Tiziano, il Tintoretto, Paolo Veronese, +il Correggio, il Domenichino, Guido Reni. +Tornate indietro, entrate in una gran sala a destra: +vedete in fondo altri quadri di Raffaello, a destra +e a sinistra il Velasquez, il Tiziano e il Ribera; accanto +alla porta il Rubens, Van Dyck, frate Angelico, il Murillo. +In un'altra sala la scuola francese: Poussin, +Duguet, Lorrain; in due altre vastissime, le pareti +coperte di quadri del Breughel, del Téniers, del Jordaens, +del Rubens, del Dürer, del Schoen, del Mengs, +del Rembrandt, del Bosch; in tre altre non meno +vaste, quadri alla rinfusa di Joanes, del Carbajal, +dell'Herrera, di Luca Giordano, del Carducci, del<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span> +Salvator Rosa, del Menendez, del Cano, del Ribera. +Girate per un'ora, e non avete visto nulla; per la +prim'ora è una battaglia: i capolavori lottano per +disputarsi la vostra anima; la <i>Concezione</i> del Murillo +copre d'un torrente di luce il <i>Martirio di San +Bartolomeo</i> del Ribera; il <i>San Giacomo</i> di Ribera +schiaccia il <i>Santo Stefano</i> di Joanes; il <i>Carlo V</i> del +Tiziano fulmina il <i>Conte duca Olivares</i> del Velasquez; +lo <i>Spasimo di Sicilia</i> di Raffaello ottenebra +tutti i quadri che gli fanno corona; gli <i>Ubriaconi</i> +del Velasquez sconcertano con un riflesso di gioia +baccanalesca i visi dei santi e dei principi vicini; il +Rubens atterra il Van Dyck, Paolo Veronese sopraffà il +Tiepolo, il Goya ammazza il Madrazo; i vinti si rifanno +su altri minori, altrove si sovrappongono alla loro +volta ai vincitori; è una gara di miracoli d'arte, in +mezzo a cui la vostra anima inquieta tremula come +una fiamma agitata da mille soffi, e il vostro cuore +si espande in un sentimento d'orgoglio per la potenza +del genio umano.</p> + +<p>Sbollito il primo entusiasmo, si comincia ad ammirare. +In mezzo a un esercito di tali artisti, dei +quali ciascuno richiederebbe un libro a sè, mi attengo +agli Spagnuoli, e tra questi, ai quattro che +mi destarono un'ammirazione più profonda, e delle +cui tele serbo una memoria più distinta.</p> + +<p>Il più recente è il Goya, nato verso la metà del +secolo scorso. È il pittore più spagnuolo della Spagna, +il pittore dei <i>toreros</i>, dei popolani, dei contrabbandieri, +delle streghe, dei ladri, della guerra d'indipendenza,<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span> +di quell'antica società spagnuola che si +dissolvette sotto i suoi occhi; un fiero aragonese, d'una +tempra di ferro, appassionato per i combattimenti +dei tori, tanto che negli ultimi anni della sua vita, +soggiornando a Bordeaux, correva una volta la +settimana a Madrid non per altro che per vedere +quello spettacolo, e se ne tornava come una freccia +senza neanco salutare gli amici; un ingegno robusto, +mordace, imperioso, fulmineo, che nel calore +delle sue violente ispirazioni copriva in pochi istanti +di figure una parete o una tela, e dava i tocchi +d'effetto con quanto gli cadeva in mano, spugne, +scope, bastoni; che tracciando il viso d'un personaggio +odiato, l'insultava; che dipingeva un quadro +come avrebbe combattuto una lotta; disegnatore +arditissimo, colorista originale e possente, creatore +d'una pittura inimitabile, di ombre paurose, di luci +arcane, di sembianze stravolte, e pur vere; grande +maestro nell'espressione di tutti gli affetti terribili, +dell'ira, dell'odio, della disperazione, della rabbia +sanguinaria; pittore atletico, battagliero, instancabile; +naturalista come il Velasquez, fantastico come +l'Hogart, energico come il Rembrandt, ultimo lampo +color di sangue del genio spagnuolo. Son parecchi +quadri suoi nel Museo di Madrid, tra i quali uno amplissimo +rappresentante tutta la famiglia di Carlo IV; +ma i due nei quali versò tutta l'anima sua, sono: +i soldati francesi che fucilano gli Spagnuoli il 2 di +maggio, e una lotta di popolani di Madrid coi +mammalucchi di Napoleone I, a figure di grandezza<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span> +naturale. Son due quadri che fanno inorridire. +Non si può immaginar nulla di più tremendo, +non si può dare alla prepotenza una forma più esecrabile, +alla disperazione un aspetto più spaventoso, +al furore della mischia un'espressione più feroce. +Nel primo, un cielo oscuro, il lume d'una lanterna, +un lago di sangue, un mucchio di cadaveri, una folla +di condannati a morte, una fila di soldati francesi +nell'atto di sparare; nell'altro, cavalli svenati, cavalieri +tirati giù di sella, pugnalati, pestati, lacerati; +che visi! che atteggiamenti! par di sentire le +grida e di veder correre il sangue; la scena vera +non potrebbe destar più orrore; il Goya deve aver +dipinto quei quadri cogli occhi stravolti, colla schiuma +alla bocca, colla furia d'un ossesso; è l'ultimo segno +a cui può arrivar la pittura prima di tradursi in +azione; varcato quel segno, si butta il pennello e si +afferra un pugnale; per far qualcosa di più terribile +di quei quadri, bisogna uccidere; dopo quei colori, +c'è il sangue.</p> + +<p>Del Ribera, che noi conosciamo sotto il nome di +<i>Spagnoletto</i>, v'è tanti quadri da formarne un Museo; +la maggior parte figure di santi, di grandezza naturale; +un <i>Martirio di San Bartolommeo</i> di più +figure, e un Prometeo colossale incatenato a uno +scoglio. Altri quadri di lui si trovano in altri Musei, +all'Escurial, nelle chiese, chè fu artista fecondissimo +e operosissimo, come quasi tutti gli artisti +spagnuoli. Veduto un quadro suo, si riconoscono, al +primo colpo d'occhio, tutti gli altri; e non è mestieri<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[152]</a></span> +di aver un occhio esperto. Son vecchi santi +estenuati, con teste calve, nude, sulle quali si contan +le vene; occhi pesti, guancie scarne, fronti raggrinzite, +petti infossati che lascian vedere le costole; +braccia, mani che non hanno che pelle ed ossa; corpi +rifiniti, disfatti, vestiti di cenci, gialli del giallo +smorto de' cadaveri, piagati sconciamente, sconciamente +sanguinosi; son carcasse che paion tratte allora +dalla bara, portanti nel viso l'impronta di tutti +gli spasimi delle malattie, della tortura, della fame, +dell'insonnia; figure di tavole anatomiche sulle quali +potete studiare tutti i segreti dell'organismo umano. +Ammirabili, sì, per ardimento di disegno, per vigore di +colorito e per gli altri mille pregi che procacciarono +al Ribera la fama di potentissimo pittore; ma l'arte +vera e grande ah! non è quella. In quei visi non è quel +lume celeste, quell'<i>immortal raggio dell'alma</i> che rivela +col sublime dolore le speranze sublimi, <i>gl'intimi +lampi e i desiderii immensi</i>; quel lume che distrae l'occhio +dalla piaga, e leva il pensiero al cielo; non v'è +che il dolor crudo che mette ribrezzo e terrore; non +v'è che la stanchezza della vita e il presentimento +della morte; non v'è che la vita umana che fugge, +senza il riflesso di quella immortale che giunge. Non +v'è uno di quei Santi di cui si ricordi l'immagine +con amore; si guardano, e si sente freddo al cuore, +ma il cuore non batte; il Ribera non amava. Eppure +nel percorrere le sale del Museo, per quanto fosse +vivo il sentimento quasi di ripugnanza che molti di +quei quadri m'ispiravano, bisognava che li guardassi,<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span> +e non ne potevo staccar gli occhi, tanta è la forza +attrattiva del vero, anche spiacente; e tanto son veri +i quadri del Ribera! Quei visi li riconoscevo, li avevo +visti negli ospedali, nelle stanze mortuarie, dietro le +porte delle chiese; son visi di accattoni, di moribondi, +di condannati a morte, che mi si parano dinanzi +di notte, oggi ancora, percorrendo una strada +deserta, passando accanto a un cimitero, salendo su +per una scala ignota. Ve n'è alcuni che non si posson +guardare; un eremita, nudo, steso in terra, che pare +uno scheletro colla pelle; un vecchio santo, al quale +la pelle consunta dà l'apparenza d'un corpo scorticato; +il Prometeo colle viscere fuor del petto. Al +Ribera piaceva il sangue, le membra lacerate, lo +strazio; doveva godere a rappresentar dolori; doveva +credere in un inferno più orrendo di quel di +Dante, e in un Dio più terribile di quel di Filippo II. +Nel Museo di Madrid egli rappresenta il terrore religioso, +la vecchiezza, i patimenti, la morte.</p> + +<p>Più gaio, più vario, più splendido il grande Velasquez. +Quasi tutti i suoi capolavori son là. Sono +un mondo; v'è ritratto tutto: la guerra, la corte, il +trivio, la taverna, il paradiso; è una galleria di nani, +d'imbecilli, di pezzenti, di buffoni, d'ubriachi, di +commedianti, di re, di guerrieri, di martiri, di numi; +tutti vivi, parlanti, in atteggiamenti nuovi, arditi, +colla fronte serena, col sorriso sulle labbra, pieni di +freschezza e di vigore; il grande ritratto del conte +duca d'Olivarez a cavallo, il quadro celebre <i>de las +Meninas</i>, quello delle <i>Filatrici</i>, quello dei <i>Bevitori</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span> +quello della <i>Fucina di Vulcano</i>, quello della <i>Resa di +Breda</i>; ampie tele piene di figure che par che escano +dal quadro, delle quali, viste una volta, si ricorda +distintamente ogni più sfuggevole tratto o moto od +ombra del viso, come di persone vive, incontrate pur +ora; gente con cui pare d'aver parlato, e a cui si +pensa, molto tempo dopo, come a conoscenti di non +si sa quando; gente che spira allegrezza e desta coll'ammirazione +il sorriso, e fa sentire quasi un rincrescimento +di non poterla gustare che cogli occhi, +di non potersi mescolare con loro, e attingere un +po' della loro rigogliosa vita. Non è effetto della prevenzione +favorevole che dà il nome del grande artista, +non c'è bisogno di essere intendente d'arte; +la donnicciuola, il ragazzo si arrestano dinanzi a +quei quadri, batton le mani e ridono; è la natura +ritratta con una fedeltà superiore ad ogni immaginazione; +si scorda il pittore, non si pensa all'arte, +non si scopre l'intento: si dice:—È vero! È così! +È l'immagine che avevo in mente!—Si direbbe che +il Velasquez non ci ha messo nulla di suo, che ha +lasciato fare la mano, e che la mano non fece che +fissare le linee e i colori sulla tela d'una camera +ottica che riproduceva i personaggi veri ch'egli ritrasse. +Più di sessanta quadri suoi son nel Museo +di Madrid, e non si vedessero che una sola volta, e +di volo, non se ne scorderebbe uno. È dei quadri +del Velasquez come del romanzo di Alessandro Manzoni, +che dopo letto una diecina di volte, s'intreccia +e si confonde siffattamente coi nostri particolari<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span> +ricordi, che ci par d'<i>averlo vissuto</i>. Così i personaggi +dei quadri del Velasquez si mescolano nella +folla dei nostri amici e conoscenti, vicini e lontani, +di tutta la vita, e ci si presentano alla mente e s'intrattengon +con noi, senza che noi ci ricordiamo neppure +di averli visti dipinti.</p> + +<p>Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce +più soave che possa uscire dalla nostra bocca. Il +Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è un +angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora. +Le sue tele lo fanno conoscere, come se gli si fosse +vissuti assieme. Era bello, era buono, era pio: l'invidia +non sapeva dove morderlo, intorno alla corona +della gloria egli portava un'aureola d'amore. +Era nato per dipingere il cielo. Aveva sortito un genio +pacato e sereno, che si levava a Dio sulle ali +d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più +ammirabili spirano un'aura di modesta dolcezza, che +desta la simpatia e l'affetto prima ancora che la +meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di contorni, +un'espressione piena di vivezza e di grazia, +un'armonia ineffabile di colori, sono ciò che colpisce +a primo aspetto; ma più si guarda, più si scopre, e +la meraviglia si trasforma a poco a poco in un sentimento +dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un +aspetto benigno, che rallegra e consola; i suoi angeli, +ch'egli aggruppava con una maestria meravigliosa, +fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci; +le sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran +manto azzurro, con grandi occhi neri, colle mani<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span> +giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno tremare il cuore +di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli congiunge +la verità del Velasquez, agli effetti vigorosi +del Ribera, all'armoniosa trasparenza del Tiziano, +alla brillante vivezza del Rubens. La Spagna gli diede +il nome di <i>Pittore delle Concezioni</i>, poichè fu insuperabile +nell'arte di rappresentare questa divina +idea. Vi son quattro grandi <i>Concezioni</i> nel Museo di +Madrid. Io passai dinanzi a quei quattro quadri, +delle mezze giornate, immobile, quasi estatico. Mi +rapiva sopra tutte quella non intera, colle braccia +incrociate sul petto, e la mezza luna traverso alla +vita; molti la pospongono alle altre; io fremevo al +sentirlo dire; ero preso d'una passione inesprimibile +per quel viso. Più d'una volta, guardandola, mi sentii +scorrer le lagrime giù per le guancie. Dinanzi a +quel quadro, il mio cuore s'ingentiliva, il mio intelletto +si sollevava ad un'altezza di pensieri cui non +era mai arrivato. Non era l'entusiasmo della fede; +era un desiderio, un'aspirazione immensa alla fede, +una speranza che mi faceva intravvedere una vita +più nobile, più feconda, più bella di quella che avevo +condotto fino allora; un sentimento nuovo della +preghiera, un bisogno d'amare, di far del bene, di +soffrire per gli altri, di espiare, di nobilitar la mia +mente e il mio cuore. Non son mai stato tanto +vicino alla fede come in quei momenti; non son +mai stato così buono e così affettuoso; e credo +che sul mio volto non abbia mai brillato più splendidamente +la mia anima. La <i>Vergine dei dolori</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span> +<i>Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine</i>, <i>Cristo +crocifisso</i>, l'<i>Annunziazione</i>, l'<i>Adorazione dei pastori</i>, +la <i>Sacra famiglia</i>, la <i>Vergine del Rosario</i>, <i>Il +bambino Gesù</i> son tutti quadri mirabili e belli +d'una luce queta e soave, che va all'anima. Bisogna +vedere la domenica i fanciulli, le ragazze, le +donne del popolo dinanzi a quelle immagini; vedere +come i loro volti s'illuminano, e sentire che dolci parole +escon dalle loro labbra. Il Murillo, per loro, è un +santo; ne pronunziano il nome con un sorriso, come +per dire:—È nostro!—e pronunziandolo, vi guardano +come per imporvi un atto di reverenza. Gli artisti non +ne portan tutti lo stesso giudizio; ma l'amano anche +essi sopra ogni altro, e non riescono a sceverare l'ammirazione +dall'amore. Il Murillo non è soltanto un +grande pittore, è una grand'anima; è più che una +gloria, è un affetto della Spagna; è più che un maestro +sovrano del bello, è un benefattore, un ispiratore +di buone azioni, una immagine cara che, afferrata +una volta nelle sue tele, si porta nel cuore +tutta la vita, con un sentimento di gratitudine e +di devozione religiosa. È uno di quegli uomini, dei +quali un non so qual sentimento secreto ci dice +che li dovremo rivedere, che il rivederli ci è dovuto +come un premio, che non possono essere spariti +per sempre, che in qualche luogo sono ancora, +che la loro vita non è stata che un lampo d'una +luce inestinguibile, che dovrà apparire un giorno +in tutto il suo splendore agli occhi dei mortali. Si +dirà: errori della fantasia! Ah, cari errori!<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span></p> + +<p>Dopo le opere di questi quattro grandi maestri, +vi son da ammirare i quadri di Joanes, artista intimamente +italiano, a cui il disegno corretto e la nobiltà +dei caratteri valsero il titolo, benchè profferito +sotto voce, di Raffaello spagnuolo; non nell'arte, ma +nella vita simile a frate Angelico, poichè il suo studio +era un oratorio, dove si digiunava e facea penitenza, +ed egli pure, prima di mettersi all'opera, +andava a pigliar la comunione. Poi i quadri di Alonso +Cano; i quadri del Pacheco, maestro del Murillo; del +Pareja, schiavo del Velasquez; del Navarrate il Muto; +del Menendez, gran pittore di fiori; dell'Herrera, del +Coello, del Carbajal, del Collantes, del Rizi. Del Zurbaran, +uno dei più grandi pittori spagnuoli, degno +di star accanto ai tre primi, v'è poco. Di quadri +d'altri artisti, minori di quegli accennati, ma pure +per meriti diversi ammirabili, son pieni i corridoi, +le anticamere, le sale di passaggio. Ma non è questo +il solo Museo di pittura di Madrid: vi sono centinaia +di quadri nell'Accademia di San Fernando, +nel ministero del <i>Fomento</i>, e in altre Gallerie private. +Ci vorrebbero mesi e mesi a veder bene ogni +cosa; che non ci vorrebbe a descrivere, anche a chi +avesse ingegno da tanto? Uno dei più potenti scrittori +di Francia, amantissimo della pittura e gran +maestro di descrizioni, messo al punto, si spaventò, +e non seppe far di meglio che cavarsi d'impiccio dicendo +che ci sarebbe troppo da dire; e s'egli stimò +bene di tacere, a me deve sembrare d'aver già detto +anche troppo. È una delle più dolorose conseguenze<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span> +d'un bel viaggio questa di trovarsi ad avere nella +mente una folla di belle immagini e nel cuore un +tumulto di grandi affetti, e non potere, non sapere +esprimerne che una sì piccola parte! Con che profondo +sdegno lacererei queste pagine quando penso +a quei quadri! O Murillo, o Velasquez, o povera +penna mia!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi +per la prima volta, sboccando dalla strada d'Alcalà +nella piazza della Porta del Sole, il re Amedeo. Provai +un piacere vivissimo, come se avessi riveduto il più +intimo dei miei amici. È curiosa quella di trovarsi in +un paese dove l'unica persona che si conosca è il +Re! Verrebbe voglia di corrergli dietro gridando:—Maestà! +son io, sono arrivato.—</p> + +<p>Don Amedeo seguiva a Madrid le abitudini paterne. +Si levava all'alba e andava a fare una passeggiata +nei giardini del Moro che si stendono tra il +Palazzo reale e il Manzanare; o si recava a visitare +i Musei, attraversando la città a piedi, con un +solo aiutante di campo. <i>Las criadas</i>, tornando a casa +trafelate colla cesta ripiena, raccontavano alle padrone +sonnecchianti che l'avevano incontrato, che gli +eran passate accanto, quasi da toccarlo; e le padrone +repubblicane dicevano:—<i>Asì debe hacer,</i>—e +le carliste storcevan la bocca mormorando:—<i>Que +clase de rey!</i>—(che razza di re), o come intesi +dire una volta:—<i>Quiere á toda costa que le peguen +un tiro.</i>—(Vuole a tutti i costi che gli tirino una<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span> +fucilata.) Rientrato in Palazzo, riceveva il Capitano +generale e il Governatore di Madrid, i quali, giusta +una consuetudine antica, dovevan presentarsi ogni +giorno al Re per domandargli se avesse nulla da +ordinare all'esercito e alla polizia. Venivan dopo i +ministri. Oltre a vederli tutti insieme in Consiglio +una volta la settimana, Amedeo ne riceveva uno +ogni giorno. Partito il ministro, cominciava l'udienza: +Don Amedeo dava udienza ogni giorno per +un'ora almeno, molte volte per due. Le domande +erano innumerevoli, e gli oggetti delle domande facili +a indovinarsi: sussidi, pensioni, impieghi, privilegi, +croci; il Re riceveva tutti. La Regina pure +riceveva; benchè non ogni giorno, a cagione del suo +mutevole stato di salute. A lei spettavano tutte le +opere di beneficenza. Essa riceveva in presenza d'un +maggiordomo e d'una dama d'onore, alla stess'ora +che il Re, ogni sorta di gente: signore, operai, donne +del popolo, ascoltando pietosamente lunghi racconti +di miserie e di dolori. Oltre a cento mila lire al +mese ella distribuiva in opere di carità, senza contare +le largizioni straordinarie agli ospizi, agli ospedali, +agli altri istituti di beneficenza. Alcuni di +questi fondò ella stessa. Sulla riva del Manzanare, +in vista del palazzo reale, in un luogo aperto +e ridente, si vede una casetta dipinta a vivi colori, +con un giardinetto all'intorno, di dove, passando, +si senton risa, grida e vagiti di bimbi. La +Regina fece costruire quella casa per raccogliervi i +figliuoli piccini delle lavandaie, i quali, mentre le<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span> +madri lavoravano, solevan rimaner per le strade +esposti a mille pericoli. Là son maestre, balie, donne +di servizio, che provvedono a tutti i bisogni dei bimbi: +è insieme un ospizio e una scuola. Le spese per la +fabbricazione della casa e per il suo mantenimento +furon fatte colle venticinque mila lire mensili che +lo Stato aveva assegnate al Duca di Puglia. La +Regina istituì pure un Ospizio pei trovatelli; una +casa, o specie di collegio, pei figliuoli delle operaie +da tabacco; una distribuzione di minestra, +carne e pane per tutti i poveri della città. Ella +stessa si recò più volte ad assistere alla distribuzione, +improvvisamente, per accertarsi che non vi si +facessero abusi, e avendone scoperti, provvide perchè +non s'avessero a rinnovare. Oltre a ciò, le monache +di carità ricevevano da lei ogni mese trentamila +lire per soccorrere quelle famiglie che per la loro +condizione sociale non potevano concorrere alla distribuzione +della minestra. Degli atti privati di +beneficenza che faceva la Regina era difficile aver +notizia perchè soleva farli senza parlarne ad alcuno. +Poco si sapeva pure delle sue abitudini, perchè faceva +ogni cosa senza pompa, e con un riserbo che +sarebbe parso quasi eccessivo anche in una signora +privata. Nemmeno le dame di corte sapevano ch'ella +andava a sentir la predica a San Luigi dei Francesi: +una signora la vide per la prima volta, per +caso, in mezzo alle sue vicine. Nel suo vestire non +aveva alcun distintivo di Regina, neanco i giorni +di pranzo a Corte. La regina Isabella portava un<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[162]</a></span> +gran manto rosso colle armi di Castiglia, diadema, +ornamenti ed insegne: Donna Vittoria nulla. Si vestiva +per lo più coi colori della bandiera spagnuola, +e con una semplicità che annunziava la corona assai +più che lo splendore e lo sfarzo. Nè l'oro spagnuolo +ci aveva che vedere neanco con quella semplicità, +tutte le spese ch'ella faceva per sè, pei suoi bambini, +per le sue cameriere, le faceva col danaro suo.</p> + +<p>Quando regnavano i Borboni tutto il palazzo +reale era occupato: il Re abitava la parte sinistra, +verso la piazza d'Oriente; Isabella, la parte che +guarda da un lato sulla piazza d'Oriente, e dall'altro +sulla piazza dell'Armeria; il Montpensier, la +parte opposta a quella della regina; i principi avevano +ciascuno un appartamento verso il Giardino +del Moro. Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo, +una gran parte dell'immenso edifizio rimase vuota. +Egli non aveva che tre piccole stanze: un salottino +da studio, una camera da letto, e il <i>tocador</i> +(stanzino da toeletta). La camera da letto dava +in un lungo corridoio che conduceva alle due stanzine +dei principi, accanto alle quali era l'appartamento +della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi +figliuoli. V'era poi un salone pei ricevimenti. Tutta +questa parte del palazzo che serviva per l'intera famiglia +reale, era occupata prima dalla sola regina +Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna +Vittoria s'eran contentati di così piccolo spazio, si +dice che abbia esclamato con meraviglia:—Poveri +giovani, non vi si potranno muovere!<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span>—</p> + +<p>Il Re e la Regina solevan pranzare con un maggiordomo +e una dama di Corte. Dopo il pranzo, il +Re fumava un sigaro di Virginia (se lo sappiano i +detrattori di questo principe dei sigari), e andava nel +suo gabinetto ad occuparsi delle cose di Stato. Soleva +pigliar molti appunti e consigliarsi spesso colla +Regina, specie quando si trattava di metter l'accordo +tra i Ministri, o comporre gli animi divisi dei capi +di parte. Leggeva un gran numero di gazzette d'ogni +colore, le lettere cieche che lo minacciavan di morte, +quelle che gli davan dei consigli, le poesie satiriche, +i progetti di rinnovamento sociale, tutto quello che +gli mandavano. Verso le tre esciva dal Palazzo a cavallo, +le trombe della Guardia squillavano, un servitore +vestito di rosso lo seguiva alla distanza di cinquanta +passi. A vederlo, si sarebbe detto ch'egli non +sapeva d'essere il Re: guardava i bambini che passavano, +le insegne delle botteghe, i soldati, le diligenze, +le fontane, con un'espressione di curiosità quasi infantile. +Percorreva tutta la strada Alcalà, lentamente, +come un cittadino sconosciuto che pensasse ai fatti +suoi, e se ne andava al Prado a godere la sua parte +d'aria e di sole. I Ministri strillavano; i borbonici, +assuefatti all'imponente corteo d'Isabella, dicevano +ch'egli strascinava per le strade la maestà del trono +di San Ferdinando; persino il servitore che lo seguiva, +guardava intorno con un'aria crucciata, come +per dire:—Vedete un po' che pazzie!—ma checchè +si dicesse, il Re non poteva pigliar l'abitudine di +aver paura. E gli Spagnuoli, convien dirlo, gli rendevan<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[164]</a></span> +giustizia, e qual si fosse il giudizio che portassero +della sua mente, della sua condotta e del +suo governo, non mancavan mai di soggiungere:—In +quanto a coraggio poi, non c'è nulla da dire.</p> + +<p>Ogni domenica v'era pranzo a Corte. Erano invitati +generali, deputati, professori, accademici, uomini +chiari nelle lettere e nelle scienze: la Regina parlava +con tutti e di tutto, con una sicurezza e una grazia, +che per quanto si sapesse prima del suo ingegno e +della sua coltura, superava sempre l'aspettativa. Il +popolo, naturalmente, parlando di quello ch'ella sa, +faceva le frangie: diceva del greco, dell'arabo, del +sanscrito, dell'astronomia, della matematica. Ma è +vero che discorreva argutamente di cose lontanissime +da ogni consuetudine di studi femminili, e non +con quel parlar vago e spicciativo che è proprio di +chi non sa altro che titoli e nomi. Aveva studiato +profondamente la lingua spagnuola, e la parlava oramai +come la propria; la storia, la letteratura, i costumi +della sua nuova patria, le eran famigliari; non +le mancava per essere spagnuola davvero, che il desiderio +di rimanere in Ispagna. I <i>liberali</i> brontolavano, +i borbonici dicevano:—Non è la nostra regina;—ma +tutti nutrivan per lei un profondo +rispetto. I giornali più arrabbiati dicevan tutt'al +più <i>la esposa de Don Amedeo</i>, invece di dire <i>La +reina</i>. Il più violento dei deputati repubblicani, facendo +allusione a lei in un suo discorso alle Cortes, +non potè a meno di proclamarla—illustre e virtuosa.—Era +la sola persona della Casa sulla quale<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span> +nessuno si permettesse mai uno scherzo nè di lingua +nè di penna: era come una figura lasciata in bianco +in mezzo a un quadro di caricature maligne.</p> + +<p>Quanto al Re, par che la stampa spagnuola godesse +d'una libertà sconfinata. Sotto la salvaguardia +dell'appellativo di Savoiardo, di straniero, di giovane +della Corte, i giornali avversi alla dinastia dicevano, +in sostanza, quello che volevano, e ne dicevan +delle amene. Questo se la pigliava a cuore perchè +il Re era <i>feo de cara y de perfil</i>, (brutto di viso e di +profilo); quello si rodeva perchè camminava troppo +stecchito; un terzo trovava a ridire sulla sua maniera +di rendere il saluto; e altre piccinerìe da non +credersi. Ciò non ostante il popolo di Madrid aveva +per lui, se non l'entusiasmo dell'<i>Agenzia Stefani</i>, +almeno una simpatia molto viva. La semplicità dei +suoi costumi e la bontà del suo cuore eran proverbiali +anche fra i fanciulli. Si sapeva ch'egli non serbava +rancore con nessuno, neanco con quelli che si +eran condotti poco degnamente con lui; che non +aveva mai fatto un atto dispettoso a nessuno; che +non s'era mai lasciato sfuggire di bocca una parola +amara contro i suoi nemici. A chi parlasse di pericoli +personali ch'egli potesse correre, ogni buon popolano +rispondeva sdegnosamente che il popolo spagnuolo +rispetta chi ha fede in lui; i suoi nemici più +acerrimi, ne parlavano con ira, ma non con odio; coloro +stessi che non si levavano il cappello incontrandolo +per via, si sentivano stringere il cuore vedendo +che altri non se lo levava, e non potevano nascondere<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span> +un sentimento di tristezza. Vi sono immagini +di Re caduti sulle quali si stende un drappo nero, +altre che si ricoprono d'un velo bianco che le fa intravvedere +più belle e più venerabili; su codesta, +la Spagna ha steso un velo bianco. E chi sa se +un giorno la vista di codesta immagine non strapperà +dal petto d'ogni onesto spagnuolo un sospiro +segreto, come il ricordo d'una cara persona offesa, +o come una voce pacata e benigna che dica in suono +di mesto rimprovero:—Eppure.... tu hai fatto male!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Una domenica il Re passò in rassegna i <i>voluntarios +de la libertad</i>, che sono una specie di guardie +nazionali italiane, colla differenza che quelli prestano +un buon servizio spontaneamente, e queste +non lo prestan neppur cattivo per forza. I <i>voluntarios</i> +dovevano schierarsi lungo i viali del Prado; +una folla immensa li aspettava. Quando io arrivai +v'eran già tre o quattro battaglioni. Il primo era +il battaglione dei veterani, tutti uomini sulla cinquantina, +non pochi vecchissimi, vestiti di nero, +col cappelletto alla Ros, con galloni sopra galloni, +e croci sopra croci, lindi e luccicanti come allievi +di Accademia, e <i>nel mover degli occhi</i> alteri <i>e +tardi</i>, da confondere i granatieri della Vecchia +guardia. C'era dopo un altro battaglione con un'altra +uniforme: calzoni bigi, tunica aperta e rivoltata +sul petto con larghe mostre di panno rossissimo; +non più Ros, cheppì con pennacchio azzurro, +e baionetta innastata sul fucile. Altro battaglione,<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span> +altra uniforme; non più cheppì, di nuovo Ros; non +più mostre di panno rosso, ma di panno verde; calzoni +d'altro colore; non baionette, ma daghe. Un +quarto battaglione, un quarto uniforme: pennacchi, +colori, armi, tutto diverso. Giungono altri battaglioni, +altre foggie. Alcuni hanno l'elmo prussiano, +altri l'elmo senza punta; chi ha le baionette, chi +le daghe diritte, chi le daghe ricurve, chi le daghe +serpeggianti; qui soldati coi cordoni, là senza cordoni, +più in là cordoni di nuovo; centurini, spalline, +cravatte, penne, ogni cosa cangia ad ogni tratto. +E son tutte divise sfoggiate e pompose con cento colori +e cento gingilli che pendono, luccicano e svolazzano. +Ogni battaglione ha una bandiera di forma +diversa, coperta di ricami, di nastri, di frangie; fra +gli altri si vedon dei militi vestiti da paesani, con +una banda qualunque cucita a lunghi punti sovra +un par di calzoni rappezzati; alcuni senza cravatta, +altri con cravatta nera, panciotto aperto e camicia +ricamata; ragazzi di quindici, di dodici anni, armati +di tutto punto, in mezzo alle file; vivandierine +con sottane corte e calzoni rossi, e canestri pieni +di sigari e d'aranci. Davanti ai battaglioni, è un +continuo correre di ufficiali a cavallo. Ogni maggiore +porta sul capo, o sul petto o sulla sella qualche +ornamento di sua invenzione; ad ogni tratto +passa una staffetta che non si sa a che diavol di +Corpo appartenga; si vedon galloni sulle braccia, +sulle spalle, intorno al collo, d'argento, d'oro, di +lana; medaglie e croci fitte tanto da nascondere<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span> +mezzo il petto, messe l'una su l'altra, e sopra e +sotto la cintura; guanti di tutti i colori dell'iride; +sciabole, spade, spadine, spadoni, pistole, rivoltelle; +un miscuglio, insomma, di tutte le divise e di tutte +le armi di tutti gli eserciti, una varietà da stancare +dieci commissioni ministeriali per la modificazione del +vestiario, una confusione da perderci il capo. Non ricordo +se fossero dodici o quattordici battaglioni; +ciascuno dei quali scegliendo la propria divisa, s'era +sforzato di riuscire quanto più era possibile diverso +da tutti gli altri. Erano comandati dal Sindaco, +che aveva anch'egli un'uniforme fantastica. Potevano +essere un ottomila uomini. All'ora fissata, un +improvviso scorrazzare di ufficiali di stato maggiore +e un sonar clamoroso di trombe annunziò l'arrivo del +Re. Arrivò in fatti dalla strada d'Alcalà Don Amedeo, +a cavallo, vestito da capitan generale, con stivaloni, +calzoni bianchi e divisa a coda di rondine; e dietro +a lui un folto stuolo di generali, d'aiutanti di campo, +di servitori rosso-vestiti, di lancieri, di corazzieri, +di guardie. Dopo che ebbe percorsa tutta la fronte +dell'esercito, dal Prado fino alla chiesa di Atocha, +in mezzo a una folla fitta e silenziosa, ritornò verso +la strada Alcalà. Qui era una moltitudine immensa +che ondeggiava e rumoreggiava come un mare. Il +Re e il suo stato maggiore s'andarono a fermare +davanti alla chiesa di San José colle spalle volte +alla facciata, e la cavalleria fece sgombrare, a gran +fatica, un piccolo spazio per dove potessero sfilare +i battaglioni.<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span></p> + +<p>Sfilarono per plotoni. Via via che passavano, a un +cenno del comandante gridavano:—<i>Viva el Rey! +Viva Don Amadeo primero!</i></p> + +<p>Il primo ufficiale che lanciò il grido ebbe una +idea infelice. L'evviva gridato spontaneamente dai +primi diventò come un dovere per tutti gli altri; +e fu cagione che il pubblico pigliasse la maggior o +minor forza ed armonia delle voci come segno di +dimostrazione politica. Alcuni plotoni gridavano un +evviva così fioco e corto, che pareva la voce d'un +gruppo di malati che chiedessero aiuto: allora la +folla prorompeva in risa. Altri plotoni gridavano a +squarciagola, ed anco il loro grido era interpretato +come una dimostrazione di ostilità alla dinastia. +Varie voci correvano fra la gente serrata intorno a +me. Uno diceva:—Ora viene il tal battaglione, è +un battaglione di repubblicani, vedrete che non +grida.—Il battaglione non gridava: gli spettatori +tossivano. Un altro diceva:—È una vergogna, una +mancanza d'educazione; <i>a mi tampoco me gusta +Don Amadeo, pero callo</i> (taccio) <i>y respeto.</i>—Vi fu +qualche litigio. Un giovinastro gridò viva con voce +in falsetto, un <i>caballero</i> gli diede dell'impertinente, +quegli si risentì, alzarono tutti e due le mani, un +terzo li divise. Tra battaglione e battaglione passavano +cittadini a cavallo; alcuni non si levavano il +cappello, e fissavano nondimeno il Re; e allora si +sentivan nella folla voci diverse come <i>muy bien</i> e <i>mal +criado</i>. Altri che avrebbero voluto salutare, non salutavano +per paura; e passavano col capo basso e<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span> +il viso rosso. Altri invece, stomacati da quello +spettacolo, facevano alla barba di tutti una coraggiosa +dimostrazione di <i>amedeismo</i>, passando col +cappello in mano, e guardando ora rispettosamente +il Re, ora fieramente la folla, pel tratto di una decina +di passi. Il Re restò immobile fino alla fine +dello sfilamento con una espressione inalterata di +serena alterezza. Così ebbe fine la rassegna.</p> + +<p>Questa milizia nazionale, benchè meno disfatta +e sfinita della nostra, non è più tuttavia che una +larva; il ridicolo ne ha corroso le radici; ma come +divertimento nei giorni di festa, benchè il numero +dei volontarii sia molto scemato (ascendevano una +volta a trentamila), è sempre uno spettacolo che +rivende tutte le antenne e tutti i cenci rossi del +signor Ottino.</p> + +<hr /> + +<h3>LE CORSE DEI TORI.</h3> + +<p>Il trentun di marzo s'inaugurò lo spettacolo delle +corse dei Tori. Discorriamone a nostro bell'agio, perchè +l'argomento n'è degno. Chi ha letto la descrizione +del Baretti, faccia conto di non aver letto nulla. +Il Baretti non vide che le corse dei tori di Lisbona, +che appetto a quelle di Madrid son giuochi da ragazzi; +la sede dell'arte è Madrid; qui i grandi artisti, qui gli +spettacoli sfarzosi, qui gli spettatori esperti, qui i giudici<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span> +che sanciscono la gloria. Il Circo di Madrid è +il <i>Teatro della Scala</i> dell'arte toresca.</p> + +<p>L'inaugurazione delle Corse dei Tori a Madrid +è assai più importante d'un cangiamento di Ministero; +un mese prima n'è sparso l'annunzio in tutta +la Spagna; da Cadice a Barcellona, da Bilbao ad +Almeria, nei palazzi dei Grandi e nei tugurii dei poveri, +si parla degli artisti e delle razze dei tori; si +istituiscono corse di piacere fra le provincie e la +Capitale; chi è corto a quattrini, fa dei risparmi +per potersi procurare un bel posto nel Circo il giorno +solenne; i padri e le madri promettono ai figliuoli +studiosi che ce li condurranno; gli amanti lo promettono +alle belle; i giornali assicurano che si avrà +una buona <i>stagione</i>; i <i>toreros</i> scritturati, che si vedon +già per Madrid, son segnati a dito; corre voce che +i tori sono già arrivati, c'è chi li ha visti, si briga +per andarli a vedere; son tori dei pascoli del duca +di Veragua, del marchese de la Merced, dell'eccellentissima +signora vedova di Villaseca, stupendi, formidabili; +s'apre l'ufficio per gli abbonamenti, accorrono +in folla i dilettanti, i servitori delle famiglie +nobili, i sensali, gli amici incaricati dagli assenti; +il primo giorno l'Impresario ha incassato cinquantamila +lire, il secondo, trenta, in una settimana cento +mila; Frascuelo, il famoso <i>matador</i>, è arrivato; è arrivato +il Cuco, è arrivato il Calderon; ci son tutti; +ancora tre giorni! migliaia di persone non parlan +d'altro, vi son signore che sognano il Circo, ministri +che non han più il capo agli affari, vecchi dilettanti<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[172]</a></span> +che non stan più nella pelle; operai, poveri +che non fumano più il <i>cigarrito</i> per aver quei pochi +soldi il giorno dello spettacolo. Finalmente s'arriva +alla vigilia: il sabato mattina, prima dell'alba, in +una stanza a terreno della strada d'Alcalà, si cominciano +a vendere i biglietti; v'è già una folla di gente +prima che s'apra la porta; urlano, si pigiano, si picchiano; +venti guardie civili colla rivoltella alla cintura +duran fatica a ottener un po' di quiete; fino a +notte è un via vai incessante. Spunta il giorno sospirato: +lo spettacolo comincia alle tre; a mezzodì +muove gente da tutte le parti verso il Circo; il Circo +è all'estremità del borgo di Salamanca, al di là del +Prado, fuori di porta Alcalà; tutte le strade che vi +conducono, sono corse da una processione di popolo; +nei dintorni dell'edifizio è un formicolaio; arrivano +drappelli di soldati e di volontarii della libertà, preceduti +dalle bande musicali; una turba d'acquaioli +e d'aranciai empiono il cielo di grida; i rivenditori +di biglietti corrono qua e là chiamati da cento voci; +disgraziato chi non ha ancora il suo biglietto! pagherà +il doppio, il triplo, il quadruplo! ma che importa? +si pagò un biglietto anche cinquanta, anche +ottanta lire! Si aspetta il Re, si dice che verrà pure +la Regina; cominciano ad arrivare le carrozze dei +pezzi grossi; il duca Fernan Nunez, il duca di +Abrantes, il marchese de la Vega de Armijo, una +folla di grandi di Spagna, le deesse dell'aristocrazia; +i ministri, i generali, gli ambasciatori, tuttociò +che v'è di bello, di splendido e di potente nella<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span> +grande città. S'entra nel Circo per molte porte; prima +d'entrare s'è già assordati.</p> + +<p>Entrai: il Circo è immenso. Visto di fuori non +presenta nulla di notevole, è un edifizio rotondo, +basso, senza finestre, intonacato di giallo; ma all'entrare, +si prova un senso vivissimo di meraviglia. +È un Circo per un popolo, ci stanno diecimila +spettatori, ci potrebbe armeggiare un reggimento +di cavalleria. L'arena è circolare, vastissima, da contener +dieci dei nostri circhi equestri, cinta da una +barriera di legno, alta fin quasi al collo d'un uomo, +munita dalla parte interna d'un piccolo rilievo, a +pochi palmi da terra, sul quale mettono il piede i +<i>toreros</i> per saltar al di là, quando il toro gl'insegue. +Dopo questa barriera, ve n'è un'altra più alta, perchè +il toro salta sovente al di là della prima; fra +questa e quella corre tutt'intorno all'arena una +corsía, larga un po' più d'un metro, nella quale +vanno e vengono i <i>toreros</i> prima del combattimento, +e stanno durante il combattimento i servitori del +Circo, i falegnami pronti a riparare ai guasti che +può fare il toro, le guardie, i venditori d'aranci, i +dilettanti che godono dell'amicizia dell'Impresario, +i pezzi grossi ai quali è concesso di fare un buco nel +regolamento. Al di là della seconda barriera, s'alza +una gradinata di pietra; al di là della gradinata i +palchi; sotto i palchi corre una galleria occupata +da tre giri di sedili. I palchi son grandi da capire +ciascuno due o tre famiglie; il palco del Re è una +gran sala; accanto al palco del Re, v'è quello del<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[174]</a></span> +Municipio, dal quale il Sindaco, o qualcuno per lui, +presiede allo spettacolo. V'è il palco dei Ministri, +del Governatore, degli Ambasciatori; ogni famiglia +nobile n'ha uno; i giovanotti <i>bontonisti</i>, come direbbe +il Giusti, n'hanno uno in molti; ci son poi i palchi +d'affitto, che costano un subisso. Tutti i posti delle +gradinate son numerati; ciascuno ha il suo biglietto; +l'entrata si fa senza il menomo disordine. Il Circo +è diviso in due: la parte dove batte il sole, la +parte all'ombra; in questa si paga di più; nell'altra +va il basso popolo. L'arena ha quattro porte a +intervalli quasi uguali fra loro: la porta per la quale +entrano i <i>toreros</i>, quella per i tori, quella pei cavalli, +quella per gli annunziatori dello spettacolo, +sotto il palco del Re. Al di sopra della porta per +la quale entrano i tori, s'alza una specie di terrazza, +che si chiama il <i>toril</i>: fortunato chi ci può +trovar posto! Su questa terrazza, sur un palchetto, +stanno coloro che, a un cenno che si fa dal palco +del Municipio, suonan la tromba e il tamburo per +annunziare l'uscita del toro. In faccia al Toril, dalla +parte opposta dell'Arena, sulla gradinata, c'è la +banda musicale. Tutta la gradinata è divisa in scompartimenti, +ognuno dei quali ha la sua porta d'entrata. +Prima che cominci lo spettacolo, il popolo può entrar +nell'Arena, e girare per tutti i recessi dell'edifizio; +si va a vedere i cavalli, chiusi in un cortile, +destinati la maggior parte, ahimè! a morire; si va +a vedere i chiusi oscuri entro cui son serrati i +tori, che si fan poi passare dall'uno all'altro, fino<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span> +a un corridoio, dal quale si slancian nell'arena; si +va a vedere l'Infermeria dove son trasportati i <i>toreros</i> +feriti; una volta c'era da veder pure una Cappella, +nella quale celebravasi la messa durante il +combattimento, e i <i>toreros</i> andavano a pregare prima +d'affrontare la belva; si va presso la porta principale +d'entrata, dove sono esposte le <i>banderillas</i> che +saranno confitte nel collo ai tori, e dove si vede una +folla di <i>toreros</i> vecchi, quale storpio, quale senza un +braccio, quale colle stampelle, e di <i>toreros</i> giovani, +che non sono ancora ammessi agli onori del Circo +di Madrid; si compra un numero del giornale il +<i>Buletin de los Toros</i> che promette meraviglie per la +<i>funcion</i> del giorno; ci si fa dare dai custodi il programma +dello spettacolo, e un fogliolino stampato, +diviso in colonne, per notarvi i colpi di picca, le +stoccate, le cadute, le ferite; si gira per gl'interminabili +corridoi e le interminabili scale in mezzo a +una folla che va e viene, sale e scende gridando e +strepitando, da far tremar l'edifizio; e finalmente si +ritorna al proprio posto.</p> + +<p>Il Circo è pieno zeppo ed offre uno spettacolo +del quale è impossibile, a chi non l'abbia visto, di +formarsi un'immagine; è un mare di teste, di cappelli, +di ventagli, di mani che s'agitano in aria; +dalla parte dell'ombra, dove sono i signori, tutto +nero; dalla parte del sole, dov'è il basso popolo, +mille colori vivissimi di vestiti, di ombrellini, di ventagli +di carta, un'immensa mascherata; non c'è più +posto per un bambino; la folla è compatta come una<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span> +falange, nessuno può uscire, si stenta a muovere le +braccia. E non è un brulichío, uno strepito come negli +altri teatri; è diverso; è un'agitazione, una vita affatto +propria del Circo; tutti gridano, si chiamano, si salutano, +con un'allegrezza frenetica; i bambini e le donne +strillano, gli uomini più gravi folleggiano come giovinetti; +i giovani, a gruppi di venti, di trenta insieme, +vociando in cadenza, e battendo le canne sulle gradinate, +annunziano al rappresentante del Municipio che +è l'ora; nei palchi è un ribollimento da piccionaja di +teatro diurno; al gridío assordante della folla si mescono +gli urli d'un centinaio di rivenditori che gettano +aranci da tutte le parti; suona la banda, i tori muggiscono, +rumoreggia la folla accalcata di fuori; è uno +spettacolo che dà le vertigini; prima che la lotta +cominci, si è già stanchi, ebbri, smemorati.</p> + +<p>All'improvviso s'alza un grido:—<i>El Rey!</i>—Il +Re è arrivato; è arrivato in una carrozza tirata da +quattro cavalli bianchi, montati da servitori vestiti +del pittoresco costume andaluso; le vetriere che chiudono +il palco reale s'aprono; il Re entra con un +folto corteo di ministri, di generali, di maggiordomi. +La Regina non c'è; si prevedeva: si sa che ha orrore +di codesto spettacolo; oh! ma il Re non ci poteva +mancare, c'è sempre venuto; si dice che ne +va matto. È l'ora, si comincia. Mi ricorderò per tutta +la vita del freddo che sentii nelle vene in quel punto.</p> + +<p>Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a +cavallo, con cappello e pennacchio alla Enrico IV, +mantellina nera, giustacore, stivaloni, spada, entrano<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span> +dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento +passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno +va al suo posto, l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri +si vanno a mettere a due a due dinanzi alla +porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale. +I diecimila spettatori hanno l'occhio là, si fa un silenzio +generale; di là deve uscir la <i>cuadrilla</i>, tutti +i <i>toreros</i>, in gran gala, che vengono a presentarsi al +Re e al popolo. La banda suona, la porta s'apre, +s'ode uno scoppio immenso d'applausi, i <i>toreros</i> si +avanzano. Vengon primi i tre <i>espadas</i>, Frascuelo, +Lagartijo, Cayetano, i tre famosi, vestiti del costume +di Figaro nel <i>Barbiere di Siviglia</i>, di raso, di seta, +di velluto ranciato, incarnato, azzurro, coperti di ricami, +di frangie, di galloni, di filigrane, di lustrini, +di ciondolini d'oro e d'argento, che nascondon quasi +tutto il vestito; avvolti in ampie cappe gialle e rosse; +con calze bianche, cintura di seta, un gruppo di treccie +sulla nuca, un berretto di pelo. Vengon dopo i <i>banderilleros</i> +e i <i>capeadores</i>, uno stuolo, anch'essi coperti +d'oro e d'argento; poi i <i>picadores</i> a cavallo, +a due a due, con una gran lancia nel pugno, un cappello +grigio, basso, di grandissima tesa, una giacchettina +ricamata, un paio di calzoni di pelle di bufalo +gialla, imbottiti e guarniti al di dentro di lamine di +ferro; poi i <i>chulos</i>, o servitori, vestiti dei loro panni +di gala; e tutti insieme attraversano maestosamente +l'Arena, dirigendosi verso il palco del Re. Nulla si +può immaginare di più pittoresco di quello spettacolo: +vi son tutti i colori d'un giardino, tutti gli<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span> +splendori d'un corteo reale, tutta la gaiezza d'una +frotta di maschere, tutta l'imponenza d'una schiera +di guerrieri; a chiuder gli occhi, non si vede +che un barbaglio d'oro e d'argento. E son uomini +bellissimi, i <i>picadores</i> alti e tarchiati come atleti; +gli altri sottili, svelti, di forme scultorie, visi bruni, +occhi grandi e fieri; figure di gladiatori antichi, vestite +con uno sfarzo da principi asiatici.</p> + +<p>Tutta la <i>cuadrilla</i> si arresta dinanzi al palco del +Re e saluta; l'Alcade fa cenno che si può cominciare; +cade dal palco nell'Arena la chiave del <i>toril</i> +dove son chiusi i tori; una guardia del Circo la raccoglie +e la rimette al custode che si va a piantare +accanto alla porta, pronto ad aprire. Lo stuolo dei +<i>toreros</i> si scioglie, gli <i>espadas</i> saltano al di là della +barriera, i <i>capeadores</i> si sparpagliano per l'Arena +agitando le loro <i>capas</i> rosse e gialle, dei <i>picadores</i> +alcuni si ritirano ad aspettare il loro turno, gli altri +spronano il cavallo e vanno ad appostarsi a sinistra +del <i>toril</i>, alla distanza di una ventina di passi +l'un dall'altro, colle spalle volte alla barriera, e la +lancia in resta. È un momento d'agitazione, d'ansietà +inesprimibile; tutti gli sguardi son fissi alla +porta dalla quale uscirà il toro; tutti i cuori battono; +un silenzio profondo regna in tutto il Circo; non si +sente che il muggito del toro che s'avanza di chiuso +in chiuso, nell'oscurità della sua vasta prigione, +quasi gridando:—Sangue! Sangue!—I cavalli tremano, +i <i>picadores</i> impallidiscono;—ancora un istante;—squilla +la tromba, la porta si spalanca, un toro<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span> +enorme si slancia nell'Arena; un grido formidabile, +scoppiato a un punto da dieci mila petti, lo saluta. +La strage comincia.</p> + +<p>Ah! si ha un bell'avere la fibra forte: in quel +momento si diventa bianchi come cadaveri!</p> + +<p>Io non ricordo che in confuso ciò che seguì nei +primi istanti; non so dove avessi la testa. Il toro si +slanciò contro il primo <i>picador</i>, poi retrocedette, riprese +la corsa, e si slanciò contro il secondo; seguì +una lotta, non ricordo; di lì a un minuto il toro si +slanciò contro il terzo; poi corse in mezzo all'Arena, +si fermò e guardò. Guardai io pure e mi copersi il +viso colle mani. Tutta la parte dell'Arena che il +toro aveva percorso era rigata di sangue; il primo +cavallo giaceva in terra, col ventre squarciato, colle +viscere sparse; il secondo, col petto aperto da una +larga ferita da cui sgorgava il sangue a fiotti, andava +qua e là barcollando; il terzo, ch'era stato +buttato a terra, si sforzava di rialzarsi; i <i>chulos</i>, accorsi +in fretta, sollevavano da terra i <i>picadores</i>, toglievan +la sella e le briglie al cavallo morto, cercavan +di mettere in piedi il ferito; un urlìo d'inferno +risuonava da tutte le parti del Circo. Così comincia +per lo più lo spettacolo. I primi a ricever l'urto del +toro sono i <i>picadores</i>; l'aspettano di piè fermo, e gli +piantano la lancia tra capo e collo nell'atto ch'ei +s'abbassa per dar la cornata al cavallo. La lancia, +si noti, non ha che una piccola punta, che non può +aprire una ferita profonda, e i <i>picadores</i> debbono, facendo +forza col braccio, tener il toro lontano, e salvare<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span> +la cavalcatura. Ci vuol un colpo d'occhio sicuro, un +braccio di bronzo e un cuore intrepido; non sempre +ci riescono; anzi non ci riescono il più delle volte, +e il toro pianta le corna nella pancia del cavallo, +e il <i>picador</i> cade a terra. Allora i <i>capeadores</i> accorrono, +e mentre il toro sbarazza le corna dalle +viscere della sua vittima, gli agitano le <i>capas</i> sugli +occhi, lo distraggono, si fanno inseguire, e lasciano +in salvo il cavaliere caduto, che i <i>chulos</i> vanno a +soccorrere, per rimetterlo in sella se il cavallo regge +ancora, o portarlo all'infermeria, se si è sfracellata +la testa.</p> + +<p>Il toro, fermo in mezzo all'Arena, colle corna +insanguinate, anelante, guardava intorno come per +dire:—Ne avete assai?—Uno stuolo di <i>capeadores</i> +gli corse incontro, l'attorniò, e cominciarono a provocarlo, +a aizzarlo, a farlo correre di qua e di là, +scotendogli le cappe sugli occhi, facendogliele passare +sulla testa, attirandolo e sfuggendolo con rapidissime +giravolte, per tornare a provocarlo e a sfuggirlo +daccapo; e il toro a dar dietro or all'uno ora +all'altro, a inseguirli fino alla barriera, e là a picchiar +cornate contro gli assiti, a scalpitare, a far +capriole, a muggire, a riconfiggere le corna, passando, +nel ventre dei cavalli morti, a far degli sforzi +per saltare nella corsia, a correr l'Arena da tutte +le parti. Intanto erano entrati altri <i>picadores</i> per sostituire +i due ai quali era stato ucciso il cavallo, e +s'eran posti, lontani l'un dall'altro, dalla banda +del <i>toril</i>, colla lancia in resta, aspettando che il toro<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span> +assalisse. I <i>capeadores</i> lo tirarono destramente da +quel lato: il toro, visto il primo cavallo, gli si slanciò +contro a capo basso. Ma questa volta il suo assalto +andò fallito; la lancia del <i>picador</i> gli si confisse +nella spalla, e resistette; il toro s'ostinò, ponzò, +fece impeto con tutta la sua mole; ma invano; il +<i>picador</i> tenne duro, il toro dette indietro, il cavallo +fu salvo, e uno scoppio fragoroso d'applausi salutò +il salvatore. L'altro <i>picador</i> fu meno fortunato: il +toro lo assalì, egli non riuscì a piantar la lancia, il +corno formidabile penetrò nel ventre del cavallo colla +rapidità d'una spada, si dibattè nella ferita, si ritrasse: +gli intestini del povero animale caddero e +rimasero sospesi dondolando come un sacco quasi +fino a terra; il <i>picador</i> rimase in sella. Qui si +vide un'orrenda cosa. Invece di scendere, il <i>picador</i>, +visto che la ferita non era mortale, diè una +spronata e s'andò ad appostare da un'altra parte +per aspettare un secondo assalto: il cavallo attraversò +l'Arena con le viscere fuor, del corpo, che gli +battevan nelle gambe e gl'intralciavano il passo; il +toro l'inseguì per qualche momento, e si fermò. In +quel punto s'udì uno squillo di tromba: era il segnale +che i <i>picadores</i> dovevano ritirarsi, s'aperse +una porta, se n'andarono l'un dopo l'altro al galoppo; +rimasero due cavalli morti, e qua e là guazzi +e righe di sangue, che due <i>chulos</i> copriron di terra.</p> + +<p>Dopo i <i>picadores</i> vengono i <i>banderilleros</i>. Pei profani +è la parte dello spettacolo, perchè meno cruenta, +più dilettevole. Le <i>banderillas</i> sono frecciuole lunghe<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span> +un due palmi, ornate di carta colorata, munite d'una +punta metallica formata in modo che, una volta confitta +nelle carni, non se ne può più staccare, e il +toro agitandosi e scuotendola non fa che configgerla +più addentro. Il <i>banderillero</i> prende due di +queste freccie, una per mano, e si va a piantar ritto +una quindicina di passi davanti al toro, e alzando +le braccia e gridando, lo provoca ad assalirlo. Il +toro gli si slancia contro; il <i>banderillero</i>, alla sua +volta, corre verso il toro; questi abbassa la testa +per dargli le corna nel ventre, quegli gli pianta le +<i>banderillas</i> nel collo, una di qua e una di là, e con +una rapidissima giravolta si salva. Se si china, se +gli fallisce un piede, se esita un secondo, è infilato +come un ranocchio. Il toro mugge, sbuffa, salta e +si mette a inseguire i <i>capeadores</i> con uno spaventoso +furore; in un minuto tutti son saltati nella +corsia, l'arena è sgombra, la belva col muso schiumante, +cogli occhi sanguigni, col collo rigato di sangue, +pesta la terra, si dibatte, percuote la barriera, +domanda vendetta, vuol uccidere, ha bisogno di strage, +nessuno s'attenta ad affrontarla, gli spettatori empiono +l'aria di grida:—Avanti! coraggio! L'altro +<i>banderillero</i>!—l'altro <i>banderillero</i> si fa innanzi e +pianta le sue freccie, poi un terzo, poi di nuovo il +primo. Quel giorno gliene piantaron otto; la povera +bestia, quando si sentì configger le ultime due, mandò +un muggito lungo, straziante, orrendo, e slanciatosi +dietro ad uno dei suoi nemici, lo inseguì sino alla +barriera, spiccò un salto, e cascò con lui nella corsia;<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span> +i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti +in un punto, gridando:—Lo ha ucciso!—Ma il <i>banderillero</i> +s'era scansato. Il toro corse e ricorse avanti +e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia di +bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta +aperta, rientrò nell'arena, e la porta si richiuse. Allora +tutti i <i>banderilleros</i> e tutti i <i>capeadores</i> gli si +slanciarono di nuovo intorno; uno passandogli dietro, +gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un fulmine; +un altro, trapassando rapidissimamente, gli +avvolse la <i>capa</i> intorno alle corna; un terzo spinse +l'audacia sino ad andargli a togliere con una mano +un piccolo nastro di seta che aveva attaccato sulla +groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò +un'asta in terra, mentre il toro correva, e spiccato +un salto, gli passò al di sopra e andò a cascare dall'altra +parte, buttando l'asta tra le gambe dell'animale +stupefatto. E tutto questo facevano con una rapidità +da prestigiatori e una grazia da ballerini, come +se avessero scherzato con una pecora! E intanto la +folla immensa faceva rimbombare il circo di risa, di +applausi, di grida di gioia, di meraviglia, di terrore.</p> + +<p>Squilla un'altra volta la tromba; i <i>banderilleros</i> +han finito; ora tocca all'<i>espada</i>; è il momento solenne, +è la crisi del dramma; la folla si queta, le signore +si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in +piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la +spada e la <i>muleta</i>, che è un pezzo di stoffa rossa attaccata +a un bastoncino, entra nell'arena, si presenta +dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[184]</a></span> +consacra al Re, pronunciando una poetica frase, il +toro che va ad uccidere; poi getta il berretto in +aria, come per dire:—Vincerò o morirò!—e seguìto +dallo splendido corteo dei <i>capeadores</i>, si muove con +passo risoluto verso il toro. Qui segue una vera lotta +corpo a corpo, degna d'un canto d'Omero. Da un +lato la belva colle sue corna terribili, colla sua forza +enorme, colla sua sete di sangue, inasprita dal dolore, +acciecata dall'ira, torva, insanguinata, spaventosa; +dall'altra un giovane di vent'anni, vestito come +un ballerino, a piedi, solo, senza difesa con una leggera +spadina tra le mani. Ma egli ha diecimila +sguardi addosso! Il Re gli prepara un dono! La +sua amante è lassù, in un palco, cogli occhi fissi +su di lui! Mille signore tremano per la sua vita! Il +toro si ferma, lo guarda; egli guarda il toro, e gli +agita dinanzi il panno rosso; il toro si caccia sotto, +l'<i>espada</i> si scansa, il corno formidabile gli rasenta +il fianco, urta il panno rosso e colpisce nel vuoto. +Un tuono d'applausi scoppia su tutte le gradinate, +in tutti i palchi, in tutte le gallerie. Le signore guardano +col canocchiale e gridano:—Non ha impallidito!—Si +fa silenzio daccapo, non si sente una voce, +non un bisbiglio. L'audace <i>torero</i> fa volteggiare a +più riprese la <i>muleta</i> sugli occhi dell'animale inferocito, +gliela passa sulla testa, tra le corna, intorno +al collo, lo fa retrocedere, avanzare, girare, saltare; +si fa assalire dieci volte, e dieci volte, con un leggerissimo +movimento, scansa la morte; lascia cader la +<i>muleta</i>, la raccoglie sotto gli occhi del toro, gli ride<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span> +sul muso, lo provoca, l'insulta, se ne trastulla; tutt'a +un tratto si ferma, si mette in guardia, alza la +spada, piglia la mira; il toro lo guarda; ancora un +istante, e si slancieranno addosso, l'un all'altro, +nello stesso punto; uno dei due deve morire; diecimila +sguardi corrono con una rapidità fulminea dalla +punta della spada alla punta delle corna, dieci mila +cuori battono di ansietà e di terrore, tutti i visi sono +immobili, non si sente un respiro, l'immensa folla +par pietrificata,—ancora un istante,—ecco il punto! +Il toro si slancia, l'uomo vibra la spada; un solo +altissimo grido, seguito da uno scoppio tempestoso di +applausi, prorompe da ogni parte; la spada penetrò +fino all'elsa nel collo del toro, il toro barcolla, e +gettando dalla bocca un fiotto di sangue, cade come +colpito da un fulmine. L'uomo ha vinto! Allora segue +un tumulto indescrivibile; la moltitudine sembra +forsennata; tutti si levano in piedi, scotendo +le braccia, gettando alte grida; le signore sventolano +i fazzoletti, batton le mani, agitano i ventagli; +la banda suona; l'<i>espada</i> vincitore s'avvicina alla +barriera e fa il giro dell'arena; via via che passa, +dalle gallerie, dai palchi, dalle gradinate, gli spettatori +rapiti d'entusiasmo gli gettano addosso manate +di sigari, portafogli, bastoni, cappelli, tutto +quello che cade loro sotto le mani; in pochi momenti +il fortunato <i>torero</i> ha le braccia ingombre di +roba, chiama in soccorso i <i>capeadores</i>, rigetta i +cappelli agli ammiratori, ringrazia, risponde come può +ai saluti, alle lodi, ai titoli gloriosi che gli si gridan<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span> +da mille parti, e giunge finalmente sotto il palco del +Re. Allora tutti gli occhi si rivolgono sul Re. Il Re +mette una mano in tasca, tira fuori un portasigari +pieno di biglietti di banca e lo butta giù; il <i>torero</i> +lo coglie in aria, la moltitudine prorompe in applausi. +Intanto la banda suona l'aria funebre al toro; +s'apre una porta, entrano di galoppo quattro stupende +mule ornate di pennacchi, di fiocchi e di nastri +gialli e rossi, condotte da uno stuolo di <i>chulos</i> +che gridano e fan chioccare le fruste; trascinano via +un dopo l'altro, i cavalli morti, e poi il toro, che +vien subito portato in una piazzetta vicino al circo +dove l'aspetta una turba di monelli, per intingere il +dito nel suo sangue, dopo di che vien scorticato, tagliato +e venduto. Rimasta libera l'arena, squilla la +tromba, suona il tamburo: un altro toro si precipita +fuori della gabbia, assalta i <i>picadores</i>, squarcia il +ventre ai cavalli, offre il collo alle <i>banderillas</i>, è ucciso +da un'<i>espada</i>; e così si presentano nell'arena, +l'un dopo l'altro, senza alcuna interruzione, sei tori.</p> + +<p>Quante scosse, quanti brividi, quanti accessi di +freddo al cuore e di sangue al capo, vi pigliano durante +quello spettacolo! Quanti pallori improvvisi! +Ma voi, straniero, voi solo impallidite: il ragazzo +che avete accanto ride, la fanciulla che vi siede dinanzi +è pazza dalla gioia, la signora che vedete nel +palco vicino, dice che non s'è mai divertita tanto! +Che gridìo! Che esclamazioni! Là per imparare la +lingua! Comparisce il toro, è giudicato da mille +voci:—Che bella testa!—Che occhi! Quello farà<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span> +sangue!—<i>Anda que vales un tesoro!</i>—Gli gridano +delle frasi d'amore. Ha ucciso un cavallo:—<i>Bueno!</i>—Guarda +quanta roba gli ha cavato dal +ventre!—Un <i>picador</i> fallisce il colpo, e ferisce malamente +il toro, o si perita ad affrontarlo: allora +è un diluvio d'ingiurie atroci;—Poltrone! Impostore! +Assassino! Vatti a nascondere! Fatti ammazzare!—Tutti +s'alzano, lo segnano a dito, gli +mostrano i pugni, gli tiran sul viso le scorze d'arancio +e i mozziconi dei sigari, lo minacciano col bastone. +Quando l'<i>espada</i> fredda il toro alla prima, +allora sono parole da innamorati in delirio, gesti +da pazzi:—Vieni qui, angelo!—Dio ti benedica, +Frascuelo!—Gli mandan dei baci, lo chiamano, +tendon le mani come per abbracciarlo. Che profusione +di epiteti, di frizzi, di proverbi! Quanto fuoco! +Quanta vita!</p> + +<p>Ma io non dissi che delle vicende d'un toro; in +un'intera <i>corrida</i> seguon mille accidenti. In quello +stesso giorno un toro cacciò la testa sotto il ventre +d'un cavallo, sollevò cavallo e cavaliere, e portatili +un po' in trionfo a traverso l'arena, li scaraventò +in terra tutti e due come un sacco di cenci. Un altro +toro uccise quattro cavalli in pochi minuti; un +terzo investì così malamente un <i>picador</i>, che questo +cadde, diè del capo nella barriera e svenne, e fu +portato via. Ma non per questo, nè per un ferimento +grave, e neanco per la morte d'un <i>torero</i> s'interrompe +lo spettacolo; il programma lo dice; se uno +muore, ce n'è un altro pronto. Il toro non assalta<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span> +sempre; ve ne son dei vigliacchi, che vanno incontro +al <i>picador</i>, s'arrestano, e dopo un istante di +esitazione, fuggono; altri, dopo il primo assalto, +non assaltan più; altri, d'indole mite e benigna, non +rispondon neanco alle provocazioni, si lascian venire +addosso il <i>picador</i>, si lascian piantare la lancia nel +collo, danno indietro, scrollan la testa, come per +dire:—Non voglio!—, fuggono e poi si voltano, +tutt'a un tratto, a guardare con aria attonita +lo stuolo dei <a name="tn188" id="tn188"></a><ins class="correction" title="originale: capeadoros"><i>capeadores</i></ins> che gl'insegue come +se volessero dimandare:—Che volete da me? Che +v'ho fatto? Perchè mi volete uccidere?—Allora +la folla prorompe in imprecazioni contro il toro +vigliacco, contro l'impresario, contro i <i>toreros</i>; e +prima qualcuno dei dilettanti del <i>toril</i>, poi gli +spettatori della banda del sole, poi i signori della +banda dell'ombra, poi le signore, poi tutti gli spettatori +del circo gridano a una voce: <i>Banderillas de +fuego!</i>—Il grido è diretto all'Alcade; le <i>banderillas</i> +di fuoco servono a inferocire il toro; son <i>banderillas</i> +munite d'un razzo che s'accende nell'atto stesso +che la punta penetra nelle carni, e brucia la ferita +cagionando un dolore atroce, e stordisce ed irrita +l'animale al punto da mutarlo di vigliacco in temerario, +di queto in furioso. Per metter le <i>banderillas +de fuego</i> ci vuole il permesso dell'Alcade; se +l'Alcade esita a darlo, tutti gli spettatori s'alzano +in piedi; e allora è un colpo d'occhio stupendo; si +vedon dieci mila fazzoletti che sventolano come le +bandierine di dieci reggimenti di lancieri, e formano<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span> +dai palchi all'Arena, tutt'intorno, uno strato bianco +ondeggiante sotto il quale sparisce quasi la folla; +e dieci mila voci gridano:—<i>fuego! fuego! fuego!</i>—Allora +l'Alcade cede; ma se s'ostina nel suo no, +i fazzoletti spariscono, s'alzano i pugni e i bastoni, +prorompono le ingiurie:—<i>No sea usted necio!</i>—Non +faccia il minchione!—Non rompa i corbelli!—<i>Las +banderillas al Alcalde!</i>—<i>Fuego al Alcalde!</i></p> + +<p>L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il +<i>torero</i> non aggiusta il colpo a dovere, e la spada penetra +bensì fino all'elsa, ma fuor della via del cuore. +Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada +confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, +mandando altissimi muggiti, divincolandosi e scontorcendosi +in mille modi per liberarsi da quella tortura; +e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la +spada salta via; qualche volta si configge più addentro, +e gli cagiona la morte. Sovente l'<i>espada</i> è +costretto a dargli una seconda stoccata, non di rado +una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente +di sangue; tutte le <i>capas</i> dei <i>capeadores</i> ne +sono intrise, n'è macchiato l'<i>espada</i>, n'è aspersa la +barriera, per tutto cola sangue, gli spettatori indignati +coprono il <i>torero</i> d'ingiurie. Qualche volta +il toro profondamente ferito, cade a terra; ma non +muore, e resta là immobile, colla testa alta, minaccioso, +come per dire:—Venite, assassini, se vi basta +l'animo!—Allora la lotta è finita; bisogna accorciar +l'agonia; un uomo misterioso scavalca la<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span> +barriera, s'avvicina a passi furtivi, si apposta dietro +al toro, e colto il momento, gli vibra un colpo di +pugnale nella testa, che gli penetra al cervello e lo +fredda. Spesso neanche questo colpo non riesce; +l'uomo misterioso deve vibrarne due, tre, persino +quattro; allora l'indignazione del popolo si scatena +come una tempesta, gli danno del boia, del codardo, +dell'infame, gli augurano la morte, se lo avesser nelle +mani, lo strozzerebbero come un cane. Altre volte +il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di +cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal +luogo dove fu colpito per andar a morir in pace in +un canto appartato; tutti i <i>toreros</i> lo seguono lentamente, +come un corteggio funebre, a una certa +distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i +suoi movimenti, conta i suoi passi, misura il progresso +dell'agonía; un silenzio profondo accompagna +i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa +di maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili, +che non vogliono chinar la testa se non traendo l'ultimo +respiro; tori che, versando ruscelli di sangue +per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti da +dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano +ancora il collo con un movimento superbo che fa +retrocedere lo stuolo dei loro persecutori fino a metà +dell'arena; tori che hanno un'agonía più spaventevole +della loro prima furia, che straziano i cavalli +morti, spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente +le <i>capas</i> sparse per l'arena, saltano +nella corsia, corrono intorno colla testa alta guardando<span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[191]</a></span> +gli spettatori con un'aria di sfida, cadono, si +rialzano, muoiono muggendo.</p> + +<p>L'agonia dei cavalli, meno lunga, è più dolorosa. +Ad alcuni il toro spezza una gamba, ad altri trafigge +il collo da parte a parte, altri uccide, con una +cornata al petto, sul colpo, senza che versin neanco +una goccia di sangue; altri, presi dallo spavento, +piglian la carriera, diritto davanti a sè, e vanno a +urtare la testa con un tremendo colpo contro la barriera, +e cadono morti; altri si dibattono lungo tempo +in un lago di sangue prima di morire; altri, feriti, +sanguinosi, sbudellati, storpiati, galoppano ancora con +una furia disperata, vanno incontro al toro, stramazzano, +si rialzano e combattono ancora, fin che son +portati via, disfatti, ma vivi; e allora gli si rimetton +gl'intestini al posto, gli si cucisce la pancia, e servono +per un'altra volta; altri, paurosi, all'avvicinarsi +della belva, tremano verga a verga, scalpitano, +rinculano, nitriscono, non vogliono morire; e son +quelli che destano più pietà. Qualche volta un sol toro +ne uccide cinque; qualche volta, in una <i>corrida</i>, ne +muoion venti, tutti i <i>picadores</i> sono intrisi di sangue, +l'arena sparsa di viscere fumanti, i tori stanchi +di uccidere.</p> + +<p>I <i>toreros</i>, anch'essi, hanno i loro brutti momenti. +I <i>picadores</i>, talvolta, invece di cadere sotto il cavallo, +cadono tra il cavallo e il toro; allora questo si +precipita su di loro per ucciderli; la folla getta un +grido; ma un <i>capeador</i> ardito getta la <i>capa</i> sugli +occhi alla belva, e rischiando la sua vita salva<span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[192]</a></span> +quella del compagno. Sovente, invece di slanciarsi +contro la <i>muleta</i>, il toro accorto, si slancia contro +l'<i>espada</i>, lo rasenta, lo investe, lo insegue, lo costringe +a buttar via l'arma e a salvarsi, pallido e +tremante, di là dalla barriera. Qualche volta l'urta +colla testa e lo atterra; l'<i>espada</i> sparisce in un nuvolo +di polvere, la folla grida:—È morto!—il toro +passa, l'<i>espada</i> è salvo. Qualche volta gli arriva sotto +ad un tratto, lo solleva colla testa e lo sbatte da un +lato. Non di rado il toro non si lascia pigliar di mira +colla spada, il <i>matador</i> non riesce a coglierlo di fronte, +e poichè non lo può ferire, giusta gli statuti, che in +quel dato punto e in quel dato modo, si stanca inutilmente +per lunga pezza, e stancandosi si confonde, +e corre cento volte il rischio di farsi uccidere; e intanto +la folla urla, fischia, l'insulta; finchè il pover +uomo, disperato, si risolve a uccidere o a morire, +e vibra il colpo come vien viene; ed o gli riesce +ed è levato a cielo, o gli fallisce, ed è vilipeso, schernito, +tempestato di scorze d'arancio, fosse anche +il più intrepido, il più valente, il più decantato +<i>torero</i> della Spagna.</p> + +<p>Nella folla, poi, durante lo spettacolo, seguono +mille avvenimenti. Di tratto in tratto scoppia una +rissa fra due spettatori. Pigiata com'è la gente, qualche +bastonata tocca ai vicini; i vicini dan di mano +ai bastoni e picchiano anch'essi; il circolo delle bastonate +s'allarga, la rissa si estende a tutto lo scompartimento +della gradinata; in pochi momenti, cappelli in +aria, cravatte in brani, visi sanguinosi, grida da intronare<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span> +il cielo, tutti gli spettatori in piedi, le guardie +in moto, i <i>toreros</i>, di attori, divenuti spettatori. Altre +volte è un gruppo di giovanotti burloni che si voltan +tutti insieme da una parte gridando: “Eccolo là.”—“Chi?”—Nessuno; +ma intanto i vicini si alzano, i lontani +salgono in piedi sui sedili, le signore si sporgon +fuori dei palchi; in un momento tutto il Circo è sossopra. +Allora il gruppo dei giovanotti dà in una sonora +risata; i vicini, per non parer minchioni, fanno +eco; si ride nei palchi, si ride nelle gallerie, diecimila +persone ridono. Altre volte è uno straniero, +spettatore per la prima volta della corsa dei tori, +che sviene; la notizia si spande in un baleno, tutti +s'alzano, tutti cercano, tutti gridano, si fa un casa +del diavolo che non ha nome. Altre volte è un +bell'umore che saluta un suo amico posto all'estremità +opposta del Circo con un portavoce che fa l'effetto +d'uno scoppio di tuono. Quella grande folla +è agitata in pochi istanti da mille sentimenti contrarli; +passa con una vicenda incessante dal terrore +all'entusiasmo, dall'entusiasmo alla pietà, dalla pietà +all'ira, dall'ira all'allegrezza, alla meraviglia, alla +gioia sfrenata.</p> + +<p>L'impressione insomma che lascia nell'animo questo +spettacolo è indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti +nel quale è impossibile raccapezzar nulla di schietto, +non si sa che pensarne. A momenti, inorriditi, vorreste +fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci +mai più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri, +non vorreste che lo spettacolo avesse mai fine;<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[194]</a></span> +ora vi sentite quasi pigliar male; ora anche voi, come +i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in applausi; +il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso +dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe +il cuore, ma la vittoria vi rallegra; a poco a poco +la febbre che agita la folla s'impadronisce di voi; +non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete +anche voi degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo; +vi sentite vigoroso e audace; la lotta vi accende +il sangue; il balenío della spada vi mette un fremito; +e poi quelle migliaia di visi, quello strepito, +quella musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi +profondi, quei fragori improvvisi, quella vastità, +quella luce, quei colori, quel non so che di grande, +di forte, di crudele, di magnifico, che v'abbarbaglia, +vi stordisce e vi rimescola....</p> + +<p>Bello è il veder uscir la gente; son dieci torrenti +che sgorgano da dieci porte e allagano in pochi minuti +il borgo di Salamanca, il Prado, i viali di <i>Recoletos</i>, +la strada Alcalà; migliaia di carrozze aspettano +nei dintorni del Circo; per un'ora, da qualunque +parte uno si volga, non vede che un formicolaio a +perdita d'occhio; e tutti tacciono; le emozioni hanno +spossato tutti; non si sente che il rumore dei passi; +pare che la folla voglia dileguarsi furtivamente; +una specie di tristezza è sottentrata alla clamorosa +allegria di poc'anzi. Io, per mio conto, la prima +volta che uscii da quel Circo, avevo appena tanta +forza da reggermi in piedi; la testa mi girava come +un arcolaio, le orecchie mi fischiavano, per tutto<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span> +vedevo corna di tori, occhi iniettati di sangue, cavalli +morti, luccichío di spade. Presi la via più corta +per andare a casa, e appena arrivato, mi cacciai in +letto, e m'addormentai d'un sonno profondo. L'indomani +mattina venne in gran fretta la padrona di +casa a domandarmi: “Ebbene? che gliene parve? +s'è divertito? ci tornerà? che cosa ne dice?”—“Non +so” risposi “mi par d'aver sognato, gliene +parlerò poi, ho bisogno di pensarci.”—Venne il sabato, +la vigilia della seconda corsa dei tori. “Ci va?” +mi domandò la padrona. “No...” risposi pensando +ad altro. Uscii, infilai la strada d'Alcalà, mi trovai, +senza accorgermene, davanti alla bottega dove si +vendono i biglietti; c'era un visibilio di gente; dissi +fra me:—Ci ho da andare?... Sì?... No?...—“Vuole +un biglietto?” mi domandò un ragazzo: “<i>un asiento +de sombra, tendido numero seis, barrera, quince reales?</i>” +Ed io risposi: “Qua!”</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Ma per comprender bene la natura di codesto +spettacolo, bisogna conoscerne la storia. Quando si +sia fatto per la prima volta un combattimento coi +tori, non si sa in modo sicuro; la tradizione narra +che fu il <i>Cid Campeador</i> il primo cavaliere che scese +colla lancia nell'arena, e uccise da cavallo il formidabile +animale. D'allora in poi i giovani nobili si +dedicarono con grande ardore a questo esercizio; in +tutte le feste solenni vi furon corse di tori; e solamente +alla nobiltà era concesso l'onore di combattere; +i re stessi scendevan nell'arena; durante tutto<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span> +il medio-evo era codesto lo spettacolo favorito delle +corti, e l'esercizio prediletto dei guerrieri, non solo +tra gli Spagnuoli, ma anco tra gli Arabi; e gli uni +e gli altri gareggiavano nell'arena toresca come sul +campo di battaglia. Isabella la Cattolica volle proibire +le corse dei tori, perchè, avendone vista una, +le aveva fatto orrore; ma i molti e potenti partigiani +dello spettacolo la distolsero dal mandare ad +effetto quel disegno. Dopo Isabella, le corse presero +un grande incremento. Carlo V stesso uccise di propria +mano un toro nella piazza maggiore di Valladolid; +Ferdinando Pizzarro, il celebre conquistatore +del Perù, fu un <i>torero</i> valente; il re Don Sebastiano +di Portogallo colse nell'arena più d'un alloro; Filippo +III fece abbellire il circo di Madrid; Filippo IV +vi combattè; Carlo II protesse l'arte; sotto il regno +di Filippo V, si costrussero, per ordine del Governo, +parecchi circhi; ma l'onore di <i>torear</i> apparteneva +sempre esclusivamente alla nobiltà; non si <i>toreaba</i> +che a cavallo, e con cavalli bellissimi, e però non si +spargeva altro sangue che quello del toro. Solamente +verso la metà del secolo scorso l'arte si estese +al popolo, e sorsero i <i>toreros</i> propriamente detti, +artisti di professione, che combattevano a piedi e a +cavallo. Il famoso Francisco Romero de Ronda perfezionò +il <i>toreo</i> a piedi, introdusse l'uso di uccidere +il toro, faccia a faccia, con la spada e la <i>muleta</i>, e +fissò le regole dell'arte. D'allora in poi lo spettacolo +diventò nazionale e il popolo vi accorse con entusiasmo. +Il re Carlo II lo proibì; ma la sua proibizione<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span> +non fece che convertire l'entusiasmo popolare, +come dice un cronista spagnuolo, in una <i>aficion epidémica</i>. +Il re Ferdinando VII, appassionato pei tori, +istituì una scuola di tauromachía a Siviglia; Isabella +II fu più entusiasta di Ferdinando VII; Amedeo +<i>primero</i> non fu da meno, a quello che si dice, di +Isabella II. Ed ora il <i>toreo</i> fiorisce più che mai nella +Spagna; più di cento sono i grandi proprietarii che +allevano tori per gli spettacoli; Madrid, Siviglia, +Barcellona, Cadice, Valenza, Jerez, Porto di Santa +Maria hanno un circo di tori di prim'ordine; non +meno di cinquanta sono i piccoli circhi capaci di +tremila fino a novemila spettatori; in tutti i villaggi, +dove non c'è circo, si fanno le <i>corridas</i> nelle +piazze; a Madrid tutte le domeniche, nelle altre città +ogni volta che si può, da per tutto con immenso +concorso di gente dalle città vicine, dai villaggi, +dalla campagna, dai monti, dalle isole, e persino +di fuori Stato. Non tutti gli Spagnuoli, è vero, +son matti di codesto spettacolo; molti non ci vanno +mai; non pochi lo disapprovano, lo condannano, lo +vorrebbero veder bandito dalla Spagna; qualche +giornalista, di tanto in tanto, alza un grido di +protesta; qualche deputato, l'indomani dell'uccisione +d'un <i>torero</i>, parla di fare un'interpellanza +al Governo; ma son tutti nemici timidi e fiacchi. +Per contro si scrivono apologie delle corse dei tori, +si fabbricano nuovi circhi, si rinnovano gli antichi, +si deridono gli stranieri che gridano alla barbarie +spagnuola.<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span></p> + +<p>E non si fan solo <i>corridas</i> di tori l'estate, nè lo +spettacolo è sempre uguale. L'inverno, nel circo di +Madrid, ogni domenica c'è rappresentazione; non +sono quei tori belli e focosi dell'estate, non sono i +grandi artisti che la Spagna ammira; son torelli di +picciola mole e di piccolo animo, sono <i>toreros</i> non +ancora provetti nell'arte; ma c'è spettacolo a ogni +modo, e benchè non ci vada il Re, nè il fiore della +cittadinanza, come alle corse d'estate, il circo è sempre +pieno di gente. Si sparge poco sangue, non si +uccidono che due tori, si chiude lo spettacolo con +dei fuochi d'artifizio; è un divertimento, come dicono +con disprezzo i torofili appassionati, da serve e da +bambini. Ma v'è un episodio, negli spettacoli d'inverno, +che diverte assai. Quando i <i>toreros</i> hanno ucciso +i <i>toros de muerte</i>, l'arena rimane a disposizione +dei dilettanti; da tutte le parti ci salta dentro gente; +in un minuto v'è un centinaio di operai, di scolari, +di monelli, chi con un mantello in mano, chi con +uno scialle, chi con un cencio qualunque, affollati a +destra e a sinistra del <i>toril</i>, pronti a ricevere il +toro. La porta s'apre, un toro colle corna fasciate +si slancia nell'arena, e lì comincia un parapiglia da +non potersi descrivere; la folla lo circonda, lo insegue, +lo tira di qua e di là, lo <i>capea</i> coi mantelli e +cogli scialli, lo provoca e lo tormenta in mille maniere, +finchè il povero animale non potendone più, è +fatto uscir dall'arena, e un altro gli sottentra. È incredibile +l'audacia con cui quei ragazzi gli si caccian<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span> +sotto, lo trascinan per la coda, gli saltano addosso; +incredibile l'agilità con cui ne scansano i +colpi. Qualche volta il toro, voltandosi all'improvviso, +ne arriva qualcuno, lo atterra, lo butta in aria, +lo solleva in alto sulle corna; talora ne rovescia nella +polvere con un sol colpo una mezza dozzina, e toro ed +uomini spariscono in un nuvolo di polvere, e lo spettatore +teme per un istante che ne sia stato ammazzato +qualcuno. Nemmanco per idea! Gl'intrepidi +<i>capeadores</i> s'alzano coll'ossa péste e col viso polveroso, +scrollan le spalle, e daccapo. Ma non è neanco +questo il più bell'episodio degli spettacoli d'inverno. +Qualche volta invece dei <i>toreros</i> affrontano il toro le +<i>toreras</i>; donne vestite da danzatrici di corda; faccie, +davanti alle quali, non gli angeli, ma Lucifero:</p> + +<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Farìa dell'ali agli occhi una visiera;»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">le <i>picadoras</i> a cavallo a un asino, la <i>espada</i>—quella +ch'io vidi era una vecchia sessantenne, chiamata +la <i>Martina</i>, asturiana, nota in tutti i circhi +di Spagna,—la <i>espada</i> a piedi, collo stocco e la <i>muleta</i>, +come il più intrepido <i>matador</i> del sesso forte; +tutta la <i>cuadrilla</i> accompagnata da un corteo di +<i>chulos</i> con grandi parrucche e grandi gobbe. Per +quaranta lire quelle disgraziate rischian la vita! +Un toro, il giorno ch'io assistei a quello spettacolo, +ruppe un braccio a una <i>banderillera</i>, e a un'altra +lacerò le sottane per modo che la lasciò in mezzo al +circo con appena tanta roba addosso da coprir quello +che dev'essere assolutamente coperto.<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[200]</a></span></p> + +<p>Dopo le donne, le fiere. In vari tempi si fece +combattere il toro coi leoni e colle tigri; pochi anni +or sono ebbe luogo una di codeste lotte nel Circo di +Madrid. È celebre quella che fece fare il conte duca +di Olivares per festeggiar il giorno onomastico, se +non m'inganna la memoria, di Don Baltasar Carlos +d'Austria, principe delle Asturie. Il toro combattè +col leone, colla tigre, col leopardo, e riuscì vincitore +di tutti. Anche nel combattimento di pochi anni +sono, la tigre e il leone ebbero la peggio; l'una e +l'altro si slanciarono impetuosamente addosso al toro; +ma prima di riuscire ad addentargli il collo, infilati +dal terribile corno, caddero a terra in un lago +di sangue. Il solo elefante, un elefante enorme che +vive tuttora nei giardini del Buon Ritiro, riportò la +vittoria: il toro lo assalì, quegli non fece che mettergli +la testa sul dorso e premere, e la pressione +fu così delicata che il malcauto assalitore ne fu +schiacciato come una polpetta. Ma è agevole immaginare +quanta destrezza, quanto coraggio, e che +imperturbabile tranquillità d'animo occorra ad un +uomo per affrontare con la spada un animale che +uccide il leone, che assale l'elefante, e che per tutto +dove tocca, squarcia, spezza, rovescia ed insanguina! +E vi son degli uomini che l'affrontano tutti i giorni!</p> + +<p>I <i>toreros</i> non son mica artisti, come qualcuno può +supporre, da mettersi in un mazzo coi saltimbanchi, e pei +quali il popolo non nutra altro sentimento che quello +dell'ammirazione. Il <i>torero</i> è rispettato anche fuori +del Circo, gode la protezione dei giovani aristocratici,<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span> +va al teatro in palco, frequenta il più signorile +caffè di Madrid, è salutato per la strada con profonde +scappellate da persone di garbo. Gli <i>espada</i> +illustri, come il Frascuelo, il Lagartijo, il Cayetano, +guadagnano la bellezza di qualche diecina di mila +lire all'anno, possedono case e ville, abitano in appartamenti +sontuosi, vestono con isfarzo, profondon +monti di scudi nei loro vestiti inargentati e dorati, +viaggiano da principi e fumano sigari d'Avana. +Il loro vestire, fuor del Circo, è curiosissimo: un +cappello all'Orsini di velluto nero, una giacchettina +stretta alla vita, sbottonata, che non arriva +a toccare i calzoni; un panciotto aperto fino all'ombelico, +che lascia vedere una camicia bianca finissima; +nessuna cravatta; una fascia di seta rossa o +azzurra intorno ai fianchi; un par di calzoni giusti +alla gamba come calze da ballerini, un par di +scarpette di pelle del Marocco ornate di ricami, +un piccolo codino a treccia che scende sul dorso; e +poi bottoni d'oro, catenelle, diamanti, anelli, ciondoli, +tutta una bottega da orefice addosso. Molti tengon +cavallo da sella, qualcuno carrozza, e quando +non ammazzano, son sempre in giro al Prado, alla +Puerta del Sol, nei giardini di Recoletos, colle loro +spose o le loro amanti splendidamente vestite e amorosamente +superbe. I loro nomi, i loro visi, le loro +gesta sono assai più noti al popolo che le gesta, i +visi e i nomi dei comandanti d'esercito e dei ministri +di Stato. <i>Toreros</i> nelle commedie, <i>toreros</i> nelle +canzoni, <i>toreros</i> nei quadri, <i>toreros</i> nelle vetrine dei<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span> +venditori di stampe, statue che rappresentan <i>toreros</i>, +ventagli coi ritratti dei <i>toreros</i>, fazzoletti con l'effigie +dei <i>toreros</i>; se ne vede, se ne rivede e se ne +intravvede da tutte le parti. Il mestiere del torero +è il più lucroso e più onorifico mestiere a cui un +coraggioso figliuolo del popolo possa aspirare. Moltissimi, +di fatti, vi si dedicano. Ma pochissimi riescono +eccellenti; i più rimangon mediocri <i>capeadores</i>, +pochi arrivano ad essere <i>banderilleros</i> di vaglia, meno +ancora <i>picadores</i> di grido; bravi <i>espada</i>, poi, non +diventano che pochi prediletti dalla natura e dalla +fortuna; bisogna esser venuti al mondo con quel +bernoccolo; si nasce <i>espada</i> come si nasce poeta. +Di uccisi dal toro ce n'è di rado, si contan sulle +dita per un lungo giro di tempo; ma gli stroppiati, +i malconci, i ridotti in stato da non poter più combattere, +sono innumerevoli. Se ne vedono per le città +col bastone e le stampelle, chi senza un braccio, chi +senza una gamba. Il famoso <i>Tato</i>, che fu il primo +dei <i>toreros</i> contemporanei, perdette una gamba; nei +pochi mesi ch'io stetti in Spagna, fu mezzo ammazzato +un <i>banderillero</i> a Siviglia, fu ferito gravemente +un <i>picador</i> a Madrid, fu malconcio il Lagartijo, furono +uccisi tre <i>capeadores</i> dilettanti in un villaggio. +Non c'è quasi <i>torero</i> che non abbia sparso sangue +nell'Arena.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Prima di partire da Madrid volli parlare col +tanto celebrato Frascuelo, il principe degli <i>espadas</i>, +l'idolo del popolo di Madrid, la gloria dell'arte. Un<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span> +genovese, capitano di bastimento, che lo conosceva, +s'incaricò di fare la presentazione; fissammo il +giorno, ci trovammo nel caffè imperiale della <i>Puerta +del Sol</i>. Mi vien da ridere quando penso all'emozione +che provai vedendolo comparire da lontano e venire +verso di noi. Era vestito con gran lusso, carico di +ciondoli, luccicante come un generale in grande uniforme; +attraversò il caffè, mille teste si voltarono, +mille occhi si fissarono su di lui, su di me, sul mio +compagno: io mi sentii diventar pallido. “Ecco il signor +Salvador Sanchez,” disse il Capitano (Frascuelo +è un soprannome). E poi, presentando me a Frascuelo: +“Ecco il signor tale dei tali, suo ammiratore.” +L'illustre <i>matador</i> s'inchinò, io feci una riverenza, +sedemmo e cominciammo a discorrere. Che +strano uomo! A sentirlo discorrere si sarebbe detto +che non aveva cuore d'infilzare una mosca con una +spilla. È un giovanotto di venticinque anni, di mezzana +statura, svelto, bruno, bello, con uno sguardo +fisso e un sorriso d'uomo distratto. Gli domandai +mille cose intorno all'arte sua e alla sua vita; +parlava a monosillabi; bisognava che gli cavassi le +parole di bocca, a una a una, a furia di domandare. +Ai complimenti rispondeva guardandosi la punta dei +piedi con uno sguardo modesto. Gli chiesi se fosse +mai stato ferito: si toccò un ginocchio, una coscia, +la spalla, il petto, e disse: “Qui, e poi qui, e poi +qui e poi ancora qui;” sorridendo colla semplicità +d'un bambino. Mi scrisse l'indirizzo di casa sua, +mi invitò ad andarlo a trovare, mi diede un sigaro,<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[204]</a></span> +e se n'andò. Tre giorni dopo, alla corsa dei +tori, ero in un posto vicino alla barriera; egli mi passò +davanti per raccogliere i sigari che gli gettavano +gli spettatori; gli lanciai un sigaro di Milano di +quei colla paglia; lo prese, lo guardò, sorrise, e +cercò chi gliel'aveva gettato; gli feci un cenno, +mi vide, ed esclamò:—<i>Ah! el italiano!</i>—Mi pare +ancora di vederlo: aveva un vestito color cenerino +coperto di ricami d'oro e una mano macchiata di +sangue.....</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Ma, insomma, un giudizio finale sulle corse dei +tori! Sono o no una cosa barbara, indegna d'un popolo +civile? Sono o no uno spettacolo che guasta +il cuore? Fuori una parola schietta! Una parola +schietta? Io non voglio, rispondendo in un modo, +tirarmi addosso un diluvio d'invettive, e rispondendo +in un altro, darmi della zappa sui piedi, dacchè +debbo confessare che sono andato al Circo tutte +le domeniche. Ho narrato e descritto, il lettore ne sa +quanto me, giudichi lui, e mi conceda di non metterci +bocca.</p> + +<hr /> + +<p>Vidi, a Madrid, la famosa cerimonia funebre che +si celebra ogni anno, il 2 di maggio, in onore degli +Spagnuoli che morirono combattendo, o furon passati +per l'armi dai soldati francesi, sessantacinque anni +or sono, in quella tremenda giornata che empì d'orrore +l'Europa e fece scoppiare la guerra d'indipendenza.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span></p> + +<p>All'alba tuona il cannone, e in tutte le chiese +parrocchiali di Madrid, e dinanzi a un altare eretto +accanto al Monumento si comincia a celebrar messe, +e si seguita fino a sera. La ceremonia consiste in +una solenne processione che parte per lo più dalle +vicinanze del palazzo reale, va a sentire un sermone +nella chiesa di Sant'Isidoro, dove giacquero sepolte +fino al 1840 le ossa del morti; e poi si reca al Monumento +a sentire la messa.</p> + +<p>In tutte le strade per le quali dovea passare la +processione erano schierati i battaglioni dei volontari, +i reggimenti di fanteria, gli squadroni di corazzieri, +le guardie civili a piedi, le artiglierie, i cadetti; +da ogni parte suonavan trombe, tamburi, +bande; si vedeva da lontano, al di sopra della folla, +un viavai continuo di cappelli di generali, di pennacchi +d'aiutanti, di bandiere, di spade; accorrevano +da tutte le strade le carrozze del Senato e delle +Cortes, grandi come carri trionfali, dorate fin nelle +ruote, listate di velluto e di seta, sopraccariche di +frangie e di fiocchi, e tirate da superbi cavalli impennacchiati. +Le finestre di tutte le case erano ornate +di arazzi e di fiori; tutto il popolo di Madrid era +in moto.</p> + +<p>Vidi passare la processione per la strada d'Alcalà. +Venivano innanzi i cacciatori della milizia cittadina +a cavallo; poi i ragazzi di tutti i collegi, di tutti +gli asili, di tutti gli ospizi di Madrid, a due a +due, migliaia; poi gl'invalidi dell'esercito, quali +con le stampelle, quali con la testa fasciata, alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span> +sorretti dai compagni, altri decrepiti, quasi portati; +soldati, generali, con antiche divise, col petto coperto +di ciondoli e di nastri, e lunghe spade e +cappelli piumati; poi una folla d'ufficiali di tutti i +Corpi, luccicanti d'oro e d'argento, e vestiti di mille +colori; poi gli alti impiegati dello Stato, i deputati +provinciali, i deputati del Congresso, i Senatori; poi +gli araldi del Municipio e delle Camere, con ampie +toghe di velluto e le mazze d'argento; poi tutti gli +impiegati municipali, tutti gli <i>alcaldes</i> di Madrid, +vestiti di nero, colle medaglie al collo; infine il Re, +vestito da generale, a piedi, accompagnato dal Sindaco, +dal capitano generale della Provincia, dai +generali, dai ministri, dai deputati, dagli ufficiali +d'ordinanza, dagli aiutanti di campo, tutti col +capo scoperto. Chiudevano la processione le cento +guardie a cavallo, sfolgoreggianti come guerrieri +del medio evo; le guardie reali a piedi, con gran +berretto di pelo alla foggia della guardia napoleonica, +tunica rossa a coda di rondine, calzoni bianchi, +due larghe tracolle incrociate sul petto, ghette +nere fino al ginocchio, spada, fiocchi, cordoni, fermagli, +gingilli; poi ancora volontari, soldati di fanteria, +artiglieri, popolo. Tutti andavano a passo +lento; sonavano tutte le bande e tutte le campane; +il popolo era silenzioso; e quell'insieme di bambini, +di poveri, di preti, di magistrati, di veterani mutilati, +di grandi di Spagna, presentava un aspetto +gentile e magnifico, che ispirava ad un tempo tenerezza +e riverenza.<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span></p> + +<p>La processione sboccò nel Prado e si diresse verso +il Monumento. I viali, i campi, i giardini erano pieni +di popolo. Le signore ritte nelle carrozze, sulle seggiole, +sui sedili di pietra, coi bambini tra le braccia; +gente sugli alberi e sui tetti; a ogni passo, bandiere, +iscrizioni funebri, elenchi delle vittime del 2 di +maggio, poesie appiccicate ai tronchi delle piante, +giornali listati di nero, stampe rappresentanti episodi +della strage, ghirlande, crocifissi, tavolini con +vassoi per limosine, candele accese, ritratti, statuette, +giocattoli pei ragazzi coll'immagine del Monumento; +per tutto ricordi del 1808, emblemi, segni di lutto, +di festa, di guerra. Gli uomini quasi tutti vestiti di +nero; le donne in gran gala, con lunghi strascichi e +il velo; frotte di contadini accorsi da tutti i villaggi, +coi loro panni festivi; e in mezzo a tutta questa folla +un gridìo assordante di acquaiuoli, di guardie, di +ufficiali.</p> + +<p>Il Monumento del 2 maggio, che sorge nel punto +dove furon fucilati il maggior numero degli Spagnuoli, +benchè non abbia un valore artistico pari alla fama, +è,—per servirmi d'una parola da strapazzo ma significativa,—imponente. +È semplice, nudo, e al parer +di molti anche pesante e sgraziato; ma arresta lo +sguardo e il pensiero, anche di chi non sappia che +cosa sia; a prima vista, si capisce che in quel luogo +dev'essere accaduto alcun che di tremendo. Sopra +un rialto ottagonale di granito con quattro gradinate, +s'innalza un grandioso sarcofago di forma quadrata, +munito d'iscrizioni, di stemmi, e d'un bassorilievo<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span> +che rappresenta i due ufficiali spagnuoli +morti il 2 maggio nella difesa del Parco d'artiglieria. +Sul sarcofago sorge un piedistallo d'ordine +dorico, sul quale stanno quattro statuette che simboleggiano +l'amor di patria, il valore, la costanza, +la virtù. In mezzo alle statue s'erge un alto obelisco, +con suvvi scritto a caratteri d'oro: <i>Dos de +mayo</i>. Intorno al Monumento si stende un giardino +rotondo, intersecato da otto viali che convergono al +centro; ogni viale è fiancheggiato da cipressi; il +giardino è cinto d'una cancellata di ferro, circuita +alla sua volta da una gradinata di marmo. Quel boschetto +di cipressi, quel giardino chiuso e solitario, +in mezzo al passeggio più allegro di Madrid, è come +una immagine della morte in mezzo alle gioie della +vita; non si può passar di là senza volgergli uno +sguardo; non si può guardarlo, senza pensare; di +notte, quando vi batte la luna sembra un'apparizione +fantastica, e spira intorno un'aura di mestizia +solenne.</p> + +<p>Arrivò il Re, fu celebrata la messa, sfilarono tutti +i reggimenti, e terminò la cerimonia. Così si celebra +l'anniversario del 2 di maggio dal 1814 in poi, con +una dignità, con un affetto, con una venerazione, che +non onora solamente il popolo spagnuolo, ma il cuore +umano. È la vera festa nazionale della Spagna, è il +solo giorno dell'anno in cui tacciono le ire di parte, +e tutti i cuori si uniscono in un sentimento comune. +Nè in questo sentimento, come si potrebbe credere, +è nulla d'amaro contro la Francia. La Spagna ha<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span> +rovesciato tutta la colpa della guerra, e delle stragi +che ne furono cagione, sovra Napoleone e Murat; +i Francesi sono amichevolmente accolti come tutti +gli altri stranieri; delle infauste giornate di maggio +non si parla che per rendere onore ai morti e alla +patria; tutto, in questa cerimonia, è nobile e grande; +dinanzi a quel sacro Monumento la Spagna non ha +che parole di perdono e di pace.</p> + +<hr /> + +<p>Un'altra cosa da vedersi, a Madrid, sono i combattimenti +dei Galli.</p> + +<p>Lessi un giorno nella <i>Correspondencia</i>, il seguente +avviso:—«<i>En la funcion que se celebrarà mañana en +el circo de Gallos de Recoletos, habrà, entre otras, dos +peleas</i> (combattimenti), <i>en las que figurarán gallos +de los conocidos aficionados Francisco Calderon y Don +Josè Diez, por lo que se espera serà muy animada la +diversion.</i>» Lo spettacolo cominciava a mezzogiorno: +ci andai. Fui colpito dalla originalità e dalla leggiadria +del teatro. Sembra un chiosco da collinetta di +giardino; ma è vasto tanto da contenere poco meno di +un migliaio di persone. La forma è perfettamente +cilindrica. Nel mezzo sorge una specie di palco circolare, +alto poco più di tre palmi, coperto d'un tappeto +verde, e aggirato da una ringhiera dell'altezza di +quelle dei terrazzini: è il campo di battaglia dei galli. +Tra ferro e ferro della ringhiera si stende una sottilissima +rete di fili metallici, che preclude lo scampo +ai combattenti. Intorno a questa specie di gabbia,<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span> +il piano della quale è grande quanto una gran tavola +da pranzo, ricorre un cerchio di poltrone, e +dietro a questo, un po' più alto, un secondo; le une +e le altre rivestite di panno rosso. Su parecchie +delle prime è scritto a lettere di scatola:—<i>Presidente</i>—<i>Secretario</i>—ed +altri titoli di personaggi che +compongono il tribunale dello spettacolo. Al di là +delle poltrone s'alza come una gradinata di banchi, +fino alla parete, nella quale s'apre una galleria sostenuta +da dieci sottili colonne. La luce viene dall'alto. +Il rosso vivo delle poltrone, i fiori dipinti +sui muri, le colonne, la luce, l'aria, in una parola, +del teatro, ha un non so che di nuovo e di pittoresco, +che piace e rallegra. A prima vista, pare che in quel +luogo si debba piuttosto sentire una musica festiva +e gentile che assistere ad una lotta di bestie.</p> + +<p>Quando entrai, v'era già un centinaio di persone.—O +che gente è questa?—mi domandai. E veramente +il <i>pubblico</i> del circo dei Galli non rassomiglia +a quello di nessun altro teatro; è una +mescolanza <i>sui generis</i> che si vede soltanto a Madrid. +Non c'è donne, non ragazzi, non soldati, non operai, +poichè è giorno di lavoro e un'ora incomoda; e +nondimeno vi si nota una maggior varietà di aspetti, +di vestiti e di atteggiamenti che in qualunque altro +ritrovo popolare. È tutta gente che non ha che fare +lungo la giornata: commedianti coi capelli lunghi e +lo staio spelato; <i>toreros</i>,—c'era Calderon, il famoso +<i>picador</i>,—colla loro ciarpa rossa intorno alla vita; +studenti colle traccie sul viso della notte passata al<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span> +gioco; negozianti di galli, giovanotti eleganti, vecchi +signori <i>aficionados</i> vestiti di nero, con guanti neri +e cravattone. Questi intorno alla gabbia. Più in là, <i>rari +nantes</i>, qualche inglese, qualche bighellone, di quei +che si vedon per tutto, i servitori del circo, una +donna di mala vita, una guardia civile. Tranne i forestieri +e la guardia, gli altri,—signori, <i>toreros</i>, negozianti, +commedianti,—si conoscon tutti, e parlan +tutti tra loro, a una voce sola, della qualità dei galli +annunziati dal programma dello spettacolo, delle +scommesse del giorno innanzi, degli accidenti delle +lotte, di zampe, di penne, di sproni, di ali, di becchi, +di ferite, ostentando la ricchissima terminologia +dell'arte, e citando regole, esempi, galli dei tempi +andati, e lotte e vincite e perdite famose.</p> + +<p>Lo spettacolo cominciò all'ora fissata. Si presentò +un uomo in mezzo al circo con un foglio in mano +e cominciò a leggere; tutti tacquero. Lesse una serie +di numeri che indicavano il peso delle varie coppie +di galli che dovevan combattere, poichè, coppia per +coppia, non possono pesare l'un più dell'altro di +là d'una misura determinata del codice gallistico. +Ricominciaron le chiacchiere, poi ricessarono a un +tratto. Un altr'uomo con due cassette tra le braccia +venne innanzi; aperse uno sportello della ringhiera, +salì sul palco, e attaccò le due cassette ai due capi +d'una bilancia pendente dal soffitto. Due testimoni +s'accertarono che il peso era quasi eguale dalle due +parti, tutti sedettero, il presidente si mise al suo +posto, il segretario gridò:—<i>Silencio!</i>—, il pesatore<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span> +e un altro servitore presero una cassetta ciascuno, +e sporgendola dai due opposti sportelli della ringhiera, +l'apersero tutti e due insieme. I galli uscirono, +gli sportelli si richiusero, gli spettatori serbarono +per qualche momento un silenzio profondo.</p> + +<p>Eran due galli <i>andalusi di razza inglese</i> per +servirmi della curiosa definizione datami da uno +spettatore, alti, smilzi, diritti come fusi, con un +lungo collo mobilissimo, completamente spennati nelle +parti posteriori, e dal petto in su; senza cresta, +la testa piccina, e un par d'occhi che rivelavano +l'indole battagliera. Gli spettatori li osservarono attentamente +senza profferire parola. Gli <i>aficionados</i>, +in quei pochi istanti, giudicano dai colori, dalle +forme, dai movimenti dei due animali quale sarà +probabilmente il vincitore; poi propongono le scommesse. +È un giudizio, come ognun può comprendere, +molto incerto; ma è l'incertezza che dà vita al gioco. +A un tratto, il silenzio è rotto da uno scoppio di +grida.</p> + +<p>—<i>Un duro</i> (uno scudo) <i>por el derecho!</i>—<i>Un +duro por el izquierdo!</i> (il sinistro)—<i>Va!</i>—<i>Tres +duros por el negro!</i>—<i>Quatro duros por el pardo</i>! +(il grigio)—<i>Una onza</i> (ottanta lire) <i>por el chico!</i>—<i>Va!</i>—<i>Va +por el negro!</i>—<i>Va por el pardo!</i>—</p> + +<p>Tutti urlano, agitano le mani, si accennano l'un +l'altro col bastone, le scommesse s'incrociano in tutti +i sensi; in pochi momenti v'è un migliaio di lire +in gioco.</p> + +<p>I due galli, da principio, non si guardano. Uno<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span> +volto da una parte, l'altro dall'altra, cantano, allungando +il collo verso gli spettatori, come se domandassero:—Che +cosa volete?—A poco a poco, +senza far segno di essersi visti, s'avvicinano; pare +che l'uno voglia pigliar l'altro di sorpresa. All'improvviso, +colla rapidità del lampo, spiccano un salto +coll'ali aperte, s'urtan nell'aria, e ricadono, spandendo +intorno un nuvolo di penne. Dopo il primo +urto, si fermano, e si piantano l'uno dinanzi all'altro, +col collo teso e i becchi che quasi si toccano, +guardandosi fissi, immobili, come se volessero avvelenarsi +cogli occhi. Poi di nuovo s'avventano l'un +contro l'altro con una grande violenza, dopo di che +gli assalti si succedono senza interruzione. Si feriscono +a zampate, a spronate, a colpi di becco; si +stringono coll'ali in modo che paiono un gallo solo +con due teste; si caccian l'un sotto il ventre dell'altro, +si sbattono contro i ferri della ringhiera, si +inseguono, cadono, strisciano, svolazzano; e via via +i colpi si fan più fitti, volan via le piume della testa, +i colli diventan color di fuoco, e metton sangue. +Poi prendono a punzecchiarsi nel capo, intorno agli +occhi, negli occhi, si scarnificano colla furia di due +forsennati che abbian paura d'esser divisi; par che +sappiano che uno dei due deve morire; non mettono +una voce, non un gemito; non si sente che lo strepito +delle ali agitate, delle penne che si rompono, +dei becchi che picchian nell'ossa; e non un istante +di tregua; è un furore che va dritto alla morte.</p> + +<p>Gli spettatori seguon coll'occhio intento tutte le<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[214]</a></span> +mosse, contan le penne divelte, numerano le ferite; +e il gridìo si fa sempre più concitato, e le scommesse +più forti:—<i>Cinco duros por el chico!</i> (il piccolo)—<i>Ocho +duros por el pardo!</i>—<i>Veinte duros +por el negro!</i>—<i>Va!</i>—<i>Va!</i>—</p> + +<p>A un certo punto, uno dei due galli fa un movimento +che tradisce l'inferiorità delle sue forze, +e comincia a dar segno di stanchezza. Pur resistendo +sempre, le sue beccate si succedon più rade, +le sue spronate più fiacche, i suoi salti più bassi; +par che comprenda che dovrà morire; non combatte +più per uccidere, combatte per non essere ucciso; +retrocede, fugge, cade, si rialza, torna a cadere, barcolla +come preso dal capogiro. Allora lo spettacolo +comincia ad essere orribile. Dinanzi al nemico che +cede, il vincitore inferocisce; le sue beccate cadono +fitte, rabbiose, spietate negli occhi della vittima colla +regolarità dell'ago d'una macchina da cucire; il suo +collo s'allunga e scatta col vigore d'una molla, il suo +becco afferra le carni, si torce e dilania; poi si figge +nella ferita, e vi si dibatte come per cercare le fibre +più riposte; poi picchia e ripicchia sul capo, come +se volesse aprire il cranio e cavarne il cervello. Non +c'è parola che esprima l'orrore di quel picchiare +continuo, instancabile, inesorabile. La vittima si dibatte, +scappa, s'aggira per la gabbia, e quegli dietro, +accanto, addosso, indivisibile come un'ombra, +colla testa china su quella del fuggitivo come un confessore, +sempre picchiando, punzecchiando, lacerando. +Ha qualcosa dell'aguzzino, del boia; par che dica<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span> +qualcosa nell'orecchio alla sua vittima, par che accompagni +ogni colpo con un insulto:—To', prendi, +soffri, muori, no! vivi, prendi anche questa, quest'altra, +ancor una!—Un po' della sua rabbia sanguinaria +s'insinua nelle vostre vene, quella crudeltà +codarda vi mette una smania di vendetta, lo strozzereste +colle vostre mani, gli schiacciereste il capo +col piede. Il gallo vinto, tutto intriso di sangue, +spennato, vacillante, tenta ancora di tratto in tratto +qualche assalto, dà qualche beccata, e sfugge, e si +slancia contro i ferri della ringhiera per cercare uno +scampo.</p> + +<p>Gli scommettitori s'accendono ed urlano di più +in più forte. Non possono più scommettere sulla lotta, +scommettono sull'agonia.—<i>Cinco duros á que no +tira tres veces!</i> (Che la vittima non tenta più tre assalti).—<i>Tres +duros á que no tira cinco!</i>—<i>Quatro +duros á que no tira dos!</i>—<i>Va!</i>—<i>Va!</i></p> + +<p>A questo punto udii una voce che mi fece rabbrividire:—<i>Es +ciego!</i>—(È cieco).</p> + +<p>Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto +e torsi il viso con raccapriccio. Non aveva più pelle, +non aveva più occhi, il suo collo non era più che un +osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte +a tre o quattro penne, strascicavano come due +cenci; pareva impossibile che così disfatto potesse +vivere e camminare; non aveva più forma. Eppure +quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di +sangue, si difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre, +scotendo le ali dimezzate come due moncherini,<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span> +allungando il collo scarnificato, agitando il teschio +a caso, qua e là, come i cani neonati; era schifoso +ed orribile; io socchiudevo gli occhi per vederlo in +confuso. E il carnefice continuava a beccare le piaghe, +a sforacchiare le occhiaie, a picchiare sul nudo +cranio; non era più una lotta, era un rodimento; pareva +che volesse disfarlo, senza ucciderlo; a volte, +quando la vittima rimaneva un momento immobile, +si chinava a guardarla coll'attenzione d'un anatomico; +a volte si scostava e la guardava dall'alto +coll'indifferenza d'un becchino; poi di nuovo addosso +coll'avidità d'un vampiro, e lì becca, e succhia e +strazia con più vigore di prima. Finalmente il moribondo, +fermatosi all'improvviso, chinò il capo a +terra come preso dal sonno, e il carnefice, guardandolo +attentamente, ristette.</p> + +<p>Allora le grida raddoppiarono; non si poteva più +scommettere sulle convulsioni dell'agonia, si scommetteva +sui sintomi della morte:—<i>Cinco duros á que +no levanta mas la cabeza!</i> (che non rialza più il capo).—<i>Dos +duros á que la levanta!</i>—<i>Tres duros á que +la levanta dos veces!</i>—<i>Va!</i>—<i>Va!</i></p> + +<p>Il gallo moribondo rialzò adagio adagio la testa; +il boia, pronto, gli rovesciò addosso una tempesta di +beccate; le grida tornarono a scoppiare; la vittima +fece di nuovo un leggero movimento,—toccò un'altra +beccata,—si scosse,—toccò una beccata ancora,—versò +sangue per la bocca, vacillò e cadde. +Il vincitore, vigliacco, si mise a cantare. Venne un +servitore e li portò via tutti e due.<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span></p> + +<p>Tutti gli spettatori s'alzarono e cominciò una +rumorosa conversazione; i vincitori sghignazzando, i +vinti bestemmiando, e gli uni e gli altri discutendo +i meriti dei galli e le vicende della lotta:—<i>Buena +pelea!</i>—<i>Buenos los gallos!</i>—<i>Los gallos malos!</i>—<i>No +valen nada!</i>—<i>No entiende Usted!</i>—<i>Cállese Usted!</i>—<i>Buenos!</i>—<i>Malos!</i></p> + +<p>—<i>Sentarse, caballeros!</i>—gridò il presidente; tutti +sedettero e cominciò un'altra lotta.</p> + +<p>Io diedi un'occhiata al campo di battaglia, ed +uscii. Qualcuno esiterà a crederlo: quello spettacolo +mi fece più orrore che la prima corsa dei tori. Non +avevo idea d'una ferocia così crudele; non credevo, +prima di vedere, che una bestia, dopo averne reso +impotente un'altra, potesse torturarla, martoriarla, +straziarla in quel modo, coll'accanimento dell'odio +e colla voluttà della vendetta; non credevo che +il furore d'una bestia potesse giungere al segno +di presentare il carattere della più forsennata malvagità +umana. Oggi ancora, ed è trascorso tanto +tempo, ogni volta che ricordo quello spettacolo, volto +involontariamente la testa da un lato, come per fuggir +l'orrenda vista del gallo moribondo; e non mi +accade mai di metter le mani sovra una ringhiera, +senza ch'io abbassi gli occhi coll'idea di vedere il +suolo sparso di penne e di sangue. Se andrete in +Spagna, seguite il mio consiglio:</p> + +<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«State contente, umane genti, <i>ai tori</i>.»<br /></span> +<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span></div></div> + +<hr /> + +<h3>IL CONVENTO DELL'ESCURIALE.</h3> + +<p>Prima di partire per l'Andalusia andai a vedere +il famoso convento dell'Escuriale, il Leviatan dell'Architettura, +l'ottava meraviglia del mondo, il più +gran mucchio di granito che esista sulla terra, e se +volete altre denominazioni grandiose, immaginatene +pure, chè non ne troverete nessuna che non gli sia +stata ancora applicata. Partii da Madrid di buon +mattino. Il villaggio dell'Escurial, che diede il nome +al convento, è a otto leghe dalla città, a poca distanza +dal Guadarrama; e la strada attraversa una +campagna arida e spopolata, chiusa all'orizzonte da +monti coperti di neve. Quando arrivai alla stazione +dell'Escuriale, veniva giù una pioggiolina fitta e +fredda che dava i brividi. Dalla stazione al villaggio +c'è un mezzo miglio di salita; m'infilai in +una diligenza, e di lì a pochi minuti fui sbarcato +in una strada solitaria, fiancheggiata a sinistra +dal convento, a destra dalle case del villaggio, e +in fondo chiusa dalla montagna. A primo aspetto +non si raccapezza nulla; si credeva di vedere un +edifizio, si vede una città; non si sa se si è già +dentro al convento o se si è ancora fuori; da ogni +parte si vedon quelle mura; si va oltre, ci si trova +in una piazza; si guarda attorno, si vedon delle +strade; non si è ancora entrati, e già il convento +ci circonda, e noi abbiamo perduto la bussola,<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span> +e non sappiamo più da che parte voltarci. +Il primo sentimento è tristo: tutto l'edifizio è +di pietra color terrigno, e rigato di bianco tra +pietra e pietra; i tetti son coperti di lamine di +piombo. Sembra un edifizio di terra. Le mura sono +altissime e nude, e hanno un gran numero di finestre +che paion feritoie. Più che un convento, si direbbe +che è una prigione. Per tutto si vede quel +color cupo, morto; e non anima viva, e un silenzio +di fortezza abbandonata; e di là dai tetti neri, la +montagna nera, che par che penda sull'edifizio, e +gli dà un'aria di misteriosa solitudine. Il luogo, le +forme, i colori, ogni cosa par scelto da chi fondò +l'edifizio coll'intento di offrire agli occhi degli uomini +uno spettacolo tristo e solenne. Prima d'entrare, +voi avete perduto la vostra gaiezza; non sorridete +più, pensate. Vi arrestate alle porte dell'Escuriale con +una sorta di trepidazione, come alle porte d'una +città vuota; vi pare che, se in qualche angolo del +mondo regnasse ancora il terrore della Inquisizione, +dovrebbe regnar tra quelle mura; direste che là +dentro se n'ha a vedere l'ultima traccia e a sentire +l'ultima eco.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Tutti sanno che la basilica e il convento dell'Escurial +furon fondati da Filippo II dopo la battaglia +di San Quintino, in adempimento d'un voto +fatto a san Lorenzo, durante l'assedio, quando gli +assedianti eran stati costretti a cannoneggiare una +chiesa consacrata a quel santo. Don Juan Batista di<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span> +Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori +durarono vent'un anno. Filippo II volle che l'edifizio +presentasse la forma d'una graticola a commemorazione +del martirio di san Lorenzo; e tale è infatti +la sua forma. Il piano è un parallelogrammo +rettangolare. Ai quattro angoli s'alzano quattro grandi +torri quadrate col tetto a punta, che rappresentano +i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo +reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico; +gli edifizi interni che congiungono i due lati +più lunghi, tengon luogo delle sbarre traversali. Altri +edifizi minori sorgono fuori del parallelogrammo, a +breve distanza dal convento, lungo uno dei lati +lunghi, e uno dei corti, e formano due grandi piazze; +dagli altri due lati sono i giardini. Facciate, +porte, atrii, ogni cosa è in armonia colla grandezza +e col carattere dell'edifizio; ed è inutile ammontar +descrizioni su descrizioni. Il palazzo reale è splendidissimo, +e convien vederlo, per non mescolar poi +disparate impressioni, prima di entrare nel convento +e nella chiesa. Questo palazzo occupa l'angolo levante-tramontana +dell'edifizio. Alcune sale son piene +di quadri, altre tappezzate dal pavimento alla volta di +tappeti che rappresentan corse di tori, balli popolari, +giuochi, feste, costumi spagnuoli, disegnati dal Goya; +altre regalmente mobiliate e parate; il pavimento, le +porte, le finestre coperte di meravigliosi lavori d'intarsio +e di dorature stupende. Ma fra tutte le sale è notevole +quella di Filippo II; una cella meglio che una +sala, nuda e squallida, con un'alcova che risponde<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span> +all'oratorio reale della chiesa, in modo che dal letto, +tenendo schiuse le porte, si può vedere il sacerdote +che dice la messa. Filippo II dormiva in quella cella, +vi fece la sua ultima malattia e vi morì. Si vedono +ancora alcune seggiole usate da lui, due panchettini +sui quali appoggiava la gamba tormentata dalla +gotta, e uno scrittoio. Le pareti son bianche, il soffitto +piano e senza ornamenti, il pavimento di mattoni.</p> + +<p>Visto il palazzo reale, si esce dall'edifizio, si attraversa +la piazza e si rientra per la porta principale. +Un custode vi si attacca ai panni, attraversate +un ampio vestibolo, vi trovate nel cortile dei Re. +Là vi potete formare una prima idea della immane +ossatura dell'edifizio. Il cortile è tutto chiuso da +muri; dal lato opposto alla porta è la facciata della +chiesa. Sur una spaziosa gradinata s'alzano sei enormi +colonne doriche, ognuna delle quali sostiene un grande +piedestallo, e ogni piedestallo una statua. Son sei +statue colossali, di Battista Monegro, rappresentanti +Giosafat, Ezechiello, Davide, Salomone, Giosuè, Manasse. +Il cortile è lastricato, sparso di cespi d'erba, +umido; i muri paion roccie tagliate a picco; tutto +è rigido, massiccio, pesante, e offre non so che fantastico +aspetto di edifizio titanico, cavato in una +montagna di pietra, e atto a sfidare le scosse della +terra e i fulmini del cielo. Là si comincia a capire +che cosa sia l'Escuriale.</p> + +<p>Si sale la gradinata e si entra nella chiesa.</p> + +<p>L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro +enormi pilastri di granito bigio sostengono le vòlte<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span> +dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar +maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, +negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due +gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani +giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice +Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo +II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, +a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore, +s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine +corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino +a una porta segreta, è la seggiola che occupava +Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere +e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero +i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa +che, appetto all'intero edifizio, par piccina, è nullameno +una delle più vaste chiese della Spagna; e +benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude +immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, +che l'oscurità in parte nasconde, e dai quali il +triste aspetto dell'edifizio distrae l'attenzione. Oltre +le mille opere d'arte che si vedon nelle cappelle, +negli stanzini attigui alla chiesa, nelle scale che +salgono alle tribune, v'è in un corridoio dietro al +coro uno stupendo crocifisso di marmo bianco di +Benvenuto Cellini, coll'iscrizione: <i>Benvenutus Zelinus, +civis florentinus facebat 1562</i>. In altre parti si +vedon quadri del Navarrete e dell'Herrera. Ma ogni +sentimento di meraviglia muore in quello della tristezza. +Il colore della pietra, la luce dubbia, il silenzio +profondo che vi circonda, richiama incessantemente<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span> +il vostro pensiero alla vastità, ai recessi +ignoti, alla solitudine dell'edifizio, e non vi lascia +luogo al diletto dell'ammirazione. L'aspetto di quella +chiesa vi desta un senso inesprimibile di inquietudine. +Voi indovinereste, quando non lo sapeste altrimenti, +che intorno a quelle mura, per un grande +spazio, non v'è che granito, oscurità e silenzio; +senza vedere lo smisurato edifizio, lo sentite; sentite +che vi trovate in mezzo a una città disabitata; vorreste +affrettare il passo per vederla presto, per liberarvi +dall'incubo di quel mistero, per cercare, se +in qualche parte vi fosse, la luce viva, il rumore, +la vita.</p> + +<p>Dalla chiesa, per parecchie stanze nude e fredde, +si va nella sacrestia, un'ampia sala a volta, nella quale +tutta una parete è occupata da armadi di legni +svariati e finissimi, che racchiudono gli ornamenti +sacri; la parete opposta, da una serie di quadri del +Ribera, del Giordano, del Zurbaran, del Tintoretto +e d'altri pittori italiani e spagnuoli; e in fondo il +famoso altare della <i>Santa forma</i> col celeberrimo +quadro del povero <a name="tn223" id="tn223"></a><ins class="correction" title="originale: Claudo">Claudio</ins> Coello, che morì di crepacuore +per la chiamata di Luca Giordano all'Escuriale. +L'effetto di questo quadro è veramente superiore +ad ogni immaginazione. Rappresenta, con figure +di grandezza naturale, la processione che si fece per +collocare in quel medesimo luogo la <i>Santa forma</i>; +vi è ritratta appunto quella sacrestia, e l'altare; il +priore inginocchiato sulla gradinata, colla custodia +e l'ostia sacra nelle mani; intorno a lui i diaconi;<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span> +da un lato Carlo II in ginocchio; più in là monaci, +chierici, seminaristi ed altri fedeli. Le figure sono +così vive e parlanti, la prospettiva così vera, il colorito, +l'ombre, la luce così efficaci, che al primo +entrare nella sacrestia, si scambia il quadro con uno +specchio che rifletta una funzione religiosa celebrata +in quel momento in una sala vicina. Poi l'illusione +delle figure sparisce; ma resta quella del fondo del +quadro, e si ha proprio bisogno di avvicinarsi fin +quasi a toccarlo, per credere che quella non è un'altra +sacrestia, ma una tela dipinta. Nei giorni di +giubileo questa tela si arrotola, ed appare in mezzo +a una piccola cappella un tempietto di bronzo dorato, +dentro al quale si vede una magnifica custodia +che racchiude l'ostia sacra, tempestata di diecimila +tra rubini, diamanti, amatiste, granate, disposti in +forma di raggi, che abbarbaglian la vista.</p> + +<p>Dalla sacrestia andammo al Panteon. Un custode +con una fiaccola accesa mi precedette, scendemmo +una lunga scala di granito, giungemmo a una porta +sotterranea dove non penetrava raggio di luce. Al di +sopra di questa porta si legge la seguente iscrizione +in lettere di bronzo dorato:</p> + +<p>«Dio Onnipotente e Grande!</p> + +<p>»Luogo consacrato dalla pietà della dinastia austriaca +alle spoglie mortali dei re cattolici, che +stanno aspettando il desiderato giorno sotto l'altar +maggiore sacro al Redentore del genere umano. +Carlo V, il più illustre dei Cesari, desiderò questo +luogo di ultimo riposo per sè e pel suo lignaggio;<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span> +Filippo II, il più prudente dei re, lo designò. Filippo +III, monarca sinceramente pietoso, diede +principio ai lavori. Filippo IV, grande per la sua +clemenza, costanza e devozione, lo ampliò, lo abbellì +e lo condusse a termine l'anno del Signore +1654.»</p> + +<p>Il custode entrò, lo seguii, mi trovai in mezzo +ai sepolcri, o meglio in un sepolcro oscuro e freddo +come la grotta d'una montagna. È una piccola +sala ottagonale, tutta marmo, con un altarino nella +parete opposta alla porta, e nelle rimanenti, dal +suolo alla vòlta, l'una sull'altra, le tombe, distinte +con ornamenti di bronzo e bassorilievi; la vòlta +corrisponde all'altar maggiore della chiesa. A destra +dell'altare son sepolti Carlo V, Filippo II, +Filippo III, Filippo IV, Luigi I, i tre Don Carlos, +Ferdinando VII; a sinistra le imperatrici e le regine. +Il custode avvicinò la fiaccola alla tomba di +Donna Maria Luisa di Savoia, moglie di Carlo III, +e mi disse con aria di mistero:—Legga.—Il marmo +è rigato in vari sensi; con un po' d'attenzione +riescii a raccapezzare cinque lettere; è il nome—Luisa—scritto +dalla stessa regina Luisa con la +punta delle forbici. A un tratto il custode spense +la fiaccola e rimanemmo nelle tenebre: mi si agghiacciò +il sangue nelle vene.—Accenda!—gridai. +Il custode rise d'un riso lungo e lugubre, che +mi parve il rantolo d'un moribondo, e rispose:—Guardi!—Guardai: +un debolissimo raggio di +luce, scendendo da un'apertura vicino alla vôlta,<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[226]</a></span> +lungo la parete, sin quasi al pavimento, rischiarava +appena tanto da renderle visibili, alcune tombe di +regine; e pareva un raggio di luna; e i bassorilievi +e i bronzi delle tombe luccicavano a quel barlume +d'una luce strana, come se stillassero acqua. In +quel momento sentii per la prima volta l'odore di +quell'aria sepolcrale, e mi prese un brivido di +freddo; penetrai, coll'immaginazione, in quelle tombe, +e vidi tutti quei cadaveri irrigiditi; cercai uno scampo +al di sopra della vòlta, mi trovai solo nella chiesa; +fuggii dalla chiesa, mi perdetti nei labirinti del convento; +mi rifeci presente a me stesso, in mezzo a +quelle tombe, e sentii che veramente ero nel cuore +dell'edifizio mostruoso, nella parte più profonda, nel +recesso più gelido, nel penetrale più tremendo; e +mi parve d'esser prigioniero, sepolto in quel gran +monte di granito, e che mi gravitasse tutto addosso, +e che da tutti i lati mi premesse, e mi chiudesse +l'uscita; e pensai al cielo, alla campagna, all'aria +libera come a un mondo remoto, e con un sentimento +ineffabile di mestizia.—Signore!—mi disse +solennemente il custode, prima di uscire, tendendo +la mano verso la tomba di Carlo V:—L'imperatore +è là, tal quale come quando ce l'hanno messo, cogli +occhi ancora aperti, che par vivo e parlante! +È un miracolo d'Iddio che ha il suo perchè! Chi +vivrà vedrà!—E dicendo quest'ultime parole abbassò +la voce come per timore che l'imperatore +sentisse, e fatto il segno della croce, mi precedette +su per la scala.<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span></p> + +<p>Dopo la chiesa e la sacrestia, si va a visitare il +Museo di pittura, che contiene un gran numero di +quadri d'artisti d'ogni paese, non già de' migliori, +chè questi furon portati al Museo di Madrid; ma +pur tali da meritare una visita attenta di mezza +giornata. Dal Museo di pittura si va alla Biblioteca, +passando per la grande scala sulla quale s'incurva +una smisurata vòlta tutta dipinta a fresco da Luca +Giordano. La Biblioteca è composta d'una vastissima +sala ornata di grandi pitture allegoriche, che +contiene più di cinquantamila volumi preziosissimi, +quattromila dei quali regalati da Filippo II, +e d'un'altra sala dove è una ricchissima raccolta +di manoscritti. Dalla Biblioteca si va al Convento.</p> + +<p>Qui l'immaginazione umana si perde. Se qualcuno +dei lettori ha letto l'<i>Estudiante de Salamanca</i> +dell'Espronceda, si rammenti di quell'instancabile +giovane, quando, tenendo dietro alla signora misteriosa +che incontrò di notte ai piedi d'un tabernacolo, +trascorre di strada in strada, di piazza in +piazza, di vicolo in vicolo, e svoltando, e girando e +rigirando arriva fino a un punto dove non ravvisa più +le case di Salamanca, e si trova in una città sconosciuta; +e continua a svoltare cantonate, a traversar +piazze, a percorrer strade; e via via che va oltre +gli par che la città s'allarghi, e le strade si allunghino, +e i vicoli s'incrocino più fitto; e va ancora, +e va sempre, e va senza posa, e non sa se sogna, +o se è desto, o ubriaco, o impazzito; e nel suo cuore +di ferro comincia a penetrare il terrore, e i più strani<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span> +fantasimi gli si affollano nella mente smarrita; così +lo straniero nel convento dell'Escuriale. Infilate +un lungo corridoio sotterraneo stretto da toccarne +le pareti coi gomiti, basso da urtar quasi la testa +nella vòlta, e umido come una grotta sottomarina; +arrivate in fondo, svoltate, siete in un altro corridoio. +Andate oltre, incontrate delle porte, guardate: +altri corridoi si allungano a perdita d'occhio. In +fondo a qualcuno vedete un barlume di luce, in fondo +ad altri una porta aperta che lascia intravedere una +fuga di stanze. Di tratto in tratto sentite il rumor +d'un passo, v'arrestate, non lo sentite più; poi lo +risentite; non sapete se è sopra il vostro capo, o a +destra, o a sinistra, o dietro, o davanti. V'affacciate +a una porta, e retrocedete impaurito: in fondo allo +sterminato corridoio in cui avete lanciato lo sguardo, +avete visto un uomo immobile, come uno spettro, +che vi guardava. Tirate innanzi, riescite in un cortile +angusto, cinto di mura altissime, erboso, sonoro, +illuminato di una luce scialba, che par che scenda +da un sole ignoto, simile ai cortili delle streghe che +ci descrivevano da ragazzi. Uscite dal cortile, salite +su per una scala, riuscite sopra una galleria, +guardate giù: è un altro cortile silenzioso e deserto. +Infilate un altro corridoio, scendete un'altra +scala, vi trovate in un terzo cortile; poi daccapo +corridoi e scale e fughe di sale vuote e cortili +angusti, e per tutto granito, erba, luce scialba, silenzio +di tomba. Per un po' di tempo vi pare che +riuscirete a tornare sui vostri passi; poi la memoria<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span> +vi si turba, e non ricordate più nulla; vi pare +d'aver fatto dieci miglia, di essere in quel laberinto +da un mese, di non poterne più uscire. +Vi affacciate sur un cortile e dite:—l'ho già visto!—No, +v'ingannate, è un altro. Credete di essere +da quella tal parte dell'edifizio, siete dalla parto +opposta. Domandate al custode dov'è il claustro, vi +risponde:—È qui;—e camminate ancora per mezz'ora. +Vi par di sognare: vedete di sfuggita lunghi muri +dipinti a fresco, ornati di quadri, di croci, d'iscrizioni; +vedete e dimenticate; chiedete a voi stessi: +dove sono? Vedete una luce d'un altro mondo; non +avevate idea d'una siffatta luce; è l'effetto del riflesso +del granito? è il lume della luna? No, è giorno; +ma è una luce più trista delle tenebre; è una luce +falsa, sinistra, fantastica. E avanti, di corridoio in +corridoio, di cortile in cortile; vi guardate innanzi +con sospetto; aspettate di veder all'improvviso, allo +svoltar d'un canto, una fila di frati scheletriti, +col cappuccio sugli occhi e le braccia in croce; +pensate a Filippo II; vi par di sentire il suo passo +lento allontanarsi per gli anditi oscuri; vi ricordate +tutto quello che avete letto di lui, dei suoi terrori, +dell'Inquisizione, e ogni cosa vi s'illumina agli occhi +della mente d'una subita luce; capite ogni cosa +per la prima volta; l'Escuriale è Filippo II, lo vedete +a ogni passo, sentite il suo respiro, egli è ancora +là, vivo e spaventevole, e con lui l'immagine +del suo Dio tremendo. Allora voi vorreste ribellarvi, +sollevare il pensiero al Dio del vostro cuore e delle<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span> +vostre speranze, e vincere il terrore misterioso che +il luogo v'ispira; ma non potete; l'Escuriale vi circonda, +vi possiede, vi schiaccia; il freddo delle sue +pietre vi penetra nelle ossa; la tristezza dei suoi laberinti +sepolcrali v'invade l'anima; se siete con un +amico, gli dite:—Usciamo;—se foste colla vostra +amante la stringereste al cuore con un senso di trepidazione; +se foste solo, pigliereste la corsa; infine +salite una scala, entrate in una stanza, v'affacciate +a una finestra, e salutate con uno slancio di gratitudine +i monti, il sole, la libertà, il Dio grande e +benefico che ama e che perdona.</p> + +<p>Che respirone si tira a quella finestra!</p> + +<p>Di là si vedono i giardini, che occupano uno +spazio ristretto, e son semplicissimi; ma quanto si +può dire eleganti e belli, e in perfetta armonia coll'edifizio. +Vi si vedon dodici leggiadre fontane, ciascuna +circondata da quattro quadrati di mortella +che rappresentano scudi reali, disegnati con un gusto +sì squisito e arrotondati con una tal finitezza, +che a guardarli sulle finestre, paion tessuti di felpa +e di velluto, e formano nella bianca arena dei sentierini +un graziosissimo spicco. Non alberi, non fiori, +non capanni: in tutto il giardino non si vedono +che fontane, quadrati di mortella, e due soli colori, +il verde e il bianco; ed è tale la bellezza di quella +nobile semplicità, che non se ne può staccare lo +sguardo, e quando lo si è staccato, il pensiero vi ritorna, +e ci si arresta con un diletto dolcissimo temperato +di una sorta di mestizia gentile. In una stanza<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span> +vicina a quella che guarda in sul giardino, mi si +fece vedere una serie di reliquie, che considerai in +silenzio senza lasciar trapelare al custode il mio intimo +sentimento di dubbio: una scheggia della santa +croce regalata dal Papa a Isabella II, un pezzo di +legno bagnato del sangue, ancora visibile, di san +Lorenzo, un calamaio di santa Teresa, ed altri oggetti, +fra i quali un altarino portatile di Carlo V, +e una corona di spine e un par di tanaglie da tortura, +trovate non so più dove. Di là mi condussero +sulla cupola della chiesa di dove si gode un colpo +d'occhio immenso. Da un lato lo sguardo si stende +per tutta la campagna montuosa che corre fra +l'Escuriale e Madrid; dall'altro si vedono le montagne +nevose del Guadarrama; sotto, si abbraccia +con un'occhiata tutto lo smisurato edifizio, i lunghi +tetti di piombo, le torri; si vede nell'interno dei +cortili, dei claustri, dei portici, delle gallerie; si +possono ricorrere col pensiero i mille andirivieni +dei corridoi e delle scale, e dire:—Un'ora fa ero +laggiù—qui—lassù—là sotto—laggiù lontano,—e +maravigliarsi d'aver fatto tanto cammino, e rallegrarsi +d'essere uscito da quel labirinto, da quelle +tombe, da quelle tenebre, e di poter tornare in città +e rivedere gli amici.</p> + +<p>Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato +una giornata nel convento dell'Escurial, ci si +deve sentir felici per tutta la vita, solo pensando +che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che +non ci s'è più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span> +tanto tempo, nei giorni piovosi, quando sono tristo, +penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia +stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i +cortili dell'Escurial; quando sto male e dormo un +sonno torbido e penoso, sogno di girare per quei +corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un +vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte, +senza trovare l'uscita, finchè vo a dar del capo nel +Panteon e la porta mi si chiude fragorosamente +alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che +piacere rividi i mille lumi della <i>Puerta del Sol</i>, +i caffè affollati, e la grande e rumorosa strada d'Alcalà! +Rientrando in casa feci un tale strepito che +la serva, ch'era una buona e semplice galiziana, +corse tutta affannata dalla padrona e le disse:—<i>Me +parece que el italiano se ha vuelto loco!</i>—(Mi +pare che l'italiano sia diventato matto.)</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Più dei galli e più dei tori, mi divertirono i deputati +delle Cortes. M'era riuscito di ottenere un +posticino nella tribuna dei giornalisti, e mi ci andavo +a piantare ogni giorno, e ci stavo fino alla fine con +un piacere infinito. Il Parlamento spagnuolo ha un +aspetto più giovanile del nostro; non perchè i deputati +sian più giovani; ma perchè son più attillati +e più lindi. Là non si vedono quelle chiome scarmigliate, +quelle barbe incolte, e quelle casacche di +nessun colore che si vedon sui banchi della nostra +Camera: là barbe e capelli ravviati e lucidi, gran camicie +ricamate, soprabiti neri, calzoncini chiari, guanti<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span> +ranciati, mazzine col pomo d'argento e fiori all'occhiello. +Il Parlamento spagnuolo s'attiene al figurino +della moda. E quale il vestire, tale il parlare: vivo, +gaio, fiorito, scintillante. Noi lamentiamo già che i +nostri deputati siano solleciti della forma più che +non convenga ad oratori politici; ma i deputati spagnuoli +la curano assai più studiosamente e, convien +dirlo, con assai miglior garbo. Non solo parlano con +facilità meravigliosa, così che è rarissimo il sentire +un deputato che s'interrompa a mezzo il periodo per +cercare la frase; ma non c'è chi non si sforzi di +parlar corretto, e di dare alla sua parola un po' di +lustro poetico, un po' di sapor classico, un po' d'impronta +di grande stile oratorio. I ministri più gravi, +i deputati più timidi, i finanzieri più rigorosi, +quand'anche parlino di argomenti lontanissimi da +quanto può dare appiglio alla rettorica, infiorano i +loro discorsi di bei modi da Antologia, d'aneddoti +ameni, di versi famosi, d'apostrofi alla civiltà, alla +libertà, alla patria; e tiran via a precipizio come se +recitassero cose imparate a mente, con un'intonazione +sempre misurata ed armonica, e una varietà di +atteggiamenti e di gesti che non lascia luogo un istante +alla noia. E i giornali, giudicando i loro discorsi, +lodano l'elevatezza dello stile, la purità della lingua, +<i>los rasgos sublimes</i>, i tratti sublimi, che vi si ammirarono, +se si tratta dei loro amici, si sottintende; +oppure dicono con disprezzo che lo stile è sesquipedale, +la lingua corrotta, la forma, in una parola, +questa benedetta forma! incolta, ignobile, indegna<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[234]</a></span> +delle splendide tradizioni dell'arte oratoria spagnuola. +Questo culto della forma, questa grande facilità di +parola degenera in vanità ampollosa; e certo che +non s'hanno a cercare nel Parlamento di Madrid i +modelli della vera eloquenza politica; ma non è men +vero quello che universalmente si dice: che codesto +Parlamento è fra tutti gli europei il più ricco di facondi +oratori nel senso generale della parola. Bisogna sentire +una discussione sur un argomento di alta politica, +che muova le passioni! È una vera battaglia! Non +son più discorsi, son diluvii di parole, da fare ammattire +gli stenografi e confonder la testa agli uditori +delle tribune! Sono voci, gesti, impeti, rapimenti +d'ispirazione che fan pensare all'Assemblea francese +nei giorni turbolenti della rivoluzione! Vi si sente +un Rios Rosas, oratore violentissimo, che domina +i tumulti col ruggito; un Martos, oratore dalla +forma eletta, che uccide col ridicolo; un Pi y Margall, +vecchio venerabile, che atterrisce coi sinistri +pronostici; un Collantes, parlatore infaticabile, che +schiaccia la Camera sotto una valanga di parole; +un Rodriguez, che con meravigliosa flessuosità di +ragionamenti e di giri, incalza, avviluppa e soffoca +gli avversari; e in mezzo ad altri cento, un Castelar +che vince e trascina amici e nemici con un torrente +di poesia e di armonia. E questo Castelar, noto in +tutta Europa, è veramente la più completa espressione +dell'eloquenza spagnuola. Egli spinge il culto +della forma fino all'idolatria; la sua eloquenza è +musica; il suo ragionamento è schiavo del suo orecchio;<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span> +ei dice o non dice una cosa, o la dice in un +senso meglio che in un altro, secondo che torna o +non torna al periodo; ha un'armonia nella mente, +la segue, la obbedisce, le sacrifica tutto quello che +la può offendere; il suo periodo è una strofa; bisogna +sentirlo per credere che la parola umana, senza +misura poetica e senza canto, si possa avvicinar così +all'armonia del canto e della poesia. È più artista +che uomo politico, ha d'artista, non solo l'ingegno, +ma il cuore; un cuore di fanciullo, incapace +di odio o d'inimicizia. In tutti i suoi discorsi non +si trova un'ingiuria; nelle Cortes non ha mai provocato +una seria quistione personale; non ricorre mai +alla satira, non adopera mai l'ironia; nelle sue più +violente filippiche non versa una dramma di fiele; e +questa n'è una prova che, repubblicano, avversario +di tutti i ministeri, giornalista battagliero, accusatore +perpetuo di chi esercita un potere, e di chi non +è fanatico per la libertà, non s'è fatto odiare da +nessuno. E però i suoi discorsi si godono e non si +temono; la sua parola è troppo bella per esser terribile; +il suo carattere troppo ingenuo perchè egli +possa esercitare una influenza politica; egli non sa +armeggiare, tramare e barcamenarsi; egli non è buono +che a piacere ed a splendere; la sua eloquenza, +quando è più grande, è tenera; i suoi più bei discorsi +fan piangere. Per lui la Camera è un teatro. +Come i poeti improvvisatori, per aver l'ispirazione +piena e serena, egli ha bisogno di parlare a quella +data ora, in quel determinato punto e con quel certo<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[236]</a></span> +tempo libero dinanzi a sè. Perciò, il giorno che deve +parlare, prende le sue misure col Presidente della +Camera; il Presidente dispone in modo che gli tocchi +la parola quando le tribune sono affollate e tutti i +deputati al loro posto; i suoi giornali annunziano la +sera innanzi il suo discorso affinchè le signore possano +procurarsi il biglietto; egli ha bisogno d'aspettazione. +Prima di parlare è inquieto, non può posare +un istante, entra nella Camera, esce, rientra, torna +ad uscire, gira pei corridoi, va nella biblioteca a +sfogliare un libro, scappa nel caffè a bere un bicchier +d'acqua, par preso dalla febbre, gli sembra che +non saprà accozzar due parole, che farà ridere, che +si farà fischiare; del suo discorso non gli rimane +una sola idea lucida nella mente, ha confuso tutto, +ha dimenticato tutto.—Come va il polso?—gli domandano +sorridendo gli amici. Giunto il momento +solenne, sale al suo banco col capo basso, tremante, +pallido, come un condannato che va a morire, rassegnato +a perdere in un sol giorno la gloria conquistata +in tanti anni e con tante fatiche. In quel momento +i suoi stessi nemici senton pietà del suo stato. +Egli si alza, volge uno sguardo intorno, e dice:—<i>Señores!</i>—È +salvo; il suo coraggio si rinfranca, la +sua mente si rischiara, il suo discorso gli si ricompone +nella testa come un'arietta dimenticata; il +Presidente, le Cortes, le tribune spariscono; egli non +vede più che il suo gesto, non ode più che la sua +voce, non sente più che la fiamma irresistibile che +lo accende e la forza misteriosa che lo solleva. È<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span> +bello sentir dire da lui queste cose: «Io non vedo +più le pareti della sala,» dice, «vedo genti e paesi +lontani che non ho mai visti.»—E parla per ore +e per ore, e non un deputato esce dall'aula, non una +persona si muove nelle tribune, non una voce lo interrompe, +non un gesto lo distrae; neanche quando +fa una scappatella in barba del Regolamento, il Presidente +non ha il coraggio d'interromperlo; egli fa +balenare a suo bell'agio l'immagine della sua repubblica +vestita di bianco e coronata di rose, e i monarchici +non s'arrischiano a protestare, perchè, così +vestita, la trovan bella anch'essi; il Castelar è signore +dell'Assemblea: tuona, sfolgora, canta, strepita +e scintilla come un fuoco d'artifizio, fa sorridere, +strappa grida di entusiasmo, finisce in mezzo a un +immenso fragore d'applausi, e se ne va colla testa +in visibilio. Tale è questo famoso Castelar, professore +di storia all'Università, fecondissimo scrittore +di politica, d'arte, di religione; pubblicista che razzola +cinquantamila lire all'anno nei giornali d'America, +accademico eletto ad unanimità dall'<i>Academia +española</i>, segnato a dito per le vie, festeggiato dal +popolo, amato dai nemici, giovane, gentile, vanerello, +generoso, beato.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>E poichè siamo all'eloquenza politica diamo uno +sguardo alla letteratura. Raffiguriamoci una sala di +Accademia piena di confusione e di strepito. Una +folla di poeti, di romanzieri e di scrittori d'ogni +natura, aventi quasi tutti qualcosa di francese nel<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span> +volto e nei modi, benchè studiosissimi tutti di non +lasciarlo parere; leggono e declamano le opere loro, +facendo gli uni a soverchiar la voce degli altri, a +fine di farsi sentire dal popolo accalcato nelle tribune; +il quale, dal canto suo, bada a legger le gazzette +e a disputar di politica. A quando a quando +una voce vibrata e armoniosa vince il tumulto; e +allora cento voci, prorompono insieme in un canto +della sala, gridando:—È un carlista!—e una salva +di fischi tien dietro alle grida; oppure:—È un repubblicano!—e +un'altra salva di fischi, da un'altra +parte, soffoca la voce vibrata e armoniosa. Gli +accademici si tirano dei giornali rappallottolati, si +urlan l'un l'altro nell'orecchio:—Ateo!—Gesuita!—Demagogo!—Neo-cattolico!—Banderuola!—Traditore!—A +tender ben l'orecchio verso quei +che leggono, si colgono strofe armoniose, periodi ben +torniti, frasi potenti; il primo effetto è gradevole; +son davvero poesie e prose piene di calore, di vita, +di sprazzi di luce, di felici comparazioni tolte da +tutto quello che splende e che suona nel cielo e sul +mare e sulla terra; e ogni cosa vagamente lumeggiato +di colori orientali e riccamente vestito di armonie +italiane. Ma ahimè! non è che letteratura per +gli occhi e per gli orecchi; non è che musica e pittura; +raramente la musa, in mezzo a un nembo di +fiori, lascia cadere la gemma d'un pensiero; e di +codesta pioggia luminosa non rimane che un leggiero +profumo nell'aria, e l'eco d'un lieve mormorio +nell'orecchio. Intanto, s'odon nella strada grida<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span> +di popolo, colpi di fucili e suon di tamburi; a ogni +tratto, qualche artista diserta l'arringo, e va a sventolare +una bandiera tra la folla; spariscono a due, +a tre, a frotte, e vanno a ingrossare il drappello dei +gazzettieri; lo strepito e la vicenda continua degli +avvenimenti, distolgono i più tenaci dalle opere di +lunga lena; invano qualche solitario nella folla grida:—In +nome del Cervantes, fermate!—Alcune voci +potenti si sollevano al di sopra di quel gridìo; ma +son voci d'uomini raggruppati in disparte, molti +dei quali in procinto di partire per un viaggio +senza ritorno. È la voce dell'Hatzembuch, il principe +del dramma; è la voce del Breton de los Herreros, +il principe della commedia; è la voce dello +Zorrilla, il principe della poesia; è un orientalista +che si chiama Gayango, un archeologo che si chiama +Guerra, un commediografo che si chiama Tamayo, +un novelliere che si chiama Fernand Caballero, +un critico che si chiama Amador de Los Rios, +un romanziere che si chiama Fernandez y Gonzalez, +e una schiera d'altri ingegni arditi e fecondi; in +mezzo ai quali è ancora viva la memoria del gran +poeta della rivoluzione, Quintana; del Byron della +Spagna, Espronceda; d'un Nicasio Gallego, d'un +Martinez della Rosa, d'un duca di Rivas. Ma il tumulto, +il disordine e la discordia invadono ed avvolgono, +come un torrente, ogni cosa. E per uscir di +allegoria, la letteratura spagnuola si trova in quasi +eguali condizioni della nostra: una schiera di illustri +che declinano; ma che ebbero due grandi ispirazioni:<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span> +o la religione o la patria, o entrambe; e +che però lasciarono un'orma propria e durevole nel +campo dell'arte; e una schiera di giovani che vengono +innanzi a tentoni, domandando che cosa hanno +da fare, piuttosto che facendo davvero; ondeggianti +tra la fede e il dubbio, o aventi la fede senza il coraggio, +o non avendola, indotti dall'uso a simularla; +malsicuri anch' essi della propria lingua, e titubanti +fra le Accademie che gridano:—Purezza!—e il +popolo che grida:—Verità!; incerti tra la legge +della tradizione e il bisogno del momento; lasciáti, +in un canto dai mille che danno la fama o vituperati +dai pochi che la suggellano; costretti a pensare +in un modo e a scrivere in un altro, a non esprimersi +interi, a lasciarsi sfuggire il presente per non +si staccare dal passato, a barcamenarsi alla meglio +fra opposte difficoltà. Gran ventura poter far surnuotare, +per qualche anno, il proprio nome al torrente +di libri francesi onde il paese è allagato! Dal +che nasce lo sconforto prima nelle proprie forze e +poi nel genio nazionale; e di qui o l'imitazione che +mantiene nella mediocrità, o l'abbandono della letteratura +dai larghi studi e dalle larghe speranze, +per il facile e proficuo scribacchiar nei giornali. +Unico, fra le tante rovine, riman ritto il teatro. La +nuova letteratura drammatica non ha più dell'antica +nè l'invenzione meravigliosa, nè la forma splendida, +nè quell'impronta originale di nobiltà e di +grandezza, che era propria d'un popolo dominatore +dell'Europa e del Nuovo Mondo; e meno ancora la<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span> +fecondità incredibile e la varietà senza fine; ma per +compenso una più sana dottrina, un'osservazione più +profonda, una delicatezza più squisita, e una maggiore +conformità allo scopo vero del teatro, che è +di correggere i costumi e di nobilitare i cuori e +le menti. In tutte le opere letterarie poi, come nel +teatro, nei romanzi, nei canti popolari, nei poemi, +nelle storie, sempre vivo e dominante il sentimento +che informa più profondamente, forse, che +ogni altra letteratura europea, la letteratura spagnuola, +dai primi tentativi lirici del Berceo ai vigorosi +inni guerrieri del Quintana:—l'orgoglio nazionale.</p> + +<p>E qui accade di parlare del carattere degli Spagnuoli. +Il loro orgoglio nazionale è tale oggi ancora, +dopo tante e sventure e una sì bassa caduta, da +far dubitare allo straniero che vive in mezzo a loro, +s'essi sian spagnuoli di tre secoli fa, o spagnuoli +del secolo decimonono. Ma è un orgoglio che non offende, +un orgoglio innocentemente rettorico. Non +deprimon già le altre nazioni per parer alla volta +loro più alti; no; le rispettano, le lodano, le ammirano, +ma lasciando però trasparire il sentimento +di una superiorità che, nel concetto loro, ritrae appunto +da quell'ammirazione, una luminosa evidenza. +Sono, per le altre nazioni, benevoli di quella benevolenza +che il Leopardi dice giustamente essere propria +degli uomini pieni del concetto di se medesimi; i quali, +credendosi ammirati da tutti, amano i loro creduti +ammiratori, anche perchè giudicano ciò conveniente<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span> +a quella <i>maggioranza</i> onde stimano che la sorte +gli abbia favoriti. Non può esservi stato al mondo +un popolo più fiero della sua storia che il popolo +spagnuolo. È una cosa incredibile. Il ragazzo che +vi lustra gli stivali, il facchino che vi porta la +valigia, il mendicante che vi chiede l'elemosina, alzan +la testa e mandan lampi dagli occhi al nome +di Carlo V, di Filippo II, di Ferdinando Cortes, di +Don Giovanni d'Austria, come se fossero eroi del loro +tempo, e li avesser veduti il giorno prima entrare +trionfalmente nella città. Si pronuncia il nome di +<i>España</i> coll'accento col quale dovevan pronunciar +<i>Roma</i> i Romani a' tempi più gloriosi della repubblica. +Quando si parla della Spagna, è bandita anche +la modestia, dagli uomini naturalmente più modesti, +senza che sul loro viso appaia il menomo indizio +di quell'esaltamento a cui si condona l'intemperanza +del linguaggio. Si inneggia a freddo, per uso, +senza accorgersene. Nei discorsi al Parlamento, +negli articoli delle gazzette, nelle scritture delle +accademie, si chiama il popolo spagnuolo, senza +perifrasi, <i>un pueblo de héroes</i>, la grande nazione, la +meraviglia del mondo, la gloria dei secoli. È raro +il sentir dire o leggere cento parole da chi si sia +e a qual si voglia uditorio, senza che o prima o poi +non suoni il ritornello obbligato di Lepanto, di scoperta +d'America, di guerra d'indipendenza, a cui +tien dietro sempre uno scoppio d'applausi.</p> + +<p>E appunto la tradizione della guerra d'indipendenza +costituisce nel popolo spagnuolo una forza intima<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span> +immensa. Chi non sia vissuto o poco o molto in +Spagna non può credere che una guerra, per quanto +fortunata e gloriosa, possa lasciare in un popolo una +così profonda fede nel valor nazionale. Baylen, Victoria, +San Marcial sono tradizioni per la Spagna +assai più efficaci che non siano per la Francia Marengo, +Jena, Austerlitz. La stessa gloria guerriera +degli eserciti di Napoleone, veduta a traverso la +guerra d'indipendenza che vi stese su il primo velo, +appare agli occhi della Spagna assai meno splendida +che a ogni altro popolo d'Europa. L'idea di +una invasione straniera desta negli Spagnuoli un +sorriso di sdegnoso disprezzo; non credono alla possibilità +d'esser vinti nel loro paese; bisognava sentire +con che tòno parlavan della Germania quando +correva voce che l'imperatore Guglielmo fosse risoluto +a sostenere colle armi il trono del duca d'Aosta. +E non c'è dubbio che, se avessero a combattere +una nuova guerra d'indipendenza, forse combatterebbero, +con meno fortunato successo, ma con prodezza +e costanza pari a quella maravigliosa che +spiegarono allora. Il 1808 è il 93 della Spagna; è +una data che ogni spagnuolo ha dinanzi agli occhi +scritta in carattere di fuoco; se ne gloriano le donne, +i ragazzi, i bambini che cominciano a scioglier la +lingua; è il grido di guerra della nazione.</p> + +<p>E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori +e dei loro artisti. L'accattone invece di dir +<i>España</i>, vi dice qualche volta <i>la patria de Cervantes</i>. +Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span> +la popolarità che ha in Spagna l'autore del <i>Don Chisciotte</i>. +Io credo che non vi sia un contadino, un pastore, +dai Pirenei alla Sierra Nevada, dalla costa di +Valenza ai colli d'Estremadura, che interrogato di +chi sia il Cervantes, non risponda con un sorriso di +compiacenza:—<i>El imortal autor del Quijote.</i>—La +Spagna è forse il paese dove si celebrano più anniversarii +di grandi scrittori: da Juan de Mena all'Espronceda, +ognuno ha il suo giorno solenne, nel +quale si offre alla sua tomba un tributo di canti e +di fiori. Nelle piazze, nei caffè, nei carrozzoni della +strada ferrata, per tutto occorre di sentir citar +versi di poeti illustri, da ogni sorta di gente; chi +non ha letto, ha sentito leggere; chi non ha sentito +leggere, ripete la citazione come un proverbio, per +averla udita da un altro; e quando uno dice un +verso, tutti drizzan gli orecchi. Chi conosca per poco +la letteratura spagnuola, può fare un viaggio in +quel paese colla sicurezza di aver sempre di che +discorrere e di come ispirar simpatia, dovunque capiti, +in chiunque s'abbatta. La letteratura nazionale +è là veramente nazionale.</p> + +<p>Il difetto degli Spagnuoli che colpisce fin dalle +prime lo straniero, è questo: che nell'estimare le +cose, gli uomini e gli avvenimenti del loro tempo e +del loro paese, sbagliano, se così può dirsi, la misura; +ingigantiscon tutto; vedono ogni cosa come a +traverso una lente che ne dilata spropositatamente +i contorni. Non avendo avuto da lungo tempo una +partecipazione immediata nella vita comune d'Europa,<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span> +mancò loro l'occasione di paragonarsi cogli +altri Stati, e di giudicar sè stessi dal paragone. Perciò +le loro guerre civili, le guerre d'America, d'Affrica, +di Cuba, sono per loro quello che son per noi, +non la piccola guerra del 1860 e 61 contro l'esercito +papale od anche la rivoluzione del 1860; ma la +gran guerra di Crimea, quella del 1859, quella +del 1866. Dei combattimenti, sanguinosi senza dubbio, +ma non grandi, che illustrarono le armi spagnuole +in quelle guerre, parlano come i Francesi di +Solferino, i Prussiani di Sadowa, gli Austriaci di Custoza. +I Prim, i Serrano, gli O'Donnell, sono generali +che mettono al lato dei più insigni degli altri +paesi. Mi ricordo del chiasso fatto a Madrid per la +vittoria riportata dal general Morriones su quattro +o cinque mila Carlisti. I deputati, nella sala di conversazione +delle Cortes, esclamavano enfaticamente:—<i>Eh! +La sangre española!</i>—; alcuni dicevan persino +che se un esercito di trecentomila Spagnuoli, si fosse +trovato in luogo dei Francesi nel 1870, sarebbe corso +difilato a Berlino. E certo non si può dubitar del +valore spagnuolo, che diede di sè tante prove; ma è +lecito il supporre che fra Carlisti disordinati e Prussiani +stretti in corpi d'esercito, fra soldati d'Europa, +per farla più larga, e soldati d'Affrica, fra grandi +battaglie campali, dove la mitraglia miete le vite a +migliaia, e combattimenti di diecimila soldati per +parte, con disparità grande di armamento e di disciplina, +ci corra. E come parlan di guerra, parlan +d'ogni altra cosa; non già il popolo solo, ma la gente<span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246">[246]</a></span> +colta. Agli scrittori si prodigano lodi sperticate; si dà +di <i>grande poeta</i> a molti, il cui nome non è mai +uscito di Spagna; gli epiteti di inarrivabile, di sublime, +di meraviglioso, sono moneta corrente che si +spende e si riceve senza il menomo dubbio sulla +bontà della lega. Si direbbe che la Spagna guarda +e giudica ogni sua cosa, piuttosto come un popolo +americano, che come un popolo europeo; e che invece +dei Pirenei, la separi dall'Europa un oceano, +e la congiunga all'America un istmo.</p> + +<p>Del resto, quanto son simili a noi! A sentir parlare +il popolo di politica, par d'essere in Italia; non +si discute, si sentenzia; non si censura, si condanna; +ad ogni giudizio basta un argomento, e per foggiare +un argomento basta un indizio. Il tal ministro? Un +furfante. Il tal altro? Un traditore. Quell'altro tale? +un ipocrita; una fitta di ladri tutti; uno ha fatto +vendere gli alberi dei giardini d'Aranjuez, l'altro +ha portato via dei tesori dall'Escuriale, un terzo ha +vuotato le casse dello Stato, un quarto ha venduto +l'anima per un sacchetto di dobloni. Negli uomini +che hanno avuto mano in tutti i rivolgimenti politici +da trent'anni in qua, non hanno più fede; anche +nel popolo minuto serpeggia un sentimento di sconforto, +del quale s'intende l'espressione ad ogni tratto +e in ogni lato:—<i>Pobre España!</i>—<i>Desgraciado pais!</i>—<i>Desdichados +españoles!</i></p> + +<p>Ma l'esacerbamento delle passioni politiche e il +furore delle lotte intestine non ha mutato il fondo +dell'antico carattere spagnuolo. Solamente quella<span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[247]</a></span> +parte della società alla quale si dà il nome di mondo +politico, questa solamente è corrotta; il popolo, benchè +pur sempre inchinevole a quei ciechi e talora +selvaggi impeti di passione che tradiscono la mescolanza +del sangue arabo col sangue latino, è buono, +leale, capace di sensi magnanimi e di sublimi slanci +d'entusiasmo. La <i>honra de España</i> è ancora un +motto che fa battere tutti i cuori. E poi hanno +modi franchi e gentili; forse men fini, ma certo più +amabilmente ingenui, di quelli onde van lodati i +Francesi. Invece di farvi un sorriso vi porgono un +sigaro, invece di dirvi una garbatezza vi stringon +la mano, e sono più ospitali a fatti che a offerte. +Nondimeno le formole di saluto serbano l'antica impronta +cortigianesca; l'uomo dice alla donna:—Ai +suoi piedi;—la donna dice all'uomo:—Le bacio +la mano;—gli uomini, fra loro, sottoscrivon le +lettere col Q. B. S. M.,—<i>que besa sus manos,</i>—come +da servo a signore; gli amici soli si dicono addio +e il popolo ha il suo saluto affettuoso di <i>Vaya Vsted +con Dios</i> che val più di tutti i baci sulle mani.</p> + +<p>Con codesta natura calda e espansiva della gente, +è impossibile stare un mese a Madrid senza farsi cento +amici, anche senza cercarli. Figuratevi quanti se +ne può far chi li cerca. Questo era il caso mio. E +non posso dir proprio amici, ma conoscenti ne ebbi +tanti che non mi pareva più di essere in una città +straniera. Anche gli uomini illustri sono di facilissimo +abbordo e però non c'è bisogno, come altrove, +di un monte di lettere e d'imbasciate d'amici per<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span> +arrivar fino a loro. Ebbi l'onore di conoscere il Tamayo, +l'Hatzembuch, il Guerra, il Saavedra, il Valera, +il Rodriguez, il Castelar, e molti altri chiarissimi +quali nelle lettere e quali nelle scienze, e li trovai tutti +a un modo: aperti, cordiali, focosi; uomini coi capelli +bianchi, ma con occhi e voci di giovani ventenni; +appassionati per la poesia, per la musica, per la +pittura; allegri, gesticolanti, ridenti d'un riso fresco +e sonoro. Quanti ne vidi leggendo dei versi del +Quintana o dell'Espronceda, impallidire, piangere, +balzare in piedi come scossi da una scintilla elettrica, +e mostrar tutta l'anima negli sguardi raggianti! +Che giovanili anime! Che ardenti cuori! Come +mi compiacevo, vedendoli ed ascoltandoli, di appartenere +a questa povera razza latina, di cui diciamo +ora le sette pèste, e come mi rallegravo pensando +che più o meno siamo tutti fatti su quello stampo, +e che, perdio, potremo abituarci a poco a poco a invidiare +lo stampo degli altri, ma non riusciremo a +perdere il nostro mai!</p> + +<p>Dopo tre mesi e più di soggiorno a Madrid, dovetti +partire per non lasciarmi poi cogliere dall'estate +nel mezzogiorno della Spagna. Ricorderò +sempre quella bella mattina di maggio, ch'io abbandonai, +forse per sempre, la mia cara Madrid. Partivo +per andar a vedere l'Andalusia, la terra promessa +dei viaggiatori, la fantastica Andalusia della +quale avevo tanto inteso decantare le meraviglie in +Italia e in Spagna, dai romanzieri e dai poeti; quell'Andalusia +per la quale posso dire che avevo impreso<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span> +il viaggio; eppure ero tristo. Avevo passato +tanti bei giorni a Madrid! Ci lasciavo tanti cari +amici! Per andare alla stazione della strada ferrata +del mezzogiorno, attraversai la strada d'Alcalà, +salutai da lontano i giardini di Recoletos, passai davanti +al palazzo del Museo di pittura, mi fermai a +guardare ancora una volta la statua del Murillo, e +arrivai alla stazione col cuore stretto.—Tre mesi?—domandavo +a me stesso pochi momenti prima +che il treno partisse;—son già passati tre mesi? +Non è stato un sogno? Eppure sì, gli è come se +avessi sognato! Non rivedrò forse mai più la mia +buona padrona di casa, mai più la bambina del signor +Saavedra, mai più il viso dolce e sereno del Guerra, +mai più gli amici del caffè Fornos, mai più nessuno! +Ma che! Non potrò tornare?... Tornare! Oh +no! Lo so bene che non potrò tornare! E allora... +addio, amici! Addio, Madrid! Addio, o mia piccola +stanza di strada dell'Alduana!—Mi pare che in +questo momento mi si strappi una fibra nel cuore, +e sento il bisogno di nascondere il viso.<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="VI" id="VI"></a>VI.<br /><br /> + +ARANJUEZ.</h2> + + +<p>Come arrivando per la via del settentrione, così +partendo da Madrid per la via del mezzogiorno, si +percorre una campagna disabitata che rammenta le +provincie più povere dell'Aragona e della Vecchia +Castiglia. Son vaste pianure giallastre e secche, nelle +quali par che il terreno, a picchiarci su, debba risuonare +come un uscio, o screpolarsi come la crosta +d'una torta abbrustolita; e pochi villaggi meschini, +dello stesso colore del suolo, che pare dovrebbero +accendersi come un mucchio di foglie inaridite, solo +ad avvicinare un fiammifero allo spigolo d'una casa. +Dopo un'ora di strada, la mia spalla cercò la parete +del carrozzone, il mio gomito cercò un sostegno, la +mia testa cercò la mano, e caddi in un profondo +sopore, come un membro dell'<i>Ateneo d'ascoltazione</i> +di Giacomo Leopardi. Pochi minuti dopo che avevo +chiuso gli occhi, fui riscosso da un disperato gridío +di donne e di ragazzi, e balzai in piedi chiedendo +ai vicini che cosa fosse seguito. Ma prima che avessi<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span> +finito la domanda, una risata generale mi rassicurò. +Un drappello di cacciatori sparsi per la campagna, +vedendo arrivare il treno, s'eran messi d'accordo +per far un po' di paura ai viaggiatori. In quei giorni +si parlava della comparsa d'una banda di Carlisti +nelle vicinanze di Aranjuez: i cacciatori, fingendo +d'essere l'avantiguardia della banda, mentre passava +il treno, avevan gettato alte grida come per +avvertire il grosso degli armati che accorressero, e +gridando, avevan fatto l'atto di sparare contro i +carrozzoni; onde lo spavento e le grida della gente; +e poi avevan tutt'a un tratto voltato i fucili col +calcio in aria, per far vedere che l'era stata una +burla. Passata la tremerella, chè n'ebbi per un momento +un pochino anch'io, ricaddi nel mio sopore +accademico; ma ne fui scosso daccapo, di là a pochi +minuti, in una maniera assai più gradevole che la +prima volta.</p> + +<p>Guardai intorno: la vasta campagna deserta +s'era trasformata come per incanto, in un immenso +giardino pieno di boschetti leggiadrissimi, +percorso in tutti i sensi da larghi viali, sparso di +casine campestri e di capanni fasciati di verzura; e +qua e là zampilli di fontane, e recessi ombrosi, e +prati fioriti, e vigneti, e sentierini, e un verde, un +fresco, un odor di primavera, un'aura di letizia e +di piacere, da imparadisare l'anima. Eravamo arrivati +a Aranjuez. Discesi dal treno, infilai un bel viale +ombreggiato da due file di alberi giganteschi, e mi +trovai dopo pochi passi in faccia al palazzo reale.<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span></p> + +<p>Il ministro Castelar scrisse pochi giorni sono nel +suo <i>memorandum</i> che la caduta dell'antica monarchia +spagnuola fu predestinata il giorno che una +turba di popolo colle ingiurie sulle labbra e l'ira +nel cuore invase il palazzo d'Aranjuez per turbare +la tranquilla maestà dei suoi Sovrani. Io ero appunto +su quella piazza dove il 17 marzo del 1808 seguirono +gli avvenimenti che furono il prologo della guerra +nazionale, e come la prima parola della sentenza che +condannò a morte l'antica Monarchia. Cercai subito +cogli occhi le finestre dell'appartamento del Principe +della Pace; me lo raffigurai quando fuggiva di +sala in sala, pallido e scapigliato, in cerca d'un +nascondiglio, all'eco delle grida della moltitudine +che saliva le scale; vidi il povero Carlo IV deporre +colle mani tremanti la corona di Spagna sulla testa +del Principe delle Asturie; tutte le scene di quel terribile +dramma mi si presentarono dinanzi agli occhi; e +il silenzio profondo del luogo, e la vista di quel palazzo +chiuso e abbandonato, mi misero freddo al cuore.</p> + +<p>Il palazzo ha la forma d'un castello; è fabbricato +di mattoni, con contorni di pietra bianca, e coperto +di un tetto d'ardesia. Tutti sanno che lo fece +costruire Filippo II dal celebre architetto Herrera, +e che quasi tutti i re successivi lo abbellirono, e +vi soggiornarono nella stagione estiva. V'entrai: +l'interno è splendido: v'è una stupenda sala pel ricevimento +degli ambasciatori, un bel gabinetto chinese +di Carlo III, una mirabile sala di toeletta di +Isabella II; e una profusione d'oggetti d'ornamento<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span> +preziosissimi. Ma tutte le ricchezze del palazzo non +valgono il colpo d'occhio dei giardini. L'aspettazione +non è delusa. I giardini d'Aranjuez (Aranjuez +è il nome della piccola città che giace a poca +distanza dal palazzo) sembrano stati fatti per una +famiglia di re titanici, ai quali i parchi e i giardini +dei nostri re dovessero parer aiuole da terrazze o +campicelli da presepio. Viali a perdita d'occhio fiancheggiati +da alberi di smisurata altezza, che consertano +i rami inclinandosi gli uni verso gli altri, +come incurvati da due venti contrari, percorrono +in tutti i sensi una foresta di cui non si vedono i +confini; e a traverso questa foresta, il Tago largo e +rapido descrive una maestosa curva formando qua +e là cascatelle e bacini; e una vegetazione fitta e +pomposa, lussureggia fra un laberinto di vialetti, +di crocicchi e di sbocchi; e in ogni parte biancheggiano +statue, vasche, colonne, schizzi d'acqua altissimi +che ricascano a sprazzi, a fiocchi, a goccie, in +mezzo a ogni maniera di fiori d'Europa e d'America; +e al fragore maestoso della cascata del Tago, +s'unisce il canto d'innumerevoli usignoli che vibrano +le loro allegre note nell'ombra misteriosa dei +sentieri solitarii. In fondo ai giardini sorge un piccolo +palazzo di marmo, di modesta apparenza, che +racchiude tutte le maraviglie della più magnifica +reggia; e nel quale si respira ancora, per così +dire, l'aura della vita intima dei Re di Spagna. +Qui le stanzine segrete di cui si tocca il soffitto +colla mano, la sala da biliardo di Carlo IV, la sua<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span> +stecca, i cuscini ricamati dalla mano delle regine, +gli orologi musicali che rallegravano gli ozii degli +infanti, le scalette, le finestrine che serban cento piccole +tradizioni dei capricci principeschi; e infine il +più ricco luogo comodo d'Europa, dovuto a un ghiribizzo +di Carlo IV, che racchiude in sè solo tante +ricchezze da tirarne di che fare un palazzo, senza togliergli +la nobile primazia di cui va altero fra tutti +i gabinetti destinati allo stesso scopo. Di là da +questo palazzo, e tutt'intorno ai boschi, si stendono +vigneti e oliveti e piantagioni d'alberi fruttiferi +e ridenti praterie. È una vera oasi circondata +dal deserto, che Filippo II scelse in un giorno d'allegro +umore quasi per temperare con una gaia immagine +la cupa melanconia dell'Escurial. Tornando +dal piccolo palazzo di marmo verso il grande palazzo +reale, per quei lunghissimi viali, all'ombra di +quegli alberi sterminati, in quella profonda quiete di +foresta, pensavo agli splendidi cortei di dame e di +cavalieri che un giorno vi si aggiravano dietro ai +passi di giovani monarchi folleggianti o di regine +capricciose e sfrenate, al suono di musiche amorose +e di canti che narravan la grandezza e la gloria +della invitta Spagna; e ripetevo malinconicamente +col poeta di Recanati:</p> + +<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«.... Tutto è pace e silenzio<br /></span> +<span class="i0">E più di lor non si ragiona....»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">Ma pur guardando certi sedili di marmo mezzo nascosti +fra i cespugli, e figgendo lo sguardo nel buio<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span> +di certi sentieri lontani, e pensando a quelle regine, +a quegli amori, a quelle follie, non potevo trattenere +un sospiro, che non era di pietà, e un segreto +senso d'amarezza mi pungeva il cuore; e dicevo come +il povero Adan nel poema il <i>Diablo mundo</i>:—Come +son fatte codeste grandi dame? Come vivono? Che +fanno? Parlano, amano, godono, come noi?—E partii +per Toledo fantasticando l'amor d'una regina come +un giovane avventuriere delle <i>Mille e una notte</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[256]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="VII" id="VII"></a>VII.<br /><br /> + +TOLEDO.</h2> + + +<p>Quando ci si avvicina a una città sconosciuta, +bisognerebbe aver accanto qualcheduno che l'avesse +già vista, e ci potesse avvertire del momento opportuno +per metter la testa fuori e coglierne l'aspetto +con un colpo d'occhio. Ebbi la fortuna di essere +avvertito per tempo. Un tale mi disse:—Ecco Toledo!—ed +io saltai al finestrino, e feci un'esclamazione +di meraviglia.</p> + +<p>Toledo sorge sur un'altura rocciosa e dirupata, ai +piedi della quale scorre il Tago descrivendo un'amplissima +curva. Dal piano non si vedon che roccie +e mura di fortezza, e di là dalle mura le cime dei +campanili e delle torri. Le case son nascoste, la città +vi par chiusa e inaccessibile, e meglio che d'una città +vi presenta l'aspetto di una rôcca abbandonata. Dalle +mura alla sponda del fiume non c'è una casa, nè +un albero; tutto è nudo, secco, irto, ripido; non vi +si vede anima viva; direste che per salire bisogna +arrampicarsi, e vi sembra che al primo apparir d'un<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span> +uomo su quei dirupi gli debba cadere addosso dall'alto +delle mura una tempesta di freccie. Scendete +dal treno, montate in una carrozza, arrivate all'imboccatura +di un ponte. È il famoso ponte d'Alcantara, +che accavalcia il Tago, sormontato da una +bella porta araba in forma di torre, che gli dà un +aspetto ardito e severo. Passato il ponte, vi trovate +in un'ampia via che sale a larghi serpeggiamenti +fino alla sommità della montagna. Qui vi +par proprio di essere sotto una città forte del medio +evo, e di trovarvi voi stesso nei panni d'un +arabo o d'un goto o d'un soldato di Alfonso VI. +Da tutte le parti vi pendon sul capo roccie scoscese, +mura diroccate, torri, e rottami di antichi bastioni; +e più su, l'ultimo muro di cinta della città, nero, +coronato di merli enormi, aperto qua e là da grandi +breccie, dietro le quali fan capolino le case prigioniere; +e via via che salite, vi par che la città si +ristringa e si nasconda. A mezzo la salita, incontrate +la <i>Puerta del Sol</i>, un gioiello di architettura +araba, composta di due torri merlate, che si congiungono +sur una graziosissima porticina ad arco +doppio, sotto la quale passa la strada antica; e di +là, se vi voltate indietro, vedete giù il Tago, la pianura, +i colli. Passate oltre, trovate altre mura e altre +rovine; e finalmente le prime case della città.</p> + +<p>Quale città! Sul primo momento mi sentii mancare +il respiro. La carrozza aveva infilato una stradina +tanto stretta che i mòzzi delle ruote toccavan +quasi i muri delle case.<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span></p> + +<p>“Ma perchè passate di qui?” domandai al vetturino.</p> + +<p>Il vetturino si mise a ridere, e rispose: “Perchè +non c'è altra strada più larga.”</p> + +<p>“O che tutta Toledo è fatta così?” ridomandai.</p> + +<p>“Tutta fatta così!” rispose.</p> + +<p>“È impossibile!” esclamai.</p> + +<p>“Vedrà!” soggiunse.</p> + +<p>In verità non lo credevo. Scesi a un albergo, +buttai in una stanza la mia valigia, e scesi le scale +a precipizio per andar a vedere questa stranissima +città. Un fattorino dell'albergo mi fermò sulla porta, +e mi domandò sorridendo: “Dove va <i>caballero</i>?”</p> + +<p>“A veder Toledo” risposi.</p> + +<p>“Solo?”</p> + +<p>“Solo; perchè no?”</p> + +<p>“Ma è già stato qui altre volte?”</p> + +<p>“Mai.”</p> + +<p>“Allora non può andar solo.”</p> + +<p>“E perchè?”</p> + +<p>“Perchè si smarrirà.”</p> + +<p>“Dove?”</p> + +<p>“Appena uscito.”</p> + +<p>“O la ragione?”</p> + +<p>“La ragione è questa;” rispose, accennandomi +un muro al quale era affissa una pianta di Toledo. +M'avvicinai e vidi un garbuglio di linee bianche +sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori +che fanno i ragazzi sulla lavagna per consumare +il gesso a dispetto del maestro. “Non importa,”<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span> +dissi, “voglio andar solo; e se mi smarrirò, +mi troveranno.”—“Non farà cento passi,” osservò +il fattorino. Uscii e infilai la prima strada +che vidi, tanto stretta che, allargando le braccia, toccavo +tutti e due i muri. Fatti cinquanta passi, mi +trovai in un'altra strada più stretta della prima, +e da questa riuscii in una terza, e via così. Mi +pareva di girare, non per le strade d'una città, +ma per gli anditi d'un edifizio; e andavo oltre coll'idea +di dover riuscire da un momento all'altro in +un luogo aperto.—È impossibile,—pensavo,—che +la città sia tutta costruita in questa maniera; non +ci si potrebbe vivere.—Ma via via che procedevo, mi +sembrava che le strade si facessero più strette e più +corte; ogni momento dovevo svoltare; dopo una strada +curva, veniva una strada a zig-zag, dopo questa un'altra +fatta ad uncino, che mi riconduceva nella prima, +e così giravo per un pezzo sempre in mezzo alle stesse +case. Di tratto in tratto riuscivo in un crocicchio di +parecchi vicoli che scappavano in direzioni opposte, e +quale si perdeva nel buio d'un portico, quale urtava, +dopo pochi passi, contro il muro d'una casa, quale +scendeva giù come per sprofondarsi nelle viscere della +terra, quale s'arrampicava per un'erta salita; alcuni, +larghi appena tanto da dar passo ad un uomo; altri +stretti in mezzo a due muri senza porte e senza finestre; +tutti fiancheggiati da edifizii di grande altezza, +che lasciavano apparire appena una sottile striscia di +cielo fra tetto e tetto; con poche finestre munite di +grosse inferriate, con grandi porte tempestate di chiodi<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span> +enormi, con cortili angusti ed oscuri. Camminai un +pezzo senza incontrar nessuno, fin che riuscii in una +delle strade principali, tutta fiancheggiata da botteghe +e piena di contadini, di donne, di ragazzi; ma +poco più larga d'un corridoio ordinario. Ogni cosa +è proporzionato alla strada: le porte paion finestre, +le botteghe paion nicchie, e vi si vedon dentro tutti +i segreti della casa: la tavola apparecchiata, i bambini +in culla, la madre che si pettina, il padre che +si cambia la camicia; tutto è lì sulla strada; non +par di essere in una città, ma in una casa abitata +da una sola grande famiglia. Svolto in una strada +meno frequentata, non vi si sente il ronzìo d'una +mosca, il mio passo risuona fino al quarto piano +degli edifizii, qualche vecchierella fa capolino alla +finestra. Passa un cavallo, par che passi uno squadrone: +tutti s'affacciano a guardar che cosa segue. Il +più leggero rumore echeggia in ogni parte; un libro +che cade in una stanza al secondo piano, un vecchio +che tosse in un cortile, una donna che si soffia il naso +non so dove; si sente tutto. In qualche punto cessa +ad un tratto ogni rumore, siete soli, non vedete più +segno di vita: son case da streghe, crocicchi da congiure, +chiassuoli da tradimenti, angiporti da delitti, +finestrine da colloquii d'amanti infami, porte sinistre +che fanno sospettare scale macchiate di sangue. Ma +pure in tutto questo laberinto di strade non ce n'è +due che si somigliano; ognuna ha qualcosa di proprio; +qui un arco, là una colonnetta, più oltre una scultura; +Toledo è un emporio di tesori d'arte; per poco<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span> +che si scrostino i muri, si scoprono in ogni parte dei +ricordi di tutti i secoli: bassorilievi, arabeschi, finestrine +moresche, statuette. I palazzi hanno porte munite +di lastre di metallo incise, di martelli istoriati, +di chiodi colle teste cesellate, di scudi, di emblemi; +e formano un bel contrasto colle case moderne dipinte +a ghirlande, medaglioni, amori, urne, animali +fantastici. Ma questi abbellimenti non tolgono +nulla all'aspetto severo e tristo di Toledo. +Dovunque volgiate lo sguardo, v'è qualche cosa che +vi rammenta la città forte degli Arabi; per poco che +la vostra immaginazione lavori, riesce a ricomporre, +coi tratti rimasti qua e là, tutto il disegno del quadro +cancellato, e allora l'illusione è completa; rivedete +la gran Toledo del medio evo; e dimenticate +la solitudine e il silenzio delle sue strade. Ma è +un'illusione di pochi istanti, dopo la quale ricadete +in una trista meditazione, e non vedete più che lo +scheletro della città antica, la necropoli di tre imperi, +il grande sepolcro della gloria di tre popoli. Toledo +vi rammenta i sogni fatti da giovanetti dopo la +lettura di leggende romanzesche del medio evo. Voi +avrete visto molte volte, nei sogni, delle città oscure, +cinte di fossi profondi, di mura altissime, di roccie +inaccessibili; e sarete passati su quei ponti levatoi, +e sarete entrati in quelle strade torte ed erbose, ed +avrete respirato quell'aria umida di prigione e di +tomba. Ebbene, avete sognato Toledo.</p> + +<p>La prima cosa a vedersi, dopo l'aspetto generale +della città, è la Cattedrale, che vien considerata a<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span> +giusto titolo come una delle più belle del mondo. +La storia di questa Cattedrale, stando alla tradizione +popolare, rimonta sino ai tempi dell'Apostolo +Santiago, primo vescovo di Toledo, che avrebbe designato +il luogo dove venne innalzata; ma la costruzione +dell'edifizio tal quale oggi si ammira, fu cominciata +nel 1227, sotto il regno di San Ferdinando, +e terminata dopo duecento e cinquant'anni di lavoro +quasi continuo. L'aspetto esterno di questa immensa +chiesa non è nè ricco nè bello come quello della +cattedrale di Burgos. Davanti alla facciata si stende +una piccola piazza, ed è il solo punto d'onde si possa +abbracciare collo sguardo una vasta parte dell'edifizio; +tutt'intorno corre una stradicciuola, dalla quale, +per quanto si torca il collo, non si vede che l'alto +muro di cinta che chiude la chiesa come una fortezza. +La facciata ha tre grandi porte, chiamate +l'una del <i>Perdono</i>, l'altra dell'<i>Inferno</i>, la terza del +<i>Giudizio</i>; ed è fiancheggiata da una robusta torre, +che termina in una bella cupola ottagona. Per quanto, +girando intorno all'edifizio, si sia visto che è immenso, +al primo entrare si è colpiti da un senso +profondo di meraviglia; e subito dopo da un altro +vivissimo piacere, che vien da quella freschezza, da +quella quiete, da quell'ombra soave, e da una misteriosa +luce, la quale penetrando per le vetrate a +colori di innumerevoli finestre, si frange in mille +raggi azzurri, gialli, rosei, che guizzano qua e là +lungo gli archi e le colonne come striscie d'arcobaleno. +La chiesa è formata da cinque grandi navate<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span> +divise da ottantotto pilastri enormi, composti ciascuno +di sedici colonne fusate, e strette come un fascio +di lancie; una sesta navata taglia ad angolo +retto queste cinque, passando fra l'altar maggiore +ed il coro; e la volta della navata principale si alza +maestosamente sull'altre, che sembrano curvarsi come +per renderle omaggio. La luce variopinta e il color +chiaro della pietra danno alla chiesa come un'aria +di raccolta letizia che tempera l'aspetto malinconico +dell'architettura gotica, senza nulla togliere alla sua +gravità austera e pensosa. Passar dalle strade di +quella città fra le navate di quella Cattedrale, gli è +come passar da una segreta a una piazza: si guarda +intorno, si respira, si risente la vita.</p> + +<p>L'altar maggiore, a volerlo considerar per la minuta, +richiederebbe altrettanto tempo che la chiesa +intera; è una chiesa, è un visibilio di colonnine, di +statuette, di fogliami, d'ornamenti svariatissimi, che +sporgon lungo gli spigoli, s'alzano sopra gli architravi, +serpeggiano intorno alle nicchie, si sostengono +l'un l'altro, si ammontano, si nascondono, presentando +in ogni parte mille profili, e gruppi, e scorti, e +dorature, e colori, e ogni maniera di artifiziose leggiadrie, +che porgon tutte insieme l'aspetto di una +magnificenza piena di decoro e di grazia. Di fronte +all'altar maggiore è il coro, diviso in tre ordini di seggiole +meravigliosamente scolpite da Filippo di Borgogna +e dal Berruguete, con bassorilievi rappresentanti +fatti storici, allegorici, sacri, che si considerano +come uno dei più insigni monumenti dell'arte. In<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span> +mezzo, in forma di trono, è il seggio dell'arcivescovo; +intorno, un giro di enormi colonne di diaspro; sugli architravi, +delle statue colossali d'alabastro; ai due lati, +degli enormi pulpiti di bronzo con suvvi dei messali giganteschi, +e due smisurati organi, l'uno di fronte all'altro, +dai quali par debba prorompere da un istante +all'altro un torrente di note da far tremare le volte.</p> + +<p>Il piacere dell'ammirazione, in queste grandi cattedrali, +è quasi sempre turbato dai ciceroni importuni +che vogliono ad ogni costo che vi divertiate a +modo loro. E per mia disgrazia mi ebbi a persuadere +che i ciceroni spagnuoli sono i più ostinati della +razza. Quand'uno di costoro s'è fitto in capo che +voi avete da passar la giornata con lui, è finita. Potete +scrollar le spalle, non rispondere, lasciar che si +sfiati senza neanco voltare il viso, girare per conto +vostro come se non l'aveste veduto: è tutt'uno. In +un momento d'entusiasmo, dinanzi a un quadro o +a una statua, vi sfugge una parola, un gesto, un sorriso: +basta, siete legato, siete suo, siete preda di +questa implacabile <i>pieuvre</i> umana, che come quella +di Victor Hugo, non lascia la vittima che a tagliarle +la testa. Mentre stavo contemplando le statue +del Coro, vidi colla coda dell'occhio uno di codeste +<i>pieuvres</i>, un vecchietto mezzo sfatto, che mi si avvicinava +a lenti passi, di sbieco, come un sicario, +guardandomi coll'aria di dire:—Ci sei.—Io continuai +a guardar le statue; il vecchio mi venne accanto, +e si mise anch'egli a guardare; poi ad un +tratto mi domandò: “Vuol che l'accompagni?”<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span></p> + +<p>“No,” risposi, “non m'occorre.”</p> + +<p>Ed egli senza scomporsi: “Sa chi era Elpidio?”</p> + +<p>La domanda era così strana, che non potei trattenermi +dal domandare alla mia volta: “Chi era?”</p> + +<p>“Elpidio,” rispose, “fu il secondo vescovo di +Toledo.”</p> + +<p>“E con questo?”</p> + +<p>“E con questo.... fu il vescovo Elpidio che ebbe +l'idea di consacrare la chiesa alla Vergine, che è +la ragione per la quale la Vergine venne a visitare +la chiesa.”</p> + +<p>“O come si sa?”</p> + +<p>“Come si sa? si vede.”</p> + +<p>“Volete dire che s'è visto.”</p> + +<p>“Voglio dire che si vede ancora: abbia la bontà +di venir con me.”</p> + +<p>Ciò dicendo si mosse, ed io, curiosissimo di sapere +qual fosse questa prova visibile della discesa +della Vergine, lo seguii. Ci fermammo davanti a una +specie di tabernacolo, vicino a uno dei gran pilastri +della navata del mezzo. Il cicerone mi mostrò +una pietra bianca incastrata nel muro, coperta da +una rete di ferro, e con intorno questa iscrizione:</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Quando la reina del cielo<br /></span> +<span class="i0">Puso los pies en el suelo<br /></span> +<span class="i0">En esta piedra los puso.»<br /></span> +</div></div> + +<p>“Dunque,” domandai “la Santa Vergine ha messo +proprio il piede su questa pietra?”</p> + +<p>“Proprio su questa pietra,” mi rispose, e fatto<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span> +passare un dito tra i fili di ferro della rete, e toccata +la pietra, si baciò il dito, si fece il segno della +croce e mi accennò come per dirmi: “A lei.”</p> + +<p>“A me?...” risposi; “oh in verità, <i>amigo</i>, non +posso.”</p> + +<p>“<i>Porqué?</i>”</p> + +<p>“<i>Porque no me siento digno de tocar aquella piedra +divina.</i>”</p> + +<p>Il cicerone capì, e guardandomi fisso con uno +sguardo serio, mi domandò: “<i>Usted no cree?</i>”</p> + +<p>Io guardai un pilastro. Allora il vecchio mi fece +cenno che lo seguissi, e si mosse verso un angolo +della chiesa, mormorando con aria di tristezza: “<i>Cadauno +es dueño de su alma.</i>” Ciascuno è padrone +dell'anima sua. Un chiericotto ch'era là vicino, e +che aveva indovinato la cosa, mi lanciò uno sguardo +che pareva una frecciata, e brontolando non so che, +s'allontanò dalla parte opposta.</p> + +<p>Le cappelle sono quali convengono a una tal +chiesa; quasi tutte racchiudono qualche bel monumento; +nella cappella di sant'Jago, dietro l'altar +maggiore, sono due magnifiche tombe d'alabastro, +che contengono i resti del connestabile Alvaro di +Luna e di sua moglie; nella cappella di sant'Idelfonso, +la tomba del cardinale Gil Carillo di Albornoz; +nella cappella <i>de los Reyes nuevos</i>, le tombe +di Enrico II, di Giovanni II, di Enrico III; nella +cappella del Sacrario, una stupenda corona di +statue e di busti di marmo, d'argento, d'avorio, +d'oro, una collezione di croci e di reliquie d'inestimabile<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span> +valore, i resti di santa Leucadia e di +santa Eugenia chiusi entro due casse d'argento +cesellate con finissimo lavoro.</p> + +<p>La cappella <i>Mozarabe</i>, che corrisponde alla torre +della chiesa, e fu costrutta per perpetuare la tradizione +del primitivo rito cristiano, è forse la più meritevole +d'attenzione. Una delle pareti è tutta coperta da +un dipinto a fresco, gotico, rappresentante un combattimento +fra i mori e i toledani, meravigliosamente +conservato fin nelle più delicate sfumature. È un dipinto +che vale un libro di storia. Vi si vede Toledo +di quei tempi, con tutte le sue mura e le sue case; +le assise dei due eserciti, le armi, i volti, ogni cosa +eseguito con una finitezza ammirabile e non so quale +speziosità, di colorito, che risponde perfettamente alla +idea vaga e fantastica che ci formiamo di quei secoli +e di quella gente. Altri due dipinti a fresco, laterali +al primo, rappresentano i navigli che portan +gli Arabi in Spagna, e anch'essi offrono mille minuti +particolari della marina medioevale e quell'aria, +se così posso dire, dei tempi, che fa pensare e veder +mille cose non rappresentate nel quadro, come una +musica lontana quando si guarda un paesaggio.</p> + +<p>Dopo le cappelle si va a veder la sacrestia, nella +quale sono accumulate tante ricchezze che basterebbero +a restaurar di punto in bianco le finanze della +Spagna. V'è tra le altre una vastissima sala, nella +cui vòlta si vede un dipinto a fresco di Luca Giordano, +che rappresenta una visione di paradiso, con +una miriade di angeli, di santi, di figure allegoriche<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span> +che spaziano nell'aria o sporgono, che paion scolpite, +fuor della cornice delle pareti, in mille atteggiamenti +arditissimi, e mosse e scorci da far sbalordire. +Il cicerone, accennandovi <i>aquel prodigio de +imaginacion y de trabajo</i>, che a detta di tutti gli +artisti, per servirmi d'una curiosissima espressione +spagnuola, è di un <i>merito atroz</i>, (d'un merito atroce); +vi suggerisce di guardare attentamente il raggio di +luce che scende dal mezzo della volta fin contro la +parete. Voi guardate, e fate, guardando, un giro per +la sala, e dovunque vi troviate, vi pare che quel +raggio vi cada a piombo sul capo. Da quella sala +passate in una stanza pure mirabilmente dipinta a +fresco dal nipote del Berruguete, e da questa in una +terza dove un sacrestano vi spiega sotto gli occhi i +tesori della Cattedrale: gli enormi candellieri d'argento, +le pissidi scintillanti di rubini, gli ostensorii +tempestati di diamanti, i paramenti di damasco ricamati +in oro, le vesti della Vergine coperte di rabeschi, +di fiorami e di stelle di perle, che ad ogni +ondeggiamento del tessuto mandan bagliori e lampi +di mille colori, a cui regge lo sguardo a fatica. +Un'ora vi riesce scarsa per veder di sfuggita tutta +quella mostra di tesori, che basterebbero a saziar +l'ambizione di dieci Regine e ad arricchir gli altari +di dieci basiliche; e quando il sacrestano, dopo avervi +fatto vedere ogni cosa, cerca negli occhi vostri l'espressione +della meraviglia, non vi trova che quella d'uno +stupore attonito, che accusa l'immaginazione vagante +altrove, lontano, nelle reggie favolose delle leggende<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span> +arabe, dove i genii benefici accumulano tutte le +ricchezze sognate dall'ardente fantasia dei Sultani +innamorati.</p> + +<p>Era la vigilia del <i>Corpus Domini</i>, e nella sacrestia +si preparavano le robe per la processione. Nulla di +più sgradevole, e di più sconveniente alla queta +e nobile maestà della chiesa, che quell'affaccendamento +da teatro che vi si vede in quelle occasioni. +Par proprio di essere dietro le quinte d'un palco +scenico la sera d'una prova generale. Dall'una all'altra +sala della sacrestia andavano e venivano con +grande strepito monelli scamiciati, portando gran +bracciate di camici, di stole e di piviali; qui un sacrestano +di cattivo umore apriva e sbatteva imposte +d'armadi; là un prete tutto rosso in viso chiamava +con voce stizzosa un chierico che non sentiva; altri +preti attraversavano la sala di corsa, coi paramenti +metà indossati, metà strascicanti; chi rideva, chi +strillava, chi parlava da una stanza all'altra ad alta +voce; per tutto si sentiva un fruscìo di sottane, +un respirare affannoso, un pestìo, un tramenìo da +non dirsi.</p> + +<p>Andai a vedere il claustro; ma poichè era aperta +la porta della chiesa per la quale ci si va, lo vidi +prima d'entrarvi. D'in mezzo alla chiesa si scorge +una parte del giardino del claustro, un gruppo di +grandi alberi frondosi, un boschetto, un mucchio di +rigogliosa verzura che par che chiuda la porta, e si +mostra come inquadrato sotto un arco elegante e in +mezzo a due svelte colonne del portico che ricorre<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[270]</a></span> +tutt'intorno. È una vista deliziosa che fa pensare +ai giardini orientali, veduti tra mezzo alle colonne +delle moschee. Il claustro è vasto, e circondato di +un portico di forme leggiadre e severe; i muri sono +coperti di grandi dipinti a fresco. Qui il cicerone mi +consigliò di riposare un poco per prepararmi a salire +sul campanile; m'appoggiai a un muricciuolo, all'ombra +d'un albero, e stetti là fin che mi risentii +in forze per fare, come si dice volgarmente, un'altra +camiciata. Intanto il mio <i>duca</i> mi celebrava in +un linguaggio ampolloso le glorie di Toledo, spingendo +l'impudenza dell'amor di patria fino a chiamarla +<i>una gran ciudad comercial</i> che poteva rivender +Barcellona e Valenza, e una città forte da stancare, +a un bisogno, dieci eserciti tedeschi, e millanta +batterie di cannoni Krupp. Ad ogni sua spacconata, +io rincaravo la dose, e il buon uomo ci si coccolava +con un gusto infinito. Quanto c'è da divertirsi, a +saperli far cantare! Finalmente, quando l'altero Toledano +si sentì gonfio di gloria da non capir più +dentro al claustro, mi disse:—<i>Podemos ir,</i>—e s'avviò +verso la porta del campanile.</p> + +<p>Arrivati a metà altezza, ci fermammo per pigliar +fiato. Il cicerone bussò a una porticina, e uscì un +cazzabubbolo di sacrestano che aperse un'altra porta +e mi fece entrare in un corridoio, nel quale vidi +una schiera di giganteschi fantocci bizzarramente +vestiti; quattro dei quali (mi disse il cicerone) rappresentavano +l'Europa, l'Asia, l'America, l'Affrica, +e due altri la Fede e la Religione; ed eran fatte in<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span> +modo che un uomo potesse nascondervisi dentro e +sollevarli da terra. “<i>Se sacan</i>” (si tiran fuori), soggiunse +il sacrestano, “<i>en ocasion de las fiestas reales</i>, +e si portano in giro per la città;” e per farmi +veder in che modo, s'infilò sotto le gonnelle dell'Asia. +Poi mi condusse in un angolo dove era un +mostro enorme che, toccato non so come, scoteva un +lunghissimo collo, e una testaccia orribile, facendo +un rumore assordante. Ma non mi seppe dire che +cosa quel brutto arnese significasse, e m'invitò invece +ad ammirare la meravigliosa immaginazione +spagnuola che creò <i>tantas cosas nuevas</i> da venderne +a tutti i mondi che nuotano nell'infinito. Ammirai, +pagai, e ripresi la salita colla mia <i>pieuvre</i> toledana. +Dall'alto del campanile si gode un colpo d'occhio +stupendo: la città, i colli, il fiume, un vastissimo orizzonte, +e sotto, la gran mole della Cattedrale che pare +una montagna di granito. Ma v'è un'altra altezza, +poco lontano di là, dalla quale si vede meglio ogni +cosa; e però mi trattenni sul campanile pochi momenti, +tanto più che in quell'ora splendeva un sole +ardentissimo che confondeva tutti i colori della città +e della campagna in un oceano di luce.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Dopo la Cattedrale, il mio cicerone mi condusse +a vedere la famosa chiesa di <i>San Juan de los Reyes</i>, +posta sulle rive del Tago. La mente mi si turba ancora +a pensare ai giri e rigiri che dovemmo fare per +andarvi. Era mezzogiorno, le strade deserte; via via +che ci allontanavamo dal centro della città, la solitudine<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span> +si faceva più trista; non si vedeva una porta +nè una finestra aperta, non si sentiva il più leggero +rumore. Un momento ebbi il sospetto che il <i>cicerone</i> +fosse di balla con qualche assassino per tirarmi in +un luogo appartato e farmi spogliare; una faccia +sospetta l'aveva; e poi guardava qua e là coll'aria +sospettosa, di chi medita un delitto. “C'è +ancora molto?” domandavo io di tratto in tratto; +ed egli rispondeva sempre: “<i>Aqui está</i>,” e non si +arrivava mai. A un certo punto la mia inquietudine +si cangiò in spavento: in una stradetta tortuosa si +aperse una porta, usciron due uomini barbuti, salutarono +con un cenno la <i>pieuvre</i>, e ci vennero dietro. +Mi tenni per spacciato. Non c'era che un mezzo di +salvamento: menare un pugno al cicerone, da sbatterlo +in terra, passare sulla sua carcassa e pigliar +la corsa. Ma per dove? E d'altra parte mi vennero +in mente gli sperticati elogi che prodiga il Thiers +alle <i>jambes espagnoles</i> nella sua <i>Storia della guerra +d'Indipendenza</i>; e pensai che lo scappare non sarebbe +stato che un espediente per farmi piantare il pugnale +nella schiena invece che nello stomaco. Ohimè! +morire senza veder l'Andalusia! Morire dopo aver +preso tanti appunti, dopo aver dato tante mancie, +morire colle tasche piene di lettere di raccomandazione, +col portamonete gonfio di dobloni, col passaporto +coperto di firme, morire tradito! Come Dio +volle, alla prima svoltata, i due barbuti sparirono, +e fui salvo. Allora, tocco dal pentimento d'aver sospettato +che quel povero vecchio fosse capace d'un<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span> +delitto, passai alla sua sinistra, gli offersi un sigaro, gli +dissi che Toledo valeva due Rome, gli feci mille finezze. +Finalmente arrivammo a <i>San Juan de los Reyes</i>.</p> + +<p>È una chiesa che pare un palazzo reale. La parte +più alta è coperta da una terrazza circondata d'un +parapetto traforato e scolpito, sul quale si innalza +una corona di statue di re; e nel mezzo sorge una +bella cupola esagonata che completa con bella armonia +l'edifizio. Dai muri pendono lunghe catene di +ferro che furon tolte ai prigionieri cristiani dopo la +conquista di Granata, e che insieme al color fosco +della pietra, danno alla chiesa un aspetto severo e +pittoresco. Entrammo, attraversammo due o tre +grandi stanze nude e senza pavimento, ingombre di +mucchi di terra e di rottami, salimmo una scala, e +riuscimmo sur un'alta tribuna dentro la chiesa, che +è uno dei più belli e nobili monumenti dell'arte +gotica. È una sola grande navata, divisa in quattro +vòlte, i cui archi s'incrociano sotto ricchi rosoni. +I pilastri sono coperti di ghirlande e di rabeschi; i +muri, ornati d'una profusione di bassorilievi, con +enormi scudi dalle armi di Castiglia e d'Aragona, +aquile, chimere, animali araldici, fogliami, iscrizioni +emblematiche; la tribuna, traforata e scolpita con +ricca eleganza, gira tutto intorno; il coro è sostenuto +da un arco arditissimo; il colore della pietra +è grigio chiaro, e ogni cosa è ammirabilmente finito +ed intatto, come se la chiesa fosse stata fabbricata +pochi anni prima, invece che sul finire del secolo +decimoquinto.<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span></p> + +<p>Dalla chiesa scendemmo nel claustro che è una +vera meraviglia d'architettura e di scultura. Colonne +svelte e gentili, che si potrebbero spezzare in due +con un colpo di martello, somiglianti a fusti d'alberelli, +sostengono i capitelli sopraccarichi di statuette +e di ornamenti, dai quali si spiccano, come +curvi rami, archi ornati di fiori, d'uccelli, d'animali +grotteschi e d'ogni maniera di fregi. I muri +sono coperti d'iscrizioni in carattere gotico, frammiste +a fogliami e rabeschi delicatissimi. Dove sia +che si guardi, si trovan congiunte la grazia e +la ricchezza con un'armonia che innamora; in +un eguale spazio, non si poteva accumulare, con +arte più squisita, una maggior copia di cose più +gentili e più belle; è un lussureggiante giardino di +scultura, è una gran sala addobbata di ricami, di +trapunti e di broccati di marmo, un gran monumento +maestoso come un tempio, magnifico come +una reggia, delicato come un giocattolo, grazioso +come un mazzo di fiori.</p> + +<p>Dopo il claustro c'è da vedere un Museo di pittura, +che non contiene se non quadri di poco pregio; +e poi il Convento, coi suoi lunghi corridoi, colle +sue scale anguste, colle sue celle vuote, già vicino +in più punti a cadere in rovina, in altri già rovinato; +per tutto nudo e squallido come un edifizio +incendiato.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Poco lontano da <i>San Juan de los Reyes</i>, v'è un +altro monumento degno d'esser veduto; un curioso<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span> +ricordo dell'epoca giudaica; la sinagoga designata +ora col nome di Santa Maria Blanca. Si entra in +un giardino incolto, si picchia alla porta d'una casa +d'aspetto meschino, la porta s'apre.... È un senso +piacevolissimo di meraviglia, una visione d'Oriente, +la rivelazione improvvisa d'un'altra religione e d'un +altro mondo. Si vedono cinque strette navate, divise +da quattro lunghe file di pilastrini ottagoni, che +sostengono tanti archi turcheschi appoggiati su capitelli +di stucco di forme diverse; il soffitto di legno +di cedro, diviso in scompartimenti uguali; qua +e là, sui muri, arabeschi e iscrizioni arabe; la luce che +viene dall'alto; ogni cosa bianco. La sinagoga fu ridotta +dagli Arabi a moschea; la moschea, ridotta +a chiesa dai Cristiani; di modo che essa non è propriamente +nessuna delle tre cose; ma serba però il +carattere di moschea, e l'occhio vi spazia con diletto, +e l'immaginazione insegue di arco in arco le +fuggenti immagini di un paradiso voluttuoso.</p> + +<p>Visto Santa Maria la Blanca, non mi sentii più +la forza di veder altro; e respingendo tutte le proposte +tentatrici del cicerone, gli ordinai di ricondurmi +all'albergo. Dopo un lungo andare per un labirinto +di stradette solitarie, arrivammo; misi una +<i>peceta y media</i> nella mano del mio innocente assassino, +che trovò la mancia scarsa, e mi domandò +ancora (quanto risi della parola!) una piccola <i>gratificacion</i>; +ed entrai nella sala da pranzo a mangiare +una costoletta, o <i>chuleta</i> (che si legge <i>ciuleta</i>), +come la chiamano gli Spagnuoli con un nome<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[276]</a></span> +che farebbe arricciar il naso in qualche provincia +d'Italia.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Verso sera andai a vedere l'Alcazar. Il nome fa +sperare un palazzo arabo; ma d'arabo non gli resta +che il nome; l'edifizio che si ammira oggidì, fu costrutto +sotto il regno di Carlo V, sulle rovine d'un +castello, che esisteva già nel secolo ottavo benchè +non se ne trovino che vaghe indicazioni nelle cronache +del tempo. Questo edifizio sorge sur un'altura +a cavaliere della città, di modo che si vedon le sue +mura e le sue torri da tutti i punti un po' alti delle +strade, e il forestiero se ne può servire di guida per +non smarrirsi nel labirinto. Salii sull'altura per una +larga strada serpeggiante come quella che conduce +dal piano alla città, e mi trovai davanti alla porta +dell'Alcazar. È un immenso palazzo quadrato, agli +angoli del quale si innalzano quattro grosse torri, +che gli danno un aspetto formidabile di fortezza. +Davanti alla facciata si stende una vasta piazza, e +tutt'intorno una cintura di baluardi merlati alla +foggia orientale. Tutto l'edifizio è di un vigoroso +color calcare, svariato di mille sfumature da quel +potente pittore di monumenti che è il torrido sole +del Mezzogiorno; e reso più vivo dal limpidissimo +cielo, sul quale si disegnano i contorni maestosi delle +mura. La facciata è scolpita a rabeschi con un gusto +pieno di nobiltà e d'eleganza. L'interno del palazzo +corrisponde al di fuori: è un vasto cortile cinto di +due ordini sovrapposti di archi graziosi sostenuti da<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[277]</a></span> +leggiere colonne; con una monumentale gradinata di +marmo, che s'alza nel mezzo del lato opposto alla +porta, e si divide, a poca altezza dal suolo, in due +branche, che menano, l'una a destra e l'altra a sinistra, +nell'interno del palazzo. Per godere la bellezza +del cortile bisogna andarsi a porre dove la +scala si biforca, là si abbraccia con uno sguardo tutta +l'armonia dell'edifizio che produce un senso di allegrezza +e di piacere come un gran concerto musicale +di gente sparpagliata e nascosta.</p> + +<p>Fuor che il cortile, le altre parti dell'edifizio, +le scale, le stanze, i corridoi, ogni cosa è rovinato +o cade in rovina. Ora si sta lavorando per +ridurre il palazzo ad uso di collegio militare, s'imbiancano +i muri, si rompon le pareti per far grandi +dormentorii, si numerano le porte, si converte la +reggia in caserma. Restano però intatti i grandi sotterranei +che servivan di scuderie al tempo di Carlo V, +e che possono contenere ancora parecchie migliaia +di cavalli: il custode mi fece affacciare a un finestrino, +dal quale vidi un abisso che mi diede un'idea +della loro vastità. Poi salimmo per una serie di scale +malferme in una delle quattro torri; il custode aperse +colle tanaglie e col martello una finestra inchiodata, +e mi disse coll'aria di chi annunzia una meraviglia:—<i>Mire +Usted!</i>—</p> + +<p>È un panorama immenso. La città di Toledo si +vede a volo d'uccello, strada per strada, casa per +casa, come se ne vedrebbe la pianta stesa sovra una +tavola; qui la Cattedrale che s'alza sulla città come<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span> +uno smisurato castello, e fa parer piccini come +casette da giocattolo tutti gli edifizi circostanti; là +la terrazza coronata di statue di San Giovanni dei +Re; in un altro punto le torri merlate della porta +nuova; il circo dei tori; il Tago che scorre ai piedi +della città in mezzo a due sponde rocciose; di là +dal fiume, accanto al ponte di Alcantara, sur una +rupe scoscesa, le rovine dell'antico castello di San +Servando; più oltre una verde pianura, e di là roccie +e colli e monti a perdita d'occhio, e su, un +cielo purissimo, e il sole cadente che indora la sommità +dei vecchi edifizii e fa scintillare il fiume come +una immensa fascia d'argento.</p> + +<p>Mentre io contemplavo quel magico spettacolo, +il custode, che aveva letto la storia di Toledo e lo +voleva far sapere, mi raccontava ogni sorta di storielle, +con quel fare tra poetico e faceto, che è proprio +degli Spagnuoli del mezzogiorno. Prima d'ogni +cosa, mi volle far conoscere la storia delle opere di +fortificazione, e benchè dove egli diceva di veder +netto e distinto quello che m'accennava, io non vedessi +nulla di nulla, riuscii a capire qualcosa.</p> + +<p>Mi diceva che Toledo era stata cinta di mura tre +volte, e che si vedevano ancora chiaramente le traccie +di tutte e tre le cinte. “Guardi,” diceva, “segua la +linea che descrive il mio dito: quella è la cinta romana, +la più stretta, e se ne vedono ancora i ruderi. +Ora guardi più in là. Quell'altra, più ampia, è la +cinta gotica. Ora descriva collo sguardo una curva +che abbracci le due prime: quella è la cinta araba,<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span> +la più recente. Ma gli Arabi hanno fabbricato +anche una cinta ristretta sulle rovine della cinta +romana.... Questa la vedrà facilmente. Ora osservi la +direzione delle strade che convergono verso il punto +più alto della città, segua la linea dei tetti, di qui, +così: vedrà che tutte le strade vanno su a zig-zag; +e sono state fatte apposta in questo modo per poter +difendere la città anche dopo che fossero perdute +le mura; e le case sono state fabbricate così serrate +l'una contro l'altra, per poter saltare di tetto in +tetto; si vede; e poi gli Arabi l'han lasciato scritto; +ed è per questo che mi fan ridere i signori spagnuoli +di Madrid che vengon qui e dicono:—Poh! +che strade!—Si vede che non sanno un'acca di +storia; se ne sapessero un tantino, se leggessero, un +po' invece di passar la giornata al Prado e a Recoletos, +capirebbero che le strade strette di Toledo +hanno il loro perchè, e che Toledo non è una città +per gl'ignoranti.”</p> + +<p>Io mi misi a ridere.</p> + +<p>“Non crede?” continuò il custode; “gli è un +fatto sacrosanto. Non più d'una settimana fa, per +citarle un caso, venne qui un bellimbusto di Madrid +colla sua sposa. Già, salendo le scale, avevano +detto roba da chiodi della città, delle strade +strette, delle case nere. Quando s'affacciarono a questa +finestra, e videro quelle due vecchie torri laggiù +nella pianura, sulla riva sinistra del Tago, mi +domandarono che fossero, ed io risposi: <i>Los palacios +de Galiana</i>.—Oh! che bei palazzi!—esclamarono,<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[280]</a></span> +e si misero a ridere, e guardarono da un'altra +parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia. +Ora neanco lei, m'immagino, non la saprà: ma +lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia dunque +che il grande imperatore Carlomagno è venuto, +quand'era giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il +re Galafro, e abitava in quel palazzo. Il re Galafro +aveva una figliuola che si chiamava Galiana, bella come +un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re +e vedeva ogni giorno la principessa, se ne innamorò +con tutte le forze dell'anima, e la principessa, di lui. +Ma c'era un rivale di mezzo, e questo rivale era il re +di Guadalajara, un moro gigante, di una forza erculea +e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere +la principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire +una strada sotterranea che andava nientemeno che +dalla città di Guadalajara fin sotto le fondamenta +del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo potea +vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva, +tante volte lo rimandava colle trombe nel sacco. Ma +non per questo il re, innamorato, smise di farle la +corte; e tanto le stette attorno, che Carlomagno, il +quale non era uomo da lasciarsene imporre, come lei +può capire, perdette la pazienza, e per farla finita +una volta, lo sfidò. Si batterono; la lotta fu terribile; +ma il moro, con tutto che fosse un gigante, ebbe la +peggio. Quando fu morto, Carlomagno gli tagliò la +testa, e andò a deporla ai piedi della sua innamorata, +che gradì la delicatezza dell'offerta, si fece +cristiana, diede la mano di sposa al principe, e partì<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span> +con lui per la Francia, dove fu acclamata imperatrice.”</p> + +<p>“E la testa del moro?”</p> + +<p>“Lei ha voglia di ridere; ma son fatti sacrosanti. +Vede laggiù, nel punto più alto della città, +quell'edifizio antico? È la chiesa di San Ginés. E +sa che cosa c'è dentro? Dentro c'è nientemeno che +la porta d'un sotterraneo che si stende fino a tre leghe +fuori di Toledo. Lei non lo crede: sentirà. Nel +luogo dove sorge ora la chiesa di San Ginés, v'era +una volta, prima che gli Arabi invadessero la Spagna, +un palazzo incantato. Nessun re aveva mai avuto +il coraggio d'entrarvi; e quelli che forse si sarebbero +sentiti da tanto, non ci erano entrati, perchè, +giusta la tradizione, il primo che avesse oltrepassato +quelle soglie, sarebbe stato la perdizione della Spagna. +Finalmente il re Rodrigo, prima di partire per +la battaglia di Guadalete, sperando di trovar là dentro +dei tesori che gli fornissero il modo di combattere +l'invasione degli Arabi, fece rovesciar le porte, +e preceduto dai suoi guerrieri che gli rischiaravan +la via, entrò. A gran fatica riparando le fiaccole dal +vento furioso che tirava per gli anditi sotterranei, +arrivarono in una stanza misteriosa, nella quale videro +un cofano, sul quale stava scritto:—Chi mi +aprirà, vedrà meraviglie.—Il Re ordinò che lo si +aprisse; con incredibili sforzi si riuscì ad aprirlo; +ma invece dell'oro e dei diamanti, non vi si trovò +che una tela rotolata, sulla quale eran dipinti degli +arabi armati, con sotto questa iscrizione:—<i>La Spagna<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span> +sarà tra poco distrutta da costoro.</i>—Quella notte +stessa scoppiò una violenta tempesta, il palazzo incantato +cadde, e poco tempo appresso gli Arabi entrarono +in Spagna. Pare che lei non creda!”</p> + +<p>“Che cosa dite! E come credo!”</p> + +<p>“Ma questa storia è legata con un'altra. Lei sa, +senza dubbio, che il conte Giuliano, comandante +della fortezza di Ceuta, tradì la Spagna, lasciando +passare gli Arabi, ai quali avrebbe potuto sbarrare +la strada. Ma non può sapere perchè il conte Giuliano +ha tradito. Il conte Giuliano aveva una +figliuola a Toledo, e questa figliuola andava ogni +giorno a bagnarsi nel Tago, insieme a parecchie +fanciulle sue amiche. Disgrazia volle che il luogo +dove andavano a bagnarsi, che si chiama oggi +<i>Los baños de la Cava</i>, fosse vicino a una torre, +nella quale il re Rodrigo soleva passar le ore bruciate. +Un giorno la figliuola del conte Giuliano, che +si chiamava Florinda, stanca di sguazzare nell'acqua, +sedette sulla sponda del fiume, e disse alle sue compagne:—Compagne! +Vogliamo vedere chi ha la gamba +più bella?—Vediamo! risposero quelle; e detto +fatto, si vanno a sedere intorno a Florinda, e mostrano +ciascheduna le sue bellezze. Ma Florinda le +vinceva tutte; e sventuratamente, proprio nel momento +ch'ella diceva alle altre:—Vedete?—il re +Rodrigo faceva capolino a una finestra, e vedeva +ogni cosa. Giovane, libertino, si figuri! pigliò fuoco +come un fiammifero, fece la corte alla bella Florinda, +la sedusse, e poi l'abbandonò; e di qui il furore di<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span> +vendetta del conte Giuliano, il tradimento, l'invasione.”</p> + +<p>A questo punto mi parve d'averne inteso abbastanza; +diedi al custode un paio di reali ch'ei prese +e mise in tasca con un atto dignitoso, e dato un ultimo +sguardo a Toledo, discesi.</p> + +<p>Era l'ora della passeggiata; la strada principale, +larga appena tanto da potervi passare una carrozza, +era piena di gente; ci sarà stato un qualche centinaio +di persone, ma parevano una gran folla; imbruniva, le +botteghe si andavano chiudendo, e qualche raro lume +cominciava a brillare qua e là. Andai a desinare, ed +uscii subito per non perdere lo spettacolo della passeggiata. +Era notte, non v'era altra illuminazione che +il chiarore della luna, non si vedeva la gente in viso, +mi pareva d'essere in mezzo a una processione di +spettri, mi prese la malinconia.—Pensare che son +solo,—dicevo;—che in tutta questa città non c'è +un'anima che mi conosca, che se cascassi morto in +questo momento, non ci sarebbe un cane che direbbe:—Poveretto! +Era un buon diavolo!—Vedevo passare +dei giovanotti allegri, dei padri di famiglia coi +loro bambini, degli sposi, o che avevan l'aria di +sposi, con una bella creaturina a braccetto; tutti +avevano una compagnia, parlavano, ridevano, e passavano +senza neanco gettarmi uno sguardo. Quanto +ero tristo! Quanto sarei stato felice se un ragazzo, +un povero, una guardia di polizia fosse venuta a +dirmi:—Signore, mi par di conoscerla!—È impossibile, +sono uno straniero, non sono mai stato a Toledo;<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span> +ma non importa, non vada via, stia qui, parliamo +un poco, son solo!</p> + +<p>In buon punto mi ricordai che a Madrid m'era +stata data una lettera di raccomandazione per un +signore di Toledo; corsi all'albergo, la presi e mi +feci condurre subito in casa sua. Il signore c'era e +mi ricevette cortesemente. All'udire pronunziar il +mio nome provai una gioia che gli avrei gettato +le braccia al collo. Era il signor Antonio Gamero, +autore d'una stimatissima <i>Storia di Toledo</i>. Passammo +la serata insieme; gli domandai cento cose, +me ne disse mille; e mi lesse alcune splendide pagine +del suo libro che mi fecero conoscere Toledo +meglio che non l'avrei conosciuta nel soggiorno +d'un mese.</p> + +<p>La città è povera, e più che povera, morta; +i ricchi l'hanno abbandonata per andar a stare +a Madrid; gli uomini d'ingegno han seguìto i ricchi; +non v'è commercio; la fabbricazione delle +lame, unica industria che vi fiorisca, provvede alla +vita di qualche centinaio di famiglie, ma non +basta alla città; l'istruzione popolare è trasandata; +il popolo è inerte e miserabile. Ma non +ha perduto il bel carattere antico. Come tutti i +popoli delle gran città decadute, è fiero e cavalleresco; +abborre dalle basse azioni; fa giustizia di +propria mano, quando può, degli assassini e dei ladri; +e benchè il poeta Zorilla, in una sua ballata, +l'abbia chiamato senza metafora un popolo imbecille, +non è tale; è sveglio e ardito. Partecipa della serietà<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span> +degli Spagnuoli del settentrione e della vivacità +degli Spagnuoli del mezzodì; tiene il luogo di +mezzo tra il Castigliano e l'Andaluso; parla lo spagnuolo +con garbo, con più varietà d'accenti che il +popolo di Madrid, con meno rilassatezza che il popolo +di Cordova e di Siviglia; ama la poesia e la +musica; è altero di annoverare tra i suoi maggiori +il soave Garcilaso della Vega, riformatore della +poesia spagnuola, e l'arguto Francisco de Rojas, +l'autore del <i>Garcia del Castañar</i>; ed è orgoglioso di +veder accorrere fra le sue mura artisti e dotti di +tutti i paesi del mondo, a studiarvi la storia di tre +genti, e i monumenti di tre civiltà. Ma qual che sia +il popolo, Toledo è morta; la città di Wamba, di +Alfonso il Bravo e di Padilla, non è più che una +tomba. Dacchè Filippo II le tolse la corona di capitale, +ella è andata sempre declinando, e declina ancora, +e si consuma a poco a poco, sola sulla sommità +della sua trista montagna, come uno scheletro abbandonato +sur una rupe in mezzo alle onde del mare.</p> + +<p>Tornai all'albergo poco prima della mezzanotte e +siccome splendeva la luna, e le notti di luna, benchè +in quelle straduccie non penetri la luce dell'astro +d'argento, Toledo non è illuminata, così dovetti camminare +poco meno che a tastone come il ladro nella +casa del delitto. Colla testa piena, come avevo, di +ballate fantastiche, nelle quali son descritte le strade +di Toledo, corse, la notte, da cavalieri imbacuccati +nelle cappe, che cantano sotto le finestre delle +belle, si battono, si ammazzano, dan la scalata ai<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span> +palazzi e rapiscono le fanciulle; così m'immaginavo +di aver a sentir suoni di chitarre e rumor di spade +e grida di moribondi. Nulla di tutto questo: le +strade eran deserte e silenziose, e le finestre buie; +e appena si udiva di tratto in tratto, alle cantonate +e sui crocicchi, qualche leggiero fruscío o qualche +bisbiglio fuggitivo, che non si sarebbe nemmen +potuto dire da che parte venisse. Giunsi all'albergo +senz'aver rapito nessuna toledana, ciò che poteva +avere qualcosa di spiacevole; ma anche senz'essermi +fatto fare nessun occhiello nel ventre, ciò che +senza dubbio aveva qualcosa di consolante.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La mattina del giorno dopo visitai il bell'edificio +dell'ospedale di Santa Croce, la chiesa di <i>Nuestra +señora del Transito</i>, antica sinagoga; i resti di +un anfiteatro e d'una naumachia dei tempi dei Romani, +e la famosa fabbrica d'armi, nella quale comperai +un bel pugnaletto col manico inargentato e la +lama coperta di rabeschi, che ho in questo momento +sul tavolino, e che, a serrar gli occhi ed a stringerlo, +mi fa parer d'esser ancora là, nel cortile dell'opificio, +a un miglio di distanza in Toledo, sotto il +sole di mezzogiorno, in mezzo a un crocchio di soldati +e a un nuvolo di fumo di <i>cigarritos</i>. Mi ricordo +che tornando a Toledo alla bella pedona, mentre +attraversavo un tratto di campagna solitario +come un deserto e muto come una catacomba, una +voce formidabile gridò:—<i>Fuera el extranjero!</i></p> + +<p>La voce veniva dalla città, mi fermai, lo straniero<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span> +ero io, quel grido era diretto a me, mi si rimescolò il +sangue: la solitudine ed il silenzio del luogo accrescevano +la mia paura. Tirai innanzi, e la voce di nuovo:</p> + +<p>—<i>Fuera el extranjero!</i>—</p> + +<p>—Ma è un sogno—esclamai arrestandomi di nuovo,—o +son desto? Chi è che grida? dove? perchè?—</p> + +<p>Ripresi a andare, e la voce una terza volta:—<i>Fuera +el extranjero!</i>—</p> + +<p>Mi fermo una terza volta, e mentre tutto turbato +giro gli occhi intorno, vedo un ragazzo seduto in +terra, che mi guarda ridendo, e mi dice:—<i>Es un +loco</i> (un pazzo) <i>que cree vivir en el tiempo de la +guerra de independencia; mire Vsted; allí està la casa +de locos.</i> E mi accennò l'Ospedale dei Pazzi, sull'altura, +le estreme case di Toledo. Misi un respirone, +che avrebbe smorzato una torcia a vento.</p> + +<p>La sera partii da Toledo, col rammarico di non +aver avuto tempo per vedere e rivedere tutto quello +che v'è di antico e di mirabile; mitigato però +questo rammarico, dal desiderio ardentissimo dell'Andalusia, +che non mi lasciava un momento di +pace. Ma per quanto tempo ebbi dinanzi agli occhi +Toledo! Per quanto tempo vidi e sognai quelle roccie +scoscese, quei muri enormi, quelle tetre strade, +quel fantastico aspetto di città medioevale! Ed oggi +ancora me ne ravvivo spesso l'immagine con una +sorta di tristo piacere e di austera malinconia, e +quell'immagine mi divaga la mente in mille strani +pensieri di tempi remoti e di casi meravigliosi.<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[288]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="VIII" id="VIII"></a>VIII.<br /><br /> + +CORDOVA.</h2> + + +<p>Arrivato a Castillejo dovetti aspettare fino a +mezzanotte il treno dell'Andalusia; desinai a uova +sode e ad aranci, con un po' d'innaffio di Val de +Peñas, brontolai una poesia dell'Espronceda, chiaccherai +un po' con un doganiere (il quale, tra parentesi, +mi fece la sua professione di fede politica: Amedeo, +libertà, accrescimento di paga ai doganieri, ec.); +finchè s'udì il sospirato fischio, ed entrai in un carrozzone +pieno stipato di donne, di ragazzi, di guardie +civili, di scatole, di cuscini, d'involti; e via, con una +rapidità insolita sulle strade ferrate di Spagna. La +notte era bellissima; i miei compagni di viaggio parlavano +di tori e di Carlisti; una bella ragazza, che +più d'uno divorava cogli occhi, fingeva di dormire, +per scaldare le fantasie con un saggio dei suoi atteggiamenti +notturni; chi faceva <i>cigarritos</i>, chi sbucciava +aranci, chi canterellava ariette di <i>Zarzuela</i>. +Nullameno, dopo pochi minuti, m'addormentai. Credo +che avevo già sognato la Moschea di Cordova e<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span> +l'Alcazar di Siviglia, quando fui svegliato da un +rauco grido:</p> + +<p>—<i>Puñales?</i></p> + +<p>—Pugnali? Caspita! Per chi? Prima ch'io vedessi +chi avea gridato, mi balenò davanti agli occhi +una lama lunga ed acuta, e lo sconosciuto ridomandò:</p> + +<p>—<i>Le gusta?</i></p> + +<p>Bisogna convenire che vi sono dei modi assai più +piacevoli di essere svegliati. Io guardai in viso i +miei compagni di viaggio con un'espressione di stupore +che li fece prorompere tutti insieme in uno scoppio +di risa. Allora mi fu detto che ad ogni stazione +della strada ferrata c'eran dei venditori di coltelli e +di pugnali, che offrivano ai viaggiatori la loro merce +come da noi si offrono i giornali e i rinfreschi. Rassicurato +della vita, comprai il mio spauracchio: cinque +lire, un bel pugnale da tiranno di tragedia, con +manico fregiato, iscrizione sulla lama e fodero di velluto +ricamato; e lo misi in tasca, pensando che mi +avrebbe fatto comodo in Italia per sciogliere questioni +cogli Editori. Il venditore n'avrà avuti una +cinquantina in una gran fascia rossa che gli stringeva +la vita. Altri viaggiatori ne comprarono; le +guardie civili complimentarono uno dei miei vicini +per la buona scelta fatta; i ragazzi gridarono:—Uno +anche a me!—le mamme risposero:—Ve ne compreremo +uno più lungo un'altra volta.—Oh beata +la Spagna! io esclamai, e pensai con raccapriccio +alle nostre barbare leggi che ci vietano l'innocente +trastullo d'un po' di lama affilata.<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[290]</a></span></p> + +<p>Attraversammo la Mancia, la celebrata Mancia, +teatro immortale delle avventure di Don Chisciotte. +È tal quale io me l'immaginava: ampie pianure nude, +lunghi tratti di terreno sabbioso, qualche mulino a +vento, pochi villaggi meschini, viottole solitarie, casuccie +abbandonate. Vedendo quei luoghi, provai quel +vago senso di malinconia che desta sempre in me +la lettura del libro del Cervantes, e ridissi a me +stesso quello che, leggendo, mi dico sempre: Costui +non può far ridere, o sotto il sorriso fa spuntare la +lacrima. Don Chisciotte è una figura mesta e solenne; +la sua pazzia è un lamento; la sua vita è la +storia dei sogni, delle illusioni, dei disinganni, delle +aberrazioni di tutti; la lotta della ragione coll'immaginazione, +del vero col falso, dell'ideale col reale; +tutti noi abbiamo del Don Chisciotte, tutti noi prendiamo +dei mulini a vento per giganti, tutti noi siamo +a volta a volta spinti in su da un impeto d'entusiasmo, +e ricacciati giù da una risata di scherno; +tutti siamo un misto di sublime e di follia; tutti +sentiamo con amarezza profonda il contrasto perpetuo +tra la grandezza delle nostre aspirazioni e la +debolezza delle nostre facoltà. Bei sogni della fanciullezza +e dell'adolescenza, propositi generosi di +consacrar la vita alla difesa della virtù e della giustizia, +care immaginazioni di affrontati pericoli, di +lotte venturose, di gesta magnanime e di eccelsi +amori, ad una ad una cadute, come foglie di fiori, +sull'angusto e uniforme sentiero della vita, come ce +le ravvivi nell'anima, e quanti vaghi pensieri e profondi<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span> +insegnamenti ne derivi, o generoso e sventurato +cavaliere dalla triste figura!</p> + +<p>Si toccò Argasamilla di Alba, dove Don Chisciotte +nacque e morì, e dove il povero Cervantes, esattore +del gran priorato di San Giovanni, in nome del magistrato +speciale di Consuegra, fu arrestato dagli +irascibili debitori, e tenuto prigione in una casa che, +a quanto si dice, esiste tuttora, e nella quale è fama +egli concepisse il disegno del suo romanzo. Passammo +accanto al villaggio di Val de Peñas, che dà il nome +a uno dei più squisiti vini di Spagna, nero, frizzantino, +esilarante, il solo, forse, che permetta allo straniero +del Norte le copiose libazioni dei suoi banchetti; +e giungemmo infine a Santa Cruz de Tudela, +villaggio famoso per le sue fabbriche di <i>navajas</i>, +(coltelli, rasoi) presso il quale la via comincia a sollevarsi +dolcemente verso la montagna.</p> + +<p>S'era levato il sole, eran discese donne e bambini +dalla carrozza, eran saliti contadini, ufficiali +e <i>toreros</i>, che andavano a Siviglia. Si vedeva, in +quel ristretto spazio, una varietà di vestimenti che +non si vede da noi in un mercato: cappelli a punta +di contadini della Sierra Morena, calzoni rossi di +soldati, grandi <i>sombreros</i> di <i>picadores</i>, scialli di gitane, +<i>mantas</i> di catalani, lame di Toledo appese alle +pareti, cappe, ciarpe, fronzoli di tutti i colori d'Arlecchino.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il treno s'innoltrò tra le roccie della Sierra +Morena, che separa la Valle della Guadiana da<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span> +quella del Guadalquivir, famosa per canti di poeti +e gesta di briganti. La strada corre tratto tratto +fra due pareti di sasso tagliate a picco, alte tanto, +che per vederne la sommità convien mettere tutta +la testa fuor del finestrino, e torcere il viso in +su, come per guardare il tetto del carrozzone. Altrove +le roccie son più distanti, e sorgono le une +sulle altre, le prime in forma di macigni enormi +franati, le ultime ritte, sottili, simili a torri ardite, +innalzate su smisurati bastioni; in mezzo, un ammonticchiamento +di massi, tagliati a denti, a scalini, a +creste, a gobbe, dove quasi sospesi in aria, dove +separati da caverne profonde e da precipizi spaventevoli, +che presentano una confusione di forme +capricciose, di abbozzi fantastici d'edifizi, di figure +gigantesche, di rovine, e offrono a ogni passo mille +profili ed aspetti inattesi; e su quella infinita varietà +di forme un'infinita varietà di colori, di ombre, +di guizzi, di sbattimenti di luce. Per lungo tratto, +a destra, a sinistra, in alto, non si vede che pietra, +senza una casa, senza un sentiero, senza un palmo +di terra dove si possa posare il piede d'un uomo; +e man mano che si va oltre, roccie, burroni, precipizii, +ogni cosa s'allarga, s'approfonda, s'innalza, +fino al punto culminante della Sierra, dove la sovrana +maestà dello spettacolo strappa un grido di +meraviglia.</p> + +<p>Là il treno si arrestò per qualche minuto, e tutti +i viaggiatori misero la testa fuor del finestrino.</p> + +<p>“<i>Aquí,</i>” disse un tale ad alta voce, “<i>iba saltando<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span> +de risco en risco el Roto de la mala figura +para cumplir su penitencia.</i>”</p> + +<p>(Cardenio, uno dei più notevoli personaggi del +<i>Don Chisciotte</i>, che saltava in camicia, su per le roccie +della Sierra, per far penitenza dei suoi peccati).</p> + +<p>“<i>Yo,</i>” continuò il viaggiatore, “<i>quisiera que +obligáran à hacer lo mismo à Sagasta.</i>”</p> + +<p>Tutti risero, e cominciarono a cercare, ciascuno +per conto suo, un uomo politico inviso, al quale +infliggere, coll'immaginazione, quel castigo; e chi +propose il Serrano, e chi il Topete, e chi altri; +di modo che, in pochi minuti, se i desiderii fossero +stati soddisfatti, si sarebbe visto tutta la Sierra popolata +di ministri, di generali e di deputati in camicia, +ruzzolanti di bricca in bricca, come il masso +famoso di Alessandro Manzoni.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il treno ripartì, le roccie sparirono, e la deliziosa +valle del Guadalquivir, il giardino della Spagna, +l'Eden degli Arabi, il paradiso dei pittori e dei poeti, +la beata Andalusia si dischiuse ai miei occhi. Risento +ancora il fremito di gioia fanciullesca col quale mi +slanciai al finestrino, dicendo a me stesso:—Godiamo!</p> + +<p>Per un lungo spazio la campagna non offre alcun +nuovo aspetto all'ardente curiosità del viaggiatore. +A Vilches si stende una vasta pianura, e al di +là la rasa campagna di Tolosa, dove Alfonso VIII, +re di Castiglia, riportò sull'esercito mussulmano la +celebrata vittoria <i>de las Navas</i>. Il cielo era limpidissimo,<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span> +si vedevano in lontananza i monti della +Sierra di Segura. A un tratto, mi vien fatto uno di +quei rapidi movimenti, che par che rispondano a un +grido interno di stupore: i primi aloè, dalle ampie +foglie carnose, inaspettati annunziatori della vegetazione +del Tropico, sorgono ai lati della via. Al di là +cominciano ad apparire i campi tempestati di fiori. +I primi tempestati, quei che seguono quasi coperti, +poi vaste distese di terreno vestite interamente di +rosolacci, di margherite, di fioralisi, di pratoline, di +primavere, di ranuncoli, in modo che la campagna +si presenta come una successione d'immensi tappeti +di porpora, d'oro, di neve; e lontano, in mezzo agli +alberi, innumerevoli striscie azzurre, bianche, gialle, +a perdita d'occhio; e vicino, sulle sponde dei fossi, +sui rialzi, fin sulla scarpa, fin sulla proda della via, +fiori a strati, a cespi, a ciuffi, gli uni sugli altri, +aggruppati a guisa di grandi mazzi, tremolanti sugli +alti steli, che quasi si toccano colla mano. Poi campi +biondeggianti di grano dalle grossissime spighe, fiancheggiati +da lunghi roseti; poi boschetti d'aranci, vasti +oliveti, collinette variate di cento sfumature di verde, +sormontate d'antiche torri moresche, sparse di casine +variopinte, e tra l'una e l'altra, ponti bianchi e snelli +che accavalciano rigagnoli nascosti dagli alberi. All'orizzonte +appaiono le cime nevose della Sierra Nevada; +sotto quella striscia bianca, altre strisce azzurre, +ondulate, dei monti più vicini; la campagna +di più in più variata e florida; Arjonilla, in mezzo +a un bosco d'olivi, di cui non si scorgono i confini;<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span> +Pedro Abad, in mezzo a una pianura coperta di vigneti +e d'alberi fruttiferi; Ventas di Alcolea, su gli +ultimi colli della Sierra Morena, popolati di ville e +di giardini. Ci s'avvicina a Cordova, il treno vola, +si vedono le piccole stazioni mezzo nascoste dagli +alberi e dai fiori, il vento porta le foglie delle rose +dentro alle carrozze, grandi farfalle trasvolano rasente +le finestre, un profumo delizioso si spande +nell'aria, i viaggiatori cantano, si trascorre per un +giardino incantevole, spesseggiano gli aloé, gli aranci, +le palme, le ville; s'ode un grido:—Ecco Cordova!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Quante belle immagini e grandi ricordi si destan +nella mente al suono di questo nome!</p> + +<p>Cordova, l'antica perla d'occidente, come la chiamano +i poeti arabi, la città delle città, Cordova dai +trenta borghi e dalle tremila moschee, che chiudeva +tra le sue mura il più grande tempio dell'Islam! +La sua fama si spandeva per l'Oriente, ed oscurava +la gloria dell'antica Damasco. Dalle più remote regioni +dell'Asia traevano i fedeli alle rive del Guadalquivir, +per prostrarsi nel Mhirab meraviglioso +della sua Moschea, al chiarore delle mille lampade +di bronzo, fuse colle campane delle Cattedrali di +Spagna. Accorrevano gli artisti, i dotti, i poeti, da +ogni parte del mondo maomettano, alle sue fiorenti +scuole, alle sue biblioteche immense, alle corti magnifiche +dei suoi Califfi. Affluivano i ricchi e le belle, +tratte dalla fama della sua splendidezza. E di qui +si spandevano, avidi di sapere, lungo le coste dell'Affrica,<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span> +per le scuole di Tunisi, di Cairo, di Bagdad, +di Cufa, e fino all'India e alla China, a raccoglier libri, +ispirazioni e memorie; e le poesie cantate alle +falde della Sierra Morena, volavano, di cetra in +cetra, fino alle vallate del Caucaso, ad eccitare +l'ardore dei pellegrinaggi. La bella, la poderosa, la +sapiente Cordova, coronata di tremila villaggi, ostentava +alteramente i suoi bianchi minareti in mezzo +ai boschetti d'aranci, e spandeva intorno per la valle +divina un'aura voluttuosa di letizia e di gloria!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Scendo dal treno, attraverso un giardino, mi +guardo intorno, son solo; i viaggiatori che scesero +con me sparirono chi di qua chi di là; sento ancora +il rumore d'una carrozza che s'allontana; poi tutto +tace. È mezzogiorno, il cielo purissimo, l'aria accesa. +Vedo due casine bianche: è l'imboccatura d'una +strada, entro, vado oltre. La strada è stretta, le case +piccine come le villette che s'innalzano sui poggi artificiali +dei giardini, quasi tutte d'un sol piano, colle +finestre a pochi palmi da terra, i tetti che quasi si +toccan col bastone, i muri bianchissimi. La strada +svolta, guardo, non vedo nessuno, non sento un passo, +non una voce. Dico: sarà una strada abbandonata. +Piglio un'altra strada: casette bianche, finestre +chiuse, solitudine, silenzio. O dove sono? mi domando. +Vado innanzi: la strada, stretta da non potervi +passare una carrozza, serpeggia; a destra e a +sinistra si vedono altre strade deserte, altre case +bianche, altre finestre chiuse; il mio passo risuona<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span> +come in un corridoio; il bianco dei muri è tanto +vivo che persino il riflesso m'offende, e son costretto +a camminare a occhi socchiusi; mi par di andare +in mezzo alla neve. Giungo a una piazzetta: tutto +chiuso e nessuno. Allora mi comincia a entrar nel +cuore un senso di vaga malinconia, non mai provata +pel passato; un misto di piacere e di tristezza, +simile a quello che provano i fanciulli, +quando, dopo una lunga corsa, giungono in un bel +sito campestre, e se ne rallegrano, ma col tremito +d'essersi troppo dilungati da casa. Al di sopra di +molti tetti s'alzano le palme degl'interni giardini. +Oh fantastiche leggende di Odalische e di Califfi! +Oltre, di strada in strada, di piazza in piazza; comincio +ad incontrare qualcuno, ma tutti passano e +spariscono come fantasmi. Tutte le strade si somigliano, +le case non hanno più di due o quattro finestre; +e non una macchia, non uno sgorbio, non una +screpolatura nei muri, che son lisci e bianchi come +un foglio di carta. Tratto tratto sento un bisbiglio +dietro una persiana, e vedo quasi nello stesso momento +spuntare e sparire una testa bruna con un +fiore tra le treccie. M'affaccio a una porta.....</p> + +<p>Un <i>patio</i>! Come descrivere un <i>patio</i>? Non è un +cortile, non è un giardino, non è una sala: è queste +tre cose insieme. Tra il <i>patio</i> e la strada v'è +un vestibolo. Ai quattro lati del <i>patio</i> s'alzano colonne +sottili che sostengono all'altezza del primo +piano una specie di galleria chiusa da ampie vetrate; +sopra la galleria si stende una tela che ombreggia<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[298]</a></span> +il cortile. Il vestibolo è lastricato di marmo, +la porta fiancheggiata da colonne, sormontata da +bassorilievi, chiusa da un sottile cancello di ferro +di vaghissimo disegno. In fondo al <i>patio</i>, in dirittura +della porta, sorge una statua; in mezzo, una +fontana; intorno, seggiole, tavolini da lavoro, quadri, +vasi di fiori. Corro a un'altra porta: un altro <i>patio</i>, +colle pareti coperte dall'edera, e una corona di nicchie, +con entro statuine, busti, urne. M'affaccio a una +terza porta: un <i>patio</i> colle pareti lavorate di musaico, +una palma nel mezzo, e intorno un mucchio di fiori. +A una quarta porta: dopo il <i>patio</i>, un altro vestibolo, +dopo questo un secondo <i>patio</i>, nel quale si +vedono altre statue, altre colonne, altre fontane. E +tutte queste sale e questi giardini son puliti e nitidi +da poter passare la mano sui muri e per terra +senza che ci resti la traccia; e freschi, odorosi, rischiarati +da una luce incerta che ne accresce la bellezza +e il mistero.</p> + +<p>Avanti ancora, di strada in strada, alla ventura. +Via via che cammino, mi s'accresce la curiosità, e +affretto il passo. Mi pare impossibile che la città debba +esser tutta così; temo d'imbattermi in una casa o di +riuscire in una strada che mi richiami alla mente +le altre città e rompa il mio bel sogno. Ma no, il sogno +dura: tutto è piccino, gentile, misterioso. Ogni +cento passi, una piazzetta deserta, nella quale mi +arresto trattenendo il respiro; di tratto in tratto +un crocicchio, e non un'anima viva;—e sempre +bianco e tutto bianco,—e finestre chiuse,—e silenzio.<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[299]</a></span> +Ed a ogni porta un nuovo spettacolo: archi, +colonne, fiori, zampilli, palme; una meravigliosa varietà +di disegni, di tinte, di luce, di profumi; qui +di rose, là di aranci, più là di viole; e col profumo +un soffio d'aria fresca, e coll'aria un suono +sommesso di voci di donne, e stormir di foglie, e +canto d'uccelli; un'armonia varia e soave, che senza +turbare il silenzio della strada, molce l'orecchio +come l'eco d'una musica lontana. Ah! non è un +sogno! Madrid, l'Italia, l'Europa, sono certo a una +grande distanza di qui! Qui si vive un'altra vita, +qui spira l'aria d'un altro mondo, io sono in +Oriente!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Mi ricordo che a un certo punto mi arrestai in +mezzo alla strada e, non so come, mi accorsi improvvisamente +ch'ero tristo e inquieto, e che nel mio cuore +v'era un vuoto che la meraviglia e il piacere non +bastavano a colmare. Io sentivo un bisogno irresistibile +di penetrare in quelle case e in quei giardini, +di squarciare, per dir così, il velo di mistero, +che avvolgeva la vita della gente sconosciuta che vi +era dentro; di partecipar di quella vita; di afferrare +una mano, e di fissare i miei occhi in due occhi +pietosi, e di dire:—Sono uno straniero, son +solo, voglio esser felice anch'io, lasciatemi stare in +mezzo ai vostri fiori, lasciatemi godere di tutti i segreti +del vostro paradiso, ditemi chi siete, come vivete, +sorridetemi, quetatemi, la mia testa brucia!—E +questa tristezza giunse sino a tal segno, che dissi<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[300]</a></span> +a me stesso:—Io non posso stare in questa città, +io ci soffro, io parto!—</p> + +<p>E sarei partito in fatti, se in buon punto non mi +fossi ricordato che avevo in tasca una lettera di raccomandazione +per due giovani di Cordova, fratelli +d'un amico mio di Firenze. Smisi il proposito di +partire e corsi subito a cercarli.</p> + +<p>Quanto risero, quando io dissi loro l'impressione +che Cordova mi faceva! Mi proposero d'andar subito +a vedere la Cattedrale, infilammo una stradina +bianca, e via.</p> + +<p>La moschea di Cordova, che venne ridotta a Cattedrale +dopo la cacciata degli Arabi; ma che è pur +sempre moschea, fu costrutta sulle rovine della cattedrale +primitiva, poco lontano dalla sponda del +Guadalquivir. Abdurrahman ne cominciò la costruzione +l'anno 785 o 786.—Inalziamo una moschea,—egli +disse,—che vinca quella di Bagdad, quella di Damasco +e quella di Gerusalemme; che sia il più grande +tempio dell'Islam, che diventi la Mecca d'Occidente.—Si +pose mano all'opera con grande ardore, gli schiavi +cristiani portavano alle fondamenta le pietre delle +chiese distrutte, Abdurrahman lavorava egli stesso +un'ora ogni giorno, la moschea, nello spazio di non +molti anni, fu fatta, i Califfi successori di Abdurrahman +l'abbellirono, dopo un secolo di quasi continui +lavori fu compiuta.</p> + +<p>—Eccoci,—mi disse uno dei due ospiti, arrestandosi +tutt'a un tratto davanti a un vasto edifizio.</p> + +<p>Io credetti che fosse una fortezza. Era il muro<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[301]</a></span> +che cinge la moschea, un vecchio muro merlato, nel +quale s'aprivano una volta venti grandi porte di +bronzo, contornate di bellissimi rabeschi, e di finestrine +arcate, rette da sottili colonne: coperto ora da +un triplice strato di calce. Un giro intorno a quel +muro di cinta è una passeggiatina da farsi dopo desinare: +si giudichi della vastità dell'edifizio.</p> + +<p>La porta principale della cinta è a tramontana nel +punto dove sorgeva il minareto di Abdurrahman, sulla +cima del quale sventolava lo stendardo maomettano. +Entrammo; io credevo di veder subito l'interno della +Moschea, e mi trovai in un giardino pieno di aranci, +di cipressi e di palme, cinto da tre lati da un porticato +leggerissimo, e chiuso al quarto lato dalla +facciata della moschea. Nel mezzo di questo giardino +era al tempo degli Arabi la fonte per le abluzioni, +e all'ombra di questi alberi si raccoglievano +i fedeli prima d'entrare nel tempio. Stetti qualche +momento guardando intorno, e aspirando l'aria +fresca e odorosa con un senso vivissimo di piacere; +e mi batteva il cuore al pensare che la famosa moschea +era lì accanto, e mi sentivo ad un tempo spinto +verso la porta da una immensa curiosità, e trattenuto +da non so quale trepidazione fanciullesca.—Entriamo,—mi +dicevano i compagni.—Ancora +un momento,—rispondevo; lasciatemi assaporare +bene la dolcezza dell'aspettazione.—Finalmente +mi mossi, e senza neanco guardare la meravigliosa +porta che i compagni m'accennarono, entrai.</p> + +<p>Che cosa feci o dissi appena entrato, non so;<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[302]</a></span> +ma certo qualche strana voce mi deve esser sfuggita +o debbo aver fatto qualche gesto assai strano, perchè +alcune persone che in quel punto venivano verso +di me, si misero a ridere, e si voltarono di nuovo a +guardare intorno, come per rendersi conto della +profonda sensazione ch'io avevo manifestata.</p> + +<p>Immaginate una foresta, e supponete di trovarvi +nel più fitto, e di non veder altro che tronchi d'alberi. +Così, nella moschea, da qualunque parte uno +si volga, lo sguardo si perde tra le colonne. È una +foresta di marmo della quale non si scorge la fine. +Si seguono collo sguardo ad una ad una le lunghissime +file delle colonne che s'incrociano ad ogni passo +con altre innumerevoli file, e s'arriva a un fondo +semi-oscuro, nel quale par di vedere biancheggiare +ancora altre colonne. Son diciannove navate che s'allungano +nella direzione dei passi di chi entra, attraversate +da altre trentatre, sostenute, fra tutte, da +più di novecento colonne di porfido, di diaspro, di +breccia, di marmi d'ogni colore. Ogni colonna sorregge +un pilastrino, e tra l'una e l'altra s'incurva +un arco, e un secondo tra pilastrino e pilastrino, +questo sovrapposto al primo, e tutti e +due della forma d'un ferro di cavallo; in guisa +che, immaginando essere le colonne tanti tronchi +d'albero, gli archi rappresentano i rami, e la similitudine +della moschea a una foresta è completa. +La navata del mezzo, assai più larga che le altre, +riesce innanzi alla Maksura, che è la parte più sacra +del tempio, dove si adorava il Corano. Qui, dalle<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[303]</a></span> +finestre del soffitto, scende un pallido raggio di luce +che rischiara una fila di colonne; là v'è un tratto +oscuro; più oltre scende un altro raggio che rischiara +un'altra navata. È impossibile esprimere +il sentimento di mistica meraviglia che vi si desta +nell'animo a quello spettacolo. È come la rivelazione +improvvisa d'una religione, d'una natura e d'una +vita ignota, che vi rapisce la fantasia tra le delizie +di quel paradiso pieno d'amore e di voluttà, dove +i beati, seduti all'ombra dei platani frondosi e dei +roseti senza spine, libano nei vasi di cristallo i vini +scintillanti come perle, mesciuti da fanciulli immortali, +e riposano nell'amplesso delle amabili vergini +dai grandi occhi neri! Tutte le immagini dell'eterno +piacere che il Corano promette ai fedeli, vi si presentano +in folla alla mente, alla prima vista della +moschea, vive, ardenti, scintillanti, e vi danno una +momentanea ebbrezza dolcissima, che vi lascia nel +cuore una non so qual molle malinconia! Un breve +tumulto nella mente, e una rapida scintilla che percorre +le vene, tale è la prima sensazione che si prova +all'entrare nella cattedrale di Cordova.</p> + +<p>Cominciammo a girare di navata in navata, osservando +ogni cosa minutamente. Quanta varietà in +quell'edifizio che sembra a primo aspetto uniforme! +Le proporzioni delle colonne, i disegni dei capitelli, +le forme degli archi cangiano, si può dire, ad ogni +passo. Delle colonne, la maggior parte sono antiche, +e furon tolte dagli Arabi alla Spagna del Norte, +alla Gallia, all'Affrica romana; e qualcuna è fama<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[304]</a></span> +appartenesse ad un tempio di Giano, sulle rovine +del quale venne costrutta la chiesa che gli Arabi +distrussero per costrurre la moschea. Sopra parecchi +capitelli si scorgono ancora le traccie delle croci che +v'erano scolpite, e che gli Arabi ruppero a colpi di +scalpello. In qualche colonna sono confitti ferri ricurvi +ai quali si dice che gli Arabi legassero i Cristiani; +e se n'accenna uno, tra gli altri, cui la tradizione +popolare narra esser stato legato un cristiano +per lo spazio di molti anni; nel qual tempo, a furia +di raschiare coll'unghie, riuscì a incavare nella pietra +una croce che i ciceroni fanno vedere con profonda +venerazione.</p> + +<p>Giungemmo alla Maksura, che è l'opera più completa +e più meravigliosa dell'arte degli Arabi nel +decimo secolo. Sul dinnanzi, sono tre cappelle contigue, +colla volta ad archi dentellati, e le pareti coperte +di stupendi musaici, che rappresentan gruppi +di fiori e sentenze del Corano. In fondo alla cappella +di mezzo, è il <i>mihrab</i> principale, il luogo sacro dove +stava lo spirito di Dio. È una nicchia di base ottagonale, +chiusa di sopra da una colossale conchiglia +di marmo. Nel <i>mihrab</i> era deposto il Corano, +scritto dalla mano del califfo Othman, coperto d'oro, +guernito di perle, inchiodato sovra una seggiola di +legno d'aloe; e intorno ad esso venivano a fare sette +giri ginocchioni le migliaia dei fedeli. Avvicinandomi +al muro mi sentii mancar sotto il pavimento: il marmo +è incavato!</p> + +<p>Uscendo dalla nicchia, mi arrestai lungo tempo<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[305]</a></span> +a contemplare la vòlta e le pareti della cappella +principale, la sola parte della moschea che si conservò +quasi intatta. È un luccichìo abbarbagliante +di cristalli di mille colori, un intreccio di arabeschi +che confonde la mente, una complicazione di bassorilievi, +di dorature, di ornamenti, di minuzie di disegno +e di colorito, d'una delicatezza, d'una grazia, +d'una perfezione da far disperare il più paziente +pittore. È impossibile ritener nulla nella mente di +quel portentoso lavoro; voi potreste tornar cento +volte a guardarlo, che non vi rimarrebbe dinanzi agli +occhi, ripensandoci, altro che un formicolìo di puntini +azzurri, rossi, verdi, dorati, luminosi, o un ricamo +intricatissimo, cangiante continuamente e rapidissimamente +di disegno e di colori. Solamente +dalla focosa e instancabile immaginazione degli Arabi +poteva uscire un siffatto miracolo d'arte.</p> + +<p>Ricominciammo a girare per la moschea, osservando +qua e là sui muri i rabeschi delle antiche +porte che si scoprono via via sotto il detestabile intonaco +cristiano. I miei compagni mi guardavano, +ridevano e si mormoravan nell'orecchio non so che.</p> + +<p>“Non se n'è ancora accorto?” mi domandò +l'uno.</p> + +<p>“Di che?”</p> + +<p>Si riguardarono e sorrisero di nuovo.</p> + +<p>“Crede lei d'aver visto tutta la moschea?” ripigliò +il compagno.</p> + +<p>“Io sì,” risposi guardandomi intorno.</p> + +<p>“Ebbene,” disse il primo “lei non ha veduto<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[306]</a></span> +tutto; e quello che le riman da vedere è nientemeno +che una chiesa.”</p> + +<p>“Una chiesa!” esclamai stupefatto; “ma dov'è?”</p> + +<p>“Guardi,” rispose l'altro compagno, accennando, +“è nel bel mezzo della moschea.”</p> + +<p>“Potenzinterra!” E io non l'avevo veduta!</p> + +<p>Si giudichi da questo della vastità della moschea. +Andammo a vedere la chiesa. È una bella e ricchissima +chiesa, con un altar maggiore magnifico e un +coro degno di star accanto a quelli delle cattedrali +di Burgos e di Toledo; ma come tutte le cose messe +fuor di posto, muove più la stizza che l'ammirazione. +Senza codesta chiesa, l'aspetto della moschea +sarebbe molto migliore. Lo stesso Carlo V, che diede +al Capitolo il permesso di costruirla, quando vide la +prima volta il tempio maomettano, se ne pentì. Accanto +alla chiesa è una specie di cappella araba, +mirabilmente conservata, ricca di musaici non meno +variati e splendidi che quelli della Maksura; nella +quale è fama si radunassero i ministri della religione +per discutere il libro del profeta.</p> + +<p>Tale è la moschea d'oggigiorno. Ma quale doveva +essere al tempo degli Arabi! Non era chiusa +intorno intorno da un muro; ma aperta, in modo +che da ogni sua parte si vedeva il giardino, e dal +giardino si vedeva fino in fondo alle lunghissime +navate, e l'aria spandeva fin sotto le volte della +Maksura la fragranza degli aranci e dei fiori. Le colonne, +che ora son meno di mille, erano millequattrocento; +il soffitto era di legno di cedro e di larice,<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[307]</a></span> +scolpito e smaltato con finissimo lavoro; le pareti +eran rivestite di marmo; la luce di ottocento lampade +riempite d'olio odoroso, faceva scintillare come +perle i cristalli dei musaici, e produceva sul pavimento, +sugli archi, sui muri, un gioco meraviglioso +di colori e di riflessi. Un mare di splendori,—cantò +un poeta,—riempiva il misterioso recinto, e il tepido +ambiente era pregno d'aromi e d'armonie, e il pensiero +dei fedeli vagava e si smarriva nel labirinto +delle colonne luccicanti come lancie percosse dal sole.</p> + +<p>Federico Schack, autore d'una bell'opera intitolata: +<i>Poesia e arte degli Arabi in Spagna e in Sicilia</i>, +fece una descrizione della moschea in un giorno +di festa solenne, che dà una immagine vivissima del +culto maomettano e completa il quadro del monumento.</p> + +<p>All'uno e all'altro lato dell'Almimbar, o pulpito, +ondeggiano due stendardi, per significare che l'Islam +ha trionfato del Giudaismo e del Cristianesimo, e +che il Corano ha vinto l'antico e il nuovo Testamento. +Gli <i>almnedani</i> salgono sulla galleria dell'alto minareto +e intuonano il <i>selam</i> o il saluto al profeta. Allora +le navate della moschea si riempiono di credenti, +i quali, con bianchi vestiti e festoso aspetto, +accorrono alla orazione. In pochi istanti, per tutta +l'estensione dell'edifizio, non si vede più che gente +inginocchiata. Per la via segreta che congiunge il +tempio all'alcazar, giunge il Califfo e va a sedere al +suo posto elevato. Un lettore del Corano legge una +Sura sul leggìo della tribuna. La voce del <i>muccin</i><span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[308]</a></span> +risuona nuovamente invitando alle preghiere del +mezzogiorno. Tutti i fedeli si alzano e mormorano +le loro preghiere, facendo reverenze. Un servitore +della moschea apre le porte del pulpito e impugna +una spada, colla quale, voltandosi verso la Mecca, +ammonisce che si lodi Maometto, mentre già dalla +tribuna lo celebrano cantando i <i>mubaliges</i>. Sale quindi +il predicatore sul pulpito, togliendo di mano al servitore +la spada, la quale ricorda e simboleggia la soggezione +della Spagna al potere dell'Islam. È il giorno che +si deve proclamare il <i>Djihad</i> o la guerra santa, la chiamata +di tutti gli uomini atti ad andare alla guerra, +perchè scendano in campo contro i Cristiani. La moltitudine +ascolta con silenziosa devozione il discorso, +intessuto di testi del Corano, il quale comincia così:</p> + +<p>«Lodato sia Allà, che ha ingrandita la gloria del +Islam, mercè la spada del campione della Fede, e che +nel suo santo libro ha promesso al credente aiuto +e vittoria.</p> + +<p>»Allà sparge i suoi benefizii sui mondi.</p> + +<p>»Se non spingesse gli uomini a slanciarsi armati +contro gli uomini, la terra si perderebbe.</p> + +<p>»Allà ha ordinato di combattere contro i popoli +fin che conoscano che non v'è che un Dio.</p> + +<p>»La fiamma della guerra non si estinguerà fino +alla fine del mondo.</p> + +<p>»La benedizione divina cadrà sovra la criniera +del cavallo guerriero fino al giorno del giudizio.</p> + +<p>»Armati da capo a piedi, o leggermente armati, +alzatevi, partite!<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[309]</a></span></p> + +<p>»Oh credenti! Che sarà di voi se, quando vi si +chiama alla battaglia, rimanete col viso rivolto al +suolo?</p> + +<p>»Preferite la vita di questo mondo alla vita futura?</p> + +<p>»Credetemi: le porte del paradiso stanno all'ombra +delle spade.</p> + +<p>»Colui che muore nella battaglia per la causa di +Dio, lava col sangue che sparge tutte le macchie dei +suoi peccati.</p> + +<p>»Il suo corpo non sarà lavato come gli altri cadaveri +perchè nel giorno del giudizio le sue ferite manderanno +fragranza come il musco.</p> + +<p>»Quando i guerrieri si presenteranno alle porte +del paradiso, una voce domanderà di dentro:—Che +avete fatto nella vostra vita?—</p> + +<p>»Ed essi risponderanno:—Noi abbiamo brandito +la spada nella lotta per la causa di Dio!</p> + +<p>»Allora le porte eterne si apriranno e i guerrieri +entreranno quarant'anni prima degli altri.</p> + +<p>»Su, dunque, credenti; abbandonate donne, figli, +fratelli, averi, e uscite alla guerra santa!</p> + +<p>»E tu, o Dio, signore del mondo presente e del +mondo futuro, combatti per gli eserciti di coloro che +riconoscono la tua unità! Atterra gli increduli, gl'idolatri, +i nemici della tua santa fede! Rovescia i loro +stendardi, e rimettili, con quanto posseggono, come +bottino, ai mussulmani!»</p> + +<p>Il predicatore, appena terminato il suo discorso, +esclama, volgendosi alla Congregazione:—Chiedete<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[310]</a></span> +a Dio!—e prega in silenzio. Tutti i fedeli, toccando +il suolo colla fronte, seguono il suo esempio. I <i>mubaliges</i> +cantano:—Amen! Amen, o Signore di tutti gli +esseri!—Ardente come il calore che precede l'imminente +tempesta, l'entusiasmo della moltitudine, +rattenuto prima in un silenzio meraviglioso, prorompea +allora in sordi mormorii, che alzandosi come +le onde e traboccando per tutto il tempio, fanno +finalmente risuonar le navate, le cappelle, le volte +dell'eco di mille voci unite in un sol grido:—Non +v'è altro Dio che Allà!—......</p> + +<p>La moschea di Cordova è oggi ancora, per consentimento +universale, il più bel tempio mussulmano, +e uno dei più ammirabili monumenti del +mondo.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Quando uscimmo dalla moschea, era già trascorsa +d'un buon tratto l'ora della <i>siesta</i>, che nelle città +della Spagna meridionale fanno tutti, e ch'è una necessità +il fare, a cagione dell'insopportabile calore +dell'ore bruciate; e le strade cominciavano a popolarsi. +Ohimè!—dicevo io ai miei compagni:—quanto +sta male il cappello a staio per le strade di Cordova! +Come avete cuore di appiccicare il figurino +della moda su questo bel quadro orientale? Perchè +non vi vestite da Arabi?—Passavano zerbinotti, +operai, ragazzi: guardavo tutti con grande curiosità, +sperando di trovare qualcuna di quelle fantastiche +figure, che il Doré ci rappresentò come esempi +del tipo <a name="tn310" id="tn310"></a><ins class="correction" title="originale: anduluso">andaluso</ins>: con quel bruno carico, con quelle<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[311]</a></span> +grosse labbra, con quei grandi occhi. Non ne incontrai. +Andando verso il centro della città, vidi le +prime Andaluse, signore, signorine, donne del popolo, +quasi tutte piccine, sottili, ben fatte, alcune +belle, molte simpatiche, la maggior parte nè carne +nè pesce, come in tutti i paesi. Nel vestire, all'infuori +della così detta <i>mantilla</i>, nessuna differenza +dalle donne francesi e nostre; gran volume di capelli +finti, a treccie, a ciocche, a lunghi riccioli, e sottane +succinte, a sgonfietti e increspature, e stivaletti +col tacco a punta di pugnale. L'antico costume +andaluso è scomparso dalle città.</p> + +<p>Credevo che sul far della sera le strade sarebbero +state affollate; ma non vidi che poca gente, e soltanto +nelle strade dei quartieri principali; le altre +rimasero deserte come nelle ore della <i>siesta</i>. E convien +passare appunto per queste strade deserte, per +goder Cordova la notte. Si vedono brillare i lumi +nei <i>patios</i>; si vedono, negli angoli oscuri, le coppie +amorose strette in intimo colloquio; la ragazza, per +lo più, alla finestra, con una mano abbandonata +mollemente fuori dell'inferriata, e il giovane accanto +al muro, in atteggiamento poetico, e coll'occhio all'erta; +non mai tanto però che gli riesca di staccar +la bocca da quella mano, prima che se ne accorga +chi passa; e si senton suoni di chitarra, mormorii +di fontane, sospiri, risa di fanciulle, fruscii misteriosi....</p> + +<p>L'indomani mattina, ancora tutto turbato dai sogni +orientali della notte, ricominciai a girare per la<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[312]</a></span> +città. Per descrivere tutto quello che v'è di notevole +ci vorrebbe un volume; è un vero Museo d'antichità +romane ed arabe; vi si trovano a profusione +colonne militari, iscrizioni in onore degli imperatori, +resti di statue e di bassorilievi; sei antiche porte; +un gran ponte sul Guadalquivir, del tempo di Ottavio +Augusto, ricostrutto dagli Arabi; rovine di torri +e di mura, case che appartennero ai Califfi, e che +serbano le colonne e gli archi sotterranei delle sale +da bagno; e per tutto porte, vestiboli, scale, da far +la delizia d'una legione d'archeologi.</p> + +<p>Verso mezzogiorno, passando per una stradina +solitaria, vidi scritto sul muro d'una casa, accanto +a un'iscrizione romana:—<i>Casa de huespedes. Almuerzos +y comidas;</i>—e leggendo, sentii lo stimolo, +come dice il Giusti, di sì bassa fame, che deliberai +di saziarla in quel qualunque bugigattolo al quale +m'ero abbattuto. Infilai una porticina, mi trovai in +un <i>patio</i>. Era un <i>patio</i> meschino, senza marmi e +senza fontane, ma bianco come la neve e fresco come +un giardino. Non vedendo nè tavole nè seggiole, +temetti d'aver sbagliato porta, e mi mossi per uscire. +Una vecchierella, sbucata non so di dove, mi arrestò.</p> + +<p>“Si mangia?” domandai.</p> + +<p>“<i>Si señor</i>” mi rispose.</p> + +<p>“Che cosa c'è?”</p> + +<p>“<i>Uevos, chorizo, chuletas, pescado, naranjas, vino +de Málaga.</i>”</p> + +<p>“<i>Muy bien: tráigame Usted todo lo que Usted tiene.</i>”</p> + +<p>Cominciò a portarmi la tavola e la seggiola, ed<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[313]</a></span> +io sedetti e aspettai. A un tratto sentii aprire una +porta dietro di me, mi voltai.... Angeli del cielo, +che vidi! La più bella di tutte le più belle Andaluse, +non solo di quelle vedute a Cordova, ma di +tutte quelle che vidi poi a Siviglia, a Cadice, a +Granata; una ragazza, mi si lasci dir la parola, +tremenda, da far fuggire, o commettere qualche +diavoleria; uno di quei visi che facevan gridare: oh +povero me! a Giuseppe Baretti, quando viaggiava +in Spagna. Stette qualche momento immobile, cogli +occhi fissi nei miei, come per dire:—ammirami;—poi +si voltò verso la cucina e gridò:—<i>Tia, despáchate!</i>—(Zia, +spicciati); il che offrì a me l'occasione +di renderle <i>muchas gracias</i> colla lingua impacciata, +e a lei il pretesto d'avvicinarsi rispondendo:—<i>No +hay de que</i>—con una voce così soave, che +mi sforzò ad offrirle una seggiola, sulla quale sedette. +Era una ragazza sui vent'anni, alta, diritta +come una palma, bruna, con due grand'occhi pieni +di dolcezza, luccicanti ed umidi che pareva avessero +versato allora allora una lagrima; e una nerissima +capigliatura ondulata, con una rosa fra le treccie. +Pareva una delle vergini arabe della tribù degli +Usras, che facevano morir d'amore.</p> + +<p>Cominciò la conversazione ella stessa.</p> + +<p>“<i>Usted es extranjero, me parece?</i>”</p> + +<p>“Sì.”</p> + +<p>“<i>Frances?</i>”</p> + +<p>“Italiano.”</p> + +<p>“<i>Italiano? Paisano del Rey?</i>”<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[314]</a></span></p> + +<p>“Sì.”</p> + +<p>“<i>Le conoce Usted?</i>”</p> + +<p>“Di vista.”</p> + +<p>“<i>Dicenque es un buen mozo.</i>” (bel giovanotto).</p> + +<p>Io non risposi, essa si mise a ridere; e mi domandò:—<i>Que +mira Usted?</i>—e continuando a ridere, +nascose il piede, che, sedendo, aveva messo +bene innanzi, perchè lo vedessi. Oh! non v'è donna +in quei paesi, che non sappia che i piedini andalusi +sono famosi nel mondo.</p> + +<p>Colsi l'occasione, tirai il discorso sulla fama delle +donne d'Andalusia, e le espressi la mia ammirazione +colle parole più calde del mio dizionario. Mi +lasciò dire, guardando con molta attenzione dentro +una fessura della tavola, poi rialzò il viso e mi domandò:</p> + +<p>“<i>Y en Italia, como son las mujeres?</i>”</p> + +<p>“Oh! belle, anche in Italia.”</p> + +<p>“<i>Pero.... seran frias!</i>” (fredde).</p> + +<p>“Oh no, davvero!” m'affrettai a rispondere; +“ma lei sa... in ogni paese le donne hanno un <i>non +so che</i> di diverso da quelle di tutti gli altri paesi; +e fra tutti i <i>non so che</i>, quello delle Andaluse, per +un povero viaggiatore che non ha ancora i capelli +bianchi, è forse il più pericoloso di tutti; e c'è una +parola per dire quello che penso; se non se la ricordasse, +glie la direi; le direi: <i>Señorita, Usted es la +Andalusa mas....</i>” (più....)</p> + +<p>“<i>Salada!</i>” (esclamò la ragazza coprendosi il viso +colle mani).<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[315]</a></span></p> + +<p>“<i>Salada!... la Andalusa mas salada de Córdoba.</i>”</p> + +<p><i>Salada</i>, salata: tale è la parola che si usa comunemente +in Andalusia per dire una donna bella, +vezzosa, carina, languida, ardente, e tutto quello +che volete; una donna con due labbra che dicano:—<i>Bebedme!</i>—bevetemi; +e due occhi che vi costringano +a mordervi il labbro di sotto.</p> + +<p>La zia mi portò le uova, le costolette, il <i>chorizo</i>, +gli aranci, e la ragazza riprese la conversazione.</p> + +<p>“<i>Usted es italiano: ha visto Usted al Papa?</i>”</p> + +<p>“No, mi dispiace.”</p> + +<p>“<i>Es posible? Un italiano que no viò al Papa! +Y diga Usted: porqué le hacen tanto sufrir los italianos?</i>” +(perchè lo fanno tanto soffrire?)</p> + +<p>“Soffrire, in che modo?”</p> + +<p>“<i>Ya! Dicen que le han cerrado en su casa y que +le tiran pedradas en las ventanas!</i>” (e che gli tiran +sassate nelle finestre).</p> + +<p>“Ma no! non lo creda! non c'è ombra di vero, ec.”</p> + +<p>“<i>Viò Usted Venezia?</i>”</p> + +<p>“Oh! Venezia, sì.”</p> + +<p>“<i>Es verdad <a name="tn315a" id="tn315a"></a><ins class="correction" title="originale: ques">que</ins> es una ciudad que sobrenada en la +mar?</i>” (una città che galleggia sul mare).</p> + +<p>E qui mi fece mille istanze, perchè le descrivessi +Venezia, e le dicessi com'era fatta la gente +in quella strana città, e che fa tutto il giorno, e +come va vestita. E mentre io discorrevo, oltre lo sforzo +che avevo a fare per esprimermi con un po' di +garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <a name="tn315b" id="tn315b"></a><ins class="correction" title="originale: choriso"><i>chorizo</i></ins> +stantìo, dovevo veder lei avvicinarsi man mano<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[316]</a></span> +a me, forse senza accorgersene, per udir meglio; e avvicinarsi +tanto da farmi sentir l'odore della rosa che +aveva nei capelli, e il calore del suo respiro; dovevo, +dico, far tre sforzi in una volta, l'uno colla +testa, l'altro collo stomaco, e il terzo con tutto, e +sentirmi anche dire di tanto in tanto:—<i>Que bonito!</i>—che +significa:—Quanto è bello!—complimento +che si riferiva al Canal Grande, e che mi faceva +l'effetto che farebbe a uno spiantato, un sacchetto +pieno di marenghi, fattogli sonar sotto il naso da +un banchiere impertinente.</p> + +<p>“<i>Ah! señorita!</i>” dissi in fine, cominciando a perdere +la pazienza; “che vale che le città sian belle, +alla fine dei conti? Chi ci è nato, non ci bada; e il +viaggiatore.... nemmeno. Io sono arrivato ieri a Cordova, +è una bella città, non c'è dubbio; ebbene: +lo vuol credere? ho già dimenticato tutto quello che +ho visto, non ho più voglia di veder niente, non so +neanco più in che città mi trovi. Palazzi! moschee! +mi fan ridere! Quando vi avranno messo un fuoco +nell'anima chi vi consumi, andrete a smorzarlo nella +moschea! Si faccia un po' più in là, scusi. Quando +vi sentirete una smania addosso che vi farebbe stritolar +un piatto coi denti, andrete a contemplare i +palazzi? Creda! è una triste vita quella del viaggiatore! +È una penitenza delle più dure! È un supplizio! +È un...” Un prudente colpo di ventaglio mi +chiuse la bocca, che andava tropp'oltre e colle parole +e coll'atto. Attaccai la costoletta.</p> + +<p>“<i>Pobrecito!</i>” mormorò l'Andalusa ridendo, dopo<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[317]</a></span> +aver dato un'occhiata intorno; “<i>Son todos ardientes +como Usted los italianos?</i>”</p> + +<p>“Che so io! Son tutte belle come lei le Andaluse?”</p> + +<p>La ragazza stese la mano sulla tavola.</p> + +<p>“Nasconda quella mano,” le dissi.</p> + +<p>“<i>Porqué?</i>” domandò essa.</p> + +<p>“Perchè voglio mangiare in pace.”</p> + +<p>“Mangi con una mano sola.”</p> + +<p>“Ah!”</p> + +<p>Mi parve di stringere la manina d'una bimba +di sei anni; il coltello cadde in terra; un denso +velo si stese sulla costoletta.</p> + +<p>A un tratto mi sentii la mano vuota, apersi gli +occhi, vidi la ragazza tutta turbata, mi voltai indietro: +giusto cielo! c'era un bel pezzo di giovanotto, +con la giacchettina attillata, coi calzoni stretti, +col piccolo cappello di velluto, oh terrore! <i>un torero!</i> +Diedi un guizzo, come se mi fossi sentito piantar +nel collo due <i>banderillas de fuego</i>.</p> + +<p>—Capisco a volo!—dissi tra me, come quel tale +nella commedia <i>Moglie e Buoi</i>; e sfido a non capire! +La ragazza, un po' imbarazzata, fece la presentazione:—“<i>Un +italiano de paso por Cordoba</i>,” e soggiunse +in fretta: “che vorrebbe sapere a che ora +parte il treno per Siviglia.”</p> + +<p>Il <i>torero</i>, che al primo vedermi, aveva corrugato +la fronte, si rasserenò, mi disse l'ora della partenza, +sedette, ed entrò amichevolmente in conversazione. +Io gli domandai notizie dell'ultima <i>corrida</i><span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[318]</a></span> +che s'era fatta a Cordova; era un <i>banderillero</i>, mi +raccontò per filo e per segno le vicende della giornata. +La ragazza, in quel frattempo, coglieva dei +fiori nei vasi del <i>patio</i>. Terminai la mia colazione, +offersi un bicchier di Malaga al <i>torero</i>, feci un brindisi +al felice piantamento di tutte le sue <i>banderillas</i> +avvenire, pagai lo scotto (<i>tres pecetas</i>, c'eran compresi +i begli occhi, si capisce), e poi, fatto muso +franco, anche per dissipare fin l'ombra d'un sospetto +nell'anima del mio formidabile rivale, dissi +alla ragazza:—“<i>Señorita!</i> A chi parte non si nega +nulla; io, per lei, sono come un moribondo, non mi +rivedrà mai più, non sentirà mai più pronunziare il +mio nome: può dunque lasciarmi un ricordo: mi +dia quel mazzolino di fiori.”</p> + +<p>“Eccolo,” mi disse la ragazza; “l'avevo fatto +per lei.”</p> + +<p>Diede un'occhiata al <i>torero</i>; il <i>torero</i> fece un atto +di approvazione.</p> + +<p>“<i>Le doy gracias con toda la fuerza de mi corazon,</i>” +risposi, e m'avviai per uscire. M'accompagnarono +tutti e due verso la porta.</p> + +<p>“<i>Hay funciones de toros en Italia?</i>” mi domandò +il giovane.</p> + +<p>“Oh Dio! no. Non le abbiamo ancora.”</p> + +<p>“Peccato! Cerchi di metterle in moda anche in +Italia, e io andrò a <i>banderillar</i> a Roma.”</p> + +<p>“Farò tutto il possibile. Signorina, perch'io la +possa salutare abbia la bontà di dirmi il suo nome.”</p> + +<p>“<i>Consuelo.</i>”<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[319]</a></span></p> + +<p>“<i>Quédese Usted con Dios, Consuelo!</i>”</p> + +<p>“<i>Váyase Usted con Dios, señor italiano!</i>”</p> + +<p>E infilai la stradina solitaria.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Nei dintorni di Cordova non c'è notevoli monumenti +arabi a vedere. Eppure tutta la valle era un +tempo sparsa di stupendi edifizi. Lontano tre miglia +dalla città, a settentrione, alle falde d'un monte, +sorgeva Medina Az-Zahra, la <i>città fiorente</i>, una delle +più meravigliose opere d'architettura del califfato +di Abdurrahman III, iniziata dal Califfo stesso in +omaggio a una sua favorita di nome Az-Zahra. Le +fondamenta furon gettate l'anno novecentotrentasei, +e diecimila operai vi lavorarono per venticinque +anni. I poeti arabi celebrarono Medina Az-Zahra +come la più splendida delle reggie umane, e il più +delizioso giardino della terra. Non era un edifizio, +ma un vastissimo congiunto di palazzi, di giardini, di +cortili, di porticati, di torri. Ivi piante pellegrine +della Siria, giuochi fantastici di fontane altissime, +fiumicelli fiancheggiati dalle palme, e vasti bacini +colmi di mercurio, che scintillavano ai raggi del +sole come laghi di fuoco; porte d'ebano e d'avorio, +tempestate di gemme; migliaia di colonne di +preziosissimi marmi, grandi terrazze aeree, e fra la +moltitudine innumerevole delle statue, dodici animali +d'oro massiccio, luccicanti di perle, che schizzavan +dalla bocca e dalle nari acque odorose. In questa +immensa reggia formicolavano migliaia di servi, +di schiavi, di donne, e accorrevano da ogni parte<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[320]</a></span> +del mondo i musici e i poeti. E nondimeno, codesto +Abdurrahman III, che visse fra tante delizie, +che regnò per cinquant'anni, che fu potente, glorioso +e fortunato in ogni vicenda e in ogni impresa, +scrisse prima di morire che durante il suo lungo +regno non era stato felice che quattordici giorni! +E la sua favolosa <i>città fiorente</i>, settantaquattr'anni +dopo che n'era stata posta la prima pietra, fu invasa, +saccheggiata ed arsa da un'orda barbaresca, ed oggi +non ne restan che poche pietre, che appena ne rammentano +il nome. Di un'altra splendida città, di +nome Zahira, che sorgeva ad oriente di Cordova, +fatta costrurre dal poderoso Almansur, governatore +del Regno, non restan neanco le rovine: una mano +di ribelli la ridusse in cenere poco dopo la morte +del suo fondatore.</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Tutto ritorna alla gran madre antica.»<br /></span> +</div></div> + +<hr class="hid" /> + +<p>Invece di fare una scarrozzata nei dintorni di +Cordova, mi diedi a errare qua e là, almanaccando +sui nomi delle strade, che per me è uno dei più +saporiti piaceri che si possan provare in una città sconosciuta. +Cordova, <i>alma ingeniorum parens</i>, avrebbe +di che scrivere ad ogni angolo di strada il nome +d'un artista o d'un dotto illustre nato fra le sue +mura; e, sia detto ad onor suo, li ha tutti ricordati +con materna gratitudine. Voi ci trovate la piazzetta +di Seneca, e la casa,—se sarà quella,—nella quale +nacque; la via di Lucano; la via di Ambrosio Morales,<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[321]</a></span> +l'istoriografo di Carlo V, continuatore della +<i>Cronaca generale della Spagna</i> cominciata da Florian +di Ocampo; la via di Paolo Cespedes, pittore, +architetto, scultore, archeologo, autore d'un +poema didattico <i>El arte de la pintura</i>, sfortunatamente +non finito, sparso di stupende bellezze. Ardente +di entusiasmo per Michelangelo, del quale aveva +ammirato le opere in Italia, gli sciolse nel suo poema +un inno di lode che è uno dei più bei tratti della +poesia spagnuola; e mio malgrado, m'escon dalla +penna gli ultimi versi, che ogni italiano, anche non +conoscendo la lingua sorella, può intendere e sentire. +Non credere, egli dice al lettore, di poter scoprire +la perfezione della pittura in altra cosa</p> + +<div class="poem" style="width: 18em"><div class="stanza"> +<span class="i1">«Que en aquella escelente obra espantosa<br /></span> +<span class="i0">Mayor de cuantas se han jamas pintado,<br /></span> +<span class="i0">Que hizo<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> el Buonarrota de su mano<br /></span> +<span class="i0">Divina, en el etrusco Vaticano!<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">Cual nuevo Prometeo en alto vuelo<br /></span> +<span class="i0">Alzándose, estendiò las alas tanto,<br /></span> +<span class="i0">Que puesto encima el estrellado<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> cielo<br /></span> +<span class="i0">Una parte alcanzò<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a> del fuego santo;<br /></span> +<span class="i0">Con que tornando enriquecido al suelo<br /></span> +<span class="i0">Con nueva maravilla y nuevo espanto,<br /></span> +<span class="i0">Diò vida con eternos resplandores<br /></span> +<span class="i0">À marmoles, à bronces, à colores.<br /></span> +<span class="i0">¡O mas que mortal hombre! ¿Angel divino<br /></span> +<span class="i0">O cual te nomaré? No humano cierto<br /></span> +<span class="i0">Es tu ser, que del cerco empireo vino<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a><br /></span> +<span class="i0">Al estilo y pincel vida y concierto:<br /></span> +<span class="i0">Tu mostraste à los hombres el camino<br /></span> +<span class="i0">Por mil edades escondido, incierto<br /></span> +<span class="i0">De la reina virtud; a ti se debe<br /></span> +<span class="i0">Honra que en cierto dia el sol renueve.»<br /></span> +</div></div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[322]</a></span></p><p>Mormorando questi versi, riuscii nella via Juan de +Mena, l'<i>Ennio spagnuolo</i>, come lo chiamano i suoi +concittadini, autore d'un poema fantasmagorico, intitolato: +<i>Il labirinto</i>, imitazione della <i>Divina Commedia</i>, +di gran fama ai suoi tempi; e non privo, in +vero, di qualche pagina di poesia ispirata e profonda; +ma, nell'assieme, gonfio di pedantesco misticismo, +e freddo. Giovanni II, re di Castiglia, andava +pazzo di questo <i>Labirinto</i>, lo teneva accanto al messale +nel suo gabinetto, lo portava seco alla caccia; +ma, vedete capriccio di Re! il poema non aveva che +trecento strofe, e a Giovanni II parevan poche, +e sapete per qual ragione? Per la ragione che +l'anno è di trecento sessantacinque giorni, e a lui +pareva che quanti sono i giorni dell'anno tante dovessero +essere le strofe del poema; e pregò il poeta +di comporne altre sessantacinque, e il poeta lo obbedì; +lietissimo, l'adulatore! di vedersi offerto un +pretesto per adulare ancora; benchè l'avesse già +tanto adulato, fino al segno di pregarlo che gli correggesse +i suoi versi! Dalla via Juan de Mena, passai +nella via Gongora, il Marini della Spagna, non meno +grande d'ingegno, ma forse anche più corruttore +della sua letteratura che non sia stato della nostra +il Marini, poichè guastò, stroppiò, imbastardì in mille +modi anche la lingua; onde Lopez de Vega argutamente +fa chiedere da un poeta gongorista al suo +ascoltatore:—Mi capisci?—e questi risponde:—Sì!—e +il poeta di rimando:—Menti! perchè non +mi capisco neanch'io.—Non però scevro affatto di<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[323]</a></span> +gongorismo neanche il Lopez, cui bastò l'animo di +scrivere che il Tasso non era che l'aurora del sol di +Marini; nè scevro il Calderon, nè gli altri più grandi. +Ma basti di poesia, per non uscire di carreggiata.</p> + +<p>Dopo la <i>siesta</i>, andai a ricercare i miei due compagni, +che mi condussero nei sobborghi della città, +nei quali vidi per la prima volta donne e uomini di +tipo veramente andaluso, quale io me lo raffigurava, +con occhi e colori e atteggiamenti d'Arabi; e +intesi pure per la prima volta il parlar proprio +del popolo d'Andalusia, più molle e più cantato +che nelle Castiglie, ed anche più gaio e più immaginoso, +e accompagnato da un gesticolare più vivo. +Domandai ai miei compagni se fosse vero quello che +suol dirsi dell'Andalusia: che cioè colla pubertà precoce +sian precoci i vizii, e voluttuosi i costumi, e gli +amori sfrenati. <i>Harto verdadero!</i> risposero: troppo +vero! e qui spiegazioni, descrizioni e racconti, che +tengo nella penna. Ritornammo in città, mi condussero +in uno stupendo Casino, con giardini e sale +splendide, in una delle quali, la più vasta e la più +ricca, ornata dei ritratti di tutti i Cordovesi illustri, +sorge una specie di palco scenico, su cui salgono i +poeti a leggere le loro poesie le sere solenni destinate +a pubblico certame d'ingegno; e i vincitori ricevono +una corona d'alloro dalle mani delle più belle +e colte fanciulle della città, assise sur un semicerchio +di seggiole inghirlandate di rose. La sera ebbi +il piacere di conoscere parecchi giovani Cordovesi, +<i>ardentemiente afectos</i>, come si dice in spagnuolo leccato,<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[324]</a></span> +<i>al cultivo de las Musas</i>, franchi, cortesi, vivacissimi, +con una farraggine di versi nella testa, e infarinati +di letteratura italiana; cosicchè, figuratevi, +dall'imbrunire a mezzanotte, per quelle misteriose +stradine che m'avevan fatto girar la testa la sera +prima, fu un continuo clamoroso scambiarsi di sonetti, +d'inni e di ballate delle due lingue, dal Petrarca +al Prati, dal Cervantes allo Zorilla; e una allegrissima +conversazione chiusa e suggellata da molte +cordiali strette di mano, e da calde promesse di scriversi, +di mandarsi libri, di venire in Italia, di tornare +in Spagna, ec. ec.; non altro che parole, come +sempre, ma parole non meno care per questo.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'indomani partii per Siviglia. Alla stazione vidi +Frascuelo, Lagartijo, il Cuco, e tutta la compagnia +dei <i>toreros</i> di Madrid, che mi salutarono con uno +sguardo benevolo di protezione. Mi cacciai in un vagone +polveroso, e quando il treno si mosse, e Cordova +apparve ai miei occhi per l'ultima volta, la +salutai coi versi del poeta arabo, un po' troppo sensuali, +se si vuole, per il gusto d'un europeo; ma, in +fin dei conti, adatti all'occasione:</p> + +<p>«<i>Addio, Cordova!</i> Per vivere sempre fra le tue +mura, vorrei far vita più lunga di Noè. Vorrei +avere i tesori di Faraone per spenderli in vino e +in belle Cordovesi, dagli occhi soavi, che invitano +ai baci.»<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[325]</a></span></p> + +<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Fece.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Stellato.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Conseguì.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> Venne.</p></div> +</div> + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="IX" id="IX"></a>IX.<br /><br /> + +SIVIGLIA.</h2> + + +<p>Il viaggio da Cordova a Siviglia non desta la +meraviglia come quello da Toledo a Cordova; ma è +pur bello ancora; sono sempre quei boschi di aranci, +quegli oliveti sconfinati, quei colli vestiti di pampini, +quei prati coperti di fiori. A poche miglia da Cordova +si vedon le torri diroccate del formidabile castello di +Almodovar, posto sur una roccia altissima, che domina +un immenso spazio all'intorno; a Hornachuelos, +un altro vecchio castello sulla sommità d'una +collina, in mezzo un paesaggio solitario e melanconico; +più oltre la bianca città di Palma, nascosta in un +foltissimo bosco d'aranci, cinto alla sua volta da una +corona di orti e di giardini; e via via si trascorre +in mezzo a campi biondeggianti di grano, fiancheggiati +da lunghissime siepi di fichi d'India, da filari di +piccole palme, da boschetti di pini, da folte piantagioni +di alberi fruttiferi; e ad ogni tratto si vedon +colli e castelli e torrenti e svelti campanili di villaggi +celati tra gli alberi, e cime azzurre di monti lontani.</p> + +<p>Son belle sopra ogni cosa le piccole case campestri<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[326]</a></span> +sparse lungo la strada. Non ricordo d'averne +veduta una che non fosse bianca come la neve. È +bianca la casa, bianco il parapetto del pozzo vicino, +bianco il muricciuolo che cinge l'orto, bianchi i due +pilastrini della porta del giardino; ogni cosa par +stata imbiancata il giorno innanzi. Alcune di queste +case hanno una o due finestrine binate alla moresca, +altre qualche arabesco sulla porta, altre il tetto +coperto di tegole variopinte come le case arabe. Qua +e là, pei campi, si vedon cappe rosse e bianche di +contadini, cappelli di velluto in mezzo all'erba, ciarpe +di tutti i colori. I contadini che si vedono sulle +aiuole, o che accorrono a veder passare il treno, +sono vestiti tal quale ce li rappresentano i quadri +di costumi di quarant'anni fa: hanno un cappello +di velluto con una grandissima tesa un po' rivoltata, +con una piccola cupola a pan di zucchero; una giacchettina +corta, un panciotto aperto, un par di calzoni +tagliati al ginocchio come quelli dei preti, un +par di ghette alte fino ai calzoni, e una fascia intorno +alla vita. Questa foggia di vestire, incomoda, +ma bella, s'attaglia mirabilmente alle forme snelle +di quegli uomini, i quali preferiscono assai lo star +bellamente male allo star bene senza grazia, e s'acconciano +di buon grado a stintignare una mezz'ora +ogni mattina, pur di avere indosso un paio di calzoncini +che mettano in rilievo il fianco svelto e la +gamba ben tornita. Non han nulla di comune coi +nostri contadini del settentrione, dal muso duro e +dall'occhio attonito. Quelli vi fissan negli occhi, con<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[327]</a></span> +un sorriso, i loro grandi occhi neri, come se vi volessero +dire:—Non mi riconoscete?—lancian degli +sguardi audaci alle signore che metton la testa fuori +del finestrino; accorrono per porgervi un fiammifero +prima che voi glielo abbiate domandato; qualche +volta rispondono in rima a una vostra interrogazione, +e son capaci persino di ridere per farvi vedere i loro +denti bianchi.</p> + +<p>A la Rinconada si comincia a vedere, in dirittura +della strada ferrata, il campanile della Cattedrale di +Siviglia; e a destra, di là dal Guadalquivir, le belle +colline coperte d'oliveti, ai piedi delle quali giaccion +le rovine d'Italica. Il treno volava, e io parlavo tra +me e me, a mezza voce, affrettando le parole via via +che spesseggiavan le case, con quell'affanno pien di +desiderio e di gioia, che si prova salendo le scale +dell'amante. Siviglia! Siviglia è là! È là la regina +dell'Andalusia, l'Atene spagnuola, la madre del Murillo, +la città dei poeti e degli amori, la famosa Siviglia, +di cui pronunciavo il nome fin da fanciullo +con un sentimento di dolce simpatia! Chi m'avesse +detto, qualche anno fa, che io l'avrei veduta! Eppure +non è un sogno! Quelle case son ben di Siviglia, quei +contadini laggiù son Sivigliani; quel campanile ch'io +vidi, è la Giralda! Io a Siviglia? È strano! Mi vien +voglia di ridere! Che farà mia madre in questo momento! +Se fosse qui! Se fosse qui il tale, il tal altro! +Peccato esser solo! Ecco le case bianche, i giardini, +le stradine.... Siamo nella città.... Ora si scende.... Ah! +come è bella la vita!....<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[328]</a></span></p> + +<p>Arrivai a un albergo, buttai la valigia nel <i>patio</i>, +e cominciai a errare per la città. Mi parve di riveder +Cordova ingrandita, abbellita e arricchita; le strade +son più larghe, le case son più alte, i <i>patios</i> più +spaziosi; ma l'aspetto generale della città è il medesimo; +è quella bianchezza purissima, quella rete intricata +di stradine, quell'odor diffuso d'aranci, quell'aria +gentile di mistero, quella sembianza orientale, +che desta nel cuore un sentimento dolcissimo di +amorosa malinconia, e nella mente mille fantasie e +desiderii e visioni d'un mondo lontano, d'una vita +nuova, d'una gente ignota, d'un paradiso terrestre +pieno d'amori, di delizie, di pace. In quelle strade +si legge la storia della città; ogni balcone, ogni frammento +di scultura, ogni crocicchio solitario rammenta +l'avventura notturna d'un Re, le ispirazioni d'un +poeta, le vicende di una bella, un amore, un duello, +un rapimento, una favola, una festa. Qui è una +memoria di Maria Padilla, là di don Pedro, più +oltre del Cervantes, altrove del Colombo, di Santa +Teresa, del Velasquez, del Murillo. Una colonna rammenta +la dominazione Romana, una torre, lo splendore +della monarchia di Carlo V, un alcazar, la +magnificenza della corte degli Arabi. Accanto alle +modeste casine bianche, s'innalzano i sontuosi palazzi +marmorei; le piccole strade tortuose sboccano +nelle vaste piazze popolate di aranci; dal crocicchio +deserto e silenzioso si riesce, con un breve giro, nella +strada corsa da una folla rumorosa; e per tutto dove +si passa, si vedono a traverso i graziosi cancelli<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[329]</a></span> +dei <i>patios</i>, fiori, statue, fontane, fughe di sale, muri +coperti di arabeschi, finestrine arabe, sottili colonne +di marmi preziosi; e a ogni finestra, in ogni giardino, +donnine vestite di bianco, mezzo nascoste, come +timide ninfe, fra le foglie dei pampini e i cespugli +delle rose.</p> + +<p>Di strada in strada arrivai alla riva del Guadalquivir, +sui viali del passeggio della Cristina, che è +per Siviglia ciò che per Firenze il Lungarno. Qui si +gode uno spettacolo incantevole.</p> + +<p>Mi avvicinai prima alla famosa Torre dell'Oro. +Questa famosa Torre, chiamata dell'Oro o perchè vi si +chiudeva l'oro che i bastimenti spagnuoli portavano +dall'America, o perchè il re Don Pedro vi nascondeva i +suoi tesori, è ottagona, formata da tre piani rientranti, +coronata di merli e bagnata dal fiume. La +tradizione narra che questa torre fu costrutta al +tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo +la bellissima favorita di quel Re, quando la torre +era congiunta all'alcazar da un edifizio che venne +demolito per far luogo al passeggio della Cristina.</p> + +<p>Questo passeggio si stende dal palazzo del duca di +Montpensier fino alla Torre dell'Oro ed è tutto ombreggiato +da platani d'Oriente, da quercie, da cipressi, +da salici, da pioppi, e d'altri alberi del settentrione, +che gli Andalusi ammirano come ammireremmo noi +le palme e gli aloè nelle campagne del Piemonte e +della Lombardia. Un gran ponte accavalcia il fiume, +e conduce al sobborgo di Triana, del quale si vedono +le prime case sulla sponda opposta. Una lunga fila<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[330]</a></span> +di bastimenti, di golette, di barconi si stende sul +fiume, e fra la Torre dell'Oro e il palazzo del Duca, +è un va e vieni di barchette. Tramontava il sole. Una +folla di signore formicolava pei viali, frotte di operaie +passavano nel ponte, ferveva il lavoro sui bastimenti, +sonava una banda musicale nascosta tra gli alberi, +il fiume era color di rosa, l'aria odorava di fiori, +il cielo pareva tutto in fuoco.</p> + +<p>Rientrai in città, e godetti il meraviglioso spettacolo +di Siviglia notturna. I <i>patios</i> di tutte le case +erano illuminati; quei delle case modeste, rischiarati +da una mezza luce che ne abbelliva d'un'aria di +mistero la grazia; quei dei palazzi, pieni di fiammelle, +che facevan sfolgorare gli specchi e scintillare +come getti d'argento vivo gli zampilli delle fontane, +e luccicare di mille colori i marmi dei vestiboli, i +musaici delle pareti, le vetriere delle porte, i cristalli +dei doppieri. Si vedeva dentro un formicaio di signore, +si sentiva per tutto un suon di risa, di voci, +di musiche; pareva di passare in mezzo a tante sale +da ballo; da ogni porta usciva un'onda di luce, di +fragranze e d'armonie; le strade erano affollate; fra +gli alberi delle piazze, sotto gli atrii, in fondo ai +vicoli, sui terrazzini, da ogni parte si vedevan gonnelle +bianche ondeggiare, sparire e riapparire nell'ombra; +e testine ornate di fiori vezzeggiare alle +finestre; e gruppi di giovani attraversar la folla gettando +allegre grida; e gente salutarsi e discorrere fra +le finestre e la strada, e per tutto un moto affrettato, +un gridìo, un riso, una gaiezza carnevalesca.<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[331]</a></span> +Siviglia non era più che un immenso giardino, nel +quale folleggiava un popolo fremente di giovinezza +e d'amore.</p> + +<p>Per uno straniero, quelli son momenti assai tristi. +Mi ricordo che avrei dato del capo nel muro. +Erravo qua e là mezzo sbalordito, col capo basso, +col cuore stretto, come se tutta quella gente si divertisse +per insultare la mia solitudine e la mia +malinconia. Era troppo tardi per portare le lettere +di raccomandazione, troppo presto per andare a dormire: +ero schiavo di quella folla e di quell'allegrezza, +e dovetti subirla per molte ore. Provai un +sollievo sforzandomi di non guardar in viso le donne; +ma non ci riuscivo sempre, e quando i miei occhi +incontravano per caso due pupille nere, la trafittura +era più acerba, appunto perchè improvvisa, che se +avessi sfidato il pericolo col cuore pronto. Ero pure +in mezzo a quelle Sivigliane tremendamente famose! +Le vedevo passare, strette al braccio dei loro mariti +e dei loro amanti, toccavo le loro vesti, inspiravo +il loro profumo, sentivo il suono delle loro molli +parole, e il sangue mi saliva al capo come un'onda +di fuoco. Fortunatamente mi ricordai d'aver inteso +dire a Madrid da un Sivigliano che il Console d'Italia +soleva passar la serata nella bottega d'un suo +figliuolo negoziante; cercai questa bottega, la rinvenni, +vi trovai il Console, e consegnandogli una lettera d'un +amico suo:—Caro Signore!—gli dissi con un tuono +drammatico che lo fece ridere;—mi soccorra lei; +Siviglia mi fa paura!<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[332]</a></span></p> + +<p>A mezzanotte la città non aveva mutato aspetto; +v'era ancora tutta quella folla e tutta quella luce; +tornai all'albergo e mi chiusi nella camera coll'intenzione +di andar a letto. Peggio che peggio. Le finestre +della camera davano sur una piazza dove formicolava +un visibilio di gente intorno a una banda +musicale che non finiva mai di suonare; cessata la musica, +cominciaron le chitarre, le grida degli acquaioli, +i canti, le risa; tutta la notte fu un baccano da +svegliare le talpe. Io feci un sogno delizioso e tormentoso +ad un tempo; ma più tormentoso. Mi pareva +d'esser legato al letto da una lunghissima treccia +nera attorcigliata in mille nodi, e di sentirmi +sulle labbra una bocca di brage che mi toglieva il +respiro, e intorno al collo due manine vigorose che +mi schiacciavano il capo contro il manico d'una +chitarra.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La mattina seguente andai difilato a vedere la +Cattedrale.</p> + +<p>Per descrivere ammodo codesto smisurato edifizio, +bisognerebbe aver sotto mano una raccolta di tutti +gli aggettivi più sperticati e di tutte le più strampalate +similitudini che uscirono dalla penna degli iperboleggiatori +di tutti i paesi, ogni volta che ebbero a +dipingere qualcosa di prodigiosamente alto, di mostruosamente +largo, di spaventosamente profondo, +d'incredibilmente grandioso. Quando ne parlo cogli +amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[333]</a></span> +Mirabeau di Vittor Ugo, <i>un colossal mouvement +d'épaules</i>, e gonfio le gote e ingrosso a grado a grado +la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella tragedia +<i>Sansone</i>, quando con un accento che fa fremer +la platea, dice che si sente ricrescer ne' nervi il vigore. +Parlar della Cattedrale di Siviglia, stanca +come suonare un grosso strumento a fiato o sostenere +una conversazione da una sponda all'altra d'un torrente +rumoroso.</p> + +<p>La Cattedrale di Siviglia è isolata in mezzo ad +una vastissima piazza, e però se ne può misurar la +grandezza con un colpo d'occhio. Sul primo momento, +pensai al motto famoso che proferì il Capitolo della +Chiesa primitiva, decretando l'8 luglio del 1401, la +costruzione della nuova Cattedrale:—Inalziamo un +siffatto monumento che faccia dire ai posteri che noi +eravamo pazzi.—Quei reverendi canonici non hanno +fallito al loro intento. Ma per accertarsene bisogna +entrare. L'aspetto esterno della Cattedrale è grandioso +e magnifico; ma senza paragone meno che l'interno. +Manca la facciata; un alto muro circonda +tutto l'edifizio a modo d'una fortezza. Per quanto +si giri e si guardi, non si riesce a fissar nella mente +un contorno unico che, al pari dell'epigrafe d'un +libro, porga un chiaro concetto del disegno dell'opera; +si ammira e si prorompe più d'una volta +nell'esclamazione:—È immenso!—ma non ci si +appaga; e s'entra nella chiesa frettolosamente, desiderosi +di provare un sentimento di meraviglia più +intero.<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[334]</a></span></p> + +<p>Al primo entrare si rimane sbalorditi, ci si sente +smarriti come in un abisso; e per qualche momento +non si fa che descrivere collo sguardo immense curve +per quell'immenso spazio, quasi per accertarsi che la +vista non c'inganna e la fantasia non c'illude. Poi ci si +avvicina a uno dei pilastri, si misura, e si guardano +gli altri lontani: son grossi come torri, e paion sottili +da far fremere al pensiero che l'edifizio vi poggia su. +Si percorrono ad uno ad uno, con uno sguardo rapido, +dal pavimento alla vòlta, e par di poter contare i +momenti che lo sguardo impiega a salire. Son cinque +navate, che formerebbero ciascuna una grande chiesa. +In quella di mezzo potrebbe passeggiare a testa alta +un'altra Cattedrale colla sua cupola e il suo campanile. +Tutte insieme formano sessantotto vòlte ardimentose +che, a guardarle, par che lentamente si allarghino +e si sollevino. Tutto è enorme in questa +Cattedrale. La cappella maggiore, posta nel mezzo +della navata principale, e alta fin quasi a toccar la +volta, pare una cappella costrutta per de' sacerdoti +giganti a' quali gli altari comuni non arrivino sino al +ginocchio; il cero pasquale sembra un albero di bastimento; +il candelabro di bronzo che lo sopporta, +un pilastro d'una chiesa; gli organi, case; il coro, +è un museo di scultura e di cesellatura, da meritare +ei solo <a name="tn334" id="tn334"></a><ins class="correction" title="originale: un">una</ins> visita d'una giornata. Le cappelle +sono degne della chiesa: vi sono profusi i capolavori +di sessantasette scultori e di trentotto pittori. Il +Montanes, il Zurbaran, il Murillo, il Valdes, l'Herrera, +il Boldan, il Roëlas, il Campana, v'hanno lasciato<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[335]</a></span> +mille traccie immortali della loro mano. La +cappella di san Ferdinando, che racchiude i sepolcri +di questo Re, della sua sposa Beatrice, di Alfonso +il Saggio, del celebre ministro Florida Blanca, e d'altri +personaggi illustri, è una delle più belle e più +ricche. Il corpo del re Ferdinando, che redense Siviglia +dalla signoria degli Arabi, vestito della sua assisa +guerriera, colla corona e col manto, riposa in una +cassa di cristallo, coperta d'un velo. Da un lato è la +spada che portava il giorno della sua entrata in Siviglia; +dall'altro la canna, emblema del comando. +In quella stessa cappella si conserva una piccola vergine +d'avorio, che il santo Re portava seco in guerra, +e altre reliquie di gran valore. Nelle restanti cappelle +sono grandi altari di marmo, tombe di stile gotico, +statue di pietra, di legno, d'argento, chiuse in +ampie casse di cristallo, col petto e le mani coperte +di diamanti e di rubini; e stupendi quadri, che, sgraziatamente, +la scarsa luce che scende dalle alte finestre +non rischiara tanto che si possano ammirare in +tutta la loro bellezza.</p> + +<p>Ma dalla considerazione delle cappelle, dei quadri, +delle sculture, si ritorna senza posa ad ammirare +la Cattedrale nel suo grandioso e, se si potesse dire, +formidabile aspetto. Dopo essersi slanciati su fino a +quelle altezze vertiginose, lo sguardo e la mente ricadono +a terra, quasi stanchi dello sforzo, come per +ripigliar nuova lena a salire. E le immagini che vi +pullulano nel capo, rispondono alla vastità della +Basilica: angeli smisurati, teste di cherubini mostruose,<span class="pagenum"><a name="Page_336" id="Page_336">[336]</a></span> +ali grandi come vele di naviglio, e svolazzi +di manti candidi immensi. L'impressione che vi produce +codesta Cattedrale è tutta religiosa; ma non +mesta; è quel sentimento che trasporta il pensiero +negli spazi interminati e nei tremendi silenzi, nei +quali s'annegava il pensiero di Leopardi; è un sentimento +pieno di desiderio e di ardire; il brivido +voluttuoso che si prova sull'orlo d'un abisso; il turbamento +e la confusione delle grandi idee; il divino +terrore dell'infinito.</p> + +<p>Come è la cattedrale più varia della Spagna (chè +l'architettura gotica, la germanica, la greco-romana, +l'araba e quella nominata volgarmente <i>plateresca</i> +vi lasciarono ciascheduna una impronta), ella è pure +la più ricca e la più privilegiata. Nei tempi della +maggior potenza del clero, vi si bruciavano, ogni +anno, ventimila libbre di cera; vi si celebravano, +ogni giorno, su ottanta altari, cinquecento messe; il +vino che si consumava nel sacrifizio ascendeva all'incredibile +quantità di diciottomila settecento cinquanta +litri. I canonici avevano un servidorame da +monarchi, si recavano alla chiesa in splendide carrozze +tirate da superbi cavalli, si facevano sventolare +dai chierici, mentre celebravan la messa, con enormi +ventagli ornati di piume e di perle; diritto concesso +loro dal Papa, del quale alcuni approfittano ancora +oggigiorno. Non occorre parlare delle feste della settimana +santa che sono ancora adesso famose nel +mondo, e alle quali accorre gente da tutte le parti +d'Europa.<span class="pagenum"><a name="Page_337" id="Page_337">[337]</a></span></p> + +<p>Ma il privilegio più curioso della cattedrale di +Siviglia è la così detta danza <i>de los seises</i>, che ha +luogo ogni sera, sull'imbrunire, per otto giorni consecutivi, +dopo la festa del <i>Corpus Domini</i>. Poichè +fui a Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi +parve cosa degna di esser descritta. Da quanto me +n'era stato detto prima, mi pareva che la dovesse +essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella +chiesa coll'animo preparato a un sentimento di sdegno +per la profanazione del luogo sacro. La chiesa +era buia; la sola cappella maggiore illuminata; una +folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio +fra la cappella e il coro. Alcuni preti stavan seduti +a destra e sinistra dell'altare; davanti alla +gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di +ragazzi dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri +spagnuoli del medio evo, con cappello piumato e calze +bianche, eran schierati gli uni di fronte agli altri, +in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote, +una soave musica di violini ruppe il silenzio +profondo della chiesa, e le due schiere di ragazzi si +mossero con un passo di contraddanza, e cominciarono +a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi, +con mille graziosissimi giri; e poi proruppero +tutti insieme in un canto armonioso e gentile, che +echeggiò nell'oscurità della vasta cattedrale come +la voce d'un coro d'angeli; e un momento dopo, +si misero ad accompagnare la danza ed il canto colle +nacchere. Nessuna cerimonia religiosa mi commosse +mai come questa. È impossibile esprimere l'effetto<span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[338]</a></span> +che producevano quelle vocine sotto quelle immense +vòlte; quelle creaturine ai piedi di quell'altare +enorme; quella danza composta, quasi umile; quel +costume antico, quella folla prostrata, e intorno intorno +quelle tenebre. Uscii dalla chiesa coll'anima +serena come se avessi pregato.</p> + +<p>A proposito di questo ballo mi fu raccontato un +aneddoto assai curioso. Due secoli or sono, un arcivescovo +di Siviglia al quale pareva che colle contraddanze +e le nacchere non si lodasse degnamente il +Signore, volle proibire la cerimonia. Ne seguì un +sottosopra: il popolo strepitò; i canonici alzaron la +voce; l'arcivescovo fu costretto a chieder soccorso +al papa. Il papa, curioso, volle vedere coi suoi occhi +il ballonzolo per poter giudicare con conoscimento +di causa. I ragazzi, vestiti da cavalieri, furon condotti +a Roma, ricevuti nel Vaticano e fatti danzare +e cantare in presenza di Sua Santità. Sua Santità +rise, non disapprovò, e volendo dare un colpo al +cerchio e uno alla botte, ossia contentare i canonici +senza scontentare l'arcivescovo, decretò che i ragazzi +potessero continuare a ballare finché avessero logorato +i vestiti che si trovavano addosso; dopo di che la +cerimonia si sarebbe considerata come abolita. L'arcivescovo +rise sotto i baffi, se li aveva, e i canonici +risero anch'essi, come quelli che avevan già trovata +la maniera di farla in barba all'arcivescovo e al +papa. E infatti essi rinnovarono ai ragazzi ogni anno +una parte del vestiario, in modo che non si potesse +dire mai che tutto il vestiario era logoro; e l'arcivescovo<span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[339]</a></span> +che, da uomo scrupoloso, pigliava l'ordine +del papa alla lettera, non si potè opporre alla ripetizione +della cerimonia. Così si continuò a ballare e +si balla e si ballerà fin che piaccia ai canonici e a +Domeneddio.</p> + +<p>Mentre stavo per uscir dalla chiesa, un sacrestano +mi fece un cenno, mi condusse dietro al coro, e +m'indicò una lastra del pavimento, sulla quale lessi +una iscrizione che mi fece battere il cuore. Sotto +quella pietra sono sepolte le ossa di Ferdinando Colombo, +figlio di Cristoforo, nato a Cordova, morto +a Siviglia il 12 luglio del 1536, nell'età di cinquant'anni. +Sotto l'iscrizione si leggono alcuni distici latini +del seguente significato:</p> + +<p>«Che vale ch'io abbia bagnato dei miei sudori +l'intero universo, ch'io abbia percorso tre volte il +nuovo mondo scoperto da mio padre, ch'io abbia +abbellito le rive del tranquillo Beti, e preferito i +miei gusti semplici alle ricchezze per riunire intorno +a te le divinità della sorgente di Castalia, e offrirti +i tesori raccolti già da Tolomeo, se tu, passando in +silenzio su questa pietra, non rivolgi nemmeno un +saluto a mio padre, e a me un lieve ricordo?»</p> + +<p>Il sacrestano che ne sapeva più di me, mi spiegò +questa iscrizione. Ferdinando Colombo fu, giovanissimo, +paggio di Isabella la Cattolica e del principe +Don Giovanni; viaggiò nelle Indie con suo padre e +suo fratello, l'ammiraglio Don Diego, seguì l'imperatore +Carlo V nelle sue guerre, fece altri viaggi in +Asia, in Affrica e nell'America, e per tutto raccolse<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[340]</a></span> +con infinite cure e ingenti spese libri preziosissimi, +dei quali compose una biblioteca, che dopo la sua +morte passò nelle mani del capitolo della cattedrale, +e rimane tuttora col titolo famoso di Biblioteca Colombina. +Prima di morire scrisse egli stesso i distici +latini che si leggono sulla pietra della sua tomba e +manifestò il desiderio di essere sepolto nella cattedrale. +Negli ultimi momenti della sua vita, si fece +portare un vassoio pieno di cenere, se ne asperse il +viso pronunziando le parole della Sacra Scrittura: +<i>Memento homo quia pulvis es</i>, intonò il <i>Te Deum</i>, sorrise +e spirò colla serenità d'un santo. Subito mi prese +il desiderio di visitar la biblioteca e uscii dalla chiesa.</p> + +<p>Un cicerone mi arrestò sulla soglia per domandarmi +se avevo visto il <i>Patio de los Naranjos</i> (il +cortile degli aranci), e avendogli risposto di no, mi +ci condusse. Il cortile degli aranci è posto a tramontana +della cattedrale, e cinto d'un gran muro +merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da +un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al +muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra +la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero. +Nello spazio di questo cortile, che è amplissimo, sorgeva +l'antica moschea che si crede sia stata costrutta +verso la fine del secolo duodecimo. Ora non ne rimane +più traccia. All'ombra degli aranci, sull'orlo della +vasca della fontana, vanno a pigliare il fresco i buoni +sivigliani <i>en las ardientes siestas del estio</i>; e a rammentare +il voluttuoso paradiso di Maometto non +resta che la leggiadra verzura e l'aria imbalsamata,<span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[341]</a></span> +e ad ora ad ora qualche bella fanciulla dai grandi +occhi che vi saetta trasvolando in mezzo agli alberi +lontani.</p> + +<p>La famosa Giralda della cattedrale di Siviglia, è +un'antica torre araba, costrutta, a quanto si afferma, +nell'anno mille, sul disegno dell'architetto Gaver, +inventore dell'algebra; modificata nella parte superiore +dopo la riconquista, e ridotta così a campanile +cristiano; ma pur sempre araba all'aspetto, e tuttavia +più altera dello sparito stendardo dei vinti, +che non della croce a lei nuovamente imposta dai +vincitori. È un monumento che produce una sensazione +nuova; fa sorridere; è smisurato e imponente +come una piramide egizia, e ad un tempo gaio e +gentile come un chiosco di giardino. È una torre di +mattoni, quadrata, d'un bellissimo color di rosa, +nuda fino a una certa altezza, e di qui in su ornata +di finestrine moresche, binate, sparse qua e là come +a caso, munite di balconcini che fanno un bellissimo +vedere. Sul piano dove posava anticamente un tetto +variopinto, sormontato d'un'asta di ferro che sorreggeva +quattro enormi palle dorate; sorge il campanile +cristiano, di tre piani, il primo occupato dalle +campane, il secondo cinto d'una balaustrata, il terzo +formato da una specie di cupola, sulla quale gira +come una banderuola una colossale statua di bronzo +dorato, che rappresenta la Fede, con una palma da +una mano e dall'altra uno stendardo, visibile a grande +distanza da Siviglia, e quando vi batte il sole, scintillante +a somiglianza di un enorme rubino confitto<span class="pagenum"><a name="Page_342" id="Page_342">[342]</a></span> +nella corona d'un re titano che signoreggi collo sguardo +tutta la vallata andalusa.</p> + +<p>Salii fino alla sommità, e là fui ampiamente compensato +delle fatiche della salita. Siviglia, tutta bianca +come una città di marmo, cinta d'una corona di +giardini, di boschi e di viali, in mezzo ad una campagna +sparsa di ville, si stende sotto allo sguardo +in tutta la pompa della sua bellezza orientale. Il +Guadalquivir carico di navi l'attraversa e l'abbraccia +con un larghissimo giro. Qui la Torre dell'Oro +disegna le sue graziose forme sulle acque azzurre +del fiume, là l'Alcazar ostenta le sue austere torri, +più oltre giardini del Montpensier spingono oltre i +tetti degli edifizii un ammasso enorme di verzura; +lo sguardo penetra dentro il circo dei tori, nei giardini +delle piazze, nei <i>patios</i> delle case, nei claustri delle +chiese, in tutte le strade che vengono a sboccare intorno +alla cattedrale; lontano, si scorgono i villaggi +di Santi-Ponce, di Algaba ed altri che biancheggiano +alle falde delle colline; a destra del Guadalquivir, il +grande borgo di Triana; da un lato, lontanissimo, le +creste dentellate della Sierra Morena; dal lato opposto +altri monti svariati d'infinite tinte azzurrine; e +sopra questo meraviglioso panorama il più puro, il +più trasparente, il più incantevole cielo che abbia +mai sorriso allo sguardo dell'uomo.</p> + +<p>Sceso dalla Giralda, andai a vedere la biblioteca +Colombina, posta in un edifizio antico, accanto al +<i>Patio de los Naranjos</i>. Dopo aver visto una collezione +di messali, di bibbie, di manoscritti preziosi,<span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[343]</a></span> +uno tra i quali attribuito ad Alfonso il Saggio, intitolato: +<i>Il Libro del Tesoro</i>, scritto con diligentissima +cura nella vecchia lingua spagnuola; vidi,—lasciatemelo +ripetere,—vidi,—io—coi miei occhi +inumiditi, e premendomi una mano sul cuore che +mi batteva forte, vidi un libro, un trattato di cosmografia +e di astronomia, in latino, coi margini coperti +di note scritte dalla mano di Cristoforo Colombo. +Egli aveva studiato quel libro quando volgeva in +mente il grande disegno, aveva vegliato su quelle +pagine, le aveva toccate, forse la sua divina fronte, +in quelle veglie faticose, si era qualche volta chinata +con uno stanco abbandono su quelle pergamene, e +le aveva bagnate di sudore! È un pensiero che fa fremere! +Ma c'è ben altro! Vidi uno scritto della +mano di Colombo, nel quale sono raccolte tutte le +profezie degli antichi scrittori sacri e profani intorno +alla scoperta d'un nuovo mondo; scritto del quale +egli si servì, a quanto pare, per indurre i sovrani +di Spagna a fornirgli i mezzi di tentare la sua +impresa. V'è, fra gli altri, un passo della <i>Medea</i> +del Seneca, che dice: <i>Venient annis sæcula seris, +quibus oceanus vincula rerum laxet, et ingens Pateat +tellus</i>. E nel volume del Seneca, che si trova pure +nella biblioteca Colombina, accanto al passo citato, +v'è una annotazione del figlio Ferdinando, che dice:—Questa +profezia è stata avverata da mio padre, +l'ammiraglio Cristoforo Colombo, l'anno 1492.—Mi +si riempiron gli occhi di lacrime; avrei voluto esser +solo per baciare quei libri, per stancarmi a forza di<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[344]</a></span> +rivolgerli tra le mani, per poterne staccare un piccolo +frammento e portarlo con me, come una cosa +sacra. Cristoforo Colombo! Ho visto i suoi caratteri! +Ho toccato i fogli ch'egli ha toccato! L'ho sentito +così vicino a me! Uscendo dalla biblioteca, non so.... +mi sarei gettato in mezzo alle fiamme per salvare un +bambino, mi sarei spogliato per soccorrere un povero, +avrei fatto lietamente qualche grande sacrifizio; +ero tanto ricco!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare +all'Alcazar, benchè si trovi nella stessa piazza +della cattedrale, sentii per la prima volta che cos'è +il sole dell'Andalusia. Siviglia è la città più calda +della Spagna, quella era l'ora più calda della +giornata, ed io mi trovavo nel punto più caldo +della città; v'era un oceano di luce; non una porta, +non una finestra aperta, non un'anima viva; se +m'avessero detto che Siviglia era disabitata, l'avrei +potuto credere. Attraversai la piazza lentamente cogli +occhi socchiusi, col viso raggrinzato, col sudore +che mi filava a grosse goccie giù per le guancie e +per il petto, con le mani che mi pareva d'averle +tuffate in un secchio d'acqua. Vicino all'Alcazar +trovai una specie di baracca d'un acquaiolo, e mi +cacciai sotto colla precipitazione d'un uomo che si +ripari da una tempesta di sassi. Ripreso un po' di +fiato, mi mossi verso l'Alcazar.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'Alcazar, antico palazzo dei Re mori, è uno dei +monumenti meglio conservati della Spagna. Visto di<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[345]</a></span> +fuori, pare una fortezza: è tutto cinto di alte mura, +di torri merlate e di vecchie case, che formano davanti +alla facciata due spaziosi cortili. La facciata +è nuda e severa come le altre parti esteriori dell'edifizio. +La porta è ornata di arabeschi dorati e dipinti, +fra i quali si vede una iscrizione gotica che +accenna il tempo in cui l'Alcazar fu restaurato per +ordine del re Don Pedro. L'Alcazar, infatti, benchè +sia un palazzo arabo, è opera più dei re Cristiani che +dei re Arabi. Fondato non si sa precisamente in +che anno, fu ricostrutto dal re Abdelasio verso la +fine del dodicesimo secolo; conquistato dal re Ferdinando +verso la metà del secolo decimo terzo; rifatto +una seconda volta, nel secolo seguente, dal re Don +Pedro; abitato poi, per più o meno tempo, da quasi +tutti i re di Castiglia; e infine scelto da Carlo V +per celebrarvi il suo matrimonio coll'Infanta di Portogallo. +L'Alcazar fu testimone degli amori e dei +delitti di tre schiatte di Re; ogni sua pietra desta +un ricordo e custodisce un segreto.</p> + +<p>Si entra, si attraversano due o tre sale, nelle +quali non riman più d'arabo che il soffitto e qualche +musaico a piè dei muri, e si riesce in un cortile +dove si rimane attoniti dalla meraviglia. Un portico +ad archi elegantissimi si stende lungo i quattro lati, +sostenuto da colonnine di marmo, unite a due a due; +e gli archi e i muri e le finestre e le porte son coperte +di sculture, di musaici, di arabeschi intricatissimi +e delicatissimi, dove traforati come veli di +trina; dove fitti e chiusi come tappeti trapunti; dove<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[346]</a></span> +sporgenti e penzoli come mazzi e ghirlande di fiori; +e fuor che i musaici dai mille colori, ogni cosa è +bianco, nitido, luccicante come l'avorio. Ai quattro +lati son quattro grandi porte per le quali si entra nelle +sale reali. Qui la meraviglia si muta in incanto. +Quanto di più ricco, di più vario, di più splendido può +sognare la più ardente fantasia nel più ardente dei +suoi sogni, si trova in codeste sale. Dal pavimento alla +volta, intorno alle porte, lungo gli spigoli delle finestre, +negli angoli più appartati, in qualunque parte +cada lo sguardo, appare un tal formicolío di ornamenti +d'oro e di pietre preziose, una così fitta rete di arabeschi +e d'iscrizioni, una così meravigliosa profusione +di disegni e di colori, che appena si son fatti +venti passi, si è sbalorditi e confusi, e l'occhio erra +qua e là stanco, quasi cercando un palmo di parete +nuda, in cui rifugiarsi e riposare. In una di queste +sale il custode vi accenna <a name="tn346" id="tn346"></a><ins class="correction" title="originale: un">una</ins> macchia rossastra che +copre un buon tratto del pavimento marmoreo, e vi +dice con voce solenne:</p> + +<p>“Questa è la traccia del sangue di Don Fadrique +gran mastro dell'Ordine di Sant'Jago, ucciso in +questo luogo medesimo, l'anno 1358, per ordine del +re Don Pedro, suo fratello.”</p> + +<p>Mi ricordo che quando udii queste parole guardai +in viso il custode coll'aria di voler dire:—Gnamo, +via;—e che il buon uomo mi rispose con un tuono +secco:</p> + +<p>“<i>Caballero</i>, se io le dicessi di creder la cosa sulla +mia parola, ella avrebbe ogni ragione di dubitarne;<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[347]</a></span> +ma quando la cosa la può veder lei coi suoi occhi, +sbaglierò, ma... mi pare...”</p> + +<p>“Sì,” m'affrettai a dire, “sì, è sangue, lo credo, +lo vedo, non parliamone più.”</p> + +<p>Ma se si può scherzar sulla macchia del sangue, +non si può sulla tradizione di quel delitto; l'aspetto +del luogo ne ravviva nella mente tutti i più orrendi +particolari. Per l'ampie sale dorate par di sentir +risuonare il passo di Don Fadrique, inseguito dai balestrieri +armati di mazze; il palazzo è immerso nelle +tenebre; non si sente altro rumore che quello dei +carnefici e della vittima; Don Fadrique cerca di entrar +nel cortile, Lopez de Padilla lo agguanta, Fadrique +si scioglie, è nel cortile, afferra la spada, maledizione! +la croce dell'elsa s'è intricata nel mantello +dell'Ordine di Sant'Jago, i balestrieri sopraggiungono, +ei non ha più tempo a sguainare la lama, +fugge qua e là a tentoni, Fernandez de Roa lo raggiunge +e lo atterra con un colpo di mazza, gli altri +gli si avventano addosso e feriscono, Faldrico spira +in un lago di sangue....</p> + +<p>Ma questo tristo ricordo si perde in mezzo alle +mille immagini della vita deliziosa dei re Arabi. +Quelle finestrine gentili, alle quali par che si debba +affacciar da un momento all'altro un volto languido +di Odalisca; quelle porte segrete, davanti alle quali +vi fermate vostro malgrado, come se aveste sentito +il fruscío d'una veste; quei dormentori dei Sultani, +immersi in una oscurità misteriosa, nei quali vi par +di sentir confusi in un solo i gemiti amorosi di<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[348]</a></span> +tutte le fanciulle che vi perdettero il fior verginale; +quella prodigiosa varietà di colori e di fregi che a +somiglianza di una concitatissima e sempre cangiante +sinfonia vi leva i sensi in non so quale smarrimento +fantastico che vi fa dubitar di sognare; quell'architettura +delicata e leggerissima, tutta colonnine che +paion braccia di donne, archetti capricciosi, stanzini, +volte affollate di ornamenti che pendono in forma +di stallatiti, di diacciuoli e di grappoli, variopinte +come aiuole fiorite; tutto questo vi mette il desiderio +di sedervi in mezzo a una di quelle sale, e di +star là premendovi sul cuore una bella testa bruna +d'Andalusa, che vi faccia dimenticare il mondo e il +tempo, e con un lunghissimo bacio che vi assorbisca +la vita vi addormenti per sempre.</p> + +<p>Al pian terreno, la più bella sala è quella degli +ambasciatori, formata da quattro grandi archi che +sostengono una galleria di quarantaquattro archi minori, +e in alto una leggiadra cupola scolpita, dipinta, +dorata, ricamata con una grazia inimitabile e uno +sfarzo favoloso. Al piano superiore, dov'eran gli appartamenti +d'inverno, non rimane che un oratorio +di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica, e una piccola +stanza che si dice sia quella in cui dormiva il +re Don Pedro. Di qui si scende per una scala stretta +e misteriosa nelle stanze in cui abitava la famosa +Maria di Padilla, favorita di Don Pedro, che la tradizione +popolare accusa d'aver istigato il re al fratricidio.</p> + +<p>I giardini dell'Alcazar non sono molto vasti, nè<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[349]</a></span> +straordinariamente belli; ma i ricordi che destano +valgon più della vastità e della bellezza. All'ombra +di quegli aranci e di quei cipressi, al mormorio di +quelle fontane, quando splendeva in quel purissimo +cielo andaluso una grande e candida luna, e il folto +sciame dei cortigiani e degli schiavi posava; quanti +lunghi sospiri di ardenti sultane! quante umili parole +di re superbi! che tremendi amori, e che tremendi +amplessi!—Itimad! mio amore!—mormoravo +io, pensando all'amante famosa di re Al-Motamid, e +intanto giravo di sentiero in sentiero come inseguendo +il suo fantasma;—Itimad! Non lasciarmi solo in +questo tacito paradiso! Arrestati! Rendimi un'ora +della felicità di questa notte! Ti ricordi? Tu venisti +a me, e la tua ricca chioma cadde sulle mie +spalle come un manto; e in quel modo che il guerriero +impugna la sua spada, io afferrai il tuo collo +più bianco e più morbido di quello del cigno! Com'eri +bella! Come il mio cuore ansioso estinse la sua sete +dentro la tua bocca color di sangue! Il tuo bel corpo +uscì dalla tua veste splendidamente ricamata, come +una lama nitida e scintillante esce dalla guaina; e +allora io premetti con ambe le mani i tuoi grandi +fianchi, e la tua vita sottile e tutta la perfezione +della tua bellezza! Come sei cara, Itimad! Il tuo +bacio è dolce come il vino, e il tuo sguardo, come +il vino, fa smarrir la ragione!</p> + +<p>Mentre facevo così la mia dichiarazione amorosa +con frasi e immagini rubacchiate ai poeti arabi, +e proprio nel momento che infilavo un sentiero tutto<span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[350]</a></span> +fiancheggiato da' fiori, mi sentii a un tratto venir +su tra gamba e gamba uno zampillo d'acqua; feci +un salto indietro, ricevetti uno spruzzo nel viso; +mi voltai a destra, uno spruzzo nel collo; mi girai +a sinistra, uno spruzzo nella nuca; mi misi a correre, +acqua di sotto, dai lati, da tutte le parti, a +zampilli, a sprazzi, a pioggia, così che in un momento +mi trovai fradicio come se mi avessero tuffato +in una tinozza. Nel punto che apro la bocca per +gridare, tutto cessa, e sento una sonora risata in +fondo al giardino; mi volto, e vedo un giovanotto, +appoggiato a un muricciuolo, che mi guarda coll'aria +di dire:—Le è piaciuto?—Quando uscii mi mostrò +l'ordigno che aveva toccato per farmi quella broma +(facezia), e mi confortò assicurandomi che il sole di +Siviglia non mi avrebbe lasciato molto tempo in quello +stato di spugna intrisa, a cui ero passato così bruscamente, +me infelice! dalle braccia amorose della +mia sultana.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La sera, malgrado le voluttuose immagini che +m'avea suscitate nella mente l'Alcazar, fui abbastanza +calmo da poter considerare la bellezza delle +sivigliane senza esser poi costretto cercare uno scampo +tra le braccia del console. Io non credo che in nessun +paese esistan donne più atte delle andaluse a +far concepire il disegno d'un rapimento; non solo +perchè destin la passione che fa far le corbellerie; +ma perchè davvero paion fatte apposta per esser +prese, abballottate e nascoste, tanto son piccole, leggiere,<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[351]</a></span> +rotondette, elastiche, morbidine. I loro piedini +vi entrerebbero agevolmente tutti e due in una tasca +del soprabito, con una mano le levereste su per +la vita come le bambole, e premendole un po' con +un dito le pieghereste come una verghetta di giunco. +Alla bellezza naturale accoppian poi l'arte di camminare +e di guardare in una maniera da far dar +di volta al cervello. Scivolano, sguisciano, ondeggiano; +in un momento solo, passandovi accanto, vi +mostrano il piedino, vi fanno ammirare il braccio, +vi mettono in evidenza la vitina, vi scoprono due +file di denti bianchissimi, e vi lanciano uno sguardo +lungo e velato che si figge e muore nel vostro; e +poi tiran via con aria di trionfo, sicure d'avervi +messo il sangue sossopra.</p> + +<p>Per avere un'idea della bellezza delle donne del +popolo e della loro foggia di vestire, andai a vedere +il giorno dopo la fabbrica di tabacchi, che è una +delle più vaste d'Europa e conta non meno di cinquemila +operaie. L'edifizio è di fronte al vasto giardino +del duca di Montpensier; le operaie si trovan +quasi tutte in tre grandissime sale, divisa ciascuna +in tre parti da tre file di pilastri. Il primo colpo +d'occhio è stupendo; vi si presentano tutte insieme +allo sguardo ottocento ragazze, divise in gruppi di +cinque o sei, sedute intorno ai tavolini da lavoro, +fitte come una folla, le lontane confuse, le ultime +appena visibili; tutte giovani, poche bambine; ottocento +chiome nerissime e ottocento visi bruni di ogni +provincia d'Andalusia, da Iaen a Cadice, da Granata<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[352]</a></span> +a Siviglia. Si sente un brulichío come in una +piazza piena di popolo. Le pareti, dalla porta d'entrata +fino alla porta d'uscita, in tutte tre le sale, +sono tappezzate di gonnelle, di scialli, di fazzoletti, +di sciarpe; e, cosa curiosissima, tutto quell'ammasso +di cenci che basterebbe a riempire cento botteghe +da rigattiere, presenta due colori dominanti, tutti +e due continui, l'uno sotto l'altro, come i colori +d'una lunghissima bandiera: il nero degli scialli +sopra, il roseo delle vesti sotto; misto al rosso il +bianco, il porporino, il giallo; e par di vedere un'immensa +bottega di maschere o un'immensa sala da +ballo in cui le ballerine, per esser più libere, abbiano +appeso al muro tutto ciò che non è strettamente +necessario a salvare il pudore. Le ragazze si rimettono +quei vestiti per uscire; per lavorare veston +roba da strapazzo; ma ugualmente bianca o rosea. +Il caldo essendo insopportabile, tutte s'alleggeriscono +quant'è possibile, e perciò fra quelle cinquemila ve ne +saranno appena una cinquantina delle quali il visitatore +non possa contemplare a suo bell'agio il braccio +e la spalla, senza tener conto dei casi straordinari +che si presentano all'improvviso passare da una sala +all'altra, dietro le porte e le colonne, e in fondo +agli angoli lontani. Vi sono dei visi bellissimi; ed +anco i non belli hanno qualche cosa che attira lo +sguardo e s'imprime nella memoria: il colorito, l'occhio, +le ciglia, il sorriso. Molte, e specie le così dette +<i>gitane</i>, sono d'un bruno carico come le mulatte, e +han le labbra tumide; altre, gli occhi tanto grandi<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[353]</a></span> +che un loro ritratto fedele parrebbe un'esagerazione +mostruosa; la maggior parte son piccine e +ben fatte, e tutte hanno una rosa o una viola o +un mazzetto di fiori di campo fra le treccie. Sono +pagate in ragione del lavoro che fanno; le più abili +e le più operose guadagnano fino a tre lire il giorno; +le pigre—<i>las holgazanas</i>—dormono colle braccia +incrociate sul tavolo e la testa appoggiata sulle braccia; +le mamme lavorano dimenando una gamba cui +è legata una cordicella che fa dondolare una culla. +Dalla sala dei sigari si passa in quella dei <i>cigarritos</i>, +da quella dei <i>cigarritos</i> in quella delle scatole, +da quella delle scatole in quella delle casse, e +per tutto si vedon sottane color di rosa, treccie nere +ed occhioni. In una sola di quelle sale quante storie +d'amore, di gelosie, d'abbandoni e di miserie! +All'uscire di quella fabbrica, per un pezzo vi par +di vedere da ogni parte pupille nere che vi guardano +con mille espressioni diverse di curiosità, di +noia, di simpatia, di allegrezza, di mestizia, di sonno.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Lo stesso giorno andai a vedere il Museo di +pittura.</p> + +<p>Il Museo di pittura di Siviglia non possiede un +gran numero di quadri; ma quei pochi valgono +un grande Museo. Vi sono i capolavori del Murillo, +e fra questi l'immortale <i>Sant'Antonio da Padova</i>, +che ha fama di essere la più divinamente +ispirata delle sue creazioni, e una delle più grandi +meraviglie del genio umano. Visitai quel Museo col<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[354]</a></span> +signor Gonzalo Segovia e Ardizone, uno dei più illustri +giovani di Siviglia, e vorrei ch'egli fosse ora +qui, accanto al mio tavolino, per testificare con una +noticina firmata che nel punto ch'io fissai gli occhi su +quel quadro, lo afferrai pel braccio e gettai un grido.</p> + +<p>Una volta sola, in vita mia, provai una commozione +della natura di quella che m'assalì alla vista di quel +l'immagine. Era una bella notte d'estate, il cielo +tutto scintillante di stelle, e la vasta campagna che si +abbracciava con uno sguardo dal luogo alto dove mi +trovavo, immersa in una quiete profonda. Una delle +più nobili creature ch'io abbia incontrato finora +nella vita, era accanto a me. Poche ore prima +avevamo letto alcune pagine d'un libro dell'Humboldt. +Guardavamo il cielo, e parlavamo del moto +della terra, dei milioni dei mondi, dell'infinito, con +quel tuono sommesso, quasi di voce lontana, che +vien spontaneo quando si parla di tali cose, di notte, +in un luogo silenzioso. A un certo punto tacemmo, +e ciascuno si abbandonò, cogli occhi fissi nel cielo, +alle sue fantasie. Io non so per qual ordine di pensieri +riuscii dove riuscii; non so che misterioso movimento +d'affetti si sia prodotto nel mio cuore; non so che +cosa abbia veduto, o traveduto, o sognato; so che +tutto ad un tratto mi parve che si squarciasse un +velo davanti alla mia mente, sentii dentro di me +una infinita sicurezza di ciò che fino allora avevo +piuttosto desiderato che creduto, il mio cuore si dilatò +in un sentimento di gioia suprema, d'una dolcezza +angelica, d'una speranza immensa; un'onda<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[355]</a></span> +di lagrime ardenti mi sgorgò impetuosamente dagli +occhi, e afferrando la mano amica che cercava la mia, +gridai dal più profondo dell'anima:—È vero! È vero! +È vero!—e mi misi a piangere come un bambino.</p> + +<p>Il <i>Sant'Antonio di Padova</i> mi fece riprovare +la commozione di quella sera. Il santo è inginocchiato +in mezzo alla sua cella: il bambino Gesù, circonfuso +d'una luce bionda e vaporosa, attirato dalla +forza della preghiera, scende fra le sue braccia; Sant'Antonio, +rapito in estasi, si slancia con tutto il suo +corpo e tutta la sua anima verso di lui, rovesciando +indietro la sua testa raggiante in uno spasimo +di voluttà sovrumana. Tale fu la scossa che mi +diede questo quadro, che pochi minuti di contemplazione +mi lasciarono stanco come se avessi percorso +un grande Museo; e mi prese un tremito che +mi durò per tutto il tempo ch'io rimasi in quella +sala. Vidi in seguito gli altri grandi quadri del Murillo: +una <i>Concezione</i>, un <i>San Francesco che abbraccia +Cristo</i>, un'altra <i>Visione di Sant'Antonio</i>, ed altri +che non son meno di venti, tra i quali la incantevole +e famosa <i>Vergine della Servietta</i>, dipinta dal +Murillo sur una servietta vera, nel Convento de' Cappuccini +di Siviglia, per soddisfare un desiderio del +laico che lo serviva: una delle sue più delicate creazioni, +nella quale profuse tutta la magia dei suoi inimitabili +colori; ma nessuno di questi quadri che pur +sono oggetto di meraviglia a tutti gli artisti del +mondo, staccò il mio pensiero e il mio cuore da quel +divino Sant'Antonio.<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[356]</a></span></p> + +<p>V'hanno pure in quel Museo quadri dei due Herrera, +del Pacheco, di Alfonso Cano, di Paolo di Cespedes, +del Valdes, del Mulato, che fu servitore del +Murillo e ne imitò abilmente la maniera; e infine +il famoso gran quadro l'<i>Apoteosi di San Tommaso +d'Aquino</i> di Francesco Zurbaran, uno dei più eminenti +artisti del secolo decimosettimo, soprannominato +il Caravaggio spagnuolo, forse superiore a questi +nella verità e nel sentimento morale, naturalista +possente, colorista vigoroso, inimitabile rappresentatore +di frati austeri, di santi macerati, di eremiti +pensosi, di sacerdoti terribili; e poeta insuperato della +penitenza, della solitudine, della meditazione.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Dopo avermi fatto vedere il Museo di Pittura, il +signor Gonzalo Segovia mi condusse per un andirivieni +di stradine, nella strada <i>Francos</i>, che è una +delle principali della città, e fermatosi dinanzi a una +piccola bottega da mercante di panni, mi disse sorridendo:</p> + +<p>“Guardi; non le fa pensare a nulla questa +bottega?”</p> + +<p>“In verità,” risposi, “a nulla.”</p> + +<p>“Guardi il numero.”</p> + +<p>“È il numero quindici: e con questo?”</p> + +<p>“Oh! cospetto,” esclamò allora il mio amabile +cicerone:</p> + +<div class="poem" style="width: 13em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Numero quindici,<br /></span> +<span class="i0">A mano manca!»<br /></span> +</div></div> + +<p>“La bottega del <i>Barbiere di Siviglia</i>!” gridai.<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[357]</a></span></p> + +<p>“Appunto,” egli mi rispose; “la bottega del barbiere +di Siviglia; ma badi, se ne parlerà in Italia, non +giuri, perchè le tradizioni sono spesso traditrici, e io +non vorrei addossarmi la responsabilità d'una affermazione +storica di tanta importanza.”</p> + +<p>In quel momento il mercante s'affacciò alla porta +della bottega, e indovinando il perchè eravamo là, +rise, e ci disse:—<i>No está.</i>—Figaro non c'è, e facendoci +un grazioso saluto, si ritrasse.</p> + +<p>Allora pregai il signor Gonzalo di farmi vedere +un <i>patio</i>, uno di quegl'incantevoli <i>patios</i>, che, a guardarli +dalla strada, mi facevan fantasticare tante delizie. +“Voglio vederne almeno uno,” gli dissi, “penetrare +una volta in mezzo a quei misteri, toccar le +pareti, assicurarmi che sono una cosa vera, e non +una visione.”—Il mio desiderio fu subito appagato. +Entrammo nel <i>patio</i> d'un amico suo. Il signor +Gonzalo disse al servitore lo scopo della visita, +e rimanemmo soli. La casa non aveva che un +piano. Il <i>patio</i> non era più spazioso d'una sala comune; +ma tutto marmo e fiori, e uno schizzo d'acqua +nel mezzo, e intorno quadri e statuette, e fra tetto +e tetto una tenda che riparava dal sole. In un canto +si vedeva un tavolino da lavoro, e qua e là seggiole e +panchettine, sulle quali s'eran forse posati poco prima +i piedi di qualche Andalusa che in quel momento ci +osservava di fra le stecche d'una persiana. Io guardai +minutamente ogni cosa, come avrei fatto in +una casa abbandonata dalle fate; sedetti, chiusi gli +occhi e immaginai d'essere il padrone; poi m'alzai,<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[358]</a></span> +bagnai una mano allo zampillo della fontana, palpai +una colonnetta, m'affacciai alla porta, presi un fiore, +alzai gli occhi alle finestre, risi, misi un sospiro, e +dissi:—“Quanto debbono esser felici coloro che vivon +qui!”—In quel punto sentii ridere, mi voltai, e vidi +lampeggiar dietro una persiana due neri occhietti, +che sparirono subito. “In verità,” dissi “non credevo +che su questa terra si potesse ancora vivere +tanto poeticamente! E pensar che voi vi godete queste +case per tutta la vita! E che avete ancora voglia +di stillarvi il cervello colla politica!”—Il signor Gonzalo +mi spiegò i secreti della casa.—“Tutti questi +mobili,” mi disse “questi quadri, questi vasi di +fiori, all'avvicinarsi dell'autunno scompaion di qui +e risalgono al primo piano, che è l'abitazione dell'inverno +e della primavera. All'avvicinarsi dell'estate, +letti, armadii, tavole, seggiole, ogni cosa si riporta +nelle stanze a pian terreno, e la famiglia dorme qui, +e desina, riceve gli amici e lavora, in mezzo ai fiori +e ai marmi, al mormorío della fontana. E poichè la +notte si lascian le porte aperte, dalle stanze dove si +dorme si vede il <i>patio</i> illuminato dalla luna, e si +sente l'odor delle rose.”—“Oh basta!” esclamai, +“basta, signor Gonzalo, abbia pietà degli stranieri!”—E +ridendo di cuore tutti e due, uscimmo per andar +a vedere la famosa <i>Casa de Pilatos</i>.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Passando per una stradina solitaria, vidi nelle +vetrine d'una chincaglieria un assortimento di coltelli +così spropositatamente larghi e lunghi e stravaganti,<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[359]</a></span> +che mi venne il desiderio di comprarne uno. +Entrai, me ne fu schierata una ventina sotto gli occhi, +ed io me li feci aprire uno per uno. Ad ogni +scatto di lama indietreggiavo d'un passo. Non credo +che si possa immaginare un'arma di aspetto più +barbaro e più orrendo di questa. Da un manico di +rame, o d'ottone, o di corno, un po' curvo, e lavorato +a trafori che lascian vedere delle striscioline di talco +di varii colori, balza fuori, producendo un rumore +simile a quello d'una raganella, una lama larga come +la palma della mano, lunga due palmi, acuta come +un pugnale, della forma di un pesce, ornata d'intagli +colorati di rosso che paion righe di sangue rappreso, +e d'iscrizioni minacciose e feroci. Sur una è +scritto in spagnuolo:—<i>Non aprirmi senza ragione, +non chiudermi senza onore;</i>—sur un'altra:—<i>Dove +tocco è finita;</i>—sur una terza:—<i>Quando questa +serpe morde, il medico non ci ha più che fare;</i>—ed +altre galanterie di questa natura. Il nome proprio +di questi coltelli è <i>navaja</i> che vuol dire anche rasoio, +e la <i>navaja</i> è l'arma da duello del popolo. Ora, è +un po' caduta in disuso, ma una volta era in grande +onore; v'erano i maestri, ciascuno aveva il suo colpo +segreto, si facevan dei duelli secondo tutte le regole +della cavalleria. Comprai la più spropositata <i>navaja</i> +della bottega, e ripigliammo la nostra strada.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La <i>Casa de Pilato</i>, posseduta dalla famiglia di +Medina-Cœli, è, dopo l'Alcazar, il più bel monumento +d'architettura araba che esista a Siviglia. Il nome<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[360]</a></span> +di <i>Casa di Pilato</i> le venne da che il suo fondatore, +Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa, +la fece costrurre, secondo si narra, ad imitazione della +casa del pretore Romano ch'egli aveva vista a Gerusalemme +dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto +esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso. +Si entra dapprima in un cortile, non meno +bello di quello incantevole dell'Alcazar, cinto d'un +doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre colonne +di marmo, che forman due leggerissime gallerie, +l'una sovrapposta all'altra, e delicate tanto +alla vista da far temere che rovinino al primo soffio +di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana, +sorretta da quattro delfini di marmo e coronata +d'una testa di Giano. I muri sono ornati, in basso, +di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni maniera +di capricciosi arabeschi; qua e là aperti in belle nicchie +che contengon busti d'imperatori romani. Ai +quattro angoli del cortile, sorgono quattro statue colossali. +Le sale son degne del cortile: i soffitti, i +muri, le porte sono scolpiti, ricamati, fioriti, istoriati +con una delicatezza da miniatura. In una vecchia cappella +di stile misto di gotico e d'arabo, di forma elegantissima, +si conserva una piccola colonna alta poco +più di tre piedi, donata da Pio V a un discendente +del fondatore del palazzo, allora vicerè di Napoli; +alla qual colonna, narra la tradizione che sia stato +avvinto Gesù Cristo per essere flagellato; il che, se pur +fosse vero, proverebbe che Pio V non aveva nemmeno +un pelo che ci credesse, chè altrimenti non<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[361]</a></span> +avrebbe commesso, così alla leggiera, l'inqualificabile +sproposito di privarsene per fare un regalo al primo +venuto. Tutto il palazzo è sparso di sacre memorie. +Al primo piano, il custode vi accenna una finestra +che corrisponde a quella presso cui era seduto san +Pietro quando rinnegò Gesù, e il finestrino dal quale +la fante lo riconobbe. Dalla strada si vede un'altra +finestra con un terrazzino di pietra, che occupa precisamente +il posto di quella dove Gesù fu mostrato al +popolo colla corona di spine. Il giardino è pieno di +frammenti di statue antiche portate dall'Italia da +quello stesso Don Pedro Afan de Ribera, vicerè di +Napoli. Fra le altre fiabe che si raccontano intorno +a quel misterioso giardino, si dice che Don Pedro +Afan de Ribera vi aveva posto l'urna, recata dall'Italia, +che conteneva le ceneri dell'Imperatore +Traiano, e che un curioso senza garbo, avendola rovesciata +con un urto, le ceneri dell'Imperatore s'erano +sparse fra l'erba, e nessuno era più riuscito a raccoglierle. +Così l'augusto monarca, nato a Italica, per +uno stranissimo caso era tornato vicino alla sua +città nativa, non assai bene in arnese, a dir vero, +per poter recarsi a meditare sulle sue rovine; ma +pur vicino in ogni modo.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Dopo quello che ho accennato, si può dire, non +d'aver visto, ma d'aver cominciato a vedere Siviglia. +Io però mi arresto qui, perchè tutto deve aver una +fine. Lascio da un lato i passeggi, le piazze, le porte, +le biblioteche, i palazzi pubblici, le case dei grandi,<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[362]</a></span> +i giardini, le chiese; ristringendomi a dire che, dopo +aver girato per parecchi giorni dal levar del sole al +tramonto, dovetti partire da Siviglia col peso di molti +rimorsi sulla coscienza. Non sapevo più dove battere +il capo. Ero giunto a tal segno di stanchezza che +l'annunzio d'una nuova cosa da vedere mi faceva +più spavento che piacere. Il buon signor Gonzalo mi +ispirava coraggio, mi confortava, mi accorciava il +cammino colla sua piacevolissima compagnia; ma +tant'è, di quello che vidi gli ultimi giorni non serbo +che una memoria molto confusa.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Siviglia, benchè non meriti più il titolo glorioso +di Atene spagnuola, come ai tempi di Carlo V e di +Filippo II, quando madre ed ospite d'una folta ed +eletta schiera di poeti e di pittori, era la sede della +civiltà e delle arti del vasto impero dei suoi monarchi; +è pur sempre fra le città di Spagna, eccettuata +Madrid, quella in cui la vita artistica si mantiene +più rigogliosa, e per la copia degli ingegni, e +per l'opera dei mecenati, e per la natura del popolo +amantissimo delle belle arti. V'è una fiorente Accademia +letteraria, una Società protettrice delle +arti, un'Università di bella fama, e una famiglia di +dotti e di scultori, che godono d'una onorevole reputazione +in Ispagna. Ma la prima gloria letteraria +di Siviglia è una signora, Caterina Bohl, autrice +delle novelle che portano il nome di Fernan Caballero, +diffusissime in Spagna, e in America, tradotte in +quasi tutte le lingue d'Europa, e note anche in Italia,<span class="pagenum"><a name="Page_363" id="Page_363">[363]</a></span> +dove alcune vennero non è molto pubblicate, a +ogni persona che s'occupi nulla nulla di letteratura +straniera. Son quadri ammirabili di costumi andalusi, +pieni di verità, d'affetto, di grazia, e sopra +tutto d'un così possente vigore di fede, d'un entusiasmo +religioso così intrepido, d'una carità cristiana +così ardente, che il più scettico uomo del mondo ne +sarebbe scosso e turbato. Caterina Bohl è una donna +che affronterebbe il martirio con la fermezza e la +serenità di sant'Ignazio. E la coscienza della sua +forza si rivela ad ogni sua pagina: non si ristringe +a difendere la religione e a predicarla, assale, minaccia, +fulmina i nemici; e non solo i nemici della +religione, ma ogni uomo ed ogni cosa che accolga, +per dirla con una frase fatta, lo spirito del +secolo, poich'ella non perdona a nulla di quanto +s'è fatto al mondo dai tempi dell'Inquisizione in +poi, ed è più inesorabile del Sillabo. Ed è questo +forse il suo più gran difetto di scrittrice, perchè +i suoi predicozzi religiosi, e le sue invettive sono +soverchio fitte, e quando non rivoltano, ristuccano, +e nuocciono, più che non giovino alle sue stesse +mire. Ma non c'è ombra di fiele nell'anima sua, e +quale è nei libri, tale nella vita: gentile, buona, caritatevole; +in Siviglia è venerata come una santa. +Nacque nella città, si maritò giovanissima, ed ora è +vedova per la terza volta. Il suo ultimo marito, che +fu ambasciatore di Spagna a Londra, si uccise, ed +ella da quel giorno non ha più deposto il lutto. Ha +ora poco meno di settant'anni, fu bellissima, ed il<span class="pagenum"><a name="Page_364" id="Page_364">[364]</a></span> +suo aspetto nobile e sereno serba l'impronta della +bellezza. Suo padre, ch'era uomo fornito di acuto +ingegno e di vasta cultura, le fece apprendere in +tenera età varie lingue: conosce profondamente il +latino, e parla con facilità mirabile l'italiano, il tedesco, +il francese. Oramai, benchè giornali ed editori +d'Europa e d'America la stimolino con larghissime +offerte a scrivere, non scrive più; ma non +vive per questo inoperosa. Legge dalla mattina alla +sera ogni sorta di libri, e leggendo o fa la calza o +ricama, poichè ha fermissimamente deciso che i suoi +studi di letteratura non debbano togliere neanche un +minuto alle sue faccende da donna. Non ha figliuoli, +vive in una casa solitaria, della quale ha ceduto il +miglior quartiere a una famiglia povera, e spende +una buona parte dell'aver suo in elemosine. Un tratto +curioso del suo carattere è l'affetto vivissimo che +porta alle bestie: ha la casa piena d'uccelli, di gatti +e di cani; e la sua sensitività, a questo riguardo, è +così delicata, ch'ella non ha mai voluto metter piede +in una carrozza, dal timore di veder dare una frustata +al cavallo per cagion sua. Tutti i dolori l'affliggono +come suoi proprii dolori: la vista d'un cieco, d'un +malato, d'una sventura quale essa sia, la turba per +una giornata intera; non può chiuder gli occhi al +sonno, se non ha prima asciugato una lacrima; +darebbe lietamente tutta la sua gloria per risparmiare +una trafittura di cuore ad uno sconosciuto. +Prima della rivoluzione viveva meno solitaria: la +famiglia Montpensier la riceveva con grandi onoranze,<span class="pagenum"><a name="Page_365" id="Page_365">[365]</a></span> +le più illustri famiglie di Siviglia facevano a +gara per averla in casa; ora non vive che coi suoi +libri e con poche amiche.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Ai tempi degli Arabi, Cordova aveva il primato +nella letteratura, Siviglia nella musica; Averroes diceva:—Quando +a Siviglia muore un dotto e si voglion +vendere i suoi libri, si mandano a Cordova; ma +se a Cordova muore un musico, i suoi strumenti si +mandano a vendere a Siviglia.—Ora Cordova ha +perduto anche il primato letterario, e Siviglia li ha +tutti e due. Non son più i tempi, certo, in cui +un poeta, cantando le bellezze d'una fanciulla, faceva +accorrere intorno a lei, da tutte le parti del +regno, una folla d'innamorati; e un principe invidiava +un altro principe, solo perchè era stato fatto +in sua lode un verso più bello di quanti ne fossero +mai stati ispirati da lui; e un Califfo premiava l'autore +d'un bell'inno con un regalo di cento cammelli, +d'uno stuolo di schiavi e d'un vaso d'oro; e una +ingegnosa strofa improvvisata a tempo scioglieva +dalle catene uno schiavo o salvava la vita a un condannato +a morte; e i musici passeggiavan per le +strade di Siviglia con un corteggio da monarchi, e +il favore dei poeti era cercato come quello dei re, +e la lira era temuta come la spada. Ma il popolo +sivigliano è pur sempre il popolo più poeta della +Spagna. Il frizzo, la parola amorosa, l'espressione +della gioia e dell'entusiasmo sgorgano dalle sue labbra +con una spontaneità e una grazia che seduce.<span class="pagenum"><a name="Page_366" id="Page_366">[366]</a></span> +Il popolano di Siviglia improvvisa versi, parla che +par che canti, gestisce che par che declami, ride e +folleggia come i fanciulli. A Siviglia non s'invecchia. +È una città in cui si sfuma la vita in un sorriso continuo, +senz'altro pensiero che di godersi il bel cielo, le +belle casine, i giardinetti voluttuosi. È la città più +quieta di Spagna; è la sola, che dalla rivoluzione in +poi, non sia stata agitata da alcuni di quei tristi commovimenti +politici che sconvolsero le altre; la politica +non passa la prima pelle; si bada a fare all'amore; +tutte le altre cose si pigliano in ridere; <i>todo lo toman +de broma</i>, dicono dei sivigliani gli altri spagnuoli; e in +vero, con quell'aria profumata, con quelle stradine +da città orientale, con quelle donnine piene di fuoco, +confondersi! A Madrid si parla male di loro; si dice +che son vani, falsi, mutevoli, pettegoli. È gelosia! +Invidiano la loro indole felice, la simpatia che +ispirano agli stranieri, le loro ragazze, i loro poeti, +i loro pittori, i loro oratori, la loro Giralda, il loro +Alcazar, il loro Guadalquivir, la loro vita, la loro +storia! Così dicono i sivigliani battendosi una mano +sul petto e cacciando in aria un nuvolo di fumo dal +loro inseparabile <i>cigarrito</i>; e le loro belle donnine +si vendicano delle madrilene e di tutte le donne del +mondo, parlando con maligna pietà dei lunghi piedi, +delle larghe vite e degli occhi morti che in Andalusia +non riceverebbero l'onore d'uno sguardo e +l'omaggio d'un sospiro. Bello ed amabile popolo in +verità, al quale, ahimè! bisogna pur vedere il rovescio +della medaglia, soverchia la superstizione e mancan<span class="pagenum"><a name="Page_367" id="Page_367">[367]</a></span> +le scuole, come a quasi tutta la Spagna meridionale, +in parte non per sua colpa, ma in parte +sì; e questa, forse, non è la parte minore.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il giorno fissato per la partenza mi arrivò addosso +inaspettato. È strano: io non ricordo quasi +nulla dei particolari della mia vita a Siviglia; è un +gran che se so dire a me stesso dove desinai, di che +cosa parlai col Console, come passai le serate, perchè +stabilii di partire quel dato giorno; ero assente +da me stesso; vivevo, se posso così esprimermi, fuori +di me; fui per tutto il tempo che rimasi in quella +città, un po' intontito. Fuor che nel Museo e nel <i>patio</i>, +il mio amico Segovia deve aver trovato che sapevo +di poco; e ora, non so perchè, penso a quei giorni +come a un sogno. Di nessun'altra città m'è rimasta +una ricordanza così vaga come di Siviglia. Oggi +ancora, mentre son ben sicuro di essere stato a Saragozza, +a Madrid, a Toledo, qualche volta, pensando +a Siviglia, mi piglia un dubbio. Mi pare che sia una +città molto più lontana degli ultimi confini della +Spagna, che per tornarci dovrei viaggiare mesi e +mesi, e attraversare terre sconosciute e grandi mari +e popoli in tutto diversi da noi. Penso alle strade di +Siviglia, a certe piazzette, a certe case, come penserei +alle macchie della luna. A volte, l'immagine +di quella città mi passa dinanzi agli occhi, come una +forma bianca, e dispare, quasi senza che io possa +afferrarla colla mente; la vedo odorando un arancio +cogli occhi chiusi; fiutando I' aria, in certe ore<span class="pagenum"><a name="Page_368" id="Page_368">[368]</a></span> +della giornata, sulla porta d'un giardino; canterellando +una canzoncina che sentii cantare da un ragazzo +su per le scale della Giralda. Non so spiegare +a me stesso questo secreto; ci penso, come a una +città che avessi ancora da vedere, e godo nel guardare +stampe e nello sfogliar libri comprati là, perchè +son cose che attestano a me stesso che ci sono +stato. Un mese fa ricevetti una lettera del Segovia +che mi diceva:—Ritornate fra noi;—e n'ebbi un +piacere matto, e nello stesso tempo risi come se +m'avessero detto:—Fate una corsa a Pekino.—E +appunto per questo Siviglia mi è cara su tutte le +altre città della Spagna; l'amo come una bella donna +sconosciuta, che attraversando un bosco misterioso, +m'avesse gettato uno sguardo ed un fiore. Quante +volte, quando un amico mi scuote dicendomi:—A +che pensi?—o nella platea d'un teatro o nella +sala d'un caffè, io, per tornare a lui, debbo uscire +dallo stanzino di Maria Padilla, o da una barca che +scivola all'ombra dei platani della <i>Cristina</i>, o dalla +bottega di Figaro, o dal vestibolo di un <i>patio</i> pieno +di fiori, di zampilli e di lumi!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia +Segovia, presso la Torre dell'Oro, in un'ora che +Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno, e +un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce. +Mi ricordo che pochi momenti prima della partenza, +un giovinetto venne a bordo a cercarmi, e mi rimise +una lettera di Gonzalo Segovia, la quale racchiudeva<span class="pagenum"><a name="Page_369" id="Page_369">[369]</a></span> +un sonetto che serbo tuttora, come uno dei +più preziosi ricordi di Siviglia. Sul bastimento era +una compagnia di cantanti spagnuoli, una famiglia +inglese, degli operai, dei bambini. Il capitano, da +buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti. +Appiccai subito discorso con lui. Il mio amico Gonzalo +è figliuolo del proprietario del bastimento; parlammo +della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare, +di mille cose allegre. Ah! il pover uomo era ben +lontano dal pensare che, pochi giorni dopo, quel malaugurato +bastimento si sarebbe sfasciato in mezzo +al mare, ed egli avrebbe fatto così un'orrenda fine! +Era il <i>Guadaira</i> del quale scoppiò la caldaia a breve +distanza da Marsiglia, il giorno 16 giugno del 1872.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>A tre ore il bastimento partì alla volta di Cadice.<span class="pagenum"><a name="Page_370" id="Page_370">[370]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="X" id="X"></a>X.<br /><br /> + +CADICE</h2> + + +<p>Quella fu la serata più deliziosa di tutto il mio +viaggio.</p> + +<p>Poco dopo che il bastimento s'era mosso cominciò +ad alitare una di quelle aurette gentili che scherzano +come la manina d'un bimbo col fiocco della cravatta +e coi capelli delle tempie; e da prora a poppa +si levò un vocío di donne e di ragazzi, come segue +in una brigata d'amici al primo chiocco di frusta +che annunzia la partenza per una scampagnata festiva. +Tutti i passeggieri si radunarono a poppa, +all'ombra d'un'ampia tenda variopinta come un +padiglione chinese, e chi sedette sui cordami, chi si +sdraiò sulle panche, chi si appoggiò al parapetto, +ognuno rivolto dalla parte della torre dell'Oro, per +godere lo spettacolo famoso e incantevole di Siviglia +che s'allontana e dispare. Qualche donnina +aveva ancora il viso bagnato delle lagrime dell'addio, +qualche bambino era ancora un po' stordito +dallo strepito della macchina a vapore, qualche signore<span class="pagenum"><a name="Page_371" id="Page_371">[371]</a></span> +non aveva ancora finito di bisticciarsi coi facchini +che gli avevan un po' strapazzato i bauli; ma di +lì a pochi minuti tutti si rasserenarono, si cominciò +a mondare aranci, ad accender sigari, a far girare +fiaschettine di liquori, ad appiccar conversazione +cogli sconosciuti, a canterellare, a ridere; in un quarto +d'ora fummo tutti amici. Il bastimento scivolava +colla soavità d'una gondola sulle acque chete e limpide, +che riflettevano come uno specchio le vesti +bianche delle signore; e l'aria portava un gratissimo +odore d'aranci dai boschi delle sponde popolate +di ville. Siviglia s'era nascosta dietro la sua +cinta di giardini; e noi non vedevamo più che un +mucchio immenso d'alberi verdissimi, e di sopra +la nera mole della cattedrale, e la Giralda color +di rosa, sormontata dalla sua statua fiammeggiante +come una lingua di fuoco. Via via che ci +allontanavamo la cattedrale appariva più grande +e più maestosa come se tenesse dietro alla nave +e guadagnasse terreno; ora pareva che, pure inseguendoci, +si allontanasse dalla sponda; ora che +si fosse posta a cavallo del fiume; un momento sembrava +che fosse tutt'a un tratto ritornata al suo +posto; un momento dopo appariva tanto vicina da +far sospettare che il bastimento tornasse indietro. +Il Guadalquivir serpeggia a brevi curve; secondo che +il bastimento andava di qua o di là, Siviglia appariva +e spariva. Ora faceva capolino da una parte, +come se si fosse allungata fuor della sua cinta; ora +balzava tutt'a un tratto al di sopra dei boschi, biancheggiando<span class="pagenum"><a name="Page_372" id="Page_372">[372]</a></span> +come un altopiano coperto di neve; ora +lasciava veder qua e là in mezzo al verde alcune +striscie bianche, e si nascondeva daccapo, e faceva +ogni sorta di vezzi e di civetteríe da donnina capricciosa. +Poi disparve, e non la rivedemmo più; e non +rimase che la cattedrale. Allora tutti si voltarono +a guardare le sponde. Pareva di navigare in un lago +d'un giardino. Qui una collina vestita di cipressi, là +un poggio tutto fiorito, più oltre un villaggio schierato +lungo la sponda; e sotto i pergolati dei giardini +e sulle terrazze delle ville, signore che ci guardavan +col canocchiale; e qua e là famiglie di contadini +vestiti di vivi colori, e barchette a vela, e ragazzi +nudi che si tuffavan nell'acqua e facean tomboli e +guizzi, strillando e agitando le mani verso le signore +del bastimento che si coprivano il viso col +ventaglio. A qualche miglio da Siviglia, incontrammo +tre bastimenti a vapore a breve distanza l'un dall'altro. +Il primo ci venne addosso all'improvviso, in +una giravolta del fiume, così che io, non esperto di +quella maniera di navigazione, temetti un momento +che non si fosse più in tempo ad evitare lo scontro. +I due bastimenti si passaron vicini quasi da toccarsi, +e i passeggieri dell'uno e dell'altro si salutarono e +si gettaron sigari e aranci, incaricandosi a vicenda +di portare un saluto a Cadice e a Siviglia.</p> + +<p>I miei compagni di viaggio eran quasi tutti Andalusi; +così che dopo un'ora di conversazione, io li +conosceva dal primo all'ultimo, nè più nè meno che +se fossero stati tutti miei amici d'infanzia. Ognuno<span class="pagenum"><a name="Page_373" id="Page_373">[373]</a></span> +disse subito a chi lo voleva e a chi non lo voleva +sapere, chi egli era, quant'anni aveva, che cosa faceva, +dove andava, e qualcuno anche quante amanti +aveva avute e quante <i>pecetas</i> portava nella borsa. +Io fui preso per un cantante, e non è strano per +chi pensi che in Spagna il popolo crede che tre +quarti degl'Italiani campino cantando o ballando +o recitando. Un signore, vedendo che avevo un libro +italiano tra le mani, mi domandò di punto in +bianco:</p> + +<p>“Dove ha lasciato la compagnia?”</p> + +<p>“Qual compagnia?” domandai io.</p> + +<p>“O che lei non cantava colla Fricci al teatro della +Zarzuela?”</p> + +<p>“Mi spiace; ma io non ho mai messo piede sul +teatro.”</p> + +<p>“To'; allora bisogna dire che il secondo tenore e +lei si rassomigliano come due goccie d'acqua.”</p> + +<p>“Bisogna dir così.”</p> + +<p>“Scusi, sa.”</p> + +<p>“Non c'è di che.”</p> + +<p>“Ma lei è italiano?”</p> + +<p>“Italiano.”</p> + +<p>“Canta?”</p> + +<p>“Me ne rincresce: non canto.”</p> + +<p>“È curiosa! A giudicar dalla struttura del suo +collo e del suo petto avrei detto che lei doveva avere +una stupenda voce di tenore.”</p> + +<p>Io mi toccai il petto e il collo e risposi:</p> + +<p>“Può darsi, proverò, non si sa mai: due delle<span class="pagenum"><a name="Page_374" id="Page_374">[374]</a></span> +condizioni volute le ho: sono italiano e ho un +collo da tenore: la voce deve venire.”—A questo +punto, la prima donna della compagnia che aveva +sentito il dialogo, entrò nella conversazione, e dopo +di lei tutta la compagnia:</p> + +<p>“Il signore è italiano?”</p> + +<p>“Per servirla.”</p> + +<p>“Glielo domando appunto perchè ho bisogno d'un +piacere. Che cosa voglion dire quei versi del <i>Trovatore</i> +che dicono:</p> + +<div class="poem"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Non può nemmeno un Dio<br /></span> +<span class="i0">Donna rapirti a me.»<br /></span> +</div></div> + +<p>“È maritata la signora?”</p> + +<p>Tutti si misero a ridere.</p> + +<p>“Sì,” rispose la prima donna; “ma perchè mi +fa questa domanda?”</p> + +<p>“Perchè.... non può nemmeno un Dio rapirla +a me, vuol dire quello che suo marito, se ha due +bravi occhi nella testa, dovrebbe dire di lei ogni +mattina quando si leva e ogni sera quando va a letto: +<i>Ni Dios mismo podria arrancármela</i>.”</p> + +<p>Gli altri risero; ma alla prima donna parve così +stravagante quella supposta arroganza di suo marito, +di affermarsi sicuro anche da un Dio, mentre forse +ella sapeva che non aveva avuto sempre l'accortezza +di guardarsi dagli uomini; che appena degnò +il mio complimento d'un sorriso per far vedere che +l'aveva capito. E mi domandò subito la spiegazione +d'un altro verso, e dopo di lei il baritono, e dopo +il baritono il tenore, e dopo il tenore la seconda<span class="pagenum"><a name="Page_375" id="Page_375">[375]</a></span> +donna, e via via, per un pezzo non feci che tradur +cattivi versi italiani in pessima prosa spagnuola, con +gran soddisfazione di quella buona gente che per la +prima volta poteva dire di capire un poco quello +che aveva tante volte cantato coll'aria di capire +moltissimo. Quando ognuno ne seppe quanto voleva, +la conversazione si ruppe; io stetti un po' col baritono +che mi canterellò un'aria di zarzuela; poi +mi attaccai a un corista, il quale mi disse che il +tenore faceva all'amore colla prima donna; poi +tirai in disparte il tenore che mi scoperse gli altarini +della moglie del baritono; poi discorsi colla +prima donna che disse roba da chiodi dell'intera +compagnia; ma erano tutti amiconi, e incontrandosi +in quell'andare e venire sulla coperta, gli uomini si +azzeccavan dei pizzicotti, le donne si mandavan dei +baci, gli uni e le altre si scambiavano sguardi e sorrisi +che rivelavano intelligenze secrete; e chi solfeggiava +di qui, e chi canterellava di là, e chi faceva un trillo +in un canto, e chi in un altro tentava un <i>do</i> di petto +che finiva in un rantolo; e intanto discorrevan tutti +insieme di mille corbellerie. Suonò finalmente la +campanella e ci gettammo a tavola coll'impeto di +tanti invitati ufficiali a un pranzo di gala per una +festa d'inaugurazione d'un monumento. A quel desinare, +in mezzo alle grida e ai canti di tutta quella +gente, bevvi per la prima volta un bicchiere schietto +di quel formidabile vino di Jerez, del quale si cantan +le meraviglie ai quattro angoli della terra. Appena +l'avevo tracannato, che mi parve di sentire<span class="pagenum"><a name="Page_376" id="Page_376">[376]</a></span> +una scintilla scorrere per tutte le mie vene, e la +testa infiammarmisi come se l'avessi piena di zolfo. +Bevvero tutti gli altri, e a tutti pigliò un'allegria +sfrenata e una parlantina irresistibile; la prima donna +si mise a discorrere in italiano; il tenore in francese; +il baritono in portoghese, gli altri in dialetto; io in +tutte le lingue e lì brindisi e canzoncine ed evviva +ed occhiate e strette di mano sopra la tavola +e giuochi di pedina di sotto e dichiarazioni di simpatia +che s'incrociavano in tutti i sensi come le impertinenze +in un Parlamento quando destra e sinistra +s'accapigliano. Finito il desinare, si salì tutti +in coperta, rossi, tronfi, sbuffanti, avvolti in una +nuvola di fumo di <i>cigarritos</i>; e là, al lume della +luna, che inargentava l'ampio fiume, e copriva di +una luce limpidissima i boschi e le colline ricominciarono +più clamorose le conversazioni, e dopo le conversazioni +i canti, non più di ariette di zarzuela, ma +d'operoni coi fiocchi, duetti, terzetti, cori, con accompagnamento +di gesti e di passi da palco scenico, +intercalati di declamazioni di versi, di racconti, +d'aneddoti, di risa sgangherate, di applausi fragorosi; +finchè sfiatati e rifiniti, tutti tacquero, qualcuno +s'addormentò col viso in aria, qualche altro s'andò +ad accucciolare sotto coperta, la prima donna sedette +in un canto a guardar la luna. Il tenore +russava; io approfittai della buona occasione per +andare a farmi ripetere a bassa voce un'arietta della +zarzuela: <i>El sargento Federico</i>. La cortese andalusa +non si fece pregare, cantò; ma tutt'a un tratto<span class="pagenum"><a name="Page_377" id="Page_377">[377]</a></span> +tacque e chinò il viso. La guardai: piangeva. Le +domandai che cos'avesse. Mi rispose malinconicamente:—Penso +a uno spergiuro.—Poi diede in uno +scoppio di risa e ricominciò a cantare. Aveva una +voce armoniosa e snella, e cantava con un sentimento +come di tristezza amorosa; il cielo era tutto tempestato +di stelle, e il bastimento scorreva così placidamente +sul fiume che pareva appena che si muovesse; e io +pensavo ai giardini di Siviglia, all'Affrica vicina, +e a una persona cara che m'aspettava in Italia, +e mi pigliava il piantoriso, e quando la donna cessava +di cantare, le dicevo:—Canti ancora—e</p> + +<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Lingua mortal non dice<br /></span> +<span class="i0">Quel ch'io sentiva in seno...»<br /></span> +</div></div> + +<p>Allo spuntar dell'alba il bastimento stava per +entrare nell'Oceano; il fiume era immenso; la +riva destra appariva appena, in lontananza, come +una lingua di terra di là dalla quale luccicavan +le acque del mare. Alcuni istanti dopo il +sole s'affacciò all'orizzonte, e il bastimento uscì +dal fiume. Allora ci si spiegò dinanzi agli occhi +un tale spettacolo, che se si potessero confondere in +una sola arte rappresentativa la poesia, la pittura +e la musica, io per me credo che Dante colle sue +più grandi immagini, il Tiziano coi suoi più fulgidi +colori e il Rossini colle sue più potenti armonie, non +sarebbero riusciti, tutti e tre insieme, a significarne +la magnificenza e l'incanto. Il cielo era una meraviglia +di color zaffiro senza la macchia d'una nube,<span class="pagenum"><a name="Page_378" id="Page_378">[378]</a></span> +e il mare così bello che pareva un immenso tappeto +di raso serico; e luccicava al sommo delle lievi increspature +che vi faceva l'aura leggerissima, come +se fosse tutto coperto di gemme azzurre, e formava +specchi e striscie luminose, e in lontananza mandava +lampeggiamenti di luce d'argento, e mostrava qua +e là alte e bianchissime vele, simili ad ali sornotanti +di giganteschi angeli caduti. Non ho mai +visto tanta vivezza di colori, tanta pompa di luce, +tanta freschezza, tanta trasparenza, tanta limpidità +d'acque e di cielo. Pareva una di quelle aurore +della creazione che la fantasia dei poeti ci dipinse +così pure e così sfolgoranti da non esser più +le nostre, al paragone, che un pallido riflesso; ed +era più che lo svegliarsi della natura e il ridestarsi +della vita; era come una festa, un trionfo, un ringiovanimento +del creato, che sentisse espandersi nell'infinito +un secondo soffio di Dio.</p> + +<p>Scesi sotto coperta per pigliare il canocchiale; +quando salii vidi Cadice.</p> + +<p>La prima impressione che mi fece fu di mettermi +in dubbio se fosse o non fosse una città; poi risi; +poi mi voltai verso i miei compagni di viaggio coll'aria +di chi domanda che lo rassicurino che non +s'è ingannato. Cadice sembra un'isola di gesso. È +una gran macchia bianca in mezzo al mare senza +una sfumatura oscura, senza un punto nero, senza +un'ombra; una macchia bianca tersa e purissima +come una collina coperta di neve intatta che spicchi +sur un cielo color di berillo e di turchina in mezzo<span class="pagenum"><a name="Page_379" id="Page_379">[379]</a></span> +a una vasta pianura allagata. Una lunga e sottilissima +striscia di terra l'unisce al continente; da tutte +le altre parti è bagnata dal mare, come un bastimento +sul punto di far vela, non trattenuto più alla +riva che da una catena. A poco a poco si distinsero +i contorni dei campanili, i profili delle case, le imboccature +delle strade; e ogni cosa pareva più bianco +via via che ci avvicinavamo, e per quanto guardassi +col canocchiale, non mi veniva fatto di trovare in +quella bianchezza il più piccolo neo, neanco sopra +gli edifizi, neanco intorno al porto, neanco +negli estremi sobborghi. Si arrivò nel porto dove +non erano che pochi bastimenti a grande distanza +gli uni dagli altri, scesi in una barca senza neppur +portare con me la valigia perchè dovevo ripartir la +stessa sera per Malaga, e così vivo era il mio desiderio +di veder la città, che quando la barca giunse +alla riva, spiccai innanzi tempo il salto e caddi in +terra come <i>corpo morto</i>, che risenta ancora, ahimè! +i dolori d'un corpo vivo.</p> + +<p>Cadice è la città più bianca del mondo; e non +gioverebbe oppormi che non vidi tutte le città, perchè +ho per me la buona ragione, che una città più bianca +d'una che è superlativamente e completamente bianca +non ci può essere. Cordova e Siviglia non han nulla +che fare con Cadice; quelle son bianche come la +carta, Cadice è bianca come il latte. Per darne una +idea, non ci sarebbe di meglio che scrivere mille +volte di seguito la parola «bianca» con una matita +bianca su carta azzurra e notare in margine:—Impressioni<span class="pagenum"><a name="Page_380" id="Page_380">[380]</a></span> +di Cadice—Cadice è uno dei più stravaganti +e graziosi capricci umani. Non son bianchi +soltanto i muri esterni delle case: son bianche le +scale, bianchi i cortili, bianche le pareti delle botteghe, +bianchi i muricciuoli, bianchi i pilastri, bianchi +gli angoli più riposti e più oscuri delle case +più povere, delle strade più appartate; bianco ogni +cosa dai tetti alle cantine, per tutto dove può entrare +la punta di un pennello, persino i fori, persino le screpolature, +persino i nidi degli uccelli. In ogni casa è un +deposito di calce e di bianco, e ogni volta che l'occhio +scrutatore degli inquilini scopre una macchietta, si +dà di piglio al pennello e si copre. I servitori non +sono ricevuti dalle famiglie se non sanno fare l'imbianchino. +Uno scarabocchio di carbone sur un muro +è uno scandalo, un attentato contro la quiete pubblica, +un atto di vandalismo. Potete girar tutta la +città, guardar dietro a tutte le porte, ficcare il naso +in tutti i bugigattoli, e non troverete che bianco e +sempre bianco ed eternamente bianco.</p> + +<p>Con tutto questo, Cadice non arieggia nemmeno +alla lontana le altre città andaluse. Le sue strade +sono lunghe e diritte, e le case alte, e senza i <i>patios</i> di +Cordova e di Siviglia. Ma per questo l'aspetto della +città non riesce men nuovo e gradevole agli occhi dello +straniero. Le strade sono diritte, ma strette, e poichè +sono anche lunghissime, e molte attraversano tutta +la città, così vi si vede in fondo, come per lo +spiraglio d'una porta, una sottilissima lista di +cielo, che fa parer quasi che la città sia costrutta<span class="pagenum"><a name="Page_381" id="Page_381">[381]</a></span> +sulla sommità d'una montagna tagliata a picco da +tutte le parti. Inoltre, le case hanno un gran numero +di finestre, e ogni finestra è munita, come a +Burgos, d'una specie di vetrina sporgente che s'appoggia +su quella della finestra di sopra e sorregge +quella della finestra di sotto; così che in molte strade +le case sono completamente coperte di vetro, e si +vede appena qualche tratto di muro, e par di passare +in un corridoio d'un immenso Museo. Qua e +là, fra una casa e l'altra, sporgono i rami eleganti +d'una palma; in ogni piazza v'è un mucchio lussureggiante +di verzura; su tutte le finestre ciuffi +d'erbe e ciocche di fiori.</p> + +<p>In verità, io ero ben lontano dall'immaginare +che fosse così gaia e ridente questa terribile e sventurata +Cadice, arsa dagl'Inglesi nel secolo decimosesto, +bombardata sulla fine del decimottavo, devastata +dalla peste, e poi ospite delle flotte di Trafalgar, +sede della giunta rivoluzionaria durante la guerra +dell'Indipendenza, teatro di stragi orrende nella rivoluzione +del 1820, bersaglio delle bombe francesi +nel 1823, e antesignana della rivoluzione che sbalzò +dal trono i Borboni, e sempre inquieta e turbolenta +e prima fra tutte a lanciare il grido della battaglia. +Di tante vicende e di tante lotte non restano +che palle di cannone confitte nei muri, poichè su +tutte le altre traccie della distruzione è passato +l'inesorabile pennello, che copre d'un velo bianco +ogni vergogna. E come delle guerre nuovissime, così +non vi rimane traccia nè dei Fenici che la fondarono,<span class="pagenum"><a name="Page_382" id="Page_382">[382]</a></span> +nè dei Cartaginesi e dei Romani che l'ampliarono +e l'abbellirono; quando non si volesse +considerar come traccia la tradizione che ci dice: +qui sorgeva un tempio ad Ercole, là sorgeva un tempio +a Saturno. Ma il tempo ha fatto ben di peggio +che togliere a Cadice i monumenti antichi: le tolse +il commercio e le ricchezze, dopo che la Spagna perdette +i suoi possedimenti d'America; ed ora Cadice +giace là inerte sul suo scoglio solitario, aspettando +invano le mille navi che venivano un giorno imbandierate +e festose a recarle i tributi del nuovo +mondo.</p> + +<p>Avevo una lettera di raccomandazione per il nostro +console, gliel'andai a portare, e fui cortesemente +condotto da lui sulla cima d'una torre di +dove potei abbracciare con uno sguardo tutta la +città. Fu una nuova e più viva meraviglia. Cadice, +vista dall'alto, è bianca, tutta bianca e purissimamente +bianca come vista dal mare; in tutta la città +non v'è un tetto; ogni casa è chiusa di sopra da una +terrazza cinta di un parapetto imbiancato; quasi su +ogni terrazza si innalza una torricina, pure bianca, +sormontata da un'altra terrazza, o da una cupoletta, +o da una specie di casotto da sentinella: ogni cosa +bianco. E tutte queste cupolette, queste punte, questi +merli, che formano alla città un contorno svariatissimo +e bizzarro, spiccano e appaiono più bianchi sul vivo +azzurro del mare. Lo sguardo percorre tutto l'istmo +che unisce Cadice al continente, abbraccia un lunghissimo +tratto della costa lontana su cui biancheggiano<span class="pagenum"><a name="Page_383" id="Page_383">[383]</a></span> +le città di Puerto real e di Puerto Santa Maria e villaggi +e chiese e ville; e spazia nel porto e sull'oceano +e pel bellissimo cielo che gareggia col mare di limpidezza +e di luce.</p> + +<p>Io non potevo saziarmi di guardare quella strana +città. A socchiuder gli occhi, appariva come coperta +d'un immenso lenzuolo. Ogni casa sembra costrutta +ad uso di osservatorio astronomico. Tutta la popolazione, +in caso che il mare inondasse la città, come +ne' tempi antichi, si potrebbe raccogliere nelle terrazze +e starci, salvo la paura, a tutt'agio. Mi fu +detto che, pochi anni sono, in occasione di non so +che eclissi, in pieno giorno, si vide questo spettacolo. +I settantamila abitanti di Cadice saliron tutti +sulle terrazze per osservare il fenomeno. La città, +di tutta bianca, era diventata di mille colori; ogni +terrazza era gremita di teste; si vedeva con un colpo +d'occhio, quartiere per quartiere, tutta la popolazione; +un mormorío sordo e diffuso si elevava al cielo +come il muggito del mare, e un movimento immenso +di braccia, di ventagli, di canocchiali rivolti in alto +faceva parere che si aspettasse la discesa di qualche +angelo dalla sfera del sole. Al momento fissato, +si fece un silenzio profondo; appena cessato il fenomeno, +tutta la popolazione mandò un grido che parve +uno scoppio di tuono; e pochi momenti dopo, la città +riapparve bianca.</p> + +<p>Sceso dalla torre, visitai la cattedrale, vasto edifizio +di marmo, del secolo decimosesto, non certo paragonabile +alle cattedrali di Burgos e di Toledo, ma<span class="pagenum"><a name="Page_384" id="Page_384">[384]</a></span> +pure d'un'architettura nobile e ardita, e ricca, come +tutte le chiuse spagnuole, d'ogni maniera di tesori. +Fui a vedere il Convento dove il Murillo, dipingendo +un quadro sopra un altar maggiore, cadde dal palco, +e riportò la ferita, che fu cagione della sua morte. +Feci una corsa nel Museo di pittura, che contiene +alcuni bei quadri del Zurbaran. Entrai nel Circo dei +tori, che è tutto di legno, e fu costrutto in pochi giorni +per offrire uno spettacolo alla regina Isabella. E verso +sera andai a fare un giro sur un delizioso passeggio +lungo la riva del mare, in mezzo agli aranci e alle +palme, dove mi furono segnate a dito ad una ad una +le più belle ed eleganti caditane. A me, qualunque sia +il giudizio degli Spagnuoli, il tipo femminino di Cadice +non parve da meno di quello tanto celebrato +di Siviglia. Le donne sono un po' più alte e un po' più +grassoccie, e d'un bruno più carico. Qualche osservatore +fino credette di poter asserire che ritraggon +molto del tipo greco: non so da che parte. Io non +ci vidi, salvo la statura, che il tipo andaluso; e bastò +per farmi tirare dei sospironi che avrebbero mandato +innanzi una barca, e costringermi a ritornare +quanto prima potei al mio bastimento, come a un +luogo di rifugio e di pace.</p> + +<p>Quando rimisi il piede a bordo, era notte, il cielo +scintillava tutto di stelle, e l'aria portava or sì or no +la musica della banda che suonava sul passeggio di +Cadice. I cantanti dormivano, ero solo, la vista dei +lumi della città e quella musica e il ricordo dei bei +visini caditani mi dava malinconia; non sapevo che<span class="pagenum"><a name="Page_385" id="Page_385">[385]</a></span> +far di me; scesi sotto coperta, presi il mio quaderno +e incominciai la descrizione di Cadice. Ma non mi +riuscì che di scrivere una diecina di volte le parole +bianco, azzurro, neve, splendore, colori; dopo di che +abbozzai una figurina di donna e poi chiusi gli occhi +e sognai l'Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_386" id="Page_386">[386]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="XI" id="XI"></a>XI.<br /><br /> + +MALAGA.</h2> + + +<p>Il giorno dopo, al declinare del sole, il bastimento +attraversava lo stretto di Gibilterra.</p> + +<p>Ora, guardando quel punto sul mappamondo, mi +par tanto vicino a casa mia, da non dover esitare +un momento, quando me ne saltasse il ghiribizzo e +non vi si opponesse il mio bilancio domestico, a far +la valigia e a correre a Genova per andar a godere +un'altra volta il bellissimo colpo d'occhio dei due +continenti. Ma allora mi parve di essere tanto lontano, +che avendo scritto una lettera a mia madre, +sul parapetto del bastimento, coll'intenzione di darla +ad impostare a uno dei passeggieri che scendevano +a Gibilterra, nell'atto che scrivevo l'indirizzo, risi +della mia buona fede, come se fosse quasi impossibile +che la lettera arrivasse a Torino. Di qui!—pensai;—dalle +colonne d'Ercole!—e dicevo colonne +d'Ercole come avrei detto Capo di Buona +Speranza o Giappone.<span class="pagenum"><a name="Page_387" id="Page_387">[387]</a></span></p> + +<p>«..... Sono nel bastimento <i>Guadaira</i>—ho alle +spalle l'Oceano e dinanzi il Mediterraneo, a sinistra +l'Europa e a destra l'Affrica. Vedo di là il capo +di Tarifa e a destra le montagne della costa affricana, +che appaiono un po' in confuso come una nuvola +grigia; vedo Ceuta, vedo un po' più là, come +una macchia bianca, Tangeri; e in dirittura del bastimento +lo scoglio di Gibilterra. Il mare è quieto +come un lago e il cielo color di rosa e d'oro. Tutto +è sereno, bello e magnifico, e io mi sento nella mente +una inesplicabile e dolcissima confusione di grandi +idee, che se potessero esser tradotte in parole, mi +pare che riuscirebbero in una gioiosa preghiera cominciata +e chiusa col tuo nome.....»</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il bastimento si fermò nel golfo di Algesira: tutta +la compagnia dei cantanti scese in una gran barca +venuta di Gibilterra, e s'allontanò agitando ventagli +e fazzoletti in atto di saluto. Quando il bastimento +ripartì, imbruniva. Allora potei misurar per +ogni verso collo sguardo la mole enorme dello scoglio +di Gibilterra. Da principio mi pareva che in +pochi minuti ce lo saremmo lasciato alle spalle; ma +furon ore. Via via che ci avvicinavamo, ingigantiva, +e ogni momento presentava un nuovo aspetto; ora +il profilo d'un mostro smisurato, ora l'immagine +d'una scala immensa, ora la forma d'un castello +fantastico, ora un ammasso informe come d'un mostruoso +aereolito caduto da un mondo spezzato in<span class="pagenum"><a name="Page_388" id="Page_388">[388]</a></span> +una battaglia di mondi; e presentava via via dietro +una punta alta come una piramide egizia, un rigonfiamento +grande come una montagna, e scoscendimenti e +rupi a picco e curve lunghissime che si perdevan nel +piano. Era notte; lo scoglio disegnava i suoi foschi +contorni così netti e recisi sul cielo rischiarato dalla +luna, come un ritaglio di carta nera sur una lastra +di vetro. Si vedevan le finestre illuminate delle caserme +inglesi, i casotti delle sentinelle sulla sommità +delle bricche aeree, e qualche incerto contorno d'albero +che appariva appena come cespo d'erba sulle +rupi più vicine. Per lungo tempo ci parve che il +bastimento non muovesse; o che lo scoglio ci seguisse, +tanto era sempre vicino e imminente; poi a +poco a poco cominciò a rimpicciolire; ma i nostri +occhi si stancarono di guardare prima che lo scoglio +di minacciarci colle sue fantastiche trasfigurazioni. +A mezzanotte mandai un ultimo saluto a quella formidabile +sentinella morta d'Europa, e andai a ficcarmi +nel mio nascondiglio.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Mi svegliai allo puntar dell'alba a poche miglia +dal porto di Malaga.</p> + +<p>La città di Malaga, vista dal porto, presenta un +aspetto gradevole, e non privo di maestà. A destra +un alto monte roccioso, sulla cui cima e giù per +l'un dei fianchi sino al piano, nereggiano le gigantesche +rovine del castello di Gibralfaro, famoso per +la disperata resistenza opposta dagli Arabi all'esercito +di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica; e alle<span class="pagenum"><a name="Page_389" id="Page_389">[389]</a></span> +falde del monte la cattedrale, che s'innalza maestosamente +su tutti gli edifizi circostanti, lanciando al +cielo, come direbbe un poeta ardito, due belle torri +e un altissimo campanile. Tra il castello e la chiesa +e dinanzi al monte e ai lati, una moltitudine, una +canaglia, per dirla alla Vittor Ugo, di casuccie affumicate, +e poste le une sulle altre, alla rinfusa, +come se fossero state buttate giù dall'alto, a modo +di macigni. A sinistra della cattedrale, lungo la +spiaggia, una fila di case color cinerino, violaceo, +giallognolo, con un contorno bianco alle finestre e +alle porte, che rammenta i villaggi della riviera ligure. +Al di là una corona di colline verdi e rossastre, +che chiudon la città come le mura d'un anfiteatro; +a destra e a sinistra, lungo la riva del mare, +altri monti e colline e roccie a perdita d'occhio. Il +porto quasi deserto, la spiaggia quieta, il cielo purissimo.</p> + +<p>Prima di scendere a terra, mi congedai dal capitano +che doveva proseguire il suo viaggio per +Marsiglia, salutai il nostromo e i passeggieri, dicendo +a tutti che sarei arrivato a Valenza proprio il +giorno che ci doveva arrivare il bastimento, e che +perciò mi sarei imbarcato di nuovo con loro per andare +a Barcellona e a Marsiglia; e il capitano mi +disse:—L'aspettiamo,—e il cameriere mi promise +che m'avrebbe serbato il posto. Quante volte, in +seguito ricordai le ultime parole di quella povera +gente!</p> + +<p>Scesi a Malaga coll'intenzione di partire la sera<span class="pagenum"><a name="Page_390" id="Page_390">[390]</a></span> +stessa per Granata. L'interno della città non offre +nulla di notevole. Fuor della parte nuova che occupa +lo spazio anticamente coperto dal mare, ed è costrutta +alla moderna, con vie larghe e diritte, e case grandi +e nude; il rimanente della città è un labirinto di +stradicciuole tortuose e un agglomeramento di case +senza colore, senza <i>patios</i>, senza grazia. V'è qualche +piazza spaziosa, con giardini e fontane; qualche colonna +e qualche arco di edifizi arabi; nessun monumento +moderno, molta immondizia e non grande frequenza +di popolo. I dintorni son bellissimi e il clima +più mite che a Siviglia.</p> + +<p>A Malaga avevo un amico, andai a cercarlo, passammo +la giornata insieme. Da lui ebbi una curiosa +notizia. A Malaga è un'Accademia letteraria composta +di più di ottocento soci, nella quale si celebrano +gli anniversarii di tutti i grandi scrittori e si +fa due volte la settimana una lettura pubblica sur +un argomento di scienza o di letteratura. Quella sera +stessa vi si doveva celebrare una festa solenne. Alcuni +mesi prima l'Accademia aveva stabilito il premio +di tre bei fiori d'oro, smaltati di varii colori, +per i tre poeti che componessero la miglior +ode al progresso, la miglior romanza sulla riconquista +di Malaga, la miglior satira contro uno dei +vizii più comuni della moderna società civile. Era +stata fatta una <i>convocatoria</i> a tutti i poeti della Spagna, +le poesie eran piovute a rifascio, un giurì le +aveva segretamente giudicate, e quella sera stessa +doveva profferire la sentenza. La cerimonia si faceva<span class="pagenum"><a name="Page_391" id="Page_391">[391]</a></span> +con gran pompa: vi avevano ad assistere il Vescovo, +il Governatore, il Comandante di marina, i consoli, +i personaggi più cospicui della città, con giubba, +ciondoli e ciarpe, e un gran numero di signore vestite +da ballo. Le tre più belle Muse della città dovevano +presentarsi sur una specie di palco scenico +inghirlandato e imbandierato, aprire ciascuna il +plico che conteneva la poesia premiata, e proclamare +tre volte il nome dell'autore; se l'autore rispondeva, +invitarlo a leggere i suoi versi, e presentargli +il fiore; se non rispondeva, leggerli esse medesime. +In tutta la città non si parlava d'altro che +dell'Accademia, si congetturavano i nomi dei vincitori, +si predicevano meraviglie delle tre poesie, si +magnificava l'apparatura della sala. Questa festa +poetica, alla quale si dà il nome di <i>juegos floreales</i>, +non si celebrava più da dieci anni. Altri giudichi +se queste gare e queste pompe giovino o nuocciano +alla poesia e ai poeti. Per me sia pur dubbia e +sfuggevole la gloria letteraria che può largire la +sentenza d'un giurì e l'omaggio d'un Vescovo e +d'un governatore, credo che il ricevere in dono un +fior d'oro dalla mano d'una bellissima donna, sotto +gli sguardi di cinquecento andaluse, al suono d'una +musica soave e in mezzo al profumo dei gelsomini +e delle rose, sia una gioia anche più viva e più +profonda di quella che viene dalla gloria vera e durevole.—No?—Ah! +siamo sinceri!</p> + +<p>Uno dei miei primi pensieri fu di assaggiare un +po' di vero vin di Malaga, non per altro che per rifarmi<span class="pagenum"><a name="Page_392" id="Page_392">[392]</a></span> +dei molti dolori di capo e di stomaco cui andavo +debitore allo scellerato intruglio che si spaccia +in molte città d'Italia colla bugiarda raccomandazione +di quel nome. Ma o ch'io non abbia saputo +chiedere, o che non m'abbian voluto capire, il fatto +è che il vino che mi fu dato all'albergo, mi bruciò +le viscere e mi fece dar di volta al cervello. Potei +nondimeno recarmi verticalmente fino alla cattedrale, +e dalla cattedrale al castello di Gibralfaro, +e in qualche altro luogo, e formarmi un'idea della +bellezza delle malaghesi senza vederle doppie e tremole, +come potrebbe supporre qualche maligno.</p> + +<p>Strada facendo, il mio amico mi parlò di codesto +repubblicanamente famoso popolo di Malaga, che +ogni momento ne fa una delle sue. È un popolo ardentissimo; +ma mutevole e docile, come tutti i popoli +che senton molto e pensan poco, ed operano +più per impulso di passione che per forza di convincimento. +Per un nonnulla si raduna una folla immensa +e si leva un tumulto da metter la città sossopra; +ma il più delle volte basta un atto risoluto +d'un uomo autorevole, un tratto di coraggio, un +lampo di eloquenza per sedare il tumulto e disperdere +la folla. L'indole del popolo, in fondo, è buona; +ma la traviano la superstizione e la passione. E +sopratutto la superstizione è forse più radicata a +Malaga che in ogni altra città dell'Andalusia, a cagione +della ignoranza maggiore. Tutto sommato, +Malaga è la città meno andalusa ch'io m'abbia +veduto, e v'è imbastardita persino la lingua, perchè<span class="pagenum"><a name="Page_393" id="Page_393">[393]</a></span> +vi si parla peggio che a Cadice, dove già vi si +parla male.</p> + +<p>Ero ancora a Malaga, ma la mia immaginazione +s'aggirava già per le vie di Granata e nei giardini +dell'Alhambra e del Generalife. Poche ore dopo il +mezzogiorno, partii, e per dir la verità, fu quella +la sola città di Spagna che lasciai senza mandare +un sospiro. Quando il treno partì, invece di voltarmi +a salutarla come avevo fatto a tutte le altre sue +sorelle, mormorai i versi cantati da Giovanni Prati +a Granata quando il duca d'Aosta partì per la +Spagna:</p> + +<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza"> +<span class="i1">«Non più Granata è sola<br /></span> +<span class="i0">Sulle sue mute pietre:<br /></span> +<span class="i0">L'inno in Alhambra vola<br /></span> +<span class="i0">Sulle moresche cetre;»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">ed ora, riscrivendoli, penso che la musica della banda +della Guardia Nazionale di Torino ispira la letizia e +la pace meglio delle cetre moresche, e che il lastrico +dei portici di Po, contuttochè muto esso pure, è meglio +connesso e più liscio che le pietre di Granata.<span class="pagenum"><a name="Page_394" id="Page_394">[394]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="XII" id="XII"></a>XII.<br /><br /> + +GRANATA.</h2> + + +<p>Il viaggio da Malaga a Granata fu il più avventuroso +e sfortunato ch'io abbia fatto in Spagna.</p> + +<p>Perchè i lettori compassionevoli mi possano compiangere +quanto vorrei, bisogna che sappiano (mi +vergogno d'intrattener la gente con queste piccinerie) +che a Malaga avevo fatto solamente una leggerissima +colazione all'andalusa, della quale, al momento +di partire, mi restava appena una confusa +reminiscenza. Ma ero partito colla sicurezza di poter +scendere a qualche stazione della strada ferrata, dove +fosse una di quelle sale, o pubblici strozzatoi, nelle +quali si entra galoppando, si mangia ansando e si +paga scappando, per tornare nel carrozzone impinzati, +soffocati e derubati, a maledire l'orario, i viaggi +e il ministro dei lavori pubblici che <i>tradisce il paese</i>. +Partii, e per le prime ore fu una delizia. La campagna +era tutta colline gentili e campi verdissimi, +sparsi di villette coronate di palme e di cipressi; e +nel carrozzone, in mezzo a due vecchiotti che tenevan<span class="pagenum"><a name="Page_395" id="Page_395">[395]</a></span> +gli occhi chiusi, v'era un'andalusina che guardava +intorno con un sorrisetto briccone che pareva +voler dire:—Via, lanciatemi degli sguardi languidi.—Ma +il treno andava colla lentezza d'una diligenza +sconquassata, e non si soffermava che pochi +momenti alle stazioni. Al declinare del sole, lo stomaco +cominciò a suonare a soccorso, e a render +più fieri gli stimoli della fame dovetti fare un lungo +tratto di strada a piedi. Il treno si fermò dinanzi +a un ponte malfermo, tutti i viaggiatori scesero +e sfilarono a due a due per andar ad aspettar +le carrozze sull'altra sponda del fiume. Eravamo +in mezzo alle roccie della Sierra Nevada, in un +luogo deserto e selvaggio, che ci faceva parere +d'esser gente condotta in ostaggio da una banda +di briganti. Rimontati che fummo nei carrozzoni, il +treno riprese a andare colla fiaccona di prima, e il +mio stomaco ricominciò a languire più miseramente +che mai. Arrivammo, dopo lungo tempo, a una stazione +tutta ingombra di treni, dove una gran parte +dei viaggiatori si precipitarono a terra, prima che +io mettessi il piede sul montatoio.</p> + +<p>“Dove vuol andare?” mi domandò un impiegato +della strada ferrata, vedendomi scendere.</p> + +<p>“A desinare,” risposi.</p> + +<p>“Ma lei non va a Granata?”</p> + +<p>“A Granata.”</p> + +<p>“Se è così, non ha tempo; il treno riparte subito.”</p> + +<p>“Ma gli altri sono discesi.”</p> + +<p>“Li vedrà tornare di corsa di qui a un momento.”<span class="pagenum"><a name="Page_396" id="Page_396">[396]</a></span></p> + +<p>I treni delle merci ch'eran dinanzi, m'impedivano +di vedere la stazione; credetti che fosse lontana; +non scesi. Passan due minuti, ne passan cinque, +ne passan otto, e i viaggiatori non tornano, e il treno +non si muove. Salto giù, corro alla stazione, vedo un +caffè, entro in una gran sala.... Dei del cielo! Cinquanta +affamati stavano intorno a una tavola da refettorio, +col muso sul piatto, coi gomiti in aria, cogli +occhi all'orologio, divorando e gridando; e un'altra +cinquantina si pigiavano intorno al banco, afferrando +e intascando pani, frutti, confetti, mentre il padrone e +i camerieri, ansimanti come cavalli, stillanti di sudore, +correvano, si sbracciavano, urlavano, inciampavan +nelle seggiole, urtavano gli avventori, buttavan qua +e là spruzzi di brodo e d'intingoli; e una povera +donna, che doveva essere la padrona del caffè, prigioniera +in una nicchietta dietro al banco assediato, +si metteva le mani nei capelli in atto di disperazione. +A quella vista, mi cascaron le braccia. Ma +subito mi feci forza e mi slanciai al saccheggio. Respinto +da una gomitata nel petto, mi slanciai daccapo; +ributtato da una fiancata nel ventre, raccolsi +tutto il mio vigore per tentare un terzo assalto. In +quel punto suonò la campanella. Fu uno scoppio di +imprecazioni, e poi un cader di seggiole, un acciottolìo +di piatti, un serra serra, un tramenìo di casa +del diavolo. Chi trangugiando in furia gli ultimi bocconi, +diventava livido e cacciava gli occhi fuor del +capo come un impiccato; chi allungando una mano +per afferrare un arancio, sospinto da un che scappava,<span class="pagenum"><a name="Page_397" id="Page_397">[397]</a></span> +l'andava a tuffare in un piatto di crema; chi +girava per la sala in cerca della valigia con un gran +sberleffe di salsa sulle guancie; chi, per aver voluto +ber d'un sol fiato andatogli il vino per traverso, +tossiva da schiantarsi lo stomaco; e gl'impiegati di +sulla porta gridavano:—Presto!—e i viaggiatori +dalla sala rispondevano:—<i>Ahógate!</i> (affogati),—e i +camerieri davan dietro a chi non aveva pagato, e +chi voleva pagare non trovava i camerieri, e le signore +facevan l'atto di svenire, e i ragazzi strillavano, +e ogni cosa era sossopra.</p> + +<p>Fu una fortuna ch'io potessi infilarmi nel mio +carrozzone prima che il treno partisse.</p> + +<p>Ma là m'aspettava un nuovo supplizio. I due vecchi +e l'andalusina, che doveva essere figliuola dell'uno +e nipote dell'altro, erano riusciti a fare un +po' di preda in mezzo a quella maledetta folla del +banco; e mangiavano a due palmenti. Io mi misi a guardarli +con occhio malinconico, contando i bocconi e +le dentate, come fa il cane accanto alla tavola del +padrone. L'andalusa se n'accorse, e mostrandomi +un qualchecosa che pareva una polpetta, fece un atto +grazioso col capo come per domandarmi se la volevo.</p> + +<p>“Oh! grazie!” risposi con un sorriso da moribondo; +“ho mangiato!”</p> + +<p>Angelo mio, soggiunsi subito tra me e me, se tu +sapessi che in questo momento preferirei le tue polpette +alle acerbe poma, come direbbe nobilmente +messer Niccolò Macchiavelli, colte nel famoso orto +delle Esperidi!<span class="pagenum"><a name="Page_398" id="Page_398">[398]</a></span></p> + +<p>“Assaggi almeno un sorsetto di liquore!” disse +lo zio.</p> + +<p>Non so per che fanciullesca picca contro di me, o +contro quella buona gente; ma era una picca che in simili +occasioni provano spesso anche gli uomini; risposi +anche questa volta:—“No, grazie, mi farebbe male.”</p> + +<p>Il buon vecchio mi guardò da capo a piedi coll'aria +di dire che non gli parevo un omino da patire +una goccia di liquore, e l'andalusa sorrise, e io diventai +rosso dalla vergogna.</p> + +<p>Si fece notte, e il treno continuò a andare al +passo della cavalcatura di Sancho Panza, non so per +quante ore. Quella sera esperimentai per la prima +volta in vita mia i tormenti della fame, che immaginavo +d'aver provati già nella famosa giornata del +ventiquattro giugno milleottocentosessantasei. Per +alleviar quei tormenti, pensavo ostinatamente a tutti +i mangiari che m'inspirano più ripugnanza, ai pomidoro +crudi, alle lumache nel brodo, ai gamberi +arrostiti, ai bianchetti in insalata. Ahimè! una voce +di scherno mi gridava d'in fondo alle viscere che, +se li avessi avuti, me ne sarei leccato le dita. Allora +mi misi a far delle mescolanze immaginarie +di piatti disparati, come sarebbe di creme e di pesci, +spruzzati di vino, con una manata di pepe +e uno strato di conserva di ginepro; per veder di +tenere a segno lo stomaco. Oh infelice! Lo stomaco +vigliacco non ripugnava neanco da quelle sozzure. +Allora feci un ultimo sforzo, e immaginai di essere +a tavola in un albergo di Parigi, al tempo dell'assedio,<span class="pagenum"><a name="Page_399" id="Page_399">[399]</a></span> +e di sollevar pian piano per la coda un topino +in salsa piccante, che riacquistando improvvisamente +gli spiriti, mi addentasse il pollice, e mi fissasse in +viso due occhietti inviperiti, ed io, colla forchetta +alzata, fossi nel dubbio o di dargli l'andare o d'infilzarlo +senza pietà. Ma, grazie a Dio, prima ch'io +uscissi da questo bivio orribile, per consumare un +atto che non avrebbe avuto riscontro nella storia +degli assedii, il treno si fermò e un barlume di speranza +mi ravvivò gli spiriti affaticati.</p> + +<p>Eravamo arrivati non so a che villaggio. Mentre +cacciavo la testa fuor del finestrino, una voce gridò:—Scenda +chi va a Granata!—Mi precipitai giù dal +carrozzone e mi trovai a faccia a faccia con un omaccione +baffuto che mi tolse la valigia di mano, dicendomi +che l'andava a mettere nella diligenza, perchè +da quel villaggio fino a non so quante miglia dalla +<i>imperial Granada</i>, non c'è strada ferrata.</p> + +<p>“Un momento!” gridai allo sconosciuto con voce +supplichevole: “Quanto tempo c'è per partire?”</p> + +<p>“Due minuti!” rispose.</p> + +<p>“C'è un'osteria?”</p> + +<p>“È là.”</p> + +<p>Volai nell'osteria, trangugiai un uovo sodo, e +scappai verso la diligenza gridando: “Quanto tempo +c'è ancora?”</p> + +<p>“Altri due minuti!” mi rispose la voce di prima.</p> + +<p>Rivolai all'osteria, mandai giù un altr'uovo, e +corsi di nuovo alla diligenza, ridomandando: “Si +parte?”<span class="pagenum"><a name="Page_400" id="Page_400">[400]</a></span></p> + +<p>“Fra un minuto!”</p> + +<p>All'osteria daccapo, e un terz'ovo, e poi alla diligenza: +“Si va?”</p> + +<p>“Fra mezzo minuto!”</p> + +<p>Questa volta tirai un moccolo da far rabbrividire, +ricorsi all'osteria, inghiottii un quart'ovo e un +bicchier di vino, e mi slanciai di corsa verso la diligenza. +Ma fatti appena dieci passi, mi sentii mancare +il respiro, e mi fermai coll'ovo a mezza gola. +In quel punto schioccò la frusta.—Aspettate!—urlai +con una voce rantolosa, agitando le mani come +un uomo che affoghi.</p> + +<p>“<i>Que hay?</i>” (che c'è?) domandò il vetturino.</p> + +<p>Non potei rispondere.</p> + +<p>“<i>Se le ha quedado un <a name="tn400" id="tn400"></a><ins class="correction" title="originale: uevo">huevo</ins> en la garganta!</i>” (Le è +rimasto un uovo nella gola) rispose per me uno sconosciuto.</p> + +<p>Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa, +l'ovo andò giù, risi anch'io, raggiunsi la diligenza +che partì subito, e ripreso ch'ebbi fiato, feci ai miei +compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie, +che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato +sperare dopo quella crudele risata sul mio strangolamento.</p> + +<p>Ma le mie disgrazie non eran finite. Uno di quei +sonni irresistibili, che mi saltavano addosso a tradimento +nelle lunghe marcie notturne in mezzo ai +soldati, mi prese tutt'a un tratto, e mi torturò fino +alla stazione della strada ferrata, senza ch'io potessi +dormire un momento. Credo che una palla da<span class="pagenum"><a name="Page_401" id="Page_401">[401]</a></span> +cannone appesa per uno spago in mezzo al cielo +della diligenza, avrebbe dato meno noia ai miei +disgraziati compagni di viaggio, di quello che ne +diede la mia povera testa dondolando, come fece, +da tutte le parti, che pareva non fosse più attaccata +al collo che per un nervo. Avevo da una parte +una monaca, dall'altra un ragazzo, davanti una contadina, +e per tutto il tragitto non feci che picchiar +capate su quelle tre vittime, col monotono va e vieni +del battaglio d'una campana. La monaca, poveretta, +si lasciava picchiare e taceva, forse in espiazione +dei suoi peccati di pensiero; ma il ragazzo e la +contadina brontolavano di tratto in tratto:—<i>Es +una barbaridad!</i>—<i>Así no se puede estar!</i>—<i>Tiene +una cabeza de plomo!</i> (una testa di piombo).—Finalmente +uno scherzo d'uno dei viaggiatori ci liberò +tutti e quattro da quel supplizio. La contadina essendosi +lamentata un po' più forte del solito, una +voce in fondo alla diligenza esclamò:—Si consoli! +Se non le ha rotto la testa finora, può star sicura +che non gliela rompe più, perchè vuol dire che l'ha +a prova di martello.—Tutti risero, io mi svegliai +chiedendo scusa, e le tre vittime furon così contente +di vedersi libere da quello spietato picchiare, che +invece di vendicarsi con qualche parola acerba, mi +dissero:—<i>Pobrecito! Ha descansado Usted muy mal! +Se ha lastimado Usted la cabeza!</i> (Poveretto! Ha riposato +molto male! Deve essersi fatto male alla testa!)</p> + +<p>Arrivammo finalmente alla strada ferrata, e, vedete, +iniqua sorte! solo com'ero nel carrozzone che<span class="pagenum"><a name="Page_402" id="Page_402">[402]</a></span> +avrei potuto dormire come un sultano, non riuscii a +chiuder occhio. Mi sentivo una spina nel cuore pensando +che avevo fatto quel viaggio di notte, e che +non avevo veduto nulla, e che non potevo godere +dello spettacolo di Granata lontana! E mi sonavano +in mente i dolci versi di Martinez della Rosa:</p> + +<p>«Oh amata patria mia! Ti riveggo al fine! Riveggo +il tuo bel suolo, i tuoi campi lieti e fecondi, +il tuo splendido sole, il tuo quieto cielo!</p> + +<p>»Oh sì! veggo la famosa Granata stendersi al +piano dall'uno e dall'altro colle, le sue torri sollevarsi +in mezzo ai giardini eternamente verdi, i suoi +fiumi cristallini baciar le sue mura, i monti superbi +circondar la sua valle, e la Serra Nevada coronare +gli orizzonti lontani!</p> + +<p>»Oh! la tua memoria mi seguiva in ogni parte, +Granata! turbava i miei piaceri, la mia pace, la mia +gloria, e mi opprimeva l'anima e il cuore! Sulle gelide +rive della Senna e del Tamigi, io ricordava le +amene sponde del Dauro e del Genil, e sospirava! e +ben sovente, intonando una lieta canzone, il mio dolore +s'inacerbiva, e il pianto mal represso soffocava +la mia voce!</p> + +<p>»Invano l'Arno delizioso mi offerse le sue rive +smaltate di fiori, asilo degli amori e della pace. La pianura +irrigata dal quieto Genil,—diceva,—è più fiorita! +Il soggiorno della bella Granata è più caro!—E +mormorava queste parole con accento sconsolato, +e ricordando la casa dei miei padri, alzava gli occhi +melanconici al cielo.<span class="pagenum"><a name="Page_403" id="Page_403">[403]</a></span></p> + +<p>»Qual'è la tua magia, il tuo ineffabile incanto, o +patria, o dolce nome, che ci sei tanto caro! Il nero +Affricano, lungi dal suo deserto nativo, guarda con +doloroso sdegno i campi verdeggianti; il rozzo Lappone, +rapito alla sua terra materna, sospira le notti +perpetue e il perpetuo gelo; ed io, io cui la sorte +benigna concesse di nascere e di crescere nel tuo +beato grembo, benedetto di tanti doni da Dio, io, +lontano da te, avrei potuto dimenticarti, Granata?»</p> + +<p>Arrivai a Granata, era buio fitto, non vidi neanco +il profilo d'una casa. Una diligenza, tirata da due +cavalli</p> + +<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«....... anzi due cavallette<br /></span> +<span class="i0">Di quelle di Mosè là dell'Egitto»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">mi sbarcò in un albergo, dove dovetti aspettare +un'ora che mi si facesse il letto, e finalmente, poco +prima delle tre della mattina, potei metter la testa +sul guanciale. Ma le mie disgrazie non eran finite. +Quando cominciavo a pigliar sonno, sentii un mormorio +indistinto nella stanza accanto, e poi una voce +maschile che disse chiaramente:—Oh che piedino!—Chi +ha viscere di umanità, giudichi. Il guanciale era +un po' scucito, tirai fuori due bioccoli di lana, me +li cacciai nelle orecchie e riandando col pensiero le +traversie del mio viaggio m'addormentai del sonno +dei disperati.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La mattina per tempo uscii e passeggiai per le +strade di Granata fin che fosse un'ora decente per<span class="pagenum"><a name="Page_404" id="Page_404">[404]</a></span> +andar a trar fuor di casa un giovane granatino che +avevo conosciuto a Madrid, in casa di Fernandez +Guerra, di nome Gongora, figliuolo d'un archeologo +illustre, e discendente del famoso poeta cordovese +Luigi Gongora; di cui dissi qualcosa di volo. La +parte della città che vidi in quelle poche ore non +rispose alla mia aspettativa. Credevo di trovar +le stradine misteriose e le casine bianche come a +Cordova e a Siviglia; trovai invece delle piazze spaziose, +alcune belle strade diritte, e le altre tortuose +ed anguste sì, ma fiancheggiate da case alte, dipinte +in gran parte di falsi bassorilievi, con amorini e +ghirlande e svolazzi di tende e di veli di mille colori; +senza quell'aspetto orientale delle altre città andaluse. +La parte più bassa di Granata è quasi tutta +fabbricata colla regolarità d'una città moderna. Passando +per quelle strade, mi pigliò il dispetto, e avrei +certo portato al signor Gongora una faccia rannuvolata, +se per caso, in quell'andar così alla ventura, +non fossi riuscito nella famosa <i>Alameda</i>, che gode +la fama di essere il più bel passeggio del mondo, e +che mi compensò a mille doppi della odiosa regolarità +delle strade che vi conducono.</p> + +<p>S'immagini chi legge un lungo viale di sì straordinaria +larghezza, che vi potrebbero passare cinquanta +carrozze di fronte, fiancheggiato da altri viali minori, +lungo i quali corrono file di alberi smisurati, che +formano a una grande altezza una immensa vòlta +di verzura fitta tanto da non lasciar penetrar un +raggio di sole; e alle due estremità del viale di mezzo<span class="pagenum"><a name="Page_405" id="Page_405">[405]</a></span> +due fontane monumentali che gettan l'acqua a larghi +sprazzi ricadenti in finissima pioggia vaporosa, e tra +viali e viali, ruscelli cristallini, e in mezzo, un giardino +tutto rose e mirti e gelsomini e schizzi d'acqua; +e da un lato il fiume Genil che scorre in mezzo a +due sponde coperte di boschi d'allori, e lontano i +monti coperti di neve, sui quali le palme lontane +disegnano le loro fantastiche chiome; e per tutto un +verde vivo, chiuso, stracarico, che lascia vedere qua +e là qualche striscia di cielo d'un color zaffiro che +innamora.</p> + +<p>Tornando dall'Alameda, incontrai un gran numero +di contadini che uscivan dalla città a due a +due, a drappelli, colle loro donne e i loro ragazzi, +canterellando e celiando. Il loro vestire non mi parve +diverso da quello dei contadini della campagna di +Cordova e di Siviglia. Avevano il cappello di velluto, +alcuni colla tesa larghissima, altri colla tesa +alta e ricurva; una giacchettina fatta di liste di +panno di vario colore, una fascia rossa o azzurra, +calzoni stretti, abbottonati lungo la coscia, e un +par di ghette di cuoio aperto da un lato in modo +da lasciar vedere le gambe. Le donne son vestite +come nelle altre provincie, e non v'è differenza notevole +neanche nei visi.</p> + +<p>Andai a casa del mio amico, e lo trovai sepolto +nei suoi studi archeologici, davanti a un mucchio +di vecchie medaglie e di pietre istoriate. Mi ricevette +con una allegrezza e una cortesia carissimamente +andalusa, e scambiati che ci fummo i primi<span class="pagenum"><a name="Page_406" id="Page_406">[406]</a></span> +saluti, pronunziammo tutti e due a una voce quella +magica parola che in ogni parte del mondo desta +in ogni anima un tumulto di grandi ricordi e un +sentimento di desiderio segreto; che dà l'ultima +spinta verso la Spagna a chi ha concepito il disegno +del viaggio e non ancora preso la risoluzione +della partenza; che fa battere il cuore dei poeti e dei +pittori, e scintillar gli occhi delle donne: l'Alhambra!</p> + +<p>Ci precipitammo fuor di casa.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>L'Alhambra è posta sur un'alta collina che domina +la città, ed offre da lontano l'aspetto d'una +fortezza, come quasi tutti i palazzi orientali. Ma +quando io m'avviai col Gongora su per la strada +de <i>los Gomeles</i> per andar a visitare la reggia famosa, +non ne avevo ancora visto le mura neanco da lontano, +e non avrei saputo dire da che lato della città +si trovasse. La strada de <i>los Gomeles</i> è in salita e +descrive una leggiera curva, onde per un buon tratto +non si vede dinanzi altro che case, e si può credere +che l'Alhambra sia ancora lontana. Il Gongora non +parlava; ma gli leggevo in viso che godeva nel più +vivo dell'anima pensando alla meraviglia e al diletto +che avrei provato io. Guardava in terra sorridendo; +rispondeva a tutte le mie domande con +un cenno che voleva dire:—a momenti;—e di tratto +in tratto alzava gli occhi quasi furtivamente per +misurare la strada che ci rimaneva a percorrere. +Ed io godevo tanto di quel suo piacere che gli avrei +gettato le braccia al collo per ringraziarlo.<span class="pagenum"><a name="Page_407" id="Page_407">[407]</a></span></p> + +<p>Arrivammo dinanzi a una gran porta che chiude +la strada; il Gongora mi disse:—Ci siamo,—io +entrai.</p> + +<p>Mi trovai in un gran bosco di alberi d'un'altezza +smisurata, inclinati gli uni verso gli altri di qua e +di là d'un grande viale che ascende su per la collina +e si perde nell'ombra; e fitti tanto che appena +vi potrebbe passare un uomo frammezzo, e dovunque +si guardi, non si vedon che tronchi che par +che chiudan la via come una parete continua. Gli +alberi incrociano i rami al di sopra del viale; nel +bosco non penetra un raggio di sole; l'ombra è +oscurissima; e da ogni parte mormorano ruscelli, e +cantano usignoli, e spira una freschezza primaverile.</p> + +<p>“Siamo già nell'Alhambra” mi disse il Gongora; +“si volti indietro, e vedrà le torri e le mura merlate +della cinta.”</p> + +<p>“Ma dov'è il palazzo?” domandai.</p> + +<p>“È un mistero,” mi rispose; “andiamo innanzi, +a caso.”</p> + +<p>Salimmo per un viale che fiancheggia il gran viale +del mezzo, e va su a giravolte verso la sommità +della collina. Gli alberi vi formano sopra come un +padiglione di verzura che non lascia vedere un palmo +di cielo, e l'erbe, i cespugli e i fiori gli fanno ai lati +due leggiadrissime spalliere variopinte e odorose, e +un po' inclinate l'una verso l'altra, come se tendessero +a congiungersi, attratte a vicenda dalla vaghezza +dei colori e dalla soavità delle fragranze.</p> + +<p>“Fermiamoci un momento,” dissi “voglio tirare<span class="pagenum"><a name="Page_408" id="Page_408">[408]</a></span> +un gran sorso di quest'aria; mi par che debba contenere +non so che germi arcani che infusi nel sangue +allunghin la vita; è un'aria che odora di gioventù +e di salute.”</p> + +<p>“Ecco la porta,” esclamò il Gongora.</p> + +<p>Mi voltai come se m'avessero punto in un fianco, +e vidi pochi passi dinanzi a me una grossa torre +quadrata, di color rosso cupo, coronata di merli, +con una porta arcata, sopra la quale si vedono scolpiti +una chiave ed una mano.</p> + +<p>Interrogai il mio duca, il quale mi disse che +quella era l'entrata principale dell'Alhambra, e che +si chiamava la porta della Giustizia perchè sotto +quell'arco i Re arabi solevan pronunziare le loro +sentenze. La chiave significa che quella porta è la +chiave della fortezza, e la mano simboleggia i cinque +principali precetti dell'Islam: orazione, digiuno, +beneficenza, guerra santa e pellegrinaggio alla Mecca. +Un'iscrizione araba attesta che l'edifizio fu costrutto +quattro secoli or sono dal sultano Abul Hagag Jusuf, +ed un'altra che si legge tuttora sulle colonne dice: +«Non c'è altro Dio che Allah, e Maometto è il suo +profeta! Non v'è potere nè forza fuori di Allah!»</p> + +<p>Passammo sotto la porta e continuammo a salire +per una strada incassata, fin che ci trovammo sulla +sommità della collina in mezzo a una spianata ricinta +d'un parapetto e sparsa di piante e di fiori. Io mi +voltai subito verso la valle per godere il colpo d'occhio; +ma il Gongora mi afferrò pel braccio e mi fece +guardare dalla parte opposta. Ero dinanzi a un grande<span class="pagenum"><a name="Page_409" id="Page_409">[409]</a></span> +palazzo dello stile del Rinascimento, mezzo in rovina, +e fiancheggiato da alcune piccole case di meschina +apparenza.</p> + +<p>“Che gioco è questo?” domandai “Mi conduce +qui per vedere una reggia araba, e mi trovo la via +chiusa da un palazzo moderno? Chi ha avuto la scellerata +idea di rizzar quell'edifizio in mezzo al giardino +dei Califfi?”</p> + +<p>“Carlo V.”</p> + +<p>“Era un vandalo. Non gli ho perdonato ancora +la chiesa gotica che piantò in mezzo alla Moschea +di Cordova; ed ora questa baracca finisce di mettermelo +in tasca tutto intero colla sua corona e la sua +gloria. Ma in nome del cielo, dov'è l'Alhambra?”</p> + +<p>“È là.”</p> + +<p>“Dove là?”</p> + +<p>“In quelle casuccie.”</p> + +<p>“Eh via!”</p> + +<p>“Glie ne dò la mia parola d'onore.”</p> + +<p>Incrociai le braccia e lo guardai; egli rise.</p> + +<p>“Ma dunque,” esclamai; “questo gran nome dell'Alhambra +non è che una delle solite iperbolaccie +ciarlatanesche dei poeti! Io, l'Europa, il mondo, +siamo indegnamente corbellati! E valeva la pena di +sognar l'Alhambra per trecento sessantacinque notti +di seguito, per venir poi a vedere un gruppo di catapecchie +con qualche colonna mozza e qualche iscrizione +affumicata?”</p> + +<p>“Quanto mi ci godo!” rispose il Gongora dando +in uno scoppio di risa; “orsù, venga a persuadersi<span class="pagenum"><a name="Page_410" id="Page_410">[410]</a></span> +che il mondo non è corbellato: entriamo nelle catapecchie.”</p> + +<p>Entrammo per una piccola porta, attraversammo +un corridoio, ci trovammo in un cortile. Io afferrai +la mano del Gongora con un vivissimo slancio, ed +egli mi domandò con un accento di trionfo:</p> + +<p>“S'è persuaso?”</p> + +<p>Non risposi, non lo vidi, ero già sterminatamente +lontano da lui: l'Alhambra aveva già cominciato +ad esercitare su di me quel fáscino misterioso +e profondo a cui nessuno può sfuggire e che nessuno +sa esprimere.</p> + +<p>Eravamo nel <i>patio</i> detto <i>de los Arrayanes</i> (dei +mirti), che è il più vasto dell'edifizio, e presenta insieme +l'aspetto d'una sala, d'un cortile e d'un giardino. +Una gran vasca di forma rettangolare, piena +d'acqua, cinta d'una siepe di mirto, si stende da un +lato all'altro del <i>patio</i>, e riflette come uno specchio +gli archi, gli arabeschi e le iscrizioni dei muri. A +destra dell'entrata si stendono due ordini sovrapposti +d'archi moreschi, sostenuti da leggiere colonne; +e dal lato opposto del cortile s'alza una torre, con +una porta, per la quale si vedono le interne sale +semioscure e le finestrine binate, e di là dalle +finestre, l'azzurro del cielo e le cime dei monti +lontani. I muri sono ornati, fino a una certa altezza +dal suolo, di splendenti musaici, e dal musaico in +su, arabescati con disegno finissimo, che par che tremoli +e si cangi a ogni passo; e qua e là fra gli arabeschi +e lungo gli archi s'allungano e serpeggiano<span class="pagenum"><a name="Page_411" id="Page_411">[411]</a></span> +e s'intrecciano come ghirlande iscrizioni arabe che +racchiudon saluti, sentenze e leggende.</p> + +<p>Presso la porta d'entrata è scritto in caratteri +cufici:—Salute eterna!—Benedizione!—Prosperità!—Felicità!—Lodato +sia Iddio per il beneficio +dell'Islam.</p> + +<p>In un altro punto è scritto:—Io cerco il mio rifugio +nel Signore dell'Aurora.—Altrove:—O Dio! +A Te si debbono grazie eterne e lodi imperiture.—</p> + +<p>In altre parti son versi del Corano e poesie intere +in lode dei Califfi.</p> + +<p>Stemmo qualche minuto guardando senza aprir +bocca; non si sentiva il ronzio d'una mosca; di tratto +in tratto il Gongora faceva movimento per avviarsi +verso la torre, e io lo trattenevo pel braccio, e sentivo +che fremeva d'impazienza.</p> + +<p>“Ma bisogna spicciarsi,” mi disse finalmente, +“se no non torneremo a Granata prima di sera.”</p> + +<p>“Ma che so io di Granata!” gli risposi; “che +so io di sera e di mattina e di me stesso; io sono +in Oriente!”</p> + +<p>“Ma lei non è che nell'anticamera dell'Alhambra, +caro il mio arabo!” mi disse il Gongora spingendomi +innanzi; “venga, venga con me, che le parrà +ben altrimenti d'essere in Oriente!”</p> + +<p>E mi condusse, riluttante, fin sulla soglia della +<a name="tn411" id="tn411"></a><ins class="correction" title="originale: porte">porta</ins> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora +una volta il cortile dei mirti, e misi una voce di +stupore. Fra due colonnine della galleria arcata che +è di fronte alla torre, dal lato opposto del cortile,<span class="pagenum"><a name="Page_412" id="Page_412">[412]</a></span> +s'era affacciata una ragazza, un bel viso bruno d'andalusa, +con un mantello bianco avvolto intorno al +capo e cascante sulle spalle; e stava appoggiata sul +parapetto in un atteggiamento melanconico, cogli +occhi fissi su di noi. Non si può dire l'effetto fantastico +che produceva quella figura in quel punto; +la grazia che riceveva dall'arco che le si curvava sul +capo, e dalle due colonne che le facevan cornice, e la +bella armonia che dava a tutto il cortile, quasi come +fosse un ornamento necessario di quell'architettura, +concepito dalla mente dell'architetto nell'atto stesso +che ne immaginava il disegno. Pareva una sultana +che aspettasse il suo signore pensando a un altro +cielo e a un altro amore. E continuava a guardarci, +ed il cuore mi cominciava a batter forte, e interrogavo +cogli occhi il mio amico, come per esser assicurato +che non travedevo. Tutt'a un tratto la sultana +rise, abbassò il mantello bianco e scomparve.</p> + +<p>“È una serva,” mi disse il Gongora.</p> + +<p>Rimasi ingrullito.</p> + +<p>Era infatti una serva dell'amministratore dell'Alhambra +che soleva far quello scherzo agli +stranieri.</p> + +<p>Entrammo nella torre, chiamata torre di Comares, +o volgarmente degli Ambasciatori.</p> + +<p>L'interno della torre forma due sale, la prima +delle quali si chiama la sala della Barca, chi dice +perchè ha la forma d'una barca, e chi perchè era +chiamata dagli arabi sala della <i>baraka</i>, o benedizione, +la qual parola sarebbe stata contratta dal<span class="pagenum"><a name="Page_413" id="Page_413">[413]</a></span> +volgo in quella di barca. Questa sala non sembra +più opera umana: è tutta un prodigioso intreccio di +ricami in forma di ghirlande, di rosoni, di rami, di +foglie, che copron vòlta, archi, pareti, da ogni parte +e in ogni senso, fitti, attorcigliati, reticolati, sovrapposti +gli uni agli altri, e pure meravigliosamente +distinti fra loro, e combinati in maniera che si presentano +allo sguardo tutti insieme e tutt'a un tratto, +ed offrono un aspetto di magnificenza che sbalordisce +e di grazia che incanta. Mi avvicinai a una +parete, fissai gli occhi sul punto estremo d'un arabesco +e provai a seguirne i giri e i rigiri su per la +parete; è impossibile; lo sguardo si perde, la mente +si turba, e tutti gli arabeschi dal pavimento alla +vòlta par che si muovano e si confondano per farvi +sfuggire il filo della loro inestricabile rete. Potete +fare uno sforzo per non guardare intorno, fissar tutta +la vostra attenzione sur un palmo solo di parete, +metterci il viso sopra, e seguire il filo col dito: è +inutile; dopo un minuto i ricami si scompigliano, +si stende un velo tra voi e il muro, e il vostro braccio +ricade. La parete pare tessuta come il panno, +è crespa come il broccato, forata come la trina, reticolata +come una foglia; non si può guardar da vicino; +non se ne può fissar nella mente il disegno: +sarebbe come voler contare le formiche in un formicaio; +bisogna contentarsi di scorrer le pareti con +uno sguardo vago; poi riposare, e riguardare daccapo, +e riposando, pensare ad altro, e discorrere. +Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un<span class="pagenum"><a name="Page_414" id="Page_414">[414]</a></span> +uomo preso più dal capogiro che dall'ammirazione, +mi voltai verso il Gongora perchè mi leggesse nel +viso quello che avrei voluto dirgli.</p> + +<p>“Entriamo nell'altra catapecchia,” mi rispose +sorridendo, e mi spinse nella grande sala degli Ambasciatori, +che occupa tutto l'interno della torre, +poichè veramente la sala della <i>barca</i> appartiene a +un piccolo edifizio che, sebbene congiunto alla torre, +non ne fa parte. La sala è di forma quadrata, spaziosa +ed illuminata da nove grandi finestre ad arco +in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di +altrettante alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri; +e ciascuna è divisa per mezzo, verso il di fuori, +da una colonnina di marmo che sorregge due archetti +eleganti, sormontati alla loro volta da due +piccole finestre arcate. Le pareti sono coperte di +musaici e d'arabeschi indescrivibilmente delicati e +multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni che si stendono +a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi +delle finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi, +e intorno alle nicchie, nelle quali ponevansi i vasi +ripieni di fiori e d'acque odorose. Il soffitto che +s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli +di legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri, +commessi insieme, in forma di cerchi, di stelle e di +corone; e forma tante volticine e cellule e finestrette +centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla +cornice che congiunge il soffitto alle pareti, pendono +pezzi di stucco faccettati e ricamati a modo di stallattiti +e di ciocche di fiori. Il trono era posto nella<span class="pagenum"><a name="Page_415" id="Page_415">[415]</a></span> +finestra di mezzo del lato opposto alla porta d'entrata. +Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda +vista della valle del Dauro, profonda e silenziosa, +come se anch'essa sentisse il fascino della +maestà dell'Alhambra; dalle finestre degli altri due +lati, si vedon le mura di cinta e le torri della fortezza; +e dalla parte dell'entrata, in lontananza, gli +archi leggeri del cortile dei mirti, e le acque della +vasca che riflettono l'azzurro del cielo.</p> + +<p>“Ebbene,” mi domandò il Gongora, “valeva la +pena di sognare l'Alhambra per trecentosessantacinque +notti?”</p> + +<p>“È strano,” gli risposi; “quello che mi passa +per la testa in questo momento. Quel cortile come +lo si vede di qui, questa sala, queste finestre, questi +colori, tutto quello che mi circonda, mi pare che non +mi riesca nuovo; mi par che risponda a una immagine +che avevo in capo, non so da quando, non so +come, confusa in mezzo a mille altre, forse nata in +un sogno, che so io! Quando avevo sedici anni, ed +ero innamorato, e guardandoci fissi negli occhi, io +e quella bambina, soli, in un giardino, all'ombra +d'un capanno, ci lasciavamo sfuggire, senza accorgercene, +un grido di gioia, che ci rimescolava il sangue +come se fosse uscito dalla bocca d'una terza +persona che avesse scoperto il nostro segreto; ebbene, +allora io desideravo spesso di essere un re e di avere +una reggia; ma nel dar forma a quel desiderio, la mia +immaginazione non si arrestava mai nelle grandi +reggie dorate dei nostri paesi, e volava in terre lontane,<span class="pagenum"><a name="Page_416" id="Page_416">[416]</a></span> +e là, sulla cima di un'altissima montagna, si +fabbricava una reggia a modo suo, nella quale ogni +cosa era gentile e piccino, e illuminato d'una luce +misteriosa; e si vedevan lunghe fughe di sale decorate +di mille ornamenti capricciosi e delicati, con +finestre alle quali avremmo potuto affacciarci solamente +noi due, e piccole colonne dietro cui quella +bambina avrebbe appena potuto nascondere il viso +per farmi uno scherzo amoroso, quando avesse sentito +avvicinarsi il mio passo di sala in sala, o suonar +la mia voce in mezzo al mormorio delle fontane del +giardino. Senza saperlo, nel fabbricare colla fantasia +quelle reggie, fabbricavo l'Alhambra; in quei momenti +ho immaginato qualcosa di simile a queste sale, a +queste finestre, a quel cortile che si vede di qui; di +tanto simile che, più guardo intorno, meglio me ne +ricordo, e mi par di riconoscere il luogo, piuttosto che +di vederlo la prima volta. Quando s'è innamorati si +sogna tutti un po' d'Alhambra, e se si potessero tradurre +in linee e in colori tutti quei sogni, s'avrebbero +dei quadri che farebbero strabiliare per la loro somiglianza +con tutto quello che qui si vede. Quest'architettura +non esprime la potenza, la gloria, la grandezza; +esprime l'amore e la voluttà; l'amore coi suoi +misteri, coi suoi capricci, colle sue effervescenze, coi +suoi slanci di gratitudine verso Dio; la voluttà colle +sue malinconie e i suoi silenzi. V'è dunque un legame +intimo, un'armonia fra la bellezza di quest'Alhambra +e l'anima di coloro che hanno amato a sedici +anni, quando i desiderii son sogni e visioni. E di qui<span class="pagenum"><a name="Page_417" id="Page_417">[417]</a></span> +nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza; +e per questo l'Alhambra, tuttochè così deserta +e dimezzata, è ancora la più incantevole reggia del +mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli stranieri +versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra, +si dà un ultimo addio ai nostri più bei sogni +giovanili, che fra le sue mura si son rifatti vivi per +l'ultima volta! si dà un addio a dei visi immensamente +cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per +affacciarsi un'ultima volta in mezzo alle colonnine di +queste finestre! si dà un addio a tutti i fantasmi +della giovinezza! si dà un addio a quell'amore che +non rinasce mai più.”</p> + +<p>“È vero!” rispose il mio amico; “ma che cosa +dirà quando avrà visto il cortile dei Leoni! Venga! +corriamo!”</p> + +<p>Uscimmo a rapidi passi dalla torre, attraversammo +il cortile dei mirti, e giungemmo davanti a una porticina +posta di fronte a quella d'entrata.</p> + +<p>“Si fermi!” mi gridò il Gongora.</p> + +<p>Mi fermai.</p> + +<p>“Mi faccia un favore.”</p> + +<p>“Cento.”</p> + +<p>“Un solo: chiuda gli occhi e non li apra che +quando glielo dirò io.”</p> + +<p>“Eccoli chiusi.”</p> + +<p>“Ma badi che ci tengo; se li apre, m'inquieto!”</p> + +<p>“Non dubiti!”</p> + +<p>Il Gongora mi pigliò per mano e mi condusse innanzi: +tremavo come una foglia.<span class="pagenum"><a name="Page_418" id="Page_418">[418]</a></span></p> + +<p>Facemmo forse una quindicina di passi e ci arrestammo. +Il Gongora disse con voce commossa:—Guardi!—Guardai, +e lo giuro sul capo dei miei +lettori: mi sentii scorrere due lagrime giù per le +guancie.</p> + +<p>Eravamo nel cortile dei Leoni.</p> + +<p>Se in quello stesso momento m'avessero fatto +uscire per dove ero entrato, non so se avrei saputo +dire quello che avevo visto. Una foresta di colonne, +un visibilio d'archi e di ricami, un'eleganza indefinibile, +una delicatezza inimmaginabile, una ricchezza +prodigiosa, un non so che di aereo, di trasparente, +di ondeggiante, come un gran padiglione di trina; +un'apparenza quasi d'un edifizio che si debba dissolvere +con un soffio, una varietà di luci, di prospetti, +di oscurità misteriose, una confusione, un disordine +capriccioso di cose piccine, una maestà di +reggia, una gaiezza di chiosco, una grazia amorosa, +una stravaganza, una delizia, una fantasia di fanciulla +appassionata, un sogno d'un angelo, una follia, +una cosa senza nome; tale è il primo effetto del cortile +dei Leoni.</p> + +<p>È un cortile non più spazioso d'una gran sala +da ballo, della forma d'un rettangolo, coi muri alti +come una casetta andalusa d'un sol piano. Tutt'intorno +ricorre un leggero portico, sostenuto da sveltissime +colonne di marmo bianco aggruppate in un +disordine simmetrico a due a due, a tre a tre, prive +quasi di piedestallo, così che paion fusti d'alberi posati +in terra; munite di capitelli svariati, alti, sottili,<span class="pagenum"><a name="Page_419" id="Page_419">[419]</a></span> +a guisa di pilastrini, su cui si incurvano dei piccoli +archi di graziosissima forma, i quali meglio che appoggiati, +sembran sospesi sulle colonne, a modo di +cortine, che sorreggano le colonne stesse come nastri +e ghirlande spenzolanti. Dal mezzo dei due lati più +corti, si avanzano due gruppi di colonne che formano +due specie di tempietti quadrati, di nove archi ciascuno, +sormontati da una cupoletta multicolore. I muri +di questi tempietti e quello esterno del portico sono +una vera trina di stucco, ricamati, orlati, ritagliati, +traforati da una parte all'altra, e trasparenti come +un lavoro a maglia e cangianti di disegno a ogni +passo; qui rabescati a fiori, là a stelle, più oltre a +scudi, a scacchiere, a figure poligonali ripiene di minutissimi +ornati; dove terminati in dentelli, in crespe, +in festoni, dove in nastri ondeggianti intorno agli +archi, in specie di stallattiti, di frangie, di ciondoli, di +fiocchi, che par che debban oscillare e scompigliarsi +al più leggero movimento dell'aria. Larghe iscrizioni +arabe ricorrono lungo i quattro muri, sopra gli +archi, intorno ai capitelli, sulle pareti dei tempietti. +In mezzo al cortile s'alza una gran vasca di marmo +sostenuta da dodici leoni, e circondata da un canaletto +lastricato, in cui metton capo altri quattro piccoli +canali, i quali descrivendo una croce fra i quattro +lati del cortile, attraversano il portico, entrano nelle +sale circostanti e si congiungono ad altri condotti +d'acqua che girano per tutto l'edifizio. Dietro ai due +tempietti, e nel mezzo degli altri due lati, s'aprono +sale e fughe di sale, con grandi porte aperte, che<span class="pagenum"><a name="Page_420" id="Page_420">[420]</a></span> +lascian vedere il fondo oscuro, sul quale le bianche +colonnine spiccano come dinanzi all'imboccatura di +una grotta. A ogni passo che si fa nel cortile, quella +foresta di colonne par che si muova e si disordini +per disporsi in un'altra maniera; dietro una colonna +che pareva sola, ne saltan fuori due, tre, una fila; +altre scompaiono, altre si stringono, altre si disgiungono; +a guardar d'infondo a una delle sale, tutto +appare mutato; gli archi della parte opposta, sembran +lontanissimi; le colonne, spostate; i tempietti, +d'un'altra forma; si vede a traverso i muri, si scopron +nuovi archi e nuove colonnine, qui illuminati +dal sole, là nell'ombra, lì rischiarati appena dal +po' di luce che passa pei fori degli stucchi, più lontano +perduti quasi nel buio. È un continuo variare +di prospetti, di lontananze, d'inganni, di misteri, di +giuochi, che vi fa l'architettura e il sole, e la fantasia +sovreccitata e bollente.</p> + +<p>Che cosa doveva essere questo <i>patio</i>,—mi disse +il Gongora,—quando i muri interni del portico erano +luccicanti di musaici, i capitelli delle colonne scintillanti +d'oro, i soffitti e le volte dipinti di mille +colori, le porte chiuse da tende di seta, le nicchie +piene di fiori, e sotto i tempietti e nelle sale correva +l'acqua odorosa, e dalle nari dei leoni schizzavano +dodici zampilli che ricascavan nella vasca, e l'aria +era pregna dei più deliziosi profumi dell'Arabia!</p> + +<p>Ci trattenemmo nel cortile più d'un'ora, che ci +passò come un lampo; ed anch'io feci quello che +fanno tutti in quel luogo, spagnuoli e stranieri, uomini<span class="pagenum"><a name="Page_421" id="Page_421">[421]</a></span> +e donne, poeti o non poeti che siano. Feci scorrer +la mano sui muri, toccai tutte le colonnine, le +strinsi colle due mani una per una come la vitina +d'una bimba, mi ci nascosi in mezzo, le contai, le +guardai da cento parti, percorsi il cortile in cento +sensi, provai se era vero che dicendo una parola sottovoce +in bocca a uno dei leoni, la si sentiva distintamente +dalla bocca di tutti gli altri; cercai sui +marmi le macchie di sangue delle leggende poetiche, +mi stancai gli occhi e la mente sugli arabeschi. Vi +eran parecchie signore. Le signore, nel cortile dei +Leoni, fanno ogni sorta di fanciullaggini; mettono il +viso fra le colonne gemelle, si nascondono negli angoli +oscuri, siedono in terra, stanno per ore immobili +colla testa appoggiata sulla mano, sognando. +Quelle signore facevan così. Ve n'era una vestita di +bianco che, passando dietro alle colonne lontane, +quando credeva di non esser veduta, pigliava una +certa andatura molle e maestosa di sultana melanconica, +e poi rideva con una sua amica: era incantevole. +Il mio amico mi diceva: “Andiamo,” e io +rispondevo: “Andiamo,” e non potevo muovermi. +Non provavo soltanto un sentimento dolcissimo di +meraviglia; ma fremevo di piacere, e avevo addosso +una smania di toccare, di frugare, che so io, di veder +dentro quei muri e quelle colonne, come se fossero +d'una materia arcana, e si dovesse scoprire +nelle loro intime parti la causa prima del fáscino +che quel luogo esercitava. In tutta la mia vita non +ho mai pensato nè detto, nè dirò mai tante care<span class="pagenum"><a name="Page_422" id="Page_422">[422]</a></span> +follie, tante belle scempiaggini, tante fole, tante gentili +cose senza senso, quante ne pensai e ne dissi in +quell'ora.</p> + +<p>“Ma bisogna venir qui,” mi diceva il Gongora, +“al levar del sole, bisogna venirci al tramonto, bisogna +venirci di notte quando splende la luna, per +veder che meraviglie di colori, di ombre e di luce! +C'è da perderci il capo!”</p> + +<p>Andammo a vedere le sale. Al lato di levante +v'è una sala chiamata della Giustizia, alla quale si +giunge passando sotto tre grandi archi, di cui ciascuno +corrisponde a una porta che dà nel cortile. +È una sala lunga e stretta, di ricca e ardita architettura, +colle pareti coperte di intricati arabeschi +e di preziosi musaici, e la vòlta tutta punte e groppi +e sgonfi di stucco che pendon dagli archi, lungo le pareti, +e qua e là s'ammucchiano, si abbassano, escon +gli uni dagli altri, e gli uni gli altri si comprimono +e si sovrappongono e par che si disputino lo spazio, +come le bolle d'un'acqua in bollore, presentando +ancora in molti punti le traccie dei colori antichi, +che dovevan dare a quella vòlta l'aspetto d'un padiglione +coperto di fiori e di frutta sospese. La sala +ha tre piccole alcove, in ciascuna delle quali, sulla +vòlta, si vede ancora una pittura araba, a cui il +tempo e la estrema rarità dei lavori di pennello che +son rimasti degli Arabi, danno un grandissimo valore. +Le pitture son fatte sul cuoio, e il cuoio è attaccato +al muro. Nello stanzino di mezzo son rappresentati, +sur un fondo dorato, dieci uomini, che si<span class="pagenum"><a name="Page_423" id="Page_423">[423]</a></span> +suppone esser dieci re di Granata, vestiti di bianco, +col cappuccio in capo, con una mano sulla scimitarra, +seduti su cuscini ricamati. I dipinti delle altre +due alcove rappresentano castelli, dame e cavalieri, +scene di caccia e d'amore, delle quali è difficile afferrare +il significato. Ma i volti dei dieci re rispondono +meravigliosamente all'immagine che noi ci formiamo +di quella gente: è quel colore olivastro, son quelle +bocche sensuali, son quegli occhi neri dallo sguardo intento +e misterioso che par sempre di veder luccicare +negli angoli oscuri delle sale dell'Alhambra.</p> + +<p>Al lato norte del cortile v'è un'altra sala chiamata +<i>de las dos Hermanas</i>, (delle due Sorelle) da +due grandi lastre di marmo che ne formano il pavimento. +È la sala più gentile dell'Alhambra. È piccola, +di forma quadrata, coperta da una di quelle +vòlte in forma di cupola, che gli Spagnuoli chiamano +mezzi aranci, sorretta da colonnine ed archi disposti +in cerchio, tutta lavorata in forma d'una grotta +di stallattiti, con una infinità di punte e d'incavi, coloriti +e dorati, e così leggera alla vista, che par sia +sospesa in aria, e a toccarla debba tremolar tutta +come una tenda, o squarciarsi come una nuvola, o +svanire come se non fosse che un mucchio di bolle di +sapone. Le pareti rivestite, come in tutte le altre sale, +di stucco, e coperte di arabeschi incredibilmente fitti +e delicati, sono uno dei più meravigliosi prodotti della +fantasia e della pazienza umana. Più si guarda, e più +le innumerevoli linee si stringono e s'incrociano, e da +una figura nasce un'altra, e da questa una terza,<span class="pagenum"><a name="Page_424" id="Page_424">[424]</a></span> +e tutte tre ne presentano una quinta che c'era sfuggita +e questa si divide tutt'a un tratto in altre dieci +che non s'erano vedute, e poi si ricompone e si +trasforma daccapo; e non si finisce più di scoprir +nuove combinazioni, perchè quando le prime si riaffacciano, +di già son dimenticate, e fan l'effetto della +prima volta. E ci sarebbe da perder la vista e la +ragione a voler venir a capo di quel labirinto; ci +vuole un'ora per vedere il contorno d'una finestra, +gli ornamenti d'un pilastro, gli arabeschi d'un +fregio; un'ora non basta per imprimersi nella mente +il disegno d'una delle stupende porte di cedro. Ai +due lati della sala vi sono due piccole alcove; nel +mezzo, un piccolo bacino con un tubo per lo zampillo, +che è congiunto al canaletto che attraversa il +cortile e va alla fontana dei Leoni. In dirittura +della porta d'entrata, dal lato opposto, v'è un'altra +porta, per la quale si entra in un'altra sala stretta +e lunga, chiamata la sala degli Aranci. Da questa +sala, per una terza porta, si entra in un piccolo gabinetto +chiamato il gabinetto di Lindaraja, straricco +di ornamenti, e chiuso da una graziosissima finestra +a due archi che guarda in un giardino.</p> + +<p>Per godere tutta la bellezza di questa magica +architettura bisogna uscir dalla sala delle due Sorelle, +attraversare il cortile dei Leoni, ed entrare +nella sala chiamata degli Abencerrages che si trova +dal lato di Mezzogiorno, di fronte a quella delle Sorelle, +della quale ha quasi la stessa forma e gli stessi +ornamenti. D'in fondo a questa sala lo sguardo attraversa<span class="pagenum"><a name="Page_425" id="Page_425">[425]</a></span> +il cortile dei Leoni, passa per la sala delle due +Sorelle, entra nella sala degli Aranci, penetra nel gabinetto +di Lindaraja e s'infila nel giardino del quale +appare la folta verzura sotto gli archi di quel gioiello +di finestra. Le due aperture di questa finestra, viste +rimpicciolite così per la lontananza, e così piene di +luce in fondo a quella fuga di sale oscure, paion due +grandi occhi aperti che guardino, e fanno immaginare +che di là ci siano chi sa quali misteri di paradiso.</p> + +<p>Visto la sala degli Abencerrages, andammo a vedere +i bagni che si trovano fra la sala delle due Sorelle +e il cortile dei Mirti. Scendemmo una scaletta, +passammo per uno stretto corridoio, riuscimmo in +una splendida sala, chiamata sala <i>de los Divanes</i>, +nella quale venivano a riposare le belle dei re, sui +tappeti persici, al suon delle cetre, dopo aver fatto +il bagno nelle stanze vicine. Questa sala fu ricostrutta +sulle rovine dell'antica, e arabescata, dorata +e dipinta da artisti spagnuoli, come l'antica doveva +essere; in modo che si può considerare come una +sala dei tempi degli Arabi rimasta intatta in tutte +le sue parti. Nel mezzo è una fontana, in due pareti +opposte due specie di alcove nelle quali si adagiavan +le donne, più alto le tribune dove stavano i +suonatori. Le pareti sono listate, brizzolate, screziate, +picchiettate di mille vivissimi colori, e presentan +l'aspetto d'una tappezzeria di stoffe chinesi trapunte +di fili d'oro, con quegli interminabili intrecci +di figure che farebbero ammattire il più paziente +musaicista della terra.<span class="pagenum"><a name="Page_426" id="Page_426">[426]</a></span></p> + +<p>Eppure in quella sala lavorava un pittore! Lavorava +da tre mesi a copiar quelle pareti! Era un +tedesco. Il Gongora lo conosceva, e gli domandò: +“È un lavoro che ammazza, non è vero?” E quegli +rispose sorridendo: “Non mi pare,” e si ricurvò sul +suo quadro.</p> + +<p>Lo guardai come avrei guardato una creatura +d'un altro mondo.</p> + +<p>Passammo negli stanzini da bagno, piccoli, fatti +a vòlta, e rischiarati dall'alto per mezzo di alcuni +fori aperti nel muro, in forma di stelle e di fiori. +Le tinozze sono d'un sol pezzo di marmo, vaste, e +serrate fra le due pareti. I corridoi che conducono da +uno stanzino all'altro son bassi e stretti in modo che +appena ci può passare un uomo; e vi fa un fresco che +è una delizia. Affacciandomi a uno di quegli stanzini, +fui preso tutt'a un tratto da un pensiero tristo.</p> + +<p>“Che cos'ha che si rannuvola?” mi domandò +l'amico.</p> + +<p>“Penso,” risposi, “al come viviamo noi, d'estate +come d'inverno, in quelle case che paion caserme, +in quelle stanze al terzo piano o buie o inondate da +un torrente di luce, senza marmo, senz'acqua, senza +fiori, senza colonnine; penso che dovremo viver tutta +la vita così, e morire fra quelle pareti, senza aver +provato una volta la voluttà di questi palazzi fatati; +penso che anche in questa misera vita terrena si +può immensamente godere, e che io non godrò nulla! +Penso che potevo nascere quattro secoli fa re di Granata, +e che sono nato invece un poveromo!”<span class="pagenum"><a name="Page_427" id="Page_427">[427]</a></span></p> + +<p>L'amico rise, e stringendomi un braccio fra l'indice +e il pollice, come per darmi un pizzicotto, mi disse:</p> + +<p>“Non pensi a questo. Pensi a quanto di bello, +di gentile e di segreto debbono aver visto queste +tinozze; ai piedini che sguazzarono nelle loro acque +odorose, alle lunghe capigliature che si sparsero sui +loro orli, ai grandi occhi languidi che guardarono +il cielo a traverso i fori di quella vòlta, mentre +sotto gli archi del cortile dei Leoni risonava il +passo concitato d'un Califfo impaziente, e i cento +zampilli della reggia dicevano col loro affrettato mormorio:—Vieni, +vieni, vieni!—e in una sala profumata +uno schiavo tremante di riverenza chiudeva +le finestre colle cortine color di rosa.”</p> + +<p>“Ah! mi lasci un po' l'anima in pace!” risposi +scrollando le spalle.</p> + +<p>Attraversammo il giardino del gabinetto di Lindaraja, +e un cortile d'aspetto misterioso chiamato +il <i>patio della Reja</i>, e per una lunga galleria che +guarda la campagna, giungemmo sulla sommità di +una delle estreme torri dell'Alhambra, sotto un piccolo +padiglione aperto tutt'intorno, chiamato <i>Tocador</i> +(toeletta) <i>de la reina</i>, che par sospeso sur un abisso +come il nido d'un'aquila.</p> + +<p>Lo spettacolo che si gode di lassù, lo si può dire +senza paura d'essere smentiti da alcuno, non ha +l'uguale sulla faccia della terra.</p> + +<p>S'immagini una immensa pianura verde come +un prato coperto d'erba novella, attraversata in +tutti i sensi da sterminati filari di cipressi, di pini,<span class="pagenum"><a name="Page_428" id="Page_428">[428]</a></span> +di quercie, di pioppi, sparsa di foltissimi boschetti +d'aranci, che a tanta lontananza non paion più che +cespugli, e di grandi orti e giardini così affollati di alberi +fruttiferi che presentano quasi l'aspetto di poggerelli +vestiti di verzura; e a traverso questa immensa +pianura il fiume Genil che luccica fra i boschi +e i giardini come un gran nastro inargentato; e tutto +intorno colline boscose, e di là dalle colline, altissime +roccie di fantastiche forme che rendon l'immagine +di una cinta di muri e di torri titaniche che separi +quel paradiso terrestre dal mondo; e lì proprio sotto +gli occhi, la città di Granata, parte distesa sul piano, +parte sulla china d'un colle, tutta sparsa di gruppi +d'alberi, di macchie, di mucchi informi di verzura +che s'alzano e ondeggiano sopra i tetti delle case +come enormi pennacchi, e par che tendano ad espandersi, +a congiungersi e a coprir la città intera; e più +sotto ancora, la valle profonda del Dauro, meglio che +coperta, riempita, colmata quasi da un cumulo prodigioso +di vegetazione che si solleva come una montagna, +oltre la quale emerge ancora un bosco di pioppi +giganteschi che agitano le cime sotto le finestre della +torre quasi a portata della mano; e a destra, di là dal +Dauro, sur una collina che s'alza al cielo ardita e +svelta come una cupola, il palazzo del Generalife, coronato +di giardini aerei, e quasi nascosto in mezzo a +un bosco di allori, di pioppi e di melagrani; e dalla +parte opposta, uno spettacolo meraviglioso, una cosa +incredibile, una visione d'un sogno: la Sierra Nevada, +le più alte montagne d'Europa, dopo le Alpi, bianche<span class="pagenum"><a name="Page_429" id="Page_429">[429]</a></span> +di neve, bianche fino a poche miglia dalle porte di +Granata, bianche fino ai colli dove giganteggiano i +melagrani e le palme, e si spiega in tutta la sua +splendida pompa una vegetazione quasi tropicale. +S'immagini ora sopra questo immenso paradiso, che +racchiude tutte le ridenti grazie dell'oriente e tutte +le più severe bellezze del settentrione, che sposa l'Europa +all'Affrica tributando all'imeneo tutte le più +belle meraviglie della natura, e che manda al cielo +confusi in un solo tutti i profumi della terra, s'immagini +sopra questa valle beata il cielo e il sole di +Andalusia, che volgendo al tramonto, tinge d'un divino +color di rosa le cime, e di tutti i colori dell'iride +e di tutti i riflessi delle più limpide perle +azzurrine i fianchi delle montagne della Sierra; e +frange i suoi raggi in mille sfumature d'oro, di porpora +e cinerine, nelle roccie che coronan la pianura; +e declinando in mezzo a un incendio di raggi, getta, +come un saluto, una corona luminosa intorno alle +torri pensierose dell'Alhambra e ai pinnacoli inghirlandati +del Generalife; e si dica se si può dare al +mondo qualche cosa di più solenne, di più glorioso, +di più innebriante di questa festa amorosa del cielo +e della terra, dinanzi alla quale da nove secoli trema +di voluttà e palpita di orgoglio Granata.</p> + +<p>Il tetto del <i>mirador de la reina</i> è sostenuto da +piccole colonne moresche fra le quali si stendono +degli archi schiacciati che danno al padiglione un +aspetto stranamente capriccioso e gentile. Le pareti +sono dipinte a fresco, e vi si vedono lungo i fregi<span class="pagenum"><a name="Page_430" id="Page_430">[430]</a></span> +le iniziali d'Isabella e di Filippo V intrecciate con +amorini e fiori. Accanto alla porta d'entrata, resta +ancora una pietra del pavimento antico, tutta bucherellata, +sulla quale si dice si mettessero le Sultane +per avvolgersi nel nuvolo dei profumi che si +bruciavan di sotto. Ogni cosa, lassù, spira amore e +letizia. Vi si respira un'aria pura come sulla cima +d'una montagna, vi si sente una fragranza confusa +di mirti e di rose, e non vi arriva altro rumore che +il mormorio del Dauro che si rompe tra i macigni +del suo letto dirupato, e il canto di migliaia di uccelli +nascosti nella folta verzura della valle; è un +vero nido da innamorati, un'alcova pensile per andarvi +a sognare, una loggia aerea per salirvi a ringraziar +Dio d'esser felici.</p> + +<p>“Ah! Gongora,” esclamai dopo aver contemplato +per qualche momento quello spettacolo incantevole; +“io darei dieci anni di vita per poter far comparir +qui, con un colpo di bacchetta magica, tutte le persone +care che mi aspettano in Italia!”</p> + +<p>Il Gongora mi accennava un largo spazio del +muro tutto nero di date e di nomi scritti colla matita, +col carbone, e incisi colla punta dei temperini +dai visitatori dell'Alhambra.</p> + +<p>“Che cos'è scritto qui?” mi domandò.</p> + +<p>M'avvicinai e gittai un grido:—Chateaubriand!</p> + +<p>“E qui?”</p> + +<p>“Byron!”</p> + +<p>“E qui?”</p> + +<p>“Victor Hugo!”<span class="pagenum"><a name="Page_431" id="Page_431">[431]</a></span></p> + +<p>Scendendo dal <i>mirador de la reina</i> io credevo +d'aver visto l'Alhambra, e commisi l'imprudenza di +dirlo al mio amico. Se avesse avuto in mano un bastone, +son certo che me l'avrebbe dato fra capo e +collo; ma non avendolo, si contentò di guardarmi +coll'aria d'uno che domandasse se mi aveva dato +volta il cervello.</p> + +<p>Ritornammo nel cortile dei mirti, e visitammo le +sale poste dall'altro lato della torre di Comares, la +maggior parte mezzo rovinate, altre trasformate, alcune +affatto nude, senza pavimento, senza tetto; ma +tutte meritevoli d'esser vedute, e per i ricordi che +destano, e per bene comprendere la struttura dell'edifizio. +L'antica moschea, è stata convertita in cappella +da Carlo V; una grande sala araba, in oratorio; +qua e là si vedono ancora resti di arabeschi e +di soffitti di cedro scolpiti; le gallerie, i cortili, i vestiboli, +sembran di un palazzo devastato dalle fiamme.</p> + +<p>Visto anche questa parte dell'Alhambra, credetti +davvero che non mi rimanesse nulla a vedere, e +commisi daccapo l'imprudenza di dirlo al Gongora. +Questa volta non si potè più contenere; e condottomi +nell'atrio del cortile dei mirti dinanzi a una +pianta dell'edifizio affissa al muro, mi disse:</p> + +<p>“Guardi, e vedrà che tutte le sale e i cortili e +le torri che abbiamo visti finora, non occupano +nemmeno la ventesima parte dello spazio che abbracciano +le mura dell'Alhambra; vedrà che non +abbiamo ancora visitato i resti di altre tre moschee,<span class="pagenum"><a name="Page_432" id="Page_432">[432]</a></span> +le rovine della casa del Cadì, la torre dell'Acqua, +la torre delle Infante, la torre della Prigioniera, la +torre del Candil, la torre dei Picos, la torre dei Pugnali, +la torre dei <i>Siete melos</i>, la torre del Capitano, +la torre della Strega, la torre delle Teste, la torre +delle Armi, la torre degli Idalghi, la torre delle Galline, +la torre del Cubo, la torre dell'Omaggio, la +torre della Vela, la torre della Polvere, gli avanzi +della casa di Mondejar, i quartieri militari, la porta +di ferro, i muri interni, le cisterne, i passeggi; perchè +ha da sapere che l'Alhambra non è un palazzo, +ma una città; e che ci sarebbe da passar la vita a +cercar arabeschi, a leggere iscrizioni, a scoprir ogni +giorno un nuovo colpo d'occhio di colline e di montagne, +e a andare in estasi una volta regolarmente +per ognuna delle ventiquattr'ore della giornata.”</p> + +<p>Ed io credevo d'aver visto l'Alhambra!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Per quel giorno non ne volli saper altro, e Dio +sa come avevo la testa quando tornai all'albergo. +Il giorno dopo, allo spuntar del sole, ci ritornai; ci +ritornai la sera; e continuai a andarci ogni giorno +per tutto il tempo che rimasi a Granata, col Gongora, +con altri amici, coi ciceroni, solo; e l'Alhambra +mi parve sempre più vasta e sempre più bella, e +ripercorsi quei cortili e quelle sale, e vi passai ore +ed ore, seduto tra le colonne o appoggiato alle finestrine, +con un piacere di più in più vivo, scoprendo +ogni volta bellezze nuove, e abbandonandomi sempre +a quelle vaghe e deliziose fantasie, fra le quali<span class="pagenum"><a name="Page_433" id="Page_433">[433]</a></span> +aveva errato la mente il primo giorno. Non saprei +più dire per dove gli amici mi facevan passare per +entrar nell'Alhambra; ma mi ricordo che ogni giorno, +nell'andare, vedevo mura e torri e strade deserte che +non avevo viste mai, e mi pareva che l'Alhambra +avesse mutato di sito, o si fosse trasformata, o le +fosser sorti intorno, come per incanto, nuovi edifizii +che ne alterassero l'aspetto primitivo. Chi potrebbe +descrivere la bellezza di quei luoghi quando tramontava +il sole! quel bosco fantastico quando vi batteva +il lume della luna! la pianura immensa e le montagne +coperte di neve, nelle notti serene! i grandiosi contorni +di quelle mura enormi, di quelle superbe torri, +di quegli alberi smisurati, sul cielo tempestato di +stelle! lo stormire prolungato di quei mucchi immani +di verzura che riempiono le valli e coprono i +fianchi delle colline, quando soffiava la brezza! Era +uno spettacolo dinanzi al quale, i miei compagni, +nati a Granata, ed abituati a vederlo fin dalla infanzia, +restavano senza parola, così che facevamo lunghi +tratti di cammino in silenzio, ciascuno immerso +nei suoi pensieri, col cuore compreso d'una mestizia +dolcissima che a volte ci faceva inumidir gli occhi +e alzar il viso al cielo con uno slancio di gratitudine +e di tenerezza.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il giorno del mio arrivo a Granata, quando rientrai +all'albergo, a mezzanotte, invece del silenzio e +della quiete, trovai il <i>patio</i> illuminato come una +sala da ballo, gente ai tavolini che sorbiva granite,<span class="pagenum"><a name="Page_434" id="Page_434">[434]</a></span> +gente su nelle gallerie che andava e veniva, chiaccherando +e ridendo; e mi toccò aspettare un'ora prima di +andare a dormire. Ma passai quell'ora molto gradevolmente. +Mentre stavo guardando una carta di Spagna +affissa alla parete, un omaccione col viso color di barbabietola +e una pancia che gli cascava sulle ginocchia, +mi si avvicinò, e toccandosi il berretto, mi domandò +s'ero italiano; risposi di sì, ed egli soggiunse sorridendo:—“Ed +io pure; io sono il padrone dell'albergo.”</p> + +<p>“Me ne rallegro, tanto più che vedo che lei ci +si fa d'oro.”</p> + +<p>“Dio buono....” mi rispose con un tuono che voleva +parer melanconico; “sì.... non mi lamento; ma.... +me lo creda, caro signore, per quanto gli affari vadan +bene, quando si è lontani dal proprio paese, qui (e +si mise una mano sull'enorme torace) qui si sente +sempre un vuoto!”</p> + +<p>Gli guardai la pancia.</p> + +<p>“Un gran vuoto,” ripetè l'albergatore; “la patria +non si dimentica mai... Di che provincia è lei, +signore?”</p> + +<p>“Della Liguria. E lei?”</p> + +<p>“Del Piemonte. Liguria! Piemonte! Lombardia! +Quelli son paesi!”</p> + +<p>“Son bei paesi, non c'è dubbio; ma lei, alla fine +dei conti, non si può lamentare della Spagna. Sta in +una delle più belle città del mondo, è padrone d'uno +dei più belli alberghi della città, ha una folla di forestieri +tutto l'anno, e poi vedo che gode d'una salute +invidiabile.”<span class="pagenum"><a name="Page_435" id="Page_435">[435]</a></span></p> + +<p>“Ma il vuoto!”</p> + +<p>Gli guardai di nuovo la pancia.</p> + +<p>“Eh capisco, signor mio; ma lei s'inganna, sa, +se mi giudica dalle apparenze. Lei non può immaginare +quello che provo io quando capita qui un Italiano. +Che vuole? Sarà una debolezza.... non so.... ma +io lo vorrei vedere tutto il giorno a tavola, e creda +che se mia moglie non mi trovasse a ridire, io sarei +capace di mandargli per conto mio una dozzina di +piatti d'antipasto... come nulla.”</p> + +<p>“A che ora si desina domani?”</p> + +<p>“Alle cinque. Del resto.... qui si mangia poco.... +paesi caldi.... tutti si tengon leggeri.... di qualunque +<i>nazionalità</i> sieno.... è una regola.... Ma non ha visto +l'altro italiano che è qui?”</p> + +<p>Così dicendo guardò intorno, e un uomo che ci +stava osservando da un angolo del cortile, ci si avvicinò. +L'albergatore, dette poche parole, ci lasciò +soli. Era un uomo sulla quarantina, meschinamente +vestito, che parlava co' denti stretti e stropicciando +di continuo le mani con un movimento convulsivo, +come se facesse uno sforzo per trattenersi dal picchiare +dei pugni. Mi disse che era lombardo, corista, +arrivato il giorno innanzi a Granata con altri artisti +di canto scritturati al teatro dell'Opera per la <i>stagione +d'estate</i>.</p> + +<p>“Sucido paese!” esclamò senz'altro preambolo, +guardandosi intorno come se volesse pronunziare un +discorso.</p> + +<p>“Non sta volentieri in Spagna?” gli domandai.<span class="pagenum"><a name="Page_436" id="Page_436">[436]</a></span></p> + +<p>“In Spagna? Io? Scusi: gli è lo stesso come se +mi domandasse:—Sta volontieri lei in galera?”</p> + +<p>“Ma perchè?”</p> + +<p>“Perchè?... Ma non vede che gente sono gli Spagnuoli: +ignoranti, superstiziosi, orgogliosi, sanguinarii, +impostori, furfanti, ciarlatani, infami?”</p> + +<p>E restò un minuto immobile in un atto interrogativo, +con le vene del collo gonfie che pareva gli +volessero scoppiare.</p> + +<p>“Mi perdoni,” risposi, “il suo giudizio non mi +pare abbastanza favorevole per poterle dire che la +penso come lei. Quanto a ignoranza, mi scusi, non +tocca a noi Italiani, a noi che abbiamo ancora città +in cui si pigliano a sassate i maestri di scuola, e si +stilettano i professori che danno <i>zero</i> agli scolari; +non tocca a noi, per ora, di riveder le buccie agli altri. +Quanto a superstizione, oh poveri noi! quando vediamo +nella città d'Italia, in cui è più diffusa l'istruzione +popolare, seguir un sottosopra da non dirsi, per +un'immagine miracolosa della Madonna trovata da +una donnicciuola in mezzo strada.... Quanto a delitti, +io le dichiaro francamente che se dovessi far un raffronto +fra i due paesi coi quadri statistici alla mano +in presenza d'un uditorio di Spagnuoli, senza conoscer +prima i dati e le risultanze, avrei una maledetta +paura.... Non voglio dire con questo che noi, su per +giù, non ci troviamo in migliori acque che la Spagna; +voglio dire che un italiano, giudicando gli Spagnuoli, +se vuol esser giusto, bisogna che sia indulgente.”</p> + +<p>“Non mi va, scusi.... un paese senza <i>indirizzo politico</i>!<span class="pagenum"><a name="Page_437" id="Page_437">[437]</a></span> +un paese <i>in preda all'anarchia</i>! un paese.... +Andiamo, mi citi un grand'uomo spagnuolo di questi +tempi!”</p> + +<p>“Non saprei.... ce n'è così pochi da per tutto!”</p> + +<p>“Mi citi un Galileo!”</p> + +<p>“Oh dei Galilei non ce n'hanno nemmen uno.”</p> + +<p>“Mi citi un Rattazzi!”</p> + +<p>“Eh non ce l'hanno neppure.”</p> + +<p>“Mi citi.... ma già, non hanno niente. E poi, o +che il paese le par bello?”</p> + +<p>“Ah! scusi; su questo punto non la cedo; l'Andalusia, +per citarle una sola provincia, è un paradiso; +Siviglia, Cadice, Granata, sono stupende città.”</p> + +<p>“Come?... E a lei piacciono le case di Siviglia e di +Cadice, che a passare rasente i muri un povero diavolo +s'imbianca dalla testa ai piedi? Le piacciono +quelle strade che dopo un buon pranzo si stenta a passarci? +E trova belle le donne andaluse, con quegli +occhi da spiritate? Andiamo, lei è troppo indulgente, +non è un popolo <i>serio</i>. Hanno chiamato Don Amedeo, +e ora non lo voglion più; gli è perchè sono indegni +d'esser governati da un <i>uomo civilizzato</i>!” (testuale).</p> + +<p>“Ma non trova dunque nulla di buono in Spagna?”</p> + +<p>“Nulla.”</p> + +<p>“Ma perchè ci sta?”</p> + +<p>“Ci sto.... perchè ci mangio.”</p> + +<p>“È qualche cosa.”</p> + +<p>“Ma come ci mangio? Come un cane! chi non +sa cos'è la cucina spagnuola!”</p> + +<p>“Ma scusi: <a name="tn437" id="tn437"></a><ins class="correction" title="originale: invcee">invece</ins> di mangiare come un cane in<span class="pagenum"><a name="Page_438" id="Page_438">[438]</a></span> +Spagna perchè non va a mangiare come un uomo +in Italia?”</p> + +<p>Qui il povero artista si trovò un po' impacciato; +ed io per levarlo d'impaccio gli offersi un sigaro, che +accettò ed accese senza far parola. E non fu il solo +italiano in Spagna, che mi parlasse in quei termini +del paese e degli abitanti, negando persino la +serenità del cielo e la grazia delle andaluse. Io non +so che gusto ci sia a viaggiare in quella maniera, +col cuore chiuso ad ogni sentimento benevolo, e continuamente +intesi a censurare e a vilipendere, come +se ogni cosa buona e bella che si trova in un paese +straniero, fosse stata rubata al nostro, e noi non ci +potessimo vantare di valer qualcosa se non colla +condizione che tutti gli altri non valgano nulla. La +gente che viaggia con siffatta disposizione d'animo, +mi fa più che stizza, pietà, perchè si priva volontariamente +di molti piaceri e di molti conforti. Così mi +pare almeno a giudicar gli altri da me, poichè dovunque +io vada, il primo sentimento che m'inspiran +le cose e la gente è un sentimento di simpatia; un +desiderio di non trovar nulla che mi costringa a censurare; +un bisogno di abbellire ai miei stessi occhi +le cose belle, di nascondermi le spiacevoli, di scusare +i difetti, di poter dire schiettamente a me stesso ed +agli altri che sono contento di tutti e di tutto. E per +raggiunger questo fine non ho da fare alcun sforzo; +ogni cosa mi si presenta quasi spontaneamente sotto +il suo aspetto più gradevole; e la mia immaginazione +colora benignamente gli altri aspetti di un leggero<span class="pagenum"><a name="Page_439" id="Page_439">[439]</a></span> +color di rosa. So bene che in codesto modo non si +studia un paese, non si scrivon <i>Saggi critici</i>, nè si +acquista la fama d'uomini profondi; ma so che si +viaggia coll'anima serena, e che i viaggi fanno un pro +che non si può dire.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il giorno dopo andai a vedere il Generalife che +era come la villa dei Re arabi, e il cui nome va +congiunto a quello dell'Alhambra, come quello dell'Alhambra +a quel di Granata; benchè oramai del +Generalife antico non rimangan che pochi archi e +pochi rabeschi. È un piccolo palazzo, semplice, bianco, +con poche finestre, con una galleria ad archi, coronato +da una terrazza, e mezzo nascosto in mezzo a +un bosco d'allori e di mirti, sulla sommità d'un +monte floridissimo che sorge sulla riva destra del +Dauro, di fronte alla collina dell'Alhambra. Dinanzi +alla facciata del palazzo si stende un piccolo giardino, +e altri giardini s'alzano l'uno sull'altro, quasi in +forma d'una vasta gradinata, fino al sommo del +monte, dove sorge un'altissima loggia che chiude il +recinto del Generalife. I viali dei giardini, le larghe +scale che conducon dall'uno all'altro, e le aiuole +piene di fiori, sono fiancheggiate da alte spalliere, +sormontate da archi e divise da capanni di mirti +curvati e intrecciati con graziosi disegni; e ad ogni +ripiano sorgon casine bianche, ombreggiate da pergolati, +e da gruppi d'aranci e di cipressi disposti +con pittoresca simmetria. L'acqua vi è profusa ancora +come ai tempi degli arabi e dà al luogo una<span class="pagenum"><a name="Page_440" id="Page_440">[440]</a></span> +grazia, una freschezza e una vita da non potersi +descrivere. Da ogni parte si sente mormorio di ruscelli +e di fontane; si svolta da un viale, s'incontra +uno zampillo; ci si affaccia a una finestra, si vede +uno schizzo che giunge fino al davanzale; si entra +in mezzo a un gruppo d'alberi, e si riceve nel viso +gli spruzzi d'una cascatella; dovunque ci si volga, +c'è acqua che salta, o che scorre, o che piove, gorgogliando +e luccicando tra l'erbe e i cespugli. Dall'alto +della loggia scende la vista sopra tutti quei +giardini che van giù a chine, a salti, a scaglioni; si +sprofonda nell'abisso di vegetazione che separa i due +monti, abbraccia tutta la cinta dell'Alhambra, colle +cupole dei suoi tempietti, colle torri lontane, coi +sentieri che serpeggiano fra le sue rovine; si stende +sulla città di Granata, sulla pianura, sui colli, e scorre +con uno sguardo solo tutte le cime della Sierra Nevada, +che paion tanto vicine da poterci arrivare in +un'ora. E mentre contemplate questo spettacolo, vi +accarezza l'orecchio il mormorio di cento zampilli +e il suono fievole delle campane della città, che vien +su a ondate, or sì or no, insieme a un odor misterioso +di paradiso terrestre, che dà dei fremiti di +voluttà da far impallidire.</p> + +<p>Di là dal Generalife, sulla sommità d'un monte +più alto, ora nudo e squallido, sorgevano ai tempi +degli Arabi altri palazzi reali e si stendevano altri +giardini, congiunti fra loro da grandi viali fiancheggiati +da mirti. Ora tutte quelle meraviglie d'architettura, +coronate di boschi, di fontane e di fiori, quelle fatate<span class="pagenum"><a name="Page_441" id="Page_441">[441]</a></span> +reggie aeree, quei nidi splendidi e odorosi d'amore +e di delizia, sono scomparsi, e appena qualche mucchio +di macerie o qualche breve tratto di muro</p> + +<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Ne fa fede e ricordo al passeggiero.»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">Ma quelle rovine che desterebbero altrove un sentimento +di malinconia, non lo destano dinanzi allo +spettacolo di quella bellissima natura, al cui incanto +non pare che abbian mai potuto aggiungere nulla le +più meravigliose opere dell'uomo.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Rientrando in città, mi fermai a una estremità +della <i>Carrera del Darro</i>, dinanzi a una casa riccamente +adornata di bassorilievi che rappresentano +scudi araldici, armature, cherubini e leoni, con un +piccolo terrazzino sull'angolo, sopra 'l quale, parte +sur un muro, parte sull'altro, lessi la seguente misteriosa +iscrizione, in grandi caratteri di stampa:</p> + +<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza"> +<span class="i0"><span class="smcap">Esperando la del cielo,</span><br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">che significa, tradotto letteralmente:—<i>Aspettando +quella del cielo.</i>—Curioso di sapere il senso riposto +di quelle parole, le notai per interrogarne il dotto +padre del mio amico, il quale me ne diede due spiegazioni, +l'una pressochè sicura, ma poco romantica; +l'altra romantica, ma molto dubbiosa. La quale è +questa. La casa apparteneva a Don Fernando di +Zafra, segretario dei Re Cattolici, che aveva una +bellissima figliuola. Un giovine idalgo, di famiglia +nemica o inferiore di nobiltà alla famiglia dei Zafra,<span class="pagenum"><a name="Page_442" id="Page_442">[442]</a></span> +s'innamorò della figliuola, ne fu amato, la chiese in +sposa, non l'ebbe. Il rifiuto del padre aggiunse esca +al fuoco amoroso dei due giovani, le finestre della +casa son basse, l'innamorato, una notte, riuscì a dar +la scalata, e a entrar nella stanza della fanciulla. +O abbia rovesciato una seggiola entrando, o abbia +tossito, o abbia gettato un leggero grido di gioia al +veder la sua bella amante colle chiome sciolte e le +braccia aperte, la tradizione non lo dice, e nessuno +lo sa; ma è certo che Don Fernando di Zafra, inteso +rumore, accorse, vide, e cieco di furore si slanciò sul +malcapitato giovane per metterlo a morte. Ma il giovane +riuscì a fuggire; Don Fernando, inseguendolo, +s'abbattè in uno dei propri paggi fautore di quegli +amori, che aveva aiutato l'idalgo a entrar nella casa; +lo scambiò, in su quel subito, per il seduttore; e +senza udir spiegazioni e preghiere, lo fece afferrare +e impiccare al terrazzino della casa. La tradizione +narra che mentre la povera vittima gridava:—Pietà! +Pietà!—l'offeso padre gli rispose accennandogli il +terrazzino:—Là starai <i>esperando la del cielo</i>! (aspettando +quella del cielo);—risposta ch'egli fece poi +incidere sur una pietra del muro, a perpetuo spavento +dei seduttori e dei mezzani.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Consacrai il resto della giornata alle chiese e ai +conventi.</p> + +<p>La cattedrale di Granata merita, anche meglio +di quella di Malaga, che pure è bella e magnifica, +di essere descritta parte per parte; ma basta oramai<span class="pagenum"><a name="Page_443" id="Page_443">[443]</a></span> +di descrizioni di chiese. Fu fondata nel 1529 +dai re cattolici, sulle rovine della principal moschea +della città; ma rimase incompiuta. Ha una grande +facciata con tre porte, ornata di statue e di bassorilievi; +ed è formata da cinque navate, divise da +venti smisurati pilastri composti d'un fascio di sottili +colonne. Le cappelle racchiudono quadri del Boccanegra, +sculture del Torrigiani, tombe ed ornamenti +preziosi. È mirabile sopra tutte la cappella maggiore, +sorretta da venti colonne corintie, divise in +due ordini, sul primo dei quali si alzano le statue +colossali dei dodici apostoli, e sul secondo un cornicione +coperto di ghirlande e di teste di cherubini. +Di sopra ricorre un giro di leggiadre finestre a vetri +coloriti che rappresentano la Passione, e dal fregio +che le corona si slanciano in alto dieci archi arditi +che forman la vòlta della cappella. Negli archi che +sorreggon le colonne si ammirano sei grandi dipinti +di Alonso Cano, che hanno fama di essere l'opera +sua più completa e più bella.</p> + +<p>E poichè ho nominato Alonso Cano, nativo di +Granata, uno dei più valenti pittori spagnuoli del +secolo decimosettimo, che sebbene discepolo della +scuola sivigliana piuttosto che fondatore, come altri +vorrebbe, d'una scuola sua, non è meno originale +dei suoi più grandi contemporanei; voglio metter qui +alcuni tratti della sua indole e della sua vita, poco +conosciuti fuori di Spagna, ma singolarmente notevoli. +Alonso Cano fu il più accattabrighe, il più iroso, +il più violento dei pittori spagnuoli. Passò la vita<span class="pagenum"><a name="Page_444" id="Page_444">[444]</a></span> +litigando. Era ecclesiastico. Dal 1652 al 1658, per +sei anni consecutivi, senza un giorno d'interruzione, +litigò coi canonici della cattedrale di Granata, +della quale egli era ragioniere, perchè non +voleva, giusta i patti stipulati, diventare suddiacono. +Prima di partire da Granata, spezzò colle sue mani +una statua di sant'Antonio da Padova, che aveva +fatto egli stesso d'incarico d'un auditore della Cancelleria, +perchè costui si permise di osservargli che +il prezzo che gliene domandava gli pareva un po' caro. +Nominato maestro di disegno del principe reale, che, +a quanto pare, non era nato col bernoccolo della pittura, +lo aspreggiò in tal maniera, che lo costrinse +a ricorrere al Re per esser levato dalle sue mani. Rimandato, +per una grazia speciale, a Granata, presso +il Capitolo della cattedrale, serbò così profondo il +rancore degli antichi suoi litigi con quei canonici, che +in vita sua non volle più dare una pennellata per +loro. Ma questo è poco. Nutriva un cieco, bestiale, +inestinguibile odio contro gli ebrei, e s'era ficcato +in capo che il toccare in qualunque modo un ebreo +o un qualsiasi oggetto stato toccato da lui, gli dovesse +recare sventura. Con questa fissazione fece +le più strampalate stravaganze del mondo. Se passando +per la strada urtava in un ebreo, si levava +issofatto il vestito infetto, e tornava a casa in maniche +di camicia. Se per caso riusciva a scoprire +che, lui assente, un servitore aveva ricevuto un +ebreo in casa sua, cacciava il servitore, buttava via +le scarpe colle quali aveva premuto l'impiantito<span class="pagenum"><a name="Page_445" id="Page_445">[445]</a></span> +profanato dal circonciso, faceva disfare e rifare, qualche +volta, persino l'impiantito. E trovò modo di litigare +anche morendo. Essendo ridotto in fin di vita, e +presentandogli il confessore un crocifissaccio fatto coll'accétta +perchè lo baciasse, egli lo spinse in là colla +mano, e disse:—<i>Padre, datemi una croce nuda, perchè +io possa venerare Gesù Cristo come egli è in sè +e come io lo contemplo nella mia mente.</i>—Con tutto +ciò, aveva un cuore eletto, caritatevole, abborriva +da ogni volgare azione, ed amava di profondo e purissimo +amore l'arte in che si rese immortale.</p> + +<p>Tornando alla chiesa, quando ebbi fatto il giro +di tutte le cappelle e mi disponevo ad uscire, mi +colse il sospetto che qualcosa mi rimanesse ancora a +vedere. Non avevo letto la <i>Guida</i> e nessuno m'aveva +detto nulla; ma io mi sentivo dentro una voce che +mi diceva:—Cerca!—e cercavo infatti cogli occhi +da tutte le parti senza saper che cercassi. Un cicerone +mi osservò, mi si avvicinò, come fanno tutti, +di sbieco, come un assassino, e mi domandò con aria +di mistero: “<i>Quiere Usted algo?</i>” (Vuol qualche cosa?)</p> + +<p>“Vorrei,” risposi, “che mi diceste se c'è altro +da vedere in questa cattedrale, oltre a quello che +si vede di qui!”</p> + +<p>“<i>Cómo!</i>” esclamò il cicerone, “<i>todavia no ha visto +Usted la capilla real?</i>”</p> + +<p>“Che c'è nella cappella reale?”</p> + +<p>“<i>Que hay? Caramba! Nada ménos que los sepulcros +de Ferdinando é Isabel la Católica!</i>”</p> + +<p>Volevo dire! Avevo nella mente il posto preparato<span class="pagenum"><a name="Page_446" id="Page_446">[446]</a></span> +per questa idea, e l'idea non c'era! I re cattolici +dovevano ben essere sepolti a Granata, dove combatterono +l'ultima gran guerra cavalleresca del medio +evo, e dove diedero a Cristoforo Colombo l'incarico +di armare le navi che lo condussero al nuovo +mondo! Corsi, più che non andai, alla Cappella reale, +preceduto dal cicerone zoppicante; un vecchio sacrestano +ci aperse la porta della sacristia, e prima +di lasciarmi entrare a veder le tombe, mi condusse +davanti a una specie d'armadio a vetri, ripieno di +oggetti preziosi, e mi disse:</p> + +<p>“Lei saprà che Isabella la Cattolica per fornire +a Cristoforo Colombo il denaro che gli occorreva ad +armare le navi per il suo viaggio, non sapendo dove +trovarne, perchè le casse dello Stato eran vuote, +mise in pegno le sue gioie.”</p> + +<p>“Sì; ebbene?” domandai con impeto, e prevedendo +la risposta, mi sentivo battere il cuore.</p> + +<p>“Ebbene,” rispose il sacrestano; “la scatola nella +quale la Regina chiuse le sue gioie per farle impegnare, +è questa.”</p> + +<p>E così dicendo aperse l'armadio, prese la scatola +e me la porse.</p> + +<p>Oh! dicano un po' quello che vogliono gli uomini +forti; per me, quelle son cose che mi fanno tremare +e piangere! Ho toccata la scatola che contenne i tesori +pei quali Colombo potè scoprire l'America! Ogni +volta che ripeto queste parole, il sangue mi si rimescola! +E soggiungo:—L'ho toccata con queste +mani,—e mi guardo le mani.<span class="pagenum"><a name="Page_447" id="Page_447">[447]</a></span></p> + +<p>Quell'armadio contiene ancora la spada di re +Ferdinando, la corona e lo scettro d'Isabella, un +messale e parecchi altri ornamenti del re e della +regina.</p> + +<p>Entrammo nella Cappella, fra l'altare e una gran +cancellata di ferro che lo separa dallo spazio rimanente, +davanti a due grandi mausolei marmorei, +ornati di statuette e di bassorilievi di gran pregio, +sull'un dei quali sono stese le statue di Ferdinando +e d'Isabella, vestiti dei loro abiti reali, colla corona, +la spada e lo scettro; sull'altro, le statue di altri +due principi di Spagna; e intorno alle statue, leoni, +angeli, stemmi, ed ornamenti svariati, che presentano +un aspetto regalmente austero e magnifico.</p> + +<p>Il sacrestano accese una fiaccola e accennandomi +una specie di botola, situata in dirittura della corsia +che separa i due mausolei, mi pregò di alzare il +coperchio per scendere nel sotterraneo. Il cicerone +m'aiutò, scoprimmo la botola, il sacrestano scese, e +io gli tenni dietro giù per una scaletta angusta fino +a una piccola stanza sotterranea, nella quale eran +cinque casse di piombo, cerchiate di ferro, ciascuna +segnata di due iniziali sormontate da una corona. +Il sacrestano abbassò la fiaccola, e toccandole con +una mano, l'una dopo l'altra, tutte e cinque, mi +disse con voce lenta e solenne:</p> + +<p>“Qui riposa la gran regina Isabella la Cattolica.”</p> + +<p>“Qui riposa il gran re Ferdinando V.”</p> + +<p>“Qui riposa il re Filippo I.”</p> + +<p>“Qui riposa la regina Giovanna la pazza.”<span class="pagenum"><a name="Page_448" id="Page_448">[448]</a></span></p> + +<p>“Qui riposa donna Maria, sua figliuola, morta nell'età +di nove anni.”</p> + +<p>“Dio li abbia tutti nella sua santa pace!”</p> + +<p>E piantato la fiaccola in terra, incrociò le braccia +e chiuse gli occhi, come per darmi agio di fare +le mie meditazioni.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Ci sarebbe da aggobbire a tavolino, chi volesse +descrivere tutti i monumenti religiosi di Granata: la +stupenda Certosa, il Monte-Sacro che racchiude le +grotte dei martiri, la chiesa di San Geronimo dove +è sepolto il gran capitano Consalvo di Cordova, il +convento di Santo Domingo fondato dall'Inquisitore +Torquemada, quello dell'Angelo che contiene +pitture del Cano e del Murillo, ed altri molti; ma +io suppongo che chi legge sia già assai più stanco di +me, e però gli faccio grazia di un monte di descrizioni +che probabilmente non gli darebbero che una +idea assai confusa delle cose.</p> + +<p>Ma poichè ho nominato il sepolcro del gran capitano +Consalvo di Cordova, non posso trattenermi +dal tradurre un curioso documento che a lui si riferisce, +e che mi fu dato appunto nella chiesa di San +Geronimo da un sacrestano ammiratore delle gesta +di quell'eroe.</p> + +<p>Il documento è redatto a modo di aneddoto nei +termini seguenti.</p> + +<p>«Ogni passo del gran Capitano, Don Gonzalo di +Cordova, fu un assalto, ed ogni assalto una vittoria; +il suo sepolcro nel convento dei Geronimi di Granata,<span class="pagenum"><a name="Page_449" id="Page_449">[449]</a></span> +fu adornato di dugento bandiere conquistate +da lui. I suoi emuli invidiosi, ed in particolar modo +i Tesorieri nel regno di Napoli, nel 1506, indussero +il Re a chieder conto a Gonzalo dell'uso che aveva +fatto delle grandi somme ricevute dalla Spagna per +le spese della guerra in Italia; e in fatti il Re fu +tanto piccino da acconsentire ed anco assistere all'atto +della <i>conferencia</i>.</p> + +<p>Gonzalo accolse quella domanda con altissimo disprezzo, +e si propose di dare una severa lezione ai +Tesorieri ed al Re, intorno al modo di trattare e +considerare un conquistatore di Regni.</p> + +<p>Rispose con grande indifferenza e serenità che +avrebbe preparato i conti per il giorno seguente, e +fatto vedere chi dei due fosse il debitore, se lui o +il fisco: il quale reclamava centotrenta mila ducati +rimessigli per prima rata; ottanta mila scudi per la +seconda, tre milioni per la terza, undici milioni per +la quarta, tredici per la quinta; e così seguitava a +riferire il grave, <i>gangoso</i> (dalla voce nasale) e scimunito +segretario che autorizzava un atto così importante.</p> + +<p>Il gran Gonzalo mantenne la sua parola; si presentò +alla seconda udienza, e tirato fuori il voluminoso +libro nel quale aveva notate le sue giustificazioni, +cominciò a leggere a voce alta e sonora le +seguenti parole:</p> + +<p>«Ducento mila settecento trentasei ducati e nove +reali ai frati, alle monache e ai poveri, affinchè pregassero +Dio per il trionfo delle armi spagnuole.<span class="pagenum"><a name="Page_450" id="Page_450">[450]</a></span></p> + +<p>Cento milioni in pale, zappe e picconi.</p> + +<p>Cento mila ducati in polvere e palle.</p> + +<p>Dieci mila ducati in guanti profumati per preservare +i soldati dal puzzo dei cadaveri dei nemici +stesi sul campo di battaglia.</p> + +<p>Centosettanta mila ducati per rifare campane +distrutte dal continuo sonare per sempre nuove vittorie +riportate sopra i nemici.</p> + +<p>Cinquanta mila ducati in acquavite per i soldati +in una giornata di battaglia.</p> + +<p>Un milione e mezzo di ducati per mantenere prigionieri +e feriti.</p> + +<p>Un milione in messe di grazia e <i>Te Deum</i> all'Onnipossente.</p> + +<p>Trecento milioni di suffragi pei morti.</p> + +<p>Settecento mila quattrocento novantaquattro ducati +in spie e.....</p> + +<p>Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri +all'udire che il Re domandava dei conti a chi gli ha +regalato un Regno.</p> + +<p>Questi sono i celebri conti del grande Capitano, +i cui originali stanno nelle mani del Conte di Altimira.</p> + +<p>Uno dei conti originali con la firma autografa +del gran Capitano esiste nel Museo militare di Londra, +dove con gran cura vien custodito.»</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Letto questo documento, tornai all'albergo facendo +tra Consalvo di Cordova e i generali spagnuoli +dei nostri tempi dei maligni raffronti, che alta ragion<span class="pagenum"><a name="Page_451" id="Page_451">[451]</a></span> +di stato, come si dice nelle tragedie, mi vieta +di riferire.</p> + +<p>In quell'albergo ne vedevo ogni giorno una nuova. +V'eran molti studenti d'università venuti da Malaga +e da altre città dell'Andalusia per dar l'esame +di laurea a Granata, non so se perchè qui fossero +di manica più larga, o per che altra ragione. Desinavan +tutti alla tavola rotonda. Una mattina, a colezione, +uno d'essi, un giovanetto di poco più di +vent'anni, annunziò che alle due dopo mezzogiorno +doveva dar l'esame di diritto canonico, e che non +essendo molto sicuro del fatto suo, aveva deciso di +bere un bicchier di vino, per rinfrescarsi le sorgenti +dell'eloquenza. Non uso a bere che vino annacquato, +commise l'imprudenza di vuotare d'un sol fiato un +bicchiere di vino di Jerez. Il suo viso si alterò all'istante +in così strana maniera, che se non avessi +visto il cangiamento coi miei occhi, avrei creduto +che non fosse più il viso di prima.</p> + +<p>—Ora basta!—gli gridaron gli amici.</p> + +<p>Ma il giovane, che si sentiva diventato tutt'a un +tratto forte, ardente e temerario, lanciò ai compagni +uno sguardo compassionevole, e ordinò con un atto +maestoso al cameriere di versargli un altro bicchiere.</p> + +<p>—Ti ubriacherai!—gli dissero.</p> + +<p>Per tutta risposta, egli mandò giù il secondo +bicchiere.</p> + +<p>Allora gli prese una parlantina meravigliosa. A +tavola v'era una ventina di persone, in pochi minuti +attaccò discorso con tutti, e fece mille rivelazioni<span class="pagenum"><a name="Page_452" id="Page_452">[452]</a></span> +sulla sua vita passata e sui suoi disegni per +l'avvenire. Disse che era di Cadice, che aveva ottomila +lire di rendita all'anno, e voleva darsi alla carriera +diplomatica, perchè con quella rendita, aggiuntovi +qualcosa che gli avrebbe lasciato un suo zio, +poteva fare una buona figura dove si sia; che aveva +stabilito di pigliar moglie a trent'anni, e di sposare +una donna alta come lui, perchè, a suo avviso, la moglie +doveva avere la stessa statura del marito, per +evitare che l'uno o l'altro pigliasse il di su; che +quando era ragazzo s'era innamorato della figliuola +d'un console americano, bella come un fiore e soda +come una pina, ma con una voglia rossa dietro un +orecchio, che stava molto male, benchè essa la sapesse +coprire assai bene colla mantiglia, e faceva veder +colla salvietta in che modo la copriva; e che +Don Amedeo era un uomo troppo ingenuo per poter +riuscire a governar la Spagna; e che fra il poeta Zorilla +e il poeta Espronceda, egli avea sempre preferito +l'Espronceda; e che ceder Cuba all'America era una +corbelleria, e che dell'esame di diritto canonico egli +se ne rideva, e che voleva bere altre quattro dita +di vino di Jerez, che era il primo vino d'Europa.</p> + +<p>Bevve il terzo bicchiere, malgrado i buoni consigli +e le disapprovazioni degli amici, e dopo aver +cicalato un altro po' in mezzo alle risa dell'uditorio, +all'improvviso tacque, guardò fisso fisso una signora +che aveva dirimpetto, abbassò la testa e s'addormentò. +Io credetti che per quel giorno non si sarebbe +presentato all'esame; ma m'ingannai. Un'oretta<span class="pagenum"><a name="Page_453" id="Page_453">[453]</a></span> +dopo lo svegliarono, andò su a lavarsi il viso, corse +all'Università ancora tutto assonnato, diede l'esame, +e fu promosso a maggior gloria del vino di Jerez e +della diplomazia spagnuola.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>I giorni seguenti gl'impiegai a vedere i monumenti, +o per dir meglio, le rovine dei monumenti +arabi che, oltre all'Alhambra e al Generalife, attestano +l'antico splendore di Granata. Poichè fu l'ultimo +baluardo dell'Islam, Granata è fra le città di +Spagna quella che ne serbò più numerosi ricordi. +Sulla collina che si chiama di <i>Dinadamar</i> (fonte delle +lagrime), si vedono ancora le rovine di quattro torri, +che s'innalzavano ai quattro angoli d'una grande +cisterna, nella quale affluivano dalla Sierra le acque +che servivano agli usi della parte più alta della città. +Là eran bagni, giardini e ville, delle quali non rimane +più traccia, e di là si abbracciava con un +colpo d'occhio la città coi suoi minareti, colle sue +terrazze, colle sue moschee biancheggianti in mezzo +alle palme e ai cipressi. Là presso si vede ancora +una porta araba, chiamata porta d'Elvira, formata +da un grande arco coronato di merli. Più oltre rovine +di palazzi di Califfi. Presso il passeggio l'<i>Alameda</i>, +una torre quadrata, con entro una gran sala +ornata di quelle solite iscrizioni arabe. Presso il +Convento di San Domingo, resti di giardini e di palazzi +che erano una volta congiunti all'Alhambra +per mezzo d'una via sotterranea. Dentro la città, +l'Alcaiceria, mercato arabo quasi intatto, formato<span class="pagenum"><a name="Page_454" id="Page_454">[454]</a></span> +di parecchie stradine diritte e strette come corridoi, +fiancheggiate da due file di botteghe l'una unita all'altra, +che presentano uno strano aspetto di bazar +asiatico. Infine, non si può far un passo per Granata, +che non s'incontri un arco, un arabesco, una +colonna, un mucchio di pietre che rammenta il suo +fantastico passato di Sultana.</p> + +<p>Quanti giri e rigiri non feci per quelle strade +tortuose, nelle ore più calde della giornata, sotto un +sole che mi scottava il cervello, senza incontrare +anima nata! Anche a Granata, come nelle altre città +d'Andalusia, la gente non si fa viva che la notte; +e la notte si rifà della prigionia del dì, affollandosi +e rimescolandosi sui passeggi pubblici colla fretta e +la furia d'una moltitudine, una metà della quale cercasse +l'altra metà per affari urgenti. La folla più +fitta è all'Alameda; e però passai all'Alameda le +mie serate, col Gongora che mi parlava di monumenti +arabi, con un giornalista che mi parlava di politica, +con un altro giovanotto che mi parlava di donne, +non di rado tutti e tre insieme, con mio piacere infinito, +perchè quella gazzarra da scolaretti, a tempo e +luogo, mi rinfresca l'anima, come fa all'erba (per rubare +una bella similitudine) quella pioggerella estiva +che cade con affrettato moto come di trepida gioia.</p> + +<p>Se avessi da dire qualcosa del popolo di Granata, +mi troverei impacciato perchè non l'ho visto. +Di giorno, per le strade, non incontravo nessuno; di +notte non ci si vedeva; non v'eran teatri aperti; +quando avrei potuto trovar qualcuno in città, ciondolavo<span class="pagenum"><a name="Page_455" id="Page_455">[455]</a></span> +per le sale o per i viali dell'Alhambra; e +poi avevo tanto da fare per veder ogni cosa nello +spazio di tempo che m'ero prefisso, che non mi restavan +nemmen dei ritagli per intavolar conversazione, +come feci nelle altre città, in mezzo alle strade +e nei caffè, coi popolani in cui m'imbattevo.</p> + +<p>Ma per quanto seppi da chi era in grado di darmi +delle notizie sicure, il popolo di Granata non gode +d'una eccellente riputazione in Spagna. Si dice che +è maligno, violento, vendicativo, accoltellatore, il che +non è punto smentito dalle cronache cittadine delle +gazzette; e non si dice, ma si sa che in Granata +l'istruzione popolare è anche più bassa che a Siviglia, +e che in altre città spagnuole di minor conto; e che, +in generale, tutte le cose che non posson esser fatte +dal sole e dalla terra, che ne fanno pur tante, vanno +alla peggio, o per indolenza, o per ignoranza, o per +confusione. Granata non è congiunta dalla strada +ferrata a nessuna città importante, vive sola, in +mezzo ai suoi giardini, dentro la cerchia delle sue +montagne, lieta dei frutti che la terra le produce +sotto la mano, cullandosi mollemente nella vanità +della sua bellezza e nell'orgoglio della sua storia, +oziando, sonnecchiando, fantasticando, e contentandosi +di rispondere, con uno sbadiglio, a chi le rimprovera +il suo stato:—Io diedi alla Spagna il pittore +Alonso Cano, il poeta Luigi di Leon, lo storico +Ferdinando del Castillo, l'orator sacro Luigi di Granata, +il ministro Martinez della Rosa; ho pagato il +mio debito; lasciatemi in pace;—che è la risposta<span class="pagenum"><a name="Page_456" id="Page_456">[456]</a></span> +che fan quasi tutte le città meridionali della +Spagna, troppo più belle, ahimè! che saggie e operose; +e troppo più altere che civili. Ah! chi le ha vedute, +non può mai stancarsi di esclamare:—Peccato!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>—Ora che ha visto tutte le meraviglie dell'arte +araba e della vegetazione tropicale, le resta a vedere, +perchè possa dire di conoscer Granata, il borgo dell'Albaicin. +Prepari l'animo a un mondo nuovo, metta +la mano sul portamonete e mi segua.—</p> + +<p>Così mi disse il Gongora l'ultima sera del mio +soggiorno a Granata. Era con noi un giornalista repubblicano, +di nome Melchiorre Almago, direttore +dell'<i>Idea</i>, un giovanotto simpatico e gentile, che per +accompagnarci sacrificò il desinare e un articolo di +fondo che andava ruminando fin dalla mattina. Ci +mettemmo in cammino, arrivammo fino alla piazza +dell'<i>Audiencia</i>. Là il Gongora mi accennò una viuzza +tortuosa che va su per un colle, e mi disse:—Qui +comincia l'<i>Albaicin</i>;—e il signor Melchiorre toccando +una casa col bastone, soggiunse:—Qui comincia +il territorio della repubblica.—</p> + +<p>Infilammo la viuzza, passammo da quella in +un'altra, da questa in una terza, sempre salendo, +senza ch'io vedessi nulla di straordinario, per quanto +guardassi curiosamente da tutte le parti. Strade +strette, case meschine, vecchie addormentate sugli +scalini delle porte, mamme che spidocchian bambini, +cani che sbadigliano, galli che cantano e ragazzi +cenciosi che corrono e schiamazzano, e altre cose<span class="pagenum"><a name="Page_457" id="Page_457">[457]</a></span> +che si vedono in tutti i sobborghi; in quelle strade +non c'era nulla di più. Sennonchè, via via che salivamo, +l'aspetto delle case e della gente s'andava +mutando: i tetti più bassi, le finestre più rade, le +porte più piccine, gli abitanti più cenciosi. Nel mezzo +d'ogni strada correva un rigagnolo dentro un letto +in muratura all'uso arabo; qua e là, sopra le porte +e intorno alle finestre, si vedevano resti di arabeschi +e frammenti di colonnine; negli angoli delle +piazze, fontane e pozzi del tempo della dominazione +dei Mori. Ad ogni centinaio di passi che si faceva, +pareva di tornar addietro di cinquant'anni verso +l'età dei Califfi. I miei due compagni mi toccavano +tratto tratto col gomito dicendo:—Guardi quella +vecchia—Guardi quella bambina—Guardi quell'uomo.—Ed +io guardavo e dimandavo:—Che +gente è questa?—Se mi fossi trovato là all'improvviso, +avrei creduto, al veder quegli uomini e +quelle donne, di essere in un villaggio dell'Affrica; +tanto i visi, il vestire, il modo di muoversi, di parlare, +di guardare,—a così breve distanza dal centro +di Granata,—eran diversi da quelli della gente che +avevo vista fino allora. Ad ogni svoltata, mi fermavo +per guardare in volto i miei compagni, e questi mi +dicevano:—Questo non è nulla; qui siamo nella +parte civile dell'Albaicin; questo è il quartiere +<i>parigino</i> del sobborgo; andiamo oltre.</p> + +<p>Andammo oltre; le strade parevan letti di torrenti, +sentieri scavati nelle roccie, tutte rialzi, fossi, +scoscendimenti, macigni; alcune ripide da non poterci<span class="pagenum"><a name="Page_458" id="Page_458">[458]</a></span> +salire un mulo, altre strette da passarci un +uomo a stento; quali ingombre di donne e di fanciulli +seduti in terra; quali erbose e deserte e tutte +d'un aspetto squallido, selvaggio, strano, del quale +non potrebbe fornire neanco un'immagine il più +meschino dei nostri villaggi, perchè quella è una +miseria che serba l'impronta d'un'altra razza e i +colori d'un altro continente. Girammo per un labirinto +di strade, passando di tempo in tempo sotto +un grande arco arabo o per un'alta piazzuola dalla +quale si abbracciava con uno sguardo la valle immensa, +i monti coperti di neve e una parte della +città sottoposta, e arrivammo alla fine in una strada +più sassosa e più angusta di quante s'eran viste +fino allora, nella quale ci arrestammo per pigliar fiato.</p> + +<p>—Qui—mi disse il giovane archeologo—comincia +il vero Albaicin. Guardi quella casa!—Guardai; era +una casa bassa, affumicata, mezzo rovinata, con una +porta che pareva la finestra d'una cantina, dinanzi +alla quale si vedeva movere sotto un ammasso di cenci, +un gruppo, o piuttosto un mucchio di vecchie e di +bambini, che al nostro apparire alzarono gli occhi +pieni di sonno e colle mani scarne tolsero di sulla soglia +non so quali immondizie che impedivano il passo.</p> + +<p>“Entriamo,” disse l'amico.</p> + +<p>“Entrare?” domandai.</p> + +<p>Se m'avessero detto che di là da quel muro +v'era un quissimile della famosa Corte dei Miracoli +che descrisse Vittor Hugo, non avrei esitato a credere. +Nessuna porta m'aveva mai detto più imperiosamente<span class="pagenum"><a name="Page_459" id="Page_459">[459]</a></span> +di quella:—Allontanati.—Non saprei +trovarle miglior paragone di quello della bocca spalancata +d'una gigantesca strega, che mandasse un +alito pregno di miasmi pestilenziali. Ma mi feci coraggio +ed entrai.</p> + +<p>Oh meraviglia! Era il cortile d'una casa araba, +cinto di colonnine graziose, sormontato da archi leggerissimi, +con quegli indescrivibili ricami dell'Alhambra +intorno alle porticine e alle finestrine binate, +colle travi e gli assiti del soffitto scolpiti e coloriti, +colle nicchiette per i vasi dei fiori e le urne dei profumi, +col bagno nel mezzo, con tutte le traccie e i ricordi +della deliziosa vita d'una famiglia opulenta! E +in quella casa abitava quella povera gente!</p> + +<p>Uscimmo, entrammo in altre case, in tutte trovai +qualche frammento d'architettura e di scultura +araba. Il Gongora mi diceva di tratto in tratto:—Qui +c'era un Harem—Là i bagni delle donne—Lassù +la stanzina d'una favorita;—e io figgevo +gli occhi avidi su tutti i pezzi di muro rabescato e +su tutte le colonnine delle finestre, come per domandar +loro la rivelazione di qualche segreto, un nome, +una parola magica colla quale potessi ricostrurre in +un istante l'edifizio rovinato ed evocare le belle +arabe che ci eran vissute. Ma ahimè! in mezzo alle +colonne e sotto gli archi delle finestrine non si vedevano +che cenci e visi rugosi!</p> + +<p>Fra le altre case, entrammo in una dove trovammo +un gruppo di ragazze che cucivano all'ombra +d'un albero del cortile, sorvegliate da una<span class="pagenum"><a name="Page_460" id="Page_460">[460]</a></span> +vecchia. Lavoravano tutte intorno a una gran pezza +di panno a striscie nere e bigie, che mi parve un +tappeto o una coperta da letto. Mi avvicinai e domandai +a una delle cucitrici: “<i>Que es esto?</i>”</p> + +<p>Alzaron tutte la testa e con un movimento concorde +spiegarono il panno in modo che potessi veder +bene il loro lavoro. L'avevo appena visto, che gridai:—“Lo +compro.”</p> + +<p>Si misero tutte a ridere. Era un mantello da +montanaro andaluso, fatto per portarsi a cavallo, +della forma d'un rettangolo, con un'apertura nel +mezzo per farci passar la testa, ricamato in lana di +vivi colori lungo i due lati più corti, e intorno all'apertura. +Il disegno dei ricami che rappresentano +uccelli e fiori fantastici, verdi, azzurri, bianchi, rossi +e gialli, tutti in un mucchio, è rozzo, come lo potrebbe +fare un bambino; la bellezza del lavoro è +tutta nella veramente meravigliosa armonia dei colori. +Non saprei esprimere la sensazione che produce +la vista di quel mantello, se non dicendo che +ride, e che desta allegrezza; e che mi pare impossibile +l'immaginare nulla di più gaio, di più festivo, +di più fanciullescamente e graziosamente capriccioso. +È una cosa da guardare quando s'è di malumore +per rasserenarsi, o quando si vuol scrivere una strofa +gentile per l'albo d'una signora, o quando s'aspetta +una persona che si vuol ricevere col più piacevole +dei nostri sorrisi.</p> + +<p>“Quando saranno finiti questi ricami?” domandai +a una delle ragazze.<span class="pagenum"><a name="Page_461" id="Page_461">[461]</a></span></p> + +<p>“<i>Hoy mismo,</i>” (oggi stesso) risposero tutte in coro.</p> + +<p>“E quanto vale questo mantello?”</p> + +<p>“<i>Cinco....</i>” balbettò una.</p> + +<p>La vecchia la fulminò con un'occhiata che voleva +dire:—Citrulla!—e rispose in fretta: “<i>Seis duros.</i>”</p> + +<p>Sei <i>duros</i> sono trenta lire; non mi parve molto; +e misi la mano al portamonete.</p> + +<p>Il Gongora slanciandomi uno sguardo che voleva +dire:—Minchione,—e trattenendomi pel braccio +disse: “Un momento! <i>Seis duros</i> sono uno sproposito!”</p> + +<p>La vecchia gli lanciò un'altra occhiata che voleva +dire:—Brigante!—e rispose: “Non posso darlo +a meno.”</p> + +<p>Il Gongora le diede un altro sguardo che voleva +dire:—Bugiarda;—e disse: “Andiamo, lo potete +dare a quattro <i>duros</i>; alla gente del paese non chiedete +di più.”</p> + +<p>La vecchia insistè, e continuammo per un po' a +scambiarci cogli occhi i titoli di minchione, di gabbamondo, +di guastamestieri, di bugiardo, di avaro, +di sciupone, finchè il mantello mi fu dato per cinque +<i>duros</i>; pagai, lasciai il mio indirizzo, ed uscimmo +benedetti e raccomandati a Dio dalla vecchia, e seguiti +per un buon tratto dai grandi occhi neri delle +ricamatrici.</p> + +<p>E continuammo ad andare di strada in strada, +in mezzo a case di più in più meschine, a visi di +più in più neri, a cenci di più in più luridi. E non +s'arrivava mai alla fine, e io dicevo ai miei compagni:<span class="pagenum"><a name="Page_462" id="Page_462">[462]</a></span> +“Mi fanno la finezza di dirmi se Granata ha +dei confini, e dove li ha? Si può sapere dove andiamo, +e come si farà per tornare a casa?” e i +miei compagni ridevano e tiravano innanzi.</p> + +<p>“O che c'è da vedere ancora qualcosa di più +strano?” dimandai a un certo punto.</p> + +<p>“Di più strano?” mi rispose un dei due: “Ma +questa seconda parte del borgo che lei ha veduta appartiene +ancora alla civiltà; è il quartiere se non <i>parigino</i> +almeno <i>madrileno</i> dell'Albaicin; e c'è ben altro; +andiamo oltre.”</p> + +<p>Si percorse una lunghissima strada sparsa di +donne appena vestite che ci guardavano come gente +piovuta dalla luna; si attraversò una piazzetta piena +di bambini e maiali amichevolmente confusi; si +passò per altre due o tre stradicciuole, ora salendo, +ora scendendo, ora in mezzo alle case, ora in mezzo +alle macerie, ora tra gli alberi, ora tra le roccie, e +si arrivò finalmente in un luogo solitario, sul fianco +d'una collina, di dove si vedeva, in faccia il Generalife; +a destra l'Alhambra; sotto, una valle profonda +coperta d'un foltissimo bosco.</p> + +<p>Cominciava a imbrunire, non si vedeva nessuno, +non si sentiva una voce.</p> + +<p>“Qui finisce il borgo?” domandai.</p> + +<p>I due compagni risero e mi dissero: “Guardi +da quella parte.”</p> + +<p>Mi voltai e vidi lungo una strada che si perdeva +nel bosco lontano, una sterminata fila di case.... di +case? di tane scavate nella terra, con un po' di<span class="pagenum"><a name="Page_463" id="Page_463">[463]</a></span> +muro dinanzi, con buchi per finestre e screpolature +per porte, e piante selvatiche d'ogni specie di sopra +e dai lati; veri covi di belve, nei quali, al chiarore +di lumicini appena visibili, formicolavano i gitani a +centinaia; un popolo brulicante nelle viscere del monte, +più povero, più nero, più selvaggio di quello visto +fino allora; un'altra città, sconosciuta alla maggior +parte dei Granatini, inaccessibile agli agenti della +polizia, chiusa agli impiegati del censimento, ignara +d'ogni legge e d'ogni governo, vivente non si sa come, +numerosa non si sa quanto, straniera alla città, alla +Spagna, alla civiltà moderna, con linguaggio e statuti +ed usi proprii, superstiziosa, falsa, ladra, accattona, +feroce.</p> + +<p>“S'abbottoni il soprabito e badi all'orologio,” +mi disse il Gongora; “e andiamo avanti.”</p> + +<p>Non avevamo fatto cento passi quando un ragazzo +seminudo, nero come le pareti del suo tugurio, ci +scorse, gettò un grido, e facendo cenno ad altri ragazzi +che lo seguissero, si slanciò verso di noi; dietro +i ragazzi accorsero le donne; dietro le donne, gli +uomini; e poi vecchie e vecchi e altri bambini; e in +men che non si dice fummo circondati da una folla. +I miei due amici, riconosciuti come Granatini, riuscirono +a mettersi in salvo; rimasi io solo nelle péste. +Mi pare di vedere ancora quei ceffi, di udire ancora +quelle voci, di sentirmi ancora addosso quelle mani. +Gesticolando, gridando, dicendo mille cose che io non +capivo, tirandomi per le falde, pel panciotto, per le +maniche, mi si stringevano addosso come un branco<span class="pagenum"><a name="Page_464" id="Page_464">[464]</a></span> +d'affamati, mi alitavan nel viso, mi mozzavano il +respiro. Eran la più parte seminudi, macilenti, colle +camicie che cadevano a brani, coi capelli scarmigliati +e polverosi, orribili a vedersi; mi pareva d'esser Don +Rodrigo in mezzo alla folla degli appestati in quel +famoso sogno della notte d'agosto. Che vuole questa +gente? mi domandavo; dove mi son lasciato condurre? +Come uscirò di qui? Provavo quasi un senso +di paura e guardavo intorno con inquietudine. A poco +a poco cominciai a capir qualcosa.</p> + +<p>—Io ho una piaga in una spalla,—mi diceva +uno;—non posso lavorare; mi dia qualche soldo.</p> + +<p>—Io ho una gamba rotta,—diceva un altro.</p> + +<p>—Io ho un braccio paralitico.</p> + +<p>—Io ho fatto una lunga malattia.</p> + +<p>—<i>Un cuarto, señorito!</i></p> + +<p>—<i>Un real, caballero!</i></p> + +<p>—<i>Una peceta para todos!</i></p> + +<p>Quest'ultima voce fu accolta con un grido generale +d'approvazione:—<i>Una peceta para todos!</i> (Una +lira per tutti).</p> + +<p>Tirai fuori, con un po' di trepidazione, il portamonete; +tutti si alzarono sulla punta dei piedi; i più +vicini ci misero il mento dentro; quei di dietro misero +il mento sulla testa dei primi; i più lontani +stesero le braccia.</p> + +<p>“Un momento,” gridai; “chi è fra tutti voi altri +colui che ha più autorità?”</p> + +<p>Tutti ad una voce, tendendo le braccia verso una +sola persona, mi risposero: “<i>Esta!</i>”<span class="pagenum"><a name="Page_465" id="Page_465">[465]</a></span></p> + +<p>Era una spaventevole vecchia tutta naso e tutta +mento, con un gran ciuffo di capelli bianchi ritto sul +capo a modo di pennacchio, con una bocca che pareva +la buca delle lettere, con poco più d'una camicia +addosso, nera, incartapecorita, mummificata; +la quale mi si avvicinò inchinandosi e sorridendo, e +tendendo le mani per afferrare le mie.</p> + +<p>“Che volete?” domandai facendo un passo indietro.</p> + +<p>“<i>La ventura!</i>” gridarono tutti.</p> + +<p>“Ditemi dunque la ventura,” risposi tendendo +la mano.</p> + +<p>La vecchia strinse fra le sue dieci, non dico dita, +ma ossi informi, la mia povera mano, vi posò su il +suo naso aguzzo, rialzò il capo, mi guardò fisso, appuntò +il dito verso di me, e dondolandosi e fermandosi +ad ogni frase, come se recitasse delle strofette, +mi disse con accento ispirato:</p> + +<p>—<i>Tu has nacido en un dia señalado.</i>—(Tu sei +nato in un giorno segnalato.)</p> + +<p>—<i>Y el dia que morirás será un dia señalado +tambien.</i>—(E il giorno che morirai sarà pure un +giorno segnalato.)</p> + +<p>—<i>Tu tienes un caudal asombroso.</i>—(Possiedi ricchezze +spaventose.)</p> + +<p>Qui borbottò non so che d'amanti, di matrimonio, +di felicità, onde capii che supponeva ch'io fossi +ammogliato, e poi soggiunse:</p> + +<p>—<i>El dia que te casaste hubo en tu casa muchos dares +y tomares.</i>—(Il giorno che ti ammogliasti si fecero +grandi feste in casa tua: vi furono molti <i>dare</i> e <i>pigliare</i>.)<span class="pagenum"><a name="Page_466" id="Page_466">[466]</a></span></p> + +<p>—<i>Y otra se quedó llorando.</i>—(E un'altra donna +ne pianse.)</p> + +<p>—<i>Y cuando tu la vees te se abren las alas del +corazon.</i>—(E quando tu la vedi ti si aprono le ali +del cuore.)</p> + +<p>E avanti su questo tenore, dicendo che avevo +amanti e amici e tesori e gioie che m'aspettavano +tutti i giorni dell'anno in tutti i paesi del mondo. +Mentre la vecchia parlava, tutti tacevano, come se +credessero che profetasse davvero. Chiuse finalmente +la profezia con una formola di commiato, e chiuse +la formola allargando le braccia e spiccando un +salto in un atteggiamento di danza. Io diedi la <i>peceta</i>, +e la folla proruppe in grida, in applausi, in +canti, facendomi intorno mille strani gesti e salti, e +salutandomi a spintoni e a colpi di mano sulla spalla +come un vecchio amico, finchè, a forza di divincolarmi +e di urtare ora l'uno ora l'altro, riuscii ad +aprirmi un varco e a raggiungere gli amici. Ma un +nuovo pericolo ci minacciava. La notizia dell'arrivo +d'uno straniero s'era sparsa, le tribù s'erano mosse, +la città dei gitani era tutta in rumore; dalle case +vicine, dai tugurii lontani, dall'alto della collina, dal +fondo della valle, accorrevano ragazzi, donne coi +bimbi in collo, vecchi col bastone, storpi e malati +impostori, profetesse settuagenarie che volevano dir +la ventura; un esercito di pezzenti ci veniva addosso +da ogni parte. Era notte; non c'era da esitare; pigliammo +la corsa, come scolaretti, alla volta della +città. Allora ci scoppiò alle spalle un gridío di casa<span class="pagenum"><a name="Page_467" id="Page_467">[467]</a></span> +del diavolo e i più lesti si misero ad inseguirci. Grazie +al cielo, dopo una breve galoppata, ci trovammo al +sicuro, stanchi, ansanti, coperti di polvere; ma salvi.</p> + +<p>“A qualunque costo,” mi disse ridendo il signor +Melchiorre, “bisognava scappare; se no si sarebbe +tornati a casa senza camicia.”</p> + +<p>“E noti,” soggiunse il Gongora, “che non abbiamo +veduto che le porte del borgo dei gitani; la +parte civile; non si può dire il Parigi, nè il Madrid; +ma almeno la Granata dell'Albaicin; se fossimo andati +oltre! se lei avesse veduto il resto!”</p> + +<p>“Ma quante migliaia sono questa gente?” domandai.</p> + +<p>“Non si sa.”</p> + +<p>“In che modo vivono?”</p> + +<p>“Non si capisce.”</p> + +<p>“Che autorità riconoscono?”</p> + +<p>“Una sola: <i>los reyes</i> (i re), capi delle famiglie +o delle case, quelli che hanno più danari e più anni. +Essi non escon mai dal loro borgo, non sanno nulla, +vivono al buio di tutto ciò che accade fuor della +cerchia delle loro case. Le dinastie cadono, i governi +si trasformano, gli eserciti si battono, ed è un miracolo +se ne giunge la notizia fino al loro orecchio. +Domandi loro se Isabella è ancora sul trono o no: +non lo sanno. Domandi loro chi è Don Amedeo: non +ne hanno mai inteso il nome. Nascono e muoiono +come le mosche, e vivono come secoli fa, moltiplicandosi +senza uscire dai propri confini; ignoranti e +ignorati, non vedendo altro in tutta la loro vita fuor<span class="pagenum"><a name="Page_468" id="Page_468">[468]</a></span> +che la valle che s'apre sotto i loro piedi e l'Alhambra +che torreggia sul loro capo.”</p> + +<p>Ripassammo per tutte le strade percorse prima, +ora deserte ed oscure, e mi pareva che non finissero +mai; e sali e scendi e svolta e gira e rigira; finalmente +s'arrivò nella piazza dell'<i>Audiencia</i>, in mezzo +alla città di Granata, nel mondo civile. Alla vista +dei caffè e delle botteghe illuminate, provai un senso +di piacere, come se fossi tornato alla vita cittadina +dopo un anno di soggiorno in una landa disabitata.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La sera del dì dopo partii per Valenza. Mi ricordo +che pochi momenti prima di partire, dovendo +pagare il conto dell'albergo, osservai al padrone che +nella nota c'era segnata una candela di più, e gli +domandai ridendo: “Me la toglie?” Il padrone +afferrò la penna, e togliendo venti centesimi dal totale +della somma, rispose con voce che voleva parer +commossa:</p> + +<p>“Diavolo! fra Italiani!....”<span class="pagenum"><a name="Page_469" id="Page_469">[469]</a></span></p> + + + +<hr class="double" /> +<h2><a name="XIII" id="XIII"></a>XIII.<br /><br /> + +VALENZA.</h2> + + +<p>Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto <i>de +un tiron</i>, come si dice in Spagna, o d'un fiato, è +uno di quegli spassi che un uomo ragionevole si piglia +una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar, +villaggio posto sulla riva sinistra del Guadalquivir +tra Iaen e Andujar, è una nottataccia di diligenza; +da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una mezza +giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza +tendine, in mezzo a pianure nude come la palma +della mano, con quel po' po' di sole; e dall'Alcazar +di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una +serata che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando +il treno, è un'altra notte e un'altra mattinata, +per arrivar poi alla sospirata città sul punto +di mezzogiorno quando la natura, come direbbe +Emilio Praga, raccapriccia all'orrida idea che ci +siano ancor quattro mesi di estate.</p> + +<p>Ma bisogna dire che il paese che si percorre sul +principio e sulla fine di questo viaggio è così bello<span class="pagenum"><a name="Page_470" id="Page_470">[470]</a></span> +che se si fosse capaci di un sentimento gentile quando +si casca dal sonno e si va in acqua dal caldo, ci sarebbe +da andare mille volte in visibilio. È un viaggio di +vedute inaspettate, di cambiamenti improvvisi, di +contrasti stravaganti, di colpi di scena, per così dire, +della natura, di trasformazioni meravigliose e fantastiche, +che lascia nella mente non so che vaga illusione +d'aver percorso, non un tratto della Spagna, +ma tutto un meridiano della terra, a traverso i paesi +più disparati. Dalla <i>vega</i> di Granata, che attraversate +al lume della luna, quasi aprendovi la via fra +i boschi e i giardini, in mezzo a una vegetazione +pomposa che par che vi s'affolli intorno come un +mare gonfiato per avvolgervi ed inghiottirvi nei suoi +cavalloni di verzura; riuscite in mezzo a monti brulli +e dirupati ove non si vede traccia d'abitazione umana, +rasentate l'orlo dei precipizii, costeggiate le rive dei +torrenti, scorrete in fondo ai burroni, vi par di esservi +smarriti in un labirinto di roccie. Di qui riuscite +un'altra volta in mezzo alle colline verdi e ai campi +fioriti dell'alta Andalusia, e poi tutto a un tratto +spariscon campi e colline, e vi trovate in mezzo alle +montagne di pietra della Sierra Morena, che vi pendon +da ogni parte sul capo e vi chiudon tutt'intorno l'orizzonte +come le pareti d'un abisso immenso. Uscite +dalla Sierra Morena, vi si stendon davanti le deserte +pianure della Mancia; uscite dalla Mancia, v'inoltrate +nella florida pianura d'Almansa, svariata d'ogni maniera +di coltivazioni, che presenta l'aspetto d'un vastissimo +tappeto a scacchiere dipinto di tutte le sfumature<span class="pagenum"><a name="Page_471" id="Page_471">[471]</a></span> +di verde che possano uscire dalla tavolozza +d'un paesista. E finalmente di là dalla pianura d'Almansa, +s'apre un'oasi deliziosa, una terra benedetta +da Dio, un vero paradiso terrestre, il regno di Valenza; +dai confini del quale fino alla città, si trascorre +in mezzo ai giardini, ai vigneti, a folte macchie +d'aranci, a villette bianche coronate di terrazze, +a villaggi allegri dipinti di vivi colori, a gruppi, a +filari, a boschetti di palme, di melagrani, di aloè, a +canneti di zucchero, a sterminate siepi di fichi d'India, +a lunghe catene di collinette e di poggi di forma +conica, coltivati a orticelli, a giardinetti, ad aiuoline, +scaccheggiati minutamente di cima in fondo e variopinti +come grandi mazzi di erbe e di fiori; e +per tutto una vegetazione ardente, che colma ogni +vuoto, che soverchia ogni altezza, che veste ogni sporgenza, +che s'alza, che spenzola, che striscia, che si +pigia, s'ammucchia, s'intralcia, vi impedisce la vista, +vi chiude la strada, vi abbarbaglia di verde, vi stanca +di bellezza, vi confonde coi suoi capricci e le sue +follie, e vi fa l'effetto come d'una figliazione improvvisa +della terra accesa d'una febbre voluttuosa dal +fuoco d'un vulcano segreto.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Il primo edifizio che dà nell'occhio entrando in +Valenza, è un immenso Circo di tori, situato a destra +della strada ferrata, formato da quattro ordini +sovrapposti di archi sorretti da robusti pilastri, tutto +di mattoni, arieggiante, alla lontana, il Colosseo. È +il Circo dei tori, dove il quattro settembre del 1871<span class="pagenum"><a name="Page_472" id="Page_472">[472]</a></span> +il re Amedeo al cospetto di diciassette mila persone +strinse la mano al celebre <i>torero</i> soprannominato +il Tato, monco d'una gamba, che, essendo direttore +dello spettacolo, aveva chiesto il permesso d'andargli +a presentare i suoi omaggi nel palco. Valenza è tutta +piena di ricordi del duca d'Aosta. Il sacrestano della +cattedrale possiede un cronometro d'oro, colle sue iniziali +in diamanti, e una catena imperlata, regalatagli +da lui quando andò a pregare nella capella di <i>Nuestra +Señora de los Desamparados</i>. Nell'Ospizio di +questo nome i poveri si ricordano d'aver un giorno +ricevuto dalla mano sua il loro pane quotidiano. +Nell'opificio di musaici di un tal Nolla si conservan +due mattoni, sull'uno dei quali egli incise di suo +pugno il proprio nome, e sull'altro il nome della +regina. Nella piazza di Tetuan il popolo addita la +casa del conte di Cervellon, nella quale ei fu ospitato; +che è la casa medesima dove Ferdinando VII +firmò nel 1814 i decreti che annullavano la Costituzione, +dove abdicò la regina Cristina nel 1840, dove +passò alcuni giorni la regina Isabella nell'anno 1858. +Infine, non v'è angolo della città nel quale non si +possa dire: qui strinse la mano a un popolano; qui +visitò un opificio, qui passò a piedi, lontano dal suo +seguito, circondato da una folla, fiducioso, sereno, +sorridente.</p> + +<p>E fu appunto Valenza, poichè sono a parlare del +duca d'Aosta, fu Valenza la città nella quale una bambina +di cinque anni, recitandogli dei versi, toccò quel +terribile argomento del <i>Rey extranjero</i> colle più nobili<span class="pagenum"><a name="Page_473" id="Page_473">[473]</a></span> +e più sensate parole che si sian forse pronunziate in +Spagna da parecchi anni a questa volta; parole che +se tutta la Spagna avesse raccolte e meditate, forse +ella si sarebbe risparmiate molte delle calamità +che l'hanno colpita e che l'aspettano; parole che +forse, un giorno, qualche spagnuolo rammenterà sospirando, +e che già fin d'ora traggono dagli avvenimenti +una luce meravigliosa di verità e di bellezza. +E poichè i versi son gentili e facili, io li trascrivo. +La poesia è intitolata <i>Dio e il Re</i>, e dice così:</p> + +<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Dios, en todo soberano,<br /></span> +<span class="i0">Creò un dia á los mortales,<br /></span> +<span class="i0">Y á todos nos hizo<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> iguales<br /></span> +<span class="i0">Con su poderosa mano.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">No reconoció Naciones<br /></span> +<span class="i0">Ni colores ni matices<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a><br /></span> +<span class="i0">Y en ver los hombres felices<br /></span> +<span class="i0">Cifró sus aspiraciones.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">El Rey, che su imágen es,<br /></span> +<span class="i0">Su bondad debe imitar<br /></span> +<span class="i0">Y el pueblo no ha de indagar<br /></span> +<span class="i0">Si es aleman ó francés.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">¿Porqué con ceño<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a> iracundo<br /></span> +<span class="i0">Rechazarle<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a> siendo bueno?<br /></span> +<span class="i0">Un Rey de bondades lleno<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a><br /></span> +<span class="i0">Tiene por su patria el mundo.<br /></span> +<span class="i0"><a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a><br /></span> +<span class="i0">Vino de nacion estraña<br /></span> +<span class="i0">Cárlos Quinto emperador,<br /></span> +<span class="i0">Y conquistó su valor<br /></span> +<span class="i0">Mil laureles para España.<span class="pagenum"><a name="Page_474" id="Page_474">[474]</a></span><br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">Y es un recuerdo glorioso<br /></span> +<span class="i0">Aunque en guerra cimentado,<br /></span> +<span class="i0">El venturoso reinado<br /></span> +<span class="i0">De Felipe el Animoso.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">Hoy el tercero sois Vos<br /></span> +<span class="i0">Nacido en estraño suelo<br /></span> +<span class="i0">Que viene á ver nuestro cielo<br /></span> +<span class="i0">Puro destello de Dios.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">Al rayo de nuestro sol<br /></span> +<span class="i0">Sed bueno, justo y leal,<br /></span> +<span class="i0">Que á un Rey bueno y liberal<br /></span> +<span class="i0">Adora el pueblo español.<br /></span> +</div><div class="stanza"> +<span class="i0">Y á vuestra frente el trofeo<br /></span> +<span class="i0">Ceñid<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a> de perpetua gloria,<br /></span> +<span class="i0">Para que diga la historia<br /></span> +<span class="i0">—Fué grande el Rey Amadeo.—»<br /></span> +</div></div> + +<p>Oh povera ragazzina, quante cose saggie hai detto +tu, e quante cose insensate hanno fatto gli altri!</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La città di Valenza, se vi s'entra ripensando +alle ballate dei poeti che ne cantarono le meraviglie, +non pare che risponda alla bella immagine che ce +n'eravamo formata nella mente; e d'altra parte +non offre quell'aspetto sinistro al quale ci si prepara, +se si bada alla sua giusta fama di città turbolenta, +battagliera, fomentatrice di guerre civili e +piuttosto vaga dell'odor della polvere che della fragranza +dei suoi boschetti d'aranci. È una città costrutta +sur una vasta e florida pianura, sulla riva +destra del Guadalaviar, che la separa dai suoi sobborghi, +un po' lontana dalla rada che le serve di<span class="pagenum"><a name="Page_475" id="Page_475">[475]</a></span> +porto, tutta strade tortuose, fiancheggiate da case +alte, sgraziate e multicolori, e però di men gradevole +aspetto che le strade delle città andaluse, e +prive affatto di quella vaga aria orientale che muove +così caramente la fantasia. Sulla riva sinistra del +fiume si stende uno stupendo passeggio formato da +maestosi viali e da bei giardini, al quale si giunge +uscendo dalla città per la porta del Cid, fiancheggiata +da due grosse torri merlate, chiamata col +nome dell'eroe perchè per essa egli passò nel 1094 +dopo avere scacciato i Mori da Valenza. La cattedrale, +costrutta in uno spazio dove sorse un tempio +a Diana al tempo dei Romani, poi una chiesa a +San Salvatore al tempo dei Goti, poi una moschea +al tempo degli Arabi, convertita daccapo in chiesa +dal Cid, mutata una seconda volta in moschea dagli +Arabi nel 1101, e per una terza volta in chiesa +dal re Don Iaime dopo la cacciata definitiva degli +invasori, è un vasto edifizio, straricco di ornamenti +e di tesori; ma che non può reggere il confronto +colla maggior parte delle altre cattedrali spagnuole. +V'hanno parecchi palazzi degni di esser visti, come +il palazzo dell'<i>Audiencia</i>, che è un bel monumento +del decimosesto secolo, nel quale si radunavano le +Cortes del regno di Valenza; la <i>casa de ayuntamiento</i>, +costrutta tra il secolo XV e il XVI, nella +quale si conserva la spada di Don Iaime, le chiavi +della città e la bandiera dei Mori; e sopra tutti +la <i>Lonja</i>, la Borsa dei negozianti, per la sua celebre +sala formata da tre grandi navate divise da<span class="pagenum"><a name="Page_476" id="Page_476">[476]</a></span> +ventiquattro colonne torte sulle quali s'incurvano +con uno slancio ardito gli archi leggieri delle vôlte, +e l'occhio riceve da quell'architettura una gradevole +impressione di gaiezza e d'armonia. E infine +v'è un museo di pittura che non è tra gli ultimi +di Spagna.</p> + +<p>Ma a dire il vero in quei pochi giorni ch'io rimasi +a Valenza aspettando un bastimento, ebbi più +il capo alla politica che all'arte. Ed esperimentai +la verità delle parole che prima di partir dall'Italia +avevo inteso dire da un illustre italiano, il quale +conosce la Spagna come casa sua: «Lo straniero che +vive, anche per breve tempo, in Ispagna, è condotto +a poco a poco, senza quasi ch'ei se n'accorga, a +scaldarsi il sangue e a beccarsi il cervello sulla politica, +come se la Spagna fosse il suo paese, o le +sorti del suo paese pendessero dalle sorti della Spagna. +Le passioni son tanto ardenti, la lotta è così +accanita, e in questa lotta è sempre così apertamente +in giuoco l'avvenire, la salute, la vita della +nazione, che non è possibile, a chi nulla nulla sia latino +d'immaginazione e di fibra, il rimaner spettatore indifferente. +Bisogna agitarsi, parlar nei crocchi, pigliar +sul serio le elezioni, imbrancarsi nella folla che +fa le dimostrazioni politiche, rompersi con qualche +amico, formarsi una società di gente che la pensi +come noi, e farsi, in una parola, spagnuolo fino al +bianco dell'occhio. E via via che si diventa spagnuoli, +si scorda l'Europa, come se fosse agli Antipodi, e +si finisce col non veder più che la Spagna, come se<span class="pagenum"><a name="Page_477" id="Page_477">[477]</a></span> +la governassimo noi, e tutti i suoi interessi fossero +nelle nostre mani.» Così è, e così m'avvenne. In +quei pochi giorni era naufragato il Ministero conservatore, +e i radicali avevano il vento in poppa; la Spagna +era tutta in ribollimento; cadevano governatori, +generali, impiegati di tutti i gradi e di tutte le amministrazioni; +una folla di gente nuova irrompeva +negli uffizi dei ministeri gettando grida d'allegrezza; +lo Zorilla doveva inaugurare un'èra nuova di prosperità +e di pace; Don Amedeo aveva avuto un'ispirazione +dal cielo; la libertà aveva vinto; la Spagna +era salva. Anch'io, sentendo suonar la banda dinanzi +alla casa del nuovo governatore, sotto un bel cielo +stellato, in mezzo al popolo allegro, ebbi un barlume +di speranza che il trono di Don Amedeo potesse finalmente +allargar le radici, e mi rammaricai d'essere +stato troppo facile a pronosticar male. E quella commedia +che rappresentava lo Zorilla nella sua villa +quando non voleva a nessun costo accettare la presidenza +del Ministero, e rimandava indietro amici e +deputazioni, e finalmente, spossato dal continuo dir +di no, cadeva in deliquio dicendo di sì, mi dava, +allora, un alto concetto della fermezza del suo carattere, +e mi induceva a bene augurare del nuovo +Governo. E dicevo tra me ch'era un peccato partir +dalla Spagna allora che l'orizzonte si faceva azzurro +e il palazzo reale di Madrid si tingeva di color di +rosa. E già ventilavo il disegno di tornare a Madrid +per goderci la soddisfazione di poter mandare in +Italia delle notizie consolanti, le quali m'avrebbero<span class="pagenum"><a name="Page_478" id="Page_478">[478]</a></span> +fatto perdonare l'imprudenza che avevo avuto fino +allora di non dire delle bugie. E ripetevo i versi +del Prati:</p> + +<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza"> +<span class="i0">«Oh qual destin t'aspetta<br /></span> +<span class="i0">Aquila giovinetta!»<br /></span> +</div></div> + +<p class="noi">e salvo un po' di gonfiezza negli appellativi, mi pareva +che racchiudessero una profezia, e immaginavo +di vedere il poeta in piazza Colonna, a Roma, e di +corrergli incontro per dargli il mi rallegro e serrargli +la mano....</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>La più bella cosa a vedersi in Valenza è il mercato. +I contadini valenzani sono di tutta la Spagna +i più artisticamente e bizzarramente vestiti. Per fare +una bella figura in mezzo alle maschere dei nostri +veglioni, non avrebbero che da entrare in teatro tal +quale si trovano i giorni di festa e di mercato per +le strade di Valenza e per le vie della campagna. +Al vedere i primi così vestiti, vien da ridere, e non +si può credere in nessuna maniera che sian contadini +spagnuoli. Hanno non so che aria di greci, di +beduini, di giuocatori di pallone, di danzatori di +corda, di donne mezzo spogliate per andare a letto, +di comparse da tragedia non finite di vestire, di gente +faceta che voglia far ridere a spese sue. Hanno una +camicia bianca ed ampia che tien luogo di giacchetta, +un panciottino di velluto di vario colore aperto sul +petto, un par di calzoni di tela, della forma di quei +degli zuavi, che non arrivano al ginocchio, e paion<span class="pagenum"><a name="Page_479" id="Page_479">[479]</a></span> +mutande di donna, e svolazzano come le gonnelline +d'una ballerina; una fascia rossa o azzurra intorno +alla vita; una specie di uose di lana bianca, ricamate, +che lascian vedere il ginocchio nudo; un par +di sandali di corda come i contadini catalani; e per +copertura della testa, che portan quasi tutti rapata +come i chinesi, un fazzoletto rosso, o turchino, o +giallo, o bianco, avvolto a modo di cartoccio e annodato +sulle tempie o sulla nuca; sul quale metton +qualche volta un cappelletto di velluto, di forma +simile a quello che s'usa nelle altre provincie di +Spagna. Quando vanno in città portan quasi tutti +sulle spalle o sul braccio, ora a guisa di scialle, ora +di mantellina, ora di ciarpa, una capa di lana, lunga +e stretta, a striscie di vivissimi colori, per lo più +bianco e rosso, ornata di fiocchi di frangie e di +rosette. L'aspetto che presenta una piazza dove +siano raccolti qualche centinaio di uomini così vestiti, +è facile a immaginare; è una scena carnevalesca; +una festa, un tumulto di colori che mette +allegrezza come la musica d'una banda; uno spettacolo +nello stesso tempo ciarlatanesco, gentile, pomposo +e ridicolo; al quale i volti accigliati e gli atteggiamenti +maestosi, che distinguono i contadini +valenziani, aggiungono una sfumatura di gravità che +ne accresce la stravagante bellezza.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Se v'è un proverbio insolente e bugiardo, è quell'antico +proverbio spagnuolo che dice: in Valenza +la carne è erba, l'erba è acqua, gli uomini son<span class="pagenum"><a name="Page_480" id="Page_480">[480]</a></span> +donne e le donne nulla. Lasciando da parte quella +della carne e dell'erba, ch'è un bisticcio, gli uomini, +specie del basso popolo, sono alti e robusti +ed hanno un aspetto ardito quanto i catalani e +gli aragonesi, con qualcosa di più vivo e di più luminoso +negli occhi; e le donne sono per consentimento +di tutti gli Spagnuoli e di quanti stranieri +hanno viaggiato in Spagna, le più classicamente +belle del paese. I valenziani, i quali sanno che la +costa orientale della penisola fu prima occupata +dai Greci e dai Cartaginesi, dicono: è chiaro! +<i>Aqui se quedó el tipo de la belleza griega.</i> (Qui rimase +il tipo della bellezza greca.) Io non ardisco +dire nè sì nè no, perchè il definire la bellezza delle +donne d'una città in cui si son passate alcune ore, +mi parrebbe una licenza da compilatore di <i>Guide</i>. +Ma è facile accorgersi d'una differenza recisa che +corre tra la bellezza delle andaluse e la bellezza +delle valenziane. La valenziana è più alta di statura, +più grassoccia, meno bruna, e ha tratti più regolari, +e occhi più soavi, e andatura e atteggiamenti più +matronali. Non è un pepino come l'andalusa, che fa +sentire il bisogno di mordersi un dito quasi per sedare +la subita e disordinata insurrezione di desiderii +capricciosi che ci si desta dentro alla sua vista; ma +è una donna che si guarda con un sentimento di +più tranquilla ammirazione, e mentre si guarda, come +dice dell'Apollo del Belvedere il La Harpe, <i>notre tête +se relève, notre maintien s'ennoblit</i>; e invece di fantasticare +una casetta andalusa per nasconderla agli<span class="pagenum"><a name="Page_481" id="Page_481">[481]</a></span> +occhi del mondo, si desidera un palazzo di marmo +per accogliervi dame e cavalieri che vengano a renderle +omaggio.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>A sentir gli altri Spagnuoli, il popolo Valenziano +è feroce e crudele oltre ogni immaginazione. Chi vuol +disfarsi d'un nemico, trova l'uomo servizievole che, +per pochi scudi, s'incarica della bisogna colla indifferenza +con cui accetterebbe la Commissione di +portare una lettera alla posta. Un contadino valenziano +che si trovi ad avere il fucile tra le mani +mentre passa uno sconosciuto per una strada solitaria, +dice al compagno:—<i>Voy à ver si acierto,</i>—(Vediamo +se tiro giusto,) e piglia la mira e spara. +Si racconta questa che, da quanto mi fu assicurato, è +storica e seguì non molti anni sono. Nelle città e nei +villaggi della Spagna i ragazzi ed i giovanotti del popolo +soglion giocar fra loro, com'essi dicono, ai tori. +Uno fa il toro e dà le capate; un altro, con un bastone +stretto sotto l'ascella, a modo di lancia, portato +a cavalluccio da un terzo che rappresenta il +cavallo, respinge gli assalti del primo. Una volta una +brigata di giovani valenziani pensarono di far questo +gioco con qualche novazione che gli desse un +po' più di somiglianza alle vere cose dei tori, e procurasse +agli spettatori e agli artisti un po' più di +emozione che i giuochi consueti; e la novazione fu +di sostituire al bastone un lungo coltello aguzzato e +affilato, una di quelle formidabili <i>navajas</i> che abbiamo +viste a Siviglia e di darne all'uomo che faceva<span class="pagenum"><a name="Page_482" id="Page_482">[482]</a></span> +la parte di toro, due altre un po' più corte, le +quali, tenute ferme da una parte e l'altra del capo, tenesser +luogo di corna. Incredibile, ma vero! Si fece il +gioco a coltellate, si sparse un lago di sangue, parecchi +furono uccisi, altri feriti a morte, altri malconci, +senza che il gioco si convertisse in rissa, senza che le +regole dell'arte fossero una volta violate, senza che +alcuno levasse la voce per far cessare la strage!</p> + +<p><i>Relata refero</i>, e son ben lontano dal credere tutto +ciò che dei valenziani si dice; ma è certo che a Valenza +la sicurezza pubblica, se non è un mito, come +dicono poeticamente le nostre gazzette parlando delle +Romagne e della Sicilia, non è neanco il primo dei +beni che vi si goda, dopo quello della vita. Me ne +persuasi la prima sera del mio soggiorno in quella +città. Non sapevo andare al porto, credevo che fosse +vicino, dimandai a una bottegaia per dove dovevo +passare. Gettò un grido di meraviglia.</p> + +<p>“Al porto vuol andare, <i>caballero</i>?”</p> + +<p>“Al porto.”</p> + +<p>“<i>Ave Maria purisima</i>, al porto a quest'ora?” +E si voltò verso un crocchio di donne che stavan +accanto alla porta dicendo in dialetto valenzano:</p> + +<p>“Donne, rispondetegli voi per me: questo signore +mi domanda per dove si passa per andare al porto!”</p> + +<p>Le donne risposero ad una voce: “Dio lo guardi!”</p> + +<p>“Ma da che?”</p> + +<p>“Non si fidi!”</p> + +<p>“Ma per che ragione?”</p> + +<p>“Per mille ragioni.”<span class="pagenum"><a name="Page_483" id="Page_483">[483]</a></span></p> + +<p>“Ditene una.”</p> + +<p>“Potrebb'essere assassinato.”</p> + +<p>Mi bastò una ragione sola, come ognuno può capire; +e non cercai più in là.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p>Del resto, a Valenza come altrove, per quel poco +commercio ch'ebbi colla gente, non trovai che cortesia, +come straniero, e come italiano, un'accoglienza +amichevole, anche da coloro che non volevan sentir +parlare di re stranieri in genere, e di principi di +Casa Savoia in specie, e ch'erano i più; ma che mi +usavano la finezza di dirmi prima:—non tocchiamo +questa corda.—Allo straniero che, richiesto di dove +sia, risponde:—Son francese,—fanno un sorriso +garbato come per dire:—Ci conosciamo.—A quegli +che risponde:—Son tedesco od inglese,—fanno +un leggero cenno col capo come per dire:—M'inchino;—a +quegli che risponde:—Sono italiano!—porgon +la mano con un atto vivace, come se volessero +dire:—Siamo amici,—e lo guardano con un'aria +di curiosità come si guarda per la prima volta una +persona della quale si sia inteso dire che ci somiglia, +e sorridono piacevolmente al sentir parlare la +lingua italiana come si sorride al sentir qualcuno +che senza volerci mettere in canzonatura imita la +nostra voce e il nostro accento. In nessun paese del +mondo un italiano sente meno la lontananza della +patria che in Spagna. Glie la rammenta il cielo, la +lingua, i volti, i costumi; la venerazione con cui vi si +pronunzia il nome dei nostri grandi poeti e dei nostri<span class="pagenum"><a name="Page_484" id="Page_484">[484]</a></span> +grandi pittori; quel sentimento vago e gentile +di curiosità con cui vi si parla delle nostre città famose; +l'entusiasmo con cui vi si ascolta la nostra +musica, l'impeto degli affetti, la foga del linguaggio, +il ritmo della poesia, gli occhi delle donne, +l'aria, il sole. Oh! bisogna che non ami neppur la +sua patria, l'italiano che non prova un moto di simpatia +per quel paese, che non si sente inclinato a scusare +i suoi errori, che non deplora sinceramente le +sue sventure, che non gli augura la buona fortuna. +Belle colline di Valenza, sponde ridenti del Guadalquivir, +giardini fatati di Granata, casine bianche di +Siviglia, torri superbe di Toledo, e strade rumorose +di Madrid, e venerande mura di Saragozza, e voi, +ospiti affettuosi e cortesi compagni di viaggio, che mi +parlaste d'Italia come d'una seconda patria, che dissipaste +colla vostra festiva gaiezza le mie malinconie +vagabonde; io avrò sempre in fondo al cuore un sentimento +di gratitudine e di affetto per voi, e custodirò +nella mente le vostre immagini come uno dei più +cari ricordi della mia giovinezza; e penserò sempre +a voi come a uno dei più bei sogni della mia vita.</p> + +<p>Queste parole dicevo tra me, guardando a mezzanotte +Valenza illuminata, appoggiato sul parapetto +del bastimento il <i>Genil</i>, ch'era sul punto di partire. +S'erano imbarcati con me alcuni giovani spagnuoli +che andavano a Marsiglia, per far vela da quel porto +alla volta delle Antille, dove sarebbero restati per parecchi +anni. Uno di essi piangeva in disparte. A un +tratto si alzò, e guardò verso la riva, in mezzo a due<span class="pagenum"><a name="Page_485" id="Page_485">[485]</a></span> +bastimenti ancorati, ed esclamò con un accento di desolazione:-Oh! +Dio mio! speravo che non venisse!—</p> + +<p>Dopo pochi momenti una barca s'avvicinò al bastimento, +una figurina bianca, seguita da un uomo +avvolto in una cappa, salì in fretta la scala, e mettendo +un profondo singhiozzo, si gettò fra le braccia del +giovane che le era corso incontro.</p> + +<p>In quel punto il nostromo gridò: “Signori! si +parte!”</p> + +<p>Allora si vide una scena straziante; dovettero separare +i due giovani a forza, e portar la donna quasi +svenuta nella barca, che si scostò un poco e rimase +immobile.</p> + +<p>Il bastimento partì.</p> + +<p>Allora il giovane si slanciò coll'impeto d'un disperato +al parapetto, e gridò singhiozzando con una voce +che passava l'anima: “Addio, cara! Addio! Addio!”</p> + +<p>La figurina bianca tese le braccia e forse rispose; +ma la sua voce non fu intesa. La barca s'allontanò +e disparve.</p> + +<p>Uno dei giovani mi disse nell'orecchio:—Son +sposi.—</p> + +<p>Era una bella notte; ma trista. Valenza disparve +presto, e io pensai che forse non avrei mai più riveduto +la Spagna, e piansi.</p> + +<hr class="hid" /> + +<p class="smcap center noi">Fine.</p> + +<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> fece.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> sfumature.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> cipiglio.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> respingerlo.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> si legge <i>glieno</i> e significa <i>pieno</i>.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> venne.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> si legge <i>segnid</i> e significa cingete.</p></div> +</div> + + + + + +<hr class="double" /> +<div class="tnote"> +<h2><a name="NOTA_DEL_TRASCRITTORE" id="NOTA_DEL_TRASCRITTORE"></a>NOTA DEL TRASCRITTORE</h2> + +<p>La punteggiatura e l'ortografia originali sono state mantenute.</p> + +<p>Sono stati corretti i seguenti refusi:</p> + +<table summary="tn"> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn5">pag. 5</a>:</td> +<td>voce lamentevole—<i>Ah quelle nuit! Quelle <b>horribile</b></i></td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>voce lamentevole—<i>Ah quelle nuit! Quelle <b>horrible</b></i></td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn41">pag. 41</a>:</td> +<td><i>malas <b>consecuenencias</b> en España.</i>” Poi scese e si</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td><i>malas <b>consecuencias</b> en España.</i>” Poi scese e si</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn62">pag. 62</a>:</td> +<td>e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa <b>di</b></td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn111">pag. 111</a>:</td> +<td>in mezzo alla piazza, che mi <b>guardarva</b> con tanto</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>in mezzo alla piazza, che mi <b>guardava</b> con tanto</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn188">pag. 188</a>:</td> +<td>lo stuolo dei <b><i>capeadoros</i></b> che gl'insegue come</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>lo stuolo dei <b><i>capeadores</i></b> che gl'insegue come</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn223">pag. 223</a>:</td> +<td>quadro del povero <b>Claudo</b> Coello, che morì di crepacuore</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>quadro del povero <b>Claudio</b> Coello, che morì di crepacuore</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn310">pag. 310</a>:</td> +<td>del tipo <b>anduluso</b>: con quel bruno carico, con quelle</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>del tipo <b>andaluso</b>: con quel bruno carico, con quelle</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn315a">pag. 315</a>:</td> +<td><i>Es verdad <b>ques</b> es una ciudad que sobrenada en la</i></td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td><i>Es verdad <b>que</b> es una ciudad que sobrenada en la</i></td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn315b">pag. 315</a>:</td> +<td>garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <b><i>choriso</i></b></td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <b><i>chorizo</i></b></td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn334">pag. 334</a>:</td> +<td>ei solo <b>un</b> visita d'una giornata. Le cappelle</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>ei solo <b>una</b> visita d'una giornata. Le cappelle</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn346">pag. 346</a>:</td> +<td>sale il custode vi accenna <b>un</b> macchia rossastra che</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>sale il custode vi accenna <b>una</b> macchia rossastra che</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn400">pag. 400</a>:</td> +<td><i>Se le ha quedado un <b>uevo</b> en la garganta!</i>” (Le è</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td><i>Se le ha quedado un <b>huevo</b> en la garganta!</i>” (Le è</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn411">pag. 411</a>:</td> +<td><b>porte</b> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td><b>porta</b> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora</td> +</tr> +<tr> +<td class="right"><a href="#tn437">pag. 437</a>:</td> +<td>“Ma scusi: <b>invcee</b> di mangiare come un cane in</td> +</tr> +<tr> +<td><i>correzione</i>:</td> +<td>“Ma scusi: <b>invece</b> di mangiare come un cane in</td> +</tr> +</table> +<p>Le seguenti grafie alternative sono state mantenute:</p> + + +<ul><li> mormorio/mormorío/mormorìo</li> +<li> ronzio/ronzìo</li> +<li> vôlta/vòlta/vólta</li> +</ul> + +<p>L'indice è stato spostato all'inizio del volume.</p> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA *** + +***** This file should be named 30605-h.htm or 30605-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/0/6/0/30605/ + +Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed +Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was +produced from scanned images of public domain material +from the Google Print project.) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. + + +</pre> + +</body> +</html> diff --git a/30605-h/images/rosa.jpg b/30605-h/images/rosa.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..c679f4c --- /dev/null +++ b/30605-h/images/rosa.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..6312041 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This eBook, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. 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