summaryrefslogtreecommitdiff
diff options
context:
space:
mode:
-rw-r--r--.gitattributes3
-rw-r--r--36109-8.txt7312
-rw-r--r--36109-8.zipbin0 -> 150328 bytes
-rw-r--r--36109-h.zipbin0 -> 160976 bytes
-rw-r--r--36109-h/36109-h.htm8640
-rw-r--r--LICENSE.txt11
-rw-r--r--README.md2
7 files changed, 15968 insertions, 0 deletions
diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes
new file mode 100644
index 0000000..6833f05
--- /dev/null
+++ b/.gitattributes
@@ -0,0 +1,3 @@
+* text=auto
+*.txt text
+*.md text
diff --git a/36109-8.txt b/36109-8.txt
new file mode 100644
index 0000000..7b72be5
--- /dev/null
+++ b/36109-8.txt
@@ -0,0 +1,7312 @@
+The Project Gutenberg EBook of Cronache Letterarie, by Luigi Capuana
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Cronache Letterarie
+
+Author: Luigi Capuana
+
+Release Date: May 15, 2011 [EBook #36109]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CRONACHE LETTERARIE ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Claudio Paganelli, Barbara
+Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
+
+
+
+
+
+
+
+ LUIGI CAPUANA
+
+
+ Cronache Letterarie
+
+
+
+ CATANIA
+
+ CAV. NICCOLÒ GIANNOTTA, EDITORE
+
+ Via Lincoln, 271-273-275 e via Manzoni, 77.
+ Stabile proprio.
+ 1899.
+
+
+ PROPRIETÀ LETTERARIA
+
+ CATANIA--Tipografia di Lorenzo Rizzo.
+
+
+
+
+NUOVI IDEALI D'ARTE E DI CRITICA
+
+(Conferenza detta il giorno 11 maggio 1899 nella sala del Teatro Nuovo
+di Pisa, a beneficio degli Asili Infantili.)
+
+
+_Signore e Signori._
+
+Ogni volta che sento ragionare o sragionare di arte--e a me accade
+spesso, bene o male, essa è il mio mestiere--mi torna in mente una
+mirabile pagina di Francesco De Sanctis a proposito della Divina
+Commedia. Con arguta genialità, egli dimostra come Dante, volendo fare
+un'allegoria etico-religiosa, sia stato costretto dalla sua natura di
+poeta a ribellarsi contro il concetto astratto, a dargli forma viva e
+solida, a farne una creazione immortale. _La favola lo scalda, lo
+soverchia_--egli dice--_e vi si lascia indietro come innamorato, nè sa
+creare a metà, arrestarsi a mezza via. Nel caldo dall'ispirazione, non
+gli è possibile starsi col secondo senso dinanzi (il senso
+etico-religioso) e formar figure mozze che si rispondono appuntino,
+particolare con particolare, accessorio con accessorio, come riesce ai
+mediocri. La realtà straripa, oltrepassa l'allegoria, diviene sè
+stessa; il figurato scompare in tanta pienezza di vita, fra tanti
+particolari. Indi la disperazione dei commentatori: egli fece il suo
+mondo, e lo abbandonò alle dispute degli uomini._
+
+Fare il suo mondo e abbandonarlo alle dispute degli uomini, ecco quel
+che mi sembra debba essere l'ideale di ogni artista. In altri termini,
+questo vuol dire che l'essenza dell'Arte è la forma, nel più alto
+significato di questa parola, e che tutto il resto è sostrato, materia
+inorganica, di cui essa deve servirsi pel suo scopo creativo, e
+nient'altro. Per ciò io mi sento invadere da un profondo senso di
+tristezza e di scoramento ogni volta che nelle discussioni odierne
+intorno al concetto dell'Arte odo ragionare di ideali nuovi, che poi
+sono astrattezze estetiche o filosofiche, e mettere in seconda anzi in
+ultima linea la quistione della forma.
+
+Capisco benissimo che in un secolo quale il nostro, tutto pervaso di
+positivismo e di riflessione, in un secolo che cerca ansiosamente
+nuove vie nelle industrie, nelle scienze, nella costituzione sociale,
+il problema dell'Arte s'imponga alla meditazione di coloro che
+studiano i fenomeni dello spirito umano e vogliono rendersene ragione.
+Mi stupisce però il vedere la confusione che avviene in questo studio
+pieno di tanto interesse, lo scambio che suol farsi di quel che
+costituisce la intima ed essenziale natura dell'Arte con altri
+elementi, indispensabili certamente, ma secondari, se non si vuole
+ridurla qualcosa d'irriconoscibile, di mostruoso, di ambiguo, Arte
+insomma e nello stesso tempo non Arte.
+
+È strano intanto che oggi questo non accada soltanto tra coloro che
+sono critici, scienziati, pensatori; sarebbe spiegabilissimo. Accade
+pure--e per ciò genera maggiore imbarazzo--tra coloro che hanno
+chiesto o chiedono all'Arte le più elevate soddisfazioni e cercano di
+farla vivere e prosperare rinnovandola, mettendola, dicono, a paro con
+le altre funzioni dello Spirito, con la Scienza o con la Religione,
+quasi l'Arte abbia qualcosa da spartire con queste due grandi forze
+della vita civile.
+
+Si dimentica con facilità che nell'Arte il pensiero opera, sì--e non
+potrebbe accadere altrimenti--ma soltanto con una delle sue forme,
+l'immaginazione. Che se egli dovesse operare da riflessione, vi
+verrebbe a fare cosa fuori luogo, perchè Arte e concetto astratto sono
+incompatibili tra loro. Chi ha voluto così è la Natura, la Legge
+suprema dello Spirito, e noi non possiamo arbitrariamente mutarlo.
+Tentandolo, commettiamo un sacrilegio o una sciocchezza, come meglio
+piace. Ed è quel che mi sono proposto di accennare, ingegnandomi di
+abusare il meno possibile della loro cortese indulgenza.
+
+ *
+ * *
+
+Che cosa è l'Arte?
+
+Se lo è domandato, per quindici anni, Leone Tolstoi, e alla fine il
+grandissimo artista ha conchiuso la sua lunga inchiesta con la
+condanna di quasi tutte le opere d'arte antiche e moderne,
+cominciando, come Bruto, dall'ammazzare i suoi figli.
+
+Terminata la lettura del suo ultimo libro, che ha per titolo quella
+domanda, si rimane perplessi. Chi ha ragione? Lui o la storia? Lui o
+l'umanità che non si sazia di ammirare le opere d'arte antiche e
+moderne, e di chiederne ancora altre ai poeti, ai romanzieri, ai
+pittori, ai musicisti?
+
+Il suo libro, in certi punti, è di una logica così stringente che, se
+per poco gli si mena buona una delle premesse, bisogna accettarne, per
+non cascare in contraddizione, le conseguenze.
+
+Fortunatamente, l'arbitrarietà di alcune premesse può sfuggire a
+pochissimi lettori; e non ostante il rispetto che si ha per l'autore
+dei due o tre capolavori che onoreranno, con pochi altri, presso i
+posteri l'arte narrativa del morente secolo, si finisce con vincere la
+perplessità d'un istante e sentire compassione del potente ingegno di
+artista immiserito dal misticismo da cui è stato vinto in questi
+ultimi anni. Compassione ed ammirazione in una; giacchè si capisce
+quanta fortezza ed elevatezza di animo ci sia voluta per avere il
+coraggio di condannare quel che ha cinto d'un nimbo di gloria il
+proprio nome, la parte migliore del proprio pensiero divenuta
+creazione vivente.
+
+Si è parlato a questo proposito di Alessandro Manzoni; ma il paragone
+non regge. Alessandro Manzoni rinnegava, tutt'al più, un genere di
+opera d'arte, il romanzo storico e anche, logicamente, tutte le opere
+d'arte dove i fatti immaginarii s'innestano sur un fatto reale: il
+dramma, la tragedia. L'artista ripudiava un genere d'arte in nome d'un
+principio d'arte. Forse, nel momento che s'induceva a scrivere la
+severa e giusta sentenza, egli ripensava il processo di creazione con
+cui erano venuti fuori nei _Promessi Sposi_ i diversi personaggi: Don
+Abbondio, Perpetua, padre Cristoforo, don Ferrante da un lato:
+l'Innominato, la Signora di Monza e il Cardinale Borromeo dall'altro;
+gli uni tutti di un pezzo, organici, figli soltanto della sua
+immaginazione; gli altri messi insieme con elementi imposti dalla
+cronaca e dalla storia.
+
+Forse ripensava la spontaneità con la quale i primi gli erano balzati
+davanti agli occhi, con fisonomia, gesti e linguaggio proprii, simili
+agli individui incontrati nella vita reale: e allo sforzo, allo stento
+che gli erano costati gli altri, pei quali aveva dovuto interpretare,
+indovinare molte cose, traendole da dati, da accenni che egli non
+poteva troppo mutare secondo gl'intenti della sua opera d'arte. Anche
+a lui don Abbondio è dovuto sembrare più vivo, più reale del cardinale
+Borromeo del quale intanto egli poteva vedere il ritratto. Insomma il
+Manzoni, parlando da critico, non cessava di essere artista; il
+critico anzi mostrava, in modo più notevole, la sua coscienza di
+artista.
+
+L'unico punto di contatto tra il Tolstoi e il Manzoni può trovarsi
+nel frammento pubblicato dal Bonghi, nella famosa opinione intorno
+all'amore nell'opera d'arte: ma questa opinione è ragionata in modo da
+far capire che l'autore dei _Promessi Sposi_ pensava, più che ad
+altro, alla eccessiva sensibilità o sensualità italiana che non ha
+bisogno di stimoli ma di freni, e che può quindi essere facilmente
+indotta al peccato dalla vivace rappresentazione dell'amore. Anche
+generalizzandola, si vede bene che il Manzoni la dava quale timida sua
+opinione particolare e di pochi che la pensavano come lui; infatti con
+essa non osa biasimare o condannare l'Arte che ha preso, sin dal suo
+apparire nel mondo, a soggetto delle sue creazioni la passione
+amorosa. S'intravede che, se il moralista non esita nell'esprimere il
+suo convincimento, l'artista ne sente la enormità e non si spinge fino
+a cavarne fuori tutte le conseguenze. Ossequiente alla sua idea, egli
+ha tolto via dai _Promessi Sposi_ le scene di amore che nell'atto
+quasi inconsapevole della creazione gli erano venute fuori e che egli
+aveva accarezzate (lo confessa) anche meglio delle altre; ma l'aver
+lasciato inedita quella dichiarazione fa sospettare che in lui
+l'artista non dava completamente ragione al moralista cattolico.
+Questi, in un certo momento, ha sopraffatto l'artista; l'artista però
+gli ha tenuto il broncio pel sacrifizio a cui era stato costretto; e
+vedremmo che l'artista aveva ragione, se l'autografo dei _Promessi
+Sposi_ contenesse le scene passionali tolte via e queste venissero
+pubblicate.
+
+Nè si dica che il Manzoni è meno esplicito, meno ardito del Tolstoi
+nel manifestare le proprie convinzioni; la condanna del Romanzo
+storico è là per smentirci, senza contare la _Morale Cattolica_ ed
+altri suoi franchi recisi giudizi intorno a diversi soggetti. Quella
+dichiarazione sembra unicamente fatta per tranquillare i rimorsi della
+sua coscienza di artista, quasi Renzo e Lucia, ridotti due larve
+incolore, da amanti appassionati che erano nella prima redazione del
+romanzo, non cessassero dal rimproverarlo della crudele operazione
+fatta su loro.
+
+Infine, col Manzoni si tratta della soppressione, di un sentimento
+nelle creazioni dell'arte della parola, non delle soppressioni delle
+varie manifestazioni dell'Arte con la parola, col disegno e il colore,
+e col suono, se esse non sono asservite direttamente a uno scopo di
+moralità religiosa o di insegnamento civile.
+
+Qui, tra il Manzoni e il Tolstoi, non c'è più nessuna relazione,
+nessuna lontana concordanza.
+
+L'idea dell'elevato scopo dell'arte radunerebbe invece attorno al
+Tolstoi una folla di scrittori che egli scomunica e maledice. Qual
+artista ha mai sostenuto che l'Arte non debba servire a nulla, o
+servire a corrompere piuttosto che a purificare il cuore e la mente?
+Gli stessi esagerati partigiani della teorica Bellezza si fondano su
+l'influenza, vera o supposta, della bellezza nella educazione del
+cuore e dello spirito; e per loro essa è scopo supremo in quanto la
+semplice bellezza della forma vien reputata capace di destare negli
+animi bellezza di sentimenti, cioè produrre effetti di raffinamento
+spirituale.
+
+L'Arte, o Signori, non è una cosa convenzionale; ha avuto ed ha la sua
+funzione nella storia della umanità: prima, certamente, una funzione
+più grande, perchè era e Arte e Religione e Scienza nello stesso
+punto: poi--quando la Religione e la Scienza si scissero dal
+primordiale organismo per svilupparsi a parte, con organismi più vasti
+e più propri alla loro natura--una funzione meno complessa ma più
+determinata; forse meno importante, perchè prodotto, principalmente di
+facoltà inferiori--immaginazione e sentimento--ma non superflua o
+inutile; e molto meno dannosa, come giudica il Tolstoi.
+
+Si direbbe che, per lui, l'Arte non ha storia.
+
+Egli mette l'arte antica allo stesso livello della moderna nella
+funzione sociale. Secondo lui, un poeta dovrebbe essere anche oggi
+sacerdote, profeta. Che questa innocua illusione possa averla qualche
+odierno poeta, passi. I poeti non sono obbligati ad essere storici,
+critici di arte come colui che vuole occuparsi d'un problema di storia
+e di critica d'arte. Un artista che intenda di sciogliere quel
+problema, deve, innanzi tutto, sapere che egli entra in una funzione
+molto diversa da quella da lui praticata facendo unicamente il
+romanziere o il poeta, il pittore o il musicista. Leone Tolstoi, mente
+superiore, lo ha capito ed ha voluto per ciò mettersi in condizione
+di esercitare con pienezza di mezzi la sua funzione di critico. Se non
+che, egli si è accostato al problema con un'anticipata soluzione in
+tasca. Ha detto: Stiamo a sentire quel che hanno ragionato intorno
+alla mia domanda--Che cosa è l'arte?--e critici e filosofi e
+scienziati e uomini del mestiere. Sono convinto che hanno scritto un
+ammasso di contraddizioni e di sciocchezze. Si trovano tutti fuori di
+carreggiata, non hanno la divina idea direttrice del sentimento
+religioso che guarantisce la verità del mio concetto. Pure, stiamo a
+sentire.
+
+E ci presenta la sfilata delle definizioni dell'arte dal Baumgarten,
+fondatore dell'estetica, al Guyan, al Kralik, a Julius Mithalter; una
+vera babele, secondo lui. Egli non si accorge che tutte quelle
+definizioni sono vere e false perchè guardano l'arte da uno speciale
+punto di vista e ne mettono in rilievo un lato solo, per via del
+sistema da cui scaturiscono. «_Dopo un secolo e mezzo di
+discussioni_--egli esclama--_intorno al significato della parola
+bellezza, esso rimane tuttavia un enimma._» Che importa? Di tante
+forze della Natura noi non conosciamo l'essenza, e questo non
+impedisce di servircene e di applicarle ai nostri bisogni.
+
+È appunto l'uso dell'arte, quale vien fatto nella società moderna,
+quel che più irrita il Tolstoi. Egli non vorrebbe riprendere la
+tradizione di Socrate, di Platone, di Aristotile, dei filosofi
+buddisti e proscrivere l'Arte dal vivere civile, come pensano oggi i
+maomettani e i pii contadini russi. Dice anzi che costoro fanno male
+ripudiando qualunque genere d'arte, perchè così si privano del più
+importante fattore di quell'unione senza la quale l'umanità non
+potrebbe vivere. Semplicemente egli vorrebbe ridurre l'Arte a un mezzo
+di propaganda religiosa, un che di simile a quei raccontini illustrati
+che i protestanti fanno distribuire per le vie per ottenere la
+conversione dei peccatori. Com'è al presente, l'arte, non che essere
+un aiuto al progresso, n'è anzi il più grande ostacolo, egli
+conchiude. «_Tutti gli sforzi_--sono sue parole--_degli uomini che
+vogliono fare il bene devono tendere alla soppressione dell'arte
+moderna, che è il più terribile male dell'umanità. Domandate a un vero
+cristiano se sia meglio perdere, assieme col po' di buono che c'è,
+tutto il falso dell'arte moderna, ed egli non potrà esitare di
+rispondere, come Platone, come i Padri della Chiesa, come i
+maomettani: Meglio non avere nessuna specie di arte, che continuare a
+soffrire l'influenza deleteria di quella che ora abbiamo._»
+
+E questo _che ora abbiamo_ non bisogna intenderlo ristrettamente per
+la odierna produzione artistica, ma pure pei criterii che formano la
+nostra guida nell'ammirazione dell'arte di tutti i secoli.
+Quest'ammirazione, secondo lui è cosa tutta convenzionale. I tragici
+greci, Dante, Raffaello, Bach vengono stimati grandi perchè così fu
+detto da principio. Quali invenzioni più grossolane di quelle dei
+tragici e dei comici greci, di Aristofane soprattutti? E Shakespeare,
+e Milton e Michelangelo, _col suo assurdo Giudizio Universale_, sono
+forse qualcosa di meglio? Da questa stolta ammirazione nasce il
+_contagio artistico_ che produce l'enorme folla degli imitatori.
+
+Non si può tener dietro al vertiginoso movimento di questa discussione
+che si smarrisce spesso in discussioni incidentali, che dà importanza
+uguale ai piccoli e ai grandi fatti, e che subordina tutto al concetto
+religioso e morale, non tenendo conto del fatto che la vita spirituale
+dell'umanità è molto complessa, nè riconoscendo che la vera umanità è
+quella nella quale tutte le forze intellettuali hanno raggiunto il
+massimo grado di svolgimento.
+
+Per ciò egli ha potuto scrivere che l'Arte, per essere stimata buona
+«_dovrà soddisfare i bisogni di tutte le masse popolari che vivono in
+condizioni naturali, e non le fantasie dei privilegiati chiusi in un
+ambiente fittizio_. E per ciò egli intravede _nel futuro la
+generalizzazione della facoltà artistica, perchè l'arte, sdegnando le
+complicazioni tecniche attuali che richiedono lungo studio e gran
+perdita di tempo, allora non chiederà altro agli artisti all'infuori
+della limpidezza, della semplicità della concisione_» quasi la
+limpidezza, la semplicità, la concisione non fossero le più alte e più
+difficili qualità della tecnica artistica!
+
+Dopo tutto questo, in che modo meravigliarsi nell'udirgli proporre
+come unici modelli dell'arte narrativa moderna _Les Misérables_ e le
+_Pauvres Gens_ di Victor Hugo, i romanzi del Dickens, la _Capanna
+dello zio Tom_ della Beecher-Stowe, e l'_Adamo Bede_ di Giorgio Eliot?
+Come meravigliarsi vedendolo indignare della pretesa che pel giudizio
+di un'opera d'arte occorre qualche preparazione, se non proprio
+un'iniziazione? Allora si capisce come la leggenda o storia di
+Giuseppe ebreo rimanga per lui il modello di tutti i capolavori
+artistici. «_La gelosia dei suoi fratelli, la vendita di lui ai
+mercanti, il tentativo di seduzioni da parte della moglie di Putifar,
+l'assunzione del giovinetto a un'alta carica governativa, la sua pietà
+pei fratelli, etc. sono fatti_--egli dice--_che provocano uguali
+sentimenti nel contadino russo, nel cinese, nell'africano, nei ragazzi
+e nei vecchi, nell'uomo istruito e nell'ignorante; e tutto il racconto
+è scritto con tanto riserbo, con tanta assenza di particolari, che si
+può trasportare la sua azione in qualunque ambiente, senza che essa
+perda per questo di essere comprensibile e commovente._»
+
+È inutile discutere. L'eccesso salta agli occhi; e dicendo eccesso
+voglio essere moderato. Ma pure in quella farraggine quante
+osservazioni argute, profonde; quante sincere premesse dalle quali è
+poi sviata la conseguenza!
+
+Fortunatamente per lui, e più per noi suoi contemporanei e pei nostri
+posteri, la fama di Leone Tolstoi non è soltanto affidata ai suoi
+libri di propaganda religiosa e sociale nè a questo _che cosa è
+l'arte?_ derivazione da essi o variazione sul tema. Non ostante il
+ripudio dell'autore, La _Guerra e la Pace_, _Anna Karenin_, e _La
+Sonata per Kreutzer_ rimarranno nel patrimonio dell'arte mondiale, e
+faranno dimenticare che nella vecchiezza l'illustre autore preferì di
+essere un santo al continuare ad essere un meravigliosissimo artista.
+
+ *
+ * *
+
+Ho voluto dilungarmi intorno a questa strana opinione del Tolstoi
+anche perchè essa dimostra come non valga essere artisti--e fin grandi
+artisti--per ragionare con giusti criterii intorno all'Arte.
+
+Altre persone poi, e non meno autorevoli, profondono consigli e
+ammonimenti a quanti oggi si occupano a scrivere romanzi, novelle,
+liriche, drammi; e i loro discorsi ci rivelano quali dovrebbero
+essere, secondo essi, i nuovi ideali d'arte, i nuovi ideali di critica
+che debbono guidare la produzione letteraria futura.
+
+--Voi scrittori--essi dicono--avete un gran torto: vivete tra le
+nuvole, vi turate volontariamente gli orecchi per non udire, chiudete
+gli occhi per non vedere. Vi siete formati nell'immaginazione un mondo
+a parte, che ha poco o punto riscontro coi bisogni della società che
+ci circonda, e vi deliziate in esso quasi esso fosse la vera realtà,
+e la realtà, invece, ne dèsse un fantasma falso e disformato. La gran
+corrente d'idee e di sentimenti che pervade il mondo attuale e lo
+agita e lo tormenta e lo travolge non ha presa su voi. Dite di
+possedere non sappiamo quale ideale di bellezza e volete attuarlo;
+bellezza di concezione, bellezza di forma (con lo speciosissimo
+pretesto che l'arte vostra consista soltanto in quella creazione, in
+quella forma) e non vi curate di altro. E poi avete il coraggio di
+lagnarvi che i lettori vi abbandonino, che non v'intendano più!
+
+Perchè dovrebbero seguirvi? Voi fingete d'ignorare, o ignorate
+davvero, quel che ora avviene nelle menti e nei cuori, quel che
+sobbolle in alto e in basso. La politica vi mette orrore; le quistioni
+sociali vi sembrano indizii di brutali appetiti avidi di saziarsi nel
+modo più spicciativo possibile. I tentativi, le conquiste della
+scienza vi lasciano indifferenti; le stesse speculazioni del pensiero
+filosofico, ora condotte con metodo meno arbitrario di una volta, non
+hanno potenza di attrarvi. Ve ne state chiusi dentro un'immensa
+solitudine, in compagnia dei vostri fantasmi di bellezza o pretesi
+fantasmi di bellezza (dovete permetterci di dire così perchè non è
+provato che non vi inganniate intorno al valore di essi) e guardate la
+gente con aria di compassione e di disprezzo. Ah, è proprio questo il
+momento di non occuparci d'altro che della bellezza!
+
+Se volete che l'arte vostra sia qualcosa di vitale, che eserciti una
+funzione efficace nell'organismo della società moderna, scendete dalle
+nuvole, sturatevi gli orecchi, aprite gli occhi; siate apostoli,
+profeti o poeti, come vi piace, giacchè è tutt'uno; ma ogni vostra
+pagina sia un'eco dei nostri dolori, delle nostre aspirazioni, delle
+nostre lotte, delle nostre vittorie. Gridate, urlate con noi,
+piangete, esaltatevi con noi! Le libertà politiche non sono cosa
+vacua; le quistioni sociali non significano discussioni tecniche; la
+scienza, che non è mai stata un giuoco, oggi non è tale più che mai;
+la riflessione filosofica che rimescola i più alti problemi dello
+spirito non rappresenta soltanto l'orgoglio e l'impotenza della mente
+umana.
+
+Noi non troviamo nessun riflesso, nessun accenno di tutto questo nei
+vostri lavori di arte, e per ciò buttiamo via il volume appena
+scorgiamo di che si tratta; non lo apriamo neppure ormai, certi come
+siamo di non trovarvi niente che possa interessarci. Ah, sì! Le nostre
+passioni, le eterne passioni, sotto le mutabili influenze della razza,
+delle circostanze passeggere, degli usi, dei costumi, della moda
+anche; grazie tante! Come non vi accorgete che, con lievi apparenti
+modificazioni, ci ricantate sempre la stessa storia? Sono secoli e
+secoli che voi artisti ci parlate di amore, di gelosie, di tradimenti
+coniugali e cose simili! Ne siamo stanchi, ne siamo sazii. L'amore?
+Abbiamo già _Giulietta e Romeo_; non ci avete più saputo dare niente
+di meglio. La gelosia? Abbiamo _Otello_ e non vi siete ancora
+stancati di ricopiarlo. L'adulterio? Ma non vi sembra che bastino, per
+non parlare degli antichi, _Madame Marneffe_ e _Madame Bovary_?
+
+Tutta questa folla di creature appassionate, irrequiete, degenerate,
+come oggi è moda di dire, che voi vi affannate di gettare in pascolo
+della nostra fame spirituale, ci lascia, se abbiamo il coraggio
+d'ingollarla, più affamati di prima. Mutate registro! _Ruit hora!_--
+
+Non sono persone volgari coloro che parlano così. Sono anzi persone
+colte, serie, e credono di discorrere seriamente, ragionevolmente.
+Infatti, se uno di loro stèsse a sentire qualcuno che dicesse, per
+esempio, a un sarto:--Eh, mio Dio, non sai far altro che vestiti! Ma
+pensa che l'uomo non ha bisogno soltanto di essi; ha bisogno di
+mangiare, di albergarsi in una casa, di scaldarsi, l'inverno, di
+rinfrescarsi l'estate; ha bisogno di mezzi per coltivare i campi, di
+macchine per condurre le sue industrie, di strade, di carrozze, di
+teatri, di tante e tante urgentissime cose per tirare avanti la vita
+in società. Per te l'importante consiste soltanto nel taglio degli
+abiti, nella foggia, nella eleganza e nel lusso dello guarnizioni...
+In che mondo tu vivi?--se uno di costoro stèsse a sentire qualcuno che
+parlasse così, si stupirebbe, ne riderebbe, lo giudicherebbe un po'
+leso nelle facoltà della mente. Ora, tali brave e intelligenti persone
+non si comportano diversamente di fronte all'artista, e intanto
+s'immaginano di ragionare a fil di logica.
+
+--Eh, mio Dio! Voi artisti non sapete fare altro che opere d'arte,
+cioè opere di creazione e di bellezza! Ma siate politici, sociologi,
+scienziati, filosofi! E non a modo vostro, pelle pelle, per pretesto
+di mettere un po' di sale e di pepe nella solita sciapa minestra; ma
+realmente, profondamente, in modo che quel che ora è la lustra, il
+pretesto, diventi scopo principale. Siate uomini, non fanciulloni. Il
+regno dell'immaginazione è finito da un pezzo. Sostanza ci vuole oggi,
+non apparenza: e la forma e la bellezza sono soltanto apparenze. Le
+fiabe bisogna lasciarle ai bambini, in ogni caso; le nonne e le balie
+bastano per l'ufficio di raccontarle al loro minuscolo uditorio e
+farlo star cheto. Non siamo arrivati al XXº secolo per nulla!
+
+Oh, perfettamente! Ma parlate chiaro, si potrebbe rispondere. Dite che
+l'Arte non è più di questo tempo, che è diventata una superfetazione,
+e forse potremmo ragionare, discutere. Abbiate la sincerità del
+Tolstoi, maleditela quest'arte che vi sembra una vanità, se non volete
+arrivare fino alla esagerazione del neo-mistico russo e chiamarla a
+dirittura una calamità. Gli artisti, i veramente degni di questo nome,
+non lavorano per l'oggi, per la moda passeggera. Ecco perchè si
+affaticano a cogliere le caratteristiche più intime e più durature
+dell'uomo; non vogliono fare opera effimera.
+
+La politica? Ma quale? Quella di ieri non somiglia a quella di ieri
+l'altro; quella di domani non sarà quella di oggi. Volete dunque che
+l'artista introduca nella sua opera d'arte un elemento così mutabile
+che ne abbasserebbe il valore in poco volgere di anni e forse di mesi?
+Il romanziere, il drammaturgo italiano, per esempio, pensa alla sorte
+dei romanzi del Guerrazzi e delle tragedie del Niccolini, e si guarda
+bene dall'imitarli.
+
+La sociologia? Ma tutto è ipotesi provvisoria in essa, se non volete
+dire fantasticheria sentimentale. Come? Questa scienza, o pretesa
+scienza, non riesce a risolvere degnamente i problemi che si pone
+davanti, e voi pretendete che se ne impossessi l'artista, e ne accetti
+e ne propaghi coi suoi mezzi le conchiusioni campate in aria? Per
+questo scopo, c'è la _Repubblica_ di Platone, o la _Città del sole_
+del Campanella, o i recenti volumi del Bellamy e di qualch'altro.
+Sorbiteveli. Non vi sembrano sufficienti?
+
+La scienza? Ma essa nega oggi quel che ha affermato con gran sussieguo
+ieri! Nessuno peggio di lei, dà il doloroso spettacolo di credersi
+infallibile, di ostinarsi, per anni ed anni, in una cantonata presa,
+in un errore, per giungere poi a disdirsi e a ricominciare daccapo.
+C'è stato un artista, o quasi, che si è baloccato a mettere un po' di
+scienza in romanzo; viaggiate nella luna col Verne, passeggiate con
+lui ventimila leghe sotto il mare, e lasciate in pace tutti gli altri!
+
+La filosofia?... La religione?...
+
+Ma come non vi accorgete che l'Arte dev'essere tutt'altra cosa? Come
+non capite che i veri artisti si disinteressano soltanto in apparenza
+di tutte le grandi quistioni che affannano l'umanità, perchè loro
+dovere è unicamente mettere al mondo creature ideali, le quali poi non
+sono per questo meno reali di quelle che sogliamo chiamare più
+specialmente così; e che ognuna di tali creature è un'idea, un
+sentimento fatti carne, ossa, sangue, non una vanità che par persona;
+e idea fondamentale, sentimento perenne?
+
+Voialtri, però, non volete andare oltre quella carne, quel sangue,
+quelle ossa; badate soltanto all'esteriore. E se voi avete perduto il
+giusto senso dell'Arte, che colpa ne hanno gli artisti? Essi debbono
+fare opera d'immaginazione e di forma, e voi chiedete, all'incontro,
+opera di riflessione, di puro pensiero; o, per lo meno, qualcosa che
+stia nel mezzo, dove la forma non celi interamente il pensiero
+astratto, il concetto. Voi chiedete l'assurdo; per ciò gli artisti vi
+lasciano dire e continuano a produrre quel che debbono produrre.
+
+Non pretendiamo affermare con questo che nella loro produzione siano
+adempiute tutte le condizioni che costituiscono una pura opera d'arte.
+Deficienze, stonature vi sono pur troppo e sarebbe miracolo quasi
+incredibile se non ci fossero. Nella produzione artistica avviene,
+come nella produzione naturale, un eccesso, quasi essa sia una serie
+di prove e riprove, di tentativi e anche di aborti, per raggiungere
+finalmente una altezza, una compiutezza che non è mai la perfezione
+assoluta, l'ideale, ma qualcosa di approssimativo all'ideale.
+Accettiamo come una necessità inevitabile questa ricchezza, questa
+prodigalità generativa e, se così volete, questo sperpero inutile di
+forze. Di cento romanzi, di cento novelle, di cento drammi, uno o due
+soltanto supereranno la prova della sopravvivenza; è stato sempre
+così; sarà sempre così. _Ruit hora!_ Sì, per noi misere apparizioni di
+un momento; ma per una letteratura, per una nazione, per l'umanità
+quelle due parole latine non hanno senso. Lasciamo che le cose vadano
+pel loro verso: che l'Arte sia arte e la Scienza scienza.
+
+Quando verrà il momento, se dovrà venire (nessuno di noi può
+prevederlo con certezza) se l'Arte dovrà cedere il posto alla Scienza
+o trasformarsi e divenire qualcosa di essenzialmente diverso di quel
+che ora è, la trasformazione avverrà per forza fatale di circostanze;
+ma non potremo chiamarla più Arte, come non potremo mai chiamare nero
+il bianco, nè il bianco nero, se prima non ci metteremo di accordo che
+_nero_ vorrà dire _bianco_ e viceversa. Avremo mutato il vocabolo, non
+la cosa; e non mette conto di rifare per così piccolo scopo il
+dizionario.
+
+Pur ora dobbiamo riconoscere che creare forme di bellezza artistica
+non è poco. La Grecia antica è immortale per aver fatto questo
+soltanto. Le sue battaglie, le sue conquiste, i suoi sistemi
+filosofici, le sue scienze embrionali hanno ormai un valore molto
+relativo nel presente. Le divine opere di Omero, di Eschilo, di
+Sofocle, di Aristofane sono qualcosa di così importante che, se
+fossero andate perdute, ci mancherebbe la miglior parte di noi e il
+danno sarebbe irreparabile.
+
+Così parlando, non vogliamo fare presuntuosi o stolti confronti, nè
+metter fuori vanitose pretese; l'artista di oggi è quel che
+dev'essere; ed appunto perchè è qualcosa di diverso ha ragione di
+esistere.
+
+Sventuratamente una delle più evidenti caratteristiche di oggi è la
+confusione delle idee. Forse, da questo caos verrà fuori il nuovo
+mondo futuro; ma neppure questo nuovo mondo potrà fare che una cosa
+sia e non sia nello stesso tempo; e possiamo quindi anticipatamente
+proclamare che anche nel più lontano avvenire l'Arte sarà
+semplicemente Arte o non sarà più. Da questo dilemma non si esce.
+
+ *
+ * *
+
+Quale potrà essere l'Arte e in un non lontano avvenire, me lo
+prediceva seriamente, mesi fa, un mio amico a cui la serietà degli
+studi filosofici, scientifici e anche teologici non ha ammortito la
+vivacissima fantasia.
+
+Io ho trascritto per mio gusto, la sua improvvisazione di quel giorno,
+quando egli, dopo aver divagato per più di un'ora intorno all'Arte
+cosmica, preistorica, finì con fare un salto straordinario fino
+all'Arte avvenire. E se avessi potuto riassumerla con tutto
+l'abbagliante splendore della sua parola, spanderei un sorriso di luce
+su la grigia intonazione della mia conferenza.
+
+Siccome il pensiero umano e le sue forme e le sue facoltà esistevano
+sin dall'inizio, sin dall'eternità, sin da quando lo Spirito di Dio
+s'immerse nella materia imponderabile o etere che vogliamo chiamarlo,
+così domanderà quale ha potuto essere allora la sua attività
+funzionale come arte.
+
+--Non possiamo figurarcela, altrimenti che paragonandola a un'attività
+di sogno, anzi a una attività, per un certo lato, minore di quella del
+sogno e dall'altro lato infinitamente maggiore perchè organica e
+creativa.
+
+Che altro possono essere stati se non una specie di sogno dello
+Spirito, quel fermento di atomi, quell'aggregarsi, quel distinguersi,
+quel combinarsi, e le consecutive formazioni sempre più addensantesi,
+sempre più moltiplicantisi, fino al prodursi delle nebulose, fino al
+condensarsi di essa in Soli immensi, fino al disgregarsi di questi
+Soli in sistemi solari, fino alle formazioni particolari di ogni
+singolo mondo di quei sistemi nei quali, forse, anzi senza forse,
+nessuna delle combinazioni chimiche aveva qualche analogia con quelle
+conosciute oggi; nessuna delle forme qualche lontana rassomiglianza
+con le forme di oggi; sistemi solari, mondi, creature viventi morte e
+sparite migliaia e migliaia di secoli prima che qualche indizio
+apparisse dell'infinito universo attuale, che l'occhio nostro scorge
+nelle notti stellate e che i nostri telescopii intravedono di mano in
+mano che la loro potenza visiva si accresce.
+
+L'opera d'arte allora, in quei lontanissimi secoli di secoli, era la
+stessa creazione; e noi possiamo chiamarla tale perchè era forma,
+forma materiale, incosciente, forma aggregativa, forma combinativa,
+chimica, vegetale e anche vivente, quantunque chimica, vegetale, e
+vivente in modo assolutamente diverso da quanto noi indichiamo oggi
+con questi aggettivi.
+
+E così dobbiamo supporre altre luci, altri paesaggi, altre figure,
+altri profumi, altri suoni; e nelle creature viventi, altre facoltà,
+altri sensi, altra intelligenza. Per quanto la nostra immaginazione
+volesse sbizzarrirsi nelle concezioni più complicatamente strane ed
+assurde, probabilmente non raggiungerebbe la mirabile diversità di
+tutte le manifestazioni della forma e della vita che possono e debbono
+essere apparse prima di queste da noi conosciute.
+
+E ammettendo la ipotesi di creature vi venti, ammettendo in queste
+creature sensi e facoltà di spirito diversi dai nostri, quale avrà
+potuto essere la loro opera d'arte? Certamente in corrispondenza di
+quelle facoltà, un'applicazione, un'estrinsecazione di esse, una
+riproduzione idealizzata di quella loro natura esteriore e
+interiore.... E dobbiamo arrestarci a questa affermazione; e dobbiamo
+contentarci soltanto di pensare che la loro evoluzione ha dovuto
+seguire le stesse norme della nostra: salire da una forma inferiore
+alla immediatamente superiore: cioè, prima, sensazione, immaginazione,
+poi riflessione. Se non che questi tre elementi possono essere stati
+contemperati in modo da produrre qualcosa che ci colmerebbe di stupore
+e di meraviglia, se, per fortuna, potessimo averne un saggio, e se le
+nostre facoltà potessero adattarsi a sentirla e a intenderla per
+poterla ammirare.
+
+Qui la nostra intelligenza si confonde.
+
+Da questi secoli iniziali, se pur si può parlare d'inizii ragionando
+d'eternità, noi possiamo slanciarci fino alla fine dei secoli, alla
+maturità, alla vecchiezza, alla decrepitezza del nostro sistema solare
+e ricostruire con l'immaginazione, anticipatamente, quel che forse
+sarà o potrà essere l'opera d'arte futura.
+
+Abbiamo pochi elementi, ma essi ci basteranno per un'ipotesi, giacchè
+sono elementi di fatto, quasi scientifici.
+
+Notiamo il continuo perfezionamento dei nostri sensi. Il tatto, la
+vista, l'udito, tutti i nostri mezzi di rapporti con la natura
+esteriore si sono talmente perfezionati lungo il corso dei secoli, da
+permetterci di affermare che noi siamo creature affatto diverse dalle
+creature che furono i nostri primi progenitori.
+
+Le evoluzioni delle arti sono un'altra prova convincentissima. Se
+qualche mago, sacerdote o poeta delle età primitive, per un miracolo
+d'intuizione le avesse annunziate agli abitatori lacustri, ai nomadi
+delle grandi pianure e delle grandi montagne dell'Asia, a quelle genti
+che ignoravano se stesse e che stimavano dovesse essere la vita una
+perenne lotta col mammut, con gli ittiosami, con tutte le bestie
+feroci brulicanti su la giovane terra--quelle evoluzioni sarebbero
+state giudicate assurde, parto di fantasia morbosa.
+
+Eppure dal grido bestiale quasi inarticolato, dalla mimica, dalla
+danza sacra e guerresca noi abbiamo veduto scaturire a poco a poco i
+poemi dell'India, la Bibbia, l'Iliade, la tragedia greca, la commedia,
+i capolavori di Dante e dello Shakespeare, il romanzo e la lirica
+attuale.
+
+Ed ecco che nuove facoltà si rivelano oggi o almeno attirano
+l'attenzione dello scienziato, agitano il nostro spirito e lo fanno
+tremare di sgomento e di curiosità. C'è un altro mondo in questo
+mondo, c'è un'altra natura dentro la nostra natura. S'intravedono
+facoltà incredibili, si scorgono bagliori di forze prima ignorate o
+trascurate. L'invisibile diventa visibile, l'occulto si manifesta;
+leggi, o quelle credute tali, da cui sembrava che il nostro organismo
+e la natura fossero ferveamente dominati, non appaiono più tali. Quel
+che ieri era tenuto per fantastico, per impossibile, per
+supernaturale, diventa realtà, o meglio viene scoperto realtà
+altrettanto naturale che quello comunemente chiamato così. Tutti i
+limiti cedono; non si allontanano soltanto, ma spariscono: e questo
+dovrà naturalmente produrre tale rivoluzione nel mondo, che qualunque
+superlativa nostra fantasticheria non potrà darne la misura.
+
+Ormai nessuno può più dubitare di quella forza che il nostro
+imperfetto linguaggio si rassegna a chiamare _psichica_, perchè la
+scienza non sa a chi addebitarla, nè come contrassegnarla. Quel che
+pareva un sogno di malati comincia a venir giudicato più che una
+possibilità. Questo nostro pensiero che finora si è manifestato
+servendosi della materia, marmo, tavolozza, suono, parola scritta,
+pare abbia tanta potenza creativa in se stesso, da poter fare a meno
+di questi mezzi che non riescono a renderlo con tutte le sue
+sfumature.
+
+Il marmo resiste, immobile, incoloro; la tavolozza non dà tutta la
+luce e tutti i colori alle forme, e per quanto si aiuti con la
+prospettiva e con gli scorci, è impotente a rendere il moto; la
+musica, con le meravigliose combinazioni delle sue melodie e delle sue
+armonie, rimane vaga, imprecisa, quantunque potentemente suggestiva:
+la parola, che riesce a dare l'illusione complessiva di tutte le altre
+arti e simulare la vita, si frange contro certi limiti del linguaggio,
+e contro certi limiti parte sormontabili perchè convenzionali, parte
+no, perchè inerenti alla stessa natura della sua opera.
+
+Noi sentiamo che tutte queste arti c'impacciano, ci tormentano per la
+loro impotenza a creare davvero la vita.
+
+Ora, la forza _psichica_, di cui già parlasi con trepido stupore,
+dovrà produrre nel lontano avvenire un'Arte della quale non possiamo
+formarci neppure un'idea approssimativa, in corrispondenza della nuove
+facoltà che avrà allora acquistato l'umano organismo.
+
+Questa forza ormai la conosciamo come produttrice di moto. Sappiamo
+che è possibile spostare oggetti materiali con la semplice
+concentrazione della volontà. Sappiamo che un individuo, in certi casi
+di cui ignoriamo il come e la legge, può con essa oggettivare,
+materializzare il pensiero, dargli forma visibile e tangibile, forse
+esplicando poteri intimi suoi propri, forse impossessandosi di
+elementi circostanti e ignoti alla scienza. S'intravede però che quel
+che è ora accidentale potrà, anzi, dovrà essere normale, soggetto alla
+ragione, come sono divenute normali e soggette alla ragione tante
+altre forze della natura; l'elettricità, per esempio.
+
+Immagina dunque--e il mio amico entusiasmato dalla sua idea, mi
+stringeva forte il braccio--immagina dunque che cosa potrà essere
+l'opera d'arte quando il pensiero non incontrerà più ostacoli nel
+marmo, nella tela e nei colori, nei suoni e nella parola; quando
+l'opera d'arte si esplicherà, si formerà con la stessa rapidità e con
+la stessa nettezza dell'idea, cioè, quando il pensiero diventerà
+visibile, tangibile, quantunque fuggevole, forse, e mutabilissimo,
+come la sua natura di pensiero comporta; quando insomma le creazioni
+dell'intelletto immaginativo vivranno, sia pure per qualche istante,
+realmente fuori di noi, quasi proiettate da un cinematografo
+infinitamente superiore a quello inventato dai fratelli Lumière?
+
+Ah, io non voglio mettere a dura prova la loro cortesia, continuando a
+riferire lo svolgimento di questa ipotesi che la magia della parola e
+dell'espressione riuscirono a farmi accettare senza nessuna
+obbiezione, così rapida ed efficace era stata l'impressione
+prodottami. E siccome sono un po' sognatore anche io--altrimenti non
+andremmo molto di accordo con quel mio amico--confesso sinceramente
+che oggi, nel riferire la sua ipotesi, non ho potuto sorriderne, come
+il giorno in cui la udii la prima volta.
+
+Ho visto diventare realtà tante cose giudicate da gran tempo
+impossibili, che più non oso rimanere scettico neppure davanti
+l'assurdo.
+
+
+
+
+FELICE CAVALLOTTI
+
+DRAMMATURGO E POETA.
+
+
+I.
+
+Si dava, per la prima volta, al Valle _La luna di miele_ del
+Cavallotti. Teatro affollatissimo. Un occhio esperto avrebbe però
+facilmente capito che il pubblico di quella serata era, in gran parte,
+pubblico di occasione. Infatti gli amici politici dell'autore avevano
+creduto di dover fare atto di fraternità accorrendo ad applaudire la
+nuova produzione del recente promotore del _Patto di Roma_.
+
+Il manifestino teatrale portava stampato con grossi caratteri il
+titolo della commedia e il nome dell'autore; da piè, in carattere
+minuscolo, avvertiva che lo spettacolo sarebbe cominciato con la
+recita della commediola dello Scribe: _La camera affittata a due_.
+
+L'orchestra diede l'ultima strimpellata d'un valzer, il sipario fu
+tirato su; e sùbito si fece nella sala gran silenzio di vivissima
+attenzione. Sin dalle prime scene un'ingenua ilarità cominciò a
+serpeggiare per la platea, scoppiando di tratto in tratto, più che in
+risate, in applausi mal frenati. Dalle poltrone, parecchi si voltavano
+meravigliati di quella fermentazione di entusiasmo per una commediola
+stravecchia; le signore dei palchi guardavano le persone delle sedie e
+le altre in piedi, cercando di spiegarsi quel buon umore che di mano
+in mano aumentava e accennava di prorompere.
+
+Proruppe infatti, con fragorosissimi applausi e chiamate: _Fuori
+l'autore! Fuori l'autore!_ appena la tela venne giù.
+
+Si udì una voce:
+
+--Zitti, cretini!
+
+Era quella di Ettore Socci, allora non onorevole, ma sempre colta e
+brava persona, che arrossiva e s'indignava pei suoi confratelli
+politici e pel suo amico Cavallotti. Gli associati al _Patto di Roma_
+non si erano accorti che la _Camera affittata a due_ non aveva niente
+che fare con _La luna di miele_: e, venuti col proposito di applaudire
+a ogni costo il Cavallotti, avevano sincerissimamente applaudito...
+Eugenio Scribe!
+
+Ricordavo quest'aneddoto accettando l'invito di scrivere uno studio
+intorno al Cavallotti drammaturgo e poeta. La tragica fine di lui
+mette in imbarazzo chi vuole ragionarne spassionatamente, senza
+sottintesi politici. La pietà che ispira l'uomo così immaturamente
+spento consiglierebbe di attendere ancora prima di pronunciare un
+giudizio su l'opera letteraria di colui che fu un perpetuo combattente
+nella vita e nell'arte, che fece per lo meno altrettante polemiche
+quanti duelli, e che mise nei duelli e nelle polemiche gli stessi
+elementi di foga, di eccessi, di sincerità e di partigianeria,
+quantunque i resultati ottenuti con gli uni e con le altre siano stati
+diversamente inefficaci. Io mi son sentito in buone condizioni. Ho
+scritto una sola volta intorno a un suo lavoro; e siccome allora, a
+proposito della _Sposa di Mènecle_, non esitai di dire a lui vivente
+quella che mi pareva la verità, così non temo che si possa sospettare
+che ora approfitti della sua sparizione per dire quel che mi sembra la
+verità intorno alla sua produzione teatrale e poetica.
+
+Come in quella sera al Valle, il drammaturgo e il poeta non sono stati
+giudicati finora senza che intenzioni politiche, senza che amori o
+rancori di parte non si siano mescolati ai criteri puramente artistici
+che avrebbero dovuto ispirare la critica. Non era cosa facile mentre
+l'autore viveva. Mancava a lui la serenità dell'artista che crea ed
+abbandona alle discussioni del mondo l'opera sua. Appena si stimava
+frainteso, voleva sùbito difendersi. Ma la polemica letteraria nelle
+sue risposte s'inaspriva facilmente, e minacciava di finire o finiva
+talvolta con un duello; non era il miglior mezzo per avere ragione. E
+poi c'era nel Cavallotti una contraddizione che sembra inesplicabile a
+molti e che pure non è rara. Uomo di idee e di sentimenti _avanzati_
+in politica, era quasi _codino_ in arte, precisamente come parecchi
+altri, moderatissimi in politica, sono audaci rivoluzionari da
+artisti.
+
+Le polemiche del Cavallotti riescono però documenti importanti:
+permettono di riassumere i principii da cui scaturivano le sue opere,
+e dànno spesso la opportuna misura per giudicare fin dove le
+intenzioni sono arrivate ad attuarsi; fin dove sono rimaste semplici
+intenzioni e nient'altro. In questi ultimi tempi la politica lo aveva
+assorbito tutto. Si diceva appunto che egli voleva riposarsi dopo le
+agitazioni e forse dopo i disinganni sofferti, dedicandosi nella
+solitudine della sua villetta di Dagnente a un'opera drammatica. Una
+triste fatalità ha distrutto per sempre i suoi disegni. L'uomo sparito
+ci ispira un senso di compassione profonda; ma l'opera dell'artista
+così malamente interrotta non ci desta nell'animo nessun rimpianto.
+Niente faceva prevedere che la nuova concezione del drammaturgo
+dovesse essere qualcosa di diverso da quel che era stata finora; un
+dramma storico o una commediola di più, poco o nulla avrebbero
+aggiunto al valore della vecchia produzione.
+
+E intorno al valore artistico della sua opera letteraria gli spuntava
+forse un dubbio nella mente matura; esso trasparisce da alcune parole
+della prefazione al _Libro dei versi_ pubblicato pochi mesi avanti la
+sua morte.
+
+Egli parla di questo volume, dove ha raccolto quel che gli è parso il
+fior fiore della _sua molta suppellettile_ poetica, più come di una
+testimonianza del _suo intimo io_, che di un'opera d'arte; lo chiama
+_la sintesi di tutta una produzione lirica, in rispetto unicamente al
+soffio che l'animò, ai sentimenti che la destarono, un libro vissuto,
+il compendio in versi delle memorie di un poeta_. E, con amarezza,
+premette alle strofe del _Ritorno notturno: Fra la lotta politica e
+l'arte, viene l'ora in cui pur troppo bisogna scegliere, ossia
+scegliere fra gli aspri doveri contratti nella vita e i godimenti
+della fantasia_.
+
+Forse avrebbe detto meglio e più chiaramente: _o le ansie tormentose
+della forma_. Ma egli queste ansie le conosceva poco. Nella lirica
+come nel dramma, la forma è l'ultima sua preoccupazione; e dicendo
+_forma_ non intendo parlare soltanto delle minuterie dello stile, ma
+dell'intiera concezione, dell'organismo dell'opera d'arte. Un giorno
+che, per capriccio, vuol darsi lo svago di fare un'ode saffica per
+provare al Chiarini che non è assurdo scrivere versi italiani nei
+quali si possano _conciliare le leggi metriche italiane con quelle del
+ritmo latino vero_, è preso da congestione cerebrale, stramazza per
+terra, e gli rimane un'invincibile e prudenziale avversione, egli
+dice, contro i _metri barbari_.
+
+Ma io credo che anche senza la paura di nuove e meno dannose
+congestioni cerebrali, egli avrebbe avuto uguale avversione contro
+ogni difficoltà di forma, contro ogni tentativo di novità da cui
+potesse sentirsi troppo infrenato. Se si scorre, anche sfogliandolo,
+questo volume di versi, si ravvisano a occhio, senza lèggere, le sue
+preferenze pei metri facili ben sonanti, ben rimbombanti o ben
+fluenti: quinari doppi, senari doppi, decasillabi, strofe quasi
+cantabili di settenari, quartine di endecasillabi alternati con piani
+e tronchi.
+
+E come nella lirica, così nel dramma. La concezione di tutto il
+lavoro, le passioni, i caratteri, la distribuzione delle scene, il
+dialogo non escono un istante dalle usate forme teatrali. Non c'è un
+lontano accenno di tentativo per vincere gli impacci di una delle
+tante convenzioni che sono gli organi atrofizzati di un organismo
+vivente e non più necessari alla esistenza: convenzioni che altri
+combattevano già, che altri hanno già abbattute e vinte. Per ciò tutta
+la sua opera drammatica, che pure dimostra un ingegno dotato di buone
+qualità teatrali, rimane quasi non avvenuta, non lascia orma nella
+storia della forma, come non lascia un personaggio, un carattere, una
+creatura sopravvivente.
+
+Eppure poche persone hanno tentato la lirica e la drammatica con
+migliore e più soda preparazione di lui; poche persone hanno
+teorizzato nelle polemiche con criteri più spassionati e più giusti
+dei suoi, sia trattando le questioni dell'_idealismo_ e del _verismo_
+nei giorni in cui lo Stecchetti le aveva suscitate con _Postuma_ e
+con _Polemica_, sia trattando il soggetto dei metri barbari, dei quali
+aveva, come ho accennato, un _prudenziale orrore_. E di questa
+polemica, ora dimenticata, ma che può insegnare o rammentare parecchie
+cose buone anche oggi, mi piace staccare il seguente tratto:
+
+ «Questo bisogno di rinnovamento che è, direi, nel sangue e
+ nell'aria, e travaglia gli artisti e via li porta nella sua
+ rapina, si traduce ai più incoscienti in una ricerca quasi
+ morbosa del nuovo e del bizzarro, come tale. Del processo
+ intimo che la letteratura attraversa costoro sentono
+ vagamente il soffio: intendono che qualcosa intorno ad essi,
+ non nei tipi eterni, ma nelle forme dell'arte, si modifica,
+ si trasfigura: e non avendone che una nozione confusa,
+ tementi solo di rimanere in ritardo, o di parer fuori del
+ movimento, corrono dietro affannosamente, come i fanciulli
+ alle farfalle, ad ogni larva non veduta o strana, ad ogni
+ luccicchio che passi loro davanti agli occhi, per l'aria.
+ Ciò che nello ingegno dei migliori è un presentimento
+ gagliardo di nova via e ragioni dell'arte ancor non note,
+ ch'essi vanno tentando ed esplorando con orme insieme mal
+ sicure ed audaci, aumenta l'impazienza smaniosa di tutti
+ quelli che dietro a loro si affollano a far coda, aspettando
+ che i novi sbocchi si aprano. Dove i primi mettono, tastando
+ il piede, e tutti là corrono; se uno si addentra a capriccio
+ in un viottolo, solo per vedere ove vada a por capo, e tutti
+ dietro, credendo ch'egli abbia imbroccato la via; se quello
+ sotto un andito si mette a cantare per sentir se c'è l'eco,
+ e tutti a far coro, credendo che sia quella la poesia
+ nuova. Quell'altro avrà poi un bel tornare indietro ad
+ avvertire che il viottolo era chiuso e che sotto l'andito
+ egli stava solamente provando la voce!
+
+ «Così i tentativi, i capricci stessi dei migliori alimentano
+ questa smania della novità per la novità... Nè si bada se
+ dall'intima opera rinnovatrice si afferrino invece soltanto
+ le accidentalità fuggevoli, i tentativi ingannevoli
+ dell'esplorazione.»
+
+Tutto questo è ben osservato e ben detto, quantunque non si tratti di
+un fenomeno nuovo e speciale dei nostri tempi, nè tale da dover
+suscitare sdegno o meraviglia. Se non che il Cavallotti non sentiva il
+bisogno di quei tentativi, e neppure quello, meno lodevole, dei
+capricci di cui egli parla. E la ragione della sua tranquillità
+acquiescente io la trovo nel concetto che egli ha dell'arte, strana
+confusione tra forma e concetto; nella pedestre interpretazione
+dell'aforismo: _L'arte non deve avere altra finalità che sé stessa_.
+
+Questa confusione tra forma e concetto e questa che io chiamo pedestre
+interpretazione dell'aforisma _l'arte per l'arte_ ci daranno la chiave
+per spiegarci in che modo un ingegno così riccamente dotato non sia
+potuto uscire nella drammatica nè nella lirica fuori di quel limbo
+della mediocrità che Orazio chiamò _aurea_ non saprei dire perchè.
+
+
+II.
+
+Per conoscere gl'intenti del drammaturgo, non saremo impacciati.
+L'autore ci ha risparmiato il fastidio di andare a racimolarli qua e
+là, a cavarli fuori dalla stessa opera d'arte quale si presenta agli
+spettatori e ai lettori. Prefazioni, note, prologhi ne son pieni;
+basta quasi aprire a caso uno dei volumi delle sue opere pubblicate
+dalla Tipografia sociale E. Reggiani e C. di Milano. Nella notissima
+lettera al Ferrigni (Yorich figlio di Yorich) sull'_Alcibiade, La
+critica e il secolo di Pericle_, c'è un _credo_ in regola, che può
+benissimo applicarsi a tutta la sua produzione teatrale.
+
+Io l'accennerò tanto più volentieri, quanto più voglio limitare questo
+studio ai lavori di soggetto greco, che sono la parte più
+caratteristica della sua opera drammatica e senza dubbio la più
+importante.
+
+Al signor Roberto Stuart che gli avea rimproverato di non aver avuto
+nessun intento nello scrivere le scene greche dell'_Alcibiade_, egli
+rispondeva trionfalmente:
+
+«Anzi ne ho avuto parecchi.
+
+«Primo: Un intento drammatico... È una mia idea che dramma voglia dire
+_contrasto di passioni_ e che questo contrasto, questa lotta possa
+succedere tanto _fra_ più individui, quanto _in_ un solo...
+
+«Una ragione storica, critica e filologica: offrire agli studiosi una
+pittura, dei quadri, delle _scene_ della vita greca del secolo di oro,
+colta nella sua fase forse più caratteristica e culminante....
+
+«Terzo intento del lavoro: Un intento morale....
+
+«Infine, una considerazione _storico-politica_».
+
+Troppi, se si vuole, ma non guasterebbero, se l'intento drammatico
+fosse rimasto davvero il _primo_; e doveva essere l'unico.
+
+La lettera a Yorich figlio di Yorich è splendida per calore, per
+ironia di buona lega, per erudizione. Essa e le note al dramma, spesso
+spesso eccessivamente prolisse, dimostrano con quanta cura coscienza
+il Cavallotti si sia preparato a scrivere il suo lavoro. Ma prima di
+parlarne particolarmente, mi piace ripetere, intorno alla tesi
+generale di queste interpretazioni artistiche di un fatto storico,
+quel che scrivevo sedici anni fa a proposito della _Sposa di Mènecle_.
+
+ «Quando penso che noi, generazione venuta su dopo il 48, non
+ intendiamo più quasi nulla del gran complesso di sentimenti
+ e di idee che formarono quella gloriosa rivoluzione; quando
+ penso che il secolo decimottavo, del quale possiamo studiare
+ da vicino qualcuna delle reliquie viventi, ci fa lo stesso
+ effetto delle epoche greca e romana, tanto ci apparisce
+ diverso da tutto quel che costituisce la nostra vita
+ presente, mi meraviglio che si possa tentare con animo
+ sereno una interpretazione artistica (la parola non è
+ eccessiva) di epoche che per costumi, sentimenti, religione,
+ scienza, filosofia furono quasi agli antipodi di quel che
+ siamo ora noi.
+
+ «Dicono: C'è il documento scritto, c'è il documento
+ archeologico. Noi facciamo delle ricostruzioni
+ meravigliosamente esatte. Per ogni parola, per ogni frase,
+ vi presentiamo un testo, venti testi che potranno servirvi
+ da controlli. Abbiamo i poeti lirici, gli storici, i comici,
+ i tragici; abbiamo le statue, le pitture, le ruine, e poi
+ tutto il grande arsenale archeologico, una infinità di
+ arnesi domestici e di gingilli che ci mettono sotto gli
+ occhi l'esteriore della vita antica in modo da non poter
+ prendere nessun abbaglio. Quella vita intima d'allora, così
+ diversa per chi la guardi alla superficie, studiata
+ dappresso e minutamente, somiglia in moltissime cose, come
+ due gocce d'acqua si somigliano, alla vita intima di oggidì;
+ molti di quei tipi, di quei caratteri, di quegli affetti
+ della commedia greca del IV secolo, trovano ancora oggi,
+ negli affetti e nei tipi della società nostra, riscontro
+ meraviglioso[1]... A prima vista, la prova è, come suol
+ dirsi, schiacciante. Quei personaggi non pronunziano una
+ sola parola che non abbiano già detto Aristofane, Demostene,
+ Menandro, Andocide, Platone, Eschine, Iseo, Luciano,
+ Plutarco, Aristotile, Senofonte, Euripide, Alessi, Calisseno
+ rodio, Teofrasto, Alcifrone, Eubulo, ecc., e che tutti gli
+ scolasti e tutti gli interpreti non possano, all'occorrenza,
+ confermare o schiarire...»
+
+Facevo però osservare che:
+
+ «la vera vitalità di un personaggio consiste nei suoi
+ sentimenti, nelle sue passioni; e la realtà storica di
+ queste passioni sta tutta nella loro caratteristica che li
+ rende diversi dai sentimenti e dalle passioni di un'epoca
+ precedente o posteriore. Senza dubbio l'amore di oggi ha
+ molti punti di contatto con lo stesso sentimento provato dai
+ greci e dai romani e anche dagli uomini primitivi; ma
+ l'amore di oggi contiene, innegabilmente, elementi che
+ allora non esistevano affatto, e non ha nelle stesse
+ proporzioni di allora, gli elementi che una volta dovettero
+ essere predominanti. L'artista che, volendo darci la
+ rappresentazione dell'amore, non riesce ad afferrare la
+ caratteristica propria di una data epoca, fa opera
+ sbagliata. E questa caratteristica _sta tutta nella
+ differenza_, non nella rassomiglianza...»
+
+E citavo come esempio la tristezza, la malinconia, quel che di vago,
+di sfumato del sentimento che la parola stenta a rappresentare. E
+ammettendo che i greci antichi avessero dovuto provare anch'essi in
+certe ore, in certe circostanze della vita, la tristezza, la
+malinconia e, forse pure un po' di sentimentalità, soggiungevo:
+
+ «Soltanto a giudicarne dalle testimonianze letterarie che ci
+ restano, le proporzioni di tali sentimenti erano assai
+ diverse presso di loro e per moltissime ragioni. La misura
+ noi la sentiamo e la giudichiamo leggendo Eschilo,
+ Aristofane, Euripide, Pindaro, Anacreonte, Menandro: è come
+ un profumo, come qualcosa di imponderabile che si stacca da
+ quelle opere immortali e ci dà la sensazione delle
+ sensazioni dell'antichità.
+
+ «I riscontri con la vita moderna vi s'incontrano di tratto
+ in tratto e sorprendenti; ma sono più esteriori che intimi
+ o, per dir meglio, che organici e fondamentali. Sarebbe
+ proprio meraviglioso che non fosse così. In questo caso
+ bisognerebbe convenire che l'opera di due civiltà, la romana
+ e la cristiana (senza voler contare quella delle influenze
+ intermedie) sia stata a dirittura o inutile o inefficace per
+ lo spirito nuovo, e dovremmo dare una solenne smentita e
+ alla storia e alla scienza»[2].
+
+Queste ragioni il Cavallotti non voleva intenderle. Aveva detto, nella
+prefazione all'_Alcibiade, che la natura umana è sempre la stessa in
+ogni tempo_; e in una lettera a me diretta, credo nel _Secolo_, zeppa
+al solito di citazioni, tentò di persuadermi che stavo dalla parte del
+torto pensando diversamente da lui. In fondo anche lui era convinto
+che, se lo studiare coscienziosamente un'epoca dovea essere obbligo
+dell'artista, l'aver adempiuto quest'obbligo non bastava per l'opera
+d'arte.
+
+ «L'artista anzi tutto studii di immedesimarsi con quell'età;
+ e alla verità delle passioni ritrovi gli accenti e le corde
+ nella verità completa dell'ambiente. Allora l'illusione
+ artistica sarà perfetta; allora le figure che l'artista
+ evocherà saranno vere e vive, rappresenteranno _uomini_ e
+ non _nomi_, _persone_ e non _personaggi_[3]».
+
+Certamente egli si lusingava d'aver raggiunto lo scopo, se ha risposto
+a certe critiche invocando per sua difesa l'esempio dello Shakespeare.
+Poteva andare più in là: il _barbaro_ inglese non aveva gli scrupoli
+di lui riguardo alla storia. Se gli faceva comodo, metteva
+un'università a Vittenberga ai tempi di Amleto, spingeva il mare fino
+in Boemia (_Novella d'Inverno_, atto III, scena III), faceva molto a
+fidanza con la vivacissima immaginazione degli spettatori, si serviva
+di tutte le libertà che l'organismo, ancora in formazione, dell'opera
+drammatica gli concedeva; ma nello stesso tempo creava uomini di carne
+e ossa; e se ogni parola dei suoi personaggi non poteva essere
+giustificata con l'autorità d'uno storico, d'un cronista, di un autor
+comico o tragico, non importava; essi parlavano secondo la loro vita
+interiore, avevano sempre un motto profondo che rivelava gli abissi
+del loro cuore, che metteva a nudo le loro anime non con un
+ragionamento, non mostrando, per dir così, il filundente su cui aveva
+ricamato l'autore, ma dandoci il resultato della nascosta operazione
+dello spirito, come nella vita reale.
+
+Lo Shakespeare sapeva il suo mestiere. L'autore drammatico non è uno
+storico, non è obbligato alla scrupolosa esattezza dei fatti che mette
+in azione: è solamente obbligato, o almeno, innanzi tutto, è obbligato
+a creare personaggi viventi, a interpretare perciò la storia quando le
+chiede in prestito un soggetto: il resto è cosa secondaria. E in
+questa interpretazione lo Shakespeare è sovrano; dà l'illusione della
+realtà, se non la realtà. La Venezia dell'_Otello_, la Roma del
+_Giulio Cesare_, la Danimarca dell'_Amleto_ sono resurrezioni,
+evocazioni che ci fanno stupire. L'erudizione non ci darà mai qualcosa
+di simile, con tutta la sua precisione, con tutta la sua scrupolosità.
+E quando essa verrà a dirci che documenti ora dissepolti dimostrano
+Desdemona una donnaccia e il povero Otello il più tradito dei mariti,
+noi sorrideremo ma non muteremo opinione. Questa Desdemona degli
+archivi non c'interessa; per noi la vera Desdemona sarà sempre quella
+dello Shakespeare, cioè una purissima e dolce creatura innamorata--a
+dispetto di tutti i documenti, a scorno di tutti gli eruditi.
+
+Il Cavallotti che non si vuol persuadere della necessità di
+circoscriversi alla rappresentazione del proprio tempo, sente però
+involontariamente di essere del suo tempo: la grande cura di
+conformarsi alla storia, di giustificare con un'infinità di note ogni
+parola e ogni azione dei suoi personaggi non significa altro. Il
+Manzoni aveva detto che il dramma storico vive calcolando molto su la
+ignoranza degli spettatori: e il Cavallotti, in omaggio al positivismo
+odierno, non vuole che si pensi ch'egli abbia, per conto suo fatto
+quel calcolo. Occorreva un ben piccolo sforzo per fare un passo più
+innanzi, e riconoscere che il circoscriversi nella rappresentazione
+del proprio tempo sarebbe stato omaggio migliore al positivismo
+contemporaneo; e che il _verismo_, il _materialismo_ non erano
+capricci di teste bislacche, scuse di artisti pigri, incapaci di
+idealizzare, ma conseguenze della riflessione matura, da cui è stato
+riconosciuto che un'opera d'arte è il prodotto di un tempo, di una
+razza, di una civiltà, e che la storia, il passato ricostruito dalla
+fantasia postuma è una fantasmagoria passata a traverso quegli
+elementi e da essi modificata, trasformata e deformata. Si sarebbe
+risparmiato parecchie volgarità; per esempio: che il _verismo_, il
+_naturalismo_ pretendano che l'arte debba essere soltanto «la
+fotografia di quello che esiste in natura e _come_ vi esiste; e che i
+suoi uomini non debbano portare che il _frach_, e le sue donne non
+debbano vestire che colle mode dell'ultimo figurino[4]». Si sarebbe
+risparmiato di ripetere le sciocchezze che «fantasia, poesia,
+idealizzazione del vero» siano oggi stimate «roba scolastica da far
+dormire,» e che l'arte odierna consiste tutta in «un po' di spirito di
+osservazione, per riprodurre, _tal quale_, quel che succede ogni dì,
+in un po' di raziocinio per coordinarlo, in un problema sociale ed
+economico da risolvere, o in un adulterio pudico da legittimare![5]».
+
+Che ridurre il presente in opera d'arte non sia tanto facile quanto
+egli credeva, lo dimostra l'opera drammatica sua stessa, quando,
+lasciati in pace i greci del tempo di Alcibiade, i Messeni della 28.ª
+olimpiade e quelli della 100.ª mette su la scena passioni e personaggi
+contemporanei. Lo sforzo dell'erudizione dà qualche parvenza di vita a
+quei greci, e Alcibiade, Timandra, il parassita Cimoto, Aristomene,
+Laodamia, Mènecle e Aglae la vincono su la contessa Bice delle
+_Lettere d'amore_, su la Lea del dramma che ne porta il titolo, su
+l'Emma della _Figlia di Jefte_, sul _Povero Piero_, sui cugini del
+_Cantico dei Cantici_, per nominare soltanto quei personaggi che mi
+vengono in questo momento alla memoria. I greci guadagnano nel
+confronto perchè non possiamo fare riscontri con la realtà; dobbiamo
+contentarci del press'a poco che l'erudizione ci permette. E se la
+creazione ci sembra insufficiente, siamo proclivi a scusare il poeta,
+a tenergli conto dello sforzo che ha dovuto fare per imbastire quelle
+figure, per dar loro un che di organico, servendosi di frammenti, di
+accenni, di materiali diversi faticosamente raccolti qua e là. Coi
+personaggi moderni il compito è facile; la loro manchevolezza, la loro
+falsità, la loro convenzionalità saltano agli occhi. Possiamo
+riscontrarli con noi stessi, coi nostri vicini, coi nostri amici, con
+le persone che incontriamo per via, e misurarne subito il vuoto,
+l'inefficacia.
+
+Il Cavallotti dovea certamente sentire questa deficienza di forza
+creativa, se non ebbe mai il coraggio di affrontare su la scena la
+rappresentazione di un qualche alto fatto della vita moderna: se lui,
+così mescolato nelle agitazioni sociali, così penetrante indagatore
+della putredine parlamentare, così inesorabile censore di giornalisti
+affaristi, di ministri da lui creduti dilapidatori del pubblico
+danaro, osservatore e parte (_quorum pars magna fuit_) di commedie, di
+drammi e di tragedie contemporanei, si sia soltanto rifugiato presso i
+greci: e abbia preferito di dipingere i grandi quadri della splendida
+decadenza della repubblica ateniese, l'eroica guerra dei messeni su
+per le rocce del Dentelio o Deltanio che debba dirsi, e fra le gole di
+Ecalia, quando ha voluto uscire dai piccoli fatti, dalle piccole
+passioni; quando ha amato piuttosto farci sorridere e intenerirci coi
+casi familiari del vecchio Mènecle e della sua giovane sposa Aglae,
+che tentare il problema del divorzio nella società in cui egli viveva,
+o altri problemi morali e sociali non meno elevati e non meno
+attraenti di questo.
+
+E sarebbe studio interessante il ricercare per quali ragioni un uomo
+come il Cavallotti, che non è vissuto rinchiuso nelle quattro pareti
+della sua biblioteca, svolgendo nella solitudine le polverose pagine
+dei classici greci, che anzi ha passato tutta la sua giovinezza in
+continue agitazioni di amori, di odii, di polemiche, di duelli, e che
+ha pagato miseramente con la vita questa irrequietezza e questa
+smaniosa rincorsa di ideali, diversamente giudicabili ma degne di
+essere rispettate dopo ch'egli le ha suggellate col sangue a Villa
+Cèllere. E nelle circostanze della sua vita si troverebbero certamente
+molte scuse, molte dilucidazioni intorno ai pregi e ai difetti
+dell'opera di lui; si vedrebbe quanto gli abbia nociuto la fretta per
+quella ch'egli chiamava scherzando, in una delle sue ultime lettere,
+_la fabbrica dell'appetito_; e si ammirerebbero maggiormente la sua
+cultura e il suo ingegno. Giacchè, è innegabile, ingegno egli ne aveva
+parecchio, e si può scorgere dalle circostanze in cui fu scritto, per
+esempio, l'_Alcibiade_, l'opera sua più vasta e più poderosa.
+
+Negli ultimi di giugno del '73 pubblicando il volume delle sue
+_Poesie_ e temendo rappresaglie da parte del Procuratore del Re e
+della polizia, egli va ad annidarsi nel granaio di una casa di
+campagna presso Meina, in riva al Verbano: e istituito un eccellente
+servizio di informatori, pel caso che la polizia fosse venuta a
+ricercarlo lassù, lavora per quasi due mesi, dalle sei di mattina alle
+dodici, spendendo le ore del pomeriggio nel consultare i classici e
+nel prendere note; quelle note che poi metterà a piè di pagina, per
+dimostrare che i suoi personaggi non hanno detto un'esclamazione, non
+hanno formolato un pensiero che Aristofane, Menandro e i minori
+comici, Platone, Plutarco, Luciano, Aristenete non abbiano espresso
+quasi con le stesse parole. E in quel granaio che serviva per
+l'allevamento dei bachi, il suo spirito non è tutto di Alcibiade e
+degli ateniesi e spartani che formicolavano attorno a lui insieme con
+gli sciti di Patti su l'Ellesponto; il padre e un amico lo tengono
+informato delle cose di Milano, degli avvenimenti politici, e
+dell'improvvisa morte del Billia che gli era amicissimo e compagno di
+lotte nei fortunosi tempi di Lissa e Mentana, del processo Lobbia e
+nella redazione del _Gazzettino rosa_, ricordato dai milanesi, credo,
+ancora con terrore.
+
+
+III.
+
+_L'Alcibiade_, dopo la _Sposa di Mènecle_, è il lavoro del Cavallotti
+in cui si mostrano meglio certe sue qualità di immaginazione e, stavo
+per dire, di creazione, se la parola non potesse sembrare eccessiva
+trattandosi di organismi rimasti a mezzo, più accennati, che
+sviluppati. La vastità del quadro impòstosi lo costringe a far questo.
+I personaggi passano davanti ai nostri occhi come le bizzarre figure
+di un caleidoscopio; non abbiamo tempo di fissarle; appariscono e si
+dissolvono; meno il protagonista che è, naturalmente, sempre in vista
+e dà unità all'azione.
+
+Unità però che è aggregamento, non organismo. Sarebbe stato meglio,
+per esempio, che il drammaturgo non si fosse scusato di aver confuso
+in uno due momenti della vita del suo eroe, peccato neppur veniale, e
+avesse sviluppato più un carattere genialmente concepito e abilmente
+tratteggiato, quello del parassita Cimoto che, da misero ricercatore
+di pranzi a ufo, da punto coscienzioso agente elettorale, come diremmo
+oggi, si eleva a poco a poco ad altezza di eroe nella scena finale.
+
+I soldati di Lisandro, circondata la povera casa colonica in Frigia
+dove Alcibiade e i suoi si sono ricoverati, vi hanno appiccato il
+fuoco. Alcibiade tenta un'ultima resistenza, ma torna indietro ferito,
+barcollante, quasi soffocato dal fumo. Timandra, la fedele cortigiana
+che è stata il buon genio di lui, lo accoglie morente tra le braccia.
+
+ ALCIBIADE. Timandra, un bacio!... Cimoto, a te la
+ raccomando; non distaccarti da lei.
+
+ CIMOTO (_piangendo e singhiozzando_). Oh, mio padrone! mio
+ padrone!
+
+ ALCIBIADE. Quando tornerai in Grecia, di' ad Atene che
+ spirai col suo nome su le labbra.... e racconta a Socrate
+ come son morto!... Addio!... Ricordati di Alcibiade!
+ (_ricade e muore_).
+
+E allora la cortigiana si purifica; vuol morire con l'amato, come
+olocausto alla Dea sotterranea da lei invocata. Le fiamme crepitano da
+ogni parte.
+
+ TIMANDRA. Cimoto, vanne! Le fiamme incalzano! Ancora un
+ istante e non sarai più in tempo.
+
+ CIMOTO (_cupo_). E tu?
+
+ TIMANDRA. Io... io compio il sacrificio... ed infioro la
+ vittima... vanne! Le fiamme son qui.
+
+ CIMOTO. Timandra, hai ben sentito che egli mi ha detto di
+ non lasciarti? Dal dì che Alcibiade mi chiamava a sè, egli
+ non offerse mai vittima ai Numi, senza che io ne avessi la
+ mia parte. Qui si fa un sacrificio in suo onore. _Sono il
+ suo parassita._ Ci resto!
+
+E si avvolge nel suo mantello, attendendo, ritto e fermo, che le
+fiamme lo avvolgano insieme con Alcibiade e Timandra.
+
+C'è un: _Vanne!_ c'è un _quel dì_, e il _ci resto_ che può indurre in
+equivoco, se Cimoto vuol restare _suo parassita_ o restare per prender
+parte al sagrificio: piccoli nèi di forma che abbondano in tutti i
+lavori del Cavallotti e che più stonano qui dove la perfezione dello
+stile dovrebbe essere degna del soggetto greco. Ma questi nè altri nèi
+impediscono di ammirare la concezione, come l'ammirazione non
+impedisce di rimpiangere che il carattere di Cimoto non abbia potuto
+disegnarsi completamente per giustificare il mutamento avvenuto in
+lui.
+
+Il poeta ha una scusa e l'ha detta: La vastità delle proporzioni della
+tela. Ma è scusa insufficiente. Chi gli ha imposto quella vastità? Chi
+gli ha imposto di dare a tutto il suo lavoro una forma vieta,
+sorpassata, quantunque sia stata la forma adottata dallo Shakespeare
+pei suoi drammi che racchiudono parecchi secoli della storia
+d'Inghilterra? Allora certe convenzioni erano perdonabili. Lo
+Shakespeare se ne serviva perchè non repugnavano a lui nè ai suoi
+contemporanei, e se ne serviva (bisogna aggiungerlo) da pari suo.
+Voglio pure ammettere, come larga concessione, che il Cavallotti le
+adoperasse in quella riduzione dell'_Alcibiade_ destinata alla
+rappresentazione; ma avrebbe dovuto farle sparire dal lavoro destinato
+alla lettura. Bisognerebbe esaminare minutamente il quarto quadro,
+quello della spedizione in Sicilia, per convincersi quanto il
+Cavallotti abbia abusato di certi mezzucci convenzionali, quasi che
+dallo Shakespeare in qua l'organismo drammatico non si sia sviluppato,
+nè perfezionato in niente: quasi sia lecito a un artista del secolo
+XIX ignorare questi svolgimenti e perfezionamenti o, per lo meno,
+disdegnarli.
+
+Per questa ragione _La sposa di Mènecle_ rimarrà il miglior lavoro di
+tutto il teatro cavallottiano, accettato il genere a cui appartiene.
+
+Il prologo è una bellissima trovata. Il poeta comico Eudemonippo, un
+Felice Cavallotti greco (_eudaimôn_, felice, _ippos_, cavallo) ha
+osato porre in iscena Mènecle, tesmotèta due volte, ambasciatore ai
+Corinti per parte degli Ateniesi, governatore in Lesbo, e attribuirgli
+un'azione che, secondo l'accusatore Beoto, _capovolgeva ogni concetto
+della famiglia e della virtù_. Il poeta è citato a difendersi
+nell'aula del _Batrachio_, davanti al Tesmoteta e ai giudici estratti
+a sorte. Assistiamo a una seduta con arringhe dell'accusatore e
+dell'accusato, con tutte le minute particolarità dei processi
+giudiziari ateniesi. Durante l'ultima parte dell'arringa di
+Eudemonippo, il Tesmoteta e i giudici dànno visibili segni di
+stanchezza sonnolenta. Quando l'oratore ha finito e si leva la corona,
+il Tesmoteta rialza, scotendosi vivamente, il capo.
+
+ TESMOTETA. Finito?... Ah! Passeremo dunque, prima dei voti,
+ alla recita della commedia in atti... Or quindi, o giudici,
+ l'arringa che udiste...
+
+ IL CANCELLIERE (_additando i giudici_). Li ha persuasi.
+ Dormono.
+
+ TESMOTETA. Davvero? (_vivamente all'accusato_) Recita che il
+ momento è buono.
+
+E cade la tela.
+
+Nella _Sposa di Mènecle_ i caratteri sono disegnati e coloriti con
+garbo. Quel po' di convenzionalismo che qua e là si scorge non giunge
+a dispiacere; sembra un riflesso, un'eco della commedia menandrea
+arrivati a noi a traverso di Plauto e Terenzio, e passati un pochino
+pel Marivaux. Qualche volta il Cavallotti dimentica un po' i suoi
+greci, come nella scena X.ª dell'atto terzo, dove Aglae, pur fingendo,
+pur esagerando, se si fosse meglio ricordata della sua origine
+ateniese dell'anno secondo della 100.ª olimpiade, non avrebbe dovuto
+dire:
+
+«Alla mia età, c'è qui dentro un cuore che batte, c'è un'anima che
+ferve, che soffre, che s'irrita, che ha bisogno del suo lembo di mondo
+e di cielo!... E quando la povera anima piange trovandosi al buio,
+quando piange perchè trovasi al chiaro... la _si compiange_! Bel
+conforto! tenetevelo.»
+
+E infatti qui non c'è nota, non c'è richiamo di testo antico di sorta
+alcuna.
+
+Note e richiami invece troviamo dove forse non erano necessari. Non
+occorrevano un testo di Alessandro e un altro di Euripide per
+giustificare questo dialogo:
+
+ MÈNECLE. E un amico come te...
+
+ CROBILO. Per tutti e dodici gli dei! Voglio credere!...
+
+ MÈNECLE. Val più d'un tesoro.
+
+Eppure il Cavallotti ha cura di annotare:
+
+ «Meglio un amico sulla terra e innanzi ai nostri occhi che
+ un tesoro sotterra e lungi da noi (Alessandro, _Citarista_
+ fram. 3). Nulla è più prezioso di un amico sicuro: nè
+ ricchezze, nè regno. (Euripide, _Oreste_, v. 1155).»
+
+Il convenzionalismo drammatico apparisce, come ho accennato, più
+evidente nei lavori di soggetto moderno. Per la _Lea_, in un altro
+prologo a bastanza originale, che mette in scena parecchie macchiette
+di avventori del caffè del Teatro Manzoni di Milano--una specialmente
+caratteristica, quella di Fulvio, ameno e onesto _boème_ a cui tanti
+vogliono bene, autore di libretti melodrammatici, sempre in cerca di
+cinque franchi o di un _francobollo_ che gli fa più comodo invece
+d'un sigaro che gli viene offerto--il Cavallotti che ha profuso
+prologhi in azione o in versi, per la _Lea_ dunque fa dire e dice:
+
+ FULVIO.
+
+ ... Eh, mi sembra, scusa se mal mi appiglio,
+ Che il tema abbia la barba lunghetta un mezzo miglio.
+ La va, capisco, al modo di svolgerlo... e poi, se
+ Il tema è vero...
+
+ AUTORE.
+
+ È storico...
+
+ FULVIO (_incredulo_).
+
+ Storico?
+
+ AUTORE.
+
+ Eh, altro che!
+
+ Ti basti che nei fogli fu raccontato un fatto
+ Preciso tale e quale lo narro al secondo atto.
+
+ FULVIO.
+
+ Ne dicon tante i fogli! E poi non è ammissibile
+ che un fatto, perchè vero, debba anch'esser possibile.
+
+Fulvio avrebbe, forse, voluto dire: possibile in arte, cioè reso tale.
+
+E tale non è reso in _Lea_. Per ciò la catastrofe risulta violenta o
+meglio melodrammatica.
+
+Riccardo Verneda ha rapito Lea ed è andato a passare la luna di miele
+in un villaggio remoto, per sfuggire alle ricerche dei parenti di lei
+che avversano quell'unione. La madre di Lea infatti le tende un
+tranello: si finge moribonda e richiama la figlia al letto di morte.
+Riccardo non può impedire ch'ella parta. Lea dai suoi genitori vien
+rinchiusa in un convento.
+
+Riccardo, per otto mesi, ne ricerca invano le tracce, e all'ultimo
+riceve l'atto di morte di lei. Un anno dopo egli sposava Ida, e ne
+aveva un figlio. Passati sette anni, proprio il giorno in cui nella
+villa di Riccardo fanno i preparativi per festeggiare il suo
+onomastico, ecco Lea ancora viva, ancora innamorata, miracolosamente
+fuggita dalla sua prigione monastica! Ci vuol poco ad accorgersi che
+arriva terza molto incomoda nella famiglia del suo rapitore. Da
+principio ella vuol farsi forte del suo diritto, riprendere il posto
+di sposa; la legge sta dalla parte di lei. Ma un grido del figlio di
+Riccardo:--_Mamma! Mamma! Non piangere!_--e un rimprovero rivolto a
+lei, Lea:--_Signora cattiva, se facessero piangere la mamma
+tua..._--le mutano a un tratto il cuore. Anche lei ha fatto piangere
+la sua mamma fuggendo dalla casa paterna con un uomo, e l'ha fatta
+morire di dolore! Quel che ora, ritrova, dopo sette anni, è il suo
+gastigo. Riccardo le si getta ai piedi:
+
+ RICCARDO. Lea!... perdonami!
+
+ LEA (_chinandosi su lui e prendendogli la testa nelle mani,
+ gli susurra all'orecchio con accento rapido a fior di
+ labbra_).
+
+ Mi ami ancora?... Mi ami?
+
+ RICCARDO. Sì.
+
+ LEA (_c. s._). Verresti meco?
+
+ RICCARDO. Sì.
+
+ LEA. Ah! era ciò che volevo!... Ora sì che l'andarsene è
+ bello! No, no... Vivi a tuo figlio! Il passato sta nella
+ tomba... Ebbe torto ad uscirne... e ci ritorna!
+
+E si precipita dal balcone prima che Riccardo potesse trattenerla.
+
+In tutte le sue produzioni di soggetto moderno non c'è un carattere,
+una figura che possa star a paro col _Cimoto_ dell'_Alcibiade_; non
+c'è una scena che si elevi dalla mediocrità, che possa attestare una
+concezione, uno svolgimento fatti con elevate intenzioni di arte e con
+novità di tecnica. Alessandro Dumas il giovane, l'Augier, insomma,
+l'arte moderna è rimasta come non avvenuta per lui. Nè la stessa
+_Sposa di Mènecle_ è tal lavoro che possa lasciare una lieve orma
+nella storia dell'arte drammatica, anche restringendoci alla sola arte
+drammatica italiana. Un lavoro che, pur attaccandosi al passato, non
+porge addentellato per l'avvenire, è cosa nata morta.
+
+Componiamolo nel sepolcro, e la terra gli sia lieve.
+
+
+IV.
+
+E ripensando all'eccessiva scrupolosità delle note ai suoi tre lavori
+di soggetto greco (_Nicarete_ non ho potuto vederlo, credo non sia
+stato ancora pubblicato) voglio qui rammentare un tratto
+caratteristico dell'uomo, l'unica volta che l'ho conosciuto da vicino,
+due anni fa.
+
+Facevo parte, col Panzacchi e lui, della commissione esaminatrice
+degli scritti per la gara finale dei Licei del regno, nella quale il
+Ministero della Istruzione pubblica concede una medaglia di oro. Ci
+riunivamo in una sala della Minerva due volte il giorno. Gli scritti
+da esaminare erano una sessantina. Il Panzacchi aveva fretta di
+tornare in Bologna, e appena gli capitava in mano uno scritto che
+dalle prime tre o quattro pagine si palesava molto mediocre, tale da
+non presentare nessuna probabilità di esser preso in considerazione,
+subito proponeva:
+
+--Smettiamo di andare avanti; non perdiamo il nostro tempo.
+
+Io ero di accordo con lui; ma il Cavallotti si affrettava a dire,
+quasi balbettando:
+
+--No, no! Chi sa?... Vediamo. E poi, è dovere nostro.
+
+Si leggevano altre due, tre, quattro pagine; il lavoro peggiorava.
+
+Il Panzacchi, impaziente, alzando le spalle, brontolava:
+
+--Ma insomma, che dobbiamo più vedere? Non va. Smettiamo, passiamo a
+un altro.
+
+Io ero di accordo con lui. Ma il Cavallotti insisteva:
+
+--Ancora un po'. Chi sa?... Non precipitiamo il nostro giudizio...
+
+E quando si era finito di leggere, il Panzacchi protestava:
+
+--Hai visto? Ti sei persuaso che noi due avevamo ragione? E così
+abbiamo perduto due preziose ore di tempo!
+
+--Non importa. Ora sono tranquillo.
+
+E per giustificare le sue esitanze, soggiungeva:
+
+--C'è del buono, qua e là: ha un concetto patriottico... È vero?
+
+E si rivolgeva a me che, sorridendo tranquillo e rassegnato,
+rispondevo:
+
+--Il patriottismo non è una ragione per malmenare la lingua e lo
+stile.
+
+E si passava a un altro scritto; e si tornava rifare la stessa scena,
+quasi con le stesse parole, e con identico risultato. E non ci fu caso
+che l'esperienza di otto o nove scritti inducesse il Cavallotti a
+cedere, a non andare fino in fondo.
+
+Faceva di più: nelle ore pomeridiane tornava alla Minerva un'ora
+prima dell'ora fissata. Aveva paura che non si fosse lasciato illudere
+da una lettura frettolosa, da una discussione in cui non avesse saputo
+tener testa contro il Panzacchi e me, e tornava a rileggere da solo
+quegli scritti. Il giudizio non mutava, ma egli si sentiva più
+tranquillo. E al nostro arrivo, ci rileggeva qualche brano non mal
+riuscito, specialmente quelli dove lo studente aveva infilato una
+serie di belle frasi patriottiche.
+
+--Peccato! Se fosse andato avanti così!
+
+--Tu hai tempo da perdere!--tuonava baritonalmente il Panzacchi, e
+rideva.
+
+Rideva anche lui, il Cavallotti, e poco dopo eravamo daccapo:
+
+--Vediamo!... Chi sa?... Forse, avanti...
+
+Pareva un'esagerazione, una posa, e non era. Proprio come sembrano
+un'esagerazione, una posa da erudito quelle note, quei riscontri,
+quelle citazioni a piè di pagina, che raddoppiano e anche triplicano
+il volume dell'_Alcibiade_ e quello dei _Messeni_ e della _Sposa di
+Mènecle_ nell'edizione del Reggiani.
+
+Io credo che il Cavallotti sia stato, tra gli autori drammatici
+italiani, colui che abbia ricavato un maggior compenso dai suoi
+lavori. Mi è stato detto che non si contentava dei decimi; richiedeva
+anticipazioni a fondo perduto, sicuro che le sue commedie e i sui
+drammi potevano contare su la benevolenza del pubblico. Non sarà
+malignità aggiungere che l'influenza dell'uomo politico giovava
+all'autore drammatico, ma stimo che si possa aggiungere ch'egli non la
+sfruttasse per progetto. La politica s'infiltrava, non ostante la
+puritaneria di lui, nei larghi successi dei suoi lavori. La misera
+fine dell'autore ha prodotto in questi mesi una rifioritura di
+rappresentazioni e di successi clamorosi. Le ragioni dell'arte però
+non hanno niente che vedere con essi. _Le Rose bianche_, _Lea_, _Le
+lettere di amore_, _Agatodemon_, il _Povero Piero_, non vivranno. Dei
+_Pezzenti_ e dell'_Agnese_, drammoni in versi, non è da parlare.
+
+La sera d'ogni prima rappresentazione il Cavallotti aveva la febbre;
+sembrava quasi stèsse per ammattire. A ogni impuntatura di attore,
+trasaliva, si agitava convulso, si arrampicava a una quinta, mandava
+fuori qualche moccolo, si versava intere catinelle di acqua fredda su
+la testa.
+
+Alle prove, non era meno agitato. Un suo amico narra piacevolmente:
+
+ «Bisogna sentirlo ora come legge le sue commedie, e come
+ rifà la parte dell'_amoroso_ o del _primo attore_,
+ servendosi alternamente dei suoi due registri vocali.
+ Vedetelo là adesso, piantato a gambe larghe nel centro della
+ scena--come direttore sceno-tecnico preferisce il _centro_
+ alla _sinistra_, che gli spetterebbe--togliendo al
+ suggeritore la vista degli attori, che pendono dalle sue
+ labbra; vedetelo rosso in viso, con lo sguardo intento e
+ l'orecchio teso ad ascoltare, tormentando quell'infelice
+ baffo destro, che deve alla sua posizione topografica sotto
+ il naso il continuo esercizio depilatorio, al quale, non so
+ come, resiste, con meraviglia del suo omonimo fortunato di
+ sinistra.
+
+ «Ora sentitelo: interrompe la prova con un
+ formidabile--_No!_--e si sforza di recitare a memoria, e con
+ la dovuta intonazione, il periodo che qualche attore non ha
+ inteso bene o gli ha storpiato; ma nella foga, spesse volte,
+ replica ripetutamente una mezza frase che non riuscì a
+ tirargli in mente l'altra metà. Allora si arrabbia con sè
+ stesso, suda, si sbottona il vestito, getta via il cappello
+ e strappa il copione dalle mani del suggeritore. Quando poi,
+ con la scorta del manoscritto, ha rimesso in tono e
+ raddrizzato i periodi, respira, si asciuga il sudore, si
+ riabbottona, cerca il cappello, lo rimette nella consueta
+ posizione e torna al posto».
+
+Lo stesso amico, a proposito della prima rappresentazione dei
+_Pezzenti_ a Milano, racconta il seguente aneddoto:
+
+ «Il _Conte di Rysdal_ dorme in una delle due celle occupanti
+ la scena. Svegliatosi, deve recitare una preghiera. Alzatosi
+ il sipario, arrivato il momento, l'attore incaricato della
+ parte non si move, non dà segno di vita. Il Cavallotti, che
+ poco prima non aveva saputo spiegarsi un rumoroso e
+ cadenzato respiro, al mormorio del pubblico capì subito di
+ che si trattava. Slanciarsi contro lo scenario di fondo,
+ darvi un solennissimo pugno accompagnato da un rabbioso e
+ meneghino: _Porco sciampin!_ e rompere il sonno al
+ malcapitato attore fu tutt'uno! Il pubblico non si accorse
+ di niente e la rappresentazione proseguì senz'altri
+ incidenti.»
+
+
+V.
+
+Probabilmente, nella lirica Felice Cavallotti non lascerà orma più
+profonda che nell'arte drammatica. Il _Libro dei versi_ è quasi il suo
+testamento poetico e una piccola biografia insieme, divisa in sei
+parti con titoli diversi: _La mia Arte_, _Il mio Paese_, _La mia
+casa_, _Sogni e sorrisi_, _Malattie_, _Ricordi scenici_. Dal volume
+delle _Poesie_, dalle _Anticaglie_, dai drammi e dalle commedie, dove
+il Cavallotti non ha mancato mai d'introdurre qualche personaggio che
+scrive o recita versi, da riviste e giornali, fin da galanti
+ventagli, egli ha scelto, secondo il consiglio del suo editore
+Aliprandi--com'egli narra nella prefazione--quei componimenti _che il
+cuore ripete più volentieri, quelli ai quali egli vuol più bene, non
+perchè migliori degli altri, ma anche perchè, a differenza degli
+altri, vi è appiccicato della sua vita_, un qualche cosa _il cui
+ricordo lo fa triste ed allegro, una qualche memoria che il tempo non
+ha cancellato_.
+
+E di questa prefazione è notevole la chiusa:
+
+ «Questo libro vorrebbe essere, per ciò che rispecchia, un
+ libro _sui generis_: il libro cioè che il poeta, passato per
+ molte lotte, arrivato a un dato punto della via, quando il
+ crepuscolo si avanza, vorrebbe trovare vicino a sè nell'ora
+ dell'andarsene, e lasciare di sè e dell'opera
+ propria--quando il resto andasse perduto--come il più sereno
+ dei ricordi, al figliuolo, come lui nato ad amare, come lui
+ nato a lottare. E cioè vorrebbe essere come la sintesi di
+ tutta una produzione lirica, in rispetto unicamente al
+ soffio che l'animò, ai sentimenti che la destarono; un libro
+ vissuto, il compendio in versi della memoria di un poeta.
+ Ivi non saranno tutte le battaglie combattute: ma echi delle
+ note che squillarono in tutte; ivi non saranno tutti i sogni
+ sognati, ma parole e lavoro dei sogni che il poeta più amò.
+ Sicchè coloro che non sciuparono il tempo nel tener dietro
+ alla varia sua opera o nel leggere i volumi suoi possan
+ dire, senza errore, di conoscerlo da questo: e quando ci sia
+ passato fra i più, e data la molta sua suppellettile
+ all'oblio, gli sorrida la lusinga di vivere in taluna almeno
+ di queste pagine, e che a qualcuna di esse si arresti il
+ sorriso di labbra gentili o il pensiero di qualche anima
+ buona.»
+
+Malinconiche parole che rendono pensosi e inducono a credere che un
+confuso presentimento della sua prossima fine attristasse l'animo del
+poeta, se si ricordano le altre parole riferite dai giornali e da lui
+rivolte a un suo collega di deputazione poche ore prima dello infausto
+duello: _Prepàrati a fare anche la mia commemorazione!_
+
+Certamente in questo volume sono raccolti i versi del Cavallotti che
+più volentieri si rileggono. Con bonomia tutt'ambrosiana, nell'autunno
+dell'anno scorso, _in faccia agli ultimi raggi del sole che indoravano
+la collina di Dagnente, fra due bicchieri di ottimo Miradolo_, il suo
+editore--com'egli riferisce--gli diceva:
+
+--Quei _versi lì_, così a naso, mi pare che sian quelli che si
+capiscono di più e che girano meglio per le mani della gente. Lei ha
+gridato tanto la croce contro i versi che la gente non capisce!...
+
+E sembra che abbia voluto dirgli:
+
+--Negli altri suoi versi c'entra troppa politica, troppa
+partigianeria. Nati in circostanze eccezionali, hanno tutti i difetti
+delle produzioni che prendono occasione di un fatto politico
+particolare, di cui, nel momento che esso avviene, non si può dare un
+giudizio equo e sereno. Quando sopravvengono altri fatti che lo
+commentano e lo spiegano, la spiegazione e il comento affrettati,
+monchi, ingiusti ne diminuiscono il valore, specialmente se quei versi
+non hanno tale eccellenza di forma da ridurli immortali. Lasciamo che
+li ricerchino coloro che vorranno rintracciarvi i sentimenti e le
+idee dell'uomo politico. Costoro non si arresteranno a un'epoca,
+frugheranno qua e là, potranno cavarsi il gusto di trovare il poeta di
+un tempo in contraddizione con quello di tempi posteriori. E avranno
+torto di scandalizzarsi di certe contraddizioni tra i sentimenti e le
+idee del giovane e quelli dell'uomo maturo--l'uomo tutto di un pezzo è
+quasi innaturale--purchè gli entusiasmi di una volta non siano meno
+sinceri degli entusiasmi di dopo. La politica è deleteria. Lo sa per
+prova un altro poeta. Pochi critici riescono a mantenersi nei limiti
+della discussione puramente letteraria, quando un concetto estraneo
+all'arte vi si è infiltrato per dividerne gli animi, per eccitarli,
+per offuscare le menti. Se occorrerà, se la forma ha avuto tanta
+potenza da elevare la poesia di circostanza, anche appassionata, anche
+ingiusta, anche maligna, a un'altezza sublime; se occorrerà, se sarà
+il caso, quando le passioni, gli eccitamenti, gli odii, i rancori, le
+invidie troppo personali non turberanno più gl'intelletti, la critica
+saprà fare e farà il dover suo, guarderà soltanto l'opera d'arte e la
+giudicherà unicamente come tale. Diamo per ciò tempo al tempo. Intanto
+facciamo un volume che riveli l'uomo nel poeta, o meglio, il poeta
+nell'uomo, se c'è; è più prudente, più pratico.--
+
+Ecco quel che mi è parso d'intravedere in quelle parole di bonomia
+tutt'ambrosiana, e che ho riferito apposta perchè anche io non voglio
+ricercare il poeta lirico nei canti politici, ma circoscrivermi a
+studiarlo nel _libro dei versi_.
+
+Non già che qui siano soltanto componimenti con contenuto dove la
+politica non faccia capolino e non lo invada intero con tutti i suoi
+sdegni, con tutte le sue ire, con tutte le sue contraddizioni; sarebbe
+quasi un miracolo, trattandosi di un uomo come il Cavallotti.
+
+E a Giuseppe Garibaldi egli dirà:
+
+ _Altra Italia sognavi!_ un'altra meta
+ Accarezzavi nell'ingenua testa!
+ Povero vecchio! il desiderio acqueta!
+ Ecco l'Italia dei tuoi sogni è questa!
+
+ Non pei suoi figli, tu ne' giorni rei
+ Dolce speravi d'_una patria_ il vanto?
+ Vuota formola Italia or più non sei,
+ Tutto ora copri del tuo nome santo.
+
+ Guarda le nude, le tetre pareti!
+ Chiudono ancor le squallide _dimore_
+ I generosi, i matti ed i poeti...
+ Ma almen veglia alla porta il tricolore!
+
+ Ve' tra gli inermi, come un dì, si sbranca
+ Torma di sbirri per le dense strade!
+ Lavorano le daghe a dritta e a manca...
+ Ma almeno, almeno, son d'Italia _spade_!
+
+ Oh dolce orgoglio! Non più lo straniero
+ C'insulta nei cruenti parapiglia!
+ Le prepotenze son le stesse, è vero...
+ Ma almeno, almeno, son fatte in famiglia!
+
+La forma non eleva l'ironia troppo volgare; e questo difetto fa
+pensare che gli Dei hanno voluto bene al poeta, evitandogli il
+pericolo di esser ministro e di trovarsi in circostanze che avrebbero
+permesso, a qualche altro non meno volgarmente, di ripetere che anche
+sotto il _governo di lui_ altri generosi, altri matti ed altri poeti,
+o pretesi generosi, o pretesi matti e poeti, come si vorrà, avevano
+abitato le _squallide dimore_; che altre daghe non meno sbirresche
+avevano lavorato a dritta e a manca per le _dense strade_; giacchè la
+politica gioca simili e peggiori tiri ai suoi adepti, e non c'è
+abilità che possa evitarli.
+
+Nella poesia _Dijon_, in morte del fratello Giuseppe, egli si lascerà
+sfuggire:
+
+ Oh, la notte che all'Alpi scoscese,
+ Solo, in vetta, sostando fra i geli,
+ Lungi il guardo _oltre i limpidi cieli_
+ Sospingevi la Francia a cercar
+
+ Di che lauri mai fosse cortese
+ _Questo_ suol che a difender volavi,
+ E qual messe superba ignoravi
+ Tanto sangue dovesse inaffiar!
+
+ Non pensasti la gallica boria.
+ Curva ancor sotto l'asta germana,
+ Pei _tornati_ guerrier di Mentana
+ Ritrovante l'oltraggio di un dì;
+
+ E spartirsi l'ausonia vittoria
+ Quei che al Prusso voltarono il dorso.
+ E i paffuti fuggiaschi del Còrso
+ Scagliar fango a chi vinse e morì!
+
+E annoterà: _Non è inutile per la storia il rammentare di che
+gratitudine imperialisti, legittimisti, pseudo-repubblicani e
+clericali rimeritassero in Francia il soccorso magnanimo del vinto di
+Mentana_. Ma sùbito la politica della sua parte repubblicana gli farà
+soggiungere: «_Per fortuna_... il VERO POPOLO FRANCESE... _ricorda con
+ammirazione e gratitudine il nome del vincitore di Dijon_,» quasi
+imperialisti, pseudo-repubblicani, legittimisti e clericali non
+appartenessero al VERO POPOLO FRANCESE e non ne formassero la
+maggioranza!
+
+Sarà meglio rifuggiarsi spassionatamente nella critica letteraria e,
+innanzi tutto, prender nota di una preziosa confessione del poeta:
+
+ A me polito e terso
+ Nel furiar de l'ore
+ Non concessero il verso
+ Le Pierie canore:
+ E di squisiti carmi
+ E d'armonia gentil
+ L'estro ignorò fra l'armi
+ Il delicato stil.
+
+ (_La lucerna di Parini_).
+
+Infatti, proprio nel componimento che inizia il volume, nella prima
+strofa, c'imbattiamo in questi versi:
+
+ Ma già già l'ombre _fasciano_ il piano,
+ Espero luccica ne lo zaffiro...
+ Il lampionaio comincia il giro
+ Per i _viottoli_ de la città!
+
+ (_Tramonto_).
+
+E nell'ultima strofa:
+
+ Or tu, fanciulla, che nel tripudio
+ Dei cari aprili mi chiedi un canto,
+ Tu, se dell'arte gentile incanto
+ Perenne fascino rida a' tuoi dì.
+
+ Nei tardi vesperi, su questa pagina
+ Se un melanconico sguardo ritorni,
+ Del fior più bello che il crin t'adorni
+ Lieve una foglia _posala_ qui.
+
+E più in là in questi altri, nella lirica _Alla Doccia perenne di
+Dagnente_:
+
+ Ecco, or _fantasima somiglio bianca_
+ Che vada errando per la montagna...
+ Di qualche morto l'anima stanca
+ Che di _alcun_ torto forse si lagna...
+
+ Senti, Giovanni, quando in lenzuolo
+ Simile a questo porranmi un dì,
+ In qual sia trovimi lontan suolo
+ Di' la _mia bara_ la portin qui.
+
+Non voglio affermare che uguale trascuratezza s'incontri in tutte le
+sue liriche, ma è raro che qualcosa di trasandato, di dimesso, di
+comune non dia a quasi tutte l'aria di facili improvvisazioni. I metri
+troppo musicali lo affascinano, lo fanno trascorrere, gl'impediscono
+di scegliere fra le tante immagini che gli si presentano davanti, di
+indugiare su un aggettivo, di esitare intorno a una rima.
+L'eccitazione lo spinge innanzi senza dargli tempo di voltarsi
+addietro; le strofe sgorgano una appresso all'altra, lusingandogli
+l'orecchio, ed egli cede volentieri alla loro malìa.
+
+Certe volte la trovata è geniale, ma la verbosità per poco non la
+sciupa; è gentile, ma fa rimpiangere che la forma non sia gentile
+altrettanto. La sincerità spesso lo salva, giacchè dov'egli appare
+anche più manierato si mostra pure sincero. In bocca a un altro questa
+strofa oggi farebbe ridere:
+
+ Oh melodi! o fantasime
+ Superbe del pensiero!
+ Santi dell'Arte fascini.
+ Caste Pimplee del Vero!
+
+ Triste chi osò di adùlteri
+ Amplessi i vostri altar,
+ Di servil carme i dèlubri
+ Di Pindo profanar.
+
+In bocca sua fa appena sorridere, perchè c'è sempre un dissidio tra la
+sua forma e il suo concetto, quasi egli abbia gettato addosso a questo
+la prima veste capitatagli sotto mano, senza badare se gli si attaglia
+o no; forse, per la convinzione che il concetto, bene o male, più o
+meno efficacemente, si farà intendere; e questo gli sembra
+l'importante.
+
+Infatti le naturali attitudini del suo ingegno sono ricche: l'impeto,
+lo slancio, la commozione, la tenerezza, il sorriso, l'ironia, la
+satira violenta si alternano, si mescolano, si confondono con vena
+abbondante.
+
+Quella monotonia che scorrendo il volume si fa vivamente sentire è più
+nei mezzi ch'egli adopra, che non nella sostanza; nel verso, nel
+metro, nella costruzione della strofa, e anche un po' nella concezione
+generale. Si vede bene che, se egli non avesse avuto troppa fretta, se
+non avesse sentito alle spalle l'urgenza di altre bisogne specialmente
+politiche, l'opera sua avrebbe potuto riuscire assai ben diversa. Ma a
+lui, che scorge soltanto gli eccessi di certe ricerche di stile e
+giustamente le sdegna, anche il _limæ labor_ sembra, o almeno pare che
+sembri, un eccesso. E perciò si fa dire dalla Musa:
+
+ Fra pergamene logore, astruse
+ Che andresti, misero vate, cercando?
+ Astrusi ritmi, strofe confuse,
+ Gergo dai vivi fuggito in bando?
+
+ Odon gli stitici metri di notte
+ L'ombre: _te i cuori ch'odano io vo'_:
+ O scegli il plauso di scimmie dotte,
+ O scegli i baci ch'io sola do.
+
+ (_L'Addio alla Musa_).
+
+Ma forse quand'egli rimpiange, con insolita bellezza di forma,
+
+ I bei razzi lucenti
+ Lanciantisi alle stelle,
+ In fasci aurei spioventi
+ E in scintillanti fior!
+
+ Per mille goccie belle
+ Di color mille splende
+ La pioggia ignea... discende
+ Lenta ne l'aria... e muor
+
+nella quale felicissima immagine adombra i fervidi giovanili sogni che
+
+ Spingean superbi voli
+ Incontro all'avvenir:
+
+forse egli pensa quel che sarebbe stata l'opera sua letteraria,
+soggiungendo con amarezza:
+
+ Luce più lunga ed altro
+ Solco _ne_ l'aria scura
+ S'era il mio cor più scaltro
+ Segnato avria il cammin!
+
+ Cercando la ventura
+ Per altre vie gioconde,
+ Avria più liete sponde
+ Raggiunto il mio destin!
+
+E altri rimpianti, e altri dubbi intorno alla vitalità dell'opera sua
+gli sfuggono frequentissimi, assieme con accenni al riposo finale,
+quando il suo cuore avrà cessato di battere e la sua mente di
+lottare. E questo senso di scoraggiamento e di tristezza rende
+simpatico l'uomo anche a coloro che non amavano il partigiano politico
+e il polemista irruente. L'arte non è eccelsa, ma il carattere fa
+impressione; e qualche volta anche la persona prende rilievo e
+apparisce viva, come nella lirica _I miei discorsi alla camera_.
+
+Egli si leva a parlare:
+
+ E sovra italiche labi e vergogne
+ De l'ire chiuse puntando l'arco
+ L'aspra parola, frenata al varco.
+ Tenta di arguzie vestita uscir.
+
+Ma i _forse_, i _quasi_, i periodi corretti, i cauti motteggi gli
+sembrano una triste concessione, una viltà; e la parola scatta
+arroventata.
+
+ Ma inquieto l'occhio del presidente
+ Attento, vigile sopra _gli_ sta,
+
+ Fatto a l'orecchio la man riparo
+ Ansio ogni sillaba segue il vegliardo;
+ Or bieche lancia_gli_ rampogne il guardo,
+ Ora par preghi_lo_...: Per carità!
+
+Ed egli s'infrena, s'infrena; e il Biancheri lo ringrazia sorridendo.
+Ma di là a poco, una forte scampanellata:
+
+ Allora... allora... dal cor profondo
+ Un _non so cosa_ sal di molesto...;
+ E la man destra fa un certo gesto...
+ Come di cetra corde toccar.
+ Conclude in furia... finisce il fondo
+ De l'acqua e zucchero... poi corre via...
+
+E infatti parrà di vederlo a tutti coloro che hanno assistito a
+qualcuna delle sue sfuriate parlamentari.
+
+E per questa schiettezza di rappresentazione che ci mostra il poeta
+calmo, sorridente, in un momento di galanteria anzi di _marivaudage_,
+certe sue poesie minori, riunite nella parte IV appunto sotto il
+titolo di _Sogni e Sorrisi_, hanno probabilità di vita più lunga delle
+altre, anche perchè più accarezzate, in grazia forse della serenità
+del momento, dal lato della forma.
+
+Oh, egli sa benissimo di essere stato un combattente, un agitato, un
+inesorabile; e la sua coscienza gli fa prevedere che neppur quando
+sarà morto i suoi avversari gli daranno pace! Ma egli protesta, e
+invoca l'amico _Primo_... perchè difenda la sua memoria dalle bieche
+_ingiurie_ che tenteranno di _sterpare i fiori dalla sua fossa_:
+
+ Tu, che da questi carmi udirai
+ Note a te fremere pugne dal cor,
+ Tu al buon Tersite dirlo potrai
+ Se furon tinti del suo livor.
+
+ Tu che gli sdegni vedevi e l'ire,
+ E il giambo uscirne, beffardo suon,
+ Tu al buon Tersite lo potrai dire
+ Se vi eran lagrime nella canzon!
+
+ (_A l'amico Primo..._)
+
+E quantunque questi versi siano del giugno 1879, non mi è parso
+inopportuno ripeterli come chiusa di questo scritto.
+
+
+
+
+ALFONSO DAUDET
+
+
+Da quasi dieci anni Alfonso Daudet sopravviveva a se stesso. I suoi
+intimi affermavano che la spinite da cui era reso mezzo inerte il suo
+corpo non aveva menomamente intaccato le facoltà intellettuali di lui;
+ma gli ultimi libri pubblicati mostravano una stanchezza, un
+affievolimento di forze che smentivano presso gli ardenti ammiratori
+la pietosa bugìa. Per ciò, oggi, al dolore per la perdita dell'autore
+prediletto si è mista la pietà per l'uomo che ha cessato di soffrire.
+
+La natura e le circostanze lo avevano colmato di doni. Alla bellezza
+fisica si accoppiavano in lui un'immaginazione vivacissima, una
+sensibilità squisita, quasi femminile, una geniale padronanza della
+forma letteraria, un felicissimo intuito dell'opportunità, una sempre
+giovanile freschezza di impressioni, di slanci di buon umore, di
+malizia e di birichineria. Nato poeta, le necessità della vita lo
+avevano fatto smarrire tra i romanzieri; e c'era voluta una gran
+forza di volontà e di ostinazione per guadagnarsi e mantenersi fra
+essi il posto che ha occupato per parecchi anni.
+
+Pochi scrittori hanno avuto, come lui, la rara facoltà di
+impossessarsi delle anime, di compenetrarsi con loro, di ispirare la
+profonda simpatia che mette all'unisono il cuore dello scrittore con
+quello dei lettori. I suoi stessi difetti lo aiutavano in questo.
+L'eccesso di colorito, la mancanza di proporzioni e di equilibrio, le
+trascuratezze apparenti o volute di molte parti dei suoi lavori
+avevano un incanto particolare, di bizzarra noncuranza, di imprudenza
+gioconda. Si perdonava facilmente ogni cosa a colui che ci commoveva
+con le sue novelline, che ci interessava e ci sbalordiva con la
+magnificenza delle sue descrizioni, con la passione e coi casi dei
+personaggi dei suoi romanzi. In Francia gli han perdonato fin le
+sgrammaticature; e il giorno che qualcuno, nella _Vie moderne_, si
+compiacque di una lunga spulciatura pedantesca dell'_Immortel_, i
+lettori francesi non gli badarono, e continuarono a leggere e ad
+ammirare il Daudet, sospirando forse: Ne avessimo parecchi di simili
+scrittori sgrammaticati! Giacchè egli, come tutti gli artisti di
+razza, si era creato una lingua tutta sua, uno stile vivo, pieno di
+efficacia drammatica, che non somigliava a quello di nessun altro. Se
+la grammatica non ci trovava il suo conto, peggio per lei.
+
+Eppure quella deliziosa facilità era frutto di paziente fatica. Le
+novelline di poche pagine gli costavano otto giorni di lavoro. La
+lucidezza e il fremito della sua frase risultavano da una cesellatura
+amorosa, paziente che voleva raggiungere a ogni costo la perfezione.
+Quando si parla di lingua e di grammatica, bisognerebbe sempre
+rammentarsi che il Fénelon ha detto del Molière, da lui tanto ammirato
+come autor comico: _Ah, se Molière sapesse scrivere!_ E il Molière
+oggi è un classico.
+
+Alfonso Daudet ha avuto tutte le fortune, non ultima quella di non
+accorgersi di morire.
+
+Autore dell'_Immortel_, satira spietata ed eccessiva dell'Accademia
+francese, esecutore testamentario del De Goncourt per l'altra
+Accademia dei Dieci che dovrebbe essere il contr'altare dell'Accademia
+dei Quaranta, gli era toccata ultimamente anche la consolazione di un
+primo sfavorevole giudizio dei tribunali verso gli avidi eredi del
+fondatore. E forse dalle sue belle labbra, convulse per gli atroci
+dolori che gli rodevano le ossa, uscivano inesorabili epigrammi contro
+i quaranta _immortali_ nell'istante in cui la morte è venuta a
+strappargli l'estremo grido, rovesciando su la tavola, fra lo spavento
+della moglie e dei figli, la leggendaria testa capelluta, grigia per
+gli anni e pei patimenti.
+
+Non ostante i suoi ultimi lavori, sembrava che per lui la posterità
+fosse cominciata da un pezzo, dopo _Sapho_. I giovani, con la
+ingratitudine baldanzosa che è propria della loro età, osavano già
+scrivere che il Daudet ormai era un grand'uomo soltanto in provincia,
+a Tarascona da lui illustrata, a Nîmes dove era nato! E il suo stile
+veniva qualificato di telegrafico, rozzo impasto di interiezioni e di
+balbettamenti, linguaggio da _petit nègre_, cosparso di pariginismi in
+voga! Tamburinaio traviato (alludevano al Valmajour del _Numa
+Roumestan_) falso parigino, era stato creduto per un momento uomo di
+spirito, stilista, artista e fin romanziere! Ma tempo, tempo fa!
+
+Ai giovani è permesso di esagerare e anche di essere ingiusti. A
+questi cercatori di novità sbalorditoie, a questi infatuati del
+simbolo, a questi folli adoratori della preziosità della forma, uno
+scrittore limpido, vivace, drammatico anche nel colore della frase
+come il Daudet non può riuscire gradito. È troppo esteriore, secondo
+loro, è troppo del suo tempo, e anche troppo personale. Probabilmente,
+il giudizio della posterità non sarà proprio questo che essi han
+pronunciato così alla spiccia nelle compiacenti colonne del _Figaro_ e
+di altri giornali. Non sarà neppure un'ampia conferma, senza nessuna
+obbiezione e riserba, di quello pronunziato dal pubblico, quando i
+romanzi del Daudet gli mettevano sotto gli occhi creature che non lo
+interessavano soltanto come creazioni di arte, ma anche perchè ne
+stuzzicavano la curiosità come figure, appena velate, di personaggi
+viventi o spariti da poco dalla scena del mondo.
+
+Indagare quale potrà essere il giudizio dei posteri, e quale delle
+opere del Daudet sarà capace di resistere all'edace lavoro del tempo,
+mi sembra tentativo inutile oltre che irto di difficoltà.
+
+Siamo vissuti con lui nello stesso ambiente letterario; abbiamo ancora
+fresche le sue stesse convinzioni e, se così si vuole, i suoi stessi
+pregiudizi estetici, da poterci astrarre da essi, e studiare l'opera
+sua da un punto di vista così elevato e così imparziale che permetta
+di adoprare come elementi di giudizio soltanto i più puri e i più
+immutabili principî d'arte. Bisogna contentarsi di riandare tutta la
+non vasta opera sua, metterne in rilievo i caratteri principali e
+notare via via lo svolgersi delle qualità più personali che lo hanno
+distinto tra la folla degli scrittori francesi contemporanei; bisogna
+contentarsi di accennare quel che egli ha apportato di nuovo nella
+forma narrativa, quel che, per caso, vi ha lasciato in germe e che
+potrà fiorire a tempo opportuno, quel che anche oggi può facilmente
+giudicarsi e manchevole e caduco. Questa sarà l'umile opera che
+cercherò di fare alla meglio nel presente studio.
+
+ *
+ * *
+
+Innanzi tutto, il Daudet dev'essere qualificato _impressionista_.
+Questo miope ha una gran virtù di osservatore.
+
+Lo sforzo per veder bene acuisce la sua attenzione, imprime più
+profondamente nella sua memoria le cose vedute, e la vivace sua
+fantasia meridionale non deve fare nessun conato per renderle col
+magistero della parola. Certe volte l'evocazione è così intensa, che
+perde la qualità di opera d'arte e, da descrizione che avrebbe dovuto
+essere, riesce enumerazione e niente altro; ma questo, bisogna dirlo,
+gli accade di rado.
+
+L'osservatore è intanto anche un sensitivo, un sentimentale, un poeta.
+La sua anima è piena di fantasticherie e di compassione; egli
+s'intenerisce facilmente; ama meglio sorridere che sdegnarsi; perciò
+mentre la sua visione delle cose esteriori è intensa e minuta, e le
+impressioni del paesaggio e delle scene della natura si trasformano
+agilmente dentro di lui in immagini artistiche, il suo sguardo non
+penetra addentro nell'intimo spirito delle persone che non possono
+riuscire simpatiche al suo cuore. Da ciò una sproporzione, un
+disquilibrio nella sua opera d'arte. Il poeta guasta il romanziere.
+
+E soltanto poeta egli arrivava a Parigi nel novembre del 1857 a
+diciotto anni, portando con sè nella misera valigia la maggior parte
+dei componimenti poi pubblicati sotto il titolo _Les Amoureuses_.
+
+Un critico scrisse allora: «Alfredo de Musset, ha lasciato due penne a
+disposizione di chi poteva prenderle: la penna della prosa a quella
+dei versi. Ottavio Feuillet aveva già ereditato l'una; Alfonso Daudet
+si è impossessato dell'altra.»
+
+Si vede bene che i critici fanno male a indossare la veste di profeti!
+
+Teodoro de Banville ci ha lasciato il ritratto del giovane poeta.
+«Testa maravigliosamente incantevole; carnagione di un pallore caldo,
+color d'ambra; sopracciglia diritte e morbide; occhi fiammeggianti,
+vaghi, umidi in una e brucianti, pieni di fantasticherie, occhi che ci
+vedono poco, ma belli a vedersi; labbra voluttuose, pensose, quasi
+sanguinanti; barba fine, infantile; capellatura fitta, abbondante
+bruna; orecchio piccolo e delicato; insieme di virile rigoglio e di
+grazia femminile.»
+
+I salotti e le signore avevano fatto la fortuna delle _Amoureuses_; Il
+_Figaro_ doveva rivelare lo scrittore di novelline. Parecchie di esse
+erano appena una transizione dai raccontini in versi e dialogati, come
+_Le roman du Chaperon Rouge_, _les Rossignols des cimetières_,
+_l'Amour trompette_. Brevi come questi, poetici nella sostanza e
+nella forma, quantunque non vi fosse adoprato più il verso, essi hanno
+preso posto nelle _Lettres de mon moulin_, nei _Contes du lundi_,
+nelle _Lettres à un absent_. Sono fantasie, ricordi, note di
+impressioni fugaci, che, dopo i disastri francesi del '70, assumono
+talvolta un'elevazione tragica, un'espressione di sdegno non potuto
+reprimere. Rammento _L'ultima classe_, _La partita di bigliardo_. Quel
+povero maestro Hamel che col cuore infranto, dà l'ultima lezione in
+francese ai suoi scolari alsaziani, perchè il governo prussiano ha
+ordinato che da allora in avanti si dovrà studiare soltanto il tedesco
+nelle scuole; e che alla fine della lezione, preso un gessetto, scrive
+a grosse lettere su la lavagna: _Viva la Francia!_ e barcollante, con
+le lagrime agli occhi, dice soltanto col gesto agli scolari
+sbalorditi:--È finita! Andatevene!--quella figura di vecchio maestro
+di villaggio, che ancora porta l'antico tricorno, rimane
+indimenticabilmente impressa nella memoria, quantunque il racconto sia
+di quattro o cinque paginette.
+
+E come fa fremere quel maresciallo che, acquartierato in un castello
+del tempo di Luigi XIII--mentre i suoi soldati intirizziscono fuori,
+coi piedi nel fango, morti di fame--giuoca al bigliardo con un
+capitano che perde appositamente per adulare il superiore da cui
+dipende il suo avanzamento! I prussiani, sopravvenuti, hanno già
+attaccato gli avamposti; la fucilata incalza, incalzano anche le
+bombe. Gli ufficiali francesi accorrono dal maresciallo, chiedendo
+ordini; ma egli non smette di giuocare, ingessa tranquillamente la
+stecca, tenta delle carambole. Che gli importa se fuori si combatte e
+si muore? Quando la sua partita finisce, i reggimenti francesi sono
+già sbaragliati, e attorno al castello si ode soltanto un rumore
+confuso di passi simili a quello di un armento che fugge!
+
+In questi mirabili capolavori si trovano tutte le buone qualità
+dell'ingegno del Daudet, senza nessuno dei difetti che egli mostrerà
+quando dal quadretto di genere passerà a dipingere i grandi quadri
+della corrotta vita parigina.
+
+Da principio sembra che nei lavori di lunga lena egli facilmente si
+annoi, e cerchi volentieri l'occasione di distrarsi. E le narrazioni
+complicate assumono quindi fra le sue mani un'aria di cosa scucita,
+frammentaria. Si capisce da un capitolo all'altro, la disposizione del
+suo spirito. Mentre è ingolfato a raccontare il crudo dramma di casa
+Risler, e già trova accenti di vigore e di forza nel descrivere e gli
+adulteri amori di Sidonia con Giorgio Fromont, socio di suo marito, e
+tutti gli infami intrighi di essa che conducono l'onesto e buon Risler
+al suicidio, egli si sente a disagio tra quei personaggi. Ah, che
+sforzi in questa continua tensione di spirito! E, appena può, scappa
+via, in casa dell'illustre Dolabelle che lo diverte con la sua vanità
+di comico di provincia smarrito per le vie di Parigi, con le sue pose,
+col suo accento teatrale, con quell'aria di sacrificato in contrasto
+con la sua pinguedine e con la lucentezza della sua pelle! E come lo
+accarezza, come gli sta attorno, come se lo gode lui, prima di
+presentarlo ai lettori! Ogni suo gesto, ogni suo atto è stato mimato
+da lui, ogni sua parola gli è venuta su le labbra con lo stesso falso
+accento di lui; egli è stato Dolabelle, immaginando e scrivendo. E
+quando gli fa scappar di bocca una di quelle frasi incredibili che
+sono stupende trovate di artista, la gioia e la soddisfazione dello
+scrittore traspariscono tra le righe, invadono anche il lettore, che
+si vede davanti agli occhi, vivo e parlante, il personaggio. Come, per
+esempio, quando l'illustre Dolabelle conduce dietro il convoglio
+funebre di sua figlia Desiderata tutti i comici dei teatrucoli di
+Parigi, e invanito per la solennità della cerimonia, additando le due
+carrozze che seguono il corteo, esclama serio e impettito:
+
+--Due vetture padronali!
+
+Così farà il Daudet più tardi nel _Nabab_, con la famiglia _Joyeuse_.
+E gli parrà quasi di ritrovare un riscontro all'illustre Dolabelle in
+persona del signor Joyeuse che, perduto l'impiego, per non addolorare
+le figliuole, nasconde ad esse per tre lunghi mesi la sua disgrazia;
+e tutte le mattine finge di andare, come era solito, al suo ufficio, e
+passa la giornata errando qua e là per Parigi, fantasticando le
+storielle che dovrà poi raccontare alle figlie a fine di far durare il
+loro inganno.
+
+Così praticherà, più tardi ancora, in _Numa Roumestan_.
+
+Ma, a proposito di questo romanzo, bisogna aprire una parentesi.
+
+Fra il gran tumulto della vita parigina, Alfonso Daudet ha
+continuamente la nostalgia del suo mezzogiorno. La nebbia che là
+infosca il cielo, il fango che imbratta scarpe e calzoni, gli fanno
+sospirare il profondo azzurro del cielo provenzale e quello più
+costantemente limpido di Algeri, dove, anni prima, avea dovuto
+ricercare ristoro alla sua malferma salute. Da questa doppia nostalgia
+era già scaturito _Tartarin da Tarascon_, armato di tutto punto per le
+sue caccie di leoni!
+
+Tartarin sognava caccie di orsi, di leoni, di elefanti, centellinando
+bicchierini di rhum in quel suo salotto parato di armi d'ogni sorta e
+di ogni tempo. E dire che, da buon provenzale, avrebbe dovuto
+fantasticare soltanto bei colpi ai _berretti_, quei bei colpi con cui
+i suoi amici si solevano compensare, nelle partite di caccia, della
+selvaggina che non trovavano!
+
+Ma di mano in mano che la fantasia di Tartarin si eccitava e
+divampava, si eccitava maggiormente e prendeva fuoco la fantasia del
+suo creatore. E questa volta era proprio vero che il Dio foggiava la
+sua creatura a immagine e similitudine sua! Se non che, il Dio si
+divertiva dell'opera che andava facendo e della caricatura di sè
+stesso che ne scaturiva fuori. Il provenzale che, credendo di
+ammazzare un leone, stendeva morto dietro una siepe un povero somaro,
+non era diverso dal provenzale che si compiaceva di fargli fare quella
+e altre ridicole prodezze. Tutti e due mentivano, esageravano,
+prendevano diletto della propria esagerazione e della propria menzogna
+scaturite dal fondo di un organismo infiammato dal sole della loro
+cara Provenza. Rare volte una creazione artistica era riuscita così
+intimamente improntata del carattere dell'autore e della razza.
+
+Coloro che hanno avuto la fortuna di gustare la conversazione
+famigliare di Alfonso Daudet dicono che par di riudirne la voce
+durante la lettura dei suoi libri. Quello stile spezzato, di scorcio
+scintillante di immagini, riboccante di esclamazioni, di apostrofi, di
+tutte le figure che la rettorica ha enumerate e che là vengono al lor
+posto spontaneamente, come ribollimento anzi spuma del pensiero
+concitato, è precisamente la sua parola ordinaria un po' infrenata,
+epurata, quasi inconsapevolmente adattata dall'arte. Sarà, forse
+(diciamolo per compiacere gli stilisti) stile disuguale, scorretto; ma
+ha il fuoco della vita, il fremito del movimento, la commozione, il
+pittoresco, l'imprevisto, come secoli avanti l'aveva avuto, in
+Italia, quello di Benvenuto Cellini, che non si curava anche lui della
+grammatica dei pedanti e dettava, tra un cesello e l'altro, la
+meravigliosa narrazione sventuratamente rimasta caso isolato nella
+nostra letteratura.
+
+E il Tartarin che scrive come ride delle famose gesta del Tartarin
+eroe che gli balza vivo da ogni pagina, gesticolante, ebbro delle sue
+stesse madornali fandonie, dalle quali egli si lascia illudere con
+pienissima buona fede, quasi quanto gli altri a cui le sballa!
+
+_Numa Roumestan_ è un Tartarin più elevato, ma artisticamente meno
+sincero. Anche questa volta la nostalgia della Provenza ha invaso il
+cervello del Daudet; ma questa volta risulta _Tartarin_ proprio lui
+che racconta.
+
+Ha avuto un colpo di sole; ha visto il Gambetta nel colmo della sua
+potenza e n'è rimasto abbagliato. Infatti, nei primi capitoli del
+romanzo il lettore non può far a meno di pensare al Gambetta; i nomi
+cambiati non riescono a ingannarlo. Aps è Aix; Numa Roumestan è il
+gran latino che ha conquistato nuovamente la Gallia. «Quella festa del
+concorso nazionale nell'arena d'Aps (mi sia permesso ripetermi) sotto
+il sole cocente, con quella folla in ammirazione davanti al grand'uomo
+di provincia, Numa Roumestan, che distribuisce a destra e a manca
+saluti alla buona, strette calorose di mano, incoraggiamenti e
+promesse d'ogni sorta mentre le bande strepitano e i contadini si
+slanciano a ballare la _farandole_ al suono del piffero e del tamburo
+del Valmajour, primo tamburinaio della Provenza; quella festa ci
+richiama alla mente altre riunioni della stessa natura, delle quali
+abbiamo letto le descrizioni nei giornali, quando il latino dalle
+larghe spalle e dalla parola possente andava attorno per convertire le
+turbe al suo vangelo opportunista. Poi si torna indietro, assistiamo
+ai primi passi del grand'uomo nella carriera politica. Quella testona
+dalla nera capigliatura che gli _mangia_ metà della fronte, quella
+faccia col sangue a fior di pelle, coi begli occhi dorati, di
+ranocchio, quel giovane studente, insomma, che passa le serate al
+caffè Malmus, nel quartiere latino, discutendo in dialetto coi focosi
+compaesani, e poi quel processo di stampa del _Furet_ che rivela, più
+che agli altri, a se stesso, un oratore di prima forza nel giovane
+avvocato senza cause, ci ricordano anch'essi il latino dalle larghe
+spalle e dalla parola possente, che sotto il secondo impero
+frequentava, ancora studente, il caffè Procopio, esercitandosi con
+colpi di pugni sui tavolini nella grand'arte della discussione, e che
+dopo, nel 1868, già laureato e uscito dallo studio del Cremieux, nel
+processo Baudin lanciava, invece della difesa del cliente Delescluze,
+un terribile atto di accusa contro l'impero in via di sfasciarsi.
+
+L'autore però, che non avea preso sul serio Tartarin, che lo aveva
+accompagnato con un benevolo sorriso di compatimento e con risate
+quasi di ammirazione dalla sua partenza per Algeri fino al trionfale
+ritorno in Tarascona assieme col famoso cammello che ha voluto
+seguirlo a ogni costo, commette lo sbaglio di accigliarsi, di
+sdegnarsi a ogni atto e a ogni parola di Numa Roumestan, e ha
+incaricato l'antipatica parigina, moglie di Roumestan, di far la parte
+di moralista. La razza! La razza! Ed egli incolpa il Roumestan delle
+cose più semplici e più innocue, quasi nessun parigino fosse mai
+capace di dire una sola di quelle piccole bugie, che sono, più che
+altro, espressioni di convenienze sociali!
+
+Così Numa fa la corte alla figlia di un Consigliere della Corte
+d'Appello; non l'ama, ma gli sembra conveniente sposarla. E siccome sa
+che la ragazza non può soffrire i meridionali da lei stimati
+grossolani, chiassosi, tenori da melodramma o negozianti di vino, il
+giovane provenzale s'ingegna d'ingraziarsela; le ripete, forse
+involontariamente--come nota l'autore--brani di discorsi politici da
+lui recitati al caffè, nelle conferenze, e l'abbaglia con gli sprazzi
+della sua fulgida eloquenza.
+
+Delitto!
+
+--Amate la pittura, signore?--ella gli domanda.
+
+--Oh, signorina, se l'amo!--risponde Numa, quantunque sappia di non
+capirne niente.
+
+Delitto!
+
+Eppure questa poca scrupolosa esagerazione meridionale monta la testa
+anche al Daudet; non è compaesano di Tartarin per nulla.
+
+--Flamme et vent du midi, vous êtes irresistibles!--egli esclama,
+entusiasmato.
+
+Quasi non fosse stata bastante l'esagerazione di lui posta per
+epigrafe del libro: _Pour la seconde fois, les Latins ont conquit la
+Gaule!_»
+
+_Numa Roumestan_ ha un valore per la storia dell'ingegno artistico di
+Alfonso Daudet: segna il punto di partenza della sua ultima
+evoluzione. Si era smarrito, per qualche tempo, dietro gli
+allettamenti del romanzo, diremo di circostanza, col _Nabab_ e _Les
+Rois en exil_ e vi aveva profuso tesori di osservazioni e di
+descrizioni che daranno a questi lavori il pregio di documenti storici
+in avvenire; era fallito nella terza prova con L'_Evangéliste_. Ora,
+col _Numa Roumestan_, pur cedendo un'ultima volta alle lusinghe di un
+soggetto che lasciava trasparire qua e là personaggi viventi dietro le
+figure dell'arte, sembrava si fosse, innanzi tutto, occupato della
+forma, per rispondere a coloro che lo accusavano di servirsi di uno
+stile troppo impennacchiato, troppo straluccicante; a coloro che gli
+rimproveravano la mancanza di proporzione negli episodi, l'eccesso
+evidente nella ricerca dei contrasti. E a forza di sorvegliarsi,
+d'infrenarsi, egli, meridionale, compaesano di Tartarin, di quella
+razza provenzale che vive all'aria aperta, inebbriata di sole, tutta
+sensi, tutta esteriorità, che parla come l'uccello canta, facendo
+della propria parola non un mezzo ma un fine; di quella razza che non
+ha misura, che ha l'esagerazione nel midollo delle ossa, nei nervi,
+nel sangue; egli, Daudet, riusciva grigio, monotono, per aver voluto
+architettare il suo lavoro con regolarissime proporzioni di parti,
+senza divagazioni, senza contrasti.
+
+Ci fu allora chi, studiando questo strano fenomeno, si domandò: Che
+vuol dire?
+
+E rispose: «Secondo me, vuol dire che questo libro è la _forma
+transitoria_ dell'evoluzione artistica del Daudet. Qui comincia a
+mancare l'accento personale, la commozione intensa dello scrittore, e
+i personaggi, se non si disegnano netti e spiccati, tentano di vivere
+da per loro. Guardando all'ingegno di Daudet, non è ardito presagire
+che nel suo prossimo romanzo potremo salutare la sua evoluzione
+artistica già bella e compiuta».
+
+Chi scrisse queste parole ebbe un senso di gran soddisfazione quando
+_Sapho_ venne fuori a confermare mirabilmente il presagio.
+
+ *
+ * *
+
+_Sapho_ fu una sorpresa per molti lettori del Daudet. Dietro quelle
+creature, appassionate, tormentate, buone, cattive, stravaganti,
+perverse, che annodano un dramma di spaventevole semplicità, non
+s'intravedevano figure note, personaggi in vista.
+
+I critici si sentivano anch'essi fuorviati, quasi ingannati. Come era
+stato bello tormentare un po' l'autore, rimproverandogli di servirsi
+della cronaca, dell'aneddoto contemporaneo, per dare ai suoi libri un
+piccante che altrimenti non avrebbero avuto!
+
+Com'era stato comodo fargli scontare la gloria letteraria attaccando
+l'uomo, accusandolo di ingratitudine verso il conte de Morny, il
+_Mora_ del _Nabab_; di calunnia contro Francesco Bravay, il _Nabab_ in
+persona; di esagerazione contro il Thérion, l'Eliseo Méraut dei _Rois
+en exil_; di sconvenienza verso Sarah Bernhardt sospettata di essere
+l'originale della _Félicia Ruys_; di non so quale altra colpa contro
+il senatore Numa Baragon che si diceva avergli servito pel _Numa
+Roumestan_!
+
+E ora, con _Sapho_, niente di tutto questo! Appena qualche sospetto
+intorno al vecchio ingegnere galante Déchelette.
+
+E quasi quasi se la prendevano con quei personaggi che vivevano
+indipendenti, come nella vita reale, senza essere neppur dalla lontana
+il riflesso di altre persone della società contemporanea; che amavano,
+che tradivano, che si lasciarono illudere, che commettevano pazzie, e
+che, pur non somigliando particolarmente a nessuno, erano come lo
+specchio di tutti, perchè non rappresentavano più un caso
+eccezionale, patologico ma la natura umana schietta, con le idealità,
+le miserie, le falsità della passione e del vizio che rendono bella e
+triste la vita, la giovinezza specialmente!
+
+Eppure l'artista aveva adoperato con Fanny Legrand, _Sapho_, col suo
+adorato Jean Gaussin, con l'ingegnere Deschalette e col marito di
+Fanny Legrand, l'identico processo adoperato nel dipingere i grandi
+quadri della vita parigina; cioè, aveva aguzzato gli occhi miopi
+attorno a sè, aveva osservato, preso appunti, rimuginato impressioni,
+fuso insieme due, tre, quattro personaggi della realtà per formarne
+uno solo, eliminando alcune particolarità, accumulandone altre,
+proprio come era riuscito a trarre Jansoulet dai pochi casi di
+Francesco Bravay, attribuendogli una bella morte che il personaggio
+reale, ridotto alla miseria, dovette spesso invidiargli; dandogli
+un'ingenua nobiltà di animo che il personaggio reale non possedeva
+così intera, mettendo nelle ultime parole del romanzo tutta la sua
+tenerezza di poeta:
+
+«Le sue labbra si agitarono, gli occhi dilatati, rivolti verso Géry,
+ritrovarono prima di morire un'espressione dolorosa di implorazione e
+di ribellione, quasi per prenderlo in testimonio di una delle più
+grandi e più crudeli ingiustizie che Parigi abbia mai commesse».
+
+È vero che nello scandalo letterario s'infiltrava un po' la politica.
+I legittimisti non gli perdonavano di essersi acconciato tacitamente
+al secondo impero e poi alla repubblica; non gli perdonavano--a lui
+che aveva orgogliosamente detto al Morny: Io sono legittimista! sul
+punto di diventare uno dei suoi segretari di gabinetto--di essersi
+tenuto in disparte, di non essersi voltato un momento a guardare verso
+il castello di Frohsdorf, quando era parso che la restaurazione della
+monarchia stava lì lì per avverarsi. Fingevano di aver dimenticato le
+roventi parole del Daudet nelle ultime pagine del _Robert Helmont_:
+
+«O politica, io ti odio! Ti odio perchè sei grossolana, ingiusta,
+strillona e chiacchierona; perchè sei nemica dell'arte e del lavoro;
+perchè tu servi di etichetta a tutte le sciocchezze, a tutte le
+ambizioni, a tutte le poltronerie. Cieca e appassionata, tu dividi
+cuori fatti per stare uniti; tu leghi, al contrario, esseri
+assolutamente dissimili. Tu sei il gran dissolvente delle coscienze,
+tu dài l'abitudine della menzogna, del sotterfugio: in grazia tua,
+vediamo brave persone diventar amici di birbanti purchè siano dello
+stesso partito. Ti odio sopratutto, o politica, perchè sei fin
+arrivata ad uccidere nei nostri cuori il sentimento, l'idea della
+patria!»
+
+Ma la più bella risposta dell'artista era il suo capolavoro, _Sapho_.
+La curiosità, l'indagine storica faranno certamente ricercare nel
+lontano avvenire le smaglianti pagine del _Nabab_, del _Numa
+Roumestan_, dei _Rois en exil_ e forse anche dell'_Evangéliste_; ma
+tutti i cuori tormentati dall'amore, ma tutti gli illusi dal falso
+miraggio della passione torneranno a rileggere le pagine di _Sapho_,
+dove ritroveranno non l'incidente d'un momento, l'aneddoto d'una breve
+fase storica, ma l'eterno spettacolo dell'umana debolezza, narrato
+serenamente, delicatamente e senza che la delicatezza noccia
+all'efficacia e alla forza.
+
+ *
+ * *
+
+Io non ho neppur fatto cenno di _Petit Chose_ e di _Jack_ che son
+rimasti oscurati dai loro fratelli venuti dopo. Non dirò niente
+dell'opera teatrale del Daudet, che non ha importanza di sorta,
+quantunque egli abbia tentato di usare pel teatro tutte le sue belle
+qualità di scrittore.
+
+Che cosa è stato apportato dal Daudet nella forma del romanzo?
+
+Egli sopravveniva in pieno naturalismo, per esprimermi con la formula
+di uso, dopo il Flaubert, dopo i De Goncourt, dopo lo Zola. Alla
+impassibilità troppo ostentata del primo, alle preoccupazioni
+stilistiche e di colorito dei secondi, all'epica e un po' romantica
+ispirazione del terzo, unita a un problematico rigore scientifico,
+egli ha recato in contributo una bella facoltà di commozione, una
+giocondità alata di poeta, la sincerità alquanto chiassosa di una
+brava persona indulgente.
+
+Ha mostrato che si poteva tentar di fare lavoro di artista senza nè
+troppo nascondere nè mostrar troppo che, infine, l'opera d'arte è la
+natura passata attraverso l'organismo dello scrittore e da esso un po'
+modificata, se non del tutto alterata; che le preoccupazioni
+stilistiche non debbono soverchiare nell'opera d'arte quel che ne
+costituisce la parte essenziale, cioè, la creazione del personaggio
+vivente; che la rigorosa osservazione non deve implicare
+l'intromissione di argomenti scientifici da produrre, con la tesi, una
+deformazione dell'opera d'arte; ha mostrato che si poteva tentare
+tutto questo, e il suo tentativo non è stato vano.
+
+Fino a che punto sia riuscito, quali influenze abbia egli esercitato
+nell'arte narrativa contemporanea e se egli abbia lasciato germi che
+potranno germogliare a tempo opportuno può, forse, risultare dal
+frettoloso schizzo che ho fatto.
+
+E poichè intendo finire questo studio parlando dell'uomo, dirò
+qualcosa dell'_Immortel_ che sembra una stonatura nella sua carriera
+di scrittore.
+
+L'artista, in un cattivo momento--chi non ne ha nella vita?--aveva
+ceduto a un impeto di sdegno, che egli, con la focosa natura
+meridionale, si era compiaciuto subito di ingrossare. Aveva
+fatto--sembra--come il proverbiale compare della mula di cui parla un
+aneddoto siciliano. Costui andando a chiedere in prestito una mula da
+un suo compare, riflette per via che questi troverà mille scuse per
+non fargli quel favore. Supposizione, sospetto; egli però fantastica
+tanto intorno a questa idea, che finisce con scambiarla per un fatto
+già avvenuto. E tiene broncio al compare; se lo incontra per via,
+finge di non riconoscerlo o non risponde al saluto di lui. Fa peggio:
+con amici comuni dice male dell'ingrato compare che ha avuto il
+coraggio di negargli così piccolo favore. Non gliela avrebbe rovinata
+quella sua mula, caso mai! E più ci pensa su, e più s'imbroncia, e più
+si sdegna. Alfine il compare va a domandargli:--Compare mio,
+perchè?--Per la mula. Non avete voluto prestarmela.--Non l'avete
+chiesta.--È vero. Ma ho pensato che non me l'avreste prestata lo
+stesso....
+
+Il Daudet rimase al broncio. Immaginando, forse, che l'Accademia non
+avrebbe voluto saperne di lui, scrisse l'_Immortel_. La satira passò
+il segno; la freccia rimase spuntata.
+
+A furia di caricare d'obbrobrio l'accademico Astier-Réhu, l'artista
+spinge il lettore a scuotersi dallo sbalordimento che gli danno tante
+nefandezze e tante imbecillità, lo forza a riflettere; e allora tutto
+il romanzo gli crolla davanti come un edificio di carte da giuoco, non
+ostante la magìa di molti particolari, non ostante che lo stile si sia
+avvantaggiato dell'eccitazione dell'autore per riuscire più vibrato,
+più denso, elettrico quasi.
+
+E forse l'_Immortel_ non era opera di malignità, nè di invidia, nè di
+altro sentimento cattivo, ma una semplice birichineria, simile a
+quelle che Ernesto Daudet ha raccontate nel volume _Mon frère et moi_,
+quando Alfonso studiava assieme con lui nel liceo di Lione. Me lo fa
+supporre la risposta da lui data a un compaesano che gli parlava
+dell'indignazione suscitata fra gli accademici dall'_Immortel_:
+
+--Eh? Un bel sasso nel pantano dei ranocchi! Gracideranno più di un
+mese!
+
+Lo divertiva l'idea di quel gracidìo di accademici.
+
+Se non si accetta questa spiegazione, l'_Immortel_ rimane un atto
+inesplicabile nella vita del Daudet, una aberrazione enorme.
+
+Ma ora egli riposa nella pace della tomba e non gli importa più niente
+di tutte le accademie di questo mondo, compresa anche quella del suo
+amico De Goncourt.
+
+Artista, ha avuto, vivente, tutta la gloria possibile.
+
+Uomo, ha avuto nella famiglia tutta la possibile felicità. La sua
+buona sorte non solamente lo aveva preservato dalla sciagura di uno di
+quegli amori che gli hanno fatto scrivere, come ammonimento ai suoi
+figli, _Sapho_; ma gli aveva regalato, nel fiore della giovinezza,
+una compagna, un'anima di artista fina e seducente quanto lui.
+
+Egli ha ringraziato con eloquenti parole colei che è stata fino
+all'ultimo la sua regolatrice del lavoro, la discreta consigliera
+delle sue ispirazioni, la serena stella della sua casa:
+
+«Ella è così artista! Ha preso tanta parte in tutto quel che ho
+scritto! Non c'è una sola delle mie pagine, ch'ella non abbia
+riveduta, ritoccata, e dove ella non abbia sparso un po' della sua
+bella polvere azzurra e dorata. E così modesta, così semplice, così
+poca donna di lettere! Io avevo espresso, un giorno, tutto questo e la
+testimonianza della sua tenera ed instancabile collaborazione in una
+dedica del _Nabab_, che mia moglie non ha voluto permettermi di
+pubblicare e che ho conservato soltanto in una dozzina di esemplari
+regalati ad amici.»
+
+Ella, alla sua volta, ha svelato con grazia squisita il segreto della
+loro collaborazione:
+
+«La nostra collaborazione? Un ventaglio giapponese: da un lato,
+campagna, personaggi, cielo; dall'altro, ramoscelli, petali di fiori,
+lievi accenni di fronde, quel po' di colore, quel po' di doratura che
+rimane all'ultimo nel pennello di un pittore. E questo lavoro minuto
+lo faccio io, badando che le mie cicogne volanti non guastino il
+paesaggio invernale, o, la mia vegetazione, sul fondo bruno dei
+lembi, il paesaggio primaverile che è dipinto dall'altra parte».
+
+E intanto tutto è finito! Questa mirabile armonia di due cuori e di
+due menti è rotta per sempre!
+
+La folla che settimane fa si accalcava per le vie di Parigi facendo,
+riverente e commossa, ala al passaggio del feretro di Alfonso Daudet,
+oggi irrompe furibonda per le stesse vie, insultando chi si è
+generosamente costituito cavaliere della giustizia e della libertà,
+Emilio Zola. Se qualche eco dell'indegna gazzarra arrivasse laggiù, o
+lassù, fino a lui, Alfonso Daudet avrebbe ragione di ripetere:
+
+--_O politique, je te haïs!_
+
+
+
+
+GOETHE.
+
+
+Qualcuno ha detto:--Davanti a una bell'opera d'arte io ammiro come un
+bruto.--Probabilmente questo è il miglior modo di ammirare. Sentirsi
+compenetrare dall'intimo senso della bellezza, da non aver tempo di
+ragionare o di sofisticare, è anche la più alta prova del valore di
+un'opera d'arte. Ma è difficile mantenere immacolata questa specie
+d'innocenza battesimale del senso estetico. Lo spirito umano ha
+bisogno di variare le sue impressioni; così alla sua ammirazione da
+bruto segue sempre l'ammirazione che ragiona o che pretende ragionare.
+C'è qualcosa del fanciullo in noi, che permane non ostante l'età; a un
+certo punto, vogliamo tutti vedere com'è fatto quel giocattolo che ha
+servito a divertirci, e spesso, per soddisfare questa curiosità,
+distruggiamo il giocattolo, l'opera d'arte, proprio come fanno i
+fanciulli.
+
+Veramente il paragone non è esatto: l'opera d'arte rimane quella che
+è; il disastro avviene nelle nostre impressioni. Gli antichi su
+questo particolare erano, o sembrano, più fortunati di noi. Non
+ricercavano col lumicino quali relazioni avesse l'opera d'arte col
+carattere, con l'organismo, con l'atavismo dell'autore, o almeno non
+si accanivano in questa ricerca come facciamo noi e non ne traevano le
+conseguenze che ne tiriamo noi. Se ci fossero pervenute tutte le
+scolie dei grammatici, possederemmo forse oggi indiscrezioni, notizie,
+favole, intorno agli antichi autori, da farci vedere che il
+pettegolezzo dei critici non è poi cosa tutta moderna. I pochi
+documenti che ci rimangono autorizzano questa supposizione. Così, per
+esempio, sappiamo che Orazio aveva gli occhi cisposi; che lo stomaco
+di Virgilio digeriva difficilmente; che Sofocle si era così senilmente
+affezionato al figlio naturale avuto da una donna di Sicione, da
+provocare un processo in famiglia; ma gli occhi cisposi di Orazio, lo
+stomaco debole di Virgilio, la senile affezione di Sofocle non sono
+serviti, per quel che ne sappiamo, di cemento estetico-psicologico
+alle odi, alle epistole, alle egloghe alla Georgica, all'Eneide, nè
+all'Antigone o all'Epido a Colono.
+
+Oggi no. Così dicendo non mi passa pel capo di voler discreditare gli
+studi psicologici o psicopatici che sono, con tutte le loro
+esagerazioni, gloria e onore della scienza moderna. Noto il fatto per
+discuterlo un po' a proposito di un libro che chiama alla sbarra
+della giustizia Volfango Goethe[6], e gli chiede conto,
+rispettosamente, coi riguardi dovuti a tanta grandezza, del processo
+creativo con cui sono state messe al mondo tutte le sue opere d'arte.
+
+ *
+ * *
+
+In Edoardo Rod è avvenuto il fenomeno a cui accennavo in principio.
+«Dieci anni fa, egli dice, ebbi l'occasione di fare nella Facoltà di
+lettere di Ginevra, un corso di lezioni intorno al Goethe. Come tutti
+coloro che si accostano al grand'uomo, ne sentii fortemente
+l'influenza. Le mie lezioni e alcuni articoli da me pubblicati in quel
+tempo furono l'espressione di un entusiasmo senza riserve di sorta
+alcuna. Un viaggio a Weimar, nuove letture e nuove riflessioni
+arrecarono a poco a poco sfumature e modificazioni nelle impressioni
+primitive. Il Goethe è, tra gli scrittori, quello che ha preso
+l'atteggiamento più schietto di faccia ai problemi della vita; è
+dunque naturale che il giudizio intorno a lui si vada trasformando con
+la esperienza dell'età.»
+
+Egli ha riacquistato, in questa sua nuova condizione, quella libertà
+di spirito ch'era stata sopraffatta dalla violenza delle prime
+impressioni, ed ha avuto la buona idea di liberamente scrivere un
+libro liberamente pensato, senza fanatismo, nè acrimonia. Per questo
+il suo lavoro è riuscito interessantissimo, e sarà letto con profitto
+anche da coloro che dissentono dai principî che gli servono a
+sostenere la sua tesi.
+
+Giacchè il libro ha una tesi; e forse a parecchi, arrivando all'ultima
+pagina, parrà o che l'autore non sia molto convinto della bontà di
+quella, o che la luce del gran sole goethiano sia riuscita ad
+abbagliarlo di nuovo. E questa ultima pagina sarà giusto trascriverla
+intera. Ma prima bisogna dire qual'è la tesi. L'opera d'arte del
+Goethe, o quella parte della sua opera dove la creazione artistica ha
+raggiunto il culmine della perfezione, è talmente legata alle
+vicissitudini della sua vita, e questa vita è stata, per forza di
+innato vigore e per forza di volontà, foggiata talmente da riuscire
+essa stessa una grand'opera d'arte, che diventa difficilissimo il
+giudicare l'opera letteraria, senza cedere alla tentazione di metterla
+in riscontro con le circostanze che l'hanno prodotta.
+
+Se non che, in questo genere di critica con cui gli avvenimenti della
+vita dell'autore vengono usufruiti per rivelare le intime ragioni del
+processo artistico, si corre facilmente il pericolo di dare troppa
+importanza alla realtà materiale dei fatti e di diminuire il valore
+della realtà spirituale dell'opera d'arte dalla quale è stata
+trasformata, fino a renderla quasi irriconoscibile, l'altra che n'è la
+causa occasionale; o di non scorgere la manchevolezza dell'opera
+d'arte, illusi dalla corrispondenza di essa coi fatti reali d'onde la
+creazione artistica è venuta fuori.
+
+ *
+ * *
+
+Il pericolo di cui parlo diventa maggiore quando un'idea di moralità
+s'infiltra nel giudizio intorno alla vita, e da questo passa
+inavvertitamente a influire su quello intorno all'opera d'arte.
+
+Il libro del Rod mostra sin dai primi capitoli che la personalità del
+Goethe gli è un po' antipatica; ma fa scorgere anche che quel che più
+gli rende antipatico il Goethe è il _goethismo_, cioè l'adorazione
+incondizionata del modo con cui l'autore del _Fausto_ adatta
+spregiudicatamente sè stesso alle circostanze della vita, e queste
+alla libera espansione e formazione di sè stesso. Ora il _goethismo_ è
+una stupidaggine di cui il Goethe non può essere stimato responsabile.
+
+Quel che gli si può attribuire è l'_olimpismo_, come il Rod lo chiama
+dopo tanti altri, cioè l'egoismo elevato a forza di coscienza, di
+riflessione, di raffinatezza fino a l'ennesima potenza; teorica
+ragionata e pratica, sapiente e speciosa, aggiunge il Rod, la quale
+però non lo differenzia da quella media umanità che fa dell'egoismo,
+senza elevatezza ma con contegno, la regola ordinaria delle sue
+azioni.
+
+Qui mi sembra stia l'inganno. Quest'egoismo, che il Rod ben
+definisce:--indifferenza verso qualunque cosa che non sia il proprio
+sè; ferma risoluzione di voler ignorare gli sconvolgimenti che menano
+con loro gli avvenimenti quotidiani della vita; cura continua di
+allontanare dallo spirito qualunque impressione penosa, dal cuore
+qualunque sentimento che potrebbe agitarlo; e decisa volontà di tirare
+innanzi per la sua strada senza darsi pensiero del danno che si arreca
+agli altri--quest'egoismo comune, volgare, non dà frutti; è sterile
+quand'anche non riesce nocivo. Qualunque mascalzone può esserne
+capace; e se non provoca la nostra indignazione, non attira affatto
+l'ammirazione, pure quando, talvolta, ci trova quasi indulgenti.
+
+All'_olimpismo_ del Goethe, invece, l'umanità intera deve qualcosa.
+Esso non è servito unicamente a lui, ma a tutti; per questo l'umanità
+sente il dovere non soltanto di essere indulgente ma di ammirare. Se
+c'è degli imbecilli che si assumono il diritto di volerlo imitare, il
+torto è tutto di costoro. Sono occorsi secoli di civiltà, circostanze
+straordinariamente aggruppate per produrre il fenomeno spirituale che
+ha nome Volfango Goethe; e queste circostanze non si ripeteranno più.
+È puerile, è sciocco, ostinarsi a tentar di rifare artificialmente un
+prodotto simile, cioè un organismo e uno spirito talmente equilibrati,
+in così felice corrispondenza tra loro, da dar vita a capolavori che
+faranno eternamente parte del patrimonio intellettuale dell'umanità, e
+che danno e daranno ancora per un pezzo mirabile impulso alla nostra
+vita interiore.
+
+In non lontano avvenire, la posterità farà la sua scelta anche tra le
+opere del Goethe. Molte ne dimenticherà, per esempio, tutti i suoi
+lavori drammatici e qualche romanzo. E le belle pagine nelle quali il
+Rod analizza il _Torquato Tasso_ per giustificare le parole del suo
+autore: _Esso è l'osso delle mie ossa, la carne della mia carne_,
+basteranno a coloro che vorranno conoscere come certe forme d'arte
+possano riuscire incompatibili anche con un genio universale qual'era
+quello del Goethe.
+
+Confessioni, documenti di ogni sorta, studî, interpretazioni,
+raffronti però non ci riveleranno mai il segreto con cui lo spirito
+del Goethe ha prodotto quell'organismo, o, se così si vuole, il
+segreto con cui quell'organismo ha prodotto quello spirito. Questa
+grande divina operazione rimarrà sempre un mistero per noi, come tutte
+le operazioni consimili della Natura. La necessità e la libertà hanno
+operato assieme; il Goethe non è, in questo, diverso da una magnifica
+quercia che s'impossessa, con le sue vaste radici, di tutti i più
+eletti succhi nutritivi del terreno dove è nata, a detrimento delle
+altre piante circostanti. Come noi domanderemmo invano alla Natura il
+segreto della vegetazione di questa quercia gigantesca, così
+domanderemo invano il segreto della vita di quell'uomo gigante. Se i
+critici non se ne vogliono persuadere e non sanno rassegnarsi a tale
+ignoranza, vuol dire che non hanno spirito scientifico e filosofico.
+Se gli imitatori, i fanatici non sanno scegliere tra la piccola
+personalità originale, che ogni individuo possiede appunto perchè è
+individuo, e la copia della personalità altrui che li rende impotenti,
+sterili, mediocri, peggio per loro. Mi sembra troppa degnazione
+l'occuparsene. E poi, il _goethismo_ passerà, com'è passato il
+_volterianismo_; resterà Volfango Goethe, o meglio resteranno i suoi
+capolavori, e anche il capolavoro della sua vita, non quello scritto,
+ma il vissuto, e che farà ripetere alle generazioni venture il motto
+di Napoleone:--Voi siete un uomo, signor Goethe!
+
+Ed è, infine, la conchiusione anche del libro del Rod. Libro che ha
+pagine veramente magistrali di analisi arguta e pacata, e che risponde
+allo scopo per cui è stato scritto, quello cioè di spingere gli
+intelletti indipendenti a studiare le opere del Goethe senza
+preconcetti, di gustarle senza esserne sopraffatti, di ammirarle senza
+dare in stravaganze.
+
+«All'ultimo, egli conchiude dopo tanta analisi, si è sempre costretti
+a salutare in lui un uomo che si è sviluppato secondo la sua propria
+legge, realizzando giorno per giorno le sue più intime virtualità, col
+pieno sviluppo di quei germi nascosti che muoiono spesso infecondi
+nei recessi delle anime ordinarie. E questa legge, dalla obbedienza
+alla quale proviene la di lui forza, può essere espressa in termini
+altrettanto chiari quanto l'idea fondamentale del suo capolavoro che
+anch'esso ne dipende: Avendo amato l'azione, egli ha conformato tutta
+la sua vita e adattato il suo intelletto a questo principio
+dominatore. Qui consiste la sua grandezza, e forse tutt'intera. Che
+cosa sia stata la sua incessante attività a traverso i molteplici
+scopi, sarà dannoso per la gloria di lui ricercarlo molto da vicino.
+Così, si può benissimo parlare a lungo intorno a lui, raccontarne la
+vita, discuterlo, smarrirsi nelle tenebre della sua cronologia o del
+suo pensiero senza mai poter giungere una di quelle sentenze che
+dannano o santificano. Le stupende parole del coro degli angeli che
+riassumono il suo capolavoro, riassumono egualmente, in ultima
+analisi, l'insieme delle riflessioni che egli ispira. E arrivando al
+termine di questo lungo studio, non possiamo far altro che ripetere
+con lui arrivato al termine del suo poema:
+
+«Colui che si sforza a un'aspirazione costante, colui può essere
+salvato.»
+
+C'è un'ode tra le poesie del Goethe che dà un'immagine schiettissima
+della mirabile operazione che egli metteva in atto per trasformare la
+realtà delle circostanze in una realtà spirituale superiore. Ricordate
+il mito di Ganimede rapito da Giove? Niente di più materiale. Ora
+leggete:
+
+«Come tu m'inondi dei tuoi ardori, o amata primavera, nello splendore
+del mattino! Ineffabili voluttà si destano nel mio cuore, invaso dal
+sacro sentimento della tua eterna bellezza, o Infinito!
+
+«Oh potessi io stringerti tra queste braccia!
+
+«Oh, io poso sul tuo seno e languisco, e le tue erbe e i tuoi fiori
+premono il mio cuore. Tu estingui l'ardente sete che mi divora, dolce
+brezza del mattino! Tu mi porti il canto dell'innamorato usignuolo,
+che m'invita dal nebbioso fondo della vallata. Eccomi! Eccomi! Dove io
+vo? Dove?
+
+«Lassù, lassù io aspiro! Le nuvole nuotano, discendono, si abbassano
+verso l'ansioso amore.
+
+«Venite, venite! Accoglietemi nel vostro seno, abbracciante
+abbracciato! Lassù! Padre dell'universale amore!»
+
+Tutta la vita e tutta l'opera d'arte di Volfango Goethe son
+simbolizzate in quest'ode.
+
+
+
+
+GIOVANNI MELI
+
+(G. Pipitone-Federico, _Giovanni Meli_. I tempi, la vita, le opere.
+Palermo, Sandron 1898.)
+
+
+Le quattrocentoventiquattro pagine di questo volume potrebbero essere
+ridotte quasi a metà, levando via le lunghe citazioni, qualche volta
+ripetute in diversi capitoli, di brani di componimenti del poeta
+siciliano. Ma per coloro che conoscono poco o niente del Meli e che
+non possono facilmente procurarsene le opere, o non sentono grande
+curiosità di ricercarle sospettando insormontabili difficoltà
+nell'intenderne il dialetto, il libro del signor Pipitone-Federico
+riesce utilissimo.
+
+Lo studio intorno ai tempi e alla vita del poeta è fatto ampiamente;
+quello intorno alle opere, un po' farraginoso e troppo polemico.
+All'ultimo, si ha, è vero, l'impressione di aver conosciuto un Meli
+molto diverso da quello, diciamo così, leggendario, e infinitamente
+più simpatico; ma l'apologia del poeta lascia perplessi. Il critico
+insiste più del convenevole su le qualità di pensatore, di filosofo, e
+per poco non dimentica che si tratta di un poeta, di un artista.
+
+La fama del Meli varcò, lui vivente, i confini dell'isola, ed ora il
+suo nome va accompagnato nel continente a quelli del Belli e del
+Porta. Ma i più ne parlano per sentita dire. Gli stranieri forse lo
+conoscono assai meglio di molti italiani. Le traduzioni lo rendono più
+facilmente accostabile; ma le qualità di stile e di forma, che si
+alterano straordinariamente nel passaggio da una lingua all'altra,
+specie trattandosi di poesie dialettali, non daranno mai elementi sodi
+e sicuri per un equo giudizio.
+
+Io, come siciliano, non posso essere sospetto se non sarò pienamente
+d'accordo col signor Pipitone-Federico nella grande ammirazione pel
+Meli. Anni fa, nel _Fanfulla della Domenica_, osai dire che
+bisognerebbe tradurre il Meli in siciliano. La espressione è forse
+eccessiva, ma, anche dopo la lettura di questo volume, non esiterei di
+ripeterla. Parto da un concetto della poesia dialettale che mi sembra
+giusto tuttavia, nonostante quel che il signor Pipitone-Federico ha
+diffusamente scritto in difesa del Meli.
+
+E il giudizio del Finzi, che il critico riporta e che io ignoravo, mi
+pare il più esatto che si sia dato intorno al poeta siciliano finora.
+Dirò subito la ragione. La poesia dialettale implica naturalmente
+l'idea della forma popolare. Il Porta e il Belli, due grandissimi
+poeti, lo hanno istintivamente capito e messo in atto. Il Meli, no. E
+quando dico forma, non intendo solamente la parola del dialetto, ma
+il modo di sentire e di concepire il soggetto. Il Porta e il Belli non
+hanno mai dato impronta _letteraria_ alle cose loro; e questo
+costituisce il massimo loro pregio. Il Meli, invece, è raramente
+popolare, anche dove più la sua natura di poeta e l'argomento lo
+spingevano ad esser tale. Da ciò la meraviglia di coloro che
+accostandosi, timidamente, per la prima volta, alla lettura delle sue
+poesie, le trovano di più facile comprensione che non si erano
+immaginati.
+
+Certamente il vocabolario del Meli è più vario e più ricco, se si
+confronta con quelli del Porta e del Belli; ma questo avviene perchè
+più di metà dei vocaboli che egli adopra sono siciliani fino ad un
+certo punto, o almeno non sono propriamente popolari; così le frasi,
+così il giro del periodo poetico.
+
+A un siciliano di buon gusto, il Meli fa l'effetto di uno che traduca
+alla meglio per farsi intendere da coloro che capiscono soltanto il
+suo dialetto. L'affermazione pare enorme; un esempio la schiarirà.
+Ecco pochi versi, scelti a caso dall'_Idilliu 1º_:
+
+ Tacinu l'ocidduzzi 'ntra li rami;
+ Sula la cucuccinta, ch'era stata
+ La prima a lu sbigghiarsi, ultima ancora
+ Va circannu risettu pri li chiani:
+ Ed ora l'ali soi parpagghiannu,
+ Si suspenni 'ntra l'aria; ora s'abbassa,
+ Ripitennu la solita canzuna.
+
+Traduciamo:
+
+ Tacciono gli augelletti in mezzo ai rami;
+ Sola l'allodoletta, ch'era stata
+ A svegliarsi la prima, ultima ancora
+ Va cercando ricetto per le piane;
+ Ed or con l'ali, a guisa di farfalla,
+ Si sospende nell'aria, ora si abbassa
+ Ripetendo la solita canzone.
+
+Questa traduzione sembra l'originale. Si capisce sùbito che il poeta
+ha sforzato il dialetto, e che, scrivendo, aveva nell'orecchio un
+movimento ritmico disadatto alla natura di esso.
+
+Si noti inoltre che ho scelto un passo dove il dissidio tra la forma e
+il concetto è meno apparente.
+
+Ma questa discussione mi menerebbe troppo lontano e non potrebbe
+interessare tutti i lettori; mi basta averla accennata. Interesserà
+invece la figura del Meli quale risulta dalle pagine del signor
+Pipitone-Federico, che ha potuto usufruire di molti documenti
+recentemente pubblicati e ignorati fuori dell'isola.
+
+Il titolo di abate che va inseparabile dal nome del Meli; molte sue
+poesie, piene di facile e amabilmente stoica filosofia, hanno dato
+origine alla creazione del personaggio fantastico d'un poeta gaudente,
+sensuale, adulatore, parassita. Si diceva: Il poeta ha adombrato sè
+stesso nella _Cicala_ da lui cantata:
+
+ _Cicaledda, tu t'assetti
+ Supra un ramu la matina,
+ Una pampina ti metti
+ A la testa pri curtina,
+ E ddà passi la jurnata
+ A cantari sfacinnata._
+
+Povero abate Meli! Egli quasi prevedeva questo equivoco quando
+scriveva all'arcivescovo Lopez, suo amico e protettore: «L'abate Meli
+(abate però di sole spoglie, senza titolo, senza pensione) fu una
+cicala che assordì col suo canto molta estensione di paese». E
+soggiungeva: «Il secolo ed il paese in cui nacque e visse, e la
+professione che esercitò, fecero sempre a calci con la di lui indole e
+temperamento (_sic_). Vide e gustò qualche volta il piacere, la pace,
+la consolazione, ma soltanto nei sogni che gli somministrarono i
+soggetti delle sue poesie.»
+
+Nato in Palermo il 3 marzo 1740, da un orefice di scarsa fortuna, fu
+messo a studiare nelle scuole gesuitiche; e vi apprese il latino,
+passando sette anni attorno alla grammatica del Padre Emmanuele
+Alvarez, anni che egli rimpianse argutamente nel suo poemetto _La Fata
+galante_. I _Reali di Francia_, i drammi del Metastasio, l'_Orlando
+furioso_ dell'Ariosto svegliavano la sua fantasia; e l'istinto poetico
+del giovinetto cominciò a rivelarsi in componimenti di imitazione. _La
+Fata galante_, scritta a diciotto anni, è già un gran passo; è la
+splendida aurora di un bellissimo giorno.
+
+Intanto, tra un canto e l'altro di quel poemetto, tra un'ode e l'altra
+di fattura rollesca o vittorelliana, tra un capitolo bernesco e
+l'altro, egli studiava medicina. E appena era in caso di
+esercitarla--la laurea non esisteva ancora nell'Università di
+Palermo--le strettezze della famiglia lo costringevano ad accettare
+il posto di medico comunale nel villaggio di Cinisi, a ventiquattro
+miglia dalla capitale. Qua egli era vissuto tra gli accademici della
+_Galante conversazione_, come s'intitolava una riunione di begli
+ingegni e di coltissime persone, e il suo nome accademico era _Lu
+stravaganti_: a Cinisi, si trovava faccia a faccia con la Natura, in
+mezzo a un paesaggio incantevole, tra uomini di vita semplice e
+laboriosa. Curava i suoi malati, si divertiva con la caccia al roccolo
+e con la pesca, e continuava alla meglio i suoi studi di medicina e di
+filosofia. La vita frugale gli permetteva di mandare quasi intero il
+suo magro stipendio alla famiglia. E tra _quelle collinette, tra
+quelle valli, tra quelle roccie rivestite di muschi e di edera_, egli
+concepiva e scriveva la _Buscolica_, che rimarrà il suo maggior titolo
+di poeta.
+
+Era andato in Cinisi innamorato; cinque anni dopo tornava a Palermo,
+chiamatovi dal suo professore di clinica che voleva affidargli la sua
+clientela durante la sua assenza per un viaggio all'estero. Il primo
+amore era sfumato; e il giovane dottore, con l'aureola di poeta e in
+fama di uomo di spirito e di persona gioviale, si vedeva festosamente
+accolto dall'alta società palermitana, specialmente dalle belle
+signore che si disputavano l'onore di aver dedicata e d'ispirare
+qualcuna delle sue odi. Il titolo di poeta noceva un po' all'esercizio
+della sua professione, non ostante che il Meli avesse usata la
+precauzione di vestire l'abito talare, come allora facevano i medici
+per poter avere tra la loro clientela le suore dei monasteri. Pare che
+molte delle sue odi non siano state semplice esercizio poetico,
+reminiscenze o ispirazioni del vecchio Anacreonte. Una baronessa
+Martinez, bellissima e colta giovane signora, la non meno bella
+marchesa Regiovanni, una signora Mantegno, che aveva sul petto un
+graziosissimo neo, entrarono per qualche cosa nell'ispirazione del _Lu
+gigghiu_, _Lu pettu_, _Lu neu_. Il Meli menava di fronte la scienza,
+la poesia e la galanteria: ed è curiosa una sua lettera amorosa che si
+conserva nella biblioteca comunale di Palermo:
+
+«Non è più tempo di dar fede ai pregiudizii dell'infanzia ed alle fole
+dei poeti che vi dipingono Amore fiero, indomito, lascivo, crudele al
+par di un'arpia e d'una megera. Crediamo piuttosto alle veridiche voci
+della natura. Ella non è un nome vano e senza effetto; è un principio,
+un nome, una pura causa, una parte di Dio medesimo, che, occultata nel
+più recondito recesso del cuore umano, ispira, agita e si palesa sotto
+la mascherata (_sic_) di un istinto o sia di un sentimento vivo ed
+animato...... Or questo stesso principio che vi fa amar noi in noi,
+comanda di amar noi in altri. Per sovrumana metamorfosi di amore, chi
+ama vive nell'oggetto amato e questo in lui. Adunque dovendo amar voi
+in voi, dovrete amar voi in me, per diritto di natura, di gratitudine,
+di convenienza.
+
+«Mi direte che in questo istante non sperimentate in voi le voci del
+sentimento così vive che vi spingano ad amare. Sia così; ma di grazia,
+cancellate quella stima pel cagnolino, discacciate il passerino,
+lasciate di apprezzare quelle gioie, quegli arredi, quelle galanterie,
+insomma rivocate quell'affetto disperso in mille oggetti e riunite le
+divise forze d'una potenza così nobile impiegata stoltamente in
+oggetti ignobili e materiali. Ed allora sentirete destar la natura ed
+esortarvi ad impiegare il ricco capitale dei vostri affetti in un
+cuore come il mio, nel quale chi ve ne impiega una parte, nel momento
+appresso ne avrà rese mille per quell'una.»
+
+La galanteria non gli aveva impedito di scrivere le _Riflessioni sul
+meccanismo della Natura, in rapporto alla conservazione e riparazione
+degli individui_ e il discorso _Sulle attrazioni elettive adombrate
+nella mitologia degli antichi_, lavori che dimostrano come sotto il
+poeta ci fosse il pensatore positivo, se non originale, certamente
+audace riguardo ai tempi e alla cultura del suo paese. Le _Riflessioni
+sopra il meccanismo della Natura_ suscitarono quasi uno scandalo, e
+l'autore ne fu intimidito e non scrisse gli altri due libri che
+dovevano compire il lavoro. Non si deve però attribuire al suo merito
+scientifico l'elezione a professore di chimica nell'Università di
+Palermo, che egli ottenne nel 1786; si volle, con essa, dare una
+rimunerazione al poeta. Il Meli in chimica era un mediocre teorico:
+uomo di ingegno e di buona volontà, aiutato dal suo operatore Stefano
+Chiarelli, potè per sedici anni contribuire a diffondere in Sicilia le
+teoriche del Lavoisier.
+
+Intanto, alle sventure domestiche, si aggiungevano una lunga malattia
+e un furto che lo metteva sul lastrico. I ladri gli avevano svaligiato
+completamente la casa, portandogli via trecento ducati di laboriosi
+risparmi, biancheria, vestiti, arnesi. Senza l'aiuto dell'arcivescovo
+Lopez, il Meli sarebbe morto quasi di fame. E di questa disgrazia,
+scriveva poco dopo, scherzando all'arcivescovo lontano: «Intorno al
+rispondere, che sarebbe il maggior incomodo, mi rimetto al laconismo
+della prima lettera di Cicerone: _Si vales, bene est, ego valeo_,
+potendosi risparmiare il _tua tueor_; perchè io in questo mondo non ho
+nè beni, nè affari, nè pretensioni, onde alcuno potesse assumere per
+me la cura: nè io medesimo ho niente da sbrigare, o da custodire,
+giacchè i ladri, com'Ella sa, mi hanno di questa gran cura liberato.»
+
+Il padre del Meli era morto pazzo; uno dei suoi fratelli si era
+rovinato per eccessivo scrupolo nei suoi doveri di procuratore; la
+sorella, che poi moriva matta anche lei, era invasata da tale ardore
+di carità da vendere mobili e biancheria per maritare e dotare le sue
+serve e le loro figliuole; un secondo fratello, monaco domenicano,
+processato dagli altri monaci come dilapidatore dei beni del convento,
+ricorreva al povero abate per farsi cavare da impicci che potevano
+disonorare la famiglia; e viveva alle spalle di lui, quantunque
+abitasse nel convento di Santa Cita. L'abate aveva in mano certe carte
+da cui risultava un credito di once quattrocento (più di tre mila
+lire) in favore del fratello morto e da cui egli aveva ereditato; ma
+un frate lo imbroglia, gli leva le carte di mano col pretesto di
+adoperarle per un accomodamento, e sparisce e non si fa più
+vedere..... Il poeta ha raccontato tutto questo in una specie di
+memorietta da lui scritta, non so a che proposito, in terza persona; e
+finisce malinconicamente: _«Oggi che trovasi ridotto all'osso, altro
+non desidera che questo almeno possa portarlo intero sino alla
+tomba»._
+
+Nel 1806, a un tedesco suo ammiratore, traduttore di parecchie sue
+poesie, e che gli chiedeva notizie per un cenno biografico, il Meli
+scriveva:
+
+«Volete che io mi lusinghi coll'idea di qualche postuma
+considerazione? Vano e miserabil compenso! Non vale al certo la pena
+che io vada riandando nella memoria le miserie ed amarezze di mia
+vita, quelle che con tanto studio ho cercato di coprire e di palliare
+a me stesso ed agli altri con le poetiche illusioni e col trasportarmi
+alle antiche età del mondo, per togliermi da questa almeno col
+pensiero e colla immaginazione..... Ho fatto poca fortuna nella
+professione della medicina, facoltà in cui non ci ho veduto mai chiaro
+ed a cui sono stato negato per natura, perchè nemico del
+ciarlatanismo, del corteggiamento, e dippiù per il peccato originale
+nel paese di essere appreso (_sic_) per poeta..... Conchiudo: leggete
+le mie poesie e divertitevi e scordatevi della mia vita, come me ne
+sono scordato io, o guardatela come me nel migliore aspetto: quello
+cioè di non aver nemici (salvo che non lo sia un fratello monaco, che
+non accosta mai da me) di non aver litigio, di non desiderare, di non
+invidiare nessuno, e di lusingarmi di essere amato dalle persone che
+mi conoscono».
+
+Il cav. Luigi Medici, che gli voleva bene e lo ammirava e lo aiutava,
+gli consigliò di chiedere al re l'abbazia di San Pancrazio allora
+vacante.
+
+--Ma io non sono prete, non ho neppure gli ordini minori!--rispondeva
+il Meli.
+
+--Si fa presto a prendere gli ordini minori--replicò l'amico.--Al
+resto penserò io.
+
+Il poeta obbedì e poi scrisse, per supplica, un sonetto con la coda
+dignitoso e malinconico, che dà una gran tristezza. Ma appunto allora
+la Corte borbonica, caduto Napoleone, tornava a Napoli; la supplica si
+smarriva tra le carte burocratiche portate via. Venuta tardi a galla,
+era rimandata al governo di Sicilia _per informazioni_; e quando la
+nomina finalmente arrivava in Palermo, l'abate Meli era morto da
+parecchi giorni nella più squallida miseria, maledicendo il giorno in
+cui si era messo a fare il poeta: «_Or che sono adulto, anzi vecchio,
+ne sto piangendo le conseguenze_--scriveva al suo amico dottor
+Troysi.--_Imperciocchè mi è d'uopo appoggiar le speranze della mia
+sussistenza nell'altrui patrocinio.--Maledictus homo qui confidit in
+hominem!_»
+
+A settantacinque anni posando in pieno inverno per un busto nello
+studio dello scultore Villareale, si era buscata una punta, e il 20
+dicembre del 1815 cessava di vivere per peripneumonia biliosa.
+
+L'uomo fa ammirare maggiormente il poeta. E che il Meli fosse davvero
+un gran poeta nessuno vorrà negarlo, non ostante il dissidio che c'è
+tra la forma dialettale e il concetto in quasi tutte le sue poesie. Il
+signor Pipitone-Federico non nega recisamente questo difetto, ma cerca
+di scusarlo e di spiegarlo là dove è più evidente. Senza dubbio, i
+tempi, le circostanze speciali della cultura siciliana hanno influito
+sull'ingegno del poeta. Nato nel continente, con la padronanza della
+forma del Parini, del Foscolo, del Monti, egli avrebbe raggiunto
+un'altezza e un'originalità che l'impaccio di dar forma letteraria al
+dialetto gli ha vietato di raggiungere. Studiare fino a qual punto gli
+abbia nociuto quest'impaccio e i tempi e le circostanze, studiarlo
+anche dopo quel che con ampiezza ne ha detto l'autore di questo
+volume, sarebbe interessante: ma occorrerebbe più spazio che un
+giornale non può concedere; e per ciò me ne astengo.
+
+
+
+
+GABRIELE D'ANNUNZIO
+
+(_La città morta_--Fratelli Treves editori. Milano, 1898.)
+
+
+Poichè le rappresentazioni di essa in Italia sono ritardate, si dice,
+fino a giugno, tentiamo di darcene intanto una rappresentazione
+ideale.
+
+Abbiamo il volume sotto gli occhi. L'immaginazione è assai più
+compiacente della realtà. Un'attrice, un attore hanno sempre qualcosa
+di più e qualcosa di meno nell'aspetto, nella voce, nel gesto con cui
+dovrebbero far vivere sul palcoscenico un personaggio. Particolari che
+sembrano insignificanti attenuano grandemente il godimento estetico in
+teatro, quando non gli nuocciono a dirittura. Tentiamo dunque di darci
+della tragedia dannunziana una rappresentazione ideale, cioè conforme
+all'idea voluta attuare dal poeta.
+
+Fino a pochi mesi fa dovevamo contentarci di conoscere le intenzioni
+di lui per mezzo delle interviste dei suoi ammiratori ed amici.
+Intorno alle intenzioni di chi si accinge a fare un'opera d'arte è
+imprudente discutere. Bisogna dire soltanto:--Va bene; mettetele in
+atto; ne ragioneremo poi.
+
+Non già che non si possano talvolta discutere le intenzioni, quando,
+per esempio, sono evidentemente assurde. Ma siccome dal detto al
+fatto, secondo il proverbio, corre gran tratto, così mi par meglio
+rassegnarsi ad attendere. Le intenzioni, lungo il cammino, inciampano
+in difficoltà di esecuzione che ne modificano le crudezze, ne
+infrenano gli eccessi. Quel che di raramente buono c'è in esse, si
+trasfonde intero nell'opera d'arte; il po' di strambo, di cattivo che
+non vien potuto eliminare non risulta poi tale da danneggiarla
+fortemente.
+
+Infondere nell'anemico organismo della drammatica moderna tutta la
+maestà, tutta l'idealità ieratica della tragedia greca, fino a
+sconvolgere i mezzi materiali di cui si serve il teatro attuale, e le
+abitudini del pubblico a un certo modo di rappresentazione; far
+sorgere in Albano, in vista del lago, fra gli ulivi, un teatro di
+foggia antica dove i capolavori della musa tragica greca e i
+capolavori della musa tragica contemporanea, o, più modestamente, i
+lavori, i tentativi di essa si alternerebbero davanti a un pubblico
+capace di intenderne le bellezze e di apprezzarne le arditezze, non
+erano, secondo me, intenzioni così strane, così assolutamente
+impossibili da permettere di condannarle anticipatamente.
+
+Le riproduzioni dei drammi di Eschilo e di Sofocle, avrebbero potuto
+riuscire cosa assai diversa dalle recitazioni scolastiche fatte ogni
+anno dagli studenti inglesi e tedeschi al cospetto di professori e di
+dotti, pei quali non hanno misteri le più riposte meraviglie del testo
+originale. Un pubblico speciale avrebbe potuto, per qualche ora, darsi
+il gusto di rivivere un'altra vita intellettuale, e ottenere
+direttamente quelle grandiose impressioni che formarono la delizia del
+popolo più artistico che mai sia stato al mondo.
+
+In quanto ai lavori nuovi, imitazioni, derivazioni dagli antichi
+esemplari, perchè diffidarne prima di averli sott'occhio? Ferve negli
+scrittori e nel pubblico l'ansiosa ricerca di qualcosa di meglio, di
+più elevato, di più raro che non somministrino le commedie e le
+_pochades_ da le quali sono a stento alimentate le fiacche
+rappresentazioni dei nostri teatri. Parecchi tentativi hanno avuto la
+fortuna di vincere gli ostacoli di un'educazione estetica molto
+scarsa, e quelli, anche più ardui, delle vecchie abitudini. Buon
+numero di convenzioni teatrali, che già s'imponevano come dommi, sono
+state eliminate; concetti che sembravano repugnanti alla forma
+drammatica sono apparsi sul palco scenico, dando vita a personaggi, a
+caratteri, a passioni, a catastrofi che hanno allargato i confini,
+dentro cui si era aggirata finora questa forma d'arte.
+
+Perchè altri tentativi non avrebbero potuto farsi, cavando fuori
+nuove conseguenze da vecchie promesse, facendo germogliare semi
+rimasti addormentati, operando innesti fecondi, procurando anche
+ibridismi che trasporterebbero nel dominio dell'arte scenica i
+miracoli ottenuti dalla istancabile pazienza dei floricultori?
+
+--Anche il _simbolismo_?
+
+A _priori_, io non oso dire di no. Tutto sta nel modo e nella misura.
+
+Per parecchi secoli, l'arte drammatica si è servita del _tipo_: poi,
+per logica evoluzione, ha messo fuori l'_individuo_: prima, per
+esempio, con caratteristiche generali, l'_avaro_, il _geloso_; poi, un
+tal _geloso_, un tal _avaro_, Otello, il notaio Guerin. Presentare ora
+personaggi, caratteri, situazioni che, sorpassando il significato
+individuale, aprirebbero alla intelligenza e alla fantasia degli
+spettatori orizzonti più larghi, e darebbero anche sensazioni più
+profonde, più complicate di quelle che sogliono scaturire da
+individui, da caratteri, da passioni, da situazioni determinate,
+perchè mai, dico, dovrebbe sembrare a _priori_ impossibile?
+
+Questo però presuppone che un artista, intraprendendo un'opera d'arte,
+conosca innanzi tutto la intima essenza di quella forma e i limiti ad
+essa imposti dalla sua natura; presuppone che egli sappia che
+l'essenza d'una forma d'arte è superiore a qualunque potenza
+d'ingegno, e che neppure il genio sconvolge o inverte le funzioni
+vitali di essa, anzi le sente e le incarna più compiutamente di ogni
+altro; così compiutamente talvolta, da esaurire tutte le possibilità
+d'una forma e chiuderne il ciclo di evoluzione.
+
+La tragedia con personaggi moderni non è precisamente una novità.
+Invece di tragedia è stata chiamata dramma. Non è una novità il
+tentativo di trasportare in un soggetto moderno il Fato degli antichi
+greci. Zaccaria Werner l'ha fatto nel 1810, col suo _Ventiquattro
+febbraio_, di cui ci ha dato, se non sbaglio, la traduzione e uno
+studio critico il Mazzini. Questo non significa che non si possa
+ritentare con altro modo, con altra misura. Del _Fato_ dei greci non
+abbiamo idee esatte; filosofi ed eruditi non sono punto di accordo
+intorno al vero significato di questa concezione religiosa. Pel
+D'Annunzio, per esempio, l'interpretazione del _Fato_ consisterebbe
+nell'influenza dell'ambiente, nella violenza che la passione esercita
+su la ragione, nelle determinazioni prodotte nel cuore e nella
+intelligenza dagli studi particolari a un individuo.
+
+Siamo lontani dal _Fato_ greco, molto lontani da Edipo destinato ad
+essere uccisore del padre, marito della madre e per questi involontari
+delitti condannato ad errare cieco e miserabile pel mondo, fino a che
+non troverà requie nel bosco delle Furie e non diventerà
+genio benefico per la città di Atene. Non importa. Il pregio
+dell'indeterminatezza di certi concetti consiste appunto nelle diverse
+interpretazioni che essi permettono all'artista per scopi artistici.
+L'essenziale è che questi scopi artistici siano raggiunti.
+
+Dicevo dunque che fino a pochi mesi fa dovevamo contentarci di
+conoscere le intenzioni di Gabriele D'Annunzio. Ora che abbiamo sotto
+gli occhi l'opera bell'e compiuta, cerchiamo di renderci conto se alle
+intenzioni ha corrisposto il fatto.
+
+ *
+ * *
+
+Siamo avvertiti dal titolo che non dobbiamo attenderci niente di
+reale, o poco assai. La città morta è Micene _ricca d'oro_,
+nell'Argolide _sitibonda_, come dicono le scolie con perdonabile
+pedanteria. Bisogna dimenticare che gli scavi di Micene furono fatti,
+tra il '73 e il '78, dal mecklemburghese Schliemann e dalla sua
+Signora, e non stupirsi se gli scavi del lavoro di fantasia danno
+risultati alquanto diversi da quelli descritti dal vero scopritore
+delle tombe degli Atridi. Non si tratta di una ricostruzione, ma d'una
+creazione che toglie in prestito dalla realtà i particolari che gli
+fanno più comodo. Il poeta ha diritto di agire così.
+
+Le _dramatis personae_ (dire personaggi è parso una volgarità?) sono
+indicate con semplici nomi, quasi per spogliarle di ogni bassa
+caratteristica. Forse notare, invece di _Alessandro_, _Leonardo_,
+_Anna_, _Bianca-Maria_, notare soltanto: _Un Uomo_, _Un altr'uomo_,
+_Una donna_, _Una_ _Vergine_, _Una Vecchia_ sarebbe stato meglio; lo
+dico senza malizia, giacchè il poeta vuol raggiungere l'idealizzazione
+dei personaggi anche con questi espedienti. Nelle rappresentazioni di
+Parigi ha vestito le donne con larghe tuniche greche, e gli uomini....
+da biciclisti, come ci ha fatto sapere il Sarcey, se pure questa non è
+stata un'irriverente grossolanità del critico francese.
+
+Tutti i personaggi sono oppressi dall'ossessione archeologica. Per
+Leonardo, la cosa è naturalissima: è invasato dall'idea di scoprire le
+tombe degli Atridi. Si capisce pure che un poeta come Alessandro, che
+ha voluto accompagnare l'amico nella difficile e nobile impresa, viva
+con l'immaginazione nel mondo mitologico di Omero e di Sofocle.
+
+Sembra un po' strano che le due donne, Anna e Bianca-Maria, non
+leggano altro all'infuori dell'_Antigone_ durante la monotonia delle
+lunghe giornate d'ozio; e che Anna, la cieca, racconti alla nutrice la
+favola della ninfa _Io_; eppure reca meraviglia che il poeta abbia
+ceduto un momento alle lusinghe della verosimiglianza facendo
+addormentare la vecchia a quel racconto.
+
+Sarebbe ridicolo avere un attimo di curiosità intorno alla condizione
+dei personaggi. Anna è divenuta cieca dopo il matrimonio? O
+Alessandro, vinto da un impulso di generosissimo affetto, l'ha sposata
+proprio per quei begli occhi limpidi, ma muti alla luce? Immaginate
+quel che vi pare. Tanto più che la stessa Anna sembra di scordarsi di
+essere cieca quando dice, parlando di Zacinto: _Io non conosco
+l'isola; ma una sera, nel mio primo viaggio la vidi di lontano e mi
+pareva l'Isola dei Beati._ Queste minuzie non hanno niente che fare
+con l'azione, col dramma intimo che i personaggi ci vogliono
+raccontare, adoperando un linguaggio adatto all'ambiente, tra quei
+tesori di arte antica che ricompaiono al sole dopo migliaia di
+secoli--avori, vesti, diademi, maschere del Re dei Re, di
+Clitemnestra, di Cassandra, ogni cosa di oro massiccio--tra i versi di
+Omero, di Eschilo e Sofocle che suonano a ogni istante su le labbra di
+tutti.
+
+In una rappresentazione ideale noi possiamo prestare docile orecchio
+ai periodi ondulanti, spiegantisi con lenta maestà, scandentisi al
+pari dei greci trimetri, degli anapesti, dei tetrametri-trocaici, dei
+giambici eschilei e sofoclei. È vero che dobbiamo foggiarci uno
+special modo di recitazione simile a melopea, che di tratto in tratto,
+si esalti fino a divenire melodia; ma nella nostra condizione è lecito
+permetterci tutto.
+
+I personaggi si sono sollevati molto in alto, in una regione dove
+possono sentire e pensare a modo loro, fuori d'ogni volgarità, fuori
+anche dell'umanità, ed esprimersi in conseguenza. Sono nel dramma,
+cioè nella tragedia, e nello stesso tempo quasi estranei a quel che
+accade dentro di loro e attorno a loro.
+
+Anna, la cieca, sente, indovina che Bianca-Maria le toglie il cuore
+del marito, eppure compatisce, perdona e pensa di eliminare l'ostacolo
+all'unione dei due cuori: sè stessa.
+
+Bianca-Maria è appena turbata dall'impuro amore che le è germogliato
+nel petto.
+
+Alessandro, il poeta, fa serenamente olocausto della moglie al suo
+nuovo amore per Bianca-Maria; e quando la vergine gli domanda:--_Che
+volete fare di me, della creatura che amo, che amate? Dite!_--egli
+risponde:--_Lasciate che il destino si compia._
+
+Leonardo è preso da folle passione per la sorella; e venendo a
+cognizione ch'ella ama, riamata, Alessandro, pensa soltanto a
+purificare per sempre quella creatura, annegandola nelle acque della
+fonte Perseia. E allora si sente tutto puro anche lui!
+
+--_Se ella ora si levasse, potrebbe camminare su l'anima mia come su
+neve immacolata... S'ella rivivesse, tutti i miei pensieri per lei
+sarebbero come i gigli, come gigli._
+
+Lo stesso Alessandro, il poeta innamorato, davanti al cadavere
+dell'amata non ha uno scatto; soltanto, _con gesto imperioso_, dice
+all'assassino, no, al purificatore:--_Non la toccare! Non la
+toccare!_--E l'altro, indietreggiando, risponde:--_Non la tocco...
+Ella è tua, ella è tua!_
+
+Anna, la cieca, finalmente, inciampando nel cadavere dell'amica, ha un
+grido:--_Ah! Vedo! Vedo!_
+
+E noi dobbiamo rimanere nell'ideale e ignorare precisamente in che
+modo ella veda.
+
+ *
+ * *
+
+Senza dubbio, c'è in tutto questo, nel concetto e nella forma, una
+continua cura di sfuggire il comune, il volgare; ma c'è anche una non
+meno continua cura di sfuggire la logica della passione e delle
+circostanze. Nessun artificio teatrale è messo in opera per ottenere
+qualcuno dei soliti effetti; sono però adoprati altri artifici per
+raggiungere determinati effetti, e viziosi quanto quelli voluti
+evitare.
+
+Tutti i personaggi hanno orrore di dire la parola giusta, di servirsi
+dell'espressione più semplice e quindi più efficace. Nel punto in cui
+l'anima loro sta per penetrare nell'intimo del _pathos_, si ritraggono
+sùbito indietro, quasi abbiano paura di dire qualcosa di umano, di
+vero.
+
+«BIANCA MARIA. Le mie labbra erano pure, sono pure... Per la memoria
+di mia madre, per il capo di mio fratello, io vi giuro, Anna, che
+rimarranno pure, così, suggellate dalle vostre stesse mani. (_Ella
+preme su la sua bocca le mani della cieca_).
+
+«ANNA. Non giurare! Non giurare! Tu pecchi contro la vita; è come se
+tu uccidessi tutte le rose della terra, per non donarle a chi le
+desidera. Abbi fede! Attendi ancora un poco!»
+
+È un momento grave, solenne, veramente tragico.... Ma Anna, a un
+tratto, divaga:
+
+«Senti l'odore dei mirti? È inebriante come vino caldo...» E in quella
+divagazione lirica intorno ai mirti di Megara, alle rive di Zacinto
+(nessuno dei personaggi dice mai Zante!) e intorno alle voci
+misteriose delle fontane, non si sente il fremito di chi divaga a
+posta, per sviare il discorso, per reprimere la commozione. La parola
+non dice una cosa per farne intendere un'altra, la più importante, no;
+si compiace della bella descrizione, delle dolci immagini, delle
+sottili comparazioni, fa un esercizio retorico.
+
+Così ogni volta che la situazione drammatica vorrebbe forzar la mano
+al poeta.
+
+La grande, la ieratica idealità greca? Ma tutto è umano in quella
+grande idealità. Antigone che affronta consapevolmente la morte per
+dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice e compire un atto
+religioso che avrebbe permesso allo spirito di lui il passaggio
+nell'Eliso, Antigone rimpiange la vita e le nozze. Edipo passa di
+angoscia in angoscia, tentando di trovarsi innocente, e rimanendo
+sempre dubbioso ed incredulo davanti alle prove più evidenti della
+fatalità che lo incalza. E Filottete? Che accenti di dolore, che
+imprecazioni, che suppliche nella sua misera condizione!
+
+La grande, la ieratica idealità greca! Dove mai? Nel concetto? Il
+dramma, la tragedia, giacchè così si vuole, qui risulta per via di
+artifici. Quei personaggi pensano e agiscono a quel modo, perchè il
+poeta ha voluto che pensassero e agissero a quel modo. Anzi, per dire
+la verità, essi non c'entrano. Il poeta ha parlato per conto loro,
+togliendo a ognuno di essi la propria personalità, fin nella maniera
+di esprimersi. E quando ho detto: _agiscono_ ho parlato
+impropriamente; essi agiscono così poco, che non potrà sembrare
+esagerazione l'attenuare che non agiscono affatto.
+
+Ora niente è più contrario all'essenza della tragedia greca, che è
+tutta azione; azione breve, ristretta, circoscritta dai limiti che le
+condizioni teatrali e l'indole di rappresentazione religiosa
+imponevano con gli intermezzi del coro, impaccioso residuo della forma
+sacra primitiva; coro che in Sofocle comincia già a trasformarsi in
+personaggio.
+
+La grande, la ieratica idealità greca! Dove mai? Nella forma? Ora
+niente di più semplice, di più limpido, di più trasparente della forma
+greca; cioè niente di più perfettamente compenetrato col concetto che
+essa vuole esprimere. Nel caso però che si voleva fare un _pastiche_,
+bisognava imitare il Goethe, scegliere un soggetto greco, e dare ad
+esso quell'apparenza di bassorilievo ch'egli ha tentato di dare alla
+sua _Ifigenia_.
+
+Ma anche a proposito del Goethe, si può ripetere il motto del Taine:
+_Non c'è altre tragedie greche che le greche!_
+
+ *
+ * *
+
+Non sarebbe qui inopportuno discutere le intenzioni del poeta. Ma a
+che prò?
+
+Io capisco che un ingegno come quello di Gabriele D'Annunzio ha fatto
+così la _Città morta_, in massima parte perchè ha voluto farla così.
+Nella _Città morta_ c'è il germe di un'azione veramente drammatica, e
+qua e là un accenno di organico svolgimento di essa. Questo, forse,
+può significare che un'altra volta, se non vorrà fare a posta
+così,--cioè rinunziare di proposito ai perfezionamenti che la forma
+drammatica ha raggiunto dai greci fino a Shakespeare, e da Shakespeare
+fino ad oggi--Gabriele d'Annunzio ha tanta forza da prendere
+facilmente una rivincita, purchè non dimentichi che l'essenza d'una
+forma d'arte è superiore a qualunque potenza d'ingegno, come l'ha
+sventuratamente dimenticato scrivendo questa _Città morta_, morta
+davvero come opera drammatica.
+
+
+
+
+EMILIO ZOLA
+
+(ÉMILE ZOLA, Paris, Charpentier, 1898.)
+
+
+Ironia della vita! Mentre Emilio Zola pubblicava nel _Journal_ gli
+ultimi capitoli del suo romanzo, che è la glorificazione anticipata di
+quel Parigi fantastico da cui l'_umanità dovrà ricevere il dono
+dell'emancipazione definitiva_, il Parigi reale, preso da un accesso
+di follia, insultava il coraggioso scrittore che appunto in quei
+giorni si era costituito paladino della libertà e della giustizia.
+
+Rileggendo in volume quelle pagine che uscivano quasi
+contemporaneamente con le relazioni delle sedute della Corte d'Assise
+pel processo del loro autore, si ha l'impressione di un senso
+artistico divinatorio che meraviglia. L'anarchico Salvat sembra un
+simbolo: il processo di lui una esattissima previsione di quel che
+sarà il processo Zola. Ecco qui:
+
+«Nella gran folla, un mescolarsi di abiti chiari di signore, di toghe
+nere di avvocati, tra cui si distingueva appena la toga rossa dei
+giudici negli stalli così bassi, che lasciavano scorgere a stento, su
+le altre teste, la faccia bislunga del presidente. Molti osservavano i
+giurati, tentando d'indovinarne qualcosa dai loro visi; parecchi non
+levavano gli occhi d'addosso all'accusato.... Salvat si alzò in piedi;
+il presidente cominciò l'interrogatorio. E apparve con tragica
+nettezza, il contrasto: da una parte i giurati nell'ombra anonima,
+_con l'opinione già bella e fatta sotto la pressione del pubblico
+terrore, riuniti là per condannare_, dall'altra l'accusato....
+
+«Il procuratore generale prese la parola, severissimo. Era noto per le
+sue relazioni con tutti i partiti politici e per la sua destrezza
+nell'essere sempre amico degli uomini al potere; d'onde il suo rapido
+avanzamento nella carriera giudiziaria e i favori di cui era
+costantemente colmato.... E continuò per due ore, _sdegnando la verità
+e la logica, cercando soltanto di impressionare le immaginazioni,
+cavando partito dal terrore che aveva invaso Parigi, incoraggiando il
+giurì a fare il suo dovere condannando_ l'assassino, giacchè il
+Governo era risoluto _di non indietreggiare di fronte a qualunque
+minaccia...._
+
+«Dopo una deliberazione di appena un quarto d'ora, i giurati
+rientravano nella sala, con gran rumore di tacchi sui banchi di
+quercia. Riappariva anche la Corte. Un crescendo di emozione agitava
+la folla, quasi un vento di ansietà scuotesse tutte le teste. Molti
+si erano levati in piedi, lasciandosi sfuggire qualche lieve grido. E
+il capo dei giurati, grosso, con faccia rossa e tonda, dovette
+attendere prima di leggere:
+
+--Sul mio onore e su la mia coscienza, davanti a Dio e davanti agli
+uomini, la risposta del Giurì è questa: Su la domanda intorno
+all'assassinio, _sì, a maggioranza...._ Salvat capì subito di che si
+trattava dal silenzio che seguì, _senza che si parlasse di circostanze
+attenuanti_.»
+
+I lettori del _Journal_ in quei giorni dovettero sospettare qualche
+sbaglio d'impaginazione, mescolando la relazione della seduta del
+processo Zola con la relazione del processo Salvat.
+
+Nel romanzo, il Salvat, condannato a morte, si rizza bruscamente; e
+mentre le guardie lo conducono via lancia con gran voce il grido: Viva
+l'anarchia! Lo Zola risponde al verdetto dei suoi giurati, con un
+libro, con un'opera d'arte che è anch'essa un gran grido. Viva la
+giustizia!
+
+ *
+ * *
+
+_Paris_ chiude la trilogia delle _Trois villes_. _Lourdes_ e _Roma_
+erano le premesse; _Paris_ è la conchiusione, la conseguenza del
+sillogismo. Pietro Froment, giovine prete, sentendosi venir meno nel
+cuore e nell'intelletto la fede religiosa, ha cercato un rimedio al
+suo male prima a _Lourdes_, nella piccola città dei miracoli, nella
+piscina odierna, poi a _Roma_, nel centro di vita del grande organismo
+cattolico.
+
+A _Lourdes_ ha trovato, o gli è sembrato di trovare, la superstizione,
+anzi lo sfruttamento quasi commerciale delle umane miserie fisiche; a
+Roma, la religione divenuta organizzazione politica, immobilizzata nel
+domma, ridotta sterile e tiranna dei corpi e delle anime. Quel
+socialismo cattolico, con cui sembrava che il papa volesse vivificare
+e consolidare la chiesa, gli si era rivelato un espediente
+transitorio, un'abile menzogna diplomatica.
+
+Ed era tornato a Parigi profondamente disilluso, minacciando di
+scrivere un libro incendiario contro Roma, «dove avrebbe messo tutto
+quel che aveva visto, tutto quel che aveva udito; un libro dove
+sarebbe apparsa la Roma vera, la Roma senza carità e senz'amore, e già
+agonizzante nell'orgoglio della sua porpora».
+
+Il libro lo ha scritto il suo autore per lui, infondendo un grandioso
+soffio d'arte in tutto quel che aveva _visto_; facendo sforzi
+d'intuizione straordinari, ma insufficienti, per quel che aveva
+_udito_: libro però dove la Roma vera (la Roma dei papi e la Roma
+italiana) non è intesa o è fraintesa, perchè l'abate Froment era
+venuto a cercare una Roma di sua immaginazione, e in tre soli mesi di
+dimora non si è potuto accorgere del suo inganno. Nè forse se ne
+sarebbe accorto in dieci, in venti anni, come la sua compaesana de
+l'Ile-de-France, cameriera in casa Boccanera, che gli confessa: _Voicì
+vingt-cinq ans que j'habite leur pays, et je n'ai pas encore pu my
+faire à leur satanè charabia!_
+
+L'abate Froment ricercava un'astrattezza, e si era trovato faccia a
+faccia con l'incarnazione di un'idea, cioè con una realtà ricca di
+tutti i pregi e di tutti i difetti derivanti dalla natura umana e
+dalle condizioni sociali, ma non perciò meno elevata, meno possente,
+meno divina. L'idea astratta gli sembrava perfetta perchè spoglia di
+particolari, di accidenti; ed egli non sapeva riconoscere, nel gran
+rigoglio della vegetazione cattolica, appunto quell'idea che n'era il
+succo vitale.
+
+Ed eccolo ora in quel Parigi, dov'egli spera di ricevere una risposta
+definitiva ai dubbi della sua mente, alle angosce del suo cuore.
+
+Partendo da Roma egli aveva esclamato: «Giustizia, sì! Ma non più
+carità! La carità ha reso durevole la miseria; la giustizia forse
+l'annienterà!»
+
+E tutto il _Paris_ è un largo comento a quel grido.
+
+Questa volta però l'autore non si trova in un mondo potuto conoscere
+molto esteriormente con tutta la buona fede e la buona volontà che
+egli aveva adoperato, e l'opera d'arte si giova di tale condizione;
+risulta viva, quasi spigliata, e rivela qualità che finora sembravano
+negate al suo autore. L'abate Pietro Froment non apparisce più un
+vanesio, un orgoglioso che tenta di imporre le sue fantasticherie
+umanitarie a papa Leone XIII col libercolo _La Roma nuova_. La sua
+importuna personalità sparisce in mezzo al gran formicaio parigino
+dove fervono tutte le attività scientifiche, socialistiche,
+anarchiche, insieme col fasto della ricchezza, con le orgie del vizio,
+con le disperazioni della miseria. Sì, come nel _Lourdes_ e nel
+_Rome_, egli serve da filo conduttore a traverso gli avvenimenti
+molteplici del Romanzo, ma non è più il protagonista o, almeno, non se
+ne dà l'aria. Le lotte della sua coscienza qui ci interessano, ma
+quanto quelle di suo fratello, inventore di un terribile esplodente
+che dovrebbe dare alla Francia il predominio della forza su tutte le
+nazioni del mondo. Il suo carattere ci diventa simpatico, ma quanto
+quello di Maria, l'orfanella ricoverata in casa del fratello di lui e
+già sua promessa, che poi, invece, diventerà la moglie dell'abate
+quando egli avrà buttato alle ortiche la sottana.
+
+Nel _Rome_ egli diffonde attorno a sè una fosca influenza che vela,
+attrista ogni cosa; un senso di rancore e di dispetto, stavo per dire
+di pettegolezzo, quasi egli non sappia come sfogare la stizza di
+sentirsi piccino e impotente di fronte alla grandiosa mole
+dell'organismo cattolico; nel _Paris_, invece, egli versa su le cose e
+su gli uomini, un così largo sentimento di compassione, di carità, di
+amore, da far dimenticare l'infausto banchiere Duvillard, l'adultera
+ebrea convertita sua moglie, la cinica sua figlia che contende
+l'amante alla mamma e se ne fa un marito, la strana e corrotta
+principessa di Harth che cerca nel misticismo, nel saffismo, nel
+decadentismo, e fin nell'anarchismo, sensazioni sempre nuove e sempre
+più acute; e tutto il vermicaio di deputati, di giornalisti, di uomini
+di affari, tra i quali appare scomposta, losca e seducente, la figura
+della cocotte Silvana che fa battezzare col suo nome un ministero; da
+far dimenticare, insomma, tutto il laidume della società borghese e
+aristocratica parigina, al confronto di quelli entusiasti per una
+generosa idea, di fronte a quelli invasati dal furore della
+distruzione, lanciatori di bombe omicide, preparatori di ordegni e di
+esplodenti che debbono predicare a modo loro la giustizia finale.
+
+E questo senso di compassione e di tenerezza è tale che il lettore si
+accorge troppo tardi della parzialità del giudizio, dell'artificiosità
+dei mezzi di cui si è servito l'autore.
+
+È una gran vittoria per l'artista. Ed è nello stesso tempo la parte
+caduca che il preconcetto ha infiltrato nel romanzo.
+
+Bisogna però concedere qualcosa alle ragioni dell'arte. Questo mondo
+nuovo in creazione, in fermentazione (se pure è nuovo) occorreva
+metterlo in riscontro con quello che esso intende rovesciare; dargli
+un risalto tale da porlo in grande evidenza, e non soltanto nei
+tratti principali, ma anche nelle sue gradazioni, nelle sue sfumature.
+Guglielmo Froment troneggia su gli altri personaggi; carattere solido,
+tutto d'un pezzo a cui il sentimento o meglio la sentimentalità
+annebbia un momento l'intelletto, fino a suggerirgli l'idea di far
+saltare in aria la chiesa del Cuor di Gesù quando migliaia di
+pellegrini vi si affollano per una sacra funzione; ma cuor retto,
+animo capace di alti sacrifici, una delle più simpatiche figure che lo
+Zola ha messe al mondo.
+
+Viene poi Maria Courturier, figlia d'un amico di Guglielmo, inventore
+di genio, che aveva sciupato il suo patrimonio in fantastiche
+scoperte. Guglielmo ha ricoverato in casa sua l'orfanella. Mente sana
+in corpo sano, ella ha ricevuto una solida istruzione ed è rimasta
+ingenua quanto bella.
+
+È il simbolo zoliano della donna futura, di un ateismo tranquillo, con
+completa noncuranza del di là. E quando l'abate Pietro le confessa i
+tormenti della sua coscienza, il gran vuoto che gli ha lasciato nel
+cuore la perdita della fede, la disperazione di non sapere che cosa
+sostituire al Dio perduto, ella lo guarda stupefatta:
+
+--Ma voi siete matto!--gli dice.--Disperarsi, non più credere, non più
+amare, perchè l'ipotesi del divino è crollata, e appunto quando il
+mondo ci si apre vastissimo davanti, con tutti i doveri della vita,
+con tante creature e tante cose degne di essere amate e soccorse,
+senza contare l'attività universale, dove ognuno ha un còmpito da
+eseguire! Ma voi siete proprio matto!.... Tornate con noi alla scuola
+della buona natura. Vivete, lavorate, amate, sperate!
+
+Ella dice delle belle e dolci parole, ma fa anche delle belle ed umili
+cose; è una buona massaia, e si capisce facilmente come, per lei,
+l'abate Froment diventi l'operaio Pietro Froment.
+
+Ma io mi occupo più del contenuto che della forma, e trattandosi di
+un'opera d'arte non sta bene.
+
+Mi limiterò a dire che _Parigi_ ha portato buona fortuna a Emilio
+Zola. Mai egli è stato così semplice, così spigliato, così efficace;
+mai ha mostrato meno di ora quell'impaccio, quella gravità richiesta e
+quasi impostagli dal suo metodo di composizione. Ha buttato via tutta
+la scoria; appena appena qua e là qualche accenno del suo simbolismo,
+ma fatto con garbo, senza calcar troppo la mano.
+
+«Il sole, vicino al tramonto, dietro un roseo velo di nuvolette,
+dardeggiava Parigi, simile a un seminatore gigante che lanciasse da un
+punto a l'altro dell'orizzonte colossali manate di oro.
+
+«--Parigi sementato dal sole!--esclama Pietro.
+
+«--Sì, è vero--dice Maria,--Parigi sementato dal sole! E con che gesto
+egli butta la semente della salute e della luce fin nei più lontani
+sobborghi! Cosa singolare! A ovest, i quartieri ricchi sembrano
+avvolti da bruna rossastra, mentre la buona semente dorata cade su la
+riva diritta e sui quartieri popolosi a est! Là, è vero, dovrà
+spuntare la messe.»
+
+E Guglielmo soggiunge con allegra espressione di voce e di gesti:
+
+--E non tardi a spuntare su questo buon terreno del nostro Parigi,
+arato da tante rivoluzioni, concimato da tanto sangue di lavoratori!
+Non c'è altra terra al mondo per far germinare e fiorire le idee. Sì,
+Pietro ha ragione: il sole sementa Parigi, e il mondo futuro nascerà
+soltanto da lui!
+
+E lo Zola nell'ultima pagina del romanzo riprodurrà questa immagine e
+ne farà la chiusa sinfonica. Non più distinzione di quartieri, ma
+tutto Parigi sementato ugualmente dai grani di oro del sole. E la
+messe sembra già maturata, ondeggiante come un gran mare biondo a
+perdita di vista, sul vasto terreno della riconciliazione fraterna.
+
+Pietro Froment, non più abate; ma padre di una bella creatura, prende
+in braccio il figlioletto Giovanni, e lo leva in alto quasi in offerta
+all'immensa Parigi sementata dai raggi del divino sole, d'onde nascerà
+la futura messe di verità e di giustizia.
+
+Ma al poeta che spicca un così lirico volo nei secoli avvenire
+divinando la missione redentrice di Parigi, Parigi non ha concesso
+l'illusione di un istante. Mai con più bestiale smentita è stato
+risposto, non da una città ma da tutta una nazione, al sogno
+umanitario di un'anima avida di verità e di giustizia. Che importa, se
+questo sogno ci ha fruttato una bella, una grandiosa e severa opera
+d'arte?
+
+In quanto all'avvenire, noi sappiamo che lo Spirito soffia dove vuole,
+che nessuno può dire anticipatamente:--La redenzione verrà di là! Il
+mondo attuale non ha niente che vedere col mondo avanti la
+Rivoluzione; è sazio di astrattezze.--Non più carità, ma
+giustizia!--Ma qualche altra nazione dà già al mondo lo spettacolo
+meraviglioso della più grande tolleranza possibile, che è forse la
+forma più pratica della giustizia su la terra; e l'esempio non sarà
+senza influenza per le altre nazioni. E con la tolleranza, la carità
+dovrà riprendere l'opera sua consolatrice, e tutte le forze dello
+spirito dovranno concorrere alla grand'opera. La carità non ha fatto
+bancarotta, come non l'ha fatta la scienza, come non l'ha fatta la
+ragione, checchè ne pensi l'abate Froment così scandalizzato dalla
+Roma papale. Il vero divino sole dello Spirito si leva su l'orizzonte
+per tutti i popoli, sementa tutte le terre: e se si dovesse fare
+un'ipotesi ragionevole--si badi, dico: un'ipotesi!--si dovrebbe dire
+che la giustizia, invece che nel terreno dove sono spuntate le
+astrattezze della libertà e dell'uguaglianza, germoglierà nel suolo
+d'onde si è sparso per tutto il mondo civile l'albero immortale del
+Diritto.
+
+ * * * * *
+
+I giornali avevano annunziato il suo ritorno a Parigi nella prima
+settimana di questo mese. Egli avrebbe lasciato il misterioso rifugio
+per riprendere il suo posto accanto all'eroico Picquart nella immane
+lotta per la verità e la giustizia, alla quale ha, da quasi un anno,
+sacrificato la sua tranquillità di uomo e la sua gloria di artista.
+
+Gli stessi giornali oggi annunziano invece che egli parte per
+l'America a farvi delle conferenze, non dicono precisamente intorno a
+quale soggetto, forse intorno ai tristi avvenimenti della sua patria
+che destano tanta ansietà e tanto interesse dovunque.
+
+Io non so quel che ci sia di vero in queste contraddittorie notizie, e
+può darsi benissimo che Emilio Zola ci prepari qualche sorpresa che
+non sarà il suo ritorno in Francia o il suo viaggio in America. Vorrei
+però che questa sorpresa fosse un'opera d'arte, un romanzo.
+
+La missione di pubblico accusatore, ch'egli si era generosamente
+imposta, è ormai finita. Qualcosa di più potente che la voce di uno
+scrittore, quantunque grande e famoso, la terribile eloquenza dei
+fatti, ha preso il posto di lui e parla, anzi tuona alla coscienza del
+popolo francese. Emilio Zola è passato in seconda linea.
+
+Questo non diminuisce punto il valore della nobilissima parte da lui
+rappresentata nel nefando intrigo che supera quanto di più putrido e
+di più immondo egli è stato accusato di ammassare nei suoi romanzi.
+
+Doveva accadere così. Egli però n'è stato ricompensato a bastanza.
+Mentre la Francia soldatesca e reazionaria lo insultava, tutto il
+resto del mondo civile teneva fissi gli occhi su lui, lo accompagnava
+coi voti, augurandogli quel trionfo che oggi è quasi raggiunto.
+
+In quei giorni niente faceva prevedere quel che ora è avvenuto. Su
+tutti i personaggi del triste dramma grandeggiava, calma e serena, la
+figura del romanziere accusatore; e non valevano a sbigottirlo i
+feroci attacchi della stampa partigiana, gli urli della folla pagata o
+miseramente illusa, le sentenze dei giurati terrorizzati dalle minacce
+dei capi dello Stato Maggiore che, luccicanti di spalline dorate, di
+decorazioni, impennacchiati e pettoruti, erano comparsi unicamente per
+quello scopo davanti a loro. I pochi che lo ignoravano come
+romanziere, avevano appreso ad amarlo e a riverirlo come difensore
+della vittima del più indegno delitto che abbiano mai commesso il
+militarismo, la politica, la intolleranza religiosa. In certi momenti,
+i più gravi interessi delle nazioni erano diventati meschina cosa di
+fronte alla titanica lotta da lui combattuta.
+
+Poi sembrò vinto, disfatto. La sua scomparsa veniva giudicata una
+fuga; il dubio e lo scoraggiamento cominciavano a insinuarsi fin fra
+coloro che più avevano avuto fede in lui; e i suoi avversari
+sogghignavano di scherno alle parole: _Sarò al mio posto, quando verrà
+l'ora opportuna!_
+
+Tutt'a un tratto il rasoio del colonnello Henry recide i primi lacci
+della mostruosa matassa... e l'Accusatore sparisce dietro le sinistre
+figure dei falsari venute inattesamente in pienissima luce.
+
+ *
+ * *
+
+Voglio sperare che Emilio Zola non stimi questa sua grande vittoria,
+questa sua sublime ora di trionfo superiore o uguale alle vittorie e
+ai trionfi da lui ottenuti nel campo dell'arte. Il valore di un'azione
+va anche giudicato dalle conseguenze che può produrre. E intorno a
+queste, pel processo Dreyfus, non c'è da farsi illusioni di sorta
+alcuna.
+
+In meno di un lustro, Dreyfus, l'Isola del Diavolo, il colonnello
+Henry e compagnia brutta saranno certamente dimenticati.
+All'agitazione presente succederanno altre e non meno violente
+agitazioni. La vita--che ne dica la ballata--corre più presto dei
+morti. E poi, Calas e Voltaire non hanno impedito che, appena dopo un
+secolo, una quasi identica situazione si riproducesse, cioè che un
+innocente fosse condannato e che uno scrittore, un semplice scrittore,
+non magistrato, non avvocato, sorgesse a difenderlo e riuscisse, come
+ci auguriamo tutti, a salvarlo dell'atroce prigione, più fortunato del
+suo predecessore che potè solamente rivendicare la memoria
+dell'infelice vittima della superstizione religiosa.
+
+Ci sono voluti degli eruditi per rammentare la bella azione del
+Voltaire. Tutti coloro che hanno letto e leggono _Candide_, o la
+ignoravano o non se ne rammentavano più; ed io temo che il nuovo
+esempio dello Zola non varrà neppur esso a impedire che qualche altro
+infelice sia vittima di altri falsarii o di miserabili di specie
+diversa. Mutano le apparenze, le passioni assumono altre maschere, ma
+la malvagità umana permane identica. E quando i nuovi Esterhazy, i
+nuovi Henry, i nuovi Paty de Clam, i nuovi Gonse e Boisdeffre
+entreranno in ballo; quando avranno ordito peggiori tranelli e più
+formidabili falsità che non ne abbiano accumulato i maldestri di oggi,
+troveranno sempre una folla che si lascerà ingannare, che sentirà il
+bisogno di essere ingannata per sfogarsi contro qualcuno delle
+sciocchezze e degli errori da lei commessi e dei quali non saprà
+rassegnarsi a soffrire le conseguenze; troveranno altri interessati a
+coadiuvarli, altri furbi che vorranno giovarsi delle loro birbanterie
+e che li lasceranno liberamente agire con questo secondo fine. E
+allora niente varrà che altri eruditi rammentino Voltaire e Calas,
+Emilio Zola e il capitano Dreyfus. Non sempre i Voltaire e gli Zola
+hanno la fortuna di trionfare, caso mai se ne potessero trovare a ogni
+occasione; e non si trovano, ahimè!
+
+ *
+ * *
+
+Se Emilio Zola non avesse fatto altro che difendere la innocenza del
+capitano Dreyfus, avrebbe raccomandato il suo nome a un molto debole
+sostegno.
+
+Fortunatamente per lui e per noi, egli ha fatto ben altro.
+
+Ed ecco perchè io sono lieto che l'illustre autore dei
+_Rougon-Macquart_ sia giunto al termine della sua campagna. Ed ecco
+perchè mi auguro ch'egli testimone e _magna pars_ in questi
+avvenimenti dai quali sono tenuti tuttavia sospesi gli animi--perchè
+non è ancora certo che le bieche ragioni di Stato non prendano il
+sopravvento su le ragioni della giustizia--meglio che scrivere un
+libro di storia e di polemica, come è stato detto, ritorni all'arte,
+al romanzo.
+
+La politica, oh no! non lo tenterà. Egli deve sentirne un'immensa
+nausea, dopo aver potuto scrutare da vicino di che laidumi sia
+impastata.
+
+Ch'egli scriva dunque quest'altra _Debacle_ assai più terribile della
+prima! Ch'egli attacchi a una gogna immortale--l'arte sola dà
+l'immortalità--tutti questi farabutti che disonorano l'esercito
+francese e la Francia intera! Quando le misere agitazioni presenti
+saranno appena un vago ricordo per li ultimi sopravvissuti della
+nostra generazione, e quando soltanto gli storici si occuperanno del
+processo Dreyfus consacrando ad esso qualche breve pagina, l'opera
+d'arte soltanto terrà ancora in vita, bollate da un marchio di fuoco,
+le ignobili figure della seconda repubblica, che ecclisseranno i poco
+scrupolosi faccendieri del secondo impero transustanziati dalla
+immaginazione nei _Rougon-Macquart_.
+
+Mai più tetra e tragica materia si è presentata all'immaginazione di
+un grande artista, mai, o quasi, la realtà è stata così superiore alle
+combinazioni più assurde di un'ardente fantasia! Mai il còmpito di un
+artista è stato più difficile e nello stesso tempo più tentatore.
+Emilio Zola ha il poderoso petto che occorre per affrontarlo.
+
+I suoi famosi documenti umani egli non dovrà stentare per trovarli; ne
+ha già troppi sotto mano.
+
+O tranquilla palazzina di Médan, ieri violata dalla volgare persona
+degli uscieri, umili strumenti di una giustizia indegna di chiamarsi
+tale, quando aprirai a due battenti il tuo cancello al profugo
+artista? Allora veramente entrerà assieme con Lui nelle tue vaste sale
+la solenne vindice Giustizia: ed ha un nome altrettanto nobile e
+santo; ella chiamasi l'ARTE.
+
+
+
+
+UNA JETTATURA
+
+
+Sto per credere di averla addosso, se mi capita così frequentemente di
+vedermi frainteso. Aveva pur troppo ragione il Voltaire quando diceva:
+Datemi tre righe di un galantuomo e ve lo faccio impiccare. Io ne ho
+scritte più di tre a proposito di Emilio Zola e della parte da lui
+presa nell'affare Dreyfus, ed ecco il _Fanfulla_ che mi denuncia come
+reo di lesa maestà della nazione francese, ed ecco il nostro _Marius_
+che mi fa una lavata di capo, quasi io abbia mancato di rispetto a
+Emilio Zola, augurandogli di riprendere presto la sua penna d'artista.
+
+Gli spropositi dell'articolista del _Fanfulla_ potevo lasciarli
+passare inosservati. Quando uno ha il coraggio di proclamare Emilio
+Zola il più gran malfattore che abbia oggi la Francia, il maggior
+responsabile di tutta la corruzione che rode come un cancro la società
+contemporanea francese, non c'è da discutere. Si ride e basta. Ognuno
+è spiritoso come può. Se i lettori del _Fanfulla_ si contentano
+dell'amenità che lo _Zio Tobia_ ha loro ammanito, tanto meglio, o
+tanto peggio, per essi. Forse pensano che certe sciocchezze sono
+talvolta più esilaranti di un bel tratto di spirito; questa per
+esempio: «La Francia, atterrata, ma non soffocata dalle sventure del
+1870, avrebbe dovuto riprendere in breve tempo i sentieri luminosi
+della civiltà; ma trovò sul suo cammino Emilio Zola e ricadde più
+ferita di prima: anzi strozzata addirittura.»
+
+A chi osa di scrivere queste parole (non hanno bisogno di un
+qualificativo, ed io sarei imbarazzatissimo se dovessi trovarlo) posso
+facilmente perdonare la ignoranza che dimostra intorno alle mie
+convinzioni letterarie, e rassicurarlo che dicendo male dello Zola non
+si è comprata, come egli crede, _a contanti_ la mia _irosa
+inimicizia_; sarebbe troppo a buon mercato.
+
+_Marius_ però deve avere la pazienza di ascoltarmi.
+
+Da qual parte del mio articolo egli ha desunto che io mi permetto di
+fare a Emilio Zola una _ramanzina, come ad un ragazzo impertinente che
+trascura i suoi doveri_?
+
+Debbo supporre che _il fioco lume d'una luna amareggiata da molte
+nuvole_ e _il fioco lume della lampada del vagone_, o la narcotica
+virtù del mio articolo lo abbiano ridotto in un dolce stato di
+dormi-veglia che lo hanno poi indotto a fraintendermi?
+
+Io ho voluto dire soltanto questo: Emilio Zola ha ormai compiuto il
+suo dovere di cittadino. Coloro che egli accusava sono smascherati.
+«Qualcosa di più potente che la voce di uno scrittore, quantunque
+grande e famoso, la terribile eloquenza dei fatti, ha preso il posto
+di lui, e parla, anzi, tuona alla coscienza del popolo francese.
+Emilio Zola è passato in seconda linea. Questo non diminuisce punto la
+nobilissima parte da lui rappresentata... Ritorni all'arte e scriva
+quest'altra _Debacle_ più spaventevole della prima.»
+
+E conchiudevo:
+
+«O tranquilla palazzina di Médan, ieri violata dalla volgare persona
+degli uscieri, umili strumenti di una giustizia, indegna di chiamarsi
+tale, quando aprirai a due battenti il tuo cancello al profugo
+artista?
+
+«Allora veramente entrerà, assieme con Lui, nelle tue vaste sale la
+solenne vindice giustizia; ed ha un nome altrettanto nobile e santo:
+ella chiamasi l'ARTE.»
+
+Quando mai mi è passato pel capo di diminuire il valore del coraggioso
+atto cittadino del romanziere trasformatosi inattesamente in pubblico
+accusatore?
+
+Quando mai mi è passato pel capo d'insinuare che Emilio Zola, così
+facendo, abbia voluto formarsi un _piedistallo di questa questione_, e
+che abbia _preso il destro di afferrare quest'arma per servirsene a
+vantaggio suo e dei suoi_?
+
+_Marius_ ha trovato proprio le tre righe per farmi impiccare: le ha
+strappate dal nesso logico del mio articolo, e ha impreso
+caritatevolmente a lavarmi quel lucido capo, che appunto per questa
+sua condizione non ne ha punto bisogno.
+
+Se dire ad un artista, a un grande artista: Avete compiuto la missione
+che vi eravate imposta con generosità senza pari. I resultati della
+vostra lotta sono forse superiori a quel che voi vi attendevate. Ora,
+per attaccare a una gogna immortale coloro che han disonorato
+l'esercito francese e la Francia, scrivete un libro degno di voi,
+prendendo a soggetto i tetri e tragici fatti di cui siete stato
+testimone. «Mai còmpito di artista è stato più difficile e più
+tentatore: voi avete il poderoso petto che occorre per affrontarlo»:
+se dire questo a Emilio Zola significa fargli una ramanzina come a uno
+scolaro che ha trascurato il suo dovere, io lo lascio giudicare ai
+lettori della _Tribuna_, e mi rassegno anticipatamente alla loro
+sentenza.
+
+Le tre righe incriminate da _Marius_ volevano dire soltanto che
+l'opera d'arte, per la sua speciale natura, ha un valore assai
+superiore a qualunque nostro atto semplicemente morale. E citavo per
+ciò Voltaire e Calas.
+
+L'opera d'arte infatti, anche quando non ne ha la precisa intenzione,
+è atto di alta moralità, di giustizia spirituale. _Io accuso!_ Ma
+Emilio Zola, si può dire, non ha fatto altro in tutta la sua
+dignitosissima vita. I suoi ventitrè romanzi sono atti di accusa e di
+condanna nello stesso tempo; ed io non credo di ingannarmi dicendo
+che quando, nel lontano avvenire, e anche nel non lontano, non si
+parlerà più del processo Dreyfus e del coraggioso promotore della
+revisione di esso, i _Rougon-Macquart_, e _Le trois villes_ con tutti
+i loro difetti, e non ostante questi, vivranno nella memoria degli
+uomini e continueranno ad accusare e a condannare il secondo impero e
+la seconda republica.
+
+_Io accuso!_ Emilio Zola lo ha lasciato trasparire anche troppo da
+tutta la sua produzione di romanziere, e qualche volta fin facendo
+sottostare le ragioni dell'arte alle sue convinzioni personali. La sua
+carriera di critico e di artista è stata una lotta incessante. Il
+_conspuez Zola_, prima che dalla gola della folla anti-semitica e
+reazionaria, era risuonato parecchie volte dalle colonne dei giornali
+per opera di articolisti che si affibbiavano la giornea di campioni
+della morale e dell'arte; e i rammolliti decadenti e i pretesi
+neo-spiritualisti avevano già ripreso a urlare quel _conspuez_ anche
+dopo che gli altri si erano stancati.
+
+Emilio Zola non si è minimamente commosso per questi incessanti
+attacchi, come non si è impaurito delle dimostrazioni della folla che
+minacciava non la sua opera d'arte, ma la sua vita.
+
+La sua imperturbabilità di artista e di cittadino dimostra ad evidenza
+che egli non ha mai avuto bassi secondi fini.
+
+Quella ricchezza che è venuta a lui per virtù del suo ingegno, egli
+l'ha messa a repentaglio spensieratamente per una causa che gli è
+parsa altrettanto nobile e santa quanto la sua opera d'arte. Se questa
+volta si fosse anche ingannato, le sue intenzioni non avrebbero potuto
+essere giudicate meno disinteressate e generose.
+
+E perchè convinto di questo, non ho potuto lasciare senza risposta le
+parole dell'egregio _Marius_.
+
+Al quale auguro in altra occasione una luna _meno amareggiata da molte
+nuvole_ e una lampada di vagone _meno fioca_.
+
+
+
+
+LA CHIMERA.
+
+
+Quando sento dire d'un giovane:--È serio, assennato, non ha chimere
+pel capo--subito mi domando:--Ma è proprio giovane costui?--Mi sembra
+impossibile: non so figurarmi la giovinezza _senza chimere pel capo_.
+
+La _chimera_ ordinariamente è l'ideale; il nuovo che sta per
+schiudersi e che si fa intravedere appena: il sogno che si agita per
+divenire realtà; il feto che si matura nel seno oscuro, dove succhia
+tutti gli elementi della vita e dà nausee, dolori, malessere sui
+generis, alla creatura gestante di cui è sangue del sangue, carne
+della carne. Una giovinezza che non rincorre l'alata chimera
+dell'ideale, che non sogna e non si agita dietro i primi luccicori
+dell'avvenire che sta per schiudersi, che non sente in sè il malessere
+intellettuale di una gestazione potente, è inferma, senza rimedio, di
+vecchiezza precoce.
+
+Per ciò io mi sento attratto in singolar modo verso tutti coloro che
+si mostrano giovani davvero e inseguono con foga e temerariamente una
+qualunque _chimera_. Non già perchè io sia convinto che sempre e in
+ogni caso la chimera di oggi sarà la realtà di domani, ma perchè
+quella rincorsa dietro un'ideale è buon segno di vitalità, di forza, e
+perchè da questa confusa e talvolta pericolosa agitazione di discordi
+elementi la sapienza organatrice della Natura trae l'artista, il
+grand'uomo, il genio che darà vita a un capolavoro.
+
+Che importa se per molti la chimera sarà stata alla fine una dolorosa
+delusione? Che importa se il cammino percorso trionfalmente da pochi o
+da uno solo è funestato dallo spettacolo di tanti che sono caduti fra
+i tormenti di terribile agonia a metà di strada, maledicendo la
+chimera che non si è lasciata raggiungere? La vita è così; ha la sua
+legge, la sua ferrea necessità, ed è stolto pensare che avrebbe potuto
+essere costituita diversamente.
+
+O Romanticismo, chimera della generazione che precedette la nostra! O
+Verismo o Naturalismo, che sei stato anche la mia chimera quando avevo
+folti capelli scuri e baffi neri e non sospettavo di dover scrivere un
+giorno due volumi di Fiabe, che allora mi sarebbero parse vigliacca
+rinnegazione della mia fede!
+
+O Idealismo, o Simbolismo, chimera della generazione presente! O sogno
+di bellezza estetica che dinanzi al vocabolo raro, al periodo
+armonioso e voluttuosamente snodantesi come collo di cigno o come
+corpo di serpe che rinnova la sua spoglia sotto i raggi canicolari,
+dimentichi che il vocabolo è segno e confondi l'essenza della musica
+con l'essenza della parola!
+
+O unica e sola Chimera, che assumi diversi aspetti, iridando le penne
+delle tue ali ad ogni nuovo riflesso di luce, e che sei stata
+Romanticismo e poi Verismo e oggi Idealismo o Simbolismo e assumerai
+domani chi sa quale inattesa e più lusinghiera sembianza! Noi tutti
+abbiamo bisogno di te, anche quando arriviamo a comprendere che tu sei
+l'inafferrabile, l'irraggiungibile e, spesso, anche nient'altro che
+l'inganno!
+
+Io fantasticavo così poco fa, terminando di leggere il libro di un
+giovane[7] che avevo visto già correre con forte lena dietro l'attuale
+Chimera, in due suoi lavori precedenti. E mi vedevo davanti agli occhi
+un altro scrittore, giovane anch'esso e non nostro, che la stessa
+Chimera aveva allettato e fatto fuorviare, ma che si è poi sottratto
+vigorosamente al mortale miraggio fatto balenare da essa agli ansiosi
+sguardi di lui, quando lo allettava a scrivere _La course à la Mort_,
+_Le sens de la Vie_, _Les trois coeurs_, tre romanzi di idealismo
+trascendente, dove era tentato l'assurdo di ridurre l'opera d'arte a
+pura opera di pensiero; dove i personaggi erano semplici nomi,
+semplici segni, senza carne nè ossa. E pensavo al poderoso sforzo che
+Edoard Rod aveva dovuto fare per sbarazzarsi dalle allucinazioni della
+Chimera idealista e simbolista, e arrivare all'ultima, sana e
+rigogliosa manifestazione del suo ingegno, a _Le Ménage du Pasteur
+Naudié_ apparso appunto in questi giorni.
+
+Veramente Enrico Corradini non era andato tant'oltre, come lo
+scrittore francese, tra le nebbie dell'idealismo e del simbolismo, o
+dell'_intuitivismo_ come il Rod lo chiamava.
+
+Nel _Santamaura_ stava ancora molto vicino alla realtà e i suoi
+personaggi erano quasi tutti solidi e robusti; se non che si
+smarrivano un po' nel labirinto dell'azione e, di tratto in tratto, si
+scolorivano, non sembravano più persone vive o almeno ben organate,
+quasi fosse venuta meno la vital forza della immaginazione che li
+aveva messi al mondo.
+
+Dopo, era uscita fuori _La Gioia_ preannunciando una trilogia, un
+trittico narrativo, come oggi è di moda; e molte pagine di questo
+nuovo romanzo raggiavano di lieta luce, sorridevano; e i personaggi di
+esso, se mostravano ancora qualche rapporto di fratellanza (come no?)
+con quelli di _Santamaura_, avevano aria di miglior salute, quantunque
+meno robusti e anche meno attraenti di quegli altri, dotati di una
+simpatica rustichezza, di una strana vigorìa di sentimenti che li
+fissava nella memoria del lettore. In _La Gioia_ mancava infatti una
+figura da poter stare in confronto col vecchio sognatore umanitario
+Romolo Pieri a cui il misero villaggio di Santamaura deve la sua
+trasformazione industriale; e il protagonista Vittorio Rodia che vuole
+ricercare «soltanto nel proprio spirito il piacere della vita» perchè
+è convinto che «dallo spirito nasca ogni desiderio e ogni visione di
+felicità»; non vi fa intravvedere in che modo egli diventerà _Il
+Signore della vita_ (seconda parte della trilogia) nè quali potranno
+essere i risultati della sua esperienza negli _Ultimi giorni di
+Vittorio Rodia_, terza parte della trilogia.
+
+La chimera, che meglio si scorgeva proseguita in quei due primi
+romanzi, era quella dello stile, con una preoccupazione insistente; un
+po' chimera propria, un po' quella di un altro che già affascina
+parecchi e toglie a molti giovani l'impronta della loro personalità.
+Mentre però si scorgeva in _La Gioia_ uno sforzo, spesso vittorioso,
+di liberarsi dalla malìa della chimera altrui per questo riguardo, vi
+apparivano pure i segni della sopraffazione di un'altra chimera
+appunto nel protagonista Vittorio Rodia, che richiamava spesso alla
+mente l'Andrea Sperelli, il Tullio Hermil e il Claudio Cantelmo dei
+noti romanzi del D'Annunzio.
+
+Ma nè _Santamaura_, nè _La Gioia_ facevano sospettare, neppure in
+rapido baleno, _La Verginità_ ultima arrivata.
+
+Quando si tratta d'un ingegno non comune, com'è quello del Corradini,
+non c'è da impaurirsi tanto pel suo avvenire. Io, per esempio, che ho
+seguìto attentamente tutti i suoi passi, non temo che egli voglia
+ripetere, all'inverso, tra noi, il caso letterario del Rod: non temo
+di vederlo smarrire irrimediabilmente tra la nebbia dell'idealismo e
+del simbolismo, non ostante che in _La Verginità_ egli abbia calcato
+la mano o, meglio, si sia lasciato andare troppo oltre verso queste
+due azzurre chimere che infestano il cielo dell'arte narrativa
+odierna, proponendo ai giovani scrittori, come la mitica Sfinge,
+enimmi insolubili o che paiono tali, e colpendoli fatalmente se non
+riescono a risolverli.
+
+Chi ben guarda, trova in _La Verginità_ l'ingrandimento,
+l'esagerazione di certe tendenze manifestate dal Corradini nel suo
+dramma _Dopo la morte_ e nei due romanzi citati. Ma mi sembra sia un
+caso naturale, come il necessario germoglio di certe cattive erbe non
+strappate da un campo, e riproducentisi con invadente vegetazione
+maligna. Altre cattive erbe--e si scorge--il Corradini ha strappate,
+impedendo loro di riprodursi in questa sua nuova opera di arte:
+affettazioni di stile, imitazioni, forse irriflesse, di stile altrui,
+eccessi d'immagini, eccessi di colorito inopportuno: ed è qualcosa. La
+rinnovazione procede così, dall'esterno all'interno: dalla parola,
+dalla frase, all'organismo dell'opera d'arte. Quando si vede che uno
+scrittore caccia via dal suo stile quel che è falso, quel che è
+inutile, e cerca di dare alla parola la limpidità, la trasparenza che
+la riducano tutta una cosa col concetto, c'è da scommettere che
+opererà lo stesso lavoro di rimonda, di semplicizzazione, di
+_inveramento_, come direbbe il Vico, anche nell'organismo della sua
+concezione. Perchè cancella una parola, e muta e rimuta una frase, e
+le martella e le ripulisce fino a che non corrispondano a quelle che
+devono essere? Senza dubbio, perchè comincia a convincersi che la
+semplicità, la schiettezza, la sincerità sono le vere doti naturali
+dello stile, e che la semplicità, la schiettezza, la sincerità
+diventano, secondo il concetto, forza, colore, tutto.
+
+Così avverrà a poco a poco coi suoi personaggi; li vorrà semplici,
+schietti, sinceri, perchè non potrà più tollerare una stonatura tra
+essi e la forma. E capirà che semplicità non significa povertà; nè
+schiettezza e sincerità, ingenuità.
+
+Attilio Palagonia, l'attrice Saveria ed Ercole Grabba, i tre
+personaggi di _La Verginità_, appaiono creature complicate per effetto
+d'una illusione di ottica d'arte. In se stessi sono, non solamente
+semplici, ma dirò quasi poveri. Sono creature sensuali, voluttuose;
+nient'altro. La complicazione la vuole e la ricerca l'autore a furia
+di analisi, o meglio prestando ai suoi personaggi la sua ricchezza.
+Per riempire il loro vuoto, ha dovuto ricorrere a mezzi di messa in
+iscena, anzi di scenario che, se provano la sua abilità descrittiva,
+scoprono maggiormente la deficienza delle sue creature. E che sforzo
+per illudersi sul conto loro e illudere il lettore! Basterà leggere
+gli splendidi capitoli _Nel sole_, _La passeggiata notturna_:
+splendidi non tanto per quel che sono, quanto per quel che fanno
+scorgere della forza artistica del loro autore. Attilio Palagonia,
+Saveria, Ercole Grabba sembrano degli agitati, dei malati che non
+scorgono più la realtà delle cose e dei sentimenti; ma la veggono
+mostruosamente sviluppata per qualche infiammazione che, dopo avere
+alterato i loro organi visivi, si sia comunicata alle loro menti.
+
+Perchè mai Enrico Corradini, che ha creato Romolo Pieri, suo figlio
+Mauro e la brutale campagna socialista di lui; che ha concepito e
+delineato bravamente la spigliata figura di Natalia, le grottesche
+sorelle Florimo, la sensibile Concettina Croce (cito a caso e di
+memoria) nei due romanzi precedenti, qui, in _La Verginità_, ci ha
+fatto intravedere soltanto a sbalzi qualcosa di umano, di non voluto,
+di non troppo ricercato?
+
+Ah, la Chimera, la Chimera!
+
+Ed io ne capisco tutte le seduzioni e non mi sdegno e non ne faccio un
+rimprovero alla giovinezza dell'autore.
+
+Creare un'opera d'arte dove lo stile, i personaggi, la natura, le
+sensazioni, i sentimenti, le idee siano, tutt'insieme, un'armonica
+luce di bellezza; dove il reale e l'ideale si confondano e si
+compenetrino talmente da far risultare la concezione artistica verità
+materiale e simbolo in una!... Come resistere agli incanti di tale
+Chimera?
+
+Eppure io credo che Enrico Corradini resisterà. Sarebbe proprio una
+disgrazia, se egli dovesse rimanere tra quelli che agonizzano a metà
+di cammino, nella via dell'arte, prima di aver stretto fra le braccia
+la forma sognata e adorata.
+
+Nel paese della Chimera, che qui significa dell'idealismo, del
+simbolismo, dell'_intuitivismo_, Edoardo Rod si era inoltrato più
+arditamente e più spensieratamente di lui, e n'è tornato addietro sano
+e salvo e più vigoroso e più forte. Non è male avventurarsi in questo
+viaggio; qualcosa dell'ideale inseguito si trasfonde sempre nell'opera
+d'arte, quando si possiede ingegno solido e ben organato. Per esempio,
+quanta idealità, quanta serenità in quest'ultimo romanzo del Rod. _Le
+ménage du Pasteur Naudié_! E quanta passione vibrante e profonda! Si
+vede bene che la Chimera non è stata inseguita inutilmente.
+
+E questo vorrei poter dire del Corradini e di un suo prossimo libro.
+
+
+
+
+E. ROD--E. LESCA
+
+(E. ROD, _Nouvelles études sur le XIX siècle_, Paris, Perrin, 1898--E.
+LESCA, _Leggendo e annotando_, Roma, Loescher e C., 1898.)
+
+
+Un libro di critica è spesso, oggi, un'opera d'arte.
+
+L'autore non lo ha composto tranquillamente, di proposito, capitolo
+per capitolo, col pensiero fisso a un'idea cardinale e intento a farne
+risaltare la dimostrazione in pro o contro uno scrittore, una moda, un
+genere letterario. Gli articoli che formano il volume sono usciti
+fuori alla spicciolata, in occasioni diverse, con intervalli di anni
+qualche volta, ma sotto la vivissima impressione di una lettura, di
+una discussione: e ne portano l'impronta nel contenuto e nella forma.
+
+L'autore ha avuto il buon senso di riprodurli in un volume quali
+comparvero nelle colonne di un giornale o nelle pagine di una rivista.
+Lo svolgimento di qualche soggetto sarà insufficiente; e fra un
+articolo e l'altro ora si potrà scorgere qualche contraddizione che
+indica come il pensiero dello scrittore abbia fatto cammino, e si sia
+maturato nello spazio di tempo corso fra i due scritti: tanto meglio.
+Il volume acquisterà, anche per queste insufficienze e contraddizioni,
+un'aria di vita e di cosa d'arte, che le facili correzioni e le
+aggiunte gli avrebbero tolto.
+
+In Italia i volumi di critica letteraria sono assai rari, per ragioni
+commerciali dipendenti da quelle della nostra cultura generale.
+Bellissimi e interessantissimi articoli, che non hanno niente o assai
+poco da invidiare agli scritti delle migliori rassegne estere,
+rimangono sepolti nei fascicoli della _Nuova Antologia_ e delle altre
+poche consimili riviste o nelle colonne di qualche giornale
+quotidiano. I loro autori sono convinti che troverebbero difficilmente
+un editore; e gli editori sanno per prova che questo genere di volumi
+non va. Parecchi scrittori poi non mettono insieme, in uno o due anni,
+tanto materiale da formare un volume. La critica letteraria non è una
+funzione, o meglio una carriera tra noi: è una esercitazione casuale,
+capriccio di un momento, spesso atto di compiacenza verso un autore,
+concessione all'entusiasmo passeggero per un poeta o romanziere in
+voga, per un principio d'arte che la moda mette in evidenza e che
+interessa realmente con la sua elevatezza e con gli eccessi.
+
+Non occorrono tutte le dita di una mano per segnare i nomi di coloro
+che seguono, da critici competenti, il nostro movimento letterario e
+ne notano, di tratto in tratto, i prodotti di qualunque natura e di
+qualunque valore essi siano. E questi medesimi non sentono mai il
+bisogno di rivolgersi addietro, di riprendere in esame la molteplice
+produzione di uno scrittore, e riguardarla da un nuovo punto di vista,
+e cavarne i segni caratteristici, o sviscerarne il concetto morale che
+si nasconde sotto ogni opera d'arte.
+
+Infatti, a quale scopo? La gente che legge appena l'opera d'arte o va
+a sentirla a teatro, non leggerebbe quel che vorrebbe dirgli il
+critico. L'interessamento di essa non passa oltre la buccia di un
+certo pettegolezzo. Una discussione o un esame fatti con serietà la
+seccherebbero.
+
+E così avviene anche che il critico italiano, specialmente quello
+d'occasione, non ha sempre ben sciolta la mano, non sa assumere quella
+spigliata aria discorsiva che rende ordinariamente gli articoli
+originali delle riviste e dei giornali esteri una specie di vivace
+conversazione tra scrittore e lettore, dove il lettore ha il piacere
+di star ad ascoltare e l'altro tutto l'interesse di rendersi parlatore
+gradito.
+
+Facevo queste riflessioni leggendo interpolatamente i due volumi
+annunciati, uno francese e l'altro italiano; e mentre non mi sembrava
+ambizioso il titolo del volume del Rod, avrei desiderato meno dimesso
+quello del volume del giovane professore Lesca, quantunque corrisponda
+benissimo alla natura degli scritti in esso raccolti, anzi appunto per
+questo.
+
+Gli studi del Rod sono quasi tutti riassuntivi. Non già che pretendano
+di dire l'ultima parola intorno alla produzione, o al carattere di
+essa, di autori che si chiamano A. Daudet, A. France, V. Hugo, E.
+Hennequin, A. Fogazzaro. Per alcuni di questi, l'ultima parola oramai
+spetta alla posterità; per altri non sarebbe possibile dirla,
+trovandosi oggi nel vigore degli anni e nella piena maturità della
+creazione.
+
+Ma il loro autore, vi adopera tale sagacia, tale serenità da far
+stimare che ben poco l'avvenire correggerà o cancellerà di parecchi
+suoi giudizi, almeno nei punti più rilevanti. Per altri punti, dove
+l'affetto esagera un po' l'ammirazione, come nello scritto intorno al
+Daudet; dove la imparzialità coscienziosa del critico, la suggestione
+artistica o intellettuale sentite leggendo, gli impediscono di
+prendere un più risoluto atteggiamento, come a proposito di A. France;
+dove il sentimento di amicizia e la compassione davanti alla tomba di
+un giovine d'ingegno, morto a ventinove anni, gli ingrandiscono le
+proporzioni del valore critico del povero E. Hennequin, annegato, per
+congestione cerebrale, prendendo un bagno nella Senna; infine, dove,
+ragionando del Fogazzaro romanziere e poeta, rimane più sur un terreno
+di cortesia che di osservazione a fondo e di precisione di fatti; per
+quest'altri punti, dico, le correzioni, le attenuazioni le va facendo
+lo stesso lettore via via che procede di pagina in pagina senza
+arrestarsi o stancarsi.
+
+E infatti il minor merito di tal genere di scritti non è certamente la
+muta, interiore discussione provocata durante la lettura; specialmente
+quando uno scrittore come il Rod, alle funzioni di critico d'arte,
+mescola con abilità quelle di moralista elevato.
+
+Il volume del prof. Lesca, ripeto, risponde benissimo al titolo:
+_Leggendo e annotando_. Certamente egli legge con molta attenzione,
+annota con fine intelligenza, con garbo e qualche volta con vivace
+arguzia: vedi lo scritto: _Un preteso dialogo di Torquato Tasso_.
+
+Ma, sia un po' colpa dei soggetti, sia un po' qualche residuo non
+potuto ancor vincere delle funzioni scolastiche dell'autore, mi sembra
+che manchi appunto in questi scritti quella facile ma non superficiale
+scorrevolezza, quell'agile eleganza di presentazione del soggetto,
+senza perdersi in cose minute, ponendo subito in vista l'essenziale;
+insomma quel che, _ddu tali nun-so-cchi_ (a lui che è stato in Sicilia
+e ne parla anche in questo volume a proposito del Bazin, si può dirlo
+col Meli) quel _che_ per cui l'articolo di critica assume senso e
+forma di opera d'arte.
+
+E non c'è nello stile del Lesca niente di ammanierato, di grave, di
+pedantesco; soltanto il concetto non prende le ali, non tenta di
+diventare qualcosa di organico, o di meno scucito che il semplice
+annotare. Io avrei voluto vedere smentita la modestia del titolo del
+suo volume; cosa che all'autore non sarebbe stata difficile volendo,
+perchè ne dà un esempio nello scritto: _Foscolo Manzoni Leopardi_, a
+proposito del libro dallo stesso titolo, di Arturo Graf; e avrebbe
+potuto darne un altro esempio, parlando della _Sicile_ del Bazin;
+tanto più che egli aveva ricordi personali da contrapporre o
+aggiungere alle impressioni dello scrittore francese.
+
+E a proposito di queste _annotazioni_, da uno che è vissuto qualche
+anno in Sicilia, non mi attendevo generalizzazioni molto simili a
+quelle da lui rimproverate al Bazin, o meraviglie e stupori davanti a
+spettacoli di miseria o di poca nettezza, quasi essi fossero una
+specialità della Sicilia e non se ne vedesse neppur l'ombra altrove,
+nel continente italiano e fuori!
+
+Egli descrive con gran compiacenza di particolari un misero albergo di
+Giarre e la difficoltà di procurarsi un po' di carne e delle uova...
+Ma forse questo avviene soltanto a Giarre, paesetto dove la ferrovia
+ha ormai reso superflui gli alberghi che vi erano prima, quando esso
+era punto di fermata del viaggio in diligenza o in carrozza fra
+Catania e Messina?
+
+Un giorno, anni fa, il Verga ed io pensammo di fare una bella
+passeggiata e andare da Milano a Sesto. Ma non era domenica, e nei due
+o tre ristoranti, che la domenica rigurgitavano di avventori, non
+c'era anima viva. Chiesto invano da mangiare a due ristoranti
+indicatici come migliori, dovemmo rassegnarci a ricorrere al terzo. Il
+padrone ci guardò con aria così ansiosa, che ci lusingammo di essere
+capitati bene. Il locale non era veramente di gran lusso, ma
+decente.--C'è qualcosa di pronto?--Niente; tutto da farsi.--Allora,
+spaghetti al pomidoro.--Oggi, cari signori? Impossibile!--Due
+cotolette ai ferri; intanto un po' di salame, un po' di burro.--Il
+padrone si grattava poco pulitamente la testa.--Insomma?...--Quel che
+vogliono; ma, oggi...
+
+E dovemmo contentarci di un po' di pane non fresco, di un po' di
+gorgonzola o stracchino, non ricordo bene, e qualche mela. A Sesto! A
+poche miglia da Milano! D'estate! Cioè, quando quel paesetto diventa
+luogo di villeggiatura domenicale pei buoni ambrosiani che non possono
+correre alle montagne o al mare!
+
+Il Verga ed io ci contentammo di ridere, e di andare a desinare a quel
+Biffi che avevamo voluto fuggire. E stia sicuro il prof. Lesca che,
+nel caso che io avessi la tentazione di mettermi a scrivere le mie
+memorie, non dirò--glielo giuro--che Sesto, nel 1889, era un posto
+selvaggio, dove due viaggiatori potevano facilmente morire di fame!
+
+
+
+
+VITTORIO PICA
+
+
+Il suo ultimo libro s'intitola: _Letteratura di eccezione_; ed è
+un'eccezione anche lui, l'autore, che si è formato una specialità
+della critica letteraria ed artistica, senza mai invadere altri campi.
+Per ciò è riuscito un critico che sa molto bene il suo mestiere, cosa
+rara tra noi.
+
+Si può anzi dire che un eccessivo scrupolo di coscienza lo abbia
+indotto a limitare lo spazio dei suoi studi d'arte letteraria alla
+sola letteratura francese contemporanea, e, in questa, particolarmente
+alla produzione che ha lo spiccato carattere della ricerca del nuovo a
+ogni costo e, appunto per tale smania, invece dell'originalità, trova
+spesso la caricatura di essa, lo strano, l'assurdo. Giacchè si è
+originali senza volerlo e quasi senza saperlo, per naturale
+conformazione dell'ingegno, come si hanno quella fisonomia, quei
+gesti, quel tono di voce, quei modi di sentire e di esprimersi che
+costituiscono la individualità d'ogni creatura umana, e la distinguono
+da tutte le altre. Questa originalità naturale, istintiva, organica,
+non mostra nessuno sforzo, nessuna deliberata intenzione di voler
+essere tale; non architetta anticipatamente teoriche che debbano
+regolarla e giustificarla; si manifesta genialmente, vivendo,
+operando, cioè producendo l'opera d'arte più conforme ai suoi mezzi di
+creazione.
+
+Di questo è convinto pure Vittorio Pica, e lo dà a vedere con la
+moderazione dei suoi giudizii, anche quando la sua tormentata
+curiosità gli fa preferire lo studio di quelle opere letterarie da lui
+chiamate _di eccezione_, alterando un po' il significato di questo
+vocabolo, e dandogli un senso di scusa indulgente.
+
+Egli si lascia attrarre più volentieri da certi caratteri morbosi, da
+certe mostruosità psicologiche o di forma, con le quali si rivelano in
+ogni opera d'arte l'aspirazione a qualche cosa che esca dall'ordinario
+e il faticoso vano processo per raggiungere quello scopo.
+
+È simile a un medico che si compiace dei _bei_ casi di malattie
+complicate, a un chirurgo che si entusiasma davanti a una _bella_
+piaga purulenta e cancrenosa. Certamente, come nel medico, c'è in quel
+compiacimento di lui il pensiero dell'opera d'arte sana e piena di
+rigoglio; c'è, come nel chirurgo, l'idea sottintesa dell'abile
+operazione che farà rimarginare quella piaga.
+
+E per questo il lettore dei sei lunghi e minuziosi studii intorno al
+Verlaine, al Mallarmé, al Barrès, al France, al Poictevin, al
+Huysmans, gli perdona facilmente quel compiacimento e quell'entusiasmo
+quasi inerenti all'ufficio di critico, come li perdona al medico e al
+chirurgo in grazia della scienza della salute.
+
+Senza l'entusiasmo ed il compiacimento del nuovo e dell'esotico, che
+spinge il Pica a traverso la letteratura decadente francese e l'arte
+dell'estremo Oriente, noi non avremmo questi studii letterari nè gli
+altri intorno alla pittura moderna che ne formano il compimento,
+ispirati e spinti come sono da identica intenzione verso le varie
+ricerche di nuove forme e di nuovi processi, sia per mezzo della
+parola, sia per mezzo del disegno e dei colori.
+
+Qualcuno gli fa una colpa della sua preferenza per la letteratura
+moderna francese. Dice:
+
+--Se vuol trovare dei malati, dei cancrenosi, perchè non cercarli
+anche fra noi? Mancano forse?
+
+--Non mancano--potrebbe rispondere il Pica--ma sono malati di
+contagio, di suggestione nevrotica. Io faccio come quei dottori che,
+volendo studiare il colera, sono andati nell'India, per meglio
+osservarlo nel paese dove l'infezione è di prima mano. I nostri
+decadenti sono derivazioni, riflessi,--nella lirica, nel romanzo, nel
+dramma--dei decadenti stranieri; e, al pari di tutti gli imitatori, se
+hanno importato il morbo, ne hanno anche alterato il carattere,
+esagerandone le qualità cattive, non mantenendo le buone, se di
+qualità buone può parlarsi trattandosi di malattia. E le derivazioni,
+le imitazioni, i riflessi non mi interessano punto.
+
+Egli ha ragione. Nella stessa artificiosità dei decadenti francesi c'è
+un che di spontaneo che la rende interessante; c'è, per lo meno, una
+logica necessità di circostanze particolari che le danno
+un'espressione di sincerità personale in ogni suo primo e valido
+campione. Negli imitatori, no. Per ciò avviene che i primi, non
+ostante le loro strane esagerazioni, lascino dietro a sè qualcosa che
+sopravvive e che forse non sarebbe sopravvissuto senza la stranezza di
+quelle esagerazioni. Lo ha notato il Pica, parlando dei Parnassiani.
+Essi vollero esiliare a ogni costo la passione dalla poesia, tenersi
+paurosamente lontani dal tumulto della vita contemporanea che ferveva
+attorno a loro, dedicarsi esclusivamente al culto esagerato della
+forma, fin a detrimento dell'idea; ed ebbero torto. Ma il loro
+disinteressato e religioso amore per l'arte ha prodotto una perfezione
+di fattura nel verso francese non mai raggiunta prima di oggi. La loro
+voluta impassibilità davanti al dolore volgare
+
+ _Qui pousse des cris importuns_
+
+è sparita, come spariscono le esagerazioni di ogni sorta; le loro
+conquiste tecniche sono, in gran parte, rimaste. Così Teofilo
+Gauthier, Leconte de Lisle, il Banville non ci dicono più niente come
+poeti, ma il verso francese non potrà mai più cancellare l'impronta
+profonda segnatavi dalle loro abilissime mani. Così il Mallarmé sarà
+per gli avvenire più incomprensibile che non sia ora pei suoi stessi
+ammiratori, ma qualche lembo del suo sogno di esteta non è morto per
+sempre con lui, e forse diverrà bellissima realtà domani, tradotto,
+nel verso, nel romanzo, nel dramma, da uno che saprà dargli forma
+organica e viva.
+
+Ora io comprendo, in qualche modo, che possa applicarsi la qualifica
+di letteratura di eccezione alla produzione del Verlaine e del
+Mallarmè. L'eccezione, nella natura e per ciò anche nell'arte, è il
+vigoroso sviluppo di certe qualità rimaste insignificanti o soffocate
+negli esseri e nelle creature ordinarie; e questo sviluppo, nel
+Verlaine e nel Mallarmè, sarebbe rappresentato dal senso vivissimo
+della musicalità e del colorito della parola; dal bisogno del raro,
+del raffinato, come oggi si dice; dal concetto della idealizzazione
+della forma in maniera che possa essere simbolo anche essa di quel
+gran sogno che noi chiamiamo stoltamente realtà. Non so comprendere
+però per quali ragioni egli annoveri tra le opere letterarie di
+eccezione quelle del Barrès, del Poictevin, del France e di Joris-Karl
+Huysmans. In queste, la eccezione non riguarda la forma o almeno la
+riguarda in parte secondaria: l'eccezione è nel concetto; pel Barrès,
+nella teorica del culto dell'io: pel Poictevin, nello studio di ciò
+che «vi ha di vago, di misterioso nell'intimità dell'anima, studio che
+gli fa creare, non di rado (cito le parole del Pica) a bella posta,
+delle complicazioni per poterle sbrogliare, delle difficoltà
+per poterle superare, in modo da passare inconsapevolmente
+dall'osservazione semplice e sincera ad una specie di arbitrario
+acrobatismo metafisico;» pel France, «nell'egoistica civetteria
+cerebrale di critico», nella ironia, nella scettica crudezza
+dell'osservazione, nella continua propensione al paradosso, nello
+spensierato dilettantismo filosofico; per l'Huysmans, infine, nella
+irrequieta tristezza della coscienza religiosa.
+
+Eccezioni di concetto, forse, certamente riflessi, derivazioni di
+speculazioni filosofiche o di ipotesi scientifiche che pervadono le
+intime fibre del pensiero moderno; ma eccezioni di arte letteraria in
+che cosa mai?
+
+È questo il solo appunto che si può fare al bel volume del Pica.
+
+I sei studi, del resto, sono condotti con straordinaria accuratezza,
+mescolando la biografia alla parte critica, con larghe e opportune
+citazioni perchè i lettori abbiano anche essi sotto gli occhi qualche
+documento da aiutarli a riscontrare le osservazioni e le affermazioni
+del critico; fin con indicazioni bibliografiche da soddisfare quei
+meticolosi che danno molta importanza a un'edizione, a una data.
+
+Certe volte il suo entusiasmo lo trascina un po' oltre. Non nega, per
+esempio, che il Mallarmè abbia spinto le circonvoluzioni del suo stile
+fino alla più completa oscurità e che i suoi ammiratori abbiano torto
+di ammirarlo là dove è più incomprensibile; ma le dubbie tenebre nelle
+quali qualcosa si può intravedere lo seducono fortemente. E a
+proposito del frammento del dramma o tragedia, _Erodiade_--l'unico
+pezzo che il Mallarmè ne abbia scritto--il Pica ci rivela quella sua
+debolezza pel raffinato, pel malato in arte a cui ho accennato da
+principio.
+
+«Intendo benissimo--egli dice--che, alla prima lettura di questo
+frammento di poesia anche gli spiriti sottili e comprensivi (dei
+mediocri e dommatici non è neppure il caso di parlare) debbono
+rimanere un po' smarriti e debbono sentire una specie di ostilità
+contro il linguaggio prezioso, le metafore strane, le imagini
+arditissime di questo dialogo in versi, e sopra tutto contro la
+generale intonazione sibillina; ma se lo _rileggeranno attentamente e
+pazientemente_ (sottolineo io) si sentiranno a poco a poco conquidere
+da un arcano fascino e si convinceranno che _anche quelli che a bella
+prima paiono difetti_ (sottolineo ancora io) contribuiscono
+possentemente al mirabile effetto totale» (p. 147).
+
+In queste poche righe c'è intero il carattere del volume _Letteratura
+di eccezione_ e c'è la immagine netta della fisonomia di critico
+dell'autore.
+
+
+
+
+ENRICO IBSEN
+
+(_Gian Gabriele Borckman_, Dramma in 4 atti.)
+
+
+Ha sessant'anni; e i capelli e la barba interamente incanutiti lo
+faranno sembrare più vecchio che non sia. La catastrofe finanziaria
+che lo ha buttato giù, trascinando nella rovina tanti altri che
+avevano avuto fiducia in lui, lo ha reso--com'egli dice--_un Napoleone
+storpiato da una palla nella sua prima battaglia_. Ma, dopo di aver
+espiato la pena a cui è stato condannato, chiuso nelle stanze del
+primo piano della sua casa, dove sua moglie non sale mai, dove va a
+visitarlo, accompagnato dalla figlia giovanetta, soltanto un ingenuo
+poeta--una delle moltissime vittime finanziarie di lui, e che pure gli
+rimane fedele, ancora soggiogato dalla forza di quell'anima
+indomita--Gian Gabriele Borckman, senza amici, senza famiglia, senza
+niente, sogna intanto la rivincita, vive della grande illusione di
+tornare ad essere più potente di prima.
+
+--I miei nemici verranno qui, a prostrarsi ai miei piedi, a
+supplicarmi di prender le redini della nuova banca, di quella banca
+che essi hanno fondato e che sono incapaci di reggere!... Ed io li
+riceverò ritto, con una mano appoggiata a questa scrivania... E
+detterò i patti; ed essi li accetteranno, per forza, sì, per forza! Se
+non fossi certo di questo, mi sarei già tirato un colpo di pistola da
+un pezzo!
+
+Egli parla così a un altro povero sognatore, a un poeta che spera
+egualmente la sua rivincita in teatro. Borckman lo commisera, lo
+compatisce. L'arte! Oh, si tratta di ben altro per lui! Creare dei
+milioni, farli scaturire dalle miniere, dalle strade ferrate, dalle
+forze idrauliche, dalle industrie, dai commerci per mare e per
+terra... ecco il miracolo che egli avrebbe compiuto, se fosse stato
+solo!...
+
+Ma egli, il forte, ha avuto una debolezza: ha creduto nell'amicizia!
+
+--C'è qualcosa al mondo peggiore dell'assassinio, del furto, del
+giuramento falso: l'abuso di confidenza di un amico a danno d'un
+amico!
+
+--C'è un peccato imperdonabile--gli dirà, poco dopo, una
+donna:--Quello che ha troncato la vita di amore in un essere umano!
+
+Ed hanno ragione tutti e due.
+
+Egli, uomo, guarda il mondo dal punto di vista della prosperità
+sociale; e tutto quel che non ha stretta relazione con tale scopo gli
+sembra inezia. Per colei, donna, niente dovrebbe prevalere sui
+diritti del cuore!
+
+E s'ingannano tutti e due!
+
+Gian-Gabriele Borckman ed Ella Rentheim non sono due formole messe là
+da Enrico Ibsen per dimostrare un concetto. Sono due personaggi vivi;
+per ciò hanno ragione e nello stesso tempo s'ingannano.
+
+Nella vita agiscono forze complesse. Un uomo può incarnare per qualche
+tempo le aspirazioni di un popolo e guidarne i destini; ma vien l'ora
+in cui il segreto della sua idea gli è tolto di mano. Altri lo metterà
+in atto più vigorosamente di lui. Una donna può esercitare durante
+qualche tempo una benefica influenza su la vita d'un uomo; ma arriva
+pure il momento in cui questa influenza perde possa, per necessità
+naturale, ed è sostituita da altre influenze più elevate o più
+poderose.
+
+Enrico Ibsen ha osservato questo terribile dramma della vita e lo ha
+magistralmente rappresentato in quest'ultimo suo lavoro, mostrando
+un'abilità di fattura che nelle precedenti sue opere non aveva
+raggiunta.
+
+Qualcuno vi ha visto una rinnegazione della sua _maniera_, un
+regresso. Qui tutto è chiaro, evidente, vivente. Il concetto è
+divenuto realtà. Nessuno dei personaggi discute; tutti sentono,
+pensano, agiscono secondo il loro carattere, secondo le loro passioni,
+le loro illusioni; e il dramma (stavo per dire, la tragedia con
+l'antica fatalità) scaturisce violento dal cozzo dei caratteri, delle
+passioni, delle illusioni, al pari che nella vita reale.
+
+--Come! Niente simbolo?--gli è stato rimproverato.
+
+--Ma io non sono mai stato o almeno non ho voluto mai essere un
+simbolista alla vostra maniera--ha risposto il gran drammaturgo.--Noi
+siamo tutti tanti simboli viventi. Obbediamo a leggi fisse, anche
+quando crediamo di non assoggettarci a niente, all'infuori che alle
+nostre passioni e ai nostri capricci. Rendere sensibili, visibili
+queste leggi per mezzo di un'azione, di caratteri, di passioni, ecco
+quel che io ho sempre inteso di fare. In questo senso soltanto sono,
+forse, stato un simbolista.
+
+Infatti che cosa ha egli osservato prima di scrivere il _Gian-Gabriele
+Borckman_?
+
+Ha visto un uomo assetato di potere, di ricchezza, che vuol
+raggiungere un'alta cima di prosperità generale, smovendo, agitando,
+guidando tante forze sparse, rimaste inefficaci e disperse prima della
+sua potente iniziativa. Con lo sguardo fisso all'eccelsa mèta, egli
+procede senza badare a quel che abbatte e calpesta nel suo cammino.
+Opera come le grandi e cieche forze della natura. La morale, il
+diritto, la legge, gli affetti, non debbono impacciarlo e impedirgli
+di spingersi avanti. Egli sa di non dovere curarsi al presente, ma
+occuparsi di creare l'avvenire; e sa che per creare deve distruggere.
+Il vero torto di quest'uomo non consiste nel male che così fa agli
+altri, ma nel non averlo fatto compiutamente, da solo. Egli ama una
+donna, e la cede a un amico che l'ama ugualmente, pel motivo che
+questi può essergli di valido aiuto nella sua vasta intrapresa. Il
+sacrificio non gli giova. Se egli cede, non cede la donna, che ignora
+il mercato. Colui crederà che il rifiuto di essa è opera segreta di
+lui, e si vendicherà rovinando il preteso rivale col palesare il
+segreto che ne avrebbe prodotto il gran trionfo.
+
+Ha visto una donna, innamorata non ostante l'abbandono, che tenta di
+salvare dalla rovina il figlio di colui che l'ha posposta, per
+calcolo, alla sorella.... E questo giovane le sfugge, invischiato
+dalle arti di una cattiva signora!
+
+Ha visto una mamma che vorrebbe riabilitare nel figlio il nome del
+padre insozzato da una condanna infamante; che tenta di educarlo in
+modo da corrispondere a questo suo ideale, segregandolo fin dalla
+compagnia di suo padre non volendo ch'egli, adottato dalla zia,
+perdesse il nome che doveva rialzare: ha visto insomma una donna
+chiusa, per questo, a qualunque altro affetto terreno... e che viene
+schiacciata anche essa dalla violenza delle circostanze superiori al
+suo potere.
+
+Ha visto due altre creature affascinate da altri sogni: il poeta
+Foldal, da un sogno d'arte; Frida Foldal, sua figlia, da un sogno di
+ricchezza e di piaceri.
+
+E vedendo e osservando, ha penetrato col suo acutissimo sguardo, fino
+all'intimo fondo, quelle creature umane, là dove le leggi della vita
+si rivelano nella loro fatale rigidità; ha veduto l'inanità degli
+sforzi individuali nella lotta dell'esistenza, se le circostanze non
+li favoriscono. Eppure il pensatore si è sentito invadere da profonda
+e ammirativa simpatia per quelle creature dolorose, ognuna con la sua
+croce, o con la sua illusione, che è tutt'una; e l'artista ha sentito
+il bisogno di fissare le fuggevoli figure dalla realtà, spingendole
+vive e palpitanti sul palcoscenico, perchè altri osservasse e
+riflettesse come lui, perchè ognuno vi ritrovasse, per conto proprio,
+qualcuno dei mille pensieri che si sono agitati nella mente di lui,
+durante la gestazione creativa.
+
+Ma questa volta egli ha voluto che le sue creature apparissero
+compiutamente staccate dal suo pensiero, segnate dal suo marchio si
+intende--come sarebbe stato possibile il contrario?--ma creature di
+carne e di ossa, con la loro particolare fisonomia, coi loro gusti,
+con la loro voce speciale, con le loro passioni, con le loro
+debolezze, coi loro sogni, con le loro allucinazioni, e senza
+l'impaccio di un preconcetto, di una tesi... o almeno con quel tanto
+di tesi che è indispensabile sostrato di ogni opera d'arte.
+
+Infatti egli diceva ultimamente al suo traduttore francese, conte
+Prozor:
+
+--L'importante, la cosa principale in un'opera teatrale è l'azione, la
+vita. Il resto è accessorio.
+
+--Per noi semplici mortali, non grandi artisti come lei--rispondeva il
+Prozor--non sono cose accessorie le idee.
+
+--Ma tutti scrivendo manifestano idee. Che cosa fanno dunque gli altri
+autori drammatici?
+
+La domanda manifesta l'ingenuità di un uomo di grandissimo ingegno.
+
+Che cosa fanno?
+
+Precisamente il contrario. Niente azione, niente vita. E così il
+preteso lavoro drammatico si risolve in un noioso soliloquio
+dell'autore... per bocca di parecchi personaggi.
+
+
+
+
+DI UN'OPINIONE DI E. ZACCONI
+
+
+A proposito della rappresentazione del _Gian-Gabriele Borckman_
+dell'Ibsen è stata rammentata la risposta di Ermete Zacconi ai critici
+tedeschi che lo accusavano di eccessivo verismo patologico negli
+_Spettri_ dello stesso autore.
+
+Confesso sinceramente che la ignoravo (non siamo obbligati di sapere
+tutto) e aggiungo non meno sinceramente che essa mi sembra una
+risposta sbagliata.
+
+Se lo Zacconi si fosse contentato di dire soltanto:--L'Ibsen ha voluto
+così quel personaggio di Osvaldo--e, ove gli fosse sembrato
+necessario, si fosse spinto fino a dimostrarlo, la risposta sarebbe
+stata degna di quel grande artista che egli è.
+
+Invece si è compiaciuto di manifestare la sua particolare teorica
+intorno all'interpretazione rappresentativa di certi lavori
+drammatici, e si è lasciato scappar di bocca, o meglio, dalla penna,
+un'incredibile enormità che contraddice quanto poco prima egli aveva
+affermato.
+
+Egli soggiunse (ripeto le sue parole su la fede altrui, ma non ho
+nessuna ragione per sospettare che non siano riferite esattamente):
+
+«Nella interpretazione dei capolavori dei sommi non bisogna arrestarsi
+sempre davanti alla semplice opera d'arte. C'è il pensiero che va più
+in là dell'arte. Così nell'Ibsen bisogna distinguere prima il
+filosofo, poi il simbolista, e soltanto in ultimo l'artista. Egli è
+grande per la forza del pensiero, non per la forza artistica».
+
+Tradotto in parole più semplici e più chiare, questo significa: Vi
+sono opere d'arte sbagliate, dove il concetto non è riuscito ad
+assumere la forma che gli spettava. Le opere drammatiche dell'Ibsen
+sono di questa categoria. Nella rappresentazione di esse si deve
+quindi badare più al pensiero che alla forma...
+
+In che modo, io sarei curiosissimo di apprenderlo dallo stesso
+Zacconi.
+
+Ho assistito più volte alla sua mirabile incarnazione nell'Osvaldo
+degli _Spettri_, e non mi è parso di scorgervi quell'eccesso di
+verismo patologico rimproveratogli dai critici tedeschi. Osvaldo è
+malato moralmente e fisicamente; la sua intelligenza vagola in mezzo
+alle nebbie incipienti della follia alcoolica ereditaria; la sua
+lingua incespica, come le sue gambe che si risentono della debolezza
+della spina dorsale. A poco a poco, quelle nebbie della mente si fanno
+sempre più dense, il suo tormento è atroce; egli ha coscienza dello
+stato in cui si trova; ha strappato al medico la verità. E negli
+ultimi luccicori dello intelletto, rinfaccia alla madre quella vita
+che gli è stata malamente data senza che egli l'avesse chiesta. Tutt'a
+un tratto, chiude l'uscio a chiave; nessuno deve più uscire di là,
+nessuno può più entrarvi!... La madre, spaventata, tenta di calmarlo.
+Intanto spunta il sole e indora le cime delle montagne che si scorgono
+dalla finestra aperta. Osvaldo, immobile su la seggiola, si è già
+sperduto nella tenebra della pazzia.
+
+--Mamma, dammi il sole!--balbetta.
+
+E alle parole disperate della signora Alving ormai egli non saprà
+rispondere più altro:--Il sole! Il sole!...--disfatto, ebete, con gli
+occhi quasi spenti che guardano nel vuoto.
+
+Dov'è qui il _pensiero che va più in là dell'arte_? Il concetto
+dell'eredità è divenuto personaggio vivente. Osvaldo non discute una
+teorica scientifica, la mostra. Così, più o meno, tutti gli altri
+personaggi dei lavori drammatici dell'Ibsen. La stessa Nora delle
+ultime scene di _Casa di bambola_ è, se vogliamo, una persona che
+ragiona male, unilateralmente, ma forse per questo schiettamente donna
+più di quel che non si creda.
+
+In ogni modo, è strano che un attore faccia la distinzione di tre
+Ibsen, uno filosofo, l'altro simbolista, il terzo l'artista, e dica
+che questo è il meno a cui si deve badare.
+
+L'Ibsen, al contrario, chiede di essere considerato principalmente
+come artista. Per lui tutta l'opera drammatica consiste nell'azione,
+nei caratteri. Se sotto quell'azione, sotto quei caratteri formicolano
+idee, è naturale che sia così. Un'opera d'arte è un concetto astratto
+materializzato nella forma.
+
+Il dovere dell'attore è quindi soltanto quello di cooperare con essa
+per mezzo di efficace interpretazione.
+
+Certamente in questa interpretazione ogni attore dovrà dare, secondo
+le sue facoltà, maggiore o minore rilievo ad alcuni particolari
+caratteristici, ma non gli è lecito di spingere tale suo diritto fino
+al punto di svisare, di disfare la concezione dello scrittore.
+
+So che oggi cominciano a prevalere criteri diversi. Attori ed attrici
+si credono liberi di abbandonarsi alla così detta _creazione_ del
+personaggio, senza tenere gran conto delle precise intenzioni di chi
+primamente lo ha messo al mondo. E mi sembra grave errore. L'opera
+d'arte drammatica è esposta, per sua natura, a questo pericolo. La
+deficienza di un attore o di un'attrice può influire sulla sua sorte
+presso il pubblico, che spesso non è tanto colto e tanto avvisato da
+distinguere il valore dell'opera d'arte da quello della
+rappresentazione che essa riceve.
+
+Così, per esempio, si è potuto vedere ad essere bene accolta dal
+pubblico e dalla critica un'interpretazione che trasformava Margherita
+Gautier quasi in personaggio simbolista. Bisognava invece indignarsi,
+protestare.
+
+In Francia, dove il senso dell'arte è meno corrotto, si è fatto
+altrimenti. _La Dame aux Camélies_, dopo quasi cinquanta anni di vita,
+è stata riputata un'opera di arte storica. Costumi, sentimenti, azione
+sono parsi talmente lontani e dissimili dagli attuali, da far
+comprendere la necessità di accordare ad essa il privilegio delle
+opere classiche, cioè la riproduzione esatta coi costumi dell'epoca. E
+si è venuto a questo lentamente, di mano in mano che certe stonature
+col presente si sono rese più visibili. Anni addietro, quando il Dumas
+viveva, per evitare il ridicolo al personaggio di Armando, si erano
+dovute elevare le somme di denaro ch'egli spende per la sua amante.
+Poi neppur questo piccolo ripiego è parso sufficiente. Armando sembra
+un collegiale di fronte agli amanti nostri contemporanei: il padre di
+Armando, un buon borghese; Margherita, un'ingenua in confronto delle
+attuali _cocottes_ e orizzontali che invadono la società e quindi la
+scena.
+
+Bisognava dunque riportare la commedia nel suo ambiente; vestire gli
+attori coi figurini dell'epoca; spogliare Margherita dei ricchi
+costumi odierni, indossarle il modesto scialle di allora e il
+cappellino a cuffia (non so se mi esprimo bene) che le ho veduto in
+testa nei ritratti riprodotti in un interessante studio intorno a lei
+e pubblicato, quattro o cinque anni addietro, nel _Livre_. E se ancora
+Sarah Bernhardt non ha saputo sacrificare a questo scopo le sue
+eleganti toelette, vuol dire che la vanità femminile è qualche volta
+superiore anche al genio di una grande artista.
+
+E stato notato che, per certi capolavori drammatici, arriva un'epoca
+che potrebbe dirsi dell'_età ingrata_; stanno come a cavallo di due
+fasi di vita civile, non a bastanza invecchiate da farle chiamare
+antiche, nè a bastanza giovani da permettere di crederle del nostro
+tempo. Durante questo spazio di anni esse perdono valore.
+
+Ci vuole un pervertimento di senso artistico nell'attore, una
+deplorevole mancanza di cultura nel pubblico per permettersi e per
+applaudire una profanazione artistica come l'idealizzazione simbolica
+della Margherita Gautier.
+
+Vien naturale su le labbra la domanda: Chi crea il personaggio?
+L'autore o l'attore? La risposta non può essere dubbia. E appunto
+perchè la creazione vien fatta dall'autore, che ha le sue belle
+ragioni di produrla nel tale e tal modo, l'obbligo dell'attore è
+unicamente di renderlo quale quegli lo ha formato. Un personaggio è
+simile a un individuo vivente; non può essere ridotto irriconoscibile
+dal nevrotico capriccio di un attore o di un'attrice. Essi si mostrano
+tanto più grandi, quanto meglio arrivano a riprodurlo in tutti i
+minimi particolari quale l'autore lo ha concepito. L'individualità di
+quel personaggio implica una serie di gesti, di espressioni del viso,
+di inflessioni di voce, di rivelazione di sentimenti e di passioni che
+non debbono poter essere confusi neppure con quelli di un altro
+individuo che ha qualche apparente rassomiglianza con esso. Quanto
+maggiormente l'attore riesce a rappresentare integra quella
+personalità, e tanto più elevatamente fa opera di artista.
+
+L'autore, scrivendo, ha la realtà di quel personaggio davanti agli
+occhi; lo vede muoversi, gesticolare, ne sente la voce; per via di
+questo sforzo di suggestione, arriva a immedesimarsi con esso, a
+strappargli il segreto della sua vita. Ma, disgraziatamente, il potere
+dello scrittore è limitato. Quando egli ha messo su la carta, per
+esempio, un _Ah!_ non può andare più oltre. Quell'_Ah!_ gli è risonato
+nell'orecchio con la sua precisa intonazione, che nella scrittura va
+perduta; così tutte le inflessioni del dialogo. Spetta all'attore il
+ritrovare nuovamente, a forza di studio, quell'intonazione, quelle
+inflessioni e pure quegli atteggiamenti, quei gesti che lo scrittore
+ha udito e visto scrivendo e che non ha potuto notare, come avrebbe
+fatto un musicista. Quell'_Ah!_ in quel dato momento dell'azione, può
+avere soltanto un'inflessione, perchè si tratta di una situazione
+particolare, impossibile a ripetersi due volte. Bisogna trovare, a
+ogni costo, quell'inflessione; non è lecito sostituirla con un'altra
+che, alla men peggio, si riduce a un misero press'a poco. E quel che
+accenno per le minutezze, vale maggiormente per la massa del carattere
+e della stessa figura del personaggio.
+
+Nel 1865, a Firenze, l'attore Samson della Commedia francese mi diceva
+che in quel teatro non si rappresentava da quarant'anni il _Burbero
+benefico_ del Goldoni perchè non c'era stato un attore, durante quel
+tempo, che avesse _le phisique du rôle_. Scrupolo che può forse
+sembrare eccessivo, e non è.
+
+Tutto questo non mi ha allontanato troppo dal mio soggetto, cioè dalla
+risposta di Ermete Zacconi ai critici berlinesi.
+
+Dicendo che nell'Ibsen l'ultima cosa da considerarsi era l'artista,
+Zacconi si dava la zappa sui piedi. Un lavoro teatrale dove la forma
+sia l'ultima cosa da considerarsi, non è opera d'arte. E i critici
+berlinesi avrebbero potuto soggiungere: Ma, in questo caso, è assurdo
+che voi lo scegliate per rappresentarlo... o avete la grande superbia
+di credervi capace d'infondere la vita in una cosa morta.
+
+Invece Ermete Zacconi giudica male e razzola bene.
+
+Era tanto più semplice e più esatto il dire:
+
+--Io rappresento Osvaldo Alving così, perchè da ogni atto, da ogni
+frase, da ogni parola di questo personaggio risulta che l'autore lo ha
+voluto così! Ho fatto il mio dovere e nient'altro.
+
+
+
+
+ASCENSIONI UMANE.
+
+(Baldini e Castoldi editori, Milano 1898.)
+
+
+Antonio Fogazzaro ha dato questo titolo a un volume dove ha raccolto
+parecchi suoi scritti di origine diversa ma di unico soggetto:
+discussioni, conferenze, polemiche riguardanti il problema
+dell'origine dell'uomo e l'ipotesi darwiniana dell'evoluzione.
+
+Cattolico, egli chiede libertà di discussione intorno a un argomento
+pel quale la Chiesa non ha finora detto la sua assoluta parola. Uomo
+colto, che tende l'orecchio alle discussioni degli scienziati e scorge
+com'esse siano talora frantese dalle persone mezze ignoranti e per ciò
+più presuntuose, egli vorrebbe persuadere quei mezzi ignoranti o
+coloro che sentono vacillare la fede di fronte alle affermazioni
+spesso premature della scienza, che tra la recente ipotesi
+dell'evoluzione e le credenze della religione non vi è dissidio o
+contradizione, almeno finchè il problema rimarrà nello stato presente.
+Poeta, spiritualista, egli vuole esercitare il diritto di intervenire
+nella quistione e di manifestare certe sue aspirazioni e farle
+partecipare e infonderle agli altri, per contribuire, secondo le sue
+forze, a quell'ascensione che ha tratto dal bruto l'uomo barbaro, dal
+barbaro l'uomo cosciente e riflessivo, dall'uomo religioso e poeta il
+filosofo e lo scienziato, e che trarrà da questi l'uomo spirituale,
+spirituale anche di corpo, affrancato dagli impacci della materia e
+ridotto veramente simile a Dio alla cui immagine e similitudine è
+stato creato.
+
+Innamorato della bellezza dell'idea di evoluzione che mette in pace la
+sua coscienza di credente con l'altra di uomo moderno pel quale i
+simboli della fede non bastano più (e uno dei suoi scritti s'intitola
+infatti _Per la bellezza di un'idea_) egli si è imposto una specie di
+apostolato, in cui si fondono insieme le sue facoltà di artista, le
+sue convinzioni estetiche, le sue credenze religiose, la sua cultura
+scientifica.
+
+E se nella trattazione di un soggetto come questo tali diverse facoltà
+e qualità potessero bastare, si dovrebbe dire che raramente un
+apostolato sia stato intrapreso con maggior ricchezza di mezzi.
+
+La profonda sincerità delle sue convinzioni religiose dovrebbe
+rassicurare i credenti; la sua imparzialità nell'esporre le dottrine
+degli avversari appagare coloro che ripongono tutta la loro fiducia
+nella parola positiva della scienza; la sua elevazione di sentimento
+poetico, trascinare infine coloro i quali, e sono la maggior parte,
+piuttosto che discutere, amano abbandonarsi alla delizia dei voli
+dell'immaginazione e facilmente penetrare in regioni che la fede non
+illumina della sua luce e che la scienza sdegna di esplorare perchè le
+stima proprio fuori del suo dominio.
+
+Invece, io credo che questo volume sia destinato a non contentare
+nessuno. Non sarebbe un gran difetto, perchè è molto difficile, come
+dicono i nostri vicini, contentare _tout le monde et son père_. Credo
+così perchè mi pare che manchi in tutta la trattazione variamente
+ripresa un elemento importantissimo: l'elemento filosofico.
+
+Un libro del Le Conte, professore di geologia nell'Università di
+California--_L'evoluzione e le sue relazioni col pensiero
+religioso_--una tesi del Grassmann, professore del seminario di
+Freising, lo hanno spinto ad approfondire il concetto di S. Agostino e
+di parecchi Padri della Chiesa intorno al gran problema delle origini;
+ed egli è stato consolato dal vedere quanta larghezza di vedute,
+quanta libertà d'interpretazione essi adoprassero nel distrigare
+dall'involucro del simbolo un'opinione ragionevole, quasi scientifica.
+Allora egli ha voluto conoscere fino a qual punto le affermazioni
+della scienza, di quella che non è soltanto particolare convinzione di
+alcuni scienziati, siano conformi alla natura di essa, o se
+oltrepassino la sua competenza cedendo alle lusinghe di ridurre a
+tesi ciò che avrebbe dovuto rassegnarsi a rimanere semplicemente una
+ipotesi.
+
+E quando si è sentito rassicurato della libertà d'interpretazione
+reclamata anche oggi da alti ingegni cattolici, che non hanno
+giudicato mettersi in contraddizione coi dommi della loro Chiesa
+pensando liberamente sopra un argomento ancora lasciato aperto alle
+ossequiose discussioni; e quando si è convinto che gli scienziati più
+positivi non pretendono di dichiarare, come certi loro colleghi,
+perfettamente dimostrata un'ipotesi che pure serve a risolvere molte
+questioni di grandissima importanza per l'umanità, desiderosa di
+credere e riflettere insiememente senza supina sottomissione e senza
+orgogliosa ribellione, egli ha stimato che occorresse soltanto
+l'intervenzione del poeta perchè il simbolo della fede,
+transustanziato in affermazione scientifica, e aiutato dal calore e
+dallo slancio della fantasia, si impossessasse di tutti i cuori e di
+tutte le menti, e spingesse tutti a quell'ascensione dell'umanità che
+le credenze religiose e la storia testificano e che la irrequietezza
+delle nostre aspirazioni ci comprovano doversi ancora produrre
+nell'avvenire.
+
+Così, leggendo il suo volume, mi meravigliavo di trovarvi una lacuna
+che la fede, la scienza positiva e la esaltazione poetica non possono
+all'atto colmare. E rammentavo un libro di un pensatore italiano,
+probabilmente dal Fogazzaro ignorato (e che io gli consiglio di
+leggere) di uno scienziato che era religioso nel senso più elevato di
+questa parola, sommamente positivo perchè non ignorava e non
+disprezzava i metodi e le ricerche e le conquiste della scienza
+contemporanea, e che infine era poeta--non nel piccolo senso oggi
+accordato a questa denominazione, ma in quello vero e primitivo di
+creatore, cioè di restauratore del processo ideale della Natura e di
+profeta dell'avvenire.
+
+È morto da pochi anni, e i suoi scritti parte sono rimasti quasi
+ignorati, parte inediti e forse dispersi. Ma il _Dopo la laurea_, _Lo
+Stato_, _I tipi vegetali_, _I tipi animali_, il frammento _Deus
+creavit_ avranno un'eco nell'avvenire, e Camillo De Meis prenderà,
+quando verrà il momento, una più larga influenza sul pensiero italiano
+e su quello mondiale.
+
+Pensavo appunto a quel _Dopo la laurea_ dove l'ascensione umana è
+proclamata ben diversamente e più elevatamente che non venga fatta dal
+Fogazzaro, con tutti i sussidi della fede che discute liberamente,
+della scienza che non trascende oltre il suo limite, e della
+riflessione filosofica che integra organizzando e compie ciò che la
+fede e la scienza e anche la poesia, sono, tutte unite insieme,
+incapaci di compire. E mi piace di qui trascrivere una pagina del
+meraviglioso libro, nella quale il Fogazzaro riconoscerà--e se
+n'intende--un anticipato altissimo senso di quella poesia a cui egli
+tende e che vuole essere religione, scienza e riflessione filosofica
+in uno. Eccola:
+
+«Crescere, decadere e perire è il destino di tutti gli uomini, di
+tutti gli animali, di tutte le piante--e diciamolo pure, di tutti i
+sistemi planetarii. Questo cosmos ha i suoi giorni contati come gli
+abbiamo noi che ne siamo gli endozoi; solamente che egli ha la vita
+più dura, ed è più lungo il suo tempo e più lunga la sua durata
+naturale: per cui, come la balena e l'elefante vivono più di un uomo e
+un pino e una quercia vivono più d'un elefante, così lui, il cosmos--e
+per cosmos intendi questo nostro sistema solare, viva più della
+quercia e del pino--ecco tutta la differenza.
+
+Ma quando il suo giorno fia giunto, esso perirà come uno di noi
+uomini, come una pianta, come un animale: e non il nostro soltanto, ma
+tutto questo gruppo di sistemi solari, gli uni formati, forse, e già
+perfetti, gli altri ancora incompiuti e in via di formazione, che
+compongono questo nostro sistema sidereo, se tant'è che formano un
+sistema; e tutta questa natura che ci circonda, e quest'universo di
+cui l'uomo è il compimento e l'ultima perfezione perirà come un sol
+uomo; e forse dal seno dell'infinito un altro universo è già sorto e
+gli germoglia allato un'altra natura, forse anche più perfetta di
+questa, che la dovrà surrogare».
+
+Intorno alla quistione che più particolarmente interessa il
+Fogazzaro, il De Meis sin dal 1868 aveva scritto:
+
+«Sì, certamente, l'uomo è il portato spontaneo dalla natura. Egli è la
+spontanea generazione della terra; dalla quale certo non è nato
+immediatamente in forma di uomo. Dalla terra, dal cosmo, che abitiamo,
+in somma dal nostro sistema o uomo solare, non è nato che il primo
+essere vivente, di cui l'uomo è l'ultimo sviluppo, la finale e
+definitiva trasformazione... Ma non è l'accidente, non sono gli agenti
+esterni casualmente combinati in un dato modo, che hanno dato origine
+a quel primo essere, e l'hanno successivamente trasformato e cangiato
+alla fine in un uomo; e voi, osservatori ridicoli, e impostori in
+buona fede, perdete il vostro tempo a cercar di riprodurre quelle
+combinazioni fisiche e chimiche, perchè quella è una chimica e una
+fisica divina.
+
+«Fra quegli agenti e quegli elementi ci è Dio in persona. È Dio che
+prepara di lunga mano la combinazione: è lui che concentra la natura
+in un punto e crea la vita: è lui che feconda la terra e ne fa uscire
+le forme viventi originarie, similitudini imperfette e rozze della
+idea divina, e germe della perfetta forma umana».
+
+Il Fogazzaro si meraviglierà di scoprire che un professore di Storia
+della Medicina nella Università di Bologna, abbia proclamato prima di
+lui, con più calore di lui e con più competenza di lui--non se
+n'offenda--e in nome della filosofia e della scienza l'opera di Dio
+nella creazione. Solamente può darsi che il Dio del De Meis sia un po'
+diverso dal Dio del Fogazzaro; ma il Fogazzaro non vorrà certamente
+sostenere che l'idea ch'egli ha di Dio sia perfettamente identica a
+quella che ne ha l'umile feminuccia quando lo invoca nelle preghiere.
+
+
+
+
+TULLO MASSARANI
+
+(_Diporti e Veglie_, 2ª. edizione, Milano, Hoepli 1898.
+
+_Poesie scelte_ di Elisabetta Barrett Browning, versione libera,
+Milano, Fratelli Treves 1898.)
+
+
+La varia attività del senatore Tullo Massarani sembra voglia
+dimostrare che gli anni non hanno nessun potere su lo spirito anche
+quando il corpo è infermo. Per quanto non grave, la malattia a cui
+egli accenna malinconicamente nella nobilissima epistola al Faldella
+pel _Cinquantennio dello Statuto_, avrebbe dato ad altri plausibile
+ragione di riposarsi.
+
+Ma egli è così abituato a riposarsi mutando soltanto soggetto di
+lavoro, che continua a fare come ha fatto prima, quando tra un severo
+studio storico e l'altro, tra l'assidua frequenza alle sedute del
+Senato, del Consiglio comunale e del Consiglio provinciale, ha trovato
+modo di mandar fuori la traduzione del _Libro di Giada_, le popolari
+_Conversazioni del Dott. Lorenzo_ i canti della _Odissea della Donna_,
+illustrati da molti suoi disegni; dare a giornali e riviste gran
+numero di articoli non brevi e tutti coscienziosamente meditati nella
+sostanza e nella forma; e, quasi per svago, mettersi a tradurre una
+scelta di poesie della poetessa inglese Elisabetta Barrett Browning,
+impresa che, per le tante difficoltà che presenta, avrebbe scoraggiato
+l'ardimento di un giovane.
+
+Bisogna proprio credere che gli uomini della generazione del '48 erano
+fatti di altra pasta. Dice un proverbio siciliano: _lu bon vinu finu a
+la fezza: lu bon pannu, finu a la pezza_; ed è verissimo. Avevano un
+grande ideale, la Patria, e questo li rende ancora vigorosi e forti
+tra i disinganni e i pericoli; sentivano altamente la dignità della
+libertà individuale, e questo apre il loro animo a tutte le
+ragionevoli aspirazioni sociali.
+
+ Se più acconcie forme
+ Fia che rivesta e più discrete quella
+ Che pur nei cuori e nell'istoria vive
+ Carità di fratelli, e di rinforzo
+ Le sia l'oprar comune, e il mutuo aiuto
+ A augmento e vigor, ben venga, amico
+ Ogni primizia, ogni disegno, ogni arte,
+ Che uomo a uomo ravvicini, e il fosso,
+ Da Pluto re scavato in mezzo, colmi![8]
+
+Augurio caldo e sincero, che non impedisce al Massarani di veder
+chiaro nell'avvenire, di paventare che
+
+ sulle spente libertà si assida
+ Sovrano e universale archimandrita
+ Il peggior d'ogni autocrata, lo Stato.
+
+Ma io non voglio ragionare di politica, e perciò non farò cenno di uno
+dei più bei scritti dal Massarani nel volume _Diporti e veglie_,
+intitolato: _L'utopia della Pace_ che finisce con un voto alla
+fraternità di quella che Cicerone, da lui citato, chiama la _infinita
+societas generis humani_.
+
+In questa seconda edizione, il volume è stato arricchito di nuovi
+scritti di diversa natura: _Josè Espronzeda_, _Pagine del martirologio
+nazionale_, _In Calabria_, _San Marino_, _Un raro cimelio_ (che è il
+libro _L'Italia_ del Tommaseo), _La seconda Mostra mondiale di Belle
+Arti in Venezia_, _L'Ulisse dantesco_. E già bastavano a dargli molto
+valore quelli soltanto raccoltivi prima. Dopo la varietà anzi
+disparità dei soggetti che confermano la soda e riposta cultura
+dell'autore; dopo quella viva fiamma di entusiasmo che investe ogni
+pagina, sia che egli si trovi dinanzi alle lettere di Giordano Bruno;
+alle tele di un pittore moderno, l'Induno; alle opere di Leone e
+Pompeo Leoni, padre e figlio, scultori del secolo XVI; e alla
+ricchezza d'arte internazionale accorsa a far mostra di sè nella
+splendida città della Laguna; o sia ch'egli si fermi qua e là, a
+Verona, a San Giulio sul lago d'Orta, davanti al palazzo Marino, egli
+che chiama i patrii monumenti: _il primo, il più eloquente, il più
+solenne e più legittimo testimonio della nostra storia e della nostra
+grandezza_ (pag. 203); dopo tutto questo, impressiona maggiormente nei
+diversi scritti l'aria di buon senso pratico che li rende simpatici,
+l'accento fervido e persuasivo, la schiettezza e la franchezza di
+certe confessioni; insomma quella bonomia cortese e gentile, che
+giunge talvolta fino a far sembrare un po' troppo grave la forma
+cesellata e raffinata che la riveste. E di tutti questi scritti citerò
+una sola mezza pagina in conferma di quel che ho detto. A proposito
+dell'_Arte nella società moderna_ egli ha il coraggio di scrivere:
+
+«Piuttosto rozzi e poveri, che veder rovinare la patria per esserle
+mancato, come dice il Macchiavelli, _una cosa sola, il provvedersi
+bene dell'arme...._»
+
+Ma il Massarani non è artista per niente, e poco appresso soggiunge:
+
+«Io mi ricordo, per parlare ancora dei tempi andati d'aver visto ogni
+giorno su per le scale degli Uffici di Firenze, la cacciatora di
+frustagno dell'artigiano o del contadino, e i larghi cappelloni di
+paglia delle loro donne; e d'avere udito, davanti ai capolavori della
+Tribuna, fior di giudizi da quegli ingenui compaesani del capraio che
+aveva nome Giotto, del pecoraio che si chiamò il Baccafuni, e del
+vaccaro che fu Andrea del Castagno.
+
+«Spesso invece, nè mai senza una giaculatoria secondo la mia
+intenzione, mi rompo gli stinchi, nei vestiboli delle Pinacoteche e
+dei Musei, in quello strumento di supplizio che non ha nome italiano,
+e che chiamano il tornichetto. E perchè di questa guisa, tormentando
+pazienza e tasche, cogli spiccioli del forestiero più spesso che non
+coi fogliolini sudici del concittadino, i sopracciò vengono poi
+comperando a lor volta degli spiccioli di pittura e di scoltura,
+credono o dicono d'incoraggiare le arti. Povere arti, che vivacchiano
+su l'ostracismo del popolo, a cui si predica educazione e si sottrae
+di tutti i magisteri educativi il più gentile, il più gradevole, il
+più potente sulle fibre del cervello e del cuore!»
+
+Nel presentare al pubblico la presente raccolta, egli si augurava che,
+capitando a qualcuno fra mano, quegli scritti inducessero i giovani a
+pensare di cavar dalla vita un costrutto migliore; i vecchi, a
+compatire chi ha tentato di allegerirne a sè il peso senza altro danno
+del prossimo. Modeste parole, che faranno sorridere tutti coloro che
+dalla lettura di essi saranno usciti con qualcosa di più
+nell'intelletto, con qualcosa di meglio nel cuore.
+
+ *
+ * *
+
+Lo studio intorno a Enrico Heine, pubblicato dal Massarani molti anni
+fa, quando del lirico tedesco si conosceva in Italia poco più del
+nome, non ostante il tempo e le circostanze in cui fu scritto, è
+rimasto uno studio diffinitivo. Così la introduzione alle poesie
+scelte della Browning, intitolata _La donna e la poetessa_, rimarrà
+pure uno studio definitivo di quest'anima poetica che amò tanto
+l'Italia.
+
+Se la signora Zampini-Salazar, che ha dedicato alla Browning e al
+marito di lei una serie di belle conferenze per diffonderne il culto
+in Italia, gli ha messo addosso una gran voglia di conoscerli più da
+vicino, il Massarani non si è arrestato alla lettura delle loro sole
+opere poetiche: ha consultato i lavori biografici pubblicati dalla
+signora Sutherland Orr, dall'Ingram, dalla signora Vilson, e tutta la
+vasta congenie di pubblicazioni browninghiane da cui è stata inondata
+l'Inghilterra; che è quanto dire ch'egli si è messo in caso di
+trattare il suo soggetto con la competenza del più fanatico
+browninghiano, senza il suo fanatismo si intende, e non senza quella
+abituale galanteria, per cui preferirà, per esempio, la data del 1809
+a quella del 1806 parlando della nascita della Browning, data che
+gliela _figura più giovane_.
+
+Così, accennando al poemetto _Gli Adoratori di Donna Giraldina_, e non
+volendo tacerne i difetti, metterà il giudizio in bocca dei lettori.
+«Questa storia di Donna Giraldina, temo che mi direte, è un po'
+lunghetta, e non è sempre verosimile». Aggiungerà però subito: «Ma che
+sia viva e forte e audace, spero che me lo vorrete concedere». Di
+altre leggende dirà francamente e che mostrano troppo la intenzione
+didattica o ascetica, e che sono un poco offuscate dalla maniera
+ultra romantica del tempo; ma non saprà arrestarsi di soggiungere: «A
+me, lo confesso, queste romanticherie tornano ancora, per amore dei
+ricordi, bene accette, come quelle del Prati e del Carrer, a cui tanto
+somigliano.»
+
+Per questi sentimenti egli si trova più a contatto con l'opera da
+tradurre, e potrà essere traduttore libero quanto è possibile e quanto
+le diverse indoli delle due lingue richiedono.
+
+A prima vista, senza avere il testo sotto gli occhi e senza conoscere
+altri tentativi di traduzione, a coloro che conoscono bene lo stile e
+dirò anche la maniera del Massarani, la lettura del volumetto
+elegantemente stampato dai Treves fa sospettare che il traduttore
+abbia interpretato con troppa larghezza la concessione di certe
+libertà consentite ai traduttori di opere poetiche. Ed io sono stato
+tra questi sospettatori: ma ho dovuto ricredermi. Senza dubbio, il
+Massarani ha dato (e poteva fare altrimenti?) l'impronta sua
+caratteristica alla forma della Browning. Il concetto della poetessa,
+passando a traverso la mente del traduttore, si è qua accorciato, là
+disteso; qua ha preso un'aria di persona agghindata, là di persona che
+si lascia un po' andare; se però si guarda bene, dovrà convenirsi che
+tra le torture del metro e delle strofe, non ha mai perduto molto e
+qualche volta anzi ha guadagnato in chiarezza. Lo dimostrerò con pochi
+esempi.
+
+Questa traduzione in prosa di due quartine del VI di quei sonetti che
+narrano la storia del felice amore della Barrett col Browning, io la
+tolgo in prestito dal libro della signora Zampini-Salazar.
+
+ «Lasciami! Eppure io sento che resterò da oggi innanzi
+ sempre nell'orbita tua. Mai più sola sull'uscio della porta
+ della mia esistenza individuale, potrò ordinare la vita
+ dell'anima mia, nè alzare lo sguardo serenamente ai raggi
+ del sole, come prima, senza risentire tutto ciò che io
+ provai quando nella mia tu posasti la tua mano.»
+
+E il Massarani:
+
+ Vanne, deh vanne. Ma nell'ombra tua
+ Sento che quind'innanzi io saprò sempre:
+ Non fora mai che l'ignorata prua
+ Ad altronda si volga e non s'insempre
+ Con quest'una che invan volle esser sua:
+ Arbitra io non son più delle mie tempre,
+ Ch'ogni pensiero, ogni voler s'indua,
+ E di desìo la man par che si stempre.
+
+E dal XX sonetto, la signora Zampini-Salazar.
+
+ «Amato, mio ben amato, quando io penso che tu eri al mondo
+ un anno fa, mentre qui sola io sedevo, senza scorgere orma
+ di passi su la neve!»
+
+E il Massarani:
+
+ Diletto mio, diletto mio, se penso
+ Ch'eri nel mondo ora fa proprio un anno
+ E ch'io, 'l piè nella neve e in cor l'affanno,
+ Non isperavo a' mali miei compenso!
+
+Dai due esempi si scorge bene il processo con tutti i suoi pregi e i
+suoi difetti; ma da quest'altro che riporterò si scorgerà anche con
+quanta bravura il Massarani superi certe difficoltà dei metri con cui
+ha voluto spesso rendere esattamente i metri originali. Prendo a caso
+due strofe del poemetto _Pan è morto_, e traduco letteralmente:
+
+ «Queta, in antico, la barca andava innanzi--quando un grido
+ più forte del vento--salì, ingrossò, e corse verso il
+ sole--e il sole si nascose e si fece pallido--dal buio pesto
+ di dietro--soffiatogli incontro dal gran lamento:--Pan, Pan
+ è morto!
+
+ «E i rematori dai banchi--si ritrassero, ciascuno
+ abbrividendo in volto--mentre partenti influssi--spargevano
+ addietro un freddo attraverso il luogo--e l'ombra della
+ barca--vacillava lungo l'immota profondità:--Pan, Pan è
+ morto!»
+
+Ed ecco con che sveltezza e con che fedeltà rende il resto il
+Massarani.
+
+ Queto un naviglio un giorno
+ Se n'gìa, lorchè d'intorno
+ Voce suonar s'udì.
+ Salìa, salìa più forte,
+ Movea al Sol dal norte,
+ Moveva d'in fra le tenebre
+ Dal cupo al chiaro dì:
+ Il sol si fece pallido
+ A quel messaggio squallido,
+ Che «Pan--dicea--morì.
+ È morto Pan, è morto
+ È morto, è morto, è morto,»
+ I remator sospesero
+ Sul banco i remi, e intesero
+ Un soffio a trapassar,
+ Un soffio che mortale
+ Parea sovresso l'ale
+ Al fronte che n'abbrivida
+ Rancura apparecchiar.
+ Ed il naviglio intanto
+ Scorreva, e in suon di pianto
+ L'onda parea solcar.
+ «È morto Pan, è morto,
+ È morto, è morto, è morto!»
+
+Il Massarani ha voluto darci un saggio di tutti i generi poetici
+minori, tentati più o meno felicemente dalla poetessa inglese; e
+coloro che non possono accostarsi al testo gliene debbono essere
+grati, perchè così potranno formarsi un'idea quasi completa del
+carattere di essi.
+
+Per noi italiani è quasi un debito non ignorare almeno le cose
+minori--che non sono poi le meno belle--di una inglese che fu italiana
+di elezione e che ha cantato le speranze, le gioie, i dolori del
+nostro risorgimento nei componimenti _Napoleone III in Italia_, _Prime
+nuove da Villafranca_, _Commiato fra amanti_, e in _Poetessa e madre_;
+di una inglese che, annunciando la morte di Cavour, scriveva: «Posso
+appena comandare alla voce ed alla mano di nominarlo. La grand'anima,
+che ha meditato e fatto l'Italia, è passata a più divina contrada. Se
+lagrime di sangue avessero potuto salvarlo, egli avrebbe avuto le
+mie.»
+
+
+
+
+E. DE AMICIS E F. MARTINI.
+
+
+Si parla molto di tutti e due in questi giorni.
+
+Nella maturità del suo ingegno, nella pienezza della sua fama, Edmondo
+De Amicis dà un nobile esempio di onestà letteraria rifiutando di
+accettare l'elezione a deputato del primo collegio di Torino. La
+politica gli fa paura; egli vuole restare quel che è stato finora, uno
+scrittore, un artista. Non bisogna prendere alla lettera le ragioni
+del rifiuto da lui addotte. Possono mancargli, sì, alcune delle
+facoltà richieste dall'ufficio di deputato; ma parecchie non sarebbe
+stato difficile acquistarle, e in poco tempo, a un uomo come lui. Le
+hanno già acquistate persone che avevano cultura e ingegno assai meno
+di lui, e che non le esercitano certamente con l'efficacia che a lui
+avrebbero consentita e l'autorità del nome e la sincerità delle
+convinzioni. Le lotte? Egli non le ha sfuggite. Attorno al suo nome,
+al suo valor di scrittore c'è sempre stato un accanimento di lodi e
+di biasimi che non lo ha mai turbato, che non lo ha fatto
+indietreggiare nè deviare. Quando la sua sentimentalità, tante volte
+rinfacciatagli, si è convertita a un alto ideale sociale, egli ha
+coraggiosamente affrontato il giudizio dei suoi ammiratori e dei suoi
+avversari. Nell'entusiasmo di neofita, avea promesso un libro intorno
+ai nuovi ideali da cui era stato commosso il suo cuore e attratta la
+sua mente. Non lo ha scritto? O non ha voluto pubblicarlo perchè la
+sua coscienza di scrittore non n'è rimasta contenta? Io non lo so; ma
+questo non significa niente, o significa una probità letteraria degna
+di grandissima lode.
+
+In ogni modo, più che altro, la sua lettera agli elettori socialisti
+del 1º collegio di Torino e a quelli non socialisti che hanno votato
+in favore di lui _per semplice sentimento di benevolenza_, com'egli
+dice, significa che egli crede di poter servire meglio la causa del
+socialismo restando scrittore e nient'altro.
+
+Nessuno può oggi decidere se il De Amicis abbia ragione, e se il suo
+convincimento sia una lusinga. Quando il libro promesso--trattato di
+volgarizzazione o opera d'arte--verrà fuori, allora sarà il caso di
+discutere, di vedere se egli si sia ingannato o no. Dovesse anche
+risultare da questi futuri suoi lavori che egli ha preso un abbaglio,
+la onestà e l'elevatezza delle sue intenzioni non ne sarà diminuita.
+
+Scrittore ed artista, Edmondo De Amicis può essere diversamente
+apprezzato. Gli eccessivi lo stimano poco come scrittore, pochissimo
+come artista. I suoi _Bozzetti militari_, le sue novelle, i suoi
+ultimi romanzi scolastici--osservano gli eccessivi--sono opere d'arte
+fiacche o abortite; le sue descrizioni di viaggi, fantasmagorie che
+corrispondono poco o niente alla realtà; il suo tentativo psicologico
+degli _Amici_, un opprimente cumulo di osservazioni o non nuove o
+comuni. I suoi versi... Dei versi del De Amicis gli eccessivi non
+vogliono nemmeno parlare, quasi ne sentano nausea. L'editore delle
+opere di lui ha una risposta trionfale: il copioso numero delle
+edizioni, le traduzioni di esse in tutte le lingue europee. Nessuno
+scrittore italiano contemporaneo ha ottenuto finora così splendido
+successo di ristampe. _Cuore_ è arrivato, credo, al duecentesimo
+migliaio.
+
+Certamente il numero delle edizioni non è un elemento di giudizio da
+trascurarsi. Libri che trovano così straordinaria folla di lettori
+debbono aver qualità tali da far anche perdonare facilmente i difetti
+ch'essi hanno. La semplicità, l'efficacia della forma, una leggera
+nervosità di quando in quando, l'assoluta trasparenza dello stile che
+rende subito assimilabile il concetto, non sono doti comuni e
+spregevoli a questi lumi di luna tra noi. E quando la sincerità del
+sentimento si aggiunge alla sincerità della forma, e stabilisce una
+corrente di simpatia tra lo scrittore e il lettore, non è il caso di
+fare i difficili, gli scontenti.
+
+A me, per esempio, la troppa sentimentalità non piace affatto; mi
+sembra un falso modo di sentire e di vedere le cose. Eppure a me è
+accaduto di essere commosso e di vedermi improvvisamente inumidire gli
+occhi alla lettura di qualcuna delle scene militari descritte dal De
+Amicis. Sorgeva dentro di me una specie di lotta tra il raziocinio che
+giudicava e il sentimento che veniva eccitato. Mi sdegnavo di essermi
+lasciato quasi prendere alla sprovveduta, ma non potevo negare
+l'effetto ottenuto dallo scrittore, l'effetto a cui egli mirava.
+
+Ora questa sentimentalità, di cui lo stesso De Amicis, se non mi
+inganno, ha sorriso in un suo componimento poetico, sarà un difetto
+spinta tropp'oltre come spesso gli avviene, ma è una qualità preziosa
+che molti debbono invidiargli.
+
+Se egli dunque vuol rimanere scrittore e artista, cioè esercitare col
+mezzo che crede più adatto alle sue facoltà un'influenza qualunque sul
+pubblico che lo legge, che lo segue, che lo ammira anche con tutti i
+suoi difetti, io gli batto le mani.
+
+La politica è fatale all'arte, è troppo assorbente. Quel che essa
+richiede dai suoi adepti, dai suoi cultori, ha poco o niente da
+spartire coi mezzi di cui dispone l'artista. La sentimentalità, che
+può essere anche un pregio in arte, è spesso in politica, più che un
+difetto, una colpa. Per ciò poeti, romanzieri, drammaturghi sono
+apparsi sempre spostati nell'aula parlamentare. E vi hanno fatto udire
+raramente la loro voce, o non hanno prodotto nessun notevole effetto.
+Al D'Annunzio, per esempio, la politica non ha ispirato finora altro
+che una splendida stonatura di stile che ha dovuto far strabiliare
+moltissimi dei suoi elettori, e una corrispondenza in un giornale
+americano intorno ai fatti del maggio 1898, che ha mosso a riso e a
+sdegno anche coloro che gli vogliono più bene.
+
+Senza dubbio, il nostro Parlamento dev'essere onorato di veder sedere
+nei suoi stalli un D'Annunzio, un Panzacchi, come il Senato un
+Carducci; ma più a ornamento che ad altro. O deve rassegnarsi a veder
+sparire l'artista davanti all'attività e alla giusta ambizione del
+deputato. È il caso di Ferdinando Martini, governatore dell'Eritrea.
+
+Ahimè! I giornali, che ne annunziano il felice ritorno in Italia, ci
+parlano del bilancio della colonia da lui preparato, commettono
+indiscrezioni intorno ai progetti di lui per assestare definitivamente
+l'amministrazione civile di quei nostri possessi, ma non ci dànno
+nello stesso tempo notizia di nessun nuovo libro che il Martini abbia
+scritto o ideato di scrivere. La sua trasformazione è mirabile. Con
+poco, il brillante articolista del _Fanfulla della domenica_ è
+divenuto uno dei più affascinanti e più seri oratori. Il critico
+arguto e coscienzioso si è mutato in politico ricco della stessa
+finezza, dello stesso buon senso e della stessa competenza adoprata in
+soggetti di arte drammatica. Il facile ed elegante narratore di
+_Peccato e Penitenza_ ha adoperato ugualmente nel suo libro
+_L'Affrica_ tutte le meravigliose sue qualità di statista e di
+colorista rese ancora più splendide e più solide... Ma l'arte ormai lo
+ha perduto. Egli, evidentemente, si allontana a malincuore della meta
+a cui miravano i begli entusiasmi della sua giovinezza; di tratto in
+tratto si ferma, si rivolge indietro, ma ormai... l'Affrica, la sua
+Affrica, se lo è preso, e non ci renderà più il Martini di una volta.
+
+L'Italia avrà trovato probabilmente in lui un amministratore coloniale
+eccellente; ma, cercando bene, amministratori di ugual valore si
+sarebbero potuti trovare o creare. Un giorno, in Parlamento, o nel
+Consiglio dei ministri, Ferdinando Martini sarà una gran forza per
+l'esperienza amministrativa acquistata, per la maturità dei suoi
+consigli, per la bontà dei suoi progetti... Ma nessuno potrà togliermi
+di capo che altri avrebbero potuto fare, più o meno bene, quel che
+egli è andato a fare laggiù; ma nessuno vorrà affermare che non sia
+stato un gran peccato che Ferdinando Martini, il brillante articolista
+del _Fanfulla della Domenica_, il critico arguto e sensato, abbia
+sacrificato alla politica meravigliosi doni letterari che tutti
+dobbiamo rimpiangere.
+
+E, mentre scrivo, mi passano davanti agli occhi, come in turbinosa
+fantasmagoria, i bei giorni di Firenze, quando egli giovane, biondo,
+pieno di entusiasmi per l'arte, riempiva con lo scintillìo della sua
+parola il _foyer_ del teatro _Niccolini_; quando niente faceva
+prevedere che all'autore di _Fede_ e dei proverbi drammatici, lavori
+con cui egli faceva allora le sue prime prove di artista, dovessi io
+dare il saluto di ben arrivato da Massaua con queste malinconiche
+parole.
+
+
+
+
+LA NEVROSI ARTISTICA.
+
+
+ A RASTIGNAC:
+
+
+Il tuo benevolissimo giudizio intorno al mio racconto _Scurpiddu_ non
+mi ha fatto piacere soltanto perchè lusinga grandemente il mio amor
+proprio, ma perchè dà una soddisfacente risposta al dubbio che mi
+tormenta da un pezzo: Se noi siamo oggi condannati anche in arte alla
+nevrosi del concetto e della forma.
+
+Ci ripensavo tristamente giorni fa, leggendo un recente romanzo
+italiano che avrebbe potuto essere un bel libro se non fosse stato,
+fra le altre cose, troppo prolisso. E durante la lettura, ricordando
+certe violente tirate di uno scrittore francese contro la letteratura
+odierna già parsemi eccessive, sentivo infiltrarmi nella mente il
+sospetto che fossi stato eccessivo pure io giudicandole tali.
+
+«Noi manchiamo, egli dice conchiudendo, della serenità che rende
+incantevoli i classici. La nostra forma ha la febbre, la nostra
+ispirazione somiglia alla demenza. Nessuno tra noi raggiunge la
+bellezza: lo sforzo e l'entusiasmo non bastano a questo: occorre la
+calma che è la virtù delle anime forti. Le nostre idee, invece,
+scoppiano tumultuose; si direbbe che provengano dai sensi non dallo
+spirito. Lo stile che le riveste mostra il suo peccato di origine: non
+ha calore, nè limpidezza, nè splendore: ribolle, fa la schiuma, è
+torbido. È frutto del disordine della concezione, quando niente è
+chiaro, niente al suo posto. Felici quelle età che ignoravano questa
+precipitazione e questa febbre. L'artista allora contemplava a lungo
+le sue idee, le penetrava, le animava, e quando si accingeva ad
+esprimerle, le rivestiva di luce, di serenità, e l'anima del lettore
+vi beveva a lunghi sorsi il ristoro e la gioia.»
+
+Raramente, bisogna confessarlo, questo ristoro e questa gioia vengono
+sentite leggendo un libro d'arte moderna.
+
+I fisiologi o i psicologi hanno proclamato che oggi noi siamo tutti
+malati di nevrosi; gli artisti non hanno inteso a sordo, e, dalla
+vita, hanno trasportato la nevrosi nell'opera d'arte. Dovevano in
+qualche modo, aggiungo io, fare così. Ogni periodo letterario è una
+involontaria pubblica confessione della società che lo produce. Ogni
+opera d'arte, dramma, commedia, lirica, romanzo, una specie di
+processo verbale dei sentimenti, delle idee che rendono affatto
+diversa una società da quella che l'ha preceduta e da cui è nata.
+
+È impossibile che l'opera d'arte si astragga dal suo tempo, s'isoli,
+parli un linguaggio che differisce dal linguaggio usato da tutti;
+corre pericolo di non essere intesa, di riuscire ridicola.
+
+Ma in questo, però, c'è modo e modo. Anche lo spirito ha le sue fogge
+strane, i suoi capricci passeggeri. L'artista non è davvero artista se
+non sa distinguere tali caratteri e scegliere. Questo è il punto per
+cui i classici dovrebbero rimanere sempre nostri ascoltati maestri.
+
+Essi sono di tutti i tempi, di tutte le nazioni. Ma, indiani, greci,
+latini, italiani, francesi, inglesi, tedeschi, anche oggi si fanno
+intendere, ci entusiasmano, ci commuovono pur esprimendo sentimenti e
+concetti che, in gran parte, non sono più nostri. La loro narrazione è
+così limpida, così viva, che le disparità, le differenze rimangono
+inavvertite. Sita, la bella e immacolata moglie di Rama, non ha niente
+che vedere con la donna moderna. Ettore e Priamo, sono principe e re
+che non presentano il minimo punto di somiglianza coi principi e coi
+re delle case regnanti attuali. La reggia d'Alcinoo, donde la dolce
+Nausica esce col carro carico di biancheria da lavare, e dove l'edo
+Demodoco canta su la cetra gli intrighi amorosi di Venere a Marte, o
+le prodezze dei greci all'assedio di Troia, è così diversa dalle
+reggie odierne, che noi dovremmo sentire repugnanza e noia nel leggere
+i canti di Valmichi e di Omero, se la forma non producesse il miracolo
+di una rappresentazione così netta, così evidente da farci
+dimenticare, come dicevo, tutte le disparità e tutte le differenze di
+sentimenti e di idee che il lungo corso dei secoli ha frapposto tra
+essi e noi.
+
+Sembra che in quei capolavori, tra il concetto e la sua
+rappresentazione, non ci sia entrato niente in mezzo; forma e concetto
+sono divenuti così identici che non possiamo più dividerli, nè
+considerarli separatamente.
+
+Io non sono tanto sciocco e ignorante da non riconoscere e da non
+accettare le modificazioni avvenute da allora in poi nel modo di
+concepire e di esprimersi. Ma non sono neppure così ignorante e
+sciocco da credere che l'essenza dell'arte sia mutata.
+
+Oggi, per esempio, ci riempiamo la bocca col tronfio assioma che
+l'arte è e dev'essere _aristocratica_, quasi l'arte non fosse stata
+tale in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Niente di più aristocratico
+di Omero, che pure ai suoi tempi era un cantastorie poco diverso, per
+certe circostanze, dai ciechi siciliani che vanno pei larghi e per le
+fiere a stonare le storie in versi dei paladini, dei briganti famosi,
+dello sbarco di Garibaldi a Marsala e della sua gloriosa entrata in
+Palermo. Ma la divina aristocrazia di Omero non consiste però in una
+nebulosità che offende gli occhi del pensiero, nè pretende di dover
+essere intesa e compresa soltanto da un ristretto numero di affiliati.
+
+Consiste nella grandiosa semplicità delle linee, nella meravigliosa
+trasparenza della forma che rende la concezione talmente reale e viva
+sotto gli occhi, che la stessa realtà non potrebbe darci di più. Se
+questo fosse facile, se democraticamente potessimo praticarlo tutti,
+Omero e i pochi classici che sopravvivono immortali su l'immenso
+cumulo di tentativi d'arte ammucchiato dai secoli, non ci
+sembrerebbero più una meraviglia.
+
+L'artista è aristocratico senza saperlo, e senza volerlo; anzi è
+soltanto tale quando non vuole esser tale per forza.
+
+È sintomo d'impotenza la smania di aristocrazia che ha invasato e
+continua a invasare l'arte contemporanea? Sarebbe quasi da crederlo,
+guardando gli effetti dell'ossessione di questa idea.
+
+Sì, è vero, noi siamo nevrotici, ma non nel modo nè nella misura, che
+l'arte odierna vuol darci a intendere. O, se siamo così nevrotici,
+l'arte moderna si inganna nei mezzi che adopra per mettercelo sotto
+gli occhi. L'inganno apparisce evidente dai resultati. Sovraccarica di
+colore, di inutili particolari, di capricciose divagazioni, essa, avrà
+(se così vuolsi) l'aristocrazia dell'artifizio, ma non quella
+dell'arte. Vi si scambia il colore col colorito, la sovrabbondanza
+impacciosa dei particolari con l'esattezza parca che serva soltanto a
+dar rilievo. Vi si cerca non l'eccezione caratteristica che è una
+delle supreme necessità dell'arte, ma l'eccezione foggiata di maniera,
+che non può ricevere il soffio vitale della creazione perchè le leggi
+della vita vi sono manomesse o assenti del tutto.
+
+Io credo che niente potrebbe meglio guarire questa malattia dell'arte
+moderna quanto lo studio spassionato e accurato di quel che v'ha
+ancora nella nostra società di spontaneo, di semplice.
+
+È facile, più non si voglia far credere, accumulare cinque sei
+aggettivi addosso a un sostantivo, invece di ricercare e trovare il
+solo, l'unico che dovrebbe sinceramente e quindi efficacemente
+qualificarlo. È facile con forza di arcaismi, rimessi in corso senza
+necessità, mascherare agli occhi della gran folla la inanità del
+proprio stile e sbalordire gli ignoranti.
+
+E, a furia di così miseri mezzi e mezzucci, siamo arrivati a perdere e
+a far perdere al pubblico il vero senso dell'arte e della bellezza.
+
+Lo so, tutto questo è passeggero. Lo spirito umano, presto o tardi,
+riprende i suoi diritti e spazza via quel che non corrisponde alle sue
+leggi supreme; ma il male non è meno deplorevole per ciò, e può
+lasciare lunga traccia.
+
+Non vorrei intanto essere frainteso. Con te non c'è questo pericolo.
+Mi dispiacerebbe però se qualcuno supponesse che queste parole sono
+unicamente un'abile orazione _pro domo mea_. Io sono convinto che uno
+scrittore, qualunque sia la sua virtù, deve abbandonare la sua opera
+d'arte al giudizio del pubblico e attendere pazientemente. Le lodi dei
+giornali non accrescono punto il valore di un'opera d'arte; possono
+forse, creare una momentanea illusione; niente altro. E in tutta la
+mia non breve vita mi sono confermato a questo convincimento e spero
+non dipartirmene fino a che potrò conservare intatta la ragione.
+
+Ho voluto semplicemente affermare che se noi siamo nevrotici, l'arte
+che tenta rappresentare la nevrosi non dovrebbe essere, alla sua
+volta, nevrotica, cioè malata.
+
+E poi, caro _Rastignac_, ci sono ancora nella vita angoli intatti,
+inesplorati, angoli limpidi e sereni come certi piccoli laghi che
+riflettono il cielo e le colline dattorno meglio di uno specchio.
+
+Non è vero che il nostro occhio sdegni oramai simili spettacoli; non è
+vero che il nostro cuore rimanga sordo alle suggestioni delle cose e
+delle creature semplici e che hanno un particolar splendore di
+bellezza.
+
+L'Arte non perde affatto la sua naturale aristocrazia accostandosi ad
+esse; giacchè, non bisognerebbe mai dimenticarlo, l'aristocrazia
+dell'Arte è tutta riposta nella forma, cioè nella concezione e nello
+stile in una; ed è un'aristocrazia così elevata che pochi sono i
+fortunati capaci di raggiungerla.
+
+Tu intanto non dire che ti ho rimeritato malamente della tua
+benevolenza, scrivendoti in pubblico tutto questo.
+
+
+
+
+DOMANDO LA PAROLA
+
+
+Domando la parola per un fatto personale! Capisco: il _Marzocco_ ha
+inteso di farmi una cortesia chiamandomi _strenuo campione del
+naturalismo in Italia_, e di questa gentile intenzione gli sono
+gratissimo; ma siccome io ho la coscienza di non essere campione del
+naturalismo, nè di altra qualunque scuola letteraria, o chiesola, o
+setta che si debba dire, così chiedo il permesso di protestare, per la
+seconda ed ultima volta, contro l'etichetta che critici benevoli e
+valevoli si compiacciono, da anni, di appiccare al mio nome.
+
+Sissignore, io ho difeso il _naturalismo zoliano_ in parecchi miei
+scritti, facendo però sempre le debite riserve contro l'esagerazione
+del sistema: ho dedicato a Emilio Zola un mio romanzo giovanile
+_Giacinta_ in segno di viva ammirazione per lo scrittore; e forse
+allora mi illudevo che quel romanzo derivasse dalla sua scuola. Ma i
+critici non si sono mai accorti che era proprio un'illusione; me ne
+accorgo ora io che posso guardarlo con occhio imparziale e
+commiserante, e stupisco della miopia dei critici, che pure dovrebbero
+vederci assai meglio di noi autori.
+
+Poi, bene o male, ho scritto quasi un centinaio di novelle, una
+cinquantina di fiabe, due romanzi, _Profumo_ e _La Sfinge_, e parecchi
+altri volumi di critica letteraria dove ho chiaramente espresso il mio
+credo artistico. Da questa varia produzione, qualunque sia il giudizio
+che voglia darsi intorno al suo valore, appare evidente che unica mia
+cura è stata sempre quella di raggiungere la maggiore sincerità
+possibile di osservazione unita alla maggiore sincerità possibile di
+espressione.
+
+Quando il soggetto di una novella, di un romanzo, di una fiaba mi ha
+attirato, io non mi sono mai chiesto se esso era naturalista, verista,
+idealista o simbolista; ho badato soltanto a dargli la forma più
+schietta e più conveniente ad esso; se io sia riuscito o no è un'altra
+quistione. Mia intenzione era unicamente fare opera d'arte. Non ho mai
+pensato che o una fiaba o una novellina per bambini potesse essere
+cosa diversa da una novella, diciamo, psicologica o pure di soggetto
+paesano, o da un racconto di larghe proporzioni o da un romanzo.
+Convinto che la forma è tutto, o quasi, in un'opera d'arte, mi sono
+ingegnato di dare alla fiaba, alla novellina per bambini, alla novella
+psicologica o paesana, al racconto e al romanzo la loro natural
+forma, ora ingenua, ora semplice, ora un po' più complicata; e dicendo
+forma non intendo parlare soltanto della lingua e dello stile, ma
+anche dell'intimo organismo di ciascuna opera d'arte. Ripeto: se io
+sia riuscito o no nel mio intento, è un'altra quistione.
+
+Qui si ragiona solamente d'intenzioni, di convinzioni, d'ideali
+appartenenti in modo speciale a una scuola estetica più che a
+un'altra; e per ciò posso lagnarmi della disgrazia di vedermi franteso
+che mi perseguita da un pezzo.
+
+Ho un bel sforzarmi di esprimere nel modo più chiaro il mio concetto;
+si prende un periodo, una frase, staccandoli da quel che li precede e
+li segue, e in questa maniera mi si condanna ad esser naturalista _per
+forza_, e _campione del naturalismo_ non meno per forza.
+
+Ho protestato per una prima volta[9]; ma inutilmente, se un giornale
+come il _Marzocco_ e con l'intenzione di farmi un complimento, torna a
+dirmi quel che tante volte mi è stato sbadatamente ridetto.
+
+È appunto quest'intenzione che mi spinge a protestare di nuovo e per
+l'ultima volta.
+
+E perchè l'equivoco finisca--se pure è possibile, giacchè il mutare
+un'etichetta sembra fatica straordinaria agli etichettai--ecco, per
+chi vuole saperlo, il mio credo letterario. Invece di riassumerlo,
+potrei metterlo insieme citando una buona quantità di brani di miei
+articoli di critica dai quali risulterebbe che io ho avuto sempre, più
+o meno chiaramente, la stessa opinione; e accennando, nel medesimo
+tempo, i miei lavori di arte che sono, o che dovrebbero essere,
+secondo me, la conferma, il documento probante delle convinzioni del
+critico divenute opera d'arte. Ma non voglio incombrare le colonne del
+_Marzocco_ per risparmiare un po' di fatica ai curiosi che volessero
+accertarsi se alle mie intenzioni hanno davvero poi corrisposto i
+fatti.
+
+Dico dunque semplicemente che io, caso mai, sono naturalista, verista,
+quanto sono idealista e simbolista: cioè che tutti i concetti o tutti
+i soggetti mi sembrano indifferenti per l'artista ed egualmente
+interessanti, se da essi egli riesce a trar fuori un'opera d'arte
+sincera. Il mondo è così vasto, ha tanta moltiplicità di aspetti,
+esteriori e interiori, che c'è posto per tutti questi diversi aspetti
+nel mondo superiore dell'arte. Perchè vogliamo restringerlo,
+limitarlo? Perchè vogliamo imporre a tutti l'afflizione di doverlo
+riguardare dal medesimo punto di vista?
+
+Ma noi abbiamo bisogno di fare, di tratto in tratto questioni di lana
+caprina; abbiamo bisogno--ed è peggio--di arruffare le discussioni più
+semplici, scambiando le carte in mano all'avversario, e scambiando i
+termini della discussione perchè il nero sembri bianco e il bianco
+nero. Così arriviamo a non intenderci più.
+
+Io dico, per esempio: il concetto in un'opera d'arte è una cosa
+secondaria: l'importante è che esso diventi forma viva, altrimenti noi
+confonderemmo l'opera d'arte con l'opera di pura riflessione, di puro
+pensiero. Questo non significa che un concetto elevato, se arriva ad
+assumere forma artistica, non aumenti il valore dell'opera d'arte;
+significa soltanto che esso può produrre quest'effetto unicamente
+quando raggiunga quella metamorfosi per via della forma.
+
+Naturalisti, veristi, idealisti, simbolisti non dovrebbero essere
+d'accordo su questo elementarissimo canone di arte?
+
+Dovrebbero; ma non sono.
+
+Io dico, per esempio, che le forme artistiche debbono essere talmente
+connaturate al concetto da non poterle distinguere da esso. Per ogni
+concetto o sfumatura di concetto ci è una sola unica forma: il
+difficile sta nel raggiungerla. Per ciò ogni soggetto richiede uno
+stile diverso, suo proprio, e l'artista deve avere, per dir così,
+altrettanti stili quanti sono i soggetti che tenta, e seguire con essi
+tutte le gradazioni, tutte le sfumature, senza alterare niente, senza
+tralasciare niente, conformandosi a tutte le sinuosità, a tutte le
+accidentalità del soggetto.
+
+Naturalisti, veristi, idealisti, simbolisti non dovrebbero essere
+d'accordo su quest'altro elementarissimo canone di arte?
+
+Dovrebbero; ma non sono.
+
+E si continua a fare lunghe discussioni bizantine. Si scartano certi
+soggetti, si colpiscono d'interdizione; si bandiscono certe formole
+stilistiche, si getta l'anatèma su altre. Per quale ragione? Per un
+capriccio di moda forse.
+
+In quanto a me, non ho mai avuto preferenze per questo o per quel
+soggetto, per questa o per quella formola di stile. Ho tentato
+soggetti di ogni specie ed ho cercato di esprimerli con lo stile più
+adatto.
+
+Lo stile delle mie _Paesane_ non è quello delle novelle, diciamo,
+psicologiche. Fra lo stile delle _Paesane_ e quello di _Profumo_ e di
+_La Sfinge_ c'è un abisso, come c'è un abisso tra il contenuto.
+
+Io, lo confesso, e sia detto per incidente, non ho saputo persuadermi,
+per quanto mi sia ingegnato di farlo, in che cosa mai differiscano
+_Profumo_ e _La Sfinge_ dai così detti romanzi idealisti; potrei quasi
+farmi la stessa domanda intorno a _Giacinta_, non ostante la dedica a
+Emilio Zola. Mi son fin domandato come mai due volumi di fiabe, e due
+di novelle dove studio il mondo dei bambini con lo stesso metodo di
+osservazione praticato per gli adulti, possano permettere di classarmi
+a ogni costo fra i naturalisti.
+
+Ebbene tanta diversità e varietà di concetti e di forme non avrebbero
+dovuto mettere in guardia i critici prima di _etichettarmi_
+assolutamente _naturalista?_
+
+Resta per loro scusa, la quistione, come dicono ora, stilistica. Io
+non sono certamente uno stilista.--Oh, no!--sento mormorarmi
+all'orecchio--E aggiungo che non vorrei esserlo, caso potessi. Sono
+diventati stilisti tante brave persone che poi non hanno altro
+all'infuori di quel tale _stilismo_, che non credo di dire una cosa
+assurda asserendo che a furia di pazienza e di studio avrei potuto
+divenire loro emulo anche io. Il vocabolario, per fortuna, non è
+proprietà esclusiva di nessuno, e i modelli da copiare o da imitare
+molto meno. Dico questo perchè la semplicità, la nudità del mio stile
+non sia attribuita al mio naturalismo e non sembri una prova lampante
+di esso; non già per scusarlo o per difenderlo. È giusto che questa
+orazione _pro domo mea_ rimanga nei limiti dei principî e delle
+intenzioni.
+
+In quanto al resto, non debbo e non voglio entrarvi. Non ho mai fatto
+polemiche, da giovine, per difendere questo e quel mio libro; e non
+voglio cominciare ora che... non sono più giovane.
+
+E mi si permetta di finire, con l'autorità che consentono gli anni,
+raccomandando a tutti coloro che ora hanno l'invidiabile tesoro della
+giovinezza:
+
+--Lasciate da parte le discussioni astratte, le polemiche; non vi
+compiacete delle belle etichette, che in fine non vogliono dir nulla
+se il liquore della bottiglia non è poi di ottima qualità; siate
+sinceri, se potete e se sapete, siate sinceri, sinceri, sinceri; il
+resto, come dice il Vangelo, vi sarà dato in più dal gran Padre che
+sta nei cieli!
+
+
+
+
+PER UN ROMANZO
+
+(UGO OJETTI: _Il Vecchio_, romanzo--Milano, Casa Editrice Galli,
+1898.)
+
+
+Un'opera d'arte bisogna accettarla qual'è, senza cercarvi l'attuazione
+delle teoriche dell'autore, se queste son note.
+
+È riuscita bella? Tanto meglio per le teoriche e per l'artista. È in
+contraddizione con esse? Tanto peggio per le teoriche. L'importante è
+che un'opera d'arte sia una bell'opera d'arte.
+
+Secondo me, l'artista può mettersi in piena contraddizione col
+critico, nella stessa persona. Discutere intorno ai principii estetici
+è funzione molto diversa dall'adoperare l'immaginazione nel creare. E
+pensavo appunto questo, leggendo i primi capitoli di _Il Vecchio_.
+
+La lunga agonia della moglie del senatore Alessandro Zeno; il triste
+via vai dei parenti, degli amici, degli indifferenti; le estreme cure
+date dal marito e dal figlio al cadavere della morta; tutti i minuti
+particolari, fino al ritorno dall'accompagnamento al cimitero, che
+dànno vivissima la sensazione della nauseabonda realtà, mi
+richiamavano alla memoria le invettive contro i così detti _realisti_,
+accusati di compiacersi di descrizioni repugnanti. E il non aver
+voluto evitare d'incorrere nello stesso biasimo, e l'aver anche
+calcato un po' la mano su certi punti, mi sembravano begli atti di
+coraggio e di sincerità artistica dell'autore.
+
+«Fece uno sforzo supremo; premette col fazzoletto le gote fredde
+(_della morta_); ma sotto la pressione troppo forte, il siero
+all'improvviso pullulò dalla bocca rigida, quasi fermentando, formò
+una bolla come un velo viscido tra labbro e labbro sui denti, e la
+bolla scoppiando sprizzò sul volto del vecchio...»
+
+«Ne guardò il volto curiosamente. Le labbra erano ormai esangui, del
+color della prima cera, e nei due angoli insisteva quel solco rosso
+che il succo gastrico vi aveva sùbito dopo la morte segnato
+scorrendo.»
+
+Un _realista_ non avrebbe potuto dirlo con maggiore evidenza.
+
+E per ciò già credevo di trovarmi di faccia a un'opera d'arte
+schietta, che non voleva essere nè realistica, nè ideologica, nè
+idealistica, nè simbolistica, ma viva rappresentazione di caratteri,
+di sentimenti, di impressioni; di faccia a un'opera d'arte dove le
+preoccupazioni stilistiche non cercavano di sopraffare l'espressione
+più diretta e più immediata del concetto; insomma di faccia a qualcosa
+di fresco, di giovine, di rigoglioso, non ostante la tristezza del
+soggetto; ma l'autore si era affrettato a disingannarmi.
+
+Parecchi splendidi paesaggi; alcune belle scene ma brevi, quasi egli
+se le fosse lasciate sfuggire dalla penna con rincrescimento; e, qua e
+là, certi penetranti accenni di osservazione psicologica, non mi
+avevano all'ultimo compensato della monotonia di quella specie di
+soliloquio di quasi trecento pagine, a cui si era ridotto, dopo i
+primi quattro capitoli, tutto il romanzo.
+
+Ricordavo qualcosa di simile pel concetto, una novella del Tolstoj,
+che appunto descrive il terrore della morte nella persona di un uomo
+di età matura; ma non volevo fare confronti. Là tutto era
+rappresentazione, azione; qui il movimento, la rappresentazione,
+l'azione rimanevano esteriori al personaggio, pretesti di un continuo
+maniaco rimuginamento della stessa idea. E poi, nel senatore
+Alessandro Zeno non era tanto il terrore della morte, quanto l'odio
+della vita degli altri quel che formava il pernio della morbosa
+attività cerebrale. Attività vacua, astratta, perchè non rivelava
+niente di personale, di caratteristico, tanto da apparire, di tratto
+in tratto, mera esercitazione scolastica.
+
+A un certo punto mi era sembrato che il concetto del libro doveva
+forse essere la lotta tra sentimenti ed idee che stanno per tramontare
+e idee e sentimenti che si levano su l'orizzonte con rosei trionfanti
+splendori.
+
+L'autore ci dice che tra il senatore e il figlio Andrea c'erano state
+lunghe lotte e dolorose. Il padre, metodico lavoratore, non intendeva
+il lavoro libero, di artista (Andrea studiava pittura), a cui suo
+figlio si consacrava.
+
+«Il miraggio della burocrazia lo occupava, come occupa ancora tutta la
+penultima generazione nostra e la parte più fiacca ed inerte ed amorfa
+dell'ultima.... La non curanza del domani per la tutela promessa dallo
+stato, la ricerca del minimo sforzo per conseguire, quella prestituita
+mercede, attiravano tutti i deboli incapaci di lotta e i servili.»
+
+E (non si sa se per conto proprio o per conto di Andrea) l'autore
+continua a sparlare del «governo dei Vecchi, perchè, sia in buona fede
+che in perfidia, essi fanno leggi e morali atte a ridurre i giovani
+fiacchi e degni di morte come essi ormai sono;» delle scuole «che sono
+un tradimento della vecchiaia contro la gioventù e tendono solo ad
+abbassare gli ingegni giovani audaci al livello dei maestri affraliti
+dagli anni e dalle desolate dottrine;» della schiavitù burocratica
+«causa di decadenza altrettanto potente che l'antica schiavitù
+giuridica e la medievale schiavitù monastica.»
+
+Si capisce però che tra padre e figlio, più che lotte, erano avvenute
+discussioni forse un po' animate. Il senatore «incapace di intendere
+non pur l'arte del figlio (Andrea era simbolista, o almeno
+ideologico, in pittura) ma anche l'antica fungosa arte accademica,
+avea finito col credersi il più liberale dei padri, poichè lasciava
+che Andrea a suo piacere vivesse di quel passatempo fastoso.»
+
+Di tali discussioni, o lotte che si vogliano dire, non appare più
+ombra nel libro. Dànno una rapida vampata in una conversazione tra un
+giovane poeta, amico di Andrea, e lui e il senatore, e si estinguono
+sùbito.
+
+Si ragionava di un vecchio pittore, disonesto intrigante.
+
+«Alla parola _vecchio_ Alessandro Zeno si scosse:
+
+--Insomma il suo massimo torto è di esser vecchio?
+
+--No, è di essere disonesto. Ma anche la vecchiaia, quando è cieca a
+quel modo, è un torto che fa degno di morte e non di onori.
+
+--Insomma, lasciando da parte l'onestà, se egli fosse stato in
+giovinezza un pittore eccellente, e poi, fissatosi nella sua maniera,
+non intendesse le vostre massime nuove, lo si dovrebbe segregare dal
+consorzio umano?
+
+--Se fosse onesto, egli se ne dovrebbe allontanare da sè.... Dovrebbe
+lasciare il campo a noi.»
+
+E il ragionamento dal fatto particolare, balza a un concetto generale.
+Il giovane poeta parla del _Vecchio_ «del Vecchio che si rinchiude nel
+passato e nega l'aurora solo perchè non potrà vedere il giorno; del
+Vecchio che, vedendo le tenebre attorno all'opera sua, dice:--Il
+mondo finisce. Le tenebre saranno sempre sul mondo. Il sole non
+sorgerà più!--E combatte chi aspetta e canta e glorifica il sole
+futuro.
+
+«--Quel vecchio,--egli conchiude--se è così cieco deve ritirarsi, deve
+deporre le armi dalle mani inette. Voi, senatore, dite che non lo
+vogliamo lasciar vivere. Vivere? Ma egli deve lasciar vivere noi. Noi,
+lo lasceremo tranquillamente morire.»
+
+Ragionamento specioso, per non dire illogico. Il poeta così e non
+vuole la lotta, e anche pretende che _un cieco_ faccia atto di persona
+che ci vede bene; ma passi. Si deve però credere che l'autore non
+abbia riferito questa conversazione per niente; ci attendiamo infatti,
+da un momento a l'altro, qualche atto del vecchio senatore che
+giustifichi la necessità di quella scena, di quelle parole così
+severe. Il Vecchio invece non fa nulla che abbia almeno l'apparenza di
+un'ostilità alla giovinezza. Lascia vivere in pace gli altri, se non
+vive in pace, interiormente, lui.
+
+Egli, che il giorno della morte di sua moglie aveva detto ad Andrea,
+con ira:--Vattene, figlio mio: tu penserai a lavar me, quando anch'io
+starò lì, così...... E sarà presto!--ora, vedendo Andrea lagnarsi di
+divenir calvo, pensa che la vita «correva _anche per lui_, che nelle
+estasi artistiche si angosciava ad arrestarla.... Non egli solo moriva
+un poco ogni giorno, ma anche Andrea; e anche gli altri giovani
+attorno..... tutti..... tutti! Via!... La vita correva!»
+
+Allora egli si sforza di riafferrare, come tavola di salvezza, il
+sentimento religioso, e tenta di pregare nell'umile chiesetta di
+campagna dove fa celebrare, due mesi dopo la morte della moglie, un
+ufficio in suffragio dell'anima di lei; ma egli esce dalla chiesa più
+solo che mai, più scorato che mai.
+
+Tutto l'offende, tutto lo irrita; vorrebbe che attorno alla sua vita
+vicina a spegnersi non sorgesse nessun altro nuovo germoglio di vita;
+o che le nuove cose e i nuovi uomini nascessero su dalle vecchie cose
+e dai vecchi uomini e fossero grati ad essi. «Invece tutti i germogli
+e tutti i giovani disprezzavano quelli da cui erano nati..... Nessuna
+gratitudine, fuori del formale rispetto; ma ribellione, disprezzo,
+indipendenza non ostentata ma originale e franca.»
+
+Perchè se ne meraviglia lui che aveva sentito «un soddisfacimento
+segreto e pensava che quel giovane ambizioso (suo figlio Andrea) dagli
+occhi lucenti, dalle bianche mani nervose era nato da un ignobile atto
+di lui, come un fiore dal fimo?»
+
+Più di ogni altra cosa, lo cruccia la compassione. Sente dire, non
+visto da sua figlia Luisa e dal marito di lei, in giardino:
+
+«--Egli pensa sempre alla mamma, e ha il colore di un cadavere.
+
+--È vero.
+
+--Povero babbo, se ne andrà presto anche lui!
+
+--Chi può impedire la morte!»
+
+E gli sembra ch'essi lo consegnino nelle mani della morte o lo
+spingano «malamente nel sepolcro sdrucciolo buio freddo profondo.»
+
+Che vuole? Che pretende? Non lo sa. Una volta aveva pensato la gioia
+dell'ultimo uomo che vedrà l'ultimo sole; e questa idea che lo
+riprende, dopo che un bagliore di coscienza sincera, gli ha fatto
+riconoscere che i giovani, apparentemente disprezzati, erano in
+realtà, invidiati da lui affralito e senescente.
+
+Ma l'autore è proprio sicuro che tutto quel chimerizzare intorno al
+giorno finale del mondo sia del vecchio senatore, e non di lui,
+romanziere, che ha voluto compiacentemente regalarglielo? È proprio
+sicuro che non sia artificioso, per non dire falso, il grand'odio
+attribuito al vecchio contro il pastello dove il figlio aveva tentato
+di fissare i lineamenti della madre morta?
+
+«All'improvviso si ritrasse, afferrò il vaso delle rose che era sul
+pianoforte, il vaso delle rose donde il dì innanzi erano caduti petali
+rossi su la tastiera logora, e lo scagliò con violenza contro il
+ritratto. Si frantumò il vetro, si lacerò la carta, e il vecchio in
+una furia di distruzione con le tremule mani ancora assalì l'opera del
+figlio, il ritratto della morta, calpestandolo, con basse violente
+parole vilipendendolo.»
+
+Egli cerca di scusarlo, di giustificarlo, e gli mette in bocca queste
+parole:
+
+«Noi (_vecchi_) coscientemente danneggiamo il mondo. Sì, sì, solo
+invidia mi respinge da Andrea, solo paura mi allontana da quel
+ritratto di Nannetta (_la moglie morta_). Ecco, ecco (_Andrea_)
+scoprirà la rovina compita da me quando stamane per un attimo sono
+stato sincero nel fatto, ed egli finalmente mi deriderà e intenderà la
+vera causa dei miei disdegni e non mi rispetterà più. Io morrò
+ridicolo.»
+
+E appicca fuoco alla stanza, per nascondere con l'incendio il delitto
+del ritratto distrutto.
+
+Io che mi ero un po' inalberato leggendo quella specie di
+settecentesca visione che chiude il capitolo intitolato _Arcobaleno_,
+non mi aspettavo però di veder intervenire _un sogno_ (l'autore non
+può far a meno di chiamarlo: _miracoloso sogno ammonitore_) perchè
+riuscisse meno ostico il mutamento finale del Vecchio. E a questo
+punto non bisogna più dire il senatore Alessandro Zeno, ma soltanto il
+Vecchio. Egli è divenuto una entità astratta, da personaggio vivente
+che era nei primi capitoli. Si è venuto di mano in mano
+assottigliando, ed ora non ha più niente delle nostre miserie umane; è
+un ragionamento puro e semplice. Ci voleva quel _miracoloso sogno
+ammonitore_ perchè egli, che odiava tutte le creature viventi, tutte
+le cose esistenti per l'unica ragione che vivevano ed esistevano e
+sarebbero vissute ed esistite dopo sparito lui; ci voleva proprio un
+miracolo perchè egli che ieri si rallegrava al pensiero che creature e
+cose avevano però dentro di sè, al pari di lui, il germe distruttore
+della morte, oggi--con la _chiarezza del recente sogno_ in cui aveva
+visto _il suo stesso cadavere_--si senta perfettamente cambiato e
+possa riflettere: «La vita è il mutamento continuo della materia.
+Perciò la vita è dovunque, anche dove non giunge la luce, dove non
+penetra l'aria. La Morte non esiste, e _tu morendo puoi negarla_.»
+
+Ma come? Non sapeva questo il senatore Alessandro Zeno? E ci voleva un
+_miracoloso sogno ammonitore_ per rivelarglielo? E doveva egli
+arzigogolare tanto, per venire poi alla risoluzione di finirla con
+quella sua esistenza, che infine non era cattiva?
+
+«Nessun odio più lo accendeva, egli era calmo e solenne come un
+sacerdote che compia un sacrificio comandato da Dio.... Prese, quasi a
+tentoni, la piccola boccia del veleno d'oro e lasciò sopra un largo
+pezzo di zucchero cader molte gocce finchè gli parve che lo zucchero
+ne fosse ben saturo. Poi lo ingoiò e corse al letto.»
+
+Poco dopo Gino, figlio di Luisa, vien mandato su a chiamare il nonno
+per la cena. Chiamatolo a nome e non ricevendo risposta, il bambino,
+toccata la mano del vecchio che era gelata, altro non osò.
+
+«Quando entrò nella luce, in cospetto dei tre giovani (cioè nella
+sala da pranzo illuminata, al cospetto dello zio Andrea e dei genitori
+Luisa e Giorgio) disse senza timore:
+
+--Il nonno dorme.»
+
+Così finisce _Il Vecchio_ e faticosamente, sarebbe puerile non dirlo.
+
+Ho cominciato a leggerlo con animo sereno. L'ho terminato col profondo
+dispiacere di chi vede sciupato in malo modo molto sforzo di ingegno e
+di coltura. Giacchè è evidente che l'Ojetti ha composto così il suo
+romanzo in ossequio alla sua fissazione del romanzo ideologico e un
+po' simbolista. Che egli volesse mettere in un romanzo idee e simboli
+non era poi cosa tanto strana e insolita da dovergli sembrare anche
+audace. Più o meno, via, in un romanzo ci son sempre idee divenute
+personaggi con caratteri e passioni speciali, e personaggi e
+sentimenti che possono, con un pochino di buona volontà, passare per
+simboli. Solamente per fare un'opera d'arte, le idee non bastano, o
+bastano per fare _Il Vecchio_ e non mai per ridurre _Il Vecchio_ _Un
+Vecchio_, cioè il senatore Alessandro Zeno. Questo Ugo Ojetti lo sa;
+ma gli è parso fosse meglio far una bravata fingendo di averlo
+dimenticato; e che lo sappia lo dimostrano i primi capitoli del libro
+e alcune scene, qua e là, sobrie ed efficaci nei capitoli _Il piccolo
+abbandonato_, _La tentazione_ e in parecchie descrizioni notevolissime
+per colorito, non ostante che, con meraviglia, nella forma semplice,
+e schietta, si notino certi residui stilistici contro cui egli ha
+gridato a ragione.
+
+Ho polemizzato qualche anno fa con l'autore di _Il Vecchio_, e
+parecchi, che per ragioni diverse, non gli vogliono bene, mi hanno
+biasimato di aver discusso con lui, quasi mi fossi ingenuamente messo
+al servizio della sua smania di far rumore in tutte le occasioni e con
+tutti i mezzi.
+
+Quantunque l'Ojetti sia stato poco garbato, anzi insolente con me, io
+non mi pento di quel che ho fatto. Bisogna perdonar molto all'età; e i
+giovani a me piacciono (che che egli ne pensi) specialmente quando,
+assieme coi pregi, mostrano tutti i difetti della loro condizione:
+l'orgoglio, l'entusiasmo, la fede cieca.
+
+Molto orgoglio, molto entusiasmo, molta fede cieca traspariscono dalle
+trecento ottantaquattro pagine di questo volume, cioè molta
+giovinezza, inficiata però da inopportuna serietà, da voluta gravità
+nella scelta del soggetto e dei mezzi per svolgerlo. Se è vero, come
+asseriscono, che noi così detti _veristi_ o _realisti_ abbiamo uggito
+il mondo dei lettori, non mette conto diventare ideologi e simbolisti
+per uggirlo allo stesso modo e anche peggio!
+
+Siano sinceramente e schiettamente giovani i giovani!
+
+È consiglio disinteressato di un vecchio.
+
+
+
+
+DIALOGHI D'ESTETA
+
+(_Romolo Quaglino._ Dialoghi di esteta. Milano, tipografia Treves,
+1899. Un vol. di 270 pag. in 16.)
+
+
+Chi apre il libro, allettato dalla simbolica copertina--un vaso da
+profumi, da cui sortono nuvole d'incenso dentro i vortici delle quali
+s'intravedono figure in atteggiamenti ed espressioni diverse--può
+credere, a prima vista, che si tratti di un volume di poesie. Tra i
+grandi margini bianchi si allineano infatti righe più o meno corte che
+hanno l'apparenza di versi, di strofe: ma cominciando a leggere, egli
+si avvede che l'esteta ha voluto ingannarlo. Ingannarlo fino a un
+certo punto: giacchè se non ci sono i versi, c'è la poesia; se non ci
+sono i piedi esatti degli endecasillabi, dei settenari, c'è però un
+quissimile di ritmo che non irrita l'orecchio e che anzi lo alletta
+con studiate cadenze di accenti, con abili avvolgimenti di periodo da
+tenere benissimo luogo di verso, senza la ibrida intenzione della
+prosa poetica. Aperto a caso il libro, egli legge:
+
+ Sul roseo avorio de le carte,
+ bruni ed alati,
+ come uccelli stanchi,
+ dormono i sogni:
+ reliquie e diane
+ di cuori vecchi e nuovi,
+ pianto di avelli.
+ Ma se la dolcezza
+ di grandi occhi feminei,
+ sole e rugiada, cali,--
+ se una voce pallida,
+ nel silenzio odoroso d'un talamo
+ esile mormorio, li ravvivi;
+ se una mano bianca e fine,
+ gigli su rose,
+ fremendo,
+ con la diafana unghia
+ li carezzi,--
+ su dal sepolcro del volume
+ avello bianco
+ ove il dolore si acqueta,
+ vagano bruni ed alati
+ come uccelli all'alba,
+ e bisbigliano,
+ e l'anima del poeta
+ sale, per le dita, lieve
+ a baciar, ebbra di amore,
+ le inanellate gemme della Pietosa.
+
+E il caso ha servito bene il curioso lettore. Egli allora farà come la
+Pietosa--non importa se la sua mano non è rosea, e se le sue unghie
+non sono diafane--sfoglierà altre pagine, cercherà altri segni pei
+quali possa davvero sentire l'anima del poeta salir su ad
+accarezzargli--se non _le inanellate gemme_ o la chioma, forse,
+assente--il cuore o lo spirito; e vorrà cominciare daccapo.
+
+Certamente la lettura non riesce facile. Questi dialoghi che l'esteta
+intraprende con figure evocate, sogni, simboli d'idee o di
+sentimenti--Ignazio di Lojola, la fede dominatrice; il Valentino,
+l'astuzia e la forza; don Giovanni, l'amore l'insaziabile e insaziato;
+Fausto, l'ansioso e vacuo ricercatore della scienza assoluta; Salvat,
+il bruto ribelle; o con creature senza nome, pittori, poeti, vecchi,
+monaci, folla; o con esseri ai quali la sua immaginazione, usando del
+primitivo privilegio dei fanciulli e dei selvaggi, concede vita,
+anima, volontà, parola; o col demone tentatore che è dentro di lui;
+tutti questi dialoghi non potevano essere ragionamenti ordinati,
+filati, discussioni pedantesche, poichè dovevano e volevano riuscire
+espressione lirica di concetti e di sentimenti, poichè richiedevano
+all'onda musicale di un particolar ritmo e all'immagine la loro forza
+di rappresentazione, la loro forma.
+
+L'esteta è un irrequieto. Il pensatore contrasta col rincorritore del
+fantasma della bellezza. Che vuole? Che sogna? Vorrebbe un mondo più
+buono, più giusto, e sopratutto più bello. E' vede un continuo,
+incessante trasformarsi di tutte le forze naturali, comprese quelle
+del pensiero. E se gli nomini, la storia, il passato, non rispondono
+alla sua insistente interrogazione, si rivolge alla Natura, dove c'è
+anche il pensiero involuto nascosto, e tenta di aver da essa una
+risposta.
+
+ Ne la fede de l'immortalità
+ rapida corre
+ l'ora nemica:
+ ne l'orgoglio degli ordini
+ ancor l'insanie
+ appar feconda.
+
+Che importa?
+
+ L'idea è l'inarrivabile amore
+ tutti soffrono per lei,
+ tutti sanno
+ che nessuno mai la stringerà
+ tra le braccia, vinta.
+
+Ed egli inneggia agli _Stiliti_ che salgono su la colonna di Simeone e
+tendono le braccia al cielo, immemori delle miserie terrene.
+
+ esulare dal corpo, è la gioia
+ almeno, l'illusione buona dell'ora:
+ esular, quietamente,
+ come un'umile cosa,
+ come un'anima pavida tra le anime.
+
+Deliziosa elevazione che dura poco; il mondo si agita, vuole operare;
+nell'azione è la forza; ma fra tante orgogliose forze operanti per la
+vita materiale o per la gloria, l'_Esteta_ è tentato soltanto
+dall'orgogliosa umiltà di fare un'opera di bellezza, _olocausto a Dio
+e agli uomini_,
+
+ senza che la vanità di un nome
+ inutile sgorbio, la profani.
+
+E il compenso?
+
+ Che vale la passione dell'opera
+ senza il premio di un bacio?
+
+D'un bacio e dell'amore; se pure l'amore varrà a saziare o a dar pace
+all'anima irrequieta, al corpo fremente.
+
+Che vale l'amore, se non può essere trasfusione di un corpo in altro
+corpo, di un'anima in altra anima? E mentre egli anela al corpo della
+sua _Esteta_, il ricordo della madre lo turba, e l'amore carnale gli
+sembra una profanazione, anzi quasi un incesto. E la _Esteta_ gli dice
+tristamente:
+
+ --Volete che io mi allontani?
+
+ L'ESTETA
+
+ Lo desidero:
+ la voluttà non ci darebbe che rimorsi,--
+ la creazione indicibili angosce,
+ e rimorsi fors'anche.
+
+ LA ESTETA
+
+ Non ci ritroveremo mai più?
+
+ L'ESTETA
+
+ Un giorno, si compirà forse
+ il miracolo d'oblìo.
+ Qui, dove la vostra anima bambina
+ e la recente anima vostra pensa,
+ qui, forse.
+
+ LA ESTETA
+
+ Vi sovvenga che la mia vita è così umile
+ che la morte non saprebbe esserlo di più.
+
+Ma a che giovano queste rinuncie? Il cuore non appaga, la mente non si
+acqueta. L'avvenire urge; _Il trionfo dell'Idea vuole tutte le braccia
+e tutte le menti_.
+
+L'Esteta è pieno di scoramento:
+
+ Ancora ne li attoniti occhi,
+ reca lo spasimo d'una mortale caduta
+ il terrore d'un incubo
+ improvvisamente scomparso.
+ Sognò lotte e baci,
+ dominazioni e rinuncie,
+ cose belle oltre la Verità,
+ dolci, oltre l'Amore,
+ eterne, oltre la Fede.
+
+ . . . . . . . . . . . . . .
+
+ Sorrise a tutte le veneri,
+ benedisse a tutte le forze,
+ a tutti i connubi sospirò.
+
+ . . . . . . . . . . . . . .
+
+ Doloroso miracolo:
+ la visione tangibile si oscura
+ di maligne nebbie.
+
+E finisce con domandarsi tristamente: Sia pure che l'uomo nello spazio
+e nel tempo s'inganni, ma esso è però un mondo, un occhio
+dell'infinito;
+
+ perchè dunque
+ non vuol recare intorno
+ la serenità e la luce,
+ come il cielo e le stelle?
+
+Ho tentato di riassumere questo poema lirico di una anima solitaria,
+che si tormenta fra le strette del sillogismo e del sentimento,
+citando il più largamente possibile per dare ai lettori un'idea
+approssimativa non soltanto dei concetti ma anche della forma.
+
+Secondo me, il poeta ha fatto bene a sciogliersi dalle pastoie del
+ritmo, che non concede certe libere agilità neppure ai suoi più
+poderosi domatori. E se nel suo tentativo ha qualche volta ecceduto,
+sia condensando troppo, sia trascorrendo in istonature prosatiche
+incurante di mettere a dura prova l'intelligenza o la schifiltà
+stilistica del lettore, non bisogna fargliene troppo carico, in grazia
+di quei larghi brani dell'opera sua dov'egli raggiunge l'ideale voluto
+attingere, come nei canti _L'orgogliosa umiltà_, _La metamorfosi_ e
+specialmente nel _Preludio_ al canto _Marmi e bronzi_, invocazione
+della Bellezza, e nella _Oscura rinunzia_, che mi sembra la cosa più
+squisita di tutto il volume.
+
+Il quale, se, come ho accennato, non è di facile lettura, è poi tale
+perchè, nell'intenzione dell'autore, non è destinato al volgo dei
+lettori.
+
+ Nel grottesco s'adombra
+ qualche aristocrazia;
+ nel crudele, qualche idealità;
+ e il valore della vita
+ consiste nel saper morire.
+
+Ecco una sua schietta dichiarazione.
+
+Al Quaglino intanto non si potrà dire che abbia scelto questa libera
+forma di ritmo perchè il verso non obbedisce alla sua mano. Egli ha
+pubblicato due volumi di versi, dove alla vigoria e all'originalità
+del concetto è accoppiata una vigoria e sovente una stranezza di
+forma--stranezza più visibile nel primo, _Modi, anime e simboli_, che
+nel secondo _Fiori brumali_--le quali dimostrano ch'egli si sente
+anche capace di abusare della padronanza della forma ritmica,
+contorcendola a sua voglia e capriccio, e non sempre con buon
+resultato.
+
+Dopo questi _Dialoghi d'esteta_, che hanno nel loro sciolto ritmo
+dolcezze e sfumature veramente notevoli, è da augurarsi che il
+pensiero del poeta divenga più limpido, più tranquillo, più
+trasparente, e che il sentimento prenda la mano su di esso, perchè,
+ritmo rimato o sciolto, la sua parola trovi più larga eco nei cuori: e
+non intendo dire: nel volgo dei cuori.
+
+
+
+
+EDOARDO BOUTET E LE SUE CRONACHE DRAMMATICHE.
+
+
+Ricordano il _Moschettiere_ di Alessandro Dumas, il vecchio, giornale
+che era scritto da _Alessandre Dumas père et seul_, e che fece
+sorridere e anche ridere, al suo apparire, per la ingenua vanità di
+quel _seul_. Il _Moschettiere_ parlava di tutto: dall'articolo di
+fondo spoliticante, passava alle ricette culinarie, delle quali il
+Dumas era forse più orgoglioso che del _Conte di Montecristo_ e dei
+_Tre Moschettieri_; gli articoli di viaggi e di varietà si
+avvicendavano coi capitoli degli ultimi suoi stanchi romanzi, con
+frammenti di memorie, cioè, di strabilianti fantasie. Veramente il
+_seul_ non era poi una novità. Alfonso Karr aveva scritto anche lui da
+solo, _Les Guépes_, ma non aveva inalberato quell'aggettivo con la
+spavalderia del simpaticissimo fanciullone che fu per tutta la vita
+Alessandro Dumas.
+
+_Le Cronache drammatiche_, apparse ieri l'altro, somigliano al
+_Moschettiere_ e alle _Vespe_ in questo soltanto: saranno un opuscolo
+settimanale scritto tutto da Edoardo Boutet e si occuperanno
+unicamente di cose riguardanti il teatro.
+
+Arrivano in buon punto. Da qualche anno, per opera di attori e di
+scrittori, viene risuscitato nel pubblico italiano l'interesse, se non
+l'entusiasmo, di trenta anni fa, quando una nuova produzione
+drammatica, data nella capitale provvisoria, occupava per settimane
+gli spiriti e faceva quasi tacere le discussioni politiche.
+
+Oggi, l'interesse non è scevro di un senso di scetticismo, effetto
+delle delusioni seguite alle illusioni eccessive. Ma bisogna dire che
+noi, da schietti meridionali, da latini, siamo trascorsi dall'eccesso
+delle speranze all'eccesso della sfiducia: e se le _Cronache
+drammatiche_ riusciranno a mettere le cose in equilibrio, faranno
+opera degna di grandissima lode.
+
+Nessuno, io credo, in Italia, è più adatto di Edoardo Boutet a operare
+questo miracolo. Egli è un topo di palcoscenico. Da anni, sua
+occupazione e preoccupazione sono stati gli attori e gli autori
+drammatici. Con franchezza straordinaria, spesso brutale, egli ha
+detto la sua opinione su tutto e su tutti, ogni volta che l'occasione
+si è presentata. I suoi articoli nel _Corriere di Roma_ dello
+Scarfoglio lo misero in vista. La gente che leggeva quegli scritti, si
+domandava con curiosità:
+
+Chi è mai questo nuovo _paysan du Danube_ che irrompe nella cronaca
+teatrale?--E la curiosità non veniva eccitata soltanto dalle cose che
+egli diceva, ma dallo stile con cui le diceva; stile pieno di
+immagini, lutulento, imbarazzato, eppure innegabilmente efficace.
+Sotto l'impaccio della parola e della frase, si sentiva l'uomo
+sincero, convinto; una specie di apostolo e di profeta.
+
+Allora il giornale quotidiano non era un organo frettoloso
+d'informazioni com'è divenuto oggi. Il cronista teatrale aveva dignità
+di critico; non si trovava obbligato di far sapere la sua opinione
+immediatamente dopo lo spettacolo a cui aveva assistito; dal teatro
+non doveva correre in tipografia, e là improvvisare l'articolo e darne
+le cartelle ai compositori di mano in mano che le scriveva, senza
+avere tempo neppure di rileggerle. Durava il bel costume
+dell'appendice del lunedì; delle novità date il venerdì sera--e che
+egli era in caso di riudire nelle sere seguenti, se state tali da
+ottenere di essere replicate--l'_appendicista_ poteva scrivere
+pensatamente, con comodo; e la curiosità del pubblico veniva anche
+aguzzata dall'attesa, e trovava piena soddisfazione nel poter leggere,
+il lunedì, i giudizii degli appendicisti teatrali più in voga; giacchè
+allora accadeva che alcune _appendici drammatiche_ assumessero il
+valore di un piccolo avvenimento letterario.
+
+Edoardo Boutet portava qualcosa di nuovo, di speciale nella critica
+drammatica: la perfetta conoscenza dei misteri del palcoscenico. Di
+rimpetto a lui, gli _appendicisti_ del lunedì di dieci anni avanti
+sembravano persone impettite, troppo serie, quasi accademiche. Egli
+era uno sbarazzino e nello stesso tempo uno che _credeva_, che si
+infiammava, e che talvolta arrivava fino ad assumere atteggiamenti
+apocalittici, fino a far intravvedere che tra la critica teatrale e
+lui egli supponesse un'assoluta identità di persona.
+
+Anche quando era ingiusto, o meglio, anche quando s'ingannava (non c'è
+ingiustizia nello ingannarsi) sotto la violenza del giudizio e della
+frase si scorgeva benissimo la sincerità del suo sdegno. Quella che
+per lui era un'offesa all'arte, sembrava anche si mutasse in offesa
+personale; ma sembrava così per la montatura del periodo che gli si
+aggrovigliava tra le mani tremanti di santissimo sdegno. I puristi,
+leggendo, si sentivano venire la pelle d'oca, ma non cessavano di
+leggerlo. Gli attori flagellati a sangue, le attrici contristate nella
+loro vanità, gli autori redarguiti con accompagnamento di sferzate
+fingevano di disprezzarlo, di sorridere di quelle sue sfuriate, ma poi
+gli davano ragione. Conosco qualcuno che non ha potuto tenergli
+broncio neppure un giorno, dopo un articolo che lo aveva stritolato la
+sera avanti, nel primo _Capitan Fracassa_ di gloriosa memoria. Critico
+e autore, il giorno dopo erano a braccetto in Piazza Colonna e
+ridevano assieme, con gran meraviglia di parecchi che immaginavano
+forse di doverli vedere piuttosto presi pei capelli, dato che
+l'autore drammatico avesse avuto dei capelli afferrabili; e non ne
+aveva.
+
+Da quei giorni, molt'acqua è passata sotto i ponti del Tevere. Edoardo
+Boutet ha sentito anche lui la mortificazione degli anni. Può
+darsi--ma non pare--che il vedersi mancare lo spazio e il tempo, per
+le invadenti necessità giornalistiche, lo abbia un po' scoraggiato. I
+suoi grandi articoli, le sue encicliche drammatiche si erano fatte
+rare. Di quando in quando, la _Nuova Antologia_, la _Rivista d'Italia_
+portavano un suo studio di attrice, una sua disquisizione intorno a
+qualche soggetto di attualità drammatica; studio e disquisizione dove
+egli mostrava la grande abilità di sapersi adattare all'ambiente, di
+parlare con moderazione di concetti e di forma--sì, anche di
+forma--che gli dava l'aria di persona un po' costretta a raffrenarsi,
+a comportarsi come chi si trova in un circolo di conversazione fuori
+dell'usuale.
+
+Di quando in quando, una scappata, un razzo, l'iniziamento di una
+serie di studi sur un particolare soggetto presto interrotta e non più
+ripresa; nient'altro.
+
+Si vedeva l'uomo che avrebbe voluto parlare, chiacchierare a suo agio
+e che non poteva più farlo, perchè il proto gl'insidiava le righe,
+perchè l'articolo politico, la cronaca, la satira gli contendevano lo
+spazio. Edoardo Boutet però è un parlatore brioso, delizioso, un
+conversatore; e il suo dialetto napoletano non forma la minore
+attrattiva delle sue improvvisazioni familiari. Ha dovuto dire dentro
+di sè: Mi si tura la bocca o, per lo meno, mi si trattiene il braccio,
+mi si lesina lo spazio? Ebbene, io non posso sentirmi soffocare, io
+voglio sfogarmi. Ho tante e tante cose da dire! Debbo attendere
+un'occasione propizia che forse non si presenterà o chi sa quando si
+presenterà? No; fondo una piccola rivista settimanale e in essa sarò
+libero di sfogarmi e di scapricciarmi come voglio e come non posso più
+fare da un pezzo!
+
+Ed ecco le _Cronache drammatiche_, comparse il 2 aprile, col sorriso
+della Pasqua di Resurrezione, quasi anche il giorno della prima
+pubblicazione dovesse essere un buon augurio! Sedici fitte pagine in
+16º.
+
+Ora _Caramba_ è a suo agio. Ogni domenica, egli avrà la sua tribuna,
+il suo pulpito, o più propriamente il suo salotto. Egli non scrive,
+discorre. Qualcuno che lo vede frequentemente e che prende gran gusto
+nello stare ad ascoltarlo, ha esclamato: Ah, se Edoardo Boutet si
+risolvesse a scrivere le sue _Cronache_ in dialetto napoletano! Che
+festa sarebbe!
+
+Sarà una festa egualmente! Anche a dispetto di certe velleità di
+affettazioni stilistiche che da qualche tempo egli predilige, come
+questa che chiude il suo primo articolo, _Il sogno della Duse_:--E
+intanto, in cosiffatta imperante e straripante dissennattezza, si
+compie, forse, il delitto di uccidere la ignota anima _destinata di
+un teatro italiano a gettar le fondamenta_!
+
+Sarà una festa egualmente. Edoardo Boutet non diverrà mai un pedante:
+non _scriverà_ mai, _parlerà_: ed è la sua caratteristica e sarà la
+sua forza. Passare una mezz'ora con lui, per via di quelle
+fosforescenti e svariate pagine delle _Cronache drammatiche_,
+diventerà presto un piacere che si tramuterà in dolce abitudine, anche
+per coloro che non si occupano esclusivamente di cose drammatiche.
+
+E sarà una festa e una cosa seria.
+
+Le cose che egli dice ridendo sono anzi le più serie.
+
+Leggete l'aneddoto intorno ad Adamo Alberti, illustre impresario,
+tempo fa, del teatro dei _Fiorentini_ a Napoli; leggete l'articolo
+_Spettacolo di onore_ che chiude il primo fascicolo. Sono del Boutet
+più schietto, e di quello che non ha bisogno di scrivere in dialetto
+napoletano per riuscire efficace e nello stesso tempo divertente.
+
+
+
+
+LA SOCIETÀ PER GLI STUDI FRANCESI IN ITALIA.
+
+
+Eh, sì, mancava! Ed ho fatto tanto di cuore leggendone l'annuncio in
+una rivista genovese.
+
+Questa volta eravamo davvero ingrati, come ci qualificano i francesi.
+Da parecchi anni molte brave persone si sono sbracciate in Francia per
+fondare una _Società di studi italiani_ col generosissimo scopo di far
+sparire qualche _piccolo malinteso nato in questi ultimi tempi_ tra
+l'Italia e la sua sorella latina; e nessuno finora aveva pensato di
+far sorgere qualcosa di simile tra noi per aiutare quelle brave
+persone nella fratellevole impresa!
+
+Di tratto in tratto, a grandi intervalli in verità, i giornali
+francesi recano la notizia di una conferenza molto applaudita di
+soggetto italiano, dell'invito a uno dei nostri scrittori più in voga
+per andare a conferenziare colà; e il rumore degli applausi e dei
+brindisi nei banchetti passa le Alpi e commuove i cuori sensibili di
+quegli italiani che amano politicamente la Francia per lo meno quanto
+la loro patria, e, stavo per dire, anche più. Milano ci ha dato
+l'esempio di una doverosa cortesia invitando Edoardo Rod per una
+conferenza: ma il caso è rimasto isolato.
+
+Durante questo tempo, i francesi hanno iniziato per la letteratura
+italiana contemporanea quel che facevano da un pezzo per altre
+letterature straniere. Si sono degnati di accorgersi che c'è un po' di
+buono anche tra noi. Un accademico, che aveva prima scoperto i
+romanzieri russi, scopriva Gabriele D'Annunzio e lo presentava
+all'ammirazione del mondo intero, giacchè quando Parigi ammira, per la
+sua naturale funzione di cervello del mondo, induce tutte le nazioni
+civili a sentire e pensare come lui. Rivolti, così per caso, gli occhi
+a quest'umile Italia, meravigliati che avevamo anche noi parecchi
+poeti, parecchi romanzieri degni della loro curiosità i francesi si
+sono messi a farseli tradurre, per risparmiarsi la fatica di leggerli
+nella lingua originale. E così è avvenuto che parecchi italiani, che
+non avevano mai sentito la tentazione di leggere il loro D'Annunzio
+nelle belle edizioni del Treves, hanno avuto il piacere di gustarlo
+nelle traduzioni dell'Hérelle.
+
+È probabile che in questo _emballement_, come colà dicono, di Parigi
+per la letteratura italiana, la _Società di studi italiani_ entri per
+qualche cosa; è probabile anche che non c'entri nè punto nè poco. Io
+non ho elementi per giudicarlo. I _piccoli malintesi nati in questi
+ultimi tempi_ fra l'Italia e la Francia non hanno, mi sembra, niente
+che vedere con la letteratura; e se si dovesse badare allo scopo della
+_Società per gli studi italiani_ e apprezzarne il risultato dai fatti,
+non si avrebbe, credo, nessuna ragione di rallegrarsi dell'efficacia
+di quegli studi. _I piccoli malintesi_ permangono, se pure non
+aumentano. La _Società per gli studi italiani_ non ha potuto, per
+esempio, impedire che i francesi, quando han voluto trovare l'epiteto
+più infamante con cui bollare Emilio Zola, scegliessero quello
+d'_italiano_. Venduto agli ebrei, tedesco, traditore della patria,
+insultatore dell'esercito non sembrando sufficienti, ogni insulto è
+stato riassunto in quella parola!
+
+Qualche scontroso potrà dire:
+
+--Siamo proprio buffi! Che alcuni francesi, di buona volontà abbiano
+sentito il bisogno di fondare una _Società per gli studi italiani_,
+non c'è da stupirne. Tra cento mila francesi, appena appena uno
+intende un po' l'italiano. Tra gli scrittori francesi, a stento tre o
+quattro non hanno citato un periodo, una frase italiana senza
+infiorarla di spropositi. È naturale dunque che essi si vergognino
+della loro ignoranza e cerchino di porvi riparo. Ma noi? Noi leggiamo
+tutto quel che ci viene dalla Francia; noi conosciamo la loro
+letteratura contemporanea quasi assai meglio della nostra; le nostre
+riviste, i nostri giornali letterari, i nostri stessi giornali
+politici rigurgitano di saggi, come si dice, di studi, di recensioni
+di libri francesi; dovrei dire di panegirici, di inni, anche per libri
+mediocrissimi che, scritti in italiano passerebbero inosservati. Che
+diamine dobbiamo studiare più di quel che facciamo?
+
+C'è chi si sente commuovere le viscere pei trionfi del D'Annunzio, per
+le traduzioni dei romanzi del Serao, del Rovetta, del Butti, del
+Neera? Primieramente questo fatto non ha niente di speciale. È venuta
+la nostra volta. Passata la moda dei romanzieri russi, dei drammaturgi
+e romanzieri norvegiani, la curiosità si è rivolta verso di noi, come
+domani si rivolgerebbe verso i Lapponi e gli Ottentoti, se essi
+avessero la fortuna di possedere una letteratura.
+
+Questa curiosità intellettuale però fa molto onore ai francesi di
+oggi; è una loro qualità nuova, e di cui bisogna rallegrarsi in onore
+dello spirito umano. Ma coloro che vedono in questa curiosità un
+sintomo di sentimenti di altra natura, si ingannano grossolanamente.
+
+Per disgrazia, la letteratura è una cosa, la politica è un'altra.
+Politicamente tra francesi e tedeschi c'è un dissidio mortale.
+Spiritualmente, mai come oggi la cultura tedesca è stata assorbita e
+assimilata in Francia; se ne veggono i segni dappertutto, nella
+scienza e nell'arte. Chi da questo assorbimento e assimilamento
+volesse indurne che francesi e tedeschi siano avviati a darsi un
+abbraccio politico, direbbe una corbelleria.
+
+La letteratura è come la religione; invade la immaginazione, il
+sentimento, ma diventa cosa pratica fino a un certo punto; mai più in
+là. Così noi, teoreticamente cristiani, praticamente siamo tali fino a
+un certo punto, e forse non andremo mai più in là.
+
+È male, è cosa deplorevole, ma non possiamo impedire che sia così. In
+certi momenti, quando interessi tutt'altro che spirituali vengono in
+ballo, la bestia che dorme nel nostro organismo si sveglia a un tratto
+e ruggisce e sbrana e divora a dispetto di tutto e di tutti. I
+fratelli cristiani si ammazzano tra loro peggio dei turchi e dei
+selvaggi; le nozioni del tuo e del mio, i sentimenti di tolleranza, di
+libertà, di eguaglianza diventano belle parole e nient'altro, utili
+soltanto per darla a intendere ai semplici, agli sciocchi che si
+lasciano illudere facilmente.
+
+Diciannove secoli di cristianesimo, di filosofia, di scienza, non
+hanno cavato un ragno dal buco, non sono riusciti ad ammansire un po'
+la bestia umana! Di addomesticarla non si può parlare.
+
+Ora nei _quelques travers_ a cui accenna il programma della _Società
+francese per gli studi italiani_--e che non sono di _ces derniers
+temps_, e non hanno origini così antiche che bisognerebbe andare a
+indagarle nelle tenebre preistoriche--quei _quelques travers_ tra
+italiani e francesi riguardano la bestia, cioè la politica; e non c'è
+società di studi francesi e italiani che possano dissiparli. In questo
+caso:--Chi si guarda si salva, dice il proverbio.
+
+Ma io tolgo la parola allo scontroso; non voglio impicciarmi di
+politica per conto suo. E siccome egli ha parlato di bestia ed ha
+citato un proverbio, aggiungerò soltanto che è bene non fidarsi troppo
+delle bestie; e che l'altro proverbio:--Il lupo cangia il pelo e non
+il vizio--non deve intendersi unicamente per questi poveri animali. E
+torno alla letteratura.
+
+Oh, nessuno è più lieto di me che sia, finalmente, arrivato in Francia
+un buon quarto d'ora per gli scrittori italiani; ma ne sono lieto più
+pei francesi che per noi. Gli scrittori italiani insomma, rimangono
+quel che sono. Hanno valore? Riconosciuto o no dagli altri, questo
+valore non aumenta, nè diminuisce. Non hanno valore? E l'immeritata
+ammirazione sarà fenomeno effimero, senza importanza.
+
+Mi fa gran piacere intanto che lo spirito francese abbia abbattuta
+un'altra barriera e varcato un altro confine intellettuale. Era
+eccessivamente esclusivo; troppo e orgogliosamente si lusingava e si
+compiaceva che poco o niente esistesse nel mondo fuori dei suoi poeti,
+dei suoi romanzieri, dei suoi drammaturghi. Ora invece può giustamente
+e diversamente inorgoglirsi, vedendo che il resto del mondo non ha
+lasciato passare nessuna forma della letteratura francese senza
+giovarsene, senza appropriarsi tutti i processi tecnici di essa, ma
+anche non senza aggiungervi qualcosa, non senza apportarvi qualche
+necessaria innovazione. E la letteratura italiana contemporanea gli
+darà probabilmente, per ragione di conformità d'indole e di
+tradizioni, maggiore elemento di orgoglio che qualunque altra.
+
+Noi italiani abbiamo forse barriere da abbattere, confini da varcare,
+specialmente con la Francia letteraria? Se mai, abbiamo bisogno di
+ritrarci un pochino in casa nostra, per rifarci la salute con la sana
+aria paesana.
+
+E poichè per la politica la _Società degli studi francesi_ non
+approderebbe a niente, come a niente ha approdato in Francia la
+_Società per gli studi italiani_; poichè, per quel che riguarda l'arte
+letteraria, essa risulterebbe assolutamente superflua, conchiudo:
+
+--Vogliamo fare ancora un altro po' di accademia? Facciamola pure.
+Vogliamo prendere altre indigestioni con banchetti internazionali, e
+sgolarci in risonanti brindisi, e smanacciarci in applausi di
+convenzione? Divertiamoci pure. Si fanno tante cose inutili in questo
+mondo, che una di meno o una di più non sarà la rovina di nessuno.
+
+
+NOTE:
+
+[1] F. CAVALLOTTI: _La sposa di Mènecle_, Pref. XIII.
+
+[2] L. CAPUANA, _Per l'Arte_, pag. 15 e seg.
+
+[3] F. CAVALLOTTI, pref. all'_Alcibiade_, pag. 11. Ediz. citata.
+
+[4] _Cavallotti_, Alcibiade, la critica e il secolo di Pericle, pag.
+269 edizione citata.
+
+[5] Ivi, ivi.
+
+[6] (EDOARDO ROD. _Essai sur Goethe. Paris, Perrin et C. editeurs,
+1898_).
+
+[7] ENRICO CORRADINI, _La Verginità_, Firenze 1898.
+
+[8] _T. Massarani_, Epistola al Faldella pel Cinquantesimo dello
+Statuto--Roma, Forzani e C. 1898.
+
+[9] Vedi a pag. 50 dei miei _Ismi contemporanei_.
+
+
+INDICE
+
+
+ Nuovi ideali d'arte e di critica, conferenza pag. X
+ Felice Cavallotti, drammaturgo e poeta » 3
+ Alfonso Daudet » 53
+ Goethe » 81
+ Giovanni Meli » 93
+ Gabriele d'Annunzio » 103
+ Emilio Zola » 125
+ Una jettatura » 145
+ La Chimera » 153
+ E. Rod - E. Lesca » 165
+ Vittorio Pica » 175
+ Enrico Ibsen » 185
+ Di un'opinione di E. Zacconi » 195
+ Ascensioni umane » 203
+ Tullo Massarani » 215
+ E. De Amicis e P. Martini » 227
+ La nevrosi artistica » 237
+ Domando la parola » 247
+ Per un romanzo » 257
+ Dialoghi d'Esteta » 271
+ Edoardo Boutet e le sue cronache drammatiche » 281
+ La Società per gli studi francesi in Italia » 291
+
+
+
+
+
+ NOTA DEL TRASCRITTORE
+
+ Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, così come
+ le grafie alternative (studi-studî, vigoria-vigorìa,
+ d'Annunzio-D'Annunzio e simili), correggendo senza annotazione minimi
+ errori tipografici.
+ Sono stati corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo
+ originale):
+
+ viii - delle premesse [promesse], bisogna accettarne
+ 70 - di sconvenienza verso Sarah Bernhardt [Shara Bernardth]
+ 157 - l'Andrea Sperelli, il Tullio [Tullo] Hermil
+ 159 - la schiettezza [schietta], la sincerità diventano
+ 203 - Baldini e Castoldi [Gantoldi] editori
+ 240 - ci riempiamo la bocca col tronfio [trionfo] assioma
+
+
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Cronache Letterarie, by Luigi Capuana
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CRONACHE LETTERARIE ***
+
+***** This file should be named 36109-8.txt or 36109-8.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/3/6/1/0/36109/
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Claudio Paganelli, Barbara
+Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
diff --git a/36109-8.zip b/36109-8.zip
new file mode 100644
index 0000000..f46e5c4
--- /dev/null
+++ b/36109-8.zip
Binary files differ
diff --git a/36109-h.zip b/36109-h.zip
new file mode 100644
index 0000000..6063998
--- /dev/null
+++ b/36109-h.zip
Binary files differ
diff --git a/36109-h/36109-h.htm b/36109-h/36109-h.htm
new file mode 100644
index 0000000..86f5b22
--- /dev/null
+++ b/36109-h/36109-h.htm
@@ -0,0 +1,8640 @@
+<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN"
+ "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd">
+
+<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it">
+<head>
+ <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=iso-8859-1" />
+ <title>
+ Cronache letterarie, di Luigi Capuana
+ </title>
+ <style type="text/css">
+body {margin-left: 10%; margin-right: 10%;}
+
+hr {width: 70%; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em;}
+hr.mid {width: 50%;}
+hr.minor {width: 20%;}
+hr.tiny {width: 10%;}
+
+p, blockquote {margin-top: .5em; margin-bottom: 0em; line-height: 1.2;}
+.blockquote {margin-left: 2em; margin-right: 2em; font-size: 95%;}
+
+p.indl {text-align: left; margin-left: 5%;}
+p.indr {text-align: right; margin-right: 10%;}
+.center {text-align: center; text-indent: 0;}
+.sectnote {text-align: center; margin: 5%; font-size: 95%;}
+
+h1,h2,h3 {text-align: center; font-style: normal;
+font-weight: normal; line-height: 1.5; margin-top: .5em; margin-bottom: .5em;}
+h1 {font-size: 200%; margin-top: 2em; margin-bottom: 2em;}
+h2 {font-size: 140%; margin-top: 2em; margin-bottom: 2em;}
+h3 {font-size: 120%; margin-top: 1.5em; margin-bottom: 1.5em;}
+
+a.fnanchor {vertical-align: .3em; font-size: .8em;
+ text-decoration: none; padding-left: .1em; line-height: 0em;}
+.footnote {font-size: 90%; margin-right: 5%; margin-left: 5%;}
+.footnote a {text-decoration: none;}
+
+.pagenum {position: absolute; left: 95%; font-style: normal;
+ font-weight: normal; font-size: 65%; text-align: right; color: #999999;
+ background-color: #ffffff;}
+
+.ast {text-align: center; font-size: 120%;}
+
+.pad4 {margin-top: 4em;}
+.pad2 {margin-top: 2em;}
+
+.small {font-size: 85%;}
+.g {letter-spacing: .2em;}
+.smcap {font-variant: small-caps;}
+.scp {font-size: 75%;}
+
+.tnote {background-color: #F5F5DC; color: #000; padding: 1em 1em 2em 1em;
+ margin: 2em 10%; font-family: sans-serif; font-size: 90%;}
+.tnote h2 {font-weight: normal; margin-top: 1em; margin-bottom: 1em;}
+.tnote ul {list-style-type: none;}
+.tnote ul li {margin-left: 2.5em; text-indent: -2.5em;}
+.tnote ul a {text-decoration: none;}
+
+.poem {margin-left:10%; margin-right:10%; text-align: left;
+font-size: 95%;}
+.poem br {display: none;}
+.poem .stanza {margin: 1em 0em 1em 0em;}
+.poem span.i0 {display: block; margin-left: 0em; padding-left: 3em;
+text-indent: -3em;}
+.poem span.i2 { display: block; margin-left: 2em; padding-left: 3em;
+text-indent: -3em;}
+.poem span.i4 { display: block; margin-left: 4em; padding-left: 3em;
+ text-indent: -3em;}
+.poem span.i7 {display: block; margin-left: 7em; padding-left: 3em; text-indent: -3em;}
+.poem span.i12 {display: block; margin-left: 12em; padding-left: 3em; text-indent: -3em;}
+.poem span.i16 {display: block; margin-left: 16em; padding-left: 3em; text-indent: -3em;}
+
+ </style>
+ </head>
+<body>
+
+
+<pre>
+
+The Project Gutenberg EBook of Cronache Letterarie, by Luigi Capuana
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Cronache Letterarie
+
+Author: Luigi Capuana
+
+Release Date: May 15, 2011 [EBook #36109]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CRONACHE LETTERARIE ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Claudio Paganelli, Barbara
+Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
+
+
+
+
+
+
+</pre>
+
+
+<div class="center">
+<p>LUIGI CAPUANA</p>
+
+<hr class="tiny" />
+
+<h1>Cronache Letterarie</h1>
+
+<p>&nbsp;<br />&nbsp;</p>
+
+<p class="g">CATANIA</p>
+
+<p class="small"><span class="smcap">CAV. NICCOLÒ GIANNOTTA, Editore</span><br />
+
+Via Lincoln, 271-273-275 e via Manzoni, 77.<br />
+Stabile proprio.<br />
+&mdash;<br />
+1899.</p>
+
+<hr class="mid" />
+
+<p class="center small pad2">PROPRIETÀ LETTERARIA</p>
+
+<p class="center small pad4"><span class="smcap">Catania</span> &mdash; Tipografia di Lorenzo Rizzo.</p></div>
+
+<hr class="mid" />
+
+<p class="center pad2">INDICE</p>
+
+<p class="center pad2">
+<a href="#NUOVI_IDEALI_DARTE_E_DI_CRITICA">Nuovi ideali d'arte e di critica, conferenza</a><br />
+<a href="#FELICE_CAVALLOTTI">Felice Cavallotti, drammaturgo e poeta</a><br />
+<a href="#ALFONSO_DAUDET">Alfonso Daudet</a><br />
+<a href="#GOETHE">Goethe</a><br />
+<a href="#GIOVANNI_MELI">Giovanni Meli</a><br />
+<a href="#GABRIELE_DANNUNZIO">Gabriele d'Annunzio</a><br />
+<a href="#EMILIO_ZOLA">Emilio Zola</a><br />
+<a href="#UNA_JETTATURA">Una jettatura</a><br />
+<a href="#LA_CHIMERA">La Chimera</a><br />
+<a href="#E_ROD_E_LESCA">E. Rod &mdash; E. Lesca</a><br />
+<a href="#VITTORIO_PICA">Vittorio Pica</a><br />
+<a href="#ENRICO_IBSEN">Enrico Ibsen</a><br />
+<a href="#DI_UNOPINIONE_DI_E_ZACCONI">Di un'opinione di E. Zacconi</a><br />
+<a href="#ASCENSIONI_UMANE">Ascensioni umane</a><br />
+<a href="#TULLO_MASSARANI">Tullo Massarani</a><br />
+<a href="#E_DE_AMICIS_E_F_MARTINI">E. De Amicis e P. Martini</a><br />
+<a href="#LA_NEVROSI_ARTISTICA">La nevrosi artistica</a><br />
+<a href="#DOMANDO_LA_PAROLA">Domando la parola</a><br />
+<a href="#PER_UN_ROMANZO">Per un romanzo</a><br />
+<a href="#DIALOGHI_DESTETA">Dialoghi d'Esteta</a><br />
+<a href="#EDOARDO_BOUTET">Edoardo Boutet e le sue cronache drammatiche</a><br />
+<a href="#LA_SOCIETA_PER_GLI_STUDI_FRANCESI">La Società per gli studi francesi in Italia</a><br />
+</p>
+
+<hr /> <p><span class="pagenum"><a name="Page_v" id="Page_v">[v]</a></span></p>
+<h2><a name="NUOVI_IDEALI_DARTE_E_DI_CRITICA" id="NUOVI_IDEALI_DARTE_E_DI_CRITICA"></a>NUOVI IDEALI D'ARTE E DI CRITICA</h2>
+
+<p class="sectnote">(Conferenza detta il giorno 11 maggio 1899 nella sala del Teatro
+Nuovo di Pisa, a beneficio degli Asili Infantili.)</p>
+
+<p class="indl"><i>Signore e Signori.</i></p>
+
+<p class="pad2">Ogni volta che sento ragionare o sragionare di
+arte &mdash; e a me accade spesso, bene o male, essa è
+il mio mestiere &mdash; mi torna in mente una mirabile
+pagina di Francesco De Sanctis a proposito della
+Divina Commedia. Con arguta genialità, egli dimostra
+come Dante, volendo fare un'allegoria etico-religiosa,
+sia stato costretto dalla sua natura di
+poeta a ribellarsi contro il concetto astratto, a dargli
+forma viva e solida, a farne una creazione immortale.
+<i>La favola lo scalda, lo soverchia</i> &mdash; egli
+dice &mdash; <i>e vi si lascia indietro come innamorato,
+nè sa creare a metà, arrestarsi a mezza via.
+Nel caldo dall'ispirazione, non gli è possibile
+starsi col secondo senso dinanzi (il senso etico-religioso)
+<span class="pagenum"><a name="Page_vi" id="Page_vi">[vi]</a></span>e formar figure mozze che si rispondono
+appuntino, particolare con particolare, accessorio
+con accessorio, come riesce ai mediocri. La realtà
+straripa, oltrepassa l'allegoria, diviene sè
+stessa; il figurato scompare in tanta pienezza di
+vita, fra tanti particolari. Indi la disperazione
+dei commentatori: egli fece il suo mondo, e lo
+abbandonò alle dispute degli uomini.</i></p>
+
+<p>Fare il suo mondo e abbandonarlo alle dispute
+degli uomini, ecco quel che mi sembra debba essere
+l'ideale di ogni artista. In altri termini, questo
+vuol dire che l'essenza dell'Arte è la forma,
+nel più alto significato di questa parola, e che tutto
+il resto è sostrato, materia inorganica, di cui essa
+deve servirsi pel suo scopo creativo, e nient'altro.
+Per ciò io mi sento invadere da un profondo senso
+di tristezza e di scoramento ogni volta che nelle
+discussioni odierne intorno al concetto dell'Arte odo
+ragionare di ideali nuovi, che poi sono astrattezze
+estetiche o filosofiche, e mettere in seconda anzi in
+ultima linea la quistione della forma.</p>
+
+<p>Capisco benissimo che in un secolo quale il nostro,
+tutto pervaso di positivismo e di riflessione,
+in un secolo che cerca ansiosamente nuove vie nelle
+industrie, nelle scienze, nella costituzione sociale,
+il problema dell'Arte s'imponga alla meditazione
+di coloro che studiano i fenomeni dello spirito umano
+e vogliono rendersene ragione. Mi stupisce però
+il vedere la confusione che avviene in questo studio
+pieno di tanto interesse, lo scambio che suol
+<span class="pagenum"><a name="Page_vii" id="Page_vii">[vii]</a></span>farsi di quel che costituisce la intima ed essenziale
+natura dell'Arte con altri elementi, indispensabili
+certamente, ma secondari, se non si vuole ridurla
+qualcosa d'irriconoscibile, di mostruoso, di ambiguo,
+Arte insomma e nello stesso tempo non Arte.</p>
+
+<p>È strano intanto che oggi questo non accada soltanto
+tra coloro che sono critici, scienziati, pensatori;
+sarebbe spiegabilissimo. Accade pure &mdash; e per
+ciò genera maggiore imbarazzo &mdash; tra coloro che hanno
+chiesto o chiedono all'Arte le più elevate soddisfazioni
+e cercano di farla vivere e prosperare
+rinnovandola, mettendola, dicono, a paro con le altre
+funzioni dello Spirito, con la Scienza o con la
+Religione, quasi l'Arte abbia qualcosa da spartire
+con queste due grandi forze della vita civile.</p>
+
+<p>Si dimentica con facilità che nell'Arte il pensiero
+opera, sì &mdash; e non potrebbe accadere altrimenti &mdash; ma
+soltanto con una delle sue forme, l'immaginazione.
+Che se egli dovesse operare da riflessione,
+vi verrebbe a fare cosa fuori luogo, perchè Arte e
+concetto astratto sono incompatibili tra loro. Chi ha
+voluto così è la Natura, la Legge suprema dello
+Spirito, e noi non possiamo arbitrariamente mutarlo.
+Tentandolo, commettiamo un sacrilegio o una
+sciocchezza, come meglio piace. Ed è quel che mi
+sono proposto di accennare, ingegnandomi di abusare
+il meno possibile della loro cortese indulgenza.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Che cosa è l'Arte?</p>
+
+<p>Se lo è domandato, per quindici anni, Leone Tolstoi,<span class="pagenum"><a name="Page_viii" id="Page_viii">[viii]</a></span>
+e alla fine il grandissimo artista ha conchiuso
+la sua lunga inchiesta con la condanna di quasi
+tutte le opere d'arte antiche e moderne, cominciando,
+come Bruto, dall'ammazzare i suoi figli.</p>
+
+<p>Terminata la lettura del suo ultimo libro, che
+ha per titolo quella domanda, si rimane perplessi.
+Chi ha ragione? Lui o la storia? Lui o l'umanità
+che non si sazia di ammirare le opere d'arte antiche
+e moderne, e di chiederne ancora altre ai
+poeti, ai romanzieri, ai pittori, ai musicisti?</p>
+
+<p>Il suo libro, in certi punti, è di una logica così
+stringente che, se per poco gli si mena buona una
+delle <a name="tn8" id="tn8"></a>premesse, bisogna accettarne, per non cascare
+in contraddizione, le conseguenze.</p>
+
+<p>Fortunatamente, l'arbitrarietà di alcune premesse
+può sfuggire a pochissimi lettori; e non ostante il
+rispetto che si ha per l'autore dei due o tre capolavori
+che onoreranno, con pochi altri, presso i
+posteri l'arte narrativa del morente secolo, si finisce
+con vincere la perplessità d'un istante e sentire
+compassione del potente ingegno di artista immiserito
+dal misticismo da cui è stato vinto in questi
+ultimi anni. Compassione ed ammirazione in una;
+giacchè si capisce quanta fortezza ed elevatezza di
+animo ci sia voluta per avere il coraggio di condannare
+quel che ha cinto d'un nimbo di gloria il
+proprio nome, la parte migliore del proprio pensiero
+divenuta creazione vivente.</p>
+
+<p>Si è parlato a questo proposito di Alessandro
+Manzoni; ma il paragone non regge. Alessandro<span class="pagenum"><a name="Page_ix" id="Page_ix">[ix]</a></span>
+Manzoni rinnegava, tutt'al più, un genere di opera
+d'arte, il romanzo storico e anche, logicamente,
+tutte le opere d'arte dove i fatti immaginarii s'innestano
+sur un fatto reale: il dramma, la tragedia.
+L'artista ripudiava un genere d'arte in nome d'un
+principio d'arte. Forse, nel momento che s'induceva
+a scrivere la severa e giusta sentenza, egli
+ripensava il processo di creazione con cui erano
+venuti fuori nei <i>Promessi Sposi</i> i diversi personaggi:
+Don Abbondio, Perpetua, padre Cristoforo, don
+Ferrante da un lato: l'Innominato, la Signora di
+Monza e il Cardinale Borromeo dall'altro; gli uni
+tutti di un pezzo, organici, figli soltanto della sua
+immaginazione; gli altri messi insieme con elementi
+imposti dalla cronaca e dalla storia.</p>
+
+<p>Forse ripensava la spontaneità con la quale i primi
+gli erano balzati davanti agli occhi, con fisonomia,
+gesti e linguaggio proprii, simili agli individui incontrati
+nella vita reale: e allo sforzo, allo stento
+che gli erano costati gli altri, pei quali aveva dovuto
+interpretare, indovinare molte cose, traendole
+da dati, da accenni che egli non poteva troppo mutare
+secondo gl'intenti della sua opera d'arte. Anche
+a lui don Abbondio è dovuto sembrare più vivo,
+più reale del cardinale Borromeo del quale intanto
+egli poteva vedere il ritratto. Insomma il Manzoni,
+parlando da critico, non cessava di essere artista;
+il critico anzi mostrava, in modo più notevole, la
+sua coscienza di artista.</p>
+
+<p>L'unico punto di contatto tra il Tolstoi e il Manzoni<span class="pagenum"><a name="Page_x" id="Page_x">[x]</a></span>
+può trovarsi nel frammento pubblicato dal Bonghi,
+nella famosa opinione intorno all'amore nell'opera
+d'arte: ma questa opinione è ragionata in modo
+da far capire che l'autore dei <i>Promessi Sposi</i>
+pensava, più che ad altro, alla eccessiva sensibilità
+o sensualità italiana che non ha bisogno di stimoli
+ma di freni, e che può quindi essere facilmente
+indotta al peccato dalla vivace rappresentazione dell'amore.
+Anche generalizzandola, si vede bene che
+il Manzoni la dava quale timida sua opinione particolare
+e di pochi che la pensavano come lui; infatti
+con essa non osa biasimare o condannare l'Arte
+che ha preso, sin dal suo apparire nel mondo,
+a soggetto delle sue creazioni la passione amorosa.
+S'intravede che, se il moralista non esita nell'esprimere
+il suo convincimento, l'artista ne sente la
+enormità e non si spinge fino a cavarne fuori tutte
+le conseguenze. Ossequiente alla sua idea, egli ha
+tolto via dai <i>Promessi Sposi</i> le scene di amore che
+nell'atto quasi inconsapevole della creazione gli erano
+venute fuori e che egli aveva accarezzate (lo
+confessa) anche meglio delle altre; ma l'aver lasciato
+inedita quella dichiarazione fa sospettare che
+in lui l'artista non dava completamente ragione al
+moralista cattolico. Questi, in un certo momento,
+ha sopraffatto l'artista; l'artista però gli ha tenuto
+il broncio pel sacrifizio a cui era stato costretto; e
+vedremmo che l'artista aveva ragione, se l'autografo
+dei <i>Promessi Sposi</i> contenesse le scene passionali
+tolte via e queste venissero pubblicate.<span class="pagenum"><a name="Page_xi" id="Page_xi">[xi]</a></span></p>
+
+<p>Nè si dica che il Manzoni è meno esplicito, meno
+ardito del Tolstoi nel manifestare le proprie convinzioni;
+la condanna del Romanzo storico è là per
+smentirci, senza contare la <i>Morale Cattolica</i> ed
+altri suoi franchi recisi giudizi intorno a diversi
+soggetti. Quella dichiarazione sembra unicamente
+fatta per tranquillare i rimorsi della sua coscienza
+di artista, quasi Renzo e Lucia, ridotti due larve
+incolore, da amanti appassionati che erano nella
+prima redazione del romanzo, non cessassero dal
+rimproverarlo della crudele operazione fatta su loro.</p>
+
+<p>Infine, col Manzoni si tratta della soppressione,
+di un sentimento nelle creazioni dell'arte della parola,
+non delle soppressioni delle varie manifestazioni
+dell'Arte con la parola, col disegno e il colore,
+e col suono, se esse non sono asservite direttamente
+a uno scopo di moralità religiosa o di insegnamento
+civile.</p>
+
+<p>Qui, tra il Manzoni e il Tolstoi, non c'è più nessuna
+relazione, nessuna lontana concordanza.</p>
+
+<p>L'idea dell'elevato scopo dell'arte radunerebbe
+invece attorno al Tolstoi una folla di scrittori che
+egli scomunica e maledice. Qual artista ha mai
+sostenuto che l'Arte non debba servire a nulla, o
+servire a corrompere piuttosto che a purificare il
+cuore e la mente? Gli stessi esagerati partigiani
+della teorica Bellezza si fondano su l'influenza,
+vera o supposta, della bellezza nella educazione
+del cuore e dello spirito; e per loro essa è scopo
+supremo in quanto la semplice bellezza della forma<span class="pagenum"><a name="Page_xii" id="Page_xii">[xii]</a></span>
+vien reputata capace di destare negli animi bellezza
+di sentimenti, cioè produrre effetti di raffinamento
+spirituale.</p>
+
+<p>L'Arte, o Signori, non è una cosa convenzionale;
+ha avuto ed ha la sua funzione nella storia della
+umanità: prima, certamente, una funzione più grande,
+perchè era e Arte e Religione e Scienza nello
+stesso punto: poi &mdash; quando la Religione e la Scienza
+si scissero dal primordiale organismo per svilupparsi
+a parte, con organismi più vasti e più
+propri alla loro natura &mdash; una funzione meno complessa
+ma più determinata; forse meno importante,
+perchè prodotto, principalmente di facoltà inferiori &mdash; immaginazione
+e sentimento &mdash; ma non superflua o
+inutile; e molto meno dannosa, come giudica il
+Tolstoi.</p>
+
+<p>Si direbbe che, per lui, l'Arte non ha storia.</p>
+
+<p>Egli mette l'arte antica allo stesso livello della
+moderna nella funzione sociale. Secondo lui, un
+poeta dovrebbe essere anche oggi sacerdote, profeta.
+Che questa innocua illusione possa averla qualche
+odierno poeta, passi. I poeti non sono obbligati
+ad essere storici, critici di arte come colui che
+vuole occuparsi d'un problema di storia e di critica
+d'arte. Un artista che intenda di sciogliere
+quel problema, deve, innanzi tutto, sapere che egli
+entra in una funzione molto diversa da quella da
+lui praticata facendo unicamente il romanziere o il
+poeta, il pittore o il musicista. Leone Tolstoi, mente
+superiore, lo ha capito ed ha voluto per ciò<span class="pagenum"><a name="Page_xiii" id="Page_xiii">[xiii]</a></span>
+mettersi in condizione di esercitare con pienezza di
+mezzi la sua funzione di critico. Se non che, egli
+si è accostato al problema con un'anticipata soluzione
+in tasca. Ha detto: Stiamo a sentire quel che
+hanno ragionato intorno alla mia domanda &mdash; Che
+cosa è l'arte? &mdash; e critici e filosofi e scienziati e
+uomini del mestiere. Sono convinto che hanno scritto
+un ammasso di contraddizioni e di sciocchezze.
+Si trovano tutti fuori di carreggiata, non hanno la
+divina idea direttrice del sentimento religioso che
+guarantisce la verità del mio concetto. Pure, stiamo
+a sentire.</p>
+
+<p>E ci presenta la sfilata delle definizioni dell'arte
+dal Baumgarten, fondatore dell'estetica, al Guyan,
+al Kralik, a Julius Mithalter; una vera babele, secondo
+lui. Egli non si accorge che tutte quelle definizioni
+sono vere e false perchè guardano l'arte
+da uno speciale punto di vista e ne mettono in rilievo
+un lato solo, per via del sistema da cui scaturiscono.
+«&nbsp;<i>Dopo un secolo e mezzo di discussioni</i> &mdash; egli
+esclama &mdash; <i>intorno al significato della
+parola bellezza, esso rimane tuttavia un enimma.</i>&nbsp;»
+Che importa? Di tante forze della Natura
+noi non conosciamo l'essenza, e questo non impedisce
+di servircene e di applicarle ai nostri bisogni.</p>
+
+<p>È appunto l'uso dell'arte, quale vien fatto nella società
+moderna, quel che più irrita il Tolstoi. Egli
+non vorrebbe riprendere la tradizione di Socrate,
+di Platone, di Aristotile, dei filosofi buddisti e proscrivere
+l'Arte dal vivere civile, come pensano oggi<span class="pagenum"><a name="Page_xiv" id="Page_xiv">[xiv]</a></span>
+i maomettani e i pii contadini russi. Dice anzi
+che costoro fanno male ripudiando qualunque genere
+d'arte, perchè così si privano del più importante
+fattore di quell'unione senza la quale l'umanità
+non potrebbe vivere. Semplicemente egli vorrebbe
+ridurre l'Arte a un mezzo di propaganda religiosa,
+un che di simile a quei raccontini illustrati
+che i protestanti fanno distribuire per le vie per
+ottenere la conversione dei peccatori. Com'è al presente,
+l'arte, non che essere un aiuto al progresso,
+n'è anzi il più grande ostacolo, egli conchiude.
+«&nbsp;<i>Tutti gli sforzi</i> &mdash; sono sue parole &mdash; <i>degli uomini
+che vogliono fare il bene devono tendere
+alla soppressione dell'arte moderna, che è il
+più terribile male dell'umanità. Domandate a
+un vero cristiano se sia meglio perdere, assieme
+col po' di buono che c'è, tutto il falso dell'arte
+moderna, ed egli non potrà esitare di rispondere,
+come Platone, come i Padri della Chiesa,
+come i maomettani: Meglio non avere nessuna
+specie di arte, che continuare a soffrire l'influenza
+deleteria di quella che ora abbiamo.</i>&nbsp;»</p>
+
+<p>E questo <i>che ora abbiamo</i> non bisogna intenderlo
+ristrettamente per la odierna produzione artistica,
+ma pure pei criterii che formano la nostra
+guida nell'ammirazione dell'arte di tutti i secoli.
+Quest'ammirazione, secondo lui è cosa tutta convenzionale.
+I tragici greci, Dante, Raffaello, Bach
+vengono stimati grandi perchè così fu detto da
+principio. Quali invenzioni più grossolane di quelle<span class="pagenum"><a name="Page_xv" id="Page_xv">[xv]</a></span>
+dei tragici e dei comici greci, di Aristofane
+soprattutti? E Shakespeare, e Milton e Michelangelo,
+<i>col suo assurdo Giudizio Universale</i>, sono
+forse qualcosa di meglio? Da questa stolta ammirazione
+nasce il <i>contagio artistico</i> che produce
+l'enorme folla degli imitatori.</p>
+
+<p>Non si può tener dietro al vertiginoso movimento
+di questa discussione che si smarrisce spesso
+in discussioni incidentali, che dà importanza uguale
+ai piccoli e ai grandi fatti, e che subordina tutto
+al concetto religioso e morale, non tenendo conto
+del fatto che la vita spirituale dell'umanità è molto
+complessa, nè riconoscendo che la vera umanità
+è quella nella quale tutte le forze intellettuali
+hanno raggiunto il massimo grado di svolgimento.</p>
+
+<p>Per ciò egli ha potuto scrivere che l'Arte, per
+essere stimata buona «&nbsp;<i>dovrà soddisfare i bisogni
+di tutte le masse popolari che vivono in condizioni
+naturali, e non le fantasie dei privilegiati
+chiusi in un ambiente fittizio</i>. E per ciò
+egli intravede <i>nel futuro la generalizzazione
+della facoltà artistica, perchè l'arte, sdegnando
+le complicazioni tecniche attuali che richiedono
+lungo studio e gran perdita di tempo, allora
+non chiederà altro agli artisti all'infuori della
+limpidezza, della semplicità della concisione</i>&nbsp;»
+quasi la limpidezza, la semplicità, la concisione non
+fossero le più alte e più difficili qualità della tecnica
+artistica!</p>
+
+<p>Dopo tutto questo, in che modo meravigliarsi<span class="pagenum"><a name="Page_xvi" id="Page_xvi">[xvi]</a></span>
+nell'udirgli proporre come unici modelli dell'arte
+narrativa moderna <i>Les Misérables</i> e le <i>Pauvres
+Gens</i> di Victor Hugo, i romanzi del Dickens, la
+<i>Capanna dello zio Tom</i> della Beecher-Stowe, e
+l'<i>Adamo Bede</i> di Giorgio Eliot? Come meravigliarsi
+vedendolo indignare della pretesa che pel
+giudizio di un'opera d'arte occorre qualche preparazione,
+se non proprio un'iniziazione? Allora si capisce
+come la leggenda o storia di Giuseppe ebreo
+rimanga per lui il modello di tutti i capolavori artistici.
+«&nbsp;<i>La gelosia dei suoi fratelli, la vendita
+di lui ai mercanti, il tentativo di seduzioni
+da parte della moglie di Putifar, l'assunzione
+del giovinetto a un'alta carica governativa, la
+sua pietà pei fratelli, etc. sono fatti</i> &mdash; egli dice &mdash; <i>che
+provocano uguali sentimenti nel contadino
+russo, nel cinese, nell'africano, nei ragazzi e
+nei vecchi, nell'uomo istruito e nell'ignorante;
+e tutto il racconto è scritto con tanto riserbo,
+con tanta assenza di particolari, che si può trasportare
+la sua azione in qualunque ambiente,
+senza che essa perda per questo di essere comprensibile
+e commovente.</i>&nbsp;»</p>
+
+<p>È inutile discutere. L'eccesso salta agli occhi;
+e dicendo eccesso voglio essere moderato. Ma pure
+in quella farraggine quante osservazioni argute, profonde;
+quante sincere premesse dalle quali è poi
+sviata la conseguenza!</p>
+
+<p>Fortunatamente per lui, e più per noi suoi contemporanei
+e pei nostri posteri, la fama di Leone<span class="pagenum"><a name="Page_xvii" id="Page_xvii">[xvii]</a></span>
+Tolstoi non è soltanto affidata ai suoi libri di propaganda
+religiosa e sociale nè a questo <i>che cosa
+è l'arte?</i> derivazione da essi o variazione sul tema.
+Non ostante il ripudio dell'autore, La <i>Guerra
+e la Pace</i>, <i>Anna Karenin</i>, e <i>La Sonata per Kreutzer</i>
+rimarranno nel patrimonio dell'arte mondiale,
+e faranno dimenticare che nella vecchiezza l'illustre
+autore preferì di essere un santo al continuare
+ad essere un meravigliosissimo artista.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Ho voluto dilungarmi intorno a questa strana
+opinione del Tolstoi anche perchè essa dimostra
+come non valga essere artisti &mdash; e fin grandi artisti &mdash; per
+ragionare con giusti criterii intorno all'Arte.</p>
+
+<p>Altre persone poi, e non meno autorevoli, profondono
+consigli e ammonimenti a quanti oggi si occupano
+a scrivere romanzi, novelle, liriche, drammi;
+e i loro discorsi ci rivelano quali dovrebbero essere,
+secondo essi, i nuovi ideali d'arte, i nuovi ideali
+di critica che debbono guidare la produzione letteraria
+futura.</p>
+
+<p> &mdash; Voi scrittori &mdash; essi dicono &mdash; avete un gran
+torto: vivete tra le nuvole, vi turate volontariamente
+gli orecchi per non udire, chiudete gli occhi
+per non vedere. Vi siete formati nell'immaginazione
+un mondo a parte, che ha poco o punto
+riscontro coi bisogni della società che ci circonda,<span class="pagenum"><a name="Page_xviii" id="Page_xviii">[xviii]</a></span>
+e vi deliziate in esso quasi esso fosse la vera realtà,
+e la realtà, invece, ne dèsse un fantasma falso e
+disformato. La gran corrente d'idee e di sentimenti
+che pervade il mondo attuale e lo agita e lo tormenta
+e lo travolge non ha presa su voi. Dite di
+possedere non sappiamo quale ideale di bellezza e
+volete attuarlo; bellezza di concezione, bellezza di
+forma (con lo speciosissimo pretesto che l'arte vostra
+consista soltanto in quella creazione, in quella
+forma) e non vi curate di altro. E poi avete il coraggio
+di lagnarvi che i lettori vi abbandonino, che
+non v'intendano più!</p>
+
+<p>Perchè dovrebbero seguirvi? Voi fingete d'ignorare,
+o ignorate davvero, quel che ora avviene nelle
+menti e nei cuori, quel che sobbolle in alto e in
+basso. La politica vi mette orrore; le quistioni sociali
+vi sembrano indizii di brutali appetiti avidi
+di saziarsi nel modo più spicciativo possibile. I
+tentativi, le conquiste della scienza vi lasciano indifferenti;
+le stesse speculazioni del pensiero filosofico,
+ora condotte con metodo meno arbitrario di
+una volta, non hanno potenza di attrarvi. Ve ne
+state chiusi dentro un'immensa solitudine, in compagnia
+dei vostri fantasmi di bellezza o pretesi
+fantasmi di bellezza (dovete permetterci di dire così
+perchè non è provato che non vi inganniate intorno
+al valore di essi) e guardate la gente con aria
+di compassione e di disprezzo. Ah, è proprio questo
+il momento di non occuparci d'altro che della
+bellezza!<span class="pagenum"><a name="Page_xix" id="Page_xix">[xix]</a></span></p>
+
+<p>Se volete che l'arte vostra sia qualcosa di vitale,
+che eserciti una funzione efficace nell'organismo
+della società moderna, scendete dalle nuvole, sturatevi
+gli orecchi, aprite gli occhi; siate apostoli,
+profeti o poeti, come vi piace, giacchè è tutt'uno;
+ma ogni vostra pagina sia un'eco dei nostri dolori,
+delle nostre aspirazioni, delle nostre lotte, delle nostre
+vittorie. Gridate, urlate con noi, piangete, esaltatevi
+con noi! Le libertà politiche non sono cosa
+vacua; le quistioni sociali non significano discussioni
+tecniche; la scienza, che non è mai stata un
+giuoco, oggi non è tale più che mai; la riflessione
+filosofica che rimescola i più alti problemi dello
+spirito non rappresenta soltanto l'orgoglio e l'impotenza
+della mente umana.</p>
+
+<p>Noi non troviamo nessun riflesso, nessun accenno
+di tutto questo nei vostri lavori di arte, e per ciò
+buttiamo via il volume appena scorgiamo di che
+si tratta; non lo apriamo neppure ormai, certi come
+siamo di non trovarvi niente che possa interessarci.
+Ah, sì! Le nostre passioni, le eterne passioni,
+sotto le mutabili influenze della razza, delle
+circostanze passeggere, degli usi, dei costumi, della
+moda anche; grazie tante! Come non vi accorgete
+che, con lievi apparenti modificazioni, ci ricantate
+sempre la stessa storia? Sono secoli e secoli che
+voi artisti ci parlate di amore, di gelosie, di tradimenti
+coniugali e cose simili! Ne siamo stanchi,
+ne siamo sazii. L'amore? Abbiamo già <i>Giulietta
+e Romeo</i>; non ci avete più saputo dare niente di<span class="pagenum"><a name="Page_xx" id="Page_xx">[xx]</a></span>
+meglio. La gelosia? Abbiamo <i>Otello</i> e non vi siete
+ancora stancati di ricopiarlo. L'adulterio? Ma non
+vi sembra che bastino, per non parlare degli antichi,
+<i>Madame Marneffe</i> e <i>Madame Bovary</i>?</p>
+
+<p>Tutta questa folla di creature appassionate, irrequiete,
+degenerate, come oggi è moda di dire, che
+voi vi affannate di gettare in pascolo della nostra
+fame spirituale, ci lascia, se abbiamo il coraggio
+d'ingollarla, più affamati di prima. Mutate registro!
+<i>Ruit hora!</i> &mdash; </p>
+
+<p>Non sono persone volgari coloro che parlano
+così. Sono anzi persone colte, serie, e credono di
+discorrere seriamente, ragionevolmente. Infatti, se
+uno di loro stèsse a sentire qualcuno che dicesse,
+per esempio, a un sarto: &mdash; Eh, mio Dio, non sai
+far altro che vestiti! Ma pensa che l'uomo non
+ha bisogno soltanto di essi; ha bisogno di mangiare,
+di albergarsi in una casa, di scaldarsi, l'inverno,
+di rinfrescarsi l'estate; ha bisogno di mezzi
+per coltivare i campi, di macchine per condurre
+le sue industrie, di strade, di carrozze, di teatri,
+di tante e tante urgentissime cose per tirare avanti
+la vita in società. Per te l'importante consiste soltanto
+nel taglio degli abiti, nella foggia, nella eleganza
+e nel lusso dello guarnizioni... In che mondo
+tu vivi? &mdash; se uno di costoro stèsse a sentire qualcuno
+che parlasse così, si stupirebbe, ne riderebbe,
+lo giudicherebbe un po' leso nelle facoltà della
+mente. Ora, tali brave e intelligenti persone non
+si comportano diversamente di fronte all'artista, e<span class="pagenum"><a name="Page_xxi" id="Page_xxi">[xxi]</a></span>
+intanto s'immaginano di ragionare a fil di logica.</p>
+
+<p> &mdash; Eh, mio Dio! Voi artisti non sapete fare altro
+che opere d'arte, cioè opere di creazione e di
+bellezza! Ma siate politici, sociologi, scienziati, filosofi!
+E non a modo vostro, pelle pelle, per pretesto
+di mettere un po' di sale e di pepe nella solita
+sciapa minestra; ma realmente, profondamente,
+in modo che quel che ora è la lustra, il pretesto,
+diventi scopo principale. Siate uomini, non fanciulloni.
+Il regno dell'immaginazione è finito da un
+pezzo. Sostanza ci vuole oggi, non apparenza: e la
+forma e la bellezza sono soltanto apparenze. Le fiabe
+bisogna lasciarle ai bambini, in ogni caso; le nonne
+e le balie bastano per l'ufficio di raccontarle
+al loro minuscolo uditorio e farlo star cheto. Non
+siamo arrivati al XXº secolo per nulla!</p>
+
+<p>Oh, perfettamente! Ma parlate chiaro, si potrebbe
+rispondere. Dite che l'Arte non è più di questo
+tempo, che è diventata una superfetazione, e forse
+potremmo ragionare, discutere. Abbiate la sincerità
+del Tolstoi, maleditela quest'arte che vi sembra
+una vanità, se non volete arrivare fino alla
+esagerazione del neo-mistico russo e chiamarla a
+dirittura una calamità. Gli artisti, i veramente degni
+di questo nome, non lavorano per l'oggi, per
+la moda passeggera. Ecco perchè si affaticano a
+cogliere le caratteristiche più intime e più durature
+dell'uomo; non vogliono fare opera effimera.</p>
+
+<p>La politica? Ma quale? Quella di ieri non somiglia
+a quella di ieri l'altro; quella di domani<span class="pagenum"><a name="Page_xxii" id="Page_xxii">[xxii]</a></span>
+non sarà quella di oggi. Volete dunque che l'artista
+introduca nella sua opera d'arte un elemento
+così mutabile che ne abbasserebbe il valore in poco
+volgere di anni e forse di mesi? Il romanziere,
+il drammaturgo italiano, per esempio, pensa alla
+sorte dei romanzi del Guerrazzi e delle tragedie
+del Niccolini, e si guarda bene dall'imitarli.</p>
+
+<p>La sociologia? Ma tutto è ipotesi provvisoria in
+essa, se non volete dire fantasticheria sentimentale.
+Come? Questa scienza, o pretesa scienza, non riesce
+a risolvere degnamente i problemi che si pone
+davanti, e voi pretendete che se ne impossessi
+l'artista, e ne accetti e ne propaghi coi suoi mezzi
+le conchiusioni campate in aria? Per questo scopo,
+c'è la <i>Repubblica</i> di Platone, o la <i>Città del sole</i>
+del Campanella, o i recenti volumi del Bellamy e
+di qualch'altro. Sorbiteveli. Non vi sembrano sufficienti?</p>
+
+<p>La scienza? Ma essa nega oggi quel che ha affermato
+con gran sussieguo ieri! Nessuno peggio
+di lei, dà il doloroso spettacolo di credersi infallibile,
+di ostinarsi, per anni ed anni, in una cantonata
+presa, in un errore, per giungere poi a disdirsi
+e a ricominciare daccapo. C'è stato un artista,
+o quasi, che si è baloccato a mettere un po'
+di scienza in romanzo; viaggiate nella luna col
+Verne, passeggiate con lui ventimila leghe sotto il
+mare, e lasciate in pace tutti gli altri!</p>
+
+<p>La filosofia?... La religione?...</p>
+
+<p>Ma come non vi accorgete che l'Arte dev'essere<span class="pagenum"><a name="Page_xxiii" id="Page_xxiii">[xxiii]</a></span>
+tutt'altra cosa? Come non capite che i veri artisti
+si disinteressano soltanto in apparenza di tutte
+le grandi quistioni che affannano l'umanità, perchè
+loro dovere è unicamente mettere al mondo creature
+ideali, le quali poi non sono per questo meno
+reali di quelle che sogliamo chiamare più specialmente
+così; e che ognuna di tali creature è un'idea,
+un sentimento fatti carne, ossa, sangue, non una
+vanità che par persona; e idea fondamentale, sentimento
+perenne?</p>
+
+<p>Voialtri, però, non volete andare oltre quella carne,
+quel sangue, quelle ossa; badate soltanto all'esteriore.
+E se voi avete perduto il giusto senso
+dell'Arte, che colpa ne hanno gli artisti? Essi debbono
+fare opera d'immaginazione e di forma, e voi
+chiedete, all'incontro, opera di riflessione, di puro
+pensiero; o, per lo meno, qualcosa che stia nel
+mezzo, dove la forma non celi interamente il pensiero
+astratto, il concetto. Voi chiedete l'assurdo;
+per ciò gli artisti vi lasciano dire e continuano a
+produrre quel che debbono produrre.</p>
+
+<p>Non pretendiamo affermare con questo che nella
+loro produzione siano adempiute tutte le condizioni
+che costituiscono una pura opera d'arte. Deficienze,
+stonature vi sono pur troppo e sarebbe miracolo
+quasi incredibile se non ci fossero. Nella produzione
+artistica avviene, come nella produzione
+naturale, un eccesso, quasi essa sia una serie di
+prove e riprove, di tentativi e anche di aborti, per
+raggiungere finalmente una altezza, una compiutezza<span class="pagenum"><a name="Page_xxiv" id="Page_xxiv">[xxiv]</a></span>
+che non è mai la perfezione assoluta, l'ideale,
+ma qualcosa di approssimativo all'ideale. Accettiamo
+come una necessità inevitabile questa ricchezza,
+questa prodigalità generativa e, se così volete,
+questo sperpero inutile di forze. Di cento romanzi,
+di cento novelle, di cento drammi, uno o due
+soltanto supereranno la prova della sopravvivenza;
+è stato sempre così; sarà sempre così. <i>Ruit hora!</i>
+Sì, per noi misere apparizioni di un momento; ma
+per una letteratura, per una nazione, per l'umanità
+quelle due parole latine non hanno senso. Lasciamo
+che le cose vadano pel loro verso: che l'Arte
+sia arte e la Scienza scienza.</p>
+
+<p>Quando verrà il momento, se dovrà venire (nessuno
+di noi può prevederlo con certezza) se l'Arte
+dovrà cedere il posto alla Scienza o trasformarsi e
+divenire qualcosa di essenzialmente diverso di quel
+che ora è, la trasformazione avverrà per forza fatale
+di circostanze; ma non potremo chiamarla più
+Arte, come non potremo mai chiamare nero il bianco,
+nè il bianco nero, se prima non ci metteremo
+di accordo che <i>nero</i> vorrà dire <i>bianco</i> e viceversa.
+Avremo mutato il vocabolo, non la cosa; e non mette
+conto di rifare per così piccolo scopo il dizionario.</p>
+
+<p>Pur ora dobbiamo riconoscere che creare forme
+di bellezza artistica non è poco. La Grecia antica è
+immortale per aver fatto questo soltanto. Le sue battaglie,
+le sue conquiste, i suoi sistemi filosofici, le
+sue scienze embrionali hanno ormai un valore molto<span class="pagenum"><a name="Page_xxv" id="Page_xxv">[xxv]</a></span>
+relativo nel presente. Le divine opere di Omero, di
+Eschilo, di Sofocle, di Aristofane sono qualcosa di
+così importante che, se fossero andate perdute, ci
+mancherebbe la miglior parte di noi e il danno sarebbe
+irreparabile.</p>
+
+<p>Così parlando, non vogliamo fare presuntuosi o
+stolti confronti, nè metter fuori vanitose pretese;
+l'artista di oggi è quel che dev'essere; ed appunto
+perchè è qualcosa di diverso ha ragione di esistere.</p>
+
+<p>Sventuratamente una delle più evidenti caratteristiche
+di oggi è la confusione delle idee. Forse, da
+questo caos verrà fuori il nuovo mondo futuro; ma
+neppure questo nuovo mondo potrà fare che una
+cosa sia e non sia nello stesso tempo; e possiamo
+quindi anticipatamente proclamare che anche nel
+più lontano avvenire l'Arte sarà semplicemente
+Arte o non sarà più. Da questo dilemma non si
+esce.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Quale potrà essere l'Arte e in un non lontano
+avvenire, me lo prediceva seriamente, mesi fa, un
+mio amico a cui la serietà degli studi filosofici,
+scientifici e anche teologici non ha ammortito la
+vivacissima fantasia.</p>
+
+<p>Io ho trascritto per mio gusto, la sua improvvisazione
+di quel giorno, quando egli, dopo aver divagato
+per più di un'ora intorno all'Arte cosmica,
+preistorica, finì con fare un salto straordinario fino<span class="pagenum"><a name="Page_xxvi" id="Page_xxvi">[xxvi]</a></span>
+all'Arte avvenire. E se avessi potuto riassumerla
+con tutto l'abbagliante splendore della sua parola,
+spanderei un sorriso di luce su la grigia intonazione
+della mia conferenza.</p>
+
+<p>Siccome il pensiero umano e le sue forme e le
+sue facoltà esistevano sin dall'inizio, sin dall'eternità,
+sin da quando lo Spirito di Dio s'immerse
+nella materia imponderabile o etere che vogliamo
+chiamarlo, così domanderà quale ha potuto essere
+allora la sua attività funzionale come arte.</p>
+
+<p> &mdash; Non possiamo figurarcela, altrimenti che paragonandola
+a un'attività di sogno, anzi a una attività,
+per un certo lato, minore di quella del sogno
+e dall'altro lato infinitamente maggiore perchè organica
+e creativa.</p>
+
+<p>Che altro possono essere stati se non una specie
+di sogno dello Spirito, quel fermento di atomi, quell'aggregarsi,
+quel distinguersi, quel combinarsi, e
+le consecutive formazioni sempre più addensantesi,
+sempre più moltiplicantisi, fino al prodursi delle
+nebulose, fino al condensarsi di essa in Soli immensi,
+fino al disgregarsi di questi Soli in sistemi solari,
+fino alle formazioni particolari di ogni singolo mondo
+di quei sistemi nei quali, forse, anzi senza forse,
+nessuna delle combinazioni chimiche aveva
+qualche analogia con quelle conosciute oggi; nessuna
+delle forme qualche lontana rassomiglianza
+con le forme di oggi; sistemi solari, mondi, creature
+viventi morte e sparite migliaia e migliaia di
+secoli prima che qualche indizio apparisse dell'infinito<span class="pagenum"><a name="Page_xxvii" id="Page_xxvii">[xxvii]</a></span>
+universo attuale, che l'occhio nostro scorge
+nelle notti stellate e che i nostri telescopii intravedono
+di mano in mano che la loro potenza visiva
+si accresce.</p>
+
+<p>L'opera d'arte allora, in quei lontanissimi secoli di
+secoli, era la stessa creazione; e noi possiamo chiamarla
+tale perchè era forma, forma materiale, incosciente,
+forma aggregativa, forma combinativa,
+chimica, vegetale e anche vivente, quantunque chimica,
+vegetale, e vivente in modo assolutamente diverso
+da quanto noi indichiamo oggi con questi aggettivi.</p>
+
+<p>E così dobbiamo supporre altre luci, altri paesaggi,
+altre figure, altri profumi, altri suoni; e nelle
+creature viventi, altre facoltà, altri sensi, altra intelligenza.
+Per quanto la nostra immaginazione volesse
+sbizzarrirsi nelle concezioni più complicatamente
+strane ed assurde, probabilmente non raggiungerebbe
+la mirabile diversità di tutte le manifestazioni
+della forma e della vita che possono e
+debbono essere apparse prima di queste da noi conosciute.</p>
+
+<p>E ammettendo la ipotesi di creature vi venti, ammettendo
+in queste creature sensi e facoltà di spirito
+diversi dai nostri, quale avrà potuto essere la
+loro opera d'arte? Certamente in corrispondenza
+di quelle facoltà, un'applicazione, un'estrinsecazione
+di esse, una riproduzione idealizzata di quella
+loro natura esteriore e interiore.... E dobbiamo arrestarci
+a questa affermazione; e dobbiamo contentarci<span class="pagenum"><a name="Page_xxviii" id="Page_xxviii">[xxviii]</a></span>
+soltanto di pensare che la loro evoluzione
+ha dovuto seguire le stesse norme della nostra: salire
+da una forma inferiore alla immediatamente
+superiore: cioè, prima, sensazione, immaginazione,
+poi riflessione. Se non che questi tre elementi possono
+essere stati contemperati in modo da produrre
+qualcosa che ci colmerebbe di stupore e di
+meraviglia, se, per fortuna, potessimo averne un
+saggio, e se le nostre facoltà potessero adattarsi
+a sentirla e a intenderla per poterla ammirare.</p>
+
+<p>Qui la nostra intelligenza si confonde.</p>
+
+<p>Da questi secoli iniziali, se pur si può parlare
+d'inizii ragionando d'eternità, noi possiamo slanciarci
+fino alla fine dei secoli, alla maturità, alla
+vecchiezza, alla decrepitezza del nostro sistema solare
+e ricostruire con l'immaginazione, anticipatamente,
+quel che forse sarà o potrà essere l'opera
+d'arte futura.</p>
+
+<p>Abbiamo pochi elementi, ma essi ci basteranno
+per un'ipotesi, giacchè sono elementi di fatto,
+quasi scientifici.</p>
+
+<p>Notiamo il continuo perfezionamento dei nostri
+sensi. Il tatto, la vista, l'udito, tutti i nostri mezzi
+di rapporti con la natura esteriore si sono talmente
+perfezionati lungo il corso dei secoli, da permetterci
+di affermare che noi siamo creature affatto
+diverse dalle creature che furono i nostri primi
+progenitori.</p>
+
+<p>Le evoluzioni delle arti sono un'altra prova convincentissima.
+Se qualche mago, sacerdote o poeta<span class="pagenum"><a name="Page_xxix" id="Page_xxix">[xxix]</a></span>
+delle età primitive, per un miracolo d'intuizione le
+avesse annunziate agli abitatori lacustri, ai nomadi
+delle grandi pianure e delle grandi montagne dell'Asia,
+a quelle genti che ignoravano se stesse e
+che stimavano dovesse essere la vita una perenne
+lotta col mammut, con gli ittiosami, con tutte le
+bestie feroci brulicanti su la giovane terra &mdash; quelle
+evoluzioni sarebbero state giudicate assurde, parto
+di fantasia morbosa.</p>
+
+<p>Eppure dal grido bestiale quasi inarticolato, dalla
+mimica, dalla danza sacra e guerresca noi abbiamo
+veduto scaturire a poco a poco i poemi dell'India,
+la Bibbia, l'Iliade, la tragedia greca, la commedia,
+i capolavori di Dante e dello Shakespeare,
+il romanzo e la lirica attuale.</p>
+
+<p>Ed ecco che nuove facoltà si rivelano oggi o almeno
+attirano l'attenzione dello scienziato, agitano
+il nostro spirito e lo fanno tremare di sgomento
+e di curiosità. C'è un altro mondo in questo mondo,
+c'è un'altra natura dentro la nostra natura.
+S'intravedono facoltà incredibili, si scorgono bagliori
+di forze prima ignorate o trascurate. L'invisibile
+diventa visibile, l'occulto si manifesta; leggi,
+o quelle credute tali, da cui sembrava che il
+nostro organismo e la natura fossero ferveamente
+dominati, non appaiono più tali. Quel che ieri era
+tenuto per fantastico, per impossibile, per supernaturale,
+diventa realtà, o meglio viene scoperto
+realtà altrettanto naturale che quello comunemente
+chiamato così. Tutti i limiti cedono; non si allontanano<span class="pagenum"><a name="Page_xxx" id="Page_xxx">[xxx]</a></span>
+soltanto, ma spariscono: e questo dovrà naturalmente
+produrre tale rivoluzione nel mondo,
+che qualunque superlativa nostra fantasticheria non
+potrà darne la misura.</p>
+
+<p>Ormai nessuno può più dubitare di quella forza
+che il nostro imperfetto linguaggio si rassegna a
+chiamare <i>psichica</i>, perchè la scienza non sa a chi
+addebitarla, nè come contrassegnarla. Quel che pareva
+un sogno di malati comincia a venir giudicato
+più che una possibilità. Questo nostro pensiero
+che finora si è manifestato servendosi della
+materia, marmo, tavolozza, suono, parola scritta, pare
+abbia tanta potenza creativa in se stesso, da poter
+fare a meno di questi mezzi che non riescono a
+renderlo con tutte le sue sfumature.</p>
+
+<p>Il marmo resiste, immobile, incoloro; la tavolozza
+non dà tutta la luce e tutti i colori alle forme,
+e per quanto si aiuti con la prospettiva e con gli
+scorci, è impotente a rendere il moto; la musica,
+con le meravigliose combinazioni delle sue melodie
+e delle sue armonie, rimane vaga, imprecisa, quantunque
+potentemente suggestiva: la parola, che riesce
+a dare l'illusione complessiva di tutte le altre
+arti e simulare la vita, si frange contro certi limiti
+del linguaggio, e contro certi limiti parte sormontabili
+perchè convenzionali, parte no, perchè inerenti
+alla stessa natura della sua opera.</p>
+
+<p>Noi sentiamo che tutte queste arti c'impacciano,
+ci tormentano per la loro impotenza a creare davvero
+la vita.<span class="pagenum"><a name="Page_xxxi" id="Page_xxxi">[xxxi]</a></span></p>
+
+<p>Ora, la forza <i>psichica</i>, di cui già parlasi con
+trepido stupore, dovrà produrre nel lontano avvenire
+un'Arte della quale non possiamo formarci
+neppure un'idea approssimativa, in corrispondenza
+della nuove facoltà che avrà allora acquistato l'umano
+organismo.</p>
+
+<p>Questa forza ormai la conosciamo come produttrice
+di moto. Sappiamo che è possibile spostare
+oggetti materiali con la semplice concentrazione
+della volontà. Sappiamo che un individuo, in certi
+casi di cui ignoriamo il come e la legge, può con
+essa oggettivare, materializzare il pensiero, dargli
+forma visibile e tangibile, forse esplicando poteri
+intimi suoi propri, forse impossessandosi di elementi
+circostanti e ignoti alla scienza. S'intravede però
+che quel che è ora accidentale potrà, anzi, dovrà
+essere normale, soggetto alla ragione, come sono
+divenute normali e soggette alla ragione tante altre
+forze della natura; l'elettricità, per esempio.</p>
+
+<p>Immagina dunque &mdash; e il mio amico entusiasmato
+dalla sua idea, mi stringeva forte il braccio &mdash; immagina
+dunque che cosa potrà essere l'opera d'arte
+quando il pensiero non incontrerà più ostacoli
+nel marmo, nella tela e nei colori, nei suoni e nella
+parola; quando l'opera d'arte si esplicherà, si
+formerà con la stessa rapidità e con la stessa nettezza
+dell'idea, cioè, quando il pensiero diventerà
+visibile, tangibile, quantunque fuggevole, forse, e
+mutabilissimo, come la sua natura di pensiero comporta;
+quando insomma le creazioni dell'intelletto<span class="pagenum"><a name="Page_xxxii" id="Page_xxxii">[xxxii]</a></span>
+immaginativo vivranno, sia pure per qualche istante,
+realmente fuori di noi, quasi proiettate da un
+cinematografo infinitamente superiore a quello inventato
+dai fratelli Lumière?</p>
+
+<p>Ah, io non voglio mettere a dura prova la loro
+cortesia, continuando a riferire lo svolgimento di
+questa ipotesi che la magia della parola e dell'espressione
+riuscirono a farmi accettare senza nessuna
+obbiezione, così rapida ed efficace era stata l'impressione
+prodottami. E siccome sono un po' sognatore
+anche io &mdash; altrimenti non andremmo molto
+di accordo con quel mio amico &mdash; confesso sinceramente
+che oggi, nel riferire la sua ipotesi, non ho
+potuto sorriderne, come il giorno in cui la udii la
+prima volta.</p>
+
+<p>Ho visto diventare realtà tante cose giudicate da
+gran tempo impossibili, che più non oso rimanere
+scettico neppure davanti l'assurdo.</p>
+
+<hr />
+<h2><a name="FELICE_CAVALLOTTI" id="FELICE_CAVALLOTTI"></a>FELICE CAVALLOTTI<br />
+<span class="small">DRAMMATURGO E POETA</span></h2>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[3]</a></span></p>
+
+<h3>I.</h3>
+
+<p class="pad2">Si dava, per la prima volta, al Valle <i>La luna di
+miele</i> del Cavallotti. Teatro affollatissimo. Un occhio
+esperto avrebbe però facilmente capito che il pubblico
+di quella serata era, in gran parte, pubblico di occasione.
+Infatti gli amici politici dell'autore avevano
+creduto di dover fare atto di fraternità accorrendo ad
+applaudire la nuova produzione del recente promotore
+del <i>Patto di Roma</i>.</p>
+
+<p>Il manifestino teatrale portava stampato con grossi caratteri
+il titolo della commedia e il nome dell'autore;
+da piè, in carattere minuscolo, avvertiva che lo spettacolo
+sarebbe cominciato con la recita della commediola
+dello Scribe: <i>La camera affittata a due</i>.</p>
+
+<p>L'orchestra diede l'ultima strimpellata d'un valzer,
+il sipario fu tirato su; e sùbito si fece nella sala gran
+silenzio di vivissima attenzione. Sin dalle prime scene<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[4]</a></span>
+un'ingenua ilarità cominciò a serpeggiare per la platea,
+scoppiando di tratto in tratto, più che in risate, in applausi
+mal frenati. Dalle poltrone, parecchi si voltavano
+meravigliati di quella fermentazione di entusiasmo
+per una commediola stravecchia; le signore dei palchi
+guardavano le persone delle sedie e le altre in piedi,
+cercando di spiegarsi quel buon umore che di mano in
+mano aumentava e accennava di prorompere.</p>
+
+<p>Proruppe infatti, con fragorosissimi applausi e chiamate:
+<i>Fuori l'autore! Fuori l'autore!</i> appena la tela
+venne giù.</p>
+
+<p>Si udì una voce:</p>
+
+<p> &mdash; Zitti, cretini!</p>
+
+<p>Era quella di Ettore Socci, allora non onorevole, ma
+sempre colta e brava persona, che arrossiva e s'indignava
+pei suoi confratelli politici e pel suo amico Cavallotti.
+Gli associati al <i>Patto di Roma</i> non si erano
+accorti che la <i>Camera affittata a due</i> non aveva niente
+che fare con <i>La luna di miele</i>: e, venuti col proposito
+di applaudire a ogni costo il Cavallotti, avevano sincerissimamente
+applaudito... Eugenio Scribe!</p>
+
+<p>Ricordavo quest'aneddoto accettando l'invito di scrivere
+uno studio intorno al Cavallotti drammaturgo e
+poeta. La tragica fine di lui mette in imbarazzo chi
+vuole ragionarne spassionatamente, senza sottintesi politici.
+La pietà che ispira l'uomo così immaturamente
+spento consiglierebbe di attendere ancora prima di pronunciare<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[5]</a></span>
+un giudizio su l'opera letteraria di colui che
+fu un perpetuo combattente nella vita e nell'arte, che
+fece per lo meno altrettante polemiche quanti duelli,
+e che mise nei duelli e nelle polemiche gli stessi elementi
+di foga, di eccessi, di sincerità e di partigianeria,
+quantunque i resultati ottenuti con gli uni e con
+le altre siano stati diversamente inefficaci. Io mi son
+sentito in buone condizioni. Ho scritto una sola volta
+intorno a un suo lavoro; e siccome allora, a proposito
+della <i>Sposa di Mènecle</i>, non esitai di dire a lui vivente
+quella che mi pareva la verità, così non temo che si
+possa sospettare che ora approfitti della sua sparizione
+per dire quel che mi sembra la verità intorno alla sua
+produzione teatrale e poetica.</p>
+
+<p>Come in quella sera al Valle, il drammaturgo e il
+poeta non sono stati giudicati finora senza che intenzioni
+politiche, senza che amori o rancori di parte non
+si siano mescolati ai criteri puramente artistici che
+avrebbero dovuto ispirare la critica. Non era cosa facile
+mentre l'autore viveva. Mancava a lui la serenità
+dell'artista che crea ed abbandona alle discussioni del
+mondo l'opera sua. Appena si stimava frainteso, voleva
+sùbito difendersi. Ma la polemica letteraria nelle
+sue risposte s'inaspriva facilmente, e minacciava di finire
+o finiva talvolta con un duello; non era il miglior
+mezzo per avere ragione. E poi c'era nel Cavallotti
+una contraddizione che sembra inesplicabile a molti e<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[6]</a></span>
+che pure non è rara. Uomo di idee e di sentimenti
+<i>avanzati</i> in politica, era quasi <i>codino</i> in arte, precisamente
+come parecchi altri, moderatissimi in politica,
+sono audaci rivoluzionari da artisti.</p>
+
+<p>Le polemiche del Cavallotti riescono però documenti
+importanti: permettono di riassumere i principii da cui
+scaturivano le sue opere, e dànno spesso la opportuna
+misura per giudicare fin dove le intenzioni sono arrivate
+ad attuarsi; fin dove sono rimaste semplici intenzioni
+e nient'altro. In questi ultimi tempi la politica
+lo aveva assorbito tutto. Si diceva appunto che egli
+voleva riposarsi dopo le agitazioni e forse dopo i disinganni
+sofferti, dedicandosi nella solitudine della sua
+villetta di Dagnente a un'opera drammatica. Una triste
+fatalità ha distrutto per sempre i suoi disegni. L'uomo
+sparito ci ispira un senso di compassione profonda;
+ma l'opera dell'artista così malamente interrotta non
+ci desta nell'animo nessun rimpianto. Niente faceva
+prevedere che la nuova concezione del drammaturgo
+dovesse essere qualcosa di diverso da quel che era
+stata finora; un dramma storico o una commediola di
+più, poco o nulla avrebbero aggiunto al valore della
+vecchia produzione.</p>
+
+<p>E intorno al valore artistico della sua opera letteraria
+gli spuntava forse un dubbio nella mente matura; esso
+trasparisce da alcune parole della prefazione al <i>Libro
+dei versi</i> pubblicato pochi mesi avanti la sua morte.<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[7]</a></span></p>
+
+<p>Egli parla di questo volume, dove ha raccolto quel che
+gli è parso il fior fiore della <i>sua molta suppellettile</i> poetica,
+più come di una testimonianza del <i>suo intimo io</i>,
+che di un'opera d'arte; lo chiama <i>la sintesi di tutta una
+produzione lirica, in rispetto unicamente al soffio che l'animò,
+ai sentimenti che la destarono, un libro vissuto, il compendio
+in versi delle memorie di un poeta</i>. E, con amarezza,
+premette alle strofe del <i>Ritorno notturno: Fra la
+lotta politica e l'arte, viene l'ora in cui pur troppo bisogna
+scegliere, ossia scegliere fra gli aspri doveri contratti
+nella vita e i godimenti della fantasia</i>.</p>
+
+<p>Forse avrebbe detto meglio e più chiaramente: <i>o le
+ansie tormentose della forma</i>. Ma egli queste ansie le conosceva
+poco. Nella lirica come nel dramma, la forma
+è l'ultima sua preoccupazione; e dicendo <i>forma</i> non intendo
+parlare soltanto delle minuterie dello stile, ma
+dell'intiera concezione, dell'organismo dell'opera d'arte.
+Un giorno che, per capriccio, vuol darsi lo svago di
+fare un'ode saffica per provare al Chiarini che non è
+assurdo scrivere versi italiani nei quali si possano <i>conciliare
+le leggi metriche italiane con quelle del ritmo latino
+vero</i>, è preso da congestione cerebrale, stramazza
+per terra, e gli rimane un'invincibile e prudenziale avversione,
+egli dice, contro i <i>metri barbari</i>.</p>
+
+<p>Ma io credo che anche senza la paura di nuove e
+meno dannose congestioni cerebrali, egli avrebbe avuto
+uguale avversione contro ogni difficoltà di forma,<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[8]</a></span>
+contro ogni tentativo di novità da cui potesse sentirsi
+troppo infrenato. Se si scorre, anche sfogliandolo, questo
+volume di versi, si ravvisano a occhio, senza lèggere,
+le sue preferenze pei metri facili ben sonanti,
+ben rimbombanti o ben fluenti: quinari doppi, senari
+doppi, decasillabi, strofe quasi cantabili di settenari,
+quartine di endecasillabi alternati con piani e tronchi.</p>
+
+<p>E come nella lirica, così nel dramma. La concezione
+di tutto il lavoro, le passioni, i caratteri, la distribuzione
+delle scene, il dialogo non escono un istante
+dalle usate forme teatrali. Non c'è un lontano accenno
+di tentativo per vincere gli impacci di una delle
+tante convenzioni che sono gli organi atrofizzati di un
+organismo vivente e non più necessari alla esistenza:
+convenzioni che altri combattevano già, che altri hanno
+già abbattute e vinte. Per ciò tutta la sua opera
+drammatica, che pure dimostra un ingegno dotato di
+buone qualità teatrali, rimane quasi non avvenuta, non
+lascia orma nella storia della forma, come non lascia
+un personaggio, un carattere, una creatura sopravvivente.</p>
+
+<p>Eppure poche persone hanno tentato la lirica e la
+drammatica con migliore e più soda preparazione di
+lui; poche persone hanno teorizzato nelle polemiche con
+criteri più spassionati e più giusti dei suoi, sia trattando
+le questioni dell'<i>idealismo</i> e del <i>verismo</i> nei giorni
+in cui lo Stecchetti le aveva suscitate con <i>Postuma</i> e<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[9]</a></span>
+con <i>Polemica</i>, sia trattando il soggetto dei metri barbari,
+dei quali aveva, come ho accennato, un <i>prudenziale
+orrore</i>. E di questa polemica, ora dimenticata, ma che
+può insegnare o rammentare parecchie cose buone anche
+oggi, mi piace staccare il seguente tratto:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Questo bisogno di rinnovamento che è, direi, nel
+sangue e nell'aria, e travaglia gli artisti e via li porta
+nella sua rapina, si traduce ai più incoscienti in una
+ricerca quasi morbosa del nuovo e del bizzarro, come
+tale. Del processo intimo che la letteratura attraversa
+costoro sentono vagamente il soffio: intendono che qualcosa
+intorno ad essi, non nei tipi eterni, ma nelle forme
+dell'arte, si modifica, si trasfigura: e non avendone
+che una nozione confusa, tementi solo di rimanere
+in ritardo, o di parer fuori del movimento, corrono dietro
+affannosamente, come i fanciulli alle farfalle, ad
+ogni larva non veduta o strana, ad ogni luccicchio che
+passi loro davanti agli occhi, per l'aria. Ciò che nello
+ingegno dei migliori è un presentimento gagliardo di
+nova via e ragioni dell'arte ancor non note, ch'essi
+vanno tentando ed esplorando con orme insieme mal
+sicure ed audaci, aumenta l'impazienza smaniosa di
+tutti quelli che dietro a loro si affollano a far coda,
+aspettando che i novi sbocchi si aprano. Dove i primi
+mettono, tastando il piede, e tutti là corrono; se uno
+si addentra a capriccio in un viottolo, solo per vedere
+ove vada a por capo, e tutti dietro, credendo ch'egli
+abbia imbroccato la via; se quello sotto un andito si
+mette a cantare per sentir se c'è l'eco, e tutti a far<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[10]</a></span>
+coro, credendo che sia quella la poesia nuova. Quell'altro
+avrà poi un bel tornare indietro ad avvertire
+che il viottolo era chiuso e che sotto l'andito egli stava
+solamente provando la voce!</p>
+
+<p>«&nbsp;Così i tentativi, i capricci stessi dei migliori alimentano
+questa smania della novità per la novità... Nè
+si bada se dall'intima opera rinnovatrice si afferrino
+invece soltanto le accidentalità fuggevoli, i tentativi
+ingannevoli dell'esplorazione.&nbsp;»</p></div>
+
+<p>Tutto questo è ben osservato e ben detto, quantunque
+non si tratti di un fenomeno nuovo e speciale dei
+nostri tempi, nè tale da dover suscitare sdegno o meraviglia.
+Se non che il Cavallotti non sentiva il bisogno
+di quei tentativi, e neppure quello, meno lodevole,
+dei capricci di cui egli parla. E la ragione della sua
+tranquillità acquiescente io la trovo nel concetto che
+egli ha dell'arte, strana confusione tra forma e concetto;
+nella pedestre interpretazione dell'aforismo: <i>L'arte
+non deve avere altra finalità che sé stessa</i>.</p>
+
+<p>Questa confusione tra forma e concetto e questa che
+io chiamo pedestre interpretazione dell'aforisma <i>l'arte
+per l'arte</i> ci daranno la chiave per spiegarci in che
+modo un ingegno così riccamente dotato non sia potuto
+uscire nella drammatica nè nella lirica fuori di quel
+limbo della mediocrità che Orazio chiamò <i>aurea</i> non
+saprei dire perchè.<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[11]</a></span></p>
+
+<h3>II.</h3>
+
+<p>Per conoscere gl'intenti del drammaturgo, non saremo
+impacciati. L'autore ci ha risparmiato il fastidio di andare
+a racimolarli qua e là, a cavarli fuori dalla stessa
+opera d'arte quale si presenta agli spettatori e ai lettori.
+Prefazioni, note, prologhi ne son pieni; basta quasi
+aprire a caso uno dei volumi delle sue opere pubblicate
+dalla Tipografia sociale E. Reggiani e C. di Milano.
+Nella notissima lettera al Ferrigni (Yorich figlio di
+Yorich) sull'<i>Alcibiade, La critica e il secolo di Pericle</i>,
+c'è un <i>credo</i> in regola, che può benissimo applicarsi
+a tutta la sua produzione teatrale.</p>
+
+<p>Io l'accennerò tanto più volentieri, quanto più voglio
+limitare questo studio ai lavori di soggetto greco, che
+sono la parte più caratteristica della sua opera drammatica
+e senza dubbio la più importante.</p>
+
+<p>Al signor Roberto Stuart che gli avea rimproverato
+di non aver avuto nessun intento nello scrivere le scene
+greche dell'<i>Alcibiade</i>, egli rispondeva trionfalmente:</p>
+
+<p>«&nbsp;Anzi ne ho avuto parecchi.</p>
+
+<p>«&nbsp;Primo: Un intento drammatico... È una mia idea
+che dramma voglia dire <i>contrasto di passioni</i> e che questo<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[12]</a></span>
+contrasto, questa lotta possa succedere tanto <i>fra</i>
+più individui, quanto <i>in</i> un solo...</p>
+
+<p>«&nbsp;Una ragione storica, critica e filologica: offrire agli
+studiosi una pittura, dei quadri, delle <i>scene</i> della vita
+greca del secolo di oro, colta nella sua fase forse più
+caratteristica e culminante....</p>
+
+<p>«&nbsp;Terzo intento del lavoro: Un intento morale....</p>
+
+<p>«&nbsp;Infine, una considerazione <i>storico-politica</i>&nbsp;».</p>
+
+<p>Troppi, se si vuole, ma non guasterebbero, se l'intento
+drammatico fosse rimasto davvero il <i>primo</i>; e doveva
+essere l'unico.</p>
+
+<p>La lettera a Yorich figlio di Yorich è splendida per
+calore, per ironia di buona lega, per erudizione. Essa
+e le note al dramma, spesso spesso eccessivamente
+prolisse, dimostrano con quanta cura coscienza il Cavallotti
+si sia preparato a scrivere il suo lavoro. Ma
+prima di parlarne particolarmente, mi piace ripetere,
+intorno alla tesi generale di queste interpretazioni artistiche
+di un fatto storico, quel che scrivevo sedici
+anni fa a proposito della <i>Sposa di Mènecle</i>.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Quando penso che noi, generazione venuta su dopo
+il 48, non intendiamo più quasi nulla del gran complesso
+di sentimenti e di idee che formarono quella
+gloriosa rivoluzione; quando penso che il secolo decimottavo,
+del quale possiamo studiare da vicino qualcuna
+delle reliquie viventi, ci fa lo stesso effetto delle
+epoche greca e romana, tanto ci apparisce diverso da<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[13]</a></span>
+tutto quel che costituisce la nostra vita presente, mi
+meraviglio che si possa tentare con animo sereno una
+interpretazione artistica (la parola non è eccessiva) di
+epoche che per costumi, sentimenti, religione, scienza,
+filosofia furono quasi agli antipodi di quel che siamo
+ora noi.</p>
+
+<p>«&nbsp;Dicono: C'è il documento scritto, c'è il documento
+archeologico. Noi facciamo delle ricostruzioni meravigliosamente
+esatte. Per ogni parola, per ogni frase,
+vi presentiamo un testo, venti testi che potranno servirvi
+da controlli. Abbiamo i poeti lirici, gli storici,
+i comici, i tragici; abbiamo le statue, le pitture, le
+ruine, e poi tutto il grande arsenale archeologico, una
+infinità di arnesi domestici e di gingilli che ci mettono
+sotto gli occhi l'esteriore della vita antica in
+modo da non poter prendere nessun abbaglio. Quella
+vita intima d'allora, così diversa per chi la guardi alla
+superficie, studiata dappresso e minutamente, somiglia
+in moltissime cose, come due gocce d'acqua si somigliano,
+alla vita intima di oggidì; molti di quei tipi, di
+quei caratteri, di quegli affetti della commedia greca
+del IV secolo, trovano ancora oggi, negli affetti e nei
+tipi della società nostra, riscontro meraviglioso<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a>... A
+prima vista, la prova è, come suol dirsi, schiacciante.
+Quei personaggi non pronunziano una sola parola che
+non abbiano già detto Aristofane, Demostene, Menandro,
+Andocide, Platone, Eschine, Iseo, Luciano, Plutarco,
+Aristotile, Senofonte, Euripide, Alessi, Calisseno rodio,
+Teofrasto, Alcifrone, Eubulo, ecc., e che tutti gli<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[14]</a></span>
+scolasti e tutti gli interpreti non possano, all'occorrenza,
+confermare o schiarire...&nbsp;»</p></div>
+
+<p>Facevo però osservare che:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;la vera vitalità di un personaggio consiste nei suoi
+sentimenti, nelle sue passioni; e la realtà storica di
+queste passioni sta tutta nella loro caratteristica che
+li rende diversi dai sentimenti e dalle passioni di un'epoca
+precedente o posteriore. Senza dubbio l'amore di
+oggi ha molti punti di contatto con lo stesso sentimento
+provato dai greci e dai romani e anche dagli uomini
+primitivi; ma l'amore di oggi contiene, innegabilmente,
+elementi che allora non esistevano affatto, e
+non ha nelle stesse proporzioni di allora, gli elementi
+che una volta dovettero essere predominanti. L'artista
+che, volendo darci la rappresentazione dell'amore, non
+riesce ad afferrare la caratteristica propria di una data
+epoca, fa opera sbagliata. E questa caratteristica
+<i>sta tutta nella differenza</i>, non nella rassomiglianza...&nbsp;»</p></div>
+
+<p>E citavo come esempio la tristezza, la malinconia,
+quel che di vago, di sfumato del sentimento che la
+parola stenta a rappresentare. E ammettendo che i greci
+antichi avessero dovuto provare anch'essi in certe ore,
+in certe circostanze della vita, la tristezza, la malinconia
+e, forse pure un po' di sentimentalità, soggiungevo:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Soltanto a giudicarne dalle testimonianze letterarie
+che ci restano, le proporzioni di tali sentimenti erano<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[15]</a></span>
+assai diverse presso di loro e per moltissime ragioni.
+La misura noi la sentiamo e la giudichiamo leggendo
+Eschilo, Aristofane, Euripide, Pindaro, Anacreonte,
+Menandro: è come un profumo, come qualcosa di
+imponderabile che si stacca da quelle opere immortali
+e ci dà la sensazione delle sensazioni dell'antichità.</p>
+
+<p>«&nbsp;I riscontri con la vita moderna vi s'incontrano di
+tratto in tratto e sorprendenti; ma sono più esteriori
+che intimi o, per dir meglio, che organici e fondamentali.
+Sarebbe proprio meraviglioso che non fosse così.
+In questo caso bisognerebbe convenire che l'opera di
+due civiltà, la romana e la cristiana (senza voler contare
+quella delle influenze intermedie) sia stata a dirittura
+o inutile o inefficace per lo spirito nuovo, e dovremmo
+dare una solenne smentita e alla storia e alla
+scienza&nbsp;»<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>.</p></div>
+
+<p>Queste ragioni il Cavallotti non voleva intenderle.
+Aveva detto, nella prefazione all'<i>Alcibiade, che la natura
+umana è sempre la stessa in ogni tempo</i>; e in una lettera
+a me diretta, credo nel <i>Secolo</i>, zeppa al solito di
+citazioni, tentò di persuadermi che stavo dalla parte
+del torto pensando diversamente da lui. In fondo anche
+lui era convinto che, se lo studiare coscienziosamente
+un'epoca dovea essere obbligo dell'artista, l'aver
+adempiuto quest'obbligo non bastava per l'opera d'arte.<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[16]</a></span></p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;L'artista anzi tutto studii di immedesimarsi con
+quell'età; e alla verità delle passioni ritrovi gli accenti
+e le corde nella verità completa dell'ambiente. Allora
+l'illusione artistica sarà perfetta; allora le figure
+che l'artista evocherà saranno vere e vive, rappresenteranno
+<i>uomini</i> e non <i>nomi</i>, <i>persone</i> e non <i>personaggi</i><a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a>&nbsp;».</p></div>
+
+<p>Certamente egli si lusingava d'aver raggiunto lo scopo,
+se ha risposto a certe critiche invocando per sua
+difesa l'esempio dello Shakespeare. Poteva andare più
+in là: il <i>barbaro</i> inglese non aveva gli scrupoli di lui
+riguardo alla storia. Se gli faceva comodo, metteva
+un'università a Vittenberga ai tempi di Amleto, spingeva
+il mare fino in Boemia (<i>Novella d'Inverno</i>, atto
+III, scena III), faceva molto a fidanza con la vivacissima
+immaginazione degli spettatori, si serviva di tutte
+le libertà che l'organismo, ancora in formazione, dell'opera
+drammatica gli concedeva; ma nello stesso tempo
+creava uomini di carne e ossa; e se ogni parola dei
+suoi personaggi non poteva essere giustificata con l'autorità
+d'uno storico, d'un cronista, di un autor comico
+o tragico, non importava; essi parlavano secondo la
+loro vita interiore, avevano sempre un motto profondo
+che rivelava gli abissi del loro cuore, che metteva
+a nudo le loro anime non con un ragionamento, non
+mostrando, per dir così, il filundente su cui aveva ricamato<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[17]</a></span>
+l'autore, ma dandoci il resultato della nascosta
+operazione dello spirito, come nella vita reale.</p>
+
+<p>Lo Shakespeare sapeva il suo mestiere. L'autore
+drammatico non è uno storico, non è obbligato alla
+scrupolosa esattezza dei fatti che mette in azione: è
+solamente obbligato, o almeno, innanzi tutto, è obbligato
+a creare personaggi viventi, a interpretare perciò
+la storia quando le chiede in prestito un soggetto:
+il resto è cosa secondaria. E in questa interpretazione
+lo Shakespeare è sovrano; dà l'illusione della realtà,
+se non la realtà. La Venezia dell'<i>Otello</i>, la Roma del
+<i>Giulio Cesare</i>, la Danimarca dell'<i>Amleto</i> sono resurrezioni,
+evocazioni che ci fanno stupire. L'erudizione non
+ci darà mai qualcosa di simile, con tutta la sua precisione,
+con tutta la sua scrupolosità. E quando essa
+verrà a dirci che documenti ora dissepolti dimostrano
+Desdemona una donnaccia e il povero Otello il più tradito
+dei mariti, noi sorrideremo ma non muteremo opinione.
+Questa Desdemona degli archivi non c'interessa;
+per noi la vera Desdemona sarà sempre quella dello
+Shakespeare, cioè una purissima e dolce creatura innamorata &mdash; a
+dispetto di tutti i documenti, a scorno di
+tutti gli eruditi.</p>
+
+<p>Il Cavallotti che non si vuol persuadere della necessità
+di circoscriversi alla rappresentazione del proprio
+tempo, sente però involontariamente di essere del suo
+tempo: la grande cura di conformarsi alla storia, di<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[18]</a></span>
+giustificare con un'infinità di note ogni parola e ogni
+azione dei suoi personaggi non significa altro. Il Manzoni
+aveva detto che il dramma storico vive calcolando
+molto su la ignoranza degli spettatori: e il Cavallotti,
+in omaggio al positivismo odierno, non vuole che
+si pensi ch'egli abbia, per conto suo fatto quel calcolo.
+Occorreva un ben piccolo sforzo per fare un passo più
+innanzi, e riconoscere che il circoscriversi nella rappresentazione
+del proprio tempo sarebbe stato omaggio
+migliore al positivismo contemporaneo; e che il <i>verismo</i>,
+il <i>materialismo</i> non erano capricci di teste bislacche,
+scuse di artisti pigri, incapaci di idealizzare, ma conseguenze
+della riflessione matura, da cui è stato riconosciuto
+che un'opera d'arte è il prodotto di un tempo,
+di una razza, di una civiltà, e che la storia, il passato
+ricostruito dalla fantasia postuma è una fantasmagoria
+passata a traverso quegli elementi e da essi modificata,
+trasformata e deformata. Si sarebbe risparmiato
+parecchie volgarità; per esempio: che il <i>verismo</i>, il
+<i>naturalismo</i> pretendano che l'arte debba essere soltanto
+«&nbsp;la fotografia di quello che esiste in natura e <i>come</i>
+vi esiste; e che i suoi uomini non debbano portare che
+il <i>frach</i>, e le sue donne non debbano vestire che colle
+mode dell'ultimo figurino<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>&nbsp;». Si sarebbe risparmiato<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[19]</a></span>
+di ripetere le sciocchezze che «&nbsp;fantasia, poesia, idealizzazione
+del vero&nbsp;» siano oggi stimate «&nbsp;roba scolastica
+da far dormire,&nbsp;» e che l'arte odierna consiste
+tutta in «&nbsp;un po' di spirito di osservazione, per riprodurre,
+<i>tal quale</i>, quel che succede ogni dì, in un po' di
+raziocinio per coordinarlo, in un problema sociale ed
+economico da risolvere, o in un adulterio pudico da
+legittimare!<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>&nbsp;».</p>
+
+<p>Che ridurre il presente in opera d'arte non sia tanto
+facile quanto egli credeva, lo dimostra l'opera drammatica
+sua stessa, quando, lasciati in pace i greci del
+tempo di Alcibiade, i Messeni della 28.ª olimpiade e
+quelli della 100.ª mette su la scena passioni e personaggi
+contemporanei. Lo sforzo dell'erudizione dà qualche
+parvenza di vita a quei greci, e Alcibiade, Timandra,
+il parassita Cimoto, Aristomene, Laodamia, Mènecle
+e Aglae la vincono su la contessa Bice delle <i>Lettere
+d'amore</i>, su la Lea del dramma che ne porta il titolo,
+su l'Emma della <i>Figlia di Jefte</i>, sul <i>Povero Piero</i>,
+sui cugini del <i>Cantico dei Cantici</i>, per nominare soltanto
+quei personaggi che mi vengono in questo momento
+alla memoria. I greci guadagnano nel confronto perchè
+non possiamo fare riscontri con la realtà; dobbiamo
+contentarci del press'a poco che l'erudizione ci permette.
+E se la creazione ci sembra insufficiente, siamo<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[20]</a></span>
+proclivi a scusare il poeta, a tenergli conto dello sforzo
+che ha dovuto fare per imbastire quelle figure, per
+dar loro un che di organico, servendosi di frammenti,
+di accenni, di materiali diversi faticosamente raccolti
+qua e là. Coi personaggi moderni il compito è facile;
+la loro manchevolezza, la loro falsità, la loro convenzionalità
+saltano agli occhi. Possiamo riscontrarli con
+noi stessi, coi nostri vicini, coi nostri amici, con le persone
+che incontriamo per via, e misurarne subito il
+vuoto, l'inefficacia.</p>
+
+<p>Il Cavallotti dovea certamente sentire questa deficienza
+di forza creativa, se non ebbe mai il coraggio
+di affrontare su la scena la rappresentazione di un
+qualche alto fatto della vita moderna: se lui, così mescolato
+nelle agitazioni sociali, così penetrante indagatore
+della putredine parlamentare, così inesorabile censore
+di giornalisti affaristi, di ministri da lui creduti
+dilapidatori del pubblico danaro, osservatore e parte
+(<i>quorum pars magna fuit</i>) di commedie, di drammi e di
+tragedie contemporanei, si sia soltanto rifugiato presso i
+greci: e abbia preferito di dipingere i grandi quadri della
+splendida decadenza della repubblica ateniese, l'eroica
+guerra dei messeni su per le rocce del Dentelio o Deltanio
+che debba dirsi, e fra le gole di Ecalia, quando
+ha voluto uscire dai piccoli fatti, dalle piccole passioni;
+quando ha amato piuttosto farci sorridere e intenerirci
+coi casi familiari del vecchio Mènecle e della sua giovane<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[21]</a></span>
+sposa Aglae, che tentare il problema del divorzio
+nella società in cui egli viveva, o altri problemi morali
+e sociali non meno elevati e non meno attraenti
+di questo.</p>
+
+<p>E sarebbe studio interessante il ricercare per quali
+ragioni un uomo come il Cavallotti, che non è vissuto
+rinchiuso nelle quattro pareti della sua biblioteca, svolgendo
+nella solitudine le polverose pagine dei classici
+greci, che anzi ha passato tutta la sua giovinezza in
+continue agitazioni di amori, di odii, di polemiche, di
+duelli, e che ha pagato miseramente con la vita questa
+irrequietezza e questa smaniosa rincorsa di ideali,
+diversamente giudicabili ma degne di essere rispettate
+dopo ch'egli le ha suggellate col sangue a Villa Cèllere.
+E nelle circostanze della sua vita si troverebbero
+certamente molte scuse, molte dilucidazioni intorno ai
+pregi e ai difetti dell'opera di lui; si vedrebbe quanto
+gli abbia nociuto la fretta per quella ch'egli chiamava
+scherzando, in una delle sue ultime lettere, <i>la fabbrica
+dell'appetito</i>; e si ammirerebbero maggiormente la sua
+cultura e il suo ingegno. Giacchè, è innegabile, ingegno
+egli ne aveva parecchio, e si può scorgere dalle
+circostanze in cui fu scritto, per esempio, l'<i>Alcibiade</i>,
+l'opera sua più vasta e più poderosa.</p>
+
+<p>Negli ultimi di giugno del '73 pubblicando il volume
+delle sue <i>Poesie</i> e temendo rappresaglie da parte del
+Procuratore del Re e della polizia, egli va ad annidarsi<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[22]</a></span>
+nel granaio di una casa di campagna presso Meina, in
+riva al Verbano: e istituito un eccellente servizio di
+informatori, pel caso che la polizia fosse venuta a ricercarlo
+lassù, lavora per quasi due mesi, dalle sei di
+mattina alle dodici, spendendo le ore del pomeriggio
+nel consultare i classici e nel prendere note; quelle
+note che poi metterà a piè di pagina, per dimostrare
+che i suoi personaggi non hanno detto un'esclamazione,
+non hanno formolato un pensiero che Aristofane,
+Menandro e i minori comici, Platone, Plutarco, Luciano,
+Aristenete non abbiano espresso quasi con le stesse
+parole. E in quel granaio che serviva per l'allevamento
+dei bachi, il suo spirito non è tutto di Alcibiade
+e degli ateniesi e spartani che formicolavano attorno
+a lui insieme con gli sciti di Patti su l'Ellesponto; il
+padre e un amico lo tengono informato delle cose di
+Milano, degli avvenimenti politici, e dell'improvvisa
+morte del Billia che gli era amicissimo e compagno
+di lotte nei fortunosi tempi di Lissa e Mentana,
+del processo Lobbia e nella redazione del <i>Gazzettino
+rosa</i>, ricordato dai milanesi, credo, ancora con terrore.<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[23]</a></span></p>
+
+<h3>III.</h3>
+
+<p><i>L'Alcibiade</i>, dopo la <i>Sposa di Mènecle</i>, è il lavoro del
+Cavallotti in cui si mostrano meglio certe sue qualità
+di immaginazione e, stavo per dire, di creazione, se
+la parola non potesse sembrare eccessiva trattandosi
+di organismi rimasti a mezzo, più accennati, che sviluppati.
+La vastità del quadro impòstosi lo costringe
+a far questo. I personaggi passano davanti ai nostri
+occhi come le bizzarre figure di un caleidoscopio; non
+abbiamo tempo di fissarle; appariscono e si dissolvono;
+meno il protagonista che è, naturalmente, sempre in
+vista e dà unità all'azione.</p>
+
+<p>Unità però che è aggregamento, non organismo. Sarebbe
+stato meglio, per esempio, che il drammaturgo
+non si fosse scusato di aver confuso in uno due momenti
+della vita del suo eroe, peccato neppur veniale,
+e avesse sviluppato più un carattere genialmente
+concepito e abilmente tratteggiato, quello del parassita
+Cimoto che, da misero ricercatore di pranzi a ufo,
+da punto coscienzioso agente elettorale, come diremmo
+oggi, si eleva a poco a poco ad altezza di eroe nella
+scena finale.<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[24]</a></span></p>
+
+<p>I soldati di Lisandro, circondata la povera casa colonica
+in Frigia dove Alcibiade e i suoi si sono ricoverati,
+vi hanno appiccato il fuoco. Alcibiade tenta
+un'ultima resistenza, ma torna indietro ferito, barcollante,
+quasi soffocato dal fumo. Timandra, la fedele
+cortigiana che è stata il buon genio di lui, lo accoglie
+morente tra le braccia.</p>
+
+<div class="blockquote"><p><span class="smcap">Alcibiade.</span> Timandra, un bacio!... Cimoto, a te la raccomando;
+non distaccarti da lei.</p>
+
+<p><span class="smcap">Cimoto</span> (<i>piangendo e singhiozzando</i>). Oh, mio padrone!
+mio padrone!</p>
+
+<p><span class="smcap">Alcibiade.</span> Quando tornerai in Grecia, di' ad Atene
+che spirai col suo nome su le labbra.... e racconta a
+Socrate come son morto!... Addio!... Ricordati di Alcibiade!
+(<i>ricade e muore</i>).</p></div>
+
+<p>E allora la cortigiana si purifica; vuol morire con
+l'amato, come olocausto alla Dea sotterranea da lei invocata.
+Le fiamme crepitano da ogni parte.</p>
+
+<div class="blockquote"><p><span class="smcap">Timandra.</span> Cimoto, vanne! Le fiamme incalzano! Ancora
+un istante e non sarai più in tempo.</p>
+
+<p><span class="smcap">Cimoto</span> (<i>cupo</i>). E tu?</p>
+
+<p><span class="smcap">Timandra.</span> Io... io compio il sacrificio... ed infioro la
+vittima... vanne! Le fiamme son qui.</p>
+
+<p><span class="smcap">Cimoto.</span> Timandra, hai ben sentito che egli mi ha
+detto di non lasciarti? Dal dì che Alcibiade mi chiamava
+a sè, egli non offerse mai vittima ai Numi, senza<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[25]</a></span>
+che io ne avessi la mia parte. Qui si fa un sacrificio
+in suo onore. <i>Sono il suo parassita.</i> Ci resto!</p></div>
+
+<p>E si avvolge nel suo mantello, attendendo, ritto e
+fermo, che le fiamme lo avvolgano insieme con Alcibiade
+e Timandra.</p>
+
+<p>C'è un: <i>Vanne!</i> c'è un <i>quel dì</i>, e il <i>ci resto</i> che può
+indurre in equivoco, se Cimoto vuol restare <i>suo parassita</i>
+o restare per prender parte al sagrificio: piccoli
+nèi di forma che abbondano in tutti i lavori del Cavallotti
+e che più stonano qui dove la perfezione dello
+stile dovrebbe essere degna del soggetto greco. Ma
+questi nè altri nèi impediscono di ammirare la concezione,
+come l'ammirazione non impedisce di rimpiangere
+che il carattere di Cimoto non abbia potuto disegnarsi
+completamente per giustificare il mutamento avvenuto
+in lui.</p>
+
+<p>Il poeta ha una scusa e l'ha detta: La vastità delle
+proporzioni della tela. Ma è scusa insufficiente. Chi gli
+ha imposto quella vastità? Chi gli ha imposto di dare
+a tutto il suo lavoro una forma vieta, sorpassata,
+quantunque sia stata la forma adottata dallo Shakespeare
+pei suoi drammi che racchiudono parecchi secoli
+della storia d'Inghilterra? Allora certe convenzioni
+erano perdonabili. Lo Shakespeare se ne serviva
+perchè non repugnavano a lui nè ai suoi contemporanei,
+e se ne serviva (bisogna aggiungerlo) da pari suo.<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[26]</a></span>
+Voglio pure ammettere, come larga concessione, che
+il Cavallotti le adoperasse in quella riduzione dell'<i>Alcibiade</i>
+destinata alla rappresentazione; ma avrebbe dovuto
+farle sparire dal lavoro destinato alla lettura. Bisognerebbe
+esaminare minutamente il quarto quadro,
+quello della spedizione in Sicilia, per convincersi quanto
+il Cavallotti abbia abusato di certi mezzucci convenzionali,
+quasi che dallo Shakespeare in qua l'organismo
+drammatico non si sia sviluppato, nè perfezionato
+in niente: quasi sia lecito a un artista del secolo
+XIX ignorare questi svolgimenti e perfezionamenti o,
+per lo meno, disdegnarli.</p>
+
+<p>Per questa ragione <i>La sposa di Mènecle</i> rimarrà il
+miglior lavoro di tutto il teatro cavallottiano, accettato
+il genere a cui appartiene.</p>
+
+<p>Il prologo è una bellissima trovata. Il poeta comico
+Eudemonippo, un Felice Cavallotti greco (<i>eudaimôn</i>, felice,
+<i>ippos</i>, cavallo) ha osato porre in iscena Mènecle, tesmotèta
+due volte, ambasciatore ai Corinti per parte
+degli Ateniesi, governatore in Lesbo, e attribuirgli
+un'azione che, secondo l'accusatore Beoto, <i>capovolgeva
+ogni concetto della famiglia e della virtù</i>. Il poeta è citato
+a difendersi nell'aula del <i>Batrachio</i>, davanti al Tesmoteta
+e ai giudici estratti a sorte. Assistiamo a una
+seduta con arringhe dell'accusatore e dell'accusato, con
+tutte le minute particolarità dei processi giudiziari ateniesi.
+Durante l'ultima parte dell'arringa di Eudemonippo,<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[27]</a></span>
+il Tesmoteta e i giudici dànno visibili segni di
+stanchezza sonnolenta. Quando l'oratore ha finito e si
+leva la corona, il Tesmoteta rialza, scotendosi vivamente,
+il capo.</p>
+
+<div class="blockquote"><p><span class="smcap">Tesmoteta.</span> Finito?... Ah! Passeremo dunque, prima
+dei voti, alla recita della commedia in atti... Or quindi,
+o giudici, l'arringa che udiste...</p>
+
+<p><span class="smcap">Il Cancelliere</span> (<i>additando i giudici</i>). Li ha persuasi. Dormono.</p>
+
+<p><span class="smcap">Tesmoteta.</span> Davvero? (<i>vivamente all'accusato</i>) Recita
+che il momento è buono.</p></div>
+
+<p>E cade la tela.</p>
+
+<p>Nella <i>Sposa di Mènecle</i> i caratteri sono disegnati e
+coloriti con garbo. Quel po' di convenzionalismo che
+qua e là si scorge non giunge a dispiacere; sembra
+un riflesso, un'eco della commedia menandrea arrivati
+a noi a traverso di Plauto e Terenzio, e passati un pochino
+pel Marivaux. Qualche volta il Cavallotti dimentica
+un po' i suoi greci, come nella scena X.ª dell'atto
+terzo, dove Aglae, pur fingendo, pur esagerando, se
+si fosse meglio ricordata della sua origine ateniese dell'anno
+secondo della 100.ª olimpiade, non avrebbe dovuto
+dire:</p>
+
+<p>«&nbsp;Alla mia età, c'è qui dentro un cuore che batte,
+c'è un'anima che ferve, che soffre, che s'irrita, che
+ha bisogno del suo lembo di mondo e di cielo!... E<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[28]</a></span>
+quando la povera anima piange trovandosi al buio, quando
+piange perchè trovasi al chiaro... la <i>si compiange</i>!
+Bel conforto! tenetevelo.&nbsp;»</p>
+
+<p>E infatti qui non c'è nota, non c'è richiamo di testo
+antico di sorta alcuna.</p>
+
+<p>Note e richiami invece troviamo dove forse non erano
+necessari. Non occorrevano un testo di Alessandro
+e un altro di Euripide per giustificare questo dialogo:</p>
+
+<div class="blockquote"><p><span class="smcap">Mènecle.</span> E un amico come te...</p>
+
+<p><span class="smcap">Crobilo.</span> Per tutti e dodici gli dei! Voglio credere!...</p>
+
+<p><span class="smcap">Mènecle.</span> Val più d'un tesoro.</p></div>
+
+<p>Eppure il Cavallotti ha cura di annotare:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Meglio un amico sulla terra e innanzi ai nostri
+occhi che un tesoro sotterra e lungi da noi (Alessandro,
+<i>Citarista</i> fram. 3). Nulla è più prezioso di un amico
+sicuro: nè ricchezze, nè regno. (Euripide, <i>Oreste</i>, v.
+1155).&nbsp;»</p></div>
+
+<p>Il convenzionalismo drammatico apparisce, come ho
+accennato, più evidente nei lavori di soggetto moderno.
+Per la <i>Lea</i>, in un altro prologo a bastanza originale,
+che mette in scena parecchie macchiette di avventori
+del caffè del Teatro Manzoni di Milano &mdash; una
+specialmente caratteristica, quella di Fulvio, ameno e
+onesto <i>boème</i> a cui tanti vogliono bene, autore di libretti
+melodrammatici, sempre in cerca di cinque franchi<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[29]</a></span>
+o di un <i>francobollo</i> che gli fa più comodo invece
+d'un sigaro che gli viene offerto &mdash; il Cavallotti che ha
+profuso prologhi in azione o in versi, per la <i>Lea</i> dunque
+fa dire e dice:</p>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Fulvio.</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">... Eh, mi sembra, scusa se mal mi appiglio,<br /></span>
+<span class="i0">Che il tema abbia la barba lunghetta un mezzo miglio.<br /></span>
+<span class="i0">La va, capisco, al modo di svolgerlo... e poi, se<br /></span>
+<span class="i0">Il tema è vero...<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Autore.</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i7">È storico...<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Fulvio</span> (<i>incredulo</i>).</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i12">Storico?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Autore.</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i16">Eh, altro che!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Ti basti che nei fogli fu raccontato un fatto<br /></span>
+<span class="i0">Preciso tale e quale lo narro al secondo atto.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="center"><span class="smcap">Fulvio.</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ne dicon tante i fogli! E poi non è ammissibile<br /></span>
+<span class="i0">che un fatto, perchè vero, debba anch'esser possibile.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Fulvio avrebbe, forse, voluto dire: possibile in arte,
+cioè reso tale.</p>
+
+<p>E tale non è reso in <i>Lea</i>. Per ciò la catastrofe risulta
+violenta o meglio melodrammatica.<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[30]</a></span></p>
+
+<p>Riccardo Verneda ha rapito Lea ed è andato a passare
+la luna di miele in un villaggio remoto, per sfuggire
+alle ricerche dei parenti di lei che avversano quell'unione.
+La madre di Lea infatti le tende un tranello:
+si finge moribonda e richiama la figlia al letto di
+morte. Riccardo non può impedire ch'ella parta. Lea
+dai suoi genitori vien rinchiusa in un convento.</p>
+
+<p>Riccardo, per otto mesi, ne ricerca invano le tracce,
+e all'ultimo riceve l'atto di morte di lei. Un anno dopo
+egli sposava Ida, e ne aveva un figlio. Passati sette
+anni, proprio il giorno in cui nella villa di Riccardo fanno
+i preparativi per festeggiare il suo onomastico, ecco
+Lea ancora viva, ancora innamorata, miracolosamente
+fuggita dalla sua prigione monastica! Ci vuol poco ad
+accorgersi che arriva terza molto incomoda nella famiglia
+del suo rapitore. Da principio ella vuol farsi
+forte del suo diritto, riprendere il posto di sposa; la
+legge sta dalla parte di lei. Ma un grido del figlio di
+Riccardo: &mdash; <i>Mamma! Mamma! Non piangere!</i> &mdash; e un rimprovero
+rivolto a lei, Lea: &mdash; <i>Signora cattiva, se facessero
+piangere la mamma tua...</i> &mdash; le mutano a un tratto il cuore.
+Anche lei ha fatto piangere la sua mamma fuggendo
+dalla casa paterna con un uomo, e l'ha fatta
+morire di dolore! Quel che ora, ritrova, dopo sette anni,
+è il suo gastigo. Riccardo le si getta ai piedi:</p>
+
+<div class="blockquote"><p><span class="smcap">Riccardo.</span> Lea!... perdonami!</p>
+
+<p><span class="smcap">Lea</span> (<i>chinandosi su lui e prendendogli la testa nelle mani,<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[31]</a></span>
+gli susurra all'orecchio con accento rapido a fior di
+labbra</i>).</p>
+
+<p>Mi ami ancora?... Mi ami?</p>
+
+<p><span class="smcap">Riccardo.</span> Sì.</p>
+
+<p><span class="smcap">Lea</span> (<i>c. s.</i>). Verresti meco?</p>
+
+<p><span class="smcap">Riccardo.</span> Sì.</p>
+
+<p><span class="smcap">Lea.</span> Ah! era ciò che volevo!... Ora sì che l'andarsene
+è bello! No, no... Vivi a tuo figlio! Il passato sta
+nella tomba... Ebbe torto ad uscirne... e ci ritorna!</p></div>
+
+<p>E si precipita dal balcone prima che Riccardo potesse
+trattenerla.</p>
+
+<p>In tutte le sue produzioni di soggetto moderno non
+c'è un carattere, una figura che possa star a paro col
+<i>Cimoto</i> dell'<i>Alcibiade</i>; non c'è una scena che si elevi
+dalla mediocrità, che possa attestare una concezione,
+uno svolgimento fatti con elevate intenzioni di arte e
+con novità di tecnica. Alessandro Dumas il giovane,
+l'Augier, insomma, l'arte moderna è rimasta come
+non avvenuta per lui. Nè la stessa <i>Sposa di Mènecle</i> è
+tal lavoro che possa lasciare una lieve orma nella storia
+dell'arte drammatica, anche restringendoci alla sola
+arte drammatica italiana. Un lavoro che, pur attaccandosi
+al passato, non porge addentellato per l'avvenire,
+è cosa nata morta.</p>
+
+<p>Componiamolo nel sepolcro, e la terra gli sia lieve.<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[32]</a></span></p>
+
+<h3>IV.</h3>
+
+<p>E ripensando all'eccessiva scrupolosità delle note ai
+suoi tre lavori di soggetto greco (<i>Nicarete</i> non ho potuto
+vederlo, credo non sia stato ancora pubblicato) voglio
+qui rammentare un tratto caratteristico dell'uomo,
+l'unica volta che l'ho conosciuto da vicino, due anni fa.</p>
+
+<p>Facevo parte, col Panzacchi e lui, della commissione
+esaminatrice degli scritti per la gara finale dei Licei
+del regno, nella quale il Ministero della Istruzione pubblica
+concede una medaglia di oro. Ci riunivamo in una
+sala della Minerva due volte il giorno. Gli scritti da
+esaminare erano una sessantina. Il Panzacchi aveva
+fretta di tornare in Bologna, e appena gli capitava in
+mano uno scritto che dalle prime tre o quattro pagine
+si palesava molto mediocre, tale da non presentare
+nessuna probabilità di esser preso in considerazione,
+subito proponeva:</p>
+
+<p> &mdash; Smettiamo di andare avanti; non perdiamo il nostro
+tempo.</p>
+
+<p>Io ero di accordo con lui; ma il Cavallotti si affrettava
+a dire, quasi balbettando:</p>
+
+<p> &mdash; No, no! Chi sa?... Vediamo. E poi, è dovere nostro.<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[33]</a></span></p>
+
+<p>Si leggevano altre due, tre, quattro pagine; il lavoro
+peggiorava.</p>
+
+<p>Il Panzacchi, impaziente, alzando le spalle, brontolava:</p>
+
+<p> &mdash; Ma insomma, che dobbiamo più vedere? Non va.
+Smettiamo, passiamo a un altro.</p>
+
+<p>Io ero di accordo con lui. Ma il Cavallotti insisteva:</p>
+
+<p> &mdash; Ancora un po'. Chi sa?... Non precipitiamo il nostro
+giudizio...</p>
+
+<p>E quando si era finito di leggere, il Panzacchi protestava:</p>
+
+<p> &mdash; Hai visto? Ti sei persuaso che noi due avevamo
+ragione? E così abbiamo perduto due preziose ore di
+tempo!</p>
+
+<p> &mdash; Non importa. Ora sono tranquillo.</p>
+
+<p>E per giustificare le sue esitanze, soggiungeva:</p>
+
+<p> &mdash; C'è del buono, qua e là: ha un concetto patriottico...
+È vero?</p>
+
+<p>E si rivolgeva a me che, sorridendo tranquillo e rassegnato,
+rispondevo:</p>
+
+<p> &mdash; Il patriottismo non è una ragione per malmenare
+la lingua e lo stile.</p>
+
+<p>E si passava a un altro scritto; e si tornava rifare
+la stessa scena, quasi con le stesse parole, e con identico
+risultato. E non ci fu caso che l'esperienza di
+otto o nove scritti inducesse il Cavallotti a cedere, a
+non andare fino in fondo.</p>
+
+<p>Faceva di più: nelle ore pomeridiane tornava alla<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[34]</a></span>
+Minerva un'ora prima dell'ora fissata. Aveva paura
+che non si fosse lasciato illudere da una lettura frettolosa,
+da una discussione in cui non avesse saputo
+tener testa contro il Panzacchi e me, e tornava a rileggere
+da solo quegli scritti. Il giudizio non mutava,
+ma egli si sentiva più tranquillo. E al nostro arrivo,
+ci rileggeva qualche brano non mal riuscito, specialmente
+quelli dove lo studente aveva infilato una serie
+di belle frasi patriottiche.</p>
+
+<p> &mdash; Peccato! Se fosse andato avanti così!</p>
+
+<p> &mdash; Tu hai tempo da perdere! &mdash; tuonava baritonalmente
+il Panzacchi, e rideva.</p>
+
+<p>Rideva anche lui, il Cavallotti, e poco dopo eravamo
+daccapo:</p>
+
+<p> &mdash; Vediamo!... Chi sa?... Forse, avanti...</p>
+
+<p>Pareva un'esagerazione, una posa, e non era. Proprio
+come sembrano un'esagerazione, una posa da erudito
+quelle note, quei riscontri, quelle citazioni a piè
+di pagina, che raddoppiano e anche triplicano il volume
+dell'<i>Alcibiade</i> e quello dei <i>Messeni</i> e della <i>Sposa
+di Mènecle</i> nell'edizione del Reggiani.</p>
+
+<p>Io credo che il Cavallotti sia stato, tra gli autori
+drammatici italiani, colui che abbia ricavato un maggior
+compenso dai suoi lavori. Mi è stato detto che
+non si contentava dei decimi; richiedeva anticipazioni
+a fondo perduto, sicuro che le sue commedie e i
+sui drammi potevano contare su la benevolenza del<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[35]</a></span>
+pubblico. Non sarà malignità aggiungere che l'influenza
+dell'uomo politico giovava all'autore drammatico,
+ma stimo che si possa aggiungere ch'egli non la sfruttasse
+per progetto. La politica s'infiltrava, non ostante
+la puritaneria di lui, nei larghi successi dei suoi lavori.
+La misera fine dell'autore ha prodotto in questi mesi
+una rifioritura di rappresentazioni e di successi clamorosi.
+Le ragioni dell'arte però non hanno niente che vedere
+con essi. <i>Le Rose bianche</i>, <i>Lea</i>, <i>Le lettere di amore</i>,
+<i>Agatodemon</i>, il <i>Povero Piero</i>, non vivranno. Dei <i>Pezzenti</i>
+e dell'<i>Agnese</i>, drammoni in versi, non è da parlare.</p>
+
+<p>La sera d'ogni prima rappresentazione il Cavallotti
+aveva la febbre; sembrava quasi stèsse per ammattire.
+A ogni impuntatura di attore, trasaliva, si agitava convulso,
+si arrampicava a una quinta, mandava fuori
+qualche moccolo, si versava intere catinelle di acqua
+fredda su la testa.</p>
+
+<p>Alle prove, non era meno agitato. Un suo amico narra
+piacevolmente:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Bisogna sentirlo ora come legge le sue commedie,
+e come rifà la parte dell'<i>amoroso</i> o del <i>primo attore</i>,
+servendosi alternamente dei suoi due registri vocali.
+Vedetelo là adesso, piantato a gambe larghe nel centro
+della scena &mdash; come direttore sceno-tecnico preferisce
+il <i>centro</i> alla <i>sinistra</i>, che gli spetterebbe &mdash; togliendo
+al suggeritore la vista degli attori, che pendono dalle<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[36]</a></span>
+sue labbra; vedetelo rosso in viso, con lo sguardo
+intento e l'orecchio teso ad ascoltare, tormentando
+quell'infelice baffo destro, che deve alla sua posizione
+topografica sotto il naso il continuo esercizio depilatorio,
+al quale, non so come, resiste, con meraviglia del suo
+omonimo fortunato di sinistra.</p>
+
+<p>«&nbsp;Ora sentitelo: interrompe la prova con un formidabile &mdash; <i>No!</i> &mdash; e
+si sforza di recitare a memoria, e
+con la dovuta intonazione, il periodo che qualche attore
+non ha inteso bene o gli ha storpiato; ma nella
+foga, spesse volte, replica ripetutamente una mezza
+frase che non riuscì a tirargli in mente l'altra metà.
+Allora si arrabbia con sè stesso, suda, si sbottona il
+vestito, getta via il cappello e strappa il copione dalle
+mani del suggeritore. Quando poi, con la scorta del
+manoscritto, ha rimesso in tono e raddrizzato i periodi,
+respira, si asciuga il sudore, si riabbottona, cerca il
+cappello, lo rimette nella consueta posizione e torna
+al posto&nbsp;».</p></div>
+
+<p>Lo stesso amico, a proposito della prima rappresentazione
+dei <i>Pezzenti</i> a Milano, racconta il seguente aneddoto:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Il <i>Conte di Rysdal</i> dorme in una delle due celle
+occupanti la scena. Svegliatosi, deve recitare una preghiera.
+Alzatosi il sipario, arrivato il momento, l'attore
+incaricato della parte non si move, non dà segno
+di vita. Il Cavallotti, che poco prima non aveva saputo<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[37]</a></span>
+spiegarsi un rumoroso e cadenzato respiro, al mormorio
+del pubblico capì subito di che si trattava. Slanciarsi
+contro lo scenario di fondo, darvi un solennissimo
+pugno accompagnato da un rabbioso e meneghino:
+<i>Porco sciampin!</i> e rompere il sonno al malcapitato attore
+fu tutt'uno! Il pubblico non si accorse di niente
+e la rappresentazione proseguì senz'altri incidenti.&nbsp;»</p></div>
+
+<h3>V.</h3>
+
+<p>Probabilmente, nella lirica Felice Cavallotti non lascerà
+orma più profonda che nell'arte drammatica.
+Il <i>Libro dei versi</i> è quasi il suo testamento poetico e
+una piccola biografia insieme, divisa in sei parti con
+titoli diversi: <i>La mia Arte</i>, <i>Il mio Paese</i>, <i>La mia casa</i>,
+<i>Sogni e sorrisi</i>, <i>Malattie</i>, <i>Ricordi scenici</i>. Dal volume delle
+<i>Poesie</i>, dalle <i>Anticaglie</i>, dai drammi e dalle commedie,
+dove il Cavallotti non ha mancato mai d'introdurre
+qualche personaggio che scrive o recita versi,
+da riviste e giornali, fin da galanti ventagli, egli ha
+scelto, secondo il consiglio del suo editore Aliprandi &mdash; com'egli
+narra nella prefazione &mdash; quei componimenti
+<i>che il cuore ripete più volentieri, quelli ai quali egli vuol
+più bene, non perchè migliori degli altri, ma anche perchè,
+a differenza degli altri, vi è appiccicato della sua vita</i>,<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[38]</a></span>
+un qualche cosa <i>il cui ricordo lo fa triste ed allegro, una
+qualche memoria che il tempo non ha cancellato</i>.</p>
+
+<p>E di questa prefazione è notevole la chiusa:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Questo libro vorrebbe essere, per ciò che rispecchia,
+un libro <i>sui generis</i>: il libro cioè che il poeta,
+passato per molte lotte, arrivato a un dato punto della
+via, quando il crepuscolo si avanza, vorrebbe trovare
+vicino a sè nell'ora dell'andarsene, e lasciare di sè
+e dell'opera propria &mdash; quando il resto andasse perduto &mdash; come
+il più sereno dei ricordi, al figliuolo, come lui
+nato ad amare, come lui nato a lottare. E cioè vorrebbe
+essere come la sintesi di tutta una produzione lirica,
+in rispetto unicamente al soffio che l'animò, ai sentimenti
+che la destarono; un libro vissuto, il compendio
+in versi della memoria di un poeta. Ivi non saranno
+tutte le battaglie combattute: ma echi delle note
+che squillarono in tutte; ivi non saranno tutti i sogni
+sognati, ma parole e lavoro dei sogni che il poeta più
+amò. Sicchè coloro che non sciuparono il tempo nel tener
+dietro alla varia sua opera o nel leggere i volumi suoi
+possan dire, senza errore, di conoscerlo da questo: e
+quando ci sia passato fra i più, e data la molta sua
+suppellettile all'oblio, gli sorrida la lusinga di vivere
+in taluna almeno di queste pagine, e che a qualcuna
+di esse si arresti il sorriso di labbra gentili o il pensiero
+di qualche anima buona.&nbsp;»</p></div>
+
+<p>Malinconiche parole che rendono pensosi e inducono
+a credere che un confuso presentimento della sua prossima<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[39]</a></span>
+fine attristasse l'animo del poeta, se si ricordano
+le altre parole riferite dai giornali e da lui rivolte a
+un suo collega di deputazione poche ore prima dello
+infausto duello: <i>Prepàrati a fare anche la mia commemorazione!</i></p>
+
+<p>Certamente in questo volume sono raccolti i versi
+del Cavallotti che più volentieri si rileggono. Con bonomia
+tutt'ambrosiana, nell'autunno dell'anno scorso,
+<i>in faccia agli ultimi raggi del sole che indoravano la collina
+di Dagnente, fra due bicchieri di ottimo Miradolo</i>, il
+suo editore &mdash; com'egli riferisce &mdash; gli diceva:</p>
+
+<p> &mdash; Quei <i>versi lì</i>, così a naso, mi pare che sian
+quelli che si capiscono di più e che girano meglio per
+le mani della gente. Lei ha gridato tanto la croce contro
+i versi che la gente non capisce!...</p>
+
+<p>E sembra che abbia voluto dirgli:</p>
+
+<p> &mdash; Negli altri suoi versi c'entra troppa politica, troppa
+partigianeria. Nati in circostanze eccezionali, hanno
+tutti i difetti delle produzioni che prendono occasione
+di un fatto politico particolare, di cui, nel momento
+che esso avviene, non si può dare un giudizio equo e
+sereno. Quando sopravvengono altri fatti che lo commentano
+e lo spiegano, la spiegazione e il comento
+affrettati, monchi, ingiusti ne diminuiscono il valore,
+specialmente se quei versi non hanno tale eccellenza
+di forma da ridurli immortali. Lasciamo che li ricerchino
+coloro che vorranno rintracciarvi i sentimenti e<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[40]</a></span>
+le idee dell'uomo politico. Costoro non si arresteranno
+a un'epoca, frugheranno qua e là, potranno cavarsi il
+gusto di trovare il poeta di un tempo in contraddizione
+con quello di tempi posteriori. E avranno torto di
+scandalizzarsi di certe contraddizioni tra i sentimenti e
+le idee del giovane e quelli dell'uomo maturo &mdash; l'uomo
+tutto di un pezzo è quasi innaturale &mdash; purchè gli entusiasmi
+di una volta non siano meno sinceri degli entusiasmi
+di dopo. La politica è deleteria. Lo sa per
+prova un altro poeta. Pochi critici riescono a mantenersi
+nei limiti della discussione puramente letteraria,
+quando un concetto estraneo all'arte vi si è infiltrato
+per dividerne gli animi, per eccitarli, per offuscare le
+menti. Se occorrerà, se la forma ha avuto tanta potenza
+da elevare la poesia di circostanza, anche appassionata,
+anche ingiusta, anche maligna, a un'altezza
+sublime; se occorrerà, se sarà il caso, quando le passioni,
+gli eccitamenti, gli odii, i rancori, le invidie troppo
+personali non turberanno più gl'intelletti, la critica
+saprà fare e farà il dover suo, guarderà soltanto l'opera
+d'arte e la giudicherà unicamente come tale. Diamo
+per ciò tempo al tempo. Intanto facciamo un volume
+che riveli l'uomo nel poeta, o meglio, il poeta nell'uomo,
+se c'è; è più prudente, più pratico. &mdash; </p>
+
+<p>Ecco quel che mi è parso d'intravedere in quelle
+parole di bonomia tutt'ambrosiana, e che ho riferito
+apposta perchè anche io non voglio ricercare il poeta<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[41]</a></span>
+lirico nei canti politici, ma circoscrivermi a studiarlo
+nel <i>libro dei versi</i>.</p>
+
+<p>Non già che qui siano soltanto componimenti con contenuto
+dove la politica non faccia capolino e non lo
+invada intero con tutti i suoi sdegni, con tutte le sue
+ire, con tutte le sue contraddizioni; sarebbe quasi un
+miracolo, trattandosi di un uomo come il Cavallotti.</p>
+
+<p>E a Giuseppe Garibaldi egli dirà:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"><i>Altra Italia sognavi!</i> un'altra meta<br /></span>
+<span class="i2">Accarezzavi nell'ingenua testa!<br /></span>
+<span class="i2">Povero vecchio! il desiderio acqueta!<br /></span>
+<span class="i2">Ecco l'Italia dei tuoi sogni è questa!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Non pei suoi figli, tu ne' giorni rei<br /></span>
+<span class="i2">Dolce speravi d'<i>una patria</i> il vanto?<br /></span>
+<span class="i2">Vuota formola Italia or più non sei,<br /></span>
+<span class="i2">Tutto ora copri del tuo nome santo.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Guarda le nude, le tetre pareti!<br /></span>
+<span class="i2">Chiudono ancor le squallide <i>dimore</i><br /></span>
+<span class="i2">I generosi, i matti ed i poeti...<br /></span>
+<span class="i2">Ma almen veglia alla porta il tricolore!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Ve' tra gli inermi, come un dì, si sbranca<br /></span>
+<span class="i2">Torma di sbirri per le dense strade!<br /></span>
+<span class="i2">Lavorano le daghe a dritta e a manca...<br /></span>
+<span class="i2">Ma almeno, almeno, son d'Italia <i>spade</i>!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Oh dolce orgoglio! Non più lo straniero<br /></span>
+<span class="i2">C'insulta nei cruenti parapiglia!<br /></span>
+<span class="i2">Le prepotenze son le stesse, è vero...<br /></span>
+<span class="i2">Ma almeno, almeno, son fatte in famiglia!<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[42]</a></span></div></div>
+
+<p>La forma non eleva l'ironia troppo volgare; e questo
+difetto fa pensare che gli Dei hanno voluto bene
+al poeta, evitandogli il pericolo di esser ministro e di
+trovarsi in circostanze che avrebbero permesso, a qualche
+altro non meno volgarmente, di ripetere che anche
+sotto il <i>governo di lui</i> altri generosi, altri matti ed
+altri poeti, o pretesi generosi, o pretesi matti e poeti,
+come si vorrà, avevano abitato le <i>squallide dimore</i>; che
+altre daghe non meno sbirresche avevano lavorato a
+dritta e a manca per le <i>dense strade</i>; giacchè la politica
+gioca simili e peggiori tiri ai suoi adepti, e non
+c'è abilità che possa evitarli.</p>
+
+<p>Nella poesia <i>Dijon</i>, in morte del fratello Giuseppe,
+egli si lascerà sfuggire:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Oh, la notte che all'Alpi scoscese,<br /></span>
+<span class="i2">Solo, in vetta, sostando fra i geli,<br /></span>
+<span class="i2">Lungi il guardo <i>oltre i limpidi cieli</i><br /></span>
+<span class="i2">Sospingevi la Francia a cercar<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Di che lauri mai fosse cortese<br /></span>
+<span class="i2"><i>Questo</i> suol che a difender volavi,<br /></span>
+<span class="i2">E qual messe superba ignoravi<br /></span>
+<span class="i2">Tanto sangue dovesse inaffiar!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Non pensasti la gallica boria.<br /></span>
+<span class="i2">Curva ancor sotto l'asta germana,<br /></span>
+<span class="i2">Pei <i>tornati</i> guerrier di Mentana<br /></span>
+<span class="i2">Ritrovante l'oltraggio di un dì;<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">E spartirsi l'ausonia vittoria<br /></span>
+<span class="i2">Quei che al Prusso voltarono il dorso.<br /></span>
+<span class="i2">E i paffuti fuggiaschi del Còrso<br /></span>
+<span class="i2">Scagliar fango a chi vinse e morì!<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[43]</a></span></div></div>
+
+<p>E annoterà: <i>Non è inutile per la storia il rammentare
+di che gratitudine imperialisti, legittimisti, pseudo-repubblicani
+e clericali rimeritassero in Francia il soccorso magnanimo
+del vinto di Mentana</i>. Ma sùbito la politica della
+sua parte repubblicana gli farà soggiungere: «&nbsp;<i>Per
+fortuna</i>... il <span class="scp">VERO POPOLO FRANCESE</span>... <i>ricorda con ammirazione
+e gratitudine il nome del vincitore di Dijon</i>,&nbsp;» quasi
+imperialisti, pseudo-repubblicani, legittimisti e clericali
+non appartenessero al <span class="scp">VERO POPOLO FRANCESE</span> e non ne
+formassero la maggioranza!</p>
+
+<p>Sarà meglio rifuggiarsi spassionatamente nella critica
+letteraria e, innanzi tutto, prender nota di una preziosa
+confessione del poeta:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">A me polito e terso<br /></span>
+<span class="i2">Nel furiar de l'ore<br /></span>
+<span class="i2">Non concessero il verso<br /></span>
+<span class="i2">Le Pierie canore:<br /></span>
+<span class="i2">E di squisiti carmi<br /></span>
+<span class="i2">E d'armonia gentil<br /></span>
+<span class="i2">L'estro ignorò fra l'armi<br /></span>
+<span class="i2">Il delicato stil.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="indr">(<i>La lucerna di Parini</i>).</p>
+
+<p>Infatti, proprio nel componimento che inizia il volume,
+nella prima strofa, c'imbattiamo in questi versi:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ma già già l'ombre <i>fasciano</i> il piano,<br /></span>
+<span class="i2">Espero luccica ne lo zaffiro...<br /></span>
+<span class="i2">Il lampionaio comincia il giro<br /></span>
+<span class="i2">Per i <i>viottoli</i> de la città!<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="indr">(<i>Tramonto</i>).</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[44]</a></span></p>
+<p>E nell'ultima strofa:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Or tu, fanciulla, che nel tripudio<br /></span>
+<span class="i2">Dei cari aprili mi chiedi un canto,<br /></span>
+<span class="i2">Tu, se dell'arte gentile incanto<br /></span>
+<span class="i2">Perenne fascino rida a' tuoi dì.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Nei tardi vesperi, su questa pagina<br /></span>
+<span class="i2">Se un melanconico sguardo ritorni,<br /></span>
+<span class="i2">Del fior più bello che il crin t'adorni<br /></span>
+<span class="i2">Lieve una foglia <i>posala</i> qui.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E più in là in questi altri, nella lirica <i>Alla Doccia
+perenne di Dagnente</i>:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ecco, or <i>fantasima somiglio bianca</i><br /></span>
+<span class="i2">Che vada errando per la montagna...<br /></span>
+<span class="i2">Di qualche morto l'anima stanca<br /></span>
+<span class="i2">Che di <i>alcun</i> torto forse si lagna...<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Senti, Giovanni, quando in lenzuolo<br /></span>
+<span class="i2">Simile a questo porranmi un dì,<br /></span>
+<span class="i2">In qual sia trovimi lontan suolo<br /></span>
+<span class="i2">Di' la <i>mia bara</i> la portin qui.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Non voglio affermare che uguale trascuratezza s'incontri
+in tutte le sue liriche, ma è raro che qualcosa
+di trasandato, di dimesso, di comune non dia a quasi
+tutte l'aria di facili improvvisazioni. I metri troppo
+musicali lo affascinano, lo fanno trascorrere, gl'impediscono
+di scegliere fra le tante immagini che gli si
+presentano davanti, di indugiare su un aggettivo, di<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[45]</a></span>
+esitare intorno a una rima. L'eccitazione lo spinge innanzi
+senza dargli tempo di voltarsi addietro; le strofe
+sgorgano una appresso all'altra, lusingandogli l'orecchio,
+ed egli cede volentieri alla loro malìa.</p>
+
+<p>Certe volte la trovata è geniale, ma la verbosità per
+poco non la sciupa; è gentile, ma fa rimpiangere che
+la forma non sia gentile altrettanto. La sincerità spesso
+lo salva, giacchè dov'egli appare anche più manierato
+si mostra pure sincero. In bocca a un altro questa
+strofa oggi farebbe ridere:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Oh melodi! o fantasime<br /></span>
+<span class="i2">Superbe del pensiero!<br /></span>
+<span class="i2">Santi dell'Arte fascini.<br /></span>
+<span class="i2">Caste Pimplee del Vero!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Triste chi osò di adùlteri<br /></span>
+<span class="i2">Amplessi i vostri altar,<br /></span>
+<span class="i2">Di servil carme i dèlubri<br /></span>
+<span class="i2">Di Pindo profanar.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>In bocca sua fa appena sorridere, perchè c'è sempre
+un dissidio tra la sua forma e il suo concetto, quasi
+egli abbia gettato addosso a questo la prima veste
+capitatagli sotto mano, senza badare se gli si attaglia
+o no; forse, per la convinzione che il concetto, bene o
+male, più o meno efficacemente, si farà intendere; e
+questo gli sembra l'importante.</p>
+
+<p>Infatti le naturali attitudini del suo ingegno sono
+ricche: l'impeto, lo slancio, la commozione, la tenerezza,<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[46]</a></span>
+il sorriso, l'ironia, la satira violenta si alternano,
+si mescolano, si confondono con vena abbondante.</p>
+
+<p>Quella monotonia che scorrendo il volume si fa vivamente
+sentire è più nei mezzi ch'egli adopra, che
+non nella sostanza; nel verso, nel metro, nella costruzione
+della strofa, e anche un po' nella concezione generale.
+Si vede bene che, se egli non avesse avuto
+troppa fretta, se non avesse sentito alle spalle l'urgenza
+di altre bisogne specialmente politiche, l'opera
+sua avrebbe potuto riuscire assai ben diversa. Ma a
+lui, che scorge soltanto gli eccessi di certe ricerche di
+stile e giustamente le sdegna, anche il <i>limæ labor</i> sembra,
+o almeno pare che sembri, un eccesso. E perciò
+si fa dire dalla Musa:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Fra pergamene logore, astruse<br /></span>
+<span class="i2">Che andresti, misero vate, cercando?<br /></span>
+<span class="i2">Astrusi ritmi, strofe confuse,<br /></span>
+<span class="i2">Gergo dai vivi fuggito in bando?<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Odon gli stitici metri di notte<br /></span>
+<span class="i2">L'ombre: <i>te i cuori ch'odano io vo'</i>:<br /></span>
+<span class="i2">O scegli il plauso di scimmie dotte,<br /></span>
+<span class="i2">O scegli i baci ch'io sola do.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="indr">(<i>L'Addio alla Musa</i>).</p>
+
+<p>Ma forse quand'egli rimpiange, con insolita bellezza
+di forma,<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[47]</a></span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">I bei razzi lucenti<br /></span>
+<span class="i2">Lanciantisi alle stelle,<br /></span>
+<span class="i2">In fasci aurei spioventi<br /></span>
+<span class="i2">E in scintillanti fior!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Per mille goccie belle<br /></span>
+<span class="i2">Di color mille splende<br /></span>
+<span class="i2">La pioggia ignea... discende<br /></span>
+<span class="i2">Lenta ne l'aria... e muor<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>nella quale felicissima immagine adombra i fervidi giovanili
+sogni che</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Spingean superbi voli<br /></span>
+<span class="i2">Incontro all'avvenir:<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>forse egli pensa quel che sarebbe stata l'opera sua
+letteraria, soggiungendo con amarezza:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Luce più lunga ed altro<br /></span>
+<span class="i2">Solco <i>ne</i> l'aria scura<br /></span>
+<span class="i2">S'era il mio cor più scaltro<br /></span>
+<span class="i2">Segnato avria il cammin!<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Cercando la ventura<br /></span>
+<span class="i2">Per altre vie gioconde,<br /></span>
+<span class="i2">Avria più liete sponde<br /></span>
+<span class="i2">Raggiunto il mio destin!<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E altri rimpianti, e altri dubbi intorno alla vitalità
+dell'opera sua gli sfuggono frequentissimi, assieme con
+accenni al riposo finale, quando il suo cuore avrà cessato<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[48]</a></span>
+di battere e la sua mente di lottare. E questo
+senso di scoraggiamento e di tristezza rende simpatico
+l'uomo anche a coloro che non amavano il partigiano
+politico e il polemista irruente. L'arte non è eccelsa,
+ma il carattere fa impressione; e qualche volta anche
+la persona prende rilievo e apparisce viva, come nella
+lirica <i>I miei discorsi alla camera</i>.</p>
+
+<p>Egli si leva a parlare:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">E sovra italiche labi e vergogne<br /></span>
+<span class="i2">De l'ire chiuse puntando l'arco<br /></span>
+<span class="i2">L'aspra parola, frenata al varco.<br /></span>
+<span class="i2">Tenta di arguzie vestita uscir.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ma i <i>forse</i>, i <i>quasi</i>, i periodi corretti, i cauti motteggi
+gli sembrano una triste concessione, una viltà; e la
+parola scatta arroventata.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ma inquieto l'occhio del presidente<br /></span>
+<span class="i2">Attento, vigile sopra <i>gli</i> sta,<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Fatto a l'orecchio la man riparo<br /></span>
+<span class="i2">Ansio ogni sillaba segue il vegliardo;<br /></span>
+<span class="i2">Or bieche lancia<i>gli</i> rampogne il guardo,<br /></span>
+<span class="i2">Ora par preghi<i>lo</i>...: Per carità!<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ed egli s'infrena, s'infrena; e il Biancheri lo ringrazia
+sorridendo. Ma di là a poco, una forte scampanellata:<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[49]</a></span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Allora... allora... dal cor profondo<br /></span>
+<span class="i0">Un <i>non so cosa</i> sal di molesto...;<br /></span>
+<span class="i0">E la man destra fa un certo gesto...<br /></span>
+<span class="i0">Come di cetra corde toccar.<br /></span>
+<span class="i0">Conclude in furia... finisce il fondo<br /></span>
+<span class="i0">De l'acqua e zucchero... poi corre via...<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E infatti parrà di vederlo a tutti coloro che hanno
+assistito a qualcuna delle sue sfuriate parlamentari.</p>
+
+<p>E per questa schiettezza di rappresentazione che ci
+mostra il poeta calmo, sorridente, in un momento di
+galanteria anzi di <i>marivaudage</i>, certe sue poesie minori,
+riunite nella parte IV appunto sotto il titolo di <i>Sogni
+e Sorrisi</i>, hanno probabilità di vita più lunga delle
+altre, anche perchè più accarezzate, in grazia forse
+della serenità del momento, dal lato della forma.</p>
+
+<p>Oh, egli sa benissimo di essere stato un combattente,
+un agitato, un inesorabile; e la sua coscienza gli
+fa prevedere che neppur quando sarà morto i suoi avversari
+gli daranno pace! Ma egli protesta, e invoca
+l'amico <i>Primo</i>... perchè difenda la sua memoria dalle
+bieche <i>ingiurie</i> che tenteranno di <i>sterpare i fiori dalla
+sua fossa</i>:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Tu, che da questi carmi udirai<br /></span>
+<span class="i2">Note a te fremere pugne dal cor,<br /></span>
+<span class="i2">Tu al buon Tersite dirlo potrai<br /></span>
+<span class="i2">Se furon tinti del suo livor.<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[50]</a></span><br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Tu che gli sdegni vedevi e l'ire,<br /></span>
+<span class="i2">E il giambo uscirne, beffardo suon,<br /></span>
+<span class="i2">Tu al buon Tersite lo potrai dire<br /></span>
+<span class="i2">Se vi eran lagrime nella canzon!<br /></span>
+</div></div>
+
+<p class="indr">(<i>A l'amico Primo...</i>)</p>
+
+<p>E quantunque questi versi siano del giugno 1879,
+non mi è parso inopportuno ripeterli come chiusa di
+questo scritto.<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[51]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[53]</a></span></p>
+<h2><a name="ALFONSO_DAUDET" id="ALFONSO_DAUDET"></a>ALFONSO DAUDET</h2>
+
+<p>Da quasi dieci anni Alfonso Daudet sopravviveva a
+se stesso. I suoi intimi affermavano che la spinite da
+cui era reso mezzo inerte il suo corpo non aveva menomamente
+intaccato le facoltà intellettuali di lui; ma
+gli ultimi libri pubblicati mostravano una stanchezza,
+un affievolimento di forze che smentivano presso gli
+ardenti ammiratori la pietosa bugìa. Per ciò, oggi, al
+dolore per la perdita dell'autore prediletto si è mista
+la pietà per l'uomo che ha cessato di soffrire.</p>
+
+<p>La natura e le circostanze lo avevano colmato di
+doni. Alla bellezza fisica si accoppiavano in lui un'immaginazione
+vivacissima, una sensibilità squisita, quasi
+femminile, una geniale padronanza della forma letteraria,
+un felicissimo intuito dell'opportunità, una sempre
+giovanile freschezza di impressioni, di slanci di
+buon umore, di malizia e di birichineria. Nato poeta,
+le necessità della vita lo avevano fatto smarrire tra i<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[54]</a></span>
+romanzieri; e c'era voluta una gran forza di volontà
+e di ostinazione per guadagnarsi e mantenersi fra essi
+il posto che ha occupato per parecchi anni.</p>
+
+<p>Pochi scrittori hanno avuto, come lui, la rara facoltà
+di impossessarsi delle anime, di compenetrarsi con
+loro, di ispirare la profonda simpatia che mette all'unisono
+il cuore dello scrittore con quello dei lettori. I
+suoi stessi difetti lo aiutavano in questo. L'eccesso di
+colorito, la mancanza di proporzioni e di equilibrio, le
+trascuratezze apparenti o volute di molte parti dei suoi
+lavori avevano un incanto particolare, di bizzarra noncuranza,
+di imprudenza gioconda. Si perdonava facilmente
+ogni cosa a colui che ci commoveva con le sue
+novelline, che ci interessava e ci sbalordiva con la magnificenza
+delle sue descrizioni, con la passione e coi
+casi dei personaggi dei suoi romanzi. In Francia gli
+han perdonato fin le sgrammaticature; e il giorno che
+qualcuno, nella <i>Vie moderne</i>, si compiacque di una lunga
+spulciatura pedantesca dell'<i>Immortel</i>, i lettori francesi
+non gli badarono, e continuarono a leggere e ad ammirare
+il Daudet, sospirando forse: Ne avessimo parecchi
+di simili scrittori sgrammaticati! Giacchè egli,
+come tutti gli artisti di razza, si era creato una lingua
+tutta sua, uno stile vivo, pieno di efficacia drammatica,
+che non somigliava a quello di nessun altro. Se la grammatica
+non ci trovava il suo conto, peggio per lei.</p>
+
+<p>Eppure quella deliziosa facilità era frutto di paziente<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[55]</a></span>
+fatica. Le novelline di poche pagine gli costavano
+otto giorni di lavoro. La lucidezza e il fremito della
+sua frase risultavano da una cesellatura amorosa, paziente
+che voleva raggiungere a ogni costo la perfezione.
+Quando si parla di lingua e di grammatica, bisognerebbe
+sempre rammentarsi che il Fénelon ha detto
+del Molière, da lui tanto ammirato come autor comico:
+<i>Ah, se Molière sapesse scrivere!</i> E il Molière oggi
+è un classico.</p>
+
+<p>Alfonso Daudet ha avuto tutte le fortune, non ultima
+quella di non accorgersi di morire.</p>
+
+<p>Autore dell'<i>Immortel</i>, satira spietata ed eccessiva
+dell'Accademia francese, esecutore testamentario del
+De Goncourt per l'altra Accademia dei Dieci che dovrebbe
+essere il contr'altare dell'Accademia dei Quaranta,
+gli era toccata ultimamente anche la consolazione
+di un primo sfavorevole giudizio dei tribunali
+verso gli avidi eredi del fondatore. E forse dalle sue
+belle labbra, convulse per gli atroci dolori che gli rodevano
+le ossa, uscivano inesorabili epigrammi contro
+i quaranta <i>immortali</i> nell'istante in cui la morte è venuta
+a strappargli l'estremo grido, rovesciando su la
+tavola, fra lo spavento della moglie e dei figli, la leggendaria
+testa capelluta, grigia per gli anni e pei patimenti.</p>
+
+<p>Non ostante i suoi ultimi lavori, sembrava che per
+lui la posterità fosse cominciata da un pezzo, dopo<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[56]</a></span>
+<i>Sapho</i>. I giovani, con la ingratitudine baldanzosa che è
+propria della loro età, osavano già scrivere che il Daudet
+ormai era un grand'uomo soltanto in provincia, a
+Tarascona da lui illustrata, a Nîmes dove era nato! E
+il suo stile veniva qualificato di telegrafico, rozzo impasto
+di interiezioni e di balbettamenti, linguaggio da
+<i>petit nègre</i>, cosparso di pariginismi in voga! Tamburinaio
+traviato (alludevano al Valmajour del <i>Numa Roumestan</i>)
+falso parigino, era stato creduto per un momento uomo
+di spirito, stilista, artista e fin romanziere! Ma tempo,
+tempo fa!</p>
+
+<p>Ai giovani è permesso di esagerare e anche di essere
+ingiusti. A questi cercatori di novità sbalorditoie,
+a questi infatuati del simbolo, a questi folli adoratori
+della preziosità della forma, uno scrittore limpido, vivace,
+drammatico anche nel colore della frase come il
+Daudet non può riuscire gradito. È troppo esteriore,
+secondo loro, è troppo del suo tempo, e anche troppo
+personale. Probabilmente, il giudizio della posterità non
+sarà proprio questo che essi han pronunciato così alla
+spiccia nelle compiacenti colonne del <i>Figaro</i> e di altri
+giornali. Non sarà neppure un'ampia conferma, senza
+nessuna obbiezione e riserba, di quello pronunziato dal
+pubblico, quando i romanzi del Daudet gli mettevano
+sotto gli occhi creature che non lo interessavano soltanto
+come creazioni di arte, ma anche perchè ne stuzzicavano
+la curiosità come figure, appena velate, di<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[57]</a></span>
+personaggi viventi o spariti da poco dalla scena del
+mondo.</p>
+
+<p>Indagare quale potrà essere il giudizio dei posteri, e
+quale delle opere del Daudet sarà capace di resistere
+all'edace lavoro del tempo, mi sembra tentativo inutile
+oltre che irto di difficoltà.</p>
+
+<p>Siamo vissuti con lui nello stesso ambiente letterario;
+abbiamo ancora fresche le sue stesse convinzioni
+e, se così si vuole, i suoi stessi pregiudizi estetici, da
+poterci astrarre da essi, e studiare l'opera sua da un
+punto di vista così elevato e così imparziale che permetta
+di adoprare come elementi di giudizio soltanto i
+più puri e i più immutabili principî d'arte. Bisogna
+contentarsi di riandare tutta la non vasta opera sua,
+metterne in rilievo i caratteri principali e notare via
+via lo svolgersi delle qualità più personali che lo hanno
+distinto tra la folla degli scrittori francesi contemporanei;
+bisogna contentarsi di accennare quel che egli
+ha apportato di nuovo nella forma narrativa, quel che,
+per caso, vi ha lasciato in germe e che potrà fiorire
+a tempo opportuno, quel che anche oggi può facilmente
+giudicarsi e manchevole e caduco. Questa sarà l'umile
+opera che cercherò di fare alla meglio nel presente
+studio.<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[58]</a></span></p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Innanzi tutto, il Daudet dev'essere qualificato <i>impressionista</i>.
+Questo miope ha una gran virtù di osservatore.</p>
+
+<p>Lo sforzo per veder bene acuisce la sua attenzione,
+imprime più profondamente nella sua memoria le cose
+vedute, e la vivace sua fantasia meridionale non deve
+fare nessun conato per renderle col magistero della
+parola. Certe volte l'evocazione è così intensa, che
+perde la qualità di opera d'arte e, da descrizione che
+avrebbe dovuto essere, riesce enumerazione e niente
+altro; ma questo, bisogna dirlo, gli accade di rado.</p>
+
+<p>L'osservatore è intanto anche un sensitivo, un sentimentale,
+un poeta. La sua anima è piena di fantasticherie
+e di compassione; egli s'intenerisce facilmente;
+ama meglio sorridere che sdegnarsi; perciò mentre
+la sua visione delle cose esteriori è intensa e minuta,
+e le impressioni del paesaggio e delle scene della natura
+si trasformano agilmente dentro di lui in immagini
+artistiche, il suo sguardo non penetra addentro
+nell'intimo spirito delle persone che non possono riuscire
+simpatiche al suo cuore. Da ciò una sproporzione,
+un disquilibrio nella sua opera d'arte. Il poeta guasta
+il romanziere.<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[59]</a></span></p>
+
+<p>E soltanto poeta egli arrivava a Parigi nel novembre
+del 1857 a diciotto anni, portando con sè nella
+misera valigia la maggior parte dei componimenti poi
+pubblicati sotto il titolo <i>Les Amoureuses</i>.</p>
+
+<p>Un critico scrisse allora: «&nbsp;Alfredo de Musset, ha
+lasciato due penne a disposizione di chi poteva prenderle:
+la penna della prosa a quella dei versi. Ottavio
+Feuillet aveva già ereditato l'una; Alfonso Daudet si
+è impossessato dell'altra.&nbsp;»</p>
+
+<p>Si vede bene che i critici fanno male a indossare
+la veste di profeti!</p>
+
+<p>Teodoro de Banville ci ha lasciato il ritratto del giovane
+poeta. «&nbsp;Testa maravigliosamente incantevole;
+carnagione di un pallore caldo, color d'ambra; sopracciglia
+diritte e morbide; occhi fiammeggianti, vaghi,
+umidi in una e brucianti, pieni di fantasticherie, occhi
+che ci vedono poco, ma belli a vedersi; labbra voluttuose,
+pensose, quasi sanguinanti; barba fine, infantile;
+capellatura fitta, abbondante bruna; orecchio piccolo e
+delicato; insieme di virile rigoglio e di grazia femminile.&nbsp;»</p>
+
+<p>I salotti e le signore avevano fatto la fortuna delle
+<i>Amoureuses</i>; Il <i>Figaro</i> doveva rivelare lo scrittore di
+novelline. Parecchie di esse erano appena una transizione
+dai raccontini in versi e dialogati, come <i>Le roman
+du Chaperon Rouge</i>, <i>les Rossignols des cimetières</i>,
+<i>l'Amour trompette</i>. Brevi come questi, poetici nella sostanza<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[60]</a></span>
+e nella forma, quantunque non vi fosse adoprato
+più il verso, essi hanno preso posto nelle <i>Lettres
+de mon moulin</i>, nei <i>Contes du lundi</i>, nelle <i>Lettres à
+un absent</i>. Sono fantasie, ricordi, note di impressioni fugaci,
+che, dopo i disastri francesi del '70, assumono talvolta
+un'elevazione tragica, un'espressione di sdegno
+non potuto reprimere. Rammento <i>L'ultima classe</i>, <i>La
+partita di bigliardo</i>. Quel povero maestro Hamel che col
+cuore infranto, dà l'ultima lezione in francese ai suoi
+scolari alsaziani, perchè il governo prussiano ha ordinato
+che da allora in avanti si dovrà studiare soltanto
+il tedesco nelle scuole; e che alla fine della lezione,
+preso un gessetto, scrive a grosse lettere su la lavagna:
+<i>Viva la Francia!</i> e barcollante, con le lagrime
+agli occhi, dice soltanto col gesto agli scolari sbalorditi: &mdash; È
+finita! Andatevene! &mdash; quella figura di vecchio
+maestro di villaggio, che ancora porta l'antico tricorno,
+rimane indimenticabilmente impressa nella memoria,
+quantunque il racconto sia di quattro o cinque
+paginette.</p>
+
+<p>E come fa fremere quel maresciallo che, acquartierato
+in un castello del tempo di Luigi XIII &mdash; mentre
+i suoi soldati intirizziscono fuori, coi piedi nel fango,
+morti di fame &mdash; giuoca al bigliardo con un capitano
+che perde appositamente per adulare il superiore da
+cui dipende il suo avanzamento! I prussiani, sopravvenuti,
+hanno già attaccato gli avamposti; la fucilata<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[61]</a></span>
+incalza, incalzano anche le bombe. Gli ufficiali
+francesi accorrono dal maresciallo, chiedendo ordini;
+ma egli non smette di giuocare, ingessa tranquillamente
+la stecca, tenta delle carambole. Che gli importa
+se fuori si combatte e si muore? Quando la sua
+partita finisce, i reggimenti francesi sono già sbaragliati,
+e attorno al castello si ode soltanto un rumore
+confuso di passi simili a quello di un armento che
+fugge!</p>
+
+<p>In questi mirabili capolavori si trovano tutte le buone
+qualità dell'ingegno del Daudet, senza nessuno dei
+difetti che egli mostrerà quando dal quadretto di genere
+passerà a dipingere i grandi quadri della corrotta
+vita parigina.</p>
+
+<p>Da principio sembra che nei lavori di lunga lena
+egli facilmente si annoi, e cerchi volentieri l'occasione
+di distrarsi. E le narrazioni complicate assumono
+quindi fra le sue mani un'aria di cosa scucita, frammentaria.
+Si capisce da un capitolo all'altro, la disposizione
+del suo spirito. Mentre è ingolfato a raccontare
+il crudo dramma di casa Risler, e già trova accenti di
+vigore e di forza nel descrivere e gli adulteri amori
+di Sidonia con Giorgio Fromont, socio di suo marito,
+e tutti gli infami intrighi di essa che conducono l'onesto
+e buon Risler al suicidio, egli si sente a disagio
+tra quei personaggi. Ah, che sforzi in questa continua
+tensione di spirito! E, appena può, scappa via, in casa<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[62]</a></span>
+dell'illustre Dolabelle che lo diverte con la sua vanità
+di comico di provincia smarrito per le vie di Parigi,
+con le sue pose, col suo accento teatrale, con
+quell'aria di sacrificato in contrasto con la sua pinguedine
+e con la lucentezza della sua pelle! E come
+lo accarezza, come gli sta attorno, come se lo gode
+lui, prima di presentarlo ai lettori! Ogni suo gesto,
+ogni suo atto è stato mimato da lui, ogni sua parola
+gli è venuta su le labbra con lo stesso falso accento
+di lui; egli è stato Dolabelle, immaginando e scrivendo.
+E quando gli fa scappar di bocca una di quelle
+frasi incredibili che sono stupende trovate di artista,
+la gioia e la soddisfazione dello scrittore traspariscono
+tra le righe, invadono anche il lettore, che si
+vede davanti agli occhi, vivo e parlante, il personaggio.
+Come, per esempio, quando l'illustre Dolabelle
+conduce dietro il convoglio funebre di sua figlia Desiderata
+tutti i comici dei teatrucoli di Parigi, e invanito
+per la solennità della cerimonia, additando le due
+carrozze che seguono il corteo, esclama serio e impettito:</p>
+
+<p> &mdash; Due vetture padronali!</p>
+
+<p>Così farà il Daudet più tardi nel <i>Nabab</i>, con la famiglia
+<i>Joyeuse</i>. E gli parrà quasi di ritrovare un riscontro
+all'illustre Dolabelle in persona del signor Joyeuse
+che, perduto l'impiego, per non addolorare le
+figliuole, nasconde ad esse per tre lunghi mesi la sua<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[63]</a></span>
+disgrazia; e tutte le mattine finge di andare, come era
+solito, al suo ufficio, e passa la giornata errando qua
+e là per Parigi, fantasticando le storielle che dovrà poi
+raccontare alle figlie a fine di far durare il loro inganno.</p>
+
+<p>Così praticherà, più tardi ancora, in <i>Numa Roumestan</i>.</p>
+
+<p>Ma, a proposito di questo romanzo, bisogna aprire
+una parentesi.</p>
+
+<p>Fra il gran tumulto della vita parigina, Alfonso Daudet
+ha continuamente la nostalgia del suo mezzogiorno.
+La nebbia che là infosca il cielo, il fango che imbratta
+scarpe e calzoni, gli fanno sospirare il profondo azzurro
+del cielo provenzale e quello più costantemente
+limpido di Algeri, dove, anni prima, avea dovuto ricercare
+ristoro alla sua malferma salute. Da questa
+doppia nostalgia era già scaturito <i>Tartarin da Tarascon</i>,
+armato di tutto punto per le sue caccie di leoni!</p>
+
+<p>Tartarin sognava caccie di orsi, di leoni, di elefanti,
+centellinando bicchierini di rhum in quel suo salotto
+parato di armi d'ogni sorta e di ogni tempo. E dire
+che, da buon provenzale, avrebbe dovuto fantasticare
+soltanto bei colpi ai <i>berretti</i>, quei bei colpi con cui i
+suoi amici si solevano compensare, nelle partite di caccia,
+della selvaggina che non trovavano!</p>
+
+<p>Ma di mano in mano che la fantasia di Tartarin si
+eccitava e divampava, si eccitava maggiormente e prendeva
+fuoco la fantasia del suo creatore. E questa volta<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[64]</a></span>
+era proprio vero che il Dio foggiava la sua creatura
+a immagine e similitudine sua! Se non che, il Dio si
+divertiva dell'opera che andava facendo e della caricatura
+di sè stesso che ne scaturiva fuori. Il provenzale
+che, credendo di ammazzare un leone, stendeva
+morto dietro una siepe un povero somaro, non era diverso
+dal provenzale che si compiaceva di fargli fare
+quella e altre ridicole prodezze. Tutti e due mentivano,
+esageravano, prendevano diletto della propria
+esagerazione e della propria menzogna scaturite
+dal fondo di un organismo infiammato dal sole della
+loro cara Provenza. Rare volte una creazione artistica
+era riuscita così intimamente improntata del carattere
+dell'autore e della razza.</p>
+
+<p>Coloro che hanno avuto la fortuna di gustare la conversazione
+famigliare di Alfonso Daudet dicono che par
+di riudirne la voce durante la lettura dei suoi libri.
+Quello stile spezzato, di scorcio scintillante di immagini,
+riboccante di esclamazioni, di apostrofi, di tutte
+le figure che la rettorica ha enumerate e che là vengono
+al lor posto spontaneamente, come ribollimento
+anzi spuma del pensiero concitato, è precisamente la
+sua parola ordinaria un po' infrenata, epurata, quasi
+inconsapevolmente adattata dall'arte. Sarà, forse (diciamolo
+per compiacere gli stilisti) stile disuguale, scorretto;
+ma ha il fuoco della vita, il fremito del movimento,
+la commozione, il pittoresco, l'imprevisto, come<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[65]</a></span>
+secoli avanti l'aveva avuto, in Italia, quello di Benvenuto
+Cellini, che non si curava anche lui della grammatica
+dei pedanti e dettava, tra un cesello e l'altro,
+la meravigliosa narrazione sventuratamente rimasta caso
+isolato nella nostra letteratura.</p>
+
+<p>E il Tartarin che scrive come ride delle famose gesta
+del Tartarin eroe che gli balza vivo da ogni pagina,
+gesticolante, ebbro delle sue stesse madornali fandonie,
+dalle quali egli si lascia illudere con pienissima buona
+fede, quasi quanto gli altri a cui le sballa!</p>
+
+<p><i>Numa Roumestan</i> è un Tartarin più elevato, ma artisticamente
+meno sincero. Anche questa volta la nostalgia
+della Provenza ha invaso il cervello del Daudet;
+ma questa volta risulta <i>Tartarin</i> proprio lui che racconta.</p>
+
+<p>Ha avuto un colpo di sole; ha visto il Gambetta nel
+colmo della sua potenza e n'è rimasto abbagliato. Infatti,
+nei primi capitoli del romanzo il lettore non può
+far a meno di pensare al Gambetta; i nomi cambiati
+non riescono a ingannarlo. Aps è Aix; Numa Roumestan
+è il gran latino che ha conquistato nuovamente
+la Gallia. «&nbsp;Quella festa del concorso nazionale nell'arena
+d'Aps (mi sia permesso ripetermi) sotto il sole
+cocente, con quella folla in ammirazione davanti al
+grand'uomo di provincia, Numa Roumestan, che distribuisce
+a destra e a manca saluti alla buona, strette
+calorose di mano, incoraggiamenti e promesse d'ogni<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[66]</a></span>
+sorta mentre le bande strepitano e i contadini si slanciano
+a ballare la <i>farandole</i> al suono del piffero e del
+tamburo del Valmajour, primo tamburinaio della Provenza;
+quella festa ci richiama alla mente altre riunioni
+della stessa natura, delle quali abbiamo letto le
+descrizioni nei giornali, quando il latino dalle larghe
+spalle e dalla parola possente andava attorno per convertire
+le turbe al suo vangelo opportunista. Poi si
+torna indietro, assistiamo ai primi passi del grand'uomo
+nella carriera politica. Quella testona dalla nera
+capigliatura che gli <i>mangia</i> metà della fronte, quella
+faccia col sangue a fior di pelle, coi begli occhi dorati,
+di ranocchio, quel giovane studente, insomma, che passa
+le serate al caffè Malmus, nel quartiere latino, discutendo
+in dialetto coi focosi compaesani, e poi quel
+processo di stampa del <i>Furet</i> che rivela, più che agli
+altri, a se stesso, un oratore di prima forza nel giovane
+avvocato senza cause, ci ricordano anch'essi il
+latino dalle larghe spalle e dalla parola possente, che
+sotto il secondo impero frequentava, ancora studente,
+il caffè Procopio, esercitandosi con colpi di pugni sui
+tavolini nella grand'arte della discussione, e che dopo,
+nel 1868, già laureato e uscito dallo studio del Cremieux,
+nel processo Baudin lanciava, invece della difesa
+del cliente Delescluze, un terribile atto di accusa
+contro l'impero in via di sfasciarsi.</p>
+
+<p>L'autore però, che non avea preso sul serio Tartarin,<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[67]</a></span>
+che lo aveva accompagnato con un benevolo sorriso di
+compatimento e con risate quasi di ammirazione dalla
+sua partenza per Algeri fino al trionfale ritorno in Tarascona
+assieme col famoso cammello che ha voluto
+seguirlo a ogni costo, commette lo sbaglio di accigliarsi,
+di sdegnarsi a ogni atto e a ogni parola di Numa
+Roumestan, e ha incaricato l'antipatica parigina, moglie
+di Roumestan, di far la parte di moralista. La
+razza! La razza! Ed egli incolpa il Roumestan delle
+cose più semplici e più innocue, quasi nessun parigino
+fosse mai capace di dire una sola di quelle piccole bugie,
+che sono, più che altro, espressioni di convenienze
+sociali!</p>
+
+<p>Così Numa fa la corte alla figlia di un Consigliere
+della Corte d'Appello; non l'ama, ma gli sembra conveniente
+sposarla. E siccome sa che la ragazza non
+può soffrire i meridionali da lei stimati grossolani, chiassosi,
+tenori da melodramma o negozianti di vino, il
+giovane provenzale s'ingegna d'ingraziarsela; le ripete,
+forse involontariamente &mdash; come nota l'autore &mdash; brani di
+discorsi politici da lui recitati al caffè, nelle conferenze,
+e l'abbaglia con gli sprazzi della sua fulgida eloquenza.</p>
+
+<p>Delitto!</p>
+
+<p> &mdash; Amate la pittura, signore? &mdash; ella gli domanda.</p>
+
+<p> &mdash; Oh, signorina, se l'amo! &mdash; risponde Numa, quantunque
+sappia di non capirne niente.</p>
+
+<p>Delitto!<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[68]</a></span></p>
+
+<p>Eppure questa poca scrupolosa esagerazione meridionale
+monta la testa anche al Daudet; non è compaesano
+di Tartarin per nulla.</p>
+
+<p> &mdash; Flamme et vent du midi, vous êtes irresistibles! &mdash; egli
+esclama, entusiasmato.</p>
+
+<p>Quasi non fosse stata bastante l'esagerazione di lui
+posta per epigrafe del libro: <i>Pour la seconde fois, les
+Latins ont conquit la Gaule!</i>&nbsp;»</p>
+
+<p><i>Numa Roumestan</i> ha un valore per la storia dell'ingegno
+artistico di Alfonso Daudet: segna il punto di
+partenza della sua ultima evoluzione. Si era smarrito,
+per qualche tempo, dietro gli allettamenti del romanzo,
+diremo di circostanza, col <i>Nabab</i> e <i>Les Rois en exil</i> e
+vi aveva profuso tesori di osservazioni e di descrizioni
+che daranno a questi lavori il pregio di documenti storici
+in avvenire; era fallito nella terza prova con L'<i>Evangéliste</i>.
+Ora, col <i>Numa Roumestan</i>, pur cedendo un'ultima
+volta alle lusinghe di un soggetto che lasciava
+trasparire qua e là personaggi viventi dietro le figure
+dell'arte, sembrava si fosse, innanzi tutto, occupato
+della forma, per rispondere a coloro che lo accusavano
+di servirsi di uno stile troppo impennacchiato, troppo
+straluccicante; a coloro che gli rimproveravano la
+mancanza di proporzione negli episodi, l'eccesso evidente
+nella ricerca dei contrasti. E a forza di sorvegliarsi,
+d'infrenarsi, egli, meridionale, compaesano di
+Tartarin, di quella razza provenzale che vive all'aria<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[69]</a></span>
+aperta, inebbriata di sole, tutta sensi, tutta esteriorità,
+che parla come l'uccello canta, facendo della propria
+parola non un mezzo ma un fine; di quella razza che
+non ha misura, che ha l'esagerazione nel midollo delle
+ossa, nei nervi, nel sangue; egli, Daudet, riusciva
+grigio, monotono, per aver voluto architettare il suo
+lavoro con regolarissime proporzioni di parti, senza divagazioni,
+senza contrasti.</p>
+
+<p>Ci fu allora chi, studiando questo strano fenomeno,
+si domandò: Che vuol dire?</p>
+
+<p>E rispose: «&nbsp;Secondo me, vuol dire che questo libro
+è la <i>forma transitoria</i> dell'evoluzione artistica del
+Daudet. Qui comincia a mancare l'accento personale,
+la commozione intensa dello scrittore, e i personaggi,
+se non si disegnano netti e spiccati, tentano di vivere
+da per loro. Guardando all'ingegno di Daudet, non è
+ardito presagire che nel suo prossimo romanzo potremo
+salutare la sua evoluzione artistica già bella e
+compiuta&nbsp;».</p>
+
+<p>Chi scrisse queste parole ebbe un senso di gran soddisfazione
+quando <i>Sapho</i> venne fuori a confermare mirabilmente
+il presagio.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p><i>Sapho</i> fu una sorpresa per molti lettori del Daudet.
+Dietro quelle creature, appassionate, tormentate, buone,<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[70]</a></span>
+cattive, stravaganti, perverse, che annodano un
+dramma di spaventevole semplicità, non s'intravedevano
+figure note, personaggi in vista.</p>
+
+<p>I critici si sentivano anch'essi fuorviati, quasi ingannati.
+Come era stato bello tormentare un po' l'autore,
+rimproverandogli di servirsi della cronaca, dell'aneddoto
+contemporaneo, per dare ai suoi libri un piccante
+che altrimenti non avrebbero avuto!</p>
+
+<p>Com'era stato comodo fargli scontare la gloria letteraria
+attaccando l'uomo, accusandolo di ingratitudine
+verso il conte de Morny, il <i>Mora</i> del <i>Nabab</i>; di calunnia
+contro Francesco Bravay, il <i>Nabab</i> in persona;
+di esagerazione contro il Thérion, l'Eliseo Méraut dei
+<i>Rois en exil</i>; di sconvenienza verso <a name="tn70" id="tn70"></a>Sarah Bernhardt
+sospettata di essere l'originale della <i>Félicia Ruys</i>; di
+non so quale altra colpa contro il senatore Numa Baragon
+che si diceva avergli servito pel <i>Numa Roumestan</i>!</p>
+
+<p>E ora, con <i>Sapho</i>, niente di tutto questo! Appena
+qualche sospetto intorno al vecchio ingegnere galante
+Déchelette.</p>
+
+<p>E quasi quasi se la prendevano con quei personaggi
+che vivevano indipendenti, come nella vita reale,
+senza essere neppur dalla lontana il riflesso di altre
+persone della società contemporanea; che amavano,
+che tradivano, che si lasciarono illudere, che commettevano
+pazzie, e che, pur non somigliando particolarmente
+a nessuno, erano come lo specchio di tutti, perchè<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[71]</a></span>
+non rappresentavano più un caso eccezionale, patologico
+ma la natura umana schietta, con le idealità,
+le miserie, le falsità della passione e del vizio che
+rendono bella e triste la vita, la giovinezza specialmente!</p>
+
+<p>Eppure l'artista aveva adoperato con Fanny Legrand,
+<i>Sapho</i>, col suo adorato Jean Gaussin, con l'ingegnere
+Deschalette e col marito di Fanny Legrand, l'identico
+processo adoperato nel dipingere i grandi quadri della
+vita parigina; cioè, aveva aguzzato gli occhi miopi
+attorno a sè, aveva osservato, preso appunti, rimuginato
+impressioni, fuso insieme due, tre, quattro personaggi
+della realtà per formarne uno solo, eliminando
+alcune particolarità, accumulandone altre, proprio come
+era riuscito a trarre Jansoulet dai pochi casi di
+Francesco Bravay, attribuendogli una bella morte che
+il personaggio reale, ridotto alla miseria, dovette spesso
+invidiargli; dandogli un'ingenua nobiltà di animo
+che il personaggio reale non possedeva così intera,
+mettendo nelle ultime parole del romanzo tutta la sua
+tenerezza di poeta:</p>
+
+<p>«&nbsp;Le sue labbra si agitarono, gli occhi dilatati, rivolti
+verso Géry, ritrovarono prima di morire un'espressione
+dolorosa di implorazione e di ribellione,
+quasi per prenderlo in testimonio di una delle più
+grandi e più crudeli ingiustizie che Parigi abbia mai
+commesse&nbsp;».<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[72]</a></span></p>
+
+<p>È vero che nello scandalo letterario s'infiltrava un
+po' la politica. I legittimisti non gli perdonavano di essersi
+acconciato tacitamente al secondo impero e poi
+alla repubblica; non gli perdonavano &mdash; a lui che aveva
+orgogliosamente detto al Morny: Io sono legittimista!
+sul punto di diventare uno dei suoi segretari di gabinetto &mdash; di
+essersi tenuto in disparte, di non essersi
+voltato un momento a guardare verso il castello di
+Frohsdorf, quando era parso che la restaurazione della
+monarchia stava lì lì per avverarsi. Fingevano di aver
+dimenticato le roventi parole del Daudet nelle ultime
+pagine del <i>Robert Helmont</i>:</p>
+
+<p>«&nbsp;O politica, io ti odio! Ti odio perchè sei grossolana,
+ingiusta, strillona e chiacchierona; perchè sei nemica
+dell'arte e del lavoro; perchè tu servi di etichetta
+a tutte le sciocchezze, a tutte le ambizioni, a tutte
+le poltronerie. Cieca e appassionata, tu dividi cuori
+fatti per stare uniti; tu leghi, al contrario, esseri assolutamente
+dissimili. Tu sei il gran dissolvente delle coscienze,
+tu dài l'abitudine della menzogna, del sotterfugio:
+in grazia tua, vediamo brave persone diventar
+amici di birbanti purchè siano dello stesso partito. Ti
+odio sopratutto, o politica, perchè sei fin arrivata ad
+uccidere nei nostri cuori il sentimento, l'idea della
+patria!&nbsp;»</p>
+
+<p>Ma la più bella risposta dell'artista era il suo capolavoro,
+<i>Sapho</i>. La curiosità, l'indagine storica faranno<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[73]</a></span>
+certamente ricercare nel lontano avvenire le smaglianti
+pagine del <i>Nabab</i>, del <i>Numa Roumestan</i>, dei <i>Rois en exil</i>
+e forse anche dell'<i>Evangéliste</i>; ma tutti i cuori tormentati
+dall'amore, ma tutti gli illusi dal falso miraggio
+della passione torneranno a rileggere le pagine di <i>Sapho</i>,
+dove ritroveranno non l'incidente d'un momento,
+l'aneddoto d'una breve fase storica, ma l'eterno spettacolo
+dell'umana debolezza, narrato serenamente, delicatamente
+e senza che la delicatezza noccia all'efficacia
+e alla forza.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Io non ho neppur fatto cenno di <i>Petit Chose</i> e di <i>Jack</i>
+che son rimasti oscurati dai loro fratelli venuti dopo.
+Non dirò niente dell'opera teatrale del Daudet, che non
+ha importanza di sorta, quantunque egli abbia tentato di
+usare pel teatro tutte le sue belle qualità di scrittore.</p>
+
+<p>Che cosa è stato apportato dal Daudet nella forma
+del romanzo?</p>
+
+<p>Egli sopravveniva in pieno naturalismo, per esprimermi
+con la formula di uso, dopo il Flaubert, dopo
+i De Goncourt, dopo lo Zola. Alla impassibilità troppo
+ostentata del primo, alle preoccupazioni stilistiche e di
+colorito dei secondi, all'epica e un po' romantica ispirazione
+del terzo, unita a un problematico rigore scientifico,
+egli ha recato in contributo una bella facoltà di<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[74]</a></span>
+commozione, una giocondità alata di poeta, la sincerità
+alquanto chiassosa di una brava persona indulgente.</p>
+
+<p>Ha mostrato che si poteva tentar di fare lavoro di artista
+senza nè troppo nascondere nè mostrar troppo che,
+infine, l'opera d'arte è la natura passata attraverso l'organismo
+dello scrittore e da esso un po' modificata, se
+non del tutto alterata; che le preoccupazioni stilistiche
+non debbono soverchiare nell'opera d'arte quel che
+ne costituisce la parte essenziale, cioè, la creazione
+del personaggio vivente; che la rigorosa osservazione
+non deve implicare l'intromissione di argomenti scientifici
+da produrre, con la tesi, una deformazione dell'opera
+d'arte; ha mostrato che si poteva tentare tutto questo,
+e il suo tentativo non è stato vano.</p>
+
+<p>Fino a che punto sia riuscito, quali influenze abbia
+egli esercitato nell'arte narrativa contemporanea e se
+egli abbia lasciato germi che potranno germogliare a
+tempo opportuno può, forse, risultare dal frettoloso
+schizzo che ho fatto.</p>
+
+<p>E poichè intendo finire questo studio parlando dell'uomo,
+dirò qualcosa dell'<i>Immortel</i> che sembra una
+stonatura nella sua carriera di scrittore.</p>
+
+<p>L'artista, in un cattivo momento &mdash; chi non ne ha
+nella vita? &mdash; aveva ceduto a un impeto di sdegno,
+che egli, con la focosa natura meridionale, si era
+compiaciuto subito di ingrossare. Aveva fatto &mdash; sembra &mdash; come
+il proverbiale compare della mula di cui<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[75]</a></span>
+parla un aneddoto siciliano. Costui andando a chiedere
+in prestito una mula da un suo compare, riflette
+per via che questi troverà mille scuse per non fargli
+quel favore. Supposizione, sospetto; egli però fantastica
+tanto intorno a questa idea, che finisce con scambiarla
+per un fatto già avvenuto. E tiene broncio al compare;
+se lo incontra per via, finge di non riconoscerlo
+o non risponde al saluto di lui. Fa peggio: con amici
+comuni dice male dell'ingrato compare che ha avuto
+il coraggio di negargli così piccolo favore. Non gliela
+avrebbe rovinata quella sua mula, caso mai! E più ci
+pensa su, e più s'imbroncia, e più si sdegna. Alfine il
+compare va a domandargli: &mdash; Compare mio, perchè? &mdash; Per
+la mula. Non avete voluto prestarmela. &mdash; Non l'avete
+chiesta. &mdash; È vero. Ma ho pensato che non me
+l'avreste prestata lo stesso....</p>
+
+<p>Il Daudet rimase al broncio. Immaginando, forse, che
+l'Accademia non avrebbe voluto saperne di lui, scrisse
+l'<i>Immortel</i>. La satira passò il segno; la freccia rimase
+spuntata.</p>
+
+<p>A furia di caricare d'obbrobrio l'accademico Astier-Réhu,
+l'artista spinge il lettore a scuotersi dallo sbalordimento
+che gli danno tante nefandezze e tante imbecillità,
+lo forza a riflettere; e allora tutto il romanzo
+gli crolla davanti come un edificio di carte da giuoco,
+non ostante la magìa di molti particolari, non ostante
+che lo stile si sia avvantaggiato dell'eccitazione dell'autore<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[76]</a></span>
+per riuscire più vibrato, più denso, elettrico
+quasi.</p>
+
+<p>E forse l'<i>Immortel</i> non era opera di malignità, nè di
+invidia, nè di altro sentimento cattivo, ma una semplice
+birichineria, simile a quelle che Ernesto Daudet ha
+raccontate nel volume <i>Mon frère et moi</i>, quando Alfonso
+studiava assieme con lui nel liceo di Lione. Me lo
+fa supporre la risposta da lui data a un compaesano
+che gli parlava dell'indignazione suscitata fra gli accademici
+dall'<i>Immortel</i>:</p>
+
+<p> &mdash; Eh? Un bel sasso nel pantano dei ranocchi! Gracideranno
+più di un mese!</p>
+
+<p>Lo divertiva l'idea di quel gracidìo di accademici.</p>
+
+<p>Se non si accetta questa spiegazione, l'<i>Immortel</i> rimane
+un atto inesplicabile nella vita del Daudet, una
+aberrazione enorme.</p>
+
+<p>Ma ora egli riposa nella pace della tomba e non gli
+importa più niente di tutte le accademie di questo
+mondo, compresa anche quella del suo amico De Goncourt.</p>
+
+<p>Artista, ha avuto, vivente, tutta la gloria possibile.</p>
+
+<p>Uomo, ha avuto nella famiglia tutta la possibile felicità.
+La sua buona sorte non solamente lo aveva preservato
+dalla sciagura di uno di quegli amori che gli
+hanno fatto scrivere, come ammonimento ai suoi figli,
+<i>Sapho</i>; ma gli aveva regalato, nel fiore della giovinezza,<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[77]</a></span>
+una compagna, un'anima di artista fina e seducente
+quanto lui.</p>
+
+<p>Egli ha ringraziato con eloquenti parole colei che è
+stata fino all'ultimo la sua regolatrice del lavoro, la
+discreta consigliera delle sue ispirazioni, la serena stella
+della sua casa:</p>
+
+<p>«&nbsp;Ella è così artista! Ha preso tanta parte in tutto
+quel che ho scritto! Non c'è una sola delle mie pagine,
+ch'ella non abbia riveduta, ritoccata, e dove ella
+non abbia sparso un po' della sua bella polvere azzurra
+e dorata. E così modesta, così semplice, così poca
+donna di lettere! Io avevo espresso, un giorno, tutto
+questo e la testimonianza della sua tenera ed instancabile
+collaborazione in una dedica del <i>Nabab</i>, che mia
+moglie non ha voluto permettermi di pubblicare e che
+ho conservato soltanto in una dozzina di esemplari regalati
+ad amici.&nbsp;»</p>
+
+<p>Ella, alla sua volta, ha svelato con grazia squisita
+il segreto della loro collaborazione:</p>
+
+<p>«&nbsp;La nostra collaborazione? Un ventaglio giapponese:
+da un lato, campagna, personaggi, cielo; dall'altro,
+ramoscelli, petali di fiori, lievi accenni di fronde,
+quel po' di colore, quel po' di doratura che rimane all'ultimo
+nel pennello di un pittore. E questo lavoro
+minuto lo faccio io, badando che le mie cicogne volanti
+non guastino il paesaggio invernale, o, la mia vegetazione,<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[78]</a></span>
+sul fondo bruno dei lembi, il paesaggio primaverile
+che è dipinto dall'altra parte&nbsp;».</p>
+
+<p>E intanto tutto è finito! Questa mirabile armonia di
+due cuori e di due menti è rotta per sempre!</p>
+
+<p>La folla che settimane fa si accalcava per le vie
+di Parigi facendo, riverente e commossa, ala al passaggio
+del feretro di Alfonso Daudet, oggi irrompe furibonda
+per le stesse vie, insultando chi si è generosamente
+costituito cavaliere della giustizia e della libertà,
+Emilio Zola. Se qualche eco dell'indegna gazzarra
+arrivasse laggiù, o lassù, fino a lui, Alfonso Daudet
+avrebbe ragione di ripetere:</p>
+
+<p> &mdash; <i>O politique, je te haïs!</i><span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[79]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[81]</a></span></p>
+<h2><a name="GOETHE" id="GOETHE"></a>GOETHE</h2>
+
+<p>Qualcuno ha detto: &mdash; Davanti a una bell'opera d'arte
+io ammiro come un bruto. &mdash; Probabilmente questo è il
+miglior modo di ammirare. Sentirsi compenetrare dall'intimo
+senso della bellezza, da non aver tempo di
+ragionare o di sofisticare, è anche la più alta prova
+del valore di un'opera d'arte. Ma è difficile mantenere
+immacolata questa specie d'innocenza battesimale
+del senso estetico. Lo spirito umano ha bisogno di variare
+le sue impressioni; così alla sua ammirazione da
+bruto segue sempre l'ammirazione che ragiona o che
+pretende ragionare. C'è qualcosa del fanciullo in noi,
+che permane non ostante l'età; a un certo punto, vogliamo
+tutti vedere com'è fatto quel giocattolo che
+ha servito a divertirci, e spesso, per soddisfare questa
+curiosità, distruggiamo il giocattolo, l'opera d'arte,
+proprio come fanno i fanciulli.</p>
+
+<p>Veramente il paragone non è esatto: l'opera d'arte
+rimane quella che è; il disastro avviene nelle nostre<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[82]</a></span>
+impressioni. Gli antichi su questo particolare erano, o
+sembrano, più fortunati di noi. Non ricercavano col
+lumicino quali relazioni avesse l'opera d'arte col carattere,
+con l'organismo, con l'atavismo dell'autore, o
+almeno non si accanivano in questa ricerca come facciamo
+noi e non ne traevano le conseguenze che ne
+tiriamo noi. Se ci fossero pervenute tutte le scolie dei
+grammatici, possederemmo forse oggi indiscrezioni, notizie,
+favole, intorno agli antichi autori, da farci vedere
+che il pettegolezzo dei critici non è poi cosa
+tutta moderna. I pochi documenti che ci rimangono autorizzano
+questa supposizione. Così, per esempio, sappiamo
+che Orazio aveva gli occhi cisposi; che lo stomaco
+di Virgilio digeriva difficilmente; che Sofocle si
+era così senilmente affezionato al figlio naturale avuto
+da una donna di Sicione, da provocare un processo
+in famiglia; ma gli occhi cisposi di Orazio, lo stomaco
+debole di Virgilio, la senile affezione di Sofocle non
+sono serviti, per quel che ne sappiamo, di cemento
+estetico-psicologico alle odi, alle epistole, alle egloghe
+alla Georgica, all'Eneide, nè all'Antigone o all'Epido
+a Colono.</p>
+
+<p>Oggi no. Così dicendo non mi passa pel capo di voler
+discreditare gli studi psicologici o psicopatici che
+sono, con tutte le loro esagerazioni, gloria e onore della
+scienza moderna. Noto il fatto per discuterlo un
+po' a proposito di un libro che chiama alla sbarra della<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[83]</a></span>
+giustizia Volfango Goethe<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, e gli chiede conto,
+rispettosamente, coi riguardi dovuti a tanta grandezza,
+del processo creativo con cui sono state messe al mondo
+tutte le sue opere d'arte.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>In Edoardo Rod è avvenuto il fenomeno a cui accennavo
+in principio. «&nbsp;Dieci anni fa, egli dice, ebbi
+l'occasione di fare nella Facoltà di lettere di Ginevra,
+un corso di lezioni intorno al Goethe. Come tutti coloro
+che si accostano al grand'uomo, ne sentii fortemente
+l'influenza. Le mie lezioni e alcuni articoli da me pubblicati
+in quel tempo furono l'espressione di un entusiasmo
+senza riserve di sorta alcuna. Un viaggio a Weimar,
+nuove letture e nuove riflessioni arrecarono a poco a
+poco sfumature e modificazioni nelle impressioni primitive.
+Il Goethe è, tra gli scrittori, quello che ha preso
+l'atteggiamento più schietto di faccia ai problemi della
+vita; è dunque naturale che il giudizio intorno a
+lui si vada trasformando con la esperienza dell'età.&nbsp;»</p>
+
+<p>Egli ha riacquistato, in questa sua nuova condizione,
+quella libertà di spirito ch'era stata sopraffatta
+dalla violenza delle prime impressioni, ed ha avuto la
+buona idea di liberamente scrivere un libro liberamente<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[84]</a></span>
+pensato, senza fanatismo, nè acrimonia. Per questo
+il suo lavoro è riuscito interessantissimo, e sarà letto
+con profitto anche da coloro che dissentono dai principî
+che gli servono a sostenere la sua tesi.</p>
+
+<p>Giacchè il libro ha una tesi; e forse a parecchi, arrivando
+all'ultima pagina, parrà o che l'autore non sia
+molto convinto della bontà di quella, o che la luce del
+gran sole goethiano sia riuscita ad abbagliarlo di nuovo.
+E questa ultima pagina sarà giusto trascriverla intera.
+Ma prima bisogna dire qual'è la tesi. L'opera
+d'arte del Goethe, o quella parte della sua opera dove
+la creazione artistica ha raggiunto il culmine della
+perfezione, è talmente legata alle vicissitudini della
+sua vita, e questa vita è stata, per forza di innato vigore
+e per forza di volontà, foggiata talmente da riuscire
+essa stessa una grand'opera d'arte, che diventa
+difficilissimo il giudicare l'opera letteraria, senza cedere
+alla tentazione di metterla in riscontro con le
+circostanze che l'hanno prodotta.</p>
+
+<p>Se non che, in questo genere di critica con cui gli
+avvenimenti della vita dell'autore vengono usufruiti
+per rivelare le intime ragioni del processo artistico, si
+corre facilmente il pericolo di dare troppa importanza
+alla realtà materiale dei fatti e di diminuire il valore
+della realtà spirituale dell'opera d'arte dalla quale
+è stata trasformata, fino a renderla quasi irriconoscibile,
+l'altra che n'è la causa occasionale; o di non<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[85]</a></span>
+scorgere la manchevolezza dell'opera d'arte, illusi dalla
+corrispondenza di essa coi fatti reali d'onde la creazione
+artistica è venuta fuori.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Il pericolo di cui parlo diventa maggiore quando
+un'idea di moralità s'infiltra nel giudizio intorno alla
+vita, e da questo passa inavvertitamente a influire su
+quello intorno all'opera d'arte.</p>
+
+<p>Il libro del Rod mostra sin dai primi capitoli che
+la personalità del Goethe gli è un po' antipatica; ma
+fa scorgere anche che quel che più gli rende antipatico
+il Goethe è il <i>goethismo</i>, cioè l'adorazione incondizionata
+del modo con cui l'autore del <i>Fausto</i> adatta
+spregiudicatamente sè stesso alle circostanze della vita,
+e queste alla libera espansione e formazione di sè
+stesso. Ora il <i>goethismo</i> è una stupidaggine di cui il
+Goethe non può essere stimato responsabile.</p>
+
+<p>Quel che gli si può attribuire è l'<i>olimpismo</i>, come
+il Rod lo chiama dopo tanti altri, cioè l'egoismo elevato
+a forza di coscienza, di riflessione, di raffinatezza
+fino a l'ennesima potenza; teorica ragionata e pratica,
+sapiente e speciosa, aggiunge il Rod, la quale
+però non lo differenzia da quella media umanità che
+fa dell'egoismo, senza elevatezza ma con contegno,
+la regola ordinaria delle sue azioni.<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[86]</a></span></p>
+
+<p>Qui mi sembra stia l'inganno. Quest'egoismo, che
+il Rod ben definisce: &mdash; indifferenza verso qualunque
+cosa che non sia il proprio sè; ferma risoluzione di
+voler ignorare gli sconvolgimenti che menano con
+loro gli avvenimenti quotidiani della vita; cura continua
+di allontanare dallo spirito qualunque impressione
+penosa, dal cuore qualunque sentimento che potrebbe
+agitarlo; e decisa volontà di tirare innanzi per
+la sua strada senza darsi pensiero del danno che si
+arreca agli altri &mdash; quest'egoismo comune, volgare, non
+dà frutti; è sterile quand'anche non riesce nocivo. Qualunque
+mascalzone può esserne capace; e se non provoca
+la nostra indignazione, non attira affatto l'ammirazione,
+pure quando, talvolta, ci trova quasi indulgenti.</p>
+
+<p>All'<i>olimpismo</i> del Goethe, invece, l'umanità intera
+deve qualcosa. Esso non è servito unicamente a lui,
+ma a tutti; per questo l'umanità sente il dovere
+non soltanto di essere indulgente ma di ammirare. Se
+c'è degli imbecilli che si assumono il diritto di volerlo
+imitare, il torto è tutto di costoro. Sono occorsi secoli
+di civiltà, circostanze straordinariamente aggruppate
+per produrre il fenomeno spirituale che ha nome
+Volfango Goethe; e queste circostanze non si ripeteranno
+più. È puerile, è sciocco, ostinarsi a tentar di
+rifare artificialmente un prodotto simile, cioè un organismo
+e uno spirito talmente equilibrati, in così felice<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[87]</a></span>
+corrispondenza tra loro, da dar vita a capolavori
+che faranno eternamente parte del patrimonio intellettuale
+dell'umanità, e che danno e daranno ancora per
+un pezzo mirabile impulso alla nostra vita interiore.</p>
+
+<p>In non lontano avvenire, la posterità farà la sua scelta
+anche tra le opere del Goethe. Molte ne dimenticherà,
+per esempio, tutti i suoi lavori drammatici e
+qualche romanzo. E le belle pagine nelle quali il Rod
+analizza il <i>Torquato Tasso</i> per giustificare le parole del
+suo autore: <i>Esso è l'osso delle mie ossa, la carne della
+mia carne</i>, basteranno a coloro che vorranno conoscere
+come certe forme d'arte possano riuscire incompatibili
+anche con un genio universale qual'era quello del
+Goethe.</p>
+
+<p>Confessioni, documenti di ogni sorta, studî, interpretazioni,
+raffronti però non ci riveleranno mai il segreto
+con cui lo spirito del Goethe ha prodotto quell'organismo,
+o, se così si vuole, il segreto con cui quell'organismo
+ha prodotto quello spirito. Questa grande divina
+operazione rimarrà sempre un mistero per noi,
+come tutte le operazioni consimili della Natura. La necessità
+e la libertà hanno operato assieme; il Goethe
+non è, in questo, diverso da una magnifica quercia che
+s'impossessa, con le sue vaste radici, di tutti i più eletti
+succhi nutritivi del terreno dove è nata, a detrimento
+delle altre piante circostanti. Come noi domanderemmo
+invano alla Natura il segreto della vegetazione<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[88]</a></span>
+di questa quercia gigantesca, così domanderemo
+invano il segreto della vita di quell'uomo gigante. Se
+i critici non se ne vogliono persuadere e non sanno
+rassegnarsi a tale ignoranza, vuol dire che non hanno
+spirito scientifico e filosofico. Se gli imitatori, i fanatici
+non sanno scegliere tra la piccola personalità originale,
+che ogni individuo possiede appunto perchè è individuo,
+e la copia della personalità altrui che li rende
+impotenti, sterili, mediocri, peggio per loro. Mi sembra
+troppa degnazione l'occuparsene. E poi, il <i>goethismo</i>
+passerà, com'è passato il <i>volterianismo</i>; resterà Volfango
+Goethe, o meglio resteranno i suoi capolavori,
+e anche il capolavoro della sua vita, non quello scritto,
+ma il vissuto, e che farà ripetere alle generazioni
+venture il motto di Napoleone: &mdash; Voi siete un uomo, signor
+Goethe!</p>
+
+<p>Ed è, infine, la conchiusione anche del libro del Rod.
+Libro che ha pagine veramente magistrali di analisi
+arguta e pacata, e che risponde allo scopo per cui è
+stato scritto, quello cioè di spingere gli intelletti indipendenti
+a studiare le opere del Goethe senza preconcetti,
+di gustarle senza esserne sopraffatti, di ammirarle
+senza dare in stravaganze.</p>
+
+<p>«&nbsp;All'ultimo, egli conchiude dopo tanta analisi, si è
+sempre costretti a salutare in lui un uomo che si è
+sviluppato secondo la sua propria legge, realizzando
+giorno per giorno le sue più intime virtualità, col pieno<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[89]</a></span>
+sviluppo di quei germi nascosti che muoiono spesso
+infecondi nei recessi delle anime ordinarie. E questa
+legge, dalla obbedienza alla quale proviene la di
+lui forza, può essere espressa in termini altrettanto
+chiari quanto l'idea fondamentale del suo capolavoro
+che anch'esso ne dipende: Avendo amato l'azione, egli
+ha conformato tutta la sua vita e adattato il suo intelletto
+a questo principio dominatore. Qui consiste la
+sua grandezza, e forse tutt'intera. Che cosa sia stata
+la sua incessante attività a traverso i molteplici scopi,
+sarà dannoso per la gloria di lui ricercarlo molto
+da vicino. Così, si può benissimo parlare a lungo intorno
+a lui, raccontarne la vita, discuterlo, smarrirsi
+nelle tenebre della sua cronologia o del suo pensiero
+senza mai poter giungere una di quelle sentenze che
+dannano o santificano. Le stupende parole del coro
+degli angeli che riassumono il suo capolavoro, riassumono
+egualmente, in ultima analisi, l'insieme delle riflessioni
+che egli ispira. E arrivando al termine di questo
+lungo studio, non possiamo far altro che ripetere
+con lui arrivato al termine del suo poema:</p>
+
+<p>«&nbsp;Colui che si sforza a un'aspirazione costante, colui
+può essere salvato.&nbsp;»</p>
+
+<p>C'è un'ode tra le poesie del Goethe che dà un'immagine
+schiettissima della mirabile operazione che egli
+metteva in atto per trasformare la realtà delle circostanze
+in una realtà spirituale superiore. Ricordate il<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[90]</a></span>
+mito di Ganimede rapito da Giove? Niente di più materiale.
+Ora leggete:</p>
+
+<p>«&nbsp;Come tu m'inondi dei tuoi ardori, o amata primavera,
+nello splendore del mattino! Ineffabili voluttà si destano
+nel mio cuore, invaso dal sacro sentimento della
+tua eterna bellezza, o Infinito!</p>
+
+<p>«&nbsp;Oh potessi io stringerti tra queste braccia!</p>
+
+<p>«&nbsp;Oh, io poso sul tuo seno e languisco, e le tue
+erbe e i tuoi fiori premono il mio cuore. Tu estingui
+l'ardente sete che mi divora, dolce brezza del mattino!
+Tu mi porti il canto dell'innamorato usignuolo, che
+m'invita dal nebbioso fondo della vallata. Eccomi! Eccomi!
+Dove io vo? Dove?</p>
+
+<p>«&nbsp;Lassù, lassù io aspiro! Le nuvole nuotano, discendono,
+si abbassano verso l'ansioso amore.</p>
+
+<p>«&nbsp;Venite, venite! Accoglietemi nel vostro seno, abbracciante
+abbracciato! Lassù! Padre dell'universale amore!&nbsp;»</p>
+
+<p>Tutta la vita e tutta l'opera d'arte di Volfango Goethe
+son simbolizzate in quest'ode.<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[91]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="GIOVANNI_MELI" id="GIOVANNI_MELI"></a>GIOVANNI MELI</h2>
+
+<p class="sectnote">(G. Pipitone-Federico, <i>Giovanni Meli</i>. I tempi, la vita, le opere.
+Palermo, Sandron 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[93]</a></span>)</p>
+
+<p>Le quattrocentoventiquattro pagine di questo volume
+potrebbero essere ridotte quasi a metà, levando via le
+lunghe citazioni, qualche volta ripetute in diversi capitoli,
+di brani di componimenti del poeta siciliano. Ma
+per coloro che conoscono poco o niente del Meli e che
+non possono facilmente procurarsene le opere, o non
+sentono grande curiosità di ricercarle sospettando insormontabili
+difficoltà nell'intenderne il dialetto, il libro
+del signor Pipitone-Federico riesce utilissimo.</p>
+
+<p>Lo studio intorno ai tempi e alla vita del poeta è
+fatto ampiamente; quello intorno alle opere, un po' farraginoso
+e troppo polemico. All'ultimo, si ha, è vero,
+l'impressione di aver conosciuto un Meli molto diverso
+da quello, diciamo così, leggendario, e infinitamente
+più simpatico; ma l'apologia del poeta lascia perplessi.
+Il critico insiste più del convenevole su le qualità
+di pensatore, di filosofo, e per poco non dimentica
+che si tratta di un poeta, di un artista.<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[94]</a></span></p>
+
+<p>La fama del Meli varcò, lui vivente, i confini dell'isola,
+ed ora il suo nome va accompagnato nel continente
+a quelli del Belli e del Porta. Ma i più ne parlano
+per sentita dire. Gli stranieri forse lo conoscono
+assai meglio di molti italiani. Le traduzioni lo rendono
+più facilmente accostabile; ma le qualità di stile e di
+forma, che si alterano straordinariamente nel passaggio
+da una lingua all'altra, specie trattandosi di poesie
+dialettali, non daranno mai elementi sodi e sicuri per
+un equo giudizio.</p>
+
+<p>Io, come siciliano, non posso essere sospetto se non
+sarò pienamente d'accordo col signor Pipitone-Federico
+nella grande ammirazione pel Meli. Anni fa, nel <i>Fanfulla
+della Domenica</i>, osai dire che bisognerebbe tradurre
+il Meli in siciliano. La espressione è forse eccessiva,
+ma, anche dopo la lettura di questo volume, non
+esiterei di ripeterla. Parto da un concetto della poesia
+dialettale che mi sembra giusto tuttavia, nonostante
+quel che il signor Pipitone-Federico ha diffusamente
+scritto in difesa del Meli.</p>
+
+<p>E il giudizio del Finzi, che il critico riporta e che
+io ignoravo, mi pare il più esatto che si sia dato intorno
+al poeta siciliano finora. Dirò subito la ragione.
+La poesia dialettale implica naturalmente l'idea della
+forma popolare. Il Porta e il Belli, due grandissimi
+poeti, lo hanno istintivamente capito e messo in atto.
+Il Meli, no. E quando dico forma, non intendo solamente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[95]</a></span>
+la parola del dialetto, ma il modo di sentire e
+di concepire il soggetto. Il Porta e il Belli non hanno
+mai dato impronta <i>letteraria</i> alle cose loro; e questo
+costituisce il massimo loro pregio. Il Meli, invece, è raramente
+popolare, anche dove più la sua natura di poeta
+e l'argomento lo spingevano ad esser tale. Da ciò la
+meraviglia di coloro che accostandosi, timidamente, per
+la prima volta, alla lettura delle sue poesie, le trovano
+di più facile comprensione che non si erano immaginati.</p>
+
+<p>Certamente il vocabolario del Meli è più vario e più
+ricco, se si confronta con quelli del Porta e del Belli;
+ma questo avviene perchè più di metà dei vocaboli
+che egli adopra sono siciliani fino ad un certo punto,
+o almeno non sono propriamente popolari; così le
+frasi, così il giro del periodo poetico.</p>
+
+<p>A un siciliano di buon gusto, il Meli fa l'effetto di uno
+che traduca alla meglio per farsi intendere da coloro
+che capiscono soltanto il suo dialetto. L'affermazione
+pare enorme; un esempio la schiarirà. Ecco pochi
+versi, scelti a caso dall'<i>Idilliu 1º</i>:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Tacinu l'ocidduzzi 'ntra li rami;<br /></span>
+<span class="i2">Sula la cucuccinta, ch'era stata<br /></span>
+<span class="i2">La prima a lu sbigghiarsi, ultima ancora<br /></span>
+<span class="i2">Va circannu risettu pri li chiani:<br /></span>
+<span class="i2">Ed ora l'ali soi parpagghiannu,<br /></span>
+<span class="i2">Si suspenni 'ntra l'aria; ora s'abbassa,<br /></span>
+<span class="i2">Ripitennu la solita canzuna.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Traduciamo:<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[96]</a></span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Tacciono gli augelletti in mezzo ai rami;<br /></span>
+<span class="i2">Sola l'allodoletta, ch'era stata<br /></span>
+<span class="i2">A svegliarsi la prima, ultima ancora<br /></span>
+<span class="i2">Va cercando ricetto per le piane;<br /></span>
+<span class="i2">Ed or con l'ali, a guisa di farfalla,<br /></span>
+<span class="i2">Si sospende nell'aria, ora si abbassa<br /></span>
+<span class="i2">Ripetendo la solita canzone.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Questa traduzione sembra l'originale. Si capisce sùbito
+che il poeta ha sforzato il dialetto, e che, scrivendo,
+aveva nell'orecchio un movimento ritmico disadatto
+alla natura di esso.</p>
+
+<p>Si noti inoltre che ho scelto un passo dove il dissidio
+tra la forma e il concetto è meno apparente.</p>
+
+<p>Ma questa discussione mi menerebbe troppo lontano
+e non potrebbe interessare tutti i lettori; mi basta averla
+accennata. Interesserà invece la figura del Meli
+quale risulta dalle pagine del signor Pipitone-Federico,
+che ha potuto usufruire di molti documenti recentemente
+pubblicati e ignorati fuori dell'isola.</p>
+
+<p>Il titolo di abate che va inseparabile dal nome del
+Meli; molte sue poesie, piene di facile e amabilmente
+stoica filosofia, hanno dato origine alla creazione del
+personaggio fantastico d'un poeta gaudente, sensuale,
+adulatore, parassita. Si diceva: Il poeta ha adombrato
+sè stesso nella <i>Cicala</i> da lui cantata:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"><i>Cicaledda, tu t'assetti</i><br /></span>
+<span class="i2"><i>Supra un ramu la matina,</i><br /></span>
+<span class="i2"><i>Una pampina ti metti</i><br /></span>
+<span class="i2"><i>A la testa pri curtina,</i><br /></span>
+<span class="i2"><i>E ddà passi la jurnata</i><br /></span>
+<span class="i2"><i>A cantari sfacinnata.</i><br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[97]</a></span></div></div>
+
+<p>Povero abate Meli! Egli quasi prevedeva questo equivoco
+quando scriveva all'arcivescovo Lopez, suo
+amico e protettore: «&nbsp;L'abate Meli (abate però di sole
+spoglie, senza titolo, senza pensione) fu una cicala che
+assordì col suo canto molta estensione di paese&nbsp;». E
+soggiungeva: «&nbsp;Il secolo ed il paese in cui nacque e
+visse, e la professione che esercitò, fecero sempre a
+calci con la di lui indole e temperamento (<i>sic</i>). Vide e
+gustò qualche volta il piacere, la pace, la consolazione,
+ma soltanto nei sogni che gli somministrarono i soggetti
+delle sue poesie.&nbsp;»</p>
+
+<p>Nato in Palermo il 3 marzo 1740, da un orefice di
+scarsa fortuna, fu messo a studiare nelle scuole gesuitiche;
+e vi apprese il latino, passando sette anni
+attorno alla grammatica del Padre Emmanuele Alvarez,
+anni che egli rimpianse argutamente nel suo poemetto
+<i>La Fata galante</i>. I <i>Reali di Francia</i>, i drammi
+del Metastasio, l'<i>Orlando furioso</i> dell'Ariosto svegliavano
+la sua fantasia; e l'istinto poetico del giovinetto
+cominciò a rivelarsi in componimenti di imitazione. <i>La
+Fata galante</i>, scritta a diciotto anni, è già un gran passo;
+è la splendida aurora di un bellissimo giorno.</p>
+
+<p>Intanto, tra un canto e l'altro di quel poemetto, tra
+un'ode e l'altra di fattura rollesca o vittorelliana, tra
+un capitolo bernesco e l'altro, egli studiava medicina.
+E appena era in caso di esercitarla &mdash; la laurea non esisteva
+ancora nell'Università di Palermo &mdash; le strettezze<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[98]</a></span>
+della famiglia lo costringevano ad accettare il posto
+di medico comunale nel villaggio di Cinisi, a ventiquattro
+miglia dalla capitale. Qua egli era vissuto tra
+gli accademici della <i>Galante conversazione</i>, come s'intitolava
+una riunione di begli ingegni e di coltissime
+persone, e il suo nome accademico era <i>Lu stravaganti</i>:
+a Cinisi, si trovava faccia a faccia con la Natura, in
+mezzo a un paesaggio incantevole, tra uomini di vita
+semplice e laboriosa. Curava i suoi malati, si divertiva
+con la caccia al roccolo e con la pesca, e continuava
+alla meglio i suoi studi di medicina e di filosofia.
+La vita frugale gli permetteva di mandare quasi
+intero il suo magro stipendio alla famiglia. E tra <i>quelle
+collinette, tra quelle valli, tra quelle roccie rivestite di
+muschi e di edera</i>, egli concepiva e scriveva la <i>Buscolica</i>,
+che rimarrà il suo maggior titolo di poeta.</p>
+
+<p>Era andato in Cinisi innamorato; cinque anni dopo
+tornava a Palermo, chiamatovi dal suo professore di
+clinica che voleva affidargli la sua clientela durante
+la sua assenza per un viaggio all'estero. Il primo amore
+era sfumato; e il giovane dottore, con l'aureola
+di poeta e in fama di uomo di spirito e di persona
+gioviale, si vedeva festosamente accolto dall'alta società
+palermitana, specialmente dalle belle signore che
+si disputavano l'onore di aver dedicata e d'ispirare
+qualcuna delle sue odi. Il titolo di poeta noceva un
+po' all'esercizio della sua professione, non ostante che<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[99]</a></span>
+il Meli avesse usata la precauzione di vestire l'abito
+talare, come allora facevano i medici per poter avere
+tra la loro clientela le suore dei monasteri. Pare che
+molte delle sue odi non siano state semplice esercizio
+poetico, reminiscenze o ispirazioni del vecchio Anacreonte.
+Una baronessa Martinez, bellissima e colta
+giovane signora, la non meno bella marchesa Regiovanni,
+una signora Mantegno, che aveva sul petto un
+graziosissimo neo, entrarono per qualche cosa nell'ispirazione
+del <i>Lu gigghiu</i>, <i>Lu pettu</i>, <i>Lu neu</i>. Il Meli menava
+di fronte la scienza, la poesia e la galanteria:
+ed è curiosa una sua lettera amorosa che si conserva
+nella biblioteca comunale di Palermo:</p>
+
+<p>«&nbsp;Non è più tempo di dar fede ai pregiudizii dell'infanzia
+ed alle fole dei poeti che vi dipingono Amore
+fiero, indomito, lascivo, crudele al par di un'arpia
+e d'una megera. Crediamo piuttosto alle veridiche voci
+della natura. Ella non è un nome vano e senza effetto;
+è un principio, un nome, una pura causa, una parte
+di Dio medesimo, che, occultata nel più recondito
+recesso del cuore umano, ispira, agita e si palesa sotto
+la mascherata (<i>sic</i>) di un istinto o sia di un sentimento
+vivo ed animato...... Or questo stesso principio
+che vi fa amar noi in noi, comanda di amar noi
+in altri. Per sovrumana metamorfosi di amore, chi ama
+vive nell'oggetto amato e questo in lui. Adunque dovendo<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[100]</a></span>
+amar voi in voi, dovrete amar voi in me, per
+diritto di natura, di gratitudine, di convenienza.</p>
+
+<p>«&nbsp;Mi direte che in questo istante non sperimentate
+in voi le voci del sentimento così vive che vi spingano
+ad amare. Sia così; ma di grazia, cancellate quella
+stima pel cagnolino, discacciate il passerino, lasciate
+di apprezzare quelle gioie, quegli arredi, quelle galanterie,
+insomma rivocate quell'affetto disperso in
+mille oggetti e riunite le divise forze d'una potenza
+così nobile impiegata stoltamente in oggetti ignobili e
+materiali. Ed allora sentirete destar la natura ed esortarvi
+ad impiegare il ricco capitale dei vostri affetti
+in un cuore come il mio, nel quale chi ve ne impiega
+una parte, nel momento appresso ne avrà rese mille
+per quell'una.&nbsp;»</p>
+
+<p>La galanteria non gli aveva impedito di scrivere le
+<i>Riflessioni sul meccanismo della Natura, in rapporto alla
+conservazione e riparazione degli individui</i> e il discorso
+<i>Sulle attrazioni elettive adombrate nella mitologia degli
+antichi</i>, lavori che dimostrano come sotto il poeta ci
+fosse il pensatore positivo, se non originale, certamente
+audace riguardo ai tempi e alla cultura del suo
+paese. Le <i>Riflessioni sopra il meccanismo della Natura</i>
+suscitarono quasi uno scandalo, e l'autore ne fu intimidito
+e non scrisse gli altri due libri che dovevano
+compire il lavoro. Non si deve però attribuire al suo
+merito scientifico l'elezione a professore di chimica<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[101]</a></span>
+nell'Università di Palermo, che egli ottenne nel 1786;
+si volle, con essa, dare una rimunerazione al poeta.
+Il Meli in chimica era un mediocre teorico: uomo di
+ingegno e di buona volontà, aiutato dal suo operatore
+Stefano Chiarelli, potè per sedici anni contribuire a
+diffondere in Sicilia le teoriche del Lavoisier.</p>
+
+<p>Intanto, alle sventure domestiche, si aggiungevano
+una lunga malattia e un furto che lo metteva sul lastrico.
+I ladri gli avevano svaligiato completamente
+la casa, portandogli via trecento ducati di laboriosi risparmi,
+biancheria, vestiti, arnesi. Senza l'aiuto dell'arcivescovo
+Lopez, il Meli sarebbe morto quasi di fame.
+E di questa disgrazia, scriveva poco dopo, scherzando
+all'arcivescovo lontano: «&nbsp;Intorno al rispondere, che
+sarebbe il maggior incomodo, mi rimetto al laconismo
+della prima lettera di Cicerone: <i>Si vales, bene est, ego
+valeo</i>, potendosi risparmiare il <i>tua tueor</i>; perchè io in
+questo mondo non ho nè beni, nè affari, nè pretensioni,
+onde alcuno potesse assumere per me la cura:
+nè io medesimo ho niente da sbrigare, o da custodire,
+giacchè i ladri, com'Ella sa, mi hanno di questa gran
+cura liberato.&nbsp;»</p>
+
+<p>Il padre del Meli era morto pazzo; uno dei suoi fratelli
+si era rovinato per eccessivo scrupolo nei suoi
+doveri di procuratore; la sorella, che poi moriva matta
+anche lei, era invasata da tale ardore di carità da vendere
+mobili e biancheria per maritare e dotare le sue<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[102]</a></span>
+serve e le loro figliuole; un secondo fratello, monaco
+domenicano, processato dagli altri monaci come dilapidatore
+dei beni del convento, ricorreva al povero abate
+per farsi cavare da impicci che potevano disonorare
+la famiglia; e viveva alle spalle di lui, quantunque
+abitasse nel convento di Santa Cita. L'abate aveva in
+mano certe carte da cui risultava un credito di once
+quattrocento (più di tre mila lire) in favore del fratello
+morto e da cui egli aveva ereditato; ma un frate
+lo imbroglia, gli leva le carte di mano col pretesto di
+adoperarle per un accomodamento, e sparisce e non si
+fa più vedere..... Il poeta ha raccontato tutto questo
+in una specie di memorietta da lui scritta, non so a
+che proposito, in terza persona; e finisce malinconicamente:
+<i>«&nbsp;Oggi che trovasi ridotto all'osso, altro non desidera
+che questo almeno possa portarlo intero sino alla
+tomba&nbsp;».</i></p>
+
+<p>Nel 1806, a un tedesco suo ammiratore, traduttore
+di parecchie sue poesie, e che gli chiedeva notizie per
+un cenno biografico, il Meli scriveva:</p>
+
+<p>«&nbsp;Volete che io mi lusinghi coll'idea di qualche postuma
+considerazione? Vano e miserabil compenso!
+Non vale al certo la pena che io vada riandando nella
+memoria le miserie ed amarezze di mia vita, quelle
+che con tanto studio ho cercato di coprire e di palliare
+a me stesso ed agli altri con le poetiche illusioni
+e col trasportarmi alle antiche età del mondo, per<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[103]</a></span>
+togliermi da questa almeno col pensiero e colla immaginazione.....
+Ho fatto poca fortuna nella professione
+della medicina, facoltà in cui non ci ho veduto mai
+chiaro ed a cui sono stato negato per natura, perchè
+nemico del ciarlatanismo, del corteggiamento, e dippiù
+per il peccato originale nel paese di essere appreso
+(<i>sic</i>) per poeta..... Conchiudo: leggete le mie poesie
+e divertitevi e scordatevi della mia vita, come me
+ne sono scordato io, o guardatela come me nel migliore
+aspetto: quello cioè di non aver nemici (salvo che
+non lo sia un fratello monaco, che non accosta mai
+da me) di non aver litigio, di non desiderare, di non
+invidiare nessuno, e di lusingarmi di essere amato
+dalle persone che mi conoscono&nbsp;».</p>
+
+<p>Il cav. Luigi Medici, che gli voleva bene e lo ammirava
+e lo aiutava, gli consigliò di chiedere al re
+l'abbazia di San Pancrazio allora vacante.</p>
+
+<p> &mdash; Ma io non sono prete, non ho neppure gli ordini
+minori! &mdash; rispondeva il Meli.</p>
+
+<p> &mdash; Si fa presto a prendere gli ordini minori &mdash; replicò
+l'amico. &mdash; Al resto penserò io.</p>
+
+<p>Il poeta obbedì e poi scrisse, per supplica, un sonetto
+con la coda dignitoso e malinconico, che dà
+una gran tristezza. Ma appunto allora la Corte borbonica,
+caduto Napoleone, tornava a Napoli; la supplica
+si smarriva tra le carte burocratiche portate via. Venuta
+tardi a galla, era rimandata al governo di Sicilia<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[104]</a></span>
+<i>per informazioni</i>; e quando la nomina finalmente arrivava
+in Palermo, l'abate Meli era morto da parecchi
+giorni nella più squallida miseria, maledicendo il giorno
+in cui si era messo a fare il poeta: «&nbsp;<i>Or che sono
+adulto, anzi vecchio, ne sto piangendo le conseguenze</i> &mdash; scriveva
+al suo amico dottor Troysi. &mdash; <i>Imperciocchè mi è
+d'uopo appoggiar le speranze della mia sussistenza nell'altrui
+patrocinio. &mdash; Maledictus homo qui confidit in hominem!</i>&nbsp;»</p>
+
+<p>A settantacinque anni posando in pieno inverno per
+un busto nello studio dello scultore Villareale, si era
+buscata una punta, e il 20 dicembre del 1815 cessava
+di vivere per peripneumonia biliosa.</p>
+
+<p>L'uomo fa ammirare maggiormente il poeta. E che
+il Meli fosse davvero un gran poeta nessuno vorrà negarlo,
+non ostante il dissidio che c'è tra la forma dialettale
+e il concetto in quasi tutte le sue poesie. Il
+signor Pipitone-Federico non nega recisamente questo
+difetto, ma cerca di scusarlo e di spiegarlo là dove è
+più evidente. Senza dubbio, i tempi, le circostanze speciali
+della cultura siciliana hanno influito sull'ingegno
+del poeta. Nato nel continente, con la padronanza della
+forma del Parini, del Foscolo, del Monti, egli avrebbe
+raggiunto un'altezza e un'originalità che l'impaccio
+di dar forma letteraria al dialetto gli ha vietato
+di raggiungere. Studiare fino a qual punto gli abbia
+nociuto quest'impaccio e i tempi e le circostanze, studiarlo<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[105]</a></span>
+anche dopo quel che con ampiezza ne ha detto
+l'autore di questo volume, sarebbe interessante: ma
+occorrerebbe più spazio che un giornale non può concedere;
+e per ciò me ne astengo.<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[107]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="GABRIELE_DANNUNZIO" id="GABRIELE_DANNUNZIO"></a>GABRIELE D'ANNUNZIO</h2>
+
+<p class="sectnote">(<i>La città morta</i> &mdash; Fratelli Treves editori. Milano, 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[109]</a></span>)</p>
+
+<p>Poichè le rappresentazioni di essa in Italia sono ritardate,
+si dice, fino a giugno, tentiamo di darcene intanto
+una rappresentazione ideale.</p>
+
+<p>Abbiamo il volume sotto gli occhi. L'immaginazione
+è assai più compiacente della realtà. Un'attrice, un attore
+hanno sempre qualcosa di più e qualcosa di meno
+nell'aspetto, nella voce, nel gesto con cui dovrebbero
+far vivere sul palcoscenico un personaggio. Particolari
+che sembrano insignificanti attenuano grandemente il
+godimento estetico in teatro, quando non gli nuocciono
+a dirittura. Tentiamo dunque di darci della tragedia
+dannunziana una rappresentazione ideale, cioè conforme
+all'idea voluta attuare dal poeta.</p>
+
+<p>Fino a pochi mesi fa dovevamo contentarci di conoscere
+le intenzioni di lui per mezzo delle interviste dei
+suoi ammiratori ed amici. Intorno alle intenzioni di chi
+si accinge a fare un'opera d'arte è imprudente discutere.<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[110]</a></span>
+Bisogna dire soltanto: &mdash; Va bene; mettetele in
+atto; ne ragioneremo poi.</p>
+
+<p>Non già che non si possano talvolta discutere le intenzioni,
+quando, per esempio, sono evidentemente assurde.
+Ma siccome dal detto al fatto, secondo il proverbio,
+corre gran tratto, così mi par meglio rassegnarsi
+ad attendere. Le intenzioni, lungo il cammino, inciampano
+in difficoltà di esecuzione che ne modificano
+le crudezze, ne infrenano gli eccessi. Quel che di raramente
+buono c'è in esse, si trasfonde intero nell'opera
+d'arte; il po' di strambo, di cattivo che non vien
+potuto eliminare non risulta poi tale da danneggiarla
+fortemente.</p>
+
+<p>Infondere nell'anemico organismo della drammatica
+moderna tutta la maestà, tutta l'idealità ieratica della
+tragedia greca, fino a sconvolgere i mezzi materiali di
+cui si serve il teatro attuale, e le abitudini del pubblico
+a un certo modo di rappresentazione; far sorgere
+in Albano, in vista del lago, fra gli ulivi, un teatro di
+foggia antica dove i capolavori della musa tragica greca
+e i capolavori della musa tragica contemporanea, o,
+più modestamente, i lavori, i tentativi di essa si alternerebbero
+davanti a un pubblico capace di intenderne
+le bellezze e di apprezzarne le arditezze, non erano,
+secondo me, intenzioni così strane, così assolutamente
+impossibili da permettere di condannarle anticipatamente.<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[111]</a></span></p>
+
+<p>Le riproduzioni dei drammi di Eschilo e di Sofocle,
+avrebbero potuto riuscire cosa assai diversa dalle recitazioni
+scolastiche fatte ogni anno dagli studenti inglesi
+e tedeschi al cospetto di professori e di dotti, pei
+quali non hanno misteri le più riposte meraviglie del
+testo originale. Un pubblico speciale avrebbe potuto,
+per qualche ora, darsi il gusto di rivivere un'altra vita
+intellettuale, e ottenere direttamente quelle grandiose
+impressioni che formarono la delizia del popolo
+più artistico che mai sia stato al mondo.</p>
+
+<p>In quanto ai lavori nuovi, imitazioni, derivazioni dagli
+antichi esemplari, perchè diffidarne prima di averli
+sott'occhio? Ferve negli scrittori e nel pubblico l'ansiosa
+ricerca di qualcosa di meglio, di più elevato, di
+più raro che non somministrino le commedie e le <i>pochades</i>
+da le quali sono a stento alimentate le fiacche
+rappresentazioni dei nostri teatri. Parecchi tentativi
+hanno avuto la fortuna di vincere gli ostacoli di un'educazione
+estetica molto scarsa, e quelli, anche più ardui,
+delle vecchie abitudini. Buon numero di convenzioni
+teatrali, che già s'imponevano come dommi, sono state
+eliminate; concetti che sembravano repugnanti alla
+forma drammatica sono apparsi sul palco scenico, dando
+vita a personaggi, a caratteri, a passioni, a catastrofi
+che hanno allargato i confini, dentro cui si era
+aggirata finora questa forma d'arte.</p>
+
+<p>Perchè altri tentativi non avrebbero potuto farsi, cavando<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[112]</a></span>
+fuori nuove conseguenze da vecchie promesse,
+facendo germogliare semi rimasti addormentati, operando
+innesti fecondi, procurando anche ibridismi che
+trasporterebbero nel dominio dell'arte scenica i miracoli
+ottenuti dalla istancabile pazienza dei floricultori?</p>
+
+<p> &mdash; Anche il <i>simbolismo</i>?</p>
+
+<p>A <i>priori</i>, io non oso dire di no. Tutto sta nel modo
+e nella misura.</p>
+
+<p>Per parecchi secoli, l'arte drammatica si è servita
+del <i>tipo</i>: poi, per logica evoluzione, ha messo fuori l'<i>individuo</i>:
+prima, per esempio, con caratteristiche generali,
+l'<i>avaro</i>, il <i>geloso</i>; poi, un tal <i>geloso</i>, un tal <i>avaro</i>,
+Otello, il notaio Guerin. Presentare ora personaggi, caratteri,
+situazioni che, sorpassando il significato individuale,
+aprirebbero alla intelligenza e alla fantasia
+degli spettatori orizzonti più larghi, e darebbero anche
+sensazioni più profonde, più complicate di quelle che
+sogliono scaturire da individui, da caratteri, da passioni,
+da situazioni determinate, perchè mai, dico, dovrebbe
+sembrare a <i>priori</i> impossibile?</p>
+
+<p>Questo però presuppone che un artista, intraprendendo
+un'opera d'arte, conosca innanzi tutto la intima essenza
+di quella forma e i limiti ad essa imposti dalla
+sua natura; presuppone che egli sappia che l'essenza
+d'una forma d'arte è superiore a qualunque potenza
+d'ingegno, e che neppure il genio sconvolge o inverte
+le funzioni vitali di essa, anzi le sente e le incarna<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[113]</a></span>
+più compiutamente di ogni altro; così compiutamente
+talvolta, da esaurire tutte le possibilità d'una forma e
+chiuderne il ciclo di evoluzione.</p>
+
+<p>La tragedia con personaggi moderni non è precisamente
+una novità. Invece di tragedia è stata chiamata
+dramma. Non è una novità il tentativo di trasportare
+in un soggetto moderno il Fato degli antichi greci.
+Zaccaria Werner l'ha fatto nel 1810, col suo <i>Ventiquattro
+febbraio</i>, di cui ci ha dato, se non sbaglio, la
+traduzione e uno studio critico il Mazzini. Questo non
+significa che non si possa ritentare con altro modo,
+con altra misura. Del <i>Fato</i> dei greci non abbiamo idee
+esatte; filosofi ed eruditi non sono punto di accordo
+intorno al vero significato di questa concezione religiosa.
+Pel D'Annunzio, per esempio, l'interpretazione
+del <i>Fato</i> consisterebbe nell'influenza dell'ambiente,
+nella violenza che la passione esercita su la ragione,
+nelle determinazioni prodotte nel cuore e nella intelligenza
+dagli studi particolari a un individuo.</p>
+
+<p>Siamo lontani dal <i>Fato</i> greco, molto lontani da Edipo
+destinato ad essere uccisore del padre, marito della
+madre e per questi involontari delitti condannato ad
+errare cieco e miserabile pel mondo, fino a che non
+troverà requie nel bosco delle Furie e non diventerà
+genio benefico per la città di Atene. Non importa. Il
+pregio dell'indeterminatezza di certi concetti consiste
+appunto nelle diverse interpretazioni che essi permettono<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[114]</a></span>
+all'artista per scopi artistici. L'essenziale è che
+questi scopi artistici siano raggiunti.</p>
+
+<p>Dicevo dunque che fino a pochi mesi fa dovevamo
+contentarci di conoscere le intenzioni di Gabriele D'Annunzio.
+Ora che abbiamo sotto gli occhi l'opera bell'e
+compiuta, cerchiamo di renderci conto se alle intenzioni
+ha corrisposto il fatto.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Siamo avvertiti dal titolo che non dobbiamo attenderci
+niente di reale, o poco assai. La città morta è
+Micene <i>ricca d'oro</i>, nell'Argolide <i>sitibonda</i>, come dicono
+le scolie con perdonabile pedanteria. Bisogna dimenticare
+che gli scavi di Micene furono fatti, tra il '73 e
+il '78, dal mecklemburghese Schliemann e dalla sua
+Signora, e non stupirsi se gli scavi del lavoro di fantasia
+danno risultati alquanto diversi da quelli descritti
+dal vero scopritore delle tombe degli Atridi. Non si
+tratta di una ricostruzione, ma d'una creazione che toglie
+in prestito dalla realtà i particolari che gli fanno
+più comodo. Il poeta ha diritto di agire così.</p>
+
+<p>Le <i>dramatis personae</i> (dire personaggi è parso una
+volgarità?) sono indicate con semplici nomi, quasi per
+spogliarle di ogni bassa caratteristica. Forse notare,
+invece di <i>Alessandro</i>, <i>Leonardo</i>, <i>Anna</i>, <i>Bianca-Maria</i>, notare
+soltanto: <i>Un Uomo</i>, <i>Un altr'uomo</i>, <i>Una donna</i>, <i>Una</i><span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[115]</a></span>
+<i>Vergine</i>, <i>Una Vecchia</i> sarebbe stato meglio; lo dico senza
+malizia, giacchè il poeta vuol raggiungere l'idealizzazione
+dei personaggi anche con questi espedienti. Nelle
+rappresentazioni di Parigi ha vestito le donne con larghe
+tuniche greche, e gli uomini.... da biciclisti, come
+ci ha fatto sapere il Sarcey, se pure questa non è stata
+un'irriverente grossolanità del critico francese.</p>
+
+<p>Tutti i personaggi sono oppressi dall'ossessione archeologica.
+Per Leonardo, la cosa è naturalissima: è
+invasato dall'idea di scoprire le tombe degli Atridi. Si
+capisce pure che un poeta come Alessandro, che ha
+voluto accompagnare l'amico nella difficile e nobile
+impresa, viva con l'immaginazione nel mondo mitologico
+di Omero e di Sofocle.</p>
+
+<p>Sembra un po' strano che le due donne, Anna e Bianca-Maria,
+non leggano altro all'infuori dell'<i>Antigone</i>
+durante la monotonia delle lunghe giornate d'ozio; e
+che Anna, la cieca, racconti alla nutrice la favola della
+ninfa <i>Io</i>; eppure reca meraviglia che il poeta abbia
+ceduto un momento alle lusinghe della verosimiglianza
+facendo addormentare la vecchia a quel racconto.</p>
+
+<p>Sarebbe ridicolo avere un attimo di curiosità intorno
+alla condizione dei personaggi. Anna è divenuta cieca
+dopo il matrimonio? O Alessandro, vinto da un impulso
+di generosissimo affetto, l'ha sposata proprio per
+quei begli occhi limpidi, ma muti alla luce? Immaginate<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[116]</a></span>
+quel che vi pare. Tanto più che la stessa Anna
+sembra di scordarsi di essere cieca quando dice, parlando
+di Zacinto: <i>Io non conosco l'isola; ma una sera,
+nel mio primo viaggio la vidi di lontano e mi pareva l'Isola
+dei Beati.</i> Queste minuzie non hanno niente che
+fare con l'azione, col dramma intimo che i personaggi
+ci vogliono raccontare, adoperando un linguaggio adatto
+all'ambiente, tra quei tesori di arte antica che ricompaiono
+al sole dopo migliaia di secoli &mdash; avori, vesti,
+diademi, maschere del Re dei Re, di Clitemnestra,
+di Cassandra, ogni cosa di oro massiccio &mdash; tra i versi
+di Omero, di Eschilo e Sofocle che suonano a ogni
+istante su le labbra di tutti.</p>
+
+<p>In una rappresentazione ideale noi possiamo prestare
+docile orecchio ai periodi ondulanti, spiegantisi con lenta
+maestà, scandentisi al pari dei greci trimetri, degli
+anapesti, dei tetrametri-trocaici, dei giambici eschilei
+e sofoclei. È vero che dobbiamo foggiarci uno special
+modo di recitazione simile a melopea, che di tratto in
+tratto, si esalti fino a divenire melodia; ma nella nostra
+condizione è lecito permetterci tutto.</p>
+
+<p>I personaggi si sono sollevati molto in alto, in una
+regione dove possono sentire e pensare a modo loro,
+fuori d'ogni volgarità, fuori anche dell'umanità, ed esprimersi
+in conseguenza. Sono nel dramma, cioè nella
+tragedia, e nello stesso tempo quasi estranei a quel
+che accade dentro di loro e attorno a loro.<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[117]</a></span></p>
+
+<p>Anna, la cieca, sente, indovina che Bianca-Maria le
+toglie il cuore del marito, eppure compatisce, perdona
+e pensa di eliminare l'ostacolo all'unione dei due cuori:
+sè stessa.</p>
+
+<p>Bianca-Maria è appena turbata dall'impuro amore
+che le è germogliato nel petto.</p>
+
+<p>Alessandro, il poeta, fa serenamente olocausto della
+moglie al suo nuovo amore per Bianca-Maria; e quando
+la vergine gli domanda: &mdash; <i>Che volete fare di me, della
+creatura che amo, che amate? Dite!</i> &mdash; egli risponde: &mdash; <i>Lasciate
+che il destino si compia.</i></p>
+
+<p>Leonardo è preso da folle passione per la sorella;
+e venendo a cognizione ch'ella ama, riamata, Alessandro,
+pensa soltanto a purificare per sempre quella creatura,
+annegandola nelle acque della fonte Perseia. E
+allora si sente tutto puro anche lui!</p>
+
+<p> &mdash; <i>Se ella ora si levasse, potrebbe camminare su l'anima
+mia come su neve immacolata... S'ella rivivesse, tutti i miei
+pensieri per lei sarebbero come i gigli, come gigli.</i></p>
+
+<p>Lo stesso Alessandro, il poeta innamorato, davanti
+al cadavere dell'amata non ha uno scatto; soltanto, <i>con
+gesto imperioso</i>, dice all'assassino, no, al purificatore: &mdash; <i>Non
+la toccare! Non la toccare!</i> &mdash; E l'altro, indietreggiando,
+risponde: &mdash; <i>Non la tocco... Ella è tua, ella è tua!</i></p>
+
+<p>Anna, la cieca, finalmente, inciampando nel cadavere
+dell'amica, ha un grido: &mdash; <i>Ah! Vedo! Vedo!</i><span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[118]</a></span></p>
+
+<p>E noi dobbiamo rimanere nell'ideale e ignorare precisamente
+in che modo ella veda.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Senza dubbio, c'è in tutto questo, nel concetto e nella
+forma, una continua cura di sfuggire il comune, il
+volgare; ma c'è anche una non meno continua cura di
+sfuggire la logica della passione e delle circostanze.
+Nessun artificio teatrale è messo in opera per ottenere
+qualcuno dei soliti effetti; sono però adoprati altri
+artifici per raggiungere determinati effetti, e viziosi
+quanto quelli voluti evitare.</p>
+
+<p>Tutti i personaggi hanno orrore di dire la parola giusta,
+di servirsi dell'espressione più semplice e quindi
+più efficace. Nel punto in cui l'anima loro sta per penetrare
+nell'intimo del <i>pathos</i>, si ritraggono sùbito indietro,
+quasi abbiano paura di dire qualcosa di umano,
+di vero.</p>
+
+<p>«&nbsp;<span class="smcap">Bianca Maria.</span> Le mie labbra erano pure, sono pure...
+Per la memoria di mia madre, per il capo di mio fratello,
+io vi giuro, Anna, che rimarranno pure, così,
+suggellate dalle vostre stesse mani. (<i>Ella preme su la
+sua bocca le mani della cieca</i>).</p>
+
+<p>«&nbsp;<span class="smcap">Anna.</span> Non giurare! Non giurare! Tu pecchi contro
+la vita; è come se tu uccidessi tutte le rose della<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[119]</a></span>
+terra, per non donarle a chi le desidera. Abbi fede!
+Attendi ancora un poco!&nbsp;»</p>
+
+<p>È un momento grave, solenne, veramente tragico....
+Ma Anna, a un tratto, divaga:</p>
+
+<p>«&nbsp;Senti l'odore dei mirti? È inebriante come vino
+caldo...&nbsp;» E in quella divagazione lirica intorno ai
+mirti di Megara, alle rive di Zacinto (nessuno dei personaggi
+dice mai Zante!) e intorno alle voci misteriose
+delle fontane, non si sente il fremito di chi divaga a
+posta, per sviare il discorso, per reprimere la commozione.
+La parola non dice una cosa per farne intendere
+un'altra, la più importante, no; si compiace della
+bella descrizione, delle dolci immagini, delle sottili
+comparazioni, fa un esercizio retorico.</p>
+
+<p>Così ogni volta che la situazione drammatica vorrebbe
+forzar la mano al poeta.</p>
+
+<p>La grande, la ieratica idealità greca? Ma tutto è
+umano in quella grande idealità. Antigone che affronta
+consapevolmente la morte per dare sepoltura al cadavere
+del fratello Polinice e compire un atto religioso
+che avrebbe permesso allo spirito di lui il passaggio
+nell'Eliso, Antigone rimpiange la vita e le nozze. Edipo
+passa di angoscia in angoscia, tentando di trovarsi
+innocente, e rimanendo sempre dubbioso ed incredulo
+davanti alle prove più evidenti della fatalità che lo
+incalza. E Filottete? Che accenti di dolore, che imprecazioni,
+che suppliche nella sua misera condizione!<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[120]</a></span></p>
+
+<p>La grande, la ieratica idealità greca! Dove mai?
+Nel concetto? Il dramma, la tragedia, giacchè così si
+vuole, qui risulta per via di artifici. Quei personaggi
+pensano e agiscono a quel modo, perchè il poeta ha
+voluto che pensassero e agissero a quel modo. Anzi,
+per dire la verità, essi non c'entrano. Il poeta
+ha parlato per conto loro, togliendo a ognuno di essi
+la propria personalità, fin nella maniera di esprimersi.
+E quando ho detto: <i>agiscono</i> ho parlato impropriamente;
+essi agiscono così poco, che non potrà sembrare
+esagerazione l'attenuare che non agiscono affatto.</p>
+
+<p>Ora niente è più contrario all'essenza della tragedia
+greca, che è tutta azione; azione breve, ristretta,
+circoscritta dai limiti che le condizioni teatrali e l'indole
+di rappresentazione religiosa imponevano con gli
+intermezzi del coro, impaccioso residuo della forma sacra
+primitiva; coro che in Sofocle comincia già a trasformarsi
+in personaggio.</p>
+
+<p>La grande, la ieratica idealità greca! Dove mai?
+Nella forma? Ora niente di più semplice, di più limpido,
+di più trasparente della forma greca; cioè niente
+di più perfettamente compenetrato col concetto che
+essa vuole esprimere. Nel caso però che si voleva fare
+un <i>pastiche</i>, bisognava imitare il Goethe, scegliere
+un soggetto greco, e dare ad esso quell'apparenza di
+bassorilievo ch'egli ha tentato di dare alla sua <i>Ifigenia</i>.</p>
+
+<p>Ma anche a proposito del Goethe, si può ripetere il<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[121]</a></span>
+motto del Taine: <i>Non c'è altre tragedie greche che le
+greche!</i></p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Non sarebbe qui inopportuno discutere le intenzioni
+del poeta. Ma a che prò?</p>
+
+<p>Io capisco che un ingegno come quello di Gabriele
+D'Annunzio ha fatto così la <i>Città morta</i>, in massima
+parte perchè ha voluto farla così. Nella <i>Città morta</i>
+c'è il germe di un'azione veramente drammatica, e
+qua e là un accenno di organico svolgimento di essa.
+Questo, forse, può significare che un'altra volta, se
+non vorrà fare a posta così, &mdash; cioè rinunziare di proposito
+ai perfezionamenti che la forma drammatica ha
+raggiunto dai greci fino a Shakespeare, e da Shakespeare
+fino ad oggi &mdash; Gabriele d'Annunzio ha tanta
+forza da prendere facilmente una rivincita, purchè non
+dimentichi che l'essenza d'una forma d'arte è superiore
+a qualunque potenza d'ingegno, come l'ha sventuratamente
+dimenticato scrivendo questa <i>Città morta</i>,
+morta davvero come opera drammatica.<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[123]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="EMILIO_ZOLA" id="EMILIO_ZOLA"></a>EMILIO ZOLA</h2>
+
+<p class="sectnote">(<span class="smcap">Émile Zola</span>, Paris, Charpentier, 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[125]</a></span>)</p>
+
+<p>Ironia della vita! Mentre Emilio Zola pubblicava nel
+<i>Journal</i> gli ultimi capitoli del suo romanzo, che è la
+glorificazione anticipata di quel Parigi fantastico da cui
+l'<i>umanità dovrà ricevere il dono dell'emancipazione definitiva</i>,
+il Parigi reale, preso da un accesso di follia, insultava
+il coraggioso scrittore che appunto in quei giorni
+si era costituito paladino della libertà e della giustizia.</p>
+
+<p>Rileggendo in volume quelle pagine che uscivano
+quasi contemporaneamente con le relazioni delle sedute
+della Corte d'Assise pel processo del loro autore,
+si ha l'impressione di un senso artistico divinatorio
+che meraviglia. L'anarchico Salvat sembra un simbolo:
+il processo di lui una esattissima previsione di quel che
+sarà il processo Zola. Ecco qui:</p>
+
+<p>«&nbsp;Nella gran folla, un mescolarsi di abiti chiari di
+signore, di toghe nere di avvocati, tra cui si distingueva<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[126]</a></span>
+appena la toga rossa dei giudici negli stalli così
+bassi, che lasciavano scorgere a stento, su le altre teste,
+la faccia bislunga del presidente. Molti osservavano
+i giurati, tentando d'indovinarne qualcosa dai loro
+visi; parecchi non levavano gli occhi d'addosso all'accusato....
+Salvat si alzò in piedi; il presidente cominciò
+l'interrogatorio. E apparve con tragica nettezza,
+il contrasto: da una parte i giurati nell'ombra anonima,
+<i>con l'opinione già bella e fatta sotto la pressione
+del pubblico terrore, riuniti là per condannare</i>, dall'altra
+l'accusato....</p>
+
+<p>«&nbsp;Il procuratore generale prese la parola, severissimo.
+Era noto per le sue relazioni con tutti i partiti
+politici e per la sua destrezza nell'essere sempre amico
+degli uomini al potere; d'onde il suo rapido avanzamento
+nella carriera giudiziaria e i favori di cui era
+costantemente colmato.... E continuò per due ore, <i>sdegnando
+la verità e la logica, cercando soltanto di impressionare
+le immaginazioni, cavando partito dal terrore che
+aveva invaso Parigi, incoraggiando il giurì a fare il suo
+dovere condannando</i> l'assassino, giacchè il Governo era
+risoluto <i>di non indietreggiare di fronte a qualunque minaccia....</i></p>
+
+<p>«&nbsp;Dopo una deliberazione di appena un quarto d'ora,
+i giurati rientravano nella sala, con gran rumore di
+tacchi sui banchi di quercia. Riappariva anche la Corte.
+Un crescendo di emozione agitava la folla, quasi<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[127]</a></span>
+un vento di ansietà scuotesse tutte le teste. Molti si
+erano levati in piedi, lasciandosi sfuggire qualche lieve
+grido. E il capo dei giurati, grosso, con faccia rossa e
+tonda, dovette attendere prima di leggere:</p>
+
+<p> &mdash; Sul mio onore e su la mia coscienza, davanti a
+Dio e davanti agli uomini, la risposta del Giurì è questa:
+Su la domanda intorno all'assassinio, <i>sì, a maggioranza....</i>
+Salvat capì subito di che si trattava dal silenzio
+che seguì, <i>senza che si parlasse di circostanze attenuanti</i>.&nbsp;»</p>
+
+<p>I lettori del <i>Journal</i> in quei giorni dovettero sospettare
+qualche sbaglio d'impaginazione, mescolando la
+relazione della seduta del processo Zola con la relazione
+del processo Salvat.</p>
+
+<p>Nel romanzo, il Salvat, condannato a morte, si rizza
+bruscamente; e mentre le guardie lo conducono via
+lancia con gran voce il grido: Viva l'anarchia! Lo Zola
+risponde al verdetto dei suoi giurati, con un libro,
+con un'opera d'arte che è anch'essa un gran grido.
+Viva la giustizia!</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p><i>Paris</i> chiude la trilogia delle <i>Trois villes</i>. <i>Lourdes</i>
+e <i>Roma</i> erano le premesse; <i>Paris</i> è la conchiusione, la
+conseguenza del sillogismo. Pietro Froment, giovine
+prete, sentendosi venir meno nel cuore e nell'intelletto<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[128]</a></span>
+la fede religiosa, ha cercato un rimedio al suo male
+prima a <i>Lourdes</i>, nella piccola città dei miracoli, nella
+piscina odierna, poi a <i>Roma</i>, nel centro di vita del
+grande organismo cattolico.</p>
+
+<p>A <i>Lourdes</i> ha trovato, o gli è sembrato di trovare, la
+superstizione, anzi lo sfruttamento quasi commerciale
+delle umane miserie fisiche; a Roma, la religione divenuta
+organizzazione politica, immobilizzata nel domma,
+ridotta sterile e tiranna dei corpi e delle anime.
+Quel socialismo cattolico, con cui sembrava che il papa
+volesse vivificare e consolidare la chiesa, gli si era
+rivelato un espediente transitorio, un'abile menzogna
+diplomatica.</p>
+
+<p>Ed era tornato a Parigi profondamente disilluso, minacciando
+di scrivere un libro incendiario contro Roma,
+«&nbsp;dove avrebbe messo tutto quel che aveva visto,
+tutto quel che aveva udito; un libro dove sarebbe apparsa
+la Roma vera, la Roma senza carità e senz'amore,
+e già agonizzante nell'orgoglio della sua porpora&nbsp;».</p>
+
+<p>Il libro lo ha scritto il suo autore per lui, infondendo
+un grandioso soffio d'arte in tutto quel che aveva
+<i>visto</i>; facendo sforzi d'intuizione straordinari, ma insufficienti,
+per quel che aveva <i>udito</i>: libro però dove
+la Roma vera (la Roma dei papi e la Roma italiana)
+non è intesa o è fraintesa, perchè l'abate Froment era
+venuto a cercare una Roma di sua immaginazione, e
+in tre soli mesi di dimora non si è potuto accorgere<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[129]</a></span>
+del suo inganno. Nè forse se ne sarebbe accorto in dieci,
+in venti anni, come la sua compaesana de l'Ile-de-France,
+cameriera in casa Boccanera, che gli confessa:
+<i>Voicì vingt-cinq ans que j'habite leur pays, et je n'ai
+pas encore pu my faire à leur satanè charabia!</i></p>
+
+<p>L'abate Froment ricercava un'astrattezza, e si era
+trovato faccia a faccia con l'incarnazione di un'idea,
+cioè con una realtà ricca di tutti i pregi e di tutti i
+difetti derivanti dalla natura umana e dalle condizioni
+sociali, ma non perciò meno elevata, meno possente,
+meno divina. L'idea astratta gli sembrava perfetta
+perchè spoglia di particolari, di accidenti; ed egli non
+sapeva riconoscere, nel gran rigoglio della vegetazione
+cattolica, appunto quell'idea che n'era il succo vitale.</p>
+
+<p>Ed eccolo ora in quel Parigi, dov'egli spera di ricevere
+una risposta definitiva ai dubbi della sua mente,
+alle angosce del suo cuore.</p>
+
+<p>Partendo da Roma egli aveva esclamato: «&nbsp;Giustizia,
+sì! Ma non più carità! La carità ha reso durevole
+la miseria; la giustizia forse l'annienterà!&nbsp;»</p>
+
+<p>E tutto il <i>Paris</i> è un largo comento a quel grido.</p>
+
+<p>Questa volta però l'autore non si trova in un mondo
+potuto conoscere molto esteriormente con tutta la
+buona fede e la buona volontà che egli aveva adoperato,
+e l'opera d'arte si giova di tale condizione; risulta
+viva, quasi spigliata, e rivela qualità che finora
+sembravano negate al suo autore. L'abate Pietro Froment<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[130]</a></span>
+non apparisce più un vanesio, un orgoglioso che
+tenta di imporre le sue fantasticherie umanitarie a papa
+Leone XIII col libercolo <i>La Roma nuova</i>. La sua importuna
+personalità sparisce in mezzo al gran formicaio
+parigino dove fervono tutte le attività scientifiche, socialistiche,
+anarchiche, insieme col fasto della ricchezza,
+con le orgie del vizio, con le disperazioni della
+miseria. Sì, come nel <i>Lourdes</i> e nel <i>Rome</i>, egli serve
+da filo conduttore a traverso gli avvenimenti molteplici
+del Romanzo, ma non è più il protagonista o, almeno,
+non se ne dà l'aria. Le lotte della sua coscienza
+qui ci interessano, ma quanto quelle di suo fratello,
+inventore di un terribile esplodente che dovrebbe
+dare alla Francia il predominio della forza su tutte le
+nazioni del mondo. Il suo carattere ci diventa simpatico,
+ma quanto quello di Maria, l'orfanella ricoverata
+in casa del fratello di lui e già sua promessa, che poi,
+invece, diventerà la moglie dell'abate quando egli
+avrà buttato alle ortiche la sottana.</p>
+
+<p>Nel <i>Rome</i> egli diffonde attorno a sè una fosca influenza
+che vela, attrista ogni cosa; un senso di rancore
+e di dispetto, stavo per dire di pettegolezzo, quasi
+egli non sappia come sfogare la stizza di sentirsi
+piccino e impotente di fronte alla grandiosa mole dell'organismo
+cattolico; nel <i>Paris</i>, invece, egli versa su
+le cose e su gli uomini, un così largo sentimento di
+compassione, di carità, di amore, da far dimenticare<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[131]</a></span>
+l'infausto banchiere Duvillard, l'adultera ebrea convertita
+sua moglie, la cinica sua figlia che contende l'amante
+alla mamma e se ne fa un marito, la strana
+e corrotta principessa di Harth che cerca nel misticismo,
+nel saffismo, nel decadentismo, e fin nell'anarchismo,
+sensazioni sempre nuove e sempre più acute;
+e tutto il vermicaio di deputati, di giornalisti, di uomini
+di affari, tra i quali appare scomposta, losca e
+seducente, la figura della cocotte Silvana che fa battezzare
+col suo nome un ministero; da far dimenticare,
+insomma, tutto il laidume della società borghese e
+aristocratica parigina, al confronto di quelli entusiasti
+per una generosa idea, di fronte a quelli invasati dal
+furore della distruzione, lanciatori di bombe omicide,
+preparatori di ordegni e di esplodenti che debbono predicare
+a modo loro la giustizia finale.</p>
+
+<p>E questo senso di compassione e di tenerezza è tale
+che il lettore si accorge troppo tardi della parzialità
+del giudizio, dell'artificiosità dei mezzi di cui si
+è servito l'autore.</p>
+
+<p>È una gran vittoria per l'artista. Ed è nello stesso
+tempo la parte caduca che il preconcetto ha infiltrato
+nel romanzo.</p>
+
+<p>Bisogna però concedere qualcosa alle ragioni dell'arte.
+Questo mondo nuovo in creazione, in fermentazione
+(se pure è nuovo) occorreva metterlo in riscontro
+con quello che esso intende rovesciare; dargli un<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[132]</a></span>
+risalto tale da porlo in grande evidenza, e non soltanto
+nei tratti principali, ma anche nelle sue gradazioni,
+nelle sue sfumature. Guglielmo Froment troneggia
+su gli altri personaggi; carattere solido, tutto
+d'un pezzo a cui il sentimento o meglio la sentimentalità
+annebbia un momento l'intelletto, fino a suggerirgli
+l'idea di far saltare in aria la chiesa del Cuor
+di Gesù quando migliaia di pellegrini vi si affollano
+per una sacra funzione; ma cuor retto, animo capace
+di alti sacrifici, una delle più simpatiche figure che
+lo Zola ha messe al mondo.</p>
+
+<p>Viene poi Maria Courturier, figlia d'un amico di Guglielmo,
+inventore di genio, che aveva sciupato il suo
+patrimonio in fantastiche scoperte. Guglielmo ha ricoverato
+in casa sua l'orfanella. Mente sana in corpo
+sano, ella ha ricevuto una solida istruzione ed è rimasta
+ingenua quanto bella.</p>
+
+<p>È il simbolo zoliano della donna futura, di un ateismo
+tranquillo, con completa noncuranza del di là. E
+quando l'abate Pietro le confessa i tormenti della sua
+coscienza, il gran vuoto che gli ha lasciato nel cuore
+la perdita della fede, la disperazione di non sapere
+che cosa sostituire al Dio perduto, ella lo guarda stupefatta:</p>
+
+<p> &mdash; Ma voi siete matto! &mdash; gli dice. &mdash; Disperarsi, non
+più credere, non più amare, perchè l'ipotesi del divino
+è crollata, e appunto quando il mondo ci si apre<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[133]</a></span>
+vastissimo davanti, con tutti i doveri della vita, con
+tante creature e tante cose degne di essere amate
+e soccorse, senza contare l'attività universale, dove
+ognuno ha un còmpito da eseguire! Ma voi siete proprio
+matto!.... Tornate con noi alla scuola della buona
+natura. Vivete, lavorate, amate, sperate!</p>
+
+<p>Ella dice delle belle e dolci parole, ma fa anche
+delle belle ed umili cose; è una buona massaia, e si
+capisce facilmente come, per lei, l'abate Froment diventi
+l'operaio Pietro Froment.</p>
+
+<p>Ma io mi occupo più del contenuto che della forma,
+e trattandosi di un'opera d'arte non sta bene.</p>
+
+<p>Mi limiterò a dire che <i>Parigi</i> ha portato buona fortuna
+a Emilio Zola. Mai egli è stato così semplice, così
+spigliato, così efficace; mai ha mostrato meno di ora
+quell'impaccio, quella gravità richiesta e quasi impostagli
+dal suo metodo di composizione. Ha buttato via
+tutta la scoria; appena appena qua e là qualche accenno
+del suo simbolismo, ma fatto con garbo, senza
+calcar troppo la mano.</p>
+
+<p>«&nbsp;Il sole, vicino al tramonto, dietro un roseo velo
+di nuvolette, dardeggiava Parigi, simile a un seminatore
+gigante che lanciasse da un punto a l'altro dell'orizzonte
+colossali manate di oro.</p>
+
+<p>«&nbsp;&mdash; Parigi sementato dal sole! &mdash; esclama Pietro.</p>
+
+<p>«&nbsp;&mdash; Sì, è vero &mdash; dice Maria, &mdash; Parigi sementato
+dal sole! E con che gesto egli butta la semente della<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[134]</a></span>
+salute e della luce fin nei più lontani sobborghi! Cosa
+singolare! A ovest, i quartieri ricchi sembrano avvolti
+da bruna rossastra, mentre la buona semente dorata
+cade su la riva diritta e sui quartieri popolosi a est!
+Là, è vero, dovrà spuntare la messe.&nbsp;»</p>
+
+<p>E Guglielmo soggiunge con allegra espressione di
+voce e di gesti:</p>
+
+<p> &mdash; E non tardi a spuntare su questo buon terreno
+del nostro Parigi, arato da tante rivoluzioni, concimato
+da tanto sangue di lavoratori! Non c'è altra terra al
+mondo per far germinare e fiorire le idee. Sì, Pietro
+ha ragione: il sole sementa Parigi, e il mondo futuro
+nascerà soltanto da lui!</p>
+
+<p>E lo Zola nell'ultima pagina del romanzo riprodurrà
+questa immagine e ne farà la chiusa sinfonica. Non
+più distinzione di quartieri, ma tutto Parigi sementato
+ugualmente dai grani di oro del sole. E la messe sembra
+già maturata, ondeggiante come un gran mare
+biondo a perdita di vista, sul vasto terreno della riconciliazione
+fraterna.</p>
+
+<p>Pietro Froment, non più abate; ma padre di una
+bella creatura, prende in braccio il figlioletto Giovanni,
+e lo leva in alto quasi in offerta all'immensa Parigi
+sementata dai raggi del divino sole, d'onde nascerà
+la futura messe di verità e di giustizia.</p>
+
+<p>Ma al poeta che spicca un così lirico volo nei secoli
+avvenire divinando la missione redentrice di Parigi,<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[135]</a></span>
+Parigi non ha concesso l'illusione di un istante. Mai
+con più bestiale smentita è stato risposto, non da una
+città ma da tutta una nazione, al sogno umanitario di
+un'anima avida di verità e di giustizia. Che importa,
+se questo sogno ci ha fruttato una bella, una grandiosa
+e severa opera d'arte?</p>
+
+<p>In quanto all'avvenire, noi sappiamo che lo Spirito
+soffia dove vuole, che nessuno può dire anticipatamente: &mdash; La
+redenzione verrà di là! Il mondo attuale
+non ha niente che vedere col mondo avanti la Rivoluzione;
+è sazio di astrattezze. &mdash; Non più carità, ma
+giustizia! &mdash; Ma qualche altra nazione dà già al mondo
+lo spettacolo meraviglioso della più grande tolleranza
+possibile, che è forse la forma più pratica della
+giustizia su la terra; e l'esempio non sarà senza
+influenza per le altre nazioni. E con la tolleranza, la
+carità dovrà riprendere l'opera sua consolatrice, e tutte
+le forze dello spirito dovranno concorrere alla
+grand'opera. La carità non ha fatto bancarotta, come
+non l'ha fatta la scienza, come non l'ha fatta la
+ragione, checchè ne pensi l'abate Froment così scandalizzato
+dalla Roma papale. Il vero divino sole dello
+Spirito si leva su l'orizzonte per tutti i popoli,
+sementa tutte le terre: e se si dovesse fare un'ipotesi
+ragionevole &mdash; si badi, dico: un'ipotesi! &mdash; si dovrebbe
+dire che la giustizia, invece che nel terreno
+dove sono spuntate le astrattezze della libertà e dell'uguaglianza,<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[136]</a></span>
+germoglierà nel suolo d'onde si è sparso
+per tutto il mondo civile l'albero immortale del
+Diritto.</p>
+
+<hr class="mid" />
+
+<p>I giornali avevano annunziato il suo ritorno a Parigi
+nella prima settimana di questo mese. Egli avrebbe
+lasciato il misterioso rifugio per riprendere il suo posto
+accanto all'eroico Picquart nella immane lotta per
+la verità e la giustizia, alla quale ha, da quasi un anno,
+sacrificato la sua tranquillità di uomo e la sua gloria
+di artista.</p>
+
+<p>Gli stessi giornali oggi annunziano invece che egli
+parte per l'America a farvi delle conferenze, non dicono
+precisamente intorno a quale soggetto, forse intorno
+ai tristi avvenimenti della sua patria che destano
+tanta ansietà e tanto interesse dovunque.</p>
+
+<p>Io non so quel che ci sia di vero in queste contraddittorie
+notizie, e può darsi benissimo che Emilio Zola
+ci prepari qualche sorpresa che non sarà il suo ritorno
+in Francia o il suo viaggio in America. Vorrei però
+che questa sorpresa fosse un'opera d'arte, un romanzo.<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[137]</a></span></p>
+
+<p>La missione di pubblico accusatore, ch'egli si era
+generosamente imposta, è ormai finita. Qualcosa di più
+potente che la voce di uno scrittore, quantunque grande
+e famoso, la terribile eloquenza dei fatti, ha preso
+il posto di lui e parla, anzi tuona alla coscienza del
+popolo francese. Emilio Zola è passato in seconda linea.</p>
+
+<p>Questo non diminuisce punto il valore della nobilissima
+parte da lui rappresentata nel nefando intrigo
+che supera quanto di più putrido e di più immondo
+egli è stato accusato di ammassare nei suoi romanzi.</p>
+
+<p>Doveva accadere così. Egli però n'è stato ricompensato
+a bastanza. Mentre la Francia soldatesca e
+reazionaria lo insultava, tutto il resto del mondo civile
+teneva fissi gli occhi su lui, lo accompagnava coi voti,
+augurandogli quel trionfo che oggi è quasi raggiunto.</p>
+
+<p>In quei giorni niente faceva prevedere quel che ora
+è avvenuto. Su tutti i personaggi del triste dramma
+grandeggiava, calma e serena, la figura del romanziere
+accusatore; e non valevano a sbigottirlo i feroci attacchi
+della stampa partigiana, gli urli della folla pagata
+o miseramente illusa, le sentenze dei giurati terrorizzati
+dalle minacce dei capi dello Stato Maggiore
+che, luccicanti di spalline dorate, di decorazioni, impennacchiati
+e pettoruti, erano comparsi unicamente
+per quello scopo davanti a loro. I pochi che lo ignoravano
+come romanziere, avevano appreso ad amarlo
+e a riverirlo come difensore della vittima del più indegno<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[138]</a></span>
+delitto che abbiano mai commesso il militarismo,
+la politica, la intolleranza religiosa. In certi momenti,
+i più gravi interessi delle nazioni erano diventati meschina
+cosa di fronte alla titanica lotta da lui combattuta.</p>
+
+<p>Poi sembrò vinto, disfatto. La sua scomparsa veniva
+giudicata una fuga; il dubio e lo scoraggiamento
+cominciavano a insinuarsi fin fra coloro che più avevano
+avuto fede in lui; e i suoi avversari sogghignavano
+di scherno alle parole: <i>Sarò al mio posto, quando
+verrà l'ora opportuna!</i></p>
+
+<p>Tutt'a un tratto il rasoio del colonnello Henry recide
+i primi lacci della mostruosa matassa... e l'Accusatore
+sparisce dietro le sinistre figure dei falsari
+venute inattesamente in pienissima luce.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Voglio sperare che Emilio Zola non stimi questa sua
+grande vittoria, questa sua sublime ora di trionfo superiore
+o uguale alle vittorie e ai trionfi da lui ottenuti
+nel campo dell'arte. Il valore di un'azione va
+anche giudicato dalle conseguenze che può produrre.
+E intorno a queste, pel processo Dreyfus, non c'è da
+farsi illusioni di sorta alcuna.</p>
+
+<p>In meno di un lustro, Dreyfus, l'Isola del Diavolo,
+il colonnello Henry e compagnia brutta saranno certamente<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[139]</a></span>
+dimenticati. All'agitazione presente succederanno
+altre e non meno violente agitazioni. La vita &mdash; che
+ne dica la ballata &mdash; corre più presto dei morti.
+E poi, Calas e Voltaire non hanno impedito che, appena
+dopo un secolo, una quasi identica situazione si
+riproducesse, cioè che un innocente fosse condannato
+e che uno scrittore, un semplice scrittore, non magistrato,
+non avvocato, sorgesse a difenderlo e riuscisse,
+come ci auguriamo tutti, a salvarlo dell'atroce prigione,
+più fortunato del suo predecessore che potè solamente
+rivendicare la memoria dell'infelice vittima della
+superstizione religiosa.</p>
+
+<p>Ci sono voluti degli eruditi per rammentare la bella
+azione del Voltaire. Tutti coloro che hanno letto e leggono
+<i>Candide</i>, o la ignoravano o non se ne rammentavano
+più; ed io temo che il nuovo esempio dello
+Zola non varrà neppur esso a impedire che qualche
+altro infelice sia vittima di altri falsarii o di miserabili
+di specie diversa. Mutano le apparenze, le passioni
+assumono altre maschere, ma la malvagità umana
+permane identica. E quando i nuovi Esterhazy, i nuovi
+Henry, i nuovi Paty de Clam, i nuovi Gonse e Boisdeffre
+entreranno in ballo; quando avranno ordito peggiori
+tranelli e più formidabili falsità che non ne abbiano
+accumulato i maldestri di oggi, troveranno sempre
+una folla che si lascerà ingannare, che sentirà il
+bisogno di essere ingannata per sfogarsi contro qualcuno<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[140]</a></span>
+delle sciocchezze e degli errori da lei commessi
+e dei quali non saprà rassegnarsi a soffrire le conseguenze;
+troveranno altri interessati a coadiuvarli, altri
+furbi che vorranno giovarsi delle loro birbanterie e che
+li lasceranno liberamente agire con questo secondo fine.
+E allora niente varrà che altri eruditi rammentino
+Voltaire e Calas, Emilio Zola e il capitano Dreyfus.
+Non sempre i Voltaire e gli Zola hanno la fortuna di
+trionfare, caso mai se ne potessero trovare a ogni occasione;
+e non si trovano, ahimè!</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Se Emilio Zola non avesse fatto altro che difendere
+la innocenza del capitano Dreyfus, avrebbe raccomandato
+il suo nome a un molto debole sostegno.</p>
+
+<p>Fortunatamente per lui e per noi, egli ha fatto ben
+altro.</p>
+
+<p>Ed ecco perchè io sono lieto che l'illustre autore
+dei <i>Rougon-Macquart</i> sia giunto al termine della sua
+campagna. Ed ecco perchè mi auguro ch'egli testimone
+e <i>magna pars</i> in questi avvenimenti dai quali sono
+tenuti tuttavia sospesi gli animi &mdash; perchè non è ancora
+certo che le bieche ragioni di Stato non prendano il
+sopravvento su le ragioni della giustizia &mdash; meglio che
+scrivere un libro di storia e di polemica, come è stato
+detto, ritorni all'arte, al romanzo.<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[141]</a></span></p>
+
+<p>La politica, oh no! non lo tenterà. Egli deve sentirne
+un'immensa nausea, dopo aver potuto scrutare da
+vicino di che laidumi sia impastata.</p>
+
+<p>Ch'egli scriva dunque quest'altra <i>Debacle</i> assai più
+terribile della prima! Ch'egli attacchi a una gogna immortale &mdash; l'arte
+sola dà l'immortalità &mdash; tutti questi farabutti
+che disonorano l'esercito francese e la Francia
+intera! Quando le misere agitazioni presenti saranno
+appena un vago ricordo per li ultimi sopravvissuti della
+nostra generazione, e quando soltanto gli storici si occuperanno
+del processo Dreyfus consacrando ad esso
+qualche breve pagina, l'opera d'arte soltanto terrà ancora
+in vita, bollate da un marchio di fuoco, le ignobili
+figure della seconda repubblica, che ecclisseranno
+i poco scrupolosi faccendieri del secondo impero transustanziati
+dalla immaginazione nei <i>Rougon-Macquart</i>.</p>
+
+<p>Mai più tetra e tragica materia si è presentata all'immaginazione
+di un grande artista, mai, o quasi, la
+realtà è stata così superiore alle combinazioni più assurde
+di un'ardente fantasia! Mai il còmpito di un artista
+è stato più difficile e nello stesso tempo più tentatore.
+Emilio Zola ha il poderoso petto che occorre
+per affrontarlo.</p>
+
+<p>I suoi famosi documenti umani egli non dovrà stentare
+per trovarli; ne ha già troppi sotto mano.</p>
+
+<p>O tranquilla palazzina di Médan, ieri violata dalla
+volgare persona degli uscieri, umili strumenti di una<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[142]</a></span>
+giustizia indegna di chiamarsi tale, quando aprirai a
+due battenti il tuo cancello al profugo artista? Allora
+veramente entrerà assieme con Lui nelle tue vaste
+sale la solenne vindice Giustizia: ed ha un nome altrettanto
+nobile e santo; ella chiamasi l'<span class="smcap">Arte</span>.<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[143]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[145]</a></span></p>
+<h2><a name="UNA_JETTATURA" id="UNA_JETTATURA"></a>UNA JETTATURA</h2>
+
+<p>Sto per credere di averla addosso, se mi capita così
+frequentemente di vedermi frainteso. Aveva pur troppo
+ragione il Voltaire quando diceva: Datemi tre righe di
+un galantuomo e ve lo faccio impiccare. Io ne ho scritte
+più di tre a proposito di Emilio Zola e della parte da
+lui presa nell'affare Dreyfus, ed ecco il <i>Fanfulla</i> che
+mi denuncia come reo di lesa maestà della nazione
+francese, ed ecco il nostro <i>Marius</i> che mi fa una lavata
+di capo, quasi io abbia mancato di rispetto a Emilio
+Zola, augurandogli di riprendere presto la sua penna
+d'artista.</p>
+
+<p>Gli spropositi dell'articolista del <i>Fanfulla</i> potevo lasciarli
+passare inosservati. Quando uno ha il coraggio
+di proclamare Emilio Zola il più gran malfattore che
+abbia oggi la Francia, il maggior responsabile di tutta
+la corruzione che rode come un cancro la società contemporanea
+francese, non c'è da discutere. Si ride e<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[146]</a></span>
+basta. Ognuno è spiritoso come può. Se i lettori del
+<i>Fanfulla</i> si contentano dell'amenità che lo <i>Zio Tobia</i>
+ha loro ammanito, tanto meglio, o tanto peggio, per
+essi. Forse pensano che certe sciocchezze sono talvolta
+più esilaranti di un bel tratto di spirito; questa per
+esempio: «&nbsp;La Francia, atterrata, ma non soffocata
+dalle sventure del 1870, avrebbe dovuto riprendere in
+breve tempo i sentieri luminosi della civiltà; ma trovò
+sul suo cammino Emilio Zola e ricadde più ferita di
+prima: anzi strozzata addirittura.&nbsp;»</p>
+
+<p>A chi osa di scrivere queste parole (non hanno bisogno
+di un qualificativo, ed io sarei imbarazzatissimo
+se dovessi trovarlo) posso facilmente perdonare la ignoranza
+che dimostra intorno alle mie convinzioni letterarie,
+e rassicurarlo che dicendo male dello Zola non
+si è comprata, come egli crede, <i>a contanti</i> la mia <i>irosa
+inimicizia</i>; sarebbe troppo a buon mercato.</p>
+
+<p><i>Marius</i> però deve avere la pazienza di ascoltarmi.</p>
+
+<p>Da qual parte del mio articolo egli ha desunto che
+io mi permetto di fare a Emilio Zola una <i>ramanzina,
+come ad un ragazzo impertinente che trascura i suoi doveri</i>?</p>
+
+<p>Debbo supporre che <i>il fioco lume d'una luna amareggiata
+da molte nuvole</i> e <i>il fioco lume della lampada del
+vagone</i>, o la narcotica virtù del mio articolo lo abbiano
+ridotto in un dolce stato di dormi-veglia che lo hanno
+poi indotto a fraintendermi?<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[147]</a></span></p>
+
+<p>Io ho voluto dire soltanto questo: Emilio Zola ha
+ormai compiuto il suo dovere di cittadino. Coloro che
+egli accusava sono smascherati. «&nbsp;Qualcosa di più potente
+che la voce di uno scrittore, quantunque grande
+e famoso, la terribile eloquenza dei fatti, ha preso il
+posto di lui, e parla, anzi, tuona alla coscienza del popolo
+francese. Emilio Zola è passato in seconda linea.
+Questo non diminuisce punto la nobilissima parte da
+lui rappresentata... Ritorni all'arte e scriva quest'altra
+<i>Debacle</i> più spaventevole della prima.&nbsp;»</p>
+
+<p>E conchiudevo:</p>
+
+<p>«&nbsp;O tranquilla palazzina di Médan, ieri violata dalla
+volgare persona degli uscieri, umili strumenti di una
+giustizia, indegna di chiamarsi tale, quando aprirai a
+due battenti il tuo cancello al profugo artista?</p>
+
+<p>«&nbsp;Allora veramente entrerà, assieme con Lui, nelle
+tue vaste sale la solenne vindice giustizia; ed ha un
+nome altrettanto nobile e santo: ella chiamasi l'<span class="smcap">Arte</span>.&nbsp;»</p>
+
+<p>Quando mai mi è passato pel capo di diminuire il
+valore del coraggioso atto cittadino del romanziere trasformatosi
+inattesamente in pubblico accusatore?</p>
+
+<p>Quando mai mi è passato pel capo d'insinuare che
+Emilio Zola, così facendo, abbia voluto formarsi un <i>piedistallo
+di questa questione</i>, e che abbia <i>preso il destro
+di afferrare quest'arma per servirsene a vantaggio suo e
+dei suoi</i>?</p>
+
+<p><i>Marius</i> ha trovato proprio le tre righe per farmi impiccare:<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[148]</a></span>
+le ha strappate dal nesso logico del mio articolo,
+e ha impreso caritatevolmente a lavarmi quel
+lucido capo, che appunto per questa sua condizione non
+ne ha punto bisogno.</p>
+
+<p>Se dire ad un artista, a un grande artista: Avete
+compiuto la missione che vi eravate imposta con generosità
+senza pari. I resultati della vostra lotta sono
+forse superiori a quel che voi vi attendevate. Ora, per
+attaccare a una gogna immortale coloro che han disonorato
+l'esercito francese e la Francia, scrivete un libro
+degno di voi, prendendo a soggetto i tetri e tragici
+fatti di cui siete stato testimone. «&nbsp;Mai còmpito di artista
+è stato più difficile e più tentatore: voi avete il
+poderoso petto che occorre per affrontarlo&nbsp;»: se dire
+questo a Emilio Zola significa fargli una ramanzina
+come a uno scolaro che ha trascurato il suo dovere,
+io lo lascio giudicare ai lettori della <i>Tribuna</i>, e mi rassegno
+anticipatamente alla loro sentenza.</p>
+
+<p>Le tre righe incriminate da <i>Marius</i> volevano dire
+soltanto che l'opera d'arte, per la sua speciale natura,
+ha un valore assai superiore a qualunque nostro atto
+semplicemente morale. E citavo per ciò Voltaire e Calas.</p>
+
+<p>L'opera d'arte infatti, anche quando non ne ha la
+precisa intenzione, è atto di alta moralità, di giustizia
+spirituale. <i>Io accuso!</i> Ma Emilio Zola, si può dire, non
+ha fatto altro in tutta la sua dignitosissima vita. I suoi
+ventitrè romanzi sono atti di accusa e di condanna<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[149]</a></span>
+nello stesso tempo; ed io non credo di ingannarmi dicendo
+che quando, nel lontano avvenire, e anche nel
+non lontano, non si parlerà più del processo Dreyfus
+e del coraggioso promotore della revisione di esso, i
+<i>Rougon-Macquart</i>, e <i>Le trois villes</i> con tutti i loro difetti,
+e non ostante questi, vivranno nella memoria degli
+uomini e continueranno ad accusare e a condannare
+il secondo impero e la seconda republica.</p>
+
+<p><i>Io accuso!</i> Emilio Zola lo ha lasciato trasparire anche
+troppo da tutta la sua produzione di romanziere,
+e qualche volta fin facendo sottostare le ragioni dell'arte
+alle sue convinzioni personali. La sua carriera
+di critico e di artista è stata una lotta incessante. Il
+<i>conspuez Zola</i>, prima che dalla gola della folla anti-semitica
+e reazionaria, era risuonato parecchie volte dalle
+colonne dei giornali per opera di articolisti che si affibbiavano
+la giornea di campioni della morale e dell'arte;
+e i rammolliti decadenti e i pretesi neo-spiritualisti
+avevano già ripreso a urlare quel <i>conspuez</i> anche
+dopo che gli altri si erano stancati.</p>
+
+<p>Emilio Zola non si è minimamente commosso per
+questi incessanti attacchi, come non si è impaurito delle
+dimostrazioni della folla che minacciava non la sua
+opera d'arte, ma la sua vita.</p>
+
+<p>La sua imperturbabilità di artista e di cittadino dimostra
+ad evidenza che egli non ha mai avuto bassi
+secondi fini.<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[150]</a></span></p>
+
+<p>Quella ricchezza che è venuta a lui per virtù del
+suo ingegno, egli l'ha messa a repentaglio spensieratamente
+per una causa che gli è parsa altrettanto nobile
+e santa quanto la sua opera d'arte. Se questa volta
+si fosse anche ingannato, le sue intenzioni non avrebbero
+potuto essere giudicate meno disinteressate
+e generose.</p>
+
+<p>E perchè convinto di questo, non ho potuto lasciare
+senza risposta le parole dell'egregio <i>Marius</i>.</p>
+
+<p>Al quale auguro in altra occasione una luna <i>meno
+amareggiata da molte nuvole</i> e una lampada di vagone
+<i>meno fioca</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[151]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[153]</a></span></p>
+<h2><a name="LA_CHIMERA" id="LA_CHIMERA"></a>LA CHIMERA</h2>
+
+<p>Quando sento dire d'un giovane: &mdash; È serio, assennato,
+non ha chimere pel capo &mdash; subito mi domando: &mdash; Ma
+è proprio giovane costui? &mdash; Mi sembra impossibile:
+non so figurarmi la giovinezza <i>senza chimere pel capo</i>.</p>
+
+<p>La <i>chimera</i> ordinariamente è l'ideale; il nuovo che
+sta per schiudersi e che si fa intravedere appena: il
+sogno che si agita per divenire realtà; il feto che si
+matura nel seno oscuro, dove succhia tutti gli elementi
+della vita e dà nausee, dolori, malessere sui generis,
+alla creatura gestante di cui è sangue del sangue,
+carne della carne. Una giovinezza che non rincorre
+l'alata chimera dell'ideale, che non sogna e non si agita
+dietro i primi luccicori dell'avvenire che sta per
+schiudersi, che non sente in sè il malessere intellettuale
+di una gestazione potente, è inferma, senza rimedio,
+di vecchiezza precoce.</p>
+
+<p>Per ciò io mi sento attratto in singolar modo verso<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[154]</a></span>
+tutti coloro che si mostrano giovani davvero e inseguono
+con foga e temerariamente una qualunque <i>chimera</i>.
+Non già perchè io sia convinto che sempre e in
+ogni caso la chimera di oggi sarà la realtà di domani,
+ma perchè quella rincorsa dietro un'ideale è buon segno
+di vitalità, di forza, e perchè da questa confusa e
+talvolta pericolosa agitazione di discordi elementi la
+sapienza organatrice della Natura trae l'artista, il grand'uomo,
+il genio che darà vita a un capolavoro.</p>
+
+<p>Che importa se per molti la chimera sarà stata alla
+fine una dolorosa delusione? Che importa se il cammino
+percorso trionfalmente da pochi o da uno solo è
+funestato dallo spettacolo di tanti che sono caduti fra i
+tormenti di terribile agonia a metà di strada, maledicendo
+la chimera che non si è lasciata raggiungere?
+La vita è così; ha la sua legge, la sua ferrea necessità,
+ed è stolto pensare che avrebbe potuto essere
+costituita diversamente.</p>
+
+<p>O Romanticismo, chimera della generazione che precedette
+la nostra! O Verismo o Naturalismo, che sei
+stato anche la mia chimera quando avevo folti capelli
+scuri e baffi neri e non sospettavo di dover scrivere
+un giorno due volumi di Fiabe, che allora mi sarebbero
+parse vigliacca rinnegazione della mia fede!</p>
+
+<p>O Idealismo, o Simbolismo, chimera della generazione
+presente! O sogno di bellezza estetica che dinanzi
+al vocabolo raro, al periodo armonioso e voluttuosamente<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[155]</a></span>
+snodantesi come collo di cigno o come corpo
+di serpe che rinnova la sua spoglia sotto i raggi canicolari,
+dimentichi che il vocabolo è segno e confondi
+l'essenza della musica con l'essenza della parola!</p>
+
+<p>O unica e sola Chimera, che assumi diversi aspetti,
+iridando le penne delle tue ali ad ogni nuovo riflesso
+di luce, e che sei stata Romanticismo e poi Verismo
+e oggi Idealismo o Simbolismo e assumerai domani chi
+sa quale inattesa e più lusinghiera sembianza! Noi tutti
+abbiamo bisogno di te, anche quando arriviamo a comprendere
+che tu sei l'inafferrabile, l'irraggiungibile e,
+spesso, anche nient'altro che l'inganno!</p>
+
+<p>Io fantasticavo così poco fa, terminando di leggere
+il libro di un giovane<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a> che avevo visto già correre
+con forte lena dietro l'attuale Chimera, in due suoi
+lavori precedenti. E mi vedevo davanti agli occhi un
+altro scrittore, giovane anch'esso e non nostro, che la
+stessa Chimera aveva allettato e fatto fuorviare, ma
+che si è poi sottratto vigorosamente al mortale miraggio
+fatto balenare da essa agli ansiosi sguardi di lui,
+quando lo allettava a scrivere <i>La course à la Mort</i>, <i>Le
+sens de la Vie</i>, <i>Les trois coeurs</i>, tre romanzi di idealismo
+trascendente, dove era tentato l'assurdo di ridurre
+l'opera d'arte a pura opera di pensiero; dove i
+personaggi erano semplici nomi, semplici segni, senza<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[156]</a></span>
+carne nè ossa. E pensavo al poderoso sforzo che Edoard
+Rod aveva dovuto fare per sbarazzarsi dalle allucinazioni
+della Chimera idealista e simbolista, e arrivare
+all'ultima, sana e rigogliosa manifestazione del suo
+ingegno, a <i>Le Ménage du Pasteur Naudié</i> apparso appunto
+in questi giorni.</p>
+
+<p>Veramente Enrico Corradini non era andato tant'oltre,
+come lo scrittore francese, tra le nebbie dell'idealismo
+e del simbolismo, o dell'<i>intuitivismo</i> come il Rod
+lo chiamava.</p>
+
+<p>Nel <i>Santamaura</i> stava ancora molto vicino alla realtà
+e i suoi personaggi erano quasi tutti solidi e robusti;
+se non che si smarrivano un po' nel labirinto dell'azione
+e, di tratto in tratto, si scolorivano, non sembravano
+più persone vive o almeno ben organate, quasi
+fosse venuta meno la vital forza della immaginazione
+che li aveva messi al mondo.</p>
+
+<p>Dopo, era uscita fuori <i>La Gioia</i> preannunciando una
+trilogia, un trittico narrativo, come oggi è di moda; e
+molte pagine di questo nuovo romanzo raggiavano di
+lieta luce, sorridevano; e i personaggi di esso, se mostravano
+ancora qualche rapporto di fratellanza (come
+no?) con quelli di <i>Santamaura</i>, avevano aria di miglior
+salute, quantunque meno robusti e anche meno attraenti
+di quegli altri, dotati di una simpatica rustichezza, di
+una strana vigorìa di sentimenti che li fissava nella
+memoria del lettore. In <i>La Gioia</i> mancava infatti una<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[157]</a></span>
+figura da poter stare in confronto col vecchio sognatore
+umanitario Romolo Pieri a cui il misero villaggio
+di Santamaura deve la sua trasformazione industriale;
+e il protagonista Vittorio Rodia che vuole ricercare
+«&nbsp;soltanto nel proprio spirito il piacere della vita&nbsp;»
+perchè è convinto che «&nbsp;dallo spirito nasca ogni desiderio
+e ogni visione di felicità&nbsp;»; non vi fa intravvedere
+in che modo egli diventerà <i>Il Signore della vita</i>
+(seconda parte della trilogia) nè quali potranno essere
+i risultati della sua esperienza negli <i>Ultimi giorni di
+Vittorio Rodia</i>, terza parte della trilogia.</p>
+
+<p>La chimera, che meglio si scorgeva proseguita in
+quei due primi romanzi, era quella dello stile, con una
+preoccupazione insistente; un po' chimera propria, un
+po' quella di un altro che già affascina parecchi e toglie
+a molti giovani l'impronta della loro personalità.
+Mentre però si scorgeva in <i>La Gioia</i> uno sforzo, spesso
+vittorioso, di liberarsi dalla malìa della chimera altrui
+per questo riguardo, vi apparivano pure i segni della
+sopraffazione di un'altra chimera appunto nel protagonista
+Vittorio Rodia, che richiamava spesso alla mente
+l'Andrea Sperelli, il <a name="tn157" id="tn157"></a>Tullio Hermil e il Claudio Cantelmo
+dei noti romanzi del D'Annunzio.</p>
+
+<p>Ma nè <i>Santamaura</i>, nè <i>La Gioia</i> facevano sospettare,
+neppure in rapido baleno, <i>La Verginità</i> ultima arrivata.</p>
+
+<p>Quando si tratta d'un ingegno non comune, com'è
+quello del Corradini, non c'è da impaurirsi tanto pel<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[158]</a></span>
+suo avvenire. Io, per esempio, che ho seguìto attentamente
+tutti i suoi passi, non temo che egli voglia ripetere,
+all'inverso, tra noi, il caso letterario del Rod:
+non temo di vederlo smarrire irrimediabilmente tra la
+nebbia dell'idealismo e del simbolismo, non ostante
+che in <i>La Verginità</i> egli abbia calcato la mano o, meglio,
+si sia lasciato andare troppo oltre verso queste
+due azzurre chimere che infestano il cielo dell'arte
+narrativa odierna, proponendo ai giovani scrittori, come
+la mitica Sfinge, enimmi insolubili o che paiono
+tali, e colpendoli fatalmente se non riescono a risolverli.</p>
+
+<p>Chi ben guarda, trova in <i>La Verginità</i> l'ingrandimento,
+l'esagerazione di certe tendenze manifestate
+dal Corradini nel suo dramma <i>Dopo la morte</i> e nei due
+romanzi citati. Ma mi sembra sia un caso naturale,
+come il necessario germoglio di certe cattive erbe non
+strappate da un campo, e riproducentisi con invadente
+vegetazione maligna. Altre cattive erbe &mdash; e si scorge &mdash; il
+Corradini ha strappate, impedendo loro di riprodursi
+in questa sua nuova opera di arte: affettazioni di stile,
+imitazioni, forse irriflesse, di stile altrui, eccessi d'immagini,
+eccessi di colorito inopportuno: ed è qualcosa.
+La rinnovazione procede così, dall'esterno all'interno:
+dalla parola, dalla frase, all'organismo dell'opera d'arte.
+Quando si vede che uno scrittore caccia via dal
+suo stile quel che è falso, quel che è inutile, e cerca<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[159]</a></span>
+di dare alla parola la limpidità, la trasparenza che la
+riducano tutta una cosa col concetto, c'è da scommettere
+che opererà lo stesso lavoro di rimonda, di semplicizzazione,
+di <i>inveramento</i>, come direbbe il Vico, anche
+nell'organismo della sua concezione. Perchè cancella
+una parola, e muta e rimuta una frase, e le martella
+e le ripulisce fino a che non corrispondano a quelle
+che devono essere? Senza dubbio, perchè comincia a
+convincersi che la semplicità, la schiettezza, la sincerità
+sono le vere doti naturali dello stile, e che la semplicità,
+la <a name="tn159" id="tn159"></a>schiettezza, la sincerità diventano, secondo il
+concetto, forza, colore, tutto.</p>
+
+<p>Così avverrà a poco a poco coi suoi personaggi; li
+vorrà semplici, schietti, sinceri, perchè non potrà più
+tollerare una stonatura tra essi e la forma. E capirà
+che semplicità non significa povertà; nè schiettezza e
+sincerità, ingenuità.</p>
+
+<p>Attilio Palagonia, l'attrice Saveria ed Ercole Grabba,
+i tre personaggi di <i>La Verginità</i>, appaiono creature complicate
+per effetto d'una illusione di ottica d'arte. In
+se stessi sono, non solamente semplici, ma dirò quasi
+poveri. Sono creature sensuali, voluttuose; nient'altro.
+La complicazione la vuole e la ricerca l'autore a furia
+di analisi, o meglio prestando ai suoi personaggi
+la sua ricchezza. Per riempire il loro vuoto, ha dovuto
+ricorrere a mezzi di messa in iscena, anzi di scenario
+che, se provano la sua abilità descrittiva, scoprono<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[160]</a></span>
+maggiormente la deficienza delle sue creature. E che
+sforzo per illudersi sul conto loro e illudere il lettore!
+Basterà leggere gli splendidi capitoli <i>Nel sole</i>, <i>La passeggiata
+notturna</i>: splendidi non tanto per quel che sono,
+quanto per quel che fanno scorgere della forza artistica
+del loro autore. Attilio Palagonia, Saveria, Ercole
+Grabba sembrano degli agitati, dei malati che non
+scorgono più la realtà delle cose e dei sentimenti; ma
+la veggono mostruosamente sviluppata per qualche infiammazione
+che, dopo avere alterato i loro organi visivi,
+si sia comunicata alle loro menti.</p>
+
+<p>Perchè mai Enrico Corradini, che ha creato Romolo
+Pieri, suo figlio Mauro e la brutale campagna socialista
+di lui; che ha concepito e delineato bravamente la
+spigliata figura di Natalia, le grottesche sorelle Florimo,
+la sensibile Concettina Croce (cito a caso e di memoria)
+nei due romanzi precedenti, qui, in <i>La Verginità</i>,
+ci ha fatto intravedere soltanto a sbalzi qualcosa
+di umano, di non voluto, di non troppo ricercato?</p>
+
+<p>Ah, la Chimera, la Chimera!</p>
+
+<p>Ed io ne capisco tutte le seduzioni e non mi sdegno
+e non ne faccio un rimprovero alla giovinezza dell'autore.</p>
+
+<p>Creare un'opera d'arte dove lo stile, i personaggi,
+la natura, le sensazioni, i sentimenti, le idee siano,
+tutt'insieme, un'armonica luce di bellezza; dove il reale
+e l'ideale si confondano e si compenetrino talmente<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[161]</a></span>
+da far risultare la concezione artistica verità materiale
+e simbolo in una!... Come resistere agli incanti di tale
+Chimera?</p>
+
+<p>Eppure io credo che Enrico Corradini resisterà. Sarebbe
+proprio una disgrazia, se egli dovesse rimanere
+tra quelli che agonizzano a metà di cammino, nella via
+dell'arte, prima di aver stretto fra le braccia la forma
+sognata e adorata.</p>
+
+<p>Nel paese della Chimera, che qui significa dell'idealismo,
+del simbolismo, dell'<i>intuitivismo</i>, Edoardo Rod si
+era inoltrato più arditamente e più spensieratamente
+di lui, e n'è tornato addietro sano e salvo e più vigoroso
+e più forte. Non è male avventurarsi in questo
+viaggio; qualcosa dell'ideale inseguito si trasfonde sempre
+nell'opera d'arte, quando si possiede ingegno solido
+e ben organato. Per esempio, quanta idealità, quanta
+serenità in quest'ultimo romanzo del Rod. <i>Le ménage
+du Pasteur Naudié</i>! E quanta passione vibrante e
+profonda! Si vede bene che la Chimera non è stata
+inseguita inutilmente.</p>
+
+<p>E questo vorrei poter dire del Corradini e di un suo
+prossimo libro.<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[163]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="E_ROD_E_LESCA" id="E_ROD_E_LESCA"></a>E. ROD &mdash; E. LESCA</h2>
+
+<p class="sectnote">(<span class="smcap">E. Rod</span>, <i>Nouvelles études sur le XIX siècle</i>, Paris, Perrin,
+1898 &mdash; <span class="smcap">E. Lesca</span>, <i>Leggendo e annotando</i>, Roma, Loescher e C., 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[165]</a></span>)</p>
+
+<p>Un libro di critica è spesso, oggi, un'opera d'arte.</p>
+
+<p>L'autore non lo ha composto tranquillamente, di proposito,
+capitolo per capitolo, col pensiero fisso a un'idea
+cardinale e intento a farne risaltare la dimostrazione
+in pro o contro uno scrittore, una moda, un genere
+letterario. Gli articoli che formano il volume sono
+usciti fuori alla spicciolata, in occasioni diverse,
+con intervalli di anni qualche volta, ma sotto la vivissima
+impressione di una lettura, di una discussione: e
+ne portano l'impronta nel contenuto e nella forma.</p>
+
+<p>L'autore ha avuto il buon senso di riprodurli in un
+volume quali comparvero nelle colonne di un giornale
+o nelle pagine di una rivista. Lo svolgimento di qualche
+soggetto sarà insufficiente; e fra un articolo e l'altro
+ora si potrà scorgere qualche contraddizione che
+indica come il pensiero dello scrittore abbia fatto cammino,
+e si sia maturato nello spazio di tempo corso fra<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[166]</a></span>
+i due scritti: tanto meglio. Il volume acquisterà, anche
+per queste insufficienze e contraddizioni, un'aria
+di vita e di cosa d'arte, che le facili correzioni e le
+aggiunte gli avrebbero tolto.</p>
+
+<p>In Italia i volumi di critica letteraria sono assai rari,
+per ragioni commerciali dipendenti da quelle della nostra
+cultura generale. Bellissimi e interessantissimi articoli,
+che non hanno niente o assai poco da invidiare
+agli scritti delle migliori rassegne estere, rimangono
+sepolti nei fascicoli della <i>Nuova Antologia</i> e delle altre
+poche consimili riviste o nelle colonne di qualche
+giornale quotidiano. I loro autori sono convinti che troverebbero
+difficilmente un editore; e gli editori sanno
+per prova che questo genere di volumi non va. Parecchi
+scrittori poi non mettono insieme, in uno o due
+anni, tanto materiale da formare un volume. La critica
+letteraria non è una funzione, o meglio una carriera
+tra noi: è una esercitazione casuale, capriccio di
+un momento, spesso atto di compiacenza verso un autore,
+concessione all'entusiasmo passeggero per un
+poeta o romanziere in voga, per un principio d'arte
+che la moda mette in evidenza e che interessa realmente
+con la sua elevatezza e con gli eccessi.</p>
+
+<p>Non occorrono tutte le dita di una mano per segnare
+i nomi di coloro che seguono, da critici competenti,
+il nostro movimento letterario e ne notano, di tratto in
+tratto, i prodotti di qualunque natura e di qualunque<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[167]</a></span>
+valore essi siano. E questi medesimi non sentono mai
+il bisogno di rivolgersi addietro, di riprendere in esame
+la molteplice produzione di uno scrittore, e riguardarla
+da un nuovo punto di vista, e cavarne i segni caratteristici,
+o sviscerarne il concetto morale che si nasconde
+sotto ogni opera d'arte.</p>
+
+<p>Infatti, a quale scopo? La gente che legge appena
+l'opera d'arte o va a sentirla a teatro, non leggerebbe
+quel che vorrebbe dirgli il critico. L'interessamento
+di essa non passa oltre la buccia di un certo
+pettegolezzo. Una discussione o un esame fatti con serietà
+la seccherebbero.</p>
+
+<p>E così avviene anche che il critico italiano, specialmente
+quello d'occasione, non ha sempre ben sciolta
+la mano, non sa assumere quella spigliata aria discorsiva
+che rende ordinariamente gli articoli originali delle
+riviste e dei giornali esteri una specie di vivace
+conversazione tra scrittore e lettore, dove il lettore ha
+il piacere di star ad ascoltare e l'altro tutto l'interesse
+di rendersi parlatore gradito.</p>
+
+<p>Facevo queste riflessioni leggendo interpolatamente
+i due volumi annunciati, uno francese e l'altro italiano;
+e mentre non mi sembrava ambizioso il titolo del
+volume del Rod, avrei desiderato meno dimesso quello
+del volume del giovane professore Lesca, quantunque
+corrisponda benissimo alla natura degli scritti in esso
+raccolti, anzi appunto per questo.<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[168]</a></span></p>
+
+<p>Gli studi del Rod sono quasi tutti riassuntivi. Non
+già che pretendano di dire l'ultima parola intorno alla
+produzione, o al carattere di essa, di autori che si chiamano
+A. Daudet, A. France, V. Hugo, E. Hennequin,
+A. Fogazzaro. Per alcuni di questi, l'ultima parola
+oramai spetta alla posterità; per altri non sarebbe
+possibile dirla, trovandosi oggi nel vigore degli anni
+e nella piena maturità della creazione.</p>
+
+<p>Ma il loro autore, vi adopera tale sagacia, tale serenità
+da far stimare che ben poco l'avvenire correggerà
+o cancellerà di parecchi suoi giudizi, almeno nei
+punti più rilevanti. Per altri punti, dove l'affetto esagera
+un po' l'ammirazione, come nello scritto intorno
+al Daudet; dove la imparzialità coscienziosa del critico,
+la suggestione artistica o intellettuale sentite leggendo,
+gli impediscono di prendere un più risoluto atteggiamento,
+come a proposito di A. France; dove il
+sentimento di amicizia e la compassione davanti alla
+tomba di un giovine d'ingegno, morto a ventinove anni,
+gli ingrandiscono le proporzioni del valore critico
+del povero E. Hennequin, annegato, per congestione
+cerebrale, prendendo un bagno nella Senna; infine, dove,
+ragionando del Fogazzaro romanziere e poeta, rimane
+più sur un terreno di cortesia che di osservazione
+a fondo e di precisione di fatti; per quest'altri
+punti, dico, le correzioni, le attenuazioni le va facendo<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[169]</a></span>
+lo stesso lettore via via che procede di pagina in pagina
+senza arrestarsi o stancarsi.</p>
+
+<p>E infatti il minor merito di tal genere di scritti non
+è certamente la muta, interiore discussione provocata
+durante la lettura; specialmente quando uno scrittore
+come il Rod, alle funzioni di critico d'arte, mescola
+con abilità quelle di moralista elevato.</p>
+
+<p>Il volume del prof. Lesca, ripeto, risponde benissimo
+al titolo: <i>Leggendo e annotando</i>. Certamente egli
+legge con molta attenzione, annota con fine intelligenza,
+con garbo e qualche volta con vivace arguzia:
+vedi lo scritto: <i>Un preteso dialogo di Torquato Tasso</i>.</p>
+
+<p>Ma, sia un po' colpa dei soggetti, sia un po' qualche
+residuo non potuto ancor vincere delle funzioni scolastiche
+dell'autore, mi sembra che manchi appunto in questi
+scritti quella facile ma non superficiale scorrevolezza,
+quell'agile eleganza di presentazione del soggetto, senza
+perdersi in cose minute, ponendo subito in vista
+l'essenziale; insomma quel che, <i>ddu tali nun-so-cchi</i> (a
+lui che è stato in Sicilia e ne parla anche in questo
+volume a proposito del Bazin, si può dirlo col Meli)
+quel <i>che</i> per cui l'articolo di critica assume senso e
+forma di opera d'arte.</p>
+
+<p>E non c'è nello stile del Lesca niente di ammanierato,
+di grave, di pedantesco; soltanto il concetto non
+prende le ali, non tenta di diventare qualcosa di organico,
+o di meno scucito che il semplice annotare. Io<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[170]</a></span>
+avrei voluto vedere smentita la modestia del titolo del
+suo volume; cosa che all'autore non sarebbe stata difficile
+volendo, perchè ne dà un esempio nello scritto:
+<i>Foscolo Manzoni Leopardi</i>, a proposito del libro dallo
+stesso titolo, di Arturo Graf; e avrebbe potuto darne
+un altro esempio, parlando della <i>Sicile</i> del Bazin; tanto
+più che egli aveva ricordi personali da contrapporre o
+aggiungere alle impressioni dello scrittore francese.</p>
+
+<p>E a proposito di queste <i>annotazioni</i>, da uno che è
+vissuto qualche anno in Sicilia, non mi attendevo generalizzazioni
+molto simili a quelle da lui rimproverate
+al Bazin, o meraviglie e stupori davanti a spettacoli
+di miseria o di poca nettezza, quasi essi fossero una
+specialità della Sicilia e non se ne vedesse neppur
+l'ombra altrove, nel continente italiano e fuori!</p>
+
+<p>Egli descrive con gran compiacenza di particolari
+un misero albergo di Giarre e la difficoltà di procurarsi
+un po' di carne e delle uova... Ma forse questo
+avviene soltanto a Giarre, paesetto dove la ferrovia
+ha ormai reso superflui gli alberghi che vi erano prima,
+quando esso era punto di fermata del viaggio in
+diligenza o in carrozza fra Catania e Messina?</p>
+
+<p>Un giorno, anni fa, il Verga ed io pensammo di fare
+una bella passeggiata e andare da Milano a Sesto.
+Ma non era domenica, e nei due o tre ristoranti, che
+la domenica rigurgitavano di avventori, non c'era anima
+viva. Chiesto invano da mangiare a due ristoranti<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[171]</a></span>
+indicatici come migliori, dovemmo rassegnarci a ricorrere
+al terzo. Il padrone ci guardò con aria così ansiosa,
+che ci lusingammo di essere capitati bene. Il
+locale non era veramente di gran lusso, ma decente. &mdash; C'è
+qualcosa di pronto? &mdash; Niente; tutto da farsi. &mdash; Allora,
+spaghetti al pomidoro. &mdash; Oggi, cari signori? Impossibile! &mdash; Due
+cotolette ai ferri; intanto un po'
+di salame, un po' di burro. &mdash; Il padrone si grattava
+poco pulitamente la testa. &mdash; Insomma?... &mdash; Quel che
+vogliono; ma, oggi...</p>
+
+<p>E dovemmo contentarci di un po' di pane non fresco,
+di un po' di gorgonzola o stracchino, non ricordo
+bene, e qualche mela. A Sesto! A poche miglia da
+Milano! D'estate! Cioè, quando quel paesetto diventa
+luogo di villeggiatura domenicale pei buoni ambrosiani
+che non possono correre alle montagne o al mare!</p>
+
+<p>Il Verga ed io ci contentammo di ridere, e di andare
+a desinare a quel Biffi che avevamo voluto fuggire.
+E stia sicuro il prof. Lesca che, nel caso che io
+avessi la tentazione di mettermi a scrivere le mie memorie,
+non dirò &mdash; glielo giuro &mdash; che Sesto, nel 1889,
+era un posto selvaggio, dove due viaggiatori potevano
+facilmente morire di fame!<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[173]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[175]</a></span></p>
+<h2><a name="VITTORIO_PICA" id="VITTORIO_PICA"></a>VITTORIO PICA</h2>
+
+<p>Il suo ultimo libro s'intitola: <i>Letteratura di eccezione</i>;
+ed è un'eccezione anche lui, l'autore, che si è formato
+una specialità della critica letteraria ed artistica,
+senza mai invadere altri campi. Per ciò è riuscito un
+critico che sa molto bene il suo mestiere, cosa rara
+tra noi.</p>
+
+<p>Si può anzi dire che un eccessivo scrupolo di coscienza
+lo abbia indotto a limitare lo spazio dei suoi
+studi d'arte letteraria alla sola letteratura francese
+contemporanea, e, in questa, particolarmente alla produzione
+che ha lo spiccato carattere della ricerca del
+nuovo a ogni costo e, appunto per tale smania, invece
+dell'originalità, trova spesso la caricatura di essa,
+lo strano, l'assurdo. Giacchè si è originali senza volerlo
+e quasi senza saperlo, per naturale conformazione
+dell'ingegno, come si hanno quella fisonomia, quei gesti,
+quel tono di voce, quei modi di sentire e di esprimersi<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[176]</a></span>
+che costituiscono la individualità d'ogni creatura
+umana, e la distinguono da tutte le altre. Questa originalità
+naturale, istintiva, organica, non mostra nessuno
+sforzo, nessuna deliberata intenzione di voler essere
+tale; non architetta anticipatamente teoriche che
+debbano regolarla e giustificarla; si manifesta genialmente,
+vivendo, operando, cioè producendo l'opera d'arte
+più conforme ai suoi mezzi di creazione.</p>
+
+<p>Di questo è convinto pure Vittorio Pica, e lo dà a
+vedere con la moderazione dei suoi giudizii, anche
+quando la sua tormentata curiosità gli fa preferire lo
+studio di quelle opere letterarie da lui chiamate <i>di eccezione</i>,
+alterando un po' il significato di questo vocabolo,
+e dandogli un senso di scusa indulgente.</p>
+
+<p>Egli si lascia attrarre più volentieri da certi caratteri
+morbosi, da certe mostruosità psicologiche o di forma,
+con le quali si rivelano in ogni opera d'arte l'aspirazione
+a qualche cosa che esca dall'ordinario e il faticoso
+vano processo per raggiungere quello scopo.</p>
+
+<p>È simile a un medico che si compiace dei <i>bei</i> casi
+di malattie complicate, a un chirurgo che si entusiasma
+davanti a una <i>bella</i> piaga purulenta e cancrenosa.
+Certamente, come nel medico, c'è in quel compiacimento
+di lui il pensiero dell'opera d'arte sana e piena
+di rigoglio; c'è, come nel chirurgo, l'idea sottintesa
+dell'abile operazione che farà rimarginare quella piaga.</p>
+
+<p>E per questo il lettore dei sei lunghi e minuziosi<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[177]</a></span>
+studii intorno al Verlaine, al Mallarmé, al Barrès, al
+France, al Poictevin, al Huysmans, gli perdona facilmente
+quel compiacimento e quell'entusiasmo quasi
+inerenti all'ufficio di critico, come li perdona al medico
+e al chirurgo in grazia della scienza della salute.</p>
+
+<p>Senza l'entusiasmo ed il compiacimento del nuovo e
+dell'esotico, che spinge il Pica a traverso la letteratura
+decadente francese e l'arte dell'estremo Oriente,
+noi non avremmo questi studii letterari nè gli altri intorno
+alla pittura moderna che ne formano il compimento,
+ispirati e spinti come sono da identica intenzione
+verso le varie ricerche di nuove forme e di nuovi processi,
+sia per mezzo della parola, sia per mezzo del
+disegno e dei colori.</p>
+
+<p>Qualcuno gli fa una colpa della sua preferenza per
+la letteratura moderna francese. Dice:</p>
+
+<p> &mdash; Se vuol trovare dei malati, dei cancrenosi, perchè
+non cercarli anche fra noi? Mancano forse?</p>
+
+<p> &mdash; Non mancano &mdash; potrebbe rispondere il Pica &mdash; ma
+sono malati di contagio, di suggestione nevrotica. Io
+faccio come quei dottori che, volendo studiare il colera,
+sono andati nell'India, per meglio osservarlo nel
+paese dove l'infezione è di prima mano. I nostri decadenti
+sono derivazioni, riflessi, &mdash; nella lirica, nel
+romanzo, nel dramma &mdash; dei decadenti stranieri; e, al
+pari di tutti gli imitatori, se hanno importato il morbo,
+ne hanno anche alterato il carattere, esagerandone le<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[178]</a></span>
+qualità cattive, non mantenendo le buone, se di qualità
+buone può parlarsi trattandosi di malattia. E le
+derivazioni, le imitazioni, i riflessi non mi interessano
+punto.</p>
+
+<p>Egli ha ragione. Nella stessa artificiosità dei decadenti
+francesi c'è un che di spontaneo che la rende
+interessante; c'è, per lo meno, una logica necessità di
+circostanze particolari che le danno un'espressione di
+sincerità personale in ogni suo primo e valido campione.
+Negli imitatori, no. Per ciò avviene che i primi,
+non ostante le loro strane esagerazioni, lascino dietro
+a sè qualcosa che sopravvive e che forse non sarebbe
+sopravvissuto senza la stranezza di quelle esagerazioni.
+Lo ha notato il Pica, parlando dei Parnassiani. Essi
+vollero esiliare a ogni costo la passione dalla poesia,
+tenersi paurosamente lontani dal tumulto della vita
+contemporanea che ferveva attorno a loro, dedicarsi
+esclusivamente al culto esagerato della forma, fin a
+detrimento dell'idea; ed ebbero torto. Ma il loro disinteressato
+e religioso amore per l'arte ha prodotto una
+perfezione di fattura nel verso francese non mai raggiunta
+prima di oggi. La loro voluta impassibilità davanti
+al dolore volgare</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"><i>Qui pousse des cris importuns</i><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>è sparita, come spariscono le esagerazioni di ogni sorta;
+le loro conquiste tecniche sono, in gran parte, rimaste.<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[179]</a></span>
+Così Teofilo Gauthier, Leconte de Lisle, il Banville non
+ci dicono più niente come poeti, ma il verso francese
+non potrà mai più cancellare l'impronta profonda segnatavi
+dalle loro abilissime mani. Così il Mallarmé
+sarà per gli avvenire più incomprensibile che non sia
+ora pei suoi stessi ammiratori, ma qualche lembo del
+suo sogno di esteta non è morto per sempre con lui,
+e forse diverrà bellissima realtà domani, tradotto, nel
+verso, nel romanzo, nel dramma, da uno che saprà dargli
+forma organica e viva.</p>
+
+<p>Ora io comprendo, in qualche modo, che possa applicarsi
+la qualifica di letteratura di eccezione alla produzione
+del Verlaine e del Mallarmè. L'eccezione, nella
+natura e per ciò anche nell'arte, è il vigoroso sviluppo
+di certe qualità rimaste insignificanti o soffocate negli
+esseri e nelle creature ordinarie; e questo sviluppo,
+nel Verlaine e nel Mallarmè, sarebbe rappresentato dal
+senso vivissimo della musicalità e del colorito della
+parola; dal bisogno del raro, del raffinato, come oggi
+si dice; dal concetto della idealizzazione della forma
+in maniera che possa essere simbolo anche essa di
+quel gran sogno che noi chiamiamo stoltamente realtà.
+Non so comprendere però per quali ragioni egli annoveri
+tra le opere letterarie di eccezione quelle del
+Barrès, del Poictevin, del France e di Joris-Karl Huysmans.
+In queste, la eccezione non riguarda la forma
+o almeno la riguarda in parte secondaria: l'eccezione<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[180]</a></span>
+è nel concetto; pel Barrès, nella teorica del culto dell'io:
+pel Poictevin, nello studio di ciò che «&nbsp;vi ha di
+vago, di misterioso nell'intimità dell'anima, studio che
+gli fa creare, non di rado (cito le parole del Pica) a
+bella posta, delle complicazioni per poterle sbrogliare,
+delle difficoltà per poterle superare, in modo da passare
+inconsapevolmente dall'osservazione semplice e
+sincera ad una specie di arbitrario acrobatismo metafisico;&nbsp;»
+pel France, «&nbsp;nell'egoistica civetteria cerebrale
+di critico&nbsp;», nella ironia, nella scettica crudezza
+dell'osservazione, nella continua propensione al paradosso,
+nello spensierato dilettantismo filosofico; per
+l'Huysmans, infine, nella irrequieta tristezza della coscienza
+religiosa.</p>
+
+<p>Eccezioni di concetto, forse, certamente riflessi, derivazioni
+di speculazioni filosofiche o di ipotesi scientifiche
+che pervadono le intime fibre del pensiero moderno;
+ma eccezioni di arte letteraria in che cosa mai?</p>
+
+<p>È questo il solo appunto che si può fare al bel volume
+del Pica.</p>
+
+<p>I sei studi, del resto, sono condotti con straordinaria
+accuratezza, mescolando la biografia alla parte critica,
+con larghe e opportune citazioni perchè i lettori
+abbiano anche essi sotto gli occhi qualche documento
+da aiutarli a riscontrare le osservazioni e le affermazioni
+del critico; fin con indicazioni bibliografiche da<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[181]</a></span>
+soddisfare quei meticolosi che danno molta importanza
+a un'edizione, a una data.</p>
+
+<p>Certe volte il suo entusiasmo lo trascina un po' oltre.
+Non nega, per esempio, che il Mallarmè abbia
+spinto le circonvoluzioni del suo stile fino alla più
+completa oscurità e che i suoi ammiratori abbiano torto
+di ammirarlo là dove è più incomprensibile; ma le
+dubbie tenebre nelle quali qualcosa si può intravedere
+lo seducono fortemente. E a proposito del frammento
+del dramma o tragedia, <i>Erodiade</i> &mdash; l'unico pezzo che il
+Mallarmè ne abbia scritto &mdash; il Pica ci rivela quella sua
+debolezza pel raffinato, pel malato in arte a cui ho
+accennato da principio.</p>
+
+<p>«&nbsp;Intendo benissimo &mdash; egli dice &mdash; che, alla prima
+lettura di questo frammento di poesia anche gli spiriti
+sottili e comprensivi (dei mediocri e dommatici non è
+neppure il caso di parlare) debbono rimanere un po'
+smarriti e debbono sentire una specie di ostilità contro
+il linguaggio prezioso, le metafore strane, le imagini
+arditissime di questo dialogo in versi, e sopra
+tutto contro la generale intonazione sibillina; ma
+se lo <i>rileggeranno attentamente e pazientemente</i> (sottolineo
+io) si sentiranno a poco a poco conquidere da
+un arcano fascino e si convinceranno che <i>anche quelli
+che a bella prima paiono difetti</i> (sottolineo ancora io)
+contribuiscono possentemente al mirabile effetto totale&nbsp;»
+(p. 147).<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[182]</a></span></p>
+
+<p>In queste poche righe c'è intero il carattere del volume
+<i>Letteratura di eccezione</i> e c'è la immagine netta
+della fisonomia di critico dell'autore.<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[183]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="ENRICO_IBSEN" id="ENRICO_IBSEN"></a>ENRICO IBSEN</h2>
+
+<p class="sectnote">(<i>Gian Gabriele Borckman</i>, Dramma in 4 atti.<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[185]</a></span>)</p>
+
+<p>Ha sessant'anni; e i capelli e la barba interamente
+incanutiti lo faranno sembrare più vecchio che non sia.
+La catastrofe finanziaria che lo ha buttato giù, trascinando
+nella rovina tanti altri che avevano avuto fiducia
+in lui, lo ha reso &mdash; com'egli dice &mdash; <i>un Napoleone
+storpiato da una palla nella sua prima battaglia</i>. Ma,
+dopo di aver espiato la pena a cui è stato condannato,
+chiuso nelle stanze del primo piano della sua casa,
+dove sua moglie non sale mai, dove va a visitarlo,
+accompagnato dalla figlia giovanetta, soltanto un ingenuo
+poeta &mdash; una delle moltissime vittime finanziarie
+di lui, e che pure gli rimane fedele, ancora soggiogato
+dalla forza di quell'anima indomita &mdash; Gian Gabriele
+Borckman, senza amici, senza famiglia, senza niente,
+sogna intanto la rivincita, vive della grande illusione
+di tornare ad essere più potente di prima.</p>
+
+<p> &mdash; I miei nemici verranno qui, a prostrarsi ai miei<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[186]</a></span>
+piedi, a supplicarmi di prender le redini della nuova
+banca, di quella banca che essi hanno fondato e che
+sono incapaci di reggere!... Ed io li riceverò ritto, con
+una mano appoggiata a questa scrivania... E detterò i
+patti; ed essi li accetteranno, per forza, sì, per forza!
+Se non fossi certo di questo, mi sarei già tirato un
+colpo di pistola da un pezzo!</p>
+
+<p>Egli parla così a un altro povero sognatore, a un
+poeta che spera egualmente la sua rivincita in teatro.
+Borckman lo commisera, lo compatisce. L'arte! Oh,
+si tratta di ben altro per lui! Creare dei milioni, farli
+scaturire dalle miniere, dalle strade ferrate, dalle forze
+idrauliche, dalle industrie, dai commerci per mare
+e per terra... ecco il miracolo che egli avrebbe compiuto,
+se fosse stato solo!...</p>
+
+<p>Ma egli, il forte, ha avuto una debolezza: ha creduto
+nell'amicizia!</p>
+
+<p>&mdash; C'è qualcosa al mondo peggiore dell'assassinio,
+del furto, del giuramento falso: l'abuso di confidenza
+di un amico a danno d'un amico!</p>
+
+<p>&mdash; C'è un peccato imperdonabile &mdash; gli dirà, poco
+dopo, una donna: &mdash; Quello che ha troncato la vita di
+amore in un essere umano!</p>
+
+<p>Ed hanno ragione tutti e due.</p>
+
+<p>Egli, uomo, guarda il mondo dal punto di vista della
+prosperità sociale; e tutto quel che non ha stretta relazione
+con tale scopo gli sembra inezia. Per colei,<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[187]</a></span>
+donna, niente dovrebbe prevalere sui diritti del cuore!</p>
+
+<p>E s'ingannano tutti e due!</p>
+
+<p>Gian-Gabriele Borckman ed Ella Rentheim non sono
+due formole messe là da Enrico Ibsen per dimostrare
+un concetto. Sono due personaggi vivi; per ciò hanno
+ragione e nello stesso tempo s'ingannano.</p>
+
+<p>Nella vita agiscono forze complesse. Un uomo può
+incarnare per qualche tempo le aspirazioni di un popolo
+e guidarne i destini; ma vien l'ora in cui il segreto
+della sua idea gli è tolto di mano. Altri lo metterà
+in atto più vigorosamente di lui. Una donna può
+esercitare durante qualche tempo una benefica influenza
+su la vita d'un uomo; ma arriva pure il momento
+in cui questa influenza perde possa, per necessità naturale,
+ed è sostituita da altre influenze più elevate
+o più poderose.</p>
+
+<p>Enrico Ibsen ha osservato questo terribile dramma
+della vita e lo ha magistralmente rappresentato in
+quest'ultimo suo lavoro, mostrando un'abilità di fattura
+che nelle precedenti sue opere non aveva raggiunta.</p>
+
+<p>Qualcuno vi ha visto una rinnegazione della sua <i>maniera</i>,
+un regresso. Qui tutto è chiaro, evidente, vivente.
+Il concetto è divenuto realtà. Nessuno dei personaggi
+discute; tutti sentono, pensano, agiscono secondo
+il loro carattere, secondo le loro passioni, le loro illusioni;
+e il dramma (stavo per dire, la tragedia con l'antica<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[188]</a></span>
+fatalità) scaturisce violento dal cozzo dei caratteri,
+delle passioni, delle illusioni, al pari che nella vita
+reale.</p>
+
+<p> &mdash; Come! Niente simbolo? &mdash; gli è stato rimproverato.</p>
+
+<p> &mdash; Ma io non sono mai stato o almeno non ho voluto
+mai essere un simbolista alla vostra maniera &mdash; ha
+risposto il gran drammaturgo. &mdash; Noi siamo tutti tanti
+simboli viventi. Obbediamo a leggi fisse, anche quando
+crediamo di non assoggettarci a niente, all'infuori
+che alle nostre passioni e ai nostri capricci. Rendere
+sensibili, visibili queste leggi per mezzo di un'azione,
+di caratteri, di passioni, ecco quel che io ho sempre
+inteso di fare. In questo senso soltanto sono, forse,
+stato un simbolista.</p>
+
+<p>Infatti che cosa ha egli osservato prima di scrivere
+il <i>Gian-Gabriele Borckman</i>?</p>
+
+<p>Ha visto un uomo assetato di potere, di ricchezza,
+che vuol raggiungere un'alta cima di prosperità generale,
+smovendo, agitando, guidando tante forze sparse,
+rimaste inefficaci e disperse prima della sua potente
+iniziativa. Con lo sguardo fisso all'eccelsa mèta, egli
+procede senza badare a quel che abbatte e calpesta nel
+suo cammino. Opera come le grandi e cieche forze
+della natura. La morale, il diritto, la legge, gli affetti,
+non debbono impacciarlo e impedirgli di spingersi avanti.
+Egli sa di non dovere curarsi al presente, ma occuparsi<span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[189]</a></span>
+di creare l'avvenire; e sa che per creare deve
+distruggere. Il vero torto di quest'uomo non consiste
+nel male che così fa agli altri, ma nel non averlo
+fatto compiutamente, da solo. Egli ama una donna,
+e la cede a un amico che l'ama ugualmente, pel motivo
+che questi può essergli di valido aiuto nella sua
+vasta intrapresa. Il sacrificio non gli giova. Se egli
+cede, non cede la donna, che ignora il mercato. Colui
+crederà che il rifiuto di essa è opera segreta di
+lui, e si vendicherà rovinando il preteso rivale col palesare
+il segreto che ne avrebbe prodotto il gran trionfo.</p>
+
+<p>Ha visto una donna, innamorata non ostante l'abbandono,
+che tenta di salvare dalla rovina il figlio di
+colui che l'ha posposta, per calcolo, alla sorella.... E
+questo giovane le sfugge, invischiato dalle arti di una
+cattiva signora!</p>
+
+<p>Ha visto una mamma che vorrebbe riabilitare nel
+figlio il nome del padre insozzato da una condanna infamante;
+che tenta di educarlo in modo da corrispondere
+a questo suo ideale, segregandolo fin dalla compagnia
+di suo padre non volendo ch'egli, adottato dalla
+zia, perdesse il nome che doveva rialzare: ha visto
+insomma una donna chiusa, per questo, a qualunque
+altro affetto terreno... e che viene schiacciata anche
+essa dalla violenza delle circostanze superiori al suo
+potere.</p>
+
+<p>Ha visto due altre creature affascinate da altri sogni:<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[190]</a></span>
+il poeta Foldal, da un sogno d'arte; Frida Foldal,
+sua figlia, da un sogno di ricchezza e di piaceri.</p>
+
+<p>E vedendo e osservando, ha penetrato col suo acutissimo
+sguardo, fino all'intimo fondo, quelle creature umane,
+là dove le leggi della vita si rivelano nella loro fatale
+rigidità; ha veduto l'inanità degli sforzi individuali
+nella lotta dell'esistenza, se le circostanze non li favoriscono.
+Eppure il pensatore si è sentito invadere da
+profonda e ammirativa simpatia per quelle creature
+dolorose, ognuna con la sua croce, o con la sua illusione,
+che è tutt'una; e l'artista ha sentito il bisogno
+di fissare le fuggevoli figure dalla realtà, spingendole
+vive e palpitanti sul palcoscenico, perchè altri osservasse
+e riflettesse come lui, perchè ognuno vi ritrovasse,
+per conto proprio, qualcuno dei mille pensieri
+che si sono agitati nella mente di lui, durante la gestazione
+creativa.</p>
+
+<p>Ma questa volta egli ha voluto che le sue creature
+apparissero compiutamente staccate dal suo pensiero,
+segnate dal suo marchio si intende &mdash; come sarebbe
+stato possibile il contrario? &mdash; ma creature di carne e
+di ossa, con la loro particolare fisonomia, coi loro gusti,
+con la loro voce speciale, con le loro passioni, con
+le loro debolezze, coi loro sogni, con le loro allucinazioni,
+e senza l'impaccio di un preconcetto, di una
+tesi... o almeno con quel tanto di tesi che è indispensabile
+sostrato di ogni opera d'arte.<span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[191]</a></span></p>
+
+<p>Infatti egli diceva ultimamente al suo traduttore francese,
+conte Prozor:</p>
+
+<p> &mdash; L'importante, la cosa principale in un'opera teatrale
+è l'azione, la vita. Il resto è accessorio.</p>
+
+<p> &mdash; Per noi semplici mortali, non grandi artisti come
+lei &mdash; rispondeva il Prozor &mdash; non sono cose accessorie
+le idee.</p>
+
+<p> &mdash; Ma tutti scrivendo manifestano idee. Che cosa
+fanno dunque gli altri autori drammatici?</p>
+
+<p>La domanda manifesta l'ingenuità di un uomo di
+grandissimo ingegno.</p>
+
+<p>Che cosa fanno?</p>
+
+<p>Precisamente il contrario. Niente azione, niente vita.
+E così il preteso lavoro drammatico si risolve in
+un noioso soliloquio dell'autore... per bocca di parecchi
+personaggi.<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[193]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[195]</a></span></p>
+<h2><a name="DI_UNOPINIONE_DI_E_ZACCONI" id="DI_UNOPINIONE_DI_E_ZACCONI"></a>DI UN'OPINIONE DI E. ZACCONI</h2>
+
+<p>A proposito della rappresentazione del <i>Gian-Gabriele
+Borckman</i> dell'Ibsen è stata rammentata la risposta
+di Ermete Zacconi ai critici tedeschi che lo accusavano
+di eccessivo verismo patologico negli <i>Spettri</i> dello
+stesso autore.</p>
+
+<p>Confesso sinceramente che la ignoravo (non siamo
+obbligati di sapere tutto) e aggiungo non meno sinceramente
+che essa mi sembra una risposta sbagliata.</p>
+
+<p>Se lo Zacconi si fosse contentato di dire soltanto: &mdash; L'Ibsen
+ha voluto così quel personaggio di Osvaldo &mdash; e,
+ove gli fosse sembrato necessario, si fosse spinto
+fino a dimostrarlo, la risposta sarebbe stata degna di
+quel grande artista che egli è.</p>
+
+<p>Invece si è compiaciuto di manifestare la sua particolare
+teorica intorno all'interpretazione rappresentativa
+di certi lavori drammatici, e si è lasciato scappar
+di bocca, o meglio, dalla penna, un'incredibile enormità<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[196]</a></span>
+che contraddice quanto poco prima egli aveva
+affermato.</p>
+
+<p>Egli soggiunse (ripeto le sue parole su la fede altrui,
+ma non ho nessuna ragione per sospettare che
+non siano riferite esattamente):</p>
+
+<p>«&nbsp;Nella interpretazione dei capolavori dei sommi non
+bisogna arrestarsi sempre davanti alla semplice opera
+d'arte. C'è il pensiero che va più in là dell'arte.
+Così nell'Ibsen bisogna distinguere prima il filosofo,
+poi il simbolista, e soltanto in ultimo l'artista. Egli
+è grande per la forza del pensiero, non per la forza
+artistica&nbsp;».</p>
+
+<p>Tradotto in parole più semplici e più chiare, questo
+significa: Vi sono opere d'arte sbagliate, dove il concetto
+non è riuscito ad assumere la forma che gli spettava.
+Le opere drammatiche dell'Ibsen sono di questa
+categoria. Nella rappresentazione di esse si deve quindi
+badare più al pensiero che alla forma...</p>
+
+<p>In che modo, io sarei curiosissimo di apprenderlo
+dallo stesso Zacconi.</p>
+
+<p>Ho assistito più volte alla sua mirabile incarnazione
+nell'Osvaldo degli <i>Spettri</i>, e non mi è parso di scorgervi
+quell'eccesso di verismo patologico rimproveratogli
+dai critici tedeschi. Osvaldo è malato moralmente
+e fisicamente; la sua intelligenza vagola in mezzo
+alle nebbie incipienti della follia alcoolica ereditaria; la
+sua lingua incespica, come le sue gambe che si risentono<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[197]</a></span>
+della debolezza della spina dorsale. A poco a poco,
+quelle nebbie della mente si fanno sempre più dense,
+il suo tormento è atroce; egli ha coscienza dello stato
+in cui si trova; ha strappato al medico la verità. E negli
+ultimi luccicori dello intelletto, rinfaccia alla madre
+quella vita che gli è stata malamente data senza
+che egli l'avesse chiesta. Tutt'a un tratto, chiude l'uscio
+a chiave; nessuno deve più uscire di là, nessuno può
+più entrarvi!... La madre, spaventata, tenta di calmarlo.
+Intanto spunta il sole e indora le cime delle montagne
+che si scorgono dalla finestra aperta. Osvaldo,
+immobile su la seggiola, si è già sperduto nella tenebra
+della pazzia.</p>
+
+<p> &mdash; Mamma, dammi il sole! &mdash; balbetta.</p>
+
+<p>E alle parole disperate della signora Alving ormai
+egli non saprà rispondere più altro: &mdash; Il sole! Il sole!... &mdash; disfatto,
+ebete, con gli occhi quasi spenti che
+guardano nel vuoto.</p>
+
+<p>Dov'è qui il <i>pensiero che va più in là dell'arte</i>? Il
+concetto dell'eredità è divenuto personaggio vivente.
+Osvaldo non discute una teorica scientifica, la mostra.
+Così, più o meno, tutti gli altri personaggi dei lavori
+drammatici dell'Ibsen. La stessa Nora delle ultime
+scene di <i>Casa di bambola</i> è, se vogliamo, una persona
+che ragiona male, unilateralmente, ma forse per questo
+schiettamente donna più di quel che non si creda.</p>
+
+<p>In ogni modo, è strano che un attore faccia la distinzione<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[198]</a></span>
+di tre Ibsen, uno filosofo, l'altro simbolista, il
+terzo l'artista, e dica che questo è il meno a cui si
+deve badare.</p>
+
+<p>L'Ibsen, al contrario, chiede di essere considerato
+principalmente come artista. Per lui tutta l'opera drammatica
+consiste nell'azione, nei caratteri. Se sotto quell'azione,
+sotto quei caratteri formicolano idee, è naturale
+che sia così. Un'opera d'arte è un concetto astratto
+materializzato nella forma.</p>
+
+<p>Il dovere dell'attore è quindi soltanto quello di cooperare
+con essa per mezzo di efficace interpretazione.</p>
+
+<p>Certamente in questa interpretazione ogni attore dovrà
+dare, secondo le sue facoltà, maggiore o minore
+rilievo ad alcuni particolari caratteristici, ma non gli
+è lecito di spingere tale suo diritto fino al punto di
+svisare, di disfare la concezione dello scrittore.</p>
+
+<p>So che oggi cominciano a prevalere criteri diversi.
+Attori ed attrici si credono liberi di abbandonarsi alla
+così detta <i>creazione</i> del personaggio, senza tenere gran
+conto delle precise intenzioni di chi primamente lo ha
+messo al mondo. E mi sembra grave errore. L'opera
+d'arte drammatica è esposta, per sua natura, a questo
+pericolo. La deficienza di un attore o di un'attrice può
+influire sulla sua sorte presso il pubblico, che spesso
+non è tanto colto e tanto avvisato da distinguere il
+valore dell'opera d'arte da quello della rappresentazione
+che essa riceve.<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[199]</a></span></p>
+
+<p>Così, per esempio, si è potuto vedere ad essere bene
+accolta dal pubblico e dalla critica un'interpretazione
+che trasformava Margherita Gautier quasi in personaggio
+simbolista. Bisognava invece indignarsi, protestare.</p>
+
+<p>In Francia, dove il senso dell'arte è meno corrotto,
+si è fatto altrimenti. <i>La Dame aux Camélies</i>, dopo
+quasi cinquanta anni di vita, è stata riputata un'opera
+di arte storica. Costumi, sentimenti, azione sono parsi
+talmente lontani e dissimili dagli attuali, da far comprendere
+la necessità di accordare ad essa il privilegio
+delle opere classiche, cioè la riproduzione esatta
+coi costumi dell'epoca. E si è venuto a questo lentamente,
+di mano in mano che certe stonature col presente
+si sono rese più visibili. Anni addietro, quando
+il Dumas viveva, per evitare il ridicolo al personaggio
+di Armando, si erano dovute elevare le somme di
+denaro ch'egli spende per la sua amante. Poi neppur
+questo piccolo ripiego è parso sufficiente. Armando sembra
+un collegiale di fronte agli amanti nostri contemporanei:
+il padre di Armando, un buon borghese; Margherita,
+un'ingenua in confronto delle attuali <i>cocottes</i> e
+orizzontali che invadono la società e quindi la scena.</p>
+
+<p>Bisognava dunque riportare la commedia nel suo
+ambiente; vestire gli attori coi figurini dell'epoca; spogliare
+Margherita dei ricchi costumi odierni, indossarle
+il modesto scialle di allora e il cappellino a cuffia
+(non so se mi esprimo bene) che le ho veduto in testa<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[200]</a></span>
+nei ritratti riprodotti in un interessante studio intorno
+a lei e pubblicato, quattro o cinque anni addietro,
+nel <i>Livre</i>. E se ancora Sarah Bernhardt non ha saputo
+sacrificare a questo scopo le sue eleganti toelette,
+vuol dire che la vanità femminile è qualche volta superiore
+anche al genio di una grande artista.</p>
+
+<p>E stato notato che, per certi capolavori drammatici,
+arriva un'epoca che potrebbe dirsi dell'<i>età ingrata</i>;
+stanno come a cavallo di due fasi di vita civile, non a
+bastanza invecchiate da farle chiamare antiche, nè a bastanza
+giovani da permettere di crederle del nostro tempo.
+Durante questo spazio di anni esse perdono valore.</p>
+
+<p>Ci vuole un pervertimento di senso artistico nell'attore,
+una deplorevole mancanza di cultura nel pubblico
+per permettersi e per applaudire una profanazione
+artistica come l'idealizzazione simbolica della Margherita
+Gautier.</p>
+
+<p>Vien naturale su le labbra la domanda: Chi crea il
+personaggio? L'autore o l'attore? La risposta non può
+essere dubbia. E appunto perchè la creazione vien fatta
+dall'autore, che ha le sue belle ragioni di produrla
+nel tale e tal modo, l'obbligo dell'attore è unicamente
+di renderlo quale quegli lo ha formato. Un personaggio
+è simile a un individuo vivente; non può essere ridotto
+irriconoscibile dal nevrotico capriccio di un attore
+o di un'attrice. Essi si mostrano tanto più grandi, quanto
+meglio arrivano a riprodurlo in tutti i minimi particolari<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[201]</a></span>
+quale l'autore lo ha concepito. L'individualità
+di quel personaggio implica una serie di gesti, di espressioni
+del viso, di inflessioni di voce, di rivelazione
+di sentimenti e di passioni che non debbono poter
+essere confusi neppure con quelli di un altro individuo
+che ha qualche apparente rassomiglianza con esso.
+Quanto maggiormente l'attore riesce a rappresentare
+integra quella personalità, e tanto più elevatamente fa
+opera di artista.</p>
+
+<p>L'autore, scrivendo, ha la realtà di quel personaggio
+davanti agli occhi; lo vede muoversi, gesticolare, ne
+sente la voce; per via di questo sforzo di suggestione,
+arriva a immedesimarsi con esso, a strappargli il segreto
+della sua vita. Ma, disgraziatamente, il potere dello
+scrittore è limitato. Quando egli ha messo su la carta,
+per esempio, un <i>Ah!</i> non può andare più oltre. Quell'<i>Ah!</i>
+gli è risonato nell'orecchio con la sua precisa intonazione,
+che nella scrittura va perduta; così tutte le inflessioni
+del dialogo. Spetta all'attore il ritrovare nuovamente,
+a forza di studio, quell'intonazione, quelle inflessioni
+e pure quegli atteggiamenti, quei gesti che lo scrittore
+ha udito e visto scrivendo e che non ha potuto notare,
+come avrebbe fatto un musicista. Quell'<i>Ah!</i> in
+quel dato momento dell'azione, può avere soltanto un'inflessione,
+perchè si tratta di una situazione particolare,
+impossibile a ripetersi due volte. Bisogna trovare, a
+ogni costo, quell'inflessione; non è lecito sostituirla con<span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[202]</a></span>
+un'altra che, alla men peggio, si riduce a un misero
+press'a poco. E quel che accenno per le minutezze,
+vale maggiormente per la massa del carattere e della
+stessa figura del personaggio.</p>
+
+<p>Nel 1865, a Firenze, l'attore Samson della Commedia
+francese mi diceva che in quel teatro non si rappresentava
+da quarant'anni il <i>Burbero benefico</i> del Goldoni
+perchè non c'era stato un attore, durante quel
+tempo, che avesse <i>le phisique du rôle</i>. Scrupolo che può
+forse sembrare eccessivo, e non è.</p>
+
+<p>Tutto questo non mi ha allontanato troppo dal mio
+soggetto, cioè dalla risposta di Ermete Zacconi ai critici
+berlinesi.</p>
+
+<p>Dicendo che nell'Ibsen l'ultima cosa da considerarsi
+era l'artista, Zacconi si dava la zappa sui piedi. Un
+lavoro teatrale dove la forma sia l'ultima cosa da considerarsi,
+non è opera d'arte. E i critici berlinesi avrebbero
+potuto soggiungere: Ma, in questo caso, è assurdo
+che voi lo scegliate per rappresentarlo... o avete
+la grande superbia di credervi capace d'infondere la
+vita in una cosa morta.</p>
+
+<p>Invece Ermete Zacconi giudica male e razzola bene.</p>
+
+<p>Era tanto più semplice e più esatto il dire:</p>
+
+<p> &mdash; Io rappresento Osvaldo Alving così, perchè da
+ogni atto, da ogni frase, da ogni parola di questo personaggio
+risulta che l'autore lo ha voluto così! Ho fatto
+il mio dovere e nient'altro.<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[203]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="ASCENSIONI_UMANE" id="ASCENSIONI_UMANE"></a>ASCENSIONI UMANE</h2>
+
+<p class="sectnote">(Baldini e <a name="tn203" id="tn203"></a>Castoldi editori, Milano 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[205]</a></span>)</p>
+
+<p>Antonio Fogazzaro ha dato questo titolo a un volume
+dove ha raccolto parecchi suoi scritti di origine diversa
+ma di unico soggetto: discussioni, conferenze, polemiche
+riguardanti il problema dell'origine dell'uomo
+e l'ipotesi darwiniana dell'evoluzione.</p>
+
+<p>Cattolico, egli chiede libertà di discussione intorno a
+un argomento pel quale la Chiesa non ha finora detto
+la sua assoluta parola. Uomo colto, che tende l'orecchio
+alle discussioni degli scienziati e scorge com'esse
+siano talora frantese dalle persone mezze ignoranti e
+per ciò più presuntuose, egli vorrebbe persuadere quei
+mezzi ignoranti o coloro che sentono vacillare la fede
+di fronte alle affermazioni spesso premature della scienza,
+che tra la recente ipotesi dell'evoluzione e le credenze
+della religione non vi è dissidio o contradizione,
+almeno finchè il problema rimarrà nello stato presente.
+Poeta, spiritualista, egli vuole esercitare il diritto di<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[206]</a></span>
+intervenire nella quistione e di manifestare certe sue
+aspirazioni e farle partecipare e infonderle agli altri,
+per contribuire, secondo le sue forze, a quell'ascensione
+che ha tratto dal bruto l'uomo barbaro, dal barbaro
+l'uomo cosciente e riflessivo, dall'uomo religioso
+e poeta il filosofo e lo scienziato, e che trarrà da questi
+l'uomo spirituale, spirituale anche di corpo, affrancato
+dagli impacci della materia e ridotto veramente
+simile a Dio alla cui immagine e similitudine è stato
+creato.</p>
+
+<p>Innamorato della bellezza dell'idea di evoluzione che
+mette in pace la sua coscienza di credente con l'altra
+di uomo moderno pel quale i simboli della fede non
+bastano più (e uno dei suoi scritti s'intitola infatti <i>Per
+la bellezza di un'idea</i>) egli si è imposto una specie di
+apostolato, in cui si fondono insieme le sue facoltà di
+artista, le sue convinzioni estetiche, le sue credenze
+religiose, la sua cultura scientifica.</p>
+
+<p>E se nella trattazione di un soggetto come questo
+tali diverse facoltà e qualità potessero bastare, si dovrebbe
+dire che raramente un apostolato sia stato intrapreso
+con maggior ricchezza di mezzi.</p>
+
+<p>La profonda sincerità delle sue convinzioni religiose
+dovrebbe rassicurare i credenti; la sua imparzialità
+nell'esporre le dottrine degli avversari appagare coloro
+che ripongono tutta la loro fiducia nella parola positiva
+della scienza; la sua elevazione di sentimento<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[207]</a></span>
+poetico, trascinare infine coloro i quali, e sono la maggior
+parte, piuttosto che discutere, amano abbandonarsi
+alla delizia dei voli dell'immaginazione e facilmente
+penetrare in regioni che la fede non illumina della sua
+luce e che la scienza sdegna di esplorare perchè le
+stima proprio fuori del suo dominio.</p>
+
+<p>Invece, io credo che questo volume sia destinato a
+non contentare nessuno. Non sarebbe un gran difetto,
+perchè è molto difficile, come dicono i nostri vicini,
+contentare <i>tout le monde et son père</i>. Credo così perchè
+mi pare che manchi in tutta la trattazione variamente
+ripresa un elemento importantissimo: l'elemento filosofico.</p>
+
+<p>Un libro del Le Conte, professore di geologia nell'Università
+di California &mdash; <i>L'evoluzione e le sue relazioni
+col pensiero religioso</i> &mdash; una tesi del Grassmann, professore
+del seminario di Freising, lo hanno spinto ad
+approfondire il concetto di S. Agostino e di parecchi
+Padri della Chiesa intorno al gran problema delle origini;
+ed egli è stato consolato dal vedere quanta larghezza
+di vedute, quanta libertà d'interpretazione essi
+adoprassero nel distrigare dall'involucro del simbolo
+un'opinione ragionevole, quasi scientifica. Allora egli
+ha voluto conoscere fino a qual punto le affermazioni
+della scienza, di quella che non è soltanto particolare
+convinzione di alcuni scienziati, siano conformi alla
+natura di essa, o se oltrepassino la sua competenza<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[208]</a></span>
+cedendo alle lusinghe di ridurre a tesi ciò che avrebbe
+dovuto rassegnarsi a rimanere semplicemente una
+ipotesi.</p>
+
+<p>E quando si è sentito rassicurato della libertà d'interpretazione
+reclamata anche oggi da alti ingegni cattolici,
+che non hanno giudicato mettersi in contraddizione
+coi dommi della loro Chiesa pensando liberamente
+sopra un argomento ancora lasciato aperto alle ossequiose
+discussioni; e quando si è convinto che gli
+scienziati più positivi non pretendono di dichiarare,
+come certi loro colleghi, perfettamente dimostrata un'ipotesi
+che pure serve a risolvere molte questioni di
+grandissima importanza per l'umanità, desiderosa di
+credere e riflettere insiememente senza supina sottomissione
+e senza orgogliosa ribellione, egli ha stimato
+che occorresse soltanto l'intervenzione del poeta perchè
+il simbolo della fede, transustanziato in affermazione
+scientifica, e aiutato dal calore e dallo slancio
+della fantasia, si impossessasse di tutti i cuori e di
+tutte le menti, e spingesse tutti a quell'ascensione dell'umanità
+che le credenze religiose e la storia testificano
+e che la irrequietezza delle nostre aspirazioni
+ci comprovano doversi ancora produrre nell'avvenire.</p>
+
+<p>Così, leggendo il suo volume, mi meravigliavo di
+trovarvi una lacuna che la fede, la scienza positiva e
+la esaltazione poetica non possono all'atto colmare. E
+rammentavo un libro di un pensatore italiano, probabilmente<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[209]</a></span>
+dal Fogazzaro ignorato (e che io gli consiglio
+di leggere) di uno scienziato che era religioso nel senso
+più elevato di questa parola, sommamente positivo
+perchè non ignorava e non disprezzava i metodi e le
+ricerche e le conquiste della scienza contemporanea,
+e che infine era poeta &mdash; non nel piccolo senso oggi accordato
+a questa denominazione, ma in quello vero e
+primitivo di creatore, cioè di restauratore del processo
+ideale della Natura e di profeta dell'avvenire.</p>
+
+<p>È morto da pochi anni, e i suoi scritti parte sono
+rimasti quasi ignorati, parte inediti e forse dispersi. Ma
+il <i>Dopo la laurea</i>, <i>Lo Stato</i>, <i>I tipi vegetali</i>, <i>I tipi animali</i>,
+il frammento <i>Deus creavit</i> avranno un'eco nell'avvenire,
+e Camillo De Meis prenderà, quando verrà il momento,
+una più larga influenza sul pensiero italiano e
+su quello mondiale.</p>
+
+<p>Pensavo appunto a quel <i>Dopo la laurea</i> dove l'ascensione
+umana è proclamata ben diversamente e più elevatamente
+che non venga fatta dal Fogazzaro, con tutti
+i sussidi della fede che discute liberamente, della scienza
+che non trascende oltre il suo limite, e della riflessione
+filosofica che integra organizzando e compie ciò
+che la fede e la scienza e anche la poesia, sono, tutte
+unite insieme, incapaci di compire. E mi piace di qui
+trascrivere una pagina del meraviglioso libro, nella
+quale il Fogazzaro riconoscerà &mdash; e se n'intende &mdash; un
+anticipato altissimo senso di quella poesia a cui egli<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[210]</a></span>
+tende e che vuole essere religione, scienza e riflessione
+filosofica in uno. Eccola:</p>
+
+<p>«&nbsp;Crescere, decadere e perire è il destino di tutti
+gli uomini, di tutti gli animali, di tutte le piante &mdash; e
+diciamolo pure, di tutti i sistemi planetarii. Questo cosmos
+ha i suoi giorni contati come gli abbiamo noi che
+ne siamo gli endozoi; solamente che egli ha la vita più
+dura, ed è più lungo il suo tempo e più lunga la sua
+durata naturale: per cui, come la balena e l'elefante
+vivono più di un uomo e un pino e una quercia vivono
+più d'un elefante, così lui, il cosmos &mdash; e per cosmos
+intendi questo nostro sistema solare, viva più della
+quercia e del pino &mdash; ecco tutta la differenza.</p>
+
+<p>Ma quando il suo giorno fia giunto, esso perirà come
+uno di noi uomini, come una pianta, come un animale:
+e non il nostro soltanto, ma tutto questo gruppo
+di sistemi solari, gli uni formati, forse, e già perfetti,
+gli altri ancora incompiuti e in via di formazione,
+che compongono questo nostro sistema sidereo, se
+tant'è che formano un sistema; e tutta questa natura
+che ci circonda, e quest'universo di cui l'uomo è il
+compimento e l'ultima perfezione perirà come un sol
+uomo; e forse dal seno dell'infinito un altro universo
+è già sorto e gli germoglia allato un'altra natura, forse
+anche più perfetta di questa, che la dovrà surrogare&nbsp;».</p>
+
+<p>Intorno alla quistione che più particolarmente interessa<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[211]</a></span>
+il Fogazzaro, il De Meis sin dal 1868 aveva
+scritto:</p>
+
+<p>«&nbsp;Sì, certamente, l'uomo è il portato spontaneo dalla
+natura. Egli è la spontanea generazione della terra;
+dalla quale certo non è nato immediatamente in forma
+di uomo. Dalla terra, dal cosmo, che abitiamo, in
+somma dal nostro sistema o uomo solare, non è nato
+che il primo essere vivente, di cui l'uomo è l'ultimo
+sviluppo, la finale e definitiva trasformazione... Ma non
+è l'accidente, non sono gli agenti esterni casualmente
+combinati in un dato modo, che hanno dato origine a
+quel primo essere, e l'hanno successivamente trasformato
+e cangiato alla fine in un uomo; e voi, osservatori
+ridicoli, e impostori in buona fede, perdete il vostro
+tempo a cercar di riprodurre quelle combinazioni
+fisiche e chimiche, perchè quella è una chimica e una
+fisica divina.</p>
+
+<p>«&nbsp;Fra quegli agenti e quegli elementi ci è Dio in
+persona. È Dio che prepara di lunga mano la combinazione:
+è lui che concentra la natura in un punto
+e crea la vita: è lui che feconda la terra e ne fa uscire
+le forme viventi originarie, similitudini imperfette
+e rozze della idea divina, e germe della perfetta
+forma umana&nbsp;».</p>
+
+<p>Il Fogazzaro si meraviglierà di scoprire che un professore
+di Storia della Medicina nella Università di Bologna,
+abbia proclamato prima di lui, con più calore<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[212]</a></span>
+di lui e con più competenza di lui &mdash; non se n'offenda &mdash; e
+in nome della filosofia e della scienza l'opera
+di Dio nella creazione. Solamente può darsi che il Dio
+del De Meis sia un po' diverso dal Dio del Fogazzaro;
+ma il Fogazzaro non vorrà certamente sostenere che
+l'idea ch'egli ha di Dio sia perfettamente identica a
+quella che ne ha l'umile feminuccia quando lo invoca
+nelle preghiere.<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[213]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="TULLO_MASSARANI" id="TULLO_MASSARANI"></a>TULLO MASSARANI</h2>
+
+<p class="sectnote">(<i>Diporti e Veglie</i>, 2ª. edizione, Milano, Hoepli 1898.<br />
+
+<i>Poesie scelte</i> di Elisabetta Barrett Browning, versione libera, Milano,
+Fratelli Treves 1898.<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[215]</a></span>)</p>
+
+<p>La varia attività del senatore Tullo Massarani sembra
+voglia dimostrare che gli anni non hanno nessun
+potere su lo spirito anche quando il corpo è infermo.
+Per quanto non grave, la malattia a cui egli accenna
+malinconicamente nella nobilissima epistola al Faldella
+pel <i>Cinquantennio dello Statuto</i>, avrebbe dato ad
+altri plausibile ragione di riposarsi.</p>
+
+<p>Ma egli è così abituato a riposarsi mutando soltanto
+soggetto di lavoro, che continua a fare come
+ha fatto prima, quando tra un severo studio storico e
+l'altro, tra l'assidua frequenza alle sedute del Senato,
+del Consiglio comunale e del Consiglio provinciale, ha
+trovato modo di mandar fuori la traduzione del <i>Libro
+di Giada</i>, le popolari <i>Conversazioni del Dott. Lorenzo</i> i
+canti della <i>Odissea della Donna</i>, illustrati da molti suoi
+disegni; dare a giornali e riviste gran numero di articoli
+non brevi e tutti coscienziosamente meditati nella<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[216]</a></span>
+sostanza e nella forma; e, quasi per svago, mettersi a
+tradurre una scelta di poesie della poetessa inglese
+Elisabetta Barrett Browning, impresa che, per le tante
+difficoltà che presenta, avrebbe scoraggiato l'ardimento
+di un giovane.</p>
+
+<p>Bisogna proprio credere che gli uomini della generazione
+del '48 erano fatti di altra pasta. Dice un proverbio
+siciliano: <i>lu bon vinu finu a la fezza: lu bon pannu,
+finu a la pezza</i>; ed è verissimo. Avevano un grande
+ideale, la Patria, e questo li rende ancora vigorosi e
+forti tra i disinganni e i pericoli; sentivano altamente
+la dignità della libertà individuale, e questo apre il
+loro animo a tutte le ragionevoli aspirazioni sociali.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Se più acconcie forme<br /></span>
+<span class="i0">Fia che rivesta e più discrete quella<br /></span>
+<span class="i0">Che pur nei cuori e nell'istoria vive<br /></span>
+<span class="i0">Carità di fratelli, e di rinforzo<br /></span>
+<span class="i0">Le sia l'oprar comune, e il mutuo aiuto<br /></span>
+<span class="i0">A augmento e vigor, ben venga, amico<br /></span>
+<span class="i0">Ogni primizia, ogni disegno, ogni arte,<br /></span>
+<span class="i0">Che uomo a uomo ravvicini, e il fosso,<br /></span>
+<span class="i0">Da Pluto re scavato in mezzo, colmi!<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a><br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Augurio caldo e sincero, che non impedisce al Massarani
+di veder chiaro nell'avvenire, di paventare che</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">sulle spente libertà si assida<br /></span>
+<span class="i0">Sovrano e universale archimandrita<br /></span>
+<span class="i0">Il peggior d'ogni autocrata, lo Stato.<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[217]</a></span></div></div>
+
+<p>Ma io non voglio ragionare di politica, e perciò non
+farò cenno di uno dei più bei scritti dal Massarani nel
+volume <i>Diporti e veglie</i>, intitolato: <i>L'utopia della Pace</i>
+che finisce con un voto alla fraternità di quella che
+Cicerone, da lui citato, chiama la <i>infinita societas generis
+humani</i>.</p>
+
+<p>In questa seconda edizione, il volume è stato arricchito
+di nuovi scritti di diversa natura: <i>Josè Espronzeda</i>,
+<i>Pagine del martirologio nazionale</i>, <i>In Calabria</i>, <i>San Marino</i>,
+<i>Un raro cimelio</i> (che è il libro <i>L'Italia</i> del Tommaseo),
+<i>La seconda Mostra mondiale di Belle Arti in Venezia</i>,
+<i>L'Ulisse dantesco</i>. E già bastavano a dargli molto valore
+quelli soltanto raccoltivi prima. Dopo la varietà anzi
+disparità dei soggetti che confermano la soda e riposta
+cultura dell'autore; dopo quella viva fiamma di entusiasmo
+che investe ogni pagina, sia che egli si trovi dinanzi
+alle lettere di Giordano Bruno; alle tele di un pittore
+moderno, l'Induno; alle opere di Leone e Pompeo Leoni,
+padre e figlio, scultori del secolo XVI; e alla ricchezza
+d'arte internazionale accorsa a far mostra di sè nella
+splendida città della Laguna; o sia ch'egli si fermi qua
+e là, a Verona, a San Giulio sul lago d'Orta, davanti
+al palazzo Marino, egli che chiama i patrii monumenti:
+<i>il primo, il più eloquente, il più solenne e più legittimo
+testimonio della nostra storia e della nostra grandezza</i>
+(pag. 203); dopo tutto questo, impressiona maggiormente
+nei diversi scritti l'aria di buon senso pratico che<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[218]</a></span>
+li rende simpatici, l'accento fervido e persuasivo, la
+schiettezza e la franchezza di certe confessioni; insomma
+quella bonomia cortese e gentile, che giunge talvolta
+fino a far sembrare un po' troppo grave la forma
+cesellata e raffinata che la riveste. E di tutti questi
+scritti citerò una sola mezza pagina in conferma
+di quel che ho detto. A proposito dell'<i>Arte nella società
+moderna</i> egli ha il coraggio di scrivere:</p>
+
+<p>«&nbsp;Piuttosto rozzi e poveri, che veder rovinare la patria
+per esserle mancato, come dice il Macchiavelli,
+<i>una cosa sola, il provvedersi bene dell'arme....</i>&nbsp;»</p>
+
+<p>Ma il Massarani non è artista per niente, e poco appresso
+soggiunge:</p>
+
+<p>«&nbsp;Io mi ricordo, per parlare ancora dei tempi andati
+d'aver visto ogni giorno su per le scale degli Uffici di
+Firenze, la cacciatora di frustagno dell'artigiano o del
+contadino, e i larghi cappelloni di paglia delle loro
+donne; e d'avere udito, davanti ai capolavori della
+Tribuna, fior di giudizi da quegli ingenui compaesani
+del capraio che aveva nome Giotto, del pecoraio che
+si chiamò il Baccafuni, e del vaccaro che fu Andrea
+del Castagno.</p>
+
+<p>«&nbsp;Spesso invece, nè mai senza una giaculatoria secondo
+la mia intenzione, mi rompo gli stinchi, nei vestiboli
+delle Pinacoteche e dei Musei, in quello strumento
+di supplizio che non ha nome italiano, e che chiamano
+il tornichetto. E perchè di questa guisa, tormentando<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[219]</a></span>
+pazienza e tasche, cogli spiccioli del forestiero più spesso
+che non coi fogliolini sudici del concittadino, i sopracciò
+vengono poi comperando a lor volta degli spiccioli
+di pittura e di scoltura, credono o dicono d'incoraggiare
+le arti. Povere arti, che vivacchiano su l'ostracismo
+del popolo, a cui si predica educazione e si
+sottrae di tutti i magisteri educativi il più gentile, il
+più gradevole, il più potente sulle fibre del cervello e
+del cuore!&nbsp;»</p>
+
+<p>Nel presentare al pubblico la presente raccolta, egli
+si augurava che, capitando a qualcuno fra mano, quegli
+scritti inducessero i giovani a pensare di cavar dalla
+vita un costrutto migliore; i vecchi, a compatire chi
+ha tentato di allegerirne a sè il peso senza altro danno
+del prossimo. Modeste parole, che faranno sorridere
+tutti coloro che dalla lettura di essi saranno usciti con
+qualcosa di più nell'intelletto, con qualcosa di meglio
+nel cuore.</p>
+
+<p class="ast"><sub>*</sub><sup>*</sup><sub>*</sub></p>
+
+<p>Lo studio intorno a Enrico Heine, pubblicato dal Massarani
+molti anni fa, quando del lirico tedesco si conosceva
+in Italia poco più del nome, non ostante il
+tempo e le circostanze in cui fu scritto, è rimasto uno
+studio diffinitivo. Così la introduzione alle poesie scelte
+della Browning, intitolata <i>La donna e la poetessa</i>, rimarrà<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[220]</a></span>
+pure uno studio definitivo di quest'anima poetica che
+amò tanto l'Italia.</p>
+
+<p>Se la signora Zampini-Salazar, che ha dedicato alla
+Browning e al marito di lei una serie di belle conferenze
+per diffonderne il culto in Italia, gli ha messo addosso
+una gran voglia di conoscerli più da vicino, il Massarani
+non si è arrestato alla lettura delle loro sole
+opere poetiche: ha consultato i lavori biografici pubblicati
+dalla signora Sutherland Orr, dall'Ingram, dalla
+signora Vilson, e tutta la vasta congenie di pubblicazioni
+browninghiane da cui è stata inondata l'Inghilterra;
+che è quanto dire ch'egli si è messo in caso di
+trattare il suo soggetto con la competenza del più fanatico
+browninghiano, senza il suo fanatismo si intende,
+e non senza quella abituale galanteria, per cui preferirà,
+per esempio, la data del 1809 a quella del 1806
+parlando della nascita della Browning, data che gliela
+<i>figura più giovane</i>.</p>
+
+<p>Così, accennando al poemetto <i>Gli Adoratori di Donna
+Giraldina</i>, e non volendo tacerne i difetti, metterà
+il giudizio in bocca dei lettori. «&nbsp;Questa storia di Donna
+Giraldina, temo che mi direte, è un po' lunghetta,
+e non è sempre verosimile&nbsp;». Aggiungerà però subito:
+«&nbsp;Ma che sia viva e forte e audace, spero che me lo
+vorrete concedere&nbsp;». Di altre leggende dirà francamente
+e che mostrano troppo la intenzione didattica o ascetica,
+e che sono un poco offuscate dalla maniera ultra<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[221]</a></span>
+romantica del tempo; ma non saprà arrestarsi di soggiungere:
+«&nbsp;A me, lo confesso, queste romanticherie
+tornano ancora, per amore dei ricordi, bene accette,
+come quelle del Prati e del Carrer, a cui tanto somigliano.&nbsp;»</p>
+
+<p>Per questi sentimenti egli si trova più a contatto
+con l'opera da tradurre, e potrà essere traduttore libero
+quanto è possibile e quanto le diverse indoli delle
+due lingue richiedono.</p>
+
+<p>A prima vista, senza avere il testo sotto gli occhi
+e senza conoscere altri tentativi di traduzione, a coloro
+che conoscono bene lo stile e dirò anche la maniera
+del Massarani, la lettura del volumetto elegantemente
+stampato dai Treves fa sospettare che il traduttore
+abbia interpretato con troppa larghezza la concessione
+di certe libertà consentite ai traduttori di opere
+poetiche. Ed io sono stato tra questi sospettatori:
+ma ho dovuto ricredermi. Senza dubbio, il Massarani
+ha dato (e poteva fare altrimenti?) l'impronta sua caratteristica
+alla forma della Browning. Il concetto della
+poetessa, passando a traverso la mente del traduttore,
+si è qua accorciato, là disteso; qua ha preso
+un'aria di persona agghindata, là di persona che si lascia
+un po' andare; se però si guarda bene, dovrà convenirsi
+che tra le torture del metro e delle strofe, non
+ha mai perduto molto e qualche volta anzi ha guadagnato
+in chiarezza. Lo dimostrerò con pochi esempi.<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[222]</a></span></p>
+
+<p>Questa traduzione in prosa di due quartine del VI
+di quei sonetti che narrano la storia del felice amore
+della Barrett col Browning, io la tolgo in prestito dal
+libro della signora Zampini-Salazar.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Lasciami! Eppure io sento che resterò da oggi innanzi
+sempre nell'orbita tua. Mai più sola sull'uscio
+della porta della mia esistenza individuale, potrò ordinare
+la vita dell'anima mia, nè alzare lo sguardo serenamente
+ai raggi del sole, come prima, senza risentire
+tutto ciò che io provai quando nella mia tu posasti
+la tua mano.&nbsp;»</p></div>
+
+<p>E il Massarani:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Vanne, deh vanne. Ma nell'ombra tua<br /></span>
+<span class="i0">Sento che quind'innanzi io saprò sempre:<br /></span>
+<span class="i0">Non fora mai che l'ignorata prua<br /></span>
+<span class="i0">Ad altronda si volga e non s'insempre<br /></span>
+<span class="i2">Con quest'una che invan volle esser sua:<br /></span>
+<span class="i0">Arbitra io non son più delle mie tempre,<br /></span>
+<span class="i0">Ch'ogni pensiero, ogni voler s'indua,<br /></span>
+<span class="i0">E di desìo la man par che si stempre.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E dal XX sonetto, la signora Zampini-Salazar.</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Amato, mio ben amato, quando io penso che tu
+eri al mondo un anno fa, mentre qui sola io sedevo,
+senza scorgere orma di passi su la neve!&nbsp;»</p></div>
+
+<p>E il Massarani:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i2">Diletto mio, diletto mio, se penso<br /></span>
+<span class="i0">Ch'eri nel mondo ora fa proprio un anno<br /></span>
+<span class="i0">E ch'io, 'l piè nella neve e in cor l'affanno,<br /></span>
+<span class="i0">Non isperavo a' mali miei compenso!<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[223]</a></span></div></div>
+
+<p>Dai due esempi si scorge bene il processo con tutti
+i suoi pregi e i suoi difetti; ma da quest'altro che riporterò
+si scorgerà anche con quanta bravura il Massarani
+superi certe difficoltà dei metri con cui ha voluto
+spesso rendere esattamente i metri originali. Prendo
+a caso due strofe del poemetto <i>Pan è morto</i>, e traduco
+letteralmente:</p>
+
+<div class="blockquote"><p>«&nbsp;Queta, in antico, la barca andava innanzi &mdash; quando
+un grido più forte del vento &mdash; salì, ingrossò, e corse
+verso il sole &mdash; e il sole si nascose e si fece pallido &mdash; dal
+buio pesto di dietro &mdash; soffiatogli incontro dal gran
+lamento: &mdash; Pan, Pan è morto!</p>
+
+<p>«&nbsp;E i rematori dai banchi &mdash; si ritrassero, ciascuno
+abbrividendo in volto &mdash; mentre partenti influssi &mdash; spargevano
+addietro un freddo attraverso il luogo &mdash; e l'ombra
+della barca &mdash; vacillava lungo l'immota profondità: &mdash; Pan,
+Pan è morto!&nbsp;»</p></div>
+
+<p>Ed ecco con che sveltezza e con che fedeltà rende
+il resto il Massarani.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Queto un naviglio un giorno<br /></span>
+<span class="i2">Se n'gìa, lorchè d'intorno<br /></span>
+<span class="i0">Voce suonar s'udì.<br /></span>
+<span class="i2">Salìa, salìa più forte,<br /></span>
+<span class="i0">Movea al Sol dal norte,<br /></span>
+<span class="i2">Moveva d'in fra le tenebre<br /></span>
+<span class="i0">Dal cupo al chiaro dì:<br /></span>
+<span class="i2">Il sol si fece pallido<br /></span>
+<span class="i0">A quel messaggio squallido,<br /></span>
+<span class="i2">Che «&nbsp;Pan &mdash; dicea &mdash; morì.<br /></span>
+<span class="i4">È morto Pan, è morto<br /></span>
+<span class="i4">È morto, è morto, è morto,&nbsp;»<br /></span>
+<span class="i0">I remator sospesero<br /></span>
+<span class="i2">Sul banco i remi, e intesero<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[224]</a></span><br /></span>
+<span class="i0">Un soffio a trapassar,<br /></span>
+<span class="i2">Un soffio che mortale<br /></span>
+<span class="i0">Parea sovresso l'ale<br /></span>
+<span class="i2">Al fronte che n'abbrivida<br /></span>
+<span class="i0">Rancura apparecchiar.<br /></span>
+<span class="i2">Ed il naviglio intanto<br /></span>
+<span class="i0">Scorreva, e in suon di pianto<br /></span>
+<span class="i2">L'onda parea solcar.<br /></span>
+<span class="i4">«&nbsp;È morto Pan, è morto,<br /></span>
+<span class="i4">È morto, è morto, è morto!&nbsp;»<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Il Massarani ha voluto darci un saggio di tutti i generi
+poetici minori, tentati più o meno felicemente
+dalla poetessa inglese; e coloro che non possono accostarsi
+al testo gliene debbono essere grati, perchè così
+potranno formarsi un'idea quasi completa del carattere
+di essi.</p>
+
+<p>Per noi italiani è quasi un debito non ignorare almeno
+le cose minori &mdash; che non sono poi le meno belle &mdash; di
+una inglese che fu italiana di elezione e che ha
+cantato le speranze, le gioie, i dolori del nostro risorgimento
+nei componimenti <i>Napoleone III in Italia</i>, <i>Prime
+nuove da Villafranca</i>, <i>Commiato fra amanti</i>, e in <i>Poetessa
+e madre</i>; di una inglese che, annunciando la morte
+di Cavour, scriveva: «&nbsp;Posso appena comandare alla
+voce ed alla mano di nominarlo. La grand'anima, che
+ha meditato e fatto l'Italia, è passata a più divina
+contrada. Se lagrime di sangue avessero potuto salvarlo,
+egli avrebbe avuto le mie.<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[225]</a></span>&nbsp;»</p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[227]</a></span></p>
+<h2><a name="E_DE_AMICIS_E_F_MARTINI" id="E_DE_AMICIS_E_F_MARTINI"></a>E. DE AMICIS <span class="scp">E</span> F. MARTINI</h2>
+
+<p>Si parla molto di tutti e due in questi giorni.</p>
+
+<p>Nella maturità del suo ingegno, nella pienezza della
+sua fama, Edmondo De Amicis dà un nobile esempio
+di onestà letteraria rifiutando di accettare l'elezione a
+deputato del primo collegio di Torino. La politica gli
+fa paura; egli vuole restare quel che è stato finora,
+uno scrittore, un artista. Non bisogna prendere alla
+lettera le ragioni del rifiuto da lui addotte. Possono
+mancargli, sì, alcune delle facoltà richieste dall'ufficio
+di deputato; ma parecchie non sarebbe stato difficile
+acquistarle, e in poco tempo, a un uomo come lui. Le
+hanno già acquistate persone che avevano cultura e
+ingegno assai meno di lui, e che non le esercitano
+certamente con l'efficacia che a lui avrebbero consentita
+e l'autorità del nome e la sincerità delle convinzioni.
+Le lotte? Egli non le ha sfuggite. Attorno al
+suo nome, al suo valor di scrittore c'è sempre stato<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[228]</a></span>
+un accanimento di lodi e di biasimi che non lo ha mai
+turbato, che non lo ha fatto indietreggiare nè deviare.
+Quando la sua sentimentalità, tante volte rinfacciatagli,
+si è convertita a un alto ideale sociale, egli ha coraggiosamente
+affrontato il giudizio dei suoi ammiratori
+e dei suoi avversari. Nell'entusiasmo di neofita,
+avea promesso un libro intorno ai nuovi ideali da cui
+era stato commosso il suo cuore e attratta la sua mente.
+Non lo ha scritto? O non ha voluto pubblicarlo perchè
+la sua coscienza di scrittore non n'è rimasta contenta?
+Io non lo so; ma questo non significa niente, o
+significa una probità letteraria degna di grandissima
+lode.</p>
+
+<p>In ogni modo, più che altro, la sua lettera agli elettori
+socialisti del 1º collegio di Torino e a quelli non
+socialisti che hanno votato in favore di lui <i>per semplice
+sentimento di benevolenza</i>, com'egli dice, significa che
+egli crede di poter servire meglio la causa del socialismo
+restando scrittore e nient'altro.</p>
+
+<p>Nessuno può oggi decidere se il De Amicis abbia
+ragione, e se il suo convincimento sia una lusinga.
+Quando il libro promesso &mdash; trattato di volgarizzazione
+o opera d'arte &mdash; verrà fuori, allora sarà il caso di discutere,
+di vedere se egli si sia ingannato o no. Dovesse
+anche risultare da questi futuri suoi lavori che
+egli ha preso un abbaglio, la onestà e l'elevatezza
+delle sue intenzioni non ne sarà diminuita.<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[229]</a></span></p>
+
+<p>Scrittore ed artista, Edmondo De Amicis può essere
+diversamente apprezzato. Gli eccessivi lo stimano poco
+come scrittore, pochissimo come artista. I suoi <i>Bozzetti
+militari</i>, le sue novelle, i suoi ultimi romanzi scolastici &mdash; osservano
+gli eccessivi &mdash; sono opere d'arte fiacche
+o abortite; le sue descrizioni di viaggi, fantasmagorie
+che corrispondono poco o niente alla realtà; il suo tentativo
+psicologico degli <i>Amici</i>, un opprimente cumulo
+di osservazioni o non nuove o comuni. I suoi versi...
+Dei versi del De Amicis gli eccessivi non vogliono
+nemmeno parlare, quasi ne sentano nausea. L'editore
+delle opere di lui ha una risposta trionfale: il copioso
+numero delle edizioni, le traduzioni di esse in tutte le
+lingue europee. Nessuno scrittore italiano contemporaneo
+ha ottenuto finora così splendido successo di ristampe.
+<i>Cuore</i> è arrivato, credo, al duecentesimo migliaio.</p>
+
+<p>Certamente il numero delle edizioni non è un elemento
+di giudizio da trascurarsi. Libri che trovano così
+straordinaria folla di lettori debbono aver qualità tali
+da far anche perdonare facilmente i difetti ch'essi
+hanno. La semplicità, l'efficacia della forma, una leggera
+nervosità di quando in quando, l'assoluta trasparenza
+dello stile che rende subito assimilabile il
+concetto, non sono doti comuni e spregevoli a questi
+lumi di luna tra noi. E quando la sincerità del sentimento
+si aggiunge alla sincerità della forma, e stabilisce<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[230]</a></span>
+una corrente di simpatia tra lo scrittore e il lettore,
+non è il caso di fare i difficili, gli scontenti.</p>
+
+<p>A me, per esempio, la troppa sentimentalità non
+piace affatto; mi sembra un falso modo di sentire e di
+vedere le cose. Eppure a me è accaduto di essere commosso
+e di vedermi improvvisamente inumidire gli occhi
+alla lettura di qualcuna delle scene militari descritte
+dal De Amicis. Sorgeva dentro di me una specie
+di lotta tra il raziocinio che giudicava e il sentimento
+che veniva eccitato. Mi sdegnavo di essermi lasciato
+quasi prendere alla sprovveduta, ma non potevo negare
+l'effetto ottenuto dallo scrittore, l'effetto a cui egli
+mirava.</p>
+
+<p>Ora questa sentimentalità, di cui lo stesso De Amicis,
+se non mi inganno, ha sorriso in un suo componimento
+poetico, sarà un difetto spinta tropp'oltre come
+spesso gli avviene, ma è una qualità preziosa che molti
+debbono invidiargli.</p>
+
+<p>Se egli dunque vuol rimanere scrittore e artista, cioè
+esercitare col mezzo che crede più adatto alle sue facoltà
+un'influenza qualunque sul pubblico che lo legge,
+che lo segue, che lo ammira anche con tutti i suoi difetti,
+io gli batto le mani.</p>
+
+<p>La politica è fatale all'arte, è troppo assorbente.
+Quel che essa richiede dai suoi adepti, dai suoi cultori,
+ha poco o niente da spartire coi mezzi di cui dispone
+l'artista. La sentimentalità, che può essere anche<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[231]</a></span>
+un pregio in arte, è spesso in politica, più che un difetto,
+una colpa. Per ciò poeti, romanzieri, drammaturghi
+sono apparsi sempre spostati nell'aula parlamentare.
+E vi hanno fatto udire raramente la loro voce, o
+non hanno prodotto nessun notevole effetto. Al D'Annunzio,
+per esempio, la politica non ha ispirato finora
+altro che una splendida stonatura di stile che ha dovuto
+far strabiliare moltissimi dei suoi elettori, e una
+corrispondenza in un giornale americano intorno ai
+fatti del maggio 1898, che ha mosso a riso e a sdegno
+anche coloro che gli vogliono più bene.</p>
+
+<p>Senza dubbio, il nostro Parlamento dev'essere onorato
+di veder sedere nei suoi stalli un D'Annunzio, un
+Panzacchi, come il Senato un Carducci; ma più a ornamento
+che ad altro. O deve rassegnarsi a veder sparire
+l'artista davanti all'attività e alla giusta ambizione
+del deputato. È il caso di Ferdinando Martini, governatore
+dell'Eritrea.</p>
+
+<p>Ahimè! I giornali, che ne annunziano il felice ritorno
+in Italia, ci parlano del bilancio della colonia da
+lui preparato, commettono indiscrezioni intorno ai progetti
+di lui per assestare definitivamente l'amministrazione
+civile di quei nostri possessi, ma non ci dànno
+nello stesso tempo notizia di nessun nuovo libro che
+il Martini abbia scritto o ideato di scrivere. La sua trasformazione
+è mirabile. Con poco, il brillante articolista
+del <i>Fanfulla della domenica</i> è divenuto uno dei più<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[232]</a></span>
+affascinanti e più seri oratori. Il critico arguto e coscienzioso
+si è mutato in politico ricco della stessa finezza,
+dello stesso buon senso e della stessa competenza
+adoprata in soggetti di arte drammatica. Il facile
+ed elegante narratore di <i>Peccato e Penitenza</i> ha adoperato
+ugualmente nel suo libro <i>L'Affrica</i> tutte le
+meravigliose sue qualità di statista e di colorista rese
+ancora più splendide e più solide... Ma l'arte ormai
+lo ha perduto. Egli, evidentemente, si allontana a malincuore
+della meta a cui miravano i begli entusiasmi
+della sua giovinezza; di tratto in tratto si ferma, si rivolge
+indietro, ma ormai... l'Affrica, la sua Affrica, se
+lo è preso, e non ci renderà più il Martini di una
+volta.</p>
+
+<p>L'Italia avrà trovato probabilmente in lui un amministratore
+coloniale eccellente; ma, cercando bene,
+amministratori di ugual valore si sarebbero potuti trovare
+o creare. Un giorno, in Parlamento, o nel Consiglio
+dei ministri, Ferdinando Martini sarà una gran forza
+per l'esperienza amministrativa acquistata, per la maturità
+dei suoi consigli, per la bontà dei suoi progetti... Ma
+nessuno potrà togliermi di capo che altri avrebbero potuto
+fare, più o meno bene, quel che egli è andato a fare
+laggiù; ma nessuno vorrà affermare che non sia stato
+un gran peccato che Ferdinando Martini, il brillante
+articolista del <i>Fanfulla della Domenica</i>, il critico arguto<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[233]</a></span>
+e sensato, abbia sacrificato alla politica meravigliosi
+doni letterari che tutti dobbiamo rimpiangere.</p>
+
+<p>E, mentre scrivo, mi passano davanti agli occhi, come
+in turbinosa fantasmagoria, i bei giorni di Firenze,
+quando egli giovane, biondo, pieno di entusiasmi
+per l'arte, riempiva con lo scintillìo della sua parola
+il <i>foyer</i> del teatro <i>Niccolini</i>; quando niente faceva prevedere
+che all'autore di <i>Fede</i> e dei proverbi drammatici,
+lavori con cui egli faceva allora le sue prime prove di
+artista, dovessi io dare il saluto di ben arrivato da Massaua
+con queste malinconiche parole.<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[235]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[237]</a></span></p>
+<h2><a name="LA_NEVROSI_ARTISTICA" id="LA_NEVROSI_ARTISTICA"></a>LA NEVROSI ARTISTICA</h2>
+
+<p class="indr"><span class="smcap">a Rastignac</span>:</p>
+
+<p class="pad2">Il tuo benevolissimo giudizio intorno al mio racconto
+<i>Scurpiddu</i> non mi ha fatto piacere soltanto perchè lusinga
+grandemente il mio amor proprio, ma perchè
+dà una soddisfacente risposta al dubbio che mi tormenta
+da un pezzo: Se noi siamo oggi condannati anche
+in arte alla nevrosi del concetto e della forma.</p>
+
+<p>Ci ripensavo tristamente giorni fa, leggendo un recente
+romanzo italiano che avrebbe potuto essere un
+bel libro se non fosse stato, fra le altre cose, troppo
+prolisso. E durante la lettura, ricordando certe violente
+tirate di uno scrittore francese contro la letteratura
+odierna già parsemi eccessive, sentivo infiltrarmi nella
+mente il sospetto che fossi stato eccessivo pure io
+giudicandole tali.</p>
+
+<p>«&nbsp;Noi manchiamo, egli dice conchiudendo, della serenità
+che rende incantevoli i classici. La nostra forma<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[238]</a></span>
+ha la febbre, la nostra ispirazione somiglia alla demenza.
+Nessuno tra noi raggiunge la bellezza: lo sforzo
+e l'entusiasmo non bastano a questo: occorre la calma
+che è la virtù delle anime forti. Le nostre idee, invece,
+scoppiano tumultuose; si direbbe che provengano dai
+sensi non dallo spirito. Lo stile che le riveste mostra
+il suo peccato di origine: non ha calore, nè limpidezza,
+nè splendore: ribolle, fa la schiuma, è torbido. È frutto
+del disordine della concezione, quando niente è chiaro,
+niente al suo posto. Felici quelle età che ignoravano
+questa precipitazione e questa febbre. L'artista allora
+contemplava a lungo le sue idee, le penetrava, le animava,
+e quando si accingeva ad esprimerle, le rivestiva
+di luce, di serenità, e l'anima del lettore vi beveva
+a lunghi sorsi il ristoro e la gioia.&nbsp;»</p>
+
+<p>Raramente, bisogna confessarlo, questo ristoro e questa
+gioia vengono sentite leggendo un libro d'arte
+moderna.</p>
+
+<p>I fisiologi o i psicologi hanno proclamato che oggi
+noi siamo tutti malati di nevrosi; gli artisti non hanno
+inteso a sordo, e, dalla vita, hanno trasportato la nevrosi
+nell'opera d'arte. Dovevano in qualche modo,
+aggiungo io, fare così. Ogni periodo letterario è una
+involontaria pubblica confessione della società che lo
+produce. Ogni opera d'arte, dramma, commedia, lirica,
+romanzo, una specie di processo verbale dei sentimenti,<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[239]</a></span>
+delle idee che rendono affatto diversa una società da
+quella che l'ha preceduta e da cui è nata.</p>
+
+<p>È impossibile che l'opera d'arte si astragga dal suo
+tempo, s'isoli, parli un linguaggio che differisce dal
+linguaggio usato da tutti; corre pericolo di non essere
+intesa, di riuscire ridicola.</p>
+
+<p>Ma in questo, però, c'è modo e modo. Anche lo spirito
+ha le sue fogge strane, i suoi capricci passeggeri.
+L'artista non è davvero artista se non sa distinguere
+tali caratteri e scegliere. Questo è il punto per cui i
+classici dovrebbero rimanere sempre nostri ascoltati
+maestri.</p>
+
+<p>Essi sono di tutti i tempi, di tutte le nazioni. Ma, indiani,
+greci, latini, italiani, francesi, inglesi, tedeschi,
+anche oggi si fanno intendere, ci entusiasmano, ci commuovono
+pur esprimendo sentimenti e concetti che, in
+gran parte, non sono più nostri. La loro narrazione
+è così limpida, così viva, che le disparità, le differenze
+rimangono inavvertite. Sita, la bella e immacolata
+moglie di Rama, non ha niente che vedere con
+la donna moderna. Ettore e Priamo, sono principe e
+re che non presentano il minimo punto di somiglianza
+coi principi e coi re delle case regnanti attuali. La
+reggia d'Alcinoo, donde la dolce Nausica esce col
+carro carico di biancheria da lavare, e dove l'edo Demodoco
+canta su la cetra gli intrighi amorosi di Venere
+a Marte, o le prodezze dei greci all'assedio di<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[240]</a></span>
+Troia, è così diversa dalle reggie odierne, che noi dovremmo
+sentire repugnanza e noia nel leggere i canti
+di Valmichi e di Omero, se la forma non producesse
+il miracolo di una rappresentazione così netta, così
+evidente da farci dimenticare, come dicevo, tutte le
+disparità e tutte le differenze di sentimenti e di idee
+che il lungo corso dei secoli ha frapposto tra essi e noi.</p>
+
+<p>Sembra che in quei capolavori, tra il concetto e la
+sua rappresentazione, non ci sia entrato niente in mezzo;
+forma e concetto sono divenuti così identici che
+non possiamo più dividerli, nè considerarli separatamente.</p>
+
+<p>Io non sono tanto sciocco e ignorante da non riconoscere
+e da non accettare le modificazioni avvenute
+da allora in poi nel modo di concepire e di esprimersi.
+Ma non sono neppure così ignorante e sciocco da
+credere che l'essenza dell'arte sia mutata.</p>
+
+<p>Oggi, per esempio, ci riempiamo la bocca col <a name="tn240" id="tn240"></a>tronfio
+assioma che l'arte è e dev'essere <i>aristocratica</i>, quasi
+l'arte non fosse stata tale in tutti i tempi e in tutti
+i luoghi. Niente di più aristocratico di Omero, che pure
+ai suoi tempi era un cantastorie poco diverso, per certe
+circostanze, dai ciechi siciliani che vanno pei larghi
+e per le fiere a stonare le storie in versi dei paladini,
+dei briganti famosi, dello sbarco di Garibaldi a
+Marsala e della sua gloriosa entrata in Palermo. Ma
+la divina aristocrazia di Omero non consiste però in<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[241]</a></span>
+una nebulosità che offende gli occhi del pensiero, nè
+pretende di dover essere intesa e compresa soltanto
+da un ristretto numero di affiliati.</p>
+
+<p>Consiste nella grandiosa semplicità delle linee, nella
+meravigliosa trasparenza della forma che rende la concezione
+talmente reale e viva sotto gli occhi, che la
+stessa realtà non potrebbe darci di più. Se questo fosse
+facile, se democraticamente potessimo praticarlo tutti,
+Omero e i pochi classici che sopravvivono immortali
+su l'immenso cumulo di tentativi d'arte ammucchiato
+dai secoli, non ci sembrerebbero più una meraviglia.</p>
+
+<p>L'artista è aristocratico senza saperlo, e senza volerlo;
+anzi è soltanto tale quando non vuole esser tale
+per forza.</p>
+
+<p>È sintomo d'impotenza la smania di aristocrazia che
+ha invasato e continua a invasare l'arte contemporanea?
+Sarebbe quasi da crederlo, guardando gli effetti
+dell'ossessione di questa idea.</p>
+
+<p>Sì, è vero, noi siamo nevrotici, ma non nel modo nè
+nella misura, che l'arte odierna vuol darci a intendere.
+O, se siamo così nevrotici, l'arte moderna si inganna
+nei mezzi che adopra per mettercelo sotto gli occhi.
+L'inganno apparisce evidente dai resultati. Sovraccarica
+di colore, di inutili particolari, di capricciose divagazioni,
+essa, avrà (se così vuolsi) l'aristocrazia dell'artifizio,
+ma non quella dell'arte. Vi si scambia il
+colore col colorito, la sovrabbondanza impacciosa dei<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[242]</a></span>
+particolari con l'esattezza parca che serva soltanto a
+dar rilievo. Vi si cerca non l'eccezione caratteristica
+che è una delle supreme necessità dell'arte, ma l'eccezione
+foggiata di maniera, che non può ricevere il
+soffio vitale della creazione perchè le leggi della vita
+vi sono manomesse o assenti del tutto.</p>
+
+<p>Io credo che niente potrebbe meglio guarire questa
+malattia dell'arte moderna quanto lo studio spassionato
+e accurato di quel che v'ha ancora nella nostra
+società di spontaneo, di semplice.</p>
+
+<p>È facile, più non si voglia far credere, accumulare
+cinque sei aggettivi addosso a un sostantivo, invece di
+ricercare e trovare il solo, l'unico che dovrebbe sinceramente
+e quindi efficacemente qualificarlo. È facile
+con forza di arcaismi, rimessi in corso senza necessità,
+mascherare agli occhi della gran folla la inanità del
+proprio stile e sbalordire gli ignoranti.</p>
+
+<p>E, a furia di così miseri mezzi e mezzucci, siamo arrivati
+a perdere e a far perdere al pubblico il vero
+senso dell'arte e della bellezza.</p>
+
+<p>Lo so, tutto questo è passeggero. Lo spirito umano,
+presto o tardi, riprende i suoi diritti e spazza via quel
+che non corrisponde alle sue leggi supreme; ma il
+male non è meno deplorevole per ciò, e può lasciare
+lunga traccia.</p>
+
+<p>Non vorrei intanto essere frainteso. Con te non c'è
+questo pericolo. Mi dispiacerebbe però se qualcuno supponesse<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[243]</a></span>
+che queste parole sono unicamente un'abile
+orazione <i>pro domo mea</i>. Io sono convinto che uno scrittore,
+qualunque sia la sua virtù, deve abbandonare
+la sua opera d'arte al giudizio del pubblico e attendere
+pazientemente. Le lodi dei giornali non accrescono
+punto il valore di un'opera d'arte; possono
+forse, creare una momentanea illusione; niente altro.
+E in tutta la mia non breve vita mi sono confermato
+a questo convincimento e spero non dipartirmene
+fino a che potrò conservare intatta la ragione.</p>
+
+<p>Ho voluto semplicemente affermare che se noi siamo
+nevrotici, l'arte che tenta rappresentare la nevrosi
+non dovrebbe essere, alla sua volta, nevrotica, cioè
+malata.</p>
+
+<p>E poi, caro <i>Rastignac</i>, ci sono ancora nella vita angoli
+intatti, inesplorati, angoli limpidi e sereni come
+certi piccoli laghi che riflettono il cielo e le colline
+dattorno meglio di uno specchio.</p>
+
+<p>Non è vero che il nostro occhio sdegni oramai simili
+spettacoli; non è vero che il nostro cuore rimanga
+sordo alle suggestioni delle cose e delle creature
+semplici e che hanno un particolar splendore di bellezza.</p>
+
+<p>L'Arte non perde affatto la sua naturale aristocrazia
+accostandosi ad esse; giacchè, non bisognerebbe
+mai dimenticarlo, l'aristocrazia dell'Arte è tutta riposta
+nella forma, cioè nella concezione e nello stile in<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[244]</a></span>
+una; ed è un'aristocrazia così elevata che pochi sono
+i fortunati capaci di raggiungerla.</p>
+
+<p>Tu intanto non dire che ti ho rimeritato malamente
+della tua benevolenza, scrivendoti in pubblico tutto
+questo.<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[245]</a></span></p>
+
+<hr /><p><span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[247]</a></span></p>
+<h2><a name="DOMANDO_LA_PAROLA" id="DOMANDO_LA_PAROLA"></a>DOMANDO LA PAROLA</h2>
+
+<p>Domando la parola per un fatto personale! Capisco:
+il <i>Marzocco</i> ha inteso di farmi una cortesia chiamandomi
+<i>strenuo campione del naturalismo in Italia</i>, e di
+questa gentile intenzione gli sono gratissimo; ma siccome
+io ho la coscienza di non essere campione del
+naturalismo, nè di altra qualunque scuola letteraria, o
+chiesola, o setta che si debba dire, così chiedo il permesso
+di protestare, per la seconda ed ultima volta,
+contro l'etichetta che critici benevoli e valevoli si
+compiacciono, da anni, di appiccare al mio nome.</p>
+
+<p>Sissignore, io ho difeso il <i>naturalismo zoliano</i> in parecchi
+miei scritti, facendo però sempre le debite riserve
+contro l'esagerazione del sistema: ho dedicato
+a Emilio Zola un mio romanzo giovanile <i>Giacinta</i> in
+segno di viva ammirazione per lo scrittore; e forse allora
+mi illudevo che quel romanzo derivasse dalla sua
+scuola. Ma i critici non si sono mai accorti che era<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[248]</a></span>
+proprio un'illusione; me ne accorgo ora io che posso
+guardarlo con occhio imparziale e commiserante, e stupisco
+della miopia dei critici, che pure dovrebbero vederci
+assai meglio di noi autori.</p>
+
+<p>Poi, bene o male, ho scritto quasi un centinaio di
+novelle, una cinquantina di fiabe, due romanzi, <i>Profumo</i>
+e <i>La Sfinge</i>, e parecchi altri volumi di critica letteraria
+dove ho chiaramente espresso il mio credo artistico.
+Da questa varia produzione, qualunque sia il
+giudizio che voglia darsi intorno al suo valore, appare
+evidente che unica mia cura è stata sempre quella
+di raggiungere la maggiore sincerità possibile di
+osservazione unita alla maggiore sincerità possibile di
+espressione.</p>
+
+<p>Quando il soggetto di una novella, di un romanzo,
+di una fiaba mi ha attirato, io non mi sono mai chiesto
+se esso era naturalista, verista, idealista o simbolista;
+ho badato soltanto a dargli la forma più schietta e più
+conveniente ad esso; se io sia riuscito o no è un'altra
+quistione. Mia intenzione era unicamente fare opera
+d'arte. Non ho mai pensato che o una fiaba o una novellina
+per bambini potesse essere cosa diversa da una
+novella, diciamo, psicologica o pure di soggetto paesano,
+o da un racconto di larghe proporzioni o da un
+romanzo. Convinto che la forma è tutto, o quasi, in
+un'opera d'arte, mi sono ingegnato di dare alla fiaba,
+alla novellina per bambini, alla novella psicologica o<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[249]</a></span>
+paesana, al racconto e al romanzo la loro natural forma,
+ora ingenua, ora semplice, ora un po' più complicata;
+e dicendo forma non intendo parlare soltanto della
+lingua e dello stile, ma anche dell'intimo organismo
+di ciascuna opera d'arte. Ripeto: se io sia riuscito
+o no nel mio intento, è un'altra quistione.</p>
+
+<p>Qui si ragiona solamente d'intenzioni, di convinzioni,
+d'ideali appartenenti in modo speciale a una scuola
+estetica più che a un'altra; e per ciò posso lagnarmi
+della disgrazia di vedermi franteso che mi perseguita
+da un pezzo.</p>
+
+<p>Ho un bel sforzarmi di esprimere nel modo più chiaro
+il mio concetto; si prende un periodo, una frase,
+staccandoli da quel che li precede e li segue, e in
+questa maniera mi si condanna ad esser naturalista
+<i>per forza</i>, e <i>campione del naturalismo</i> non meno per
+forza.</p>
+
+<p>Ho protestato per una prima volta<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>; ma inutilmente,
+se un giornale come il <i>Marzocco</i> e con l'intenzione
+di farmi un complimento, torna a dirmi quel
+che tante volte mi è stato sbadatamente ridetto.</p>
+
+<p>È appunto quest'intenzione che mi spinge a protestare
+di nuovo e per l'ultima volta.</p>
+
+<p>E perchè l'equivoco finisca &mdash; se pure è possibile,
+giacchè il mutare un'etichetta sembra fatica straordinaria<span class="pagenum"><a name="Page_250" id="Page_250">[250]</a></span>
+agli etichettai &mdash; ecco, per chi vuole saperlo, il mio
+credo letterario. Invece di riassumerlo, potrei metterlo
+insieme citando una buona quantità di brani di miei articoli
+di critica dai quali risulterebbe che io ho avuto sempre,
+più o meno chiaramente, la stessa opinione; e accennando,
+nel medesimo tempo, i miei lavori di arte che
+sono, o che dovrebbero essere, secondo me, la conferma,
+il documento probante delle convinzioni del critico
+divenute opera d'arte. Ma non voglio incombrare
+le colonne del <i>Marzocco</i> per risparmiare un po' di fatica
+ai curiosi che volessero accertarsi se alle mie
+intenzioni hanno davvero poi corrisposto i fatti.</p>
+
+<p>Dico dunque semplicemente che io, caso mai, sono
+naturalista, verista, quanto sono idealista e simbolista:
+cioè che tutti i concetti o tutti i soggetti mi sembrano
+indifferenti per l'artista ed egualmente interessanti, se
+da essi egli riesce a trar fuori un'opera d'arte sincera.
+Il mondo è così vasto, ha tanta moltiplicità di
+aspetti, esteriori e interiori, che c'è posto per tutti
+questi diversi aspetti nel mondo superiore dell'arte. Perchè
+vogliamo restringerlo, limitarlo? Perchè vogliamo
+imporre a tutti l'afflizione di doverlo riguardare dal
+medesimo punto di vista?</p>
+
+<p>Ma noi abbiamo bisogno di fare, di tratto in tratto
+questioni di lana caprina; abbiamo bisogno &mdash; ed è peggio &mdash; di
+arruffare le discussioni più semplici, scambiando
+le carte in mano all'avversario, e scambiando i<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[251]</a></span>
+termini della discussione perchè il nero sembri bianco
+e il bianco nero. Così arriviamo a non intenderci più.</p>
+
+<p>Io dico, per esempio: il concetto in un'opera d'arte
+è una cosa secondaria: l'importante è che esso diventi
+forma viva, altrimenti noi confonderemmo l'opera d'arte
+con l'opera di pura riflessione, di puro pensiero. Questo
+non significa che un concetto elevato, se arriva ad
+assumere forma artistica, non aumenti il valore dell'opera
+d'arte; significa soltanto che esso può produrre
+quest'effetto unicamente quando raggiunga quella metamorfosi
+per via della forma.</p>
+
+<p>Naturalisti, veristi, idealisti, simbolisti non dovrebbero
+essere d'accordo su questo elementarissimo canone
+di arte?</p>
+
+<p>Dovrebbero; ma non sono.</p>
+
+<p>Io dico, per esempio, che le forme artistiche debbono
+essere talmente connaturate al concetto da non poterle
+distinguere da esso. Per ogni concetto o sfumatura di
+concetto ci è una sola unica forma: il difficile sta nel
+raggiungerla. Per ciò ogni soggetto richiede uno stile
+diverso, suo proprio, e l'artista deve avere, per dir
+così, altrettanti stili quanti sono i soggetti che tenta,
+e seguire con essi tutte le gradazioni, tutte le sfumature,
+senza alterare niente, senza tralasciare niente,
+conformandosi a tutte le sinuosità, a tutte le accidentalità
+del soggetto.</p>
+
+<p>Naturalisti, veristi, idealisti, simbolisti non dovrebbero<span class="pagenum"><a name="Page_252" id="Page_252">[252]</a></span>
+essere d'accordo su quest'altro elementarissimo
+canone di arte?</p>
+
+<p>Dovrebbero; ma non sono.</p>
+
+<p>E si continua a fare lunghe discussioni bizantine. Si
+scartano certi soggetti, si colpiscono d'interdizione; si
+bandiscono certe formole stilistiche, si getta l'anatèma
+su altre. Per quale ragione? Per un capriccio di moda
+forse.</p>
+
+<p>In quanto a me, non ho mai avuto preferenze per
+questo o per quel soggetto, per questa o per quella
+formola di stile. Ho tentato soggetti di ogni specie ed
+ho cercato di esprimerli con lo stile più adatto.</p>
+
+<p>Lo stile delle mie <i>Paesane</i> non è quello delle novelle,
+diciamo, psicologiche. Fra lo stile delle <i>Paesane</i> e
+quello di <i>Profumo</i> e di <i>La Sfinge</i> c'è un abisso, come
+c'è un abisso tra il contenuto.</p>
+
+<p>Io, lo confesso, e sia detto per incidente, non ho
+saputo persuadermi, per quanto mi sia ingegnato di
+farlo, in che cosa mai differiscano <i>Profumo</i> e <i>La Sfinge</i>
+dai così detti romanzi idealisti; potrei quasi farmi la
+stessa domanda intorno a <i>Giacinta</i>, non ostante la dedica
+a Emilio Zola. Mi son fin domandato come mai
+due volumi di fiabe, e due di novelle dove studio il
+mondo dei bambini con lo stesso metodo di osservazione
+praticato per gli adulti, possano permettere di
+classarmi a ogni costo fra i naturalisti.</p>
+
+<p>Ebbene tanta diversità e varietà di concetti e di forme<span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[253]</a></span>
+non avrebbero dovuto mettere in guardia i critici
+prima di <i>etichettarmi</i> assolutamente <i>naturalista?</i></p>
+
+<p>Resta per loro scusa, la quistione, come dicono ora,
+stilistica. Io non sono certamente uno stilista. &mdash; Oh,
+no! &mdash; sento mormorarmi all'orecchio &mdash; E aggiungo che
+non vorrei esserlo, caso potessi. Sono diventati stilisti
+tante brave persone che poi non hanno altro all'infuori
+di quel tale <i>stilismo</i>, che non credo di dire una cosa
+assurda asserendo che a furia di pazienza e di studio
+avrei potuto divenire loro emulo anche io. Il vocabolario,
+per fortuna, non è proprietà esclusiva di nessuno,
+e i modelli da copiare o da imitare molto meno.
+Dico questo perchè la semplicità, la nudità del mio
+stile non sia attribuita al mio naturalismo e non sembri
+una prova lampante di esso; non già per scusarlo
+o per difenderlo. È giusto che questa orazione <i>pro domo
+mea</i> rimanga nei limiti dei principî e delle intenzioni.</p>
+
+<p>In quanto al resto, non debbo e non voglio entrarvi.
+Non ho mai fatto polemiche, da giovine, per difendere
+questo e quel mio libro; e non voglio cominciare ora
+che... non sono più giovane.</p>
+
+<p>E mi si permetta di finire, con l'autorità che consentono
+gli anni, raccomandando a tutti coloro che ora
+hanno l'invidiabile tesoro della giovinezza:</p>
+
+<p> &mdash; Lasciate da parte le discussioni astratte, le polemiche;
+non vi compiacete delle belle etichette, che in<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[254]</a></span>
+fine non vogliono dir nulla se il liquore della bottiglia
+non è poi di ottima qualità; siate sinceri, se potete e
+se sapete, siate sinceri, sinceri, sinceri; il resto, come
+dice il Vangelo, vi sarà dato in più dal gran Padre
+che sta nei cieli!<span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[255]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="PER_UN_ROMANZO" id="PER_UN_ROMANZO"></a>PER UN ROMANZO</h2>
+
+<p class="sectnote">(<span class="smcap">Ugo Ojetti</span>: <i>Il Vecchio</i>, romanzo &mdash; Milano, Casa Editrice Galli,
+1898.<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[257]</a></span>)</p>
+
+<p>Un'opera d'arte bisogna accettarla qual'è, senza
+cercarvi l'attuazione delle teoriche dell'autore, se queste
+son note.</p>
+
+<p>È riuscita bella? Tanto meglio per le teoriche e per
+l'artista. È in contraddizione con esse? Tanto peggio
+per le teoriche. L'importante è che un'opera d'arte
+sia una bell'opera d'arte.</p>
+
+<p>Secondo me, l'artista può mettersi in piena contraddizione
+col critico, nella stessa persona. Discutere intorno
+ai principii estetici è funzione molto diversa dall'adoperare
+l'immaginazione nel creare. E pensavo
+appunto questo, leggendo i primi capitoli di <i>Il Vecchio</i>.</p>
+
+<p>La lunga agonia della moglie del senatore Alessandro
+Zeno; il triste via vai dei parenti, degli amici, degli
+indifferenti; le estreme cure date dal marito e dal
+figlio al cadavere della morta; tutti i minuti particolari,
+fino al ritorno dall'accompagnamento al cimitero,<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[258]</a></span>
+che dànno vivissima la sensazione della nauseabonda
+realtà, mi richiamavano alla memoria le invettive contro
+i così detti <i>realisti</i>, accusati di compiacersi di descrizioni
+repugnanti. E il non aver voluto evitare d'incorrere
+nello stesso biasimo, e l'aver anche calcato
+un po' la mano su certi punti, mi sembravano begli
+atti di coraggio e di sincerità artistica dell'autore.</p>
+
+<p>«&nbsp;Fece uno sforzo supremo; premette col fazzoletto
+le gote fredde (<i>della morta</i>); ma sotto la pressione troppo
+forte, il siero all'improvviso pullulò dalla bocca rigida,
+quasi fermentando, formò una bolla come un velo
+viscido tra labbro e labbro sui denti, e la bolla scoppiando
+sprizzò sul volto del vecchio...&nbsp;»</p>
+
+<p>«&nbsp;Ne guardò il volto curiosamente. Le labbra erano
+ormai esangui, del color della prima cera, e nei due
+angoli insisteva quel solco rosso che il succo gastrico
+vi aveva sùbito dopo la morte segnato scorrendo.&nbsp;»</p>
+
+<p>Un <i>realista</i> non avrebbe potuto dirlo con maggiore
+evidenza.</p>
+
+<p>E per ciò già credevo di trovarmi di faccia a un'opera
+d'arte schietta, che non voleva essere nè realistica,
+nè ideologica, nè idealistica, nè simbolistica, ma
+viva rappresentazione di caratteri, di sentimenti, di impressioni;
+di faccia a un'opera d'arte dove le preoccupazioni
+stilistiche non cercavano di sopraffare l'espressione
+più diretta e più immediata del concetto; insomma
+di faccia a qualcosa di fresco, di giovine, di rigoglioso,<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[259]</a></span>
+non ostante la tristezza del soggetto; ma l'autore
+si era affrettato a disingannarmi.</p>
+
+<p>Parecchi splendidi paesaggi; alcune belle scene ma
+brevi, quasi egli se le fosse lasciate sfuggire dalla penna
+con rincrescimento; e, qua e là, certi penetranti
+accenni di osservazione psicologica, non mi avevano
+all'ultimo compensato della monotonia di quella specie
+di soliloquio di quasi trecento pagine, a cui si era ridotto,
+dopo i primi quattro capitoli, tutto il romanzo.</p>
+
+<p>Ricordavo qualcosa di simile pel concetto, una novella
+del Tolstoj, che appunto descrive il terrore della
+morte nella persona di un uomo di età matura; ma non
+volevo fare confronti. Là tutto era rappresentazione,
+azione; qui il movimento, la rappresentazione, l'azione
+rimanevano esteriori al personaggio, pretesti di un continuo
+maniaco rimuginamento della stessa idea. E poi,
+nel senatore Alessandro Zeno non era tanto il terrore
+della morte, quanto l'odio della vita degli altri quel
+che formava il pernio della morbosa attività cerebrale.
+Attività vacua, astratta, perchè non rivelava niente di
+personale, di caratteristico, tanto da apparire, di tratto
+in tratto, mera esercitazione scolastica.</p>
+
+<p>A un certo punto mi era sembrato che il concetto
+del libro doveva forse essere la lotta tra sentimenti ed
+idee che stanno per tramontare e idee e sentimenti
+che si levano su l'orizzonte con rosei trionfanti splendori.<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[260]</a></span></p>
+
+<p>L'autore ci dice che tra il senatore e il figlio Andrea
+c'erano state lunghe lotte e dolorose. Il padre,
+metodico lavoratore, non intendeva il lavoro libero, di
+artista (Andrea studiava pittura), a cui suo figlio si consacrava.</p>
+
+<p>«&nbsp;Il miraggio della burocrazia lo occupava, come
+occupa ancora tutta la penultima generazione nostra e
+la parte più fiacca ed inerte ed amorfa dell'ultima....
+La non curanza del domani per la tutela promessa dallo
+stato, la ricerca del minimo sforzo per conseguire, quella
+prestituita mercede, attiravano tutti i deboli incapaci
+di lotta e i servili.&nbsp;»</p>
+
+<p>E (non si sa se per conto proprio o per conto di
+Andrea) l'autore continua a sparlare del «&nbsp;governo
+dei Vecchi, perchè, sia in buona fede che in perfidia,
+essi fanno leggi e morali atte a ridurre i giovani fiacchi
+e degni di morte come essi ormai sono;&nbsp;» delle
+scuole «&nbsp;che sono un tradimento della vecchiaia contro
+la gioventù e tendono solo ad abbassare gli ingegni
+giovani audaci al livello dei maestri affraliti dagli
+anni e dalle desolate dottrine;&nbsp;» della schiavitù burocratica
+«&nbsp;causa di decadenza altrettanto potente che
+l'antica schiavitù giuridica e la medievale schiavitù
+monastica.&nbsp;»</p>
+
+<p>Si capisce però che tra padre e figlio, più che lotte,
+erano avvenute discussioni forse un po' animate. Il senatore
+«&nbsp;incapace di intendere non pur l'arte del figlio<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[261]</a></span>
+(Andrea era simbolista, o almeno ideologico, in pittura)
+ma anche l'antica fungosa arte accademica, avea
+finito col credersi il più liberale dei padri, poichè lasciava
+che Andrea a suo piacere vivesse di quel passatempo
+fastoso.&nbsp;»</p>
+
+<p>Di tali discussioni, o lotte che si vogliano dire, non
+appare più ombra nel libro. Dànno una rapida vampata
+in una conversazione tra un giovane poeta, amico
+di Andrea, e lui e il senatore, e si estinguono sùbito.</p>
+
+<p>Si ragionava di un vecchio pittore, disonesto intrigante.</p>
+
+<p>«&nbsp;Alla parola <i>vecchio</i> Alessandro Zeno si scosse:</p>
+
+<p>&mdash; Insomma il suo massimo torto è di esser vecchio?</p>
+
+<p>&mdash; No, è di essere disonesto. Ma anche la vecchiaia,
+quando è cieca a quel modo, è un torto che fa degno
+di morte e non di onori.</p>
+
+<p>&mdash; Insomma, lasciando da parte l'onestà, se egli fosse
+stato in giovinezza un pittore eccellente, e poi, fissatosi
+nella sua maniera, non intendesse le vostre massime
+nuove, lo si dovrebbe segregare dal consorzio
+umano?</p>
+
+<p>&mdash; Se fosse onesto, egli se ne dovrebbe allontanare
+da sè.... Dovrebbe lasciare il campo a noi.&nbsp;»</p>
+
+<p>E il ragionamento dal fatto particolare, balza a un
+concetto generale. Il giovane poeta parla del <i>Vecchio</i>
+«&nbsp;del Vecchio che si rinchiude nel passato e nega l'aurora
+solo perchè non potrà vedere il giorno; del Vecchio<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[262]</a></span>
+che, vedendo le tenebre attorno all'opera sua, dice: &mdash; Il
+mondo finisce. Le tenebre saranno sempre sul
+mondo. Il sole non sorgerà più! &mdash; E combatte chi
+aspetta e canta e glorifica il sole futuro.</p>
+
+<p>«&nbsp;&mdash; Quel vecchio, &mdash; egli conchiude &mdash; se è così cieco
+deve ritirarsi, deve deporre le armi dalle mani inette.
+Voi, senatore, dite che non lo vogliamo lasciar vivere.
+Vivere? Ma egli deve lasciar vivere noi. Noi, lo lasceremo
+tranquillamente morire.&nbsp;»</p>
+
+<p>Ragionamento specioso, per non dire illogico. Il poeta
+così e non vuole la lotta, e anche pretende che <i>un
+cieco</i> faccia atto di persona che ci vede bene; ma passi.
+Si deve però credere che l'autore non abbia riferito
+questa conversazione per niente; ci attendiamo
+infatti, da un momento a l'altro, qualche atto del vecchio
+senatore che giustifichi la necessità di quella scena,
+di quelle parole così severe. Il Vecchio invece non
+fa nulla che abbia almeno l'apparenza di un'ostilità
+alla giovinezza. Lascia vivere in pace gli altri, se non
+vive in pace, interiormente, lui.</p>
+
+<p>Egli, che il giorno della morte di sua moglie aveva
+detto ad Andrea, con ira: &mdash; Vattene, figlio mio: tu
+penserai a lavar me, quando anch'io starò lì, così......
+E sarà presto! &mdash; ora, vedendo Andrea lagnarsi di divenir
+calvo, pensa che la vita «&nbsp;correva <i>anche per lui</i>,
+che nelle estasi artistiche si angosciava ad arrestarla....
+Non egli solo moriva un poco ogni giorno, ma anche<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[263]</a></span>
+Andrea; e anche gli altri giovani attorno..... tutti.....
+tutti! Via!... La vita correva!&nbsp;»</p>
+
+<p>Allora egli si sforza di riafferrare, come tavola di
+salvezza, il sentimento religioso, e tenta di pregare
+nell'umile chiesetta di campagna dove fa celebrare,
+due mesi dopo la morte della moglie, un ufficio in suffragio
+dell'anima di lei; ma egli esce dalla chiesa più
+solo che mai, più scorato che mai.</p>
+
+<p>Tutto l'offende, tutto lo irrita; vorrebbe che attorno
+alla sua vita vicina a spegnersi non sorgesse nessun
+altro nuovo germoglio di vita; o che le nuove cose e
+i nuovi uomini nascessero su dalle vecchie cose e dai
+vecchi uomini e fossero grati ad essi. «&nbsp;Invece tutti i
+germogli e tutti i giovani disprezzavano quelli da cui
+erano nati..... Nessuna gratitudine, fuori del formale
+rispetto; ma ribellione, disprezzo, indipendenza non
+ostentata ma originale e franca.&nbsp;»</p>
+
+<p>Perchè se ne meraviglia lui che aveva sentito «&nbsp;un
+soddisfacimento segreto e pensava che quel giovane
+ambizioso (suo figlio Andrea) dagli occhi lucenti, dalle
+bianche mani nervose era nato da un ignobile atto di
+lui, come un fiore dal fimo?&nbsp;»</p>
+
+<p>Più di ogni altra cosa, lo cruccia la compassione.
+Sente dire, non visto da sua figlia Luisa e dal marito
+di lei, in giardino:</p>
+
+<p>«&nbsp;&mdash; Egli pensa sempre alla mamma, e ha il colore
+di un cadavere.<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[264]</a></span></p>
+
+<p> &mdash; È vero.</p>
+
+<p> &mdash; Povero babbo, se ne andrà presto anche lui!</p>
+
+<p> &mdash; Chi può impedire la morte!&nbsp;»</p>
+
+<p>E gli sembra ch'essi lo consegnino nelle mani della
+morte o lo spingano «&nbsp;malamente nel sepolcro sdrucciolo
+buio freddo profondo.&nbsp;»</p>
+
+<p>Che vuole? Che pretende? Non lo sa. Una volta aveva
+pensato la gioia dell'ultimo uomo che vedrà
+l'ultimo sole; e questa idea che lo riprende, dopo che
+un bagliore di coscienza sincera, gli ha fatto riconoscere
+che i giovani, apparentemente disprezzati, erano
+in realtà, invidiati da lui affralito e senescente.</p>
+
+<p>Ma l'autore è proprio sicuro che tutto quel chimerizzare
+intorno al giorno finale del mondo sia del vecchio
+senatore, e non di lui, romanziere, che ha voluto
+compiacentemente regalarglielo? È proprio sicuro che
+non sia artificioso, per non dire falso, il grand'odio
+attribuito al vecchio contro il pastello dove il figlio aveva
+tentato di fissare i lineamenti della madre morta?</p>
+
+<p>«&nbsp;All'improvviso si ritrasse, afferrò il vaso delle rose
+che era sul pianoforte, il vaso delle rose donde il
+dì innanzi erano caduti petali rossi su la tastiera logora,
+e lo scagliò con violenza contro il ritratto. Si
+frantumò il vetro, si lacerò la carta, e il vecchio in
+una furia di distruzione con le tremule mani ancora
+assalì l'opera del figlio, il ritratto della morta, calpestandolo,
+con basse violente parole vilipendendolo.<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[265]</a></span>&nbsp;»</p>
+
+<p>Egli cerca di scusarlo, di giustificarlo, e gli mette
+in bocca queste parole:</p>
+
+<p>«&nbsp;Noi (<i>vecchi</i>) coscientemente danneggiamo il mondo.
+Sì, sì, solo invidia mi respinge da Andrea, solo paura
+mi allontana da quel ritratto di Nannetta (<i>la moglie
+morta</i>). Ecco, ecco (<i>Andrea</i>) scoprirà la rovina compita
+da me quando stamane per un attimo sono stato sincero
+nel fatto, ed egli finalmente mi deriderà e intenderà
+la vera causa dei miei disdegni e non mi rispetterà
+più. Io morrò ridicolo.&nbsp;»</p>
+
+<p>E appicca fuoco alla stanza, per nascondere con l'incendio
+il delitto del ritratto distrutto.</p>
+
+<p>Io che mi ero un po' inalberato leggendo quella specie
+di settecentesca visione che chiude il capitolo intitolato
+<i>Arcobaleno</i>, non mi aspettavo però di veder intervenire
+<i>un sogno</i> (l'autore non può far a meno di
+chiamarlo: <i>miracoloso sogno ammonitore</i>) perchè riuscisse
+meno ostico il mutamento finale del Vecchio. E a
+questo punto non bisogna più dire il senatore Alessandro
+Zeno, ma soltanto il Vecchio. Egli è divenuto una
+entità astratta, da personaggio vivente che era nei primi
+capitoli. Si è venuto di mano in mano assottigliando,
+ed ora non ha più niente delle nostre miserie umane;
+è un ragionamento puro e semplice. Ci voleva quel
+<i>miracoloso sogno ammonitore</i> perchè egli, che odiava tutte
+le creature viventi, tutte le cose esistenti per l'unica
+ragione che vivevano ed esistevano e sarebbero<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[266]</a></span>
+vissute ed esistite dopo sparito lui; ci voleva proprio
+un miracolo perchè egli che ieri si rallegrava al pensiero
+che creature e cose avevano però dentro di sè,
+al pari di lui, il germe distruttore della morte, oggi &mdash; con
+la <i>chiarezza del recente sogno</i> in cui aveva visto <i>il
+suo stesso cadavere</i> &mdash; si senta perfettamente cambiato
+e possa riflettere: «&nbsp;La vita è il mutamento continuo
+della materia. Perciò la vita è dovunque, anche dove
+non giunge la luce, dove non penetra l'aria. La Morte
+non esiste, e <i>tu morendo puoi negarla</i>.&nbsp;»</p>
+
+<p>Ma come? Non sapeva questo il senatore Alessandro
+Zeno? E ci voleva un <i>miracoloso sogno ammonitore</i>
+per rivelarglielo? E doveva egli arzigogolare tanto,
+per venire poi alla risoluzione di finirla con quella sua
+esistenza, che infine non era cattiva?</p>
+
+<p>«&nbsp;Nessun odio più lo accendeva, egli era calmo e
+solenne come un sacerdote che compia un sacrificio
+comandato da Dio.... Prese, quasi a tentoni, la piccola
+boccia del veleno d'oro e lasciò sopra un largo pezzo
+di zucchero cader molte gocce finchè gli parve che lo
+zucchero ne fosse ben saturo. Poi lo ingoiò e corse al
+letto.&nbsp;»</p>
+
+<p>Poco dopo Gino, figlio di Luisa, vien mandato su a
+chiamare il nonno per la cena. Chiamatolo a nome e
+non ricevendo risposta, il bambino, toccata la mano del
+vecchio che era gelata, altro non osò.</p>
+
+<p>«&nbsp;Quando entrò nella luce, in cospetto dei tre giovani<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[267]</a></span>
+(cioè nella sala da pranzo illuminata, al cospetto
+dello zio Andrea e dei genitori Luisa e Giorgio) disse
+senza timore:</p>
+
+<p> &mdash; Il nonno dorme.&nbsp;»</p>
+
+<p>Così finisce <i>Il Vecchio</i> e faticosamente, sarebbe puerile
+non dirlo.</p>
+
+<p>Ho cominciato a leggerlo con animo sereno. L'ho
+terminato col profondo dispiacere di chi vede sciupato
+in malo modo molto sforzo di ingegno e di coltura.
+Giacchè è evidente che l'Ojetti ha composto così il
+suo romanzo in ossequio alla sua fissazione del romanzo
+ideologico e un po' simbolista. Che egli volesse
+mettere in un romanzo idee e simboli non era poi cosa
+tanto strana e insolita da dovergli sembrare anche
+audace. Più o meno, via, in un romanzo ci son sempre
+idee divenute personaggi con caratteri e passioni
+speciali, e personaggi e sentimenti che possono, con
+un pochino di buona volontà, passare per simboli. Solamente
+per fare un'opera d'arte, le idee non bastano,
+o bastano per fare <i>Il Vecchio</i> e non mai per ridurre
+<i>Il Vecchio</i> <i>Un Vecchio</i>, cioè il senatore Alessandro
+Zeno. Questo Ugo Ojetti lo sa; ma gli è parso fosse
+meglio far una bravata fingendo di averlo dimenticato;
+e che lo sappia lo dimostrano i primi capitoli
+del libro e alcune scene, qua e là, sobrie ed efficaci
+nei capitoli <i>Il piccolo abbandonato</i>, <i>La tentazione</i> e in
+parecchie descrizioni notevolissime per colorito, non<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[268]</a></span>
+ostante che, con meraviglia, nella forma semplice, e
+schietta, si notino certi residui stilistici contro cui egli
+ha gridato a ragione.</p>
+
+<p>Ho polemizzato qualche anno fa con l'autore di <i>Il
+Vecchio</i>, e parecchi, che per ragioni diverse, non gli
+vogliono bene, mi hanno biasimato di aver discusso
+con lui, quasi mi fossi ingenuamente messo al servizio
+della sua smania di far rumore in tutte le occasioni
+e con tutti i mezzi.</p>
+
+<p>Quantunque l'Ojetti sia stato poco garbato, anzi insolente
+con me, io non mi pento di quel che ho fatto.
+Bisogna perdonar molto all'età; e i giovani a me piacciono
+(che che egli ne pensi) specialmente quando, assieme
+coi pregi, mostrano tutti i difetti della loro condizione:
+l'orgoglio, l'entusiasmo, la fede cieca.</p>
+
+<p>Molto orgoglio, molto entusiasmo, molta fede cieca
+traspariscono dalle trecento ottantaquattro pagine di
+questo volume, cioè molta giovinezza, inficiata però
+da inopportuna serietà, da voluta gravità nella scelta
+del soggetto e dei mezzi per svolgerlo. Se è vero, come
+asseriscono, che noi così detti <i>veristi</i> o <i>realisti</i> abbiamo
+uggito il mondo dei lettori, non mette conto diventare
+ideologi e simbolisti per uggirlo allo stesso
+modo e anche peggio!</p>
+
+<p>Siano sinceramente e schiettamente giovani i giovani!</p>
+
+<p>È consiglio disinteressato di un vecchio.<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[269]</a></span></p>
+
+<hr />
+<h2><a name="DIALOGHI_DESTETA" id="DIALOGHI_DESTETA"></a>DIALOGHI D'ESTETA</h2>
+
+<p class="sectnote">(<i>Romolo Quaglino.</i> Dialoghi di esteta. Milano, tipografia Treves,
+1899. Un vol. di 270 pag. in 16.<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[271]</a></span>)</p>
+
+<p>Chi apre il libro, allettato dalla simbolica copertina &mdash; un
+vaso da profumi, da cui sortono nuvole d'incenso
+dentro i vortici delle quali s'intravedono figure in atteggiamenti
+ed espressioni diverse &mdash; può credere, a prima
+vista, che si tratti di un volume di poesie. Tra i
+grandi margini bianchi si allineano infatti righe più o
+meno corte che hanno l'apparenza di versi, di strofe:
+ma cominciando a leggere, egli si avvede che l'esteta
+ha voluto ingannarlo. Ingannarlo fino a un certo punto:
+giacchè se non ci sono i versi, c'è la poesia; se non
+ci sono i piedi esatti degli endecasillabi, dei settenari,
+c'è però un quissimile di ritmo che non irrita l'orecchio
+e che anzi lo alletta con studiate cadenze di accenti,
+con abili avvolgimenti di periodo da tenere benissimo
+luogo di verso, senza la ibrida intenzione della
+prosa poetica. Aperto a caso il libro, egli legge:<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[272]</a></span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Sul roseo avorio de le carte,<br /></span>
+<span class="i0">bruni ed alati,<br /></span>
+<span class="i0">come uccelli stanchi,<br /></span>
+<span class="i0">dormono i sogni:<br /></span>
+<span class="i0">reliquie e diane<br /></span>
+<span class="i0">di cuori vecchi e nuovi,<br /></span>
+<span class="i0">pianto di avelli.<br /></span>
+<span class="i0">Ma se la dolcezza<br /></span>
+<span class="i0">di grandi occhi feminei,<br /></span>
+<span class="i0">sole e rugiada, cali, &mdash; <br /></span>
+<span class="i0">se una voce pallida,<br /></span>
+<span class="i0">nel silenzio odoroso d'un talamo<br /></span>
+<span class="i0">esile mormorio, li ravvivi;<br /></span>
+<span class="i0">se una mano bianca e fine,<br /></span>
+<span class="i0">gigli su rose,<br /></span>
+<span class="i0">fremendo,<br /></span>
+<span class="i0">con la diafana unghia<br /></span>
+<span class="i0">li carezzi, &mdash; <br /></span>
+<span class="i0">su dal sepolcro del volume<br /></span>
+<span class="i0">avello bianco<br /></span>
+<span class="i0">ove il dolore si acqueta,<br /></span>
+<span class="i0">vagano bruni ed alati<br /></span>
+<span class="i0">come uccelli all'alba,<br /></span>
+<span class="i0">e bisbigliano,<br /></span>
+<span class="i0">e l'anima del poeta<br /></span>
+<span class="i0">sale, per le dita, lieve<br /></span>
+<span class="i0">a baciar, ebbra di amore,<br /></span>
+<span class="i0">le inanellate gemme della Pietosa.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E il caso ha servito bene il curioso lettore. Egli allora
+farà come la Pietosa &mdash; non importa se la sua mano
+non è rosea, e se le sue unghie non sono diafane &mdash; sfoglierà<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[273]</a></span>
+altre pagine, cercherà altri segni pei quali
+possa davvero sentire l'anima del poeta salir su ad accarezzargli &mdash; se
+non <i>le inanellate gemme</i> o la chioma,
+forse, assente &mdash; il cuore o lo spirito; e vorrà cominciare
+daccapo.</p>
+
+<p>Certamente la lettura non riesce facile. Questi dialoghi
+che l'esteta intraprende con figure evocate, sogni,
+simboli d'idee o di sentimenti &mdash; Ignazio di Lojola,
+la fede dominatrice; il Valentino, l'astuzia e la forza;
+don Giovanni, l'amore l'insaziabile e insaziato; Fausto,
+l'ansioso e vacuo ricercatore della scienza assoluta;
+Salvat, il bruto ribelle; o con creature senza nome,
+pittori, poeti, vecchi, monaci, folla; o con esseri ai quali
+la sua immaginazione, usando del primitivo privilegio
+dei fanciulli e dei selvaggi, concede vita, anima, volontà,
+parola; o col demone tentatore che è dentro di
+lui; tutti questi dialoghi non potevano essere ragionamenti
+ordinati, filati, discussioni pedantesche, poichè
+dovevano e volevano riuscire espressione lirica di concetti
+e di sentimenti, poichè richiedevano all'onda musicale
+di un particolar ritmo e all'immagine la loro
+forza di rappresentazione, la loro forma.</p>
+
+<p>L'esteta è un irrequieto. Il pensatore contrasta col
+rincorritore del fantasma della bellezza. Che vuole?
+Che sogna? Vorrebbe un mondo più buono, più giusto,
+e sopratutto più bello. E' vede un continuo, incessante
+trasformarsi di tutte le forze naturali, comprese quelle<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[274]</a></span>
+del pensiero. E se gli nomini, la storia, il passato, non
+rispondono alla sua insistente interrogazione, si rivolge
+alla Natura, dove c'è anche il pensiero involuto
+nascosto, e tenta di aver da essa una risposta.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ne la fede de l'immortalità<br /></span>
+<span class="i0">rapida corre<br /></span>
+<span class="i0">l'ora nemica:<br /></span>
+<span class="i0">ne l'orgoglio degli ordini<br /></span>
+<span class="i0">ancor l'insanie<br /></span>
+<span class="i0">appar feconda.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Che importa?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">L'idea è l'inarrivabile amore<br /></span>
+<span class="i0">tutti soffrono per lei,<br /></span>
+<span class="i0">tutti sanno<br /></span>
+<span class="i0">che nessuno mai la stringerà<br /></span>
+<span class="i0">tra le braccia, vinta.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ed egli inneggia agli <i>Stiliti</i> che salgono su la colonna
+di Simeone e tendono le braccia al cielo, immemori
+delle miserie terrene.</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">esulare dal corpo, è la gioia<br /></span>
+<span class="i0">almeno, l'illusione buona dell'ora:<br /></span>
+<span class="i0">esular, quietamente,<br /></span>
+<span class="i0">come un'umile cosa,<br /></span>
+<span class="i0">come un'anima pavida tra le anime.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Deliziosa elevazione che dura poco; il mondo si agita,
+vuole operare; nell'azione è la forza; ma fra tante
+orgogliose forze operanti per la vita materiale o per<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[275]</a></span>
+la gloria, l'<i>Esteta</i> è tentato soltanto dall'orgogliosa
+umiltà di fare un'opera di bellezza, <i>olocausto a Dio e
+agli uomini</i>,</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">senza che la vanità di un nome<br /></span>
+<span class="i0">inutile sgorbio, la profani.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>E il compenso?</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Che vale la passione dell'opera<br /></span>
+<span class="i0">senza il premio di un bacio?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>D'un bacio e dell'amore; se pure l'amore varrà a
+saziare o a dar pace all'anima irrequieta, al corpo
+fremente.</p>
+
+<p>Che vale l'amore, se non può essere trasfusione di
+un corpo in altro corpo, di un'anima in altra anima?
+E mentre egli anela al corpo della sua <i>Esteta</i>, il ricordo
+della madre lo turba, e l'amore carnale gli sembra
+una profanazione, anzi quasi un incesto. E la <i>Esteta</i>
+gli dice tristamente:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0"> &mdash; Volete che io mi allontani?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span style="margin-left: 7.5em;">L'ESTETA</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Lo desidero:<br /></span>
+<span class="i0">la voluttà non ci darebbe che rimorsi, &mdash; <br /></span>
+<span class="i0">la creazione indicibili angosce,<br /></span>
+<span class="i0">e rimorsi fors'anche.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span style="margin-left: 7.5em;">LA ESTETA</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Non ci ritroveremo mai più?<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[276]</a></span><br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span style="margin-left: 7.5em;">L'ESTETA</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Un giorno, si compirà forse<br /></span>
+<span class="i0">il miracolo d'oblìo.<br /></span>
+<span class="i0">Qui, dove la vostra anima bambina<br /></span>
+<span class="i0">e la recente anima vostra pensa,<br /></span>
+<span class="i0">qui, forse.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p><span style="margin-left: 7.5em;">LA ESTETA</span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Vi sovvenga che la mia vita è così umile<br /></span>
+<span class="i0">che la morte non saprebbe esserlo di più.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ma a che giovano queste rinuncie? Il cuore non
+appaga, la mente non si acqueta. L'avvenire urge; <i>Il
+trionfo dell'Idea vuole tutte le braccia e tutte le menti</i>.</p>
+
+<p>L'Esteta è pieno di scoramento:</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Ancora ne li attoniti occhi,<br /></span>
+<span class="i0">reca lo spasimo d'una mortale caduta<br /></span>
+<span class="i0">il terrore d'un incubo<br /></span>
+<span class="i0">improvvisamente scomparso.<br /></span>
+<span class="i0">Sognò lotte e baci,<br /></span>
+<span class="i0">dominazioni e rinuncie,<br /></span>
+<span class="i0">cose belle oltre la Verità,<br /></span>
+<span class="i0">dolci, oltre l'Amore,<br /></span>
+<span class="i0">eterne, oltre la Fede.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0 g">. . . . . . . . . . . . . .<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Sorrise a tutte le veneri,<br /></span>
+<span class="i0">benedisse a tutte le forze,<br /></span>
+<span class="i0">a tutti i connubi sospirò.<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0 g">. . . . . . . . . . . . . .<br /></span>
+</div><div class="stanza">
+<span class="i0">Doloroso miracolo:<br /></span>
+<span class="i0">la visione tangibile si oscura<br /></span>
+<span class="i0">di maligne nebbie.<br /></span>
+<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[277]</a></span></div></div>
+
+<p>E finisce con domandarsi tristamente: Sia pure che
+l'uomo nello spazio e nel tempo s'inganni, ma esso è
+però un mondo, un occhio dell'infinito;</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">perchè dunque<br /></span>
+<span class="i0">non vuol recare intorno<br /></span>
+<span class="i0">la serenità e la luce,<br /></span>
+<span class="i0">come il cielo e le stelle?<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ho tentato di riassumere questo poema lirico di una
+anima solitaria, che si tormenta fra le strette del sillogismo
+e del sentimento, citando il più largamente
+possibile per dare ai lettori un'idea approssimativa
+non soltanto dei concetti ma anche della forma.</p>
+
+<p>Secondo me, il poeta ha fatto bene a sciogliersi dalle
+pastoie del ritmo, che non concede certe libere agilità
+neppure ai suoi più poderosi domatori. E se nel
+suo tentativo ha qualche volta ecceduto, sia condensando
+troppo, sia trascorrendo in istonature prosatiche
+incurante di mettere a dura prova l'intelligenza o la
+schifiltà stilistica del lettore, non bisogna fargliene troppo
+carico, in grazia di quei larghi brani dell'opera sua
+dov'egli raggiunge l'ideale voluto attingere, come nei
+canti <i>L'orgogliosa umiltà</i>, <i>La metamorfosi</i> e specialmente
+nel <i>Preludio</i> al canto <i>Marmi e bronzi</i>, invocazione della
+Bellezza, e nella <i>Oscura rinunzia</i>, che mi sembra la
+cosa più squisita di tutto il volume.</p>
+
+<p>Il quale, se, come ho accennato, non è di facile lettura,
+è poi tale perchè, nell'intenzione dell'autore, non
+è destinato al volgo dei lettori.<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[278]</a></span></p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<span class="i0">Nel grottesco s'adombra<br /></span>
+<span class="i0">qualche aristocrazia;<br /></span>
+<span class="i0">nel crudele, qualche idealità;<br /></span>
+<span class="i0">e il valore della vita<br /></span>
+<span class="i0">consiste nel saper morire.<br /></span>
+</div></div>
+
+<p>Ecco una sua schietta dichiarazione.</p>
+
+<p>Al Quaglino intanto non si potrà dire che abbia scelto
+questa libera forma di ritmo perchè il verso non
+obbedisce alla sua mano. Egli ha pubblicato due volumi
+di versi, dove alla vigoria e all'originalità del
+concetto è accoppiata una vigoria e sovente una stranezza
+di forma &mdash; stranezza più visibile nel primo, <i>Modi,
+anime e simboli</i>, che nel secondo <i>Fiori brumali</i> &mdash; le
+quali dimostrano ch'egli si sente anche capace di abusare
+della padronanza della forma ritmica, contorcendola
+a sua voglia e capriccio, e non sempre con
+buon resultato.</p>
+
+<p>Dopo questi <i>Dialoghi d'esteta</i>, che hanno nel loro
+sciolto ritmo dolcezze e sfumature veramente notevoli,
+è da augurarsi che il pensiero del poeta divenga più
+limpido, più tranquillo, più trasparente, e che il sentimento
+prenda la mano su di esso, perchè, ritmo rimato
+o sciolto, la sua parola trovi più larga eco nei cuori:
+e non intendo dire: nel volgo dei cuori.<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[279]</a></span></p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[281]</a></span></p>
+
+<h2><a name="EDOARDO_BOUTET" id="EDOARDO_BOUTET"></a>EDOARDO BOUTET<br />
+<span class="small">E LE SUE CRONACHE DRAMMATICHE</span></h2>
+
+<p>Ricordano il <i>Moschettiere</i> di Alessandro Dumas, il
+vecchio, giornale che era scritto da <i>Alessandre Dumas
+père et seul</i>, e che fece sorridere e anche ridere, al suo
+apparire, per la ingenua vanità di quel <i>seul</i>. Il <i>Moschettiere</i>
+parlava di tutto: dall'articolo di fondo spoliticante,
+passava alle ricette culinarie, delle quali il Dumas
+era forse più orgoglioso che del <i>Conte di Montecristo</i> e
+dei <i>Tre Moschettieri</i>; gli articoli di viaggi e di varietà
+si avvicendavano coi capitoli degli ultimi suoi stanchi
+romanzi, con frammenti di memorie, cioè, di strabilianti
+fantasie. Veramente il <i>seul</i> non era poi una novità. Alfonso
+Karr aveva scritto anche lui da solo, <i>Les Guépes</i>,
+ma non aveva inalberato quell'aggettivo con la spavalderia
+del simpaticissimo fanciullone che fu per tutta
+la vita Alessandro Dumas.</p>
+
+<p><i>Le Cronache drammatiche</i>, apparse ieri l'altro, somigliano
+al <i>Moschettiere</i> e alle <i>Vespe</i> in questo soltanto:<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[282]</a></span>
+saranno un opuscolo settimanale scritto tutto da Edoardo
+Boutet e si occuperanno unicamente di cose riguardanti
+il teatro.</p>
+
+<p>Arrivano in buon punto. Da qualche anno, per opera
+di attori e di scrittori, viene risuscitato nel pubblico
+italiano l'interesse, se non l'entusiasmo, di trenta anni
+fa, quando una nuova produzione drammatica, data nella
+capitale provvisoria, occupava per settimane gli spiriti
+e faceva quasi tacere le discussioni politiche.</p>
+
+<p>Oggi, l'interesse non è scevro di un senso di scetticismo,
+effetto delle delusioni seguite alle illusioni eccessive.
+Ma bisogna dire che noi, da schietti meridionali,
+da latini, siamo trascorsi dall'eccesso delle speranze
+all'eccesso della sfiducia: e se le <i>Cronache drammatiche</i>
+riusciranno a mettere le cose in equilibrio, faranno
+opera degna di grandissima lode.</p>
+
+<p>Nessuno, io credo, in Italia, è più adatto di Edoardo
+Boutet a operare questo miracolo. Egli è un topo di
+palcoscenico. Da anni, sua occupazione e preoccupazione
+sono stati gli attori e gli autori drammatici. Con
+franchezza straordinaria, spesso brutale, egli ha detto
+la sua opinione su tutto e su tutti, ogni volta che l'occasione
+si è presentata. I suoi articoli nel <i>Corriere di
+Roma</i> dello Scarfoglio lo misero in vista. La gente
+che leggeva quegli scritti, si domandava con curiosità:</p>
+
+<p>Chi è mai questo nuovo <i>paysan du Danube</i> che irrompe
+nella cronaca teatrale? &mdash; E la curiosità non veniva eccitata<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[283]</a></span>
+soltanto dalle cose che egli diceva, ma dallo stile
+con cui le diceva; stile pieno di immagini, lutulento,
+imbarazzato, eppure innegabilmente efficace. Sotto l'impaccio
+della parola e della frase, si sentiva l'uomo sincero,
+convinto; una specie di apostolo e di profeta.</p>
+
+<p>Allora il giornale quotidiano non era un organo frettoloso
+d'informazioni com'è divenuto oggi. Il cronista
+teatrale aveva dignità di critico; non si trovava obbligato
+di far sapere la sua opinione immediatamente dopo
+lo spettacolo a cui aveva assistito; dal teatro non
+doveva correre in tipografia, e là improvvisare l'articolo
+e darne le cartelle ai compositori di mano in mano
+che le scriveva, senza avere tempo neppure di rileggerle.
+Durava il bel costume dell'appendice del lunedì;
+delle novità date il venerdì sera &mdash; e che egli era in caso
+di riudire nelle sere seguenti, se state tali da ottenere
+di essere replicate &mdash; l'<i>appendicista</i> poteva scrivere pensatamente,
+con comodo; e la curiosità del pubblico veniva
+anche aguzzata dall'attesa, e trovava piena soddisfazione
+nel poter leggere, il lunedì, i giudizii degli
+appendicisti teatrali più in voga; giacchè allora accadeva
+che alcune <i>appendici drammatiche</i> assumessero il
+valore di un piccolo avvenimento letterario.</p>
+
+<p>Edoardo Boutet portava qualcosa di nuovo, di speciale
+nella critica drammatica: la perfetta conoscenza
+dei misteri del palcoscenico. Di rimpetto a lui, gli <i>appendicisti</i>
+del lunedì di dieci anni avanti sembravano<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[284]</a></span>
+persone impettite, troppo serie, quasi accademiche. Egli
+era uno sbarazzino e nello stesso tempo uno che <i>credeva</i>,
+che si infiammava, e che talvolta arrivava fino
+ad assumere atteggiamenti apocalittici, fino a far intravvedere
+che tra la critica teatrale e lui egli supponesse
+un'assoluta identità di persona.</p>
+
+<p>Anche quando era ingiusto, o meglio, anche quando
+s'ingannava (non c'è ingiustizia nello ingannarsi) sotto
+la violenza del giudizio e della frase si scorgeva
+benissimo la sincerità del suo sdegno. Quella che per
+lui era un'offesa all'arte, sembrava anche si mutasse
+in offesa personale; ma sembrava così per la montatura
+del periodo che gli si aggrovigliava tra le mani
+tremanti di santissimo sdegno. I puristi, leggendo, si
+sentivano venire la pelle d'oca, ma non cessavano di
+leggerlo. Gli attori flagellati a sangue, le attrici contristate
+nella loro vanità, gli autori redarguiti con accompagnamento
+di sferzate fingevano di disprezzarlo,
+di sorridere di quelle sue sfuriate, ma poi gli davano
+ragione. Conosco qualcuno che non ha potuto tenergli
+broncio neppure un giorno, dopo un articolo che lo aveva
+stritolato la sera avanti, nel primo <i>Capitan Fracassa</i>
+di gloriosa memoria. Critico e autore, il giorno
+dopo erano a braccetto in Piazza Colonna e ridevano
+assieme, con gran meraviglia di parecchi che immaginavano
+forse di doverli vedere piuttosto presi pei capelli,<span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[285]</a></span>
+dato che l'autore drammatico avesse avuto dei
+capelli afferrabili; e non ne aveva.</p>
+
+<p>Da quei giorni, molt'acqua è passata sotto i ponti
+del Tevere. Edoardo Boutet ha sentito anche lui la
+mortificazione degli anni. Può darsi &mdash; ma non pare &mdash; che
+il vedersi mancare lo spazio e il tempo, per le
+invadenti necessità giornalistiche, lo abbia un po' scoraggiato.
+I suoi grandi articoli, le sue encicliche drammatiche
+si erano fatte rare. Di quando in quando, la
+<i>Nuova Antologia</i>, la <i>Rivista d'Italia</i> portavano un suo
+studio di attrice, una sua disquisizione intorno a qualche
+soggetto di attualità drammatica; studio e disquisizione
+dove egli mostrava la grande abilità di sapersi
+adattare all'ambiente, di parlare con moderazione di
+concetti e di forma &mdash; sì, anche di forma &mdash; che gli dava
+l'aria di persona un po' costretta a raffrenarsi, a
+comportarsi come chi si trova in un circolo di conversazione
+fuori dell'usuale.</p>
+
+<p>Di quando in quando, una scappata, un razzo, l'iniziamento
+di una serie di studi sur un particolare soggetto
+presto interrotta e non più ripresa; nient'altro.</p>
+
+<p>Si vedeva l'uomo che avrebbe voluto parlare, chiacchierare
+a suo agio e che non poteva più farlo, perchè
+il proto gl'insidiava le righe, perchè l'articolo politico,
+la cronaca, la satira gli contendevano lo spazio.
+Edoardo Boutet però è un parlatore brioso, delizioso,
+un conversatore; e il suo dialetto napoletano non forma<span class="pagenum"><a name="Page_286" id="Page_286">[286]</a></span>
+la minore attrattiva delle sue improvvisazioni familiari.
+Ha dovuto dire dentro di sè: Mi si tura la bocca
+o, per lo meno, mi si trattiene il braccio, mi si lesina
+lo spazio? Ebbene, io non posso sentirmi soffocare,
+io voglio sfogarmi. Ho tante e tante cose da dire! Debbo
+attendere un'occasione propizia che forse non si presenterà
+o chi sa quando si presenterà? No; fondo una
+piccola rivista settimanale e in essa sarò libero di sfogarmi
+e di scapricciarmi come voglio e come non posso
+più fare da un pezzo!</p>
+
+<p>Ed ecco le <i>Cronache drammatiche</i>, comparse il 2 aprile,
+col sorriso della Pasqua di Resurrezione, quasi anche
+il giorno della prima pubblicazione dovesse essere un
+buon augurio! Sedici fitte pagine in 16º.</p>
+
+<p>Ora <i>Caramba</i> è a suo agio. Ogni domenica, egli avrà
+la sua tribuna, il suo pulpito, o più propriamente
+il suo salotto. Egli non scrive, discorre. Qualcuno che
+lo vede frequentemente e che prende gran gusto nello
+stare ad ascoltarlo, ha esclamato: Ah, se Edoardo Boutet
+si risolvesse a scrivere le sue <i>Cronache</i> in dialetto
+napoletano! Che festa sarebbe!</p>
+
+<p>Sarà una festa egualmente! Anche a dispetto di certe
+velleità di affettazioni stilistiche che da qualche tempo
+egli predilige, come questa che chiude il suo primo
+articolo, <i>Il sogno della Duse</i>: &mdash; E intanto, in cosiffatta
+imperante e straripante dissennattezza, si compie, forse,<span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[287]</a></span>
+il delitto di uccidere la ignota anima <i>destinata di un
+teatro italiano a gettar le fondamenta</i>!</p>
+
+<p>Sarà una festa egualmente. Edoardo Boutet non diverrà
+mai un pedante: non <i>scriverà</i> mai, <i>parlerà</i>: ed è
+la sua caratteristica e sarà la sua forza. Passare una
+mezz'ora con lui, per via di quelle fosforescenti e svariate
+pagine delle <i>Cronache drammatiche</i>, diventerà presto
+un piacere che si tramuterà in dolce abitudine, anche
+per coloro che non si occupano esclusivamente di
+cose drammatiche.</p>
+
+<p>E sarà una festa e una cosa seria.</p>
+
+<p>Le cose che egli dice ridendo sono anzi le più serie.</p>
+
+<p>Leggete l'aneddoto intorno ad Adamo Alberti, illustre
+impresario, tempo fa, del teatro dei <i>Fiorentini</i> a
+Napoli; leggete l'articolo <i>Spettacolo di onore</i> che chiude
+il primo fascicolo. Sono del Boutet più schietto, e
+di quello che non ha bisogno di scrivere in dialetto
+napoletano per riuscire efficace e nello stesso tempo
+divertente.<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[289]</a></span></p>
+
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[291]</a></span></p>
+
+<h2><a name="LA_SOCIETA_PER_GLI_STUDI_FRANCESI" id="LA_SOCIETA_PER_GLI_STUDI_FRANCESI"></a>LA SOCIETÀ PER GLI STUDI FRANCESI<br />
+<span class="small">IN ITALIA</span></h2>
+
+<p>Eh, sì, mancava! Ed ho fatto tanto di cuore leggendone
+l'annuncio in una rivista genovese.</p>
+
+<p>Questa volta eravamo davvero ingrati, come ci qualificano
+i francesi. Da parecchi anni molte brave
+persone si sono sbracciate in Francia per fondare una
+<i>Società di studi italiani</i> col generosissimo scopo di far
+sparire qualche <i>piccolo malinteso nato in questi ultimi
+tempi</i> tra l'Italia e la sua sorella latina; e nessuno finora
+aveva pensato di far sorgere qualcosa di simile
+tra noi per aiutare quelle brave persone nella fratellevole
+impresa!</p>
+
+<p>Di tratto in tratto, a grandi intervalli in verità, i
+giornali francesi recano la notizia di una conferenza
+molto applaudita di soggetto italiano, dell'invito a uno
+dei nostri scrittori più in voga per andare a conferenziare
+colà; e il rumore degli applausi e dei brindisi
+nei banchetti passa le Alpi e commuove i cuori sensibili<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[292]</a></span>
+di quegli italiani che amano politicamente la Francia
+per lo meno quanto la loro patria, e, stavo per dire,
+anche più. Milano ci ha dato l'esempio di una doverosa
+cortesia invitando Edoardo Rod per una conferenza:
+ma il caso è rimasto isolato.</p>
+
+<p>Durante questo tempo, i francesi hanno iniziato per
+la letteratura italiana contemporanea quel che facevano
+da un pezzo per altre letterature straniere. Si sono
+degnati di accorgersi che c'è un po' di buono anche
+tra noi. Un accademico, che aveva prima scoperto i
+romanzieri russi, scopriva Gabriele D'Annunzio e lo
+presentava all'ammirazione del mondo intero, giacchè
+quando Parigi ammira, per la sua naturale funzione di
+cervello del mondo, induce tutte le nazioni civili a sentire
+e pensare come lui. Rivolti, così per caso, gli occhi
+a quest'umile Italia, meravigliati che avevamo anche
+noi parecchi poeti, parecchi romanzieri degni della
+loro curiosità i francesi si sono messi a farseli tradurre,
+per risparmiarsi la fatica di leggerli nella lingua
+originale. E così è avvenuto che parecchi italiani,
+che non avevano mai sentito la tentazione di leggere
+il loro D'Annunzio nelle belle edizioni del Treves,
+hanno avuto il piacere di gustarlo nelle traduzioni dell'Hérelle.</p>
+
+<p>È probabile che in questo <i>emballement</i>, come colà dicono,
+di Parigi per la letteratura italiana, la <i>Società di
+studi italiani</i> entri per qualche cosa; è probabile anche<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[293]</a></span>
+che non c'entri nè punto nè poco. Io non ho elementi
+per giudicarlo. I <i>piccoli malintesi nati in questi ultimi
+tempi</i> fra l'Italia e la Francia non hanno, mi sembra,
+niente che vedere con la letteratura; e se si dovesse
+badare allo scopo della <i>Società per gli studi italiani</i> e
+apprezzarne il risultato dai fatti, non si avrebbe, credo,
+nessuna ragione di rallegrarsi dell'efficacia di quegli
+studi. <i>I piccoli malintesi</i> permangono, se pure non
+aumentano. La <i>Società per gli studi italiani</i> non ha potuto,
+per esempio, impedire che i francesi, quando han
+voluto trovare l'epiteto più infamante con cui bollare
+Emilio Zola, scegliessero quello d'<i>italiano</i>. Venduto agli
+ebrei, tedesco, traditore della patria, insultatore dell'esercito
+non sembrando sufficienti, ogni insulto è stato riassunto
+in quella parola!</p>
+
+<p>Qualche scontroso potrà dire:</p>
+
+<p> &mdash; Siamo proprio buffi! Che alcuni francesi, di buona
+volontà abbiano sentito il bisogno di fondare una
+<i>Società per gli studi italiani</i>, non c'è da stupirne. Tra
+cento mila francesi, appena appena uno intende un po'
+l'italiano. Tra gli scrittori francesi, a stento tre o quattro
+non hanno citato un periodo, una frase italiana
+senza infiorarla di spropositi. È naturale dunque che
+essi si vergognino della loro ignoranza e cerchino di
+porvi riparo. Ma noi? Noi leggiamo tutto quel che ci
+viene dalla Francia; noi conosciamo la loro letteratura
+contemporanea quasi assai meglio della nostra; le nostre<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[294]</a></span>
+riviste, i nostri giornali letterari, i nostri stessi
+giornali politici rigurgitano di saggi, come si dice, di
+studi, di recensioni di libri francesi; dovrei dire di panegirici,
+di inni, anche per libri mediocrissimi che, scritti
+in italiano passerebbero inosservati. Che diamine dobbiamo
+studiare più di quel che facciamo?</p>
+
+<p>C'è chi si sente commuovere le viscere pei trionfi
+del D'Annunzio, per le traduzioni dei romanzi del Serao,
+del Rovetta, del Butti, del Neera? Primieramente
+questo fatto non ha niente di speciale. È venuta la
+nostra volta. Passata la moda dei romanzieri russi, dei
+drammaturgi e romanzieri norvegiani, la curiosità si è
+rivolta verso di noi, come domani si rivolgerebbe verso
+i Lapponi e gli Ottentoti, se essi avessero la fortuna
+di possedere una letteratura.</p>
+
+<p>Questa curiosità intellettuale però fa molto onore ai
+francesi di oggi; è una loro qualità nuova, e di cui
+bisogna rallegrarsi in onore dello spirito umano. Ma
+coloro che vedono in questa curiosità un sintomo di
+sentimenti di altra natura, si ingannano grossolanamente.</p>
+
+<p>Per disgrazia, la letteratura è una cosa, la politica
+è un'altra. Politicamente tra francesi e tedeschi c'è
+un dissidio mortale. Spiritualmente, mai come oggi la
+cultura tedesca è stata assorbita e assimilata in Francia;
+se ne veggono i segni dappertutto, nella scienza
+e nell'arte. Chi da questo assorbimento e assimilamento<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[295]</a></span>
+volesse indurne che francesi e tedeschi siano avviati
+a darsi un abbraccio politico, direbbe una corbelleria.</p>
+
+<p>La letteratura è come la religione; invade la immaginazione,
+il sentimento, ma diventa cosa pratica fino
+a un certo punto; mai più in là. Così noi, teoreticamente
+cristiani, praticamente siamo tali fino a un certo
+punto, e forse non andremo mai più in là.</p>
+
+<p>È male, è cosa deplorevole, ma non possiamo impedire
+che sia così. In certi momenti, quando interessi
+tutt'altro che spirituali vengono in ballo, la bestia
+che dorme nel nostro organismo si sveglia a un tratto
+e ruggisce e sbrana e divora a dispetto di tutto e
+di tutti. I fratelli cristiani si ammazzano tra loro peggio
+dei turchi e dei selvaggi; le nozioni del tuo e del
+mio, i sentimenti di tolleranza, di libertà, di eguaglianza
+diventano belle parole e nient'altro, utili soltanto
+per darla a intendere ai semplici, agli sciocchi che si
+lasciano illudere facilmente.</p>
+
+<p>Diciannove secoli di cristianesimo, di filosofia, di
+scienza, non hanno cavato un ragno dal buco, non sono
+riusciti ad ammansire un po' la bestia umana! Di addomesticarla
+non si può parlare.</p>
+
+<p>Ora nei <i>quelques travers</i> a cui accenna il programma
+della <i>Società francese per gli studi italiani</i> &mdash; e che non sono
+di <i>ces derniers temps</i>, e non hanno origini così antiche
+che bisognerebbe andare a indagarle nelle tenebre<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[296]</a></span>
+preistoriche &mdash; quei <i>quelques travers</i> tra italiani e francesi riguardano
+la bestia, cioè la politica; e non c'è società
+di studi francesi e italiani che possano dissiparli. In
+questo caso: &mdash; Chi si guarda si salva, dice il proverbio.</p>
+
+<p>Ma io tolgo la parola allo scontroso; non voglio impicciarmi
+di politica per conto suo. E siccome egli ha
+parlato di bestia ed ha citato un proverbio, aggiungerò
+soltanto che è bene non fidarsi troppo delle bestie; e
+che l'altro proverbio: &mdash; Il lupo cangia il pelo e non il
+vizio &mdash; non deve intendersi unicamente per questi poveri
+animali. E torno alla letteratura.</p>
+
+<p>Oh, nessuno è più lieto di me che sia, finalmente,
+arrivato in Francia un buon quarto d'ora per gli scrittori
+italiani; ma ne sono lieto più pei francesi che per
+noi. Gli scrittori italiani insomma, rimangono quel che
+sono. Hanno valore? Riconosciuto o no dagli altri, questo
+valore non aumenta, nè diminuisce. Non hanno valore?
+E l'immeritata ammirazione sarà fenomeno effimero,
+senza importanza.</p>
+
+<p>Mi fa gran piacere intanto che lo spirito francese
+abbia abbattuta un'altra barriera e varcato un altro confine
+intellettuale. Era eccessivamente esclusivo; troppo
+e orgogliosamente si lusingava e si compiaceva che
+poco o niente esistesse nel mondo fuori dei suoi poeti,
+dei suoi romanzieri, dei suoi drammaturghi. Ora invece
+può giustamente e diversamente inorgoglirsi, vedendo
+che il resto del mondo non ha lasciato passare nessuna<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[297]</a></span>
+forma della letteratura francese senza giovarsene,
+senza appropriarsi tutti i processi tecnici di essa, ma
+anche non senza aggiungervi qualcosa, non senza apportarvi
+qualche necessaria innovazione. E la letteratura
+italiana contemporanea gli darà probabilmente, per
+ragione di conformità d'indole e di tradizioni, maggiore
+elemento di orgoglio che qualunque altra.</p>
+
+<p>Noi italiani abbiamo forse barriere da abbattere, confini
+da varcare, specialmente con la Francia letteraria?
+Se mai, abbiamo bisogno di ritrarci un pochino in casa
+nostra, per rifarci la salute con la sana aria paesana.</p>
+
+<p>E poichè per la politica la <i>Società degli studi francesi</i>
+non approderebbe a niente, come a niente ha approdato
+in Francia la <i>Società per gli studi italiani</i>; poichè,
+per quel che riguarda l'arte letteraria, essa risulterebbe
+assolutamente superflua, conchiudo:</p>
+
+<p> &mdash; Vogliamo fare ancora un altro po' di accademia?
+Facciamola pure. Vogliamo prendere altre indigestioni
+con banchetti internazionali, e sgolarci in risonanti
+brindisi, e smanacciarci in applausi di convenzione?
+Divertiamoci pure. Si fanno tante cose inutili in questo
+mondo, che una di meno o una di più non sarà la
+rovina di nessuno.</p>
+
+<hr />
+
+<h3>NOTE:</h3>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1">1.</a> <span class="smcap">F. Cavallotti</span>: <i>La sposa di Mènecle</i>, Pref. XIII.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2">2.</a> <span class="smcap">L. Capuana</span>, <i>Per l'Arte</i>, pag. 15 e seg.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3">3.</a> <span class="smcap">F. Cavallotti</span>, pref. all'<i>Alcibiade</i>, pag. 11. Ediz. citata.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4">4.</a> <i>Cavallotti</i>, Alcibiade, la critica e il secolo di Pericle, pag. 269
+edizione citata.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5">5.</a> Ivi, ivi.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6">6.</a> (<span class="smcap">Edoardo Rod.</span> <i>Essai sur Goethe. Paris, Perrin et C. editeurs,
+1898</i>).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7">7.</a> <span class="smcap">Enrico Corradini</span>, <i>La Verginità</i>, Firenze 1898.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8">8.</a> <i>T. Massarani</i>, Epistola al Faldella pel Cinquantesimo dello Statuto &mdash; Roma,
+Forzani e C. 1898.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9">9.</a> Vedi a pag. 50 dei miei <i>Ismi contemporanei</i>.</p></div>
+
+<hr />
+
+<div class="tnote">
+<h2>Nota del Trascrittore</h2>
+
+<p>Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, così come
+le grafie alternative (studi-studî, vigoria-vigorìa, d'Annunzio-D'Annunzio e
+simili), correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.
+Sono stati corretti i seguenti refusi (tra parentesi il testo
+originale):</p>
+
+<ul>
+<li>&nbsp;&nbsp;<a href="#tn8">viii</a> - delle premesse [promesse], bisogna accettarne</li>
+<li>&nbsp;&nbsp;<a href="#tn70">70</a> - di sconvenienza verso Sarah Bernhardt [Shara Bernardth]</li>
+<li><a href="#tn157">157</a> - l'Andrea Sperelli, il Tullio [Tullo] Hermil</li>
+<li><a href="#tn159">159</a> - la schiettezza [schietta], la sincerità diventano</li>
+<li><a href="#tn203">203</a> - Baldini e Castoldi [Gantoldi] editori</li>
+<li><a href="#tn240">240</a> - ci riempiamo la bocca col tronfio [trionfo] assioma</li>
+</ul>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Cronache Letterarie, by Luigi Capuana
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK CRONACHE LETTERARIE ***
+
+***** This file should be named 36109-h.htm or 36109-h.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/3/6/1/0/36109/
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Claudio Paganelli, Barbara
+Magni and the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTIBILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
+
+
+</pre>
+
+</body>
+</html>
diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt
new file mode 100644
index 0000000..6312041
--- /dev/null
+++ b/LICENSE.txt
@@ -0,0 +1,11 @@
+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
+metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be
+in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES.
+
+Procedures for determining public domain status are described in
+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
+
+No investigation has been made concerning possible copyrights in
+jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize
+this eBook outside of the United States should confirm copyright
+status under the laws that apply to them.
diff --git a/README.md b/README.md
new file mode 100644
index 0000000..85f3fa6
--- /dev/null
+++ b/README.md
@@ -0,0 +1,2 @@
+Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org) public repository for
+eBook #36109 (https://www.gutenberg.org/ebooks/36109)