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+The Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Spagna
+
+Author: Edmondo De Amicis
+
+Release Date: December 7, 2009 [EBook #30605]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed
+Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was
+produced from scanned images of public domain material
+from the Google Print project.)
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+ SPAGNA
+
+ DI
+
+ EDMONDO DE AMICIS.
+
+ Seconda edizione.
+
+ FIRENZE,
+
+ G. BARBÈRA, EDITORE.
+
+ 1873.
+
+
+Quest'opera della quale ho acquistato la proprietà, è stata depositata
+al Ministero d'Agricoltura e Commercio per godere i diritti accordati
+dalla legge sulla proprietà letteraria.
+
+G. Barbèra.
+
+
+
+
+SPAGNA.
+
+
+
+
+I.
+
+BARCELLONA.
+
+
+Era una mattina piovosa di febbraio, e mancava un'ora al levar del sole.
+Mia madre m'accompagnò fin sul pianerottolo, ripetendomi in fretta tutti
+i consigli che mi soleva dare da un mese; poi mi gettò le braccia al
+collo, diede in uno scoppio di pianto, e disparve. Io rimasi un momento
+là col cuore stretto, guardando la porta quasi sul punto di
+gridare:--Apri! Non parto più! Resto con te!--poi mi cacciai giù per le
+scale, come un ladro inseguito. Quando fui nella strada, mi parve che
+tra me e casa mia si fossero già stese le onde del mare, e alzate le
+cime dei Pirenei; ma benchè da tanto tempo aspettassi quel giorno con
+impazienza febbrile, non ero punto allegro. Incontrai alla svoltata
+d'una strada un medico mio amico che andava all'ospedale, e ch'io non
+aveva visto da più d'un mese; mi domandò: "Dove vai?"--"In Spagna,"
+risposi. Non mi voleva credere, tanto il mio viso accigliato e
+melanconico era lontano dall'annunziare un viaggio di piacere. Per
+tutta la strada, da Torino a Genova, non pensai che a mia madre, alla
+mia camera che restava vuota, alla mia piccola biblioteca, alle care
+abitudini della mia vita casalinga, alle quali davo un addio per molti
+mesi. Ma giunto a Genova, la vista del mare, i giardini dell'Acquasola e
+la compagnia di Anton Giulio Barrili, mi restituirono la serenità e
+l'allegrezza. Ricordo che mentre stavo per scender nella barca che mi
+doveva condurre al bastimento, mi fu data una lettera da un fattorino
+d'albergo, nella quale non erano che queste parole: «Tristi notizie di
+Spagna. La condizione d'un italiano a Madrid, in tempi di lotta contro
+il Re, sarebbe pericolosa. Persisti a partire? Pensaci.» Saltai nella
+barca, e via. Poco prima che il bastimento partisse, vennero due
+uffiziali a dirmi addio: mi par ancora di vederli ritti in mezzo alla
+barca, quando il bastimento cominciava a muoversi.
+
+"Portami una spada di Toledo!" gridavano.
+
+"Portami una bottiglia di Xères!"
+
+"Portami una chitarra! Un cappello andaluso! Un pugnale!"
+
+Di lì a poco non vidi più che i loro fazzoletti bianchi, e udii il loro
+ultimo grido; tentai di rispondere, ma la voce mi restò strozzata a
+mezza gola; mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi. Poco
+dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi d'un sonno
+delizioso, sognai i consigli di mia madre, il portamonete, la Francia,
+le Andaluse. All'alba saltai su, e salii subito a poppa: eravamo a poca
+distanza dalla costa, era già costa francese, il primo lembo di terra
+straniera, ch'io vedeva: curiosa! non potevo saziarmi di guardare, e
+mille vaghi pensieri mi giravano per la testa, e dicevo: è la Francia?
+ma davvero? Son proprio io che son qui? Mi venivan dei dubbi sulla mia
+identità. A mezzogiorno si cominciò a vedere Marsiglia. La prima vista
+d'una gran città di mare dà come una sorta di stordimento, che uccide il
+piacere della meraviglia. Vedo, come a traverso d'una nebbia, un'immensa
+foresta di navi, un barcaiuolo che mi porge la mano parlandomi non so
+che gergaccio incomprensibile, una guardia doganale che mi fa pagare,
+non so in virtù di che legge, _deux sous pour les Prussiens_; poi una
+oscura camera d'albergo; poi strade lunghissime, piazze sconfinate, un
+viavai di gente e di carrozze, drappelli di zuavi, divise militari
+sconosciute, migliaia di lumi, migliaia di voci, e infine una stanchezza
+e una malinconia profonda, che finisce in un sogno penoso. L'indomani
+mattina all'alba ero in un carrozzone della strada ferrata che va da
+Marsiglia a Perpignano, in mezzo a una diecina d'ufficiali degli zuavi,
+arrivati il giorno innanzi dall'Affrica, chi colle gruccie, chi col
+bastone, chi con un braccio al collo; ma allegri e chiassoni come
+scolaretti. Il viaggio era lungo: bisognava pur cercar di discorrere;
+però, con tutto quello che avevo inteso dire della bile che hanno i
+Francesi con noi, non m'arrischiavo ad aprir bocca. Baie! Mi diresse la
+parola un di loro, si appiccò discorso: "Italiano?"--"Sì" fu una festa;
+tutti, tranne uno, aveano combattuto in Italia; uno era stato ferito a
+Magenta; cominciarono a raccontar aneddoti di Genova, di Torino, di
+Milano, a domandarmi mille cose, a descrivermi la vita che menavano in
+Affrica. Uno tirò in ballo il Papa. "Ahi!" dissi tra me. Che! Era più
+_buzzurro_ di me: diceva che dovevamo _trancher le noeud de la
+question_, e andar fino in fondo senza darci pensiero dei rurali.
+Intanto, via via che ci avvicinavamo ai Pirenei, mi divertivo ad
+osservare il progressivo alterarsi della pronunzia nei viaggiatori che
+salivano nel carrozzone, a vedere come la lingua francese moriva, per
+così dire, nella lingua spagnuola, a sentire come la Spagna ci veniva
+incontro; fin che giunto a Perpignano, e cacciatomi in una diligenza,
+udii i primi: _Buenos dias_ e _Buen viaje_, schietti e sonori, che mi
+fecero un piacere infinito. A Perpignano però non si parla spagnuolo, ma
+un dialettaccio misto di francese, di marsigliese e di catalano, che
+strazia le orecchie. La diligenza mi sbarcò a un albergo in mezzo a un
+visibilio di ufficiali, di signore, d'inglesi e di bauli; un cameriere
+mi fece seder per forza dinanzi a una tavola apparecchiata; mangiai, mi
+strozzarono, mi cacciarono in un'altra diligenza, e via.
+
+Ahimè! Io avevo vagheggiato per tanto tempo la traversata dei Pirenei, e
+mi toccò farla di notte; prima che arrivassimo alle falde dei primi
+monti, era già buio pesto. Per lunghe e lunghe ore, tra il sonno e la
+veglia, non vidi altro che un po' di strada rischiarata dalle lanterne
+della diligenza, qualche nero profilo di montagna, qualche rupe
+sporgente che quasi si poteva toccare stendendo la mano fuor del
+finestrino; e non udivo che lo scalpitìo cadenzato dei cavalli, e il
+fischio d'un maledettissimo vento che non cessò un momento di soffiare.
+Avevo accanto un Americano degli Stati Uniti, giovane, il più matto
+originale del mondo, che dormì non so quante ore colla testa appoggiata
+sulla mia spalla, e tratto tratto si svegliava per esclamare con voce
+lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horrible nuit!_--senza
+accorgersi punto che colla sua testa dava a me ben altra ragione di fare
+lo stesso lamento. Alla prima stazione, scendemmo tutti e due, ed
+entrammo in una piccola osteria a bere un bicchierino di liquore. Mi
+domandò se io viaggiavo per affari di commercio. "No, signore," risposi,
+"viaggio per divertimento. E lei, se è lecito?"--"Io," disse egli con
+molta gravità, "viaggio per amore."--"Per amore?"--"Per amore!" e mi
+raccontò, non richiesto, una lunga storia d'una passione amorosa
+osteggiata, d'un matrimonio fallito, di rapimenti, di duelli, di non so
+che altro; per venire a concludere che viaggiava per distrarsi, e
+dimenticare la persona amata. E cercava in fatti di distrarsi quanto
+poteva, perchè in tutte le osterie in cui entrammo da quella prima fino
+a Gerona, non fece che stuzzicare le serve, sempre con molta gravità,
+convien dirlo, ma anche con un'audacia che il desiderio di distrazione
+non bastava a giustificare.
+
+Alle tre dopo mezzanotte arrivammo alla frontiera.--_Estamos en
+España!_--gridò una voce; la diligenza si fermò; l'inglese ed io
+balzammo di nuovo in terra, e c'infilammo con molta curiosità in una
+piccola osteria, per vedere i primi figli della Spagna fra le pareti di
+casa loro. Trovammo una mezza serqua di doganieri, l'oste, la moglie e i
+figliuoli, seduti intorno a un braciere; ci rivolsero subito la parola;
+io feci molte domande, e mi risposero in un modo brioso ed ingenuo, che
+non credevo di trovar nei Catalani, dipinti nei dizionarii geografici
+come gente dura e di poche parole. Domandammo che ci fosse da mangiare:
+ci portarono il famoso _chorizo_ spagnuolo, una specie di salcicciotto
+arcipieno di pepe, che brucia le viscere; una bottiglia di vino dolce,
+un po' di pan duro. "Ebbene, che fa il vostro re?" domandai a un
+doganiere, dopo ch'ebbi sputati i primi bocconi. Quegli a cui avevo
+rivolto la parola parve un po' imbarazzato, mi guardò, guardò gli altri,
+e poi mi diede questa curiosissima risposta: "_Està reinando_" (sta
+regnando). Tutti si misero a ridere, e mentre io preparavo una domanda
+un po' più stringente, mi sentii mormorar all'orecchio: "_Es un
+republicano._" Mi voltai, e vidi l'oste che guardava in su. Ho capito,
+risposi, e cambiai discorso. Rimontando poi nella diligenza, il mio
+compagno ed io ridemmo molto dell'avvertimento dell'oste, tutti e due
+meravigliati che da una persona di quella classe le opinioni politiche
+dei doganieri fossero prese tanto sul serio; ma nelle osterie dove
+scendemmo in seguito, udimmo ben altro. In tutte si trovò un oste, o un
+avventore che leggeva un giornale, e intorno un crocchio di paesani che
+ascoltavano. Tratto tratto la lettura era interrotta e accendevasi
+qualche discussione politica che io non capivo, poichè parlavan
+catalano; ma della quale riuscivo però ad afferrare il concetto
+dominante, aiutandomi col giornale che avevo sentito leggere. Ebbene,
+debbo proprio dire che in tutti quei crocchi alitava un'auretta
+repubblicana che avrebbe increspato la pelle al più intrepido amedeista.
+Uno fra gli altri, un omone dal cipiglio fiero e dalla voce profonda,
+dopo aver parlato un pezzo in mezzo a una corona di muti ascoltatori, si
+voltò verso di me, che dalla inesatta pronunzia castigliana aveva preso
+per francese, e mi disse con molta solennità: "Le dirò una cosa,
+_caballero_!"--"Quale?"--"_Le digo_" mi rispose, "_que España es mas
+desgraciada que Francia_;" e detto questo si mise a passeggiar per la
+stanza col capo basso e le braccia incrociate nel petto. Intesi altri
+parlare confusamente di Cortes, di ministri, di ambizioni, di tradimenti
+e d'altre cose terribili. Una sola persona, una ragazza d'una trattoria
+di Figueras, saputo che ero italiano, mi disse sorridendo: "_Ahora
+tenemos un rey italiano._" E dopo poco, andandosene, soggiunse con
+graziosa semplicità: "_A mi me gusta._"
+
+Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove re Amedeo, accolto, a
+quanto si dice, festosamente, pose una lapide nella casa abitata dal
+generale Alvarez durante il celebre assedio del 1809; attraversammo la
+città che ci parve immensa, pieni di sonno com'eravamo, e impazienti di
+buttarci a dormire in un carrozzone della strada ferrata; giungemmo
+finalmente alla stazione, e allo spuntar dell'alba partimmo per
+Barcellona.
+
+Dormire! Era la prima volta ch'io vedeva levarsi il Sole sulla Spagna:
+come potevo dormire? Mi affacciai a un finestrino, e non ritirai più la
+testa fino a Barcellona. Ah! nessun diletto può star a fronte di quello
+che si prova entrando in un paese sconosciuto, coll'immaginazione
+preparata a veder cose nuove e mirabili, con mille ricordi di
+fantastiche letture nel capo, senza pensieri, senza cure! Inoltrarsi in
+quel paese, spaziar collo sguardo, avidamente, da ogni parte, in cerca
+di qualche cosa che vi faccia capire, quando non lo sapeste, che ci
+siete; riconoscerlo, a poco a poco, qui in un vestito d'un contadino, là
+in una pianta, più oltre in una casa; vedere, via via che si va innanzi,
+spesseggiare quei segni, quei colori, quelle forme, e paragonare ogni
+cosa coll'immagine che ce n'eravamo formata prima; trovare un pascolo
+alla curiosità in tutto ciò che ci cade sott'occhio, o ci giunge
+all'orecchio: nei visi della gente, nei gesti, negli accenti, nei
+discorsi; gettare un oh! di stupore a ogni passo; sentire che la nostra
+mente si dilata e si rischiara; desiderar insieme di arrivare presto e
+di non arrivar mai, affannarsi per veder tutto, domandar mille cose ai
+vicini, far lo schizzo d'un villaggio e abbozzare un gruppo di villani;
+dire dieci volte all'ora: "Ci sono!" e pensare che racconterete un
+giorno ogni cosa; è davvero il più vivo e il più vario dei diletti
+umani. L'Americano russava.
+
+La parte della Catalogna che si percorre da Girona a Barcellona, è
+varia, fertile e mirabilmente coltivata. È una successione di piccole
+valli, cinte da colline di graziosa forma, con boschi foltissimi,
+torrenti, gole, castelli antichi; e per tutto una vegetazione fitta e
+robusta, e un verde vivissimo, che rammenta il severo aspetto delle
+vallate delle Alpi. Il paesaggio è abbellito dal pittoresco vestito dei
+contadini, che risponde in modo mirabile alla fierezza del carattere
+catalano. I primi ch'io vidi, eran vestiti da capo a piedi di velluto
+nero, portavano intorno al collo una specie di scialle a righe bianche e
+rosse, sulla testa una berrettina alla zuava, rossissima, cadente sulla
+spalla; alcuni, un par di ghette di pelle affibbiate fino al ginocchio;
+altri un par di scarpe di tela, fatte a pantofola, colla suola di corda,
+aperte sul dinanzi, e legate intorno al piede con nastri neri
+incrociati; un vestire, in somma, svelto ed elegante, e nello stesso
+tempo severo. Non faceva gran freddo; ma eran tutti imbacuccati ne' loro
+scialli, in modo che mostravano soltanto la punta del naso, e la punta
+del _cigarrito_; e parean signori che uscissero dal teatro. Non solo per
+lo scialle; ma pel come lo portano, cascante da un lato, aggiustato in
+modo da parer messo a casaccio, ma con quelle pieghe e con quegli
+svolazzi che gli dian garbo di mantellina e maestà di manto. A tutte le
+stazioni della strada ferrata ce n'eran parecchi, ognuno con uno scialle
+di diverso colore, non pochi vestiti di panni fini e freschi, quasi
+tutti pulitissimi, e atteggiati con una certa dignità, che davan risalto
+al loro costume pittoresco. Pochi visi bruni; i più tendenti al bianco;
+gli occhi neri e vivaci, ma senza il fuoco e la mobilità degli sguardi
+andalusi.
+
+Via via che si va oltre, spesseggiano i villaggi, le case, i ponti, gli
+acquedotti, tutte le cose che annunziano la vicinanza d'una popolosa e
+ricca città commerciale. Granollers, Sant'Andrea di Palomar, Clot, son
+circondati di opifici, di ville, di orti, di giardini; per tutte le
+strade si vedon lunghe file di carri, frotte di contadini, armenti; le
+stazioni della strada ferrata sono ingombre di gente; chi non lo
+sapesse, crederebbe d'attraversare una provincia d'Inghilterra,
+piuttosto che una provincia di Spagna. Oltrepassata la stazione di Clot,
+che è l'ultima prima d'arrivare a Barcellona, si vedono da ogni parte
+vasti edifizi di mattoni, lunghi muri di cinta, mucchi di materiali da
+costruzione, torri fumanti, officine, operai; e si sente, o par di
+sentire un rumor sordo, diffuso, crescente, che è come il respiro
+affannoso della gran città che si agita e lavora. In fine, s'abbraccia
+con un colpo d'occhio Barcellona intera, il porto, il mare, una corona
+di colli, e ogni cosa si mostra e sparisce in un punto, e voi rimanete
+sotto la tettoia della stazione col sangue sossopra e la testa confusa.
+
+Una diligenza grande quanto un carrozzone della strada ferrata mi
+trasportò all'albergo più vicino, nel quale, appena entrato, sentii
+parlare italiano. Confesso che ne provai un piacere, come se mi fossi
+trovato a una sterminata lontananza dall'Italia, e dopo un anno di
+viaggio. Ma fu un piacere che durò poco. Un cameriere, quello stesso che
+avevo sentito parlare, mi accompagnò su in una camera, e poichè s'era
+accorto dal mio sorriso che dovevo essere suo compaesano, mi domandò con
+bel garbo:
+
+"Finisce di arrivare?"
+
+"Finisce di arrivare?" domandai alla mia volta stralunando gli occhi.
+
+Occorre notare che in spagnuolo il modo _acabar_ (finire) di fare una
+cosa, corrisponde al modo francese _venir de la faire_. Su quel subito
+non capii che cosa volesse dire.
+
+"Sì," rispose il cameriere, "domando se il _cavaliere_ discende _ora
+medesimo_ dal _cammino_ di ferro?"
+
+"Ora medesimo! cammino di ferro! ma che razza d'italiano parli, amico
+mio?"
+
+Rimase un po' sconcertato. Seppi poi che a Barcellona v'è un gran numero
+di camerieri d'albergo, di fattorini da caffè, di cuochi, di servitori
+d'ogni genere, piemontesi, la maggior parte della provincia di Novara,
+che andarono in Spagna da ragazzi, e che parlano codesto gergo orribile,
+misto di francese, d'italiano, di castigliano, di catalano, di
+piemontese, non con gli Spagnuoli, s'intende, perchè lo spagnuolo lo
+hanno imparato tutti; ma coi viaggiatori italiani, così, per vezzo, per
+far vedere che non hanno dimenticato la lingua patria. Per questo sentii
+poi dire da molti catalani: "Eh! tra la vostra lingua e la nostra c'è
+poca differenza!" Sfido io! Potrebbero anzi dire quello che mi disse con
+un tuono di benevola alterezza un corista castigliano, a bordo del
+bastimento che mi portava cinque mesi dopo a Marsiglia:--La lingua
+italiana è il più bello dei dialetti che si sian formati dalla nostra.--
+
+ * * * * *
+
+Appena ebbi fatto sparire le traccie che l'_horrible nuit_ della
+traversata dei Pirenei mi aveva lasciato addosso, mi slanciai fuor
+dell'albergo, e mi misi a batter le strade. Barcellona è, all'aspetto,
+la città meno spagnuola della Spagna. Grandi edifizi, dei quali
+pochissimi antichi, lunghe strade, piazze regolari, botteghe, teatri,
+caffè ampi e splendidi, e un andirivieni continuo di gente, di carrozze,
+di carri, dalla riva del mare al centro della città, e di qui ai
+quartieri estremi, come a Genova, a Napoli, a Marsiglia. Una larghissima
+e diritta strada, detta la _Rambla_, ombreggiata da due file d'alberi,
+attraversa quasi per mezzo la città, dal porto in su; uno spazioso
+passeggio, fiancheggiato di case nuove, si stende lungo la riva del
+mare, sur un alto argine murato a modo di terrazza, contro il quale si
+vanno a rompere le onde; un vastissimo borgo, quasi una città nuova, si
+stende al settentrione, e da ogni parte nuove case rompon la cinta
+antica, si spandono pei campi, alle falde delle colline, si allungano in
+file sterminate fino ai villaggi vicini; è su tutti i colli circostanti
+sorgono ville, e palazzine, e opifici, che si disputano il terreno, si
+pigiano, fan capolino l'uno dietro l'altro, e formano intorno alla città
+una grandiosa corona. In ogni parte si fabbrica, si trasforma, si
+rinnova; il popolo lavora e prospera, Barcellona fiorisce.
+
+ * * * * *
+
+Eran gli ultimi giorni di carnevale. Le strade eran corse da lunghe
+processioni di giganti, di diavoli, di principi, di mori, di guerrieri,
+e da uno stormo di certi figuri, che avevo la disgrazia d'incontrar da
+per tutto, vestiti di giallo, con una lunga canna in mano, in cima alla
+quale era legata una borsa che andavan cacciando sotto il naso di tutti,
+nelle botteghe, nelle finestre, fino ai terrazzini del primo piano delle
+case, domandando un'elemosina, non so in nome di chi, ma destinata
+probabilmente a pigliar qualche classica sbornia nell'ultima notte di
+carnevale. La cosa più curiosa ch'io vidi è la mascherata dei bambini.
+Si usa vestire i bambini al di sotto degli ott'anni, quali da uomini,
+alla moda francese, in completo assetto da ballo, con guanti bianchi,
+gran baffi e gran zazzera; quali da Grandi di Spagna, coperti di nastri
+e di ciondoli; quali da contadini catalani con la berrettina e la
+_manta_. Le bimbe, da dame di Corte, da amazzoni, da poetesse con la
+lira e la corona d'alloro; e gli uni e le altre, poi, col costume delle
+varie provincie dello Stato, chi da giardiniere di Valenza, chi da
+gitana andalusa, chi da montanaro basco, i più bizzarri e pittoreschi
+vestiti che si possano immaginare; e i parenti li conducon per mano alla
+passeggiata, ed è come una gara di buon gusto, di fantasia e di lusso,
+alla quale il popolo prende parte con molto diletto.
+
+ * * * * *
+
+Mentre cercavo la via per andare alla cattedrale, incontrai un drappello
+di soldati spagnuoli. Mi fermai a guardarli, raffrontandoli colla
+pittura che ne fa il Baretti, quando racconta che lo assalirono
+nell'albergo, e uno gli prese l'insalata nel piatto, e un altro gli
+strappò di bocca la coscia di pollo. Bisogna dire che d'allora in poi
+sono molto cangiati. A prima vista, si piglierebbero per soldati
+francesi, chè hanno anch'essi i calzoni rossi e un cappotto bigio che
+scende fino al ginocchio. La sola differenza notevole è nella copertura
+del capo. Gli Spagnuoli portano un berretto d'una foggia particolare,
+schiacciato sul di dietro, incurvato sul dinanzi, munito d'una visiera
+che si ripiega sulla fronte, di panno bigio, duro, leggero e grazioso
+alla vista, e chiamato col nome dell'inventore, Ros de Olano, generale e
+poeta, che lo modellò sul suo berretto da caccia. La maggior parte dei
+soldati ch'io vidi, tutti di fanteria, eran giovani, bassetti di
+statura, bruni, svelti, puliti, come si suole immaginare che siano i
+soldati d'un esercito che ebbe altre volte le fanterie più leggere e più
+vigorose d'Europa. Oggi ancora i fantaccini spagnuoli hanno fama di
+instancabili camminatori e di corridori lestissimi; sono sobrii, fieri,
+e pieni d'un orgoglio nazionale del quale è difficile formarsi
+un'adeguata idea senz'averli conosciuti da vicino. Gli ufficiali portano
+una tunica nera e corta, come quella degli ufficiali italiani; che
+sogliono, fuor di servizio, tenere aperta, mostrando un panciotto
+abbottonato fino al collo. Nelle ore di libertà, non cingon la spada;
+nelle marcie, così come i soldati, portano un par di ghette di panno
+nero, che giungon fin quasi al ginocchio. Un reggimento di fanteria, in
+completo assetto di guerra, presenta un aspetto ad un tempo grazioso e
+guerresco.
+
+ * * * * *
+
+La cattedrale di Barcellona, di stile gotico, sormontata di torri
+ardite, è degna di stare accanto alle più belle di Spagna. L'interno è
+formato da tre vaste navate, divise da due ordini di altissimi pilastri
+di forma snella e gentile; il Coro, posto nel mezzo della chiesa, è
+ornato d'una profusione di bassirilievi, di filigrane, di figurine;
+sotto il Santuario s'apre una cappella sotterranea, sempre illuminata,
+in mezzo alla quale è la tomba di sant'Eulalia, che si vede a traverso
+di alcune piccole finestre, aperte intorno al Santuario. La tradizione
+narra che gli uccisori della santa, ch'era bellissima, prima di darle la
+morte, vollero vedere il suo corpo nudo; ma mentre stavan per toglierle
+l'ultimo velo, una fitta nebbia l'avvolse e la nascose a ogni sguardo.
+Il suo corpo è sempre intatto e fresco come quando era viva, e non v'è
+occhio umano che ne possa regger la vista; onde un vescovo incauto, che
+sulla fine del secolo passato, volle scoperchiare la tomba, e scoprire
+la salma sacra, nell'atto che vi fisse lo sguardo, acciecò. In una
+piccola cappella a destra dell'altar maggiore, rischiarata da molte
+fiammelle, si vede un Cristo in croce, di legno colorito, un po' piegato
+sur un fianco; si narra che quel Cristo fosse sur una nave spagnuola
+alla battaglia di Lepanto, e che si sia contorto così per scansare una
+palla da cannone che vedeva venir dritta al suo cuore. Alla vôlta della
+stessa cappella è sospesa una piccola galea, con tutti i suoi remi,
+costrutta ad imitazione di quella su cui Don Giovanni d'Austria combattè
+contro i Turchi. Sotto gli organi, di fattura gotica, coperti di gran
+tappeti pitturati, pende una enorme testa di Saraceno, colla bocca
+spalancata, dalla quale, in altri tempi, piovevan confetti ai bambini.
+Nelle altre cappelle vi è qualche bella tomba di marmo, e qualche
+pregevole dipinto del Villadomat, pittore barcellonese, del XVII secolo.
+La chiesa è oscura e misteriosa. Le sorge accanto un claustro, sorretto
+da grandiosi pilastri formati di sottili colonne, e sormontati da
+capitelli sopraccarichi di statuette che rappresentano fatti dei due
+Testamenti. Nel claustro, nella chiesa, nella piazzetta che le si stende
+dinanzi, nelle stradicciuole che le girano intorno, spira come un'aura
+di pace melanconica, che nello stesso punto alletta e rattrista, come il
+giardino di un Camposanto. Un gruppo di orrende vecchie barbute
+custodisce la porta.
+
+Dentro la città, dopo visto la Cattedrale, non restano a vedere altri
+grandi monumenti. Nella piazza della Costituzione, son due palazzi
+chiamati _Casa de la Deputacion_ e casa _Concistorial_, il primo del
+decimosesto secolo, l'altro del decimoquarto, i quali conservano ancora
+qualche parte degna di nota; l'uno la porta, l'altro il cortile;
+dall'uno dei lati della _Casa de la Deputacion_ una ricca facciata
+gotica della cappella di San Giorgio. V'è un palazzo dell'Inquisizione,
+con un angusto cortile, e finestrine dalle grosse inferriate, e
+porticine segrete; ma è quasi interamente rifatto sull'antico. Rimangono
+alcune enormi colonne romane, nella strada del Paradiso, perdute in
+mezzo a case moderne, circondate di scale tortuose e di oscure
+stanzuccie. Non c'è altra cosa che richiami l'attenzione d'un artista.
+In compenso, fontane con colonne rostrali, piramidi, statue; viali
+fiancheggiati di ville, di giardini, di caffè, d'alberghi; un circo di
+tori capace di diecimila spettatori; un borgo che si stende su un
+braccio di terra che chiude il porto, costrutto colla simmetria d'una
+scacchiera, e popolato da diecimila marinai; molte biblioteche, un museo
+d'istoria naturale ricchissimo, e un archivio che è uno dei più vasti
+empori di documenti storici dal secolo IX ai tempi nostri, cioè dai
+primi Conti di Catalogna alla guerra d'indipendenza.
+
+ * * * * *
+
+Fuor della città, una delle cose più notevoli è il Cimitero, a una
+mezz'ora di carrozza dalle porte, in mezzo a una vasta pianura. Visto
+di fuori, dalla parte dell'entrata, pare un giardino; e fa sollecitare
+il passo con un sentimento di curiosità quasi allegra. Oltrepassata
+appena la soglia, si è dinanzi a uno spettacolo nuovo, indescrivibile,
+affatto diverso da quello a cui si era preparati. Si è in mezzo a una
+città silenziosa, attraversata da lunghe strade deserte, fiancheggiate
+da muri di uguale altezza, diritte, chiuse in fondo da altri muri. Si va
+oltre, si arriva a un crocicchio, e di là si vedono altre strade, altri
+muri in fondo, altri crocicchi lontani. Par di essere a Pompei. I morti
+son messi dentro ai muri, per lungo, e disposti in varii ordini, come i
+libri nelle biblioteche. A ogni cassa, corrisponde sul muro una specie
+di nicchietta, nella quale è scritto il nome del sepolto; dove non c'è
+sepolto alcuno, la nicchia porta scritta la parola: _Propriedad_, che
+vuol dire che il posto è stato comprato. La maggior parte delle nicchie
+sono chiuse da un vetro, altre da inferriate, altre da una rete
+sottilissima di fil di ferro, e contengono una varietà grande di oggetti
+postivi dalle famiglie in omaggio dei morti: come ritratti in
+fotografia, altarini, quadri, ricami, fiori finti, e sovente anco
+ninnoli che loro furono cari in vita, nastri, monili di donne,
+giocattoli di ragazzi, libri, spille, quadretti; mille cose che
+rammentan la casa e la famiglia, e indicano la professione di coloro
+cui appartenevano; e non si possono guardare senza tenerezza. Di
+tratto in tratto si vede una di codeste nicchie sfondate, e dentro
+buio: segno che ci si ha da mettere una cassa nella giornata. La
+famiglia del morto deve pagare un tanto all'anno per quello spazio:
+quando cessa di pagare, la cassa vien tolta di là e portata nella fossa
+comune del camposanto dei poveri a cui si giunge per una di quelle
+strade. Mentre ero là, fu fatta una sepoltura: vidi in lontananza
+mettere la scala, e sollevar su la cassa, e tirai via. Una notte un
+pazzo si cacciò in uno di quei fori vuoti: passò un guardiano del
+cimitero con una lanterna, il pazzo mandò un grido per fargli paura, e
+il pover'omo cadde a terra come fulminato, e fece una malattia mortale.
+In una nicchia vidi una bella treccia di capelli biondi, che erano
+appartenuti a una ragazza di quindici anni, morta annegata, e c'era
+cucita una cartolina con su scritto:--_Querida!_--(Cara!)--A ogni
+passo, si vede qualcosa che colpisce la mente ed il cuore: tutti quegli
+oggetti fanno l'effetto d'un mormorìo confuso di voci di madri, di
+spose, di bambini, di vecchi, che dicano sommessamente a chi passa:--Son
+io! Guarda!--Ad ogni crocicchio sorgono statue, tempietti, obelischi,
+con iscrizioni in onore dei cittadini di Barcellona che fecero opere di
+carità durante l'infierire della febbre gialla nel 1821 e nel 1870.
+
+Questa parte del Cimitero, fabbricata, se così può dirsi, a città,
+appartiene alla classe media della popolazione; e confina con due vasti
+recinti, uno destinato ai poveri, nudo, piantato di grandi croci nere;
+l'altro destinato ai ricchi, più vasto anche del primo, coltivato a
+giardino, circondato di cappelle, vario, ricco, stupendo. In mezzo a
+una foresta di salici e di cipressi, s'innalzano da ogni parte colonne,
+cippi, tombe enormi, cappelle marmoree sopraccariche di sculture,
+sormontate da ardite figure d'arcangelo che levan le braccia al cielo;
+piramidi, gruppi di statue, monumenti vasti come case che sovrastano
+agli alberi più alti; e fra monumento e monumento, cespugli, cancellate,
+aiuole fiorite; e nell'entrata, tra questo e l'altro campo santo, una
+stupenda chiesuola di marmo, cinta di colonne, mezzo nascosta dagli
+alberi, che prepara nobilmente l'animo al magnifico spettacolo del di
+dentro. All'uscire da questo giardino, si riattraversano le strade
+deserte della necropoli, che paiono anche più silenziose e più triste
+che al primo entrare. Varcata la soglia, si risaluta con piacere le case
+variopinte dei sobborghi di Barcellona sparse per la campagna, come
+avantiguardie messe là ad annunziare che la popolosa città si dilata e
+si avanza.
+
+ * * * * *
+
+Dal Camposanto al caffè, è un bel salto; ma viaggiando se ne fanno anche
+di più lunghi. I caffè di Barcellona, come quasi tutti i caffè della
+Spagna, sono un solo vastissimo salone ornato di grandi specchi, con
+tanti tavolini quanti ce ne posson capire; dei quali è raro che rimanga
+libero un solo, neanco per una mezz'ora, in tutta la giornata. La sera
+son tutti pieni, affollati, da dover molte volte aspettare un bel pezzo
+per avere un posticino accanto alla porta; intorno a ogni tavolino, v'è
+un crocchio di cinque o sei _caballeros_, colla _capa_ sulle spalle (un
+mantello di panno oscuro, munito d'un'ampia pellegrina, che si porta in
+vece del nostro pastrano); e in ogni crocchio si giuoca al domino. È il
+giuoco più in voga presso gli Spagnuoli. Nei caffè, dall'imbrunire sino
+a mezzanotte, si sente un rumore fitto, continuo, assordante, come il
+rumor della grandine, di migliaia di tessere volte e rivolte da
+centinaia di mani, che quasi bisogna alzare la voce per farsi sentire da
+chi vi è accanto. La bevanda più usuale è il cioccolatte, squisitissimo
+in Spagna, portato per lo più in piccole chicchere, denso come conserva
+di ginepro e caldo da scorticare la gola. Una di queste tazzine, con una
+goccia di latte, e una pasta particolare, che si chiama _bollo_
+(boglio), morbidissima, è una colezione da Lucullo. Fra un _bollo_ e
+l'altro, feci i miei studii sul carattere catalano, discorrendo con
+tutti i _Don Fulanos_ (nome sacramentato in Ispagna come il Tizio fra
+noi) che ebbero la bontà di non pigliarmi per una spia mandata da Madrid
+a fiutar l'aria della Catalogna.
+
+ * * * * *
+
+Gli animi, in quei giorni, erano molto eccitati dalla politica. A me
+occorse parecchie volte, parlando innocentissimamente d'un giornale,
+d'un personaggio, d'un fatto qualsiasi col _caballero_ che
+m'accompagnava, o nel caffè, o in una bottega, o al teatro; mi occorse,
+dico, di sentirmi toccare la punta del piede e mormorare
+nell'orecchio:--Badi, questo signore alla sua destra è un
+Carlista.--Zitto, quello lì è un repubblicano.--Quell'altro là è un
+sagastino.--Questo accanto è un radicale.--Quello laggiù è un
+cimbrio.--Tutti parlavano di politica. Trovai un carlista arrabbiato in
+un barbiere, il quale, accortosi dalla mia pronunzia ch'ero un
+_conciudadano del Rey_, tentò, così alla larga, di tirarmi nel discorso.
+Io non dissi parola, perchè mi stava radendo, e un risentimento del mio
+orgoglio nazionale ferito avrebbe potuto far correre il primo sangue
+della guerra civile; ma il barbiere insistè, e non sapendo per qual
+altra via venire all'argomento, uscì a dire con accento gentile: "_Sabe
+Usted, caballero, si hubiera la guerra entre Italia y España, España no
+tuviera miedo_ (non avrebbe paura)."--"Ne sono persuasissimo," risposi,
+badando al rasoio. Poi mi assicurò che la Francia avrebbe dichiarato la
+guerra all'Italia non appena avesse pagato la Germania; _no hay
+escapatoria_. Non risposi. Allora egli stette un po' sopra pensiero, e
+poi disse maliziosamente: "_Cosas grandes van à acontecer_ (accadere)
+_dentro de poco!_" Piacque però ai Barcellonesi che il Re si fosse
+presentato a loro in atto confidente e tranquillo, e la gente del popolo
+ricorda la sua entrata in città con ammirazione. Trovai simpatia per il
+Re anche in alcuni che mormoravano a denti stretti:--_no es español,_--o
+come mi domandò un tale: "Pare a lei che starebbe bene a Roma o a Parigi
+_un rey castellano_?"--domanda a cui si risponde:--"_No entiendo de
+politica,_"--ed è discorso finito.
+
+Ma i veramente implacabili sono i Carlisti. Dicon della nostra
+rivoluzione roba da cani in buonissima fede, essendo la maggior parte
+convinti, che il vero re d'Italia sia il Papa, che l'Italia lo voglia, e
+che abbia chinato il capo sotto la spada di Vittorio Emanuele, perchè
+non c'era modo di far altrimenti; ma che aspetti l'occasione propizia
+per liberarsene, come ha fatto dei Borboni e degli altri. E può giovare
+a provarlo il seguente aneddoto che io riferisco, come l'ho sentito
+narrare, senza neanco un'ombra d'intenzione di ferire la persona che n'è
+attore principale. Una volta un giovane italiano, che io conosco
+intimamente, fu presentato a una delle più ragguardevoli signore della
+città, e ricevuto con una squisita cortesia. Erano presenti alla
+conversazione parecchi italiani. La signora parlò con molta simpatia
+dell'Italia, ringraziò il giovane dell'entusiasmo che mostrava d'avere
+per la Spagna, mantenne, in una parola, una viva e gioviale
+conversazione coll'ospite riconoscente per quasi tutta la serata. A un
+tratto gli domandò: "E tornando in Italia, in che città s'andrà a
+stabilire?"
+
+"A Roma," rispose il giovane.
+
+"Per difendere il Papa?" domandò la signora con la più schietta
+franchezza.
+
+Il giovane la guardò, e rispose sorridendo ingenuamente: "No, davvero."
+
+Quel _no_ scatenò una tempesta. La signora scordò che il giovane era
+italiano, e suo ospite, e proruppe in una tale sfuriata d'invettive
+contro il Re Vittorio, il governo piemontese, l'Italia, risalendo
+dall'entrata dell'esercito in Roma fino alla guerra delle Marche e
+dell'Umbria, che il mal capitato straniero diventò bianco come un cencio
+di bucato. Ma fatto forza a sè stesso, non rispose parola, e lasciò agli
+altri italiani, ch'erano amici di vecchia data, la cura di sostener
+l'onore del loro paese. La discussione durò un pezzo, e fu accanita; la
+signora s'accorse poi d'essersi lasciata andare tropp'oltre, e fece
+capire che n'era dolente; ma una cosa apparve chiarissima dalle sue
+parole, ed è ch'ella era convinta, e con lei chi sa quante! che
+l'unificazione d'Italia si fosse fatta contro la volontà del popolo
+italiano, dal Piemonte, dal Re, per avidità di dominio, per odio alla
+religione ec.
+
+Il basso popolo, però, repubblicaneggia, e come ha la reputazione di
+essere più pronto ai fatti di quello che non sia largo a parole, è
+temuto. Quando in Spagna si vuol sparger la voce d'una prossima
+rivoluzione, si comincia sempre dal dire che scoppierà a Barcellona, o
+che sta per scoppiarvi, o che v'è scoppiata.
+
+ * * * * *
+
+I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli Spagnuoli delle altre
+provincie; siamo Spagnuoli, dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna;
+gente, vale a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della quale è
+più gradito il rumore degl'ingegni meccanici che il suono delle
+chitarre. Noi non invidiamo all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi
+dei poeti, e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di essere
+il popolo più serio e più operoso della Spagna. Parlano in fatti dei
+loro fratelli del mezzogiorno, come i piemontesi parlavano una volta,
+ora meno, dei napoletani e dei toscani: «sì, hanno ingegno,
+immaginazione, parlan bene, divertono; ma noi abbiamo per contrapposto
+maggior vigore di volontà, maggiore attitudine agli studi scientifici,
+maggior istruzione popolare.... e poi.... il carattere....» Intesi un
+catalano, un uomo chiaro per ingegno e dottrina, lamentare che la guerra
+d'indipendenza avesse troppo affratellato le diverse provincie di
+Spagna, ond'era seguìto che i catalani contraessero una parte dei
+difetti dei meridionali, senza che questi acquistassero nessuna delle
+buone qualità dei catalani. Siamo diventati, diceva, _mas ligeros de
+casco_, più leggeri di testa, e non se ne sapeva dar pace. Un bottegaio
+al quale domandai che pensasse del carattere dei castigliani, mi rispose
+bruscamente che, a suo avviso, sarebbe una gran fortuna per la
+Catalogna, che non ci fosse strada ferrata tra Barcellona e Madrid,
+perchè il commercio con quella gente _corrompe_ il carattere e i costumi
+del popolo catalano. Quando parlano d'un deputato parolaio, dicono:--Eh!
+già... è un andaluso.--Poi mettono in ridicolo il loro linguaggio
+poetico, la pronunzia sdolcinata, la gaiezza infantile, la vanità,
+l'effeminatezza. Quelli, per contro, parlano dei catalani come una
+signorina capricciosa, letterata e pittrice, parlerebbe d'una di quelle
+ragazze massaie, che leggono di preferenza la _Cuciniera genovese_ che i
+romanzi di George Sand. Son gente dura, dicono, tutta d'un pezzo, che
+non ha il capo ad altro che all'aritmetica e alla meccanica; barbari,
+che farebbero d'una statua del Montanes un frantoio e d'una tela del
+Murillo un incerato; veri Beoti della Spagna, insopportabili con quel
+loro gergaccio, con quella musoneria, con quella gravità di pedanti.
+
+ * * * * *
+
+La Catalogna, infatti, è forse la provincia di Spagna, che conta meno
+nella storia delle belle arti. Il solo poeta, non grande, ma celebre,
+che sia nato in Barcellona, è Giovanni Boscan, che fiorì sul principio
+del secolo decimosesto, e introdusse pel primo nella letteratura
+spagnuola il verso endecasillabo, la canzone, il sonetto, e tutte le
+forme della poesia lirica italiana di cui era ammiratore appassionato.
+Da che dipende una grande trasformazione, come fu questa, di tutta la
+letteratura d'un popolo! Dall'esser andato a stare il Boscan a Granata,
+quando v'era la Corte di Carlo V, e aver conosciuto là un ambasciatore
+della repubblica di Venezia, Andrea Navagero, che sapeva a memoria i
+versi del Petrarca, e glieli recitava, e gli diceva:--Mi pare che
+potreste scriver così anche voialtri; provate!--Il Boscan provò; tutti i
+letterati di Spagna gli gridaron la croce addosso. E che il verso
+italiano non sonava, e che la poesia di Petrarca era una sdolcinatura da
+femminette, e che la Spagna non aveva bisogno di strascicar l'estro
+sulla falsariga di nessuno. Ma il Boscan tenne duro: Garcilaso della
+Vega, il valoroso cavaliere, amico suo, che ricevette poi il glorioso
+titolo di Malherbe della Spagna, lo seguì; il drappello dei riformatori
+s'ingrossò a poco a poco, divenne esercito, vinse e dominò l'intera
+letteratura. Il vero consumatore della riforma fu il Garcilaso; ma il
+Boscan ebbe il merito della prima idea, onde a Barcellona l'onore d'aver
+dato alla Spagna chi fece mutar il viso alla sua letteratura.
+
+ * * * * *
+
+Nei pochi giorni che rimasi a Barcellona, solevo passar la sera con
+alcuni giovani catalani, passeggiando sulla riva del mare, al lume della
+luna, fino a notte avanzata. Sapevan tutti un po' d'italiano, ed erano
+amantissimi della nostra poesia; così che per ore e per ore non si
+faceva che declamar versi, essi dello Zorilla, dell'Espronceda, del
+Lopez de Vega, io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati,
+con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli. È un sentimento
+nuovo quello che si prova dicendo versi dei nostri poeti in un paese
+straniero. Quando vedevo i miei amici spagnuoli tutti intenti al
+racconto della battaglia di Maclodio, a poco a poco scotersi,
+infiammarsi e poi afferrarmi pel braccio ed esclamare con un accento
+castigliano che mi rendeva più care le loro parole:--Bello!
+sublime!;--mi sentivo rimescolare il sangue, tremavo; se fosse stato
+giorno, credo che m'avrebbero visto diventar bianco come la carta. Mi
+recitarono dei versi in lingua catalana. E dico lingua, perchè ha una
+storia e una letteratura propria e non fu relegata allo stato di
+dialetto che dal predominio politico assunto dalla Castiglia che impose
+l'idioma suo come idioma generale dello Stato. E benchè sia una lingua
+aspra, tutta parole tronche, ingrata, sulle prime, a chi abbia nulla
+nulla l'orecchio delicato, ha nondimeno dei pregi notevolissimi, dei
+quali i poeti popolari si valsero con ammirabile maestria, prestandosi
+essa particolarmente all'armonia imitativa. Una poesia, che mi
+recitarono, di cui le prime strofe imitano il rumore cadenzato d'un
+treno di strada ferrata, mi strappò un grido di meraviglia. Ma senza
+spiegazioni, anche per chi conosca la lingua spagnuola, il Catalano non
+è intelligibile. Parlan presto, coi denti stretti, senza aiutar la voce
+col gesto, così ch'è difficile cogliere il senso d'un periodo anche
+semplicissimo, ed è un gran chè se s'intende qualche parola di volo.
+Anche la gente del popolo, però, parla, quando occorre, il castigliano,
+stentatamente e senza grazia; ma sempre assai meglio che non si parli
+l'italiano dal basso popolo delle Provincie settentrionali d'Italia.
+Neanco le persone colte, in Catalogna, parlano perfettamente la lingua
+nazionale; il castigliano riconosce il catalano alla prima, oltre che
+alla pronunzia, alla voce, e sopratutto alla _illegittima frase scarsa_.
+Per questo uno straniero che vada in Spagna coll'illusione di saper
+parlare la lingua con garbo, può, fin che sta in Catalogna, serbar la
+sua illusione; ma quando penetri nelle Castiglie, e senta per la prima
+volta quello scoppiettío di frizzi, quella profusione di proverbi, di
+modi, d'idiotismi arguti ed efficacissimi, che lo fan rimanere a bocca
+aperta, come l'Alfieri dinanzi a Monna Vocaboliera quando gli discorreva
+di calzette, addio illusioni!
+
+ * * * * *
+
+L'ultima sera andai al Teatro del Liceo, che ha fama di essere uno dei
+più belli d'Europa, e forse il più vasto. Era pieno zeppo di gente dalla
+platea alla piccionaia, che non ci sarebbe più capito un centinaio di
+persone. Dal palco in cui ero io, si vedevan le signore della parte
+opposta piccine come bimbe; e a socchiuder gli occhi, non apparivan più
+che tante strisce bianche, una ad ogni ordine di palchi, tremolanti e
+luccicanti come immense ghirlande di camelie imperlate di rugiada e
+agitate dal zeffiro. I palchi, vastissimi, sono divisi da un assito che
+s'abbassa dal muro verso il parapetto, lasciando scoperto tutto il busto
+delle persone sedute sulle prime seggiole; in modo che, all'occhio, il
+teatro par fatto tutto a gallerie, e n'acquista un'aria di leggerezza
+che fa un bellissimo vedere. Tutto sporge, tutto è scoperto, la luce
+batte in ogni parte, ogni spettatore vede tutti gli spettatori, le
+corsie son spaziose, si va, si viene, si gira a tutt'agio da ogni lato,
+si può contemplare ogni signora da mille punti, passare dalle gallerie
+ai palchi, dai palchi alle gallerie, passeggiare, far crocchio,
+bighellonare tutta la sera di qua e di là, senza urtar nel gomito anima
+viva. Le altre parti dell'edifizio sono proporzionate alla principale:
+corridoi, scale, pianerottoli, vestiboli da gran palazzo. Vi son sale da
+ballo ampie e splendide, nelle quali si potrebbe piantare un altro
+teatro. Eppure, anche qui dove i buoni Barcellonesi non dovrebbero
+pensare ad altro che a ricrearsi dalle fatiche della giornata nella
+contemplazione delle loro belle e superbe donne, anche qui i buoni
+Barcellonesi comprano, vendono, giocano, trafficano, come anime dannate.
+Nei corridoi è un andirivieni continuo di agenti di banca, di commessi
+d'uffizio, di portatori di dispacci, e un continuo vocìo da mercato.
+Barbari! Quanti bei visi, quanti begli occhi, quante stupende
+capigliature brune in quella folla di signore! Anticamente i giovani
+Catalani innamorati, per cattivarsi il cuore delle loro belle, si
+inscrivevano nelle confraternite dei flagellanti, e andavano sotto le
+loro finestre con una sferza metallica a farsi spicciare il sangue dalle
+carni, e le belle gl'incoraggiavano, accennando: "Batti, batti ancora,
+così, ora t'amo e son tua!" Quante volte avrei esclamato quella sera:
+"Signori, per carità, datemi una sferza metallica!"
+
+ * * * * *
+
+L'indomani mattina, prima del levar del sole, partii per Saragozza, e
+dico il vero, non senza un sentimento quasi di tristezza di lasciar
+Barcellona, benchè ci fossi stato sì pochi giorni. Questa città, benchè
+sia tutt'altro che _la flor de las bellas ciudades del mundo_, come la
+chiamò il Cervantes, questa città trafficante e magazziniera, disdegnata
+dai poeti e dai pittori, mi piacque e il suo popolo affaccendato
+m'ispirò rispetto. E poi è sempre tristo il partire da una città,
+comunque straniera, colla certezza di non averla a rivedere mai più!
+Gli è come dare un addio per sempre a un compagno di viaggio col quale
+abbiate passato lietamente ventiquattr'ore: non è un amico, e vi par
+d'amarlo come un amico, e ve ne ricorderete forse per tutta la vita, con
+un sentimento di desiderio più vivo che per molti di coloro a cui date
+il nome d'amici. Voltandomi a guardare ancora una volta la città dal
+finestrino del carrozzone del treno, mi vennero sulle labbra le parole
+di don Alvaro Tarfe nel _Don Chisciotte_:--_Adios, Barcelona, archivo de
+la cortesia, albergue de los extrangeros, patria de los valientes,
+adios!_--E soggiunsi mestamente:--Ecco lacerata la prima pagina dal
+roseo libro del viaggio! Così tutto passa... Ancora un'altra città, poi
+un'altra, poi un'altra... e poi... tornerò, e il viaggio sarà stato come
+un sogno, e mi parrà di non essermi neanco mosso da casa... e poi?... un
+altro viaggio... e di nuovo città, e di nuovo addii melanconici, e di
+nuovo un ricordo vago come d'un sogno... e poi? Guai se in viaggio vi
+lasciate cogliere da questi pensieri! Guardate il cielo e la campagna, e
+recitate dei versi, e fumate.
+
+_Adios Barcelona, archivo de la cortesia!_
+
+
+
+
+II.
+
+SARAGOZZA.
+
+
+A poche miglia da Barcellona, si cominciano a vedere le rocce dentellate
+del famoso Montserrat, uno strano monte che, a prima vista, fa balenare
+il sospetto d'un'illusione ottica, tanto è difficile a credere che la
+natura possa aver avuto un sì stravagante capriccio. Immaginate una
+serie di sottili triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini
+per rappresentare una catena di montagne; o una corona a becchetti
+distesa pel lungo come la lama d'una sega; o tanti pani di zucchero
+disposti in fila, e avrete un'idea della forma che presenta da lontano
+il Montserrat. È un insieme di coni immensi che s'alzano I' uno accanto
+all'altro, e l'un sull'altro, o meglio un solo gran monte formato di
+cento monti, spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza,
+in modo che presenta due grandi cime, intorno alle quali si aggruppano
+le minori; nelle parti alte, arido e inaccessibile; nelle basse,
+popolato di pini, di quercie, di corbezzoli, di ginepri; rotto qua e là
+da grotte smisurate e da spaventevoli burroni, e sparso di romitaggi
+biancheggianti sulle bricche aeree e nelle gole profonde. Nella
+spaccatura del monte, fra le due cime principali, sorge l'antico
+convento dei Benedettini, dove Ignazio di Lojola meditò nella sua
+giovinezza. Cinquantamila tra pellegrini e curiosi si recano anno per
+anno a visitare il convento e le grotte, e il giorno otto di settembre,
+vi si celebra una festa a cui concorre una moltitudine innumerevole di
+gente da ogni parte della Catalogna.
+
+Poco prima di arrivare alla stazione dove si scende per salire al monte,
+irruppe nel mio carrozzone una frotta di ragazzi, accompagnati da un
+prete, alunni d'un collegio di non so che villaggio, che andavano a fare
+una scampagnata al convento del Montserrat. Eran tutti catalani, bei
+visetti bianchi e rosei, con grandi occhi. Ognuno aveva un canestrino
+con dentro pane e frutta; qualcuno un album, altri un canocchiale:
+parlavano e ridevano tutti insieme, e si avvoltolavano sulle panche, e
+facevano un casa del diavolo infinito. Per quanto tenessi l'orecchio
+teso, e mi stillassi il cervello, non riuscii a capire una parola del
+maledetto linguaggio che cinguettavano. Intavolai conversazione col
+prete. "_Mire Usted_" mi disse dopo le prime parole, accennandomi uno
+dei ragazzi; "_aquel niño sabe de memoria toda la Poética de
+Oracio_;.... quell'altro là risolve dei problemi d'aritmetica da far
+stordire; questo qui è nato per la filosofia;" e via via, mi segnalò le
+doti di ciascuno. A un tratto s'interruppe, e gridò: "_Beretina!_"
+Tutti i ragazzi cavaron di tasca la berrettina rossa catalana e gettando
+alte grida d'allegrezza, se la misero in testa, chi tutta indietro che
+gli cascava sulla nuca, chi tutta avanti, che gli copriva la punta del
+naso; e il prete a far degli atti di disapprovazione; e allora quei che
+l'avevan sulla nuca a tirarsela sul naso, e quei che l'avevan sul naso a
+tirarsela sulla nuca; e lì risa, esclamazioni, e battìo di mani. Mi
+avvicinai a uno dei più monelli, e così per celia, certo che sarebbe
+stato come dire ai muri, gli domandai in italiano: "È la prima volta che
+vai a fare una passeggiata al Montserrat?" Il ragazzo stette un po'
+pensando, e poi rispose adagio adagio: "Ci so-no già sta-to altre
+volte."--"Ah! caro bimbo!" gli gridai con una contentezza difficile a
+immaginarsi; "e dove hai imparato l'italiano?" Qui il prete prese la
+parola per dirmi che il padre di quel ragazzo aveva vissuto parecchi
+anni a _Napoles_. Mentre io mi volto verso il mio piccolo catalano per
+attaccar discorso, un maledettissimo fischio, e poi un maledettissimo
+grido di:--_Olesa,_--che è il villaggio dal quale si va al monte, mi
+taglia la parola in bocca. Il prete mi saluta, i ragazzi si precipitano
+fuori, il treno riparte. Io misi la testa fuor del finestrino per
+salutare il mio piccolo amico: "Buona passeggiata!" gli gridai, e lui
+spiccicando le sillabe: "A-di-o!" Qualcuno ride a sentir rammentare
+queste bazzecole: eppure sono i più vivi piaceri che si provin nei
+viaggi!
+
+Le città e i villaggi che si vedono nell'attraversar la Catalogna alla
+vólta dell'Aragona, son quasi tutti popolati e floridi, e circondati di
+case industriali, di opifici, di edifizi in costruzione, onde in ogni
+parte si vedono sorgere di là dagli alberi dense colonne di fumo, e ad
+ogni stazione è un via vai di contadini e di negozianti. La campagna è
+una successione alternata di colte pianure, di amene colline, di
+vallette pittoresche, coperte di boschi e dominate da vecchi castelli,
+fino al villaggio di Cervera. Qui si cominciano a vedere ampie distese
+di terreno arido, con poche case sparpagliate, che annunziano la
+vicinanza dell'Aragona. Ma poi, all'improvviso, si entra in una ridente
+vallata, coperta d'oliveti, di vigneti, di gelsi, di alberi fruttiferi,
+sparsa di villaggi e di ville; si vedon da un lato le alte cime dei
+Pirenei, dall'altro le montagne aragonesi; Lerida, la gloriosa città dai
+dieci assedii, schierata lungo la sponda della Segra, sul pendio d'una
+bella collina; e tutt'intorno una pompa di vegetazione, una varietà di
+prospetti, un colpo d'occhio stupendo. È l'ultima veduta della campagna
+catalana; dopo pochi minuti s'entra in Aragona.
+
+ * * * * *
+
+Aragona! Quante vaghe istorie di guerre, di banditi, di regine, di
+poeti, d'eroi, d'amori famosi ridesta nella memoria questo sonoro nome!
+E qual profondo senso di simpatia e di rispetto! La vecchia, nobile ed
+altera Aragona, sulla cui fronte brilla il più splendido raggio della
+gloria di Spagna! Sul suo stemma secolare sta scritto a caratteri di
+sangue:--Libertà e valore.--Quando il mondo si curvava sotto il giogo
+della tirannide, il popolo aragonese diceva ai suoi re per bocca del suo
+Gran Giustiziere:--Noi che siamo quanto voi, e più possenti di voi, vi
+abbiamo eletto nostro signore e re, col patto che conserviate i nostri
+diritti e la nostra libertà; e se no, no.--E i suoi re s'inginocchiavano
+dinanzi alla maestà del Magistrato del popolo, e prestavan giuramento
+sulla formola sacra. In mezzo alla barbarie del Medio Evo, la fiera
+gente aragonese non conosceva la tortura, il giudizio segreto era
+bandito dai suoi codici, tutte le sue istituzioni proteggevano la
+libertà del cittadino, e la legge aveva impero assoluto. Discesero, mal
+paghi alla ristretta patria delle montagne, da Sobrarbe a Huesca, da
+Huesca a Saragozza, ed entrarono vincitori nel Mediterraneo. Congiunti
+alla forte Catalogna, redensero dall'araba signoria le Baleari e
+Valenza; combatterono a Muret per il diritto oltraggiato e la coscienza
+violata; domarono gli avventurieri della casa d'Angiò, spodestandoli
+delle terre italiane; ruppero le catene del porto di Marsiglia, che
+pendono ancora dalle pareti dei loro tempi; signoreggiarono il mare dal
+golfo di Taranto alle foci del Guadalaviar, colle navi di Ruggero di
+Lauria; soggiogarono il Bosforo, colle navi di Ruggero di Flor; da Rosas
+a Catania corsero il Mediterraneo sulle ali della vittoria; e come se
+fosse angusto l'Occidente alla loro grandezza, andarono ad incidere
+sulla cima dell'Olimpo, sulle pietre del Pireo, sui monti superbi che
+son quasi le porte dell'Asia, il nome immortale della patria.
+
+ * * * * *
+
+Questi pensieri,--benchè non proprio colle stesse parole, perchè non
+avevo sotto gli occhi un certo libricciuolo di Emilio Castelar,--io
+volgeva in mente entrando in Aragona. E per prima cosa mi si offerse
+agli occhi, sulla riva della Cinca, il piccolo villaggio di Monzon, noto
+per famose assemblee delle Cortes, e per alternati assalti e difese di
+Spagnuoli e Francesi: sorte che fu comune, durante la guerra
+d'indipendenza, a quasi tutti i villaggi di quelle provincie. Monzon è
+prostrato ai piedi d'un formidabile monte, sul quale s'innalza un
+castello nero, sinistro, enorme, quale avrebbe potuto immaginarlo il più
+fosco dei feudatarii per condannare a una vita di terrore il più odiato
+dei villaggi. La stessa _Guida_ si arresta davanti a codesto mostruoso
+edifizio, e prorompe in un'esclamazione di timida meraviglia. Non v'è,
+io credo, in tutta la Spagna, un altro villaggio, un altro monte, un
+altro castello, che rappresentino meglio la paurosa sommessione d'un
+popolo oppresso, e la minaccia perpetua d'un signore feroce. Un gigante
+che prema il ginocchio sul petto d'un fanciullo steso a terra, è una
+meschina similitudine per dare un'immagine della cosa; e tale fu
+l'impressione che mi fece, che, pur non sapendo tenere in mano la
+matita, m'ingegnai di abbozzare alla meglio il paesaggio, perchè non mi
+uscisse dalla memoria; e mentre scarabocchiavo, mi venne fatto il primo
+verso d'una ballata lugubre.
+
+Dopo Monzon, la campagna aragonese non è che vaste pianure, chiuse in
+lontananza da lunghe catene di colline rossastre, con pochi miseri
+villaggi, e qualche colle solitario su cui nereggiano le rovine d'un
+castello antico. L'Aragona, già sì fiorente sotto i suoi Re, è ora una
+delle provincie più povere della Spagna. Solamente sulla sponda
+dell'Ebro, e lungo il canale famoso che si stende da Tudela, per
+diciotto leghe, fin presso Saragozza, e serve insieme all'irrigazione
+dei campi e al trasporto delle derrate, ha un po' di vita il commercio;
+nelle altre parti langue, od è morto. Le stazioni della strada ferrata
+sono deserte: quando il treno si ferma, non si sente altra voce che
+quella di qualche vecchio _trovatore_, che strimpella la chitarra,
+canterellando una canzone monotona, che si riode poi in tutte le altre
+stazioni, e in seguito nelle città aragonesi, variate le parole,
+eternamente uguale il motivo. Non essendoci che vedere fuori del
+finestrino, mi rivolsi ai compagni di viaggio.
+
+Il carrozzone era pieno di gente; e siccome i carrozzoni di seconda
+classe, in Spagna, non hanno scompartimenti, eravamo quaranta fra
+viaggiatori e viaggiatrici, visibili tutti uno all'altro: preti,
+monache, ragazzi, serve, e altri personaggi che potevano essere
+negozianti, o impiegati, o agenti segreti di Don Carlos. I preti
+fumavano, come è uso in Ispagna, il loro _cigarrito_, offerendo
+amabilmente ai vicini la scatola da tabacco e le cartoline; altri
+mangiavano a due palmenti, facendosi passare l'uno all'altro una specie
+di vescica che, compressa con ambe le mani, mandava uno schizzo di vino;
+altri leggevano il giornale corrugando tratto tratto le sopracciglia in
+atto di profonda meditazione. Uno spagnuolo, quand'è in compagnia, non
+si mette in bocca uno spicchio d'arancio, o una fetta di formaggio, o un
+boccone di pane, se prima non ha pregato tutti di mangiare con lui; e
+per questo io mi vidi passar sotto il naso frutta, e pani, e sardelle, e
+bicchieri di vino, e che so io, accompagnato ogni cosa da un gentile:
+"_Gusta Usted comer[1] conmigo_?" al quale risposi: "_Gracias_," a
+contracorpo (è la parola che ci va) perchè avevo una fame da conte
+Ugolino. Davanti a me, proprio co' piedi contro i miei, c'era una
+monaca, giovane, a giudicarne dal mento, ch'era quel po' di viso che
+appariva sotto il velo, e da una mano che lasciava come abbandonata sur
+un ginocchio. Io le tenni gli occhi addosso per più d'un'ora, sperando
+che alzasse il viso; ma rimase immobile come una statua. Eppure dal suo
+atteggiamento era facile accorgersi che faceva uno sforzo per resistere
+alla naturalissima curiosità di guardarsi intorno; e per questo appunto
+mi destò un sentimento d'ammirazione.--Che costanza!--pensavo,--che
+vigore di volontà! che forza di sacrifizio, anche nelle più piccole
+cose! che nobile disprezzo delle vanità umane!--Stando in questi
+pensieri, chinai gli occhi sulla sua mano,--era una bianca e piccola
+mano--e mi parve di vederla muovere; guardo meglio, e vedo che si
+allunga adagio adagio fuor della manica, e allarga le dita, e si
+appoggia sul ginocchio un po' avanti, così, in modo da spenzolare, e si
+rigira un po' da un lato, e si raccoglie e si ridistende... Dei del
+cielo! Altro che disprezzo delle vanità umane! Era impossibile
+ingannarsi: tutto quel lavorìo era fatto per mettere in mostra la
+manina! E non alzò una volta la testa in tutto il tempo che rimase là, e
+non lasciò vedere il viso neanco quando scese! Oh imperscrutabile
+profondità dell'anima femminile!
+
+Era scritto che in quel viaggio non dovessi incontrar altri amici che i
+preti. Un vecchio sacerdote, di aspetto benevolo, mi diresse la parola,
+e cominciammo una conversazione che durò fin quasi a Saragozza. Da
+principio, quando gli dissi ch'ero italiano, stette un po' sospeso,
+pensando forse ch'io potevo esser uno di quelli che avean scassinato le
+serrature del Quirinale; ma avendogli detto che non m'occupavo di
+politica, si rasserenò, e parlò con piena fiducia. Si cascò nella
+letteratura; io gli dissi tutta la _Pentecoste_ del Manzoni, che lo fece
+andare in visibilio; egli a me una poesia del celebre Luis de Leon,
+poeta sacro del secolo decimosesto; e diventammo amici. Quando giungemmo
+a Zoera, penultima stazione per arrivare a Saragozza, s'alzò, mi salutò,
+e posto il piede sul montatoio, si voltò improvvisamente e mi susurrò
+nell'orecchio: "_Cuidado_ (prudenza) _con las mujeres, que tienen muy
+malas consecuencias en España._" Poi scese e si fermò per veder
+partire il treno, e alzando una mano in atto di paterna ammonizione,
+disse ancora una volta: "_Cuidado!_"
+
+Arrivai a Saragozza a notte avanzata, e scendendo, mi colpì subito
+l'orecchio la cadenza particolare colla quale parlavano i vetturini, i
+facchini e i ragazzi, che si disputavano la mia valigia. In Aragona si
+può dir che si parla il castigliano, anche dal popolo minuto, benchè con
+qualche storpiatura e qualche barbarismo; ma allo spagnuolo delle
+Castiglie basta una mezza parola per riconoscere l'aragonese; e non c'è
+castigliano infatti, che non sappia imitare quell'accento, e non lo
+metta, all'occasione, in ridicolo, per quello che ha di rozzo e di
+monotono, presso a poco come si fa in Toscana della parlata di Lucca.
+
+Entrai nella città con un certo sentimento di trepida riverenza; la
+terribile fama di Saragozza me ne imponeva; quasi mi mordeva la
+coscienza di averne tante volte profanato il nome nella scuola di
+Rettorica, quando lo gettavo in volto, come un guanto di sfida, ai
+tiranni; le strade eran buie; non vedevo che il nero contorno dei tetti
+e dei campanili sul cielo stellato; non sentivo che il rumore delle
+diligenze degli alberghi che si allontanavano. A certe svoltate, mi
+pareva di veder luccicare alle finestre canne di fucile e pugnali, e di
+udir grida lontane di feriti. Avrei dato non so quanto perchè spuntasse
+il giorno, per cavarmi la vivissima curiosità che mi stimolava, di
+visitar ad una ad una quelle strade, quelle piazze, quelle case famose
+per lotte disperate e uccisioni orrende, ritratte da tanti pittori,
+cantate da tanti poeti, e sognate da me tante volte prima di partire
+d'Italia, ripetendomi con gioia:--Le vedrai!--Giunsi finalmente al mio
+albergo, guardai fisso il cameriere che mi condusse alla camera,
+sorridendogli amorevolmente come per dire:--Non sono un invasore,
+risparmiami!--e data un'occhiata a un gran ritratto di Don Amedeo appeso
+alla parete del corridoio, in un canto, a particolare conforto dei
+viaggiatori italiani, andai a letto, chè cascavo di sonno come uno
+qualunque dei miei lettori.
+
+ * * * * *
+
+Allo spuntar del giorno mi precipitai fuori dell'albergo. Non c'era
+ancor nè botteghe, nè porte, nè finestre aperte; ma non appena misi il
+piede nella strada, mi scappò un mezzo grido di stupore. Passava una
+brigatella di uomini così stranamente vestiti, che io credetti a prima
+vista che fossero mascherati; e poi pensai: no, son comparse di teatro;
+e poi ancora: no, neppure, sono matti. Figuratevi: per cappello, un
+fazzoletto rosso annodato intorno al capo, a modo di cércine, dal quale
+uscivano sopra e sotto i capelli arruffati; una coperta di lana a
+striscie bianche e azzurre, indossata a guisa di mantello, ampia,
+cadente fin quasi a terra, come una toga romana; una larga fascia
+azzurra intorno alla vita; un paio di calzoncini corti, di velluto nero,
+stretti intorno al ginocchio; le calze bianche; una specie di sandali a
+nastri neri incrociati sul dosso del piede; e in questa artistica
+varietà di vestimento, l'impronta evidente della miseria; e con
+quest'evidenza di miseria, un non so che di teatrale, di altero, di
+maestoso nel portamento e nei gesti, un'aria da Grandi di Spagna
+decaduti, che mette in dubbio, al vederli, se s'abbia da ridere o da
+compiangere, da metter la mano alla borsa per fare un'elemosina o da
+levarsi il cappello in segno di riverenza. E non son altro che contadini
+dei dintorni di Saragozza. Ma quella che ho accennato non è che una
+delle mille varietà della stessa foggia di vestire. Andando oltre, ad
+ogni passo ne incontrai una nuova: vi sono i vestiti all'antica, i
+vestiti alla moderna, gli eleganti, i semplici, i festivi, i severi,
+ognuno con ciarpe, fazzoletti, calze, cravatte, panciotti di colori
+diversi; le donne colla crinolina, e le sottane corte, che lascian
+vedere un po' di gamba, e i fianchi spropositatamente rialzati; i
+ragazzi anch'essi col loro manto a striscie e la loro pezzuola intorno
+al capo, e i loro atteggiamenti drammatici, come gli uomini. La prima
+piazza sulla quale riuscii era piena di questa gente, divisa in gruppi,
+chi seduto sugli scalini delle porte, chi appoggiato agli angoli delle
+case, qualcuno sonando la chitarra, altri cantando; molti in giro a
+chieder l'elemosina, coi panni rappezzati e laceri, ma pur colla testa
+alta e l'occhio fiero; parevan gente usciti allora allora da un
+veglione, dove avessero rappresentato tutti insieme una tribù selvaggia
+di qualche ignoto paese. A poco a poco si apersero le botteghe e le
+case, e il popolo saragozzano si sparse per le strade. I cittadini, nel
+vestire, non han nulla di diverso da noi; ma sì qualcosa di particolare
+nei volti; alla serietà degli abitanti della Catalogna, uniscono l'aria
+sveglia degli abitanti delle Castiglie, avvivata ancora da
+un'espressione di fierezza tutta propria del sangue aragonese.
+
+ * * * * *
+
+Le strade di Saragozza hanno un aspetto severo, quasi tristo, com'io me
+lo immaginava prima di vederle. Fuori del _Coso_, che è una larga strada
+che attraversa una buona parte della città descrivendo una grande curva
+semicircolare,--il _Coso_ anticamente famoso per le corse, le giostre e
+i tornei che vi si celebravano nelle pubbliche feste,--fuori di questa
+bella ed allegra strada, e d'alcune poche recentemente rifatte, che
+paion strade di città francese, le altre son strette, tortuose,
+fiancheggiate da case alte, di color cupo, di scarse finestre,
+somiglianti a vecchie fortezze. Son strade che hanno una impronta, un
+carattere, o come altri dice, una fisonomia loro propria, che vista una
+volta, non si dimentica più; per tutta la nostra vita, quando si sentirà
+nominar Saragozza, si vedranno quelle mura, quelle porte, quelle
+finestre, come se si avessero dinanzi. Io vedo in questo punto la piazza
+della Torre nuova, e potrei disegnar casa per casa, e colorirle tutte,
+ciascuna col suo colore; e mi par di respirare quell'aria, tanto son
+vive le immagini; e ripeto quello che dissi allora:--Questa piazza è
+tremenda.--Perchè? non lo so; sarà stata un'illusione mia; segue delle
+città come dei volti, che ciascuno ci legge a modo suo; le strade e le
+piazze di Saragozza mi fecero codesto senso; ad ogni svoltata,
+dicevo:--Questo luogo par fatto per combattervi;--e guardavo intorno,
+come se ci mancasse qualcosa: una barricata, le feritoie, i cannoni.
+Riprovavo tutta la profonda commozione che m'avevan data i racconti
+dell'orribile assedio, e vedevo proprio la Saragozza del 1809, e correvo
+di strada in strada con una curiosità crescente, come per trovare le
+traccie di quella lotta titanica che ha atterrito il mondo. Qui,
+pensavo, accennando a me stesso la via, dev'esser passata la divisione
+Grandjean, di là sboccò forse la divisione Musnier, di costì si sarà
+lanciata al combattimento la divisione Morlot; avanti, fino alla
+cantonata: mi pare che qui sia seguito l'assalto dei volteggiatori della
+Vistola; ancora un giro: qui fecero impeto i volteggiatori polacchi;
+laggiù furon trucidati trecento spagnuoli; in questo punto scoppiò la
+gran mina che fece saltar in aria una compagnia del reggimento di
+Valenza; in quell'angolo morì il generale Lacoste colpito da una palla
+nella fronte. Ecco le strade famose di Santa Engracia, di Santa Monica,
+di Sant'Agostino, per le quali i Francesi s'avanzarono verso il _Coso_,
+di casa in casa, a furia di mine e di contrammine, tra i rottami dei
+muri enormi e le travi fumanti, sotto una tempesta di palle, di
+mitraglia e di sassi; ecco i trivii, le piazzuole, gli angiporti oscuri,
+dove si combatterono le orrende battaglie corpo a corpo, a colpi di
+baionetta, a pugnalate, a falciate, a morsi; le case asserragliate,
+difese stanza per stanza, tra le fiamme e il rovinío; le anguste scale
+che corsero sangue, i tristi cortili che echeggiarono di grida di dolore
+e di disperazione, che furon coperti di cadaveri sfracellati, che videro
+tutti gli orrori della peste, della fame, della morte!
+
+ * * * * *
+
+Di strada in strada riuscii davanti alla chiesa di _Nuestra Señora del
+Pilar_, la terribile Madonna, alla quale veniva a chieder protezione e
+coraggio la squallida folla dei soldati, dei cittadini, delle donne,
+prima d'andar a morire sulle breccie. Il popolo di Saragozza ha
+conservato per essa il fanatismo antico, e la venera con sentimento
+particolare di amoroso terrore, vivo anche nell'animo della gente alla
+quale è straniero ogni altro sentimento religioso. Però da quando
+entrate nella piazza, e alzate gli occhi verso la chiesa, fin al momento
+che, andando via, vi voltate a guardarla per l'ultima volta, badate a
+non sorridere, o a fare per distrazione un atto qualunque che possa
+parere irriverente; chè c'è chi vi vede, e vi tien d'occhio, e
+all'occorrenza vi segue. E se in voi è morta la fede, preparate l'animo,
+prima di varcare la soglia sacra, a un confuso risvegliarsi dei terrori
+infantili, chè poche chiese al mondo hanno come questa la virtù di
+risvegliarli nei cuori più gelidi e più forti.
+
+La prima pietra di Nostra Donna del Pilar, fu posta nel 1686 in un luogo
+dove sorgeva una cappella innalzata da san Giacomo per deporvi
+l'immagine miracolosa della Vergine che vi è tuttora. È un immenso
+edifizio di base rettangolare, sormontato da undici cupole, coperte di
+tegole variopinte, che gli danno una graziosa aria moresca; le mura
+disadorne e di color cupo. Entrate: è una vasta chiesa, oscura, nuda,
+fredda, divisa in tre navate, circondata di cappelle modeste. Lo sguardo
+corre subito al santuario che sorge nel mezzo: là è la statua della
+Vergine. È come un tempio nel tempio, che potrebbe star solo in mezzo
+alla piazza, se si abbattesse l'edifizio che lo circonda. Una corona di
+belle colonne di marmo, disposte ad elissi, sorreggono una cupola
+riccamente scolpita, aperta nella parte superiore, e ornata intorno
+all'apertura di ardite figure d'angeli e di santi. Nel mezzo è l'altar
+maggiore; a destra l'immagine di san Giacomo; a sinistra, in fondo,
+sotto un baldacchino d'argento che spicca sur un'ampia tenda di velluto
+tempestato di stelle, in mezzo al luccichío di migliaia di voti, al
+chiarore d'innumerevoli lampade, la statua famosa della Vergine, postavi
+or sono diciannove secoli da san Giacomo, scolpita in legno, annerita
+dal tempo, tutta coperta, tranne il capo suo e quello del bambino, da
+una splendida dalmatica; e sul dinanzi, tra le colonne, intorno al
+santuario, e lontano, in fondo alle navate della chiesa, in tutti i
+punti di dove lo sguardo può giungere all'immagine venerata, fedeli
+inginocchiati, prostrati, col capo quasi a terra, colle mani in croce:
+donne del popolo, operai, signore, soldati, fanciulli; e dalle varie
+porte della chiesa un continuo venir di gente a passi lenti, in punta di
+piedi, con gravi aspetti; e in quel profondo silenzio non un mormorío,
+non un fruscío, non un respiro; la vita di quella folla pare sospesa;
+par che s'attenda da tutti un'apparizione divina, una voce misteriosa,
+una qualche rivelazione tremenda da quell'arcano Santuario; e anche chi
+non crede e non prega, è forzato a fissare lo sguardo dove si fissan
+tutti gli sguardi, e il corso dei suoi pensieri s'arresta in una specie
+d'inquieta aspettazione. Oh suonasse pur quella voce! io pensavo;
+seguisse pure l'apparizione; e fosse anche una parola o una vista che mi
+facesse incanutire dallo spavento e gettare un urlo non udito mai sulla
+terra; purchè mi liberasse per sempre da questo orribile dubbio che mi
+rode il cervello e mi contrista la vita!
+
+Tentai d'entrar nel Santuario, non ci riuscii; avrei dovuto passare
+sulle spalle d'un centinaio di fedeli, qualcuno dei quali cominciava già
+a guardarmi in cagnesco perchè andavo attorno con un quaderno e una
+matita fra le mani. Cercai di scendere nella critta sotterranea ove son
+le tombe degli arcivescovi e l'urna che racchiude il cuore del secondo
+don Giovanni d'Austria, figlio naturale di Filippo IV; non mi fu
+concesso. Domandai di vedere le vestimenta, gli ori, le gemme, che
+profusero ai piedi della Vergine i grandi, i principi, i monarchi d'ogni
+età e d'ogni paese; mi fu risposto che non era l'ora opportuna, e neanco
+mostrando una luccicante _peceta_ potei corrompere l'onesto sacrestano.
+Ma non rifiutò di darmi alcune notizie intorno al culto della Vergine
+quando gli dissi, per entrargli in grazia, ch'ero nato a Roma, nel Borgo
+Pio, e che dal terrazzino di casa mia si vedevan le finestre
+dell'appartamento del Papa.
+
+"È un fatto," mi disse, "quasi miracoloso, e che non si crederebbe, se
+non fosse attestato dalla tradizione, che dal tempo antichissimo quando
+fu posta sul piedistallo la statua della Vergine, fino al giorno in cui
+viviamo, tranne la notte che la chiesa è chiusa, il santuario non rimase
+vuoto un momento, un momento solo, in tutto il rigore della parola.
+_Nuestra Señora del Pilar_ non è mai stata sola. Nel piedistallo della
+statua, a furia di baci, s'è fatto un incavo nel quale può entrar la mia
+testa. Neanco gli Arabi non ebbero il coraggio di proibire il culto di
+_Nuestra Señora_: la cappella di San Giacomo fu sempre rispettata. È
+caduto molte volte il fulmine nella chiesa, accanto al santuario, e
+anche dentro, in mezzo alla gente affollata: ebbene, neghino le anime
+dannate la protezione della Madonna: non è mai sta-to col-pi-to
+nes-su-no! E le bombe dei Francesi? Ne hanno ben bruciati e rovinati
+degli edifizi; ma a cadere sulla chiesa di _Nuestra Señora_ gli era come
+se cadessero sulle rocce della Serra Morena. E ai Francesi che fecero
+man bassa in ogni parte, gli è bastato il fegato di toccare i tesori di
+_Nuestra Señora_? Un solo generale si permise di prendere un gingillo
+per fare un regalo a sua moglie, offerendo in compenso alla Vergine un
+ricco donativo; ma sa che cosa gli è seguito? Alla prima battaglia una
+palla di cannone gli portò via una gamba. Non c'è barba di generale o di
+re che ne abbia mai imposto a _Nuestra Señora_. E poi è scritto lassù
+che questa chiesa durerà fino alla fine del mondo...." E tirò innanzi su
+questo tenore, fin che un prete da un angolo buio della sagrestia gli
+fece un cenno misterioso, e allora mi salutò e disparve.
+
+All'uscir dalla chiesa, colla mente tutta occupata dall'immagine del
+solenne santuario, incontrai una lunga fila di carri carnevaleschi,
+preceduti da una banda musicale, accompagnati dalla folla e seguìti da
+un gran numero di carrozze, che andavano verso il _Coso_. Non ricordo
+d'aver mai visto testoni di cartapesta più grotteschi, più buffi, più
+spropositati di quelli che portavan quelle maschere; così che solo
+com'ero, e punto inchinevole all'allegrezza, non potei trattenermi dal
+ridere, come alla chiusa d'un sonetto del Fucini. Il popolo però era
+serio e silenzioso, e le maschere piene di gravità; si sarebbe detto che
+negli uni e negli altri era più forte il malinconico presentimento della
+quaresima che il giubilo fugace del carnevale. Vidi qualche bel visetto
+alle finestre; ma nessun tipo ancora di quella bellezza propriamente
+detta spagnuola, dalla _tez oscurecida_ e da _los negros ojos de fuego_,
+che il Martinez della Rosa, esule a Londra, rammentava con sì caldi
+sospiri in mezzo a _las bellezas del Norte_. Passai tra due carrozze,
+fendetti la calca, tirandomi dietro qualche sacrato che notai subito sul
+mio quaderno; e traversate alla lesta due o tre stradicciuole, riuscii
+sulla piazza di San Salvador, davanti alla cattedrale che le dà il nome,
+chiamata anche la _Seo_, più ricca e più splendida di Nostra Donna del
+Pilar.
+
+La facciata greco-romana, benchè di maestose proporzioni, e la torre
+alta e leggera, non preparano allo spettacolo grandioso del di dentro.
+Entrai, e mi trovai immerso nelle tenebre; per un istante, i confini
+dell'edifizio mi restaron celati; non vidi altro che qualche sprazzo di
+pallida luce, rotto qua e là dalle colonne e dagli archi. Poi, a poco a
+poco, distinsi cinque navate, divise da quattro ordini di bei pilastri
+gotici, i muri lontani, e la lunga serie delle cappelle laterali, e
+rimasi attonito. Era la prima cattedrale che corrispondeva all'immagine
+ch'io m'ero formato delle cattedrali spagnuole, varie, pompose,
+straricche. La cappella maggiore, sormontata da una vasta cupola gotica
+in forma di tiara, racchiude in sè sola le ricchezze d'una gran chiesa;
+l'altar maggior è d'alabastro, coperto di rosoni, di volute, di
+rabeschi; la volta ornata di statue; a destra e a sinistra, tombe ed
+urne di principi: in un angolo la scranna sulla quale siedevano i Re
+d'Aragona per ricevere la consacrazione. Il coro, che sorge in mezzo
+alla navata principale, è un monte di tesori. La sua cinta esteriore,
+nella quale sono aperte alcune piccole cappelle, presenta una
+incredibile varietà di statuette, di colonnine, di bassorilievi, di
+fregi, di pietre, da dover star là una giornata per poter dire d'aver
+visto qualcosa. I pilastri delle due ultime navate, e gli archi che
+s'incurvano sulle cappelle, sono sopraccarichi, dalla base alla volta,
+di statue,--alcune enormi che par reggan sulle spalle l'edifizio,--di
+emblemi, di sculture e d'ornamenti d'ogni forma e d'ogni grandezza.
+Nelle cappelle una profusione di statue, di ricchi altari, di tombe
+regie, di busti, di quadri, che immersi come sono in una mezza oscurità,
+non offrono allo sguardo che una confusione di colori, di luccichii, di
+forme vaghe, tra le quali l'occhio si perde, e l'immaginazione si
+stanca. Dopo molto correre di qua e di là, col quaderno aperto e la
+matita in mano, notando e disegnando, mi s'ingarbugliò la testa,
+stracciai i fogli rabescati, promisi a me stesso che non avrei scritto
+nulla di nulla, uscii dalla chiesa, e mi rimisi a girar per la città,
+senza veder altro, per lo spazio d'una mezz'ora, che lunghe navate
+oscure, e statue biancheggianti in fondo a cappelle misteriose.
+
+ * * * * *
+
+V'hanno dei momenti in cui il viaggiatore più gaio e più appassionato,
+girando per le strade d'una città sconosciuta, viene assalito
+improvvisamente da un così profondo senso di noia che se potesse, per
+virtù d'una parola, rivolare a casa tra i suoi, colla rapidità d'un
+genio delle _Mille e una notte_, proferirebbe quella parola con uno
+slancio di allegrezza. Fui colto da un cotal senso nel punto che
+infilavo non so che stradicciuola lontana dal centro della città; e
+n'ebbi quasi spavento. Richiamai in fretta alla mente le immagini di
+Madrid, di Siviglia, di Granata, per scuotermi, per riaccendermi la
+curiosità, il desiderio: quelle immagini mi parvero pallide e senza
+vita. Mi riportai col pensiero a casa, ai giorni prima della partenza,
+quando avevo la febbre, e non vedevo l'ora di spiccare il volo: e quel
+pensiero non fece che accrescermi la tristezza. L'idea di aver a vedere
+ancora tante città nuove, di aver da passar tante notti negli alberghi,
+di avermi a trovare per tanto tempo in mezzo a gente straniera, mi
+scoraggiò; mi domandai come mi fossi potuto risolvere a partire; mi
+parve d'essermi tutt'a un tratto allontanato sterminatamente dal mio
+paese, d'esser in mezzo a un deserto, solo, dimenticato da tutti, mi
+guardai intorno, la strada era solitaria, mi prese freddo al cuore, mi
+vennero quasi le lacrime agli occhi:--Io non posso star qui!--dissi tra
+me.--Io muoio di malinconia! Voglio tornare in Italia io!--Non avevo
+finito di dir queste parole che poco mancò non dessi in una risata da
+matto; in un momento ogni cosa riprese vita e splendore ai miei occhi;
+pensai alle Castiglie e all'Andalusia con una sorta di gioia frenetica,
+e scrollando il capo in atto di pietà per quel passeggero sconforto,
+accesi un sigaro, e tirai via più allegro di prima.
+
+Era il penultimo giorno di carnevale; per le strade principali, verso
+sera, si vedeva un via vai di maschere, di carrozze, di brigatelle di
+giovani, di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze da marito,
+a due a due; ma nessun strepito rincrescevole, nè squarciati canti di
+ubbriachi, nè serra serra importuni. Di tratto in tratto, si sentiva
+qualche leggero colpo di gomito, ma leggero assai, da parer il cenno
+d'un amico che volesse dire:--Son qui,--piuttosto che l'urto d'uno
+sbadato; e col colpo di gomito, certi suoni di voci tanto più soavi
+delle grida che gettavano le saragozzane antiche dalle finestre delle
+case crollanti, e tanto più ardenti dell'olio bollente che versavano
+sugli invasori! Oh non erano più quei tempi dei quali mi parlò pochi
+giorni sono, a Torino, un vecchio prete saragozzano, assicurandomi di
+non aver ricevuto, in sette anni la confessione d'un peccato mortale!
+
+La sera, all'albergo, trovai un capomatto di francese che credo non
+abbia mai avuto l'uguale sotto la cappa del cielo. Era un uomo sulla
+quarantina, con uno di quei visi di pasticciano che dicono:--Son qui,
+gabbatemi;--negoziante, da quanto mi parve, agiato, il quale era giunto
+poco innanzi da Barcellona, e doveva ripartire il giorno dopo per San
+Sebastiano. Lo trovai nella sala da pranzo, che raccontava i fatti suoi
+a un crocchio di viaggiatori, i quali scoppiavano dalle risa. Mi cacciai
+nel crocchio, e sentii la storia anch'io. Costui era nativo di
+Bordeaux, e viveva da quattro anni a Barcellona. Aveva abbandonato la
+Francia, perchè gli era fuggita la moglie, insalutato ospite, _avec le
+plus vilain homme de la ville_, lasciandogli sulle braccia quattro
+ragazzi. Dal giorno della fuga non ne aveva più avuto notizia; chi gli
+aveva detto che era andata in America, chi in Asia, chi in Affrica; ma
+erano state tutte congetture senza fondamento; da quattro anni egli la
+considerava come morta. Un bel giorno, a Barcellona, trovandosi a
+desinare con un suo amico marsigliese, questi gli disse (ma bisognava
+vedere con che comica dignità esponeva la cosa) gli disse: "Amico, uno
+di questi giorni voglio andare a San Sebastiano."--"A che fare?"--"A
+spassarmela."--"Amorucci, eh?"--"Sì,... cioè... dirò: un amore
+propriamente non è, perchè a me, in amore, non mi piace far coda: è un
+capriccietto. Bella donnina, però! To', non più tardi d'ier l'altro ho
+ricevuto una lettera; non avevo voglia d'andare; ma c'è tanti _vieni_, e
+_t'aspetto_, e amico mio, e amico caro, che mi son lasciato tentare."
+Così dicendo, gli porse la lettera facendo una smorfia di vanagloria
+dongiovannesca. Il negoziante la prende, l'apre, la scorre: "_Nom de
+Dieu! Ma femme!_" e senza dir altro pianta l'amico, corre a casa a
+pigliar la valigia, e via alla stazione. Quando entrai nella sala, aveva
+già mostrato la lettera a tutti i presenti, e steso sulla tavola, perchè
+ognuno li potesse vedere, la sua fede di battesimo, l'atto matrimoniale,
+ed altre carte che aveva portate con sè per il caso che sua moglie non
+lo volesse riconoscere. "Che cosa le volete fare?" gli domandarono tutti
+ad una voce. "_Je ne lui ferai pas de mal; j'ai déjà pris mon parti; il
+n'y aura pas de sang; mais ce sera un châtiment plus terrible
+encore._"--"Ma che cosa adunque?" domandarono gli uditori. "_J'ai déjà
+pris mon parti,_" ripetè il francese colla più grande serietà, e tirato
+fuori dalla tasca un paio di forbici enormi, soggiunse solennemente:
+"_Je vais lui couper les cheveux et les sourcils!_" Tutti diedero in uno
+scoppio di risa. "_Messieurs!_" gridò l'offeso marito; "_je le dis et je
+tiendrai ma parole; si j'ai le bonheur de vous retrouver ici, je me
+ferai un devoir de vous présenter sa perruque._" Qui seguì un diavolío
+di risa, di voci, d'applausi, senza che il Francese spianasse neanco un
+momento il suo tragico cipiglio. "Ma se le trovaste uno Spagnuolo in
+casa?" gli domandò uno. "_Je le ferais sauter par la fenêtre!_" rispose.
+"Ma se fossero molti?"--"_Tout le monde par la fenêtre!_"--"Ma farete
+uno scandalo, accorreranno i vicini, i carabinieri, il popolo!"--"_Et
+moi...._" gridò il terribile uomo, battendosi una mano nel petto, "_je
+ferai sauter par la fenêtre les voisins, les gendarmes, le peuple, et la
+ville entière, s'il le faut._" E tirò via a sbravazzare su questo tono,
+gesticolando con la lettera da una mano, e le forbici dall'altra, in
+mezzo alle risa sgangherate dei viaggiatori. _Vivir para ver_, vivere
+per vedere, dice il proverbio spagnuolo; e dovrebbe dir meglio _viajar_,
+viaggiare, chè certi originali par che s'incontrino solamente negli
+alberghi e sulle strade ferrate. Chi sa come sarà andata a finire!
+
+Entrando nella mia camera, domandai al cameriere chi fossero due cosi
+che avevo osservato fin dalla sera prima, appesi alla parete, che
+mostravano d'aver non so qual pretensione di passare per due ritratti.
+"_Caramba!_" mi rispose "_nada menos que los hermanos Argensola,_"
+aragonesi, nativi di Barbastro, "_dos de los mas afamados poetas de
+España!_" (_Afamados_ per chi non lo sappia non vuol dire famelici, ma
+famosi.) E furono tali davvero i due fratelli Argensola, due veri
+gemelli letterarii, che ebbero la stessa indole, studiarono le stesse
+cose, scrissero nel medesimo stile, puro, sobrio, forbito, facendo
+argine con tutte le loro forze al torrente del cattivo gusto che
+cominciava ad invadere, ai loro tempi, sulla fine del secolo
+decimosesto, la letteratura spagnuola. L'uno morì a Napoli, segretario
+di Stato del Vicerè, l'altro a Tarragona, prete; e lasciarono tutti e
+due una fama onorata e cara, alla quale il Cervantes e il Lopez de Vega
+apposero lo splendido suggello della loro lode. I sonetti degli
+Argensola sono annoverati tra i più belli della letteratura spagnuola,
+per argutezza di pensiero e nobiltà di forma; e poichè ve n'è uno, di
+Lupercio Leonardo, che si sa a memoria da tutti e del quale i ministri
+citano spesso la chiusa per rispondere alle magniloquenti filippiche
+degli oratori della sinistra; lo metto qui colla speranza che potrà
+servire a qualcuno dei lettori per rimbeccare gli amici quando gli
+facessero rimprovero d'essersi innamorato, come il poeta, d'una donna
+che si dà il belletto.
+
+ «Yo os quiero confesar, don Juan, primero
+ Que aquel blanco y carmin de doña Elvira
+ No tiene de ella mas, si bien se mira,
+ Que el haberle costado su dinero:
+
+ Pero tambien que me confieses quiero
+ Que es tanta la beldad de su mentira,
+ Que en vano à competir con ella aspira
+ Belleza igual de rostro verdadero.
+
+ Mas que mucho que yo perdido ande
+ Por un engaño tal, pues que sabemos
+ Que nos engaña asi naturaleza?
+
+ Porque ese cielo azul que todos vemos
+ No es cielo, ni es azul: ¡làstima grande
+ Que no sea verdad tanta belleza!»
+
+ (_Prima di tutto vi voglio confessare, o signor Giovanni, che quel
+ bianco e carminio di donna Elvira non ha di suo che il denaro che
+ le è costato; ma voglio che voi mi confessiate alla vostra volta
+ esser siffatta la bellezza della sua finzione, che nessuna bellezza
+ simile di volto vero potrebbe competere con essa. Ma che vale ch'io
+ mi dia pensiero di tale inganno, se si sa che nello stesso modo
+ c'inganna la natura? E infatti, quel cielo azzurro che tutti
+ vediamo, non è nè cielo nè azzurro.... Peccato che non sia verità
+ tanta bellezza!_)
+
+La mattina dopo mi volli procurare un piacere somigliante a quello che
+provava il Rousseau tenendo dietro al volo delle mosche; il piacere di
+errare per la città, alla ventura, fermandomi a guardare le cose più
+insignificanti, come si fa per la strada di casa nostra, quando si
+aspetta un amico. Visitati alcuni edifizi pubblici, tra i quali il
+palazzo della Borsa, che ha una stupenda sala formata da ventiquattro
+colonne, ornata ciascuna di quattro scudi coll'arma di Saragozza,
+sovrapposti alle quattro faccie del capitello; visitata l'antica chiesa
+di Santiago e il bel palazzo dell'Arcivescovado, m'andai a piantare in
+mezzo alla vasta ed allegra piazza della _Costitucion_, che divide in
+due il _Coso_, e riceve altre due delle principali strade della città; e
+di là presi le mosse, e bighellonai fino a mezzogiorno con un gusto
+infinito. Ora sostavo a guardare un ragazzo che giocava a nocíno, ora
+davo una capatina da curioso in un piccolo caffè da scolari, ora
+rallentavo il passo per sentire le ciancie di due serve a una cantonata,
+ora andavo a mettere il naso contro le vetrine d'un libraio, ora entravo
+a far ammattire una tabaccaia chiedendo dei sigari in tedesco, ora mi
+fermavo a intavolar conversazione con un rivenditore di fiammiferi, qui
+compravo un giornaletto, lì chiedevo del fuoco a un soldato, là
+domandavo la strada a una ragazza, e intanto ruminavo versi
+dell'Argensola, cominciavo sonetti faceti, canterellavo l'inno di Riego,
+pensavo a Firenze, al vin di Malaga, agli avvertimenti di mia madre, al
+Re Amedeo, alla mia borsa, a mille cose, a nessuna; e non avrei cangiato
+la mia sorte con quella d'un grande di Spagna.
+
+Verso sera andai a vedere la Torre nuova, che è uno dei più curiosi
+monumenti di Spagna. È alta ottantaquattro metri,--quattro più della
+torre di Giotto,--e inchinata di quasi due metri e mezzo, tutta intera,
+come la torre di Pisa. Fu innalzata nel 1304; chi afferma che fu fatta
+così, chi crede che siasi inchinata poi; le opinioni sono diverse. È di
+forma ottagonale, e tutta costrutta di mattoni; ma presenta una varietà
+mirabile di disegno e d'ornamenti, un aspetto diverso a ogni piano, un
+misto grazioso di gotico e di moresco. Per entrare, dovetti andar a
+domandare il permesso a non so quale impiegato del Municipio, che abita
+là vicino; il quale, dopo aver guardato attentamente la punta dei miei
+stivali e il ciuffo dei miei capelli, diede le chiavi al custode, e mi
+disse: "_Puede Usted ir._" Il custode era un vecchietto vigoroso che
+salì le interminabili scale con assai maggior speditezza di me. "_Verá
+Usted,_" mi diceva: "_Verá Usted que magnífico golpe de vista!_"--Io gli
+dissi che anche noi Italiani avevamo una torre inclinata, come quella di
+Saragozza; egli si voltò a guardarmi e rispose secco: "_La nuestra es
+unica en el mundo._"--"Oh cospetto! Vi dico che n'abbiamo una anche noi,
+e che l'ho vista coi miei occhi, a Pisa, e poi, se non volete credere,
+leggete qui, lo dice anche la Guida."--Diede un'occhiata e brontolò:
+"_Puede ser._"--Può essere!--Vecchio cocciuto! Gli avrei dato il libro
+sul capo. Finalmente arrivammo sulla cima. È uno stupendo spettacolo.
+Saragozza si abbraccia tutta con uno sguardo: la grande strada del
+_Coso_, il passeggio di Santa Engracia, i sobborghi; e lì sotto, che par
+di poterle toccare, le cupole colorite di Nostra Donna del Pilar; un po'
+più in là l'ardita torre della Seo; più oltre l'Ebro famoso, che gira
+attorno alla città con una curva maestosa, e l'ampia valle, innamorata,
+come dice il Cervantes, della chiarezza delle sue acque e della gravità
+del suo corso; e la Huerba, e i ponti, e i poggi, che ricordano tanti
+scontri sanguinosi e disperati assalti!
+
+Il custode mi lesse sul volto i pensieri che mi attraversavan la mente,
+e come proseguendo un discorso da me incominciato, prese ad accennarmi i
+punti per dove erano entrati i Francesi, e dove i cittadini avevano
+opposto le più gagliarde resistenze. "Non furono le bombe dei Francesi,"
+mi disse, "che ci fecero arrendere; noi stessi bruciavamo le case, e le
+facevamo saltare in aria colle mine; fu l'epidemia. Negli ultimi giorni
+più di quindicimila uomini dei quarantamila che difendevan la città eran
+negli ospedali; non si aveva più tempo per raccogliere i feriti e per
+sotterrare i morti; le rovine delle case erano coperte di cadaveri
+putrefatti che ammorbavano l'aria; un terzo degli edifizi della città
+eran distrutti; eppure nessuno parlava d'arrendersi; e chi ne avesse
+parlato, era stato innalzato apposta un patibolo in tutte le piazze,
+sarebbe stato ucciso; volevamo morire sulle barricate, nel fuoco, sotto
+i rottami delle nostre mura, piuttosto che piegare la testa. Ma quando
+il Palafox si trovò in punto di morte, quando si seppe che i Francesi
+avevano vinto in altre parti, e che non c'era più alcuna speranza,
+bisognò porre giù le armi. Ma i difensori di Saragozza si arresero cogli
+onori della guerra, e quando quella folla di soldati, di contadini, di
+monaci, di ragazzi, scarni, cenciosi, coperti di ferite, macchiati di
+sangue, sfilarono davanti all'esercito francese, i vincitori tremarono
+di riverenza e non ebbero cuore di rallegrarsi della vittoria! L'ultimo
+dei nostri contadini poteva portar la fronte più alta che il primo dei
+loro marescialli:--_Zaragoza_, e dicendo queste parole era splendido,
+_ha escupido en la cara a Napoleon!_--(Saragozza ha sputato in viso a
+Napoleone!)"
+
+Io pensai, in quel momento, alla storia del Thiers, e il ricordo della
+narrazione ch'egli fa della presa di Saragozza mi destò un
+sentimento di sdegno. Non una parola generosa per la sublime ecatombe di
+quel povero popolo! Il loro valore, per lui, non è che fanatismo feroce,
+o vana manìa guerresca di contadini stanchi della vita uggiosa dei
+campi, e di monaci ristucchi della solitudine della cella; la loro
+eroica ostinazione è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio
+stolto. Essi non morivano _pour cet idéal de grandeur_ che animava il
+coraggio dei soldati imperiali! Come se la libertà, la giustizia,
+l'onore d'un popolo, non fossero qualcosa di più grande che l'ambizione
+d'un Imperatore, che lo fa assalire a tradimento e lo vuol governare
+colla violenza!... Tramontava il sole, le torri e i campanili di
+Saragozza erano illuminati dagli ultimi raggi, il cielo era
+limpidissimo; volsi ancora uno sguardo intorno per imprimermi bene nella
+memoria l'aspetto della città e della campagna, e prima di voltarmi per
+scendere, dissi al custode che mi guardava con un'aria di benevola
+curiosità: "Racconti agli stranieri che verranno a visitare d'ora in
+avanti la torre, che un giorno, un giovane italiano, poche ore prima di
+partire per la Castiglia, salutando per l'ultima volta, da questo
+balcone, la capitale dell'Aragona, s'è scoperto il capo col sentimento
+del più profondo rispetto, così,--e che non potendo baciare sulla
+fronte, ad uno ad uno, tutti i discendenti degli eroi del 1809, ha dato
+un bacio al custode,"--E glielo diedi, e me lo rese, e me n'andai
+contento, ed egli pure, e rida chi vuole.
+
+ * * * * *
+
+Con questo mi parve di poter dire che avevo visto Saragozza, e tornai
+all'albergo ricapitolando le mie impressioni. Mi restava però una gran
+voglia di fare un po' di conversazione con qualche buon saragozzano, e
+dopo desinare andai al caffè, dove trovai subito un capomaestro e un
+bottegaio, che tra un sorso e l'altro di cioccolatte, mi esposero lo
+stato politico della Spagna e i mezzi più efficaci
+
+ «Di portar la baracca a salvamento.»
+
+La pensavano molto diversamente. L'uno, il bottegaio, ch'era un ometto
+col naso rincagnato e un grosso bernoccolo tra occhio e occhio, voleva
+la repubblica federale, senza transazioni, quella sera stessa, prima
+d'andare a letto; e metteva come condizione _sine qua non_ per la
+prosperità del nuovo governo, che si fucilasse il Serrano, il Sagasta e
+lo Zorilla, per convincerli una volta per sempre _que no se chanzea con
+el pueblo español_, che non si scherza col popolo spagnuolo. "_Y su rey
+de Ustedes,_" concludeva volgendosi verso di me, "al re che ci han
+mandato loro,--mi perdoni, caro il mio Italiano, la franchezza con cui
+le parlo,--al loro re un biglietto di prima classe per tornarsene _á la
+hermosa Italia_, ove c'è miglior aria per i Re. _Somos
+españoles_"--perdoni, caro il mio Italiano e mi metteva una mano sul
+ginocchio--"_somos españoles_, e non vogliamo stranieri, nè cotti, nè
+crudi!"
+
+"Mi pare d'aver capito il suo concetto; e lei," domandai al capomaestro,
+"come crede lei che si potrebbe salvar la Spagna?"
+
+"_No hay mas que un medio!_" rispose con accento solenne; "non v'è che
+un mezzo! Repubblica federale,--in questo sono d'accordo col mio
+amico,--ma con Don Amedeo presidente!"--(L'amico scrollò le spalle)
+"Ripeto: con Don Amedeo presidente! È il sol uomo che possa tener ritta
+la repubblica; non è soltanto un'opinione mia; è l'opinione di molta
+gente. Don Amedeo faccia intendere a suo padre che qui colla monarchia
+non si compiccia nulla; chiami al governo il Castelar, il Figueras, il
+Pi y Margal; proclami la repubblica, si faccia elegger presidente, e
+gridi alla Spagna:--Signori, ora comando io, e chi alza le corna,
+legnate! E allora avremo la vera libertà."
+
+Il bottegaio, il quale non credeva che la vera libertà consistesse nel
+pigliarsi delle legnate sulle corna, protestò; l'altro ribattè; il
+battibecco durò un pezzo. Si venne poi a parlare della Regina; e il
+capomaestro dichiarò che, sebbene fosse repubblicano, aveva per Donna
+Vittoria un profondo rispetto e una calda ammirazione. "_Tiene mucho_
+(molto) _de aquí_" disse toccandosi la fronte col dito.--"_Es verdad que
+sabe el griego?_"--(È vero che sa il greco?)
+
+"E come!" risposi.
+
+"Hai inteso, eh?" domandò l'altro.
+
+"Sì," rispose il bottegaio brontolando; "_pero no se govierna à España
+con el griego._"
+
+Concedeva però anche lui che, regina per regina, era a desiderarsi
+d'averne una dotta e savia, _digna de sentarse en el trono de Isabel la
+Catòlica_, la quale, come tutti sanno, conosceva il latino quanto un
+professore consumato; piuttosto che una di queste regine cervelline che
+non hanno il capo ad altro che alle feste ed ai favoriti. In una parola,
+non voleva vedere in Ispagna la casa di Savoia; ma se qualche cosa
+poteva piegarlo un po' in di lei favore, era il greco della Regina. Che
+galante repubblicano!
+
+V'è però in codesta gente una generosità di cuore, e un vigore di animo
+che giustifica la loro onorevole fama. L'aragonese, in Spagna, è
+rispettato. Il popolo di Madrid che trincia i panni addosso agli
+Spagnuoli di tutte le provincie, che dà al catalano di rozzo,
+all'andaluso di vano, al valenziano di feroce, al galiziano di
+miserabile, al basco d'ignorante, tratta con un po' più di riserbo gli
+alteri figli d'Aragona, i quali nel secolo decimonono scrissero col
+proprio sangue la più gloriosa pagina della storia di Spagna. Il nome di
+Saragozza suona nel popolo come un grido di libertà, e nell'esercito
+come un grido di guerra. Ma poichè non v'è rosa senza spine, questa
+nobile provincia è anche un semenzaio di demagoghi inquieti, di capi di
+_guerrillas_, di tribuni, di gente di testa calda e di mano ardita, che
+danno un gran da fare a tutti i Governi. Il Governo deve accarezzar
+l'Aragona come un figliuolo ombroso e focoso, che se niente niente si
+picca, è muso da mandare in aria la casa.
+
+ * * * * *
+
+L'entrata di re Amedeo in Saragozza, e la breve dimora che vi fece nel
+1871, diedero occasione a parecchi fatti, che meritano d'essere
+raccontati; non solo perchè si riferiscono al Principe, ma perchè sono
+una eloquente manifestazione del carattere del popolo. E prima d'ogni
+altra cosa il discorso del Sindaco, del quale s'è fatto tanto scalpore,
+in Spagna e fuori, e che resterà forse fra le tradizioni di Saragozza
+come un esempio classico di audacia repubblicana. Il Re arrivò verso
+sera alla stazione della strada ferrata, dove eran venuti ad aspettarlo,
+accompagnati da un'immensa folla, i rappresentanti di molti Municipii,
+e associazioni e corpi militari e civili di varie città d'Aragona. Dopo
+le solite grida e i soliti applausi, si fece silenzio, e l'alcade di
+Saragozza, presentatosi al Re, lesse con enfatica voce il seguente
+discorso:
+
+«Signore! Non è la modesta personalità mia, non è l'uomo di convinzioni
+profondamente repubblicane; ma bensì l'alcade di Saragozza, investito
+del sacro suffragio universale, colui che, _per un dovere
+imprescindibile_, si presenta a voi, e si mette agli ordini vostri. Voi
+state per entrare nel recinto d'una città la quale, sazia ormai di
+gloria, porta il titolo di sempre eroica; una città che quando corse
+pericolo l'integrità nazionale, fu una nuova Numanzia, una città che
+umiliò gli eserciti napoleonici nei loro stessi trionfi ec. Saragozza fu
+la più avanzata sentinella della libertà; nessun governo le parve mai
+abbastanza liberale ec. Nel petto di nessuno dei figli suoi albergò mai
+il tradimento ec. Entrate, dunque, nel recinto di Saragozza. Se non
+aveste coraggio, non ne avreste neanco bisogno, perchè i figli della
+sempre eroica madre son valorosi a viso aperto, e incapaci di tradire.
+Non v'è scudo, nè esercito più poderoso per difendere, in questi
+momenti, la vostra persona, che la lealtà dei discendenti del Palafox,
+poichè anche i loro nemici trovano un sacro asilo sotto i tetti
+saragozzani. Pensate e meditate che se seguirete costantemente la via
+della giustizia, se farete da tutti osservare le leggi della più stretta
+moralità, se proteggerete il produttore che finora tanto dà, e sì poco
+riceve, se sosterrete la verità del suffragio, se Saragozza e la Spagna
+vi dovranno un giorno il compimento delle sacre aspirazioni della
+maggioranza di questo gran popolo che venite a conoscere, _allora,
+forse, vi adornerà un più splendido titolo_, che quello di Re. Potete
+essere il primo cittadino della nazione, e il più amato in Saragozza, e
+la _repubblica spagnuola_ vi dovrà la sua completa felicità.»
+
+A questo discorso che veniva a significare in conclusione:--Non vi
+riconosciamo come Re, ma entrate pure fra noi, che non v'ammazzeremo,
+perchè gli eroi non ammazzano a tradimento; e se sarete bravo, e ci
+servirete a dovere, consentiremo, forse, a sopportarvi come presidente
+della Repubblica;--il Re rispose con un sorriso agro-dolce, che voleva
+dire:--Troppa degnazione!--e strinse la mano all'Alcade, con grande
+meraviglia di tutti i presenti. Poi montò a cavallo, ed entrò in
+Saragozza. Il popolo, a quel che si dice, lo ricevette con festa, e
+molte signore gli lanciarono dalle finestre poesie, corone di fiori e
+colombe. In varii punti, il generale Cordova, e il general Rosell, che
+lo accompagnavano, dovettero sgombrargli la strada coi proprii cavalli.
+Mentre entrava nel _Coso_, una donna del popolo si slanciò innanzi per
+dargli un memoriale; il Re, ch'era già passato oltre, se n'accorse,
+tornò indietro, e lo prese. Poco dopo, gli si presentò un carbonaio, e
+gli porse la sua nera mano: il Re gliela strinse. Nella piazza di Santa
+Engracia, fu ricevuto da una sfarzosa mascherata di nani e di giganti,
+che lo salutarono con certe danze tradizionali, fra le grida assordanti
+della moltitudine. Così attraversò tutta la città. Il giorno dopo visitò
+la chiesa della Madonna di Pilar, gli ospedali, le carceri, il circo dei
+Tori, e in ogni parte fu festeggiato con quasi monarchico entusiasmo,
+non senza segreta bizza dell'Alcade che l'accompagnava, il quale avrebbe
+voluto che il popolo saragozzano si ristringesse all'osservanza del
+quinto comandamento:--Non ammazzare,--senza andare più in là delle sue
+modeste promesse. Liete accoglienze ebbe pure il Re sulla via da
+Saragozza a Logroño. A Logroño, in mezzo a una folla innumerevole di
+contadini, di guardie nazionali, di donne, di ragazzi, vide per la prima
+volta il venerando generale Espartero. Appena si videro, si corsero
+incontro; il generale cercò la mano del Re, il Re gli aperse le braccia;
+la folla gettò un grido di gioia: "Maestà," disse l'illustre soldato con
+voce commossa, "i popoli vi accolgono con patriottico entusiasmo, perchè
+vedono nel loro giovane Monarca il più fermo sostegno della libertà e
+della indipendenza della patria, e son sicuri che se i nemici della
+nostra ventura tentassero di turbarla, Vostra Maestà, alla testa
+dell'esercito e della milizia cittadina, saprebbe confonderli e
+sgominarli. La mia affranta salute non mi permise d'andare a Madrid per
+felicitare Vostra Maestà e la sua Augusta Sposa per il loro avvenimento
+al trono di San Ferdinando. Oggi lo faccio, e ripeto anche una volta che
+servirò fedelmente la persona di Vostra Maestà come re di Spagna,
+eletto dalla volontà nazionale. Maestà, in questa città ho una modesta
+casa, e ve la offro, e vi prego d'onorarla della vostra presenza."--Con
+queste semplici parole era salutato il nuovo Re dal più vecchio e più
+amato e più glorioso dei suoi sudditi. Felice auspicio, a cui mal
+risposer gli eventi!
+
+ * * * * *
+
+Verso mezzanotte andai a un veglione, in un teatro di mezzana grandezza,
+sul _Coso_, a poca distanza dalla piazza della Costituzione. Le maschere
+eran poche e meschinuccie; ma v'era per compenso una folla fittissima,
+della quale un buon terzo ballavano furiosamente. Fuor che dalla lingua,
+non mi sarei accorto di assistere ad un veglione d'un teatro di Spagna,
+piuttosto che a un veglione d'un teatro d'Italia; mi pareva di veder
+persino le stesse faccie. Poi il solito tramenío, la solita licenza di
+parole e di mosse, il solito degenerare dal ballo in una ridda clamorosa
+e sfrenata. Delle cento coppie di ballerini che mi passarono dinanzi,
+una sola mi rimase impressa nella memoria: un giovanotto d'una ventina
+d'anni, alto, snello, bianco, con due grand'occhi neri; e una ragazza
+della stessa età, bruna come un'andalusa; tutti e due belli e alteri,
+vestiti dell'antico costume aragonese, abbracciati stretti, viso contro
+viso, come se l'uno volesse respirare l'alito dell'altro, rossi come due
+viole e sfolgoranti di gioia. Passavano in mezzo alla folla, gettando
+intorno uno sguardo sdegnoso, e mille occhi li accompagnavano, e li
+seguiva un mormorio sordo di ammirazione e d'invidia. Uscendo dal
+teatro, mi fermai un momento sulla porta per rivederli passare, e poi me
+ne tornai all'albergo solo e malinconico. L'indomani mattina, prima
+dell'alba, partii per la Vecchia Castiglia.
+
+
+NOTE:
+
+ [1] Le piace mangiar con me?
+
+
+
+
+III.
+
+BURGOS.
+
+
+Per andare da Saragozza a Burgos, città capitale della Vecchia
+Castiglia, si risale tutta la gran valle dell'Ebro, attraversando una
+parte dell'Aragona, e una parte della Navarra, fino alla città di
+Miranda, posta sulla strada di Francia che passa per San Sebastiano e
+Baiona. Il paese è pieno di ricordi storici, di rovine, di monumenti, di
+nomi famosi: ogni villaggio rammenta una battaglia, ogni provincia una
+guerra. A Tudela, i Francesi sconfissero il generale Castaños; a
+Calahorra, Sertorio resistette a Pompeo; a Navarrete, Enrico di
+Transtamare fu vinto da Pietro il Crudele; si vedono i vestigi della
+città di Egon ad Agoncillo, le rovine d'un acquedotto romano ad
+Alcanadre, i resti d'un ponte arabo a Logroño; la mente dura fatica ad
+abbracciare le memorie di tanti secoli e di tanti popoli, e l'occhio si
+stanca colla mente. L'aspetto della campagna varia ad ogni momento.
+Vicino a Saragozza son campi verdi sparsi di case e di viottole
+serpeggianti, per le quali si vede qualche gruppo di contadini, avvolti
+nei loro scialli variopinti, qualche somarello, qualche carro. Più oltre
+non sono che vaste pianure ondulate, nude, aride, senza un albero, senza
+una casa, senza un sentiero; ove non si vede che di miglio in miglio un
+armento, un pastore, una capanna; e qualche piccolo villaggio, composto
+di casuccie color terraceo, basse, che quasi si confondono col suolo;
+piuttosto gruppi di capanne, che villaggi, vere immagini di miseria e di
+squallore. L'Ebro serpeggia a grandi curve lungo la strada, ora vicino,
+che par che il treno ci si vada a tuffare, ora lontano, come una
+striscia d'argento, che appare e dispare fra le gobbe del terreno e i
+cespugli delle sponde. Lontano si vede una catena di monti azzurri, e al
+di là le cime bianche dei Pirenei. Presso Tudela si scopre il canale;
+dopo Custejon la campagna verdeggia; e via via, le pianure aride si
+alternano cogli oliveti, e qualche striscia di verde vivo rompe qua e là
+il giallognolo secco dei campi abbandonati. Sulle cime dei colli lontani
+si vedon rovine di castelli enormi, sormontate da torri tronche,
+spaccate, corrose, simili a grandi moncherini di giganti prostrati che
+minaccino ancora.
+
+A ogni stazione della strada ferrata comprai un giornale; prima
+d'arrivare a metà viaggio n'avevo un monte: giornali di Madrid e
+d'Aragona, grandi e piccini, neri e rossi; nessuno, sfortunatamente,
+amico di Don Amedeo. E dico sfortunatamente, perchè, a legger quei
+giornali, c'era da cadere in tentazione di voltar le spalle a Madrid e
+tornarsene a casa. Dalla prima all'ultima colonna, eran tutt'una
+sfuriata d'ingiurie, d'imprecazioni e di minaccie contro l'Italia: corna
+del nostro Re, roba da chiodi dei nostri ministri, ira di Dio del nostro
+esercito; tutto fondato sulla voce, che allora correva, d'una prossima
+guerra, nella quale l'Italia e la Germania alleate si sarebbero gettate
+sulla Francia e sulla Spagna, per distruggervi il Cattolicismo, nemico
+eterno di tutt'e due, e mettere sul trono di San Luigi il Duca di
+Genova, e assicurare il trono di Filippo II al Duca d'Aosta. Erano
+minaccie nell'articolo di fondo, minaccie nell'appendice, minaccie nelle
+notizie, in prosa, in versi, con figurine, con lettere cubitali, con
+lunghe righe di puntini; dialoghi tra il _padre_ e il _figlio_, l'uno da
+Roma, e l'altro da Madrid, questi che domandava: "Che cosa ho da fare?"
+quello che rispondeva: "Fucila!" di tratto in tratto un: "Vengano! siamo
+pronti! siamo sempre la Spagna del 1808; i vincitori degli eserciti
+napoleonici non hanno paura nè del muso degli Ulani di re Guglielmo, nè
+del gridío dei Bersaglieri di Vittorio Emanuele."--E poi Don Amedeo
+designato coll'appellativo di _pobre bambino_, l'esercito italiano
+chiamato un esercito di ballerini e di cantanti, gl'Italiani di Spagna
+invitati a sfrattare col poco gentile avvertimento di:--_Italianos al
+tren!_--(Italiani al treno); in somma, chiedete e domandate, ce n'era
+una per sorte. Vi confesso che, su quel subito, rimasi un po' turbato;
+m'immaginai che a Madrid gl'Italiani fossero poco meno che segnati a
+dito per le vie; mi ricordai della lettera ricevuta a Genova; ripetevo
+tra me e me quell'_Italianos al tren_, come un consiglio che meritasse
+una seria meditazione; guardavo con sospetto i viaggiatori che entravano
+nel carrozzone, e gl'impiegati della strada ferrata, e mi pareva che, al
+primo vedermi, tutti dovessero dire:--Ecco là un emissario italiano;
+mandiamolo a tener compagnia al general Prim.--
+
+Avvicinandosi a Miranda, la strada s'inoltra in una contrada montagnosa,
+varia, pittoresca; dove da qualunque parte si volga lo sguardo, non si
+vedon che roccie grigiastre, a perdita d'occhio, che rendon l'immagine
+d'un mare petrificato nell'atto della tempesta. È un paese pieno di
+bellezza selvaggia, solitario come un deserto, silenzioso come un
+ghiacciaio, che rappresenta alla fantasia come una visione di pianeta
+disabitato, e desta un senso misto di tristezza e di paura. Il treno
+passa fra due pareti di roccie puntagute, incavate, crestate, faccettate
+in tutti i sensi e in tutte le forme, che par che intorno a ciascuna
+abbian lavorato tutta la vita una folla di scalpellini furiosi, facendo
+alla cieca a chi ci lasciasse le traccie più capricciose. La strada
+riesce poi in una vasta pianura piantata di pioppi, nella quale sorge
+Miranda.
+
+La stazione è lontanissima dalla città; dovetti aspettare nel caffè,
+fino a notte, il treno di Madrid. Per tre ore non ebbi altra compagnia
+che quella di due guardie doganali chiamate in Spagna _carabineros_,
+vestite d'una divisa severa, con daga, pistole e carabina ad armacollo.
+A ogni stazione ce ne son due: le prime volte, vedendo apparire davanti
+al finestrino del carrozzone le canne delle loro carabine, credetti che
+fosser là per chiappare qualcuno, e fors'anche.... e misi,
+senz'accorgermene, la mano sul passaporto. Son bei giovanotti, arditi e
+cortesi, coi quali il viaggiatore che aspetta può intrattenersi
+piacevolmente a discorrer di Carlisti e di contrabbando, come io feci,
+con grande vantaggio del mio frasario spagnuolo. Verso sera capitò un
+mirandese, un uomo sulla cinquantina, impiegato, allegro, chiaccherone,
+ed io lasciai i _carabineros_ per attaccarmi a lui. Fu il primo
+Spagnuolo che mi parlò profondamente di politica. Lo pregai di dipanarmi
+un po' codesta benedetta matassa dei partiti, di cui non ero ancor
+riuscito a trovare il bandolo; ed egli ne fu contentissimo, e mi servì
+per filo e per segno. "È detto in due parole," cominciò: "ecco come
+stanno le cose. Ci son cinque partiti principali: l'assolutista, il
+moderato, il conservatore, il radicale, il repubblicano. L'assolutista
+si divide in due: carlisti puri, carlisti dissidenti. Il partito
+moderato in due: l'uno vuole Isabella seconda, l'altro vuole Don
+Alfonso. Il partito conservatore in quattro: tenga bene a mente: i
+Canovisti, capitanati da Canovas del Castillo; gli ex-montpensieristi,
+capitanati dal Rios Rosas; i _fronterizos_, capitanati dal generale
+Serrano; i progressisti storici, capitanati dal Sagasta. Il partito
+radicale in quattro: i progressisti democratici, capo lo Zorilla; i
+_Cimbrios_, capo il Martos; i democratici, capo il Ribero; gli
+economisti, capo il Rodriguez. Il partito repubblicano in tre: gli
+unitarii, capo Garcia Ruiz; i federali, capo il Figueras; i socialisti,
+capo il Garrido. I socialisti si dividono ancora in due; socialisti
+coll'_Internazionale_, socialisti senza l'_Internazionale_. In tutto
+sedici partiti. Questi sedici partiti si suddividono ancora. Il Martos
+tende a costituire un partito suo; il Candau un altro partito; il Moret
+un terzo partito; il Rios Rosas, il Pi y Margall, il Castelar, vanno
+pure preparando ciascuno un partito proprio. Son dunque ventidue
+partiti, parte fatti parte da farsi: aggiunga i partigiani della
+repubblica con Don Amedeo presidente, i partigiani della Regina che
+vorrebbero dare il gambetto a Don Amedeo, i partigiani della monarchia
+dell'Espartero, i partigiani della monarchia del Montpensier; i
+repubblicani a patto che non si lasci Cuba; i repubblicani a patto che
+Cuba si lasci; coloro che non hanno ancora rinunziato al principe di
+Hohenzollern, coloro che vagheggiano l'unione col Portogallo; sarebbero
+trenta partiti. Volendo andar pel sottile, si potrebbe suddividere
+ancora; ma val meglio farsi un'idea chiara di come stanno le cose. Il
+Sagasta si appoggia agli unionisti, lo Zorilla si appoggia sui
+repubblicani, il Serrano sarebbe disposto ad appoggiarsi sui moderati; i
+moderati, all'occasione, farebbero lega cogli assolutisti, i quali,
+intanto, danno la mano ai repubblicani, che si uniscono con una parte
+dei radicali, per mandare in aria il ministero Sagasta, troppo
+conservatore per i progressisti democratici, troppo liberale per gli
+unionisti, che hanno paura dei federali; mentre i federali non ripongono
+alla loro volta una gran fiducia nei radicali, sempre tentennanti fra i
+democratici e i sagastini. S'è fatto un'idea chiara?"
+
+"Chiara come l'ambra!" risposi raccapricciando.
+
+ * * * * *
+
+Del viaggio da Miranda a Burgos mi ricordo come d'una pagina d'un libro
+leggiucchiata a letto, quando gli occhi cominciano a chiudersi e la
+fiammella della candela a languire: cascavo di sonno. Un vicino mi
+scoteva di tratto in tratto perchè guardassi fuori: era una notte
+serena, splendeva un bellissimo lume di luna; ogni volta che m'affacciai
+al finestrino, vidi dalle due parti della strada roccie enormi, di
+fantastiche forme, vicine tanto che pareva dovessero precipitare sul
+treno, bianche come marmo, e così ben rischiarate, che se ne sarebbero
+potute contare tutte le punte, tutti gl'incavi, tutte le gobbe, come
+alla luce del sole. "Siamo a Pancorbo," mi diceva il vicino, "guardi su
+quell'altura: là era un terribile castello che i Francesi distrussero
+nel 1813. Siamo a Briviesca: guardi; qui Giovanni I di Castiglia radunò
+gli Stati generali, che accordarono il titolo di principe delle Asturie
+all'erede della Corona. Guardi il monte della Brujola che tocca le
+stelle!"--Era uno di quegli infaticabili ciceroni che parlerebbero anche
+agli ombrelli; e sempre, dicendo: guardi, mi toccava in un fianco, dalla
+parte della tasca. Finalmente arrivammo a Burgos; il vicino disparve
+senza salutarmi, io mi feci condurre a un albergo, e sul punto di pagare
+il vetturino, m'accorsi che non avevo più un piccolo portamonete da
+spiccioli che solevo tenere in una tasca del pastrano. Pensai agli Stati
+generali di Briviesca, e suggellai la cosa con un filosofico:--Mi sta
+bene!--invece di gridare come fan molti in simili occasioni:--ma per
+Dio! ma dove siamo! ma che paese è questo!--come se nel loro paese non
+ci fosse della gente destra che porta via la borsa senza neanco usar la
+cortesia di darvi una notizia storica o una indicazione di geografia.
+
+L'albergo in cui scesi, come quasi tutti gli alberghi delle Castiglie,
+era servito da ragazze. Eran sette o otto bambolone paffute e muscolose
+che andavano e venivano con grandi bracciate di materassi e di
+biancheria, curvate indietro in atteggiamenti atletici, rosse,
+sbuffanti, sghignazzanti, che mettevano allegrezza a vederle. Un albergo
+servito da donne è tutt'altra cosa che i soliti alberghi: il viaggiatore
+ci si pare meno straniero, e ci riposa col cuore più queto; le donne gli
+danno una cert'aria di casa, che fa quasi dimenticare la solitudine in
+cui ci si trova. Son più premurose degli uomini; sanno che il
+viaggiatore inclina alla malinconia, e par che ne lo vogliano stornare;
+sorridono e parlano con un piglio confidente, come per far capire che
+s'è in famiglia, in mani sicure; hanno un non so che di massaie, che
+servono meno per mestiere che pel gusto di rendersi utili; vi attaccano
+i bottoni con un'aria di protezione; vi levan la spazzola di mano, con
+un atto scherzoso, come per dire: "A me, buono a nulla!" vi levano i
+peli dal vestito quando uscite, vi dicono: "_O pobrecito!_" quando
+tornate infangati, vi raccomandano di non dormire col capo basso quando
+vi danno la buona notte, vi porgono il caffè a letto dicendovi
+benevolmente: "Stia queto, via, non sta bene!" Una si chiamava
+_Beatriz_, un'altra _Carmelita_, un'altra _Amparo_ (Protezione); belle
+tutte e tre di quella poderosa bellezza montanina, che fa esclamar con
+un vocione di basso:--Che-bel-pez-zo-da-ses-san-ta!--Quando correvano
+pei corridoi, tutta la casa tremava.
+
+L'indomani mattina al levar del sole, Amparo mi gridò
+nell'orecchio:--_Caballero!_--Un quarto d'ora dopo ero già nella strada.
+Burgos, posta alle falde d'una montagna, sulla riva destra
+dell'Arlanzon, è una città irregolare, di strade tortuose e strette, con
+pochi edifizi notevoli, e la maggior parte delle case non più antiche
+del secolo decimosettimo. Ma ha una qualità particolare che la rende
+curiosa e geniale: è variopinta come uno di quei scenari da teatro di
+marionette, coi quali i pittori si sono proposti di strappare un grido
+di stupore alle serve della platea. Pare una città stata colorita
+apposta per una festa carnovalesca, col proposito di rimbiancarla poi.
+Le case son rosse, gialle, azzurre, cinerine, ranciate, con ornamenti e
+contorni di altri mille colori; e tutto vi è dipinto: battenti di porte,
+ringhiere di terrazzini, inferriate, cornicioni, mensole, bozze, sporti,
+davanzali. Tutte le strade sembrano parate a festa; a ogni svoltata è
+un colpo d'occhio diverso; in ogni parte è come una gara di colori, che
+fanno a quale tira più gli sguardi; vien quasi da ridere; vi son colori
+che non si son mai visti sui muri; verde, incarnato, porporino; colori
+di fiori strani, di salse, di dolci, di stoffe da veste da ballo; se ci
+fosse a Burgos un manicomio di pittori si direbbe che la città fu
+colorita un giorno che scapparono i pazzi. A render più grazioso
+l'aspetto delle case, moltissime finestre hanno dinanzi una specie di
+terrazzino coperto, chiuso davanti da un'ampia vetrata, come una scansía
+da museo; uno a ogni piano, per lo più, e quel di sopra appoggiato su
+quel di sotto, e il più basso sulle vetrine d'una bottega, in modo che
+dal suolo al tetto paion tutti insieme una vetrina sola d'una bottega
+smisurata; e dietro ai vetri d'ogni piano si vedono, come messi in
+mostra, visini di ragazze e di fanciulli, fiori, paesaggi e figurine di
+carta di Francia, tende ricamate, trine, rabeschi. S'io non l'avessi
+saputo, non mi sarebbe mai caduto in mente che una città siffatta
+potesse essere la Capitale della Vecchia Castiglia, il cui popolo ha
+fama di grave e di austero; l'avrei creduta una delle città andaluse
+dove la gente è più allegra; m'ero figurato di vedere una matrona
+meditabonda, e avevo trovato una mascherina ghiribizzosa.
+
+Fatti due o tre giri, riuscii in una vasta piazza, chiamata Piazza
+Maggiore, o Piazza della Costituzione, tutta cinta di case color di
+melagrano, con portici, e nel mezzo, una statua di bronzo,
+rappresentante Carlo III. Non avevo ancora dato un'occhiata all'intorno,
+che un ragazzo avviluppato in una lunga cappa sbrandellata, strascicando
+due grandi ciabatte, e agitando in aria un giornale, mi corse incontro.
+
+"Vuole l'_Imparcial_, _caballero_?"
+
+"No."
+
+"Vuole una cartella della lotteria di Madrid?"
+
+"Nemmeno."
+
+"Vuole dei sigari di contrabbando?"
+
+"Neppure."
+
+"Vuole...?"
+
+"Eh!"
+
+L'amico si grattò il mento.
+
+"Vuol vedere i resti del Cid?"
+
+Vivaddio, che salto! non importa: andiamo a vedere i resti del Cid.
+
+Andammo al palazzo municipale. Una vecchia portinaia ci fece
+attraversare tre o quattro piccole sale fin che s'arrivò a una stanza
+dove tutti e tre ci fermammo. "Ecco _los restos_," disse la donna
+accennando una specie di cofano posto sur un piedistallo in mezzo alla
+stanza. Mi avvicinai, essa alzò il coperchio, io guardai dentro. Vi eran
+due scompartimenti, in fondo ai quali si vedevan alcune ossa
+ammonticchiate, che parevan frantumi di mobili vecchi. "Queste," disse
+la portinaia "sono le ossa del Cid, e quest'altre le ossa di Ximene, sua
+moglie."--Presi in mano uno stinco dell'uno e una costola dell'altra,
+li guardai, li palpai, li rigirai; ma non riuscendo a raccappezzare la
+fisonomia nè del marito nè della moglie, li rimisi. Allora la donna mi
+accennò una scranna di legno mezzo disfatta appoggiata alla parete, e
+un'iscrizione che diceva essere quella la scranna sulla quale sedettero
+i primi giudici di Castiglia _Nunius Rasura_, _Calvoque Lainus_,
+trisavoli del Cid; il che vuol dire che quel prezioso mobile sta ritto
+in quel medesimo posto dalla bellezza di novecent'anni. L'ho in questo
+momento dinanzi agli occhi, disegnato nel mio quaderno, a linee
+serpeggianti; e mi pare ancora di sentire la buona donna che mi domanda:
+"_Es Usted pintor?_" e mi mette il mento sulla matita per ammirare il
+mio capolavoro. Nella stanza accanto mi mostrò un braciere della stessa
+anzianità della scranna, e due ritratti, l'uno del Cid e l'altro di
+Ferdinando Gonzales, primo conte di Castiglia, tutti e due così confusi
+e slavati, da non porger l'immagine delle persone, meglio che gli
+stinchi e le costole dei due illustri consorti.
+
+Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva dell'Arlanzon, in una
+spaziosa piazza con giardino, fontane e statue, circondata da graziosi
+edifizii nuovi. Di là dal fiume è il borgo Bega, più oltre le aride
+colline che dominano la città, ad un'estremità della piazza la porta
+monumentale di Santa Maria, che fu innalzata in onore di Carlo V, ornata
+delle statue del Cid, di Fernando Gonzales, dell'Imperatore. Al di là
+della porta appaiono le guglie maestose della Cattedrale. Pioveva, ero
+solo in mezzo alla piazza, e senza ombrello; alzai gli occhi a una
+finestra, e vidi una donna che mi parve una _criada_, che mi guardava e
+rideva, come per dire:--Chi è quel matto?--Colto così all'improvviso,
+rimasi un po' sconcertato, e fatta meglio un po' di faccia indifferente,
+me n'andai per la via più corta verso la Cattedrale.
+
+La Cattedrale di Burgos è uno dei più vasti, più belli e più ricchi
+monumenti della Cristianità. Dieci volte scrissi in capo alla pagina
+queste parole, e dieci volte mi mancò il coraggio di proseguire, tanto
+mi sento inetto e meschino, paragonando le forze della mia mente alle
+difficoltà della descrizione.
+
+La facciata è sur una piccola piazza, dalla quale si può abbracciare
+collo sguardo una parte dell'immenso edificio; dagli altri lati,
+ricorrono strade tortuose e strette, che impediscono la vista. Da tutti
+i punti del tetto smisurato s'alzano guglie snelle e graziose,
+sopraccariche di ornamenti di color calcareo fosco, sporgenti oltre i
+più alti edifizi della città. Sul dinanzi, a destra e a sinistra della
+facciata, sorgono due campanili acuti, coperti di sculture dalla base
+alla cima, traforati, cesellati, ricamati, con una delicatezza e una
+grazia che innamora. Più in là, verso il punto di mezzo della chiesa,
+sorge una torre straricca, essa pure, di bassorilievi e di fregi. E
+sulla facciata, sugli spigoli dei campanili, a tutti i piani, sotto
+tutti gli archi, da tutti i lati, una moltitudine innumerevole di statue
+d'angeli, di martiri, di guerrieri, di principi, così fitte, così varie
+d'atteggiamenti, e poste in così netto rilievo dalle forme leggiere
+dell'edifizio, da presentar quasi allo sguardo un'apparenza di vita,
+come d'una legione celeste posta a guardia del monumento. A risalir
+cogli occhi su per la facciata, fino al vertice delle guglie esterne,
+abbracciando a poco a poco tutta quell'armoniosa leggiadria di linee e
+di colori, si prova un senso dolcissimo come a sentire una musica che si
+elevi gradatamente da un'espressione di raccolta preghiera fino
+all'estasi d'un'ispirazione sublime. Prima ch'entriate nella chiesa, la
+vostra immaginazione spazia già fuori della terra.
+
+Entrate... Il primo moto che si desta in voi è un improvviso
+ringagliardimento di fede, se l'avete; è uno slancio dell'anima verso la
+fede, s'ella vi manca. Non vi pare possibile che quella smisurata mole
+di pietra sia un'opera vana della superstizione degli uomini; vi pare
+che affermi, che provi, che comandi qualcosa; vi fa l'effetto come d'una
+voce sovrumana che gridasse alla terra:--Sono!--vi solleva e vi
+schiaccia ad un tempo, come una promessa e una minaccia, come un
+bagliore di sole e uno scoppio di tuono. Prima di cominciare a guardare,
+provate il bisogno di ravvivar nel cuor vostro le scintille moribonde
+dell'amore divino; il sentirvi straniero dinanzi a quel miracolo di
+ardimento, di genio e di lavoro, vi umilia; il timido _no_ che vi suona
+in fondo all'anima, muore come un gemito sotto il sì formidabile che vi
+rimbomba sul capo. Prima girate gli occhi intorno vagamente, cercando i
+confini dell'edifizio, che il coro e i pilastri enormi vi nascondono;
+poi il vostro sguardo si slancia su per le colonne e gli archi
+altissimi, e riscende risale e ricorre rapidissimamente le infinite
+linee che s'inseguono, s'incrociano, si rispondono, si perdono, come
+razzi incrociantisi nello spazio, su per le vôlte grandiose; e il cuore
+vi gode in quell'affannosa ammirazione, come se tutte quelle linee
+uscissero dalla vostra mente ispirata nell'atto stesso che le percorrete
+cogli occhi; e poi vi assale ad un tratto come uno sgomento, una
+tristezza che il tempo non vi basti a considerare, l'ingegno a
+comprendere, la memoria a ritenere le innumerevoli maraviglie che da
+ogni parte travedete, affollate, ammontate, abbarbaglianti, che
+piuttosto che dalla mano degli uomini, si direbbero uscite, come una
+seconda creazione, dalla mano di Dio.
+
+La chiesa appartiene all'ordine chiamato gotico, dell'epoca del
+Rinascimento; è divisa in tre lunghissime navate, attraversate per mezzo
+da una quarta, la quale separa il coro dall'altar maggiore. Sopra lo
+spazio compreso tra l'altare e il coro, s'innalza una cupola, formata
+dalla torre che si vede di sulla piazza. Voi volgete gli occhi in su, e
+restate un quarto d'ora a bocca aperta: è un visibilio di bassorilievi,
+di statue, di colonnine, di finestrelle, d'arabeschi, d'archi sospesi,
+di sculture aeree, armonizzate in un disegno grandioso e gentile, la cui
+prima vista mette un tremito e fa sorridere, come l'improvviso
+accendersi, scoppiettare e risplendere d'un immenso foco artificiale.
+Mille vaghe immagini di paradiso che rallegrarono i nostri, sogni
+infantili si spiccano tutte insieme dalla mente estatica, e volteggiando
+su su come uno stuolo di farfalle si vanno a posare sui mille rilievi
+dell'altissima vôlta, e girano, e si confondono, e il vostro sguardo le
+segue come se le vedesse davvero, e il cuore vi batte, e vi fugge dal
+petto un sospiro.
+
+Se dalla cupola volgete lo sguardo intorno, vi si offre uno spettacolo
+anche più stupendo. Le cappelle son altrettante chiese per vastità, per
+varietà, per ricchezza. In ognuna è seppellito un principe, o un
+vescovo, o un grande; la tomba è nel mezzo, e v'è stesa su la statua
+rappresentante il sepolto, col capo appoggiato sur un origliere e le
+mani giunte sul petto; i sacerdoti vestiti dei loro abiti più pomposi, i
+principi delle loro armature, le donne delle loro vesti di gala. Tutte
+coteste tombe son ricoperte di un ampio panno che ricasca dai lati e che
+assecondando i rilievi angolosi delle statue, fa parer che ci siano
+sotto davvero le membra irrigidite d'un corpo umano. Da qualunque parte
+uno si volga, vede lontano, fra gli smisurati pilastri, dietro i ricchi
+cancelli, all'incerto chiarore che scende dalle altissime finestre, quei
+mausolei, quei drappi funebri, quei rigidi profili di cadaveri.
+Avvicinandosi alle cappelle, si resta sbalorditi dalla profusione delle
+sculture, dei marmi, degli ori che ne adornano le pareti, le vôlte, gli
+altari: ogni cappella racchiude un esercito d'angeli e di santi scolpiti
+nel marmo, nel legno, dipinti, dorati, vestiti; in qualunque punto del
+pavimento il vostro sguardo si fermi, è spinto su di bassorilievo in
+bassorilievo, di nicchia in nicchia, di rabesco in rabesco, di dipinto
+in dipinto, fino alla vôlta, e dalla vôlta, per un'altra catena di
+sculture e di pitture, ricondotto al pavimento. Da qualunque lato
+volgiate il viso, incontrate occhi che vi guardano, mani che vi
+accennano, teste di cherubini che fan capolino, svolazzetti che par che
+s'agitino, nuvole che par che salgano, soli di cristallo che par che
+tremolino; una varietà infinita di forme, di colori, di riflessi, che
+v'abbagliano gli occhi e vi confondon la testa.
+
+Non basterebbe un volume a descrivere tutti i capolavori di scultura e
+di pittura che son sparsi in questa immensa cattedrale. Nella sagrestia
+della cappella del Conestabile di Castiglia è una bellissima Maddalena
+attribuita a Leonardo da Vinci; nella cappella della Presentazione una
+Vergine attribuita a Michelangelo, in un'altra una Santa Famiglia
+attribuita ad Andrea del Sarto. Di nessuno dei tre quadri si conosce
+sicuramente l'autore; ma quando vidi tirar la cortina che li copriva, e
+udii proferire con voce riverente quei nomi, mi corse un brivido dalla
+testa ai piedi. Provai per la prima volta in tutta la sua forza quel
+sentimento di gratitudine che dobbiamo ai grandi artisti, che resero il
+nome d'Italia riverito e caro nel mondo; compresi per la prima volta
+ch'essi non sono solamente illustratori, ma benefattori della loro
+patria; e non solo di chi ha intelletto per comprenderli ed ammirarli,
+ma anche di chi sia cieco alle opere loro, anche di chi non li curi, o
+gl'ignori. Perchè a chi manca il sentimento del bello, non manca
+l'orgoglio nazionale, e chi non sente neppur questo, sente almeno
+l'orgoglio suo, e gode nel profondo dell'anima quando non foss'altri che
+un sagrestano, all'udirgli dire: nacqui in Italia... gli sorride e si
+rallegra; e di quel sorriso e del suo godimento ei va debitore ai grandi
+nomi che non gli toccavan l'anima prima di uscir dai confini del suo
+paese. Quei grandi nomi l'accompagnano e lo proteggono, dovunque ei
+vada, come indivisibili amici; lo fan parere meno straniero fra gli
+stranieri; gli spargono intorno al viso un riflesso luminoso della loro
+gloria. Quanti sorrisi, quante strette di mano, quante parole cortesi di
+gente ignota dobbiamo a Raffaello, a Michelangiolo, all'Ariosto, al
+Rossini!
+
+Chi vuol vedere cotesta Cattedrale in un giorno bisogna che passi
+dinanzi ai capolavori correndo. La porta scolpita che dà nel chiostro ha
+fama di essere, dopo le porte del Battistero di Firenze, la più bella
+del mondo; dietro l'altar maggiore è uno stupendo bassorilievo di
+Filippo di Borgogna, rappresentante la Passione di Cristo, una
+composizione immensa, a cui si direbbe non possa esser bastata la vita
+d'un uomo; il coro è un vero museo di scultura d'una ricchezza
+prodigiosa; il claustro è pieno di tombe con su statue distese, e
+intorno una profusione di bassorilievi; nelle cappelle, intorno al coro,
+nelle sale della sagrestia, per tutto quadri dei più grandi artisti
+spagnuoli, statuette, colonne, ornamenti; l'altar maggiore, gli organi,
+le porte, le scale, le inferriate, ogni cosa è grande e magnifico, e
+desta e schiaccia nello stesso punto l'ammirazione. Ma a che pro
+aumentar parole su parole? La più minuta descrizione potrebbe dare
+un'immagine viva della cosa? E quando avessi scritto una pagina per ogni
+quadro, per ogni statua, per ogni bassorilievo, sarei riuscito forse a
+destare nell'animo altrui, solo per un istante, la commozione che io
+provai?
+
+Un sagrestano mi si avvicinò, e mi mormorò nell'orecchio, come se mi
+rivelasse un segreto:
+
+"Vuol vedere il Cristo?"
+
+"Qual Cristo?"
+
+"Eh!" rispose "si sa, quel famoso!"
+
+Il famoso Cristo della cattedrale di Burgos, che sanguina tutti i
+venerdì, merita un cenno particolare. Il sagrestano vi fa entrare in una
+cappella misteriosa, chiude le imposte delle finestre, accende due
+candele sull'altare, tira un cordoncino, una tenda corre, e il Cristo è
+là. Se al primo vederlo non pigliate la fuga, siete anime forti: un
+cadavere vero piantato sulla croce non vi metterebbe più orrore. Non è
+una statua, come le altre, di legno dipinto; è di pelle, si dice che è
+una pelle umana, imbottita; ha dei veri capelli e sopracciglia e ciglia
+e barba di pelo; i capelli intrisi di sangue, rigato di sangue il petto,
+le gambe, le mani; le piaghe che paion vere piaghe, il color della
+pelle, la contrazione del viso, l'atteggiamento, lo sguardo, ogni cosa
+terribilmente vera; direste che a toccarlo si deve sentire il tremito
+delle membra e il calor del sangue; vi par che le sue labbra si muovano,
+e stia per uscirne un lamento; non potete reggere lungo tempo a quella
+vista; vostro malgrado, torcete il viso, e dite al sagrestano:--Ho
+veduto!--
+
+Dopo il Cristo, bisogna vedere il celebre cofano del Cid. È un cofano
+sdrucito e tarlato, appeso ad una parete in una sala della sagrestia. La
+tradizione narra che il Cid portava seco questo cofano nelle sue guerre
+contro i Mori, e che i sacerdoti se ne servivano come d'altarino per
+celebrare la messa. Un giorno, trovandosi colle tasche vuote, il
+formidabile guerriero riempì il cofano di sassi e di ferramenti, lo fece
+portar da un ebreo usuraio, e gli disse:--Il Cid ha bisogno di denaro;
+potrebbe vendere i suoi tesori, non vuole; dategli il danaro che gli
+occorre, egli ve lo renderà fra breve cogl'interessi del novantanove per
+cento, e lascia intanto come pegno nelle vostre mani questo cofano
+prezioso che racchiude la sua fortuna. Ma ad un patto: che voi gli
+giuriate che non l'aprirete prima ch'ei v'abbia restituito l'aver
+vostro: v'è un segreto che non può esser noto ad altri che a Dio e a me:
+decidete.--O sia che gli usurai d'allora riponessero maggior fiducia
+negli ufficiali dell'esercito, o avessero un'oncia di più di
+minchioneria che quelli d'adesso, il fatto è che l'usuraio del Cid
+accettò la proposta, prestò il giuramento e diede il denaro. Se il Cid
+si sia più fatto vivo, non so; e neanche se l'ebreo abbia dato querela;
+il fatto è che il cofano c'è ancora, e che il sagrestano vi racconta
+celiando la cosa, senza sospettare neanco per ombra che sia una
+gherminella da briccone bollato, piuttosto che una burletta ingegnosa da
+galantuomo faceto.
+
+Prima di uscir dalla Cattedrale bisogna farsi raccontare da un
+sagrestano la famosa leggenda di Papa-moscas. Papa-moscas è un fantoccio
+di grandezza naturale, posto nella cassa d'un orologio, al di sopra
+della porta, nell'interno della chiesa. Una volta, come i celebri
+fantocci dell'orologio di Venezia, al primo tocco delle ore, usciva
+fuori del suo nascondiglio, e ad ogni tocco gettava un grido e faceva un
+gesto stravagante, del che i fedeli pigliavano un grandissimo diletto, i
+ragazzi ridevano, le funzioni religiose erano turbate. Un vescovo
+severo, per metter fine allo scandalo, fece recider non so che nervi a
+Papa-moscas, e d'allora in poi egli rimase immobile e muto. Ma non per
+questo si cessò di parlar dei fatti suoi e a Burgos, e in tutta la
+Spagna, ed anche fuori di Spagna. Papa-moscas era una creatura di Enrico
+III; e di qui vien la sua grande importanza. La storia è assai curiosa.
+Enrico III, il re dalle avventure cavalleresche, che vendette un giorno
+il suo mantello per comprarsi da mangiare, soleva andar ogni giorno,
+incognito, a pregare nella Cattedrale. Una mattina i suoi occhi
+incontraron quelli d'una giovine donna che pregava dinanzi al sepolcro
+di Fernando Gonzales; gli sguardi, come direbbe Teofilo Gauthier, si
+annodarono; la giovine arrossì, il Re le tenne dietro quando uscì dalla
+chiesa, e l'accompagnò fino a casa. Per molti giorni, nello stesso luogo
+e all'ora medesima, si rividero, si guardarono, si manifestarono cogli
+sguardi e coi sorrisi la simpatia e l'amore; e sempre il Re seguitò fino
+a casa la donna, senza dirle una parola, e senza ch'ella mostrasse di
+desiderare che gliela dicesse. Una mattina, uscendo di chiesa, la bella
+sconosciuta lasciò cadere il fazzoletto; il Re lo raccolse, lo nascose
+in petto e le porse il suo. La donna, suffusa di rossore, lo prese, e
+asciugandosi le lagrime, disparve. Da quel giorno Don Enrico non la vide
+più. Un anno dopo, essendosi il Re smarrito in un bosco, fu assalito da
+sei lupi affamati; dopo una lunga lotta ne uccise tre colla spada, ma
+già gli mancavan le forze, e stava per esser divorato dagli altri. In
+quel punto udì un colpo di fucile e uno strano grido, che volse in fuga
+i tre lupi; si voltò, e vide una donna misteriosa che lo guardava cogli
+occhi fissi senza poter profferire parola; i muscoli del suo viso erano
+orribilmente contratti, e tratto tratto un acuto lamento prorompeva dal
+suo seno. Riavutosi dal primo stupore, il Re riconobbe in quella donna
+la giovane amata della Cattedrale. Gettò un grido di gioia e si slanciò
+per abbracciarla; ma la giovane l'arrestò, esclamando con un sorriso
+divino: "Amai la memoria del Cid e di Ferdinando Gonzales, perchè il mio
+cuore ama tutto quello che è nobile e generoso; per questo amai te pure;
+ma il mio dovere mi impediva di consacrarti questo amore che sarebbe
+stato la felicità della mia vita. Accetta il sacrificio...." Ciò
+dicendo cadde a terra e spirò senza finire la frase, premendosi sul
+cuore il fazzoletto del Re. Un anno dopo il Papa-moscas si affacciava
+per la prima volta alla cassetta dell'orologio ad annunziare le ore; il
+re Enrico lo aveva fatto fare per onorare la memoria della donna che
+aveva amata; il grido di Papa-moscas rammentava al Re il grido che la
+sua salvatrice aveva lanciato nella foresta per spaventare i tre lupi.
+La storia narra che Don Enrico avrebbe voluto udire ripetere da
+Papa-moscas anche le parole d'amore della donna; ma che l'artista moro
+che costrusse l'automa, dopo molti sforzi vani, si dichiarò incapace di
+soddisfare il desiderio del pietoso monarca.
+
+Udita la storia, feci ancora un giro per la Cattedrale, pensando
+con tristezza che non l'avrei riveduta mai più, che di lì a poco
+tante meravigliose opere d'arte non sarebbero più state per me che un
+ricordo, e che questo ricordo un giorno si sarebbe turbato, o confuso
+con altri, o perduto. Un prete predicava sul pulpito davanti all'altar
+maggiore: la sua voce si sentiva appena; una folla di donne
+inginocchiate sul lastrico, col capo basso e le mani giunte, stavano
+ascoltando; il predicatore era un vecchio di aspetto venerabile, parlava
+della morte, della vita eterna, degli angeli, con un accento soave, e
+facendo ad ogni frase un atto della mano, come se volesse porgerla a una
+persona caduta, e dicesse:--Sorgi.--Io gli avrei porto la mia,
+gridandogli:--Sollevami.--La cattedrale di Burgos non è trista come
+quasi tutte le altre di Spagna; m'aveva rasserenato l'animo, e disposto
+quietamente ai pensieri religiosi. Uscii ripetendo a fior di labbra,
+quasi senza accorgermene:--Sollevami;--mi voltai a guardar ancora una
+volta le ardite guglie e gli svelti campanili, e fantasticando mi
+diressi verso il centro della città.
+
+ * * * * *
+
+Svoltando a una cantonata, mi trovai dinanzi a una bottega, che mi fece
+rabbrividire. Ce n'è di uguali a Barcellona e a Saragozza, e in tutte le
+altre città della Spagna; ma non so come, non ne avevo mai viste. Era
+una bottega ampia, pulita, con due stupende vetrine a destra e sinistra
+della porta; sulla soglia, una donnina sorridente, che faceva la calza,
+e un ragazzo, in fondo, che giocava. Eppure, guardando quella bottega,
+l'uomo più freddo avrebbe sentito una stretta al cuore, l'uomo più
+allegro si sarebbe turbato. Ve la do in mille a indovinare. Nelle
+vetrine, dietro i battenti della porta, lungo le pareti, e su, fin quasi
+al soffitto, l'una sull'altra, in bell'ordine, come ceste di frutta,
+quali coperte di un bel velo ricamato, quali infiorate, dorate,
+scolpite, dipinte, v'eran tante casse da morto. Dentro, le casse per gli
+uomini; fuori, quelle pei bambini. Una delle vetrine combaciava dalla
+parte esterna con la vetrina d'una bottega da salumaio, in modo che le
+casse toccavan quasi le uova e i formaggi; e si poteva dare benissimo
+che un cittadino frettoloso, credendo d'andarsi a comperar la
+colezione, sbagliasse la porta, e andasse a inciampar nelle bare:
+scambio poco atto a stuzzicar l'appetito.
+
+E poichè sono a parlar di botteghe, entriamo in una bottega da
+tabaccaio, a vedere che c'è di diverso dalle nostre. In Spagna,
+all'infuori dei _cigarritos_ e degli Avana, che si vendono in botteghe a
+parte, non si fumano altri sigari che i così detti di _tres cuartos_ (un
+po' meno di tre soldi), della forma dei nostri sigari romani, un po' più
+grossi, squisitissimi o cattivissimi, secondo la fattura, che è un po'
+trasandata. Gli avventori abituali, che in spagnuolo si chiamano col
+curiosissimo nome di _parroquianos_, pagando qualcosa di più si fan dare
+i sigari _escogidos_ (scelti); i buongustai raffinati, aggiungendo
+ancora il contentino alla giunta, ottengono _los escogidos de los
+escogidos_, i scelti dei scelti. Sul banco v'è un piattino con una
+spugnetta intrisa nell'acqua per inumidire i francobolli, senza quella
+seccatura di star lì a leccare; e in un canto una cassetta per le
+lettere e per le stampe. La prima volta che s'entra in una di queste
+botteghe, specie quando c'è molta gente, vien da ridere a veder quei tre
+o quattro che vendono, sbatter le monete sul banco in maniera da farsele
+saltare fin sopra la testa, e coglierle in aria, con un gesto da
+giocatori di bussolotti; e fan così da per tutto per accertarsi col
+suono che le monete sian buone, poichè ne corron moltissime false. La
+moneta più usuale è il _real_, che vale poco più di cinque soldi nostri;
+quattro _reales_ fanno una _peceta_, cinque _pecetas_ un _duro_, che
+equivale al nostro scudo di buona memoria, aggiuntovi ventisei
+centesimi; cinque scudi fanno un _doblon de Isabel_, d'oro. Il popolo fa
+i suoi conti a _reales_. Il reale si divide in otto _cuartos_, o
+diciassette _ochavos_, o trentaquattro _maravedis_; monete dei mori, che
+han perduta quasi la forma primitiva, e rassomigliano a bottoni
+schiacciati piuttosto che a monete. Il Portogallo pure ha una unità
+monetaria più piccola della nostra: il _reis_, che vale presso a poco la
+metà d'un centesimo; e tutto si conta a _reis_. Figuriamoci un povero
+viaggiatore, che arrivi là senza saperne nulla, e che fatto un buon
+pranzetto e domandato il conto, si senta dire a muso duro, invece di
+quattro lire:--Ottocento reis!--Gli si rizzano i capelli.
+
+ * * * * *
+
+Prima di sera andai a vedere il luogo dove nacque il Cid; se non ci
+avessi pensato io stesso, me lo avrebbero rammentato i ciceroni, chè per
+tutto dove passavo mi mormoravano all'orecchio:--Resti del Cid; casa del
+Cid; monumento del Cid.--Un vecchietto maestosamente avvolto nella sua
+cappa, mi disse con aria di protezione: "_Venga Usted conmigo,_" e mi
+fece salire su per una collina posta a cavaliere della città, sulla cima
+della quale si vedono tuttora i resti d'un enorme castello, antica
+dimora dei Re di Castiglia. Prima di giungere al monumento del Cid,
+s'incontra un arco di trionfo, di stile dorico, semplice e grazioso,
+fatto innalzare da Filippo II, in onore di Fernan Gonzales, nel luogo
+stesso, si dice, ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano.
+Un po' più oltre si trova il monumento del Cid, eretto nel 1784. È un
+pilastro di pietra, poggiato sur un piedistallo in muratura, e
+sormontato da uno scudo araldico, con questa iscrizione: «In questo
+luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026 Rodrigo Diaz di
+Vivar, chiamato il _Cid campeador_. Morì in Valenza il 1099, e il suo
+corpo fu trasportato nel monastero di San Pietro di Cardena presso
+questa città.» Mentre leggevo queste parole, il cicerone mi espose una
+leggenda popolare sulla morte dell'Eroe: "Quando il Cid morì," mi disse
+con molta gravità, "nessuno rimase a custodire il suo cadavere. Un ebreo
+entrò nella chiesa, si avvicinò alla bara e disse:--Ecco il grande Cid
+al quale nessuno, fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la barba;
+io gliela tocco, e voglio vedere che mi può fare.--Così dicendo allungò
+la mano; ma nello stesso punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e
+ne trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò un grido e cadde a
+terra tramortito; i preti accorsero, l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e
+raccontò il miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro che
+teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento minaccioso. Dio non
+aveva voluto che la salma del grande guerriero fosse contaminata dalla
+mano d'un miscredente." Dicendo questo, mi guardò, e visto che non
+facevo il menomo segno d'incredulità, mi condusse sotto un arco di
+pietra, che doveva essere d'un'antica porta di Burgos, pochi passi
+lontano dal monumento, e indicandomi una scanalatura orizzontale che si
+vedeva nel muro a poco più d'un metro da terra, mi disse: "Questa è la
+misura delle braccia del Cid, quand'era giovanetto, e veniva qui a
+giuocare coi suoi compagni." E tese le braccia lungo la scanalatura per
+farmi vedere quanto ce n'avanzava; poi volle che mi misurassi anch'io,
+ed ero anch'io più corto; allora mi diede uno sguardo di trionfo e si
+mosse per ritornare in città. Giunto in una strada solitaria, davanti
+alla porta d'una chiesa, si fermò, e mi disse: "Questa è la chiesa di
+Santa Agneda, dove il Cid fece giurare al re Don Alfonso VI di non aver
+avuto parte nell'uccisione di suo fratello Don Sancho." Lo pregai di
+dirmi tutta la storia: "Eran presenti" continuò "i prelati, i cavalieri,
+gli alti personaggi dello Stato. Il Cid mise il Vangelo sull'altare, il
+Re vi stese su la mano, e il Cid disse:--Re Don Alfonso, voi mi dovete
+giurare che non vi siete macchiato nel sangue del re Don Sancho, mio
+signore; e se giurate il falso prego Iddio che vi faccia perire per la
+mano d'un vassallo traditore.--E il Re disse:--Amen;--ma cangiò di
+colore. E il Cid ripetè:--Re Don Alfonso, voi dovete giurare che non
+avete nè ordinata, nè consigliata la morte del re Don Sancho mio
+signore; e se giurate il falso, possiate morire per la mano d'un
+vassallo traditore!--E il re disse:--Amen;--ma cangiò una seconda volta
+di colore. Dodici vassalli confermarono il giuramento del Re; il Cid gli
+volle baciare la mano; il Re non glielo permise, e l'odiò da quel
+momento per tutta la vita."--Soggiunse poi che un'altra tradizione
+narrava non avere il re Don Alfonso giurato sul Vangelo, ma sul
+chiavistello della porta della chiesa; che per molto tempo i viaggiatori
+di tutti i paesi del mondo eran venuti ad ammirare quel chiavistello,
+che il popolo gli attribuiva non so quali virtù soprannaturali, e che se
+ne faceva tanto parlare in ogni parte, e gli si appioppavano tante e sì
+strampalate favole, che il vescovo Don Fray Pascual fu costretto a farlo
+togliere, come quello che creava una pericolosa rivalità di potere tra
+la porta e l'altar maggiore.--Il cicerone non disse altro; ma ci sarebbe
+da metter assieme dei bei volumi se si volessero raccogliere tutte le
+tradizioni del Cid che corrono in Spagna. Nessun guerriero leggendario
+fu mai più caro al suo popolo che questo terribile Rodrigo Diaz de
+Vivar: la poesia ne ha fatto poco meno d'un dio; la sua gloria vive nel
+sentimento nazionale degli Spagnuoli, come se fossero trascorsi, non
+otto secoli, ma otto lustri dal tempo in che visse; il poema eroico che
+da lui s'intitola, e che è il primo monumento della poesia della Spagna,
+è ancora l'opera più possentemente nazionale della sua letteratura.
+
+ * * * * *
+
+Sull'imbrunire me n'andai a passeggiare sotto i portici della piazza
+maggiore, colla speranza di vedere un po' di gente; ma pioveva a
+rovescio e tirava un vento maledetto, così che non ci trovai che qualche
+gruppo di ragazzi, di operai e di soldati; e me ne tornai difilato
+all'albergo. V'era arrivato la mattina stessa l'Imperatore del Brasile,
+e doveva ripartire la notte per Madrid. Nella sala dove io desinai,
+insieme ad alcuni spagnuoli, ai quali feci conversazione fino all'ora
+della partenza, desinavano tutti i maggiordomi, cameriere, servitori,
+staffieri e che so io, di sua maestà imperiale, seduti intorno ad una
+gran tavola, che occupavano tutta. In vita mia non ho visto un più
+strano gruppo di creature umane. C'eran dei visi bianchi, dei visi neri,
+dei visi gialli, dei visi color di rame, con certi occhi e nasi e
+bocche, da non trovarne gli uguali in tutta la raccolta del _Pasquino_
+del Teja. E ognuno parlava una lingua diversa imbastardita: chi
+l'inglese, chi il portoghese, chi il francese, chi lo spagnuolo;
+qualcuno una mescolanza non mai più udita di tutte e quattro, aggiuntovi
+parole, suoni e cadenze di non so che dialetti; e si capivano, e
+discorrevano tutti insieme con confusione tale da far credere che
+parlassero una sola arcana orrenda lingua di qualche terra selvaggia
+ignorata dal mondo.
+
+Prima di lasciare la Vecchia Castiglia, la culla della monarchia
+spagnuola, avrei voluto veder Soria, fabbricata sulle rovine dell'antica
+Numancia; Segovia, dall'immenso acquedotto romano; Sant'Idelfonso, il
+delizioso giardino di Filippo V; Avila, la città natale di Santa Teresa;
+ma fatte in fretta e in furia, prima di prendere il biglietto per
+Valladolid, le quattro prime operazioni dell'aritmetica, dissi a me
+stesso che in quelle quattro città non ci potevano essere grandi cose da
+vedere, che le _Guide_ esagerano, che la fama fa le frangie, che val
+meglio veder poco che molto, pur che quel poco si veda bene, e si
+ritenga; ed altre profonde ragioni che rispondevano rigorosamente ai
+dati dei miei calcoli e alle mire della mia ipocrisia.
+
+Così partii da Burgos senz'aver visto proprio altro che monumenti,
+ciceroni e soldati, poichè le castigliane, impaurite dalla pioggia, non
+avevano osato avventurare i loro piedini nella strada; e mi rimase
+perciò un ricordo quasi tristo di quella città, nonostante la pompa dei
+suoi colori e la magnificenza della sua Cattedrale.
+
+Da Burgos a Valladolid, la campagna è poco diversa che da Saragozza a
+Miranda; sono ancora quelle pianure vaste e spopolate, cinte di colline
+rossastre, dalle forme recise e dalle creste nude; quelle lande
+solitarie, mute, inondate d'una luce ardente, che volgon la fantasia ai
+deserti dell'Affrica, alla vita romita, al cielo, all'infinito, destando
+nel cuore un sentimento inesprimibile di stanchezza e di malinconia. In
+mezzo a quelle pianure, in quella solitudine, in quel silenzio, si
+comprende la mistica natura del popolo delle Castiglie, la fede ardente
+dei suoi re, le sacre ispirazioni dei suoi poeti, le estasi divine dei
+suoi santi, le sue grandi chiese, i suoi grandi chiostri, e la sua
+grande istoria.
+
+
+
+
+IV.
+
+VALLADOLID.
+
+
+Valladolid _la rica_, come la dice il Quevedo, famosa dispensatrice di
+raffreddori, era fra le città situate al nord del Tago, quella che più
+vivamente io desiderava di vedere, benchè sapessi che non ci sono grandi
+monumenti artistici, nè alcuna cosa moderna notevole. Avevo una
+particolar simpatia pel suo nome, per la sua storia, e per il carattere,
+che m'ero immaginato a mio modo, dei suoi abitanti; mi pareva che
+dovess'essere una città signorile, allegra e studiosa; e non potevo
+raffigurarmi le sue strade, che non vedessi passar di qui il Gongora, di
+là il Cervantes, da un'altra parte Leonardo d'Argensola, e tutti gli
+altri poeti e storici e dotti, che vivevan là quando c'era la splendida
+Corte della monarchia. E pensando alla Corte, vedevo un confuso
+avvicendarsi nelle vaste piazze della mia città simpatica, di
+processioni sacre, di corse di tori, di pompe militari, di mascherate,
+di balli, tutto il diavolío delle feste per la nascita di Filippo IV,
+dall'arrivo dell'Ammiraglio inglese col corteo dei seicento cavalieri
+fino all'ultimo banchetto dai famosi mille e duecento piatti di carne,
+senza contare i non serviti, per dirla colla tradizion popolare. Arrivai
+di notte, scesi al primo albergo e m'addormentai col pensiero delizioso
+che mi sarei svegliato in una città sconosciuta.
+
+E lo svegliarsi in una città sconosciuta, quando ci si è andati per
+elezione, è infatti un piacere vivissimo. Quel pensare che dal momento
+che uscirete di casa fino a quando ci tornerete la notte, non farete che
+passare di curiosità in curiosità, e di soddisfazione in soddisfazione;
+che tutto quello che vedrete vi riuscirà nuovo, e che ad ogni passo
+imparerete qualcosa, e che ogni cosa vi s'imprimerà nella memoria per
+tutta la vita; che sarete tutta la giornata libero come l'aria e allegro
+come un uccello, senza un pensiero al mondo, fuor di quello di
+divertirvi; che divertendovi, gioverete nello stesso punto alla salute
+del corpo, dell'animo e dell'intelletto; che il termine, finalmente, di
+tutti questi piaceri, invece di avere per voi qualcosa di malinconico
+come la sera dei dì di festa, non sarà che il principio d'un'altra serie
+di diletti, che vi accompagnerà da quella città ad un'altra, da questa a
+una terza, e via via, per uno spazio di tempo al quale la vostra
+fantasia si compiace di non assegnare confini; tutti questi pensieri,
+dico, che vi si affacciano alla mente in folla, nel punto che aprite gli
+occhi, vi danno una cosiffatta scossa di gioia, che prima di
+avvedervene, vi trovate ritto in mezzo alla stanza, col cappello in
+testa e la Guida tra le mani.
+
+Andiamo dunque a godere Valladolid.
+
+Ahimè! quanto mutata dai bei tempi di Filippo III! La popolazione, che
+fu già di centomil'anime, è ora ridotta a poco più di ventimila; nelle
+strade principali fanno un po' di comparita gli studenti dell'Università
+e i viaggiatori che passano per andare a Madrid; le altre strade sono
+morte. È una città che fa l'effetto d'un gran palazzo abbandonato, nel
+quale si vedono ancora qua e là traccie di bassorilievi, di dorature e
+di mosaici, e nelle sale di mezzo alcune famiglie di povera gente, a cui
+la solitaria vastità dell'edifizio ispira malinconia. Molte piazze
+spaziose, qualche antico palazzo, case in rovina, conventi vuoti, lunghe
+strade erbose e deserte; tutti gli aspetti, insomma, d'una gran città
+decaduta. Il più bel punto è la piazza Maggiore, vasta, cinta
+tutt'intorno da un porticato sostenuto da grandi colonne di granito
+azzurrognolo, sulle quali s'alzan le case, tutte di tre piani, munite di
+tre ordini di terrazzini lunghissimi, dove si dice che starebbero
+comodamente sedute ventiquattro mila persone. Il porticato si stende
+ancora ai due lati d'una larga strada che sbocca nella piazza, e qui e
+in altre due o tre strade vicine è la maggiore frequenza della gente.
+Era giorno di mercato; sotto i portici e sulla piazza formicolava una
+folla di contadini, di erbivendole, di merciai; e poichè a Valladolid si
+parla il castigliano con proprietà mirabile di forma e di pronunzia, io
+mi misi a bighellonare fra le ceste d'insalata e i mucchi degli aranci,
+per cogliere a volo i motti e i suoni della bellissima lingua. Mi
+ricordo, tra gli altri, d'un curioso proverbio detto da una donna
+stizzita a un giovinastro che facea lo smargiasso: "_Sabe Usted,_" gli
+disse piantandosegli davanti, "_lo que es que destruye al hombre?_" Mi
+fermai e tesi l'orecchio: "_Tres muchos y tres pocos: Mucho hablar y
+poco saber, Mucho gastar y poco tener, Mucho presumir y nada valer._"[2]
+
+E mi parve di sentire una gran differenza tra le voci di quella gente e
+le voci dei Catalani: qui più limpide e più argentine, ed anco il
+gestire più gaio, e l'espressione dei volti più vivace; benchè nulla
+ancora di particolare nelle fisonomie e nei colori; e il vestire punto
+differente da quello delle nostre plebi del nord. E appunto nella piazza
+di Valladolid m'accorsi per la prima volta che dacchè ero entrato in
+Spagna non avevo ancora visto una pipa! Gli operai, i contadini, i
+poveri, tutti fumano il _cigarrito_; e c'è da ridere a veder certi omoni
+tarchiati e baffuti andar attorno con quel cosino microscopico in bocca,
+mezzo nascosto dai peli; e fumarlo diligentissimamente fino all'ultimo
+filo di tabacco, fino a non aver più che una scintilla moribonda sul
+labbro di sotto; e questa ancora tenerla lì, come una goccia di
+liquore, fin che ne sputan la cenere, coll'aria di chi fa un sacrifizio.
+E d'un'altra cosa m'accorsi, che osservai pure in seguito, per tutto il
+tempo che rimasi in Ispagna: non ho mai sentito fischiare.
+
+Dalla piazza Maggiore mi recai alla piazza di San Paolo, vasta ed
+allegra piazza, nella quale è l'antico palazzo reale. La facciata non è
+notevole, nè per grandiosità, nè per bellezza: mi affacciai alla porta,
+e prima di provare un senso d'ammirazione per la maestà del luogo, ne
+provai uno di tristezza per il silenzio sepolcrale che vi regnava. Non
+v'è cosa che produca una impressione più vicina a quella d'un
+camposanto, che la vista d'una reggia abbandonata, appunto perchè ivi è
+forte e vivo, più che in ogni altro luogo, il contrasto tra i ricordi
+che desta e lo stato in cui si trova. O superbi cortei di cavalieri
+piumati, o splendidi conviti, o godimenti febbrili d'una prosperità che
+pareva eterna! Dinanzi a questi vuoti sepolcri, è un piacere nuovo
+quello di tossire un po', come qualche volta fanno i malati per prova, e
+sentir ripetere dall'eco la vostra voce robusta, che v'assicura che
+siete giovani e sani. Nell'interno del palazzo è un ampio cortile,
+circondato di busti a mezzo rilievo che rappresentano gl'imperatori
+romani; una bella scala, e spaziose gallerie al piano superiore. Tossii,
+e l'eco mi rispose:--Che salute!--ed uscii confortato. Un portinaio
+sonnecchiante mi accennò sulla medesima piazza un altro palazzo, al
+quale non avevo badato, e mi disse che in quello era nato _el gran rey
+Felipe segundo_, dal quale Valladolid ricevette il titolo di città;
+"_Usted sabe, Felipe segundo, hijo de Carlo quinto, padre de..._"--"_Lo
+sé, lo sé;_" m'affrettai a rispondere per salvare il _realito_, e dato
+un sinistro sguardo al sinistro palazzo, m'allontanai.
+
+Di fronte al palazzo reale è il Convento dei Domenicani di San Paolo,
+con una facciata di stile gotico, così ricca, stracarica di statuette,
+di bassorilievi, d'ornamenti d'ogni maniera, che basterebbe la metà ad
+abbellire un vasto palazzo. In quel punto vi batteva su il sole, e
+l'effetto era stupendo. Mentre io stavo contemplando a mio bell'agio
+quel labirinto di scultura, dal quale lo sguardo, una volta cadutovi,
+par che non possa più uscire; un accattoncino di sette o ott'anni ch'era
+seduto in un angolo lontano della piazza, si spicca dal suo posto _come
+da corda cocca_, e si slancia verso di me, gridando con voce tenera e
+affannosa: «_Señorito! Señorito! que le quiero á Usted mucho!_» (ch'io
+le voglio molto bene). Questa è nuova, pensai, che i poveri facciano
+delle dichiarazioni d'amore. Mi si venne a piantare dinanzi, e io gli
+domandai:
+
+"_Porqué me quieres?_"
+
+"_Porque_" mi rispose con franchezza "_Usted me da una limosnita._"
+
+"E perchè ti debbo dare una _limosnita_?"
+
+"_Porque...._" rispose esitando; poi risoluto, col tuono di chi ha
+trovato una buona ragione: "_Porque usted tiene el libro._"
+
+La guida che avevo sotto il braccio! Ma vedete se bisogna proprio
+viaggiare per sentirne delle nuove! Io avevo la guida, la guida l'hanno
+i forestieri, i forestieri fanno la limosina, dunque io dovevo far la
+limosina a lui; tutto questo ragionamento sottinteso invece di dire:--Ho
+fame.--Mi piacque la speciosità del trovato, e misi nella mano del
+profondo ragazzo i pochi _cuartos_ che mi trovai nelle tasche.
+
+Svoltando in una strada accanto, vidi la facciata del Collegio
+domenicano di San Gregorio, pure gotica, e più grandiosa e più ricca di
+quella di San Paolo. Poi, di strada in strada, giunsi fino alla piazza
+della Cattedrale. Nel punto che sbocco nella piazza, incontro una
+spagnolina graziosissima, alla quale si sarebbero potuti applicare quei
+due versi dell'Espronceda:
+
+ «Y que yo la he de querer
+ Por su paso de andadura.»
+
+o il nostro «non era l'andar suo cosa mortale» che è la grazia suprema
+delle donne spagnuole. Aveva nell'andatura quei mille sfuggevoli guizzi
+e mollissimi ondeggiamenti, che l'occhio non iscorge a uno a uno, nè la
+memoria ritiene, nè la parola esprime; ma che formano tutti insieme
+quello che ha di più seducentemente femminino la donna. Qui mi trovai in
+un imbarazzo; vedevo in fondo alla piazza la gran mole della Cattedrale,
+e la curiosità mi stimolava a guardare la mole; vedevo, pochi passi
+davanti a me, quella personcina, e una curiosità non meno viva mi
+costringeva a guardare la personcina; e non volendo perdere nè il primo
+colpo d'occhio della Chiesa, nè la fugace vista della donna, correvo
+cogli occhi dal visino alla cupola e dalla cupola al visino, con sì
+affannosa avidità, che la bella sconosciuta dovette credere certamente
+ch'io avessi scoperto una qualche corrispondenza di linee, o qualche
+legame misterioso di simpatia fra lei e l'edifizio; perchè si volse a
+guardar la chiesa essa pure, e passandomi accanto sorrise.
+
+La Cattedrale di Valladolid, benchè non finita, è una delle più vaste
+cattedrali della Spagna: è una imponente massa di granito, che produce
+nell'animo d'un incredulo un effetto simile a quello della chiesa del
+_Pilar_ di Saragozza. Al primo entrare, si vola col pensiero alla
+Basilica di San Pietro: è un'architettura grandiosa e semplice, che
+riceve dal color fosco della pietra come un riflesso di mestizia; le
+pareti son nude, le cappelle buie, gli archi, i pilastri, le porte, ogni
+cosa gigantesco e severo; è una di quelle cattedrali che fan balbettar
+la preghiera con un senso di terrore segreto; non avevo ancora visto
+l'Escurial, ma ci pensai; è opera, in fatti, dello stesso architetto; la
+chiesa fu lasciata incompiuta per dar opera alla costruzione del
+convento; e visitando il convento si ricorda la chiesa. A destra
+dell'altar maggiore, in una piccola cappella, sorge la tomba di Pietro
+Ansurez, signore e benefattore di Valladolid, e al di sopra del
+monumento è deposta la sua spada. Ero solo nella chiesa, e sentivo
+echeggiare il mio passo; mi prese tutt'a un tratto un senso di freddo
+acuto e non so che fanciullesco timore; volsi le spalle alla tomba ed
+uscii.
+
+Uscendo, incontrai un prete e gli domandai dov'era la casa che
+aveva abitato il Cervantes. Mi rispose ch'era nella strada Cervantes e
+m'indicò da qual parte dovevo passare; lo ringraziai, mi domandò s'ero
+straniero, risposi di sì; "_de Italia?_"--"_de Italia._" Mi diede
+un'occhiata da capo a piedi, si levò il cappello e tirò via per
+la sua strada. Mi mossi anch'io, in senso opposto, e mi venne
+un'idea:--Scommetto che s'è fermato per vedere com'è fatto un carceriere
+del Papa;--mi voltai, ed egli era proprio là immobile in mezzo alla
+piazza, che mi guardava con tanto d'occhi. Non potei trattenermi dal
+ridere e scusai il riso con un saluto: "_Beso a usted la mano!_" ed egli
+a me: "_Buenos dias!_" e tirò via; ma deve aver soggiunto, non senza
+meraviglia, che, per essere un Italiano, non avevo poi tanto la faccia
+di farabutto. Attraversai due o tre strade strette e silenziose, e
+riuscii nella strada Cervantes, lunga, diritta, fangosa, fiancheggiata
+da case meschine. Andai per un pezzo non incontrando che qualche
+soldato, qualche criada, e qualche mulo, e guardando qua e là pei muri
+in cerca dell'iscrizione:--_A qui vivió Cervantes_ ec.;--ma non trovai
+nulla. Giunto in fondo, mi trovai nell'aperta campagna; non c'era anima
+viva; stetti un po' là a guardare intorno, poi tornai. M'imbattei in un
+mulattiere, e gli domandai: "_Donde está la casa que vivió Cervantes?_"
+Per tutta risposta diede una sfruconata al mulo, e tirò innanzi.
+Interrogai un soldato: mi mandò in una bottega. Nella bottega interrogai
+una vecchia: non mi capì, credette ch'io volessi comprare il _Don
+Chisciotte_, mi mandò da un libraio. Il libraio, che volea fare il
+saputello, e non sapeva risolversi a dirmi che della casa del Cervantes
+non aveva notizia, mi si mise a batter la campagna, parlando della vita
+e delle opere del _milagroso escritor_; così che in somma delle somme me
+ne dovetti andare pei fatti miei senza aver visto nulla. Eppure si
+dev'esser serbata memoria di quella casa (e certo, se l'avessi meglio
+cercata, l'avrei rinvenuta), non solo perchè il Cervantes l'abitò, ma
+perchè seguì là un fatto, del quale tutti i suoi biografi fanno
+menzione. Poco tempo dopo la nascita di Filippo IV, essendosi
+incontrati, una notte, un cavaliere della Corte e uno sconosciuto,
+vennero, non si sa perchè, a parole, misero tutti e due mano alle spade,
+si batterono, e il cavaliere fu ferito mortalmente. Il feritore se la
+svignò; il ferito, tutto intriso di sangue, corse a chieder soccorso ad
+una casa vicina. Abitavano in quella casa il Cervantes colla sua
+famiglia, e la vedova d'un rinomato scrittor di cronache, con due
+figliuoli. Uno di questi accorse, alzò da terra il ferito, e chiamò il
+Cervantes, ch'era già a letto. Il Cervantes scese, e aiutò l'amico a
+portare il cavaliere in casa della vedova. Due giorni dopo morì. Se ne
+mischiò la giustizia, si cercò di scoprir la cagione del duello, si
+credette che i due campioni facessero la corte tutti e due alla figlia
+o alla nipote del Cervantes: tutta la famiglia fu messa in gattabuia.
+Dopo non molto tempo vennero lasciati in libertà, e non si seppe più
+altro. Ma anche questa doveva capitare al povero autore del _Don
+Chisciotte_, perchè potesse proprio dire d'averne avuta una per sorte!
+
+In quella stessa strada Cervantes, mi son goduto una scenetta che mi
+compensò a mille doppi di non aver trovato la casa. Passando davanti a
+una porta, sorpresi al piè d'una scala una castiglianina, di dodici o
+tredici anni, bella come un angioletto, la quale teneva fra le braccia
+un bambino. Non trovo parole abbastanza delicate e gentili per
+descrivere l'atto ch'ella faceva! Una infantile curiosità delle dolcezze
+dell'amor materno l'aveva soavemente tentata; i bottoni del suo
+camiciotto erano usciti pian piano dagli occhielli, l'un dopo l'altro,
+sotto la pressione d'un ditino tremante; era sola, non sentiva rumor
+nella strada, aveva nascosto la mano nel seno; allora, forse, era
+rimasta un momento perplessa; ma data un'occhiata al bambino, e sentito
+rinascere il coraggio, aveva fatto un leggero sforzo colla mano
+nascosta, e aveva messo fuori quello che poteva; e tenendo schiusi i
+labbruzzi al bambino coll'indice e col medio, gli diceva con tenerezza:
+"_Héla aqui_" (eccola qui), e aveva il volto color di foco, e un sorriso
+dolcissimo negli occhi. Sentito il mio passo, gettò un grido, e
+scomparve.
+
+Invece della casa del Cervantes, trovai, di lì a poco, quella dove
+nacque don José Zorilla, uno dei più valenti poeti spagnuoli di questi
+tempi, vivo tuttora, da non confondersi, come fanno molti in Italia,
+collo Zorilla capo del partito radicale; benchè della poesia in testa ce
+n'abbia anche questi, e la sparga a larga mano ne' discorsi politici,
+con rinforzo di alte grida e di gesti furiosi. Don José Zorilla è nella
+letteratura spagnuola, a parer mio, un po' più di quello che
+nell'italiana è il Prati, col quale ha molti tratti di somiglianza: il
+sentimento religioso, la passione, la fecondità, la spontaneità, e un
+non so che di vago e di ardito, che scalda le fantasie giovanili; e un
+modo di leggere, a quello che si dice, risonante e solenne, benchè
+leggermente monotono, del quale molti spagnuoli vanno matti. La forma,
+direi che l'ha più corretta il poeta spagnuolo; prolissi un po' l'uno e
+l'altro; in tutti e due un barlume di grande poeta. Ammirabili, sovra
+ogni altra opera dello Zorilla, _I cantos del Trovador_, racconti e
+leggende, pieni di versi d'amore dolcissimi e di descrizioni
+d'un'evidenza impareggiabile. Scrisse anco pel teatro: e il suo _Don
+Juan Tenorio_, dramma fantastico, in versi ottonari a rime, è una delle
+più popolari opere drammatiche della Spagna. Si rappresenta ogni anno il
+giorno dei morti, con grande apparato, e vi accorre il popolo come a una
+festa. Alcuni tratti di lirica sparsi nel dramma, corrono per le bocche
+di tutti; e in special modo la dichiarazione d'amore di Don Giovanni
+all'amante rapita, che è quanto di più soave, di più tenero, di più
+ardente possa uscire dalle labbra d'un giovane innamorato nel più
+impetuoso prorompere della passione. Sfido il più freddo degli uomini a
+legger quei versi senza tremare! Ed è forse anche più potente la
+risposta, della donna:--Don Giovanni! Don Giovanni! Lo imploro dalla tua
+nobile compassione: o strappami il cuore o amami, perchè
+t'adoro!--Fateveli dire, quei versi, da un'Andalusa, e ve n'accorgerete;
+o se non potete far questo, vedete di leggere almeno la ballata col
+titolo _La Pasionaria_, lunghetta, ma piena d'un affetto e d'una
+malinconia che innamora. Io non posso ricordarmene senza che mi si
+riempian gli occhi di lagrime; vedo sempre quei due amanti, Aurora e
+Felice, giovanetti, in una campagna deserta, al cadere del sole, che
+s'allontanano per opposte vie, voltandosi ad ogni tratto, e salutandosi,
+e non saziandosi mai di guardarsi. Son versi, come li chiaman gli
+Spagnuoli, _asonantes_, senza rima, ma composti e ordinati così che la
+penultima sillaba d'ogni verso dispari o pari, sulla quale cade
+l'accento, abbia sempre la stessa vocale; che è la maniera di verso più
+popolare in Spagna, il verso del _Romancero_, nel quale moltissimi
+improvvisano con meravigliosa facilità; nè può uno straniero sentirne
+tutta l'armonia se non ci abbia fatto l'orecchio.
+
+ * * * * *
+
+"Si può vedere il Museo di Pittura?"--"_Porqué no, caballerito?_" La
+portinaia mi schiuse le porte del Collegio maggiore di Santa Croce, e mi
+accompagnò nell'interno. I quadri son molti, ma fuor di qualcuno del
+Rubens, del Mascagni, del Cardenas, di Vincenzo Carducci, gli altri son
+quadri di pochissimo pregio, razzolati qua e là pei conventi, e sparsi a
+casaccio nelle stanze, nei corridoi, nelle scale, nelle gallerie. Ciò
+non di meno, gli è un Museo che lascia nell'animo una impressione
+profonda, non molto dissimile da quella che produce la prima volta lo
+spettacolo del combattimento dei tori; e infatti sono trascorsi più di
+sei mesi da quel giorno, ed io la risento ancora come se l'avessi
+ricevuta poche ore fa. Quanto di più tristo, di più sanguinario, di più
+orrendo è uscito dal pennello dei più feroci pittori spagnuoli, si trova
+raccolto là. Immaginate pur delle piaghe, delle membra mutilate, delle
+teste spiccate dal busto, dei corpi estenuati, flagellati, tanagliati,
+arsi, straziati con quanti tormenti abbiate mai trovati descritti nei
+romanzi del Guerrazzi o nelle Storie dell'Inquisizione, non giungerete a
+formarvi un'adeguata idea del Museo di Valladolid. Passate di sala in
+sala, e non vedete che visi stravolti di morti, di moribondi,
+d'indemoniati, di carnefici, e in ogni parte sangue, e sangue, e sangue,
+che vi pare di vederlo spicciar fuori dei muri e di sguazzarci dentro
+come la Babette del Padre Bresciani nelle prigioni di Napoli. È un
+cumulo di dolori e d'orrori da riempirne gli spedali d'uno Stato. Sulle
+prime si prova un senso di tristezza, poi di ribrezzo, in fine, più che
+di ribrezzo, di sdegno contro gli artisti macellai che prostituirono
+l'arte di Raffaello e di Murillo in così sconcia maniera. Il quadro più
+guardabile ch'io vidi, fra i moltissimi cattivi, benchè anch'esso d'un
+_realismo_ spietatamente spagnuolo, rappresentava la Circoncisione di
+Gesù, con tutti i particolari più minuti delle cose taglienti e delle
+cose tagliate, e una corona di spettatori chinati ed immobili, come
+studenti di clinica chirurgica intorno al maestro operatore: "_Vámonos,
+vámonos_" dissi alla cortese portinaia, "se sto qui un'altra mezz'ora,
+n'esco bruciato, o scorticato o squartato; non ha da farmi veder nulla
+di più allegro?" Mi condusse a veder l'Ascensione del Rubens, gran
+quadro di grande effetto, che starebbe bene sur un altar maggiore: una
+Vergine maestosa e sfolgorante che sale al cielo, e ai lati, e sopra, e
+sotto, un visibilio di volti d'angelo, di corone di fiori, di chiome
+d'oro, d'ali bianche, di svolazzetti, di raggi; e tutto tremola, fende
+l'aere e va su, come uno stormo di passere, onde pare che da un momento
+all'altro debba sollevarsi e sparire.
+
+Ma era fissato ch'io non dovessi uscire dal Museo con una gradevole
+immagine davanti agli occhi. La portinaia aperse una porta e mi disse
+ridendo:--Entri.--Entrai e detti indietro intimorito: mi parve d'esser
+capitato in un manicomio di giganti. La vasta sala era piena di
+colossali statue di legno colorito, rappresentanti tutti gli attori e
+tutte le comparse del gran dramma della Passione, soldati, aguzzini,
+spettatori, ciascuno nell'atteggiamento richiesto dal suo ufficio, chi
+in atto di flagellare, chi di legare, chi di ferire, chi di
+schernire,--orrendi volti orrendamente contratti;--poi le donne
+inginocchiate, Gesù confitto sopra una croce enorme, i ladroni, la
+scala, gli strumenti del supplizio: tutte le cose occorrenti, in somma,
+per rappresentare la Passione, come si faceva una volta, sulle piazze,
+con un gruppo di quei colossi, che dovevano occupare lo spazio d'una
+casa. E anche qui piaghe, chiome inzuppate di sangue, lacerazioni da far
+raccapriccire. "Vede quel Giudeo là?" mi disse la donna accennandomi una
+delle statue, una faccia patibolare che sogno ancora adesso di tratto in
+tratto. "Quello là, quando si facevano i gruppi fuori, si fu costretti a
+levarlo, tanto è brutto e tristo; il popolo l'odiava a morte e lo voleva
+mettere in pezzi, e siccome gli era sempre un gran da fare per le
+guardie a impedire che dalle minaccie non si passasse ai fatti, fu
+deciso di fare il gruppo senza di lui." Bellissima mi parve una madonna,
+non so se del Berrugnete, di Iuan di Iuni, o dell'Hernandez, chè c'è
+statue di tutti e tre; inginocchiata, colle mani giunte e gli occhi
+volti al cielo, con una espressione di così disperato dolore, che muove
+la pietà come una persona viva, e pare infatti, a pochi passi, viva;
+così che, vedendola tutt'a un tratto, non si può trattenere
+un'esclamazione di stupore "_Los ingleses_" mi disse la portinaia
+(poichè i ciceroni si servono dei giudizi degli inglesi come di suggello
+ai proprii, e qualche volta appioppan loro le più scipite stravaganze)
+"_los ingleses dicen que no le falta mas que el habla_" (che non le
+manca che la parola). Mi accomodai lietissimamente al parere degli
+Inglesi, diedi alla portinaia i soliti _reales_, ed uscendo colla testa
+piena d'immagini sanguinose, salutai il cielo allegro con un sentimento
+insolito di piacere, come uno studente novizio all'uscire dalla sala
+anatomica, dove abbia assistito alla prima autopsia.
+
+Visitai il bel palazzo dell'Università, _la plaza Campo grande_, dove la
+Santa Inquisizione accendeva i suoi roghi, ampia, allegra, cinta di
+quindici conventi; qualche chiesa adorna di pitture di grido; e quando
+cominciai ad accorgermi che le immagini delle cose vedute mi si
+confondevano nella testa, misi in tasca la _Guida_, e m'incamminai verso
+la piazza maggiore. Il medesimo feci in tutte le altre città: quando la
+mente è stanca, il volerla forzare ancora all'attenzione, per quella
+pedanteria di non mancare di riguardo alla _Guida_, sarà una bella prova
+di costanza; ma nuoce a chi viaggia collo scopo di narrar poi le
+impressioni delle cose viste. Poichè tutto non si può ritenere, val
+meglio non confondere la memoria viva delle cose principali, con una
+folla di ricordi vaghi delle cose di minor conto. Oltrechè non si serba
+mai grata ricordanza d'una città nella quale ci si è fatto il capo come
+un cestone.
+
+Per cogliere l'aspetto vespertino della città, andai a passeggiare sotto
+i portici, dove s'incominciavano ad illuminare le botteghe; e v'era un
+viavai di soldati, di studenti, di ragazze, che sparivan nelle
+porticine, volteggiavano intorno alle colonne, guizzavano di qua e di
+là, sfuggendo alle mani impronte degl'insecutori avvolti nelle ampie
+cappe; e frotte di ragazzi scorazzavano per la piazza empiendo l'aria di
+grida sonore; e per tutto eran capannelli di _caballeros_, dai quali si
+udivano tratto tratto i nomi del Serrano, del Sagasta e di Amedeo,
+alternati colle parole _justicia, libertad, traicion, honra de España_,
+e simili. Entrai in un ampissimo caffè pieno zeppo di studenti, e là
+saziai, come direbbe uno scrittore scelto, il natural talento di cibo e
+di bevanda. Ma poichè avevo un gran bisogno di discorrere, adocchiai due
+studenti che sorbivano il caffè e latte al tavolino accanto, e senza far
+tanti preamboli, diressi la parola ad uno: cosa naturalissima in Spagna,
+dove si è sicuri di aver sempre una risposta cortese. I due studenti
+s'avvicinarono, e lì i soliti discorsi che ognuno s'immagina: Italia,
+Amedeo, università, Cervantes, andaluse, tori, Dante, viaggi; una
+scorsa, insomma, alla carta geografica, alla storia letteraria e ai
+costumi dei due paesi; poi un bicchier di vino di Malaga, e una stretta
+di mano da amici.
+
+O _caballeros_ di buona memoria, avventori di tutti i caffè, commensali
+di tutte le tavole rotonde, vicini di scranna in tutti i teatri,
+compagni di viaggio in tutte le strade ferrate della Spagna; voi che
+tante volte, mossi da gentile pietà per uno straniero sconosciuto, che
+scorreva con occhio malinconico l'_Indicatore delle Ferrovie_ o la
+_Correspondencia española_, pensando alla famiglia, agli amici, alla
+patria lontana, gli avete offerto, con amabile spontaneità, il
+_cigarrito_, e dato appiglio a una conversazione, che gli ruppe il corso
+dei mesti pensieri e lo lasciò rasserenato ed allegro; io vi ringrazio,
+o _caballeros_ di buona memoria; chiunque foste, o carlisti, o
+alfonsisti, o amedeisti, o liberali, vi ringrazio dal più profondo
+dell'anima, in nome di tutti gl'Italiani che viaggiarono e di tutti
+quelli che viaggeranno nel vostro caro paese; e giuro sull'eterno volume
+di Michele Cervantes, che ogni qualvolta vi sentirò accusare di animo
+feroce e di selvaggi costumi dai vostri civilissimi fratelli europei,
+sorgerò a difendervi coll'impeto d'un andaluso e colla tenacia d'un
+catalano, sin che mi resti tanta voce da gridare: Viva l'ospitalità!
+
+Poche ore dopo mi trovavo in un carrozzone del treno che andava a
+Madrid, e non era anche finito il fischio della partenza, che io mi
+diedi un gran colpo della mano sulla fronte. Ahimè! era tardi; a
+Valladolid avevo dimenticato di visitare la stanza dove morì Cristoforo
+Colombo!
+
+
+NOTE:
+
+ [2] Tre _molto_ e tre _poco_ distruggon l'uomo: molto parlare e poco
+ sapere, molto spendere e poco avere, molto presumere e nulla valere.
+
+
+
+
+V.
+
+MADRID.
+
+
+Era giorno, quando uno dei miei vicini mi gridò nell'orecchio:
+"_Caballero!_"--"Siamo a Madrid?" domandai svegliandomi. "Non ancora" mi
+rispose "ma guardi!" Mi voltai verso la campagna e vidi lontano un mezzo
+miglio, alle falde d'un alto monte, il convento dell'Escuriale,
+illuminato dai primi raggi del sole. _Le plus grand tas de granit qui
+existe sur la terre_, come lo chiamò un viaggiatore illustre, non mi
+parve, a primo aspetto, quell'immenso edifizio che il popolo spagnuolo
+considera come l'ottava meraviglia della terra. Nondimeno misi fuori il
+mio:--_Oh!_--come altri viaggiatori che lo vedevano per la prima volta,
+riserbando tutta la mia ammirazione al giorno che l'avrei visto da
+vicino. Dall'Escurial a Madrid la strada ferrata attraversa una pianura
+arida, che rammenta quella di Roma. "Non ha mai veduto Madrid, lei?" mi
+domandò il vicino.--Risposi che no.--"_Parece imposible!_" esclamò il
+buon Spagnuolo, e mi guardò in aria di curiosità, quasi dicendo fra
+sè:--Oh vediamo un po' com'è fatto un uomo che non ha mai visto
+Madrid!--Poi prese a enumerarmi le grandi cose che avrei veduto: che
+passeggi! che caffè! che teatri! che donne! Per chi abbia un trecento
+mila lire da spendere, non c'è di meglio di Madrid: è un gran mostro che
+vive di patrimonii; se fossi in lei vorrei prendermi il gusto di
+cacciargli in gola anche il mio.--Io premetti colla mano il mio floscio
+portamonete, e mormorai:--Povero mostro!--"Ci siamo!" gridò lo spagnuolo
+"guardi fuori!" Misi la testa fuor del finestrino. "Quello là è il
+palazzo reale!" Vidi sopra un'altura una mole immensa; ma chiusi gli
+occhi subito, perchè mi batteva il sole sul viso. Tutti s'alzarono, e
+cominciò quel solito tramenío
+
+ «Di pastrani, di scialli e d'altri cenci,»
+
+che impedisce quasi sempre la prima vista delle città. Il treno si
+ferma; scendo, e mi trovo in una piazza piena di carrozze, in mezzo a
+una folla rumorosa; cento mani si stendono sulla mia valigia, cento
+bocche mi urlan nell'orecchio; è un casa del diavolo di facchini, di
+carrozzai, di _ciceroni_, di fattorini di _casas de huespedes_, di
+guardie, di ragazzi. M'apro il passo a colpi di gomito, mi caccio in un
+_omnibus_ pieno di gente, e via. Si va su per uno stradone, si
+attraversa una gran piazza, si infila una strada larga e diritta, si
+arriva alla _Puerta del Sol_. È un colpo d'occhio stupendo! È una
+vastissima piazza semicircolare, circondata di alti edifizi, nella
+quale sboccano, come dieci torrenti, dieci grandi strade; e da ogni
+strada una continua onda rumorosa di popolo e di carrozze; e tutto
+quello che vi si vede è proporzionato alla vastità del luogo; i
+marciapiedi larghi come vie, i caffè ampi come piazze, una vasca di
+fontana grande come un lago; e in ogni parte una folla fitta e
+mobilissima, un gridío assordante, un non so che di allegro e di festivo
+nei volti, nei gesti, nei colori, che fa sì che non vi paia straniera nè
+la gente, nè la città, e vi mette addosso una smania di mescervi in
+quello strepito, di salutar tutti, di correr qua e là, piuttosto per
+riconoscere cose e persone, che per vederle la prima volta. Scendo a un
+albergo, n'esco subito, mi metto a girare per la città, alla ventura.
+Non grandi palazzi, non antichi monumenti d'arte; ma strade spaziose,
+pulite, gaie, fiancheggiate da case dipinte a vivi colori, interrotte da
+piazze di mille forme diverse, quasi tracciate a caso, e in ogni piazza
+un giardino, una fontana, una statuetta. Alcune strade in leggiera
+salita, di modo che, entrandovi, si vede in fondo il cielo, e par che
+sbocchino nell'aperta campagna; ma giunti sul punto più alto, un'altra
+lunga strada si stende allo sguardo. Ad ogni poco, crocicchi di cinque,
+sei, fino a otto vie, e qui un incrociarsi continuo di carrozze e di
+gente; i muri coperti, per lunghi tratti, di cartelloni di spettacoli;
+nelle botteghe, un va e vieni incessante; i caffè, stipati; in ogni
+parte il brulichío d'una grande città. La strada d'Alcalà, larghissima,
+da parer quasi una piazza rettangolare, divide Madrid per mezzo, dalla
+_Puerta del Sol_ verso oriente, e sbocca in una vasta pianura, che si
+stende lungo tutto un lato della città, e contiene giardini, passeggi,
+piazze, teatri, circo di tori, archi trionfali, musei, palazzine,
+fontane. Salgo in una carrozza, e dico al vetturino:--_Vuela!_--Passo
+accanto alla statua del Murillo, risalgo per la strada Alcalà, infilo la
+strada del Turco, dove fu assassinato il generale Prim; attraverso la
+piazza delle Cortes, dove sorge la statua di Michele Cervantes; sbocco
+nella piazza Maggiore, dove accendeva i suoi roghi l'Inquisizione; torno
+addietro, e passo dinanzi alla casa di Lopez de Vega; riesco nella vasta
+piazza d'Oriente in faccia al palazzo reale, dove si innalza la statua
+equestre di Filippo IV in mezzo a un giardino circondato di quaranta
+statue colossali; rimonto verso il centro, attraversando altre larghe
+strade, e piazze allegre, e crocicchi pieni di gente; e ritorno
+finalmente all'albergo dicendo che Madrid è grande, gaia, ricca,
+popolosa e simpatica, e che la vorrò veder tutta, e starci un pezzo, e
+godermela fin che lo consentano i registri di cassa e la mitezza della
+stagione.
+
+ * * * * *
+
+In capo a pochi giorni, un buon amico mi trovò una _Casa de huespedes_,
+e mi ci andai a installare. Queste case di ospiti non son altro che
+famiglie che dan da mangiare e da dormire a studenti, artisti,
+forestieri, a prezzi differenti, si capisce, secondo come ci si dorme e
+come si mangia; ma sempre a miglior prezzo che gli alberghi,
+coll'inestimabile vantaggio che ci si respira un'aria di casa, ci si
+stringono amicizie, e vi si è trattati piuttosto come gente della
+famiglia che come dozzinanti. La padrona di casa era una buona signora
+sulla cinquantina, vedova d'un pittore che aveva studiato a Roma, a
+Firenze e a Napoli, ed aveva serbato per tutta la vita una ricordanza
+grata e affettuosa d'Italia. Anch'essa, naturalmente, nutriva per il
+nostro paese una vivissima simpatia, e me lo dimostrò coll'assistere
+ogni giorno al mio desinare, raccontandomi vita, morte e miracoli di
+tutti i suoi parenti e di tutti i suoi amici, come se fossi stato il
+solo confidente ch'ella avesse in Madrid. Pochi spagnuoli intesi parlare
+così spedito, così franco, e con tanta abbondanza di frasi, di motti, di
+paragoni, di proverbi, di parole. Sui primi giorni ne fui sconcertato;
+capivo poco; dovevo pregarla ogni momento di ripetere; non riuscivo a
+farmi intendere sempre; m'accorsi in una parola, che studiando la lingua
+sui libri, avevo sciupato di molto tempo a inzepparmi la testa di frasi
+e di vocaboli che non occorrono quasi mai nella conversazione ordinaria;
+mentre ne avevo lasciati da parte altri moltissimi, che sono
+indispensabili. Dovetti dunque ricominciare a raccogliere, a notare, e
+sopratutto a star sempre coll'orecchio teso per tirar profitto, quanto
+potevo, dai discorsi della gente. E mi persuasi di questa verità: che si
+può stare dieci anni, trenta, quaranta in una città straniera; ma che se
+non si fa uno sforzo da principio, se per molto tempo non si continua a
+studiare, se non si sta sempre, come diceva il Giusti, «con tanto
+d'occhi aperti,» o non s'imparerà mai a parlare la lingua, o si parlerà
+sempre male. Conobbi a Madrid degl'Italiani vecchi che stavano in Spagna
+dalla loro prima giovinezza, e che parlavano lo spagnuolo da cani. Già,
+non è punto, neanco per noi Italiani, una lingua facile, o per dir
+meglio, presenta la grande difficoltà delle lingue facili: che non è
+lecito parlarle meschinamente, perchè non è indispensabile parlarle per
+farsi intendere. L'Italiano che vuol parlare spagnuolo in una
+conversazione di gente colta, dove tutti lo capirebbero se parlasse
+francese, bisogna che giustifichi il suo ardimento parlando con
+scioltezza e con garbo. Ora la lingua spagnuola, appunto perchè molto
+più affine alla nostra che la francese, è assai più difficile a parlarsi
+presto, e per così dire, ad orecchio, senza dir degli spropositi; poichè
+si dice, ad esempio, assai più facilmente _propre, mortuaire, délice_,
+senza pericolo che ci scappi detto proprio, mortuario, delizia, di
+quello che non si dica _propio, mortuorio, delicia_. Si casca
+nell'italiano senza accorgersene, si inverte la sintassi ad ogni
+istante, si ha sempre la propria lingua nell'orecchio e sulle labbra,
+che ci inciampa, ci confonde, ci tradisce. Nè la pronunzia spagnuola ci
+è men dura della francese; la _jota_ araba, facile a pronunciarsi
+quand'è sola, è difficilissima quando ne cascan due in una parola, o
+parecchie in una proposizione; la _zeta_ che si pronuncia come
+pronunziano i blesi la _esse_, non si acquista che dopo un esercizio
+lungo, ed anco paziente, perchè è un suono che sulle prime ci riesce
+sgradevolissimo, e molti, anche sapendo, non lo voglion far sentire. Ma
+se c'è una città in Europa dove si possa imparar bene la lingua del
+paese, quella città è Madrid, e si può dir lo stesso di Toledo, di
+Valladolid, di Burgos. Il popolo parla come i letterati scrivono; le
+differenze di pronunzia fra la gente colta e la plebe dei sobborghi sono
+leggerissime; e lasciando anche da parte quelle quattro città, la lingua
+spagnuola è incomparabilmente più parlata, più comune, e perciò più
+determinata, e per conseguenza più efficace nei giornali, sul teatro e
+nella letteratura popolare, che la lingua italiana. V'è in Spagna il
+dialetto valenziano, il catalano, il galliziano, il murciano, e
+l'antichissima lingua delle provincie basche; ma si parla spagnuolo
+nelle due Castiglie, nell'Aragona, nell'Estremadura, nell'Andalusia,
+cioè in cinque grandi provincie. Il frizzo gustato a Saragozza è gustato
+anche a Siviglia; la frase popolesca che colpisce la platea in un teatro
+di Salamanca, ottiene lo stesso effetto in un teatro di Granata. Dicono
+che la lingua spagnuola d'oggigiorno non è più quella del Cervantes, del
+Quevedo, del Lopez de Vega; che la lingua francese l'ha imbastardita;
+che Carlo V, se rivivesse, non direbbe più che è la lingua da parlarsi
+con Dio; e che Sancho Panza non sarebbe più nè capito nè gustato. Ah!
+chi per poco abbia bazzicato nelle gargotte e nei teatrucci dei
+sobborghi, si accomoda a malincuore a quella sentenza!
+
+Passando dalla lingua al palato, mi ci volle un po' di buona volontà per
+abituarmi a certe salse e intingoli e basoffie della cucina spagnuola;
+ma mi ci abituai. I Francesi, che in punto mangiare sono schizzinosi
+come ragazzi mal avvezzi, ne gridano ira d'Iddio; il Dumas dice che in
+Spagna ha patito la fame; in un libro sulla Spagna che ho sott'occhio, è
+scritto che gli Spagnuoli non vivono che di miele, di funghi, d'uova e
+di lumache. Son tutte corbellerie. Essi possono dire altrettanto della
+cucina nostra: ho conosciuti molti spagnuoli ai quali il veder mangiare
+maccheroni al sugo moveva lo stomaco. Impasticciano un po', abusano un
+po' del grasso, condiscono un po' troppo forte; ma via, tanto da cavar
+l'appetito al Dumas, compicciano. Son maestri, fra le altre cose, di
+piatti dolci. Il loro _puchero_ poi, il piatto nazionale, mangiato tutti
+i giorni, da tutti, in tutto il paese, dico la verità, lo divoravo con
+una golosità rossiniana. Il _puchero_ è, rispetto all'arte culinaria,
+quello che è rispetto alla letteratura un'antologia: c'è un po' di
+tutto, e del meglio. Una buona fetta di lesso di vacca forma come il
+nucleo del piatto; intorno, un'ala di pollo, un pezzo di _chorizo_,
+lardo, erbaggi, prosciutto; sotto, sopra e in tutti gl'interstizi,
+_garbanzos_. I buon gustai pronunziano con reverenza il nome di
+_garbanzos_. Sono una specie di ceci, ma più grossi, più teneri, più
+saporiti; ceci, direbbe uno stravagante, caduti quaggiù da qualche mondo
+dove una vegetazione eguale alla nostra è fecondata da un sole più
+potente. Codesto è il _puchero_ usuale; ma ogni famiglia lo modifica
+secondo la borsa; il povero si contenta della carne e dei _garbanzos_;
+il signore ci aggiunge cento bocconcini squisiti. In fondo, è piuttosto
+un desinare che un piatto; e però moltissimi non mangiano altro; un buon
+_puchero_ e una bottiglia di _Val de peñas_ posson bastare a
+chicchessia. Non parlo degli aranci, dell'uva di Malaga, degli asparagi,
+dei carciofi e d'ogni sorta di legumi e di frutti, che tutti sanno
+essere in Spagna bellissimi e buonissimi. Cionondimeno, gli Spagnuoli
+mangian poco; e benchè nella loro cucina predomini il pepe, la salsa
+forte, la carne salata; benchè mangino dei _chorizos_, che, come dicon
+essi, _levantan las piedras_, ossia bruciano gl'intestini; bevono
+pochissimo vino. Dopo la frutta, invece di star lì a centellinare una
+buona bottiglia, pigliano per lo più una tazza di caffè e latte, e
+raramente bevon vino la mattina. Alle tavole rotonde degli alberghi non
+ho mai veduto uno spagnuolo vuotar la bottiglia; ed io che la vuotavo,
+ero guardato con aria di stupore, come un beone scandaloso. È raro,
+nelle città di Spagna, anco nei giorni di festa, incontrare un ubriaco;
+e per questo appunto, avuto riguardo al sangue focoso e al liberissimo
+commercio che vi si fa dei coltelli e dei pugnali, seguon assai meno
+risse con ferimenti e uccisioni, di quello che fuor di Spagna non si
+creda.
+
+Trovata la casa e la cucina, non mi restò più altro pensiero che quello
+di zonzare per la città, colla _Guida_ in tasca e il sigaro di _tres
+cuartos_ in bocca,
+
+ «...... mestier facile e piano.»
+
+I primi giorni non potevo allontanarmi dalla piazza della _Puerta del
+Sol_; ci stavo ore ed ore, e mi ci divertivo tanto, che avrei voluto
+passarci la giornata. È una piazza degna della sua fama; non tanto per
+la sua vastità e la sua bellezza, quanto per la gente, per la vita, per
+la varietà dello spettacolo che presenta a tutte le ore del giorno. Non
+è una piazza come le altre: è insieme un salone, un passeggio, un
+teatro, un'accademia, un giardino, una piazza d'armi, un mercato. Dallo
+spuntar del giorno fino a un'ora dopo mezzanotte, v'è una folla
+immobile, e una folla che va e viene per le dieci grandi strade che vi
+metton capo, e un inseguirsi, e un incrociarsi di carrozze che dà il
+capo giro. Là convengono i negozianti, là i demagoghi disoccupati, là
+gl'impiegati smessi, i vecchi pensionati, i giovani eleganti; là si
+traffica, si discorre di politica, si fa all'amore, si passeggia, si
+leggono i giornali, si dà la caccia ai debitori, si cercan gli amici, si
+preparano le dimostrazioni contro il Ministero, si coniano le false
+notizie che fanno il giro della Spagna, si tesse la cronaca scandalosa
+della città. Sui marciapiedi, che son larghi da poterci far passare
+quattro carrozze di fronte, bisogna aprirsi il passo a forza: nello
+spazio d'una lastra di pietra vedete una guardia civile, un venditor di
+fiammiferi, un sensale, un povero, un soldato, tutti in un mazzo.
+Passano frotte di scolari, serve, generali, ministri, contadini,
+_toreros_, signore; vagabondi spiantati che vi domandan l'elemosina
+nell'orecchio per non farsi scorgere, mezzani che vi guardano con
+occhio interrogativo, donne leggere che vi urtano al gomito; da tutte le
+parti cappelli in aria, sorrisi, strette di mano, saluti allegri, grida
+di:--_Largo,_--di facchini carichi e di merciaiuoli col botteghino al
+collo; urli di venditori di giornali, strilli di acquaiuoli, squilli di
+corno delle diligenze, chiocchi di frusta, rumor di sciabole, tintinnío
+di chitarre, canti di ciechi. Poi passano i reggimenti colle bande
+musicali, passa il Re, s'innaffia la piazza con immensi getti d'acqua
+che s'incrociano nell'aria, vengono i portatori d'avvisi ad annunciar
+gli spettacoli, irrompono sciami di monelli con bracciate di
+_supplementi_, esce un esercito d'impiegati dai Ministeri, ripassan le
+bande musicali, le botteghe s'illuminano, la folla si fa più fitta, i
+colpi di gomito spesseggiano, cresce il vocío, lo strepito, il moto. E
+non è moto di popolo affaccendato; è vivacità di gente allegra, è
+gaiezza carnevalesca, ozio inquieto, ribollimento, febbriciattola di
+piacere, che vi si attacca e vi tien lì o vi spinge in giro come un
+arcolaio senza lasciarvi uscir dalla piazza; una curiosità che non si
+stanca mai, una beata voglia di spassarsela, di non pensare a nulla,
+d'ascoltar chiacchiere, di bighellonare, di ridere. Tale è la famosa
+piazza di _Puerta del Sol_.
+
+Un'ora passata là basta per far conoscer di vista, nei suoi varii
+aspetti, il popolo di Madrid. Il basso popolo veste come nelle nostre
+grandi città; i signori, se si toglie la cappa che portan l'inverno, si
+attengono al figurino di Parigi; e son tutti, dal duca allo scrivano,
+dallo sbarbatello al vecchio tentenna, lindi, azzimati, impomatati,
+inguantati, come uscissero allora allora dal gabinetto di toeletta.
+Somigliano da questo lato ai napoletani: belle capigliature nere, barbe
+coltissime, mani e piedi di donna. Raro il vedere un cappello basso:
+tutti cappelli a staio; e poi mazze, catene, ciondoli, spille, e nastri
+all'occhiello a migliaia. Le signore, fuor che in certi giorni di festa,
+vestono anch'esse alla francese; le donne del medio ceto portano ancora
+la mantiglia; gli antichi stivaletti di raso, la _peineta_, i colori
+vivi, il costume nazionale, in una parola, è sparito. Son però sempre
+quelle donnine tanto decantate per i loro grandi occhi, per le loro mani
+di bimbe, per i loro piedini; di capelli nerissimi, ma di pelle meglio
+bianca che bruna, bene appettate, diritte, svelte, vivaci.
+
+Per passare in rassegna il bel sesso di Madrid, bisogna andare alla
+passeggiata del _Prado_, che è per Madrid quello che son per Firenze le
+Cascine. Il _Prado_ propriamente detto, è un larghissimo viale, non
+molto lungo, fiancheggiato da viali minori, che si stende ad oriente
+della città, accanto al famoso giardino del _Buen retiro_, ed è chiuso
+alle due estremità da due enormi vasche di pietra, l'una sormontata da
+una Cibele colossale, assisa sul cocchio, tratto dai cavalli marini;
+l'altra da un Nettuno di eguale grandezza; tutti e due incoronati di
+copiosi zampilli che s'incrociano e ricascano graziosamente con allegro
+mormorìo. Questo grande viale, assiepato lungo i lati da migliaia di
+seggiole, e da centinaia di banchi d'acquaioli e di aranciai, è la parte
+più frequentata del _Prado_, e si chiama il _Salon del Prado_. Ma il
+passeggio prosegue oltre la fontana di Nettuno; vi sono altri viali,
+altre fontane, altre statue; si va in mezzo agli alberi e ai zampilli
+fino alla chiesa di Nostra Signora di Atocha, la famosa chiesa colmata
+di doni da Isabella II dopo l'attentato del 2 febbraio del 1852, nella
+quale il re Amedeo andò a visitare il cadavere del generale Prim. Di là
+si abbraccia collo sguardo un vasto tratto della deserta campagna di
+Madrid e le montagne nevose del Guadarrama. Ma il _Prado_ è il passeggio
+più famoso, non il più bello nè il più vasto della città. Sul
+prolungamento del _Salone_, al di là della fontana di Cibele, si stende
+per quasi due miglia il passeggio di _Recoletos_, fiancheggiato a destra
+dal vasto e ridente borgo di Salamanca, il borgo dei ricchi, dei
+deputati e dei poeti; a sinistra da una lunghissima catena di palazzine,
+di villette, di teatri, di edifizi nuovi coloriti di vivi colori. Non è
+un passeggio solo, son dieci, l'uno accanto all'altro, e l'un più bello
+dell'altro; strade per le carrozze, strade pei cavalli, viali per la
+gente che cerca la folla, viali pei solitarii, divisi da sterminate
+siepi di mortella, fiancheggiati, interrotti da giardini e da boschetti,
+nei quali sorgon statue e fontane, e s'intersecano sentierini
+misteriosi. I giorni di festa vi si gode uno spettacolo incantevole: da
+un capo all'altro dei viali, son due processioni opposte di gente, di
+carrozze, di cavalli; nel _Prado_ si può appena camminare; i giardini
+sono affollati di migliaia di ragazzi; suonan le musiche dei teatri
+diurni; in ogni parte si sente un mormorío di fontane, un fruscío di
+vesti, un gridío di bambini, uno scalpitío di cavalli; non v'è solo il
+movimento, e la gaiezza d'una passeggiata; v'è il lusso, lo strepito, il
+turbinío, l'allegrezza febbrile d'una festa. La città, in quell'ore, è
+deserta. Sull'imbrunire, tutta quell'immensa folla si riversa nella gran
+strada Alcalà, e allora dalla fontana di Cibele fino alla _Puerta del
+Sol_ non si vede che un mare di teste, solcate da una fila di carrozze a
+perdita d'occhio.
+
+Come per le passeggiate, così in fatto di teatri e di spettacoli, Madrid
+è, senza dubbio, una delle prime città del mondo. Oltre il gran teatro
+dell'Opera, che è vastissimo e ricchissimo; oltre il teatro della
+Commedia, il teatro della _Zarzuela_, il Circo di Madrid, che son tutti
+teatri di prim'ordine, per ampiezza, eleganza, e concorso di gente; v'è
+una corona di teatri minori per le compagnie drammatiche, per le
+compagnie equestri, per le accademie musicali, per i _vaudevilles_,
+teatri a sala, a palchi, a gallerie, grandi e piccini, signorili e
+plebei, per tutte le borse, per tutti i gusti e per tutte le ore della
+notte; e non ce n'è uno fra tanti che non sia ogni sera affollato. Poi
+v'è il Circo dei Galli, il Circo dei Tori, i balli popolari, i giochi;
+qualche giorno vi sono fino a venti spettacoli diversi, a cominciar da
+mezzodì fino a poco prima dell'alba. Lo spettacolo dell'Opera, per il
+quale il popolo spagnuolo è appassionato, è sempre splendido, non
+solamente nella stagione del carnevale, ma in tutte le stagioni: nel
+tempo ch'io fui a Madrid, cantava la Fricci al teatro della _Zarzuela_ e
+lo Stagno al Circo, l'una e l'altro, circondati di valentissimi artisti,
+con orchestre eccellenti e grandiose apparature. I più celebri cantanti
+del mondo fanno a gara per andar a cantare nella Capitale della Spagna;
+gli artisti vi sono ricercati, festeggiati; la passione della musica è
+la sola che può stare in bilancia colla passione dei tori. Anche il
+teatro della Commedia ha gran voga. L'Hatzembuch, il Breton de los
+Herreros, il Tamayo, il Ventura, il D'Ayala, il Guttierrez, ed altri
+moltissimi scrittori drammatici, quali morti, quali viventi, noti anche
+fuori di Spagna, hanno arricchito il teatro moderno d'un gran numero di
+commedie, che pur non avendo quel profondo stampo nazionale che rese
+immortali le opere drammatiche del gran secolo della letteratura
+spagnuola, son piene di calore, di sale, di sapore di lingua, e senza
+confronto più sanamente educative delle commedie francesi. E si
+rappresentan le commedie moderne, ma non si dimenticano le antiche:
+negli anniversarii del Lopez de Vega, del Calderon, del Moreto, del
+Tirso de Molina, dell'Alarcon, di Francesco de Rojas, e degli altri
+grandi luminari del teatro spagnuolo, si rappresentano con pompa solenne
+i loro capolavori. Gli attori però non finiscono di soddisfare gli
+autori; partecipano dei difetti dei nostri: moto, grido, singhiozzo
+soverchio; e molti preferiscono ancora i nostri, perchè ci trovan più
+varietà di cadenze e di accenti. Oltre la tragedia e la commedia, si
+rappresenta poi un componimento drammatico affatto spagnuolo, lo
+_zainete_, nel quale fu maestro un Ramon de la Cruz, una specie di
+farsa, che è per lo più una rappresentazione di costumi andalusi, con
+personaggi della campagna e del volgo, ed attori che imitano il vestire,
+l'accento, i modi di quella gente con una maestria ammirabile. Le
+commedie vengon tutte stampate, e son lette avidamente, anche dal popolo
+minuto; i nomi degli scrittori sono popolarissimi; la letteratura
+drammatica, in una parola, è oggi ancora, come altre volte, la più
+diffusa e la più ricca.
+
+V'è pure molta passione per la _Zarzuela_, che si rappresenta usualmente
+nel teatro a cui dà il nome, e ch'è una composizione di mezzo tra la
+commedia e il melodramma, tra l'opera in musica e il _vaudeville_, con
+una gradevole alternativa di prosa e di verso, di recitazione e di
+canto, di serio e di buffo, composizione esclusivamente spagnuola, e
+dilettevolissima. In altri teatri si rappresentano commedie politiche,
+miste di canto e di prosa del genere delle riviste dello Scalvini, farse
+satiriche di argomenti del giorno, una specie di _autos sacramentales_,
+con scene della passione di Gesù Cristo, nella Settimana Santa; e balli
+e ballonzoli e pantomime d'ogni natura. Nei teatri piccoli si danno tre
+o quattro rappresentazioni per sera, d'un'ora l'una, e gli spettatori si
+rinnovano ad ogni rappresentazione. Nel teatro _Capellanes_, famigerato,
+si balla tutte le sere dell'anno un _kan-kan_ scandaloso oltre ogni
+oscena immaginazione, e là accorrono i giovinastri, le donne ardite, i
+vecchi libertini dal naso aggrinzato, armati di lenti, di occhiali, di
+cannocchiali, e di quanti istrumenti ottici valgano ad avvicinare le
+forme, come dice l'Aleardi, pubblicate dal palco.
+
+Dopo il teatro, si trovan tutti i caffè pieni di gente, la città
+illuminata, le strade corse da innumerevoli carrozze, come sul far della
+sera. Uscendo dal teatro, in un paese straniero, si è un po' tristi: si
+son viste tante belle creature, e nessuna ci degnò d'uno sguardo! Ma un
+italiano, a Madrid, trova un conforto. Si cantan quasi sempre opere
+italiane, e si cantano in italiano; così che tornando a casa sentite
+canterellare colle parole della vostra lingua le ariette che vi son
+famigliari fin dall'infanzia; sentite un _palpito_ di qui, un _fiero
+genitor_ di là, un _tremenda vendetta_ più oltre; e quelle parole vi fan
+l'effetto di saluti di gente amica. Ma per arrivar a casa, che fitta
+siepe di gonnelle dovete scavalcare! Si dà la palma a Parigi, e non
+dubito che la meriti; ma neanco Madrid non canzona; e che ardimento, e
+che parole di fuoco, e che provocazioni imperiose! Finalmente arrivate
+davanti a casa vostra; ma non avete la chiave della porta. "Non si
+confonda," vi dice il primo cittadino che incontrate, "vede là in fondo
+alla strada quella lanterna? L'uomo che la porta è un _sereno_, e i
+_serenos_ hanno le chiavi di tutte le case;" Allora voi gridate ad alta
+voce:--Sereno!--e la lanterna si avvicina, e un uomo con un enorme
+mazzo di chiavi tra le mani, datavi un'occhiata scrutatrice, v'apre la
+porta, vi fa lume fino al primo piano e vi augura la buona notte. Così
+tutte le sere: con una lira al mese voi siete libero dalla briga di
+portar in tasca le chiavi di casa. Il _sereno_ è un impiegato del
+Municipio, ve n'è uno per ogni strada, ed ognuno ha un fischietto; se vi
+piglia foco in casa o i ladri vi fan saltare la serratura, voi non avete
+che a buttarvi alla finestra e gridare:--Sereno! Aiuto!--Il sereno che è
+nella strada fischia, i sereni delle strade vicine fischiano, in pochi
+minuti tutti i sereni del quartiere accorrono in vostro soccorso. A
+qualunque ora della notte voi vi svegliate, sentite la voce del sereno
+che ve l'annunzia, soggiungendo che fa bel tempo, o che piove, o che sta
+per piovere. Quante cose sa e quante ne tace questa notturna sentinella!
+Quanti sommessi addii amorosi non sente! Quante letterine non vede cader
+dalle finestre, e chiavette saltellare sul lastrico, e mani trinciar
+l'aria in atto misterioso, e amanti imbacuccati infilar le porticine, e
+finestrelle illuminate oscurarsi ad un tratto, e neri fantasmi
+dileguare, al primo chiarir dell'alba, lungo i muri!...
+
+Non dissi che dei teatri: a Madrid v'è un concerto musicale, si può
+dire, ogni giorno; concerti nei teatri, concerti nelle sale accademiche,
+concerti nelle strade, e poi una folla di suonatori ambulanti che vi
+assordano a tutte le ore del giorno. Dopo tutto questo viene fatto di
+dimandare come mai un popolo tanto infatuato della musica, da averne
+bisogno, sto per dire, come dell'aria che respira, non abbia dato
+all'arte alcun grande maestro. Gli Spagnuoli non se ne sanno dar pace!
+
+Ci sarebbe da imbrattar molta carta, a voler descrivere di Madrid i
+grandi sobborghi, le porte, i passeggi fuor della città, le piazze, le
+strade storiche; e cui piacesse non ommetter nulla, gli splendidi caffè:
+l'_Imperial_ nella piazza della _Puerta del Sol_, il _Fornos_ nella
+strada Alcalà, due vastissime sale, nelle quali, tolti i tavolini,
+potrebbe far gli esercizi uno squadrone di cavalleria; e gli altri
+innumerevoli che si trovano a ogni passo, in cui danzerebbero
+comodamente cento coppie di ballerini; le botteghe sfarzose che occupan
+tutto il pian terreno di vasti edifizi, tra le quali i grandi negozi di
+tabacchi di Avana, luogo di ritrovo dei signoroni, pieni di tanti sigari
+piccolissimi, grossi, enormi, tondi, piatti, puntati, fatti a serpe, ad
+arco, a uncino, d'ogni forma, d'ogni gusto e d'ogni prezzo, da
+contentare la più matta fantasia di fumatore, e ubbriacare tutta la
+popolazione d'una città; gli spaziosi mercati, le caserme da corpo
+d'esercito, il gran palazzo reale, in cui il Quirinale ed il Pitti si
+potrebbero nascondere senza timore di farsi scorgere; la gran strada di
+Atocha che attraversa la città, l'immenso giardino del _Buen retiro_,
+col suo gran lago, coi suoi poggi incoronati di chioschi, coi suoi mille
+uccelli pellegrini.... Ma più d'ogni altra cosa meritano attenzione i
+Musei d'armi, di pittura, di marina, a ciascuno dei quali sarebbe poco
+dedicare un volume.
+
+ * * * * *
+
+L'armeria di Madrid è una delle più belle del mondo. Al primo entrare
+nella vastissima sala, il cuore vi dà un balzo e il sangue un tuffo, e
+voi restate immobile sulla soglia come uno smemorato. Un intero esercito
+di cavalieri coperti di ferro, colle spade nel pugno, colle lancie in
+resta, sfolgoranti, formidabili, si slanciano contro di voi, come una
+legione di spettri. È un esercito d'imperatori, di re, di duchi, chiusi
+nelle più splendide armature che siano mai uscite dalla mano dell'uomo,
+sulle quali da diciotto smisurate finestre si versa un torrente di luce,
+che ne cava un barbaglio di lampi, di scintille, di colori, da dar le
+traveggole. Le pareti sono coperte di corazze, d'elmi, d'archi, di
+fucili, di spade, di alabarde, di lancie da torneo, di moschettoni
+enormi, di lancioni giganteschi che s'alzan dal pavimento alla volta;
+dalla volta pendon bandiere di tutti gli eserciti del mondo, trofei di
+Lepanto, di San Quintino, della guerra d'indipendenza, delle guerre
+d'Affrica, di Cuba, del Messico; in ogni parte è una profusione di
+insegne gloriose, di armi illustri, di meravigliosi lavori d'arte, di
+effigie, di emblemi, di nomi immortali. Non si sa di dove cominciare ad
+ammirare; si corre, sulle prime, di qua e di là, guardando tutto e non
+vedendo nulla, e si è stanchi prima di aver cominciato. Nel mezzo della
+sala sono le armature equestri; cavalli e cavalieri disposti in fila, a
+tre a tre, a due a due, tutti rivolti nello stesso senso, come uno
+squadrone in colonna; e vi si distinguono a primo aspetto, fra le altre,
+le armature di Filippo II, di Carlo V, di Emanuele Filiberto, di
+Cristoforo Colombo. Qua e là, sopra piedestalli, si vedono elmi,
+cassidi, morioni, golette, rotelle, appartenenti a' re d'Aragona, di
+Castiglia, di Navarra, lavorate a rilievi finissimi d'argento che
+rappresentan battaglie, scene mitologiche, figure simboliche, trofei,
+grotteschi, ghirlande; alcuni d'inestimabile valore, opera dei più
+insigni artisti d'Europa; altri di forme strane, sopraccarichi di
+ornamenti, con creste, visiere e cimieri colossali; poi elmetti e
+corazzine di principini; spade e scudi donate da papi e da monarchi. In
+mezzo alle armature equestri, si vedono statue vestite di fantastiche
+assise di Americani, di Affricani, di Chinesi, ornate di penne e di
+sonagli, con archi e turcassi; spaventose maschere guerresche; abiti di
+mandarini intessuti d'oro e di seta. Lungo le pareti altre armature;
+quella del marchese di Pescara, quella del poeta Garcilaso della Vega,
+quella del marchese di Santa Cruz, quella gigantesca di Giovan Federico
+il Magnanimo, duca di Sassonia; e fra l'una e l'altra bandiere arabe,
+persiane, moresche, cadenti a brani. Nelle vetrine una serie di spade
+che a sentirvi dire il nome di coloro che le portarono, vi si rimescola
+il sangue: la spada del principe di Condé, la spada d'Isabella la
+Cattolica, la spada di Filippo II, la spada di Ferdinando Cortes, la
+spada del Conte duca di Olivares, la spada di Giovanni d'Austria, la
+spada di Conzalvo di Cordova, la spada del Pizzarro, la spada del Cid, e
+un po' più in là, la celata di re Boabdil di Granata, la targa di
+Francesco I, la seggiola da campo di Carlo V. In un canto della sala
+sono schierati i trofei degli eserciti ottomani, elmetti tempestati di
+gemme, sproni, staffe dorate, collari di schiavi, pugnali, scimitarre
+dal fodero di velluto, cerchiati d'oro, ricamati, imperlati; le spoglie
+di Alì Bascià, ucciso sulla nave capitana alla battaglia di Lepanto; il
+suo caffettano di broccato d'oro e d'argento, la cintura, i bozzacchini,
+lo scudo; le spoglie dei suoi figli; le bandiere strappate dalle galee.
+Da un altro lato, corone votive, croci e monili di principi goti. In un
+altro scompartimento, gli oggetti tolti agli Indiani di Mariveles, ai
+Mori di Cagayan e del Mindanao, ai selvaggi delle più remote isole
+dell'Oceania: collane di guscio di lumaca, pipe di lattone, idoli di
+legno, flauti di canna, ornamenti fatti di zampe d'insetti, schiavine di
+foglie di palma, foglie scritturate che servivan di salvacondotto,
+freccie avvelenate, scuri da carnefici. E poi da qualunque parte uno si
+volga, selle di re, cotte d'arme, colubrine, tamburi storici, ciarpe,
+iscrizioni, memorie ed immagini di tutti i tempi e di tutti i paesi,
+dalla calata dei Goti alla battaglia di Tetuan, dal Messico alla China;
+un emporio di tesori e di capolavori da cui uno si allontana, commosso,
+stordito e sfinito, per ritornar poi a sè come da un sogno, colla
+memoria stracca e confusa.
+
+Se un giorno un grande poeta italiano vorrà cantare la scoperta del
+nuovo mondo, in nessun luogo potrà attingere più possenti ispirazioni
+che nel Museo navale di Madrid, perchè in nessun luogo si sente più
+profondamente l'aura vergine dell'America selvaggia, e la presenza
+arcana di Colombo. V'è una sala chiamata Gabinetto degli Scopritori: il
+poeta, entrandovi, se ha davvero anima di poeta, si scoprirà il capo con
+venerazione. In qualunque punto della sala cada lo sguardo, si vede
+un'immagine che fa battere il cuore: non si è più in Europa, nè in
+questo secolo; si è nell'America del secolo decimoquinto, si respira
+quell'aria, si vedon quei luoghi, si sente quella vita. Nel mezzo è un
+alto trofeo d'armi tolte agl'indigeni delle terre scoperte: scudi
+rivestiti di pelli di fiere, giavellotti di canna colle cocche pennute,
+sciabole di legno entro guaine di vimini, coll'else ornate di crini e di
+capelli cascanti in lunghe ciocche; mazze, aste, clave enormi; grandi
+spade dentellate a modo di sega, scettri informi, turcassi da giganti,
+vestimenti di pelo di scimmia, daghe di re e di carnefici, armi dei
+selvaggi di Cuba, del Messico, della nuova Caledonia, delle Caroline,
+delle isole più remote del Pacifico, nere, strane, orrende, che destan
+nella fantasia visioni confuse di lotte terribili, nell'oscurità
+misteriosa delle foreste vergini, entro sterminati laberinti d'alberi
+ignoti. E intorno a queste spoglie d'un mondo selvaggio, le immagini e
+le memorie dei vincitori: qui il ritratto di Colombo, là il ritratto
+del Pizzarro, più in là il ritratto di Ferdinando Cortes; in una parete,
+la carta d'America che tracciò Giovanni de la Cosa, nel secondo viaggio
+del Genovese, sur un'ampia tela sparsa di figure, di colori, di segni,
+che dovevan servire a diriger le spedizioni nell'interno delle terre;
+vicino alla tela, un pezzo dell'albero sotto il quale riposò il
+conquistatore del Messico nella famosa _notte triste_, dopo che s'era
+aperto il passo attraverso l'immenso esercito che lo aspettava nella
+valle d'Otumba; un vaso cavato dal tronco dell'albero presso il quale
+morì il celebre capitano Cook; imitazioni di barche, di barconi, di
+zattere usate dai selvaggi; una corona di ritratti di navigatori
+illustri; e nella parte di mezzo un gran quadro che rappresenta le tre
+navi di Cristoforo Colombo, la _Nina_, la _Pinta_ e la _Santa Maria_,
+nel momento in cui scopron la terra Americana, e tutti i marinai, ritti
+sulle poppe, agitando le braccia e gettando alte grida, salutano il
+nuovo mondo e ringraziano Iddio. Non v'è parola che esprima l'emozione
+che si prova alla vista di quello spettacolo, nè lagrima che valga
+quella che vi tremola negli occhi in quel punto, nè anima umana che in
+quel momento non si senta più grande!
+
+Le altre sale, che son dieci, sono anch'esse piene di oggetti preziosi.
+Nella sala accanto al Gabinetto degli Scopritori son raccolte le memorie
+della battaglia di Trafalgar: il quadro della Santissima Trinità, ch'era
+nello stanzino di poppa della nave _Real Trinidad_, e che fu tolto
+dagl'Inglesi pochi minuti prima che la nave andasse a fondo; il
+cappello e la spada di Federico Gravina, capitano generale della flotta
+spagnuola, morto in quella giornata; un grande modello compiuto della
+nave _Sant'Anna_, una delle poche che usciron salve dalla battaglia;
+bandiere, ritratti d'ammiragli, quadri rappresentanti episodi di quella
+lotta tremenda. E accanto alle memorie di Trafalgar, altre molte che non
+parlano meno efficacemente all'anima, come un calice fatto col legno
+dell'albero detto _Ceiba_, all'ombra del quale fu celebrata la prima
+messa nell'Avana il 19 marzo del 1519; il bastone del capitano Cook;
+idoli di selvaggi, scalpelli di pietra coi quali gl'Indiani di
+Porto-ricco foggiavano gl'idoli prima dello scoprimento dell'isola. E
+dopo questa, un altra gran sala, entrando nella quale uno si trova in
+mezzo a una flotta di galee, di caravelle, di feluche, di brigantini, di
+corvette, di fregate, di navi di tutti i mari e di tutti i secoli,
+armate, imbandierate, approvvigionate, che par non aspettino altro che
+il vento per prendere il mare e sparpagliarsi pel mondo. Nelle altre
+sale, un visibilio di macchine, di ordigni, d'armi navali; di quadri
+rappresentanti tutte le imprese marittime del popolo spagnuolo; di
+ritratti d'ammiragli, di navigatori, di marinai; di trofei d'Asia,
+d'America, d'Affrica, d'Oceania, fitti, ammontati, da doverci passar
+dinanzi correndo per far in tempo a veder ogni cosa prima che ci colga
+la notte. Uscendo dal Museo Navale, par di tornare da un viaggio intorno
+al globo: quanto si è vissuto in quelle poche ore!
+
+V'è ancora a Madrid un grande Museo d'Artiglieria, un immenso Museo del
+Genio, un bel Museo Archeologico, un ragguardevole Museo di storia
+naturale; vi sono altre mille cose degne di veduta; delle quali bisogna
+nulla meno sacrificar la descrizione al meraviglioso Museo di pittura.
+
+Il giorno in cui s'entra per la prima volta in un Museo come quello di
+Madrid costituisce una data storica nella vita d'un uomo; è un
+avvenimento importante come il matrimonio, la nascita d'un bambino, la
+presa d'un'eredità; se ne sentono gli effetti fino alla morte. E ciò
+perchè un Museo come quello di Madrid, come quello di Firenze, come
+quello di Roma, è un mondo; una giornata passata fra quelle pareti è un
+anno di vita; un anno di vita agitata da tutte le passioni che ci
+possono agitare nella vita reale: l'amore, la religione, il furor di
+patria, l'ardor della gloria; un anno di vita per quello che ci si gode,
+per quello che ci s'impara, per quello che ci si pensa, per i conforti
+che ci si raccolgono per l'avvenire; un anno di vita in cui si sian
+letti mille volumi, esperimentati mille affetti, corse mille avventure.
+Questi pensieri volgevo in mente dirigendomi a rapidi passi verso il
+palazzo del Museo di pittura, posto a sinistra del Prado, per chi venga
+dalla strada d'Alcalà; ed era tanta la gioia che mi agitava, che giunto
+dinanzi alla porta, mi fermai, e dissi a me stesso:--Vediamo!... Che
+cosa hai tu fatto nella vita per meritare d'entrar lì dentro? Nulla!
+Ebbene, il giorno che ti colpisca una disgrazia, china la testa, e tien
+per saldata la partita.--
+
+Entrai e mi levai il cappello senza accorgermene: il cuore mi batteva
+forte e mi correva un leggiero tremito da capo a piedi. Nella prima sala
+non sono che alcuni grandi quadri di Luca Giordano: passai oltre. Nella
+seconda _cominciai a non esser più io_, e in luogo di mettermi a guardar
+quadro per quadro, rimisi l'esame a poi, e feci il giro del Museo quasi
+correndo. Nella seconda sala sono i quadri del Goya, l'ultimo grande
+pittore spagnuolo; nella terza, vasta quant'una piazza, sono i
+capolavori dei primi maestri. Entrando, vi trovate da un lato le Vergini
+del Murillo, dall'altro i Santi del Ribera, un po' più oltre i ritratti
+del Velasquez; in mezzo alla sala, i quadri di Raffaello, di
+Michelangelo, d'Andrea del Sarto; in fondo il Tiziano, il Tintoretto,
+Paolo Veronese, il Correggio, il Domenichino, Guido Reni. Tornate
+indietro, entrate in una gran sala a destra: vedete in fondo altri
+quadri di Raffaello, a destra e a sinistra il Velasquez, il Tiziano e il
+Ribera; accanto alla porta il Rubens, Van Dyck, frate Angelico, il
+Murillo. In un'altra sala la scuola francese: Poussin, Duguet, Lorrain;
+in due altre vastissime, le pareti coperte di quadri del Breughel, del
+Téniers, del Jordaens, del Rubens, del Dürer, del Schoen, del Mengs, del
+Rembrandt, del Bosch; in tre altre non meno vaste, quadri alla rinfusa
+di Joanes, del Carbajal, dell'Herrera, di Luca Giordano, del Carducci,
+del Salvator Rosa, del Menendez, del Cano, del Ribera. Girate per
+un'ora, e non avete visto nulla; per la prim'ora è una battaglia: i
+capolavori lottano per disputarsi la vostra anima; la _Concezione_ del
+Murillo copre d'un torrente di luce il _Martirio di San Bartolomeo_ del
+Ribera; il _San Giacomo_ di Ribera schiaccia il _Santo Stefano_ di
+Joanes; il _Carlo V_ del Tiziano fulmina il _Conte duca Olivares_ del
+Velasquez; lo _Spasimo di Sicilia_ di Raffaello ottenebra tutti i quadri
+che gli fanno corona; gli _Ubriaconi_ del Velasquez sconcertano con un
+riflesso di gioia baccanalesca i visi dei santi e dei principi vicini;
+il Rubens atterra il Van Dyck, Paolo Veronese sopraffà il Tiepolo, il
+Goya ammazza il Madrazo; i vinti si rifanno su altri minori, altrove si
+sovrappongono alla loro volta ai vincitori; è una gara di miracoli
+d'arte, in mezzo a cui la vostra anima inquieta tremula come una fiamma
+agitata da mille soffi, e il vostro cuore si espande in un sentimento
+d'orgoglio per la potenza del genio umano.
+
+Sbollito il primo entusiasmo, si comincia ad ammirare. In mezzo a un
+esercito di tali artisti, dei quali ciascuno richiederebbe un libro a
+sè, mi attengo agli Spagnuoli, e tra questi, ai quattro che mi destarono
+un'ammirazione più profonda, e delle cui tele serbo una memoria più
+distinta.
+
+Il più recente è il Goya, nato verso la metà del secolo scorso. È il
+pittore più spagnuolo della Spagna, il pittore dei _toreros_, dei
+popolani, dei contrabbandieri, delle streghe, dei ladri, della guerra
+d'indipendenza, di quell'antica società spagnuola che si dissolvette
+sotto i suoi occhi; un fiero aragonese, d'una tempra di ferro,
+appassionato per i combattimenti dei tori, tanto che negli ultimi anni
+della sua vita, soggiornando a Bordeaux, correva una volta la settimana
+a Madrid non per altro che per vedere quello spettacolo, e se ne tornava
+come una freccia senza neanco salutare gli amici; un ingegno robusto,
+mordace, imperioso, fulmineo, che nel calore delle sue violente
+ispirazioni copriva in pochi istanti di figure una parete o una tela, e
+dava i tocchi d'effetto con quanto gli cadeva in mano, spugne, scope,
+bastoni; che tracciando il viso d'un personaggio odiato, l'insultava;
+che dipingeva un quadro come avrebbe combattuto una lotta; disegnatore
+arditissimo, colorista originale e possente, creatore d'una pittura
+inimitabile, di ombre paurose, di luci arcane, di sembianze stravolte, e
+pur vere; grande maestro nell'espressione di tutti gli affetti
+terribili, dell'ira, dell'odio, della disperazione, della rabbia
+sanguinaria; pittore atletico, battagliero, instancabile; naturalista
+come il Velasquez, fantastico come l'Hogart, energico come il Rembrandt,
+ultimo lampo color di sangue del genio spagnuolo. Son parecchi quadri
+suoi nel Museo di Madrid, tra i quali uno amplissimo rappresentante
+tutta la famiglia di Carlo IV; ma i due nei quali versò tutta l'anima
+sua, sono: i soldati francesi che fucilano gli Spagnuoli il 2 di maggio,
+e una lotta di popolani di Madrid coi mammalucchi di Napoleone I, a
+figure di grandezza naturale. Son due quadri che fanno inorridire. Non
+si può immaginar nulla di più tremendo, non si può dare alla prepotenza
+una forma più esecrabile, alla disperazione un aspetto più spaventoso,
+al furore della mischia un'espressione più feroce. Nel primo, un cielo
+oscuro, il lume d'una lanterna, un lago di sangue, un mucchio di
+cadaveri, una folla di condannati a morte, una fila di soldati francesi
+nell'atto di sparare; nell'altro, cavalli svenati, cavalieri tirati giù
+di sella, pugnalati, pestati, lacerati; che visi! che atteggiamenti! par
+di sentire le grida e di veder correre il sangue; la scena vera non
+potrebbe destar più orrore; il Goya deve aver dipinto quei quadri cogli
+occhi stravolti, colla schiuma alla bocca, colla furia d'un ossesso; è
+l'ultimo segno a cui può arrivar la pittura prima di tradursi in azione;
+varcato quel segno, si butta il pennello e si afferra un pugnale; per
+far qualcosa di più terribile di quei quadri, bisogna uccidere; dopo
+quei colori, c'è il sangue.
+
+Del Ribera, che noi conosciamo sotto il nome di _Spagnoletto_, v'è tanti
+quadri da formarne un Museo; la maggior parte figure di santi, di
+grandezza naturale; un _Martirio di San Bartolommeo_ di più figure, e un
+Prometeo colossale incatenato a uno scoglio. Altri quadri di lui si
+trovano in altri Musei, all'Escurial, nelle chiese, chè fu artista
+fecondissimo e operosissimo, come quasi tutti gli artisti spagnuoli.
+Veduto un quadro suo, si riconoscono, al primo colpo d'occhio, tutti gli
+altri; e non è mestieri di aver un occhio esperto. Son vecchi santi
+estenuati, con teste calve, nude, sulle quali si contan le vene; occhi
+pesti, guancie scarne, fronti raggrinzite, petti infossati che lascian
+vedere le costole; braccia, mani che non hanno che pelle ed ossa; corpi
+rifiniti, disfatti, vestiti di cenci, gialli del giallo smorto de'
+cadaveri, piagati sconciamente, sconciamente sanguinosi; son carcasse
+che paion tratte allora dalla bara, portanti nel viso l'impronta di
+tutti gli spasimi delle malattie, della tortura, della fame,
+dell'insonnia; figure di tavole anatomiche sulle quali potete studiare
+tutti i segreti dell'organismo umano. Ammirabili, sì, per ardimento di
+disegno, per vigore di colorito e per gli altri mille pregi che
+procacciarono al Ribera la fama di potentissimo pittore; ma l'arte vera
+e grande ah! non è quella. In quei visi non è quel lume celeste,
+quell'_immortal raggio dell'alma_ che rivela col sublime dolore le
+speranze sublimi, _gl'intimi lampi e i desiderii immensi_; quel lume che
+distrae l'occhio dalla piaga, e leva il pensiero al cielo; non v'è che
+il dolor crudo che mette ribrezzo e terrore; non v'è che la stanchezza
+della vita e il presentimento della morte; non v'è che la vita umana che
+fugge, senza il riflesso di quella immortale che giunge. Non v'è uno di
+quei Santi di cui si ricordi l'immagine con amore; si guardano, e si
+sente freddo al cuore, ma il cuore non batte; il Ribera non amava.
+Eppure nel percorrere le sale del Museo, per quanto fosse vivo il
+sentimento quasi di ripugnanza che molti di quei quadri m'ispiravano,
+bisognava che li guardassi, e non ne potevo staccar gli occhi, tanta è
+la forza attrattiva del vero, anche spiacente; e tanto son veri i quadri
+del Ribera! Quei visi li riconoscevo, li avevo visti negli ospedali,
+nelle stanze mortuarie, dietro le porte delle chiese; son visi di
+accattoni, di moribondi, di condannati a morte, che mi si parano dinanzi
+di notte, oggi ancora, percorrendo una strada deserta, passando accanto
+a un cimitero, salendo su per una scala ignota. Ve n'è alcuni che non si
+posson guardare; un eremita, nudo, steso in terra, che pare uno
+scheletro colla pelle; un vecchio santo, al quale la pelle consunta dà
+l'apparenza d'un corpo scorticato; il Prometeo colle viscere fuor del
+petto. Al Ribera piaceva il sangue, le membra lacerate, lo strazio;
+doveva godere a rappresentar dolori; doveva credere in un inferno più
+orrendo di quel di Dante, e in un Dio più terribile di quel di Filippo
+II. Nel Museo di Madrid egli rappresenta il terrore religioso, la
+vecchiezza, i patimenti, la morte.
+
+Più gaio, più vario, più splendido il grande Velasquez. Quasi tutti i
+suoi capolavori son là. Sono un mondo; v'è ritratto tutto: la guerra, la
+corte, il trivio, la taverna, il paradiso; è una galleria di nani,
+d'imbecilli, di pezzenti, di buffoni, d'ubriachi, di commedianti, di re,
+di guerrieri, di martiri, di numi; tutti vivi, parlanti, in
+atteggiamenti nuovi, arditi, colla fronte serena, col sorriso sulle
+labbra, pieni di freschezza e di vigore; il grande ritratto del conte
+duca d'Olivarez a cavallo, il quadro celebre _de las Meninas_, quello
+delle _Filatrici_, quello dei _Bevitori_, quello della _Fucina di
+Vulcano_, quello della _Resa di Breda_; ampie tele piene di figure che
+par che escano dal quadro, delle quali, viste una volta, si ricorda
+distintamente ogni più sfuggevole tratto o moto od ombra del viso, come
+di persone vive, incontrate pur ora; gente con cui pare d'aver parlato,
+e a cui si pensa, molto tempo dopo, come a conoscenti di non si sa
+quando; gente che spira allegrezza e desta coll'ammirazione il sorriso,
+e fa sentire quasi un rincrescimento di non poterla gustare che cogli
+occhi, di non potersi mescolare con loro, e attingere un po' della loro
+rigogliosa vita. Non è effetto della prevenzione favorevole che dà il
+nome del grande artista, non c'è bisogno di essere intendente d'arte; la
+donnicciuola, il ragazzo si arrestano dinanzi a quei quadri, batton le
+mani e ridono; è la natura ritratta con una fedeltà superiore ad ogni
+immaginazione; si scorda il pittore, non si pensa all'arte, non si
+scopre l'intento: si dice:--È vero! È così! È l'immagine che avevo in
+mente!--Si direbbe che il Velasquez non ci ha messo nulla di suo, che ha
+lasciato fare la mano, e che la mano non fece che fissare le linee e i
+colori sulla tela d'una camera ottica che riproduceva i personaggi veri
+ch'egli ritrasse. Più di sessanta quadri suoi son nel Museo di Madrid, e
+non si vedessero che una sola volta, e di volo, non se ne scorderebbe
+uno. È dei quadri del Velasquez come del romanzo di Alessandro Manzoni,
+che dopo letto una diecina di volte, s'intreccia e si confonde
+siffattamente coi nostri particolari ricordi, che ci par d'_averlo
+vissuto_. Così i personaggi dei quadri del Velasquez si mescolano nella
+folla dei nostri amici e conoscenti, vicini e lontani, di tutta la vita,
+e ci si presentano alla mente e s'intrattengon con noi, senza che noi ci
+ricordiamo neppure di averli visti dipinti.
+
+Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce più soave che possa uscire
+dalla nostra bocca. Il Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è
+un angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora. Le sue tele lo
+fanno conoscere, come se gli si fosse vissuti assieme. Era bello, era
+buono, era pio: l'invidia non sapeva dove morderlo, intorno alla corona
+della gloria egli portava un'aureola d'amore. Era nato per dipingere il
+cielo. Aveva sortito un genio pacato e sereno, che si levava a Dio sulle
+ali d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più ammirabili
+spirano un'aura di modesta dolcezza, che desta la simpatia e l'affetto
+prima ancora che la meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di
+contorni, un'espressione piena di vivezza e di grazia, un'armonia
+ineffabile di colori, sono ciò che colpisce a primo aspetto; ma più si
+guarda, più si scopre, e la meraviglia si trasforma a poco a poco in un
+sentimento dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un aspetto benigno,
+che rallegra e consola; i suoi angeli, ch'egli aggruppava con una
+maestria meravigliosa, fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci; le
+sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran manto azzurro, con
+grandi occhi neri, colle mani giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno
+tremare il cuore di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli
+congiunge la verità del Velasquez, agli effetti vigorosi del Ribera,
+all'armoniosa trasparenza del Tiziano, alla brillante vivezza del
+Rubens. La Spagna gli diede il nome di _Pittore delle Concezioni_,
+poichè fu insuperabile nell'arte di rappresentare questa divina idea. Vi
+son quattro grandi _Concezioni_ nel Museo di Madrid. Io passai dinanzi a
+quei quattro quadri, delle mezze giornate, immobile, quasi estatico. Mi
+rapiva sopra tutte quella non intera, colle braccia incrociate sul
+petto, e la mezza luna traverso alla vita; molti la pospongono alle
+altre; io fremevo al sentirlo dire; ero preso d'una passione
+inesprimibile per quel viso. Più d'una volta, guardandola, mi sentii
+scorrer le lagrime giù per le guancie. Dinanzi a quel quadro, il mio
+cuore s'ingentiliva, il mio intelletto si sollevava ad un'altezza di
+pensieri cui non era mai arrivato. Non era l'entusiasmo della fede; era
+un desiderio, un'aspirazione immensa alla fede, una speranza che mi
+faceva intravvedere una vita più nobile, più feconda, più bella di
+quella che avevo condotto fino allora; un sentimento nuovo della
+preghiera, un bisogno d'amare, di far del bene, di soffrire per gli
+altri, di espiare, di nobilitar la mia mente e il mio cuore. Non son mai
+stato tanto vicino alla fede come in quei momenti; non son mai stato
+così buono e così affettuoso; e credo che sul mio volto non abbia mai
+brillato più splendidamente la mia anima. La _Vergine dei dolori_,
+_Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine_, _Cristo crocifisso_,
+l'_Annunziazione_, l'_Adorazione dei pastori_, la _Sacra famiglia_, la
+_Vergine del Rosario_, _Il bambino Gesù_ son tutti quadri mirabili e
+belli d'una luce queta e soave, che va all'anima. Bisogna vedere la
+domenica i fanciulli, le ragazze, le donne del popolo dinanzi a quelle
+immagini; vedere come i loro volti s'illuminano, e sentire che dolci
+parole escon dalle loro labbra. Il Murillo, per loro, è un santo; ne
+pronunziano il nome con un sorriso, come per dire:--È nostro!--e
+pronunziandolo, vi guardano come per imporvi un atto di reverenza. Gli
+artisti non ne portan tutti lo stesso giudizio; ma l'amano anche essi
+sopra ogni altro, e non riescono a sceverare l'ammirazione dall'amore.
+Il Murillo non è soltanto un grande pittore, è una grand'anima; è più
+che una gloria, è un affetto della Spagna; è più che un maestro sovrano
+del bello, è un benefattore, un ispiratore di buone azioni, una immagine
+cara che, afferrata una volta nelle sue tele, si porta nel cuore tutta
+la vita, con un sentimento di gratitudine e di devozione religiosa. È
+uno di quegli uomini, dei quali un non so qual sentimento secreto ci
+dice che li dovremo rivedere, che il rivederli ci è dovuto come un
+premio, che non possono essere spariti per sempre, che in qualche luogo
+sono ancora, che la loro vita non è stata che un lampo d'una luce
+inestinguibile, che dovrà apparire un giorno in tutto il suo splendore
+agli occhi dei mortali. Si dirà: errori della fantasia! Ah, cari
+errori!
+
+Dopo le opere di questi quattro grandi maestri, vi son da ammirare i
+quadri di Joanes, artista intimamente italiano, a cui il disegno
+corretto e la nobiltà dei caratteri valsero il titolo, benchè profferito
+sotto voce, di Raffaello spagnuolo; non nell'arte, ma nella vita simile
+a frate Angelico, poichè il suo studio era un oratorio, dove si
+digiunava e facea penitenza, ed egli pure, prima di mettersi all'opera,
+andava a pigliar la comunione. Poi i quadri di Alonso Cano; i quadri del
+Pacheco, maestro del Murillo; del Pareja, schiavo del Velasquez; del
+Navarrate il Muto; del Menendez, gran pittore di fiori; dell'Herrera,
+del Coello, del Carbajal, del Collantes, del Rizi. Del Zurbaran, uno dei
+più grandi pittori spagnuoli, degno di star accanto ai tre primi, v'è
+poco. Di quadri d'altri artisti, minori di quegli accennati, ma pure per
+meriti diversi ammirabili, son pieni i corridoi, le anticamere, le sale
+di passaggio. Ma non è questo il solo Museo di pittura di Madrid: vi
+sono centinaia di quadri nell'Accademia di San Fernando, nel ministero
+del _Fomento_, e in altre Gallerie private. Ci vorrebbero mesi e mesi a
+veder bene ogni cosa; che non ci vorrebbe a descrivere, anche a chi
+avesse ingegno da tanto? Uno dei più potenti scrittori di Francia,
+amantissimo della pittura e gran maestro di descrizioni, messo al punto,
+si spaventò, e non seppe far di meglio che cavarsi d'impiccio dicendo
+che ci sarebbe troppo da dire; e s'egli stimò bene di tacere, a me deve
+sembrare d'aver già detto anche troppo. È una delle più dolorose
+conseguenze d'un bel viaggio questa di trovarsi ad avere nella mente
+una folla di belle immagini e nel cuore un tumulto di grandi affetti, e
+non potere, non sapere esprimerne che una sì piccola parte! Con che
+profondo sdegno lacererei queste pagine quando penso a quei quadri! O
+Murillo, o Velasquez, o povera penna mia!
+
+ * * * * *
+
+Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi per la prima volta,
+sboccando dalla strada d'Alcalà nella piazza della Porta del Sole, il re
+Amedeo. Provai un piacere vivissimo, come se avessi riveduto il più
+intimo dei miei amici. È curiosa quella di trovarsi in un paese dove
+l'unica persona che si conosca è il Re! Verrebbe voglia di corrergli
+dietro gridando:--Maestà! son io, sono arrivato.--
+
+Don Amedeo seguiva a Madrid le abitudini paterne. Si levava all'alba e
+andava a fare una passeggiata nei giardini del Moro che si stendono tra
+il Palazzo reale e il Manzanare; o si recava a visitare i Musei,
+attraversando la città a piedi, con un solo aiutante di campo. _Las
+criadas_, tornando a casa trafelate colla cesta ripiena, raccontavano
+alle padrone sonnecchianti che l'avevano incontrato, che gli eran
+passate accanto, quasi da toccarlo; e le padrone repubblicane
+dicevano:--_Asì debe hacer,_--e le carliste storcevan la bocca
+mormorando:--_Que clase de rey!_--(che razza di re), o come intesi dire
+una volta:--_Quiere á toda costa que le peguen un tiro._--(Vuole a tutti
+i costi che gli tirino una fucilata.) Rientrato in Palazzo, riceveva il
+Capitano generale e il Governatore di Madrid, i quali, giusta una
+consuetudine antica, dovevan presentarsi ogni giorno al Re per
+domandargli se avesse nulla da ordinare all'esercito e alla polizia.
+Venivan dopo i ministri. Oltre a vederli tutti insieme in Consiglio una
+volta la settimana, Amedeo ne riceveva uno ogni giorno. Partito il
+ministro, cominciava l'udienza: Don Amedeo dava udienza ogni giorno per
+un'ora almeno, molte volte per due. Le domande erano innumerevoli, e gli
+oggetti delle domande facili a indovinarsi: sussidi, pensioni, impieghi,
+privilegi, croci; il Re riceveva tutti. La Regina pure riceveva; benchè
+non ogni giorno, a cagione del suo mutevole stato di salute. A lei
+spettavano tutte le opere di beneficenza. Essa riceveva in presenza d'un
+maggiordomo e d'una dama d'onore, alla stess'ora che il Re, ogni sorta
+di gente: signore, operai, donne del popolo, ascoltando pietosamente
+lunghi racconti di miserie e di dolori. Oltre a cento mila lire al mese
+ella distribuiva in opere di carità, senza contare le largizioni
+straordinarie agli ospizi, agli ospedali, agli altri istituti di
+beneficenza. Alcuni di questi fondò ella stessa. Sulla riva del
+Manzanare, in vista del palazzo reale, in un luogo aperto e ridente, si
+vede una casetta dipinta a vivi colori, con un giardinetto all'intorno,
+di dove, passando, si senton risa, grida e vagiti di bimbi. La Regina
+fece costruire quella casa per raccogliervi i figliuoli piccini delle
+lavandaie, i quali, mentre le madri lavoravano, solevan rimaner per le
+strade esposti a mille pericoli. Là son maestre, balie, donne di
+servizio, che provvedono a tutti i bisogni dei bimbi: è insieme un
+ospizio e una scuola. Le spese per la fabbricazione della casa e per il
+suo mantenimento furon fatte colle venticinque mila lire mensili che lo
+Stato aveva assegnate al Duca di Puglia. La Regina istituì pure un
+Ospizio pei trovatelli; una casa, o specie di collegio, pei figliuoli
+delle operaie da tabacco; una distribuzione di minestra, carne e pane
+per tutti i poveri della città. Ella stessa si recò più volte ad
+assistere alla distribuzione, improvvisamente, per accertarsi che non vi
+si facessero abusi, e avendone scoperti, provvide perchè non s'avessero
+a rinnovare. Oltre a ciò, le monache di carità ricevevano da lei ogni
+mese trentamila lire per soccorrere quelle famiglie che per la loro
+condizione sociale non potevano concorrere alla distribuzione della
+minestra. Degli atti privati di beneficenza che faceva la Regina era
+difficile aver notizia perchè soleva farli senza parlarne ad alcuno.
+Poco si sapeva pure delle sue abitudini, perchè faceva ogni cosa senza
+pompa, e con un riserbo che sarebbe parso quasi eccessivo anche in una
+signora privata. Nemmeno le dame di corte sapevano ch'ella andava a
+sentir la predica a San Luigi dei Francesi: una signora la vide per la
+prima volta, per caso, in mezzo alle sue vicine. Nel suo vestire non
+aveva alcun distintivo di Regina, neanco i giorni di pranzo a Corte. La
+regina Isabella portava un gran manto rosso colle armi di Castiglia,
+diadema, ornamenti ed insegne: Donna Vittoria nulla. Si vestiva per lo
+più coi colori della bandiera spagnuola, e con una semplicità che
+annunziava la corona assai più che lo splendore e lo sfarzo. Nè l'oro
+spagnuolo ci aveva che vedere neanco con quella semplicità, tutte le
+spese ch'ella faceva per sè, pei suoi bambini, per le sue cameriere, le
+faceva col danaro suo.
+
+Quando regnavano i Borboni tutto il palazzo reale era occupato: il Re
+abitava la parte sinistra, verso la piazza d'Oriente; Isabella, la parte
+che guarda da un lato sulla piazza d'Oriente, e dall'altro sulla piazza
+dell'Armeria; il Montpensier, la parte opposta a quella della regina; i
+principi avevano ciascuno un appartamento verso il Giardino del Moro.
+Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo, una gran parte dell'immenso
+edifizio rimase vuota. Egli non aveva che tre piccole stanze: un
+salottino da studio, una camera da letto, e il _tocador_ (stanzino da
+toeletta). La camera da letto dava in un lungo corridoio che conduceva
+alle due stanzine dei principi, accanto alle quali era l'appartamento
+della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi figliuoli. V'era poi
+un salone pei ricevimenti. Tutta questa parte del palazzo che serviva
+per l'intera famiglia reale, era occupata prima dalla sola regina
+Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna Vittoria s'eran
+contentati di così piccolo spazio, si dice che abbia esclamato con
+meraviglia:--Poveri giovani, non vi si potranno muovere!--
+
+Il Re e la Regina solevan pranzare con un maggiordomo e una dama di
+Corte. Dopo il pranzo, il Re fumava un sigaro di Virginia (se lo
+sappiano i detrattori di questo principe dei sigari), e andava nel suo
+gabinetto ad occuparsi delle cose di Stato. Soleva pigliar molti appunti
+e consigliarsi spesso colla Regina, specie quando si trattava di metter
+l'accordo tra i Ministri, o comporre gli animi divisi dei capi di parte.
+Leggeva un gran numero di gazzette d'ogni colore, le lettere cieche che
+lo minacciavan di morte, quelle che gli davan dei consigli, le poesie
+satiriche, i progetti di rinnovamento sociale, tutto quello che gli
+mandavano. Verso le tre esciva dal Palazzo a cavallo, le trombe della
+Guardia squillavano, un servitore vestito di rosso lo seguiva alla
+distanza di cinquanta passi. A vederlo, si sarebbe detto ch'egli non
+sapeva d'essere il Re: guardava i bambini che passavano, le insegne
+delle botteghe, i soldati, le diligenze, le fontane, con un'espressione
+di curiosità quasi infantile. Percorreva tutta la strada Alcalà,
+lentamente, come un cittadino sconosciuto che pensasse ai fatti suoi, e
+se ne andava al Prado a godere la sua parte d'aria e di sole. I Ministri
+strillavano; i borbonici, assuefatti all'imponente corteo d'Isabella,
+dicevano ch'egli strascinava per le strade la maestà del trono di San
+Ferdinando; persino il servitore che lo seguiva, guardava intorno con
+un'aria crucciata, come per dire:--Vedete un po' che pazzie!--ma checchè
+si dicesse, il Re non poteva pigliar l'abitudine di aver paura. E gli
+Spagnuoli, convien dirlo, gli rendevan giustizia, e qual si fosse il
+giudizio che portassero della sua mente, della sua condotta e del suo
+governo, non mancavan mai di soggiungere:--In quanto a coraggio poi, non
+c'è nulla da dire.
+
+Ogni domenica v'era pranzo a Corte. Erano invitati generali, deputati,
+professori, accademici, uomini chiari nelle lettere e nelle scienze: la
+Regina parlava con tutti e di tutto, con una sicurezza e una grazia, che
+per quanto si sapesse prima del suo ingegno e della sua coltura,
+superava sempre l'aspettativa. Il popolo, naturalmente, parlando di
+quello ch'ella sa, faceva le frangie: diceva del greco, dell'arabo, del
+sanscrito, dell'astronomia, della matematica. Ma è vero che discorreva
+argutamente di cose lontanissime da ogni consuetudine di studi
+femminili, e non con quel parlar vago e spicciativo che è proprio di chi
+non sa altro che titoli e nomi. Aveva studiato profondamente la lingua
+spagnuola, e la parlava oramai come la propria; la storia, la
+letteratura, i costumi della sua nuova patria, le eran famigliari; non
+le mancava per essere spagnuola davvero, che il desiderio di rimanere in
+Ispagna. I _liberali_ brontolavano, i borbonici dicevano:--Non è la
+nostra regina;--ma tutti nutrivan per lei un profondo rispetto. I
+giornali più arrabbiati dicevan tutt'al più _la esposa de Don Amedeo_,
+invece di dire _La reina_. Il più violento dei deputati repubblicani,
+facendo allusione a lei in un suo discorso alle Cortes, non potè a meno
+di proclamarla--illustre e virtuosa.--Era la sola persona della Casa
+sulla quale nessuno si permettesse mai uno scherzo nè di lingua nè di
+penna: era come una figura lasciata in bianco in mezzo a un quadro di
+caricature maligne.
+
+Quanto al Re, par che la stampa spagnuola godesse d'una libertà
+sconfinata. Sotto la salvaguardia dell'appellativo di Savoiardo, di
+straniero, di giovane della Corte, i giornali avversi alla dinastia
+dicevano, in sostanza, quello che volevano, e ne dicevan delle amene.
+Questo se la pigliava a cuore perchè il Re era _feo de cara y de
+perfil_, (brutto di viso e di profilo); quello si rodeva perchè
+camminava troppo stecchito; un terzo trovava a ridire sulla sua maniera
+di rendere il saluto; e altre piccinerìe da non credersi. Ciò non
+ostante il popolo di Madrid aveva per lui, se non l'entusiasmo
+dell'_Agenzia Stefani_, almeno una simpatia molto viva. La semplicità
+dei suoi costumi e la bontà del suo cuore eran proverbiali anche fra i
+fanciulli. Si sapeva ch'egli non serbava rancore con nessuno, neanco con
+quelli che si eran condotti poco degnamente con lui; che non aveva mai
+fatto un atto dispettoso a nessuno; che non s'era mai lasciato sfuggire
+di bocca una parola amara contro i suoi nemici. A chi parlasse di
+pericoli personali ch'egli potesse correre, ogni buon popolano
+rispondeva sdegnosamente che il popolo spagnuolo rispetta chi ha fede in
+lui; i suoi nemici più acerrimi, ne parlavano con ira, ma non con odio;
+coloro stessi che non si levavano il cappello incontrandolo per via, si
+sentivano stringere il cuore vedendo che altri non se lo levava, e non
+potevano nascondere un sentimento di tristezza. Vi sono immagini di Re
+caduti sulle quali si stende un drappo nero, altre che si ricoprono d'un
+velo bianco che le fa intravvedere più belle e più venerabili; su
+codesta, la Spagna ha steso un velo bianco. E chi sa se un giorno la
+vista di codesta immagine non strapperà dal petto d'ogni onesto
+spagnuolo un sospiro segreto, come il ricordo d'una cara persona offesa,
+o come una voce pacata e benigna che dica in suono di mesto
+rimprovero:--Eppure.... tu hai fatto male!
+
+ * * * * *
+
+Una domenica il Re passò in rassegna i _voluntarios de la libertad_, che
+sono una specie di guardie nazionali italiane, colla differenza che
+quelli prestano un buon servizio spontaneamente, e queste non lo prestan
+neppur cattivo per forza. I _voluntarios_ dovevano schierarsi lungo i
+viali del Prado; una folla immensa li aspettava. Quando io arrivai
+v'eran già tre o quattro battaglioni. Il primo era il battaglione dei
+veterani, tutti uomini sulla cinquantina, non pochi vecchissimi, vestiti
+di nero, col cappelletto alla Ros, con galloni sopra galloni, e croci
+sopra croci, lindi e luccicanti come allievi di Accademia, e _nel mover
+degli occhi_ alteri _e tardi_, da confondere i granatieri della Vecchia
+guardia. C'era dopo un altro battaglione con un'altra uniforme: calzoni
+bigi, tunica aperta e rivoltata sul petto con larghe mostre di panno
+rossissimo; non più Ros, cheppì con pennacchio azzurro, e baionetta
+innastata sul fucile. Altro battaglione, altra uniforme; non più
+cheppì, di nuovo Ros; non più mostre di panno rosso, ma di panno verde;
+calzoni d'altro colore; non baionette, ma daghe. Un quarto battaglione,
+un quarto uniforme: pennacchi, colori, armi, tutto diverso. Giungono
+altri battaglioni, altre foggie. Alcuni hanno l'elmo prussiano, altri
+l'elmo senza punta; chi ha le baionette, chi le daghe diritte, chi le
+daghe ricurve, chi le daghe serpeggianti; qui soldati coi cordoni, là
+senza cordoni, più in là cordoni di nuovo; centurini, spalline,
+cravatte, penne, ogni cosa cangia ad ogni tratto. E son tutte divise
+sfoggiate e pompose con cento colori e cento gingilli che pendono,
+luccicano e svolazzano. Ogni battaglione ha una bandiera di forma
+diversa, coperta di ricami, di nastri, di frangie; fra gli altri si
+vedon dei militi vestiti da paesani, con una banda qualunque cucita a
+lunghi punti sovra un par di calzoni rappezzati; alcuni senza cravatta,
+altri con cravatta nera, panciotto aperto e camicia ricamata; ragazzi di
+quindici, di dodici anni, armati di tutto punto, in mezzo alle file;
+vivandierine con sottane corte e calzoni rossi, e canestri pieni di
+sigari e d'aranci. Davanti ai battaglioni, è un continuo correre di
+ufficiali a cavallo. Ogni maggiore porta sul capo, o sul petto o sulla
+sella qualche ornamento di sua invenzione; ad ogni tratto passa una
+staffetta che non si sa a che diavol di Corpo appartenga; si vedon
+galloni sulle braccia, sulle spalle, intorno al collo, d'argento, d'oro,
+di lana; medaglie e croci fitte tanto da nascondere mezzo il petto,
+messe l'una su l'altra, e sopra e sotto la cintura; guanti di tutti i
+colori dell'iride; sciabole, spade, spadine, spadoni, pistole,
+rivoltelle; un miscuglio, insomma, di tutte le divise e di tutte le armi
+di tutti gli eserciti, una varietà da stancare dieci commissioni
+ministeriali per la modificazione del vestiario, una confusione da
+perderci il capo. Non ricordo se fossero dodici o quattordici
+battaglioni; ciascuno dei quali scegliendo la propria divisa, s'era
+sforzato di riuscire quanto più era possibile diverso da tutti gli
+altri. Erano comandati dal Sindaco, che aveva anch'egli un'uniforme
+fantastica. Potevano essere un ottomila uomini. All'ora fissata, un
+improvviso scorrazzare di ufficiali di stato maggiore e un sonar
+clamoroso di trombe annunziò l'arrivo del Re. Arrivò in fatti dalla
+strada d'Alcalà Don Amedeo, a cavallo, vestito da capitan generale, con
+stivaloni, calzoni bianchi e divisa a coda di rondine; e dietro a lui un
+folto stuolo di generali, d'aiutanti di campo, di servitori
+rosso-vestiti, di lancieri, di corazzieri, di guardie. Dopo che ebbe
+percorsa tutta la fronte dell'esercito, dal Prado fino alla chiesa di
+Atocha, in mezzo a una folla fitta e silenziosa, ritornò verso la strada
+Alcalà. Qui era una moltitudine immensa che ondeggiava e rumoreggiava
+come un mare. Il Re e il suo stato maggiore s'andarono a fermare davanti
+alla chiesa di San José colle spalle volte alla facciata, e la
+cavalleria fece sgombrare, a gran fatica, un piccolo spazio per dove
+potessero sfilare i battaglioni.
+
+Sfilarono per plotoni. Via via che passavano, a un cenno del comandante
+gridavano:--_Viva el Rey! Viva Don Amadeo primero!_
+
+Il primo ufficiale che lanciò il grido ebbe una idea infelice. L'evviva
+gridato spontaneamente dai primi diventò come un dovere per tutti gli
+altri; e fu cagione che il pubblico pigliasse la maggior o minor forza
+ed armonia delle voci come segno di dimostrazione politica. Alcuni
+plotoni gridavano un evviva così fioco e corto, che pareva la voce d'un
+gruppo di malati che chiedessero aiuto: allora la folla prorompeva in
+risa. Altri plotoni gridavano a squarciagola, ed anco il loro grido era
+interpretato come una dimostrazione di ostilità alla dinastia. Varie
+voci correvano fra la gente serrata intorno a me. Uno diceva:--Ora viene
+il tal battaglione, è un battaglione di repubblicani, vedrete che non
+grida.--Il battaglione non gridava: gli spettatori tossivano. Un altro
+diceva:--È una vergogna, una mancanza d'educazione; _a mi tampoco me
+gusta Don Amadeo, pero callo_ (taccio) _y respeto._--Vi fu qualche
+litigio. Un giovinastro gridò viva con voce in falsetto, un _caballero_
+gli diede dell'impertinente, quegli si risentì, alzarono tutti e due le
+mani, un terzo li divise. Tra battaglione e battaglione passavano
+cittadini a cavallo; alcuni non si levavano il cappello, e fissavano
+nondimeno il Re; e allora si sentivan nella folla voci diverse come _muy
+bien_ e _mal criado_. Altri che avrebbero voluto salutare, non
+salutavano per paura; e passavano col capo basso e il viso rosso. Altri
+invece, stomacati da quello spettacolo, facevano alla barba di tutti una
+coraggiosa dimostrazione di _amedeismo_, passando col cappello in mano,
+e guardando ora rispettosamente il Re, ora fieramente la folla, pel
+tratto di una decina di passi. Il Re restò immobile fino alla fine dello
+sfilamento con una espressione inalterata di serena alterezza. Così ebbe
+fine la rassegna.
+
+Questa milizia nazionale, benchè meno disfatta e sfinita della nostra,
+non è più tuttavia che una larva; il ridicolo ne ha corroso le radici;
+ma come divertimento nei giorni di festa, benchè il numero dei
+volontarii sia molto scemato (ascendevano una volta a trentamila), è
+sempre uno spettacolo che rivende tutte le antenne e tutti i cenci rossi
+del signor Ottino.
+
+
+LE CORSE DEI TORI.
+
+Il trentun di marzo s'inaugurò lo spettacolo delle corse dei Tori.
+Discorriamone a nostro bell'agio, perchè l'argomento n'è degno. Chi ha
+letto la descrizione del Baretti, faccia conto di non aver letto nulla.
+Il Baretti non vide che le corse dei tori di Lisbona, che appetto a
+quelle di Madrid son giuochi da ragazzi; la sede dell'arte è Madrid; qui
+i grandi artisti, qui gli spettacoli sfarzosi, qui gli spettatori
+esperti, qui i giudici che sanciscono la gloria. Il Circo di Madrid è
+il _Teatro della Scala_ dell'arte toresca.
+
+L'inaugurazione delle Corse dei Tori a Madrid è assai più importante
+d'un cangiamento di Ministero; un mese prima n'è sparso l'annunzio in
+tutta la Spagna; da Cadice a Barcellona, da Bilbao ad Almeria, nei
+palazzi dei Grandi e nei tugurii dei poveri, si parla degli artisti e
+delle razze dei tori; si istituiscono corse di piacere fra le provincie
+e la Capitale; chi è corto a quattrini, fa dei risparmi per potersi
+procurare un bel posto nel Circo il giorno solenne; i padri e le madri
+promettono ai figliuoli studiosi che ce li condurranno; gli amanti lo
+promettono alle belle; i giornali assicurano che si avrà una buona
+_stagione_; i _toreros_ scritturati, che si vedon già per Madrid, son
+segnati a dito; corre voce che i tori sono già arrivati, c'è chi li ha
+visti, si briga per andarli a vedere; son tori dei pascoli del duca di
+Veragua, del marchese de la Merced, dell'eccellentissima signora vedova
+di Villaseca, stupendi, formidabili; s'apre l'ufficio per gli
+abbonamenti, accorrono in folla i dilettanti, i servitori delle famiglie
+nobili, i sensali, gli amici incaricati dagli assenti; il primo giorno
+l'Impresario ha incassato cinquantamila lire, il secondo, trenta, in una
+settimana cento mila; Frascuelo, il famoso _matador_, è arrivato; è
+arrivato il Cuco, è arrivato il Calderon; ci son tutti; ancora tre
+giorni! migliaia di persone non parlan d'altro, vi son signore che
+sognano il Circo, ministri che non han più il capo agli affari, vecchi
+dilettanti che non stan più nella pelle; operai, poveri che non fumano
+più il _cigarrito_ per aver quei pochi soldi il giorno dello spettacolo.
+Finalmente s'arriva alla vigilia: il sabato mattina, prima dell'alba, in
+una stanza a terreno della strada d'Alcalà, si cominciano a vendere i
+biglietti; v'è già una folla di gente prima che s'apra la porta; urlano,
+si pigiano, si picchiano; venti guardie civili colla rivoltella alla
+cintura duran fatica a ottener un po' di quiete; fino a notte è un via
+vai incessante. Spunta il giorno sospirato: lo spettacolo comincia alle
+tre; a mezzodì muove gente da tutte le parti verso il Circo; il Circo è
+all'estremità del borgo di Salamanca, al di là del Prado, fuori di porta
+Alcalà; tutte le strade che vi conducono, sono corse da una processione
+di popolo; nei dintorni dell'edifizio è un formicolaio; arrivano
+drappelli di soldati e di volontarii della libertà, preceduti dalle
+bande musicali; una turba d'acquaioli e d'aranciai empiono il cielo di
+grida; i rivenditori di biglietti corrono qua e là chiamati da cento
+voci; disgraziato chi non ha ancora il suo biglietto! pagherà il doppio,
+il triplo, il quadruplo! ma che importa? si pagò un biglietto anche
+cinquanta, anche ottanta lire! Si aspetta il Re, si dice che verrà pure
+la Regina; cominciano ad arrivare le carrozze dei pezzi grossi; il duca
+Fernan Nunez, il duca di Abrantes, il marchese de la Vega de Armijo, una
+folla di grandi di Spagna, le deesse dell'aristocrazia; i ministri, i
+generali, gli ambasciatori, tuttociò che v'è di bello, di splendido e di
+potente nella grande città. S'entra nel Circo per molte porte; prima
+d'entrare s'è già assordati.
+
+Entrai: il Circo è immenso. Visto di fuori non presenta nulla di
+notevole, è un edifizio rotondo, basso, senza finestre, intonacato di
+giallo; ma all'entrare, si prova un senso vivissimo di meraviglia. È un
+Circo per un popolo, ci stanno diecimila spettatori, ci potrebbe
+armeggiare un reggimento di cavalleria. L'arena è circolare, vastissima,
+da contener dieci dei nostri circhi equestri, cinta da una barriera di
+legno, alta fin quasi al collo d'un uomo, munita dalla parte interna
+d'un piccolo rilievo, a pochi palmi da terra, sul quale mettono il piede
+i _toreros_ per saltar al di là, quando il toro gl'insegue. Dopo questa
+barriera, ve n'è un'altra più alta, perchè il toro salta sovente al di
+là della prima; fra questa e quella corre tutt'intorno all'arena una
+corsía, larga un po' più d'un metro, nella quale vanno e vengono i
+_toreros_ prima del combattimento, e stanno durante il combattimento i
+servitori del Circo, i falegnami pronti a riparare ai guasti che può
+fare il toro, le guardie, i venditori d'aranci, i dilettanti che godono
+dell'amicizia dell'Impresario, i pezzi grossi ai quali è concesso di
+fare un buco nel regolamento. Al di là della seconda barriera, s'alza
+una gradinata di pietra; al di là della gradinata i palchi; sotto i
+palchi corre una galleria occupata da tre giri di sedili. I palchi son
+grandi da capire ciascuno due o tre famiglie; il palco del Re è una gran
+sala; accanto al palco del Re, v'è quello del Municipio, dal quale il
+Sindaco, o qualcuno per lui, presiede allo spettacolo. V'è il palco dei
+Ministri, del Governatore, degli Ambasciatori; ogni famiglia nobile n'ha
+uno; i giovanotti _bontonisti_, come direbbe il Giusti, n'hanno uno in
+molti; ci son poi i palchi d'affitto, che costano un subisso. Tutti i
+posti delle gradinate son numerati; ciascuno ha il suo biglietto;
+l'entrata si fa senza il menomo disordine. Il Circo è diviso in due: la
+parte dove batte il sole, la parte all'ombra; in questa si paga di più;
+nell'altra va il basso popolo. L'arena ha quattro porte a intervalli
+quasi uguali fra loro: la porta per la quale entrano i _toreros_, quella
+per i tori, quella pei cavalli, quella per gli annunziatori dello
+spettacolo, sotto il palco del Re. Al di sopra della porta per la quale
+entrano i tori, s'alza una specie di terrazza, che si chiama il _toril_:
+fortunato chi ci può trovar posto! Su questa terrazza, sur un palchetto,
+stanno coloro che, a un cenno che si fa dal palco del Municipio, suonan
+la tromba e il tamburo per annunziare l'uscita del toro. In faccia al
+Toril, dalla parte opposta dell'Arena, sulla gradinata, c'è la banda
+musicale. Tutta la gradinata è divisa in scompartimenti, ognuno dei
+quali ha la sua porta d'entrata. Prima che cominci lo spettacolo, il
+popolo può entrar nell'Arena, e girare per tutti i recessi
+dell'edifizio; si va a vedere i cavalli, chiusi in un cortile, destinati
+la maggior parte, ahimè! a morire; si va a vedere i chiusi oscuri entro
+cui son serrati i tori, che si fan poi passare dall'uno all'altro, fino
+a un corridoio, dal quale si slancian nell'arena; si va a vedere
+l'Infermeria dove son trasportati i _toreros_ feriti; una volta c'era da
+veder pure una Cappella, nella quale celebravasi la messa durante il
+combattimento, e i _toreros_ andavano a pregare prima d'affrontare la
+belva; si va presso la porta principale d'entrata, dove sono esposte le
+_banderillas_ che saranno confitte nel collo ai tori, e dove si vede una
+folla di _toreros_ vecchi, quale storpio, quale senza un braccio, quale
+colle stampelle, e di _toreros_ giovani, che non sono ancora ammessi
+agli onori del Circo di Madrid; si compra un numero del giornale il
+_Buletin de los Toros_ che promette meraviglie per la _funcion_ del
+giorno; ci si fa dare dai custodi il programma dello spettacolo, e un
+fogliolino stampato, diviso in colonne, per notarvi i colpi di picca, le
+stoccate, le cadute, le ferite; si gira per gl'interminabili corridoi e
+le interminabili scale in mezzo a una folla che va e viene, sale e
+scende gridando e strepitando, da far tremar l'edifizio; e finalmente si
+ritorna al proprio posto.
+
+Il Circo è pieno zeppo ed offre uno spettacolo del quale è impossibile,
+a chi non l'abbia visto, di formarsi un'immagine; è un mare di teste, di
+cappelli, di ventagli, di mani che s'agitano in aria; dalla parte
+dell'ombra, dove sono i signori, tutto nero; dalla parte del sole, dov'è
+il basso popolo, mille colori vivissimi di vestiti, di ombrellini, di
+ventagli di carta, un'immensa mascherata; non c'è più posto per un
+bambino; la folla è compatta come una falange, nessuno può uscire, si
+stenta a muovere le braccia. E non è un brulichío, uno strepito come
+negli altri teatri; è diverso; è un'agitazione, una vita affatto propria
+del Circo; tutti gridano, si chiamano, si salutano, con un'allegrezza
+frenetica; i bambini e le donne strillano, gli uomini più gravi
+folleggiano come giovinetti; i giovani, a gruppi di venti, di trenta
+insieme, vociando in cadenza, e battendo le canne sulle gradinate,
+annunziano al rappresentante del Municipio che è l'ora; nei palchi è un
+ribollimento da piccionaja di teatro diurno; al gridío assordante della
+folla si mescono gli urli d'un centinaio di rivenditori che gettano
+aranci da tutte le parti; suona la banda, i tori muggiscono, rumoreggia
+la folla accalcata di fuori; è uno spettacolo che dà le vertigini; prima
+che la lotta cominci, si è già stanchi, ebbri, smemorati.
+
+All'improvviso s'alza un grido:--_El Rey!_--Il Re è arrivato; è arrivato
+in una carrozza tirata da quattro cavalli bianchi, montati da servitori
+vestiti del pittoresco costume andaluso; le vetriere che chiudono il
+palco reale s'aprono; il Re entra con un folto corteo di ministri, di
+generali, di maggiordomi. La Regina non c'è; si prevedeva: si sa che ha
+orrore di codesto spettacolo; oh! ma il Re non ci poteva mancare, c'è
+sempre venuto; si dice che ne va matto. È l'ora, si comincia. Mi
+ricorderò per tutta la vita del freddo che sentii nelle vene in quel
+punto.
+
+Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a cavallo, con cappello e
+pennacchio alla Enrico IV, mantellina nera, giustacore, stivaloni,
+spada, entrano dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento
+passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno va al suo posto,
+l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri si vanno a mettere a due a due
+dinanzi alla porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale. I
+diecimila spettatori hanno l'occhio là, si fa un silenzio generale; di
+là deve uscir la _cuadrilla_, tutti i _toreros_, in gran gala, che
+vengono a presentarsi al Re e al popolo. La banda suona, la porta
+s'apre, s'ode uno scoppio immenso d'applausi, i _toreros_ si avanzano.
+Vengon primi i tre _espadas_, Frascuelo, Lagartijo, Cayetano, i tre
+famosi, vestiti del costume di Figaro nel _Barbiere di Siviglia_, di
+raso, di seta, di velluto ranciato, incarnato, azzurro, coperti di
+ricami, di frangie, di galloni, di filigrane, di lustrini, di ciondolini
+d'oro e d'argento, che nascondon quasi tutto il vestito; avvolti in
+ampie cappe gialle e rosse; con calze bianche, cintura di seta, un
+gruppo di treccie sulla nuca, un berretto di pelo. Vengon dopo i
+_banderilleros_ e i _capeadores_, uno stuolo, anch'essi coperti d'oro e
+d'argento; poi i _picadores_ a cavallo, a due a due, con una gran lancia
+nel pugno, un cappello grigio, basso, di grandissima tesa, una
+giacchettina ricamata, un paio di calzoni di pelle di bufalo gialla,
+imbottiti e guarniti al di dentro di lamine di ferro; poi i _chulos_, o
+servitori, vestiti dei loro panni di gala; e tutti insieme attraversano
+maestosamente l'Arena, dirigendosi verso il palco del Re. Nulla si può
+immaginare di più pittoresco di quello spettacolo: vi son tutti i colori
+d'un giardino, tutti gli splendori d'un corteo reale, tutta la gaiezza
+d'una frotta di maschere, tutta l'imponenza d'una schiera di guerrieri;
+a chiuder gli occhi, non si vede che un barbaglio d'oro e d'argento. E
+son uomini bellissimi, i _picadores_ alti e tarchiati come atleti; gli
+altri sottili, svelti, di forme scultorie, visi bruni, occhi grandi e
+fieri; figure di gladiatori antichi, vestite con uno sfarzo da principi
+asiatici.
+
+Tutta la _cuadrilla_ si arresta dinanzi al palco del Re e saluta;
+l'Alcade fa cenno che si può cominciare; cade dal palco nell'Arena la
+chiave del _toril_ dove son chiusi i tori; una guardia del Circo la
+raccoglie e la rimette al custode che si va a piantare accanto alla
+porta, pronto ad aprire. Lo stuolo dei _toreros_ si scioglie, gli
+_espadas_ saltano al di là della barriera, i _capeadores_ si
+sparpagliano per l'Arena agitando le loro _capas_ rosse e gialle, dei
+_picadores_ alcuni si ritirano ad aspettare il loro turno, gli altri
+spronano il cavallo e vanno ad appostarsi a sinistra del _toril_, alla
+distanza di una ventina di passi l'un dall'altro, colle spalle volte
+alla barriera, e la lancia in resta. È un momento d'agitazione,
+d'ansietà inesprimibile; tutti gli sguardi son fissi alla porta dalla
+quale uscirà il toro; tutti i cuori battono; un silenzio profondo regna
+in tutto il Circo; non si sente che il muggito del toro che s'avanza di
+chiuso in chiuso, nell'oscurità della sua vasta prigione, quasi
+gridando:--Sangue! Sangue!--I cavalli tremano, i _picadores_
+impallidiscono;--ancora un istante;--squilla la tromba, la porta si
+spalanca, un toro enorme si slancia nell'Arena; un grido formidabile,
+scoppiato a un punto da dieci mila petti, lo saluta. La strage comincia.
+
+Ah! si ha un bell'avere la fibra forte: in quel momento si diventa
+bianchi come cadaveri!
+
+Io non ricordo che in confuso ciò che seguì nei primi istanti; non so
+dove avessi la testa. Il toro si slanciò contro il primo _picador_, poi
+retrocedette, riprese la corsa, e si slanciò contro il secondo; seguì
+una lotta, non ricordo; di lì a un minuto il toro si slanciò contro il
+terzo; poi corse in mezzo all'Arena, si fermò e guardò. Guardai io pure
+e mi copersi il viso colle mani. Tutta la parte dell'Arena che il toro
+aveva percorso era rigata di sangue; il primo cavallo giaceva in terra,
+col ventre squarciato, colle viscere sparse; il secondo, col petto
+aperto da una larga ferita da cui sgorgava il sangue a fiotti, andava
+qua e là barcollando; il terzo, ch'era stato buttato a terra, si
+sforzava di rialzarsi; i _chulos_, accorsi in fretta, sollevavano da
+terra i _picadores_, toglievan la sella e le briglie al cavallo morto,
+cercavan di mettere in piedi il ferito; un urlìo d'inferno risuonava da
+tutte le parti del Circo. Così comincia per lo più lo spettacolo. I
+primi a ricever l'urto del toro sono i _picadores_; l'aspettano di piè
+fermo, e gli piantano la lancia tra capo e collo nell'atto ch'ei
+s'abbassa per dar la cornata al cavallo. La lancia, si noti, non ha che
+una piccola punta, che non può aprire una ferita profonda, e i
+_picadores_ debbono, facendo forza col braccio, tener il toro lontano, e
+salvare la cavalcatura. Ci vuol un colpo d'occhio sicuro, un braccio di
+bronzo e un cuore intrepido; non sempre ci riescono; anzi non ci
+riescono il più delle volte, e il toro pianta le corna nella pancia del
+cavallo, e il _picador_ cade a terra. Allora i _capeadores_ accorrono, e
+mentre il toro sbarazza le corna dalle viscere della sua vittima, gli
+agitano le _capas_ sugli occhi, lo distraggono, si fanno inseguire, e
+lasciano in salvo il cavaliere caduto, che i _chulos_ vanno a
+soccorrere, per rimetterlo in sella se il cavallo regge ancora, o
+portarlo all'infermeria, se si è sfracellata la testa.
+
+Il toro, fermo in mezzo all'Arena, colle corna insanguinate, anelante,
+guardava intorno come per dire:--Ne avete assai?--Uno stuolo di
+_capeadores_ gli corse incontro, l'attorniò, e cominciarono a
+provocarlo, a aizzarlo, a farlo correre di qua e di là, scotendogli le
+cappe sugli occhi, facendogliele passare sulla testa, attirandolo e
+sfuggendolo con rapidissime giravolte, per tornare a provocarlo e a
+sfuggirlo daccapo; e il toro a dar dietro or all'uno ora all'altro, a
+inseguirli fino alla barriera, e là a picchiar cornate contro gli
+assiti, a scalpitare, a far capriole, a muggire, a riconfiggere le
+corna, passando, nel ventre dei cavalli morti, a far degli sforzi per
+saltare nella corsia, a correr l'Arena da tutte le parti. Intanto erano
+entrati altri _picadores_ per sostituire i due ai quali era stato ucciso
+il cavallo, e s'eran posti, lontani l'un dall'altro, dalla banda del
+_toril_, colla lancia in resta, aspettando che il toro assalisse. I
+_capeadores_ lo tirarono destramente da quel lato: il toro, visto il
+primo cavallo, gli si slanciò contro a capo basso. Ma questa volta il
+suo assalto andò fallito; la lancia del _picador_ gli si confisse nella
+spalla, e resistette; il toro s'ostinò, ponzò, fece impeto con tutta la
+sua mole; ma invano; il _picador_ tenne duro, il toro dette indietro, il
+cavallo fu salvo, e uno scoppio fragoroso d'applausi salutò il
+salvatore. L'altro _picador_ fu meno fortunato: il toro lo assalì, egli
+non riuscì a piantar la lancia, il corno formidabile penetrò nel ventre
+del cavallo colla rapidità d'una spada, si dibattè nella ferita, si
+ritrasse: gli intestini del povero animale caddero e rimasero sospesi
+dondolando come un sacco quasi fino a terra; il _picador_ rimase in
+sella. Qui si vide un'orrenda cosa. Invece di scendere, il _picador_,
+visto che la ferita non era mortale, diè una spronata e s'andò ad
+appostare da un'altra parte per aspettare un secondo assalto: il cavallo
+attraversò l'Arena con le viscere fuor, del corpo, che gli battevan
+nelle gambe e gl'intralciavano il passo; il toro l'inseguì per qualche
+momento, e si fermò. In quel punto s'udì uno squillo di tromba: era il
+segnale che i _picadores_ dovevano ritirarsi, s'aperse una porta, se
+n'andarono l'un dopo l'altro al galoppo; rimasero due cavalli morti, e
+qua e là guazzi e righe di sangue, che due _chulos_ copriron di terra.
+
+Dopo i _picadores_ vengono i _banderilleros_. Pei profani è la parte
+dello spettacolo, perchè meno cruenta, più dilettevole. Le _banderillas_
+sono frecciuole lunghe un due palmi, ornate di carta colorata, munite
+d'una punta metallica formata in modo che, una volta confitta nelle
+carni, non se ne può più staccare, e il toro agitandosi e scuotendola
+non fa che configgerla più addentro. Il _banderillero_ prende due di
+queste freccie, una per mano, e si va a piantar ritto una quindicina di
+passi davanti al toro, e alzando le braccia e gridando, lo provoca ad
+assalirlo. Il toro gli si slancia contro; il _banderillero_, alla sua
+volta, corre verso il toro; questi abbassa la testa per dargli le corna
+nel ventre, quegli gli pianta le _banderillas_ nel collo, una di qua e
+una di là, e con una rapidissima giravolta si salva. Se si china, se gli
+fallisce un piede, se esita un secondo, è infilato come un ranocchio. Il
+toro mugge, sbuffa, salta e si mette a inseguire i _capeadores_ con uno
+spaventoso furore; in un minuto tutti son saltati nella corsia, l'arena
+è sgombra, la belva col muso schiumante, cogli occhi sanguigni, col
+collo rigato di sangue, pesta la terra, si dibatte, percuote la
+barriera, domanda vendetta, vuol uccidere, ha bisogno di strage, nessuno
+s'attenta ad affrontarla, gli spettatori empiono l'aria di
+grida:--Avanti! coraggio! L'altro _banderillero_!--l'altro
+_banderillero_ si fa innanzi e pianta le sue freccie, poi un terzo, poi
+di nuovo il primo. Quel giorno gliene piantaron otto; la povera bestia,
+quando si sentì configger le ultime due, mandò un muggito lungo,
+straziante, orrendo, e slanciatosi dietro ad uno dei suoi nemici, lo
+inseguì sino alla barriera, spiccò un salto, e cascò con lui nella
+corsia; i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti in un punto,
+gridando:--Lo ha ucciso!--Ma il _banderillero_ s'era scansato. Il toro
+corse e ricorse avanti e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia
+di bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta aperta, rientrò
+nell'arena, e la porta si richiuse. Allora tutti i _banderilleros_ e
+tutti i _capeadores_ gli si slanciarono di nuovo intorno; uno
+passandogli dietro, gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un
+fulmine; un altro, trapassando rapidissimamente, gli avvolse la _capa_
+intorno alle corna; un terzo spinse l'audacia sino ad andargli a
+togliere con una mano un piccolo nastro di seta che aveva attaccato
+sulla groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò un'asta in terra,
+mentre il toro correva, e spiccato un salto, gli passò al di sopra e
+andò a cascare dall'altra parte, buttando l'asta tra le gambe
+dell'animale stupefatto. E tutto questo facevano con una rapidità da
+prestigiatori e una grazia da ballerini, come se avessero scherzato con
+una pecora! E intanto la folla immensa faceva rimbombare il circo di
+risa, di applausi, di grida di gioia, di meraviglia, di terrore.
+
+Squilla un'altra volta la tromba; i _banderilleros_ han finito; ora
+tocca all'_espada_; è il momento solenne, è la crisi del dramma; la
+folla si queta, le signore si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in
+piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la spada e la _muleta_,
+che è un pezzo di stoffa rossa attaccata a un bastoncino, entra
+nell'arena, si presenta dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e
+consacra al Re, pronunciando una poetica frase, il toro che va ad
+uccidere; poi getta il berretto in aria, come per dire:--Vincerò o
+morirò!--e seguìto dallo splendido corteo dei _capeadores_, si muove con
+passo risoluto verso il toro. Qui segue una vera lotta corpo a corpo,
+degna d'un canto d'Omero. Da un lato la belva colle sue corna terribili,
+colla sua forza enorme, colla sua sete di sangue, inasprita dal dolore,
+acciecata dall'ira, torva, insanguinata, spaventosa; dall'altra un
+giovane di vent'anni, vestito come un ballerino, a piedi, solo, senza
+difesa con una leggera spadina tra le mani. Ma egli ha diecimila sguardi
+addosso! Il Re gli prepara un dono! La sua amante è lassù, in un palco,
+cogli occhi fissi su di lui! Mille signore tremano per la sua vita! Il
+toro si ferma, lo guarda; egli guarda il toro, e gli agita dinanzi il
+panno rosso; il toro si caccia sotto, l'_espada_ si scansa, il corno
+formidabile gli rasenta il fianco, urta il panno rosso e colpisce nel
+vuoto. Un tuono d'applausi scoppia su tutte le gradinate, in tutti i
+palchi, in tutte le gallerie. Le signore guardano col canocchiale e
+gridano:--Non ha impallidito!--Si fa silenzio daccapo, non si sente una
+voce, non un bisbiglio. L'audace _torero_ fa volteggiare a più riprese
+la _muleta_ sugli occhi dell'animale inferocito, gliela passa sulla
+testa, tra le corna, intorno al collo, lo fa retrocedere, avanzare,
+girare, saltare; si fa assalire dieci volte, e dieci volte, con un
+leggerissimo movimento, scansa la morte; lascia cader la _muleta_, la
+raccoglie sotto gli occhi del toro, gli ride sul muso, lo provoca,
+l'insulta, se ne trastulla; tutt'a un tratto si ferma, si mette in
+guardia, alza la spada, piglia la mira; il toro lo guarda; ancora un
+istante, e si slancieranno addosso, l'un all'altro, nello stesso punto;
+uno dei due deve morire; diecimila sguardi corrono con una rapidità
+fulminea dalla punta della spada alla punta delle corna, dieci mila
+cuori battono di ansietà e di terrore, tutti i visi sono immobili, non
+si sente un respiro, l'immensa folla par pietrificata,--ancora un
+istante,--ecco il punto! Il toro si slancia, l'uomo vibra la spada; un
+solo altissimo grido, seguito da uno scoppio tempestoso di applausi,
+prorompe da ogni parte; la spada penetrò fino all'elsa nel collo del
+toro, il toro barcolla, e gettando dalla bocca un fiotto di sangue, cade
+come colpito da un fulmine. L'uomo ha vinto! Allora segue un tumulto
+indescrivibile; la moltitudine sembra forsennata; tutti si levano in
+piedi, scotendo le braccia, gettando alte grida; le signore sventolano i
+fazzoletti, batton le mani, agitano i ventagli; la banda suona;
+l'_espada_ vincitore s'avvicina alla barriera e fa il giro dell'arena;
+via via che passa, dalle gallerie, dai palchi, dalle gradinate, gli
+spettatori rapiti d'entusiasmo gli gettano addosso manate di sigari,
+portafogli, bastoni, cappelli, tutto quello che cade loro sotto le mani;
+in pochi momenti il fortunato _torero_ ha le braccia ingombre di roba,
+chiama in soccorso i _capeadores_, rigetta i cappelli agli ammiratori,
+ringrazia, risponde come può ai saluti, alle lodi, ai titoli gloriosi
+che gli si gridan da mille parti, e giunge finalmente sotto il palco
+del Re. Allora tutti gli occhi si rivolgono sul Re. Il Re mette una mano
+in tasca, tira fuori un portasigari pieno di biglietti di banca e lo
+butta giù; il _torero_ lo coglie in aria, la moltitudine prorompe in
+applausi. Intanto la banda suona l'aria funebre al toro; s'apre una
+porta, entrano di galoppo quattro stupende mule ornate di pennacchi, di
+fiocchi e di nastri gialli e rossi, condotte da uno stuolo di _chulos_
+che gridano e fan chioccare le fruste; trascinano via un dopo l'altro, i
+cavalli morti, e poi il toro, che vien subito portato in una piazzetta
+vicino al circo dove l'aspetta una turba di monelli, per intingere il
+dito nel suo sangue, dopo di che vien scorticato, tagliato e venduto.
+Rimasta libera l'arena, squilla la tromba, suona il tamburo: un altro
+toro si precipita fuori della gabbia, assalta i _picadores_, squarcia il
+ventre ai cavalli, offre il collo alle _banderillas_, è ucciso da
+un'_espada_; e così si presentano nell'arena, l'un dopo l'altro, senza
+alcuna interruzione, sei tori.
+
+Quante scosse, quanti brividi, quanti accessi di freddo al cuore e di
+sangue al capo, vi pigliano durante quello spettacolo! Quanti pallori
+improvvisi! Ma voi, straniero, voi solo impallidite: il ragazzo che
+avete accanto ride, la fanciulla che vi siede dinanzi è pazza dalla
+gioia, la signora che vedete nel palco vicino, dice che non s'è mai
+divertita tanto! Che gridìo! Che esclamazioni! Là per imparare la
+lingua! Comparisce il toro, è giudicato da mille voci:--Che bella
+testa!--Che occhi! Quello farà sangue!--_Anda que vales un
+tesoro!_--Gli gridano delle frasi d'amore. Ha ucciso un
+cavallo:--_Bueno!_--Guarda quanta roba gli ha cavato dal ventre!--Un
+_picador_ fallisce il colpo, e ferisce malamente il toro, o si perita ad
+affrontarlo: allora è un diluvio d'ingiurie atroci;--Poltrone!
+Impostore! Assassino! Vatti a nascondere! Fatti ammazzare!--Tutti
+s'alzano, lo segnano a dito, gli mostrano i pugni, gli tiran sul viso le
+scorze d'arancio e i mozziconi dei sigari, lo minacciano col bastone.
+Quando l'_espada_ fredda il toro alla prima, allora sono parole da
+innamorati in delirio, gesti da pazzi:--Vieni qui, angelo!--Dio ti
+benedica, Frascuelo!--Gli mandan dei baci, lo chiamano, tendon le mani
+come per abbracciarlo. Che profusione di epiteti, di frizzi, di
+proverbi! Quanto fuoco! Quanta vita!
+
+Ma io non dissi che delle vicende d'un toro; in un'intera _corrida_
+seguon mille accidenti. In quello stesso giorno un toro cacciò la testa
+sotto il ventre d'un cavallo, sollevò cavallo e cavaliere, e portatili
+un po' in trionfo a traverso l'arena, li scaraventò in terra tutti e due
+come un sacco di cenci. Un altro toro uccise quattro cavalli in pochi
+minuti; un terzo investì così malamente un _picador_, che questo cadde,
+diè del capo nella barriera e svenne, e fu portato via. Ma non per
+questo, nè per un ferimento grave, e neanco per la morte d'un _torero_
+s'interrompe lo spettacolo; il programma lo dice; se uno muore, ce n'è
+un altro pronto. Il toro non assalta sempre; ve ne son dei vigliacchi,
+che vanno incontro al _picador_, s'arrestano, e dopo un istante di
+esitazione, fuggono; altri, dopo il primo assalto, non assaltan più;
+altri, d'indole mite e benigna, non rispondon neanco alle provocazioni,
+si lascian venire addosso il _picador_, si lascian piantare la lancia
+nel collo, danno indietro, scrollan la testa, come per dire:--Non
+voglio!--, fuggono e poi si voltano, tutt'a un tratto, a guardare con
+aria attonita lo stuolo dei _capeadores_ che gl'insegue come se
+volessero dimandare:--Che volete da me? Che v'ho fatto? Perchè mi volete
+uccidere?--Allora la folla prorompe in imprecazioni contro il toro
+vigliacco, contro l'impresario, contro i _toreros_; e prima qualcuno dei
+dilettanti del _toril_, poi gli spettatori della banda del sole, poi i
+signori della banda dell'ombra, poi le signore, poi tutti gli spettatori
+del circo gridano a una voce: _Banderillas de fuego!_--Il grido è
+diretto all'Alcade; le _banderillas_ di fuoco servono a inferocire il
+toro; son _banderillas_ munite d'un razzo che s'accende nell'atto stesso
+che la punta penetra nelle carni, e brucia la ferita cagionando un
+dolore atroce, e stordisce ed irrita l'animale al punto da mutarlo di
+vigliacco in temerario, di queto in furioso. Per metter le _banderillas
+de fuego_ ci vuole il permesso dell'Alcade; se l'Alcade esita a darlo,
+tutti gli spettatori s'alzano in piedi; e allora è un colpo d'occhio
+stupendo; si vedon dieci mila fazzoletti che sventolano come le
+bandierine di dieci reggimenti di lancieri, e formano dai palchi
+all'Arena, tutt'intorno, uno strato bianco ondeggiante sotto il quale
+sparisce quasi la folla; e dieci mila voci gridano:--_fuego! fuego!
+fuego!_--Allora l'Alcade cede; ma se s'ostina nel suo no, i fazzoletti
+spariscono, s'alzano i pugni e i bastoni, prorompono le ingiurie:--_No
+sea usted necio!_--Non faccia il minchione!--Non rompa i corbelli!--_Las
+banderillas al Alcalde!_--_Fuego al Alcalde!_
+
+L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il _torero_ non aggiusta il
+colpo a dovere, e la spada penetra bensì fino all'elsa, ma fuor della
+via del cuore. Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada
+confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, mandando altissimi
+muggiti, divincolandosi e scontorcendosi in mille modi per liberarsi da
+quella tortura; e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la spada salta
+via; qualche volta si configge più addentro, e gli cagiona la morte.
+Sovente l'_espada_ è costretto a dargli una seconda stoccata, non di
+rado una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente di sangue;
+tutte le _capas_ dei _capeadores_ ne sono intrise, n'è macchiato
+l'_espada_, n'è aspersa la barriera, per tutto cola sangue, gli
+spettatori indignati coprono il _torero_ d'ingiurie. Qualche volta il
+toro profondamente ferito, cade a terra; ma non muore, e resta là
+immobile, colla testa alta, minaccioso, come per dire:--Venite,
+assassini, se vi basta l'animo!--Allora la lotta è finita; bisogna
+accorciar l'agonia; un uomo misterioso scavalca la barriera, s'avvicina
+a passi furtivi, si apposta dietro al toro, e colto il momento, gli
+vibra un colpo di pugnale nella testa, che gli penetra al cervello e lo
+fredda. Spesso neanche questo colpo non riesce; l'uomo misterioso deve
+vibrarne due, tre, persino quattro; allora l'indignazione del popolo si
+scatena come una tempesta, gli danno del boia, del codardo, dell'infame,
+gli augurano la morte, se lo avesser nelle mani, lo strozzerebbero come
+un cane. Altre volte il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di
+cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal luogo dove fu
+colpito per andar a morir in pace in un canto appartato; tutti i
+_toreros_ lo seguono lentamente, come un corteggio funebre, a una certa
+distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i suoi movimenti,
+conta i suoi passi, misura il progresso dell'agonía; un silenzio
+profondo accompagna i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa di
+maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili, che non vogliono
+chinar la testa se non traendo l'ultimo respiro; tori che, versando
+ruscelli di sangue per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti
+da dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano ancora il collo
+con un movimento superbo che fa retrocedere lo stuolo dei loro
+persecutori fino a metà dell'arena; tori che hanno un'agonía più
+spaventevole della loro prima furia, che straziano i cavalli morti,
+spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente le _capas_ sparse per
+l'arena, saltano nella corsia, corrono intorno colla testa alta
+guardando gli spettatori con un'aria di sfida, cadono, si rialzano,
+muoiono muggendo.
+
+L'agonia dei cavalli, meno lunga, è più dolorosa. Ad alcuni il toro
+spezza una gamba, ad altri trafigge il collo da parte a parte, altri
+uccide, con una cornata al petto, sul colpo, senza che versin neanco una
+goccia di sangue; altri, presi dallo spavento, piglian la carriera,
+diritto davanti a sè, e vanno a urtare la testa con un tremendo colpo
+contro la barriera, e cadono morti; altri si dibattono lungo tempo in un
+lago di sangue prima di morire; altri, feriti, sanguinosi, sbudellati,
+storpiati, galoppano ancora con una furia disperata, vanno incontro al
+toro, stramazzano, si rialzano e combattono ancora, fin che son portati
+via, disfatti, ma vivi; e allora gli si rimetton gl'intestini al posto,
+gli si cucisce la pancia, e servono per un'altra volta; altri, paurosi,
+all'avvicinarsi della belva, tremano verga a verga, scalpitano,
+rinculano, nitriscono, non vogliono morire; e son quelli che destano più
+pietà. Qualche volta un sol toro ne uccide cinque; qualche volta, in una
+_corrida_, ne muoion venti, tutti i _picadores_ sono intrisi di sangue,
+l'arena sparsa di viscere fumanti, i tori stanchi di uccidere.
+
+I _toreros_, anch'essi, hanno i loro brutti momenti. I _picadores_,
+talvolta, invece di cadere sotto il cavallo, cadono tra il cavallo e il
+toro; allora questo si precipita su di loro per ucciderli; la folla
+getta un grido; ma un _capeador_ ardito getta la _capa_ sugli occhi alla
+belva, e rischiando la sua vita salva quella del compagno. Sovente,
+invece di slanciarsi contro la _muleta_, il toro accorto, si slancia
+contro l'_espada_, lo rasenta, lo investe, lo insegue, lo costringe a
+buttar via l'arma e a salvarsi, pallido e tremante, di là dalla
+barriera. Qualche volta l'urta colla testa e lo atterra; l'_espada_
+sparisce in un nuvolo di polvere, la folla grida:--È morto!--il toro
+passa, l'_espada_ è salvo. Qualche volta gli arriva sotto ad un tratto,
+lo solleva colla testa e lo sbatte da un lato. Non di rado il toro non
+si lascia pigliar di mira colla spada, il _matador_ non riesce a
+coglierlo di fronte, e poichè non lo può ferire, giusta gli statuti, che
+in quel dato punto e in quel dato modo, si stanca inutilmente per lunga
+pezza, e stancandosi si confonde, e corre cento volte il rischio di
+farsi uccidere; e intanto la folla urla, fischia, l'insulta; finchè il
+pover uomo, disperato, si risolve a uccidere o a morire, e vibra il
+colpo come vien viene; ed o gli riesce ed è levato a cielo, o gli
+fallisce, ed è vilipeso, schernito, tempestato di scorze d'arancio,
+fosse anche il più intrepido, il più valente, il più decantato _torero_
+della Spagna.
+
+Nella folla, poi, durante lo spettacolo, seguono mille avvenimenti. Di
+tratto in tratto scoppia una rissa fra due spettatori. Pigiata com'è la
+gente, qualche bastonata tocca ai vicini; i vicini dan di mano ai
+bastoni e picchiano anch'essi; il circolo delle bastonate s'allarga, la
+rissa si estende a tutto lo scompartimento della gradinata; in pochi
+momenti, cappelli in aria, cravatte in brani, visi sanguinosi, grida da
+intronare il cielo, tutti gli spettatori in piedi, le guardie in moto,
+i _toreros_, di attori, divenuti spettatori. Altre volte è un gruppo di
+giovanotti burloni che si voltan tutti insieme da una parte gridando:
+"Eccolo là."--"Chi?"--Nessuno; ma intanto i vicini si alzano, i lontani
+salgono in piedi sui sedili, le signore si sporgon fuori dei palchi; in
+un momento tutto il Circo è sossopra. Allora il gruppo dei giovanotti dà
+in una sonora risata; i vicini, per non parer minchioni, fanno eco; si
+ride nei palchi, si ride nelle gallerie, diecimila persone ridono. Altre
+volte è uno straniero, spettatore per la prima volta della corsa dei
+tori, che sviene; la notizia si spande in un baleno, tutti s'alzano,
+tutti cercano, tutti gridano, si fa un casa del diavolo che non ha nome.
+Altre volte è un bell'umore che saluta un suo amico posto all'estremità
+opposta del Circo con un portavoce che fa l'effetto d'uno scoppio di
+tuono. Quella grande folla è agitata in pochi istanti da mille
+sentimenti contrarli; passa con una vicenda incessante dal terrore
+all'entusiasmo, dall'entusiasmo alla pietà, dalla pietà all'ira,
+dall'ira all'allegrezza, alla meraviglia, alla gioia sfrenata.
+
+L'impressione insomma che lascia nell'animo questo spettacolo è
+indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti nel quale è impossibile
+raccapezzar nulla di schietto, non si sa che pensarne. A momenti,
+inorriditi, vorreste fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci mai
+più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri, non vorreste che lo
+spettacolo avesse mai fine; ora vi sentite quasi pigliar male; ora
+anche voi, come i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in
+applausi; il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso
+dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe il cuore, ma la vittoria vi
+rallegra; a poco a poco la febbre che agita la folla s'impadronisce di
+voi; non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete anche voi
+degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo; vi sentite vigoroso e
+audace; la lotta vi accende il sangue; il balenío della spada vi mette
+un fremito; e poi quelle migliaia di visi, quello strepito, quella
+musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi profondi, quei fragori
+improvvisi, quella vastità, quella luce, quei colori, quel non so che di
+grande, di forte, di crudele, di magnifico, che v'abbarbaglia, vi
+stordisce e vi rimescola....
+
+Bello è il veder uscir la gente; son dieci torrenti che sgorgano da
+dieci porte e allagano in pochi minuti il borgo di Salamanca, il Prado,
+i viali di _Recoletos_, la strada Alcalà; migliaia di carrozze aspettano
+nei dintorni del Circo; per un'ora, da qualunque parte uno si volga, non
+vede che un formicolaio a perdita d'occhio; e tutti tacciono; le
+emozioni hanno spossato tutti; non si sente che il rumore dei passi;
+pare che la folla voglia dileguarsi furtivamente; una specie di
+tristezza è sottentrata alla clamorosa allegria di poc'anzi. Io, per mio
+conto, la prima volta che uscii da quel Circo, avevo appena tanta forza
+da reggermi in piedi; la testa mi girava come un arcolaio, le orecchie
+mi fischiavano, per tutto vedevo corna di tori, occhi iniettati di
+sangue, cavalli morti, luccichío di spade. Presi la via più corta per
+andare a casa, e appena arrivato, mi cacciai in letto, e m'addormentai
+d'un sonno profondo. L'indomani mattina venne in gran fretta la padrona
+di casa a domandarmi: "Ebbene? che gliene parve? s'è divertito? ci
+tornerà? che cosa ne dice?"--"Non so" risposi "mi par d'aver sognato,
+gliene parlerò poi, ho bisogno di pensarci."--Venne il sabato, la
+vigilia della seconda corsa dei tori. "Ci va?" mi domandò la padrona.
+"No..." risposi pensando ad altro. Uscii, infilai la strada d'Alcalà, mi
+trovai, senza accorgermene, davanti alla bottega dove si vendono i
+biglietti; c'era un visibilio di gente; dissi fra me:--Ci ho da
+andare?... Sì?... No?...--"Vuole un biglietto?" mi domandò un ragazzo:
+"_un asiento de sombra, tendido numero seis, barrera, quince reales?_"
+Ed io risposi: "Qua!"
+
+ * * * * *
+
+Ma per comprender bene la natura di codesto spettacolo, bisogna
+conoscerne la storia. Quando si sia fatto per la prima volta un
+combattimento coi tori, non si sa in modo sicuro; la tradizione narra
+che fu il _Cid Campeador_ il primo cavaliere che scese colla lancia
+nell'arena, e uccise da cavallo il formidabile animale. D'allora in poi
+i giovani nobili si dedicarono con grande ardore a questo esercizio; in
+tutte le feste solenni vi furon corse di tori; e solamente alla nobiltà
+era concesso l'onore di combattere; i re stessi scendevan nell'arena;
+durante tutto il medio-evo era codesto lo spettacolo favorito delle
+corti, e l'esercizio prediletto dei guerrieri, non solo tra gli
+Spagnuoli, ma anco tra gli Arabi; e gli uni e gli altri gareggiavano
+nell'arena toresca come sul campo di battaglia. Isabella la Cattolica
+volle proibire le corse dei tori, perchè, avendone vista una, le aveva
+fatto orrore; ma i molti e potenti partigiani dello spettacolo la
+distolsero dal mandare ad effetto quel disegno. Dopo Isabella, le corse
+presero un grande incremento. Carlo V stesso uccise di propria mano un
+toro nella piazza maggiore di Valladolid; Ferdinando Pizzarro, il
+celebre conquistatore del Perù, fu un _torero_ valente; il re Don
+Sebastiano di Portogallo colse nell'arena più d'un alloro; Filippo III
+fece abbellire il circo di Madrid; Filippo IV vi combattè; Carlo II
+protesse l'arte; sotto il regno di Filippo V, si costrussero, per ordine
+del Governo, parecchi circhi; ma l'onore di _torear_ apparteneva sempre
+esclusivamente alla nobiltà; non si _toreaba_ che a cavallo, e con
+cavalli bellissimi, e però non si spargeva altro sangue che quello del
+toro. Solamente verso la metà del secolo scorso l'arte si estese al
+popolo, e sorsero i _toreros_ propriamente detti, artisti di
+professione, che combattevano a piedi e a cavallo. Il famoso Francisco
+Romero de Ronda perfezionò il _toreo_ a piedi, introdusse l'uso di
+uccidere il toro, faccia a faccia, con la spada e la _muleta_, e fissò
+le regole dell'arte. D'allora in poi lo spettacolo diventò nazionale e
+il popolo vi accorse con entusiasmo. Il re Carlo II lo proibì; ma la sua
+proibizione non fece che convertire l'entusiasmo popolare, come dice un
+cronista spagnuolo, in una _aficion epidémica_. Il re Ferdinando VII,
+appassionato pei tori, istituì una scuola di tauromachía a Siviglia;
+Isabella II fu più entusiasta di Ferdinando VII; Amedeo _primero_ non fu
+da meno, a quello che si dice, di Isabella II. Ed ora il _toreo_
+fiorisce più che mai nella Spagna; più di cento sono i grandi
+proprietarii che allevano tori per gli spettacoli; Madrid, Siviglia,
+Barcellona, Cadice, Valenza, Jerez, Porto di Santa Maria hanno un circo
+di tori di prim'ordine; non meno di cinquanta sono i piccoli circhi
+capaci di tremila fino a novemila spettatori; in tutti i villaggi, dove
+non c'è circo, si fanno le _corridas_ nelle piazze; a Madrid tutte le
+domeniche, nelle altre città ogni volta che si può, da per tutto con
+immenso concorso di gente dalle città vicine, dai villaggi, dalla
+campagna, dai monti, dalle isole, e persino di fuori Stato. Non tutti
+gli Spagnuoli, è vero, son matti di codesto spettacolo; molti non ci
+vanno mai; non pochi lo disapprovano, lo condannano, lo vorrebbero veder
+bandito dalla Spagna; qualche giornalista, di tanto in tanto, alza un
+grido di protesta; qualche deputato, l'indomani dell'uccisione d'un
+_torero_, parla di fare un'interpellanza al Governo; ma son tutti nemici
+timidi e fiacchi. Per contro si scrivono apologie delle corse dei tori,
+si fabbricano nuovi circhi, si rinnovano gli antichi, si deridono gli
+stranieri che gridano alla barbarie spagnuola.
+
+E non si fan solo _corridas_ di tori l'estate, nè lo spettacolo è sempre
+uguale. L'inverno, nel circo di Madrid, ogni domenica c'è
+rappresentazione; non sono quei tori belli e focosi dell'estate, non
+sono i grandi artisti che la Spagna ammira; son torelli di picciola mole
+e di piccolo animo, sono _toreros_ non ancora provetti nell'arte; ma c'è
+spettacolo a ogni modo, e benchè non ci vada il Re, nè il fiore della
+cittadinanza, come alle corse d'estate, il circo è sempre pieno di
+gente. Si sparge poco sangue, non si uccidono che due tori, si chiude lo
+spettacolo con dei fuochi d'artifizio; è un divertimento, come dicono
+con disprezzo i torofili appassionati, da serve e da bambini. Ma v'è un
+episodio, negli spettacoli d'inverno, che diverte assai. Quando i
+_toreros_ hanno ucciso i _toros de muerte_, l'arena rimane a
+disposizione dei dilettanti; da tutte le parti ci salta dentro gente; in
+un minuto v'è un centinaio di operai, di scolari, di monelli, chi con un
+mantello in mano, chi con uno scialle, chi con un cencio qualunque,
+affollati a destra e a sinistra del _toril_, pronti a ricevere il toro.
+La porta s'apre, un toro colle corna fasciate si slancia nell'arena, e
+lì comincia un parapiglia da non potersi descrivere; la folla lo
+circonda, lo insegue, lo tira di qua e di là, lo _capea_ coi mantelli e
+cogli scialli, lo provoca e lo tormenta in mille maniere, finchè il
+povero animale non potendone più, è fatto uscir dall'arena, e un altro
+gli sottentra. È incredibile l'audacia con cui quei ragazzi gli si
+caccian sotto, lo trascinan per la coda, gli saltano addosso;
+incredibile l'agilità con cui ne scansano i colpi. Qualche volta il
+toro, voltandosi all'improvviso, ne arriva qualcuno, lo atterra, lo
+butta in aria, lo solleva in alto sulle corna; talora ne rovescia nella
+polvere con un sol colpo una mezza dozzina, e toro ed uomini spariscono
+in un nuvolo di polvere, e lo spettatore teme per un istante che ne sia
+stato ammazzato qualcuno. Nemmanco per idea! Gl'intrepidi _capeadores_
+s'alzano coll'ossa péste e col viso polveroso, scrollan le spalle, e
+daccapo. Ma non è neanco questo il più bell'episodio degli spettacoli
+d'inverno. Qualche volta invece dei _toreros_ affrontano il toro le
+_toreras_; donne vestite da danzatrici di corda; faccie, davanti alle
+quali, non gli angeli, ma Lucifero:
+
+ «Farìa dell'ali agli occhi una visiera;»
+
+le _picadoras_ a cavallo a un asino, la _espada_--quella ch'io vidi era
+una vecchia sessantenne, chiamata la _Martina_, asturiana, nota in tutti
+i circhi di Spagna,--la _espada_ a piedi, collo stocco e la _muleta_,
+come il più intrepido _matador_ del sesso forte; tutta la _cuadrilla_
+accompagnata da un corteo di _chulos_ con grandi parrucche e grandi
+gobbe. Per quaranta lire quelle disgraziate rischian la vita! Un toro,
+il giorno ch'io assistei a quello spettacolo, ruppe un braccio a una
+_banderillera_, e a un'altra lacerò le sottane per modo che la lasciò in
+mezzo al circo con appena tanta roba addosso da coprir quello che
+dev'essere assolutamente coperto.
+
+Dopo le donne, le fiere. In vari tempi si fece combattere il toro coi
+leoni e colle tigri; pochi anni or sono ebbe luogo una di codeste lotte
+nel Circo di Madrid. È celebre quella che fece fare il conte duca di
+Olivares per festeggiar il giorno onomastico, se non m'inganna la
+memoria, di Don Baltasar Carlos d'Austria, principe delle Asturie. Il
+toro combattè col leone, colla tigre, col leopardo, e riuscì vincitore
+di tutti. Anche nel combattimento di pochi anni sono, la tigre e il
+leone ebbero la peggio; l'una e l'altro si slanciarono impetuosamente
+addosso al toro; ma prima di riuscire ad addentargli il collo, infilati
+dal terribile corno, caddero a terra in un lago di sangue. Il solo
+elefante, un elefante enorme che vive tuttora nei giardini del Buon
+Ritiro, riportò la vittoria: il toro lo assalì, quegli non fece che
+mettergli la testa sul dorso e premere, e la pressione fu così delicata
+che il malcauto assalitore ne fu schiacciato come una polpetta. Ma è
+agevole immaginare quanta destrezza, quanto coraggio, e che
+imperturbabile tranquillità d'animo occorra ad un uomo per affrontare
+con la spada un animale che uccide il leone, che assale l'elefante, e
+che per tutto dove tocca, squarcia, spezza, rovescia ed insanguina! E vi
+son degli uomini che l'affrontano tutti i giorni!
+
+I _toreros_ non son mica artisti, come qualcuno può supporre, da
+mettersi in un mazzo coi saltimbanchi, e pei quali il popolo non nutra
+altro sentimento che quello dell'ammirazione. Il _torero_ è rispettato
+anche fuori del Circo, gode la protezione dei giovani aristocratici, va
+al teatro in palco, frequenta il più signorile caffè di Madrid, è
+salutato per la strada con profonde scappellate da persone di garbo. Gli
+_espada_ illustri, come il Frascuelo, il Lagartijo, il Cayetano,
+guadagnano la bellezza di qualche diecina di mila lire all'anno,
+possedono case e ville, abitano in appartamenti sontuosi, vestono con
+isfarzo, profondon monti di scudi nei loro vestiti inargentati e dorati,
+viaggiano da principi e fumano sigari d'Avana. Il loro vestire, fuor del
+Circo, è curiosissimo: un cappello all'Orsini di velluto nero, una
+giacchettina stretta alla vita, sbottonata, che non arriva a toccare i
+calzoni; un panciotto aperto fino all'ombelico, che lascia vedere una
+camicia bianca finissima; nessuna cravatta; una fascia di seta rossa o
+azzurra intorno ai fianchi; un par di calzoni giusti alla gamba come
+calze da ballerini, un par di scarpette di pelle del Marocco ornate di
+ricami, un piccolo codino a treccia che scende sul dorso; e poi bottoni
+d'oro, catenelle, diamanti, anelli, ciondoli, tutta una bottega da
+orefice addosso. Molti tengon cavallo da sella, qualcuno carrozza, e
+quando non ammazzano, son sempre in giro al Prado, alla Puerta del Sol,
+nei giardini di Recoletos, colle loro spose o le loro amanti
+splendidamente vestite e amorosamente superbe. I loro nomi, i loro visi,
+le loro gesta sono assai più noti al popolo che le gesta, i visi e i
+nomi dei comandanti d'esercito e dei ministri di Stato. _Toreros_ nelle
+commedie, _toreros_ nelle canzoni, _toreros_ nei quadri, _toreros_ nelle
+vetrine dei venditori di stampe, statue che rappresentan _toreros_,
+ventagli coi ritratti dei _toreros_, fazzoletti con l'effigie dei
+_toreros_; se ne vede, se ne rivede e se ne intravvede da tutte le
+parti. Il mestiere del torero è il più lucroso e più onorifico mestiere
+a cui un coraggioso figliuolo del popolo possa aspirare. Moltissimi, di
+fatti, vi si dedicano. Ma pochissimi riescono eccellenti; i più rimangon
+mediocri _capeadores_, pochi arrivano ad essere _banderilleros_ di
+vaglia, meno ancora _picadores_ di grido; bravi _espada_, poi, non
+diventano che pochi prediletti dalla natura e dalla fortuna; bisogna
+esser venuti al mondo con quel bernoccolo; si nasce _espada_ come si
+nasce poeta. Di uccisi dal toro ce n'è di rado, si contan sulle dita per
+un lungo giro di tempo; ma gli stroppiati, i malconci, i ridotti in
+stato da non poter più combattere, sono innumerevoli. Se ne vedono per
+le città col bastone e le stampelle, chi senza un braccio, chi senza una
+gamba. Il famoso _Tato_, che fu il primo dei _toreros_ contemporanei,
+perdette una gamba; nei pochi mesi ch'io stetti in Spagna, fu mezzo
+ammazzato un _banderillero_ a Siviglia, fu ferito gravemente un
+_picador_ a Madrid, fu malconcio il Lagartijo, furono uccisi tre
+_capeadores_ dilettanti in un villaggio. Non c'è quasi _torero_ che non
+abbia sparso sangue nell'Arena.
+
+ * * * * *
+
+Prima di partire da Madrid volli parlare col tanto celebrato Frascuelo,
+il principe degli _espadas_, l'idolo del popolo di Madrid, la gloria
+dell'arte. Un genovese, capitano di bastimento, che lo conosceva,
+s'incaricò di fare la presentazione; fissammo il giorno, ci trovammo nel
+caffè imperiale della _Puerta del Sol_. Mi vien da ridere quando penso
+all'emozione che provai vedendolo comparire da lontano e venire verso di
+noi. Era vestito con gran lusso, carico di ciondoli, luccicante come un
+generale in grande uniforme; attraversò il caffè, mille teste si
+voltarono, mille occhi si fissarono su di lui, su di me, sul mio
+compagno: io mi sentii diventar pallido. "Ecco il signor Salvador
+Sanchez," disse il Capitano (Frascuelo è un soprannome). E poi,
+presentando me a Frascuelo: "Ecco il signor tale dei tali, suo
+ammiratore." L'illustre _matador_ s'inchinò, io feci una riverenza,
+sedemmo e cominciammo a discorrere. Che strano uomo! A sentirlo
+discorrere si sarebbe detto che non aveva cuore d'infilzare una mosca
+con una spilla. È un giovanotto di venticinque anni, di mezzana statura,
+svelto, bruno, bello, con uno sguardo fisso e un sorriso d'uomo
+distratto. Gli domandai mille cose intorno all'arte sua e alla sua vita;
+parlava a monosillabi; bisognava che gli cavassi le parole di bocca, a
+una a una, a furia di domandare. Ai complimenti rispondeva guardandosi
+la punta dei piedi con uno sguardo modesto. Gli chiesi se fosse mai
+stato ferito: si toccò un ginocchio, una coscia, la spalla, il petto, e
+disse: "Qui, e poi qui, e poi qui e poi ancora qui;" sorridendo colla
+semplicità d'un bambino. Mi scrisse l'indirizzo di casa sua, mi invitò
+ad andarlo a trovare, mi diede un sigaro, e se n'andò. Tre giorni dopo,
+alla corsa dei tori, ero in un posto vicino alla barriera; egli mi passò
+davanti per raccogliere i sigari che gli gettavano gli spettatori; gli
+lanciai un sigaro di Milano di quei colla paglia; lo prese, lo guardò,
+sorrise, e cercò chi gliel'aveva gettato; gli feci un cenno, mi vide, ed
+esclamò:--_Ah! el italiano!_--Mi pare ancora di vederlo: aveva un
+vestito color cenerino coperto di ricami d'oro e una mano macchiata di
+sangue.....
+
+ * * * * *
+
+Ma, insomma, un giudizio finale sulle corse dei tori! Sono o no una cosa
+barbara, indegna d'un popolo civile? Sono o no uno spettacolo che guasta
+il cuore? Fuori una parola schietta! Una parola schietta? Io non voglio,
+rispondendo in un modo, tirarmi addosso un diluvio d'invettive, e
+rispondendo in un altro, darmi della zappa sui piedi, dacchè debbo
+confessare che sono andato al Circo tutte le domeniche. Ho narrato e
+descritto, il lettore ne sa quanto me, giudichi lui, e mi conceda di non
+metterci bocca.
+
+ * * * * *
+
+Vidi, a Madrid, la famosa cerimonia funebre che si celebra ogni anno, il
+2 di maggio, in onore degli Spagnuoli che morirono combattendo, o furon
+passati per l'armi dai soldati francesi, sessantacinque anni or sono, in
+quella tremenda giornata che empì d'orrore l'Europa e fece scoppiare la
+guerra d'indipendenza.
+
+All'alba tuona il cannone, e in tutte le chiese parrocchiali di Madrid,
+e dinanzi a un altare eretto accanto al Monumento si comincia a celebrar
+messe, e si seguita fino a sera. La ceremonia consiste in una solenne
+processione che parte per lo più dalle vicinanze del palazzo reale, va a
+sentire un sermone nella chiesa di Sant'Isidoro, dove giacquero sepolte
+fino al 1840 le ossa del morti; e poi si reca al Monumento a sentire la
+messa.
+
+In tutte le strade per le quali dovea passare la processione erano
+schierati i battaglioni dei volontari, i reggimenti di fanteria, gli
+squadroni di corazzieri, le guardie civili a piedi, le artiglierie, i
+cadetti; da ogni parte suonavan trombe, tamburi, bande; si vedeva da
+lontano, al di sopra della folla, un viavai continuo di cappelli di
+generali, di pennacchi d'aiutanti, di bandiere, di spade; accorrevano da
+tutte le strade le carrozze del Senato e delle Cortes, grandi come carri
+trionfali, dorate fin nelle ruote, listate di velluto e di seta,
+sopraccariche di frangie e di fiocchi, e tirate da superbi cavalli
+impennacchiati. Le finestre di tutte le case erano ornate di arazzi e di
+fiori; tutto il popolo di Madrid era in moto.
+
+Vidi passare la processione per la strada d'Alcalà. Venivano innanzi i
+cacciatori della milizia cittadina a cavallo; poi i ragazzi di tutti i
+collegi, di tutti gli asili, di tutti gli ospizi di Madrid, a due a due,
+migliaia; poi gl'invalidi dell'esercito, quali con le stampelle, quali
+con la testa fasciata, alcuni sorretti dai compagni, altri decrepiti,
+quasi portati; soldati, generali, con antiche divise, col petto coperto
+di ciondoli e di nastri, e lunghe spade e cappelli piumati; poi una
+folla d'ufficiali di tutti i Corpi, luccicanti d'oro e d'argento, e
+vestiti di mille colori; poi gli alti impiegati dello Stato, i deputati
+provinciali, i deputati del Congresso, i Senatori; poi gli araldi del
+Municipio e delle Camere, con ampie toghe di velluto e le mazze
+d'argento; poi tutti gli impiegati municipali, tutti gli _alcaldes_ di
+Madrid, vestiti di nero, colle medaglie al collo; infine il Re, vestito
+da generale, a piedi, accompagnato dal Sindaco, dal capitano generale
+della Provincia, dai generali, dai ministri, dai deputati, dagli
+ufficiali d'ordinanza, dagli aiutanti di campo, tutti col capo scoperto.
+Chiudevano la processione le cento guardie a cavallo, sfolgoreggianti
+come guerrieri del medio evo; le guardie reali a piedi, con gran
+berretto di pelo alla foggia della guardia napoleonica, tunica rossa a
+coda di rondine, calzoni bianchi, due larghe tracolle incrociate sul
+petto, ghette nere fino al ginocchio, spada, fiocchi, cordoni, fermagli,
+gingilli; poi ancora volontari, soldati di fanteria, artiglieri, popolo.
+Tutti andavano a passo lento; sonavano tutte le bande e tutte le
+campane; il popolo era silenzioso; e quell'insieme di bambini, di
+poveri, di preti, di magistrati, di veterani mutilati, di grandi di
+Spagna, presentava un aspetto gentile e magnifico, che ispirava ad un
+tempo tenerezza e riverenza.
+
+La processione sboccò nel Prado e si diresse verso il Monumento. I
+viali, i campi, i giardini erano pieni di popolo. Le signore ritte nelle
+carrozze, sulle seggiole, sui sedili di pietra, coi bambini tra le
+braccia; gente sugli alberi e sui tetti; a ogni passo, bandiere,
+iscrizioni funebri, elenchi delle vittime del 2 di maggio, poesie
+appiccicate ai tronchi delle piante, giornali listati di nero, stampe
+rappresentanti episodi della strage, ghirlande, crocifissi, tavolini con
+vassoi per limosine, candele accese, ritratti, statuette, giocattoli pei
+ragazzi coll'immagine del Monumento; per tutto ricordi del 1808,
+emblemi, segni di lutto, di festa, di guerra. Gli uomini quasi tutti
+vestiti di nero; le donne in gran gala, con lunghi strascichi e il velo;
+frotte di contadini accorsi da tutti i villaggi, coi loro panni festivi;
+e in mezzo a tutta questa folla un gridìo assordante di acquaiuoli, di
+guardie, di ufficiali.
+
+Il Monumento del 2 maggio, che sorge nel punto dove furon fucilati il
+maggior numero degli Spagnuoli, benchè non abbia un valore artistico
+pari alla fama, è,--per servirmi d'una parola da strapazzo ma
+significativa,--imponente. È semplice, nudo, e al parer di molti anche
+pesante e sgraziato; ma arresta lo sguardo e il pensiero, anche di chi
+non sappia che cosa sia; a prima vista, si capisce che in quel luogo
+dev'essere accaduto alcun che di tremendo. Sopra un rialto ottagonale di
+granito con quattro gradinate, s'innalza un grandioso sarcofago di forma
+quadrata, munito d'iscrizioni, di stemmi, e d'un bassorilievo che
+rappresenta i due ufficiali spagnuoli morti il 2 maggio nella difesa del
+Parco d'artiglieria. Sul sarcofago sorge un piedistallo d'ordine dorico,
+sul quale stanno quattro statuette che simboleggiano l'amor di patria,
+il valore, la costanza, la virtù. In mezzo alle statue s'erge un alto
+obelisco, con suvvi scritto a caratteri d'oro: _Dos de mayo_. Intorno al
+Monumento si stende un giardino rotondo, intersecato da otto viali che
+convergono al centro; ogni viale è fiancheggiato da cipressi; il
+giardino è cinto d'una cancellata di ferro, circuita alla sua volta da
+una gradinata di marmo. Quel boschetto di cipressi, quel giardino chiuso
+e solitario, in mezzo al passeggio più allegro di Madrid, è come una
+immagine della morte in mezzo alle gioie della vita; non si può passar
+di là senza volgergli uno sguardo; non si può guardarlo, senza pensare;
+di notte, quando vi batte la luna sembra un'apparizione fantastica, e
+spira intorno un'aura di mestizia solenne.
+
+Arrivò il Re, fu celebrata la messa, sfilarono tutti i reggimenti, e
+terminò la cerimonia. Così si celebra l'anniversario del 2 di maggio dal
+1814 in poi, con una dignità, con un affetto, con una venerazione, che
+non onora solamente il popolo spagnuolo, ma il cuore umano. È la vera
+festa nazionale della Spagna, è il solo giorno dell'anno in cui tacciono
+le ire di parte, e tutti i cuori si uniscono in un sentimento comune. Nè
+in questo sentimento, come si potrebbe credere, è nulla d'amaro contro
+la Francia. La Spagna ha rovesciato tutta la colpa della guerra, e
+delle stragi che ne furono cagione, sovra Napoleone e Murat; i Francesi
+sono amichevolmente accolti come tutti gli altri stranieri; delle
+infauste giornate di maggio non si parla che per rendere onore ai morti
+e alla patria; tutto, in questa cerimonia, è nobile e grande; dinanzi a
+quel sacro Monumento la Spagna non ha che parole di perdono e di pace.
+
+ * * * * *
+
+Un'altra cosa da vedersi, a Madrid, sono i combattimenti dei Galli.
+
+Lessi un giorno nella _Correspondencia_, il seguente avviso:--«_En la
+funcion que se celebrarà mañana en el circo de Gallos de Recoletos,
+habrà, entre otras, dos peleas_ (combattimenti), _en las que figurarán
+gallos de los conocidos aficionados Francisco Calderon y Don Josè Diez,
+por lo que se espera serà muy animada la diversion._» Lo spettacolo
+cominciava a mezzogiorno: ci andai. Fui colpito dalla originalità e
+dalla leggiadria del teatro. Sembra un chiosco da collinetta di
+giardino; ma è vasto tanto da contenere poco meno di un migliaio di
+persone. La forma è perfettamente cilindrica. Nel mezzo sorge una specie
+di palco circolare, alto poco più di tre palmi, coperto d'un tappeto
+verde, e aggirato da una ringhiera dell'altezza di quelle dei
+terrazzini: è il campo di battaglia dei galli. Tra ferro e ferro della
+ringhiera si stende una sottilissima rete di fili metallici, che
+preclude lo scampo ai combattenti. Intorno a questa specie di gabbia,
+il piano della quale è grande quanto una gran tavola da pranzo, ricorre
+un cerchio di poltrone, e dietro a questo, un po' più alto, un secondo;
+le une e le altre rivestite di panno rosso. Su parecchie delle prime è
+scritto a lettere di scatola:--_Presidente_--_Secretario_--ed altri
+titoli di personaggi che compongono il tribunale dello spettacolo. Al di
+là delle poltrone s'alza come una gradinata di banchi, fino alla parete,
+nella quale s'apre una galleria sostenuta da dieci sottili colonne. La
+luce viene dall'alto. Il rosso vivo delle poltrone, i fiori dipinti sui
+muri, le colonne, la luce, l'aria, in una parola, del teatro, ha un non
+so che di nuovo e di pittoresco, che piace e rallegra. A prima vista,
+pare che in quel luogo si debba piuttosto sentire una musica festiva e
+gentile che assistere ad una lotta di bestie.
+
+Quando entrai, v'era già un centinaio di persone.--O che gente è
+questa?--mi domandai. E veramente il _pubblico_ del circo dei Galli non
+rassomiglia a quello di nessun altro teatro; è una mescolanza _sui
+generis_ che si vede soltanto a Madrid. Non c'è donne, non ragazzi, non
+soldati, non operai, poichè è giorno di lavoro e un'ora incomoda; e
+nondimeno vi si nota una maggior varietà di aspetti, di vestiti e di
+atteggiamenti che in qualunque altro ritrovo popolare. È tutta gente che
+non ha che fare lungo la giornata: commedianti coi capelli lunghi e lo
+staio spelato; _toreros_,--c'era Calderon, il famoso _picador_,--colla
+loro ciarpa rossa intorno alla vita; studenti colle traccie sul viso
+della notte passata al gioco; negozianti di galli, giovanotti eleganti,
+vecchi signori _aficionados_ vestiti di nero, con guanti neri e
+cravattone. Questi intorno alla gabbia. Più in là, _rari nantes_,
+qualche inglese, qualche bighellone, di quei che si vedon per tutto, i
+servitori del circo, una donna di mala vita, una guardia civile. Tranne
+i forestieri e la guardia, gli altri,--signori, _toreros_, negozianti,
+commedianti,--si conoscon tutti, e parlan tutti tra loro, a una voce
+sola, della qualità dei galli annunziati dal programma dello spettacolo,
+delle scommesse del giorno innanzi, degli accidenti delle lotte, di
+zampe, di penne, di sproni, di ali, di becchi, di ferite, ostentando la
+ricchissima terminologia dell'arte, e citando regole, esempi, galli dei
+tempi andati, e lotte e vincite e perdite famose.
+
+Lo spettacolo cominciò all'ora fissata. Si presentò un uomo in mezzo al
+circo con un foglio in mano e cominciò a leggere; tutti tacquero. Lesse
+una serie di numeri che indicavano il peso delle varie coppie di galli
+che dovevan combattere, poichè, coppia per coppia, non possono pesare
+l'un più dell'altro di là d'una misura determinata del codice
+gallistico. Ricominciaron le chiacchiere, poi ricessarono a un tratto.
+Un altr'uomo con due cassette tra le braccia venne innanzi; aperse uno
+sportello della ringhiera, salì sul palco, e attaccò le due cassette ai
+due capi d'una bilancia pendente dal soffitto. Due testimoni
+s'accertarono che il peso era quasi eguale dalle due parti, tutti
+sedettero, il presidente si mise al suo posto, il segretario
+gridò:--_Silencio!_--, il pesatore e un altro servitore presero una
+cassetta ciascuno, e sporgendola dai due opposti sportelli della
+ringhiera, l'apersero tutti e due insieme. I galli uscirono, gli
+sportelli si richiusero, gli spettatori serbarono per qualche momento un
+silenzio profondo.
+
+Eran due galli _andalusi di razza inglese_ per servirmi della curiosa
+definizione datami da uno spettatore, alti, smilzi, diritti come fusi,
+con un lungo collo mobilissimo, completamente spennati nelle parti
+posteriori, e dal petto in su; senza cresta, la testa piccina, e un par
+d'occhi che rivelavano l'indole battagliera. Gli spettatori li
+osservarono attentamente senza profferire parola. Gli _aficionados_, in
+quei pochi istanti, giudicano dai colori, dalle forme, dai movimenti dei
+due animali quale sarà probabilmente il vincitore; poi propongono le
+scommesse. È un giudizio, come ognun può comprendere, molto incerto; ma
+è l'incertezza che dà vita al gioco. A un tratto, il silenzio è rotto da
+uno scoppio di grida.
+
+--_Un duro_ (uno scudo) _por el derecho!_--_Un duro por el izquierdo!_
+(il sinistro)--_Va!_--_Tres duros por el negro!_--_Quatro duros
+por el pardo_! (il grigio)--_Una onza_ (ottanta lire) _por el
+chico!_--_Va!_--_Va por el negro!_--_Va por el pardo!_--
+
+Tutti urlano, agitano le mani, si accennano l'un l'altro col bastone, le
+scommesse s'incrociano in tutti i sensi; in pochi momenti v'è un
+migliaio di lire in gioco.
+
+I due galli, da principio, non si guardano. Uno volto da una parte,
+l'altro dall'altra, cantano, allungando il collo verso gli spettatori,
+come se domandassero:--Che cosa volete?--A poco a poco, senza far segno
+di essersi visti, s'avvicinano; pare che l'uno voglia pigliar l'altro di
+sorpresa. All'improvviso, colla rapidità del lampo, spiccano un salto
+coll'ali aperte, s'urtan nell'aria, e ricadono, spandendo intorno un
+nuvolo di penne. Dopo il primo urto, si fermano, e si piantano l'uno
+dinanzi all'altro, col collo teso e i becchi che quasi si toccano,
+guardandosi fissi, immobili, come se volessero avvelenarsi cogli occhi.
+Poi di nuovo s'avventano l'un contro l'altro con una grande violenza,
+dopo di che gli assalti si succedono senza interruzione. Si feriscono a
+zampate, a spronate, a colpi di becco; si stringono coll'ali in modo che
+paiono un gallo solo con due teste; si caccian l'un sotto il ventre
+dell'altro, si sbattono contro i ferri della ringhiera, si inseguono,
+cadono, strisciano, svolazzano; e via via i colpi si fan più fitti,
+volan via le piume della testa, i colli diventan color di fuoco, e
+metton sangue. Poi prendono a punzecchiarsi nel capo, intorno agli
+occhi, negli occhi, si scarnificano colla furia di due forsennati che
+abbian paura d'esser divisi; par che sappiano che uno dei due deve
+morire; non mettono una voce, non un gemito; non si sente che lo
+strepito delle ali agitate, delle penne che si rompono, dei becchi che
+picchian nell'ossa; e non un istante di tregua; è un furore che va
+dritto alla morte.
+
+Gli spettatori seguon coll'occhio intento tutte le mosse, contan le
+penne divelte, numerano le ferite; e il gridìo si fa sempre più
+concitato, e le scommesse più forti:--_Cinco duros por el chico!_ (il
+piccolo)--_Ocho duros por el pardo!_--_Veinte duros por el
+negro!_--_Va!_--_Va!_--
+
+A un certo punto, uno dei due galli fa un movimento che tradisce
+l'inferiorità delle sue forze, e comincia a dar segno di stanchezza. Pur
+resistendo sempre, le sue beccate si succedon più rade, le sue spronate
+più fiacche, i suoi salti più bassi; par che comprenda che dovrà morire;
+non combatte più per uccidere, combatte per non essere ucciso;
+retrocede, fugge, cade, si rialza, torna a cadere, barcolla come preso
+dal capogiro. Allora lo spettacolo comincia ad essere orribile. Dinanzi
+al nemico che cede, il vincitore inferocisce; le sue beccate cadono
+fitte, rabbiose, spietate negli occhi della vittima colla regolarità
+dell'ago d'una macchina da cucire; il suo collo s'allunga e scatta col
+vigore d'una molla, il suo becco afferra le carni, si torce e dilania;
+poi si figge nella ferita, e vi si dibatte come per cercare le fibre più
+riposte; poi picchia e ripicchia sul capo, come se volesse aprire il
+cranio e cavarne il cervello. Non c'è parola che esprima l'orrore di
+quel picchiare continuo, instancabile, inesorabile. La vittima si
+dibatte, scappa, s'aggira per la gabbia, e quegli dietro, accanto,
+addosso, indivisibile come un'ombra, colla testa china su quella del
+fuggitivo come un confessore, sempre picchiando, punzecchiando,
+lacerando. Ha qualcosa dell'aguzzino, del boia; par che dica qualcosa
+nell'orecchio alla sua vittima, par che accompagni ogni colpo con un
+insulto:--To', prendi, soffri, muori, no! vivi, prendi anche questa,
+quest'altra, ancor una!--Un po' della sua rabbia sanguinaria s'insinua
+nelle vostre vene, quella crudeltà codarda vi mette una smania di
+vendetta, lo strozzereste colle vostre mani, gli schiacciereste il capo
+col piede. Il gallo vinto, tutto intriso di sangue, spennato,
+vacillante, tenta ancora di tratto in tratto qualche assalto, dà qualche
+beccata, e sfugge, e si slancia contro i ferri della ringhiera per
+cercare uno scampo.
+
+Gli scommettitori s'accendono ed urlano di più in più forte. Non possono
+più scommettere sulla lotta, scommettono sull'agonia.--_Cinco duros á
+que no tira tres veces!_ (Che la vittima non tenta più tre
+assalti).--_Tres duros á que no tira cinco!_--_Quatro duros á que no
+tira dos!_--_Va!_--_Va!_
+
+A questo punto udii una voce che mi fece rabbrividire:--_Es ciego!_--(È
+cieco).
+
+Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto e torsi il viso con
+raccapriccio. Non aveva più pelle, non aveva più occhi, il suo collo non
+era più che un osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte
+a tre o quattro penne, strascicavano come due cenci; pareva impossibile
+che così disfatto potesse vivere e camminare; non aveva più forma.
+Eppure quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di sangue, si
+difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre, scotendo le ali dimezzate
+come due moncherini, allungando il collo scarnificato, agitando il
+teschio a caso, qua e là, come i cani neonati; era schifoso ed orribile;
+io socchiudevo gli occhi per vederlo in confuso. E il carnefice
+continuava a beccare le piaghe, a sforacchiare le occhiaie, a picchiare
+sul nudo cranio; non era più una lotta, era un rodimento; pareva che
+volesse disfarlo, senza ucciderlo; a volte, quando la vittima rimaneva
+un momento immobile, si chinava a guardarla coll'attenzione d'un
+anatomico; a volte si scostava e la guardava dall'alto coll'indifferenza
+d'un becchino; poi di nuovo addosso coll'avidità d'un vampiro, e lì
+becca, e succhia e strazia con più vigore di prima. Finalmente il
+moribondo, fermatosi all'improvviso, chinò il capo a terra come preso
+dal sonno, e il carnefice, guardandolo attentamente, ristette.
+
+Allora le grida raddoppiarono; non si poteva più scommettere sulle
+convulsioni dell'agonia, si scommetteva sui sintomi della morte:--_Cinco
+duros á que no levanta mas la cabeza!_ (che non rialza più il
+capo).--_Dos duros á que la levanta!_--_Tres duros á que la levanta dos
+veces!_--_Va!_--_Va!_
+
+Il gallo moribondo rialzò adagio adagio la testa; il boia, pronto, gli
+rovesciò addosso una tempesta di beccate; le grida tornarono a
+scoppiare; la vittima fece di nuovo un leggero movimento,--toccò
+un'altra beccata,--si scosse,--toccò una beccata ancora,--versò sangue
+per la bocca, vacillò e cadde. Il vincitore, vigliacco, si mise a
+cantare. Venne un servitore e li portò via tutti e due.
+
+Tutti gli spettatori s'alzarono e cominciò una rumorosa conversazione; i
+vincitori sghignazzando, i vinti bestemmiando, e gli uni e gli altri
+discutendo i meriti dei galli e le vicende della lotta:--_Buena
+pelea!_--_Buenos los gallos!_--_Los gallos malos!_--_No valen
+nada!_--_No entiende Usted!_--_Cállese Usted!_--_Buenos!_--_Malos!_
+
+--_Sentarse, caballeros!_--gridò il presidente; tutti sedettero e
+cominciò un'altra lotta.
+
+Io diedi un'occhiata al campo di battaglia, ed uscii. Qualcuno esiterà a
+crederlo: quello spettacolo mi fece più orrore che la prima corsa dei
+tori. Non avevo idea d'una ferocia così crudele; non credevo, prima di
+vedere, che una bestia, dopo averne reso impotente un'altra, potesse
+torturarla, martoriarla, straziarla in quel modo, coll'accanimento
+dell'odio e colla voluttà della vendetta; non credevo che il furore
+d'una bestia potesse giungere al segno di presentare il carattere della
+più forsennata malvagità umana. Oggi ancora, ed è trascorso tanto tempo,
+ogni volta che ricordo quello spettacolo, volto involontariamente la
+testa da un lato, come per fuggir l'orrenda vista del gallo moribondo; e
+non mi accade mai di metter le mani sovra una ringhiera, senza ch'io
+abbassi gli occhi coll'idea di vedere il suolo sparso di penne e di
+sangue. Se andrete in Spagna, seguite il mio consiglio:
+
+ «State contente, umane genti, _ai tori_.»
+
+
+IL CONVENTO DELL'ESCURIALE.
+
+Prima di partire per l'Andalusia andai a vedere il famoso convento
+dell'Escuriale, il Leviatan dell'Architettura, l'ottava meraviglia del
+mondo, il più gran mucchio di granito che esista sulla terra, e se
+volete altre denominazioni grandiose, immaginatene pure, chè non ne
+troverete nessuna che non gli sia stata ancora applicata. Partii da
+Madrid di buon mattino. Il villaggio dell'Escurial, che diede il nome al
+convento, è a otto leghe dalla città, a poca distanza dal Guadarrama; e
+la strada attraversa una campagna arida e spopolata, chiusa
+all'orizzonte da monti coperti di neve. Quando arrivai alla stazione
+dell'Escuriale, veniva giù una pioggiolina fitta e fredda che dava i
+brividi. Dalla stazione al villaggio c'è un mezzo miglio di salita;
+m'infilai in una diligenza, e di lì a pochi minuti fui sbarcato in una
+strada solitaria, fiancheggiata a sinistra dal convento, a destra dalle
+case del villaggio, e in fondo chiusa dalla montagna. A primo aspetto
+non si raccapezza nulla; si credeva di vedere un edifizio, si vede una
+città; non si sa se si è già dentro al convento o se si è ancora fuori;
+da ogni parte si vedon quelle mura; si va oltre, ci si trova in una
+piazza; si guarda attorno, si vedon delle strade; non si è ancora
+entrati, e già il convento ci circonda, e noi abbiamo perduto la
+bussola, e non sappiamo più da che parte voltarci. Il primo sentimento
+è tristo: tutto l'edifizio è di pietra color terrigno, e rigato di
+bianco tra pietra e pietra; i tetti son coperti di lamine di piombo.
+Sembra un edifizio di terra. Le mura sono altissime e nude, e hanno un
+gran numero di finestre che paion feritoie. Più che un convento, si
+direbbe che è una prigione. Per tutto si vede quel color cupo, morto; e
+non anima viva, e un silenzio di fortezza abbandonata; e di là dai tetti
+neri, la montagna nera, che par che penda sull'edifizio, e gli dà
+un'aria di misteriosa solitudine. Il luogo, le forme, i colori, ogni
+cosa par scelto da chi fondò l'edifizio coll'intento di offrire agli
+occhi degli uomini uno spettacolo tristo e solenne. Prima d'entrare, voi
+avete perduto la vostra gaiezza; non sorridete più, pensate. Vi
+arrestate alle porte dell'Escuriale con una sorta di trepidazione, come
+alle porte d'una città vuota; vi pare che, se in qualche angolo del
+mondo regnasse ancora il terrore della Inquisizione, dovrebbe regnar tra
+quelle mura; direste che là dentro se n'ha a vedere l'ultima traccia e a
+sentire l'ultima eco.
+
+ * * * * *
+
+Tutti sanno che la basilica e il convento dell'Escurial furon fondati da
+Filippo II dopo la battaglia di San Quintino, in adempimento d'un voto
+fatto a san Lorenzo, durante l'assedio, quando gli assedianti eran stati
+costretti a cannoneggiare una chiesa consacrata a quel santo. Don Juan
+Batista di Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori durarono
+vent'un anno. Filippo II volle che l'edifizio presentasse la forma d'una
+graticola a commemorazione del martirio di san Lorenzo; e tale è infatti
+la sua forma. Il piano è un parallelogrammo rettangolare. Ai quattro
+angoli s'alzano quattro grandi torri quadrate col tetto a punta, che
+rappresentano i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo
+reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico; gli edifizi
+interni che congiungono i due lati più lunghi, tengon luogo delle sbarre
+traversali. Altri edifizi minori sorgono fuori del parallelogrammo, a
+breve distanza dal convento, lungo uno dei lati lunghi, e uno dei corti,
+e formano due grandi piazze; dagli altri due lati sono i giardini.
+Facciate, porte, atrii, ogni cosa è in armonia colla grandezza e col
+carattere dell'edifizio; ed è inutile ammontar descrizioni su
+descrizioni. Il palazzo reale è splendidissimo, e convien vederlo, per
+non mescolar poi disparate impressioni, prima di entrare nel convento e
+nella chiesa. Questo palazzo occupa l'angolo levante-tramontana
+dell'edifizio. Alcune sale son piene di quadri, altre tappezzate dal
+pavimento alla volta di tappeti che rappresentan corse di tori, balli
+popolari, giuochi, feste, costumi spagnuoli, disegnati dal Goya; altre
+regalmente mobiliate e parate; il pavimento, le porte, le finestre
+coperte di meravigliosi lavori d'intarsio e di dorature stupende. Ma fra
+tutte le sale è notevole quella di Filippo II; una cella meglio che una
+sala, nuda e squallida, con un'alcova che risponde all'oratorio reale
+della chiesa, in modo che dal letto, tenendo schiuse le porte, si può
+vedere il sacerdote che dice la messa. Filippo II dormiva in quella
+cella, vi fece la sua ultima malattia e vi morì. Si vedono ancora alcune
+seggiole usate da lui, due panchettini sui quali appoggiava la gamba
+tormentata dalla gotta, e uno scrittoio. Le pareti son bianche, il
+soffitto piano e senza ornamenti, il pavimento di mattoni.
+
+Visto il palazzo reale, si esce dall'edifizio, si attraversa la piazza e
+si rientra per la porta principale. Un custode vi si attacca ai panni,
+attraversate un ampio vestibolo, vi trovate nel cortile dei Re. Là vi
+potete formare una prima idea della immane ossatura dell'edifizio. Il
+cortile è tutto chiuso da muri; dal lato opposto alla porta è la
+facciata della chiesa. Sur una spaziosa gradinata s'alzano sei enormi
+colonne doriche, ognuna delle quali sostiene un grande piedestallo, e
+ogni piedestallo una statua. Son sei statue colossali, di Battista
+Monegro, rappresentanti Giosafat, Ezechiello, Davide, Salomone, Giosuè,
+Manasse. Il cortile è lastricato, sparso di cespi d'erba, umido; i muri
+paion roccie tagliate a picco; tutto è rigido, massiccio, pesante, e
+offre non so che fantastico aspetto di edifizio titanico, cavato in una
+montagna di pietra, e atto a sfidare le scosse della terra e i fulmini
+del cielo. Là si comincia a capire che cosa sia l'Escuriale.
+
+Si sale la gradinata e si entra nella chiesa.
+
+L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro enormi pilastri di
+granito bigio sostengono le vòlte dipinte a fresco da Luca Giordano;
+accanto all'altar maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola, negli
+intercolonni di due oratori reali, si vedono due gruppi di statue di
+bronzo inginocchiate, colle mani giunte verso l'altare; a destra Carlo
+V, l'imperatrice Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo
+II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa, a trenta piedi dal
+suolo, in fondo alla navata maggiore, s'alza il coro, con due giri di
+seggiole d'ordine corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino a
+una porta segreta, è la seggiola che occupava Filippo II. Egli riceveva
+da quella porta le lettere e le imbasciate importanti, senza che se
+n'avvedessero i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa che, appetto
+all'intero edifizio, par piccina, è nullameno una delle più vaste chiese
+della Spagna; e benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude
+immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri, che l'oscurità
+in parte nasconde, e dai quali il triste aspetto dell'edifizio distrae
+l'attenzione. Oltre le mille opere d'arte che si vedon nelle cappelle,
+negli stanzini attigui alla chiesa, nelle scale che salgono alle
+tribune, v'è in un corridoio dietro al coro uno stupendo crocifisso di
+marmo bianco di Benvenuto Cellini, coll'iscrizione: _Benvenutus Zelinus,
+civis florentinus facebat 1562_. In altre parti si vedon quadri del
+Navarrete e dell'Herrera. Ma ogni sentimento di meraviglia muore in
+quello della tristezza. Il colore della pietra, la luce dubbia, il
+silenzio profondo che vi circonda, richiama incessantemente il vostro
+pensiero alla vastità, ai recessi ignoti, alla solitudine dell'edifizio,
+e non vi lascia luogo al diletto dell'ammirazione. L'aspetto di quella
+chiesa vi desta un senso inesprimibile di inquietudine. Voi
+indovinereste, quando non lo sapeste altrimenti, che intorno a quelle
+mura, per un grande spazio, non v'è che granito, oscurità e silenzio;
+senza vedere lo smisurato edifizio, lo sentite; sentite che vi trovate
+in mezzo a una città disabitata; vorreste affrettare il passo per
+vederla presto, per liberarvi dall'incubo di quel mistero, per cercare,
+se in qualche parte vi fosse, la luce viva, il rumore, la vita.
+
+Dalla chiesa, per parecchie stanze nude e fredde, si va nella sacrestia,
+un'ampia sala a volta, nella quale tutta una parete è occupata da armadi
+di legni svariati e finissimi, che racchiudono gli ornamenti sacri; la
+parete opposta, da una serie di quadri del Ribera, del Giordano, del
+Zurbaran, del Tintoretto e d'altri pittori italiani e spagnuoli; e in
+fondo il famoso altare della _Santa forma_ col celeberrimo quadro del
+povero Claudio Coello, che morì di crepacuore per la chiamata di
+Luca Giordano all'Escuriale. L'effetto di questo quadro è veramente
+superiore ad ogni immaginazione. Rappresenta, con figure di grandezza
+naturale, la processione che si fece per collocare in quel medesimo
+luogo la _Santa forma_; vi è ritratta appunto quella sacrestia, e
+l'altare; il priore inginocchiato sulla gradinata, colla custodia e
+l'ostia sacra nelle mani; intorno a lui i diaconi; da un lato Carlo II
+in ginocchio; più in là monaci, chierici, seminaristi ed altri fedeli.
+Le figure sono così vive e parlanti, la prospettiva così vera, il
+colorito, l'ombre, la luce così efficaci, che al primo entrare nella
+sacrestia, si scambia il quadro con uno specchio che rifletta una
+funzione religiosa celebrata in quel momento in una sala vicina. Poi
+l'illusione delle figure sparisce; ma resta quella del fondo del quadro,
+e si ha proprio bisogno di avvicinarsi fin quasi a toccarlo, per credere
+che quella non è un'altra sacrestia, ma una tela dipinta. Nei giorni di
+giubileo questa tela si arrotola, ed appare in mezzo a una piccola
+cappella un tempietto di bronzo dorato, dentro al quale si vede una
+magnifica custodia che racchiude l'ostia sacra, tempestata di diecimila
+tra rubini, diamanti, amatiste, granate, disposti in forma di raggi, che
+abbarbaglian la vista.
+
+Dalla sacrestia andammo al Panteon. Un custode con una fiaccola accesa
+mi precedette, scendemmo una lunga scala di granito, giungemmo a una
+porta sotterranea dove non penetrava raggio di luce. Al di sopra di
+questa porta si legge la seguente iscrizione in lettere di bronzo
+dorato:
+
+«Dio Onnipotente e Grande!
+
+»Luogo consacrato dalla pietà della dinastia austriaca alle spoglie
+mortali dei re cattolici, che stanno aspettando il desiderato giorno
+sotto l'altar maggiore sacro al Redentore del genere umano. Carlo V, il
+più illustre dei Cesari, desiderò questo luogo di ultimo riposo per sè e
+pel suo lignaggio; Filippo II, il più prudente dei re, lo designò.
+Filippo III, monarca sinceramente pietoso, diede principio ai lavori.
+Filippo IV, grande per la sua clemenza, costanza e devozione, lo ampliò,
+lo abbellì e lo condusse a termine l'anno del Signore 1654.»
+
+Il custode entrò, lo seguii, mi trovai in mezzo ai sepolcri, o meglio in
+un sepolcro oscuro e freddo come la grotta d'una montagna. È una piccola
+sala ottagonale, tutta marmo, con un altarino nella parete opposta alla
+porta, e nelle rimanenti, dal suolo alla vòlta, l'una sull'altra, le
+tombe, distinte con ornamenti di bronzo e bassorilievi; la vòlta
+corrisponde all'altar maggiore della chiesa. A destra dell'altare son
+sepolti Carlo V, Filippo II, Filippo III, Filippo IV, Luigi I, i tre Don
+Carlos, Ferdinando VII; a sinistra le imperatrici e le regine. Il
+custode avvicinò la fiaccola alla tomba di Donna Maria Luisa di Savoia,
+moglie di Carlo III, e mi disse con aria di mistero:--Legga.--Il marmo è
+rigato in vari sensi; con un po' d'attenzione riescii a raccapezzare
+cinque lettere; è il nome--Luisa--scritto dalla stessa regina Luisa con
+la punta delle forbici. A un tratto il custode spense la fiaccola e
+rimanemmo nelle tenebre: mi si agghiacciò il sangue nelle
+vene.--Accenda!--gridai. Il custode rise d'un riso lungo e lugubre, che
+mi parve il rantolo d'un moribondo, e rispose:--Guardi!--Guardai: un
+debolissimo raggio di luce, scendendo da un'apertura vicino alla vôlta,
+lungo la parete, sin quasi al pavimento, rischiarava appena tanto da
+renderle visibili, alcune tombe di regine; e pareva un raggio di luna; e
+i bassorilievi e i bronzi delle tombe luccicavano a quel barlume d'una
+luce strana, come se stillassero acqua. In quel momento sentii per la
+prima volta l'odore di quell'aria sepolcrale, e mi prese un brivido di
+freddo; penetrai, coll'immaginazione, in quelle tombe, e vidi tutti quei
+cadaveri irrigiditi; cercai uno scampo al di sopra della vòlta, mi
+trovai solo nella chiesa; fuggii dalla chiesa, mi perdetti nei labirinti
+del convento; mi rifeci presente a me stesso, in mezzo a quelle tombe, e
+sentii che veramente ero nel cuore dell'edifizio mostruoso, nella parte
+più profonda, nel recesso più gelido, nel penetrale più tremendo; e mi
+parve d'esser prigioniero, sepolto in quel gran monte di granito, e che
+mi gravitasse tutto addosso, e che da tutti i lati mi premesse, e mi
+chiudesse l'uscita; e pensai al cielo, alla campagna, all'aria libera
+come a un mondo remoto, e con un sentimento ineffabile di
+mestizia.--Signore!--mi disse solennemente il custode, prima di uscire,
+tendendo la mano verso la tomba di Carlo V:--L'imperatore è là, tal
+quale come quando ce l'hanno messo, cogli occhi ancora aperti, che par
+vivo e parlante! È un miracolo d'Iddio che ha il suo perchè! Chi vivrà
+vedrà!--E dicendo quest'ultime parole abbassò la voce come per timore
+che l'imperatore sentisse, e fatto il segno della croce, mi precedette
+su per la scala.
+
+Dopo la chiesa e la sacrestia, si va a visitare il Museo di pittura, che
+contiene un gran numero di quadri d'artisti d'ogni paese, non già de'
+migliori, chè questi furon portati al Museo di Madrid; ma pur tali da
+meritare una visita attenta di mezza giornata. Dal Museo di pittura si
+va alla Biblioteca, passando per la grande scala sulla quale s'incurva
+una smisurata vòlta tutta dipinta a fresco da Luca Giordano. La
+Biblioteca è composta d'una vastissima sala ornata di grandi pitture
+allegoriche, che contiene più di cinquantamila volumi preziosissimi,
+quattromila dei quali regalati da Filippo II, e d'un'altra sala dove è
+una ricchissima raccolta di manoscritti. Dalla Biblioteca si va al
+Convento.
+
+Qui l'immaginazione umana si perde. Se qualcuno dei lettori ha letto
+l'_Estudiante de Salamanca_ dell'Espronceda, si rammenti di
+quell'instancabile giovane, quando, tenendo dietro alla signora
+misteriosa che incontrò di notte ai piedi d'un tabernacolo, trascorre di
+strada in strada, di piazza in piazza, di vicolo in vicolo, e svoltando,
+e girando e rigirando arriva fino a un punto dove non ravvisa più le
+case di Salamanca, e si trova in una città sconosciuta; e continua a
+svoltare cantonate, a traversar piazze, a percorrer strade; e via via
+che va oltre gli par che la città s'allarghi, e le strade si allunghino,
+e i vicoli s'incrocino più fitto; e va ancora, e va sempre, e va senza
+posa, e non sa se sogna, o se è desto, o ubriaco, o impazzito; e nel suo
+cuore di ferro comincia a penetrare il terrore, e i più strani
+fantasimi gli si affollano nella mente smarrita; così lo straniero nel
+convento dell'Escuriale. Infilate un lungo corridoio sotterraneo stretto
+da toccarne le pareti coi gomiti, basso da urtar quasi la testa nella
+vòlta, e umido come una grotta sottomarina; arrivate in fondo, svoltate,
+siete in un altro corridoio. Andate oltre, incontrate delle porte,
+guardate: altri corridoi si allungano a perdita d'occhio. In fondo a
+qualcuno vedete un barlume di luce, in fondo ad altri una porta aperta
+che lascia intravedere una fuga di stanze. Di tratto in tratto sentite
+il rumor d'un passo, v'arrestate, non lo sentite più; poi lo risentite;
+non sapete se è sopra il vostro capo, o a destra, o a sinistra, o
+dietro, o davanti. V'affacciate a una porta, e retrocedete impaurito: in
+fondo allo sterminato corridoio in cui avete lanciato lo sguardo, avete
+visto un uomo immobile, come uno spettro, che vi guardava. Tirate
+innanzi, riescite in un cortile angusto, cinto di mura altissime,
+erboso, sonoro, illuminato di una luce scialba, che par che scenda da un
+sole ignoto, simile ai cortili delle streghe che ci descrivevano da
+ragazzi. Uscite dal cortile, salite su per una scala, riuscite sopra una
+galleria, guardate giù: è un altro cortile silenzioso e deserto.
+Infilate un altro corridoio, scendete un'altra scala, vi trovate in un
+terzo cortile; poi daccapo corridoi e scale e fughe di sale vuote e
+cortili angusti, e per tutto granito, erba, luce scialba, silenzio di
+tomba. Per un po' di tempo vi pare che riuscirete a tornare sui vostri
+passi; poi la memoria vi si turba, e non ricordate più nulla; vi pare
+d'aver fatto dieci miglia, di essere in quel laberinto da un mese, di
+non poterne più uscire. Vi affacciate sur un cortile e dite:--l'ho già
+visto!--No, v'ingannate, è un altro. Credete di essere da quella tal
+parte dell'edifizio, siete dalla parto opposta. Domandate al custode
+dov'è il claustro, vi risponde:--È qui;--e camminate ancora per
+mezz'ora. Vi par di sognare: vedete di sfuggita lunghi muri dipinti a
+fresco, ornati di quadri, di croci, d'iscrizioni; vedete e dimenticate;
+chiedete a voi stessi: dove sono? Vedete una luce d'un altro mondo; non
+avevate idea d'una siffatta luce; è l'effetto del riflesso del granito?
+è il lume della luna? No, è giorno; ma è una luce più trista delle
+tenebre; è una luce falsa, sinistra, fantastica. E avanti, di corridoio
+in corridoio, di cortile in cortile; vi guardate innanzi con sospetto;
+aspettate di veder all'improvviso, allo svoltar d'un canto, una fila di
+frati scheletriti, col cappuccio sugli occhi e le braccia in croce;
+pensate a Filippo II; vi par di sentire il suo passo lento allontanarsi
+per gli anditi oscuri; vi ricordate tutto quello che avete letto di lui,
+dei suoi terrori, dell'Inquisizione, e ogni cosa vi s'illumina agli
+occhi della mente d'una subita luce; capite ogni cosa per la prima
+volta; l'Escuriale è Filippo II, lo vedete a ogni passo, sentite il suo
+respiro, egli è ancora là, vivo e spaventevole, e con lui l'immagine del
+suo Dio tremendo. Allora voi vorreste ribellarvi, sollevare il pensiero
+al Dio del vostro cuore e delle vostre speranze, e vincere il terrore
+misterioso che il luogo v'ispira; ma non potete; l'Escuriale vi
+circonda, vi possiede, vi schiaccia; il freddo delle sue pietre vi
+penetra nelle ossa; la tristezza dei suoi laberinti sepolcrali v'invade
+l'anima; se siete con un amico, gli dite:--Usciamo;--se foste colla
+vostra amante la stringereste al cuore con un senso di trepidazione; se
+foste solo, pigliereste la corsa; infine salite una scala, entrate in
+una stanza, v'affacciate a una finestra, e salutate con uno slancio di
+gratitudine i monti, il sole, la libertà, il Dio grande e benefico che
+ama e che perdona.
+
+Che respirone si tira a quella finestra!
+
+Di là si vedono i giardini, che occupano uno spazio ristretto, e son
+semplicissimi; ma quanto si può dire eleganti e belli, e in perfetta
+armonia coll'edifizio. Vi si vedon dodici leggiadre fontane, ciascuna
+circondata da quattro quadrati di mortella che rappresentano scudi
+reali, disegnati con un gusto sì squisito e arrotondati con una tal
+finitezza, che a guardarli sulle finestre, paion tessuti di felpa e di
+velluto, e formano nella bianca arena dei sentierini un graziosissimo
+spicco. Non alberi, non fiori, non capanni: in tutto il giardino non si
+vedono che fontane, quadrati di mortella, e due soli colori, il verde e
+il bianco; ed è tale la bellezza di quella nobile semplicità, che non se
+ne può staccare lo sguardo, e quando lo si è staccato, il pensiero vi
+ritorna, e ci si arresta con un diletto dolcissimo temperato di una
+sorta di mestizia gentile. In una stanza vicina a quella che guarda in
+sul giardino, mi si fece vedere una serie di reliquie, che considerai in
+silenzio senza lasciar trapelare al custode il mio intimo sentimento di
+dubbio: una scheggia della santa croce regalata dal Papa a Isabella II,
+un pezzo di legno bagnato del sangue, ancora visibile, di san Lorenzo,
+un calamaio di santa Teresa, ed altri oggetti, fra i quali un altarino
+portatile di Carlo V, e una corona di spine e un par di tanaglie da
+tortura, trovate non so più dove. Di là mi condussero sulla cupola della
+chiesa di dove si gode un colpo d'occhio immenso. Da un lato lo sguardo
+si stende per tutta la campagna montuosa che corre fra l'Escuriale e
+Madrid; dall'altro si vedono le montagne nevose del Guadarrama; sotto,
+si abbraccia con un'occhiata tutto lo smisurato edifizio, i lunghi tetti
+di piombo, le torri; si vede nell'interno dei cortili, dei claustri, dei
+portici, delle gallerie; si possono ricorrere col pensiero i mille
+andirivieni dei corridoi e delle scale, e dire:--Un'ora fa ero
+laggiù--qui--lassù--là sotto--laggiù lontano,--e maravigliarsi d'aver
+fatto tanto cammino, e rallegrarsi d'essere uscito da quel labirinto, da
+quelle tombe, da quelle tenebre, e di poter tornare in città e rivedere
+gli amici.
+
+Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato una giornata nel
+convento dell'Escurial, ci si deve sentir felici per tutta la vita, solo
+pensando che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che non ci s'è
+più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo tanto tempo, nei giorni piovosi,
+quando sono tristo, penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia
+stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i cortili
+dell'Escurial; quando sto male e dormo un sonno torbido e penoso, sogno
+di girare per quei corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un
+vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte, senza trovare
+l'uscita, finchè vo a dar del capo nel Panteon e la porta mi si chiude
+fragorosamente alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che piacere
+rividi i mille lumi della _Puerta del Sol_, i caffè affollati, e la
+grande e rumorosa strada d'Alcalà! Rientrando in casa feci un tale
+strepito che la serva, ch'era una buona e semplice galiziana, corse
+tutta affannata dalla padrona e le disse:--_Me parece que el italiano se
+ha vuelto loco!_--(Mi pare che l'italiano sia diventato matto.)
+
+ * * * * *
+
+Più dei galli e più dei tori, mi divertirono i deputati delle Cortes.
+M'era riuscito di ottenere un posticino nella tribuna dei giornalisti, e
+mi ci andavo a piantare ogni giorno, e ci stavo fino alla fine con un
+piacere infinito. Il Parlamento spagnuolo ha un aspetto più giovanile
+del nostro; non perchè i deputati sian più giovani; ma perchè son più
+attillati e più lindi. Là non si vedono quelle chiome scarmigliate,
+quelle barbe incolte, e quelle casacche di nessun colore che si vedon
+sui banchi della nostra Camera: là barbe e capelli ravviati e lucidi,
+gran camicie ricamate, soprabiti neri, calzoncini chiari, guanti
+ranciati, mazzine col pomo d'argento e fiori all'occhiello. Il
+Parlamento spagnuolo s'attiene al figurino della moda. E quale il
+vestire, tale il parlare: vivo, gaio, fiorito, scintillante. Noi
+lamentiamo già che i nostri deputati siano solleciti della forma più che
+non convenga ad oratori politici; ma i deputati spagnuoli la curano
+assai più studiosamente e, convien dirlo, con assai miglior garbo. Non
+solo parlano con facilità meravigliosa, così che è rarissimo il sentire
+un deputato che s'interrompa a mezzo il periodo per cercare la frase; ma
+non c'è chi non si sforzi di parlar corretto, e di dare alla sua parola
+un po' di lustro poetico, un po' di sapor classico, un po' d'impronta di
+grande stile oratorio. I ministri più gravi, i deputati più timidi, i
+finanzieri più rigorosi, quand'anche parlino di argomenti lontanissimi
+da quanto può dare appiglio alla rettorica, infiorano i loro discorsi di
+bei modi da Antologia, d'aneddoti ameni, di versi famosi, d'apostrofi
+alla civiltà, alla libertà, alla patria; e tiran via a precipizio come
+se recitassero cose imparate a mente, con un'intonazione sempre misurata
+ed armonica, e una varietà di atteggiamenti e di gesti che non lascia
+luogo un istante alla noia. E i giornali, giudicando i loro discorsi,
+lodano l'elevatezza dello stile, la purità della lingua, _los rasgos
+sublimes_, i tratti sublimi, che vi si ammirarono, se si tratta dei loro
+amici, si sottintende; oppure dicono con disprezzo che lo stile è
+sesquipedale, la lingua corrotta, la forma, in una parola, questa
+benedetta forma! incolta, ignobile, indegna delle splendide tradizioni
+dell'arte oratoria spagnuola. Questo culto della forma, questa grande
+facilità di parola degenera in vanità ampollosa; e certo che non s'hanno
+a cercare nel Parlamento di Madrid i modelli della vera eloquenza
+politica; ma non è men vero quello che universalmente si dice: che
+codesto Parlamento è fra tutti gli europei il più ricco di facondi
+oratori nel senso generale della parola. Bisogna sentire una discussione
+sur un argomento di alta politica, che muova le passioni! È una vera
+battaglia! Non son più discorsi, son diluvii di parole, da fare
+ammattire gli stenografi e confonder la testa agli uditori delle
+tribune! Sono voci, gesti, impeti, rapimenti d'ispirazione che fan
+pensare all'Assemblea francese nei giorni turbolenti della rivoluzione!
+Vi si sente un Rios Rosas, oratore violentissimo, che domina i tumulti
+col ruggito; un Martos, oratore dalla forma eletta, che uccide col
+ridicolo; un Pi y Margall, vecchio venerabile, che atterrisce coi
+sinistri pronostici; un Collantes, parlatore infaticabile, che schiaccia
+la Camera sotto una valanga di parole; un Rodriguez, che con
+meravigliosa flessuosità di ragionamenti e di giri, incalza, avviluppa e
+soffoca gli avversari; e in mezzo ad altri cento, un Castelar che vince
+e trascina amici e nemici con un torrente di poesia e di armonia. E
+questo Castelar, noto in tutta Europa, è veramente la più completa
+espressione dell'eloquenza spagnuola. Egli spinge il culto della forma
+fino all'idolatria; la sua eloquenza è musica; il suo ragionamento è
+schiavo del suo orecchio; ei dice o non dice una cosa, o la dice in un
+senso meglio che in un altro, secondo che torna o non torna al periodo;
+ha un'armonia nella mente, la segue, la obbedisce, le sacrifica tutto
+quello che la può offendere; il suo periodo è una strofa; bisogna
+sentirlo per credere che la parola umana, senza misura poetica e senza
+canto, si possa avvicinar così all'armonia del canto e della poesia. È
+più artista che uomo politico, ha d'artista, non solo l'ingegno, ma il
+cuore; un cuore di fanciullo, incapace di odio o d'inimicizia. In tutti
+i suoi discorsi non si trova un'ingiuria; nelle Cortes non ha mai
+provocato una seria quistione personale; non ricorre mai alla satira,
+non adopera mai l'ironia; nelle sue più violente filippiche non versa
+una dramma di fiele; e questa n'è una prova che, repubblicano,
+avversario di tutti i ministeri, giornalista battagliero, accusatore
+perpetuo di chi esercita un potere, e di chi non è fanatico per la
+libertà, non s'è fatto odiare da nessuno. E però i suoi discorsi si
+godono e non si temono; la sua parola è troppo bella per esser
+terribile; il suo carattere troppo ingenuo perchè egli possa esercitare
+una influenza politica; egli non sa armeggiare, tramare e barcamenarsi;
+egli non è buono che a piacere ed a splendere; la sua eloquenza, quando
+è più grande, è tenera; i suoi più bei discorsi fan piangere. Per lui la
+Camera è un teatro. Come i poeti improvvisatori, per aver l'ispirazione
+piena e serena, egli ha bisogno di parlare a quella data ora, in quel
+determinato punto e con quel certo tempo libero dinanzi a sè. Perciò,
+il giorno che deve parlare, prende le sue misure col Presidente della
+Camera; il Presidente dispone in modo che gli tocchi la parola quando le
+tribune sono affollate e tutti i deputati al loro posto; i suoi giornali
+annunziano la sera innanzi il suo discorso affinchè le signore possano
+procurarsi il biglietto; egli ha bisogno d'aspettazione. Prima di
+parlare è inquieto, non può posare un istante, entra nella Camera, esce,
+rientra, torna ad uscire, gira pei corridoi, va nella biblioteca a
+sfogliare un libro, scappa nel caffè a bere un bicchier d'acqua, par
+preso dalla febbre, gli sembra che non saprà accozzar due parole, che
+farà ridere, che si farà fischiare; del suo discorso non gli rimane una
+sola idea lucida nella mente, ha confuso tutto, ha dimenticato
+tutto.--Come va il polso?--gli domandano sorridendo gli amici. Giunto il
+momento solenne, sale al suo banco col capo basso, tremante, pallido,
+come un condannato che va a morire, rassegnato a perdere in un sol
+giorno la gloria conquistata in tanti anni e con tante fatiche. In quel
+momento i suoi stessi nemici senton pietà del suo stato. Egli si alza,
+volge uno sguardo intorno, e dice:--_Señores!_--È salvo; il suo coraggio
+si rinfranca, la sua mente si rischiara, il suo discorso gli si
+ricompone nella testa come un'arietta dimenticata; il Presidente, le
+Cortes, le tribune spariscono; egli non vede più che il suo gesto, non
+ode più che la sua voce, non sente più che la fiamma irresistibile che
+lo accende e la forza misteriosa che lo solleva. È bello sentir dire da
+lui queste cose: «Io non vedo più le pareti della sala,» dice, «vedo
+genti e paesi lontani che non ho mai visti.»--E parla per ore e per ore,
+e non un deputato esce dall'aula, non una persona si muove nelle
+tribune, non una voce lo interrompe, non un gesto lo distrae; neanche
+quando fa una scappatella in barba del Regolamento, il Presidente non ha
+il coraggio d'interromperlo; egli fa balenare a suo bell'agio l'immagine
+della sua repubblica vestita di bianco e coronata di rose, e i
+monarchici non s'arrischiano a protestare, perchè, così vestita, la
+trovan bella anch'essi; il Castelar è signore dell'Assemblea: tuona,
+sfolgora, canta, strepita e scintilla come un fuoco d'artifizio, fa
+sorridere, strappa grida di entusiasmo, finisce in mezzo a un immenso
+fragore d'applausi, e se ne va colla testa in visibilio. Tale è questo
+famoso Castelar, professore di storia all'Università, fecondissimo
+scrittore di politica, d'arte, di religione; pubblicista che razzola
+cinquantamila lire all'anno nei giornali d'America, accademico eletto ad
+unanimità dall'_Academia española_, segnato a dito per le vie,
+festeggiato dal popolo, amato dai nemici, giovane, gentile, vanerello,
+generoso, beato.
+
+ * * * * *
+
+E poichè siamo all'eloquenza politica diamo uno sguardo alla
+letteratura. Raffiguriamoci una sala di Accademia piena di confusione e
+di strepito. Una folla di poeti, di romanzieri e di scrittori d'ogni
+natura, aventi quasi tutti qualcosa di francese nel volto e nei modi,
+benchè studiosissimi tutti di non lasciarlo parere; leggono e declamano
+le opere loro, facendo gli uni a soverchiar la voce degli altri, a fine
+di farsi sentire dal popolo accalcato nelle tribune; il quale, dal canto
+suo, bada a legger le gazzette e a disputar di politica. A quando a
+quando una voce vibrata e armoniosa vince il tumulto; e allora cento
+voci, prorompono insieme in un canto della sala, gridando:--È un
+carlista!--e una salva di fischi tien dietro alle grida; oppure:--È un
+repubblicano!--e un'altra salva di fischi, da un'altra parte, soffoca la
+voce vibrata e armoniosa. Gli accademici si tirano dei giornali
+rappallottolati, si urlan l'un l'altro nell'orecchio:--Ateo!--
+Gesuita!-- Demagogo!-- Neo-cattolico!-- Banderuola!-- Traditore!--A
+tender ben l'orecchio verso quei che leggono, si colgono strofe
+armoniose, periodi ben torniti, frasi potenti; il primo effetto è
+gradevole; son davvero poesie e prose piene di calore, di vita, di
+sprazzi di luce, di felici comparazioni tolte da tutto quello che
+splende e che suona nel cielo e sul mare e sulla terra; e ogni cosa
+vagamente lumeggiato di colori orientali e riccamente vestito di armonie
+italiane. Ma ahimè! non è che letteratura per gli occhi e per gli
+orecchi; non è che musica e pittura; raramente la musa, in mezzo a un
+nembo di fiori, lascia cadere la gemma d'un pensiero; e di codesta
+pioggia luminosa non rimane che un leggiero profumo nell'aria, e l'eco
+d'un lieve mormorio nell'orecchio. Intanto, s'odon nella strada grida
+di popolo, colpi di fucili e suon di tamburi; a ogni tratto, qualche
+artista diserta l'arringo, e va a sventolare una bandiera tra la folla;
+spariscono a due, a tre, a frotte, e vanno a ingrossare il drappello dei
+gazzettieri; lo strepito e la vicenda continua degli avvenimenti,
+distolgono i più tenaci dalle opere di lunga lena; invano qualche
+solitario nella folla grida:--In nome del Cervantes, fermate!--Alcune
+voci potenti si sollevano al di sopra di quel gridìo; ma son voci
+d'uomini raggruppati in disparte, molti dei quali in procinto di partire
+per un viaggio senza ritorno. È la voce dell'Hatzembuch, il principe del
+dramma; è la voce del Breton de los Herreros, il principe della
+commedia; è la voce dello Zorrilla, il principe della poesia; è un
+orientalista che si chiama Gayango, un archeologo che si chiama Guerra,
+un commediografo che si chiama Tamayo, un novelliere che si chiama
+Fernand Caballero, un critico che si chiama Amador de Los Rios, un
+romanziere che si chiama Fernandez y Gonzalez, e una schiera d'altri
+ingegni arditi e fecondi; in mezzo ai quali è ancora viva la memoria del
+gran poeta della rivoluzione, Quintana; del Byron della Spagna,
+Espronceda; d'un Nicasio Gallego, d'un Martinez della Rosa, d'un duca di
+Rivas. Ma il tumulto, il disordine e la discordia invadono ed avvolgono,
+come un torrente, ogni cosa. E per uscir di allegoria, la letteratura
+spagnuola si trova in quasi eguali condizioni della nostra: una schiera
+di illustri che declinano; ma che ebbero due grandi ispirazioni: o la
+religione o la patria, o entrambe; e che però lasciarono un'orma propria
+e durevole nel campo dell'arte; e una schiera di giovani che vengono
+innanzi a tentoni, domandando che cosa hanno da fare, piuttosto che
+facendo davvero; ondeggianti tra la fede e il dubbio, o aventi la fede
+senza il coraggio, o non avendola, indotti dall'uso a simularla;
+malsicuri anch' essi della propria lingua, e titubanti fra le Accademie
+che gridano:--Purezza!--e il popolo che grida:--Verità!; incerti tra la
+legge della tradizione e il bisogno del momento; lasciáti, in un canto
+dai mille che danno la fama o vituperati dai pochi che la suggellano;
+costretti a pensare in un modo e a scrivere in un altro, a non
+esprimersi interi, a lasciarsi sfuggire il presente per non si staccare
+dal passato, a barcamenarsi alla meglio fra opposte difficoltà. Gran
+ventura poter far surnuotare, per qualche anno, il proprio nome al
+torrente di libri francesi onde il paese è allagato! Dal che nasce lo
+sconforto prima nelle proprie forze e poi nel genio nazionale; e di qui
+o l'imitazione che mantiene nella mediocrità, o l'abbandono della
+letteratura dai larghi studi e dalle larghe speranze, per il facile e
+proficuo scribacchiar nei giornali. Unico, fra le tante rovine, riman
+ritto il teatro. La nuova letteratura drammatica non ha più dell'antica
+nè l'invenzione meravigliosa, nè la forma splendida, nè quell'impronta
+originale di nobiltà e di grandezza, che era propria d'un popolo
+dominatore dell'Europa e del Nuovo Mondo; e meno ancora la fecondità
+incredibile e la varietà senza fine; ma per compenso una più sana
+dottrina, un'osservazione più profonda, una delicatezza più squisita, e
+una maggiore conformità allo scopo vero del teatro, che è di correggere
+i costumi e di nobilitare i cuori e le menti. In tutte le opere
+letterarie poi, come nel teatro, nei romanzi, nei canti popolari, nei
+poemi, nelle storie, sempre vivo e dominante il sentimento che informa
+più profondamente, forse, che ogni altra letteratura europea, la
+letteratura spagnuola, dai primi tentativi lirici del Berceo ai vigorosi
+inni guerrieri del Quintana:--l'orgoglio nazionale.
+
+E qui accade di parlare del carattere degli Spagnuoli. Il loro orgoglio
+nazionale è tale oggi ancora, dopo tante e sventure e una sì bassa
+caduta, da far dubitare allo straniero che vive in mezzo a loro, s'essi
+sian spagnuoli di tre secoli fa, o spagnuoli del secolo decimonono. Ma è
+un orgoglio che non offende, un orgoglio innocentemente rettorico. Non
+deprimon già le altre nazioni per parer alla volta loro più alti; no; le
+rispettano, le lodano, le ammirano, ma lasciando però trasparire il
+sentimento di una superiorità che, nel concetto loro, ritrae appunto da
+quell'ammirazione, una luminosa evidenza. Sono, per le altre nazioni,
+benevoli di quella benevolenza che il Leopardi dice giustamente essere
+propria degli uomini pieni del concetto di se medesimi; i quali,
+credendosi ammirati da tutti, amano i loro creduti ammiratori, anche
+perchè giudicano ciò conveniente a quella _maggioranza_ onde stimano
+che la sorte gli abbia favoriti. Non può esservi stato al mondo un
+popolo più fiero della sua storia che il popolo spagnuolo. È una cosa
+incredibile. Il ragazzo che vi lustra gli stivali, il facchino che vi
+porta la valigia, il mendicante che vi chiede l'elemosina, alzan la
+testa e mandan lampi dagli occhi al nome di Carlo V, di Filippo II, di
+Ferdinando Cortes, di Don Giovanni d'Austria, come se fossero eroi del
+loro tempo, e li avesser veduti il giorno prima entrare trionfalmente
+nella città. Si pronuncia il nome di _España_ coll'accento col quale
+dovevan pronunciar _Roma_ i Romani a' tempi più gloriosi della
+repubblica. Quando si parla della Spagna, è bandita anche la modestia,
+dagli uomini naturalmente più modesti, senza che sul loro viso appaia il
+menomo indizio di quell'esaltamento a cui si condona l'intemperanza del
+linguaggio. Si inneggia a freddo, per uso, senza accorgersene. Nei
+discorsi al Parlamento, negli articoli delle gazzette, nelle scritture
+delle accademie, si chiama il popolo spagnuolo, senza perifrasi, _un
+pueblo de héroes_, la grande nazione, la meraviglia del mondo, la gloria
+dei secoli. È raro il sentir dire o leggere cento parole da chi si sia e
+a qual si voglia uditorio, senza che o prima o poi non suoni il
+ritornello obbligato di Lepanto, di scoperta d'America, di guerra
+d'indipendenza, a cui tien dietro sempre uno scoppio d'applausi.
+
+E appunto la tradizione della guerra d'indipendenza costituisce nel
+popolo spagnuolo una forza intima immensa. Chi non sia vissuto o poco o
+molto in Spagna non può credere che una guerra, per quanto fortunata e
+gloriosa, possa lasciare in un popolo una così profonda fede nel valor
+nazionale. Baylen, Victoria, San Marcial sono tradizioni per la Spagna
+assai più efficaci che non siano per la Francia Marengo, Jena,
+Austerlitz. La stessa gloria guerriera degli eserciti di Napoleone,
+veduta a traverso la guerra d'indipendenza che vi stese su il primo
+velo, appare agli occhi della Spagna assai meno splendida che a ogni
+altro popolo d'Europa. L'idea di una invasione straniera desta negli
+Spagnuoli un sorriso di sdegnoso disprezzo; non credono alla possibilità
+d'esser vinti nel loro paese; bisognava sentire con che tòno parlavan
+della Germania quando correva voce che l'imperatore Guglielmo fosse
+risoluto a sostenere colle armi il trono del duca d'Aosta. E non c'è
+dubbio che, se avessero a combattere una nuova guerra d'indipendenza,
+forse combatterebbero, con meno fortunato successo, ma con prodezza e
+costanza pari a quella maravigliosa che spiegarono allora. Il 1808 è il
+93 della Spagna; è una data che ogni spagnuolo ha dinanzi agli occhi
+scritta in carattere di fuoco; se ne gloriano le donne, i ragazzi, i
+bambini che cominciano a scioglier la lingua; è il grido di guerra della
+nazione.
+
+E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori e dei loro artisti.
+L'accattone invece di dir _España_, vi dice qualche volta _la patria de
+Cervantes_. Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo la
+popolarità che ha in Spagna l'autore del _Don Chisciotte_. Io credo che
+non vi sia un contadino, un pastore, dai Pirenei alla Sierra Nevada,
+dalla costa di Valenza ai colli d'Estremadura, che interrogato di chi
+sia il Cervantes, non risponda con un sorriso di compiacenza:--_El
+imortal autor del Quijote._--La Spagna è forse il paese dove si
+celebrano più anniversarii di grandi scrittori: da Juan de Mena
+all'Espronceda, ognuno ha il suo giorno solenne, nel quale si offre alla
+sua tomba un tributo di canti e di fiori. Nelle piazze, nei caffè, nei
+carrozzoni della strada ferrata, per tutto occorre di sentir citar versi
+di poeti illustri, da ogni sorta di gente; chi non ha letto, ha sentito
+leggere; chi non ha sentito leggere, ripete la citazione come un
+proverbio, per averla udita da un altro; e quando uno dice un verso,
+tutti drizzan gli orecchi. Chi conosca per poco la letteratura
+spagnuola, può fare un viaggio in quel paese colla sicurezza di aver
+sempre di che discorrere e di come ispirar simpatia, dovunque capiti, in
+chiunque s'abbatta. La letteratura nazionale è là veramente nazionale.
+
+Il difetto degli Spagnuoli che colpisce fin dalle prime lo straniero, è
+questo: che nell'estimare le cose, gli uomini e gli avvenimenti del loro
+tempo e del loro paese, sbagliano, se così può dirsi, la misura;
+ingigantiscon tutto; vedono ogni cosa come a traverso una lente che ne
+dilata spropositatamente i contorni. Non avendo avuto da lungo tempo una
+partecipazione immediata nella vita comune d'Europa, mancò loro
+l'occasione di paragonarsi cogli altri Stati, e di giudicar sè stessi
+dal paragone. Perciò le loro guerre civili, le guerre d'America,
+d'Affrica, di Cuba, sono per loro quello che son per noi, non la piccola
+guerra del 1860 e 61 contro l'esercito papale od anche la rivoluzione
+del 1860; ma la gran guerra di Crimea, quella del 1859, quella del 1866.
+Dei combattimenti, sanguinosi senza dubbio, ma non grandi, che
+illustrarono le armi spagnuole in quelle guerre, parlano come i Francesi
+di Solferino, i Prussiani di Sadowa, gli Austriaci di Custoza. I Prim, i
+Serrano, gli O'Donnell, sono generali che mettono al lato dei più
+insigni degli altri paesi. Mi ricordo del chiasso fatto a Madrid per la
+vittoria riportata dal general Morriones su quattro o cinque mila
+Carlisti. I deputati, nella sala di conversazione delle Cortes,
+esclamavano enfaticamente:--_Eh! La sangre española!_--; alcuni dicevan
+persino che se un esercito di trecentomila Spagnuoli, si fosse trovato
+in luogo dei Francesi nel 1870, sarebbe corso difilato a Berlino. E
+certo non si può dubitar del valore spagnuolo, che diede di sè tante
+prove; ma è lecito il supporre che fra Carlisti disordinati e Prussiani
+stretti in corpi d'esercito, fra soldati d'Europa, per farla più larga,
+e soldati d'Affrica, fra grandi battaglie campali, dove la mitraglia
+miete le vite a migliaia, e combattimenti di diecimila soldati per
+parte, con disparità grande di armamento e di disciplina, ci corra. E
+come parlan di guerra, parlan d'ogni altra cosa; non già il popolo solo,
+ma la gente colta. Agli scrittori si prodigano lodi sperticate; si dà
+di _grande poeta_ a molti, il cui nome non è mai uscito di Spagna; gli
+epiteti di inarrivabile, di sublime, di meraviglioso, sono moneta
+corrente che si spende e si riceve senza il menomo dubbio sulla bontà
+della lega. Si direbbe che la Spagna guarda e giudica ogni sua cosa,
+piuttosto come un popolo americano, che come un popolo europeo; e che
+invece dei Pirenei, la separi dall'Europa un oceano, e la congiunga
+all'America un istmo.
+
+Del resto, quanto son simili a noi! A sentir parlare il popolo di
+politica, par d'essere in Italia; non si discute, si sentenzia;
+non si censura, si condanna; ad ogni giudizio basta un argomento,
+e per foggiare un argomento basta un indizio. Il tal ministro? Un
+furfante. Il tal altro? Un traditore. Quell'altro tale? un ipocrita; una
+fitta di ladri tutti; uno ha fatto vendere gli alberi dei giardini
+d'Aranjuez, l'altro ha portato via dei tesori dall'Escuriale, un terzo
+ha vuotato le casse dello Stato, un quarto ha venduto l'anima per un
+sacchetto di dobloni. Negli uomini che hanno avuto mano in tutti i
+rivolgimenti politici da trent'anni in qua, non hanno più fede; anche
+nel popolo minuto serpeggia un sentimento di sconforto, del quale
+s'intende l'espressione ad ogni tratto e in ogni lato:--_Pobre
+España!_--_Desgraciado pais!_--_Desdichados españoles!_
+
+Ma l'esacerbamento delle passioni politiche e il furore delle lotte
+intestine non ha mutato il fondo dell'antico carattere spagnuolo.
+Solamente quella parte della società alla quale si dà il nome di mondo
+politico, questa solamente è corrotta; il popolo, benchè pur sempre
+inchinevole a quei ciechi e talora selvaggi impeti di passione che
+tradiscono la mescolanza del sangue arabo col sangue latino, è buono,
+leale, capace di sensi magnanimi e di sublimi slanci d'entusiasmo. La
+_honra de España_ è ancora un motto che fa battere tutti i cuori. E poi
+hanno modi franchi e gentili; forse men fini, ma certo più amabilmente
+ingenui, di quelli onde van lodati i Francesi. Invece di farvi un
+sorriso vi porgono un sigaro, invece di dirvi una garbatezza vi stringon
+la mano, e sono più ospitali a fatti che a offerte. Nondimeno le formole
+di saluto serbano l'antica impronta cortigianesca; l'uomo dice alla
+donna:--Ai suoi piedi;--la donna dice all'uomo:--Le bacio la mano;--gli
+uomini, fra loro, sottoscrivon le lettere col Q. B. S. M.,--_que besa
+sus manos,_--come da servo a signore; gli amici soli si dicono addio e
+il popolo ha il suo saluto affettuoso di _Vaya Vsted con Dios_ che val
+più di tutti i baci sulle mani.
+
+Con codesta natura calda e espansiva della gente, è impossibile stare un
+mese a Madrid senza farsi cento amici, anche senza cercarli. Figuratevi
+quanti se ne può far chi li cerca. Questo era il caso mio. E non posso
+dir proprio amici, ma conoscenti ne ebbi tanti che non mi pareva più di
+essere in una città straniera. Anche gli uomini illustri sono di
+facilissimo abbordo e però non c'è bisogno, come altrove, di un monte di
+lettere e d'imbasciate d'amici per arrivar fino a loro. Ebbi l'onore di
+conoscere il Tamayo, l'Hatzembuch, il Guerra, il Saavedra, il Valera, il
+Rodriguez, il Castelar, e molti altri chiarissimi quali nelle lettere e
+quali nelle scienze, e li trovai tutti a un modo: aperti, cordiali,
+focosi; uomini coi capelli bianchi, ma con occhi e voci di giovani
+ventenni; appassionati per la poesia, per la musica, per la pittura;
+allegri, gesticolanti, ridenti d'un riso fresco e sonoro. Quanti ne vidi
+leggendo dei versi del Quintana o dell'Espronceda, impallidire,
+piangere, balzare in piedi come scossi da una scintilla elettrica, e
+mostrar tutta l'anima negli sguardi raggianti! Che giovanili anime! Che
+ardenti cuori! Come mi compiacevo, vedendoli ed ascoltandoli, di
+appartenere a questa povera razza latina, di cui diciamo ora le sette
+pèste, e come mi rallegravo pensando che più o meno siamo tutti fatti su
+quello stampo, e che, perdio, potremo abituarci a poco a poco a
+invidiare lo stampo degli altri, ma non riusciremo a perdere il nostro
+mai!
+
+Dopo tre mesi e più di soggiorno a Madrid, dovetti partire per non
+lasciarmi poi cogliere dall'estate nel mezzogiorno della Spagna.
+Ricorderò sempre quella bella mattina di maggio, ch'io abbandonai, forse
+per sempre, la mia cara Madrid. Partivo per andar a vedere l'Andalusia,
+la terra promessa dei viaggiatori, la fantastica Andalusia della quale
+avevo tanto inteso decantare le meraviglie in Italia e in Spagna, dai
+romanzieri e dai poeti; quell'Andalusia per la quale posso dire che
+avevo impreso il viaggio; eppure ero tristo. Avevo passato tanti bei
+giorni a Madrid! Ci lasciavo tanti cari amici! Per andare alla stazione
+della strada ferrata del mezzogiorno, attraversai la strada d'Alcalà,
+salutai da lontano i giardini di Recoletos, passai davanti al palazzo
+del Museo di pittura, mi fermai a guardare ancora una volta la statua
+del Murillo, e arrivai alla stazione col cuore stretto.--Tre
+mesi?--domandavo a me stesso pochi momenti prima che il treno
+partisse;--son già passati tre mesi? Non è stato un sogno? Eppure sì,
+gli è come se avessi sognato! Non rivedrò forse mai più la mia buona
+padrona di casa, mai più la bambina del signor Saavedra, mai più il viso
+dolce e sereno del Guerra, mai più gli amici del caffè Fornos, mai più
+nessuno! Ma che! Non potrò tornare?... Tornare! Oh no! Lo so bene che
+non potrò tornare! E allora... addio, amici! Addio, Madrid! Addio, o mia
+piccola stanza di strada dell'Alduana!--Mi pare che in questo momento mi
+si strappi una fibra nel cuore, e sento il bisogno di nascondere il
+viso.
+
+
+
+
+VI.
+
+ARANJUEZ.
+
+
+Come arrivando per la via del settentrione, così partendo da Madrid per
+la via del mezzogiorno, si percorre una campagna disabitata che rammenta
+le provincie più povere dell'Aragona e della Vecchia Castiglia. Son
+vaste pianure giallastre e secche, nelle quali par che il terreno, a
+picchiarci su, debba risuonare come un uscio, o screpolarsi come la
+crosta d'una torta abbrustolita; e pochi villaggi meschini, dello stesso
+colore del suolo, che pare dovrebbero accendersi come un mucchio di
+foglie inaridite, solo ad avvicinare un fiammifero allo spigolo d'una
+casa. Dopo un'ora di strada, la mia spalla cercò la parete del
+carrozzone, il mio gomito cercò un sostegno, la mia testa cercò la mano,
+e caddi in un profondo sopore, come un membro dell'_Ateneo
+d'ascoltazione_ di Giacomo Leopardi. Pochi minuti dopo che avevo chiuso
+gli occhi, fui riscosso da un disperato gridío di donne e di ragazzi, e
+balzai in piedi chiedendo ai vicini che cosa fosse seguito. Ma prima che
+avessi finito la domanda, una risata generale mi rassicurò. Un
+drappello di cacciatori sparsi per la campagna, vedendo arrivare il
+treno, s'eran messi d'accordo per far un po' di paura ai viaggiatori. In
+quei giorni si parlava della comparsa d'una banda di Carlisti nelle
+vicinanze di Aranjuez: i cacciatori, fingendo d'essere l'avantiguardia
+della banda, mentre passava il treno, avevan gettato alte grida come per
+avvertire il grosso degli armati che accorressero, e gridando, avevan
+fatto l'atto di sparare contro i carrozzoni; onde lo spavento e le grida
+della gente; e poi avevan tutt'a un tratto voltato i fucili col calcio
+in aria, per far vedere che l'era stata una burla. Passata la
+tremerella, chè n'ebbi per un momento un pochino anch'io, ricaddi nel
+mio sopore accademico; ma ne fui scosso daccapo, di là a pochi minuti,
+in una maniera assai più gradevole che la prima volta.
+
+Guardai intorno: la vasta campagna deserta s'era trasformata come per
+incanto, in un immenso giardino pieno di boschetti leggiadrissimi,
+percorso in tutti i sensi da larghi viali, sparso di casine campestri e
+di capanni fasciati di verzura; e qua e là zampilli di fontane, e
+recessi ombrosi, e prati fioriti, e vigneti, e sentierini, e un verde,
+un fresco, un odor di primavera, un'aura di letizia e di piacere, da
+imparadisare l'anima. Eravamo arrivati a Aranjuez. Discesi dal treno,
+infilai un bel viale ombreggiato da due file di alberi giganteschi, e mi
+trovai dopo pochi passi in faccia al palazzo reale.
+
+Il ministro Castelar scrisse pochi giorni sono nel suo _memorandum_ che
+la caduta dell'antica monarchia spagnuola fu predestinata il giorno che
+una turba di popolo colle ingiurie sulle labbra e l'ira nel cuore invase
+il palazzo d'Aranjuez per turbare la tranquilla maestà dei suoi Sovrani.
+Io ero appunto su quella piazza dove il 17 marzo del 1808 seguirono gli
+avvenimenti che furono il prologo della guerra nazionale, e come la
+prima parola della sentenza che condannò a morte l'antica Monarchia.
+Cercai subito cogli occhi le finestre dell'appartamento del Principe
+della Pace; me lo raffigurai quando fuggiva di sala in sala, pallido e
+scapigliato, in cerca d'un nascondiglio, all'eco delle grida della
+moltitudine che saliva le scale; vidi il povero Carlo IV deporre colle
+mani tremanti la corona di Spagna sulla testa del Principe delle
+Asturie; tutte le scene di quel terribile dramma mi si presentarono
+dinanzi agli occhi; e il silenzio profondo del luogo, e la vista di quel
+palazzo chiuso e abbandonato, mi misero freddo al cuore.
+
+Il palazzo ha la forma d'un castello; è fabbricato di mattoni, con
+contorni di pietra bianca, e coperto di un tetto d'ardesia. Tutti sanno
+che lo fece costruire Filippo II dal celebre architetto Herrera, e che
+quasi tutti i re successivi lo abbellirono, e vi soggiornarono nella
+stagione estiva. V'entrai: l'interno è splendido: v'è una stupenda sala
+pel ricevimento degli ambasciatori, un bel gabinetto chinese di Carlo
+III, una mirabile sala di toeletta di Isabella II; e una profusione
+d'oggetti d'ornamento preziosissimi. Ma tutte le ricchezze del palazzo
+non valgono il colpo d'occhio dei giardini. L'aspettazione non è delusa.
+I giardini d'Aranjuez (Aranjuez è il nome della piccola città che giace
+a poca distanza dal palazzo) sembrano stati fatti per una famiglia di re
+titanici, ai quali i parchi e i giardini dei nostri re dovessero parer
+aiuole da terrazze o campicelli da presepio. Viali a perdita d'occhio
+fiancheggiati da alberi di smisurata altezza, che consertano i rami
+inclinandosi gli uni verso gli altri, come incurvati da due venti
+contrari, percorrono in tutti i sensi una foresta di cui non si vedono i
+confini; e a traverso questa foresta, il Tago largo e rapido descrive
+una maestosa curva formando qua e là cascatelle e bacini; e una
+vegetazione fitta e pomposa, lussureggia fra un laberinto di vialetti,
+di crocicchi e di sbocchi; e in ogni parte biancheggiano statue, vasche,
+colonne, schizzi d'acqua altissimi che ricascano a sprazzi, a fiocchi, a
+goccie, in mezzo a ogni maniera di fiori d'Europa e d'America; e al
+fragore maestoso della cascata del Tago, s'unisce il canto
+d'innumerevoli usignoli che vibrano le loro allegre note nell'ombra
+misteriosa dei sentieri solitarii. In fondo ai giardini sorge un piccolo
+palazzo di marmo, di modesta apparenza, che racchiude tutte le
+maraviglie della più magnifica reggia; e nel quale si respira ancora,
+per così dire, l'aura della vita intima dei Re di Spagna. Qui le
+stanzine segrete di cui si tocca il soffitto colla mano, la sala da
+biliardo di Carlo IV, la sua stecca, i cuscini ricamati dalla mano
+delle regine, gli orologi musicali che rallegravano gli ozii degli
+infanti, le scalette, le finestrine che serban cento piccole tradizioni
+dei capricci principeschi; e infine il più ricco luogo comodo d'Europa,
+dovuto a un ghiribizzo di Carlo IV, che racchiude in sè solo tante
+ricchezze da tirarne di che fare un palazzo, senza togliergli la nobile
+primazia di cui va altero fra tutti i gabinetti destinati allo stesso
+scopo. Di là da questo palazzo, e tutt'intorno ai boschi, si stendono
+vigneti e oliveti e piantagioni d'alberi fruttiferi e ridenti praterie.
+È una vera oasi circondata dal deserto, che Filippo II scelse in un
+giorno d'allegro umore quasi per temperare con una gaia immagine la cupa
+melanconia dell'Escurial. Tornando dal piccolo palazzo di marmo verso il
+grande palazzo reale, per quei lunghissimi viali, all'ombra di quegli
+alberi sterminati, in quella profonda quiete di foresta, pensavo agli
+splendidi cortei di dame e di cavalieri che un giorno vi si aggiravano
+dietro ai passi di giovani monarchi folleggianti o di regine capricciose
+e sfrenate, al suono di musiche amorose e di canti che narravan la
+grandezza e la gloria della invitta Spagna; e ripetevo malinconicamente
+col poeta di Recanati:
+
+ «.... Tutto è pace e silenzio
+ E più di lor non si ragiona....»
+
+Ma pur guardando certi sedili di marmo mezzo nascosti fra i cespugli, e
+figgendo lo sguardo nel buio di certi sentieri lontani, e pensando a
+quelle regine, a quegli amori, a quelle follie, non potevo trattenere un
+sospiro, che non era di pietà, e un segreto senso d'amarezza mi pungeva
+il cuore; e dicevo come il povero Adan nel poema il _Diablo
+mundo_:--Come son fatte codeste grandi dame? Come vivono? Che fanno?
+Parlano, amano, godono, come noi?--E partii per Toledo fantasticando
+l'amor d'una regina come un giovane avventuriere delle _Mille e una
+notte_.
+
+
+
+
+VII.
+
+TOLEDO.
+
+
+Quando ci si avvicina a una città sconosciuta, bisognerebbe aver accanto
+qualcheduno che l'avesse già vista, e ci potesse avvertire del momento
+opportuno per metter la testa fuori e coglierne l'aspetto con un colpo
+d'occhio. Ebbi la fortuna di essere avvertito per tempo. Un tale mi
+disse:--Ecco Toledo!--ed io saltai al finestrino, e feci un'esclamazione
+di meraviglia.
+
+Toledo sorge sur un'altura rocciosa e dirupata, ai piedi della quale
+scorre il Tago descrivendo un'amplissima curva. Dal piano non si vedon
+che roccie e mura di fortezza, e di là dalle mura le cime dei campanili
+e delle torri. Le case son nascoste, la città vi par chiusa e
+inaccessibile, e meglio che d'una città vi presenta l'aspetto di una
+rôcca abbandonata. Dalle mura alla sponda del fiume non c'è una casa, nè
+un albero; tutto è nudo, secco, irto, ripido; non vi si vede anima viva;
+direste che per salire bisogna arrampicarsi, e vi sembra che al primo
+apparir d'un uomo su quei dirupi gli debba cadere addosso dall'alto
+delle mura una tempesta di freccie. Scendete dal treno, montate in una
+carrozza, arrivate all'imboccatura di un ponte. È il famoso ponte
+d'Alcantara, che accavalcia il Tago, sormontato da una bella porta araba
+in forma di torre, che gli dà un aspetto ardito e severo. Passato il
+ponte, vi trovate in un'ampia via che sale a larghi serpeggiamenti fino
+alla sommità della montagna. Qui vi par proprio di essere sotto una
+città forte del medio evo, e di trovarvi voi stesso nei panni d'un arabo
+o d'un goto o d'un soldato di Alfonso VI. Da tutte le parti vi pendon
+sul capo roccie scoscese, mura diroccate, torri, e rottami di antichi
+bastioni; e più su, l'ultimo muro di cinta della città, nero, coronato
+di merli enormi, aperto qua e là da grandi breccie, dietro le quali fan
+capolino le case prigioniere; e via via che salite, vi par che la città
+si ristringa e si nasconda. A mezzo la salita, incontrate la _Puerta del
+Sol_, un gioiello di architettura araba, composta di due torri merlate,
+che si congiungono sur una graziosissima porticina ad arco doppio, sotto
+la quale passa la strada antica; e di là, se vi voltate indietro, vedete
+giù il Tago, la pianura, i colli. Passate oltre, trovate altre mura e
+altre rovine; e finalmente le prime case della città.
+
+Quale città! Sul primo momento mi sentii mancare il respiro. La carrozza
+aveva infilato una stradina tanto stretta che i mòzzi delle ruote
+toccavan quasi i muri delle case.
+
+"Ma perchè passate di qui?" domandai al vetturino.
+
+Il vetturino si mise a ridere, e rispose: "Perchè non c'è altra strada
+più larga."
+
+"O che tutta Toledo è fatta così?" ridomandai.
+
+"Tutta fatta così!" rispose.
+
+"È impossibile!" esclamai.
+
+"Vedrà!" soggiunse.
+
+In verità non lo credevo. Scesi a un albergo, buttai in una stanza la
+mia valigia, e scesi le scale a precipizio per andar a vedere questa
+stranissima città. Un fattorino dell'albergo mi fermò sulla porta, e mi
+domandò sorridendo: "Dove va _caballero_?"
+
+"A veder Toledo" risposi.
+
+"Solo?"
+
+"Solo; perchè no?"
+
+"Ma è già stato qui altre volte?"
+
+"Mai."
+
+"Allora non può andar solo."
+
+"E perchè?"
+
+"Perchè si smarrirà."
+
+"Dove?"
+
+"Appena uscito."
+
+"O la ragione?"
+
+"La ragione è questa;" rispose, accennandomi un muro al quale era
+affissa una pianta di Toledo. M'avvicinai e vidi un garbuglio di linee
+bianche sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori che fanno i
+ragazzi sulla lavagna per consumare il gesso a dispetto del maestro.
+"Non importa," dissi, "voglio andar solo; e se mi smarrirò, mi
+troveranno."--"Non farà cento passi," osservò il fattorino. Uscii e
+infilai la prima strada che vidi, tanto stretta che, allargando le
+braccia, toccavo tutti e due i muri. Fatti cinquanta passi, mi trovai in
+un'altra strada più stretta della prima, e da questa riuscii in una
+terza, e via così. Mi pareva di girare, non per le strade d'una città,
+ma per gli anditi d'un edifizio; e andavo oltre coll'idea di dover
+riuscire da un momento all'altro in un luogo aperto.--È
+impossibile,--pensavo,--che la città sia tutta costruita in questa
+maniera; non ci si potrebbe vivere.--Ma via via che procedevo, mi
+sembrava che le strade si facessero più strette e più corte; ogni
+momento dovevo svoltare; dopo una strada curva, veniva una strada a
+zig-zag, dopo questa un'altra fatta ad uncino, che mi riconduceva nella
+prima, e così giravo per un pezzo sempre in mezzo alle stesse case. Di
+tratto in tratto riuscivo in un crocicchio di parecchi vicoli che
+scappavano in direzioni opposte, e quale si perdeva nel buio d'un
+portico, quale urtava, dopo pochi passi, contro il muro d'una casa,
+quale scendeva giù come per sprofondarsi nelle viscere della terra,
+quale s'arrampicava per un'erta salita; alcuni, larghi appena tanto da
+dar passo ad un uomo; altri stretti in mezzo a due muri senza porte e
+senza finestre; tutti fiancheggiati da edifizii di grande altezza, che
+lasciavano apparire appena una sottile striscia di cielo fra tetto e
+tetto; con poche finestre munite di grosse inferriate, con grandi porte
+tempestate di chiodi enormi, con cortili angusti ed oscuri. Camminai un
+pezzo senza incontrar nessuno, fin che riuscii in una delle strade
+principali, tutta fiancheggiata da botteghe e piena di contadini, di
+donne, di ragazzi; ma poco più larga d'un corridoio ordinario. Ogni cosa
+è proporzionato alla strada: le porte paion finestre, le botteghe paion
+nicchie, e vi si vedon dentro tutti i segreti della casa: la tavola
+apparecchiata, i bambini in culla, la madre che si pettina, il padre che
+si cambia la camicia; tutto è lì sulla strada; non par di essere in una
+città, ma in una casa abitata da una sola grande famiglia. Svolto in una
+strada meno frequentata, non vi si sente il ronzìo d'una mosca, il mio
+passo risuona fino al quarto piano degli edifizii, qualche vecchierella
+fa capolino alla finestra. Passa un cavallo, par che passi uno
+squadrone: tutti s'affacciano a guardar che cosa segue. Il più leggero
+rumore echeggia in ogni parte; un libro che cade in una stanza al
+secondo piano, un vecchio che tosse in un cortile, una donna che si
+soffia il naso non so dove; si sente tutto. In qualche punto cessa ad un
+tratto ogni rumore, siete soli, non vedete più segno di vita: son case
+da streghe, crocicchi da congiure, chiassuoli da tradimenti, angiporti
+da delitti, finestrine da colloquii d'amanti infami, porte sinistre che
+fanno sospettare scale macchiate di sangue. Ma pure in tutto questo
+laberinto di strade non ce n'è due che si somigliano; ognuna ha qualcosa
+di proprio; qui un arco, là una colonnetta, più oltre una scultura;
+Toledo è un emporio di tesori d'arte; per poco che si scrostino i muri,
+si scoprono in ogni parte dei ricordi di tutti i secoli: bassorilievi,
+arabeschi, finestrine moresche, statuette. I palazzi hanno porte munite
+di lastre di metallo incise, di martelli istoriati, di chiodi colle
+teste cesellate, di scudi, di emblemi; e formano un bel contrasto colle
+case moderne dipinte a ghirlande, medaglioni, amori, urne, animali
+fantastici. Ma questi abbellimenti non tolgono nulla all'aspetto severo
+e tristo di Toledo. Dovunque volgiate lo sguardo, v'è qualche cosa che
+vi rammenta la città forte degli Arabi; per poco che la vostra
+immaginazione lavori, riesce a ricomporre, coi tratti rimasti qua e là,
+tutto il disegno del quadro cancellato, e allora l'illusione è completa;
+rivedete la gran Toledo del medio evo; e dimenticate la solitudine e il
+silenzio delle sue strade. Ma è un'illusione di pochi istanti, dopo la
+quale ricadete in una trista meditazione, e non vedete più che lo
+scheletro della città antica, la necropoli di tre imperi, il grande
+sepolcro della gloria di tre popoli. Toledo vi rammenta i sogni fatti da
+giovanetti dopo la lettura di leggende romanzesche del medio evo. Voi
+avrete visto molte volte, nei sogni, delle città oscure, cinte di fossi
+profondi, di mura altissime, di roccie inaccessibili; e sarete passati
+su quei ponti levatoi, e sarete entrati in quelle strade torte ed
+erbose, ed avrete respirato quell'aria umida di prigione e di tomba.
+Ebbene, avete sognato Toledo.
+
+La prima cosa a vedersi, dopo l'aspetto generale della città, è la
+Cattedrale, che vien considerata a giusto titolo come una delle più
+belle del mondo. La storia di questa Cattedrale, stando alla tradizione
+popolare, rimonta sino ai tempi dell'Apostolo Santiago, primo vescovo di
+Toledo, che avrebbe designato il luogo dove venne innalzata; ma la
+costruzione dell'edifizio tal quale oggi si ammira, fu cominciata nel
+1227, sotto il regno di San Ferdinando, e terminata dopo duecento e
+cinquant'anni di lavoro quasi continuo. L'aspetto esterno di questa
+immensa chiesa non è nè ricco nè bello come quello della cattedrale di
+Burgos. Davanti alla facciata si stende una piccola piazza, ed è il solo
+punto d'onde si possa abbracciare collo sguardo una vasta parte
+dell'edifizio; tutt'intorno corre una stradicciuola, dalla quale, per
+quanto si torca il collo, non si vede che l'alto muro di cinta che
+chiude la chiesa come una fortezza. La facciata ha tre grandi porte,
+chiamate l'una del _Perdono_, l'altra dell'_Inferno_, la terza del
+_Giudizio_; ed è fiancheggiata da una robusta torre, che termina in una
+bella cupola ottagona. Per quanto, girando intorno all'edifizio, si sia
+visto che è immenso, al primo entrare si è colpiti da un senso profondo
+di meraviglia; e subito dopo da un altro vivissimo piacere, che vien da
+quella freschezza, da quella quiete, da quell'ombra soave, e da una
+misteriosa luce, la quale penetrando per le vetrate a colori di
+innumerevoli finestre, si frange in mille raggi azzurri, gialli, rosei,
+che guizzano qua e là lungo gli archi e le colonne come striscie
+d'arcobaleno. La chiesa è formata da cinque grandi navate divise da
+ottantotto pilastri enormi, composti ciascuno di sedici colonne fusate,
+e strette come un fascio di lancie; una sesta navata taglia ad angolo
+retto queste cinque, passando fra l'altar maggiore ed il coro; e la
+volta della navata principale si alza maestosamente sull'altre, che
+sembrano curvarsi come per renderle omaggio. La luce variopinta e il
+color chiaro della pietra danno alla chiesa come un'aria di raccolta
+letizia che tempera l'aspetto malinconico dell'architettura gotica,
+senza nulla togliere alla sua gravità austera e pensosa. Passar dalle
+strade di quella città fra le navate di quella Cattedrale, gli è come
+passar da una segreta a una piazza: si guarda intorno, si respira, si
+risente la vita.
+
+L'altar maggiore, a volerlo considerar per la minuta, richiederebbe
+altrettanto tempo che la chiesa intera; è una chiesa, è un visibilio di
+colonnine, di statuette, di fogliami, d'ornamenti svariatissimi, che
+sporgon lungo gli spigoli, s'alzano sopra gli architravi, serpeggiano
+intorno alle nicchie, si sostengono l'un l'altro, si ammontano, si
+nascondono, presentando in ogni parte mille profili, e gruppi, e scorti,
+e dorature, e colori, e ogni maniera di artifiziose leggiadrie, che
+porgon tutte insieme l'aspetto di una magnificenza piena di decoro e di
+grazia. Di fronte all'altar maggiore è il coro, diviso in tre ordini di
+seggiole meravigliosamente scolpite da Filippo di Borgogna e dal
+Berruguete, con bassorilievi rappresentanti fatti storici, allegorici,
+sacri, che si considerano come uno dei più insigni monumenti dell'arte.
+In mezzo, in forma di trono, è il seggio dell'arcivescovo; intorno, un
+giro di enormi colonne di diaspro; sugli architravi, delle statue
+colossali d'alabastro; ai due lati, degli enormi pulpiti di bronzo con
+suvvi dei messali giganteschi, e due smisurati organi, l'uno di fronte
+all'altro, dai quali par debba prorompere da un istante all'altro un
+torrente di note da far tremare le volte.
+
+Il piacere dell'ammirazione, in queste grandi cattedrali, è quasi sempre
+turbato dai ciceroni importuni che vogliono ad ogni costo che vi
+divertiate a modo loro. E per mia disgrazia mi ebbi a persuadere che i
+ciceroni spagnuoli sono i più ostinati della razza. Quand'uno di costoro
+s'è fitto in capo che voi avete da passar la giornata con lui, è finita.
+Potete scrollar le spalle, non rispondere, lasciar che si sfiati senza
+neanco voltare il viso, girare per conto vostro come se non l'aveste
+veduto: è tutt'uno. In un momento d'entusiasmo, dinanzi a un quadro o a
+una statua, vi sfugge una parola, un gesto, un sorriso: basta, siete
+legato, siete suo, siete preda di questa implacabile _pieuvre_ umana,
+che come quella di Victor Hugo, non lascia la vittima che a tagliarle la
+testa. Mentre stavo contemplando le statue del Coro, vidi colla coda
+dell'occhio uno di codeste _pieuvres_, un vecchietto mezzo sfatto, che
+mi si avvicinava a lenti passi, di sbieco, come un sicario, guardandomi
+coll'aria di dire:--Ci sei.--Io continuai a guardar le statue; il
+vecchio mi venne accanto, e si mise anch'egli a guardare; poi ad un
+tratto mi domandò: "Vuol che l'accompagni?"
+
+"No," risposi, "non m'occorre."
+
+Ed egli senza scomporsi: "Sa chi era Elpidio?"
+
+La domanda era così strana, che non potei trattenermi dal domandare alla
+mia volta: "Chi era?"
+
+"Elpidio," rispose, "fu il secondo vescovo di Toledo."
+
+"E con questo?"
+
+"E con questo.... fu il vescovo Elpidio che ebbe l'idea di consacrare la
+chiesa alla Vergine, che è la ragione per la quale la Vergine venne a
+visitare la chiesa."
+
+"O come si sa?"
+
+"Come si sa? si vede."
+
+"Volete dire che s'è visto."
+
+"Voglio dire che si vede ancora: abbia la bontà di venir con me."
+
+Ciò dicendo si mosse, ed io, curiosissimo di sapere qual fosse questa
+prova visibile della discesa della Vergine, lo seguii. Ci fermammo
+davanti a una specie di tabernacolo, vicino a uno dei gran pilastri
+della navata del mezzo. Il cicerone mi mostrò una pietra bianca
+incastrata nel muro, coperta da una rete di ferro, e con intorno questa
+iscrizione:
+
+ «Quando la reina del cielo
+ Puso los pies en el suelo
+ En esta piedra los puso.»
+
+"Dunque," domandai "la Santa Vergine ha messo proprio il piede su questa
+pietra?"
+
+"Proprio su questa pietra," mi rispose, e fatto passare un dito tra i
+fili di ferro della rete, e toccata la pietra, si baciò il dito, si fece
+il segno della croce e mi accennò come per dirmi: "A lei."
+
+"A me?..." risposi; "oh in verità, _amigo_, non posso."
+
+"_Porqué?_"
+
+"_Porque no me siento digno de tocar aquella piedra divina._"
+
+Il cicerone capì, e guardandomi fisso con uno sguardo serio, mi domandò:
+"_Usted no cree?_"
+
+Io guardai un pilastro. Allora il vecchio mi fece cenno che lo seguissi,
+e si mosse verso un angolo della chiesa, mormorando con aria di
+tristezza: "_Cadauno es dueño de su alma._" Ciascuno è padrone
+dell'anima sua. Un chiericotto ch'era là vicino, e che aveva indovinato
+la cosa, mi lanciò uno sguardo che pareva una frecciata, e brontolando
+non so che, s'allontanò dalla parte opposta.
+
+Le cappelle sono quali convengono a una tal chiesa; quasi tutte
+racchiudono qualche bel monumento; nella cappella di sant'Jago, dietro
+l'altar maggiore, sono due magnifiche tombe d'alabastro, che contengono
+i resti del connestabile Alvaro di Luna e di sua moglie; nella cappella
+di sant'Idelfonso, la tomba del cardinale Gil Carillo di Albornoz; nella
+cappella _de los Reyes nuevos_, le tombe di Enrico II, di Giovanni II,
+di Enrico III; nella cappella del Sacrario, una stupenda corona di
+statue e di busti di marmo, d'argento, d'avorio, d'oro, una collezione
+di croci e di reliquie d'inestimabile valore, i resti di santa Leucadia
+e di santa Eugenia chiusi entro due casse d'argento cesellate con
+finissimo lavoro.
+
+La cappella _Mozarabe_, che corrisponde alla torre della chiesa, e fu
+costrutta per perpetuare la tradizione del primitivo rito cristiano, è
+forse la più meritevole d'attenzione. Una delle pareti è tutta coperta
+da un dipinto a fresco, gotico, rappresentante un combattimento fra i
+mori e i toledani, meravigliosamente conservato fin nelle più delicate
+sfumature. È un dipinto che vale un libro di storia. Vi si vede Toledo
+di quei tempi, con tutte le sue mura e le sue case; le assise dei due
+eserciti, le armi, i volti, ogni cosa eseguito con una finitezza
+ammirabile e non so quale speziosità, di colorito, che risponde
+perfettamente alla idea vaga e fantastica che ci formiamo di quei secoli
+e di quella gente. Altri due dipinti a fresco, laterali al primo,
+rappresentano i navigli che portan gli Arabi in Spagna, e anch'essi
+offrono mille minuti particolari della marina medioevale e quell'aria,
+se così posso dire, dei tempi, che fa pensare e veder mille cose non
+rappresentate nel quadro, come una musica lontana quando si guarda un
+paesaggio.
+
+Dopo le cappelle si va a veder la sacrestia, nella quale sono accumulate
+tante ricchezze che basterebbero a restaurar di punto in bianco le
+finanze della Spagna. V'è tra le altre una vastissima sala, nella cui
+vòlta si vede un dipinto a fresco di Luca Giordano, che rappresenta una
+visione di paradiso, con una miriade di angeli, di santi, di figure
+allegoriche che spaziano nell'aria o sporgono, che paion scolpite, fuor
+della cornice delle pareti, in mille atteggiamenti arditissimi, e mosse
+e scorci da far sbalordire. Il cicerone, accennandovi _aquel prodigio de
+imaginacion y de trabajo_, che a detta di tutti gli artisti, per
+servirmi d'una curiosissima espressione spagnuola, è di un _merito
+atroz_, (d'un merito atroce); vi suggerisce di guardare attentamente il
+raggio di luce che scende dal mezzo della volta fin contro la parete.
+Voi guardate, e fate, guardando, un giro per la sala, e dovunque vi
+troviate, vi pare che quel raggio vi cada a piombo sul capo. Da quella
+sala passate in una stanza pure mirabilmente dipinta a fresco dal nipote
+del Berruguete, e da questa in una terza dove un sacrestano vi spiega
+sotto gli occhi i tesori della Cattedrale: gli enormi candellieri
+d'argento, le pissidi scintillanti di rubini, gli ostensorii tempestati
+di diamanti, i paramenti di damasco ricamati in oro, le vesti della
+Vergine coperte di rabeschi, di fiorami e di stelle di perle, che ad
+ogni ondeggiamento del tessuto mandan bagliori e lampi di mille colori,
+a cui regge lo sguardo a fatica. Un'ora vi riesce scarsa per veder di
+sfuggita tutta quella mostra di tesori, che basterebbero a saziar
+l'ambizione di dieci Regine e ad arricchir gli altari di dieci
+basiliche; e quando il sacrestano, dopo avervi fatto vedere ogni cosa,
+cerca negli occhi vostri l'espressione della meraviglia, non vi trova
+che quella d'uno stupore attonito, che accusa l'immaginazione vagante
+altrove, lontano, nelle reggie favolose delle leggende arabe, dove i
+genii benefici accumulano tutte le ricchezze sognate dall'ardente
+fantasia dei Sultani innamorati.
+
+Era la vigilia del _Corpus Domini_, e nella sacrestia si preparavano le
+robe per la processione. Nulla di più sgradevole, e di più sconveniente
+alla queta e nobile maestà della chiesa, che quell'affaccendamento da
+teatro che vi si vede in quelle occasioni. Par proprio di essere dietro
+le quinte d'un palco scenico la sera d'una prova generale. Dall'una
+all'altra sala della sacrestia andavano e venivano con grande strepito
+monelli scamiciati, portando gran bracciate di camici, di stole e di
+piviali; qui un sacrestano di cattivo umore apriva e sbatteva imposte
+d'armadi; là un prete tutto rosso in viso chiamava con voce stizzosa un
+chierico che non sentiva; altri preti attraversavano la sala di corsa,
+coi paramenti metà indossati, metà strascicanti; chi rideva, chi
+strillava, chi parlava da una stanza all'altra ad alta voce; per tutto
+si sentiva un fruscìo di sottane, un respirare affannoso, un pestìo, un
+tramenìo da non dirsi.
+
+Andai a vedere il claustro; ma poichè era aperta la porta della chiesa
+per la quale ci si va, lo vidi prima d'entrarvi. D'in mezzo alla chiesa
+si scorge una parte del giardino del claustro, un gruppo di grandi
+alberi frondosi, un boschetto, un mucchio di rigogliosa verzura che par
+che chiuda la porta, e si mostra come inquadrato sotto un arco elegante
+e in mezzo a due svelte colonne del portico che ricorre tutt'intorno. È
+una vista deliziosa che fa pensare ai giardini orientali, veduti tra
+mezzo alle colonne delle moschee. Il claustro è vasto, e circondato di
+un portico di forme leggiadre e severe; i muri sono coperti di grandi
+dipinti a fresco. Qui il cicerone mi consigliò di riposare un poco per
+prepararmi a salire sul campanile; m'appoggiai a un muricciuolo,
+all'ombra d'un albero, e stetti là fin che mi risentii in forze per
+fare, come si dice volgarmente, un'altra camiciata. Intanto il mio
+_duca_ mi celebrava in un linguaggio ampolloso le glorie di Toledo,
+spingendo l'impudenza dell'amor di patria fino a chiamarla _una gran
+ciudad comercial_ che poteva rivender Barcellona e Valenza, e una città
+forte da stancare, a un bisogno, dieci eserciti tedeschi, e millanta
+batterie di cannoni Krupp. Ad ogni sua spacconata, io rincaravo la dose,
+e il buon uomo ci si coccolava con un gusto infinito. Quanto c'è da
+divertirsi, a saperli far cantare! Finalmente, quando l'altero Toledano
+si sentì gonfio di gloria da non capir più dentro al claustro, mi
+disse:--_Podemos ir,_--e s'avviò verso la porta del campanile.
+
+Arrivati a metà altezza, ci fermammo per pigliar fiato. Il cicerone
+bussò a una porticina, e uscì un cazzabubbolo di sacrestano che aperse
+un'altra porta e mi fece entrare in un corridoio, nel quale vidi una
+schiera di giganteschi fantocci bizzarramente vestiti; quattro dei quali
+(mi disse il cicerone) rappresentavano l'Europa, l'Asia, l'America,
+l'Affrica, e due altri la Fede e la Religione; ed eran fatte in modo
+che un uomo potesse nascondervisi dentro e sollevarli da terra. "_Se
+sacan_" (si tiran fuori), soggiunse il sacrestano, "_en ocasion de las
+fiestas reales_, e si portano in giro per la città;" e per farmi veder
+in che modo, s'infilò sotto le gonnelle dell'Asia. Poi mi condusse in un
+angolo dove era un mostro enorme che, toccato non so come, scoteva un
+lunghissimo collo, e una testaccia orribile, facendo un rumore
+assordante. Ma non mi seppe dire che cosa quel brutto arnese
+significasse, e m'invitò invece ad ammirare la meravigliosa
+immaginazione spagnuola che creò _tantas cosas nuevas_ da venderne a
+tutti i mondi che nuotano nell'infinito. Ammirai, pagai, e ripresi la
+salita colla mia _pieuvre_ toledana. Dall'alto del campanile si gode un
+colpo d'occhio stupendo: la città, i colli, il fiume, un vastissimo
+orizzonte, e sotto, la gran mole della Cattedrale che pare una montagna
+di granito. Ma v'è un'altra altezza, poco lontano di là, dalla quale si
+vede meglio ogni cosa; e però mi trattenni sul campanile pochi momenti,
+tanto più che in quell'ora splendeva un sole ardentissimo che confondeva
+tutti i colori della città e della campagna in un oceano di luce.
+
+ * * * * *
+
+Dopo la Cattedrale, il mio cicerone mi condusse a vedere la famosa
+chiesa di _San Juan de los Reyes_, posta sulle rive del Tago. La mente
+mi si turba ancora a pensare ai giri e rigiri che dovemmo fare per
+andarvi. Era mezzogiorno, le strade deserte; via via che ci
+allontanavamo dal centro della città, la solitudine si faceva più
+trista; non si vedeva una porta nè una finestra aperta, non si sentiva
+il più leggero rumore. Un momento ebbi il sospetto che il _cicerone_
+fosse di balla con qualche assassino per tirarmi in un luogo appartato e
+farmi spogliare; una faccia sospetta l'aveva; e poi guardava qua e là
+coll'aria sospettosa, di chi medita un delitto. "C'è ancora molto?"
+domandavo io di tratto in tratto; ed egli rispondeva sempre: "_Aqui
+está_," e non si arrivava mai. A un certo punto la mia inquietudine si
+cangiò in spavento: in una stradetta tortuosa si aperse una porta,
+usciron due uomini barbuti, salutarono con un cenno la _pieuvre_, e ci
+vennero dietro. Mi tenni per spacciato. Non c'era che un mezzo di
+salvamento: menare un pugno al cicerone, da sbatterlo in terra, passare
+sulla sua carcassa e pigliar la corsa. Ma per dove? E d'altra parte mi
+vennero in mente gli sperticati elogi che prodiga il Thiers alle _jambes
+espagnoles_ nella sua _Storia della guerra d'Indipendenza_; e pensai che
+lo scappare non sarebbe stato che un espediente per farmi piantare il
+pugnale nella schiena invece che nello stomaco. Ohimè! morire senza
+veder l'Andalusia! Morire dopo aver preso tanti appunti, dopo aver dato
+tante mancie, morire colle tasche piene di lettere di raccomandazione,
+col portamonete gonfio di dobloni, col passaporto coperto di firme,
+morire tradito! Come Dio volle, alla prima svoltata, i due barbuti
+sparirono, e fui salvo. Allora, tocco dal pentimento d'aver sospettato
+che quel povero vecchio fosse capace d'un delitto, passai alla sua
+sinistra, gli offersi un sigaro, gli dissi che Toledo valeva due Rome,
+gli feci mille finezze. Finalmente arrivammo a _San Juan de los Reyes_.
+
+È una chiesa che pare un palazzo reale. La parte più alta è coperta da
+una terrazza circondata d'un parapetto traforato e scolpito, sul quale
+si innalza una corona di statue di re; e nel mezzo sorge una bella
+cupola esagonata che completa con bella armonia l'edifizio. Dai muri
+pendono lunghe catene di ferro che furon tolte ai prigionieri cristiani
+dopo la conquista di Granata, e che insieme al color fosco della pietra,
+danno alla chiesa un aspetto severo e pittoresco. Entrammo,
+attraversammo due o tre grandi stanze nude e senza pavimento, ingombre
+di mucchi di terra e di rottami, salimmo una scala, e riuscimmo sur
+un'alta tribuna dentro la chiesa, che è uno dei più belli e nobili
+monumenti dell'arte gotica. È una sola grande navata, divisa in quattro
+vòlte, i cui archi s'incrociano sotto ricchi rosoni. I pilastri sono
+coperti di ghirlande e di rabeschi; i muri, ornati d'una profusione di
+bassorilievi, con enormi scudi dalle armi di Castiglia e d'Aragona,
+aquile, chimere, animali araldici, fogliami, iscrizioni emblematiche; la
+tribuna, traforata e scolpita con ricca eleganza, gira tutto intorno; il
+coro è sostenuto da un arco arditissimo; il colore della pietra è grigio
+chiaro, e ogni cosa è ammirabilmente finito ed intatto, come se la
+chiesa fosse stata fabbricata pochi anni prima, invece che sul finire
+del secolo decimoquinto.
+
+Dalla chiesa scendemmo nel claustro che è una vera meraviglia
+d'architettura e di scultura. Colonne svelte e gentili, che si
+potrebbero spezzare in due con un colpo di martello, somiglianti a fusti
+d'alberelli, sostengono i capitelli sopraccarichi di statuette e di
+ornamenti, dai quali si spiccano, come curvi rami, archi ornati di
+fiori, d'uccelli, d'animali grotteschi e d'ogni maniera di fregi. I muri
+sono coperti d'iscrizioni in carattere gotico, frammiste a fogliami e
+rabeschi delicatissimi. Dove sia che si guardi, si trovan congiunte la
+grazia e la ricchezza con un'armonia che innamora; in un eguale spazio,
+non si poteva accumulare, con arte più squisita, una maggior copia di
+cose più gentili e più belle; è un lussureggiante giardino di scultura,
+è una gran sala addobbata di ricami, di trapunti e di broccati di marmo,
+un gran monumento maestoso come un tempio, magnifico come una reggia,
+delicato come un giocattolo, grazioso come un mazzo di fiori.
+
+Dopo il claustro c'è da vedere un Museo di pittura, che non contiene se
+non quadri di poco pregio; e poi il Convento, coi suoi lunghi corridoi,
+colle sue scale anguste, colle sue celle vuote, già vicino in più punti
+a cadere in rovina, in altri già rovinato; per tutto nudo e squallido
+come un edifizio incendiato.
+
+ * * * * *
+
+Poco lontano da _San Juan de los Reyes_, v'è un altro monumento degno
+d'esser veduto; un curioso ricordo dell'epoca giudaica; la sinagoga
+designata ora col nome di Santa Maria Blanca. Si entra in un giardino
+incolto, si picchia alla porta d'una casa d'aspetto meschino, la porta
+s'apre.... È un senso piacevolissimo di meraviglia, una visione
+d'Oriente, la rivelazione improvvisa d'un'altra religione e d'un altro
+mondo. Si vedono cinque strette navate, divise da quattro lunghe file di
+pilastrini ottagoni, che sostengono tanti archi turcheschi appoggiati su
+capitelli di stucco di forme diverse; il soffitto di legno di cedro,
+diviso in scompartimenti uguali; qua e là, sui muri, arabeschi e
+iscrizioni arabe; la luce che viene dall'alto; ogni cosa bianco. La
+sinagoga fu ridotta dagli Arabi a moschea; la moschea, ridotta a chiesa
+dai Cristiani; di modo che essa non è propriamente nessuna delle tre
+cose; ma serba però il carattere di moschea, e l'occhio vi spazia con
+diletto, e l'immaginazione insegue di arco in arco le fuggenti immagini
+di un paradiso voluttuoso.
+
+Visto Santa Maria la Blanca, non mi sentii più la forza di veder altro;
+e respingendo tutte le proposte tentatrici del cicerone, gli ordinai di
+ricondurmi all'albergo. Dopo un lungo andare per un labirinto di
+stradette solitarie, arrivammo; misi una _peceta y media_ nella mano del
+mio innocente assassino, che trovò la mancia scarsa, e mi domandò ancora
+(quanto risi della parola!) una piccola _gratificacion_; ed entrai nella
+sala da pranzo a mangiare una costoletta, o _chuleta_ (che si legge
+_ciuleta_), come la chiamano gli Spagnuoli con un nome che farebbe
+arricciar il naso in qualche provincia d'Italia.
+
+ * * * * *
+
+Verso sera andai a vedere l'Alcazar. Il nome fa sperare un palazzo
+arabo; ma d'arabo non gli resta che il nome; l'edifizio che si ammira
+oggidì, fu costrutto sotto il regno di Carlo V, sulle rovine d'un
+castello, che esisteva già nel secolo ottavo benchè non se ne trovino
+che vaghe indicazioni nelle cronache del tempo. Questo edifizio sorge
+sur un'altura a cavaliere della città, di modo che si vedon le sue mura
+e le sue torri da tutti i punti un po' alti delle strade, e il
+forestiero se ne può servire di guida per non smarrirsi nel labirinto.
+Salii sull'altura per una larga strada serpeggiante come quella che
+conduce dal piano alla città, e mi trovai davanti alla porta
+dell'Alcazar. È un immenso palazzo quadrato, agli angoli del quale si
+innalzano quattro grosse torri, che gli danno un aspetto formidabile di
+fortezza. Davanti alla facciata si stende una vasta piazza, e
+tutt'intorno una cintura di baluardi merlati alla foggia orientale.
+Tutto l'edifizio è di un vigoroso color calcare, svariato di mille
+sfumature da quel potente pittore di monumenti che è il torrido sole del
+Mezzogiorno; e reso più vivo dal limpidissimo cielo, sul quale si
+disegnano i contorni maestosi delle mura. La facciata è scolpita a
+rabeschi con un gusto pieno di nobiltà e d'eleganza. L'interno del
+palazzo corrisponde al di fuori: è un vasto cortile cinto di due ordini
+sovrapposti di archi graziosi sostenuti da leggiere colonne; con una
+monumentale gradinata di marmo, che s'alza nel mezzo del lato opposto
+alla porta, e si divide, a poca altezza dal suolo, in due branche, che
+menano, l'una a destra e l'altra a sinistra, nell'interno del palazzo.
+Per godere la bellezza del cortile bisogna andarsi a porre dove la scala
+si biforca, là si abbraccia con uno sguardo tutta l'armonia
+dell'edifizio che produce un senso di allegrezza e di piacere come un
+gran concerto musicale di gente sparpagliata e nascosta.
+
+Fuor che il cortile, le altre parti dell'edifizio, le scale, le stanze,
+i corridoi, ogni cosa è rovinato o cade in rovina. Ora si sta lavorando
+per ridurre il palazzo ad uso di collegio militare, s'imbiancano i muri,
+si rompon le pareti per far grandi dormentorii, si numerano le porte, si
+converte la reggia in caserma. Restano però intatti i grandi sotterranei
+che servivan di scuderie al tempo di Carlo V, e che possono contenere
+ancora parecchie migliaia di cavalli: il custode mi fece affacciare a un
+finestrino, dal quale vidi un abisso che mi diede un'idea della loro
+vastità. Poi salimmo per una serie di scale malferme in una delle
+quattro torri; il custode aperse colle tanaglie e col martello una
+finestra inchiodata, e mi disse coll'aria di chi annunzia una
+meraviglia:--_Mire Usted!_--
+
+È un panorama immenso. La città di Toledo si vede a volo d'uccello,
+strada per strada, casa per casa, come se ne vedrebbe la pianta stesa
+sovra una tavola; qui la Cattedrale che s'alza sulla città come uno
+smisurato castello, e fa parer piccini come casette da giocattolo tutti
+gli edifizi circostanti; là la terrazza coronata di statue di San
+Giovanni dei Re; in un altro punto le torri merlate della porta nuova;
+il circo dei tori; il Tago che scorre ai piedi della città in mezzo a
+due sponde rocciose; di là dal fiume, accanto al ponte di Alcantara, sur
+una rupe scoscesa, le rovine dell'antico castello di San Servando; più
+oltre una verde pianura, e di là roccie e colli e monti a perdita
+d'occhio, e su, un cielo purissimo, e il sole cadente che indora la
+sommità dei vecchi edifizii e fa scintillare il fiume come una immensa
+fascia d'argento.
+
+Mentre io contemplavo quel magico spettacolo, il custode, che aveva
+letto la storia di Toledo e lo voleva far sapere, mi raccontava ogni
+sorta di storielle, con quel fare tra poetico e faceto, che è proprio
+degli Spagnuoli del mezzogiorno. Prima d'ogni cosa, mi volle far
+conoscere la storia delle opere di fortificazione, e benchè dove egli
+diceva di veder netto e distinto quello che m'accennava, io non vedessi
+nulla di nulla, riuscii a capire qualcosa.
+
+Mi diceva che Toledo era stata cinta di mura tre volte, e che si
+vedevano ancora chiaramente le traccie di tutte e tre le cinte.
+"Guardi," diceva, "segua la linea che descrive il mio dito: quella è la
+cinta romana, la più stretta, e se ne vedono ancora i ruderi. Ora guardi
+più in là. Quell'altra, più ampia, è la cinta gotica. Ora descriva collo
+sguardo una curva che abbracci le due prime: quella è la cinta araba,
+la più recente. Ma gli Arabi hanno fabbricato anche una cinta ristretta
+sulle rovine della cinta romana.... Questa la vedrà facilmente. Ora
+osservi la direzione delle strade che convergono verso il punto più alto
+della città, segua la linea dei tetti, di qui, così: vedrà che tutte le
+strade vanno su a zig-zag; e sono state fatte apposta in questo modo per
+poter difendere la città anche dopo che fossero perdute le mura; e le
+case sono state fabbricate così serrate l'una contro l'altra, per poter
+saltare di tetto in tetto; si vede; e poi gli Arabi l'han lasciato
+scritto; ed è per questo che mi fan ridere i signori spagnuoli di Madrid
+che vengon qui e dicono:--Poh! che strade!--Si vede che non sanno
+un'acca di storia; se ne sapessero un tantino, se leggessero, un po'
+invece di passar la giornata al Prado e a Recoletos, capirebbero che le
+strade strette di Toledo hanno il loro perchè, e che Toledo non è una
+città per gl'ignoranti."
+
+Io mi misi a ridere.
+
+"Non crede?" continuò il custode; "gli è un fatto sacrosanto. Non più
+d'una settimana fa, per citarle un caso, venne qui un bellimbusto di
+Madrid colla sua sposa. Già, salendo le scale, avevano detto roba da
+chiodi della città, delle strade strette, delle case nere. Quando
+s'affacciarono a questa finestra, e videro quelle due vecchie torri
+laggiù nella pianura, sulla riva sinistra del Tago, mi domandarono che
+fossero, ed io risposi: _Los palacios de Galiana_.--Oh! che bei
+palazzi!--esclamarono, e si misero a ridere, e guardarono da un'altra
+parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia. Ora neanco lei,
+m'immagino, non la saprà: ma lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia
+dunque che il grande imperatore Carlomagno è venuto, quand'era
+giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il re Galafro, e abitava in quel
+palazzo. Il re Galafro aveva una figliuola che si chiamava Galiana,
+bella come un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re e vedeva
+ogni giorno la principessa, se ne innamorò con tutte le forze
+dell'anima, e la principessa, di lui. Ma c'era un rivale di mezzo, e
+questo rivale era il re di Guadalajara, un moro gigante, di una forza
+erculea e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere la
+principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire una strada
+sotterranea che andava nientemeno che dalla città di Guadalajara fin
+sotto le fondamenta del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo
+potea vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva, tante volte lo
+rimandava colle trombe nel sacco. Ma non per questo il re, innamorato,
+smise di farle la corte; e tanto le stette attorno, che Carlomagno, il
+quale non era uomo da lasciarsene imporre, come lei può capire, perdette
+la pazienza, e per farla finita una volta, lo sfidò. Si batterono; la
+lotta fu terribile; ma il moro, con tutto che fosse un gigante, ebbe la
+peggio. Quando fu morto, Carlomagno gli tagliò la testa, e andò a
+deporla ai piedi della sua innamorata, che gradì la delicatezza
+dell'offerta, si fece cristiana, diede la mano di sposa al principe, e
+partì con lui per la Francia, dove fu acclamata imperatrice."
+
+"E la testa del moro?"
+
+"Lei ha voglia di ridere; ma son fatti sacrosanti. Vede laggiù, nel
+punto più alto della città, quell'edifizio antico? È la chiesa di San
+Ginés. E sa che cosa c'è dentro? Dentro c'è nientemeno che la porta d'un
+sotterraneo che si stende fino a tre leghe fuori di Toledo. Lei non lo
+crede: sentirà. Nel luogo dove sorge ora la chiesa di San Ginés, v'era
+una volta, prima che gli Arabi invadessero la Spagna, un palazzo
+incantato. Nessun re aveva mai avuto il coraggio d'entrarvi; e quelli
+che forse si sarebbero sentiti da tanto, non ci erano entrati, perchè,
+giusta la tradizione, il primo che avesse oltrepassato quelle soglie,
+sarebbe stato la perdizione della Spagna. Finalmente il re Rodrigo,
+prima di partire per la battaglia di Guadalete, sperando di trovar là
+dentro dei tesori che gli fornissero il modo di combattere l'invasione
+degli Arabi, fece rovesciar le porte, e preceduto dai suoi guerrieri che
+gli rischiaravan la via, entrò. A gran fatica riparando le fiaccole dal
+vento furioso che tirava per gli anditi sotterranei, arrivarono in una
+stanza misteriosa, nella quale videro un cofano, sul quale stava
+scritto:--Chi mi aprirà, vedrà meraviglie.--Il Re ordinò che lo si
+aprisse; con incredibili sforzi si riuscì ad aprirlo; ma invece dell'oro
+e dei diamanti, non vi si trovò che una tela rotolata, sulla quale eran
+dipinti degli arabi armati, con sotto questa iscrizione:--_La Spagna
+sarà tra poco distrutta da costoro._--Quella notte stessa scoppiò una
+violenta tempesta, il palazzo incantato cadde, e poco tempo appresso gli
+Arabi entrarono in Spagna. Pare che lei non creda!"
+
+"Che cosa dite! E come credo!"
+
+"Ma questa storia è legata con un'altra. Lei sa, senza dubbio, che il
+conte Giuliano, comandante della fortezza di Ceuta, tradì la Spagna,
+lasciando passare gli Arabi, ai quali avrebbe potuto sbarrare la strada.
+Ma non può sapere perchè il conte Giuliano ha tradito. Il conte Giuliano
+aveva una figliuola a Toledo, e questa figliuola andava ogni giorno a
+bagnarsi nel Tago, insieme a parecchie fanciulle sue amiche. Disgrazia
+volle che il luogo dove andavano a bagnarsi, che si chiama oggi _Los
+baños de la Cava_, fosse vicino a una torre, nella quale il re Rodrigo
+soleva passar le ore bruciate. Un giorno la figliuola del conte
+Giuliano, che si chiamava Florinda, stanca di sguazzare nell'acqua,
+sedette sulla sponda del fiume, e disse alle sue compagne:--Compagne!
+Vogliamo vedere chi ha la gamba più bella?--Vediamo! risposero quelle; e
+detto fatto, si vanno a sedere intorno a Florinda, e mostrano
+ciascheduna le sue bellezze. Ma Florinda le vinceva tutte; e
+sventuratamente, proprio nel momento ch'ella diceva alle
+altre:--Vedete?--il re Rodrigo faceva capolino a una finestra, e vedeva
+ogni cosa. Giovane, libertino, si figuri! pigliò fuoco come un
+fiammifero, fece la corte alla bella Florinda, la sedusse, e poi
+l'abbandonò; e di qui il furore di vendetta del conte Giuliano, il
+tradimento, l'invasione."
+
+A questo punto mi parve d'averne inteso abbastanza; diedi al custode un
+paio di reali ch'ei prese e mise in tasca con un atto dignitoso, e dato
+un ultimo sguardo a Toledo, discesi.
+
+Era l'ora della passeggiata; la strada principale, larga appena tanto da
+potervi passare una carrozza, era piena di gente; ci sarà stato un
+qualche centinaio di persone, ma parevano una gran folla; imbruniva, le
+botteghe si andavano chiudendo, e qualche raro lume cominciava a
+brillare qua e là. Andai a desinare, ed uscii subito per non perdere lo
+spettacolo della passeggiata. Era notte, non v'era altra illuminazione
+che il chiarore della luna, non si vedeva la gente in viso, mi pareva
+d'essere in mezzo a una processione di spettri, mi prese la
+malinconia.--Pensare che son solo,--dicevo;--che in tutta questa città
+non c'è un'anima che mi conosca, che se cascassi morto in questo
+momento, non ci sarebbe un cane che direbbe:--Poveretto! Era un buon
+diavolo!--Vedevo passare dei giovanotti allegri, dei padri di famiglia
+coi loro bambini, degli sposi, o che avevan l'aria di sposi, con una
+bella creaturina a braccetto; tutti avevano una compagnia, parlavano,
+ridevano, e passavano senza neanco gettarmi uno sguardo. Quanto ero
+tristo! Quanto sarei stato felice se un ragazzo, un povero, una guardia
+di polizia fosse venuta a dirmi:--Signore, mi par di conoscerla!--È
+impossibile, sono uno straniero, non sono mai stato a Toledo; ma non
+importa, non vada via, stia qui, parliamo un poco, son solo!
+
+In buon punto mi ricordai che a Madrid m'era stata data una lettera di
+raccomandazione per un signore di Toledo; corsi all'albergo, la presi e
+mi feci condurre subito in casa sua. Il signore c'era e mi ricevette
+cortesemente. All'udire pronunziar il mio nome provai una gioia che gli
+avrei gettato le braccia al collo. Era il signor Antonio Gamero, autore
+d'una stimatissima _Storia di Toledo_. Passammo la serata insieme; gli
+domandai cento cose, me ne disse mille; e mi lesse alcune splendide
+pagine del suo libro che mi fecero conoscere Toledo meglio che non
+l'avrei conosciuta nel soggiorno d'un mese.
+
+La città è povera, e più che povera, morta; i ricchi l'hanno abbandonata
+per andar a stare a Madrid; gli uomini d'ingegno han seguìto i ricchi;
+non v'è commercio; la fabbricazione delle lame, unica industria che vi
+fiorisca, provvede alla vita di qualche centinaio di famiglie, ma non
+basta alla città; l'istruzione popolare è trasandata; il popolo è inerte
+e miserabile. Ma non ha perduto il bel carattere antico. Come tutti i
+popoli delle gran città decadute, è fiero e cavalleresco; abborre dalle
+basse azioni; fa giustizia di propria mano, quando può, degli assassini
+e dei ladri; e benchè il poeta Zorilla, in una sua ballata, l'abbia
+chiamato senza metafora un popolo imbecille, non è tale; è sveglio e
+ardito. Partecipa della serietà degli Spagnuoli del settentrione e
+della vivacità degli Spagnuoli del mezzodì; tiene il luogo di mezzo tra
+il Castigliano e l'Andaluso; parla lo spagnuolo con garbo, con più
+varietà d'accenti che il popolo di Madrid, con meno rilassatezza che il
+popolo di Cordova e di Siviglia; ama la poesia e la musica; è altero di
+annoverare tra i suoi maggiori il soave Garcilaso della Vega,
+riformatore della poesia spagnuola, e l'arguto Francisco de Rojas,
+l'autore del _Garcia del Castañar_; ed è orgoglioso di veder accorrere
+fra le sue mura artisti e dotti di tutti i paesi del mondo, a studiarvi
+la storia di tre genti, e i monumenti di tre civiltà. Ma qual che sia il
+popolo, Toledo è morta; la città di Wamba, di Alfonso il Bravo e di
+Padilla, non è più che una tomba. Dacchè Filippo II le tolse la corona
+di capitale, ella è andata sempre declinando, e declina ancora, e si
+consuma a poco a poco, sola sulla sommità della sua trista montagna,
+come uno scheletro abbandonato sur una rupe in mezzo alle onde del mare.
+
+Tornai all'albergo poco prima della mezzanotte e siccome splendeva la
+luna, e le notti di luna, benchè in quelle straduccie non penetri la
+luce dell'astro d'argento, Toledo non è illuminata, così dovetti
+camminare poco meno che a tastone come il ladro nella casa del delitto.
+Colla testa piena, come avevo, di ballate fantastiche, nelle quali son
+descritte le strade di Toledo, corse, la notte, da cavalieri imbacuccati
+nelle cappe, che cantano sotto le finestre delle belle, si battono, si
+ammazzano, dan la scalata ai palazzi e rapiscono le fanciulle; così
+m'immaginavo di aver a sentir suoni di chitarre e rumor di spade e grida
+di moribondi. Nulla di tutto questo: le strade eran deserte e
+silenziose, e le finestre buie; e appena si udiva di tratto in tratto,
+alle cantonate e sui crocicchi, qualche leggiero fruscío o qualche
+bisbiglio fuggitivo, che non si sarebbe nemmen potuto dire da che parte
+venisse. Giunsi all'albergo senz'aver rapito nessuna toledana, ciò che
+poteva avere qualcosa di spiacevole; ma anche senz'essermi fatto fare
+nessun occhiello nel ventre, ciò che senza dubbio aveva qualcosa di
+consolante.
+
+ * * * * *
+
+La mattina del giorno dopo visitai il bell'edificio dell'ospedale di
+Santa Croce, la chiesa di _Nuestra señora del Transito_, antica
+sinagoga; i resti di un anfiteatro e d'una naumachia dei tempi dei
+Romani, e la famosa fabbrica d'armi, nella quale comperai un bel
+pugnaletto col manico inargentato e la lama coperta di rabeschi, che ho
+in questo momento sul tavolino, e che, a serrar gli occhi ed a
+stringerlo, mi fa parer d'esser ancora là, nel cortile dell'opificio, a
+un miglio di distanza in Toledo, sotto il sole di mezzogiorno, in mezzo
+a un crocchio di soldati e a un nuvolo di fumo di _cigarritos_. Mi
+ricordo che tornando a Toledo alla bella pedona, mentre attraversavo un
+tratto di campagna solitario come un deserto e muto come una catacomba,
+una voce formidabile gridò:--_Fuera el extranjero!_
+
+La voce veniva dalla città, mi fermai, lo straniero ero io, quel grido
+era diretto a me, mi si rimescolò il sangue: la solitudine ed il
+silenzio del luogo accrescevano la mia paura. Tirai innanzi, e la voce
+di nuovo:
+
+--_Fuera el extranjero!_--
+
+--Ma è un sogno--esclamai arrestandomi di nuovo,--o son desto? Chi è che
+grida? dove? perchè?--
+
+Ripresi a andare, e la voce una terza volta:--_Fuera el extranjero!_--
+
+Mi fermo una terza volta, e mentre tutto turbato giro gli occhi intorno,
+vedo un ragazzo seduto in terra, che mi guarda ridendo, e mi dice:--_Es
+un loco_ (un pazzo) _que cree vivir en el tiempo de la guerra de
+independencia; mire Vsted; allí està la casa de locos._ E mi accennò
+l'Ospedale dei Pazzi, sull'altura, le estreme case di Toledo. Misi un
+respirone, che avrebbe smorzato una torcia a vento.
+
+La sera partii da Toledo, col rammarico di non aver avuto tempo per
+vedere e rivedere tutto quello che v'è di antico e di mirabile; mitigato
+però questo rammarico, dal desiderio ardentissimo dell'Andalusia, che
+non mi lasciava un momento di pace. Ma per quanto tempo ebbi dinanzi
+agli occhi Toledo! Per quanto tempo vidi e sognai quelle roccie
+scoscese, quei muri enormi, quelle tetre strade, quel fantastico aspetto
+di città medioevale! Ed oggi ancora me ne ravvivo spesso l'immagine con
+una sorta di tristo piacere e di austera malinconia, e quell'immagine mi
+divaga la mente in mille strani pensieri di tempi remoti e di casi
+meravigliosi.
+
+
+
+
+VIII.
+
+CORDOVA.
+
+
+Arrivato a Castillejo dovetti aspettare fino a mezzanotte il treno
+dell'Andalusia; desinai a uova sode e ad aranci, con un po' d'innaffio
+di Val de Peñas, brontolai una poesia dell'Espronceda, chiaccherai un
+po' con un doganiere (il quale, tra parentesi, mi fece la sua
+professione di fede politica: Amedeo, libertà, accrescimento di paga ai
+doganieri, ec.); finchè s'udì il sospirato fischio, ed entrai in un
+carrozzone pieno stipato di donne, di ragazzi, di guardie civili, di
+scatole, di cuscini, d'involti; e via, con una rapidità insolita sulle
+strade ferrate di Spagna. La notte era bellissima; i miei compagni di
+viaggio parlavano di tori e di Carlisti; una bella ragazza, che più
+d'uno divorava cogli occhi, fingeva di dormire, per scaldare le fantasie
+con un saggio dei suoi atteggiamenti notturni; chi faceva _cigarritos_,
+chi sbucciava aranci, chi canterellava ariette di _Zarzuela_. Nullameno,
+dopo pochi minuti, m'addormentai. Credo che avevo già sognato la Moschea
+di Cordova e l'Alcazar di Siviglia, quando fui svegliato da un rauco
+grido:
+
+--_Puñales?_
+
+--Pugnali? Caspita! Per chi? Prima ch'io vedessi chi avea gridato, mi
+balenò davanti agli occhi una lama lunga ed acuta, e lo sconosciuto
+ridomandò:
+
+--_Le gusta?_
+
+Bisogna convenire che vi sono dei modi assai più piacevoli di essere
+svegliati. Io guardai in viso i miei compagni di viaggio con
+un'espressione di stupore che li fece prorompere tutti insieme in uno
+scoppio di risa. Allora mi fu detto che ad ogni stazione della strada
+ferrata c'eran dei venditori di coltelli e di pugnali, che offrivano ai
+viaggiatori la loro merce come da noi si offrono i giornali e i
+rinfreschi. Rassicurato della vita, comprai il mio spauracchio: cinque
+lire, un bel pugnale da tiranno di tragedia, con manico fregiato,
+iscrizione sulla lama e fodero di velluto ricamato; e lo misi in tasca,
+pensando che mi avrebbe fatto comodo in Italia per sciogliere questioni
+cogli Editori. Il venditore n'avrà avuti una cinquantina in una gran
+fascia rossa che gli stringeva la vita. Altri viaggiatori ne comprarono;
+le guardie civili complimentarono uno dei miei vicini per la buona
+scelta fatta; i ragazzi gridarono:--Uno anche a me!--le mamme
+risposero:--Ve ne compreremo uno più lungo un'altra volta.--Oh beata la
+Spagna! io esclamai, e pensai con raccapriccio alle nostre barbare leggi
+che ci vietano l'innocente trastullo d'un po' di lama affilata.
+
+Attraversammo la Mancia, la celebrata Mancia, teatro immortale delle
+avventure di Don Chisciotte. È tal quale io me l'immaginava: ampie
+pianure nude, lunghi tratti di terreno sabbioso, qualche mulino a vento,
+pochi villaggi meschini, viottole solitarie, casuccie abbandonate.
+Vedendo quei luoghi, provai quel vago senso di malinconia che desta
+sempre in me la lettura del libro del Cervantes, e ridissi a me stesso
+quello che, leggendo, mi dico sempre: Costui non può far ridere, o sotto
+il sorriso fa spuntare la lacrima. Don Chisciotte è una figura mesta e
+solenne; la sua pazzia è un lamento; la sua vita è la storia dei sogni,
+delle illusioni, dei disinganni, delle aberrazioni di tutti; la lotta
+della ragione coll'immaginazione, del vero col falso, dell'ideale col
+reale; tutti noi abbiamo del Don Chisciotte, tutti noi prendiamo dei
+mulini a vento per giganti, tutti noi siamo a volta a volta spinti in su
+da un impeto d'entusiasmo, e ricacciati giù da una risata di scherno;
+tutti siamo un misto di sublime e di follia; tutti sentiamo con amarezza
+profonda il contrasto perpetuo tra la grandezza delle nostre aspirazioni
+e la debolezza delle nostre facoltà. Bei sogni della fanciullezza e
+dell'adolescenza, propositi generosi di consacrar la vita alla difesa
+della virtù e della giustizia, care immaginazioni di affrontati
+pericoli, di lotte venturose, di gesta magnanime e di eccelsi amori, ad
+una ad una cadute, come foglie di fiori, sull'angusto e uniforme
+sentiero della vita, come ce le ravvivi nell'anima, e quanti vaghi
+pensieri e profondi insegnamenti ne derivi, o generoso e sventurato
+cavaliere dalla triste figura!
+
+Si toccò Argasamilla di Alba, dove Don Chisciotte nacque e morì, e dove
+il povero Cervantes, esattore del gran priorato di San Giovanni, in nome
+del magistrato speciale di Consuegra, fu arrestato dagli irascibili
+debitori, e tenuto prigione in una casa che, a quanto si dice, esiste
+tuttora, e nella quale è fama egli concepisse il disegno del suo
+romanzo. Passammo accanto al villaggio di Val de Peñas, che dà il nome a
+uno dei più squisiti vini di Spagna, nero, frizzantino, esilarante, il
+solo, forse, che permetta allo straniero del Norte le copiose libazioni
+dei suoi banchetti; e giungemmo infine a Santa Cruz de Tudela, villaggio
+famoso per le sue fabbriche di _navajas_, (coltelli, rasoi) presso il
+quale la via comincia a sollevarsi dolcemente verso la montagna.
+
+S'era levato il sole, eran discese donne e bambini dalla carrozza, eran
+saliti contadini, ufficiali e _toreros_, che andavano a Siviglia. Si
+vedeva, in quel ristretto spazio, una varietà di vestimenti che non si
+vede da noi in un mercato: cappelli a punta di contadini della Sierra
+Morena, calzoni rossi di soldati, grandi _sombreros_ di _picadores_,
+scialli di gitane, _mantas_ di catalani, lame di Toledo appese alle
+pareti, cappe, ciarpe, fronzoli di tutti i colori d'Arlecchino.
+
+ * * * * *
+
+Il treno s'innoltrò tra le roccie della Sierra Morena, che separa la
+Valle della Guadiana da quella del Guadalquivir, famosa per canti di
+poeti e gesta di briganti. La strada corre tratto tratto fra due pareti
+di sasso tagliate a picco, alte tanto, che per vederne la sommità
+convien mettere tutta la testa fuor del finestrino, e torcere il viso in
+su, come per guardare il tetto del carrozzone. Altrove le roccie son più
+distanti, e sorgono le une sulle altre, le prime in forma di macigni
+enormi franati, le ultime ritte, sottili, simili a torri ardite,
+innalzate su smisurati bastioni; in mezzo, un ammonticchiamento di
+massi, tagliati a denti, a scalini, a creste, a gobbe, dove quasi
+sospesi in aria, dove separati da caverne profonde e da precipizi
+spaventevoli, che presentano una confusione di forme capricciose, di
+abbozzi fantastici d'edifizi, di figure gigantesche, di rovine, e
+offrono a ogni passo mille profili ed aspetti inattesi; e su quella
+infinita varietà di forme un'infinita varietà di colori, di ombre, di
+guizzi, di sbattimenti di luce. Per lungo tratto, a destra, a sinistra,
+in alto, non si vede che pietra, senza una casa, senza un sentiero,
+senza un palmo di terra dove si possa posare il piede d'un uomo; e man
+mano che si va oltre, roccie, burroni, precipizii, ogni cosa s'allarga,
+s'approfonda, s'innalza, fino al punto culminante della Sierra, dove la
+sovrana maestà dello spettacolo strappa un grido di meraviglia.
+
+Là il treno si arrestò per qualche minuto, e tutti i viaggiatori misero
+la testa fuor del finestrino.
+
+"_Aquí,_" disse un tale ad alta voce, "_iba saltando de risco en risco
+el Roto de la mala figura para cumplir su penitencia._"
+
+(Cardenio, uno dei più notevoli personaggi del _Don Chisciotte_, che
+saltava in camicia, su per le roccie della Sierra, per far penitenza dei
+suoi peccati).
+
+"_Yo,_" continuò il viaggiatore, "_quisiera que obligáran à hacer lo
+mismo à Sagasta._"
+
+Tutti risero, e cominciarono a cercare, ciascuno per conto suo, un uomo
+politico inviso, al quale infliggere, coll'immaginazione, quel castigo;
+e chi propose il Serrano, e chi il Topete, e chi altri; di modo che, in
+pochi minuti, se i desiderii fossero stati soddisfatti, si sarebbe visto
+tutta la Sierra popolata di ministri, di generali e di deputati in
+camicia, ruzzolanti di bricca in bricca, come il masso famoso di
+Alessandro Manzoni.
+
+ * * * * *
+
+Il treno ripartì, le roccie sparirono, e la deliziosa valle del
+Guadalquivir, il giardino della Spagna, l'Eden degli Arabi, il paradiso
+dei pittori e dei poeti, la beata Andalusia si dischiuse ai miei occhi.
+Risento ancora il fremito di gioia fanciullesca col quale mi slanciai al
+finestrino, dicendo a me stesso:--Godiamo!
+
+Per un lungo spazio la campagna non offre alcun nuovo aspetto
+all'ardente curiosità del viaggiatore. A Vilches si stende una vasta
+pianura, e al di là la rasa campagna di Tolosa, dove Alfonso VIII, re di
+Castiglia, riportò sull'esercito mussulmano la celebrata vittoria _de
+las Navas_. Il cielo era limpidissimo, si vedevano in lontananza i
+monti della Sierra di Segura. A un tratto, mi vien fatto uno di quei
+rapidi movimenti, che par che rispondano a un grido interno di stupore:
+i primi aloè, dalle ampie foglie carnose, inaspettati annunziatori della
+vegetazione del Tropico, sorgono ai lati della via. Al di là cominciano
+ad apparire i campi tempestati di fiori. I primi tempestati, quei che
+seguono quasi coperti, poi vaste distese di terreno vestite interamente
+di rosolacci, di margherite, di fioralisi, di pratoline, di primavere,
+di ranuncoli, in modo che la campagna si presenta come una successione
+d'immensi tappeti di porpora, d'oro, di neve; e lontano, in mezzo agli
+alberi, innumerevoli striscie azzurre, bianche, gialle, a perdita
+d'occhio; e vicino, sulle sponde dei fossi, sui rialzi, fin sulla
+scarpa, fin sulla proda della via, fiori a strati, a cespi, a ciuffi,
+gli uni sugli altri, aggruppati a guisa di grandi mazzi, tremolanti
+sugli alti steli, che quasi si toccano colla mano. Poi campi
+biondeggianti di grano dalle grossissime spighe, fiancheggiati da lunghi
+roseti; poi boschetti d'aranci, vasti oliveti, collinette variate di
+cento sfumature di verde, sormontate d'antiche torri moresche, sparse di
+casine variopinte, e tra l'una e l'altra, ponti bianchi e snelli che
+accavalciano rigagnoli nascosti dagli alberi. All'orizzonte appaiono le
+cime nevose della Sierra Nevada; sotto quella striscia bianca, altre
+strisce azzurre, ondulate, dei monti più vicini; la campagna di più in
+più variata e florida; Arjonilla, in mezzo a un bosco d'olivi, di cui
+non si scorgono i confini; Pedro Abad, in mezzo a una pianura coperta
+di vigneti e d'alberi fruttiferi; Ventas di Alcolea, su gli ultimi colli
+della Sierra Morena, popolati di ville e di giardini. Ci s'avvicina a
+Cordova, il treno vola, si vedono le piccole stazioni mezzo nascoste
+dagli alberi e dai fiori, il vento porta le foglie delle rose dentro
+alle carrozze, grandi farfalle trasvolano rasente le finestre, un
+profumo delizioso si spande nell'aria, i viaggiatori cantano, si
+trascorre per un giardino incantevole, spesseggiano gli aloé, gli
+aranci, le palme, le ville; s'ode un grido:--Ecco Cordova!
+
+ * * * * *
+
+Quante belle immagini e grandi ricordi si destan nella mente al suono di
+questo nome!
+
+Cordova, l'antica perla d'occidente, come la chiamano i poeti arabi, la
+città delle città, Cordova dai trenta borghi e dalle tremila moschee,
+che chiudeva tra le sue mura il più grande tempio dell'Islam! La sua
+fama si spandeva per l'Oriente, ed oscurava la gloria dell'antica
+Damasco. Dalle più remote regioni dell'Asia traevano i fedeli alle rive
+del Guadalquivir, per prostrarsi nel Mhirab meraviglioso della sua
+Moschea, al chiarore delle mille lampade di bronzo, fuse colle campane
+delle Cattedrali di Spagna. Accorrevano gli artisti, i dotti, i poeti,
+da ogni parte del mondo maomettano, alle sue fiorenti scuole, alle sue
+biblioteche immense, alle corti magnifiche dei suoi Califfi. Affluivano
+i ricchi e le belle, tratte dalla fama della sua splendidezza. E di qui
+si spandevano, avidi di sapere, lungo le coste dell'Affrica, per le
+scuole di Tunisi, di Cairo, di Bagdad, di Cufa, e fino all'India e alla
+China, a raccoglier libri, ispirazioni e memorie; e le poesie cantate
+alle falde della Sierra Morena, volavano, di cetra in cetra, fino alle
+vallate del Caucaso, ad eccitare l'ardore dei pellegrinaggi. La bella,
+la poderosa, la sapiente Cordova, coronata di tremila villaggi,
+ostentava alteramente i suoi bianchi minareti in mezzo ai boschetti
+d'aranci, e spandeva intorno per la valle divina un'aura voluttuosa di
+letizia e di gloria!
+
+ * * * * *
+
+Scendo dal treno, attraverso un giardino, mi guardo intorno, son solo; i
+viaggiatori che scesero con me sparirono chi di qua chi di là; sento
+ancora il rumore d'una carrozza che s'allontana; poi tutto tace. È
+mezzogiorno, il cielo purissimo, l'aria accesa. Vedo due casine bianche:
+è l'imboccatura d'una strada, entro, vado oltre. La strada è stretta, le
+case piccine come le villette che s'innalzano sui poggi artificiali dei
+giardini, quasi tutte d'un sol piano, colle finestre a pochi palmi da
+terra, i tetti che quasi si toccan col bastone, i muri bianchissimi. La
+strada svolta, guardo, non vedo nessuno, non sento un passo, non una
+voce. Dico: sarà una strada abbandonata. Piglio un'altra strada: casette
+bianche, finestre chiuse, solitudine, silenzio. O dove sono? mi domando.
+Vado innanzi: la strada, stretta da non potervi passare una carrozza,
+serpeggia; a destra e a sinistra si vedono altre strade deserte, altre
+case bianche, altre finestre chiuse; il mio passo risuona come in un
+corridoio; il bianco dei muri è tanto vivo che persino il riflesso
+m'offende, e son costretto a camminare a occhi socchiusi; mi par di
+andare in mezzo alla neve. Giungo a una piazzetta: tutto chiuso e
+nessuno. Allora mi comincia a entrar nel cuore un senso di vaga
+malinconia, non mai provata pel passato; un misto di piacere e di
+tristezza, simile a quello che provano i fanciulli, quando, dopo una
+lunga corsa, giungono in un bel sito campestre, e se ne rallegrano, ma
+col tremito d'essersi troppo dilungati da casa. Al di sopra di molti
+tetti s'alzano le palme degl'interni giardini. Oh fantastiche leggende
+di Odalische e di Califfi! Oltre, di strada in strada, di piazza in
+piazza; comincio ad incontrare qualcuno, ma tutti passano e spariscono
+come fantasmi. Tutte le strade si somigliano, le case non hanno più di
+due o quattro finestre; e non una macchia, non uno sgorbio, non una
+screpolatura nei muri, che son lisci e bianchi come un foglio di carta.
+Tratto tratto sento un bisbiglio dietro una persiana, e vedo quasi nello
+stesso momento spuntare e sparire una testa bruna con un fiore tra le
+treccie. M'affaccio a una porta.....
+
+Un _patio_! Come descrivere un _patio_? Non è un cortile, non è un
+giardino, non è una sala: è queste tre cose insieme. Tra il _patio_ e la
+strada v'è un vestibolo. Ai quattro lati del _patio_ s'alzano colonne
+sottili che sostengono all'altezza del primo piano una specie di
+galleria chiusa da ampie vetrate; sopra la galleria si stende una tela
+che ombreggia il cortile. Il vestibolo è lastricato di marmo, la porta
+fiancheggiata da colonne, sormontata da bassorilievi, chiusa da un
+sottile cancello di ferro di vaghissimo disegno. In fondo al _patio_, in
+dirittura della porta, sorge una statua; in mezzo, una fontana; intorno,
+seggiole, tavolini da lavoro, quadri, vasi di fiori. Corro a un'altra
+porta: un altro _patio_, colle pareti coperte dall'edera, e una corona
+di nicchie, con entro statuine, busti, urne. M'affaccio a una terza
+porta: un _patio_ colle pareti lavorate di musaico, una palma nel mezzo,
+e intorno un mucchio di fiori. A una quarta porta: dopo il _patio_, un
+altro vestibolo, dopo questo un secondo _patio_, nel quale si vedono
+altre statue, altre colonne, altre fontane. E tutte queste sale e questi
+giardini son puliti e nitidi da poter passare la mano sui muri e per
+terra senza che ci resti la traccia; e freschi, odorosi, rischiarati da
+una luce incerta che ne accresce la bellezza e il mistero.
+
+Avanti ancora, di strada in strada, alla ventura. Via via che cammino,
+mi s'accresce la curiosità, e affretto il passo. Mi pare impossibile che
+la città debba esser tutta così; temo d'imbattermi in una casa o di
+riuscire in una strada che mi richiami alla mente le altre città e rompa
+il mio bel sogno. Ma no, il sogno dura: tutto è piccino, gentile,
+misterioso. Ogni cento passi, una piazzetta deserta, nella quale mi
+arresto trattenendo il respiro; di tratto in tratto un crocicchio, e non
+un'anima viva;--e sempre bianco e tutto bianco,--e finestre chiuse,--e
+silenzio. Ed a ogni porta un nuovo spettacolo: archi, colonne, fiori,
+zampilli, palme; una meravigliosa varietà di disegni, di tinte, di luce,
+di profumi; qui di rose, là di aranci, più là di viole; e col profumo un
+soffio d'aria fresca, e coll'aria un suono sommesso di voci di donne, e
+stormir di foglie, e canto d'uccelli; un'armonia varia e soave, che
+senza turbare il silenzio della strada, molce l'orecchio come l'eco
+d'una musica lontana. Ah! non è un sogno! Madrid, l'Italia, l'Europa,
+sono certo a una grande distanza di qui! Qui si vive un'altra vita, qui
+spira l'aria d'un altro mondo, io sono in Oriente!
+
+ * * * * *
+
+Mi ricordo che a un certo punto mi arrestai in mezzo alla strada e, non
+so come, mi accorsi improvvisamente ch'ero tristo e inquieto, e che nel
+mio cuore v'era un vuoto che la meraviglia e il piacere non bastavano a
+colmare. Io sentivo un bisogno irresistibile di penetrare in quelle case
+e in quei giardini, di squarciare, per dir così, il velo di mistero, che
+avvolgeva la vita della gente sconosciuta che vi era dentro; di
+partecipar di quella vita; di afferrare una mano, e di fissare i miei
+occhi in due occhi pietosi, e di dire:--Sono uno straniero, son solo,
+voglio esser felice anch'io, lasciatemi stare in mezzo ai vostri fiori,
+lasciatemi godere di tutti i segreti del vostro paradiso, ditemi chi
+siete, come vivete, sorridetemi, quetatemi, la mia testa brucia!--E
+questa tristezza giunse sino a tal segno, che dissi a me stesso:--Io
+non posso stare in questa città, io ci soffro, io parto!--
+
+E sarei partito in fatti, se in buon punto non mi fossi ricordato che
+avevo in tasca una lettera di raccomandazione per due giovani di
+Cordova, fratelli d'un amico mio di Firenze. Smisi il proposito di
+partire e corsi subito a cercarli.
+
+Quanto risero, quando io dissi loro l'impressione che Cordova mi faceva!
+Mi proposero d'andar subito a vedere la Cattedrale, infilammo una
+stradina bianca, e via.
+
+La moschea di Cordova, che venne ridotta a Cattedrale dopo la cacciata
+degli Arabi; ma che è pur sempre moschea, fu costrutta sulle rovine
+della cattedrale primitiva, poco lontano dalla sponda del Guadalquivir.
+Abdurrahman ne cominciò la costruzione l'anno 785 o 786.--Inalziamo una
+moschea,--egli disse,--che vinca quella di Bagdad, quella di Damasco e
+quella di Gerusalemme; che sia il più grande tempio dell'Islam, che
+diventi la Mecca d'Occidente.--Si pose mano all'opera con grande ardore,
+gli schiavi cristiani portavano alle fondamenta le pietre delle chiese
+distrutte, Abdurrahman lavorava egli stesso un'ora ogni giorno, la
+moschea, nello spazio di non molti anni, fu fatta, i Califfi successori
+di Abdurrahman l'abbellirono, dopo un secolo di quasi continui lavori fu
+compiuta.
+
+--Eccoci,--mi disse uno dei due ospiti, arrestandosi tutt'a un tratto
+davanti a un vasto edifizio.
+
+Io credetti che fosse una fortezza. Era il muro che cinge la moschea,
+un vecchio muro merlato, nel quale s'aprivano una volta venti grandi
+porte di bronzo, contornate di bellissimi rabeschi, e di finestrine
+arcate, rette da sottili colonne: coperto ora da un triplice strato di
+calce. Un giro intorno a quel muro di cinta è una passeggiatina da farsi
+dopo desinare: si giudichi della vastità dell'edifizio.
+
+La porta principale della cinta è a tramontana nel punto dove sorgeva il
+minareto di Abdurrahman, sulla cima del quale sventolava lo stendardo
+maomettano. Entrammo; io credevo di veder subito l'interno della
+Moschea, e mi trovai in un giardino pieno di aranci, di cipressi e di
+palme, cinto da tre lati da un porticato leggerissimo, e chiuso al
+quarto lato dalla facciata della moschea. Nel mezzo di questo giardino
+era al tempo degli Arabi la fonte per le abluzioni, e all'ombra di
+questi alberi si raccoglievano i fedeli prima d'entrare nel tempio.
+Stetti qualche momento guardando intorno, e aspirando l'aria fresca e
+odorosa con un senso vivissimo di piacere; e mi batteva il cuore al
+pensare che la famosa moschea era lì accanto, e mi sentivo ad un tempo
+spinto verso la porta da una immensa curiosità, e trattenuto da non so
+quale trepidazione fanciullesca.--Entriamo,--mi dicevano i
+compagni.--Ancora un momento,--rispondevo; lasciatemi assaporare bene la
+dolcezza dell'aspettazione.--Finalmente mi mossi, e senza neanco
+guardare la meravigliosa porta che i compagni m'accennarono, entrai.
+
+Che cosa feci o dissi appena entrato, non so; ma certo qualche strana
+voce mi deve esser sfuggita o debbo aver fatto qualche gesto assai
+strano, perchè alcune persone che in quel punto venivano verso di me, si
+misero a ridere, e si voltarono di nuovo a guardare intorno, come per
+rendersi conto della profonda sensazione ch'io avevo manifestata.
+
+Immaginate una foresta, e supponete di trovarvi nel più fitto, e di non
+veder altro che tronchi d'alberi. Così, nella moschea, da qualunque
+parte uno si volga, lo sguardo si perde tra le colonne. È una foresta di
+marmo della quale non si scorge la fine. Si seguono collo sguardo ad una
+ad una le lunghissime file delle colonne che s'incrociano ad ogni passo
+con altre innumerevoli file, e s'arriva a un fondo semi-oscuro, nel
+quale par di vedere biancheggiare ancora altre colonne. Son diciannove
+navate che s'allungano nella direzione dei passi di chi entra,
+attraversate da altre trentatre, sostenute, fra tutte, da più di
+novecento colonne di porfido, di diaspro, di breccia, di marmi d'ogni
+colore. Ogni colonna sorregge un pilastrino, e tra l'una e l'altra
+s'incurva un arco, e un secondo tra pilastrino e pilastrino, questo
+sovrapposto al primo, e tutti e due della forma d'un ferro di cavallo;
+in guisa che, immaginando essere le colonne tanti tronchi d'albero, gli
+archi rappresentano i rami, e la similitudine della moschea a una
+foresta è completa. La navata del mezzo, assai più larga che le altre,
+riesce innanzi alla Maksura, che è la parte più sacra del tempio, dove
+si adorava il Corano. Qui, dalle finestre del soffitto, scende un
+pallido raggio di luce che rischiara una fila di colonne; là v'è un
+tratto oscuro; più oltre scende un altro raggio che rischiara un'altra
+navata. È impossibile esprimere il sentimento di mistica meraviglia che
+vi si desta nell'animo a quello spettacolo. È come la rivelazione
+improvvisa d'una religione, d'una natura e d'una vita ignota, che vi
+rapisce la fantasia tra le delizie di quel paradiso pieno d'amore e di
+voluttà, dove i beati, seduti all'ombra dei platani frondosi e dei
+roseti senza spine, libano nei vasi di cristallo i vini scintillanti
+come perle, mesciuti da fanciulli immortali, e riposano nell'amplesso
+delle amabili vergini dai grandi occhi neri! Tutte le immagini
+dell'eterno piacere che il Corano promette ai fedeli, vi si presentano
+in folla alla mente, alla prima vista della moschea, vive, ardenti,
+scintillanti, e vi danno una momentanea ebbrezza dolcissima, che vi
+lascia nel cuore una non so qual molle malinconia! Un breve tumulto
+nella mente, e una rapida scintilla che percorre le vene, tale è la
+prima sensazione che si prova all'entrare nella cattedrale di Cordova.
+
+Cominciammo a girare di navata in navata, osservando ogni cosa
+minutamente. Quanta varietà in quell'edifizio che sembra a primo aspetto
+uniforme! Le proporzioni delle colonne, i disegni dei capitelli, le
+forme degli archi cangiano, si può dire, ad ogni passo. Delle colonne,
+la maggior parte sono antiche, e furon tolte dagli Arabi alla Spagna del
+Norte, alla Gallia, all'Affrica romana; e qualcuna è fama appartenesse
+ad un tempio di Giano, sulle rovine del quale venne costrutta la chiesa
+che gli Arabi distrussero per costrurre la moschea. Sopra parecchi
+capitelli si scorgono ancora le traccie delle croci che v'erano
+scolpite, e che gli Arabi ruppero a colpi di scalpello. In qualche
+colonna sono confitti ferri ricurvi ai quali si dice che gli Arabi
+legassero i Cristiani; e se n'accenna uno, tra gli altri, cui la
+tradizione popolare narra esser stato legato un cristiano per lo spazio
+di molti anni; nel qual tempo, a furia di raschiare coll'unghie, riuscì
+a incavare nella pietra una croce che i ciceroni fanno vedere con
+profonda venerazione.
+
+Giungemmo alla Maksura, che è l'opera più completa e più meravigliosa
+dell'arte degli Arabi nel decimo secolo. Sul dinnanzi, sono tre cappelle
+contigue, colla volta ad archi dentellati, e le pareti coperte di
+stupendi musaici, che rappresentan gruppi di fiori e sentenze del
+Corano. In fondo alla cappella di mezzo, è il _mihrab_ principale, il
+luogo sacro dove stava lo spirito di Dio. È una nicchia di base
+ottagonale, chiusa di sopra da una colossale conchiglia di marmo. Nel
+_mihrab_ era deposto il Corano, scritto dalla mano del califfo Othman,
+coperto d'oro, guernito di perle, inchiodato sovra una seggiola di legno
+d'aloe; e intorno ad esso venivano a fare sette giri ginocchioni le
+migliaia dei fedeli. Avvicinandomi al muro mi sentii mancar sotto il
+pavimento: il marmo è incavato!
+
+Uscendo dalla nicchia, mi arrestai lungo tempo a contemplare la vòlta e
+le pareti della cappella principale, la sola parte della moschea che si
+conservò quasi intatta. È un luccichìo abbarbagliante di cristalli di
+mille colori, un intreccio di arabeschi che confonde la mente, una
+complicazione di bassorilievi, di dorature, di ornamenti, di minuzie di
+disegno e di colorito, d'una delicatezza, d'una grazia, d'una perfezione
+da far disperare il più paziente pittore. È impossibile ritener nulla
+nella mente di quel portentoso lavoro; voi potreste tornar cento volte a
+guardarlo, che non vi rimarrebbe dinanzi agli occhi, ripensandoci, altro
+che un formicolìo di puntini azzurri, rossi, verdi, dorati, luminosi, o
+un ricamo intricatissimo, cangiante continuamente e rapidissimamente di
+disegno e di colori. Solamente dalla focosa e instancabile immaginazione
+degli Arabi poteva uscire un siffatto miracolo d'arte.
+
+Ricominciammo a girare per la moschea, osservando qua e là sui muri i
+rabeschi delle antiche porte che si scoprono via via sotto il
+detestabile intonaco cristiano. I miei compagni mi guardavano, ridevano
+e si mormoravan nell'orecchio non so che.
+
+"Non se n'è ancora accorto?" mi domandò l'uno.
+
+"Di che?"
+
+Si riguardarono e sorrisero di nuovo.
+
+"Crede lei d'aver visto tutta la moschea?" ripigliò il compagno.
+
+"Io sì," risposi guardandomi intorno.
+
+"Ebbene," disse il primo "lei non ha veduto tutto; e quello che le
+riman da vedere è nientemeno che una chiesa."
+
+"Una chiesa!" esclamai stupefatto; "ma dov'è?"
+
+"Guardi," rispose l'altro compagno, accennando, "è nel bel mezzo della
+moschea."
+
+"Potenzinterra!" E io non l'avevo veduta!
+
+Si giudichi da questo della vastità della moschea. Andammo a vedere la
+chiesa. È una bella e ricchissima chiesa, con un altar maggiore
+magnifico e un coro degno di star accanto a quelli delle cattedrali di
+Burgos e di Toledo; ma come tutte le cose messe fuor di posto, muove più
+la stizza che l'ammirazione. Senza codesta chiesa, l'aspetto della
+moschea sarebbe molto migliore. Lo stesso Carlo V, che diede al Capitolo
+il permesso di costruirla, quando vide la prima volta il tempio
+maomettano, se ne pentì. Accanto alla chiesa è una specie di cappella
+araba, mirabilmente conservata, ricca di musaici non meno variati e
+splendidi che quelli della Maksura; nella quale è fama si radunassero i
+ministri della religione per discutere il libro del profeta.
+
+Tale è la moschea d'oggigiorno. Ma quale doveva essere al tempo degli
+Arabi! Non era chiusa intorno intorno da un muro; ma aperta, in modo che
+da ogni sua parte si vedeva il giardino, e dal giardino si vedeva fino
+in fondo alle lunghissime navate, e l'aria spandeva fin sotto le volte
+della Maksura la fragranza degli aranci e dei fiori. Le colonne, che ora
+son meno di mille, erano millequattrocento; il soffitto era di legno di
+cedro e di larice, scolpito e smaltato con finissimo lavoro; le pareti
+eran rivestite di marmo; la luce di ottocento lampade riempite d'olio
+odoroso, faceva scintillare come perle i cristalli dei musaici, e
+produceva sul pavimento, sugli archi, sui muri, un gioco meraviglioso di
+colori e di riflessi. Un mare di splendori,--cantò un poeta,--riempiva
+il misterioso recinto, e il tepido ambiente era pregno d'aromi e
+d'armonie, e il pensiero dei fedeli vagava e si smarriva nel labirinto
+delle colonne luccicanti come lancie percosse dal sole.
+
+Federico Schack, autore d'una bell'opera intitolata: _Poesia e arte
+degli Arabi in Spagna e in Sicilia_, fece una descrizione della moschea
+in un giorno di festa solenne, che dà una immagine vivissima del culto
+maomettano e completa il quadro del monumento.
+
+All'uno e all'altro lato dell'Almimbar, o pulpito, ondeggiano due
+stendardi, per significare che l'Islam ha trionfato del Giudaismo e del
+Cristianesimo, e che il Corano ha vinto l'antico e il nuovo Testamento.
+Gli _almnedani_ salgono sulla galleria dell'alto minareto e intuonano il
+_selam_ o il saluto al profeta. Allora le navate della moschea si
+riempiono di credenti, i quali, con bianchi vestiti e festoso aspetto,
+accorrono alla orazione. In pochi istanti, per tutta l'estensione
+dell'edifizio, non si vede più che gente inginocchiata. Per la via
+segreta che congiunge il tempio all'alcazar, giunge il Califfo e va a
+sedere al suo posto elevato. Un lettore del Corano legge una Sura sul
+leggìo della tribuna. La voce del _muccin_ risuona nuovamente invitando
+alle preghiere del mezzogiorno. Tutti i fedeli si alzano e mormorano le
+loro preghiere, facendo reverenze. Un servitore della moschea apre le
+porte del pulpito e impugna una spada, colla quale, voltandosi verso la
+Mecca, ammonisce che si lodi Maometto, mentre già dalla tribuna lo
+celebrano cantando i _mubaliges_. Sale quindi il predicatore sul
+pulpito, togliendo di mano al servitore la spada, la quale ricorda e
+simboleggia la soggezione della Spagna al potere dell'Islam. È il giorno
+che si deve proclamare il _Djihad_ o la guerra santa, la chiamata di
+tutti gli uomini atti ad andare alla guerra, perchè scendano in campo
+contro i Cristiani. La moltitudine ascolta con silenziosa devozione il
+discorso, intessuto di testi del Corano, il quale comincia così:
+
+«Lodato sia Allà, che ha ingrandita la gloria del Islam, mercè la spada
+del campione della Fede, e che nel suo santo libro ha promesso al
+credente aiuto e vittoria.
+
+»Allà sparge i suoi benefizii sui mondi.
+
+»Se non spingesse gli uomini a slanciarsi armati contro gli uomini, la
+terra si perderebbe.
+
+»Allà ha ordinato di combattere contro i popoli fin che conoscano che
+non v'è che un Dio.
+
+»La fiamma della guerra non si estinguerà fino alla fine del mondo.
+
+»La benedizione divina cadrà sovra la criniera del cavallo guerriero
+fino al giorno del giudizio.
+
+»Armati da capo a piedi, o leggermente armati, alzatevi, partite!
+
+»Oh credenti! Che sarà di voi se, quando vi si chiama alla battaglia,
+rimanete col viso rivolto al suolo?
+
+»Preferite la vita di questo mondo alla vita futura?
+
+»Credetemi: le porte del paradiso stanno all'ombra delle spade.
+
+»Colui che muore nella battaglia per la causa di Dio, lava col sangue
+che sparge tutte le macchie dei suoi peccati.
+
+»Il suo corpo non sarà lavato come gli altri cadaveri perchè nel giorno
+del giudizio le sue ferite manderanno fragranza come il musco.
+
+»Quando i guerrieri si presenteranno alle porte del paradiso, una voce
+domanderà di dentro:--Che avete fatto nella vostra vita?--
+
+»Ed essi risponderanno:--Noi abbiamo brandito la spada nella lotta per
+la causa di Dio!
+
+»Allora le porte eterne si apriranno e i guerrieri entreranno
+quarant'anni prima degli altri.
+
+»Su, dunque, credenti; abbandonate donne, figli, fratelli, averi, e
+uscite alla guerra santa!
+
+»E tu, o Dio, signore del mondo presente e del mondo futuro, combatti
+per gli eserciti di coloro che riconoscono la tua unità! Atterra gli
+increduli, gl'idolatri, i nemici della tua santa fede! Rovescia i loro
+stendardi, e rimettili, con quanto posseggono, come bottino, ai
+mussulmani!»
+
+Il predicatore, appena terminato il suo discorso, esclama, volgendosi
+alla Congregazione:--Chiedete a Dio!--e prega in silenzio. Tutti i
+fedeli, toccando il suolo colla fronte, seguono il suo esempio. I
+_mubaliges_ cantano:--Amen! Amen, o Signore di tutti gli
+esseri!--Ardente come il calore che precede l'imminente tempesta,
+l'entusiasmo della moltitudine, rattenuto prima in un silenzio
+meraviglioso, prorompea allora in sordi mormorii, che alzandosi come le
+onde e traboccando per tutto il tempio, fanno finalmente risuonar le
+navate, le cappelle, le volte dell'eco di mille voci unite in un sol
+grido:--Non v'è altro Dio che Allà!--......
+
+La moschea di Cordova è oggi ancora, per consentimento universale, il
+più bel tempio mussulmano, e uno dei più ammirabili monumenti del mondo.
+
+ * * * * *
+
+Quando uscimmo dalla moschea, era già trascorsa d'un buon tratto l'ora
+della _siesta_, che nelle città della Spagna meridionale fanno tutti, e
+ch'è una necessità il fare, a cagione dell'insopportabile calore
+dell'ore bruciate; e le strade cominciavano a popolarsi. Ohimè!--dicevo
+io ai miei compagni:--quanto sta male il cappello a staio per le strade
+di Cordova! Come avete cuore di appiccicare il figurino della moda su
+questo bel quadro orientale? Perchè non vi vestite da Arabi?--Passavano
+zerbinotti, operai, ragazzi: guardavo tutti con grande curiosità,
+sperando di trovare qualcuna di quelle fantastiche figure, che il Doré
+ci rappresentò come esempi del tipo andaluso: con quel bruno
+carico, con quelle grosse labbra, con quei grandi occhi. Non ne
+incontrai. Andando verso il centro della città, vidi le prime Andaluse,
+signore, signorine, donne del popolo, quasi tutte piccine, sottili, ben
+fatte, alcune belle, molte simpatiche, la maggior parte nè carne nè
+pesce, come in tutti i paesi. Nel vestire, all'infuori della così detta
+_mantilla_, nessuna differenza dalle donne francesi e nostre; gran
+volume di capelli finti, a treccie, a ciocche, a lunghi riccioli, e
+sottane succinte, a sgonfietti e increspature, e stivaletti col tacco a
+punta di pugnale. L'antico costume andaluso è scomparso dalle città.
+
+Credevo che sul far della sera le strade sarebbero state affollate; ma
+non vidi che poca gente, e soltanto nelle strade dei quartieri
+principali; le altre rimasero deserte come nelle ore della _siesta_. E
+convien passare appunto per queste strade deserte, per goder Cordova la
+notte. Si vedono brillare i lumi nei _patios_; si vedono, negli angoli
+oscuri, le coppie amorose strette in intimo colloquio; la ragazza, per
+lo più, alla finestra, con una mano abbandonata mollemente fuori
+dell'inferriata, e il giovane accanto al muro, in atteggiamento poetico,
+e coll'occhio all'erta; non mai tanto però che gli riesca di staccar la
+bocca da quella mano, prima che se ne accorga chi passa; e si senton
+suoni di chitarra, mormorii di fontane, sospiri, risa di fanciulle,
+fruscii misteriosi....
+
+L'indomani mattina, ancora tutto turbato dai sogni orientali della
+notte, ricominciai a girare per la città. Per descrivere tutto quello
+che v'è di notevole ci vorrebbe un volume; è un vero Museo d'antichità
+romane ed arabe; vi si trovano a profusione colonne militari, iscrizioni
+in onore degli imperatori, resti di statue e di bassorilievi; sei
+antiche porte; un gran ponte sul Guadalquivir, del tempo di Ottavio
+Augusto, ricostrutto dagli Arabi; rovine di torri e di mura, case che
+appartennero ai Califfi, e che serbano le colonne e gli archi
+sotterranei delle sale da bagno; e per tutto porte, vestiboli, scale, da
+far la delizia d'una legione d'archeologi.
+
+Verso mezzogiorno, passando per una stradina solitaria, vidi scritto sul
+muro d'una casa, accanto a un'iscrizione romana:--_Casa de huespedes.
+Almuerzos y comidas;_--e leggendo, sentii lo stimolo, come dice il
+Giusti, di sì bassa fame, che deliberai di saziarla in quel qualunque
+bugigattolo al quale m'ero abbattuto. Infilai una porticina, mi trovai
+in un _patio_. Era un _patio_ meschino, senza marmi e senza fontane, ma
+bianco come la neve e fresco come un giardino. Non vedendo nè tavole nè
+seggiole, temetti d'aver sbagliato porta, e mi mossi per uscire. Una
+vecchierella, sbucata non so di dove, mi arrestò.
+
+"Si mangia?" domandai.
+
+"_Si señor_" mi rispose.
+
+"Che cosa c'è?"
+
+"_Uevos, chorizo, chuletas, pescado, naranjas, vino de Málaga._"
+
+"_Muy bien: tráigame Usted todo lo que Usted tiene._"
+
+Cominciò a portarmi la tavola e la seggiola, ed io sedetti e aspettai.
+A un tratto sentii aprire una porta dietro di me, mi voltai.... Angeli
+del cielo, che vidi! La più bella di tutte le più belle Andaluse, non
+solo di quelle vedute a Cordova, ma di tutte quelle che vidi poi a
+Siviglia, a Cadice, a Granata; una ragazza, mi si lasci dir la parola,
+tremenda, da far fuggire, o commettere qualche diavoleria; uno di quei
+visi che facevan gridare: oh povero me! a Giuseppe Baretti, quando
+viaggiava in Spagna. Stette qualche momento immobile, cogli occhi fissi
+nei miei, come per dire:--ammirami;--poi si voltò verso la cucina e
+gridò:--_Tia, despáchate!_--(Zia, spicciati); il che offrì a me
+l'occasione di renderle _muchas gracias_ colla lingua impacciata, e a
+lei il pretesto d'avvicinarsi rispondendo:--_No hay de que_--con una
+voce così soave, che mi sforzò ad offrirle una seggiola, sulla quale
+sedette. Era una ragazza sui vent'anni, alta, diritta come una palma,
+bruna, con due grand'occhi pieni di dolcezza, luccicanti ed umidi che
+pareva avessero versato allora allora una lagrima; e una nerissima
+capigliatura ondulata, con una rosa fra le treccie. Pareva una delle
+vergini arabe della tribù degli Usras, che facevano morir d'amore.
+
+Cominciò la conversazione ella stessa.
+
+"_Usted es extranjero, me parece?_"
+
+"Sì."
+
+"_Frances?_"
+
+"Italiano."
+
+"_Italiano? Paisano del Rey?_"
+
+"Sì."
+
+"_Le conoce Usted?_"
+
+"Di vista."
+
+"_Dicenque es un buen mozo._" (bel giovanotto).
+
+Io non risposi, essa si mise a ridere; e mi domandò:--_Que mira
+Usted?_--e continuando a ridere, nascose il piede, che, sedendo, aveva
+messo bene innanzi, perchè lo vedessi. Oh! non v'è donna in quei paesi,
+che non sappia che i piedini andalusi sono famosi nel mondo.
+
+Colsi l'occasione, tirai il discorso sulla fama delle donne d'Andalusia,
+e le espressi la mia ammirazione colle parole più calde del mio
+dizionario. Mi lasciò dire, guardando con molta attenzione dentro una
+fessura della tavola, poi rialzò il viso e mi domandò:
+
+"_Y en Italia, como son las mujeres?_"
+
+"Oh! belle, anche in Italia."
+
+"_Pero.... seran frias!_" (fredde).
+
+"Oh no, davvero!" m'affrettai a rispondere; "ma lei sa... in ogni paese
+le donne hanno un _non so che_ di diverso da quelle di tutti gli altri
+paesi; e fra tutti i _non so che_, quello delle Andaluse, per un povero
+viaggiatore che non ha ancora i capelli bianchi, è forse il più
+pericoloso di tutti; e c'è una parola per dire quello che penso; se non
+se la ricordasse, glie la direi; le direi: _Señorita, Usted es la
+Andalusa mas...._" (più....)
+
+"_Salada!_" (esclamò la ragazza coprendosi il viso colle mani).
+
+"_Salada!... la Andalusa mas salada de Córdoba._"
+
+_Salada_, salata: tale è la parola che si usa comunemente in
+Andalusia per dire una donna bella, vezzosa, carina, languida,
+ardente, e tutto quello che volete; una donna con due labbra che
+dicano:--_Bebedme!_--bevetemi; e due occhi che vi costringano a
+mordervi il labbro di sotto.
+
+La zia mi portò le uova, le costolette, il _chorizo_, gli aranci, e la
+ragazza riprese la conversazione.
+
+"_Usted es italiano: ha visto Usted al Papa?_"
+
+"No, mi dispiace."
+
+"_Es posible? Un italiano que no viò al Papa! Y diga Usted: porqué le
+hacen tanto sufrir los italianos?_" (perchè lo fanno tanto soffrire?)
+
+"Soffrire, in che modo?"
+
+"_Ya! Dicen que le han cerrado en su casa y que le tiran pedradas en las
+ventanas!_" (e che gli tiran sassate nelle finestre).
+
+"Ma no! non lo creda! non c'è ombra di vero, ec."
+
+"_Viò Usted Venezia?_"
+
+"Oh! Venezia, sì."
+
+"_Es verdad que es una ciudad que sobrenada en la mar?_" (una
+città che galleggia sul mare).
+
+E qui mi fece mille istanze, perchè le descrivessi Venezia, e le dicessi
+com'era fatta la gente in quella strana città, e che fa tutto il giorno,
+e come va vestita. E mentre io discorrevo, oltre lo sforzo che avevo a
+fare per esprimermi con un po' di garbo, e per mandar giù le ova mal
+cotte e il _chorizo_ stantìo, dovevo veder lei avvicinarsi man mano a
+me, forse senza accorgersene, per udir meglio; e avvicinarsi tanto da
+farmi sentir l'odore della rosa che aveva nei capelli, e il calore del
+suo respiro; dovevo, dico, far tre sforzi in una volta, l'uno colla
+testa, l'altro collo stomaco, e il terzo con tutto, e sentirmi anche
+dire di tanto in tanto:--_Que bonito!_--che significa:--Quanto è
+bello!--complimento che si riferiva al Canal Grande, e che mi faceva
+l'effetto che farebbe a uno spiantato, un sacchetto pieno di marenghi,
+fattogli sonar sotto il naso da un banchiere impertinente.
+
+"_Ah! señorita!_" dissi in fine, cominciando a perdere la pazienza; "che
+vale che le città sian belle, alla fine dei conti? Chi ci è nato, non ci
+bada; e il viaggiatore.... nemmeno. Io sono arrivato ieri a Cordova, è
+una bella città, non c'è dubbio; ebbene: lo vuol credere? ho già
+dimenticato tutto quello che ho visto, non ho più voglia di veder
+niente, non so neanco più in che città mi trovi. Palazzi! moschee! mi
+fan ridere! Quando vi avranno messo un fuoco nell'anima chi vi consumi,
+andrete a smorzarlo nella moschea! Si faccia un po' più in là, scusi.
+Quando vi sentirete una smania addosso che vi farebbe stritolar un
+piatto coi denti, andrete a contemplare i palazzi? Creda! è una triste
+vita quella del viaggiatore! È una penitenza delle più dure! È un
+supplizio! È un..." Un prudente colpo di ventaglio mi chiuse la bocca,
+che andava tropp'oltre e colle parole e coll'atto. Attaccai la
+costoletta.
+
+"_Pobrecito!_" mormorò l'Andalusa ridendo, dopo aver dato un'occhiata
+intorno; "_Son todos ardientes como Usted los italianos?_"
+
+"Che so io! Son tutte belle come lei le Andaluse?"
+
+La ragazza stese la mano sulla tavola.
+
+"Nasconda quella mano," le dissi.
+
+"_Porqué?_" domandò essa.
+
+"Perchè voglio mangiare in pace."
+
+"Mangi con una mano sola."
+
+"Ah!"
+
+Mi parve di stringere la manina d'una bimba di sei anni; il coltello
+cadde in terra; un denso velo si stese sulla costoletta.
+
+A un tratto mi sentii la mano vuota, apersi gli occhi, vidi la ragazza
+tutta turbata, mi voltai indietro: giusto cielo! c'era un bel pezzo di
+giovanotto, con la giacchettina attillata, coi calzoni stretti, col
+piccolo cappello di velluto, oh terrore! _un torero!_ Diedi un guizzo,
+come se mi fossi sentito piantar nel collo due _banderillas de fuego_.
+
+--Capisco a volo!--dissi tra me, come quel tale nella commedia _Moglie e
+Buoi_; e sfido a non capire! La ragazza, un po' imbarazzata, fece la
+presentazione:--"_Un italiano de paso por Cordoba_," e soggiunse in
+fretta: "che vorrebbe sapere a che ora parte il treno per Siviglia."
+
+Il _torero_, che al primo vedermi, aveva corrugato la fronte, si
+rasserenò, mi disse l'ora della partenza, sedette, ed entrò
+amichevolmente in conversazione. Io gli domandai notizie dell'ultima
+_corrida_ che s'era fatta a Cordova; era un _banderillero_, mi raccontò
+per filo e per segno le vicende della giornata. La ragazza, in quel
+frattempo, coglieva dei fiori nei vasi del _patio_. Terminai la mia
+colazione, offersi un bicchier di Malaga al _torero_, feci un brindisi
+al felice piantamento di tutte le sue _banderillas_ avvenire, pagai lo
+scotto (_tres pecetas_, c'eran compresi i begli occhi, si capisce), e
+poi, fatto muso franco, anche per dissipare fin l'ombra d'un sospetto
+nell'anima del mio formidabile rivale, dissi alla ragazza:--"_Señorita!_
+A chi parte non si nega nulla; io, per lei, sono come un moribondo, non
+mi rivedrà mai più, non sentirà mai più pronunziare il mio nome: può
+dunque lasciarmi un ricordo: mi dia quel mazzolino di fiori."
+
+"Eccolo," mi disse la ragazza; "l'avevo fatto per lei."
+
+Diede un'occhiata al _torero_; il _torero_ fece un atto di approvazione.
+
+"_Le doy gracias con toda la fuerza de mi corazon,_" risposi, e m'avviai
+per uscire. M'accompagnarono tutti e due verso la porta.
+
+"_Hay funciones de toros en Italia?_" mi domandò il giovane.
+
+"Oh Dio! no. Non le abbiamo ancora."
+
+"Peccato! Cerchi di metterle in moda anche in Italia, e io andrò a
+_banderillar_ a Roma."
+
+"Farò tutto il possibile. Signorina, perch'io la possa salutare abbia la
+bontà di dirmi il suo nome."
+
+"_Consuelo._"
+
+"_Quédese Usted con Dios, Consuelo!_"
+
+"_Váyase Usted con Dios, señor italiano!_"
+
+E infilai la stradina solitaria.
+
+ * * * * *
+
+Nei dintorni di Cordova non c'è notevoli monumenti arabi a vedere.
+Eppure tutta la valle era un tempo sparsa di stupendi edifizi. Lontano
+tre miglia dalla città, a settentrione, alle falde d'un monte, sorgeva
+Medina Az-Zahra, la _città fiorente_, una delle più meravigliose opere
+d'architettura del califfato di Abdurrahman III, iniziata dal Califfo
+stesso in omaggio a una sua favorita di nome Az-Zahra. Le fondamenta
+furon gettate l'anno novecentotrentasei, e diecimila operai vi
+lavorarono per venticinque anni. I poeti arabi celebrarono Medina
+Az-Zahra come la più splendida delle reggie umane, e il più delizioso
+giardino della terra. Non era un edifizio, ma un vastissimo congiunto di
+palazzi, di giardini, di cortili, di porticati, di torri. Ivi piante
+pellegrine della Siria, giuochi fantastici di fontane altissime,
+fiumicelli fiancheggiati dalle palme, e vasti bacini colmi di mercurio,
+che scintillavano ai raggi del sole come laghi di fuoco; porte d'ebano e
+d'avorio, tempestate di gemme; migliaia di colonne di preziosissimi
+marmi, grandi terrazze aeree, e fra la moltitudine innumerevole delle
+statue, dodici animali d'oro massiccio, luccicanti di perle, che
+schizzavan dalla bocca e dalle nari acque odorose. In questa immensa
+reggia formicolavano migliaia di servi, di schiavi, di donne, e
+accorrevano da ogni parte del mondo i musici e i poeti. E nondimeno,
+codesto Abdurrahman III, che visse fra tante delizie, che regnò per
+cinquant'anni, che fu potente, glorioso e fortunato in ogni vicenda e in
+ogni impresa, scrisse prima di morire che durante il suo lungo regno non
+era stato felice che quattordici giorni! E la sua favolosa _città
+fiorente_, settantaquattr'anni dopo che n'era stata posta la prima
+pietra, fu invasa, saccheggiata ed arsa da un'orda barbaresca, ed oggi
+non ne restan che poche pietre, che appena ne rammentano il nome. Di
+un'altra splendida città, di nome Zahira, che sorgeva ad oriente di
+Cordova, fatta costrurre dal poderoso Almansur, governatore del Regno,
+non restan neanco le rovine: una mano di ribelli la ridusse in cenere
+poco dopo la morte del suo fondatore.
+
+ «Tutto ritorna alla gran madre antica.»
+
+ * * * * *
+
+Invece di fare una scarrozzata nei dintorni di Cordova, mi diedi a
+errare qua e là, almanaccando sui nomi delle strade, che per me è uno
+dei più saporiti piaceri che si possan provare in una città sconosciuta.
+Cordova, _alma ingeniorum parens_, avrebbe di che scrivere ad ogni
+angolo di strada il nome d'un artista o d'un dotto illustre nato fra le
+sue mura; e, sia detto ad onor suo, li ha tutti ricordati con materna
+gratitudine. Voi ci trovate la piazzetta di Seneca, e la casa,--se sarà
+quella,--nella quale nacque; la via di Lucano; la via di Ambrosio
+Morales, l'istoriografo di Carlo V, continuatore della _Cronaca
+generale della Spagna_ cominciata da Florian di Ocampo; la via di Paolo
+Cespedes, pittore, architetto, scultore, archeologo, autore d'un poema
+didattico _El arte de la pintura_, sfortunatamente non finito, sparso di
+stupende bellezze. Ardente di entusiasmo per Michelangelo, del quale
+aveva ammirato le opere in Italia, gli sciolse nel suo poema un inno di
+lode che è uno dei più bei tratti della poesia spagnuola; e mio
+malgrado, m'escon dalla penna gli ultimi versi, che ogni italiano, anche
+non conoscendo la lingua sorella, può intendere e sentire. Non credere,
+egli dice al lettore, di poter scoprire la perfezione della pittura in
+altra cosa
+
+ «Que en aquella escelente obra espantosa
+ Mayor de cuantas se han jamas pintado,
+ Que hizo[3] el Buonarrota de su mano
+ Divina, en el etrusco Vaticano!
+
+ Cual nuevo Prometeo en alto vuelo
+ Alzándose, estendiò las alas tanto,
+ Que puesto encima el estrellado[4] cielo
+ Una parte alcanzò[5] del fuego santo;
+ Con que tornando enriquecido al suelo
+ Con nueva maravilla y nuevo espanto,
+ Diò vida con eternos resplandores
+ À marmoles, à bronces, à colores.
+ ¡O mas que mortal hombre! ¿Angel divino
+ O cual te nomaré? No humano cierto
+ Es tu ser, que del cerco empireo vino[6]
+ Al estilo y pincel vida y concierto:
+ Tu mostraste à los hombres el camino
+ Por mil edades escondido, incierto
+ De la reina virtud; a ti se debe
+ Honra que en cierto dia el sol renueve.»
+
+Mormorando questi versi, riuscii nella via Juan de Mena, l'_Ennio
+spagnuolo_, come lo chiamano i suoi concittadini, autore d'un poema
+fantasmagorico, intitolato: _Il labirinto_, imitazione della _Divina
+Commedia_, di gran fama ai suoi tempi; e non privo, in vero, di qualche
+pagina di poesia ispirata e profonda; ma, nell'assieme, gonfio di
+pedantesco misticismo, e freddo. Giovanni II, re di Castiglia, andava
+pazzo di questo _Labirinto_, lo teneva accanto al messale nel suo
+gabinetto, lo portava seco alla caccia; ma, vedete capriccio di Re! il
+poema non aveva che trecento strofe, e a Giovanni II parevan poche, e
+sapete per qual ragione? Per la ragione che l'anno è di trecento
+sessantacinque giorni, e a lui pareva che quanti sono i giorni dell'anno
+tante dovessero essere le strofe del poema; e pregò il poeta di comporne
+altre sessantacinque, e il poeta lo obbedì; lietissimo, l'adulatore! di
+vedersi offerto un pretesto per adulare ancora; benchè l'avesse già
+tanto adulato, fino al segno di pregarlo che gli correggesse i suoi
+versi! Dalla via Juan de Mena, passai nella via Gongora, il Marini della
+Spagna, non meno grande d'ingegno, ma forse anche più corruttore della
+sua letteratura che non sia stato della nostra il Marini, poichè guastò,
+stroppiò, imbastardì in mille modi anche la lingua; onde Lopez de Vega
+argutamente fa chiedere da un poeta gongorista al suo ascoltatore:--Mi
+capisci?--e questi risponde:--Sì!--e il poeta di rimando:--Menti! perchè
+non mi capisco neanch'io.--Non però scevro affatto di gongorismo
+neanche il Lopez, cui bastò l'animo di scrivere che il Tasso non era che
+l'aurora del sol di Marini; nè scevro il Calderon, nè gli altri più
+grandi. Ma basti di poesia, per non uscire di carreggiata.
+
+Dopo la _siesta_, andai a ricercare i miei due compagni, che mi
+condussero nei sobborghi della città, nei quali vidi per la prima volta
+donne e uomini di tipo veramente andaluso, quale io me lo raffigurava,
+con occhi e colori e atteggiamenti d'Arabi; e intesi pure per la prima
+volta il parlar proprio del popolo d'Andalusia, più molle e più cantato
+che nelle Castiglie, ed anche più gaio e più immaginoso, e accompagnato
+da un gesticolare più vivo. Domandai ai miei compagni se fosse vero
+quello che suol dirsi dell'Andalusia: che cioè colla pubertà precoce
+sian precoci i vizii, e voluttuosi i costumi, e gli amori sfrenati.
+_Harto verdadero!_ risposero: troppo vero! e qui spiegazioni,
+descrizioni e racconti, che tengo nella penna. Ritornammo in città, mi
+condussero in uno stupendo Casino, con giardini e sale splendide, in una
+delle quali, la più vasta e la più ricca, ornata dei ritratti di tutti i
+Cordovesi illustri, sorge una specie di palco scenico, su cui salgono i
+poeti a leggere le loro poesie le sere solenni destinate a pubblico
+certame d'ingegno; e i vincitori ricevono una corona d'alloro dalle mani
+delle più belle e colte fanciulle della città, assise sur un semicerchio
+di seggiole inghirlandate di rose. La sera ebbi il piacere di conoscere
+parecchi giovani Cordovesi, _ardentemiente afectos_, come si dice in
+spagnuolo leccato, _al cultivo de las Musas_, franchi, cortesi,
+vivacissimi, con una farraggine di versi nella testa, e infarinati di
+letteratura italiana; cosicchè, figuratevi, dall'imbrunire a mezzanotte,
+per quelle misteriose stradine che m'avevan fatto girar la testa la sera
+prima, fu un continuo clamoroso scambiarsi di sonetti, d'inni e di
+ballate delle due lingue, dal Petrarca al Prati, dal Cervantes allo
+Zorilla; e una allegrissima conversazione chiusa e suggellata da molte
+cordiali strette di mano, e da calde promesse di scriversi, di mandarsi
+libri, di venire in Italia, di tornare in Spagna, ec. ec.; non altro che
+parole, come sempre, ma parole non meno care per questo.
+
+ * * * * *
+
+L'indomani partii per Siviglia. Alla stazione vidi Frascuelo, Lagartijo,
+il Cuco, e tutta la compagnia dei _toreros_ di Madrid, che mi salutarono
+con uno sguardo benevolo di protezione. Mi cacciai in un vagone
+polveroso, e quando il treno si mosse, e Cordova apparve ai miei occhi
+per l'ultima volta, la salutai coi versi del poeta arabo, un po' troppo
+sensuali, se si vuole, per il gusto d'un europeo; ma, in fin dei conti,
+adatti all'occasione:
+
+«_Addio, Cordova!_ Per vivere sempre fra le tue mura, vorrei far vita
+più lunga di Noè. Vorrei avere i tesori di Faraone per spenderli in vino
+e in belle Cordovesi, dagli occhi soavi, che invitano ai baci.»
+
+
+NOTE:
+
+ [3] Fece.
+
+ [4] Stellato.
+
+ [5] Conseguì.
+
+ [6] Venne.
+
+
+
+
+IX.
+
+SIVIGLIA.
+
+
+Il viaggio da Cordova a Siviglia non desta la meraviglia come quello da
+Toledo a Cordova; ma è pur bello ancora; sono sempre quei boschi di
+aranci, quegli oliveti sconfinati, quei colli vestiti di pampini, quei
+prati coperti di fiori. A poche miglia da Cordova si vedon le torri
+diroccate del formidabile castello di Almodovar, posto sur una roccia
+altissima, che domina un immenso spazio all'intorno; a Hornachuelos, un
+altro vecchio castello sulla sommità d'una collina, in mezzo un
+paesaggio solitario e melanconico; più oltre la bianca città di Palma,
+nascosta in un foltissimo bosco d'aranci, cinto alla sua volta da una
+corona di orti e di giardini; e via via si trascorre in mezzo a campi
+biondeggianti di grano, fiancheggiati da lunghissime siepi di fichi
+d'India, da filari di piccole palme, da boschetti di pini, da folte
+piantagioni di alberi fruttiferi; e ad ogni tratto si vedon colli e
+castelli e torrenti e svelti campanili di villaggi celati tra gli
+alberi, e cime azzurre di monti lontani.
+
+Son belle sopra ogni cosa le piccole case campestri sparse lungo la
+strada. Non ricordo d'averne veduta una che non fosse bianca come la
+neve. È bianca la casa, bianco il parapetto del pozzo vicino, bianco il
+muricciuolo che cinge l'orto, bianchi i due pilastrini della porta del
+giardino; ogni cosa par stata imbiancata il giorno innanzi. Alcune di
+queste case hanno una o due finestrine binate alla moresca, altre
+qualche arabesco sulla porta, altre il tetto coperto di tegole
+variopinte come le case arabe. Qua e là, pei campi, si vedon cappe rosse
+e bianche di contadini, cappelli di velluto in mezzo all'erba, ciarpe di
+tutti i colori. I contadini che si vedono sulle aiuole, o che accorrono
+a veder passare il treno, sono vestiti tal quale ce li rappresentano i
+quadri di costumi di quarant'anni fa: hanno un cappello di velluto con
+una grandissima tesa un po' rivoltata, con una piccola cupola a pan di
+zucchero; una giacchettina corta, un panciotto aperto, un par di calzoni
+tagliati al ginocchio come quelli dei preti, un par di ghette alte fino
+ai calzoni, e una fascia intorno alla vita. Questa foggia di vestire,
+incomoda, ma bella, s'attaglia mirabilmente alle forme snelle di quegli
+uomini, i quali preferiscono assai lo star bellamente male allo star
+bene senza grazia, e s'acconciano di buon grado a stintignare una
+mezz'ora ogni mattina, pur di avere indosso un paio di calzoncini che
+mettano in rilievo il fianco svelto e la gamba ben tornita. Non han
+nulla di comune coi nostri contadini del settentrione, dal muso duro e
+dall'occhio attonito. Quelli vi fissan negli occhi, con un sorriso, i
+loro grandi occhi neri, come se vi volessero dire:--Non mi
+riconoscete?--lancian degli sguardi audaci alle signore che metton la
+testa fuori del finestrino; accorrono per porgervi un fiammifero prima
+che voi glielo abbiate domandato; qualche volta rispondono in rima a una
+vostra interrogazione, e son capaci persino di ridere per farvi vedere i
+loro denti bianchi.
+
+A la Rinconada si comincia a vedere, in dirittura della strada ferrata,
+il campanile della Cattedrale di Siviglia; e a destra, di là dal
+Guadalquivir, le belle colline coperte d'oliveti, ai piedi delle quali
+giaccion le rovine d'Italica. Il treno volava, e io parlavo tra me e me,
+a mezza voce, affrettando le parole via via che spesseggiavan le case,
+con quell'affanno pien di desiderio e di gioia, che si prova salendo le
+scale dell'amante. Siviglia! Siviglia è là! È là la regina
+dell'Andalusia, l'Atene spagnuola, la madre del Murillo, la città dei
+poeti e degli amori, la famosa Siviglia, di cui pronunciavo il nome fin
+da fanciullo con un sentimento di dolce simpatia! Chi m'avesse detto,
+qualche anno fa, che io l'avrei veduta! Eppure non è un sogno! Quelle
+case son ben di Siviglia, quei contadini laggiù son Sivigliani; quel
+campanile ch'io vidi, è la Giralda! Io a Siviglia? È strano! Mi vien
+voglia di ridere! Che farà mia madre in questo momento! Se fosse qui! Se
+fosse qui il tale, il tal altro! Peccato esser solo! Ecco le case
+bianche, i giardini, le stradine.... Siamo nella città.... Ora si
+scende.... Ah! come è bella la vita!....
+
+Arrivai a un albergo, buttai la valigia nel _patio_, e cominciai a
+errare per la città. Mi parve di riveder Cordova ingrandita, abbellita e
+arricchita; le strade son più larghe, le case son più alte, i _patios_
+più spaziosi; ma l'aspetto generale della città è il medesimo; è quella
+bianchezza purissima, quella rete intricata di stradine, quell'odor
+diffuso d'aranci, quell'aria gentile di mistero, quella sembianza
+orientale, che desta nel cuore un sentimento dolcissimo di amorosa
+malinconia, e nella mente mille fantasie e desiderii e visioni d'un
+mondo lontano, d'una vita nuova, d'una gente ignota, d'un paradiso
+terrestre pieno d'amori, di delizie, di pace. In quelle strade si legge
+la storia della città; ogni balcone, ogni frammento di scultura, ogni
+crocicchio solitario rammenta l'avventura notturna d'un Re, le
+ispirazioni d'un poeta, le vicende di una bella, un amore, un duello, un
+rapimento, una favola, una festa. Qui è una memoria di Maria Padilla, là
+di don Pedro, più oltre del Cervantes, altrove del Colombo, di Santa
+Teresa, del Velasquez, del Murillo. Una colonna rammenta la dominazione
+Romana, una torre, lo splendore della monarchia di Carlo V, un alcazar,
+la magnificenza della corte degli Arabi. Accanto alle modeste casine
+bianche, s'innalzano i sontuosi palazzi marmorei; le piccole strade
+tortuose sboccano nelle vaste piazze popolate di aranci; dal crocicchio
+deserto e silenzioso si riesce, con un breve giro, nella strada corsa da
+una folla rumorosa; e per tutto dove si passa, si vedono a traverso i
+graziosi cancelli dei _patios_, fiori, statue, fontane, fughe di sale,
+muri coperti di arabeschi, finestrine arabe, sottili colonne di marmi
+preziosi; e a ogni finestra, in ogni giardino, donnine vestite di
+bianco, mezzo nascoste, come timide ninfe, fra le foglie dei pampini e i
+cespugli delle rose.
+
+Di strada in strada arrivai alla riva del Guadalquivir, sui viali del
+passeggio della Cristina, che è per Siviglia ciò che per Firenze il
+Lungarno. Qui si gode uno spettacolo incantevole.
+
+Mi avvicinai prima alla famosa Torre dell'Oro. Questa famosa Torre,
+chiamata dell'Oro o perchè vi si chiudeva l'oro che i bastimenti
+spagnuoli portavano dall'America, o perchè il re Don Pedro vi nascondeva
+i suoi tesori, è ottagona, formata da tre piani rientranti, coronata di
+merli e bagnata dal fiume. La tradizione narra che questa torre fu
+costrutta al tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo la
+bellissima favorita di quel Re, quando la torre era congiunta
+all'alcazar da un edifizio che venne demolito per far luogo al passeggio
+della Cristina.
+
+Questo passeggio si stende dal palazzo del duca di Montpensier fino alla
+Torre dell'Oro ed è tutto ombreggiato da platani d'Oriente, da quercie,
+da cipressi, da salici, da pioppi, e d'altri alberi del settentrione,
+che gli Andalusi ammirano come ammireremmo noi le palme e gli aloè nelle
+campagne del Piemonte e della Lombardia. Un gran ponte accavalcia il
+fiume, e conduce al sobborgo di Triana, del quale si vedono le prime
+case sulla sponda opposta. Una lunga fila di bastimenti, di golette, di
+barconi si stende sul fiume, e fra la Torre dell'Oro e il palazzo del
+Duca, è un va e vieni di barchette. Tramontava il sole. Una folla di
+signore formicolava pei viali, frotte di operaie passavano nel ponte,
+ferveva il lavoro sui bastimenti, sonava una banda musicale nascosta tra
+gli alberi, il fiume era color di rosa, l'aria odorava di fiori, il
+cielo pareva tutto in fuoco.
+
+Rientrai in città, e godetti il meraviglioso spettacolo di Siviglia
+notturna. I _patios_ di tutte le case erano illuminati; quei delle case
+modeste, rischiarati da una mezza luce che ne abbelliva d'un'aria di
+mistero la grazia; quei dei palazzi, pieni di fiammelle, che facevan
+sfolgorare gli specchi e scintillare come getti d'argento vivo gli
+zampilli delle fontane, e luccicare di mille colori i marmi dei
+vestiboli, i musaici delle pareti, le vetriere delle porte, i cristalli
+dei doppieri. Si vedeva dentro un formicaio di signore, si sentiva per
+tutto un suon di risa, di voci, di musiche; pareva di passare in mezzo a
+tante sale da ballo; da ogni porta usciva un'onda di luce, di fragranze
+e d'armonie; le strade erano affollate; fra gli alberi delle piazze,
+sotto gli atrii, in fondo ai vicoli, sui terrazzini, da ogni parte si
+vedevan gonnelle bianche ondeggiare, sparire e riapparire nell'ombra; e
+testine ornate di fiori vezzeggiare alle finestre; e gruppi di giovani
+attraversar la folla gettando allegre grida; e gente salutarsi e
+discorrere fra le finestre e la strada, e per tutto un moto affrettato,
+un gridìo, un riso, una gaiezza carnevalesca. Siviglia non era più che
+un immenso giardino, nel quale folleggiava un popolo fremente di
+giovinezza e d'amore.
+
+Per uno straniero, quelli son momenti assai tristi. Mi ricordo che avrei
+dato del capo nel muro. Erravo qua e là mezzo sbalordito, col capo
+basso, col cuore stretto, come se tutta quella gente si divertisse per
+insultare la mia solitudine e la mia malinconia. Era troppo tardi per
+portare le lettere di raccomandazione, troppo presto per andare a
+dormire: ero schiavo di quella folla e di quell'allegrezza, e dovetti
+subirla per molte ore. Provai un sollievo sforzandomi di non guardar in
+viso le donne; ma non ci riuscivo sempre, e quando i miei occhi
+incontravano per caso due pupille nere, la trafittura era più acerba,
+appunto perchè improvvisa, che se avessi sfidato il pericolo col cuore
+pronto. Ero pure in mezzo a quelle Sivigliane tremendamente famose! Le
+vedevo passare, strette al braccio dei loro mariti e dei loro amanti,
+toccavo le loro vesti, inspiravo il loro profumo, sentivo il suono delle
+loro molli parole, e il sangue mi saliva al capo come un'onda di fuoco.
+Fortunatamente mi ricordai d'aver inteso dire a Madrid da un Sivigliano
+che il Console d'Italia soleva passar la serata nella bottega d'un suo
+figliuolo negoziante; cercai questa bottega, la rinvenni, vi trovai il
+Console, e consegnandogli una lettera d'un amico suo:--Caro
+Signore!--gli dissi con un tuono drammatico che lo fece ridere;--mi
+soccorra lei; Siviglia mi fa paura!
+
+A mezzanotte la città non aveva mutato aspetto; v'era ancora tutta
+quella folla e tutta quella luce; tornai all'albergo e mi chiusi nella
+camera coll'intenzione di andar a letto. Peggio che peggio. Le finestre
+della camera davano sur una piazza dove formicolava un visibilio di
+gente intorno a una banda musicale che non finiva mai di suonare;
+cessata la musica, cominciaron le chitarre, le grida degli acquaioli, i
+canti, le risa; tutta la notte fu un baccano da svegliare le talpe. Io
+feci un sogno delizioso e tormentoso ad un tempo; ma più tormentoso. Mi
+pareva d'esser legato al letto da una lunghissima treccia nera
+attorcigliata in mille nodi, e di sentirmi sulle labbra una bocca di
+brage che mi toglieva il respiro, e intorno al collo due manine vigorose
+che mi schiacciavano il capo contro il manico d'una chitarra.
+
+ * * * * *
+
+La mattina seguente andai difilato a vedere la Cattedrale.
+
+Per descrivere ammodo codesto smisurato edifizio, bisognerebbe aver
+sotto mano una raccolta di tutti gli aggettivi più sperticati e di tutte
+le più strampalate similitudini che uscirono dalla penna degli
+iperboleggiatori di tutti i paesi, ogni volta che ebbero a dipingere
+qualcosa di prodigiosamente alto, di mostruosamente largo, di
+spaventosamente profondo, d'incredibilmente grandioso. Quando ne parlo
+cogli amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il Mirabeau di
+Vittor Ugo, _un colossal mouvement d'épaules_, e gonfio le gote e
+ingrosso a grado a grado la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella
+tragedia _Sansone_, quando con un accento che fa fremer la platea, dice
+che si sente ricrescer ne' nervi il vigore. Parlar della Cattedrale di
+Siviglia, stanca come suonare un grosso strumento a fiato o sostenere
+una conversazione da una sponda all'altra d'un torrente rumoroso.
+
+La Cattedrale di Siviglia è isolata in mezzo ad una vastissima piazza, e
+però se ne può misurar la grandezza con un colpo d'occhio. Sul primo
+momento, pensai al motto famoso che proferì il Capitolo della Chiesa
+primitiva, decretando l'8 luglio del 1401, la costruzione della nuova
+Cattedrale:--Inalziamo un siffatto monumento che faccia dire ai posteri
+che noi eravamo pazzi.--Quei reverendi canonici non hanno fallito al
+loro intento. Ma per accertarsene bisogna entrare. L'aspetto esterno
+della Cattedrale è grandioso e magnifico; ma senza paragone meno che
+l'interno. Manca la facciata; un alto muro circonda tutto l'edifizio a
+modo d'una fortezza. Per quanto si giri e si guardi, non si riesce a
+fissar nella mente un contorno unico che, al pari dell'epigrafe d'un
+libro, porga un chiaro concetto del disegno dell'opera; si ammira e si
+prorompe più d'una volta nell'esclamazione:--È immenso!--ma non ci si
+appaga; e s'entra nella chiesa frettolosamente, desiderosi di provare un
+sentimento di meraviglia più intero.
+
+Al primo entrare si rimane sbalorditi, ci si sente smarriti come in un
+abisso; e per qualche momento non si fa che descrivere collo sguardo
+immense curve per quell'immenso spazio, quasi per accertarsi che la
+vista non c'inganna e la fantasia non c'illude. Poi ci si avvicina a uno
+dei pilastri, si misura, e si guardano gli altri lontani: son grossi
+come torri, e paion sottili da far fremere al pensiero che l'edifizio vi
+poggia su. Si percorrono ad uno ad uno, con uno sguardo rapido, dal
+pavimento alla vòlta, e par di poter contare i momenti che lo sguardo
+impiega a salire. Son cinque navate, che formerebbero ciascuna una
+grande chiesa. In quella di mezzo potrebbe passeggiare a testa alta
+un'altra Cattedrale colla sua cupola e il suo campanile. Tutte insieme
+formano sessantotto vòlte ardimentose che, a guardarle, par che
+lentamente si allarghino e si sollevino. Tutto è enorme in questa
+Cattedrale. La cappella maggiore, posta nel mezzo della navata
+principale, e alta fin quasi a toccar la volta, pare una cappella
+costrutta per de' sacerdoti giganti a' quali gli altari comuni non
+arrivino sino al ginocchio; il cero pasquale sembra un albero di
+bastimento; il candelabro di bronzo che lo sopporta, un pilastro d'una
+chiesa; gli organi, case; il coro, è un museo di scultura e di
+cesellatura, da meritare ei solo una visita d'una giornata. Le
+cappelle sono degne della chiesa: vi sono profusi i capolavori di
+sessantasette scultori e di trentotto pittori. Il Montanes, il Zurbaran,
+il Murillo, il Valdes, l'Herrera, il Boldan, il Roëlas, il Campana,
+v'hanno lasciato mille traccie immortali della loro mano. La cappella
+di san Ferdinando, che racchiude i sepolcri di questo Re, della sua
+sposa Beatrice, di Alfonso il Saggio, del celebre ministro Florida
+Blanca, e d'altri personaggi illustri, è una delle più belle e più
+ricche. Il corpo del re Ferdinando, che redense Siviglia dalla signoria
+degli Arabi, vestito della sua assisa guerriera, colla corona e col
+manto, riposa in una cassa di cristallo, coperta d'un velo. Da un lato è
+la spada che portava il giorno della sua entrata in Siviglia; dall'altro
+la canna, emblema del comando. In quella stessa cappella si conserva una
+piccola vergine d'avorio, che il santo Re portava seco in guerra, e
+altre reliquie di gran valore. Nelle restanti cappelle sono grandi
+altari di marmo, tombe di stile gotico, statue di pietra, di legno,
+d'argento, chiuse in ampie casse di cristallo, col petto e le mani
+coperte di diamanti e di rubini; e stupendi quadri, che, sgraziatamente,
+la scarsa luce che scende dalle alte finestre non rischiara tanto che si
+possano ammirare in tutta la loro bellezza.
+
+Ma dalla considerazione delle cappelle, dei quadri, delle sculture, si
+ritorna senza posa ad ammirare la Cattedrale nel suo grandioso e, se si
+potesse dire, formidabile aspetto. Dopo essersi slanciati su fino a
+quelle altezze vertiginose, lo sguardo e la mente ricadono a terra,
+quasi stanchi dello sforzo, come per ripigliar nuova lena a salire. E le
+immagini che vi pullulano nel capo, rispondono alla vastità della
+Basilica: angeli smisurati, teste di cherubini mostruose, ali grandi
+come vele di naviglio, e svolazzi di manti candidi immensi.
+L'impressione che vi produce codesta Cattedrale è tutta religiosa; ma
+non mesta; è quel sentimento che trasporta il pensiero negli spazi
+interminati e nei tremendi silenzi, nei quali s'annegava il pensiero di
+Leopardi; è un sentimento pieno di desiderio e di ardire; il brivido
+voluttuoso che si prova sull'orlo d'un abisso; il turbamento e la
+confusione delle grandi idee; il divino terrore dell'infinito.
+
+Come è la cattedrale più varia della Spagna (chè l'architettura gotica,
+la germanica, la greco-romana, l'araba e quella nominata volgarmente
+_plateresca_ vi lasciarono ciascheduna una impronta), ella è pure la più
+ricca e la più privilegiata. Nei tempi della maggior potenza del clero,
+vi si bruciavano, ogni anno, ventimila libbre di cera; vi si
+celebravano, ogni giorno, su ottanta altari, cinquecento messe; il vino
+che si consumava nel sacrifizio ascendeva all'incredibile quantità di
+diciottomila settecento cinquanta litri. I canonici avevano un
+servidorame da monarchi, si recavano alla chiesa in splendide carrozze
+tirate da superbi cavalli, si facevano sventolare dai chierici, mentre
+celebravan la messa, con enormi ventagli ornati di piume e di perle;
+diritto concesso loro dal Papa, del quale alcuni approfittano ancora
+oggigiorno. Non occorre parlare delle feste della settimana santa che
+sono ancora adesso famose nel mondo, e alle quali accorre gente da tutte
+le parti d'Europa.
+
+Ma il privilegio più curioso della cattedrale di Siviglia è la così
+detta danza _de los seises_, che ha luogo ogni sera, sull'imbrunire, per
+otto giorni consecutivi, dopo la festa del _Corpus Domini_. Poichè fui a
+Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi parve cosa degna di
+esser descritta. Da quanto me n'era stato detto prima, mi pareva che la
+dovesse essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella chiesa
+coll'animo preparato a un sentimento di sdegno per la profanazione del
+luogo sacro. La chiesa era buia; la sola cappella maggiore illuminata;
+una folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio fra la cappella e il
+coro. Alcuni preti stavan seduti a destra e sinistra dell'altare;
+davanti alla gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di ragazzi
+dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri spagnuoli del medio evo,
+con cappello piumato e calze bianche, eran schierati gli uni di fronte
+agli altri, in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote, una
+soave musica di violini ruppe il silenzio profondo della chiesa, e le
+due schiere di ragazzi si mossero con un passo di contraddanza, e
+cominciarono a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi,
+con mille graziosissimi giri; e poi proruppero tutti insieme in un canto
+armonioso e gentile, che echeggiò nell'oscurità della vasta cattedrale
+come la voce d'un coro d'angeli; e un momento dopo, si misero ad
+accompagnare la danza ed il canto colle nacchere. Nessuna cerimonia
+religiosa mi commosse mai come questa. È impossibile esprimere
+l'effetto che producevano quelle vocine sotto quelle immense vòlte;
+quelle creaturine ai piedi di quell'altare enorme; quella danza
+composta, quasi umile; quel costume antico, quella folla prostrata, e
+intorno intorno quelle tenebre. Uscii dalla chiesa coll'anima serena
+come se avessi pregato.
+
+A proposito di questo ballo mi fu raccontato un aneddoto assai curioso.
+Due secoli or sono, un arcivescovo di Siviglia al quale pareva che colle
+contraddanze e le nacchere non si lodasse degnamente il Signore, volle
+proibire la cerimonia. Ne seguì un sottosopra: il popolo strepitò; i
+canonici alzaron la voce; l'arcivescovo fu costretto a chieder soccorso
+al papa. Il papa, curioso, volle vedere coi suoi occhi il ballonzolo per
+poter giudicare con conoscimento di causa. I ragazzi, vestiti da
+cavalieri, furon condotti a Roma, ricevuti nel Vaticano e fatti danzare
+e cantare in presenza di Sua Santità. Sua Santità rise, non disapprovò,
+e volendo dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ossia contentare i
+canonici senza scontentare l'arcivescovo, decretò che i ragazzi
+potessero continuare a ballare finché avessero logorato i vestiti che si
+trovavano addosso; dopo di che la cerimonia si sarebbe considerata come
+abolita. L'arcivescovo rise sotto i baffi, se li aveva, e i canonici
+risero anch'essi, come quelli che avevan già trovata la maniera di farla
+in barba all'arcivescovo e al papa. E infatti essi rinnovarono ai
+ragazzi ogni anno una parte del vestiario, in modo che non si potesse
+dire mai che tutto il vestiario era logoro; e l'arcivescovo che, da
+uomo scrupoloso, pigliava l'ordine del papa alla lettera, non si potè
+opporre alla ripetizione della cerimonia. Così si continuò a ballare e
+si balla e si ballerà fin che piaccia ai canonici e a Domeneddio.
+
+Mentre stavo per uscir dalla chiesa, un sacrestano mi fece un cenno, mi
+condusse dietro al coro, e m'indicò una lastra del pavimento, sulla
+quale lessi una iscrizione che mi fece battere il cuore. Sotto quella
+pietra sono sepolte le ossa di Ferdinando Colombo, figlio di Cristoforo,
+nato a Cordova, morto a Siviglia il 12 luglio del 1536, nell'età di
+cinquant'anni. Sotto l'iscrizione si leggono alcuni distici latini del
+seguente significato:
+
+«Che vale ch'io abbia bagnato dei miei sudori l'intero universo, ch'io
+abbia percorso tre volte il nuovo mondo scoperto da mio padre, ch'io
+abbia abbellito le rive del tranquillo Beti, e preferito i miei gusti
+semplici alle ricchezze per riunire intorno a te le divinità della
+sorgente di Castalia, e offrirti i tesori raccolti già da Tolomeo, se
+tu, passando in silenzio su questa pietra, non rivolgi nemmeno un saluto
+a mio padre, e a me un lieve ricordo?»
+
+Il sacrestano che ne sapeva più di me, mi spiegò questa iscrizione.
+Ferdinando Colombo fu, giovanissimo, paggio di Isabella la Cattolica e
+del principe Don Giovanni; viaggiò nelle Indie con suo padre e suo
+fratello, l'ammiraglio Don Diego, seguì l'imperatore Carlo V nelle sue
+guerre, fece altri viaggi in Asia, in Affrica e nell'America, e per
+tutto raccolse con infinite cure e ingenti spese libri preziosissimi,
+dei quali compose una biblioteca, che dopo la sua morte passò nelle mani
+del capitolo della cattedrale, e rimane tuttora col titolo famoso di
+Biblioteca Colombina. Prima di morire scrisse egli stesso i distici
+latini che si leggono sulla pietra della sua tomba e manifestò il
+desiderio di essere sepolto nella cattedrale. Negli ultimi momenti della
+sua vita, si fece portare un vassoio pieno di cenere, se ne asperse il
+viso pronunziando le parole della Sacra Scrittura: _Memento homo quia
+pulvis es_, intonò il _Te Deum_, sorrise e spirò colla serenità d'un
+santo. Subito mi prese il desiderio di visitar la biblioteca e uscii
+dalla chiesa.
+
+Un cicerone mi arrestò sulla soglia per domandarmi se avevo visto il
+_Patio de los Naranjos_ (il cortile degli aranci), e avendogli risposto
+di no, mi ci condusse. Il cortile degli aranci è posto a tramontana
+della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una
+fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al
+muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che
+predicasse san Vincenzo Ferrero. Nello spazio di questo cortile, che è
+amplissimo, sorgeva l'antica moschea che si crede sia stata costrutta
+verso la fine del secolo duodecimo. Ora non ne rimane più traccia.
+All'ombra degli aranci, sull'orlo della vasca della fontana, vanno a
+pigliare il fresco i buoni sivigliani _en las ardientes siestas del
+estio_; e a rammentare il voluttuoso paradiso di Maometto non resta che
+la leggiadra verzura e l'aria imbalsamata, e ad ora ad ora qualche
+bella fanciulla dai grandi occhi che vi saetta trasvolando in mezzo agli
+alberi lontani.
+
+La famosa Giralda della cattedrale di Siviglia, è un'antica torre araba,
+costrutta, a quanto si afferma, nell'anno mille, sul disegno
+dell'architetto Gaver, inventore dell'algebra; modificata nella parte
+superiore dopo la riconquista, e ridotta così a campanile cristiano; ma
+pur sempre araba all'aspetto, e tuttavia più altera dello sparito
+stendardo dei vinti, che non della croce a lei nuovamente imposta dai
+vincitori. È un monumento che produce una sensazione nuova; fa
+sorridere; è smisurato e imponente come una piramide egizia, e ad un
+tempo gaio e gentile come un chiosco di giardino. È una torre di
+mattoni, quadrata, d'un bellissimo color di rosa, nuda fino a una certa
+altezza, e di qui in su ornata di finestrine moresche, binate, sparse
+qua e là come a caso, munite di balconcini che fanno un bellissimo
+vedere. Sul piano dove posava anticamente un tetto variopinto,
+sormontato d'un'asta di ferro che sorreggeva quattro enormi palle
+dorate; sorge il campanile cristiano, di tre piani, il primo occupato
+dalle campane, il secondo cinto d'una balaustrata, il terzo formato da
+una specie di cupola, sulla quale gira come una banderuola una colossale
+statua di bronzo dorato, che rappresenta la Fede, con una palma da una
+mano e dall'altra uno stendardo, visibile a grande distanza da Siviglia,
+e quando vi batte il sole, scintillante a somiglianza di un enorme
+rubino confitto nella corona d'un re titano che signoreggi collo
+sguardo tutta la vallata andalusa.
+
+Salii fino alla sommità, e là fui ampiamente compensato delle fatiche
+della salita. Siviglia, tutta bianca come una città di marmo, cinta
+d'una corona di giardini, di boschi e di viali, in mezzo ad una campagna
+sparsa di ville, si stende sotto allo sguardo in tutta la pompa della
+sua bellezza orientale. Il Guadalquivir carico di navi l'attraversa e
+l'abbraccia con un larghissimo giro. Qui la Torre dell'Oro disegna le
+sue graziose forme sulle acque azzurre del fiume, là l'Alcazar ostenta
+le sue austere torri, più oltre giardini del Montpensier spingono oltre
+i tetti degli edifizii un ammasso enorme di verzura; lo sguardo penetra
+dentro il circo dei tori, nei giardini delle piazze, nei _patios_ delle
+case, nei claustri delle chiese, in tutte le strade che vengono a
+sboccare intorno alla cattedrale; lontano, si scorgono i villaggi di
+Santi-Ponce, di Algaba ed altri che biancheggiano alle falde delle
+colline; a destra del Guadalquivir, il grande borgo di Triana; da un
+lato, lontanissimo, le creste dentellate della Sierra Morena; dal lato
+opposto altri monti svariati d'infinite tinte azzurrine; e sopra questo
+meraviglioso panorama il più puro, il più trasparente, il più
+incantevole cielo che abbia mai sorriso allo sguardo dell'uomo.
+
+Sceso dalla Giralda, andai a vedere la biblioteca Colombina, posta in un
+edifizio antico, accanto al _Patio de los Naranjos_. Dopo aver visto una
+collezione di messali, di bibbie, di manoscritti preziosi, uno tra i
+quali attribuito ad Alfonso il Saggio, intitolato: _Il Libro del
+Tesoro_, scritto con diligentissima cura nella vecchia lingua spagnuola;
+vidi,--lasciatemelo ripetere,--vidi,--io--coi miei occhi inumiditi, e
+premendomi una mano sul cuore che mi batteva forte, vidi un libro, un
+trattato di cosmografia e di astronomia, in latino, coi margini coperti
+di note scritte dalla mano di Cristoforo Colombo. Egli aveva studiato
+quel libro quando volgeva in mente il grande disegno, aveva vegliato su
+quelle pagine, le aveva toccate, forse la sua divina fronte, in quelle
+veglie faticose, si era qualche volta chinata con uno stanco abbandono
+su quelle pergamene, e le aveva bagnate di sudore! È un pensiero che fa
+fremere! Ma c'è ben altro! Vidi uno scritto della mano di Colombo, nel
+quale sono raccolte tutte le profezie degli antichi scrittori sacri e
+profani intorno alla scoperta d'un nuovo mondo; scritto del quale egli
+si servì, a quanto pare, per indurre i sovrani di Spagna a fornirgli i
+mezzi di tentare la sua impresa. V'è, fra gli altri, un passo della
+_Medea_ del Seneca, che dice: _Venient annis sæcula seris, quibus
+oceanus vincula rerum laxet, et ingens Pateat tellus_. E nel volume del
+Seneca, che si trova pure nella biblioteca Colombina, accanto al passo
+citato, v'è una annotazione del figlio Ferdinando, che dice:--Questa
+profezia è stata avverata da mio padre, l'ammiraglio Cristoforo Colombo,
+l'anno 1492.--Mi si riempiron gli occhi di lacrime; avrei voluto esser
+solo per baciare quei libri, per stancarmi a forza di rivolgerli tra le
+mani, per poterne staccare un piccolo frammento e portarlo con me, come
+una cosa sacra. Cristoforo Colombo! Ho visto i suoi caratteri! Ho
+toccato i fogli ch'egli ha toccato! L'ho sentito così vicino a me!
+Uscendo dalla biblioteca, non so.... mi sarei gettato in mezzo alle
+fiamme per salvare un bambino, mi sarei spogliato per soccorrere un
+povero, avrei fatto lietamente qualche grande sacrifizio; ero tanto
+ricco!
+
+ * * * * *
+
+Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare all'Alcazar, benchè
+si trovi nella stessa piazza della cattedrale, sentii per la prima volta
+che cos'è il sole dell'Andalusia. Siviglia è la città più calda della
+Spagna, quella era l'ora più calda della giornata, ed io mi trovavo nel
+punto più caldo della città; v'era un oceano di luce; non una porta, non
+una finestra aperta, non un'anima viva; se m'avessero detto che Siviglia
+era disabitata, l'avrei potuto credere. Attraversai la piazza lentamente
+cogli occhi socchiusi, col viso raggrinzato, col sudore che mi filava a
+grosse goccie giù per le guancie e per il petto, con le mani che mi
+pareva d'averle tuffate in un secchio d'acqua. Vicino all'Alcazar trovai
+una specie di baracca d'un acquaiolo, e mi cacciai sotto colla
+precipitazione d'un uomo che si ripari da una tempesta di sassi. Ripreso
+un po' di fiato, mi mossi verso l'Alcazar.
+
+ * * * * *
+
+L'Alcazar, antico palazzo dei Re mori, è uno dei monumenti meglio
+conservati della Spagna. Visto di fuori, pare una fortezza: è tutto
+cinto di alte mura, di torri merlate e di vecchie case, che formano
+davanti alla facciata due spaziosi cortili. La facciata è nuda e severa
+come le altre parti esteriori dell'edifizio. La porta è ornata di
+arabeschi dorati e dipinti, fra i quali si vede una iscrizione gotica
+che accenna il tempo in cui l'Alcazar fu restaurato per ordine del re
+Don Pedro. L'Alcazar, infatti, benchè sia un palazzo arabo, è opera più
+dei re Cristiani che dei re Arabi. Fondato non si sa precisamente in che
+anno, fu ricostrutto dal re Abdelasio verso la fine del dodicesimo
+secolo; conquistato dal re Ferdinando verso la metà del secolo decimo
+terzo; rifatto una seconda volta, nel secolo seguente, dal re Don Pedro;
+abitato poi, per più o meno tempo, da quasi tutti i re di Castiglia; e
+infine scelto da Carlo V per celebrarvi il suo matrimonio coll'Infanta
+di Portogallo. L'Alcazar fu testimone degli amori e dei delitti di tre
+schiatte di Re; ogni sua pietra desta un ricordo e custodisce un
+segreto.
+
+Si entra, si attraversano due o tre sale, nelle quali non riman più
+d'arabo che il soffitto e qualche musaico a piè dei muri, e si riesce in
+un cortile dove si rimane attoniti dalla meraviglia. Un portico ad archi
+elegantissimi si stende lungo i quattro lati, sostenuto da colonnine di
+marmo, unite a due a due; e gli archi e i muri e le finestre e le porte
+son coperte di sculture, di musaici, di arabeschi intricatissimi e
+delicatissimi, dove traforati come veli di trina; dove fitti e chiusi
+come tappeti trapunti; dove sporgenti e penzoli come mazzi e ghirlande
+di fiori; e fuor che i musaici dai mille colori, ogni cosa è bianco,
+nitido, luccicante come l'avorio. Ai quattro lati son quattro grandi
+porte per le quali si entra nelle sale reali. Qui la meraviglia si muta
+in incanto. Quanto di più ricco, di più vario, di più splendido può
+sognare la più ardente fantasia nel più ardente dei suoi sogni, si trova
+in codeste sale. Dal pavimento alla volta, intorno alle porte, lungo gli
+spigoli delle finestre, negli angoli più appartati, in qualunque parte
+cada lo sguardo, appare un tal formicolío di ornamenti d'oro e di pietre
+preziose, una così fitta rete di arabeschi e d'iscrizioni, una così
+meravigliosa profusione di disegni e di colori, che appena si son fatti
+venti passi, si è sbalorditi e confusi, e l'occhio erra qua e là stanco,
+quasi cercando un palmo di parete nuda, in cui rifugiarsi e riposare. In
+una di queste sale il custode vi accenna una macchia rossastra
+che copre un buon tratto del pavimento marmoreo, e vi dice con voce
+solenne:
+
+"Questa è la traccia del sangue di Don Fadrique gran mastro dell'Ordine
+di Sant'Jago, ucciso in questo luogo medesimo, l'anno 1358, per ordine
+del re Don Pedro, suo fratello."
+
+Mi ricordo che quando udii queste parole guardai in viso il custode
+coll'aria di voler dire:--Gnamo, via;--e che il buon uomo mi rispose con
+un tuono secco:
+
+"_Caballero_, se io le dicessi di creder la cosa sulla mia parola, ella
+avrebbe ogni ragione di dubitarne; ma quando la cosa la può veder lei
+coi suoi occhi, sbaglierò, ma... mi pare..."
+
+"Sì," m'affrettai a dire, "sì, è sangue, lo credo, lo vedo, non
+parliamone più."
+
+Ma se si può scherzar sulla macchia del sangue, non si può sulla
+tradizione di quel delitto; l'aspetto del luogo ne ravviva nella mente
+tutti i più orrendi particolari. Per l'ampie sale dorate par di sentir
+risuonare il passo di Don Fadrique, inseguito dai balestrieri armati di
+mazze; il palazzo è immerso nelle tenebre; non si sente altro rumore che
+quello dei carnefici e della vittima; Don Fadrique cerca di entrar nel
+cortile, Lopez de Padilla lo agguanta, Fadrique si scioglie, è nel
+cortile, afferra la spada, maledizione! la croce dell'elsa s'è intricata
+nel mantello dell'Ordine di Sant'Jago, i balestrieri sopraggiungono, ei
+non ha più tempo a sguainare la lama, fugge qua e là a tentoni,
+Fernandez de Roa lo raggiunge e lo atterra con un colpo di mazza, gli
+altri gli si avventano addosso e feriscono, Faldrico spira in un lago di
+sangue....
+
+Ma questo tristo ricordo si perde in mezzo alle mille immagini della
+vita deliziosa dei re Arabi. Quelle finestrine gentili, alle quali par
+che si debba affacciar da un momento all'altro un volto languido di
+Odalisca; quelle porte segrete, davanti alle quali vi fermate vostro
+malgrado, come se aveste sentito il fruscío d'una veste; quei dormentori
+dei Sultani, immersi in una oscurità misteriosa, nei quali vi par di
+sentir confusi in un solo i gemiti amorosi di tutte le fanciulle che vi
+perdettero il fior verginale; quella prodigiosa varietà di colori e di
+fregi che a somiglianza di una concitatissima e sempre cangiante
+sinfonia vi leva i sensi in non so quale smarrimento fantastico che vi
+fa dubitar di sognare; quell'architettura delicata e leggerissima, tutta
+colonnine che paion braccia di donne, archetti capricciosi, stanzini,
+volte affollate di ornamenti che pendono in forma di stallatiti, di
+diacciuoli e di grappoli, variopinte come aiuole fiorite; tutto questo
+vi mette il desiderio di sedervi in mezzo a una di quelle sale, e di
+star là premendovi sul cuore una bella testa bruna d'Andalusa, che vi
+faccia dimenticare il mondo e il tempo, e con un lunghissimo bacio che
+vi assorbisca la vita vi addormenti per sempre.
+
+Al pian terreno, la più bella sala è quella degli ambasciatori, formata
+da quattro grandi archi che sostengono una galleria di quarantaquattro
+archi minori, e in alto una leggiadra cupola scolpita, dipinta, dorata,
+ricamata con una grazia inimitabile e uno sfarzo favoloso. Al piano
+superiore, dov'eran gli appartamenti d'inverno, non rimane che un
+oratorio di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica, e una piccola stanza
+che si dice sia quella in cui dormiva il re Don Pedro. Di qui si scende
+per una scala stretta e misteriosa nelle stanze in cui abitava la famosa
+Maria di Padilla, favorita di Don Pedro, che la tradizione popolare
+accusa d'aver istigato il re al fratricidio.
+
+I giardini dell'Alcazar non sono molto vasti, nè straordinariamente
+belli; ma i ricordi che destano valgon più della vastità e della
+bellezza. All'ombra di quegli aranci e di quei cipressi, al mormorio di
+quelle fontane, quando splendeva in quel purissimo cielo andaluso una
+grande e candida luna, e il folto sciame dei cortigiani e degli schiavi
+posava; quanti lunghi sospiri di ardenti sultane! quante umili parole di
+re superbi! che tremendi amori, e che tremendi amplessi!--Itimad! mio
+amore!--mormoravo io, pensando all'amante famosa di re Al-Motamid, e
+intanto giravo di sentiero in sentiero come inseguendo il suo
+fantasma;--Itimad! Non lasciarmi solo in questo tacito paradiso!
+Arrestati! Rendimi un'ora della felicità di questa notte! Ti ricordi? Tu
+venisti a me, e la tua ricca chioma cadde sulle mie spalle come un
+manto; e in quel modo che il guerriero impugna la sua spada, io afferrai
+il tuo collo più bianco e più morbido di quello del cigno! Com'eri
+bella! Come il mio cuore ansioso estinse la sua sete dentro la tua bocca
+color di sangue! Il tuo bel corpo uscì dalla tua veste splendidamente
+ricamata, come una lama nitida e scintillante esce dalla guaina; e
+allora io premetti con ambe le mani i tuoi grandi fianchi, e la tua vita
+sottile e tutta la perfezione della tua bellezza! Come sei cara, Itimad!
+Il tuo bacio è dolce come il vino, e il tuo sguardo, come il vino, fa
+smarrir la ragione!
+
+Mentre facevo così la mia dichiarazione amorosa con frasi e immagini
+rubacchiate ai poeti arabi, e proprio nel momento che infilavo un
+sentiero tutto fiancheggiato da' fiori, mi sentii a un tratto venir su
+tra gamba e gamba uno zampillo d'acqua; feci un salto indietro,
+ricevetti uno spruzzo nel viso; mi voltai a destra, uno spruzzo nel
+collo; mi girai a sinistra, uno spruzzo nella nuca; mi misi a correre,
+acqua di sotto, dai lati, da tutte le parti, a zampilli, a sprazzi, a
+pioggia, così che in un momento mi trovai fradicio come se mi avessero
+tuffato in una tinozza. Nel punto che apro la bocca per gridare, tutto
+cessa, e sento una sonora risata in fondo al giardino; mi volto, e vedo
+un giovanotto, appoggiato a un muricciuolo, che mi guarda coll'aria di
+dire:--Le è piaciuto?--Quando uscii mi mostrò l'ordigno che aveva
+toccato per farmi quella broma (facezia), e mi confortò assicurandomi
+che il sole di Siviglia non mi avrebbe lasciato molto tempo in quello
+stato di spugna intrisa, a cui ero passato così bruscamente, me
+infelice! dalle braccia amorose della mia sultana.
+
+ * * * * *
+
+La sera, malgrado le voluttuose immagini che m'avea suscitate nella
+mente l'Alcazar, fui abbastanza calmo da poter considerare la bellezza
+delle sivigliane senza esser poi costretto cercare uno scampo tra le
+braccia del console. Io non credo che in nessun paese esistan donne più
+atte delle andaluse a far concepire il disegno d'un rapimento; non solo
+perchè destin la passione che fa far le corbellerie; ma perchè davvero
+paion fatte apposta per esser prese, abballottate e nascoste, tanto son
+piccole, leggiere, rotondette, elastiche, morbidine. I loro piedini vi
+entrerebbero agevolmente tutti e due in una tasca del soprabito, con una
+mano le levereste su per la vita come le bambole, e premendole un po'
+con un dito le pieghereste come una verghetta di giunco. Alla bellezza
+naturale accoppian poi l'arte di camminare e di guardare in una maniera
+da far dar di volta al cervello. Scivolano, sguisciano, ondeggiano; in
+un momento solo, passandovi accanto, vi mostrano il piedino, vi fanno
+ammirare il braccio, vi mettono in evidenza la vitina, vi scoprono due
+file di denti bianchissimi, e vi lanciano uno sguardo lungo e velato che
+si figge e muore nel vostro; e poi tiran via con aria di trionfo, sicure
+d'avervi messo il sangue sossopra.
+
+Per avere un'idea della bellezza delle donne del popolo e della loro
+foggia di vestire, andai a vedere il giorno dopo la fabbrica di
+tabacchi, che è una delle più vaste d'Europa e conta non meno di
+cinquemila operaie. L'edifizio è di fronte al vasto giardino del duca di
+Montpensier; le operaie si trovan quasi tutte in tre grandissime sale,
+divisa ciascuna in tre parti da tre file di pilastri. Il primo colpo
+d'occhio è stupendo; vi si presentano tutte insieme allo sguardo
+ottocento ragazze, divise in gruppi di cinque o sei, sedute intorno ai
+tavolini da lavoro, fitte come una folla, le lontane confuse, le ultime
+appena visibili; tutte giovani, poche bambine; ottocento chiome
+nerissime e ottocento visi bruni di ogni provincia d'Andalusia, da Iaen
+a Cadice, da Granata a Siviglia. Si sente un brulichío come in una
+piazza piena di popolo. Le pareti, dalla porta d'entrata fino alla porta
+d'uscita, in tutte tre le sale, sono tappezzate di gonnelle, di scialli,
+di fazzoletti, di sciarpe; e, cosa curiosissima, tutto quell'ammasso di
+cenci che basterebbe a riempire cento botteghe da rigattiere, presenta
+due colori dominanti, tutti e due continui, l'uno sotto l'altro, come i
+colori d'una lunghissima bandiera: il nero degli scialli sopra, il roseo
+delle vesti sotto; misto al rosso il bianco, il porporino, il giallo; e
+par di vedere un'immensa bottega di maschere o un'immensa sala da ballo
+in cui le ballerine, per esser più libere, abbiano appeso al muro tutto
+ciò che non è strettamente necessario a salvare il pudore. Le ragazze si
+rimettono quei vestiti per uscire; per lavorare veston roba da
+strapazzo; ma ugualmente bianca o rosea. Il caldo essendo
+insopportabile, tutte s'alleggeriscono quant'è possibile, e perciò fra
+quelle cinquemila ve ne saranno appena una cinquantina delle quali il
+visitatore non possa contemplare a suo bell'agio il braccio e la spalla,
+senza tener conto dei casi straordinari che si presentano all'improvviso
+passare da una sala all'altra, dietro le porte e le colonne, e in fondo
+agli angoli lontani. Vi sono dei visi bellissimi; ed anco i non belli
+hanno qualche cosa che attira lo sguardo e s'imprime nella memoria: il
+colorito, l'occhio, le ciglia, il sorriso. Molte, e specie le così dette
+_gitane_, sono d'un bruno carico come le mulatte, e han le labbra
+tumide; altre, gli occhi tanto grandi che un loro ritratto fedele
+parrebbe un'esagerazione mostruosa; la maggior parte son piccine e ben
+fatte, e tutte hanno una rosa o una viola o un mazzetto di fiori di
+campo fra le treccie. Sono pagate in ragione del lavoro che fanno; le
+più abili e le più operose guadagnano fino a tre lire il giorno; le
+pigre--_las holgazanas_--dormono colle braccia incrociate sul tavolo e
+la testa appoggiata sulle braccia; le mamme lavorano dimenando una gamba
+cui è legata una cordicella che fa dondolare una culla. Dalla sala dei
+sigari si passa in quella dei _cigarritos_, da quella dei _cigarritos_
+in quella delle scatole, da quella delle scatole in quella delle casse,
+e per tutto si vedon sottane color di rosa, treccie nere ed occhioni. In
+una sola di quelle sale quante storie d'amore, di gelosie, d'abbandoni e
+di miserie! All'uscire di quella fabbrica, per un pezzo vi par di vedere
+da ogni parte pupille nere che vi guardano con mille espressioni diverse
+di curiosità, di noia, di simpatia, di allegrezza, di mestizia, di
+sonno.
+
+ * * * * *
+
+Lo stesso giorno andai a vedere il Museo di pittura.
+
+Il Museo di pittura di Siviglia non possiede un gran numero di quadri;
+ma quei pochi valgono un grande Museo. Vi sono i capolavori del Murillo,
+e fra questi l'immortale _Sant'Antonio da Padova_, che ha fama di essere
+la più divinamente ispirata delle sue creazioni, e una delle più grandi
+meraviglie del genio umano. Visitai quel Museo col signor Gonzalo
+Segovia e Ardizone, uno dei più illustri giovani di Siviglia, e vorrei
+ch'egli fosse ora qui, accanto al mio tavolino, per testificare con una
+noticina firmata che nel punto ch'io fissai gli occhi su quel quadro, lo
+afferrai pel braccio e gettai un grido.
+
+Una volta sola, in vita mia, provai una commozione della natura di
+quella che m'assalì alla vista di quel l'immagine. Era una bella notte
+d'estate, il cielo tutto scintillante di stelle, e la vasta campagna che
+si abbracciava con uno sguardo dal luogo alto dove mi trovavo, immersa
+in una quiete profonda. Una delle più nobili creature ch'io abbia
+incontrato finora nella vita, era accanto a me. Poche ore prima avevamo
+letto alcune pagine d'un libro dell'Humboldt. Guardavamo il cielo, e
+parlavamo del moto della terra, dei milioni dei mondi, dell'infinito,
+con quel tuono sommesso, quasi di voce lontana, che vien spontaneo
+quando si parla di tali cose, di notte, in un luogo silenzioso. A un
+certo punto tacemmo, e ciascuno si abbandonò, cogli occhi fissi nel
+cielo, alle sue fantasie. Io non so per qual ordine di pensieri riuscii
+dove riuscii; non so che misterioso movimento d'affetti si sia prodotto
+nel mio cuore; non so che cosa abbia veduto, o traveduto, o sognato; so
+che tutto ad un tratto mi parve che si squarciasse un velo davanti alla
+mia mente, sentii dentro di me una infinita sicurezza di ciò che fino
+allora avevo piuttosto desiderato che creduto, il mio cuore si dilatò in
+un sentimento di gioia suprema, d'una dolcezza angelica, d'una speranza
+immensa; un'onda di lagrime ardenti mi sgorgò impetuosamente dagli
+occhi, e afferrando la mano amica che cercava la mia, gridai dal più
+profondo dell'anima:--È vero! È vero! È vero!--e mi misi a piangere come
+un bambino.
+
+Il _Sant'Antonio di Padova_ mi fece riprovare la commozione di quella
+sera. Il santo è inginocchiato in mezzo alla sua cella: il bambino Gesù,
+circonfuso d'una luce bionda e vaporosa, attirato dalla forza della
+preghiera, scende fra le sue braccia; Sant'Antonio, rapito in estasi, si
+slancia con tutto il suo corpo e tutta la sua anima verso di lui,
+rovesciando indietro la sua testa raggiante in uno spasimo di voluttà
+sovrumana. Tale fu la scossa che mi diede questo quadro, che pochi
+minuti di contemplazione mi lasciarono stanco come se avessi percorso un
+grande Museo; e mi prese un tremito che mi durò per tutto il tempo ch'io
+rimasi in quella sala. Vidi in seguito gli altri grandi quadri del
+Murillo: una _Concezione_, un _San Francesco che abbraccia Cristo_,
+un'altra _Visione di Sant'Antonio_, ed altri che non son meno di venti,
+tra i quali la incantevole e famosa _Vergine della Servietta_, dipinta
+dal Murillo sur una servietta vera, nel Convento de' Cappuccini di
+Siviglia, per soddisfare un desiderio del laico che lo serviva: una
+delle sue più delicate creazioni, nella quale profuse tutta la magia dei
+suoi inimitabili colori; ma nessuno di questi quadri che pur sono
+oggetto di meraviglia a tutti gli artisti del mondo, staccò il mio
+pensiero e il mio cuore da quel divino Sant'Antonio.
+
+V'hanno pure in quel Museo quadri dei due Herrera, del Pacheco, di
+Alfonso Cano, di Paolo di Cespedes, del Valdes, del Mulato, che fu
+servitore del Murillo e ne imitò abilmente la maniera; e infine il
+famoso gran quadro l'_Apoteosi di San Tommaso d'Aquino_ di Francesco
+Zurbaran, uno dei più eminenti artisti del secolo decimosettimo,
+soprannominato il Caravaggio spagnuolo, forse superiore a questi nella
+verità e nel sentimento morale, naturalista possente, colorista
+vigoroso, inimitabile rappresentatore di frati austeri, di santi
+macerati, di eremiti pensosi, di sacerdoti terribili; e poeta insuperato
+della penitenza, della solitudine, della meditazione.
+
+ * * * * *
+
+Dopo avermi fatto vedere il Museo di Pittura, il signor Gonzalo Segovia
+mi condusse per un andirivieni di stradine, nella strada _Francos_, che
+è una delle principali della città, e fermatosi dinanzi a una piccola
+bottega da mercante di panni, mi disse sorridendo:
+
+"Guardi; non le fa pensare a nulla questa bottega?"
+
+"In verità," risposi, "a nulla."
+
+"Guardi il numero."
+
+"È il numero quindici: e con questo?"
+
+"Oh! cospetto," esclamò allora il mio amabile cicerone:
+
+ «Numero quindici,
+ A mano manca!»
+
+"La bottega del _Barbiere di Siviglia_!" gridai.
+
+"Appunto," egli mi rispose; "la bottega del barbiere di Siviglia; ma
+badi, se ne parlerà in Italia, non giuri, perchè le tradizioni sono
+spesso traditrici, e io non vorrei addossarmi la responsabilità d'una
+affermazione storica di tanta importanza."
+
+In quel momento il mercante s'affacciò alla porta della bottega, e
+indovinando il perchè eravamo là, rise, e ci disse:--_No está._--Figaro
+non c'è, e facendoci un grazioso saluto, si ritrasse.
+
+Allora pregai il signor Gonzalo di farmi vedere un _patio_, uno di
+quegl'incantevoli _patios_, che, a guardarli dalla strada, mi facevan
+fantasticare tante delizie. "Voglio vederne almeno uno," gli
+dissi, "penetrare una volta in mezzo a quei misteri, toccar le pareti,
+assicurarmi che sono una cosa vera, e non una visione."--Il mio
+desiderio fu subito appagato. Entrammo nel _patio_ d'un amico suo. Il
+signor Gonzalo disse al servitore lo scopo della visita, e rimanemmo
+soli. La casa non aveva che un piano. Il _patio_ non era più spazioso
+d'una sala comune; ma tutto marmo e fiori, e uno schizzo d'acqua nel
+mezzo, e intorno quadri e statuette, e fra tetto e tetto una tenda che
+riparava dal sole. In un canto si vedeva un tavolino da lavoro, e qua e
+là seggiole e panchettine, sulle quali s'eran forse posati poco prima i
+piedi di qualche Andalusa che in quel momento ci osservava di fra le
+stecche d'una persiana. Io guardai minutamente ogni cosa, come avrei
+fatto in una casa abbandonata dalle fate; sedetti, chiusi gli occhi e
+immaginai d'essere il padrone; poi m'alzai, bagnai una mano allo
+zampillo della fontana, palpai una colonnetta, m'affacciai alla porta,
+presi un fiore, alzai gli occhi alle finestre, risi, misi un sospiro, e
+dissi:--"Quanto debbono esser felici coloro che vivon qui!"--In quel
+punto sentii ridere, mi voltai, e vidi lampeggiar dietro una persiana
+due neri occhietti, che sparirono subito. "In verità," dissi "non
+credevo che su questa terra si potesse ancora vivere tanto poeticamente!
+E pensar che voi vi godete queste case per tutta la vita! E che avete
+ancora voglia di stillarvi il cervello colla politica!"--Il signor
+Gonzalo mi spiegò i secreti della casa.--"Tutti questi mobili," mi disse
+"questi quadri, questi vasi di fiori, all'avvicinarsi dell'autunno
+scompaion di qui e risalgono al primo piano, che è l'abitazione
+dell'inverno e della primavera. All'avvicinarsi dell'estate, letti,
+armadii, tavole, seggiole, ogni cosa si riporta nelle stanze a pian
+terreno, e la famiglia dorme qui, e desina, riceve gli amici e lavora,
+in mezzo ai fiori e ai marmi, al mormorío della fontana. E poichè la
+notte si lascian le porte aperte, dalle stanze dove si dorme si vede il
+_patio_ illuminato dalla luna, e si sente l'odor delle rose."--"Oh
+basta!" esclamai, "basta, signor Gonzalo, abbia pietà degli
+stranieri!"--E ridendo di cuore tutti e due, uscimmo per andar a vedere
+la famosa _Casa de Pilatos_.
+
+ * * * * *
+
+Passando per una stradina solitaria, vidi nelle vetrine d'una
+chincaglieria un assortimento di coltelli così spropositatamente larghi
+e lunghi e stravaganti, che mi venne il desiderio di comprarne uno.
+Entrai, me ne fu schierata una ventina sotto gli occhi, ed io me li feci
+aprire uno per uno. Ad ogni scatto di lama indietreggiavo d'un passo.
+Non credo che si possa immaginare un'arma di aspetto più barbaro e più
+orrendo di questa. Da un manico di rame, o d'ottone, o di corno, un po'
+curvo, e lavorato a trafori che lascian vedere delle striscioline di
+talco di varii colori, balza fuori, producendo un rumore simile a quello
+d'una raganella, una lama larga come la palma della mano, lunga due
+palmi, acuta come un pugnale, della forma di un pesce, ornata d'intagli
+colorati di rosso che paion righe di sangue rappreso, e d'iscrizioni
+minacciose e feroci. Sur una è scritto in spagnuolo:--_Non aprirmi senza
+ragione, non chiudermi senza onore;_--sur un'altra:--_Dove tocco è
+finita;_--sur una terza:--_Quando questa serpe morde, il medico non ci
+ha più che fare;_--ed altre galanterie di questa natura. Il nome proprio
+di questi coltelli è _navaja_ che vuol dire anche rasoio, e la _navaja_
+è l'arma da duello del popolo. Ora, è un po' caduta in disuso, ma una
+volta era in grande onore; v'erano i maestri, ciascuno aveva il suo
+colpo segreto, si facevan dei duelli secondo tutte le regole della
+cavalleria. Comprai la più spropositata _navaja_ della bottega, e
+ripigliammo la nostra strada.
+
+ * * * * *
+
+La _Casa de Pilato_, posseduta dalla famiglia di Medina-Coeli, è, dopo
+l'Alcazar, il più bel monumento d'architettura araba che esista a
+Siviglia. Il nome di _Casa di Pilato_ le venne da che il suo fondatore,
+Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa, la fece costrurre,
+secondo si narra, ad imitazione della casa del pretore Romano ch'egli
+aveva vista a Gerusalemme dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto
+esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso. Si entra
+dapprima in un cortile, non meno bello di quello incantevole
+dell'Alcazar, cinto d'un doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre
+colonne di marmo, che forman due leggerissime gallerie, l'una
+sovrapposta all'altra, e delicate tanto alla vista da far temere che
+rovinino al primo soffio di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana,
+sorretta da quattro delfini di marmo e coronata d'una testa di Giano. I
+muri sono ornati, in basso, di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni
+maniera di capricciosi arabeschi; qua e là aperti in belle nicchie che
+contengon busti d'imperatori romani. Ai quattro angoli del cortile,
+sorgono quattro statue colossali. Le sale son degne del cortile: i
+soffitti, i muri, le porte sono scolpiti, ricamati, fioriti, istoriati
+con una delicatezza da miniatura. In una vecchia cappella di stile misto
+di gotico e d'arabo, di forma elegantissima, si conserva una piccola
+colonna alta poco più di tre piedi, donata da Pio V a un discendente del
+fondatore del palazzo, allora vicerè di Napoli; alla qual colonna, narra
+la tradizione che sia stato avvinto Gesù Cristo per essere flagellato;
+il che, se pur fosse vero, proverebbe che Pio V non aveva nemmeno un
+pelo che ci credesse, chè altrimenti non avrebbe commesso, così alla
+leggiera, l'inqualificabile sproposito di privarsene per fare un regalo
+al primo venuto. Tutto il palazzo è sparso di sacre memorie. Al primo
+piano, il custode vi accenna una finestra che corrisponde a quella
+presso cui era seduto san Pietro quando rinnegò Gesù, e il finestrino
+dal quale la fante lo riconobbe. Dalla strada si vede un'altra finestra
+con un terrazzino di pietra, che occupa precisamente il posto di quella
+dove Gesù fu mostrato al popolo colla corona di spine. Il giardino è
+pieno di frammenti di statue antiche portate dall'Italia da quello
+stesso Don Pedro Afan de Ribera, vicerè di Napoli. Fra le altre fiabe
+che si raccontano intorno a quel misterioso giardino, si dice che Don
+Pedro Afan de Ribera vi aveva posto l'urna, recata dall'Italia, che
+conteneva le ceneri dell'Imperatore Traiano, e che un curioso senza
+garbo, avendola rovesciata con un urto, le ceneri dell'Imperatore
+s'erano sparse fra l'erba, e nessuno era più riuscito a raccoglierle.
+Così l'augusto monarca, nato a Italica, per uno stranissimo caso era
+tornato vicino alla sua città nativa, non assai bene in arnese, a dir
+vero, per poter recarsi a meditare sulle sue rovine; ma pur vicino in
+ogni modo.
+
+ * * * * *
+
+Dopo quello che ho accennato, si può dire, non d'aver visto, ma d'aver
+cominciato a vedere Siviglia. Io però mi arresto qui, perchè tutto deve
+aver una fine. Lascio da un lato i passeggi, le piazze, le porte, le
+biblioteche, i palazzi pubblici, le case dei grandi, i giardini, le
+chiese; ristringendomi a dire che, dopo aver girato per parecchi giorni
+dal levar del sole al tramonto, dovetti partire da Siviglia col peso di
+molti rimorsi sulla coscienza. Non sapevo più dove battere il capo. Ero
+giunto a tal segno di stanchezza che l'annunzio d'una nuova cosa da
+vedere mi faceva più spavento che piacere. Il buon signor Gonzalo mi
+ispirava coraggio, mi confortava, mi accorciava il cammino colla sua
+piacevolissima compagnia; ma tant'è, di quello che vidi gli ultimi
+giorni non serbo che una memoria molto confusa.
+
+ * * * * *
+
+Siviglia, benchè non meriti più il titolo glorioso di Atene spagnuola,
+come ai tempi di Carlo V e di Filippo II, quando madre ed ospite d'una
+folta ed eletta schiera di poeti e di pittori, era la sede della civiltà
+e delle arti del vasto impero dei suoi monarchi; è pur sempre fra le
+città di Spagna, eccettuata Madrid, quella in cui la vita artistica si
+mantiene più rigogliosa, e per la copia degli ingegni, e per l'opera dei
+mecenati, e per la natura del popolo amantissimo delle belle arti. V'è
+una fiorente Accademia letteraria, una Società protettrice delle arti,
+un'Università di bella fama, e una famiglia di dotti e di scultori, che
+godono d'una onorevole reputazione in Ispagna. Ma la prima gloria
+letteraria di Siviglia è una signora, Caterina Bohl, autrice delle
+novelle che portano il nome di Fernan Caballero, diffusissime in Spagna,
+e in America, tradotte in quasi tutte le lingue d'Europa, e note anche
+in Italia, dove alcune vennero non è molto pubblicate, a ogni persona
+che s'occupi nulla nulla di letteratura straniera. Son quadri ammirabili
+di costumi andalusi, pieni di verità, d'affetto, di grazia, e sopra
+tutto d'un così possente vigore di fede, d'un entusiasmo religioso così
+intrepido, d'una carità cristiana così ardente, che il più scettico uomo
+del mondo ne sarebbe scosso e turbato. Caterina Bohl è una donna che
+affronterebbe il martirio con la fermezza e la serenità di sant'Ignazio.
+E la coscienza della sua forza si rivela ad ogni sua pagina: non si
+ristringe a difendere la religione e a predicarla, assale, minaccia,
+fulmina i nemici; e non solo i nemici della religione, ma ogni uomo ed
+ogni cosa che accolga, per dirla con una frase fatta, lo spirito del
+secolo, poich'ella non perdona a nulla di quanto s'è fatto al mondo dai
+tempi dell'Inquisizione in poi, ed è più inesorabile del Sillabo. Ed è
+questo forse il suo più gran difetto di scrittrice, perchè i suoi
+predicozzi religiosi, e le sue invettive sono soverchio fitte, e quando
+non rivoltano, ristuccano, e nuocciono, più che non giovino alle sue
+stesse mire. Ma non c'è ombra di fiele nell'anima sua, e quale è nei
+libri, tale nella vita: gentile, buona, caritatevole; in Siviglia è
+venerata come una santa. Nacque nella città, si maritò giovanissima, ed
+ora è vedova per la terza volta. Il suo ultimo marito, che fu
+ambasciatore di Spagna a Londra, si uccise, ed ella da quel giorno non
+ha più deposto il lutto. Ha ora poco meno di settant'anni, fu
+bellissima, ed il suo aspetto nobile e sereno serba l'impronta della
+bellezza. Suo padre, ch'era uomo fornito di acuto ingegno e di vasta
+cultura, le fece apprendere in tenera età varie lingue: conosce
+profondamente il latino, e parla con facilità mirabile l'italiano, il
+tedesco, il francese. Oramai, benchè giornali ed editori d'Europa e
+d'America la stimolino con larghissime offerte a scrivere, non scrive
+più; ma non vive per questo inoperosa. Legge dalla mattina alla sera
+ogni sorta di libri, e leggendo o fa la calza o ricama, poichè ha
+fermissimamente deciso che i suoi studi di letteratura non debbano
+togliere neanche un minuto alle sue faccende da donna. Non ha figliuoli,
+vive in una casa solitaria, della quale ha ceduto il miglior quartiere a
+una famiglia povera, e spende una buona parte dell'aver suo in
+elemosine. Un tratto curioso del suo carattere è l'affetto vivissimo che
+porta alle bestie: ha la casa piena d'uccelli, di gatti e di cani; e la
+sua sensitività, a questo riguardo, è così delicata, ch'ella non ha mai
+voluto metter piede in una carrozza, dal timore di veder dare una
+frustata al cavallo per cagion sua. Tutti i dolori l'affliggono come
+suoi proprii dolori: la vista d'un cieco, d'un malato, d'una sventura
+quale essa sia, la turba per una giornata intera; non può chiuder gli
+occhi al sonno, se non ha prima asciugato una lacrima; darebbe
+lietamente tutta la sua gloria per risparmiare una trafittura di cuore
+ad uno sconosciuto. Prima della rivoluzione viveva meno solitaria: la
+famiglia Montpensier la riceveva con grandi onoranze, le più illustri
+famiglie di Siviglia facevano a gara per averla in casa; ora non vive
+che coi suoi libri e con poche amiche.
+
+ * * * * *
+
+Ai tempi degli Arabi, Cordova aveva il primato nella letteratura,
+Siviglia nella musica; Averroes diceva:--Quando a Siviglia muore un
+dotto e si voglion vendere i suoi libri, si mandano a Cordova; ma se a
+Cordova muore un musico, i suoi strumenti si mandano a vendere a
+Siviglia.--Ora Cordova ha perduto anche il primato letterario, e
+Siviglia li ha tutti e due. Non son più i tempi, certo, in cui un poeta,
+cantando le bellezze d'una fanciulla, faceva accorrere intorno a lei, da
+tutte le parti del regno, una folla d'innamorati; e un principe
+invidiava un altro principe, solo perchè era stato fatto in sua lode un
+verso più bello di quanti ne fossero mai stati ispirati da lui; e un
+Califfo premiava l'autore d'un bell'inno con un regalo di cento
+cammelli, d'uno stuolo di schiavi e d'un vaso d'oro; e una ingegnosa
+strofa improvvisata a tempo scioglieva dalle catene uno schiavo o
+salvava la vita a un condannato a morte; e i musici passeggiavan per le
+strade di Siviglia con un corteggio da monarchi, e il favore dei poeti
+era cercato come quello dei re, e la lira era temuta come la spada. Ma
+il popolo sivigliano è pur sempre il popolo più poeta della Spagna. Il
+frizzo, la parola amorosa, l'espressione della gioia e dell'entusiasmo
+sgorgano dalle sue labbra con una spontaneità e una grazia che seduce.
+Il popolano di Siviglia improvvisa versi, parla che par che canti,
+gestisce che par che declami, ride e folleggia come i fanciulli. A
+Siviglia non s'invecchia. È una città in cui si sfuma la vita in un
+sorriso continuo, senz'altro pensiero che di godersi il bel cielo, le
+belle casine, i giardinetti voluttuosi. È la città più quieta di Spagna;
+è la sola, che dalla rivoluzione in poi, non sia stata agitata da alcuni
+di quei tristi commovimenti politici che sconvolsero le altre; la
+politica non passa la prima pelle; si bada a fare all'amore; tutte le
+altre cose si pigliano in ridere; _todo lo toman de broma_, dicono dei
+sivigliani gli altri spagnuoli; e in vero, con quell'aria profumata, con
+quelle stradine da città orientale, con quelle donnine piene di fuoco,
+confondersi! A Madrid si parla male di loro; si dice che son vani,
+falsi, mutevoli, pettegoli. È gelosia! Invidiano la loro indole felice,
+la simpatia che ispirano agli stranieri, le loro ragazze, i loro poeti,
+i loro pittori, i loro oratori, la loro Giralda, il loro Alcazar, il
+loro Guadalquivir, la loro vita, la loro storia! Così dicono i
+sivigliani battendosi una mano sul petto e cacciando in aria un nuvolo
+di fumo dal loro inseparabile _cigarrito_; e le loro belle donnine si
+vendicano delle madrilene e di tutte le donne del mondo, parlando con
+maligna pietà dei lunghi piedi, delle larghe vite e degli occhi morti
+che in Andalusia non riceverebbero l'onore d'uno sguardo e l'omaggio
+d'un sospiro. Bello ed amabile popolo in verità, al quale, ahimè!
+bisogna pur vedere il rovescio della medaglia, soverchia la
+superstizione e mancan le scuole, come a quasi tutta la Spagna
+meridionale, in parte non per sua colpa, ma in parte sì; e questa,
+forse, non è la parte minore.
+
+ * * * * *
+
+Il giorno fissato per la partenza mi arrivò addosso inaspettato. È
+strano: io non ricordo quasi nulla dei particolari della mia vita a
+Siviglia; è un gran che se so dire a me stesso dove desinai, di che cosa
+parlai col Console, come passai le serate, perchè stabilii di partire
+quel dato giorno; ero assente da me stesso; vivevo, se posso così
+esprimermi, fuori di me; fui per tutto il tempo che rimasi in quella
+città, un po' intontito. Fuor che nel Museo e nel _patio_, il mio amico
+Segovia deve aver trovato che sapevo di poco; e ora, non so perchè,
+penso a quei giorni come a un sogno. Di nessun'altra città m'è rimasta
+una ricordanza così vaga come di Siviglia. Oggi ancora, mentre son ben
+sicuro di essere stato a Saragozza, a Madrid, a Toledo, qualche volta,
+pensando a Siviglia, mi piglia un dubbio. Mi pare che sia una città
+molto più lontana degli ultimi confini della Spagna, che per tornarci
+dovrei viaggiare mesi e mesi, e attraversare terre sconosciute e grandi
+mari e popoli in tutto diversi da noi. Penso alle strade di Siviglia, a
+certe piazzette, a certe case, come penserei alle macchie della luna. A
+volte, l'immagine di quella città mi passa dinanzi agli occhi, come una
+forma bianca, e dispare, quasi senza che io possa afferrarla colla
+mente; la vedo odorando un arancio cogli occhi chiusi; fiutando I' aria,
+in certe ore della giornata, sulla porta d'un giardino; canterellando
+una canzoncina che sentii cantare da un ragazzo su per le scale della
+Giralda. Non so spiegare a me stesso questo secreto; ci penso, come a
+una città che avessi ancora da vedere, e godo nel guardare stampe e
+nello sfogliar libri comprati là, perchè son cose che attestano a me
+stesso che ci sono stato. Un mese fa ricevetti una lettera del Segovia
+che mi diceva:--Ritornate fra noi;--e n'ebbi un piacere matto, e nello
+stesso tempo risi come se m'avessero detto:--Fate una corsa a Pekino.--E
+appunto per questo Siviglia mi è cara su tutte le altre città della
+Spagna; l'amo come una bella donna sconosciuta, che attraversando un
+bosco misterioso, m'avesse gettato uno sguardo ed un fiore. Quante
+volte, quando un amico mi scuote dicendomi:--A che pensi?--o nella
+platea d'un teatro o nella sala d'un caffè, io, per tornare a lui, debbo
+uscire dallo stanzino di Maria Padilla, o da una barca che scivola
+all'ombra dei platani della _Cristina_, o dalla bottega di Figaro, o dal
+vestibolo di un _patio_ pieno di fiori, di zampilli e di lumi!
+
+ * * * * *
+
+M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia Segovia, presso la Torre
+dell'Oro, in un'ora che Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno,
+e un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce. Mi ricordo che
+pochi momenti prima della partenza, un giovinetto venne a bordo a
+cercarmi, e mi rimise una lettera di Gonzalo Segovia, la quale
+racchiudeva un sonetto che serbo tuttora, come uno dei più preziosi
+ricordi di Siviglia. Sul bastimento era una compagnia di cantanti
+spagnuoli, una famiglia inglese, degli operai, dei bambini. Il capitano,
+da buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti. Appiccai subito
+discorso con lui. Il mio amico Gonzalo è figliuolo del proprietario del
+bastimento; parlammo della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare, di
+mille cose allegre. Ah! il pover uomo era ben lontano dal pensare che,
+pochi giorni dopo, quel malaugurato bastimento si sarebbe sfasciato in
+mezzo al mare, ed egli avrebbe fatto così un'orrenda fine! Era il
+_Guadaira_ del quale scoppiò la caldaia a breve distanza da Marsiglia,
+il giorno 16 giugno del 1872.
+
+ * * * * *
+
+A tre ore il bastimento partì alla volta di Cadice.
+
+
+
+
+X.
+
+CADICE
+
+
+Quella fu la serata più deliziosa di tutto il mio viaggio.
+
+Poco dopo che il bastimento s'era mosso cominciò ad alitare una di
+quelle aurette gentili che scherzano come la manina d'un bimbo col
+fiocco della cravatta e coi capelli delle tempie; e da prora a poppa si
+levò un vocío di donne e di ragazzi, come segue in una brigata d'amici
+al primo chiocco di frusta che annunzia la partenza per una scampagnata
+festiva. Tutti i passeggieri si radunarono a poppa, all'ombra d'un'ampia
+tenda variopinta come un padiglione chinese, e chi sedette sui cordami,
+chi si sdraiò sulle panche, chi si appoggiò al parapetto, ognuno rivolto
+dalla parte della torre dell'Oro, per godere lo spettacolo famoso e
+incantevole di Siviglia che s'allontana e dispare. Qualche donnina aveva
+ancora il viso bagnato delle lagrime dell'addio, qualche bambino era
+ancora un po' stordito dallo strepito della macchina a vapore, qualche
+signore non aveva ancora finito di bisticciarsi coi facchini che gli
+avevan un po' strapazzato i bauli; ma di lì a pochi minuti tutti si
+rasserenarono, si cominciò a mondare aranci, ad accender sigari, a far
+girare fiaschettine di liquori, ad appiccar conversazione cogli
+sconosciuti, a canterellare, a ridere; in un quarto d'ora fummo tutti
+amici. Il bastimento scivolava colla soavità d'una gondola sulle acque
+chete e limpide, che riflettevano come uno specchio le vesti bianche
+delle signore; e l'aria portava un gratissimo odore d'aranci dai boschi
+delle sponde popolate di ville. Siviglia s'era nascosta dietro la sua
+cinta di giardini; e noi non vedevamo più che un mucchio immenso
+d'alberi verdissimi, e di sopra la nera mole della cattedrale, e la
+Giralda color di rosa, sormontata dalla sua statua fiammeggiante come
+una lingua di fuoco. Via via che ci allontanavamo la cattedrale appariva
+più grande e più maestosa come se tenesse dietro alla nave e guadagnasse
+terreno; ora pareva che, pure inseguendoci, si allontanasse dalla
+sponda; ora che si fosse posta a cavallo del fiume; un momento sembrava
+che fosse tutt'a un tratto ritornata al suo posto; un momento dopo
+appariva tanto vicina da far sospettare che il bastimento tornasse
+indietro. Il Guadalquivir serpeggia a brevi curve; secondo che il
+bastimento andava di qua o di là, Siviglia appariva e spariva. Ora
+faceva capolino da una parte, come se si fosse allungata fuor della sua
+cinta; ora balzava tutt'a un tratto al di sopra dei boschi,
+biancheggiando come un altopiano coperto di neve; ora lasciava veder
+qua e là in mezzo al verde alcune striscie bianche, e si nascondeva
+daccapo, e faceva ogni sorta di vezzi e di civetteríe da donnina
+capricciosa. Poi disparve, e non la rivedemmo più; e non rimase che la
+cattedrale. Allora tutti si voltarono a guardare le sponde. Pareva di
+navigare in un lago d'un giardino. Qui una collina vestita di cipressi,
+là un poggio tutto fiorito, più oltre un villaggio schierato lungo la
+sponda; e sotto i pergolati dei giardini e sulle terrazze delle ville,
+signore che ci guardavan col canocchiale; e qua e là famiglie di
+contadini vestiti di vivi colori, e barchette a vela, e ragazzi nudi che
+si tuffavan nell'acqua e facean tomboli e guizzi, strillando e agitando
+le mani verso le signore del bastimento che si coprivano il viso col
+ventaglio. A qualche miglio da Siviglia, incontrammo tre bastimenti a
+vapore a breve distanza l'un dall'altro. Il primo ci venne addosso
+all'improvviso, in una giravolta del fiume, così che io, non esperto di
+quella maniera di navigazione, temetti un momento che non si fosse più
+in tempo ad evitare lo scontro. I due bastimenti si passaron vicini
+quasi da toccarsi, e i passeggieri dell'uno e dell'altro si salutarono e
+si gettaron sigari e aranci, incaricandosi a vicenda di portare un
+saluto a Cadice e a Siviglia.
+
+I miei compagni di viaggio eran quasi tutti Andalusi; così che dopo
+un'ora di conversazione, io li conosceva dal primo all'ultimo, nè più nè
+meno che se fossero stati tutti miei amici d'infanzia. Ognuno disse
+subito a chi lo voleva e a chi non lo voleva sapere, chi egli era,
+quant'anni aveva, che cosa faceva, dove andava, e qualcuno anche quante
+amanti aveva avute e quante _pecetas_ portava nella borsa. Io fui preso
+per un cantante, e non è strano per chi pensi che in Spagna il popolo
+crede che tre quarti degl'Italiani campino cantando o ballando o
+recitando. Un signore, vedendo che avevo un libro italiano tra le mani,
+mi domandò di punto in bianco:
+
+"Dove ha lasciato la compagnia?"
+
+"Qual compagnia?" domandai io.
+
+"O che lei non cantava colla Fricci al teatro della Zarzuela?"
+
+"Mi spiace; ma io non ho mai messo piede sul teatro."
+
+"To'; allora bisogna dire che il secondo tenore e lei si rassomigliano
+come due goccie d'acqua."
+
+"Bisogna dir così."
+
+"Scusi, sa."
+
+"Non c'è di che."
+
+"Ma lei è italiano?"
+
+"Italiano."
+
+"Canta?"
+
+"Me ne rincresce: non canto."
+
+"È curiosa! A giudicar dalla struttura del suo collo e del suo petto
+avrei detto che lei doveva avere una stupenda voce di tenore."
+
+Io mi toccai il petto e il collo e risposi:
+
+"Può darsi, proverò, non si sa mai: due delle condizioni volute le ho:
+sono italiano e ho un collo da tenore: la voce deve venire."--A questo
+punto, la prima donna della compagnia che aveva sentito il dialogo,
+entrò nella conversazione, e dopo di lei tutta la compagnia:
+
+"Il signore è italiano?"
+
+"Per servirla."
+
+"Glielo domando appunto perchè ho bisogno d'un piacere. Che cosa voglion
+dire quei versi del _Trovatore_ che dicono:
+
+ «Non può nemmeno un Dio
+ Donna rapirti a me.»
+
+"È maritata la signora?"
+
+Tutti si misero a ridere.
+
+"Sì," rispose la prima donna; "ma perchè mi fa questa domanda?"
+
+"Perchè.... non può nemmeno un Dio rapirla a me, vuol dire quello che
+suo marito, se ha due bravi occhi nella testa, dovrebbe dire di lei ogni
+mattina quando si leva e ogni sera quando va a letto: _Ni Dios mismo
+podria arrancármela_."
+
+Gli altri risero; ma alla prima donna parve così stravagante quella
+supposta arroganza di suo marito, di affermarsi sicuro anche da un Dio,
+mentre forse ella sapeva che non aveva avuto sempre l'accortezza di
+guardarsi dagli uomini; che appena degnò il mio complimento d'un sorriso
+per far vedere che l'aveva capito. E mi domandò subito la spiegazione
+d'un altro verso, e dopo di lei il baritono, e dopo il baritono il
+tenore, e dopo il tenore la seconda donna, e via via, per un pezzo non
+feci che tradur cattivi versi italiani in pessima prosa spagnuola, con
+gran soddisfazione di quella buona gente che per la prima volta poteva
+dire di capire un poco quello che aveva tante volte cantato coll'aria di
+capire moltissimo. Quando ognuno ne seppe quanto voleva, la
+conversazione si ruppe; io stetti un po' col baritono che mi canterellò
+un'aria di zarzuela; poi mi attaccai a un corista, il quale mi disse che
+il tenore faceva all'amore colla prima donna; poi tirai in disparte il
+tenore che mi scoperse gli altarini della moglie del baritono; poi
+discorsi colla prima donna che disse roba da chiodi dell'intera
+compagnia; ma erano tutti amiconi, e incontrandosi in quell'andare e
+venire sulla coperta, gli uomini si azzeccavan dei pizzicotti, le donne
+si mandavan dei baci, gli uni e le altre si scambiavano sguardi e
+sorrisi che rivelavano intelligenze secrete; e chi solfeggiava di qui, e
+chi canterellava di là, e chi faceva un trillo in un canto, e chi in un
+altro tentava un _do_ di petto che finiva in un rantolo; e intanto
+discorrevan tutti insieme di mille corbellerie. Suonò finalmente la
+campanella e ci gettammo a tavola coll'impeto di tanti invitati
+ufficiali a un pranzo di gala per una festa d'inaugurazione d'un
+monumento. A quel desinare, in mezzo alle grida e ai canti di tutta
+quella gente, bevvi per la prima volta un bicchiere schietto di quel
+formidabile vino di Jerez, del quale si cantan le meraviglie ai quattro
+angoli della terra. Appena l'avevo tracannato, che mi parve di sentire
+una scintilla scorrere per tutte le mie vene, e la testa infiammarmisi
+come se l'avessi piena di zolfo. Bevvero tutti gli altri, e a tutti
+pigliò un'allegria sfrenata e una parlantina irresistibile; la prima
+donna si mise a discorrere in italiano; il tenore in francese; il
+baritono in portoghese, gli altri in dialetto; io in tutte le lingue e
+lì brindisi e canzoncine ed evviva ed occhiate e strette di mano sopra
+la tavola e giuochi di pedina di sotto e dichiarazioni di simpatia che
+s'incrociavano in tutti i sensi come le impertinenze in un Parlamento
+quando destra e sinistra s'accapigliano. Finito il desinare, si salì
+tutti in coperta, rossi, tronfi, sbuffanti, avvolti in una nuvola di
+fumo di _cigarritos_; e là, al lume della luna, che inargentava l'ampio
+fiume, e copriva di una luce limpidissima i boschi e le colline
+ricominciarono più clamorose le conversazioni, e dopo le conversazioni i
+canti, non più di ariette di zarzuela, ma d'operoni coi fiocchi,
+duetti, terzetti, cori, con accompagnamento di gesti e di passi da palco
+scenico, intercalati di declamazioni di versi, di racconti, d'aneddoti,
+di risa sgangherate, di applausi fragorosi; finchè sfiatati e rifiniti,
+tutti tacquero, qualcuno s'addormentò col viso in aria, qualche altro
+s'andò ad accucciolare sotto coperta, la prima donna sedette in
+un canto a guardar la luna. Il tenore russava; io approfittai della
+buona occasione per andare a farmi ripetere a bassa voce un'arietta
+della zarzuela: _El sargento Federico_. La cortese andalusa non
+si fece pregare, cantò; ma tutt'a un tratto tacque e chinò il viso.
+La guardai: piangeva. Le domandai che cos'avesse. Mi rispose
+malinconicamente:--Penso a uno spergiuro.--Poi diede in uno scoppio di
+risa e ricominciò a cantare. Aveva una voce armoniosa e snella, e
+cantava con un sentimento come di tristezza amorosa; il cielo era tutto
+tempestato di stelle, e il bastimento scorreva così placidamente sul
+fiume che pareva appena che si muovesse; e io pensavo ai giardini di
+Siviglia, all'Affrica vicina, e a una persona cara che m'aspettava in
+Italia, e mi pigliava il piantoriso, e quando la donna cessava di
+cantare, le dicevo:--Canti ancora--e
+
+ «Lingua mortal non dice
+ Quel ch'io sentiva in seno...»
+
+Allo spuntar dell'alba il bastimento stava per entrare nell'Oceano; il
+fiume era immenso; la riva destra appariva appena, in lontananza, come
+una lingua di terra di là dalla quale luccicavan le acque del mare.
+Alcuni istanti dopo il sole s'affacciò all'orizzonte, e il bastimento
+uscì dal fiume. Allora ci si spiegò dinanzi agli occhi un tale
+spettacolo, che se si potessero confondere in una sola arte
+rappresentativa la poesia, la pittura e la musica, io per me credo che
+Dante colle sue più grandi immagini, il Tiziano coi suoi più fulgidi
+colori e il Rossini colle sue più potenti armonie, non sarebbero
+riusciti, tutti e tre insieme, a significarne la magnificenza e
+l'incanto. Il cielo era una meraviglia di color zaffiro senza la macchia
+d'una nube, e il mare così bello che pareva un immenso tappeto di raso
+serico; e luccicava al sommo delle lievi increspature che vi faceva
+l'aura leggerissima, come se fosse tutto coperto di gemme azzurre, e
+formava specchi e striscie luminose, e in lontananza mandava
+lampeggiamenti di luce d'argento, e mostrava qua e là alte e
+bianchissime vele, simili ad ali sornotanti di giganteschi angeli
+caduti. Non ho mai visto tanta vivezza di colori, tanta pompa di luce,
+tanta freschezza, tanta trasparenza, tanta limpidità d'acque e di cielo.
+Pareva una di quelle aurore della creazione che la fantasia dei poeti ci
+dipinse così pure e così sfolgoranti da non esser più le nostre, al
+paragone, che un pallido riflesso; ed era più che lo svegliarsi della
+natura e il ridestarsi della vita; era come una festa, un trionfo, un
+ringiovanimento del creato, che sentisse espandersi nell'infinito un
+secondo soffio di Dio.
+
+Scesi sotto coperta per pigliare il canocchiale; quando salii vidi
+Cadice.
+
+La prima impressione che mi fece fu di mettermi in dubbio se fosse o non
+fosse una città; poi risi; poi mi voltai verso i miei compagni di
+viaggio coll'aria di chi domanda che lo rassicurino che non s'è
+ingannato. Cadice sembra un'isola di gesso. È una gran macchia bianca in
+mezzo al mare senza una sfumatura oscura, senza un punto nero, senza
+un'ombra; una macchia bianca tersa e purissima come una collina coperta
+di neve intatta che spicchi sur un cielo color di berillo e di turchina
+in mezzo a una vasta pianura allagata. Una lunga e sottilissima
+striscia di terra l'unisce al continente; da tutte le altre parti è
+bagnata dal mare, come un bastimento sul punto di far vela, non
+trattenuto più alla riva che da una catena. A poco a poco si distinsero
+i contorni dei campanili, i profili delle case, le imboccature delle
+strade; e ogni cosa pareva più bianco via via che ci avvicinavamo, e per
+quanto guardassi col canocchiale, non mi veniva fatto di trovare in
+quella bianchezza il più piccolo neo, neanco sopra gli edifizi, neanco
+intorno al porto, neanco negli estremi sobborghi. Si arrivò nel porto
+dove non erano che pochi bastimenti a grande distanza gli uni dagli
+altri, scesi in una barca senza neppur portare con me la valigia perchè
+dovevo ripartir la stessa sera per Malaga, e così vivo era il mio
+desiderio di veder la città, che quando la barca giunse alla riva,
+spiccai innanzi tempo il salto e caddi in terra come _corpo morto_, che
+risenta ancora, ahimè! i dolori d'un corpo vivo.
+
+Cadice è la città più bianca del mondo; e non gioverebbe oppormi che non
+vidi tutte le città, perchè ho per me la buona ragione, che una città
+più bianca d'una che è superlativamente e completamente bianca non ci
+può essere. Cordova e Siviglia non han nulla che fare con Cadice; quelle
+son bianche come la carta, Cadice è bianca come il latte. Per darne una
+idea, non ci sarebbe di meglio che scrivere mille volte di seguito la
+parola «bianca» con una matita bianca su carta azzurra e notare in
+margine:--Impressioni di Cadice--Cadice è uno dei più stravaganti e
+graziosi capricci umani. Non son bianchi soltanto i muri esterni delle
+case: son bianche le scale, bianchi i cortili, bianche le pareti delle
+botteghe, bianchi i muricciuoli, bianchi i pilastri, bianchi gli angoli
+più riposti e più oscuri delle case più povere, delle strade più
+appartate; bianco ogni cosa dai tetti alle cantine, per tutto dove può
+entrare la punta di un pennello, persino i fori, persino le
+screpolature, persino i nidi degli uccelli. In ogni casa è un deposito
+di calce e di bianco, e ogni volta che l'occhio scrutatore degli
+inquilini scopre una macchietta, si dà di piglio al pennello e si copre.
+I servitori non sono ricevuti dalle famiglie se non sanno fare
+l'imbianchino. Uno scarabocchio di carbone sur un muro è uno scandalo,
+un attentato contro la quiete pubblica, un atto di vandalismo. Potete
+girar tutta la città, guardar dietro a tutte le porte, ficcare il naso
+in tutti i bugigattoli, e non troverete che bianco e sempre bianco ed
+eternamente bianco.
+
+Con tutto questo, Cadice non arieggia nemmeno alla lontana le altre
+città andaluse. Le sue strade sono lunghe e diritte, e le case alte, e
+senza i _patios_ di Cordova e di Siviglia. Ma per questo l'aspetto della
+città non riesce men nuovo e gradevole agli occhi dello straniero. Le
+strade sono diritte, ma strette, e poichè sono anche lunghissime, e
+molte attraversano tutta la città, così vi si vede in fondo, come per lo
+spiraglio d'una porta, una sottilissima lista di cielo, che fa parer
+quasi che la città sia costrutta sulla sommità d'una montagna tagliata
+a picco da tutte le parti. Inoltre, le case hanno un gran numero di
+finestre, e ogni finestra è munita, come a Burgos, d'una specie di
+vetrina sporgente che s'appoggia su quella della finestra di sopra e
+sorregge quella della finestra di sotto; così che in molte strade le
+case sono completamente coperte di vetro, e si vede appena qualche
+tratto di muro, e par di passare in un corridoio d'un immenso Museo. Qua
+e là, fra una casa e l'altra, sporgono i rami eleganti d'una palma; in
+ogni piazza v'è un mucchio lussureggiante di verzura; su tutte le
+finestre ciuffi d'erbe e ciocche di fiori.
+
+In verità, io ero ben lontano dall'immaginare che fosse così gaia e
+ridente questa terribile e sventurata Cadice, arsa dagl'Inglesi nel
+secolo decimosesto, bombardata sulla fine del decimottavo, devastata
+dalla peste, e poi ospite delle flotte di Trafalgar, sede della giunta
+rivoluzionaria durante la guerra dell'Indipendenza, teatro di stragi
+orrende nella rivoluzione del 1820, bersaglio delle bombe francesi nel
+1823, e antesignana della rivoluzione che sbalzò dal trono i Borboni, e
+sempre inquieta e turbolenta e prima fra tutte a lanciare il grido della
+battaglia. Di tante vicende e di tante lotte non restano che palle di
+cannone confitte nei muri, poichè su tutte le altre traccie della
+distruzione è passato l'inesorabile pennello, che copre d'un velo bianco
+ogni vergogna. E come delle guerre nuovissime, così non vi rimane
+traccia nè dei Fenici che la fondarono, nè dei Cartaginesi e dei Romani
+che l'ampliarono e l'abbellirono; quando non si volesse considerar come
+traccia la tradizione che ci dice: qui sorgeva un tempio ad Ercole, là
+sorgeva un tempio a Saturno. Ma il tempo ha fatto ben di peggio che
+togliere a Cadice i monumenti antichi: le tolse il commercio e le
+ricchezze, dopo che la Spagna perdette i suoi possedimenti d'America; ed
+ora Cadice giace là inerte sul suo scoglio solitario, aspettando invano
+le mille navi che venivano un giorno imbandierate e festose a recarle i
+tributi del nuovo mondo.
+
+Avevo una lettera di raccomandazione per il nostro console, gliel'andai
+a portare, e fui cortesemente condotto da lui sulla cima d'una torre di
+dove potei abbracciare con uno sguardo tutta la città. Fu una nuova e
+più viva meraviglia. Cadice, vista dall'alto, è bianca, tutta bianca e
+purissimamente bianca come vista dal mare; in tutta la città non v'è un
+tetto; ogni casa è chiusa di sopra da una terrazza cinta di un parapetto
+imbiancato; quasi su ogni terrazza si innalza una torricina, pure
+bianca, sormontata da un'altra terrazza, o da una cupoletta, o da una
+specie di casotto da sentinella: ogni cosa bianco. E tutte queste
+cupolette, queste punte, questi merli, che formano alla città un
+contorno svariatissimo e bizzarro, spiccano e appaiono più bianchi sul
+vivo azzurro del mare. Lo sguardo percorre tutto l'istmo che unisce
+Cadice al continente, abbraccia un lunghissimo tratto della costa
+lontana su cui biancheggiano le città di Puerto real e di Puerto Santa
+Maria e villaggi e chiese e ville; e spazia nel porto e sull'oceano e
+pel bellissimo cielo che gareggia col mare di limpidezza e di luce.
+
+Io non potevo saziarmi di guardare quella strana città. A socchiuder gli
+occhi, appariva come coperta d'un immenso lenzuolo. Ogni casa sembra
+costrutta ad uso di osservatorio astronomico. Tutta la popolazione, in
+caso che il mare inondasse la città, come ne' tempi antichi, si potrebbe
+raccogliere nelle terrazze e starci, salvo la paura, a tutt'agio. Mi fu
+detto che, pochi anni sono, in occasione di non so che eclissi, in pieno
+giorno, si vide questo spettacolo. I settantamila abitanti di Cadice
+saliron tutti sulle terrazze per osservare il fenomeno. La città, di
+tutta bianca, era diventata di mille colori; ogni terrazza era gremita
+di teste; si vedeva con un colpo d'occhio, quartiere per quartiere,
+tutta la popolazione; un mormorío sordo e diffuso si elevava al cielo
+come il muggito del mare, e un movimento immenso di braccia, di
+ventagli, di canocchiali rivolti in alto faceva parere che si aspettasse
+la discesa di qualche angelo dalla sfera del sole. Al momento fissato,
+si fece un silenzio profondo; appena cessato il fenomeno, tutta la
+popolazione mandò un grido che parve uno scoppio di tuono; e pochi
+momenti dopo, la città riapparve bianca.
+
+Sceso dalla torre, visitai la cattedrale, vasto edifizio di marmo, del
+secolo decimosesto, non certo paragonabile alle cattedrali di Burgos e
+di Toledo, ma pure d'un'architettura nobile e ardita, e ricca, come
+tutte le chiuse spagnuole, d'ogni maniera di tesori. Fui a vedere il
+Convento dove il Murillo, dipingendo un quadro sopra un altar maggiore,
+cadde dal palco, e riportò la ferita, che fu cagione della sua morte.
+Feci una corsa nel Museo di pittura, che contiene alcuni bei quadri del
+Zurbaran. Entrai nel Circo dei tori, che è tutto di legno, e fu
+costrutto in pochi giorni per offrire uno spettacolo alla regina
+Isabella. E verso sera andai a fare un giro sur un delizioso passeggio
+lungo la riva del mare, in mezzo agli aranci e alle palme, dove mi
+furono segnate a dito ad una ad una le più belle ed eleganti caditane. A
+me, qualunque sia il giudizio degli Spagnuoli, il tipo femminino di
+Cadice non parve da meno di quello tanto celebrato di Siviglia. Le donne
+sono un po' più alte e un po' più grassoccie, e d'un bruno più carico.
+Qualche osservatore fino credette di poter asserire che ritraggon molto
+del tipo greco: non so da che parte. Io non ci vidi, salvo la statura,
+che il tipo andaluso; e bastò per farmi tirare dei sospironi che
+avrebbero mandato innanzi una barca, e costringermi a ritornare quanto
+prima potei al mio bastimento, come a un luogo di rifugio e di pace.
+
+Quando rimisi il piede a bordo, era notte, il cielo scintillava tutto di
+stelle, e l'aria portava or sì or no la musica della banda che suonava
+sul passeggio di Cadice. I cantanti dormivano, ero solo, la vista dei
+lumi della città e quella musica e il ricordo dei bei visini caditani mi
+dava malinconia; non sapevo che far di me; scesi sotto coperta, presi
+il mio quaderno e incominciai la descrizione di Cadice. Ma non mi riuscì
+che di scrivere una diecina di volte le parole bianco, azzurro, neve,
+splendore, colori; dopo di che abbozzai una figurina di donna e poi
+chiusi gli occhi e sognai l'Italia.
+
+
+
+
+XI.
+
+MALAGA.
+
+
+Il giorno dopo, al declinare del sole, il bastimento attraversava lo
+stretto di Gibilterra.
+
+Ora, guardando quel punto sul mappamondo, mi par tanto vicino a casa
+mia, da non dover esitare un momento, quando me ne saltasse il
+ghiribizzo e non vi si opponesse il mio bilancio domestico, a far la
+valigia e a correre a Genova per andar a godere un'altra volta il
+bellissimo colpo d'occhio dei due continenti. Ma allora mi parve di
+essere tanto lontano, che avendo scritto una lettera a mia madre, sul
+parapetto del bastimento, coll'intenzione di darla ad impostare a uno
+dei passeggieri che scendevano a Gibilterra, nell'atto che scrivevo
+l'indirizzo, risi della mia buona fede, come se fosse quasi impossibile
+che la lettera arrivasse a Torino. Di qui!--pensai;--dalle colonne
+d'Ercole!--e dicevo colonne d'Ercole come avrei detto Capo di Buona
+Speranza o Giappone.
+
+«..... Sono nel bastimento _Guadaira_--ho alle spalle l'Oceano e dinanzi
+il Mediterraneo, a sinistra l'Europa e a destra l'Affrica. Vedo di là il
+capo di Tarifa e a destra le montagne della costa affricana, che
+appaiono un po' in confuso come una nuvola grigia; vedo Ceuta, vedo un
+po' più là, come una macchia bianca, Tangeri; e in dirittura del
+bastimento lo scoglio di Gibilterra. Il mare è quieto come un lago e il
+cielo color di rosa e d'oro. Tutto è sereno, bello e magnifico, e io mi
+sento nella mente una inesplicabile e dolcissima confusione di grandi
+idee, che se potessero esser tradotte in parole, mi pare che
+riuscirebbero in una gioiosa preghiera cominciata e chiusa col tuo
+nome.....»
+
+ * * * * *
+
+Il bastimento si fermò nel golfo di Algesira: tutta la compagnia dei
+cantanti scese in una gran barca venuta di Gibilterra, e s'allontanò
+agitando ventagli e fazzoletti in atto di saluto. Quando il bastimento
+ripartì, imbruniva. Allora potei misurar per ogni verso collo sguardo la
+mole enorme dello scoglio di Gibilterra. Da principio mi pareva che in
+pochi minuti ce lo saremmo lasciato alle spalle; ma furon ore. Via via
+che ci avvicinavamo, ingigantiva, e ogni momento presentava un nuovo
+aspetto; ora il profilo d'un mostro smisurato, ora l'immagine d'una
+scala immensa, ora la forma d'un castello fantastico, ora un ammasso
+informe come d'un mostruoso aereolito caduto da un mondo spezzato in
+una battaglia di mondi; e presentava via via dietro una punta alta come
+una piramide egizia, un rigonfiamento grande come una montagna, e
+scoscendimenti e rupi a picco e curve lunghissime che si perdevan nel
+piano. Era notte; lo scoglio disegnava i suoi foschi contorni così netti
+e recisi sul cielo rischiarato dalla luna, come un ritaglio di carta
+nera sur una lastra di vetro. Si vedevan le finestre illuminate delle
+caserme inglesi, i casotti delle sentinelle sulla sommità delle bricche
+aeree, e qualche incerto contorno d'albero che appariva appena come
+cespo d'erba sulle rupi più vicine. Per lungo tempo ci parve che il
+bastimento non muovesse; o che lo scoglio ci seguisse, tanto era sempre
+vicino e imminente; poi a poco a poco cominciò a rimpicciolire; ma i
+nostri occhi si stancarono di guardare prima che lo scoglio di
+minacciarci colle sue fantastiche trasfigurazioni. A mezzanotte mandai
+un ultimo saluto a quella formidabile sentinella morta d'Europa, e andai
+a ficcarmi nel mio nascondiglio.
+
+ * * * * *
+
+Mi svegliai allo puntar dell'alba a poche miglia dal porto di Malaga.
+
+La città di Malaga, vista dal porto, presenta un aspetto gradevole, e
+non privo di maestà. A destra un alto monte roccioso, sulla cui cima e
+giù per l'un dei fianchi sino al piano, nereggiano le gigantesche rovine
+del castello di Gibralfaro, famoso per la disperata resistenza opposta
+dagli Arabi all'esercito di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica; e
+alle falde del monte la cattedrale, che s'innalza maestosamente su
+tutti gli edifizi circostanti, lanciando al cielo, come direbbe un poeta
+ardito, due belle torri e un altissimo campanile. Tra il castello e la
+chiesa e dinanzi al monte e ai lati, una moltitudine, una canaglia, per
+dirla alla Vittor Ugo, di casuccie affumicate, e poste le une sulle
+altre, alla rinfusa, come se fossero state buttate giù dall'alto, a modo
+di macigni. A sinistra della cattedrale, lungo la spiaggia, una fila di
+case color cinerino, violaceo, giallognolo, con un contorno bianco alle
+finestre e alle porte, che rammenta i villaggi della riviera ligure. Al
+di là una corona di colline verdi e rossastre, che chiudon la città come
+le mura d'un anfiteatro; a destra e a sinistra, lungo la riva del mare,
+altri monti e colline e roccie a perdita d'occhio. Il porto quasi
+deserto, la spiaggia quieta, il cielo purissimo.
+
+Prima di scendere a terra, mi congedai dal capitano che doveva
+proseguire il suo viaggio per Marsiglia, salutai il nostromo e i
+passeggieri, dicendo a tutti che sarei arrivato a Valenza proprio il
+giorno che ci doveva arrivare il bastimento, e che perciò mi sarei
+imbarcato di nuovo con loro per andare a Barcellona e a Marsiglia; e il
+capitano mi disse:--L'aspettiamo,--e il cameriere mi promise che
+m'avrebbe serbato il posto. Quante volte, in seguito ricordai le ultime
+parole di quella povera gente!
+
+Scesi a Malaga coll'intenzione di partire la sera stessa per Granata.
+L'interno della città non offre nulla di notevole. Fuor della parte
+nuova che occupa lo spazio anticamente coperto dal mare, ed è costrutta
+alla moderna, con vie larghe e diritte, e case grandi e nude; il
+rimanente della città è un labirinto di stradicciuole tortuose e un
+agglomeramento di case senza colore, senza _patios_, senza grazia. V'è
+qualche piazza spaziosa, con giardini e fontane; qualche colonna e
+qualche arco di edifizi arabi; nessun monumento moderno, molta
+immondizia e non grande frequenza di popolo. I dintorni son bellissimi e
+il clima più mite che a Siviglia.
+
+A Malaga avevo un amico, andai a cercarlo, passammo la giornata insieme.
+Da lui ebbi una curiosa notizia. A Malaga è un'Accademia letteraria
+composta di più di ottocento soci, nella quale si celebrano gli
+anniversarii di tutti i grandi scrittori e si fa due volte la settimana
+una lettura pubblica sur un argomento di scienza o di letteratura.
+Quella sera stessa vi si doveva celebrare una festa solenne. Alcuni mesi
+prima l'Accademia aveva stabilito il premio di tre bei fiori d'oro,
+smaltati di varii colori, per i tre poeti che componessero la miglior
+ode al progresso, la miglior romanza sulla riconquista di Malaga, la
+miglior satira contro uno dei vizii più comuni della moderna società
+civile. Era stata fatta una _convocatoria_ a tutti i poeti della Spagna,
+le poesie eran piovute a rifascio, un giurì le aveva segretamente
+giudicate, e quella sera stessa doveva profferire la sentenza. La
+cerimonia si faceva con gran pompa: vi avevano ad assistere il Vescovo,
+il Governatore, il Comandante di marina, i consoli, i personaggi più
+cospicui della città, con giubba, ciondoli e ciarpe, e un gran numero di
+signore vestite da ballo. Le tre più belle Muse della città dovevano
+presentarsi sur una specie di palco scenico inghirlandato e
+imbandierato, aprire ciascuna il plico che conteneva la poesia premiata,
+e proclamare tre volte il nome dell'autore; se l'autore rispondeva,
+invitarlo a leggere i suoi versi, e presentargli il fiore; se non
+rispondeva, leggerli esse medesime. In tutta la città non si parlava
+d'altro che dell'Accademia, si congetturavano i nomi dei vincitori, si
+predicevano meraviglie delle tre poesie, si magnificava l'apparatura
+della sala. Questa festa poetica, alla quale si dà il nome di _juegos
+floreales_, non si celebrava più da dieci anni. Altri giudichi se queste
+gare e queste pompe giovino o nuocciano alla poesia e ai poeti. Per me
+sia pur dubbia e sfuggevole la gloria letteraria che può largire la
+sentenza d'un giurì e l'omaggio d'un Vescovo e d'un governatore, credo
+che il ricevere in dono un fior d'oro dalla mano d'una bellissima donna,
+sotto gli sguardi di cinquecento andaluse, al suono d'una musica soave e
+in mezzo al profumo dei gelsomini e delle rose, sia una gioia anche più
+viva e più profonda di quella che viene dalla gloria vera e
+durevole.--No?--Ah! siamo sinceri!
+
+Uno dei miei primi pensieri fu di assaggiare un po' di vero vin di
+Malaga, non per altro che per rifarmi dei molti dolori di capo e di
+stomaco cui andavo debitore allo scellerato intruglio che si spaccia in
+molte città d'Italia colla bugiarda raccomandazione di quel nome. Ma o
+ch'io non abbia saputo chiedere, o che non m'abbian voluto capire, il
+fatto è che il vino che mi fu dato all'albergo, mi bruciò le viscere e
+mi fece dar di volta al cervello. Potei nondimeno recarmi verticalmente
+fino alla cattedrale, e dalla cattedrale al castello di Gibralfaro, e in
+qualche altro luogo, e formarmi un'idea della bellezza delle malaghesi
+senza vederle doppie e tremole, come potrebbe supporre qualche maligno.
+
+Strada facendo, il mio amico mi parlò di codesto repubblicanamente
+famoso popolo di Malaga, che ogni momento ne fa una delle sue. È un
+popolo ardentissimo; ma mutevole e docile, come tutti i popoli che
+senton molto e pensan poco, ed operano più per impulso di passione che
+per forza di convincimento. Per un nonnulla si raduna una folla immensa
+e si leva un tumulto da metter la città sossopra; ma il più delle volte
+basta un atto risoluto d'un uomo autorevole, un tratto di coraggio, un
+lampo di eloquenza per sedare il tumulto e disperdere la folla. L'indole
+del popolo, in fondo, è buona; ma la traviano la superstizione e la
+passione. E sopratutto la superstizione è forse più radicata a Malaga
+che in ogni altra città dell'Andalusia, a cagione della ignoranza
+maggiore. Tutto sommato, Malaga è la città meno andalusa ch'io m'abbia
+veduto, e v'è imbastardita persino la lingua, perchè vi si parla peggio
+che a Cadice, dove già vi si parla male.
+
+Ero ancora a Malaga, ma la mia immaginazione s'aggirava già per le vie
+di Granata e nei giardini dell'Alhambra e del Generalife. Poche ore dopo
+il mezzogiorno, partii, e per dir la verità, fu quella la sola città di
+Spagna che lasciai senza mandare un sospiro. Quando il treno partì,
+invece di voltarmi a salutarla come avevo fatto a tutte le altre sue
+sorelle, mormorai i versi cantati da Giovanni Prati a Granata quando il
+duca d'Aosta partì per la Spagna:
+
+ «Non più Granata è sola
+ Sulle sue mute pietre:
+ L'inno in Alhambra vola
+ Sulle moresche cetre;»
+
+ed ora, riscrivendoli, penso che la musica della banda della Guardia
+Nazionale di Torino ispira la letizia e la pace meglio delle cetre
+moresche, e che il lastrico dei portici di Po, contuttochè muto esso
+pure, è meglio connesso e più liscio che le pietre di Granata.
+
+
+
+
+XII.
+
+GRANATA.
+
+
+Il viaggio da Malaga a Granata fu il più avventuroso e sfortunato ch'io
+abbia fatto in Spagna.
+
+Perchè i lettori compassionevoli mi possano compiangere quanto vorrei,
+bisogna che sappiano (mi vergogno d'intrattener la gente con queste
+piccinerie) che a Malaga avevo fatto solamente una leggerissima
+colazione all'andalusa, della quale, al momento di partire, mi restava
+appena una confusa reminiscenza. Ma ero partito colla sicurezza di poter
+scendere a qualche stazione della strada ferrata, dove fosse una di
+quelle sale, o pubblici strozzatoi, nelle quali si entra galoppando, si
+mangia ansando e si paga scappando, per tornare nel carrozzone
+impinzati, soffocati e derubati, a maledire l'orario, i viaggi e il
+ministro dei lavori pubblici che _tradisce il paese_. Partii, e per le
+prime ore fu una delizia. La campagna era tutta colline gentili e campi
+verdissimi, sparsi di villette coronate di palme e di cipressi; e nel
+carrozzone, in mezzo a due vecchiotti che tenevan gli occhi chiusi,
+v'era un'andalusina che guardava intorno con un sorrisetto briccone che
+pareva voler dire:--Via, lanciatemi degli sguardi languidi.--Ma il treno
+andava colla lentezza d'una diligenza sconquassata, e non si soffermava
+che pochi momenti alle stazioni. Al declinare del sole, lo stomaco
+cominciò a suonare a soccorso, e a render più fieri gli stimoli della
+fame dovetti fare un lungo tratto di strada a piedi. Il treno si fermò
+dinanzi a un ponte malfermo, tutti i viaggiatori scesero e sfilarono a
+due a due per andar ad aspettar le carrozze sull'altra sponda del fiume.
+Eravamo in mezzo alle roccie della Sierra Nevada, in un luogo deserto e
+selvaggio, che ci faceva parere d'esser gente condotta in ostaggio da
+una banda di briganti. Rimontati che fummo nei carrozzoni, il treno
+riprese a andare colla fiaccona di prima, e il mio stomaco ricominciò a
+languire più miseramente che mai. Arrivammo, dopo lungo tempo, a una
+stazione tutta ingombra di treni, dove una gran parte dei viaggiatori si
+precipitarono a terra, prima che io mettessi il piede sul montatoio.
+
+"Dove vuol andare?" mi domandò un impiegato della strada ferrata,
+vedendomi scendere.
+
+"A desinare," risposi.
+
+"Ma lei non va a Granata?"
+
+"A Granata."
+
+"Se è così, non ha tempo; il treno riparte subito."
+
+"Ma gli altri sono discesi."
+
+"Li vedrà tornare di corsa di qui a un momento."
+
+I treni delle merci ch'eran dinanzi, m'impedivano di vedere la stazione;
+credetti che fosse lontana; non scesi. Passan due minuti, ne passan
+cinque, ne passan otto, e i viaggiatori non tornano, e il treno non si
+muove. Salto giù, corro alla stazione, vedo un caffè, entro in una gran
+sala.... Dei del cielo! Cinquanta affamati stavano intorno a una tavola
+da refettorio, col muso sul piatto, coi gomiti in aria, cogli occhi
+all'orologio, divorando e gridando; e un'altra cinquantina si pigiavano
+intorno al banco, afferrando e intascando pani, frutti, confetti, mentre
+il padrone e i camerieri, ansimanti come cavalli, stillanti di sudore,
+correvano, si sbracciavano, urlavano, inciampavan nelle seggiole,
+urtavano gli avventori, buttavan qua e là spruzzi di brodo e
+d'intingoli; e una povera donna, che doveva essere la padrona del caffè,
+prigioniera in una nicchietta dietro al banco assediato, si metteva le
+mani nei capelli in atto di disperazione. A quella vista, mi cascaron le
+braccia. Ma subito mi feci forza e mi slanciai al saccheggio. Respinto
+da una gomitata nel petto, mi slanciai daccapo; ributtato da una
+fiancata nel ventre, raccolsi tutto il mio vigore per tentare un terzo
+assalto. In quel punto suonò la campanella. Fu uno scoppio di
+imprecazioni, e poi un cader di seggiole, un acciottolìo di piatti, un
+serra serra, un tramenìo di casa del diavolo. Chi trangugiando in furia
+gli ultimi bocconi, diventava livido e cacciava gli occhi fuor del capo
+come un impiccato; chi allungando una mano per afferrare un arancio,
+sospinto da un che scappava, l'andava a tuffare in un piatto di crema;
+chi girava per la sala in cerca della valigia con un gran sberleffe di
+salsa sulle guancie; chi, per aver voluto ber d'un sol fiato andatogli
+il vino per traverso, tossiva da schiantarsi lo stomaco; e gl'impiegati
+di sulla porta gridavano:--Presto!--e i viaggiatori dalla sala
+rispondevano:--_Ahógate!_ (affogati),--e i camerieri davan dietro a chi
+non aveva pagato, e chi voleva pagare non trovava i camerieri, e le
+signore facevan l'atto di svenire, e i ragazzi strillavano, e ogni cosa
+era sossopra.
+
+Fu una fortuna ch'io potessi infilarmi nel mio carrozzone prima che il
+treno partisse.
+
+Ma là m'aspettava un nuovo supplizio. I due vecchi e l'andalusina, che
+doveva essere figliuola dell'uno e nipote dell'altro, erano riusciti a
+fare un po' di preda in mezzo a quella maledetta folla del banco; e
+mangiavano a due palmenti. Io mi misi a guardarli con occhio
+malinconico, contando i bocconi e le dentate, come fa il cane accanto
+alla tavola del padrone. L'andalusa se n'accorse, e mostrandomi un
+qualchecosa che pareva una polpetta, fece un atto grazioso col capo come
+per domandarmi se la volevo.
+
+"Oh! grazie!" risposi con un sorriso da moribondo; "ho mangiato!"
+
+Angelo mio, soggiunsi subito tra me e me, se tu sapessi che in questo
+momento preferirei le tue polpette alle acerbe poma, come direbbe
+nobilmente messer Niccolò Macchiavelli, colte nel famoso orto delle
+Esperidi!
+
+"Assaggi almeno un sorsetto di liquore!" disse lo zio.
+
+Non so per che fanciullesca picca contro di me, o contro quella buona
+gente; ma era una picca che in simili occasioni provano spesso anche gli
+uomini; risposi anche questa volta:--"No, grazie, mi farebbe male."
+
+Il buon vecchio mi guardò da capo a piedi coll'aria di dire che non gli
+parevo un omino da patire una goccia di liquore, e l'andalusa sorrise, e
+io diventai rosso dalla vergogna.
+
+Si fece notte, e il treno continuò a andare al passo della cavalcatura
+di Sancho Panza, non so per quante ore. Quella sera esperimentai per la
+prima volta in vita mia i tormenti della fame, che immaginavo d'aver
+provati già nella famosa giornata del ventiquattro giugno
+milleottocentosessantasei. Per alleviar quei tormenti, pensavo
+ostinatamente a tutti i mangiari che m'inspirano più ripugnanza, ai
+pomidoro crudi, alle lumache nel brodo, ai gamberi arrostiti, ai
+bianchetti in insalata. Ahimè! una voce di scherno mi gridava d'in fondo
+alle viscere che, se li avessi avuti, me ne sarei leccato le dita.
+Allora mi misi a far delle mescolanze immaginarie di piatti disparati,
+come sarebbe di creme e di pesci, spruzzati di vino, con una manata di
+pepe e uno strato di conserva di ginepro; per veder di tenere a segno lo
+stomaco. Oh infelice! Lo stomaco vigliacco non ripugnava neanco da
+quelle sozzure. Allora feci un ultimo sforzo, e immaginai di essere a
+tavola in un albergo di Parigi, al tempo dell'assedio, e di sollevar
+pian piano per la coda un topino in salsa piccante, che riacquistando
+improvvisamente gli spiriti, mi addentasse il pollice, e mi fissasse in
+viso due occhietti inviperiti, ed io, colla forchetta alzata, fossi nel
+dubbio o di dargli l'andare o d'infilzarlo senza pietà. Ma, grazie a
+Dio, prima ch'io uscissi da questo bivio orribile, per consumare un atto
+che non avrebbe avuto riscontro nella storia degli assedii, il treno si
+fermò e un barlume di speranza mi ravvivò gli spiriti affaticati.
+
+Eravamo arrivati non so a che villaggio. Mentre cacciavo la testa fuor
+del finestrino, una voce gridò:--Scenda chi va a Granata!--Mi precipitai
+giù dal carrozzone e mi trovai a faccia a faccia con un omaccione
+baffuto che mi tolse la valigia di mano, dicendomi che l'andava a
+mettere nella diligenza, perchè da quel villaggio fino a non so quante
+miglia dalla _imperial Granada_, non c'è strada ferrata.
+
+"Un momento!" gridai allo sconosciuto con voce supplichevole: "Quanto
+tempo c'è per partire?"
+
+"Due minuti!" rispose.
+
+"C'è un'osteria?"
+
+"È là."
+
+Volai nell'osteria, trangugiai un uovo sodo, e scappai verso la
+diligenza gridando: "Quanto tempo c'è ancora?"
+
+"Altri due minuti!" mi rispose la voce di prima.
+
+Rivolai all'osteria, mandai giù un altr'uovo, e corsi di nuovo alla
+diligenza, ridomandando: "Si parte?"
+
+"Fra un minuto!"
+
+All'osteria daccapo, e un terz'ovo, e poi alla diligenza: "Si va?"
+
+"Fra mezzo minuto!"
+
+Questa volta tirai un moccolo da far rabbrividire, ricorsi all'osteria,
+inghiottii un quart'ovo e un bicchier di vino, e mi slanciai di corsa
+verso la diligenza. Ma fatti appena dieci passi, mi sentii mancare il
+respiro, e mi fermai coll'ovo a mezza gola. In quel punto schioccò la
+frusta.--Aspettate!--urlai con una voce rantolosa, agitando le mani come
+un uomo che affoghi.
+
+"_Que hay?_" (che c'è?) domandò il vetturino.
+
+Non potei rispondere.
+
+"_Se le ha quedado un huevo en la garganta!_" (Le è rimasto un
+uovo nella gola) rispose per me uno sconosciuto.
+
+Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa, l'ovo andò giù, risi
+anch'io, raggiunsi la diligenza che partì subito, e ripreso ch'ebbi
+fiato, feci ai miei compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie,
+che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato sperare dopo
+quella crudele risata sul mio strangolamento.
+
+Ma le mie disgrazie non eran finite. Uno di quei sonni irresistibili,
+che mi saltavano addosso a tradimento nelle lunghe marcie notturne in
+mezzo ai soldati, mi prese tutt'a un tratto, e mi torturò fino alla
+stazione della strada ferrata, senza ch'io potessi dormire un momento.
+Credo che una palla da cannone appesa per uno spago in mezzo al cielo
+della diligenza, avrebbe dato meno noia ai miei disgraziati compagni di
+viaggio, di quello che ne diede la mia povera testa dondolando, come
+fece, da tutte le parti, che pareva non fosse più attaccata al collo che
+per un nervo. Avevo da una parte una monaca, dall'altra un ragazzo,
+davanti una contadina, e per tutto il tragitto non feci che picchiar
+capate su quelle tre vittime, col monotono va e vieni del battaglio
+d'una campana. La monaca, poveretta, si lasciava picchiare e taceva,
+forse in espiazione dei suoi peccati di pensiero; ma il ragazzo e la
+contadina brontolavano di tratto in tratto:--_Es una barbaridad!_--_Así
+no se puede estar!_--_Tiene una cabeza de plomo!_ (una testa di
+piombo).--Finalmente uno scherzo d'uno dei viaggiatori ci liberò tutti e
+quattro da quel supplizio. La contadina essendosi lamentata un po' più
+forte del solito, una voce in fondo alla diligenza esclamò:--Si consoli!
+Se non le ha rotto la testa finora, può star sicura che non gliela rompe
+più, perchè vuol dire che l'ha a prova di martello.--Tutti risero, io mi
+svegliai chiedendo scusa, e le tre vittime furon così contente di
+vedersi libere da quello spietato picchiare, che invece di vendicarsi
+con qualche parola acerba, mi dissero:--_Pobrecito! Ha descansado Usted
+muy mal! Se ha lastimado Usted la cabeza!_ (Poveretto! Ha riposato molto
+male! Deve essersi fatto male alla testa!)
+
+Arrivammo finalmente alla strada ferrata, e, vedete, iniqua sorte! solo
+com'ero nel carrozzone che avrei potuto dormire come un sultano, non
+riuscii a chiuder occhio. Mi sentivo una spina nel cuore pensando che
+avevo fatto quel viaggio di notte, e che non avevo veduto nulla, e che
+non potevo godere dello spettacolo di Granata lontana! E mi sonavano in
+mente i dolci versi di Martinez della Rosa:
+
+«Oh amata patria mia! Ti riveggo al fine! Riveggo il tuo bel suolo, i
+tuoi campi lieti e fecondi, il tuo splendido sole, il tuo quieto cielo!
+
+»Oh sì! veggo la famosa Granata stendersi al piano dall'uno e dall'altro
+colle, le sue torri sollevarsi in mezzo ai giardini eternamente verdi, i
+suoi fiumi cristallini baciar le sue mura, i monti superbi circondar la
+sua valle, e la Serra Nevada coronare gli orizzonti lontani!
+
+»Oh! la tua memoria mi seguiva in ogni parte, Granata! turbava i miei
+piaceri, la mia pace, la mia gloria, e mi opprimeva l'anima e il cuore!
+Sulle gelide rive della Senna e del Tamigi, io ricordava le amene sponde
+del Dauro e del Genil, e sospirava! e ben sovente, intonando una lieta
+canzone, il mio dolore s'inacerbiva, e il pianto mal represso soffocava
+la mia voce!
+
+»Invano l'Arno delizioso mi offerse le sue rive smaltate di fiori, asilo
+degli amori e della pace. La pianura irrigata dal quieto
+Genil,--diceva,--è più fiorita! Il soggiorno della bella Granata è più
+caro!--E mormorava queste parole con accento sconsolato, e ricordando la
+casa dei miei padri, alzava gli occhi melanconici al cielo.
+
+»Qual'è la tua magia, il tuo ineffabile incanto, o patria, o dolce nome,
+che ci sei tanto caro! Il nero Affricano, lungi dal suo deserto nativo,
+guarda con doloroso sdegno i campi verdeggianti; il rozzo Lappone,
+rapito alla sua terra materna, sospira le notti perpetue e il perpetuo
+gelo; ed io, io cui la sorte benigna concesse di nascere e di crescere
+nel tuo beato grembo, benedetto di tanti doni da Dio, io, lontano da te,
+avrei potuto dimenticarti, Granata?»
+
+Arrivai a Granata, era buio fitto, non vidi neanco il profilo d'una
+casa. Una diligenza, tirata da due cavalli
+
+ «....... anzi due cavallette
+ Di quelle di Mosè là dell'Egitto»
+
+mi sbarcò in un albergo, dove dovetti aspettare un'ora che mi si facesse
+il letto, e finalmente, poco prima delle tre della mattina, potei metter
+la testa sul guanciale. Ma le mie disgrazie non eran finite. Quando
+cominciavo a pigliar sonno, sentii un mormorio indistinto nella stanza
+accanto, e poi una voce maschile che disse chiaramente:--Oh che
+piedino!--Chi ha viscere di umanità, giudichi. Il guanciale era un po'
+scucito, tirai fuori due bioccoli di lana, me li cacciai nelle orecchie
+e riandando col pensiero le traversie del mio viaggio m'addormentai del
+sonno dei disperati.
+
+ * * * * *
+
+La mattina per tempo uscii e passeggiai per le strade di Granata fin che
+fosse un'ora decente per andar a trar fuor di casa un giovane granatino
+che avevo conosciuto a Madrid, in casa di Fernandez Guerra, di nome
+Gongora, figliuolo d'un archeologo illustre, e discendente del famoso
+poeta cordovese Luigi Gongora; di cui dissi qualcosa di volo. La parte
+della città che vidi in quelle poche ore non rispose alla mia
+aspettativa. Credevo di trovar le stradine misteriose e le casine
+bianche come a Cordova e a Siviglia; trovai invece delle piazze
+spaziose, alcune belle strade diritte, e le altre tortuose ed anguste
+sì, ma fiancheggiate da case alte, dipinte in gran parte di falsi
+bassorilievi, con amorini e ghirlande e svolazzi di tende e di veli di
+mille colori; senza quell'aspetto orientale delle altre città andaluse.
+La parte più bassa di Granata è quasi tutta fabbricata colla regolarità
+d'una città moderna. Passando per quelle strade, mi pigliò il dispetto,
+e avrei certo portato al signor Gongora una faccia rannuvolata, se per
+caso, in quell'andar così alla ventura, non fossi riuscito nella famosa
+_Alameda_, che gode la fama di essere il più bel passeggio del mondo, e
+che mi compensò a mille doppi della odiosa regolarità delle strade che
+vi conducono.
+
+S'immagini chi legge un lungo viale di sì straordinaria larghezza, che
+vi potrebbero passare cinquanta carrozze di fronte, fiancheggiato da
+altri viali minori, lungo i quali corrono file di alberi smisurati, che
+formano a una grande altezza una immensa vòlta di verzura fitta tanto da
+non lasciar penetrar un raggio di sole; e alle due estremità del viale
+di mezzo due fontane monumentali che gettan l'acqua a larghi sprazzi
+ricadenti in finissima pioggia vaporosa, e tra viali e viali, ruscelli
+cristallini, e in mezzo, un giardino tutto rose e mirti e gelsomini e
+schizzi d'acqua; e da un lato il fiume Genil che scorre in mezzo a due
+sponde coperte di boschi d'allori, e lontano i monti coperti di neve,
+sui quali le palme lontane disegnano le loro fantastiche chiome; e per
+tutto un verde vivo, chiuso, stracarico, che lascia vedere qua e là
+qualche striscia di cielo d'un color zaffiro che innamora.
+
+Tornando dall'Alameda, incontrai un gran numero di contadini che uscivan
+dalla città a due a due, a drappelli, colle loro donne e i loro ragazzi,
+canterellando e celiando. Il loro vestire non mi parve diverso da quello
+dei contadini della campagna di Cordova e di Siviglia. Avevano il
+cappello di velluto, alcuni colla tesa larghissima, altri colla tesa
+alta e ricurva; una giacchettina fatta di liste di panno di vario
+colore, una fascia rossa o azzurra, calzoni stretti, abbottonati lungo
+la coscia, e un par di ghette di cuoio aperto da un lato in modo da
+lasciar vedere le gambe. Le donne son vestite come nelle altre
+provincie, e non v'è differenza notevole neanche nei visi.
+
+Andai a casa del mio amico, e lo trovai sepolto nei suoi studi
+archeologici, davanti a un mucchio di vecchie medaglie e di pietre
+istoriate. Mi ricevette con una allegrezza e una cortesia carissimamente
+andalusa, e scambiati che ci fummo i primi saluti, pronunziammo tutti e
+due a una voce quella magica parola che in ogni parte del mondo desta in
+ogni anima un tumulto di grandi ricordi e un sentimento di desiderio
+segreto; che dà l'ultima spinta verso la Spagna a chi ha concepito il
+disegno del viaggio e non ancora preso la risoluzione della partenza;
+che fa battere il cuore dei poeti e dei pittori, e scintillar gli occhi
+delle donne: l'Alhambra!
+
+Ci precipitammo fuor di casa.
+
+ * * * * *
+
+L'Alhambra è posta sur un'alta collina che domina la città, ed offre da
+lontano l'aspetto d'una fortezza, come quasi tutti i palazzi orientali.
+Ma quando io m'avviai col Gongora su per la strada de _los Gomeles_ per
+andar a visitare la reggia famosa, non ne avevo ancora visto le mura
+neanco da lontano, e non avrei saputo dire da che lato della città si
+trovasse. La strada de _los Gomeles_ è in salita e descrive una leggiera
+curva, onde per un buon tratto non si vede dinanzi altro che case, e si
+può credere che l'Alhambra sia ancora lontana. Il Gongora non parlava;
+ma gli leggevo in viso che godeva nel più vivo dell'anima pensando alla
+meraviglia e al diletto che avrei provato io. Guardava in terra
+sorridendo; rispondeva a tutte le mie domande con un cenno che voleva
+dire:--a momenti;--e di tratto in tratto alzava gli occhi quasi
+furtivamente per misurare la strada che ci rimaneva a percorrere. Ed io
+godevo tanto di quel suo piacere che gli avrei gettato le braccia al
+collo per ringraziarlo.
+
+Arrivammo dinanzi a una gran porta che chiude la strada; il Gongora mi
+disse:--Ci siamo,--io entrai.
+
+Mi trovai in un gran bosco di alberi d'un'altezza smisurata, inclinati
+gli uni verso gli altri di qua e di là d'un grande viale che ascende su
+per la collina e si perde nell'ombra; e fitti tanto che appena vi
+potrebbe passare un uomo frammezzo, e dovunque si guardi, non si vedon
+che tronchi che par che chiudan la via come una parete continua. Gli
+alberi incrociano i rami al di sopra del viale; nel bosco non penetra un
+raggio di sole; l'ombra è oscurissima; e da ogni parte mormorano
+ruscelli, e cantano usignoli, e spira una freschezza primaverile.
+
+"Siamo già nell'Alhambra" mi disse il Gongora; "si volti indietro, e
+vedrà le torri e le mura merlate della cinta."
+
+"Ma dov'è il palazzo?" domandai.
+
+"È un mistero," mi rispose; "andiamo innanzi, a caso."
+
+Salimmo per un viale che fiancheggia il gran viale del mezzo, e va su a
+giravolte verso la sommità della collina. Gli alberi vi formano sopra
+come un padiglione di verzura che non lascia vedere un palmo di cielo, e
+l'erbe, i cespugli e i fiori gli fanno ai lati due leggiadrissime
+spalliere variopinte e odorose, e un po' inclinate l'una verso l'altra,
+come se tendessero a congiungersi, attratte a vicenda dalla vaghezza dei
+colori e dalla soavità delle fragranze.
+
+"Fermiamoci un momento," dissi "voglio tirare un gran sorso di
+quest'aria; mi par che debba contenere non so che germi arcani che
+infusi nel sangue allunghin la vita; è un'aria che odora di gioventù e
+di salute."
+
+"Ecco la porta," esclamò il Gongora.
+
+Mi voltai come se m'avessero punto in un fianco, e vidi pochi passi
+dinanzi a me una grossa torre quadrata, di color rosso cupo, coronata di
+merli, con una porta arcata, sopra la quale si vedono scolpiti una
+chiave ed una mano.
+
+Interrogai il mio duca, il quale mi disse che quella era l'entrata
+principale dell'Alhambra, e che si chiamava la porta della Giustizia
+perchè sotto quell'arco i Re arabi solevan pronunziare le loro sentenze.
+La chiave significa che quella porta è la chiave della fortezza, e la
+mano simboleggia i cinque principali precetti dell'Islam: orazione,
+digiuno, beneficenza, guerra santa e pellegrinaggio alla Mecca.
+Un'iscrizione araba attesta che l'edifizio fu costrutto quattro secoli
+or sono dal sultano Abul Hagag Jusuf, ed un'altra che si legge tuttora
+sulle colonne dice: «Non c'è altro Dio che Allah, e Maometto è il suo
+profeta! Non v'è potere nè forza fuori di Allah!»
+
+Passammo sotto la porta e continuammo a salire per una strada incassata,
+fin che ci trovammo sulla sommità della collina in mezzo a una spianata
+ricinta d'un parapetto e sparsa di piante e di fiori. Io mi voltai
+subito verso la valle per godere il colpo d'occhio; ma il Gongora mi
+afferrò pel braccio e mi fece guardare dalla parte opposta. Ero dinanzi
+a un grande palazzo dello stile del Rinascimento, mezzo in rovina, e
+fiancheggiato da alcune piccole case di meschina apparenza.
+
+"Che gioco è questo?" domandai "Mi conduce qui per vedere una reggia
+araba, e mi trovo la via chiusa da un palazzo moderno? Chi ha avuto la
+scellerata idea di rizzar quell'edifizio in mezzo al giardino dei
+Califfi?"
+
+"Carlo V."
+
+"Era un vandalo. Non gli ho perdonato ancora la chiesa gotica che piantò
+in mezzo alla Moschea di Cordova; ed ora questa baracca finisce di
+mettermelo in tasca tutto intero colla sua corona e la sua gloria. Ma in
+nome del cielo, dov'è l'Alhambra?"
+
+"È là."
+
+"Dove là?"
+
+"In quelle casuccie."
+
+"Eh via!"
+
+"Glie ne dò la mia parola d'onore."
+
+Incrociai le braccia e lo guardai; egli rise.
+
+"Ma dunque," esclamai; "questo gran nome dell'Alhambra non è che una
+delle solite iperbolaccie ciarlatanesche dei poeti! Io, l'Europa, il
+mondo, siamo indegnamente corbellati! E valeva la pena di sognar
+l'Alhambra per trecento sessantacinque notti di seguito, per venir poi a
+vedere un gruppo di catapecchie con qualche colonna mozza e qualche
+iscrizione affumicata?"
+
+"Quanto mi ci godo!" rispose il Gongora dando in uno scoppio di risa;
+"orsù, venga a persuadersi che il mondo non è corbellato: entriamo
+nelle catapecchie."
+
+Entrammo per una piccola porta, attraversammo un corridoio, ci trovammo
+in un cortile. Io afferrai la mano del Gongora con un vivissimo slancio,
+ed egli mi domandò con un accento di trionfo:
+
+"S'è persuaso?"
+
+Non risposi, non lo vidi, ero già sterminatamente lontano da lui:
+l'Alhambra aveva già cominciato ad esercitare su di me quel fáscino
+misterioso e profondo a cui nessuno può sfuggire e che nessuno sa
+esprimere.
+
+Eravamo nel _patio_ detto _de los Arrayanes_ (dei mirti), che è il più
+vasto dell'edifizio, e presenta insieme l'aspetto d'una sala, d'un
+cortile e d'un giardino. Una gran vasca di forma rettangolare, piena
+d'acqua, cinta d'una siepe di mirto, si stende da un lato all'altro del
+_patio_, e riflette come uno specchio gli archi, gli arabeschi e le
+iscrizioni dei muri. A destra dell'entrata si stendono due ordini
+sovrapposti d'archi moreschi, sostenuti da leggiere colonne; e dal lato
+opposto del cortile s'alza una torre, con una porta, per la quale si
+vedono le interne sale semioscure e le finestrine binate, e di là dalle
+finestre, l'azzurro del cielo e le cime dei monti lontani. I muri sono
+ornati, fino a una certa altezza dal suolo, di splendenti musaici, e dal
+musaico in su, arabescati con disegno finissimo, che par che tremoli e
+si cangi a ogni passo; e qua e là fra gli arabeschi e lungo gli archi
+s'allungano e serpeggiano e s'intrecciano come ghirlande iscrizioni
+arabe che racchiudon saluti, sentenze e leggende.
+
+Presso la porta d'entrata è scritto in caratteri cufici:--Salute
+eterna!--Benedizione!--Prosperità!--Felicità!--Lodato sia Iddio per il
+beneficio dell'Islam.
+
+In un altro punto è scritto:--Io cerco il mio rifugio nel Signore
+dell'Aurora.--Altrove:--O Dio! A Te si debbono grazie eterne e lodi
+imperiture.--
+
+In altre parti son versi del Corano e poesie intere in lode dei Califfi.
+
+Stemmo qualche minuto guardando senza aprir bocca; non si sentiva il
+ronzio d'una mosca; di tratto in tratto il Gongora faceva movimento per
+avviarsi verso la torre, e io lo trattenevo pel braccio, e sentivo che
+fremeva d'impazienza.
+
+"Ma bisogna spicciarsi," mi disse finalmente, "se no non torneremo a
+Granata prima di sera."
+
+"Ma che so io di Granata!" gli risposi; "che so io di sera e di mattina
+e di me stesso; io sono in Oriente!"
+
+"Ma lei non è che nell'anticamera dell'Alhambra, caro il mio arabo!" mi
+disse il Gongora spingendomi innanzi; "venga, venga con me, che le parrà
+ben altrimenti d'essere in Oriente!"
+
+E mi condusse, riluttante, fin sulla soglia della porta della
+torre. Di là mi voltai a guardare ancora una volta il cortile dei mirti,
+e misi una voce di stupore. Fra due colonnine della galleria arcata che
+è di fronte alla torre, dal lato opposto del cortile, s'era affacciata
+una ragazza, un bel viso bruno d'andalusa, con un mantello bianco
+avvolto intorno al capo e cascante sulle spalle; e stava appoggiata sul
+parapetto in un atteggiamento melanconico, cogli occhi fissi su di noi.
+Non si può dire l'effetto fantastico che produceva quella figura in quel
+punto; la grazia che riceveva dall'arco che le si curvava sul capo, e
+dalle due colonne che le facevan cornice, e la bella armonia che dava a
+tutto il cortile, quasi come fosse un ornamento necessario di
+quell'architettura, concepito dalla mente dell'architetto nell'atto
+stesso che ne immaginava il disegno. Pareva una sultana che aspettasse
+il suo signore pensando a un altro cielo e a un altro amore. E
+continuava a guardarci, ed il cuore mi cominciava a batter forte, e
+interrogavo cogli occhi il mio amico, come per esser assicurato che non
+travedevo. Tutt'a un tratto la sultana rise, abbassò il mantello bianco
+e scomparve.
+
+"È una serva," mi disse il Gongora.
+
+Rimasi ingrullito.
+
+Era infatti una serva dell'amministratore dell'Alhambra che soleva far
+quello scherzo agli stranieri.
+
+Entrammo nella torre, chiamata torre di Comares, o volgarmente degli
+Ambasciatori.
+
+L'interno della torre forma due sale, la prima delle quali si chiama la
+sala della Barca, chi dice perchè ha la forma d'una barca, e chi perchè
+era chiamata dagli arabi sala della _baraka_, o benedizione, la qual
+parola sarebbe stata contratta dal volgo in quella di barca. Questa
+sala non sembra più opera umana: è tutta un prodigioso intreccio di
+ricami in forma di ghirlande, di rosoni, di rami, di foglie, che copron
+vòlta, archi, pareti, da ogni parte e in ogni senso, fitti,
+attorcigliati, reticolati, sovrapposti gli uni agli altri, e pure
+meravigliosamente distinti fra loro, e combinati in maniera che si
+presentano allo sguardo tutti insieme e tutt'a un tratto, ed offrono un
+aspetto di magnificenza che sbalordisce e di grazia che incanta. Mi
+avvicinai a una parete, fissai gli occhi sul punto estremo d'un arabesco
+e provai a seguirne i giri e i rigiri su per la parete; è impossibile;
+lo sguardo si perde, la mente si turba, e tutti gli arabeschi dal
+pavimento alla vòlta par che si muovano e si confondano per farvi
+sfuggire il filo della loro inestricabile rete. Potete fare uno sforzo
+per non guardare intorno, fissar tutta la vostra attenzione sur un palmo
+solo di parete, metterci il viso sopra, e seguire il filo col dito: è
+inutile; dopo un minuto i ricami si scompigliano, si stende un velo tra
+voi e il muro, e il vostro braccio ricade. La parete pare tessuta come
+il panno, è crespa come il broccato, forata come la trina, reticolata
+come una foglia; non si può guardar da vicino; non se ne può fissar
+nella mente il disegno: sarebbe come voler contare le formiche in un
+formicaio; bisogna contentarsi di scorrer le pareti con uno sguardo
+vago; poi riposare, e riguardare daccapo, e riposando, pensare ad altro,
+e discorrere. Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un uomo
+preso più dal capogiro che dall'ammirazione, mi voltai verso il Gongora
+perchè mi leggesse nel viso quello che avrei voluto dirgli.
+
+"Entriamo nell'altra catapecchia," mi rispose sorridendo, e mi spinse
+nella grande sala degli Ambasciatori, che occupa tutto l'interno della
+torre, poichè veramente la sala della _barca_ appartiene a un piccolo
+edifizio che, sebbene congiunto alla torre, non ne fa parte. La sala è
+di forma quadrata, spaziosa ed illuminata da nove grandi finestre ad
+arco in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di altrettante
+alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri; e ciascuna è divisa per
+mezzo, verso il di fuori, da una colonnina di marmo che sorregge due
+archetti eleganti, sormontati alla loro volta da due piccole finestre
+arcate. Le pareti sono coperte di musaici e d'arabeschi
+indescrivibilmente delicati e multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni
+che si stendono a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi delle
+finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi, e intorno alle nicchie,
+nelle quali ponevansi i vasi ripieni di fiori e d'acque odorose. Il
+soffitto che s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli di
+legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri, commessi insieme, in forma di
+cerchi, di stelle e di corone; e forma tante volticine e cellule e
+finestrette centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla cornice
+che congiunge il soffitto alle pareti, pendono pezzi di stucco
+faccettati e ricamati a modo di stallattiti e di ciocche di fiori. Il
+trono era posto nella finestra di mezzo del lato opposto alla porta
+d'entrata. Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda vista della
+valle del Dauro, profonda e silenziosa, come se anch'essa sentisse il
+fascino della maestà dell'Alhambra; dalle finestre degli altri due lati,
+si vedon le mura di cinta e le torri della fortezza; e dalla parte
+dell'entrata, in lontananza, gli archi leggeri del cortile dei mirti, e
+le acque della vasca che riflettono l'azzurro del cielo.
+
+"Ebbene," mi domandò il Gongora, "valeva la pena di sognare l'Alhambra
+per trecentosessantacinque notti?"
+
+"È strano," gli risposi; "quello che mi passa per la testa in questo
+momento. Quel cortile come lo si vede di qui, questa sala, queste
+finestre, questi colori, tutto quello che mi circonda, mi pare che non
+mi riesca nuovo; mi par che risponda a una immagine che avevo in capo,
+non so da quando, non so come, confusa in mezzo a mille altre, forse
+nata in un sogno, che so io! Quando avevo sedici anni, ed ero
+innamorato, e guardandoci fissi negli occhi, io e quella bambina, soli,
+in un giardino, all'ombra d'un capanno, ci lasciavamo sfuggire, senza
+accorgercene, un grido di gioia, che ci rimescolava il sangue come se
+fosse uscito dalla bocca d'una terza persona che avesse scoperto il
+nostro segreto; ebbene, allora io desideravo spesso di essere un re e di
+avere una reggia; ma nel dar forma a quel desiderio, la mia
+immaginazione non si arrestava mai nelle grandi reggie dorate dei nostri
+paesi, e volava in terre lontane, e là, sulla cima di un'altissima
+montagna, si fabbricava una reggia a modo suo, nella quale ogni cosa era
+gentile e piccino, e illuminato d'una luce misteriosa; e si vedevan
+lunghe fughe di sale decorate di mille ornamenti capricciosi e delicati,
+con finestre alle quali avremmo potuto affacciarci solamente noi due, e
+piccole colonne dietro cui quella bambina avrebbe appena potuto
+nascondere il viso per farmi uno scherzo amoroso, quando avesse sentito
+avvicinarsi il mio passo di sala in sala, o suonar la mia voce in mezzo
+al mormorio delle fontane del giardino. Senza saperlo, nel fabbricare
+colla fantasia quelle reggie, fabbricavo l'Alhambra; in quei momenti ho
+immaginato qualcosa di simile a queste sale, a queste finestre, a quel
+cortile che si vede di qui; di tanto simile che, più guardo intorno,
+meglio me ne ricordo, e mi par di riconoscere il luogo, piuttosto che di
+vederlo la prima volta. Quando s'è innamorati si sogna tutti un po'
+d'Alhambra, e se si potessero tradurre in linee e in colori tutti quei
+sogni, s'avrebbero dei quadri che farebbero strabiliare per la loro
+somiglianza con tutto quello che qui si vede. Quest'architettura non
+esprime la potenza, la gloria, la grandezza; esprime l'amore e la
+voluttà; l'amore coi suoi misteri, coi suoi capricci, colle sue
+effervescenze, coi suoi slanci di gratitudine verso Dio; la voluttà
+colle sue malinconie e i suoi silenzi. V'è dunque un legame intimo,
+un'armonia fra la bellezza di quest'Alhambra e l'anima di coloro che
+hanno amato a sedici anni, quando i desiderii son sogni e visioni. E di
+qui nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza; e per
+questo l'Alhambra, tuttochè così deserta e dimezzata, è ancora la più
+incantevole reggia del mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli
+stranieri versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra, si dà
+un ultimo addio ai nostri più bei sogni giovanili, che fra le sue mura
+si son rifatti vivi per l'ultima volta! si dà un addio a dei visi
+immensamente cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per affacciarsi
+un'ultima volta in mezzo alle colonnine di queste finestre! si dà un
+addio a tutti i fantasmi della giovinezza! si dà un addio a quell'amore
+che non rinasce mai più."
+
+"È vero!" rispose il mio amico; "ma che cosa dirà quando avrà visto il
+cortile dei Leoni! Venga! corriamo!"
+
+Uscimmo a rapidi passi dalla torre, attraversammo il cortile dei mirti,
+e giungemmo davanti a una porticina posta di fronte a quella d'entrata.
+
+"Si fermi!" mi gridò il Gongora.
+
+Mi fermai.
+
+"Mi faccia un favore."
+
+"Cento."
+
+"Un solo: chiuda gli occhi e non li apra che quando glielo dirò io."
+
+"Eccoli chiusi."
+
+"Ma badi che ci tengo; se li apre, m'inquieto!"
+
+"Non dubiti!"
+
+Il Gongora mi pigliò per mano e mi condusse innanzi: tremavo come una
+foglia.
+
+Facemmo forse una quindicina di passi e ci arrestammo. Il Gongora disse
+con voce commossa:--Guardi!--Guardai, e lo giuro sul capo dei miei
+lettori: mi sentii scorrere due lagrime giù per le guancie.
+
+Eravamo nel cortile dei Leoni.
+
+Se in quello stesso momento m'avessero fatto uscire per dove ero
+entrato, non so se avrei saputo dire quello che avevo visto. Una foresta
+di colonne, un visibilio d'archi e di ricami, un'eleganza indefinibile,
+una delicatezza inimmaginabile, una ricchezza prodigiosa, un non so che
+di aereo, di trasparente, di ondeggiante, come un gran padiglione di
+trina; un'apparenza quasi d'un edifizio che si debba dissolvere con un
+soffio, una varietà di luci, di prospetti, di oscurità misteriose, una
+confusione, un disordine capriccioso di cose piccine, una maestà di
+reggia, una gaiezza di chiosco, una grazia amorosa, una stravaganza, una
+delizia, una fantasia di fanciulla appassionata, un sogno d'un angelo,
+una follia, una cosa senza nome; tale è il primo effetto del cortile dei
+Leoni.
+
+È un cortile non più spazioso d'una gran sala da ballo, della forma d'un
+rettangolo, coi muri alti come una casetta andalusa d'un sol piano.
+Tutt'intorno ricorre un leggero portico, sostenuto da sveltissime
+colonne di marmo bianco aggruppate in un disordine simmetrico a due a
+due, a tre a tre, prive quasi di piedestallo, così che paion fusti
+d'alberi posati in terra; munite di capitelli svariati, alti, sottili,
+a guisa di pilastrini, su cui si incurvano dei piccoli archi di
+graziosissima forma, i quali meglio che appoggiati, sembran sospesi
+sulle colonne, a modo di cortine, che sorreggano le colonne stesse come
+nastri e ghirlande spenzolanti. Dal mezzo dei due lati più corti, si
+avanzano due gruppi di colonne che formano due specie di tempietti
+quadrati, di nove archi ciascuno, sormontati da una cupoletta
+multicolore. I muri di questi tempietti e quello esterno del portico
+sono una vera trina di stucco, ricamati, orlati, ritagliati, traforati
+da una parte all'altra, e trasparenti come un lavoro a maglia e
+cangianti di disegno a ogni passo; qui rabescati a fiori, là a stelle,
+più oltre a scudi, a scacchiere, a figure poligonali ripiene di
+minutissimi ornati; dove terminati in dentelli, in crespe, in festoni,
+dove in nastri ondeggianti intorno agli archi, in specie di stallattiti,
+di frangie, di ciondoli, di fiocchi, che par che debban oscillare e
+scompigliarsi al più leggero movimento dell'aria. Larghe iscrizioni
+arabe ricorrono lungo i quattro muri, sopra gli archi, intorno ai
+capitelli, sulle pareti dei tempietti. In mezzo al cortile s'alza una
+gran vasca di marmo sostenuta da dodici leoni, e circondata da un
+canaletto lastricato, in cui metton capo altri quattro piccoli canali, i
+quali descrivendo una croce fra i quattro lati del cortile, attraversano
+il portico, entrano nelle sale circostanti e si congiungono ad altri
+condotti d'acqua che girano per tutto l'edifizio. Dietro ai due
+tempietti, e nel mezzo degli altri due lati, s'aprono sale e fughe di
+sale, con grandi porte aperte, che lascian vedere il fondo oscuro, sul
+quale le bianche colonnine spiccano come dinanzi all'imboccatura di una
+grotta. A ogni passo che si fa nel cortile, quella foresta di colonne
+par che si muova e si disordini per disporsi in un'altra maniera; dietro
+una colonna che pareva sola, ne saltan fuori due, tre, una fila; altre
+scompaiono, altre si stringono, altre si disgiungono; a guardar
+d'infondo a una delle sale, tutto appare mutato; gli archi della parte
+opposta, sembran lontanissimi; le colonne, spostate; i tempietti,
+d'un'altra forma; si vede a traverso i muri, si scopron nuovi archi e
+nuove colonnine, qui illuminati dal sole, là nell'ombra, lì rischiarati
+appena dal po' di luce che passa pei fori degli stucchi, più lontano
+perduti quasi nel buio. È un continuo variare di prospetti, di
+lontananze, d'inganni, di misteri, di giuochi, che vi fa l'architettura
+e il sole, e la fantasia sovreccitata e bollente.
+
+Che cosa doveva essere questo _patio_,--mi disse il Gongora,--quando i
+muri interni del portico erano luccicanti di musaici, i capitelli delle
+colonne scintillanti d'oro, i soffitti e le volte dipinti di mille
+colori, le porte chiuse da tende di seta, le nicchie piene di fiori, e
+sotto i tempietti e nelle sale correva l'acqua odorosa, e dalle nari dei
+leoni schizzavano dodici zampilli che ricascavan nella vasca, e l'aria
+era pregna dei più deliziosi profumi dell'Arabia!
+
+Ci trattenemmo nel cortile più d'un'ora, che ci passò come un lampo; ed
+anch'io feci quello che fanno tutti in quel luogo, spagnuoli e
+stranieri, uomini e donne, poeti o non poeti che siano. Feci scorrer la
+mano sui muri, toccai tutte le colonnine, le strinsi colle due mani una
+per una come la vitina d'una bimba, mi ci nascosi in mezzo, le contai,
+le guardai da cento parti, percorsi il cortile in cento sensi, provai se
+era vero che dicendo una parola sottovoce in bocca a uno dei leoni, la
+si sentiva distintamente dalla bocca di tutti gli altri; cercai sui
+marmi le macchie di sangue delle leggende poetiche, mi stancai gli occhi
+e la mente sugli arabeschi. Vi eran parecchie signore. Le signore, nel
+cortile dei Leoni, fanno ogni sorta di fanciullaggini; mettono il viso
+fra le colonne gemelle, si nascondono negli angoli oscuri, siedono in
+terra, stanno per ore immobili colla testa appoggiata sulla mano,
+sognando. Quelle signore facevan così. Ve n'era una vestita di bianco
+che, passando dietro alle colonne lontane, quando credeva di non esser
+veduta, pigliava una certa andatura molle e maestosa di sultana
+melanconica, e poi rideva con una sua amica: era incantevole. Il mio
+amico mi diceva: "Andiamo," e io rispondevo: "Andiamo," e non potevo
+muovermi. Non provavo soltanto un sentimento dolcissimo di meraviglia;
+ma fremevo di piacere, e avevo addosso una smania di toccare, di
+frugare, che so io, di veder dentro quei muri e quelle colonne, come se
+fossero d'una materia arcana, e si dovesse scoprire nelle loro intime
+parti la causa prima del fáscino che quel luogo esercitava. In tutta la
+mia vita non ho mai pensato nè detto, nè dirò mai tante care follie,
+tante belle scempiaggini, tante fole, tante gentili cose senza senso,
+quante ne pensai e ne dissi in quell'ora.
+
+"Ma bisogna venir qui," mi diceva il Gongora, "al levar del sole,
+bisogna venirci al tramonto, bisogna venirci di notte quando splende la
+luna, per veder che meraviglie di colori, di ombre e di luce! C'è da
+perderci il capo!"
+
+Andammo a vedere le sale. Al lato di levante v'è una sala chiamata della
+Giustizia, alla quale si giunge passando sotto tre grandi archi, di cui
+ciascuno corrisponde a una porta che dà nel cortile. È una sala lunga e
+stretta, di ricca e ardita architettura, colle pareti coperte di
+intricati arabeschi e di preziosi musaici, e la vòlta tutta punte e
+groppi e sgonfi di stucco che pendon dagli archi, lungo le pareti, e qua
+e là s'ammucchiano, si abbassano, escon gli uni dagli altri, e gli uni
+gli altri si comprimono e si sovrappongono e par che si disputino lo
+spazio, come le bolle d'un'acqua in bollore, presentando ancora in molti
+punti le traccie dei colori antichi, che dovevan dare a quella vòlta
+l'aspetto d'un padiglione coperto di fiori e di frutta sospese. La sala
+ha tre piccole alcove, in ciascuna delle quali, sulla vòlta, si vede
+ancora una pittura araba, a cui il tempo e la estrema rarità dei lavori
+di pennello che son rimasti degli Arabi, danno un grandissimo valore. Le
+pitture son fatte sul cuoio, e il cuoio è attaccato al muro. Nello
+stanzino di mezzo son rappresentati, sur un fondo dorato, dieci uomini,
+che si suppone esser dieci re di Granata, vestiti di bianco, col
+cappuccio in capo, con una mano sulla scimitarra, seduti su cuscini
+ricamati. I dipinti delle altre due alcove rappresentano castelli, dame
+e cavalieri, scene di caccia e d'amore, delle quali è difficile
+afferrare il significato. Ma i volti dei dieci re rispondono
+meravigliosamente all'immagine che noi ci formiamo di quella gente: è
+quel colore olivastro, son quelle bocche sensuali, son quegli occhi neri
+dallo sguardo intento e misterioso che par sempre di veder luccicare
+negli angoli oscuri delle sale dell'Alhambra.
+
+Al lato norte del cortile v'è un'altra sala chiamata _de las dos
+Hermanas_, (delle due Sorelle) da due grandi lastre di marmo che ne
+formano il pavimento. È la sala più gentile dell'Alhambra. È piccola, di
+forma quadrata, coperta da una di quelle vòlte in forma di cupola, che
+gli Spagnuoli chiamano mezzi aranci, sorretta da colonnine ed archi
+disposti in cerchio, tutta lavorata in forma d'una grotta di
+stallattiti, con una infinità di punte e d'incavi, coloriti e dorati, e
+così leggera alla vista, che par sia sospesa in aria, e a toccarla debba
+tremolar tutta come una tenda, o squarciarsi come una nuvola, o svanire
+come se non fosse che un mucchio di bolle di sapone. Le pareti
+rivestite, come in tutte le altre sale, di stucco, e coperte di
+arabeschi incredibilmente fitti e delicati, sono uno dei più
+meravigliosi prodotti della fantasia e della pazienza umana. Più si
+guarda, e più le innumerevoli linee si stringono e s'incrociano, e da
+una figura nasce un'altra, e da questa una terza, e tutte tre ne
+presentano una quinta che c'era sfuggita e questa si divide tutt'a un
+tratto in altre dieci che non s'erano vedute, e poi si ricompone e si
+trasforma daccapo; e non si finisce più di scoprir nuove combinazioni,
+perchè quando le prime si riaffacciano, di già son dimenticate, e fan
+l'effetto della prima volta. E ci sarebbe da perder la vista e la
+ragione a voler venir a capo di quel labirinto; ci vuole un'ora per
+vedere il contorno d'una finestra, gli ornamenti d'un pilastro, gli
+arabeschi d'un fregio; un'ora non basta per imprimersi nella mente il
+disegno d'una delle stupende porte di cedro. Ai due lati della sala vi
+sono due piccole alcove; nel mezzo, un piccolo bacino con un tubo per lo
+zampillo, che è congiunto al canaletto che attraversa il cortile e va
+alla fontana dei Leoni. In dirittura della porta d'entrata, dal lato
+opposto, v'è un'altra porta, per la quale si entra in un'altra sala
+stretta e lunga, chiamata la sala degli Aranci. Da questa sala, per una
+terza porta, si entra in un piccolo gabinetto chiamato il gabinetto di
+Lindaraja, straricco di ornamenti, e chiuso da una graziosissima
+finestra a due archi che guarda in un giardino.
+
+Per godere tutta la bellezza di questa magica architettura bisogna uscir
+dalla sala delle due Sorelle, attraversare il cortile dei Leoni, ed
+entrare nella sala chiamata degli Abencerrages che si trova dal lato di
+Mezzogiorno, di fronte a quella delle Sorelle, della quale ha quasi la
+stessa forma e gli stessi ornamenti. D'in fondo a questa sala lo sguardo
+attraversa il cortile dei Leoni, passa per la sala delle due Sorelle,
+entra nella sala degli Aranci, penetra nel gabinetto di Lindaraja e
+s'infila nel giardino del quale appare la folta verzura sotto gli archi
+di quel gioiello di finestra. Le due aperture di questa finestra, viste
+rimpicciolite così per la lontananza, e così piene di luce in fondo a
+quella fuga di sale oscure, paion due grandi occhi aperti che guardino,
+e fanno immaginare che di là ci siano chi sa quali misteri di paradiso.
+
+Visto la sala degli Abencerrages, andammo a vedere i bagni che si
+trovano fra la sala delle due Sorelle e il cortile dei Mirti. Scendemmo
+una scaletta, passammo per uno stretto corridoio, riuscimmo in una
+splendida sala, chiamata sala _de los Divanes_, nella quale venivano a
+riposare le belle dei re, sui tappeti persici, al suon delle cetre, dopo
+aver fatto il bagno nelle stanze vicine. Questa sala fu ricostrutta
+sulle rovine dell'antica, e arabescata, dorata e dipinta da artisti
+spagnuoli, come l'antica doveva essere; in modo che si può considerare
+come una sala dei tempi degli Arabi rimasta intatta in tutte le sue
+parti. Nel mezzo è una fontana, in due pareti opposte due specie di
+alcove nelle quali si adagiavan le donne, più alto le tribune dove
+stavano i suonatori. Le pareti sono listate, brizzolate, screziate,
+picchiettate di mille vivissimi colori, e presentan l'aspetto d'una
+tappezzeria di stoffe chinesi trapunte di fili d'oro, con quegli
+interminabili intrecci di figure che farebbero ammattire il più paziente
+musaicista della terra.
+
+Eppure in quella sala lavorava un pittore! Lavorava da tre mesi a copiar
+quelle pareti! Era un tedesco. Il Gongora lo conosceva, e gli domandò:
+"È un lavoro che ammazza, non è vero?" E quegli rispose sorridendo: "Non
+mi pare," e si ricurvò sul suo quadro.
+
+Lo guardai come avrei guardato una creatura d'un altro mondo.
+
+Passammo negli stanzini da bagno, piccoli, fatti a vòlta, e rischiarati
+dall'alto per mezzo di alcuni fori aperti nel muro, in forma di stelle e
+di fiori. Le tinozze sono d'un sol pezzo di marmo, vaste, e serrate fra
+le due pareti. I corridoi che conducono da uno stanzino all'altro son
+bassi e stretti in modo che appena ci può passare un uomo; e vi fa un
+fresco che è una delizia. Affacciandomi a uno di quegli stanzini, fui
+preso tutt'a un tratto da un pensiero tristo.
+
+"Che cos'ha che si rannuvola?" mi domandò l'amico.
+
+"Penso," risposi, "al come viviamo noi, d'estate come d'inverno, in
+quelle case che paion caserme, in quelle stanze al terzo piano o buie o
+inondate da un torrente di luce, senza marmo, senz'acqua, senza fiori,
+senza colonnine; penso che dovremo viver tutta la vita così, e morire
+fra quelle pareti, senza aver provato una volta la voluttà di questi
+palazzi fatati; penso che anche in questa misera vita terrena si può
+immensamente godere, e che io non godrò nulla! Penso che potevo nascere
+quattro secoli fa re di Granata, e che sono nato invece un poveromo!"
+
+L'amico rise, e stringendomi un braccio fra l'indice e il pollice, come
+per darmi un pizzicotto, mi disse:
+
+"Non pensi a questo. Pensi a quanto di bello, di gentile e di segreto
+debbono aver visto queste tinozze; ai piedini che sguazzarono nelle loro
+acque odorose, alle lunghe capigliature che si sparsero sui loro orli,
+ai grandi occhi languidi che guardarono il cielo a traverso i fori di
+quella vòlta, mentre sotto gli archi del cortile dei Leoni risonava il
+passo concitato d'un Califfo impaziente, e i cento zampilli della reggia
+dicevano col loro affrettato mormorio:--Vieni, vieni, vieni!--e in una
+sala profumata uno schiavo tremante di riverenza chiudeva le finestre
+colle cortine color di rosa."
+
+"Ah! mi lasci un po' l'anima in pace!" risposi scrollando le spalle.
+
+Attraversammo il giardino del gabinetto di Lindaraja, e un cortile
+d'aspetto misterioso chiamato il _patio della Reja_, e per una lunga
+galleria che guarda la campagna, giungemmo sulla sommità di una delle
+estreme torri dell'Alhambra, sotto un piccolo padiglione aperto
+tutt'intorno, chiamato _Tocador_ (toeletta) _de la reina_, che par
+sospeso sur un abisso come il nido d'un'aquila.
+
+Lo spettacolo che si gode di lassù, lo si può dire senza paura d'essere
+smentiti da alcuno, non ha l'uguale sulla faccia della terra.
+
+S'immagini una immensa pianura verde come un prato coperto d'erba
+novella, attraversata in tutti i sensi da sterminati filari di cipressi,
+di pini, di quercie, di pioppi, sparsa di foltissimi boschetti
+d'aranci, che a tanta lontananza non paion più che cespugli, e di grandi
+orti e giardini così affollati di alberi fruttiferi che presentano quasi
+l'aspetto di poggerelli vestiti di verzura; e a traverso questa immensa
+pianura il fiume Genil che luccica fra i boschi e i giardini come un
+gran nastro inargentato; e tutto intorno colline boscose, e di là dalle
+colline, altissime roccie di fantastiche forme che rendon l'immagine di
+una cinta di muri e di torri titaniche che separi quel paradiso
+terrestre dal mondo; e lì proprio sotto gli occhi, la città di Granata,
+parte distesa sul piano, parte sulla china d'un colle, tutta sparsa di
+gruppi d'alberi, di macchie, di mucchi informi di verzura che s'alzano e
+ondeggiano sopra i tetti delle case come enormi pennacchi, e par che
+tendano ad espandersi, a congiungersi e a coprir la città intera; e più
+sotto ancora, la valle profonda del Dauro, meglio che coperta, riempita,
+colmata quasi da un cumulo prodigioso di vegetazione che si solleva come
+una montagna, oltre la quale emerge ancora un bosco di pioppi
+giganteschi che agitano le cime sotto le finestre della torre quasi a
+portata della mano; e a destra, di là dal Dauro, sur una collina che
+s'alza al cielo ardita e svelta come una cupola, il palazzo del
+Generalife, coronato di giardini aerei, e quasi nascosto in mezzo a un
+bosco di allori, di pioppi e di melagrani; e dalla parte opposta, uno
+spettacolo meraviglioso, una cosa incredibile, una visione d'un sogno:
+la Sierra Nevada, le più alte montagne d'Europa, dopo le Alpi, bianche
+di neve, bianche fino a poche miglia dalle porte di Granata, bianche
+fino ai colli dove giganteggiano i melagrani e le palme, e si spiega in
+tutta la sua splendida pompa una vegetazione quasi tropicale. S'immagini
+ora sopra questo immenso paradiso, che racchiude tutte le ridenti grazie
+dell'oriente e tutte le più severe bellezze del settentrione, che sposa
+l'Europa all'Affrica tributando all'imeneo tutte le più belle meraviglie
+della natura, e che manda al cielo confusi in un solo tutti i profumi
+della terra, s'immagini sopra questa valle beata il cielo e il sole di
+Andalusia, che volgendo al tramonto, tinge d'un divino color di rosa le
+cime, e di tutti i colori dell'iride e di tutti i riflessi delle più
+limpide perle azzurrine i fianchi delle montagne della Sierra; e frange
+i suoi raggi in mille sfumature d'oro, di porpora e cinerine, nelle
+roccie che coronan la pianura; e declinando in mezzo a un incendio di
+raggi, getta, come un saluto, una corona luminosa intorno alle torri
+pensierose dell'Alhambra e ai pinnacoli inghirlandati del Generalife; e
+si dica se si può dare al mondo qualche cosa di più solenne, di più
+glorioso, di più innebriante di questa festa amorosa del cielo e della
+terra, dinanzi alla quale da nove secoli trema di voluttà e palpita di
+orgoglio Granata.
+
+Il tetto del _mirador de la reina_ è sostenuto da piccole colonne
+moresche fra le quali si stendono degli archi schiacciati che danno al
+padiglione un aspetto stranamente capriccioso e gentile. Le pareti sono
+dipinte a fresco, e vi si vedono lungo i fregi le iniziali d'Isabella e
+di Filippo V intrecciate con amorini e fiori. Accanto alla porta
+d'entrata, resta ancora una pietra del pavimento antico, tutta
+bucherellata, sulla quale si dice si mettessero le Sultane per
+avvolgersi nel nuvolo dei profumi che si bruciavan di sotto. Ogni cosa,
+lassù, spira amore e letizia. Vi si respira un'aria pura come sulla cima
+d'una montagna, vi si sente una fragranza confusa di mirti e di rose, e
+non vi arriva altro rumore che il mormorio del Dauro che si rompe tra i
+macigni del suo letto dirupato, e il canto di migliaia di uccelli
+nascosti nella folta verzura della valle; è un vero nido da innamorati,
+un'alcova pensile per andarvi a sognare, una loggia aerea per salirvi a
+ringraziar Dio d'esser felici.
+
+"Ah! Gongora," esclamai dopo aver contemplato per qualche momento quello
+spettacolo incantevole; "io darei dieci anni di vita per poter far
+comparir qui, con un colpo di bacchetta magica, tutte le persone care
+che mi aspettano in Italia!"
+
+Il Gongora mi accennava un largo spazio del muro tutto nero di date e di
+nomi scritti colla matita, col carbone, e incisi colla punta dei
+temperini dai visitatori dell'Alhambra.
+
+"Che cos'è scritto qui?" mi domandò.
+
+M'avvicinai e gittai un grido:--Chateaubriand!
+
+"E qui?"
+
+"Byron!"
+
+"E qui?"
+
+"Victor Hugo!"
+
+Scendendo dal _mirador de la reina_ io credevo d'aver visto l'Alhambra,
+e commisi l'imprudenza di dirlo al mio amico. Se avesse avuto in mano un
+bastone, son certo che me l'avrebbe dato fra capo e collo; ma non
+avendolo, si contentò di guardarmi coll'aria d'uno che domandasse se mi
+aveva dato volta il cervello.
+
+Ritornammo nel cortile dei mirti, e visitammo le sale poste dall'altro
+lato della torre di Comares, la maggior parte mezzo rovinate, altre
+trasformate, alcune affatto nude, senza pavimento, senza tetto; ma tutte
+meritevoli d'esser vedute, e per i ricordi che destano, e per bene
+comprendere la struttura dell'edifizio. L'antica moschea, è stata
+convertita in cappella da Carlo V; una grande sala araba, in oratorio;
+qua e là si vedono ancora resti di arabeschi e di soffitti di cedro
+scolpiti; le gallerie, i cortili, i vestiboli, sembran di un palazzo
+devastato dalle fiamme.
+
+Visto anche questa parte dell'Alhambra, credetti davvero che non mi
+rimanesse nulla a vedere, e commisi daccapo l'imprudenza di dirlo al
+Gongora. Questa volta non si potè più contenere; e condottomi nell'atrio
+del cortile dei mirti dinanzi a una pianta dell'edifizio affissa al
+muro, mi disse:
+
+"Guardi, e vedrà che tutte le sale e i cortili e le torri che abbiamo
+visti finora, non occupano nemmeno la ventesima parte dello spazio che
+abbracciano le mura dell'Alhambra; vedrà che non abbiamo ancora visitato
+i resti di altre tre moschee, le rovine della casa del Cadì, la torre
+dell'Acqua, la torre delle Infante, la torre della Prigioniera, la torre
+del Candil, la torre dei Picos, la torre dei Pugnali, la torre dei
+_Siete melos_, la torre del Capitano, la torre della Strega, la torre
+delle Teste, la torre delle Armi, la torre degli Idalghi, la torre delle
+Galline, la torre del Cubo, la torre dell'Omaggio, la torre della Vela,
+la torre della Polvere, gli avanzi della casa di Mondejar, i quartieri
+militari, la porta di ferro, i muri interni, le cisterne, i passeggi;
+perchè ha da sapere che l'Alhambra non è un palazzo, ma una città; e che
+ci sarebbe da passar la vita a cercar arabeschi, a leggere iscrizioni, a
+scoprir ogni giorno un nuovo colpo d'occhio di colline e di montagne, e
+a andare in estasi una volta regolarmente per ognuna delle
+ventiquattr'ore della giornata."
+
+Ed io credevo d'aver visto l'Alhambra!
+
+ * * * * *
+
+Per quel giorno non ne volli saper altro, e Dio sa come avevo la testa
+quando tornai all'albergo. Il giorno dopo, allo spuntar del sole, ci
+ritornai; ci ritornai la sera; e continuai a andarci ogni giorno per
+tutto il tempo che rimasi a Granata, col Gongora, con altri amici, coi
+ciceroni, solo; e l'Alhambra mi parve sempre più vasta e sempre più
+bella, e ripercorsi quei cortili e quelle sale, e vi passai ore ed ore,
+seduto tra le colonne o appoggiato alle finestrine, con un piacere di
+più in più vivo, scoprendo ogni volta bellezze nuove, e abbandonandomi
+sempre a quelle vaghe e deliziose fantasie, fra le quali aveva errato
+la mente il primo giorno. Non saprei più dire per dove gli amici mi
+facevan passare per entrar nell'Alhambra; ma mi ricordo che ogni giorno,
+nell'andare, vedevo mura e torri e strade deserte che non avevo viste
+mai, e mi pareva che l'Alhambra avesse mutato di sito, o si fosse
+trasformata, o le fosser sorti intorno, come per incanto, nuovi edifizii
+che ne alterassero l'aspetto primitivo. Chi potrebbe descrivere la
+bellezza di quei luoghi quando tramontava il sole! quel bosco fantastico
+quando vi batteva il lume della luna! la pianura immensa e le montagne
+coperte di neve, nelle notti serene! i grandiosi contorni di quelle mura
+enormi, di quelle superbe torri, di quegli alberi smisurati, sul cielo
+tempestato di stelle! lo stormire prolungato di quei mucchi immani di
+verzura che riempiono le valli e coprono i fianchi delle colline, quando
+soffiava la brezza! Era uno spettacolo dinanzi al quale, i miei
+compagni, nati a Granata, ed abituati a vederlo fin dalla infanzia,
+restavano senza parola, così che facevamo lunghi tratti di cammino in
+silenzio, ciascuno immerso nei suoi pensieri, col cuore compreso d'una
+mestizia dolcissima che a volte ci faceva inumidir gli occhi e alzar il
+viso al cielo con uno slancio di gratitudine e di tenerezza.
+
+ * * * * *
+
+Il giorno del mio arrivo a Granata, quando rientrai all'albergo, a
+mezzanotte, invece del silenzio e della quiete, trovai il _patio_
+illuminato come una sala da ballo, gente ai tavolini che sorbiva
+granite, gente su nelle gallerie che andava e veniva, chiaccherando e
+ridendo; e mi toccò aspettare un'ora prima di andare a dormire. Ma
+passai quell'ora molto gradevolmente. Mentre stavo guardando una carta
+di Spagna affissa alla parete, un omaccione col viso color di
+barbabietola e una pancia che gli cascava sulle ginocchia, mi si
+avvicinò, e toccandosi il berretto, mi domandò s'ero italiano; risposi
+di sì, ed egli soggiunse sorridendo:--"Ed io pure; io sono il padrone
+dell'albergo."
+
+"Me ne rallegro, tanto più che vedo che lei ci si fa d'oro."
+
+"Dio buono...." mi rispose con un tuono che voleva parer melanconico;
+"sì.... non mi lamento; ma.... me lo creda, caro signore, per quanto gli
+affari vadan bene, quando si è lontani dal proprio paese, qui (e si mise
+una mano sull'enorme torace) qui si sente sempre un vuoto!"
+
+Gli guardai la pancia.
+
+"Un gran vuoto," ripetè l'albergatore; "la patria non si dimentica
+mai... Di che provincia è lei, signore?"
+
+"Della Liguria. E lei?"
+
+"Del Piemonte. Liguria! Piemonte! Lombardia! Quelli son paesi!"
+
+"Son bei paesi, non c'è dubbio; ma lei, alla fine dei conti, non si può
+lamentare della Spagna. Sta in una delle più belle città del mondo, è
+padrone d'uno dei più belli alberghi della città, ha una folla di
+forestieri tutto l'anno, e poi vedo che gode d'una salute invidiabile."
+
+"Ma il vuoto!"
+
+Gli guardai di nuovo la pancia.
+
+"Eh capisco, signor mio; ma lei s'inganna, sa, se mi giudica dalle
+apparenze. Lei non può immaginare quello che provo io quando capita qui
+un Italiano. Che vuole? Sarà una debolezza.... non so.... ma io lo
+vorrei vedere tutto il giorno a tavola, e creda che se mia moglie non mi
+trovasse a ridire, io sarei capace di mandargli per conto mio una
+dozzina di piatti d'antipasto... come nulla."
+
+"A che ora si desina domani?"
+
+"Alle cinque. Del resto.... qui si mangia poco.... paesi caldi.... tutti
+si tengon leggeri.... di qualunque _nazionalità_ sieno.... è una
+regola.... Ma non ha visto l'altro italiano che è qui?"
+
+Così dicendo guardò intorno, e un uomo che ci stava osservando da un
+angolo del cortile, ci si avvicinò. L'albergatore, dette poche parole,
+ci lasciò soli. Era un uomo sulla quarantina, meschinamente vestito, che
+parlava co' denti stretti e stropicciando di continuo le mani con un
+movimento convulsivo, come se facesse uno sforzo per trattenersi dal
+picchiare dei pugni. Mi disse che era lombardo, corista, arrivato il
+giorno innanzi a Granata con altri artisti di canto scritturati al
+teatro dell'Opera per la _stagione d'estate_.
+
+"Sucido paese!" esclamò senz'altro preambolo, guardandosi intorno come
+se volesse pronunziare un discorso.
+
+"Non sta volentieri in Spagna?" gli domandai.
+
+"In Spagna? Io? Scusi: gli è lo stesso come se mi domandasse:--Sta
+volontieri lei in galera?"
+
+"Ma perchè?"
+
+"Perchè?... Ma non vede che gente sono gli Spagnuoli: ignoranti,
+superstiziosi, orgogliosi, sanguinarii, impostori, furfanti, ciarlatani,
+infami?"
+
+E restò un minuto immobile in un atto interrogativo, con le vene del
+collo gonfie che pareva gli volessero scoppiare.
+
+"Mi perdoni," risposi, "il suo giudizio non mi pare abbastanza
+favorevole per poterle dire che la penso come lei. Quanto a ignoranza,
+mi scusi, non tocca a noi Italiani, a noi che abbiamo ancora città in
+cui si pigliano a sassate i maestri di scuola, e si stilettano i
+professori che danno _zero_ agli scolari; non tocca a noi, per ora, di
+riveder le buccie agli altri. Quanto a superstizione, oh poveri noi!
+quando vediamo nella città d'Italia, in cui è più diffusa l'istruzione
+popolare, seguir un sottosopra da non dirsi, per un'immagine miracolosa
+della Madonna trovata da una donnicciuola in mezzo strada.... Quanto a
+delitti, io le dichiaro francamente che se dovessi far un raffronto fra
+i due paesi coi quadri statistici alla mano in presenza d'un uditorio di
+Spagnuoli, senza conoscer prima i dati e le risultanze, avrei una
+maledetta paura.... Non voglio dire con questo che noi, su per giù, non
+ci troviamo in migliori acque che la Spagna; voglio dire che un
+italiano, giudicando gli Spagnuoli, se vuol esser giusto, bisogna che
+sia indulgente."
+
+"Non mi va, scusi.... un paese senza _indirizzo politico_! un paese _in
+preda all'anarchia_! un paese.... Andiamo, mi citi un grand'uomo
+spagnuolo di questi tempi!"
+
+"Non saprei.... ce n'è così pochi da per tutto!"
+
+"Mi citi un Galileo!"
+
+"Oh dei Galilei non ce n'hanno nemmen uno."
+
+"Mi citi un Rattazzi!"
+
+"Eh non ce l'hanno neppure."
+
+"Mi citi.... ma già, non hanno niente. E poi, o che il paese le par
+bello?"
+
+"Ah! scusi; su questo punto non la cedo; l'Andalusia, per citarle una
+sola provincia, è un paradiso; Siviglia, Cadice, Granata, sono stupende
+città."
+
+"Come?... E a lei piacciono le case di Siviglia e di Cadice, che a
+passare rasente i muri un povero diavolo s'imbianca dalla testa ai
+piedi? Le piacciono quelle strade che dopo un buon pranzo si stenta a
+passarci? E trova belle le donne andaluse, con quegli occhi da
+spiritate? Andiamo, lei è troppo indulgente, non è un popolo _serio_.
+Hanno chiamato Don Amedeo, e ora non lo voglion più; gli è perchè sono
+indegni d'esser governati da un _uomo civilizzato_!" (testuale).
+
+"Ma non trova dunque nulla di buono in Spagna?"
+
+"Nulla."
+
+"Ma perchè ci sta?"
+
+"Ci sto.... perchè ci mangio."
+
+"È qualche cosa."
+
+"Ma come ci mangio? Come un cane! chi non sa cos'è la cucina spagnuola!"
+
+"Ma scusi: invece di mangiare come un cane in Spagna perchè non
+va a mangiare come un uomo in Italia?"
+
+Qui il povero artista si trovò un po' impacciato; ed io per levarlo
+d'impaccio gli offersi un sigaro, che accettò ed accese senza far
+parola. E non fu il solo italiano in Spagna, che mi parlasse in quei
+termini del paese e degli abitanti, negando persino la serenità del
+cielo e la grazia delle andaluse. Io non so che gusto ci sia a viaggiare
+in quella maniera, col cuore chiuso ad ogni sentimento benevolo, e
+continuamente intesi a censurare e a vilipendere, come se ogni cosa
+buona e bella che si trova in un paese straniero, fosse stata rubata al
+nostro, e noi non ci potessimo vantare di valer qualcosa se non colla
+condizione che tutti gli altri non valgano nulla. La gente che viaggia
+con siffatta disposizione d'animo, mi fa più che stizza, pietà, perchè
+si priva volontariamente di molti piaceri e di molti conforti. Così mi
+pare almeno a giudicar gli altri da me, poichè dovunque io vada, il
+primo sentimento che m'inspiran le cose e la gente è un sentimento di
+simpatia; un desiderio di non trovar nulla che mi costringa a censurare;
+un bisogno di abbellire ai miei stessi occhi le cose belle, di
+nascondermi le spiacevoli, di scusare i difetti, di poter dire
+schiettamente a me stesso ed agli altri che sono contento di tutti e di
+tutto. E per raggiunger questo fine non ho da fare alcun sforzo; ogni
+cosa mi si presenta quasi spontaneamente sotto il suo aspetto più
+gradevole; e la mia immaginazione colora benignamente gli altri aspetti
+di un leggero color di rosa. So bene che in codesto modo non si studia
+un paese, non si scrivon _Saggi critici_, nè si acquista la fama
+d'uomini profondi; ma so che si viaggia coll'anima serena, e che i
+viaggi fanno un pro che non si può dire.
+
+ * * * * *
+
+Il giorno dopo andai a vedere il Generalife che era come la villa dei Re
+arabi, e il cui nome va congiunto a quello dell'Alhambra, come quello
+dell'Alhambra a quel di Granata; benchè oramai del Generalife antico non
+rimangan che pochi archi e pochi rabeschi. È un piccolo palazzo,
+semplice, bianco, con poche finestre, con una galleria ad archi,
+coronato da una terrazza, e mezzo nascosto in mezzo a un bosco d'allori
+e di mirti, sulla sommità d'un monte floridissimo che sorge sulla riva
+destra del Dauro, di fronte alla collina dell'Alhambra. Dinanzi alla
+facciata del palazzo si stende un piccolo giardino, e altri giardini
+s'alzano l'uno sull'altro, quasi in forma d'una vasta gradinata, fino al
+sommo del monte, dove sorge un'altissima loggia che chiude il recinto
+del Generalife. I viali dei giardini, le larghe scale che conducon
+dall'uno all'altro, e le aiuole piene di fiori, sono fiancheggiate da
+alte spalliere, sormontate da archi e divise da capanni di mirti curvati
+e intrecciati con graziosi disegni; e ad ogni ripiano sorgon casine
+bianche, ombreggiate da pergolati, e da gruppi d'aranci e di cipressi
+disposti con pittoresca simmetria. L'acqua vi è profusa ancora come ai
+tempi degli arabi e dà al luogo una grazia, una freschezza e una vita
+da non potersi descrivere. Da ogni parte si sente mormorio di ruscelli e
+di fontane; si svolta da un viale, s'incontra uno zampillo; ci si
+affaccia a una finestra, si vede uno schizzo che giunge fino al
+davanzale; si entra in mezzo a un gruppo d'alberi, e si riceve nel viso
+gli spruzzi d'una cascatella; dovunque ci si volga, c'è acqua che salta,
+o che scorre, o che piove, gorgogliando e luccicando tra l'erbe e i
+cespugli. Dall'alto della loggia scende la vista sopra tutti quei
+giardini che van giù a chine, a salti, a scaglioni; si sprofonda
+nell'abisso di vegetazione che separa i due monti, abbraccia tutta la
+cinta dell'Alhambra, colle cupole dei suoi tempietti, colle torri
+lontane, coi sentieri che serpeggiano fra le sue rovine; si stende sulla
+città di Granata, sulla pianura, sui colli, e scorre con uno sguardo
+solo tutte le cime della Sierra Nevada, che paion tanto vicine da
+poterci arrivare in un'ora. E mentre contemplate questo spettacolo, vi
+accarezza l'orecchio il mormorio di cento zampilli e il suono fievole
+delle campane della città, che vien su a ondate, or sì or no, insieme a
+un odor misterioso di paradiso terrestre, che dà dei fremiti di voluttà
+da far impallidire.
+
+Di là dal Generalife, sulla sommità d'un monte più alto, ora nudo e
+squallido, sorgevano ai tempi degli Arabi altri palazzi reali e si
+stendevano altri giardini, congiunti fra loro da grandi viali
+fiancheggiati da mirti. Ora tutte quelle meraviglie d'architettura,
+coronate di boschi, di fontane e di fiori, quelle fatate reggie aeree,
+quei nidi splendidi e odorosi d'amore e di delizia, sono scomparsi, e
+appena qualche mucchio di macerie o qualche breve tratto di muro
+
+ «Ne fa fede e ricordo al passeggiero.»
+
+Ma quelle rovine che desterebbero altrove un sentimento di malinconia,
+non lo destano dinanzi allo spettacolo di quella bellissima natura, al
+cui incanto non pare che abbian mai potuto aggiungere nulla le più
+meravigliose opere dell'uomo.
+
+ * * * * *
+
+Rientrando in città, mi fermai a una estremità della _Carrera del
+Darro_, dinanzi a una casa riccamente adornata di bassorilievi che
+rappresentano scudi araldici, armature, cherubini e leoni, con un
+piccolo terrazzino sull'angolo, sopra 'l quale, parte sur un muro, parte
+sull'altro, lessi la seguente misteriosa iscrizione, in grandi caratteri
+di stampa:
+
+ ESPERANDO LA DEL CIELO,
+
+che significa, tradotto letteralmente:--_Aspettando quella del
+cielo._--Curioso di sapere il senso riposto di quelle parole, le notai
+per interrogarne il dotto padre del mio amico, il quale me ne diede due
+spiegazioni, l'una pressochè sicura, ma poco romantica; l'altra
+romantica, ma molto dubbiosa. La quale è questa. La casa apparteneva a
+Don Fernando di Zafra, segretario dei Re Cattolici, che aveva una
+bellissima figliuola. Un giovine idalgo, di famiglia nemica o inferiore
+di nobiltà alla famiglia dei Zafra, s'innamorò della figliuola, ne fu
+amato, la chiese in sposa, non l'ebbe. Il rifiuto del padre aggiunse
+esca al fuoco amoroso dei due giovani, le finestre della casa son basse,
+l'innamorato, una notte, riuscì a dar la scalata, e a entrar nella
+stanza della fanciulla. O abbia rovesciato una seggiola entrando, o
+abbia tossito, o abbia gettato un leggero grido di gioia al veder la sua
+bella amante colle chiome sciolte e le braccia aperte, la tradizione non
+lo dice, e nessuno lo sa; ma è certo che Don Fernando di Zafra, inteso
+rumore, accorse, vide, e cieco di furore si slanciò sul malcapitato
+giovane per metterlo a morte. Ma il giovane riuscì a fuggire; Don
+Fernando, inseguendolo, s'abbattè in uno dei propri paggi fautore di
+quegli amori, che aveva aiutato l'idalgo a entrar nella casa; lo
+scambiò, in su quel subito, per il seduttore; e senza udir spiegazioni e
+preghiere, lo fece afferrare e impiccare al terrazzino della casa. La
+tradizione narra che mentre la povera vittima gridava:--Pietà!
+Pietà!--l'offeso padre gli rispose accennandogli il terrazzino:--Là
+starai _esperando la del cielo_! (aspettando quella del
+cielo);--risposta ch'egli fece poi incidere sur una pietra del muro, a
+perpetuo spavento dei seduttori e dei mezzani.
+
+ * * * * *
+
+Consacrai il resto della giornata alle chiese e ai conventi.
+
+La cattedrale di Granata merita, anche meglio di quella di Malaga, che
+pure è bella e magnifica, di essere descritta parte per parte; ma basta
+oramai di descrizioni di chiese. Fu fondata nel 1529 dai re cattolici,
+sulle rovine della principal moschea della città; ma rimase incompiuta.
+Ha una grande facciata con tre porte, ornata di statue e di
+bassorilievi; ed è formata da cinque navate, divise da venti smisurati
+pilastri composti d'un fascio di sottili colonne. Le cappelle
+racchiudono quadri del Boccanegra, sculture del Torrigiani, tombe ed
+ornamenti preziosi. È mirabile sopra tutte la cappella maggiore,
+sorretta da venti colonne corintie, divise in due ordini, sul primo dei
+quali si alzano le statue colossali dei dodici apostoli, e sul secondo
+un cornicione coperto di ghirlande e di teste di cherubini. Di sopra
+ricorre un giro di leggiadre finestre a vetri coloriti che rappresentano
+la Passione, e dal fregio che le corona si slanciano in alto dieci archi
+arditi che forman la vòlta della cappella. Negli archi che sorreggon le
+colonne si ammirano sei grandi dipinti di Alonso Cano, che hanno fama di
+essere l'opera sua più completa e più bella.
+
+E poichè ho nominato Alonso Cano, nativo di Granata, uno dei più valenti
+pittori spagnuoli del secolo decimosettimo, che sebbene discepolo della
+scuola sivigliana piuttosto che fondatore, come altri vorrebbe, d'una
+scuola sua, non è meno originale dei suoi più grandi contemporanei;
+voglio metter qui alcuni tratti della sua indole e della sua vita, poco
+conosciuti fuori di Spagna, ma singolarmente notevoli. Alonso Cano fu il
+più accattabrighe, il più iroso, il più violento dei pittori spagnuoli.
+Passò la vita litigando. Era ecclesiastico. Dal 1652 al 1658, per sei
+anni consecutivi, senza un giorno d'interruzione, litigò coi canonici
+della cattedrale di Granata, della quale egli era ragioniere, perchè non
+voleva, giusta i patti stipulati, diventare suddiacono. Prima di partire
+da Granata, spezzò colle sue mani una statua di sant'Antonio da Padova,
+che aveva fatto egli stesso d'incarico d'un auditore della Cancelleria,
+perchè costui si permise di osservargli che il prezzo che gliene
+domandava gli pareva un po' caro. Nominato maestro di disegno del
+principe reale, che, a quanto pare, non era nato col bernoccolo della
+pittura, lo aspreggiò in tal maniera, che lo costrinse a ricorrere al Re
+per esser levato dalle sue mani. Rimandato, per una grazia speciale, a
+Granata, presso il Capitolo della cattedrale, serbò così profondo il
+rancore degli antichi suoi litigi con quei canonici, che in vita sua non
+volle più dare una pennellata per loro. Ma questo è poco. Nutriva un
+cieco, bestiale, inestinguibile odio contro gli ebrei, e s'era ficcato
+in capo che il toccare in qualunque modo un ebreo o un qualsiasi oggetto
+stato toccato da lui, gli dovesse recare sventura. Con questa fissazione
+fece le più strampalate stravaganze del mondo. Se passando per la strada
+urtava in un ebreo, si levava issofatto il vestito infetto, e tornava a
+casa in maniche di camicia. Se per caso riusciva a scoprire che, lui
+assente, un servitore aveva ricevuto un ebreo in casa sua, cacciava il
+servitore, buttava via le scarpe colle quali aveva premuto l'impiantito
+profanato dal circonciso, faceva disfare e rifare, qualche volta,
+persino l'impiantito. E trovò modo di litigare anche morendo. Essendo
+ridotto in fin di vita, e presentandogli il confessore un crocifissaccio
+fatto coll'accétta perchè lo baciasse, egli lo spinse in là colla mano,
+e disse:--_Padre, datemi una croce nuda, perchè io possa venerare Gesù
+Cristo come egli è in sè e come io lo contemplo nella mia mente._--Con
+tutto ciò, aveva un cuore eletto, caritatevole, abborriva da ogni
+volgare azione, ed amava di profondo e purissimo amore l'arte in che si
+rese immortale.
+
+Tornando alla chiesa, quando ebbi fatto il giro di tutte le cappelle e
+mi disponevo ad uscire, mi colse il sospetto che qualcosa mi rimanesse
+ancora a vedere. Non avevo letto la _Guida_ e nessuno m'aveva detto
+nulla; ma io mi sentivo dentro una voce che mi diceva:--Cerca!--e
+cercavo infatti cogli occhi da tutte le parti senza saper che cercassi.
+Un cicerone mi osservò, mi si avvicinò, come fanno tutti, di sbieco,
+come un assassino, e mi domandò con aria di mistero: "_Quiere Usted
+algo?_" (Vuol qualche cosa?)
+
+"Vorrei," risposi, "che mi diceste se c'è altro da vedere in questa
+cattedrale, oltre a quello che si vede di qui!"
+
+"_Cómo!_" esclamò il cicerone, "_todavia no ha visto Usted la capilla
+real?_"
+
+"Che c'è nella cappella reale?"
+
+"_Que hay? Caramba! Nada ménos que los sepulcros de Ferdinando é Isabel
+la Católica!_"
+
+Volevo dire! Avevo nella mente il posto preparato per questa idea, e
+l'idea non c'era! I re cattolici dovevano ben essere sepolti a Granata,
+dove combatterono l'ultima gran guerra cavalleresca del medio evo, e
+dove diedero a Cristoforo Colombo l'incarico di armare le navi che lo
+condussero al nuovo mondo! Corsi, più che non andai, alla Cappella
+reale, preceduto dal cicerone zoppicante; un vecchio sacrestano ci
+aperse la porta della sacristia, e prima di lasciarmi entrare a veder le
+tombe, mi condusse davanti a una specie d'armadio a vetri, ripieno di
+oggetti preziosi, e mi disse:
+
+"Lei saprà che Isabella la Cattolica per fornire a Cristoforo Colombo il
+denaro che gli occorreva ad armare le navi per il suo viaggio, non
+sapendo dove trovarne, perchè le casse dello Stato eran vuote, mise in
+pegno le sue gioie."
+
+"Sì; ebbene?" domandai con impeto, e prevedendo la risposta, mi sentivo
+battere il cuore.
+
+"Ebbene," rispose il sacrestano; "la scatola nella quale la Regina
+chiuse le sue gioie per farle impegnare, è questa."
+
+E così dicendo aperse l'armadio, prese la scatola e me la porse.
+
+Oh! dicano un po' quello che vogliono gli uomini forti; per me, quelle
+son cose che mi fanno tremare e piangere! Ho toccata la scatola che
+contenne i tesori pei quali Colombo potè scoprire l'America! Ogni volta
+che ripeto queste parole, il sangue mi si rimescola! E soggiungo:--L'ho
+toccata con queste mani,--e mi guardo le mani.
+
+Quell'armadio contiene ancora la spada di re Ferdinando, la corona e lo
+scettro d'Isabella, un messale e parecchi altri ornamenti del re e della
+regina.
+
+Entrammo nella Cappella, fra l'altare e una gran cancellata di ferro che
+lo separa dallo spazio rimanente, davanti a due grandi mausolei
+marmorei, ornati di statuette e di bassorilievi di gran pregio, sull'un
+dei quali sono stese le statue di Ferdinando e d'Isabella, vestiti dei
+loro abiti reali, colla corona, la spada e lo scettro; sull'altro, le
+statue di altri due principi di Spagna; e intorno alle statue, leoni,
+angeli, stemmi, ed ornamenti svariati, che presentano un aspetto
+regalmente austero e magnifico.
+
+Il sacrestano accese una fiaccola e accennandomi una specie di botola,
+situata in dirittura della corsia che separa i due mausolei, mi pregò di
+alzare il coperchio per scendere nel sotterraneo. Il cicerone m'aiutò,
+scoprimmo la botola, il sacrestano scese, e io gli tenni dietro giù per
+una scaletta angusta fino a una piccola stanza sotterranea, nella quale
+eran cinque casse di piombo, cerchiate di ferro, ciascuna segnata di due
+iniziali sormontate da una corona. Il sacrestano abbassò la fiaccola, e
+toccandole con una mano, l'una dopo l'altra, tutte e cinque, mi disse
+con voce lenta e solenne:
+
+"Qui riposa la gran regina Isabella la Cattolica."
+
+"Qui riposa il gran re Ferdinando V."
+
+"Qui riposa il re Filippo I."
+
+"Qui riposa la regina Giovanna la pazza."
+
+"Qui riposa donna Maria, sua figliuola, morta nell'età di nove anni."
+
+"Dio li abbia tutti nella sua santa pace!"
+
+E piantato la fiaccola in terra, incrociò le braccia e chiuse gli occhi,
+come per darmi agio di fare le mie meditazioni.
+
+ * * * * *
+
+Ci sarebbe da aggobbire a tavolino, chi volesse descrivere tutti i
+monumenti religiosi di Granata: la stupenda Certosa, il Monte-Sacro che
+racchiude le grotte dei martiri, la chiesa di San Geronimo dove è
+sepolto il gran capitano Consalvo di Cordova, il convento di Santo
+Domingo fondato dall'Inquisitore Torquemada, quello dell'Angelo che
+contiene pitture del Cano e del Murillo, ed altri molti; ma io suppongo
+che chi legge sia già assai più stanco di me, e però gli faccio grazia
+di un monte di descrizioni che probabilmente non gli darebbero che una
+idea assai confusa delle cose.
+
+Ma poichè ho nominato il sepolcro del gran capitano Consalvo di Cordova,
+non posso trattenermi dal tradurre un curioso documento che a lui si
+riferisce, e che mi fu dato appunto nella chiesa di San Geronimo da un
+sacrestano ammiratore delle gesta di quell'eroe.
+
+Il documento è redatto a modo di aneddoto nei termini seguenti.
+
+«Ogni passo del gran Capitano, Don Gonzalo di Cordova, fu un assalto, ed
+ogni assalto una vittoria; il suo sepolcro nel convento dei Geronimi di
+Granata, fu adornato di dugento bandiere conquistate da lui. I suoi
+emuli invidiosi, ed in particolar modo i Tesorieri nel regno di Napoli,
+nel 1506, indussero il Re a chieder conto a Gonzalo dell'uso che aveva
+fatto delle grandi somme ricevute dalla Spagna per le spese della guerra
+in Italia; e in fatti il Re fu tanto piccino da acconsentire ed anco
+assistere all'atto della _conferencia_.
+
+Gonzalo accolse quella domanda con altissimo disprezzo, e si propose di
+dare una severa lezione ai Tesorieri ed al Re, intorno al modo di
+trattare e considerare un conquistatore di Regni.
+
+Rispose con grande indifferenza e serenità che avrebbe preparato i conti
+per il giorno seguente, e fatto vedere chi dei due fosse il debitore, se
+lui o il fisco: il quale reclamava centotrenta mila ducati rimessigli
+per prima rata; ottanta mila scudi per la seconda, tre milioni per la
+terza, undici milioni per la quarta, tredici per la quinta; e così
+seguitava a riferire il grave, _gangoso_ (dalla voce nasale) e scimunito
+segretario che autorizzava un atto così importante.
+
+Il gran Gonzalo mantenne la sua parola; si presentò alla seconda
+udienza, e tirato fuori il voluminoso libro nel quale aveva notate le
+sue giustificazioni, cominciò a leggere a voce alta e sonora le seguenti
+parole:
+
+«Ducento mila settecento trentasei ducati e nove reali ai frati, alle
+monache e ai poveri, affinchè pregassero Dio per il trionfo delle armi
+spagnuole.
+
+Cento milioni in pale, zappe e picconi.
+
+Cento mila ducati in polvere e palle.
+
+Dieci mila ducati in guanti profumati per preservare i soldati dal puzzo
+dei cadaveri dei nemici stesi sul campo di battaglia.
+
+Centosettanta mila ducati per rifare campane distrutte dal continuo
+sonare per sempre nuove vittorie riportate sopra i nemici.
+
+Cinquanta mila ducati in acquavite per i soldati in una giornata di
+battaglia.
+
+Un milione e mezzo di ducati per mantenere prigionieri e feriti.
+
+Un milione in messe di grazia e _Te Deum_ all'Onnipossente.
+
+Trecento milioni di suffragi pei morti.
+
+Settecento mila quattrocento novantaquattro ducati in spie e.....
+
+Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri all'udire che il Re
+domandava dei conti a chi gli ha regalato un Regno.
+
+Questi sono i celebri conti del grande Capitano, i cui originali stanno
+nelle mani del Conte di Altimira.
+
+Uno dei conti originali con la firma autografa del gran Capitano esiste
+nel Museo militare di Londra, dove con gran cura vien custodito.»
+
+ * * * * *
+
+Letto questo documento, tornai all'albergo facendo tra Consalvo di
+Cordova e i generali spagnuoli dei nostri tempi dei maligni raffronti,
+che alta ragion di stato, come si dice nelle tragedie, mi vieta di
+riferire.
+
+In quell'albergo ne vedevo ogni giorno una nuova. V'eran molti studenti
+d'università venuti da Malaga e da altre città dell'Andalusia per dar
+l'esame di laurea a Granata, non so se perchè qui fossero di manica più
+larga, o per che altra ragione. Desinavan tutti alla tavola rotonda. Una
+mattina, a colezione, uno d'essi, un giovanetto di poco più di
+vent'anni, annunziò che alle due dopo mezzogiorno doveva dar l'esame di
+diritto canonico, e che non essendo molto sicuro del fatto suo, aveva
+deciso di bere un bicchier di vino, per rinfrescarsi le sorgenti
+dell'eloquenza. Non uso a bere che vino annacquato, commise l'imprudenza
+di vuotare d'un sol fiato un bicchiere di vino di Jerez. Il suo viso si
+alterò all'istante in così strana maniera, che se non avessi visto il
+cangiamento coi miei occhi, avrei creduto che non fosse più il viso di
+prima.
+
+--Ora basta!--gli gridaron gli amici.
+
+Ma il giovane, che si sentiva diventato tutt'a un tratto forte, ardente
+e temerario, lanciò ai compagni uno sguardo compassionevole, e ordinò
+con un atto maestoso al cameriere di versargli un altro bicchiere.
+
+--Ti ubriacherai!--gli dissero.
+
+Per tutta risposta, egli mandò giù il secondo bicchiere.
+
+Allora gli prese una parlantina meravigliosa. A tavola v'era una ventina
+di persone, in pochi minuti attaccò discorso con tutti, e fece mille
+rivelazioni sulla sua vita passata e sui suoi disegni per l'avvenire.
+Disse che era di Cadice, che aveva ottomila lire di rendita all'anno, e
+voleva darsi alla carriera diplomatica, perchè con quella rendita,
+aggiuntovi qualcosa che gli avrebbe lasciato un suo zio, poteva fare una
+buona figura dove si sia; che aveva stabilito di pigliar moglie a
+trent'anni, e di sposare una donna alta come lui, perchè, a suo avviso,
+la moglie doveva avere la stessa statura del marito, per evitare che
+l'uno o l'altro pigliasse il di su; che quando era ragazzo s'era
+innamorato della figliuola d'un console americano, bella come un fiore e
+soda come una pina, ma con una voglia rossa dietro un orecchio, che
+stava molto male, benchè essa la sapesse coprire assai bene colla
+mantiglia, e faceva veder colla salvietta in che modo la copriva; e che
+Don Amedeo era un uomo troppo ingenuo per poter riuscire a governar la
+Spagna; e che fra il poeta Zorilla e il poeta Espronceda, egli avea
+sempre preferito l'Espronceda; e che ceder Cuba all'America era una
+corbelleria, e che dell'esame di diritto canonico egli se ne rideva, e
+che voleva bere altre quattro dita di vino di Jerez, che era il primo
+vino d'Europa.
+
+Bevve il terzo bicchiere, malgrado i buoni consigli e le disapprovazioni
+degli amici, e dopo aver cicalato un altro po' in mezzo alle risa
+dell'uditorio, all'improvviso tacque, guardò fisso fisso una signora che
+aveva dirimpetto, abbassò la testa e s'addormentò. Io credetti che per
+quel giorno non si sarebbe presentato all'esame; ma m'ingannai.
+Un'oretta dopo lo svegliarono, andò su a lavarsi il viso, corse
+all'Università ancora tutto assonnato, diede l'esame, e fu promosso a
+maggior gloria del vino di Jerez e della diplomazia spagnuola.
+
+ * * * * *
+
+I giorni seguenti gl'impiegai a vedere i monumenti, o per dir meglio, le
+rovine dei monumenti arabi che, oltre all'Alhambra e al Generalife,
+attestano l'antico splendore di Granata. Poichè fu l'ultimo baluardo
+dell'Islam, Granata è fra le città di Spagna quella che ne serbò più
+numerosi ricordi. Sulla collina che si chiama di _Dinadamar_ (fonte
+delle lagrime), si vedono ancora le rovine di quattro torri, che
+s'innalzavano ai quattro angoli d'una grande cisterna, nella quale
+affluivano dalla Sierra le acque che servivano agli usi della parte più
+alta della città. Là eran bagni, giardini e ville, delle quali non
+rimane più traccia, e di là si abbracciava con un colpo d'occhio la
+città coi suoi minareti, colle sue terrazze, colle sue moschee
+biancheggianti in mezzo alle palme e ai cipressi. Là presso si vede
+ancora una porta araba, chiamata porta d'Elvira, formata da un grande
+arco coronato di merli. Più oltre rovine di palazzi di Califfi. Presso
+il passeggio l'_Alameda_, una torre quadrata, con entro una gran sala
+ornata di quelle solite iscrizioni arabe. Presso il Convento di San
+Domingo, resti di giardini e di palazzi che erano una volta congiunti
+all'Alhambra per mezzo d'una via sotterranea. Dentro la città,
+l'Alcaiceria, mercato arabo quasi intatto, formato di parecchie
+stradine diritte e strette come corridoi, fiancheggiate da due file di
+botteghe l'una unita all'altra, che presentano uno strano aspetto di
+bazar asiatico. Infine, non si può far un passo per Granata, che non
+s'incontri un arco, un arabesco, una colonna, un mucchio di pietre che
+rammenta il suo fantastico passato di Sultana.
+
+Quanti giri e rigiri non feci per quelle strade tortuose, nelle ore più
+calde della giornata, sotto un sole che mi scottava il cervello, senza
+incontrare anima nata! Anche a Granata, come nelle altre città
+d'Andalusia, la gente non si fa viva che la notte; e la notte si rifà
+della prigionia del dì, affollandosi e rimescolandosi sui passeggi
+pubblici colla fretta e la furia d'una moltitudine, una metà della quale
+cercasse l'altra metà per affari urgenti. La folla più fitta è
+all'Alameda; e però passai all'Alameda le mie serate, col Gongora che mi
+parlava di monumenti arabi, con un giornalista che mi parlava di
+politica, con un altro giovanotto che mi parlava di donne, non di rado
+tutti e tre insieme, con mio piacere infinito, perchè quella gazzarra da
+scolaretti, a tempo e luogo, mi rinfresca l'anima, come fa all'erba (per
+rubare una bella similitudine) quella pioggerella estiva che cade con
+affrettato moto come di trepida gioia.
+
+Se avessi da dire qualcosa del popolo di Granata, mi troverei impacciato
+perchè non l'ho visto. Di giorno, per le strade, non incontravo nessuno;
+di notte non ci si vedeva; non v'eran teatri aperti; quando avrei potuto
+trovar qualcuno in città, ciondolavo per le sale o per i viali
+dell'Alhambra; e poi avevo tanto da fare per veder ogni cosa nello
+spazio di tempo che m'ero prefisso, che non mi restavan nemmen dei
+ritagli per intavolar conversazione, come feci nelle altre città, in
+mezzo alle strade e nei caffè, coi popolani in cui m'imbattevo.
+
+Ma per quanto seppi da chi era in grado di darmi delle notizie sicure,
+il popolo di Granata non gode d'una eccellente riputazione in Spagna. Si
+dice che è maligno, violento, vendicativo, accoltellatore, il che non è
+punto smentito dalle cronache cittadine delle gazzette; e non si dice,
+ma si sa che in Granata l'istruzione popolare è anche più bassa che a
+Siviglia, e che in altre città spagnuole di minor conto; e che, in
+generale, tutte le cose che non posson esser fatte dal sole e dalla
+terra, che ne fanno pur tante, vanno alla peggio, o per indolenza, o per
+ignoranza, o per confusione. Granata non è congiunta dalla strada
+ferrata a nessuna città importante, vive sola, in mezzo ai suoi
+giardini, dentro la cerchia delle sue montagne, lieta dei frutti che la
+terra le produce sotto la mano, cullandosi mollemente nella vanità della
+sua bellezza e nell'orgoglio della sua storia, oziando, sonnecchiando,
+fantasticando, e contentandosi di rispondere, con uno sbadiglio, a chi
+le rimprovera il suo stato:--Io diedi alla Spagna il pittore Alonso
+Cano, il poeta Luigi di Leon, lo storico Ferdinando del Castillo,
+l'orator sacro Luigi di Granata, il ministro Martinez della Rosa; ho
+pagato il mio debito; lasciatemi in pace;--che è la risposta che fan
+quasi tutte le città meridionali della Spagna, troppo più belle, ahimè!
+che saggie e operose; e troppo più altere che civili. Ah! chi le ha
+vedute, non può mai stancarsi di esclamare:--Peccato!
+
+ * * * * *
+
+--Ora che ha visto tutte le meraviglie dell'arte araba e della
+vegetazione tropicale, le resta a vedere, perchè possa dire di conoscer
+Granata, il borgo dell'Albaicin. Prepari l'animo a un mondo nuovo, metta
+la mano sul portamonete e mi segua.--
+
+Così mi disse il Gongora l'ultima sera del mio soggiorno a Granata. Era
+con noi un giornalista repubblicano, di nome Melchiorre Almago,
+direttore dell'_Idea_, un giovanotto simpatico e gentile, che per
+accompagnarci sacrificò il desinare e un articolo di fondo che andava
+ruminando fin dalla mattina. Ci mettemmo in cammino, arrivammo fino alla
+piazza dell'_Audiencia_. Là il Gongora mi accennò una viuzza tortuosa
+che va su per un colle, e mi disse:--Qui comincia l'_Albaicin_;--e il
+signor Melchiorre toccando una casa col bastone, soggiunse:--Qui
+comincia il territorio della repubblica.--
+
+Infilammo la viuzza, passammo da quella in un'altra, da questa in una
+terza, sempre salendo, senza ch'io vedessi nulla di straordinario, per
+quanto guardassi curiosamente da tutte le parti. Strade strette, case
+meschine, vecchie addormentate sugli scalini delle porte, mamme che
+spidocchian bambini, cani che sbadigliano, galli che cantano e ragazzi
+cenciosi che corrono e schiamazzano, e altre cose che si vedono in
+tutti i sobborghi; in quelle strade non c'era nulla di più. Sennonchè,
+via via che salivamo, l'aspetto delle case e della gente s'andava
+mutando: i tetti più bassi, le finestre più rade, le porte più piccine,
+gli abitanti più cenciosi. Nel mezzo d'ogni strada correva un rigagnolo
+dentro un letto in muratura all'uso arabo; qua e là, sopra le porte e
+intorno alle finestre, si vedevano resti di arabeschi e frammenti di
+colonnine; negli angoli delle piazze, fontane e pozzi del tempo della
+dominazione dei Mori. Ad ogni centinaio di passi che si faceva, pareva
+di tornar addietro di cinquant'anni verso l'età dei Califfi. I miei due
+compagni mi toccavano tratto tratto col gomito dicendo:--Guardi quella
+vecchia--Guardi quella bambina--Guardi quell'uomo.--Ed io guardavo e
+dimandavo:--Che gente è questa?--Se mi fossi trovato là all'improvviso,
+avrei creduto, al veder quegli uomini e quelle donne, di essere in un
+villaggio dell'Affrica; tanto i visi, il vestire, il modo di muoversi,
+di parlare, di guardare,--a così breve distanza dal centro di
+Granata,--eran diversi da quelli della gente che avevo vista fino
+allora. Ad ogni svoltata, mi fermavo per guardare in volto i miei
+compagni, e questi mi dicevano:--Questo non è nulla; qui siamo nella
+parte civile dell'Albaicin; questo è il quartiere _parigino_ del
+sobborgo; andiamo oltre.
+
+Andammo oltre; le strade parevan letti di torrenti, sentieri scavati
+nelle roccie, tutte rialzi, fossi, scoscendimenti, macigni; alcune
+ripide da non poterci salire un mulo, altre strette da passarci un uomo
+a stento; quali ingombre di donne e di fanciulli seduti in terra; quali
+erbose e deserte e tutte d'un aspetto squallido, selvaggio, strano, del
+quale non potrebbe fornire neanco un'immagine il più meschino dei nostri
+villaggi, perchè quella è una miseria che serba l'impronta d'un'altra
+razza e i colori d'un altro continente. Girammo per un labirinto di
+strade, passando di tempo in tempo sotto un grande arco arabo o per
+un'alta piazzuola dalla quale si abbracciava con uno sguardo la valle
+immensa, i monti coperti di neve e una parte della città sottoposta, e
+arrivammo alla fine in una strada più sassosa e più angusta di quante
+s'eran viste fino allora, nella quale ci arrestammo per pigliar fiato.
+
+--Qui--mi disse il giovane archeologo--comincia il vero Albaicin. Guardi
+quella casa!--Guardai; era una casa bassa, affumicata, mezzo rovinata,
+con una porta che pareva la finestra d'una cantina, dinanzi alla quale
+si vedeva movere sotto un ammasso di cenci, un gruppo, o piuttosto un
+mucchio di vecchie e di bambini, che al nostro apparire alzarono gli
+occhi pieni di sonno e colle mani scarne tolsero di sulla soglia non so
+quali immondizie che impedivano il passo.
+
+"Entriamo," disse l'amico.
+
+"Entrare?" domandai.
+
+Se m'avessero detto che di là da quel muro v'era un quissimile della
+famosa Corte dei Miracoli che descrisse Vittor Hugo, non avrei esitato a
+credere. Nessuna porta m'aveva mai detto più imperiosamente di
+quella:--Allontanati.--Non saprei trovarle miglior paragone di quello
+della bocca spalancata d'una gigantesca strega, che mandasse un alito
+pregno di miasmi pestilenziali. Ma mi feci coraggio ed entrai.
+
+Oh meraviglia! Era il cortile d'una casa araba, cinto di colonnine
+graziose, sormontato da archi leggerissimi, con quegli indescrivibili
+ricami dell'Alhambra intorno alle porticine e alle finestrine binate,
+colle travi e gli assiti del soffitto scolpiti e coloriti, colle
+nicchiette per i vasi dei fiori e le urne dei profumi, col bagno nel
+mezzo, con tutte le traccie e i ricordi della deliziosa vita d'una
+famiglia opulenta! E in quella casa abitava quella povera gente!
+
+Uscimmo, entrammo in altre case, in tutte trovai qualche frammento
+d'architettura e di scultura araba. Il Gongora mi diceva di tratto in
+tratto:--Qui c'era un Harem--Là i bagni delle donne--Lassù la stanzina
+d'una favorita;--e io figgevo gli occhi avidi su tutti i pezzi di muro
+rabescato e su tutte le colonnine delle finestre, come per domandar loro
+la rivelazione di qualche segreto, un nome, una parola magica colla
+quale potessi ricostrurre in un istante l'edifizio rovinato ed evocare
+le belle arabe che ci eran vissute. Ma ahimè! in mezzo alle colonne e
+sotto gli archi delle finestrine non si vedevano che cenci e visi
+rugosi!
+
+Fra le altre case, entrammo in una dove trovammo un gruppo di ragazze
+che cucivano all'ombra d'un albero del cortile, sorvegliate da una
+vecchia. Lavoravano tutte intorno a una gran pezza di panno a striscie
+nere e bigie, che mi parve un tappeto o una coperta da letto. Mi
+avvicinai e domandai a una delle cucitrici: "_Que es esto?_"
+
+Alzaron tutte la testa e con un movimento concorde spiegarono il panno
+in modo che potessi veder bene il loro lavoro. L'avevo appena visto, che
+gridai:--"Lo compro."
+
+Si misero tutte a ridere. Era un mantello da montanaro andaluso, fatto
+per portarsi a cavallo, della forma d'un rettangolo, con un'apertura nel
+mezzo per farci passar la testa, ricamato in lana di vivi colori lungo i
+due lati più corti, e intorno all'apertura. Il disegno dei ricami che
+rappresentano uccelli e fiori fantastici, verdi, azzurri, bianchi, rossi
+e gialli, tutti in un mucchio, è rozzo, come lo potrebbe fare un
+bambino; la bellezza del lavoro è tutta nella veramente meravigliosa
+armonia dei colori. Non saprei esprimere la sensazione che produce la
+vista di quel mantello, se non dicendo che ride, e che desta allegrezza;
+e che mi pare impossibile l'immaginare nulla di più gaio, di più
+festivo, di più fanciullescamente e graziosamente capriccioso. È una
+cosa da guardare quando s'è di malumore per rasserenarsi, o quando si
+vuol scrivere una strofa gentile per l'albo d'una signora, o quando
+s'aspetta una persona che si vuol ricevere col più piacevole dei nostri
+sorrisi.
+
+"Quando saranno finiti questi ricami?" domandai a una delle ragazze.
+
+"_Hoy mismo,_" (oggi stesso) risposero tutte in coro.
+
+"E quanto vale questo mantello?"
+
+"_Cinco...._" balbettò una.
+
+La vecchia la fulminò con un'occhiata che voleva dire:--Citrulla!--e
+rispose in fretta: "_Seis duros._"
+
+Sei _duros_ sono trenta lire; non mi parve molto; e misi la mano al
+portamonete.
+
+Il Gongora slanciandomi uno sguardo che voleva dire:--Minchione,--e
+trattenendomi pel braccio disse: "Un momento! _Seis duros_ sono uno
+sproposito!"
+
+La vecchia gli lanciò un'altra occhiata che voleva dire:--Brigante!--e
+rispose: "Non posso darlo a meno."
+
+Il Gongora le diede un altro sguardo che voleva dire:--Bugiarda;--e
+disse: "Andiamo, lo potete dare a quattro _duros_; alla gente del paese
+non chiedete di più."
+
+La vecchia insistè, e continuammo per un po' a scambiarci cogli occhi i
+titoli di minchione, di gabbamondo, di guastamestieri, di bugiardo, di
+avaro, di sciupone, finchè il mantello mi fu dato per cinque _duros_;
+pagai, lasciai il mio indirizzo, ed uscimmo benedetti e raccomandati a
+Dio dalla vecchia, e seguiti per un buon tratto dai grandi occhi neri
+delle ricamatrici.
+
+E continuammo ad andare di strada in strada, in mezzo a case di più in
+più meschine, a visi di più in più neri, a cenci di più in più luridi. E
+non s'arrivava mai alla fine, e io dicevo ai miei compagni: "Mi fanno
+la finezza di dirmi se Granata ha dei confini, e dove li ha? Si può
+sapere dove andiamo, e come si farà per tornare a casa?" e i miei
+compagni ridevano e tiravano innanzi.
+
+"O che c'è da vedere ancora qualcosa di più strano?" dimandai a un certo
+punto.
+
+"Di più strano?" mi rispose un dei due: "Ma questa seconda parte del
+borgo che lei ha veduta appartiene ancora alla civiltà; è il quartiere
+se non _parigino_ almeno _madrileno_ dell'Albaicin; e c'è ben altro;
+andiamo oltre."
+
+Si percorse una lunghissima strada sparsa di donne appena vestite che ci
+guardavano come gente piovuta dalla luna; si attraversò una piazzetta
+piena di bambini e maiali amichevolmente confusi; si passò per altre due
+o tre stradicciuole, ora salendo, ora scendendo, ora in mezzo alle case,
+ora in mezzo alle macerie, ora tra gli alberi, ora tra le roccie, e si
+arrivò finalmente in un luogo solitario, sul fianco d'una collina, di
+dove si vedeva, in faccia il Generalife; a destra l'Alhambra; sotto, una
+valle profonda coperta d'un foltissimo bosco.
+
+Cominciava a imbrunire, non si vedeva nessuno, non si sentiva una voce.
+
+"Qui finisce il borgo?" domandai.
+
+I due compagni risero e mi dissero: "Guardi da quella parte."
+
+Mi voltai e vidi lungo una strada che si perdeva nel bosco lontano, una
+sterminata fila di case.... di case? di tane scavate nella terra, con un
+po' di muro dinanzi, con buchi per finestre e screpolature per porte, e
+piante selvatiche d'ogni specie di sopra e dai lati; veri covi di belve,
+nei quali, al chiarore di lumicini appena visibili, formicolavano i
+gitani a centinaia; un popolo brulicante nelle viscere del monte, più
+povero, più nero, più selvaggio di quello visto fino allora; un'altra
+città, sconosciuta alla maggior parte dei Granatini, inaccessibile agli
+agenti della polizia, chiusa agli impiegati del censimento, ignara
+d'ogni legge e d'ogni governo, vivente non si sa come, numerosa non si
+sa quanto, straniera alla città, alla Spagna, alla civiltà moderna, con
+linguaggio e statuti ed usi proprii, superstiziosa, falsa, ladra,
+accattona, feroce.
+
+"S'abbottoni il soprabito e badi all'orologio," mi disse il Gongora; "e
+andiamo avanti."
+
+Non avevamo fatto cento passi quando un ragazzo seminudo, nero come le
+pareti del suo tugurio, ci scorse, gettò un grido, e facendo cenno ad
+altri ragazzi che lo seguissero, si slanciò verso di noi; dietro i
+ragazzi accorsero le donne; dietro le donne, gli uomini; e poi vecchie e
+vecchi e altri bambini; e in men che non si dice fummo circondati da una
+folla. I miei due amici, riconosciuti come Granatini, riuscirono a
+mettersi in salvo; rimasi io solo nelle péste. Mi pare di vedere ancora
+quei ceffi, di udire ancora quelle voci, di sentirmi ancora addosso
+quelle mani. Gesticolando, gridando, dicendo mille cose che io non
+capivo, tirandomi per le falde, pel panciotto, per le maniche, mi si
+stringevano addosso come un branco d'affamati, mi alitavan nel viso, mi
+mozzavano il respiro. Eran la più parte seminudi, macilenti, colle
+camicie che cadevano a brani, coi capelli scarmigliati e polverosi,
+orribili a vedersi; mi pareva d'esser Don Rodrigo in mezzo alla folla
+degli appestati in quel famoso sogno della notte d'agosto. Che vuole
+questa gente? mi domandavo; dove mi son lasciato condurre? Come uscirò
+di qui? Provavo quasi un senso di paura e guardavo intorno con
+inquietudine. A poco a poco cominciai a capir qualcosa.
+
+--Io ho una piaga in una spalla,--mi diceva uno;--non posso lavorare; mi
+dia qualche soldo.
+
+--Io ho una gamba rotta,--diceva un altro.
+
+--Io ho un braccio paralitico.
+
+--Io ho fatto una lunga malattia.
+
+--_Un cuarto, señorito!_
+
+--_Un real, caballero!_
+
+--_Una peceta para todos!_
+
+Quest'ultima voce fu accolta con un grido generale d'approvazione:--_Una
+peceta para todos!_ (Una lira per tutti).
+
+Tirai fuori, con un po' di trepidazione, il portamonete; tutti si
+alzarono sulla punta dei piedi; i più vicini ci misero il mento dentro;
+quei di dietro misero il mento sulla testa dei primi; i più lontani
+stesero le braccia.
+
+"Un momento," gridai; "chi è fra tutti voi altri colui che ha più
+autorità?"
+
+Tutti ad una voce, tendendo le braccia verso una sola persona, mi
+risposero: "_Esta!_"
+
+Era una spaventevole vecchia tutta naso e tutta mento, con un gran
+ciuffo di capelli bianchi ritto sul capo a modo di pennacchio, con una
+bocca che pareva la buca delle lettere, con poco più d'una camicia
+addosso, nera, incartapecorita, mummificata; la quale mi si avvicinò
+inchinandosi e sorridendo, e tendendo le mani per afferrare le mie.
+
+"Che volete?" domandai facendo un passo indietro.
+
+"_La ventura!_" gridarono tutti.
+
+"Ditemi dunque la ventura," risposi tendendo la mano.
+
+La vecchia strinse fra le sue dieci, non dico dita, ma ossi informi, la
+mia povera mano, vi posò su il suo naso aguzzo, rialzò il capo, mi
+guardò fisso, appuntò il dito verso di me, e dondolandosi e fermandosi
+ad ogni frase, come se recitasse delle strofette, mi disse con accento
+ispirato:
+
+--_Tu has nacido en un dia señalado._--(Tu sei nato in un giorno
+segnalato.)
+
+--_Y el dia que morirás será un dia señalado tambien._--(E il giorno che
+morirai sarà pure un giorno segnalato.)
+
+--_Tu tienes un caudal asombroso._--(Possiedi ricchezze spaventose.)
+
+Qui borbottò non so che d'amanti, di matrimonio, di felicità, onde capii
+che supponeva ch'io fossi ammogliato, e poi soggiunse:
+
+--_El dia que te casaste hubo en tu casa muchos dares y tomares._--(Il
+giorno che ti ammogliasti si fecero grandi feste in casa tua: vi furono
+molti _dare_ e _pigliare_.)
+
+--_Y otra se quedó llorando._--(E un'altra donna ne pianse.)
+
+--_Y cuando tu la vees te se abren las alas del corazon._--(E quando tu
+la vedi ti si aprono le ali del cuore.)
+
+E avanti su questo tenore, dicendo che avevo amanti e amici e tesori e
+gioie che m'aspettavano tutti i giorni dell'anno in tutti i paesi del
+mondo. Mentre la vecchia parlava, tutti tacevano, come se credessero che
+profetasse davvero. Chiuse finalmente la profezia con una formola di
+commiato, e chiuse la formola allargando le braccia e spiccando un salto
+in un atteggiamento di danza. Io diedi la _peceta_, e la folla proruppe
+in grida, in applausi, in canti, facendomi intorno mille strani gesti e
+salti, e salutandomi a spintoni e a colpi di mano sulla spalla come un
+vecchio amico, finchè, a forza di divincolarmi e di urtare ora l'uno ora
+l'altro, riuscii ad aprirmi un varco e a raggiungere gli amici. Ma un
+nuovo pericolo ci minacciava. La notizia dell'arrivo d'uno straniero
+s'era sparsa, le tribù s'erano mosse, la città dei gitani era tutta in
+rumore; dalle case vicine, dai tugurii lontani, dall'alto della collina,
+dal fondo della valle, accorrevano ragazzi, donne coi bimbi in collo,
+vecchi col bastone, storpi e malati impostori, profetesse settuagenarie
+che volevano dir la ventura; un esercito di pezzenti ci veniva addosso
+da ogni parte. Era notte; non c'era da esitare; pigliammo la corsa, come
+scolaretti, alla volta della città. Allora ci scoppiò alle spalle un
+gridío di casa del diavolo e i più lesti si misero ad inseguirci.
+Grazie al cielo, dopo una breve galoppata, ci trovammo al sicuro,
+stanchi, ansanti, coperti di polvere; ma salvi.
+
+"A qualunque costo," mi disse ridendo il signor Melchiorre, "bisognava
+scappare; se no si sarebbe tornati a casa senza camicia."
+
+"E noti," soggiunse il Gongora, "che non abbiamo veduto che le porte del
+borgo dei gitani; la parte civile; non si può dire il Parigi, nè il
+Madrid; ma almeno la Granata dell'Albaicin; se fossimo andati oltre! se
+lei avesse veduto il resto!"
+
+"Ma quante migliaia sono questa gente?" domandai.
+
+"Non si sa."
+
+"In che modo vivono?"
+
+"Non si capisce."
+
+"Che autorità riconoscono?"
+
+"Una sola: _los reyes_ (i re), capi delle famiglie o delle case, quelli
+che hanno più danari e più anni. Essi non escon mai dal loro borgo, non
+sanno nulla, vivono al buio di tutto ciò che accade fuor della cerchia
+delle loro case. Le dinastie cadono, i governi si trasformano, gli
+eserciti si battono, ed è un miracolo se ne giunge la notizia fino al
+loro orecchio. Domandi loro se Isabella è ancora sul trono o no: non lo
+sanno. Domandi loro chi è Don Amedeo: non ne hanno mai inteso il nome.
+Nascono e muoiono come le mosche, e vivono come secoli fa,
+moltiplicandosi senza uscire dai propri confini; ignoranti e ignorati,
+non vedendo altro in tutta la loro vita fuor che la valle che s'apre
+sotto i loro piedi e l'Alhambra che torreggia sul loro capo."
+
+Ripassammo per tutte le strade percorse prima, ora deserte ed oscure, e
+mi pareva che non finissero mai; e sali e scendi e svolta e gira e
+rigira; finalmente s'arrivò nella piazza dell'_Audiencia_, in mezzo alla
+città di Granata, nel mondo civile. Alla vista dei caffè e delle
+botteghe illuminate, provai un senso di piacere, come se fossi tornato
+alla vita cittadina dopo un anno di soggiorno in una landa disabitata.
+
+ * * * * *
+
+La sera del dì dopo partii per Valenza. Mi ricordo che pochi momenti
+prima di partire, dovendo pagare il conto dell'albergo, osservai al
+padrone che nella nota c'era segnata una candela di più, e gli domandai
+ridendo: "Me la toglie?" Il padrone afferrò la penna, e togliendo venti
+centesimi dal totale della somma, rispose con voce che voleva parer
+commossa:
+
+"Diavolo! fra Italiani!...."
+
+
+
+
+XIII.
+
+VALENZA.
+
+
+Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto _de un tiron_, come si dice
+in Spagna, o d'un fiato, è uno di quegli spassi che un uomo ragionevole
+si piglia una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar, villaggio
+posto sulla riva sinistra del Guadalquivir tra Iaen e Andujar, è una
+nottataccia di diligenza; da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una
+mezza giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza tendine, in
+mezzo a pianure nude come la palma della mano, con quel po' po' di sole;
+e dall'Alcazar di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una serata
+che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando il treno, è un'altra
+notte e un'altra mattinata, per arrivar poi alla sospirata città sul
+punto di mezzogiorno quando la natura, come direbbe Emilio Praga,
+raccapriccia all'orrida idea che ci siano ancor quattro mesi di estate.
+
+Ma bisogna dire che il paese che si percorre sul principio e sulla fine
+di questo viaggio è così bello che se si fosse capaci di un sentimento
+gentile quando si casca dal sonno e si va in acqua dal caldo, ci sarebbe
+da andare mille volte in visibilio. È un viaggio di vedute inaspettate,
+di cambiamenti improvvisi, di contrasti stravaganti, di colpi di scena,
+per così dire, della natura, di trasformazioni meravigliose e
+fantastiche, che lascia nella mente non so che vaga illusione d'aver
+percorso, non un tratto della Spagna, ma tutto un meridiano della terra,
+a traverso i paesi più disparati. Dalla _vega_ di Granata, che
+attraversate al lume della luna, quasi aprendovi la via fra i boschi e i
+giardini, in mezzo a una vegetazione pomposa che par che vi s'affolli
+intorno come un mare gonfiato per avvolgervi ed inghiottirvi nei suoi
+cavalloni di verzura; riuscite in mezzo a monti brulli e dirupati ove
+non si vede traccia d'abitazione umana, rasentate l'orlo dei precipizii,
+costeggiate le rive dei torrenti, scorrete in fondo ai burroni, vi par
+di esservi smarriti in un labirinto di roccie. Di qui riuscite un'altra
+volta in mezzo alle colline verdi e ai campi fioriti dell'alta
+Andalusia, e poi tutto a un tratto spariscon campi e colline, e vi
+trovate in mezzo alle montagne di pietra della Sierra Morena, che vi
+pendon da ogni parte sul capo e vi chiudon tutt'intorno l'orizzonte come
+le pareti d'un abisso immenso. Uscite dalla Sierra Morena, vi si stendon
+davanti le deserte pianure della Mancia; uscite dalla Mancia,
+v'inoltrate nella florida pianura d'Almansa, svariata d'ogni maniera di
+coltivazioni, che presenta l'aspetto d'un vastissimo tappeto a
+scacchiere dipinto di tutte le sfumature di verde che possano uscire
+dalla tavolozza d'un paesista. E finalmente di là dalla pianura
+d'Almansa, s'apre un'oasi deliziosa, una terra benedetta da Dio, un vero
+paradiso terrestre, il regno di Valenza; dai confini del quale fino alla
+città, si trascorre in mezzo ai giardini, ai vigneti, a folte macchie
+d'aranci, a villette bianche coronate di terrazze, a villaggi allegri
+dipinti di vivi colori, a gruppi, a filari, a boschetti di palme, di
+melagrani, di aloè, a canneti di zucchero, a sterminate siepi di fichi
+d'India, a lunghe catene di collinette e di poggi di forma conica,
+coltivati a orticelli, a giardinetti, ad aiuoline, scaccheggiati
+minutamente di cima in fondo e variopinti come grandi mazzi di erbe e di
+fiori; e per tutto una vegetazione ardente, che colma ogni vuoto, che
+soverchia ogni altezza, che veste ogni sporgenza, che s'alza, che
+spenzola, che striscia, che si pigia, s'ammucchia, s'intralcia, vi
+impedisce la vista, vi chiude la strada, vi abbarbaglia di verde, vi
+stanca di bellezza, vi confonde coi suoi capricci e le sue follie, e vi
+fa l'effetto come d'una figliazione improvvisa della terra accesa d'una
+febbre voluttuosa dal fuoco d'un vulcano segreto.
+
+ * * * * *
+
+Il primo edifizio che dà nell'occhio entrando in Valenza, è un immenso
+Circo di tori, situato a destra della strada ferrata, formato da quattro
+ordini sovrapposti di archi sorretti da robusti pilastri, tutto di
+mattoni, arieggiante, alla lontana, il Colosseo. È il Circo dei tori,
+dove il quattro settembre del 1871 il re Amedeo al cospetto di
+diciassette mila persone strinse la mano al celebre _torero_
+soprannominato il Tato, monco d'una gamba, che, essendo direttore dello
+spettacolo, aveva chiesto il permesso d'andargli a presentare i suoi
+omaggi nel palco. Valenza è tutta piena di ricordi del duca d'Aosta. Il
+sacrestano della cattedrale possiede un cronometro d'oro, colle sue
+iniziali in diamanti, e una catena imperlata, regalatagli da lui quando
+andò a pregare nella capella di _Nuestra Señora de los Desamparados_.
+Nell'Ospizio di questo nome i poveri si ricordano d'aver un giorno
+ricevuto dalla mano sua il loro pane quotidiano. Nell'opificio di
+musaici di un tal Nolla si conservan due mattoni, sull'uno dei quali
+egli incise di suo pugno il proprio nome, e sull'altro il nome della
+regina. Nella piazza di Tetuan il popolo addita la casa del conte di
+Cervellon, nella quale ei fu ospitato; che è la casa medesima dove
+Ferdinando VII firmò nel 1814 i decreti che annullavano la Costituzione,
+dove abdicò la regina Cristina nel 1840, dove passò alcuni giorni la
+regina Isabella nell'anno 1858. Infine, non v'è angolo della città nel
+quale non si possa dire: qui strinse la mano a un popolano; qui visitò
+un opificio, qui passò a piedi, lontano dal suo seguito, circondato da
+una folla, fiducioso, sereno, sorridente.
+
+E fu appunto Valenza, poichè sono a parlare del duca d'Aosta, fu Valenza
+la città nella quale una bambina di cinque anni, recitandogli dei versi,
+toccò quel terribile argomento del _Rey extranjero_ colle più nobili e
+più sensate parole che si sian forse pronunziate in Spagna da parecchi
+anni a questa volta; parole che se tutta la Spagna avesse raccolte e
+meditate, forse ella si sarebbe risparmiate molte delle calamità che
+l'hanno colpita e che l'aspettano; parole che forse, un giorno, qualche
+spagnuolo rammenterà sospirando, e che già fin d'ora traggono dagli
+avvenimenti una luce meravigliosa di verità e di bellezza. E poichè i
+versi son gentili e facili, io li trascrivo. La poesia è intitolata _Dio
+e il Re_, e dice così:
+
+ «Dios, en todo soberano,
+ Creò un dia á los mortales,
+ Y á todos nos hizo[7] iguales
+ Con su poderosa mano.
+
+ No reconoció Naciones
+ Ni colores ni matices[8]
+ Y en ver los hombres felices
+ Cifró sus aspiraciones.
+
+ El Rey, che su imágen es,
+ Su bondad debe imitar
+ Y el pueblo no ha de indagar
+ Si es aleman ó francés.
+
+ ¿Porqué con ceño[9] iracundo
+ Rechazarle[10] siendo bueno?
+ Un Rey de bondades lleno[11]
+ Tiene por su patria el mundo.
+
+ [12]Vino de nacion estraña
+ Cárlos Quinto emperador,
+ Y conquistó su valor
+ Mil laureles para España.
+
+ Y es un recuerdo glorioso
+ Aunque en guerra cimentado,
+ El venturoso reinado
+ De Felipe el Animoso.
+
+ Hoy el tercero sois Vos
+ Nacido en estraño suelo
+ Que viene á ver nuestro cielo
+ Puro destello de Dios.
+
+ Al rayo de nuestro sol
+ Sed bueno, justo y leal,
+ Que á un Rey bueno y liberal
+ Adora el pueblo español.
+
+ Y á vuestra frente el trofeo
+ Ceñid[13] de perpetua gloria,
+ Para que diga la historia
+ --Fué grande el Rey Amadeo.--»
+
+Oh povera ragazzina, quante cose saggie hai detto tu, e quante cose
+insensate hanno fatto gli altri!
+
+ * * * * *
+
+La città di Valenza, se vi s'entra ripensando alle ballate dei poeti che
+ne cantarono le meraviglie, non pare che risponda alla bella immagine
+che ce n'eravamo formata nella mente; e d'altra parte non offre
+quell'aspetto sinistro al quale ci si prepara, se si bada alla sua
+giusta fama di città turbolenta, battagliera, fomentatrice di guerre
+civili e piuttosto vaga dell'odor della polvere che della fragranza dei
+suoi boschetti d'aranci. È una città costrutta sur una vasta e florida
+pianura, sulla riva destra del Guadalaviar, che la separa dai suoi
+sobborghi, un po' lontana dalla rada che le serve di porto, tutta
+strade tortuose, fiancheggiate da case alte, sgraziate e multicolori, e
+però di men gradevole aspetto che le strade delle città andaluse, e
+prive affatto di quella vaga aria orientale che muove così caramente la
+fantasia. Sulla riva sinistra del fiume si stende uno stupendo passeggio
+formato da maestosi viali e da bei giardini, al quale si giunge uscendo
+dalla città per la porta del Cid, fiancheggiata da due grosse torri
+merlate, chiamata col nome dell'eroe perchè per essa egli passò nel 1094
+dopo avere scacciato i Mori da Valenza. La cattedrale, costrutta in uno
+spazio dove sorse un tempio a Diana al tempo dei Romani, poi una chiesa
+a San Salvatore al tempo dei Goti, poi una moschea al tempo degli Arabi,
+convertita daccapo in chiesa dal Cid, mutata una seconda volta in
+moschea dagli Arabi nel 1101, e per una terza volta in chiesa dal re Don
+Iaime dopo la cacciata definitiva degli invasori, è un vasto edifizio,
+straricco di ornamenti e di tesori; ma che non può reggere il confronto
+colla maggior parte delle altre cattedrali spagnuole. V'hanno parecchi
+palazzi degni di esser visti, come il palazzo dell'_Audiencia_, che è un
+bel monumento del decimosesto secolo, nel quale si radunavano le Cortes
+del regno di Valenza; la _casa de ayuntamiento_, costrutta tra il secolo
+XV e il XVI, nella quale si conserva la spada di Don Iaime, le chiavi
+della città e la bandiera dei Mori; e sopra tutti la _Lonja_, la Borsa
+dei negozianti, per la sua celebre sala formata da tre grandi navate
+divise da ventiquattro colonne torte sulle quali s'incurvano con uno
+slancio ardito gli archi leggieri delle vôlte, e l'occhio riceve da
+quell'architettura una gradevole impressione di gaiezza e d'armonia. E
+infine v'è un museo di pittura che non è tra gli ultimi di Spagna.
+
+Ma a dire il vero in quei pochi giorni ch'io rimasi a Valenza aspettando
+un bastimento, ebbi più il capo alla politica che all'arte. Ed
+esperimentai la verità delle parole che prima di partir dall'Italia
+avevo inteso dire da un illustre italiano, il quale conosce la Spagna
+come casa sua: «Lo straniero che vive, anche per breve tempo, in
+Ispagna, è condotto a poco a poco, senza quasi ch'ei se n'accorga, a
+scaldarsi il sangue e a beccarsi il cervello sulla politica, come se la
+Spagna fosse il suo paese, o le sorti del suo paese pendessero dalle
+sorti della Spagna. Le passioni son tanto ardenti, la lotta è così
+accanita, e in questa lotta è sempre così apertamente in giuoco
+l'avvenire, la salute, la vita della nazione, che non è possibile, a chi
+nulla nulla sia latino d'immaginazione e di fibra, il rimaner spettatore
+indifferente. Bisogna agitarsi, parlar nei crocchi, pigliar sul serio le
+elezioni, imbrancarsi nella folla che fa le dimostrazioni politiche,
+rompersi con qualche amico, formarsi una società di gente che la pensi
+come noi, e farsi, in una parola, spagnuolo fino al bianco dell'occhio.
+E via via che si diventa spagnuoli, si scorda l'Europa, come se fosse
+agli Antipodi, e si finisce col non veder più che la Spagna, come se la
+governassimo noi, e tutti i suoi interessi fossero nelle nostre mani.»
+Così è, e così m'avvenne. In quei pochi giorni era naufragato il
+Ministero conservatore, e i radicali avevano il vento in poppa; la
+Spagna era tutta in ribollimento; cadevano governatori, generali,
+impiegati di tutti i gradi e di tutte le amministrazioni; una folla di
+gente nuova irrompeva negli uffizi dei ministeri gettando grida
+d'allegrezza; lo Zorilla doveva inaugurare un'èra nuova di prosperità e
+di pace; Don Amedeo aveva avuto un'ispirazione dal cielo; la libertà
+aveva vinto; la Spagna era salva. Anch'io, sentendo suonar la banda
+dinanzi alla casa del nuovo governatore, sotto un bel cielo stellato, in
+mezzo al popolo allegro, ebbi un barlume di speranza che il trono di Don
+Amedeo potesse finalmente allargar le radici, e mi rammaricai d'essere
+stato troppo facile a pronosticar male. E quella commedia che
+rappresentava lo Zorilla nella sua villa quando non voleva a nessun
+costo accettare la presidenza del Ministero, e rimandava indietro amici
+e deputazioni, e finalmente, spossato dal continuo dir di no, cadeva in
+deliquio dicendo di sì, mi dava, allora, un alto concetto della fermezza
+del suo carattere, e mi induceva a bene augurare del nuovo Governo. E
+dicevo tra me ch'era un peccato partir dalla Spagna allora che
+l'orizzonte si faceva azzurro e il palazzo reale di Madrid si tingeva di
+color di rosa. E già ventilavo il disegno di tornare a Madrid per
+goderci la soddisfazione di poter mandare in Italia delle notizie
+consolanti, le quali m'avrebbero fatto perdonare l'imprudenza che avevo
+avuto fino allora di non dire delle bugie. E ripetevo i versi del Prati:
+
+ «Oh qual destin t'aspetta
+ Aquila giovinetta!»
+
+e salvo un po' di gonfiezza negli appellativi, mi pareva che
+racchiudessero una profezia, e immaginavo di vedere il poeta in piazza
+Colonna, a Roma, e di corrergli incontro per dargli il mi rallegro e
+serrargli la mano....
+
+ * * * * *
+
+La più bella cosa a vedersi in Valenza è il mercato. I contadini
+valenzani sono di tutta la Spagna i più artisticamente e bizzarramente
+vestiti. Per fare una bella figura in mezzo alle maschere dei nostri
+veglioni, non avrebbero che da entrare in teatro tal quale si trovano i
+giorni di festa e di mercato per le strade di Valenza e per le vie della
+campagna. Al vedere i primi così vestiti, vien da ridere, e non si può
+credere in nessuna maniera che sian contadini spagnuoli. Hanno non so
+che aria di greci, di beduini, di giuocatori di pallone, di danzatori di
+corda, di donne mezzo spogliate per andare a letto, di comparse da
+tragedia non finite di vestire, di gente faceta che voglia far ridere a
+spese sue. Hanno una camicia bianca ed ampia che tien luogo di
+giacchetta, un panciottino di velluto di vario colore aperto sul petto,
+un par di calzoni di tela, della forma di quei degli zuavi, che non
+arrivano al ginocchio, e paion mutande di donna, e svolazzano come le
+gonnelline d'una ballerina; una fascia rossa o azzurra intorno alla
+vita; una specie di uose di lana bianca, ricamate, che lascian vedere il
+ginocchio nudo; un par di sandali di corda come i contadini catalani; e
+per copertura della testa, che portan quasi tutti rapata come i chinesi,
+un fazzoletto rosso, o turchino, o giallo, o bianco, avvolto a modo di
+cartoccio e annodato sulle tempie o sulla nuca; sul quale metton qualche
+volta un cappelletto di velluto, di forma simile a quello che s'usa
+nelle altre provincie di Spagna. Quando vanno in città portan quasi
+tutti sulle spalle o sul braccio, ora a guisa di scialle, ora di
+mantellina, ora di ciarpa, una capa di lana, lunga e stretta, a striscie
+di vivissimi colori, per lo più bianco e rosso, ornata di fiocchi di
+frangie e di rosette. L'aspetto che presenta una piazza dove siano
+raccolti qualche centinaio di uomini così vestiti, è facile a
+immaginare; è una scena carnevalesca; una festa, un tumulto di colori
+che mette allegrezza come la musica d'una banda; uno spettacolo nello
+stesso tempo ciarlatanesco, gentile, pomposo e ridicolo; al quale i
+volti accigliati e gli atteggiamenti maestosi, che distinguono i
+contadini valenziani, aggiungono una sfumatura di gravità che ne
+accresce la stravagante bellezza.
+
+ * * * * *
+
+Se v'è un proverbio insolente e bugiardo, è quell'antico proverbio
+spagnuolo che dice: in Valenza la carne è erba, l'erba è acqua, gli
+uomini son donne e le donne nulla. Lasciando da parte quella della
+carne e dell'erba, ch'è un bisticcio, gli uomini, specie del basso
+popolo, sono alti e robusti ed hanno un aspetto ardito quanto i catalani
+e gli aragonesi, con qualcosa di più vivo e di più luminoso negli occhi;
+e le donne sono per consentimento di tutti gli Spagnuoli e di quanti
+stranieri hanno viaggiato in Spagna, le più classicamente belle del
+paese. I valenziani, i quali sanno che la costa orientale della penisola
+fu prima occupata dai Greci e dai Cartaginesi, dicono: è chiaro! _Aqui
+se quedó el tipo de la belleza griega._ (Qui rimase il tipo della
+bellezza greca.) Io non ardisco dire nè sì nè no, perchè il definire la
+bellezza delle donne d'una città in cui si son passate alcune ore, mi
+parrebbe una licenza da compilatore di _Guide_. Ma è facile accorgersi
+d'una differenza recisa che corre tra la bellezza delle andaluse e la
+bellezza delle valenziane. La valenziana è più alta di statura, più
+grassoccia, meno bruna, e ha tratti più regolari, e occhi più soavi, e
+andatura e atteggiamenti più matronali. Non è un pepino come l'andalusa,
+che fa sentire il bisogno di mordersi un dito quasi per sedare la subita
+e disordinata insurrezione di desiderii capricciosi che ci si desta
+dentro alla sua vista; ma è una donna che si guarda con un sentimento di
+più tranquilla ammirazione, e mentre si guarda, come dice dell'Apollo
+del Belvedere il La Harpe, _notre tête se relève, notre maintien
+s'ennoblit_; e invece di fantasticare una casetta andalusa per
+nasconderla agli occhi del mondo, si desidera un palazzo di marmo per
+accogliervi dame e cavalieri che vengano a renderle omaggio.
+
+ * * * * *
+
+A sentir gli altri Spagnuoli, il popolo Valenziano è feroce e crudele
+oltre ogni immaginazione. Chi vuol disfarsi d'un nemico, trova l'uomo
+servizievole che, per pochi scudi, s'incarica della bisogna colla
+indifferenza con cui accetterebbe la Commissione di portare una lettera
+alla posta. Un contadino valenziano che si trovi ad avere il fucile tra
+le mani mentre passa uno sconosciuto per una strada solitaria, dice al
+compagno:--_Voy à ver si acierto,_--(Vediamo se tiro giusto,) e piglia
+la mira e spara. Si racconta questa che, da quanto mi fu assicurato, è
+storica e seguì non molti anni sono. Nelle città e nei villaggi della
+Spagna i ragazzi ed i giovanotti del popolo soglion giocar fra loro,
+com'essi dicono, ai tori. Uno fa il toro e dà le capate; un altro, con
+un bastone stretto sotto l'ascella, a modo di lancia, portato a
+cavalluccio da un terzo che rappresenta il cavallo, respinge gli assalti
+del primo. Una volta una brigata di giovani valenziani pensarono di far
+questo gioco con qualche novazione che gli desse un po' più di
+somiglianza alle vere cose dei tori, e procurasse agli spettatori e agli
+artisti un po' più di emozione che i giuochi consueti; e la novazione fu
+di sostituire al bastone un lungo coltello aguzzato e affilato, una di
+quelle formidabili _navajas_ che abbiamo viste a Siviglia e di darne
+all'uomo che faceva la parte di toro, due altre un po' più corte, le
+quali, tenute ferme da una parte e l'altra del capo, tenesser luogo di
+corna. Incredibile, ma vero! Si fece il gioco a coltellate, si sparse un
+lago di sangue, parecchi furono uccisi, altri feriti a morte, altri
+malconci, senza che il gioco si convertisse in rissa, senza che le
+regole dell'arte fossero una volta violate, senza che alcuno levasse la
+voce per far cessare la strage!
+
+_Relata refero_, e son ben lontano dal credere tutto ciò che dei
+valenziani si dice; ma è certo che a Valenza la sicurezza pubblica, se
+non è un mito, come dicono poeticamente le nostre gazzette parlando
+delle Romagne e della Sicilia, non è neanco il primo dei beni che vi si
+goda, dopo quello della vita. Me ne persuasi la prima sera del mio
+soggiorno in quella città. Non sapevo andare al porto, credevo che fosse
+vicino, dimandai a una bottegaia per dove dovevo passare. Gettò un grido
+di meraviglia.
+
+"Al porto vuol andare, _caballero_?"
+
+"Al porto."
+
+"_Ave Maria purisima_, al porto a quest'ora?" E si voltò verso un
+crocchio di donne che stavan accanto alla porta dicendo in dialetto
+valenzano:
+
+"Donne, rispondetegli voi per me: questo signore mi domanda per dove si
+passa per andare al porto!"
+
+Le donne risposero ad una voce: "Dio lo guardi!"
+
+"Ma da che?"
+
+"Non si fidi!"
+
+"Ma per che ragione?"
+
+"Per mille ragioni."
+
+"Ditene una."
+
+"Potrebb'essere assassinato."
+
+Mi bastò una ragione sola, come ognuno può capire; e non cercai più in
+là.
+
+ * * * * *
+
+Del resto, a Valenza come altrove, per quel poco commercio ch'ebbi colla
+gente, non trovai che cortesia, come straniero, e come italiano,
+un'accoglienza amichevole, anche da coloro che non volevan sentir
+parlare di re stranieri in genere, e di principi di Casa Savoia in
+specie, e ch'erano i più; ma che mi usavano la finezza di dirmi
+prima:--non tocchiamo questa corda.--Allo straniero che, richiesto di
+dove sia, risponde:--Son francese,--fanno un sorriso garbato come per
+dire:--Ci conosciamo.--A quegli che risponde:--Son tedesco od
+inglese,--fanno un leggero cenno col capo come per dire:--M'inchino;--a
+quegli che risponde:--Sono italiano!--porgon la mano con un atto vivace,
+come se volessero dire:--Siamo amici,--e lo guardano con un'aria di
+curiosità come si guarda per la prima volta una persona della quale si
+sia inteso dire che ci somiglia, e sorridono piacevolmente al sentir
+parlare la lingua italiana come si sorride al sentir qualcuno che senza
+volerci mettere in canzonatura imita la nostra voce e il nostro accento.
+In nessun paese del mondo un italiano sente meno la lontananza della
+patria che in Spagna. Glie la rammenta il cielo, la lingua, i volti, i
+costumi; la venerazione con cui vi si pronunzia il nome dei nostri
+grandi poeti e dei nostri grandi pittori; quel sentimento vago e
+gentile di curiosità con cui vi si parla delle nostre città famose;
+l'entusiasmo con cui vi si ascolta la nostra musica, l'impeto degli
+affetti, la foga del linguaggio, il ritmo della poesia, gli occhi delle
+donne, l'aria, il sole. Oh! bisogna che non ami neppur la sua patria,
+l'italiano che non prova un moto di simpatia per quel paese, che non si
+sente inclinato a scusare i suoi errori, che non deplora sinceramente le
+sue sventure, che non gli augura la buona fortuna. Belle colline di
+Valenza, sponde ridenti del Guadalquivir, giardini fatati di Granata,
+casine bianche di Siviglia, torri superbe di Toledo, e strade rumorose
+di Madrid, e venerande mura di Saragozza, e voi, ospiti affettuosi e
+cortesi compagni di viaggio, che mi parlaste d'Italia come d'una seconda
+patria, che dissipaste colla vostra festiva gaiezza le mie malinconie
+vagabonde; io avrò sempre in fondo al cuore un sentimento di gratitudine
+e di affetto per voi, e custodirò nella mente le vostre immagini come
+uno dei più cari ricordi della mia giovinezza; e penserò sempre a voi
+come a uno dei più bei sogni della mia vita.
+
+Queste parole dicevo tra me, guardando a mezzanotte Valenza illuminata,
+appoggiato sul parapetto del bastimento il _Genil_, ch'era sul punto di
+partire. S'erano imbarcati con me alcuni giovani spagnuoli che andavano
+a Marsiglia, per far vela da quel porto alla volta delle Antille, dove
+sarebbero restati per parecchi anni. Uno di essi piangeva in disparte. A
+un tratto si alzò, e guardò verso la riva, in mezzo a due bastimenti
+ancorati, ed esclamò con un accento di desolazione:-Oh! Dio mio! speravo
+che non venisse!--
+
+Dopo pochi momenti una barca s'avvicinò al bastimento, una figurina
+bianca, seguita da un uomo avvolto in una cappa, salì in fretta la
+scala, e mettendo un profondo singhiozzo, si gettò fra le braccia del
+giovane che le era corso incontro.
+
+In quel punto il nostromo gridò: "Signori! si parte!"
+
+Allora si vide una scena straziante; dovettero separare i due giovani a
+forza, e portar la donna quasi svenuta nella barca, che si scostò un
+poco e rimase immobile.
+
+Il bastimento partì.
+
+Allora il giovane si slanciò coll'impeto d'un disperato al parapetto, e
+gridò singhiozzando con una voce che passava l'anima: "Addio, cara!
+Addio! Addio!"
+
+La figurina bianca tese le braccia e forse rispose; ma la sua voce non
+fu intesa. La barca s'allontanò e disparve.
+
+Uno dei giovani mi disse nell'orecchio:--Son sposi.--
+
+Era una bella notte; ma trista. Valenza disparve presto, e io pensai che
+forse non avrei mai più riveduto la Spagna, e piansi.
+
+ FINE.
+
+
+NOTE:
+
+ [7] fece.
+
+ [8] sfumature.
+
+ [9] cipiglio.
+
+ [10] respingerlo.
+
+ [11] si legge _glieno_ e significa _pieno_.
+
+ [12] venne.
+
+ [13] si legge _segnid_ e significa cingete.
+
+
+
+
+INDICE.
+
+
+ I. Barcellona Pag. 1
+
+ II. Saragozza 32
+
+ III. Burgos 72
+
+ IV. Valladolid 103
+
+ V. Madrid 122
+
+ VI. Aranjuez 250
+
+ VII. Toledo 256
+
+ VIII. Cordova 288
+
+ IX. Siviglia 325
+
+ X. Cadice 370
+
+ XI. Malaga 386
+
+ XII. Granata 394
+
+ XIII. Valenza 469
+
+
+
+
+ * * * * *
+
+NOTA DEL TRASCRITTORE
+
+La punteggiatura e l'ortografia originali sono state mantenute.
+
+Sono stati corretti i seguenti refusi (la correzione è sulla riga
+sottostante).
+
+ voce lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horribile
+ voce lamentevole--_Ah quelle nuit! Quelle horrible
+
+ malas consecuenencias en España._" Poi scese e si
+ malas consecuencias en España._" Poi scese e si
+
+ e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa
+ e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa di
+
+ in mezzo alla piazza, che mi guardarva con tanto
+ in mezzo alla piazza, che mi guardava con tanto
+
+ lo stuolo dei _capeadoros_ che gl'insegue come
+ lo stuolo dei _capeadores_ che gl'insegue come
+
+ quadro del povero Claudo Coello, che morì di crepacuore
+ quadro del povero Claudio Coello, che morì di crepacuore
+
+ del tipo anduluso: con quel bruno carico, con quelle
+ del tipo andaluso: con quel bruno carico, con quelle
+
+ "_Es verdad ques es una ciudad que sobrenada en la
+ "_Es verdad que es una ciudad que sobrenada en la
+
+ garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il _choriso_
+ garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il _chorizo_
+
+ ei solo un visita d'una giornata. Le cappelle
+ ei solo una visita d'una giornata. Le cappelle
+
+ sale il custode vi accenna un macchia rossastra che
+ sale il custode vi accenna una macchia rossastra che
+
+ "_Se le ha quedado un uevo en la garganta!_" (Le è
+ "_Se le ha quedado un huevo en la garganta!_" (Le è
+
+ porte della torre. Di là mi voltai a guardare ancora
+ porta della torre. Di là mi voltai a guardare ancora
+
+ "Ma scusi: invcee di mangiare come un cane in
+ "Ma scusi: invece di mangiare come un cane in
+
+
+Le seguenti grafie alternative sono state mantenute:
+
+ mormorio/mormorío/mormorìo
+ ronzio/ronzìo
+ vôlta/vòlta/vólta
+
+ * * * * *
+
+
+
+
+
+
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+
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+electronic work, or any part of this electronic work, without
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+Gutenberg-tm License.
+
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+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
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+that
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+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
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+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
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+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
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+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
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+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
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+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
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+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
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+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
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+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
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+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
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+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH F3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
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+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
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+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
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+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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Binary files differ
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+ The Project Gutenberg eBook of Spagna, by Edmondo De Amicis.
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+<pre>
+
+The Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Spagna
+
+Author: Edmondo De Amicis
+
+Release Date: December 7, 2009 [EBook #30605]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed
+Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was
+produced from scanned images of public domain material
+from the Google Print project.)
+
+
+
+
+
+
+</pre>
+
+
+
+
+<h1><big>SPAGNA</big></h1>
+
+<p class="title">DI<br /><br />
+
+<big>EDMONDO DE AMICIS.</big></p>
+
+<hr style="width: 5%;" />
+
+<p class="center noi"><b>Seconda edizione.</b></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 120px;">
+<img src="images/rosa.jpg" width="120" height="132" alt="Non bramo altr&#39;esca" title="Non bramo altr&#39;esca" />
+</div>
+
+<p class="title"><big>FIRENZE,</big><br />
+
+G. BARBÈRA, EDITORE.<br />
+
+<big>&mdash;</big><br />
+
+1873.
+</p>
+
+<hr style="width: 65%; margin-bottom: 0em;" />
+<p style="text-indent: -1em;">Quest'opera della quale ho acquistato la proprietà, è stata depositata al Ministero
+d'Agricoltura e Commercio per godere i diritti accordati dalla legge
+sulla proprietà letteraria.</p>
+
+<p class="smcap right">
+G. Barbèra.<br />
+<span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[1]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="INDICE" id="INDICE"></a>INDICE.</h2>
+
+
+<table summary="indice">
+<tr>
+<td class="right">I.</td>
+<td style="width: 5em;"> Barcellona</td>
+<td class="right"> <a href="#Page_1">Pag.&nbsp;&nbsp;&nbsp;1</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">II.</td>
+<td>Saragozza</td>
+<td class="right"><a href="#Page_32">32</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">III.</td>
+<td>Burgos</td>
+<td class="right"><a href="#Page_72">72</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">IV.</td>
+<td>Valladolid</td>
+<td class="right"><a href="#Page_103">103</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">V.</td>
+<td>Madrid</td>
+<td class="right"><a href="#Page_122">122</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">VI.</td>
+<td>Aranjuez</td>
+<td class="right"><a href="#Page_250">250</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">VII.</td>
+<td>Toledo</td>
+<td class="right"><a href="#Page_256">256</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">VIII.</td>
+<td>Cordova</td>
+<td class="right"><a href="#Page_288">288</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">IX.</td>
+<td>Siviglia</td>
+<td class="right"><a href="#Page_325">325</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">X.</td>
+<td>Cadice</td>
+<td class="right"><a href="#Page_370">370</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">XI.</td>
+<td>Malaga</td>
+<td class="right"><a href="#Page_386">386</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">XII.</td>
+<td>Granata</td>
+<td class="right"><a href="#Page_394">394</a></td></tr>
+<tr>
+<td class="right">XIII.</td>
+<td>Valenza</td>
+<td class="right"><a href="#Page_469">469</a></td></tr>
+</table>
+
+<hr class="double" />
+
+<h1>
+SPAGNA.<br />
+</h1>
+
+<hr class="hid" />
+
+
+<h2>I.<br /><br />
+
+BARCELLONA.</h2>
+
+
+<p>Era una mattina piovosa di febbraio, e mancava
+un'ora al levar del sole. Mia madre m'accompagnò
+fin sul pianerottolo, ripetendomi in fretta tutti i consigli
+che mi soleva dare da un mese; poi mi gettò
+le braccia al collo, diede in uno scoppio di pianto,
+e disparve. Io rimasi un momento là col cuore stretto,
+guardando la porta quasi sul punto di gridare:&mdash;Apri!
+Non parto più! Resto con te!&mdash;poi mi cacciai
+giù per le scale, come un ladro inseguito. Quando
+fui nella strada, mi parve che tra me e casa mia si
+fossero già stese le onde del mare, e alzate le cime
+dei Pirenei; ma benchè da tanto tempo aspettassi
+quel giorno con impazienza febbrile, non ero punto
+allegro. Incontrai alla svoltata d'una strada un medico
+mio amico che andava all'ospedale, e ch'io non
+aveva visto da più d'un mese; mi domandò: &#8220;Dove
+vai?&#8221;&mdash;&#8220;In Spagna,&#8221; risposi. Non mi voleva credere,
+<span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[2]</a></span>tanto il mio viso accigliato e melanconico era lontano
+dall'annunziare un viaggio di piacere. Per tutta la
+strada, da Torino a Genova, non pensai che a mia
+madre, alla mia camera che restava vuota, alla mia
+piccola biblioteca, alle care abitudini della mia vita
+casalinga, alle quali davo un addio per molti mesi. Ma
+giunto a Genova, la vista del mare, i giardini dell'Acquasola
+e la compagnia di Anton Giulio Barrili,
+mi restituirono la serenità e l'allegrezza. Ricordo
+che mentre stavo per scender nella barca che mi
+doveva condurre al bastimento, mi fu data una lettera
+da un fattorino d'albergo, nella quale non erano
+che queste parole: «Tristi notizie di Spagna. La condizione
+d'un italiano a Madrid, in tempi di lotta
+contro il Re, sarebbe pericolosa. Persisti a partire?
+Pensaci.» Saltai nella barca, e via. Poco prima che
+il bastimento partisse, vennero due uffiziali a dirmi
+addio: mi par ancora di vederli ritti in mezzo alla
+barca, quando il bastimento cominciava a muoversi.</p>
+
+<p>&#8220;Portami una spada di Toledo!&#8221; gridavano.</p>
+
+<p>&#8220;Portami una bottiglia di Xères!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Portami una chitarra! Un cappello andaluso!
+Un pugnale!&#8221;</p>
+
+<p>Di lì a poco non vidi più che i loro fazzoletti
+bianchi, e udii il loro ultimo grido; tentai di rispondere,
+ma la voce mi restò strozzata a mezza gola;
+mi misi a ridere, e mi passai una mano sugli occhi.
+Poco dopo mi rintanai nel mio bugigattolo, e addormentatomi
+d'un sonno delizioso, sognai i consigli di
+mia madre, il portamonete, la Francia, le Andaluse.
+<span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span>All'alba saltai su, e salii subito a poppa:
+eravamo a poca distanza dalla costa, era già costa
+francese, il primo lembo di terra straniera, ch'io
+vedeva: curiosa! non potevo saziarmi di guardare, e
+mille vaghi pensieri mi giravano per la testa, e dicevo:
+è la Francia? ma davvero? Son proprio io
+che son qui? Mi venivan dei dubbi sulla mia identità.
+A mezzogiorno si cominciò a vedere Marsiglia.
+La prima vista d'una gran città di mare dà come
+una sorta di stordimento, che uccide il piacere della
+meraviglia. Vedo, come a traverso d'una nebbia,
+un'immensa foresta di navi, un barcaiuolo che mi
+porge la mano parlandomi non so che gergaccio incomprensibile,
+una guardia doganale che mi fa pagare,
+non so in virtù di che legge, <i>deux sous pour
+les Prussiens</i>; poi una oscura camera d'albergo; poi
+strade lunghissime, piazze sconfinate, un viavai di
+gente e di carrozze, drappelli di zuavi, divise militari
+sconosciute, migliaia di lumi, migliaia di voci,
+e infine una stanchezza e una malinconia profonda,
+che finisce in un sogno penoso. L'indomani mattina
+all'alba ero in un carrozzone della strada ferrata
+che va da Marsiglia a Perpignano, in mezzo a una diecina
+d'ufficiali degli zuavi, arrivati il giorno innanzi
+dall'Affrica, chi colle gruccie, chi col bastone, chi
+con un braccio al collo; ma allegri e chiassoni come
+scolaretti. Il viaggio era lungo: bisognava pur cercar
+di discorrere; però, con tutto quello che avevo
+inteso dire della bile che hanno i Francesi con noi,
+non m'arrischiavo ad aprir bocca. Baie! Mi diresse
+la parola un di loro, si appiccò discorso: &#8220;Italiano?&#8221;&mdash;&#8220;Sì&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span>
+fu una festa; tutti, tranne uno,
+aveano combattuto in Italia; uno era stato ferito
+a Magenta; cominciarono a raccontar aneddoti di
+Genova, di Torino, di Milano, a domandarmi mille
+cose, a descrivermi la vita che menavano in Affrica.
+Uno tirò in ballo il Papa. &#8220;Ahi!&#8221; dissi tra
+me. Che! Era più <i>buzzurro</i> di me: diceva che dovevamo
+<i>trancher le n&oelig;ud de la question</i>, e andar fino
+in fondo senza darci pensiero dei rurali. Intanto,
+via via che ci avvicinavamo ai Pirenei, mi divertivo
+ad osservare il progressivo alterarsi della pronunzia
+nei viaggiatori che salivano nel carrozzone, a vedere
+come la lingua francese moriva, per così dire, nella
+lingua spagnuola, a sentire come la Spagna ci veniva
+incontro; fin che giunto a Perpignano, e cacciatomi
+in una diligenza, udii i primi: <i>Buenos dias</i> e <i>Buen
+viaje</i>, schietti e sonori, che mi fecero un piacere infinito.
+A Perpignano però non si parla spagnuolo, ma
+un dialettaccio misto di francese, di marsigliese e di
+catalano, che strazia le orecchie. La diligenza mi
+sbarcò a un albergo in mezzo a un visibilio di ufficiali,
+di signore, d'inglesi e di bauli; un cameriere
+mi fece seder per forza dinanzi a una tavola apparecchiata;
+mangiai, mi strozzarono, mi cacciarono in
+un'altra diligenza, e via.</p>
+
+<p>Ahimè! Io avevo vagheggiato per tanto tempo la
+traversata dei Pirenei, e mi toccò farla di notte;
+prima che arrivassimo alle falde dei primi monti,
+era già buio pesto. Per lunghe e lunghe ore, tra il
+sonno e la veglia, non vidi altro che un po' di strada<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span>
+rischiarata dalle lanterne della diligenza, qualche
+nero profilo di montagna, qualche rupe sporgente
+che quasi si poteva toccare stendendo la mano
+fuor del finestrino; e non udivo che lo scalpitìo
+cadenzato dei cavalli, e il fischio d'un maledettissimo
+vento che non cessò un momento di soffiare.
+Avevo accanto un Americano degli Stati Uniti,
+giovane, il più matto originale del mondo, che dormì
+non so quante ore colla testa appoggiata sulla mia
+spalla, e tratto tratto si svegliava per esclamare con
+voce lamentevole&mdash;<i>Ah quelle nuit! Quelle <a name="tn5" id="tn5"></a><ins class="correction" title="originale: horribile">horrible</ins>
+nuit!</i>&mdash;senza accorgersi punto che colla sua testa
+dava a me ben altra ragione di fare lo stesso
+lamento. Alla prima stazione, scendemmo tutti e
+due, ed entrammo in una piccola osteria a bere
+un bicchierino di liquore. Mi domandò se io viaggiavo
+per affari di commercio. &#8220;No, signore,&#8221; risposi,
+&#8220;viaggio per divertimento. E lei, se è lecito?&#8221;&mdash;&#8220;Io,&#8221;
+disse egli con molta gravità, &#8220;viaggio per amore.&#8221;&mdash;&#8220;Per
+amore?&#8221;&mdash;&#8220;Per amore!&#8221; e mi raccontò,
+non richiesto, una lunga storia d'una passione amorosa
+osteggiata, d'un matrimonio fallito, di rapimenti,
+di duelli, di non so che altro; per venire a
+concludere che viaggiava per distrarsi, e dimenticare
+la persona amata. E cercava in fatti di distrarsi
+quanto poteva, perchè in tutte le osterie in cui entrammo
+da quella prima fino a Gerona, non fece che
+stuzzicare le serve, sempre con molta gravità, convien
+dirlo, ma anche con un'audacia che il desiderio
+di distrazione non bastava a giustificare.<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span></p>
+
+<p>Alle tre dopo mezzanotte arrivammo alla frontiera.&mdash;<i>Estamos
+en España!</i>&mdash;gridò una voce; la
+diligenza si fermò; l'inglese ed io balzammo di nuovo
+in terra, e c'infilammo con molta curiosità in una
+piccola osteria, per vedere i primi figli della Spagna
+fra le pareti di casa loro. Trovammo una mezza
+serqua di doganieri, l'oste, la moglie e i figliuoli,
+seduti intorno a un braciere; ci rivolsero subito la
+parola; io feci molte domande, e mi risposero in
+un modo brioso ed ingenuo, che non credevo di trovar
+nei Catalani, dipinti nei dizionarii geografici
+come gente dura e di poche parole. Domandammo
+che ci fosse da mangiare: ci portarono il famoso
+<i>chorizo</i> spagnuolo, una specie di salcicciotto arcipieno
+di pepe, che brucia le viscere; una bottiglia
+di vino dolce, un po' di pan duro. &#8220;Ebbene,
+che fa il vostro re?&#8221; domandai a un doganiere,
+dopo ch'ebbi sputati i primi bocconi. Quegli
+a cui avevo rivolto la parola parve un po' imbarazzato,
+mi guardò, guardò gli altri, e poi mi diede
+questa curiosissima risposta: &#8220;<i>Està reinando</i>&#8221; (sta
+regnando). Tutti si misero a ridere, e mentre io preparavo
+una domanda un po' più stringente, mi sentii
+mormorar all'orecchio: &#8220;<i>Es un republicano.</i>&#8221; Mi
+voltai, e vidi l'oste che guardava in su. Ho capito,
+risposi, e cambiai discorso. Rimontando poi nella
+diligenza, il mio compagno ed io ridemmo molto dell'avvertimento
+dell'oste, tutti e due meravigliati che
+da una persona di quella classe le opinioni politiche
+dei doganieri fossero prese tanto sul serio; ma nelle<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span>
+osterie dove scendemmo in seguito, udimmo ben altro.
+In tutte si trovò un oste, o un avventore che leggeva
+un giornale, e intorno un crocchio di paesani
+che ascoltavano. Tratto tratto la lettura era interrotta
+e accendevasi qualche discussione politica che
+io non capivo, poichè parlavan catalano; ma della
+quale riuscivo però ad afferrare il concetto dominante,
+aiutandomi col giornale che avevo sentito
+leggere. Ebbene, debbo proprio dire che in
+tutti quei crocchi alitava un'auretta repubblicana
+che avrebbe increspato la pelle al più intrepido
+amedeista. Uno fra gli altri, un omone dal cipiglio
+fiero e dalla voce profonda, dopo aver parlato
+un pezzo in mezzo a una corona di muti ascoltatori,
+si voltò verso di me, che dalla inesatta pronunzia
+castigliana aveva preso per francese, e mi
+disse con molta solennità: &#8220;Le dirò una cosa, <i>caballero</i>!&#8221;&mdash;&#8220;Quale?&#8221;&mdash;&#8220;<i>Le
+digo</i>&#8221; mi rispose, &#8220;<i>que España
+es mas desgraciada que Francia</i>;&#8221; e detto questo si
+mise a passeggiar per la stanza col capo basso e
+le braccia incrociate nel petto. Intesi altri parlare
+confusamente di Cortes, di ministri, di ambizioni,
+di tradimenti e d'altre cose terribili. Una sola
+persona, una ragazza d'una trattoria di Figueras,
+saputo che ero italiano, mi disse sorridendo: &#8220;<i>Ahora
+tenemos un rey italiano.</i>&#8221; E dopo poco, andandosene,
+soggiunse con graziosa semplicità: &#8220;<i>A mi me gusta.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Arrivammo, ch'era ancor notte, a Girona, dove
+re Amedeo, accolto, a quanto si dice, festosamente,
+pose una lapide nella casa abitata dal generale Alvarez<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span>
+durante il celebre assedio del 1809; attraversammo
+la città che ci parve immensa, pieni di sonno
+com'eravamo, e impazienti di buttarci a dormire in
+un carrozzone della strada ferrata; giungemmo finalmente
+alla stazione, e allo spuntar dell'alba partimmo
+per Barcellona.</p>
+
+<p>Dormire! Era la prima volta ch'io vedeva levarsi
+il Sole sulla Spagna: come potevo dormire? Mi affacciai
+a un finestrino, e non ritirai più la testa
+fino a Barcellona. Ah! nessun diletto può star a
+fronte di quello che si prova entrando in un paese
+sconosciuto, coll'immaginazione preparata a veder
+cose nuove e mirabili, con mille ricordi di fantastiche
+letture nel capo, senza pensieri, senza cure!
+Inoltrarsi in quel paese, spaziar collo sguardo, avidamente,
+da ogni parte, in cerca di qualche cosa
+che vi faccia capire, quando non lo sapeste, che ci
+siete; riconoscerlo, a poco a poco, qui in un vestito
+d'un contadino, là in una pianta, più oltre in una
+casa; vedere, via via che si va innanzi, spesseggiare
+quei segni, quei colori, quelle forme, e paragonare
+ogni cosa coll'immagine che ce n'eravamo formata
+prima; trovare un pascolo alla curiosità in tutto ciò
+che ci cade sott'occhio, o ci giunge all'orecchio: nei
+visi della gente, nei gesti, negli accenti, nei discorsi;
+gettare un oh! di stupore a ogni passo; sentire che
+la nostra mente si dilata e si rischiara; desiderar insieme
+di arrivare presto e di non arrivar mai, affannarsi
+per veder tutto, domandar mille cose ai vicini,
+far lo schizzo d'un villaggio e abbozzare un gruppo<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span>
+di villani; dire dieci volte all'ora: &#8220;Ci sono!&#8221; e pensare
+che racconterete un giorno ogni cosa; è davvero
+il più vivo e il più vario dei diletti umani. L'Americano
+russava.</p>
+
+<p>La parte della Catalogna che si percorre da Girona
+a Barcellona, è varia, fertile e mirabilmente
+coltivata. È una successione di piccole valli, cinte
+da colline di graziosa forma, con boschi foltissimi,
+torrenti, gole, castelli antichi; e per tutto una vegetazione
+fitta e robusta, e un verde vivissimo, che
+rammenta il severo aspetto delle vallate delle Alpi.
+Il paesaggio è abbellito dal pittoresco vestito dei
+contadini, che risponde in modo mirabile alla fierezza
+del carattere catalano. I primi ch'io vidi, eran vestiti
+da capo a piedi di velluto nero, portavano intorno
+al collo una specie di scialle a righe bianche e rosse,
+sulla testa una berrettina alla zuava, rossissima,
+cadente sulla spalla; alcuni, un par di ghette di pelle
+affibbiate fino al ginocchio; altri un par di scarpe
+di tela, fatte a pantofola, colla suola di corda, aperte
+sul dinanzi, e legate intorno al piede con nastri neri
+incrociati; un vestire, in somma, svelto ed elegante,
+e nello stesso tempo severo. Non faceva gran freddo;
+ma eran tutti imbacuccati ne' loro scialli, in modo
+che mostravano soltanto la punta del naso, e la
+punta del <i>cigarrito</i>; e parean signori che uscissero
+dal teatro. Non solo per lo scialle; ma pel come lo
+portano, cascante da un lato, aggiustato in modo
+da parer messo a casaccio, ma con quelle pieghe
+e con quegli svolazzi che gli dian garbo di mantellina<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span>
+e maestà di manto. A tutte le stazioni
+della strada ferrata ce n'eran parecchi, ognuno con
+uno scialle di diverso colore, non pochi vestiti di
+panni fini e freschi, quasi tutti pulitissimi, e atteggiati
+con una certa dignità, che davan risalto al loro
+costume pittoresco. Pochi visi bruni; i più tendenti
+al bianco; gli occhi neri e vivaci, ma senza il fuoco
+e la mobilità degli sguardi andalusi.</p>
+
+<p>Via via che si va oltre, spesseggiano i villaggi,
+le case, i ponti, gli acquedotti, tutte le cose che
+annunziano la vicinanza d'una popolosa e ricca città
+commerciale. Granollers, Sant'Andrea di Palomar,
+Clot, son circondati di opifici, di ville, di orti, di giardini;
+per tutte le strade si vedon lunghe file di carri,
+frotte di contadini, armenti; le stazioni della strada
+ferrata sono ingombre di gente; chi non lo sapesse,
+crederebbe d'attraversare una provincia d'Inghilterra,
+piuttosto che una provincia di Spagna. Oltrepassata
+la stazione di Clot, che è l'ultima prima
+d'arrivare a Barcellona, si vedono da ogni parte
+vasti edifizi di mattoni, lunghi muri di cinta, mucchi
+di materiali da costruzione, torri fumanti, officine,
+operai; e si sente, o par di sentire un rumor sordo,
+diffuso, crescente, che è come il respiro affannoso
+della gran città che si agita e lavora. In fine, s'abbraccia
+con un colpo d'occhio Barcellona intera, il
+porto, il mare, una corona di colli, e ogni cosa si
+mostra e sparisce in un punto, e voi rimanete sotto
+la tettoia della stazione col sangue sossopra e la
+testa confusa.<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span></p>
+
+<p>Una diligenza grande quanto un carrozzone della
+strada ferrata mi trasportò all'albergo più vicino,
+nel quale, appena entrato, sentii parlare italiano.
+Confesso che ne provai un piacere, come se mi fossi
+trovato a una sterminata lontananza dall'Italia, e
+dopo un anno di viaggio. Ma fu un piacere che
+durò poco. Un cameriere, quello stesso che avevo
+sentito parlare, mi accompagnò su in una camera,
+e poichè s'era accorto dal mio sorriso che dovevo
+essere suo compaesano, mi domandò con bel garbo:</p>
+
+<p>&#8220;Finisce di arrivare?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Finisce di arrivare?&#8221; domandai alla mia volta
+stralunando gli occhi.</p>
+
+<p>Occorre notare che in spagnuolo il modo <i>acabar</i>
+(finire) di fare una cosa, corrisponde al modo francese
+<i>venir de la faire</i>. Su quel subito non capii che
+cosa volesse dire.</p>
+
+<p>&#8220;Sì,&#8221; rispose il cameriere, &#8220;domando se il <i>cavaliere</i>
+discende <i>ora medesimo</i> dal <i>cammino</i> di ferro?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ora medesimo! cammino di ferro! ma che razza
+d'italiano parli, amico mio?&#8221;</p>
+
+<p>Rimase un po' sconcertato. Seppi poi che a Barcellona
+v'è un gran numero di camerieri d'albergo,
+di fattorini da caffè, di cuochi, di servitori d'ogni
+genere, piemontesi, la maggior parte della provincia
+di Novara, che andarono in Spagna da ragazzi, e
+che parlano codesto gergo orribile, misto di francese,
+d'italiano, di castigliano, di catalano, di piemontese,
+non con gli Spagnuoli, s'intende, perchè lo
+spagnuolo lo hanno imparato tutti; ma coi viaggiatori<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span>
+italiani, così, per vezzo, per far vedere che non
+hanno dimenticato la lingua patria. Per questo sentii
+poi dire da molti catalani: &#8220;Eh! tra la vostra lingua
+e la nostra c'è poca differenza!&#8221; Sfido io!
+Potrebbero anzi dire quello che mi disse con un
+tuono di benevola alterezza un corista castigliano,
+a bordo del bastimento che mi portava cinque mesi
+dopo a Marsiglia:&mdash;La lingua italiana è il più bello
+dei dialetti che si sian formati dalla nostra.&mdash;</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Appena ebbi fatto sparire le traccie che l'<i>horrible
+nuit</i> della traversata dei Pirenei mi aveva lasciato
+addosso, mi slanciai fuor dell'albergo, e mi misi a
+batter le strade. Barcellona è, all'aspetto, la città
+meno spagnuola della Spagna. Grandi edifizi, dei
+quali pochissimi antichi, lunghe strade, piazze regolari,
+botteghe, teatri, caffè ampi e splendidi, e un
+andirivieni continuo di gente, di carrozze, di carri,
+dalla riva del mare al centro della città, e di qui
+ai quartieri estremi, come a Genova, a Napoli, a
+Marsiglia. Una larghissima e diritta strada, detta
+la <i>Rambla</i>, ombreggiata da due file d'alberi, attraversa
+quasi per mezzo la città, dal porto in su; uno
+spazioso passeggio, fiancheggiato di case nuove, si
+stende lungo la riva del mare, sur un alto argine
+murato a modo di terrazza, contro il quale si vanno a
+rompere le onde; un vastissimo borgo, quasi una città
+nuova, si stende al settentrione, e da ogni parte nuove
+case rompon la cinta antica, si spandono pei campi,
+alle falde delle colline, si allungano in file sterminate<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span>
+fino ai villaggi vicini; è su tutti i colli circostanti
+sorgono ville, e palazzine, e opifici, che si disputano
+il terreno, si pigiano, fan capolino l'uno dietro l'altro,
+e formano intorno alla città una grandiosa corona. In
+ogni parte si fabbrica, si trasforma, si rinnova; il
+popolo lavora e prospera, Barcellona fiorisce.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Eran gli ultimi giorni di carnevale. Le strade
+eran corse da lunghe processioni di giganti, di diavoli,
+di principi, di mori, di guerrieri, e da uno
+stormo di certi figuri, che avevo la disgrazia d'incontrar
+da per tutto, vestiti di giallo, con una lunga
+canna in mano, in cima alla quale era legata una
+borsa che andavan cacciando sotto il naso di tutti,
+nelle botteghe, nelle finestre, fino ai terrazzini del
+primo piano delle case, domandando un'elemosina,
+non so in nome di chi, ma destinata probabilmente
+a pigliar qualche classica sbornia nell'ultima
+notte di carnevale. La cosa più curiosa ch'io vidi
+è la mascherata dei bambini. Si usa vestire i bambini
+al di sotto degli ott'anni, quali da uomini, alla
+moda francese, in completo assetto da ballo, con
+guanti bianchi, gran baffi e gran zazzera; quali da
+Grandi di Spagna, coperti di nastri e di ciondoli;
+quali da contadini catalani con la berrettina e la
+<i>manta</i>. Le bimbe, da dame di Corte, da amazzoni,
+da poetesse con la lira e la corona d'alloro; e gli
+uni e le altre, poi, col costume delle varie provincie
+dello Stato, chi da giardiniere di Valenza, chi da
+gitana andalusa, chi da montanaro basco, i più bizzarri<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span>
+e pittoreschi vestiti che si possano immaginare;
+e i parenti li conducon per mano alla passeggiata,
+ed è come una gara di buon gusto, di fantasia
+e di lusso, alla quale il popolo prende parte
+con molto diletto.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Mentre cercavo la via per andare alla cattedrale,
+incontrai un drappello di soldati spagnuoli. Mi fermai
+a guardarli, raffrontandoli colla pittura che ne
+fa il Baretti, quando racconta che lo assalirono nell'albergo,
+e uno gli prese l'insalata nel piatto, e
+un altro gli strappò di bocca la coscia di pollo.
+Bisogna dire che d'allora in poi sono molto cangiati.
+A prima vista, si piglierebbero per soldati
+francesi, chè hanno anch'essi i calzoni rossi e un
+cappotto bigio che scende fino al ginocchio. La
+sola differenza notevole è nella copertura del capo.
+Gli Spagnuoli portano un berretto d'una foggia particolare,
+schiacciato sul di dietro, incurvato sul dinanzi,
+munito d'una visiera che si ripiega sulla
+fronte, di panno bigio, duro, leggero e grazioso alla
+vista, e chiamato col nome dell'inventore, Ros de
+Olano, generale e poeta, che lo modellò sul suo berretto
+da caccia. La maggior parte dei soldati ch'io
+vidi, tutti di fanteria, eran giovani, bassetti di statura,
+bruni, svelti, puliti, come si suole immaginare
+che siano i soldati d'un esercito che ebbe altre volte
+le fanterie più leggere e più vigorose d'Europa.
+Oggi ancora i fantaccini spagnuoli hanno fama di
+instancabili camminatori e di corridori lestissimi;<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span>
+sono sobrii, fieri, e pieni d'un orgoglio nazionale del
+quale è difficile formarsi un'adeguata idea senz'averli
+conosciuti da vicino. Gli ufficiali portano una tunica
+nera e corta, come quella degli ufficiali italiani; che
+sogliono, fuor di servizio, tenere aperta, mostrando
+un panciotto abbottonato fino al collo. Nelle ore di
+libertà, non cingon la spada; nelle marcie, così
+come i soldati, portano un par di ghette di panno
+nero, che giungon fin quasi al ginocchio. Un reggimento
+di fanteria, in completo assetto di guerra,
+presenta un aspetto ad un tempo grazioso e guerresco.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La cattedrale di Barcellona, di stile gotico, sormontata
+di torri ardite, è degna di stare accanto alle
+più belle di Spagna. L'interno è formato da tre vaste
+navate, divise da due ordini di altissimi pilastri di
+forma snella e gentile; il Coro, posto nel mezzo della
+chiesa, è ornato d'una profusione di bassirilievi, di
+filigrane, di figurine; sotto il Santuario s'apre una
+cappella sotterranea, sempre illuminata, in mezzo
+alla quale è la tomba di sant'Eulalia, che si vede
+a traverso di alcune piccole finestre, aperte intorno
+al Santuario. La tradizione narra che gli uccisori
+della santa, ch'era bellissima, prima di darle
+la morte, vollero vedere il suo corpo nudo; ma mentre
+stavan per toglierle l'ultimo velo, una fitta nebbia
+l'avvolse e la nascose a ogni sguardo. Il suo corpo
+è sempre intatto e fresco come quando era viva, e
+non v'è occhio umano che ne possa regger la vista;<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span>
+onde un vescovo incauto, che sulla fine del secolo
+passato, volle scoperchiare la tomba, e scoprire la
+salma sacra, nell'atto che vi fisse lo sguardo,
+acciecò. In una piccola cappella a destra dell'altar
+maggiore, rischiarata da molte fiammelle, si vede un
+Cristo in croce, di legno colorito, un po' piegato sur
+un fianco; si narra che quel Cristo fosse sur una nave
+spagnuola alla battaglia di Lepanto, e che si sia
+contorto così per scansare una palla da cannone che
+vedeva venir dritta al suo cuore. Alla vôlta della
+stessa cappella è sospesa una piccola galea, con tutti
+i suoi remi, costrutta ad imitazione di quella su cui
+Don Giovanni d'Austria combattè contro i Turchi.
+Sotto gli organi, di fattura gotica, coperti di gran
+tappeti pitturati, pende una enorme testa di Saraceno,
+colla bocca spalancata, dalla quale, in altri
+tempi, piovevan confetti ai bambini. Nelle altre cappelle
+vi è qualche bella tomba di marmo, e qualche
+pregevole dipinto del Villadomat, pittore barcellonese,
+del XVII secolo. La chiesa è oscura e misteriosa.
+Le sorge accanto un claustro, sorretto da grandiosi
+pilastri formati di sottili colonne, e sormontati da
+capitelli sopraccarichi di statuette che rappresentano
+fatti dei due Testamenti. Nel claustro, nella chiesa,
+nella piazzetta che le si stende dinanzi, nelle stradicciuole
+che le girano intorno, spira come un'aura
+di pace melanconica, che nello stesso punto alletta
+e rattrista, come il giardino di un Camposanto.
+Un gruppo di orrende vecchie barbute custodisce
+la porta.<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span></p>
+
+<p>Dentro la città, dopo visto la Cattedrale, non restano
+a vedere altri grandi monumenti. Nella piazza
+della Costituzione, son due palazzi chiamati <i>Casa
+de la Deputacion</i> e casa <i>Concistorial</i>, il primo del decimosesto
+secolo, l'altro del decimoquarto, i quali conservano
+ancora qualche parte degna di nota; l'uno la
+porta, l'altro il cortile; dall'uno dei lati della <i>Casa
+de la Deputacion</i> una ricca facciata gotica della cappella
+di San Giorgio. V'è un palazzo dell'Inquisizione,
+con un angusto cortile, e finestrine dalle grosse
+inferriate, e porticine segrete; ma è quasi interamente
+rifatto sull'antico. Rimangono alcune enormi
+colonne romane, nella strada del Paradiso, perdute
+in mezzo a case moderne, circondate di scale tortuose
+e di oscure stanzuccie. Non c'è altra cosa che
+richiami l'attenzione d'un artista. In compenso, fontane
+con colonne rostrali, piramidi, statue; viali
+fiancheggiati di ville, di giardini, di caffè, d'alberghi;
+un circo di tori capace di diecimila spettatori;
+un borgo che si stende su un braccio di terra che
+chiude il porto, costrutto colla simmetria d'una scacchiera,
+e popolato da diecimila marinai; molte biblioteche,
+un museo d'istoria naturale ricchissimo, e
+un archivio che è uno dei più vasti empori di documenti
+storici dal secolo IX ai tempi nostri, cioè dai
+primi Conti di Catalogna alla guerra d'indipendenza.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Fuor della città, una delle cose più notevoli è il
+Cimitero, a una mezz'ora di carrozza dalle porte,<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span>
+in mezzo a una vasta pianura. Visto di fuori, dalla
+parte dell'entrata, pare un giardino; e fa sollecitare
+il passo con un sentimento di curiosità quasi allegra.
+Oltrepassata appena la soglia, si è dinanzi a
+uno spettacolo nuovo, indescrivibile, affatto diverso
+da quello a cui si era preparati. Si è in mezzo
+a una città silenziosa, attraversata da lunghe strade
+deserte, fiancheggiate da muri di uguale altezza,
+diritte, chiuse in fondo da altri muri. Si va oltre,
+si arriva a un crocicchio, e di là si vedono altre
+strade, altri muri in fondo, altri crocicchi lontani.
+Par di essere a Pompei. I morti son messi dentro
+ai muri, per lungo, e disposti in varii ordini, come
+i libri nelle biblioteche. A ogni cassa, corrisponde
+sul muro una specie di nicchietta, nella quale è
+scritto il nome del sepolto; dove non c'è sepolto
+alcuno, la nicchia porta scritta la parola: <i>Propriedad</i>,
+che vuol dire che il posto è stato comprato.
+La maggior parte delle nicchie sono chiuse
+da un vetro, altre da inferriate, altre da una rete
+sottilissima di fil di ferro, e contengono una varietà
+grande di oggetti postivi dalle famiglie in omaggio
+dei morti: come ritratti in fotografia, altarini, quadri,
+ricami, fiori finti, e sovente anco ninnoli che loro
+furono cari in vita, nastri, monili di donne, giocattoli
+di ragazzi, libri, spille, quadretti; mille cose che
+rammentan la casa e la famiglia, e indicano la professione
+di coloro cui appartenevano; e non si possono
+guardare senza tenerezza. Di tratto in tratto
+si vede una di codeste nicchie sfondate, e dentro<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span>
+buio: segno che ci si ha da mettere una cassa nella
+giornata. La famiglia del morto deve pagare un
+tanto all'anno per quello spazio: quando cessa di
+pagare, la cassa vien tolta di là e portata nella fossa
+comune del camposanto dei poveri a cui si giunge
+per una di quelle strade. Mentre ero là, fu fatta
+una sepoltura: vidi in lontananza mettere la scala,
+e sollevar su la cassa, e tirai via. Una notte un pazzo
+si cacciò in uno di quei fori vuoti: passò un guardiano
+del cimitero con una lanterna, il pazzo mandò
+un grido per fargli paura, e il pover'omo cadde a terra
+come fulminato, e fece una malattia mortale. In una
+nicchia vidi una bella treccia di capelli biondi, che
+erano appartenuti a una ragazza di quindici anni,
+morta annegata, e c'era cucita una cartolina con su
+scritto:&mdash;<i>Querida!</i>&mdash;(Cara!)&mdash;A ogni passo, si vede
+qualcosa che colpisce la mente ed il cuore: tutti
+quegli oggetti fanno l'effetto d'un mormorìo confuso
+di voci di madri, di spose, di bambini, di vecchi,
+che dicano sommessamente a chi passa:&mdash;Son io!
+Guarda!&mdash;Ad ogni crocicchio sorgono statue, tempietti,
+obelischi, con iscrizioni in onore dei cittadini
+di Barcellona che fecero opere di carità durante l'infierire
+della febbre gialla nel 1821 e nel 1870.</p>
+
+<p>Questa parte del Cimitero, fabbricata, se così può
+dirsi, a città, appartiene alla classe media della popolazione;
+e confina con due vasti recinti, uno destinato
+ai poveri, nudo, piantato di grandi croci nere;
+l'altro destinato ai ricchi, più vasto anche del primo,
+coltivato a giardino, circondato di cappelle, vario,<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span>
+ricco, stupendo. In mezzo a una foresta di salici
+e di cipressi, s'innalzano da ogni parte colonne, cippi,
+tombe enormi, cappelle marmoree sopraccariche di
+sculture, sormontate da ardite figure d'arcangelo
+che levan le braccia al cielo; piramidi, gruppi di
+statue, monumenti vasti come case che sovrastano
+agli alberi più alti; e fra monumento e monumento,
+cespugli, cancellate, aiuole fiorite; e nell'entrata, tra
+questo e l'altro campo santo, una stupenda chiesuola
+di marmo, cinta di colonne, mezzo nascosta dagli
+alberi, che prepara nobilmente l'animo al magnifico
+spettacolo del di dentro. All'uscire da questo giardino,
+si riattraversano le strade deserte della necropoli,
+che paiono anche più silenziose e più triste che al
+primo entrare. Varcata la soglia, si risaluta con piacere
+le case variopinte dei sobborghi di Barcellona
+sparse per la campagna, come avantiguardie messe
+là ad annunziare che la popolosa città si dilata e si
+avanza.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Dal Camposanto al caffè, è un bel salto; ma
+viaggiando se ne fanno anche di più lunghi. I caffè
+di Barcellona, come quasi tutti i caffè della Spagna,
+sono un solo vastissimo salone ornato di grandi specchi,
+con tanti tavolini quanti ce ne posson capire;
+dei quali è raro che rimanga libero un solo, neanco
+per una mezz'ora, in tutta la giornata. La sera
+son tutti pieni, affollati, da dover molte volte aspettare
+un bel pezzo per avere un posticino accanto alla
+porta; intorno a ogni tavolino, v'è un crocchio di cinque<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span>
+o sei <i>caballeros</i>, colla <i>capa</i> sulle spalle (un mantello
+di panno oscuro, munito d'un'ampia pellegrina,
+che si porta in vece del nostro pastrano); e in ogni
+crocchio si giuoca al domino. È il giuoco più in voga
+presso gli Spagnuoli. Nei caffè, dall'imbrunire sino
+a mezzanotte, si sente un rumore fitto, continuo, assordante,
+come il rumor della grandine, di migliaia
+di tessere volte e rivolte da centinaia di mani, che
+quasi bisogna alzare la voce per farsi sentire da chi
+vi è accanto. La bevanda più usuale è il cioccolatte,
+squisitissimo in Spagna, portato per lo più in piccole
+chicchere, denso come conserva di ginepro e
+caldo da scorticare la gola. Una di queste tazzine,
+con una goccia di latte, e una pasta particolare, che
+si chiama <i>bollo</i> (boglio), morbidissima, è una colezione
+da Lucullo. Fra un <i>bollo</i> e l'altro, feci i miei
+studii sul carattere catalano, discorrendo con tutti
+i <i>Don Fulanos</i> (nome sacramentato in Ispagna come
+il Tizio fra noi) che ebbero la bontà di non pigliarmi
+per una spia mandata da Madrid a fiutar l'aria della
+Catalogna.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Gli animi, in quei giorni, erano molto eccitati
+dalla politica. A me occorse parecchie volte, parlando
+innocentissimamente d'un giornale, d'un personaggio,
+d'un fatto qualsiasi col <i>caballero</i> che m'accompagnava,
+o nel caffè, o in una bottega, o al teatro;
+mi occorse, dico, di sentirmi toccare la punta del
+piede e mormorare nell'orecchio:&mdash;Badi, questo signore
+alla sua destra è un Carlista.&mdash;Zitto, quello<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span>
+lì è un repubblicano.&mdash;Quell'altro là è un sagastino.&mdash;Questo
+accanto è un radicale.&mdash;Quello laggiù è
+un cimbrio.&mdash;Tutti parlavano di politica. Trovai un
+carlista arrabbiato in un barbiere, il quale, accortosi
+dalla mia pronunzia ch'ero un <i>conciudadano del Rey</i>,
+tentò, così alla larga, di tirarmi nel discorso. Io non
+dissi parola, perchè mi stava radendo, e un risentimento
+del mio orgoglio nazionale ferito avrebbe potuto
+far correre il primo sangue della guerra civile;
+ma il barbiere insistè, e non sapendo per qual altra
+via venire all'argomento, uscì a dire con accento
+gentile: &#8220;<i>Sabe Usted, caballero, si hubiera la guerra
+entre Italia y España, España no tuviera miedo</i> (non
+avrebbe paura).&#8221;&mdash;&#8220;Ne sono persuasissimo,&#8221; risposi,
+badando al rasoio. Poi mi assicurò che la Francia
+avrebbe dichiarato la guerra all'Italia non appena
+avesse pagato la Germania; <i>no hay escapatoria</i>. Non
+risposi. Allora egli stette un po' sopra pensiero, e poi
+disse maliziosamente: &#8220;<i>Cosas grandes van à acontecer</i>
+(accadere) <i>dentro de poco!</i>&#8221; Piacque però ai
+Barcellonesi che il Re si fosse presentato a loro in
+atto confidente e tranquillo, e la gente del popolo ricorda
+la sua entrata in città con ammirazione. Trovai
+simpatia per il Re anche in alcuni che mormoravano
+a denti stretti:&mdash;<i>no es español,</i>&mdash;o come mi domandò
+un tale: &#8220;Pare a lei che starebbe bene a Roma o
+a Parigi <i>un rey castellano</i>?&#8221;&mdash;domanda a cui si risponde:&mdash;&#8220;<i>No
+entiendo de politica,</i>&#8221;&mdash;ed è discorso
+finito.</p>
+
+<p>Ma i veramente implacabili sono i Carlisti. Dicon<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span>
+della nostra rivoluzione roba da cani in buonissima
+fede, essendo la maggior parte convinti, che il vero
+re d'Italia sia il Papa, che l'Italia lo voglia, e che
+abbia chinato il capo sotto la spada di Vittorio
+Emanuele, perchè non c'era modo di far altrimenti;
+ma che aspetti l'occasione propizia per liberarsene,
+come ha fatto dei Borboni e degli altri. E può
+giovare a provarlo il seguente aneddoto che io riferisco,
+come l'ho sentito narrare, senza neanco un'ombra
+d'intenzione di ferire la persona che n'è attore
+principale. Una volta un giovane italiano, che
+io conosco intimamente, fu presentato a una delle
+più ragguardevoli signore della città, e ricevuto
+con una squisita cortesia. Erano presenti alla conversazione
+parecchi italiani. La signora parlò con
+molta simpatia dell'Italia, ringraziò il giovane dell'entusiasmo
+che mostrava d'avere per la Spagna,
+mantenne, in una parola, una viva e gioviale conversazione
+coll'ospite riconoscente per quasi tutta la
+serata. A un tratto gli domandò: &#8220;E tornando in
+Italia, in che città s'andrà a stabilire?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;A Roma,&#8221; rispose il giovane.</p>
+
+<p>&#8220;Per difendere il Papa?&#8221; domandò la signora
+con la più schietta franchezza.</p>
+
+<p>Il giovane la guardò, e rispose sorridendo ingenuamente:
+&#8220;No, davvero.&#8221;</p>
+
+<p>Quel <i>no</i> scatenò una tempesta. La signora scordò
+che il giovane era italiano, e suo ospite, e proruppe
+in una tale sfuriata d'invettive contro il Re Vittorio,
+il governo piemontese, l'Italia, risalendo dall'entrata<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span>
+dell'esercito in Roma fino alla guerra delle
+Marche e dell'Umbria, che il mal capitato straniero
+diventò bianco come un cencio di bucato. Ma fatto
+forza a sè stesso, non rispose parola, e lasciò agli
+altri italiani, ch'erano amici di vecchia data, la cura
+di sostener l'onore del loro paese. La discussione
+durò un pezzo, e fu accanita; la signora s'accorse
+poi d'essersi lasciata andare tropp'oltre, e fece
+capire che n'era dolente; ma una cosa apparve chiarissima
+dalle sue parole, ed è ch'ella era convinta,
+e con lei chi sa quante! che l'unificazione d'Italia
+si fosse fatta contro la volontà del popolo italiano,
+dal Piemonte, dal Re, per avidità di dominio, per
+odio alla religione ec.</p>
+
+<p>Il basso popolo, però, repubblicaneggia, e come
+ha la reputazione di essere più pronto ai fatti di
+quello che non sia largo a parole, è temuto. Quando
+in Spagna si vuol sparger la voce d'una prossima
+rivoluzione, si comincia sempre dal dire che scoppierà
+a Barcellona, o che sta per scoppiarvi, o che
+v'è scoppiata.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>I catalani non vogliono esser messi a mazzo cogli
+Spagnuoli delle altre provincie; siamo Spagnuoli,
+dicono, ma, intendiamoci, di Catalogna; gente, vale
+a dire, che lavora e che pensa, e all'orecchio della
+quale è più gradito il rumore degl'ingegni meccanici
+che il suono delle chitarre. Noi non invidiamo
+all'Andalusia la fama romanzesca, le lodi dei poeti,
+e le illustrazioni dei pittori; noi ci contentiamo di<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span>
+essere il popolo più serio e più operoso della Spagna.
+Parlano in fatti dei loro fratelli del mezzogiorno,
+come i piemontesi parlavano una volta, ora meno,
+dei napoletani e dei toscani: «sì, hanno ingegno, immaginazione,
+parlan bene, divertono; ma noi abbiamo
+per contrapposto maggior vigore di volontà,
+maggiore attitudine agli studi scientifici, maggior
+istruzione popolare.... e poi.... il carattere....» Intesi
+un catalano, un uomo chiaro per ingegno e dottrina,
+lamentare che la guerra d'indipendenza avesse
+troppo affratellato le diverse provincie di Spagna,
+ond'era seguìto che i catalani contraessero una parte
+dei difetti dei meridionali, senza che questi acquistassero
+nessuna delle buone qualità dei catalani. Siamo
+diventati, diceva, <i>mas ligeros de casco</i>, più leggeri di
+testa, e non se ne sapeva dar pace. Un bottegaio al
+quale domandai che pensasse del carattere dei castigliani,
+mi rispose bruscamente che, a suo avviso, sarebbe
+una gran fortuna per la Catalogna, che non ci
+fosse strada ferrata tra Barcellona e Madrid, perchè
+il commercio con quella gente <i>corrompe</i> il carattere e
+i costumi del popolo catalano. Quando parlano d'un
+deputato parolaio, dicono:&mdash;Eh! già... è un andaluso.&mdash;Poi
+mettono in ridicolo il loro linguaggio
+poetico, la pronunzia sdolcinata, la gaiezza infantile,
+la vanità, l'effeminatezza. Quelli, per contro, parlano
+dei catalani come una signorina capricciosa,
+letterata e pittrice, parlerebbe d'una di quelle ragazze
+massaie, che leggono di preferenza la <i>Cuciniera
+genovese</i> che i romanzi di George Sand. Son gente<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span>
+dura, dicono, tutta d'un pezzo, che non ha il capo
+ad altro che all'aritmetica e alla meccanica; barbari,
+che farebbero d'una statua del Montanes un
+frantoio e d'una tela del Murillo un incerato; veri
+Beoti della Spagna, insopportabili con quel loro gergaccio,
+con quella musoneria, con quella gravità di
+pedanti.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La Catalogna, infatti, è forse la provincia di Spagna,
+che conta meno nella storia delle belle arti. Il
+solo poeta, non grande, ma celebre, che sia nato in
+Barcellona, è Giovanni Boscan, che fiorì sul principio
+del secolo decimosesto, e introdusse pel primo
+nella letteratura spagnuola il verso endecasillabo, la
+canzone, il sonetto, e tutte le forme della poesia lirica
+italiana di cui era ammiratore appassionato. Da che
+dipende una grande trasformazione, come fu questa,
+di tutta la letteratura d'un popolo! Dall'esser andato
+a stare il Boscan a Granata, quando v'era la
+Corte di Carlo V, e aver conosciuto là un ambasciatore
+della repubblica di Venezia, Andrea Navagero,
+che sapeva a memoria i versi del Petrarca, e
+glieli recitava, e gli diceva:&mdash;Mi pare che potreste
+scriver così anche voialtri; provate!&mdash;Il Boscan
+provò; tutti i letterati di Spagna gli gridaron la
+croce addosso. E che il verso italiano non sonava,
+e che la poesia di Petrarca era una sdolcinatura da
+femminette, e che la Spagna non aveva bisogno di
+strascicar l'estro sulla falsariga di nessuno. Ma il
+Boscan tenne duro: Garcilaso della Vega, il valoroso<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span>
+cavaliere, amico suo, che ricevette poi il glorioso
+titolo di Malherbe della Spagna, lo seguì; il drappello
+dei riformatori s'ingrossò a poco a poco, divenne
+esercito, vinse e dominò l'intera letteratura.
+Il vero consumatore della riforma fu il Garcilaso;
+ma il Boscan ebbe il merito della prima idea, onde
+a Barcellona l'onore d'aver dato alla Spagna chi
+fece mutar il viso alla sua letteratura.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Nei pochi giorni che rimasi a Barcellona, solevo
+passar la sera con alcuni giovani catalani, passeggiando
+sulla riva del mare, al lume della luna, fino
+a notte avanzata. Sapevan tutti un po' d'italiano, ed
+erano amantissimi della nostra poesia; così che per
+ore e per ore non si faceva che declamar versi, essi
+dello Zorilla, dell'Espronceda, del Lopez de Vega,
+io del Foscolo, del Berchet, del Manzoni; intercalati,
+con una sorta di gara, a chi ne diceva di più belli.
+È un sentimento nuovo quello che si prova dicendo
+versi dei nostri poeti in un paese straniero. Quando
+vedevo i miei amici spagnuoli tutti intenti al racconto
+della battaglia di Maclodio, a poco a poco scotersi,
+infiammarsi e poi afferrarmi pel braccio ed esclamare
+con un accento castigliano che mi rendeva più
+care le loro parole:&mdash;Bello! sublime!;&mdash;mi sentivo
+rimescolare il sangue, tremavo; se fosse stato giorno,
+credo che m'avrebbero visto diventar bianco come
+la carta. Mi recitarono dei versi in lingua catalana.
+E dico lingua, perchè ha una storia e una letteratura
+propria e non fu relegata allo stato di dialetto<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span>
+che dal predominio politico assunto dalla Castiglia
+che impose l'idioma suo come idioma generale dello
+Stato. E benchè sia una lingua aspra, tutta parole
+tronche, ingrata, sulle prime, a chi abbia nulla nulla
+l'orecchio delicato, ha nondimeno dei pregi notevolissimi,
+dei quali i poeti popolari si valsero con ammirabile
+maestria, prestandosi essa particolarmente
+all'armonia imitativa. Una poesia, che mi recitarono,
+di cui le prime strofe imitano il rumore cadenzato
+d'un treno di strada ferrata, mi strappò un grido
+di meraviglia. Ma senza spiegazioni, anche per chi
+conosca la lingua spagnuola, il Catalano non è intelligibile.
+Parlan presto, coi denti stretti, senza aiutar
+la voce col gesto, così ch'è difficile cogliere il senso
+d'un periodo anche semplicissimo, ed è un gran chè se
+s'intende qualche parola di volo. Anche la gente del
+popolo, però, parla, quando occorre, il castigliano,
+stentatamente e senza grazia; ma sempre assai meglio
+che non si parli l'italiano dal basso popolo delle
+Provincie settentrionali d'Italia. Neanco le persone
+colte, in Catalogna, parlano perfettamente la lingua
+nazionale; il castigliano riconosce il catalano alla
+prima, oltre che alla pronunzia, alla voce, e sopratutto
+alla <i>illegittima frase scarsa</i>. Per questo uno
+straniero che vada in Spagna coll'illusione di saper
+parlare la lingua con garbo, può, fin che sta in Catalogna,
+serbar la sua illusione; ma quando penetri
+nelle Castiglie, e senta per la prima volta quello
+scoppiettío di frizzi, quella profusione di proverbi, di
+modi, d'idiotismi arguti ed efficacissimi, che lo fan<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span>
+rimanere a bocca aperta, come l'Alfieri dinanzi a
+Monna Vocaboliera quando gli discorreva di calzette,
+addio illusioni!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'ultima sera andai al Teatro del Liceo, che ha
+fama di essere uno dei più belli d'Europa, e forse il
+più vasto. Era pieno zeppo di gente dalla platea alla
+piccionaia, che non ci sarebbe più capito un centinaio
+di persone. Dal palco in cui ero io, si vedevan le signore
+della parte opposta piccine come bimbe; e a socchiuder
+gli occhi, non apparivan più che tante strisce
+bianche, una ad ogni ordine di palchi, tremolanti e
+luccicanti come immense ghirlande di camelie imperlate
+di rugiada e agitate dal zeffiro. I palchi, vastissimi,
+sono divisi da un assito che s'abbassa dal muro
+verso il parapetto, lasciando scoperto tutto il busto
+delle persone sedute sulle prime seggiole; in modo che,
+all'occhio, il teatro par fatto tutto a gallerie, e n'acquista
+un'aria di leggerezza che fa un bellissimo vedere.
+Tutto sporge, tutto è scoperto, la luce batte in ogni
+parte, ogni spettatore vede tutti gli spettatori, le
+corsie son spaziose, si va, si viene, si gira a tutt'agio
+da ogni lato, si può contemplare ogni signora da
+mille punti, passare dalle gallerie ai palchi, dai palchi
+alle gallerie, passeggiare, far crocchio, bighellonare
+tutta la sera di qua e di là, senza urtar nel gomito
+anima viva. Le altre parti dell'edifizio sono
+proporzionate alla principale: corridoi, scale, pianerottoli,
+vestiboli da gran palazzo. Vi son sale da
+ballo ampie e splendide, nelle quali si potrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span>
+piantare un altro teatro. Eppure, anche qui dove
+i buoni Barcellonesi non dovrebbero pensare ad
+altro che a ricrearsi dalle fatiche della giornata
+nella contemplazione delle loro belle e superbe
+donne, anche qui i buoni Barcellonesi comprano,
+vendono, giocano, trafficano, come anime dannate. Nei
+corridoi è un andirivieni continuo di agenti di banca,
+di commessi d'uffizio, di portatori di dispacci, e un
+continuo vocìo da mercato. Barbari! Quanti bei visi,
+quanti begli occhi, quante stupende capigliature
+brune in quella folla di signore! Anticamente i giovani
+Catalani innamorati, per cattivarsi il cuore
+delle loro belle, si inscrivevano nelle confraternite
+dei flagellanti, e andavano sotto le loro finestre con
+una sferza metallica a farsi spicciare il sangue dalle
+carni, e le belle gl'incoraggiavano, accennando:
+&#8220;Batti, batti ancora, così, ora t'amo e son tua!&#8221;
+Quante volte avrei esclamato quella sera: &#8220;Signori,
+per carità, datemi una sferza metallica!&#8221;</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'indomani mattina, prima del levar del sole,
+partii per Saragozza, e dico il vero, non senza un
+sentimento quasi di tristezza di lasciar Barcellona,
+benchè ci fossi stato sì pochi giorni. Questa città,
+benchè sia tutt'altro che <i>la flor de las bellas ciudades
+del mundo</i>, come la chiamò il Cervantes, questa
+città trafficante e magazziniera, disdegnata dai
+poeti e dai pittori, mi piacque e il suo popolo
+affaccendato m'ispirò rispetto. E poi è sempre
+tristo il partire da una città, comunque straniera,<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span>
+colla certezza di non averla a rivedere mai più!
+Gli è come dare un addio per sempre a un compagno
+di viaggio col quale abbiate passato lietamente
+ventiquattr'ore: non è un amico, e vi par
+d'amarlo come un amico, e ve ne ricorderete forse
+per tutta la vita, con un sentimento di desiderio più
+vivo che per molti di coloro a cui date il nome
+d'amici. Voltandomi a guardare ancora una volta la
+città dal finestrino del carrozzone del treno, mi vennero
+sulle labbra le parole di don Alvaro Tarfe nel
+<i>Don Chisciotte</i>:&mdash;<i>Adios, Barcelona, archivo de la cortesia,
+albergue de los extrangeros, patria de los valientes,
+adios!</i>&mdash;E soggiunsi mestamente:&mdash;Ecco lacerata
+la prima pagina dal roseo libro del viaggio! Così
+tutto passa... Ancora un'altra città, poi un'altra, poi
+un'altra... e poi... tornerò, e il viaggio sarà stato
+come un sogno, e mi parrà di non essermi neanco
+mosso da casa... e poi?... un altro viaggio... e di nuovo
+città, e di nuovo addii melanconici, e di nuovo un
+ricordo vago come d'un sogno... e poi? Guai se in
+viaggio vi lasciate cogliere da questi pensieri! Guardate
+il cielo e la campagna, e recitate dei versi, e
+fumate.</p>
+
+<p><i>Adios Barcelona, archivo de la cortesia!</i><span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="II" id="II"></a>II.<br /><br />
+
+SARAGOZZA.</h2>
+
+
+<p>A poche miglia da Barcellona, si cominciano a
+vedere le rocce dentellate del famoso Montserrat,
+uno strano monte che, a prima vista, fa balenare il
+sospetto d'un'illusione ottica, tanto è difficile a credere
+che la natura possa aver avuto un sì stravagante
+capriccio. Immaginate una serie di sottili
+triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini
+per rappresentare una catena di montagne; o
+una corona a becchetti distesa pel lungo come la lama
+d'una sega; o tanti pani di zucchero disposti in fila, e
+avrete un'idea della forma che presenta da lontano
+il Montserrat. È un insieme di coni immensi che
+s'alzano I' uno accanto all'altro, e l'un sull'altro,
+o meglio un solo gran monte formato di cento monti,
+spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza,
+in modo che presenta due grandi cime, intorno
+alle quali si aggruppano le minori; nelle parti alte,
+arido e inaccessibile; nelle basse, popolato di pini, di<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span>
+quercie, di corbezzoli, di ginepri; rotto qua e là da
+grotte smisurate e da spaventevoli burroni, e sparso
+di romitaggi biancheggianti sulle bricche aeree e nelle
+gole profonde. Nella spaccatura del monte, fra le due
+cime principali, sorge l'antico convento dei Benedettini,
+dove Ignazio di Lojola meditò nella sua giovinezza.
+Cinquantamila tra pellegrini e curiosi si
+recano anno per anno a visitare il convento e le
+grotte, e il giorno otto di settembre, vi si celebra
+una festa a cui concorre una moltitudine innumerevole
+di gente da ogni parte della Catalogna.</p>
+
+<p>Poco prima di arrivare alla stazione dove si scende
+per salire al monte, irruppe nel mio carrozzone una
+frotta di ragazzi, accompagnati da un prete, alunni
+d'un collegio di non so che villaggio, che andavano
+a fare una scampagnata al convento del Montserrat.
+Eran tutti catalani, bei visetti bianchi e rosei, con
+grandi occhi. Ognuno aveva un canestrino con dentro
+pane e frutta; qualcuno un album, altri un canocchiale:
+parlavano e ridevano tutti insieme, e si
+avvoltolavano sulle panche, e facevano un casa del
+diavolo infinito. Per quanto tenessi l'orecchio teso,
+e mi stillassi il cervello, non riuscii a capire una
+parola del maledetto linguaggio che cinguettavano.
+Intavolai conversazione col prete. &#8220;<i>Mire Usted</i>&#8221;
+mi disse dopo le prime parole, accennandomi uno dei
+ragazzi; &#8220;<i>aquel niño sabe de memoria toda la Poética
+de Oracio</i>;.... quell'altro là risolve dei problemi d'aritmetica
+da far stordire; questo qui è nato per la
+filosofia;&#8221; e via via, mi segnalò le doti di ciascuno.<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span>
+A un tratto s'interruppe, e gridò: &#8220;<i>Beretina!</i>&#8221;
+Tutti i ragazzi cavaron di tasca la berrettina rossa
+catalana e gettando alte grida d'allegrezza, se la
+misero in testa, chi tutta indietro che gli cascava
+sulla nuca, chi tutta avanti, che gli copriva la punta
+del naso; e il prete a far degli atti di disapprovazione;
+e allora quei che l'avevan sulla nuca a tirarsela
+sul naso, e quei che l'avevan sul naso a tirarsela
+sulla nuca; e lì risa, esclamazioni, e battìo di
+mani. Mi avvicinai a uno dei più monelli, e così
+per celia, certo che sarebbe stato come dire ai muri,
+gli domandai in italiano: &#8220;È la prima volta che vai
+a fare una passeggiata al Montserrat?&#8221; Il ragazzo
+stette un po' pensando, e poi rispose adagio adagio: &#8220;Ci
+so-no già sta-to altre volte.&#8221;&mdash;&#8220;Ah! caro bimbo!&#8221;
+gli gridai con una contentezza difficile a immaginarsi;
+&#8220;e dove hai imparato l'italiano?&#8221; Qui il
+prete prese la parola per dirmi che il padre di
+quel ragazzo aveva vissuto parecchi anni a <i>Napoles</i>.
+Mentre io mi volto verso il mio piccolo catalano per
+attaccar discorso, un maledettissimo fischio, e poi un
+maledettissimo grido di:&mdash;<i>Olesa,</i>&mdash;che è il villaggio
+dal quale si va al monte, mi taglia la parola in
+bocca. Il prete mi saluta, i ragazzi si precipitano
+fuori, il treno riparte. Io misi la testa fuor del finestrino
+per salutare il mio piccolo amico: &#8220;Buona
+passeggiata!&#8221; gli gridai, e lui spiccicando le sillabe: &#8220;A-di-o!&#8221; Qualcuno
+ride a sentir rammentare queste
+bazzecole: eppure sono i più vivi piaceri che si
+provin nei viaggi!<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span></p>
+
+<p>Le città e i villaggi che si vedono nell'attraversar
+la Catalogna alla vólta dell'Aragona, son
+quasi tutti popolati e floridi, e circondati di case
+industriali, di opifici, di edifizi in costruzione, onde
+in ogni parte si vedono sorgere di là dagli alberi
+dense colonne di fumo, e ad ogni stazione è un via
+vai di contadini e di negozianti. La campagna è
+una successione alternata di colte pianure, di amene
+colline, di vallette pittoresche, coperte di boschi e
+dominate da vecchi castelli, fino al villaggio di Cervera.
+Qui si cominciano a vedere ampie distese
+di terreno arido, con poche case sparpagliate, che
+annunziano la vicinanza dell'Aragona. Ma poi, all'improvviso,
+si entra in una ridente vallata, coperta
+d'oliveti, di vigneti, di gelsi, di alberi fruttiferi,
+sparsa di villaggi e di ville; si vedon da un lato
+le alte cime dei Pirenei, dall'altro le montagne
+aragonesi; Lerida, la gloriosa città dai dieci assedii,
+schierata lungo la sponda della Segra, sul
+pendio d'una bella collina; e tutt'intorno una
+pompa di vegetazione, una varietà di prospetti, un
+colpo d'occhio stupendo. È l'ultima veduta della
+campagna catalana; dopo pochi minuti s'entra in
+Aragona.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Aragona! Quante vaghe istorie di guerre, di
+banditi, di regine, di poeti, d'eroi, d'amori famosi
+ridesta nella memoria questo sonoro nome! E qual
+profondo senso di simpatia e di rispetto! La vecchia,
+nobile ed altera Aragona, sulla cui fronte brilla il<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span>
+più splendido raggio della gloria di Spagna! Sul suo
+stemma secolare sta scritto a caratteri di sangue:&mdash;Libertà
+e valore.&mdash;Quando il mondo si curvava
+sotto il giogo della tirannide, il popolo aragonese
+diceva ai suoi re per bocca del suo Gran Giustiziere:&mdash;Noi
+che siamo quanto voi, e più possenti di
+voi, vi abbiamo eletto nostro signore e re, col patto
+che conserviate i nostri diritti e la nostra libertà;
+e se no, no.&mdash;E i suoi re s'inginocchiavano dinanzi
+alla maestà del Magistrato del popolo, e prestavan
+giuramento sulla formola sacra. In mezzo alla barbarie
+del Medio Evo, la fiera gente aragonese non
+conosceva la tortura, il giudizio segreto era bandito
+dai suoi codici, tutte le sue istituzioni proteggevano
+la libertà del cittadino, e la legge aveva impero assoluto.
+Discesero, mal paghi alla ristretta patria delle
+montagne, da Sobrarbe a Huesca, da Huesca a Saragozza,
+ed entrarono vincitori nel Mediterraneo.
+Congiunti alla forte Catalogna, redensero dall'araba
+signoria le Baleari e Valenza; combatterono a Muret
+per il diritto oltraggiato e la coscienza violata;
+domarono gli avventurieri della casa d'Angiò, spodestandoli
+delle terre italiane; ruppero le catene
+del porto di Marsiglia, che pendono ancora dalle
+pareti dei loro tempi; signoreggiarono il mare dal
+golfo di Taranto alle foci del Guadalaviar, colle
+navi di Ruggero di Lauria; soggiogarono il Bosforo,
+colle navi di Ruggero di Flor; da Rosas a Catania
+corsero il Mediterraneo sulle ali della vittoria;
+e come se fosse angusto l'Occidente alla loro grandezza,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span>
+andarono ad incidere sulla cima dell'Olimpo,
+sulle pietre del Pireo, sui monti superbi che son
+quasi le porte dell'Asia, il nome immortale della
+patria.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Questi pensieri,&mdash;benchè non proprio colle stesse
+parole, perchè non avevo sotto gli occhi un certo
+libricciuolo di Emilio Castelar,&mdash;io volgeva in mente
+entrando in Aragona. E per prima cosa mi si offerse
+agli occhi, sulla riva della Cinca, il piccolo villaggio
+di Monzon, noto per famose assemblee delle
+Cortes, e per alternati assalti e difese di Spagnuoli
+e Francesi: sorte che fu comune, durante la guerra
+d'indipendenza, a quasi tutti i villaggi di quelle provincie.
+Monzon è prostrato ai piedi d'un formidabile
+monte, sul quale s'innalza un castello nero, sinistro,
+enorme, quale avrebbe potuto immaginarlo il più
+fosco dei feudatarii per condannare a una vita di
+terrore il più odiato dei villaggi. La stessa <i>Guida</i>
+si arresta davanti a codesto mostruoso edifizio, e prorompe
+in un'esclamazione di timida meraviglia. Non
+v'è, io credo, in tutta la Spagna, un altro villaggio,
+un altro monte, un altro castello, che rappresentino
+meglio la paurosa sommessione d'un popolo oppresso,
+e la minaccia perpetua d'un signore feroce.
+Un gigante che prema il ginocchio sul petto d'un fanciullo
+steso a terra, è una meschina similitudine
+per dare un'immagine della cosa; e tale fu l'impressione
+che mi fece, che, pur non sapendo tenere
+in mano la matita, m'ingegnai di abbozzare alla<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span>
+meglio il paesaggio, perchè non mi uscisse dalla memoria;
+e mentre scarabocchiavo, mi venne fatto il
+primo verso d'una ballata lugubre.</p>
+
+<p>Dopo Monzon, la campagna aragonese non è che
+vaste pianure, chiuse in lontananza da lunghe catene
+di colline rossastre, con pochi miseri villaggi,
+e qualche colle solitario su cui nereggiano le rovine
+d'un castello antico. L'Aragona, già sì fiorente
+sotto i suoi Re, è ora una delle provincie più povere
+della Spagna. Solamente sulla sponda dell'Ebro, e
+lungo il canale famoso che si stende da Tudela,
+per diciotto leghe, fin presso Saragozza, e serve
+insieme all'irrigazione dei campi e al trasporto delle
+derrate, ha un po' di vita il commercio; nelle altre
+parti langue, od è morto. Le stazioni della strada
+ferrata sono deserte: quando il treno si ferma, non
+si sente altra voce che quella di qualche vecchio
+<i>trovatore</i>, che strimpella la chitarra, canterellando
+una canzone monotona, che si riode poi in tutte le
+altre stazioni, e in seguito nelle città aragonesi, variate
+le parole, eternamente uguale il motivo. Non
+essendoci che vedere fuori del finestrino, mi rivolsi
+ai compagni di viaggio.</p>
+
+<p>Il carrozzone era pieno di gente; e siccome i carrozzoni
+di seconda classe, in Spagna, non hanno
+scompartimenti, eravamo quaranta fra viaggiatori
+e viaggiatrici, visibili tutti uno all'altro: preti, monache,
+ragazzi, serve, e altri personaggi che potevano
+essere negozianti, o impiegati, o agenti segreti
+di Don Carlos. I preti fumavano, come è uso in<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span>
+Ispagna, il loro <i>cigarrito</i>, offerendo amabilmente ai
+vicini la scatola da tabacco e le cartoline; altri
+mangiavano a due palmenti, facendosi passare l'uno
+all'altro una specie di vescica che, compressa con ambe
+le mani, mandava uno schizzo di vino; altri leggevano
+il giornale corrugando tratto tratto le sopracciglia in
+atto di profonda meditazione. Uno spagnuolo, quand'è
+in compagnia, non si mette in bocca uno spicchio
+d'arancio, o una fetta di formaggio, o un boccone
+di pane, se prima non ha pregato tutti di
+mangiare con lui; e per questo io mi vidi passar
+sotto il naso frutta, e pani, e sardelle, e bicchieri di
+vino, e che so io, accompagnato ogni cosa da un
+gentile: &#8220;<i>Gusta Usted comer<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a> conmigo</i>?&#8221; al quale
+risposi: &#8220;<i>Gracias</i>,&#8221; a contracorpo (è la parola
+che ci va) perchè avevo una fame da conte Ugolino.
+Davanti a me, proprio co' piedi contro i miei, c'era
+una monaca, giovane, a giudicarne dal mento, ch'era
+quel po' di viso che appariva sotto il velo, e da una
+mano che lasciava come abbandonata sur un ginocchio.
+Io le tenni gli occhi addosso per più d'un'ora,
+sperando che alzasse il viso; ma rimase immobile come
+una statua. Eppure dal suo atteggiamento era facile
+accorgersi che faceva uno sforzo per resistere alla
+naturalissima curiosità di guardarsi intorno; e per
+questo appunto mi destò un sentimento d'ammirazione.&mdash;Che
+costanza!&mdash;pensavo,&mdash;che vigore di volontà!
+che forza di sacrifizio, anche nelle più piccole<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span>
+cose! che nobile disprezzo delle vanità umane!&mdash;Stando
+in questi pensieri, chinai gli occhi sulla sua
+mano,&mdash;era una bianca e piccola mano&mdash;e mi parve
+di vederla muovere; guardo meglio, e vedo che si
+allunga adagio adagio fuor della manica, e allarga le
+dita, e si appoggia sul ginocchio un po' avanti, così, in
+modo da spenzolare, e si rigira un po' da un lato, e
+si raccoglie e si ridistende... Dei del cielo! Altro che
+disprezzo delle vanità umane! Era impossibile ingannarsi:
+tutto quel lavorìo era fatto per mettere in
+mostra la manina! E non alzò una volta la testa
+in tutto il tempo che rimase là, e non lasciò vedere
+il viso neanco quando scese! Oh imperscrutabile
+profondità dell'anima femminile!</p>
+
+<p>Era scritto che in quel viaggio non dovessi incontrar
+altri amici che i preti. Un vecchio sacerdote,
+di aspetto benevolo, mi diresse la parola, e cominciammo
+una conversazione che durò fin quasi a
+Saragozza. Da principio, quando gli dissi ch'ero italiano,
+stette un po' sospeso, pensando forse ch'io potevo
+esser uno di quelli che avean scassinato le
+serrature del Quirinale; ma avendogli detto che
+non m'occupavo di politica, si rasserenò, e parlò con
+piena fiducia. Si cascò nella letteratura; io gli dissi
+tutta la <i>Pentecoste</i> del Manzoni, che lo fece andare
+in visibilio; egli a me una poesia del celebre Luis
+de Leon, poeta sacro del secolo decimosesto; e diventammo
+amici. Quando giungemmo a Zoera, penultima
+stazione per arrivare a Saragozza, s'alzò,
+mi salutò, e posto il piede sul montatoio, si voltò<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span>
+improvvisamente e mi susurrò nell'orecchio: &#8220;<i>Cuidado</i>
+(prudenza) <i>con las mujeres, que tienen muy
+malas <a name="tn41" id="tn41"></a><ins class="correction" title="originale: consecuenencias">consecuencias</ins> en España.</i>&#8221; Poi scese e si
+fermò per veder partire il treno, e alzando una mano
+in atto di paterna ammonizione, disse ancora una
+volta: &#8220;<i>Cuidado!</i>&#8221;</p>
+
+<p>Arrivai a Saragozza a notte avanzata, e scendendo,
+mi colpì subito l'orecchio la cadenza particolare
+colla quale parlavano i vetturini, i facchini
+e i ragazzi, che si disputavano la mia valigia. In
+Aragona si può dir che si parla il castigliano,
+anche dal popolo minuto, benchè con qualche storpiatura
+e qualche barbarismo; ma allo spagnuolo
+delle Castiglie basta una mezza parola per riconoscere
+l'aragonese; e non c'è castigliano infatti, che
+non sappia imitare quell'accento, e non lo metta,
+all'occasione, in ridicolo, per quello che ha di rozzo
+e di monotono, presso a poco come si fa in Toscana
+della parlata di Lucca.</p>
+
+<p>Entrai nella città con un certo sentimento di trepida
+riverenza; la terribile fama di Saragozza me ne
+imponeva; quasi mi mordeva la coscienza di averne
+tante volte profanato il nome nella scuola di Rettorica,
+quando lo gettavo in volto, come un guanto di
+sfida, ai tiranni; le strade eran buie; non vedevo che
+il nero contorno dei tetti e dei campanili sul cielo
+stellato; non sentivo che il rumore delle diligenze
+degli alberghi che si allontanavano. A certe svoltate,
+mi pareva di veder luccicare alle finestre canne di
+fucile e pugnali, e di udir grida lontane di feriti.<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span>
+Avrei dato non so quanto perchè spuntasse il giorno,
+per cavarmi la vivissima curiosità che mi stimolava,
+di visitar ad una ad una quelle strade, quelle
+piazze, quelle case famose per lotte disperate e uccisioni
+orrende, ritratte da tanti pittori, cantate da
+tanti poeti, e sognate da me tante volte prima di
+partire d'Italia, ripetendomi con gioia:&mdash;Le vedrai!&mdash;Giunsi
+finalmente al mio albergo, guardai
+fisso il cameriere che mi condusse alla camera,
+sorridendogli amorevolmente come per dire:&mdash;Non
+sono un invasore, risparmiami!&mdash;e data un'occhiata
+a un gran ritratto di Don Amedeo appeso
+alla parete del corridoio, in un canto, a particolare
+conforto dei viaggiatori italiani, andai a letto,
+chè cascavo di sonno come uno qualunque dei miei
+lettori.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Allo spuntar del giorno mi precipitai fuori dell'albergo.
+Non c'era ancor nè botteghe, nè porte, nè
+finestre aperte; ma non appena misi il piede nella
+strada, mi scappò un mezzo grido di stupore. Passava
+una brigatella di uomini così stranamente vestiti,
+che io credetti a prima vista che fossero mascherati;
+e poi pensai: no, son comparse di teatro;
+e poi ancora: no, neppure, sono matti. Figuratevi:
+per cappello, un fazzoletto rosso annodato intorno
+al capo, a modo di cércine, dal quale uscivano sopra
+e sotto i capelli arruffati; una coperta di lana a striscie
+bianche e azzurre, indossata a guisa di mantello,
+ampia, cadente fin quasi a terra, come una toga<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span>
+romana; una larga fascia azzurra intorno alla vita;
+un paio di calzoncini corti, di velluto nero, stretti
+intorno al ginocchio; le calze bianche; una specie di
+sandali a nastri neri incrociati sul dosso del piede;
+e in questa artistica varietà di vestimento, l'impronta
+evidente della miseria; e con quest'evidenza
+di miseria, un non so che di teatrale, di altero,
+di maestoso nel portamento e nei gesti, un'aria
+da Grandi di Spagna decaduti, che mette in dubbio,
+al vederli, se s'abbia da ridere o da compiangere,
+da metter la mano alla borsa per fare
+un'elemosina o da levarsi il cappello in segno di riverenza.
+E non son altro che contadini dei dintorni
+di Saragozza. Ma quella che ho accennato non è che
+una delle mille varietà della stessa foggia di vestire.
+Andando oltre, ad ogni passo ne incontrai una nuova:
+vi sono i vestiti all'antica, i vestiti alla moderna,
+gli eleganti, i semplici, i festivi, i severi, ognuno con
+ciarpe, fazzoletti, calze, cravatte, panciotti di colori
+diversi; le donne colla crinolina, e le sottane corte,
+che lascian vedere un po' di gamba, e i fianchi spropositatamente
+rialzati; i ragazzi anch'essi col loro
+manto a striscie e la loro pezzuola intorno al capo,
+e i loro atteggiamenti drammatici, come gli uomini.
+La prima piazza sulla quale riuscii era piena di questa
+gente, divisa in gruppi, chi seduto sugli scalini
+delle porte, chi appoggiato agli angoli delle case,
+qualcuno sonando la chitarra, altri cantando; molti
+in giro a chieder l'elemosina, coi panni rappezzati
+e laceri, ma pur colla testa alta e l'occhio fiero; parevan<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span>
+gente usciti allora allora da un veglione, dove
+avessero rappresentato tutti insieme una tribù selvaggia
+di qualche ignoto paese. A poco a poco si
+apersero le botteghe e le case, e il popolo saragozzano
+si sparse per le strade. I cittadini, nel vestire,
+non han nulla di diverso da noi; ma sì qualcosa
+di particolare nei volti; alla serietà degli abitanti
+della Catalogna, uniscono l'aria sveglia degli abitanti
+delle Castiglie, avvivata ancora da un'espressione
+di fierezza tutta propria del sangue aragonese.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Le strade di Saragozza hanno un aspetto severo,
+quasi tristo, com'io me lo immaginava prima di vederle.
+Fuori del <i>Coso</i>, che è una larga strada che
+attraversa una buona parte della città descrivendo
+una grande curva semicircolare,&mdash;il <i>Coso</i> anticamente
+famoso per le corse, le giostre e i tornei che
+vi si celebravano nelle pubbliche feste,&mdash;fuori di
+questa bella ed allegra strada, e d'alcune poche recentemente
+rifatte, che paion strade di città francese,
+le altre son strette, tortuose, fiancheggiate da
+case alte, di color cupo, di scarse finestre, somiglianti
+a vecchie fortezze. Son strade che hanno una impronta,
+un carattere, o come altri dice, una fisonomia
+loro propria, che vista una volta, non si dimentica più;
+per tutta la nostra vita, quando si sentirà nominar
+Saragozza, si vedranno quelle mura, quelle porte,
+quelle finestre, come se si avessero dinanzi. Io vedo
+in questo punto la piazza della Torre nuova, e potrei
+disegnar casa per casa, e colorirle tutte, ciascuna<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span>
+col suo colore; e mi par di respirare quell'aria, tanto
+son vive le immagini; e ripeto quello che dissi allora:&mdash;Questa
+piazza è tremenda.&mdash;Perchè? non
+lo so; sarà stata un'illusione mia; segue delle città
+come dei volti, che ciascuno ci legge a modo suo; le
+strade e le piazze di Saragozza mi fecero codesto
+senso; ad ogni svoltata, dicevo:&mdash;Questo luogo par
+fatto per combattervi;&mdash;e guardavo intorno, come
+se ci mancasse qualcosa: una barricata, le feritoie, i
+cannoni. Riprovavo tutta la profonda commozione
+che m'avevan data i racconti dell'orribile assedio, e
+vedevo proprio la Saragozza del 1809, e correvo di
+strada in strada con una curiosità crescente, come
+per trovare le traccie di quella lotta titanica che
+ha atterrito il mondo. Qui, pensavo, accennando
+a me stesso la via, dev'esser passata la divisione
+Grandjean, di là sboccò forse la divisione Musnier,
+di costì si sarà lanciata al combattimento la divisione
+Morlot; avanti, fino alla cantonata: mi
+pare che qui sia seguito l'assalto dei volteggiatori
+della Vistola; ancora un giro: qui fecero impeto i
+volteggiatori polacchi; laggiù furon trucidati trecento
+spagnuoli; in questo punto scoppiò la gran
+mina che fece saltar in aria una compagnia del
+reggimento di Valenza; in quell'angolo morì il generale
+Lacoste colpito da una palla nella fronte.
+Ecco le strade famose di Santa Engracia, di Santa
+Monica, di Sant'Agostino, per le quali i Francesi
+s'avanzarono verso il <i>Coso</i>, di casa in casa, a furia
+di mine e di contrammine, tra i rottami dei muri<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span>
+enormi e le travi fumanti, sotto una tempesta di
+palle, di mitraglia e di sassi; ecco i trivii, le piazzuole,
+gli angiporti oscuri, dove si combatterono le
+orrende battaglie corpo a corpo, a colpi di baionetta,
+a pugnalate, a falciate, a morsi; le case asserragliate,
+difese stanza per stanza, tra le fiamme e il rovinío;
+le anguste scale che corsero sangue, i tristi cortili
+che echeggiarono di grida di dolore e di disperazione,
+che furon coperti di cadaveri sfracellati, che
+videro tutti gli orrori della peste, della fame, della
+morte!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Di strada in strada riuscii davanti alla chiesa
+di <i>Nuestra Señora del Pilar</i>, la terribile Madonna,
+alla quale veniva a chieder protezione e coraggio la
+squallida folla dei soldati, dei cittadini, delle donne,
+prima d'andar a morire sulle breccie. Il popolo di
+Saragozza ha conservato per essa il fanatismo antico,
+e la venera con sentimento particolare di amoroso
+terrore, vivo anche nell'animo della gente alla
+quale è straniero ogni altro sentimento religioso. Però
+da quando entrate nella piazza, e alzate gli occhi
+verso la chiesa, fin al momento che, andando via, vi
+voltate a guardarla per l'ultima volta, badate a non
+sorridere, o a fare per distrazione un atto qualunque
+che possa parere irriverente; chè c'è chi vi vede, e
+vi tien d'occhio, e all'occorrenza vi segue. E se in
+voi è morta la fede, preparate l'animo, prima di varcare
+la soglia sacra, a un confuso risvegliarsi dei
+terrori infantili, chè poche chiese al mondo hanno<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span>
+come questa la virtù di risvegliarli nei cuori più gelidi
+e più forti.</p>
+
+<p>La prima pietra di Nostra Donna del Pilar, fu
+posta nel 1686 in un luogo dove sorgeva una cappella
+innalzata da san Giacomo per deporvi l'immagine
+miracolosa della Vergine che vi è tuttora. È un
+immenso edifizio di base rettangolare, sormontato da
+undici cupole, coperte di tegole variopinte, che gli
+danno una graziosa aria moresca; le mura disadorne
+e di color cupo. Entrate: è una vasta chiesa, oscura,
+nuda, fredda, divisa in tre navate, circondata di cappelle
+modeste. Lo sguardo corre subito al santuario
+che sorge nel mezzo: là è la statua della Vergine.
+È come un tempio nel tempio, che potrebbe star solo
+in mezzo alla piazza, se si abbattesse l'edifizio che lo
+circonda. Una corona di belle colonne di marmo, disposte
+ad elissi, sorreggono una cupola riccamente
+scolpita, aperta nella parte superiore, e ornata intorno
+all'apertura di ardite figure d'angeli e di santi. Nel
+mezzo è l'altar maggiore; a destra l'immagine di
+san Giacomo; a sinistra, in fondo, sotto un baldacchino
+d'argento che spicca sur un'ampia tenda di
+velluto tempestato di stelle, in mezzo al luccichío di
+migliaia di voti, al chiarore d'innumerevoli lampade,
+la statua famosa della Vergine, postavi or sono diciannove
+secoli da san Giacomo, scolpita in legno,
+annerita dal tempo, tutta coperta, tranne il capo suo
+e quello del bambino, da una splendida dalmatica;
+e sul dinanzi, tra le colonne, intorno al santuario,
+e lontano, in fondo alle navate della chiesa, in tutti<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span>
+i punti di dove lo sguardo può giungere all'immagine
+venerata, fedeli inginocchiati, prostrati, col capo
+quasi a terra, colle mani in croce: donne del popolo,
+operai, signore, soldati, fanciulli; e dalle varie porte
+della chiesa un continuo venir di gente a passi lenti,
+in punta di piedi, con gravi aspetti; e in quel profondo
+silenzio non un mormorío, non un fruscío, non
+un respiro; la vita di quella folla pare sospesa;
+par che s'attenda da tutti un'apparizione divina,
+una voce misteriosa, una qualche rivelazione tremenda
+da quell'arcano Santuario; e anche chi non
+crede e non prega, è forzato a fissare lo sguardo
+dove si fissan tutti gli sguardi, e il corso dei suoi
+pensieri s'arresta in una specie d'inquieta aspettazione.
+Oh suonasse pur quella voce! io pensavo;
+seguisse pure l'apparizione; e fosse anche una parola
+o una vista che mi facesse incanutire dallo
+spavento e gettare un urlo non udito mai sulla
+terra; purchè mi liberasse per sempre da questo
+orribile dubbio che mi rode il cervello e mi contrista
+la vita!</p>
+
+<p>Tentai d'entrar nel Santuario, non ci riuscii;
+avrei dovuto passare sulle spalle d'un centinaio di
+fedeli, qualcuno dei quali cominciava già a guardarmi
+in cagnesco perchè andavo attorno con un quaderno
+e una matita fra le mani. Cercai di scendere
+nella critta sotterranea ove son le tombe degli arcivescovi
+e l'urna che racchiude il cuore del secondo
+don Giovanni d'Austria, figlio naturale di Filippo IV;
+non mi fu concesso. Domandai di vedere le vestimenta,<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span>
+gli ori, le gemme, che profusero ai piedi della
+Vergine i grandi, i principi, i monarchi d'ogni età
+e d'ogni paese; mi fu risposto che non era l'ora
+opportuna, e neanco mostrando una luccicante <i>peceta</i>
+potei corrompere l'onesto sacrestano. Ma non rifiutò
+di darmi alcune notizie intorno al culto della Vergine
+quando gli dissi, per entrargli in grazia, ch'ero
+nato a Roma, nel Borgo Pio, e che dal terrazzino
+di casa mia si vedevan le finestre dell'appartamento
+del Papa.</p>
+
+<p>&#8220;È un fatto,&#8221; mi disse, &#8220;quasi miracoloso, e che
+non si crederebbe, se non fosse attestato dalla tradizione,
+che dal tempo antichissimo quando fu posta
+sul piedistallo la statua della Vergine, fino al giorno
+in cui viviamo, tranne la notte che la chiesa è
+chiusa, il santuario non rimase vuoto un momento, un
+momento solo, in tutto il rigore della parola. <i>Nuestra
+Señora del Pilar</i> non è mai stata sola. Nel piedistallo
+della statua, a furia di baci, s'è fatto un incavo
+nel quale può entrar la mia testa. Neanco gli Arabi
+non ebbero il coraggio di proibire il culto di <i>Nuestra
+Señora</i>: la cappella di San Giacomo fu sempre rispettata.
+È caduto molte volte il fulmine nella chiesa,
+accanto al santuario, e anche dentro, in mezzo
+alla gente affollata: ebbene, neghino le anime dannate
+la protezione della Madonna: non è mai sta-to
+col-pi-to nes-su-no! E le bombe dei Francesi? Ne
+hanno ben bruciati e rovinati degli edifizi; ma a
+cadere sulla chiesa di <i>Nuestra Señora</i> gli era come
+se cadessero sulle rocce della Serra Morena. E ai<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[50]</a></span>
+Francesi che fecero man bassa in ogni parte, gli
+è bastato il fegato di toccare i tesori di <i>Nuestra
+Señora</i>? Un solo generale si permise di prendere
+un gingillo per fare un regalo a sua moglie, offerendo
+in compenso alla Vergine un ricco donativo;
+ma sa che cosa gli è seguito? Alla prima battaglia
+una palla di cannone gli portò via una gamba.
+Non c'è barba di generale o di re che ne abbia
+mai imposto a <i>Nuestra Señora</i>. E poi è scritto
+lassù che questa chiesa durerà fino alla fine del
+mondo....&#8221; E tirò innanzi su questo tenore, fin che
+un prete da un angolo buio della sagrestia gli
+fece un cenno misterioso, e allora mi salutò e
+disparve.</p>
+
+<p>All'uscir dalla chiesa, colla mente tutta occupata
+dall'immagine del solenne santuario, incontrai una
+lunga fila di carri carnevaleschi, preceduti da una
+banda musicale, accompagnati dalla folla e seguìti
+da un gran numero di carrozze, che andavano verso
+il <i>Coso</i>. Non ricordo d'aver mai visto testoni di cartapesta
+più grotteschi, più buffi, più spropositati di
+quelli che portavan quelle maschere; così che solo
+com'ero, e punto inchinevole all'allegrezza, non potei
+trattenermi dal ridere, come alla chiusa d'un sonetto
+del Fucini. Il popolo però era serio e silenzioso,
+e le maschere piene di gravità; si sarebbe detto che
+negli uni e negli altri era più forte il malinconico presentimento
+della quaresima che il giubilo fugace del
+carnevale. Vidi qualche bel visetto alle finestre; ma
+nessun tipo ancora di quella bellezza propriamente<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span>
+detta spagnuola, dalla <i>tez oscurecida</i> e da <i>los negros
+ojos de fuego</i>, che il Martinez della Rosa, esule a
+Londra, rammentava con sì caldi sospiri in mezzo a
+<i>las bellezas del Norte</i>. Passai tra due carrozze, fendetti
+la calca, tirandomi dietro qualche sacrato che
+notai subito sul mio quaderno; e traversate alla
+lesta due o tre stradicciuole, riuscii sulla piazza di
+San Salvador, davanti alla cattedrale che le dà il
+nome, chiamata anche la <i>Seo</i>, più ricca e più splendida
+di Nostra Donna del Pilar.</p>
+
+<p>La facciata greco-romana, benchè di maestose proporzioni,
+e la torre alta e leggera, non preparano
+allo spettacolo grandioso del di dentro. Entrai, e
+mi trovai immerso nelle tenebre; per un istante,
+i confini dell'edifizio mi restaron celati; non vidi
+altro che qualche sprazzo di pallida luce, rotto qua
+e là dalle colonne e dagli archi. Poi, a poco a poco,
+distinsi cinque navate, divise da quattro ordini di
+bei pilastri gotici, i muri lontani, e la lunga serie
+delle cappelle laterali, e rimasi attonito. Era la prima
+cattedrale che corrispondeva all'immagine ch'io
+m'ero formato delle cattedrali spagnuole, varie, pompose,
+straricche. La cappella maggiore, sormontata
+da una vasta cupola gotica in forma di tiara, racchiude
+in sè sola le ricchezze d'una gran chiesa;
+l'altar maggior è d'alabastro, coperto di rosoni, di
+volute, di rabeschi; la volta ornata di statue; a
+destra e a sinistra, tombe ed urne di principi: in un
+angolo la scranna sulla quale siedevano i Re d'Aragona
+per ricevere la consacrazione. Il coro, che sorge<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[52]</a></span>
+in mezzo alla navata principale, è un monte di tesori.
+La sua cinta esteriore, nella quale sono aperte alcune
+piccole cappelle, presenta una incredibile varietà di
+statuette, di colonnine, di bassorilievi, di fregi, di
+pietre, da dover star là una giornata per poter
+dire d'aver visto qualcosa. I pilastri delle due
+ultime navate, e gli archi che s'incurvano sulle
+cappelle, sono sopraccarichi, dalla base alla volta,
+di statue,&mdash;alcune enormi che par reggan sulle
+spalle l'edifizio,&mdash;di emblemi, di sculture e d'ornamenti
+d'ogni forma e d'ogni grandezza. Nelle cappelle
+una profusione di statue, di ricchi altari, di
+tombe regie, di busti, di quadri, che immersi come
+sono in una mezza oscurità, non offrono allo sguardo
+che una confusione di colori, di luccichii, di forme
+vaghe, tra le quali l'occhio si perde, e l'immaginazione
+si stanca. Dopo molto correre di qua e di là,
+col quaderno aperto e la matita in mano, notando
+e disegnando, mi s'ingarbugliò la testa, stracciai
+i fogli rabescati, promisi a me stesso che non avrei
+scritto nulla di nulla, uscii dalla chiesa, e mi rimisi
+a girar per la città, senza veder altro, per lo spazio
+d'una mezz'ora, che lunghe navate oscure, e statue
+biancheggianti in fondo a cappelle misteriose.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>V'hanno dei momenti in cui il viaggiatore più
+gaio e più appassionato, girando per le strade d'una
+città sconosciuta, viene assalito improvvisamente da
+un così profondo senso di noia che se potesse, per
+virtù d'una parola, rivolare a casa tra i suoi, colla<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span>
+rapidità d'un genio delle <i>Mille e una notte</i>, proferirebbe
+quella parola con uno slancio di allegrezza.
+Fui colto da un cotal senso nel punto che infilavo
+non so che stradicciuola lontana dal centro della
+città; e n'ebbi quasi spavento. Richiamai in fretta
+alla mente le immagini di Madrid, di Siviglia, di
+Granata, per scuotermi, per riaccendermi la curiosità,
+il desiderio: quelle immagini mi parvero pallide
+e senza vita. Mi riportai col pensiero a casa, ai
+giorni prima della partenza, quando avevo la febbre,
+e non vedevo l'ora di spiccare il volo: e quel
+pensiero non fece che accrescermi la tristezza. L'idea
+di aver a vedere ancora tante città nuove, di aver
+da passar tante notti negli alberghi, di avermi a
+trovare per tanto tempo in mezzo a gente straniera,
+mi scoraggiò; mi domandai come mi fossi potuto risolvere
+a partire; mi parve d'essermi tutt'a un tratto
+allontanato sterminatamente dal mio paese, d'esser
+in mezzo a un deserto, solo, dimenticato da tutti,
+mi guardai intorno, la strada era solitaria, mi prese
+freddo al cuore, mi vennero quasi le lacrime agli
+occhi:&mdash;Io non posso star qui!&mdash;dissi tra me.&mdash;Io
+muoio di malinconia! Voglio tornare in Italia io!&mdash;Non
+avevo finito di dir queste parole che poco mancò
+non dessi in una risata da matto; in un momento
+ogni cosa riprese vita e splendore ai miei occhi; pensai
+alle Castiglie e all'Andalusia con una sorta di
+gioia frenetica, e scrollando il capo in atto di pietà
+per quel passeggero sconforto, accesi un sigaro, e
+tirai via più allegro di prima.<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span></p>
+
+<p>Era il penultimo giorno di carnevale; per le
+strade principali, verso sera, si vedeva un via vai
+di maschere, di carrozze, di brigatelle di giovani,
+di grosse famiglie con bambini, bambinaie, e ragazze
+da marito, a due a due; ma nessun strepito
+rincrescevole, nè squarciati canti di ubbriachi, nè
+serra serra importuni. Di tratto in tratto, si sentiva
+qualche leggero colpo di gomito, ma leggero
+assai, da parer il cenno d'un amico che volesse dire:&mdash;Son
+qui,&mdash;piuttosto che l'urto d'uno sbadato; e
+col colpo di gomito, certi suoni di voci tanto più
+soavi delle grida che gettavano le saragozzane
+antiche dalle finestre delle case crollanti, e tanto
+più ardenti dell'olio bollente che versavano sugli
+invasori! Oh non erano più quei tempi dei quali
+mi parlò pochi giorni sono, a Torino, un vecchio
+prete saragozzano, assicurandomi di non aver ricevuto,
+in sette anni la confessione d'un peccato
+mortale!</p>
+
+<p>La sera, all'albergo, trovai un capomatto di francese
+che credo non abbia mai avuto l'uguale sotto
+la cappa del cielo. Era un uomo sulla quarantina,
+con uno di quei visi di pasticciano che dicono:&mdash;Son
+qui, gabbatemi;&mdash;negoziante, da quanto mi parve,
+agiato, il quale era giunto poco innanzi da Barcellona,
+e doveva ripartire il giorno dopo per San Sebastiano.
+Lo trovai nella sala da pranzo, che raccontava
+i fatti suoi a un crocchio di viaggiatori, i
+quali scoppiavano dalle risa. Mi cacciai nel crocchio,<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span>
+e sentii la storia anch'io. Costui era nativo di Bordeaux,
+e viveva da quattro anni a Barcellona. Aveva
+abbandonato la Francia, perchè gli era fuggita la
+moglie, insalutato ospite, <i>avec le plus vilain homme
+de la ville</i>, lasciandogli sulle braccia quattro ragazzi.
+Dal giorno della fuga non ne aveva più avuto notizia;
+chi gli aveva detto che era andata in America,
+chi in Asia, chi in Affrica; ma erano state tutte congetture
+senza fondamento; da quattro anni egli la
+considerava come morta. Un bel giorno, a Barcellona,
+trovandosi a desinare con un suo amico marsigliese,
+questi gli disse (ma bisognava vedere con che
+comica dignità esponeva la cosa) gli disse: &#8220;Amico,
+uno di questi giorni voglio andare a San Sebastiano.&#8221;&mdash;&#8220;A
+che fare?&#8221;&mdash;&#8220;A spassarmela.&#8221;&mdash;&#8220;Amorucci,
+eh?&#8221;&mdash;&#8220;Sì,... cioè... dirò: un amore propriamente non
+è, perchè a me, in amore, non mi piace far coda: è
+un capriccietto. Bella donnina, però! To', non più
+tardi d'ier l'altro ho ricevuto una lettera; non avevo
+voglia d'andare; ma c'è tanti <i>vieni</i>, e <i>t'aspetto</i>, e
+amico mio, e amico caro, che mi son lasciato tentare.&#8221;
+Così dicendo, gli porse la lettera facendo una
+smorfia di vanagloria dongiovannesca. Il negoziante
+la prende, l'apre, la scorre: &#8220;<i>Nom de Dieu! Ma femme!</i>&#8221;
+e senza dir altro pianta l'amico, corre a casa
+a pigliar la valigia, e via alla stazione. Quando
+entrai nella sala, aveva già mostrato la lettera a
+tutti i presenti, e steso sulla tavola, perchè ognuno
+li potesse vedere, la sua fede di battesimo, l'atto
+matrimoniale, ed altre carte che aveva portate con<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span>
+sè per il caso che sua moglie non lo volesse riconoscere.
+&#8220;Che cosa le volete fare?&#8221; gli domandarono
+tutti ad una voce. &#8220;<i>Je ne lui ferai pas de mal; j'ai
+déjà pris mon parti; il n'y aura pas de sang; mais
+ce sera un châtiment plus terrible encore.</i>&#8221;&mdash;&#8220;Ma che
+cosa adunque?&#8221; domandarono gli uditori. &#8220;<i>J'ai déjà
+pris mon parti,</i>&#8221; ripetè il francese colla più grande
+serietà, e tirato fuori dalla tasca un paio di forbici
+enormi, soggiunse solennemente: &#8220;<i>Je vais lui couper
+les cheveux et les sourcils!</i>&#8221; Tutti diedero in uno scoppio
+di risa. &#8220;<i>Messieurs!</i>&#8221; gridò l'offeso marito; &#8220;<i>je le
+dis et je tiendrai ma parole; si j'ai le bonheur de vous
+retrouver ici, je me ferai un devoir de vous présenter
+sa perruque.</i>&#8221; Qui seguì un diavolío di risa, di voci,
+d'applausi, senza che il Francese spianasse neanco
+un momento il suo tragico cipiglio. &#8220;Ma se le trovaste
+uno Spagnuolo in casa?&#8221; gli domandò uno.
+&#8220;<i>Je le ferais sauter par la fenêtre!</i>&#8221; rispose. &#8220;Ma
+se fossero molti?&#8221;&mdash;&#8220;<i>Tout le monde par la fenêtre!</i>&#8221;&mdash;&#8220;Ma
+farete uno scandalo, accorreranno i
+vicini, i carabinieri, il popolo!&#8221;&mdash;&#8220;<i>Et moi....</i>&#8221; gridò il
+terribile uomo, battendosi una mano nel petto, &#8220;<i>je
+ferai sauter par la fenêtre les voisins, les gendarmes,
+le peuple, et la ville entière, s'il le faut.</i>&#8221; E tirò via
+a sbravazzare su questo tono, gesticolando con la
+lettera da una mano, e le forbici dall'altra, in
+mezzo alle risa sgangherate dei viaggiatori. <i>Vivir
+para ver</i>, vivere per vedere, dice il proverbio spagnuolo;
+e dovrebbe dir meglio <i>viajar</i>, viaggiare, chè
+certi originali par che s'incontrino solamente negli<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span>
+alberghi e sulle strade ferrate. Chi sa come sarà
+andata a finire!</p>
+
+<p>Entrando nella mia camera, domandai al cameriere
+chi fossero due cosi che avevo osservato fin
+dalla sera prima, appesi alla parete, che mostravano
+d'aver non so qual pretensione di passare per due
+ritratti. &#8220;<i>Caramba!</i>&#8221; mi rispose &#8220;<i>nada menos que
+los hermanos Argensola,</i>&#8221; aragonesi, nativi di Barbastro,
+&#8220;<i>dos de los mas afamados poetas de España!</i>&#8221;
+(<i>Afamados</i> per chi non lo sappia non vuol dire famelici,
+ma famosi.) E furono tali davvero i due
+fratelli Argensola, due veri gemelli letterarii, che
+ebbero la stessa indole, studiarono le stesse cose,
+scrissero nel medesimo stile, puro, sobrio, forbito,
+facendo argine con tutte le loro forze al torrente
+del cattivo gusto che cominciava ad invadere, ai
+loro tempi, sulla fine del secolo decimosesto, la
+letteratura spagnuola. L'uno morì a Napoli, segretario
+di Stato del Vicerè, l'altro a Tarragona,
+prete; e lasciarono tutti e due una fama onorata e
+cara, alla quale il Cervantes e il Lopez de Vega apposero
+lo splendido suggello della loro lode. I sonetti
+degli Argensola sono annoverati tra i più belli
+della letteratura spagnuola, per argutezza di pensiero
+e nobiltà di forma; e poichè ve n'è uno, di
+Lupercio Leonardo, che si sa a memoria da tutti
+e del quale i ministri citano spesso la chiusa per
+rispondere alle magniloquenti filippiche degli oratori
+della sinistra; lo metto qui colla speranza che
+potrà servire a qualcuno dei lettori per rimbeccare<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span>
+gli amici quando gli facessero rimprovero d'essersi
+innamorato, come il poeta, d'una donna che si dà
+il belletto.</p>
+
+<div class="poem" style="width: 18em;"><div class="stanza">
+<span class="i1">«Yo os quiero confesar, don Juan, primero<br /></span>
+<span class="i0">Que aquel blanco y carmin de doña Elvira<br /></span>
+<span class="i0">No tiene de ella mas, si bien se mira,<br /></span>
+<span class="i0">Que el haberle costado su dinero:<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i1">Pero tambien que me confieses quiero<br /></span>
+<span class="i0">Que es tanta la beldad de su mentira,<br /></span>
+<span class="i0">Que en vano à competir con ella aspira<br /></span>
+<span class="i0">Belleza igual de rostro verdadero.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i1">Mas que mucho que yo perdido ande<br /></span>
+<span class="i0">Por un engaño tal, pues que sabemos<br /></span>
+<span class="i0">Que nos engaña asi naturaleza?<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i1">Porque ese cielo azul que todos vemos<br /></span>
+<span class="i0">No es cielo, ni es azul: ¡làstima grande<br /></span>
+<span class="i0">Que no sea verdad tanta belleza!»<br /></span>
+</div></div>
+
+<div class="blockquot"><p>(<i>Prima di tutto vi voglio confessare, o signor Giovanni,
+che quel bianco e carminio di donna Elvira
+non ha di suo che il denaro che le è costato; ma
+voglio che voi mi confessiate alla vostra volta esser
+siffatta la bellezza della sua finzione, che nessuna
+bellezza simile di volto vero potrebbe competere con
+essa. Ma che vale ch'io mi dia pensiero di tale inganno,
+se si sa che nello stesso modo c'inganna la
+natura? E infatti, quel cielo azzurro che tutti vediamo,
+non è nè cielo nè azzurro.... Peccato che non sia
+verità tanta bellezza!</i>)</p></div>
+
+<p>La mattina dopo mi volli procurare un piacere
+somigliante a quello che provava il Rousseau tenendo<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span>
+dietro al volo delle mosche; il piacere di errare per
+la città, alla ventura, fermandomi a guardare le cose
+più insignificanti, come si fa per la strada di casa
+nostra, quando si aspetta un amico. Visitati alcuni
+edifizi pubblici, tra i quali il palazzo della Borsa, che
+ha una stupenda sala formata da ventiquattro colonne,
+ornata ciascuna di quattro scudi coll'arma di
+Saragozza, sovrapposti alle quattro faccie del capitello;
+visitata l'antica chiesa di Santiago e il bel palazzo
+dell'Arcivescovado, m'andai a piantare in mezzo
+alla vasta ed allegra piazza della <i>Costitucion</i>, che divide
+in due il <i>Coso</i>, e riceve altre due delle principali
+strade della città; e di là presi le mosse, e bighellonai
+fino a mezzogiorno con un gusto infinito. Ora sostavo a
+guardare un ragazzo che giocava a nocíno, ora davo
+una capatina da curioso in un piccolo caffè da scolari,
+ora rallentavo il passo per sentire le ciancie di
+due serve a una cantonata, ora andavo a mettere il
+naso contro le vetrine d'un libraio, ora entravo a
+far ammattire una tabaccaia chiedendo dei sigari
+in tedesco, ora mi fermavo a intavolar conversazione
+con un rivenditore di fiammiferi, qui compravo
+un giornaletto, lì chiedevo del fuoco a un soldato,
+là domandavo la strada a una ragazza, e intanto
+ruminavo versi dell'Argensola, cominciavo sonetti
+faceti, canterellavo l'inno di Riego, pensavo a Firenze,
+al vin di Malaga, agli avvertimenti di mia madre,
+al Re Amedeo, alla mia borsa, a mille cose, a
+nessuna; e non avrei cangiato la mia sorte con quella
+d'un grande di Spagna.<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span></p>
+
+<p>Verso sera andai a vedere la Torre nuova, che è
+uno dei più curiosi monumenti di Spagna. È alta
+ottantaquattro metri,&mdash;quattro più della torre di
+Giotto,&mdash;e inchinata di quasi due metri e mezzo,
+tutta intera, come la torre di Pisa. Fu innalzata
+nel 1304; chi afferma che fu fatta così, chi crede
+che siasi inchinata poi; le opinioni sono diverse. È
+di forma ottagonale, e tutta costrutta di mattoni;
+ma presenta una varietà mirabile di disegno e d'ornamenti,
+un aspetto diverso a ogni piano, un misto
+grazioso di gotico e di moresco. Per entrare, dovetti
+andar a domandare il permesso a non so quale impiegato
+del Municipio, che abita là vicino; il quale,
+dopo aver guardato attentamente la punta dei miei
+stivali e il ciuffo dei miei capelli, diede le chiavi
+al custode, e mi disse: &#8220;<i>Puede Usted ir.</i>&#8221; Il custode
+era un vecchietto vigoroso che salì le interminabili
+scale con assai maggior speditezza di me. &#8220;<i>Verá
+Usted,</i>&#8221; mi diceva: &#8220;<i>Verá Usted que magnífico golpe
+de vista!</i>&#8221;&mdash;Io gli dissi che anche noi Italiani avevamo
+una torre inclinata, come quella di Saragozza;
+egli si voltò a guardarmi e rispose secco: &#8220;<i>La nuestra
+es unica en el mundo.</i>&#8221;&mdash;&#8220;Oh cospetto! Vi dico
+che n'abbiamo una anche noi, e che l'ho vista coi
+miei occhi, a Pisa, e poi, se non volete credere, leggete
+qui, lo dice anche la Guida.&#8221;&mdash;Diede un'occhiata
+e brontolò: &#8220;<i>Puede ser.</i>&#8221;&mdash;Può essere!&mdash;Vecchio
+cocciuto! Gli avrei dato il libro sul capo. Finalmente
+arrivammo sulla cima. È uno stupendo spettacolo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span>
+Saragozza si abbraccia tutta con uno sguardo: la
+grande strada del <i>Coso</i>, il passeggio di Santa Engracia,
+i sobborghi; e lì sotto, che par di poterle toccare,
+le cupole colorite di Nostra Donna del Pilar;
+un po' più in là l'ardita torre della Seo; più oltre
+l'Ebro famoso, che gira attorno alla città con una
+curva maestosa, e l'ampia valle, innamorata, come
+dice il Cervantes, della chiarezza delle sue acque e
+della gravità del suo corso; e la Huerba, e i ponti,
+e i poggi, che ricordano tanti scontri sanguinosi e
+disperati assalti!</p>
+
+<p>Il custode mi lesse sul volto i pensieri che mi
+attraversavan la mente, e come proseguendo un discorso
+da me incominciato, prese ad accennarmi i
+punti per dove erano entrati i Francesi, e dove i
+cittadini avevano opposto le più gagliarde resistenze.
+&#8220;Non furono le bombe dei Francesi,&#8221; mi disse, &#8220;che
+ci fecero arrendere; noi stessi bruciavamo le case,
+e le facevamo saltare in aria colle mine; fu l'epidemia.
+Negli ultimi giorni più di quindicimila uomini
+dei quarantamila che difendevan la città eran
+negli ospedali; non si aveva più tempo per raccogliere
+i feriti e per sotterrare i morti; le rovine delle
+case erano coperte di cadaveri putrefatti che ammorbavano
+l'aria; un terzo degli edifizi della città
+eran distrutti; eppure nessuno parlava d'arrendersi;
+e chi ne avesse parlato, era stato innalzato apposta
+un patibolo in tutte le piazze, sarebbe stato ucciso;
+volevamo morire sulle barricate, nel fuoco, sotto i
+rottami delle nostre mura, piuttosto che piegare la<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span>
+testa. Ma quando il Palafox si trovò in punto di
+morte, quando si seppe che i Francesi avevano vinto
+in altre parti, e che non c'era più alcuna speranza,
+bisognò porre giù le armi. Ma i difensori di Saragozza
+si arresero cogli onori della guerra, e quando
+quella folla di soldati, di contadini, di monaci, di
+ragazzi, scarni, cenciosi, coperti di ferite, macchiati
+di sangue, sfilarono davanti all'esercito francese, i
+vincitori tremarono di riverenza e non ebbero cuore
+di rallegrarsi della vittoria! L'ultimo dei nostri
+contadini poteva portar la fronte più alta che il
+primo dei loro marescialli:&mdash;<i>Zaragoza</i>, e dicendo
+queste parole era splendido, <i>ha escupido en la cara
+a Napoleon!</i>&mdash;(Saragozza ha sputato in viso a
+Napoleone!)&#8221;</p>
+
+<p>Io pensai, in quel momento, alla storia del Thiers,
+e il ricordo della narrazione ch'egli fa della <a name="tn62" id="tn62"></a><ins class="correction" title="originale: manca 'di'">presa di</ins>
+Saragozza mi destò un sentimento di sdegno. Non una
+parola generosa per la sublime ecatombe di quel povero
+popolo! Il loro valore, per lui, non è che fanatismo
+feroce, o vana manìa guerresca di contadini stanchi
+della vita uggiosa dei campi, e di monaci ristucchi
+della solitudine della cella; la loro eroica ostinazione
+è testardaggine; il loro amor di patria, orgoglio stolto.
+Essi non morivano <i>pour cet idéal de grandeur</i> che
+animava il coraggio dei soldati imperiali! Come se
+la libertà, la giustizia, l'onore d'un popolo, non fossero
+qualcosa di più grande che l'ambizione d'un Imperatore,
+che lo fa assalire a tradimento e lo vuol
+governare colla violenza!... Tramontava il sole, le torri<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span>
+e i campanili di Saragozza erano illuminati dagli
+ultimi raggi, il cielo era limpidissimo; volsi ancora
+uno sguardo intorno per imprimermi bene nella memoria
+l'aspetto della città e della campagna, e prima
+di voltarmi per scendere, dissi al custode che mi
+guardava con un'aria di benevola curiosità: &#8220;Racconti
+agli stranieri che verranno a visitare d'ora
+in avanti la torre, che un giorno, un giovane italiano,
+poche ore prima di partire per la Castiglia,
+salutando per l'ultima volta, da questo balcone,
+la capitale dell'Aragona, s'è scoperto il capo
+col sentimento del più profondo rispetto, così,&mdash;e
+che non potendo baciare sulla fronte, ad uno ad
+uno, tutti i discendenti degli eroi del 1809, ha dato
+un bacio al custode,&#8221;&mdash;E glielo diedi, e me lo
+rese, e me n'andai contento, ed egli pure, e rida
+chi vuole.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Con questo mi parve di poter dire che avevo visto
+Saragozza, e tornai all'albergo ricapitolando le
+mie impressioni. Mi restava però una gran voglia di
+fare un po' di conversazione con qualche buon saragozzano,
+e dopo desinare andai al caffè, dove trovai
+subito un capomaestro e un bottegaio, che tra un
+sorso e l'altro di cioccolatte, mi esposero lo stato
+politico della Spagna e i mezzi più efficaci</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Di portar la baracca a salvamento.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>La pensavano molto diversamente. L'uno, il bottegaio,
+ch'era un ometto col naso rincagnato e un<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span>
+grosso bernoccolo tra occhio e occhio, voleva la
+repubblica federale, senza transazioni, quella sera
+stessa, prima d'andare a letto; e metteva come
+condizione <i>sine qua non</i> per la prosperità del nuovo
+governo, che si fucilasse il Serrano, il Sagasta e lo
+Zorilla, per convincerli una volta per sempre <i>que
+no se chanzea con el pueblo español</i>, che non si
+scherza col popolo spagnuolo. &#8220;<i>Y su rey de Ustedes,</i>&#8221;
+concludeva volgendosi verso di me, &#8220;al re che
+ci han mandato loro,&mdash;mi perdoni, caro il mio Italiano,
+la franchezza con cui le parlo,&mdash;al loro re
+un biglietto di prima classe per tornarsene <i>á la hermosa
+Italia</i>, ove c'è miglior aria per i Re. <i>Somos
+españoles</i>&#8221;&mdash;perdoni, caro il mio Italiano e mi metteva
+una mano sul ginocchio&mdash;&#8220;<i>somos españoles</i>, e
+non vogliamo stranieri, nè cotti, nè crudi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mi pare d'aver capito il suo concetto; e lei,&#8221;
+domandai al capomaestro, &#8220;come crede lei che si
+potrebbe salvar la Spagna?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>No hay mas que un medio!</i>&#8221; rispose con accento
+solenne; &#8220;non v'è che un mezzo! Repubblica federale,&mdash;in
+questo sono d'accordo col mio amico,&mdash;ma
+con Don Amedeo presidente!&#8221;&mdash;(L'amico scrollò
+le spalle) &#8220;Ripeto: con Don Amedeo presidente! È il
+sol uomo che possa tener ritta la repubblica; non
+è soltanto un'opinione mia; è l'opinione di molta
+gente. Don Amedeo faccia intendere a suo padre che
+qui colla monarchia non si compiccia nulla; chiami
+al governo il Castelar, il Figueras, il Pi y Margal;
+proclami la repubblica, si faccia elegger presidente,<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span>
+e gridi alla Spagna:&mdash;Signori, ora comando io, e
+chi alza le corna, legnate! E allora avremo la vera
+libertà.&#8221;</p>
+
+<p>Il bottegaio, il quale non credeva che la vera
+libertà consistesse nel pigliarsi delle legnate sulle
+corna, protestò; l'altro ribattè; il battibecco durò
+un pezzo. Si venne poi a parlare della Regina; e il
+capomaestro dichiarò che, sebbene fosse repubblicano,
+aveva per Donna Vittoria un profondo rispetto
+e una calda ammirazione. &#8220;<i>Tiene mucho</i> (molto)
+<i>de aquí</i>&#8221; disse toccandosi la fronte col dito.&mdash;&#8220;<i>Es
+verdad que sabe el griego?</i>&#8221;&mdash;(È vero che sa
+il greco?)</p>
+
+<p>&#8220;E come!&#8221; risposi.</p>
+
+<p>&#8220;Hai inteso, eh?&#8221; domandò l'altro.</p>
+
+<p>&#8220;Sì,&#8221; rispose il bottegaio brontolando; &#8220;<i>pero no
+se govierna à España con el griego.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Concedeva però anche lui che, regina per regina,
+era a desiderarsi d'averne una dotta e savia, <i>digna
+de sentarse en el trono de Isabel la Catòlica</i>, la quale,
+come tutti sanno, conosceva il latino quanto un
+professore consumato; piuttosto che una di queste
+regine cervelline che non hanno il capo ad altro
+che alle feste ed ai favoriti. In una parola, non
+voleva vedere in Ispagna la casa di Savoia; ma se
+qualche cosa poteva piegarlo un po' in di lei favore,
+era il greco della Regina. Che galante repubblicano!</p>
+
+<p>V'è però in codesta gente una generosità di cuore,
+e un vigore di animo che giustifica la loro onorevole<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span>
+fama. L'aragonese, in Spagna, è rispettato. Il popolo
+di Madrid che trincia i panni addosso agli Spagnuoli
+di tutte le provincie, che dà al catalano di rozzo,
+all'andaluso di vano, al valenziano di feroce, al galiziano
+di miserabile, al basco d'ignorante, tratta con
+un po' più di riserbo gli alteri figli d'Aragona, i quali
+nel secolo decimonono scrissero col proprio sangue
+la più gloriosa pagina della storia di Spagna. Il nome
+di Saragozza suona nel popolo come un grido di
+libertà, e nell'esercito come un grido di guerra. Ma
+poichè non v'è rosa senza spine, questa nobile provincia
+è anche un semenzaio di demagoghi inquieti,
+di capi di <i>guerrillas</i>, di tribuni, di gente di testa
+calda e di mano ardita, che danno un gran da fare
+a tutti i Governi. Il Governo deve accarezzar l'Aragona
+come un figliuolo ombroso e focoso, che se
+niente niente si picca, è muso da mandare in aria
+la casa.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'entrata di re Amedeo in Saragozza, e la breve
+dimora che vi fece nel 1871, diedero occasione a
+parecchi fatti, che meritano d'essere raccontati; non
+solo perchè si riferiscono al Principe, ma perchè sono
+una eloquente manifestazione del carattere del popolo.
+E prima d'ogni altra cosa il discorso del Sindaco,
+del quale s'è fatto tanto scalpore, in Spagna e fuori,
+e che resterà forse fra le tradizioni di Saragozza
+come un esempio classico di audacia repubblicana.
+Il Re arrivò verso sera alla stazione della strada
+ferrata, dove eran venuti ad aspettarlo, accompagnati<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span>
+da un'immensa folla, i rappresentanti di molti
+Municipii, e associazioni e corpi militari e civili di
+varie città d'Aragona. Dopo le solite grida e i soliti
+applausi, si fece silenzio, e l'alcade di Saragozza,
+presentatosi al Re, lesse con enfatica voce il seguente
+discorso:</p>
+
+<p>«Signore! Non è la modesta personalità mia, non
+è l'uomo di convinzioni profondamente repubblicane;
+ma bensì l'alcade di Saragozza, investito del sacro
+suffragio universale, colui che, <i>per un dovere imprescindibile</i>,
+si presenta a voi, e si mette agli ordini
+vostri. Voi state per entrare nel recinto d'una città
+la quale, sazia ormai di gloria, porta il titolo di sempre
+eroica; una città che quando corse pericolo l'integrità
+nazionale, fu una nuova Numanzia, una città
+che umiliò gli eserciti napoleonici nei loro stessi
+trionfi ec. Saragozza fu la più avanzata sentinella
+della libertà; nessun governo le parve mai abbastanza
+liberale ec. Nel petto di nessuno dei figli suoi albergò
+mai il tradimento ec. Entrate, dunque, nel recinto di
+Saragozza. Se non aveste coraggio, non ne avreste
+neanco bisogno, perchè i figli della sempre eroica
+madre son valorosi a viso aperto, e incapaci di tradire.
+Non v'è scudo, nè esercito più poderoso per difendere,
+in questi momenti, la vostra persona, che la lealtà
+dei discendenti del Palafox, poichè anche i loro nemici
+trovano un sacro asilo sotto i tetti saragozzani. Pensate
+e meditate che se seguirete costantemente la
+via della giustizia, se farete da tutti osservare le
+leggi della più stretta moralità, se proteggerete il<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span>
+produttore che finora tanto dà, e sì poco riceve, se
+sosterrete la verità del suffragio, se Saragozza e la
+Spagna vi dovranno un giorno il compimento delle
+sacre aspirazioni della maggioranza di questo gran
+popolo che venite a conoscere, <i>allora, forse, vi adornerà
+un più splendido titolo</i>, che quello di Re. Potete
+essere il primo cittadino della nazione, e il più amato
+in Saragozza, e la <i>repubblica spagnuola</i> vi dovrà la
+sua completa felicità.»</p>
+
+<p>A questo discorso che veniva a significare in conclusione:&mdash;Non
+vi riconosciamo come Re, ma entrate
+pure fra noi, che non v'ammazzeremo, perchè gli eroi
+non ammazzano a tradimento; e se sarete bravo, e
+ci servirete a dovere, consentiremo, forse, a sopportarvi
+come presidente della Repubblica;&mdash;il Re rispose
+con un sorriso agro-dolce, che voleva dire:&mdash;Troppa
+degnazione!&mdash;e strinse la mano all'Alcade,
+con grande meraviglia di tutti i presenti. Poi montò
+a cavallo, ed entrò in Saragozza. Il popolo, a quel
+che si dice, lo ricevette con festa, e molte signore
+gli lanciarono dalle finestre poesie, corone di fiori
+e colombe. In varii punti, il generale Cordova, e il
+general Rosell, che lo accompagnavano, dovettero
+sgombrargli la strada coi proprii cavalli. Mentre
+entrava nel <i>Coso</i>, una donna del popolo si slanciò
+innanzi per dargli un memoriale; il Re, ch'era già
+passato oltre, se n'accorse, tornò indietro, e lo prese.
+Poco dopo, gli si presentò un carbonaio, e gli porse
+la sua nera mano: il Re gliela strinse. Nella piazza
+di Santa Engracia, fu ricevuto da una sfarzosa mascherata<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span>
+di nani e di giganti, che lo salutarono
+con certe danze tradizionali, fra le grida assordanti
+della moltitudine. Così attraversò tutta la città. Il
+giorno dopo visitò la chiesa della Madonna di Pilar,
+gli ospedali, le carceri, il circo dei Tori, e in ogni
+parte fu festeggiato con quasi monarchico entusiasmo,
+non senza segreta bizza dell'Alcade che l'accompagnava,
+il quale avrebbe voluto che il popolo
+saragozzano si ristringesse all'osservanza del quinto
+comandamento:&mdash;Non ammazzare,&mdash;senza andare
+più in là delle sue modeste promesse. Liete accoglienze
+ebbe pure il Re sulla via da Saragozza a Logroño.
+A Logroño, in mezzo a una folla innumerevole
+di contadini, di guardie nazionali, di donne, di ragazzi,
+vide per la prima volta il venerando generale Espartero.
+Appena si videro, si corsero incontro; il generale
+cercò la mano del Re, il Re gli aperse le braccia;
+la folla gettò un grido di gioia: &#8220;Maestà,&#8221; disse
+l'illustre soldato con voce commossa, &#8220;i popoli vi
+accolgono con patriottico entusiasmo, perchè vedono
+nel loro giovane Monarca il più fermo sostegno della
+libertà e della indipendenza della patria, e son sicuri
+che se i nemici della nostra ventura tentassero
+di turbarla, Vostra Maestà, alla testa dell'esercito
+e della milizia cittadina, saprebbe confonderli e sgominarli.
+La mia affranta salute non mi permise d'andare
+a Madrid per felicitare Vostra Maestà e la sua
+Augusta Sposa per il loro avvenimento al trono di
+San Ferdinando. Oggi lo faccio, e ripeto anche una
+volta che servirò fedelmente la persona di Vostra<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span>
+Maestà come re di Spagna, eletto dalla volontà nazionale.
+Maestà, in questa città ho una modesta casa,
+e ve la offro, e vi prego d'onorarla della vostra presenza.&#8221;&mdash;Con
+queste semplici parole era salutato
+il nuovo Re dal più vecchio e più amato e più glorioso
+dei suoi sudditi. Felice auspicio, a cui mal risposer
+gli eventi!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Verso mezzanotte andai a un veglione, in un teatro
+di mezzana grandezza, sul <i>Coso</i>, a poca distanza
+dalla piazza della Costituzione. Le maschere eran
+poche e meschinuccie; ma v'era per compenso una
+folla fittissima, della quale un buon terzo ballavano
+furiosamente. Fuor che dalla lingua, non mi sarei
+accorto di assistere ad un veglione d'un teatro di
+Spagna, piuttosto che a un veglione d'un teatro d'Italia;
+mi pareva di veder persino le stesse faccie. Poi
+il solito tramenío, la solita licenza di parole e di
+mosse, il solito degenerare dal ballo in una ridda
+clamorosa e sfrenata. Delle cento coppie di ballerini
+che mi passarono dinanzi, una sola mi rimase impressa
+nella memoria: un giovanotto d'una ventina
+d'anni, alto, snello, bianco, con due grand'occhi neri;
+e una ragazza della stessa età, bruna come un'andalusa;
+tutti e due belli e alteri, vestiti dell'antico
+costume aragonese, abbracciati stretti, viso contro
+viso, come se l'uno volesse respirare l'alito dell'altro,
+rossi come due viole e sfolgoranti di gioia.
+Passavano in mezzo alla folla, gettando intorno
+uno sguardo sdegnoso, e mille occhi li accompagnavano,<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span>
+e li seguiva un mormorio sordo di ammirazione
+e d'invidia. Uscendo dal teatro, mi fermai
+un momento sulla porta per rivederli passare,
+e poi me ne tornai all'albergo solo e malinconico.
+L'indomani mattina, prima dell'alba, partii per la
+Vecchia Castiglia.<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span></p>
+
+<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Le piace mangiar con me?</p></div>
+</div>
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="III" id="III"></a>III.<br /><br />
+
+BURGOS.</h2>
+
+
+<p>Per andare da Saragozza a Burgos, città capitale
+della Vecchia Castiglia, si risale tutta la gran
+valle dell'Ebro, attraversando una parte dell'Aragona,
+e una parte della Navarra, fino alla città di
+Miranda, posta sulla strada di Francia che passa per
+San Sebastiano e Baiona. Il paese è pieno di ricordi
+storici, di rovine, di monumenti, di nomi famosi: ogni
+villaggio rammenta una battaglia, ogni provincia una
+guerra. A Tudela, i Francesi sconfissero il generale
+Castaños; a Calahorra, Sertorio resistette a Pompeo;
+a Navarrete, Enrico di Transtamare fu vinto da
+Pietro il Crudele; si vedono i vestigi della città di
+Egon ad Agoncillo, le rovine d'un acquedotto romano
+ad Alcanadre, i resti d'un ponte arabo a Logroño; la
+mente dura fatica ad abbracciare le memorie di tanti
+secoli e di tanti popoli, e l'occhio si stanca colla
+mente. L'aspetto della campagna varia ad ogni momento.
+Vicino a Saragozza son campi verdi sparsi di<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span>
+case e di viottole serpeggianti, per le quali si vede
+qualche gruppo di contadini, avvolti nei loro scialli
+variopinti, qualche somarello, qualche carro. Più oltre
+non sono che vaste pianure ondulate, nude, aride,
+senza un albero, senza una casa, senza un sentiero; ove
+non si vede che di miglio in miglio un armento, un pastore,
+una capanna; e qualche piccolo villaggio, composto
+di casuccie color terraceo, basse, che quasi si
+confondono col suolo; piuttosto gruppi di capanne, che
+villaggi, vere immagini di miseria e di squallore.
+L'Ebro serpeggia a grandi curve lungo la strada, ora
+vicino, che par che il treno ci si vada a tuffare, ora
+lontano, come una striscia d'argento, che appare e dispare
+fra le gobbe del terreno e i cespugli delle
+sponde. Lontano si vede una catena di monti azzurri,
+e al di là le cime bianche dei Pirenei. Presso Tudela
+si scopre il canale; dopo Custejon la campagna verdeggia;
+e via via, le pianure aride si alternano cogli
+oliveti, e qualche striscia di verde vivo rompe qua
+e là il giallognolo secco dei campi abbandonati. Sulle
+cime dei colli lontani si vedon rovine di castelli
+enormi, sormontate da torri tronche, spaccate, corrose,
+simili a grandi moncherini di giganti prostrati
+che minaccino ancora.</p>
+
+<p>A ogni stazione della strada ferrata comprai un
+giornale; prima d'arrivare a metà viaggio n'avevo
+un monte: giornali di Madrid e d'Aragona, grandi
+e piccini, neri e rossi; nessuno, sfortunatamente, amico
+di Don Amedeo. E dico sfortunatamente, perchè, a
+legger quei giornali, c'era da cadere in tentazione<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span>
+di voltar le spalle a Madrid e tornarsene a casa.
+Dalla prima all'ultima colonna, eran tutt'una sfuriata
+d'ingiurie, d'imprecazioni e di minaccie contro
+l'Italia: corna del nostro Re, roba da chiodi dei nostri
+ministri, ira di Dio del nostro esercito; tutto
+fondato sulla voce, che allora correva, d'una prossima
+guerra, nella quale l'Italia e la Germania alleate
+si sarebbero gettate sulla Francia e sulla Spagna,
+per distruggervi il Cattolicismo, nemico eterno
+di tutt'e due, e mettere sul trono di San Luigi il
+Duca di Genova, e assicurare il trono di Filippo II
+al Duca d'Aosta. Erano minaccie nell'articolo di fondo,
+minaccie nell'appendice, minaccie nelle notizie,
+in prosa, in versi, con figurine, con lettere cubitali,
+con lunghe righe di puntini; dialoghi tra il <i>padre</i> e
+il <i>figlio</i>, l'uno da Roma, e l'altro da Madrid, questi
+che domandava: &#8220;Che cosa ho da fare?&#8221; quello che
+rispondeva: &#8220;Fucila!&#8221; di tratto in tratto un: &#8220;Vengano!
+siamo pronti! siamo sempre la Spagna del 1808;
+i vincitori degli eserciti napoleonici non hanno paura
+nè del muso degli Ulani di re Guglielmo, nè del
+gridío dei Bersaglieri di Vittorio Emanuele.&#8221;&mdash;E poi
+Don Amedeo designato coll'appellativo di <i>pobre bambino</i>,
+l'esercito italiano chiamato un esercito di ballerini
+e di cantanti, gl'Italiani di Spagna invitati a
+sfrattare col poco gentile avvertimento di:&mdash;<i>Italianos
+al tren!</i>&mdash;(Italiani al treno); in somma, chiedete e
+domandate, ce n'era una per sorte. Vi confesso che,
+su quel subito, rimasi un po' turbato; m'immaginai
+che a Madrid gl'Italiani fossero poco meno che segnati<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span>
+a dito per le vie; mi ricordai della lettera ricevuta
+a Genova; ripetevo tra me e me quell'<i>Italianos
+al tren</i>, come un consiglio che meritasse una
+seria meditazione; guardavo con sospetto i viaggiatori
+che entravano nel carrozzone, e gl'impiegati
+della strada ferrata, e mi pareva che, al primo vedermi,
+tutti dovessero dire:&mdash;Ecco là un emissario
+italiano; mandiamolo a tener compagnia al general
+Prim.&mdash;</p>
+
+<p>Avvicinandosi a Miranda, la strada s'inoltra in
+una contrada montagnosa, varia, pittoresca; dove da
+qualunque parte si volga lo sguardo, non si vedon
+che roccie grigiastre, a perdita d'occhio, che rendon
+l'immagine d'un mare petrificato nell'atto della tempesta.
+È un paese pieno di bellezza selvaggia, solitario
+come un deserto, silenzioso come un ghiacciaio,
+che rappresenta alla fantasia come una visione di
+pianeta disabitato, e desta un senso misto di tristezza
+e di paura. Il treno passa fra due pareti di
+roccie puntagute, incavate, crestate, faccettate in tutti
+i sensi e in tutte le forme, che par che intorno a
+ciascuna abbian lavorato tutta la vita una folla di
+scalpellini furiosi, facendo alla cieca a chi ci lasciasse
+le traccie più capricciose. La strada riesce poi in
+una vasta pianura piantata di pioppi, nella quale
+sorge Miranda.</p>
+
+<p>La stazione è lontanissima dalla città; dovetti
+aspettare nel caffè, fino a notte, il treno di Madrid.
+Per tre ore non ebbi altra compagnia che quella di
+due guardie doganali chiamate in Spagna <i>carabineros</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span>
+vestite d'una divisa severa, con daga, pistole e
+carabina ad armacollo. A ogni stazione ce ne son
+due: le prime volte, vedendo apparire davanti al
+finestrino del carrozzone le canne delle loro carabine,
+credetti che fosser là per chiappare qualcuno,
+e fors'anche.... e misi, senz'accorgermene, la mano
+sul passaporto. Son bei giovanotti, arditi e cortesi,
+coi quali il viaggiatore che aspetta può intrattenersi
+piacevolmente a discorrer di Carlisti e di contrabbando,
+come io feci, con grande vantaggio del
+mio frasario spagnuolo. Verso sera capitò un mirandese,
+un uomo sulla cinquantina, impiegato, allegro,
+chiaccherone, ed io lasciai i <i>carabineros</i> per
+attaccarmi a lui. Fu il primo Spagnuolo che mi
+parlò profondamente di politica. Lo pregai di dipanarmi
+un po' codesta benedetta matassa dei partiti,
+di cui non ero ancor riuscito a trovare il bandolo;
+ed egli ne fu contentissimo, e mi servì per filo e per
+segno. &#8220;È detto in due parole,&#8221; cominciò: &#8220;ecco
+come stanno le cose. Ci son cinque partiti principali:
+l'assolutista, il moderato, il conservatore, il radicale,
+il repubblicano. L'assolutista si divide in due: carlisti
+puri, carlisti dissidenti. Il partito moderato in
+due: l'uno vuole Isabella seconda, l'altro vuole Don
+Alfonso. Il partito conservatore in quattro: tenga bene
+a mente: i Canovisti, capitanati da Canovas del Castillo;
+gli ex-montpensieristi, capitanati dal Rios Rosas;
+i <i>fronterizos</i>, capitanati dal generale Serrano;
+i progressisti storici, capitanati dal Sagasta. Il partito
+radicale in quattro: i progressisti democratici,<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span>
+capo lo Zorilla; i <i>Cimbrios</i>, capo il Martos; i democratici,
+capo il Ribero; gli economisti, capo il Rodriguez.
+Il partito repubblicano in tre: gli unitarii,
+capo Garcia Ruiz; i federali, capo il Figueras; i socialisti,
+capo il Garrido. I socialisti si dividono ancora
+in due; socialisti coll'<i>Internazionale</i>, socialisti
+senza l'<i>Internazionale</i>. In tutto sedici partiti. Questi
+sedici partiti si suddividono ancora. Il Martos tende
+a costituire un partito suo; il Candau un altro partito;
+il Moret un terzo partito; il Rios Rosas, il
+Pi y Margall, il Castelar, vanno pure preparando
+ciascuno un partito proprio. Son dunque ventidue
+partiti, parte fatti parte da farsi: aggiunga i partigiani
+della repubblica con Don Amedeo presidente,
+i partigiani della Regina che vorrebbero dare il gambetto
+a Don Amedeo, i partigiani della monarchia
+dell'Espartero, i partigiani della monarchia del Montpensier;
+i repubblicani a patto che non si lasci
+Cuba; i repubblicani a patto che Cuba si lasci;
+coloro che non hanno ancora rinunziato al principe
+di Hohenzollern, coloro che vagheggiano l'unione col
+Portogallo; sarebbero trenta partiti. Volendo andar
+pel sottile, si potrebbe suddividere ancora; ma val
+meglio farsi un'idea chiara di come stanno le cose.
+Il Sagasta si appoggia agli unionisti, lo Zorilla si
+appoggia sui repubblicani, il Serrano sarebbe disposto
+ad appoggiarsi sui moderati; i moderati, all'occasione,
+farebbero lega cogli assolutisti, i quali,
+intanto, danno la mano ai repubblicani, che si uniscono
+con una parte dei radicali, per mandare in<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span>
+aria il ministero Sagasta, troppo conservatore per
+i progressisti democratici, troppo liberale per gli
+unionisti, che hanno paura dei federali; mentre i
+federali non ripongono alla loro volta una gran fiducia
+nei radicali, sempre tentennanti fra i democratici
+e i sagastini. S'è fatto un'idea chiara?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Chiara come l'ambra!&#8221; risposi raccapricciando.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Del viaggio da Miranda a Burgos mi ricordo come
+d'una pagina d'un libro leggiucchiata a letto, quando
+gli occhi cominciano a chiudersi e la fiammella
+della candela a languire: cascavo di sonno. Un vicino
+mi scoteva di tratto in tratto perchè guardassi
+fuori: era una notte serena, splendeva un bellissimo
+lume di luna; ogni volta che m'affacciai al finestrino,
+vidi dalle due parti della strada roccie enormi, di
+fantastiche forme, vicine tanto che pareva dovessero
+precipitare sul treno, bianche come marmo, e
+così ben rischiarate, che se ne sarebbero potute contare
+tutte le punte, tutti gl'incavi, tutte le gobbe,
+come alla luce del sole. &#8220;Siamo a Pancorbo,&#8221; mi
+diceva il vicino, &#8220;guardi su quell'altura: là era un
+terribile castello che i Francesi distrussero nel 1813.
+Siamo a Briviesca: guardi; qui Giovanni I di Castiglia
+radunò gli Stati generali, che accordarono il
+titolo di principe delle Asturie all'erede della Corona.
+Guardi il monte della Brujola che tocca le stelle!&#8221;&mdash;Era
+uno di quegli infaticabili ciceroni che parlerebbero
+anche agli ombrelli; e sempre, dicendo: guardi,
+mi toccava in un fianco, dalla parte della tasca.<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span>
+Finalmente arrivammo a Burgos; il vicino disparve
+senza salutarmi, io mi feci condurre a un albergo,
+e sul punto di pagare il vetturino, m'accorsi che
+non avevo più un piccolo portamonete da spiccioli che
+solevo tenere in una tasca del pastrano. Pensai agli
+Stati generali di Briviesca, e suggellai la cosa con
+un filosofico:&mdash;Mi sta bene!&mdash;invece di gridare come
+fan molti in simili occasioni:&mdash;ma per Dio! ma
+dove siamo! ma che paese è questo!&mdash;come se nel
+loro paese non ci fosse della gente destra che porta
+via la borsa senza neanco usar la cortesia di darvi
+una notizia storica o una indicazione di geografia.</p>
+
+<p>L'albergo in cui scesi, come quasi tutti gli alberghi
+delle Castiglie, era servito da ragazze. Eran
+sette o otto bambolone paffute e muscolose che andavano
+e venivano con grandi bracciate di materassi
+e di biancheria, curvate indietro in atteggiamenti
+atletici, rosse, sbuffanti, sghignazzanti, che mettevano
+allegrezza a vederle. Un albergo servito da donne è
+tutt'altra cosa che i soliti alberghi: il viaggiatore
+ci si pare meno straniero, e ci riposa col cuore più
+queto; le donne gli danno una cert'aria di casa,
+che fa quasi dimenticare la solitudine in cui ci si
+trova. Son più premurose degli uomini; sanno che
+il viaggiatore inclina alla malinconia, e par che ne
+lo vogliano stornare; sorridono e parlano con un
+piglio confidente, come per far capire che s'è in famiglia,
+in mani sicure; hanno un non so che di massaie,
+che servono meno per mestiere che pel gusto di
+rendersi utili; vi attaccano i bottoni con un'aria di<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[80]</a></span>
+protezione; vi levan la spazzola di mano, con un atto
+scherzoso, come per dire: &#8220;A me, buono a nulla!&#8221;
+vi levano i peli dal vestito quando uscite, vi dicono:
+&#8220;<i>O pobrecito!</i>&#8221; quando tornate infangati, vi raccomandano
+di non dormire col capo basso quando vi
+danno la buona notte, vi porgono il caffè a letto
+dicendovi benevolmente: &#8220;Stia queto, via, non sta
+bene!&#8221; Una si chiamava <i>Beatriz</i>, un'altra <i>Carmelita</i>,
+un'altra <i>Amparo</i> (Protezione); belle tutte e tre
+di quella poderosa bellezza montanina, che fa esclamar
+con un vocione di basso:&mdash;Che-bel-pez-zo-da-ses-san-ta!&mdash;Quando
+correvano pei corridoi, tutta
+la casa tremava.</p>
+
+<p>L'indomani mattina al levar del sole, Amparo
+mi gridò nell'orecchio:&mdash;<i>Caballero!</i>&mdash;Un quarto
+d'ora dopo ero già nella strada. Burgos, posta alle
+falde d'una montagna, sulla riva destra dell'Arlanzon,
+è una città irregolare, di strade tortuose e
+strette, con pochi edifizi notevoli, e la maggior parte
+delle case non più antiche del secolo decimosettimo.
+Ma ha una qualità particolare che la rende curiosa
+e geniale: è variopinta come uno di quei scenari da
+teatro di marionette, coi quali i pittori si sono proposti
+di strappare un grido di stupore alle serve della
+platea. Pare una città stata colorita apposta per una
+festa carnovalesca, col proposito di rimbiancarla poi.
+Le case son rosse, gialle, azzurre, cinerine, ranciate,
+con ornamenti e contorni di altri mille colori; e tutto
+vi è dipinto: battenti di porte, ringhiere di terrazzini,
+inferriate, cornicioni, mensole, bozze, sporti, davanzali.<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span>
+Tutte le strade sembrano parate a festa; a
+ogni svoltata è un colpo d'occhio diverso; in ogni
+parte è come una gara di colori, che fanno a quale
+tira più gli sguardi; vien quasi da ridere; vi son colori
+che non si son mai visti sui muri; verde, incarnato,
+porporino; colori di fiori strani, di salse, di
+dolci, di stoffe da veste da ballo; se ci fosse a Burgos
+un manicomio di pittori si direbbe che la città
+fu colorita un giorno che scapparono i pazzi. A render
+più grazioso l'aspetto delle case, moltissime finestre
+hanno dinanzi una specie di terrazzino coperto,
+chiuso davanti da un'ampia vetrata, come una scansía
+da museo; uno a ogni piano, per lo più, e quel
+di sopra appoggiato su quel di sotto, e il più basso
+sulle vetrine d'una bottega, in modo che dal suolo
+al tetto paion tutti insieme una vetrina sola d'una
+bottega smisurata; e dietro ai vetri d'ogni piano si
+vedono, come messi in mostra, visini di ragazze e
+di fanciulli, fiori, paesaggi e figurine di carta di Francia,
+tende ricamate, trine, rabeschi. S'io non l'avessi
+saputo, non mi sarebbe mai caduto in mente che una
+città siffatta potesse essere la Capitale della Vecchia
+Castiglia, il cui popolo ha fama di grave e di austero;
+l'avrei creduta una delle città andaluse dove
+la gente è più allegra; m'ero figurato di vedere una
+matrona meditabonda, e avevo trovato una mascherina
+ghiribizzosa.</p>
+
+<p>Fatti due o tre giri, riuscii in una vasta piazza,
+chiamata Piazza Maggiore, o Piazza della Costituzione,
+tutta cinta di case color di melagrano, con<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span>
+portici, e nel mezzo, una statua di bronzo, rappresentante
+Carlo III. Non avevo ancora dato un'occhiata
+all'intorno, che un ragazzo avviluppato in una
+lunga cappa sbrandellata, strascicando due grandi
+ciabatte, e agitando in aria un giornale, mi corse
+incontro.</p>
+
+<p>&#8220;Vuole l'<i>Imparcial</i>, <i>caballero</i>?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;No.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Vuole una cartella della lotteria di Madrid?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Nemmeno.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Vuole dei sigari di contrabbando?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Neppure.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Vuole...?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eh!&#8221;</p>
+
+<p>L'amico si grattò il mento.</p>
+
+<p>&#8220;Vuol vedere i resti del Cid?&#8221;</p>
+
+<p>Vivaddio, che salto! non importa: andiamo a vedere
+i resti del Cid.</p>
+
+<p>Andammo al palazzo municipale. Una vecchia portinaia
+ci fece attraversare tre o quattro piccole sale
+fin che s'arrivò a una stanza dove tutti e tre ci
+fermammo. &#8220;Ecco <i>los restos</i>,&#8221; disse la donna accennando
+una specie di cofano posto sur un piedistallo
+in mezzo alla stanza. Mi avvicinai, essa alzò il coperchio,
+io guardai dentro. Vi eran due scompartimenti,
+in fondo ai quali si vedevan alcune ossa ammonticchiate,
+che parevan frantumi di mobili vecchi.
+&#8220;Queste,&#8221; disse la portinaia &#8220;sono le ossa del Cid,
+e quest'altre le ossa di Ximene, sua moglie.&#8221;&mdash;Presi
+in mano uno stinco dell'uno e una costola dell'altra,<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span>
+li guardai, li palpai, li rigirai; ma non riuscendo
+a raccappezzare la fisonomia nè del marito
+nè della moglie, li rimisi. Allora la donna mi accennò
+una scranna di legno mezzo disfatta appoggiata
+alla parete, e un'iscrizione che diceva essere
+quella la scranna sulla quale sedettero i primi giudici
+di Castiglia <i>Nunius Rasura</i>, <i>Calvoque Lainus</i>,
+trisavoli del Cid; il che vuol dire che quel prezioso
+mobile sta ritto in quel medesimo posto dalla bellezza
+di novecent'anni. L'ho in questo momento
+dinanzi agli occhi, disegnato nel mio quaderno, a
+linee serpeggianti; e mi pare ancora di sentire la
+buona donna che mi domanda: &#8220;<i>Es Usted pintor?</i>&#8221;
+e mi mette il mento sulla matita per ammirare il
+mio capolavoro. Nella stanza accanto mi mostrò un
+braciere della stessa anzianità della scranna, e due
+ritratti, l'uno del Cid e l'altro di Ferdinando Gonzales,
+primo conte di Castiglia, tutti e due così confusi
+e slavati, da non porger l'immagine delle persone,
+meglio che gli stinchi e le costole dei due illustri
+consorti.</p>
+
+<p>Dal palazzo municipale fui condotto sulla riva
+dell'Arlanzon, in una spaziosa piazza con giardino,
+fontane e statue, circondata da graziosi edifizii nuovi.
+Di là dal fiume è il borgo Bega, più oltre le aride
+colline che dominano la città, ad un'estremità della
+piazza la porta monumentale di Santa Maria, che fu
+innalzata in onore di Carlo V, ornata delle statue
+del Cid, di Fernando Gonzales, dell'Imperatore. Al
+di là della porta appaiono le guglie maestose della<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span>
+Cattedrale. Pioveva, ero solo in mezzo alla piazza, e
+senza ombrello; alzai gli occhi a una finestra, e vidi
+una donna che mi parve una <i>criada</i>, che mi guardava
+e rideva, come per dire:&mdash;Chi è quel matto?&mdash;Colto
+così all'improvviso, rimasi un po' sconcertato,
+e fatta meglio un po' di faccia indifferente, me n'andai
+per la via più corta verso la Cattedrale.</p>
+
+<p>La Cattedrale di Burgos è uno dei più vasti, più
+belli e più ricchi monumenti della Cristianità. Dieci
+volte scrissi in capo alla pagina queste parole, e
+dieci volte mi mancò il coraggio di proseguire, tanto
+mi sento inetto e meschino, paragonando le forze
+della mia mente alle difficoltà della descrizione.</p>
+
+<p>La facciata è sur una piccola piazza, dalla quale
+si può abbracciare collo sguardo una parte dell'immenso
+edificio; dagli altri lati, ricorrono strade tortuose
+e strette, che impediscono la vista. Da tutti i
+punti del tetto smisurato s'alzano guglie snelle e
+graziose, sopraccariche di ornamenti di color calcareo
+fosco, sporgenti oltre i più alti edifizi della città.
+Sul dinanzi, a destra e a sinistra della facciata, sorgono
+due campanili acuti, coperti di sculture dalla
+base alla cima, traforati, cesellati, ricamati, con una
+delicatezza e una grazia che innamora. Più in là,
+verso il punto di mezzo della chiesa, sorge una torre
+straricca, essa pure, di bassorilievi e di fregi. E
+sulla facciata, sugli spigoli dei campanili, a tutti i
+piani, sotto tutti gli archi, da tutti i lati, una moltitudine
+innumerevole di statue d'angeli, di martiri,
+di guerrieri, di principi, così fitte, così varie d'atteggiamenti,<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span>
+e poste in così netto rilievo dalle forme
+leggiere dell'edifizio, da presentar quasi allo sguardo
+un'apparenza di vita, come d'una legione celeste
+posta a guardia del monumento. A risalir cogli occhi
+su per la facciata, fino al vertice delle guglie
+esterne, abbracciando a poco a poco tutta quell'armoniosa
+leggiadria di linee e di colori, si prova un
+senso dolcissimo come a sentire una musica che si
+elevi gradatamente da un'espressione di raccolta
+preghiera fino all'estasi d'un'ispirazione sublime.
+Prima ch'entriate nella chiesa, la vostra immaginazione
+spazia già fuori della terra.</p>
+
+<p>Entrate... Il primo moto che si desta in voi è un
+improvviso ringagliardimento di fede, se l'avete; è
+uno slancio dell'anima verso la fede, s'ella vi manca.
+Non vi pare possibile che quella smisurata mole di
+pietra sia un'opera vana della superstizione degli
+uomini; vi pare che affermi, che provi, che comandi
+qualcosa; vi fa l'effetto come d'una voce sovrumana
+che gridasse alla terra:&mdash;Sono!&mdash;vi solleva e vi
+schiaccia ad un tempo, come una promessa e una
+minaccia, come un bagliore di sole e uno scoppio di
+tuono. Prima di cominciare a guardare, provate il
+bisogno di ravvivar nel cuor vostro le scintille moribonde
+dell'amore divino; il sentirvi straniero dinanzi
+a quel miracolo di ardimento, di genio e di
+lavoro, vi umilia; il timido <i>no</i> che vi suona in fondo all'anima,
+muore come un gemito sotto il sì formidabile
+che vi rimbomba sul capo. Prima girate gli occhi intorno
+vagamente, cercando i confini dell'edifizio, che il<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span>
+coro e i pilastri enormi vi nascondono; poi il vostro
+sguardo si slancia su per le colonne e gli archi altissimi,
+e riscende risale e ricorre rapidissimamente le infinite
+linee che s'inseguono, s'incrociano, si rispondono,
+si perdono, come razzi incrociantisi nello spazio,
+su per le vôlte grandiose; e il cuore vi gode in
+quell'affannosa ammirazione, come se tutte quelle
+linee uscissero dalla vostra mente ispirata nell'atto
+stesso che le percorrete cogli occhi; e poi vi assale
+ad un tratto come uno sgomento, una tristezza che
+il tempo non vi basti a considerare, l'ingegno a comprendere,
+la memoria a ritenere le innumerevoli
+maraviglie che da ogni parte travedete, affollate, ammontate,
+abbarbaglianti, che piuttosto che dalla mano
+degli uomini, si direbbero uscite, come una seconda
+creazione, dalla mano di Dio.</p>
+
+<p>La chiesa appartiene all'ordine chiamato gotico,
+dell'epoca del Rinascimento; è divisa in tre lunghissime
+navate, attraversate per mezzo da una quarta,
+la quale separa il coro dall'altar maggiore. Sopra
+lo spazio compreso tra l'altare e il coro, s'innalza
+una cupola, formata dalla torre che si vede di sulla
+piazza. Voi volgete gli occhi in su, e restate un
+quarto d'ora a bocca aperta: è un visibilio di bassorilievi,
+di statue, di colonnine, di finestrelle, d'arabeschi,
+d'archi sospesi, di sculture aeree, armonizzate
+in un disegno grandioso e gentile, la cui prima
+vista mette un tremito e fa sorridere, come l'improvviso
+accendersi, scoppiettare e risplendere d'un
+immenso foco artificiale. Mille vaghe immagini di<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span>
+paradiso che rallegrarono i nostri, sogni infantili si
+spiccano tutte insieme dalla mente estatica, e volteggiando
+su su come uno stuolo di farfalle si vanno
+a posare sui mille rilievi dell'altissima vôlta, e girano,
+e si confondono, e il vostro sguardo le segue
+come se le vedesse davvero, e il cuore vi batte, e
+vi fugge dal petto un sospiro.</p>
+
+<p>Se dalla cupola volgete lo sguardo intorno, vi si
+offre uno spettacolo anche più stupendo. Le cappelle
+son altrettante chiese per vastità, per varietà, per
+ricchezza. In ognuna è seppellito un principe, o un
+vescovo, o un grande; la tomba è nel mezzo, e v'è
+stesa su la statua rappresentante il sepolto, col capo
+appoggiato sur un origliere e le mani giunte sul
+petto; i sacerdoti vestiti dei loro abiti più pomposi,
+i principi delle loro armature, le donne delle loro
+vesti di gala. Tutte coteste tombe son ricoperte di un
+ampio panno che ricasca dai lati e che assecondando
+i rilievi angolosi delle statue, fa parer che ci siano
+sotto davvero le membra irrigidite d'un corpo umano.
+Da qualunque parte uno si volga, vede lontano, fra
+gli smisurati pilastri, dietro i ricchi cancelli, all'incerto
+chiarore che scende dalle altissime finestre,
+quei mausolei, quei drappi funebri, quei rigidi profili
+di cadaveri. Avvicinandosi alle cappelle, si resta
+sbalorditi dalla profusione delle sculture, dei marmi,
+degli ori che ne adornano le pareti, le vôlte, gli altari:
+ogni cappella racchiude un esercito d'angeli e
+di santi scolpiti nel marmo, nel legno, dipinti, dorati,
+vestiti; in qualunque punto del pavimento il vostro<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span>
+sguardo si fermi, è spinto su di bassorilievo in bassorilievo,
+di nicchia in nicchia, di rabesco in rabesco, di
+dipinto in dipinto, fino alla vôlta, e dalla vôlta, per
+un'altra catena di sculture e di pitture, ricondotto
+al pavimento. Da qualunque lato volgiate il viso, incontrate
+occhi che vi guardano, mani che vi accennano,
+teste di cherubini che fan capolino, svolazzetti
+che par che s'agitino, nuvole che par che salgano, soli
+di cristallo che par che tremolino; una varietà infinita
+di forme, di colori, di riflessi, che v'abbagliano
+gli occhi e vi confondon la testa.</p>
+
+<p>Non basterebbe un volume a descrivere tutti i
+capolavori di scultura e di pittura che son sparsi
+in questa immensa cattedrale. Nella sagrestia della
+cappella del Conestabile di Castiglia è una bellissima
+Maddalena attribuita a Leonardo da Vinci; nella
+cappella della Presentazione una Vergine attribuita
+a Michelangelo, in un'altra una Santa Famiglia attribuita
+ad Andrea del Sarto. Di nessuno dei tre
+quadri si conosce sicuramente l'autore; ma quando
+vidi tirar la cortina che li copriva, e udii proferire
+con voce riverente quei nomi, mi corse un brivido
+dalla testa ai piedi. Provai per la prima volta in
+tutta la sua forza quel sentimento di gratitudine che
+dobbiamo ai grandi artisti, che resero il nome d'Italia
+riverito e caro nel mondo; compresi per la prima
+volta ch'essi non sono solamente illustratori, ma benefattori
+della loro patria; e non solo di chi ha intelletto
+per comprenderli ed ammirarli, ma anche
+di chi sia cieco alle opere loro, anche di chi non li<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span>
+curi, o gl'ignori. Perchè a chi manca il sentimento
+del bello, non manca l'orgoglio nazionale, e chi
+non sente neppur questo, sente almeno l'orgoglio
+suo, e gode nel profondo dell'anima quando non
+foss'altri che un sagrestano, all'udirgli dire: nacqui
+in Italia... gli sorride e si rallegra; e di quel sorriso
+e del suo godimento ei va debitore ai grandi nomi
+che non gli toccavan l'anima prima di uscir dai
+confini del suo paese. Quei grandi nomi l'accompagnano
+e lo proteggono, dovunque ei vada, come indivisibili
+amici; lo fan parere meno straniero fra gli
+stranieri; gli spargono intorno al viso un riflesso luminoso
+della loro gloria. Quanti sorrisi, quante strette
+di mano, quante parole cortesi di gente ignota dobbiamo
+a Raffaello, a Michelangiolo, all'Ariosto, al
+Rossini!</p>
+
+<p>Chi vuol vedere cotesta Cattedrale in un giorno
+bisogna che passi dinanzi ai capolavori correndo.
+La porta scolpita che dà nel chiostro ha fama di essere,
+dopo le porte del Battistero di Firenze, la più
+bella del mondo; dietro l'altar maggiore è uno stupendo
+bassorilievo di Filippo di Borgogna, rappresentante
+la Passione di Cristo, una composizione immensa,
+a cui si direbbe non possa esser bastata la
+vita d'un uomo; il coro è un vero museo di scultura
+d'una ricchezza prodigiosa; il claustro è pieno
+di tombe con su statue distese, e intorno una profusione
+di bassorilievi; nelle cappelle, intorno al
+coro, nelle sale della sagrestia, per tutto quadri dei
+più grandi artisti spagnuoli, statuette, colonne, ornamenti;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span>
+l'altar maggiore, gli organi, le porte, le
+scale, le inferriate, ogni cosa è grande e magnifico,
+e desta e schiaccia nello stesso punto l'ammirazione.
+Ma a che pro aumentar parole su parole?
+La più minuta descrizione potrebbe dare un'immagine
+viva della cosa? E quando avessi scritto una
+pagina per ogni quadro, per ogni statua, per ogni
+bassorilievo, sarei riuscito forse a destare nell'animo
+altrui, solo per un istante, la commozione che
+io provai?</p>
+
+<p>Un sagrestano mi si avvicinò, e mi mormorò nell'orecchio,
+come se mi rivelasse un segreto:</p>
+
+<p>&#8220;Vuol vedere il Cristo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Qual Cristo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eh!&#8221; rispose &#8220;si sa, quel famoso!&#8221;</p>
+
+<p>Il famoso Cristo della cattedrale di Burgos, che
+sanguina tutti i venerdì, merita un cenno particolare.
+Il sagrestano vi fa entrare in una cappella misteriosa,
+chiude le imposte delle finestre, accende
+due candele sull'altare, tira un cordoncino, una
+tenda corre, e il Cristo è là. Se al primo vederlo non
+pigliate la fuga, siete anime forti: un cadavere vero
+piantato sulla croce non vi metterebbe più orrore.
+Non è una statua, come le altre, di legno dipinto;
+è di pelle, si dice che è una pelle umana, imbottita;
+ha dei veri capelli e sopracciglia e ciglia e barba
+di pelo; i capelli intrisi di sangue, rigato di sangue
+il petto, le gambe, le mani; le piaghe che paion
+vere piaghe, il color della pelle, la contrazione del
+viso, l'atteggiamento, lo sguardo, ogni cosa terribilmente<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span>
+vera; direste che a toccarlo si deve sentire
+il tremito delle membra e il calor del sangue; vi
+par che le sue labbra si muovano, e stia per uscirne
+un lamento; non potete reggere lungo tempo a quella
+vista; vostro malgrado, torcete il viso, e dite al sagrestano:&mdash;Ho
+veduto!&mdash;</p>
+
+<p>Dopo il Cristo, bisogna vedere il celebre cofano
+del Cid. È un cofano sdrucito e tarlato, appeso ad
+una parete in una sala della sagrestia. La tradizione
+narra che il Cid portava seco questo cofano nelle sue
+guerre contro i Mori, e che i sacerdoti se ne servivano
+come d'altarino per celebrare la messa. Un
+giorno, trovandosi colle tasche vuote, il formidabile
+guerriero riempì il cofano di sassi e di ferramenti,
+lo fece portar da un ebreo usuraio, e gli disse:&mdash;Il
+Cid ha bisogno di denaro; potrebbe vendere i suoi
+tesori, non vuole; dategli il danaro che gli occorre,
+egli ve lo renderà fra breve cogl'interessi del novantanove
+per cento, e lascia intanto come pegno
+nelle vostre mani questo cofano prezioso che racchiude
+la sua fortuna. Ma ad un patto: che voi gli
+giuriate che non l'aprirete prima ch'ei v'abbia restituito
+l'aver vostro: v'è un segreto che non può
+esser noto ad altri che a Dio e a me: decidete.&mdash;O
+sia che gli usurai d'allora riponessero maggior
+fiducia negli ufficiali dell'esercito, o avessero un'oncia
+di più di minchioneria che quelli d'adesso, il fatto
+è che l'usuraio del Cid accettò la proposta, prestò
+il giuramento e diede il denaro. Se il Cid si sia più
+fatto vivo, non so; e neanche se l'ebreo abbia dato<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[92]</a></span>
+querela; il fatto è che il cofano c'è ancora, e che
+il sagrestano vi racconta celiando la cosa, senza
+sospettare neanco per ombra che sia una gherminella
+da briccone bollato, piuttosto che una burletta
+ingegnosa da galantuomo faceto.</p>
+
+<p>Prima di uscir dalla Cattedrale bisogna farsi raccontare
+da un sagrestano la famosa leggenda di
+Papa-moscas. Papa-moscas è un fantoccio di grandezza
+naturale, posto nella cassa d'un orologio, al
+di sopra della porta, nell'interno della chiesa. Una
+volta, come i celebri fantocci dell'orologio di Venezia,
+al primo tocco delle ore, usciva fuori del suo
+nascondiglio, e ad ogni tocco gettava un grido e faceva
+un gesto stravagante, del che i fedeli pigliavano
+un grandissimo diletto, i ragazzi ridevano, le
+funzioni religiose erano turbate. Un vescovo severo,
+per metter fine allo scandalo, fece recider non so che
+nervi a Papa-moscas, e d'allora in poi egli rimase
+immobile e muto. Ma non per questo si cessò di
+parlar dei fatti suoi e a Burgos, e in tutta la Spagna,
+ed anche fuori di Spagna. Papa-moscas era una
+creatura di Enrico III; e di qui vien la sua grande
+importanza. La storia è assai curiosa. Enrico III, il
+re dalle avventure cavalleresche, che vendette un
+giorno il suo mantello per comprarsi da mangiare,
+soleva andar ogni giorno, incognito, a pregare nella
+Cattedrale. Una mattina i suoi occhi incontraron
+quelli d'una giovine donna che pregava dinanzi al
+sepolcro di Fernando Gonzales; gli sguardi, come direbbe
+Teofilo Gauthier, si annodarono; la giovine<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span>
+arrossì, il Re le tenne dietro quando uscì dalla chiesa,
+e l'accompagnò fino a casa. Per molti giorni, nello
+stesso luogo e all'ora medesima, si rividero, si guardarono,
+si manifestarono cogli sguardi e coi sorrisi
+la simpatia e l'amore; e sempre il Re seguitò fino
+a casa la donna, senza dirle una parola, e senza
+ch'ella mostrasse di desiderare che gliela dicesse.
+Una mattina, uscendo di chiesa, la bella sconosciuta
+lasciò cadere il fazzoletto; il Re lo raccolse, lo nascose
+in petto e le porse il suo. La donna, suffusa
+di rossore, lo prese, e asciugandosi le lagrime, disparve.
+Da quel giorno Don Enrico non la vide più.
+Un anno dopo, essendosi il Re smarrito in un bosco,
+fu assalito da sei lupi affamati; dopo una lunga lotta
+ne uccise tre colla spada, ma già gli mancavan le
+forze, e stava per esser divorato dagli altri. In quel
+punto udì un colpo di fucile e uno strano grido, che
+volse in fuga i tre lupi; si voltò, e vide una donna
+misteriosa che lo guardava cogli occhi fissi senza
+poter profferire parola; i muscoli del suo viso erano
+orribilmente contratti, e tratto tratto un acuto lamento
+prorompeva dal suo seno. Riavutosi dal primo
+stupore, il Re riconobbe in quella donna la giovane
+amata della Cattedrale. Gettò un grido di gioia e
+si slanciò per abbracciarla; ma la giovane l'arrestò,
+esclamando con un sorriso divino: &#8220;Amai la memoria
+del Cid e di Ferdinando Gonzales, perchè il
+mio cuore ama tutto quello che è nobile e generoso;
+per questo amai te pure; ma il mio dovere mi impediva
+di consacrarti questo amore che sarebbe stato<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span>
+la felicità della mia vita. Accetta il sacrificio....&#8221; Ciò
+dicendo cadde a terra e spirò senza finire la frase,
+premendosi sul cuore il fazzoletto del Re. Un anno
+dopo il Papa-moscas si affacciava per la prima volta
+alla cassetta dell'orologio ad annunziare le ore; il
+re Enrico lo aveva fatto fare per onorare la memoria
+della donna che aveva amata; il grido di Papa-moscas
+rammentava al Re il grido che la sua salvatrice
+aveva lanciato nella foresta per spaventare
+i tre lupi. La storia narra che Don Enrico avrebbe
+voluto udire ripetere da Papa-moscas anche le parole
+d'amore della donna; ma che l'artista moro
+che costrusse l'automa, dopo molti sforzi vani, si dichiarò
+incapace di soddisfare il desiderio del pietoso
+monarca.</p>
+
+<p>Udita la storia, feci ancora un giro per la Cattedrale,
+pensando con tristezza che non l'avrei riveduta
+mai più, che di lì a poco tante meravigliose
+opere d'arte non sarebbero più state per me che un
+ricordo, e che questo ricordo un giorno si sarebbe
+turbato, o confuso con altri, o perduto. Un prete
+predicava sul pulpito davanti all'altar maggiore: la
+sua voce si sentiva appena; una folla di donne inginocchiate
+sul lastrico, col capo basso e le mani
+giunte, stavano ascoltando; il predicatore era un vecchio
+di aspetto venerabile, parlava della morte, della
+vita eterna, degli angeli, con un accento soave, e facendo
+ad ogni frase un atto della mano, come se
+volesse porgerla a una persona caduta, e dicesse:&mdash;Sorgi.&mdash;Io
+gli avrei porto la mia, gridandogli:&mdash;Sollevami.&mdash;La<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span>
+cattedrale di Burgos non è trista
+come quasi tutte le altre di Spagna; m'aveva rasserenato
+l'animo, e disposto quietamente ai pensieri
+religiosi. Uscii ripetendo a fior di labbra, quasi senza
+accorgermene:&mdash;Sollevami;&mdash;mi voltai a guardar
+ancora una volta le ardite guglie e gli svelti campanili,
+e fantasticando mi diressi verso il centro
+della città.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Svoltando a una cantonata, mi trovai dinanzi a una
+bottega, che mi fece rabbrividire. Ce n'è di uguali
+a Barcellona e a Saragozza, e in tutte le altre città
+della Spagna; ma non so come, non ne avevo mai
+viste. Era una bottega ampia, pulita, con due stupende
+vetrine a destra e sinistra della porta; sulla
+soglia, una donnina sorridente, che faceva la calza,
+e un ragazzo, in fondo, che giocava. Eppure, guardando
+quella bottega, l'uomo più freddo avrebbe
+sentito una stretta al cuore, l'uomo più allegro si
+sarebbe turbato. Ve la do in mille a indovinare.
+Nelle vetrine, dietro i battenti della porta, lungo le
+pareti, e su, fin quasi al soffitto, l'una sull'altra, in
+bell'ordine, come ceste di frutta, quali coperte di
+un bel velo ricamato, quali infiorate, dorate, scolpite,
+dipinte, v'eran tante casse da morto. Dentro,
+le casse per gli uomini; fuori, quelle pei bambini.
+Una delle vetrine combaciava dalla parte esterna
+con la vetrina d'una bottega da salumaio, in modo
+che le casse toccavan quasi le uova e i formaggi; e
+si poteva dare benissimo che un cittadino frettoloso,<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span>
+credendo d'andarsi a comperar la colezione, sbagliasse
+la porta, e andasse a inciampar nelle bare:
+scambio poco atto a stuzzicar l'appetito.</p>
+
+<p>E poichè sono a parlar di botteghe, entriamo in
+una bottega da tabaccaio, a vedere che c'è di diverso
+dalle nostre. In Spagna, all'infuori dei <i>cigarritos</i>
+e degli Avana, che si vendono in botteghe a
+parte, non si fumano altri sigari che i così detti di
+<i>tres cuartos</i> (un po' meno di tre soldi), della forma
+dei nostri sigari romani, un po' più grossi, squisitissimi
+o cattivissimi, secondo la fattura, che è un
+po' trasandata. Gli avventori abituali, che in spagnuolo
+si chiamano col curiosissimo nome di <i>parroquianos</i>,
+pagando qualcosa di più si fan dare i
+sigari <i>escogidos</i> (scelti); i buongustai raffinati, aggiungendo
+ancora il contentino alla giunta, ottengono
+<i>los escogidos de los escogidos</i>, i scelti dei scelti. Sul
+banco v'è un piattino con una spugnetta intrisa nell'acqua
+per inumidire i francobolli, senza quella seccatura
+di star lì a leccare; e in un canto una cassetta
+per le lettere e per le stampe. La prima volta che
+s'entra in una di queste botteghe, specie quando c'è
+molta gente, vien da ridere a veder quei tre o quattro
+che vendono, sbatter le monete sul banco in maniera
+da farsele saltare fin sopra la testa, e coglierle in aria,
+con un gesto da giocatori di bussolotti; e fan così
+da per tutto per accertarsi col suono che le monete
+sian buone, poichè ne corron moltissime false. La moneta
+più usuale è il <i>real</i>, che vale poco più di cinque
+soldi nostri; quattro <i>reales</i> fanno una <i>peceta</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span>
+cinque <i>pecetas</i> un <i>duro</i>, che equivale al nostro scudo
+di buona memoria, aggiuntovi ventisei centesimi;
+cinque scudi fanno un <i>doblon de Isabel</i>, d'oro. Il
+popolo fa i suoi conti a <i>reales</i>. Il reale si divide in
+otto <i>cuartos</i>, o diciassette <i>ochavos</i>, o trentaquattro
+<i>maravedis</i>; monete dei mori, che han perduta quasi
+la forma primitiva, e rassomigliano a bottoni schiacciati
+piuttosto che a monete. Il Portogallo pure ha
+una unità monetaria più piccola della nostra: il <i>reis</i>,
+che vale presso a poco la metà d'un centesimo; e
+tutto si conta a <i>reis</i>. Figuriamoci un povero viaggiatore,
+che arrivi là senza saperne nulla, e che fatto
+un buon pranzetto e domandato il conto, si senta dire
+a muso duro, invece di quattro lire:&mdash;Ottocento
+reis!&mdash;Gli si rizzano i capelli.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Prima di sera andai a vedere il luogo dove nacque
+il Cid; se non ci avessi pensato io stesso, me lo avrebbero
+rammentato i ciceroni, chè per tutto dove passavo
+mi mormoravano all'orecchio:&mdash;Resti del Cid;
+casa del Cid; monumento del Cid.&mdash;Un vecchietto
+maestosamente avvolto nella sua cappa, mi disse con
+aria di protezione: &#8220;<i>Venga Usted conmigo,</i>&#8221; e mi
+fece salire su per una collina posta a cavaliere della
+città, sulla cima della quale si vedono tuttora i resti
+d'un enorme castello, antica dimora dei Re di
+Castiglia. Prima di giungere al monumento del Cid,
+s'incontra un arco di trionfo, di stile dorico, semplice
+e grazioso, fatto innalzare da Filippo II, in
+onore di Fernan Gonzales, nel luogo stesso, si dice,<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span>
+ove sorgeva la casa in cui nacque il famoso capitano.
+Un po' più oltre si trova il monumento del Cid,
+eretto nel 1784. È un pilastro di pietra, poggiato
+sur un piedistallo in muratura, e sormontato da uno
+scudo araldico, con questa iscrizione: «In questo
+luogo sorgeva la casa, nella quale nacque l'anno 1026
+Rodrigo Diaz di Vivar, chiamato il <i>Cid campeador</i>.
+Morì in Valenza il 1099, e il suo corpo fu trasportato
+nel monastero di San Pietro di Cardena presso
+questa città.» Mentre leggevo queste parole, il cicerone
+mi espose una leggenda popolare sulla morte
+dell'Eroe: &#8220;Quando il Cid morì,&#8221; mi disse con molta
+gravità, &#8220;nessuno rimase a custodire il suo cadavere.
+Un ebreo entrò nella chiesa, si avvicinò alla
+bara e disse:&mdash;Ecco il grande Cid al quale nessuno,
+fin che visse, ebbe il coraggio di toccare la
+barba; io gliela tocco, e voglio vedere che mi può
+fare.&mdash;Così dicendo allungò la mano; ma nello stesso
+punto il cadavere afferrò l'elsa della spada e ne
+trasse un palmo fuori della guaina. L'ebreo gettò
+un grido e cadde a terra tramortito; i preti accorsero,
+l'ebreo fu sollevato, tornò in sè e raccontò il
+miracolo; allora tutti si volsero verso il Cid, e videro
+che teneva ancora la mano sull'elsa in atteggiamento
+minaccioso. Dio non aveva voluto che la
+salma del grande guerriero fosse contaminata dalla
+mano d'un miscredente.&#8221; Dicendo questo, mi guardò,
+e visto che non facevo il menomo segno d'incredulità,
+mi condusse sotto un arco di pietra, che doveva
+essere d'un'antica porta di Burgos, pochi passi<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span>
+lontano dal monumento, e indicandomi una scanalatura
+orizzontale che si vedeva nel muro a poco più
+d'un metro da terra, mi disse: &#8220;Questa è la misura
+delle braccia del Cid, quand'era giovanetto, e veniva
+qui a giuocare coi suoi compagni.&#8221; E tese le braccia
+lungo la scanalatura per farmi vedere quanto ce
+n'avanzava; poi volle che mi misurassi anch'io, ed
+ero anch'io più corto; allora mi diede uno sguardo di
+trionfo e si mosse per ritornare in città. Giunto in una
+strada solitaria, davanti alla porta d'una chiesa, si
+fermò, e mi disse: &#8220;Questa è la chiesa di Santa Agneda,
+dove il Cid fece giurare al re Don Alfonso VI di non
+aver avuto parte nell'uccisione di suo fratello Don
+Sancho.&#8221; Lo pregai di dirmi tutta la storia: &#8220;Eran
+presenti&#8221; continuò &#8220;i prelati, i cavalieri, gli alti personaggi
+dello Stato. Il Cid mise il Vangelo sull'altare,
+il Re vi stese su la mano, e il Cid disse:&mdash;Re
+Don Alfonso, voi mi dovete giurare che non vi siete
+macchiato nel sangue del re Don Sancho, mio signore;
+e se giurate il falso prego Iddio che vi faccia perire
+per la mano d'un vassallo traditore.&mdash;E il Re disse:&mdash;Amen;&mdash;ma
+cangiò di colore. E il Cid ripetè:&mdash;Re
+Don Alfonso, voi dovete giurare che non avete nè
+ordinata, nè consigliata la morte del re Don Sancho
+mio signore; e se giurate il falso, possiate morire
+per la mano d'un vassallo traditore!&mdash;E il re disse:&mdash;Amen;&mdash;ma
+cangiò una seconda volta di colore.
+Dodici vassalli confermarono il giuramento del Re;
+il Cid gli volle baciare la mano; il Re non glielo
+permise, e l'odiò da quel momento per tutta la vita.&#8221;&mdash;Soggiunse<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span>
+poi che un'altra tradizione narrava non
+avere il re Don Alfonso giurato sul Vangelo, ma sul
+chiavistello della porta della chiesa; che per molto
+tempo i viaggiatori di tutti i paesi del mondo eran
+venuti ad ammirare quel chiavistello, che il popolo
+gli attribuiva non so quali virtù soprannaturali, e che
+se ne faceva tanto parlare in ogni parte, e gli si
+appioppavano tante e sì strampalate favole, che il
+vescovo Don Fray Pascual fu costretto a farlo togliere,
+come quello che creava una pericolosa rivalità
+di potere tra la porta e l'altar maggiore.&mdash;Il cicerone
+non disse altro; ma ci sarebbe da metter assieme
+dei bei volumi se si volessero raccogliere tutte
+le tradizioni del Cid che corrono in Spagna. Nessun
+guerriero leggendario fu mai più caro al suo popolo
+che questo terribile Rodrigo Diaz de Vivar: la poesia
+ne ha fatto poco meno d'un dio; la sua gloria vive
+nel sentimento nazionale degli Spagnuoli, come se
+fossero trascorsi, non otto secoli, ma otto lustri dal
+tempo in che visse; il poema eroico che da lui s'intitola,
+e che è il primo monumento della poesia della
+Spagna, è ancora l'opera più possentemente nazionale
+della sua letteratura.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Sull'imbrunire me n'andai a passeggiare sotto
+i portici della piazza maggiore, colla speranza di vedere
+un po' di gente; ma pioveva a rovescio e tirava
+un vento maledetto, così che non ci trovai che
+qualche gruppo di ragazzi, di operai e di soldati; e
+me ne tornai difilato all'albergo. V'era arrivato la<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span>
+mattina stessa l'Imperatore del Brasile, e doveva
+ripartire la notte per Madrid. Nella sala dove io desinai,
+insieme ad alcuni spagnuoli, ai quali feci conversazione
+fino all'ora della partenza, desinavano
+tutti i maggiordomi, cameriere, servitori, staffieri e
+che so io, di sua maestà imperiale, seduti intorno
+ad una gran tavola, che occupavano tutta. In vita
+mia non ho visto un più strano gruppo di creature
+umane. C'eran dei visi bianchi, dei visi neri, dei visi
+gialli, dei visi color di rame, con certi occhi e nasi
+e bocche, da non trovarne gli uguali in tutta la raccolta
+del <i>Pasquino</i> del Teja. E ognuno parlava una
+lingua diversa imbastardita: chi l'inglese, chi il portoghese,
+chi il francese, chi lo spagnuolo; qualcuno
+una mescolanza non mai più udita di tutte e quattro,
+aggiuntovi parole, suoni e cadenze di non so
+che dialetti; e si capivano, e discorrevano tutti insieme
+con confusione tale da far credere che parlassero
+una sola arcana orrenda lingua di qualche
+terra selvaggia ignorata dal mondo.</p>
+
+<p>Prima di lasciare la Vecchia Castiglia, la culla
+della monarchia spagnuola, avrei voluto veder Soria,
+fabbricata sulle rovine dell'antica Numancia; Segovia,
+dall'immenso acquedotto romano; Sant'Idelfonso,
+il delizioso giardino di Filippo V; Avila, la
+città natale di Santa Teresa; ma fatte in fretta e
+in furia, prima di prendere il biglietto per Valladolid,
+le quattro prime operazioni dell'aritmetica,
+dissi a me stesso che in quelle quattro città non ci
+potevano essere grandi cose da vedere, che le <i>Guide</i><span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span>
+esagerano, che la fama fa le frangie, che val meglio
+veder poco che molto, pur che quel poco si
+veda bene, e si ritenga; ed altre profonde ragioni
+che rispondevano rigorosamente ai dati dei miei calcoli
+e alle mire della mia ipocrisia.</p>
+
+<p>Così partii da Burgos senz'aver visto proprio altro
+che monumenti, ciceroni e soldati, poichè le castigliane,
+impaurite dalla pioggia, non avevano osato
+avventurare i loro piedini nella strada; e mi rimase
+perciò un ricordo quasi tristo di quella città, nonostante
+la pompa dei suoi colori e la magnificenza
+della sua Cattedrale.</p>
+
+<p>Da Burgos a Valladolid, la campagna è poco diversa
+che da Saragozza a Miranda; sono ancora
+quelle pianure vaste e spopolate, cinte di colline
+rossastre, dalle forme recise e dalle creste nude;
+quelle lande solitarie, mute, inondate d'una luce
+ardente, che volgon la fantasia ai deserti dell'Affrica,
+alla vita romita, al cielo, all'infinito, destando
+nel cuore un sentimento inesprimibile di stanchezza
+e di malinconia. In mezzo a quelle pianure, in quella
+solitudine, in quel silenzio, si comprende la mistica
+natura del popolo delle Castiglie, la fede ardente
+dei suoi re, le sacre ispirazioni dei suoi poeti, le
+estasi divine dei suoi santi, le sue grandi chiese, i
+suoi grandi chiostri, e la sua grande istoria.<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="IV" id="IV"></a>IV.<br /><br />
+
+VALLADOLID.</h2>
+
+
+<p>Valladolid <i>la rica</i>, come la dice il Quevedo, famosa
+dispensatrice di raffreddori, era fra le città
+situate al nord del Tago, quella che più vivamente
+io desiderava di vedere, benchè sapessi che non ci
+sono grandi monumenti artistici, nè alcuna cosa moderna
+notevole. Avevo una particolar simpatia pel
+suo nome, per la sua storia, e per il carattere, che
+m'ero immaginato a mio modo, dei suoi abitanti;
+mi pareva che dovess'essere una città signorile, allegra
+e studiosa; e non potevo raffigurarmi le sue
+strade, che non vedessi passar di qui il Gongora, di
+là il Cervantes, da un'altra parte Leonardo d'Argensola,
+e tutti gli altri poeti e storici e dotti, che
+vivevan là quando c'era la splendida Corte della
+monarchia. E pensando alla Corte, vedevo un confuso
+avvicendarsi nelle vaste piazze della mia città
+simpatica, di processioni sacre, di corse di tori, di
+pompe militari, di mascherate, di balli, tutto il diavolío<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span>
+delle feste per la nascita di Filippo IV, dall'arrivo
+dell'Ammiraglio inglese col corteo dei seicento
+cavalieri fino all'ultimo banchetto dai famosi
+mille e duecento piatti di carne, senza contare i non
+serviti, per dirla colla tradizion popolare. Arrivai di
+notte, scesi al primo albergo e m'addormentai col
+pensiero delizioso che mi sarei svegliato in una città
+sconosciuta.</p>
+
+<p>E lo svegliarsi in una città sconosciuta, quando
+ci si è andati per elezione, è infatti un piacere vivissimo.
+Quel pensare che dal momento che uscirete
+di casa fino a quando ci tornerete la notte, non farete
+che passare di curiosità in curiosità, e di soddisfazione
+in soddisfazione; che tutto quello che
+vedrete vi riuscirà nuovo, e che ad ogni passo imparerete
+qualcosa, e che ogni cosa vi s'imprimerà
+nella memoria per tutta la vita; che sarete tutta la
+giornata libero come l'aria e allegro come un uccello,
+senza un pensiero al mondo, fuor di quello di
+divertirvi; che divertendovi, gioverete nello stesso
+punto alla salute del corpo, dell'animo e dell'intelletto;
+che il termine, finalmente, di tutti questi piaceri,
+invece di avere per voi qualcosa di malinconico
+come la sera dei dì di festa, non sarà che il principio
+d'un'altra serie di diletti, che vi accompagnerà da
+quella città ad un'altra, da questa a una terza, e
+via via, per uno spazio di tempo al quale la vostra
+fantasia si compiace di non assegnare confini; tutti
+questi pensieri, dico, che vi si affacciano alla mente
+in folla, nel punto che aprite gli occhi, vi danno<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span>
+una cosiffatta scossa di gioia, che prima di avvedervene,
+vi trovate ritto in mezzo alla stanza, col cappello
+in testa e la Guida tra le mani.</p>
+
+<p>Andiamo dunque a godere Valladolid.</p>
+
+<p>Ahimè! quanto mutata dai bei tempi di Filippo
+III! La popolazione, che fu già di centomil'anime,
+è ora ridotta a poco più di ventimila; nelle strade
+principali fanno un po' di comparita gli studenti dell'Università
+e i viaggiatori che passano per andare
+a Madrid; le altre strade sono morte. È una città
+che fa l'effetto d'un gran palazzo abbandonato, nel
+quale si vedono ancora qua e là traccie di bassorilievi,
+di dorature e di mosaici, e nelle sale di mezzo
+alcune famiglie di povera gente, a cui la solitaria
+vastità dell'edifizio ispira malinconia. Molte piazze
+spaziose, qualche antico palazzo, case in rovina, conventi
+vuoti, lunghe strade erbose e deserte; tutti gli
+aspetti, insomma, d'una gran città decaduta. Il più
+bel punto è la piazza Maggiore, vasta, cinta tutt'intorno
+da un porticato sostenuto da grandi colonne
+di granito azzurrognolo, sulle quali s'alzan le case,
+tutte di tre piani, munite di tre ordini di terrazzini
+lunghissimi, dove si dice che starebbero comodamente
+sedute ventiquattro mila persone. Il porticato si
+stende ancora ai due lati d'una larga strada che
+sbocca nella piazza, e qui e in altre due o tre strade
+vicine è la maggiore frequenza della gente. Era giorno
+di mercato; sotto i portici e sulla piazza formicolava
+una folla di contadini, di erbivendole, di merciai; e
+poichè a Valladolid si parla il castigliano con proprietà<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[106]</a></span>
+mirabile di forma e di pronunzia, io mi misi
+a bighellonare fra le ceste d'insalata e i mucchi degli
+aranci, per cogliere a volo i motti e i suoni della
+bellissima lingua. Mi ricordo, tra gli altri, d'un curioso
+proverbio detto da una donna stizzita a un
+giovinastro che facea lo smargiasso: &#8220;<i>Sabe Usted,</i>&#8221;
+gli disse piantandosegli davanti, &#8220;<i>lo que es que destruye
+al hombre?</i>&#8221; Mi fermai e tesi l'orecchio:
+&#8220;<i>Tres muchos y tres pocos: Mucho hablar y poco
+saber, Mucho gastar y poco tener, Mucho presumir
+y nada valer.</i>&#8221;<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a></p>
+
+<p>E mi parve di sentire una gran differenza tra le
+voci di quella gente e le voci dei Catalani: qui più
+limpide e più argentine, ed anco il gestire più gaio, e
+l'espressione dei volti più vivace; benchè nulla ancora
+di particolare nelle fisonomie e nei colori; e il
+vestire punto differente da quello delle nostre plebi
+del nord. E appunto nella piazza di Valladolid m'accorsi
+per la prima volta che dacchè ero entrato in
+Spagna non avevo ancora visto una pipa! Gli operai,
+i contadini, i poveri, tutti fumano il <i>cigarrito</i>; e c'è
+da ridere a veder certi omoni tarchiati e baffuti
+andar attorno con quel cosino microscopico in bocca,
+mezzo nascosto dai peli; e fumarlo diligentissimamente
+fino all'ultimo filo di tabacco, fino a non
+aver più che una scintilla moribonda sul labbro di
+sotto; e questa ancora tenerla lì, come una goccia<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span>
+di liquore, fin che ne sputan la cenere, coll'aria di chi
+fa un sacrifizio. E d'un'altra cosa m'accorsi, che
+osservai pure in seguito, per tutto il tempo che rimasi
+in Ispagna: non ho mai sentito fischiare.</p>
+
+<p>Dalla piazza Maggiore mi recai alla piazza di
+San Paolo, vasta ed allegra piazza, nella quale è
+l'antico palazzo reale. La facciata non è notevole,
+nè per grandiosità, nè per bellezza: mi affacciai alla
+porta, e prima di provare un senso d'ammirazione
+per la maestà del luogo, ne provai uno di tristezza per
+il silenzio sepolcrale che vi regnava. Non v'è cosa che
+produca una impressione più vicina a quella d'un
+camposanto, che la vista d'una reggia abbandonata,
+appunto perchè ivi è forte e vivo, più che in ogni altro
+luogo, il contrasto tra i ricordi che desta e lo stato
+in cui si trova. O superbi cortei di cavalieri piumati,
+o splendidi conviti, o godimenti febbrili d'una
+prosperità che pareva eterna! Dinanzi a questi vuoti
+sepolcri, è un piacere nuovo quello di tossire un
+po', come qualche volta fanno i malati per prova,
+e sentir ripetere dall'eco la vostra voce robusta, che
+v'assicura che siete giovani e sani. Nell'interno del
+palazzo è un ampio cortile, circondato di busti a
+mezzo rilievo che rappresentano gl'imperatori romani;
+una bella scala, e spaziose gallerie al piano
+superiore. Tossii, e l'eco mi rispose:&mdash;Che salute!&mdash;ed
+uscii confortato. Un portinaio sonnecchiante mi
+accennò sulla medesima piazza un altro palazzo, al
+quale non avevo badato, e mi disse che in quello
+era nato <i>el gran rey Felipe segundo</i>, dal quale Valladolid<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[108]</a></span>
+ricevette il titolo di città; &#8220;<i>Usted sabe, Felipe
+segundo, hijo de Carlo quinto, padre de...</i>&#8221;&mdash;&#8220;<i>Lo sé,
+lo sé;</i>&#8221; m'affrettai a rispondere per salvare il <i>realito</i>,
+e dato un sinistro sguardo al sinistro palazzo, m'allontanai.</p>
+
+<p>Di fronte al palazzo reale è il Convento dei Domenicani
+di San Paolo, con una facciata di stile gotico,
+così ricca, stracarica di statuette, di bassorilievi,
+d'ornamenti d'ogni maniera, che basterebbe la metà
+ad abbellire un vasto palazzo. In quel punto vi batteva
+su il sole, e l'effetto era stupendo. Mentre io
+stavo contemplando a mio bell'agio quel labirinto
+di scultura, dal quale lo sguardo, una volta cadutovi,
+par che non possa più uscire; un accattoncino
+di sette o ott'anni ch'era seduto in un angolo lontano
+della piazza, si spicca dal suo posto <i>come da corda
+cocca</i>, e si slancia verso di me, gridando con voce
+tenera e affannosa: «<i>Señorito! Señorito! que le quiero
+á Usted mucho!</i>» (ch'io le voglio molto bene).
+Questa è nuova, pensai, che i poveri facciano delle
+dichiarazioni d'amore. Mi si venne a piantare dinanzi,
+e io gli domandai:</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porqué me quieres?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porque</i>&#8221; mi rispose con franchezza &#8220;<i>Usted me
+da una limosnita.</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E perchè ti debbo dare una <i>limosnita</i>?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porque....</i>&#8221; rispose esitando; poi risoluto, col
+tuono di chi ha trovato una buona ragione: &#8220;<i>Porque
+usted tiene el libro.</i>&#8221;</p>
+
+<p>La guida che avevo sotto il braccio! Ma vedete<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span>
+se bisogna proprio viaggiare per sentirne delle nuove!
+Io avevo la guida, la guida l'hanno i forestieri,
+i forestieri fanno la limosina, dunque io dovevo far
+la limosina a lui; tutto questo ragionamento sottinteso
+invece di dire:&mdash;Ho fame.&mdash;Mi piacque la speciosità
+del trovato, e misi nella mano del profondo
+ragazzo i pochi <i>cuartos</i> che mi trovai nelle tasche.</p>
+
+<p>Svoltando in una strada accanto, vidi la facciata
+del Collegio domenicano di San Gregorio, pure gotica,
+e più grandiosa e più ricca di quella di San
+Paolo. Poi, di strada in strada, giunsi fino alla piazza
+della Cattedrale. Nel punto che sbocco nella piazza,
+incontro una spagnolina graziosissima, alla quale
+si sarebbero potuti applicare quei due versi dell'Espronceda:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 13em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Y que yo la he de querer<br /></span>
+<span class="i0">Por su paso de andadura.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">o il nostro «non era l'andar suo cosa mortale» che è
+la grazia suprema delle donne spagnuole. Aveva nell'andatura
+quei mille sfuggevoli guizzi e mollissimi
+ondeggiamenti, che l'occhio non iscorge a uno a uno,
+nè la memoria ritiene, nè la parola esprime; ma
+che formano tutti insieme quello che ha di più seducentemente
+femminino la donna. Qui mi trovai
+in un imbarazzo; vedevo in fondo alla piazza la
+gran mole della Cattedrale, e la curiosità mi stimolava
+a guardare la mole; vedevo, pochi passi davanti
+a me, quella personcina, e una curiosità non meno
+viva mi costringeva a guardare la personcina; e non<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span>
+volendo perdere nè il primo colpo d'occhio della
+Chiesa, nè la fugace vista della donna, correvo cogli
+occhi dal visino alla cupola e dalla cupola al visino, con
+sì affannosa avidità, che la bella sconosciuta dovette
+credere certamente ch'io avessi scoperto una qualche
+corrispondenza di linee, o qualche legame misterioso
+di simpatia fra lei e l'edifizio; perchè si volse
+a guardar la chiesa essa pure, e passandomi accanto
+sorrise.</p>
+
+<p>La Cattedrale di Valladolid, benchè non finita,
+è una delle più vaste cattedrali della Spagna: è
+una imponente massa di granito, che produce nell'animo
+d'un incredulo un effetto simile a quello
+della chiesa del <i>Pilar</i> di Saragozza. Al primo entrare,
+si vola col pensiero alla Basilica di San Pietro:
+è un'architettura grandiosa e semplice, che
+riceve dal color fosco della pietra come un riflesso
+di mestizia; le pareti son nude, le cappelle buie,
+gli archi, i pilastri, le porte, ogni cosa gigantesco
+e severo; è una di quelle cattedrali che fan balbettar
+la preghiera con un senso di terrore segreto;
+non avevo ancora visto l'Escurial, ma ci
+pensai; è opera, in fatti, dello stesso architetto; la
+chiesa fu lasciata incompiuta per dar opera alla costruzione
+del convento; e visitando il convento si
+ricorda la chiesa. A destra dell'altar maggiore, in
+una piccola cappella, sorge la tomba di Pietro Ansurez,
+signore e benefattore di Valladolid, e al di
+sopra del monumento è deposta la sua spada. Ero
+solo nella chiesa, e sentivo echeggiare il mio passo;<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span>
+mi prese tutt'a un tratto un senso di freddo acuto
+e non so che fanciullesco timore; volsi le spalle alla
+tomba ed uscii.</p>
+
+<p>Uscendo, incontrai un prete e gli domandai dov'era
+la casa che aveva abitato il Cervantes. Mi rispose
+ch'era nella strada Cervantes e m'indicò da
+qual parte dovevo passare; lo ringraziai, mi domandò
+s'ero straniero, risposi di sì; &#8220;<i>de Italia?</i>&#8221;&mdash;&#8220;<i>de
+Italia.</i>&#8221; Mi diede un'occhiata da capo a piedi, si levò il
+cappello e tirò via per la sua strada. Mi mossi anch'io,
+in senso opposto, e mi venne un'idea:&mdash;Scommetto
+che s'è fermato per vedere com'è fatto un carceriere
+del Papa;&mdash;mi voltai, ed egli era proprio là immobile
+in mezzo alla piazza, che mi <a name="tn111" id="tn111"></a><ins class="correction" title="originale: guardarva">guardava</ins> con tanto
+d'occhi. Non potei trattenermi dal ridere e scusai
+il riso con un saluto: &#8220;<i>Beso a usted la mano!</i>&#8221;
+ed egli a me: &#8220;<i>Buenos dias!</i>&#8221; e tirò via; ma deve
+aver soggiunto, non senza meraviglia, che, per essere
+un Italiano, non avevo poi tanto la faccia di farabutto.
+Attraversai due o tre strade strette e silenziose,
+e riuscii nella strada Cervantes, lunga, diritta,
+fangosa, fiancheggiata da case meschine. Andai per
+un pezzo non incontrando che qualche soldato, qualche
+criada, e qualche mulo, e guardando qua e là
+pei muri in cerca dell'iscrizione:&mdash;<i>A qui vivió Cervantes</i>
+ec.;&mdash;ma non trovai nulla. Giunto in fondo,
+mi trovai nell'aperta campagna; non c'era anima
+viva; stetti un po' là a guardare intorno, poi tornai.
+M'imbattei in un mulattiere, e gli domandai:
+&#8220;<i>Donde está la casa que vivió Cervantes?</i>&#8221; Per<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span>
+tutta risposta diede una sfruconata al mulo, e tirò
+innanzi. Interrogai un soldato: mi mandò in una
+bottega. Nella bottega interrogai una vecchia: non
+mi capì, credette ch'io volessi comprare il <i>Don Chisciotte</i>,
+mi mandò da un libraio. Il libraio, che volea
+fare il saputello, e non sapeva risolversi a dirmi
+che della casa del Cervantes non aveva notizia, mi
+si mise a batter la campagna, parlando della vita e
+delle opere del <i>milagroso escritor</i>; così che in somma
+delle somme me ne dovetti andare pei fatti miei
+senza aver visto nulla. Eppure si dev'esser serbata
+memoria di quella casa (e certo, se l'avessi meglio
+cercata, l'avrei rinvenuta), non solo perchè il Cervantes
+l'abitò, ma perchè seguì là un fatto, del
+quale tutti i suoi biografi fanno menzione. Poco
+tempo dopo la nascita di Filippo IV, essendosi incontrati,
+una notte, un cavaliere della Corte e uno
+sconosciuto, vennero, non si sa perchè, a parole, misero
+tutti e due mano alle spade, si batterono, e il
+cavaliere fu ferito mortalmente. Il feritore se la
+svignò; il ferito, tutto intriso di sangue, corse a
+chieder soccorso ad una casa vicina. Abitavano
+in quella casa il Cervantes colla sua famiglia, e la
+vedova d'un rinomato scrittor di cronache, con due
+figliuoli. Uno di questi accorse, alzò da terra il ferito,
+e chiamò il Cervantes, ch'era già a letto. Il
+Cervantes scese, e aiutò l'amico a portare il cavaliere
+in casa della vedova. Due giorni dopo morì.
+Se ne mischiò la giustizia, si cercò di scoprir la
+cagione del duello, si credette che i due campioni<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span>
+facessero la corte tutti e due alla figlia o alla
+nipote del Cervantes: tutta la famiglia fu messa in
+gattabuia. Dopo non molto tempo vennero lasciati
+in libertà, e non si seppe più altro. Ma anche questa
+doveva capitare al povero autore del <i>Don Chisciotte</i>,
+perchè potesse proprio dire d'averne avuta
+una per sorte!</p>
+
+<p>In quella stessa strada Cervantes, mi son goduto
+una scenetta che mi compensò a mille doppi di non
+aver trovato la casa. Passando davanti a una porta,
+sorpresi al piè d'una scala una castiglianina, di dodici
+o tredici anni, bella come un angioletto, la quale
+teneva fra le braccia un bambino. Non trovo parole
+abbastanza delicate e gentili per descrivere l'atto
+ch'ella faceva! Una infantile curiosità delle dolcezze
+dell'amor materno l'aveva soavemente tentata; i bottoni
+del suo camiciotto erano usciti pian piano dagli
+occhielli, l'un dopo l'altro, sotto la pressione d'un
+ditino tremante; era sola, non sentiva rumor nella
+strada, aveva nascosto la mano nel seno; allora, forse,
+era rimasta un momento perplessa; ma data un'occhiata
+al bambino, e sentito rinascere il coraggio,
+aveva fatto un leggero sforzo colla mano nascosta,
+e aveva messo fuori quello che poteva; e tenendo
+schiusi i labbruzzi al bambino coll'indice e col medio,
+gli diceva con tenerezza: &#8220;<i>Héla aqui</i>&#8221; (eccola
+qui), e aveva il volto color di foco, e un sorriso
+dolcissimo negli occhi. Sentito il mio passo, gettò un
+grido, e scomparve.</p>
+
+<p>Invece della casa del Cervantes, trovai, di lì a<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span>
+poco, quella dove nacque don José Zorilla, uno dei
+più valenti poeti spagnuoli di questi tempi, vivo tuttora,
+da non confondersi, come fanno molti in Italia,
+collo Zorilla capo del partito radicale; benchè
+della poesia in testa ce n'abbia anche questi, e la
+sparga a larga mano ne' discorsi politici, con rinforzo
+di alte grida e di gesti furiosi. Don José Zorilla è
+nella letteratura spagnuola, a parer mio, un po' più
+di quello che nell'italiana è il Prati, col quale ha
+molti tratti di somiglianza: il sentimento religioso,
+la passione, la fecondità, la spontaneità, e un non
+so che di vago e di ardito, che scalda le fantasie
+giovanili; e un modo di leggere, a quello che si dice,
+risonante e solenne, benchè leggermente monotono,
+del quale molti spagnuoli vanno matti. La forma,
+direi che l'ha più corretta il poeta spagnuolo; prolissi
+un po' l'uno e l'altro; in tutti e due un barlume
+di grande poeta. Ammirabili, sovra ogni altra
+opera dello Zorilla, <i>I cantos del Trovador</i>, racconti
+e leggende, pieni di versi d'amore dolcissimi e di
+descrizioni d'un'evidenza impareggiabile. Scrisse anco
+pel teatro: e il suo <i>Don Juan Tenorio</i>, dramma fantastico,
+in versi ottonari a rime, è una delle più popolari
+opere drammatiche della Spagna. Si rappresenta
+ogni anno il giorno dei morti, con grande
+apparato, e vi accorre il popolo come a una festa.
+Alcuni tratti di lirica sparsi nel dramma, corrono
+per le bocche di tutti; e in special modo la dichiarazione
+d'amore di Don Giovanni all'amante rapita,
+che è quanto di più soave, di più tenero, di più ardente<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span>
+possa uscire dalle labbra d'un giovane innamorato
+nel più impetuoso prorompere della passione.
+Sfido il più freddo degli uomini a legger quei
+versi senza tremare! Ed è forse anche più potente
+la risposta, della donna:&mdash;Don Giovanni! Don Giovanni!
+Lo imploro dalla tua nobile compassione: o
+strappami il cuore o amami, perchè t'adoro!&mdash;Fateveli
+dire, quei versi, da un'Andalusa, e ve n'accorgerete;
+o se non potete far questo, vedete di leggere
+almeno la ballata col titolo <i>La Pasionaria</i>, lunghetta,
+ma piena d'un affetto e d'una malinconia che innamora.
+Io non posso ricordarmene senza che mi si
+riempian gli occhi di lagrime; vedo sempre quei due
+amanti, Aurora e Felice, giovanetti, in una campagna
+deserta, al cadere del sole, che s'allontanano per
+opposte vie, voltandosi ad ogni tratto, e salutandosi,
+e non saziandosi mai di guardarsi. Son versi,
+come li chiaman gli Spagnuoli, <i>asonantes</i>, senza rima,
+ma composti e ordinati così che la penultima sillaba
+d'ogni verso dispari o pari, sulla quale cade l'accento,
+abbia sempre la stessa vocale; che è la maniera
+di verso più popolare in Spagna, il verso del
+<i>Romancero</i>, nel quale moltissimi improvvisano con
+meravigliosa facilità; nè può uno straniero sentirne
+tutta l'armonia se non ci abbia fatto l'orecchio.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>&#8220;Si può vedere il Museo di Pittura?&#8221;&mdash;&#8220;<i>Porqué
+no, caballerito?</i>&#8221; La portinaia mi schiuse le porte del
+Collegio maggiore di Santa Croce, e mi accompagnò
+nell'interno. I quadri son molti, ma fuor di qualcuno<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[116]</a></span>
+del Rubens, del Mascagni, del Cardenas, di
+Vincenzo Carducci, gli altri son quadri di pochissimo
+pregio, razzolati qua e là pei conventi, e sparsi a
+casaccio nelle stanze, nei corridoi, nelle scale, nelle
+gallerie. Ciò non di meno, gli è un Museo che lascia
+nell'animo una impressione profonda, non molto
+dissimile da quella che produce la prima volta lo
+spettacolo del combattimento dei tori; e infatti
+sono trascorsi più di sei mesi da quel giorno, ed io
+la risento ancora come se l'avessi ricevuta poche
+ore fa. Quanto di più tristo, di più sanguinario, di
+più orrendo è uscito dal pennello dei più feroci pittori
+spagnuoli, si trova raccolto là. Immaginate pur
+delle piaghe, delle membra mutilate, delle teste spiccate
+dal busto, dei corpi estenuati, flagellati, tanagliati,
+arsi, straziati con quanti tormenti abbiate mai
+trovati descritti nei romanzi del Guerrazzi o nelle
+Storie dell'Inquisizione, non giungerete a formarvi
+un'adeguata idea del Museo di Valladolid. Passate
+di sala in sala, e non vedete che visi stravolti di
+morti, di moribondi, d'indemoniati, di carnefici, e
+in ogni parte sangue, e sangue, e sangue, che vi pare
+di vederlo spicciar fuori dei muri e di sguazzarci
+dentro come la Babette del Padre Bresciani nelle
+prigioni di Napoli. È un cumulo di dolori e d'orrori
+da riempirne gli spedali d'uno Stato. Sulle prime
+si prova un senso di tristezza, poi di ribrezzo, in fine,
+più che di ribrezzo, di sdegno contro gli artisti macellai
+che prostituirono l'arte di Raffaello e di Murillo
+in così sconcia maniera. Il quadro più guardabile<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span>
+ch'io vidi, fra i moltissimi cattivi, benchè
+anch'esso d'un <i>realismo</i> spietatamente spagnuolo,
+rappresentava la Circoncisione di Gesù, con tutti i
+particolari più minuti delle cose taglienti e delle cose
+tagliate, e una corona di spettatori chinati ed immobili,
+come studenti di clinica chirurgica intorno
+al maestro operatore: &#8220;<i>Vámonos, vámonos</i>&#8221; dissi
+alla cortese portinaia, &#8220;se sto qui un'altra mezz'ora,
+n'esco bruciato, o scorticato o squartato; non ha
+da farmi veder nulla di più allegro?&#8221; Mi condusse
+a veder l'Ascensione del Rubens, gran quadro di
+grande effetto, che starebbe bene sur un altar maggiore:
+una Vergine maestosa e sfolgorante che sale
+al cielo, e ai lati, e sopra, e sotto, un visibilio di
+volti d'angelo, di corone di fiori, di chiome d'oro,
+d'ali bianche, di svolazzetti, di raggi; e tutto tremola,
+fende l'aere e va su, come uno stormo di passere,
+onde pare che da un momento all'altro debba
+sollevarsi e sparire.</p>
+
+<p>Ma era fissato ch'io non dovessi uscire dal Museo
+con una gradevole immagine davanti agli occhi. La
+portinaia aperse una porta e mi disse ridendo:&mdash;Entri.&mdash;Entrai
+e detti indietro intimorito: mi parve
+d'esser capitato in un manicomio di giganti. La vasta
+sala era piena di colossali statue di legno colorito,
+rappresentanti tutti gli attori e tutte le comparse del
+gran dramma della Passione, soldati, aguzzini, spettatori,
+ciascuno nell'atteggiamento richiesto dal suo
+ufficio, chi in atto di flagellare, chi di legare, chi di
+ferire, chi di schernire,&mdash;orrendi volti orrendamente<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span>
+contratti;&mdash;poi le donne inginocchiate, Gesù confitto
+sopra una croce enorme, i ladroni, la scala, gli
+strumenti del supplizio: tutte le cose occorrenti, in
+somma, per rappresentare la Passione, come si faceva
+una volta, sulle piazze, con un gruppo di
+quei colossi, che dovevano occupare lo spazio d'una
+casa. E anche qui piaghe, chiome inzuppate di sangue,
+lacerazioni da far raccapriccire. &#8220;Vede quel
+Giudeo là?&#8221; mi disse la donna accennandomi una
+delle statue, una faccia patibolare che sogno ancora
+adesso di tratto in tratto. &#8220;Quello là, quando
+si facevano i gruppi fuori, si fu costretti a levarlo,
+tanto è brutto e tristo; il popolo l'odiava a morte
+e lo voleva mettere in pezzi, e siccome gli era sempre
+un gran da fare per le guardie a impedire
+che dalle minaccie non si passasse ai fatti, fu deciso
+di fare il gruppo senza di lui.&#8221; Bellissima mi
+parve una madonna, non so se del Berrugnete, di
+Iuan di Iuni, o dell'Hernandez, chè c'è statue di tutti
+e tre; inginocchiata, colle mani giunte e gli occhi
+volti al cielo, con una espressione di così disperato
+dolore, che muove la pietà come una persona viva,
+e pare infatti, a pochi passi, viva; così che, vedendola
+tutt'a un tratto, non si può trattenere un'esclamazione
+di stupore &#8220;<i>Los ingleses</i>&#8221; mi disse la portinaia
+(poichè i ciceroni si servono dei giudizi degli
+inglesi come di suggello ai proprii, e qualche volta
+appioppan loro le più scipite stravaganze) &#8220;<i>los ingleses
+dicen que no le falta mas que el habla</i>&#8221; (che non le
+manca che la parola). Mi accomodai lietissimamente<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span>
+al parere degli Inglesi, diedi alla portinaia i soliti
+<i>reales</i>, ed uscendo colla testa piena d'immagini sanguinose,
+salutai il cielo allegro con un sentimento
+insolito di piacere, come uno studente novizio all'uscire
+dalla sala anatomica, dove abbia assistito
+alla prima autopsia.</p>
+
+<p>Visitai il bel palazzo dell'Università, <i>la plaza
+Campo grande</i>, dove la Santa Inquisizione accendeva
+i suoi roghi, ampia, allegra, cinta di quindici conventi;
+qualche chiesa adorna di pitture di grido; e
+quando cominciai ad accorgermi che le immagini
+delle cose vedute mi si confondevano nella testa,
+misi in tasca la <i>Guida</i>, e m'incamminai verso la
+piazza maggiore. Il medesimo feci in tutte le altre
+città: quando la mente è stanca, il volerla forzare
+ancora all'attenzione, per quella pedanteria di non
+mancare di riguardo alla <i>Guida</i>, sarà una bella
+prova di costanza; ma nuoce a chi viaggia collo scopo
+di narrar poi le impressioni delle cose viste. Poichè
+tutto non si può ritenere, val meglio non confondere
+la memoria viva delle cose principali, con una folla
+di ricordi vaghi delle cose di minor conto. Oltrechè
+non si serba mai grata ricordanza d'una città nella
+quale ci si è fatto il capo come un cestone.</p>
+
+<p>Per cogliere l'aspetto vespertino della città, andai
+a passeggiare sotto i portici, dove s'incominciavano
+ad illuminare le botteghe; e v'era un viavai
+di soldati, di studenti, di ragazze, che sparivan nelle
+porticine, volteggiavano intorno alle colonne, guizzavano
+di qua e di là, sfuggendo alle mani impronte<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span>
+degl'insecutori avvolti nelle ampie cappe; e
+frotte di ragazzi scorazzavano per la piazza empiendo
+l'aria di grida sonore; e per tutto eran capannelli
+di <i>caballeros</i>, dai quali si udivano tratto
+tratto i nomi del Serrano, del Sagasta e di Amedeo,
+alternati colle parole <i>justicia, libertad, traicion, honra
+de España</i>, e simili. Entrai in un ampissimo caffè
+pieno zeppo di studenti, e là saziai, come direbbe uno
+scrittore scelto, il natural talento di cibo e di bevanda.
+Ma poichè avevo un gran bisogno di discorrere,
+adocchiai due studenti che sorbivano il caffè
+e latte al tavolino accanto, e senza far tanti preamboli,
+diressi la parola ad uno: cosa naturalissima in
+Spagna, dove si è sicuri di aver sempre una risposta
+cortese. I due studenti s'avvicinarono, e lì i soliti
+discorsi che ognuno s'immagina: Italia, Amedeo,
+università, Cervantes, andaluse, tori, Dante,
+viaggi; una scorsa, insomma, alla carta geografica,
+alla storia letteraria e ai costumi dei due paesi; poi
+un bicchier di vino di Malaga, e una stretta di
+mano da amici.</p>
+
+<p>O <i>caballeros</i> di buona memoria, avventori di tutti
+i caffè, commensali di tutte le tavole rotonde, vicini
+di scranna in tutti i teatri, compagni di viaggio in
+tutte le strade ferrate della Spagna; voi che tante
+volte, mossi da gentile pietà per uno straniero
+sconosciuto, che scorreva con occhio malinconico
+l'<i>Indicatore delle Ferrovie</i> o la <i>Correspondencia
+española</i>, pensando alla famiglia, agli amici, alla patria
+lontana, gli avete offerto, con amabile spontaneità,<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span>
+il <i>cigarrito</i>, e dato appiglio a una conversazione,
+che gli ruppe il corso dei mesti pensieri e lo
+lasciò rasserenato ed allegro; io vi ringrazio, o <i>caballeros</i>
+di buona memoria; chiunque foste, o carlisti,
+o alfonsisti, o amedeisti, o liberali, vi ringrazio
+dal più profondo dell'anima, in nome di tutti gl'Italiani
+che viaggiarono e di tutti quelli che viaggeranno
+nel vostro caro paese; e giuro sull'eterno volume di
+Michele Cervantes, che ogni qualvolta vi sentirò
+accusare di animo feroce e di selvaggi costumi dai
+vostri civilissimi fratelli europei, sorgerò a difendervi
+coll'impeto d'un andaluso e colla tenacia d'un catalano,
+sin che mi resti tanta voce da gridare: Viva
+l'ospitalità!</p>
+
+<p>Poche ore dopo mi trovavo in un carrozzone del
+treno che andava a Madrid, e non era anche finito
+il fischio della partenza, che io mi diedi un gran
+colpo della mano sulla fronte. Ahimè! era tardi; a
+Valladolid avevo dimenticato di visitare la stanza
+dove morì Cristoforo Colombo!<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[122]</a></span></p>
+
+<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Tre <i>molto</i> e tre <i>poco</i> distruggon l'uomo: molto parlare
+e poco sapere, molto spendere e poco avere, molto presumere
+e nulla valere.</p></div>
+</div>
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="V" id="V"></a>V.<br /><br />
+
+MADRID.</h2>
+
+
+<p>Era giorno, quando uno dei miei vicini mi gridò
+nell'orecchio: &#8220;<i>Caballero!</i>&#8221;&mdash;&#8220;Siamo a Madrid?&#8221; domandai
+svegliandomi. &#8220;Non ancora&#8221; mi rispose &#8220;ma
+guardi!&#8221; Mi voltai verso la campagna e vidi lontano
+un mezzo miglio, alle falde d'un alto monte, il convento
+dell'Escuriale, illuminato dai primi raggi del sole.
+<i>Le plus grand tas de granit qui existe sur la terre</i>,
+come lo chiamò un viaggiatore illustre, non mi parve,
+a primo aspetto, quell'immenso edifizio che il popolo
+spagnuolo considera come l'ottava meraviglia della
+terra. Nondimeno misi fuori il mio:&mdash;<i>Oh!</i>&mdash;come altri
+viaggiatori che lo vedevano per la prima volta, riserbando
+tutta la mia ammirazione al giorno che l'avrei
+visto da vicino. Dall'Escurial a Madrid la strada
+ferrata attraversa una pianura arida, che rammenta
+quella di Roma. &#8220;Non ha mai veduto Madrid, lei?&#8221;
+mi domandò il vicino.&mdash;Risposi che no.&mdash;&#8220;<i>Parece
+imposible!</i>&#8221; esclamò il buon Spagnuolo, e mi guardò<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span>
+in aria di curiosità, quasi dicendo fra sè:&mdash;Oh vediamo
+un po' com'è fatto un uomo che non ha mai
+visto Madrid!&mdash;Poi prese a enumerarmi le grandi
+cose che avrei veduto: che passeggi! che caffè! che
+teatri! che donne! Per chi abbia un trecento mila
+lire da spendere, non c'è di meglio di Madrid: è un
+gran mostro che vive di patrimonii; se fossi in lei
+vorrei prendermi il gusto di cacciargli in gola anche
+il mio.&mdash;Io premetti colla mano il mio floscio
+portamonete, e mormorai:&mdash;Povero mostro!&mdash;&#8220;Ci
+siamo!&#8221; gridò lo spagnuolo &#8220;guardi fuori!&#8221; Misi la
+testa fuor del finestrino. &#8220;Quello là è il palazzo
+reale!&#8221; Vidi sopra un'altura una mole immensa;
+ma chiusi gli occhi subito, perchè mi batteva il sole
+sul viso. Tutti s'alzarono, e cominciò quel solito tramenío</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Di pastrani, di scialli e d'altri cenci,»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">che impedisce quasi sempre la prima vista delle città.
+Il treno si ferma; scendo, e mi trovo in una piazza
+piena di carrozze, in mezzo a una folla rumorosa;
+cento mani si stendono sulla mia valigia, cento bocche
+mi urlan nell'orecchio; è un casa del diavolo
+di facchini, di carrozzai, di <i>ciceroni</i>, di fattorini di
+<i>casas de huespedes</i>, di guardie, di ragazzi. M'apro il
+passo a colpi di gomito, mi caccio in un <i>omnibus</i>
+pieno di gente, e via. Si va su per uno stradone, si
+attraversa una gran piazza, si infila una strada larga
+e diritta, si arriva alla <i>Puerta del Sol</i>. È un colpo
+d'occhio stupendo! È una vastissima piazza semicircolare,<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[124]</a></span>
+circondata di alti edifizi, nella quale sboccano,
+come dieci torrenti, dieci grandi strade; e da
+ogni strada una continua onda rumorosa di popolo e
+di carrozze; e tutto quello che vi si vede è proporzionato
+alla vastità del luogo; i marciapiedi larghi
+come vie, i caffè ampi come piazze, una vasca di fontana
+grande come un lago; e in ogni parte una folla
+fitta e mobilissima, un gridío assordante, un non
+so che di allegro e di festivo nei volti, nei gesti,
+nei colori, che fa sì che non vi paia straniera nè la
+gente, nè la città, e vi mette addosso una smania
+di mescervi in quello strepito, di salutar tutti, di
+correr qua e là, piuttosto per riconoscere cose e persone,
+che per vederle la prima volta. Scendo a un
+albergo, n'esco subito, mi metto a girare per la città,
+alla ventura. Non grandi palazzi, non antichi monumenti
+d'arte; ma strade spaziose, pulite, gaie, fiancheggiate
+da case dipinte a vivi colori, interrotte da
+piazze di mille forme diverse, quasi tracciate a caso,
+e in ogni piazza un giardino, una fontana, una statuetta.
+Alcune strade in leggiera salita, di modo che,
+entrandovi, si vede in fondo il cielo, e par che sbocchino
+nell'aperta campagna; ma giunti sul punto
+più alto, un'altra lunga strada si stende allo sguardo.
+Ad ogni poco, crocicchi di cinque, sei, fino a otto vie,
+e qui un incrociarsi continuo di carrozze e di gente;
+i muri coperti, per lunghi tratti, di cartelloni di spettacoli;
+nelle botteghe, un va e vieni incessante; i
+caffè, stipati; in ogni parte il brulichío d'una grande
+città. La strada d'Alcalà, larghissima, da parer<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span>
+quasi una piazza rettangolare, divide Madrid per
+mezzo, dalla <i>Puerta del Sol</i> verso oriente, e sbocca
+in una vasta pianura, che si stende lungo tutto
+un lato della città, e contiene giardini, passeggi,
+piazze, teatri, circo di tori, archi trionfali, musei,
+palazzine, fontane. Salgo in una carrozza, e dico al
+vetturino:&mdash;<i>Vuela!</i>&mdash;Passo accanto alla statua
+del Murillo, risalgo per la strada Alcalà, infilo la
+strada del Turco, dove fu assassinato il generale Prim;
+attraverso la piazza delle Cortes, dove sorge la statua
+di Michele Cervantes; sbocco nella piazza Maggiore,
+dove accendeva i suoi roghi l'Inquisizione; torno
+addietro, e passo dinanzi alla casa di Lopez de
+Vega; riesco nella vasta piazza d'Oriente in faccia al
+palazzo reale, dove si innalza la statua equestre
+di Filippo IV in mezzo a un giardino circondato
+di quaranta statue colossali; rimonto verso il centro,
+attraversando altre larghe strade, e piazze allegre,
+e crocicchi pieni di gente; e ritorno finalmente
+all'albergo dicendo che Madrid è grande, gaia, ricca,
+popolosa e simpatica, e che la vorrò veder tutta,
+e starci un pezzo, e godermela fin che lo consentano
+i registri di cassa e la mitezza della stagione.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>In capo a pochi giorni, un buon amico mi trovò
+una <i>Casa de huespedes</i>, e mi ci andai a installare.
+Queste case di ospiti non son altro che famiglie che
+dan da mangiare e da dormire a studenti, artisti,
+forestieri, a prezzi differenti, si capisce, secondo come
+ci si dorme e come si mangia; ma sempre a miglior<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span>
+prezzo che gli alberghi, coll'inestimabile vantaggio
+che ci si respira un'aria di casa, ci si stringono amicizie,
+e vi si è trattati piuttosto come gente della famiglia
+che come dozzinanti. La padrona di casa era una
+buona signora sulla cinquantina, vedova d'un pittore
+che aveva studiato a Roma, a Firenze e a Napoli,
+ed aveva serbato per tutta la vita una ricordanza
+grata e affettuosa d'Italia. Anch'essa, naturalmente,
+nutriva per il nostro paese una vivissima
+simpatia, e me lo dimostrò coll'assistere ogni giorno
+al mio desinare, raccontandomi vita, morte e miracoli
+di tutti i suoi parenti e di tutti i suoi amici,
+come se fossi stato il solo confidente ch'ella avesse
+in Madrid. Pochi spagnuoli intesi parlare così spedito,
+così franco, e con tanta abbondanza di frasi,
+di motti, di paragoni, di proverbi, di parole. Sui primi
+giorni ne fui sconcertato; capivo poco; dovevo
+pregarla ogni momento di ripetere; non riuscivo a
+farmi intendere sempre; m'accorsi in una parola,
+che studiando la lingua sui libri, avevo sciupato di
+molto tempo a inzepparmi la testa di frasi e di vocaboli
+che non occorrono quasi mai nella conversazione
+ordinaria; mentre ne avevo lasciati da parte
+altri moltissimi, che sono indispensabili. Dovetti dunque
+ricominciare a raccogliere, a notare, e sopratutto
+a star sempre coll'orecchio teso per tirar profitto,
+quanto potevo, dai discorsi della gente. E mi persuasi
+di questa verità: che si può stare dieci anni,
+trenta, quaranta in una città straniera; ma che se
+non si fa uno sforzo da principio, se per molto<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span>
+tempo non si continua a studiare, se non si sta
+sempre, come diceva il Giusti, «con tanto d'occhi
+aperti,» o non s'imparerà mai a parlare la lingua,
+o si parlerà sempre male. Conobbi a Madrid degl'Italiani
+vecchi che stavano in Spagna dalla loro
+prima giovinezza, e che parlavano lo spagnuolo da
+cani. Già, non è punto, neanco per noi Italiani, una
+lingua facile, o per dir meglio, presenta la grande
+difficoltà delle lingue facili: che non è lecito parlarle
+meschinamente, perchè non è indispensabile parlarle
+per farsi intendere. L'Italiano che vuol parlare spagnuolo
+in una conversazione di gente colta, dove
+tutti lo capirebbero se parlasse francese, bisogna che
+giustifichi il suo ardimento parlando con scioltezza
+e con garbo. Ora la lingua spagnuola, appunto perchè
+molto più affine alla nostra che la francese, è
+assai più difficile a parlarsi presto, e per così dire,
+ad orecchio, senza dir degli spropositi; poichè si dice,
+ad esempio, assai più facilmente <i>propre, mortuaire,
+délice</i>, senza pericolo che ci scappi detto proprio,
+mortuario, delizia, di quello che non si dica <i>propio,
+mortuorio, delicia</i>. Si casca nell'italiano senza accorgersene,
+si inverte la sintassi ad ogni istante, si ha
+sempre la propria lingua nell'orecchio e sulle labbra,
+che ci inciampa, ci confonde, ci tradisce. Nè la
+pronunzia spagnuola ci è men dura della francese;
+la <i>jota</i> araba, facile a pronunciarsi quand'è sola, è
+difficilissima quando ne cascan due in una parola,
+o parecchie in una proposizione; la <i>zeta</i> che si pronuncia
+come pronunziano i blesi la <i>esse</i>, non si acquista<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span>
+che dopo un esercizio lungo, ed anco paziente,
+perchè è un suono che sulle prime ci riesce sgradevolissimo,
+e molti, anche sapendo, non lo voglion far
+sentire. Ma se c'è una città in Europa dove si possa
+imparar bene la lingua del paese, quella città è Madrid,
+e si può dir lo stesso di Toledo, di Valladolid,
+di Burgos. Il popolo parla come i letterati scrivono;
+le differenze di pronunzia fra la gente colta e la
+plebe dei sobborghi sono leggerissime; e lasciando
+anche da parte quelle quattro città, la lingua spagnuola
+è incomparabilmente più parlata, più comune,
+e perciò più determinata, e per conseguenza più efficace
+nei giornali, sul teatro e nella letteratura popolare,
+che la lingua italiana. V'è in Spagna il dialetto
+valenziano, il catalano, il galliziano, il murciano,
+e l'antichissima lingua delle provincie basche; ma
+si parla spagnuolo nelle due Castiglie, nell'Aragona,
+nell'Estremadura, nell'Andalusia, cioè in cinque
+grandi provincie. Il frizzo gustato a Saragozza è gustato
+anche a Siviglia; la frase popolesca che colpisce
+la platea in un teatro di Salamanca, ottiene
+lo stesso effetto in un teatro di Granata. Dicono che
+la lingua spagnuola d'oggigiorno non è più quella
+del Cervantes, del Quevedo, del Lopez de Vega; che
+la lingua francese l'ha imbastardita; che Carlo V,
+se rivivesse, non direbbe più che è la lingua da parlarsi
+con Dio; e che Sancho Panza non sarebbe più
+nè capito nè gustato. Ah! chi per poco abbia bazzicato
+nelle gargotte e nei teatrucci dei sobborghi,
+si accomoda a malincuore a quella sentenza!<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span></p>
+
+<p>Passando dalla lingua al palato, mi ci volle un
+po' di buona volontà per abituarmi a certe salse
+e intingoli e basoffie della cucina spagnuola; ma mi
+ci abituai. I Francesi, che in punto mangiare sono
+schizzinosi come ragazzi mal avvezzi, ne gridano
+ira d'Iddio; il Dumas dice che in Spagna ha patito
+la fame; in un libro sulla Spagna che ho sott'occhio,
+è scritto che gli Spagnuoli non vivono che
+di miele, di funghi, d'uova e di lumache. Son tutte
+corbellerie. Essi possono dire altrettanto della cucina
+nostra: ho conosciuti molti spagnuoli ai quali il veder
+mangiare maccheroni al sugo moveva lo stomaco.
+Impasticciano un po', abusano un po' del grasso, condiscono
+un po' troppo forte; ma via, tanto da cavar
+l'appetito al Dumas, compicciano. Son maestri,
+fra le altre cose, di piatti dolci. Il loro <i>puchero</i> poi,
+il piatto nazionale, mangiato tutti i giorni, da tutti,
+in tutto il paese, dico la verità, lo divoravo con una
+golosità rossiniana. Il <i>puchero</i> è, rispetto all'arte culinaria,
+quello che è rispetto alla letteratura un'antologia:
+c'è un po' di tutto, e del meglio. Una buona
+fetta di lesso di vacca forma come il nucleo del
+piatto; intorno, un'ala di pollo, un pezzo di <i>chorizo</i>,
+lardo, erbaggi, prosciutto; sotto, sopra e in tutti
+gl'interstizi, <i>garbanzos</i>. I buon gustai pronunziano con
+reverenza il nome di <i>garbanzos</i>. Sono una specie di
+ceci, ma più grossi, più teneri, più saporiti; ceci, direbbe
+uno stravagante, caduti quaggiù da qualche
+mondo dove una vegetazione eguale alla nostra è fecondata
+da un sole più potente. Codesto è il <i>puchero</i><span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span>
+usuale; ma ogni famiglia lo modifica secondo la borsa;
+il povero si contenta della carne e dei <i>garbanzos</i>; il
+signore ci aggiunge cento bocconcini squisiti. In
+fondo, è piuttosto un desinare che un piatto; e però
+moltissimi non mangiano altro; un buon <i>puchero</i> e
+una bottiglia di <i>Val de peñas</i> posson bastare a chicchessia.
+Non parlo degli aranci, dell'uva di Malaga,
+degli asparagi, dei carciofi e d'ogni sorta di legumi
+e di frutti, che tutti sanno essere in Spagna bellissimi
+e buonissimi. Cionondimeno, gli Spagnuoli mangian
+poco; e benchè nella loro cucina predomini il pepe, la
+salsa forte, la carne salata; benchè mangino dei <i>chorizos</i>,
+che, come dicon essi, <i>levantan las piedras</i>, ossia
+bruciano gl'intestini; bevono pochissimo vino. Dopo
+la frutta, invece di star lì a centellinare una buona
+bottiglia, pigliano per lo più una tazza di caffè e
+latte, e raramente bevon vino la mattina. Alle tavole
+rotonde degli alberghi non ho mai veduto uno
+spagnuolo vuotar la bottiglia; ed io che la vuotavo,
+ero guardato con aria di stupore, come un beone
+scandaloso. È raro, nelle città di Spagna, anco nei
+giorni di festa, incontrare un ubriaco; e per questo
+appunto, avuto riguardo al sangue focoso e al liberissimo
+commercio che vi si fa dei coltelli e dei pugnali,
+seguon assai meno risse con ferimenti e uccisioni, di
+quello che fuor di Spagna non si creda.</p>
+
+<p>Trovata la casa e la cucina, non mi restò più
+altro pensiero che quello di zonzare per la città, colla
+<i>Guida</i> in tasca e il sigaro di <i>tres cuartos</i> in bocca,</p>
+
+<div class="poem" style="width: 12em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«...... mestier facile e piano.»<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span></div></div>
+
+<p>I primi giorni non potevo allontanarmi dalla piazza
+della <i>Puerta del Sol</i>; ci stavo ore ed ore, e mi ci
+divertivo tanto, che avrei voluto passarci la giornata.
+È una piazza degna della sua fama; non tanto per
+la sua vastità e la sua bellezza, quanto per la gente,
+per la vita, per la varietà dello spettacolo che presenta
+a tutte le ore del giorno. Non è una piazza
+come le altre: è insieme un salone, un passeggio, un
+teatro, un'accademia, un giardino, una piazza d'armi,
+un mercato. Dallo spuntar del giorno fino a un'ora
+dopo mezzanotte, v'è una folla immobile, e una folla
+che va e viene per le dieci grandi strade che vi metton
+capo, e un inseguirsi, e un incrociarsi di carrozze
+che dà il capo giro. Là convengono i negozianti, là
+i demagoghi disoccupati, là gl'impiegati smessi, i
+vecchi pensionati, i giovani eleganti; là si traffica, si
+discorre di politica, si fa all'amore, si passeggia, si
+leggono i giornali, si dà la caccia ai debitori, si cercan
+gli amici, si preparano le dimostrazioni contro
+il Ministero, si coniano le false notizie che fanno il
+giro della Spagna, si tesse la cronaca scandalosa della
+città. Sui marciapiedi, che son larghi da poterci far
+passare quattro carrozze di fronte, bisogna aprirsi
+il passo a forza: nello spazio d'una lastra di pietra
+vedete una guardia civile, un venditor di fiammiferi,
+un sensale, un povero, un soldato, tutti in
+un mazzo. Passano frotte di scolari, serve, generali,
+ministri, contadini, <i>toreros</i>, signore; vagabondi
+spiantati che vi domandan l'elemosina nell'orecchio<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span>
+per non farsi scorgere, mezzani che vi guardano
+con occhio interrogativo, donne leggere che
+vi urtano al gomito; da tutte le parti cappelli in
+aria, sorrisi, strette di mano, saluti allegri, grida di:&mdash;<i>Largo,</i>&mdash;di
+facchini carichi e di merciaiuoli col botteghino
+al collo; urli di venditori di giornali, strilli
+di acquaiuoli, squilli di corno delle diligenze, chiocchi
+di frusta, rumor di sciabole, tintinnío di chitarre,
+canti di ciechi. Poi passano i reggimenti colle
+bande musicali, passa il Re, s'innaffia la piazza con
+immensi getti d'acqua che s'incrociano nell'aria,
+vengono i portatori d'avvisi ad annunciar gli spettacoli,
+irrompono sciami di monelli con bracciate
+di <i>supplementi</i>, esce un esercito d'impiegati dai
+Ministeri, ripassan le bande musicali, le botteghe
+s'illuminano, la folla si fa più fitta, i colpi di gomito
+spesseggiano, cresce il vocío, lo strepito, il moto.
+E non è moto di popolo affaccendato; è vivacità di
+gente allegra, è gaiezza carnevalesca, ozio inquieto,
+ribollimento, febbriciattola di piacere, che vi si attacca
+e vi tien lì o vi spinge in giro come un arcolaio
+senza lasciarvi uscir dalla piazza; una curiosità
+che non si stanca mai, una beata voglia di spassarsela,
+di non pensare a nulla, d'ascoltar chiacchiere,
+di bighellonare, di ridere. Tale è la famosa piazza
+di <i>Puerta del Sol</i>.</p>
+
+<p>Un'ora passata là basta per far conoscer di vista,
+nei suoi varii aspetti, il popolo di Madrid. Il basso
+popolo veste come nelle nostre grandi città; i signori,
+se si toglie la cappa che portan l'inverno, si<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span>
+attengono al figurino di Parigi; e son tutti, dal duca
+allo scrivano, dallo sbarbatello al vecchio tentenna,
+lindi, azzimati, impomatati, inguantati, come uscissero
+allora allora dal gabinetto di toeletta. Somigliano
+da questo lato ai napoletani: belle capigliature
+nere, barbe coltissime, mani e piedi di donna. Raro
+il vedere un cappello basso: tutti cappelli a staio;
+e poi mazze, catene, ciondoli, spille, e nastri all'occhiello
+a migliaia. Le signore, fuor che in certi giorni
+di festa, vestono anch'esse alla francese; le donne
+del medio ceto portano ancora la mantiglia; gli antichi
+stivaletti di raso, la <i>peineta</i>, i colori vivi, il costume
+nazionale, in una parola, è sparito. Son però
+sempre quelle donnine tanto decantate per i loro
+grandi occhi, per le loro mani di bimbe, per i loro
+piedini; di capelli nerissimi, ma di pelle meglio bianca
+che bruna, bene appettate, diritte, svelte, vivaci.</p>
+
+<p>Per passare in rassegna il bel sesso di Madrid,
+bisogna andare alla passeggiata del <i>Prado</i>, che è per
+Madrid quello che son per Firenze le Cascine. Il <i>Prado</i>
+propriamente detto, è un larghissimo viale, non molto
+lungo, fiancheggiato da viali minori, che si stende
+ad oriente della città, accanto al famoso giardino
+del <i>Buen retiro</i>, ed è chiuso alle due estremità da
+due enormi vasche di pietra, l'una sormontata da
+una Cibele colossale, assisa sul cocchio, tratto dai
+cavalli marini; l'altra da un Nettuno di eguale grandezza;
+tutti e due incoronati di copiosi zampilli che
+s'incrociano e ricascano graziosamente con allegro
+mormorìo. Questo grande viale, assiepato lungo i<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span>
+lati da migliaia di seggiole, e da centinaia di banchi
+d'acquaioli e di aranciai, è la parte più frequentata
+del <i>Prado</i>, e si chiama il <i>Salon del Prado</i>. Ma il
+passeggio prosegue oltre la fontana di Nettuno; vi
+sono altri viali, altre fontane, altre statue; si va in
+mezzo agli alberi e ai zampilli fino alla chiesa di
+Nostra Signora di Atocha, la famosa chiesa colmata
+di doni da Isabella II dopo l'attentato del 2 febbraio
+del 1852, nella quale il re Amedeo andò a visitare
+il cadavere del generale Prim. Di là si abbraccia
+collo sguardo un vasto tratto della deserta campagna
+di Madrid e le montagne nevose del Guadarrama.
+Ma il <i>Prado</i> è il passeggio più famoso, non
+il più bello nè il più vasto della città. Sul prolungamento
+del <i>Salone</i>, al di là della fontana di Cibele,
+si stende per quasi due miglia il passeggio di <i>Recoletos</i>,
+fiancheggiato a destra dal vasto e ridente
+borgo di Salamanca, il borgo dei ricchi, dei deputati
+e dei poeti; a sinistra da una lunghissima catena di
+palazzine, di villette, di teatri, di edifizi nuovi coloriti
+di vivi colori. Non è un passeggio solo, son dieci,
+l'uno accanto all'altro, e l'un più bello dell'altro;
+strade per le carrozze, strade pei cavalli, viali per
+la gente che cerca la folla, viali pei solitarii, divisi
+da sterminate siepi di mortella, fiancheggiati, interrotti
+da giardini e da boschetti, nei quali sorgon
+statue e fontane, e s'intersecano sentierini misteriosi.
+I giorni di festa vi si gode uno spettacolo incantevole:
+da un capo all'altro dei viali, son due processioni
+opposte di gente, di carrozze, di cavalli; nel<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span>
+<i>Prado</i> si può appena camminare; i giardini sono affollati
+di migliaia di ragazzi; suonan le musiche dei
+teatri diurni; in ogni parte si sente un mormorío
+di fontane, un fruscío di vesti, un gridío di bambini,
+uno scalpitío di cavalli; non v'è solo il movimento,
+e la gaiezza d'una passeggiata; v'è il lusso,
+lo strepito, il turbinío, l'allegrezza febbrile d'una
+festa. La città, in quell'ore, è deserta. Sull'imbrunire,
+tutta quell'immensa folla si riversa nella gran
+strada Alcalà, e allora dalla fontana di Cibele fino
+alla <i>Puerta del Sol</i> non si vede che un mare di teste,
+solcate da una fila di carrozze a perdita d'occhio.</p>
+
+<p>Come per le passeggiate, così in fatto di teatri
+e di spettacoli, Madrid è, senza dubbio, una delle
+prime città del mondo. Oltre il gran teatro dell'Opera,
+che è vastissimo e ricchissimo; oltre il teatro
+della Commedia, il teatro della <i>Zarzuela</i>, il Circo
+di Madrid, che son tutti teatri di prim'ordine, per
+ampiezza, eleganza, e concorso di gente; v'è una corona
+di teatri minori per le compagnie drammatiche,
+per le compagnie equestri, per le accademie musicali,
+per i <i>vaudevilles</i>, teatri a sala, a palchi, a
+gallerie, grandi e piccini, signorili e plebei, per tutte
+le borse, per tutti i gusti e per tutte le ore della
+notte; e non ce n'è uno fra tanti che non sia ogni
+sera affollato. Poi v'è il Circo dei Galli, il Circo dei
+Tori, i balli popolari, i giochi; qualche giorno vi sono
+fino a venti spettacoli diversi, a cominciar da mezzodì
+fino a poco prima dell'alba. Lo spettacolo dell'Opera,
+per il quale il popolo spagnuolo è appassionato,<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span>
+è sempre splendido, non solamente nella
+stagione del carnevale, ma in tutte le stagioni: nel
+tempo ch'io fui a Madrid, cantava la Fricci al
+teatro della <i>Zarzuela</i> e lo Stagno al Circo, l'una e
+l'altro, circondati di valentissimi artisti, con orchestre
+eccellenti e grandiose apparature. I più celebri
+cantanti del mondo fanno a gara per andar a cantare
+nella Capitale della Spagna; gli artisti vi sono
+ricercati, festeggiati; la passione della musica è
+la sola che può stare in bilancia colla passione dei
+tori. Anche il teatro della Commedia ha gran voga.
+L'Hatzembuch, il Breton de los Herreros,
+il Tamayo, il Ventura, il D'Ayala, il Guttierrez, ed
+altri moltissimi scrittori drammatici, quali morti,
+quali viventi, noti anche fuori di Spagna, hanno arricchito
+il teatro moderno d'un gran numero di commedie,
+che pur non avendo quel profondo stampo
+nazionale che rese immortali le opere drammatiche
+del gran secolo della letteratura spagnuola, son piene
+di calore, di sale, di sapore di lingua, e senza confronto
+più sanamente educative delle commedie francesi.
+E si rappresentan le commedie moderne, ma non si
+dimenticano le antiche: negli anniversarii del Lopez
+de Vega, del Calderon, del Moreto, del Tirso de Molina,
+dell'Alarcon, di Francesco de Rojas, e degli
+altri grandi luminari del teatro spagnuolo, si rappresentano
+con pompa solenne i loro capolavori. Gli
+attori però non finiscono di soddisfare gli autori;
+partecipano dei difetti dei nostri: moto, grido, singhiozzo
+soverchio; e molti preferiscono ancora i nostri,<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span>
+perchè ci trovan più varietà di cadenze e di
+accenti. Oltre la tragedia e la commedia, si rappresenta
+poi un componimento drammatico affatto spagnuolo,
+lo <i>zainete</i>, nel quale fu maestro un Ramon
+de la Cruz, una specie di farsa, che è per lo più una
+rappresentazione di costumi andalusi, con personaggi
+della campagna e del volgo, ed attori che imitano
+il vestire, l'accento, i modi di quella gente con una
+maestria ammirabile. Le commedie vengon tutte stampate,
+e son lette avidamente, anche dal popolo minuto;
+i nomi degli scrittori sono popolarissimi; la
+letteratura drammatica, in una parola, è oggi ancora,
+come altre volte, la più diffusa e la più ricca.</p>
+
+<p>V'è pure molta passione per la <i>Zarzuela</i>, che si
+rappresenta usualmente nel teatro a cui dà il nome,
+e ch'è una composizione di mezzo tra la commedia
+e il melodramma, tra l'opera in musica e il <i>vaudeville</i>,
+con una gradevole alternativa di prosa e di
+verso, di recitazione e di canto, di serio e di buffo,
+composizione esclusivamente spagnuola, e dilettevolissima.
+In altri teatri si rappresentano commedie
+politiche, miste di canto e di prosa del genere delle
+riviste dello Scalvini, farse satiriche di argomenti
+del giorno, una specie di <i>autos sacramentales</i>, con
+scene della passione di Gesù Cristo, nella Settimana
+Santa; e balli e ballonzoli e pantomime d'ogni
+natura. Nei teatri piccoli si danno tre o quattro
+rappresentazioni per sera, d'un'ora l'una, e gli
+spettatori si rinnovano ad ogni rappresentazione.
+Nel teatro <i>Capellanes</i>, famigerato, si balla tutte<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span>
+le sere dell'anno un <i>kan-kan</i> scandaloso oltre ogni
+oscena immaginazione, e là accorrono i giovinastri,
+le donne ardite, i vecchi libertini dal naso aggrinzato,
+armati di lenti, di occhiali, di cannocchiali, e
+di quanti istrumenti ottici valgano ad avvicinare le
+forme, come dice l'Aleardi, pubblicate dal palco.</p>
+
+<p>Dopo il teatro, si trovan tutti i caffè pieni di
+gente, la città illuminata, le strade corse da innumerevoli
+carrozze, come sul far della sera. Uscendo
+dal teatro, in un paese straniero, si è un po' tristi:
+si son viste tante belle creature, e nessuna ci degnò
+d'uno sguardo! Ma un italiano, a Madrid, trova un
+conforto. Si cantan quasi sempre opere italiane, e
+si cantano in italiano; così che tornando a casa
+sentite canterellare colle parole della vostra lingua
+le ariette che vi son famigliari fin dall'infanzia;
+sentite un <i>palpito</i> di qui, un <i>fiero genitor</i> di là, un
+<i>tremenda vendetta</i> più oltre; e quelle parole vi fan
+l'effetto di saluti di gente amica. Ma per arrivar a
+casa, che fitta siepe di gonnelle dovete scavalcare! Si
+dà la palma a Parigi, e non dubito che la meriti; ma
+neanco Madrid non canzona; e che ardimento, e che
+parole di fuoco, e che provocazioni imperiose! Finalmente
+arrivate davanti a casa vostra; ma non
+avete la chiave della porta. &#8220;Non si confonda,&#8221; vi
+dice il primo cittadino che incontrate, &#8220;vede là in
+fondo alla strada quella lanterna? L'uomo che la
+porta è un <i>sereno</i>, e i <i>serenos</i> hanno le chiavi di tutte
+le case;&#8221; Allora voi gridate ad alta voce:&mdash;Sereno!&mdash;e
+la lanterna si avvicina, e un uomo con un<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span>
+enorme mazzo di chiavi tra le mani, datavi un'occhiata
+scrutatrice, v'apre la porta, vi fa lume fino
+al primo piano e vi augura la buona notte. Così
+tutte le sere: con una lira al mese voi siete libero
+dalla briga di portar in tasca le chiavi di casa. Il
+<i>sereno</i> è un impiegato del Municipio, ve n'è uno
+per ogni strada, ed ognuno ha un fischietto; se vi
+piglia foco in casa o i ladri vi fan saltare la serratura,
+voi non avete che a buttarvi alla finestra e
+gridare:&mdash;Sereno! Aiuto!&mdash;Il sereno che è nella
+strada fischia, i sereni delle strade vicine fischiano,
+in pochi minuti tutti i sereni del quartiere accorrono
+in vostro soccorso. A qualunque ora della notte voi
+vi svegliate, sentite la voce del sereno che ve l'annunzia,
+soggiungendo che fa bel tempo, o che
+piove, o che sta per piovere. Quante cose sa e
+quante ne tace questa notturna sentinella! Quanti
+sommessi addii amorosi non sente! Quante letterine
+non vede cader dalle finestre, e chiavette saltellare
+sul lastrico, e mani trinciar l'aria in atto misterioso,
+e amanti imbacuccati infilar le porticine, e
+finestrelle illuminate oscurarsi ad un tratto, e neri
+fantasmi dileguare, al primo chiarir dell'alba, lungo
+i muri!...</p>
+
+<p>Non dissi che dei teatri: a Madrid v'è un
+concerto musicale, si può dire, ogni giorno; concerti
+nei teatri, concerti nelle sale accademiche,
+concerti nelle strade, e poi una folla di suonatori
+ambulanti che vi assordano a tutte le ore
+del giorno. Dopo tutto questo viene fatto di dimandare<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span>
+come mai un popolo tanto infatuato della
+musica, da averne bisogno, sto per dire, come dell'aria
+che respira, non abbia dato all'arte alcun
+grande maestro. Gli Spagnuoli non se ne sanno
+dar pace!</p>
+
+<p>Ci sarebbe da imbrattar molta carta, a voler
+descrivere di Madrid i grandi sobborghi, le porte,
+i passeggi fuor della città, le piazze, le strade storiche;
+e cui piacesse non ommetter nulla, gli splendidi
+caffè: l'<i>Imperial</i> nella piazza della <i>Puerta del Sol</i>,
+il <i>Fornos</i> nella strada Alcalà, due vastissime sale,
+nelle quali, tolti i tavolini, potrebbe far gli esercizi
+uno squadrone di cavalleria; e gli altri innumerevoli
+che si trovano a ogni passo, in cui danzerebbero
+comodamente cento coppie di ballerini; le botteghe
+sfarzose che occupan tutto il pian terreno di
+vasti edifizi, tra le quali i grandi negozi di tabacchi
+di Avana, luogo di ritrovo dei signoroni, pieni di tanti
+sigari piccolissimi, grossi, enormi, tondi, piatti, puntati,
+fatti a serpe, ad arco, a uncino, d'ogni forma,
+d'ogni gusto e d'ogni prezzo, da contentare la più
+matta fantasia di fumatore, e ubbriacare tutta la
+popolazione d'una città; gli spaziosi mercati, le caserme
+da corpo d'esercito, il gran palazzo reale, in
+cui il Quirinale ed il Pitti si potrebbero nascondere
+senza timore di farsi scorgere; la gran strada di
+Atocha che attraversa la città, l'immenso giardino
+del <i>Buen retiro</i>, col suo gran lago, coi suoi poggi
+incoronati di chioschi, coi suoi mille uccelli pellegrini....
+Ma più d'ogni altra cosa meritano attenzione<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span>
+i Musei d'armi, di pittura, di marina, a ciascuno
+dei quali sarebbe poco dedicare un volume.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'armeria di Madrid è una delle più belle del
+mondo. Al primo entrare nella vastissima sala, il
+cuore vi dà un balzo e il sangue un tuffo, e voi
+restate immobile sulla soglia come uno smemorato.
+Un intero esercito di cavalieri coperti di ferro, colle
+spade nel pugno, colle lancie in resta, sfolgoranti,
+formidabili, si slanciano contro di voi, come una
+legione di spettri. È un esercito d'imperatori, di re,
+di duchi, chiusi nelle più splendide armature che
+siano mai uscite dalla mano dell'uomo, sulle quali
+da diciotto smisurate finestre si versa un torrente
+di luce, che ne cava un barbaglio di lampi, di scintille,
+di colori, da dar le traveggole. Le pareti
+sono coperte di corazze, d'elmi, d'archi, di fucili,
+di spade, di alabarde, di lancie da torneo, di moschettoni
+enormi, di lancioni giganteschi che s'alzan
+dal pavimento alla volta; dalla volta pendon bandiere
+di tutti gli eserciti del mondo, trofei di Lepanto,
+di San Quintino, della guerra d'indipendenza,
+delle guerre d'Affrica, di Cuba, del Messico; in
+ogni parte è una profusione di insegne gloriose, di
+armi illustri, di meravigliosi lavori d'arte, di effigie,
+di emblemi, di nomi immortali. Non si sa di dove
+cominciare ad ammirare; si corre, sulle prime, di
+qua e di là, guardando tutto e non vedendo nulla,
+e si è stanchi prima di aver cominciato. Nel mezzo
+della sala sono le armature equestri; cavalli e cavalieri<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span>
+disposti in fila, a tre a tre, a due a due, tutti
+rivolti nello stesso senso, come uno squadrone in
+colonna; e vi si distinguono a primo aspetto, fra
+le altre, le armature di Filippo II, di Carlo V,
+di Emanuele Filiberto, di Cristoforo Colombo. Qua
+e là, sopra piedestalli, si vedono elmi, cassidi,
+morioni, golette, rotelle, appartenenti a' re d'Aragona,
+di Castiglia, di Navarra, lavorate a rilievi finissimi
+d'argento che rappresentan battaglie, scene
+mitologiche, figure simboliche, trofei, grotteschi,
+ghirlande; alcuni d'inestimabile valore, opera dei
+più insigni artisti d'Europa; altri di forme strane,
+sopraccarichi di ornamenti, con creste, visiere e cimieri
+colossali; poi elmetti e corazzine di principini;
+spade e scudi donate da papi e da monarchi. In
+mezzo alle armature equestri, si vedono statue vestite
+di fantastiche assise di Americani, di Affricani, di
+Chinesi, ornate di penne e di sonagli, con archi e
+turcassi; spaventose maschere guerresche; abiti
+di mandarini intessuti d'oro e di seta. Lungo le
+pareti altre armature; quella del marchese di Pescara,
+quella del poeta Garcilaso della Vega, quella
+del marchese di Santa Cruz, quella gigantesca di
+Giovan Federico il Magnanimo, duca di Sassonia; e
+fra l'una e l'altra bandiere arabe, persiane, moresche,
+cadenti a brani. Nelle vetrine una serie di spade
+che a sentirvi dire il nome di coloro che le portarono,
+vi si rimescola il sangue: la spada del principe
+di Condé, la spada d'Isabella la Cattolica, la
+spada di Filippo II, la spada di Ferdinando Cortes,<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span>
+la spada del Conte duca di Olivares, la spada di Giovanni
+d'Austria, la spada di Conzalvo di Cordova, la
+spada del Pizzarro, la spada del Cid, e un po' più in
+là, la celata di re Boabdil di Granata, la targa di
+Francesco I, la seggiola da campo di Carlo V.
+In un canto della sala sono schierati i trofei degli
+eserciti ottomani, elmetti tempestati di gemme,
+sproni, staffe dorate, collari di schiavi, pugnali,
+scimitarre dal fodero di velluto, cerchiati d'oro,
+ricamati, imperlati; le spoglie di Alì Bascià, ucciso
+sulla nave capitana alla battaglia di Lepanto; il
+suo caffettano di broccato d'oro e d'argento, la
+cintura, i bozzacchini, lo scudo; le spoglie dei suoi
+figli; le bandiere strappate dalle galee. Da un altro
+lato, corone votive, croci e monili di principi goti.
+In un altro scompartimento, gli oggetti tolti agli
+Indiani di Mariveles, ai Mori di Cagayan e del Mindanao,
+ai selvaggi delle più remote isole dell'Oceania:
+collane di guscio di lumaca, pipe di lattone, idoli
+di legno, flauti di canna, ornamenti fatti di zampe d'insetti,
+schiavine di foglie di palma, foglie scritturate che
+servivan di salvacondotto, freccie avvelenate, scuri da
+carnefici. E poi da qualunque parte uno si volga, selle
+di re, cotte d'arme, colubrine, tamburi storici, ciarpe,
+iscrizioni, memorie ed immagini di tutti i tempi e di
+tutti i paesi, dalla calata dei Goti alla battaglia di
+Tetuan, dal Messico alla China; un emporio di tesori
+e di capolavori da cui uno si allontana, commosso,
+stordito e sfinito, per ritornar poi a sè come
+da un sogno, colla memoria stracca e confusa.<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[144]</a></span></p>
+
+<p>Se un giorno un grande poeta italiano vorrà cantare
+la scoperta del nuovo mondo, in nessun luogo
+potrà attingere più possenti ispirazioni che nel Museo
+navale di Madrid, perchè in nessun luogo si sente più
+profondamente l'aura vergine dell'America selvaggia,
+e la presenza arcana di Colombo. V'è una sala chiamata
+Gabinetto degli Scopritori: il poeta, entrandovi,
+se ha davvero anima di poeta, si scoprirà il capo
+con venerazione. In qualunque punto della sala cada
+lo sguardo, si vede un'immagine che fa battere il
+cuore: non si è più in Europa, nè in questo secolo;
+si è nell'America del secolo decimoquinto, si respira
+quell'aria, si vedon quei luoghi, si sente quella vita.
+Nel mezzo è un alto trofeo d'armi tolte agl'indigeni
+delle terre scoperte: scudi rivestiti di pelli di
+fiere, giavellotti di canna colle cocche pennute, sciabole
+di legno entro guaine di vimini, coll'else ornate
+di crini e di capelli cascanti in lunghe ciocche; mazze,
+aste, clave enormi; grandi spade dentellate a modo
+di sega, scettri informi, turcassi da giganti, vestimenti
+di pelo di scimmia, daghe di re e di carnefici,
+armi dei selvaggi di Cuba, del Messico, della
+nuova Caledonia, delle Caroline, delle isole più remote
+del Pacifico, nere, strane, orrende, che destan
+nella fantasia visioni confuse di lotte terribili, nell'oscurità
+misteriosa delle foreste vergini, entro sterminati
+laberinti d'alberi ignoti. E intorno a queste
+spoglie d'un mondo selvaggio, le immagini e le memorie
+dei vincitori: qui il ritratto di Colombo, là il<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span>
+ritratto del Pizzarro, più in là il ritratto di Ferdinando
+Cortes; in una parete, la carta d'America
+che tracciò Giovanni de la Cosa, nel secondo viaggio
+del Genovese, sur un'ampia tela sparsa di figure, di
+colori, di segni, che dovevan servire a diriger le spedizioni
+nell'interno delle terre; vicino alla tela, un
+pezzo dell'albero sotto il quale riposò il conquistatore
+del Messico nella famosa <i>notte triste</i>, dopo che
+s'era aperto il passo attraverso l'immenso esercito
+che lo aspettava nella valle d'Otumba; un vaso cavato
+dal tronco dell'albero presso il quale morì il
+celebre capitano Cook; imitazioni di barche, di barconi,
+di zattere usate dai selvaggi; una corona di ritratti
+di navigatori illustri; e nella parte di mezzo
+un gran quadro che rappresenta le tre navi di Cristoforo
+Colombo, la <i>Nina</i>, la <i>Pinta</i> e la <i>Santa Maria</i>,
+nel momento in cui scopron la terra Americana, e
+tutti i marinai, ritti sulle poppe, agitando le braccia
+e gettando alte grida, salutano il nuovo mondo e
+ringraziano Iddio. Non v'è parola che esprima l'emozione
+che si prova alla vista di quello spettacolo,
+nè lagrima che valga quella che vi tremola negli
+occhi in quel punto, nè anima umana che in quel
+momento non si senta più grande!</p>
+
+<p>Le altre sale, che son dieci, sono anch'esse piene
+di oggetti preziosi. Nella sala accanto al Gabinetto
+degli Scopritori son raccolte le memorie della battaglia
+di Trafalgar: il quadro della Santissima Trinità,
+ch'era nello stanzino di poppa della nave <i>Real
+Trinidad</i>, e che fu tolto dagl'Inglesi pochi minuti<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span>
+prima che la nave andasse a fondo; il cappello e la
+spada di Federico Gravina, capitano generale della
+flotta spagnuola, morto in quella giornata; un grande
+modello compiuto della nave <i>Sant'Anna</i>, una delle poche
+che usciron salve dalla battaglia; bandiere, ritratti
+d'ammiragli, quadri rappresentanti episodi di quella
+lotta tremenda. E accanto alle memorie di Trafalgar,
+altre molte che non parlano meno efficacemente all'anima,
+come un calice fatto col legno dell'albero detto
+<i>Ceiba</i>, all'ombra del quale fu celebrata la prima messa
+nell'Avana il 19 marzo del 1519; il bastone del capitano
+Cook; idoli di selvaggi, scalpelli di pietra coi
+quali gl'Indiani di Porto-ricco foggiavano gl'idoli
+prima dello scoprimento dell'isola. E dopo questa, un
+altra gran sala, entrando nella quale uno si trova in
+mezzo a una flotta di galee, di caravelle, di feluche, di
+brigantini, di corvette, di fregate, di navi di tutti i
+mari e di tutti i secoli, armate, imbandierate, approvvigionate,
+che par non aspettino altro che il
+vento per prendere il mare e sparpagliarsi pel mondo.
+Nelle altre sale, un visibilio di macchine, di ordigni,
+d'armi navali; di quadri rappresentanti tutte le imprese
+marittime del popolo spagnuolo; di ritratti
+d'ammiragli, di navigatori, di marinai; di trofei
+d'Asia, d'America, d'Affrica, d'Oceania, fitti, ammontati,
+da doverci passar dinanzi correndo per
+far in tempo a veder ogni cosa prima che ci colga
+la notte. Uscendo dal Museo Navale, par di tornare
+da un viaggio intorno al globo: quanto si è vissuto
+in quelle poche ore!<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span></p>
+
+<p>V'è ancora a Madrid un grande Museo d'Artiglieria,
+un immenso Museo del Genio, un bel Museo
+Archeologico, un ragguardevole Museo di storia naturale;
+vi sono altre mille cose degne di veduta; delle
+quali bisogna nulla meno sacrificar la descrizione al
+meraviglioso Museo di pittura.</p>
+
+<p>Il giorno in cui s'entra per la prima volta in
+un Museo come quello di Madrid costituisce una data
+storica nella vita d'un uomo; è un avvenimento importante
+come il matrimonio, la nascita d'un bambino,
+la presa d'un'eredità; se ne sentono gli effetti
+fino alla morte. E ciò perchè un Museo come
+quello di Madrid, come quello di Firenze, come
+quello di Roma, è un mondo; una giornata passata
+fra quelle pareti è un anno di vita; un anno
+di vita agitata da tutte le passioni che ci possono
+agitare nella vita reale: l'amore, la religione, il
+furor di patria, l'ardor della gloria; un anno di
+vita per quello che ci si gode, per quello che ci
+s'impara, per quello che ci si pensa, per i conforti
+che ci si raccolgono per l'avvenire; un anno di
+vita in cui si sian letti mille volumi, esperimentati
+mille affetti, corse mille avventure. Questi pensieri
+volgevo in mente dirigendomi a rapidi passi
+verso il palazzo del Museo di pittura, posto a sinistra
+del Prado, per chi venga dalla strada d'Alcalà;
+ed era tanta la gioia che mi agitava, che giunto dinanzi
+alla porta, mi fermai, e dissi a me stesso:&mdash;Vediamo!...
+Che cosa hai tu fatto nella vita per<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span>
+meritare d'entrar lì dentro? Nulla! Ebbene, il giorno
+che ti colpisca una disgrazia, china la testa, e tien
+per saldata la partita.&mdash;</p>
+
+<p>Entrai e mi levai il cappello senza accorgermene:
+il cuore mi batteva forte e mi correva un leggiero
+tremito da capo a piedi. Nella prima sala non sono
+che alcuni grandi quadri di Luca Giordano: passai
+oltre. Nella seconda <i>cominciai a non esser più io</i>, e
+in luogo di mettermi a guardar quadro per quadro,
+rimisi l'esame a poi, e feci il giro del Museo quasi
+correndo. Nella seconda sala sono i quadri del Goya,
+l'ultimo grande pittore spagnuolo; nella terza, vasta
+quant'una piazza, sono i capolavori dei primi maestri.
+Entrando, vi trovate da un lato le Vergini del
+Murillo, dall'altro i Santi del Ribera, un po' più
+oltre i ritratti del Velasquez; in mezzo alla sala, i
+quadri di Raffaello, di Michelangelo, d'Andrea del
+Sarto; in fondo il Tiziano, il Tintoretto, Paolo Veronese,
+il Correggio, il Domenichino, Guido Reni.
+Tornate indietro, entrate in una gran sala a destra:
+vedete in fondo altri quadri di Raffaello, a destra
+e a sinistra il Velasquez, il Tiziano e il Ribera; accanto
+alla porta il Rubens, Van Dyck, frate Angelico, il Murillo.
+In un'altra sala la scuola francese: Poussin,
+Duguet, Lorrain; in due altre vastissime, le pareti
+coperte di quadri del Breughel, del Téniers, del Jordaens,
+del Rubens, del Dürer, del Schoen, del Mengs,
+del Rembrandt, del Bosch; in tre altre non meno
+vaste, quadri alla rinfusa di Joanes, del Carbajal,
+dell'Herrera, di Luca Giordano, del Carducci, del<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span>
+Salvator Rosa, del Menendez, del Cano, del Ribera.
+Girate per un'ora, e non avete visto nulla; per la
+prim'ora è una battaglia: i capolavori lottano per
+disputarsi la vostra anima; la <i>Concezione</i> del Murillo
+copre d'un torrente di luce il <i>Martirio di San
+Bartolomeo</i> del Ribera; il <i>San Giacomo</i> di Ribera
+schiaccia il <i>Santo Stefano</i> di Joanes; il <i>Carlo V</i> del
+Tiziano fulmina il <i>Conte duca Olivares</i> del Velasquez;
+lo <i>Spasimo di Sicilia</i> di Raffaello ottenebra
+tutti i quadri che gli fanno corona; gli <i>Ubriaconi</i>
+del Velasquez sconcertano con un riflesso di gioia
+baccanalesca i visi dei santi e dei principi vicini; il
+Rubens atterra il Van Dyck, Paolo Veronese sopraffà il
+Tiepolo, il Goya ammazza il Madrazo; i vinti si rifanno
+su altri minori, altrove si sovrappongono alla loro
+volta ai vincitori; è una gara di miracoli d'arte, in
+mezzo a cui la vostra anima inquieta tremula come
+una fiamma agitata da mille soffi, e il vostro cuore
+si espande in un sentimento d'orgoglio per la potenza
+del genio umano.</p>
+
+<p>Sbollito il primo entusiasmo, si comincia ad ammirare.
+In mezzo a un esercito di tali artisti, dei
+quali ciascuno richiederebbe un libro a sè, mi attengo
+agli Spagnuoli, e tra questi, ai quattro che
+mi destarono un'ammirazione più profonda, e delle
+cui tele serbo una memoria più distinta.</p>
+
+<p>Il più recente è il Goya, nato verso la metà del
+secolo scorso. È il pittore più spagnuolo della Spagna,
+il pittore dei <i>toreros</i>, dei popolani, dei contrabbandieri,
+delle streghe, dei ladri, della guerra d'indipendenza,<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span>
+di quell'antica società spagnuola che si
+dissolvette sotto i suoi occhi; un fiero aragonese, d'una
+tempra di ferro, appassionato per i combattimenti
+dei tori, tanto che negli ultimi anni della sua vita,
+soggiornando a Bordeaux, correva una volta la
+settimana a Madrid non per altro che per vedere
+quello spettacolo, e se ne tornava come una freccia
+senza neanco salutare gli amici; un ingegno robusto,
+mordace, imperioso, fulmineo, che nel calore
+delle sue violente ispirazioni copriva in pochi istanti
+di figure una parete o una tela, e dava i tocchi
+d'effetto con quanto gli cadeva in mano, spugne,
+scope, bastoni; che tracciando il viso d'un personaggio
+odiato, l'insultava; che dipingeva un quadro
+come avrebbe combattuto una lotta; disegnatore
+arditissimo, colorista originale e possente, creatore
+d'una pittura inimitabile, di ombre paurose, di luci
+arcane, di sembianze stravolte, e pur vere; grande
+maestro nell'espressione di tutti gli affetti terribili,
+dell'ira, dell'odio, della disperazione, della rabbia
+sanguinaria; pittore atletico, battagliero, instancabile;
+naturalista come il Velasquez, fantastico come
+l'Hogart, energico come il Rembrandt, ultimo lampo
+color di sangue del genio spagnuolo. Son parecchi
+quadri suoi nel Museo di Madrid, tra i quali uno amplissimo
+rappresentante tutta la famiglia di Carlo IV;
+ma i due nei quali versò tutta l'anima sua, sono:
+i soldati francesi che fucilano gli Spagnuoli il 2 di
+maggio, e una lotta di popolani di Madrid coi
+mammalucchi di Napoleone I, a figure di grandezza<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span>
+naturale. Son due quadri che fanno inorridire.
+Non si può immaginar nulla di più tremendo,
+non si può dare alla prepotenza una forma più esecrabile,
+alla disperazione un aspetto più spaventoso,
+al furore della mischia un'espressione più feroce.
+Nel primo, un cielo oscuro, il lume d'una lanterna,
+un lago di sangue, un mucchio di cadaveri, una folla
+di condannati a morte, una fila di soldati francesi
+nell'atto di sparare; nell'altro, cavalli svenati, cavalieri
+tirati giù di sella, pugnalati, pestati, lacerati;
+che visi! che atteggiamenti! par di sentire le
+grida e di veder correre il sangue; la scena vera
+non potrebbe destar più orrore; il Goya deve aver
+dipinto quei quadri cogli occhi stravolti, colla schiuma
+alla bocca, colla furia d'un ossesso; è l'ultimo segno
+a cui può arrivar la pittura prima di tradursi in
+azione; varcato quel segno, si butta il pennello e si
+afferra un pugnale; per far qualcosa di più terribile
+di quei quadri, bisogna uccidere; dopo quei colori,
+c'è il sangue.</p>
+
+<p>Del Ribera, che noi conosciamo sotto il nome di
+<i>Spagnoletto</i>, v'è tanti quadri da formarne un Museo;
+la maggior parte figure di santi, di grandezza naturale;
+un <i>Martirio di San Bartolommeo</i> di più
+figure, e un Prometeo colossale incatenato a uno
+scoglio. Altri quadri di lui si trovano in altri Musei,
+all'Escurial, nelle chiese, chè fu artista fecondissimo
+e operosissimo, come quasi tutti gli artisti
+spagnuoli. Veduto un quadro suo, si riconoscono, al
+primo colpo d'occhio, tutti gli altri; e non è mestieri<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[152]</a></span>
+di aver un occhio esperto. Son vecchi santi
+estenuati, con teste calve, nude, sulle quali si contan
+le vene; occhi pesti, guancie scarne, fronti raggrinzite,
+petti infossati che lascian vedere le costole;
+braccia, mani che non hanno che pelle ed ossa; corpi
+rifiniti, disfatti, vestiti di cenci, gialli del giallo
+smorto de' cadaveri, piagati sconciamente, sconciamente
+sanguinosi; son carcasse che paion tratte allora
+dalla bara, portanti nel viso l'impronta di tutti
+gli spasimi delle malattie, della tortura, della fame,
+dell'insonnia; figure di tavole anatomiche sulle quali
+potete studiare tutti i segreti dell'organismo umano.
+Ammirabili, sì, per ardimento di disegno, per vigore di
+colorito e per gli altri mille pregi che procacciarono
+al Ribera la fama di potentissimo pittore; ma l'arte
+vera e grande ah! non è quella. In quei visi non è quel
+lume celeste, quell'<i>immortal raggio dell'alma</i> che rivela
+col sublime dolore le speranze sublimi, <i>gl'intimi
+lampi e i desiderii immensi</i>; quel lume che distrae l'occhio
+dalla piaga, e leva il pensiero al cielo; non v'è
+che il dolor crudo che mette ribrezzo e terrore; non
+v'è che la stanchezza della vita e il presentimento
+della morte; non v'è che la vita umana che fugge,
+senza il riflesso di quella immortale che giunge. Non
+v'è uno di quei Santi di cui si ricordi l'immagine
+con amore; si guardano, e si sente freddo al cuore,
+ma il cuore non batte; il Ribera non amava. Eppure
+nel percorrere le sale del Museo, per quanto fosse
+vivo il sentimento quasi di ripugnanza che molti di
+quei quadri m'ispiravano, bisognava che li guardassi,<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span>
+e non ne potevo staccar gli occhi, tanta è la forza
+attrattiva del vero, anche spiacente; e tanto son veri
+i quadri del Ribera! Quei visi li riconoscevo, li avevo
+visti negli ospedali, nelle stanze mortuarie, dietro le
+porte delle chiese; son visi di accattoni, di moribondi,
+di condannati a morte, che mi si parano dinanzi
+di notte, oggi ancora, percorrendo una strada
+deserta, passando accanto a un cimitero, salendo su
+per una scala ignota. Ve n'è alcuni che non si posson
+guardare; un eremita, nudo, steso in terra, che pare
+uno scheletro colla pelle; un vecchio santo, al quale
+la pelle consunta dà l'apparenza d'un corpo scorticato;
+il Prometeo colle viscere fuor del petto. Al
+Ribera piaceva il sangue, le membra lacerate, lo
+strazio; doveva godere a rappresentar dolori; doveva
+credere in un inferno più orrendo di quel di
+Dante, e in un Dio più terribile di quel di Filippo II.
+Nel Museo di Madrid egli rappresenta il terrore religioso,
+la vecchiezza, i patimenti, la morte.</p>
+
+<p>Più gaio, più vario, più splendido il grande Velasquez.
+Quasi tutti i suoi capolavori son là. Sono
+un mondo; v'è ritratto tutto: la guerra, la corte, il
+trivio, la taverna, il paradiso; è una galleria di nani,
+d'imbecilli, di pezzenti, di buffoni, d'ubriachi, di
+commedianti, di re, di guerrieri, di martiri, di numi;
+tutti vivi, parlanti, in atteggiamenti nuovi, arditi,
+colla fronte serena, col sorriso sulle labbra, pieni di
+freschezza e di vigore; il grande ritratto del conte
+duca d'Olivarez a cavallo, il quadro celebre <i>de las
+Meninas</i>, quello delle <i>Filatrici</i>, quello dei <i>Bevitori</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span>
+quello della <i>Fucina di Vulcano</i>, quello della <i>Resa di
+Breda</i>; ampie tele piene di figure che par che escano
+dal quadro, delle quali, viste una volta, si ricorda
+distintamente ogni più sfuggevole tratto o moto od
+ombra del viso, come di persone vive, incontrate pur
+ora; gente con cui pare d'aver parlato, e a cui si
+pensa, molto tempo dopo, come a conoscenti di non
+si sa quando; gente che spira allegrezza e desta coll'ammirazione
+il sorriso, e fa sentire quasi un rincrescimento
+di non poterla gustare che cogli occhi,
+di non potersi mescolare con loro, e attingere un
+po' della loro rigogliosa vita. Non è effetto della prevenzione
+favorevole che dà il nome del grande artista,
+non c'è bisogno di essere intendente d'arte;
+la donnicciuola, il ragazzo si arrestano dinanzi a
+quei quadri, batton le mani e ridono; è la natura
+ritratta con una fedeltà superiore ad ogni immaginazione;
+si scorda il pittore, non si pensa all'arte,
+non si scopre l'intento: si dice:&mdash;È vero! È così!
+È l'immagine che avevo in mente!&mdash;Si direbbe che
+il Velasquez non ci ha messo nulla di suo, che ha
+lasciato fare la mano, e che la mano non fece che
+fissare le linee e i colori sulla tela d'una camera
+ottica che riproduceva i personaggi veri ch'egli ritrasse.
+Più di sessanta quadri suoi son nel Museo
+di Madrid, e non si vedessero che una sola volta, e
+di volo, non se ne scorderebbe uno. È dei quadri
+del Velasquez come del romanzo di Alessandro Manzoni,
+che dopo letto una diecina di volte, s'intreccia
+e si confonde siffattamente coi nostri particolari<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span>
+ricordi, che ci par d'<i>averlo vissuto</i>. Così i personaggi
+dei quadri del Velasquez si mescolano nella
+folla dei nostri amici e conoscenti, vicini e lontani,
+di tutta la vita, e ci si presentano alla mente e s'intrattengon
+con noi, senza che noi ci ricordiamo neppure
+di averli visti dipinti.</p>
+
+<p>Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce
+più soave che possa uscire dalla nostra bocca. Il
+Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è un
+angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora.
+Le sue tele lo fanno conoscere, come se gli si fosse
+vissuti assieme. Era bello, era buono, era pio: l'invidia
+non sapeva dove morderlo, intorno alla corona
+della gloria egli portava un'aureola d'amore.
+Era nato per dipingere il cielo. Aveva sortito un genio
+pacato e sereno, che si levava a Dio sulle ali
+d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più
+ammirabili spirano un'aura di modesta dolcezza, che
+desta la simpatia e l'affetto prima ancora che la
+meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di contorni,
+un'espressione piena di vivezza e di grazia,
+un'armonia ineffabile di colori, sono ciò che colpisce
+a primo aspetto; ma più si guarda, più si scopre, e
+la meraviglia si trasforma a poco a poco in un sentimento
+dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un
+aspetto benigno, che rallegra e consola; i suoi angeli,
+ch'egli aggruppava con una maestria meravigliosa,
+fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci;
+le sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran
+manto azzurro, con grandi occhi neri, colle mani<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span>
+giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno tremare il cuore
+di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli congiunge
+la verità del Velasquez, agli effetti vigorosi
+del Ribera, all'armoniosa trasparenza del Tiziano,
+alla brillante vivezza del Rubens. La Spagna gli diede
+il nome di <i>Pittore delle Concezioni</i>, poichè fu insuperabile
+nell'arte di rappresentare questa divina
+idea. Vi son quattro grandi <i>Concezioni</i> nel Museo di
+Madrid. Io passai dinanzi a quei quattro quadri,
+delle mezze giornate, immobile, quasi estatico. Mi
+rapiva sopra tutte quella non intera, colle braccia
+incrociate sul petto, e la mezza luna traverso alla
+vita; molti la pospongono alle altre; io fremevo al
+sentirlo dire; ero preso d'una passione inesprimibile
+per quel viso. Più d'una volta, guardandola, mi sentii
+scorrer le lagrime giù per le guancie. Dinanzi a
+quel quadro, il mio cuore s'ingentiliva, il mio intelletto
+si sollevava ad un'altezza di pensieri cui non
+era mai arrivato. Non era l'entusiasmo della fede;
+era un desiderio, un'aspirazione immensa alla fede,
+una speranza che mi faceva intravvedere una vita
+più nobile, più feconda, più bella di quella che avevo
+condotto fino allora; un sentimento nuovo della
+preghiera, un bisogno d'amare, di far del bene, di
+soffrire per gli altri, di espiare, di nobilitar la mia
+mente e il mio cuore. Non son mai stato tanto
+vicino alla fede come in quei momenti; non son
+mai stato così buono e così affettuoso; e credo
+che sul mio volto non abbia mai brillato più splendidamente
+la mia anima. La <i>Vergine dei dolori</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span>
+<i>Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine</i>, <i>Cristo
+crocifisso</i>, l'<i>Annunziazione</i>, l'<i>Adorazione dei pastori</i>,
+la <i>Sacra famiglia</i>, la <i>Vergine del Rosario</i>, <i>Il
+bambino Gesù</i> son tutti quadri mirabili e belli
+d'una luce queta e soave, che va all'anima. Bisogna
+vedere la domenica i fanciulli, le ragazze, le
+donne del popolo dinanzi a quelle immagini; vedere
+come i loro volti s'illuminano, e sentire che dolci parole
+escon dalle loro labbra. Il Murillo, per loro, è un
+santo; ne pronunziano il nome con un sorriso, come
+per dire:&mdash;È nostro!&mdash;e pronunziandolo, vi guardano
+come per imporvi un atto di reverenza. Gli artisti non
+ne portan tutti lo stesso giudizio; ma l'amano anche
+essi sopra ogni altro, e non riescono a sceverare l'ammirazione
+dall'amore. Il Murillo non è soltanto un
+grande pittore, è una grand'anima; è più che una
+gloria, è un affetto della Spagna; è più che un maestro
+sovrano del bello, è un benefattore, un ispiratore
+di buone azioni, una immagine cara che, afferrata
+una volta nelle sue tele, si porta nel cuore
+tutta la vita, con un sentimento di gratitudine e
+di devozione religiosa. È uno di quegli uomini, dei
+quali un non so qual sentimento secreto ci dice
+che li dovremo rivedere, che il rivederli ci è dovuto
+come un premio, che non possono essere spariti
+per sempre, che in qualche luogo sono ancora,
+che la loro vita non è stata che un lampo d'una
+luce inestinguibile, che dovrà apparire un giorno
+in tutto il suo splendore agli occhi dei mortali. Si
+dirà: errori della fantasia! Ah, cari errori!<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span></p>
+
+<p>Dopo le opere di questi quattro grandi maestri,
+vi son da ammirare i quadri di Joanes, artista intimamente
+italiano, a cui il disegno corretto e la nobiltà
+dei caratteri valsero il titolo, benchè profferito
+sotto voce, di Raffaello spagnuolo; non nell'arte, ma
+nella vita simile a frate Angelico, poichè il suo studio
+era un oratorio, dove si digiunava e facea penitenza,
+ed egli pure, prima di mettersi all'opera,
+andava a pigliar la comunione. Poi i quadri di Alonso
+Cano; i quadri del Pacheco, maestro del Murillo; del
+Pareja, schiavo del Velasquez; del Navarrate il Muto;
+del Menendez, gran pittore di fiori; dell'Herrera, del
+Coello, del Carbajal, del Collantes, del Rizi. Del Zurbaran,
+uno dei più grandi pittori spagnuoli, degno
+di star accanto ai tre primi, v'è poco. Di quadri
+d'altri artisti, minori di quegli accennati, ma pure
+per meriti diversi ammirabili, son pieni i corridoi,
+le anticamere, le sale di passaggio. Ma non è questo
+il solo Museo di pittura di Madrid: vi sono centinaia
+di quadri nell'Accademia di San Fernando,
+nel ministero del <i>Fomento</i>, e in altre Gallerie private.
+Ci vorrebbero mesi e mesi a veder bene ogni
+cosa; che non ci vorrebbe a descrivere, anche a chi
+avesse ingegno da tanto? Uno dei più potenti scrittori
+di Francia, amantissimo della pittura e gran
+maestro di descrizioni, messo al punto, si spaventò,
+e non seppe far di meglio che cavarsi d'impiccio dicendo
+che ci sarebbe troppo da dire; e s'egli stimò
+bene di tacere, a me deve sembrare d'aver già detto
+anche troppo. È una delle più dolorose conseguenze<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span>
+d'un bel viaggio questa di trovarsi ad avere nella
+mente una folla di belle immagini e nel cuore un
+tumulto di grandi affetti, e non potere, non sapere
+esprimerne che una sì piccola parte! Con che profondo
+sdegno lacererei queste pagine quando penso
+a quei quadri! O Murillo, o Velasquez, o povera
+penna mia!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Pochi giorni dopo ch'ero arrivato a Madrid, vidi
+per la prima volta, sboccando dalla strada d'Alcalà
+nella piazza della Porta del Sole, il re Amedeo. Provai
+un piacere vivissimo, come se avessi riveduto il più
+intimo dei miei amici. È curiosa quella di trovarsi in
+un paese dove l'unica persona che si conosca è il
+Re! Verrebbe voglia di corrergli dietro gridando:&mdash;Maestà!
+son io, sono arrivato.&mdash;</p>
+
+<p>Don Amedeo seguiva a Madrid le abitudini paterne.
+Si levava all'alba e andava a fare una passeggiata
+nei giardini del Moro che si stendono tra il
+Palazzo reale e il Manzanare; o si recava a visitare
+i Musei, attraversando la città a piedi, con un
+solo aiutante di campo. <i>Las criadas</i>, tornando a casa
+trafelate colla cesta ripiena, raccontavano alle padrone
+sonnecchianti che l'avevano incontrato, che gli
+eran passate accanto, quasi da toccarlo; e le padrone
+repubblicane dicevano:&mdash;<i>Asì debe hacer,</i>&mdash;e
+le carliste storcevan la bocca mormorando:&mdash;<i>Que
+clase de rey!</i>&mdash;(che razza di re), o come intesi
+dire una volta:&mdash;<i>Quiere á toda costa que le peguen
+un tiro.</i>&mdash;(Vuole a tutti i costi che gli tirino una<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span>
+fucilata.) Rientrato in Palazzo, riceveva il Capitano
+generale e il Governatore di Madrid, i quali, giusta
+una consuetudine antica, dovevan presentarsi ogni
+giorno al Re per domandargli se avesse nulla da
+ordinare all'esercito e alla polizia. Venivan dopo i
+ministri. Oltre a vederli tutti insieme in Consiglio
+una volta la settimana, Amedeo ne riceveva uno
+ogni giorno. Partito il ministro, cominciava l'udienza:
+Don Amedeo dava udienza ogni giorno per
+un'ora almeno, molte volte per due. Le domande
+erano innumerevoli, e gli oggetti delle domande facili
+a indovinarsi: sussidi, pensioni, impieghi, privilegi,
+croci; il Re riceveva tutti. La Regina pure
+riceveva; benchè non ogni giorno, a cagione del suo
+mutevole stato di salute. A lei spettavano tutte le
+opere di beneficenza. Essa riceveva in presenza d'un
+maggiordomo e d'una dama d'onore, alla stess'ora
+che il Re, ogni sorta di gente: signore, operai, donne
+del popolo, ascoltando pietosamente lunghi racconti
+di miserie e di dolori. Oltre a cento mila lire al
+mese ella distribuiva in opere di carità, senza contare
+le largizioni straordinarie agli ospizi, agli ospedali,
+agli altri istituti di beneficenza. Alcuni di
+questi fondò ella stessa. Sulla riva del Manzanare,
+in vista del palazzo reale, in un luogo aperto
+e ridente, si vede una casetta dipinta a vivi colori,
+con un giardinetto all'intorno, di dove, passando,
+si senton risa, grida e vagiti di bimbi. La
+Regina fece costruire quella casa per raccogliervi i
+figliuoli piccini delle lavandaie, i quali, mentre le<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span>
+madri lavoravano, solevan rimaner per le strade
+esposti a mille pericoli. Là son maestre, balie, donne
+di servizio, che provvedono a tutti i bisogni dei bimbi:
+è insieme un ospizio e una scuola. Le spese per la
+fabbricazione della casa e per il suo mantenimento
+furon fatte colle venticinque mila lire mensili che
+lo Stato aveva assegnate al Duca di Puglia. La
+Regina istituì pure un Ospizio pei trovatelli; una
+casa, o specie di collegio, pei figliuoli delle operaie
+da tabacco; una distribuzione di minestra,
+carne e pane per tutti i poveri della città. Ella
+stessa si recò più volte ad assistere alla distribuzione,
+improvvisamente, per accertarsi che non vi si
+facessero abusi, e avendone scoperti, provvide perchè
+non s'avessero a rinnovare. Oltre a ciò, le monache
+di carità ricevevano da lei ogni mese trentamila
+lire per soccorrere quelle famiglie che per la loro
+condizione sociale non potevano concorrere alla distribuzione
+della minestra. Degli atti privati di
+beneficenza che faceva la Regina era difficile aver
+notizia perchè soleva farli senza parlarne ad alcuno.
+Poco si sapeva pure delle sue abitudini, perchè faceva
+ogni cosa senza pompa, e con un riserbo che
+sarebbe parso quasi eccessivo anche in una signora
+privata. Nemmeno le dame di corte sapevano ch'ella
+andava a sentir la predica a San Luigi dei Francesi:
+una signora la vide per la prima volta, per
+caso, in mezzo alle sue vicine. Nel suo vestire non
+aveva alcun distintivo di Regina, neanco i giorni
+di pranzo a Corte. La regina Isabella portava un<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[162]</a></span>
+gran manto rosso colle armi di Castiglia, diadema,
+ornamenti ed insegne: Donna Vittoria nulla. Si vestiva
+per lo più coi colori della bandiera spagnuola,
+e con una semplicità che annunziava la corona assai
+più che lo splendore e lo sfarzo. Nè l'oro spagnuolo
+ci aveva che vedere neanco con quella semplicità,
+tutte le spese ch'ella faceva per sè, pei suoi bambini,
+per le sue cameriere, le faceva col danaro suo.</p>
+
+<p>Quando regnavano i Borboni tutto il palazzo
+reale era occupato: il Re abitava la parte sinistra,
+verso la piazza d'Oriente; Isabella, la parte che
+guarda da un lato sulla piazza d'Oriente, e dall'altro
+sulla piazza dell'Armeria; il Montpensier, la
+parte opposta a quella della regina; i principi avevano
+ciascuno un appartamento verso il Giardino
+del Moro. Nel tempo che vi soggiornò il re Amedeo,
+una gran parte dell'immenso edifizio rimase vuota.
+Egli non aveva che tre piccole stanze: un salottino
+da studio, una camera da letto, e il <i>tocador</i>
+(stanzino da toeletta). La camera da letto dava
+in un lungo corridoio che conduceva alle due stanzine
+dei principi, accanto alle quali era l'appartamento
+della Regina, che non voleva scostarsi mai dai suoi
+figliuoli. V'era poi un salone pei ricevimenti. Tutta
+questa parte del palazzo che serviva per l'intera famiglia
+reale, era occupata prima dalla sola regina
+Isabella. Quando ella seppe che Don Amedeo e donna
+Vittoria s'eran contentati di così piccolo spazio, si
+dice che abbia esclamato con meraviglia:&mdash;Poveri
+giovani, non vi si potranno muovere!<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span>&mdash;</p>
+
+<p>Il Re e la Regina solevan pranzare con un maggiordomo
+e una dama di Corte. Dopo il pranzo, il
+Re fumava un sigaro di Virginia (se lo sappiano i
+detrattori di questo principe dei sigari), e andava nel
+suo gabinetto ad occuparsi delle cose di Stato. Soleva
+pigliar molti appunti e consigliarsi spesso colla
+Regina, specie quando si trattava di metter l'accordo
+tra i Ministri, o comporre gli animi divisi dei capi
+di parte. Leggeva un gran numero di gazzette d'ogni
+colore, le lettere cieche che lo minacciavan di morte,
+quelle che gli davan dei consigli, le poesie satiriche,
+i progetti di rinnovamento sociale, tutto quello che
+gli mandavano. Verso le tre esciva dal Palazzo a cavallo,
+le trombe della Guardia squillavano, un servitore
+vestito di rosso lo seguiva alla distanza di cinquanta
+passi. A vederlo, si sarebbe detto ch'egli non
+sapeva d'essere il Re: guardava i bambini che passavano,
+le insegne delle botteghe, i soldati, le diligenze,
+le fontane, con un'espressione di curiosità quasi infantile.
+Percorreva tutta la strada Alcalà, lentamente,
+come un cittadino sconosciuto che pensasse ai fatti
+suoi, e se ne andava al Prado a godere la sua parte
+d'aria e di sole. I Ministri strillavano; i borbonici,
+assuefatti all'imponente corteo d'Isabella, dicevano
+ch'egli strascinava per le strade la maestà del trono
+di San Ferdinando; persino il servitore che lo seguiva,
+guardava intorno con un'aria crucciata, come
+per dire:&mdash;Vedete un po' che pazzie!&mdash;ma checchè
+si dicesse, il Re non poteva pigliar l'abitudine di
+aver paura. E gli Spagnuoli, convien dirlo, gli rendevan<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[164]</a></span>
+giustizia, e qual si fosse il giudizio che portassero
+della sua mente, della sua condotta e del
+suo governo, non mancavan mai di soggiungere:&mdash;In
+quanto a coraggio poi, non c'è nulla da dire.</p>
+
+<p>Ogni domenica v'era pranzo a Corte. Erano invitati
+generali, deputati, professori, accademici, uomini
+chiari nelle lettere e nelle scienze: la Regina parlava
+con tutti e di tutto, con una sicurezza e una grazia,
+che per quanto si sapesse prima del suo ingegno e
+della sua coltura, superava sempre l'aspettativa. Il
+popolo, naturalmente, parlando di quello ch'ella sa,
+faceva le frangie: diceva del greco, dell'arabo, del
+sanscrito, dell'astronomia, della matematica. Ma è
+vero che discorreva argutamente di cose lontanissime
+da ogni consuetudine di studi femminili, e non
+con quel parlar vago e spicciativo che è proprio di
+chi non sa altro che titoli e nomi. Aveva studiato
+profondamente la lingua spagnuola, e la parlava oramai
+come la propria; la storia, la letteratura, i costumi
+della sua nuova patria, le eran famigliari; non
+le mancava per essere spagnuola davvero, che il desiderio
+di rimanere in Ispagna. I <i>liberali</i> brontolavano,
+i borbonici dicevano:&mdash;Non è la nostra regina;&mdash;ma
+tutti nutrivan per lei un profondo
+rispetto. I giornali più arrabbiati dicevan tutt'al
+più <i>la esposa de Don Amedeo</i>, invece di dire <i>La
+reina</i>. Il più violento dei deputati repubblicani, facendo
+allusione a lei in un suo discorso alle Cortes,
+non potè a meno di proclamarla&mdash;illustre e virtuosa.&mdash;Era
+la sola persona della Casa sulla quale<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span>
+nessuno si permettesse mai uno scherzo nè di lingua
+nè di penna: era come una figura lasciata in bianco
+in mezzo a un quadro di caricature maligne.</p>
+
+<p>Quanto al Re, par che la stampa spagnuola godesse
+d'una libertà sconfinata. Sotto la salvaguardia
+dell'appellativo di Savoiardo, di straniero, di giovane
+della Corte, i giornali avversi alla dinastia dicevano,
+in sostanza, quello che volevano, e ne dicevan
+delle amene. Questo se la pigliava a cuore perchè
+il Re era <i>feo de cara y de perfil</i>, (brutto di viso e di
+profilo); quello si rodeva perchè camminava troppo
+stecchito; un terzo trovava a ridire sulla sua maniera
+di rendere il saluto; e altre piccinerìe da non
+credersi. Ciò non ostante il popolo di Madrid aveva
+per lui, se non l'entusiasmo dell'<i>Agenzia Stefani</i>,
+almeno una simpatia molto viva. La semplicità dei
+suoi costumi e la bontà del suo cuore eran proverbiali
+anche fra i fanciulli. Si sapeva ch'egli non serbava
+rancore con nessuno, neanco con quelli che si
+eran condotti poco degnamente con lui; che non
+aveva mai fatto un atto dispettoso a nessuno; che
+non s'era mai lasciato sfuggire di bocca una parola
+amara contro i suoi nemici. A chi parlasse di pericoli
+personali ch'egli potesse correre, ogni buon popolano
+rispondeva sdegnosamente che il popolo spagnuolo
+rispetta chi ha fede in lui; i suoi nemici più
+acerrimi, ne parlavano con ira, ma non con odio; coloro
+stessi che non si levavano il cappello incontrandolo
+per via, si sentivano stringere il cuore vedendo
+che altri non se lo levava, e non potevano nascondere<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span>
+un sentimento di tristezza. Vi sono immagini
+di Re caduti sulle quali si stende un drappo nero,
+altre che si ricoprono d'un velo bianco che le fa intravvedere
+più belle e più venerabili; su codesta,
+la Spagna ha steso un velo bianco. E chi sa se
+un giorno la vista di codesta immagine non strapperà
+dal petto d'ogni onesto spagnuolo un sospiro
+segreto, come il ricordo d'una cara persona offesa,
+o come una voce pacata e benigna che dica in suono
+di mesto rimprovero:&mdash;Eppure.... tu hai fatto male!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Una domenica il Re passò in rassegna i <i>voluntarios
+de la libertad</i>, che sono una specie di guardie
+nazionali italiane, colla differenza che quelli prestano
+un buon servizio spontaneamente, e queste
+non lo prestan neppur cattivo per forza. I <i>voluntarios</i>
+dovevano schierarsi lungo i viali del Prado;
+una folla immensa li aspettava. Quando io arrivai
+v'eran già tre o quattro battaglioni. Il primo era
+il battaglione dei veterani, tutti uomini sulla cinquantina,
+non pochi vecchissimi, vestiti di nero,
+col cappelletto alla Ros, con galloni sopra galloni,
+e croci sopra croci, lindi e luccicanti come allievi
+di Accademia, e <i>nel mover degli occhi</i> alteri <i>e
+tardi</i>, da confondere i granatieri della Vecchia
+guardia. C'era dopo un altro battaglione con un'altra
+uniforme: calzoni bigi, tunica aperta e rivoltata
+sul petto con larghe mostre di panno rossissimo;
+non più Ros, cheppì con pennacchio azzurro,
+e baionetta innastata sul fucile. Altro battaglione,<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span>
+altra uniforme; non più cheppì, di nuovo Ros; non
+più mostre di panno rosso, ma di panno verde; calzoni
+d'altro colore; non baionette, ma daghe. Un
+quarto battaglione, un quarto uniforme: pennacchi,
+colori, armi, tutto diverso. Giungono altri battaglioni,
+altre foggie. Alcuni hanno l'elmo prussiano,
+altri l'elmo senza punta; chi ha le baionette, chi
+le daghe diritte, chi le daghe ricurve, chi le daghe
+serpeggianti; qui soldati coi cordoni, là senza cordoni,
+più in là cordoni di nuovo; centurini, spalline,
+cravatte, penne, ogni cosa cangia ad ogni tratto.
+E son tutte divise sfoggiate e pompose con cento colori
+e cento gingilli che pendono, luccicano e svolazzano.
+Ogni battaglione ha una bandiera di forma
+diversa, coperta di ricami, di nastri, di frangie; fra
+gli altri si vedon dei militi vestiti da paesani, con
+una banda qualunque cucita a lunghi punti sovra
+un par di calzoni rappezzati; alcuni senza cravatta,
+altri con cravatta nera, panciotto aperto e camicia
+ricamata; ragazzi di quindici, di dodici anni, armati
+di tutto punto, in mezzo alle file; vivandierine
+con sottane corte e calzoni rossi, e canestri pieni
+di sigari e d'aranci. Davanti ai battaglioni, è un
+continuo correre di ufficiali a cavallo. Ogni maggiore
+porta sul capo, o sul petto o sulla sella qualche
+ornamento di sua invenzione; ad ogni tratto
+passa una staffetta che non si sa a che diavol di
+Corpo appartenga; si vedon galloni sulle braccia,
+sulle spalle, intorno al collo, d'argento, d'oro, di
+lana; medaglie e croci fitte tanto da nascondere<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span>
+mezzo il petto, messe l'una su l'altra, e sopra e
+sotto la cintura; guanti di tutti i colori dell'iride;
+sciabole, spade, spadine, spadoni, pistole, rivoltelle;
+un miscuglio, insomma, di tutte le divise e di tutte
+le armi di tutti gli eserciti, una varietà da stancare
+dieci commissioni ministeriali per la modificazione del
+vestiario, una confusione da perderci il capo. Non ricordo
+se fossero dodici o quattordici battaglioni;
+ciascuno dei quali scegliendo la propria divisa, s'era
+sforzato di riuscire quanto più era possibile diverso
+da tutti gli altri. Erano comandati dal Sindaco,
+che aveva anch'egli un'uniforme fantastica. Potevano
+essere un ottomila uomini. All'ora fissata, un
+improvviso scorrazzare di ufficiali di stato maggiore
+e un sonar clamoroso di trombe annunziò l'arrivo del
+Re. Arrivò in fatti dalla strada d'Alcalà Don Amedeo,
+a cavallo, vestito da capitan generale, con stivaloni,
+calzoni bianchi e divisa a coda di rondine; e dietro
+a lui un folto stuolo di generali, d'aiutanti di campo,
+di servitori rosso-vestiti, di lancieri, di corazzieri,
+di guardie. Dopo che ebbe percorsa tutta la fronte
+dell'esercito, dal Prado fino alla chiesa di Atocha,
+in mezzo a una folla fitta e silenziosa, ritornò verso
+la strada Alcalà. Qui era una moltitudine immensa
+che ondeggiava e rumoreggiava come un mare. Il
+Re e il suo stato maggiore s'andarono a fermare
+davanti alla chiesa di San José colle spalle volte
+alla facciata, e la cavalleria fece sgombrare, a gran
+fatica, un piccolo spazio per dove potessero sfilare
+i battaglioni.<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span></p>
+
+<p>Sfilarono per plotoni. Via via che passavano, a un
+cenno del comandante gridavano:&mdash;<i>Viva el Rey!
+Viva Don Amadeo primero!</i></p>
+
+<p>Il primo ufficiale che lanciò il grido ebbe una
+idea infelice. L'evviva gridato spontaneamente dai
+primi diventò come un dovere per tutti gli altri;
+e fu cagione che il pubblico pigliasse la maggior o
+minor forza ed armonia delle voci come segno di
+dimostrazione politica. Alcuni plotoni gridavano un
+evviva così fioco e corto, che pareva la voce d'un
+gruppo di malati che chiedessero aiuto: allora la
+folla prorompeva in risa. Altri plotoni gridavano a
+squarciagola, ed anco il loro grido era interpretato
+come una dimostrazione di ostilità alla dinastia.
+Varie voci correvano fra la gente serrata intorno a
+me. Uno diceva:&mdash;Ora viene il tal battaglione, è
+un battaglione di repubblicani, vedrete che non
+grida.&mdash;Il battaglione non gridava: gli spettatori
+tossivano. Un altro diceva:&mdash;È una vergogna, una
+mancanza d'educazione; <i>a mi tampoco me gusta
+Don Amadeo, pero callo</i> (taccio) <i>y respeto.</i>&mdash;Vi fu
+qualche litigio. Un giovinastro gridò viva con voce
+in falsetto, un <i>caballero</i> gli diede dell'impertinente,
+quegli si risentì, alzarono tutti e due le mani, un
+terzo li divise. Tra battaglione e battaglione passavano
+cittadini a cavallo; alcuni non si levavano il
+cappello, e fissavano nondimeno il Re; e allora si
+sentivan nella folla voci diverse come <i>muy bien</i> e <i>mal
+criado</i>. Altri che avrebbero voluto salutare, non salutavano
+per paura; e passavano col capo basso e<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span>
+il viso rosso. Altri invece, stomacati da quello
+spettacolo, facevano alla barba di tutti una coraggiosa
+dimostrazione di <i>amedeismo</i>, passando col
+cappello in mano, e guardando ora rispettosamente
+il Re, ora fieramente la folla, pel tratto di una decina
+di passi. Il Re restò immobile fino alla fine
+dello sfilamento con una espressione inalterata di
+serena alterezza. Così ebbe fine la rassegna.</p>
+
+<p>Questa milizia nazionale, benchè meno disfatta
+e sfinita della nostra, non è più tuttavia che una
+larva; il ridicolo ne ha corroso le radici; ma come
+divertimento nei giorni di festa, benchè il numero
+dei volontarii sia molto scemato (ascendevano una
+volta a trentamila), è sempre uno spettacolo che
+rivende tutte le antenne e tutti i cenci rossi del
+signor Ottino.</p>
+
+<hr />
+
+<h3>LE CORSE DEI TORI.</h3>
+
+<p>Il trentun di marzo s'inaugurò lo spettacolo delle
+corse dei Tori. Discorriamone a nostro bell'agio, perchè
+l'argomento n'è degno. Chi ha letto la descrizione
+del Baretti, faccia conto di non aver letto nulla.
+Il Baretti non vide che le corse dei tori di Lisbona,
+che appetto a quelle di Madrid son giuochi da ragazzi;
+la sede dell'arte è Madrid; qui i grandi artisti, qui gli
+spettacoli sfarzosi, qui gli spettatori esperti, qui i giudici<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span>
+che sanciscono la gloria. Il Circo di Madrid è
+il <i>Teatro della Scala</i> dell'arte toresca.</p>
+
+<p>L'inaugurazione delle Corse dei Tori a Madrid
+è assai più importante d'un cangiamento di Ministero;
+un mese prima n'è sparso l'annunzio in tutta
+la Spagna; da Cadice a Barcellona, da Bilbao ad
+Almeria, nei palazzi dei Grandi e nei tugurii dei poveri,
+si parla degli artisti e delle razze dei tori; si
+istituiscono corse di piacere fra le provincie e la
+Capitale; chi è corto a quattrini, fa dei risparmi
+per potersi procurare un bel posto nel Circo il giorno
+solenne; i padri e le madri promettono ai figliuoli
+studiosi che ce li condurranno; gli amanti lo promettono
+alle belle; i giornali assicurano che si avrà
+una buona <i>stagione</i>; i <i>toreros</i> scritturati, che si vedon
+già per Madrid, son segnati a dito; corre voce che
+i tori sono già arrivati, c'è chi li ha visti, si briga
+per andarli a vedere; son tori dei pascoli del duca
+di Veragua, del marchese de la Merced, dell'eccellentissima
+signora vedova di Villaseca, stupendi, formidabili;
+s'apre l'ufficio per gli abbonamenti, accorrono
+in folla i dilettanti, i servitori delle famiglie
+nobili, i sensali, gli amici incaricati dagli assenti;
+il primo giorno l'Impresario ha incassato cinquantamila
+lire, il secondo, trenta, in una settimana cento
+mila; Frascuelo, il famoso <i>matador</i>, è arrivato; è arrivato
+il Cuco, è arrivato il Calderon; ci son tutti;
+ancora tre giorni! migliaia di persone non parlan
+d'altro, vi son signore che sognano il Circo, ministri
+che non han più il capo agli affari, vecchi dilettanti<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[172]</a></span>
+che non stan più nella pelle; operai, poveri
+che non fumano più il <i>cigarrito</i> per aver quei pochi
+soldi il giorno dello spettacolo. Finalmente s'arriva
+alla vigilia: il sabato mattina, prima dell'alba, in
+una stanza a terreno della strada d'Alcalà, si cominciano
+a vendere i biglietti; v'è già una folla di gente
+prima che s'apra la porta; urlano, si pigiano, si picchiano;
+venti guardie civili colla rivoltella alla cintura
+duran fatica a ottener un po' di quiete; fino a
+notte è un via vai incessante. Spunta il giorno sospirato:
+lo spettacolo comincia alle tre; a mezzodì
+muove gente da tutte le parti verso il Circo; il Circo
+è all'estremità del borgo di Salamanca, al di là del
+Prado, fuori di porta Alcalà; tutte le strade che vi
+conducono, sono corse da una processione di popolo;
+nei dintorni dell'edifizio è un formicolaio; arrivano
+drappelli di soldati e di volontarii della libertà, preceduti
+dalle bande musicali; una turba d'acquaioli
+e d'aranciai empiono il cielo di grida; i rivenditori
+di biglietti corrono qua e là chiamati da cento voci;
+disgraziato chi non ha ancora il suo biglietto! pagherà
+il doppio, il triplo, il quadruplo! ma che importa?
+si pagò un biglietto anche cinquanta, anche
+ottanta lire! Si aspetta il Re, si dice che verrà pure
+la Regina; cominciano ad arrivare le carrozze dei
+pezzi grossi; il duca Fernan Nunez, il duca di
+Abrantes, il marchese de la Vega de Armijo, una
+folla di grandi di Spagna, le deesse dell'aristocrazia;
+i ministri, i generali, gli ambasciatori, tuttociò
+che v'è di bello, di splendido e di potente nella<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span>
+grande città. S'entra nel Circo per molte porte; prima
+d'entrare s'è già assordati.</p>
+
+<p>Entrai: il Circo è immenso. Visto di fuori non
+presenta nulla di notevole, è un edifizio rotondo,
+basso, senza finestre, intonacato di giallo; ma all'entrare,
+si prova un senso vivissimo di meraviglia.
+È un Circo per un popolo, ci stanno diecimila
+spettatori, ci potrebbe armeggiare un reggimento
+di cavalleria. L'arena è circolare, vastissima, da contener
+dieci dei nostri circhi equestri, cinta da una
+barriera di legno, alta fin quasi al collo d'un uomo,
+munita dalla parte interna d'un piccolo rilievo, a
+pochi palmi da terra, sul quale mettono il piede i
+<i>toreros</i> per saltar al di là, quando il toro gl'insegue.
+Dopo questa barriera, ve n'è un'altra più alta, perchè
+il toro salta sovente al di là della prima; fra
+questa e quella corre tutt'intorno all'arena una
+corsía, larga un po' più d'un metro, nella quale
+vanno e vengono i <i>toreros</i> prima del combattimento,
+e stanno durante il combattimento i servitori del
+Circo, i falegnami pronti a riparare ai guasti che
+può fare il toro, le guardie, i venditori d'aranci, i
+dilettanti che godono dell'amicizia dell'Impresario,
+i pezzi grossi ai quali è concesso di fare un buco nel
+regolamento. Al di là della seconda barriera, s'alza
+una gradinata di pietra; al di là della gradinata i
+palchi; sotto i palchi corre una galleria occupata
+da tre giri di sedili. I palchi son grandi da capire
+ciascuno due o tre famiglie; il palco del Re è una
+gran sala; accanto al palco del Re, v'è quello del<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[174]</a></span>
+Municipio, dal quale il Sindaco, o qualcuno per lui,
+presiede allo spettacolo. V'è il palco dei Ministri,
+del Governatore, degli Ambasciatori; ogni famiglia
+nobile n'ha uno; i giovanotti <i>bontonisti</i>, come direbbe
+il Giusti, n'hanno uno in molti; ci son poi i palchi
+d'affitto, che costano un subisso. Tutti i posti delle
+gradinate son numerati; ciascuno ha il suo biglietto;
+l'entrata si fa senza il menomo disordine. Il Circo
+è diviso in due: la parte dove batte il sole, la
+parte all'ombra; in questa si paga di più; nell'altra
+va il basso popolo. L'arena ha quattro porte a
+intervalli quasi uguali fra loro: la porta per la quale
+entrano i <i>toreros</i>, quella per i tori, quella pei cavalli,
+quella per gli annunziatori dello spettacolo,
+sotto il palco del Re. Al di sopra della porta per
+la quale entrano i tori, s'alza una specie di terrazza,
+che si chiama il <i>toril</i>: fortunato chi ci può
+trovar posto! Su questa terrazza, sur un palchetto,
+stanno coloro che, a un cenno che si fa dal palco
+del Municipio, suonan la tromba e il tamburo per
+annunziare l'uscita del toro. In faccia al Toril, dalla
+parte opposta dell'Arena, sulla gradinata, c'è la
+banda musicale. Tutta la gradinata è divisa in scompartimenti,
+ognuno dei quali ha la sua porta d'entrata.
+Prima che cominci lo spettacolo, il popolo può entrar
+nell'Arena, e girare per tutti i recessi dell'edifizio;
+si va a vedere i cavalli, chiusi in un cortile,
+destinati la maggior parte, ahimè! a morire; si va
+a vedere i chiusi oscuri entro cui son serrati i
+tori, che si fan poi passare dall'uno all'altro, fino<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span>
+a un corridoio, dal quale si slancian nell'arena; si
+va a vedere l'Infermeria dove son trasportati i <i>toreros</i>
+feriti; una volta c'era da veder pure una Cappella,
+nella quale celebravasi la messa durante il
+combattimento, e i <i>toreros</i> andavano a pregare prima
+d'affrontare la belva; si va presso la porta principale
+d'entrata, dove sono esposte le <i>banderillas</i> che
+saranno confitte nel collo ai tori, e dove si vede una
+folla di <i>toreros</i> vecchi, quale storpio, quale senza un
+braccio, quale colle stampelle, e di <i>toreros</i> giovani,
+che non sono ancora ammessi agli onori del Circo
+di Madrid; si compra un numero del giornale il
+<i>Buletin de los Toros</i> che promette meraviglie per la
+<i>funcion</i> del giorno; ci si fa dare dai custodi il programma
+dello spettacolo, e un fogliolino stampato,
+diviso in colonne, per notarvi i colpi di picca, le
+stoccate, le cadute, le ferite; si gira per gl'interminabili
+corridoi e le interminabili scale in mezzo a
+una folla che va e viene, sale e scende gridando e
+strepitando, da far tremar l'edifizio; e finalmente si
+ritorna al proprio posto.</p>
+
+<p>Il Circo è pieno zeppo ed offre uno spettacolo
+del quale è impossibile, a chi non l'abbia visto, di
+formarsi un'immagine; è un mare di teste, di cappelli,
+di ventagli, di mani che s'agitano in aria;
+dalla parte dell'ombra, dove sono i signori, tutto
+nero; dalla parte del sole, dov'è il basso popolo,
+mille colori vivissimi di vestiti, di ombrellini, di ventagli
+di carta, un'immensa mascherata; non c'è più
+posto per un bambino; la folla è compatta come una<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span>
+falange, nessuno può uscire, si stenta a muovere le
+braccia. E non è un brulichío, uno strepito come negli
+altri teatri; è diverso; è un'agitazione, una vita affatto
+propria del Circo; tutti gridano, si chiamano, si salutano,
+con un'allegrezza frenetica; i bambini e le donne
+strillano, gli uomini più gravi folleggiano come giovinetti;
+i giovani, a gruppi di venti, di trenta insieme,
+vociando in cadenza, e battendo le canne sulle gradinate,
+annunziano al rappresentante del Municipio che
+è l'ora; nei palchi è un ribollimento da piccionaja di
+teatro diurno; al gridío assordante della folla si mescono
+gli urli d'un centinaio di rivenditori che gettano
+aranci da tutte le parti; suona la banda, i tori muggiscono,
+rumoreggia la folla accalcata di fuori; è uno
+spettacolo che dà le vertigini; prima che la lotta
+cominci, si è già stanchi, ebbri, smemorati.</p>
+
+<p>All'improvviso s'alza un grido:&mdash;<i>El Rey!</i>&mdash;Il
+Re è arrivato; è arrivato in una carrozza tirata da
+quattro cavalli bianchi, montati da servitori vestiti
+del pittoresco costume andaluso; le vetriere che chiudono
+il palco reale s'aprono; il Re entra con un
+folto corteo di ministri, di generali, di maggiordomi.
+La Regina non c'è; si prevedeva: si sa che ha orrore
+di codesto spettacolo; oh! ma il Re non ci poteva
+mancare, c'è sempre venuto; si dice che ne
+va matto. È l'ora, si comincia. Mi ricorderò per tutta
+la vita del freddo che sentii nelle vene in quel punto.</p>
+
+<p>Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a
+cavallo, con cappello e pennacchio alla Enrico IV,
+mantellina nera, giustacore, stivaloni, spada, entrano<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span>
+dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento
+passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno
+va al suo posto, l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri
+si vanno a mettere a due a due dinanzi alla
+porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale.
+I diecimila spettatori hanno l'occhio là, si fa un silenzio
+generale; di là deve uscir la <i>cuadrilla</i>, tutti
+i <i>toreros</i>, in gran gala, che vengono a presentarsi al
+Re e al popolo. La banda suona, la porta s'apre,
+s'ode uno scoppio immenso d'applausi, i <i>toreros</i> si
+avanzano. Vengon primi i tre <i>espadas</i>, Frascuelo,
+Lagartijo, Cayetano, i tre famosi, vestiti del costume
+di Figaro nel <i>Barbiere di Siviglia</i>, di raso, di seta,
+di velluto ranciato, incarnato, azzurro, coperti di ricami,
+di frangie, di galloni, di filigrane, di lustrini,
+di ciondolini d'oro e d'argento, che nascondon quasi
+tutto il vestito; avvolti in ampie cappe gialle e rosse;
+con calze bianche, cintura di seta, un gruppo di treccie
+sulla nuca, un berretto di pelo. Vengon dopo i <i>banderilleros</i>
+e i <i>capeadores</i>, uno stuolo, anch'essi coperti
+d'oro e d'argento; poi i <i>picadores</i> a cavallo,
+a due a due, con una gran lancia nel pugno, un cappello
+grigio, basso, di grandissima tesa, una giacchettina
+ricamata, un paio di calzoni di pelle di bufalo
+gialla, imbottiti e guarniti al di dentro di lamine di
+ferro; poi i <i>chulos</i>, o servitori, vestiti dei loro panni
+di gala; e tutti insieme attraversano maestosamente
+l'Arena, dirigendosi verso il palco del Re. Nulla si
+può immaginare di più pittoresco di quello spettacolo:
+vi son tutti i colori d'un giardino, tutti gli<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span>
+splendori d'un corteo reale, tutta la gaiezza d'una
+frotta di maschere, tutta l'imponenza d'una schiera
+di guerrieri; a chiuder gli occhi, non si vede
+che un barbaglio d'oro e d'argento. E son uomini
+bellissimi, i <i>picadores</i> alti e tarchiati come atleti;
+gli altri sottili, svelti, di forme scultorie, visi bruni,
+occhi grandi e fieri; figure di gladiatori antichi, vestite
+con uno sfarzo da principi asiatici.</p>
+
+<p>Tutta la <i>cuadrilla</i> si arresta dinanzi al palco del
+Re e saluta; l'Alcade fa cenno che si può cominciare;
+cade dal palco nell'Arena la chiave del <i>toril</i>
+dove son chiusi i tori; una guardia del Circo la raccoglie
+e la rimette al custode che si va a piantare
+accanto alla porta, pronto ad aprire. Lo stuolo dei
+<i>toreros</i> si scioglie, gli <i>espadas</i> saltano al di là della
+barriera, i <i>capeadores</i> si sparpagliano per l'Arena
+agitando le loro <i>capas</i> rosse e gialle, dei <i>picadores</i>
+alcuni si ritirano ad aspettare il loro turno, gli altri
+spronano il cavallo e vanno ad appostarsi a sinistra
+del <i>toril</i>, alla distanza di una ventina di passi
+l'un dall'altro, colle spalle volte alla barriera, e la
+lancia in resta. È un momento d'agitazione, d'ansietà
+inesprimibile; tutti gli sguardi son fissi alla
+porta dalla quale uscirà il toro; tutti i cuori battono;
+un silenzio profondo regna in tutto il Circo; non si
+sente che il muggito del toro che s'avanza di chiuso
+in chiuso, nell'oscurità della sua vasta prigione,
+quasi gridando:&mdash;Sangue! Sangue!&mdash;I cavalli tremano,
+i <i>picadores</i> impallidiscono;&mdash;ancora un istante;&mdash;squilla
+la tromba, la porta si spalanca, un toro<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span>
+enorme si slancia nell'Arena; un grido formidabile,
+scoppiato a un punto da dieci mila petti, lo saluta.
+La strage comincia.</p>
+
+<p>Ah! si ha un bell'avere la fibra forte: in quel
+momento si diventa bianchi come cadaveri!</p>
+
+<p>Io non ricordo che in confuso ciò che seguì nei
+primi istanti; non so dove avessi la testa. Il toro si
+slanciò contro il primo <i>picador</i>, poi retrocedette, riprese
+la corsa, e si slanciò contro il secondo; seguì
+una lotta, non ricordo; di lì a un minuto il toro si
+slanciò contro il terzo; poi corse in mezzo all'Arena,
+si fermò e guardò. Guardai io pure e mi copersi il
+viso colle mani. Tutta la parte dell'Arena che il
+toro aveva percorso era rigata di sangue; il primo
+cavallo giaceva in terra, col ventre squarciato, colle
+viscere sparse; il secondo, col petto aperto da una
+larga ferita da cui sgorgava il sangue a fiotti, andava
+qua e là barcollando; il terzo, ch'era stato
+buttato a terra, si sforzava di rialzarsi; i <i>chulos</i>, accorsi
+in fretta, sollevavano da terra i <i>picadores</i>, toglievan
+la sella e le briglie al cavallo morto, cercavan
+di mettere in piedi il ferito; un urlìo d'inferno
+risuonava da tutte le parti del Circo. Così comincia
+per lo più lo spettacolo. I primi a ricever l'urto del
+toro sono i <i>picadores</i>; l'aspettano di piè fermo, e gli
+piantano la lancia tra capo e collo nell'atto ch'ei
+s'abbassa per dar la cornata al cavallo. La lancia,
+si noti, non ha che una piccola punta, che non può
+aprire una ferita profonda, e i <i>picadores</i> debbono, facendo
+forza col braccio, tener il toro lontano, e salvare<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span>
+la cavalcatura. Ci vuol un colpo d'occhio sicuro, un
+braccio di bronzo e un cuore intrepido; non sempre
+ci riescono; anzi non ci riescono il più delle volte,
+e il toro pianta le corna nella pancia del cavallo,
+e il <i>picador</i> cade a terra. Allora i <i>capeadores</i> accorrono,
+e mentre il toro sbarazza le corna dalle
+viscere della sua vittima, gli agitano le <i>capas</i> sugli
+occhi, lo distraggono, si fanno inseguire, e lasciano
+in salvo il cavaliere caduto, che i <i>chulos</i> vanno a
+soccorrere, per rimetterlo in sella se il cavallo regge
+ancora, o portarlo all'infermeria, se si è sfracellata
+la testa.</p>
+
+<p>Il toro, fermo in mezzo all'Arena, colle corna
+insanguinate, anelante, guardava intorno come per
+dire:&mdash;Ne avete assai?&mdash;Uno stuolo di <i>capeadores</i>
+gli corse incontro, l'attorniò, e cominciarono a provocarlo,
+a aizzarlo, a farlo correre di qua e di là,
+scotendogli le cappe sugli occhi, facendogliele passare
+sulla testa, attirandolo e sfuggendolo con rapidissime
+giravolte, per tornare a provocarlo e a sfuggirlo
+daccapo; e il toro a dar dietro or all'uno ora
+all'altro, a inseguirli fino alla barriera, e là a picchiar
+cornate contro gli assiti, a scalpitare, a far
+capriole, a muggire, a riconfiggere le corna, passando,
+nel ventre dei cavalli morti, a far degli sforzi
+per saltare nella corsia, a correr l'Arena da tutte
+le parti. Intanto erano entrati altri <i>picadores</i> per sostituire
+i due ai quali era stato ucciso il cavallo, e
+s'eran posti, lontani l'un dall'altro, dalla banda
+del <i>toril</i>, colla lancia in resta, aspettando che il toro<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span>
+assalisse. I <i>capeadores</i> lo tirarono destramente da
+quel lato: il toro, visto il primo cavallo, gli si slanciò
+contro a capo basso. Ma questa volta il suo assalto
+andò fallito; la lancia del <i>picador</i> gli si confisse
+nella spalla, e resistette; il toro s'ostinò, ponzò,
+fece impeto con tutta la sua mole; ma invano; il
+<i>picador</i> tenne duro, il toro dette indietro, il cavallo
+fu salvo, e uno scoppio fragoroso d'applausi salutò
+il salvatore. L'altro <i>picador</i> fu meno fortunato: il
+toro lo assalì, egli non riuscì a piantar la lancia, il
+corno formidabile penetrò nel ventre del cavallo colla
+rapidità d'una spada, si dibattè nella ferita, si ritrasse:
+gli intestini del povero animale caddero e
+rimasero sospesi dondolando come un sacco quasi
+fino a terra; il <i>picador</i> rimase in sella. Qui si
+vide un'orrenda cosa. Invece di scendere, il <i>picador</i>,
+visto che la ferita non era mortale, diè una
+spronata e s'andò ad appostare da un'altra parte
+per aspettare un secondo assalto: il cavallo attraversò
+l'Arena con le viscere fuor, del corpo, che gli
+battevan nelle gambe e gl'intralciavano il passo; il
+toro l'inseguì per qualche momento, e si fermò. In
+quel punto s'udì uno squillo di tromba: era il segnale
+che i <i>picadores</i> dovevano ritirarsi, s'aperse
+una porta, se n'andarono l'un dopo l'altro al galoppo;
+rimasero due cavalli morti, e qua e là guazzi
+e righe di sangue, che due <i>chulos</i> copriron di terra.</p>
+
+<p>Dopo i <i>picadores</i> vengono i <i>banderilleros</i>. Pei profani
+è la parte dello spettacolo, perchè meno cruenta,
+più dilettevole. Le <i>banderillas</i> sono frecciuole lunghe<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span>
+un due palmi, ornate di carta colorata, munite d'una
+punta metallica formata in modo che, una volta confitta
+nelle carni, non se ne può più staccare, e il
+toro agitandosi e scuotendola non fa che configgerla
+più addentro. Il <i>banderillero</i> prende due di
+queste freccie, una per mano, e si va a piantar ritto
+una quindicina di passi davanti al toro, e alzando
+le braccia e gridando, lo provoca ad assalirlo. Il
+toro gli si slancia contro; il <i>banderillero</i>, alla sua
+volta, corre verso il toro; questi abbassa la testa
+per dargli le corna nel ventre, quegli gli pianta le
+<i>banderillas</i> nel collo, una di qua e una di là, e con
+una rapidissima giravolta si salva. Se si china, se
+gli fallisce un piede, se esita un secondo, è infilato
+come un ranocchio. Il toro mugge, sbuffa, salta e
+si mette a inseguire i <i>capeadores</i> con uno spaventoso
+furore; in un minuto tutti son saltati nella
+corsia, l'arena è sgombra, la belva col muso schiumante,
+cogli occhi sanguigni, col collo rigato di sangue,
+pesta la terra, si dibatte, percuote la barriera,
+domanda vendetta, vuol uccidere, ha bisogno di strage,
+nessuno s'attenta ad affrontarla, gli spettatori empiono
+l'aria di grida:&mdash;Avanti! coraggio! L'altro
+<i>banderillero</i>!&mdash;l'altro <i>banderillero</i> si fa innanzi e
+pianta le sue freccie, poi un terzo, poi di nuovo il
+primo. Quel giorno gliene piantaron otto; la povera
+bestia, quando si sentì configger le ultime due, mandò
+un muggito lungo, straziante, orrendo, e slanciatosi
+dietro ad uno dei suoi nemici, lo inseguì sino alla
+barriera, spiccò un salto, e cascò con lui nella corsia;<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span>
+i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti
+in un punto, gridando:&mdash;Lo ha ucciso!&mdash;Ma il <i>banderillero</i>
+s'era scansato. Il toro corse e ricorse avanti
+e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia di
+bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta
+aperta, rientrò nell'arena, e la porta si richiuse. Allora
+tutti i <i>banderilleros</i> e tutti i <i>capeadores</i> gli si
+slanciarono di nuovo intorno; uno passandogli dietro,
+gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un fulmine;
+un altro, trapassando rapidissimamente, gli
+avvolse la <i>capa</i> intorno alle corna; un terzo spinse
+l'audacia sino ad andargli a togliere con una mano
+un piccolo nastro di seta che aveva attaccato sulla
+groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò
+un'asta in terra, mentre il toro correva, e spiccato
+un salto, gli passò al di sopra e andò a cascare dall'altra
+parte, buttando l'asta tra le gambe dell'animale
+stupefatto. E tutto questo facevano con una rapidità
+da prestigiatori e una grazia da ballerini, come
+se avessero scherzato con una pecora! E intanto la
+folla immensa faceva rimbombare il circo di risa, di
+applausi, di grida di gioia, di meraviglia, di terrore.</p>
+
+<p>Squilla un'altra volta la tromba; i <i>banderilleros</i>
+han finito; ora tocca all'<i>espada</i>; è il momento solenne,
+è la crisi del dramma; la folla si queta, le signore
+si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in
+piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la
+spada e la <i>muleta</i>, che è un pezzo di stoffa rossa attaccata
+a un bastoncino, entra nell'arena, si presenta
+dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[184]</a></span>
+consacra al Re, pronunciando una poetica frase, il
+toro che va ad uccidere; poi getta il berretto in
+aria, come per dire:&mdash;Vincerò o morirò!&mdash;e seguìto
+dallo splendido corteo dei <i>capeadores</i>, si muove con
+passo risoluto verso il toro. Qui segue una vera lotta
+corpo a corpo, degna d'un canto d'Omero. Da un
+lato la belva colle sue corna terribili, colla sua forza
+enorme, colla sua sete di sangue, inasprita dal dolore,
+acciecata dall'ira, torva, insanguinata, spaventosa;
+dall'altra un giovane di vent'anni, vestito come
+un ballerino, a piedi, solo, senza difesa con una leggera
+spadina tra le mani. Ma egli ha diecimila
+sguardi addosso! Il Re gli prepara un dono! La
+sua amante è lassù, in un palco, cogli occhi fissi
+su di lui! Mille signore tremano per la sua vita! Il
+toro si ferma, lo guarda; egli guarda il toro, e gli
+agita dinanzi il panno rosso; il toro si caccia sotto,
+l'<i>espada</i> si scansa, il corno formidabile gli rasenta
+il fianco, urta il panno rosso e colpisce nel vuoto.
+Un tuono d'applausi scoppia su tutte le gradinate,
+in tutti i palchi, in tutte le gallerie. Le signore guardano
+col canocchiale e gridano:&mdash;Non ha impallidito!&mdash;Si
+fa silenzio daccapo, non si sente una voce,
+non un bisbiglio. L'audace <i>torero</i> fa volteggiare a
+più riprese la <i>muleta</i> sugli occhi dell'animale inferocito,
+gliela passa sulla testa, tra le corna, intorno
+al collo, lo fa retrocedere, avanzare, girare, saltare;
+si fa assalire dieci volte, e dieci volte, con un leggerissimo
+movimento, scansa la morte; lascia cader la
+<i>muleta</i>, la raccoglie sotto gli occhi del toro, gli ride<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span>
+sul muso, lo provoca, l'insulta, se ne trastulla; tutt'a
+un tratto si ferma, si mette in guardia, alza la
+spada, piglia la mira; il toro lo guarda; ancora un
+istante, e si slancieranno addosso, l'un all'altro,
+nello stesso punto; uno dei due deve morire; diecimila
+sguardi corrono con una rapidità fulminea dalla
+punta della spada alla punta delle corna, dieci mila
+cuori battono di ansietà e di terrore, tutti i visi sono
+immobili, non si sente un respiro, l'immensa folla
+par pietrificata,&mdash;ancora un istante,&mdash;ecco il punto!
+Il toro si slancia, l'uomo vibra la spada; un solo
+altissimo grido, seguito da uno scoppio tempestoso di
+applausi, prorompe da ogni parte; la spada penetrò
+fino all'elsa nel collo del toro, il toro barcolla, e
+gettando dalla bocca un fiotto di sangue, cade come
+colpito da un fulmine. L'uomo ha vinto! Allora segue
+un tumulto indescrivibile; la moltitudine sembra
+forsennata; tutti si levano in piedi, scotendo
+le braccia, gettando alte grida; le signore sventolano
+i fazzoletti, batton le mani, agitano i ventagli;
+la banda suona; l'<i>espada</i> vincitore s'avvicina alla
+barriera e fa il giro dell'arena; via via che passa,
+dalle gallerie, dai palchi, dalle gradinate, gli spettatori
+rapiti d'entusiasmo gli gettano addosso manate
+di sigari, portafogli, bastoni, cappelli, tutto
+quello che cade loro sotto le mani; in pochi momenti
+il fortunato <i>torero</i> ha le braccia ingombre di
+roba, chiama in soccorso i <i>capeadores</i>, rigetta i
+cappelli agli ammiratori, ringrazia, risponde come può
+ai saluti, alle lodi, ai titoli gloriosi che gli si gridan<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span>
+da mille parti, e giunge finalmente sotto il palco del
+Re. Allora tutti gli occhi si rivolgono sul Re. Il Re
+mette una mano in tasca, tira fuori un portasigari
+pieno di biglietti di banca e lo butta giù; il <i>torero</i>
+lo coglie in aria, la moltitudine prorompe in applausi.
+Intanto la banda suona l'aria funebre al toro;
+s'apre una porta, entrano di galoppo quattro stupende
+mule ornate di pennacchi, di fiocchi e di nastri
+gialli e rossi, condotte da uno stuolo di <i>chulos</i>
+che gridano e fan chioccare le fruste; trascinano via
+un dopo l'altro, i cavalli morti, e poi il toro, che
+vien subito portato in una piazzetta vicino al circo
+dove l'aspetta una turba di monelli, per intingere il
+dito nel suo sangue, dopo di che vien scorticato, tagliato
+e venduto. Rimasta libera l'arena, squilla la
+tromba, suona il tamburo: un altro toro si precipita
+fuori della gabbia, assalta i <i>picadores</i>, squarcia il
+ventre ai cavalli, offre il collo alle <i>banderillas</i>, è ucciso
+da un'<i>espada</i>; e così si presentano nell'arena,
+l'un dopo l'altro, senza alcuna interruzione, sei tori.</p>
+
+<p>Quante scosse, quanti brividi, quanti accessi di
+freddo al cuore e di sangue al capo, vi pigliano durante
+quello spettacolo! Quanti pallori improvvisi!
+Ma voi, straniero, voi solo impallidite: il ragazzo
+che avete accanto ride, la fanciulla che vi siede dinanzi
+è pazza dalla gioia, la signora che vedete nel
+palco vicino, dice che non s'è mai divertita tanto!
+Che gridìo! Che esclamazioni! Là per imparare la
+lingua! Comparisce il toro, è giudicato da mille
+voci:&mdash;Che bella testa!&mdash;Che occhi! Quello farà<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span>
+sangue!&mdash;<i>Anda que vales un tesoro!</i>&mdash;Gli gridano
+delle frasi d'amore. Ha ucciso un cavallo:&mdash;<i>Bueno!</i>&mdash;Guarda
+quanta roba gli ha cavato dal
+ventre!&mdash;Un <i>picador</i> fallisce il colpo, e ferisce malamente
+il toro, o si perita ad affrontarlo: allora
+è un diluvio d'ingiurie atroci;&mdash;Poltrone! Impostore!
+Assassino! Vatti a nascondere! Fatti ammazzare!&mdash;Tutti
+s'alzano, lo segnano a dito, gli
+mostrano i pugni, gli tiran sul viso le scorze d'arancio
+e i mozziconi dei sigari, lo minacciano col bastone.
+Quando l'<i>espada</i> fredda il toro alla prima,
+allora sono parole da innamorati in delirio, gesti
+da pazzi:&mdash;Vieni qui, angelo!&mdash;Dio ti benedica,
+Frascuelo!&mdash;Gli mandan dei baci, lo chiamano,
+tendon le mani come per abbracciarlo. Che profusione
+di epiteti, di frizzi, di proverbi! Quanto fuoco!
+Quanta vita!</p>
+
+<p>Ma io non dissi che delle vicende d'un toro; in
+un'intera <i>corrida</i> seguon mille accidenti. In quello
+stesso giorno un toro cacciò la testa sotto il ventre
+d'un cavallo, sollevò cavallo e cavaliere, e portatili
+un po' in trionfo a traverso l'arena, li scaraventò
+in terra tutti e due come un sacco di cenci. Un altro
+toro uccise quattro cavalli in pochi minuti; un
+terzo investì così malamente un <i>picador</i>, che questo
+cadde, diè del capo nella barriera e svenne, e fu
+portato via. Ma non per questo, nè per un ferimento
+grave, e neanco per la morte d'un <i>torero</i> s'interrompe
+lo spettacolo; il programma lo dice; se uno
+muore, ce n'è un altro pronto. Il toro non assalta<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span>
+sempre; ve ne son dei vigliacchi, che vanno incontro
+al <i>picador</i>, s'arrestano, e dopo un istante di
+esitazione, fuggono; altri, dopo il primo assalto,
+non assaltan più; altri, d'indole mite e benigna, non
+rispondon neanco alle provocazioni, si lascian venire
+addosso il <i>picador</i>, si lascian piantare la lancia nel
+collo, danno indietro, scrollan la testa, come per
+dire:&mdash;Non voglio!&mdash;, fuggono e poi si voltano,
+tutt'a un tratto, a guardare con aria attonita
+lo stuolo dei <a name="tn188" id="tn188"></a><ins class="correction" title="originale: capeadoros"><i>capeadores</i></ins> che gl'insegue come
+se volessero dimandare:&mdash;Che volete da me? Che
+v'ho fatto? Perchè mi volete uccidere?&mdash;Allora
+la folla prorompe in imprecazioni contro il toro
+vigliacco, contro l'impresario, contro i <i>toreros</i>; e
+prima qualcuno dei dilettanti del <i>toril</i>, poi gli
+spettatori della banda del sole, poi i signori della
+banda dell'ombra, poi le signore, poi tutti gli spettatori
+del circo gridano a una voce: <i>Banderillas de
+fuego!</i>&mdash;Il grido è diretto all'Alcade; le <i>banderillas</i>
+di fuoco servono a inferocire il toro; son <i>banderillas</i>
+munite d'un razzo che s'accende nell'atto stesso
+che la punta penetra nelle carni, e brucia la ferita
+cagionando un dolore atroce, e stordisce ed irrita
+l'animale al punto da mutarlo di vigliacco in temerario,
+di queto in furioso. Per metter le <i>banderillas
+de fuego</i> ci vuole il permesso dell'Alcade; se
+l'Alcade esita a darlo, tutti gli spettatori s'alzano
+in piedi; e allora è un colpo d'occhio stupendo; si
+vedon dieci mila fazzoletti che sventolano come le
+bandierine di dieci reggimenti di lancieri, e formano<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span>
+dai palchi all'Arena, tutt'intorno, uno strato bianco
+ondeggiante sotto il quale sparisce quasi la folla;
+e dieci mila voci gridano:&mdash;<i>fuego! fuego! fuego!</i>&mdash;Allora
+l'Alcade cede; ma se s'ostina nel suo no,
+i fazzoletti spariscono, s'alzano i pugni e i bastoni,
+prorompono le ingiurie:&mdash;<i>No sea usted necio!</i>&mdash;Non
+faccia il minchione!&mdash;Non rompa i corbelli!&mdash;<i>Las
+banderillas al Alcalde!</i>&mdash;<i>Fuego al Alcalde!</i></p>
+
+<p>L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il
+<i>torero</i> non aggiusta il colpo a dovere, e la spada penetra
+bensì fino all'elsa, ma fuor della via del cuore.
+Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada
+confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue,
+mandando altissimi muggiti, divincolandosi e scontorcendosi
+in mille modi per liberarsi da quella tortura;
+e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la
+spada salta via; qualche volta si configge più addentro,
+e gli cagiona la morte. Sovente l'<i>espada</i> è
+costretto a dargli una seconda stoccata, non di rado
+una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente
+di sangue; tutte le <i>capas</i> dei <i>capeadores</i> ne
+sono intrise, n'è macchiato l'<i>espada</i>, n'è aspersa la
+barriera, per tutto cola sangue, gli spettatori indignati
+coprono il <i>torero</i> d'ingiurie. Qualche volta
+il toro profondamente ferito, cade a terra; ma non
+muore, e resta là immobile, colla testa alta, minaccioso,
+come per dire:&mdash;Venite, assassini, se vi basta
+l'animo!&mdash;Allora la lotta è finita; bisogna accorciar
+l'agonia; un uomo misterioso scavalca la<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span>
+barriera, s'avvicina a passi furtivi, si apposta dietro
+al toro, e colto il momento, gli vibra un colpo di
+pugnale nella testa, che gli penetra al cervello e lo
+fredda. Spesso neanche questo colpo non riesce;
+l'uomo misterioso deve vibrarne due, tre, persino
+quattro; allora l'indignazione del popolo si scatena
+come una tempesta, gli danno del boia, del codardo,
+dell'infame, gli augurano la morte, se lo avesser nelle
+mani, lo strozzerebbero come un cane. Altre volte
+il toro, ferito a morte, barcolla un pezzo prima di
+cadere, e barcollando s'allontana a lento passo dal
+luogo dove fu colpito per andar a morir in pace in
+un canto appartato; tutti i <i>toreros</i> lo seguono lentamente,
+come un corteggio funebre, a una certa
+distanza; la folla tien dietro cogli occhi a tutti i
+suoi movimenti, conta i suoi passi, misura il progresso
+dell'agonía; un silenzio profondo accompagna
+i suoi ultimi momenti; la sua morte ha qualcosa
+di maestoso e di solenne. Vi son dei tori indomabili,
+che non vogliono chinar la testa se non traendo l'ultimo
+respiro; tori che, versando ruscelli di sangue
+per la bocca, minacciano ancora; tori che, trafitti da
+dieci colpi di spada, pugnalati, dissanguati, alzano
+ancora il collo con un movimento superbo che fa
+retrocedere lo stuolo dei loro persecutori fino a metà
+dell'arena; tori che hanno un'agonía più spaventevole
+della loro prima furia, che straziano i cavalli
+morti, spezzano la barriera, calpestano rabbiosamente
+le <i>capas</i> sparse per l'arena, saltano
+nella corsia, corrono intorno colla testa alta guardando<span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[191]</a></span>
+gli spettatori con un'aria di sfida, cadono, si
+rialzano, muoiono muggendo.</p>
+
+<p>L'agonia dei cavalli, meno lunga, è più dolorosa.
+Ad alcuni il toro spezza una gamba, ad altri trafigge
+il collo da parte a parte, altri uccide, con una
+cornata al petto, sul colpo, senza che versin neanco
+una goccia di sangue; altri, presi dallo spavento,
+piglian la carriera, diritto davanti a sè, e vanno a
+urtare la testa con un tremendo colpo contro la barriera,
+e cadono morti; altri si dibattono lungo tempo
+in un lago di sangue prima di morire; altri, feriti,
+sanguinosi, sbudellati, storpiati, galoppano ancora con
+una furia disperata, vanno incontro al toro, stramazzano,
+si rialzano e combattono ancora, fin che son
+portati via, disfatti, ma vivi; e allora gli si rimetton
+gl'intestini al posto, gli si cucisce la pancia, e servono
+per un'altra volta; altri, paurosi, all'avvicinarsi
+della belva, tremano verga a verga, scalpitano,
+rinculano, nitriscono, non vogliono morire; e son
+quelli che destano più pietà. Qualche volta un sol toro
+ne uccide cinque; qualche volta, in una <i>corrida</i>, ne
+muoion venti, tutti i <i>picadores</i> sono intrisi di sangue,
+l'arena sparsa di viscere fumanti, i tori stanchi
+di uccidere.</p>
+
+<p>I <i>toreros</i>, anch'essi, hanno i loro brutti momenti.
+I <i>picadores</i>, talvolta, invece di cadere sotto il cavallo,
+cadono tra il cavallo e il toro; allora questo si
+precipita su di loro per ucciderli; la folla getta un
+grido; ma un <i>capeador</i> ardito getta la <i>capa</i> sugli
+occhi alla belva, e rischiando la sua vita salva<span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[192]</a></span>
+quella del compagno. Sovente, invece di slanciarsi
+contro la <i>muleta</i>, il toro accorto, si slancia contro
+l'<i>espada</i>, lo rasenta, lo investe, lo insegue, lo costringe
+a buttar via l'arma e a salvarsi, pallido e
+tremante, di là dalla barriera. Qualche volta l'urta
+colla testa e lo atterra; l'<i>espada</i> sparisce in un nuvolo
+di polvere, la folla grida:&mdash;È morto!&mdash;il toro
+passa, l'<i>espada</i> è salvo. Qualche volta gli arriva sotto
+ad un tratto, lo solleva colla testa e lo sbatte da un
+lato. Non di rado il toro non si lascia pigliar di mira
+colla spada, il <i>matador</i> non riesce a coglierlo di fronte,
+e poichè non lo può ferire, giusta gli statuti, che in
+quel dato punto e in quel dato modo, si stanca inutilmente
+per lunga pezza, e stancandosi si confonde,
+e corre cento volte il rischio di farsi uccidere; e intanto
+la folla urla, fischia, l'insulta; finchè il pover
+uomo, disperato, si risolve a uccidere o a morire,
+e vibra il colpo come vien viene; ed o gli riesce
+ed è levato a cielo, o gli fallisce, ed è vilipeso, schernito,
+tempestato di scorze d'arancio, fosse anche
+il più intrepido, il più valente, il più decantato
+<i>torero</i> della Spagna.</p>
+
+<p>Nella folla, poi, durante lo spettacolo, seguono
+mille avvenimenti. Di tratto in tratto scoppia una
+rissa fra due spettatori. Pigiata com'è la gente, qualche
+bastonata tocca ai vicini; i vicini dan di mano
+ai bastoni e picchiano anch'essi; il circolo delle bastonate
+s'allarga, la rissa si estende a tutto lo scompartimento
+della gradinata; in pochi momenti, cappelli in
+aria, cravatte in brani, visi sanguinosi, grida da intronare<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span>
+il cielo, tutti gli spettatori in piedi, le guardie
+in moto, i <i>toreros</i>, di attori, divenuti spettatori. Altre
+volte è un gruppo di giovanotti burloni che si voltan
+tutti insieme da una parte gridando: &#8220;Eccolo là.&#8221;&mdash;&#8220;Chi?&#8221;&mdash;Nessuno;
+ma intanto i vicini si alzano, i lontani
+salgono in piedi sui sedili, le signore si sporgon
+fuori dei palchi; in un momento tutto il Circo è sossopra.
+Allora il gruppo dei giovanotti dà in una sonora
+risata; i vicini, per non parer minchioni, fanno
+eco; si ride nei palchi, si ride nelle gallerie, diecimila
+persone ridono. Altre volte è uno straniero,
+spettatore per la prima volta della corsa dei tori,
+che sviene; la notizia si spande in un baleno, tutti
+s'alzano, tutti cercano, tutti gridano, si fa un casa
+del diavolo che non ha nome. Altre volte è un
+bell'umore che saluta un suo amico posto all'estremità
+opposta del Circo con un portavoce che fa l'effetto
+d'uno scoppio di tuono. Quella grande folla
+è agitata in pochi istanti da mille sentimenti contrarli;
+passa con una vicenda incessante dal terrore
+all'entusiasmo, dall'entusiasmo alla pietà, dalla pietà
+all'ira, dall'ira all'allegrezza, alla meraviglia, alla
+gioia sfrenata.</p>
+
+<p>L'impressione insomma che lascia nell'animo questo
+spettacolo è indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti
+nel quale è impossibile raccapezzar nulla di schietto,
+non si sa che pensarne. A momenti, inorriditi, vorreste
+fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci
+mai più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri,
+non vorreste che lo spettacolo avesse mai fine;<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[194]</a></span>
+ora vi sentite quasi pigliar male; ora anche voi, come
+i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in applausi;
+il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso
+dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe
+il cuore, ma la vittoria vi rallegra; a poco a poco
+la febbre che agita la folla s'impadronisce di voi;
+non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete
+anche voi degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo;
+vi sentite vigoroso e audace; la lotta vi accende
+il sangue; il balenío della spada vi mette un fremito;
+e poi quelle migliaia di visi, quello strepito,
+quella musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi
+profondi, quei fragori improvvisi, quella vastità,
+quella luce, quei colori, quel non so che di grande,
+di forte, di crudele, di magnifico, che v'abbarbaglia,
+vi stordisce e vi rimescola....</p>
+
+<p>Bello è il veder uscir la gente; son dieci torrenti
+che sgorgano da dieci porte e allagano in pochi minuti
+il borgo di Salamanca, il Prado, i viali di <i>Recoletos</i>,
+la strada Alcalà; migliaia di carrozze aspettano
+nei dintorni del Circo; per un'ora, da qualunque
+parte uno si volga, non vede che un formicolaio a
+perdita d'occhio; e tutti tacciono; le emozioni hanno
+spossato tutti; non si sente che il rumore dei passi;
+pare che la folla voglia dileguarsi furtivamente;
+una specie di tristezza è sottentrata alla clamorosa
+allegria di poc'anzi. Io, per mio conto, la prima
+volta che uscii da quel Circo, avevo appena tanta
+forza da reggermi in piedi; la testa mi girava come
+un arcolaio, le orecchie mi fischiavano, per tutto<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span>
+vedevo corna di tori, occhi iniettati di sangue, cavalli
+morti, luccichío di spade. Presi la via più corta
+per andare a casa, e appena arrivato, mi cacciai in
+letto, e m'addormentai d'un sonno profondo. L'indomani
+mattina venne in gran fretta la padrona di
+casa a domandarmi: &#8220;Ebbene? che gliene parve?
+s'è divertito? ci tornerà? che cosa ne dice?&#8221;&mdash;&#8220;Non
+so&#8221; risposi &#8220;mi par d'aver sognato, gliene
+parlerò poi, ho bisogno di pensarci.&#8221;&mdash;Venne il sabato,
+la vigilia della seconda corsa dei tori. &#8220;Ci va?&#8221;
+mi domandò la padrona. &#8220;No...&#8221; risposi pensando
+ad altro. Uscii, infilai la strada d'Alcalà, mi trovai,
+senza accorgermene, davanti alla bottega dove si
+vendono i biglietti; c'era un visibilio di gente; dissi
+fra me:&mdash;Ci ho da andare?... Sì?... No?...&mdash;&#8220;Vuole
+un biglietto?&#8221; mi domandò un ragazzo: &#8220;<i>un asiento
+de sombra, tendido numero seis, barrera, quince reales?</i>&#8221;
+Ed io risposi: &#8220;Qua!&#8221;</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Ma per comprender bene la natura di codesto
+spettacolo, bisogna conoscerne la storia. Quando si
+sia fatto per la prima volta un combattimento coi
+tori, non si sa in modo sicuro; la tradizione narra
+che fu il <i>Cid Campeador</i> il primo cavaliere che scese
+colla lancia nell'arena, e uccise da cavallo il formidabile
+animale. D'allora in poi i giovani nobili si
+dedicarono con grande ardore a questo esercizio; in
+tutte le feste solenni vi furon corse di tori; e solamente
+alla nobiltà era concesso l'onore di combattere;
+i re stessi scendevan nell'arena; durante tutto<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span>
+il medio-evo era codesto lo spettacolo favorito delle
+corti, e l'esercizio prediletto dei guerrieri, non solo
+tra gli Spagnuoli, ma anco tra gli Arabi; e gli uni
+e gli altri gareggiavano nell'arena toresca come sul
+campo di battaglia. Isabella la Cattolica volle proibire
+le corse dei tori, perchè, avendone vista una,
+le aveva fatto orrore; ma i molti e potenti partigiani
+dello spettacolo la distolsero dal mandare ad
+effetto quel disegno. Dopo Isabella, le corse presero
+un grande incremento. Carlo V stesso uccise di propria
+mano un toro nella piazza maggiore di Valladolid;
+Ferdinando Pizzarro, il celebre conquistatore
+del Perù, fu un <i>torero</i> valente; il re Don Sebastiano
+di Portogallo colse nell'arena più d'un alloro; Filippo
+III fece abbellire il circo di Madrid; Filippo IV
+vi combattè; Carlo II protesse l'arte; sotto il regno
+di Filippo V, si costrussero, per ordine del Governo,
+parecchi circhi; ma l'onore di <i>torear</i> apparteneva
+sempre esclusivamente alla nobiltà; non si <i>toreaba</i>
+che a cavallo, e con cavalli bellissimi, e però non si
+spargeva altro sangue che quello del toro. Solamente
+verso la metà del secolo scorso l'arte si estese
+al popolo, e sorsero i <i>toreros</i> propriamente detti,
+artisti di professione, che combattevano a piedi e a
+cavallo. Il famoso Francisco Romero de Ronda perfezionò
+il <i>toreo</i> a piedi, introdusse l'uso di uccidere
+il toro, faccia a faccia, con la spada e la <i>muleta</i>, e
+fissò le regole dell'arte. D'allora in poi lo spettacolo
+diventò nazionale e il popolo vi accorse con entusiasmo.
+Il re Carlo II lo proibì; ma la sua proibizione<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span>
+non fece che convertire l'entusiasmo popolare,
+come dice un cronista spagnuolo, in una <i>aficion epidémica</i>.
+Il re Ferdinando VII, appassionato pei tori,
+istituì una scuola di tauromachía a Siviglia; Isabella
+II fu più entusiasta di Ferdinando VII; Amedeo
+<i>primero</i> non fu da meno, a quello che si dice, di
+Isabella II. Ed ora il <i>toreo</i> fiorisce più che mai nella
+Spagna; più di cento sono i grandi proprietarii che
+allevano tori per gli spettacoli; Madrid, Siviglia,
+Barcellona, Cadice, Valenza, Jerez, Porto di Santa
+Maria hanno un circo di tori di prim'ordine; non
+meno di cinquanta sono i piccoli circhi capaci di
+tremila fino a novemila spettatori; in tutti i villaggi,
+dove non c'è circo, si fanno le <i>corridas</i> nelle
+piazze; a Madrid tutte le domeniche, nelle altre città
+ogni volta che si può, da per tutto con immenso
+concorso di gente dalle città vicine, dai villaggi,
+dalla campagna, dai monti, dalle isole, e persino
+di fuori Stato. Non tutti gli Spagnuoli, è vero,
+son matti di codesto spettacolo; molti non ci vanno
+mai; non pochi lo disapprovano, lo condannano, lo
+vorrebbero veder bandito dalla Spagna; qualche
+giornalista, di tanto in tanto, alza un grido di
+protesta; qualche deputato, l'indomani dell'uccisione
+d'un <i>torero</i>, parla di fare un'interpellanza
+al Governo; ma son tutti nemici timidi e fiacchi.
+Per contro si scrivono apologie delle corse dei tori,
+si fabbricano nuovi circhi, si rinnovano gli antichi,
+si deridono gli stranieri che gridano alla barbarie
+spagnuola.<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span></p>
+
+<p>E non si fan solo <i>corridas</i> di tori l'estate, nè lo
+spettacolo è sempre uguale. L'inverno, nel circo di
+Madrid, ogni domenica c'è rappresentazione; non
+sono quei tori belli e focosi dell'estate, non sono i
+grandi artisti che la Spagna ammira; son torelli di
+picciola mole e di piccolo animo, sono <i>toreros</i> non
+ancora provetti nell'arte; ma c'è spettacolo a ogni
+modo, e benchè non ci vada il Re, nè il fiore della
+cittadinanza, come alle corse d'estate, il circo è sempre
+pieno di gente. Si sparge poco sangue, non si
+uccidono che due tori, si chiude lo spettacolo con
+dei fuochi d'artifizio; è un divertimento, come dicono
+con disprezzo i torofili appassionati, da serve e da
+bambini. Ma v'è un episodio, negli spettacoli d'inverno,
+che diverte assai. Quando i <i>toreros</i> hanno ucciso
+i <i>toros de muerte</i>, l'arena rimane a disposizione
+dei dilettanti; da tutte le parti ci salta dentro gente;
+in un minuto v'è un centinaio di operai, di scolari,
+di monelli, chi con un mantello in mano, chi con
+uno scialle, chi con un cencio qualunque, affollati a
+destra e a sinistra del <i>toril</i>, pronti a ricevere il
+toro. La porta s'apre, un toro colle corna fasciate
+si slancia nell'arena, e lì comincia un parapiglia da
+non potersi descrivere; la folla lo circonda, lo insegue,
+lo tira di qua e di là, lo <i>capea</i> coi mantelli e
+cogli scialli, lo provoca e lo tormenta in mille maniere,
+finchè il povero animale non potendone più, è
+fatto uscir dall'arena, e un altro gli sottentra. È incredibile
+l'audacia con cui quei ragazzi gli si caccian<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span>
+sotto, lo trascinan per la coda, gli saltano addosso;
+incredibile l'agilità con cui ne scansano i
+colpi. Qualche volta il toro, voltandosi all'improvviso,
+ne arriva qualcuno, lo atterra, lo butta in aria,
+lo solleva in alto sulle corna; talora ne rovescia nella
+polvere con un sol colpo una mezza dozzina, e toro ed
+uomini spariscono in un nuvolo di polvere, e lo spettatore
+teme per un istante che ne sia stato ammazzato
+qualcuno. Nemmanco per idea! Gl'intrepidi
+<i>capeadores</i> s'alzano coll'ossa péste e col viso polveroso,
+scrollan le spalle, e daccapo. Ma non è neanco
+questo il più bell'episodio degli spettacoli d'inverno.
+Qualche volta invece dei <i>toreros</i> affrontano il toro le
+<i>toreras</i>; donne vestite da danzatrici di corda; faccie,
+davanti alle quali, non gli angeli, ma Lucifero:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Farìa dell'ali agli occhi una visiera;»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">le <i>picadoras</i> a cavallo a un asino, la <i>espada</i>&mdash;quella
+ch'io vidi era una vecchia sessantenne, chiamata
+la <i>Martina</i>, asturiana, nota in tutti i circhi
+di Spagna,&mdash;la <i>espada</i> a piedi, collo stocco e la <i>muleta</i>,
+come il più intrepido <i>matador</i> del sesso forte;
+tutta la <i>cuadrilla</i> accompagnata da un corteo di
+<i>chulos</i> con grandi parrucche e grandi gobbe. Per
+quaranta lire quelle disgraziate rischian la vita!
+Un toro, il giorno ch'io assistei a quello spettacolo,
+ruppe un braccio a una <i>banderillera</i>, e a un'altra
+lacerò le sottane per modo che la lasciò in mezzo al
+circo con appena tanta roba addosso da coprir quello
+che dev'essere assolutamente coperto.<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[200]</a></span></p>
+
+<p>Dopo le donne, le fiere. In vari tempi si fece
+combattere il toro coi leoni e colle tigri; pochi anni
+or sono ebbe luogo una di codeste lotte nel Circo di
+Madrid. È celebre quella che fece fare il conte duca
+di Olivares per festeggiar il giorno onomastico, se
+non m'inganna la memoria, di Don Baltasar Carlos
+d'Austria, principe delle Asturie. Il toro combattè
+col leone, colla tigre, col leopardo, e riuscì vincitore
+di tutti. Anche nel combattimento di pochi anni
+sono, la tigre e il leone ebbero la peggio; l'una e
+l'altro si slanciarono impetuosamente addosso al toro;
+ma prima di riuscire ad addentargli il collo, infilati
+dal terribile corno, caddero a terra in un lago
+di sangue. Il solo elefante, un elefante enorme che
+vive tuttora nei giardini del Buon Ritiro, riportò la
+vittoria: il toro lo assalì, quegli non fece che mettergli
+la testa sul dorso e premere, e la pressione
+fu così delicata che il malcauto assalitore ne fu
+schiacciato come una polpetta. Ma è agevole immaginare
+quanta destrezza, quanto coraggio, e che
+imperturbabile tranquillità d'animo occorra ad un
+uomo per affrontare con la spada un animale che
+uccide il leone, che assale l'elefante, e che per tutto
+dove tocca, squarcia, spezza, rovescia ed insanguina!
+E vi son degli uomini che l'affrontano tutti i giorni!</p>
+
+<p>I <i>toreros</i> non son mica artisti, come qualcuno può
+supporre, da mettersi in un mazzo coi saltimbanchi, e pei
+quali il popolo non nutra altro sentimento che quello
+dell'ammirazione. Il <i>torero</i> è rispettato anche fuori
+del Circo, gode la protezione dei giovani aristocratici,<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span>
+va al teatro in palco, frequenta il più signorile
+caffè di Madrid, è salutato per la strada con profonde
+scappellate da persone di garbo. Gli <i>espada</i>
+illustri, come il Frascuelo, il Lagartijo, il Cayetano,
+guadagnano la bellezza di qualche diecina di mila
+lire all'anno, possedono case e ville, abitano in appartamenti
+sontuosi, vestono con isfarzo, profondon
+monti di scudi nei loro vestiti inargentati e dorati,
+viaggiano da principi e fumano sigari d'Avana.
+Il loro vestire, fuor del Circo, è curiosissimo: un
+cappello all'Orsini di velluto nero, una giacchettina
+stretta alla vita, sbottonata, che non arriva
+a toccare i calzoni; un panciotto aperto fino all'ombelico,
+che lascia vedere una camicia bianca finissima;
+nessuna cravatta; una fascia di seta rossa o
+azzurra intorno ai fianchi; un par di calzoni giusti
+alla gamba come calze da ballerini, un par di
+scarpette di pelle del Marocco ornate di ricami,
+un piccolo codino a treccia che scende sul dorso; e
+poi bottoni d'oro, catenelle, diamanti, anelli, ciondoli,
+tutta una bottega da orefice addosso. Molti tengon
+cavallo da sella, qualcuno carrozza, e quando
+non ammazzano, son sempre in giro al Prado, alla
+Puerta del Sol, nei giardini di Recoletos, colle loro
+spose o le loro amanti splendidamente vestite e amorosamente
+superbe. I loro nomi, i loro visi, le loro
+gesta sono assai più noti al popolo che le gesta, i
+visi e i nomi dei comandanti d'esercito e dei ministri
+di Stato. <i>Toreros</i> nelle commedie, <i>toreros</i> nelle
+canzoni, <i>toreros</i> nei quadri, <i>toreros</i> nelle vetrine dei<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span>
+venditori di stampe, statue che rappresentan <i>toreros</i>,
+ventagli coi ritratti dei <i>toreros</i>, fazzoletti con l'effigie
+dei <i>toreros</i>; se ne vede, se ne rivede e se ne
+intravvede da tutte le parti. Il mestiere del torero
+è il più lucroso e più onorifico mestiere a cui un
+coraggioso figliuolo del popolo possa aspirare. Moltissimi,
+di fatti, vi si dedicano. Ma pochissimi riescono
+eccellenti; i più rimangon mediocri <i>capeadores</i>,
+pochi arrivano ad essere <i>banderilleros</i> di vaglia, meno
+ancora <i>picadores</i> di grido; bravi <i>espada</i>, poi, non
+diventano che pochi prediletti dalla natura e dalla
+fortuna; bisogna esser venuti al mondo con quel
+bernoccolo; si nasce <i>espada</i> come si nasce poeta.
+Di uccisi dal toro ce n'è di rado, si contan sulle
+dita per un lungo giro di tempo; ma gli stroppiati,
+i malconci, i ridotti in stato da non poter più combattere,
+sono innumerevoli. Se ne vedono per le città
+col bastone e le stampelle, chi senza un braccio, chi
+senza una gamba. Il famoso <i>Tato</i>, che fu il primo
+dei <i>toreros</i> contemporanei, perdette una gamba; nei
+pochi mesi ch'io stetti in Spagna, fu mezzo ammazzato
+un <i>banderillero</i> a Siviglia, fu ferito gravemente
+un <i>picador</i> a Madrid, fu malconcio il Lagartijo, furono
+uccisi tre <i>capeadores</i> dilettanti in un villaggio.
+Non c'è quasi <i>torero</i> che non abbia sparso sangue
+nell'Arena.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Prima di partire da Madrid volli parlare col
+tanto celebrato Frascuelo, il principe degli <i>espadas</i>,
+l'idolo del popolo di Madrid, la gloria dell'arte. Un<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span>
+genovese, capitano di bastimento, che lo conosceva,
+s'incaricò di fare la presentazione; fissammo il
+giorno, ci trovammo nel caffè imperiale della <i>Puerta
+del Sol</i>. Mi vien da ridere quando penso all'emozione
+che provai vedendolo comparire da lontano e venire
+verso di noi. Era vestito con gran lusso, carico di
+ciondoli, luccicante come un generale in grande uniforme;
+attraversò il caffè, mille teste si voltarono,
+mille occhi si fissarono su di lui, su di me, sul mio
+compagno: io mi sentii diventar pallido. &#8220;Ecco il signor
+Salvador Sanchez,&#8221; disse il Capitano (Frascuelo
+è un soprannome). E poi, presentando me a Frascuelo:
+&#8220;Ecco il signor tale dei tali, suo ammiratore.&#8221;
+L'illustre <i>matador</i> s'inchinò, io feci una riverenza,
+sedemmo e cominciammo a discorrere. Che
+strano uomo! A sentirlo discorrere si sarebbe detto
+che non aveva cuore d'infilzare una mosca con una
+spilla. È un giovanotto di venticinque anni, di mezzana
+statura, svelto, bruno, bello, con uno sguardo
+fisso e un sorriso d'uomo distratto. Gli domandai
+mille cose intorno all'arte sua e alla sua vita;
+parlava a monosillabi; bisognava che gli cavassi le
+parole di bocca, a una a una, a furia di domandare.
+Ai complimenti rispondeva guardandosi la punta dei
+piedi con uno sguardo modesto. Gli chiesi se fosse
+mai stato ferito: si toccò un ginocchio, una coscia,
+la spalla, il petto, e disse: &#8220;Qui, e poi qui, e poi
+qui e poi ancora qui;&#8221; sorridendo colla semplicità
+d'un bambino. Mi scrisse l'indirizzo di casa sua,
+mi invitò ad andarlo a trovare, mi diede un sigaro,<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[204]</a></span>
+e se n'andò. Tre giorni dopo, alla corsa dei
+tori, ero in un posto vicino alla barriera; egli mi passò
+davanti per raccogliere i sigari che gli gettavano
+gli spettatori; gli lanciai un sigaro di Milano di
+quei colla paglia; lo prese, lo guardò, sorrise, e
+cercò chi gliel'aveva gettato; gli feci un cenno,
+mi vide, ed esclamò:&mdash;<i>Ah! el italiano!</i>&mdash;Mi pare
+ancora di vederlo: aveva un vestito color cenerino
+coperto di ricami d'oro e una mano macchiata di
+sangue.....</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Ma, insomma, un giudizio finale sulle corse dei
+tori! Sono o no una cosa barbara, indegna d'un popolo
+civile? Sono o no uno spettacolo che guasta
+il cuore? Fuori una parola schietta! Una parola
+schietta? Io non voglio, rispondendo in un modo,
+tirarmi addosso un diluvio d'invettive, e rispondendo
+in un altro, darmi della zappa sui piedi, dacchè
+debbo confessare che sono andato al Circo tutte
+le domeniche. Ho narrato e descritto, il lettore ne sa
+quanto me, giudichi lui, e mi conceda di non metterci
+bocca.</p>
+
+<hr />
+
+<p>Vidi, a Madrid, la famosa cerimonia funebre che
+si celebra ogni anno, il 2 di maggio, in onore degli
+Spagnuoli che morirono combattendo, o furon passati
+per l'armi dai soldati francesi, sessantacinque anni
+or sono, in quella tremenda giornata che empì d'orrore
+l'Europa e fece scoppiare la guerra d'indipendenza.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span></p>
+
+<p>All'alba tuona il cannone, e in tutte le chiese
+parrocchiali di Madrid, e dinanzi a un altare eretto
+accanto al Monumento si comincia a celebrar messe,
+e si seguita fino a sera. La ceremonia consiste in
+una solenne processione che parte per lo più dalle
+vicinanze del palazzo reale, va a sentire un sermone
+nella chiesa di Sant'Isidoro, dove giacquero sepolte
+fino al 1840 le ossa del morti; e poi si reca al Monumento
+a sentire la messa.</p>
+
+<p>In tutte le strade per le quali dovea passare la
+processione erano schierati i battaglioni dei volontari,
+i reggimenti di fanteria, gli squadroni di corazzieri,
+le guardie civili a piedi, le artiglierie, i cadetti;
+da ogni parte suonavan trombe, tamburi,
+bande; si vedeva da lontano, al di sopra della folla,
+un viavai continuo di cappelli di generali, di pennacchi
+d'aiutanti, di bandiere, di spade; accorrevano
+da tutte le strade le carrozze del Senato e delle
+Cortes, grandi come carri trionfali, dorate fin nelle
+ruote, listate di velluto e di seta, sopraccariche di
+frangie e di fiocchi, e tirate da superbi cavalli impennacchiati.
+Le finestre di tutte le case erano ornate
+di arazzi e di fiori; tutto il popolo di Madrid era
+in moto.</p>
+
+<p>Vidi passare la processione per la strada d'Alcalà.
+Venivano innanzi i cacciatori della milizia cittadina
+a cavallo; poi i ragazzi di tutti i collegi, di tutti
+gli asili, di tutti gli ospizi di Madrid, a due a
+due, migliaia; poi gl'invalidi dell'esercito, quali
+con le stampelle, quali con la testa fasciata, alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span>
+sorretti dai compagni, altri decrepiti, quasi portati;
+soldati, generali, con antiche divise, col petto coperto
+di ciondoli e di nastri, e lunghe spade e
+cappelli piumati; poi una folla d'ufficiali di tutti i
+Corpi, luccicanti d'oro e d'argento, e vestiti di mille
+colori; poi gli alti impiegati dello Stato, i deputati
+provinciali, i deputati del Congresso, i Senatori; poi
+gli araldi del Municipio e delle Camere, con ampie
+toghe di velluto e le mazze d'argento; poi tutti gli
+impiegati municipali, tutti gli <i>alcaldes</i> di Madrid,
+vestiti di nero, colle medaglie al collo; infine il Re,
+vestito da generale, a piedi, accompagnato dal Sindaco,
+dal capitano generale della Provincia, dai
+generali, dai ministri, dai deputati, dagli ufficiali
+d'ordinanza, dagli aiutanti di campo, tutti col
+capo scoperto. Chiudevano la processione le cento
+guardie a cavallo, sfolgoreggianti come guerrieri
+del medio evo; le guardie reali a piedi, con gran
+berretto di pelo alla foggia della guardia napoleonica,
+tunica rossa a coda di rondine, calzoni bianchi,
+due larghe tracolle incrociate sul petto, ghette
+nere fino al ginocchio, spada, fiocchi, cordoni, fermagli,
+gingilli; poi ancora volontari, soldati di fanteria,
+artiglieri, popolo. Tutti andavano a passo
+lento; sonavano tutte le bande e tutte le campane;
+il popolo era silenzioso; e quell'insieme di bambini,
+di poveri, di preti, di magistrati, di veterani mutilati,
+di grandi di Spagna, presentava un aspetto
+gentile e magnifico, che ispirava ad un tempo tenerezza
+e riverenza.<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span></p>
+
+<p>La processione sboccò nel Prado e si diresse verso
+il Monumento. I viali, i campi, i giardini erano pieni
+di popolo. Le signore ritte nelle carrozze, sulle seggiole,
+sui sedili di pietra, coi bambini tra le braccia;
+gente sugli alberi e sui tetti; a ogni passo, bandiere,
+iscrizioni funebri, elenchi delle vittime del 2 di
+maggio, poesie appiccicate ai tronchi delle piante,
+giornali listati di nero, stampe rappresentanti episodi
+della strage, ghirlande, crocifissi, tavolini con
+vassoi per limosine, candele accese, ritratti, statuette,
+giocattoli pei ragazzi coll'immagine del Monumento;
+per tutto ricordi del 1808, emblemi, segni di lutto,
+di festa, di guerra. Gli uomini quasi tutti vestiti di
+nero; le donne in gran gala, con lunghi strascichi e
+il velo; frotte di contadini accorsi da tutti i villaggi,
+coi loro panni festivi; e in mezzo a tutta questa folla
+un gridìo assordante di acquaiuoli, di guardie, di
+ufficiali.</p>
+
+<p>Il Monumento del 2 maggio, che sorge nel punto
+dove furon fucilati il maggior numero degli Spagnuoli,
+benchè non abbia un valore artistico pari alla fama,
+è,&mdash;per servirmi d'una parola da strapazzo ma significativa,&mdash;imponente.
+È semplice, nudo, e al parer
+di molti anche pesante e sgraziato; ma arresta lo
+sguardo e il pensiero, anche di chi non sappia che
+cosa sia; a prima vista, si capisce che in quel luogo
+dev'essere accaduto alcun che di tremendo. Sopra
+un rialto ottagonale di granito con quattro gradinate,
+s'innalza un grandioso sarcofago di forma quadrata,
+munito d'iscrizioni, di stemmi, e d'un bassorilievo<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span>
+che rappresenta i due ufficiali spagnuoli
+morti il 2 maggio nella difesa del Parco d'artiglieria.
+Sul sarcofago sorge un piedistallo d'ordine
+dorico, sul quale stanno quattro statuette che simboleggiano
+l'amor di patria, il valore, la costanza,
+la virtù. In mezzo alle statue s'erge un alto obelisco,
+con suvvi scritto a caratteri d'oro: <i>Dos de
+mayo</i>. Intorno al Monumento si stende un giardino
+rotondo, intersecato da otto viali che convergono al
+centro; ogni viale è fiancheggiato da cipressi; il
+giardino è cinto d'una cancellata di ferro, circuita
+alla sua volta da una gradinata di marmo. Quel boschetto
+di cipressi, quel giardino chiuso e solitario,
+in mezzo al passeggio più allegro di Madrid, è come
+una immagine della morte in mezzo alle gioie della
+vita; non si può passar di là senza volgergli uno
+sguardo; non si può guardarlo, senza pensare; di
+notte, quando vi batte la luna sembra un'apparizione
+fantastica, e spira intorno un'aura di mestizia
+solenne.</p>
+
+<p>Arrivò il Re, fu celebrata la messa, sfilarono tutti
+i reggimenti, e terminò la cerimonia. Così si celebra
+l'anniversario del 2 di maggio dal 1814 in poi, con
+una dignità, con un affetto, con una venerazione, che
+non onora solamente il popolo spagnuolo, ma il cuore
+umano. È la vera festa nazionale della Spagna, è il
+solo giorno dell'anno in cui tacciono le ire di parte,
+e tutti i cuori si uniscono in un sentimento comune.
+Nè in questo sentimento, come si potrebbe credere,
+è nulla d'amaro contro la Francia. La Spagna ha<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span>
+rovesciato tutta la colpa della guerra, e delle stragi
+che ne furono cagione, sovra Napoleone e Murat;
+i Francesi sono amichevolmente accolti come tutti
+gli altri stranieri; delle infauste giornate di maggio
+non si parla che per rendere onore ai morti e alla
+patria; tutto, in questa cerimonia, è nobile e grande;
+dinanzi a quel sacro Monumento la Spagna non ha
+che parole di perdono e di pace.</p>
+
+<hr />
+
+<p>Un'altra cosa da vedersi, a Madrid, sono i combattimenti
+dei Galli.</p>
+
+<p>Lessi un giorno nella <i>Correspondencia</i>, il seguente
+avviso:&mdash;«<i>En la funcion que se celebrarà mañana en
+el circo de Gallos de Recoletos, habrà, entre otras, dos
+peleas</i> (combattimenti), <i>en las que figurarán gallos
+de los conocidos aficionados Francisco Calderon y Don
+Josè Diez, por lo que se espera serà muy animada la
+diversion.</i>» Lo spettacolo cominciava a mezzogiorno:
+ci andai. Fui colpito dalla originalità e dalla leggiadria
+del teatro. Sembra un chiosco da collinetta di
+giardino; ma è vasto tanto da contenere poco meno di
+un migliaio di persone. La forma è perfettamente
+cilindrica. Nel mezzo sorge una specie di palco circolare,
+alto poco più di tre palmi, coperto d'un tappeto
+verde, e aggirato da una ringhiera dell'altezza di
+quelle dei terrazzini: è il campo di battaglia dei galli.
+Tra ferro e ferro della ringhiera si stende una sottilissima
+rete di fili metallici, che preclude lo scampo
+ai combattenti. Intorno a questa specie di gabbia,<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span>
+il piano della quale è grande quanto una gran tavola
+da pranzo, ricorre un cerchio di poltrone, e
+dietro a questo, un po' più alto, un secondo; le une
+e le altre rivestite di panno rosso. Su parecchie
+delle prime è scritto a lettere di scatola:&mdash;<i>Presidente</i>&mdash;<i>Secretario</i>&mdash;ed
+altri titoli di personaggi che
+compongono il tribunale dello spettacolo. Al di là
+delle poltrone s'alza come una gradinata di banchi,
+fino alla parete, nella quale s'apre una galleria sostenuta
+da dieci sottili colonne. La luce viene dall'alto.
+Il rosso vivo delle poltrone, i fiori dipinti
+sui muri, le colonne, la luce, l'aria, in una parola,
+del teatro, ha un non so che di nuovo e di pittoresco,
+che piace e rallegra. A prima vista, pare che in quel
+luogo si debba piuttosto sentire una musica festiva
+e gentile che assistere ad una lotta di bestie.</p>
+
+<p>Quando entrai, v'era già un centinaio di persone.&mdash;O
+che gente è questa?&mdash;mi domandai. E veramente
+il <i>pubblico</i> del circo dei Galli non rassomiglia
+a quello di nessun altro teatro; è una
+mescolanza <i>sui generis</i> che si vede soltanto a Madrid.
+Non c'è donne, non ragazzi, non soldati, non operai,
+poichè è giorno di lavoro e un'ora incomoda; e
+nondimeno vi si nota una maggior varietà di aspetti,
+di vestiti e di atteggiamenti che in qualunque altro
+ritrovo popolare. È tutta gente che non ha che fare
+lungo la giornata: commedianti coi capelli lunghi e
+lo staio spelato; <i>toreros</i>,&mdash;c'era Calderon, il famoso
+<i>picador</i>,&mdash;colla loro ciarpa rossa intorno alla vita;
+studenti colle traccie sul viso della notte passata al<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span>
+gioco; negozianti di galli, giovanotti eleganti, vecchi
+signori <i>aficionados</i> vestiti di nero, con guanti neri
+e cravattone. Questi intorno alla gabbia. Più in là, <i>rari
+nantes</i>, qualche inglese, qualche bighellone, di quei
+che si vedon per tutto, i servitori del circo, una
+donna di mala vita, una guardia civile. Tranne i forestieri
+e la guardia, gli altri,&mdash;signori, <i>toreros</i>, negozianti,
+commedianti,&mdash;si conoscon tutti, e parlan
+tutti tra loro, a una voce sola, della qualità dei galli
+annunziati dal programma dello spettacolo, delle
+scommesse del giorno innanzi, degli accidenti delle
+lotte, di zampe, di penne, di sproni, di ali, di becchi,
+di ferite, ostentando la ricchissima terminologia
+dell'arte, e citando regole, esempi, galli dei tempi
+andati, e lotte e vincite e perdite famose.</p>
+
+<p>Lo spettacolo cominciò all'ora fissata. Si presentò
+un uomo in mezzo al circo con un foglio in mano
+e cominciò a leggere; tutti tacquero. Lesse una serie
+di numeri che indicavano il peso delle varie coppie
+di galli che dovevan combattere, poichè, coppia per
+coppia, non possono pesare l'un più dell'altro di
+là d'una misura determinata del codice gallistico.
+Ricominciaron le chiacchiere, poi ricessarono a un
+tratto. Un altr'uomo con due cassette tra le braccia
+venne innanzi; aperse uno sportello della ringhiera,
+salì sul palco, e attaccò le due cassette ai due capi
+d'una bilancia pendente dal soffitto. Due testimoni
+s'accertarono che il peso era quasi eguale dalle due
+parti, tutti sedettero, il presidente si mise al suo
+posto, il segretario gridò:&mdash;<i>Silencio!</i>&mdash;, il pesatore<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span>
+e un altro servitore presero una cassetta ciascuno,
+e sporgendola dai due opposti sportelli della ringhiera,
+l'apersero tutti e due insieme. I galli uscirono,
+gli sportelli si richiusero, gli spettatori serbarono
+per qualche momento un silenzio profondo.</p>
+
+<p>Eran due galli <i>andalusi di razza inglese</i> per
+servirmi della curiosa definizione datami da uno
+spettatore, alti, smilzi, diritti come fusi, con un
+lungo collo mobilissimo, completamente spennati nelle
+parti posteriori, e dal petto in su; senza cresta,
+la testa piccina, e un par d'occhi che rivelavano
+l'indole battagliera. Gli spettatori li osservarono attentamente
+senza profferire parola. Gli <i>aficionados</i>,
+in quei pochi istanti, giudicano dai colori, dalle
+forme, dai movimenti dei due animali quale sarà
+probabilmente il vincitore; poi propongono le scommesse.
+È un giudizio, come ognun può comprendere,
+molto incerto; ma è l'incertezza che dà vita al gioco.
+A un tratto, il silenzio è rotto da uno scoppio di
+grida.</p>
+
+<p>&mdash;<i>Un duro</i> (uno scudo) <i>por el derecho!</i>&mdash;<i>Un
+duro por el izquierdo!</i> (il sinistro)&mdash;<i>Va!</i>&mdash;<i>Tres
+duros por el negro!</i>&mdash;<i>Quatro duros por el pardo</i>!
+(il grigio)&mdash;<i>Una onza</i> (ottanta lire) <i>por el chico!</i>&mdash;<i>Va!</i>&mdash;<i>Va
+por el negro!</i>&mdash;<i>Va por el pardo!</i>&mdash;</p>
+
+<p>Tutti urlano, agitano le mani, si accennano l'un
+l'altro col bastone, le scommesse s'incrociano in tutti
+i sensi; in pochi momenti v'è un migliaio di lire
+in gioco.</p>
+
+<p>I due galli, da principio, non si guardano. Uno<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span>
+volto da una parte, l'altro dall'altra, cantano, allungando
+il collo verso gli spettatori, come se domandassero:&mdash;Che
+cosa volete?&mdash;A poco a poco,
+senza far segno di essersi visti, s'avvicinano; pare
+che l'uno voglia pigliar l'altro di sorpresa. All'improvviso,
+colla rapidità del lampo, spiccano un salto
+coll'ali aperte, s'urtan nell'aria, e ricadono, spandendo
+intorno un nuvolo di penne. Dopo il primo
+urto, si fermano, e si piantano l'uno dinanzi all'altro,
+col collo teso e i becchi che quasi si toccano,
+guardandosi fissi, immobili, come se volessero avvelenarsi
+cogli occhi. Poi di nuovo s'avventano l'un
+contro l'altro con una grande violenza, dopo di che
+gli assalti si succedono senza interruzione. Si feriscono
+a zampate, a spronate, a colpi di becco; si
+stringono coll'ali in modo che paiono un gallo solo
+con due teste; si caccian l'un sotto il ventre dell'altro,
+si sbattono contro i ferri della ringhiera, si
+inseguono, cadono, strisciano, svolazzano; e via via
+i colpi si fan più fitti, volan via le piume della testa,
+i colli diventan color di fuoco, e metton sangue.
+Poi prendono a punzecchiarsi nel capo, intorno agli
+occhi, negli occhi, si scarnificano colla furia di due
+forsennati che abbian paura d'esser divisi; par che
+sappiano che uno dei due deve morire; non mettono
+una voce, non un gemito; non si sente che lo strepito
+delle ali agitate, delle penne che si rompono,
+dei becchi che picchian nell'ossa; e non un istante
+di tregua; è un furore che va dritto alla morte.</p>
+
+<p>Gli spettatori seguon coll'occhio intento tutte le<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[214]</a></span>
+mosse, contan le penne divelte, numerano le ferite;
+e il gridìo si fa sempre più concitato, e le scommesse
+più forti:&mdash;<i>Cinco duros por el chico!</i> (il piccolo)&mdash;<i>Ocho
+duros por el pardo!</i>&mdash;<i>Veinte duros
+por el negro!</i>&mdash;<i>Va!</i>&mdash;<i>Va!</i>&mdash;</p>
+
+<p>A un certo punto, uno dei due galli fa un movimento
+che tradisce l'inferiorità delle sue forze,
+e comincia a dar segno di stanchezza. Pur resistendo
+sempre, le sue beccate si succedon più rade,
+le sue spronate più fiacche, i suoi salti più bassi;
+par che comprenda che dovrà morire; non combatte
+più per uccidere, combatte per non essere ucciso;
+retrocede, fugge, cade, si rialza, torna a cadere, barcolla
+come preso dal capogiro. Allora lo spettacolo
+comincia ad essere orribile. Dinanzi al nemico che
+cede, il vincitore inferocisce; le sue beccate cadono
+fitte, rabbiose, spietate negli occhi della vittima colla
+regolarità dell'ago d'una macchina da cucire; il suo
+collo s'allunga e scatta col vigore d'una molla, il suo
+becco afferra le carni, si torce e dilania; poi si figge
+nella ferita, e vi si dibatte come per cercare le fibre
+più riposte; poi picchia e ripicchia sul capo, come
+se volesse aprire il cranio e cavarne il cervello. Non
+c'è parola che esprima l'orrore di quel picchiare
+continuo, instancabile, inesorabile. La vittima si dibatte,
+scappa, s'aggira per la gabbia, e quegli dietro,
+accanto, addosso, indivisibile come un'ombra,
+colla testa china su quella del fuggitivo come un confessore,
+sempre picchiando, punzecchiando, lacerando.
+Ha qualcosa dell'aguzzino, del boia; par che dica<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span>
+qualcosa nell'orecchio alla sua vittima, par che accompagni
+ogni colpo con un insulto:&mdash;To', prendi,
+soffri, muori, no! vivi, prendi anche questa, quest'altra,
+ancor una!&mdash;Un po' della sua rabbia sanguinaria
+s'insinua nelle vostre vene, quella crudeltà
+codarda vi mette una smania di vendetta, lo strozzereste
+colle vostre mani, gli schiacciereste il capo
+col piede. Il gallo vinto, tutto intriso di sangue,
+spennato, vacillante, tenta ancora di tratto in tratto
+qualche assalto, dà qualche beccata, e sfugge, e si
+slancia contro i ferri della ringhiera per cercare uno
+scampo.</p>
+
+<p>Gli scommettitori s'accendono ed urlano di più
+in più forte. Non possono più scommettere sulla lotta,
+scommettono sull'agonia.&mdash;<i>Cinco duros á que no
+tira tres veces!</i> (Che la vittima non tenta più tre assalti).&mdash;<i>Tres
+duros á que no tira cinco!</i>&mdash;<i>Quatro
+duros á que no tira dos!</i>&mdash;<i>Va!</i>&mdash;<i>Va!</i></p>
+
+<p>A questo punto udii una voce che mi fece rabbrividire:&mdash;<i>Es
+ciego!</i>&mdash;(È cieco).</p>
+
+<p>Mi avvicinai alla ringhiera, guardai il gallo vinto
+e torsi il viso con raccapriccio. Non aveva più pelle,
+non aveva più occhi, il suo collo non era più che un
+osso sanguinoso, il capo era un teschio, le ali, ridotte
+a tre o quattro penne, strascicavano come due
+cenci; pareva impossibile che così disfatto potesse
+vivere e camminare; non aveva più forma. Eppure
+quel resto, quel mostro, quello scheletro stillante di
+sangue, si difendeva ancora, si dibatteva nelle tenebre,
+scotendo le ali dimezzate come due moncherini,<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span>
+allungando il collo scarnificato, agitando il teschio
+a caso, qua e là, come i cani neonati; era schifoso
+ed orribile; io socchiudevo gli occhi per vederlo in
+confuso. E il carnefice continuava a beccare le piaghe,
+a sforacchiare le occhiaie, a picchiare sul nudo
+cranio; non era più una lotta, era un rodimento; pareva
+che volesse disfarlo, senza ucciderlo; a volte,
+quando la vittima rimaneva un momento immobile,
+si chinava a guardarla coll'attenzione d'un anatomico;
+a volte si scostava e la guardava dall'alto
+coll'indifferenza d'un becchino; poi di nuovo addosso
+coll'avidità d'un vampiro, e lì becca, e succhia e
+strazia con più vigore di prima. Finalmente il moribondo,
+fermatosi all'improvviso, chinò il capo a
+terra come preso dal sonno, e il carnefice, guardandolo
+attentamente, ristette.</p>
+
+<p>Allora le grida raddoppiarono; non si poteva più
+scommettere sulle convulsioni dell'agonia, si scommetteva
+sui sintomi della morte:&mdash;<i>Cinco duros á que
+no levanta mas la cabeza!</i> (che non rialza più il capo).&mdash;<i>Dos
+duros á que la levanta!</i>&mdash;<i>Tres duros á que
+la levanta dos veces!</i>&mdash;<i>Va!</i>&mdash;<i>Va!</i></p>
+
+<p>Il gallo moribondo rialzò adagio adagio la testa;
+il boia, pronto, gli rovesciò addosso una tempesta di
+beccate; le grida tornarono a scoppiare; la vittima
+fece di nuovo un leggero movimento,&mdash;toccò un'altra
+beccata,&mdash;si scosse,&mdash;toccò una beccata ancora,&mdash;versò
+sangue per la bocca, vacillò e cadde.
+Il vincitore, vigliacco, si mise a cantare. Venne un
+servitore e li portò via tutti e due.<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span></p>
+
+<p>Tutti gli spettatori s'alzarono e cominciò una
+rumorosa conversazione; i vincitori sghignazzando, i
+vinti bestemmiando, e gli uni e gli altri discutendo
+i meriti dei galli e le vicende della lotta:&mdash;<i>Buena
+pelea!</i>&mdash;<i>Buenos los gallos!</i>&mdash;<i>Los gallos malos!</i>&mdash;<i>No
+valen nada!</i>&mdash;<i>No entiende Usted!</i>&mdash;<i>Cállese Usted!</i>&mdash;<i>Buenos!</i>&mdash;<i>Malos!</i></p>
+
+<p>&mdash;<i>Sentarse, caballeros!</i>&mdash;gridò il presidente; tutti
+sedettero e cominciò un'altra lotta.</p>
+
+<p>Io diedi un'occhiata al campo di battaglia, ed
+uscii. Qualcuno esiterà a crederlo: quello spettacolo
+mi fece più orrore che la prima corsa dei tori. Non
+avevo idea d'una ferocia così crudele; non credevo,
+prima di vedere, che una bestia, dopo averne reso
+impotente un'altra, potesse torturarla, martoriarla,
+straziarla in quel modo, coll'accanimento dell'odio
+e colla voluttà della vendetta; non credevo che
+il furore d'una bestia potesse giungere al segno
+di presentare il carattere della più forsennata malvagità
+umana. Oggi ancora, ed è trascorso tanto
+tempo, ogni volta che ricordo quello spettacolo, volto
+involontariamente la testa da un lato, come per fuggir
+l'orrenda vista del gallo moribondo; e non mi
+accade mai di metter le mani sovra una ringhiera,
+senza ch'io abbassi gli occhi coll'idea di vedere il
+suolo sparso di penne e di sangue. Se andrete in
+Spagna, seguite il mio consiglio:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«State contente, umane genti, <i>ai tori</i>.»<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span></div></div>
+
+<hr />
+
+<h3>IL CONVENTO DELL'ESCURIALE.</h3>
+
+<p>Prima di partire per l'Andalusia andai a vedere
+il famoso convento dell'Escuriale, il Leviatan dell'Architettura,
+l'ottava meraviglia del mondo, il più
+gran mucchio di granito che esista sulla terra, e se
+volete altre denominazioni grandiose, immaginatene
+pure, chè non ne troverete nessuna che non gli sia
+stata ancora applicata. Partii da Madrid di buon
+mattino. Il villaggio dell'Escurial, che diede il nome
+al convento, è a otto leghe dalla città, a poca distanza
+dal Guadarrama; e la strada attraversa una
+campagna arida e spopolata, chiusa all'orizzonte da
+monti coperti di neve. Quando arrivai alla stazione
+dell'Escuriale, veniva giù una pioggiolina fitta e
+fredda che dava i brividi. Dalla stazione al villaggio
+c'è un mezzo miglio di salita; m'infilai in
+una diligenza, e di lì a pochi minuti fui sbarcato
+in una strada solitaria, fiancheggiata a sinistra
+dal convento, a destra dalle case del villaggio, e
+in fondo chiusa dalla montagna. A primo aspetto
+non si raccapezza nulla; si credeva di vedere un
+edifizio, si vede una città; non si sa se si è già
+dentro al convento o se si è ancora fuori; da ogni
+parte si vedon quelle mura; si va oltre, ci si trova
+in una piazza; si guarda attorno, si vedon delle
+strade; non si è ancora entrati, e già il convento
+ci circonda, e noi abbiamo perduto la bussola,<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span>
+e non sappiamo più da che parte voltarci.
+Il primo sentimento è tristo: tutto l'edifizio è
+di pietra color terrigno, e rigato di bianco tra
+pietra e pietra; i tetti son coperti di lamine di
+piombo. Sembra un edifizio di terra. Le mura sono
+altissime e nude, e hanno un gran numero di finestre
+che paion feritoie. Più che un convento, si direbbe
+che è una prigione. Per tutto si vede quel
+color cupo, morto; e non anima viva, e un silenzio
+di fortezza abbandonata; e di là dai tetti neri, la
+montagna nera, che par che penda sull'edifizio, e
+gli dà un'aria di misteriosa solitudine. Il luogo, le
+forme, i colori, ogni cosa par scelto da chi fondò
+l'edifizio coll'intento di offrire agli occhi degli uomini
+uno spettacolo tristo e solenne. Prima d'entrare,
+voi avete perduto la vostra gaiezza; non sorridete
+più, pensate. Vi arrestate alle porte dell'Escuriale con
+una sorta di trepidazione, come alle porte d'una
+città vuota; vi pare che, se in qualche angolo del
+mondo regnasse ancora il terrore della Inquisizione,
+dovrebbe regnar tra quelle mura; direste che là
+dentro se n'ha a vedere l'ultima traccia e a sentire
+l'ultima eco.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Tutti sanno che la basilica e il convento dell'Escurial
+furon fondati da Filippo II dopo la battaglia
+di San Quintino, in adempimento d'un voto
+fatto a san Lorenzo, durante l'assedio, quando gli
+assedianti eran stati costretti a cannoneggiare una
+chiesa consacrata a quel santo. Don Juan Batista di<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span>
+Toledo iniziò l'opera, l'Herrera la compì; i lavori
+durarono vent'un anno. Filippo II volle che l'edifizio
+presentasse la forma d'una graticola a commemorazione
+del martirio di san Lorenzo; e tale è infatti
+la sua forma. Il piano è un parallelogrammo
+rettangolare. Ai quattro angoli s'alzano quattro grandi
+torri quadrate col tetto a punta, che rappresentano
+i quattro piedi della graticola; la chiesa e il palazzo
+reale che sorgon da un lato, simboleggiano il manico;
+gli edifizi interni che congiungono i due lati
+più lunghi, tengon luogo delle sbarre traversali. Altri
+edifizi minori sorgono fuori del parallelogrammo, a
+breve distanza dal convento, lungo uno dei lati
+lunghi, e uno dei corti, e formano due grandi piazze;
+dagli altri due lati sono i giardini. Facciate,
+porte, atrii, ogni cosa è in armonia colla grandezza
+e col carattere dell'edifizio; ed è inutile ammontar
+descrizioni su descrizioni. Il palazzo reale è splendidissimo,
+e convien vederlo, per non mescolar poi
+disparate impressioni, prima di entrare nel convento
+e nella chiesa. Questo palazzo occupa l'angolo levante-tramontana
+dell'edifizio. Alcune sale son piene
+di quadri, altre tappezzate dal pavimento alla volta di
+tappeti che rappresentan corse di tori, balli popolari,
+giuochi, feste, costumi spagnuoli, disegnati dal Goya;
+altre regalmente mobiliate e parate; il pavimento, le
+porte, le finestre coperte di meravigliosi lavori d'intarsio
+e di dorature stupende. Ma fra tutte le sale è notevole
+quella di Filippo II; una cella meglio che una
+sala, nuda e squallida, con un'alcova che risponde<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span>
+all'oratorio reale della chiesa, in modo che dal letto,
+tenendo schiuse le porte, si può vedere il sacerdote
+che dice la messa. Filippo II dormiva in quella cella,
+vi fece la sua ultima malattia e vi morì. Si vedono
+ancora alcune seggiole usate da lui, due panchettini
+sui quali appoggiava la gamba tormentata dalla
+gotta, e uno scrittoio. Le pareti son bianche, il soffitto
+piano e senza ornamenti, il pavimento di mattoni.</p>
+
+<p>Visto il palazzo reale, si esce dall'edifizio, si attraversa
+la piazza e si rientra per la porta principale.
+Un custode vi si attacca ai panni, attraversate
+un ampio vestibolo, vi trovate nel cortile dei Re.
+Là vi potete formare una prima idea della immane
+ossatura dell'edifizio. Il cortile è tutto chiuso da
+muri; dal lato opposto alla porta è la facciata della
+chiesa. Sur una spaziosa gradinata s'alzano sei enormi
+colonne doriche, ognuna delle quali sostiene un grande
+piedestallo, e ogni piedestallo una statua. Son sei
+statue colossali, di Battista Monegro, rappresentanti
+Giosafat, Ezechiello, Davide, Salomone, Giosuè, Manasse.
+Il cortile è lastricato, sparso di cespi d'erba,
+umido; i muri paion roccie tagliate a picco; tutto
+è rigido, massiccio, pesante, e offre non so che fantastico
+aspetto di edifizio titanico, cavato in una
+montagna di pietra, e atto a sfidare le scosse della
+terra e i fulmini del cielo. Là si comincia a capire
+che cosa sia l'Escuriale.</p>
+
+<p>Si sale la gradinata e si entra nella chiesa.</p>
+
+<p>L'interno della chiesa è tristo e nudo; quattro
+enormi pilastri di granito bigio sostengono le vòlte<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span>
+dipinte a fresco da Luca Giordano; accanto all'altar
+maggiore, scolpito e dorato alla spagnuola,
+negli intercolonni di due oratori reali, si vedono due
+gruppi di statue di bronzo inginocchiate, colle mani
+giunte verso l'altare; a destra Carlo V, l'imperatrice
+Isabella e parecchie principesse; a sinistra Filippo
+II, colle sue mogli. Sopra la porta della chiesa,
+a trenta piedi dal suolo, in fondo alla navata maggiore,
+s'alza il coro, con due giri di seggiole d'ordine
+corintio, di semplice disegno. In un canto, vicino
+a una porta segreta, è la seggiola che occupava
+Filippo II. Egli riceveva da quella porta le lettere
+e le imbasciate importanti, senza che se n'avvedessero
+i preti che cantavano nel coro. Questa chiesa
+che, appetto all'intero edifizio, par piccina, è nullameno
+una delle più vaste chiese della Spagna; e
+benchè appaia così spoglia d'ornamenti, racchiude
+immensi tesori di marmi, d'ori, di reliquie, di quadri,
+che l'oscurità in parte nasconde, e dai quali il
+triste aspetto dell'edifizio distrae l'attenzione. Oltre
+le mille opere d'arte che si vedon nelle cappelle,
+negli stanzini attigui alla chiesa, nelle scale che
+salgono alle tribune, v'è in un corridoio dietro al
+coro uno stupendo crocifisso di marmo bianco di
+Benvenuto Cellini, coll'iscrizione: <i>Benvenutus Zelinus,
+civis florentinus facebat 1562</i>. In altre parti si
+vedon quadri del Navarrete e dell'Herrera. Ma ogni
+sentimento di meraviglia muore in quello della tristezza.
+Il colore della pietra, la luce dubbia, il silenzio
+profondo che vi circonda, richiama incessantemente<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span>
+il vostro pensiero alla vastità, ai recessi
+ignoti, alla solitudine dell'edifizio, e non vi lascia
+luogo al diletto dell'ammirazione. L'aspetto di quella
+chiesa vi desta un senso inesprimibile di inquietudine.
+Voi indovinereste, quando non lo sapeste altrimenti,
+che intorno a quelle mura, per un grande
+spazio, non v'è che granito, oscurità e silenzio;
+senza vedere lo smisurato edifizio, lo sentite; sentite
+che vi trovate in mezzo a una città disabitata; vorreste
+affrettare il passo per vederla presto, per liberarvi
+dall'incubo di quel mistero, per cercare, se
+in qualche parte vi fosse, la luce viva, il rumore,
+la vita.</p>
+
+<p>Dalla chiesa, per parecchie stanze nude e fredde,
+si va nella sacrestia, un'ampia sala a volta, nella quale
+tutta una parete è occupata da armadi di legni
+svariati e finissimi, che racchiudono gli ornamenti
+sacri; la parete opposta, da una serie di quadri del
+Ribera, del Giordano, del Zurbaran, del Tintoretto
+e d'altri pittori italiani e spagnuoli; e in fondo il
+famoso altare della <i>Santa forma</i> col celeberrimo
+quadro del povero <a name="tn223" id="tn223"></a><ins class="correction" title="originale: Claudo">Claudio</ins> Coello, che morì di crepacuore
+per la chiamata di Luca Giordano all'Escuriale.
+L'effetto di questo quadro è veramente superiore
+ad ogni immaginazione. Rappresenta, con figure
+di grandezza naturale, la processione che si fece per
+collocare in quel medesimo luogo la <i>Santa forma</i>;
+vi è ritratta appunto quella sacrestia, e l'altare; il
+priore inginocchiato sulla gradinata, colla custodia
+e l'ostia sacra nelle mani; intorno a lui i diaconi;<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span>
+da un lato Carlo II in ginocchio; più in là monaci,
+chierici, seminaristi ed altri fedeli. Le figure sono
+così vive e parlanti, la prospettiva così vera, il colorito,
+l'ombre, la luce così efficaci, che al primo
+entrare nella sacrestia, si scambia il quadro con uno
+specchio che rifletta una funzione religiosa celebrata
+in quel momento in una sala vicina. Poi l'illusione
+delle figure sparisce; ma resta quella del fondo del
+quadro, e si ha proprio bisogno di avvicinarsi fin
+quasi a toccarlo, per credere che quella non è un'altra
+sacrestia, ma una tela dipinta. Nei giorni di
+giubileo questa tela si arrotola, ed appare in mezzo
+a una piccola cappella un tempietto di bronzo dorato,
+dentro al quale si vede una magnifica custodia
+che racchiude l'ostia sacra, tempestata di diecimila
+tra rubini, diamanti, amatiste, granate, disposti in
+forma di raggi, che abbarbaglian la vista.</p>
+
+<p>Dalla sacrestia andammo al Panteon. Un custode
+con una fiaccola accesa mi precedette, scendemmo
+una lunga scala di granito, giungemmo a una porta
+sotterranea dove non penetrava raggio di luce. Al di
+sopra di questa porta si legge la seguente iscrizione
+in lettere di bronzo dorato:</p>
+
+<p>«Dio Onnipotente e Grande!</p>
+
+<p>»Luogo consacrato dalla pietà della dinastia austriaca
+alle spoglie mortali dei re cattolici, che
+stanno aspettando il desiderato giorno sotto l'altar
+maggiore sacro al Redentore del genere umano.
+Carlo V, il più illustre dei Cesari, desiderò questo
+luogo di ultimo riposo per sè e pel suo lignaggio;<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span>
+Filippo II, il più prudente dei re, lo designò. Filippo
+III, monarca sinceramente pietoso, diede
+principio ai lavori. Filippo IV, grande per la sua
+clemenza, costanza e devozione, lo ampliò, lo abbellì
+e lo condusse a termine l'anno del Signore
+1654.»</p>
+
+<p>Il custode entrò, lo seguii, mi trovai in mezzo
+ai sepolcri, o meglio in un sepolcro oscuro e freddo
+come la grotta d'una montagna. È una piccola
+sala ottagonale, tutta marmo, con un altarino nella
+parete opposta alla porta, e nelle rimanenti, dal
+suolo alla vòlta, l'una sull'altra, le tombe, distinte
+con ornamenti di bronzo e bassorilievi; la vòlta
+corrisponde all'altar maggiore della chiesa. A destra
+dell'altare son sepolti Carlo V, Filippo II,
+Filippo III, Filippo IV, Luigi I, i tre Don Carlos,
+Ferdinando VII; a sinistra le imperatrici e le regine.
+Il custode avvicinò la fiaccola alla tomba di
+Donna Maria Luisa di Savoia, moglie di Carlo III,
+e mi disse con aria di mistero:&mdash;Legga.&mdash;Il marmo
+è rigato in vari sensi; con un po' d'attenzione
+riescii a raccapezzare cinque lettere; è il nome&mdash;Luisa&mdash;scritto
+dalla stessa regina Luisa con la
+punta delle forbici. A un tratto il custode spense
+la fiaccola e rimanemmo nelle tenebre: mi si agghiacciò
+il sangue nelle vene.&mdash;Accenda!&mdash;gridai.
+Il custode rise d'un riso lungo e lugubre, che
+mi parve il rantolo d'un moribondo, e rispose:&mdash;Guardi!&mdash;Guardai:
+un debolissimo raggio di
+luce, scendendo da un'apertura vicino alla vôlta,<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[226]</a></span>
+lungo la parete, sin quasi al pavimento, rischiarava
+appena tanto da renderle visibili, alcune tombe di
+regine; e pareva un raggio di luna; e i bassorilievi
+e i bronzi delle tombe luccicavano a quel barlume
+d'una luce strana, come se stillassero acqua. In
+quel momento sentii per la prima volta l'odore di
+quell'aria sepolcrale, e mi prese un brivido di
+freddo; penetrai, coll'immaginazione, in quelle tombe,
+e vidi tutti quei cadaveri irrigiditi; cercai uno scampo
+al di sopra della vòlta, mi trovai solo nella chiesa;
+fuggii dalla chiesa, mi perdetti nei labirinti del convento;
+mi rifeci presente a me stesso, in mezzo a
+quelle tombe, e sentii che veramente ero nel cuore
+dell'edifizio mostruoso, nella parte più profonda, nel
+recesso più gelido, nel penetrale più tremendo; e
+mi parve d'esser prigioniero, sepolto in quel gran
+monte di granito, e che mi gravitasse tutto addosso,
+e che da tutti i lati mi premesse, e mi chiudesse
+l'uscita; e pensai al cielo, alla campagna, all'aria
+libera come a un mondo remoto, e con un sentimento
+ineffabile di mestizia.&mdash;Signore!&mdash;mi disse
+solennemente il custode, prima di uscire, tendendo
+la mano verso la tomba di Carlo V:&mdash;L'imperatore
+è là, tal quale come quando ce l'hanno messo, cogli
+occhi ancora aperti, che par vivo e parlante!
+È un miracolo d'Iddio che ha il suo perchè! Chi
+vivrà vedrà!&mdash;E dicendo quest'ultime parole abbassò
+la voce come per timore che l'imperatore
+sentisse, e fatto il segno della croce, mi precedette
+su per la scala.<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span></p>
+
+<p>Dopo la chiesa e la sacrestia, si va a visitare il
+Museo di pittura, che contiene un gran numero di
+quadri d'artisti d'ogni paese, non già de' migliori,
+chè questi furon portati al Museo di Madrid; ma
+pur tali da meritare una visita attenta di mezza
+giornata. Dal Museo di pittura si va alla Biblioteca,
+passando per la grande scala sulla quale s'incurva
+una smisurata vòlta tutta dipinta a fresco da Luca
+Giordano. La Biblioteca è composta d'una vastissima
+sala ornata di grandi pitture allegoriche, che
+contiene più di cinquantamila volumi preziosissimi,
+quattromila dei quali regalati da Filippo II,
+e d'un'altra sala dove è una ricchissima raccolta
+di manoscritti. Dalla Biblioteca si va al Convento.</p>
+
+<p>Qui l'immaginazione umana si perde. Se qualcuno
+dei lettori ha letto l'<i>Estudiante de Salamanca</i>
+dell'Espronceda, si rammenti di quell'instancabile
+giovane, quando, tenendo dietro alla signora misteriosa
+che incontrò di notte ai piedi d'un tabernacolo,
+trascorre di strada in strada, di piazza in
+piazza, di vicolo in vicolo, e svoltando, e girando e
+rigirando arriva fino a un punto dove non ravvisa più
+le case di Salamanca, e si trova in una città sconosciuta;
+e continua a svoltare cantonate, a traversar
+piazze, a percorrer strade; e via via che va oltre
+gli par che la città s'allarghi, e le strade si allunghino,
+e i vicoli s'incrocino più fitto; e va ancora,
+e va sempre, e va senza posa, e non sa se sogna,
+o se è desto, o ubriaco, o impazzito; e nel suo cuore
+di ferro comincia a penetrare il terrore, e i più strani<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span>
+fantasimi gli si affollano nella mente smarrita; così
+lo straniero nel convento dell'Escuriale. Infilate
+un lungo corridoio sotterraneo stretto da toccarne
+le pareti coi gomiti, basso da urtar quasi la testa
+nella vòlta, e umido come una grotta sottomarina;
+arrivate in fondo, svoltate, siete in un altro corridoio.
+Andate oltre, incontrate delle porte, guardate:
+altri corridoi si allungano a perdita d'occhio. In
+fondo a qualcuno vedete un barlume di luce, in fondo
+ad altri una porta aperta che lascia intravedere una
+fuga di stanze. Di tratto in tratto sentite il rumor
+d'un passo, v'arrestate, non lo sentite più; poi lo
+risentite; non sapete se è sopra il vostro capo, o a
+destra, o a sinistra, o dietro, o davanti. V'affacciate
+a una porta, e retrocedete impaurito: in fondo allo
+sterminato corridoio in cui avete lanciato lo sguardo,
+avete visto un uomo immobile, come uno spettro,
+che vi guardava. Tirate innanzi, riescite in un cortile
+angusto, cinto di mura altissime, erboso, sonoro,
+illuminato di una luce scialba, che par che scenda
+da un sole ignoto, simile ai cortili delle streghe che
+ci descrivevano da ragazzi. Uscite dal cortile, salite
+su per una scala, riuscite sopra una galleria,
+guardate giù: è un altro cortile silenzioso e deserto.
+Infilate un altro corridoio, scendete un'altra
+scala, vi trovate in un terzo cortile; poi daccapo
+corridoi e scale e fughe di sale vuote e cortili
+angusti, e per tutto granito, erba, luce scialba, silenzio
+di tomba. Per un po' di tempo vi pare che
+riuscirete a tornare sui vostri passi; poi la memoria<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span>
+vi si turba, e non ricordate più nulla; vi pare
+d'aver fatto dieci miglia, di essere in quel laberinto
+da un mese, di non poterne più uscire.
+Vi affacciate sur un cortile e dite:&mdash;l'ho già visto!&mdash;No,
+v'ingannate, è un altro. Credete di essere
+da quella tal parte dell'edifizio, siete dalla parto
+opposta. Domandate al custode dov'è il claustro, vi
+risponde:&mdash;È qui;&mdash;e camminate ancora per mezz'ora.
+Vi par di sognare: vedete di sfuggita lunghi muri
+dipinti a fresco, ornati di quadri, di croci, d'iscrizioni;
+vedete e dimenticate; chiedete a voi stessi:
+dove sono? Vedete una luce d'un altro mondo; non
+avevate idea d'una siffatta luce; è l'effetto del riflesso
+del granito? è il lume della luna? No, è giorno;
+ma è una luce più trista delle tenebre; è una luce
+falsa, sinistra, fantastica. E avanti, di corridoio in
+corridoio, di cortile in cortile; vi guardate innanzi
+con sospetto; aspettate di veder all'improvviso, allo
+svoltar d'un canto, una fila di frati scheletriti,
+col cappuccio sugli occhi e le braccia in croce;
+pensate a Filippo II; vi par di sentire il suo passo
+lento allontanarsi per gli anditi oscuri; vi ricordate
+tutto quello che avete letto di lui, dei suoi terrori,
+dell'Inquisizione, e ogni cosa vi s'illumina agli occhi
+della mente d'una subita luce; capite ogni cosa
+per la prima volta; l'Escuriale è Filippo II, lo vedete
+a ogni passo, sentite il suo respiro, egli è ancora
+là, vivo e spaventevole, e con lui l'immagine
+del suo Dio tremendo. Allora voi vorreste ribellarvi,
+sollevare il pensiero al Dio del vostro cuore e delle<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span>
+vostre speranze, e vincere il terrore misterioso che
+il luogo v'ispira; ma non potete; l'Escuriale vi circonda,
+vi possiede, vi schiaccia; il freddo delle sue
+pietre vi penetra nelle ossa; la tristezza dei suoi laberinti
+sepolcrali v'invade l'anima; se siete con un
+amico, gli dite:&mdash;Usciamo;&mdash;se foste colla vostra
+amante la stringereste al cuore con un senso di trepidazione;
+se foste solo, pigliereste la corsa; infine
+salite una scala, entrate in una stanza, v'affacciate
+a una finestra, e salutate con uno slancio di gratitudine
+i monti, il sole, la libertà, il Dio grande e
+benefico che ama e che perdona.</p>
+
+<p>Che respirone si tira a quella finestra!</p>
+
+<p>Di là si vedono i giardini, che occupano uno
+spazio ristretto, e son semplicissimi; ma quanto si
+può dire eleganti e belli, e in perfetta armonia coll'edifizio.
+Vi si vedon dodici leggiadre fontane, ciascuna
+circondata da quattro quadrati di mortella
+che rappresentano scudi reali, disegnati con un gusto
+sì squisito e arrotondati con una tal finitezza,
+che a guardarli sulle finestre, paion tessuti di felpa
+e di velluto, e formano nella bianca arena dei sentierini
+un graziosissimo spicco. Non alberi, non fiori,
+non capanni: in tutto il giardino non si vedono
+che fontane, quadrati di mortella, e due soli colori,
+il verde e il bianco; ed è tale la bellezza di quella
+nobile semplicità, che non se ne può staccare lo
+sguardo, e quando lo si è staccato, il pensiero vi ritorna,
+e ci si arresta con un diletto dolcissimo temperato
+di una sorta di mestizia gentile. In una stanza<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span>
+vicina a quella che guarda in sul giardino, mi si
+fece vedere una serie di reliquie, che considerai in
+silenzio senza lasciar trapelare al custode il mio intimo
+sentimento di dubbio: una scheggia della santa
+croce regalata dal Papa a Isabella II, un pezzo di
+legno bagnato del sangue, ancora visibile, di san
+Lorenzo, un calamaio di santa Teresa, ed altri oggetti,
+fra i quali un altarino portatile di Carlo V,
+e una corona di spine e un par di tanaglie da tortura,
+trovate non so più dove. Di là mi condussero
+sulla cupola della chiesa di dove si gode un colpo
+d'occhio immenso. Da un lato lo sguardo si stende
+per tutta la campagna montuosa che corre fra
+l'Escuriale e Madrid; dall'altro si vedono le montagne
+nevose del Guadarrama; sotto, si abbraccia
+con un'occhiata tutto lo smisurato edifizio, i lunghi
+tetti di piombo, le torri; si vede nell'interno dei
+cortili, dei claustri, dei portici, delle gallerie; si
+possono ricorrere col pensiero i mille andirivieni
+dei corridoi e delle scale, e dire:&mdash;Un'ora fa ero
+laggiù&mdash;qui&mdash;lassù&mdash;là sotto&mdash;laggiù lontano,&mdash;e
+maravigliarsi d'aver fatto tanto cammino, e rallegrarsi
+d'essere uscito da quel labirinto, da quelle
+tombe, da quelle tenebre, e di poter tornare in città
+e rivedere gli amici.</p>
+
+<p>Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato
+una giornata nel convento dell'Escurial, ci si
+deve sentir felici per tutta la vita, solo pensando
+che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che
+non ci s'è più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span>
+tanto tempo, nei giorni piovosi, quando sono tristo,
+penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia
+stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i
+cortili dell'Escurial; quando sto male e dormo un
+sonno torbido e penoso, sogno di girare per quei
+corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un
+vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte,
+senza trovare l'uscita, finchè vo a dar del capo nel
+Panteon e la porta mi si chiude fragorosamente
+alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che
+piacere rividi i mille lumi della <i>Puerta del Sol</i>,
+i caffè affollati, e la grande e rumorosa strada d'Alcalà!
+Rientrando in casa feci un tale strepito che
+la serva, ch'era una buona e semplice galiziana,
+corse tutta affannata dalla padrona e le disse:&mdash;<i>Me
+parece que el italiano se ha vuelto loco!</i>&mdash;(Mi
+pare che l'italiano sia diventato matto.)</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Più dei galli e più dei tori, mi divertirono i deputati
+delle Cortes. M'era riuscito di ottenere un
+posticino nella tribuna dei giornalisti, e mi ci andavo
+a piantare ogni giorno, e ci stavo fino alla fine con
+un piacere infinito. Il Parlamento spagnuolo ha un
+aspetto più giovanile del nostro; non perchè i deputati
+sian più giovani; ma perchè son più attillati
+e più lindi. Là non si vedono quelle chiome scarmigliate,
+quelle barbe incolte, e quelle casacche di
+nessun colore che si vedon sui banchi della nostra
+Camera: là barbe e capelli ravviati e lucidi, gran camicie
+ricamate, soprabiti neri, calzoncini chiari, guanti<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span>
+ranciati, mazzine col pomo d'argento e fiori all'occhiello.
+Il Parlamento spagnuolo s'attiene al figurino
+della moda. E quale il vestire, tale il parlare: vivo,
+gaio, fiorito, scintillante. Noi lamentiamo già che i
+nostri deputati siano solleciti della forma più che
+non convenga ad oratori politici; ma i deputati spagnuoli
+la curano assai più studiosamente e, convien
+dirlo, con assai miglior garbo. Non solo parlano con
+facilità meravigliosa, così che è rarissimo il sentire
+un deputato che s'interrompa a mezzo il periodo per
+cercare la frase; ma non c'è chi non si sforzi di
+parlar corretto, e di dare alla sua parola un po' di
+lustro poetico, un po' di sapor classico, un po' d'impronta
+di grande stile oratorio. I ministri più gravi,
+i deputati più timidi, i finanzieri più rigorosi,
+quand'anche parlino di argomenti lontanissimi da
+quanto può dare appiglio alla rettorica, infiorano i
+loro discorsi di bei modi da Antologia, d'aneddoti
+ameni, di versi famosi, d'apostrofi alla civiltà, alla
+libertà, alla patria; e tiran via a precipizio come se
+recitassero cose imparate a mente, con un'intonazione
+sempre misurata ed armonica, e una varietà di
+atteggiamenti e di gesti che non lascia luogo un istante
+alla noia. E i giornali, giudicando i loro discorsi,
+lodano l'elevatezza dello stile, la purità della lingua,
+<i>los rasgos sublimes</i>, i tratti sublimi, che vi si ammirarono,
+se si tratta dei loro amici, si sottintende;
+oppure dicono con disprezzo che lo stile è sesquipedale,
+la lingua corrotta, la forma, in una parola,
+questa benedetta forma! incolta, ignobile, indegna<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[234]</a></span>
+delle splendide tradizioni dell'arte oratoria spagnuola.
+Questo culto della forma, questa grande facilità di
+parola degenera in vanità ampollosa; e certo che
+non s'hanno a cercare nel Parlamento di Madrid i
+modelli della vera eloquenza politica; ma non è men
+vero quello che universalmente si dice: che codesto
+Parlamento è fra tutti gli europei il più ricco di facondi
+oratori nel senso generale della parola. Bisogna sentire
+una discussione sur un argomento di alta politica,
+che muova le passioni! È una vera battaglia! Non
+son più discorsi, son diluvii di parole, da fare ammattire
+gli stenografi e confonder la testa agli uditori
+delle tribune! Sono voci, gesti, impeti, rapimenti
+d'ispirazione che fan pensare all'Assemblea francese
+nei giorni turbolenti della rivoluzione! Vi si sente
+un Rios Rosas, oratore violentissimo, che domina
+i tumulti col ruggito; un Martos, oratore dalla
+forma eletta, che uccide col ridicolo; un Pi y Margall,
+vecchio venerabile, che atterrisce coi sinistri
+pronostici; un Collantes, parlatore infaticabile, che
+schiaccia la Camera sotto una valanga di parole;
+un Rodriguez, che con meravigliosa flessuosità di
+ragionamenti e di giri, incalza, avviluppa e soffoca
+gli avversari; e in mezzo ad altri cento, un Castelar
+che vince e trascina amici e nemici con un torrente
+di poesia e di armonia. E questo Castelar, noto in
+tutta Europa, è veramente la più completa espressione
+dell'eloquenza spagnuola. Egli spinge il culto
+della forma fino all'idolatria; la sua eloquenza è
+musica; il suo ragionamento è schiavo del suo orecchio;<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span>
+ei dice o non dice una cosa, o la dice in un
+senso meglio che in un altro, secondo che torna o
+non torna al periodo; ha un'armonia nella mente,
+la segue, la obbedisce, le sacrifica tutto quello che
+la può offendere; il suo periodo è una strofa; bisogna
+sentirlo per credere che la parola umana, senza
+misura poetica e senza canto, si possa avvicinar così
+all'armonia del canto e della poesia. È più artista
+che uomo politico, ha d'artista, non solo l'ingegno,
+ma il cuore; un cuore di fanciullo, incapace
+di odio o d'inimicizia. In tutti i suoi discorsi non
+si trova un'ingiuria; nelle Cortes non ha mai provocato
+una seria quistione personale; non ricorre mai
+alla satira, non adopera mai l'ironia; nelle sue più
+violente filippiche non versa una dramma di fiele; e
+questa n'è una prova che, repubblicano, avversario
+di tutti i ministeri, giornalista battagliero, accusatore
+perpetuo di chi esercita un potere, e di chi non
+è fanatico per la libertà, non s'è fatto odiare da
+nessuno. E però i suoi discorsi si godono e non si
+temono; la sua parola è troppo bella per esser terribile;
+il suo carattere troppo ingenuo perchè egli
+possa esercitare una influenza politica; egli non sa
+armeggiare, tramare e barcamenarsi; egli non è buono
+che a piacere ed a splendere; la sua eloquenza,
+quando è più grande, è tenera; i suoi più bei discorsi
+fan piangere. Per lui la Camera è un teatro.
+Come i poeti improvvisatori, per aver l'ispirazione
+piena e serena, egli ha bisogno di parlare a quella
+data ora, in quel determinato punto e con quel certo<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[236]</a></span>
+tempo libero dinanzi a sè. Perciò, il giorno che deve
+parlare, prende le sue misure col Presidente della
+Camera; il Presidente dispone in modo che gli tocchi
+la parola quando le tribune sono affollate e tutti i
+deputati al loro posto; i suoi giornali annunziano la
+sera innanzi il suo discorso affinchè le signore possano
+procurarsi il biglietto; egli ha bisogno d'aspettazione.
+Prima di parlare è inquieto, non può posare
+un istante, entra nella Camera, esce, rientra, torna
+ad uscire, gira pei corridoi, va nella biblioteca a
+sfogliare un libro, scappa nel caffè a bere un bicchier
+d'acqua, par preso dalla febbre, gli sembra che
+non saprà accozzar due parole, che farà ridere, che
+si farà fischiare; del suo discorso non gli rimane
+una sola idea lucida nella mente, ha confuso tutto,
+ha dimenticato tutto.&mdash;Come va il polso?&mdash;gli domandano
+sorridendo gli amici. Giunto il momento
+solenne, sale al suo banco col capo basso, tremante,
+pallido, come un condannato che va a morire, rassegnato
+a perdere in un sol giorno la gloria conquistata
+in tanti anni e con tante fatiche. In quel momento
+i suoi stessi nemici senton pietà del suo stato.
+Egli si alza, volge uno sguardo intorno, e dice:&mdash;<i>Señores!</i>&mdash;È
+salvo; il suo coraggio si rinfranca, la
+sua mente si rischiara, il suo discorso gli si ricompone
+nella testa come un'arietta dimenticata; il
+Presidente, le Cortes, le tribune spariscono; egli non
+vede più che il suo gesto, non ode più che la sua
+voce, non sente più che la fiamma irresistibile che
+lo accende e la forza misteriosa che lo solleva. È<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span>
+bello sentir dire da lui queste cose: «Io non vedo
+più le pareti della sala,» dice, «vedo genti e paesi
+lontani che non ho mai visti.»&mdash;E parla per ore
+e per ore, e non un deputato esce dall'aula, non una
+persona si muove nelle tribune, non una voce lo interrompe,
+non un gesto lo distrae; neanche quando
+fa una scappatella in barba del Regolamento, il Presidente
+non ha il coraggio d'interromperlo; egli fa
+balenare a suo bell'agio l'immagine della sua repubblica
+vestita di bianco e coronata di rose, e i monarchici
+non s'arrischiano a protestare, perchè, così
+vestita, la trovan bella anch'essi; il Castelar è signore
+dell'Assemblea: tuona, sfolgora, canta, strepita
+e scintilla come un fuoco d'artifizio, fa sorridere,
+strappa grida di entusiasmo, finisce in mezzo a un
+immenso fragore d'applausi, e se ne va colla testa
+in visibilio. Tale è questo famoso Castelar, professore
+di storia all'Università, fecondissimo scrittore
+di politica, d'arte, di religione; pubblicista che razzola
+cinquantamila lire all'anno nei giornali d'America,
+accademico eletto ad unanimità dall'<i>Academia
+española</i>, segnato a dito per le vie, festeggiato dal
+popolo, amato dai nemici, giovane, gentile, vanerello,
+generoso, beato.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>E poichè siamo all'eloquenza politica diamo uno
+sguardo alla letteratura. Raffiguriamoci una sala di
+Accademia piena di confusione e di strepito. Una
+folla di poeti, di romanzieri e di scrittori d'ogni
+natura, aventi quasi tutti qualcosa di francese nel<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span>
+volto e nei modi, benchè studiosissimi tutti di non
+lasciarlo parere; leggono e declamano le opere loro,
+facendo gli uni a soverchiar la voce degli altri, a
+fine di farsi sentire dal popolo accalcato nelle tribune;
+il quale, dal canto suo, bada a legger le gazzette
+e a disputar di politica. A quando a quando
+una voce vibrata e armoniosa vince il tumulto; e
+allora cento voci, prorompono insieme in un canto
+della sala, gridando:&mdash;È un carlista!&mdash;e una salva
+di fischi tien dietro alle grida; oppure:&mdash;È un repubblicano!&mdash;e
+un'altra salva di fischi, da un'altra
+parte, soffoca la voce vibrata e armoniosa. Gli
+accademici si tirano dei giornali rappallottolati, si
+urlan l'un l'altro nell'orecchio:&mdash;Ateo!&mdash;Gesuita!&mdash;Demagogo!&mdash;Neo-cattolico!&mdash;Banderuola!&mdash;Traditore!&mdash;A
+tender ben l'orecchio verso quei
+che leggono, si colgono strofe armoniose, periodi ben
+torniti, frasi potenti; il primo effetto è gradevole;
+son davvero poesie e prose piene di calore, di vita,
+di sprazzi di luce, di felici comparazioni tolte da
+tutto quello che splende e che suona nel cielo e sul
+mare e sulla terra; e ogni cosa vagamente lumeggiato
+di colori orientali e riccamente vestito di armonie
+italiane. Ma ahimè! non è che letteratura per
+gli occhi e per gli orecchi; non è che musica e pittura;
+raramente la musa, in mezzo a un nembo di
+fiori, lascia cadere la gemma d'un pensiero; e di
+codesta pioggia luminosa non rimane che un leggiero
+profumo nell'aria, e l'eco d'un lieve mormorio
+nell'orecchio. Intanto, s'odon nella strada grida<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span>
+di popolo, colpi di fucili e suon di tamburi; a ogni
+tratto, qualche artista diserta l'arringo, e va a sventolare
+una bandiera tra la folla; spariscono a due,
+a tre, a frotte, e vanno a ingrossare il drappello dei
+gazzettieri; lo strepito e la vicenda continua degli
+avvenimenti, distolgono i più tenaci dalle opere di
+lunga lena; invano qualche solitario nella folla grida:&mdash;In
+nome del Cervantes, fermate!&mdash;Alcune voci
+potenti si sollevano al di sopra di quel gridìo; ma
+son voci d'uomini raggruppati in disparte, molti
+dei quali in procinto di partire per un viaggio
+senza ritorno. È la voce dell'Hatzembuch, il principe
+del dramma; è la voce del Breton de los Herreros,
+il principe della commedia; è la voce dello
+Zorrilla, il principe della poesia; è un orientalista
+che si chiama Gayango, un archeologo che si chiama
+Guerra, un commediografo che si chiama Tamayo,
+un novelliere che si chiama Fernand Caballero,
+un critico che si chiama Amador de Los Rios,
+un romanziere che si chiama Fernandez y Gonzalez,
+e una schiera d'altri ingegni arditi e fecondi; in
+mezzo ai quali è ancora viva la memoria del gran
+poeta della rivoluzione, Quintana; del Byron della
+Spagna, Espronceda; d'un Nicasio Gallego, d'un
+Martinez della Rosa, d'un duca di Rivas. Ma il tumulto,
+il disordine e la discordia invadono ed avvolgono,
+come un torrente, ogni cosa. E per uscir di
+allegoria, la letteratura spagnuola si trova in quasi
+eguali condizioni della nostra: una schiera di illustri
+che declinano; ma che ebbero due grandi ispirazioni:<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span>
+o la religione o la patria, o entrambe; e
+che però lasciarono un'orma propria e durevole nel
+campo dell'arte; e una schiera di giovani che vengono
+innanzi a tentoni, domandando che cosa hanno
+da fare, piuttosto che facendo davvero; ondeggianti
+tra la fede e il dubbio, o aventi la fede senza il coraggio,
+o non avendola, indotti dall'uso a simularla;
+malsicuri anch' essi della propria lingua, e titubanti
+fra le Accademie che gridano:&mdash;Purezza!&mdash;e il
+popolo che grida:&mdash;Verità!; incerti tra la legge
+della tradizione e il bisogno del momento; lasciáti,
+in un canto dai mille che danno la fama o vituperati
+dai pochi che la suggellano; costretti a pensare
+in un modo e a scrivere in un altro, a non esprimersi
+interi, a lasciarsi sfuggire il presente per non
+si staccare dal passato, a barcamenarsi alla meglio
+fra opposte difficoltà. Gran ventura poter far surnuotare,
+per qualche anno, il proprio nome al torrente
+di libri francesi onde il paese è allagato! Dal
+che nasce lo sconforto prima nelle proprie forze e
+poi nel genio nazionale; e di qui o l'imitazione che
+mantiene nella mediocrità, o l'abbandono della letteratura
+dai larghi studi e dalle larghe speranze,
+per il facile e proficuo scribacchiar nei giornali.
+Unico, fra le tante rovine, riman ritto il teatro. La
+nuova letteratura drammatica non ha più dell'antica
+nè l'invenzione meravigliosa, nè la forma splendida,
+nè quell'impronta originale di nobiltà e di
+grandezza, che era propria d'un popolo dominatore
+dell'Europa e del Nuovo Mondo; e meno ancora la<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span>
+fecondità incredibile e la varietà senza fine; ma per
+compenso una più sana dottrina, un'osservazione più
+profonda, una delicatezza più squisita, e una maggiore
+conformità allo scopo vero del teatro, che è
+di correggere i costumi e di nobilitare i cuori e
+le menti. In tutte le opere letterarie poi, come nel
+teatro, nei romanzi, nei canti popolari, nei poemi,
+nelle storie, sempre vivo e dominante il sentimento
+che informa più profondamente, forse, che
+ogni altra letteratura europea, la letteratura spagnuola,
+dai primi tentativi lirici del Berceo ai vigorosi
+inni guerrieri del Quintana:&mdash;l'orgoglio nazionale.</p>
+
+<p>E qui accade di parlare del carattere degli Spagnuoli.
+Il loro orgoglio nazionale è tale oggi ancora,
+dopo tante e sventure e una sì bassa caduta, da
+far dubitare allo straniero che vive in mezzo a loro,
+s'essi sian spagnuoli di tre secoli fa, o spagnuoli
+del secolo decimonono. Ma è un orgoglio che non offende,
+un orgoglio innocentemente rettorico. Non
+deprimon già le altre nazioni per parer alla volta
+loro più alti; no; le rispettano, le lodano, le ammirano,
+ma lasciando però trasparire il sentimento
+di una superiorità che, nel concetto loro, ritrae appunto
+da quell'ammirazione, una luminosa evidenza.
+Sono, per le altre nazioni, benevoli di quella benevolenza
+che il Leopardi dice giustamente essere propria
+degli uomini pieni del concetto di se medesimi; i quali,
+credendosi ammirati da tutti, amano i loro creduti
+ammiratori, anche perchè giudicano ciò conveniente<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span>
+a quella <i>maggioranza</i> onde stimano che la sorte
+gli abbia favoriti. Non può esservi stato al mondo
+un popolo più fiero della sua storia che il popolo
+spagnuolo. È una cosa incredibile. Il ragazzo che
+vi lustra gli stivali, il facchino che vi porta la
+valigia, il mendicante che vi chiede l'elemosina, alzan
+la testa e mandan lampi dagli occhi al nome
+di Carlo V, di Filippo II, di Ferdinando Cortes, di
+Don Giovanni d'Austria, come se fossero eroi del loro
+tempo, e li avesser veduti il giorno prima entrare
+trionfalmente nella città. Si pronuncia il nome di
+<i>España</i> coll'accento col quale dovevan pronunciar
+<i>Roma</i> i Romani a' tempi più gloriosi della repubblica.
+Quando si parla della Spagna, è bandita anche
+la modestia, dagli uomini naturalmente più modesti,
+senza che sul loro viso appaia il menomo indizio
+di quell'esaltamento a cui si condona l'intemperanza
+del linguaggio. Si inneggia a freddo, per uso,
+senza accorgersene. Nei discorsi al Parlamento,
+negli articoli delle gazzette, nelle scritture delle
+accademie, si chiama il popolo spagnuolo, senza
+perifrasi, <i>un pueblo de héroes</i>, la grande nazione, la
+meraviglia del mondo, la gloria dei secoli. È raro
+il sentir dire o leggere cento parole da chi si sia
+e a qual si voglia uditorio, senza che o prima o poi
+non suoni il ritornello obbligato di Lepanto, di scoperta
+d'America, di guerra d'indipendenza, a cui
+tien dietro sempre uno scoppio d'applausi.</p>
+
+<p>E appunto la tradizione della guerra d'indipendenza
+costituisce nel popolo spagnuolo una forza intima<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span>
+immensa. Chi non sia vissuto o poco o molto in
+Spagna non può credere che una guerra, per quanto
+fortunata e gloriosa, possa lasciare in un popolo una
+così profonda fede nel valor nazionale. Baylen, Victoria,
+San Marcial sono tradizioni per la Spagna
+assai più efficaci che non siano per la Francia Marengo,
+Jena, Austerlitz. La stessa gloria guerriera
+degli eserciti di Napoleone, veduta a traverso la
+guerra d'indipendenza che vi stese su il primo velo,
+appare agli occhi della Spagna assai meno splendida
+che a ogni altro popolo d'Europa. L'idea di
+una invasione straniera desta negli Spagnuoli un
+sorriso di sdegnoso disprezzo; non credono alla possibilità
+d'esser vinti nel loro paese; bisognava sentire
+con che tòno parlavan della Germania quando
+correva voce che l'imperatore Guglielmo fosse risoluto
+a sostenere colle armi il trono del duca d'Aosta.
+E non c'è dubbio che, se avessero a combattere
+una nuova guerra d'indipendenza, forse combatterebbero,
+con meno fortunato successo, ma con prodezza
+e costanza pari a quella maravigliosa che
+spiegarono allora. Il 1808 è il 93 della Spagna; è
+una data che ogni spagnuolo ha dinanzi agli occhi
+scritta in carattere di fuoco; se ne gloriano le donne,
+i ragazzi, i bambini che cominciano a scioglier la
+lingua; è il grido di guerra della nazione.</p>
+
+<p>E quella stessa alterezza l'hanno dei loro scrittori
+e dei loro artisti. L'accattone invece di dir
+<i>España</i>, vi dice qualche volta <i>la patria de Cervantes</i>.
+Nessun scrittore al mondo ebbe mai nel suo popolo<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span>
+la popolarità che ha in Spagna l'autore del <i>Don Chisciotte</i>.
+Io credo che non vi sia un contadino, un pastore,
+dai Pirenei alla Sierra Nevada, dalla costa di
+Valenza ai colli d'Estremadura, che interrogato di
+chi sia il Cervantes, non risponda con un sorriso di
+compiacenza:&mdash;<i>El imortal autor del Quijote.</i>&mdash;La
+Spagna è forse il paese dove si celebrano più anniversarii
+di grandi scrittori: da Juan de Mena all'Espronceda,
+ognuno ha il suo giorno solenne, nel
+quale si offre alla sua tomba un tributo di canti e
+di fiori. Nelle piazze, nei caffè, nei carrozzoni della
+strada ferrata, per tutto occorre di sentir citar
+versi di poeti illustri, da ogni sorta di gente; chi
+non ha letto, ha sentito leggere; chi non ha sentito
+leggere, ripete la citazione come un proverbio, per
+averla udita da un altro; e quando uno dice un
+verso, tutti drizzan gli orecchi. Chi conosca per poco
+la letteratura spagnuola, può fare un viaggio in
+quel paese colla sicurezza di aver sempre di che
+discorrere e di come ispirar simpatia, dovunque capiti,
+in chiunque s'abbatta. La letteratura nazionale
+è là veramente nazionale.</p>
+
+<p>Il difetto degli Spagnuoli che colpisce fin dalle
+prime lo straniero, è questo: che nell'estimare le
+cose, gli uomini e gli avvenimenti del loro tempo e
+del loro paese, sbagliano, se così può dirsi, la misura;
+ingigantiscon tutto; vedono ogni cosa come a
+traverso una lente che ne dilata spropositatamente
+i contorni. Non avendo avuto da lungo tempo una
+partecipazione immediata nella vita comune d'Europa,<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span>
+mancò loro l'occasione di paragonarsi cogli
+altri Stati, e di giudicar sè stessi dal paragone. Perciò
+le loro guerre civili, le guerre d'America, d'Affrica,
+di Cuba, sono per loro quello che son per noi,
+non la piccola guerra del 1860 e 61 contro l'esercito
+papale od anche la rivoluzione del 1860; ma la
+gran guerra di Crimea, quella del 1859, quella
+del 1866. Dei combattimenti, sanguinosi senza dubbio,
+ma non grandi, che illustrarono le armi spagnuole
+in quelle guerre, parlano come i Francesi di
+Solferino, i Prussiani di Sadowa, gli Austriaci di Custoza.
+I Prim, i Serrano, gli O'Donnell, sono generali
+che mettono al lato dei più insigni degli altri
+paesi. Mi ricordo del chiasso fatto a Madrid per la
+vittoria riportata dal general Morriones su quattro
+o cinque mila Carlisti. I deputati, nella sala di conversazione
+delle Cortes, esclamavano enfaticamente:&mdash;<i>Eh!
+La sangre española!</i>&mdash;; alcuni dicevan persino
+che se un esercito di trecentomila Spagnuoli, si fosse
+trovato in luogo dei Francesi nel 1870, sarebbe corso
+difilato a Berlino. E certo non si può dubitar del
+valore spagnuolo, che diede di sè tante prove; ma è
+lecito il supporre che fra Carlisti disordinati e Prussiani
+stretti in corpi d'esercito, fra soldati d'Europa,
+per farla più larga, e soldati d'Affrica, fra grandi
+battaglie campali, dove la mitraglia miete le vite a
+migliaia, e combattimenti di diecimila soldati per
+parte, con disparità grande di armamento e di disciplina,
+ci corra. E come parlan di guerra, parlan
+d'ogni altra cosa; non già il popolo solo, ma la gente<span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246">[246]</a></span>
+colta. Agli scrittori si prodigano lodi sperticate; si dà
+di <i>grande poeta</i> a molti, il cui nome non è mai
+uscito di Spagna; gli epiteti di inarrivabile, di sublime,
+di meraviglioso, sono moneta corrente che si
+spende e si riceve senza il menomo dubbio sulla
+bontà della lega. Si direbbe che la Spagna guarda
+e giudica ogni sua cosa, piuttosto come un popolo
+americano, che come un popolo europeo; e che invece
+dei Pirenei, la separi dall'Europa un oceano,
+e la congiunga all'America un istmo.</p>
+
+<p>Del resto, quanto son simili a noi! A sentir parlare
+il popolo di politica, par d'essere in Italia; non
+si discute, si sentenzia; non si censura, si condanna;
+ad ogni giudizio basta un argomento, e per foggiare
+un argomento basta un indizio. Il tal ministro? Un
+furfante. Il tal altro? Un traditore. Quell'altro tale?
+un ipocrita; una fitta di ladri tutti; uno ha fatto
+vendere gli alberi dei giardini d'Aranjuez, l'altro
+ha portato via dei tesori dall'Escuriale, un terzo ha
+vuotato le casse dello Stato, un quarto ha venduto
+l'anima per un sacchetto di dobloni. Negli uomini
+che hanno avuto mano in tutti i rivolgimenti politici
+da trent'anni in qua, non hanno più fede; anche
+nel popolo minuto serpeggia un sentimento di sconforto,
+del quale s'intende l'espressione ad ogni tratto
+e in ogni lato:&mdash;<i>Pobre España!</i>&mdash;<i>Desgraciado pais!</i>&mdash;<i>Desdichados
+españoles!</i></p>
+
+<p>Ma l'esacerbamento delle passioni politiche e il
+furore delle lotte intestine non ha mutato il fondo
+dell'antico carattere spagnuolo. Solamente quella<span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[247]</a></span>
+parte della società alla quale si dà il nome di mondo
+politico, questa solamente è corrotta; il popolo, benchè
+pur sempre inchinevole a quei ciechi e talora
+selvaggi impeti di passione che tradiscono la mescolanza
+del sangue arabo col sangue latino, è buono,
+leale, capace di sensi magnanimi e di sublimi slanci
+d'entusiasmo. La <i>honra de España</i> è ancora un
+motto che fa battere tutti i cuori. E poi hanno
+modi franchi e gentili; forse men fini, ma certo più
+amabilmente ingenui, di quelli onde van lodati i
+Francesi. Invece di farvi un sorriso vi porgono un
+sigaro, invece di dirvi una garbatezza vi stringon
+la mano, e sono più ospitali a fatti che a offerte.
+Nondimeno le formole di saluto serbano l'antica impronta
+cortigianesca; l'uomo dice alla donna:&mdash;Ai
+suoi piedi;&mdash;la donna dice all'uomo:&mdash;Le bacio
+la mano;&mdash;gli uomini, fra loro, sottoscrivon le
+lettere col Q. B. S. M.,&mdash;<i>que besa sus manos,</i>&mdash;come
+da servo a signore; gli amici soli si dicono addio
+e il popolo ha il suo saluto affettuoso di <i>Vaya Vsted
+con Dios</i> che val più di tutti i baci sulle mani.</p>
+
+<p>Con codesta natura calda e espansiva della gente,
+è impossibile stare un mese a Madrid senza farsi cento
+amici, anche senza cercarli. Figuratevi quanti se
+ne può far chi li cerca. Questo era il caso mio. E
+non posso dir proprio amici, ma conoscenti ne ebbi
+tanti che non mi pareva più di essere in una città
+straniera. Anche gli uomini illustri sono di facilissimo
+abbordo e però non c'è bisogno, come altrove,
+di un monte di lettere e d'imbasciate d'amici per<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span>
+arrivar fino a loro. Ebbi l'onore di conoscere il Tamayo,
+l'Hatzembuch, il Guerra, il Saavedra, il Valera,
+il Rodriguez, il Castelar, e molti altri chiarissimi
+quali nelle lettere e quali nelle scienze, e li trovai tutti
+a un modo: aperti, cordiali, focosi; uomini coi capelli
+bianchi, ma con occhi e voci di giovani ventenni;
+appassionati per la poesia, per la musica, per la
+pittura; allegri, gesticolanti, ridenti d'un riso fresco
+e sonoro. Quanti ne vidi leggendo dei versi del
+Quintana o dell'Espronceda, impallidire, piangere,
+balzare in piedi come scossi da una scintilla elettrica,
+e mostrar tutta l'anima negli sguardi raggianti!
+Che giovanili anime! Che ardenti cuori! Come
+mi compiacevo, vedendoli ed ascoltandoli, di appartenere
+a questa povera razza latina, di cui diciamo
+ora le sette pèste, e come mi rallegravo pensando
+che più o meno siamo tutti fatti su quello stampo,
+e che, perdio, potremo abituarci a poco a poco a invidiare
+lo stampo degli altri, ma non riusciremo a
+perdere il nostro mai!</p>
+
+<p>Dopo tre mesi e più di soggiorno a Madrid, dovetti
+partire per non lasciarmi poi cogliere dall'estate
+nel mezzogiorno della Spagna. Ricorderò
+sempre quella bella mattina di maggio, ch'io abbandonai,
+forse per sempre, la mia cara Madrid. Partivo
+per andar a vedere l'Andalusia, la terra promessa
+dei viaggiatori, la fantastica Andalusia della
+quale avevo tanto inteso decantare le meraviglie in
+Italia e in Spagna, dai romanzieri e dai poeti; quell'Andalusia
+per la quale posso dire che avevo impreso<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span>
+il viaggio; eppure ero tristo. Avevo passato
+tanti bei giorni a Madrid! Ci lasciavo tanti cari
+amici! Per andare alla stazione della strada ferrata
+del mezzogiorno, attraversai la strada d'Alcalà,
+salutai da lontano i giardini di Recoletos, passai davanti
+al palazzo del Museo di pittura, mi fermai a
+guardare ancora una volta la statua del Murillo, e
+arrivai alla stazione col cuore stretto.&mdash;Tre mesi?&mdash;domandavo
+a me stesso pochi momenti prima
+che il treno partisse;&mdash;son già passati tre mesi?
+Non è stato un sogno? Eppure sì, gli è come se
+avessi sognato! Non rivedrò forse mai più la mia
+buona padrona di casa, mai più la bambina del signor
+Saavedra, mai più il viso dolce e sereno del Guerra,
+mai più gli amici del caffè Fornos, mai più nessuno!
+Ma che! Non potrò tornare?... Tornare! Oh
+no! Lo so bene che non potrò tornare! E allora...
+addio, amici! Addio, Madrid! Addio, o mia piccola
+stanza di strada dell'Alduana!&mdash;Mi pare che in
+questo momento mi si strappi una fibra nel cuore,
+e sento il bisogno di nascondere il viso.<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="VI" id="VI"></a>VI.<br /><br />
+
+ARANJUEZ.</h2>
+
+
+<p>Come arrivando per la via del settentrione, così
+partendo da Madrid per la via del mezzogiorno, si
+percorre una campagna disabitata che rammenta le
+provincie più povere dell'Aragona e della Vecchia
+Castiglia. Son vaste pianure giallastre e secche, nelle
+quali par che il terreno, a picchiarci su, debba risuonare
+come un uscio, o screpolarsi come la crosta
+d'una torta abbrustolita; e pochi villaggi meschini,
+dello stesso colore del suolo, che pare dovrebbero
+accendersi come un mucchio di foglie inaridite, solo
+ad avvicinare un fiammifero allo spigolo d'una casa.
+Dopo un'ora di strada, la mia spalla cercò la parete
+del carrozzone, il mio gomito cercò un sostegno, la
+mia testa cercò la mano, e caddi in un profondo
+sopore, come un membro dell'<i>Ateneo d'ascoltazione</i>
+di Giacomo Leopardi. Pochi minuti dopo che avevo
+chiuso gli occhi, fui riscosso da un disperato gridío
+di donne e di ragazzi, e balzai in piedi chiedendo
+ai vicini che cosa fosse seguito. Ma prima che avessi<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span>
+finito la domanda, una risata generale mi rassicurò.
+Un drappello di cacciatori sparsi per la campagna,
+vedendo arrivare il treno, s'eran messi d'accordo
+per far un po' di paura ai viaggiatori. In quei giorni
+si parlava della comparsa d'una banda di Carlisti
+nelle vicinanze di Aranjuez: i cacciatori, fingendo
+d'essere l'avantiguardia della banda, mentre passava
+il treno, avevan gettato alte grida come per
+avvertire il grosso degli armati che accorressero, e
+gridando, avevan fatto l'atto di sparare contro i
+carrozzoni; onde lo spavento e le grida della gente;
+e poi avevan tutt'a un tratto voltato i fucili col
+calcio in aria, per far vedere che l'era stata una
+burla. Passata la tremerella, chè n'ebbi per un momento
+un pochino anch'io, ricaddi nel mio sopore
+accademico; ma ne fui scosso daccapo, di là a pochi
+minuti, in una maniera assai più gradevole che la
+prima volta.</p>
+
+<p>Guardai intorno: la vasta campagna deserta
+s'era trasformata come per incanto, in un immenso
+giardino pieno di boschetti leggiadrissimi,
+percorso in tutti i sensi da larghi viali, sparso di
+casine campestri e di capanni fasciati di verzura; e
+qua e là zampilli di fontane, e recessi ombrosi, e
+prati fioriti, e vigneti, e sentierini, e un verde, un
+fresco, un odor di primavera, un'aura di letizia e
+di piacere, da imparadisare l'anima. Eravamo arrivati
+a Aranjuez. Discesi dal treno, infilai un bel viale
+ombreggiato da due file di alberi giganteschi, e mi
+trovai dopo pochi passi in faccia al palazzo reale.<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span></p>
+
+<p>Il ministro Castelar scrisse pochi giorni sono nel
+suo <i>memorandum</i> che la caduta dell'antica monarchia
+spagnuola fu predestinata il giorno che una
+turba di popolo colle ingiurie sulle labbra e l'ira
+nel cuore invase il palazzo d'Aranjuez per turbare
+la tranquilla maestà dei suoi Sovrani. Io ero appunto
+su quella piazza dove il 17 marzo del 1808 seguirono
+gli avvenimenti che furono il prologo della guerra
+nazionale, e come la prima parola della sentenza che
+condannò a morte l'antica Monarchia. Cercai subito
+cogli occhi le finestre dell'appartamento del Principe
+della Pace; me lo raffigurai quando fuggiva di
+sala in sala, pallido e scapigliato, in cerca d'un
+nascondiglio, all'eco delle grida della moltitudine
+che saliva le scale; vidi il povero Carlo IV deporre
+colle mani tremanti la corona di Spagna sulla testa
+del Principe delle Asturie; tutte le scene di quel terribile
+dramma mi si presentarono dinanzi agli occhi; e
+il silenzio profondo del luogo, e la vista di quel palazzo
+chiuso e abbandonato, mi misero freddo al cuore.</p>
+
+<p>Il palazzo ha la forma d'un castello; è fabbricato
+di mattoni, con contorni di pietra bianca, e coperto
+di un tetto d'ardesia. Tutti sanno che lo fece
+costruire Filippo II dal celebre architetto Herrera,
+e che quasi tutti i re successivi lo abbellirono, e
+vi soggiornarono nella stagione estiva. V'entrai:
+l'interno è splendido: v'è una stupenda sala pel ricevimento
+degli ambasciatori, un bel gabinetto chinese
+di Carlo III, una mirabile sala di toeletta di
+Isabella II; e una profusione d'oggetti d'ornamento<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span>
+preziosissimi. Ma tutte le ricchezze del palazzo non
+valgono il colpo d'occhio dei giardini. L'aspettazione
+non è delusa. I giardini d'Aranjuez (Aranjuez
+è il nome della piccola città che giace a poca
+distanza dal palazzo) sembrano stati fatti per una
+famiglia di re titanici, ai quali i parchi e i giardini
+dei nostri re dovessero parer aiuole da terrazze o
+campicelli da presepio. Viali a perdita d'occhio fiancheggiati
+da alberi di smisurata altezza, che consertano
+i rami inclinandosi gli uni verso gli altri,
+come incurvati da due venti contrari, percorrono
+in tutti i sensi una foresta di cui non si vedono i
+confini; e a traverso questa foresta, il Tago largo e
+rapido descrive una maestosa curva formando qua
+e là cascatelle e bacini; e una vegetazione fitta e
+pomposa, lussureggia fra un laberinto di vialetti,
+di crocicchi e di sbocchi; e in ogni parte biancheggiano
+statue, vasche, colonne, schizzi d'acqua altissimi
+che ricascano a sprazzi, a fiocchi, a goccie, in
+mezzo a ogni maniera di fiori d'Europa e d'America;
+e al fragore maestoso della cascata del Tago,
+s'unisce il canto d'innumerevoli usignoli che vibrano
+le loro allegre note nell'ombra misteriosa dei
+sentieri solitarii. In fondo ai giardini sorge un piccolo
+palazzo di marmo, di modesta apparenza, che
+racchiude tutte le maraviglie della più magnifica
+reggia; e nel quale si respira ancora, per così
+dire, l'aura della vita intima dei Re di Spagna.
+Qui le stanzine segrete di cui si tocca il soffitto
+colla mano, la sala da biliardo di Carlo IV, la sua<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span>
+stecca, i cuscini ricamati dalla mano delle regine,
+gli orologi musicali che rallegravano gli ozii degli
+infanti, le scalette, le finestrine che serban cento piccole
+tradizioni dei capricci principeschi; e infine il
+più ricco luogo comodo d'Europa, dovuto a un ghiribizzo
+di Carlo IV, che racchiude in sè solo tante
+ricchezze da tirarne di che fare un palazzo, senza togliergli
+la nobile primazia di cui va altero fra tutti
+i gabinetti destinati allo stesso scopo. Di là da
+questo palazzo, e tutt'intorno ai boschi, si stendono
+vigneti e oliveti e piantagioni d'alberi fruttiferi
+e ridenti praterie. È una vera oasi circondata
+dal deserto, che Filippo II scelse in un giorno d'allegro
+umore quasi per temperare con una gaia immagine
+la cupa melanconia dell'Escurial. Tornando
+dal piccolo palazzo di marmo verso il grande palazzo
+reale, per quei lunghissimi viali, all'ombra di
+quegli alberi sterminati, in quella profonda quiete di
+foresta, pensavo agli splendidi cortei di dame e di
+cavalieri che un giorno vi si aggiravano dietro ai
+passi di giovani monarchi folleggianti o di regine
+capricciose e sfrenate, al suono di musiche amorose
+e di canti che narravan la grandezza e la gloria
+della invitta Spagna; e ripetevo malinconicamente
+col poeta di Recanati:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«.... Tutto è pace e silenzio<br /></span>
+<span class="i0">E più di lor non si ragiona....»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">Ma pur guardando certi sedili di marmo mezzo nascosti
+fra i cespugli, e figgendo lo sguardo nel buio<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span>
+di certi sentieri lontani, e pensando a quelle regine,
+a quegli amori, a quelle follie, non potevo trattenere
+un sospiro, che non era di pietà, e un segreto
+senso d'amarezza mi pungeva il cuore; e dicevo come
+il povero Adan nel poema il <i>Diablo mundo</i>:&mdash;Come
+son fatte codeste grandi dame? Come vivono? Che
+fanno? Parlano, amano, godono, come noi?&mdash;E partii
+per Toledo fantasticando l'amor d'una regina come
+un giovane avventuriere delle <i>Mille e una notte</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[256]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="VII" id="VII"></a>VII.<br /><br />
+
+TOLEDO.</h2>
+
+
+<p>Quando ci si avvicina a una città sconosciuta,
+bisognerebbe aver accanto qualcheduno che l'avesse
+già vista, e ci potesse avvertire del momento opportuno
+per metter la testa fuori e coglierne l'aspetto
+con un colpo d'occhio. Ebbi la fortuna di essere
+avvertito per tempo. Un tale mi disse:&mdash;Ecco Toledo!&mdash;ed
+io saltai al finestrino, e feci un'esclamazione
+di meraviglia.</p>
+
+<p>Toledo sorge sur un'altura rocciosa e dirupata, ai
+piedi della quale scorre il Tago descrivendo un'amplissima
+curva. Dal piano non si vedon che roccie
+e mura di fortezza, e di là dalle mura le cime dei
+campanili e delle torri. Le case son nascoste, la città
+vi par chiusa e inaccessibile, e meglio che d'una città
+vi presenta l'aspetto di una rôcca abbandonata. Dalle
+mura alla sponda del fiume non c'è una casa, nè
+un albero; tutto è nudo, secco, irto, ripido; non vi
+si vede anima viva; direste che per salire bisogna
+arrampicarsi, e vi sembra che al primo apparir d'un<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span>
+uomo su quei dirupi gli debba cadere addosso dall'alto
+delle mura una tempesta di freccie. Scendete
+dal treno, montate in una carrozza, arrivate all'imboccatura
+di un ponte. È il famoso ponte d'Alcantara,
+che accavalcia il Tago, sormontato da una
+bella porta araba in forma di torre, che gli dà un
+aspetto ardito e severo. Passato il ponte, vi trovate
+in un'ampia via che sale a larghi serpeggiamenti
+fino alla sommità della montagna. Qui vi
+par proprio di essere sotto una città forte del medio
+evo, e di trovarvi voi stesso nei panni d'un
+arabo o d'un goto o d'un soldato di Alfonso VI.
+Da tutte le parti vi pendon sul capo roccie scoscese,
+mura diroccate, torri, e rottami di antichi bastioni;
+e più su, l'ultimo muro di cinta della città, nero,
+coronato di merli enormi, aperto qua e là da grandi
+breccie, dietro le quali fan capolino le case prigioniere;
+e via via che salite, vi par che la città si
+ristringa e si nasconda. A mezzo la salita, incontrate
+la <i>Puerta del Sol</i>, un gioiello di architettura
+araba, composta di due torri merlate, che si congiungono
+sur una graziosissima porticina ad arco
+doppio, sotto la quale passa la strada antica; e di
+là, se vi voltate indietro, vedete giù il Tago, la pianura,
+i colli. Passate oltre, trovate altre mura e altre
+rovine; e finalmente le prime case della città.</p>
+
+<p>Quale città! Sul primo momento mi sentii mancare
+il respiro. La carrozza aveva infilato una stradina
+tanto stretta che i mòzzi delle ruote toccavan
+quasi i muri delle case.<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Ma perchè passate di qui?&#8221; domandai al vetturino.</p>
+
+<p>Il vetturino si mise a ridere, e rispose: &#8220;Perchè
+non c'è altra strada più larga.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;O che tutta Toledo è fatta così?&#8221; ridomandai.</p>
+
+<p>&#8220;Tutta fatta così!&#8221; rispose.</p>
+
+<p>&#8220;È impossibile!&#8221; esclamai.</p>
+
+<p>&#8220;Vedrà!&#8221; soggiunse.</p>
+
+<p>In verità non lo credevo. Scesi a un albergo,
+buttai in una stanza la mia valigia, e scesi le scale
+a precipizio per andar a vedere questa stranissima
+città. Un fattorino dell'albergo mi fermò sulla porta,
+e mi domandò sorridendo: &#8220;Dove va <i>caballero</i>?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;A veder Toledo&#8221; risposi.</p>
+
+<p>&#8220;Solo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Solo; perchè no?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma è già stato qui altre volte?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mai.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Allora non può andar solo.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E perchè?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Perchè si smarrirà.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Dove?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Appena uscito.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;O la ragione?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;La ragione è questa;&#8221; rispose, accennandomi
+un muro al quale era affissa una pianta di Toledo.
+M'avvicinai e vidi un garbuglio di linee bianche
+sur un fondo nero che pareva uno di quei ghirighori
+che fanno i ragazzi sulla lavagna per consumare
+il gesso a dispetto del maestro. &#8220;Non importa,&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span>
+dissi, &#8220;voglio andar solo; e se mi smarrirò,
+mi troveranno.&#8221;&mdash;&#8220;Non farà cento passi,&#8221; osservò
+il fattorino. Uscii e infilai la prima strada
+che vidi, tanto stretta che, allargando le braccia, toccavo
+tutti e due i muri. Fatti cinquanta passi, mi
+trovai in un'altra strada più stretta della prima,
+e da questa riuscii in una terza, e via così. Mi
+pareva di girare, non per le strade d'una città,
+ma per gli anditi d'un edifizio; e andavo oltre coll'idea
+di dover riuscire da un momento all'altro in
+un luogo aperto.&mdash;È impossibile,&mdash;pensavo,&mdash;che
+la città sia tutta costruita in questa maniera; non
+ci si potrebbe vivere.&mdash;Ma via via che procedevo, mi
+sembrava che le strade si facessero più strette e più
+corte; ogni momento dovevo svoltare; dopo una strada
+curva, veniva una strada a zig-zag, dopo questa un'altra
+fatta ad uncino, che mi riconduceva nella prima,
+e così giravo per un pezzo sempre in mezzo alle stesse
+case. Di tratto in tratto riuscivo in un crocicchio di
+parecchi vicoli che scappavano in direzioni opposte, e
+quale si perdeva nel buio d'un portico, quale urtava,
+dopo pochi passi, contro il muro d'una casa, quale
+scendeva giù come per sprofondarsi nelle viscere della
+terra, quale s'arrampicava per un'erta salita; alcuni,
+larghi appena tanto da dar passo ad un uomo; altri
+stretti in mezzo a due muri senza porte e senza finestre;
+tutti fiancheggiati da edifizii di grande altezza,
+che lasciavano apparire appena una sottile striscia di
+cielo fra tetto e tetto; con poche finestre munite di
+grosse inferriate, con grandi porte tempestate di chiodi<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span>
+enormi, con cortili angusti ed oscuri. Camminai un
+pezzo senza incontrar nessuno, fin che riuscii in una
+delle strade principali, tutta fiancheggiata da botteghe
+e piena di contadini, di donne, di ragazzi; ma
+poco più larga d'un corridoio ordinario. Ogni cosa
+è proporzionato alla strada: le porte paion finestre,
+le botteghe paion nicchie, e vi si vedon dentro tutti
+i segreti della casa: la tavola apparecchiata, i bambini
+in culla, la madre che si pettina, il padre che
+si cambia la camicia; tutto è lì sulla strada; non
+par di essere in una città, ma in una casa abitata
+da una sola grande famiglia. Svolto in una strada
+meno frequentata, non vi si sente il ronzìo d'una
+mosca, il mio passo risuona fino al quarto piano
+degli edifizii, qualche vecchierella fa capolino alla
+finestra. Passa un cavallo, par che passi uno squadrone:
+tutti s'affacciano a guardar che cosa segue. Il
+più leggero rumore echeggia in ogni parte; un libro
+che cade in una stanza al secondo piano, un vecchio
+che tosse in un cortile, una donna che si soffia il naso
+non so dove; si sente tutto. In qualche punto cessa
+ad un tratto ogni rumore, siete soli, non vedete più
+segno di vita: son case da streghe, crocicchi da congiure,
+chiassuoli da tradimenti, angiporti da delitti,
+finestrine da colloquii d'amanti infami, porte sinistre
+che fanno sospettare scale macchiate di sangue. Ma
+pure in tutto questo laberinto di strade non ce n'è
+due che si somigliano; ognuna ha qualcosa di proprio;
+qui un arco, là una colonnetta, più oltre una scultura;
+Toledo è un emporio di tesori d'arte; per poco<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span>
+che si scrostino i muri, si scoprono in ogni parte dei
+ricordi di tutti i secoli: bassorilievi, arabeschi, finestrine
+moresche, statuette. I palazzi hanno porte munite
+di lastre di metallo incise, di martelli istoriati,
+di chiodi colle teste cesellate, di scudi, di emblemi;
+e formano un bel contrasto colle case moderne dipinte
+a ghirlande, medaglioni, amori, urne, animali
+fantastici. Ma questi abbellimenti non tolgono
+nulla all'aspetto severo e tristo di Toledo.
+Dovunque volgiate lo sguardo, v'è qualche cosa che
+vi rammenta la città forte degli Arabi; per poco che
+la vostra immaginazione lavori, riesce a ricomporre,
+coi tratti rimasti qua e là, tutto il disegno del quadro
+cancellato, e allora l'illusione è completa; rivedete
+la gran Toledo del medio evo; e dimenticate
+la solitudine e il silenzio delle sue strade. Ma è
+un'illusione di pochi istanti, dopo la quale ricadete
+in una trista meditazione, e non vedete più che lo
+scheletro della città antica, la necropoli di tre imperi,
+il grande sepolcro della gloria di tre popoli. Toledo
+vi rammenta i sogni fatti da giovanetti dopo la
+lettura di leggende romanzesche del medio evo. Voi
+avrete visto molte volte, nei sogni, delle città oscure,
+cinte di fossi profondi, di mura altissime, di roccie
+inaccessibili; e sarete passati su quei ponti levatoi,
+e sarete entrati in quelle strade torte ed erbose, ed
+avrete respirato quell'aria umida di prigione e di
+tomba. Ebbene, avete sognato Toledo.</p>
+
+<p>La prima cosa a vedersi, dopo l'aspetto generale
+della città, è la Cattedrale, che vien considerata a<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span>
+giusto titolo come una delle più belle del mondo.
+La storia di questa Cattedrale, stando alla tradizione
+popolare, rimonta sino ai tempi dell'Apostolo
+Santiago, primo vescovo di Toledo, che avrebbe designato
+il luogo dove venne innalzata; ma la costruzione
+dell'edifizio tal quale oggi si ammira, fu cominciata
+nel 1227, sotto il regno di San Ferdinando,
+e terminata dopo duecento e cinquant'anni di lavoro
+quasi continuo. L'aspetto esterno di questa immensa
+chiesa non è nè ricco nè bello come quello della
+cattedrale di Burgos. Davanti alla facciata si stende
+una piccola piazza, ed è il solo punto d'onde si possa
+abbracciare collo sguardo una vasta parte dell'edifizio;
+tutt'intorno corre una stradicciuola, dalla quale,
+per quanto si torca il collo, non si vede che l'alto
+muro di cinta che chiude la chiesa come una fortezza.
+La facciata ha tre grandi porte, chiamate
+l'una del <i>Perdono</i>, l'altra dell'<i>Inferno</i>, la terza del
+<i>Giudizio</i>; ed è fiancheggiata da una robusta torre,
+che termina in una bella cupola ottagona. Per quanto,
+girando intorno all'edifizio, si sia visto che è immenso,
+al primo entrare si è colpiti da un senso
+profondo di meraviglia; e subito dopo da un altro
+vivissimo piacere, che vien da quella freschezza, da
+quella quiete, da quell'ombra soave, e da una misteriosa
+luce, la quale penetrando per le vetrate a
+colori di innumerevoli finestre, si frange in mille
+raggi azzurri, gialli, rosei, che guizzano qua e là
+lungo gli archi e le colonne come striscie d'arcobaleno.
+La chiesa è formata da cinque grandi navate<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span>
+divise da ottantotto pilastri enormi, composti ciascuno
+di sedici colonne fusate, e strette come un fascio
+di lancie; una sesta navata taglia ad angolo
+retto queste cinque, passando fra l'altar maggiore
+ed il coro; e la volta della navata principale si alza
+maestosamente sull'altre, che sembrano curvarsi come
+per renderle omaggio. La luce variopinta e il color
+chiaro della pietra danno alla chiesa come un'aria
+di raccolta letizia che tempera l'aspetto malinconico
+dell'architettura gotica, senza nulla togliere alla sua
+gravità austera e pensosa. Passar dalle strade di
+quella città fra le navate di quella Cattedrale, gli è
+come passar da una segreta a una piazza: si guarda
+intorno, si respira, si risente la vita.</p>
+
+<p>L'altar maggiore, a volerlo considerar per la minuta,
+richiederebbe altrettanto tempo che la chiesa
+intera; è una chiesa, è un visibilio di colonnine, di
+statuette, di fogliami, d'ornamenti svariatissimi, che
+sporgon lungo gli spigoli, s'alzano sopra gli architravi,
+serpeggiano intorno alle nicchie, si sostengono
+l'un l'altro, si ammontano, si nascondono, presentando
+in ogni parte mille profili, e gruppi, e scorti, e
+dorature, e colori, e ogni maniera di artifiziose leggiadrie,
+che porgon tutte insieme l'aspetto di una
+magnificenza piena di decoro e di grazia. Di fronte
+all'altar maggiore è il coro, diviso in tre ordini di seggiole
+meravigliosamente scolpite da Filippo di Borgogna
+e dal Berruguete, con bassorilievi rappresentanti
+fatti storici, allegorici, sacri, che si considerano
+come uno dei più insigni monumenti dell'arte. In<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span>
+mezzo, in forma di trono, è il seggio dell'arcivescovo;
+intorno, un giro di enormi colonne di diaspro; sugli architravi,
+delle statue colossali d'alabastro; ai due lati,
+degli enormi pulpiti di bronzo con suvvi dei messali giganteschi,
+e due smisurati organi, l'uno di fronte all'altro,
+dai quali par debba prorompere da un istante
+all'altro un torrente di note da far tremare le volte.</p>
+
+<p>Il piacere dell'ammirazione, in queste grandi cattedrali,
+è quasi sempre turbato dai ciceroni importuni
+che vogliono ad ogni costo che vi divertiate a
+modo loro. E per mia disgrazia mi ebbi a persuadere
+che i ciceroni spagnuoli sono i più ostinati della
+razza. Quand'uno di costoro s'è fitto in capo che
+voi avete da passar la giornata con lui, è finita. Potete
+scrollar le spalle, non rispondere, lasciar che si
+sfiati senza neanco voltare il viso, girare per conto
+vostro come se non l'aveste veduto: è tutt'uno. In
+un momento d'entusiasmo, dinanzi a un quadro o
+a una statua, vi sfugge una parola, un gesto, un sorriso:
+basta, siete legato, siete suo, siete preda di
+questa implacabile <i>pieuvre</i> umana, che come quella
+di Victor Hugo, non lascia la vittima che a tagliarle
+la testa. Mentre stavo contemplando le statue
+del Coro, vidi colla coda dell'occhio uno di codeste
+<i>pieuvres</i>, un vecchietto mezzo sfatto, che mi si avvicinava
+a lenti passi, di sbieco, come un sicario,
+guardandomi coll'aria di dire:&mdash;Ci sei.&mdash;Io continuai
+a guardar le statue; il vecchio mi venne accanto,
+e si mise anch'egli a guardare; poi ad un
+tratto mi domandò: &#8220;Vuol che l'accompagni?&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;No,&#8221; risposi, &#8220;non m'occorre.&#8221;</p>
+
+<p>Ed egli senza scomporsi: &#8220;Sa chi era Elpidio?&#8221;</p>
+
+<p>La domanda era così strana, che non potei trattenermi
+dal domandare alla mia volta: &#8220;Chi era?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Elpidio,&#8221; rispose, &#8220;fu il secondo vescovo di
+Toledo.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E con questo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E con questo.... fu il vescovo Elpidio che ebbe
+l'idea di consacrare la chiesa alla Vergine, che è
+la ragione per la quale la Vergine venne a visitare
+la chiesa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;O come si sa?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Come si sa? si vede.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Volete dire che s'è visto.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Voglio dire che si vede ancora: abbia la bontà
+di venir con me.&#8221;</p>
+
+<p>Ciò dicendo si mosse, ed io, curiosissimo di sapere
+qual fosse questa prova visibile della discesa
+della Vergine, lo seguii. Ci fermammo davanti a una
+specie di tabernacolo, vicino a uno dei gran pilastri
+della navata del mezzo. Il cicerone mi mostrò
+una pietra bianca incastrata nel muro, coperta da
+una rete di ferro, e con intorno questa iscrizione:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Quando la reina del cielo<br /></span>
+<span class="i0">Puso los pies en el suelo<br /></span>
+<span class="i0">En esta piedra los puso.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>&#8220;Dunque,&#8221; domandai &#8220;la Santa Vergine ha messo
+proprio il piede su questa pietra?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Proprio su questa pietra,&#8221; mi rispose, e fatto<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span>
+passare un dito tra i fili di ferro della rete, e toccata
+la pietra, si baciò il dito, si fece il segno della
+croce e mi accennò come per dirmi: &#8220;A lei.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;A me?...&#8221; risposi; &#8220;oh in verità, <i>amigo</i>, non
+posso.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porqué?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porque no me siento digno de tocar aquella piedra
+divina.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Il cicerone capì, e guardandomi fisso con uno
+sguardo serio, mi domandò: &#8220;<i>Usted no cree?</i>&#8221;</p>
+
+<p>Io guardai un pilastro. Allora il vecchio mi fece
+cenno che lo seguissi, e si mosse verso un angolo
+della chiesa, mormorando con aria di tristezza: &#8220;<i>Cadauno
+es dueño de su alma.</i>&#8221; Ciascuno è padrone
+dell'anima sua. Un chiericotto ch'era là vicino, e
+che aveva indovinato la cosa, mi lanciò uno sguardo
+che pareva una frecciata, e brontolando non so che,
+s'allontanò dalla parte opposta.</p>
+
+<p>Le cappelle sono quali convengono a una tal
+chiesa; quasi tutte racchiudono qualche bel monumento;
+nella cappella di sant'Jago, dietro l'altar
+maggiore, sono due magnifiche tombe d'alabastro,
+che contengono i resti del connestabile Alvaro di
+Luna e di sua moglie; nella cappella di sant'Idelfonso,
+la tomba del cardinale Gil Carillo di Albornoz;
+nella cappella <i>de los Reyes nuevos</i>, le tombe
+di Enrico II, di Giovanni II, di Enrico III; nella
+cappella del Sacrario, una stupenda corona di
+statue e di busti di marmo, d'argento, d'avorio,
+d'oro, una collezione di croci e di reliquie d'inestimabile<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span>
+valore, i resti di santa Leucadia e di
+santa Eugenia chiusi entro due casse d'argento
+cesellate con finissimo lavoro.</p>
+
+<p>La cappella <i>Mozarabe</i>, che corrisponde alla torre
+della chiesa, e fu costrutta per perpetuare la tradizione
+del primitivo rito cristiano, è forse la più meritevole
+d'attenzione. Una delle pareti è tutta coperta da
+un dipinto a fresco, gotico, rappresentante un combattimento
+fra i mori e i toledani, meravigliosamente
+conservato fin nelle più delicate sfumature. È un dipinto
+che vale un libro di storia. Vi si vede Toledo
+di quei tempi, con tutte le sue mura e le sue case;
+le assise dei due eserciti, le armi, i volti, ogni cosa
+eseguito con una finitezza ammirabile e non so quale
+speziosità, di colorito, che risponde perfettamente alla
+idea vaga e fantastica che ci formiamo di quei secoli
+e di quella gente. Altri due dipinti a fresco, laterali
+al primo, rappresentano i navigli che portan
+gli Arabi in Spagna, e anch'essi offrono mille minuti
+particolari della marina medioevale e quell'aria,
+se così posso dire, dei tempi, che fa pensare e veder
+mille cose non rappresentate nel quadro, come una
+musica lontana quando si guarda un paesaggio.</p>
+
+<p>Dopo le cappelle si va a veder la sacrestia, nella
+quale sono accumulate tante ricchezze che basterebbero
+a restaurar di punto in bianco le finanze della
+Spagna. V'è tra le altre una vastissima sala, nella
+cui vòlta si vede un dipinto a fresco di Luca Giordano,
+che rappresenta una visione di paradiso, con
+una miriade di angeli, di santi, di figure allegoriche<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span>
+che spaziano nell'aria o sporgono, che paion scolpite,
+fuor della cornice delle pareti, in mille atteggiamenti
+arditissimi, e mosse e scorci da far sbalordire.
+Il cicerone, accennandovi <i>aquel prodigio de
+imaginacion y de trabajo</i>, che a detta di tutti gli
+artisti, per servirmi d'una curiosissima espressione
+spagnuola, è di un <i>merito atroz</i>, (d'un merito atroce);
+vi suggerisce di guardare attentamente il raggio di
+luce che scende dal mezzo della volta fin contro la
+parete. Voi guardate, e fate, guardando, un giro per
+la sala, e dovunque vi troviate, vi pare che quel
+raggio vi cada a piombo sul capo. Da quella sala
+passate in una stanza pure mirabilmente dipinta a
+fresco dal nipote del Berruguete, e da questa in una
+terza dove un sacrestano vi spiega sotto gli occhi i
+tesori della Cattedrale: gli enormi candellieri d'argento,
+le pissidi scintillanti di rubini, gli ostensorii
+tempestati di diamanti, i paramenti di damasco ricamati
+in oro, le vesti della Vergine coperte di rabeschi,
+di fiorami e di stelle di perle, che ad ogni
+ondeggiamento del tessuto mandan bagliori e lampi
+di mille colori, a cui regge lo sguardo a fatica.
+Un'ora vi riesce scarsa per veder di sfuggita tutta
+quella mostra di tesori, che basterebbero a saziar
+l'ambizione di dieci Regine e ad arricchir gli altari
+di dieci basiliche; e quando il sacrestano, dopo avervi
+fatto vedere ogni cosa, cerca negli occhi vostri l'espressione
+della meraviglia, non vi trova che quella d'uno
+stupore attonito, che accusa l'immaginazione vagante
+altrove, lontano, nelle reggie favolose delle leggende<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span>
+arabe, dove i genii benefici accumulano tutte le
+ricchezze sognate dall'ardente fantasia dei Sultani
+innamorati.</p>
+
+<p>Era la vigilia del <i>Corpus Domini</i>, e nella sacrestia
+si preparavano le robe per la processione. Nulla di
+più sgradevole, e di più sconveniente alla queta
+e nobile maestà della chiesa, che quell'affaccendamento
+da teatro che vi si vede in quelle occasioni.
+Par proprio di essere dietro le quinte d'un palco
+scenico la sera d'una prova generale. Dall'una all'altra
+sala della sacrestia andavano e venivano con
+grande strepito monelli scamiciati, portando gran
+bracciate di camici, di stole e di piviali; qui un sacrestano
+di cattivo umore apriva e sbatteva imposte
+d'armadi; là un prete tutto rosso in viso chiamava
+con voce stizzosa un chierico che non sentiva; altri
+preti attraversavano la sala di corsa, coi paramenti
+metà indossati, metà strascicanti; chi rideva, chi
+strillava, chi parlava da una stanza all'altra ad alta
+voce; per tutto si sentiva un fruscìo di sottane,
+un respirare affannoso, un pestìo, un tramenìo da
+non dirsi.</p>
+
+<p>Andai a vedere il claustro; ma poichè era aperta
+la porta della chiesa per la quale ci si va, lo vidi
+prima d'entrarvi. D'in mezzo alla chiesa si scorge
+una parte del giardino del claustro, un gruppo di
+grandi alberi frondosi, un boschetto, un mucchio di
+rigogliosa verzura che par che chiuda la porta, e si
+mostra come inquadrato sotto un arco elegante e in
+mezzo a due svelte colonne del portico che ricorre<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[270]</a></span>
+tutt'intorno. È una vista deliziosa che fa pensare
+ai giardini orientali, veduti tra mezzo alle colonne
+delle moschee. Il claustro è vasto, e circondato di
+un portico di forme leggiadre e severe; i muri sono
+coperti di grandi dipinti a fresco. Qui il cicerone mi
+consigliò di riposare un poco per prepararmi a salire
+sul campanile; m'appoggiai a un muricciuolo, all'ombra
+d'un albero, e stetti là fin che mi risentii
+in forze per fare, come si dice volgarmente, un'altra
+camiciata. Intanto il mio <i>duca</i> mi celebrava in
+un linguaggio ampolloso le glorie di Toledo, spingendo
+l'impudenza dell'amor di patria fino a chiamarla
+<i>una gran ciudad comercial</i> che poteva rivender
+Barcellona e Valenza, e una città forte da stancare,
+a un bisogno, dieci eserciti tedeschi, e millanta
+batterie di cannoni Krupp. Ad ogni sua spacconata,
+io rincaravo la dose, e il buon uomo ci si coccolava
+con un gusto infinito. Quanto c'è da divertirsi, a
+saperli far cantare! Finalmente, quando l'altero Toledano
+si sentì gonfio di gloria da non capir più
+dentro al claustro, mi disse:&mdash;<i>Podemos ir,</i>&mdash;e s'avviò
+verso la porta del campanile.</p>
+
+<p>Arrivati a metà altezza, ci fermammo per pigliar
+fiato. Il cicerone bussò a una porticina, e uscì un
+cazzabubbolo di sacrestano che aperse un'altra porta
+e mi fece entrare in un corridoio, nel quale vidi
+una schiera di giganteschi fantocci bizzarramente
+vestiti; quattro dei quali (mi disse il cicerone) rappresentavano
+l'Europa, l'Asia, l'America, l'Affrica,
+e due altri la Fede e la Religione; ed eran fatte in<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span>
+modo che un uomo potesse nascondervisi dentro e
+sollevarli da terra. &#8220;<i>Se sacan</i>&#8221; (si tiran fuori), soggiunse
+il sacrestano, &#8220;<i>en ocasion de las fiestas reales</i>,
+e si portano in giro per la città;&#8221; e per farmi
+veder in che modo, s'infilò sotto le gonnelle dell'Asia.
+Poi mi condusse in un angolo dove era un
+mostro enorme che, toccato non so come, scoteva un
+lunghissimo collo, e una testaccia orribile, facendo
+un rumore assordante. Ma non mi seppe dire che
+cosa quel brutto arnese significasse, e m'invitò invece
+ad ammirare la meravigliosa immaginazione
+spagnuola che creò <i>tantas cosas nuevas</i> da venderne
+a tutti i mondi che nuotano nell'infinito. Ammirai,
+pagai, e ripresi la salita colla mia <i>pieuvre</i> toledana.
+Dall'alto del campanile si gode un colpo d'occhio
+stupendo: la città, i colli, il fiume, un vastissimo orizzonte,
+e sotto, la gran mole della Cattedrale che pare
+una montagna di granito. Ma v'è un'altra altezza,
+poco lontano di là, dalla quale si vede meglio ogni
+cosa; e però mi trattenni sul campanile pochi momenti,
+tanto più che in quell'ora splendeva un sole
+ardentissimo che confondeva tutti i colori della città
+e della campagna in un oceano di luce.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Dopo la Cattedrale, il mio cicerone mi condusse
+a vedere la famosa chiesa di <i>San Juan de los Reyes</i>,
+posta sulle rive del Tago. La mente mi si turba ancora
+a pensare ai giri e rigiri che dovemmo fare per
+andarvi. Era mezzogiorno, le strade deserte; via via
+che ci allontanavamo dal centro della città, la solitudine<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span>
+si faceva più trista; non si vedeva una porta
+nè una finestra aperta, non si sentiva il più leggero
+rumore. Un momento ebbi il sospetto che il <i>cicerone</i>
+fosse di balla con qualche assassino per tirarmi in
+un luogo appartato e farmi spogliare; una faccia
+sospetta l'aveva; e poi guardava qua e là coll'aria
+sospettosa, di chi medita un delitto. &#8220;C'è
+ancora molto?&#8221; domandavo io di tratto in tratto;
+ed egli rispondeva sempre: &#8220;<i>Aqui está</i>,&#8221; e non si
+arrivava mai. A un certo punto la mia inquietudine
+si cangiò in spavento: in una stradetta tortuosa si
+aperse una porta, usciron due uomini barbuti, salutarono
+con un cenno la <i>pieuvre</i>, e ci vennero dietro.
+Mi tenni per spacciato. Non c'era che un mezzo di
+salvamento: menare un pugno al cicerone, da sbatterlo
+in terra, passare sulla sua carcassa e pigliar
+la corsa. Ma per dove? E d'altra parte mi vennero
+in mente gli sperticati elogi che prodiga il Thiers
+alle <i>jambes espagnoles</i> nella sua <i>Storia della guerra
+d'Indipendenza</i>; e pensai che lo scappare non sarebbe
+stato che un espediente per farmi piantare il pugnale
+nella schiena invece che nello stomaco. Ohimè!
+morire senza veder l'Andalusia! Morire dopo aver
+preso tanti appunti, dopo aver dato tante mancie,
+morire colle tasche piene di lettere di raccomandazione,
+col portamonete gonfio di dobloni, col passaporto
+coperto di firme, morire tradito! Come Dio
+volle, alla prima svoltata, i due barbuti sparirono,
+e fui salvo. Allora, tocco dal pentimento d'aver sospettato
+che quel povero vecchio fosse capace d'un<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span>
+delitto, passai alla sua sinistra, gli offersi un sigaro, gli
+dissi che Toledo valeva due Rome, gli feci mille finezze.
+Finalmente arrivammo a <i>San Juan de los Reyes</i>.</p>
+
+<p>È una chiesa che pare un palazzo reale. La parte
+più alta è coperta da una terrazza circondata d'un
+parapetto traforato e scolpito, sul quale si innalza
+una corona di statue di re; e nel mezzo sorge una
+bella cupola esagonata che completa con bella armonia
+l'edifizio. Dai muri pendono lunghe catene di
+ferro che furon tolte ai prigionieri cristiani dopo la
+conquista di Granata, e che insieme al color fosco
+della pietra, danno alla chiesa un aspetto severo e
+pittoresco. Entrammo, attraversammo due o tre
+grandi stanze nude e senza pavimento, ingombre di
+mucchi di terra e di rottami, salimmo una scala, e
+riuscimmo sur un'alta tribuna dentro la chiesa, che
+è uno dei più belli e nobili monumenti dell'arte
+gotica. È una sola grande navata, divisa in quattro
+vòlte, i cui archi s'incrociano sotto ricchi rosoni.
+I pilastri sono coperti di ghirlande e di rabeschi; i
+muri, ornati d'una profusione di bassorilievi, con
+enormi scudi dalle armi di Castiglia e d'Aragona,
+aquile, chimere, animali araldici, fogliami, iscrizioni
+emblematiche; la tribuna, traforata e scolpita con
+ricca eleganza, gira tutto intorno; il coro è sostenuto
+da un arco arditissimo; il colore della pietra
+è grigio chiaro, e ogni cosa è ammirabilmente finito
+ed intatto, come se la chiesa fosse stata fabbricata
+pochi anni prima, invece che sul finire del secolo
+decimoquinto.<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span></p>
+
+<p>Dalla chiesa scendemmo nel claustro che è una
+vera meraviglia d'architettura e di scultura. Colonne
+svelte e gentili, che si potrebbero spezzare in due
+con un colpo di martello, somiglianti a fusti d'alberelli,
+sostengono i capitelli sopraccarichi di statuette
+e di ornamenti, dai quali si spiccano, come
+curvi rami, archi ornati di fiori, d'uccelli, d'animali
+grotteschi e d'ogni maniera di fregi. I muri
+sono coperti d'iscrizioni in carattere gotico, frammiste
+a fogliami e rabeschi delicatissimi. Dove sia
+che si guardi, si trovan congiunte la grazia e
+la ricchezza con un'armonia che innamora; in
+un eguale spazio, non si poteva accumulare, con
+arte più squisita, una maggior copia di cose più
+gentili e più belle; è un lussureggiante giardino di
+scultura, è una gran sala addobbata di ricami, di
+trapunti e di broccati di marmo, un gran monumento
+maestoso come un tempio, magnifico come
+una reggia, delicato come un giocattolo, grazioso
+come un mazzo di fiori.</p>
+
+<p>Dopo il claustro c'è da vedere un Museo di pittura,
+che non contiene se non quadri di poco pregio;
+e poi il Convento, coi suoi lunghi corridoi, colle
+sue scale anguste, colle sue celle vuote, già vicino
+in più punti a cadere in rovina, in altri già rovinato;
+per tutto nudo e squallido come un edifizio
+incendiato.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Poco lontano da <i>San Juan de los Reyes</i>, v'è un
+altro monumento degno d'esser veduto; un curioso<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span>
+ricordo dell'epoca giudaica; la sinagoga designata
+ora col nome di Santa Maria Blanca. Si entra in
+un giardino incolto, si picchia alla porta d'una casa
+d'aspetto meschino, la porta s'apre.... È un senso
+piacevolissimo di meraviglia, una visione d'Oriente,
+la rivelazione improvvisa d'un'altra religione e d'un
+altro mondo. Si vedono cinque strette navate, divise
+da quattro lunghe file di pilastrini ottagoni, che
+sostengono tanti archi turcheschi appoggiati su capitelli
+di stucco di forme diverse; il soffitto di legno
+di cedro, diviso in scompartimenti uguali; qua
+e là, sui muri, arabeschi e iscrizioni arabe; la luce che
+viene dall'alto; ogni cosa bianco. La sinagoga fu ridotta
+dagli Arabi a moschea; la moschea, ridotta
+a chiesa dai Cristiani; di modo che essa non è propriamente
+nessuna delle tre cose; ma serba però il
+carattere di moschea, e l'occhio vi spazia con diletto,
+e l'immaginazione insegue di arco in arco le
+fuggenti immagini di un paradiso voluttuoso.</p>
+
+<p>Visto Santa Maria la Blanca, non mi sentii più
+la forza di veder altro; e respingendo tutte le proposte
+tentatrici del cicerone, gli ordinai di ricondurmi
+all'albergo. Dopo un lungo andare per un labirinto
+di stradette solitarie, arrivammo; misi una
+<i>peceta y media</i> nella mano del mio innocente assassino,
+che trovò la mancia scarsa, e mi domandò
+ancora (quanto risi della parola!) una piccola <i>gratificacion</i>;
+ed entrai nella sala da pranzo a mangiare
+una costoletta, o <i>chuleta</i> (che si legge <i>ciuleta</i>),
+come la chiamano gli Spagnuoli con un nome<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[276]</a></span>
+che farebbe arricciar il naso in qualche provincia
+d'Italia.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Verso sera andai a vedere l'Alcazar. Il nome fa
+sperare un palazzo arabo; ma d'arabo non gli resta
+che il nome; l'edifizio che si ammira oggidì, fu costrutto
+sotto il regno di Carlo V, sulle rovine d'un
+castello, che esisteva già nel secolo ottavo benchè
+non se ne trovino che vaghe indicazioni nelle cronache
+del tempo. Questo edifizio sorge sur un'altura
+a cavaliere della città, di modo che si vedon le sue
+mura e le sue torri da tutti i punti un po' alti delle
+strade, e il forestiero se ne può servire di guida per
+non smarrirsi nel labirinto. Salii sull'altura per una
+larga strada serpeggiante come quella che conduce
+dal piano alla città, e mi trovai davanti alla porta
+dell'Alcazar. È un immenso palazzo quadrato, agli
+angoli del quale si innalzano quattro grosse torri,
+che gli danno un aspetto formidabile di fortezza.
+Davanti alla facciata si stende una vasta piazza, e
+tutt'intorno una cintura di baluardi merlati alla
+foggia orientale. Tutto l'edifizio è di un vigoroso
+color calcare, svariato di mille sfumature da quel
+potente pittore di monumenti che è il torrido sole
+del Mezzogiorno; e reso più vivo dal limpidissimo
+cielo, sul quale si disegnano i contorni maestosi delle
+mura. La facciata è scolpita a rabeschi con un gusto
+pieno di nobiltà e d'eleganza. L'interno del palazzo
+corrisponde al di fuori: è un vasto cortile cinto di
+due ordini sovrapposti di archi graziosi sostenuti da<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[277]</a></span>
+leggiere colonne; con una monumentale gradinata di
+marmo, che s'alza nel mezzo del lato opposto alla
+porta, e si divide, a poca altezza dal suolo, in due
+branche, che menano, l'una a destra e l'altra a sinistra,
+nell'interno del palazzo. Per godere la bellezza
+del cortile bisogna andarsi a porre dove la
+scala si biforca, là si abbraccia con uno sguardo tutta
+l'armonia dell'edifizio che produce un senso di allegrezza
+e di piacere come un gran concerto musicale
+di gente sparpagliata e nascosta.</p>
+
+<p>Fuor che il cortile, le altre parti dell'edifizio,
+le scale, le stanze, i corridoi, ogni cosa è rovinato
+o cade in rovina. Ora si sta lavorando per
+ridurre il palazzo ad uso di collegio militare, s'imbiancano
+i muri, si rompon le pareti per far grandi
+dormentorii, si numerano le porte, si converte la
+reggia in caserma. Restano però intatti i grandi sotterranei
+che servivan di scuderie al tempo di Carlo V,
+e che possono contenere ancora parecchie migliaia
+di cavalli: il custode mi fece affacciare a un finestrino,
+dal quale vidi un abisso che mi diede un'idea
+della loro vastità. Poi salimmo per una serie di scale
+malferme in una delle quattro torri; il custode aperse
+colle tanaglie e col martello una finestra inchiodata,
+e mi disse coll'aria di chi annunzia una meraviglia:&mdash;<i>Mire
+Usted!</i>&mdash;</p>
+
+<p>È un panorama immenso. La città di Toledo si
+vede a volo d'uccello, strada per strada, casa per
+casa, come se ne vedrebbe la pianta stesa sovra una
+tavola; qui la Cattedrale che s'alza sulla città come<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span>
+uno smisurato castello, e fa parer piccini come
+casette da giocattolo tutti gli edifizi circostanti; là
+la terrazza coronata di statue di San Giovanni dei
+Re; in un altro punto le torri merlate della porta
+nuova; il circo dei tori; il Tago che scorre ai piedi
+della città in mezzo a due sponde rocciose; di là
+dal fiume, accanto al ponte di Alcantara, sur una
+rupe scoscesa, le rovine dell'antico castello di San
+Servando; più oltre una verde pianura, e di là roccie
+e colli e monti a perdita d'occhio, e su, un
+cielo purissimo, e il sole cadente che indora la sommità
+dei vecchi edifizii e fa scintillare il fiume come
+una immensa fascia d'argento.</p>
+
+<p>Mentre io contemplavo quel magico spettacolo,
+il custode, che aveva letto la storia di Toledo e lo
+voleva far sapere, mi raccontava ogni sorta di storielle,
+con quel fare tra poetico e faceto, che è proprio
+degli Spagnuoli del mezzogiorno. Prima d'ogni
+cosa, mi volle far conoscere la storia delle opere di
+fortificazione, e benchè dove egli diceva di veder
+netto e distinto quello che m'accennava, io non vedessi
+nulla di nulla, riuscii a capire qualcosa.</p>
+
+<p>Mi diceva che Toledo era stata cinta di mura tre
+volte, e che si vedevano ancora chiaramente le traccie
+di tutte e tre le cinte. &#8220;Guardi,&#8221; diceva, &#8220;segua la
+linea che descrive il mio dito: quella è la cinta romana,
+la più stretta, e se ne vedono ancora i ruderi.
+Ora guardi più in là. Quell'altra, più ampia, è la
+cinta gotica. Ora descriva collo sguardo una curva
+che abbracci le due prime: quella è la cinta araba,<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span>
+la più recente. Ma gli Arabi hanno fabbricato
+anche una cinta ristretta sulle rovine della cinta
+romana.... Questa la vedrà facilmente. Ora osservi la
+direzione delle strade che convergono verso il punto
+più alto della città, segua la linea dei tetti, di qui,
+così: vedrà che tutte le strade vanno su a zig-zag;
+e sono state fatte apposta in questo modo per poter
+difendere la città anche dopo che fossero perdute
+le mura; e le case sono state fabbricate così serrate
+l'una contro l'altra, per poter saltare di tetto in
+tetto; si vede; e poi gli Arabi l'han lasciato scritto;
+ed è per questo che mi fan ridere i signori spagnuoli
+di Madrid che vengon qui e dicono:&mdash;Poh!
+che strade!&mdash;Si vede che non sanno un'acca di
+storia; se ne sapessero un tantino, se leggessero, un
+po' invece di passar la giornata al Prado e a Recoletos,
+capirebbero che le strade strette di Toledo
+hanno il loro perchè, e che Toledo non è una città
+per gl'ignoranti.&#8221;</p>
+
+<p>Io mi misi a ridere.</p>
+
+<p>&#8220;Non crede?&#8221; continuò il custode; &#8220;gli è un
+fatto sacrosanto. Non più d'una settimana fa, per
+citarle un caso, venne qui un bellimbusto di Madrid
+colla sua sposa. Già, salendo le scale, avevano
+detto roba da chiodi della città, delle strade
+strette, delle case nere. Quando s'affacciarono a questa
+finestra, e videro quelle due vecchie torri laggiù
+nella pianura, sulla riva sinistra del Tago, mi
+domandarono che fossero, ed io risposi: <i>Los palacios
+de Galiana</i>.&mdash;Oh! che bei palazzi!&mdash;esclamarono,<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[280]</a></span>
+e si misero a ridere, e guardarono da un'altra
+parte. Perchè? Perchè non sapevano la storia.
+Ora neanco lei, m'immagino, non la saprà: ma
+lei è straniero, e la cosa cambia. Sappia dunque
+che il grande imperatore Carlomagno è venuto,
+quand'era giovanissimo, a Toledo. Regnava allora il
+re Galafro, e abitava in quel palazzo. Il re Galafro
+aveva una figliuola che si chiamava Galiana, bella come
+un angelo; e siccome Carlomagno fu ospitato dal Re
+e vedeva ogni giorno la principessa, se ne innamorò
+con tutte le forze dell'anima, e la principessa, di lui.
+Ma c'era un rivale di mezzo, e questo rivale era il re
+di Guadalajara, un moro gigante, di una forza erculea
+e d'un coraggio da leone. Questo re, per poter vedere
+la principessa senza farsi scorgere, aveva fatto aprire
+una strada sotterranea che andava nientemeno che
+dalla città di Guadalajara fin sotto le fondamenta
+del palazzo. Ma che vale? la principessa non lo potea
+vedere neanche dipinto, e quante volte egli veniva,
+tante volte lo rimandava colle trombe nel sacco. Ma
+non per questo il re, innamorato, smise di farle la
+corte; e tanto le stette attorno, che Carlomagno, il
+quale non era uomo da lasciarsene imporre, come lei
+può capire, perdette la pazienza, e per farla finita
+una volta, lo sfidò. Si batterono; la lotta fu terribile;
+ma il moro, con tutto che fosse un gigante, ebbe la
+peggio. Quando fu morto, Carlomagno gli tagliò la
+testa, e andò a deporla ai piedi della sua innamorata,
+che gradì la delicatezza dell'offerta, si fece
+cristiana, diede la mano di sposa al principe, e partì<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span>
+con lui per la Francia, dove fu acclamata imperatrice.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E la testa del moro?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Lei ha voglia di ridere; ma son fatti sacrosanti.
+Vede laggiù, nel punto più alto della città,
+quell'edifizio antico? È la chiesa di San Ginés. E
+sa che cosa c'è dentro? Dentro c'è nientemeno che
+la porta d'un sotterraneo che si stende fino a tre leghe
+fuori di Toledo. Lei non lo crede: sentirà. Nel
+luogo dove sorge ora la chiesa di San Ginés, v'era
+una volta, prima che gli Arabi invadessero la Spagna,
+un palazzo incantato. Nessun re aveva mai avuto
+il coraggio d'entrarvi; e quelli che forse si sarebbero
+sentiti da tanto, non ci erano entrati, perchè,
+giusta la tradizione, il primo che avesse oltrepassato
+quelle soglie, sarebbe stato la perdizione della Spagna.
+Finalmente il re Rodrigo, prima di partire per
+la battaglia di Guadalete, sperando di trovar là dentro
+dei tesori che gli fornissero il modo di combattere
+l'invasione degli Arabi, fece rovesciar le porte,
+e preceduto dai suoi guerrieri che gli rischiaravan
+la via, entrò. A gran fatica riparando le fiaccole dal
+vento furioso che tirava per gli anditi sotterranei,
+arrivarono in una stanza misteriosa, nella quale videro
+un cofano, sul quale stava scritto:&mdash;Chi mi
+aprirà, vedrà meraviglie.&mdash;Il Re ordinò che lo si
+aprisse; con incredibili sforzi si riuscì ad aprirlo;
+ma invece dell'oro e dei diamanti, non vi si trovò
+che una tela rotolata, sulla quale eran dipinti degli
+arabi armati, con sotto questa iscrizione:&mdash;<i>La Spagna<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span>
+sarà tra poco distrutta da costoro.</i>&mdash;Quella notte
+stessa scoppiò una violenta tempesta, il palazzo incantato
+cadde, e poco tempo appresso gli Arabi entrarono
+in Spagna. Pare che lei non creda!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Che cosa dite! E come credo!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma questa storia è legata con un'altra. Lei sa,
+senza dubbio, che il conte Giuliano, comandante
+della fortezza di Ceuta, tradì la Spagna, lasciando
+passare gli Arabi, ai quali avrebbe potuto sbarrare
+la strada. Ma non può sapere perchè il conte Giuliano
+ha tradito. Il conte Giuliano aveva una
+figliuola a Toledo, e questa figliuola andava ogni
+giorno a bagnarsi nel Tago, insieme a parecchie
+fanciulle sue amiche. Disgrazia volle che il luogo
+dove andavano a bagnarsi, che si chiama oggi
+<i>Los baños de la Cava</i>, fosse vicino a una torre,
+nella quale il re Rodrigo soleva passar le ore bruciate.
+Un giorno la figliuola del conte Giuliano, che
+si chiamava Florinda, stanca di sguazzare nell'acqua,
+sedette sulla sponda del fiume, e disse alle sue compagne:&mdash;Compagne!
+Vogliamo vedere chi ha la gamba
+più bella?&mdash;Vediamo! risposero quelle; e detto
+fatto, si vanno a sedere intorno a Florinda, e mostrano
+ciascheduna le sue bellezze. Ma Florinda le
+vinceva tutte; e sventuratamente, proprio nel momento
+ch'ella diceva alle altre:&mdash;Vedete?&mdash;il re
+Rodrigo faceva capolino a una finestra, e vedeva
+ogni cosa. Giovane, libertino, si figuri! pigliò fuoco
+come un fiammifero, fece la corte alla bella Florinda,
+la sedusse, e poi l'abbandonò; e di qui il furore di<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span>
+vendetta del conte Giuliano, il tradimento, l'invasione.&#8221;</p>
+
+<p>A questo punto mi parve d'averne inteso abbastanza;
+diedi al custode un paio di reali ch'ei prese
+e mise in tasca con un atto dignitoso, e dato un ultimo
+sguardo a Toledo, discesi.</p>
+
+<p>Era l'ora della passeggiata; la strada principale,
+larga appena tanto da potervi passare una carrozza,
+era piena di gente; ci sarà stato un qualche centinaio
+di persone, ma parevano una gran folla; imbruniva, le
+botteghe si andavano chiudendo, e qualche raro lume
+cominciava a brillare qua e là. Andai a desinare, ed
+uscii subito per non perdere lo spettacolo della passeggiata.
+Era notte, non v'era altra illuminazione che
+il chiarore della luna, non si vedeva la gente in viso,
+mi pareva d'essere in mezzo a una processione di
+spettri, mi prese la malinconia.&mdash;Pensare che son
+solo,&mdash;dicevo;&mdash;che in tutta questa città non c'è
+un'anima che mi conosca, che se cascassi morto in
+questo momento, non ci sarebbe un cane che direbbe:&mdash;Poveretto!
+Era un buon diavolo!&mdash;Vedevo passare
+dei giovanotti allegri, dei padri di famiglia coi
+loro bambini, degli sposi, o che avevan l'aria di
+sposi, con una bella creaturina a braccetto; tutti
+avevano una compagnia, parlavano, ridevano, e passavano
+senza neanco gettarmi uno sguardo. Quanto
+ero tristo! Quanto sarei stato felice se un ragazzo,
+un povero, una guardia di polizia fosse venuta a
+dirmi:&mdash;Signore, mi par di conoscerla!&mdash;È impossibile,
+sono uno straniero, non sono mai stato a Toledo;<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span>
+ma non importa, non vada via, stia qui, parliamo
+un poco, son solo!</p>
+
+<p>In buon punto mi ricordai che a Madrid m'era
+stata data una lettera di raccomandazione per un
+signore di Toledo; corsi all'albergo, la presi e mi
+feci condurre subito in casa sua. Il signore c'era e
+mi ricevette cortesemente. All'udire pronunziar il
+mio nome provai una gioia che gli avrei gettato
+le braccia al collo. Era il signor Antonio Gamero,
+autore d'una stimatissima <i>Storia di Toledo</i>. Passammo
+la serata insieme; gli domandai cento cose,
+me ne disse mille; e mi lesse alcune splendide pagine
+del suo libro che mi fecero conoscere Toledo
+meglio che non l'avrei conosciuta nel soggiorno
+d'un mese.</p>
+
+<p>La città è povera, e più che povera, morta;
+i ricchi l'hanno abbandonata per andar a stare
+a Madrid; gli uomini d'ingegno han seguìto i ricchi;
+non v'è commercio; la fabbricazione delle
+lame, unica industria che vi fiorisca, provvede alla
+vita di qualche centinaio di famiglie, ma non
+basta alla città; l'istruzione popolare è trasandata;
+il popolo è inerte e miserabile. Ma non
+ha perduto il bel carattere antico. Come tutti i
+popoli delle gran città decadute, è fiero e cavalleresco;
+abborre dalle basse azioni; fa giustizia di
+propria mano, quando può, degli assassini e dei ladri;
+e benchè il poeta Zorilla, in una sua ballata,
+l'abbia chiamato senza metafora un popolo imbecille,
+non è tale; è sveglio e ardito. Partecipa della serietà<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span>
+degli Spagnuoli del settentrione e della vivacità
+degli Spagnuoli del mezzodì; tiene il luogo di
+mezzo tra il Castigliano e l'Andaluso; parla lo spagnuolo
+con garbo, con più varietà d'accenti che il
+popolo di Madrid, con meno rilassatezza che il popolo
+di Cordova e di Siviglia; ama la poesia e la
+musica; è altero di annoverare tra i suoi maggiori
+il soave Garcilaso della Vega, riformatore della
+poesia spagnuola, e l'arguto Francisco de Rojas,
+l'autore del <i>Garcia del Castañar</i>; ed è orgoglioso di
+veder accorrere fra le sue mura artisti e dotti di
+tutti i paesi del mondo, a studiarvi la storia di tre
+genti, e i monumenti di tre civiltà. Ma qual che sia
+il popolo, Toledo è morta; la città di Wamba, di
+Alfonso il Bravo e di Padilla, non è più che una
+tomba. Dacchè Filippo II le tolse la corona di capitale,
+ella è andata sempre declinando, e declina ancora,
+e si consuma a poco a poco, sola sulla sommità
+della sua trista montagna, come uno scheletro abbandonato
+sur una rupe in mezzo alle onde del mare.</p>
+
+<p>Tornai all'albergo poco prima della mezzanotte e
+siccome splendeva la luna, e le notti di luna, benchè
+in quelle straduccie non penetri la luce dell'astro
+d'argento, Toledo non è illuminata, così dovetti camminare
+poco meno che a tastone come il ladro nella
+casa del delitto. Colla testa piena, come avevo, di
+ballate fantastiche, nelle quali son descritte le strade
+di Toledo, corse, la notte, da cavalieri imbacuccati
+nelle cappe, che cantano sotto le finestre delle
+belle, si battono, si ammazzano, dan la scalata ai<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span>
+palazzi e rapiscono le fanciulle; così m'immaginavo
+di aver a sentir suoni di chitarre e rumor di spade
+e grida di moribondi. Nulla di tutto questo: le
+strade eran deserte e silenziose, e le finestre buie;
+e appena si udiva di tratto in tratto, alle cantonate
+e sui crocicchi, qualche leggiero fruscío o qualche
+bisbiglio fuggitivo, che non si sarebbe nemmen
+potuto dire da che parte venisse. Giunsi all'albergo
+senz'aver rapito nessuna toledana, ciò che poteva
+avere qualcosa di spiacevole; ma anche senz'essermi
+fatto fare nessun occhiello nel ventre, ciò che
+senza dubbio aveva qualcosa di consolante.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La mattina del giorno dopo visitai il bell'edificio
+dell'ospedale di Santa Croce, la chiesa di <i>Nuestra
+señora del Transito</i>, antica sinagoga; i resti di
+un anfiteatro e d'una naumachia dei tempi dei Romani,
+e la famosa fabbrica d'armi, nella quale comperai
+un bel pugnaletto col manico inargentato e la
+lama coperta di rabeschi, che ho in questo momento
+sul tavolino, e che, a serrar gli occhi ed a stringerlo,
+mi fa parer d'esser ancora là, nel cortile dell'opificio,
+a un miglio di distanza in Toledo, sotto il
+sole di mezzogiorno, in mezzo a un crocchio di soldati
+e a un nuvolo di fumo di <i>cigarritos</i>. Mi ricordo
+che tornando a Toledo alla bella pedona, mentre
+attraversavo un tratto di campagna solitario
+come un deserto e muto come una catacomba, una
+voce formidabile gridò:&mdash;<i>Fuera el extranjero!</i></p>
+
+<p>La voce veniva dalla città, mi fermai, lo straniero<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span>
+ero io, quel grido era diretto a me, mi si rimescolò il
+sangue: la solitudine ed il silenzio del luogo accrescevano
+la mia paura. Tirai innanzi, e la voce di nuovo:</p>
+
+<p>&mdash;<i>Fuera el extranjero!</i>&mdash;</p>
+
+<p>&mdash;Ma è un sogno&mdash;esclamai arrestandomi di nuovo,&mdash;o
+son desto? Chi è che grida? dove? perchè?&mdash;</p>
+
+<p>Ripresi a andare, e la voce una terza volta:&mdash;<i>Fuera
+el extranjero!</i>&mdash;</p>
+
+<p>Mi fermo una terza volta, e mentre tutto turbato
+giro gli occhi intorno, vedo un ragazzo seduto in
+terra, che mi guarda ridendo, e mi dice:&mdash;<i>Es un
+loco</i> (un pazzo) <i>que cree vivir en el tiempo de la
+guerra de independencia; mire Vsted; allí està la casa
+de locos.</i> E mi accennò l'Ospedale dei Pazzi, sull'altura,
+le estreme case di Toledo. Misi un respirone,
+che avrebbe smorzato una torcia a vento.</p>
+
+<p>La sera partii da Toledo, col rammarico di non
+aver avuto tempo per vedere e rivedere tutto quello
+che v'è di antico e di mirabile; mitigato però
+questo rammarico, dal desiderio ardentissimo dell'Andalusia,
+che non mi lasciava un momento di
+pace. Ma per quanto tempo ebbi dinanzi agli occhi
+Toledo! Per quanto tempo vidi e sognai quelle roccie
+scoscese, quei muri enormi, quelle tetre strade,
+quel fantastico aspetto di città medioevale! Ed oggi
+ancora me ne ravvivo spesso l'immagine con una
+sorta di tristo piacere e di austera malinconia, e
+quell'immagine mi divaga la mente in mille strani
+pensieri di tempi remoti e di casi meravigliosi.<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[288]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="VIII" id="VIII"></a>VIII.<br /><br />
+
+CORDOVA.</h2>
+
+
+<p>Arrivato a Castillejo dovetti aspettare fino a
+mezzanotte il treno dell'Andalusia; desinai a uova
+sode e ad aranci, con un po' d'innaffio di Val de
+Peñas, brontolai una poesia dell'Espronceda, chiaccherai
+un po' con un doganiere (il quale, tra parentesi,
+mi fece la sua professione di fede politica: Amedeo,
+libertà, accrescimento di paga ai doganieri, ec.);
+finchè s'udì il sospirato fischio, ed entrai in un carrozzone
+pieno stipato di donne, di ragazzi, di guardie
+civili, di scatole, di cuscini, d'involti; e via, con una
+rapidità insolita sulle strade ferrate di Spagna. La
+notte era bellissima; i miei compagni di viaggio parlavano
+di tori e di Carlisti; una bella ragazza, che
+più d'uno divorava cogli occhi, fingeva di dormire,
+per scaldare le fantasie con un saggio dei suoi atteggiamenti
+notturni; chi faceva <i>cigarritos</i>, chi sbucciava
+aranci, chi canterellava ariette di <i>Zarzuela</i>.
+Nullameno, dopo pochi minuti, m'addormentai. Credo
+che avevo già sognato la Moschea di Cordova e<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span>
+l'Alcazar di Siviglia, quando fui svegliato da un
+rauco grido:</p>
+
+<p>&mdash;<i>Puñales?</i></p>
+
+<p>&mdash;Pugnali? Caspita! Per chi? Prima ch'io vedessi
+chi avea gridato, mi balenò davanti agli occhi
+una lama lunga ed acuta, e lo sconosciuto ridomandò:</p>
+
+<p>&mdash;<i>Le gusta?</i></p>
+
+<p>Bisogna convenire che vi sono dei modi assai più
+piacevoli di essere svegliati. Io guardai in viso i
+miei compagni di viaggio con un'espressione di stupore
+che li fece prorompere tutti insieme in uno scoppio
+di risa. Allora mi fu detto che ad ogni stazione
+della strada ferrata c'eran dei venditori di coltelli e
+di pugnali, che offrivano ai viaggiatori la loro merce
+come da noi si offrono i giornali e i rinfreschi. Rassicurato
+della vita, comprai il mio spauracchio: cinque
+lire, un bel pugnale da tiranno di tragedia, con
+manico fregiato, iscrizione sulla lama e fodero di velluto
+ricamato; e lo misi in tasca, pensando che mi
+avrebbe fatto comodo in Italia per sciogliere questioni
+cogli Editori. Il venditore n'avrà avuti una
+cinquantina in una gran fascia rossa che gli stringeva
+la vita. Altri viaggiatori ne comprarono; le
+guardie civili complimentarono uno dei miei vicini
+per la buona scelta fatta; i ragazzi gridarono:&mdash;Uno
+anche a me!&mdash;le mamme risposero:&mdash;Ve ne compreremo
+uno più lungo un'altra volta.&mdash;Oh beata
+la Spagna! io esclamai, e pensai con raccapriccio
+alle nostre barbare leggi che ci vietano l'innocente
+trastullo d'un po' di lama affilata.<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[290]</a></span></p>
+
+<p>Attraversammo la Mancia, la celebrata Mancia,
+teatro immortale delle avventure di Don Chisciotte.
+È tal quale io me l'immaginava: ampie pianure nude,
+lunghi tratti di terreno sabbioso, qualche mulino a
+vento, pochi villaggi meschini, viottole solitarie, casuccie
+abbandonate. Vedendo quei luoghi, provai quel
+vago senso di malinconia che desta sempre in me
+la lettura del libro del Cervantes, e ridissi a me
+stesso quello che, leggendo, mi dico sempre: Costui
+non può far ridere, o sotto il sorriso fa spuntare la
+lacrima. Don Chisciotte è una figura mesta e solenne;
+la sua pazzia è un lamento; la sua vita è la
+storia dei sogni, delle illusioni, dei disinganni, delle
+aberrazioni di tutti; la lotta della ragione coll'immaginazione,
+del vero col falso, dell'ideale col reale;
+tutti noi abbiamo del Don Chisciotte, tutti noi prendiamo
+dei mulini a vento per giganti, tutti noi siamo
+a volta a volta spinti in su da un impeto d'entusiasmo,
+e ricacciati giù da una risata di scherno;
+tutti siamo un misto di sublime e di follia; tutti
+sentiamo con amarezza profonda il contrasto perpetuo
+tra la grandezza delle nostre aspirazioni e la
+debolezza delle nostre facoltà. Bei sogni della fanciullezza
+e dell'adolescenza, propositi generosi di
+consacrar la vita alla difesa della virtù e della giustizia,
+care immaginazioni di affrontati pericoli, di
+lotte venturose, di gesta magnanime e di eccelsi
+amori, ad una ad una cadute, come foglie di fiori,
+sull'angusto e uniforme sentiero della vita, come ce
+le ravvivi nell'anima, e quanti vaghi pensieri e profondi<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span>
+insegnamenti ne derivi, o generoso e sventurato
+cavaliere dalla triste figura!</p>
+
+<p>Si toccò Argasamilla di Alba, dove Don Chisciotte
+nacque e morì, e dove il povero Cervantes, esattore
+del gran priorato di San Giovanni, in nome del magistrato
+speciale di Consuegra, fu arrestato dagli
+irascibili debitori, e tenuto prigione in una casa che,
+a quanto si dice, esiste tuttora, e nella quale è fama
+egli concepisse il disegno del suo romanzo. Passammo
+accanto al villaggio di Val de Peñas, che dà il nome
+a uno dei più squisiti vini di Spagna, nero, frizzantino,
+esilarante, il solo, forse, che permetta allo straniero
+del Norte le copiose libazioni dei suoi banchetti;
+e giungemmo infine a Santa Cruz de Tudela,
+villaggio famoso per le sue fabbriche di <i>navajas</i>,
+(coltelli, rasoi) presso il quale la via comincia a sollevarsi
+dolcemente verso la montagna.</p>
+
+<p>S'era levato il sole, eran discese donne e bambini
+dalla carrozza, eran saliti contadini, ufficiali
+e <i>toreros</i>, che andavano a Siviglia. Si vedeva, in
+quel ristretto spazio, una varietà di vestimenti che
+non si vede da noi in un mercato: cappelli a punta
+di contadini della Sierra Morena, calzoni rossi di
+soldati, grandi <i>sombreros</i> di <i>picadores</i>, scialli di gitane,
+<i>mantas</i> di catalani, lame di Toledo appese alle
+pareti, cappe, ciarpe, fronzoli di tutti i colori d'Arlecchino.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il treno s'innoltrò tra le roccie della Sierra
+Morena, che separa la Valle della Guadiana da<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span>
+quella del Guadalquivir, famosa per canti di poeti
+e gesta di briganti. La strada corre tratto tratto
+fra due pareti di sasso tagliate a picco, alte tanto,
+che per vederne la sommità convien mettere tutta
+la testa fuor del finestrino, e torcere il viso in
+su, come per guardare il tetto del carrozzone. Altrove
+le roccie son più distanti, e sorgono le une
+sulle altre, le prime in forma di macigni enormi
+franati, le ultime ritte, sottili, simili a torri ardite,
+innalzate su smisurati bastioni; in mezzo, un ammonticchiamento
+di massi, tagliati a denti, a scalini, a
+creste, a gobbe, dove quasi sospesi in aria, dove
+separati da caverne profonde e da precipizi spaventevoli,
+che presentano una confusione di forme
+capricciose, di abbozzi fantastici d'edifizi, di figure
+gigantesche, di rovine, e offrono a ogni passo mille
+profili ed aspetti inattesi; e su quella infinita varietà
+di forme un'infinita varietà di colori, di ombre,
+di guizzi, di sbattimenti di luce. Per lungo tratto,
+a destra, a sinistra, in alto, non si vede che pietra,
+senza una casa, senza un sentiero, senza un palmo
+di terra dove si possa posare il piede d'un uomo;
+e man mano che si va oltre, roccie, burroni, precipizii,
+ogni cosa s'allarga, s'approfonda, s'innalza,
+fino al punto culminante della Sierra, dove la sovrana
+maestà dello spettacolo strappa un grido di
+meraviglia.</p>
+
+<p>Là il treno si arrestò per qualche minuto, e tutti
+i viaggiatori misero la testa fuor del finestrino.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Aquí,</i>&#8221; disse un tale ad alta voce, &#8220;<i>iba saltando<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span>
+de risco en risco el Roto de la mala figura
+para cumplir su penitencia.</i>&#8221;</p>
+
+<p>(Cardenio, uno dei più notevoli personaggi del
+<i>Don Chisciotte</i>, che saltava in camicia, su per le roccie
+della Sierra, per far penitenza dei suoi peccati).</p>
+
+<p>&#8220;<i>Yo,</i>&#8221; continuò il viaggiatore, &#8220;<i>quisiera que
+obligáran à hacer lo mismo à Sagasta.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Tutti risero, e cominciarono a cercare, ciascuno
+per conto suo, un uomo politico inviso, al quale
+infliggere, coll'immaginazione, quel castigo; e chi
+propose il Serrano, e chi il Topete, e chi altri;
+di modo che, in pochi minuti, se i desiderii fossero
+stati soddisfatti, si sarebbe visto tutta la Sierra popolata
+di ministri, di generali e di deputati in camicia,
+ruzzolanti di bricca in bricca, come il masso
+famoso di Alessandro Manzoni.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il treno ripartì, le roccie sparirono, e la deliziosa
+valle del Guadalquivir, il giardino della Spagna,
+l'Eden degli Arabi, il paradiso dei pittori e dei poeti,
+la beata Andalusia si dischiuse ai miei occhi. Risento
+ancora il fremito di gioia fanciullesca col quale mi
+slanciai al finestrino, dicendo a me stesso:&mdash;Godiamo!</p>
+
+<p>Per un lungo spazio la campagna non offre alcun
+nuovo aspetto all'ardente curiosità del viaggiatore.
+A Vilches si stende una vasta pianura, e al di
+là la rasa campagna di Tolosa, dove Alfonso VIII,
+re di Castiglia, riportò sull'esercito mussulmano la
+celebrata vittoria <i>de las Navas</i>. Il cielo era limpidissimo,<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span>
+si vedevano in lontananza i monti della
+Sierra di Segura. A un tratto, mi vien fatto uno di
+quei rapidi movimenti, che par che rispondano a un
+grido interno di stupore: i primi aloè, dalle ampie
+foglie carnose, inaspettati annunziatori della vegetazione
+del Tropico, sorgono ai lati della via. Al di là
+cominciano ad apparire i campi tempestati di fiori.
+I primi tempestati, quei che seguono quasi coperti,
+poi vaste distese di terreno vestite interamente di
+rosolacci, di margherite, di fioralisi, di pratoline, di
+primavere, di ranuncoli, in modo che la campagna
+si presenta come una successione d'immensi tappeti
+di porpora, d'oro, di neve; e lontano, in mezzo agli
+alberi, innumerevoli striscie azzurre, bianche, gialle,
+a perdita d'occhio; e vicino, sulle sponde dei fossi,
+sui rialzi, fin sulla scarpa, fin sulla proda della via,
+fiori a strati, a cespi, a ciuffi, gli uni sugli altri,
+aggruppati a guisa di grandi mazzi, tremolanti sugli
+alti steli, che quasi si toccano colla mano. Poi campi
+biondeggianti di grano dalle grossissime spighe, fiancheggiati
+da lunghi roseti; poi boschetti d'aranci, vasti
+oliveti, collinette variate di cento sfumature di verde,
+sormontate d'antiche torri moresche, sparse di casine
+variopinte, e tra l'una e l'altra, ponti bianchi e snelli
+che accavalciano rigagnoli nascosti dagli alberi. All'orizzonte
+appaiono le cime nevose della Sierra Nevada;
+sotto quella striscia bianca, altre strisce azzurre,
+ondulate, dei monti più vicini; la campagna
+di più in più variata e florida; Arjonilla, in mezzo
+a un bosco d'olivi, di cui non si scorgono i confini;<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span>
+Pedro Abad, in mezzo a una pianura coperta di vigneti
+e d'alberi fruttiferi; Ventas di Alcolea, su gli
+ultimi colli della Sierra Morena, popolati di ville e
+di giardini. Ci s'avvicina a Cordova, il treno vola,
+si vedono le piccole stazioni mezzo nascoste dagli
+alberi e dai fiori, il vento porta le foglie delle rose
+dentro alle carrozze, grandi farfalle trasvolano rasente
+le finestre, un profumo delizioso si spande
+nell'aria, i viaggiatori cantano, si trascorre per un
+giardino incantevole, spesseggiano gli aloé, gli aranci,
+le palme, le ville; s'ode un grido:&mdash;Ecco Cordova!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Quante belle immagini e grandi ricordi si destan
+nella mente al suono di questo nome!</p>
+
+<p>Cordova, l'antica perla d'occidente, come la chiamano
+i poeti arabi, la città delle città, Cordova dai
+trenta borghi e dalle tremila moschee, che chiudeva
+tra le sue mura il più grande tempio dell'Islam!
+La sua fama si spandeva per l'Oriente, ed oscurava
+la gloria dell'antica Damasco. Dalle più remote regioni
+dell'Asia traevano i fedeli alle rive del Guadalquivir,
+per prostrarsi nel Mhirab meraviglioso
+della sua Moschea, al chiarore delle mille lampade
+di bronzo, fuse colle campane delle Cattedrali di
+Spagna. Accorrevano gli artisti, i dotti, i poeti, da
+ogni parte del mondo maomettano, alle sue fiorenti
+scuole, alle sue biblioteche immense, alle corti magnifiche
+dei suoi Califfi. Affluivano i ricchi e le belle,
+tratte dalla fama della sua splendidezza. E di qui
+si spandevano, avidi di sapere, lungo le coste dell'Affrica,<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span>
+per le scuole di Tunisi, di Cairo, di Bagdad,
+di Cufa, e fino all'India e alla China, a raccoglier libri,
+ispirazioni e memorie; e le poesie cantate alle
+falde della Sierra Morena, volavano, di cetra in
+cetra, fino alle vallate del Caucaso, ad eccitare
+l'ardore dei pellegrinaggi. La bella, la poderosa, la
+sapiente Cordova, coronata di tremila villaggi, ostentava
+alteramente i suoi bianchi minareti in mezzo
+ai boschetti d'aranci, e spandeva intorno per la valle
+divina un'aura voluttuosa di letizia e di gloria!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Scendo dal treno, attraverso un giardino, mi
+guardo intorno, son solo; i viaggiatori che scesero
+con me sparirono chi di qua chi di là; sento ancora
+il rumore d'una carrozza che s'allontana; poi tutto
+tace. È mezzogiorno, il cielo purissimo, l'aria accesa.
+Vedo due casine bianche: è l'imboccatura d'una
+strada, entro, vado oltre. La strada è stretta, le case
+piccine come le villette che s'innalzano sui poggi artificiali
+dei giardini, quasi tutte d'un sol piano, colle
+finestre a pochi palmi da terra, i tetti che quasi si
+toccan col bastone, i muri bianchissimi. La strada
+svolta, guardo, non vedo nessuno, non sento un passo,
+non una voce. Dico: sarà una strada abbandonata.
+Piglio un'altra strada: casette bianche, finestre
+chiuse, solitudine, silenzio. O dove sono? mi domando.
+Vado innanzi: la strada, stretta da non potervi
+passare una carrozza, serpeggia; a destra e a
+sinistra si vedono altre strade deserte, altre case
+bianche, altre finestre chiuse; il mio passo risuona<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span>
+come in un corridoio; il bianco dei muri è tanto
+vivo che persino il riflesso m'offende, e son costretto
+a camminare a occhi socchiusi; mi par di andare
+in mezzo alla neve. Giungo a una piazzetta: tutto
+chiuso e nessuno. Allora mi comincia a entrar nel
+cuore un senso di vaga malinconia, non mai provata
+pel passato; un misto di piacere e di tristezza,
+simile a quello che provano i fanciulli,
+quando, dopo una lunga corsa, giungono in un bel
+sito campestre, e se ne rallegrano, ma col tremito
+d'essersi troppo dilungati da casa. Al di sopra di
+molti tetti s'alzano le palme degl'interni giardini.
+Oh fantastiche leggende di Odalische e di Califfi!
+Oltre, di strada in strada, di piazza in piazza; comincio
+ad incontrare qualcuno, ma tutti passano e
+spariscono come fantasmi. Tutte le strade si somigliano,
+le case non hanno più di due o quattro finestre;
+e non una macchia, non uno sgorbio, non una
+screpolatura nei muri, che son lisci e bianchi come
+un foglio di carta. Tratto tratto sento un bisbiglio
+dietro una persiana, e vedo quasi nello stesso momento
+spuntare e sparire una testa bruna con un
+fiore tra le treccie. M'affaccio a una porta.....</p>
+
+<p>Un <i>patio</i>! Come descrivere un <i>patio</i>? Non è un
+cortile, non è un giardino, non è una sala: è queste
+tre cose insieme. Tra il <i>patio</i> e la strada v'è
+un vestibolo. Ai quattro lati del <i>patio</i> s'alzano colonne
+sottili che sostengono all'altezza del primo
+piano una specie di galleria chiusa da ampie vetrate;
+sopra la galleria si stende una tela che ombreggia<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[298]</a></span>
+il cortile. Il vestibolo è lastricato di marmo,
+la porta fiancheggiata da colonne, sormontata da
+bassorilievi, chiusa da un sottile cancello di ferro
+di vaghissimo disegno. In fondo al <i>patio</i>, in dirittura
+della porta, sorge una statua; in mezzo, una
+fontana; intorno, seggiole, tavolini da lavoro, quadri,
+vasi di fiori. Corro a un'altra porta: un altro <i>patio</i>,
+colle pareti coperte dall'edera, e una corona di nicchie,
+con entro statuine, busti, urne. M'affaccio a una
+terza porta: un <i>patio</i> colle pareti lavorate di musaico,
+una palma nel mezzo, e intorno un mucchio di fiori.
+A una quarta porta: dopo il <i>patio</i>, un altro vestibolo,
+dopo questo un secondo <i>patio</i>, nel quale si
+vedono altre statue, altre colonne, altre fontane. E
+tutte queste sale e questi giardini son puliti e nitidi
+da poter passare la mano sui muri e per terra
+senza che ci resti la traccia; e freschi, odorosi, rischiarati
+da una luce incerta che ne accresce la bellezza
+e il mistero.</p>
+
+<p>Avanti ancora, di strada in strada, alla ventura.
+Via via che cammino, mi s'accresce la curiosità, e
+affretto il passo. Mi pare impossibile che la città debba
+esser tutta così; temo d'imbattermi in una casa o di
+riuscire in una strada che mi richiami alla mente
+le altre città e rompa il mio bel sogno. Ma no, il sogno
+dura: tutto è piccino, gentile, misterioso. Ogni
+cento passi, una piazzetta deserta, nella quale mi
+arresto trattenendo il respiro; di tratto in tratto
+un crocicchio, e non un'anima viva;&mdash;e sempre
+bianco e tutto bianco,&mdash;e finestre chiuse,&mdash;e silenzio.<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[299]</a></span>
+Ed a ogni porta un nuovo spettacolo: archi,
+colonne, fiori, zampilli, palme; una meravigliosa varietà
+di disegni, di tinte, di luce, di profumi; qui
+di rose, là di aranci, più là di viole; e col profumo
+un soffio d'aria fresca, e coll'aria un suono
+sommesso di voci di donne, e stormir di foglie, e
+canto d'uccelli; un'armonia varia e soave, che senza
+turbare il silenzio della strada, molce l'orecchio
+come l'eco d'una musica lontana. Ah! non è un
+sogno! Madrid, l'Italia, l'Europa, sono certo a una
+grande distanza di qui! Qui si vive un'altra vita,
+qui spira l'aria d'un altro mondo, io sono in
+Oriente!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Mi ricordo che a un certo punto mi arrestai in
+mezzo alla strada e, non so come, mi accorsi improvvisamente
+ch'ero tristo e inquieto, e che nel mio cuore
+v'era un vuoto che la meraviglia e il piacere non
+bastavano a colmare. Io sentivo un bisogno irresistibile
+di penetrare in quelle case e in quei giardini,
+di squarciare, per dir così, il velo di mistero,
+che avvolgeva la vita della gente sconosciuta che vi
+era dentro; di partecipar di quella vita; di afferrare
+una mano, e di fissare i miei occhi in due occhi
+pietosi, e di dire:&mdash;Sono uno straniero, son
+solo, voglio esser felice anch'io, lasciatemi stare in
+mezzo ai vostri fiori, lasciatemi godere di tutti i segreti
+del vostro paradiso, ditemi chi siete, come vivete,
+sorridetemi, quetatemi, la mia testa brucia!&mdash;E
+questa tristezza giunse sino a tal segno, che dissi<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[300]</a></span>
+a me stesso:&mdash;Io non posso stare in questa città,
+io ci soffro, io parto!&mdash;</p>
+
+<p>E sarei partito in fatti, se in buon punto non mi
+fossi ricordato che avevo in tasca una lettera di raccomandazione
+per due giovani di Cordova, fratelli
+d'un amico mio di Firenze. Smisi il proposito di
+partire e corsi subito a cercarli.</p>
+
+<p>Quanto risero, quando io dissi loro l'impressione
+che Cordova mi faceva! Mi proposero d'andar subito
+a vedere la Cattedrale, infilammo una stradina
+bianca, e via.</p>
+
+<p>La moschea di Cordova, che venne ridotta a Cattedrale
+dopo la cacciata degli Arabi; ma che è pur
+sempre moschea, fu costrutta sulle rovine della cattedrale
+primitiva, poco lontano dalla sponda del
+Guadalquivir. Abdurrahman ne cominciò la costruzione
+l'anno 785 o 786.&mdash;Inalziamo una moschea,&mdash;egli
+disse,&mdash;che vinca quella di Bagdad, quella di Damasco
+e quella di Gerusalemme; che sia il più grande
+tempio dell'Islam, che diventi la Mecca d'Occidente.&mdash;Si
+pose mano all'opera con grande ardore, gli schiavi
+cristiani portavano alle fondamenta le pietre delle
+chiese distrutte, Abdurrahman lavorava egli stesso
+un'ora ogni giorno, la moschea, nello spazio di non
+molti anni, fu fatta, i Califfi successori di Abdurrahman
+l'abbellirono, dopo un secolo di quasi continui
+lavori fu compiuta.</p>
+
+<p>&mdash;Eccoci,&mdash;mi disse uno dei due ospiti, arrestandosi
+tutt'a un tratto davanti a un vasto edifizio.</p>
+
+<p>Io credetti che fosse una fortezza. Era il muro<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[301]</a></span>
+che cinge la moschea, un vecchio muro merlato, nel
+quale s'aprivano una volta venti grandi porte di
+bronzo, contornate di bellissimi rabeschi, e di finestrine
+arcate, rette da sottili colonne: coperto ora da
+un triplice strato di calce. Un giro intorno a quel
+muro di cinta è una passeggiatina da farsi dopo desinare:
+si giudichi della vastità dell'edifizio.</p>
+
+<p>La porta principale della cinta è a tramontana nel
+punto dove sorgeva il minareto di Abdurrahman, sulla
+cima del quale sventolava lo stendardo maomettano.
+Entrammo; io credevo di veder subito l'interno della
+Moschea, e mi trovai in un giardino pieno di aranci,
+di cipressi e di palme, cinto da tre lati da un porticato
+leggerissimo, e chiuso al quarto lato dalla
+facciata della moschea. Nel mezzo di questo giardino
+era al tempo degli Arabi la fonte per le abluzioni,
+e all'ombra di questi alberi si raccoglievano
+i fedeli prima d'entrare nel tempio. Stetti qualche
+momento guardando intorno, e aspirando l'aria
+fresca e odorosa con un senso vivissimo di piacere;
+e mi batteva il cuore al pensare che la famosa moschea
+era lì accanto, e mi sentivo ad un tempo spinto
+verso la porta da una immensa curiosità, e trattenuto
+da non so quale trepidazione fanciullesca.&mdash;Entriamo,&mdash;mi
+dicevano i compagni.&mdash;Ancora
+un momento,&mdash;rispondevo; lasciatemi assaporare
+bene la dolcezza dell'aspettazione.&mdash;Finalmente
+mi mossi, e senza neanco guardare la meravigliosa
+porta che i compagni m'accennarono, entrai.</p>
+
+<p>Che cosa feci o dissi appena entrato, non so;<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[302]</a></span>
+ma certo qualche strana voce mi deve esser sfuggita
+o debbo aver fatto qualche gesto assai strano, perchè
+alcune persone che in quel punto venivano verso
+di me, si misero a ridere, e si voltarono di nuovo a
+guardare intorno, come per rendersi conto della
+profonda sensazione ch'io avevo manifestata.</p>
+
+<p>Immaginate una foresta, e supponete di trovarvi
+nel più fitto, e di non veder altro che tronchi d'alberi.
+Così, nella moschea, da qualunque parte uno
+si volga, lo sguardo si perde tra le colonne. È una
+foresta di marmo della quale non si scorge la fine.
+Si seguono collo sguardo ad una ad una le lunghissime
+file delle colonne che s'incrociano ad ogni passo
+con altre innumerevoli file, e s'arriva a un fondo
+semi-oscuro, nel quale par di vedere biancheggiare
+ancora altre colonne. Son diciannove navate che s'allungano
+nella direzione dei passi di chi entra, attraversate
+da altre trentatre, sostenute, fra tutte, da
+più di novecento colonne di porfido, di diaspro, di
+breccia, di marmi d'ogni colore. Ogni colonna sorregge
+un pilastrino, e tra l'una e l'altra s'incurva
+un arco, e un secondo tra pilastrino e pilastrino,
+questo sovrapposto al primo, e tutti e
+due della forma d'un ferro di cavallo; in guisa
+che, immaginando essere le colonne tanti tronchi
+d'albero, gli archi rappresentano i rami, e la similitudine
+della moschea a una foresta è completa.
+La navata del mezzo, assai più larga che le altre,
+riesce innanzi alla Maksura, che è la parte più sacra
+del tempio, dove si adorava il Corano. Qui, dalle<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[303]</a></span>
+finestre del soffitto, scende un pallido raggio di luce
+che rischiara una fila di colonne; là v'è un tratto
+oscuro; più oltre scende un altro raggio che rischiara
+un'altra navata. È impossibile esprimere
+il sentimento di mistica meraviglia che vi si desta
+nell'animo a quello spettacolo. È come la rivelazione
+improvvisa d'una religione, d'una natura e d'una
+vita ignota, che vi rapisce la fantasia tra le delizie
+di quel paradiso pieno d'amore e di voluttà, dove
+i beati, seduti all'ombra dei platani frondosi e dei
+roseti senza spine, libano nei vasi di cristallo i vini
+scintillanti come perle, mesciuti da fanciulli immortali,
+e riposano nell'amplesso delle amabili vergini
+dai grandi occhi neri! Tutte le immagini dell'eterno
+piacere che il Corano promette ai fedeli, vi si presentano
+in folla alla mente, alla prima vista della
+moschea, vive, ardenti, scintillanti, e vi danno una
+momentanea ebbrezza dolcissima, che vi lascia nel
+cuore una non so qual molle malinconia! Un breve
+tumulto nella mente, e una rapida scintilla che percorre
+le vene, tale è la prima sensazione che si prova
+all'entrare nella cattedrale di Cordova.</p>
+
+<p>Cominciammo a girare di navata in navata, osservando
+ogni cosa minutamente. Quanta varietà in
+quell'edifizio che sembra a primo aspetto uniforme!
+Le proporzioni delle colonne, i disegni dei capitelli,
+le forme degli archi cangiano, si può dire, ad ogni
+passo. Delle colonne, la maggior parte sono antiche,
+e furon tolte dagli Arabi alla Spagna del Norte,
+alla Gallia, all'Affrica romana; e qualcuna è fama<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[304]</a></span>
+appartenesse ad un tempio di Giano, sulle rovine
+del quale venne costrutta la chiesa che gli Arabi
+distrussero per costrurre la moschea. Sopra parecchi
+capitelli si scorgono ancora le traccie delle croci che
+v'erano scolpite, e che gli Arabi ruppero a colpi di
+scalpello. In qualche colonna sono confitti ferri ricurvi
+ai quali si dice che gli Arabi legassero i Cristiani;
+e se n'accenna uno, tra gli altri, cui la tradizione
+popolare narra esser stato legato un cristiano
+per lo spazio di molti anni; nel qual tempo, a furia
+di raschiare coll'unghie, riuscì a incavare nella pietra
+una croce che i ciceroni fanno vedere con profonda
+venerazione.</p>
+
+<p>Giungemmo alla Maksura, che è l'opera più completa
+e più meravigliosa dell'arte degli Arabi nel
+decimo secolo. Sul dinnanzi, sono tre cappelle contigue,
+colla volta ad archi dentellati, e le pareti coperte
+di stupendi musaici, che rappresentan gruppi
+di fiori e sentenze del Corano. In fondo alla cappella
+di mezzo, è il <i>mihrab</i> principale, il luogo sacro dove
+stava lo spirito di Dio. È una nicchia di base ottagonale,
+chiusa di sopra da una colossale conchiglia
+di marmo. Nel <i>mihrab</i> era deposto il Corano,
+scritto dalla mano del califfo Othman, coperto d'oro,
+guernito di perle, inchiodato sovra una seggiola di
+legno d'aloe; e intorno ad esso venivano a fare sette
+giri ginocchioni le migliaia dei fedeli. Avvicinandomi
+al muro mi sentii mancar sotto il pavimento: il marmo
+è incavato!</p>
+
+<p>Uscendo dalla nicchia, mi arrestai lungo tempo<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[305]</a></span>
+a contemplare la vòlta e le pareti della cappella
+principale, la sola parte della moschea che si conservò
+quasi intatta. È un luccichìo abbarbagliante
+di cristalli di mille colori, un intreccio di arabeschi
+che confonde la mente, una complicazione di bassorilievi,
+di dorature, di ornamenti, di minuzie di disegno
+e di colorito, d'una delicatezza, d'una grazia,
+d'una perfezione da far disperare il più paziente
+pittore. È impossibile ritener nulla nella mente di
+quel portentoso lavoro; voi potreste tornar cento
+volte a guardarlo, che non vi rimarrebbe dinanzi agli
+occhi, ripensandoci, altro che un formicolìo di puntini
+azzurri, rossi, verdi, dorati, luminosi, o un ricamo
+intricatissimo, cangiante continuamente e rapidissimamente
+di disegno e di colori. Solamente
+dalla focosa e instancabile immaginazione degli Arabi
+poteva uscire un siffatto miracolo d'arte.</p>
+
+<p>Ricominciammo a girare per la moschea, osservando
+qua e là sui muri i rabeschi delle antiche
+porte che si scoprono via via sotto il detestabile intonaco
+cristiano. I miei compagni mi guardavano,
+ridevano e si mormoravan nell'orecchio non so che.</p>
+
+<p>&#8220;Non se n'è ancora accorto?&#8221; mi domandò
+l'uno.</p>
+
+<p>&#8220;Di che?&#8221;</p>
+
+<p>Si riguardarono e sorrisero di nuovo.</p>
+
+<p>&#8220;Crede lei d'aver visto tutta la moschea?&#8221; ripigliò
+il compagno.</p>
+
+<p>&#8220;Io sì,&#8221; risposi guardandomi intorno.</p>
+
+<p>&#8220;Ebbene,&#8221; disse il primo &#8220;lei non ha veduto<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[306]</a></span>
+tutto; e quello che le riman da vedere è nientemeno
+che una chiesa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Una chiesa!&#8221; esclamai stupefatto; &#8220;ma dov'è?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Guardi,&#8221; rispose l'altro compagno, accennando,
+&#8220;è nel bel mezzo della moschea.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Potenzinterra!&#8221; E io non l'avevo veduta!</p>
+
+<p>Si giudichi da questo della vastità della moschea.
+Andammo a vedere la chiesa. È una bella e ricchissima
+chiesa, con un altar maggiore magnifico e un
+coro degno di star accanto a quelli delle cattedrali
+di Burgos e di Toledo; ma come tutte le cose messe
+fuor di posto, muove più la stizza che l'ammirazione.
+Senza codesta chiesa, l'aspetto della moschea
+sarebbe molto migliore. Lo stesso Carlo V, che diede
+al Capitolo il permesso di costruirla, quando vide la
+prima volta il tempio maomettano, se ne pentì. Accanto
+alla chiesa è una specie di cappella araba,
+mirabilmente conservata, ricca di musaici non meno
+variati e splendidi che quelli della Maksura; nella
+quale è fama si radunassero i ministri della religione
+per discutere il libro del profeta.</p>
+
+<p>Tale è la moschea d'oggigiorno. Ma quale doveva
+essere al tempo degli Arabi! Non era chiusa
+intorno intorno da un muro; ma aperta, in modo
+che da ogni sua parte si vedeva il giardino, e dal
+giardino si vedeva fino in fondo alle lunghissime
+navate, e l'aria spandeva fin sotto le volte della
+Maksura la fragranza degli aranci e dei fiori. Le colonne,
+che ora son meno di mille, erano millequattrocento;
+il soffitto era di legno di cedro e di larice,<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[307]</a></span>
+scolpito e smaltato con finissimo lavoro; le pareti
+eran rivestite di marmo; la luce di ottocento lampade
+riempite d'olio odoroso, faceva scintillare come
+perle i cristalli dei musaici, e produceva sul pavimento,
+sugli archi, sui muri, un gioco meraviglioso
+di colori e di riflessi. Un mare di splendori,&mdash;cantò
+un poeta,&mdash;riempiva il misterioso recinto, e il tepido
+ambiente era pregno d'aromi e d'armonie, e il pensiero
+dei fedeli vagava e si smarriva nel labirinto
+delle colonne luccicanti come lancie percosse dal sole.</p>
+
+<p>Federico Schack, autore d'una bell'opera intitolata:
+<i>Poesia e arte degli Arabi in Spagna e in Sicilia</i>,
+fece una descrizione della moschea in un giorno
+di festa solenne, che dà una immagine vivissima del
+culto maomettano e completa il quadro del monumento.</p>
+
+<p>All'uno e all'altro lato dell'Almimbar, o pulpito,
+ondeggiano due stendardi, per significare che l'Islam
+ha trionfato del Giudaismo e del Cristianesimo, e
+che il Corano ha vinto l'antico e il nuovo Testamento.
+Gli <i>almnedani</i> salgono sulla galleria dell'alto minareto
+e intuonano il <i>selam</i> o il saluto al profeta. Allora
+le navate della moschea si riempiono di credenti,
+i quali, con bianchi vestiti e festoso aspetto,
+accorrono alla orazione. In pochi istanti, per tutta
+l'estensione dell'edifizio, non si vede più che gente
+inginocchiata. Per la via segreta che congiunge il
+tempio all'alcazar, giunge il Califfo e va a sedere al
+suo posto elevato. Un lettore del Corano legge una
+Sura sul leggìo della tribuna. La voce del <i>muccin</i><span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[308]</a></span>
+risuona nuovamente invitando alle preghiere del
+mezzogiorno. Tutti i fedeli si alzano e mormorano
+le loro preghiere, facendo reverenze. Un servitore
+della moschea apre le porte del pulpito e impugna
+una spada, colla quale, voltandosi verso la Mecca,
+ammonisce che si lodi Maometto, mentre già dalla
+tribuna lo celebrano cantando i <i>mubaliges</i>. Sale quindi
+il predicatore sul pulpito, togliendo di mano al servitore
+la spada, la quale ricorda e simboleggia la soggezione
+della Spagna al potere dell'Islam. È il giorno che
+si deve proclamare il <i>Djihad</i> o la guerra santa, la chiamata
+di tutti gli uomini atti ad andare alla guerra,
+perchè scendano in campo contro i Cristiani. La moltitudine
+ascolta con silenziosa devozione il discorso,
+intessuto di testi del Corano, il quale comincia così:</p>
+
+<p>«Lodato sia Allà, che ha ingrandita la gloria del
+Islam, mercè la spada del campione della Fede, e che
+nel suo santo libro ha promesso al credente aiuto
+e vittoria.</p>
+
+<p>»Allà sparge i suoi benefizii sui mondi.</p>
+
+<p>»Se non spingesse gli uomini a slanciarsi armati
+contro gli uomini, la terra si perderebbe.</p>
+
+<p>»Allà ha ordinato di combattere contro i popoli
+fin che conoscano che non v'è che un Dio.</p>
+
+<p>»La fiamma della guerra non si estinguerà fino
+alla fine del mondo.</p>
+
+<p>»La benedizione divina cadrà sovra la criniera
+del cavallo guerriero fino al giorno del giudizio.</p>
+
+<p>»Armati da capo a piedi, o leggermente armati,
+alzatevi, partite!<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[309]</a></span></p>
+
+<p>»Oh credenti! Che sarà di voi se, quando vi si
+chiama alla battaglia, rimanete col viso rivolto al
+suolo?</p>
+
+<p>»Preferite la vita di questo mondo alla vita futura?</p>
+
+<p>»Credetemi: le porte del paradiso stanno all'ombra
+delle spade.</p>
+
+<p>»Colui che muore nella battaglia per la causa di
+Dio, lava col sangue che sparge tutte le macchie dei
+suoi peccati.</p>
+
+<p>»Il suo corpo non sarà lavato come gli altri cadaveri
+perchè nel giorno del giudizio le sue ferite manderanno
+fragranza come il musco.</p>
+
+<p>»Quando i guerrieri si presenteranno alle porte
+del paradiso, una voce domanderà di dentro:&mdash;Che
+avete fatto nella vostra vita?&mdash;</p>
+
+<p>»Ed essi risponderanno:&mdash;Noi abbiamo brandito
+la spada nella lotta per la causa di Dio!</p>
+
+<p>»Allora le porte eterne si apriranno e i guerrieri
+entreranno quarant'anni prima degli altri.</p>
+
+<p>»Su, dunque, credenti; abbandonate donne, figli,
+fratelli, averi, e uscite alla guerra santa!</p>
+
+<p>»E tu, o Dio, signore del mondo presente e del
+mondo futuro, combatti per gli eserciti di coloro che
+riconoscono la tua unità! Atterra gli increduli, gl'idolatri,
+i nemici della tua santa fede! Rovescia i loro
+stendardi, e rimettili, con quanto posseggono, come
+bottino, ai mussulmani!»</p>
+
+<p>Il predicatore, appena terminato il suo discorso,
+esclama, volgendosi alla Congregazione:&mdash;Chiedete<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[310]</a></span>
+a Dio!&mdash;e prega in silenzio. Tutti i fedeli, toccando
+il suolo colla fronte, seguono il suo esempio. I <i>mubaliges</i>
+cantano:&mdash;Amen! Amen, o Signore di tutti gli
+esseri!&mdash;Ardente come il calore che precede l'imminente
+tempesta, l'entusiasmo della moltitudine,
+rattenuto prima in un silenzio meraviglioso, prorompea
+allora in sordi mormorii, che alzandosi come
+le onde e traboccando per tutto il tempio, fanno
+finalmente risuonar le navate, le cappelle, le volte
+dell'eco di mille voci unite in un sol grido:&mdash;Non
+v'è altro Dio che Allà!&mdash;......</p>
+
+<p>La moschea di Cordova è oggi ancora, per consentimento
+universale, il più bel tempio mussulmano,
+e uno dei più ammirabili monumenti del
+mondo.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Quando uscimmo dalla moschea, era già trascorsa
+d'un buon tratto l'ora della <i>siesta</i>, che nelle città
+della Spagna meridionale fanno tutti, e ch'è una necessità
+il fare, a cagione dell'insopportabile calore
+dell'ore bruciate; e le strade cominciavano a popolarsi.
+Ohimè!&mdash;dicevo io ai miei compagni:&mdash;quanto
+sta male il cappello a staio per le strade di Cordova!
+Come avete cuore di appiccicare il figurino
+della moda su questo bel quadro orientale? Perchè
+non vi vestite da Arabi?&mdash;Passavano zerbinotti,
+operai, ragazzi: guardavo tutti con grande curiosità,
+sperando di trovare qualcuna di quelle fantastiche
+figure, che il Doré ci rappresentò come esempi
+del tipo <a name="tn310" id="tn310"></a><ins class="correction" title="originale: anduluso">andaluso</ins>: con quel bruno carico, con quelle<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[311]</a></span>
+grosse labbra, con quei grandi occhi. Non ne incontrai.
+Andando verso il centro della città, vidi le
+prime Andaluse, signore, signorine, donne del popolo,
+quasi tutte piccine, sottili, ben fatte, alcune
+belle, molte simpatiche, la maggior parte nè carne
+nè pesce, come in tutti i paesi. Nel vestire, all'infuori
+della così detta <i>mantilla</i>, nessuna differenza
+dalle donne francesi e nostre; gran volume di capelli
+finti, a treccie, a ciocche, a lunghi riccioli, e sottane
+succinte, a sgonfietti e increspature, e stivaletti
+col tacco a punta di pugnale. L'antico costume
+andaluso è scomparso dalle città.</p>
+
+<p>Credevo che sul far della sera le strade sarebbero
+state affollate; ma non vidi che poca gente, e soltanto
+nelle strade dei quartieri principali; le altre
+rimasero deserte come nelle ore della <i>siesta</i>. E convien
+passare appunto per queste strade deserte, per
+goder Cordova la notte. Si vedono brillare i lumi
+nei <i>patios</i>; si vedono, negli angoli oscuri, le coppie
+amorose strette in intimo colloquio; la ragazza, per
+lo più, alla finestra, con una mano abbandonata
+mollemente fuori dell'inferriata, e il giovane accanto
+al muro, in atteggiamento poetico, e coll'occhio all'erta;
+non mai tanto però che gli riesca di staccar
+la bocca da quella mano, prima che se ne accorga
+chi passa; e si senton suoni di chitarra, mormorii
+di fontane, sospiri, risa di fanciulle, fruscii misteriosi....</p>
+
+<p>L'indomani mattina, ancora tutto turbato dai sogni
+orientali della notte, ricominciai a girare per la<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[312]</a></span>
+città. Per descrivere tutto quello che v'è di notevole
+ci vorrebbe un volume; è un vero Museo d'antichità
+romane ed arabe; vi si trovano a profusione
+colonne militari, iscrizioni in onore degli imperatori,
+resti di statue e di bassorilievi; sei antiche porte;
+un gran ponte sul Guadalquivir, del tempo di Ottavio
+Augusto, ricostrutto dagli Arabi; rovine di torri
+e di mura, case che appartennero ai Califfi, e che
+serbano le colonne e gli archi sotterranei delle sale
+da bagno; e per tutto porte, vestiboli, scale, da far
+la delizia d'una legione d'archeologi.</p>
+
+<p>Verso mezzogiorno, passando per una stradina
+solitaria, vidi scritto sul muro d'una casa, accanto
+a un'iscrizione romana:&mdash;<i>Casa de huespedes. Almuerzos
+y comidas;</i>&mdash;e leggendo, sentii lo stimolo,
+come dice il Giusti, di sì bassa fame, che deliberai
+di saziarla in quel qualunque bugigattolo al quale
+m'ero abbattuto. Infilai una porticina, mi trovai in
+un <i>patio</i>. Era un <i>patio</i> meschino, senza marmi e
+senza fontane, ma bianco come la neve e fresco come
+un giardino. Non vedendo nè tavole nè seggiole,
+temetti d'aver sbagliato porta, e mi mossi per uscire.
+Una vecchierella, sbucata non so di dove, mi arrestò.</p>
+
+<p>&#8220;Si mangia?&#8221; domandai.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Si señor</i>&#8221; mi rispose.</p>
+
+<p>&#8220;Che cosa c'è?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Uevos, chorizo, chuletas, pescado, naranjas, vino
+de Málaga.</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Muy bien: tráigame Usted todo lo que Usted tiene.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Cominciò a portarmi la tavola e la seggiola, ed<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[313]</a></span>
+io sedetti e aspettai. A un tratto sentii aprire una
+porta dietro di me, mi voltai.... Angeli del cielo,
+che vidi! La più bella di tutte le più belle Andaluse,
+non solo di quelle vedute a Cordova, ma di
+tutte quelle che vidi poi a Siviglia, a Cadice, a
+Granata; una ragazza, mi si lasci dir la parola,
+tremenda, da far fuggire, o commettere qualche
+diavoleria; uno di quei visi che facevan gridare: oh
+povero me! a Giuseppe Baretti, quando viaggiava
+in Spagna. Stette qualche momento immobile, cogli
+occhi fissi nei miei, come per dire:&mdash;ammirami;&mdash;poi
+si voltò verso la cucina e gridò:&mdash;<i>Tia, despáchate!</i>&mdash;(Zia,
+spicciati); il che offrì a me l'occasione
+di renderle <i>muchas gracias</i> colla lingua impacciata,
+e a lei il pretesto d'avvicinarsi rispondendo:&mdash;<i>No
+hay de que</i>&mdash;con una voce così soave, che
+mi sforzò ad offrirle una seggiola, sulla quale sedette.
+Era una ragazza sui vent'anni, alta, diritta
+come una palma, bruna, con due grand'occhi pieni
+di dolcezza, luccicanti ed umidi che pareva avessero
+versato allora allora una lagrima; e una nerissima
+capigliatura ondulata, con una rosa fra le treccie.
+Pareva una delle vergini arabe della tribù degli
+Usras, che facevano morir d'amore.</p>
+
+<p>Cominciò la conversazione ella stessa.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Usted es extranjero, me parece?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Sì.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Frances?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Italiano.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Italiano? Paisano del Rey?</i>&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[314]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Sì.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Le conoce Usted?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Di vista.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Dicenque es un buen mozo.</i>&#8221; (bel giovanotto).</p>
+
+<p>Io non risposi, essa si mise a ridere; e mi domandò:&mdash;<i>Que
+mira Usted?</i>&mdash;e continuando a ridere,
+nascose il piede, che, sedendo, aveva messo
+bene innanzi, perchè lo vedessi. Oh! non v'è donna
+in quei paesi, che non sappia che i piedini andalusi
+sono famosi nel mondo.</p>
+
+<p>Colsi l'occasione, tirai il discorso sulla fama delle
+donne d'Andalusia, e le espressi la mia ammirazione
+colle parole più calde del mio dizionario. Mi
+lasciò dire, guardando con molta attenzione dentro
+una fessura della tavola, poi rialzò il viso e mi domandò:</p>
+
+<p>&#8220;<i>Y en Italia, como son las mujeres?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Oh! belle, anche in Italia.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Pero.... seran frias!</i>&#8221; (fredde).</p>
+
+<p>&#8220;Oh no, davvero!&#8221; m'affrettai a rispondere;
+&#8220;ma lei sa... in ogni paese le donne hanno un <i>non
+so che</i> di diverso da quelle di tutti gli altri paesi;
+e fra tutti i <i>non so che</i>, quello delle Andaluse, per
+un povero viaggiatore che non ha ancora i capelli
+bianchi, è forse il più pericoloso di tutti; e c'è una
+parola per dire quello che penso; se non se la ricordasse,
+glie la direi; le direi: <i>Señorita, Usted es la
+Andalusa mas....</i>&#8221; (più....)</p>
+
+<p>&#8220;<i>Salada!</i>&#8221; (esclamò la ragazza coprendosi il viso
+colle mani).<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[315]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;<i>Salada!... la Andalusa mas salada de Córdoba.</i>&#8221;</p>
+
+<p><i>Salada</i>, salata: tale è la parola che si usa comunemente
+in Andalusia per dire una donna bella,
+vezzosa, carina, languida, ardente, e tutto quello
+che volete; una donna con due labbra che dicano:&mdash;<i>Bebedme!</i>&mdash;bevetemi;
+e due occhi che vi costringano
+a mordervi il labbro di sotto.</p>
+
+<p>La zia mi portò le uova, le costolette, il <i>chorizo</i>,
+gli aranci, e la ragazza riprese la conversazione.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Usted es italiano: ha visto Usted al Papa?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;No, mi dispiace.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Es posible? Un italiano que no viò al Papa!
+Y diga Usted: porqué le hacen tanto sufrir los italianos?</i>&#8221;
+(perchè lo fanno tanto soffrire?)</p>
+
+<p>&#8220;Soffrire, in che modo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Ya! Dicen que le han cerrado en su casa y que
+le tiran pedradas en las ventanas!</i>&#8221; (e che gli tiran
+sassate nelle finestre).</p>
+
+<p>&#8220;Ma no! non lo creda! non c'è ombra di vero, ec.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Viò Usted Venezia?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Oh! Venezia, sì.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Es verdad <a name="tn315a" id="tn315a"></a><ins class="correction" title="originale: ques">que</ins> es una ciudad que sobrenada en la
+mar?</i>&#8221; (una città che galleggia sul mare).</p>
+
+<p>E qui mi fece mille istanze, perchè le descrivessi
+Venezia, e le dicessi com'era fatta la gente
+in quella strana città, e che fa tutto il giorno, e
+come va vestita. E mentre io discorrevo, oltre lo sforzo
+che avevo a fare per esprimermi con un po' di
+garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <a name="tn315b" id="tn315b"></a><ins class="correction" title="originale: choriso"><i>chorizo</i></ins>
+stantìo, dovevo veder lei avvicinarsi man mano<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[316]</a></span>
+a me, forse senza accorgersene, per udir meglio; e avvicinarsi
+tanto da farmi sentir l'odore della rosa che
+aveva nei capelli, e il calore del suo respiro; dovevo,
+dico, far tre sforzi in una volta, l'uno colla
+testa, l'altro collo stomaco, e il terzo con tutto, e
+sentirmi anche dire di tanto in tanto:&mdash;<i>Que bonito!</i>&mdash;che
+significa:&mdash;Quanto è bello!&mdash;complimento
+che si riferiva al Canal Grande, e che mi faceva
+l'effetto che farebbe a uno spiantato, un sacchetto
+pieno di marenghi, fattogli sonar sotto il naso da
+un banchiere impertinente.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Ah! señorita!</i>&#8221; dissi in fine, cominciando a perdere
+la pazienza; &#8220;che vale che le città sian belle,
+alla fine dei conti? Chi ci è nato, non ci bada; e il
+viaggiatore.... nemmeno. Io sono arrivato ieri a Cordova,
+è una bella città, non c'è dubbio; ebbene:
+lo vuol credere? ho già dimenticato tutto quello che
+ho visto, non ho più voglia di veder niente, non so
+neanco più in che città mi trovi. Palazzi! moschee!
+mi fan ridere! Quando vi avranno messo un fuoco
+nell'anima chi vi consumi, andrete a smorzarlo nella
+moschea! Si faccia un po' più in là, scusi. Quando
+vi sentirete una smania addosso che vi farebbe stritolar
+un piatto coi denti, andrete a contemplare i
+palazzi? Creda! è una triste vita quella del viaggiatore!
+È una penitenza delle più dure! È un supplizio!
+È un...&#8221; Un prudente colpo di ventaglio mi
+chiuse la bocca, che andava tropp'oltre e colle parole
+e coll'atto. Attaccai la costoletta.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Pobrecito!</i>&#8221; mormorò l'Andalusa ridendo, dopo<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[317]</a></span>
+aver dato un'occhiata intorno; &#8220;<i>Son todos ardientes
+como Usted los italianos?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Che so io! Son tutte belle come lei le Andaluse?&#8221;</p>
+
+<p>La ragazza stese la mano sulla tavola.</p>
+
+<p>&#8220;Nasconda quella mano,&#8221; le dissi.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Porqué?</i>&#8221; domandò essa.</p>
+
+<p>&#8220;Perchè voglio mangiare in pace.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mangi con una mano sola.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ah!&#8221;</p>
+
+<p>Mi parve di stringere la manina d'una bimba
+di sei anni; il coltello cadde in terra; un denso
+velo si stese sulla costoletta.</p>
+
+<p>A un tratto mi sentii la mano vuota, apersi gli
+occhi, vidi la ragazza tutta turbata, mi voltai indietro:
+giusto cielo! c'era un bel pezzo di giovanotto,
+con la giacchettina attillata, coi calzoni stretti,
+col piccolo cappello di velluto, oh terrore! <i>un torero!</i>
+Diedi un guizzo, come se mi fossi sentito piantar
+nel collo due <i>banderillas de fuego</i>.</p>
+
+<p>&mdash;Capisco a volo!&mdash;dissi tra me, come quel tale
+nella commedia <i>Moglie e Buoi</i>; e sfido a non capire!
+La ragazza, un po' imbarazzata, fece la presentazione:&mdash;&#8220;<i>Un
+italiano de paso por Cordoba</i>,&#8221; e soggiunse
+in fretta: &#8220;che vorrebbe sapere a che ora
+parte il treno per Siviglia.&#8221;</p>
+
+<p>Il <i>torero</i>, che al primo vedermi, aveva corrugato
+la fronte, si rasserenò, mi disse l'ora della partenza,
+sedette, ed entrò amichevolmente in conversazione.
+Io gli domandai notizie dell'ultima <i>corrida</i><span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[318]</a></span>
+che s'era fatta a Cordova; era un <i>banderillero</i>, mi
+raccontò per filo e per segno le vicende della giornata.
+La ragazza, in quel frattempo, coglieva dei
+fiori nei vasi del <i>patio</i>. Terminai la mia colazione,
+offersi un bicchier di Malaga al <i>torero</i>, feci un brindisi
+al felice piantamento di tutte le sue <i>banderillas</i>
+avvenire, pagai lo scotto (<i>tres pecetas</i>, c'eran compresi
+i begli occhi, si capisce), e poi, fatto muso
+franco, anche per dissipare fin l'ombra d'un sospetto
+nell'anima del mio formidabile rivale, dissi
+alla ragazza:&mdash;&#8220;<i>Señorita!</i> A chi parte non si nega
+nulla; io, per lei, sono come un moribondo, non mi
+rivedrà mai più, non sentirà mai più pronunziare il
+mio nome: può dunque lasciarmi un ricordo: mi
+dia quel mazzolino di fiori.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eccolo,&#8221; mi disse la ragazza; &#8220;l'avevo fatto
+per lei.&#8221;</p>
+
+<p>Diede un'occhiata al <i>torero</i>; il <i>torero</i> fece un atto
+di approvazione.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Le doy gracias con toda la fuerza de mi corazon,</i>&#8221;
+risposi, e m'avviai per uscire. M'accompagnarono
+tutti e due verso la porta.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Hay funciones de toros en Italia?</i>&#8221; mi domandò
+il giovane.</p>
+
+<p>&#8220;Oh Dio! no. Non le abbiamo ancora.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Peccato! Cerchi di metterle in moda anche in
+Italia, e io andrò a <i>banderillar</i> a Roma.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Farò tutto il possibile. Signorina, perch'io la
+possa salutare abbia la bontà di dirmi il suo nome.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Consuelo.</i>&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[319]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;<i>Quédese Usted con Dios, Consuelo!</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Váyase Usted con Dios, señor italiano!</i>&#8221;</p>
+
+<p>E infilai la stradina solitaria.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Nei dintorni di Cordova non c'è notevoli monumenti
+arabi a vedere. Eppure tutta la valle era un
+tempo sparsa di stupendi edifizi. Lontano tre miglia
+dalla città, a settentrione, alle falde d'un monte,
+sorgeva Medina Az-Zahra, la <i>città fiorente</i>, una delle
+più meravigliose opere d'architettura del califfato
+di Abdurrahman III, iniziata dal Califfo stesso in
+omaggio a una sua favorita di nome Az-Zahra. Le
+fondamenta furon gettate l'anno novecentotrentasei,
+e diecimila operai vi lavorarono per venticinque
+anni. I poeti arabi celebrarono Medina Az-Zahra
+come la più splendida delle reggie umane, e il più
+delizioso giardino della terra. Non era un edifizio,
+ma un vastissimo congiunto di palazzi, di giardini, di
+cortili, di porticati, di torri. Ivi piante pellegrine
+della Siria, giuochi fantastici di fontane altissime,
+fiumicelli fiancheggiati dalle palme, e vasti bacini
+colmi di mercurio, che scintillavano ai raggi del
+sole come laghi di fuoco; porte d'ebano e d'avorio,
+tempestate di gemme; migliaia di colonne di
+preziosissimi marmi, grandi terrazze aeree, e fra la
+moltitudine innumerevole delle statue, dodici animali
+d'oro massiccio, luccicanti di perle, che schizzavan
+dalla bocca e dalle nari acque odorose. In questa
+immensa reggia formicolavano migliaia di servi,
+di schiavi, di donne, e accorrevano da ogni parte<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[320]</a></span>
+del mondo i musici e i poeti. E nondimeno, codesto
+Abdurrahman III, che visse fra tante delizie,
+che regnò per cinquant'anni, che fu potente, glorioso
+e fortunato in ogni vicenda e in ogni impresa,
+scrisse prima di morire che durante il suo lungo
+regno non era stato felice che quattordici giorni!
+E la sua favolosa <i>città fiorente</i>, settantaquattr'anni
+dopo che n'era stata posta la prima pietra, fu invasa,
+saccheggiata ed arsa da un'orda barbaresca, ed oggi
+non ne restan che poche pietre, che appena ne rammentano
+il nome. Di un'altra splendida città, di
+nome Zahira, che sorgeva ad oriente di Cordova,
+fatta costrurre dal poderoso Almansur, governatore
+del Regno, non restan neanco le rovine: una mano
+di ribelli la ridusse in cenere poco dopo la morte
+del suo fondatore.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Tutto ritorna alla gran madre antica.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Invece di fare una scarrozzata nei dintorni di
+Cordova, mi diedi a errare qua e là, almanaccando
+sui nomi delle strade, che per me è uno dei più
+saporiti piaceri che si possan provare in una città sconosciuta.
+Cordova, <i>alma ingeniorum parens</i>, avrebbe
+di che scrivere ad ogni angolo di strada il nome
+d'un artista o d'un dotto illustre nato fra le sue
+mura; e, sia detto ad onor suo, li ha tutti ricordati
+con materna gratitudine. Voi ci trovate la piazzetta
+di Seneca, e la casa,&mdash;se sarà quella,&mdash;nella quale
+nacque; la via di Lucano; la via di Ambrosio Morales,<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[321]</a></span>
+l'istoriografo di Carlo V, continuatore della
+<i>Cronaca generale della Spagna</i> cominciata da Florian
+di Ocampo; la via di Paolo Cespedes, pittore,
+architetto, scultore, archeologo, autore d'un
+poema didattico <i>El arte de la pintura</i>, sfortunatamente
+non finito, sparso di stupende bellezze. Ardente
+di entusiasmo per Michelangelo, del quale aveva
+ammirato le opere in Italia, gli sciolse nel suo poema
+un inno di lode che è uno dei più bei tratti della
+poesia spagnuola; e mio malgrado, m'escon dalla
+penna gli ultimi versi, che ogni italiano, anche non
+conoscendo la lingua sorella, può intendere e sentire.
+Non credere, egli dice al lettore, di poter scoprire
+la perfezione della pittura in altra cosa</p>
+
+<div class="poem" style="width: 18em"><div class="stanza">
+<span class="i1">«Que en aquella escelente obra espantosa<br /></span>
+<span class="i0">Mayor de cuantas se han jamas pintado,<br /></span>
+<span class="i0">Que hizo<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> el Buonarrota de su mano<br /></span>
+<span class="i0">Divina, en el etrusco Vaticano!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Cual nuevo Prometeo en alto vuelo<br /></span>
+<span class="i0">Alzándose, estendiò las alas tanto,<br /></span>
+<span class="i0">Que puesto encima el estrellado<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> cielo<br /></span>
+<span class="i0">Una parte alcanzò<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a> del fuego santo;<br /></span>
+<span class="i0">Con que tornando enriquecido al suelo<br /></span>
+<span class="i0">Con nueva maravilla y nuevo espanto,<br /></span>
+<span class="i0">Diò vida con eternos resplandores<br /></span>
+<span class="i0">À marmoles, à bronces, à colores.<br /></span>
+<span class="i0">¡O mas que mortal hombre! ¿Angel divino<br /></span>
+<span class="i0">O cual te nomaré? No humano cierto<br /></span>
+<span class="i0">Es tu ser, que del cerco empireo vino<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a><br /></span>
+<span class="i0">Al estilo y pincel vida y concierto:<br /></span>
+<span class="i0">Tu mostraste à los hombres el camino<br /></span>
+<span class="i0">Por mil edades escondido, incierto<br /></span>
+<span class="i0">De la reina virtud; a ti se debe<br /></span>
+<span class="i0">Honra que en cierto dia el sol renueve.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[322]</a></span></p><p>Mormorando questi versi, riuscii nella via Juan de
+Mena, l'<i>Ennio spagnuolo</i>, come lo chiamano i suoi
+concittadini, autore d'un poema fantasmagorico, intitolato:
+<i>Il labirinto</i>, imitazione della <i>Divina Commedia</i>,
+di gran fama ai suoi tempi; e non privo, in
+vero, di qualche pagina di poesia ispirata e profonda;
+ma, nell'assieme, gonfio di pedantesco misticismo,
+e freddo. Giovanni II, re di Castiglia, andava
+pazzo di questo <i>Labirinto</i>, lo teneva accanto al messale
+nel suo gabinetto, lo portava seco alla caccia;
+ma, vedete capriccio di Re! il poema non aveva che
+trecento strofe, e a Giovanni II parevan poche,
+e sapete per qual ragione? Per la ragione che
+l'anno è di trecento sessantacinque giorni, e a lui
+pareva che quanti sono i giorni dell'anno tante dovessero
+essere le strofe del poema; e pregò il poeta
+di comporne altre sessantacinque, e il poeta lo obbedì;
+lietissimo, l'adulatore! di vedersi offerto un
+pretesto per adulare ancora; benchè l'avesse già
+tanto adulato, fino al segno di pregarlo che gli correggesse
+i suoi versi! Dalla via Juan de Mena, passai
+nella via Gongora, il Marini della Spagna, non meno
+grande d'ingegno, ma forse anche più corruttore
+della sua letteratura che non sia stato della nostra
+il Marini, poichè guastò, stroppiò, imbastardì in mille
+modi anche la lingua; onde Lopez de Vega argutamente
+fa chiedere da un poeta gongorista al suo
+ascoltatore:&mdash;Mi capisci?&mdash;e questi risponde:&mdash;Sì!&mdash;e
+il poeta di rimando:&mdash;Menti! perchè non
+mi capisco neanch'io.&mdash;Non però scevro affatto di<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[323]</a></span>
+gongorismo neanche il Lopez, cui bastò l'animo di
+scrivere che il Tasso non era che l'aurora del sol di
+Marini; nè scevro il Calderon, nè gli altri più grandi.
+Ma basti di poesia, per non uscire di carreggiata.</p>
+
+<p>Dopo la <i>siesta</i>, andai a ricercare i miei due compagni,
+che mi condussero nei sobborghi della città,
+nei quali vidi per la prima volta donne e uomini di
+tipo veramente andaluso, quale io me lo raffigurava,
+con occhi e colori e atteggiamenti d'Arabi; e
+intesi pure per la prima volta il parlar proprio
+del popolo d'Andalusia, più molle e più cantato
+che nelle Castiglie, ed anche più gaio e più immaginoso,
+e accompagnato da un gesticolare più vivo.
+Domandai ai miei compagni se fosse vero quello che
+suol dirsi dell'Andalusia: che cioè colla pubertà precoce
+sian precoci i vizii, e voluttuosi i costumi, e gli
+amori sfrenati. <i>Harto verdadero!</i> risposero: troppo
+vero! e qui spiegazioni, descrizioni e racconti, che
+tengo nella penna. Ritornammo in città, mi condussero
+in uno stupendo Casino, con giardini e sale
+splendide, in una delle quali, la più vasta e la più
+ricca, ornata dei ritratti di tutti i Cordovesi illustri,
+sorge una specie di palco scenico, su cui salgono i
+poeti a leggere le loro poesie le sere solenni destinate
+a pubblico certame d'ingegno; e i vincitori ricevono
+una corona d'alloro dalle mani delle più belle
+e colte fanciulle della città, assise sur un semicerchio
+di seggiole inghirlandate di rose. La sera ebbi
+il piacere di conoscere parecchi giovani Cordovesi,
+<i>ardentemiente afectos</i>, come si dice in spagnuolo leccato,<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[324]</a></span>
+<i>al cultivo de las Musas</i>, franchi, cortesi, vivacissimi,
+con una farraggine di versi nella testa, e infarinati
+di letteratura italiana; cosicchè, figuratevi,
+dall'imbrunire a mezzanotte, per quelle misteriose
+stradine che m'avevan fatto girar la testa la sera
+prima, fu un continuo clamoroso scambiarsi di sonetti,
+d'inni e di ballate delle due lingue, dal Petrarca
+al Prati, dal Cervantes allo Zorilla; e una allegrissima
+conversazione chiusa e suggellata da molte
+cordiali strette di mano, e da calde promesse di scriversi,
+di mandarsi libri, di venire in Italia, di tornare
+in Spagna, ec. ec.; non altro che parole, come
+sempre, ma parole non meno care per questo.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'indomani partii per Siviglia. Alla stazione vidi
+Frascuelo, Lagartijo, il Cuco, e tutta la compagnia
+dei <i>toreros</i> di Madrid, che mi salutarono con uno
+sguardo benevolo di protezione. Mi cacciai in un vagone
+polveroso, e quando il treno si mosse, e Cordova
+apparve ai miei occhi per l'ultima volta, la
+salutai coi versi del poeta arabo, un po' troppo sensuali,
+se si vuole, per il gusto d'un europeo; ma, in
+fin dei conti, adatti all'occasione:</p>
+
+<p>«<i>Addio, Cordova!</i> Per vivere sempre fra le tue
+mura, vorrei far vita più lunga di Noè. Vorrei
+avere i tesori di Faraone per spenderli in vino e
+in belle Cordovesi, dagli occhi soavi, che invitano
+ai baci.»<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[325]</a></span></p>
+
+<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Fece.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Stellato.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Conseguì.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> Venne.</p></div>
+</div>
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="IX" id="IX"></a>IX.<br /><br />
+
+SIVIGLIA.</h2>
+
+
+<p>Il viaggio da Cordova a Siviglia non desta la
+meraviglia come quello da Toledo a Cordova; ma è
+pur bello ancora; sono sempre quei boschi di aranci,
+quegli oliveti sconfinati, quei colli vestiti di pampini,
+quei prati coperti di fiori. A poche miglia da Cordova
+si vedon le torri diroccate del formidabile castello di
+Almodovar, posto sur una roccia altissima, che domina
+un immenso spazio all'intorno; a Hornachuelos,
+un altro vecchio castello sulla sommità d'una
+collina, in mezzo un paesaggio solitario e melanconico;
+più oltre la bianca città di Palma, nascosta in un
+foltissimo bosco d'aranci, cinto alla sua volta da una
+corona di orti e di giardini; e via via si trascorre
+in mezzo a campi biondeggianti di grano, fiancheggiati
+da lunghissime siepi di fichi d'India, da filari di
+piccole palme, da boschetti di pini, da folte piantagioni
+di alberi fruttiferi; e ad ogni tratto si vedon
+colli e castelli e torrenti e svelti campanili di villaggi
+celati tra gli alberi, e cime azzurre di monti lontani.</p>
+
+<p>Son belle sopra ogni cosa le piccole case campestri<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[326]</a></span>
+sparse lungo la strada. Non ricordo d'averne
+veduta una che non fosse bianca come la neve. È
+bianca la casa, bianco il parapetto del pozzo vicino,
+bianco il muricciuolo che cinge l'orto, bianchi i due
+pilastrini della porta del giardino; ogni cosa par
+stata imbiancata il giorno innanzi. Alcune di queste
+case hanno una o due finestrine binate alla moresca,
+altre qualche arabesco sulla porta, altre il tetto
+coperto di tegole variopinte come le case arabe. Qua
+e là, pei campi, si vedon cappe rosse e bianche di
+contadini, cappelli di velluto in mezzo all'erba, ciarpe
+di tutti i colori. I contadini che si vedono sulle
+aiuole, o che accorrono a veder passare il treno,
+sono vestiti tal quale ce li rappresentano i quadri
+di costumi di quarant'anni fa: hanno un cappello
+di velluto con una grandissima tesa un po' rivoltata,
+con una piccola cupola a pan di zucchero; una giacchettina
+corta, un panciotto aperto, un par di calzoni
+tagliati al ginocchio come quelli dei preti, un
+par di ghette alte fino ai calzoni, e una fascia intorno
+alla vita. Questa foggia di vestire, incomoda,
+ma bella, s'attaglia mirabilmente alle forme snelle
+di quegli uomini, i quali preferiscono assai lo star
+bellamente male allo star bene senza grazia, e s'acconciano
+di buon grado a stintignare una mezz'ora
+ogni mattina, pur di avere indosso un paio di calzoncini
+che mettano in rilievo il fianco svelto e la
+gamba ben tornita. Non han nulla di comune coi
+nostri contadini del settentrione, dal muso duro e
+dall'occhio attonito. Quelli vi fissan negli occhi, con<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[327]</a></span>
+un sorriso, i loro grandi occhi neri, come se vi volessero
+dire:&mdash;Non mi riconoscete?&mdash;lancian degli
+sguardi audaci alle signore che metton la testa fuori
+del finestrino; accorrono per porgervi un fiammifero
+prima che voi glielo abbiate domandato; qualche
+volta rispondono in rima a una vostra interrogazione,
+e son capaci persino di ridere per farvi vedere i loro
+denti bianchi.</p>
+
+<p>A la Rinconada si comincia a vedere, in dirittura
+della strada ferrata, il campanile della Cattedrale di
+Siviglia; e a destra, di là dal Guadalquivir, le belle
+colline coperte d'oliveti, ai piedi delle quali giaccion
+le rovine d'Italica. Il treno volava, e io parlavo tra
+me e me, a mezza voce, affrettando le parole via via
+che spesseggiavan le case, con quell'affanno pien di
+desiderio e di gioia, che si prova salendo le scale
+dell'amante. Siviglia! Siviglia è là! È là la regina
+dell'Andalusia, l'Atene spagnuola, la madre del Murillo,
+la città dei poeti e degli amori, la famosa Siviglia,
+di cui pronunciavo il nome fin da fanciullo
+con un sentimento di dolce simpatia! Chi m'avesse
+detto, qualche anno fa, che io l'avrei veduta! Eppure
+non è un sogno! Quelle case son ben di Siviglia, quei
+contadini laggiù son Sivigliani; quel campanile ch'io
+vidi, è la Giralda! Io a Siviglia? È strano! Mi vien
+voglia di ridere! Che farà mia madre in questo momento!
+Se fosse qui! Se fosse qui il tale, il tal altro!
+Peccato esser solo! Ecco le case bianche, i giardini,
+le stradine.... Siamo nella città.... Ora si scende.... Ah!
+come è bella la vita!....<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[328]</a></span></p>
+
+<p>Arrivai a un albergo, buttai la valigia nel <i>patio</i>,
+e cominciai a errare per la città. Mi parve di riveder
+Cordova ingrandita, abbellita e arricchita; le strade
+son più larghe, le case son più alte, i <i>patios</i> più
+spaziosi; ma l'aspetto generale della città è il medesimo;
+è quella bianchezza purissima, quella rete intricata
+di stradine, quell'odor diffuso d'aranci, quell'aria
+gentile di mistero, quella sembianza orientale,
+che desta nel cuore un sentimento dolcissimo di
+amorosa malinconia, e nella mente mille fantasie e
+desiderii e visioni d'un mondo lontano, d'una vita
+nuova, d'una gente ignota, d'un paradiso terrestre
+pieno d'amori, di delizie, di pace. In quelle strade
+si legge la storia della città; ogni balcone, ogni frammento
+di scultura, ogni crocicchio solitario rammenta
+l'avventura notturna d'un Re, le ispirazioni d'un
+poeta, le vicende di una bella, un amore, un duello,
+un rapimento, una favola, una festa. Qui è una
+memoria di Maria Padilla, là di don Pedro, più
+oltre del Cervantes, altrove del Colombo, di Santa
+Teresa, del Velasquez, del Murillo. Una colonna rammenta
+la dominazione Romana, una torre, lo splendore
+della monarchia di Carlo V, un alcazar, la
+magnificenza della corte degli Arabi. Accanto alle
+modeste casine bianche, s'innalzano i sontuosi palazzi
+marmorei; le piccole strade tortuose sboccano
+nelle vaste piazze popolate di aranci; dal crocicchio
+deserto e silenzioso si riesce, con un breve giro, nella
+strada corsa da una folla rumorosa; e per tutto dove
+si passa, si vedono a traverso i graziosi cancelli<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[329]</a></span>
+dei <i>patios</i>, fiori, statue, fontane, fughe di sale, muri
+coperti di arabeschi, finestrine arabe, sottili colonne
+di marmi preziosi; e a ogni finestra, in ogni giardino,
+donnine vestite di bianco, mezzo nascoste, come
+timide ninfe, fra le foglie dei pampini e i cespugli
+delle rose.</p>
+
+<p>Di strada in strada arrivai alla riva del Guadalquivir,
+sui viali del passeggio della Cristina, che è
+per Siviglia ciò che per Firenze il Lungarno. Qui si
+gode uno spettacolo incantevole.</p>
+
+<p>Mi avvicinai prima alla famosa Torre dell'Oro.
+Questa famosa Torre, chiamata dell'Oro o perchè vi si
+chiudeva l'oro che i bastimenti spagnuoli portavano
+dall'America, o perchè il re Don Pedro vi nascondeva i
+suoi tesori, è ottagona, formata da tre piani rientranti,
+coronata di merli e bagnata dal fiume. La
+tradizione narra che questa torre fu costrutta al
+tempo dei Romani, e che vi soggiornò per lungo tempo
+la bellissima favorita di quel Re, quando la torre
+era congiunta all'alcazar da un edifizio che venne
+demolito per far luogo al passeggio della Cristina.</p>
+
+<p>Questo passeggio si stende dal palazzo del duca di
+Montpensier fino alla Torre dell'Oro ed è tutto ombreggiato
+da platani d'Oriente, da quercie, da cipressi,
+da salici, da pioppi, e d'altri alberi del settentrione,
+che gli Andalusi ammirano come ammireremmo noi
+le palme e gli aloè nelle campagne del Piemonte e
+della Lombardia. Un gran ponte accavalcia il fiume,
+e conduce al sobborgo di Triana, del quale si vedono
+le prime case sulla sponda opposta. Una lunga fila<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[330]</a></span>
+di bastimenti, di golette, di barconi si stende sul
+fiume, e fra la Torre dell'Oro e il palazzo del Duca,
+è un va e vieni di barchette. Tramontava il sole. Una
+folla di signore formicolava pei viali, frotte di operaie
+passavano nel ponte, ferveva il lavoro sui bastimenti,
+sonava una banda musicale nascosta tra gli alberi,
+il fiume era color di rosa, l'aria odorava di fiori,
+il cielo pareva tutto in fuoco.</p>
+
+<p>Rientrai in città, e godetti il meraviglioso spettacolo
+di Siviglia notturna. I <i>patios</i> di tutte le case
+erano illuminati; quei delle case modeste, rischiarati
+da una mezza luce che ne abbelliva d'un'aria di
+mistero la grazia; quei dei palazzi, pieni di fiammelle,
+che facevan sfolgorare gli specchi e scintillare
+come getti d'argento vivo gli zampilli delle fontane,
+e luccicare di mille colori i marmi dei vestiboli, i
+musaici delle pareti, le vetriere delle porte, i cristalli
+dei doppieri. Si vedeva dentro un formicaio di signore,
+si sentiva per tutto un suon di risa, di voci,
+di musiche; pareva di passare in mezzo a tante sale
+da ballo; da ogni porta usciva un'onda di luce, di
+fragranze e d'armonie; le strade erano affollate; fra
+gli alberi delle piazze, sotto gli atrii, in fondo ai
+vicoli, sui terrazzini, da ogni parte si vedevan gonnelle
+bianche ondeggiare, sparire e riapparire nell'ombra;
+e testine ornate di fiori vezzeggiare alle
+finestre; e gruppi di giovani attraversar la folla gettando
+allegre grida; e gente salutarsi e discorrere fra
+le finestre e la strada, e per tutto un moto affrettato,
+un gridìo, un riso, una gaiezza carnevalesca.<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[331]</a></span>
+Siviglia non era più che un immenso giardino, nel
+quale folleggiava un popolo fremente di giovinezza
+e d'amore.</p>
+
+<p>Per uno straniero, quelli son momenti assai tristi.
+Mi ricordo che avrei dato del capo nel muro.
+Erravo qua e là mezzo sbalordito, col capo basso,
+col cuore stretto, come se tutta quella gente si divertisse
+per insultare la mia solitudine e la mia
+malinconia. Era troppo tardi per portare le lettere
+di raccomandazione, troppo presto per andare a dormire:
+ero schiavo di quella folla e di quell'allegrezza,
+e dovetti subirla per molte ore. Provai un
+sollievo sforzandomi di non guardar in viso le donne;
+ma non ci riuscivo sempre, e quando i miei occhi
+incontravano per caso due pupille nere, la trafittura
+era più acerba, appunto perchè improvvisa, che se
+avessi sfidato il pericolo col cuore pronto. Ero pure
+in mezzo a quelle Sivigliane tremendamente famose!
+Le vedevo passare, strette al braccio dei loro mariti
+e dei loro amanti, toccavo le loro vesti, inspiravo
+il loro profumo, sentivo il suono delle loro molli
+parole, e il sangue mi saliva al capo come un'onda
+di fuoco. Fortunatamente mi ricordai d'aver inteso
+dire a Madrid da un Sivigliano che il Console d'Italia
+soleva passar la serata nella bottega d'un suo
+figliuolo negoziante; cercai questa bottega, la rinvenni,
+vi trovai il Console, e consegnandogli una lettera d'un
+amico suo:&mdash;Caro Signore!&mdash;gli dissi con un tuono
+drammatico che lo fece ridere;&mdash;mi soccorra lei;
+Siviglia mi fa paura!<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[332]</a></span></p>
+
+<p>A mezzanotte la città non aveva mutato aspetto;
+v'era ancora tutta quella folla e tutta quella luce;
+tornai all'albergo e mi chiusi nella camera coll'intenzione
+di andar a letto. Peggio che peggio. Le finestre
+della camera davano sur una piazza dove formicolava
+un visibilio di gente intorno a una banda
+musicale che non finiva mai di suonare; cessata la musica,
+cominciaron le chitarre, le grida degli acquaioli,
+i canti, le risa; tutta la notte fu un baccano da
+svegliare le talpe. Io feci un sogno delizioso e tormentoso
+ad un tempo; ma più tormentoso. Mi pareva
+d'esser legato al letto da una lunghissima treccia
+nera attorcigliata in mille nodi, e di sentirmi
+sulle labbra una bocca di brage che mi toglieva il
+respiro, e intorno al collo due manine vigorose che
+mi schiacciavano il capo contro il manico d'una
+chitarra.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La mattina seguente andai difilato a vedere la
+Cattedrale.</p>
+
+<p>Per descrivere ammodo codesto smisurato edifizio,
+bisognerebbe aver sotto mano una raccolta di tutti
+gli aggettivi più sperticati e di tutte le più strampalate
+similitudini che uscirono dalla penna degli iperboleggiatori
+di tutti i paesi, ogni volta che ebbero a
+dipingere qualcosa di prodigiosamente alto, di mostruosamente
+largo, di spaventosamente profondo,
+d'incredibilmente grandioso. Quando ne parlo cogli
+amici, senza accorgermene, faccio anch'io, come il<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[333]</a></span>
+Mirabeau di Vittor Ugo, <i>un colossal mouvement
+d'épaules</i>, e gonfio le gote e ingrosso a grado a grado
+la voce a somiglianza di Tommaso Salvini nella tragedia
+<i>Sansone</i>, quando con un accento che fa fremer
+la platea, dice che si sente ricrescer ne' nervi il vigore.
+Parlar della Cattedrale di Siviglia, stanca
+come suonare un grosso strumento a fiato o sostenere
+una conversazione da una sponda all'altra d'un torrente
+rumoroso.</p>
+
+<p>La Cattedrale di Siviglia è isolata in mezzo ad
+una vastissima piazza, e però se ne può misurar la
+grandezza con un colpo d'occhio. Sul primo momento,
+pensai al motto famoso che proferì il Capitolo della
+Chiesa primitiva, decretando l'8 luglio del 1401, la
+costruzione della nuova Cattedrale:&mdash;Inalziamo un
+siffatto monumento che faccia dire ai posteri che noi
+eravamo pazzi.&mdash;Quei reverendi canonici non hanno
+fallito al loro intento. Ma per accertarsene bisogna
+entrare. L'aspetto esterno della Cattedrale è grandioso
+e magnifico; ma senza paragone meno che l'interno.
+Manca la facciata; un alto muro circonda
+tutto l'edifizio a modo d'una fortezza. Per quanto
+si giri e si guardi, non si riesce a fissar nella mente
+un contorno unico che, al pari dell'epigrafe d'un
+libro, porga un chiaro concetto del disegno dell'opera;
+si ammira e si prorompe più d'una volta
+nell'esclamazione:&mdash;È immenso!&mdash;ma non ci si
+appaga; e s'entra nella chiesa frettolosamente, desiderosi
+di provare un sentimento di meraviglia più
+intero.<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[334]</a></span></p>
+
+<p>Al primo entrare si rimane sbalorditi, ci si sente
+smarriti come in un abisso; e per qualche momento
+non si fa che descrivere collo sguardo immense curve
+per quell'immenso spazio, quasi per accertarsi che la
+vista non c'inganna e la fantasia non c'illude. Poi ci si
+avvicina a uno dei pilastri, si misura, e si guardano
+gli altri lontani: son grossi come torri, e paion sottili
+da far fremere al pensiero che l'edifizio vi poggia su.
+Si percorrono ad uno ad uno, con uno sguardo rapido,
+dal pavimento alla vòlta, e par di poter contare i
+momenti che lo sguardo impiega a salire. Son cinque
+navate, che formerebbero ciascuna una grande chiesa.
+In quella di mezzo potrebbe passeggiare a testa alta
+un'altra Cattedrale colla sua cupola e il suo campanile.
+Tutte insieme formano sessantotto vòlte ardimentose
+che, a guardarle, par che lentamente si allarghino
+e si sollevino. Tutto è enorme in questa
+Cattedrale. La cappella maggiore, posta nel mezzo
+della navata principale, e alta fin quasi a toccar la
+volta, pare una cappella costrutta per de' sacerdoti
+giganti a' quali gli altari comuni non arrivino sino al
+ginocchio; il cero pasquale sembra un albero di bastimento;
+il candelabro di bronzo che lo sopporta,
+un pilastro d'una chiesa; gli organi, case; il coro,
+è un museo di scultura e di cesellatura, da meritare
+ei solo <a name="tn334" id="tn334"></a><ins class="correction" title="originale: un">una</ins> visita d'una giornata. Le cappelle
+sono degne della chiesa: vi sono profusi i capolavori
+di sessantasette scultori e di trentotto pittori. Il
+Montanes, il Zurbaran, il Murillo, il Valdes, l'Herrera,
+il Boldan, il Roëlas, il Campana, v'hanno lasciato<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[335]</a></span>
+mille traccie immortali della loro mano. La
+cappella di san Ferdinando, che racchiude i sepolcri
+di questo Re, della sua sposa Beatrice, di Alfonso
+il Saggio, del celebre ministro Florida Blanca, e d'altri
+personaggi illustri, è una delle più belle e più
+ricche. Il corpo del re Ferdinando, che redense Siviglia
+dalla signoria degli Arabi, vestito della sua assisa
+guerriera, colla corona e col manto, riposa in una
+cassa di cristallo, coperta d'un velo. Da un lato è la
+spada che portava il giorno della sua entrata in Siviglia;
+dall'altro la canna, emblema del comando.
+In quella stessa cappella si conserva una piccola vergine
+d'avorio, che il santo Re portava seco in guerra,
+e altre reliquie di gran valore. Nelle restanti cappelle
+sono grandi altari di marmo, tombe di stile gotico,
+statue di pietra, di legno, d'argento, chiuse in
+ampie casse di cristallo, col petto e le mani coperte
+di diamanti e di rubini; e stupendi quadri, che, sgraziatamente,
+la scarsa luce che scende dalle alte finestre
+non rischiara tanto che si possano ammirare in
+tutta la loro bellezza.</p>
+
+<p>Ma dalla considerazione delle cappelle, dei quadri,
+delle sculture, si ritorna senza posa ad ammirare
+la Cattedrale nel suo grandioso e, se si potesse dire,
+formidabile aspetto. Dopo essersi slanciati su fino a
+quelle altezze vertiginose, lo sguardo e la mente ricadono
+a terra, quasi stanchi dello sforzo, come per
+ripigliar nuova lena a salire. E le immagini che vi
+pullulano nel capo, rispondono alla vastità della
+Basilica: angeli smisurati, teste di cherubini mostruose,<span class="pagenum"><a name="Page_336" id="Page_336">[336]</a></span>
+ali grandi come vele di naviglio, e svolazzi
+di manti candidi immensi. L'impressione che vi produce
+codesta Cattedrale è tutta religiosa; ma non
+mesta; è quel sentimento che trasporta il pensiero
+negli spazi interminati e nei tremendi silenzi, nei
+quali s'annegava il pensiero di Leopardi; è un sentimento
+pieno di desiderio e di ardire; il brivido
+voluttuoso che si prova sull'orlo d'un abisso; il turbamento
+e la confusione delle grandi idee; il divino
+terrore dell'infinito.</p>
+
+<p>Come è la cattedrale più varia della Spagna (chè
+l'architettura gotica, la germanica, la greco-romana,
+l'araba e quella nominata volgarmente <i>plateresca</i>
+vi lasciarono ciascheduna una impronta), ella è pure
+la più ricca e la più privilegiata. Nei tempi della
+maggior potenza del clero, vi si bruciavano, ogni
+anno, ventimila libbre di cera; vi si celebravano,
+ogni giorno, su ottanta altari, cinquecento messe; il
+vino che si consumava nel sacrifizio ascendeva all'incredibile
+quantità di diciottomila settecento cinquanta
+litri. I canonici avevano un servidorame da
+monarchi, si recavano alla chiesa in splendide carrozze
+tirate da superbi cavalli, si facevano sventolare
+dai chierici, mentre celebravan la messa, con enormi
+ventagli ornati di piume e di perle; diritto concesso
+loro dal Papa, del quale alcuni approfittano ancora
+oggigiorno. Non occorre parlare delle feste della settimana
+santa che sono ancora adesso famose nel
+mondo, e alle quali accorre gente da tutte le parti
+d'Europa.<span class="pagenum"><a name="Page_337" id="Page_337">[337]</a></span></p>
+
+<p>Ma il privilegio più curioso della cattedrale di
+Siviglia è la così detta danza <i>de los seises</i>, che ha
+luogo ogni sera, sull'imbrunire, per otto giorni consecutivi,
+dopo la festa del <i>Corpus Domini</i>. Poichè
+fui a Siviglia in quei giorni, l'andai a vedere, e mi
+parve cosa degna di esser descritta. Da quanto me
+n'era stato detto prima, mi pareva che la dovesse
+essere una pagliacciata scandalosa, ed entrai nella
+chiesa coll'animo preparato a un sentimento di sdegno
+per la profanazione del luogo sacro. La chiesa
+era buia; la sola cappella maggiore illuminata; una
+folla di donne ginocchioni ingombrava lo spazio
+fra la cappella e il coro. Alcuni preti stavan seduti
+a destra e sinistra dell'altare; davanti alla
+gradinata era disteso un ampio tappeto; due file di
+ragazzi dagli otto ai dodici anni, vestiti da cavalieri
+spagnuoli del medio evo, con cappello piumato e calze
+bianche, eran schierati gli uni di fronte agli altri,
+in faccia all'altare. A un cenno dato da un sacerdote,
+una soave musica di violini ruppe il silenzio
+profondo della chiesa, e le due schiere di ragazzi si
+mossero con un passo di contraddanza, e cominciarono
+a dividersi, a intrecciarsi, a sciogliersi, a riannodarsi,
+con mille graziosissimi giri; e poi proruppero
+tutti insieme in un canto armonioso e gentile, che
+echeggiò nell'oscurità della vasta cattedrale come
+la voce d'un coro d'angeli; e un momento dopo,
+si misero ad accompagnare la danza ed il canto colle
+nacchere. Nessuna cerimonia religiosa mi commosse
+mai come questa. È impossibile esprimere l'effetto<span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[338]</a></span>
+che producevano quelle vocine sotto quelle immense
+vòlte; quelle creaturine ai piedi di quell'altare
+enorme; quella danza composta, quasi umile; quel
+costume antico, quella folla prostrata, e intorno intorno
+quelle tenebre. Uscii dalla chiesa coll'anima
+serena come se avessi pregato.</p>
+
+<p>A proposito di questo ballo mi fu raccontato un
+aneddoto assai curioso. Due secoli or sono, un arcivescovo
+di Siviglia al quale pareva che colle contraddanze
+e le nacchere non si lodasse degnamente il
+Signore, volle proibire la cerimonia. Ne seguì un
+sottosopra: il popolo strepitò; i canonici alzaron la
+voce; l'arcivescovo fu costretto a chieder soccorso
+al papa. Il papa, curioso, volle vedere coi suoi occhi
+il ballonzolo per poter giudicare con conoscimento
+di causa. I ragazzi, vestiti da cavalieri, furon condotti
+a Roma, ricevuti nel Vaticano e fatti danzare
+e cantare in presenza di Sua Santità. Sua Santità
+rise, non disapprovò, e volendo dare un colpo al
+cerchio e uno alla botte, ossia contentare i canonici
+senza scontentare l'arcivescovo, decretò che i ragazzi
+potessero continuare a ballare finché avessero logorato
+i vestiti che si trovavano addosso; dopo di che la
+cerimonia si sarebbe considerata come abolita. L'arcivescovo
+rise sotto i baffi, se li aveva, e i canonici
+risero anch'essi, come quelli che avevan già trovata
+la maniera di farla in barba all'arcivescovo e al
+papa. E infatti essi rinnovarono ai ragazzi ogni anno
+una parte del vestiario, in modo che non si potesse
+dire mai che tutto il vestiario era logoro; e l'arcivescovo<span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[339]</a></span>
+che, da uomo scrupoloso, pigliava l'ordine
+del papa alla lettera, non si potè opporre alla ripetizione
+della cerimonia. Così si continuò a ballare e
+si balla e si ballerà fin che piaccia ai canonici e a
+Domeneddio.</p>
+
+<p>Mentre stavo per uscir dalla chiesa, un sacrestano
+mi fece un cenno, mi condusse dietro al coro, e
+m'indicò una lastra del pavimento, sulla quale lessi
+una iscrizione che mi fece battere il cuore. Sotto
+quella pietra sono sepolte le ossa di Ferdinando Colombo,
+figlio di Cristoforo, nato a Cordova, morto
+a Siviglia il 12 luglio del 1536, nell'età di cinquant'anni.
+Sotto l'iscrizione si leggono alcuni distici latini
+del seguente significato:</p>
+
+<p>«Che vale ch'io abbia bagnato dei miei sudori
+l'intero universo, ch'io abbia percorso tre volte il
+nuovo mondo scoperto da mio padre, ch'io abbia
+abbellito le rive del tranquillo Beti, e preferito i
+miei gusti semplici alle ricchezze per riunire intorno
+a te le divinità della sorgente di Castalia, e offrirti
+i tesori raccolti già da Tolomeo, se tu, passando in
+silenzio su questa pietra, non rivolgi nemmeno un
+saluto a mio padre, e a me un lieve ricordo?»</p>
+
+<p>Il sacrestano che ne sapeva più di me, mi spiegò
+questa iscrizione. Ferdinando Colombo fu, giovanissimo,
+paggio di Isabella la Cattolica e del principe
+Don Giovanni; viaggiò nelle Indie con suo padre e
+suo fratello, l'ammiraglio Don Diego, seguì l'imperatore
+Carlo V nelle sue guerre, fece altri viaggi in
+Asia, in Affrica e nell'America, e per tutto raccolse<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[340]</a></span>
+con infinite cure e ingenti spese libri preziosissimi,
+dei quali compose una biblioteca, che dopo la sua
+morte passò nelle mani del capitolo della cattedrale,
+e rimane tuttora col titolo famoso di Biblioteca Colombina.
+Prima di morire scrisse egli stesso i distici
+latini che si leggono sulla pietra della sua tomba e
+manifestò il desiderio di essere sepolto nella cattedrale.
+Negli ultimi momenti della sua vita, si fece
+portare un vassoio pieno di cenere, se ne asperse il
+viso pronunziando le parole della Sacra Scrittura:
+<i>Memento homo quia pulvis es</i>, intonò il <i>Te Deum</i>, sorrise
+e spirò colla serenità d'un santo. Subito mi prese
+il desiderio di visitar la biblioteca e uscii dalla chiesa.</p>
+
+<p>Un cicerone mi arrestò sulla soglia per domandarmi
+se avevo visto il <i>Patio de los Naranjos</i> (il
+cortile degli aranci), e avendogli risposto di no, mi
+ci condusse. Il cortile degli aranci è posto a tramontana
+della cattedrale, e cinto d'un gran muro
+merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da
+un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al
+muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra
+la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero.
+Nello spazio di questo cortile, che è amplissimo, sorgeva
+l'antica moschea che si crede sia stata costrutta
+verso la fine del secolo duodecimo. Ora non ne rimane
+più traccia. All'ombra degli aranci, sull'orlo della
+vasca della fontana, vanno a pigliare il fresco i buoni
+sivigliani <i>en las ardientes siestas del estio</i>; e a rammentare
+il voluttuoso paradiso di Maometto non
+resta che la leggiadra verzura e l'aria imbalsamata,<span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[341]</a></span>
+e ad ora ad ora qualche bella fanciulla dai grandi
+occhi che vi saetta trasvolando in mezzo agli alberi
+lontani.</p>
+
+<p>La famosa Giralda della cattedrale di Siviglia, è
+un'antica torre araba, costrutta, a quanto si afferma,
+nell'anno mille, sul disegno dell'architetto Gaver,
+inventore dell'algebra; modificata nella parte superiore
+dopo la riconquista, e ridotta così a campanile
+cristiano; ma pur sempre araba all'aspetto, e tuttavia
+più altera dello sparito stendardo dei vinti,
+che non della croce a lei nuovamente imposta dai
+vincitori. È un monumento che produce una sensazione
+nuova; fa sorridere; è smisurato e imponente
+come una piramide egizia, e ad un tempo gaio e
+gentile come un chiosco di giardino. È una torre di
+mattoni, quadrata, d'un bellissimo color di rosa,
+nuda fino a una certa altezza, e di qui in su ornata
+di finestrine moresche, binate, sparse qua e là come
+a caso, munite di balconcini che fanno un bellissimo
+vedere. Sul piano dove posava anticamente un tetto
+variopinto, sormontato d'un'asta di ferro che sorreggeva
+quattro enormi palle dorate; sorge il campanile
+cristiano, di tre piani, il primo occupato dalle
+campane, il secondo cinto d'una balaustrata, il terzo
+formato da una specie di cupola, sulla quale gira
+come una banderuola una colossale statua di bronzo
+dorato, che rappresenta la Fede, con una palma da
+una mano e dall'altra uno stendardo, visibile a grande
+distanza da Siviglia, e quando vi batte il sole, scintillante
+a somiglianza di un enorme rubino confitto<span class="pagenum"><a name="Page_342" id="Page_342">[342]</a></span>
+nella corona d'un re titano che signoreggi collo sguardo
+tutta la vallata andalusa.</p>
+
+<p>Salii fino alla sommità, e là fui ampiamente compensato
+delle fatiche della salita. Siviglia, tutta bianca
+come una città di marmo, cinta d'una corona di
+giardini, di boschi e di viali, in mezzo ad una campagna
+sparsa di ville, si stende sotto allo sguardo
+in tutta la pompa della sua bellezza orientale. Il
+Guadalquivir carico di navi l'attraversa e l'abbraccia
+con un larghissimo giro. Qui la Torre dell'Oro
+disegna le sue graziose forme sulle acque azzurre
+del fiume, là l'Alcazar ostenta le sue austere torri,
+più oltre giardini del Montpensier spingono oltre i
+tetti degli edifizii un ammasso enorme di verzura;
+lo sguardo penetra dentro il circo dei tori, nei giardini
+delle piazze, nei <i>patios</i> delle case, nei claustri delle
+chiese, in tutte le strade che vengono a sboccare intorno
+alla cattedrale; lontano, si scorgono i villaggi
+di Santi-Ponce, di Algaba ed altri che biancheggiano
+alle falde delle colline; a destra del Guadalquivir, il
+grande borgo di Triana; da un lato, lontanissimo, le
+creste dentellate della Sierra Morena; dal lato opposto
+altri monti svariati d'infinite tinte azzurrine; e
+sopra questo meraviglioso panorama il più puro, il
+più trasparente, il più incantevole cielo che abbia
+mai sorriso allo sguardo dell'uomo.</p>
+
+<p>Sceso dalla Giralda, andai a vedere la biblioteca
+Colombina, posta in un edifizio antico, accanto al
+<i>Patio de los Naranjos</i>. Dopo aver visto una collezione
+di messali, di bibbie, di manoscritti preziosi,<span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[343]</a></span>
+uno tra i quali attribuito ad Alfonso il Saggio, intitolato:
+<i>Il Libro del Tesoro</i>, scritto con diligentissima
+cura nella vecchia lingua spagnuola; vidi,&mdash;lasciatemelo
+ripetere,&mdash;vidi,&mdash;io&mdash;coi miei occhi
+inumiditi, e premendomi una mano sul cuore che
+mi batteva forte, vidi un libro, un trattato di cosmografia
+e di astronomia, in latino, coi margini coperti
+di note scritte dalla mano di Cristoforo Colombo.
+Egli aveva studiato quel libro quando volgeva in
+mente il grande disegno, aveva vegliato su quelle
+pagine, le aveva toccate, forse la sua divina fronte,
+in quelle veglie faticose, si era qualche volta chinata
+con uno stanco abbandono su quelle pergamene, e
+le aveva bagnate di sudore! È un pensiero che fa fremere!
+Ma c'è ben altro! Vidi uno scritto della
+mano di Colombo, nel quale sono raccolte tutte le
+profezie degli antichi scrittori sacri e profani intorno
+alla scoperta d'un nuovo mondo; scritto del quale
+egli si servì, a quanto pare, per indurre i sovrani
+di Spagna a fornirgli i mezzi di tentare la sua
+impresa. V'è, fra gli altri, un passo della <i>Medea</i>
+del Seneca, che dice: <i>Venient annis sæcula seris,
+quibus oceanus vincula rerum laxet, et ingens Pateat
+tellus</i>. E nel volume del Seneca, che si trova pure
+nella biblioteca Colombina, accanto al passo citato,
+v'è una annotazione del figlio Ferdinando, che dice:&mdash;Questa
+profezia è stata avverata da mio padre,
+l'ammiraglio Cristoforo Colombo, l'anno 1492.&mdash;Mi
+si riempiron gli occhi di lacrime; avrei voluto esser
+solo per baciare quei libri, per stancarmi a forza di<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[344]</a></span>
+rivolgerli tra le mani, per poterne staccare un piccolo
+frammento e portarlo con me, come una cosa
+sacra. Cristoforo Colombo! Ho visto i suoi caratteri!
+Ho toccato i fogli ch'egli ha toccato! L'ho sentito
+così vicino a me! Uscendo dalla biblioteca, non so....
+mi sarei gettato in mezzo alle fiamme per salvare un
+bambino, mi sarei spogliato per soccorrere un povero,
+avrei fatto lietamente qualche grande sacrifizio;
+ero tanto ricco!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Dopo la biblioteca, l'Alcazar; ma prima di arrivare
+all'Alcazar, benchè si trovi nella stessa piazza
+della cattedrale, sentii per la prima volta che cos'è
+il sole dell'Andalusia. Siviglia è la città più calda
+della Spagna, quella era l'ora più calda della
+giornata, ed io mi trovavo nel punto più caldo
+della città; v'era un oceano di luce; non una porta,
+non una finestra aperta, non un'anima viva; se
+m'avessero detto che Siviglia era disabitata, l'avrei
+potuto credere. Attraversai la piazza lentamente cogli
+occhi socchiusi, col viso raggrinzato, col sudore
+che mi filava a grosse goccie giù per le guancie e
+per il petto, con le mani che mi pareva d'averle
+tuffate in un secchio d'acqua. Vicino all'Alcazar
+trovai una specie di baracca d'un acquaiolo, e mi
+cacciai sotto colla precipitazione d'un uomo che si
+ripari da una tempesta di sassi. Ripreso un po' di
+fiato, mi mossi verso l'Alcazar.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'Alcazar, antico palazzo dei Re mori, è uno dei
+monumenti meglio conservati della Spagna. Visto di<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[345]</a></span>
+fuori, pare una fortezza: è tutto cinto di alte mura,
+di torri merlate e di vecchie case, che formano davanti
+alla facciata due spaziosi cortili. La facciata
+è nuda e severa come le altre parti esteriori dell'edifizio.
+La porta è ornata di arabeschi dorati e dipinti,
+fra i quali si vede una iscrizione gotica che
+accenna il tempo in cui l'Alcazar fu restaurato per
+ordine del re Don Pedro. L'Alcazar, infatti, benchè
+sia un palazzo arabo, è opera più dei re Cristiani che
+dei re Arabi. Fondato non si sa precisamente in
+che anno, fu ricostrutto dal re Abdelasio verso la
+fine del dodicesimo secolo; conquistato dal re Ferdinando
+verso la metà del secolo decimo terzo; rifatto
+una seconda volta, nel secolo seguente, dal re Don
+Pedro; abitato poi, per più o meno tempo, da quasi
+tutti i re di Castiglia; e infine scelto da Carlo V
+per celebrarvi il suo matrimonio coll'Infanta di Portogallo.
+L'Alcazar fu testimone degli amori e dei
+delitti di tre schiatte di Re; ogni sua pietra desta
+un ricordo e custodisce un segreto.</p>
+
+<p>Si entra, si attraversano due o tre sale, nelle
+quali non riman più d'arabo che il soffitto e qualche
+musaico a piè dei muri, e si riesce in un cortile
+dove si rimane attoniti dalla meraviglia. Un portico
+ad archi elegantissimi si stende lungo i quattro lati,
+sostenuto da colonnine di marmo, unite a due a due;
+e gli archi e i muri e le finestre e le porte son coperte
+di sculture, di musaici, di arabeschi intricatissimi
+e delicatissimi, dove traforati come veli di
+trina; dove fitti e chiusi come tappeti trapunti; dove<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[346]</a></span>
+sporgenti e penzoli come mazzi e ghirlande di fiori;
+e fuor che i musaici dai mille colori, ogni cosa è
+bianco, nitido, luccicante come l'avorio. Ai quattro
+lati son quattro grandi porte per le quali si entra nelle
+sale reali. Qui la meraviglia si muta in incanto.
+Quanto di più ricco, di più vario, di più splendido può
+sognare la più ardente fantasia nel più ardente dei
+suoi sogni, si trova in codeste sale. Dal pavimento alla
+volta, intorno alle porte, lungo gli spigoli delle finestre,
+negli angoli più appartati, in qualunque parte
+cada lo sguardo, appare un tal formicolío di ornamenti
+d'oro e di pietre preziose, una così fitta rete di arabeschi
+e d'iscrizioni, una così meravigliosa profusione
+di disegni e di colori, che appena si son fatti
+venti passi, si è sbalorditi e confusi, e l'occhio erra
+qua e là stanco, quasi cercando un palmo di parete
+nuda, in cui rifugiarsi e riposare. In una di queste
+sale il custode vi accenna <a name="tn346" id="tn346"></a><ins class="correction" title="originale: un">una</ins> macchia rossastra che
+copre un buon tratto del pavimento marmoreo, e vi
+dice con voce solenne:</p>
+
+<p>&#8220;Questa è la traccia del sangue di Don Fadrique
+gran mastro dell'Ordine di Sant'Jago, ucciso in
+questo luogo medesimo, l'anno 1358, per ordine del
+re Don Pedro, suo fratello.&#8221;</p>
+
+<p>Mi ricordo che quando udii queste parole guardai
+in viso il custode coll'aria di voler dire:&mdash;Gnamo,
+via;&mdash;e che il buon uomo mi rispose con un tuono
+secco:</p>
+
+<p>&#8220;<i>Caballero</i>, se io le dicessi di creder la cosa sulla
+mia parola, ella avrebbe ogni ragione di dubitarne;<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[347]</a></span>
+ma quando la cosa la può veder lei coi suoi occhi,
+sbaglierò, ma... mi pare...&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Sì,&#8221; m'affrettai a dire, &#8220;sì, è sangue, lo credo,
+lo vedo, non parliamone più.&#8221;</p>
+
+<p>Ma se si può scherzar sulla macchia del sangue,
+non si può sulla tradizione di quel delitto; l'aspetto
+del luogo ne ravviva nella mente tutti i più orrendi
+particolari. Per l'ampie sale dorate par di sentir
+risuonare il passo di Don Fadrique, inseguito dai balestrieri
+armati di mazze; il palazzo è immerso nelle
+tenebre; non si sente altro rumore che quello dei
+carnefici e della vittima; Don Fadrique cerca di entrar
+nel cortile, Lopez de Padilla lo agguanta, Fadrique
+si scioglie, è nel cortile, afferra la spada, maledizione!
+la croce dell'elsa s'è intricata nel mantello
+dell'Ordine di Sant'Jago, i balestrieri sopraggiungono,
+ei non ha più tempo a sguainare la lama,
+fugge qua e là a tentoni, Fernandez de Roa lo raggiunge
+e lo atterra con un colpo di mazza, gli altri
+gli si avventano addosso e feriscono, Faldrico spira
+in un lago di sangue....</p>
+
+<p>Ma questo tristo ricordo si perde in mezzo alle
+mille immagini della vita deliziosa dei re Arabi.
+Quelle finestrine gentili, alle quali par che si debba
+affacciar da un momento all'altro un volto languido
+di Odalisca; quelle porte segrete, davanti alle quali
+vi fermate vostro malgrado, come se aveste sentito
+il fruscío d'una veste; quei dormentori dei Sultani,
+immersi in una oscurità misteriosa, nei quali vi par
+di sentir confusi in un solo i gemiti amorosi di<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[348]</a></span>
+tutte le fanciulle che vi perdettero il fior verginale;
+quella prodigiosa varietà di colori e di fregi che a
+somiglianza di una concitatissima e sempre cangiante
+sinfonia vi leva i sensi in non so quale smarrimento
+fantastico che vi fa dubitar di sognare; quell'architettura
+delicata e leggerissima, tutta colonnine che
+paion braccia di donne, archetti capricciosi, stanzini,
+volte affollate di ornamenti che pendono in forma
+di stallatiti, di diacciuoli e di grappoli, variopinte
+come aiuole fiorite; tutto questo vi mette il desiderio
+di sedervi in mezzo a una di quelle sale, e di
+star là premendovi sul cuore una bella testa bruna
+d'Andalusa, che vi faccia dimenticare il mondo e il
+tempo, e con un lunghissimo bacio che vi assorbisca
+la vita vi addormenti per sempre.</p>
+
+<p>Al pian terreno, la più bella sala è quella degli
+ambasciatori, formata da quattro grandi archi che
+sostengono una galleria di quarantaquattro archi minori,
+e in alto una leggiadra cupola scolpita, dipinta,
+dorata, ricamata con una grazia inimitabile e uno
+sfarzo favoloso. Al piano superiore, dov'eran gli appartamenti
+d'inverno, non rimane che un oratorio
+di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica, e una piccola
+stanza che si dice sia quella in cui dormiva il
+re Don Pedro. Di qui si scende per una scala stretta
+e misteriosa nelle stanze in cui abitava la famosa
+Maria di Padilla, favorita di Don Pedro, che la tradizione
+popolare accusa d'aver istigato il re al fratricidio.</p>
+
+<p>I giardini dell'Alcazar non sono molto vasti, nè<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[349]</a></span>
+straordinariamente belli; ma i ricordi che destano
+valgon più della vastità e della bellezza. All'ombra
+di quegli aranci e di quei cipressi, al mormorio di
+quelle fontane, quando splendeva in quel purissimo
+cielo andaluso una grande e candida luna, e il folto
+sciame dei cortigiani e degli schiavi posava; quanti
+lunghi sospiri di ardenti sultane! quante umili parole
+di re superbi! che tremendi amori, e che tremendi
+amplessi!&mdash;Itimad! mio amore!&mdash;mormoravo
+io, pensando all'amante famosa di re Al-Motamid, e
+intanto giravo di sentiero in sentiero come inseguendo
+il suo fantasma;&mdash;Itimad! Non lasciarmi solo in
+questo tacito paradiso! Arrestati! Rendimi un'ora
+della felicità di questa notte! Ti ricordi? Tu venisti
+a me, e la tua ricca chioma cadde sulle mie
+spalle come un manto; e in quel modo che il guerriero
+impugna la sua spada, io afferrai il tuo collo
+più bianco e più morbido di quello del cigno! Com'eri
+bella! Come il mio cuore ansioso estinse la sua sete
+dentro la tua bocca color di sangue! Il tuo bel corpo
+uscì dalla tua veste splendidamente ricamata, come
+una lama nitida e scintillante esce dalla guaina; e
+allora io premetti con ambe le mani i tuoi grandi
+fianchi, e la tua vita sottile e tutta la perfezione
+della tua bellezza! Come sei cara, Itimad! Il tuo
+bacio è dolce come il vino, e il tuo sguardo, come
+il vino, fa smarrir la ragione!</p>
+
+<p>Mentre facevo così la mia dichiarazione amorosa
+con frasi e immagini rubacchiate ai poeti arabi,
+e proprio nel momento che infilavo un sentiero tutto<span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[350]</a></span>
+fiancheggiato da' fiori, mi sentii a un tratto venir
+su tra gamba e gamba uno zampillo d'acqua; feci
+un salto indietro, ricevetti uno spruzzo nel viso;
+mi voltai a destra, uno spruzzo nel collo; mi girai
+a sinistra, uno spruzzo nella nuca; mi misi a correre,
+acqua di sotto, dai lati, da tutte le parti, a
+zampilli, a sprazzi, a pioggia, così che in un momento
+mi trovai fradicio come se mi avessero tuffato
+in una tinozza. Nel punto che apro la bocca per
+gridare, tutto cessa, e sento una sonora risata in
+fondo al giardino; mi volto, e vedo un giovanotto,
+appoggiato a un muricciuolo, che mi guarda coll'aria
+di dire:&mdash;Le è piaciuto?&mdash;Quando uscii mi mostrò
+l'ordigno che aveva toccato per farmi quella broma
+(facezia), e mi confortò assicurandomi che il sole di
+Siviglia non mi avrebbe lasciato molto tempo in quello
+stato di spugna intrisa, a cui ero passato così bruscamente,
+me infelice! dalle braccia amorose della
+mia sultana.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La sera, malgrado le voluttuose immagini che
+m'avea suscitate nella mente l'Alcazar, fui abbastanza
+calmo da poter considerare la bellezza delle
+sivigliane senza esser poi costretto cercare uno scampo
+tra le braccia del console. Io non credo che in nessun
+paese esistan donne più atte delle andaluse a
+far concepire il disegno d'un rapimento; non solo
+perchè destin la passione che fa far le corbellerie;
+ma perchè davvero paion fatte apposta per esser
+prese, abballottate e nascoste, tanto son piccole, leggiere,<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[351]</a></span>
+rotondette, elastiche, morbidine. I loro piedini
+vi entrerebbero agevolmente tutti e due in una tasca
+del soprabito, con una mano le levereste su per
+la vita come le bambole, e premendole un po' con
+un dito le pieghereste come una verghetta di giunco.
+Alla bellezza naturale accoppian poi l'arte di camminare
+e di guardare in una maniera da far dar
+di volta al cervello. Scivolano, sguisciano, ondeggiano;
+in un momento solo, passandovi accanto, vi
+mostrano il piedino, vi fanno ammirare il braccio,
+vi mettono in evidenza la vitina, vi scoprono due
+file di denti bianchissimi, e vi lanciano uno sguardo
+lungo e velato che si figge e muore nel vostro; e
+poi tiran via con aria di trionfo, sicure d'avervi
+messo il sangue sossopra.</p>
+
+<p>Per avere un'idea della bellezza delle donne del
+popolo e della loro foggia di vestire, andai a vedere
+il giorno dopo la fabbrica di tabacchi, che è una
+delle più vaste d'Europa e conta non meno di cinquemila
+operaie. L'edifizio è di fronte al vasto giardino
+del duca di Montpensier; le operaie si trovan
+quasi tutte in tre grandissime sale, divisa ciascuna
+in tre parti da tre file di pilastri. Il primo colpo
+d'occhio è stupendo; vi si presentano tutte insieme
+allo sguardo ottocento ragazze, divise in gruppi di
+cinque o sei, sedute intorno ai tavolini da lavoro,
+fitte come una folla, le lontane confuse, le ultime
+appena visibili; tutte giovani, poche bambine; ottocento
+chiome nerissime e ottocento visi bruni di ogni
+provincia d'Andalusia, da Iaen a Cadice, da Granata<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[352]</a></span>
+a Siviglia. Si sente un brulichío come in una
+piazza piena di popolo. Le pareti, dalla porta d'entrata
+fino alla porta d'uscita, in tutte tre le sale,
+sono tappezzate di gonnelle, di scialli, di fazzoletti,
+di sciarpe; e, cosa curiosissima, tutto quell'ammasso
+di cenci che basterebbe a riempire cento botteghe
+da rigattiere, presenta due colori dominanti, tutti
+e due continui, l'uno sotto l'altro, come i colori
+d'una lunghissima bandiera: il nero degli scialli
+sopra, il roseo delle vesti sotto; misto al rosso il
+bianco, il porporino, il giallo; e par di vedere un'immensa
+bottega di maschere o un'immensa sala da
+ballo in cui le ballerine, per esser più libere, abbiano
+appeso al muro tutto ciò che non è strettamente
+necessario a salvare il pudore. Le ragazze si rimettono
+quei vestiti per uscire; per lavorare veston
+roba da strapazzo; ma ugualmente bianca o rosea.
+Il caldo essendo insopportabile, tutte s'alleggeriscono
+quant'è possibile, e perciò fra quelle cinquemila ve ne
+saranno appena una cinquantina delle quali il visitatore
+non possa contemplare a suo bell'agio il braccio
+e la spalla, senza tener conto dei casi straordinari
+che si presentano all'improvviso passare da una sala
+all'altra, dietro le porte e le colonne, e in fondo
+agli angoli lontani. Vi sono dei visi bellissimi; ed
+anco i non belli hanno qualche cosa che attira lo
+sguardo e s'imprime nella memoria: il colorito, l'occhio,
+le ciglia, il sorriso. Molte, e specie le così dette
+<i>gitane</i>, sono d'un bruno carico come le mulatte, e
+han le labbra tumide; altre, gli occhi tanto grandi<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[353]</a></span>
+che un loro ritratto fedele parrebbe un'esagerazione
+mostruosa; la maggior parte son piccine e
+ben fatte, e tutte hanno una rosa o una viola o
+un mazzetto di fiori di campo fra le treccie. Sono
+pagate in ragione del lavoro che fanno; le più abili
+e le più operose guadagnano fino a tre lire il giorno;
+le pigre&mdash;<i>las holgazanas</i>&mdash;dormono colle braccia
+incrociate sul tavolo e la testa appoggiata sulle braccia;
+le mamme lavorano dimenando una gamba cui
+è legata una cordicella che fa dondolare una culla.
+Dalla sala dei sigari si passa in quella dei <i>cigarritos</i>,
+da quella dei <i>cigarritos</i> in quella delle scatole,
+da quella delle scatole in quella delle casse, e
+per tutto si vedon sottane color di rosa, treccie nere
+ed occhioni. In una sola di quelle sale quante storie
+d'amore, di gelosie, d'abbandoni e di miserie!
+All'uscire di quella fabbrica, per un pezzo vi par
+di vedere da ogni parte pupille nere che vi guardano
+con mille espressioni diverse di curiosità, di
+noia, di simpatia, di allegrezza, di mestizia, di sonno.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Lo stesso giorno andai a vedere il Museo di
+pittura.</p>
+
+<p>Il Museo di pittura di Siviglia non possiede un
+gran numero di quadri; ma quei pochi valgono
+un grande Museo. Vi sono i capolavori del Murillo,
+e fra questi l'immortale <i>Sant'Antonio da Padova</i>,
+che ha fama di essere la più divinamente
+ispirata delle sue creazioni, e una delle più grandi
+meraviglie del genio umano. Visitai quel Museo col<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[354]</a></span>
+signor Gonzalo Segovia e Ardizone, uno dei più illustri
+giovani di Siviglia, e vorrei ch'egli fosse ora
+qui, accanto al mio tavolino, per testificare con una
+noticina firmata che nel punto ch'io fissai gli occhi su
+quel quadro, lo afferrai pel braccio e gettai un grido.</p>
+
+<p>Una volta sola, in vita mia, provai una commozione
+della natura di quella che m'assalì alla vista di quel
+l'immagine. Era una bella notte d'estate, il cielo
+tutto scintillante di stelle, e la vasta campagna che si
+abbracciava con uno sguardo dal luogo alto dove mi
+trovavo, immersa in una quiete profonda. Una delle
+più nobili creature ch'io abbia incontrato finora
+nella vita, era accanto a me. Poche ore prima
+avevamo letto alcune pagine d'un libro dell'Humboldt.
+Guardavamo il cielo, e parlavamo del moto
+della terra, dei milioni dei mondi, dell'infinito, con
+quel tuono sommesso, quasi di voce lontana, che
+vien spontaneo quando si parla di tali cose, di notte,
+in un luogo silenzioso. A un certo punto tacemmo,
+e ciascuno si abbandonò, cogli occhi fissi nel cielo,
+alle sue fantasie. Io non so per qual ordine di pensieri
+riuscii dove riuscii; non so che misterioso movimento
+d'affetti si sia prodotto nel mio cuore; non so che
+cosa abbia veduto, o traveduto, o sognato; so che
+tutto ad un tratto mi parve che si squarciasse un
+velo davanti alla mia mente, sentii dentro di me
+una infinita sicurezza di ciò che fino allora avevo
+piuttosto desiderato che creduto, il mio cuore si dilatò
+in un sentimento di gioia suprema, d'una dolcezza
+angelica, d'una speranza immensa; un'onda<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[355]</a></span>
+di lagrime ardenti mi sgorgò impetuosamente dagli
+occhi, e afferrando la mano amica che cercava la mia,
+gridai dal più profondo dell'anima:&mdash;È vero! È vero!
+È vero!&mdash;e mi misi a piangere come un bambino.</p>
+
+<p>Il <i>Sant'Antonio di Padova</i> mi fece riprovare
+la commozione di quella sera. Il santo è inginocchiato
+in mezzo alla sua cella: il bambino Gesù, circonfuso
+d'una luce bionda e vaporosa, attirato dalla
+forza della preghiera, scende fra le sue braccia; Sant'Antonio,
+rapito in estasi, si slancia con tutto il suo
+corpo e tutta la sua anima verso di lui, rovesciando
+indietro la sua testa raggiante in uno spasimo
+di voluttà sovrumana. Tale fu la scossa che mi
+diede questo quadro, che pochi minuti di contemplazione
+mi lasciarono stanco come se avessi percorso
+un grande Museo; e mi prese un tremito che
+mi durò per tutto il tempo ch'io rimasi in quella
+sala. Vidi in seguito gli altri grandi quadri del Murillo:
+una <i>Concezione</i>, un <i>San Francesco che abbraccia
+Cristo</i>, un'altra <i>Visione di Sant'Antonio</i>, ed altri
+che non son meno di venti, tra i quali la incantevole
+e famosa <i>Vergine della Servietta</i>, dipinta dal
+Murillo sur una servietta vera, nel Convento de' Cappuccini
+di Siviglia, per soddisfare un desiderio del
+laico che lo serviva: una delle sue più delicate creazioni,
+nella quale profuse tutta la magia dei suoi inimitabili
+colori; ma nessuno di questi quadri che pur
+sono oggetto di meraviglia a tutti gli artisti del
+mondo, staccò il mio pensiero e il mio cuore da quel
+divino Sant'Antonio.<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[356]</a></span></p>
+
+<p>V'hanno pure in quel Museo quadri dei due Herrera,
+del Pacheco, di Alfonso Cano, di Paolo di Cespedes,
+del Valdes, del Mulato, che fu servitore del
+Murillo e ne imitò abilmente la maniera; e infine
+il famoso gran quadro l'<i>Apoteosi di San Tommaso
+d'Aquino</i> di Francesco Zurbaran, uno dei più eminenti
+artisti del secolo decimosettimo, soprannominato
+il Caravaggio spagnuolo, forse superiore a questi
+nella verità e nel sentimento morale, naturalista
+possente, colorista vigoroso, inimitabile rappresentatore
+di frati austeri, di santi macerati, di eremiti
+pensosi, di sacerdoti terribili; e poeta insuperato della
+penitenza, della solitudine, della meditazione.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Dopo avermi fatto vedere il Museo di Pittura, il
+signor Gonzalo Segovia mi condusse per un andirivieni
+di stradine, nella strada <i>Francos</i>, che è una
+delle principali della città, e fermatosi dinanzi a una
+piccola bottega da mercante di panni, mi disse sorridendo:</p>
+
+<p>&#8220;Guardi; non le fa pensare a nulla questa
+bottega?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;In verità,&#8221; risposi, &#8220;a nulla.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Guardi il numero.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È il numero quindici: e con questo?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Oh! cospetto,&#8221; esclamò allora il mio amabile
+cicerone:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 13em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Numero quindici,<br /></span>
+<span class="i0">A mano manca!»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>&#8220;La bottega del <i>Barbiere di Siviglia</i>!&#8221; gridai.<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[357]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Appunto,&#8221; egli mi rispose; &#8220;la bottega del barbiere
+di Siviglia; ma badi, se ne parlerà in Italia, non
+giuri, perchè le tradizioni sono spesso traditrici, e io
+non vorrei addossarmi la responsabilità d'una affermazione
+storica di tanta importanza.&#8221;</p>
+
+<p>In quel momento il mercante s'affacciò alla porta
+della bottega, e indovinando il perchè eravamo là,
+rise, e ci disse:&mdash;<i>No está.</i>&mdash;Figaro non c'è, e facendoci
+un grazioso saluto, si ritrasse.</p>
+
+<p>Allora pregai il signor Gonzalo di farmi vedere
+un <i>patio</i>, uno di quegl'incantevoli <i>patios</i>, che, a guardarli
+dalla strada, mi facevan fantasticare tante delizie.
+&#8220;Voglio vederne almeno uno,&#8221; gli dissi, &#8220;penetrare
+una volta in mezzo a quei misteri, toccar le
+pareti, assicurarmi che sono una cosa vera, e non
+una visione.&#8221;&mdash;Il mio desiderio fu subito appagato.
+Entrammo nel <i>patio</i> d'un amico suo. Il signor
+Gonzalo disse al servitore lo scopo della visita,
+e rimanemmo soli. La casa non aveva che un
+piano. Il <i>patio</i> non era più spazioso d'una sala comune;
+ma tutto marmo e fiori, e uno schizzo d'acqua
+nel mezzo, e intorno quadri e statuette, e fra tetto
+e tetto una tenda che riparava dal sole. In un canto
+si vedeva un tavolino da lavoro, e qua e là seggiole e
+panchettine, sulle quali s'eran forse posati poco prima
+i piedi di qualche Andalusa che in quel momento ci
+osservava di fra le stecche d'una persiana. Io guardai
+minutamente ogni cosa, come avrei fatto in
+una casa abbandonata dalle fate; sedetti, chiusi gli
+occhi e immaginai d'essere il padrone; poi m'alzai,<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[358]</a></span>
+bagnai una mano allo zampillo della fontana, palpai
+una colonnetta, m'affacciai alla porta, presi un fiore,
+alzai gli occhi alle finestre, risi, misi un sospiro, e
+dissi:&mdash;&#8220;Quanto debbono esser felici coloro che vivon
+qui!&#8221;&mdash;In quel punto sentii ridere, mi voltai, e vidi
+lampeggiar dietro una persiana due neri occhietti,
+che sparirono subito. &#8220;In verità,&#8221; dissi &#8220;non credevo
+che su questa terra si potesse ancora vivere
+tanto poeticamente! E pensar che voi vi godete queste
+case per tutta la vita! E che avete ancora voglia
+di stillarvi il cervello colla politica!&#8221;&mdash;Il signor Gonzalo
+mi spiegò i secreti della casa.&mdash;&#8220;Tutti questi
+mobili,&#8221; mi disse &#8220;questi quadri, questi vasi di
+fiori, all'avvicinarsi dell'autunno scompaion di qui
+e risalgono al primo piano, che è l'abitazione dell'inverno
+e della primavera. All'avvicinarsi dell'estate,
+letti, armadii, tavole, seggiole, ogni cosa si riporta
+nelle stanze a pian terreno, e la famiglia dorme qui,
+e desina, riceve gli amici e lavora, in mezzo ai fiori
+e ai marmi, al mormorío della fontana. E poichè la
+notte si lascian le porte aperte, dalle stanze dove si
+dorme si vede il <i>patio</i> illuminato dalla luna, e si
+sente l'odor delle rose.&#8221;&mdash;&#8220;Oh basta!&#8221; esclamai,
+&#8220;basta, signor Gonzalo, abbia pietà degli stranieri!&#8221;&mdash;E
+ridendo di cuore tutti e due, uscimmo per andar
+a vedere la famosa <i>Casa de Pilatos</i>.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Passando per una stradina solitaria, vidi nelle
+vetrine d'una chincaglieria un assortimento di coltelli
+così spropositatamente larghi e lunghi e stravaganti,<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[359]</a></span>
+che mi venne il desiderio di comprarne uno.
+Entrai, me ne fu schierata una ventina sotto gli occhi,
+ed io me li feci aprire uno per uno. Ad ogni
+scatto di lama indietreggiavo d'un passo. Non credo
+che si possa immaginare un'arma di aspetto più
+barbaro e più orrendo di questa. Da un manico di
+rame, o d'ottone, o di corno, un po' curvo, e lavorato
+a trafori che lascian vedere delle striscioline di talco
+di varii colori, balza fuori, producendo un rumore
+simile a quello d'una raganella, una lama larga come
+la palma della mano, lunga due palmi, acuta come
+un pugnale, della forma di un pesce, ornata d'intagli
+colorati di rosso che paion righe di sangue rappreso,
+e d'iscrizioni minacciose e feroci. Sur una è
+scritto in spagnuolo:&mdash;<i>Non aprirmi senza ragione,
+non chiudermi senza onore;</i>&mdash;sur un'altra:&mdash;<i>Dove
+tocco è finita;</i>&mdash;sur una terza:&mdash;<i>Quando questa
+serpe morde, il medico non ci ha più che fare;</i>&mdash;ed
+altre galanterie di questa natura. Il nome proprio
+di questi coltelli è <i>navaja</i> che vuol dire anche rasoio,
+e la <i>navaja</i> è l'arma da duello del popolo. Ora, è
+un po' caduta in disuso, ma una volta era in grande
+onore; v'erano i maestri, ciascuno aveva il suo colpo
+segreto, si facevan dei duelli secondo tutte le regole
+della cavalleria. Comprai la più spropositata <i>navaja</i>
+della bottega, e ripigliammo la nostra strada.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La <i>Casa de Pilato</i>, posseduta dalla famiglia di
+Medina-C&oelig;li, è, dopo l'Alcazar, il più bel monumento
+d'architettura araba che esista a Siviglia. Il nome<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[360]</a></span>
+di <i>Casa di Pilato</i> le venne da che il suo fondatore,
+Don Enriquez de Ribera, primo marchese di Tarifa,
+la fece costrurre, secondo si narra, ad imitazione della
+casa del pretore Romano ch'egli aveva vista a Gerusalemme
+dove s'era recato in pellegrinaggio. L'aspetto
+esteriore dell'edifizio è modesto; l'interno è meraviglioso.
+Si entra dapprima in un cortile, non meno
+bello di quello incantevole dell'Alcazar, cinto d'un
+doppio ordine di archi sostenuti da leggiadre colonne
+di marmo, che forman due leggerissime gallerie,
+l'una sovrapposta all'altra, e delicate tanto
+alla vista da far temere che rovinino al primo soffio
+di vento. Nel mezzo è una graziosa fontana,
+sorretta da quattro delfini di marmo e coronata
+d'una testa di Giano. I muri sono ornati, in basso,
+di fulgidi musaici; più su, coperti di ogni maniera
+di capricciosi arabeschi; qua e là aperti in belle nicchie
+che contengon busti d'imperatori romani. Ai
+quattro angoli del cortile, sorgono quattro statue colossali.
+Le sale son degne del cortile: i soffitti, i
+muri, le porte sono scolpiti, ricamati, fioriti, istoriati
+con una delicatezza da miniatura. In una vecchia cappella
+di stile misto di gotico e d'arabo, di forma elegantissima,
+si conserva una piccola colonna alta poco
+più di tre piedi, donata da Pio V a un discendente
+del fondatore del palazzo, allora vicerè di Napoli;
+alla qual colonna, narra la tradizione che sia stato
+avvinto Gesù Cristo per essere flagellato; il che, se pur
+fosse vero, proverebbe che Pio V non aveva nemmeno
+un pelo che ci credesse, chè altrimenti non<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[361]</a></span>
+avrebbe commesso, così alla leggiera, l'inqualificabile
+sproposito di privarsene per fare un regalo al primo
+venuto. Tutto il palazzo è sparso di sacre memorie.
+Al primo piano, il custode vi accenna una finestra
+che corrisponde a quella presso cui era seduto san
+Pietro quando rinnegò Gesù, e il finestrino dal quale
+la fante lo riconobbe. Dalla strada si vede un'altra
+finestra con un terrazzino di pietra, che occupa precisamente
+il posto di quella dove Gesù fu mostrato al
+popolo colla corona di spine. Il giardino è pieno di
+frammenti di statue antiche portate dall'Italia da
+quello stesso Don Pedro Afan de Ribera, vicerè di
+Napoli. Fra le altre fiabe che si raccontano intorno
+a quel misterioso giardino, si dice che Don Pedro
+Afan de Ribera vi aveva posto l'urna, recata dall'Italia,
+che conteneva le ceneri dell'Imperatore
+Traiano, e che un curioso senza garbo, avendola rovesciata
+con un urto, le ceneri dell'Imperatore s'erano
+sparse fra l'erba, e nessuno era più riuscito a raccoglierle.
+Così l'augusto monarca, nato a Italica, per
+uno stranissimo caso era tornato vicino alla sua
+città nativa, non assai bene in arnese, a dir vero,
+per poter recarsi a meditare sulle sue rovine; ma
+pur vicino in ogni modo.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Dopo quello che ho accennato, si può dire, non
+d'aver visto, ma d'aver cominciato a vedere Siviglia.
+Io però mi arresto qui, perchè tutto deve aver una
+fine. Lascio da un lato i passeggi, le piazze, le porte,
+le biblioteche, i palazzi pubblici, le case dei grandi,<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[362]</a></span>
+i giardini, le chiese; ristringendomi a dire che, dopo
+aver girato per parecchi giorni dal levar del sole al
+tramonto, dovetti partire da Siviglia col peso di molti
+rimorsi sulla coscienza. Non sapevo più dove battere
+il capo. Ero giunto a tal segno di stanchezza che
+l'annunzio d'una nuova cosa da vedere mi faceva
+più spavento che piacere. Il buon signor Gonzalo mi
+ispirava coraggio, mi confortava, mi accorciava il
+cammino colla sua piacevolissima compagnia; ma
+tant'è, di quello che vidi gli ultimi giorni non serbo
+che una memoria molto confusa.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Siviglia, benchè non meriti più il titolo glorioso
+di Atene spagnuola, come ai tempi di Carlo V e di
+Filippo II, quando madre ed ospite d'una folta ed
+eletta schiera di poeti e di pittori, era la sede della
+civiltà e delle arti del vasto impero dei suoi monarchi;
+è pur sempre fra le città di Spagna, eccettuata
+Madrid, quella in cui la vita artistica si mantiene
+più rigogliosa, e per la copia degli ingegni, e
+per l'opera dei mecenati, e per la natura del popolo
+amantissimo delle belle arti. V'è una fiorente Accademia
+letteraria, una Società protettrice delle
+arti, un'Università di bella fama, e una famiglia di
+dotti e di scultori, che godono d'una onorevole reputazione
+in Ispagna. Ma la prima gloria letteraria
+di Siviglia è una signora, Caterina Bohl, autrice
+delle novelle che portano il nome di Fernan Caballero,
+diffusissime in Spagna, e in America, tradotte in
+quasi tutte le lingue d'Europa, e note anche in Italia,<span class="pagenum"><a name="Page_363" id="Page_363">[363]</a></span>
+dove alcune vennero non è molto pubblicate, a
+ogni persona che s'occupi nulla nulla di letteratura
+straniera. Son quadri ammirabili di costumi andalusi,
+pieni di verità, d'affetto, di grazia, e sopra
+tutto d'un così possente vigore di fede, d'un entusiasmo
+religioso così intrepido, d'una carità cristiana
+così ardente, che il più scettico uomo del mondo ne
+sarebbe scosso e turbato. Caterina Bohl è una donna
+che affronterebbe il martirio con la fermezza e la
+serenità di sant'Ignazio. E la coscienza della sua
+forza si rivela ad ogni sua pagina: non si ristringe
+a difendere la religione e a predicarla, assale, minaccia,
+fulmina i nemici; e non solo i nemici della
+religione, ma ogni uomo ed ogni cosa che accolga,
+per dirla con una frase fatta, lo spirito del
+secolo, poich'ella non perdona a nulla di quanto
+s'è fatto al mondo dai tempi dell'Inquisizione in
+poi, ed è più inesorabile del Sillabo. Ed è questo
+forse il suo più gran difetto di scrittrice, perchè
+i suoi predicozzi religiosi, e le sue invettive sono
+soverchio fitte, e quando non rivoltano, ristuccano,
+e nuocciono, più che non giovino alle sue stesse
+mire. Ma non c'è ombra di fiele nell'anima sua, e
+quale è nei libri, tale nella vita: gentile, buona, caritatevole;
+in Siviglia è venerata come una santa.
+Nacque nella città, si maritò giovanissima, ed ora è
+vedova per la terza volta. Il suo ultimo marito, che
+fu ambasciatore di Spagna a Londra, si uccise, ed
+ella da quel giorno non ha più deposto il lutto. Ha
+ora poco meno di settant'anni, fu bellissima, ed il<span class="pagenum"><a name="Page_364" id="Page_364">[364]</a></span>
+suo aspetto nobile e sereno serba l'impronta della
+bellezza. Suo padre, ch'era uomo fornito di acuto
+ingegno e di vasta cultura, le fece apprendere in
+tenera età varie lingue: conosce profondamente il
+latino, e parla con facilità mirabile l'italiano, il tedesco,
+il francese. Oramai, benchè giornali ed editori
+d'Europa e d'America la stimolino con larghissime
+offerte a scrivere, non scrive più; ma non
+vive per questo inoperosa. Legge dalla mattina alla
+sera ogni sorta di libri, e leggendo o fa la calza o
+ricama, poichè ha fermissimamente deciso che i suoi
+studi di letteratura non debbano togliere neanche un
+minuto alle sue faccende da donna. Non ha figliuoli,
+vive in una casa solitaria, della quale ha ceduto il
+miglior quartiere a una famiglia povera, e spende
+una buona parte dell'aver suo in elemosine. Un tratto
+curioso del suo carattere è l'affetto vivissimo che
+porta alle bestie: ha la casa piena d'uccelli, di gatti
+e di cani; e la sua sensitività, a questo riguardo, è
+così delicata, ch'ella non ha mai voluto metter piede
+in una carrozza, dal timore di veder dare una frustata
+al cavallo per cagion sua. Tutti i dolori l'affliggono
+come suoi proprii dolori: la vista d'un cieco, d'un
+malato, d'una sventura quale essa sia, la turba per
+una giornata intera; non può chiuder gli occhi al
+sonno, se non ha prima asciugato una lacrima;
+darebbe lietamente tutta la sua gloria per risparmiare
+una trafittura di cuore ad uno sconosciuto.
+Prima della rivoluzione viveva meno solitaria: la
+famiglia Montpensier la riceveva con grandi onoranze,<span class="pagenum"><a name="Page_365" id="Page_365">[365]</a></span>
+le più illustri famiglie di Siviglia facevano a
+gara per averla in casa; ora non vive che coi suoi
+libri e con poche amiche.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Ai tempi degli Arabi, Cordova aveva il primato
+nella letteratura, Siviglia nella musica; Averroes diceva:&mdash;Quando
+a Siviglia muore un dotto e si voglion
+vendere i suoi libri, si mandano a Cordova; ma
+se a Cordova muore un musico, i suoi strumenti si
+mandano a vendere a Siviglia.&mdash;Ora Cordova ha
+perduto anche il primato letterario, e Siviglia li ha
+tutti e due. Non son più i tempi, certo, in cui
+un poeta, cantando le bellezze d'una fanciulla, faceva
+accorrere intorno a lei, da tutte le parti del
+regno, una folla d'innamorati; e un principe invidiava
+un altro principe, solo perchè era stato fatto
+in sua lode un verso più bello di quanti ne fossero
+mai stati ispirati da lui; e un Califfo premiava l'autore
+d'un bell'inno con un regalo di cento cammelli,
+d'uno stuolo di schiavi e d'un vaso d'oro; e una
+ingegnosa strofa improvvisata a tempo scioglieva
+dalle catene uno schiavo o salvava la vita a un condannato
+a morte; e i musici passeggiavan per le
+strade di Siviglia con un corteggio da monarchi, e
+il favore dei poeti era cercato come quello dei re,
+e la lira era temuta come la spada. Ma il popolo
+sivigliano è pur sempre il popolo più poeta della
+Spagna. Il frizzo, la parola amorosa, l'espressione
+della gioia e dell'entusiasmo sgorgano dalle sue labbra
+con una spontaneità e una grazia che seduce.<span class="pagenum"><a name="Page_366" id="Page_366">[366]</a></span>
+Il popolano di Siviglia improvvisa versi, parla che
+par che canti, gestisce che par che declami, ride e
+folleggia come i fanciulli. A Siviglia non s'invecchia.
+È una città in cui si sfuma la vita in un sorriso continuo,
+senz'altro pensiero che di godersi il bel cielo, le
+belle casine, i giardinetti voluttuosi. È la città più
+quieta di Spagna; è la sola, che dalla rivoluzione in
+poi, non sia stata agitata da alcuni di quei tristi commovimenti
+politici che sconvolsero le altre; la politica
+non passa la prima pelle; si bada a fare all'amore;
+tutte le altre cose si pigliano in ridere; <i>todo lo toman
+de broma</i>, dicono dei sivigliani gli altri spagnuoli; e in
+vero, con quell'aria profumata, con quelle stradine
+da città orientale, con quelle donnine piene di fuoco,
+confondersi! A Madrid si parla male di loro; si dice
+che son vani, falsi, mutevoli, pettegoli. È gelosia!
+Invidiano la loro indole felice, la simpatia che
+ispirano agli stranieri, le loro ragazze, i loro poeti,
+i loro pittori, i loro oratori, la loro Giralda, il loro
+Alcazar, il loro Guadalquivir, la loro vita, la loro
+storia! Così dicono i sivigliani battendosi una mano
+sul petto e cacciando in aria un nuvolo di fumo dal
+loro inseparabile <i>cigarrito</i>; e le loro belle donnine
+si vendicano delle madrilene e di tutte le donne del
+mondo, parlando con maligna pietà dei lunghi piedi,
+delle larghe vite e degli occhi morti che in Andalusia
+non riceverebbero l'onore d'uno sguardo e
+l'omaggio d'un sospiro. Bello ed amabile popolo in
+verità, al quale, ahimè! bisogna pur vedere il rovescio
+della medaglia, soverchia la superstizione e mancan<span class="pagenum"><a name="Page_367" id="Page_367">[367]</a></span>
+le scuole, come a quasi tutta la Spagna meridionale,
+in parte non per sua colpa, ma in parte
+sì; e questa, forse, non è la parte minore.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il giorno fissato per la partenza mi arrivò addosso
+inaspettato. È strano: io non ricordo quasi
+nulla dei particolari della mia vita a Siviglia; è un
+gran che se so dire a me stesso dove desinai, di che
+cosa parlai col Console, come passai le serate, perchè
+stabilii di partire quel dato giorno; ero assente
+da me stesso; vivevo, se posso così esprimermi, fuori
+di me; fui per tutto il tempo che rimasi in quella
+città, un po' intontito. Fuor che nel Museo e nel <i>patio</i>,
+il mio amico Segovia deve aver trovato che sapevo
+di poco; e ora, non so perchè, penso a quei giorni
+come a un sogno. Di nessun'altra città m'è rimasta
+una ricordanza così vaga come di Siviglia. Oggi
+ancora, mentre son ben sicuro di essere stato a Saragozza,
+a Madrid, a Toledo, qualche volta, pensando
+a Siviglia, mi piglia un dubbio. Mi pare che sia una
+città molto più lontana degli ultimi confini della
+Spagna, che per tornarci dovrei viaggiare mesi e
+mesi, e attraversare terre sconosciute e grandi mari
+e popoli in tutto diversi da noi. Penso alle strade di
+Siviglia, a certe piazzette, a certe case, come penserei
+alle macchie della luna. A volte, l'immagine
+di quella città mi passa dinanzi agli occhi, come una
+forma bianca, e dispare, quasi senza che io possa
+afferrarla colla mente; la vedo odorando un arancio
+cogli occhi chiusi; fiutando I' aria, in certe ore<span class="pagenum"><a name="Page_368" id="Page_368">[368]</a></span>
+della giornata, sulla porta d'un giardino; canterellando
+una canzoncina che sentii cantare da un ragazzo
+su per le scale della Giralda. Non so spiegare
+a me stesso questo secreto; ci penso, come a una
+città che avessi ancora da vedere, e godo nel guardare
+stampe e nello sfogliar libri comprati là, perchè
+son cose che attestano a me stesso che ci sono
+stato. Un mese fa ricevetti una lettera del Segovia
+che mi diceva:&mdash;Ritornate fra noi;&mdash;e n'ebbi un
+piacere matto, e nello stesso tempo risi come se
+m'avessero detto:&mdash;Fate una corsa a Pekino.&mdash;E
+appunto per questo Siviglia mi è cara su tutte le
+altre città della Spagna; l'amo come una bella donna
+sconosciuta, che attraversando un bosco misterioso,
+m'avesse gettato uno sguardo ed un fiore. Quante
+volte, quando un amico mi scuote dicendomi:&mdash;A
+che pensi?&mdash;o nella platea d'un teatro o nella
+sala d'un caffè, io, per tornare a lui, debbo uscire
+dallo stanzino di Maria Padilla, o da una barca che
+scivola all'ombra dei platani della <i>Cristina</i>, o dalla
+bottega di Figaro, o dal vestibolo di un <i>patio</i> pieno
+di fiori, di zampilli e di lumi!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia
+Segovia, presso la Torre dell'Oro, in un'ora che
+Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno, e
+un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce.
+Mi ricordo che pochi momenti prima della partenza,
+un giovinetto venne a bordo a cercarmi, e mi rimise
+una lettera di Gonzalo Segovia, la quale racchiudeva<span class="pagenum"><a name="Page_369" id="Page_369">[369]</a></span>
+un sonetto che serbo tuttora, come uno dei
+più preziosi ricordi di Siviglia. Sul bastimento era
+una compagnia di cantanti spagnuoli, una famiglia
+inglese, degli operai, dei bambini. Il capitano, da
+buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti.
+Appiccai subito discorso con lui. Il mio amico Gonzalo
+è figliuolo del proprietario del bastimento; parlammo
+della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare,
+di mille cose allegre. Ah! il pover uomo era ben
+lontano dal pensare che, pochi giorni dopo, quel malaugurato
+bastimento si sarebbe sfasciato in mezzo
+al mare, ed egli avrebbe fatto così un'orrenda fine!
+Era il <i>Guadaira</i> del quale scoppiò la caldaia a breve
+distanza da Marsiglia, il giorno 16 giugno del 1872.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>A tre ore il bastimento partì alla volta di Cadice.<span class="pagenum"><a name="Page_370" id="Page_370">[370]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="X" id="X"></a>X.<br /><br />
+
+CADICE</h2>
+
+
+<p>Quella fu la serata più deliziosa di tutto il mio
+viaggio.</p>
+
+<p>Poco dopo che il bastimento s'era mosso cominciò
+ad alitare una di quelle aurette gentili che scherzano
+come la manina d'un bimbo col fiocco della cravatta
+e coi capelli delle tempie; e da prora a poppa
+si levò un vocío di donne e di ragazzi, come segue
+in una brigata d'amici al primo chiocco di frusta
+che annunzia la partenza per una scampagnata festiva.
+Tutti i passeggieri si radunarono a poppa,
+all'ombra d'un'ampia tenda variopinta come un
+padiglione chinese, e chi sedette sui cordami, chi si
+sdraiò sulle panche, chi si appoggiò al parapetto,
+ognuno rivolto dalla parte della torre dell'Oro, per
+godere lo spettacolo famoso e incantevole di Siviglia
+che s'allontana e dispare. Qualche donnina
+aveva ancora il viso bagnato delle lagrime dell'addio,
+qualche bambino era ancora un po' stordito
+dallo strepito della macchina a vapore, qualche signore<span class="pagenum"><a name="Page_371" id="Page_371">[371]</a></span>
+non aveva ancora finito di bisticciarsi coi facchini
+che gli avevan un po' strapazzato i bauli; ma di
+lì a pochi minuti tutti si rasserenarono, si cominciò
+a mondare aranci, ad accender sigari, a far girare
+fiaschettine di liquori, ad appiccar conversazione
+cogli sconosciuti, a canterellare, a ridere; in un quarto
+d'ora fummo tutti amici. Il bastimento scivolava
+colla soavità d'una gondola sulle acque chete e limpide,
+che riflettevano come uno specchio le vesti
+bianche delle signore; e l'aria portava un gratissimo
+odore d'aranci dai boschi delle sponde popolate
+di ville. Siviglia s'era nascosta dietro la sua
+cinta di giardini; e noi non vedevamo più che un
+mucchio immenso d'alberi verdissimi, e di sopra
+la nera mole della cattedrale, e la Giralda color
+di rosa, sormontata dalla sua statua fiammeggiante
+come una lingua di fuoco. Via via che ci
+allontanavamo la cattedrale appariva più grande
+e più maestosa come se tenesse dietro alla nave
+e guadagnasse terreno; ora pareva che, pure inseguendoci,
+si allontanasse dalla sponda; ora che
+si fosse posta a cavallo del fiume; un momento sembrava
+che fosse tutt'a un tratto ritornata al suo
+posto; un momento dopo appariva tanto vicina da
+far sospettare che il bastimento tornasse indietro.
+Il Guadalquivir serpeggia a brevi curve; secondo che
+il bastimento andava di qua o di là, Siviglia appariva
+e spariva. Ora faceva capolino da una parte,
+come se si fosse allungata fuor della sua cinta; ora
+balzava tutt'a un tratto al di sopra dei boschi, biancheggiando<span class="pagenum"><a name="Page_372" id="Page_372">[372]</a></span>
+come un altopiano coperto di neve; ora
+lasciava veder qua e là in mezzo al verde alcune
+striscie bianche, e si nascondeva daccapo, e faceva
+ogni sorta di vezzi e di civetteríe da donnina capricciosa.
+Poi disparve, e non la rivedemmo più; e non
+rimase che la cattedrale. Allora tutti si voltarono
+a guardare le sponde. Pareva di navigare in un lago
+d'un giardino. Qui una collina vestita di cipressi, là
+un poggio tutto fiorito, più oltre un villaggio schierato
+lungo la sponda; e sotto i pergolati dei giardini
+e sulle terrazze delle ville, signore che ci guardavan
+col canocchiale; e qua e là famiglie di contadini
+vestiti di vivi colori, e barchette a vela, e ragazzi
+nudi che si tuffavan nell'acqua e facean tomboli e
+guizzi, strillando e agitando le mani verso le signore
+del bastimento che si coprivano il viso col
+ventaglio. A qualche miglio da Siviglia, incontrammo
+tre bastimenti a vapore a breve distanza l'un dall'altro.
+Il primo ci venne addosso all'improvviso, in
+una giravolta del fiume, così che io, non esperto di
+quella maniera di navigazione, temetti un momento
+che non si fosse più in tempo ad evitare lo scontro.
+I due bastimenti si passaron vicini quasi da toccarsi,
+e i passeggieri dell'uno e dell'altro si salutarono e
+si gettaron sigari e aranci, incaricandosi a vicenda
+di portare un saluto a Cadice e a Siviglia.</p>
+
+<p>I miei compagni di viaggio eran quasi tutti Andalusi;
+così che dopo un'ora di conversazione, io li
+conosceva dal primo all'ultimo, nè più nè meno che
+se fossero stati tutti miei amici d'infanzia. Ognuno<span class="pagenum"><a name="Page_373" id="Page_373">[373]</a></span>
+disse subito a chi lo voleva e a chi non lo voleva
+sapere, chi egli era, quant'anni aveva, che cosa faceva,
+dove andava, e qualcuno anche quante amanti
+aveva avute e quante <i>pecetas</i> portava nella borsa.
+Io fui preso per un cantante, e non è strano per
+chi pensi che in Spagna il popolo crede che tre
+quarti degl'Italiani campino cantando o ballando
+o recitando. Un signore, vedendo che avevo un libro
+italiano tra le mani, mi domandò di punto in
+bianco:</p>
+
+<p>&#8220;Dove ha lasciato la compagnia?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Qual compagnia?&#8221; domandai io.</p>
+
+<p>&#8220;O che lei non cantava colla Fricci al teatro della
+Zarzuela?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mi spiace; ma io non ho mai messo piede sul
+teatro.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;To'; allora bisogna dire che il secondo tenore e
+lei si rassomigliano come due goccie d'acqua.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Bisogna dir così.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Scusi, sa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non c'è di che.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma lei è italiano?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Italiano.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Canta?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Me ne rincresce: non canto.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È curiosa! A giudicar dalla struttura del suo
+collo e del suo petto avrei detto che lei doveva avere
+una stupenda voce di tenore.&#8221;</p>
+
+<p>Io mi toccai il petto e il collo e risposi:</p>
+
+<p>&#8220;Può darsi, proverò, non si sa mai: due delle<span class="pagenum"><a name="Page_374" id="Page_374">[374]</a></span>
+condizioni volute le ho: sono italiano e ho un
+collo da tenore: la voce deve venire.&#8221;&mdash;A questo
+punto, la prima donna della compagnia che aveva
+sentito il dialogo, entrò nella conversazione, e dopo
+di lei tutta la compagnia:</p>
+
+<p>&#8220;Il signore è italiano?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Per servirla.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Glielo domando appunto perchè ho bisogno d'un
+piacere. Che cosa voglion dire quei versi del <i>Trovatore</i>
+che dicono:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Non può nemmeno un Dio<br /></span>
+<span class="i0">Donna rapirti a me.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>&#8220;È maritata la signora?&#8221;</p>
+
+<p>Tutti si misero a ridere.</p>
+
+<p>&#8220;Sì,&#8221; rispose la prima donna; &#8220;ma perchè mi
+fa questa domanda?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Perchè.... non può nemmeno un Dio rapirla
+a me, vuol dire quello che suo marito, se ha due
+bravi occhi nella testa, dovrebbe dire di lei ogni
+mattina quando si leva e ogni sera quando va a letto:
+<i>Ni Dios mismo podria arrancármela</i>.&#8221;</p>
+
+<p>Gli altri risero; ma alla prima donna parve così
+stravagante quella supposta arroganza di suo marito,
+di affermarsi sicuro anche da un Dio, mentre forse
+ella sapeva che non aveva avuto sempre l'accortezza
+di guardarsi dagli uomini; che appena degnò
+il mio complimento d'un sorriso per far vedere che
+l'aveva capito. E mi domandò subito la spiegazione
+d'un altro verso, e dopo di lei il baritono, e dopo
+il baritono il tenore, e dopo il tenore la seconda<span class="pagenum"><a name="Page_375" id="Page_375">[375]</a></span>
+donna, e via via, per un pezzo non feci che tradur
+cattivi versi italiani in pessima prosa spagnuola, con
+gran soddisfazione di quella buona gente che per la
+prima volta poteva dire di capire un poco quello
+che aveva tante volte cantato coll'aria di capire
+moltissimo. Quando ognuno ne seppe quanto voleva,
+la conversazione si ruppe; io stetti un po' col baritono
+che mi canterellò un'aria di zarzuela; poi
+mi attaccai a un corista, il quale mi disse che il
+tenore faceva all'amore colla prima donna; poi
+tirai in disparte il tenore che mi scoperse gli altarini
+della moglie del baritono; poi discorsi colla
+prima donna che disse roba da chiodi dell'intera
+compagnia; ma erano tutti amiconi, e incontrandosi
+in quell'andare e venire sulla coperta, gli uomini si
+azzeccavan dei pizzicotti, le donne si mandavan dei
+baci, gli uni e le altre si scambiavano sguardi e sorrisi
+che rivelavano intelligenze secrete; e chi solfeggiava
+di qui, e chi canterellava di là, e chi faceva un trillo
+in un canto, e chi in un altro tentava un <i>do</i> di petto
+che finiva in un rantolo; e intanto discorrevan tutti
+insieme di mille corbellerie. Suonò finalmente la
+campanella e ci gettammo a tavola coll'impeto di
+tanti invitati ufficiali a un pranzo di gala per una
+festa d'inaugurazione d'un monumento. A quel desinare,
+in mezzo alle grida e ai canti di tutta quella
+gente, bevvi per la prima volta un bicchiere schietto
+di quel formidabile vino di Jerez, del quale si cantan
+le meraviglie ai quattro angoli della terra. Appena
+l'avevo tracannato, che mi parve di sentire<span class="pagenum"><a name="Page_376" id="Page_376">[376]</a></span>
+una scintilla scorrere per tutte le mie vene, e la
+testa infiammarmisi come se l'avessi piena di zolfo.
+Bevvero tutti gli altri, e a tutti pigliò un'allegria
+sfrenata e una parlantina irresistibile; la prima donna
+si mise a discorrere in italiano; il tenore in francese;
+il baritono in portoghese, gli altri in dialetto; io in
+tutte le lingue e lì brindisi e canzoncine ed evviva
+ed occhiate e strette di mano sopra la tavola
+e giuochi di pedina di sotto e dichiarazioni di simpatia
+che s'incrociavano in tutti i sensi come le impertinenze
+in un Parlamento quando destra e sinistra
+s'accapigliano. Finito il desinare, si salì tutti
+in coperta, rossi, tronfi, sbuffanti, avvolti in una
+nuvola di fumo di <i>cigarritos</i>; e là, al lume della
+luna, che inargentava l'ampio fiume, e copriva di
+una luce limpidissima i boschi e le colline ricominciarono
+più clamorose le conversazioni, e dopo le conversazioni
+i canti, non più di ariette di zarzuela, ma
+d'operoni coi fiocchi, duetti, terzetti, cori, con accompagnamento
+di gesti e di passi da palco scenico,
+intercalati di declamazioni di versi, di racconti,
+d'aneddoti, di risa sgangherate, di applausi fragorosi;
+finchè sfiatati e rifiniti, tutti tacquero, qualcuno
+s'addormentò col viso in aria, qualche altro s'andò
+ad accucciolare sotto coperta, la prima donna sedette
+in un canto a guardar la luna. Il tenore
+russava; io approfittai della buona occasione per
+andare a farmi ripetere a bassa voce un'arietta della
+zarzuela: <i>El sargento Federico</i>. La cortese andalusa
+non si fece pregare, cantò; ma tutt'a un tratto<span class="pagenum"><a name="Page_377" id="Page_377">[377]</a></span>
+tacque e chinò il viso. La guardai: piangeva. Le
+domandai che cos'avesse. Mi rispose malinconicamente:&mdash;Penso
+a uno spergiuro.&mdash;Poi diede in uno
+scoppio di risa e ricominciò a cantare. Aveva una
+voce armoniosa e snella, e cantava con un sentimento
+come di tristezza amorosa; il cielo era tutto tempestato
+di stelle, e il bastimento scorreva così placidamente
+sul fiume che pareva appena che si muovesse; e io
+pensavo ai giardini di Siviglia, all'Affrica vicina,
+e a una persona cara che m'aspettava in Italia,
+e mi pigliava il piantoriso, e quando la donna cessava
+di cantare, le dicevo:&mdash;Canti ancora&mdash;e</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Lingua mortal non dice<br /></span>
+<span class="i0">Quel ch'io sentiva in seno...»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Allo spuntar dell'alba il bastimento stava per
+entrare nell'Oceano; il fiume era immenso; la
+riva destra appariva appena, in lontananza, come
+una lingua di terra di là dalla quale luccicavan
+le acque del mare. Alcuni istanti dopo il
+sole s'affacciò all'orizzonte, e il bastimento uscì
+dal fiume. Allora ci si spiegò dinanzi agli occhi
+un tale spettacolo, che se si potessero confondere in
+una sola arte rappresentativa la poesia, la pittura
+e la musica, io per me credo che Dante colle sue
+più grandi immagini, il Tiziano coi suoi più fulgidi
+colori e il Rossini colle sue più potenti armonie, non
+sarebbero riusciti, tutti e tre insieme, a significarne
+la magnificenza e l'incanto. Il cielo era una meraviglia
+di color zaffiro senza la macchia d'una nube,<span class="pagenum"><a name="Page_378" id="Page_378">[378]</a></span>
+e il mare così bello che pareva un immenso tappeto
+di raso serico; e luccicava al sommo delle lievi increspature
+che vi faceva l'aura leggerissima, come
+se fosse tutto coperto di gemme azzurre, e formava
+specchi e striscie luminose, e in lontananza mandava
+lampeggiamenti di luce d'argento, e mostrava qua
+e là alte e bianchissime vele, simili ad ali sornotanti
+di giganteschi angeli caduti. Non ho mai
+visto tanta vivezza di colori, tanta pompa di luce,
+tanta freschezza, tanta trasparenza, tanta limpidità
+d'acque e di cielo. Pareva una di quelle aurore
+della creazione che la fantasia dei poeti ci dipinse
+così pure e così sfolgoranti da non esser più
+le nostre, al paragone, che un pallido riflesso; ed
+era più che lo svegliarsi della natura e il ridestarsi
+della vita; era come una festa, un trionfo, un ringiovanimento
+del creato, che sentisse espandersi nell'infinito
+un secondo soffio di Dio.</p>
+
+<p>Scesi sotto coperta per pigliare il canocchiale;
+quando salii vidi Cadice.</p>
+
+<p>La prima impressione che mi fece fu di mettermi
+in dubbio se fosse o non fosse una città; poi risi;
+poi mi voltai verso i miei compagni di viaggio coll'aria
+di chi domanda che lo rassicurino che non
+s'è ingannato. Cadice sembra un'isola di gesso. È
+una gran macchia bianca in mezzo al mare senza
+una sfumatura oscura, senza un punto nero, senza
+un'ombra; una macchia bianca tersa e purissima
+come una collina coperta di neve intatta che spicchi
+sur un cielo color di berillo e di turchina in mezzo<span class="pagenum"><a name="Page_379" id="Page_379">[379]</a></span>
+a una vasta pianura allagata. Una lunga e sottilissima
+striscia di terra l'unisce al continente; da tutte
+le altre parti è bagnata dal mare, come un bastimento
+sul punto di far vela, non trattenuto più alla
+riva che da una catena. A poco a poco si distinsero
+i contorni dei campanili, i profili delle case, le imboccature
+delle strade; e ogni cosa pareva più bianco
+via via che ci avvicinavamo, e per quanto guardassi
+col canocchiale, non mi veniva fatto di trovare in
+quella bianchezza il più piccolo neo, neanco sopra
+gli edifizi, neanco intorno al porto, neanco
+negli estremi sobborghi. Si arrivò nel porto dove
+non erano che pochi bastimenti a grande distanza
+gli uni dagli altri, scesi in una barca senza neppur
+portare con me la valigia perchè dovevo ripartir la
+stessa sera per Malaga, e così vivo era il mio desiderio
+di veder la città, che quando la barca giunse
+alla riva, spiccai innanzi tempo il salto e caddi in
+terra come <i>corpo morto</i>, che risenta ancora, ahimè!
+i dolori d'un corpo vivo.</p>
+
+<p>Cadice è la città più bianca del mondo; e non
+gioverebbe oppormi che non vidi tutte le città, perchè
+ho per me la buona ragione, che una città più bianca
+d'una che è superlativamente e completamente bianca
+non ci può essere. Cordova e Siviglia non han nulla
+che fare con Cadice; quelle son bianche come la
+carta, Cadice è bianca come il latte. Per darne una
+idea, non ci sarebbe di meglio che scrivere mille
+volte di seguito la parola «bianca» con una matita
+bianca su carta azzurra e notare in margine:&mdash;Impressioni<span class="pagenum"><a name="Page_380" id="Page_380">[380]</a></span>
+di Cadice&mdash;Cadice è uno dei più stravaganti
+e graziosi capricci umani. Non son bianchi
+soltanto i muri esterni delle case: son bianche le
+scale, bianchi i cortili, bianche le pareti delle botteghe,
+bianchi i muricciuoli, bianchi i pilastri, bianchi
+gli angoli più riposti e più oscuri delle case
+più povere, delle strade più appartate; bianco ogni
+cosa dai tetti alle cantine, per tutto dove può entrare
+la punta di un pennello, persino i fori, persino le screpolature,
+persino i nidi degli uccelli. In ogni casa è un
+deposito di calce e di bianco, e ogni volta che l'occhio
+scrutatore degli inquilini scopre una macchietta, si
+dà di piglio al pennello e si copre. I servitori non
+sono ricevuti dalle famiglie se non sanno fare l'imbianchino.
+Uno scarabocchio di carbone sur un muro
+è uno scandalo, un attentato contro la quiete pubblica,
+un atto di vandalismo. Potete girar tutta la
+città, guardar dietro a tutte le porte, ficcare il naso
+in tutti i bugigattoli, e non troverete che bianco e
+sempre bianco ed eternamente bianco.</p>
+
+<p>Con tutto questo, Cadice non arieggia nemmeno
+alla lontana le altre città andaluse. Le sue strade
+sono lunghe e diritte, e le case alte, e senza i <i>patios</i> di
+Cordova e di Siviglia. Ma per questo l'aspetto della
+città non riesce men nuovo e gradevole agli occhi dello
+straniero. Le strade sono diritte, ma strette, e poichè
+sono anche lunghissime, e molte attraversano tutta
+la città, così vi si vede in fondo, come per lo
+spiraglio d'una porta, una sottilissima lista di
+cielo, che fa parer quasi che la città sia costrutta<span class="pagenum"><a name="Page_381" id="Page_381">[381]</a></span>
+sulla sommità d'una montagna tagliata a picco da
+tutte le parti. Inoltre, le case hanno un gran numero
+di finestre, e ogni finestra è munita, come a
+Burgos, d'una specie di vetrina sporgente che s'appoggia
+su quella della finestra di sopra e sorregge
+quella della finestra di sotto; così che in molte strade
+le case sono completamente coperte di vetro, e si
+vede appena qualche tratto di muro, e par di passare
+in un corridoio d'un immenso Museo. Qua e
+là, fra una casa e l'altra, sporgono i rami eleganti
+d'una palma; in ogni piazza v'è un mucchio lussureggiante
+di verzura; su tutte le finestre ciuffi
+d'erbe e ciocche di fiori.</p>
+
+<p>In verità, io ero ben lontano dall'immaginare
+che fosse così gaia e ridente questa terribile e sventurata
+Cadice, arsa dagl'Inglesi nel secolo decimosesto,
+bombardata sulla fine del decimottavo, devastata
+dalla peste, e poi ospite delle flotte di Trafalgar,
+sede della giunta rivoluzionaria durante la guerra
+dell'Indipendenza, teatro di stragi orrende nella rivoluzione
+del 1820, bersaglio delle bombe francesi
+nel 1823, e antesignana della rivoluzione che sbalzò
+dal trono i Borboni, e sempre inquieta e turbolenta
+e prima fra tutte a lanciare il grido della battaglia.
+Di tante vicende e di tante lotte non restano
+che palle di cannone confitte nei muri, poichè su
+tutte le altre traccie della distruzione è passato
+l'inesorabile pennello, che copre d'un velo bianco
+ogni vergogna. E come delle guerre nuovissime, così
+non vi rimane traccia nè dei Fenici che la fondarono,<span class="pagenum"><a name="Page_382" id="Page_382">[382]</a></span>
+nè dei Cartaginesi e dei Romani che l'ampliarono
+e l'abbellirono; quando non si volesse
+considerar come traccia la tradizione che ci dice:
+qui sorgeva un tempio ad Ercole, là sorgeva un tempio
+a Saturno. Ma il tempo ha fatto ben di peggio
+che togliere a Cadice i monumenti antichi: le tolse
+il commercio e le ricchezze, dopo che la Spagna perdette
+i suoi possedimenti d'America; ed ora Cadice
+giace là inerte sul suo scoglio solitario, aspettando
+invano le mille navi che venivano un giorno imbandierate
+e festose a recarle i tributi del nuovo
+mondo.</p>
+
+<p>Avevo una lettera di raccomandazione per il nostro
+console, gliel'andai a portare, e fui cortesemente
+condotto da lui sulla cima d'una torre di
+dove potei abbracciare con uno sguardo tutta la
+città. Fu una nuova e più viva meraviglia. Cadice,
+vista dall'alto, è bianca, tutta bianca e purissimamente
+bianca come vista dal mare; in tutta la città
+non v'è un tetto; ogni casa è chiusa di sopra da una
+terrazza cinta di un parapetto imbiancato; quasi su
+ogni terrazza si innalza una torricina, pure bianca,
+sormontata da un'altra terrazza, o da una cupoletta,
+o da una specie di casotto da sentinella: ogni cosa
+bianco. E tutte queste cupolette, queste punte, questi
+merli, che formano alla città un contorno svariatissimo
+e bizzarro, spiccano e appaiono più bianchi sul vivo
+azzurro del mare. Lo sguardo percorre tutto l'istmo
+che unisce Cadice al continente, abbraccia un lunghissimo
+tratto della costa lontana su cui biancheggiano<span class="pagenum"><a name="Page_383" id="Page_383">[383]</a></span>
+le città di Puerto real e di Puerto Santa Maria e villaggi
+e chiese e ville; e spazia nel porto e sull'oceano
+e pel bellissimo cielo che gareggia col mare di limpidezza
+e di luce.</p>
+
+<p>Io non potevo saziarmi di guardare quella strana
+città. A socchiuder gli occhi, appariva come coperta
+d'un immenso lenzuolo. Ogni casa sembra costrutta
+ad uso di osservatorio astronomico. Tutta la popolazione,
+in caso che il mare inondasse la città, come
+ne' tempi antichi, si potrebbe raccogliere nelle terrazze
+e starci, salvo la paura, a tutt'agio. Mi fu
+detto che, pochi anni sono, in occasione di non so
+che eclissi, in pieno giorno, si vide questo spettacolo.
+I settantamila abitanti di Cadice saliron tutti
+sulle terrazze per osservare il fenomeno. La città,
+di tutta bianca, era diventata di mille colori; ogni
+terrazza era gremita di teste; si vedeva con un colpo
+d'occhio, quartiere per quartiere, tutta la popolazione;
+un mormorío sordo e diffuso si elevava al cielo
+come il muggito del mare, e un movimento immenso
+di braccia, di ventagli, di canocchiali rivolti in alto
+faceva parere che si aspettasse la discesa di qualche
+angelo dalla sfera del sole. Al momento fissato,
+si fece un silenzio profondo; appena cessato il fenomeno,
+tutta la popolazione mandò un grido che parve
+uno scoppio di tuono; e pochi momenti dopo, la città
+riapparve bianca.</p>
+
+<p>Sceso dalla torre, visitai la cattedrale, vasto edifizio
+di marmo, del secolo decimosesto, non certo paragonabile
+alle cattedrali di Burgos e di Toledo, ma<span class="pagenum"><a name="Page_384" id="Page_384">[384]</a></span>
+pure d'un'architettura nobile e ardita, e ricca, come
+tutte le chiuse spagnuole, d'ogni maniera di tesori.
+Fui a vedere il Convento dove il Murillo, dipingendo
+un quadro sopra un altar maggiore, cadde dal palco,
+e riportò la ferita, che fu cagione della sua morte.
+Feci una corsa nel Museo di pittura, che contiene
+alcuni bei quadri del Zurbaran. Entrai nel Circo dei
+tori, che è tutto di legno, e fu costrutto in pochi giorni
+per offrire uno spettacolo alla regina Isabella. E verso
+sera andai a fare un giro sur un delizioso passeggio
+lungo la riva del mare, in mezzo agli aranci e alle
+palme, dove mi furono segnate a dito ad una ad una
+le più belle ed eleganti caditane. A me, qualunque sia
+il giudizio degli Spagnuoli, il tipo femminino di Cadice
+non parve da meno di quello tanto celebrato
+di Siviglia. Le donne sono un po' più alte e un po' più
+grassoccie, e d'un bruno più carico. Qualche osservatore
+fino credette di poter asserire che ritraggon
+molto del tipo greco: non so da che parte. Io non
+ci vidi, salvo la statura, che il tipo andaluso; e bastò
+per farmi tirare dei sospironi che avrebbero mandato
+innanzi una barca, e costringermi a ritornare
+quanto prima potei al mio bastimento, come a un
+luogo di rifugio e di pace.</p>
+
+<p>Quando rimisi il piede a bordo, era notte, il cielo
+scintillava tutto di stelle, e l'aria portava or sì or no
+la musica della banda che suonava sul passeggio di
+Cadice. I cantanti dormivano, ero solo, la vista dei
+lumi della città e quella musica e il ricordo dei bei
+visini caditani mi dava malinconia; non sapevo che<span class="pagenum"><a name="Page_385" id="Page_385">[385]</a></span>
+far di me; scesi sotto coperta, presi il mio quaderno
+e incominciai la descrizione di Cadice. Ma non mi
+riuscì che di scrivere una diecina di volte le parole
+bianco, azzurro, neve, splendore, colori; dopo di che
+abbozzai una figurina di donna e poi chiusi gli occhi
+e sognai l'Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_386" id="Page_386">[386]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="XI" id="XI"></a>XI.<br /><br />
+
+MALAGA.</h2>
+
+
+<p>Il giorno dopo, al declinare del sole, il bastimento
+attraversava lo stretto di Gibilterra.</p>
+
+<p>Ora, guardando quel punto sul mappamondo, mi
+par tanto vicino a casa mia, da non dover esitare
+un momento, quando me ne saltasse il ghiribizzo e
+non vi si opponesse il mio bilancio domestico, a far
+la valigia e a correre a Genova per andar a godere
+un'altra volta il bellissimo colpo d'occhio dei due
+continenti. Ma allora mi parve di essere tanto lontano,
+che avendo scritto una lettera a mia madre,
+sul parapetto del bastimento, coll'intenzione di darla
+ad impostare a uno dei passeggieri che scendevano
+a Gibilterra, nell'atto che scrivevo l'indirizzo, risi
+della mia buona fede, come se fosse quasi impossibile
+che la lettera arrivasse a Torino. Di qui!&mdash;pensai;&mdash;dalle
+colonne d'Ercole!&mdash;e dicevo colonne
+d'Ercole come avrei detto Capo di Buona
+Speranza o Giappone.<span class="pagenum"><a name="Page_387" id="Page_387">[387]</a></span></p>
+
+<p>«..... Sono nel bastimento <i>Guadaira</i>&mdash;ho alle
+spalle l'Oceano e dinanzi il Mediterraneo, a sinistra
+l'Europa e a destra l'Affrica. Vedo di là il capo
+di Tarifa e a destra le montagne della costa affricana,
+che appaiono un po' in confuso come una nuvola
+grigia; vedo Ceuta, vedo un po' più là, come
+una macchia bianca, Tangeri; e in dirittura del bastimento
+lo scoglio di Gibilterra. Il mare è quieto
+come un lago e il cielo color di rosa e d'oro. Tutto
+è sereno, bello e magnifico, e io mi sento nella mente
+una inesplicabile e dolcissima confusione di grandi
+idee, che se potessero esser tradotte in parole, mi
+pare che riuscirebbero in una gioiosa preghiera cominciata
+e chiusa col tuo nome.....»</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il bastimento si fermò nel golfo di Algesira: tutta
+la compagnia dei cantanti scese in una gran barca
+venuta di Gibilterra, e s'allontanò agitando ventagli
+e fazzoletti in atto di saluto. Quando il bastimento
+ripartì, imbruniva. Allora potei misurar per
+ogni verso collo sguardo la mole enorme dello scoglio
+di Gibilterra. Da principio mi pareva che in
+pochi minuti ce lo saremmo lasciato alle spalle; ma
+furon ore. Via via che ci avvicinavamo, ingigantiva,
+e ogni momento presentava un nuovo aspetto; ora
+il profilo d'un mostro smisurato, ora l'immagine
+d'una scala immensa, ora la forma d'un castello
+fantastico, ora un ammasso informe come d'un mostruoso
+aereolito caduto da un mondo spezzato in<span class="pagenum"><a name="Page_388" id="Page_388">[388]</a></span>
+una battaglia di mondi; e presentava via via dietro
+una punta alta come una piramide egizia, un rigonfiamento
+grande come una montagna, e scoscendimenti e
+rupi a picco e curve lunghissime che si perdevan nel
+piano. Era notte; lo scoglio disegnava i suoi foschi
+contorni così netti e recisi sul cielo rischiarato dalla
+luna, come un ritaglio di carta nera sur una lastra
+di vetro. Si vedevan le finestre illuminate delle caserme
+inglesi, i casotti delle sentinelle sulla sommità
+delle bricche aeree, e qualche incerto contorno d'albero
+che appariva appena come cespo d'erba sulle
+rupi più vicine. Per lungo tempo ci parve che il
+bastimento non muovesse; o che lo scoglio ci seguisse,
+tanto era sempre vicino e imminente; poi a
+poco a poco cominciò a rimpicciolire; ma i nostri
+occhi si stancarono di guardare prima che lo scoglio
+di minacciarci colle sue fantastiche trasfigurazioni.
+A mezzanotte mandai un ultimo saluto a quella formidabile
+sentinella morta d'Europa, e andai a ficcarmi
+nel mio nascondiglio.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Mi svegliai allo puntar dell'alba a poche miglia
+dal porto di Malaga.</p>
+
+<p>La città di Malaga, vista dal porto, presenta un
+aspetto gradevole, e non privo di maestà. A destra
+un alto monte roccioso, sulla cui cima e giù per
+l'un dei fianchi sino al piano, nereggiano le gigantesche
+rovine del castello di Gibralfaro, famoso per
+la disperata resistenza opposta dagli Arabi all'esercito
+di Ferdinando e d'Isabella la Cattolica; e alle<span class="pagenum"><a name="Page_389" id="Page_389">[389]</a></span>
+falde del monte la cattedrale, che s'innalza maestosamente
+su tutti gli edifizi circostanti, lanciando al
+cielo, come direbbe un poeta ardito, due belle torri
+e un altissimo campanile. Tra il castello e la chiesa
+e dinanzi al monte e ai lati, una moltitudine, una
+canaglia, per dirla alla Vittor Ugo, di casuccie affumicate,
+e poste le une sulle altre, alla rinfusa,
+come se fossero state buttate giù dall'alto, a modo
+di macigni. A sinistra della cattedrale, lungo la
+spiaggia, una fila di case color cinerino, violaceo,
+giallognolo, con un contorno bianco alle finestre e
+alle porte, che rammenta i villaggi della riviera ligure.
+Al di là una corona di colline verdi e rossastre,
+che chiudon la città come le mura d'un anfiteatro;
+a destra e a sinistra, lungo la riva del mare,
+altri monti e colline e roccie a perdita d'occhio. Il
+porto quasi deserto, la spiaggia quieta, il cielo purissimo.</p>
+
+<p>Prima di scendere a terra, mi congedai dal capitano
+che doveva proseguire il suo viaggio per
+Marsiglia, salutai il nostromo e i passeggieri, dicendo
+a tutti che sarei arrivato a Valenza proprio il
+giorno che ci doveva arrivare il bastimento, e che
+perciò mi sarei imbarcato di nuovo con loro per andare
+a Barcellona e a Marsiglia; e il capitano mi
+disse:&mdash;L'aspettiamo,&mdash;e il cameriere mi promise
+che m'avrebbe serbato il posto. Quante volte, in
+seguito ricordai le ultime parole di quella povera
+gente!</p>
+
+<p>Scesi a Malaga coll'intenzione di partire la sera<span class="pagenum"><a name="Page_390" id="Page_390">[390]</a></span>
+stessa per Granata. L'interno della città non offre
+nulla di notevole. Fuor della parte nuova che occupa
+lo spazio anticamente coperto dal mare, ed è costrutta
+alla moderna, con vie larghe e diritte, e case grandi
+e nude; il rimanente della città è un labirinto di
+stradicciuole tortuose e un agglomeramento di case
+senza colore, senza <i>patios</i>, senza grazia. V'è qualche
+piazza spaziosa, con giardini e fontane; qualche colonna
+e qualche arco di edifizi arabi; nessun monumento
+moderno, molta immondizia e non grande frequenza
+di popolo. I dintorni son bellissimi e il clima
+più mite che a Siviglia.</p>
+
+<p>A Malaga avevo un amico, andai a cercarlo, passammo
+la giornata insieme. Da lui ebbi una curiosa
+notizia. A Malaga è un'Accademia letteraria composta
+di più di ottocento soci, nella quale si celebrano
+gli anniversarii di tutti i grandi scrittori e si
+fa due volte la settimana una lettura pubblica sur
+un argomento di scienza o di letteratura. Quella sera
+stessa vi si doveva celebrare una festa solenne. Alcuni
+mesi prima l'Accademia aveva stabilito il premio
+di tre bei fiori d'oro, smaltati di varii colori,
+per i tre poeti che componessero la miglior
+ode al progresso, la miglior romanza sulla riconquista
+di Malaga, la miglior satira contro uno dei
+vizii più comuni della moderna società civile. Era
+stata fatta una <i>convocatoria</i> a tutti i poeti della Spagna,
+le poesie eran piovute a rifascio, un giurì le
+aveva segretamente giudicate, e quella sera stessa
+doveva profferire la sentenza. La cerimonia si faceva<span class="pagenum"><a name="Page_391" id="Page_391">[391]</a></span>
+con gran pompa: vi avevano ad assistere il Vescovo,
+il Governatore, il Comandante di marina, i consoli,
+i personaggi più cospicui della città, con giubba,
+ciondoli e ciarpe, e un gran numero di signore vestite
+da ballo. Le tre più belle Muse della città dovevano
+presentarsi sur una specie di palco scenico
+inghirlandato e imbandierato, aprire ciascuna il
+plico che conteneva la poesia premiata, e proclamare
+tre volte il nome dell'autore; se l'autore rispondeva,
+invitarlo a leggere i suoi versi, e presentargli
+il fiore; se non rispondeva, leggerli esse medesime.
+In tutta la città non si parlava d'altro che
+dell'Accademia, si congetturavano i nomi dei vincitori,
+si predicevano meraviglie delle tre poesie, si
+magnificava l'apparatura della sala. Questa festa
+poetica, alla quale si dà il nome di <i>juegos floreales</i>,
+non si celebrava più da dieci anni. Altri giudichi
+se queste gare e queste pompe giovino o nuocciano
+alla poesia e ai poeti. Per me sia pur dubbia e
+sfuggevole la gloria letteraria che può largire la
+sentenza d'un giurì e l'omaggio d'un Vescovo e
+d'un governatore, credo che il ricevere in dono un
+fior d'oro dalla mano d'una bellissima donna, sotto
+gli sguardi di cinquecento andaluse, al suono d'una
+musica soave e in mezzo al profumo dei gelsomini
+e delle rose, sia una gioia anche più viva e più
+profonda di quella che viene dalla gloria vera e durevole.&mdash;No?&mdash;Ah!
+siamo sinceri!</p>
+
+<p>Uno dei miei primi pensieri fu di assaggiare un
+po' di vero vin di Malaga, non per altro che per rifarmi<span class="pagenum"><a name="Page_392" id="Page_392">[392]</a></span>
+dei molti dolori di capo e di stomaco cui andavo
+debitore allo scellerato intruglio che si spaccia
+in molte città d'Italia colla bugiarda raccomandazione
+di quel nome. Ma o ch'io non abbia saputo
+chiedere, o che non m'abbian voluto capire, il fatto
+è che il vino che mi fu dato all'albergo, mi bruciò
+le viscere e mi fece dar di volta al cervello. Potei
+nondimeno recarmi verticalmente fino alla cattedrale,
+e dalla cattedrale al castello di Gibralfaro,
+e in qualche altro luogo, e formarmi un'idea della
+bellezza delle malaghesi senza vederle doppie e tremole,
+come potrebbe supporre qualche maligno.</p>
+
+<p>Strada facendo, il mio amico mi parlò di codesto
+repubblicanamente famoso popolo di Malaga, che
+ogni momento ne fa una delle sue. È un popolo ardentissimo;
+ma mutevole e docile, come tutti i popoli
+che senton molto e pensan poco, ed operano
+più per impulso di passione che per forza di convincimento.
+Per un nonnulla si raduna una folla immensa
+e si leva un tumulto da metter la città sossopra;
+ma il più delle volte basta un atto risoluto
+d'un uomo autorevole, un tratto di coraggio, un
+lampo di eloquenza per sedare il tumulto e disperdere
+la folla. L'indole del popolo, in fondo, è buona;
+ma la traviano la superstizione e la passione. E
+sopratutto la superstizione è forse più radicata a
+Malaga che in ogni altra città dell'Andalusia, a cagione
+della ignoranza maggiore. Tutto sommato,
+Malaga è la città meno andalusa ch'io m'abbia
+veduto, e v'è imbastardita persino la lingua, perchè<span class="pagenum"><a name="Page_393" id="Page_393">[393]</a></span>
+vi si parla peggio che a Cadice, dove già vi si
+parla male.</p>
+
+<p>Ero ancora a Malaga, ma la mia immaginazione
+s'aggirava già per le vie di Granata e nei giardini
+dell'Alhambra e del Generalife. Poche ore dopo il
+mezzogiorno, partii, e per dir la verità, fu quella
+la sola città di Spagna che lasciai senza mandare
+un sospiro. Quando il treno partì, invece di voltarmi
+a salutarla come avevo fatto a tutte le altre sue
+sorelle, mormorai i versi cantati da Giovanni Prati
+a Granata quando il duca d'Aosta partì per la
+Spagna:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza">
+<span class="i1">«Non più Granata è sola<br /></span>
+<span class="i0">Sulle sue mute pietre:<br /></span>
+<span class="i0">L'inno in Alhambra vola<br /></span>
+<span class="i0">Sulle moresche cetre;»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">ed ora, riscrivendoli, penso che la musica della banda
+della Guardia Nazionale di Torino ispira la letizia e
+la pace meglio delle cetre moresche, e che il lastrico
+dei portici di Po, contuttochè muto esso pure, è meglio
+connesso e più liscio che le pietre di Granata.<span class="pagenum"><a name="Page_394" id="Page_394">[394]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="XII" id="XII"></a>XII.<br /><br />
+
+GRANATA.</h2>
+
+
+<p>Il viaggio da Malaga a Granata fu il più avventuroso
+e sfortunato ch'io abbia fatto in Spagna.</p>
+
+<p>Perchè i lettori compassionevoli mi possano compiangere
+quanto vorrei, bisogna che sappiano (mi
+vergogno d'intrattener la gente con queste piccinerie)
+che a Malaga avevo fatto solamente una leggerissima
+colazione all'andalusa, della quale, al momento
+di partire, mi restava appena una confusa
+reminiscenza. Ma ero partito colla sicurezza di poter
+scendere a qualche stazione della strada ferrata, dove
+fosse una di quelle sale, o pubblici strozzatoi, nelle
+quali si entra galoppando, si mangia ansando e si
+paga scappando, per tornare nel carrozzone impinzati,
+soffocati e derubati, a maledire l'orario, i viaggi
+e il ministro dei lavori pubblici che <i>tradisce il paese</i>.
+Partii, e per le prime ore fu una delizia. La campagna
+era tutta colline gentili e campi verdissimi,
+sparsi di villette coronate di palme e di cipressi; e
+nel carrozzone, in mezzo a due vecchiotti che tenevan<span class="pagenum"><a name="Page_395" id="Page_395">[395]</a></span>
+gli occhi chiusi, v'era un'andalusina che guardava
+intorno con un sorrisetto briccone che pareva
+voler dire:&mdash;Via, lanciatemi degli sguardi languidi.&mdash;Ma
+il treno andava colla lentezza d'una diligenza
+sconquassata, e non si soffermava che pochi
+momenti alle stazioni. Al declinare del sole, lo stomaco
+cominciò a suonare a soccorso, e a render
+più fieri gli stimoli della fame dovetti fare un lungo
+tratto di strada a piedi. Il treno si fermò dinanzi
+a un ponte malfermo, tutti i viaggiatori scesero
+e sfilarono a due a due per andar ad aspettar
+le carrozze sull'altra sponda del fiume. Eravamo
+in mezzo alle roccie della Sierra Nevada, in un
+luogo deserto e selvaggio, che ci faceva parere
+d'esser gente condotta in ostaggio da una banda
+di briganti. Rimontati che fummo nei carrozzoni, il
+treno riprese a andare colla fiaccona di prima, e il
+mio stomaco ricominciò a languire più miseramente
+che mai. Arrivammo, dopo lungo tempo, a una stazione
+tutta ingombra di treni, dove una gran parte
+dei viaggiatori si precipitarono a terra, prima che
+io mettessi il piede sul montatoio.</p>
+
+<p>&#8220;Dove vuol andare?&#8221; mi domandò un impiegato
+della strada ferrata, vedendomi scendere.</p>
+
+<p>&#8220;A desinare,&#8221; risposi.</p>
+
+<p>&#8220;Ma lei non va a Granata?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;A Granata.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Se è così, non ha tempo; il treno riparte subito.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma gli altri sono discesi.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Li vedrà tornare di corsa di qui a un momento.&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_396" id="Page_396">[396]</a></span></p>
+
+<p>I treni delle merci ch'eran dinanzi, m'impedivano
+di vedere la stazione; credetti che fosse lontana;
+non scesi. Passan due minuti, ne passan cinque,
+ne passan otto, e i viaggiatori non tornano, e il treno
+non si muove. Salto giù, corro alla stazione, vedo un
+caffè, entro in una gran sala.... Dei del cielo! Cinquanta
+affamati stavano intorno a una tavola da refettorio,
+col muso sul piatto, coi gomiti in aria, cogli
+occhi all'orologio, divorando e gridando; e un'altra
+cinquantina si pigiavano intorno al banco, afferrando
+e intascando pani, frutti, confetti, mentre il padrone e
+i camerieri, ansimanti come cavalli, stillanti di sudore,
+correvano, si sbracciavano, urlavano, inciampavan
+nelle seggiole, urtavano gli avventori, buttavan qua
+e là spruzzi di brodo e d'intingoli; e una povera
+donna, che doveva essere la padrona del caffè, prigioniera
+in una nicchietta dietro al banco assediato,
+si metteva le mani nei capelli in atto di disperazione.
+A quella vista, mi cascaron le braccia. Ma
+subito mi feci forza e mi slanciai al saccheggio. Respinto
+da una gomitata nel petto, mi slanciai daccapo;
+ributtato da una fiancata nel ventre, raccolsi
+tutto il mio vigore per tentare un terzo assalto. In
+quel punto suonò la campanella. Fu uno scoppio di
+imprecazioni, e poi un cader di seggiole, un acciottolìo
+di piatti, un serra serra, un tramenìo di casa
+del diavolo. Chi trangugiando in furia gli ultimi bocconi,
+diventava livido e cacciava gli occhi fuor del
+capo come un impiccato; chi allungando una mano
+per afferrare un arancio, sospinto da un che scappava,<span class="pagenum"><a name="Page_397" id="Page_397">[397]</a></span>
+l'andava a tuffare in un piatto di crema; chi
+girava per la sala in cerca della valigia con un gran
+sberleffe di salsa sulle guancie; chi, per aver voluto
+ber d'un sol fiato andatogli il vino per traverso,
+tossiva da schiantarsi lo stomaco; e gl'impiegati di
+sulla porta gridavano:&mdash;Presto!&mdash;e i viaggiatori
+dalla sala rispondevano:&mdash;<i>Ahógate!</i> (affogati),&mdash;e i
+camerieri davan dietro a chi non aveva pagato, e
+chi voleva pagare non trovava i camerieri, e le signore
+facevan l'atto di svenire, e i ragazzi strillavano,
+e ogni cosa era sossopra.</p>
+
+<p>Fu una fortuna ch'io potessi infilarmi nel mio
+carrozzone prima che il treno partisse.</p>
+
+<p>Ma là m'aspettava un nuovo supplizio. I due vecchi
+e l'andalusina, che doveva essere figliuola dell'uno
+e nipote dell'altro, erano riusciti a fare un
+po' di preda in mezzo a quella maledetta folla del
+banco; e mangiavano a due palmenti. Io mi misi a guardarli
+con occhio malinconico, contando i bocconi e
+le dentate, come fa il cane accanto alla tavola del
+padrone. L'andalusa se n'accorse, e mostrandomi
+un qualchecosa che pareva una polpetta, fece un atto
+grazioso col capo come per domandarmi se la volevo.</p>
+
+<p>&#8220;Oh! grazie!&#8221; risposi con un sorriso da moribondo;
+&#8220;ho mangiato!&#8221;</p>
+
+<p>Angelo mio, soggiunsi subito tra me e me, se tu
+sapessi che in questo momento preferirei le tue polpette
+alle acerbe poma, come direbbe nobilmente
+messer Niccolò Macchiavelli, colte nel famoso orto
+delle Esperidi!<span class="pagenum"><a name="Page_398" id="Page_398">[398]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Assaggi almeno un sorsetto di liquore!&#8221; disse
+lo zio.</p>
+
+<p>Non so per che fanciullesca picca contro di me, o
+contro quella buona gente; ma era una picca che in simili
+occasioni provano spesso anche gli uomini; risposi
+anche questa volta:&mdash;&#8220;No, grazie, mi farebbe male.&#8221;</p>
+
+<p>Il buon vecchio mi guardò da capo a piedi coll'aria
+di dire che non gli parevo un omino da patire
+una goccia di liquore, e l'andalusa sorrise, e io diventai
+rosso dalla vergogna.</p>
+
+<p>Si fece notte, e il treno continuò a andare al
+passo della cavalcatura di Sancho Panza, non so per
+quante ore. Quella sera esperimentai per la prima
+volta in vita mia i tormenti della fame, che immaginavo
+d'aver provati già nella famosa giornata del
+ventiquattro giugno milleottocentosessantasei. Per
+alleviar quei tormenti, pensavo ostinatamente a tutti
+i mangiari che m'inspirano più ripugnanza, ai pomidoro
+crudi, alle lumache nel brodo, ai gamberi
+arrostiti, ai bianchetti in insalata. Ahimè! una voce
+di scherno mi gridava d'in fondo alle viscere che,
+se li avessi avuti, me ne sarei leccato le dita. Allora
+mi misi a far delle mescolanze immaginarie
+di piatti disparati, come sarebbe di creme e di pesci,
+spruzzati di vino, con una manata di pepe
+e uno strato di conserva di ginepro; per veder di
+tenere a segno lo stomaco. Oh infelice! Lo stomaco
+vigliacco non ripugnava neanco da quelle sozzure.
+Allora feci un ultimo sforzo, e immaginai di essere
+a tavola in un albergo di Parigi, al tempo dell'assedio,<span class="pagenum"><a name="Page_399" id="Page_399">[399]</a></span>
+e di sollevar pian piano per la coda un topino
+in salsa piccante, che riacquistando improvvisamente
+gli spiriti, mi addentasse il pollice, e mi fissasse in
+viso due occhietti inviperiti, ed io, colla forchetta
+alzata, fossi nel dubbio o di dargli l'andare o d'infilzarlo
+senza pietà. Ma, grazie a Dio, prima ch'io
+uscissi da questo bivio orribile, per consumare un
+atto che non avrebbe avuto riscontro nella storia
+degli assedii, il treno si fermò e un barlume di speranza
+mi ravvivò gli spiriti affaticati.</p>
+
+<p>Eravamo arrivati non so a che villaggio. Mentre
+cacciavo la testa fuor del finestrino, una voce gridò:&mdash;Scenda
+chi va a Granata!&mdash;Mi precipitai giù dal
+carrozzone e mi trovai a faccia a faccia con un omaccione
+baffuto che mi tolse la valigia di mano, dicendomi
+che l'andava a mettere nella diligenza, perchè
+da quel villaggio fino a non so quante miglia dalla
+<i>imperial Granada</i>, non c'è strada ferrata.</p>
+
+<p>&#8220;Un momento!&#8221; gridai allo sconosciuto con voce
+supplichevole: &#8220;Quanto tempo c'è per partire?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Due minuti!&#8221; rispose.</p>
+
+<p>&#8220;C'è un'osteria?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È là.&#8221;</p>
+
+<p>Volai nell'osteria, trangugiai un uovo sodo, e
+scappai verso la diligenza gridando: &#8220;Quanto tempo
+c'è ancora?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Altri due minuti!&#8221; mi rispose la voce di prima.</p>
+
+<p>Rivolai all'osteria, mandai giù un altr'uovo, e
+corsi di nuovo alla diligenza, ridomandando: &#8220;Si
+parte?&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_400" id="Page_400">[400]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Fra un minuto!&#8221;</p>
+
+<p>All'osteria daccapo, e un terz'ovo, e poi alla diligenza:
+&#8220;Si va?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Fra mezzo minuto!&#8221;</p>
+
+<p>Questa volta tirai un moccolo da far rabbrividire,
+ricorsi all'osteria, inghiottii un quart'ovo e un
+bicchier di vino, e mi slanciai di corsa verso la diligenza.
+Ma fatti appena dieci passi, mi sentii mancare
+il respiro, e mi fermai coll'ovo a mezza gola.
+In quel punto schioccò la frusta.&mdash;Aspettate!&mdash;urlai
+con una voce rantolosa, agitando le mani come
+un uomo che affoghi.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Que hay?</i>&#8221; (che c'è?) domandò il vetturino.</p>
+
+<p>Non potei rispondere.</p>
+
+<p>&#8220;<i>Se le ha quedado un <a name="tn400" id="tn400"></a><ins class="correction" title="originale: uevo">huevo</ins> en la garganta!</i>&#8221; (Le è
+rimasto un uovo nella gola) rispose per me uno sconosciuto.</p>
+
+<p>Tutti i viaggiatori diedero in uno scoppio di risa,
+l'ovo andò giù, risi anch'io, raggiunsi la diligenza
+che partì subito, e ripreso ch'ebbi fiato, feci ai miei
+compagni di viaggio il racconto delle mie disgrazie,
+che li esilarò e gl'impietosì più che non avrei osato
+sperare dopo quella crudele risata sul mio strangolamento.</p>
+
+<p>Ma le mie disgrazie non eran finite. Uno di quei
+sonni irresistibili, che mi saltavano addosso a tradimento
+nelle lunghe marcie notturne in mezzo ai
+soldati, mi prese tutt'a un tratto, e mi torturò fino
+alla stazione della strada ferrata, senza ch'io potessi
+dormire un momento. Credo che una palla da<span class="pagenum"><a name="Page_401" id="Page_401">[401]</a></span>
+cannone appesa per uno spago in mezzo al cielo
+della diligenza, avrebbe dato meno noia ai miei
+disgraziati compagni di viaggio, di quello che ne
+diede la mia povera testa dondolando, come fece,
+da tutte le parti, che pareva non fosse più attaccata
+al collo che per un nervo. Avevo da una parte
+una monaca, dall'altra un ragazzo, davanti una contadina,
+e per tutto il tragitto non feci che picchiar
+capate su quelle tre vittime, col monotono va e vieni
+del battaglio d'una campana. La monaca, poveretta,
+si lasciava picchiare e taceva, forse in espiazione
+dei suoi peccati di pensiero; ma il ragazzo e la
+contadina brontolavano di tratto in tratto:&mdash;<i>Es
+una barbaridad!</i>&mdash;<i>Así no se puede estar!</i>&mdash;<i>Tiene
+una cabeza de plomo!</i> (una testa di piombo).&mdash;Finalmente
+uno scherzo d'uno dei viaggiatori ci liberò
+tutti e quattro da quel supplizio. La contadina essendosi
+lamentata un po' più forte del solito, una
+voce in fondo alla diligenza esclamò:&mdash;Si consoli!
+Se non le ha rotto la testa finora, può star sicura
+che non gliela rompe più, perchè vuol dire che l'ha
+a prova di martello.&mdash;Tutti risero, io mi svegliai
+chiedendo scusa, e le tre vittime furon così contente
+di vedersi libere da quello spietato picchiare, che
+invece di vendicarsi con qualche parola acerba, mi
+dissero:&mdash;<i>Pobrecito! Ha descansado Usted muy mal!
+Se ha lastimado Usted la cabeza!</i> (Poveretto! Ha riposato
+molto male! Deve essersi fatto male alla testa!)</p>
+
+<p>Arrivammo finalmente alla strada ferrata, e, vedete,
+iniqua sorte! solo com'ero nel carrozzone che<span class="pagenum"><a name="Page_402" id="Page_402">[402]</a></span>
+avrei potuto dormire come un sultano, non riuscii a
+chiuder occhio. Mi sentivo una spina nel cuore pensando
+che avevo fatto quel viaggio di notte, e che
+non avevo veduto nulla, e che non potevo godere
+dello spettacolo di Granata lontana! E mi sonavano
+in mente i dolci versi di Martinez della Rosa:</p>
+
+<p>«Oh amata patria mia! Ti riveggo al fine! Riveggo
+il tuo bel suolo, i tuoi campi lieti e fecondi,
+il tuo splendido sole, il tuo quieto cielo!</p>
+
+<p>»Oh sì! veggo la famosa Granata stendersi al
+piano dall'uno e dall'altro colle, le sue torri sollevarsi
+in mezzo ai giardini eternamente verdi, i suoi
+fiumi cristallini baciar le sue mura, i monti superbi
+circondar la sua valle, e la Serra Nevada coronare
+gli orizzonti lontani!</p>
+
+<p>»Oh! la tua memoria mi seguiva in ogni parte,
+Granata! turbava i miei piaceri, la mia pace, la mia
+gloria, e mi opprimeva l'anima e il cuore! Sulle gelide
+rive della Senna e del Tamigi, io ricordava le
+amene sponde del Dauro e del Genil, e sospirava! e
+ben sovente, intonando una lieta canzone, il mio dolore
+s'inacerbiva, e il pianto mal represso soffocava
+la mia voce!</p>
+
+<p>»Invano l'Arno delizioso mi offerse le sue rive
+smaltate di fiori, asilo degli amori e della pace. La pianura
+irrigata dal quieto Genil,&mdash;diceva,&mdash;è più fiorita!
+Il soggiorno della bella Granata è più caro!&mdash;E
+mormorava queste parole con accento sconsolato,
+e ricordando la casa dei miei padri, alzava gli occhi
+melanconici al cielo.<span class="pagenum"><a name="Page_403" id="Page_403">[403]</a></span></p>
+
+<p>»Qual'è la tua magia, il tuo ineffabile incanto, o
+patria, o dolce nome, che ci sei tanto caro! Il nero
+Affricano, lungi dal suo deserto nativo, guarda con
+doloroso sdegno i campi verdeggianti; il rozzo Lappone,
+rapito alla sua terra materna, sospira le notti
+perpetue e il perpetuo gelo; ed io, io cui la sorte
+benigna concesse di nascere e di crescere nel tuo
+beato grembo, benedetto di tanti doni da Dio, io,
+lontano da te, avrei potuto dimenticarti, Granata?»</p>
+
+<p>Arrivai a Granata, era buio fitto, non vidi neanco
+il profilo d'una casa. Una diligenza, tirata da due
+cavalli</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«....... anzi due cavallette<br /></span>
+<span class="i0">Di quelle di Mosè là dell'Egitto»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">mi sbarcò in un albergo, dove dovetti aspettare
+un'ora che mi si facesse il letto, e finalmente, poco
+prima delle tre della mattina, potei metter la testa
+sul guanciale. Ma le mie disgrazie non eran finite.
+Quando cominciavo a pigliar sonno, sentii un mormorio
+indistinto nella stanza accanto, e poi una voce
+maschile che disse chiaramente:&mdash;Oh che piedino!&mdash;Chi
+ha viscere di umanità, giudichi. Il guanciale era
+un po' scucito, tirai fuori due bioccoli di lana, me
+li cacciai nelle orecchie e riandando col pensiero le
+traversie del mio viaggio m'addormentai del sonno
+dei disperati.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La mattina per tempo uscii e passeggiai per le
+strade di Granata fin che fosse un'ora decente per<span class="pagenum"><a name="Page_404" id="Page_404">[404]</a></span>
+andar a trar fuor di casa un giovane granatino che
+avevo conosciuto a Madrid, in casa di Fernandez
+Guerra, di nome Gongora, figliuolo d'un archeologo
+illustre, e discendente del famoso poeta cordovese
+Luigi Gongora; di cui dissi qualcosa di volo. La
+parte della città che vidi in quelle poche ore non
+rispose alla mia aspettativa. Credevo di trovar
+le stradine misteriose e le casine bianche come a
+Cordova e a Siviglia; trovai invece delle piazze spaziose,
+alcune belle strade diritte, e le altre tortuose
+ed anguste sì, ma fiancheggiate da case alte, dipinte
+in gran parte di falsi bassorilievi, con amorini e
+ghirlande e svolazzi di tende e di veli di mille colori;
+senza quell'aspetto orientale delle altre città andaluse.
+La parte più bassa di Granata è quasi tutta
+fabbricata colla regolarità d'una città moderna. Passando
+per quelle strade, mi pigliò il dispetto, e avrei
+certo portato al signor Gongora una faccia rannuvolata,
+se per caso, in quell'andar così alla ventura,
+non fossi riuscito nella famosa <i>Alameda</i>, che gode
+la fama di essere il più bel passeggio del mondo, e
+che mi compensò a mille doppi della odiosa regolarità
+delle strade che vi conducono.</p>
+
+<p>S'immagini chi legge un lungo viale di sì straordinaria
+larghezza, che vi potrebbero passare cinquanta
+carrozze di fronte, fiancheggiato da altri viali minori,
+lungo i quali corrono file di alberi smisurati, che
+formano a una grande altezza una immensa vòlta
+di verzura fitta tanto da non lasciar penetrar un
+raggio di sole; e alle due estremità del viale di mezzo<span class="pagenum"><a name="Page_405" id="Page_405">[405]</a></span>
+due fontane monumentali che gettan l'acqua a larghi
+sprazzi ricadenti in finissima pioggia vaporosa, e tra
+viali e viali, ruscelli cristallini, e in mezzo, un giardino
+tutto rose e mirti e gelsomini e schizzi d'acqua;
+e da un lato il fiume Genil che scorre in mezzo a
+due sponde coperte di boschi d'allori, e lontano i
+monti coperti di neve, sui quali le palme lontane
+disegnano le loro fantastiche chiome; e per tutto un
+verde vivo, chiuso, stracarico, che lascia vedere qua
+e là qualche striscia di cielo d'un color zaffiro che
+innamora.</p>
+
+<p>Tornando dall'Alameda, incontrai un gran numero
+di contadini che uscivan dalla città a due a
+due, a drappelli, colle loro donne e i loro ragazzi,
+canterellando e celiando. Il loro vestire non mi parve
+diverso da quello dei contadini della campagna di
+Cordova e di Siviglia. Avevano il cappello di velluto,
+alcuni colla tesa larghissima, altri colla tesa
+alta e ricurva; una giacchettina fatta di liste di
+panno di vario colore, una fascia rossa o azzurra,
+calzoni stretti, abbottonati lungo la coscia, e un
+par di ghette di cuoio aperto da un lato in modo
+da lasciar vedere le gambe. Le donne son vestite
+come nelle altre provincie, e non v'è differenza notevole
+neanche nei visi.</p>
+
+<p>Andai a casa del mio amico, e lo trovai sepolto
+nei suoi studi archeologici, davanti a un mucchio
+di vecchie medaglie e di pietre istoriate. Mi ricevette
+con una allegrezza e una cortesia carissimamente
+andalusa, e scambiati che ci fummo i primi<span class="pagenum"><a name="Page_406" id="Page_406">[406]</a></span>
+saluti, pronunziammo tutti e due a una voce quella
+magica parola che in ogni parte del mondo desta
+in ogni anima un tumulto di grandi ricordi e un
+sentimento di desiderio segreto; che dà l'ultima
+spinta verso la Spagna a chi ha concepito il disegno
+del viaggio e non ancora preso la risoluzione
+della partenza; che fa battere il cuore dei poeti e dei
+pittori, e scintillar gli occhi delle donne: l'Alhambra!</p>
+
+<p>Ci precipitammo fuor di casa.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>L'Alhambra è posta sur un'alta collina che domina
+la città, ed offre da lontano l'aspetto d'una
+fortezza, come quasi tutti i palazzi orientali. Ma
+quando io m'avviai col Gongora su per la strada
+de <i>los Gomeles</i> per andar a visitare la reggia famosa,
+non ne avevo ancora visto le mura neanco da lontano,
+e non avrei saputo dire da che lato della città
+si trovasse. La strada de <i>los Gomeles</i> è in salita e
+descrive una leggiera curva, onde per un buon tratto
+non si vede dinanzi altro che case, e si può credere
+che l'Alhambra sia ancora lontana. Il Gongora non
+parlava; ma gli leggevo in viso che godeva nel più
+vivo dell'anima pensando alla meraviglia e al diletto
+che avrei provato io. Guardava in terra sorridendo;
+rispondeva a tutte le mie domande con
+un cenno che voleva dire:&mdash;a momenti;&mdash;e di tratto
+in tratto alzava gli occhi quasi furtivamente per
+misurare la strada che ci rimaneva a percorrere.
+Ed io godevo tanto di quel suo piacere che gli avrei
+gettato le braccia al collo per ringraziarlo.<span class="pagenum"><a name="Page_407" id="Page_407">[407]</a></span></p>
+
+<p>Arrivammo dinanzi a una gran porta che chiude
+la strada; il Gongora mi disse:&mdash;Ci siamo,&mdash;io
+entrai.</p>
+
+<p>Mi trovai in un gran bosco di alberi d'un'altezza
+smisurata, inclinati gli uni verso gli altri di qua e
+di là d'un grande viale che ascende su per la collina
+e si perde nell'ombra; e fitti tanto che appena
+vi potrebbe passare un uomo frammezzo, e dovunque
+si guardi, non si vedon che tronchi che par
+che chiudan la via come una parete continua. Gli
+alberi incrociano i rami al di sopra del viale; nel
+bosco non penetra un raggio di sole; l'ombra è
+oscurissima; e da ogni parte mormorano ruscelli, e
+cantano usignoli, e spira una freschezza primaverile.</p>
+
+<p>&#8220;Siamo già nell'Alhambra&#8221; mi disse il Gongora;
+&#8220;si volti indietro, e vedrà le torri e le mura merlate
+della cinta.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma dov'è il palazzo?&#8221; domandai.</p>
+
+<p>&#8220;È un mistero,&#8221; mi rispose; &#8220;andiamo innanzi,
+a caso.&#8221;</p>
+
+<p>Salimmo per un viale che fiancheggia il gran viale
+del mezzo, e va su a giravolte verso la sommità
+della collina. Gli alberi vi formano sopra come un
+padiglione di verzura che non lascia vedere un palmo
+di cielo, e l'erbe, i cespugli e i fiori gli fanno ai lati
+due leggiadrissime spalliere variopinte e odorose, e
+un po' inclinate l'una verso l'altra, come se tendessero
+a congiungersi, attratte a vicenda dalla vaghezza
+dei colori e dalla soavità delle fragranze.</p>
+
+<p>&#8220;Fermiamoci un momento,&#8221; dissi &#8220;voglio tirare<span class="pagenum"><a name="Page_408" id="Page_408">[408]</a></span>
+un gran sorso di quest'aria; mi par che debba contenere
+non so che germi arcani che infusi nel sangue
+allunghin la vita; è un'aria che odora di gioventù
+e di salute.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ecco la porta,&#8221; esclamò il Gongora.</p>
+
+<p>Mi voltai come se m'avessero punto in un fianco,
+e vidi pochi passi dinanzi a me una grossa torre
+quadrata, di color rosso cupo, coronata di merli,
+con una porta arcata, sopra la quale si vedono scolpiti
+una chiave ed una mano.</p>
+
+<p>Interrogai il mio duca, il quale mi disse che
+quella era l'entrata principale dell'Alhambra, e che
+si chiamava la porta della Giustizia perchè sotto
+quell'arco i Re arabi solevan pronunziare le loro
+sentenze. La chiave significa che quella porta è la
+chiave della fortezza, e la mano simboleggia i cinque
+principali precetti dell'Islam: orazione, digiuno,
+beneficenza, guerra santa e pellegrinaggio alla Mecca.
+Un'iscrizione araba attesta che l'edifizio fu costrutto
+quattro secoli or sono dal sultano Abul Hagag Jusuf,
+ed un'altra che si legge tuttora sulle colonne dice:
+«Non c'è altro Dio che Allah, e Maometto è il suo
+profeta! Non v'è potere nè forza fuori di Allah!»</p>
+
+<p>Passammo sotto la porta e continuammo a salire
+per una strada incassata, fin che ci trovammo sulla
+sommità della collina in mezzo a una spianata ricinta
+d'un parapetto e sparsa di piante e di fiori. Io mi
+voltai subito verso la valle per godere il colpo d'occhio;
+ma il Gongora mi afferrò pel braccio e mi fece
+guardare dalla parte opposta. Ero dinanzi a un grande<span class="pagenum"><a name="Page_409" id="Page_409">[409]</a></span>
+palazzo dello stile del Rinascimento, mezzo in rovina,
+e fiancheggiato da alcune piccole case di meschina
+apparenza.</p>
+
+<p>&#8220;Che gioco è questo?&#8221; domandai &#8220;Mi conduce
+qui per vedere una reggia araba, e mi trovo la via
+chiusa da un palazzo moderno? Chi ha avuto la scellerata
+idea di rizzar quell'edifizio in mezzo al giardino
+dei Califfi?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Carlo V.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Era un vandalo. Non gli ho perdonato ancora
+la chiesa gotica che piantò in mezzo alla Moschea
+di Cordova; ed ora questa baracca finisce di mettermelo
+in tasca tutto intero colla sua corona e la sua
+gloria. Ma in nome del cielo, dov'è l'Alhambra?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È là.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Dove là?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;In quelle casuccie.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eh via!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Glie ne dò la mia parola d'onore.&#8221;</p>
+
+<p>Incrociai le braccia e lo guardai; egli rise.</p>
+
+<p>&#8220;Ma dunque,&#8221; esclamai; &#8220;questo gran nome dell'Alhambra
+non è che una delle solite iperbolaccie
+ciarlatanesche dei poeti! Io, l'Europa, il mondo,
+siamo indegnamente corbellati! E valeva la pena di
+sognar l'Alhambra per trecento sessantacinque notti
+di seguito, per venir poi a vedere un gruppo di catapecchie
+con qualche colonna mozza e qualche iscrizione
+affumicata?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Quanto mi ci godo!&#8221; rispose il Gongora dando
+in uno scoppio di risa; &#8220;orsù, venga a persuadersi<span class="pagenum"><a name="Page_410" id="Page_410">[410]</a></span>
+che il mondo non è corbellato: entriamo nelle catapecchie.&#8221;</p>
+
+<p>Entrammo per una piccola porta, attraversammo
+un corridoio, ci trovammo in un cortile. Io afferrai
+la mano del Gongora con un vivissimo slancio, ed
+egli mi domandò con un accento di trionfo:</p>
+
+<p>&#8220;S'è persuaso?&#8221;</p>
+
+<p>Non risposi, non lo vidi, ero già sterminatamente
+lontano da lui: l'Alhambra aveva già cominciato
+ad esercitare su di me quel fáscino misterioso
+e profondo a cui nessuno può sfuggire e che nessuno
+sa esprimere.</p>
+
+<p>Eravamo nel <i>patio</i> detto <i>de los Arrayanes</i> (dei
+mirti), che è il più vasto dell'edifizio, e presenta insieme
+l'aspetto d'una sala, d'un cortile e d'un giardino.
+Una gran vasca di forma rettangolare, piena
+d'acqua, cinta d'una siepe di mirto, si stende da un
+lato all'altro del <i>patio</i>, e riflette come uno specchio
+gli archi, gli arabeschi e le iscrizioni dei muri. A
+destra dell'entrata si stendono due ordini sovrapposti
+d'archi moreschi, sostenuti da leggiere colonne;
+e dal lato opposto del cortile s'alza una torre, con
+una porta, per la quale si vedono le interne sale
+semioscure e le finestrine binate, e di là dalle
+finestre, l'azzurro del cielo e le cime dei monti
+lontani. I muri sono ornati, fino a una certa altezza
+dal suolo, di splendenti musaici, e dal musaico in
+su, arabescati con disegno finissimo, che par che tremoli
+e si cangi a ogni passo; e qua e là fra gli arabeschi
+e lungo gli archi s'allungano e serpeggiano<span class="pagenum"><a name="Page_411" id="Page_411">[411]</a></span>
+e s'intrecciano come ghirlande iscrizioni arabe che
+racchiudon saluti, sentenze e leggende.</p>
+
+<p>Presso la porta d'entrata è scritto in caratteri
+cufici:&mdash;Salute eterna!&mdash;Benedizione!&mdash;Prosperità!&mdash;Felicità!&mdash;Lodato
+sia Iddio per il beneficio
+dell'Islam.</p>
+
+<p>In un altro punto è scritto:&mdash;Io cerco il mio rifugio
+nel Signore dell'Aurora.&mdash;Altrove:&mdash;O Dio!
+A Te si debbono grazie eterne e lodi imperiture.&mdash;</p>
+
+<p>In altre parti son versi del Corano e poesie intere
+in lode dei Califfi.</p>
+
+<p>Stemmo qualche minuto guardando senza aprir
+bocca; non si sentiva il ronzio d'una mosca; di tratto
+in tratto il Gongora faceva movimento per avviarsi
+verso la torre, e io lo trattenevo pel braccio, e sentivo
+che fremeva d'impazienza.</p>
+
+<p>&#8220;Ma bisogna spicciarsi,&#8221; mi disse finalmente,
+&#8220;se no non torneremo a Granata prima di sera.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma che so io di Granata!&#8221; gli risposi; &#8220;che
+so io di sera e di mattina e di me stesso; io sono
+in Oriente!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma lei non è che nell'anticamera dell'Alhambra,
+caro il mio arabo!&#8221; mi disse il Gongora spingendomi
+innanzi; &#8220;venga, venga con me, che le parrà
+ben altrimenti d'essere in Oriente!&#8221;</p>
+
+<p>E mi condusse, riluttante, fin sulla soglia della
+<a name="tn411" id="tn411"></a><ins class="correction" title="originale: porte">porta</ins> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora
+una volta il cortile dei mirti, e misi una voce di
+stupore. Fra due colonnine della galleria arcata che
+è di fronte alla torre, dal lato opposto del cortile,<span class="pagenum"><a name="Page_412" id="Page_412">[412]</a></span>
+s'era affacciata una ragazza, un bel viso bruno d'andalusa,
+con un mantello bianco avvolto intorno al
+capo e cascante sulle spalle; e stava appoggiata sul
+parapetto in un atteggiamento melanconico, cogli
+occhi fissi su di noi. Non si può dire l'effetto fantastico
+che produceva quella figura in quel punto;
+la grazia che riceveva dall'arco che le si curvava sul
+capo, e dalle due colonne che le facevan cornice, e la
+bella armonia che dava a tutto il cortile, quasi come
+fosse un ornamento necessario di quell'architettura,
+concepito dalla mente dell'architetto nell'atto stesso
+che ne immaginava il disegno. Pareva una sultana
+che aspettasse il suo signore pensando a un altro
+cielo e a un altro amore. E continuava a guardarci,
+ed il cuore mi cominciava a batter forte, e interrogavo
+cogli occhi il mio amico, come per esser assicurato
+che non travedevo. Tutt'a un tratto la sultana
+rise, abbassò il mantello bianco e scomparve.</p>
+
+<p>&#8220;È una serva,&#8221; mi disse il Gongora.</p>
+
+<p>Rimasi ingrullito.</p>
+
+<p>Era infatti una serva dell'amministratore dell'Alhambra
+che soleva far quello scherzo agli
+stranieri.</p>
+
+<p>Entrammo nella torre, chiamata torre di Comares,
+o volgarmente degli Ambasciatori.</p>
+
+<p>L'interno della torre forma due sale, la prima
+delle quali si chiama la sala della Barca, chi dice
+perchè ha la forma d'una barca, e chi perchè era
+chiamata dagli arabi sala della <i>baraka</i>, o benedizione,
+la qual parola sarebbe stata contratta dal<span class="pagenum"><a name="Page_413" id="Page_413">[413]</a></span>
+volgo in quella di barca. Questa sala non sembra
+più opera umana: è tutta un prodigioso intreccio di
+ricami in forma di ghirlande, di rosoni, di rami, di
+foglie, che copron vòlta, archi, pareti, da ogni parte
+e in ogni senso, fitti, attorcigliati, reticolati, sovrapposti
+gli uni agli altri, e pure meravigliosamente
+distinti fra loro, e combinati in maniera che si presentano
+allo sguardo tutti insieme e tutt'a un tratto,
+ed offrono un aspetto di magnificenza che sbalordisce
+e di grazia che incanta. Mi avvicinai a una
+parete, fissai gli occhi sul punto estremo d'un arabesco
+e provai a seguirne i giri e i rigiri su per la
+parete; è impossibile; lo sguardo si perde, la mente
+si turba, e tutti gli arabeschi dal pavimento alla
+vòlta par che si muovano e si confondano per farvi
+sfuggire il filo della loro inestricabile rete. Potete
+fare uno sforzo per non guardare intorno, fissar tutta
+la vostra attenzione sur un palmo solo di parete,
+metterci il viso sopra, e seguire il filo col dito: è
+inutile; dopo un minuto i ricami si scompigliano,
+si stende un velo tra voi e il muro, e il vostro braccio
+ricade. La parete pare tessuta come il panno,
+è crespa come il broccato, forata come la trina, reticolata
+come una foglia; non si può guardar da vicino;
+non se ne può fissar nella mente il disegno:
+sarebbe come voler contare le formiche in un formicaio;
+bisogna contentarsi di scorrer le pareti con
+uno sguardo vago; poi riposare, e riguardare daccapo,
+e riposando, pensare ad altro, e discorrere.
+Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un<span class="pagenum"><a name="Page_414" id="Page_414">[414]</a></span>
+uomo preso più dal capogiro che dall'ammirazione,
+mi voltai verso il Gongora perchè mi leggesse nel
+viso quello che avrei voluto dirgli.</p>
+
+<p>&#8220;Entriamo nell'altra catapecchia,&#8221; mi rispose
+sorridendo, e mi spinse nella grande sala degli Ambasciatori,
+che occupa tutto l'interno della torre,
+poichè veramente la sala della <i>barca</i> appartiene a
+un piccolo edifizio che, sebbene congiunto alla torre,
+non ne fa parte. La sala è di forma quadrata, spaziosa
+ed illuminata da nove grandi finestre ad arco
+in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di
+altrettante alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri;
+e ciascuna è divisa per mezzo, verso il di fuori,
+da una colonnina di marmo che sorregge due archetti
+eleganti, sormontati alla loro volta da due
+piccole finestre arcate. Le pareti sono coperte di
+musaici e d'arabeschi indescrivibilmente delicati e
+multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni che si stendono
+a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi
+delle finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi,
+e intorno alle nicchie, nelle quali ponevansi i vasi
+ripieni di fiori e d'acque odorose. Il soffitto che
+s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli
+di legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri,
+commessi insieme, in forma di cerchi, di stelle e di
+corone; e forma tante volticine e cellule e finestrette
+centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla
+cornice che congiunge il soffitto alle pareti, pendono
+pezzi di stucco faccettati e ricamati a modo di stallattiti
+e di ciocche di fiori. Il trono era posto nella<span class="pagenum"><a name="Page_415" id="Page_415">[415]</a></span>
+finestra di mezzo del lato opposto alla porta d'entrata.
+Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda
+vista della valle del Dauro, profonda e silenziosa,
+come se anch'essa sentisse il fascino della
+maestà dell'Alhambra; dalle finestre degli altri due
+lati, si vedon le mura di cinta e le torri della fortezza;
+e dalla parte dell'entrata, in lontananza, gli
+archi leggeri del cortile dei mirti, e le acque della
+vasca che riflettono l'azzurro del cielo.</p>
+
+<p>&#8220;Ebbene,&#8221; mi domandò il Gongora, &#8220;valeva la
+pena di sognare l'Alhambra per trecentosessantacinque
+notti?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È strano,&#8221; gli risposi; &#8220;quello che mi passa
+per la testa in questo momento. Quel cortile come
+lo si vede di qui, questa sala, queste finestre, questi
+colori, tutto quello che mi circonda, mi pare che non
+mi riesca nuovo; mi par che risponda a una immagine
+che avevo in capo, non so da quando, non so
+come, confusa in mezzo a mille altre, forse nata in
+un sogno, che so io! Quando avevo sedici anni, ed
+ero innamorato, e guardandoci fissi negli occhi, io
+e quella bambina, soli, in un giardino, all'ombra
+d'un capanno, ci lasciavamo sfuggire, senza accorgercene,
+un grido di gioia, che ci rimescolava il sangue
+come se fosse uscito dalla bocca d'una terza
+persona che avesse scoperto il nostro segreto; ebbene,
+allora io desideravo spesso di essere un re e di avere
+una reggia; ma nel dar forma a quel desiderio, la mia
+immaginazione non si arrestava mai nelle grandi
+reggie dorate dei nostri paesi, e volava in terre lontane,<span class="pagenum"><a name="Page_416" id="Page_416">[416]</a></span>
+e là, sulla cima di un'altissima montagna, si
+fabbricava una reggia a modo suo, nella quale ogni
+cosa era gentile e piccino, e illuminato d'una luce
+misteriosa; e si vedevan lunghe fughe di sale decorate
+di mille ornamenti capricciosi e delicati, con
+finestre alle quali avremmo potuto affacciarci solamente
+noi due, e piccole colonne dietro cui quella
+bambina avrebbe appena potuto nascondere il viso
+per farmi uno scherzo amoroso, quando avesse sentito
+avvicinarsi il mio passo di sala in sala, o suonar
+la mia voce in mezzo al mormorio delle fontane del
+giardino. Senza saperlo, nel fabbricare colla fantasia
+quelle reggie, fabbricavo l'Alhambra; in quei momenti
+ho immaginato qualcosa di simile a queste sale, a
+queste finestre, a quel cortile che si vede di qui; di
+tanto simile che, più guardo intorno, meglio me ne
+ricordo, e mi par di riconoscere il luogo, piuttosto che
+di vederlo la prima volta. Quando s'è innamorati si
+sogna tutti un po' d'Alhambra, e se si potessero tradurre
+in linee e in colori tutti quei sogni, s'avrebbero
+dei quadri che farebbero strabiliare per la loro somiglianza
+con tutto quello che qui si vede. Quest'architettura
+non esprime la potenza, la gloria, la grandezza;
+esprime l'amore e la voluttà; l'amore coi suoi
+misteri, coi suoi capricci, colle sue effervescenze, coi
+suoi slanci di gratitudine verso Dio; la voluttà colle
+sue malinconie e i suoi silenzi. V'è dunque un legame
+intimo, un'armonia fra la bellezza di quest'Alhambra
+e l'anima di coloro che hanno amato a sedici
+anni, quando i desiderii son sogni e visioni. E di qui<span class="pagenum"><a name="Page_417" id="Page_417">[417]</a></span>
+nasce l'indescrivibile fáscino che esercita questa bellezza;
+e per questo l'Alhambra, tuttochè così deserta
+e dimezzata, è ancora la più incantevole reggia del
+mondo, e al vederla per l'ultima volta, gli stranieri
+versano una lagrima. Gli è perchè salutando l'Alhambra,
+si dà un ultimo addio ai nostri più bei sogni
+giovanili, che fra le sue mura si son rifatti vivi per
+l'ultima volta! si dà un addio a dei visi immensamente
+cari che hanno rotto l'oblio di molti anni per
+affacciarsi un'ultima volta in mezzo alle colonnine di
+queste finestre! si dà un addio a tutti i fantasmi
+della giovinezza! si dà un addio a quell'amore che
+non rinasce mai più.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È vero!&#8221; rispose il mio amico; &#8220;ma che cosa
+dirà quando avrà visto il cortile dei Leoni! Venga!
+corriamo!&#8221;</p>
+
+<p>Uscimmo a rapidi passi dalla torre, attraversammo
+il cortile dei mirti, e giungemmo davanti a una porticina
+posta di fronte a quella d'entrata.</p>
+
+<p>&#8220;Si fermi!&#8221; mi gridò il Gongora.</p>
+
+<p>Mi fermai.</p>
+
+<p>&#8220;Mi faccia un favore.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Cento.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Un solo: chiuda gli occhi e non li apra che
+quando glielo dirò io.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eccoli chiusi.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma badi che ci tengo; se li apre, m'inquieto!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non dubiti!&#8221;</p>
+
+<p>Il Gongora mi pigliò per mano e mi condusse innanzi:
+tremavo come una foglia.<span class="pagenum"><a name="Page_418" id="Page_418">[418]</a></span></p>
+
+<p>Facemmo forse una quindicina di passi e ci arrestammo.
+Il Gongora disse con voce commossa:&mdash;Guardi!&mdash;Guardai,
+e lo giuro sul capo dei miei
+lettori: mi sentii scorrere due lagrime giù per le
+guancie.</p>
+
+<p>Eravamo nel cortile dei Leoni.</p>
+
+<p>Se in quello stesso momento m'avessero fatto
+uscire per dove ero entrato, non so se avrei saputo
+dire quello che avevo visto. Una foresta di colonne,
+un visibilio d'archi e di ricami, un'eleganza indefinibile,
+una delicatezza inimmaginabile, una ricchezza
+prodigiosa, un non so che di aereo, di trasparente,
+di ondeggiante, come un gran padiglione di trina;
+un'apparenza quasi d'un edifizio che si debba dissolvere
+con un soffio, una varietà di luci, di prospetti,
+di oscurità misteriose, una confusione, un disordine
+capriccioso di cose piccine, una maestà di
+reggia, una gaiezza di chiosco, una grazia amorosa,
+una stravaganza, una delizia, una fantasia di fanciulla
+appassionata, un sogno d'un angelo, una follia,
+una cosa senza nome; tale è il primo effetto del cortile
+dei Leoni.</p>
+
+<p>È un cortile non più spazioso d'una gran sala
+da ballo, della forma d'un rettangolo, coi muri alti
+come una casetta andalusa d'un sol piano. Tutt'intorno
+ricorre un leggero portico, sostenuto da sveltissime
+colonne di marmo bianco aggruppate in un
+disordine simmetrico a due a due, a tre a tre, prive
+quasi di piedestallo, così che paion fusti d'alberi posati
+in terra; munite di capitelli svariati, alti, sottili,<span class="pagenum"><a name="Page_419" id="Page_419">[419]</a></span>
+a guisa di pilastrini, su cui si incurvano dei piccoli
+archi di graziosissima forma, i quali meglio che appoggiati,
+sembran sospesi sulle colonne, a modo di
+cortine, che sorreggano le colonne stesse come nastri
+e ghirlande spenzolanti. Dal mezzo dei due lati più
+corti, si avanzano due gruppi di colonne che formano
+due specie di tempietti quadrati, di nove archi ciascuno,
+sormontati da una cupoletta multicolore. I muri
+di questi tempietti e quello esterno del portico sono
+una vera trina di stucco, ricamati, orlati, ritagliati,
+traforati da una parte all'altra, e trasparenti come
+un lavoro a maglia e cangianti di disegno a ogni
+passo; qui rabescati a fiori, là a stelle, più oltre a
+scudi, a scacchiere, a figure poligonali ripiene di minutissimi
+ornati; dove terminati in dentelli, in crespe,
+in festoni, dove in nastri ondeggianti intorno agli
+archi, in specie di stallattiti, di frangie, di ciondoli, di
+fiocchi, che par che debban oscillare e scompigliarsi
+al più leggero movimento dell'aria. Larghe iscrizioni
+arabe ricorrono lungo i quattro muri, sopra gli
+archi, intorno ai capitelli, sulle pareti dei tempietti.
+In mezzo al cortile s'alza una gran vasca di marmo
+sostenuta da dodici leoni, e circondata da un canaletto
+lastricato, in cui metton capo altri quattro piccoli
+canali, i quali descrivendo una croce fra i quattro
+lati del cortile, attraversano il portico, entrano nelle
+sale circostanti e si congiungono ad altri condotti
+d'acqua che girano per tutto l'edifizio. Dietro ai due
+tempietti, e nel mezzo degli altri due lati, s'aprono
+sale e fughe di sale, con grandi porte aperte, che<span class="pagenum"><a name="Page_420" id="Page_420">[420]</a></span>
+lascian vedere il fondo oscuro, sul quale le bianche
+colonnine spiccano come dinanzi all'imboccatura di
+una grotta. A ogni passo che si fa nel cortile, quella
+foresta di colonne par che si muova e si disordini
+per disporsi in un'altra maniera; dietro una colonna
+che pareva sola, ne saltan fuori due, tre, una fila;
+altre scompaiono, altre si stringono, altre si disgiungono;
+a guardar d'infondo a una delle sale, tutto
+appare mutato; gli archi della parte opposta, sembran
+lontanissimi; le colonne, spostate; i tempietti,
+d'un'altra forma; si vede a traverso i muri, si scopron
+nuovi archi e nuove colonnine, qui illuminati
+dal sole, là nell'ombra, lì rischiarati appena dal
+po' di luce che passa pei fori degli stucchi, più lontano
+perduti quasi nel buio. È un continuo variare
+di prospetti, di lontananze, d'inganni, di misteri, di
+giuochi, che vi fa l'architettura e il sole, e la fantasia
+sovreccitata e bollente.</p>
+
+<p>Che cosa doveva essere questo <i>patio</i>,&mdash;mi disse
+il Gongora,&mdash;quando i muri interni del portico erano
+luccicanti di musaici, i capitelli delle colonne scintillanti
+d'oro, i soffitti e le volte dipinti di mille
+colori, le porte chiuse da tende di seta, le nicchie
+piene di fiori, e sotto i tempietti e nelle sale correva
+l'acqua odorosa, e dalle nari dei leoni schizzavano
+dodici zampilli che ricascavan nella vasca, e l'aria
+era pregna dei più deliziosi profumi dell'Arabia!</p>
+
+<p>Ci trattenemmo nel cortile più d'un'ora, che ci
+passò come un lampo; ed anch'io feci quello che
+fanno tutti in quel luogo, spagnuoli e stranieri, uomini<span class="pagenum"><a name="Page_421" id="Page_421">[421]</a></span>
+e donne, poeti o non poeti che siano. Feci scorrer
+la mano sui muri, toccai tutte le colonnine, le
+strinsi colle due mani una per una come la vitina
+d'una bimba, mi ci nascosi in mezzo, le contai, le
+guardai da cento parti, percorsi il cortile in cento
+sensi, provai se era vero che dicendo una parola sottovoce
+in bocca a uno dei leoni, la si sentiva distintamente
+dalla bocca di tutti gli altri; cercai sui
+marmi le macchie di sangue delle leggende poetiche,
+mi stancai gli occhi e la mente sugli arabeschi. Vi
+eran parecchie signore. Le signore, nel cortile dei
+Leoni, fanno ogni sorta di fanciullaggini; mettono il
+viso fra le colonne gemelle, si nascondono negli angoli
+oscuri, siedono in terra, stanno per ore immobili
+colla testa appoggiata sulla mano, sognando.
+Quelle signore facevan così. Ve n'era una vestita di
+bianco che, passando dietro alle colonne lontane,
+quando credeva di non esser veduta, pigliava una
+certa andatura molle e maestosa di sultana melanconica,
+e poi rideva con una sua amica: era incantevole.
+Il mio amico mi diceva: &#8220;Andiamo,&#8221; e io
+rispondevo: &#8220;Andiamo,&#8221; e non potevo muovermi.
+Non provavo soltanto un sentimento dolcissimo di
+meraviglia; ma fremevo di piacere, e avevo addosso
+una smania di toccare, di frugare, che so io, di veder
+dentro quei muri e quelle colonne, come se fossero
+d'una materia arcana, e si dovesse scoprire
+nelle loro intime parti la causa prima del fáscino
+che quel luogo esercitava. In tutta la mia vita non
+ho mai pensato nè detto, nè dirò mai tante care<span class="pagenum"><a name="Page_422" id="Page_422">[422]</a></span>
+follie, tante belle scempiaggini, tante fole, tante gentili
+cose senza senso, quante ne pensai e ne dissi in
+quell'ora.</p>
+
+<p>&#8220;Ma bisogna venir qui,&#8221; mi diceva il Gongora,
+&#8220;al levar del sole, bisogna venirci al tramonto, bisogna
+venirci di notte quando splende la luna, per
+veder che meraviglie di colori, di ombre e di luce!
+C'è da perderci il capo!&#8221;</p>
+
+<p>Andammo a vedere le sale. Al lato di levante
+v'è una sala chiamata della Giustizia, alla quale si
+giunge passando sotto tre grandi archi, di cui ciascuno
+corrisponde a una porta che dà nel cortile.
+È una sala lunga e stretta, di ricca e ardita architettura,
+colle pareti coperte di intricati arabeschi
+e di preziosi musaici, e la vòlta tutta punte e groppi
+e sgonfi di stucco che pendon dagli archi, lungo le pareti,
+e qua e là s'ammucchiano, si abbassano, escon
+gli uni dagli altri, e gli uni gli altri si comprimono
+e si sovrappongono e par che si disputino lo spazio,
+come le bolle d'un'acqua in bollore, presentando
+ancora in molti punti le traccie dei colori antichi,
+che dovevan dare a quella vòlta l'aspetto d'un padiglione
+coperto di fiori e di frutta sospese. La sala
+ha tre piccole alcove, in ciascuna delle quali, sulla
+vòlta, si vede ancora una pittura araba, a cui il
+tempo e la estrema rarità dei lavori di pennello che
+son rimasti degli Arabi, danno un grandissimo valore.
+Le pitture son fatte sul cuoio, e il cuoio è attaccato
+al muro. Nello stanzino di mezzo son rappresentati,
+sur un fondo dorato, dieci uomini, che si<span class="pagenum"><a name="Page_423" id="Page_423">[423]</a></span>
+suppone esser dieci re di Granata, vestiti di bianco,
+col cappuccio in capo, con una mano sulla scimitarra,
+seduti su cuscini ricamati. I dipinti delle altre
+due alcove rappresentano castelli, dame e cavalieri,
+scene di caccia e d'amore, delle quali è difficile afferrare
+il significato. Ma i volti dei dieci re rispondono
+meravigliosamente all'immagine che noi ci formiamo
+di quella gente: è quel colore olivastro, son quelle
+bocche sensuali, son quegli occhi neri dallo sguardo intento
+e misterioso che par sempre di veder luccicare
+negli angoli oscuri delle sale dell'Alhambra.</p>
+
+<p>Al lato norte del cortile v'è un'altra sala chiamata
+<i>de las dos Hermanas</i>, (delle due Sorelle) da
+due grandi lastre di marmo che ne formano il pavimento.
+È la sala più gentile dell'Alhambra. È piccola,
+di forma quadrata, coperta da una di quelle
+vòlte in forma di cupola, che gli Spagnuoli chiamano
+mezzi aranci, sorretta da colonnine ed archi disposti
+in cerchio, tutta lavorata in forma d'una grotta
+di stallattiti, con una infinità di punte e d'incavi, coloriti
+e dorati, e così leggera alla vista, che par sia
+sospesa in aria, e a toccarla debba tremolar tutta
+come una tenda, o squarciarsi come una nuvola, o
+svanire come se non fosse che un mucchio di bolle di
+sapone. Le pareti rivestite, come in tutte le altre sale,
+di stucco, e coperte di arabeschi incredibilmente fitti
+e delicati, sono uno dei più meravigliosi prodotti della
+fantasia e della pazienza umana. Più si guarda, e più
+le innumerevoli linee si stringono e s'incrociano, e da
+una figura nasce un'altra, e da questa una terza,<span class="pagenum"><a name="Page_424" id="Page_424">[424]</a></span>
+e tutte tre ne presentano una quinta che c'era sfuggita
+e questa si divide tutt'a un tratto in altre dieci
+che non s'erano vedute, e poi si ricompone e si
+trasforma daccapo; e non si finisce più di scoprir
+nuove combinazioni, perchè quando le prime si riaffacciano,
+di già son dimenticate, e fan l'effetto della
+prima volta. E ci sarebbe da perder la vista e la
+ragione a voler venir a capo di quel labirinto; ci
+vuole un'ora per vedere il contorno d'una finestra,
+gli ornamenti d'un pilastro, gli arabeschi d'un
+fregio; un'ora non basta per imprimersi nella mente
+il disegno d'una delle stupende porte di cedro. Ai
+due lati della sala vi sono due piccole alcove; nel
+mezzo, un piccolo bacino con un tubo per lo zampillo,
+che è congiunto al canaletto che attraversa il
+cortile e va alla fontana dei Leoni. In dirittura
+della porta d'entrata, dal lato opposto, v'è un'altra
+porta, per la quale si entra in un'altra sala stretta
+e lunga, chiamata la sala degli Aranci. Da questa
+sala, per una terza porta, si entra in un piccolo gabinetto
+chiamato il gabinetto di Lindaraja, straricco
+di ornamenti, e chiuso da una graziosissima finestra
+a due archi che guarda in un giardino.</p>
+
+<p>Per godere tutta la bellezza di questa magica
+architettura bisogna uscir dalla sala delle due Sorelle,
+attraversare il cortile dei Leoni, ed entrare
+nella sala chiamata degli Abencerrages che si trova
+dal lato di Mezzogiorno, di fronte a quella delle Sorelle,
+della quale ha quasi la stessa forma e gli stessi
+ornamenti. D'in fondo a questa sala lo sguardo attraversa<span class="pagenum"><a name="Page_425" id="Page_425">[425]</a></span>
+il cortile dei Leoni, passa per la sala delle due
+Sorelle, entra nella sala degli Aranci, penetra nel gabinetto
+di Lindaraja e s'infila nel giardino del quale
+appare la folta verzura sotto gli archi di quel gioiello
+di finestra. Le due aperture di questa finestra, viste
+rimpicciolite così per la lontananza, e così piene di
+luce in fondo a quella fuga di sale oscure, paion due
+grandi occhi aperti che guardino, e fanno immaginare
+che di là ci siano chi sa quali misteri di paradiso.</p>
+
+<p>Visto la sala degli Abencerrages, andammo a vedere
+i bagni che si trovano fra la sala delle due Sorelle
+e il cortile dei Mirti. Scendemmo una scaletta,
+passammo per uno stretto corridoio, riuscimmo in
+una splendida sala, chiamata sala <i>de los Divanes</i>,
+nella quale venivano a riposare le belle dei re, sui
+tappeti persici, al suon delle cetre, dopo aver fatto
+il bagno nelle stanze vicine. Questa sala fu ricostrutta
+sulle rovine dell'antica, e arabescata, dorata
+e dipinta da artisti spagnuoli, come l'antica doveva
+essere; in modo che si può considerare come una
+sala dei tempi degli Arabi rimasta intatta in tutte
+le sue parti. Nel mezzo è una fontana, in due pareti
+opposte due specie di alcove nelle quali si adagiavan
+le donne, più alto le tribune dove stavano i
+suonatori. Le pareti sono listate, brizzolate, screziate,
+picchiettate di mille vivissimi colori, e presentan
+l'aspetto d'una tappezzeria di stoffe chinesi trapunte
+di fili d'oro, con quegli interminabili intrecci
+di figure che farebbero ammattire il più paziente
+musaicista della terra.<span class="pagenum"><a name="Page_426" id="Page_426">[426]</a></span></p>
+
+<p>Eppure in quella sala lavorava un pittore! Lavorava
+da tre mesi a copiar quelle pareti! Era un
+tedesco. Il Gongora lo conosceva, e gli domandò:
+&#8220;È un lavoro che ammazza, non è vero?&#8221; E quegli
+rispose sorridendo: &#8220;Non mi pare,&#8221; e si ricurvò sul
+suo quadro.</p>
+
+<p>Lo guardai come avrei guardato una creatura
+d'un altro mondo.</p>
+
+<p>Passammo negli stanzini da bagno, piccoli, fatti
+a vòlta, e rischiarati dall'alto per mezzo di alcuni
+fori aperti nel muro, in forma di stelle e di fiori.
+Le tinozze sono d'un sol pezzo di marmo, vaste, e
+serrate fra le due pareti. I corridoi che conducono da
+uno stanzino all'altro son bassi e stretti in modo che
+appena ci può passare un uomo; e vi fa un fresco che
+è una delizia. Affacciandomi a uno di quegli stanzini,
+fui preso tutt'a un tratto da un pensiero tristo.</p>
+
+<p>&#8220;Che cos'ha che si rannuvola?&#8221; mi domandò
+l'amico.</p>
+
+<p>&#8220;Penso,&#8221; risposi, &#8220;al come viviamo noi, d'estate
+come d'inverno, in quelle case che paion caserme,
+in quelle stanze al terzo piano o buie o inondate da
+un torrente di luce, senza marmo, senz'acqua, senza
+fiori, senza colonnine; penso che dovremo viver tutta
+la vita così, e morire fra quelle pareti, senza aver
+provato una volta la voluttà di questi palazzi fatati;
+penso che anche in questa misera vita terrena si
+può immensamente godere, e che io non godrò nulla!
+Penso che potevo nascere quattro secoli fa re di Granata,
+e che sono nato invece un poveromo!&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_427" id="Page_427">[427]</a></span></p>
+
+<p>L'amico rise, e stringendomi un braccio fra l'indice
+e il pollice, come per darmi un pizzicotto, mi disse:</p>
+
+<p>&#8220;Non pensi a questo. Pensi a quanto di bello,
+di gentile e di segreto debbono aver visto queste
+tinozze; ai piedini che sguazzarono nelle loro acque
+odorose, alle lunghe capigliature che si sparsero sui
+loro orli, ai grandi occhi languidi che guardarono
+il cielo a traverso i fori di quella vòlta, mentre
+sotto gli archi del cortile dei Leoni risonava il
+passo concitato d'un Califfo impaziente, e i cento
+zampilli della reggia dicevano col loro affrettato mormorio:&mdash;Vieni,
+vieni, vieni!&mdash;e in una sala profumata
+uno schiavo tremante di riverenza chiudeva
+le finestre colle cortine color di rosa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ah! mi lasci un po' l'anima in pace!&#8221; risposi
+scrollando le spalle.</p>
+
+<p>Attraversammo il giardino del gabinetto di Lindaraja,
+e un cortile d'aspetto misterioso chiamato
+il <i>patio della Reja</i>, e per una lunga galleria che
+guarda la campagna, giungemmo sulla sommità di
+una delle estreme torri dell'Alhambra, sotto un piccolo
+padiglione aperto tutt'intorno, chiamato <i>Tocador</i>
+(toeletta) <i>de la reina</i>, che par sospeso sur un abisso
+come il nido d'un'aquila.</p>
+
+<p>Lo spettacolo che si gode di lassù, lo si può dire
+senza paura d'essere smentiti da alcuno, non ha
+l'uguale sulla faccia della terra.</p>
+
+<p>S'immagini una immensa pianura verde come
+un prato coperto d'erba novella, attraversata in
+tutti i sensi da sterminati filari di cipressi, di pini,<span class="pagenum"><a name="Page_428" id="Page_428">[428]</a></span>
+di quercie, di pioppi, sparsa di foltissimi boschetti
+d'aranci, che a tanta lontananza non paion più che
+cespugli, e di grandi orti e giardini così affollati di alberi
+fruttiferi che presentano quasi l'aspetto di poggerelli
+vestiti di verzura; e a traverso questa immensa
+pianura il fiume Genil che luccica fra i boschi
+e i giardini come un gran nastro inargentato; e tutto
+intorno colline boscose, e di là dalle colline, altissime
+roccie di fantastiche forme che rendon l'immagine
+di una cinta di muri e di torri titaniche che separi
+quel paradiso terrestre dal mondo; e lì proprio sotto
+gli occhi, la città di Granata, parte distesa sul piano,
+parte sulla china d'un colle, tutta sparsa di gruppi
+d'alberi, di macchie, di mucchi informi di verzura
+che s'alzano e ondeggiano sopra i tetti delle case
+come enormi pennacchi, e par che tendano ad espandersi,
+a congiungersi e a coprir la città intera; e più
+sotto ancora, la valle profonda del Dauro, meglio che
+coperta, riempita, colmata quasi da un cumulo prodigioso
+di vegetazione che si solleva come una montagna,
+oltre la quale emerge ancora un bosco di pioppi
+giganteschi che agitano le cime sotto le finestre della
+torre quasi a portata della mano; e a destra, di là dal
+Dauro, sur una collina che s'alza al cielo ardita e
+svelta come una cupola, il palazzo del Generalife, coronato
+di giardini aerei, e quasi nascosto in mezzo a
+un bosco di allori, di pioppi e di melagrani; e dalla
+parte opposta, uno spettacolo meraviglioso, una cosa
+incredibile, una visione d'un sogno: la Sierra Nevada,
+le più alte montagne d'Europa, dopo le Alpi, bianche<span class="pagenum"><a name="Page_429" id="Page_429">[429]</a></span>
+di neve, bianche fino a poche miglia dalle porte di
+Granata, bianche fino ai colli dove giganteggiano i
+melagrani e le palme, e si spiega in tutta la sua
+splendida pompa una vegetazione quasi tropicale.
+S'immagini ora sopra questo immenso paradiso, che
+racchiude tutte le ridenti grazie dell'oriente e tutte
+le più severe bellezze del settentrione, che sposa l'Europa
+all'Affrica tributando all'imeneo tutte le più
+belle meraviglie della natura, e che manda al cielo
+confusi in un solo tutti i profumi della terra, s'immagini
+sopra questa valle beata il cielo e il sole di
+Andalusia, che volgendo al tramonto, tinge d'un divino
+color di rosa le cime, e di tutti i colori dell'iride
+e di tutti i riflessi delle più limpide perle
+azzurrine i fianchi delle montagne della Sierra; e
+frange i suoi raggi in mille sfumature d'oro, di porpora
+e cinerine, nelle roccie che coronan la pianura;
+e declinando in mezzo a un incendio di raggi, getta,
+come un saluto, una corona luminosa intorno alle
+torri pensierose dell'Alhambra e ai pinnacoli inghirlandati
+del Generalife; e si dica se si può dare al
+mondo qualche cosa di più solenne, di più glorioso,
+di più innebriante di questa festa amorosa del cielo
+e della terra, dinanzi alla quale da nove secoli trema
+di voluttà e palpita di orgoglio Granata.</p>
+
+<p>Il tetto del <i>mirador de la reina</i> è sostenuto da
+piccole colonne moresche fra le quali si stendono
+degli archi schiacciati che danno al padiglione un
+aspetto stranamente capriccioso e gentile. Le pareti
+sono dipinte a fresco, e vi si vedono lungo i fregi<span class="pagenum"><a name="Page_430" id="Page_430">[430]</a></span>
+le iniziali d'Isabella e di Filippo V intrecciate con
+amorini e fiori. Accanto alla porta d'entrata, resta
+ancora una pietra del pavimento antico, tutta bucherellata,
+sulla quale si dice si mettessero le Sultane
+per avvolgersi nel nuvolo dei profumi che si
+bruciavan di sotto. Ogni cosa, lassù, spira amore e
+letizia. Vi si respira un'aria pura come sulla cima
+d'una montagna, vi si sente una fragranza confusa
+di mirti e di rose, e non vi arriva altro rumore che
+il mormorio del Dauro che si rompe tra i macigni
+del suo letto dirupato, e il canto di migliaia di uccelli
+nascosti nella folta verzura della valle; è un
+vero nido da innamorati, un'alcova pensile per andarvi
+a sognare, una loggia aerea per salirvi a ringraziar
+Dio d'esser felici.</p>
+
+<p>&#8220;Ah! Gongora,&#8221; esclamai dopo aver contemplato
+per qualche momento quello spettacolo incantevole;
+&#8220;io darei dieci anni di vita per poter far comparir
+qui, con un colpo di bacchetta magica, tutte le persone
+care che mi aspettano in Italia!&#8221;</p>
+
+<p>Il Gongora mi accennava un largo spazio del
+muro tutto nero di date e di nomi scritti colla matita,
+col carbone, e incisi colla punta dei temperini
+dai visitatori dell'Alhambra.</p>
+
+<p>&#8220;Che cos'è scritto qui?&#8221; mi domandò.</p>
+
+<p>M'avvicinai e gittai un grido:&mdash;Chateaubriand!</p>
+
+<p>&#8220;E qui?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Byron!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E qui?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Victor Hugo!&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_431" id="Page_431">[431]</a></span></p>
+
+<p>Scendendo dal <i>mirador de la reina</i> io credevo
+d'aver visto l'Alhambra, e commisi l'imprudenza di
+dirlo al mio amico. Se avesse avuto in mano un bastone,
+son certo che me l'avrebbe dato fra capo e
+collo; ma non avendolo, si contentò di guardarmi
+coll'aria d'uno che domandasse se mi aveva dato
+volta il cervello.</p>
+
+<p>Ritornammo nel cortile dei mirti, e visitammo le
+sale poste dall'altro lato della torre di Comares, la
+maggior parte mezzo rovinate, altre trasformate, alcune
+affatto nude, senza pavimento, senza tetto; ma
+tutte meritevoli d'esser vedute, e per i ricordi che
+destano, e per bene comprendere la struttura dell'edifizio.
+L'antica moschea, è stata convertita in cappella
+da Carlo V; una grande sala araba, in oratorio;
+qua e là si vedono ancora resti di arabeschi e
+di soffitti di cedro scolpiti; le gallerie, i cortili, i vestiboli,
+sembran di un palazzo devastato dalle fiamme.</p>
+
+<p>Visto anche questa parte dell'Alhambra, credetti
+davvero che non mi rimanesse nulla a vedere, e
+commisi daccapo l'imprudenza di dirlo al Gongora.
+Questa volta non si potè più contenere; e condottomi
+nell'atrio del cortile dei mirti dinanzi a una
+pianta dell'edifizio affissa al muro, mi disse:</p>
+
+<p>&#8220;Guardi, e vedrà che tutte le sale e i cortili e
+le torri che abbiamo visti finora, non occupano
+nemmeno la ventesima parte dello spazio che abbracciano
+le mura dell'Alhambra; vedrà che non
+abbiamo ancora visitato i resti di altre tre moschee,<span class="pagenum"><a name="Page_432" id="Page_432">[432]</a></span>
+le rovine della casa del Cadì, la torre dell'Acqua,
+la torre delle Infante, la torre della Prigioniera, la
+torre del Candil, la torre dei Picos, la torre dei Pugnali,
+la torre dei <i>Siete melos</i>, la torre del Capitano,
+la torre della Strega, la torre delle Teste, la torre
+delle Armi, la torre degli Idalghi, la torre delle Galline,
+la torre del Cubo, la torre dell'Omaggio, la
+torre della Vela, la torre della Polvere, gli avanzi
+della casa di Mondejar, i quartieri militari, la porta
+di ferro, i muri interni, le cisterne, i passeggi; perchè
+ha da sapere che l'Alhambra non è un palazzo,
+ma una città; e che ci sarebbe da passar la vita a
+cercar arabeschi, a leggere iscrizioni, a scoprir ogni
+giorno un nuovo colpo d'occhio di colline e di montagne,
+e a andare in estasi una volta regolarmente
+per ognuna delle ventiquattr'ore della giornata.&#8221;</p>
+
+<p>Ed io credevo d'aver visto l'Alhambra!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Per quel giorno non ne volli saper altro, e Dio
+sa come avevo la testa quando tornai all'albergo.
+Il giorno dopo, allo spuntar del sole, ci ritornai; ci
+ritornai la sera; e continuai a andarci ogni giorno
+per tutto il tempo che rimasi a Granata, col Gongora,
+con altri amici, coi ciceroni, solo; e l'Alhambra
+mi parve sempre più vasta e sempre più bella, e
+ripercorsi quei cortili e quelle sale, e vi passai ore
+ed ore, seduto tra le colonne o appoggiato alle finestrine,
+con un piacere di più in più vivo, scoprendo
+ogni volta bellezze nuove, e abbandonandomi sempre
+a quelle vaghe e deliziose fantasie, fra le quali<span class="pagenum"><a name="Page_433" id="Page_433">[433]</a></span>
+aveva errato la mente il primo giorno. Non saprei
+più dire per dove gli amici mi facevan passare per
+entrar nell'Alhambra; ma mi ricordo che ogni giorno,
+nell'andare, vedevo mura e torri e strade deserte che
+non avevo viste mai, e mi pareva che l'Alhambra
+avesse mutato di sito, o si fosse trasformata, o le
+fosser sorti intorno, come per incanto, nuovi edifizii
+che ne alterassero l'aspetto primitivo. Chi potrebbe
+descrivere la bellezza di quei luoghi quando tramontava
+il sole! quel bosco fantastico quando vi batteva
+il lume della luna! la pianura immensa e le montagne
+coperte di neve, nelle notti serene! i grandiosi contorni
+di quelle mura enormi, di quelle superbe torri,
+di quegli alberi smisurati, sul cielo tempestato di
+stelle! lo stormire prolungato di quei mucchi immani
+di verzura che riempiono le valli e coprono i
+fianchi delle colline, quando soffiava la brezza! Era
+uno spettacolo dinanzi al quale, i miei compagni,
+nati a Granata, ed abituati a vederlo fin dalla infanzia,
+restavano senza parola, così che facevamo lunghi
+tratti di cammino in silenzio, ciascuno immerso
+nei suoi pensieri, col cuore compreso d'una mestizia
+dolcissima che a volte ci faceva inumidir gli occhi
+e alzar il viso al cielo con uno slancio di gratitudine
+e di tenerezza.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il giorno del mio arrivo a Granata, quando rientrai
+all'albergo, a mezzanotte, invece del silenzio e
+della quiete, trovai il <i>patio</i> illuminato come una
+sala da ballo, gente ai tavolini che sorbiva granite,<span class="pagenum"><a name="Page_434" id="Page_434">[434]</a></span>
+gente su nelle gallerie che andava e veniva, chiaccherando
+e ridendo; e mi toccò aspettare un'ora prima di
+andare a dormire. Ma passai quell'ora molto gradevolmente.
+Mentre stavo guardando una carta di Spagna
+affissa alla parete, un omaccione col viso color di barbabietola
+e una pancia che gli cascava sulle ginocchia,
+mi si avvicinò, e toccandosi il berretto, mi domandò
+s'ero italiano; risposi di sì, ed egli soggiunse sorridendo:&mdash;&#8220;Ed
+io pure; io sono il padrone dell'albergo.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Me ne rallegro, tanto più che vedo che lei ci
+si fa d'oro.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Dio buono....&#8221; mi rispose con un tuono che voleva
+parer melanconico; &#8220;sì.... non mi lamento; ma....
+me lo creda, caro signore, per quanto gli affari vadan
+bene, quando si è lontani dal proprio paese, qui (e
+si mise una mano sull'enorme torace) qui si sente
+sempre un vuoto!&#8221;</p>
+
+<p>Gli guardai la pancia.</p>
+
+<p>&#8220;Un gran vuoto,&#8221; ripetè l'albergatore; &#8220;la patria
+non si dimentica mai... Di che provincia è lei,
+signore?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Della Liguria. E lei?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Del Piemonte. Liguria! Piemonte! Lombardia!
+Quelli son paesi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Son bei paesi, non c'è dubbio; ma lei, alla fine
+dei conti, non si può lamentare della Spagna. Sta in
+una delle più belle città del mondo, è padrone d'uno
+dei più belli alberghi della città, ha una folla di forestieri
+tutto l'anno, e poi vedo che gode d'una salute
+invidiabile.&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_435" id="Page_435">[435]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Ma il vuoto!&#8221;</p>
+
+<p>Gli guardai di nuovo la pancia.</p>
+
+<p>&#8220;Eh capisco, signor mio; ma lei s'inganna, sa,
+se mi giudica dalle apparenze. Lei non può immaginare
+quello che provo io quando capita qui un Italiano.
+Che vuole? Sarà una debolezza.... non so.... ma
+io lo vorrei vedere tutto il giorno a tavola, e creda
+che se mia moglie non mi trovasse a ridire, io sarei
+capace di mandargli per conto mio una dozzina di
+piatti d'antipasto... come nulla.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;A che ora si desina domani?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Alle cinque. Del resto.... qui si mangia poco....
+paesi caldi.... tutti si tengon leggeri.... di qualunque
+<i>nazionalità</i> sieno.... è una regola.... Ma non ha visto
+l'altro italiano che è qui?&#8221;</p>
+
+<p>Così dicendo guardò intorno, e un uomo che ci
+stava osservando da un angolo del cortile, ci si avvicinò.
+L'albergatore, dette poche parole, ci lasciò
+soli. Era un uomo sulla quarantina, meschinamente
+vestito, che parlava co' denti stretti e stropicciando
+di continuo le mani con un movimento convulsivo,
+come se facesse uno sforzo per trattenersi dal picchiare
+dei pugni. Mi disse che era lombardo, corista,
+arrivato il giorno innanzi a Granata con altri artisti
+di canto scritturati al teatro dell'Opera per la <i>stagione
+d'estate</i>.</p>
+
+<p>&#8220;Sucido paese!&#8221; esclamò senz'altro preambolo,
+guardandosi intorno come se volesse pronunziare un
+discorso.</p>
+
+<p>&#8220;Non sta volentieri in Spagna?&#8221; gli domandai.<span class="pagenum"><a name="Page_436" id="Page_436">[436]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;In Spagna? Io? Scusi: gli è lo stesso come se
+mi domandasse:&mdash;Sta volontieri lei in galera?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma perchè?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Perchè?... Ma non vede che gente sono gli Spagnuoli:
+ignoranti, superstiziosi, orgogliosi, sanguinarii,
+impostori, furfanti, ciarlatani, infami?&#8221;</p>
+
+<p>E restò un minuto immobile in un atto interrogativo,
+con le vene del collo gonfie che pareva gli
+volessero scoppiare.</p>
+
+<p>&#8220;Mi perdoni,&#8221; risposi, &#8220;il suo giudizio non mi
+pare abbastanza favorevole per poterle dire che la
+penso come lei. Quanto a ignoranza, mi scusi, non
+tocca a noi Italiani, a noi che abbiamo ancora città
+in cui si pigliano a sassate i maestri di scuola, e si
+stilettano i professori che danno <i>zero</i> agli scolari;
+non tocca a noi, per ora, di riveder le buccie agli altri.
+Quanto a superstizione, oh poveri noi! quando vediamo
+nella città d'Italia, in cui è più diffusa l'istruzione
+popolare, seguir un sottosopra da non dirsi, per
+un'immagine miracolosa della Madonna trovata da
+una donnicciuola in mezzo strada.... Quanto a delitti,
+io le dichiaro francamente che se dovessi far un raffronto
+fra i due paesi coi quadri statistici alla mano
+in presenza d'un uditorio di Spagnuoli, senza conoscer
+prima i dati e le risultanze, avrei una maledetta
+paura.... Non voglio dire con questo che noi, su per
+giù, non ci troviamo in migliori acque che la Spagna;
+voglio dire che un italiano, giudicando gli Spagnuoli,
+se vuol esser giusto, bisogna che sia indulgente.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non mi va, scusi.... un paese senza <i>indirizzo politico</i>!<span class="pagenum"><a name="Page_437" id="Page_437">[437]</a></span>
+un paese <i>in preda all'anarchia</i>! un paese....
+Andiamo, mi citi un grand'uomo spagnuolo di questi
+tempi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non saprei.... ce n'è così pochi da per tutto!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mi citi un Galileo!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Oh dei Galilei non ce n'hanno nemmen uno.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mi citi un Rattazzi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Eh non ce l'hanno neppure.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Mi citi.... ma già, non hanno niente. E poi, o
+che il paese le par bello?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ah! scusi; su questo punto non la cedo; l'Andalusia,
+per citarle una sola provincia, è un paradiso;
+Siviglia, Cadice, Granata, sono stupende città.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Come?... E a lei piacciono le case di Siviglia e di
+Cadice, che a passare rasente i muri un povero diavolo
+s'imbianca dalla testa ai piedi? Le piacciono
+quelle strade che dopo un buon pranzo si stenta a passarci?
+E trova belle le donne andaluse, con quegli
+occhi da spiritate? Andiamo, lei è troppo indulgente,
+non è un popolo <i>serio</i>. Hanno chiamato Don Amedeo,
+e ora non lo voglion più; gli è perchè sono indegni
+d'esser governati da un <i>uomo civilizzato</i>!&#8221; (testuale).</p>
+
+<p>&#8220;Ma non trova dunque nulla di buono in Spagna?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Nulla.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma perchè ci sta?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ci sto.... perchè ci mangio.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;È qualche cosa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma come ci mangio? Come un cane! chi non
+sa cos'è la cucina spagnuola!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma scusi: <a name="tn437" id="tn437"></a><ins class="correction" title="originale: invcee">invece</ins> di mangiare come un cane in<span class="pagenum"><a name="Page_438" id="Page_438">[438]</a></span>
+Spagna perchè non va a mangiare come un uomo
+in Italia?&#8221;</p>
+
+<p>Qui il povero artista si trovò un po' impacciato;
+ed io per levarlo d'impaccio gli offersi un sigaro, che
+accettò ed accese senza far parola. E non fu il solo
+italiano in Spagna, che mi parlasse in quei termini
+del paese e degli abitanti, negando persino la
+serenità del cielo e la grazia delle andaluse. Io non
+so che gusto ci sia a viaggiare in quella maniera,
+col cuore chiuso ad ogni sentimento benevolo, e continuamente
+intesi a censurare e a vilipendere, come
+se ogni cosa buona e bella che si trova in un paese
+straniero, fosse stata rubata al nostro, e noi non ci
+potessimo vantare di valer qualcosa se non colla
+condizione che tutti gli altri non valgano nulla. La
+gente che viaggia con siffatta disposizione d'animo,
+mi fa più che stizza, pietà, perchè si priva volontariamente
+di molti piaceri e di molti conforti. Così mi
+pare almeno a giudicar gli altri da me, poichè dovunque
+io vada, il primo sentimento che m'inspiran
+le cose e la gente è un sentimento di simpatia; un
+desiderio di non trovar nulla che mi costringa a censurare;
+un bisogno di abbellire ai miei stessi occhi
+le cose belle, di nascondermi le spiacevoli, di scusare
+i difetti, di poter dire schiettamente a me stesso ed
+agli altri che sono contento di tutti e di tutto. E per
+raggiunger questo fine non ho da fare alcun sforzo;
+ogni cosa mi si presenta quasi spontaneamente sotto
+il suo aspetto più gradevole; e la mia immaginazione
+colora benignamente gli altri aspetti di un leggero<span class="pagenum"><a name="Page_439" id="Page_439">[439]</a></span>
+color di rosa. So bene che in codesto modo non si
+studia un paese, non si scrivon <i>Saggi critici</i>, nè si
+acquista la fama d'uomini profondi; ma so che si
+viaggia coll'anima serena, e che i viaggi fanno un pro
+che non si può dire.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il giorno dopo andai a vedere il Generalife che
+era come la villa dei Re arabi, e il cui nome va
+congiunto a quello dell'Alhambra, come quello dell'Alhambra
+a quel di Granata; benchè oramai del
+Generalife antico non rimangan che pochi archi e
+pochi rabeschi. È un piccolo palazzo, semplice, bianco,
+con poche finestre, con una galleria ad archi, coronato
+da una terrazza, e mezzo nascosto in mezzo a
+un bosco d'allori e di mirti, sulla sommità d'un
+monte floridissimo che sorge sulla riva destra del
+Dauro, di fronte alla collina dell'Alhambra. Dinanzi
+alla facciata del palazzo si stende un piccolo giardino,
+e altri giardini s'alzano l'uno sull'altro, quasi in
+forma d'una vasta gradinata, fino al sommo del
+monte, dove sorge un'altissima loggia che chiude il
+recinto del Generalife. I viali dei giardini, le larghe
+scale che conducon dall'uno all'altro, e le aiuole
+piene di fiori, sono fiancheggiate da alte spalliere,
+sormontate da archi e divise da capanni di mirti
+curvati e intrecciati con graziosi disegni; e ad ogni
+ripiano sorgon casine bianche, ombreggiate da pergolati,
+e da gruppi d'aranci e di cipressi disposti
+con pittoresca simmetria. L'acqua vi è profusa ancora
+come ai tempi degli arabi e dà al luogo una<span class="pagenum"><a name="Page_440" id="Page_440">[440]</a></span>
+grazia, una freschezza e una vita da non potersi
+descrivere. Da ogni parte si sente mormorio di ruscelli
+e di fontane; si svolta da un viale, s'incontra
+uno zampillo; ci si affaccia a una finestra, si vede
+uno schizzo che giunge fino al davanzale; si entra
+in mezzo a un gruppo d'alberi, e si riceve nel viso
+gli spruzzi d'una cascatella; dovunque ci si volga,
+c'è acqua che salta, o che scorre, o che piove, gorgogliando
+e luccicando tra l'erbe e i cespugli. Dall'alto
+della loggia scende la vista sopra tutti quei
+giardini che van giù a chine, a salti, a scaglioni; si
+sprofonda nell'abisso di vegetazione che separa i due
+monti, abbraccia tutta la cinta dell'Alhambra, colle
+cupole dei suoi tempietti, colle torri lontane, coi
+sentieri che serpeggiano fra le sue rovine; si stende
+sulla città di Granata, sulla pianura, sui colli, e scorre
+con uno sguardo solo tutte le cime della Sierra Nevada,
+che paion tanto vicine da poterci arrivare in
+un'ora. E mentre contemplate questo spettacolo, vi
+accarezza l'orecchio il mormorio di cento zampilli
+e il suono fievole delle campane della città, che vien
+su a ondate, or sì or no, insieme a un odor misterioso
+di paradiso terrestre, che dà dei fremiti di
+voluttà da far impallidire.</p>
+
+<p>Di là dal Generalife, sulla sommità d'un monte
+più alto, ora nudo e squallido, sorgevano ai tempi
+degli Arabi altri palazzi reali e si stendevano altri
+giardini, congiunti fra loro da grandi viali fiancheggiati
+da mirti. Ora tutte quelle meraviglie d'architettura,
+coronate di boschi, di fontane e di fiori, quelle fatate<span class="pagenum"><a name="Page_441" id="Page_441">[441]</a></span>
+reggie aeree, quei nidi splendidi e odorosi d'amore
+e di delizia, sono scomparsi, e appena qualche mucchio
+di macerie o qualche breve tratto di muro</p>
+
+<div class="poem" style="width: 15em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Ne fa fede e ricordo al passeggiero.»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">Ma quelle rovine che desterebbero altrove un sentimento
+di malinconia, non lo destano dinanzi allo
+spettacolo di quella bellissima natura, al cui incanto
+non pare che abbian mai potuto aggiungere nulla le
+più meravigliose opere dell'uomo.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Rientrando in città, mi fermai a una estremità
+della <i>Carrera del Darro</i>, dinanzi a una casa riccamente
+adornata di bassorilievi che rappresentano
+scudi araldici, armature, cherubini e leoni, con un
+piccolo terrazzino sull'angolo, sopra 'l quale, parte
+sur un muro, parte sull'altro, lessi la seguente misteriosa
+iscrizione, in grandi caratteri di stampa:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza">
+<span class="i0"><span class="smcap">Esperando la del cielo,</span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">che significa, tradotto letteralmente:&mdash;<i>Aspettando
+quella del cielo.</i>&mdash;Curioso di sapere il senso riposto
+di quelle parole, le notai per interrogarne il dotto
+padre del mio amico, il quale me ne diede due spiegazioni,
+l'una pressochè sicura, ma poco romantica;
+l'altra romantica, ma molto dubbiosa. La quale è
+questa. La casa apparteneva a Don Fernando di
+Zafra, segretario dei Re Cattolici, che aveva una
+bellissima figliuola. Un giovine idalgo, di famiglia
+nemica o inferiore di nobiltà alla famiglia dei Zafra,<span class="pagenum"><a name="Page_442" id="Page_442">[442]</a></span>
+s'innamorò della figliuola, ne fu amato, la chiese in
+sposa, non l'ebbe. Il rifiuto del padre aggiunse esca
+al fuoco amoroso dei due giovani, le finestre della
+casa son basse, l'innamorato, una notte, riuscì a dar
+la scalata, e a entrar nella stanza della fanciulla.
+O abbia rovesciato una seggiola entrando, o abbia
+tossito, o abbia gettato un leggero grido di gioia al
+veder la sua bella amante colle chiome sciolte e le
+braccia aperte, la tradizione non lo dice, e nessuno
+lo sa; ma è certo che Don Fernando di Zafra, inteso
+rumore, accorse, vide, e cieco di furore si slanciò sul
+malcapitato giovane per metterlo a morte. Ma il giovane
+riuscì a fuggire; Don Fernando, inseguendolo,
+s'abbattè in uno dei propri paggi fautore di quegli
+amori, che aveva aiutato l'idalgo a entrar nella casa;
+lo scambiò, in su quel subito, per il seduttore; e
+senza udir spiegazioni e preghiere, lo fece afferrare
+e impiccare al terrazzino della casa. La tradizione
+narra che mentre la povera vittima gridava:&mdash;Pietà!
+Pietà!&mdash;l'offeso padre gli rispose accennandogli il
+terrazzino:&mdash;Là starai <i>esperando la del cielo</i>! (aspettando
+quella del cielo);&mdash;risposta ch'egli fece poi
+incidere sur una pietra del muro, a perpetuo spavento
+dei seduttori e dei mezzani.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Consacrai il resto della giornata alle chiese e ai
+conventi.</p>
+
+<p>La cattedrale di Granata merita, anche meglio
+di quella di Malaga, che pure è bella e magnifica,
+di essere descritta parte per parte; ma basta oramai<span class="pagenum"><a name="Page_443" id="Page_443">[443]</a></span>
+di descrizioni di chiese. Fu fondata nel 1529
+dai re cattolici, sulle rovine della principal moschea
+della città; ma rimase incompiuta. Ha una grande
+facciata con tre porte, ornata di statue e di bassorilievi;
+ed è formata da cinque navate, divise da
+venti smisurati pilastri composti d'un fascio di sottili
+colonne. Le cappelle racchiudono quadri del Boccanegra,
+sculture del Torrigiani, tombe ed ornamenti
+preziosi. È mirabile sopra tutte la cappella maggiore,
+sorretta da venti colonne corintie, divise in
+due ordini, sul primo dei quali si alzano le statue
+colossali dei dodici apostoli, e sul secondo un cornicione
+coperto di ghirlande e di teste di cherubini.
+Di sopra ricorre un giro di leggiadre finestre a vetri
+coloriti che rappresentano la Passione, e dal fregio
+che le corona si slanciano in alto dieci archi arditi
+che forman la vòlta della cappella. Negli archi che
+sorreggon le colonne si ammirano sei grandi dipinti
+di Alonso Cano, che hanno fama di essere l'opera
+sua più completa e più bella.</p>
+
+<p>E poichè ho nominato Alonso Cano, nativo di
+Granata, uno dei più valenti pittori spagnuoli del
+secolo decimosettimo, che sebbene discepolo della
+scuola sivigliana piuttosto che fondatore, come altri
+vorrebbe, d'una scuola sua, non è meno originale
+dei suoi più grandi contemporanei; voglio metter qui
+alcuni tratti della sua indole e della sua vita, poco
+conosciuti fuori di Spagna, ma singolarmente notevoli.
+Alonso Cano fu il più accattabrighe, il più iroso,
+il più violento dei pittori spagnuoli. Passò la vita<span class="pagenum"><a name="Page_444" id="Page_444">[444]</a></span>
+litigando. Era ecclesiastico. Dal 1652 al 1658, per
+sei anni consecutivi, senza un giorno d'interruzione,
+litigò coi canonici della cattedrale di Granata,
+della quale egli era ragioniere, perchè non
+voleva, giusta i patti stipulati, diventare suddiacono.
+Prima di partire da Granata, spezzò colle sue mani
+una statua di sant'Antonio da Padova, che aveva
+fatto egli stesso d'incarico d'un auditore della Cancelleria,
+perchè costui si permise di osservargli che
+il prezzo che gliene domandava gli pareva un po' caro.
+Nominato maestro di disegno del principe reale, che,
+a quanto pare, non era nato col bernoccolo della pittura,
+lo aspreggiò in tal maniera, che lo costrinse
+a ricorrere al Re per esser levato dalle sue mani. Rimandato,
+per una grazia speciale, a Granata, presso
+il Capitolo della cattedrale, serbò così profondo il
+rancore degli antichi suoi litigi con quei canonici, che
+in vita sua non volle più dare una pennellata per
+loro. Ma questo è poco. Nutriva un cieco, bestiale,
+inestinguibile odio contro gli ebrei, e s'era ficcato
+in capo che il toccare in qualunque modo un ebreo
+o un qualsiasi oggetto stato toccato da lui, gli dovesse
+recare sventura. Con questa fissazione fece
+le più strampalate stravaganze del mondo. Se passando
+per la strada urtava in un ebreo, si levava
+issofatto il vestito infetto, e tornava a casa in maniche
+di camicia. Se per caso riusciva a scoprire
+che, lui assente, un servitore aveva ricevuto un
+ebreo in casa sua, cacciava il servitore, buttava via
+le scarpe colle quali aveva premuto l'impiantito<span class="pagenum"><a name="Page_445" id="Page_445">[445]</a></span>
+profanato dal circonciso, faceva disfare e rifare, qualche
+volta, persino l'impiantito. E trovò modo di litigare
+anche morendo. Essendo ridotto in fin di vita, e
+presentandogli il confessore un crocifissaccio fatto coll'accétta
+perchè lo baciasse, egli lo spinse in là colla
+mano, e disse:&mdash;<i>Padre, datemi una croce nuda, perchè
+io possa venerare Gesù Cristo come egli è in sè
+e come io lo contemplo nella mia mente.</i>&mdash;Con tutto
+ciò, aveva un cuore eletto, caritatevole, abborriva
+da ogni volgare azione, ed amava di profondo e purissimo
+amore l'arte in che si rese immortale.</p>
+
+<p>Tornando alla chiesa, quando ebbi fatto il giro
+di tutte le cappelle e mi disponevo ad uscire, mi
+colse il sospetto che qualcosa mi rimanesse ancora a
+vedere. Non avevo letto la <i>Guida</i> e nessuno m'aveva
+detto nulla; ma io mi sentivo dentro una voce che
+mi diceva:&mdash;Cerca!&mdash;e cercavo infatti cogli occhi
+da tutte le parti senza saper che cercassi. Un cicerone
+mi osservò, mi si avvicinò, come fanno tutti,
+di sbieco, come un assassino, e mi domandò con aria
+di mistero: &#8220;<i>Quiere Usted algo?</i>&#8221; (Vuol qualche cosa?)</p>
+
+<p>&#8220;Vorrei,&#8221; risposi, &#8220;che mi diceste se c'è altro
+da vedere in questa cattedrale, oltre a quello che
+si vede di qui!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Cómo!</i>&#8221; esclamò il cicerone, &#8220;<i>todavia no ha visto
+Usted la capilla real?</i>&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Che c'è nella cappella reale?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Que hay? Caramba! Nada ménos que los sepulcros
+de Ferdinando é Isabel la Católica!</i>&#8221;</p>
+
+<p>Volevo dire! Avevo nella mente il posto preparato<span class="pagenum"><a name="Page_446" id="Page_446">[446]</a></span>
+per questa idea, e l'idea non c'era! I re cattolici
+dovevano ben essere sepolti a Granata, dove combatterono
+l'ultima gran guerra cavalleresca del medio
+evo, e dove diedero a Cristoforo Colombo l'incarico
+di armare le navi che lo condussero al nuovo
+mondo! Corsi, più che non andai, alla Cappella reale,
+preceduto dal cicerone zoppicante; un vecchio sacrestano
+ci aperse la porta della sacristia, e prima
+di lasciarmi entrare a veder le tombe, mi condusse
+davanti a una specie d'armadio a vetri, ripieno di
+oggetti preziosi, e mi disse:</p>
+
+<p>&#8220;Lei saprà che Isabella la Cattolica per fornire
+a Cristoforo Colombo il denaro che gli occorreva ad
+armare le navi per il suo viaggio, non sapendo dove
+trovarne, perchè le casse dello Stato eran vuote,
+mise in pegno le sue gioie.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Sì; ebbene?&#8221; domandai con impeto, e prevedendo
+la risposta, mi sentivo battere il cuore.</p>
+
+<p>&#8220;Ebbene,&#8221; rispose il sacrestano; &#8220;la scatola nella
+quale la Regina chiuse le sue gioie per farle impegnare,
+è questa.&#8221;</p>
+
+<p>E così dicendo aperse l'armadio, prese la scatola
+e me la porse.</p>
+
+<p>Oh! dicano un po' quello che vogliono gli uomini
+forti; per me, quelle son cose che mi fanno tremare
+e piangere! Ho toccata la scatola che contenne i tesori
+pei quali Colombo potè scoprire l'America! Ogni
+volta che ripeto queste parole, il sangue mi si rimescola!
+E soggiungo:&mdash;L'ho toccata con queste
+mani,&mdash;e mi guardo le mani.<span class="pagenum"><a name="Page_447" id="Page_447">[447]</a></span></p>
+
+<p>Quell'armadio contiene ancora la spada di re
+Ferdinando, la corona e lo scettro d'Isabella, un
+messale e parecchi altri ornamenti del re e della
+regina.</p>
+
+<p>Entrammo nella Cappella, fra l'altare e una gran
+cancellata di ferro che lo separa dallo spazio rimanente,
+davanti a due grandi mausolei marmorei,
+ornati di statuette e di bassorilievi di gran pregio,
+sull'un dei quali sono stese le statue di Ferdinando
+e d'Isabella, vestiti dei loro abiti reali, colla corona,
+la spada e lo scettro; sull'altro, le statue di altri
+due principi di Spagna; e intorno alle statue, leoni,
+angeli, stemmi, ed ornamenti svariati, che presentano
+un aspetto regalmente austero e magnifico.</p>
+
+<p>Il sacrestano accese una fiaccola e accennandomi
+una specie di botola, situata in dirittura della corsia
+che separa i due mausolei, mi pregò di alzare il
+coperchio per scendere nel sotterraneo. Il cicerone
+m'aiutò, scoprimmo la botola, il sacrestano scese, e
+io gli tenni dietro giù per una scaletta angusta fino
+a una piccola stanza sotterranea, nella quale eran
+cinque casse di piombo, cerchiate di ferro, ciascuna
+segnata di due iniziali sormontate da una corona.
+Il sacrestano abbassò la fiaccola, e toccandole con
+una mano, l'una dopo l'altra, tutte e cinque, mi
+disse con voce lenta e solenne:</p>
+
+<p>&#8220;Qui riposa la gran regina Isabella la Cattolica.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Qui riposa il gran re Ferdinando V.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Qui riposa il re Filippo I.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Qui riposa la regina Giovanna la pazza.&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_448" id="Page_448">[448]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Qui riposa donna Maria, sua figliuola, morta nell'età
+di nove anni.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Dio li abbia tutti nella sua santa pace!&#8221;</p>
+
+<p>E piantato la fiaccola in terra, incrociò le braccia
+e chiuse gli occhi, come per darmi agio di fare
+le mie meditazioni.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Ci sarebbe da aggobbire a tavolino, chi volesse
+descrivere tutti i monumenti religiosi di Granata: la
+stupenda Certosa, il Monte-Sacro che racchiude le
+grotte dei martiri, la chiesa di San Geronimo dove
+è sepolto il gran capitano Consalvo di Cordova, il
+convento di Santo Domingo fondato dall'Inquisitore
+Torquemada, quello dell'Angelo che contiene
+pitture del Cano e del Murillo, ed altri molti; ma
+io suppongo che chi legge sia già assai più stanco di
+me, e però gli faccio grazia di un monte di descrizioni
+che probabilmente non gli darebbero che una
+idea assai confusa delle cose.</p>
+
+<p>Ma poichè ho nominato il sepolcro del gran capitano
+Consalvo di Cordova, non posso trattenermi
+dal tradurre un curioso documento che a lui si riferisce,
+e che mi fu dato appunto nella chiesa di San
+Geronimo da un sacrestano ammiratore delle gesta
+di quell'eroe.</p>
+
+<p>Il documento è redatto a modo di aneddoto nei
+termini seguenti.</p>
+
+<p>«Ogni passo del gran Capitano, Don Gonzalo di
+Cordova, fu un assalto, ed ogni assalto una vittoria;
+il suo sepolcro nel convento dei Geronimi di Granata,<span class="pagenum"><a name="Page_449" id="Page_449">[449]</a></span>
+fu adornato di dugento bandiere conquistate
+da lui. I suoi emuli invidiosi, ed in particolar modo
+i Tesorieri nel regno di Napoli, nel 1506, indussero
+il Re a chieder conto a Gonzalo dell'uso che aveva
+fatto delle grandi somme ricevute dalla Spagna per
+le spese della guerra in Italia; e in fatti il Re fu
+tanto piccino da acconsentire ed anco assistere all'atto
+della <i>conferencia</i>.</p>
+
+<p>Gonzalo accolse quella domanda con altissimo disprezzo,
+e si propose di dare una severa lezione ai
+Tesorieri ed al Re, intorno al modo di trattare e
+considerare un conquistatore di Regni.</p>
+
+<p>Rispose con grande indifferenza e serenità che
+avrebbe preparato i conti per il giorno seguente, e
+fatto vedere chi dei due fosse il debitore, se lui o
+il fisco: il quale reclamava centotrenta mila ducati
+rimessigli per prima rata; ottanta mila scudi per la
+seconda, tre milioni per la terza, undici milioni per
+la quarta, tredici per la quinta; e così seguitava a
+riferire il grave, <i>gangoso</i> (dalla voce nasale) e scimunito
+segretario che autorizzava un atto così importante.</p>
+
+<p>Il gran Gonzalo mantenne la sua parola; si presentò
+alla seconda udienza, e tirato fuori il voluminoso
+libro nel quale aveva notate le sue giustificazioni,
+cominciò a leggere a voce alta e sonora le
+seguenti parole:</p>
+
+<p>«Ducento mila settecento trentasei ducati e nove
+reali ai frati, alle monache e ai poveri, affinchè pregassero
+Dio per il trionfo delle armi spagnuole.<span class="pagenum"><a name="Page_450" id="Page_450">[450]</a></span></p>
+
+<p>Cento milioni in pale, zappe e picconi.</p>
+
+<p>Cento mila ducati in polvere e palle.</p>
+
+<p>Dieci mila ducati in guanti profumati per preservare
+i soldati dal puzzo dei cadaveri dei nemici
+stesi sul campo di battaglia.</p>
+
+<p>Centosettanta mila ducati per rifare campane
+distrutte dal continuo sonare per sempre nuove vittorie
+riportate sopra i nemici.</p>
+
+<p>Cinquanta mila ducati in acquavite per i soldati
+in una giornata di battaglia.</p>
+
+<p>Un milione e mezzo di ducati per mantenere prigionieri
+e feriti.</p>
+
+<p>Un milione in messe di grazia e <i>Te Deum</i> all'Onnipossente.</p>
+
+<p>Trecento milioni di suffragi pei morti.</p>
+
+<p>Settecento mila quattrocento novantaquattro ducati
+in spie e.....</p>
+
+<p>Cento milioni per la pazienza che ho mostrato ieri
+all'udire che il Re domandava dei conti a chi gli ha
+regalato un Regno.</p>
+
+<p>Questi sono i celebri conti del grande Capitano,
+i cui originali stanno nelle mani del Conte di Altimira.</p>
+
+<p>Uno dei conti originali con la firma autografa
+del gran Capitano esiste nel Museo militare di Londra,
+dove con gran cura vien custodito.»</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Letto questo documento, tornai all'albergo facendo
+tra Consalvo di Cordova e i generali spagnuoli
+dei nostri tempi dei maligni raffronti, che alta ragion<span class="pagenum"><a name="Page_451" id="Page_451">[451]</a></span>
+di stato, come si dice nelle tragedie, mi vieta
+di riferire.</p>
+
+<p>In quell'albergo ne vedevo ogni giorno una nuova.
+V'eran molti studenti d'università venuti da Malaga
+e da altre città dell'Andalusia per dar l'esame
+di laurea a Granata, non so se perchè qui fossero
+di manica più larga, o per che altra ragione. Desinavan
+tutti alla tavola rotonda. Una mattina, a colezione,
+uno d'essi, un giovanetto di poco più di
+vent'anni, annunziò che alle due dopo mezzogiorno
+doveva dar l'esame di diritto canonico, e che non
+essendo molto sicuro del fatto suo, aveva deciso di
+bere un bicchier di vino, per rinfrescarsi le sorgenti
+dell'eloquenza. Non uso a bere che vino annacquato,
+commise l'imprudenza di vuotare d'un sol fiato un
+bicchiere di vino di Jerez. Il suo viso si alterò all'istante
+in così strana maniera, che se non avessi
+visto il cangiamento coi miei occhi, avrei creduto
+che non fosse più il viso di prima.</p>
+
+<p>&mdash;Ora basta!&mdash;gli gridaron gli amici.</p>
+
+<p>Ma il giovane, che si sentiva diventato tutt'a un
+tratto forte, ardente e temerario, lanciò ai compagni
+uno sguardo compassionevole, e ordinò con un atto
+maestoso al cameriere di versargli un altro bicchiere.</p>
+
+<p>&mdash;Ti ubriacherai!&mdash;gli dissero.</p>
+
+<p>Per tutta risposta, egli mandò giù il secondo
+bicchiere.</p>
+
+<p>Allora gli prese una parlantina meravigliosa. A
+tavola v'era una ventina di persone, in pochi minuti
+attaccò discorso con tutti, e fece mille rivelazioni<span class="pagenum"><a name="Page_452" id="Page_452">[452]</a></span>
+sulla sua vita passata e sui suoi disegni per
+l'avvenire. Disse che era di Cadice, che aveva ottomila
+lire di rendita all'anno, e voleva darsi alla carriera
+diplomatica, perchè con quella rendita, aggiuntovi
+qualcosa che gli avrebbe lasciato un suo zio,
+poteva fare una buona figura dove si sia; che aveva
+stabilito di pigliar moglie a trent'anni, e di sposare
+una donna alta come lui, perchè, a suo avviso, la moglie
+doveva avere la stessa statura del marito, per
+evitare che l'uno o l'altro pigliasse il di su; che
+quando era ragazzo s'era innamorato della figliuola
+d'un console americano, bella come un fiore e soda
+come una pina, ma con una voglia rossa dietro un
+orecchio, che stava molto male, benchè essa la sapesse
+coprire assai bene colla mantiglia, e faceva veder
+colla salvietta in che modo la copriva; e che
+Don Amedeo era un uomo troppo ingenuo per poter
+riuscire a governar la Spagna; e che fra il poeta Zorilla
+e il poeta Espronceda, egli avea sempre preferito
+l'Espronceda; e che ceder Cuba all'America era una
+corbelleria, e che dell'esame di diritto canonico egli
+se ne rideva, e che voleva bere altre quattro dita
+di vino di Jerez, che era il primo vino d'Europa.</p>
+
+<p>Bevve il terzo bicchiere, malgrado i buoni consigli
+e le disapprovazioni degli amici, e dopo aver
+cicalato un altro po' in mezzo alle risa dell'uditorio,
+all'improvviso tacque, guardò fisso fisso una signora
+che aveva dirimpetto, abbassò la testa e s'addormentò.
+Io credetti che per quel giorno non si sarebbe
+presentato all'esame; ma m'ingannai. Un'oretta<span class="pagenum"><a name="Page_453" id="Page_453">[453]</a></span>
+dopo lo svegliarono, andò su a lavarsi il viso, corse
+all'Università ancora tutto assonnato, diede l'esame,
+e fu promosso a maggior gloria del vino di Jerez e
+della diplomazia spagnuola.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>I giorni seguenti gl'impiegai a vedere i monumenti,
+o per dir meglio, le rovine dei monumenti
+arabi che, oltre all'Alhambra e al Generalife, attestano
+l'antico splendore di Granata. Poichè fu l'ultimo
+baluardo dell'Islam, Granata è fra le città di
+Spagna quella che ne serbò più numerosi ricordi.
+Sulla collina che si chiama di <i>Dinadamar</i> (fonte delle
+lagrime), si vedono ancora le rovine di quattro torri,
+che s'innalzavano ai quattro angoli d'una grande
+cisterna, nella quale affluivano dalla Sierra le acque
+che servivano agli usi della parte più alta della città.
+Là eran bagni, giardini e ville, delle quali non rimane
+più traccia, e di là si abbracciava con un
+colpo d'occhio la città coi suoi minareti, colle sue
+terrazze, colle sue moschee biancheggianti in mezzo
+alle palme e ai cipressi. Là presso si vede ancora
+una porta araba, chiamata porta d'Elvira, formata
+da un grande arco coronato di merli. Più oltre rovine
+di palazzi di Califfi. Presso il passeggio l'<i>Alameda</i>,
+una torre quadrata, con entro una gran sala
+ornata di quelle solite iscrizioni arabe. Presso il
+Convento di San Domingo, resti di giardini e di palazzi
+che erano una volta congiunti all'Alhambra
+per mezzo d'una via sotterranea. Dentro la città,
+l'Alcaiceria, mercato arabo quasi intatto, formato<span class="pagenum"><a name="Page_454" id="Page_454">[454]</a></span>
+di parecchie stradine diritte e strette come corridoi,
+fiancheggiate da due file di botteghe l'una unita all'altra,
+che presentano uno strano aspetto di bazar
+asiatico. Infine, non si può far un passo per Granata,
+che non s'incontri un arco, un arabesco, una
+colonna, un mucchio di pietre che rammenta il suo
+fantastico passato di Sultana.</p>
+
+<p>Quanti giri e rigiri non feci per quelle strade
+tortuose, nelle ore più calde della giornata, sotto un
+sole che mi scottava il cervello, senza incontrare
+anima nata! Anche a Granata, come nelle altre città
+d'Andalusia, la gente non si fa viva che la notte;
+e la notte si rifà della prigionia del dì, affollandosi
+e rimescolandosi sui passeggi pubblici colla fretta e
+la furia d'una moltitudine, una metà della quale cercasse
+l'altra metà per affari urgenti. La folla più
+fitta è all'Alameda; e però passai all'Alameda le
+mie serate, col Gongora che mi parlava di monumenti
+arabi, con un giornalista che mi parlava di politica,
+con un altro giovanotto che mi parlava di donne,
+non di rado tutti e tre insieme, con mio piacere infinito,
+perchè quella gazzarra da scolaretti, a tempo e
+luogo, mi rinfresca l'anima, come fa all'erba (per rubare
+una bella similitudine) quella pioggerella estiva
+che cade con affrettato moto come di trepida gioia.</p>
+
+<p>Se avessi da dire qualcosa del popolo di Granata,
+mi troverei impacciato perchè non l'ho visto.
+Di giorno, per le strade, non incontravo nessuno; di
+notte non ci si vedeva; non v'eran teatri aperti;
+quando avrei potuto trovar qualcuno in città, ciondolavo<span class="pagenum"><a name="Page_455" id="Page_455">[455]</a></span>
+per le sale o per i viali dell'Alhambra; e
+poi avevo tanto da fare per veder ogni cosa nello
+spazio di tempo che m'ero prefisso, che non mi restavan
+nemmen dei ritagli per intavolar conversazione,
+come feci nelle altre città, in mezzo alle strade
+e nei caffè, coi popolani in cui m'imbattevo.</p>
+
+<p>Ma per quanto seppi da chi era in grado di darmi
+delle notizie sicure, il popolo di Granata non gode
+d'una eccellente riputazione in Spagna. Si dice che
+è maligno, violento, vendicativo, accoltellatore, il che
+non è punto smentito dalle cronache cittadine delle
+gazzette; e non si dice, ma si sa che in Granata
+l'istruzione popolare è anche più bassa che a Siviglia,
+e che in altre città spagnuole di minor conto; e che,
+in generale, tutte le cose che non posson esser fatte
+dal sole e dalla terra, che ne fanno pur tante, vanno
+alla peggio, o per indolenza, o per ignoranza, o per
+confusione. Granata non è congiunta dalla strada
+ferrata a nessuna città importante, vive sola, in
+mezzo ai suoi giardini, dentro la cerchia delle sue
+montagne, lieta dei frutti che la terra le produce
+sotto la mano, cullandosi mollemente nella vanità
+della sua bellezza e nell'orgoglio della sua storia,
+oziando, sonnecchiando, fantasticando, e contentandosi
+di rispondere, con uno sbadiglio, a chi le rimprovera
+il suo stato:&mdash;Io diedi alla Spagna il pittore
+Alonso Cano, il poeta Luigi di Leon, lo storico
+Ferdinando del Castillo, l'orator sacro Luigi di Granata,
+il ministro Martinez della Rosa; ho pagato il
+mio debito; lasciatemi in pace;&mdash;che è la risposta<span class="pagenum"><a name="Page_456" id="Page_456">[456]</a></span>
+che fan quasi tutte le città meridionali della
+Spagna, troppo più belle, ahimè! che saggie e operose;
+e troppo più altere che civili. Ah! chi le ha vedute,
+non può mai stancarsi di esclamare:&mdash;Peccato!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>&mdash;Ora che ha visto tutte le meraviglie dell'arte
+araba e della vegetazione tropicale, le resta a vedere,
+perchè possa dire di conoscer Granata, il borgo dell'Albaicin.
+Prepari l'animo a un mondo nuovo, metta
+la mano sul portamonete e mi segua.&mdash;</p>
+
+<p>Così mi disse il Gongora l'ultima sera del mio
+soggiorno a Granata. Era con noi un giornalista repubblicano,
+di nome Melchiorre Almago, direttore
+dell'<i>Idea</i>, un giovanotto simpatico e gentile, che per
+accompagnarci sacrificò il desinare e un articolo di
+fondo che andava ruminando fin dalla mattina. Ci
+mettemmo in cammino, arrivammo fino alla piazza
+dell'<i>Audiencia</i>. Là il Gongora mi accennò una viuzza
+tortuosa che va su per un colle, e mi disse:&mdash;Qui
+comincia l'<i>Albaicin</i>;&mdash;e il signor Melchiorre toccando
+una casa col bastone, soggiunse:&mdash;Qui comincia
+il territorio della repubblica.&mdash;</p>
+
+<p>Infilammo la viuzza, passammo da quella in
+un'altra, da questa in una terza, sempre salendo,
+senza ch'io vedessi nulla di straordinario, per quanto
+guardassi curiosamente da tutte le parti. Strade
+strette, case meschine, vecchie addormentate sugli
+scalini delle porte, mamme che spidocchian bambini,
+cani che sbadigliano, galli che cantano e ragazzi
+cenciosi che corrono e schiamazzano, e altre cose<span class="pagenum"><a name="Page_457" id="Page_457">[457]</a></span>
+che si vedono in tutti i sobborghi; in quelle strade
+non c'era nulla di più. Sennonchè, via via che salivamo,
+l'aspetto delle case e della gente s'andava
+mutando: i tetti più bassi, le finestre più rade, le
+porte più piccine, gli abitanti più cenciosi. Nel mezzo
+d'ogni strada correva un rigagnolo dentro un letto
+in muratura all'uso arabo; qua e là, sopra le porte
+e intorno alle finestre, si vedevano resti di arabeschi
+e frammenti di colonnine; negli angoli delle
+piazze, fontane e pozzi del tempo della dominazione
+dei Mori. Ad ogni centinaio di passi che si faceva,
+pareva di tornar addietro di cinquant'anni verso
+l'età dei Califfi. I miei due compagni mi toccavano
+tratto tratto col gomito dicendo:&mdash;Guardi quella
+vecchia&mdash;Guardi quella bambina&mdash;Guardi quell'uomo.&mdash;Ed
+io guardavo e dimandavo:&mdash;Che
+gente è questa?&mdash;Se mi fossi trovato là all'improvviso,
+avrei creduto, al veder quegli uomini e
+quelle donne, di essere in un villaggio dell'Affrica;
+tanto i visi, il vestire, il modo di muoversi, di parlare,
+di guardare,&mdash;a così breve distanza dal centro
+di Granata,&mdash;eran diversi da quelli della gente che
+avevo vista fino allora. Ad ogni svoltata, mi fermavo
+per guardare in volto i miei compagni, e questi mi
+dicevano:&mdash;Questo non è nulla; qui siamo nella
+parte civile dell'Albaicin; questo è il quartiere
+<i>parigino</i> del sobborgo; andiamo oltre.</p>
+
+<p>Andammo oltre; le strade parevan letti di torrenti,
+sentieri scavati nelle roccie, tutte rialzi, fossi,
+scoscendimenti, macigni; alcune ripide da non poterci<span class="pagenum"><a name="Page_458" id="Page_458">[458]</a></span>
+salire un mulo, altre strette da passarci un
+uomo a stento; quali ingombre di donne e di fanciulli
+seduti in terra; quali erbose e deserte e tutte
+d'un aspetto squallido, selvaggio, strano, del quale
+non potrebbe fornire neanco un'immagine il più
+meschino dei nostri villaggi, perchè quella è una
+miseria che serba l'impronta d'un'altra razza e i
+colori d'un altro continente. Girammo per un labirinto
+di strade, passando di tempo in tempo sotto
+un grande arco arabo o per un'alta piazzuola dalla
+quale si abbracciava con uno sguardo la valle immensa,
+i monti coperti di neve e una parte della
+città sottoposta, e arrivammo alla fine in una strada
+più sassosa e più angusta di quante s'eran viste
+fino allora, nella quale ci arrestammo per pigliar fiato.</p>
+
+<p>&mdash;Qui&mdash;mi disse il giovane archeologo&mdash;comincia
+il vero Albaicin. Guardi quella casa!&mdash;Guardai; era
+una casa bassa, affumicata, mezzo rovinata, con una
+porta che pareva la finestra d'una cantina, dinanzi
+alla quale si vedeva movere sotto un ammasso di cenci,
+un gruppo, o piuttosto un mucchio di vecchie e di
+bambini, che al nostro apparire alzarono gli occhi
+pieni di sonno e colle mani scarne tolsero di sulla soglia
+non so quali immondizie che impedivano il passo.</p>
+
+<p>&#8220;Entriamo,&#8221; disse l'amico.</p>
+
+<p>&#8220;Entrare?&#8221; domandai.</p>
+
+<p>Se m'avessero detto che di là da quel muro
+v'era un quissimile della famosa Corte dei Miracoli
+che descrisse Vittor Hugo, non avrei esitato a credere.
+Nessuna porta m'aveva mai detto più imperiosamente<span class="pagenum"><a name="Page_459" id="Page_459">[459]</a></span>
+di quella:&mdash;Allontanati.&mdash;Non saprei
+trovarle miglior paragone di quello della bocca spalancata
+d'una gigantesca strega, che mandasse un
+alito pregno di miasmi pestilenziali. Ma mi feci coraggio
+ed entrai.</p>
+
+<p>Oh meraviglia! Era il cortile d'una casa araba,
+cinto di colonnine graziose, sormontato da archi leggerissimi,
+con quegli indescrivibili ricami dell'Alhambra
+intorno alle porticine e alle finestrine binate,
+colle travi e gli assiti del soffitto scolpiti e coloriti,
+colle nicchiette per i vasi dei fiori e le urne dei profumi,
+col bagno nel mezzo, con tutte le traccie e i ricordi
+della deliziosa vita d'una famiglia opulenta! E
+in quella casa abitava quella povera gente!</p>
+
+<p>Uscimmo, entrammo in altre case, in tutte trovai
+qualche frammento d'architettura e di scultura
+araba. Il Gongora mi diceva di tratto in tratto:&mdash;Qui
+c'era un Harem&mdash;Là i bagni delle donne&mdash;Lassù
+la stanzina d'una favorita;&mdash;e io figgevo
+gli occhi avidi su tutti i pezzi di muro rabescato e
+su tutte le colonnine delle finestre, come per domandar
+loro la rivelazione di qualche segreto, un nome,
+una parola magica colla quale potessi ricostrurre in
+un istante l'edifizio rovinato ed evocare le belle
+arabe che ci eran vissute. Ma ahimè! in mezzo alle
+colonne e sotto gli archi delle finestrine non si vedevano
+che cenci e visi rugosi!</p>
+
+<p>Fra le altre case, entrammo in una dove trovammo
+un gruppo di ragazze che cucivano all'ombra
+d'un albero del cortile, sorvegliate da una<span class="pagenum"><a name="Page_460" id="Page_460">[460]</a></span>
+vecchia. Lavoravano tutte intorno a una gran pezza
+di panno a striscie nere e bigie, che mi parve un
+tappeto o una coperta da letto. Mi avvicinai e domandai
+a una delle cucitrici: &#8220;<i>Que es esto?</i>&#8221;</p>
+
+<p>Alzaron tutte la testa e con un movimento concorde
+spiegarono il panno in modo che potessi veder
+bene il loro lavoro. L'avevo appena visto, che gridai:&mdash;&#8220;Lo
+compro.&#8221;</p>
+
+<p>Si misero tutte a ridere. Era un mantello da
+montanaro andaluso, fatto per portarsi a cavallo,
+della forma d'un rettangolo, con un'apertura nel
+mezzo per farci passar la testa, ricamato in lana di
+vivi colori lungo i due lati più corti, e intorno all'apertura.
+Il disegno dei ricami che rappresentano
+uccelli e fiori fantastici, verdi, azzurri, bianchi, rossi
+e gialli, tutti in un mucchio, è rozzo, come lo potrebbe
+fare un bambino; la bellezza del lavoro è
+tutta nella veramente meravigliosa armonia dei colori.
+Non saprei esprimere la sensazione che produce
+la vista di quel mantello, se non dicendo che
+ride, e che desta allegrezza; e che mi pare impossibile
+l'immaginare nulla di più gaio, di più festivo,
+di più fanciullescamente e graziosamente capriccioso.
+È una cosa da guardare quando s'è di malumore
+per rasserenarsi, o quando si vuol scrivere una strofa
+gentile per l'albo d'una signora, o quando s'aspetta
+una persona che si vuol ricevere col più piacevole
+dei nostri sorrisi.</p>
+
+<p>&#8220;Quando saranno finiti questi ricami?&#8221; domandai
+a una delle ragazze.<span class="pagenum"><a name="Page_461" id="Page_461">[461]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;<i>Hoy mismo,</i>&#8221; (oggi stesso) risposero tutte in coro.</p>
+
+<p>&#8220;E quanto vale questo mantello?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Cinco....</i>&#8221; balbettò una.</p>
+
+<p>La vecchia la fulminò con un'occhiata che voleva
+dire:&mdash;Citrulla!&mdash;e rispose in fretta: &#8220;<i>Seis duros.</i>&#8221;</p>
+
+<p>Sei <i>duros</i> sono trenta lire; non mi parve molto;
+e misi la mano al portamonete.</p>
+
+<p>Il Gongora slanciandomi uno sguardo che voleva
+dire:&mdash;Minchione,&mdash;e trattenendomi pel braccio
+disse: &#8220;Un momento! <i>Seis duros</i> sono uno sproposito!&#8221;</p>
+
+<p>La vecchia gli lanciò un'altra occhiata che voleva
+dire:&mdash;Brigante!&mdash;e rispose: &#8220;Non posso darlo
+a meno.&#8221;</p>
+
+<p>Il Gongora le diede un altro sguardo che voleva
+dire:&mdash;Bugiarda;&mdash;e disse: &#8220;Andiamo, lo potete
+dare a quattro <i>duros</i>; alla gente del paese non chiedete
+di più.&#8221;</p>
+
+<p>La vecchia insistè, e continuammo per un po' a
+scambiarci cogli occhi i titoli di minchione, di gabbamondo,
+di guastamestieri, di bugiardo, di avaro,
+di sciupone, finchè il mantello mi fu dato per cinque
+<i>duros</i>; pagai, lasciai il mio indirizzo, ed uscimmo
+benedetti e raccomandati a Dio dalla vecchia, e seguiti
+per un buon tratto dai grandi occhi neri delle
+ricamatrici.</p>
+
+<p>E continuammo ad andare di strada in strada,
+in mezzo a case di più in più meschine, a visi di
+più in più neri, a cenci di più in più luridi. E non
+s'arrivava mai alla fine, e io dicevo ai miei compagni:<span class="pagenum"><a name="Page_462" id="Page_462">[462]</a></span>
+&#8220;Mi fanno la finezza di dirmi se Granata ha
+dei confini, e dove li ha? Si può sapere dove andiamo,
+e come si farà per tornare a casa?&#8221; e i
+miei compagni ridevano e tiravano innanzi.</p>
+
+<p>&#8220;O che c'è da vedere ancora qualcosa di più
+strano?&#8221; dimandai a un certo punto.</p>
+
+<p>&#8220;Di più strano?&#8221; mi rispose un dei due: &#8220;Ma
+questa seconda parte del borgo che lei ha veduta appartiene
+ancora alla civiltà; è il quartiere se non <i>parigino</i>
+almeno <i>madrileno</i> dell'Albaicin; e c'è ben altro;
+andiamo oltre.&#8221;</p>
+
+<p>Si percorse una lunghissima strada sparsa di
+donne appena vestite che ci guardavano come gente
+piovuta dalla luna; si attraversò una piazzetta piena
+di bambini e maiali amichevolmente confusi; si
+passò per altre due o tre stradicciuole, ora salendo,
+ora scendendo, ora in mezzo alle case, ora in mezzo
+alle macerie, ora tra gli alberi, ora tra le roccie, e
+si arrivò finalmente in un luogo solitario, sul fianco
+d'una collina, di dove si vedeva, in faccia il Generalife;
+a destra l'Alhambra; sotto, una valle profonda
+coperta d'un foltissimo bosco.</p>
+
+<p>Cominciava a imbrunire, non si vedeva nessuno,
+non si sentiva una voce.</p>
+
+<p>&#8220;Qui finisce il borgo?&#8221; domandai.</p>
+
+<p>I due compagni risero e mi dissero: &#8220;Guardi
+da quella parte.&#8221;</p>
+
+<p>Mi voltai e vidi lungo una strada che si perdeva
+nel bosco lontano, una sterminata fila di case.... di
+case? di tane scavate nella terra, con un po' di<span class="pagenum"><a name="Page_463" id="Page_463">[463]</a></span>
+muro dinanzi, con buchi per finestre e screpolature
+per porte, e piante selvatiche d'ogni specie di sopra
+e dai lati; veri covi di belve, nei quali, al chiarore
+di lumicini appena visibili, formicolavano i gitani a
+centinaia; un popolo brulicante nelle viscere del monte,
+più povero, più nero, più selvaggio di quello visto
+fino allora; un'altra città, sconosciuta alla maggior
+parte dei Granatini, inaccessibile agli agenti della
+polizia, chiusa agli impiegati del censimento, ignara
+d'ogni legge e d'ogni governo, vivente non si sa come,
+numerosa non si sa quanto, straniera alla città, alla
+Spagna, alla civiltà moderna, con linguaggio e statuti
+ed usi proprii, superstiziosa, falsa, ladra, accattona,
+feroce.</p>
+
+<p>&#8220;S'abbottoni il soprabito e badi all'orologio,&#8221;
+mi disse il Gongora; &#8220;e andiamo avanti.&#8221;</p>
+
+<p>Non avevamo fatto cento passi quando un ragazzo
+seminudo, nero come le pareti del suo tugurio, ci
+scorse, gettò un grido, e facendo cenno ad altri ragazzi
+che lo seguissero, si slanciò verso di noi; dietro
+i ragazzi accorsero le donne; dietro le donne, gli
+uomini; e poi vecchie e vecchi e altri bambini; e in
+men che non si dice fummo circondati da una folla.
+I miei due amici, riconosciuti come Granatini, riuscirono
+a mettersi in salvo; rimasi io solo nelle péste.
+Mi pare di vedere ancora quei ceffi, di udire ancora
+quelle voci, di sentirmi ancora addosso quelle mani.
+Gesticolando, gridando, dicendo mille cose che io non
+capivo, tirandomi per le falde, pel panciotto, per le
+maniche, mi si stringevano addosso come un branco<span class="pagenum"><a name="Page_464" id="Page_464">[464]</a></span>
+d'affamati, mi alitavan nel viso, mi mozzavano il
+respiro. Eran la più parte seminudi, macilenti, colle
+camicie che cadevano a brani, coi capelli scarmigliati
+e polverosi, orribili a vedersi; mi pareva d'esser Don
+Rodrigo in mezzo alla folla degli appestati in quel
+famoso sogno della notte d'agosto. Che vuole questa
+gente? mi domandavo; dove mi son lasciato condurre?
+Come uscirò di qui? Provavo quasi un senso
+di paura e guardavo intorno con inquietudine. A poco
+a poco cominciai a capir qualcosa.</p>
+
+<p>&mdash;Io ho una piaga in una spalla,&mdash;mi diceva
+uno;&mdash;non posso lavorare; mi dia qualche soldo.</p>
+
+<p>&mdash;Io ho una gamba rotta,&mdash;diceva un altro.</p>
+
+<p>&mdash;Io ho un braccio paralitico.</p>
+
+<p>&mdash;Io ho fatto una lunga malattia.</p>
+
+<p>&mdash;<i>Un cuarto, señorito!</i></p>
+
+<p>&mdash;<i>Un real, caballero!</i></p>
+
+<p>&mdash;<i>Una peceta para todos!</i></p>
+
+<p>Quest'ultima voce fu accolta con un grido generale
+d'approvazione:&mdash;<i>Una peceta para todos!</i> (Una
+lira per tutti).</p>
+
+<p>Tirai fuori, con un po' di trepidazione, il portamonete;
+tutti si alzarono sulla punta dei piedi; i più
+vicini ci misero il mento dentro; quei di dietro misero
+il mento sulla testa dei primi; i più lontani
+stesero le braccia.</p>
+
+<p>&#8220;Un momento,&#8221; gridai; &#8220;chi è fra tutti voi altri
+colui che ha più autorità?&#8221;</p>
+
+<p>Tutti ad una voce, tendendo le braccia verso una
+sola persona, mi risposero: &#8220;<i>Esta!</i>&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_465" id="Page_465">[465]</a></span></p>
+
+<p>Era una spaventevole vecchia tutta naso e tutta
+mento, con un gran ciuffo di capelli bianchi ritto sul
+capo a modo di pennacchio, con una bocca che pareva
+la buca delle lettere, con poco più d'una camicia
+addosso, nera, incartapecorita, mummificata;
+la quale mi si avvicinò inchinandosi e sorridendo, e
+tendendo le mani per afferrare le mie.</p>
+
+<p>&#8220;Che volete?&#8221; domandai facendo un passo indietro.</p>
+
+<p>&#8220;<i>La ventura!</i>&#8221; gridarono tutti.</p>
+
+<p>&#8220;Ditemi dunque la ventura,&#8221; risposi tendendo
+la mano.</p>
+
+<p>La vecchia strinse fra le sue dieci, non dico dita,
+ma ossi informi, la mia povera mano, vi posò su il
+suo naso aguzzo, rialzò il capo, mi guardò fisso, appuntò
+il dito verso di me, e dondolandosi e fermandosi
+ad ogni frase, come se recitasse delle strofette,
+mi disse con accento ispirato:</p>
+
+<p>&mdash;<i>Tu has nacido en un dia señalado.</i>&mdash;(Tu sei
+nato in un giorno segnalato.)</p>
+
+<p>&mdash;<i>Y el dia que morirás será un dia señalado
+tambien.</i>&mdash;(E il giorno che morirai sarà pure un
+giorno segnalato.)</p>
+
+<p>&mdash;<i>Tu tienes un caudal asombroso.</i>&mdash;(Possiedi ricchezze
+spaventose.)</p>
+
+<p>Qui borbottò non so che d'amanti, di matrimonio,
+di felicità, onde capii che supponeva ch'io fossi
+ammogliato, e poi soggiunse:</p>
+
+<p>&mdash;<i>El dia que te casaste hubo en tu casa muchos dares
+y tomares.</i>&mdash;(Il giorno che ti ammogliasti si fecero
+grandi feste in casa tua: vi furono molti <i>dare</i> e <i>pigliare</i>.)<span class="pagenum"><a name="Page_466" id="Page_466">[466]</a></span></p>
+
+<p>&mdash;<i>Y otra se quedó llorando.</i>&mdash;(E un'altra donna
+ne pianse.)</p>
+
+<p>&mdash;<i>Y cuando tu la vees te se abren las alas del
+corazon.</i>&mdash;(E quando tu la vedi ti si aprono le ali
+del cuore.)</p>
+
+<p>E avanti su questo tenore, dicendo che avevo
+amanti e amici e tesori e gioie che m'aspettavano
+tutti i giorni dell'anno in tutti i paesi del mondo.
+Mentre la vecchia parlava, tutti tacevano, come se
+credessero che profetasse davvero. Chiuse finalmente
+la profezia con una formola di commiato, e chiuse
+la formola allargando le braccia e spiccando un
+salto in un atteggiamento di danza. Io diedi la <i>peceta</i>,
+e la folla proruppe in grida, in applausi, in
+canti, facendomi intorno mille strani gesti e salti, e
+salutandomi a spintoni e a colpi di mano sulla spalla
+come un vecchio amico, finchè, a forza di divincolarmi
+e di urtare ora l'uno ora l'altro, riuscii ad
+aprirmi un varco e a raggiungere gli amici. Ma un
+nuovo pericolo ci minacciava. La notizia dell'arrivo
+d'uno straniero s'era sparsa, le tribù s'erano mosse,
+la città dei gitani era tutta in rumore; dalle case
+vicine, dai tugurii lontani, dall'alto della collina, dal
+fondo della valle, accorrevano ragazzi, donne coi
+bimbi in collo, vecchi col bastone, storpi e malati
+impostori, profetesse settuagenarie che volevano dir
+la ventura; un esercito di pezzenti ci veniva addosso
+da ogni parte. Era notte; non c'era da esitare; pigliammo
+la corsa, come scolaretti, alla volta della
+città. Allora ci scoppiò alle spalle un gridío di casa<span class="pagenum"><a name="Page_467" id="Page_467">[467]</a></span>
+del diavolo e i più lesti si misero ad inseguirci. Grazie
+al cielo, dopo una breve galoppata, ci trovammo al
+sicuro, stanchi, ansanti, coperti di polvere; ma salvi.</p>
+
+<p>&#8220;A qualunque costo,&#8221; mi disse ridendo il signor
+Melchiorre, &#8220;bisognava scappare; se no si sarebbe
+tornati a casa senza camicia.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;E noti,&#8221; soggiunse il Gongora, &#8220;che non abbiamo
+veduto che le porte del borgo dei gitani; la
+parte civile; non si può dire il Parigi, nè il Madrid;
+ma almeno la Granata dell'Albaicin; se fossimo andati
+oltre! se lei avesse veduto il resto!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma quante migliaia sono questa gente?&#8221; domandai.</p>
+
+<p>&#8220;Non si sa.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;In che modo vivono?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non si capisce.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Che autorità riconoscono?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Una sola: <i>los reyes</i> (i re), capi delle famiglie
+o delle case, quelli che hanno più danari e più anni.
+Essi non escon mai dal loro borgo, non sanno nulla,
+vivono al buio di tutto ciò che accade fuor della
+cerchia delle loro case. Le dinastie cadono, i governi
+si trasformano, gli eserciti si battono, ed è un miracolo
+se ne giunge la notizia fino al loro orecchio.
+Domandi loro se Isabella è ancora sul trono o no:
+non lo sanno. Domandi loro chi è Don Amedeo: non
+ne hanno mai inteso il nome. Nascono e muoiono
+come le mosche, e vivono come secoli fa, moltiplicandosi
+senza uscire dai propri confini; ignoranti e
+ignorati, non vedendo altro in tutta la loro vita fuor<span class="pagenum"><a name="Page_468" id="Page_468">[468]</a></span>
+che la valle che s'apre sotto i loro piedi e l'Alhambra
+che torreggia sul loro capo.&#8221;</p>
+
+<p>Ripassammo per tutte le strade percorse prima,
+ora deserte ed oscure, e mi pareva che non finissero
+mai; e sali e scendi e svolta e gira e rigira; finalmente
+s'arrivò nella piazza dell'<i>Audiencia</i>, in mezzo
+alla città di Granata, nel mondo civile. Alla vista
+dei caffè e delle botteghe illuminate, provai un senso
+di piacere, come se fossi tornato alla vita cittadina
+dopo un anno di soggiorno in una landa disabitata.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La sera del dì dopo partii per Valenza. Mi ricordo
+che pochi momenti prima di partire, dovendo
+pagare il conto dell'albergo, osservai al padrone che
+nella nota c'era segnata una candela di più, e gli
+domandai ridendo: &#8220;Me la toglie?&#8221; Il padrone
+afferrò la penna, e togliendo venti centesimi dal totale
+della somma, rispose con voce che voleva parer
+commossa:</p>
+
+<p>&#8220;Diavolo! fra Italiani!....&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_469" id="Page_469">[469]</a></span></p>
+
+
+
+<hr class="double" />
+<h2><a name="XIII" id="XIII"></a>XIII.<br /><br />
+
+VALENZA.</h2>
+
+
+<p>Il viaggio da Granata a Valenza, fatto tutto <i>de
+un tiron</i>, come si dice in Spagna, o d'un fiato, è
+uno di quegli spassi che un uomo ragionevole si piglia
+una volta sola nella vita. Da Granata a Menjibar,
+villaggio posto sulla riva sinistra del Guadalquivir
+tra Iaen e Andujar, è una nottataccia di diligenza;
+da Menjibar all'Alcazar di San Juan è una mezza
+giornata di strada ferrata, in un carrozzone senza
+tendine, in mezzo a pianure nude come la palma
+della mano, con quel po' po' di sole; e dall'Alcazar
+di San Juan a Valenza, tenuto conto di tutta una
+serata che si passa nella stazione dell'Alcazar aspettando
+il treno, è un'altra notte e un'altra mattinata,
+per arrivar poi alla sospirata città sul punto
+di mezzogiorno quando la natura, come direbbe
+Emilio Praga, raccapriccia all'orrida idea che ci
+siano ancor quattro mesi di estate.</p>
+
+<p>Ma bisogna dire che il paese che si percorre sul
+principio e sulla fine di questo viaggio è così bello<span class="pagenum"><a name="Page_470" id="Page_470">[470]</a></span>
+che se si fosse capaci di un sentimento gentile quando
+si casca dal sonno e si va in acqua dal caldo, ci sarebbe
+da andare mille volte in visibilio. È un viaggio di
+vedute inaspettate, di cambiamenti improvvisi, di
+contrasti stravaganti, di colpi di scena, per così dire,
+della natura, di trasformazioni meravigliose e fantastiche,
+che lascia nella mente non so che vaga illusione
+d'aver percorso, non un tratto della Spagna,
+ma tutto un meridiano della terra, a traverso i paesi
+più disparati. Dalla <i>vega</i> di Granata, che attraversate
+al lume della luna, quasi aprendovi la via fra
+i boschi e i giardini, in mezzo a una vegetazione
+pomposa che par che vi s'affolli intorno come un
+mare gonfiato per avvolgervi ed inghiottirvi nei suoi
+cavalloni di verzura; riuscite in mezzo a monti brulli
+e dirupati ove non si vede traccia d'abitazione umana,
+rasentate l'orlo dei precipizii, costeggiate le rive dei
+torrenti, scorrete in fondo ai burroni, vi par di esservi
+smarriti in un labirinto di roccie. Di qui riuscite
+un'altra volta in mezzo alle colline verdi e ai campi
+fioriti dell'alta Andalusia, e poi tutto a un tratto
+spariscon campi e colline, e vi trovate in mezzo alle
+montagne di pietra della Sierra Morena, che vi pendon
+da ogni parte sul capo e vi chiudon tutt'intorno l'orizzonte
+come le pareti d'un abisso immenso. Uscite
+dalla Sierra Morena, vi si stendon davanti le deserte
+pianure della Mancia; uscite dalla Mancia, v'inoltrate
+nella florida pianura d'Almansa, svariata d'ogni maniera
+di coltivazioni, che presenta l'aspetto d'un vastissimo
+tappeto a scacchiere dipinto di tutte le sfumature<span class="pagenum"><a name="Page_471" id="Page_471">[471]</a></span>
+di verde che possano uscire dalla tavolozza
+d'un paesista. E finalmente di là dalla pianura d'Almansa,
+s'apre un'oasi deliziosa, una terra benedetta
+da Dio, un vero paradiso terrestre, il regno di Valenza;
+dai confini del quale fino alla città, si trascorre
+in mezzo ai giardini, ai vigneti, a folte macchie
+d'aranci, a villette bianche coronate di terrazze,
+a villaggi allegri dipinti di vivi colori, a gruppi, a
+filari, a boschetti di palme, di melagrani, di aloè, a
+canneti di zucchero, a sterminate siepi di fichi d'India,
+a lunghe catene di collinette e di poggi di forma
+conica, coltivati a orticelli, a giardinetti, ad aiuoline,
+scaccheggiati minutamente di cima in fondo e variopinti
+come grandi mazzi di erbe e di fiori; e
+per tutto una vegetazione ardente, che colma ogni
+vuoto, che soverchia ogni altezza, che veste ogni sporgenza,
+che s'alza, che spenzola, che striscia, che si
+pigia, s'ammucchia, s'intralcia, vi impedisce la vista,
+vi chiude la strada, vi abbarbaglia di verde, vi stanca
+di bellezza, vi confonde coi suoi capricci e le sue
+follie, e vi fa l'effetto come d'una figliazione improvvisa
+della terra accesa d'una febbre voluttuosa dal
+fuoco d'un vulcano segreto.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Il primo edifizio che dà nell'occhio entrando in
+Valenza, è un immenso Circo di tori, situato a destra
+della strada ferrata, formato da quattro ordini
+sovrapposti di archi sorretti da robusti pilastri, tutto
+di mattoni, arieggiante, alla lontana, il Colosseo. È
+il Circo dei tori, dove il quattro settembre del 1871<span class="pagenum"><a name="Page_472" id="Page_472">[472]</a></span>
+il re Amedeo al cospetto di diciassette mila persone
+strinse la mano al celebre <i>torero</i> soprannominato
+il Tato, monco d'una gamba, che, essendo direttore
+dello spettacolo, aveva chiesto il permesso d'andargli
+a presentare i suoi omaggi nel palco. Valenza è tutta
+piena di ricordi del duca d'Aosta. Il sacrestano della
+cattedrale possiede un cronometro d'oro, colle sue iniziali
+in diamanti, e una catena imperlata, regalatagli
+da lui quando andò a pregare nella capella di <i>Nuestra
+Señora de los Desamparados</i>. Nell'Ospizio di
+questo nome i poveri si ricordano d'aver un giorno
+ricevuto dalla mano sua il loro pane quotidiano.
+Nell'opificio di musaici di un tal Nolla si conservan
+due mattoni, sull'uno dei quali egli incise di suo
+pugno il proprio nome, e sull'altro il nome della
+regina. Nella piazza di Tetuan il popolo addita la
+casa del conte di Cervellon, nella quale ei fu ospitato;
+che è la casa medesima dove Ferdinando VII
+firmò nel 1814 i decreti che annullavano la Costituzione,
+dove abdicò la regina Cristina nel 1840, dove
+passò alcuni giorni la regina Isabella nell'anno 1858.
+Infine, non v'è angolo della città nel quale non si
+possa dire: qui strinse la mano a un popolano; qui
+visitò un opificio, qui passò a piedi, lontano dal suo
+seguito, circondato da una folla, fiducioso, sereno,
+sorridente.</p>
+
+<p>E fu appunto Valenza, poichè sono a parlare del
+duca d'Aosta, fu Valenza la città nella quale una bambina
+di cinque anni, recitandogli dei versi, toccò quel
+terribile argomento del <i>Rey extranjero</i> colle più nobili<span class="pagenum"><a name="Page_473" id="Page_473">[473]</a></span>
+e più sensate parole che si sian forse pronunziate in
+Spagna da parecchi anni a questa volta; parole che
+se tutta la Spagna avesse raccolte e meditate, forse
+ella si sarebbe risparmiate molte delle calamità
+che l'hanno colpita e che l'aspettano; parole che
+forse, un giorno, qualche spagnuolo rammenterà sospirando,
+e che già fin d'ora traggono dagli avvenimenti
+una luce meravigliosa di verità e di bellezza.
+E poichè i versi son gentili e facili, io li trascrivo.
+La poesia è intitolata <i>Dio e il Re</i>, e dice così:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 16em;"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Dios, en todo soberano,<br /></span>
+<span class="i0">Creò un dia á los mortales,<br /></span>
+<span class="i0">Y á todos nos hizo<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> iguales<br /></span>
+<span class="i0">Con su poderosa mano.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">No reconoció Naciones<br /></span>
+<span class="i0">Ni colores ni matices<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a><br /></span>
+<span class="i0">Y en ver los hombres felices<br /></span>
+<span class="i0">Cifró sus aspiraciones.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">El Rey, che su imágen es,<br /></span>
+<span class="i0">Su bondad debe imitar<br /></span>
+<span class="i0">Y el pueblo no ha de indagar<br /></span>
+<span class="i0">Si es aleman ó francés.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">¿Porqué con ceño<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a> iracundo<br /></span>
+<span class="i0">Rechazarle<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a> siendo bueno?<br /></span>
+<span class="i0">Un Rey de bondades lleno<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a><br /></span>
+<span class="i0">Tiene por su patria el mundo.<br /></span>
+<span class="i0"><a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a><br /></span>
+<span class="i0">Vino de nacion estraña<br /></span>
+<span class="i0">Cárlos Quinto emperador,<br /></span>
+<span class="i0">Y conquistó su valor<br /></span>
+<span class="i0">Mil laureles para España.<span class="pagenum"><a name="Page_474" id="Page_474">[474]</a></span><br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Y es un recuerdo glorioso<br /></span>
+<span class="i0">Aunque en guerra cimentado,<br /></span>
+<span class="i0">El venturoso reinado<br /></span>
+<span class="i0">De Felipe el Animoso.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Hoy el tercero sois Vos<br /></span>
+<span class="i0">Nacido en estraño suelo<br /></span>
+<span class="i0">Que viene á ver nuestro cielo<br /></span>
+<span class="i0">Puro destello de Dios.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Al rayo de nuestro sol<br /></span>
+<span class="i0">Sed bueno, justo y leal,<br /></span>
+<span class="i0">Que á un Rey bueno y liberal<br /></span>
+<span class="i0">Adora el pueblo español.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Y á vuestra frente el trofeo<br /></span>
+<span class="i0">Ceñid<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a> de perpetua gloria,<br /></span>
+<span class="i0">Para que diga la historia<br /></span>
+<span class="i0">&mdash;Fué grande el Rey Amadeo.&mdash;»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Oh povera ragazzina, quante cose saggie hai detto
+tu, e quante cose insensate hanno fatto gli altri!</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La città di Valenza, se vi s'entra ripensando
+alle ballate dei poeti che ne cantarono le meraviglie,
+non pare che risponda alla bella immagine che ce
+n'eravamo formata nella mente; e d'altra parte
+non offre quell'aspetto sinistro al quale ci si prepara,
+se si bada alla sua giusta fama di città turbolenta,
+battagliera, fomentatrice di guerre civili e
+piuttosto vaga dell'odor della polvere che della fragranza
+dei suoi boschetti d'aranci. È una città costrutta
+sur una vasta e florida pianura, sulla riva
+destra del Guadalaviar, che la separa dai suoi sobborghi,
+un po' lontana dalla rada che le serve di<span class="pagenum"><a name="Page_475" id="Page_475">[475]</a></span>
+porto, tutta strade tortuose, fiancheggiate da case
+alte, sgraziate e multicolori, e però di men gradevole
+aspetto che le strade delle città andaluse, e
+prive affatto di quella vaga aria orientale che muove
+così caramente la fantasia. Sulla riva sinistra del
+fiume si stende uno stupendo passeggio formato da
+maestosi viali e da bei giardini, al quale si giunge
+uscendo dalla città per la porta del Cid, fiancheggiata
+da due grosse torri merlate, chiamata col
+nome dell'eroe perchè per essa egli passò nel 1094
+dopo avere scacciato i Mori da Valenza. La cattedrale,
+costrutta in uno spazio dove sorse un tempio
+a Diana al tempo dei Romani, poi una chiesa a
+San Salvatore al tempo dei Goti, poi una moschea
+al tempo degli Arabi, convertita daccapo in chiesa
+dal Cid, mutata una seconda volta in moschea dagli
+Arabi nel 1101, e per una terza volta in chiesa
+dal re Don Iaime dopo la cacciata definitiva degli
+invasori, è un vasto edifizio, straricco di ornamenti
+e di tesori; ma che non può reggere il confronto
+colla maggior parte delle altre cattedrali spagnuole.
+V'hanno parecchi palazzi degni di esser visti, come
+il palazzo dell'<i>Audiencia</i>, che è un bel monumento
+del decimosesto secolo, nel quale si radunavano le
+Cortes del regno di Valenza; la <i>casa de ayuntamiento</i>,
+costrutta tra il secolo XV e il XVI, nella
+quale si conserva la spada di Don Iaime, le chiavi
+della città e la bandiera dei Mori; e sopra tutti
+la <i>Lonja</i>, la Borsa dei negozianti, per la sua celebre
+sala formata da tre grandi navate divise da<span class="pagenum"><a name="Page_476" id="Page_476">[476]</a></span>
+ventiquattro colonne torte sulle quali s'incurvano
+con uno slancio ardito gli archi leggieri delle vôlte,
+e l'occhio riceve da quell'architettura una gradevole
+impressione di gaiezza e d'armonia. E infine
+v'è un museo di pittura che non è tra gli ultimi
+di Spagna.</p>
+
+<p>Ma a dire il vero in quei pochi giorni ch'io rimasi
+a Valenza aspettando un bastimento, ebbi più
+il capo alla politica che all'arte. Ed esperimentai
+la verità delle parole che prima di partir dall'Italia
+avevo inteso dire da un illustre italiano, il quale
+conosce la Spagna come casa sua: «Lo straniero che
+vive, anche per breve tempo, in Ispagna, è condotto
+a poco a poco, senza quasi ch'ei se n'accorga, a
+scaldarsi il sangue e a beccarsi il cervello sulla politica,
+come se la Spagna fosse il suo paese, o le
+sorti del suo paese pendessero dalle sorti della Spagna.
+Le passioni son tanto ardenti, la lotta è così
+accanita, e in questa lotta è sempre così apertamente
+in giuoco l'avvenire, la salute, la vita della
+nazione, che non è possibile, a chi nulla nulla sia latino
+d'immaginazione e di fibra, il rimaner spettatore indifferente.
+Bisogna agitarsi, parlar nei crocchi, pigliar
+sul serio le elezioni, imbrancarsi nella folla che
+fa le dimostrazioni politiche, rompersi con qualche
+amico, formarsi una società di gente che la pensi
+come noi, e farsi, in una parola, spagnuolo fino al
+bianco dell'occhio. E via via che si diventa spagnuoli,
+si scorda l'Europa, come se fosse agli Antipodi, e
+si finisce col non veder più che la Spagna, come se<span class="pagenum"><a name="Page_477" id="Page_477">[477]</a></span>
+la governassimo noi, e tutti i suoi interessi fossero
+nelle nostre mani.» Così è, e così m'avvenne. In
+quei pochi giorni era naufragato il Ministero conservatore,
+e i radicali avevano il vento in poppa; la Spagna
+era tutta in ribollimento; cadevano governatori,
+generali, impiegati di tutti i gradi e di tutte le amministrazioni;
+una folla di gente nuova irrompeva
+negli uffizi dei ministeri gettando grida d'allegrezza;
+lo Zorilla doveva inaugurare un'èra nuova di prosperità
+e di pace; Don Amedeo aveva avuto un'ispirazione
+dal cielo; la libertà aveva vinto; la Spagna
+era salva. Anch'io, sentendo suonar la banda dinanzi
+alla casa del nuovo governatore, sotto un bel cielo
+stellato, in mezzo al popolo allegro, ebbi un barlume
+di speranza che il trono di Don Amedeo potesse finalmente
+allargar le radici, e mi rammaricai d'essere
+stato troppo facile a pronosticar male. E quella commedia
+che rappresentava lo Zorilla nella sua villa
+quando non voleva a nessun costo accettare la presidenza
+del Ministero, e rimandava indietro amici e
+deputazioni, e finalmente, spossato dal continuo dir
+di no, cadeva in deliquio dicendo di sì, mi dava,
+allora, un alto concetto della fermezza del suo carattere,
+e mi induceva a bene augurare del nuovo
+Governo. E dicevo tra me ch'era un peccato partir
+dalla Spagna allora che l'orizzonte si faceva azzurro
+e il palazzo reale di Madrid si tingeva di color di
+rosa. E già ventilavo il disegno di tornare a Madrid
+per goderci la soddisfazione di poter mandare in
+Italia delle notizie consolanti, le quali m'avrebbero<span class="pagenum"><a name="Page_478" id="Page_478">[478]</a></span>
+fatto perdonare l'imprudenza che avevo avuto fino
+allora di non dire delle bugie. E ripetevo i versi
+del Prati:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 14em"><div class="stanza">
+<span class="i0">«Oh qual destin t'aspetta<br /></span>
+<span class="i0">Aquila giovinetta!»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="noi">e salvo un po' di gonfiezza negli appellativi, mi pareva
+che racchiudessero una profezia, e immaginavo
+di vedere il poeta in piazza Colonna, a Roma, e di
+corrergli incontro per dargli il mi rallegro e serrargli
+la mano....</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>La più bella cosa a vedersi in Valenza è il mercato.
+I contadini valenzani sono di tutta la Spagna
+i più artisticamente e bizzarramente vestiti. Per fare
+una bella figura in mezzo alle maschere dei nostri
+veglioni, non avrebbero che da entrare in teatro tal
+quale si trovano i giorni di festa e di mercato per
+le strade di Valenza e per le vie della campagna.
+Al vedere i primi così vestiti, vien da ridere, e non
+si può credere in nessuna maniera che sian contadini
+spagnuoli. Hanno non so che aria di greci, di
+beduini, di giuocatori di pallone, di danzatori di
+corda, di donne mezzo spogliate per andare a letto,
+di comparse da tragedia non finite di vestire, di gente
+faceta che voglia far ridere a spese sue. Hanno una
+camicia bianca ed ampia che tien luogo di giacchetta,
+un panciottino di velluto di vario colore aperto sul
+petto, un par di calzoni di tela, della forma di quei
+degli zuavi, che non arrivano al ginocchio, e paion<span class="pagenum"><a name="Page_479" id="Page_479">[479]</a></span>
+mutande di donna, e svolazzano come le gonnelline
+d'una ballerina; una fascia rossa o azzurra intorno
+alla vita; una specie di uose di lana bianca, ricamate,
+che lascian vedere il ginocchio nudo; un par
+di sandali di corda come i contadini catalani; e per
+copertura della testa, che portan quasi tutti rapata
+come i chinesi, un fazzoletto rosso, o turchino, o
+giallo, o bianco, avvolto a modo di cartoccio e annodato
+sulle tempie o sulla nuca; sul quale metton
+qualche volta un cappelletto di velluto, di forma
+simile a quello che s'usa nelle altre provincie di
+Spagna. Quando vanno in città portan quasi tutti
+sulle spalle o sul braccio, ora a guisa di scialle, ora
+di mantellina, ora di ciarpa, una capa di lana, lunga
+e stretta, a striscie di vivissimi colori, per lo più
+bianco e rosso, ornata di fiocchi di frangie e di
+rosette. L'aspetto che presenta una piazza dove
+siano raccolti qualche centinaio di uomini così vestiti,
+è facile a immaginare; è una scena carnevalesca;
+una festa, un tumulto di colori che mette
+allegrezza come la musica d'una banda; uno spettacolo
+nello stesso tempo ciarlatanesco, gentile, pomposo
+e ridicolo; al quale i volti accigliati e gli atteggiamenti
+maestosi, che distinguono i contadini
+valenziani, aggiungono una sfumatura di gravità che
+ne accresce la stravagante bellezza.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Se v'è un proverbio insolente e bugiardo, è quell'antico
+proverbio spagnuolo che dice: in Valenza
+la carne è erba, l'erba è acqua, gli uomini son<span class="pagenum"><a name="Page_480" id="Page_480">[480]</a></span>
+donne e le donne nulla. Lasciando da parte quella
+della carne e dell'erba, ch'è un bisticcio, gli uomini,
+specie del basso popolo, sono alti e robusti
+ed hanno un aspetto ardito quanto i catalani e
+gli aragonesi, con qualcosa di più vivo e di più luminoso
+negli occhi; e le donne sono per consentimento
+di tutti gli Spagnuoli e di quanti stranieri
+hanno viaggiato in Spagna, le più classicamente
+belle del paese. I valenziani, i quali sanno che la
+costa orientale della penisola fu prima occupata
+dai Greci e dai Cartaginesi, dicono: è chiaro!
+<i>Aqui se quedó el tipo de la belleza griega.</i> (Qui rimase
+il tipo della bellezza greca.) Io non ardisco
+dire nè sì nè no, perchè il definire la bellezza delle
+donne d'una città in cui si son passate alcune ore,
+mi parrebbe una licenza da compilatore di <i>Guide</i>.
+Ma è facile accorgersi d'una differenza recisa che
+corre tra la bellezza delle andaluse e la bellezza
+delle valenziane. La valenziana è più alta di statura,
+più grassoccia, meno bruna, e ha tratti più regolari,
+e occhi più soavi, e andatura e atteggiamenti più
+matronali. Non è un pepino come l'andalusa, che fa
+sentire il bisogno di mordersi un dito quasi per sedare
+la subita e disordinata insurrezione di desiderii
+capricciosi che ci si desta dentro alla sua vista; ma
+è una donna che si guarda con un sentimento di
+più tranquilla ammirazione, e mentre si guarda, come
+dice dell'Apollo del Belvedere il La Harpe, <i>notre tête
+se relève, notre maintien s'ennoblit</i>; e invece di fantasticare
+una casetta andalusa per nasconderla agli<span class="pagenum"><a name="Page_481" id="Page_481">[481]</a></span>
+occhi del mondo, si desidera un palazzo di marmo
+per accogliervi dame e cavalieri che vengano a renderle
+omaggio.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>A sentir gli altri Spagnuoli, il popolo Valenziano
+è feroce e crudele oltre ogni immaginazione. Chi vuol
+disfarsi d'un nemico, trova l'uomo servizievole che,
+per pochi scudi, s'incarica della bisogna colla indifferenza
+con cui accetterebbe la Commissione di
+portare una lettera alla posta. Un contadino valenziano
+che si trovi ad avere il fucile tra le mani
+mentre passa uno sconosciuto per una strada solitaria,
+dice al compagno:&mdash;<i>Voy à ver si acierto,</i>&mdash;(Vediamo
+se tiro giusto,) e piglia la mira e spara.
+Si racconta questa che, da quanto mi fu assicurato, è
+storica e seguì non molti anni sono. Nelle città e nei
+villaggi della Spagna i ragazzi ed i giovanotti del popolo
+soglion giocar fra loro, com'essi dicono, ai tori.
+Uno fa il toro e dà le capate; un altro, con un bastone
+stretto sotto l'ascella, a modo di lancia, portato
+a cavalluccio da un terzo che rappresenta il
+cavallo, respinge gli assalti del primo. Una volta una
+brigata di giovani valenziani pensarono di far questo
+gioco con qualche novazione che gli desse un
+po' più di somiglianza alle vere cose dei tori, e procurasse
+agli spettatori e agli artisti un po' più di
+emozione che i giuochi consueti; e la novazione fu
+di sostituire al bastone un lungo coltello aguzzato e
+affilato, una di quelle formidabili <i>navajas</i> che abbiamo
+viste a Siviglia e di darne all'uomo che faceva<span class="pagenum"><a name="Page_482" id="Page_482">[482]</a></span>
+la parte di toro, due altre un po' più corte, le
+quali, tenute ferme da una parte e l'altra del capo, tenesser
+luogo di corna. Incredibile, ma vero! Si fece il
+gioco a coltellate, si sparse un lago di sangue, parecchi
+furono uccisi, altri feriti a morte, altri malconci,
+senza che il gioco si convertisse in rissa, senza che le
+regole dell'arte fossero una volta violate, senza che
+alcuno levasse la voce per far cessare la strage!</p>
+
+<p><i>Relata refero</i>, e son ben lontano dal credere tutto
+ciò che dei valenziani si dice; ma è certo che a Valenza
+la sicurezza pubblica, se non è un mito, come
+dicono poeticamente le nostre gazzette parlando delle
+Romagne e della Sicilia, non è neanco il primo dei
+beni che vi si goda, dopo quello della vita. Me ne
+persuasi la prima sera del mio soggiorno in quella
+città. Non sapevo andare al porto, credevo che fosse
+vicino, dimandai a una bottegaia per dove dovevo
+passare. Gettò un grido di meraviglia.</p>
+
+<p>&#8220;Al porto vuol andare, <i>caballero</i>?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Al porto.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;<i>Ave Maria purisima</i>, al porto a quest'ora?&#8221;
+E si voltò verso un crocchio di donne che stavan
+accanto alla porta dicendo in dialetto valenzano:</p>
+
+<p>&#8220;Donne, rispondetegli voi per me: questo signore
+mi domanda per dove si passa per andare al porto!&#8221;</p>
+
+<p>Le donne risposero ad una voce: &#8220;Dio lo guardi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma da che?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Non si fidi!&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Ma per che ragione?&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Per mille ragioni.&#8221;<span class="pagenum"><a name="Page_483" id="Page_483">[483]</a></span></p>
+
+<p>&#8220;Ditene una.&#8221;</p>
+
+<p>&#8220;Potrebb'essere assassinato.&#8221;</p>
+
+<p>Mi bastò una ragione sola, come ognuno può capire;
+e non cercai più in là.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p>Del resto, a Valenza come altrove, per quel poco
+commercio ch'ebbi colla gente, non trovai che cortesia,
+come straniero, e come italiano, un'accoglienza
+amichevole, anche da coloro che non volevan sentir
+parlare di re stranieri in genere, e di principi di
+Casa Savoia in specie, e ch'erano i più; ma che mi
+usavano la finezza di dirmi prima:&mdash;non tocchiamo
+questa corda.&mdash;Allo straniero che, richiesto di dove
+sia, risponde:&mdash;Son francese,&mdash;fanno un sorriso
+garbato come per dire:&mdash;Ci conosciamo.&mdash;A quegli
+che risponde:&mdash;Son tedesco od inglese,&mdash;fanno
+un leggero cenno col capo come per dire:&mdash;M'inchino;&mdash;a
+quegli che risponde:&mdash;Sono italiano!&mdash;porgon
+la mano con un atto vivace, come se volessero
+dire:&mdash;Siamo amici,&mdash;e lo guardano con un'aria
+di curiosità come si guarda per la prima volta una
+persona della quale si sia inteso dire che ci somiglia,
+e sorridono piacevolmente al sentir parlare la
+lingua italiana come si sorride al sentir qualcuno
+che senza volerci mettere in canzonatura imita la
+nostra voce e il nostro accento. In nessun paese del
+mondo un italiano sente meno la lontananza della
+patria che in Spagna. Glie la rammenta il cielo, la
+lingua, i volti, i costumi; la venerazione con cui vi si
+pronunzia il nome dei nostri grandi poeti e dei nostri<span class="pagenum"><a name="Page_484" id="Page_484">[484]</a></span>
+grandi pittori; quel sentimento vago e gentile
+di curiosità con cui vi si parla delle nostre città famose;
+l'entusiasmo con cui vi si ascolta la nostra
+musica, l'impeto degli affetti, la foga del linguaggio,
+il ritmo della poesia, gli occhi delle donne,
+l'aria, il sole. Oh! bisogna che non ami neppur la
+sua patria, l'italiano che non prova un moto di simpatia
+per quel paese, che non si sente inclinato a scusare
+i suoi errori, che non deplora sinceramente le
+sue sventure, che non gli augura la buona fortuna.
+Belle colline di Valenza, sponde ridenti del Guadalquivir,
+giardini fatati di Granata, casine bianche di
+Siviglia, torri superbe di Toledo, e strade rumorose
+di Madrid, e venerande mura di Saragozza, e voi,
+ospiti affettuosi e cortesi compagni di viaggio, che mi
+parlaste d'Italia come d'una seconda patria, che dissipaste
+colla vostra festiva gaiezza le mie malinconie
+vagabonde; io avrò sempre in fondo al cuore un sentimento
+di gratitudine e di affetto per voi, e custodirò
+nella mente le vostre immagini come uno dei più
+cari ricordi della mia giovinezza; e penserò sempre
+a voi come a uno dei più bei sogni della mia vita.</p>
+
+<p>Queste parole dicevo tra me, guardando a mezzanotte
+Valenza illuminata, appoggiato sul parapetto
+del bastimento il <i>Genil</i>, ch'era sul punto di partire.
+S'erano imbarcati con me alcuni giovani spagnuoli
+che andavano a Marsiglia, per far vela da quel porto
+alla volta delle Antille, dove sarebbero restati per parecchi
+anni. Uno di essi piangeva in disparte. A un
+tratto si alzò, e guardò verso la riva, in mezzo a due<span class="pagenum"><a name="Page_485" id="Page_485">[485]</a></span>
+bastimenti ancorati, ed esclamò con un accento di desolazione:-Oh!
+Dio mio! speravo che non venisse!&mdash;</p>
+
+<p>Dopo pochi momenti una barca s'avvicinò al bastimento,
+una figurina bianca, seguita da un uomo
+avvolto in una cappa, salì in fretta la scala, e mettendo
+un profondo singhiozzo, si gettò fra le braccia del
+giovane che le era corso incontro.</p>
+
+<p>In quel punto il nostromo gridò: &#8220;Signori! si
+parte!&#8221;</p>
+
+<p>Allora si vide una scena straziante; dovettero separare
+i due giovani a forza, e portar la donna quasi
+svenuta nella barca, che si scostò un poco e rimase
+immobile.</p>
+
+<p>Il bastimento partì.</p>
+
+<p>Allora il giovane si slanciò coll'impeto d'un disperato
+al parapetto, e gridò singhiozzando con una voce
+che passava l'anima: &#8220;Addio, cara! Addio! Addio!&#8221;</p>
+
+<p>La figurina bianca tese le braccia e forse rispose;
+ma la sua voce non fu intesa. La barca s'allontanò
+e disparve.</p>
+
+<p>Uno dei giovani mi disse nell'orecchio:&mdash;Son
+sposi.&mdash;</p>
+
+<p>Era una bella notte; ma trista. Valenza disparve
+presto, e io pensai che forse non avrei mai più riveduto
+la Spagna, e piansi.</p>
+
+<hr class="hid" />
+
+<p class="smcap center noi">Fine.</p>
+
+<div class="footnotes"><h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> fece.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> sfumature.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> cipiglio.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> respingerlo.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> si legge <i>glieno</i> e significa <i>pieno</i>.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> venne.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> si legge <i>segnid</i> e significa cingete.</p></div>
+</div>
+
+
+
+
+
+<hr class="double" />
+<div class="tnote">
+<h2><a name="NOTA_DEL_TRASCRITTORE" id="NOTA_DEL_TRASCRITTORE"></a>NOTA DEL TRASCRITTORE</h2>
+
+<p>La punteggiatura e l'ortografia originali sono state mantenute.</p>
+
+<p>Sono stati corretti i seguenti refusi:</p>
+
+<table summary="tn">
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn5">pag. 5</a>:</td>
+<td>voce lamentevole&mdash;<i>Ah quelle nuit! Quelle <b>horribile</b></i></td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>voce lamentevole&mdash;<i>Ah quelle nuit! Quelle <b>horrible</b></i></td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn41">pag. 41</a>:</td>
+<td><i>malas <b>consecuenencias</b> en España.</i>&#8221; Poi scese e si</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td><i>malas <b>consecuencias</b> en España.</i>&#8221; Poi scese e si</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn62">pag. 62</a>:</td>
+<td>e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>e il ricordo della narrazione ch'egli fa della presa <b>di</b></td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn111">pag. 111</a>:</td>
+<td>in mezzo alla piazza, che mi <b>guardarva</b> con tanto</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>in mezzo alla piazza, che mi <b>guardava</b> con tanto</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn188">pag. 188</a>:</td>
+<td>lo stuolo dei <b><i>capeadoros</i></b> che gl'insegue come</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>lo stuolo dei <b><i>capeadores</i></b> che gl'insegue come</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn223">pag. 223</a>:</td>
+<td>quadro del povero <b>Claudo</b> Coello, che morì di crepacuore</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>quadro del povero <b>Claudio</b> Coello, che morì di crepacuore</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn310">pag. 310</a>:</td>
+<td>del tipo <b>anduluso</b>: con quel bruno carico, con quelle</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>del tipo <b>andaluso</b>: con quel bruno carico, con quelle</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn315a">pag. 315</a>:</td>
+<td><i>Es verdad <b>ques</b> es una ciudad que sobrenada en la</i></td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td><i>Es verdad <b>que</b> es una ciudad que sobrenada en la</i></td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn315b">pag. 315</a>:</td>
+<td>garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <b><i>choriso</i></b></td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>garbo, e per mandar giù le ova mal cotte e il <b><i>chorizo</i></b></td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn334">pag. 334</a>:</td>
+<td>ei solo <b>un</b> visita d'una giornata. Le cappelle</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>ei solo <b>una</b> visita d'una giornata. Le cappelle</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn346">pag. 346</a>:</td>
+<td>sale il custode vi accenna <b>un</b> macchia rossastra che</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>sale il custode vi accenna <b>una</b> macchia rossastra che</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn400">pag. 400</a>:</td>
+<td><i>Se le ha quedado un <b>uevo</b> en la garganta!</i>&#8221; (Le è</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td><i>Se le ha quedado un <b>huevo</b> en la garganta!</i>&#8221; (Le è</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn411">pag. 411</a>:</td>
+<td><b>porte</b> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td><b>porta</b> della torre. Di là mi voltai a guardare ancora</td>
+</tr>
+<tr>
+<td class="right"><a href="#tn437">pag. 437</a>:</td>
+<td>&#8220;Ma scusi: <b>invcee</b> di mangiare come un cane in</td>
+</tr>
+<tr>
+<td><i>correzione</i>:</td>
+<td>&#8220;Ma scusi: <b>invece</b> di mangiare come un cane in</td>
+</tr>
+</table>
+<p>Le seguenti grafie alternative sono state mantenute:</p>
+
+
+<ul><li> mormorio/mormorío/mormorìo</li>
+<li> ronzio/ronzìo</li>
+<li> vôlta/vòlta/vólta</li>
+</ul>
+
+<p>L'indice è stato spostato all'inizio del volume.</p>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Spagna, by Edmondo De Amicis
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK SPAGNA ***
+
+***** This file should be named 30605-h.htm or 30605-h.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
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+
+Produced by Emanuela Piasentini and the Online Distributed
+Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This book was
+produced from scanned images of public domain material
+from the Google Print project.)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
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+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
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+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
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+such as creation of derivative works, reports, performances and
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+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
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+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
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+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
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+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
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+ License. You must require such a user to return or
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+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
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+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
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+1.F.
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+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
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+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
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+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
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+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
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+Procedures for determining public domain status are described in
+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
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+No investigation has been made concerning possible copyrights in
+jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize
+this eBook outside of the United States should confirm copyright
+status under the laws that apply to them.
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