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+The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org
+
+
+Title: Passeggiate per l'Italia, Vol. 3
+
+Author: Ferdinando Gregorovius
+
+Translator: Mario Corsi
+
+Release Date: November 1, 2011 [EBook #37900]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and
+the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
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+ FERDINANDO GREGOROVIUS
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+ Passeggiate per l'Italia
+
+ L'isola d'Elba
+ San Marco di Firenze
+ La campagna dei volontari intorno Roma
+ Poeti romani contemporanei
+ Avignone
+ Ravenna.
+
+
+ _Versione dal tedesco di Mario Corsi_
+
+
+ ULISSE CARBONI--LIBRAIO EDITORE
+ ROMA
+ _Via delle Muratte, 77_
+ 1907
+
+
+
+
+ I diritti della presente traduzione sono riservati
+
+ Stab. Tip. della Officina Poligrafica Editrice
+ Roma, Piazza della Pigna, 53.
+
+
+
+
+L'ISOLA D'ELBA.
+
+(1852).
+
+
+
+
+L'isola d'Elba.
+
+(1852).
+
+
+Una volta alla settimana il piroscafo dello Stato toscano, il «Giglio»,
+fa in estate il viaggio per l'Elba, per portare i dispacci del Governo
+ed i passeggieri. Da Livorno il viaggio dura circa cinque ore, poichè si
+tocca Piombino, dove il bastimento si ferma per un certo tempo.
+
+Sempre lungo la costa solitaria della Maremma, si è rallegrati dalla
+vista della verde pianura, che discende al mare, e che è limitata
+all'interno dai monti che circondano Volterra. Delle torri ai luoghi di
+approdo, alcuni piccoli porti, alcuni edifici per usi industriali e
+delle case coloniche sparse qua e là interrompono la striscia uniforme
+delle Maremme, che verdeggiano di boschetti di mirti, dove nel folto è
+una ricchissima caccia di cinghiali.
+
+Ai tempi degli Etruschi su questa costa erano delle ricche città,
+potenti per la loro cultura, da Volterra sino a Cere e sino a Vejo nella
+Campagna Romana. Si passa dinanzi alla vecchia Cecina, un luogo che si
+trova ancora oggi collo stesso nome, vicino alla costa. Più al sud era
+la celebre Vetulonia, poi Populonium, una delle più possenti città degli
+Etruschi, la quale estendeva la propria signoria su tutte le isole
+vicine. Essa fu distrutta nella guerra civile tra Mario e Silla,
+cosicchè già, al tempo di Strabone, non rimaneva altro della sua
+grandezza che una vecchia torre, un tempio e pochi avanzi di mura. Le
+sue rovine sono visibili sul promontorio della piccola penisola che
+sporge dalla costa, luogo reso selvaggio da cespugli di pruni e
+dall'erica. Un piccolo fortilizio si erge in questo luogo. Veleggiando
+intorno alla penisola di Populonium si arriva al porto di Piombino.
+
+Questa piccola città di appena 1200 abitanti era una volta dominio della
+casa Appiani, e nell'anno 1805 del côrso Felice Baciocchi, duca di Lucca
+e Piombino, marito di Elisa Bonaparte. Estinta la casa Appiani nell'anno
+1631, il principato passò alla Spagna, e nel 1681 ad Ugo
+Buoncompagni-Ludovisi, i discendenti del quale ne tornarono in possesso
+dopo il 1815, sotto la supremazia della Toscana. Le stradicciole della
+città colle loro case gialle, il castello principesco in alto, e le mura
+nere ed una torre esposta ai venti sopra uno scoglio battuto dalle onde
+nel porto, guardano solitari giù nel mare. La veduta dalla città è degna
+di una residenza sovrana; un intero arcipelago sta dinanzi gli occhi,
+delle belle isole appaiono sulla superficie del mare: Giglio, Cervoli,
+Palmarola, Elba e Corsica. Precisamente di fronte e lontana solo una
+mezz'ora, l'Elba eleva le sue alte montagne, avendo avanti a sè le isole
+circondate di torri di Cervoli e Palmarola.
+
+Quanto più ci si avvicina all'Elba, tanto più appariscono imponenti i
+suoi scogli; di paesi non vi è traccia, eccettuato un piccolo porto, che
+lasciamo sulla sinistra. La riva è ripida e di una tetra maestosità. Su
+in alto sulla cima di un monte sta ardita una antichissima torre grigia,
+chiamata dal popolo «Torre di Giove», un indicatore venerato dal
+navigante che drizza la prora all'isola di Napoleone.
+
+La nave gira ora un promontorio e la sorpresa improvvisa non è piccola.
+Poichè in una volta si mostra il grande e bel golfo di Porto-Ferraio, un
+magnifico basso-fondo, chiuso a guisa di anfiteatro da alte montagne, le
+pendici delle quali sono coperte sino al mare da giardini, boschetti,
+ville, poderi, cappelle tra i cipressi, alte piante d'aloè e gelsi
+dalle verdeggianti ombre. A destra, il golfo è chiuso da una penisola,
+di cui l'istmo è molto stretto e in questa è la città ed il porto di
+Porto-Ferraio, l'antico Argo, più tardi La Cosmopoli, il bel monumento
+del fortunato Cosimo I, di casa Medici, e la prigione di Napoleone.
+
+Io posi piede nella città col sentimento di chi entra nel regno idiliaco
+della storia. Le grandi, prime linee del golfo hanno qualcosa di
+festoso; la città sulla penisola, così graziosamente toscana, ha un
+aspetto di semplicità rustica e di benessere lungi dal mondo.
+
+Le strade sono accalcate, ma visibili a colpo d'occhio; le piccole
+piazze ed i giardini odorosi, che sono lungo le alture, invitano
+decisamente a rimanere. La città tutta riluce in un tinta di sfondo
+giallo-chiaro, che armonizza perfettamente col verde degli alberi ed il
+celeste carico del mare. Un soggiorno adatto per re spodestati che
+vogliano scrivervi le loro memorie.
+
+Anche le torri ed i bastioni dei tre forti, Stella, Falcone e
+Castell'Inglese, non hanno un aspetto severo. Ai loro piedi si trova il
+porto circolare, circondato da belle banchine, opera di Cosimo de'
+Medici. Per la tromba, la bella porta del centro, si accede nella
+città, dopo aver letto con soddisfazione l'iscrizione molto promettente:
+
+ TEMPLA MOENIA DOMOS
+ ARCES PORTUM COSMUS MED. FLORENTINORUM DIE XII
+ A FUNDAMENTIS EREXIT A. D. MDXLVIII.
+
+Tutto costruì qui quel fortunato Cosimo, tempî, case, mura, castelli e
+porto; egli non lasciò a Napoleone costruire altro che i castelli in
+aria di un nuovo impero.
+
+Il bastimento approda alla scalinata, dalla quale egli s'imbarcò un
+giorno, colla sua guardia per la Francia, una scena questa, che la
+fantasia ricostruisce subito; quante volte infatti per tutto il mondo
+non abbiamo veduto questo quadro? «L'imbarco di Napoleone all'isola
+d'Elba». L'occhio intanto guarda in su verso la gloriosa città, cercando
+l'abitazione dell'imperatore esiliato.
+
+«Non vedete lassù, la ridente casa gialla sotto il forte Stella? Essa
+guarda appunto qui sul porto; vedete là, dove la sentinella stà dinanzi
+alla garitta.
+
+«Quella colle piccole finestre? Qual palazzo delle Tuileries per un re
+pigmeo! Sembra un padiglione di giardino».
+
+Quello è il palazzo dell'Imperatore, oggi residenza del Governatore.
+
+Una barca ci porta alla banchina sulla quale si sono riuniti curiosando
+degli abitanti della città. Qui non c'è l'accalcamento di Livorno, dove
+non si è sicuri della propria vita fra i barcaiuoli e i facchini: qui
+tutto è quieto, umile e lieto. Dalla porta, si entra per una piccola
+strada, dove è il mercato del pesce e delle erbe, nella «piazza d'armi»,
+una piazza lunga e stretta, in fondo alla quale è situata la chiesa
+principale della città. La più serena pace domenicale regna qui, una
+disposizione ed una comodità di vita veramente idiliache. Le casette
+pulite sono ornate di fiori, e dei pochi bisogni degli abitanti fanno
+fede le piccole botteghe, il caffè e l'albergo modesto «L'ape d'oro»,
+nel quale prendo stanza insieme coi miei compagni di viaggio. Una
+modesta sala da pranzo, un paio di commensali semplici e silenziosi, un
+discreto vino d'isola, un pranzo frugale ed un albergatore leale e di
+poche pretese, ecco la prima impressione.
+
+Non troviamo requie sino a che non siamo saliti su sino all'abitazione
+di Napoleone. Essa è situata tra i forti Stella e Falcone, sulla roccia,
+in alto, dimodochè guarda colla fronte sul golfo e colla parte
+posteriore sul mare verso Piombino, offrendo una bella vista. Ma certo
+questa veduta sulle coste attraenti d'Italia è troppo eccitante.
+
+L'edificio è composto da un corpo di fabbrica centrale piatto con
+quattro finestre sulla facciata, e di due piccole ali laterali, che
+sono notevolmente più basse. Per queste si entra nell'interno, poichè il
+corpo di fabbrica centrale non ha alcuna porta. Un muro recinge il
+piccolo giardino, nel quale Napoleone faceva le sue passeggiate al
+mattino e la sera. Piante di limoni, fiori, un paio di busti marmorei
+nel verde, ecco tutta la ricchezza del giardino imperiale dell'Elba.
+Napoleone stesso lo creò, ornandolo di acacie. A me sembrò molto
+caratteristico di trovarvi piantati dei cannoni. Poichè il giardino
+appartiene al recinto del forte Stella, esso serve nello stesso tempo di
+trincea e senza dubbio i cannoni vi erano piantati tra i fiori, già al
+tempo di Napoleone e dovevano essere certo le piante preferite
+dell'Imperatore, chè gli davano l'odore più grato di tutti i fiori delle
+rose e degli aranci. Si può quindi immaginarsi l'Imperatore che si
+aggira qui nel suo giardino dei cannoni, che sosta presso un obice,
+nell'atto di macchinar piani e ponderare decisioni, investigando il
+mare, ove la costa d'Italia è abbracciabile dallo sguardo, scrutando più
+oltre sul continente, la platea della sua gloria, che gli ricorda le sue
+geste, rimproverandogli la sua inattività, e spunzecchia continuamente
+l'animo suo, dicendogli «Cesare, tu dormi».
+
+Ma dobbiamo pur confessare che la figura di Napoleone all'isola d'Elba
+non ci commuove troppo. La forza eroica di un solo uomo, che lotta
+contro il mondo e sfida ostinatamente la sorte, è sempre degna di
+ammirazione, ma essa lascia freddi, quando non serve più alle idee ed
+agli scopi morali della storia, ma sibbene solo al proprio, piccolo
+egoismo. La storia aveva messo da parte Napoleone; ribellandosi
+dall'Elba egli apparve quale un uomo che non aveva più niente da fare
+nel mondo e che era esonerato dai suoi bisogni; la sua lotta era
+titanica come doveva esser quella di un solo uomo contro l'ordinamento
+del mondo; egli lo spezzò come una canna che viene stritolata da una
+ruota in movimento. Tale è l'impressione tragica dell'isola d'Elba e dei
+cento giorni.
+
+Napoleone a Sant'Elena è di nuovo una figura ben diversa. Qui egli
+suscita una mestizia tragica, come l'eroe di una tragedia che noi
+vediamo morire, con l'anima purificata e riconciliata dalla passione.
+
+Strano; in questo mare Tirreno esiste un'altra isola rocciosa, che
+porterà sempre nella storia un nome immortale, per l'esilio di un
+imperatore. E' Capri, il ritiro del terribile Tiberio. Elba e Capri,
+Napoleone e Tiberio, sono i due contrapposti del dispotismo pieni di
+contraddizioni; là un imperatore esiliato violentemente sulla piccola
+isola, che anela di tornare nella storia del mondo, preso d'angustia
+insopportabile, mai sazio di dominio e d'imprese eroiche; qui, un
+imperatore, che possiede incontestato il mondo, guidandolo con un cenno
+degli occhi, e che, con un sorriso mezzo ironico e mezzo pauroso, si
+esilia volontariamente sulla piccola roccia per vivere come un eremita.
+
+In verità, fu una ingenuità fanciullesca delle potenze del 1814,
+l'esilio di Napoleone all'isola d'Elba. Si potrebbe essere tentati di
+spiegare quest'idea innocente dei più grandi uomini politici d'Europa,
+come un capriccio romantico. Pertanto, io ricevetti l'impressione
+dell'unico significato, che sta nell'esilio di Napoleone, all'isola
+d'Elba, improvvisamente, quando fin alle miniere di ferro di Rio io mi
+dissi allora che l'alta diplomazia del 1814 aveva pensato molto
+poeticamente di esiliare il Dio delle battaglie su questa isola del
+ferro. Dai suoi inesauribili giacimenti di minerale, i popoli si sono
+fabbricati armi per più di 20 secoli e Roma, alla quale Porsenna, re
+degli Etruschi che per primi fucinarono il minerale dell'Elba, aveva
+dettato una volta la condizione di adoprar il ferro per l'avvenire solo
+per utensili agricoli, ha conquistato poi il mondo col ferro di
+quest'isola.
+
+Potevasi credere che il dominatore di mezz'Europa, che era abituato a
+giuocare con corone regali, si fosse potuto improvvisamente cangiare in
+un ufficiale pensionato, che pianta i cavoli sopra un'isola idiliaca,
+alleva uccelli, ha ai suoi ordini, a guisa di giocattolo, in ricordo dei
+tempi passati, un paio di granatieri e va a caccia la domenica coi
+vicini? Si pensava forse a Diocleziano, a Tiberio ed a Carlo V? Regnanti
+stanchi, depongono il diadema, perchè esso riesce loro pesante, dopo che
+si sono saziati; ma anche la più pesante corona non è mai sembrata grave
+sul capo di un uomo che l'ha strappata alla fortuna, quale figlio della
+rivoluzione. Tali uomini non possono cessare di dominare che rimanendo
+sopraffatti nella lotta, dalla sorte medesima. Strana idea quindi questa
+di porre il leone côrso su quest'isola, tra la Francia e l'Italia,
+giusto nel punto dove più bruciava la sua passione di dominio.
+
+Tuttavia in questo luogo d'esilio di Napoleone vi è un significato anche
+più profondo. La fatalità che sovrasta ai grandi uomini è spesso di
+un'ironia crudele. Essa s'incarica di respingere le sue vittime al loro
+inizio e di colpirle dopo, quando esse tentano per la seconda volta gli
+dei della Fortuna. Se Napoleone saliva sopra uno di quei grandi monti di
+Marciana, dalla loro vetta egli poteva vedere la Corsica dinanzi a sè,
+con le sue città, co' suoi boschi e le sue montagne, e mille luoghi che
+gli ricordavano la sua gioventù. La vista doveva essergli dolorosa. In
+tal modo ei si trovò rigettato verso la terra, dalla quale era venuto da
+giovane, qual figlio ignorato della fortuna, con incerta brama di grandi
+geste.
+
+Questo era insopportabile. Egli doveva rompere l'anello fatale; ma non
+riuscì a liberarsi dal tormento della sua sorte, che non gli risparmiò
+di tornare di nuovo dall'Elba in Francia nella veste dell'avventuriere,
+colla quale egli dalla Corsica era andato altra volta pel mondo.
+
+Quando i marescialli Macdonald e Ney comunicarono a Napoleone che egli
+doveva scegliere, come sovrano, l'Elba od un altro luogo, ad esempio la
+Corsica, egli gridò: «No, no. Io non voglio aver niente di comune con la
+Corsica». Ci vuole poca psicologia a leggere qui nell'animo
+suo.--L'isola d'Elba! Chi conosce l'isola d'Elba? Mi si cerchi un
+ufficiale che conosca l'Elba! Mi si mostrino le carte che indicano la
+situazione dell'Elba! Elba, ebbene sia l'Elba! Ed un'idea passò
+nell'animo suo. I favoriti di sua sorella Elisa di Toscana erano quelli
+che avevano proposto l'Elba, poichè rimaneva assai vicina alla Toscana;
+e così egli andò ad assumere il possesso di questa piccola isola: e
+questo fu il risultato di quei tanti combattimenti che avevano
+sconvolto il mondo.
+
+Il 20 aprile 1814 egli prese commiato dalla sua guardia. Mi si perdoni
+di ricordare cose vecchie e conosciute. Si rammenta pur volentieri la
+figura di un uomo straordinario, segnatamente nella sua caduta. Un tale
+spettacolo eleva l'anima ad una più savia considerazione della vita e
+dei suoi ordinamenti eterni. Se uomini piccoli cadono dall'altezza dei
+grandi, ove non li collocò la propria forza intrinseca, ma la debolezza
+dei tempi, si ha una fine terribile, non tragica. La caduta di Napoleone
+è per contro forse la tragedia più grande della storia del mondo.
+
+Cosa disse quest'uomo, quando prese commiato dalla sua guardia, cioè dal
+suo istrumento di guerra? Le sue parole sono miste d'inesattezze e
+verità, di politica e sentimentalità! L'insieme della scena di
+separazione è caratteristico, poichè è del tutto teatrale. In genere,
+attorno alla figura di Napoleone c'è sempre maggior pompa teatrale e
+broccato d'oro da palcoscenico che non attorno a quelle di Alessandro e
+Pompeo. «Siate fedeli al nuovo Re, che la Francia si è scelto», così
+disse egli alle guardie piangenti; «non abbandonate la nostra cara
+patria, da troppo tempo infelice. Non piangete sulla mia sorte; io sarò
+sempre felice, sapendo che voi lo siete. Avrei potuto morire, niente
+era più facile per me; ma io voglio seguire senza arrestarmi la via
+dell'onore. Ancora ho da scrivere ciò che abbiamo fatto. Non posso
+abbracciarvi tutti, ma voglio abbracciare il vostro Generale. Venite,
+Generale... (egli stringe tra le braccia il generale Petit). Portatemi
+l'aquila... (egli bacia l'aquila). Aquila adorata! Potessero questi baci
+scendere a tutti i bravi nel cuore... Addio, figli miei... i miei voti
+vi seguiranno sempre... Conservate la mia memoria».
+
+Il 27 aprile egli giunge a Fréjus, travestito poveramente, per scampare
+dall'assassinio progettato dalla Provenza, percorrendo in senso inverso
+la strada della propria fortuna. La strada che egli aveva percorso
+volando, come trionfatore, al suo ritorno dall'Egitto, attraversava egli
+ora frettolosamente, vestito da postiglione e da lacchè.
+
+Una nave francese ed una inglese erano colà pronte nel porto. Egli
+prescelse l'inglese. Il 5 maggio egli approdò in Porto Ferraio; sette
+anni più tardi egli doveva morire in quello stesso giorno sopra una
+lontana isola nell'Oceano, il cui nome appena aveva udito ricordare.
+
+Erano le 6 di sera: una bella giornata del mezzogiorno. Il popolo
+d'Elba, i suoi sudditi, era tutto sulla banchina. Poveri uomini con
+giacche di lana di capra, il berretto frigio in mano, aspettavano
+confusi, timorosi e curiosi il grande uomo, che aveva conquistato il
+mondo e regalato paesi e corone, come altri sovrani regalano anelli e
+decorazioni, e lo attendevano come loro sovrano, come principe
+dell'Elba. Una banda musicale suonava una nenia pastorale. Napoleone
+rimase di cattivo umore per la notte sul bastimento. Come si deve esser
+sentito serrato in questo piccolo golfo circondato da roccie, che sembra
+lo tengano prigione!
+
+Quando mise piede sulla riva, lo ricevette il comandante francese
+Dalesme, sino allora in carica. Egli lo aveva prevenuto del suo arrivo,
+scrivendogli: «Generale, io ho sacrificato i miei diritti alle necessità
+della patria, riservandomi il possesso e la sovranità dell'isola d'Elba;
+fate sapere agli abitanti che scelsi la loro isola per mio soggiorno,
+dite loro che essi saranno sempre l'oggetto del mio più vivo interesse».
+
+Elba, d'ora innanzi l'oggetto del suo più vivo interesse! Un guscio
+d'ostrica in luogo di tutto il mondo!
+
+Il sindaco e gli anziani di Porto-Ferraio si presentarono con le chiavi
+della città. L'Imperatore li ricevette. Era la stessa scena, cui egli
+aveva assistito così spesso, a Berlino, a Vienna, a Dresda, a Milano, a
+Madrid, a Mosca,--solo gli attori erano cambiati ed erano ormai... il
+vecchio e balbettante sindaco di Porto-Ferraio ed un paio di anziani
+della cittadina.
+
+Napoleone andò a stare nella casa del Governatore, e questa è appunto
+quel palazzo imperiale col piccolo giardino dei cannoni e le piccole
+aiuole di cui ho detto sopra. Egli cominciò senza ritardo a restaurare
+la casa. Io vi trovai una bella sala da pranzo e circa 10 o 12 altre
+camere, piccole e grandi, che sono abitate attualmente dal comandante
+della città e della fortezza. Nella camera da letto di Napoleone pendono
+dei quadri in rame, che rappresentano scene dell'Egitto; nello studio
+esiste ancora il suo tavolo di lavoro. Questo era dunque il palazzo
+delle Tuileries dell'Imperatore, il simbolo in miniatura della sua
+potenza, ed in rapporto ad esso stava la sua Corte. Gran Maresciallo di
+palazzo era il conte Bertrand; il conte Cambronne, il generale
+d'artiglieria Drouot ed altri componevano la Corte, che contava in tutto
+35 cariche, ben rappresentate.
+
+In verità, il soggiorno all'Elba somigliava alla villeggiatura di un
+imperatore romano, che si sottrae al cerimoniale della grande corte
+della capitale rumorosa e va a cercare, con pochi fedeli e pochi servi,
+aria e riposo ad Anzio od a Baia. Ma no, l'aria dell'Elba fu per i sensi
+di Napoleone probabilmente più opprimente che non quella dello scoglio
+di S. Elena, su cui egli pose piede completamente rassegnato.
+
+Gli erano stati lasciati, come giuocattolo, 700 uomini di guardia a
+piedi e circa 80 uomini a cavallo. Si immagini ora quella casetta piena
+di veterani riuniti, quasi naufraghi sbattuti sopra un'isola ed
+accampati sulla riva. Chi udiva i discorsi di codesti rudi uomini,
+francesi, côrsi, italiani e polacchi, sentiva le cose più meravigliose e
+vedeva passare quadri di mezzo mondo innanzi a sè: le piramidi, i
+ghiacci terribili della Russia, le Alpi, Lipsia, Marengo, il sole
+d'Austerlitz, Eylau e non è tutto:--nomi come Ney,--oh, Ney! questo
+rattrista,--Marmont, Bernadotte,--che rattrista il vecchio cuore dei
+veterani,--Murat il falso, il magnifico Murat! Che avvenne di Murat? Oh,
+egli è laggiù in Italia, ancora Re! Con un bastimento che navighi due o
+tre giorni si può dargli la mano.--«Pazienza!» dice l'italiano.--«Viva
+l'Imperatore» grida il francese.--«Ancora niente è perduto,» dice il
+polacco.--Qualche volta si fanno esercizi; l'Imperatore non ha
+disimparato il mestiere. Si sparano i cannoni, ma i cannoni non fanno
+che brontolare nell'aria, e la loro è una cattiva musica.
+
+Si deve eseguire un'impresa. L'Imperatore dell'Elba volle già nei primi
+tempi conoscere il suo nuovo Stato ed accompagnato dall'ambasciatore
+inglese Niel Campbell fece il giro dell'isola a cavallo. Si vuole che,
+temendo di essere assassinato, prendesse costui con sè ed anche una
+scorta di armati. Egli diffidava specialmente del comandante della
+Corsica, Brulart, che era stato a suo tempo capo degli Chouans ed amico
+di Giorgio Cadoudal, ed ora comandava in Corsica, come a dispetto di
+Napoleone. In un paio di giorni l'Imperatore si era persuaso che il suo
+regno non era grande; concepì però il piano di costruire strade,
+condotture d'acqua e fare miglioramenti. Egli voleva abbellire l'Elba,
+come Tiberio aveva abbellito una volta Capri. Lo spirito irrequieto
+cercava di occuparsi; d'altronde, doveva pur passare il suo tempo.
+
+Napoleone che fabbrica all'isola d'Elba e traccia strade traverso le
+roccie, è un uomo pensoso, che disegna figure e linee nella sabbia; è il
+vecchio Federico, seduto sul tubo da condotture, dopo la battaglia
+perduta, che sta scavando dinanzi a sè col bastone.
+
+Il suo sguardo cadde sullo scoglio di Palmarola. Egli mandò quaranta
+guardie ad occupare quell'isolotto, cosa che nessuno gli contrastò,
+poichè non era abitato da nessuno. Le vecchie guardie elevarono una
+torre e così il regno fu ingrandito.
+
+Napoleone occupò anche quella piccola isola deserta di Pianosa, dove
+Augusto un giorno aveva esiliato il nepote Agrippa Postumio, che fu
+fatto trucidare subito dopo da' sicarî speditivi da Tiberio. L'isola fu
+protetta da un fortino. A ciò egli fu indotto forse da quell'antico nome
+imperiale, oppure dalla sorte di Agrippa, tanto simile, ahimè! alla sua.
+
+Egli costruì magazzini, banchine, un paio di stalle per cavalli, una
+condottura d'acqua, un lazzaretto e lo stesso piccolo teatro di
+Porto-Ferraio, dove egli aveva il suo palco, come a Parigi. Per se
+stesso egli mise su una villa in campagna. Sulla destra del golfo una
+strada, da lui costruita, conduce a questa Versailles dell'Elba. Colà
+andava o cavalcava volentieri, egli, l'Imperatore, intrattenendosi
+spesso coi campagnoli che incontrava per via, spingenti innanzi a sè i
+loro asinelli carichi di frutta.
+
+La valle, nella quale è sita la villa S. Martino, e dove si vuole che
+una volta abbia avuto un palazzo Scipione Nasica, è straordinariamente
+bella. Essa rimane nel grembo di quelle maestose montagne, che si
+elevano dal lato della Corsica. Un ruscello serpeggia nel verde del
+fondo, d'ambo i lati una ricca vegetazione, molte case sparse nel verde,
+e sino a dove giunge lo sguardo un'abbondanza benedetta di vigneti
+carichi d'uva, come se si fosse nella campagna felice di Napoli. Chi ha
+la contentezza nel cuore, può certo viver felice colà. Per tutto l'anno
+vi fioriscon rose; il clima è mite e l'aria aromatica e dalla parte che
+la valle si apre verso Portoferraio, il golfo ed il mare brillano
+fantasticamente.
+
+La villa appartiene oggi al Principe Demidoff. Questo Creso russo la
+trasforma in un museo napoleonico. Essa diverrà magnifica con portici
+dalle colonne marmoree e sale incantevoli, dove si potranno ammirare
+tutti i fasti dell'Imperatore dipinti in affreschi sulle pareti.
+Napoleone però, che aveva piantato gli aranci sulla terrazza della
+villa, si contentò di far dipingere la sala da pranzo in stile egizio;
+in genere sembra che il ricordo dell'Egitto fosse il più caro della sua
+vita, poichè gli rappresentava le poesia epica e romantica della sua
+gioventù. Ora Demidoff ha raccolto tutte le possibili reliquie che sono
+inerenti alla storia napoleonica, e le disporrà nelle sale di S.
+Martino. Una reliquia napoleonica vivente ancora, nel cui possesso il
+principe è stato, egli non potrà esporre in questa villa, poichè, a
+quanto si dice, egli non l'avrebbe ben tenuta; voglio dire la sua prima
+moglie, Matilde Bonaparte, figlia dell'ex-re Girolamo, reliquia di
+Vestfalia.
+
+Quando i cimelii saranno tutti a posto, mi dissero i lavoranti della
+villa, il principe farà venire tutti i venerdì a proprie spese un
+piroscafo da Livorno a Portoferraio, per trasportare tutti coloro che
+vorranno ammirare le belle cose. Per ora, nessuno deve entrare e questo
+sta scritto su di una tabella. Così io non potei entrare nella villa.
+
+Tornando a Portoferraio, fui consolato dal bel chiaro di luna, che seppe
+narrarmi molte cose. Al chiaro di luna si osservano meglio le rovine e
+si medita meglio sui ricordi d'ogni specie; il fascino di una luce
+incerta si accorda così bene con tutto ciò che c' è di transitorio e di
+fugace!
+
+Si può amare Napoleone? Potrà essere commossa sino alle lacrime un'anima
+umana tra mille anni al ricordo di lui, in uno qualunque dei teatri
+delle sue geste? Io lo dubito; io non lo credo.
+
+Vi è un gran nome nella storia, che per metà suona nel nome di
+Napoleone: Timoleone. Il ricordo di quest'uomo del tempo antico, io lo
+confesso, mi commosse profondamente, quando ripensavo a lui, visitando
+il teatro di Siracusa. Come avrebbe avuto paura Napoleone dinanzi a
+questo greco, che lo avrebbe inviato a Corinto, disprezzandolo
+severamente, come il tiranno Dionigi. Altri tempi, grandezze diverse;
+Napoleone, nella sua gioventù, era entusiasta di questi eroi di
+Plutarco; quando divenne imperatore, confutava rabbiosamente Tacito e
+fece un panegirico a Tiberio.
+
+Così spesso lo si è paragonato a Prometeo incatenato, che questo quadro
+è oramai vecchio; esso sta tuttavia tanto bene a questo eroe in esilio,
+che era in condizione di spezzare le catene dell'Elba, sino a che la
+forza e la violenza non lo ribadirono in ceppi diamantini allo scoglio
+di S. Elena. Dopo, quali lotte da giganti! Blücher e Wellington dovevano
+vincere questo genio, lanciati quali forza e violenza contro il semidio.
+Il generale degli ussari Blücher, adoperato nelle mani del destino quale
+mezzo per abbattere Napoleone, o diciamo con parola più modesta, a
+batterlo, poichè cosa avrebbe potuto fare un brav'uomo come Blücher,
+senonchè battere strenuamente... Questo è uno scherno amaro. La natura
+pertanto si serve delle grandi forze, se vuole formare o sviluppare
+qualcosa, delle più modeste, quando vuole compiere o distruggere.
+
+A Napoleone le settimane trascorse all'Elba doverono sembrare anni. Egli
+si lamenta spesso con Campbell che gli siano stati tolti la moglie ed il
+figlio, negandogli un favore che è accordato anche ai più miseri degli
+esiliati dall'umanità.
+
+Sua madre venne nell'estate. Come ritrovò Letizia Ramolino suo figlio!
+Anche il cuore vanitoso della madre era precipitato dall'alto della
+fortuna, ma non si spezzò; il cuore di Giuseppina, più nobile, si
+spezzò, 30 giorni dopo la prima caduta di Napoleone, alla Malmaison.
+Anche Paolina Borghese, sua sorella, una volta la nuova Elena del mondo,
+la bella etéra, ai piedi della quale giacevano sovrani coronati, venne
+ora a farsi dimenticare nella solitudine dell'Elba.
+
+Molte persone vennero e se ne andarono misteriosamente. I sette porti
+dell'isola non erano stati mai così animati. Nei nove mesi vi entrarono
+1200 bastimenti e 900 italiani e 600 inglesi vennero a vedere l'uomo
+dell'Elba, tra i quali molti ufficiali in uniformi italiane, francesi ed
+inglesi, ora da Marsiglia, ora dalla Corsica, da Genova e Livorno, ora
+da Napoli, Civitavecchia e Piombino. Con tutti Napoleone si intratteneva
+allegro e spiritoso e da tutti si faceva informare degli avvenimenti del
+suo paese e del continente.
+
+Un giorno venne a Portoferraio una signora straniera con un bambino.
+L'Imperatore la ricevette segretamente, e l'alloggiò in campagna; dopo
+pochi giorni però essa ripartì col bambino per l'Italia, misteriosamente
+come era venuta. Circolarono molte dicerie, pochi soli seppero chi fosse
+la straniera; essa non aveva potuto sottrarsi agli sguardi della
+curiosità. Si può facilmente immaginare come Napoleone all'Elba si
+trovasse nella situazione di un uomo interessante, che soggiorna in una
+piccola città di provincia, spiato da tutti gli occhi, e chiacchierato
+da tutte le lingue. Quella signora straniera era una contessa polacca,
+il bambino, un figlio di Napoleone, il frutto di un'ora di delizia nella
+fredda Polonia. Io non so ciò che avvenne poi del bambino, ma credo
+poter accertare che questo bambino si sia presentato nel mese di
+dicembre 1852, quale ambasciatore ufficiale della Francia, dinanzi alla
+regina Vittoria d'Inghilterra, per annunziarle che la superficie del
+mondo, nonostante l'Elba e Sant'Elena, era divenuta di nuovo
+bonapartista, poichè 8 milioni di francesi avrebbero eletto commossi
+imperatore di Francia Luigi Bonaparte, unico figlio superstite dell'ex
+Re di Olanda.
+
+E' un sogno. La storia del mondo ha talvolta i suoi sogni di vecchi
+amori e di avvenimenti antichi, come un individuo. Nell'anno 1852 essa
+sognò di Napoleone.
+
+L'Imperatore intanto veniva svergognato da zie e comari, come si dice.
+In tutta Italia si affermava che una certa signorina Vantini aveva
+conquistato il suo cuore, che egli l'aveva ricevuta in ore romantiche,
+nella villa ed anche nel suo palazzo, e che essa inoltre già portava nel
+seno un secondo piccolo Napoleone ed infine che essa si vantava
+apertamente di ciò. Questa signorina era figlia di un possidente
+dell'Elba, un uomo che era stato sindaco di Portoferraio; egli era
+d'altra parte cognato di un certo signor Cornelio Filippi di Livorno. La
+sorella di questo signor Filippi tuttavia era una vera Messalina, amante
+dichiarata dell'inglese Grant, un negoziante di Livorno, e questo Grant
+a sua volta era un nemico accanito di Napoleone e manutengolo dello
+spione Giunti, ecc. ecc. E così si ebbe una storia di scandali anche
+all'Elba.
+
+Il danaro cominciava tuttavia a mancare. Le entrate di Napoleone erano
+di appena 400.000 lire. La Francia, ad onta dell'impegno preso, non
+pagava la rendita annuale di lire 2.500.000 stabilita dall'accordo di
+Fontainebleau. L'Imperatore si lamentava e lord Castlereagh si
+interponeva per lui; ma il Governo francese tergiversava e non pagava,
+perchè sospettava probabilmente che l'esiliato volesse servirsi dei suoi
+denari per un qualche colpo di Stato; nella miglior ipotesi si temeva
+un'irruzione in Italia; che potesse però tentare uno sbarco in Francia,
+non passò per la mente a nessuno.
+
+Qui all'Elba, nella prossimità della Francia e dell'Italia, i due paesi
+si son dovuti offrire da se stessi come teatri di una possibile
+restaurazione alla fantasia dell'Imperatore decaduto. Come deve aver
+passeggiato indeciso in questo giardino, in questo studio ed in quella
+villa, le mani incrociate sulla schiena, pesando sulla bilancia della
+scelta, qua la Francia e là l'Italia, qui il rinnovarsi di un cammino
+già noto, la restaurazione di un regno che gli era appartenuto, là una
+nuova strada, una monarchia del tutto nuova da fondare.
+
+Sostiamo un momento, poichè questo è un punto misterioso nella storia di
+Napoleone, un punto di una seduzione straordinaria, quando si voglia
+formarsi un criterio, come tutte l'eventualità di un grande carattere.
+Per un minuto, può dirsi, balenò sull'Italia l'apparizione di un
+avvenire incalcolabile, mentre Napoleone era all'Elba.
+
+Quali conseguenze ne sarebbero derivate infatti se questo uomo avesse
+improvvisamente dimesso la sua aspirazione verso la Francia, se egli,
+italiano, fosse comparso in Italia sotto un nuovo aspetto, quale
+ordinatore cioè ed unificatore di questi bei paesi, nella città mondiale
+di Roma, sul Campidoglio, qual romano imperatore della penisola latina?
+
+E' fuori dubbio che un tale partito fosse preso in esame, ma a qual
+punto giungessero i rapporti di Napoleone cogli agenti dell'Unione
+italica, che avevano il loro centro a Torino, è difficile poter
+precisare, nonostante tutto quello che è stato scoperto. Quel progetto
+di un impero costituzionale a Roma, a capo del quale si sarebbe dovuto
+eleggere Napoleone, non suona più fantastico oggi, che nel 1814.
+Napoleone doveva essere imperatore romano, i Re di Sardegna e di Napoli
+sarebbero stati indennizzati con delle somme, le città principali, come
+Milano, Venezia, Firenze e Napoli, sarebbero state innalzate a
+vice-reami, per appagare il loro patriottismo, divenendo volta a volta
+sedi del parlamento nazionale. Il Papa fu dichiarato un fantasma, di cui
+si doveva liberarsi. Questo era il progetto italiano; per metterlo in
+esecuzione poteva bastare una guerra. Murat, allora ancora re di Napoli,
+poteva essere avviluppato in una guerra colla Francia; Napoleone sarebbe
+comparso nel momento dello scontro, nel qual caso egli avrebbe
+indubbiamente avuto ragione delle due armate, ed avrebbe compiuta
+l'unità d'Italia, obbligando i Borboni di Francia a riconoscerlo.
+
+Ma basta con questi sogni. Napoleone manteneva l'Italia in tensione,
+quando egli prestava ad essi l'orecchio, ed infatti il suo sbarco nella
+penisola avrebbe fatto vacillare ogni cosa. Egli si sarebbe senza dubbio
+rivolto all'Italia, se la Francia non gli avesse offerto nessuna
+prospettiva; ma ciò, di cui i suoi agenti di colà lo informavano,
+mostrava chiaramente ch'egli non doveva che sbarcare per vedere sfumare
+come nebbia la restaurazione borbonica.
+
+Intanto, nel palazzo all'isola si viveva semplicemente, senza destar
+preoccupazioni; Paolina, l'anima della società, dava ogni tanto una
+festa. Ma, affine di risparmiar danaro, il treno di casa era stato
+ridotto, qualche progetto di costruzione pure veniva sospeso e si
+vendeva persino un parco d'artiglieria. L'Imperatore stava tutto
+ingolfato tra le carte, i giornali ed i rapporti. Il suo piccolo studio
+aveva lo stesso aspetto, di quello alle Tuileries; l'uomo era pur sempre
+lo stesso, era Napoleone, che ruminava in fondo all'animo progetti
+colossali, piani di battaglia ed idee che dovevano sconvolgere il
+mondo.
+
+In tal modo egli se ne stava nella piccola cameretta della sua casa di
+Portoferraio, sul tetto della quale sventolava il modesto vessillo
+dell'Elba, bianco ed amaranto colle api imperiali, mentre nello stesso
+tempo l'alta diplomazia sedeva a congresso a Vienna. Tutte le potenze
+d'Europa sono dietro il tavolo verde, mettendo in movimento mille penne
+e mille lingue; tutto il mondo è un protocollo ed un campo di lotte
+diplomatiche e tutto questo per il piccolo uomo dell'Elba. Questi, in
+silenzio e dimenticato, solo come un mago nella spelonca ove evoca
+spiriti invisibili, mandandoli fuori e ricevendoli di ritorno; quelli
+avvolti dal frastuono delle feste della vittoria e dei dibattimenti.
+Così passavano i mesi. Ad un tratto il piccolo uomo di ferro all'Elba si
+alza dal tavolo suo: il Congresso non è più; i principi ed i diplomatici
+si dividono ed il mondo torna ad essere di nuovo un campo di guerra
+infuriato.
+
+Napoleone era informato di tutto quanto avveniva in Francia ed a Vienna;
+sul principio dell'anno 1815 la discordia minacciò di mettere gli
+alleati in guerra fra di loro. L'Austria, la Francia e l'Inghilterra si
+impegnarono per mezzo di una convenzione segreta contro la Russia e la
+Prussia. La Francia esigeva pure la restaurazione dei Borboni a Napoli.
+Il trono di Murat vacillava; egli si offrì quindi naturalmente quale
+alleato a Napoleone, per fare appello a quella unità d'Italia, a capo
+della quale egli avrebbe dovuto esser posto.
+
+La parola terribile di Sant'Elena era già arrivata alle orecchie di
+Napoleone. Il partito era preso nell'animo suo. Egli divenne sempre più
+solitario; evitava di parlare a Campbell. Egli lo riceveva solo di rado
+e soltanto quando l'inglese ritornava da Livorno, ove andava qualche
+volta. Una nave da guerra francese incrociò allora intorno all'isola per
+spiare Napoleone, del quale si cominciò a dire che preparasse uno sbarco
+in Italia; invece la corvetta inglese, che era a disposizione di
+Campbell, navigava continuamente tra l'Elba, Genova, Civitavecchia e
+Livorno, su e giù.
+
+Napoleone stesso, come sovrano dell'isola, possedeva dei navigli da
+guerra, cioè quattro bastimenti; essi veleggiavano spesso, manovrando
+sul mare, sotto il nuovo vessillo dell'Elba, che era rispettato anche
+dai barbareschi; spesso essi portavano ai capitani dei bastimenti elbani
+dei regali, dicendo che pagavano il debito di Mosca. L'Imperatore
+mandava di frequente fuori le navi, per nascondere i suoi propositi; ed
+egli tanto li nascose che solo Bertrand e Drouot furono a parte del
+segreto e lo conobbero appena 24 ore prima della partenza. Alle donne
+non fu detto niente; nella vicina Corsica lo sapeva soltanto Colonna,
+l'amico di Paoli e confidente di Napoleone.
+
+La decisione d'imbarcarsi, di uscire da quella squallida solitudine,
+andando incontro a nuovi combattimenti da giganti, dovette essere una
+terribile scossa per l'anima di Napoleone, simile a quella di Cesare,
+quando passò il Rubicone. Certo fu uno di quei tratti disperati che si
+qualificano a seconda dell'esito, o come audacemente eroici e grandi, o
+come folli ed avventurosi. Tali momenti, nei quali un uomo deciso va
+incontro al suo destino a corpo perduto, conquistano tutto il nostro
+interesse, e, se l'impresa riesce, l'audacia stessa sembra che raddoppi
+la grandezza dell'eroe. Simile a quel Fernando Cortez, che lasciò
+bruciare dietro a sè i bastimenti, ci appare ora Napoleone, ed in verità
+egli andò alla conquista della Francia ed alla guerra contro gli
+eserciti delle potenze europee, con poche truppe di più di quelle che
+aveva l'avventuroso grande spagnolo quando si trattava di domare i
+selvaggi indiani. Certamente, due suoi grandi eserciti già stavano in
+Francia: il fascino del suo nome e l'odio contro la restaurazione.
+
+Era di sabato, il 26 febbraio; Paolina dava appunto un ballo; le guardie
+e le altre truppe, 800 uomini, stavano in tenuta di marcia sulla Piazza
+d'Arme; sette bastimenti erano pronti per la partenza in porto;
+l'Imperatore appariva irrequietissimo; il piccolo uomo andava su e giù,
+alla finestra, guardava il cielo e il golfo che è mosso dalle onde
+muggenti. Le guardie ricevettero finalmente l'ordine di imbarcarsi!
+_Alea jacta est._
+
+Erano le otto di sera quando Napoleone scese dalla banchina nella barca.
+
+Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso prende il mare, per tentare gli
+Dei per la seconda volta, a me sembra che una voce gli gridi dietro: «La
+triste, eterna legge del fato dispone per tutte le cose, che quando esse
+hanno raggiunto l'apice, ricadano nel fondo più presto di quanto sono
+salite». La voce è quella di Seneca, di quell'antico uccello della
+disgrazia, che ha un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone
+questa massima, poichè egli vide finire in modo terribile i grandi della
+terra, l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola, l'imperatore Claudio
+e Cesare Germanico, poichè egli rimase per otto anni in esilio in
+Corsica e studiò la saviezza e conosceva la natura per esperienza
+profonda, e così poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche.
+Napoleone si allontanò veleggiando, non veduto dalla corvetta inglese,
+che era a Livorno. Il mare era grosso. Si sperava di aver passato la
+Capraja prima dello spuntar del giorno; però il vento cessò e al giorno
+si era ancora in vista dell'isola; solo alle 4 della sera circa si
+arrivò all'altezza di Livorno e subito si scorsero due fregate e poi una
+nave da guerra francese, la _Zephir_, che veniva incontro. Gli equipaggi
+volevano abbordarla, Napoleone però impose loro di nascondersi sotto
+coperta. Lo _Zephir_ domandò alla nave ciò che c'era di nuovo all'Elba e
+Napoleone stesso rispose con la tromba: «L'Imperatore sta molto bene».
+Così sfuggi felicemente al pericolo.
+
+Prima del suo imbarco egli aveva già redatto due proclami all'esercito
+ed al popolo francese; ma poichè non si poteva decifrarli, egli li buttò
+in mare e ne dettò altri due. Tutti coloro che sapevano scrivere ne
+fecero copie; si vedeva a bordo chi scriveva sulle trombe, chi sui
+_colbac_ dei granatieri e sui banchi. Era una scena curiosa quella, chi
+si svolgeva sull'_Inconstant_,--questo era il nome del bastimento di
+Napoleone e della sua fortuna.
+
+Ecco ora i due proclami.
+
+ Dal Golfo di S. Juan il 1^o marzo 1815.
+
+Napoleone, per grazia di Dio e per la costituzione dell'Impero,
+Imperatore dei Francesi.
+
+ALL'ARMATA: «Soldati! Noi non siamo stati battuti. Uomini usciti dalle
+nostre file hanno tradito la nostra gloria, il loro paese, il loro
+principe ed il loro benefattore. Coloro che da 25 anni furono veduti
+percorrere l'Europa per suscitarci nemici, che hanno trascorso la loro
+vita combattendo contro di noi tra le file nemiche, imprecando alla
+nostra bella Francia, avranno essi il vanto d'incatenare e dominare le
+nostre aquile, essi che non ne poterono mai sostenere lo sguardo?
+Dovremmo noi sopportare che essi raccolgano i frutti delle nostre
+fatiche gloriose, che essi s'impadroniscano del nostro onore e dei
+nostri averi? che essi rinneghino la nostra fama? Se il loro regno
+durasse, tutto sarebbe perduto, anche il ricordo stesso delle nostre
+memorabili battaglie. Con qual furore essi le sfigurarono e cercarono di
+avvelenare ciò che aveva meravigliato il mondo! E se restano ancora dei
+difensori della nostra gloria, si trovano tra i nostri nemici stessi che
+abbiamo combattuto sui campi di battaglia. Soldati! Nel mio esilio ho
+udito la vostra voce; io son qua dopo aver superato tutti gli ostacoli e
+tutti i pericoli.
+
+«Il vostro Generale chiamato al trono per elezione del popolo, innalzato
+sui vostri scudi, vi è restituito. Venite, unitevi a lui. Strappate quei
+colori che la nazione ha proscritti ed attorno ai quali da venticinque
+anni si sono riuniti tutti i nemici della Francia. Inalberate quella
+coccarda tricolore che portavate nelle nostre grandi giornate. Noi
+dobbiamo dimenticare che siamo stati i padroni dei popoli, ma non
+dobbiamo sopportare che alcuno s'immischi nelle nostre faccende. Chi
+potrebbe pretendere di dominare su noi? Chi ne avrebbe la potenza?
+Riprendete quelle aquile che portavate a Ulm, ad Austerlitz, a Jena, a
+Eylau, a Wagram, a Friedland, alla Tudela, ad Eekmühl, a Essling, a
+Smolensk, alla Moscova, a Lützen, a Wurschen, a Montmirail. Credete voi
+che questo piccolo gruppo di francesi, che è oggi così altero, ne possa
+sopportare la vista? Essi ritorneranno colà donde sono venuti, ove
+continueranno a regnare se lo desiderano, come pretendono d'aver fatto
+per diciannove anni.
+
+«I vostri beni, il vostro rango, la vostra gloria, i beni, il rango e la
+gloria dei vostri figli non hanno maggiori nemici di questi principi che
+ci sono stati imposti dagli stranieri. Essi sono i nemici della vostra
+fama, poichè il ricordo di tanti fatti eroici che hanno glorificato il
+popolo francese, quando combatteva contro di essi per sottrarsi al loro
+giogo, è la loro stessa condanna.
+
+«I veterani delle armate della Sambre e della Mosa, del Reno, d'Italia,
+dell'Egitto, dell'Oriente, della grande Armata sono umiliati; le loro
+cicatrici onorate sono schernite; i loro successi sarebbero delitti e i
+prodi sarebbero ribelli se, come sostengono i nemici del popolo, i
+sovrani legittimi si trovavano tra le file delle armate nemiche.
+
+«Gli onori e le ricompense appartengono a coloro che li hanno serviti
+contro la patria e contro di noi.
+
+«Soldati! Venite, schieratevi sotto le bandiere del vostro Capo; la sua
+vita è la vostra: i suoi diritti sono quelli del popolo ed i vostri; il
+suo interesse, il suo onore, la sua gloria sono l'interesse, l'onore e
+la gloria vostra. La vittoria marcerà al passo di carica; l'aquila coi
+colori nazionali volerà di torre in torre sino alle torri di Nôtre-Dame.
+Allora potrete mostrare con onore le vostre ferite; allora potrete
+vantarvi di quello che avete fatto e sarete i liberatori della patria.
+
+«Nella vostra vecchiaia, circondati dai vostri concittadini che vi
+ascolteranno con attenzione, racconterete loro le vostre grandi geste;
+voi potrete dire con orgoglio: anch'io facevo parte di quella grande
+Armata che entrò due volte nelle mura di Vienna, in quelle di Poma, di
+Berlino, di Madrid e di Mosca, che liberò Parigi da quelle infamie che
+il tradimento e la presenza del nemico le avevano impresse. Onore a
+questi prodi soldati, gloria della patria! e vergogna eterna ai francesi
+colpevoli, in qualunque condizione la fortuna li abbia posti, che
+combatterono per venticinque anni per dilaniare il cuore della patria.
+
+ _firmato_: NAPOLEONE».
+
+
+ AL POPOLO FRANCESE.
+
+«Francesi! La capitolazione del Duca di Castiglione consegnò Lione ai
+nostri nemici senza tentar difesa. L'esercito, il cui comando io gli
+avevo confidato, era in condizione di battere il corpo d'armata
+austriaco a lui contrapposto, per il numero dei suoi battaglioni e per
+l'eroismo e l'amor di patria delle truppe che lo componevano, passando
+così dietro il fianco sinistro dell'esercito nemico che minacciava
+Parigi.
+
+«Le vittorie di Champ-Aubert, di Montmirail, di Château Tierry, di
+Bauchamps, di Monterom, di Craonne, di Rheims, di Arcis-sur-Aube e di
+Saint-Dizier, la sollevazione dei bravi contadini nella Lorena, nella
+Champagne, nell'Alsazia, nella Franca Contea e nella Borgogna, e la
+posizione da me occupata dietro gli eserciti nemici, in modo da tagliar
+loro i magazzini, i parchi di riserva, le comunicazioni e toglier così
+loro tutto il necessario, li avevano posti in condizione disperata. I
+francesi non erano mai stati sul punto di essere più potenti e la più
+bella parte degli eserciti nemici era irremissibilmente perduta; essa
+aveva trovato la propria sepoltura in quelle regioni deserte, che aveva
+spogliate così crudelmente, quando il tradimento del Duca di Ragusa
+consegnò ai nemici la capitale e produsse il dissolvimento
+dell'esercito.
+
+«Il modo imprevisto di comportarsi di questi due generali, che tradirono
+in una volta la loro patria, il loro principe ed il loro benefattore,
+cangiò le sorti della guerra; la condizione del nemico era tale che, sul
+finire del combattimento che ebbe luogo dinanzi a Parigi, esso si
+trovava senza munizioni, avendolo noi separato dal suo parco di riserva.
+
+«In queste improvvise e gravi circostanze il mio cuore era dilaniato, ma
+l'animo mio rimase incrollabile; io presi allora consiglio solo dal bene
+della patria; io mi relegai sui miei scogli in mezzo al mare; però la
+mia vita vi era e doveva esservi ancora utile. Non permisi al grande
+numero di cittadini che mi volevano accompagnare, di dividere la mia
+sorte; io pensavo che la loro presenza fosse utile in Francia; non
+condussi meco che un piccolo manipolo di prodi, necessari per la mia
+difesa.
+
+«Elevato al trono per vostra elezione, tutto ciò che è avvenuto
+all'infuori di voi, è illegale. Da 25 anni, la Francia ha nuovi
+interessi, nuove istituzioni ed una gloria nuova, che possono esser
+garantiti solo da un governo nazionale e da una dinastia, sorta in
+queste circostanze. Un principe che regnasse su di voi, che fosse posto
+sul mio trono con la forza di quelle armi che hanno devastato il nostro
+paese, si appoggerebbe invano sui principî del diritto feudale; egli non
+garantirebbe che i privilegi di un piccolo numero di individui, nemici
+del popolo, che da 25 anni li ha sempre condannati in tutte le nostre
+assemblee nazionali. La vostra pace all'interno e il vostro prestigio
+all'estero sarebbero perduti per sempre.
+
+«Francesi! Nel mio esilio ho inteso i vostri lamenti ed i vostri
+desiderî; voi avete reclamato questo governo ai vostri voti, ciò che
+solo è legittimo; avete accusata la mia lunga inerzia e mi proponeste di
+sacrificare la mia pace al bene della patria.
+
+«Io ho traversato i mari in mezzo a pericoli di ogni sorta. Sono qua per
+riprendere tra voi i miei diritti, che sono pure i vostri. Non terrò
+conto di tutto ciò che è stato fatto, scritto o detto da alcuni dopo
+l'occupazione di Parigi; ciò non avrà nessuna influenza sui servizi
+rilevanti che essi prestarono per l'innanzi, poichè è degli avvenimenti
+di questa fatta che si trovino nell'organizzazione umana.
+
+«Francesi! Non vi è nazione che, per quanto piccola, non avrebbe avuto
+il diritto di sottrarsi e che non si sarebbe sottratta all'onta di
+obbedire ad un principe che è stato imposto da un nemico,
+momentaneamente vittorioso. Quando Carlo VII ritornò a Parigi e rovesciò
+il trono effimero di Enrico VI, egli riconobbe di essere in possesso del
+trono, pel valore de' suoi prodi e non per mezzo del principe-reggente
+d'Inghilterra.
+
+«Così io pure riconosco e riconoscerò a voi soli ed ai prodi
+dell'esercito il dovuto onore.
+
+ _Firmato:_ NAPOLEONE».
+
+Questi sono i proclami ch'ei scrisse nel mare d'Elba. Lo spirito
+militare di quei tempi, quando il popolo diveniva esercito, ed il
+sovrano, generale, ci si affaccia da questi documenti nella sua barbarie
+per l'ultima volta. Chi può leggere oggi senza sentirsi irritato queste
+frasi di gloria militare e di guerre dei prodi dell'esercito e sempre ed
+eternamente dell'esercito?
+
+Il 1^o marzo alle 3, la flotta di sette trasporti arrivò nel golfo S.
+Juan; alle 5 Napoleone pose piede sulla terra di Francia. La schiera si
+nascose in un uliveto.
+
+Come somigliava qui Napoleone agli eroi romantici della sua patria
+côrsa. Poichè, mostrandocisi ormai nell'atteggiamento di avventuriere,
+egli era essenzialmente côrso. I guerrieri più rinomati della patria sua
+avevano cercato di impossessarsi di essa dall'esilio, nella stessa
+maniera.
+
+Nell'anno 1408 Vincentello d'Istria sbarcò con un paio di spagnoli e di
+côrsi su quell'isola, per strapparla ai genovesi. Dopo un combattimento
+glorioso egli fu preso e decapitato.
+
+Giampaolo fece, nell'anno 1490, un'incursione in Corsica con quattro
+côrsi e sei spagnoli, ch'erano tutti il suo esercito. Dopo un
+combattimento glorioso, egli morì in esilio.
+
+Tre volte irruppe il valoroso Renuccio della Rocca dal suo esilio in
+Corsica, la prima con 18 uomini, la seconda con 20, e la terza volta con
+8 amici. Ogni volta egli entrava coraggiosamente nel paese, mettendo
+avanti editti di esilio e lanciando proclami, e contando sul concorso
+dei suoi amici. Egli fu ucciso nell'anno 1511, sui monti, dopo varii
+combattimenti gloriosi.
+
+Nell'anno 1564 Sampiero, il più valoroso dei côrsi, sbarcò nella sua
+patria con 37 côrsi e francesi. Egli fu ucciso nell'anno 1567 sui
+monti, dopo gloriosi combattimenti cogli eserciti genovesi.
+
+Con 500 guardie francesi, 200 cacciatori côrsi e con 100 lancieri
+polacchi, che non avendo cavalli, portavan essi stessi le selle, il
+côrso Napoleone Bonaparte partì in guerra contro la Francia e gli
+eserciti reali. Dopo gloriosi combattimenti egli fu relegato nell'isola
+di S. Elena.
+
+Con un manipolo di côrsi Gioacchino Murat sbarcò nell'ottobre 1815 dalla
+Corsica a Napoli, per conquistare un regno. Egli fu fucilato dopo il suo
+audace sbarco.
+
+Con un paio d'uomini, il côrso Luigi Bonaparte arrivò, ai nostri tempi,
+a Strasburgo, per conquistare una nazione di 35 milioni di abitanti. Il
+tentativo essendo fallito, egli sorprese di nuovo la Francia in
+Boulogne. La storia ha il dovere di riconoscere queste incursioni, senza
+dubbio avventurose, quali precedenti storici di un uomo che divenne
+imperatore dei francesi non molto tempo dopo. Pertanto, nessuno deve
+esser considerato felice, prima della sua fine.
+
+Presto si abbattono le cose caduche, dice il vecchio Seneca. Rapido fu
+il volo di Napoleone dal golfo di S. Juan, a S. Elena, a traverso
+Waterloo. Il 2 marzo egli era a Cérénon, il 3 a Barême, il 4 a Digne, il
+5 a Gap, il 7 a Lione, il 14 a Chalons, il 20 marzo alle 9 di sera egli
+entrava a Parigi. Il 1^o giugno egli era un uomo politicamente già
+battuto. Il 18 giugno egli cadde a Waterloo. Il 21 giugno tornò, in
+fretta, a Parigi; il 22 giugno egli dettò:
+
+«Ma vie politique est terminée et je proclame mon fils sous le titre de
+Napoléon II empereur des Français!».
+
+Il 15 luglio egli s'imbarcò sul _Bellerophon_; il 7 agosto sul
+_Northumberland_. Il 16 ottobre arrivava a S. Elena.
+
+Dopo--e questo è l'ultimo quadro della storia di quell'anno
+meraviglioso--egli giacque sul lontano scoglio africano, nel suo letto
+di morte, pallido e muto, coperto col mantello turchino di Marengo, col
+busto marmoreo di suo figlio, il Re di Roma, ai piedi; i suoi amici
+fedeli Bertrand ed Antommarchi ed i suoi servi stanno in ginocchio,
+piangendo. Il sole si tuffa in tal momento nel mare. Il sacerdote che ha
+somministrato l'estrema unzione all'Imperatore, alza le braccia e dice:
+_Sic transit gloria mundi!_
+
+Napoleone rivisse a S. Elena le sue opere e quello che egli fu, e pose
+alla sua carriera, a guisa di epigrafe monumentale, le seguenti
+significative parole:
+
+«Io ho chiuso l'abisso dell'anarchia, ordinando il caos; io ho quietata
+la rivoluzione, nobilitati i popoli, e moderato i re. Ho incoraggiato
+qualunque gara, ho ricompensato ogni merito ed ho allargato i limiti
+della gloria. Tutto ciò è stato pur qualcosa.--Or dunque, da quale punto
+si potrebbe attaccarmi, dove lo storico non potesse difendermi? Forse
+nelle mie intenzioni? In questo egli potrà certamente assolvermi
+dall'accusa. Il mio dispotismo? Si vorrà però ammettere che la dittatura
+era necessaria. Si dirà ch'io era un ostacolo alla libertà? Egli proverà
+che l'arbitrio, l'anarchia e la più grande confusione stavano ancora
+alle porte. Mi si rimprovererà di aver amato troppo la guerra? Egli
+dimostrerà ch'io fui sempre attaccato. Che io anelassi la monarchia
+universale? Egli mostrerà che solo la combinazione casuale delle
+circostanze e solo i nostri nemici stessi sono stati quelli che mi vi
+hanno spinto passo a passo. Finalmente, si accuserà forse la mia
+ambizione? Ah, certamente di questa si troverà molto in me, ma della più
+alta e più bella, che ha forse mai guidato un uomo, intendo quella di
+ordinare ed inaugurare finalmente l'impero della ragione, l'esercizio ed
+il godimento completo di tutte le capacità (ingegno) umane. E qui lo
+storico si troverà forse costretto a rimpiangere che una tale ambizione
+non sia stata appagata ed esaudita».
+
+Così pensava Napoleone a S. Elena della sua stessa missione. E non
+pertanto, egli fu un messia, come ogni altro prima di lui, cui la storia
+assegnava per compito di portare il mondo siccome un atlante per un
+certo tempo, e di rinnovare pel bene del progresso le fatiche di Ercole.
+E se deploriamo la natura umana, perchè essa si trasforma piuttosto per
+mezzo del dispotismo soldatesco di Napoleone, che per le leggi civili di
+Solone e Timoleone; se infine accusiamo apertamente questo grande uomo
+di aver dimenticato la sua missione e di esser perito pel suo egoismo e
+la sua sete di dominio, restiamo però pieni di stupore e di riverenza
+dinanzi alla sua figura e glorifichiamo la grande spinta che da lui è
+derivata alla vita dei popoli e al progresso generale.
+
+ * * * * *
+
+Ho dunque dato all'Imperatore ciò che all'Imperatore appartiene e voglio
+dare pure agli elbani ciò che agli elbani spetta. Sono in numero di
+20,000; un popolo pacifico, con usi e lingua prettamente toscani e senza
+caratteristiche di genere nazionale. L'isola è troppo piccola (essa
+comprende poco più di 7 miglia quadrate) ed è sita troppo vicina alla
+terraferma per aver potuto sviluppare in sè un proprio spirito popolare.
+Non si trova traccia di usi côrsi in questa roccia così vicina alla
+Corsica, e di vendetta si son riscontrati casi solo nei tempi antichi;
+oggi di essi non c'è più esempio. Il bandito côrso si rifugia solo
+nell'estremo bisogno all'Elba, dove egli non può rimanere. Un
+particolare comune ai due popoli isolani è l'ospitalità.
+
+L'Elba conta le seguenti località: Portoferraio (il porto del ferro), la
+fortezza Longone e la marina di Porto Longone, Marciana con la marina,
+Poggio, Campo, Capoliveri, Pila, Sampiero, Rio con la marina,
+Sant'Ilario.
+
+I paesi hanno un aspetto scuro e fosco, come quelli della Corsica,
+perchè sono costruiti con pietra naturale. Anche questi stanno sulle
+alture, a causa dei barbareschi, e sono difesi da torri. Dove il mare è
+prossimo, si sono formati dei luoghi di approdo che si chiamano appunto
+marine. Molto fruttifera e bella è la campagna nella valle che si stende
+dai monti di Marciana, a destra del gran golfo, sino a Porto Longone:
+essa attraversa l'isola per gran parte della sua lunghezza e forma un
+contrasto magnifico colla selvaggia imponenza dei monti. Questi
+raggiungono la loro massima altezza sopra Marciana, col Cavanna, che è
+alto quanto il Vesuvio. L'isola degrada assai verso la costa d'Italia.
+Dalla riva della Corsica, l'Elba appare come un solo monte di roccia,
+di magnifica doppia forma piramidale, poichè sono appunto le rocce di
+Marciana che sono rivolte verso la Corsica; dalla costa italiana,
+invece, si vede la parte più bassa distesa verso Piombino, ove si
+trovano riuniti i maggiori tesori dell'isola: il ferro e le frutta.
+
+I monti di Marciana sono molto ricchi di granito e di marmo, di
+alabastro, di cristallo e d'altre pietre. La località di Marciana ha le
+migliori castagne; olive ce ne sono poche e cattive, così pure la
+penuria di legno è forte ovunque. Dappertutto crescono i limoni e
+specialmente ricercati sono quelli di Campo. Anche il vino vi è in
+abbondanza; il migliore lo ha Capoliveri, ove si fa un aleatico che
+eguaglia quello della Toscana. Nella grande vallata cresce molto il
+granturco. Per tal modo niente manca per vivere al popolo in questo
+attraente e mite paese, poichè, oltre alla fertilità dei giardini e dei
+campi, la terra gli ha dato anche i giacimenti inesauribili del ferro di
+Rio, ed il mare il suo sale ed i suoi pesci. Presso Portoferraio, gli
+Etruschi ed i Romani già prendevano sarde e tonni che si trovano colà in
+quantità stupefacenti. I pesci ed il ferro resero già nell'antichità a
+tutti i popoli che scorrevano avidi i mari dell'Elba e specialmente ai
+Côrsi, ai Fenici, ai Cartaginesi, ai Tirreni e ai Romani. L'isola si
+chiamava nell'antichità _Aethalia_, poi _Iloa_, e nel medio evo _Ilva_,
+donde è derivata l'_Elba_ attuale.
+
+Una buona strada carrozzabile conduce da Portoferraio per la valle sopra
+Capoliveri verso Longone, attraverso l'isola sino all'altra parte del
+mare. Si gira intorno al golfo sino a S. Giovanni, un piccolo sito con
+una capanna da pescatori, da dove le barche fanno il tragitto per
+Portoferraio. Ci mettemmo in una di queste barche e traversammo il golfo
+sino a S. Giovanni a vela spiegata, colla velocità di una freccia. Colà
+si sale un'altura, che è piena di avanzi di costruzioni romane e si
+discende poi giù nella valle dall'altra parte del golfo.
+
+Qui esiste sulla marina una villa che è proprietà di un impiegato di
+Demidoff; io non mi ricordo forse di aver veduto altrove un sito più
+tranquillo. La graziosa casetta è circondata da un giardino con fiori ed
+aranci, in mezzo a colline di vigneti, e guarda sul bel golfo e su
+Portoferraio che le sta incontro e che di qui si presenta in un aspetto
+singolarmente seducente. Se si scende nella valle, è come se si
+passeggiasse in un giardino, in una campagna ricca e ridente, ove si
+vorrebbe volentieri trattenersi. Ovunque campi rigogliosi, verdi
+montagne, boschetti fioriti e di qua e di là il mare scintillante.
+
+Un acquazzone ci obbligò, in mezzo alla valle di Capoliveri, a
+ricoverarci in una casa di contadini. Trovammo colà molti campagnoli,
+uomini e donne, occupati a preparare dei fichi da seccarsi. Ci offrirono
+pane, uva e vino nuovo, e poichè il mosto non ci piaceva, un vecchio
+andò a cercare un gran recipiente di terra, e ci versò da esso del vino
+rosso; era un ottimo aleatico del posto.
+
+Noi riprendemmo il nostro cammino verso Porto Longone, col più bel sole
+(era di settembre) ed arrivammo a questo piccolo porto all'ora di
+mezzogiorno. La seconda città dell'Elba giace in una piccola baia, sotto
+rocce scoscese, sulle quali si eleva maestosamente la fortezza. Sulla
+spiaggia vi sono un paio di strade, sulle quali passano le onde,
+giungendo sin presso alle case. Qui regna una gran quiete ed un grande
+abbandono; alcuni bastimenti si cullano dolcemente sull'acqua; marinai e
+pescatori riparano delle barche capovolte e cantano una canzone
+monotona. Dappertutto vasi di fiori dinanzi alle finestre e sui balconi;
+più in là le piccole case si perdono addirittura tra i giardini
+rigogliosi, come le case dell'isola di Procida. Il suolo intorno a
+Porto Longone è più meridionale che intorno a Portoferraio. Colà l'aloè
+cresce in una magnificenza ed in una abbondanza che mi fecero stupire,
+poichè un intero viale di piante d'aloè, da ambo i lati della via
+carrozzabile, conduce per un'altura al porto di Longone. I loro cespugli
+di fiori, che somigliano a grandi candelabri, erano in piena fioritura.
+Io non aveva mai veduto prima, nemmeno nelle parti più meridionali della
+Corsica, tante aloè insieme; uno spettacolo simile lo vidi soltanto in
+Sicilia, ove una fila di queste piante, ordinate a caso dalla natura,
+conduceva al tempio di Segesta. Qui crescono anche le palme.
+
+La fortezza di Longone a cui si giunge inerpicandosi per un piccolo
+sentiero, è costruita sopra un altipiano di una immensa roccia e, colle
+sue mura e le sue torri merlate, appare molto antica. Essa fu eretta
+dagli spagnoli, sotto Filippo IV e V. E' un fatto straordinario e
+curioso che questa piccola Elba sia stata divisa nello stesso tempo
+sotto tre diversi dominî; dappoi, mentre l'isola apparteneva al Principe
+di Piombino, questi cedette nel 1537 Portoferraio a Cosimo; il Re delle
+Due Sicilie per contro possedeva Porto Longone. Poscia, nell'anno 1736,
+tutta l'Elba, compreso Piombino, cadde sotto il regno di Napoli, e
+passò quindi nel 1801 al Regno d'Etruria, sino a che venne aggregata
+alla Francia nel 1805.
+
+Gli Spagnoli rimasero molto tempo a Porto Longone, e ve n'è quindi
+rimasto il ricordo di essi ed anche oggi vi si adopera nell'apostrofe il
+«Don».
+
+La fortezza è certo resistente, poichè la sua situazione la rende
+inaccessibile. Essa racchiude la città propriamente detta, un quadro
+deserto di distruzione e di abbandono. Una gran parte delle opere furono
+fatte saltare nel 1815 per ordine di Napoleone. La fortezza ha dovuto
+sostenere diversi attacchi, quando i Francesi combattevano anche qui gli
+Spagnoli, ai tempi di Luigi XIV. Un ufficiale della guarnigione toscana,
+presso la famiglia della quale passammo una bella ospitale giornata, ci
+fece vedere ciò che vi era di notevole. Egli era direttore della
+compagnia di pena, dalla quale egli ha raccolto i ravveduti in una
+scuola militare. Nel forte trovammo un piccolo gruppo di veterani
+toscani, dei quali alcuni conoscevano la Germania dai tempi napoleonici
+e vantavano tanto la bellezza delle sue regioni, come la nettezza delle
+sue case. Tutto ciò che il nostro ospite ci mostrò, dalla disposizione
+ed organizzazione interna della sua compagnia, alla sua amministrazione,
+e al suo codice penale, tutto era un vero modello di indirizzo
+militare; tutto aveva la sua regola ed ogni oggetto il suo posto
+assegnato, persino il ferro dei piedi ed il nerbo fatale.
+
+Anche a Longone, Napoleone aveva un così detto palazzo, una casa non
+imponente, in cui egli scendeva tutte le volte che veniva a cavallo
+dalla sua capitale. La prossimità di questa fortezza gli si adattava in
+modo speciale. Egli soleva mangiare all'aperto, come racconta Valery
+nella sua descrizione dell'Elba, sotto il monte, seduto sopra un sedile
+scavato nella roccia (chiamato _canapé_) ove aveva piantato in
+semicerchio dei gelsi. Di là osservava con un cannocchiale i bastimenti
+che passavano, e le coste d'Italia.
+
+Di fronte al golfo di Longone è situato il forte Fucardo, con un faro
+per i bastimenti che entrano in porto. Intorno son rive pittoresche e
+dalla parte di terra i monti più scoscesi, che in qualche roccia
+ricordano Capri, senza avere certamente quel calore meridionale nel tono
+dei colori. In questi luoghi romantici e deserti, prossimo alla strada
+che conduce alle miniere di Rio, è situato l'eremitaggio di Monserrato,
+fondato dagli Spagnoli.
+
+Attraversammo col nostro ospite le roccie per giungere a Rio. La strada
+conduce per contrade deserte, traverso pianure e sorgenti. Una di
+queste sorgenti porta il nome di Barbarossa, non dell'imperatore
+tedesco, ma bensì del corsaro che attaccò e saccheggiò, nel 1544, Porto
+Longone. Il suo nome è ancora vivo in diverse isole del Mediterraneo,
+forse in tutte, poichè non ve n'è alcuna in quei paraggi che non sia
+stata visitata da questo che fu il più ardito di tutti i pirati.
+
+Passammo così per diversi piani e diverse colline rocciose, sempre
+rallegrati da nuove vedute di roccie, valli e mare, sino a che non
+discendemmo a Rio. Qui rumoreggia giù dalle alture un ruscello che si
+scarica nel porto. Da esso il luogo ha preso il nome di Rio. Di questo
+torrentello, il più rapido dell'Elba, si dice che non abbia origine
+nell'isola, ma che provenga dalla Corsica, da dove poi proseguirebbe per
+canali sotterranei al disotto del mare, sino a tornare alla luce nel
+Rio. Le foglie ed i rami dei castagni, che l'acqua trasporta con sè,
+dimostrerebbero chiaramente la sua origine côrsa. Comunque sia, questa
+nuova Aretusa sembra potersi riferire, secondo il significato poetico,
+alla sorte di Napoleone.
+
+Un'altra considerazione ancora congiunge le miniere di Rio alla Corsica;
+di qui fuggì una volta, nel secolo XV, Pietro Cireneo, scrittore
+conosciuto dei côrsi, di cui la vita avventurosa di fuggiasco è simile
+ad un romanzo; fuggendo dal patrigno, egli giunse ancora bambino a Rio
+e guadagnò la sua vita nelle miniere di ferro, aiutando a portare coi
+somari il minerale al porto.
+
+Il terreno rosso sul quale camminavamo ci avvertiva che ci trovavamo su
+terra ferrugginosa; dappertutto nient'altro che questa polvere di ferro;
+le colline d'intorno, scure e rossicce, coperte d'innumerevoli arbusti
+d'aloè, i quali con le loro foglie rigide, di un colore di _bleu_
+acciaio, e terminanti in punte di spine, sembrano essere tanti fasci di
+pugnali e di spade. Tutto ciò che incontrammo aveva questo color di
+ferro, gli operai di Rio, tinti di rosso nei vestiti, nella faccia e
+nelle mani, ed anche i cani stessi, che ci venivano incontro. Il porto
+stesso, verso il quale scendemmo, era rosso di polvere di ferro; sulla
+spiaggia giacevano mucchi di minerale, che di là veniva poi caricato sui
+bastimenti.
+
+Cercammo il direttore dei lavori. Egli era un tedesco, la qual cosa
+appresi con grande gioia. Solamente il tedesco è, fra i vari popoli, il
+vero minatore; egli solo è capace di scendere nel pozzo della vita e di
+scrutare negli antri bui della natura il suo più profondo carattere. Qui
+egli scava di continuo, sino a che trova il minerale puro, e, dimentico
+di sè, non ricorda la primavera che è di fuori. Talvolta egli dorme giù
+nel fondo, come Epimenide, o come l'imperatore Barbarossa nel
+Kyfthäuser, quel vecchio minatore tedesco dalla corona aurea e dalla
+lunga barba cresciuta traverso il tavolo, oppure come il Tannhäuser nel
+Venusberg (Monte di Venere).
+
+Il signor Ulrich, un uomo marziale, un tedesco di buona lega, ci venne
+incontro; anche la sua stretta di mano era ferrea, la sua parola breve e
+decisa e la sua voce straordinariamente potente. Ci ricevette
+cordialmente, come suoi compatriotti, ci condusse ai lavori e ci spiegò
+la loro disposizione. Le miniere di ferro dell'Elba, che sono
+amministrate per proprio conto da una Società toscana, erano da poco
+tempo sotto la sua direzione. Egli le ricevette in condizioni miserrime;
+in pochi mesi le ha però tanto migliorate che già ora si può calcolare
+la produzione annuale a 35,000 tonnellate, mentre non producevano prima
+che solo 22,000 tonnellate. Giornalmente vengono estratte 120,000 libbre
+di ferro; in estate però i lavori languono, perchè la lavorazione dei
+campi reclama gli operai, i quali sono per la maggior parte di Rio.
+Nell'inverno i lavori procedono molto più alacremente.
+
+Già dai tempi più remoti la miniera di Rio era sfruttata, pure essa
+rende ancor oggi moltissimo, è un monte di circa 500 piedi di altezza,
+tutto di materiale di ferro. Nelle sue vicinanze vi sono ancora altri
+giacimenti non meno ricchi, quelli di Terra Nera, di Rio Albano e quello
+della Calamita, un vero monte magnetico. Già gli Etruschi sfruttarono
+queste cave; essi portavano il materiale a Populonium, sotto il cui
+dominio l'isola giaceva e colà veniva estratto il ferro. La penuria di
+legna non permette all'Elba il lavoro di fusione ed anche oggi il ferro
+viene fuso in fabbriche nelle vicinanze dell'antica Populonium, oppure
+il materiale viene imbarcato per Napoli, Genova, Marsiglia e Bastia.
+
+Il sig. Ulrich ci dimostrò quanto gli antichi e i loro successori
+avessero scialacquato con questi giacimenti. Delle intere colline di
+terra ferruginosa inutilizzata sono state ammonticchiate, coprendo i
+giacimenti di minerale. Questa terra sprecata però è tanto ricca di
+sostanze, sì da dare pur sempre un ottimo materiale. Il signor Ulrich
+prese una manciata di terra, dove noi stavamo, ce la mostrò e
+disse;--«Osservate, la terra che io prendo qui alla superficie, dà
+ancora un ferro migliore di quello che ottengono i francesi
+nell'Auvergne, dove gli scavi son ben più difficili». Qui il minerale si
+trova veramente sopra terra e per diverse miglia in giro si sta e si
+cammina sul ferro. Le miniere di Rio sono più ricche di quelle
+possedute dal Demidoff in Siberia, e, probabilmente, di uguali ad esse
+non se ne trovano.
+
+I lavori si limitano ancora alla superficie, e di opere sotterranee, non
+vi è altro che due gallerie; con tutto ciò si vedono i più bei
+giacimenti di minerale allo scoperto. Chi s'immaginasse di trovare a Rio
+dei pozzi di gallerie, delle cave con tutti i romantici accessori dei
+minatori, come lo avevo immaginato io, prima di vedere questo
+straordinario monte di ferro, sbaglierebbe di molto.
+
+Gettai uno sguardo nei dintorni; dappertutto vi era malinconia e le
+opere stesse, queste colline rosse e nere, la terra color di ferro e la
+polvere di ferro scintillante producevano l'effetto del deserto, come i
+campi di lava e di cenere di un vulcano. Una torre merlata guardava
+tristamente dall'alto di uno scoglio sulle miniere. Era la torre di
+Giove. Innanzi a queste sinistre miniere, dalle quale la furia della
+guerra ha portato ininterrottamente nel mondo spade, lancie e palle, e
+dalle quali sembra essere emersa direttamente l'età del ferro, come è
+stato cantato dal poeta, dovevasi innalzare un monumento a Napoleone,
+ponendo sul piedistallo quell'ordine del Re degli Etruschi, Porsenna,
+che, cioè, per l'avvenire il ferro dovesse soltanto essere adoperato
+per fare arnesi per l'agricoltura e per le arti pacifiche.
+
+La bella leggenda mi fa ricordare un fatto storico dell'antichità greca,
+un'altra condizione di pace. Quando Gelone dettò ai Cartaginesi la pace
+in Siracusa, dopo la battaglia di Himera, una delle sue condizioni fu
+questa, che essi dovessero in seguito cessare dal far sacrifici a Moloc.
+Anche questa ordinanza avrebbe dovuto esser posta sul piedistallo di
+quel colosso di ferro da erigersi all'Elba: non più vittime da immolare
+al Dio Moloc!
+
+Io non so, tuttavia, se una tale êra icarica verrà mai, e se le olive di
+Elihu Buritt metteranno radici. I popoli mi sembrano che siano
+moralmente poco più grandi di quello che erano ai tempi di Porsenna e di
+Gelone di Siracusa.--Tanto in onore del Moloc politico, quanto di quello
+religioso, le nazioni si combattono oggi come ieri, ed il fiore della
+loro gioventù si lascia mietere così tranquillamente, come se la vita
+umana potesse rinnovarsi centuplicata come l'idra.
+
+Per questo ci separiamo dall'isola del ferro col grido di Porsenna: «Non
+più spade nè lancie, ma industria ed agricoltura, e non più sacrifici
+umani a nessun idolo».
+
+
+
+
+SAN MARCO DI FIRENZE.
+
+
+
+
+San Marco di Firenze.
+
+
+Il convento dei domenicani in San Marco a Firenze, oltre ad avere
+un'importanza storica, ne ha una immensa dal lato artistico. Deve la
+prima al Savonarola, l'altra a due maestri esimî nella pittura, Angelico
+da Fiesole e Fra' Bartolomeo. La piazza sulla quale sorge il convento è
+ancor oggi, come ai tempi di Lorenzo de' Medici, uno dei ritrovi della
+vita artistica fiorentina, il terzo, dopo gli Uffizi ed il palazzo
+Pitti; colà infatti son riunite la galleria delle belle arti e la famosa
+scuola degli incisori su rame.
+
+Ai tempi di Lorenzo, nella contrada di San Marco esisteva quel giardino
+dei Medici, nel quale si trovava la prima raccolta di sculture antiche,
+sotto la sorveglianza del vecchio scultore Bertoldo. Colà si riunivano i
+più forti ingegni di Firenze e tutto ciò che emergeva nelle scienze e
+nelle arti e ciò che era già arrivato alla celebrità e che godeva del
+favore di Lorenzo. Come i pittori andavano nella cappella Brancaccio,
+per imparare a disegnare dagli affreschi di Masaccio, così gli scultori
+venivano in questo giardino de' Medici, per studiare la scuola antica ed
+intrattenersi con Angelo Poliziano, Pico della Mirandola e Marsilio
+Ficino. Da questo giardino si vedeva spesso andare Lorenzo, il Pericle
+di Firenze, nel convento di S. Marco, per chiudersi là in una cella e
+liberarsi dal dolce paganesimo. Qui si tenevano discorsi elevati,
+sull'anima mondiale di Platone, unendoli ad una ipocrita considerazione
+della successione di Cristo. Savonarola però si teneva in disparte,
+mormorando, e non rispondeva alle chiamate di Lorenzo.
+
+Il convento era degno dei Medici; infatti lo avevano creato, a dir vero,
+essi stessi. La sua storia è in breve la seguente: il fondatore
+dell'ordine dei domenicani mandò in Toscana, nell'anno 1220, dodici
+seguaci; da questi furono fondati alcuni conventi, dei quali il più
+importante fu quello di Fiesole. Da quest'ultimo ebbe origine il
+convento dei domenicani di S. Marco. In origine questo era stato
+fondato, nel 1299, dai Silvestriani; però, al tempo della grande peste
+di Firenze, era decaduto. A San Marco scesero i domenicani da Fiesole
+indottivi da Cosimo dei Medici, che poco prima era tornato dal suo
+esilio di Venezia. Cosimo chiamò da Fiesole il celebre priore Antonino,
+il santo più grande del suo tempo. Egli era figlio dell'avvocato
+fiorentino Nicolò Pierozzi ed era nato nell'anno 1389. Nel suo
+sedicesimo anno di età era entrato nell'ordine dei domenicani a Fiesole,
+ove molto tempo dopo era divenuto priore. Cosimo lo indusse a
+trasferirsi a S. Marco, e ciò avvenne nel 1436, dopo che Michelozzo
+Michelozzi aveva ricevuto l'incarico di riedificare il vecchio convento
+dei Silvestriani. Egli demolì quasi completamente l'antico convento ed
+eresse una nuova fabbrica, imponente. Anche per Cosimo furono qui
+preparate due celle, come per un monaco, celle che si fanno vedere anche
+oggi, come quella di Savonarola, a titolo di curiosità storica. In
+questa solitudine, dice il padre Marchese, il priore Antonino fece udire
+al vecchio ambizioso, colla franchezza di un amico e coll'autorità
+derivantegli dalla santità della sua vita, quella verità che
+l'adulazione nasconde sempre al potente, ed è certamente dovuto al
+Santo, se Cosimo non divenne un despota comune.
+
+Nell'anno 1443 fu terminata la fabbrica, e Cosimo fondò la celebre
+biblioteca di San Marco. Antonino divenne, tre anni più tardi,
+arcivescovo di Firenze. Egli morì nell'anno 1459, dopo essere stato
+ammirato da tutto il mondo per le sue virtù e dopo essersi interessato
+attivamente del miglioramento del clero.
+
+Due grandi cortili ornano S. Marco; le lunette di questi cortili sono
+dipinte a fresco e contengono fatti della vita di Antonino dipinti da
+Gherardini, Dantini, Poccetti e da altri pittori. Tuttavia il tesoro
+maggiore del convento è rappresentato dalle pitture murali del Fiesole,
+il più antico maestro della scuola di Giotto. Quasi tutte le celle, la
+sala del capitolo, i corridoi ed alcune lunette dei cortili contengono
+sue pitture.
+
+Con Fra' Angelico cominciarono quelle strane reazioni che il convento,
+tanto sollecito di riforme, intraprese contro lo spirito moderno della
+pittura classica italiana. La vita del celebre pittore fu narrata dal
+Vasari. Più particolareggiatamente fu però descritta da Vincenzo
+Marchese, un domenicano di San Marco. Questo erudito venne accusato di
+liberalismo da alcuni suoi confratelli dell'ordine, zelanti inquisitori,
+a causa del suo libro: «Lettere inedite di fra Girolamo Savonarola e
+documenti ad esso relativi»; e poichè si minacciava di mandarlo a Roma,
+si recò nell'anno 1851 a Genova ed è a capo della Società che cura ora
+la nuova edizione delle opere del Vasari nella «_Raccolta artistica_».
+
+Nell'anno 1845 pubblicò i «Ricordi degli esimi pittori, scultori e
+architetti dei domenicani, con alcuni scritti sulle belle arti». Già nel
+XVI secolo il Razzi aveva scritto una storia dei celebri domenicani,
+contenente anche la vita di qualche pittore, scultore ed architetto di
+quest'ordine.
+
+Il Marchese sembra abbia ripresa questa idea, ponendola in effetto. Le
+biografie che egli ci dà colla sua opera, cominciano con Fra' Ristoro e
+Fra' Sisto, celebri architetti del secolo XIII, che edificarono la bella
+chiesa dei domenicani di S. Maria Novella a Firenze. Con maggiori
+particolari però ha descritto la vita dei pittori Fra' Angelico e Fra'
+Bartolomeo; la sua opera termina con un capitolo sull'impresa del
+Savonarola per la riforma delle arti.
+
+Strettamente connesso a questo lavoro sta l'opera più pregevole
+d'incisione in rame di Firenze, che fu cominciata sotto la direzione del
+Perfetti: «S. Marco, il convento dell'ordine dei predicatori di Firenze,
+illustrato ed inciso principalmente secondo le pitture del beato
+Giovanni Angelico, colla vita dello stesso maestro ed un compendio
+storico di detto convento», opera del padre Vincenzo Marchese (Firenze,
+edito a spese dell'Associazione Artistica, 1850).
+
+In questo studio il Marchese magnifica Fra' Angelico con troppa
+esagerazione, paragonandolo ad un profeta, a cui fosse stata affidata la
+missione di rinnovare la morente pittura religiosa. Colle sue pitture
+egli doveva conseguire la stessa riforma morale del genere umano che
+avevano raggiunta Antonino e Savonarola per mezzo dei loro scritti e
+delle loro pubbliche azioni.
+
+Non si sa esattamente dove Fra' Angelico nacque. Il Marchese ritiene che
+egli provenga da Castel di Vicchio nel Mugello, distante alcune miglia
+da Colle di Vespignano, la patria di Giotto. L'anno di nascita sarebbe
+il 1387; il suo nome era Guido. Dapprima imparò a Firenze a dipingere in
+miniatura, come suo fratello Benedetto che era abilissimo in quest'arte.
+Presto si sviluppò in lui una schietta inclinazione in senso religioso,
+che si delineò sempre più, in contrasto colle tendenze decisamente
+realistiche dell'arte fiorentina. Il Marchese paragona arditamente
+quest'artista geniale con Talete che coll'ispirazione dei suoi versi e
+dei suoi ritmi spianò a Licurgo la via per la sua legislazione, poichè
+nello stesso modo Fiesole ha appianato al suo amico Antonino, co' suoi
+quadri, la strada per la riforma.
+
+Nell'anno 1407 i due fratelli entrarono nell'ordine dei domenicani di
+Fiesole ed ivi vissero qualche tempo, sino a che la discordia papale
+non raggiunse anche questo. Guido, ossia Fra' Giovanni, come ormai era
+chiamato, peregrinò allora da Foligno a Cortona, ove dipinse molto
+secondo la maniera di Giotto, Spinello e Simone da Siena; e, dopo
+un'assenza di circa 4 anni, tornò a Fiesole. In seguito fu chiamato, nel
+1436, al convento di San Marco, fondato da poco, per ornarlo di pitture.
+Ciò avveniva nello stesso tempo che Masaccio dipingeva le cappelle della
+chiesa del Carmine, Brunelleschi edificava la cupola del Duomo, Ghiberti
+approntava le porte del Battistero e Donatello e Luca della Robbia
+gareggiavano nella scultura.
+
+Poichè a Fra' Giovanni, benchè avesse gran finezza nel dipingere,
+mancava ancora il disegno, la prospettiva ed il perfezionamento nei
+chiaroscuri, egli pure studiò dapprima le pitture del Masaccio e molto
+imparò da questo artista geniale, che di lui era assai più giovane.
+
+A quest'epoca appartiene la grande pittura della sala del capitolo, che
+egli compì in S. Marco e che è una delle più belle che siano state fatte
+nel secolo XV, il suo capolavoro, l'ultimo fiore della scuola di Giotto;
+il soggetto ne è la passione, con santi in adorazione da ambo i lati. Il
+carattere dei due ladroni vi è riprodotto con molta perfezione. La
+testa del Cristo ha sofferto; i suoi tratti non son più precisamente
+riconoscibili. Ai piedi della croce sta, a sinistra, un gruppo di
+sorprendente eloquenza: la madre che sta per cadere in deliquio,
+abbandonando la testa e le braccia; la Maddalena, in ginocchio a lei
+dinanzi, la stringe al petto con ambe le braccia, i biondi capelli
+sciolti le cadono sulle spalle. Giovanni ed una delle donne sostengono
+Maria. Difficile sarebbe raffigurare più semplicemente l'altissimo
+effetto tragico; la sublimità agisce qui direttamente per la grandezza
+della natura interna. Non si trova nè nel Perugino, nè nel Francia, che
+pur furon maestri nell'arte di commuovere, una tale elevatezza.
+
+Gli antichi non sono in genere più perfetti in questo senso. La loro
+grande e sicura concezione della vita spirituale è la loro gloria
+indistruttibile; essi sono epici e popolari, quelli di poi musicali e
+drammatici. L'immagine del dolore diviene più tardi sempre più ricca, ma
+anche più violenta ed unilaterale. Anche le altre figure sono
+importanti; messe del tutto naturalmente e senza legami da ambo i lati,
+agiscono solamente per la loro singola espressione. Esse rappresentano
+santi, ecclesiastici, vescovi o fondatori d'ordini, come Domenico,
+Bernardo, Francesco, Ambrogio, Tommaso d'Aquino, Agostino. Il colorito
+è molto spirituale, secondo la maniera di Fra' Angelico.
+
+Quantunque egli abbia dipinto ancora molti altri quadri eccellenti, in
+nessuno ha tuttavia raggiunto una tale grandezza ed una tale forza,
+poichè questa manca talvolta nelle sue impressioni che divengono deboli
+causa appunto la loro soverchia delicatezza. Nell'Accademia delle Belle
+Arti, che possiede un gran numero di quadri del Fiesole, due vengono
+considerati quali i più eccellenti: la Deposizione dalla Croce e
+l'Estremo Giudizio. Quella è squisita per la profondità dei sentimenti e
+la soavità dei colori, questo non è invece una composizione di grande
+rilievo.
+
+Fra' Angelico è più debole di tutto nella raffigurazione dell'inferno;
+la sua natura è troppo fanciullesca, per aver potuto creare delle figure
+diaboliche. I suoi diavoli eccitano solo il riso, non incutono spavento,
+egli rappresentò l'inferno in sette compartimenti, secondo Dante, ed in
+fondo vi dipinse pure Lucifero, che dilania con le sue tre fauci Giuda,
+Bruto e Cassio. Anche Angelico dipinse sotto l'influsso di Dante che era
+il compagno di Giotto, ed il Giotto della poesia.
+
+La «Divina Commedia» ha d'altronde ispirato tutti i pittori, a
+cominciare da Giotto. Essa infiammò la fantasia degli artisti e la
+riempì di visioni sublimi e di idee poetiche; i loro quadri erano già
+stati abbozzati nelle composizioni dei versi di Dante; e molte scene
+dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso attendevano solo di essere
+tradotte in colori, per divenire quadri viventi. Io credo, in generale,
+che, senza Dante, la pittura religiosa d'Italia non avrebbe potuto
+svilupparsi così presto e raggiungere tale altezza.
+
+Il dominio della sua poesia sull'arte della pittura durò per tutto il
+XIV ed il XV secolo, sino a che fiorì la pittura religiosa. Anche
+Michelangelo, l'ammiratore entusiasta di Dante, si conformò a lui, nello
+stesso modo come prima di lui vi si era conformato Luca Signorelli nel
+suo Estremo Giudizio nel Duomo d'Orvieto, che Fra' Angelico aveva
+cominciato a dipingere. Si trovano pure soggetti tratti da Dante,
+dipinti da vari maestri in molte chiese, come ad esempio l'Inferno ed il
+Paradiso dell'Orcagna, nella cappella degli Strozzi in Santa Maria
+Novella.
+
+Insieme con la «Divina Commedia» anche «I trionfi» del Petrarca hanno
+avuto una grande influenza sulla pittura; ciò c'indica, fra i molti
+altri quadri, l'Orcagna stesso col suo «Trionfo della Morte» nel
+Camposanto di Pisa.
+
+Fiesole dipinse in S. Marco anche la discesa di Cristo nel Limbo, dal
+quale egli trae i patriarchi: un quadro di grande finezza di colori. Non
+meno interessante è la sua «Adorazione dei Re Magi», uno dei pochi suoi
+quadri, nei quali sviluppa una certa gaiezza e varietà mondana. Questo
+soggetto è stato trattato spessissimo e con grandissimo amore. Per i
+pittori della scuola religiosa non vi sono che poche stoffe di maggior
+attrattiva e in quanto a ricchezza della vita poetica esso li sorpassa
+tutti. I contrasti sono sorprendenti, chiari e naturali: il figlioletto
+di un artigiano in una stalla, bue ed asino alla greppia; questo bambino
+vengono ad adorare i potenti della terra, conducendo sì lunghi corteggi
+di alabardieri e paggi riccamente vestiti, che portano oro e gioielli.
+Uno di questi re è sempre un vecchio di aspetto venerabile, e quando
+questi s'inginocchia dinanzi al bambino, la poesia della scena è
+ingrandita dal contrasto delle età. Il secondo re generalmente ha una
+faccia da moro, il terzo è di bella complessione, giovane e nobile, di
+guisa che i vecchi pittori sembra abbiano voluto rappresentare le tre
+parti del mondo. A questo si aggiunga la misteriosa lontananza dalla
+quale i re favolosi sono venuti, il buio della notte, la stella che
+porge spesso occasione di aggiungere al corteo un paio di astronomi, e
+si avrà nel tutto una fantastica novella orientale, nella quale si
+scorge l'influenza delle crociate.
+
+La pittura toscana è ricca di immagini di questo genere. Due quadri
+magnifici di questa specie, di Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi,
+si ammirano negli Uffizi; due altri, capolavori della massima bellezza,
+li dobbiamo agli scolari di Fra' Angelico, Gentile da Fabriano e Benozzo
+Gozzoli. Il quadro di Gentile si trova nell'Accademia delle Belle Arti,
+quello di Benozzo nella Cappella Medici al palazzo Riccardi. Qui egli
+dipinse degli affreschi che, insieme con le sue pitture ammirate nel
+Camposanto di Pisa, appartengono alle migliori produzioni del suo tempo.
+La sua rara universalità si scorge già qui; egli abbracciò tutti i
+generi della pittura, dal paesaggio all'architettura, dalla figura agli
+animali, e tutto con una meravigliosa armonia. Nella suddetta cappella
+Riccardi egli dipinse i viaggi suntuosi dei re; a cavallo, a piedi o sul
+cammello, essi traversano in schiere interminabili ridenti pianure,
+monti e valli.
+
+Fiesole, dal quale Gentile e Benozzo impararono, rimane col suo quadro
+al disotto di loro; egli non ha quella magnificenza solenne e quella
+ricchezza festiva che i suoi discepoli seppero rappresentare.
+
+Molti altri quadri che egli dipinse in S. Marco meritano di essere
+ricordati, l'Orazione nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione della
+Vergine, dove si ritrova l'ascendente di Dante, ed il suo Cristo in
+pellegrinaggio; ma basta di essi. Tutti dimostrano la stessa semplicità
+di mezzi, la medesima concezione fanciullesca e la più profonda
+religiosità. Persino i suoi colori, dove predominano il bianco, il
+celeste ed un rosso pallido, si devono chiamare fanciulleschi. Le sue
+figure più attraenti sono spesso quelle eseguite in piccolo, quasi in
+miniatura; esse sono molto graziose e di finezza ammirevole come, fra le
+altre, gli angeletti di uno schizzo di altare negli Uffizi e le figure
+sul reliquario di Santa Maria Novella.
+
+Fra' Angelico morì a Roma il 18 marzo dell'anno 1455; Nicolò V che lo
+aveva chiamato colà per dipingere in Vaticano, gli fece erigere un
+monumento sepolcrale nella chiesa della Minerva.
+
+L'epigrafe lo eguaglia ad Apelle, al quale hanno avuto l'onore di essere
+stati paragonati molti pittori. Egli è stato l'ultimo grande maestro
+della scuola di Giotto; i naturalisti Maselino e Masaccio posero fine ad
+essa e crearono l'indirizzo moderno della pittura. La scuola antica che
+conduceva alla rappresentazione del nudo coll'ammirazione delle forme
+della natura umana, doveva trovare il suo completo svolgimento nel
+Tiziano, in Giulio Romano, nel Correggio e nel Michelangelo.
+
+Allora dal chiostro di S. Marco, che aveva trovato nel Fiesole un
+difensore così convinto della pittura religiosa, venne nuovamente una
+reazione contro la scuola moderna e paladino ne fu Savonarola.
+
+Egli combattè i Medici che avevano promossa la scuola antica, appunto
+con le loro stesse armi. Essi avevano fondata l'Accademia platonica ed
+erano pieni di ammirazione per il paganesimo; ma Savonarola stesso era
+un mistico platonico, come lo erano Lorenzo, Pico, Poliziano, Marsilio
+Ficino e molti altri.
+
+Il priore di S. Marco teneva delle prediche platoniche sull'essenza del
+bello e tuonava contro le nudità dell'arte appunto da quel pulpito, di
+fronte al quale erano la sepolture dei suoi amici Pico della Mirandola e
+Angelo Poliziano. Il Marchese riporta un discorso del Savonarola, nel
+quale questi considera il bello platonicamente come l'anima e l'idea del
+buono. In forza di questa teoria egli sollevò una guerra fanatica contro
+la scuola antica e le arti che, volte alle cose mondane, a parer suo,
+traviano la razza umana. La violenza della sua parola scosse molti
+artisti che sino ad allora avevano dipinto o scolpito allegramente, e
+si videro l'eccellente Sandro Botticelli, Cronaca, Robbia, Bartolomeo,
+Lorenzo di Eredi e molti altri abiurare pentiti il loro paganesimo ai
+piedi del priore. Solo Mariotto Albertinelli e lo strano Piero di Cosimo
+non si lasciarono turbare, e restarono pagani ed avversari convinti del
+Savonarola e della sua setta morale.
+
+Il 21 febbraio 1497 furono portati, al suono delle trombe e dei tamburi,
+tutti gli emblemi della mondanità sulla piazza della città. Ivi fu
+eretto un albero con molti rami, ai quali furono attaccati i ritratti
+delle più belle fiorentine, capolavori della pittura, nudi bellissimi,
+sculture di divinità, libri di musica, arpe e liuti, cembali e violini,
+carte, abiti di seta e di velluto; gli oggetti più costosi d'oro e
+d'avorio, ed anche le poesie del Petrarca e del Boccaccio si videro
+appese a quei rami. Gli esecutori di questo tribunale fanatico, che
+doveva giudicare le umane vanità, avevano perquisite le case, ed erano
+anche stati loro consegnati timorosamente, ed a titolo di penitenza,
+liberamente oggetti d'arte ed oggetti preziosi d'ogni genere. Un
+negoziante veneziano che si trovava appunto a Firenze e che non aveva
+scrupoli sull'essenza morale del bello, venne nell'idea ragionevole che
+sarebbe stato meglio vendere questi oggetti così preziosi per il
+commercio, anzichè bruciarli. Egli offrì così per tutte quelle vanità
+mondane la modesta somma di 20,000 scudi. In seguito a ciò, la Signoria
+lo fece senz'altro prendere, mettere sopra una sedia e ritrattare da un
+pittore platonico e il suo ritratto fu posto in cima al rogo. Così fu
+bruciato quest'albero con tutti i suoi tesori, in mezzo al giubilo della
+folla. Ciò avvenne sulla piazza stessa, ove un anno dopo fu arso il
+grande fanatico.
+
+La morte del Savonarola rese inconsolabili gli artisti, suoi adepti.
+Molti smisero di dipingere, tra i quali anche Baccio della Porta, che
+rinunziò al mondo in segno di cordoglio e prese nel 1500 la tonaca dei
+domenicani. Baccio, o Fra' Bartolomeo come si chiamò da allora, restò
+sei anni immerso nel dolore e non toccò i pennelli. Dipoi, si rinfrancò
+e cominciò le sue pitture religiose sulla esortazione dei suoi fratelli
+dell'ordine. Ciò avveniva al tempo, in cui Raffaello tornava per la
+seconda volta a Firenze. Egli strinse amicizia con Fra' Bartolomeo ed
+imparò da lui il disegno ed i colori; sotto l'ascendente di lui fu
+iniziata la sua Madonna del Baldacchino, mai terminata, nella quale si
+riscontra chiaramente lo stile di Bartolomeo. Questi si formò a sua
+volta sulla maniera di Michelangelo e di Leonardo da Vinci, e molto
+lontano dal dipingere nella maniera dolce e delicata del Fiesole,
+divenne precisamente in S. Marco l'opposto del suo predecessore. La
+scuola di Giotto era vinta. Bartolomeo dimostrò quanto lo studio della
+plastica avesse influito sulla pittura; le sue figure sono spesso
+grandiose come quelle di Michelangelo e quasi statuarie, come
+specialmente il suo evangelista Marco nella galleria Pitti.
+
+Egli morì nell'anno 1517; ci ha lasciato un ritratto del Savonarola, che
+ci rende in modo caratteristico la figura fanatica di questo profeta del
+Rinascimento. Poichè per quanto alto fosse il volo dei pensieri di
+quest'uomo straordinario, egli rimase pur sempre un monaco e più
+precisamente un domenicano.
+
+In quel tempo stesso, nel quale Fra' Bartolomeo dipingeva in S. Marco,
+giaceva prigione colà in una cella un altro fervente ammiratore del
+Savonarola, il pittore in miniatura Fra' Benedetto. Nulla si conosce
+delle pitture di quest'uomo singolare; egli ci ha però lasciato una
+poesia originale, che compose nella solitudine della sua prigione.
+Questa è la più vecchia poesia epica sul Savonarola, del quale racconta
+la vita e la morte. Il suo titolo è: «Il Cedro del Libano». Il Marchese
+l'ha recentemente pubblicata di nuovo: Il «Cedro del Libano, ovvero la
+vita di Girolamo Savonarola, descritta da Fra' Benedetto in Firenze
+nell'anno 1510». Molti coetanei hanno scritto la vita del Savonarola,
+dice il Marchese, come Burlamacchi ed il Conte Francesco di Mirandola,
+ma quantunque essi conoscessero Savonarola, non possono aver goduto la
+sua intimità e la sua amicizia, come fu concesso a Fra' Benedetto per
+tre anni, durante i quali egli convisse col maestro in S. Marco. Lo
+stesso Savonarola lo aveva vestito dell'abito dei domenicani e questo
+suo discepolo soffrì ed operò molto per lui, e lo difese dopo la sua
+fine con un amore ed una costanza che gli valsero dapprima l'esilio e
+dopo molti anni di prigionia nel suo chiostro; un uomo singolare, il
+tipo del quale può solo avere riscontro in quei paladini del medio evo,
+senza macchia e senza paura, che furono cantati in versi immortali
+dall'Ariosto e dal Tasso.
+
+Con ragione il Marchese annette un'importanza storica a questa poesia,
+poichè essa riporta fedelmente gli avvenimenti, di cui l'autore fu
+spettatore nella maggior parte coi propri occhi; credo perciò che valga
+la pena di tradurne alcuni brani, non prima però di aver dato qualche
+notizia della vita del poeta semplice.
+
+Fra' Benedetto nacque nell'anno 1470 a Firenze. Suo padre Paolo era
+orefice, sua madre era, come egli stesso dichiara, una donna di spirito
+e ardita. Dapprima condusse una vita dissoluta, dopo però fu così
+conquiso dalle prediche del Savonarola, che entrò nell'ordine di San
+Marco. Era da tre anni nel chiostro, quando il giorno 8 aprile 1498 il
+furore popolare si sollevò contro il riformatore. Fra' Benedetto lottò
+insieme con altri monaci e partigiani del Savonarola con grande eroismo.
+Per caso anche Baccio della Porta si trovava quella sera nel convento;
+spaventato dalle grida del popolo e dall'infuriare del combattimento
+egli si nascose. Benedetto invece salì sul tetto della chiesa, alla
+quale era stato appiccato il fuoco, ed accoppò con pietre tanti nemici,
+quanti ne poteva raggiungere. Savonarola lo scorse e lo chiamò,
+scongiurandolo di deporre le armi; anche, allorchè il profeta si
+consegnò liberamente ai suoi nemici, Benedetto volle dividere la sua
+sorte, ma Girolamo glielo impedì.
+
+Quindi egli racconta che fra i seguaci del maestro, Malatesta Sacromoro
+da Rimini fece da traditore, poichè questi consigliò Savonarola a
+consegnarsi al popolo, mentre che quegli (Fra' Benedetto) lo aveva
+scongiurato invano di imitare Paolo, calandosi con una corda e cercando
+il proprio scampo nella fuga.
+
+Savonarola e Domenico furono tratti nel palazzo della Signoria;
+Silvestro si era intanto nascosto in convento. Anche questi però fu
+tradito il giorno di poi da Malatesta. Tutti e tre furono arsi il 23
+maggio.
+
+Benedetto fuggì dapprima a Viterbo, poscia cominciò però a provar
+rimorso di aver rinnegato anche solo per poco tempo il ricordo di
+Savonarola; egli tornò quindi a Firenze e cominciò a difendere
+coraggiosamente le dottrine del suo infelice maestro, quantunque dovesse
+affrontare la vendetta del partito avverso. Egli non risparmiava nessuno
+ed attaccò anche papa Alessandro VI. La conseguenza di ciò fu che
+dapprima fu scacciato dal chiostro e dopo vi fu imprigionato. Non è
+certo se egli abbia sofferto qui sino alla fine della sua vita. In
+prigione egli scrisse in difesa di Savonarola, su argomenti di teologia
+ed infine «Il Cedro del Libano».
+
+Questa schietta poesia è scritta in terzine e si compone di undici
+capitoli. Non ci si attenda nessuna bellezza poetica da lui; essa è però
+degna di nota per la fedeltà, colla quale distingue gli avvenimenti e ci
+dà un'idea della vita di quel tempo. La catastrofe stessa è descritta in
+modo vivo ed indubbiamente esatto.
+
+Dopo un esordio a guisa d'orazione, l'autore racconta gli avvenimenti
+della propria vita:
+
+ Nato di umili natali nella città dei fiori nell'anno 1470 nella
+ contrada di S. Croce, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Benedetto passa a descrivere poi la corruzione del suo tempo; la pace
+regnava in tutto il mondo, ma il demonio seminava il male, il popolo era
+pieno di peccati vergognosi, la lussuria e la violenza erano generali.
+Regnava Alessandro VI, grande per cupidigia e libidine, ed ogni prete lo
+prendeva ad esempio.
+
+ In questo tempo il Signore aveva mandato nella mia città un servo
+ devoto, chiamato Girolamo, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Il poeta racconta ancora, che un giorno sua madre, commossa dalla parola
+del Savonarola, lo eccitò ad andare alle sue prediche. Per quanto questo
+invito gli sembrasse duro, egli cedette finalmente ed andò nella chiesa
+di San Marco. Qui si sedette tutto vergognoso ed in silenzio tra gli
+uditori, suscitando la meraviglia della folla che non attendeva di veder
+ivi l'uccello goditore. E qui egli fa entrare in iscena il Savonarola
+che tiene una predica, come il Lenau fa nel suo romanzo del Savonarola.
+
+ Quando venne il mio profeta, Savonarola, egli montò umile sul
+ pulpito ed io rimasi attento alle sue parole, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Prosegue poi in questo tono. E' la predica sull'arca di Noè: Benedetto
+ne ricevè una così profonda impressione sulla coscienza che fuggì subito
+in luogo remoto, dove cominciò con sè stesso un dialogo, in cui sono
+contenute delle chiare accuse.
+
+ E piangendo me ne andai, gettando lungi da me il mio essere leggero
+ e dissoluto e la mia chitarra da sventato.
+
+I suoi antichi compagni lo dileggiano e lo dicono ipocondriaco, lo
+invitano ai divertimenti, gli dimostrano come egli sia amato da tutti ed
+abbia molti amici e come nulla manchi alla sua vita. Non basta che i
+suoi camerati lo tormentino, anche i suoi sensi vengono finalmente
+indotti in tentazione ed egli li presenta quali persone:
+
+ L'occhio disse: Io non so che tu pensi; mi hai abituato a scorrere
+ libero e libertà io voglio, perchè questa mi si conviene.
+ L'orecchio mi disse, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Ma Savonarola lo conforta nella sua conversione ed egli inizia il
+principio della sua santa vita, assumendo per alcuni mesi il posto
+d'infermiere e di becchino in un ospedale. Il demonio lo tormenta
+tuttavia continuamente, nondimeno egli lotta valorosamente ed entra
+finalmente nel suo venticinquesimo anno d'età nell'ordine.
+
+Come Bartolomeo aveva raffigurato in colori Savonarola, così lo
+descrive Benedetto in versi:
+
+ Piccolo di corpo, ma tutto salute; di membra minute, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Seguono i giudizi sull'animo suo, che si possono facilmente immaginare,
+ed un piccolo accenno alla sua operosità; quindi un intero episodio sul
+genere del Klopstock, nel quale il poeta fa cospirare i demoni contro
+Savonarola:
+
+ Il superbo Lucifero, il principe dell'Inferno, quando si accorse
+ quali frutti raccoglieva il sacerdote, abbaiò forte come una bestia
+ dilaniante, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Lucifero racconta in seguito ciò che egli abbia fatto di male dalla sua
+caduta dal cielo, come egli abbia scacciato Adamo dal paradiso, piegando
+sotto il suo dominio tutte le creature, come il popolo di Mosè si sia
+dato all'idolatria per effetto della sua preparazione e come egli abbia
+mandato fuori tutti i diavoli, per sterminare la fede, dopo la venuta di
+Cristo nel mondo:
+
+ E voi mentitori, sudicia razza di cani, non mi avete estirpato la
+ fede. L'uno dice: oggi ancora lo faccio; l'altro: domani, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Per ordine di Lucifero i demoni partono con grida orribili. La loro
+opera si vede presto nella persecuzione del santo uomo, specialmente per
+parte dei Minori di Santa Croce, che gli interrompono in ogni modo la
+predica, aizzando il popolo contro di lui. Quindi Benedetto descrive
+l'assalto di S. Marco dell'8 aprile 1498.
+
+ Era di domenica, il giorno delle palme, quando Firenze si sollevò
+ con grida selvaggie per prendere il frate vivo o morto, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Egli narra in seguito come venti soli amici del Savonarola respinsero
+gli assalitori, uccidendone il capo e scacciarono tutta la turba per tre
+volte. Tre volte tornò la folla inferocita all'assalto.
+
+ I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della chiesa e del
+ convento. Il profeta era strettamente attorniato dai suoi
+ confratelli col Sacramento, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Segue il discorso di conforto e di avvertimento del profeta, col quale
+egli annuncia ai confratelli che ha deciso di rimettersi spontaneamente
+nelle mani dei suoi nemici, in seguito al consiglio datogli da Malatesta
+con perfida parola.
+
+ Io vidi coi miei occhi com'egli si consegnò ai nemici col compagno
+ Domenico e com'egli si rimanesse calmo e sereno in mezzo al popolo
+ furente che lo minacciava, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+Benedetto narra quindi come dopo la morte del Savonarola, i suoi seguaci
+rinnegassero la sua memoria ed abbandonassero vergognosamente la sua
+bandiera.
+
+ Non uno a dir vero gli restò fedele ed io stesso ho cominciato a
+ tentennare. Il mio raffreddamento fu però corto e presto tornò il
+ mio ardore, ecc.
+ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
+
+L'ultimo capitolo contiene una lamentazione sulla fine del profeta e vi
+si narra in qual modo morisse. Poi la poesia, alla quale doveva seguire
+indubbiamente un'altra parte, termina, con un'invocazione al Savonarola,
+di ricordarsi della sua promessa e di proteggere il povero autore.
+
+Il Marchese, al quale dobbiamo la pubblicazione di questa vecchia
+poesia, non ha scritto nessuna storia speciale del Savonarola, ma ha
+aggiunto una descrizione della sua vita all'opera pregevole già
+ricordata sugli affreschi di S. Marco. E' interessante conoscere come un
+domenicano oggi vivente parla dell'antico priore del suo convento. Egli
+dice dapprima: il lettore vedrà, come un uomo, che era forse il più
+grande dei suoi tempi, abbia incontrato una fine tremenda. Egli
+apprenderà, come non valsero a risparmiarlo, nè la nobiltà del suo
+spirito, nè la santità della sua vita, nè l'elevatezza del suo scopo.
+Egli conoscerà quali speranze morirono con lui e quali furono gli amari
+frutti della sua morte, e come patiboli e roghi non fossero bastevoli a
+spegnere la sete di vendetta nei suoi avversari, vendetta che infuriò
+ancora sul suo cadavere e sulla sua memoria. Pur nondimeno il suo nome
+risplende oggi onorato, dopo che le ire furon sepolte per sempre, ed è
+caro a tutti coloro che sono amici non paurosi della verità. Quest'uomo
+grande ed infelice è Fra' Girolamo Savonarola.
+
+Importanti come aggiunta ad una storia del Savonarola sono le lettere ed
+i documenti che riguardano quest'infelice riformatore, pubblicati dallo
+stesso Marchese. Tra esse ve n'è una alla madre sua, Elena Buonaccorsi,
+al suo amico Domenico, a sua sorella Beatrice, a Pico della Mirandola, e
+tra i documenti anche lo scritto di Luigi XII al Governo di Firenze, nel
+quale questo re prega per una proroga all'esecuzione della sentenza del
+Savonarola. Alla fine della sua introduzione alle raccolte il Marchese
+dice: «Qui terminiamo le nostre pazienti ricerche sulla vita e la morte
+del Savonarola, coll'augurio che possa presto sorgere uno scrittore
+prettamente cattolico, diligente e giusto, che libero da tutti i
+pregiudizi di sètte politiche e religiose, ci presenti finalmente il
+vero tipo di questo grande, che in un tempo difficile e corrotto
+raggiunse una fama tanto alta, che nemmeno le calunnie di quattro secoli
+poterono scemare».
+
+Il desiderio del Marchese è stato esaudito, poichè Pasquale Villari,
+professore di storia a Pisa, ha pubblicato un'opera pregevolissima, «La
+storia di Girolamo Savonarola ed i suoi tempi».
+
+
+
+
+La campagna dei volontari intorno Roma.
+
+
+
+
+La campagna dei volontari intorno Roma.
+
+
+Nell'autunno 1866 l'Italia era in preda ad un eccitamento eguale a
+quello dell'anno 1859. L'Austria, l'ultima rappresentante della potenza
+imperiale tedesca, aveva dovuto cedere alla nazione italiana anche
+l'ultimo resto dei suoi possedimenti italiani. Il 19 ottobre, il giorno
+in cui gli Austriaci salparono per Trieste, e gli Italiani entrarono a
+Venezia, fu uno dei più felici e lieti giorni della storia d'Italia;
+esso segnò il ritorno della nazione italiana alla sua indipendenza dopo
+una schiavitù di più di tre secoli.
+
+Gli Italiani dovevano questo grandioso risultato ai fatti d'arme della
+Prussia. Il potente legame d'alleanza, a cui essi avevano serbato
+fedeltà in momenti, nei quali avrebbero avuto la tentazione di
+abbandonarlo, fece sì che essi riuscissero come vincitori dalle
+sconfitte del loro esercito e della loro flotta.
+
+Dopo la cessione di Venezia, l'Italia formò di nuovo una nazione sola,
+non essendo la sua unità più turbata che da Roma. Soltanto qui
+risiedevano ancora truppe straniere, l'esercito d'occupazione di
+Napoleone. Ma la posizione del Papato, che si appoggiava all'Imperatore
+francese, doveva ora mutarsi.
+
+L'Austria aveva finora coperto il Vaticano dal Po; il formidabile
+quadrilatero era la trincea più valida del Vaticano. Ora essa era caduta
+e si era sciolto il legame di reciproci interessi che aveva fin allora
+tenuto avvinti il Papato e la Dinastia degli Absburgo. L'Austria cessò
+la sua politica italiana e con essa necessariamente vennero meno i suoi
+obblighi verso Roma. L'Italia poi, liberata dalla pressione
+dell'Austria, rafforzò l'alleanza colla Prussia, la quale era divenuta
+la prima potenza del continente, fiaccata la Francia, e inseguiva ora in
+Germania gli stessi ideali che aveva, in Italia, inseguito la Savoia.
+
+Nell'autunno 1866 si sentì profetizzare che conseguenza di quegli
+avvenimenti doveva essere necessariamente la caduta del potere temporale
+dei Papi. Si avvicinava il momento in cui doveva cessare, secondo la
+convenzione del 15 settembre 1864, l'occupazione francese di Roma.
+
+Ci si domandava se Napoleone si sarebbe attenuto strettamente a questa
+convenzione, cioè se avrebbe ritirato le sue truppe, e, nel caso
+affermativo, che sarebbe avvenuto del Papato. Sarebbero sufficienti le
+truppe pontificie, pochi reggimenti romani e pochi reggimenti stranieri,
+ad assicurare l'ordine nelle provincie dello Stato? Si diceva infatti
+che queste provincie si fossero legate con giuramenti segreti a
+sollevarsi al primo appello del Comitato Centrale mazziniano di Firenze.
+Per la difesa personale del Papa Napoleone aveva costituito la legione
+di Antibo. Questo corpo di 1200 uomini, in gran parte francesi, al
+comando del colonnello d'Argy, nel settembre 1866 era già sbarcato a
+Civitavecchia, ed era andato in guarnigione a Viterbo.
+
+La caduta di Palermo in mano alle bande di Bentivegna (16 settembre), in
+cui potere rimase per 6 giorni, produsse in Roma un'impressione
+profonda: non poteva accadere qui alcunchè di simile dopo il ritiro
+delle truppe francesi? L'eccitazione divenne nell'ottobre assai acuta.
+Si parlava di diserzioni numerose nella legione di Antibo. Si sparsero
+notizie di un _memorandum_ di Napoleone al Papa, nel quale costui,
+accennando agli eccessi di Palermo, proponeva che fosse accolta in Roma,
+dopo il ritiro delle sue truppe, una guarnigione italiana. Si parlava
+di dirette trattative fra Pio IX e Vittorio Emanuele per una
+riconciliazione.
+
+Il 29 ottobre il Papa tenne un discorso ai cardinali, il quale fece
+cadere d'un tratto ogni speranza in questo senso. Pio IX protestò contro
+tutti gli atti del Governo italiano; anche, dopo la pace di Praga, non
+voleva saper nulla dei diritti della nazione italiana; considerava gli
+Italiani eretici ribelli, e finalmente esprimeva la sua risoluzione di
+lasciar Roma, se le circostanze lo richiedessero.
+
+Vi era un partito di fanatici, che avrebbe voluto spingere il Papa ad
+andare in esilio. I Gesuiti desideravano la sua fuga non meno del
+partito democratico. Questo sperava di porre Roma a capo della
+Rivoluzione, e di proclamare la Repubblica in Campidoglio. Quelli non
+desideravano di meglio che di gettare l'Italia nell'anarchia coll'esilio
+del Pontefice, di suscitare le querele e gli aiuti dei cattolici di
+tutto il mondo, e finalmente l'intervento delle Potenze per
+ristabilire--possibilmente--lo Stato della Chiesa, come nell'anno di
+grazia 1815. Solo i moderati--e formavano la maggioranza--sostenevano
+concordi che il Papa doveva rimanere in Roma. Malgrado tutto essi
+speravano nella possibilità di un accordo col Papa, superando tutti gli
+ostacoli inerenti strettamente al sistema ecclesiastico--di un accordo
+con un Pontefice cui avevano tolto una gran parte dei suoi Stati, e la
+cui sede, Roma, era reclamata come capitale della nazione italiana. Si
+pretendeva un atto di sacrificio e di abnegazione da questo sovrano, un
+atto di cui la storia reale di nessuno Stato e di nessun monarca avrebbe
+potuto fornire un esempio! Il potere temporale è un principio
+antievangelico, ma è anche una condizione di cose che dura da oltre
+mille anni, e di tale importanza per la posizione del Papato, che questo
+dominio temporale potrà essere soppresso solo per mezzo di una riforma
+dei rapporti fra gli Stati europei. È vero che questa è già
+incominciata; ma finchè essa non sarà compiuta, nessun Papa intendenderà
+di rinunciare alla sua potenza temporale.
+
+Il Governo italiano sembrava inclinato ad accettare trattative; esso
+affermava che, secondo gli articoli della Convenzione di settembre, non
+avrebbe, dopo il ritiro dei Francesi, nè attaccato il dominio
+pontificio, nè sopportato che altri lo attaccasse. Esso mandò truppe ai
+confini, per sorvegliarli, cioè per impedire che bande di volontari
+riuscissero a penetrare negli Stati del Papa. Intanto il Governo
+francese si dava pensiero di pareggiare la differenza del Debito
+pubblico dello Stato pontificio; e calcolava gli arretrati, per le
+provincie della Chiesa annesse all'Italia, in 12 milioni da pagarsi al
+Pontefice. Fece sapere al Governo italiano che era opportuno che
+mettesse all'ordine il partito d'azione, del quale si sapeva bene che,
+firmando la Convenzione di settembre, era intimamente risoluto a
+calpestarla alla prima occasione. Lo scopo dei democratici non era certo
+un segreto; avrebbe il Governo italiano autorità sufficiente per
+frenarne l'impeto? Dopo il ritiro dei Francesi essi volevano provocare
+la caduta del Papato e l'annessione di Roma all'Italia come sua
+capitale, facendo scoppiare la rivoluzione negli Stati pontificii e
+costringendo così il Governo italiano a rompere la Convenzione e
+marciare su Roma, sia col consenso di Napoleone, se egli voleva
+riconoscere per la seconda volta il fatto compiuto, sia senza, se egli
+intendeva di intervenire, e di opporsi all'esercito italiano.
+
+Mentre il prossimo ritiro dei Francesi impensieriva la Curia e faceva
+sorgere in essa il dubbio, se fosse preferibile per il Papa, inerme di
+fronte alla rivoluzione, di abbandonare la città o di restarvi, i
+nazionali agitarono la questione: che cosa doveva fare il popolo romano
+in questo stato di cose. In novembre si pubblicò uno scritto: _Il Senato
+di Roma e il Papa_, che fu segretamente fatto pervenire agli
+ambasciatori, ai cardinali e ai notabili di Roma. Si risvegliavano in
+esso antiche idee di indipendenza municipale; le ombre di Cola di
+Rienzo, di Lorenzo Valla e di Stefano Porcari parlavano di nuovo ai
+Romani. Ma è dubbio se queste ombre apparissero in Roma per proprio
+conto, o, se, evocate in un gabinetto fiorentino, fossero poi mandate a
+Roma. Quello scritto cercava di dimostrare, rifacendosi a studiare la
+storia del Medioevo, che Roma non era mai stata in uno stato di
+sudditanza diretta e propria col Pontefice, che essa conservava ancora
+il suo diritto all'autonomia e che, ritiratisi i Francesi, si doveva
+ristabilire in Campidoglio il Senato e l'autorità municipale del popolo,
+e chiamare per plebiscito Vittorio Emanuele a farsi incoronare Re
+d'Italia in Campidoglio.
+
+Ecco la chiusa di quel notevole scritto: «Passato è il tempo della
+violenza; le truppe francesi che per sedici anni hanno occupato Roma
+sono sul punto di abbandonarla; le milizie romane del papa vacillano:
+deboli per disciplina e per numero, esse sentono la vergogna di servire
+sotto un vessillo che non è quello della patria; le truppe mercenarie
+sono poche e malfide, e temono lo sdegno del popolo che mal tollera di
+vedersi limitato e impedito da una schiera di avventurieri l'esercizio
+di un sacro diritto. Il popolo romano vuole partecipare alla vita
+d'Italia; la gioventù si è già dichiarata, e alcuni patrizi si sono
+arruolati sotto la bandiera del Re. Tutti i cittadini infine vogliono
+pace, ordine, libertà, e non hanno intenzione di dipendere dall'arbitrio
+di cupidi condottieri o di pazzi ultramontani. Il Clero stesso, quel
+Clero romano, semplice, colto e virtuoso che non amoreggia con la Curia
+e con gli stranieri, desidera di unir la sua voce a quella di Milano e
+di Venezia. In una parola, la rivoluzione morale è compiuta. Se gli
+animi sono ancora tranquilli, se nulla è accaduto finora, ciò è perchè
+non si vuole in nessun modo turbare il tanto sospirato ritiro dei
+Francesi da Roma con un inopportuno movimento.
+
+«Ma appena quello si sarà effettuato, tutta la cittadinanza dovrà, con
+la calma e la dignità proprie all'esercizio d'un inalienabile diritto,
+ristabilire il proprio municipio ed il proprio sistema amministrativo,
+allo scopo di difendersi, di mantener l'ordine per mezzo della milizia
+cittadina, e di annunziare al mondo la propria volontà. Il popolo
+romano, tornato padrone di se stesso, deve provvedere ai suoi destini
+per il bene proprio e della Patria ed esercitare il diritto che fu la
+massima politica della sua condotta e il sistema del suo Senato;
+diritto che ogni civile popolo europeo ha ormai ottenuto, e il nome del
+quale fu preso dai Romani medesimi: il Plebiscito! Il popolo romano si
+rivolgerà poi al Re d'Italia e gli dirà: Sire, venite a noi, a esaudire
+i voti dei nostri padri; venite a coronarvi coll'alloro che Dante,
+Machiavelli, Gioberti vi hanno promesso, e che voi avete ben meritato
+per il valore del vostro esercito, per il valore vostro e per il sangue
+di tanti martiri. Venite a coronare gli sforzi di tanti secoli, a
+realizzare il sogno di tante generazioni, ed a coronarvi sul Campidoglio
+con quella corona ferrea che avete conquistato sul Po. Noi Romani ci
+sentiremo felici, se saremo da oggi innanzi chiamati a difendere,
+insieme con tutti gli altri popoli d'Italia, questa corona, simbolo
+della libertà civile nell'indipendenza nazionale.
+
+«D'altro canto, il popolo romano si deve rivolgere al Vaticano, e così
+parlare al Pontefice: Santo Padre, la rivoluzione italiana ha compiuto
+il suo corso e raggiunto il suo scopo. Ora essa si trova di fronte alla
+veneranda Basilica degli Apostoli, e vuole che voi sappiate che essa non
+vuol saccheggiarla, ne scuotere le fondamenta della Religione di Cristo,
+che è la religione di tutta Italia, e della quale voi siete il Primate,
+ma che anzi ha in animo di rendere a voi quella libertà che invano
+siete andato chiedendo a monarchi che unicamente sulla spada fondavano
+il loro diritto. Sotto l'egida delle leggi, all'ombra di una bandiera su
+cui sta scritto: Libertà della Chiesa e dello Stato, Voi potrete
+liberamente esercitare il vostro ufficio santo, non più circondato da
+armi straniere, ma difeso e sostenuto dalla reverenza e dall'omaggio di
+noi che, se non più Vostri sudditi, resteremo Vostri figli fedeli».
+
+Questo scritto portava la data: _Roma, il giorno dei morti_; era
+firmato: _Stefano Porcari_, e, come luogo di stampa: _Romae, ex aedibus
+Maximis 1866_. Produsse una grande impressione; tutti i giornali ne
+parlarono, ed ebbe diffusione fino a Parigi.
+
+Poco dopo apparve la circolare di Ricasoli del 15 novembre a tutti i
+Prefetti d'Italia; in essa il Gabinetto di Firenze dichiarava che
+avrebbe scrupolosamente rispettato la Convenzione di settembre; che il
+Potere temporale del Pontefice era divenuto una strana anomalia in mezzo
+alla civiltà del secolo presente, e che doveva essere trattato come ogni
+altra potenza secolare: il Papa solo, cioè, in Roma; che poi egli
+regolasse a suo piacimento i suoi rapporti col popolo romano, e questo i
+suoi rapporti con lui. In sostanza, la circolare diceva quel che aveva
+detto lo scritto del Porcari.
+
+Parve ai papalini di vedere nelle parole di Ricasoli una provocazione.
+Essi consigliarono sempre più vivamente il Papa a partir per l'esilio.
+Secondo loro, egli doveva abbandonare Roma, andare a risiedere a
+Civitavecchia, circondato dalle sue truppe, ed aspettare là, seguendo
+l'esempio dei pontefici del Medio Evo che per lungo tempo si erano
+rifugiati in Viterbo o in altre città della provincia,--che un mutamento
+d'indirizzo, o una rivoluzione nella politica, lo richiamasse a Roma.
+Nel porto di Civitavecchia--gli dicevano i consiglieri gesuiti--si
+sarebbero radunate allora le flotte delle Potenze per difenderlo. In
+fatto accadde che in novembre si ancorarono in quel porto alcune navi da
+guerra francesi, spagnuole ed austriache. Così sembrava si volesse fare
+di Civitavecchia l'ultima tolemaide del Papato. Ma Pio IX tremava al
+pensiero di abbandonar Roma di nuovo. Doveva questo vecchio, giunto
+presso il termine dei suoi giorni, sfidare un'altra volta le amarezze
+dell'esilio e della fuga? Toccava all'imperatore Napoleone che aveva
+mandato a Firenze il generale Fleury di confermare il Papa nella sua
+convinzione di dover restare in Vaticano; là egli era debole; in esilio
+avrebbe potuto esser forte, ma si esponeva a un grave pericolo: la
+Francia cattolica si sarebbe certamente commossa, e con essa
+l'Episcopato tutto, compatta falange per la difesa del Papato
+minacciato. Si sparse anche la notizia che l'imperatrice Eugenia sarebbe
+venuta in Roma. Ma siccome questa principessa non poteva, come già
+Matilde di Canossa, porsi sulla breccia che il generale francese
+Montebello era sul punto di abbandonare, essa non sarebbe venuta che
+quale inviata del suo sposo (si diceva) per persuadere il Papa ad
+accettare l'articolo d'accordo che era stato formulato a Firenze, ed a
+rimanere, comunque, in Roma.
+
+
+II.
+
+Le truppe francesi erano a poco a poco ritirate dalle loro guarnigioni
+nella Provincia; esse venivano a Roma, per andare di qui ad imbarcarsi a
+Civitavecchia. Correva anche la voce, che il 4 dicembre il Papa stesso
+sarebbe partito per quella città, per visitare i nuovi lavori del porto
+e per risolversi circa una sua possibile residenza là, difeso dalle sue
+truppe. Molti dicevano che aveva intenzione d'imbarcarsi.
+
+Si diffuse un foglio volante: _Fra Giusto ai Romani_. In esso si diceva
+che Roma era stata destinata dalla Provvidenza a fondere ed accordare
+la nuova civiltà coll'antica, la libertà colla fede, e ad emancipare
+l'umanità con un'opera di rigenerazione sociale e religiosa avente lo
+stesso carattere di eternità che avevano avuto il Diritto Romano e il
+Vangelo. La libertà romana, spoglia del materialismo pagano, e
+santificata dall'emancipazione cristiana, formerebbe la base
+dell'autorità ecclesiastica, cosicchè questa, liberata dalle forme
+materiali del principato, si svilupperebbe in tutta la purezza della sua
+nuova essenza spirituale. In calma dignitosa i Romani avrebbero ricevuto
+Vittorio Emanuele, il quale soltanto fra le mura di Roma poteva compiere
+l'opera sua liberatrice d'Italia. Questo idealista romano ammoniva i
+suoi concittadini a tenersi lontani da tutti i partiti estremi. E così
+terminava:
+
+«La minaccia della fuga, che dei malvagi hanno voluto far pronunziare al
+Papa, non risponde alla bontà del suo cuore ed al sacro dovere del suo
+ufficio apostolico. Cristo l'ha solennemente dichiarato: la fuga si
+addice al capo di truppe mercenarie, non al pastore che deve aver cura
+del suo gregge. Pio IX è troppo profondamente conscio dei propri doveri
+per fuggir loro vilmente, o per permettere che le vie di questa sacra
+città siano macchiate col sangue dei suoi figli, sotto gli occhi del
+vicario di un Dio di pace e d'amore. Ma se la malizia dei suoi
+consiglieri dovesse strapparlo da Roma, se la ferocia dei suoi generali
+e dei suoi mercenarî dovesse spargere il sangue dei Romani, allora Dio,
+il mondo, giudici di questa viltà e di questo delirio, non farebbero che
+affrettare il pieno trionfo della causa italiana, giustificando ogni
+difesa legittima e necessaria».
+
+I Francesi cominciavano a partire da Roma. Il 6 dicembre il generale
+Montebello insieme coi suoi ufficiali venne a prendere congedo in
+Vaticano. La scena fu solenne. Il Papa appariva grave e dolce di
+aspetto. Il discorso del generale, o, meglio, del suo Imperatore, e la
+risposta del Papa hanno un valore storico, perchè rispecchiano
+nettamente la situazione[1].
+
+Il generale disse:
+
+«Santo Padre, non posso dominare la profonda emozione che provo nel
+venire per l'ultima volta a presentare a Vostra Santità i nostri omaggi
+reverenti ed a chiedere la Vostra Santa Benedizione. Vi sono
+circostanze, nelle quali la tristezza inseparabile dai congedi si muta
+in vero e vivo dolore. Pure un pensiero mi conforta: se l'Imperatore,
+fedele ai suoi obblighi, ritira le sue truppe da Roma, non ritira però
+la sua protezione dalla Santa Sede. Alla nostra occupazione, durata 17
+anni, segue una protezione morale che non sarà meno imponente ed
+efficace, freno per gli uni, incoraggiamento per gli altri.
+
+«Possa il tempo che nella mano del potentissimo Iddio calma le passioni
+e ai dolori dà tregua, e edifica nella sua corsa più che non distrugga,
+possa il tempo ispirare in tutti quello spirito di conciliazione che
+solo può condurre alla soluzione delle attuali difficoltà ed assicurare
+al Capo supremo della religione l'indipendenza e la sicurezza di cui ha
+bisogno per poter esplicare liberamente, fino alla fine dei mondi, la
+sua attività spirituale.
+
+«Questo augurio insieme con gli omaggi della mia reverenza, e
+all'espressione della mia profonda riconoscenza timidamente umilio ai
+piedi di Vostra Santità».
+
+Il Papa rispose in francese così:
+
+«Son venuto, miei cari figli, a dirvi addio nell'ora della vostra
+partenza.
+
+«Quando la nostra bandiera lasciò la Francia colla missione di difendere
+i diritti della Santa Sede, essa fu accompagnata dagli auguri e dalle
+benedizioni di tutti i cuori cattolici. Ora essa torna in Francia, ed io
+desidero che essa sia ricevuta laggiù in egual modo. Ma non so, se ciò
+accadrà. Mi scrivono che i cuori dei cattolici sono commossi, perchè
+pensano alla difficile situazione, in cui si trova il Vicario di Cristo,
+il Capo della Religione Cattolica.
+
+«L'ho già detto ai vostri compagni di arme: non ci facciamo illusioni;
+la rivoluzione giungerà fin qui.
+
+«L'hanno detto, assicurato, proclamato, voi l'avete udito e letto. Si è
+fatto dire ad un'alta persona del governo d'Italia: l'Italia è fatta, ma
+non compiuta. Forse avrebbe potuto dire che essa non è ancora del tutto
+annientata, perchè le resta ancora una regione ove la giustizia,
+l'ordine e la religione regnano ancora.
+
+«Essi potranno forse piantare sul Campidoglio la loro bandiera, ma si
+ricordino che vicino al Campidoglio è la rupe Tarpea.
+
+«Essi potranno per un certo tempo rimanere padroni e sparger dovunque
+rovina. Che per ciò?
+
+«Cinque o sei anni or sono, io parlava con un rappresentante della
+Francia. Prima di partire, egli mi chiedeva che cosa dovesse dire da
+parte mia all'Imperatore. Non ricordo precisamente, ma gli dissi press'a
+poco così: Vi narrerò un episodio della storia della Chiesa.
+Sant'Agostino era vescovo di Hippo, una città che voi conoscete, perchè
+appartiene ai nostri possedimenti d'Africa, quando quella città fu
+assediata da un esercito di barbari. Egli sapeva che ogni sorta di
+atrocità avrebbero subito gli abitanti, se la città fosse caduta, perciò
+egli si rivolse a Dio e lo supplicò: Voglio morire prima di esser
+testimone di tale orribile cosa. Dite questo da parte mia
+all'Imperatore. L'ambasciatore mi disse: Tranquillizzatevi, Santità,
+questi barbari non penetreranno fin qui.
+
+«Egli non era profeta; era un degno gentiluomo.
+
+«Un altro, che occupa ora un'alta carica, mi disse: Roma non può esser
+la capitale d'un regno; le manca tutto per esserlo; mentre possiede
+tutto per essere la capitale del mondo cattolico. Queste son buone e
+fidenti parole, senza dubbio, ma io ripeto: la Rivoluzione può venire,
+ed io non ho aiuto sulla terra.
+
+«Son però tranquillo e rassegnato, fiducioso in Dio, che mi darà la
+forza necessaria.
+
+«Andate, figli miei, io vi amo e vi benedico, insieme con le vostre
+famiglie e coi vostri amici. Se vedrete il vostro Imperatore,
+l'Imperatore di Francia, ditegli che io prego ogni giorno per lui. Mi
+dicono che la sua salute non è buona; io prego per la sua salute; mi
+scrivono che la sua anima non è tranquilla; io prego per la sua pace.
+
+«L'Imperatore è capo di una grande nazione che porta il titolo di
+_cristianissima_; è un bel titolo, ma si deve fare qualche cosa per
+meritarlo; esso non deve essere la semplice e spontanea espressione del
+cuore.
+
+«Bisogna pregare, e pregare con umiltà, fiducia e perseveranza; anche il
+capo di una nazione ha bisogno di questa confidenza in Dio, se vuol
+esser forte e se vuol ottenere ciò che desidera.
+
+«Io non mi sdegno; vedete, io son tranquillo. Ma vedo che il mondo non è
+tranquillo. Confido nell'aiuto di Dio e vi benedico. Possa la mia
+benedizione accompagnarvi per tutta la vita!»
+
+Il discorso del vecchio Pontefice fece profonda impressione. Molti
+ufficiali francesi avevano opinioni nettamente papaline, molti odiavano
+l'Italia; altri deploravano vivamente il legame che univa ora questa
+alla Germania, la quale aveva tolto a Napoleone l'onore di compire
+l'opera della liberazione d'Italia, ed ora era succeduta alla Francia
+nell'intimità con questa Nazione, ed ora forse univa ad essa le sue armi
+contro la Francia. Molti sentirono nel ritiro da Roma una sconfitta
+morale, come un abbandonare d'un tratto quella posizione veramente
+imperiale ed egemonica che la Francia aveva avuto sin qui. I soldati
+francesi affluirono al Vaticano per ricevere dal Papa i rosari
+benedetti da riportare in patria.
+
+La partenza dei reggimenti cominciò il 7 dicembre, calma e ordinata. Li
+si sentiva attraversar la città, sul far dell'alba, al suono guerriero
+della loro marcia _Partant pour la Syrie_. Questo fu il loro saluto
+d'addio. Con quanta pompa e burbanza essi avevano occupato Roma, e con
+quanta timida tranquillità l'abbandonavano ora!
+
+Tutte le porte, il Campidoglio e il corpo di guardia di piazza Colonna
+furono occupati da milizie romane La fisonomia della città parve mutata.
+Abituati da 17 anni a vedere quei bei reggimenti di Francia, i Romani
+guardavano ora con stupore i goffi soldati pontifici venuti al loro
+posto. Roma entrò in un silenzio di morte. Si sentiva da tutti che un
+periodo storico era chiuso, e che il Vaticano tornava nella sua
+solitudine. L'11 dicembre, alle otto del mattino, i Francesi sgombrarono
+anche l'ultimo posto, Castel Sant'Angelo. Un tenente degli zuavi venne
+con una mezza compagnia ai cancelli della fortezza, dietro i quali
+stavano le sentinelle francesi. Si parlamentò. Apparve un generale
+pontificio. La bandiera francese fu abbassata, alzata quella papale.
+Furono presentate le armi; i Francesi uscirono, vi entrarono gli zuavi.
+
+Lo stendardo della Chiesa ondeggiò di nuovo sul mausoleo di Adriano
+presso l'arcangelo di bronzo, Michele. Questo arcangelo che si libra
+verso la città con le ali stese, riponendo nella guaina una grossa
+spada, è per la Chiesa il più bel simbolo della pace che essa deve dare
+al mondo, una di quelle idee che l'umanità dolorosa suol esprimere coi
+miti. Vi è nella storia dei simboli di tutti i tempi qualche cosa di
+così profondo come questo angelo che si libra sulla tragica tomba di un
+imperatore romano, anzi su tutta la città eterna, riponendo nel fodero
+la spada, a significare Redenzione e Pace? L'11 dicembre 1866 esso parve
+acquistare una nuova significazione simbolica. Non era la non evangelica
+spada della potenza temporale dei Papi il cui regno non deve esser di
+questo mondo, che l'Arcangelo riponeva per sempre nella guaina? La spada
+contro cui avevan lottato Arnaldo da Brescia, Dante, i nostri Enrichi e
+gli Hohenstaufen? O era semplicemente la daga che la Francia ringuainava
+abbandonando il Pontefice?
+
+La partenza dei Francesi lasciò dietro di sè un sensibile vuoto. 17 anni
+di permanenza in Roma, se non li aveva fatti cittadini romani, almeno
+certo abitatori della città, e il loro aspetto guerriero era divenuto un
+tratto familiare della città. L'odio con cui da principio il popolo
+romano li aveva ricevuti, s'era a poco a poco dileguato colla
+consuetudine, e per il loro contegno esemplare. Di tutte le occupazioni
+di un paese da parte di truppe straniere, questa era certamente la più
+tollerabile, tanto più che non stava a significare una conquista, ma la
+difesa del Papato. Non costava nulla al paese; anzi lo arricchiva: i
+Francesi portavano annualmente a Roma in circolazione 12 milioni di
+lire. Il Papato che in condizioni normali si sarebbe dovuto rallegrare
+del ritiro di truppe straniere, ora doveva deplorarne la perdita. Il
+governo pontificio che per 17 anni aveva avuto presso di sè il Comando
+militare francese, che formava un altro governo, col quale esso spesso
+veniva a trovarsi in umiliante contrasto, ora aveva ripreso la sua
+indipendenza.
+
+Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe francesi s'imbarcarono a
+Civitavecchia: così quel giorno nessuna bandiera straniera sventolò più
+sull'Italia dalle Alpi al mare. Era questa una condizione nuovissima
+nella storia della Penisola, condizione che non si era più presentata
+dall'anno 1494. Mentre la Francia, per il diritto della nazione italiana
+e l'opinione pubblica di tutta Europa era forzata a cedere e ad
+abbandonare Roma, dopo avere obbligato l'Austria a sgombrare
+l'Italia,--un nuovo grande principio civile veniva chiaramente ad
+affermarsi.
+
+Lo stesso giorno il Comitato nazionale segreto di Roma pubblicò in un
+foglio volante questo importante proclama:
+
+«Romani! finalmente l'ultimo soldato francese, l'ultimo straniero ha
+abbandonato l'Italia. Dalle Alpi al mare nessuno stendardo straniero
+spiega più sull'Italia protezione iniqua o signoria. Questo spettacolo,
+doloroso per i nostri oppressori, è pieno di conforto per noi che dopo
+18 anni rialziamo di nuovo la fronte, e vediamo Roma arbitra dei suoi
+destini. Questo gran giorno resti profondamente impresso nella memoria e
+nel cuore d'ogni romano che senta onore per la sua patria fin ora tanto
+infelice. Questo giorno, il 14 dicembre 1866, apre un'èra nuova, un'èra
+che vedrà, a fianco della religione purificata e liberata dal
+dispotismo, Roma stessa libera e fiorente.
+
+«E' nostro, o Romani, questo compito. Una tarda giustizia ripone nelle
+nostre mani il destino di questa terra, finalmente! Il momento è solenne
+e decisivo. Tutto il mondo, commosso e variamente disposto, ha lo
+sguardo su Roma. Noi, forti della forza d'un inalterabile diritto,
+risoluti ad esercitarlo senza ledere in alcun modo i diritti del potere
+spirituale, teniamo pronti per il grande avvenimento la mente, il
+cuore, e, se ve ne sia bisogno, anche il braccio. Non vani discorsi, non
+malintesi movimenti, o azioni separate e inopportune! Rimanga fuori
+dalle nostre file chi non sappia portare altro contributo alla nostra
+causa. La nostra patria è ricca di ardire e di civile virtù; il momento
+decisivo lo mostrerà. Nessuna dimostrazione vana e disordinata, dunque.
+Questo infatti desidererebbero i nostri nemici, coloro che contano sui
+nostri errori per far ricadere l'Italia nell'antica schiavitù; essi son
+numerosi e perversi, e ci circondano, ci spiano, ci insidiano. Ma non
+dubitate; a loro son rivolti gli sguardi di coloro che vegliano
+instancabili per il nostro riscatto. Ma contro di essi bisogna
+specialmente usare l'unione e l'ordine, un contegno fermo, risoluto e
+tranquillo durante il tempo che ancora ci separa dall'esaudimento dei
+nostri desiderî.
+
+«Riuniamoci, stringiamoci le mani e formiamo una solida catena per il
+nome e la gloria di Roma. In nome della patria, non una minima parte
+delle nostre forze vada perduta in questo solenne momento.
+
+«Così uniti e stretti in un sol gruppo aspettiamo il momento opportuno.
+La vittoria è sicura. I giorni del dispotismo sacerdotale sono già
+inesorabilmente contati. Il vostro comitato sarà, ove occorra, pronto al
+consiglio e all'azione.
+
+ _Il Comitato Nazionale Romano._
+
+ Roma, 14 dicembre 1866».
+
+
+III.
+
+I timori che al ritiro dei Francesi seguisse la sollevazione, se non di
+Roma, delle città del circondario e specialmente di Viterbo, si
+mostrarono ingiustificati; la tranquillità non fu turbata in nessun
+luogo. Questo fatto è dovuto in parte all'ottimo contegno delle truppe
+pontificie, organizzate nuovamente, e in parte al comando venuto da
+Firenze al Comitato Nazionale Romano. Per mostrare le sue buone
+intenzioni, il Governo italiano aveva preso disposizioni per il ritorno
+nelle loro sedi di tutti i vescovi scacciati o trattenuti in arresto.
+Aveva inoltre mandato a Roma Tonello, non solo perchè giungesse ad un
+accordo sulla questione del giuramento dei vescovi, e dell'_exequatur_
+reale, ma anche perchè portasse la proposta di quel grande progetto
+finanziario, che consisteva nel convertire i beni ecclesiastici
+d'Italia, valutati a due miliardi di lire, in una rendita mobile; così
+la Chiesa avrebbe acquistato una vera indipendenza dallo Stato. Queste
+trattative, anche se non seguite da effetti, richiamavano l'attenzione
+di tutti e rafforzavano l'opinione di quelli che speravano ancora in una
+conciliazione. La questione romana, da una questione europea, divenne,
+dopo il ritiro dei Francesi, una questione interna italiana. Ora il
+Papato si trovava circondato e stretto tutt'intorno dall'Italia, solo di
+fronte alle sue pretese: questa situazione appariva così insostenibile,
+che molti eran d'opinione che _necessariamente_ dovesse in qualche modo
+stabilirsi un'intesa fra Roma e l'Italia.
+
+Il partito italiano della città si era organizzato nel Comitato
+Nazionale Romano, il quale riceveva il suo indirizzo dal Governo di
+Firenze, ed era un suo organo. Queste erano le sue mire: accordo col
+Papato, spogliato del potere temporale; annessione di Roma all'Italia
+mediante plebiscito; dichiarazione di Roma a capitale, con la dinastia
+di Savoia. Sosteneva dunque la opportunità della quiete e dell'ordine, e
+della resistenza passiva.
+
+Fin dalla fine del 1866 si oppose a questo il partito mazziniano, che
+voleva abbattere il Papato e costituire la Repubblica a Roma, dopo i
+quali avvenimenti sarebbe scoppiata--sognavano quei radicali--la
+rivoluzione sociale in tutta l'Europa e forse in tutta l'umanità? Questi
+partiti cominciarono a combattersi aspramente, ed anche questa scissione
+nel campo dei rivoluzionarii fu una causa di più della permanenza in
+Roma della tranquillità e dell'ordine.
+
+Per le intenzioni pacifiche del Comitato Nazionale, i mazziniani gli
+affibbiarono il soprannome dispregiativo: la Malva. Ambedue questi
+partiti facevano stampar fogli volanti e giornali segreti; i nazionali
+la _Roma dei Romani_; i mazziniani la _Sveglia_. La vita ed il lavorìo
+segreto di questi governi sotterranei, della _Roma sub-terranea_
+rivoluzionaria, si sottrassero agli sguardi della Polizia che non riuscì
+a scoprire nè i capi, nè i locali, nè le stamperie. Forse quei giornali
+non furono mai stampati in Roma, bensì in altre città.
+
+I mazziniani e gli emigranti italiani, appartenenti in parte alla loro
+sètta, tenevano vivaci riunioni nel Napoletano e in tutta l'Umbria. Si
+sparsero queste associazioni per tutta Italia e fecero nelle città
+propaganda per l'invasione a mano armata degli Stati della Chiesa. Già
+dal gennaio si era stabilito a Terni un deposito di armi e si
+richiamarono in quella città dalla Lombardia gli emigranti romani. Le
+armi dovevano essere introdotte segretamente nel Romano, cioè a
+Viterbo. Moustier, ministro francese degli esteri, avvertì di quel che
+si preparava l'ambasciatore dell'Imperatore a Firenze, perchè egli a sua
+volta richiamasse l'attenzione del Governo italiano.
+
+I mazziniani diedero il primo segno di vita la notte del 10 febbraio
+1867 con lo scoppio di varii petardi, che spaventarono la città.
+Ricorreva l'anniversario della proclamazione della Repubblica Romana del
+1849. Del resto non vi furono eccessi; solo il Comitato Nazionale
+interdì la visita dei teatri e la celebrazione del Carnevale, cosicchè
+non si vide mai più melanconico Carnevale di quello del 1867. Fuori, ed
+anche alle porte di Roma, infieriva sempre più il brigantaggio. Tutte le
+strade erano malsicure; finalmente il Governo pontificio intervenne con
+una energica legge e con efficaci misure militari.
+
+In tutta l'Italia cresceva l'agitazione. Dopo il rigetto per parte dei
+democratici e radicali, nemici di ogni libertà della Chiesa, del
+progetto finanziario di Scialoia, la camera italiana fu sciolta; le
+nuove elezioni agitavano tutto il paese e minacciavano di spingerlo alla
+rivoluzione. Dal trasferimento della capitale sembrava che il Governo
+italiano fosse scosso alle basi; la Monarchia, nonostante l'acquisto di
+Venezia, vacillava; la infelice guerra del 1866 aveva accresciuto la
+disistima, in cui essa era caduta. Disonestà in tutta l'amministrazione,
+rapidi mutamenti di ministero, difficoltà finanziarie, interno
+dissolvimento, tutto ciò produceva una situazione confinante
+coll'anarchia, in tutto ciò il Governo perdeva ogni prestigio morale. Il
+partito d'azione chiedeva sempre la violazione della Convenzione di
+settembre; non solo esso formava comitati segreti, ma palesi
+associazioni per una invasione negli Stati della Chiesa. Comitati di
+questo genere sorsero a Firenze, a Genova, a Bologna e altrove, senza
+che il governo credesse bene prendere dei provvedimenti. Garibaldi s'era
+ravvicinato ai mazziniani e seguiva i loro piani. Da Caprera egli
+accorse a Firenze il 23 Febbraio, durante la lotta elettorale per la
+nuova Camera, onde aiutare alla vittoria il partito democratico. Egli si
+recò allora come agitatore per le città italiane, eccitando le
+popolazioni ad una guerra mortale contro il prete, dalle cui mani
+bisognava ora liberare Roma.
+
+Il 22 marzo il Re aprì il nuovo parlamento che, nel complesso, era
+composto come il precedente; non si fece parola sulla questione romana.
+Ai primi di aprile Urbano Rattazzi salì alla Presidenza del Consiglio,
+e il partito rivoluzionario sperò, sotto di lui, di ottenere ciò che non
+gli era riuscito di ottenere sotto Ricasoli, benchè ricordasse che era
+ben Rattazzi che aveva, per comando di Napoleone, organizzato la
+tragedia di Aspromonte.
+
+Così, un altro partito democratico era andato prendendo forma, il
+partito d'azione di Garibaldi, che aveva lo scopo dichiarato di una
+invasione a Roma. Garibaldi fu eletto suo capo, e proprio da un Comitato
+mazziniano, con una lettera datata da Roma (_Centro dell'Insurrezione di
+Roma_), per quanto l'esistenza di quel Comitato, proprio in questa
+città, fosse piuttosto dubbia. Questo Comitato invitò, il 1^o aprile, i
+Romani a sollevarsi ed a rovesciare il governo dei preti; assicurava
+che, contemporaneamente, altre città degli Stati della Chiesa si
+sarebbero ribellate, poichè tutto era pronto; proclamava Garibaldi capo
+della sollevazione, Garibaldi che, dopo la nomina da parte del popolo di
+Roma nel 1849, era rimasto giustamente generale romano. In risposta,
+Garibaldi scriveva una lettera, indirizzata al Centro dell'insurrezione,
+datata da S. Fiorano 22 marzo, nella quale diceva di essere orgoglioso
+del titolo di generale romano, e annunziava di avere già scelto i Romani
+che dovevano formare l'_élite_ dell'emigrazione romana a Firenze.
+
+Contro questo appello dei radicali, il Comitato Nazionale pubblicò una
+protesta, il 9 aprile, ammonendo con essa i Romani di non lasciarsi
+condurre ad agire con leggerezza colpevole e pericolosa, e di aspettare
+il tempo opportuno per l'azione. Infatti, la quiete non fu turbata; ed
+anche il 12 aprile, anniversario del ritorno dall'esilio del Pontefice
+ed anche del suo scampo miracoloso dal crollo della sala a S. Agnese, fu
+festeggiato, come al solito, con la luminaria, e trascorse tranquillo.
+
+Ma i segni precursori di un'invasione di schiere volontarie, come
+chiaramente apparivano dalla lettera di Garibaldi, davano molto da
+pensare al Governo romano; il cardinale Antonelli passava, il 26 aprile,
+una nota all'ambasciatore francese in Roma, conte Sartiges, nella quale
+esprimeva questi timori. Il Gabinetto francese consigliò quello
+fiorentino a vegliare sulle riunioni rivoluzionarie, secondo gli accordi
+del trattato di settembre, e ricevette da Rattazzi l'assicurazione che
+esso vegliava e che non v'era nulla da temere, poichè i comitati
+rivoluzionarii erano deboli e privi di mezzi. In occasione di
+un'interpellanza in Parlamento, Rattazzi dichiarò che, nella questione
+romana, egli avrebbe seguito la linea di condotta tracciata dal trattato
+di settembre.
+
+Intanto il Governo francese era informato del diffondersi continuo del
+partito radicale. Ebbe notizia di un trasporto di armi in Viterbo, e del
+piano di Garibaldi, che consisteva nell'armare navi a Genova e con
+quelle sbarcare sulla costa romana, mentre frotte di emigranti avrebbero
+passato il confine napoletano; e a Roma gli emissarii dei rivoluzionari
+dovevano eccitare alla rivolta. Invero Garibaldi si metteva palesemente
+a capo dell'invasione; alla fine di aprile egli fece pervenire una
+circolare ai ministri d'Inghilterra, Prussia e Russia a Firenze, nella
+quale egli protestava contro la sovranità del Pontefice e ricordava che
+la Costituente del 1849 aveva nominato proprio lui a governatore di
+Roma, ed affermava che questo potere a lui affidato era ancora
+legittimo, e poteva essergli tolto solo da una assemblea di
+rappresentanti del popolo romano.
+
+Nel maggio, il movimento ai confini e l'attività dei comitati si fecero
+più vivaci. In seguito alle note della Francia, Rattazzi rispose che
+Garibaldi si trovava ammalato a Signa e non aveva certo intenzione di
+tentare imprese temerarie, e che, comunque, il Governo vegliava. Si può
+effettivamente credere che tale fosse la sua sincera opinione, anche se
+segretamente pensava di utilizzare il movimento rivoluzionario per
+condurre ad una modificazione della Convenzione di settembre. Difatti,
+Rattazzi dispose perchè gli emigranti romani fossero allontanati da
+Bologna, dove era il centro dell'insurrezione. Intanto il cardinale
+Antonelli permetteva che le truppe pontificie si intendessero con quelle
+italiane per la sorveglianza dei confini. Nel giugno una prima schiera
+di 200 volontari avendo tentato di passare i confini a Terni, per
+comando del governo italiano, fu trattenuta. Si imprigionarono 60
+volontari; gli altri si dispersero. Questo fatto produsse un'impressione
+assai favorevole, e tranquillizzò molti. L'invasione romana fu
+rimandata, non solo perchè si era insufficientemente provvisti di uomini
+e di armi, ma perchè il mantenimento della pace tra Francia e Russia
+modificava la situazione politica. La democrazia italiana aveva contato
+sulla guerra di quelle potenze in seguito alla questione del
+Lussemburgo, ma, per il trattato di Londra dell'11 maggio, questo
+pericolo si era allontanato.
+
+Il mantenimento della pace salvò allora il potere temporale del Papa
+dalla rovina, che immancabilmente sarebbe avvenuta se la Francia si
+fosse impegnata in una guerra con la Germania. Ora si potevano fare,
+senza pericolo, le grandi feste del _Centenarium Petri_. Questo giubileo
+del principe degli Apostoli, del quale i papi si dicono successori,
+doveva, in mezzo alle agitazioni italiane per la minaccia di
+un'invasione degli Stati pontificî, affermare che Roma era città della
+Chiesa e la capitale del mondo cattolico. Fin dal principio di giugno,
+schiere di preti si diressero a Roma da ogni paese, su tutte le ferrovie
+italiane. Quattrocentonovanta vescovi e prelati, più di diecimila preti
+si radunarono in Roma, dove non si era mai visto nulla di simile, prima
+dell'istituzione delle ferrovie. Alberghi, abitazioni e strade erano
+rigurgitanti di clero. Roma sembrava subisse ora, dopo la temuta
+invasione delle camicie rosse di Garibaldi, un'altra invasione di
+sottane nere; tutto un popolo accorso in difesa della sua città.
+
+In questa folla si distinguevano numerosissime nazionalità; ma Francesi,
+Italiani e Spagnuoli avevano la prevalenza, come a dimostrare ancora una
+volta la romanità della Chiesa cattolica. I Tedeschi si perdevano in
+mezzo a questo brulichio. Noto gli arcivescovi di Magonza, Colonia,
+Posen, Salzburg, Praga e Olmütz; mancava l'arcivescovo di Vienna. Si
+videro, in quell'occasione, tutti i costumi della Cristianità. Si
+ammirarono i fastosi e maestosi patriarchi di Oriente, la cui presenza
+rammentava i rapporti del culto cristiano coll'Asia e l'antico
+Testamento. Si videro anche dei Cinesi e dei Mori.
+
+Mai, nemmeno nei tempi più luminosi del Papato di Leone X, si erano
+viste in Roma processioni simili a quelle che si svolsero per la festa
+del _Corpus Domini_ e il giorno di San Pietro, nell'anno 1867. Queste
+feste rappresentarono la più bella e grandiosa rivista che mai pontefice
+abbia passato al suo clero.
+
+La grande processione del giorno di S. Pietro, che uscì dalla chiesa
+nella piazza, e nella chiesa poi rientrò, durò due lunghe ore. Vi erano
+portati degli stendardi alti 20 piedi, rappresentanti i nuovi santi, o
+in punto di morte, o mentre stavano compiendo un miracolo, e fra questi
+santi (più di 200 martiri della missione giapponese furono allora
+beatificati) nessuno suscitò più interesse di Pedro Arbues, il terribile
+inquisitore di Spagna, la cui assunzione nel cielo dei beati fu
+giudicata, all'estero, come una aperta e chiara dichiarazione di guerra
+alle leggi dell'umanità e della civiltà. Il popolo, silenzioso torrente,
+per tutta la giornata entrò da una porta del tempio ed uscì dall'altra.
+
+Cinquecento cantori facevano udire i loro inni dal cerchio interno della
+cupola di Michelangelo. L'illuminazione di questa volta scintillante
+d'oro era, il 29 giugno, incantevole e magica, come magico era l'effetto
+del tempio sfavillante di fuoco e di luce: rassomigliava, infatti, ad
+una sfera celeste nella quale innumerevoli stelle sprizzassero fuoco in
+mezzo ad una nebbia dorata.
+
+La Cattedra Petri, sulla quale la leggenda vuole che l'Apostolo si
+sedesse, fu trasportata dal trono vescovile della Tribuna, nel quale
+Alessandro VII l'aveva fatta chiudere, in una cappella speciale, ed
+esposta alla pubblica venerazione. Dopo due secoli, essa tornò alla
+luce. Sul lato anteriore di questa antichissima sedia di legno si
+trovano delle placche d'avorio, nelle quali sono rappresentate le
+fatiche di Ercole. La folla si dava gran pena per strofinare, contro di
+essa, stoffe o anelli, che avrebbero così assunto virtù di amuleti.
+
+Per otto giorni, Roma festeggiò la ricorrenza con processioni,
+illuminazioni, spettacoli accademici e musicali. Le manifestazioni più
+alte del culto si trovarono a Roma riunite, lo stesso anno in cui
+l'Esposizione mondiale di Parigi esibiva i frutti del lavoro e
+dell'ingegno del nostro secolo.
+
+La festa apostolica dell'unità della Chiesa, nel suo centro a Roma,
+consacrata dalla storia, doveva, con immensa manifestazione del clero,
+mostrare che, nell'ingranaggio della macchina gerarchica, non mancava
+una sola ruota, che fra il capo ed i membri tutti regnava una perfetta
+ed inalterabile armonia, mantenuta senza sforzo e senza costrizione.
+Non si trovarono in Roma, in quell'occasione, imperatori, re e principi,
+come a Parigi; ma convennero qui pellegrini da ogni parte del mondo. I
+rappresentanti delle più antiche nobiltà legittime d'Europa erano
+venuti, e non senza doni, a rendere omaggio al Pontefice.
+
+Al Vaticano furono donati, in quell'occasione, parecchi milioni, sia per
+le collette singole delle varie diocesi, sia per offerte private. Si
+contarono a Roma da 50.000 a 70.000 forestieri; ne vennero da tutte le
+Provincie del Regno d'Italia. Ciò dimostrava che la rottura, fra il
+popolo d'Italia e la Chiesa, non era poi tanto grave come si era voluto
+far credere.
+
+Le catene di S. Pietro legavano ancora una parte dell'umanità, e mai
+questa portò più a lungo altre catene!
+
+I paladini del Papato erano pieni di soddisfazione e di fierezza. Non si
+doveva dimostrare che Roma non poteva essere la capitale di un regno?
+Ebbene, non ne erano quelle feste la prova più luminosa? Le migliaia di
+preti, che si raccolsero in quei giorni intorno al Papa e
+fraternizzarono in mezzo alle sontuose feste della loro Chiesa, erano
+pieni tutti del medesimo entusiastico sentimento. Non avrebbero essi
+portato quell'entusiasmo nei loro paesi, nelle loro comunità,
+diffondendolo ovunque? Con questa festa del centenario doveva
+cominciare, dunque, la grande reazione e il trionfo della Chiesa su
+tutte le potenze ostili dell'universo. Così declamava, nell_'Universo_,
+Luigi Veuillot. Nessuno avrebbe creduto che a questo entusiasmo
+potessero seguire nella Chiesa momenti di un così crudo disinganno!
+
+Nelle sue allocuzioni ai Vescovi riuniti, il 26 giugno e il 1 luglio,
+Pio IX annunziò il Concilio.
+
+Era naturale che il Papa, nella lotta contro ciò che egli chiamava il
+Secolo e che noi chiamiamo lo spirito della civiltà, raccogliesse più
+strettamente intorno a sè tutta la gerarchia, e tentasse di esaltare la
+propria autorità nell'organismo della Chiesa. L'antica idea
+dell'infallibilità del Papa, innalzata a dogma, ritornò ora più
+determinata agli organi dei Gesuiti. L'infallibilità è il coronamento
+del Papato gregoriano. E non ha anche segnato, questo dogma, l'uscita
+dalla storia di questa grande forza ideale della Chiesa? Se doveva esser
+l'apoteosi del Papato, si sa bene che le apoteosi si comprano a caro
+prezzo.
+
+La _Civiltà Cattolica_ aveva solennemente proposto che tutti i preti e
+tutti i credenti venuti a Roma per il centenario facessero voto sulla
+tomba dell'Apostolo di sostenere per la vita e per la morte
+l'infallibilità del pontefice. Finora, essa diceva con cinica
+franchezza, i cattolici avevano portato a S. Pietro solo sacrifici e
+offerte materiali, sia le loro ricchezze, sia il loro sangue; ora si
+trattava di sacrificare la ragione stessa al principe degli Apostoli! Si
+sperava, così, di legare solidamente il clero tutto nei ceppi di questo
+voto, e di costituire, nella cristianità, quasi una lega santa di
+Cavalieri di S. Pietro; ma questa proposta dei Gesuiti non fu raccolta.
+
+I vescovi radunati non fecero nuove dichiarazioni riguardo al _Dominio
+temporale_. Nel loro indirizzo al Papa, dettato da Heinald, dicevano
+soltanto che essi tenevano a ripetere quel che avevano già espresso nel
+1862, e cioè di voler credere ciò che il Papa crede, e di voler
+respingere ciò che il Papa respinge. Non era già questa una
+dichiarazione della sua infallibilità?
+
+In mezzo a tali feste giunse a Roma la notizia dell'esecuzione
+dell'arciduca Massimiliano, al Messico. Essa produsse un'impressione
+enorme. Molti clericali espressero, con soddisfazione, l'opinione che la
+morte di questo infelice principe fosse, per l'imperatore Napoleone, una
+specie di testa di Medusa; come egli aveva tradito Massimiliano, egli
+era pronto a tradire il pontefice! Si ricordava, ora, con meraviglia,
+la satira romana che nel 1864 aveva salutato l'arciduca, quando era
+venuto in Roma prima di partire per l'avventuroso viaggio al Messico, ed
+i suoi versi profetici:
+
+ Massimiliano, non ti fidare,
+ Torna sollecito a Miramare.
+ Il trono fracido di Montezuma
+ È nappo gallico colmo di spuma.
+ Il timeo Danaos, chi non ricorda,
+ Sotto la clamide trova la corda.
+
+
+
+IV.
+
+A queste magnifiche feste seguirono avvenimenti di tutt'altro genere.
+Bisogna cercare a lungo nella storia per trovare l'esempio di un così
+repentino e crudo contrasto, quale offrì Roma nel volger di pochi mesi.
+Se noi immaginiamo che fra i pellegrini accorsi a Roma si trovasse un
+asiatico o un africano, il quale fosse rimasto del tutto ignaro della
+politica europea, questo straniero avrebbe potuto dire parlando di Roma
+alla fine di giugno: «Roma, l'antichissima capitale del mondo cattolico,
+è non solo la più ricca e la più nobile, ma anche la più felice città
+della terra. Tutti i popoli vengono a turbe verso di lei, per portarle
+doni e tributi, e non dietro un severo e temuto ammonimento del loro
+sovrano, come nell'antica Roma, o negli imperi dell'Asia o dell'Egitto,
+ma volontariamente, per l'esaltazione del loro amore verso di Lui.
+Migliaia di pellegrini vi accorrono e si prostrano in orazione sulla
+tomba del Principe degli Apostoli e assistono nel suo sublime tempio, a
+cui nulla si può paragonare, a cerimonie d'una grandiosità
+indescrivibile. Sembra che l'amore degli uomini tutti coroni Roma di
+feste e di onori, dei quali è centro un venerando vecchio, al cui cenno
+i vescovi della terra e settantamila preti sono accorsi per dirgli che
+essi credono ciò che egli crede, che riprovano ciò che egli riprova,
+come migliaia di altri uomini che non sono preti, e che sono venuti
+anch'essi a tributargli onori divini».
+
+Ora, se il medesimo straniero fosse tornato nella stessa città, solo tre
+mesi dopo, non avrebbe prestato fede ai suoi sensi, e si sarebbe creduto
+vittima d'un incantesimo. Avrebbe infatti trovato quella città, poco
+prima piena di un tumulto festivo e inghirlandata di fiori e coperta di
+tappeti e di quadri, quasi contaminata dalla peste, immersa nello
+stupore, nell'ansia, nel terrore, di notte per lo scoppio di bombe e di
+mine, di giorno per le pattuglie di impauriti soldati, che raccoglievano
+qua e là torme di arrestati. Avrebbe visto cannoni sulle piazze; le
+fosse di Castel Sant'Angelo riempite d'acqua; gli avrebbero riferito
+che quel vecchio, che pur ora aveva veduto esaltato al cielo, stava ora
+pieno di terrore in preghiera nel Vaticano solitario e squallido,
+chiedendo a Dio che lo salvasse dall'imminente pericolo, e divisando già
+di rifugiarsi in Castel Sant'Angelo e di rinchiudervisi. Avrebbe visto
+le porte di Roma serrate e rinforzate di dentro con terrapieni, i merli
+delle fortezze difesi da sacchi di terra; e gli sarebbe stato narrato
+che innumerevoli bande malconcie, affamate, male armate, vestite di
+rosse camicie, venivano da ogni parte verso Roma, al grido: Roma o
+morte! per conquistare la capitale della cristianità e imprigionare il
+Santo Padre, o cacciarlo esule per il mondo.
+
+Intanto però, già nel giugno si era manifestato il colèra, che nel
+luglio crebbe di violenza. Il 6 agosto scoppiò ad Albano con
+straordinario vigore, mentre molte famiglie romane erano andate a
+passarvi l'estate. Là morì, l'8 agosto, la regina-vedova di Napoli,
+Maria Teresa, figlia dell'arciduca Carlo. Il timor panico riempì Albano;
+abitanti e forestieri si dispersero spaventati. Il cardinale Altieri che
+vi si era recato, come vescovo del luogo, per tranquillizzare con la sua
+presenza la popolazione, rimase vittima della sua abnegazione. Gli zuavi
+che erano là di guarnigione mantennero da soli l'ordine, e della loro
+attività va resa loro ampia lode.
+
+Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, ma non interruppe il
+movimento rivoluzionario del partito d'azione, al quale le feste di Roma
+avevano acuito la smania di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto
+la condotta del governo francese rafforzava la concorde aspirazione
+degl'Italiani; quel governo sembrava partire dal concetto che
+l'occupazione di Roma durasse ancora per mezzo della legione di Antibo.
+Non solo il generale Dumond era venuto a Roma per passare in rivista
+questa legione, che numerose diserzioni avevano mezzo disciolta, ma la
+pubblicazione di una lettera del maresciallo Wiel al colonnello d'Argy
+mostrava come queste truppe al servizio del Pontefice fossero
+considerate ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, alla fine di
+agosto, una nota di Rattazzi al Gabinetto di Parigi, nella quale egli
+faceva voti perchè il Governo francese non aumentasse le difficoltà, in
+cui si trovava l'Italia, risollevando la questione Romana e mettendo in
+pericolo la Convenzione di settembre.
+
+La stampa democratica dichiarò violentemente che quella Convenzione era
+stata violata dalla Francia e che, quindi, anche l'Italia era in diritto
+di non più rispettarla. Il Governo, che ormai meditava--appoggiandosi
+alla Convenzione di settembre--di rinunziare a Roma e riconoscere la
+sovranità del Papa, e, per di più, minacciava continuamente l'Italia di
+un nuovo intervento francese, si trovò ad essere in contradizione con sè
+stesso, mentre si sentiva troppo debole per sostenere la pressione del
+partito d'azione in un'epoca nella quale, dopo il disgraziato progetto
+finanziario, vedeva crescere a dismisura i proprî imbarazzi.
+
+Garibaldi visitò di nuovo le città italiane, parlando apertamente di una
+campagna contro Roma, dove, il 13 luglio, si erano già fusi e unificati
+il _Comitato Nazionale_ e il _Centro dell'Insurrezione_, nella _Giunta
+Nazionale Romana_. Si raccolsero armi e denari, fino in Inghilterra,
+dove si era recato un figlio di Garibaldi. I confini dell'Umbria
+cominciarono a brulicare di figure sospette. Il 26 agosto l'Agitatore
+apparve a Orvieto. Qui egli raccolse il popolo a udirlo, attaccò nel suo
+discorso, accompagnato da grida di Roma o morte, tanto violentemente il
+Governo di Firenze, quanto quello di Parigi, e dichiarò finalmente che,
+nonostante la Convenzione di settembre, Roma doveva essere conquistata
+dal popolo sorto in armi. Si recò quindi a Rapallo, e l'8 settembre si
+trovò a Ginevra, al Congresso per la pace, dove i capi della democrazia
+europea si erano adunati per stabilire le linee di un programma della
+futura società europea. Garibaldi, salutato da unanimi omaggi, fu
+nominato presidente onorario di questo Parlamento.
+
+I discorsi che egli tenne dal balcone della casa Fazy e quelli per
+l'inaugurazione del Congresso, furono così spinti, che urtarono anche
+molti dei suoi partigiani. Egli volle dimenticare che la città di
+Calvino e di Rousseau contava fra i suoi cittadini anche molti cattolici
+e che altri fra essi avevano opinioni aristocratiche e conservatrici. Le
+sue violente declamazioni contro il Papato e la Chiesa provocarono
+aperte proteste da parte della cittadinanza cattolica; fra i Riformati,
+i moderati non furono meno spaventati; nel Congresso si produsse una
+scissione, e Garibaldi lasciò Ginevra l'11 settembre, quasi
+clandestinamente, e del tutto disilluso.
+
+Si recò allora a Genestrelle, deciso ad effettuare l'invasione romana. I
+preparativi e i piani strategici per questa audace impresa erano stati
+alacremente continuati fin dal suo soggiorno ad Orvieto. Si armarono
+truppe di volontari ad Ancona, a Foligno, a Bologna, a Firenze, negli
+Abruzzi, a Napoli. Depositi d'armi erano trasportati ai confini, e
+segretamente fin dentro gli Stati della Chiesa. I volontari si
+dirigevano da ogni parte alla spicciolata verso i confini, i quali erano
+custoditi dalle truppe di linea italiane, secondo la Convenzione di
+settembre.
+
+Il carattere palese di questi armamenti sotto gli occhi del Governo, le
+invettive della stampa mazziniana, i proclami dei comitati nazionali, le
+lettere di Garibaldi, i messaggi dei legati di Roma e di Firenze
+spinsero il Governo francese a eccitare il ministero italiano ad
+un'azione pronta ed efficace, facendogli intendere come serie difficoltà
+potessero sorgere se fosse continuato quello stato di cose, difficoltà
+che l'Imperatore desiderava risparmiare a sè e al Re d'Italia. E infatti
+le difficoltà di Napoleone non erano poche. Egli desiderava non
+allontanare da sè l'Italia, in vista della minaccia sempre più vicina
+d'una guerra colla Prussia; allontanandosi dalla Francia, l'Italia si
+sarebbe avvicinata alla sua alleata di Padova; se poi egli avesse
+lasciato violare la Convenzione di settembre, avrebbe subìto un nuovo
+scacco, facendo la figura di un complice o di un canzonato. Se egli si
+risolveva all'intervento, secondo i desiderî del Pontefice, feriva anche
+gravemente il partito liberale di Francia, suscitando forse una guerra
+di disperata difesa in Italia, o rigettandola nell'anarchia,
+distruggendo la sua propria opera del 1859.
+
+Dispacci urgenti da Parigi determinarono l'azione contro il partito
+rivoluzionario. Degli inviati di Vittorio Emanuele si recarono per
+persuadere Garibaldi in nome del re ad abbandonare i suoi intempestivi
+progetti e a ritrarsi a Caprera. Ma egli lasciò Firenze per raggiungere
+Arezzo passando da Sinalunga, e di là per far irruzione negli Stati
+della Chiesa.
+
+Ma, per comando del Governo, a Sinalunga il generale fu arrestato il 23
+settembre e mandato per ferrovia alla fortezza di Alessandria. D'un
+colpo questo fatto sorprendente cambiò la situazione; apparentemente il
+progetto dell'invasione venne meno con esso.
+
+Il piano di Garibaldi era stato di provocare una sollevazione a Viterbo,
+per mezzo dei suoi agenti; ma dopo il suo arresto, il Governo papale si
+impadronì di loro e delle corrispondenze che avevano seco. Gli agenti di
+Garibaldi erano anche a Roma pieni di attività, ma dopo molto vano
+lavoro dovettero persuadersi che in questa città non c'era nulla da
+fare. Anche qui furono operati arresti in massa. Dei fogli volanti
+diffusi per la città annunciarono che la Giunta nazionale si era
+disciolta il 22 settembre, e che il 27 i così detti capi di sezione ne
+avevano formata un'altra al suo posto, «perchè la città non rimanesse
+senza Governo in tempi così difficili». La cattura di Garibaldi fu
+appresa all'estero con soddisfazione; si complimentò il governo d'Italia
+per aver finalmente trovato la forza di ridivenire padrone di un
+increscioso stato di cose, per il quale era permesso ad un capo popolo
+di porsi al di sopra delle leggi dello Stato, di formare un Governo
+proprio nello Stato stesso, di eseguire dei piani proprî, di versare il
+sangue del popolo, di mandarne in malora i denari affidatigli e di
+condurlo alla rivoluzione, determinando così la necessità di un
+intervento straniero, che immancabilmente sarebbe avvenuto. Infatti si
+diceva che una flotta francese fosse nel porto di Tolone pronta a
+salpare. La stima e la considerazione verso Garibaldi si era inoltre da
+tempo diminuita. Le sue copiose declamazioni, i suoi proclami numerosi,
+le sue stranezze (era giunto a battezzare egli stesso dei fanciullini
+come sacerdote dell'avvenire), l'imperversare senza tregua dei suoi
+tuoni senza il lampo dell'azione, e l'essersi egli ravvicinato al
+movimento mazziniano, avevano fatto impallidire l'aureola del grande
+agitatore, che aveva avuto sì eroica parte nella redenzione italiana[2].
+Si deplorava in quel tempo che egli non fosse morto a Capua o ad
+Aspromonte, chiudendo così la sua vita di eroe popolare, invece di
+sopravviversi. La sua prigionia fu appresa con favore anche dai liberali
+di Roma; essi speravano che essa preludesse a negoziati diplomatici del
+Governo italiano, tendenti ad una liberazione definitiva da un
+intervento, anche morale, della Francia, e ad una modificazione della
+Convenzione di settembre. Ed effettivamente non c'era che l'Italia che
+potesse difendere gli Stati della Chiesa impedendo alle schiere dei
+volontari di farvi irruzione.
+
+Ma il partito d'azione si sollevò vivacemente, chiedendo la liberazione
+del suo capo, membro inviolabile del Parlamento. Sotto la pressione di
+tumulti a Firenze e in altre città, Garibaldi fu condotto da Alessandria
+a Genova, e senz'altro rimesso in libertà, come almeno egli stesso
+dichiarò,--cioè imbarcato il 27 settembre per Caprera su un legno da
+guerra. Era stata cosa veramente seria la sua prigionia? Non era stato
+un giuoco per tacitare, diciamo così, il Governo di Francia, mascherando
+la rottura effettiva della Convenzione di settembre? Non si era fatto
+sparire il capo dell'invasione, perchè questa potesse seguire il suo
+cammino, più liberamente e meno manifestamente, e perchè, invece di un
+generale officialmente disconosciuto, e talora in segreto sostenuto,
+come a Marsala a Capua e nelle Marche, altri generali, nel nome
+d'Italia, la conducessero? Non aveva davvero la forza, il Governo
+italiano, di disperdere le schiere dei volontari, che si raccoglievano
+sui confini? Numerose truppe di ogni arme stringevano, è vero, da presso
+la linea dei confini romani, ma questa catena di milizie spesso diradava
+per varie cause i suoi anelli, permettendo a bande armate di introdursi
+agevolmente nello Stato pontificio. Appena all'estero si seppe che il
+Governo italiano aveva impedito l'esecuzione dei piani di Garibaldi e
+l'aveva imprigionato, contemporaneamente si fu informati che di fatto
+l'audace impresa dell'invasione era cominciata, e che apertamente
+proseguiva coll'appoggio del Governo italiano.
+
+
+V.
+
+L'invasione, da parte delle schiere di volontari, dello Stato della
+Chiesa, invasione che durò più di cinque settimane, rappresenterà un
+giorno un notevole e altamente drammatico episodio della storia di Roma
+e del Papato. Nella storia d'Italia essa sarà una pagina dolorosa, che
+non farà certo onore al Governo di quel tempo, del quale mostrò il
+macchiavellismo e la debolezza profonda. Se, nel futuro, le difficili
+questioni dei nostri giorni avran trovato una soluzione in un regime di
+libertà, i popoli si rivolgeranno indietro e considereranno quel periodo
+della nostra storia con stupore eguale a quello con cui noi consideriamo
+oggi le forme di anarchia medioevale e feudale.
+
+E invero, nell'anno 1867, sembrarono risuscitate d'un tratto, con tutti
+i loro caratteri, le compagnie di ventura medioevali e quei condottieri
+del passato, che, indipendentemente dallo Stato, conducevano i loro
+eserciti attraverso le campagne. Chi fu allora in Roma testimone di
+questo stato di cose, credette di essere tornato d'un tratto a vivere
+nel Medio Evo, e in un paese dove nullo era oramai il potere delle
+leggi; vide cose e figure che aveva già riscontrate nelle cronache di
+quel tempo, al quale potè esattamente rassomigliare quest'epoca
+straordinaria. Garibaldi, l'uomo più moderno del suo tempo, secondo il
+suo ideale, è pure fra gli italiani del nostro tempo quello che, per la
+sua figura psichica, più profondamente è legato alle forme e ai
+sentimenti medioevali, ciò che spiega in parte la sua grande popolarità.
+Egli sta fuori dello Stato; come un _condottiero_; vive, eremita
+agitatore, in un'isola solitaria, lungi dal continente. Egli appare
+nella sua patria solo per mettere in esecuzione i suoi disegni, a
+dispetto dello Stato, per mezzo di agitazioni popolari e di schiere di
+volontari. Monreale, Sforza Attendolo, Piccinino e Fortebraccio
+avrebbero certo riconosciuto in lui un collega, un valoroso capitano di
+bande; al loro tempo, egli si sarebbe formata una repubblica militare, o
+avrebbe conquistata una corona ducale. Oggi, però lo distingue da quei
+condottieri il fatto che egli ha messo la sua spada al servizio della
+sua patria e del suo popolo. Egli combatte con disinteresse repubblicano
+per le idee del presente, anzi, forse, per le idee del futuro. Egli
+vuole abbattere l'idolo dell'assolutismo e della tirannía, così
+spirituale che temporale, ma vuol porre al suo posto un altro idolo, il
+cui dispotismo non potrebbe forse essere minore. Anch'egli, con la
+noncuranza di un tiranno degli antichi tempi, ha sacrificato la balda
+gioventù della sua patria, servendosene come di strumento per i suoi
+fini.
+
+La questione romana, così profondamente connessa con tutto l'ingranaggio
+complicato del mondo europeo, pareva, a questo uomo di guerra, un nodo
+gordiano che la spada sola potesse risolvere. Ma egli non aveva la spada
+di Alessandro, e se anche ciò non è che un simbolo della realtà
+contemporanea, come l'uovo di Colombo, l'opinione europea non avrebbe
+mai riconosciuto in Garibaldi o in Mazzini e il suo partito, i suoi
+rappresentanti e i suoi patrocinatori.
+
+E veramente sembra ai nostri occhi un sogno fantastico che delle
+schiere, accozzate alla rinfusa, male armate e senza disciplina, e tali
+che gli antichi condottieri d'Italia avrebbero sdegnato di prenderle al
+loro servizio, avessero la pretesa di conquistare Roma, come un
+Connestabile di Borbone! Eppure, proprio nel nostro tempo, un disegno di
+tal genere fu possibile, e ci mancò poco che questo sogno si
+trasformasse in realtà. Un giorno questo sarà un mito nella storia di
+Roma.
+
+E l'ardente e nobile patriottismo di un guerriero della specie di
+Garibaldi, e l'audacia sublime che spingeva le sue schiere alla morte,
+saranno riconosciuti ed ammirati anche da chi ha condannato la sua
+impresa come dannosa alla patria, ed ha tremato al pensiero che il
+principio della libertà brigantesca degli Americani della Plata o del
+Chilì potesse trovare esplicazione anche in uno Stato della civile
+Europa. Ma questo è tutto quel che si può dire a questo proposito.
+Invece, lo spassionato giudizio del più caldo amico della nazione
+italiana e della libertà dei popoli considererà sempre, con disprezzo e
+disistima, coloro che seguirono, in questo falso giuoco, le regole del
+«Principe» di Machiavelli, perchè si deve annunciare fino ai confini del
+mondo la giustezza della massima di Washington, e provare che la
+migliore politica è la verità. La storia della politica fu arricchita,
+nel 1867, di una commedia tale, che a lungo dovrà l'umanità ricercar ne'
+suoi annali, per trovarne una simile; e, se in nome della libertà si
+perpetrarono spesse volte delitti, raramente in suo nome si commisero
+così fondamentali sciocchezze.
+
+Il Gabinetto italiano, per la sua debolezza e per una specie di strana
+illusione, fu condotto a tollerare il pericoloso disegno dell'invasione,
+poi anche ad accettarlo e accelerarlo, ciò che gettò l'Italia nella più
+terribile crisi, mise in giuoco la monarchia e l'unità del paese, e
+produsse, in tutta la nazione, una spaventosa demoralizzazione. Così,
+fra una diplomazia senza forza ed una eroica furia di condottieri, si
+maturarono grandi errori. Si sperava in una sollevazione romana, la
+quale mancò. Non ve ne fu alcuna negli Stati della Chiesa, e tanto meno
+a Roma e a Viterbo, dove gli agenti del partito rivoluzionario facevano
+vani sforzi per suscitarla. Solo una vera rivolta negli Stati della
+Chiesa poteva, se fosse apparsa chiaramente l'espressione della volontà
+popolare, mutare la situazione, far sembrare giustificato un intervento
+da parte dell'Italia, e escludere assolutamente quello francese. Ma
+poichè essa non avvenne, e la popolazione dello Stato romano rimase
+tranquilla, invano si sarebbe voluto far passare per insurrezione
+popolare una invasione di truppe volontarie di altre regioni. Si
+contava, da parte di queste schiere, sulla inabilità e sul carattere
+imbelle delle truppe pontificie, oltre che sulla diserzione
+dell'elemento italiano; ma questi soldati, stranieri e paesani, si
+batterono con inaspettato valore, rimanendo fedeli alla bandiera, sulla
+quale avevan giurato. Si contava anche sugli errori del Governo
+pontificio, ma questo raramente dimostrò come allora tanta
+ragionevolezza e tanta forza, e seppe mantenere, in condizioni tanto
+difficili un contegno così legittimo e conveniente, che fece ottima
+impressione sull'opinione pubblica europea, specialmente perchè in
+contrasto con quello del Governo italiano.
+
+Si sperava specialmente sull'approvazione tacita del protettore di
+Francia, e sul suo consenso alla modificazione del trattato di
+settembre. In Inghilterra correvano delle voci che affermavano prossima
+questa modificazione, per l'estate futura, e che Napoleone si sarebbe
+ricreduto e si sarebbe deciso all'intervento dopo che aveva appreso di
+sicure offerte di Rattazzi alla Prussia. Comunque sia, Napoleone non
+poteva lasciar manomettere dalla parte rivoluzionaria, contro la quale
+egli si era drizzato, un trattato da lui confermato e riconosciuto; egli
+intervenne--poichè lo Stato Romano non si era sollevato--a favore del
+Papa e del Potere spirituale, col quale voleva mantenersi in buona
+amicizia, dapprima esitando e temporeggiando, poi con inconsiderata
+gravità.
+
+Secondo il piano di Garibaldi, l'invasione doveva procedere da tre lati;
+dalla Sabina e l'Umbria, dalla Tuscia e dal Lazio, dovevano le schiere
+dirigersi alla loro mèta: Roma. La prima è la via più breve e conduce
+direttamente a Roma, poichè qui i confini, a Corese e Scandriglia, sono
+distanti dalla città appena due ore di treno. Menotti, il figlio di
+Garibaldi, prese là il comando delle schiere che scendevano dall'Umbria.
+La seconda strada passa da Viterbo, prima mèta delle truppe che la
+seguirono, oggi seconda città dello Stato, situata in una ricca campagna
+ed abitata da una popolazione che fu sempre ritenuta audace, fiera ed
+amante di novità. Qui doveva assumere il comando Acerbi. Sulla terza
+strada, Nicotera doveva dirigere l'invasione contro Roma attraverso i
+Monti Latini. Questi ultimi due capi erano deputati al Parlamento
+italiano. Inoltre, dei manipoli minori dovevano far capo a queste strade
+da varii punti per assalire, qua e là, le guarnigioni pontificie, per
+tenere occupato e sparso tutto l'esercito pontificio col sistema della
+_guerriglia_.
+
+Il grosso di queste schiere era formato di gente accozzata alla rinfusa,
+della quale una gran parte sapeva appena maneggiare un fucile. Le loro
+condizioni, che avrebbero fatto andare in visibilio un romanziere o un
+Salvator Rosa, hanno fatto dubitare e restare perplesso ogni uomo di
+guerra; erano camerieri, cocchieri, servi, studenti scrivani, contadini,
+sarti, calzolai, operai di ogni genere, lavoranti di fabbriche, ogni
+sorta di gente affamata. Nelle loro file si trovavano anche uomini e
+giovani di estesa coltura, nobili e ricchi, ed anche delle signore
+emancipate, che seguivano a cavallo il piccolo esercito. Simili imprese
+non si compiono che in Italia, perchè qui risponde ad esse il singolare
+carattere della popolazione. Certo che la leva, che muoveva tutta questa
+gente, era, in prevalenza, il bisogno e lo spirito d'avventura, ma
+sarebbe ingiusto considerare queste schiere solo come una riunione di
+mascalzoni e di canaglia. L'esaltazione patriottica si era dai circoli
+democratici diffusa fra le classi più infime della popolazione, e quei
+poveri operai si batterono eroicamente a Mentana. Vi erano infine, fra
+di essi, noti patriotti e spiriti nobili, i quali, pieni di sentimento
+patrio, avevano risoluto di sacrificare, alla patria, tutto, anche la
+vita. E questi andavano di mano in mano crescendo di numero; tutti gli
+stati e provincie d'Italia vi avevano i loro rappresentanti; finalmente
+dei veri e proprii soldati italiani, segretamente congedati, vennero a
+rafforzare queste bande di volontarii.
+
+Erano divisi in battaglioni. La loro uniforme doveva essere la camicia
+rossa, ma non tutti ne possedevano una; molti indossavano, sui loro
+abiti, un pezzo di stoffa rossa. Tutti avevano ai cappelli una piuma di
+gallo o di falco. Le armi erano manchevoli e in cattivo stato. Molti
+non avevano che lancie, pugnali e sciabole. Alcuni battaglioni avevano
+armi usate, uscite dai magazzini delle guardie nazionali. Il metodo di
+approvigionamento e di rifornimento di questo esercito era primitivo,
+come quello del suo armamento. Essi facevano assegnamento sulle
+contribuzioni dei luoghi che occupavano, ma tutti sanno che i castelli
+dei distretti della Sabina e del Lazio sono in gran prevalenza abitati
+da agricoltori assai poveri, che vivono del grano dei loro campi, delle
+rendite dei loro vigneti, degli oliveti e castagneti. E si poteva
+davvero ben profetizzare che il patriottico fanatismo di Garibaldi
+avrebbe gettato nella miseria tante migliaia di persone, come al tempo
+di Aspromonte, se a lui ora non fosse riuscito, come allora, di
+trascinarsi dietro tutto il popolo italiano e di far levare in armi il
+popolo dello Stato Pontificio.
+
+L'esercito che il Papa poteva opporre a queste schiere di volontarii,
+contava allora 12,981 uomini e 929 cavalli, di cui 8000 veramente atti e
+pronti a combattere. I corpi, disposti secondo il numero degli uomini,
+erano in quest'ordine: reggimento di zuavi, 2237; legione di gendarmi
+indigeni, 2082; reggimento di linea, anche indigeno, 1595; battaglione
+di carabinieri stranieri, 1233; legione francese d'Antibes, 1096;
+battaglione di cacciatori, 956 fanti e 442 cavalli; finalmente 5
+batterie di artiglieria.
+
+Questo esercito era formato da italiani dello Stato pontificio e da
+stranieri d'ogni nazionalità. Da quando il Papato si era trovato in
+serie difficoltà, al ritiro dell'esercito francese, tutte le regioni del
+mondo si erano date, con grande zelo cattolico, alla ricostituzione
+dell'esercito pontificio.
+
+Numerose associazioni belghe, francesi, ed anche americane, inviavano a
+Roma casse piene di denaro e di armi, come tributo. La stampa cattolica
+diede ai nuovi volontarii l'enfatico titolo di Crociati di San Pietro,
+giubilando per il rinnovarsi della crociata. La piccola armata papale
+rappresentava infatti lo sforzo della cristianità intera; molte favelle
+e molte nazionalità vi erano rappresentate: scozzesi, irlandesi,
+polacchi, tedeschi, francesi, olandesi, belgi, canadesi, mori
+dell'Africa, italiani, spagnuoli si mescolavano sotto lo stendardo
+dell'arcangelo Michele; ed anche in questo cosmopolita esercito non era
+solo lo zelo religioso che spingeva tanta gente; in taluni era piuttosto
+lo spirito di avventura, il bisogno, o un passato da redimere.
+
+Il corpo scelto della milizia di S. Pietro, la vera guardia dei
+cavalieri della Croce, erano gli zuavi. Lamoricière aveva istituto
+questo corpo in memoria delle sue campagne africane, quando nel 1866 il
+Pontefice lo aveva chiamato a Roma, salvatore del Potere temporale.
+Molti figli di antiche case legittimiste di Francia e del Belgio
+servivano in questo esercito come ufficiali, o anche come semplici
+soldati a piedi. Loro colonnello era De Charette, discendente del famoso
+capitano della realista Vandea. Il corpo era in prevalenza formato da
+francesi e da belgi, e parlava francese. Il loro costume mezzo turco, di
+colore turchino, un po' teatrale e appariscente, era volentieri
+indossato da molti signori. La maggior parte di questi ufficiali degli
+zuavi, ed anche dei soldati semplici, era piena di sentimenti cattolici
+e di ideali medioevali; essi ardevano dal desiderio di venire alle mani
+coi ribelli italiani, coi democratici dalla camicia rossa, gli eretici,
+e di vendicare tutti gli insulti patiti dal Pontefice negli ultimi anni.
+
+A capo dell'esercito papale era il generale Kanzler, già ufficiale
+nell'esercito di Baden e da lungo tempo al servizio del Pontefice. Una
+abile ritirata del suo battaglione, dopo la battaglia di Castelfidardo,
+aveva richiamato l'attenzione su di lui, cosicchè fu promosso di grado e
+nominato vice ministro alla guerra. Il Ministero della guerra pontificio
+era stato sin qui affidato a prelati; ultimamente a Merode, cognato di
+Montalembert, e questo costume non poteva essere molto giovevole
+all'organizzazione dell'esercito. Quando, finalmente, esso fu affidato
+ad un uomo d'armi, subito se ne notò il visibile cambiamento. La serietà
+e l'attività del generale riordinarono in breve le truppe, e certamente
+lo Stato Pontificio deve al Kanzler se così a lungo potè resistere alle
+forze degli invasori.
+
+Lo Stato della Chiesa era stato ripartito in zone militari: Viterbo,
+Civitavecchia, Tivoli, la Sabina, e Campagna e Marittima (Velletri e
+Frosinone). Queste formavano insieme una mezza divisione sotto il
+comando del generale De Courten; l'altra mezza divisione, un duemila
+uomini, risiedeva a Roma, sotto il generale Zappi. Nelle città maggiori
+risiedevano compagnie; nelle minori spesso soltanto posti di
+gendarmeria. La guarnigione della Campagna fu rinforzata da volontarî
+della popolazione campagnuola, i così detti ausiliari o squadriglieri, i
+quali formarono corpi militarmente organizzati, serbando il loro costume
+pittoresco della ciociaria e i sandali caratteristici. Si erano già
+costituiti militarmente al tempo della guerra contro il brigantaggio,
+nel 1866-67, nella quale avevano reso grandi servigi alla regione
+laziale. Un battaglione di essi, forte di 638 uomini, risiedeva a
+Frosinone e nei confini di Napoli. Altri si erano, altrove, incorporati
+nella gendarmeria. In complesso, la loro forza ammontava a 1200 uomini.
+
+Alla fine di settembre il Lazio offriva uno strano e comico aspetto.
+Mentre lo Stato Pontificio si preparava a contrastare con tutte le sue
+forze l'occupazione di Roma e di tutto il territorio, ai confini
+facevano le loro evoluzioni da 10 a 20,000 soldati italiani, in una
+attitudine equivoca e misteriosa, che avrebbero dovuto tener lontano dai
+confini le schiere volontarie, ma, viceversa, le lasciavano palesemente
+entrare e uscire, mentre essi stessi cantavano inni patriottici, col
+ritornello: «Andremo a Roma Santa». Stavano, coll'arme al piede, a
+guardare tranquillamente centinaia di camicie rosse, divise in piccole
+bande, aggirarsi intorno ai confini, ardendo dal desiderio di irrompere
+nella regione pontificia, mentre il loro duce, il capo del movimento, il
+cui nome era da solo un grido di guerra, era ancora relegato sullo
+scoglio di Caprera. Intorno a quest'isola incrociavano sette legni da
+guerra italiani, come già i legni da guerra inglesi avevano un tempo
+incrociato intorno all'Elba, gelosi di un uomo più grande, che stava là
+preparando le audaci imprese contro il continente.
+
+Il 29 settembre venne a Roma l'annuncio che era cominciata l'invasione.
+Nella notte, 40 garibaldini avevano passato i confini a Grotte S.
+Stefano in provincia di Viterbo, avevan disarmato quel posto di
+gendarmeria, strappato gli stemmi papali, e piantato la bandiera
+italiana. Poi si erano diretti su Bomarzo, dove si era ripetuta la scena
+stessa. Da quel giorno, ebbero spesso lungo qua e là in vari punti,
+piccole invasioni di questo genere. Il 29 stesso, altri occuparono
+Bagnorea e Torre Alfina, e il giorno seguente il luogo più importante,
+Acquapendente. La caserma dei gendarmi si difese, in questa città, per
+ben tre ore, poi si arrese. I garibaldini si impadronirono delle casse
+pubbliche, arrestarono il Magistrato e levarono contribuzioni.
+Dichiaravano di essere l'avanguardia del generale Acerbi; avevano a capo
+un tal conte Pagliacci, emigrato da Viterbo.
+
+All'annuncio della occupazione di Acquapendente, il colonnello Azzanesi
+si mosse da Viterbo con truppe; piombò sui garibaldini il 2 ottobre a S.
+Lorenzo, li mise in fuga, prese molti prigionieri, rioccupò
+Acquapendente. I fuggiaschi si radunarono e Bagnorea, l'antico _Balneum
+Regis_. Un corpo di 95 zuavi ve li assalì di sorpresa, ma fu respinto
+con perdite, finchè non giunsero rinforzi pontificii. Bagnorea fu
+assalita il 5 ottobre; i garibaldini, in numero di 500, si ritirarono
+lasciando 100 fra morti e feriti e 178 prigionieri. Questo fu il primo
+fatto notevole di quella guerriglia. Esso mostrò, contro ogni
+previsione, che i soldati pontificii sapevano battersi con valore e
+serietà, ed erano tanto validi ed atti alla guerra, quanto erano inetti
+i loro avversarî.
+
+Ogni giorno avvenivano a Roma partenze di truppe; la città pareva
+vuotarsi completamente di milizie, e giornalmente arrivavano notizie di
+nuove invasioni nella regione laziale. Una straordinaria eccitazione
+cominciò a notarsi in città, anche perchè venivano sparse ad arte, di
+tanto in tanto, delle notizie di sconfitte, di vittorie, di sollevazioni
+ipotetiche.
+
+Le schiere volontarie, scacciate da Bagnorea, si erano gettate su Torre
+Alfina, piccolo villaggio sul confine toscano, fortissimo per la natura
+del luogo. Qui il generale Acerbi radunò le sue schiere, come in un
+quartier generale, per piombar su Viterbo, appena fosse possibile.
+Contemporaneamente altre bande si fortificavano a Nerola, Moricone,
+Montemaggiore, Montelibretti; piccoli e deserti luoghi della Sabina.
+Sono veri aggruppamenti di case in cima ad aspre rupi, dalle quali
+emerge la chiesa, e qualche torre medioevale diroccata, e il grandioso
+castello baronale, del tempo in cui gli Orsini dominavano tanta parte
+della Sabina.
+
+Il giovane Menotti condusse là 600 uomini, coi quali sperava di poter
+irrompere nella campagna verso Tivoli, se appoggiato da altre truppe, e
+favorito dalla concertata conquista di Subiaco che doveva congiungerlo
+agli Abruzzi. Garibaldi aveva nominato il figlio suo luogotenente, con
+un decreto da Caprera; c'era anche una specie di dinastia garibaldina,
+e, mentre il vecchio leone ruggiva chiuso in Caprera, dovevano almeno i
+suoi figli, Ricciotti e Menotti, pugnar per la causa nazionale. Ma,
+quando il 7 ottobre, il colonnello Carette marciò sulle truppe di
+Menotti, queste ripiegarono su Fara. Ma furono inseguite, cacciate, e
+dopo breve lotta disperse; si ritirarono allora sui confini,
+benignamente ricevute dalle truppe italiane. Rinforzate, tornarono
+rinnovando qua e là la guerriglia. Le truppe pontificie mandavano ogni
+giorno prigionieri a Castel Sant'Angelo, ma le marcie e contromarcie
+continue, e le perdite che subivano, cominciavano a stancarle. La guerra
+d'invasione era cominciata nello Stato della Chiesa come una febbretta
+intermittente in un corpo malato: non avrebbe potuto in breve estendersi
+al capo, la già torbida Roma?
+
+Dal principio di settembre, degli agenti di Garibaldi si occupavano
+attivamente a Roma per preparare e provocare una sollevazione. Nessun
+mezzo fu trascurato per raggiungere lo scopo. Armi, bombe, polveri erano
+pronte in luoghi segreti. Il Comitato Nazionale Romano, già disciolto,
+si ricostituì e bandì, l'8 ottobre, un proclama, dove era detto:
+«Romani, le provincie son già sollevate; fra poco l'insurrezione sarà
+generale. Noi dobbiamo unirci a questo movimento e appoggiarlo con tutte
+le nostre forze, perchè la vittoria delle provincie preparerà e
+faciliterà la vittoria di Roma. Siamo dunque tutti pronti. Il sangue dei
+fratelli che gli zuavi pontificii spargono ancora nella Provincia sia la
+favilla che incendierà i nostri spiriti. Romani, l'ora decisiva si
+approssima. In nome della Patria uniamoci, e che ognuno obbedisca solo
+al comando che ci verrà dal Comitato centrale. Unità e disciplina, ecco
+ciò che forma la forza. Ogni movimento inconsiderato, irregolare e
+isolato può essere di grave danno. Fidatevi a quel Comitato che ha dato
+già prova di forza, acutezza e fermo volere. Ora che è giunto il gran
+momento, egli saprà compiere tutto il suo dovere. Uniamoci fiduciosi e
+arditi; operiamo disciplinati, e la causa della civiltà sarà
+guadagnata».
+
+Intanto i fatti mostravano che tutte le esagerate notizie dei fogli
+garibaldini erano spudorate invenzioni. Non in un luogo solo si ebbe
+una sollevazione nelle provincie. Potevano, del resto, delle bande
+indisciplinate, che assalivano e danneggiavano i villaggi, per poi
+fuggire appena si appressavano le truppe pontificie, aver forza morale
+sufficiente a trascinare le popolazioni a far causa comune con esse e ad
+andar con esse in rovina? C'era forse l'Italia dietro quelle bande? E in
+questo caso, non c'era da temere un intervento francese con le sue
+conseguenze inevitabili? Nè il cittadino, nè il campagnuolo vollero
+sapere di sollevarsi. L'invasione somigliava ad un fuoco fatuo che
+tremolava ai confini, e si accendeva per breve tempo, qua e là, senza
+risultato. Si sarebbe detta una guerra contro il brigantaggio, in
+grande.
+
+L'11 ottobre era stata presa Subiaco; il vescovo e il magistrato supremo
+erano stati messi sotto sorveglianza; invano si era intimata la resa al
+castello. Comparvero alcuni zuavi, e i garibaldini si dileguarono,
+abbandonando precipitosamente la città.
+
+Il 13 ottobre Menotti fu snidato dalla forte posizione di Montelibretti,
+dove era ritornato. Le schiere volontarie non facevano in nessun luogo
+progressi. Nicotera che, attraverso i confini napoletani doveva
+penetrare nella valle del Liri, non potè muoversi che il 13 ottobre, ed
+occupò Falvaterra. Ma il 15 fu battuto a Vallecorsa e cacciato dalla
+provincia di Frosinone. Castel Sant'Angelo si empiva di prigionieri. Il
+Papa comandava che fossero lautamente nutriti. A quegli uomini,
+prostrati dalla fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli per
+ripararsi dal gelo notturno. Li visitò anche un giorno egli stesso, e
+disse loro: «Eccomi: io son colui che ritenete vostro nemico e di cui
+avete giurato la morte. E chi avete dinanzi a voi? un uomo vecchio e
+debole». Essi caddero in ginocchio dinanzi a lui e molti baciarono un
+lembo della sua veste. «E' buono--dicevano allora di Pio IX i Romani--ma
+ha due anime: una obbedisce all'Italia ed una ai gesuiti».
+
+La stampa mazziniana dava notizie atroci sul trattamento di questi
+prigionieri; ma erano false. Negli ospedali e nelle prigioni li
+trattavano umanamente e benignamente. L'unica cosa di cui potessero
+lagnarsi i prigionieri, erano le visite e i sermoni di confessori e di
+preti mandati a loro per farli riconciliare con Dio.
+
+
+VI.
+
+Intanto, ogni giorno si faceva più grande il pericolo per Roma.
+L'invasione era l'idra dalle cento teste. Sempre nuove bande sorgevano,
+e sempre più apertamente appoggiate dalle truppe italiane. Gli
+arruolamenti eran fatti nelle città del Regno; le armi venivano loro dai
+magazzini della Guardia Nazionale. Le ferrovie erano al loro servizio, e
+centinaia di _camicie rosse_ venivano ogni giorno trasportate dai treni
+ai confini. Anche a Roma si notavano sempre più numerose misteriose
+figure di stranieri; si facevano grandi arresti preventivi, ma non si
+riusciva a metter le mani nel centro dell'agitazione. L'aspetto della
+città diveniva ogni giorno più triste; il commercio cessava; il denaro
+monetato spariva. Si parlava di prossimi violenti tumulti, e la
+guarnigione romana, stanca e diminuita dalle malattie e dalle
+diserzioni, doveva sottoporsi ad un faticosissimo servizio di pattuglie.
+
+Il 17 ottobre, il Papa pubblicò un'enciclica al clero cattolico, nella
+quale tratteggiava la disperata situazione romana. Nella ampollosità
+declamatoria abituale di questi atti, si notava, strano a dirsi, che
+proprio la prima frase dell'enciclica coincideva con quella: _Levate in
+circuitu oculos vestros_,[3] con la quale una volta il gran nemico del
+papato, Federico II di Hohenstaufen, aveva cominciato la sua enciclica
+alla cristianità contro Gregorio IX: «Alzate, o venerabili fratelli, i
+vostri occhi all'intorno e vedrete, e ve ne dorrete con Noi, le
+abbominazioni orribili che attualmente funestano la misera Italia. Ma
+Noi umilmente ci rimettiamo agli imperscrutabili voleri Divini, che
+vollero farci vivere in così tristi tempi, in cui, per opera di alcuni
+uomini, e proprio di quelli che reggono la cosa pubblica in Italia, sono
+calpestati i precetti di Dio e le leggi della Chiesa, e la miscredenza
+trionfa impunita. Da questo stato di cose derivano tutte le ingiustizie
+e tutti i mali di cui siamo addolorati testimoni; in questo stato di
+cose trovarono nutrimento e sprone quelle numerose bande di atei
+spieganti gli stendardi di Satana, e che portano scritto in fronte:
+Menzogna; che bestemmiano contro il Cielo in nome della ribellione, che
+insozzano tutto ciò che è santo, che calpestano ogni diritto divino ed
+umano, che, come lupi in cerca di preda, spargono sangue, corrompono le
+anime nel loro delirio, chiedono la mercede della loro perversità,
+derubano i fratelli, rendono più miseri i poveri e i deboli, aumentano
+il numero delle vedove e degli orfani, per denaro esaltano
+l'ingiustizia, e, cercando in ogni modo di sodisfare le loro perverse
+brame, spargono la desolazione e la morte nella nazione.
+
+«O venerabili fratelli, oggi noi ci troviamo circondati da questa
+malvagia genìa. Sì, questi uomini vogliono, mossi da uno spirito
+diabolico, inalberare la bandiera della menzogna in questa nostra
+illuminata città, sulla sedia di Pietro, nel centro della fede e
+dell'unità cattolica. E i rappresentanti del Governo Subalpino, che
+dovrebbero dar opera a frenare questa gente, non arrossiscono di
+aiutarla, di fornire armi e tutto il necessario per facilitare la loro
+venuta a Roma. Ma queste persone--occupino esse pure un alto grado nella
+gerarchia civile--tremino di vedersi ben presto punite del loro
+contegno. Se da un lato, nella nostra umiltà, noi preghiamo caldamente
+Iddio di voler rivolgere su tutti questi infelici il suo sguardo
+benigno, per ricondurli sulla via della Giustizia e del Bene, d'altro
+canto non possiamo tacere i gravi pericoli che ci sovrastano in questa
+ora di tenebre. Noi attendiamo con animo tranquillo gli avvenimenti,
+sebbene commossi da tanto inganno, da tanta calunnia, da tanta menzogna,
+riponendo in Dio la nostra fiducia, in Dio che è la nostra salvezza e la
+nostra forza, e che non permetterà che coloro che fidano in lui siano
+vittime di tanti indegni miscredenti, ch'Egli ben saprà fiaccare e
+distruggere. Frattanto però, o venerabili fratelli, e voi tutti, o
+fedeli, che ci siete affidati, noi non vogliamo dissimularvi la triste
+posizione e il pericolo, in cui ci troviamo per opera del Governo
+Subalpino. E quantunque difesi finora dal valore del nostro fedele
+esercito, valore che si palesò già in mille fatti d'armi, pure pensiamo
+che, dinanzi al numero sempre crescente degli invasori, esso non potrà a
+lungo resistere. Non poco anche ci affida la pietà e la fedeltà dei
+nostri sudditi in queste tristissime ed empie congiunture, ma soffriamo
+anzi profondamente nel vedere anch'essi esposti a pericoli di ogni sorta
+da parte di quegli scellerati che, con ogni mezzo, li minacciano, li
+depredano, li tormentano...».
+
+Il Papa non parlava della Francia, ma questo meditato silenzio era forse
+più efficace d'un appello diretto all'intervento delle potenze.
+
+Tutti gli occhi eran fissi su Napoleone: anch'egli taceva, e sembrava
+ridivenuto la Sfinge misteriosa dell'epoca. Tutti si chiedevano che cosa
+avrebbe fatto di fronte ad una così palese infrazione del trattato di
+settembre. I liberali a Roma mormoravano, che tutto doveva essere stato
+accomodato a Biarritz; che la Convenzione di settembre doveva essere
+stata modificata, che l'Imperatore, sul punto di gettarsi nella
+prossima inevitabile guerra con la Germania, non poteva privarsi
+dell'alleanza italiana, e che prezzo di questa alleanza doveva essere lo
+Stato della Chiesa, che in poche settimane sarebbe tutto conquistato.
+
+Ma il 17 ottobre, il giorno stesso in cui il Papa pubblicò questa
+enciclica, un telegramma così concepito, giungeva dal Ministero degli
+Esteri di Parigi al plenipotenziario francese a Roma, Armand: «Il
+Governo pontificio continui a difendersi energicamente; non gli mancherà
+l'aiuto della Francia». Questo dispaccio sorprese assai il Comitato
+Nazionale Romano, e fe' giubilare i conservatori. Napoleone mandò a Roma
+il generale Prudon, per dichiarare al Papa che l'intervento era deciso,
+e il cardinale Antonelli incaricò il nunzio di ringraziare l'Imperatore
+in nome del Pontefice.
+
+Il Governo francese aveva, sinora, tenuto dietro con grande riserbo ai
+fatti d'Italia, limitandosi a dar consigli al Governo italiano. Questo
+aveva ripetutamente dichiarato che la sorveglianza dei confini era
+impossibile per la loro estensione e la loro configurazione naturale;
+avanzò quindi la proposta, poichè altra via non c'era per risolvere la
+crisi, di far occupare una parte dello Stato Pontificio dall'esercito
+italiano. Nigra,[4] plenipotenziario del Re alla Corte francese, fu
+incaricato di svolgere questo progetto, e intanto di far notare come una
+seconda spedizione francese nello Stato pontificio, non solo andava
+contro la Convenzione di settembre, ma era la più pericolosa per
+risolvere la questione romana. Occupando l'Italia una parte dello Stato
+Pontificio, non si voleva in nessun modo toccare i diritti della
+sovranità pontificia; si voleva solo ristabilire l'ordine turbato, e
+venire ad un accordo con la Francia, relativamente all'indipendenza del
+Papa, essendo il Governo italiano pronto, a questo scopo, ad invitare ad
+un Congresso le potenze.
+
+Il Gabinetto francese rispose: «che esso era lieto che l'Italia
+riconoscesse la sovranità del Papa; che non aveva nulla in contrario a
+che si tenesse un Congresso delle potenze; ma poteva essere tenuto
+questo Congresso, se le truppe italiane avessero occupato lo Stato
+Pontificio, costringendo indubbiamente il Papa all'esilio? Il ritiro
+delle truppe francesi da Roma era stato conseguenza della convenzione di
+Settembre e della fiducia, da parte dell'Imperatore, che il Governo
+italiano avrebbe protetto il dominio papale da un'invasione. Mostrandosi
+ora il Governo italiano incapace a farlo, il medesimo trattato dava
+all'Imperatore il diritto di prendere provvedimenti per la difesa dello
+Stato pontificio.»
+
+Rifiutato categoricamente il progetto di Rattazzi, la netta
+dichiarazione della Francia costrinse il Governo italiano a dichiarare
+di voler mantenere la convenzione. Il 19 ottobre, l'Imperatore mandò un
+_ultimatum_ a Firenze; il suo rappresentante dichiarò a Rattazzi che
+Napoleone esigeva una prova della sincerità della dichiarazione fatta
+dal Governo, e cioè: soppressione degli arruolamenti, scioglimento dei
+comitati d'appoggio all'opera rivoluzionaria; e proclama reale che
+dichiarasse che dovevano essere disarmati e internati i volontari di
+Garibaldi.
+
+Lo stesso giorno, il generale De Failly partì da Parigi per Tolone per
+prendere il comando supremo della spedizione; l'esercito era pronto a
+partire sulla squadra che aspettava ordini a Tolone, nel caso che il
+Governo italiano non si sottomettesse all'_ultimatum_.
+
+Il Ministero Rattazzi si trovò in una posizione difficile; non solo
+aveva contro di sè la Francia, ma tutte le potenze, risolute a non porre
+ostacoli all'intervento francese. La Prussia medesima, su cui avrebbe
+potuto contare, gli sarebbe stata propizia solo quando Napoleone si
+fosse di nuovo impelagato nella questione italiana, e con ciò avesse
+perduto le ultime simpatie dell'Italia. Come poteva Rattazzi occupare il
+territorio dello Stato pontificio? A Roma nessun moto si produsse, che
+potesse dargli occasione o pretesto. Nelle casse della corrispondenza
+del Senato romano io trovai, in quel giorno 19 ottobre, solo uno scritto
+anonimo, che affermava la situazione a Roma essere così minacciosa, da
+richiedere l'intervento di truppe italiane nella capitale; il senatore
+dover presentare al Papa la proposta; migliaia di cittadini che avevano
+lasciato presso un notaio i loro nomi, esser pronti a dichiarare che
+questa era la volontà della città di Roma. In assenza del senatore
+marchese Cavalletti, i quattro conservatori inviarono al Papa questo
+scritto, dichiarando, però, che credevano bene darne contezza a Sua
+Santità, non dividendo in verun modo le idee espresse nella missiva,
+idee che ritenevano non convenire alla dignità del Governo.
+
+E poteva davvero una lettera anonima, di dubbia origine romana, e che
+stava in troppo stretto rapporto col progetto mandato a Parigi da
+Rattazzi, valere come espressione genuina dell'opinione del popolo e del
+Senato di Roma?
+
+La sera del 19 ottobre, il giorno della crisi, Rattazzi ricevette il
+congedo e il Re incaricò il generale Cialdini di comporre un nuovo
+Gabinetto. Cialdini era l'uomo di Castelfidardo, ma anche di Aspromonte,
+nemico delle schiere volontarie per principio, e perciò gradito alla
+Francia. In Firenze l'eccitazione si faceva sempre più grande; e nel
+dilemma: ritornare alla convenzione e ubbidire alla Francia; o mettersi
+dalla parte della rivoluzione e romperla con Napoleone; non si sapeva
+quale via fosse meno pericolosa. Intanto, mentre Cialdini si occupava
+infruttuosamente della composizione del Ministero, Rattazzi sbrigava
+ancora gli affari di amministrazione ordinaria; durante questa pausa,
+poterono mettersi in moto delle forze che condussero alla catastrofe.
+
+L'Imperatore francese, sempre esitante, sempre doppio, desiderava di non
+essere costretto all'intervento. Egli fu lieto quando il suo
+plenipotenziario telegrafò, il 20, da Roma, che quel giorno non si
+trovavano più schiere volontarie nello Stato pontificio.
+
+In fatti era riuscito, con grande sforzo, ai pontificii di rigettarle
+oltre i confini. La così detta legione romana, con la quale un emigrato,
+l'ex maggiore Ghirelli dell'esercito reale, aveva preso Orte il 17
+ottobre, era stata cacciata; le schiere volontarie di Menotti, dopo il
+violento fatto d'arme del 18 ottobre, avevano dovuto, con grandi
+perdite, sgombrare Nerola; le bande di Nicotera, il 19, erano cacciate
+da Vallecorsa nel Lazio. In seguito a quel telegramma che annunciava
+tutti questi fatti, Napoleone, il 21, dava l'ordine di sospendere
+l'imbarco a Tolone. Il 22, il _Moniteur_ ne dava notizia in un articolo
+che esprimeva anche la convinzione che l'invasione dello Stato
+pontificio avesse toccato il suo termine, e che il Governo italiano
+fosse risoluto al sicuro adempimento della convenzione di settembre.
+
+Così l'intervento fu disdetto, con gran dolore di quelli che l'avevano
+tanto bramosamente sperato.
+
+
+VII.
+
+Intanto Garibaldi era restato a Caprera, in un'ansia penosa. Le lettere
+dei suoi figli e degli agenti rivoluzionari l'avevano informato
+dell'insuccesso della spedizione romana; era anche stato avvisato dei
+preparativi di Napoleone per l'intervento che il Governo italiano era
+sul punto di subire. Già una volta aveva egli tentato di fuggire verso
+Livorno, e le navi da guerra in crociera glielo avevano impedito. Egli
+concepì subito il disegno di mettersi alla testa delle schiere
+volontarie, di muovere su Roma, per iscuotere alla base il Papato e, nel
+caso d'insuccesso, di lasciare il proprio corpo fra questo e l'Italia.
+
+Così il 16 ottobre egli lasciò Caprera sul suo battello, felicemente,
+come già Napoleone era fuggito dall'Elba. Con o senza la complicità dei
+legni da guerra italiani, raggiunse l'isola della Maddalena, dove una
+signora inglese lo ospitò; passò poi in Sardegna, donde, travestito,
+partì e il 19 ottobre, giorno decisivo, sbarcò sulla Maremma di Livorno,
+presso la torre di Vada. Apertamente giunse il 20 a Firenze. Nessuno
+pensò a ostacolare il suo viaggio. Rattazzi non era più al potere; il
+nuovo Ministero non si era ancora formato; il Governo si trovava
+nell'anarchia più completa.
+
+Egli tenne pubblici discorsi sulla piazza di Santa Maria Novella; eccitò
+il popolo alla lotta contro il Papato e contro tutti coloro che per
+errore o per debolezza si trovavano sulla strada della santa causa
+patriottica. Fu entusiasticamente acclamato.
+
+L'addetto d'affari francese chiese subito il suo arresto, per impedirgli
+di giungere ai confini e mettersi a capo della schiera dei volontarii,
+distruggendo così gli accordi diplomatici fra i due Governi, tanto
+faticosamente raggiunti. Si prevedeva che questo sarebbe accaduto
+indubbiamente. Ma Garibaldi, con rapida mossa, lasciò Firenze il 22
+ottobre, mentre si spiccavano mandati di cattura contro di lui. La
+gendarmeria reale lo inseguì, e stava per raggiungerlo a Rieti, quando
+egli ne ripartì.
+
+Il 23 ottobre si recò a Passo Corese e, per Scandriglia, penetrò nello
+Stato pontificio, dove i suoi due figli e altri capi, come Salomone e
+Frigesy, avevano raccolte alcune migliaia d'uomini. Fu informato allora
+Garibaldi dei fatti avvenuti a Roma il giorno precedente, ai quali non
+era estraneo il suo approssimarsi alla capitale, ma che rimanevano
+troppo al di sotto delle sue aspettative.
+
+Si trattava ora di fare un colpo di mano su Roma, prima che i Francesi
+sbarcassero e la coprissero; possibilmente, essa avrebbe dovuto
+sollevarsi. Una sollevazione in Roma sarebbe stata decisiva. Cento volte
+era stata preannunziata, ma poi non era mai avvenuta. Da più settimane
+gli agenti mazziniani si davano da fare nella città. Un bergamasco,
+Francesco Cucchi, doveva condurre a termine quell'impresa. Si erano
+stabiliti segretamente dei depositi d'armi, uno presso San Giovanni de'
+Fiorentini un altro sotto San Paolo, nella vigna Matteini. Anche dei
+Romani si erano prestati e favorivano il movimento. Anche a Castel S.
+Angelo erano riusciti a corrompere due artiglieri, i quali, a un dato
+segnale, dovevano far saltare in aria il magazzino delle polveri. Poi,
+in molti luoghi, dove le truppe pontificie avevano le loro caserme, nel
+palazzo Serristori, in Borgo, nel palazzo Cimarra, ai Monti, ed anche
+nella caserma degli Svizzeri, in Vaticano, dovevano essere messe delle
+mine. Fu fissato il 21 ottobre per l'insurrezione. Quel giorno, la
+_Giunta Insurrezionale Romana_, che si era sostituita al Comitato
+Nazionale, pubblicò il seguente energico appello alla rivolta:
+
+«Romani, alle armi! alle armi! per la nostra libertà, pel nostro
+diritto, per l'unità della Patria italiana e per l'onore del nome
+romano. Il nostro grido di guerra sia: Morte al Potere Temporale dei
+Papi! Viva Roma, viva la capitale d'Italia! Noi vogliamo rispettare ogni
+credenza religiosa, ma liberarci per sempre da una tirannia che ci
+separa a forza dalla famiglia italiana, e vuol perpetrare che a Roma
+sia estraneo il diritto di nazionalità, e che essa appartenga a tutto il
+mondo, ma non all'Italia! I nostri fratelli hanno già da più giorni
+alzato la bandiera della santa ribellione e arrossano del loro sangue la
+Via Sacra che conduce a Roma. Non soffriamo più oltre che essi rimangano
+soli. Rispondiamo al loro appello di eroi colla campana del Campidoglio.
+Il nostro dovere, la comunanza della causa per la quale si combatte, la
+tradizione di Roma, lo vogliono. Alle armi! Chi può portare un fucile,
+corra alla lotta! ogni casa sarà una fortezza, ogni ferro un'arma! I
+vecchi, le donne, i fanciulli possono costruire barricate; i giovani le
+difenderanno. Viva l'Italia, Viva Roma!»
+
+Alla diffusione di questo proclama rispose un silenzio di tomba. Coloro
+che lo avevano composto, non conoscevano le condizioni dello spirito
+pubblico a Roma. Essi potevano contare solo sulle poche centinaia di
+uomini che segretamente erano stati introdotti nella città, e su quei
+pochi romani che erano stati persuasi a viva voce a secondare e favorire
+il tentativo di insurrezione. Roma non era più la città del medioevo.
+Allora essa aveva una cittadinanza chiusa solidamente nelle corporazioni
+di mestiere, la quale custodiva l'ideale di una repubblica politica
+indipendente; una milizia divisa nelle varie milizie dei rioni, al
+servizio del magistrato capitolino, ed una nobiltà in parte ghibellina,
+pronta sempre alla lotta. Allora la città si sollevava abbastanza di
+frequente contro gli odiati pontefici, che cacciava o costringeva al
+riconoscimento dei suoi diritti politici. Nella Roma attuale di 220,000
+abitanti, le condizioni erano del tutto mutate. La cittadinanza non
+aveva più alcun carattere politico; la nobiltà conduceva, all'ombra
+degli alberi genealogici, una vita di vuoto ozio (le eccezioni erano
+rare); il che è vergognoso, ma storicamente spiegabile. In gran parte
+essa apparteneva a famiglie beneficate e illustrate dai papi che
+uscirono da esse. Ma parte della popolazione romana era devota al
+Governo papale, al cui servizio si trovava, che la nutriva, tenendola
+necessariamente soggetta, per mezzo del clero. Credevano dunque
+realmente, i mazziniani, che si sarebbe trovata in Roma una massa
+compatta, di sentimenti italiani, che si sarebbe sollevata al loro
+appello per costruire barricate, per farsi fucilare dagli zuavi, o in
+ogni caso, dopo una sanguinosa repressione per opera dell'esercito
+francese, per finire la vita in esilio o in carcere?
+
+C'erano di guarnigione, nella città, circa 3000 uomini, al comando del
+marchese Zappi, e ripartiti in modo da poter in breve domar la sommossa,
+se fosse scoppiata. C'era l'ordine che cinque colpi di cannone dessero
+l'allarme da Castel Sant'Angelo. Furono prese molte misure di difesa,
+per consiglio specialmente del generale Prudon, il quale il 20 ottobre
+era venuto a Roma ad assicurare il Papa dell'immancabile protezione
+francese e a persuaderlo a restare a Roma, finchè la flotta francese da
+Tolone non fosse giunta a Civitavecchia. Egli consigliò anche di
+abbandonare le provincie, e di concentrare in Roma le truppe che vi si
+trovavano sparse, per difendere questa città, mira unica del movimento.
+Nella notte dal 21 al 22 ottobre si cominciarono a barricare le porte, a
+porre trincee dinanzi a quelle che rimanevano aperte, e a rincalzare,
+dal di dentro, con terrapieni, quelle che si potevano serrare. Questo si
+chiamava nel medioevo _fabbricare le porte_. Furono completamente chiuse
+le porte Maggiore, Salara, S. Lorenzo, S. Paolo, S. Pancrazio, S.
+Sebastiano. Il Ponte Rotto e il nuovo ponte alla Lungara furono resi
+impraticabili col levar via le tavole che li coprivano. I tre ponti
+sull'Aniene, Salaro, Nomentano e Mammolo, sulla via di Tivoli, furono
+minati. Si praticarono feritoie nelle mura, ed anche al Pincio, e si
+stabilirono batterie di cannoni. Se ne pose una al punto dove la
+ferrovia entrava in città. Le fosse di Castel Sant'Angelo furono empite
+d'acqua.
+
+La notte del 22 ottobre trascorse passò tranquilla; si udì solo lo
+scoppio di petardi in molte strade, e l'allarme delle sentinelle e i
+colpi delle loro armi.
+
+Una tensione febbrile era in tutti gli animi. Roma si sentiva separata
+dal mondo: i telegrafi erano inattivi, la posta irregolare; le ferrovie
+interrotte in parte ai confini dall'esercito pontificio medesimo.
+Sinistre voci correvano. Che contrasto fra la Roma splendida del giugno
+e la squallida Roma di ora!
+
+Il 22 ottobre si diffuse la voce che la sera, in città, sarebbe
+scoppiata la rivolta; se ne parlava apertamente negli alberghi e nei
+caffè. Si sapeva che Garibaldi era andato a Firenze; si diceva che si
+sarebbe posto alla testa delle schiere volontarie, che Roma si sarebbe
+sollevata, e che egli vi avrebbe fatto il suo ingresso trionfale. Tutti
+gli orrori di una guerra civile per le vie, tutti gli eccessi che si
+compiono in una rivoluzione, forse anche un probabile saccheggio,
+riempivano molti di apprensione e di angoscia. In molte famiglie, dove
+erano da temersi vendette da parte del partito d'azione, regnava grande
+spavento. Era vivo ancora in città il ricordo del famoso sacco di Roma
+da parte delle bande del Borbone.
+
+Verso sera l'aspetto di Roma si fece spaventoso. Botteghe e porte
+chiuse; qua e là si facevano arresti; gli accessi al corso deserto erano
+sbarrati da sentinelle; pattuglie a piedi e a cavallo percorrevano le
+strade.
+
+Una bomba, gettata correndo da un uomo contro il corpo di guardia di
+Piazza Colonna, diede il primo segnale della rivolta. Subito dopo si udì
+un frequente scoppiar di petardi, un rumore di moschetteria, e un sordo
+rimbombo. Saltava in Borgo la mina a palazzo Serristori; una parte del
+grande edificio, dove avevano il quartiere principale gli zuavi, saltò
+in aria, seppellendo più di venti persone, in massima parte giovani
+musicanti del corpo e orfani della città. Fortunatamente non si riuscì a
+incendiare le mine poste sotto le altre caserme. Gli artiglieri che
+erano stati guadagnati alla causa rivoluzionaria, in Castel Sant'Angelo,
+erano già stati scoperti e imprigionati. Secondo il loro piano, i
+rivoluzionari, non più di 500 uomini, si erano divisi in piccole bande e
+dovevano impadronirsi dei varî posti militari. Il corpo di guardia del
+Campidoglio doveva essere forzato, e si doveva suonare la campana della
+torre per chiamare alle armi i Romani. I 50 garibaldini che mossero
+contro il Campidoglio, furono dispersi da un paio di fucilate. Eguale
+esito ebbe ogni altro tentativo del genere. Solo a porta S. Paolo i
+garibaldini, in numero di 400, al comando, dicesi, di un deputato
+italiano, riuscirono a impadronirsi del corpo di guardia. Una parte di
+essi occupò quella porta fortificata e a forma di rocca; altri si
+diressero verso S. Paolo, per impadronirsi del deposito di armi ch'era
+nella vigna Matteini. Ma la polizia l'aveva già scoperto e portato via.
+Un altro deposito, nascosto in una cava di pozzolana presso la basilica,
+non potè essere rintracciato da quelli stessi che ve l'avevano
+stabilito. La schiera, tornando verso la porta, si scontrò coi
+pontificii, e si disperse dopo breve combattimento. Anche la porta fu
+riconquistata dalle truppe papali. L'assalto al gassometro, presso il
+Circo Massimo, tentato allo scopo di far piombare Roma nelle tenebre,
+fallì egualmente.
+
+La piccola schiera di volontarii, condotta dai fratelli Cairoli lungo il
+Tevere, verso la città, coll'intenzione di approdare a Ripetta, non
+giunse fin qui, ma occupò, fuori delle mura, una villa sulle alture
+dell'Acqua Acetosa.
+
+Senza le armi sparse qua e là, le vesti lacere gettate sulla strada,
+delle traccie di sangue, e specialmente senza la rovina del palazzo
+Serristori, la grande maggioranza dei cittadini romani non avrebbe
+saputo, il mattino del 23 ottobre, che nella notte si era combattuto.
+Quella mattina stessa delle truppe mossero da Porta del Popolo verso
+l'Acqua Acetosa, per snidarne la schiera di Cairoli. Là, fra il Tevere e
+l'Aniene, presso la loro confluenza, sorgono dei colli verdeggianti che
+digradano in prati tranquilli fino al Tevere, il quale scorre maestoso
+fra due rive basse, in vista dei lontani e pittoreschi monti della
+Sabina. Qualche casetta di campagna sorge in quei colli detti Parioli.
+Su questi, nella villa Glori, si erano fermati i 70 volontarii, fra cui
+erano patriotti, uomini di coltura e di audacia, in gran parte
+possidenti di campagna e ingegneri, studenti, soldati. I due fratelli
+Cairoli li guidavano, Enrico deputato al Parlamento, e Benedetto,
+capitano d'artiglieria nell'esercito italiano. Fra loro vi era anche un
+conte Colloredo, napoletano, della casa Acton. Attaccati all'improvviso
+dai carabinieri pontificii, questi garibaldini si difesero da eroi, in
+una lotta corpo a corpo. Dopo che Enrico e molti altri furono uccisi o
+messi fuori di combattimento, i restanti si dispersero o furono fatti
+prigionieri.
+
+
+VIII.
+
+Garibaldi era appena giunto a Scandriglia, quando diede ordine ad Acerbi
+di marciare su Viterbo, e a Nicotera di fare irruzione nella Campagna
+romana. Egli stesso doveva, con 4000 uomini, dirigersi su Roma e
+impadronirsi di Monte Rotondo.
+
+Il 23 ottobre, Acerbi per Torre Alfina si avvicinava a Viterbo con soli
+800 uomini. In quella città si trovavano circa 200 pontificii al comando
+di Azzanesi. Questi riuscì felicemente a respingere gli assalitori,
+quando, nella notte del 24, Viterbo fu assalita alle sue sei porte, ad
+una delle quali, porta della Verità, fu appiccato il fuoco. I
+garibaldini si ritirarono con grandi perdite.
+
+Garibaldi stesso occupava Monte Maggiore e Passo Corese, donde
+minacciava Monte Rotondo. Dai confini del Lazio i telegrafi annunciarono
+che i volontarii avanzavano su tutta la linea.
+
+La posizione di Roma si faceva difficile. I 3000 uomini che vi si
+trovavano, già stanchi come erano, non avrebbero potuto difenderla, se
+le schiere dei garibaldini si fossero, da tutte le parti, riunite sotto
+le sue mura. E per di più non si era sicuri che non potesse aver luogo
+un secondo e più fortunato tentativo di rivolta. Erano stati arrestati
+centinaia di sospetti, ma, dal 22 ottobre, ogni notte dimostrava che la
+città era ancora piena di rivoluzionarii. Infatti, con le tenebre
+cominciava il giuoco dei petardi. Nell'ora che in Italia è più sacra,
+quella in cui suonano le campane i tocchi dell'Ave Maria, sembrava, in
+quei giorni, che Roma si riempisse di démoni usciti non si sa di dove,
+annunziati dal vivo e fitto scoppiettìo dei petardi, che si univa al
+suono solenne delle campane. Che cosa di più strano e suggestivo di
+questa armonia sinistra, fatta di bombe e di campane, esprimente, meglio
+che non possan far le parole, l'irriconciliabile conflitto di quelle
+forze del tempo, che lottavano oggi per il possesso di Roma, e che già
+tanti secoli avevano lottato?
+
+Per alleggerire le fatiche delle truppe nel servizio di pattuglia, dei
+cittadini clericali avevano formato una milizia nazionale, della quale
+fecero parte anche figli di case principesche. Il 25 ottobre, seguendo
+in Trastevere le traccie di un focolare di rivoltosi, si scoprì un
+deposito d'armi in casa del fabbricante di stoffe Aiani. Gli zuavi
+diedero l'assalto a questa casa; del proprietario e dei garibaldini
+quasi tutti si fece strage; pochi furono presi prigionieri. Il medesimo
+giorno, il governatore militare di Roma proclamava la città in stato
+d'assedio, e comandava che fossero consegnate tutte le armi di proprietà
+privata.
+
+Frattanto Garibaldi era apparso, nella notte del 24, sopra Monte
+Rotondo, villaggio situato in un incantevole colle che domina la valle
+del Tevere fino a Corese, e la campagna fino alla città, da cui dista
+solo tre miglia tedesche. Aveva fatto tagliare i telegrafi che univano
+il villaggio a Roma, per isolare i 370 italiani che vi erano di
+guarnigione, al comando del capitano Cortes. Il luogo era forte, e cinto
+di mura medioevali, e il castello baronale degli Orsini, oggi dei
+Ludovisi, poteva servirgli di rocca. Garibaldi attaccò Monte Rotondo con
+400 uomini, ma non aveva artiglieria. I pontificii si servirono, con
+successo, di due cannoni, e respinsero gli assalitori. Ripetutamente
+rigettato, Garibaldi ricondusse più volte all'assalto la sua schiera;
+una porta fu incendiata, ed i garibaldini entrarono finalmente nel
+paese, mentre i difensori si ritraevano entro il castello. Questo,
+essendo stato minato, la piccola guarnigione si diede prigioniera di
+guerra la mattina del 26 ottobre, dopo una valorosa difesa di ben
+ventisette ore.
+
+Garibaldi entrò a cavallo nella cattedrale di Monte Rotondo, volendo far
+qui la sua sosta; ed anche in ciò egli si palesò figura schiettamente
+medioevale. Così Francesco Sforza entrò a cavallo nel duomo di Milano
+conquistata; così fece re Ladislao di Napoli il suo ingresso nella
+chiesa di S. Giovanni in Laterano, essendosi insignorito di Roma. I
+prigionieri furono condotti anch'essi nel duomo, in presenza di
+Garibaldi, e siccome essi si scoprirono il capo, quegli, credendo lo
+facessero per rispetto verso di lui, fece loro segno di coprirsi[5].
+Lodò poi il valore che i prigionieri avevano mostrato, degno, disse, di
+una miglior causa; li difese anche dal furore dei garibaldini, che già
+qualcuno ne avevano ucciso, e li fece condurre ai confini, di dove le
+truppe del re li trasportarono a Spezia, nel forte Varignano. Garibaldi
+passò la notte in un confessionale, mentre le camicie rosse facevano del
+duomo ciò che avevano già fatto di S. Pietro le selvaggie schiere del
+connestabile di Borbone.
+
+Garibaldi era padrone del luogo più forte della provincia; ora Annibale
+era alle porte. Ma egli aveva ottenuto queste risultato, l'unico degno
+di nota in tutta quella campagna, avendo avuto 400 fra morti e feriti, e
+avendo perduto un tempo prezioso. La piccola guarnigione di Monte
+Rotondo aveva reso a Roma il più grande servizio; se non avesse
+trattenuto Garibaldi resistendogli vivacemente, egli avrebbe affrettato
+la marcia su Roma. Prendere Monte Rotondo era d'altra parte necessario,
+perchè esso congiunge le strade della Campagna romana alla strada
+dell'Umbria. Un esercito che l'abbia occupato, è padrone della strada di
+Roma e di quella di Passo Corese, mentre ha facile la ritirata sui monti
+di Tivoli e nell'Abbruzzo.
+
+Se Garibaldi avesse allora avuto qualche migliaio di uomini ben armati,
+da gettare sulle mura di Roma, prima che i pontificii, richiamati,
+tornassero dai varii luoghi della provincia, avrebbe potuto avere in sua
+mano la città. Quanto spesso le sue deboli mura aureliane non erano
+state, nel medio evo, diroccate in qualche luogo meno vigilato, di
+notte, da una schiera di assalitori! Lo stesso poteva ora accadere. Le
+truppe pontificie non avrebbero potuto difendere la larga cinta di Roma.
+Chi li avesse veduti, quei pallidi e stanchi belgi ed olandesi,
+trascinarsi armati per la città, avrebbe ben potuto dire che essi
+sarebbero stati incapaci di respingere un attacco alle mura da parte
+dei volontari, e di opporsi loro validamente quando fossero entrati.
+Essi avrebbero potuto soltanto rinchiudersi nella città leonina, per
+difendere in Castel Sant'Angelo il Pontefice, finchè non giungessero
+soccorsi di Francia. In Castel Sant'Angelo si sarebbe, infatti, ritirato
+Pio IX, come già Clemente VII, per il corridoio sotterraneo che lo fa
+comunicare col Vaticano, ed avrebbe forse, dai suoi merli, assistito ad
+un secondo sacco di Roma.
+
+Questa città che si trovava, dopo tre secoli, in condizioni analoghe a
+quelle del 1527, minacciata come allora da schiere volontarie, offriva
+allo spettatore, nel 1867, un quadro di indescrivibile stranezza, simile
+a quello che doveva offrire nel 1527. Si sarebbe detto che solo nomi e
+costumi fossero mutati. Invece del connestabile di Borbone, Garibaldi
+era sotto le mura di Roma, e forse sarebbe caduto nell'assalto alla
+città, e, per una ironia della sorte, avrebbe potuto, morendo, ripetere
+le parole medesime del Borbone: à Rome! à Rome! Invece di papa Clemente
+VII, Pio IX era assorto in preghiere nelle sale del Vaticano. Lo stesso
+grido di guerra che aveva guidato le schiere di Borbone e di Frundsberg,
+che era stato il grido dell'odio e del bisogno, era ora il grido
+dell'esercito di Garibaldi: Roma o morte! Come nelle schiere del
+Borbone si trovavano mescolati uomini di tutte le nazioni, così qui
+erano entrati democratici d'ogni parte d'Europa. Un uguale disprezzo per
+la Chiesa e le sue sacre funzioni, un uguale grido di furore contro il
+Pontefice ed il clero, risuonava allora come ora. Pure si potrebbe dire
+che i luterani del 1527 e gli Spagnuoli e gl'Italiani che si mischiarono
+ad essi, erano meno radicali nella manìa della distruzione dei
+garibaldini di oggi. Lo stesso effetto magico, che aveva prodotto il
+nome la figura del Borbone sulle sue schiere, ora lo produceva la figura
+ed il nome di Garibaldi. Come quelle marciavano cantando canzoni
+glorificanti il connestabile, così questi cantavano entusiasticamente la
+strofa:
+
+ L'ha detto Garibaldi,
+ E questa è verità,
+ Chi muore per la patria
+ In paradiso va.
+
+Quando le schiere garibaldine furono nel duomo di Monterotondo, uno di
+essi salì sul pulpito, afferrò il crocifisso e cominciò un sermone
+burlesco, condito di innumerevoli sozze bestemmie, invitando finalmente
+l'uditorio ad invocare il Dio Garibaldi. Questo fu fatto in mezzo ad un
+indescrivibile baccano, dopo di che il predicatore esclamò: «Ed in nome
+di Garibaldi io vi impartisco la benedizione». Gli ascoltatori non
+risparmiavano ogni sorta di gesti osceni e schernitori delle sacre
+reliquie; quello salito sul pulpito fece, col crocifisso, il segno della
+croce, poi lo gettò al suolo riducendolo in pezzi.
+
+Questo narra il domenicano prigioniero, cappellano degli zuavi[6], e
+dice: «I garibaldini appartengono a tutte le classi sociali; vi sono
+nobili, plebei, colti, incolti, ed ogni specie di briganti. Essi
+appartengono a tutte le nazioni e si sono tutti riuniti con lo scopo di
+condurre, contro la Chiesa e la società Cristiana, la campagna della
+distruzione; infine essi sono l'esercito cosmopolita del diavolo, la
+spaventevole caricatura dell'esercito cattolico. Fra di essi, molti
+hanno avuto una buona educazione cristiana ed hanno eccellenti genitori.
+Molti hanno pure ingegno e coltura ed anche maniere distinte e
+signorili. Però la massa è fatta di uomini di vita indegna ed errante,
+avanzi di galera, o di giovanetti fatti entrare con insidie nelle sètte
+segrete, o di vagabondi delle grandi città, senza fisso impiego, che
+vanno guadagnandosi il pane alla ventura, servendo da cocchieri,
+fattorini, facchini, garzoni e via dicendo. Altri sono braccianti ed
+operai. Tutti questi si arruolano per tentar la fortuna, per ammazzare o
+lasciarsi ammazzare, senza sapere perchè. Una febbre, un delirio vano li
+trascina alla lotta, e non se ne rendono conto. Fra loro sarebbe vano
+cercare una qualunque coesione ed unità di idee. Alcuni hanno lo scopo
+di distruggere il Papato, come a me stesso hanno detto; altri di fare
+l'Italia una; altri di togliere al Papa il potere temporale che, secondo
+loro, è contrario al Vangelo, altri di rovesciare tutti i troni e tutti
+i re; e molti, finalmente, lo scopo di rubare. Da questa varietà di
+intenzioni, nasce una indescrivibile confusione sicchè non c'è da far le
+meraviglie se talora si maltrattano e si fan del male fra di loro.
+
+Se fra i loro comandanti uno ordina una cosa, un'altro ne ordina
+un'altra, onde l'abitudine di disprezzare e trasgredire i comandi.
+Ciascuno si crede un'autorità, e tutti vogliono dominare. Molti di essi
+non sarebbero cattivi, ma, in quei momenti di febbre, sono capaci di
+eccessi; ne fui purtroppo testimone a Monterotondo, e le sue chiese ne
+serbano le deplorevoli traccie. Le loro vesti sono intonate alle loro
+idee ed opinioni. Sarebbe difficile trovar fra di loro due uomini
+vestiti nello stesso modo. Molti portano la camicia rossa o il berretto
+rosso; alcuni son vestiti di rosso da capo a piedi, ma tutti hanno un
+cencio rosso in qualche parte. Di religiosità non mostrano traccie;
+molti ostentano odio verso ogni forma religiosa; in parecchi si potrebbe
+facilmente trovare un'esatta immagine dei demonî, così sinistra appare
+la loro veste fiammante, specialmente quando va unita ad uno sguardo
+selvaggio ed audace.
+
+V'è un solo nome che li elettrizza: Garibaldi. Esso ha su tutti loro una
+tale autorità affascinante, da far veramente supporre, non essendo
+possibile scorgervi cause reali, una potenza diabolica a servizio della
+sètta segreta.»[7]
+
+Il medesimo monaco descrive i suoi colloquî con Pantaleone, già
+francescano, e, dopo Marsala, cappellano di Garibaldi, al quale serviva
+da segretario e scriveva proclami, un siciliano schietto, di buon umore
+e di estrema vivacità. Fu proprio lui che trovò, per il primo, il grido
+di battaglia: Roma o morte! Del che egli stesso si vantava col nostro
+monaco, il quale dovè, del resto, a lui la sua salvezza. Pantaleone era
+forte e ben fatto; portava un berretto di pelle d'orso, detto
+_all'Orsini_, senza tesa, alla maniera armena; sulla camicia rossa
+recava, specialmente in battaglia, una giacca nera abbottonata, per non
+offrire un bersaglio al nemico. Aveva poi stivaloni e pantaloni scuri,
+al fianco una grande sciabola e al collo, attaccato ad una catena, un
+fischio per far segnali. Parlava con facilità sorprendente, con uno
+stile figurato ed elegante, sopra una infinità di argomenti. Soleva
+dire, assai spesso, che la religione cattolica è contro natura, che il
+papato è una menzogna, una frode che ha fatto il suo tempo e dovrebbe
+essere tolta via. Egli aggiungeva che i preti non amano le loro
+famiglie, che rinunciano all'amore coniugale, che deprimono e tengono
+soggetti i popoli per mezzo di mille menzogne, e via dicendo. Avendogli
+chiesto l'ingenuo monaco se avesse già contratto matrimonio, egli
+rispose: «Non ho trovato finora nessuna donna che abbia conquistato il
+mio cuore, e non so quando questo avverrà... ma non potrà tardar molto
+ad accadere, se non morrò prima. Togli via questa cocolla--diceva poi al
+monaco--simbolo di ignominia e di menzogna, e segui noi che siamo gli
+uomini della verità. Noi siamo i primi uomini della rivoluzione; è
+nostro compito di distruggere il papato e di insegnare le dottrine
+semplici del vero Cristo, senza miracoli e senza umiliazioni»[8].
+
+
+IX.
+
+La presa di Monterotondo suscitò spavento in Roma, dove più d'uno pensò
+a porre al sicuro i proprî valori.
+
+La Giunta Insurrezionale Romana pubblicò questo proclama (27 ottobre):
+
+«Romani! Da tre giorni voi spargete--senza armi, senza munizioni,
+animati solo dal sentimento del dovere, forti del vostro diritto--voi
+spargete timore e danno nelle file di una feroce soldatesca, che sta
+pronta alla lotta nei suoi quartieri, e mostrate così all'Italia e al
+mondo che Roma, anche se inerme, non può attaccare un'aperta battaglia,
+sa scrivere col proprio sangue la protesta contro il suo martirio. Nella
+prima notte del 22 avete scoperte e portate via le poche armi che
+servivano per la vostra difesa; avete costretto il nemico ad aprire la
+Porta S. Paolo, avete risolutamente assalito la guardia del Campidoglio
+e vendicato così i vostri morti, abbattendo tutti quegli avversarî che
+han potuto raggiungere le vostre armi. Una parte della caserma,
+Serristori saltò in aria, minata dalla vostra mano, e seppellì non pochi
+nemici sotto le rovine.
+
+«In tutte le lotte a corpo a corpo il nemico piegò sotto i vostri colpi.
+Sopratutto seminarono il terrore nelle schiere nemiche le vostre bombe
+Orsini. Nella notte del 23, quando il nemico già si era messo sulle
+difese, osaste assalire, in S. Pietro e Tommaso, le pattuglie che
+accompagnavano i prigionieri, e riusciste a liberarli. Ai Monti, il
+sangue degli zuavi arrossò le strade; a Ripetta, presso il Clementino,
+sulla piazza Sforza Cesarini e in altri luoghi, ufficiali e soldati
+caddero colpiti da voi. Il governo papale, nella vana speranza di far
+credere all'Europa ingannata che Roma sia tranquilla, vi ha, da una
+settimana, tenuto in un effettivo stato d'assedio, senza osare di
+proclamarlo; ma questo giuoco non poteva a lungo durare, di fronte al
+vostro animoso contegno, ed i vostri oppressori sono stati forzati a
+riconoscere e dichiarare la vostra ribellione e la loro paura.
+
+«Ieri fu dichiarato lo stato d'assedio e dato l'ordine del generale
+disarmo, ma con quella ipocrisia che è caratteristica principale del
+governo pretesco. Roma è messa in stato d'assedio e disarmata, non
+perchè i Romani lottano e muoiono, ma perchè una banda di uomini,
+introdottisi segretamente in città, turba l'ordine pubblico e sparge il
+terrore in una guarnigione di migliaia di soldati. O menzogna! Romani
+furono uccisi al Campidoglio, Romani i 200 prigionieri della porta S.
+Paolo, Romani la vecchia e il bambino uccisi nella caserma di Sora.
+
+«Mentre quella menzogna si faceva ogni giorno più palese, il popolo di
+Trastevere, memore del suo passato, scese in campo, e afferrando con
+mano febbrile le poche armi restate in suo potere, si chiuse in una
+delle sue case come in una fortezza, e sfidò tutto l'esercito pontificio
+ad una lotta leale e cruenta. Erano cinquanta contro mille; ogni
+strumento, ogni arnese era un'arma, e per quattro ore resisterono. Il
+popolo inerme cercava di portar loro soccorso, ma ogni accesso era
+chiuso; impossibile avvicinarsi ai combattenti. Il numero soverchiò
+finalmente il valore; gli zuavi riuscirono, mentre già avevan veduto la
+strada seminata di cadaveri dei loro compagni, a penetrar nell'interno
+della casa, e allora non diedero quartiere. Nessuna ferocia potrebbe
+paragonarsi a quella di questi crociati del vicario di Cristo. Tutto fu
+massacrato: la famiglia Aiani, donne e bambini, senza pietà trucidata; i
+feriti con pochi colpi finiti di uccidere. Il Papa Re può benedire
+questo bagno sanguinoso e ringraziare il Signore.
+
+«Romani! Era necessario dare una risposta di sangue alla proclamazione
+dello stato d'assedio, e voi l'avete data; era necessario porre tra voi
+ed il Papa una barriera di cadaveri, ed uno solo dei massacrati di
+Trastevere basterebbe a provare al mondo che non è più possibile una
+conciliazione fra Roma e i suoi tiranni. Se ciò non basta, se l'Italia
+non si affretta ed esita, se la vittoria non deve arriderci ancora, non
+sarà colpa nostra; noi avremo compiuto intero il nostro dovere, e questa
+pagina rimarrà nella nostra Storia. Ma abbiate fiducia: Garibaldi è alle
+porte; l'intervento francese sembra scongiurato; tutta l'Italia,
+Governo e Popolo, sta per riunire le sue forze ad uno scopo unico: Roma.
+Noi non saremo abbandonati. E' impossibile che questa esitazione si
+prolunghi; è impossibile che questo conflitto non termini colla
+proclamazione di Roma a capitale d'Italia».
+
+ Roma, 27 ottobre 1867.
+
+Ma la speranza di avere scongiurato l'intervento francese dovette essere
+presto abbandonata. L'opinione pubblica in Francia sembrava favorevole a
+questa; solo i ministri Duruy e La Valette erano contrari, e parlavano
+in pro della causa italiana.
+
+Il 24 ottobre, il papa ricevette, per mezzo del suo nunzio a Parigi, una
+netta dichiarazione dall'Imperatore, al quale aveva fatto conoscere le
+disperate condizioni di Roma, e Monstier, il 25, partecipò alle potenze
+che la Francia interveniva, perchè era stata commessa un'infrazione al
+trattato di settembre. Invano Vittorio Emanuele aveva tentato di
+provocare un intervento misto, non ottenendo che di ritardare la
+partenza della flotta da Tolone; ma il 26 ottobre il comando fu dato, e
+le corazzate francesi navigarono verso Civitavecchia.
+
+In questa crisi, dal suo esito sembrava dipendere la sorte della sua
+monarchia, si risolse finalmente il Re al passo che da molto tempo
+avrebbe dovuto fare, cioè a mettersi deliberatamente dalla parte della
+legalità, ed a mettere un argine, per mezzo della violenza, al movimento
+rivoluzionario di Garibaldi.
+
+Chiamato, il 27 ottobre, Menabrea al nuovo Ministero, egli pose un
+termine all'anarchia ministeriale, e pubblicò il seguente proclama:
+
+«Italiani! Delle schiere di volontari, esaltate e trascinate per opera
+di un partito, hanno, senza l'autorizzazione mia e del mio Governo,
+varcato i confini dello Stato. Il rispetto che tutti i cittadini debbono
+alle leggi e ai trattati internazionali, approvati da me e dal mio
+Parlamento, esige, in questa occasione, da noi il compimento di un
+indeclinabile dovere.
+
+«L'Europa sa che la bandiera, spiegata nel paese confinante col nostro,
+e sulla quale sta scritto distruzione della più alta autorità
+spirituale, quella del Capo della Religione Cattolica, non è la mia.
+Questo attentato pone la patria in grave pericolo e mi obbliga insieme a
+salvare l'onore del paese e ad impedire che siano confusi due scopi e
+due indirizzi diversi.
+
+«L'Italia deve essere posta al sicuro dai pericoli che la minacciano;
+l'Europa deve vedere che l'Italia, fedele ai suoi impegni, non può e
+non vuole essere la disturbatrice dell'ordine pubblico.
+
+«Una guerra coi nostri alleati sarebbe una lotta fraterna fra due
+eserciti, che han combattuto, l'uno a fianco dell'altro, per la medesima
+causa.
+
+«Io, che sono arbitro della pace e della guerra, non potrei tollerarlo.
+Confido quindi che la voce della ragione venga ascoltata, e che quei
+cittadini d'Italia, che dimenticarono i loro doveri, ritornino presto
+nelle file del nostro esercito.
+
+«I pericoli, a cui il turbamento dell'ordine e inopportune risoluzioni
+potrebbero esporci, debbono essere scongiurati, e rigidamente mantenuti
+il prestigio del Governo e l'inviolabilità delle leggi.
+
+«L'onore del Paese riposa nelle mie mani, e non mi può, ora, mancare
+quella fiducia che in me ripose la nazione nei giorni del suo più
+profondo lutto.
+
+«Appena sarà tornata la pace negli animi e l'ordine pubblico sarà
+ristabilito completamente, il mio Governo si occuperà, con sincero
+vigore, in collaborazione col Governo francese, per giungere ad un
+pratico accordo, atto a porre un termine alla grave questione romana.
+
+«Italiani! Non dubito della vostra prudenza, quella prudenza che
+dimostraste sempre per l'amore del Vostro Re, e per questa Grande
+Patria, che noi, grazie ai comuni sacrifici, abbiam visto tornare ad
+essere annoverata fra le nazioni, e che vogliamo tramandare illesa e
+onorata alle future generazioni».
+
+Febbrile divenne l'agitazione a Firenze. Si tumultuava per le vie. Si
+gridava: «Abbasso il Ministero Menabrea! Vogliamo Crispi, e andare
+avanti!» Si desiderava una guerra colla Francia: «Vogliamo Roma,
+capitale d'Italia! Viva Garibaldi! Viva l'esercito italiano in
+Campidoglio!» Le truppe mantenevano l'ordine. Severi comandi furon
+trasmessi ai confini per disarmare le bande e cacciarle nell'interno.
+Ora soltanto si chiusero gli uffici di arruolamento e si sciolse il
+Comitato rivoluzionario.
+
+La situazione di Garibaldi diveniva disperata; egli non aveva forze
+sufficienti per gettarsi subito su Roma, dove, fin dal 27 ottobre, le
+truppe pontificie si andavano concentrando. Ora nulla più impediva che,
+dove queste si ritiravano, le schiere garibaldine avanzassero; che, il
+28, Nicotera occupasse Frosinone e, il giorno seguente, Velletri; che
+Acerbi rientrasse in Viterbo; che Antinori, Pianciani e Orsini
+entrassero in Palestrina, Subiaco e Tivoli, dove si costituivano dei
+governi provvisori. Ora, quale significato poteva più avere l'invasione
+spinta fin sotto le mura di Roma, se i Francesi si avvicinavano, e il
+Governo italiano, che non aveva saputo frenare, anzi, che aveva armato
+questi corpi franchi, si rivolgeva contro di essi e li dichiarava nemici
+dello Stato?
+
+Solo l'Aniene separava ormai Garibaldi da Roma. Il ponte Salaro era
+stato fatto saltare. Un tempo i Goti avevano distrutto questo ponte e
+Narsete l'aveva ricostruito; molte volte, nel corso dei secoli, esso fu
+tagliato e restaurato; l'ultima volta erano stati i Napoletani che
+l'avevano fatto saltare in aria ritirandosi da Roma nel 1798; anche
+l'iscrizione di Narsete si perde. Ora i suoi archi sono di nuovo ruinati
+nella corrente, offrendo un pittoresco spettacolo al viaggiatore.
+
+Garibaldi fe' trincerare Monte Rotondo e Mentana, incerto sul da farsi.
+Egli si recò subito a Marciano e al Casino Santa Colomba, sulla via
+ferroviaria, a sette miglia da Roma.
+
+I suoi bersaglieri avamposti erano sull'altra riva dell'Aniene, di là
+dal ponte, presso la bella torre de' Pazzi, e si avventuravano
+prudentemente fin sulle rive del fiume, per scambiar qualche fucilata
+con i papalini.
+
+Il vecchio eroe popolare si aggirava intorno le mura di Roma, mentre
+ancora erano vivi i ricordi del 1848. Si narrava, in Roma, che egli si
+fosse introdotto travestito in città e due notti avesse passato a
+Palazzo Piombino. Si diceva che egli avesse giurato di penetrare in Roma
+attraverso quella stessa porta S. Giovanni, per la quale si era ritirato
+nel 1849. Fu allora che la sua fuga a San Marino e nella Pineta di
+Ravenna pose le basi della fama di questo duce nazionale, che così
+meravigliosamente ha rinnovato nel nostro tempo le imprese degli antichi
+condottieri. Erano passati da quel tempo diciotto anni. Quanti
+rivolgimenti si erano operati in Italia in questo spazio di tempo,
+quante strane vicende nella sua esistenza! Dapprima, anni infelici di
+reazione e di disperazione, ma anche di incessanti congiure, di nascosto
+lavorìo per il raggiungimento dell'ideale nazionale. Poi, dopochè la
+caduta di Venezia distrusse anche l'ultimo sogno di liberazione
+italiana, l'esilio di Garibaldi in America, dove con onorevole lavoro
+egli dovè guadagnarsi il pane; poi, sette anni dopo, il primo raggio di
+speranza col prender parte il Piemonte alla guerra di Crimea; ritorno di
+Garibaldi; l'alleanza della Francia nella insperata guerra
+d'indipendenza; il precipitoso crollo dei troni italiani; la sua
+spedizione in Sicilia con i mille; il suo ingresso in Napoli, che
+costituì il momento più brillante di tutta la sua vita, fatti questi
+che somigliavano più ad una romanza normanna che alla verità storica; la
+violenta annessione delle Marche, della Romagna, dell'Umbria; l'Unità
+italiana; la convenzione di settembre; Firenze capitale; Garibaldi in
+nuovo contrasto col Governo, nella solitudine di Caprera; la catastrofe
+disperata di Aspromonte; prigionia e angosce a Varignano; di nuovo
+Caprera; la seconda insperata guerra d'Indipendenza, coll'aiuto della
+Prussia! Venezia libera, l'Italia libera, fino all'Adriatico; non
+rimaneva che Roma, per compiere la realizzazione del sogno di unità del
+secolo XIX.
+
+Garibaldi rivedeva ora, dopo 18 anni, questa Roma; egli era al suo
+cospetto, alla testa di nuove schiere di volontari, avendo di nuovo
+concepito il disegno audace di conquistarla. Egli giustificava la sua
+illegale impresa attuale proprio con quella data: 1849, e si chiamava
+generale dei Romani, come altri si erano detti, un tempo, re dei Romani.
+Ma le condizioni erano del tutto mutate; diciotto anni prima egli
+difendeva Roma; ora l'assediava e aveva a combattere con quei Francesi
+che, 18 anni prima, aveva combattuto sotto le mura di Roma; ed anche
+questa volta essi erano sbarcati a Civitavecchia, per penetrare in Roma.
+Il medesimo Napoleone li mandava per difendere lo stesso Pio IX, e sotto
+la sua protezione viveva quel Francesco II, che egli aveva cacciato da
+Napoli. Degli uomini del '48 rimanevano ancora Pio IX, Napoleone,
+Garibaldi, Mazzini, tutti ancora alla testa delle varie tendenze e
+correnti dell'epoca. Altri erano morti, come Manin, Balbo, Gioberti,
+Cavour.
+
+Il 28 ottobre, la flotta francese apparve in Civitavecchia; il mare
+agitato ritardò di alcune ore lo sbarco, il 29, ciò che impressionò
+molto il partito clericale.
+
+Un proclama del comandante generale De Failly, che era stato preceduto
+in Roma dai generali Polhès e Dumont, fu affisso il 30 per le strade di
+Roma; esso era così concepito: «Romani! L'Imperatore Napoleone manda per
+la seconda volta in Roma un corpo di spedizione, per difendere il Santo
+Padre e il trono pontificio dagli attacchi delle bande rivoluzionarie.
+Voi ci conoscete da lungo tempo; noi compiamo soltanto una missione
+morale e disinteressata. Vi aiuteremo a ristabilire la tranquillità e la
+fiducia nella cittadinanza. I nostri soldati rispetteranno, come prima,
+le vostre persone, i vostri costumi, le vostre leggi.
+
+ «Civitavecchia, 29 ottobre.
+
+ «Il Comandante Generale del Corpo di spedizione francese
+ DE FAILLY».
+
+Il proclama fu letto dagli uni con soddisfazione, dagli altri con muto
+sdegno.
+
+Ecco l'ordine del giorno che Garibaldi emise quello stesso 29 ottobre a
+Santa Colomba, prima che avesse avuto notizia che i Francesi già
+erano sbarcati a Civitavecchia.
+
+ «CORPO DEI VOLONTARII ITALIANI.
+
+ «Quartiere generale S. Colomba, 29 ottobre.
+
+«Gli Americani lottarono per 14 anni per conquistare l'indipendenza, e
+per farsi il più libero e potente popolo della terra; i Greci lottarono
+11 anni e più, e così tutte le nazioni, che vogliono redimersi a
+indipendenza e unità, e non piegare e cadere in quella prostrazione, a
+cui era stata condannata la patria nostra dalla preponderanza straniera.
+Il popolo italiano, dopo il sublime slancio del '48, in pochi mesi si
+esaurì, e il piccolo insuccesso di Custoza lo fe' retrocedere di molto
+sulla strada gloriosa.
+
+«La battaglia di Novara terminò la disgrazia d'Italia, e senza le famose
+difese di Venezia e di Roma, la storia di quella guerra sarebbe stata
+più che triste per noi.
+
+«Noi siamo impegnati in una lotta col più intollerabile di tutti i
+governi, mentre alle nostre spalle ne sta un altro, simile a quello.
+Intorno abbiamo la corruzione, la disonestà, la viltà. Mentre un
+governo sparge menzogne sul conto dell'altro, l'uno e l'altro cercano un
+pretesto per schiacciare questo manipolo di volontari, che sono gli
+araldi magnanimi della coscienza nazionale.
+
+«Dal disordine della nostra organizzazione provennero dapprima
+conflitti, il ripetere dei quali sarebbe vergognoso, ed anche in questo
+io riconosco la mano del tradimento, che ci vuole distruggere.
+
+«A queste schiere di volontari, che offrono al mondo un così nobile
+spettacolo e che già han costretto schiere mercenarie a venire
+dall'estero a Roma e a far saltare i ponti che vi conducono, conviene un
+contegno che sia degno della loro alta missione. Dolori, privazioni,
+pericoli saranno gradito tema dei vostri discorsi, quando ritornerete
+alle vostre famiglie; e alle vostre donne, o giovani, racconterete con
+fronte più fiera le eroiche imprese da voi compiute. Ed ora
+affrettiamoci all'impresa che speriamo propizia!»
+
+I liberali avevano sperato che l'occupazione francese si dovesse
+limitare a Civitavecchia; ma s'ingannavano. Napoleone aveva ora trovato
+il coraggio di dichiararsi alleato dei gesuiti e salvatore del Papato.
+Il 30 ottobre nel pomeriggio, i primi battaglioni francesi entrarono in
+Roma al suono delle fanfare. Scesero dal Quirinale, circondati dai
+legittimisti e dai papalini, i quali erano andati loro incontro fino
+alla stazione ferroviaria, per festeggiare un trionfo da lungo tempo
+atteso. L'aspetto di queste truppe era fosco e punto famigliare, come
+quello di gente che entra in terra nemica e ne sente l'odio su di sè.
+Molta gente era per le vie, ma silenziosa. Non una voce si levò.
+
+Il 30 ottobre 1867 fu un triste giorno nella storia d'Italia; esso segnò
+un profondo esaurimento morale ed un grande regresso. Non era ancora
+passato un anno, dacchè i Francesi erano stati costretti, dalle
+condizioni politiche e dalla logica delle opinioni e dei fatti, ad
+abbandonare Roma. Allora tutto il mondo si era rallegrato coll'Italia,
+perchè finalmente questo giorno era giunto, dopo secoli di aspirazioni e
+di sforzi, verso l'indipendenza dalla dominazione straniera. Anche
+questo era stato illusione. I Francesi erano di nuovo sbarcati nel
+paese, e la loro nuova occupazione sembrava dire al mondo che l'Italia,
+incapace a mantenere la sua libertà, era caduta di nuovo per la propria
+debolezza nel vassallaggio di un signore straniero.
+
+L'amarezza, la vergogna, la disperazione dei patrioti non ebbero limiti.
+Si aspettava la notizia dello scoppio della rivoluzione a Firenze e
+della caduta di Vittorio Emanuele. Forse in questa crisi lo salvò la
+risoluzione presa dal governo di far passare anche all'esercito italiano
+i confini dello Stato Pontificio. Gli Italiani toccarono li 30
+Acquapendente, poi Civita Castellana, Ceprano e Frosinone, dove
+ristabilivano gli stemmi papali e vicino inalberavano la bandiera
+tricolore. Questa fu l'unica dimostrazione contro l'invasione francese,
+che il governo italiano trovò la forza di compiere; ma giunse di lì a
+poco un ordine categorico da Parigi che ingiungeva agli Italiani di
+ripassare i confini.
+
+
+X.
+
+Dopo il ritorno dei Francesi il governo Pontificio mandò di nuovo le sue
+truppe ad occupare i varii luoghi della Provincia, dai quali erano stati
+chiamati per difendere la capitale, e il 30 ottobre il Generale de
+Courten stesso muoveva su Albano e Velletri, dove le bande di Nicotera
+avevano stabilito un governo provvisorio.
+
+Si voleva poi assalire Garibaldi stesso con tutte le forze, sloggiarlo
+dalla sua forte posizione e ricacciarlo oltre i confini. Egli aveva
+raccolto intorno a Monte Rotondo e Mentana circa 8000 uomini. Là egli fu
+testimone degli avvenimenti che avvilirono la sua patria e
+costringevano lui stesso a ripiegarsi ritirandosi sulle truppe italiane
+e a deporre le armi o ad attaccare audacemente i Francesi, i Pontificii
+ed a soccombere.
+
+La sua situazione era disperata e insostenibile. Egli aveva dovuto
+inasprire, chiedendo loro contribuzioni, i villaggi della Sabina, assai
+poveri e contrarî all'invasione, la quale non offriva loro alcun
+vantaggio, ma solo le conseguenze più tristi della rivoluzione; mentre
+con ciò egli non era nemmeno riuscito a diminuire l'asprezza delle
+condizioni e la deplorevole miseria delle sue schiere affamate. Si
+commisero anche eccessi, in Monte Rotondo stesso. Per dare un esempio,
+Garibaldi fece fucilare due volontarî. Il popolo delle campagne aveva
+per lui poca simpatia, e riusciva difficile avere notizie e
+informazioni. Le sue truppe non erano dunque al caso di sostenere un
+serio urto coll'esercito pontificio disciplinato e bene armato,
+spalleggiato dalle truppe francesi. Avevano poi avuto tempo di riaversi
+dalle fatiche della guardia in Roma, ed erano fresche e riposate.
+
+Le speranze e i disegni di Garibaldi si dileguavano. Un uomo di così
+violente passioni che non poteva ammettere separazione fra l'idea e
+l'atto, aveva potuto sperare d'impadronirsi di Roma, finchè; soltanto
+le truppe pontificie la difendessero ma dopo la venuta dei Francesi, la
+più audace fantasia doveva arrestarsi. L'intervento francese e il
+passaggio dei confini da parte dell'esercito italiano sottraevano ormai
+a lui ogni terreno per un'ulteriore azione extralegale. Egli vide in
+questi fatti un piano concertato di reazione, e se ne giudicò vittima.
+Prima si eran serviti di lui, ora volevano schiacciarlo. Il proclama del
+Re e di Menabrea gli mostrava che egli dovea aspettarsi un secondo
+Aspromonte. Messi da Firenze gli portavano la recisa intimazione di
+deporre le armi e rientrare nello Stato. Egli ricusò, e il primo
+novembre pubblicò quest'ordine del giorno:
+
+«Il governo di Firenze ha lasciato occupare il dominio Romano che noi
+avevamo a prezzo di sangue prezioso conquistato, sottratto ai nemici
+d'Italia. Noi dobbiamo accogliere i nostri fratelli dell'esercito
+coll'abituale cordialità, ed aiutarli a cacciare da Roma i soldati
+stranieri che sorreggono la tirannia. Se poi delle vergognose
+trattative, continuazione della vile convenzione di settembre, possono
+tanto oltre dare autorità al gesuitismo e alla sporca Consorteria, da
+costringerci a deporre le armi in omaggio ed ubbidienza al 2 dicembre,
+allora potrò ricordare al mondo che io, generale romano, creato con
+pieni poteri dall'unico legittimo governo della Repubblica Romana, per
+elezione all'unanimità, io solo ho qui il diritto a difendermi colle
+armi sul terreno della mia giurisdizione; e che se questi miei
+volontarî, campioni della libertà e dell'unità d'Italia, chiedono Roma
+capitale d'Italia, fedeli al voto del Parlamento e della Nazione, essi
+non deporranno le armi che quando la patria sarà compiuta, la libertà di
+coscienza e di culto sollevata sulle rovine del Necromantismo, e i
+mercenarî dei tiranni fuor dei confini».
+
+Garibaldi, trovandosi fra i due eserciti nemici, si sarebbe potuto
+ritirare, come si sperava, su Corese, per lì deporre le armi prima di
+essere attaccato dai Francesi e dai Pontificî. Si dice che, infine a un
+certo momento, volesse prender veramente questo partito. Ma perchè voler
+portare le sue truppe obbliquamente verso l'Appennino, e non
+direttamente su Corese, dove la strada non passa per Mentana? Si deve
+credere che egli volesse recarsi in una località qualsiasi del Regno per
+aspettarvi gli eventi, o forse anche tentar di trascinarsi dietro la
+nazione, sebbene il ricordo di Aspromonte dovesse ammonirlo della
+inverosimiglianza d'un buon successo. Effettivamente notizie di fonte
+italiana spiegano che Garibaldi aveva concepito il piano di ritrarsi
+coi suoi 8000 su Tivoli, di riunirsi là colle bande di Nicotera e di
+Orsini, e di gettarsi negli Abruzzi. Dicono che con questo intendimento
+la notte del 2 novembre egli die' l'ordine di marciare su Tivoli per
+Mentana. E' da notarsi che una parte dei volontari già si era diretta su
+Corese,--verosimilmente coloro non più atti a combattere,--per
+raggiungere di là la patria. In opposizione con questa versione che è
+quella degli ufficiali garibaldini Fabrizi, Mario, Missori, Menotti ed
+altri, abbiamo quella del partito francese di Roma che afferma che le
+forti posizioni, nelle quali furono assaliti i Garibaldini il 3
+novembre, Monte Rotondo e Mentana, provano che essi non furono sorpresi
+nella ritirata, ma che aspettavano là il nemico.
+
+La versione italiana fu anche confermata dalle notizie del Ministero
+della Guerra Romano, il quale afferma che, mentre i Garibaldini volevano
+operare a Tivoli il loro congiungimento, furono attaccati. Garibaldi poi
+confermò egli stesso questa versione.
+
+Egli non cercò dunque la battaglia, ma vi fu costretto; è ingiusto
+dunque il rimprovero che gli è stato fatto di aver voluto porre in
+giuoco senza scopo a Mentana il sangue dei suoi soldati; e lo stesso si
+dica dell'accusa di aver voluto con quella battaglia far scoppiare una
+guerra fra l'Italia e la Francia; egli non aveva evidentemente alcun
+sentore il 3 novembre che i Francesi dovessero sostenere i Pontifici
+nell'attacco imminente. E' certo anche che, se egli si è voluto
+affermare forza indipendente e superiore alla nazione, ha in parte
+implicitamente reso possibile, e non voluto evitare, lo scontro.
+
+All'atto del 3 novembre i Pontificî erano usciti da Roma in numero di
+3000 al comando del generale Kanzler, seguiti dalla brigata francese
+Polhès, forte di 2000 uomini, per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne
+le schiere volontarie. Garibaldi doveva prender questo. Verso
+mezzogiorno i Pontifici attaccarono, presso Mentana, gli avamposti di
+Garibaldi (I Francesi erano per la riserva). La sorpresa dei volontari,
+ai quali venne assai tardiva la notizia dell'avvicinarsi del nemico, e
+che si trovavano in marcia per Tivoli, fu grande. Essi non sapevano
+nemmeno dell'esistenza di truppe francesi nei dintorni. Il combattimento
+s'impegnò con uguale furore delle due parti. Due grandi principî del
+mondo presente lottarono quel giorno, nemici mortali; da un lato il capo
+della rivoluzione nazionale e della democrazia, alla testa delle sue
+schiere volontarie composte anche di patriotti di antiche stirpi;
+dall'altro lato il difensore del potere temporale dei Papi, con soldati
+volontari delle più cattoliche regioni d'Europa, molti dei quali animati
+da zelo ardente di crociati, pieni di odio contro l'Italia e la
+rivoluzione; figli questi in gran parte di antiche case legittimiste di
+Francia, del Belgio e della Polonia.
+
+Le proporzioni del fatto d'armi di Mentana avrebbero potuto in altri
+tempi valergli il nome di battaglia; ma ora esso ci sembra di non grande
+entità numerica, se pensiamo ai colossali movimenti di truppa di altre
+battaglie contemporanee. Nondimeno questo combattimento avrà per due
+ragioni significato importante nella storia. Primo, perchè in esso ci
+trovarono di fronte due tendenze, due principî, due forze nettamente
+opposte dell'epoca nostra; secondo perchè chiuse tutto un periodo della
+Storia d'Italia e del papato temporale.
+
+I volontari, male armati, indeboliti dalla fame e dal freddo--alcuni
+eran ragazzi di 15 o 17 anni--si batterono con eroico valore, colla
+picca, la spada, la baionetta; ma furono sloggiati dalle loro posizioni
+dal reggimento di Zuavi. Si gettarono sotto le mura della Vigna Santucci
+di fronte a Mentana, ed anche di lì dovettero ritrarsi. I cannoni
+pontificii e francesi, portati lassù batterono allora furiosamente le
+mura del Castello, mentre i due cannoni di Garibaldi, predati a
+Monterotondo, esaurirono dopo 50 o 60 colpi le loro munizioni. In queste
+condizioni i volontari fecero uno sforzo disperato per prendere ai lati
+il nemico con due forti colonne, tentativo che riuscì, e verso le due e
+mezzo del pomeriggio le truppe pontificie si videro a mal partito, e nel
+combattimento si sarebbero evidentemente cambiate le sorti, se il
+generale romano non avesse chiamato a soccorso la brigata francese.
+Anche se il loro appoggio fosse stato inutile, si sarebbe voluto
+mostrare che i Francesi c'erano ed aiutavano validamente i papalini.
+Essi avanzarono e coprirono i Garibaldini di una fitta pioggia di
+proiettili dei loro _chassepots_.
+
+Il generale francese stesso scrivendo poi al Ministero della Guerra,
+diceva _les chassepots ont fait merveille._, frase supremamente
+inopportuna, anzi indelicata e villana, che l'Italia non dimenticherà
+più. I volontari furono sopraffatti; e dapprima essi non credettero
+francesi i nuovi assalitori, ma legionari d'Antibo; tanto era lungi da
+loro il pensiero che Napoleone permettesse ai suoi soldati di spargere
+sangue italiano. Ma quando si sparse la voce che i Francesi stessi
+attaccavano, i volontari gettarono le armi e si dispersero in fuga.
+Solo un battaglione s'indugiò a difendere le case, le barricate e il
+castello baronale di Mentana. Così esso protesse la ritirata che
+Garibaldi aveva cominciato su Monterotondo. I Pontificii e i Francesi
+non poterono penetrare nella forte posizione. La notte lo circondarono,
+per rinnovare l'attacco il mattino seguente, ma alle 5 fu inalberata
+bandiera bianca: un capitano garibaldino chiese, parlamentando col
+colonnello francese del 59^o linea, libera uscita con armi e bagagli; fu
+accordata libera uscita, ma senza armi e bagagli. Una compagnia francese
+doveva condurre la guarnigione di Mentana, prigioniera di guerra, a
+Corese, e consegnarla alle truppe italiane. Così la lotta non fu in
+alcun modo disonorevole. I vincitori stessi dovettero riconoscere il
+valore mostrato dai vinti.
+
+Garibaldi stesso, che durante il combattimento non si era mostrato nelle
+prime file, ma aveva dovuto dare i comandi seduto in carrozza, si era
+già ritirato con due migliaia circa di soldati, quando fu dato l'assalto
+a Mentana.
+
+Secondo dice Crispi, testimone oculare, la sera del 3 novembre Garibaldi
+giunse al ponte di Corese con 5000 nomini, se pure questa cifra è
+esatta. Là depose le armi, e il giorno seguente, per ordine superiore,
+fu incarcerato a Figline presso Arezzo. Quando le truppe pontificie ed
+imperiali la mattina del 4 mossero verso Monterotondo, trovarono che il
+luogo era stato sgombrato. Le perdite di Garibaldi furono grandi; 1000
+uomini giacevano morti o feriti; circa 1400 prigionieri. Le perdite
+francesi non ammontarono, secondo i rapporti ufficiali, che a 2 morti e
+36 feriti, quelle dei pontifici a 30 morti e 103 feriti.
+
+La notizia della disfatta e della ritirata di Garibaldi giunse a Roma la
+sera del 3, e si sparse il mattino seguente. Essa provocò un'eccitazione
+di diverse nature. I nazionali fremevano al pensiero che i Francesi,
+alleati dell'Italia, avevan preso parte alla lotta come gendarmi del
+Papa, avevan tirato agl'Italiani come su bestie feroci, ed avevan
+esperimentato le qualità dei loro _chassepots_ sui volontari quasi
+inermi. Li commoveva il pensiero che l'esercito regolare del Re, a poche
+miglia da Mentana, doveva essere stato testimone della battaglia, le
+armi al piede. Essi non sapevano per quale delle due nazioni dovesse
+ritenersi più vergognoso questo fatto d'armi, per l'Italia o per la
+Francia. Nella storia di Francia, la _meraviglia di Mentana_, sarebbe
+certamente rimasta, tragico capitolo della _Gesta clericorum per
+Francos_.
+
+La via Nomentana offriva il 4 novembre un aspetto singolare. Centinaia
+di carrozze erano state portate nella notte, per la ricerca dei feriti.
+Questi già dal mattino avevano cominciato a venire a gruppi o alla
+spicciolata, tristissimo spettacolo, e fra loro erano anche delle
+piccole schiere vacillanti di feriti più leggeri, a piedi o a cavallo.
+Molti e molti Romani movevano loro incontro. Non dimenticherò mai
+l'aspetto di due garibaldini giacenti su un carretto che procedeva
+lentamente, non so se morenti o già morti. I loro volti già anneriti
+dalla morte sembravano ancora contrarsi nell'ultimo spasimo di dolore e
+di rabbia.
+
+Verso mezzodì arrivò il primo gruppo di prigionieri, circa 400, scortato
+da papalini e da francesi. Essi camminavano disinvolti, con ostentata
+tranquillità. Uno dei loro ufficiali, un bel giovane dalla camicia
+rossa, camminava altero innanzi a loro. Il popolo se lo additava dicendo
+che era Menotti Garibaldi; ma sembra che non fosse vero. Quegli uomini
+erano giunti finalmente alla tanto sospirata Roma, ma in altre
+condizioni da quelle che avevano sognato; essi passarono attraverso la
+folla silenziosa fino alla prigione sul Quirinale.
+
+Erano quasi tutti laceri o mal vestiti; pochissimi indossavano la
+camicia rossa; fra di essi ve ne erano molti straordinariamente giovani.
+Il loro aspetto diceva una odissea di privazioni e di dolori; su alcuni
+pallidi volti si leggeva ancora: Roma o Morte! Facevano un effetto di
+profonda commozione, che non avrebbero fatto se fossero stati bene
+armati e ben vestiti.
+
+Io vidi il secondo gruppo di prigionieri, di 600 uomini, passare il
+Ponte Nomentano sull'Aniene. Essi sembravano in migliori condizioni dei
+primi. La maggior parte portavano la camicia rossa e il berretto rosso;
+alcuni avevan su questo delle penne; tutta la strada era illuminata da
+questi colori. Vi eran fra loro anche degli uomini maturi, dai capelli
+grigi, nell'uniforme della Guardia Nazionale Italiana. I capitani
+portavano ancora la spada, prova questa che avevano capitolato
+onorevolmente. Essi tacevano tutti; molti guardavano timidamente la
+folla che era venuta loro incontro da Roma. Un segnale dato dal corno
+avvisò che era giunto il momento del riposo; i soldati di scorta si
+stesero entro i fossati; dei prigionieri, la maggior parte rimase in
+piedi sulla via; alcuni si gettarono sulla nuda terra di Roma; altri si
+accomodarono a fianco dei papalini, i quali li lasciarono fare in
+silenzio; tutta la scena rappresentava un singolare quadro storico sul
+pittoresco paesaggio dell'Aniene, presso il vetusto e turrito ponte
+memore di Belisario. Su di esso stanno incise le armi di quel
+notevolissimo pontefice che fu Nicolò V, contro il governo del quale
+congiurò Stefano Porcari, per morire poi in Castel S. Angelo, per mano
+del carnefice. L'oro diffuso e luminoso del sole irradiava la solenne
+campagna, nel cui sfondo già biancheggiavan di neve le maestose vette
+dell'Abruzzo.
+
+La marcia verso Roma di questi figli d'Italia destinati al carcere di
+Castel S. Angelo mi riportava il pensiero alle memorie della prima
+fanciullezza, quando io vidi a migliaia i vinti difensori della Polonia,
+dell'esercito di Gielgrid, passare prigionieri il confine, accompagnati
+dalle truppe prussiane.
+
+Dinanzi al mio sguardo si presentavano di nuovo tutte le tragiche lotte
+dai popoli combattute su questo grande territorio di Roma, i secoli
+barbari del Medio Evo passati su questa città, la cui storia io già
+scrivevo da anni e ancora scrivo; e mi prese un'infinita tristezza
+quando tornai a considerare tutti quei prigionieri di guerra incamminati
+per Roma.
+
+
+XI.
+
+Cinque giorni dopo la battaglia io mi recai a Mentana con alcuni amici
+romani per visitarla. Fu una passeggiata incantevole attraverso la
+tranquilla campagna, sotto il sole puro e il cielo nitido di novembre.
+La via Nomentana era animata soltanto da gruppi di soldati. Sull'Aniene
+erano ancora attendate le vedette francesi. Passavano ancora carrozze
+che trasportavano feriti.
+
+Antiche tombe romane in rovina sorgono nei campi che si attraversano,
+dove, secondo l'uso remotissimo dei padri, i pastori abruzzesi portano a
+pascolare le loro greggi. I belati delle pecore e le note tenui delle
+zampogne dei pastori riempiono l'aria di lamento e il cuore del
+viandante di mistero, sentimento che resta perennemente in ognuno che
+abbia attraversato quella sacra località.
+
+Qua e là si erge una torre baronale diroccata, sulla cima di un verde
+colle, che rammenta l'epoca feudale, quando Roma era ancora una
+repubblica e il papa non era in essa padrone assoluto. Raramente si
+incontra qualche solitario casale adibito in parte ad osteria, con una
+torre medioevale a lato ed una cappella rustica. Ve ne è una ad otto
+miglia da Roma, detta Capo Bianco, che serve anche da taverna, ed ha
+sulla porta un boschetto di verdi lauri. Non era visibile un essere
+vivente; tutto sembrava morto, intorno. Il conte L. vi aveva mandato dei
+cavalli di ricambio, per poter proseguire il viaggio rapidamente.
+
+Una strana e profonda gravità invase tutta la comitiva quando ci
+cominciammo ad avvicinare ai sanguinosi campi di Mentana. Io ricordavo
+la sublime ode del Petrarca:
+
+ Italia mia, benchè il parlar sia indarno...
+ Che fan qui tante peregrine spade?
+
+Donna E. diceva i versi del nobile Leopardi:
+
+ Piangi, che ben n'hai d'onde, Italia mia...
+
+Così una medesima querela discende da Dante e da Petrarca fino a
+Leopardi e ai dì nostri; quando potrà essa alfine cessare?
+
+Da Capo Bianco ci avanziamo sui pendii dolci dei colli. Il paesaggio
+Sabino si spiega dinanzi agli occhi come un gran panorama di montagne di
+alto stile, verso cui sale una maestosa distesa di campi, di colore
+violetto nella lontananza, sulla quale si può seguire collo sguardo il
+volo delle aquile del Lazio. Si erge lì presso la possente piramide di
+Monte Gennaro sopra Tivoli; a destra i monti Prenestini, i monti Volsci,
+e le belle alture di Frascati, tutto soffuso di un tenue color di
+giacinto e piene d'una maestà placida e classica.
+
+Qua e là sulla strada si trovano resti dell'antico lastricato della via
+Nomentana, in ben connessi poligoni di basalto. A dieci miglia da Roma
+si trova a sinistra su un colle una solitaria torre guelfa senza edifici
+adiacenti, costruita parte in peperino nero, parte in mattoni rossi, che
+è una proprietà della regione.
+
+A destra sorge Monte Gentile, un casale di bell'aspetto, con torre, già
+castello degli Orsini, come lo mostra il nome assai frequente in quella
+famiglia; nel XV secolo, Capocci e Stefaneschi lo distrussero e lo
+abbandonarono. Nulla di più attraente di questi turriti casali romani,
+perduti nella melanconia di questa deserta e grandiosa campagna, così
+singolari e così classici, di cui Walter Scott si sarebbe certo
+innamorato.
+
+Superando un'altura, si giunge al bosco di Mentana, un bosco di quercie
+tedesche, che qui sono rimaste nane. Già in questo luogo, e poi per
+tutta la strada fino al paese, noi vedemmo, per i fossi e i cespugli,
+una quantità straordinaria di cartuccie. Queste, e degli alberi
+abbattuti, erano l'unica traccia del combattimento, perchè i morti già
+erano stati seppelliti, ed i feriti ricoverati negli ospedali.
+
+Mentana appare dietro questa boscaglia; prima la Vigna Santucci colle
+sue mura bianche, dove si combattè così aspramente; poi una cappella
+sulla strada, ancora piena di paglia, sulla quale più di un ferito trovò
+la morte. Il palazzo baronale degli Orsini sorge nello sfondo, simile
+ad una fortezza, con torri e merli, sul pendìo verde d'un colle,
+solitario e fiero come un ricovero di briganti; il paese è ancora
+nascosto da piccole alture. In basso la valle è fosca, circondata da
+colli sparsi qua e là di olivi e vigneti; ma tutto ha un aspetto
+selvaggio, sinistro ma, pittoresco.
+
+Una strada conduce su per uno sperone di rupi giallastre. Ora si vede il
+paese, una fila di case senza interesse, simile ai _castelli_ dei monti
+Sabini, che spirano tanta miseria e desolazione; si direbbero dipendenze
+del castello feudale, che una volta il signore vi ha annesso per comodo
+proprio, e dato ai suoi vassalli per abitazione. Dinanzi al palazzo sta
+la chiesa gentilizia. Essa era aperta e già riconsacrata e molti feriti
+vi erano morti; fra gli altri, un belga che era venuto a Roma e si era
+arruolato fra gli zuavi pochi giorni prima la battaglia. Una palla gli
+aveva spaccato il cranio; diciassette ferite gli avevano trapassato il
+corpo. Su un pezzo di carta, trovato presso di lui, stava scritto: _le
+comte d'Erb, fils du duque d'Erb._
+
+Dalla porta della Chiesa si accede al piazzale di fronte al castello,
+dove si vede una colonna senza capitello, intorno alla quale giacciono
+delle bisaccie militari. Qua e là, rovine marmoree dell'antico
+_Nomentum_. Sulla parete esterna della chiesa una statua mutilata che
+il popolo chiama San Giorgio. Il castello era pieno di soldati francesi,
+i quali si esercitavano coi loro fucili ad ago, che vantavano tanto,
+affermando che senza di quelli i Pontificii non avrebbero mai preso
+Mentana.
+
+Entrammo nel castello che rivela parecchie epoche architettoniche. La
+parte più antica, formata dalle torri rotonde, mostra la maniera di
+costruzione del secolo XIII, che a Roma chiamano _saraceno_; cioè,
+queste torri son fatte di frammenti di peperino e di altri varî
+materiali di riempimento, fra cui pezzi di marmo. La parte anteriore del
+castello è invece assai più recente, ed ha finestre in stile
+rinascimento. I merli sono mezzo rovinati, alcuni furono fracassati
+dalle palle di cannone. In complesso, l'edificio appare come un castello
+baronale del medio evo, di prim'ordine. Sul portale stan le armi di
+Sisto V, o meglio di suo nipote Michele Peretti, al quale gli Orsini
+avevano venduto Mentana. Sulla porta giacevano ancora resti di fucili
+garibaldini, che gli assediati avevano spezzati, secondo l'uso
+guerresco, prima di capitolare.
+
+Nell'interno, scale in rovina e stanze colle pareti squarciate dalle
+bombe. Nel cortile del castello le guardie francesi offrivano un
+pittoresco colpo d'occhio; stavano preparando il pranzo, tutte
+affaccendate intorno ad un fuoco che attizzavano con le bacchette dei
+fucili garibaldini. Ci furono portate delle palle di fucile, che avremmo
+facilmente potuto raccogliere per terra, di forma conica, di armi rigate
+o di _chassepot_; raramente se ne trovavano di quelle solite rotonde dei
+fucili garibaldini. Noi visitammo il piccolo solitario paese. I suoi
+abitanti erano rimasti per 15 ore nascosti nelle cantine, in preda allo
+spavento, mentre le palle rimbalzavano come grandine sui tetti. Vi fu
+un'eccezione; in una casa, una bomba aveva squarciato la parete di una
+stanza: ebbene, vi furono trovati donne e bambini tranquillamente
+seduti, come se nulla fosse accaduto. Ci fu detto che i garibaldini
+avevano occupato il borgo per otto giorni. Una donna ci raccontò che fra
+di essi vi erano dei signori simpatici, che pagavano quello che
+chiedevano, e aggiunse che un capitano aveva pagato un pollo 25 soldi,
+del che era rimasta molto soddisfatta. Altri non avevano potuto pagare
+nulla davvero, perchè non possedevano un soldo in tasca.
+
+Noi riandammo col pensiero le vicende storiche di questo paesetto
+Sabino, che era pur ora tornato ad avere una parte nella storia non
+indipendente da quella che un tempo vi aveva avuta; ricordammo che già
+una volta i Franchi vi erano venuti per salvare un papa minacciato ed il
+suo potere temporale; che questo salvatore era stato Carlomagno. La
+località stessa dava agio di ricostruirne la storia.
+
+Nell'antichità si era chiamata _Nomentum_. Da questo ebbe nome la
+strada, _Nomentana_, la quale però non apparteneva alle grandi strade
+romane, perchè presso Ereto, sotto _Nomentum_, si congiungeva alla Via
+Salara, presso l'attuale Monterotondo.
+
+Più antica di Roma medesima, contemporanea di Fidene e di Crustumeria, i
+Romani la ritenevano come una delle colonie del re Latino Silvio di
+Albalonga, il quale certo conquistò quella regione sabina. Prese parte
+all'alleanza dei Latini contro Roma, in favore dei Tarquinii scacciati.
+Dopo la battaglia al lago Regillo, che stabilì l'egemonia della
+Repubblica Romana sul Lazio, _Nomentum_ divenne un municipio romano.
+Questa città Sabina era però troppo piccola per potere avere una parte
+importante nella storia di Roma. È noto che Ovidio, Seneca e Marziale
+avevano possessi nel suo territorio. L'aria vi era salubre, il vino
+buono, e nelle vicinanze si trovavano sorgenti termali.
+
+Nell'epoca cristiana dell'Impero germanico, _Nomentum_ divenne presto un
+vescovado; lì presso, erano gli altri vescovadi di Fidene, oggi Castel
+Giubileo, _Cures_, e _Forum Novum_, che sussiste ancora. La serie dei
+vescovi nomentani va dal 415 al 964, nel quale anno si sospese la nomina
+dei vescovi, il che prova che la città era del tutto decaduta. Essa si
+era conservata, del resto, per ignote ragioni, più a lungo delle altre
+antiche città delle immediate vicinanze di Roma, le quali, al tempo
+delle invasioni barbariche, scomparvero. _Eretum Crostumeria_, _Fidene_,
+_Gabii_, _Ficulea_, _Antemna_ sono sparite senza lasciar traccie. Anche
+l'antica famosa _Cures_, patria di Numa, decadde al tempo dei
+Longobardi, e vive ancora solo nel nome di Correse.
+
+Nomentana esisteva ancora nell'anno 800 col suo nome antico, sebbene già
+fosse radicalmente cambiata; il 23 novembre di quell'anno Carlomagno,
+ch'era diretto a Roma per farsi incoronare in San Pietro, vi si fermò.
+La sua dimora in quel luogo, nello stesso mese di novembre, nel quale
+1067 anni dopo delle bande di volontarii italiani tentavano di abbattere
+il dominio pontificio, che Carlomagno aveva fondato, ci sembra un fatto
+abbastanza strano e notevole.
+
+La lotta degl'Italiani e dei Romani contro il potere temporale dei Papi
+cominciò già in quel tempo, poichè quel potere temporale era stato
+stabilito per il primo intervento di Pipino in Italia a favore della
+città di Roma, minacciata dai Longobardi. La storia dell'umanità non
+offre esempi di un'altra lotta di così lunga durata intorno ad un unico
+ed inalterato principio.
+
+La ragione del viaggio di Carlomagno a Roma era la seguente. Papa Leone
+III, successore di Adriano, era stato, in seguito ad una congiura di
+nobili romani, fra i quali i nipoti stessi di Adriano primeggiavano,
+cacciato da Roma, dopo un tentativo di ucciderlo. Era fuggito prima a
+Spoleto, e di là si era ritirato a Paderborn. Il gran monarca rimandò
+anzitutto il fuggiasco con ambasciatori franchi a Roma, dove gli
+aristocratici, che si erano impadroniti del governo, non opposero alcun
+ostacolo al suo ritorno: ma, spaventati per l'imminente intervento, si
+sottoposero al processo e al giudizio di questi plenipotenziarii. Essi
+decisero in favore del Papa, ma i ribelli condannati si appellarono a
+Carlo, e questi venne solo un anno dopo, come aveva promesso a Leone,
+per tenere in Roma il suo tribunale, che il Papa, suo sottoposto in ogni
+questione temporale, ugualmente riconobbe.
+
+Carlo calò col suo esercito nella Sabina, e sostò a Mentana per venire a
+Roma, non per la via Salara, ma per la Nomentana.
+
+Questo prova solo che quel luogo aveva anche allora molta importanza
+perchè era la sola sede episcopale della regione Sabina. Da ciò si può
+dedurre che Monterotondo che dista solo mezz'ora da Mentana, ed è molto
+più grande e più abitabile di quella, nell'ottocento non esisteva
+ancora. Veramente si era creduto di riconoscere in Monterotondo l'antica
+_Eretum_; ma il Nibby si è pronunziato, con seri buoni argomenti, contro
+questa opinione, ed ha provato che quella località ha avuto origine
+soltanto nel più tardo medio evo. La Sabina formava originariamente una
+parte del ducato di Spoleto; Carlomagno l'aveva regalata al Papa, e solo
+molto più tardi la trasse in suo potere. Ma molto relativa era questa
+sua potenza sul territorio sabino prossimo a Roma. Tutta la regione era
+stata spaventosamente devastata, nel IV secolo, dall'invasione dei
+Longobardi: le sue città erano già quasi tutte decadute; nell'ottavo e
+nono secolo i documenti delle diocesi dimostrano che esse non erano più
+città, ma borghi.
+
+Leone III era andato solennemente incontro a Carlo a _Nomentum_ con i
+maggiori dignitarii della chiesa, una parte della nobiltà e della
+milizia cittadina e molto popolo. Carlo giunse a _Nomentum_ il 23
+novembre 800. Egli pranzò col Papa, dopo di che questi tornò a Roma per
+preparare il solenne ricevimento del monarca in S. Pietro, per il giorno
+seguente, mentre Carlo pernottò nel paese. In qual palazzo fece Carlo il
+suo pranzo col Papa, e dove passò la notte?
+
+_Nomentum_ era, mille anni fa, certamente più popolata di ora; e se
+l'antica città si trovava nella stessa ubicazione, in cui si trova oggi
+la miserabile fila di case presso al castello degli Orsini, essa poteva
+offrire, in piccolo, l'aspetto di tutte le altre città di quel tempo:
+rovine dell'antichità, tempi distrutti o trasformati ad altro culto, e
+palazzi di antica signoria, a fianco di tugurî abitati da una nuova
+generazione.
+
+A _Nomentum_ non risiedeva un conte; forse un tribuno, per analogia con
+altre città, vi aveva giurisdizione, se il paese però--cosa di cui
+dubito--era ancora abbastanza grande da essere sede di un tribuno. Non
+ci erano ancora stirpi baronali, nel senso del medio evo più vicino a
+noi. Soltanto 150 anni dopo si trova in _Nomentum_ la stirpe dei
+Crescenzi, ricca e perciò dominante. Perciò indubbiamente abitò Carlo
+nella curia vescovile, la residenza, certo molto patriarcale, del
+vescovo di Mentana.
+
+Fu dunque di là che il più grande dominatore dell'Occidente scese a
+Roma, il 24 novembre 800, e fu là che egli sostò prima di recarsi
+all'incoronazione. Un mese dopo Leone III lo incoronava appunto re dei
+Romani.
+
+Il rinnovamento dell'Impero d'Occidente nella Dinastia Franca, a parte
+altre ragioni più generali ed elevate, era divenuto necessario per i
+Papi anche per questo, che esso dava loro il modo di mantenere il loro
+dominio temporale su Roma e sulle provincie. Poichè, senza la protezione
+dell'autorità imperiale, senza la sicurezza di un sempre pronto
+intervento franco, i Papi non avrebbero potuto affermare la loro
+signoria sulla regione romana. Questo fatto si era già allora
+manifestato palesemente, ma la storia posteriore del _Dominium
+temporale_ non fece che offrirne nuove prove irrefragabili.
+
+Nel secolo decimo questo dominio fu minacciato da un grande pericolo:
+quello della nobile casa dei Crescenzi, la quale appunto aveva in
+Mentana grande autorità. Essa apparisce, per la prima volta, nel 901, e,
+da quell'anno, si trovano molti Crescenzi fra i più ragguardevoli
+signori della città. Che questa casa già possedesse terre in Sabina, è
+mostrato dal fatto che un Crescenzio, nel 967, fu conte e rettore della
+provincia Sabina per incarico del Papa.
+
+Nel 974, Crescenzio de Teodora si impadronisce del potere a Roma, e più
+tardi suo figlio Giovanni Crescenzio è a capo del partito nazionale
+romano. La sua storia forma un noto episodio del regno di Ottone III. I
+cronisti chiamano questo Crescenzio _Nomentano_. La sua famiglia che
+risiedeva quasi tutta nella Sabina e presso Farfa in particolare, si
+doveva quindi trovare in possesso di quel luogo, e Giovanni Crescenzio o
+era nato ei pure nei possedimenti de' suoi padri, o _Nomentum_ era
+toccata particolarmente a lui per eredità. Proprio in quell'epoca sembra
+che venisse soppresso tale vescovado; e siccome si sa che l'ultimo
+vescovo fu un tal Giovanni, si può supporre che, essendo questo nome
+abituale nella famiglia dei Crescenzi, anche l'ultimo vescovo di
+_Nomentum_ fosse un membro di quella famiglia. In quel tempo vi erano
+già dei conti ereditarî nel territorio pontificio. Perciò già nel 980
+Giovanni Crescenzio poteva essere conte di _Nomentum_ e avervi posseduto
+la sua fortezza, nello stesso luogo dove poi sorse il castello degli
+Orsini, che ancora vi sorge.
+
+Nel 985, Crescenzio prese il titolo di _patrizio romano_ e governò la
+città di Roma come suo capo temporale, durante la minorità di Ottone
+III. La sua potenza venne meno, quando Ottone, nel 996, venne a Roma per
+ricevere la corona imperiale dalle mani di Gregorio V, il primo Papa
+tedesco che egli stesso aveva innalzato a quella dignità. Crescenzio,
+condannato a morte come ribelle, prestò giuramento di fedeltà al giovane
+imperatore, e fu graziato. Ma Ottone se ne era appena andato, che
+l'astuto romano infranse il giuramento, cacciò il Papa tedesco e
+s'impadronì dei diritti imperiali. In questa usurpazione lo appoggiarono
+i suoi parenti di Sabina, il conte Benedetto e i suoi figli Giovanni e
+Crescenzio. L'usurpatore trovò una misera fine, quando Ottone III ebbe
+ricondotto in Roma il Papa con buon nerbo di soldatesche. Crescenzio si
+difese eroicamente in Castel Sant'Angelo, finchè si dovette arrendere.
+Fu decapitato, il suo corpo fu gettato dai merli di Castel Sant'Angelo e
+poi appiccato a una forca su Monte Mario. Per dei secoli Castel
+Sant'Angelo si chiamò la torre di Crescenzio.
+
+Dopo la morte di Ottone III, i Romani crearono patrizio romano suo
+figlio Giovanni, potere che egli tenne fino al 1012, anno in cui morì.
+D'allora in poi, la famiglia dei Crescenzi si continuò in Sabina e a
+Roma, ma senza assurgere più a grande importanza. Il potere patrizio
+passò invece, dopo il 1012, ai conti di Tuscolo, i quali seppero farsi
+arbitri del potere temporale del Pontefice e della stessa Santa Sede.
+
+Così nella storia dello Stato pontificio _Nomentum_ è classica per
+essere stata sede di una antichissima stirpe ribelle al potere dei Papi.
+Era ciò noto all'ultimo discendente dei Crescenzi, che il 3 novembre
+1867 lottò con i pontificii e cadde sul colle di Mentana, in difesa
+della Santa Sede?
+
+Dopo il periodo dei Crescenzi, si parla raramente di _Nomentum_ nei
+documenti della storia di Roma; esso è chiamato _Castrum Nomentane_,
+donde il nome Mentana o La Mentana. Già il mutamento di _civitas_ in
+_castrum_, per designarlo, come si legge nelle bolle papali del secolo
+XIII, dice che quella città era decaduta tanto da non esser più che uno
+smantellato villaggio. Essa appartenne ai monaci di San Paolo, che la
+tramandarono nel secolo XII alla potente casa dei Capocci, finchè Nicolò
+III, della casa Orsini, diede Mentana al suo nipote Orso. Gli Orsini nel
+secolo XIII s'impossessarono di molte località sabine. Essi possedettero
+anche il vicino Monterotondo, Monte Gentile e Nerola. Costruirono a
+_Nomentum_ il castello, l'attuale fortezza, verosimilmente sulle
+fondamenta dell'antica rocca, e vi rimasero più di tre secoli; poi,
+nell'anno 1595, la vendettero ad un nipote di Sisto V, Michele Peretti,
+principe di Venafro. Più tardi, divenne proprietà dei Borghese che la
+posseggono ancora.
+
+
+XII.
+
+Da Mentana si giunge in meno di mezz'ora per una strada assai buona fra
+cespugli e vigneti a Monterotondo. Il grande castello baronale, una
+volta degli Orsini ed ora appartenente al Principe di Piombino, è un
+edifizio imponente e bello, con una torre grandiosa, e sorge, in cima al
+paese che quasi nasconde. Era pieno di soldati francesi. Nel cortile
+giacevano più di mille fucili garibaldini, accatastati in disordine;
+cattive armi a percussore, forse della Guardia Nazionale, mucchi di
+baionette, guaine di sciabole, bacchette si vedevano sparse sul terreno.
+Erano state raccolte a Monterotondo e sulle strade vicine.
+
+Fui condotto nella casa dove Garibaldi aveva abitato; questa si trovava
+nella piazza inferiore, non lungi dal Duomo. Qui egli aveva due
+camerette al piano superiore. Sul suo letto, coperto con una coperta
+gialla, era appesa una sacra immagine e un vasetto di cristallo
+coll'acqua benedetta, del quale egli si serviva tanto come dello
+specchio che stava nel canterano. Ora questa stanza è abitata da un
+capitano francese.
+
+Vedemmo anche il Duomo, Santa Maddalena, dove si erano acquartierati i
+volontarii. Sugli altari si vedevano ancora ornamenti di chiesa
+infranti, vesti ecclesiastiche in brandelli, crocifissi e ceri spezzati.
+Nella sacrestia tutto era sossopra: gli armadi sforzati, i messali e i
+registri lacerati e sparsi a terra. Una donna che ci condusse là dentro,
+additò, con segni di spavento, il Tabernacolo dell'altare maggiore, dal
+quale era sparito il calice. Ci fu parlato di altre profanazioni, che
+non crediamo opportuno riferire; qualche cosa di simile al _Sacco di
+Roma_ del Borbone. Furon veduti due volontarî far la guardia sulla
+porta, avendo uno una mitra in testa, l'altro un pastorale in mano.
+Questi volontarî seppellivano i loro morti alla rinfusa, nelle chiese
+stesse; gli ufficiali li calavano nelle tombe, avvolti in paramenti di
+broccato e d'oro.
+
+A Monte Rotondo era più visibile che a Mentana il pauroso eccitamento
+dei paesi devastati dalla guerra; questa infatti ha solo 500 abitanti
+appena; quello 1300. Il popolo non era favorevole ai garibaldini:
+«L'invasione ci ha rovinato», ci assicurava un impiegato al Municipio,
+facendo grandi gesti e parlando con forza di tutte le imposte in denaro,
+foraggio, cavalli, esatte da Garibaldi, imposte che talora alcuni suoi
+indegni sottoposti prendevano senz'altro per sè.
+
+La piccola città è situata, alta e forte, sul dorso di un'altura, dalla
+quale si gode una veduta bellissima dei monti sabini, fino a Monte
+Gennaro. Si vede Tivoli, Sant'Angelo e Monticelli, molto vicini; più
+lontano, la bianca Palombara, Montelibretti ed anche Nerola, e in mezzo
+ai monti l'abbazia benedettina della Farfa, che in tempi remoti fu
+distrutta dai longobardi di Spoleto, e poi ricostruita grandiosamente.
+Verso nord, la campagna è dominata dal dentato Soratte, ai cui piedi il
+Tevere serpeggia, uscendo dall'Umbria, per continuare il tortuoso
+cammino fino a Roma, accompagnato sulle due rive da due strade romane,
+la Flaminia e la Salara. Di Roma, a così grande distanza, si vedono
+ancora, come linee appena percettibili, le torri di Santa Maria Maggiore
+e del Laterano; ma la cupola di S. Pietro domina intera e piena, la
+solenne campagna, come una sfera oscura. Quando i pellegrini che vengono
+dall'Oriente per questa strada, sono giunti in vista di questi grandiosi
+segnacoli della Chiesa, possono lietamente inginocchiarsi e venerare!
+Vi sono molti quadri che rappresentano scene di questo genere. Un
+artista di genio potrebbe oggi prendere a soggetto questo drammatico
+contrasto: dei volontarî garibaldini in camicia rossa che, dalle alture
+di Monte Rotondo, vedono per la prima volta la cupola di S. Pietro.
+
+Essa dovette sembrare loro il simbolo della méta così appassionatamente
+inseguita, come già ai Goti di Alarico o alle soldatesche affamate del
+Borbone e di Frundsberg doveva sembrare la città di Roma, veduta in
+lontananza. Il loro capo avrà forse loro spesso additato quella cupola
+sublime; e ne avrà loro parlato con parole fiammeggianti di
+patriottismo--come ne aveva parlato a Ginevra, al Congresso per la Pace,
+dal quale Garibaldi--per una ironia della storia--quasi immediatamente
+passò sul campo di battaglia, a Mentana!
+
+E' cosa piena d'interesse rappresentarsi i pensieri che dovevano agitare
+l'animo di quest'uomo straordinario nell'avvicinarsi a Roma, di
+quest'uomo così vario di destino e di fortuna, la cui vita fu una lotta
+per la libertà combattuta in due parti del mondo! uomo che certamente
+avrebbe avuto una parte più notevole nella storia, se la natura al suo
+disinteresse da antico romano, e alla sua incomparabile attività e
+vigoria di carattere, avesse accoppiato il genio di un uomo di Stato.
+
+Nel rivedere Roma, Garibaldi avrà ricordato con stupore quel tempo, già
+passato alla storia, in cui egli aveva difeso contro i Francesi la
+metropoli del mondo intero. Volgendosi alla campagna di Tivoli, si sarà
+visto nel ricordo ritirarsi da Roma, con altre schiere di volontarî, un
+po' meglio armati e disciplinati delle attuali, verso gli Appennini. Era
+il 30 luglio 1849.
+
+Sorrideva al suo spirito il pensiero di entrare ora in quella Roma che
+già aveva dovuto abbandonare, e che formava la brama più ardente della
+sua vita. Ma egli non entrò in Roma; non piantò sul Campidoglio, nè lo
+stendardo della Repubblica, nè il tricolore italiano. Battuto dalle
+truppe del Papa e di Napoleone a Mentana, lo vediamo di nuovo
+prigioniero di Stato a Varignano. Misero sotto processo lui che non
+poteva essere soggetto a giudizio, perchè troppi complici aveva, la
+serie dei quali cominciava a Palazzo Pitti.
+
+Il mondo che onora il patriottismo e il carattere, aveva lasciato che
+Garibaldi, l'_enfant gâté et l'enfant terrible_ d'Italia, si
+sbizzarrisse a suo piacere nelle sue campagne in nome dell'Ideale, senza
+che il loro insuccesso diminuisse la simpatia verso di lui. Ma tutto ha
+un limite, come quella massima di Machiavelli nel _Principe_: «E' il
+fine che si deve considerare, non i mezzi». L'audacia romantica di
+Garibaldi può certo esaltare la gioventù che ha letto Plutarco, ma essa
+stanca il maturo giudizio dell'uomo di Stato e del cittadino cosciente.
+Che un eroe nazionale, così festeggiato, carezzato, reclami
+perpetuamente il privilegio di essere nell'eccezione, fuori della
+compagine e delle leggi dello Stato, e di formare una potenza a sè,
+questo sarebbe un assurdo e una impossibilità in ogni ben ordinato Stato
+d'Europa.
+
+La monarchia italiana e il pensiero dell'unità hanno superato la
+terribile crisi (che la Demagogia di Garibaldi aveva provocato)
+rapidamente e felicemente. Se il giorno di Mentana avesse avuto il
+merito di liberare l'Italia dall'anarchia di un potere rivoluzionario,
+che si contrapponeva al Governo, questo dovrebbe riguardarsi come un
+reale vantaggio. L'invasione dei volontarii ci ha insegnato anche altre
+cose; essa ha mostrato la debolezza e l'immoralità dell'Italia, e
+diminuite le simpatie che verso di essa nutriva l'Europa; ha mostrato
+che era impossibile che il Potere Temporale durasse a lungo nella forma
+assegnatale dalla convenzione di settembre, ed ha ricondotto in Italia
+un principio che l'Europa sperava per sempre allontanato da lei. Non
+parlo della miseria e della rovina, in cui la guerra dei volontarii ha
+gettato migliaia di persone, al di qua e al di là dei confini romani. Se
+questa guerra poi, come riteneva Garibaldi, si deve ritenere come una
+guerra nazionale dell'Italia, contro il Papato per il possesso di Roma,
+allora affermeremo che il suo esito ha mostrato che nel 1867 il Papato
+era, ancora, più forte dell'Italia, e che la questione romana non poteva
+essere risolta colla sola violenza. Questo problema che col trattato di
+settembre fu, per riguardo all'Italia, mantenuto nei confini di una
+questione di opportunità territoriale, sarà di nuovo sollevato e
+riportato nella sfera della diplomazia europea?
+
+E qual problema insolubile! C'è nelle cose umane qualche cosa di
+impossibile a risolvere? Un astuto motteggiatore consolava un patriota,
+osservandogli che gli Italiani si risollevano come vincitori dopo le
+disfatte che sogliono fiaccare gli altri popoli. Anche non potendo dar
+ragione a questo bello spirito, non vediamo ragione alcuna per disperare
+che si trovi un giorno un _modus vivendi_ che sappia accordare
+l'indipendenza spirituale del Papato con le esigenze della Nazione. Il
+giorno in cui si troverà questa quadratura del circolo, l'umanità potrà
+festeggiarlo solennemente, perchè segnerà l'inizio di una nuova êra di
+pace, êra a cui tutti i popoli d'Europa mirano fiduciosi.
+
+
+XIII.
+
+Son passati tre anni dacchè io scrissi le pagine precedenti. La
+quadratura del circolo romano non è stata trovata, ma il nodo gordiano è
+stato reciso della spada. Perciò la _Campagna dei Volontarî intorno a
+Roma_ ha bisogno di un'appendice.
+
+La descrizione di questi ultimi tre anni di Roma e del Papato morente
+costituirà un giorno una pagina notevolissima della storia del nostro
+tempo, se la si saprà attingere al materiale diplomatico, e qua e là
+arricchirla dei fedeli ritratti dei personaggi più eminenti che ebbero
+parte in questa tragedia. Il titolo che le si dovrebbe dare sarebbe:
+«Storia degli ultimi anni e giorni del Potere Temporale».
+
+Ora, per concludere, riporterò alcune date.
+
+Alla fine del 1867 la vittoria di Mentana rassicurò completamente gli
+animi. Si vide con soddisfazione Napoleone trascinato alla reazione, in
+aperta rottura colla democrazia e la demagogia. Si desiderava perciò
+che egli restasse solidamente legato al potere. Il papa creava cardinale
+Luciano Bonaparte, il 13 marzo 1868, il primo Bonaparte che ottenesse la
+porpora! Per completare la sorprendente fortuna di quella casa, mancò
+solo che egli giungesse alla Santa Sede.
+
+Roma era tranquilla. Nel _Patrimonium Petri_ erano di nuovo i Francesi:
+circa 5000 uomini. La città aveva guarnigione solo di papalini. La Curia
+romana era ora occupata dell'idea del Concilio, la cui riunione
+indisturbata era finalmente possibile per il ritorno dei Francesi e la
+vittoria di Mentana. Con questo Concilio, preparato già da molti anni, i
+gesuiti intendevano coronare l'opera loro ponendo sulla testa del
+Pontefice la quarta e suprema corona, quella dell'infallibilità. Il 29
+giugno 1868 fu pubblicata la bolla che convocava il Concilio per l'8
+dicembre 1869.
+
+Il caso volle che l'8 giugno di quell'anno stesso si celebrasse in
+Germania una solenne festa nazionale; si scoprì il grande monumento di
+Lutero, a Worms, alla presenza del Re di Prussia, lo scudo della chiesa
+protestante, il capo della Nazione tedesca, e l'ormai certo restauratore
+dell'Impero.
+
+Nel programma dei gesuiti c'era già da tempo la guerra contro la
+Germania protestante, la Germania del pensiero e della scienza; si
+concepirono a questo proposito piani fantastici. Sognavano una nuova
+epoca nella storia, un'epoca di nazione e di crociata per cattolicizzare
+il mondo; il Papato padrone della terra, secondo le affermazioni del
+Sillabo e i decreti del prossimo Concilio. E che cosa meglio di una
+guerra della Francia contro la Germania avrebbe potuto aprire la via a
+tutto questo? Questa guerra che dovevano compiere le invincibili legioni
+di Napoleone, armate dei _chassepots_ e delle mitragliatrici, così bene
+esperimentate a Mentana, avrebbe certamente annientata la potenza del
+protestantismo in Europa, e resa impossibile l'unificazione della
+Germania sotto gli Hohenzollern. Dalla certa vittoria della Francia
+seguirebbe il nuovo frazionamento d'Italia nelle sue parti, e il
+ristabilimento dello Stato della Chiesa, come al tempo di Consalvi.
+Allora Napoleone, il salvatore e protettore della Chiesa, sarebbe
+divenuto un nuovo Carlomagno, e l'umanità pacificata si sarebbe raccolta
+intorno alle due grandi metropoli della terra; Parigi, sede del
+dispotismo cesareo, centralizzante in sè la civiltà umana; Roma, la
+fonte infallibile della verità divina, manifestatasi nel gesuitismo.
+
+La rivoluzione spagnuola e la caduta violenta della bigotta regina
+Isabella fu il primo colpo contro questi disegni. E chi sospettava che
+la candidatura al trono di Spagna sarebbe divenuto un fattore della
+storia del mondo?
+
+Giunse l'anno del Concilio, il 1869. In Roma fervevano i preparativi.
+
+Nulla ancora faceva prevedere prossime tempeste, se non forse in
+Germania, una vivace opposizione al Concilio, del quale si negava la
+necessità e si condannava lo spirito di parte. Si disegnavano i campi
+degl'infallibilisti e dei loro avversarii.
+
+L'11 aprile il vecchio pontefice festeggiò il cinquantesimo giubileo,
+dacchè era divenuto prete; e deputazioni, indirizzi, augurî, doni
+piovvero da tutta la cristianità. La dimostrazione fu grandiosa e
+solenne; Roma divenne un teatro in festa, come nel 1867. Il papa che
+così si festeggiava, si credeva onorato da tutto il mondo, come suo capo
+spirituale. Queste feste gli sembrarono di buon augurio per il prossimo
+Concilio.
+
+L'8 dicembre 1869 questa solenne adunanza ecclesiastica si aprì in San
+Pietro. Pioveva a dirotto, ma il tempio conteneva appena la folla
+accorsa. Roma, come tutta l'Italia, era allora tranquilla. Le truppe di
+Napoleone formavano la guardia del Concilio, che divenne il grande
+avvenimento dell'epoca, nel quale il mondo temeva di dover riconoscere
+una crisi di risveglio nella vita della Chiesa riunita, mentre duecento
+sacerdoti gli dichiaravano solennemente riconosciuti gli attributi della
+potenza divina.
+
+Tutti conoscono come era costituito questo Concilio, i mezzi con i quali
+si ottenne la maggioranza, come fu schiacciata la minoranza, le lotte e
+i dibattiti de' suoi partiti. La sua storia fu accompagnata da una
+letteratura tutta speciale, quale non si era mai vista nei precedenti
+sinodi. L'opinione pubblica vigilava sul Concilio; essa teneva le sue
+sedute presso quelle di questo parlamento romano, i cui più segreti
+pensieri, piani e manovre sapeva svelare ed anche indirizzare.
+
+Si sono uditi dei gravi cattolici credenti gridare allo scandalo per
+questo Concilio. Essi riconoscono tristamente, e loro malgrado, che la
+sua convocazione fu un incalcolabile errore, la sua opera una dannosa
+sfida allo scisma. La sua storia costituirà un giorno una pagina del
+nostro assai istruttiva e, come già fu detto dai cattolici, mostrerà
+alle generazioni future quanto grande fosse l'accecamento, quanto
+profonda la povertà di spirito e l'esaurimento dell'elemento romano
+della Chiesa in quel tempo.
+
+Giunse l'estate del grande anno 1870. Già l'attenzione del mondo si era
+distolta dal Concilio, dove la strenua opposizione della minoranza
+tedesca e l'opinione pubblica stessa erano state forzate a cedere.
+Contemporaneamente, mentre la Chiesa doveva raccogliere nel suo Capo
+tutte le energie, lasciando i suoi membri inutili e impotenti per
+sempre, la Francia, con un nuovo plebiscito, si accentrava nella potenza
+imperiale. Allora l'orizzonte politico si turbò d'un tratto per la
+candidatura al trono spagnuolo.
+
+Il 18 luglio 1870 fu pubblicato il nuovo dogma dell'infallibilità del
+Papa. Il tempio di S. Pietro si trovò in quell'occasione vuoto e
+deserto. Si scaricava un diluvio con violenza tropicale sulla città. Fra
+tuoni e lampi fu annunziato all'umanità che il Papa era infallibile.
+
+Soltanto un giorno dopo, il 19 luglio, la tempesta si scaricava sulla
+Francia! L'Imperatore Napoleone dichiarava la più folle delle guerre
+alla Prussia e alla Confederazione del Nord.
+
+Giunsero allora i grandi giorni della punizione per l'orgoglio e per la
+millanteria. La storia li ha registrati, giusti e solenni. La Germania
+si sollevò istantaneamente, compatta, gigantesca, irritata. La forza del
+popolo tedesco debellò in battaglie che furono macelli, l'Impero
+francese. Il 2 settembre Napoleone si arrendeva alla magnanimità del
+grande Re tedesco, che aveva così crudelmente offeso. Tutt'Europa tremò
+per il contraccolpo di questa guerra senza precedenti; tutto ciò che era
+in essa di fracido e di guasto dovette staccarsene.
+
+A Parigi si proclamò la Repubblica. Gli Italiani chiedevano
+insistentemente Roma. Ma il vecchio eroe della _Campagna dei volontarii_
+del 1867 era passato in Francia per combattere al fianco dei suoi nemici
+di Mentana, col colonnello degli zuavi Charette, sotto la stessa
+bandiera:--per un'ombra ed un nome. Come Lucano egli poteva esclamare:
+_Tuumque nomen, libertas, et inanem prosequar umbram_; come lui
+sognatore nobile e fedele ai suoi principii.
+
+Le truppe francesi si erano ritirate da Roma per difendere la patria;
+così lo Stato della Chiesa era di nuovo aperto ad una invasione. Il
+Governo italiano dichiarava decaduto il trattato di settembre colla
+caduta di Napoleone che l'aveva concluso, e disponeva per l'occupazione
+di Roma da parte delle truppe del Re, giustificandola come una necessità
+per la conservazione dello Stato e come una volontà del popolo d'Italia.
+
+Strana e mirabile concatenazione logica di avvenimenti!
+
+Il 19 settembre i Tedeschi stringevano intorno a Parigi, metropoli del
+mondo, il loro anello di ferro; lo stesso giorno trentamila Italiani
+erano alle porte di Roma, metropoli del mondo. Il 20 settembre, alle
+cinque del mattino, fu tirato il primo colpo contro le mura di Porta
+Pia. La lotta con le truppe pontificie fu semplice e breve. In Vaticano
+il Papa sedeva fra i cardinali e i diplomatici delle potenze straniere,
+che aveva mandato a chiamare. Si udirono i colpi di cannone
+dell'attacco. Il cardinale Antonelli riceveva e inviava dispacci. Venne
+l'ultimo, annunziante che tutto era finito.
+
+Gli Italiani entrarono in Roma attraverso la breccia presso Porta Pia,
+il 20 settembre alle 11 antimeridiane, fra l'indescrivibile giubilo
+della popolazione, mentre, come per incanto, tutta la città si copriva
+di tricolori.
+
+Il millenario Potere temporale dei Papi finì quasi inosservato. Questo
+che sarebbe stato in altro tempo un avvenimento mondiale di
+straordinaria importanza, si compì come un aneddoto sullo sfondo della
+grande guerra franco-tedesca. Questo tramonto tacito e inosservato della
+più antica e venerabile potenza d'Europa è profondamente tragico. Non fu
+il silenzio del mondo una condanna per lo Stato pontificio? Forse molte
+voci si sarebbero ancora levate in Europa, in suo favore, se il
+Concilio non avesse d'un colpo ridotto ai minimi termini la
+considerazione per il Papato. La caduta della sua potenza temporale fu
+la legittima conseguenza della più mostruosa richiesta che mai sia stata
+fatta all'umana ragione.
+
+Il plebiscito dei Romani decise, il 2 ottobre, l'annessione di Roma
+all'Italia. Alla fine dell'anno venne il Re a visitare per la prima
+volta la città così crudelmente danneggiata dall'inondazione del Tevere,
+pretesto ben accetto per quella penosa visita. I Romani lo festeggiarono
+giubilanti. Vi rimase poche ore, e scrisse al Papa una lettera. Nel
+palazzo del Quirinale--il palazzo pontificio dal quale Pio IX
+ventiquattro anni prima era stato acclamato dal popolo Sole della nuova
+Italia, salendo al trono--Vittorio Emanuele firmava il suo primo decreto
+in Roma, prendendo atto del plebiscito. Era l'ultimo giorno dell'anno
+1870. Con esso si chiuse una grande epoca nella storia della città e del
+papato.
+
+Un tragico destino ricadde sul debole Papa, che aveva esperimentato
+tanti cambiamenti di fortuna e tante vicissitudini come pochi pontefici
+prima di lui. Prigioniero volontario, egli geme nel cupo Vaticano,
+negletto ora nella sua Roma, della quale era stato l'idolo. Che piccola
+cosa è ogni umana grandezza!
+
+Una misteriosa sorte fece occupare a Pio IX la sua sede per un tempo più
+lungo di tutti i suoi predecessori, per quanto grande sia stata la loro
+importanza nel mondo! Il probabile ultimo Papa sovrano temporale ha
+anche governato Roma più di ogni altro!
+
+Questi sono solo dati di fatto. Noi stiamo dinanzi alle porte serrate di
+un misterioso avvenire. La quadratura del circolo romano non è stata
+ancora trovata; il processo morale non è ancora risolto. Solo questo si
+può dire con sicurezza, che l'umanità, nel memorabile 1870, si è
+definitivamente liberata da un antico ordine di cose.
+
+
+
+
+Poeti romani contemporanei.
+
+(1858).
+
+
+
+
+Poeti romani contemporanei.
+
+(1858).
+
+
+Si direbbe che le Muse, da Raffaello così bene rappresentate in una
+delle stanze del Vaticano in compagnia dei più grandi poeti, abbiano
+sempre a malincuore scelto Roma a loro dimora e solo di passaggio. Si
+capisce, del resto, che una città come l'antica Roma non potesse essere
+molto conveniente albergo alla poesia: il sentimento poetico non poteva
+ben fiorire nel frastuono di quel mondo; ma vi poteva invece la satira
+essere in grande onore, poichè il suo elemento è il brutto e il
+ridicolo.
+
+Difatti, per tacere degli antichi, la Roma cristiana quali notevoli
+poeti ha prodotto? Questo domandavo io un giorno ad un poeta romano, mio
+amico; e, dopo aver ricordato Vittoria Colonna e Metastasio, egli mi
+fece conoscere altre produzioni poetiche della città, a me del tutto
+sconosciute. Giusto de' Conti, al principio del secolo XV scrisse un
+canzoniere: _La Bella Mano_; al principio del secolo XVIII troviamo
+un'epopea popolare: _Meo Patacca_; e in tempi più recenti,
+l'improvvisatore Gianni che celebrò le guerre di Napoleone; Marsuzi,
+autore delle tragedie _Caracalla_ e _Alfredo il Grande_, e finalmente
+Luigi Bondi, traduttore delle _Georgiche_ di Virgilio.
+
+La poesia ama la vita mossa ed intensa; e da molti secoli Roma non è
+terreno per lei. Gli strepiti delle fazioni piacciono più alle Muse del
+clangore cupo delle campane e del mormorio delle litanie nelle
+processioni; il narcotico odore dell'incenso, che riempie interamente la
+città di Roma, non è un ispiratore efficace di poesia. La profonda
+severità delle ruine dell'antichità offre oggetto di meditazione al
+filosofo ed allo storico, ma i fiori della poesia appassiscono all'ombra
+melanconica di tante tombe. A Roma le pietre son più possenti degli
+uomini; il passato è gigantesco; il presente è piccolo invece, e il
+futuro coperto di un impenetrabile velo.
+
+Una sera, mentre erravo per il Trastevere, sentii una ragazza che, sola,
+seduta sulla scala di una casa deserta, cantava, seria e pensosa:
+
+ «O Roma antica, Roma illustre, non sei più!»
+
+Queste dolorose parole sulla bocca di una fanciulla mi parvero piene di
+significato. Non poteva dunque sorgere fra le rovine di Roma un genio
+lirico, vivace ed ingenuo? Sarebbe stato forse soffocato dalla storica
+malinconia delle rovine? Può darsi; ma anche una Musa così ammantata di
+tristezza avrebbe potuto essere bella e sublime, non come quella gonfia
+e rettorica delle notti romane del Verri, ma come quella di lord Byron
+nel _Childe Harold_, nelle sue apostrofi di artista nordico e di uomo
+libero.
+
+Siamo però giusti verso i Romani; essi non poterono mai cantare e
+celebrare le loro ruine, perchè non fu mai loro permesso di rimpiangerle
+e di giudicare il presente dagli avanzi del passato. Essi, insomma, non
+poterono utilizzare il loro abito poetico.
+
+L'antichità, come il medioevo, è pieno in Roma di motivi eroici e
+tragici, ed un poeta cittadino non avrebbe che a servirsene con abilità
+per suscitare immancabilmente dell'entusiasmo. Spesso, mentre assistevo
+nel Mausoleo di Augusto (oggi teatro _Corea_) ai salti dei pagliacci,
+nelle loro curiose pantomime, o, per rara fortuna, vedevo rappresentare,
+nella traduzione del Maffei, la _Maria Stuarda_ di Schiller, pensavo:
+quale impressione produrrebbe, in questo luogo, una tragedia romana su
+Bruto o Virginia! Come dovrebbe trascinare all'entusiasmo i Romani una
+tragedia su Cola di Rienzo, proprio qui, nel Mausoleo di Augusto, dove
+il corpo di quel tribuno fu un giorno bruciato!
+
+I Romani lasciarono elaborare prima a Shakespeare, a Corneille, a
+Racine, a Voltaire, poi ad Alfieri, questa materia di teatro romano; e
+sul teatro romano quelle opere non si vedono nemmeno, e fra i busti di
+uomini illustri che adornano il Pincio, manca quello di Alfieri! Esso vi
+fu, per un momento; poi ne venne improvvisamente asportato dalla
+polizia--fatto questo a cui ho assistito io stesso e che riferisco qui,
+per risparmiarmi una chiacchierata più lunga, tendente a dimostrare
+l'impossibilità di un dramma nazionale romano di genere storico.
+
+Se, oltre a parecchie altre ragioni di indole politica e fisiologica,
+che impediscono lo sviluppo del sentimento poetico in Roma, si pensa
+alla stagnante cultura letteraria, alla mancanza di giornalismo e di
+critica, alla decadenza del mercato librario,--che di poco si solleva
+soltanto negli affari degli antiquarî,--se si pensa a tutte queste
+condizioni di fatto, ci sembrerà tanto più interessante e degna di
+studio ogni attività poetica di questo popolo.
+
+Il gusto per la poesia non è mai tramontato fra i Romani, che, come
+tutti gl'Italiani, amano i versi; il popolo di tutte le classi sociali
+spande a piene mani sonetti e canzoni, non appena un'occasione si
+presenta. C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce un bambino? Sonetti. Si
+laurea uno studente? Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. Viene
+sepolto un morto? Sonetti. Si festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un
+monsignore è fatto vescovo? egli cammina su un tappeto di sonetti con le
+sue calze paonazze! Questi parti poetici d'occasione si raccoglievano un
+tempo nelle Accademie, nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e
+ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. Il _furor
+academicus_, una vera peste nel secolo XVII non soltanto in Italia, ma
+anche fuori, è ora del tutto sopito, e se a Roma ci sono ancora degli
+Arcadi, dei Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici della S.
+Concezione, non si deve ricercare in essi un intendimento letterario.
+L'Arcadia, fondata alla fine del secolo XVII da Crescimbeni e da
+Gravina, il maestro e protettore del Metastasio, ha una fama mondiale.
+Il suo nome e il suo simbolo, una zampogna, bene delimitano gl'innocui
+campi, in cui cercava asilo la poesia dei Romani, e si conviene anche
+bene alla storia della città, il cui Foro, antico dominatore del mondo,
+si mutò in un Campo Vaccino, la cui campagna si coprì d'innumerevoli
+greggi, come per un immenso idillio, e il cui popolo, finalmente, si
+cambiò, da schiera di dominatori, in una mandra di pie pecore, che il
+Papa, buon pastore, guidava a pascere fra le ruine. Ai tempi di Göethe,
+che i pastori accolsero nel loro coro con grandi feste, l'Arcadia godeva
+ancora una certa fama; oggi, fortunatamente, è passata fra le curiosità,
+sebbene di tanto in tanto la sua zampogna torni a farsi sentire. La
+massa di poesie che vengono composte in quelle riunioni, può solo avere
+riscontro nella loro completa insulsaggine: leggendole, sembra di udire
+d'un tratto un coro multiforme di belati e di pigolii.
+
+Per quanto anche oggi non vi sia in Roma ingegno poetico che, secondo
+l'antico costume, non si rinchiuda in questa o quella Accademia, dove
+gli si offre l'occasione di farsi udire a recitare i propri versi in una
+grande sala, pure queste Accademie sono grandemente decadute ed hanno
+perso la loro autorità. Una nuova generazione tende, anche in Roma, ad
+una forma e ad un significato più personale.
+
+Cresciuta fra i moti dei passati decennî, che scossero i Romani dal loro
+sonno letargico, essa incarna le speranze dell'oggi e tenta anche in
+Roma, in condizioni così sfavorevoli, un rinnovamento della poesia,
+rinnovamento che sarà solo possibile, quando l'ingegno poetico, invece
+di portare l'antica livrea dei sonettisti, si vestirà d'una forma nuova,
+priva di artificî e palpitante di vita.
+
+La nota fondamentale di questa giovane scuola romana è sopratutto la
+nota lirica della poesia del sentimento. La Musa realistica e politica
+tace in Roma, sebbene gli ultimi avvenimenti tanto argomento le abbian
+fornito; e questo non è da deplorarsi, perchè impedisce i giudizî
+immaturi e le frasi banali e comuni. A Roma, non è possibile una voce
+originale e profonda come quella del fiorentino Giuseppe Giusti. Qua non
+prevale che la lirica filosofica, ch'è in gran parte un riflesso della
+poesia del Leopardi, e l'eco del _dolore universale_ dell'Inghilterra e
+della Germania.
+
+L'influenza del Leopardi sui giovani poeti d'oggidì--essi delirano
+ancora per lui--è grandissima, ma forse non troppo sana. La sua forma
+classica e pura, la sua bella lingua possono prendersi a modello di
+perfetto stile, ma la fantasia poco può attingere ad un poeta che
+compone liriche senza immagini e senza metafore, ma solo con pensieri;
+la mente non può troppo esaltarsi al disperato nichilismo di una nobile
+anima, corrosa dal dubbio e dallo sconforto. La poesia di questo elevato
+e solitario spirito è formata dal grido straziante non solo della sua
+patria, ma dell'umanità intera, la quale piange sul destino particolare
+e, possiamo dire, eccezionale di un solo uomo: il poeta. Il suo modo di
+considerar l'esistenza è la scuola peggiore che si possa offrire ad un
+essere che nell'esistenza debba lottare.
+
+Nei poeti italiani formati alla scuola di Byron, di Shelley, di Lenau,
+manca, per la particolare indole dell'anima meridionale, un sentimento
+che faccia equilibrio e contrappeso a quell'ironia, a quell'_humor_ che
+son loro particolari, sentimento che, in ultima analisi, solleva l'uomo
+del Nord al disopra del suo dolore. L'indole meridionale ha dei contorni
+straordinariamente netti, e non sa produrre quell'accordo fra i
+sentimenti e le tendenze estreme ed opposte, che l'anima nordica
+perfettamente raggiunge colla sua sentimentalità, usando questa parola
+nel suo senso migliore.
+
+E' anche un fatto che desta meraviglia, vedere nella poesia romana dei
+nostri giorni introdursi un elemento tedesco.
+
+Mentre i Napoletani si dedicano con grande amore allo studio della
+filosofia tedesca di Kant, di Hegel, di Schelling, lo studio della
+poesia tedesca si è largamente diffuso nell'Italia del nord e centrale,
+ed ha preso un vero impulso. Le belle traduzioni del Maffei hanno
+introdotto Schiller, non solo sulle scene, ma nelle famiglie, ed i
+migliori lirici moderni, Heine, Lenau, Uhland, non sono ignoti in Roma.
+Molti degli attuali poeti romani parlano o capiscono il tedesco e
+leggono nell'originale i nostri poeti. Ciò che di essi specialmente li
+attrae, è il loro carattere grave, così diverso dalla poesia dei sonetti
+d'occasioni e dei concettini e degli artificii; è la musicale vivacità
+del sentimento, il caldo palpito lirico, la pittura felice dei varî
+momenti, la ricchezza degli stati psicologici descritti nelle loro
+sfumature più intime, e, finalmente, il culto panteistico della natura.
+Quest'ultimo esercita sugli Italiani uno speciale fascino: essi lo
+sentono in modo diverso e speciale. La forma della poesia italiana,
+bella, chiara, netta e plastica come la lingua stessa, subordina a sè il
+contenuto, mentre da noi il sentimento trabocca oltre le linee della
+forma. L'armonia è l'essenza di quella; la melodia di questa nostra
+poesia, che è la più ricca del mondo in canzoni. «Il desiderio, mi
+diceva un poeta romano, ecco ciò che caratterizza i Tedeschi nella loro
+poesia; questo sentimento rinnoverebbe la nostra poesia, se potesse
+esservi trasfuso».
+
+Don Giovanni Torlonia indirizza, in una delle sue poesie, questi versi
+alla signora romana Teresa Gnoli:
+
+ E delle idee germaniche
+ Seguendo il volo libero, sublime,
+ Prendi soggetto alle tue nuove rime.
+
+Don Giovanni è uno dei pochi aristocratici romani che coltivano le
+scienze per naturale bisogno. Ve ne sono però alcuni in Roma veramente
+côlti e pieni di attività, come Don Michelangelo Caetani duca di
+Sermoneta, della stirpe famosa di Bonifacio VIII, e come Don Baldassarre
+Buoncompagni, così versato nelle scienze matematiche. Sapendo quanto la
+società romana sia poco favorevole ambiente per questi studî, nella lode
+verso questi uomini si deve aggiungere la riconoscenza della loro
+patria. Torlonia, uomo di molta coltura, si adopera con zelo a riportare
+in onore, in Roma, le belle lettere, da lungo tempo neglette. Ci vuole
+in Roma, e specialmente nell'aristocrazia, del coraggio per portare il
+titolo di poeta. Son passati i tempi di Vittoria Colonna e di Leone X, e
+le società arcadiche hanno fatto quel che era in loro potere per
+togliere alla poesia ed ai poeti la stima della società. «E' un poeta»,
+dicono anche oggi i Romani, per designare un uomo che non esercita nè
+l'avvocatura, nè un'altra professione, e che passa i suoi giorni
+vagabondando e pigliando mosche per offrirle poi in vendita.
+
+Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, ed esser mecenate nella Roma
+d'oggi è grandemente più utile che esser poeta. La giovane scuola
+dei poeti romani, confortata ed aiutata da lui, gli si raggruppa
+intorno come libera accademia per reciproco incoraggiamento ed
+emulazione.--Nomino solo gli ingegni più originali, personali e
+indipendenti: Fabio Nannarelli, Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola,
+Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. Questa scuola ha fondato un
+organo proprio, sotto gli auspici di Torlonia, che promette di aver una
+parte non indifferente nella letteratura di Roma. Si chiama «_La Strenna
+Romana_». Si chiama _Strenna_ in Italia quel che noi chiamiamo
+_Musenalmanach_. Questa _Strenna_ uscì la prima volta, a cura del
+Torlonia e del Castagnola, il primo dell'anno del 1858. Conteneva poesie
+e prose varie; fra l'altro riproduceva un frammento della _Cronaca di
+Viterbo_ di Nicola della Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa
+miscela di poesie liriche e di scritti storici non è da lodarsi, ed io
+esprimo ai miei amici di Roma il desiderio di veder presto la parte
+poetica separata e pubblicata in volume a sè. Questa promiscuità si
+spiega, del resto, con la mancanza di giornali e riflette l'indole
+delle antiche accademie romane, dove i discorsi scientifici si
+alternavano con le conversazioni letterarie.
+
+Sintomo caratteristico delle condizioni letterarie di Roma è il fatto
+che la _Strenna Romana_ non viene pubblicata a Roma, ma a Firenze,
+presso il Le Monnier;--a questa famosa casa editrice fiorentina
+ricorrono tutti i poeti romani.
+
+Comincio dalle poesie di Don Giovanni Torlonia (_Poesie_, Firenze,
+1856), un libercolo di 66 pagine, il più piccolo fra tutti quelli di cui
+parleremo. Lingua bella e pura, sentimento lirico e musicale, tendenza
+alla natura idillica: queste sono le sue caratteristiche. La Musa del
+Torlonia s'ispira alla lirica tedesca; una gran parte delle sue canzoni
+sono o variazioni di testi tedeschi, o imitazioni di poesie tedesche.
+Egli avrebbe tradotto felicemente Heine e Lenau, se l'audacia della
+metafora tedesca potesse esser resa dalla austera e rigida lingua
+italiana. Ciò è assai difficile, e mi ricordo di un tentativo fatto da
+un poeta italiano e da me per tradurre in italiano delle canzoni di
+Lenau. Quello che era naturale e semplice nel libero stile tedesco,
+diveniva gonfio e artificioso, quando lo si portava in questa lingua.
+Lenau, per esempio, dice: _la primavera lancia le lodole, i suoi razzi
+di canto, nell'aria_, e questo bell'ardimento non urta per nulla la
+nostra immaginazione di tedeschi: ma come frenerebbe il riso un uditorio
+d'Italiani che udisse recitare nella sua lingua questa frase poetica?[9]
+
+Torlonia ha tradotto, tra l'altro, _Espero_, del _Vergangenheit_ di
+Lenau.
+
+ --Oh quanto melanconico
+ E' d'Espero il fulgor,
+ Quando scintilla languido
+ Tra il giorno che si muor!
+
+ --Le nuvolette, simili
+ A impalliditi fior,
+ Sembra che un serto intreccino
+ Al giorno che si muor.
+
+ --Del cuore umano i gemiti
+ Ma le sue gioie ancor,
+ Al muto avello scendono
+ Col giorno che si muor.
+
+I versi del Torlonia sono felici, ma non rendono pienamente il pensiero,
+benchè questi versi di Lenau fossero tra i più atti a lasciarsi tradurre
+in italiano. Ma questa traduzione può servire di esempio della grazia e
+facilità, con cui Don Giovanni maneggia il verso. Egli ha fatto anche
+una buona imitazione della _Pittrice di fiori_ di Lenau, della canzone
+_Io amo un fiore_ di Heine; e del _Fiorellino miracoloso_ di Goëthe.
+Sembra che i suoi studi di botanica fatti nell'Agro Romano gli abbiano
+dato una predilezione per la poesia dei fiori, e di lui troviamo anche
+nella _Strenna_ parecchie buone canzoni sui fiori dell'Agro Romano.
+Questo genere di poesia ha per gl'Italiani un carattere popolare, per i
+molti ritornelli di fiori che essi posseggono, i quali sono cantati
+specialmente dal popolo. Torlonia ha anche una buona imitazione del
+_Poeta e la Natura_ di Geibel, ed una bella poesia: _Racconto_, per il
+quale ha preso il soggetto da una ballata inglese.
+
+In questa poesia romana noi troviamo anche i fiori del nostro
+romanticismo tedesco. Sembra che la tramontana abbia trasportato il loro
+seme dai verdi colli della Svevia alle oscure rovine del Campidoglio e
+del palazzo dei Cesari. Questi rapporti di Roma colla lirica tedesca,
+meno importanti di quelli coll'Impero tedesco, sono abbastanza
+interessanti. Come Torlonia già disse, dei germogli della letteratura
+poetica tedesca possono essere atti a rianimare tutta la lirica
+italiana. E' vero che un albero d'oleandro darà solo fiori d'oleandro, e
+un tiglio, fiori di tiglio, ed inutilmente si tenterebbe di innestar
+l'uno sull'altro; è anche vero che il genio italiano è fondamentalmente
+diverso da quello tedesco, e tale deve quindi essere la sua lirica, che
+rispecchia l'anima del popolo; ma Don Giovanni intende soltanto che la
+Germania potrebbe rendere all'Italia un servizio di cultura letteraria,
+considerando specialmente il ravvicinamento che si va operando, più o
+meno profondo, fra i due popoli.
+
+Fabio Nannarelli (_Poesie_, Le Monnier, 1853 e 1856) è un poeta di
+ingegno non comune, cui arride certo un bell'avvenire; ha uno spirito
+nobile, appassionato del vero, che egli cerca nella poesia e nella vita,
+senza traccia di leggerezza e di frivolezza, come del resto tutta la
+giovane scuola poetica romana. Nannarelli conosce la letteratura
+tedesca, è un ammiratore di Schiller e di Lenau, sui quali ha scritto
+una monografia; ha in sè profondi elementi tedeschi, e la sua Musa ha un
+carattere strettamente germanico. La sua nota fondamentale è
+melanconica, grave e appassionata. V'è nella sua poesia un alito di
+morte, che sembra esser venuto a lui dalla Piramide di Caio Cestio, alla
+cui ombra dormon le ombre di Jung e di Schelley, grandi genî poetici
+riflessivi, così insoliti nella terra di Roma. L'insufficienza di una
+esistenza male ordinata, che i Romani sentono ogni giorno di più, più di
+un inglese o di un tedesco, spinge Nannarelli a cercare la solitudine e
+a sentire il culto del dolore, che in lui non è del tutto scevro di
+sentimentalismo. Sentendo l'abisso che separa l'aspirazione dalla
+realtà, egli si rivolge alla natura, come un tedesco, alla natura
+consolatrice e risanatrice, per la quale egli si sforza di giungere ad
+una contemplazione filosofica della universale armonia. Il motto di
+Tiedge:
+
+ Cerca la Speranza, la Fede e la Pace,
+ e cadi piangendo fra le braccia della Natura,
+
+che egli ha messo ad epigrafe di una sua poesia, come altre volte dei
+brani di Schiller e dell'_Amleto_ di Shakespeare,--indica esattamente
+l'indirizzo del suo pensiero poetico, il quale va errando in un mondo
+incorporeo di sogni, che toglie al dolore la sua umanità e lo relega nel
+regno nebuloso delle ombre. Questo è chiaramente espresso nella poesia:
+_Una voce ed il Poeta._ La voce esclama:--A che pensi così
+profondamente, o poeta? Coronati, orsù, la fronte col serto
+dell'amore!--Il Poeta:--L'amore more era un sogno, esso è appassito come
+le rose. La voce:--Rivolgiti allora verso la Natura!--Poeta:--Non ne
+viene che suono di sospiri.--La voce:--Rivolgiti alla Scienza, o
+Poeta:--L'anima trema dinanzi alla luce della verità, e non può
+afferrarla.--Voce:--Che ti resta allora?--Poeta:--La gioia delle lacrime
+e la pace nel mistero della tomba.--A questo conduce la Scepsi; la
+natura, nelle cui braccia il poeta cerca un conforto, diviene per lui
+un fantasma sospiroso, che gli fa desiderare vagamente la morte. La
+sentimentalità di un Jacopo Ortis è fino ad un certo punto perdonabile,
+perchè essa consciamente riposa sul dolore per una infelicità nazionale,
+ed esprime un forte sentimento patriottico; ma l'annientamento di se
+stesso e la negazione di ogni sano operare, non sono tollerabili, se
+ondeggiano vaghi come semplice materia di lirica.
+
+Il culto romantico del dolore sembra serpeggiare come una malattia
+attraverso le letterature; pure, non frequentemente lo ritroviamo fra i
+Romani. E se ne guardino essi; altrimenti ci potrebbe ancora avvenire di
+vedere lo spirito di Werther che erra pel Colosseo, al lume di luna, con
+la guida del Förster sotto il braccio. Tra il Dolore e il Mistero della
+tomba sta sempre, anche per un romano dei dì nostri, il sapere e il
+lavoro. _Travailler sans raisonner_--dice il filosofo Martino al gran
+filosofo Pangloss, _c'est le seul moyen de rendre la vie supportable_; e
+se i Romani si lasciano sedurre da un sentimentalismo che non riguarda
+la loro nazionalità, possiamo ricordar loro giustamente: _Cela est bien
+dit, Romains, mais il faut cultiver votre jardin._
+
+Il poeta, frattanto, per la forza della sua natura, si solleva
+felicemente, al disopra di questi periodi di esaurimento nervoso, nel
+lucente regno del Bello, ed intona il suo dolore terreno alle eterne
+leggi dell'Universo. La sua poesia più bella, che Terenzio Mamiani non
+avrebbe sdegnato di sottoscrivere, è _Vignanello_.
+
+Egli si trova nelle incantevoli campagne di Viterbo, presso il monte
+Cimino e, nella contemplazione della grande fiorente natura, trae dalla
+sua lira note pure e sonore. La prima parte di questa lunga poesia,
+_Venere e Sirio_, è una felice variazione sui temi filosofici e
+naturali: mentre egli, ammirando, contempla quelle due vividissime
+stelle, imagina che la prima gli dica: Ama! e la seconda: Pensa! Così
+esprime le due forze che riempiono e reggono il mondo morale, e per
+mezzo delle quali l'intelletto e la materia armonicamente si
+estrinsecano.
+
+Buona e benefica è questa malinconia panteistica, che sgorga da un
+sentimento di pace rassegnata, e da un'anima che si è confusa e versata
+nella grande divinità della natura, _dove più aperto rivelasi l'eterno
+amor_.
+
+Ogni volta che il poeta abbandona il vago e l'incerto per cantare la
+realtà, egli è felice. Felice è l'elegia _A un bambino_, composta
+contemplando un bambino che giuoca; e assai bello e profondamente umano
+è il sospiro: il sentiero della vita è dapprima sparso di rose, poi di
+rose e di spine; infine, di sole spine! Un'altra poesia non meno felice
+è: _La viola dell'addio_, il lamento d'una fanciulla sulla violetta che
+le donò l'innamorato prima di partir per la guerra. La sua purezza e il
+suo carattere intimo ricordano Chamisso.
+
+Nannarelli tentò anche un poema, in versi sciolti, che risale alla sua
+giovinezza: _Guglielmo_. Egli vi narra la storia d'un amore infelice,
+che egli afferma aver tolta fedelmente dal vero. Guglielmo, costretto
+per ragioni politiche a cercare un asilo nel laboratorio d'uno scultore
+in bronzo, s'innamora della figlia dell'artista; ne fa in bronzo una
+bella imagine; lo troviamo, anzi, intento a questo lavoro ch'è riuscito
+assai bene. L'autore non mantiene poi la promessa fatta in questo buon
+principio, poichè l'azione non si svolge convenientemente, nè giunge ad
+una logica conclusione. Che un giovine ami, senza esser corrisposto, una
+ragazza, può essere una infelicità per lui, ma non è ancora una
+tragedia. Se egli si toglie la vita, noi possiamo solo compatire la sua
+debolezza, finchè questa catastrofe non è fondata su un intreccio
+tragico, netto e ben costruito. Ma se egli, acceso di furore, si pugnala
+nella sala dove la sua amata sta per andare a nozze, e dinanzi agli
+astanti, e dinanzi a lei stessa atterrita, dovremo confessare che egli
+non amava veramente la fanciulla, nè era degno di essere amato da lei.
+Di questi esempi di passione violenta ma selvaggia se ne danno nella
+vita, ma rimangono fuori del dominio della poesia. Sebbene non manchi di
+qualche pregio, questo tentativo ci mostra che il nostro autore non ha
+doti di tragedia o di poeta epico; ha invece, e ad un alto grado, quelle
+del lirico: slancio fantastico, immaginazione, calore di sentimento,
+forza riflessiva ed un'anima nutrita di studio e di meditazione, che non
+si appaga di frasi sonanti. Questo bell'ingegno potrà essere un vero
+ornamento di Roma, se saprà guardarsi dai traviamenti, e volgersi
+risolutamente alla vera fonte della poesia, lungi dalle nebbie
+dell'astrazione incorporea, al sentimento ed alla vita.
+
+Un poeta più sereno, di tinta romantica, è Ignazio Ciampi. Gli riesce
+felicemente la canzone melodica e facile, come la sua _Fata Morgana_.
+Ciampi ha una fantasia fervida, una lingua gradevole, imagini leggiadre
+e piacevoli. Un'edizione accresciuta delle sue poesie conterrà
+prossimamente molte buone cose; quella che ho sotto gli occhi non
+contiene che una piccola parte della sua produzione lirica, fra
+cui--notevole particolare--delle imitazioni dal russo. La lingua russa,
+assolutamente barbara per un romano, non è conosciuta affatto in Roma,
+e Ciampi si è fatto tradurre in prosa italiana da un amico le canzoni di
+Puschkin, per mostrare ai suoi compatriotti come anche sotto una pelle
+d'orso può battere un cuore poetico. Anche questo fatto--che sarebbe
+sembrato inaudito in Roma fino a pochi anni fa--è un indizio del
+diffondersi di tutte le letterature europee. Roma è, durante l'inverno,
+un albergo di tutte le nazioni; i forestieri vi portano tutte le lingue
+e v'introducono tutte le letterature; nessuna meraviglia, dunque, se a
+Roma si comincia a notare l'influenza di ciò che non è nazionale. Ciò
+potrà allargarne l'orizzonte; però non tutte le nazioni possono avere
+un'influenza utile e benefica e non ve n'è nessuna che sia più della
+russa estranea all'indole italiana. I tentativi di Ciampi son dunque da
+considerarsi soltanto come una curiosità letteraria; ed egli sarebbe più
+benemerito della sua patria, se presentasse, in veste italiana, i poeti
+stranieri che hanno più stretta relazione con l'Italia, o che hanno un
+valore classico assoluto. Egli, del resto, maneggia assai bene l'ottava,
+e potrebbe perciò felicemente tradurre il _Childe Harold_.
+
+Ciampi ha più volte mostrato la sua abilità nelle romanze in stanze.
+Scrisse due novelle in versi: _Serena e Stella_, la prima in tre, la
+seconda in cinque canti. Quella è una leggenda toscana, questa una saga
+normanna; ambedue son di genere assolutamente romantico, con storie
+d'amore, avventure e scene fantastiche. Lo stile è facile e scorrevole:
+le descrizioni, specialmente in _Stella_, sono calde e vivaci. Ma il
+nostro tempo ha perduto il gusto per questo genere fantastico e
+cavalleresco; ora si vuole la realtà e la profonda psicologia dei
+caratteri. Gl'Italiani, del resto, han poca attitudine per le romanze e
+le ballate, e non ammirano troppo nemmeno il veneziano Carrer. Ciampi ha
+preso un genere incerto e che partecipa di due nature, mentre avrebbe
+dovuto volgersi deliberatamente alla novellistica in prosa, descrivendo,
+per esempio, la vita romana; così avrebbe sfruttato un genere del tutto
+trascurato in Italia.
+
+Teresa Gnoli, romana, le cui poesie adornano l'Almanacco Poetico,
+possiede un vero talento poetico, un profondo e pensoso sentimento che
+si esprime in belle forme. La sua Musa è patriottica e fra gli uomini
+porta, in nome delle donne della sua terra, il suo contributo alla
+civiltà nazionale. La letteratura femminile è copiosa e assai importante
+in Inghilterra, in Germania, in Francia, in America, ma in Italia è
+ancora limitatissima. Lo spirito mascolino sembra, in Europa, disposto
+a lasciare il campo alla donna, per quel che riguarda la produzione
+poetica, e di dividerlo con essa nel romanzo; per ora nulla di tutto
+questo si nota in Italia. Per quanto strano ciò possa sembrare, è pur
+vero che in nessun altro paese le donne sono, come qui, amanti della
+quiete familiare e nemiche della fama e della pubblicità. Il loro
+sistema d'educazione è ancora in gran parte quello del chiostro, ed esse
+hanno idee limitatissime sulla società e sullo Stato.
+
+Nel medio evo romantico e violento vi furono figure femminili che i
+poeti d'Italia chiamavano loro muse ed ispiratrici, per il culto poetico
+della donna, che già vediamo in Dante e Petrarca; essi immaginavano che
+la loro donna fosse il sole mistico che accendeva la fiamma del loro
+ingegno. Più tardi le donne stesse cominciarono a far versi, e proprio
+in Roma sorse la poetessa più celebre, e, forse, lo ingegno poetico
+romano più vivace di ogni tempo. Recentemente avemmo in Roma donne
+improvvisatrici, ma l'arte non avea nulla che fare con esse.
+
+Non sarebbe possibile paragonare le poesie della nuova poetessa romana
+con i canti di Vittoria Colonna, tanto più perchè la giovane signora
+Gnoli non ha voluto seguire nessun modello, ma aprirsi una via
+personale e quella percorrere senza esitazioni. Ed è riuscita. Spesso
+ella si rivolge al passato, ed una delle sue poesie migliori è appunto:
+l'_Incontro di Beatrice e di Laura in Paradiso_, dove felicemente evoca
+le due ombre, che amorevolmente si intrattengono, anime sorelle, e si
+dileguano poi come due stelle
+
+ Nova tracciando via
+ Di luce e d'armonia.
+
+Bella ed efficace è pure una poesia sulle catacombe di Roma, su questo
+strano dominio delle ombre e del passato, figlio della Storia e della
+Morte. Le descrizioni dell'Inferno di Dante non fanno più spaventosa
+impressione di questi lunghi corridoi oscuri sparsi di ossa, di nicchie
+vuote, di sarcofaghi, di rozze imagini bizantine e d'iscrizioni oscure e
+sinistre; anche qui Dante avrebbe avuto bisogno di una guida come
+Virgilio. Ora, il Virgilio di questo mondo sotterraneo è il De Rossi,
+l'epigrafista dottissimo; e, rileggendo i versi della Gnoli, io ricordo
+con piacere l'escursione che nelle catacombe feci con la poetessa,
+l'improvvisatrice napoletana Giannina Milli ed il De Rossi che ci
+guidava. _Hierusalem civitas et ornamentum martyrum Domini_ è il motto
+della poesia, tolto da un'iscrizione del III secolo.
+
+La Gnoli fa seguire immediatamente alla Notte delle catacombe, l'Inno di
+Omero _al Sole_, e ci libera dal brivido delle catacombe con la
+contemplazione della Fonte di ogni luce e di ogni intelletto. In questi
+canti parla una spirito religioso; e sembra davvero che la Gnoli eccella
+specialmente nella grande lirica contemplativa. Ella tentò, con minor
+fortuna, il dramma lirico con _Torquato Tasso a Sorrento_. Ma questo
+genere melodrammatico non era più tollerato; il _Pastor Fido_ e
+l'_Aminta_ non ci fanno anch'essi più veruna impressione. Il melodramma
+può ancora avere un valore ed un contenuto artistico, quando è trattato
+con abilità drammatica misurata e delicatezza lirica altissima, come
+l'_Eco_ e _Narciso_ di Calderon; ma se eccettuiamo il coro
+d'introduzione del _Tasso in Sorrento_, che è assai buono, il resto si
+riduce ad un giuoco puerile, e la figura del grande poeta, che si è
+travestito da pastore e vive in mezzo ai pastori, i quali non lo
+capiscono nè lo rispettano, ci sembra non essere più che una marionetta,
+e tutto il componimento fornisce una nuova prova del sentimento
+incompleto e vano di quest'arte di maniera.
+
+Paolo Emilio Castagnola e Giambattista Maccari son due poeti ch'han Muse
+sorelle. Troviamo anche in essi l'inevitabile querela delle miserie
+presenti; la sconsolata tristezza del Leopardi, per la quale _tutto
+fuorchè il duolo è vano_, ha sfiorato anch'essi, ma appena, come un
+sentore di muschio che si è insinuato nelle vesti di due uomini sani
+passati per la casa di un morto. Fondamentalmente, essi hanno due
+fresche e vive nature, e, invece del loro dolore, canterebbero
+volentieri la grande sventura della loro patria, se non temessero
+l'esilio. Ambedue hanno un senso giusto ed esatto della realtà e della
+storia.
+
+Castagnola ha cantato in una romanza, _Emellina_, la tragica fine di
+Corradino, il tradimento di Astura e la sua morte. _Emellina_ è il nome
+di una fanciulla, figlia di Frangipane, la quale, vissuta in un castello
+solitario fra il cielo, il mare e le selve, s'innamora di Corradino, al
+primo apparir di costui, e invano tenta di salvarlo. Il soggetto è
+buono, ma non sempre son buoni i versi. L'ottava non è trattata
+abbastanza nobilmente, e oscilla fra lo stile elevato e il tono popolare
+della cronaca; i caratteri sono indefiniti e romantici. Pregevole però,
+per bellezza lirica, è il canto d'addio di _Emellina_ che flebilmente
+lamenta la sua sorte dall'alto della sinistra torre.
+
+Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il canto politico, Giambattista
+Maccari esprime più spesso e più chiaramente il suo pensiero. La Musa
+politica trova in Roma, più d'una volta all'anno, occasione di farsi
+udire: cioè, quando si festeggia il favoloso Natale di Roma, per
+l'anniversario della morte del Tasso, e per la distribuzione dei premi
+nelle Accademie delle arti rappresentative. Non v'è poeta in Roma, che
+in tali circostanze non mandi arditamente un saluto alla patria, e una
+volta, a proposito d'una poesia di questo genere sulla fondazione di
+Roma, si proibì la vendita dei versi del Torlonia, ne' quali la politica
+non entrava affatto. Anche Maccari, dunque, ha scritto versi per queste
+occasioni. Le sue stanze _Nel Natale di Roma_ sono piene di forza. Egli
+si rivolge ai Romani: O cittadini, che avete lasciato dietro di voi
+gloriose e sublimi ruine, ascoltate ora il mio lamento, sgorgato da
+sincero dolore, al vedervi indossare solo vesti pompose con altero
+cipiglio, mentre bandite da voi il sapere che disprezzate come cosa
+vana.
+
+E alle donne romane dice: O donne che solo vi date a coloro che son
+ricchi di terre e di vasellami preziosi, e pensate solo a preparare vani
+tesori ai vostri figli: badate bene! L'ignoranza li avvolge e li
+sòffoca: quale sarà il loro avvenire?
+
+Energici anche e commoventi sono i sonetti del Maccari, composti in
+occasione della distribuzione dei premi agli artisti. «Italia, i tuoi
+orgogliosi monumenti non son più che mute e inutili pietre: riànimati di
+nuovo spirito, e non prestare ascolto allo stolto che ti consola col
+ricordo del tuo grande passato»!
+
+ Che vi giova, degeneri nipoti,
+ L'andar superbi della gloria avita,
+ Se fatti siete a tutto il mondo ignoti!
+
+Voci solitarie e virilmente nobili in mezzo alle rovine di Roma! Ne
+ringrazino di cuore il poeta gli Epigoni romani!
+
+Maccari si volge al presente, e dalle rovine e dai palazzi passa alle
+capanne del povero. Già in Castagnola troviamo stornelli popolari, ma in
+Maccari essi sono più numerosi. Egli scrisse delle ballate che ci
+descrivono la vita nella campagna romana, come _la Venditrice di
+fragole_, che discende dai monti alla città, con la sua cesta elegante e
+colma di frutti. Il ritornello di questa ballata è il seguente:
+
+ È venuta in città la montanina,
+ Chi vuol comprar la fragoletta alpina?
+
+Altri soggetti della poesia del Maccari sono la «Pastorella», la
+«Boscaiuola», che porta sul capo, fino alla città, il peso delle legna
+raccolte sui monti, il «Mietitore», e la «Cicoriara»; questi ultimi due
+sono soggetto d'idillii, dei quali il secondo è specialmente bello ed
+aggraziato. Queste cicoriare, raccolta la loro insalata nei campi,
+vengono a venderla a Roma, vestite di un abito campestre caratteristico,
+al Pantheon o a Piazza Navona. In queste descrizioni Maccari mostra un
+temperamento poetico felicissimo, e si sente che la sua Musa ha
+respirato le aure fresche dei campi! E proprio nella realtà e nella
+natura deve ricercare la sua rigenerazione la poesia italiana: questo
+dovrebbero intendere i poeti di Roma. Sotto questo aspetto debbo
+salutare con gioia una piccola raccolta di canti popolari che la Strenna
+Romana pubblica col titolo: _Saggio di canti popolari di Roma, Sabina,
+Marittima e Campagna_. Gli editori debbono molto all'opera del signor
+Visconti che nel 1830, per la prima volta, diede mano ad una raccolta di
+questo genere (_Saggio di canti popolari della provincia di Marittima e
+Campagna_). La raccolta attuale è piccola, ma preziosa. Essa comprende
+ritornelli di fiori della Campagna romana, quartine sabine, e finalmente
+delle stanze di dieci versi della Marittima e della Campagna latina.
+
+I ritornelli sono bei fiori di campo, freschi e odorosi, cresciuti in
+piano o in monte. Non c'è forse fiore che il popolo qui non abbia messo
+a simbolo di qualche cosa. L'uomo dei campi applica volentieri ad un
+fiore una sentenza o un pensiero, racchiusi in un ritornello, sia per
+una rosa, o per un narciso, o una margherita, o per una viola. Ogni
+fiore gl'ispira una piccola poesia, espressa in tre versi pieni di
+sogno. Questo linguaggio dei fiori si perpetua per tradizione da una
+generazione ad un'altra, modificandosi e arricchendosi di tempo in
+tempo. Tutta l'Italia ha questo gusto gentile; i ritornelli errano per i
+campi con i lavoranti e talora si cantano gli stessi nella Maremma, in
+Corsica, nella Campagna di Roma. Ma la vera patria di questi ritornelli
+sembra esser la Toscana, il giardino d'Italia, la regione più felice
+forse e più geniale di tutto il paese. Questi ritornelli sono costruiti
+assai semplicemente. Il primo verso, brevissimo di solito, contiene il
+nome di un fiore; gli altri due, endecasillabi, esprimono il pensiero,
+in modo che l'ultimo verso rimi col nome del fiore, e quello di mezzo
+finisca di solito, con un'assonanza:
+
+ Io benedico della rosa il fiore;
+ Quest'è la sorte delle cose care;
+ S'acquista in pianto e si lascia 'n dolore.
+
+Un ritornello senza fiore:
+
+ M'affaccio alla finestra, e vedo mare.
+ Tutte le barche le vedo venire
+ Quella dell'amor mio non vuol tornare.
+
+Quest'ultimo pittoresco stornello, come dicono i Toscani, si trova anche
+nella raccolta di canti popolari toscani del Tigri, ma con una infelice
+variante: _veggo 'l mare_, invece che _vedo mare_. Tigri ne ha raccolti
+425, e fra di essi si trovano dei veri gioielli poetici. In molti
+ritorna l'espressione _m'affaccio alla finestra_, come in questo, un po'
+lezioso:
+
+ M'affaccio alla finestra e vedo notte;
+ Con le lagrime mie bagno le lastre;
+ O fonte di bellezze, buona notte!
+
+Trascrivo qui un ritornello siciliano dell'Etna:
+
+ Sciuri d'aranciu;
+ Tutti li beddi di ssu munnu munnu
+ C'un capiddu di tia non ci li canciu.
+
+Oltre queste poesie minime meritano anche di essere ricordati i
+componimenti popolari di dieci versi della Maremma romana. In Toscana
+simili componimenti vengono chiamati «rispetti» ma hanno _per lo più
+solo otto versi_, e formano una strofa. Talora hanno un numero maggiore
+di versi. A Roma io non conosco che quelli di dieci versi a rime
+incrociate, con gli ultimi due a rima baciata. Queste strofe contengono
+sentenze morali, proverbi, o serenate e canti d'amore popolari.
+
+Esse sono spesso ingenue, ma efficaci e piene di poesia. Da due decenni
+si è diffuso in Italia lo studio dei canti popolari; se ne son fatte più
+raccolte; recentemente è notevolissima la raccolta di canti umbri,
+liguri, piceni, piemontesi, romani, di Oreste Marcoaldi (Genova 1855);
+quella del Tigri: _Canti popolari Toscani_ (Firenze, Barbèra e Bianchi,
+1856) vero tesoro di poesia; e finalmente quella di Leonardo Vigo
+d'Acireale: _Canti popolari Siciliani_ (Catania, 1857). L'isola di
+Sardegna è restata indietro, quantunque debba contenere materia
+innumerevole e pregevolissima. La piccola Corsica deve la raccolta delle
+sue belle canzoni al poeta Salvatore Viale.
+
+Chiudo la mia notizia sui poeti di Roma, i cui nobili tentativi ed i
+buoni successi ho seguìto con amore per più anni, come ospite, mandando
+loro il saluto e l'augurio fraterno dell'amico, attraverso le Alpi,
+sulle rive del Tevere... Noi siamo tutti davvero, come dice la canzone
+popolare romana, tanti rami d'un tronco solo, tante fiamme d'un solo
+incendio![10]
+
+
+
+
+AVIGNONE.
+
+(1860).
+
+
+
+
+AVIGNONE.
+
+(1860).
+
+
+Esiste un prestigio incancellabile in questo nome di Provenza, e questa
+contrada, irradiata dal più bel sole, rinomata per il suo bel canto,
+ricca di vigneti e di olivi, irrigata da un grande fiume, animata da
+mille ricordi dei tempi antichi, esercita tuttora un vero fascino sopra
+gli abitanti dei paesi settentrionali. Il riflesso romantico delle
+canzoni dei trovatori sta su di essa come la gloria di un tramonto
+sanguigno; imperocchè quell'epoca della poesia del medio evo è
+tragicamente collegata allo sterminio degli Albigesi, di quegli eretici
+coraggiosi, di quegli eroi del pensiero, che insanguinarono la poesia
+provenzale, la libertà delle repubbliche cittadine della Francia
+meridionale, la civiltà sociale di quelle contrade. Fu quello uno dei
+punti culminanti della storia del medio evo; i contrasti di tale epoca,
+sempre forti e pronunciati, lo furono maggiormente ancora colà ed in
+quel periodo di tempo di libertà e dispotismo, di amore poetico,
+voluttà, ed inquisizione, di fiori, feste e roghi fumanti di Giraldo di
+Borneil e di Pietro di Castelnau; di Bertran del Bornio e di S.
+Domenico. Si aggiunga l'attrattiva di una lingua melodiosa, nobile, la
+quale a poco a poco venne scomparendo del tutto, della lingua più antica
+fra le lingue romane, nella quale si scrisse e si poetò prima che
+l'italiano s'innalzasse a lingua letteraria; della lingua d'Oc o di
+Occitania, dalla quale ebbero origine quasi per contatto geografico le
+tre lingue principali di razza latina, l'italiana, la spagnuola e la
+francese.
+
+Non havvi per avventura in tutta la Francia una provincia, nella quale
+si vada con eguale commozione. Se non che il treno corre troppo rapido,
+e quella contrada curiosa, le sue roccie rossicce, i suoi castelli
+diroccati, le sue città cupe e malinconiche, le sponde ridenti de' suoi
+fiumi, i suoi aranceti, i suoi vigneti passano non meno rapidamente
+davanti al viaggiatore che i ricordi storici evocati dall'aspetto di
+quelle regioni, Bosone di Arles, Raimondo di Tolosa, Simone ed Amaury di
+Monfort, i conti di Beana e di Oranges, Innocenzo III, Carlo d'Angiò,
+Ludovico VIII, S. Domenico, i trovatori, i santi, gli eroi, i sette Papi
+d'Avignone.
+
+La Provenza, del resto, ha tutt'altro che l'aspetto di un paradiso; in
+molti punti la si potrebbe paragonare ai deserti dell'Arabia. Le
+contrade sono sassose, arse dal sole, spesso di aspetto selvaggio,
+bizzarro, malinconico, cupamente severo. Allorquando vidi quest'arida
+regione, compresi come avesse potuto esser teatro di guerre fanatiche e
+religiose; come su questa terra bruciata dal sole dovesse crescere una
+razza di uomini appassionata, come quivi, del pari che nelle Calabrie,
+dovessero regnare le passioni più svariate, ascetismo, entusiasmo,
+arditezza di concetti filosofici, amore di libertà.
+
+Vive ancora qui la maledizione delle terribili crociate contro gli
+Albigesi, gli Ugonotti, delle guerre delle Cevenne, delle conversioni
+tentate da Ludovico XIV per mezzo dei suoi dragoni. Quasi si direbbe che
+le città deserte, i castelli che sorgono in rovina in cima alle rupi,
+sembrino parlare tuttora di quei tempi, come dei saturnali sanguinosi
+dell'ultima rivoluzione; e non fanno per certo lamentare la caduta della
+tirannia feudale. Se non che, non sono soltanto i castelli rovinati, che
+portano questa impronta severa e malinconica; la posseggono pure i
+villaggi, le città fabbricate con una roccia di colore giallo-rossiccio,
+che si direbbe infuocata, al mirarla fra le fronde magre dei gelsi e
+degli olivi. Neppure nei monti più selvaggi dello Stato Pontificio, nei
+monti Volsci, nella Sabina, neppure nella Corsica, ho veduto villaggi
+egualmente malinconici. Sono per lo più fabbricati alla rinfusa, senza
+ordine; le case costrutte di piccoli e rozzi sassi, coi tetti acuminati,
+sono piccole, a forma quasi di capanne; qua e là si scorge una finestra
+senza impannata, chiusa unicamente da imposte di legno; qualche volta
+l'intera parete ha soltanto una finestra e una piccola porta. Le strade
+sono piccole, strette, oscure, tortuose; meritano a mala pena quel nome,
+perchè, o disseminate qua e là senza ordine di sorta, od ammonticchiate
+le une sopra le altre, non si prestano alla formazione di strade
+regolari, e sembra piuttosto di trovarsi nei giri tortuosi del letto di
+un torrente, che in vie aperte alla comunicazione scambievole degli
+uomini.
+
+Generalmente, sorge sopra ogni villaggio un castello rovinato, quasi
+marchio in fronte al sanguinoso medio evo. Pochi sono gli indizi, le
+traccie di arti belle; le chiese stesse sono più che modeste, e di
+architettura tutta primitiva. La vita che si vive in quei paesi pare
+estranea alla civiltà, porta in generale l'impronta della selvatichezza
+e della miseria. Difatti, per qual motivo i contadini abbastanza agiati
+di oggidì, i quali non hanno a temere più nè gli arbitrî nè i soprusi
+dei baroni, nè le scorrerie dei soldati di ventura, nè le sorprese dei
+satelliti dell'inquisizione, continuerebbero a rintanarsi in quelle
+meschine catapecchie, tristi avanzi del medio evo? L'abitudine è
+certamente, se non sempre dolce, pure abbastanza tenace, e gli abitanti
+del mezzogiorno sono più ostinati degli altri nei loro usi, nei loro
+costumi, particolarmente nelle regioni aride e montuose, di per sè
+ribelli al progresso agrario, e l'inerzia ed il sudiciume sono purtroppo
+qualità caratteristiche delle contrade.
+
+Parlo dei piccoli villaggi della Provenza, non delle grandi città
+avvezze alla civiltà, alla vita sociale, le quali però sono esse pure di
+aspetto malinconico, decaduto e sudicie esse pure. Così è Donzères, così
+Mondragone col suo nero castello, così la Palud Mornas con le sue
+memorie sanguinose, Piolenc (nomi strani, bizzarri, sonori) così pure
+Orange, che richiama tutto ad un tratto al ricordo della storia della
+Borgogna, dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra ed anche della Prussia; sede
+una volta dei principi, da cui derivò la casa di Orange, ma pur sempre
+città piccola, d'aspetto cupo, notevole per alcune antichità romane e
+medioevali.
+
+Nelle campagne regna un profondo silenzio; si vedono appena qua e là
+alcuni contadini intenti a lavorare la terra, e, nonostante la vicinanza
+di due grandi città commerciali, quali sono Lione e Marsiglia, non vi si
+scorge quasi indizio di attività industriale e commerciale. Anche le
+stazioni della strada ferrata sono in generale vuote di passeggieri; ad
+ogni stazione però stanno aspettando preti col loro breviario, monache
+coi loro rosari e con le loro grandi croci. In una parola, questa
+contrada non è contrada francese; queste popolazioni dalla faccia
+abbronzata dal sole, dai capelli neri, non sono francesi; sono preti
+romani, o popolo misto di liguri, celti, borgognoni, visigoti, romani ed
+anche di greci massilioti, i quali tutti popolarono queste regioni con
+le loro colonie.
+
+Le sponde qua e là altissime del Rodano, con le loro tinte calde,
+l'aspetto affascinante di esse in molte parti, come all'incantevole
+Roche de Glun, eccitano la fantasia, e quanto più uno si inoltra nel
+sud, tanto più il paese gli appare bello e originale.
+
+Presso Mornas vidi i primi olivi, ma sembravano ancora delle piante
+esotiche. Di limoni e di aranci non ne vidi, ad onta della prossimità
+della città di Orange. Presso Sorga si varca il celebre torrente di
+questo nome, il quale scende dai monti romantici di Valchiusa, dove
+Petrarca cantò la bella Laura. Sorge in vicinanza Avignone, sul possente
+Rodano, e di là signoreggia tutta la contrada il palazzo dei Papi, uno
+dei più cospicui monumenti che ci siano rimasti del medio evo,
+gigantesco, di aspetto cupo; esso richiama alla memoria in certo modo
+quelli d'Egitto.
+
+Avignone non è nè grande nè bella città, però varia di aspetto ed
+originale. Ai tempi dei Papi contava ottantamila abitanti; oggidì sono
+ridotti a trentasettemila quelli del decaduto capoluogo del dipartimento
+di Valchiusa. Al pari di tante città d'Italia, dalle quali si ritirò la
+vita storica, non è più che un monumento senz'anima. L'aria vi è, per
+così dire, impregnata di leggende, di storia, ma non già, come quasi
+ovunque in Italia, di belle e poetiche tradizioni; qui tutto è severo.
+Vi abbondano il fanatismo, la prepotenza baronale, l'assolutismo
+clericale; mancano la vita civile, il soffio della democrazia, i
+contrasti armonici della vita attiva e del genio della civiltà. L'ombra
+del suo medioevale castello ciclopico si stende su tutta la città, e si
+direbbe la opprima, le impedisca di risorgere; guardando da quello
+Avignone, si pensa involontariamente ad un legittimista caduto in bassa
+fortuna, sul logoro abito di velluto del quale, si scorgano tuttora
+vestigia di ricami in oro.
+
+Allorquando camminavo sul selciato, veramente cattivo, di queste strade
+oscure e contorte, mi pareva di trovarmi ancora in Anagni, dove pure più
+d'una volta tennero corte i Papi e dove sussistono tuttora le rovine del
+palazzo di Bonifacio VIII. Quella città è decaduta, deserta, polverosa,
+incresciosa, quanto lo è appunto Avignone. Fu in Anagni che Bonifacio
+VIII fu sorpreso e trattato nel modo più indegno da Guglielmo di
+Nogaret, inviato dal re di Francia Filippo il Bello. Pochi anni dopo lo
+stesso re Filippo portava il papato esautorato e ridotto a' suoi voleri,
+nella cattività francese, o, come fu detta, di Babilonia, fissandone la
+sede quivi in Avignone. E queste reminiscenze storiche, queste relazioni
+fra le due città, mi facevano pensare sempre più ad Anagni, della quale
+serbavo profondo ricordo.
+
+Le mura stupende della città, opera dei Papi, con le loro torri
+quadrate, con i loro merli, con le loro porte; l'alta ed ampia rupe
+(_Rocher des Doms_) con la cattedrale e coll'immenso palazzo; la città
+di aspetto grigio, dalla quale sorgono alcune antiche torri, il Rodano
+che lambe le mura; gli avanzi pittoreschi del ponte di S. Benezet; il
+ponte sospeso che porta nell'isola sul Rodano; sull'altra sponda di
+questo, l'aspetto bizzarro di Villeneuve-les-Avignon con le sue torri, e
+col suo castello; tali sono i caratteri principali, che prima appaiono,
+di Avignone.
+
+La posizione della città, senza essere straordinariamente bella, non
+manca però di un certo pregio; imperocchè il nobile fiume dà alla città
+stessa ed al suo territorio un carattere di grandezza e di maestà.
+L'orizzonte è vasto e bello, e mi sorprese, ad onta delle mie fresche
+reminiscenze d'Italia, quando dalla riva del Rodano salii la lunga ed
+ampia gradinata che porta sul Rocher des Doms. Si scorge una campagna di
+aspetto completamente meridionale, coltivata ad oliveti, e con
+piantagioni di gelsi, di robbia, di viti, attraversata dal Rodano, dalla
+Sorga, dalla Duranza, irrigata da numerosi canali, popolata da
+moltissimi villaggi. Un cielo limpido e sereno si stende su quella
+regione di colline. Sulla sponda destra del Rodano, arida e di tinta
+gialla come le roccie della Sicilia, si scorgono le rive di Villeneuve,
+il forte S. Andrea, Chateau-neuf-des Papes, i monti ricchi di oliveti di
+Valchiusa, più in là l'alto Bentoux, l'azzurro Luberon, le cime delle
+Alpi del Delfinato e della Provenza, e finalmente le montagne della
+Linguadoca. Tutti questi monti non hanno le belle forme dei monti
+italiani, campeggiano però in un'atmosfera e sotto un cielo meridionale,
+ed annunciano la vicinanza del bel paese. Allorquando i cardinali
+italiani e romani (che sempre ve ne furono alla corte dei Papi francesi)
+gettavano lo sguardo su questi campi di Provenza, potevano fino ad un
+certo punto trovarvi un ricordo delle bellezze d'Italia ed una
+reminiscenza del panorama grandioso di Roma. I cardinali poi, ed i Papi
+francesi che l'amore di patria legava a queste contrade, potevano
+rivolgere sovra esse con soddisfazione i loro sguardi e consigliare
+agl'Italiani di consolarsi col vino eccellente di Borgogna, e con le
+belle avignonesi, dagli occhioni neri, diletto, questo, che essi non
+disprezzarono mai.
+
+La vegetazione sul Rocher des Domes è tutta quanta meridionale. Vi
+crescono e vi fioriscono, sulle terrazze, i leandri, l'alloro, gli
+alberi della vite, le ginestre ed i pini, e vi scorsi pure alcune piante
+di aloe, per quanto queste piante d'Italia fossero piccole, tisiche,
+come piante esotiche. Si capiva che il suolo non era quello ancora, in
+cui potessero prendere tutto il loro sviluppo. Nel pensare allo
+splendore della vegetazione d'Italia, mi pareva che i Papi avessero
+cercato di portare nella cattività di Babilonia la flora romana. Gli
+aranci ed i limoni non crescono in Avignone all'aperto, per quanto vi
+sia caldo il sole, e non vidi che meschini gli allori, i cipressi ed i
+pini, che crescono cotanto maestosi in Roma. Del resto, il suolo di
+Avignone è fertile, produce vino ed olio eccellenti, fichi, mandorle e
+robbia soprattutto, in grande quantità.
+
+Si riferisce alla coltivazione di quest'ultima pianta una grande statua
+di bronzo, che sorge sulla spianata del Rocher des Doms. Avvezzo a
+trovare in Italia sulle piazze delle cattedrali la statua del santo
+patrono della città, mi mossi verso quella per vedere quale fosse il
+protettore di Avignone, e trovai scritto sul piedistallo: _A Jean Althem
+introducteur de la garance, les Vauclusions reconaissants.--1846_. Di
+fronte alla cattedrale di Avignone, in prossimità del Vaticano francese,
+non sorge dunque la statua di un Papa, nè di un martire, nè di un
+vescovo, ma quella di un semplice cittadino, il quale introdusse nella
+Provenza, non già l'inquisizione, ma una pianticella la quale fa ricco
+il paese, tingendo di un bel rosso i calzoni di seicento mila francesi.
+E ciò mi confermò che non mi trovavo già in Anagni, ma in una città
+della Francia attiva ed industriale, fra Lione e Marsiglia. Giovanni
+Althen però non era avignonese, ma persiano. Venne in questa città nel
+1756 e morì nelle vicinanze, a Caumont, nel 1774.
+
+Non spirava un soffio d'aria, quando pervenni su quell'altura; benchè
+fossimo in ottobre, il sole splendeva ardente sulle nude rocce. Ma il
+vento del settentrione, il _maestrale_, come qui lo chiamano, si fa
+sentire sovente con forza, e la città vi è molto esposta; di qui
+l'antico proverbio:
+
+ Avenio ventosa
+ Sine vento venenosa
+ Cum vento fastidiosa.
+
+Io però farei una correzione all'ultimo verso, dicendo: _Cum et sine
+vento fastidiosa._ Questo proverbio mi ricordò quello di Tivoli: _Tivoli
+di mal conforto, o tira vento, o piove, o suona a morto._
+
+Il nome di _Rocher des Doms_ è derivato da _Domnis_ o _Dominis_, e la
+cattedrale pure è denominata _Nostra Signora des Doms_. La rupe sopra la
+quale sorge è alta centotrent'otto piedi sopra il livello del mare, ed
+ottant'un piede sopra Avignone. Colà sorgeva l'antichissima acropoli e
+colà ebbero sede, in tutte le epoche, i principali monumenti della sua
+storia. Avignone rassomiglia in questo a parecchie città del Lazio e
+dell'Etruria, le quali ebbero nel punto più elevato l'antica rocca ed a
+fianco di questa il tempio, tanto durante il paganesimo quanto nell'êra
+cristiana; imperocchè le cattedrali ed i palazzi vescovili, fortificati
+e con le loro torri, furono in generale costrutti con i materiali tolti
+dai tempî dei pagani.
+
+Prima di introdurre il mio lettore nel celebre palazzo dei Papi, voglio
+da questo Campidoglio avignonese gettare uno sguardo sulla storia di
+questa città e de' suoi dintorni, imperocchè, quale linguaggio possono
+parlare le pietre e le mura di una località famosa, se non se ne conosce
+la vita storica?
+
+L'origine di Avignone è oscura; sorse certamente avanti G. C. I greci la
+nomarono _Avenion_, i romani _Avenio_, non si sa se togliendo il nome _A
+vento_, _Ab avibus_, _Avineis_, o da altra parola. La città fu
+indubbiamente capitale dei Cavari o Celti, i quali popolavano questa
+parte delle Gallie, e più tardi vi presero stanza pure i massiloti,
+quale un emporio sul Rodano. Avignone fu quindi colonia romana, con
+diritto di città latina, ed appartenne al pari di Ginevra, Grenoble,
+Valenza, Orange, Carpentras, Arles e Marsiglia, alla provincia gallica
+di Vienna nel Delfinato. Tutte queste città fiorirono sotto i primi
+imperatori, e si ebbero in esse numerosi monumenti d'architettura
+romana. In Avignone, però, nessuno ne rimane, mentre nelle sue
+vicinanze più o meno sussistono tuttora, in Orange, Carpentras,
+Cavaillon ed Arles. Può darsi sia vero quanto dicono i più recenti
+scrittori di Avignone, che quei monumenti siano stati distrutti dai
+Borgognoni, dai Goti, dai Franchi e dagli Arabi; se non, che nel
+considerare le mura colossali del palazzo dei Papi, mi pareva probabile
+che, al pari di molte chiese, di molti palazzi di Roma, dovessero celare
+nel loro interno più di un monumento romano.
+
+La Provenza, ultima fra le provincie romane delle Gallie, divenuta
+finalmente romana per lingua, per costumi, fiorente per civiltà latina,
+ricca di scuole, di accademie, fu posseduta dapprima, per poco tempo,
+dai Visigoti, poscia dai Borgognoni; poi divenne provincia franca sotto
+Clodoveo. Se non che, tutte le razze germaniche furono sempre odiate dai
+Provenzali, i quali parlavano latino, ed anche allorquando i Franchi
+diventarono Francesi, la Francia meridionale sulle due sponde del
+Rodano, fino ai piedi dei Pirenei, si separò fin quasi ai tempi nostri
+per la lingua, per sentimento nazionale, per usanze, per costumi dal
+resto della nazione. La Francia meridionale si oppose violentemente alla
+dinastia dei Merovingi, quindi dei Carolingi; quelle provincie cercarono
+far regno a sè, e di qui ebbero origine i loro rapporti coi Saraceni,
+nemici giurati dei Franchi. Ma Carlo Martello, dopo aver sconfitto i
+Mussulmani presso Tours, li cacciò pure dalla Provenza, s'impadronì di
+Avignone, la quale aveva aperte le sue porte agl'infedeli e la pose a
+ferro ed a fuoco. In tal guisa la Provenza venne ridotta a signoria dei
+Franchi.
+
+Intanto i Provenzali, dopo la caduta dei Carolingi, si sottrassero alla
+monarchia francese; elessero a Vienna (879) a loro re nazionale il conte
+Bosone, e così venne fondato il regno di Provenza, il quale ebbe pure il
+nome di Borgogna Cisiuranica, siccome quello che comprendeva molte parti
+dell'antica Borgogna, la Provenza, il Delfinato, un tratto della Savoia,
+Nizza, il Lionese, la Bressa e parte di Friburgo. Rimase separata la
+Borgogna Transiuranica fino al 933, nel quale anno i due regni furono
+riuniti e formarono il novello regno di Arles. L'ultimo re di questo,
+Rodolfo III, chiamò nel 1032 a suoi eredi i re di Germania, i quali
+mantennero a lungo su quelle provincie, attualmente francesi, e più a
+lungo ancora sulla Svizzera, la supremazia politica.
+
+Sebbene passasse allora la Provenza a far parte del regno di Borgogna,
+continuarono però a governarla i suoi conti nazionali, in qualità di
+vassalli del regno e dell'impero. Dall'anno 900 in poi presero stanza
+in Arles e finirono per ridurre la loro signoria ereditaria pressochè
+indipendente, mentre sorgevano anche dei conti nazionali nella
+Linguadoca, e vi fondavano la famosa famiglia dei conti Raimondo di
+Tolosa.
+
+Avignone appartenne al regno di Arles; ma, oltre i conti di Provenza,
+possedevano pure diritti sulla città, quelli di Tolosa, e quelli ancora
+di Forcalquier, di guisa che, prima di diventare dominio dei Papi, ebbe
+per lungo spazio di tempo tre signori, pur rimanendo soggetta ancora
+all'Imperatore di Germania; strana ed assurda combinazione, che solo il
+feudalismo e l'intricato suo sistema di diritto pubblico possono
+spiegare.
+
+Nell'epoca avventurata in cui principiarono a svilupparsi ed a fiorire
+le libertà municipali, anche Avignone ottenne la propria autonomia, come
+l'avevano ottenuta Marsiglia ed Arles, e fu governata da consoli e da
+podestà, ad imitazione delle repubbliche italiane. L'imperatore
+Barbarossa confermò nel 1137 gli statuti di Avignone, ed allora la
+fiorente città prese pure il nome di repubblica imperiale.
+
+Poco tempo dopo fu coinvolta nella grande agitazione, nel grande
+rivolgimento che prese nome dagli Albigesi.
+
+L'affrancamento, l'emancipazione del pensiero andarono di pari passo
+coll'affrancamento della borghesia; e le città della Francia
+meridionale, dove fin dai tempi dei Greci e dei Romani eransi mantenuti
+sentimenti municipali, inalberarono con ardore la bandiera degli
+Albigesi e di Raimondo di Tolosa, per conquistare la loro piena
+indipendenza. È noto quale fu l'esito finale di quest'ultima lotta della
+Francia meridionale per la sua libertà; le crociate micidiali, bandite
+prima da Innocenzo III, quindi da Onorio contro gli Albigesi, ebbero per
+fine di annientare la libertà di quelle città, di rovinare la loro
+prosperità e di fare assorbire la loro nazionalità dalla Francia.
+
+Simone di Monfort si rese padrone della Linguadoca, la bella proprietà
+dei conti di Tolosa; e Roma che a quei tempi regalava regni, quasi fosse
+stato il Papa padrone del mondo, lo confermò nel possesso di tali
+contrade. Se non che, l'infelice Raimondo e suo figlio, partiti da
+Genova, dove si trovavano in esilio, furono accolti con trasporto dalle
+repubbliche di Avignone e di Marsiglia, e si riaccese la guerra più
+accanita che mai. Un sasso, lanciato dalla mano di una donna, colse al
+capo Simone di Monfort, all'assedio di Tolosa, e gli Albigesi
+trionfarono per poco tempo.
+
+Soggiacquero alla spada di Ludovico VIII, di cui l'aveva armato Onorio
+III. Il giovane Raimondo fu costretto alla pace, cedendo alla corona di
+Francia molte delle sue possessioni, ed alla chiesa romana parecchi de'
+suoi diritti sopra Avignone ed il contado Venosino. Roma guadagnò nella
+guerra contro gli Albigesi il primo titolo ad una novella signoria in
+Francia, ed ottenne particolarmente Venasque e Carpentras; sebbene
+questa cessione non avesse propriamente che il carattere di un pegno, e
+la Chiesa si trovasse poi costretta a dovere restituire quelle città ai
+conti di Tolosa. Non dimenticò però mai i suoi diritti, e fin dal 1273
+il re di Francia fece cessione assoluta, e per sempre, ai Papi del
+contado Venosino.
+
+Avignone, costretta da Ludovico VIII nel 1226 ad arrendersi, rimase
+ancora una volta soggetta ai conti di Tolosa ed a quelli di Provenza. Ma
+in forza dei patti della pace di Parigi, Raimondo aveva dovuto concedere
+la mano della sua figliuola ed erede Giovanna ad Alfonso di Poitiers,
+fratello del re. Colla morte del primo, avvenuta nell'anno 1249, si
+estinse la famiglia illustre dei conti di Tolosa ed i suoi possedimenti
+passarono alla Francia. Uguale sorte toccò alla stirpe dei conti di
+Provenza; l'ultimo di questi, Raimondo Berengario, maritò la sua
+figliuola Beatrice con Alfonso fratello di Carlo d'Angiò, che fu più
+tardi conquistatore di Napoli e carnefice di Corradino, e in tal modo
+anche la Provenza passò nel 1245 in potere della corona di Francia.
+
+I due fratelli cercarono di far valere i loro diritti sopra Avignone e
+su altre città. Invano si rivolsero le repubbliche minacciate, per
+aiuto, al grande imperatore Federico II, loro alto signore, in forza
+degli antichi diritti dell'impero; dovettero soggiacere al duro
+conquistatore. Avignone si arrese il 10 maggio 1251; scomparvero così i
+suoi ordinamenti repubblicani e la fiorente sua civiltà municipale, alla
+quale doveva succedere sessanta anni dopo un'altra esotica e curiale,
+istituita dai Papi in quella stessa Provenza, che i loro predecessori,
+per mezzo di legati, avevano messa a ferro e fuoco, spegnendo la
+splendida civiltà della Francia meridionale, la brillante scienza di
+Arles, di Tolosa e di Nimes.
+
+Avignone rimase esclusivamente ai re di Napoli, i quali portavano pure
+il titolo di conti di Provenza e di Forcalquier. Narrerò poi, nel
+palazzo stesso dei Papi, come la Chiesa romana potè ottenere questa
+città dalla corona di Napoli.
+
+Il castello cupo, con le sue torri massiccie e colossali, le sue mura
+nere e gigantesche, interrotte da poche finestre gotiche irregolari, con
+i suoi fossati, con le sue saracinesche, con le sue prigioni
+sotterranee, produce non solo un'impressione di tristezza, ma anche
+sinistra. Nel complesso, il castello è un brutto edificio, un misto di
+fortezza e di convento, di palazzo e di prigione, fabbricato senza
+piano, senza disegno: una specie di laberinto. Sebbene la mole abbia una
+certa imponenza, questa fortezza papale in Francia, isolata da tutta
+quanta la storia del papato, senza veruna connessione con tutti gli
+altri monumenti del paese, offre un carattere di casualità, di
+meschinità, quando si pensi al Vaticano. Anche a fianco di questo sorge
+una fortezza, ma è il mausoleo di un imperatore romano; il genio delle
+arti ha ingentilita la sua mole e nelle sue ampie stanze brillano le
+meraviglie del mondo classico. A S. Pietro, a fianco del Vaticano,
+corrisponde in Avignone la piccola chiesa Notre Dame des Doms, annessa
+al castello. Rappresenta dunque, questa residenza passeggera, le sorti
+ed il decadimento del papato durante la sua permanenza in Francia; essa
+fu una prigione dei Papi, ed il suo castello baronale ricorda l'epoca
+del feudalismo, nella quale il supremo gerarca della cristianità non
+era altro che un vassallo della Francia e non arrossiva di fregiarsi del
+titolo feudale di conte Venosino e di Avignone.
+
+La storia di sette Papi dà vita al castello, ma non basta a riempire
+quelle ampie stanze, a popolare le sue mura; appena i Papi ebbero
+abbandonato il palazzo, non presentò questo maggiore interesse di tanti
+altri castelli baronali.
+
+Sulla porta principale d'ingresso si scorgono le armi di Avignone, una
+città sorretta da due aquile, e al disotto tre chiavi papali in oro;
+entrando, si trovano cortili deserti, mura altissime, scale eterne,
+lunghi corridoi come nei monasteri, cappelle gotiche ora chiuse, ampie
+sale attualmente tramezzate, stanze nelle torri, vôlte sotterranee, un
+vero laberinto di Dedalo, che fa venire le vertigini. Rimbomba il
+tamburo; i soldati gridano, schiamazzano, e, negli splendidi
+appartamenti che furono di Clemente VI, si vedono ora lunghe file di
+materassi e lunghe file di soldati francesi. Dopo che la rivoluzione del
+1790 ebbe cacciato da Avignone i legati pontificî, il palazzo venne
+senza difficoltà ridotto ad uso di caserma, e serba tuttora quella
+destinazione. Ne ha tutto quanto l'aspetto, essendo stata devastata in
+modo barbaro dai soldati durante la rivoluzione, e sotto la
+restaurazione del 1815. I preziosi affreschi delle cappelle e di
+parecchie stanze furono interamente rovinati, e non vi si scorgono più
+che a mala pena alcune reliquie di belle pitture, della scuola di
+Giotto.
+
+Queste mura, ora mute, furono testimoni durante settant'anni della
+storia del papato, in una delle epoche più memorabili d'Europa, quando
+cominciava a splendere di bel nuovo la luce delle scienze.
+
+Il primo Papa di Avignone fu Clemente V, Bertrando du Got, arcivescovo
+di Bordeaux, volpe astuta in abiti sacerdotali. Eletto e confermato in
+seguito a segrete intelligenze con Filippo il Bello, si fece incoronare
+a Lione contro il volere dei cardinali; li costrinse a venire in
+Francia, a seguirlo in Avignone, dove fissò la sua dimora nel 1309. La
+città apparteneva allora a Carlo II re di Napoli; il Papa, pertanto, era
+suo ospite; non esistendo colà palazzo pontificio, Clemente andò ad
+alloggiare nel convento dei domenicani. Si prestò servilmente ai voleri
+del despota francese, sopprimendo vergognosamente l'ordine dei templari.
+Nell'atto di morire, il gran maestro di questi, Giacomo Molay, citò il
+Papa ed il Re di Francia fra breve davanti al tribunale di Dio, e volle
+il caso che la sua profezia non tardasse ad avverarsi: poichè Clemente
+morì in Roquemaure nel 1314. Arricchì i suoi nipoti, ma non lasciò di
+sè che la memoria di un ambizioso sordidamente avaro, quale lo
+qualificarono due grandi ed illustri fiorentini, storico l'uno, santo
+vescovo l'altro.
+
+Dopo la sua morte, Avignone continuò ad essere residenza del suo
+successore, provenzale di nascita e contemporaneamente vescovo della
+città. Giovanni XXII si lusingò di poterla ridurre a signoria della
+santa Sede e di unirla al contado Venosino, ed a Carpentras. Si
+rinnovarono nella piccola Avignone le sorti di Roma; i Papi, i quali
+avevano a poco a poco acquistato in questa il dominio temporale,
+mirarono pure a diventare signori di Avignone, non appena ebbero fissata
+ivi la loro dimora. L'energico vecchio si decise di trincerarsi in un
+palazzo in suolo straniero, ed in podestà del Re di Francia. Questa
+nuova abitazione doveva diventare una rocca con fossi e con torri, ed a
+questa si offriva adattissimo il _Rocher des Doms_, che signoreggiava il
+corso del Rodano.
+
+Giovanni XXII gettò le fondamenta della rocca di Avignone, e risale alla
+sua epoca la maggiore torre, detta _Trouillas_, la quale si estolle
+colossale, tuttochè non ultimata. Nel veder sorgere davanti ai loro
+occhi questo edificio, i cittadini di Avignone, attoniti, non potevano
+comprendere quale fosse la sorte riservata alla loro patria. Giovanni
+prese ad abitare la sua fortezza, e si fu da questa che scagliò nel
+mondo i fulmini delle sue scomuniche, i quali andarono a colpire anche
+Lodovico il Bavaro; ivi accolse pentito l'antipapa Pietro di Corbara, ed
+ivi lo tenne prigioniero fino alla sua morte. Giovanni XXII morì nel
+1334, in età di novant'anni. Alla sua morte si rinvenne ne' suoi scrigni
+l'ingente somma di venticinque milioni di scudi d'oro, dei quali
+diciotto in moneta sonante, e sette in vasellami e pietre preziose.
+
+Tali erano le ricchezze dei Papi in quel loro esilio di Babilonia ed in
+un'epoca in cui lo stato della Chiesa si trovava in piena rivolta e in
+cui tutte quante le Provincie erano rovinate.
+
+Giacomo Fournier fu il terzo Papa di Avignone e prese il nome di
+Benedetto XII. Vecchio, senza genio, ma dotto in teologia, succedette
+all'abile Giovanni XXII, l'amico dei re, col lodevole proposito di
+purgare la Corte papale dal nepotismo e la Chiesa dai mille abusi.
+Cominciò allora a regnare nel palazzo pontificio una disciplina severa,
+tutta monastica. Se non che lo stesso Benedetto XII, dal quale molto
+speravano i Romani, rimase sordo alle loro preghiere, alle loro ripetute
+istanze, perchè trasferisse di bel nuovo la sede del Papato a Roma. Il
+partito francese vi si oppose virilmente; il re costrinse il Papa a
+rimanere in Avignone, motivo per il quale Petrarca lo fece segno ai più
+vivi rimproveri.
+
+Benedetto XII ridusse l'abitazione di Giovanni XXII a guisa di fortezza
+inespugnabile, dandole anche in certo modo, seguendo in questo la sua
+indole, l'aspetto di un monastero; nè poterono più, i suoi successori
+mondani, togliere all'edificio questo carattere.
+
+Clemente VI fu uomo di spirito, istruito, d'inclinazioni mondane, un
+perfetto gentiluomo della casa di Beaufort, amico del Petrarca, amante
+delle belle arti, della poesia, delle scienze; egli chiamò le Muse alla
+voluttuosa sua Corte di Avignone. La città che gl'Italiani, nella loro
+perdonabile irritazione, nomavano Sodoma, o la seconda Babilonia,
+fioriva in quella epoca e brillava di un fugace splendore; in un teatro
+così ristretto la Corte dei Papi e dei cardinali non poteva estendersi;
+e quei Papi francesi non furono che baroni provenzali, che cittadini
+della piccola Avignone. Mentre questa fioriva, Roma era divenuta un
+villaggio. Abbandonata dai papi, che avea cacciati le tante volte dalle
+sue mura, ne bramava ora ardentemente il ritorno, e dal momento che
+questi non si decidevano a ritornare, si abbandonava, la città eterna
+ad una delle imprese più singolari che ricordi la storia. Era il tempo
+di Cola di Rienzo.
+
+I Romani mandarono un'ambasceria a Clemente VI per sollecitarlo a voler
+far ritorno a Roma; trovavasi fra i legati Cola. Fu appunto in Avignone
+che Petrarca lo conobbe. Fra gli ambasciatori c'era pure Stefano
+Colonna, capo della prima famiglia di Roma, amico del Petrarca, il quale
+per certo non nudriva allora il sospetto che fra pochi anni il giovine
+notaio avrebbe fatto uccidere i suoi figliuoli ed i suoi nipoti.
+
+Nell'aggirarsi oggidì entro le squallide stanze del castello di
+Avignone, sorgono davanti agli occhi Petrarca, madonna Laura, non che la
+figura romantica dell'ultimo tribuno dei Romani, e rallegrano così la
+tristezza che regna entro a quelle mura. Se non che i soldati dai
+calzoni rossi di Napoleone, i quali, tornati appena dai campi di
+battaglia sanguinosi di Magenta e di Solferino, si andavano preparando
+in questo palazzo dei Papi a partire in guarnigione in quella stessa
+Roma papale, la quale trovasi ora in condizioni ben più critiche di
+quanto fosse ai tempi di Cola di Rienzo; quei soldati si frapponevano di
+continuo fra me e le immagini del passato. Essi non avevano idea veruna
+nè di Petrarca, nè di madonna Laura, nè di Cola di Rienzo, nè di
+Giovanna di Napoli; sapevano però che quelle mura avevano albergato Papi
+e potevano credere che anche attualmente un Papa era in certo modo
+prigioniero della Francia, e che si andava dicendo potesse venire
+condotto in Avignone. Sì, molte considerazioni mi facevano ricollegare,
+in quel castello dei Papi, il tempo dell'esilio avignonese col tempo
+presente.
+
+Fu, pertanto, fra queste mura, ed in principio del 1344, che Cola di
+Rienzo tenne discorso a Clemente VI. Il momento era splendido, adatto ad
+un Demostene, o ad un Cicerone; il giovane oratore aveva posto tutto il
+suo impegno per arrivare a commuovere il Papa e quella nobile assemblea,
+acquistando contemporaneamente a sè fama non peritura. Fece una pittura
+vivace della miseria in cui era caduta Roma, e descrisse in particolar
+modo i soprusi, e la prepotenza dei baroni. Questa fu la causa della sua
+rovina. I Colonna, fra i quali il cardinale Giovanni ch'era presente,
+posero il Papa in guardia contro l'ardito demagogo, e Cola rimase un
+certo tempo in Avignone in povero stato, oggetto di scherno da parte dei
+cardinali e dei grandi. Allora Clemente VI si trovò costretto a
+rimandarlo a Roma, nella qualità di notaro della Camera municipale. Da
+quel momento ebbe principio la sua carriera fantastica in Roma, nella
+quale si propose non solo di richiamare la città all'antica grandezza,
+ma ancora di fondare l'unità d'Italia.
+
+Il grande tribuno ricomparve ancora una volta nello stesso palazzo di
+Avignone. Il primo atto del meraviglioso suo dramma aveva avuto luogo in
+Roma. Venne nel 1351 quale prigioniero da Praga, consegnato
+dall'imperatore Carlo VI. Allorquando giunse in città, scortato da
+uomini armati, tutto il popolo si mosse per vedere l'uomo singolare, che
+avea operato cose cotanto straordinarie in Roma. Cola fu condotto nel
+palazzo, trattenuto ivi in carcere, dove gli si somministrava vitto
+scarso; gli venne fatto processo, al quale prese viva parte non solo
+Avignone, ma tutto il mondo. Era grande il prestigio del suo nome, de'
+suoi atti; la gloria classica di Roma circondava il singolare nipote che
+aveva osato vestire la toga e presentarsi qual tribuno del popolo che
+egli aveva incantato con uno spettacolo romano. Petrarca scrisse
+epistole ai Romani, richiedendoli di tentare, per mezzo di
+un'ambasciata, la salvezza del suo infelice amico. Intanto Cola se ne
+stava rinchiuso, fantasticando, in una torre del castello, forse in
+quella terribile Trouillas che esiste ancora. Veramente non si sa con
+precisione il luogo dove venisse rinchiuso, ma la tradizione accenna
+quella torre quale sua prigione. La sua prigionìa però si andò facendo
+meno severa; gli si mandavano cibi dalla tavola del Papa, gli si permise
+di avere dei libri, ed egli si immerse nella lettura assidua di Tito
+Livio, nel quale trovava descritta la grandezza antica dei Romani, ed in
+cui poteva ravvisare l'imagine tanto delle sue geste, quanto della sorte
+che lo attendeva. Visse colà fino all'agosto del 1353, nel quale anno il
+successore di Clemente VI non solo gli permise di ritornare a Roma, ma
+colà lo spedì in qualità di suo vicario. Lo strano capriccio della sorte
+permise al già caduto tribuno d'innalzarsi ancora una volta con
+splendore; furono quelli i suoi _cento giorni_ di Roma; poi cadde
+trafitto da una spada, ai piedi del Campidoglio.
+
+Domandai se per avventura esisteva nel palazzo qualche ricordo della
+presenza di quest'uomo singolare, ed il custode mi fece vedere un
+ritratto di Cola, che teneva nella sua stanza. Questo ritratto, dipinto
+ad olio, lo rappresentava in abito di senatore, con la testa dai
+riccioli neri, coperta da un berretto rosso. La sua testa grande e molto
+espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava la fisonomia larga e
+grassa che si dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo di sua
+vita. Il naso aquilino, di profilo prettamente romano, rivelava
+energia; lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto il ritratto lessi
+queste parole: _Nicolas Calabrini dit De Rienzi, tyran de Rome en 1347_.
+Questo ritratto non aveva, a dire il vero, verun carattere di
+autenticità, ed apparteneva fuor di dubbio al tempo in cui il gesuita
+Cerceau pubblicò l'opera, senza valore: _Conjuration de Nicolas Gabrini
+dit De Rienzi, tyran de Rome,_ venuta alla luce in Amsterdam nel 1734.
+
+Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel
+palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata
+dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di
+Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno,
+era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al
+giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343,
+dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della
+minorità di Giovanna. La principessa, giovane di sedici anni, punto non
+amava il suo consorte, di cui probabilmente non hanno gli storici
+napoletani esagerati i modi rozzi e la inettitudine. I baroni napoletani
+mormoravano contro la tracotanza degli Ungheresi che circondavano la
+giovane corte; decisero di sbarazzarsi di Andrea, tanto più che
+Clemente VI aveva di già pubblicata la bolla che prescriveva
+l'incoronazione anticipata del minorenne Andrea.
+
+Giovanna trovavasi, il 18 settembre 1345, in Aversa col re suo consorte;
+nella notte Andrea venne chiamato fuori dei suoi appartamenti col
+pretesto di ricevere dispacci importanti, e, non appena l'infelice
+giovane apparve al balcone, fu afferrato da persone mascherate, le quali
+gli gettarono un laccio al collo e lo precipitarono, senza far rumore,
+nel giardino, dove si trovò al mattino il suo cadavere appeso ad una
+fune. Il popolo si commosse; la regina fuggì in tutta fretta a Napoli,
+dove si rinchiuse nel suo palazzo; la voce pubblica l'accusò di aver
+ucciso il marito, o, per lo meno, di essere complice dell'assassinio di
+questo. Ebbero luogo processi ed esecuzioni per ordine tanto di
+Giovanna, quanto del legato pontificio, che non si tardò a spedire da
+Avignone.
+
+Intanto Ludovico di Ungheria, fratello dell'ucciso, preparava un
+esercito per muovere contro Napoli e vendicare la morte di Andrea; nel
+che riuscì completamente. Giovanna, giovane, bella, voluttuosa, come in
+tempi posteriori Maria Stuarda, e intelligente al punto che si diceva
+aver ereditate le splendide doti d'ingegno del suo grande avo, non
+sapeva in qual modo sottrarsi al pericolo imminente che la minacciava.
+Tolse a marito Ludovico di Taranto, suo cugino, per il quale nudriva una
+tenera passione già prima della morte del marito. Intanto il mondo
+risuonava delle accuse del re di Ungheria e delle proteste d'innocenza
+di Giovanna; le opinioni erano divise.
+
+Comparvero gl'inviati di Ludovico e di Giovanna a Roma, davanti a Cola
+di Rienzo, e la regina si abbassò innanzi al tribuno del popolo, allora
+padrone di Roma e nello splendore della sua possanza, protestando la sua
+innocenza, con umili e lusinghiere epistole, accompagnate da ricchi
+doni. Sottraendosi però alla collera dell'ungherese il quale si
+avvicinava, si avviò, nel gennaio del 1348, in Provenza, sua proprietà,
+in compagnia del novello marito, e si presentò in Avignone a Clemente
+VI, il quale, feudatario di Napoli ed iniziatore del processo aperto
+contro di lei, era ad un tempo suo giudice e suo signore.
+
+Il Papa le assegnò a stanza Villeneuve, sopra la sponda opposta del
+Rodano; convalidò il secondo matrimonio di lei, che non era conforme
+alle leggi canoniche, e fece istruire il processo, invitandola poi a
+comparire nel proprio palazzo, davanti ai cardinali ed ai baroni di
+Provenza. Giovanna pronunciò davanti all'assemblea una orazione latina
+a sua difesa, con tanto spirito, con tanta tranquillità, con tanta
+sicurezza, che tutti rimasero compresi di stupore. Il suo comparire in
+attitudine di accusata, di esule, la memoria del suo grande avo Roberto,
+protettore illustre della Chiesa e, più di tutto, la sua gioventù, la
+sua bellezza, la sua grazia, commossero tutti gli animi, e la giovane
+regina fu assolta dall'accusa di uxoricidio.
+
+Bastò questo giudizio dei cardinali ad assolverla davanti alla propria
+coscienza? Era dessa veramente innocente quale la proclamarono? Fra gli
+storici napoletani, gli uni la condannano, gli altri l'assolvono, e la
+sentenza imponente dello storico d'Italia di maggior peso l'addita quale
+complice almeno del misfatto. Dessa fu consapevole del reo disegno, e
+non vi si oppose; al pari di quanto fece più tardi Maria Stuarda, in
+occasione della morte di Darnley.
+
+Giovanna si preparò a far ritorno a Napoli per riconquistarvi il suo
+regno. Aveva d'uopo d'uomini e di danaro, e vendette, l'8 giugno 1348,
+la città di Avignone al Papa per la meschina somma di ottantamila scudi
+d'oro. Si trassero da questo fatto severe conclusioni; nessuna prova
+esiste a conferma di esse, ma il sospetto è facile a spiegare.
+L'uccisione di un re e l'assoluzione di una regina accusata di averlo
+spento, furono quelle che ridussero Avignone in signoria dei Papi.
+Giovanna riacquistò il regno di Napoli, che governò con senno e prudenza
+per molti anni, in mezzo ad agitazioni continue. Morto Ludovico di
+Taranto, sposò Giacomo di Aragona, e venuto a morte questi pure, tolse a
+quarto marito Ottone di Braunschweig. Cadde poi nelle mani di Carlo III
+di Durazzo, suo parente e nemico a morte, e questo pretendente alla
+corona ordinò ai suoi scherani di farla perire della stessa sorte
+toccata al suo primo marito. Così Giovanna di Napoli fu strangolata nel
+castello di Muro, nelle Puglie, nel 1382.
+
+Mentre le mura del palazzo di Avignone richiamavano nella mia memoria
+questo episodio sanguinoso della storia del reame di Napoli, il mio
+pensiero si fermava a considerare le condizioni attuali del regno
+stesso, le cui sorti incerte ed agitate traggono a sè l'attenzione di
+tutta quanta l'Europa. Pensavo al giovane re Francesco rinchiuso nelle
+mura di Gaeta, erede degli errori e delle colpe de' suoi padri,
+fuggiasco dalla sua capitale, abbandonato dal suo popolo, stretto
+d'assedio dalle truppe italiane nella sua ultima fortezza, minacciato
+dal re di Piemonte, che mira a precipitare dal trono il suo congiunto,
+inalberando l'antica bandiera di Cola di Rienzo, la bandiera dell'unità
+d'Italia, con Roma capitale. Il fuoco dei cannoni di Gaeta è l'ultimo
+lampo del tramonto di un dispotismo che non poteva più durare.
+
+Avignone, pertanto, era diventata, come abbiamo visto, proprietà della
+Santa Sede, e Clemente VI non tardò a prenderne possesso con sua grande
+soddisfazione, perchè vi si sentia non meno signore di quanto lo fosse
+già in Venasca e Carpentras. In un'epoca in cui la Chiesa era venuta
+perdendo a mano mano i suoi possedimenti in Italia, quel tratto di terra
+provenzale doveva apparire ai Papi come un vero asilo e come un rifugio
+inaccessibile alle tempeste, dinanzi all'aspetto della rivoluzione che
+sembrava dovesse di giorno in giorno scoppiare in Roma. Mentre per varî
+secoli erano stati dalla ribellione cacciati ripetutamente dall'Urbe ed
+era colà la loro esistenza divenuta continuamente precaria, in Avignone
+avevano quiete e tranquillità, ed i settant'anni d'esilio di Babilonia
+furono per lungo tempo i soli anni pacifici del Papato. Non c'è, quindi,
+da stupire che i Papi esitassero a staccarsi da Avignone.
+
+Se attualmente la Chiesa romana possedesse un territorio di là dalle
+Alpi, non sarebbe improbabile che Pio IX, in condizione di cose che
+ricordano l'epoca di Cola di Rienzo, vi cercasse rifugio, invece di
+rimanere, sotto la dubbia protezione della Francia, in Roma.
+
+Clemente ampliò ed abbellì il palazzo dei suoi predecessori. Vi eresse
+una stupenda cappella, o piuttosto una chiesa gotica, di gran lunga
+superiore, per ampiezza e per bellezza architettonica, alla cappella
+Sistina del Vaticano. La ornò, come del pari varie stanze del castello,
+di buone pitture a fresco, per opera di maestri chiamati d'Italia. Tutte
+queste pitture vennero distrutte; la cappella, divisa in due piani ed in
+varie camere, venne ridotta ad uso di caserma, e si vedono con dolore
+gli archi gotici incassati nei muri ed avanzi di pregevoli affreschi,
+che erano, senza dubbio, della scuola di Giotto.
+
+Clemente VI morì il 6 dicembre 1352, dopo oltre dieci anni di
+pontificato e dopo aver vissuta vita piacevole e splendida. Aveva
+radunato in Avignone il fiore della Francia meridionale, ed introdotto
+il lusso alla sua corte; nelle sale del suo palazzo, gremite di belle
+dame, di cavalieri, di poeti, di artisti, di dotti, le feste si
+succedevano alle feste. Egli fu largo co' suoi nipoti, co' suoi
+favoriti, delle dignità della Chiesa e dei tesori accumulati
+dall'avarizia del suo predecessore. Fu il papa più brillante di quanti
+ebbero stanza in Avignone, ed il cupo castello sotto di lui si può
+paragonare al Vaticano nei tempi di Sisto IV, di Giulio II e di Leone X.
+
+Tre papi abitarono ancora dopo di lui la Francia; l'ultimo di questi
+pose fine all'inopportuno esilio, riportando la sede del sommo
+pontificato nella città eterna.
+
+Il severo Innocenzo VI fu il contrasto preciso di Clemente VI.
+Proscrisse ogni lusso dalla corte di Avignone, rimandò a Roma Cola di
+Rienzo, facendolo accompagnare dal cardinale Egidio Alvarez Albornoz,
+uno degli uomini di Stato e dei capitani più distinti che abbia avuto la
+Chiesa. Egli, difatti, riuscì a riconquistare al patrimonio di S. Pietro
+le provincie perdute, meglio di quanto non abbia saputo fare, a' giorni
+nostri, il generale Lamoricière. Roma stessa piegò davanti a
+quell'energico spagnuolo, e fece ritorno al papa. Innocenzo VI morì in
+Avignone il 12 settembre 1362.
+
+Gli succedette Urbano V (1363-1370). Potè essere grato ai suoi
+predecessori, i quali avevano provveduto a cingere Avignone di mura,
+imperocchè, senza questa precauzione, sarebbe caduto nelle mani di
+quelle bande armate, le quali in allora percorrevano, saccheggiando,
+l'Italia ed il mezzodì della Francia. Circondarono quelle la città, ed
+il papa si vide costretto ad ottenere, con molto denaro, il loro
+allontanamento. Petrarca, oramai vecchio, esortò allora Urbano, perchè
+abbandonasse la Francia e facesse ritorno a Roma, divenuta tranquilla. I
+Romani lo avevano richiamato per mezzo di un'ambasciata, ed Urbano si
+portò difatti, nel 1367, nella desolata città; se non che, nel 1370,
+abbandonò di bel nuovo Roma e l'Italia, fattesi deserte, e non valsero a
+trattenerlo le supplicazioni di S. Brigida, la quale gli profetava la
+morte, quando facesse ritorno ad Avignone. E volle il caso che la
+profezia si avverasse, poichè Innocenzo cessò di vivere nel dicembre,
+non appena ritornato in Francia. Egli aveva ultimato il palazzo
+pontificio, aggiungendovi la settima torre, denominata degli Angeli. Le
+altre sei avevano nome Trouillas, S. Giovanni, l'Estrapade, S. Lorenzo,
+la Campana e la Gache.
+
+Il suo successore Gregorio XI fu l'ultimo papa in Avignone. Scosso dalle
+preghiere dei Romani, di Pietro d'Aragona, delle sante donne Brigida e
+Caterina da Siena, la quale ultima venne persino a tal uopo in Avignone,
+abbandonò, il 13 settembre 1376, per sempre la Provenza, accompagnato da
+tutti i cardinali, ad eccezione di sei, i quali preferirono continuare
+ad abitare le loro amene ville sulle sponde del Rodano.
+
+Perde da questo momento ogni interesse il palazzo dei Papi, imperocchè,
+dopo il loro ritorno a Roma, rimase deserto. Durante lo scisma, però,
+vi abitarono ancora due antipapi: Clemente VII e Benedetto XIII, il
+quale ultimo vi fu assediato.
+
+Dal 1409 in poi, Avignone ed il contado Venosino furono governati da
+cardinali legati, fra i quali però gl'italiani, quasi sempre nipoti,
+punto non si muovevano da Roma, facendosi rappresentare da vice legati.
+L'ultimo fu Filippo Casoni; la repubblica francese lo scacciò per sempre
+col dominio papale da Avignone, e questa città venne funestata da atroci
+scene di sangue sotto Jourdan, Duprat e Jouve, nella notte dal 16 al 17
+ottobre 1791. Si fa vedere tuttora, nella torre Trouillas, il luogo dove
+le vittime infelici erano precipitate da quelle belve umane, sitibonde
+di sangue. Era pur troppo naturale che l'odio, concentrato a lungo
+contro la dominazione pontificia, somministrasse pretesto a quegli atti
+crudeli: il popolo parlava di carceri sotterranee della inquisizione nel
+castello, di orribili misteri consumativi durante il governo dei legati.
+La favola narra che nel secolo XV, nell'epoca terribile dei Borgia, un
+vice legato avesse invitati i cittadini più distinti di Avignone ad una
+festa nel palazzo pontificio, che avesse chiuso quindi le porte delle
+sale, e, appiccato il fuoco agli appartamenti, avesse arsi vivi i suoi
+ospiti; così egli avrebbe vendicato un nipote assassinato da un marito
+tradito.
+
+Quando si visita Avignone, sotto l'impressione di simili atrocità
+commesse dalla rivoluzione, sotto il ricordo ancora recente
+dell'assassinio del maresciallo Brune, commesso dai realisti il 2 agosto
+1815, quando si vede quella popolazione rozza e fanatica, si prova un
+vivo desiderio di partire al più presto da quella città. Oggidì la
+popolazione di Avignone è ritenuta ancora per superstiziosa, rozza,
+irritabile, ignorante, ed è possibile che questa contrada possa divenire
+ancora teatro di brutti eccessi.
+
+Non voglio però dimostrarmi ingrato verso una città così notevole, e mi
+ci tratterrò ancora un poco. Ci rimane a visitare l'antica cattedrale,
+il San Pietro di Avignone, ché difatti quello di Roma potè per ben
+settanta anni nutrire invidia a questa chiesa piccola, nera ed oscura,
+quale usurpatrice dei suoi diritti secolari. Intanto i Papi si trovarono
+in questo angolo del mondo, ridotti ad una semplice cappella, la quale
+sottraeva le pompe del culto e gli atti della storia della Chiesa agli
+sguardi della cristianità.
+
+_Nôtre-Dame des Doms_, secondo la tradizione, venne fondata da Santa
+Marta sorella di Lazzaro, imperocchè la pia donna sarebbe sbarcata nella
+Camargue, avrebbe introdotto il cristianesimo nella Provenza e
+fabbricata la prima chiesa in Avignone, sulle rovine di un tempio
+d'Ercole. L'origine, del resto, di _Nôtre-Dame_, non è conosciuta, ed il
+suo vanto di essere stata edificata da Carlomagno trovasi tutt'altro che
+fondato; solo è certo che essa è una chiesa molto antica, come lo si
+vede dalla sua porta principale, di stile prettamente romano,
+fiancheggiata da due colonne antiche d'ordine corinzio. Il vandalismo
+della rivoluzione, il quale ridusse a mucchio di rovine altre chiese
+della città, non risparmiò neppure questa. Rimane, a soddisfazione dei
+dilettanti di antichità, la così detta cappella di Carlomagno, ma
+andarono miseramente perduti i monumenti di varî Papi, ricordi preziosi
+dell'arte gotica nel secolo XIV. Furono restaurate le tombe di Benedetto
+XII e quella più pregevole di Giovanni XXII, di gusto gotico, con fini
+sculture e con la figura del pontefice stesa sopra un sarcofago. In una
+nicchia esistono alcuni avanzi della tomba del cardinale di Armagnac;
+nel _Sancta-Sanctorum_ si scorge la lapide mortuaria di Luigi Balbo
+Bertone di Crillon, soprannominato il _Bravo_, l'amico di Arrigo IV.
+Egli morì in Avignone nel 1615, e la sua statua in bronzo sorge sulla
+piazza dell'Horloge.
+
+E' questa la più bella piazza della città, e trovasi a poca distanza,
+scendendo dal palazzo dei Papi. E' circondata da varî belli edificî, fra
+i quali l'elegante teatro ed il nuovo palazzo municipale, nello stile
+del risorgimento francese, preceduto da una corte sopracarica di
+colonne. Il custode, che me lo fece visitare, mi diceva con aria
+d'importanza che Luigi Napoleone aveva onorato quel palazzo della sua
+presenza, nel recarsi ad Algeri, che le scale erano state ricoperte da
+tappeti, e tutto il quartiere aggiustato con gusto squisito.
+L'Imperatore venne accolto con grande ostentazione; però il partito
+legittimista è ancora numeroso in Provenza, sebbene sia grandemente
+scaduto di ricchezze. Intanto Napoleone può per qualche tempo riposare
+tranquillo; ha per sè i proprietarî e le classi che lavorano; si odono
+per ogni dove le sue lodi: egli ha domato la rivoluzione, ristabilito
+l'ordine e, co' suoi trattati di commercio, ha procurato immenso
+vantaggio a queste contrade vitifere. Ed inoltre, _notre
+préponderance!_... Sono parole che si sentono ripetere ad ogni passo.
+
+In fin dei conti convien però dire che il visitare questa città cagiona
+una grande stanchezza. Le sue strade, dove qua e là sorgono alcuni
+palazzi, in stile del risorgimento, alcuni edificî antichi e bizzarri,
+con porticati e cortili che richiamano a sè l'attenzione, sono cupe;
+l'atmosfera che vi si respira, è malinconica e suscita tristi ricordi.
+
+Quanto non sono più belle le piccole città della Toscana, Prato,
+Pistoia, Siena, Arezzo, nelle quali ad ogni tratto s'incontrano
+meraviglie d'arte, memorie della libertà municipale, di una antica e
+splendida civiltà!
+
+Ho visitato la maggior parte delle chiese di Avignone; non havvene una
+che si possa dire propriamente bella, e tutte, quasi, recano le traccie
+della devastazione dell'epoca rivoluzionaria. Entrai una domenica in S.
+Didier, chiesa di architettura gotica; era piena di donne velate di
+bianco, le quali, inginocchiate, cantavano delle litanie. Era un quadro
+pieno di anima e di vita; in quel raccoglimento devoto, nelle armonie di
+quei canti mi parve ravvisare l'influenza esercitata da Roma per lunghi
+anni su Avignone. Era un quadro di carattere prettamente romano, se non
+che la piazza attorno alla chiesa, ombreggiata da grandi alberi, non
+aveva affatto aspetto romano, nè meridionale, e mi ricordava piuttosto
+le chiese campestri delle care mie contrade natìe.
+
+La folla dei fedeli non mi permise che di gettare un rapido sguardo
+sopra un bassorilievo, a cui si dà il nome di _images du roi René_;
+imperocchè queste sculture sono attribuite al _buon Re_; e non è a dire
+di quante statue e di quanti quadri lo faccia autore, nella Provenza, la
+tradizione.
+
+Sorge, a poca distanza da S. Didier, la chiesa del patrono della città,
+S. Agricola, il quale è invocato in tutte le pubbliche calamità, e
+particolarmente nei tempi frequenti di siccità. Questa chiesa risale al
+secolo X e venne ampliata in secoli posteriori; la sua facciata gotica,
+con larghe torri merlate, è originale, e la semplicità dello stile
+ogivale anche nell'interno rivela la sua antichità.
+
+Merita pure di esser ricordata la cappella dei _penitents noirs de la
+miséricorde_. Si conserva in essa il famoso crocifisso d'avorio di
+Guillarmin, opera del 1659, e la suora che lo mostra, narra la leggenda
+del nipote dell'artefice, condannato a morte, e, per intercessione di
+quel Cristo, salvato.
+
+Avrei visitato molto volentieri la chiesa ed il convento dei domenicani,
+quale ricordo di un'epoca storica, della guerra contro gli Albigesi; ma
+quegli edifici stupendi furono rovinati totalmente dalla furia
+rivoluzionaria. Il primo Papa d'Avignone ebbe stanza in quel monastero,
+ora distrutto, ed ivi Giovanni XXII dichiarò santo il più gran filosofo
+del medio evo, Tommaso di Aquino, alla presenza del re di Napoli. Quel
+Papa riteneva, fra le cose sue più preziose, lo stupendo codice in
+pergamena della _Somma_ del santo, e lo lasciò, morendo, alla biblioteca
+del monastero, con l'espressa condizione che dovesse essere fissato al
+muro con una catena. La rivoluzione venne a liberarlo, ed ora il
+prezioso volume, coperto della polvere dei secoli, gode della sua
+libertà o del suo oblio nella biblioteca civica. Caterina da Siena,
+monaca dello stesso ordine, rivolse in quel monastero le sue esortazioni
+al Papa, per persuaderlo a far ritorno a Roma. Era stato quel convento
+costrutto poco tempo prima, nell'anno 1330, e si assicura che il suo
+cortile fosse bellissimo e affatto non la cedesse per vaghezza a quello
+di S. Trofimo in Arles. I sanculotti rovinarono tutto, comprese pure le
+tombe di ventiquattro cardinali, sepolti nel convento. La chiesa, in
+gran parte distrutta, venne ridotta più tardi a fonderia di cannoni.
+
+Per farsi un'idea delle vandaliche devastazioni, operate dalla
+rivoluzione nella Provenza, è d'uopo visitare il museo d'Avignone.
+Trovasi allogato in un palazzo ampio del secolo XVIII. Dopochè il
+benemerito dottore Calvet fondò questo museo nel 1810, vennero accolte
+in esso le reliquie delle arti belle tolte dalle chiese, dai conventi,
+dai castelli feudali, dai palazzi, non di Avignone soltanto, ma ancora
+dei dintorni. Vi sono rappresentate tutte le fasi del medio evo, fino
+all'epoca del risorgimento francese, _la rénaissance_; ed io provai
+tanto maggior interesse a contemplare questa collezione delle antichità
+del medio evo nella Francia meridionale, in quanto che avevo visitato,
+pochi mesi prima, in Norimberga, il museo tedesco, istituzione destinata
+a prendere un grande sviluppo, e meritevole dell'appoggio di tutta
+quanta la Germania.
+
+Il museo di Avignone, del resto, anche per quanto riguarda l'epoca
+classica, è povero in paragone di quello di Norimberga, e, tuttochè sia
+diviso in varî rami, non presenta più che un periodo di civiltà. Nella
+galleria del medio evo si vedono numerose sculture, e si possono seguire
+i progressi della plastica, dagli antichi sarcofaghi cristiani fino agli
+avanzi dei mausolei dei cardinali di Brancas e Lagrange, del conte
+Raimondo di Beaufort e del maresciallo de la Palice.
+
+Alla collezione di antichità classiche contribuirono quasi tutte le
+città del mezzodì della Francia; in complesso, però, è povera e non vi
+si vedono oggetti pregevoli; tanto più che quasi tutte quelle città
+posseggono il proprio museo. Si osserva, però, con interesse tutto
+quanto fu rinvenuto in questa parte della Francia, dell'epoca dei
+Romani, ed anche dei Greci. Vi sono parecchie antiche iscrizioni greche,
+e altre greche del tempo dei Romani. Si deve pure far menzione di una
+bella collezione di piccoli bronzi e di un ricco medagliere di tutte le
+provincie e di tutte le epoche della Francia. Trovasi, nello stesso
+palazzo, la biblioteca civica, la quale conta più di sessantamila
+volumi. Contiene parecchie buone opere sulla storia del mezzodì della
+Francia, ma sono scarsi i manoscritti ed i documenti originali. Gli atti
+del papato, durante la sua stanza in Avignone, vennero già da tempo,
+come è noto, trasportati negli archivi segreti del Vaticano. Stanno in
+una sala della biblioteca i ritratti degli uomini illustri appartenenti
+al dipartimento di Valchiusa, fra' quali il duca di Mahon, il prode
+Crillon, Giovanni di Althens, il cardinale Maury, il pittore Mignard, il
+dottore Calvet, e vi si vedono pure i ritratti di Petrarca e di Madonna
+Laura, i quali datano però da epoca posteriore.
+
+Nel piano superiore c'è una galleria di quadri, abbastanza pregevole per
+Avignone; vi sono pochi buoni quadri antichi italiani, fiamminghi e
+tedeschi di valore, ma molti francesi, particolarmente di Mignard e dei
+cinque Vernet, la cui famiglia era originaria di questa città. Del
+resto, bisogna osservare che Avignone non ha prodotto nessun uomo che
+possa dirsi un vero genio; anzi nessuno dei celebri, a ragione o a
+torto, poeti della Provenza nacque sulle sponde del Rodano o della
+Durance. Era d'uopo venisse un forestiero da Arezzo, per dare a quelle
+contrade il prestigio poetico; ed Avignone gli offrì, ad argomento de'
+suoi versi armoniosi, una bella donna, come Crotone o Taranto offrivano
+le loro ragazze per modelli a Zeusi. Ben più avventurata fu Firenze che
+può vantarsi ad un tempo di Dante e di Beatrice.
+
+Ed ora, addio, chiese, palazzi, musei e meschine antichità di Avignone!
+Come finiscono per stancare questi quadri, questi monumenti, queste
+reliquie dei tempi andati! Come riposa il ricrearsi nella vista della
+bella valle del Rodano ai piedi della città! Lo splendido sole di
+Provenza illumina le verdi isole del fiume, indora la collina di
+Villeneuve ed invita il viaggiatore a passeggiare all'ombra dei pioppi e
+dei platani agitati dal vento, a prestar ascolto al muggito delle acque
+poderose, a contemplare le grandi barche di trasporto che guizzano con
+la rapidità della freccia sotto gli archi del ponte! La vista, dalla
+porta dell'Ouille di Avignone, dell'ampio Rodano con le sue due isole, e
+con le rive singolari della Linguadoca, è bella davvero; non valse,
+però, a cancellare dalla mia memoria quella contemplata poco tempo
+prima, della Vistola, il gran fiume che svolge le sue acque profonde
+sotto gli archi giganteschi del ponte della strada ferrata presso
+Dirschau, nè l'immagine del Nogat che scorre tranquillo ai piedi
+dell'antica e bella Mariemburg. Il castello del medio evo, dei cavalieri
+dell'ordine teutonico, torreggia colà in modo assai più pittoresco che
+il palazzo dei Papi in Avignone.
+
+Il fiume separa Villeneuve dalla città, e la Provenza dalla Linguadoca.
+Le due rive sono congiunte da ponti; di uno, di costruzione romana, non
+sussistono più che quattro grandi archi molto pittoreschi e che si
+estendono per un tratto dalla riva sopra il fiume, poi cessano. Su di
+essi sorge una piccola cappella, che guarda, solitaria e fantastica, i
+flutti. Narrasi che risiedesse in quella il santo uomo che aveva
+edificato il ponte stesso, e la leggenda relativa a quella costruzione è
+l'unica d'indole mite e poetica che io abbia trovata in Avignone.
+
+Il piccolo Benezet stava custodendo al pascolo le pecore della sua
+povera madre sui monti del Vivarais, quando, tutto ad un tratto, i monti
+e le valli si trovarono immersi nelle tenebre per un eclissi; era il 13
+settembre del 1177. Una voce esclamò: «Benezet, dammi ascolto, perchè io
+sono Gesù Cristo!» Il ragazzo spaventato rispose: «Dove sei, o Signore,
+e che cosa domandi da me?»--«Non aver paura, lascia pure pascolare le
+tue pecore, scendi al Rodano e fabbricavi sopra un ponte».--«Signore io
+non so dove sia il Rodano; sono un povero ragazzo, non ho che tre soldi
+in tasca, come vuoi che io possa costruire un ponte su quel fiume?» La
+voce replicò: «Fa quanto ti ho detto, poichè io so dove e come dovrai
+costruire il ponte». Il piccolo pastore scese dal monte piangendo,
+abbandonò il gregge, ed incontrò un pellegrino che camminava appoggiato
+al suo bordone, il quale gli disse: «Figliuolo mio Benezet, seguimi al
+luogo dove dovrai costruire il ponte.» Allorquando arrivarono al fiume e
+il ragazzo vide le acque di questo, ampie, rapide, profonde, prese a
+piangere più amaramente, se non che il pellegrino lo confortò, gli
+ordinò di salire in una barca, di scendere ad Avignone, di presentarsi
+al vescovo, e di partecipargli l'incarico che gli era stato affidato.
+Così fece Benezet, e trovato il vescovo che stava predicando nella
+cattedrale, gli disse franco e disinvolto: «Signor vescovo! Il Signore
+mi ha qui mandato per costruire un ponte sul Rodano». L'ardito ragazzo
+venne tosto arrestato e fu condotto davanti al vicario. Ripetè al
+giudice l'incarico che aveva avuto, e questi, additandogli un grosso
+macigno che trovavasi nella corte, gli disse sorridendo che avrebbe
+prestata fede alla sua missione, quando fosse riuscito a sollevare
+quella voluminosa pietra. Il ragazzo la sollevò tosto, la caricò sulle
+spalle, e la portò, fra gli applausi del popolo che gridava al miracolo,
+sulla riva del Rodano. In un momento si raccolsero cinquemila scudi
+d'oro, e si pose tosto mano alla costruzione del ponte.
+
+Tale è la meravigliosa leggenda relativa all'antico ponte di Avignone,
+ed io non voglio toglierle il suo carattere poetico, coll'aggiungervi
+dei commentarî. La grande opera fu compiuta nel 1188, ma le bande
+catalane cominciarono a danneggiarla nel 1395, e, dopo d'allora, il
+tempo e la furia delle acque la ridussero a quello stato di rovina in
+cui oggi si trova.
+
+Per arrivare a Villeneuve, esistono ora due altri ponti, uno in
+ferro, e l'altro in legno, i quali congiungono le due isole che
+sorgono sul fiume, denominate Ville de Piot, e la Barthelasse.
+Villeneuve-les-Avignons è un paese pittoresco. Dicesi che anticamente
+sorgesse in quella località _Stathmos_, o Statuma, emporio commerciale
+dei Massiliotti. Il paese attuale risale al 1226; fondato dai monaci di
+S. Andrea, venne ampliato e fortificato da Filippo il Bello. Serviva
+quasi di porto avanzato alla Francia sul Rodano, e tale rimase, finchè i
+re di Napoli e i Papi di Avignone furono padroni della Provenza. Sorge
+tuttora, a poca distanza dal fiume, una bella torre, la quale si suole
+chiamare torre di Filippo il Bello. La sua posizione, di fronte al ponte
+di S. Benedetto a cui può avere servito di difesa, è bella, ed è
+amenissima la passeggiata ombreggiata d'alberi per arrivarvi, colla
+vista del fiume e della mole imponente del palazzo dei Papi. Il
+villaggio, del resto, è grigio, deserto, malinconico e pare anche
+povero, sebbene vi siano alcune tintorie di robbia ed alcune filature.
+Solo si scorgono qua e là alcune chiese ed alcuni palazzi cadenti in
+rovina, i quali ricordano i tempi, per buona sorte passati, del
+feudalismo.
+
+E' cosa ben curiosa, che nel mentre Avignone si vanta dell'uomo che
+introdusse nella Provenza la coltivazione della robbia, Villeneuve le
+possa contropporre quello che nel 1560 importò in Francia il tabacco,
+presentandone le prime foglie alla regina Caterina de' Medici. Non ho
+visto a Villeneuve nessuna statua in bronzo di Giovanni Nicot,
+ambasciatore di Francia alla corte del Portogallo, e glie se ne dovrebbe
+pure innalzare una, con una grande tabacchiera nella mano ed un grosso
+sigaro avana in bocca. Del resto, i sigari francesi non fanno punto
+onore a Giovanni Nicot, perchè sono di pessima qualità.
+
+Poche sono le cose meritevoli di attenzione in Villeneuve: esiste, nella
+chiesa dello spedale, la tomba d'Innocenzo VI, monumento gotico in stile
+di tabernacolo, il quale trovavasi dapprima nella bella Certosa del
+luogo, ora interamente distrutta. Venne quello ristaurato, e la statua
+del Papa coricato è nuova. Sulla ripida collina Andaon vi è il forte, S.
+Andrea, tuttora in buono stato. Vi si accede per una grande porta e
+sull'altipiano della collina, cinto di mura, si vede una cappella. Di là
+si gode la bella vista del panorama della Provenza, simile a quella che
+si ha dal _Rocher des doms_, se non che ha il pregio che di qui si
+scorgono pure la città di Avignone e il suo castello. Allorquando il
+sole sul tramonto tinge le mura gigantesche di questo in rosa, o di
+colore violaceo, l'effetto è magico. Questo è il luogo opportuno per
+prendere congedo da questa antica Avignone, illuminata dal sole cadente.
+
+Gettai uno sguardo di desiderio su quelle campagne della Provenza, che
+avrei pure voluto visitare. Ero attorniato da provenzali, e la loro
+antica favella mi destava mille ricordi sulla loro storia, sulla loro
+civiltà. Quella lingua si va perdendo; tutti gli sforzi per farla
+rivivere dei poeti, fra' quali il più illustre è Mistral, non valgono
+altro che a continuarle un'esistenza letteraria artificiale. Vorrei
+anch'io poter intonare le rime, piene di speranza, dirette da un poeta,
+ancora vivente, al suo amico Mistral; ma temo non esprimano altro che un
+pio desiderio.
+
+ Prouvenço, o pais dei troubaire
+ Lou gai-sabé reverdira:
+ Deja milo novèu cantaire
+ Dison lou béu tems que viendra
+ Lou mounde vèi la reinessènço:
+ Lei Troubadour van reflouri...
+ O moun païs, bello Prouvènço,
+ Toun dous parla pòu pas mouri.
+
+
+
+
+RAVENNA.
+
+(1863).
+
+
+
+
+RAVENNA.
+
+(1863)
+
+
+Dal mese di agosto dell'anno 1863 un tronco di strada ferrata conduce da
+Castel Bolognese a Ravenna. Partendo da Bologna e passando per Imola,
+Lugo e Bagnacavallo, s'impiegano appena quattro ore per compiere il
+tragitto. E' per questo che una delle città più interessanti
+dell'antichità e del medioevo, relegata sino a poco tempo fa fuori di
+ogni circolazione e confinata in una solitudine, d'accesso difficile e
+mezzo morta, si è trovata ad un tratto lanciata nella corrente della
+vita mondiale.
+
+Quasi tutte le città italiane ci rappresentano, nei loro monumenti, le
+due grandi epoche della storia del paese: l'antichità romana e il
+medioevo cristiano. Solo Ravenna resta come vestigia della transizione
+dall'una all'altra di queste due epoche; e sotto questo punto di vista è
+impareggiabile.
+
+Ravenna ha visto, difatti, la caduta dell'Impero romano, il primo
+insediamento del regno germanico sulle rovine della potenza dei Cesari,
+i sessant'anni della supremazia degli Ostrogoti, i due secoli del
+dispotismo bizantino, e ne conserva inapprezzabili ricordi.
+
+Nel contemplare questi monumenti del V e del VI secolo, il viaggiatore
+che per la prima volta arriva a Ravenna, prova delle impressioni
+paragonabili soltanto a quelle che suscitano le ruine di Pompei; e,
+difatti, Ravenna è la Pompei dell'epoca gotica e bizantina.
+
+Lo stato quasi perfetto di conservazione degli edifici sembra un
+prodigio, quando si pensi ai secoli di barbarie e di devastazioni che
+hanno attraversato. Si spiega, in parte, per la fortunata circostanza
+che i Longobardi non riuscirono a strappare Ravenna agli esarca
+bizantini. Il re Liutprando non riuscì a entrare nella città che nel 727
+o 728, cioè in un'epoca in cui la civiltà aveva addolcito sensibilmente
+i costumi degli invasori. Nè Liutprando, nè il suo secondo successore al
+trono longobardo, Astolfo, distrussero i monumenti di Ravenna; solo il
+sobborgo di Classe, a quanto sembra, fu distrutto da Liutprando.
+
+Per lungo tempo Ravenna rimase sede dell'amministrazione bizantina in
+Italia, e Roma, caduta in grande decadenza, fu governata come una
+semplice città di provincia. Ravenna approfittò di questa situazione
+privilegiata e della sollecitudine degli imperatori bizantini, che la
+considerarono per lungo tempo come il gioiello più prezioso dei loro
+possessi in Italia.
+
+Quando, più tardi, dopo la caduta del regno longobardo e dell'esarcato,
+il Papa rivendicò la popolazione della città, fondandosi sui diritti che
+gli concedevano le donazioni di Pipino, i patriarchi o arcivescovi di
+Ravenna combatterono questa pretesa. Essi stabilirono il loro dominio
+sulla Romagna, assunsero la successione degli esarca, e, sostenuti dai
+privilegi che loro accordavano gl'imperatori, respinsero per molto tempo
+i tentativi della Santa Sede, mantenendo la loro autorità su Ravenna.
+
+Il ricordo dei tragici avvenimenti della decadenza romana e
+dell'invasione barbarica, i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila e
+di Genserico, la grande figura di Teodorico, le lotte gigantesche che
+misero termine alla dominazione dei Goti e immortalarono i nomi di
+Totila, di Belisario, di Teia e di Narsete; infine, l'oscurità quasi
+mistica del periodo degli esarca bizantini, a mala pena rischiarata, di
+tanto in tanto, da qualche debole barlume, proveniente dalle cronache
+del tempo: tutto ciò dà a Ravenna una grazia singolare e produce sullo
+spirito del viaggiatore un'impressione profonda.
+
+Come ci apparirà la città che vide compiersi tanti avvenimenti? Senza
+dubbio ci sembrerà più malinconica e più tetra ancora della vecchia
+Bologna. Ma qui ci troviamo ancora dinanzi all'ironico contrasto che la
+realtà appone quasi sempre alla visione che la fantasia si forma delle
+cose.
+
+La delusione è grande. Cento altre città d'Italia, anche dei piccoli
+borghi fortificati, sperduti nelle montagne, ricordano più vivamente il
+passato ed offrono al primo sguardo un aspetto più storico e più
+monumentale dell'antica città bizantina e gotica.
+
+Non è che a poco a poco, vagando per la città, che si sente aleggiare su
+noi il soffio del passato. Ma allora l'impressione diventa più possente
+che altrove, paragonabile solo, per la sua intensità, a quello che si
+prova a Roma, per quanto diversa nella natura. E' l'anima della storia
+universale quasi intera, che anima i monumenti della Città eterna;
+quelli di Ravenna non appartengono che ad un corto periodo, ma
+l'impronta che ne conservano è più forte che altrove.
+
+In tutte le strade di Ravenna regna un silenzio di morte; le case sono
+moderne e la maggior parte piccole; le vie larghe e diritte, la città
+essendo costruita su di un terreno piano. Dappertutto un profondo
+raccoglimento. Qua e là, sulle piazze, si vedono delle curiose colonne
+medioevali, con l'imagine di qualche santo; altrove, la statua di un
+Papa che beneficò la città, pensoso e assorto nelle sue meditazioni. Di
+palazzi, i quali in altre città rappresentano con tanto splendore la
+grande epoca guelfa, non si trova traccia. Di quando in quando solamente
+si scorge una torre rovinata. Le chiese invece sono numerose.
+Qualcheduna è stata restaurata; altre hanno conservato intatto il
+carattere gotico primitivo. In generale, sono di proporzioni piuttosto
+piccole; nessuna ha l'imponente maestà delle cattedrali di Pisa, di
+Siena o d'Orvieto. Si direbbe che siano state addormentate da qualche
+incantatore e si siano conservate così fino ai nostri giorni; esse danno
+a Ravenna un carattere di mistero e di poesia.
+
+E' curioso notare che a Ravenna non si ritrova vestigia dell'epoca
+romana. I sobborghi di Classe e di Cesarea, un tempo importanti e ricchi
+di grandi edifici, sono oggi inghiottiti nelle paludi e resta appena
+qualche segno della loro esistenza. Ravenna fu un tempo l'Avignone
+degl'imperatori romani. Quando, nel 404, Onorio, temendo un'invasione
+di goti, trasportò la sua residenza da Roma a Ravenna, rinforzò le mura
+e si costruì un palazzo. In qual punto sorgeva questo edificio? E'
+impossibile determinarlo, oggi, benchè le guide non si facciano scrupolo
+di indicarne il punto preciso. Antonio Zirardini, giureconsulto erudito
+e archeologo dei più distinti di Ravenna, ha scritto, nel 1762, un
+eccellente libro sulle antichità della sua patria: _Degli edifici
+profani di Ravenna_.
+
+La sua opera è ancora la migliore che si possa consultare in proposito,
+e pur tuttavia non getta che una pallida luce sulle origini di Ravenna.
+
+Fu in questa residenza che Onorio ricevette la notizia della presa di
+Roma per opera di Alarico; e fu là che egli morì, nell'agosto del 423.
+Fu però sepolto a Roma, accanto a San Pietro. Per noi, il più antico dei
+monumenti storici di Ravenna è il mausoleo della sorella di Onorio,
+Galla Placidia, una delle più straordinarie figure di donna di
+quell'epoca; una di quelle di cui la sorte si trova legata, nella
+maniera più stretta e più tragica, ai destini dell'Impero romano
+spirante. La figlia del gran Teodosio a ventun'anno viveva nel palazzo
+dei Cesari a Roma, quando Alarico arrivò davanti la città, l'assediò, se
+ne impadronì e la saccheggiò. Galla Placidia, condotta a lui come
+prigioniera, dovette seguirlo in Calabria. Poco dopo, la figlia e la
+sorella degli imperatori romani si vide obbligata a sposare, a Narbona,
+Ataulfo, successore di Alarico. Ella accompagnò in seguito suo marito in
+Spagna, vi divenne vedova, vi perse il figlio Teodosio, e, dopo aver
+subìto indegni insulti, fu rinviata a Ravenna, presso suo fratello
+Onorio. Appena arrivata, questi la costrinse a sposare il generale
+Costanzo, da cui ebbe due figli, Valentiniano e Onoria. Morto a sua
+volta Costanzo, Galla Placidia fu bandita da Ravenna da suo fratello ed
+esiliata a Bisanzio. Dopo la morte di Onorio ne ritornò, scortata da una
+flotta greca, pose il suo giovane figlio Valentiniano III sul trono di
+Occidente, esercitò il potere per lunghi anni, come tutrice del giovane
+principe, in mezzo a difficoltà e calamità continue, e terminò infine a
+Roma, a 61 anni, nel 450, la sua esistenza agitata. Con suo figlio
+Valentiniano III, che fu assassinato cinque anni più tardi, si spense
+l'ultimo discendente della razza imperiale del grande Teodosio.
+
+La storia dell'estinzione della famiglia di Teodosio segna quella
+dell'agonia dell'Impero romano, e il mausoleo di Galla Placidia ci
+appare oggi come la tomba della potenza dei Cesari. Entrando in questo
+piccolo e tetro sepolcro, rivestito di meravigliosi mosaici, si prova un
+senso di raccoglimento storico, così intenso come non lo risveglia
+neppure il mausoleo di Augusto, nè la tomba romana di Adriano. La
+disgraziata principessa volle essere sotterrata a Ravenna, ch'essa amava
+e che si era compiaciuta di arricchire di numerose chiese, e non a Roma,
+a cui la legavano così crudeli ricordi. Si era fatta fabbricare una
+tomba e l'aveva dedicata, come cappella espiatoria, ai santi Nazaro e
+Celso.
+
+Ci si rende facilmente conto della diversità dei tempi, quando si
+paragona questa tomba dell'ultima dinastia imperiale di Roma ai maestosi
+mausolei dei primi imperatori. E' tutta impregnata di spirito cristiano;
+la sua forma è quella di una croce latina, lunga cinquantacinque palmi
+romani e larga quarantaquattro. La cappella è sormontata da una cupola,
+rivestita di mosaici, come pure lo sono le nicchie e le volte; una mezza
+luce vi penetra attraverso piccole finestre. Nel mausoleo si trovano
+cinque sarcofaghi; due piccoli, incastrati nel muro laterale
+dell'entrata, e tre grandi, posti nelle tre nicchie formate dai bracci
+della croce. Nella nicchia principale, proprio di fronte all'entrata, si
+scorge la più grande delle urne, alta sette piedi, semplicissima. Senza
+dubbio, là riposa la sorella di Onorio. La tradizione vuole che,
+durante varî secoli, essa restasse nel sarcofago, seduta su di un trono
+di legno di cipresso e ricoperta de' suoi paramenti imperiali. Secondo
+storici più moderni, il corpo non divenne polvere che nel 1577. Si dice
+pure che dei fanciulli introducessero un cero acceso nei fori del
+sarcofago e che le pareti prendessero fuoco: così fu ridotto in cenere
+ciò che restava di Placidia.
+
+Quali personaggi sono rinchiusi negli altri sarcofaghi? Non lo si può
+determinare in modo esatto. I due più grandi contengono, probabilmente,
+i resti del generale Costanzo e di sua figlia, la sventurata principessa
+Onoria che, fidanzatasi al terribile Attila, dopo una vita di passioni
+avventurose, venne a trascinare stentatamente gli ultimi anni della sua
+esistenza in un chiostro di Ravenna. L'opinione che il corpo di Onorio
+si trovi del pari in uno di questi sarcofaghi è senza dubbio priva di
+fondamento, poichè questo imperatore morì, è vero, a Ravenna, ma fu
+seppellito nel mausoleo imperiale di Roma, vicino a San Pietro.
+
+I mosaici del mausoleo di Galla Placidia sono notevoli per la loro
+antichità; risalgono avanti al 450, e sono i più antichi prodotti
+dall'arte cristiana. Oltre gli arabeschi, felicemente disegnati,
+rappresentano delle figure isolate di profeti e di evangelisti e in due
+punti l'imagine di Cristo. Qui, come in tutte le vecchie chiese di
+Ravenna, si rimane colpiti dalla fisonomia bella, giovanissima e imberbe
+del Salvatore. Questa concezione della figura di Cristo corrisponde del
+resto all'ideale che la gente si formò nei primi tempi del
+cristianesimo. Soltanto più tardi, il viso del Salvatore venne
+rappresentato sotto l'aspetto vecchio, tetro e lugubre del tipo
+bizantino. Ravenna offre la prova manifesta dell'errore di una tale
+appellazione. I maestri mosaicisti bizantini, e particolarmente quelli
+dell'epoca di Giustiniano, hanno dovuto lavorare a Ravenna più che in
+ogni altra città d'Italia. E anche nei mosaici di San Vitale, posteriori
+di 100 anni circa a quelli del mausoleo di Galla Placidia, noi
+ritroviamo lo stesso tipo giovanile della figura del Salvatore, molto
+lontano dalla tradizione detta bizantina e che si riavvicina piuttosto
+all'ideale primitivo, caratterizzato dalle pitture delle catacombe. Ma
+lo strano si è che il secondo tipo, quello che offre un'espressione
+quasi demoniaca, si trova di già sull'arco trionfale di San Paolo, a
+Roma, decorato egualmente di mosaici per ordine di Galla Placidia, ai
+tempi di Papa Leone I (440-462), come lo prova anche oggi l'iscrizione:
+_Piacidiae pia mens operis decus_... Il Salvatore vi è rappresentato in
+mezzo busto, in proporzioni sovrumane; l'espressione del viso è tetra, e
+sveglia un sentimento di terrore. In quei tempi non vi erano certamente
+a Roma artisti bizantini; i mosaicisti facevano ancora parte dell'antica
+scuola, di quella che aveva decorato le Terme. Il tipo severo e
+terribile della figura di Cristo proviene dunque da una concezione
+romana, e non bizantina.
+
+Molte altre chiese furono fondate a Ravenna da Galla Placidia. Esse
+esprimono lo spirito profondamente religioso e melanconico di questa
+donna straordinaria, che consacrò gli ultimi anni della sua vita alle
+meditazioni religiose e alla pia contemplazione del passato. E, mentre
+noi non risentiamo che del disprezzo per quel triste Onorio, che, alla
+presa di Roma, pianse, soltanto, a quanto dicono, la morte del suo
+pollastro favorito «Roma», la vita così disgraziata e turbata di
+Placidia c'ispira, al contrario, simpatia e profonda pietà.
+
+Dopo aver visitato la sua tomba, si può andare a vedere quella di
+Teodorico, che corrisponde alla seconda epoca della storia di Ravenna e
+ad uno dei più memorabili periodi degli annali d'Italia.
+
+Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel 476, messo fine all'esistenza
+dell'Impero romano d'Occidente ed essendosi proclamato primo re
+d'Italia, governò con saggezza e fermezza in Ravenna, quando fu
+attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese gagliardamente;
+obbligato, infine, ad arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo per
+ordine del vincitore, nonostante i patti della capitolazione.
+
+E' da Ravenna che Teodorico governò l'Italia, riunita per l'ultima volta
+in regno sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì un magnifico
+palazzo. Se egli avesse mai abitato questo edificio, si potrebbe
+concludere che la residenza degli ultimi imperatori d'Occidente si era
+di già sprofondata nella tormenta dell'invasione barbarica. Ma antichi
+scrittori, che si occuparono del palazzo innalzato da Teodorico, hanno
+fatto osservare che questi non inaugurò l'edificio costruito per sua
+cura, la qual cosa nel linguaggio dell'epoca significa che non vi abitò.
+Se ciò è esatto, caratterizza assai bene il destino degli Ostrogoti,
+che, in generale, non riuscirono mai a prendere piede stabile in Italia.
+Il re degli Ostrogoti continuò dunque, probabilmente, a risiedere nel
+vecchio palazzo imperiale, mentre faceva costruire l'altro, del quale
+alcuni frammenti sono rimasti.
+
+Si scorgono nella strada principale che, da Porta Serrata a Porta Nuova,
+traversa Ravenna da un capo all'altro. Là s'innalza un alto muro in
+mattoni, sulla parte superiore del quale stanno una grande nicchia e
+otto piccoli archi romani. Le porte hanno egualmente la forma di arcate
+romane. Così come sono attualmente, col loro triste aspetto, questi
+ruderi ci fanno intravedere il medio evo nascente, caratterizzato dallo
+scomparire della grandiosa concezione architettonica romana. Questa
+riduzione di dimensioni appare, del resto, in tutti i monumenti di
+Ravenna. In verità, sarebbe azzardato appoggiarsi alla piccolezza delle
+vestigie del palazzo gotico di Ravenna per concludere che, nel suo
+insieme, questa costruzione non era nè sontuosa, nè grandiosa. Gli
+antichi cronisti affermano che Teodorico si fece portare da Roma e da
+Costantinopoli marmi preziosi e colonne, e che impiegò specialmente i
+ricchi avanzi del distrutto palazzo il «Pincio». Ciò è molto strano,
+poichè Ravenna stessa doveva essere una miniera di magnifici materiali.
+La residenza di Teodorico era, dicono, contornata da portici e ornata,
+all'interno, di splendidi mosaici.
+
+Davanti la facciata del palazzo si trovava la statua equestre di
+Teodorico, in bronzo dorato. La bellezza di quest'opera ha vivamente
+colpito lo spirito dei contemporanei e di Carlomagno, mediocre
+conoscitore, in verità, in cose d'arte. Se la morte impedì a Teodorico
+di stabilirsi nella sua compiuta dimora, vi risiederono però i suoi
+successori. In seguito, vi si stabilirono gli esarchi, mentre l'antico
+palazzo degli imperatori subiva la sorte delle dimore imperiali di Roma,
+cadeva cioè a poco a poco in rovina. La stessa sorte ebbe a sua volta il
+palazzo di Teodorico, che durò press'a poco due secoli. Carlomagno lo
+saccheggiò col consenso di papa Adriano I, e ne trasse marmi e mosaici,
+che fece trasportare a Aix-la-Chapelle, per ornarne la sua celebre
+chiesa e il suo palazzo. Anche la statua di Teodorico fu da lui
+trasportata di là dalle Alpi. Però Zirardini, appoggiandosi a documenti
+antichi, afferma che nell'XI e anche nel XII secolo si faceva ancora
+menzione del palazzo dei re goti; dei resti assai importanti di esso si
+erano dunque conservati intatti, almeno sino a quell'epoca. Tutta una
+parte della città si chiamava «palazzo di Teodorico»; e anche oggi il
+nome del gran re dei Goti viene conservato da un quartiere di Ravenna, e
+il viaggiatore può vederlo, non senza stupore, scritto alle cantonate
+delle strade.
+
+Non si può dubitare che il resto di muro, di cui si parla più sopra,
+abbia fatto parte del palazzo di Teodorico. La tradizione del luogo, in
+cui sorgeva questo fabbricato, non poteva in alcun modo perdersi in
+Ravenna. Del resto, un pezzo di mosaico fortunatamente conservato a
+Sant'Apollinare Nuovo, rappresentante la facciata del palazzo stesso,
+riproduce appunto uno stile architettonico analogo a quello del muro che
+ho descritto. Nel 1654, un legato del Papa fece incastrare in questo
+muro un'urna di porfido; e siccome questa era stata trovata presso la
+tomba di Teodorico, ne concluse che aveva contenuto le ceneri del gran
+re dei Goti e ciò fu arditamente affermato nell'iscrizione oggi ancora
+visibile.
+
+Il re dei Goti morì il 30 agosto 526, in discordia completa con la
+chiesa di Roma e con Bisanzio; fu sepolto nel mausoleo che egli aveva
+fatto costruire per sè e per la sua famiglia, presso l'entrata della
+città. Questo celebre sepolcro, monumento della dominazione dei Goti in
+Italia, legame tra due periodi della storia dell'arte, si è conservato
+fino ai nostri giorni ad un dipresso come il mausoleo di Galla Placidia.
+La maggior parte dei famosi sepolcri di Roma sono stati completamente
+distrutti, come quello di Augusto, o trasformati in fortezze e resi
+affatto irriconoscibili, come quelli di Adriano e di Cecilia Metella; il
+monumento di Teodorico, invece, ha resistito al tempo, almeno nelle sue
+parti essenziali. Le arcate che circondavano probabilmente le terrazze
+del piano superiore, sono sparite; ma i secoli non sono riusciti ad
+abbattere i contrafforti di pietre da taglio, nè la gigantesca cupola
+monolita, che sormontava l'ultima dimora del grande re barbarico. Questo
+monumento è la prima cosa che colpisce il viaggiatore appena giunge a
+Ravenna, perchè la strada ferrata vi passa vicino, a circa cento metri.
+S'innalza in mezzo a vigne e giardini. Un viale d'alberi vi conduce; la
+folta erba che lo ricopre mostra chiaramente la scarsezza dei
+visitatori. Questa solitudine selvaggia e questa bella verdura
+armonizzano con i gusti dell'eroe germanico, innamorato della fresca
+natura, come lo era tutto il suo popolo.
+
+Mentre la pia Placidia che visse per molto tempo a Bisanzio, si faceva
+seppellire in una cappella quasi sotterranea, splendente di mosaici e
+d'imagini sante, Teodorico, il re goto, preferiva una sepoltura degna di
+un capo di barbari del nord e di un Cesare romano. La semplicità
+grandiosa del monumento, di cui i giganti soli sembrano aver potuto
+sollevare il tetto di roccia, conviene bene alla memoria dell'antico
+_Dietrich von Bern_, dell'eroe di Nibelungi; ma, d'altra parte, il
+carattere romano dell'insieme della costruzione rievoca il ricordo del
+germano già quasi trasformato dalla civiltà. Ben si adattava là l'ultimo
+asilo pel sovrano amico del letterato Cassiodoro, per l'erede, nello
+stesso tempo che per l'emulo, degl'imperatori della Città eterna.
+
+Al piano inferiore dell'edificio una porta arcata si apre su di una sala
+a vôlta, avente la forma della croce latina; al piano superiore c'è una
+porta quadrata che dà accesso alla sala, a cui la cupola serve di
+soffitto. Le due scale di pietra, che conducono a quest'ultimo piano,
+non furono compiute che nel 1780. Nessun sarcofago appare più nelle due
+sale vuote; nessuna iscrizione indica il luogo ove riposavano il gran re
+e i suoi successori. Nessuno sa dire in quale epoca sparvero le urne
+funerarie, nè in qual luogo furono trasportate. La leggenda sola
+racconta che il feretro di porfido di Teodorico stava in cima
+all'edificio sopra la cupola; ma questo non può essere che un errore,
+poichè il sarcofago doveva rimanere piuttosto nella gran nicchia del
+piano superiore, di fronte alla porta d'ingresso. Un'altra leggenda
+vuole che il sarcofago di Teodorico si trovasse nella chiesa di Santa
+Prassede a Roma. Più ammissibile è che, allorquando Belisario
+s'impadronì di Ravenna, i Greci e gl'Isaurii abbiano saccheggiato, per
+vendetta, l'interno del mausoleo e disperse lontano le ceneri del
+valoroso capo dei Goti; e se il sarcofago non fu distrutto allora,
+probabilmente uno degli esarca lo fece trasportare a Bisanzio come
+trofeo. In ogni modo, Carlomagno certo non lo trovò a Ravenna, perchè
+altrimenti l'avrebbe fatto trasportare ad Aix-la-Chapelle, ove, forse,
+sarebbe andato a inchinarsi.
+
+Teodorico, costruendo la sua tomba sperava, sicuramente che tutta una
+sua dinastia vi sarebbe venuta successivamente a riposare; ma
+s'ingannava. La sua casa doveva bentosto crollare, in un rapido e
+terribile cataclisma, e l'impero intiero dei Goti venir travolto dalla
+stessa tormenta. Si pensa a questa brusca catastrofe, quando ci si trova
+in mezzo al mausoleo, fra le nude muraglie, e si cercano invano le
+traccie dei morti, ai quali doveva servire d'asilo. Amalasunta, la
+nobile e intelligente figlia di Teodorico, vi seppellì, nel 534, suo
+figlio Atalarico, ultimo rampollo del ramo paterno, ucciso, nell'età più
+tenera, dagli stravizi italiani. Poco dopo, Amalasunta fu strangolata,
+in un'isola del lago di Bolsena, e, a quanto sembra, il suo corpo fu
+riportato a Ravenna. Il suo sposo e, probabilmente, suo assassino,
+Teodato, sgozzato nel 536, mentre fuggiva da Roma verso Ravenna, non
+trovò neppur lui riposo nel mausoleo di Teodorico; e neanche la
+disgraziata Matavinta, figlia d'Amalasunta, che Vitige, successore di
+Teodato, aveva costretto ad accettarlo per marito. Come Vitige, essa
+terminò i suoi giorni in prigione a Bisanzio o in qualche altra città
+dell'Oriente. Quanto agli ultimi re ostrogoti, nessuno di essi lasciò a
+Ravenna la sua spoglia mortale. Il valoroso Totila fu seppellito sugli
+Appennini e Teia ai piedi del Vesuvio, sul campo di battaglia, ove aveva
+lottato come un eroe omerico.
+
+Il viaggiatore tedesco sente passare su di sè il grande soffio della
+storia e, nello stesso tempo, prova un profondo e malinconico amore per
+la sua patria, quando, isolato in quel deserto di verdura, contempla la
+tomba di Teodorico. Intorno al severo monumento del re ostrogoto
+aleggiano le ombre di quel secolo eroico, in cui l'epopea greca di Omero
+sembra confondersi con l'epopea tedesca dei Nibelungi. La mente evoca le
+imagini di Belisario, di Narsete, di Totila, di Teia, di Teodorico e di
+Amalasunta, di Cassiodoro, di Procopio, di Boezio, di Giustiniano, di
+tante altre figure di goti e di greci, che recitarono la loro parte in
+uno dei più meravigliosi drammi che la storia universale annoveri, nel
+caos delle nazionalità, delle civiltà che si confusero e si
+combatterono sulla soglia del medio evo. A Roma, l'arco trionfale di
+Costantino segna la frontiera tra il paganesimo e il cristianesimo; a
+Ravenna il monumento di Teodorico è il tratto d'unione tra il mondo
+antico e il medio evo germanico-romano, mentre è, nello stesso tempo, la
+tomba dell'arte, della letteratura, della scienza e della civiltà,
+protetta in generale da Teodorico e da sua figlia, ma condannata a
+sparire dopo essi, per secoli e secoli, nelle fitte tenebre della
+barbarie. Le fondamenta della tomba si sprofondano ogni giorno di più
+nel sottosuolo paludoso. Un papa, bene intenzionato, Gregorio XVI, se
+non erro, tentò di sviare le acque stagnanti per mezzo di un canale
+murato, ma il suo tentativo fallì. Ho trovato io stesso, nella stagione
+più asciutta dell'anno, un vero pantano che, in autunno, immagino,
+invaderà il piano inferiore del monumento. Il peggio si è che le pietre
+da taglio del piano superiore qua e là si staccano. Il conte Alessandro
+Cappi, amante della conservazione di Ravenna, si è lagnato amaramente
+con me dello stato di abbandono, in cui si lascia il monumento, pel
+quale nulla si è fatto da molti anni; e io non posso qui che unirmi a
+lui per scongiurare gl'Italiani a prendere, il più prontamente
+possibile, delle misure atte a preservare da una maggiore ruina questo
+importante documento dei secoli scorsi. Chi si ricorda le parole di
+Cassiodoro, ultimo dei Romani, ministro dell'immortale Teodorico?
+Siccome si portava dinanzi a lui, contro i Goti, l'accusa di essere i
+distruttori della civiltà antica, egli gridò: «_Gothorum laus est
+civilitas custodita!_» E' questo un proposito, al quale si dovrebbero
+ispirare gl'Italiani d'oggi; se essi hanno un diritto storico sul
+monumento di Teodorico, noi tedeschi gli siamo legati da una specie di
+attaccamento morale. A questo titolo, mettiamo il mausoleo del gran re
+dei Goti sotto la protezione del sentimento di pietà che ordinariamente
+ispirano i ricordi del proprio passato glorioso. Grazie a Dio, non siamo
+più a quell'epoca di vero vandalismo, in cui si abbandonavano con
+indifferenza al disfacimento e alla rovina i più maravigliosi monumenti
+dell'arte e della storia.
+
+Alla fine del 539, il grande Belisario fece la sua entrata da vincitore
+nella città di Ravenna, fino allora inespugnabile, e si stabilì nella
+dimora abbandonata di Teodorico. Non è pertanto a lui, ma al suo emulo
+in valore e gloria, all'eunuco Narsete che il destino riserbava l'onore
+di por fine alla spaventosa guerra intrapresa contro i Goti. Giustiniano
+nominò questo generale patrizio e governatore delle sue Provincie
+d'Italia; e Narsete fissò la sua residenza nel palazzo di Teodorico, e
+Ravenna continuò a essere considerata come la capitale d'Italia.
+
+La più celebre delle chiese di Ravenna è quella di San Vitale, presso il
+mausoleo di Galla Placidia. Cominciata nell'ultimo anno di regno di
+Teodorico e continuata durante tutto il periodo della guerra contro i
+Goti, era ancora incompiuta, quando Belisario fece la sua entrata nella
+città. Finalmente, nel 547, l'arcivescovo Massimiano consacrò la chiesa
+nel momento in cui, per la seconda volta, Totila assediava Roma, e
+Belisario, per la seconda volta pure, la difendeva vittoriosamente. La
+costruzione di San Vitale è dunque contemporanea alla caduta dei Goti e
+glorificò il trionfo di Costantinopoli. Nella stessa epoca Giustiniano
+erigeva, nella sua capitale, il magnifico monumento di Santa Sofia, di
+cui l'imagine si riflette nella forma di San Vitale. Per la storia
+dell'arte, questa basilica bizantina rappresenta il tipo più puro
+dell'architettura e della pittura del periodo giustiniano, di cui
+restano, a parte Santa Sofia, così pochi monumenti originali anche in
+Costantinopoli. Ciò, sopratutto, per i mosaici così numerosi e così
+ricchi in tutte le basiliche bizantine del tempo di Giustiniano e di
+cui la maggior parte sono oggi scomparse.
+
+San Vitale ha la forma di un ottagono, con cupola. Delle colonne interne
+sostengono la chiesa, e una galleria di archi la circonda a mezza
+altezza. La cupola era un tempo rivestita di mosaici, ma questi a poco a
+poco sono caduti, mentre conservati si sono invece nella loro integrità
+i celebri mosaici del presbiterio. L'edificio fu così solidamente
+costruito, che l'opera dura da 1300 anni, senza aver subìto la minima
+riparazione notevole: fatto questo veramente importante nella storia del
+mosaico. I rivestimenti di San Vitale sembrano appartenere a due epoche
+distinte, separate probabilmente da un secolo d'intervallo. I più
+recenti mosaici sono nella parte superiore del presbiterio. Le figure
+del Cristo e degli apostoli si avvicinano digià a ciò che si è convenuto
+chiamare tipo bizantino. Il Cristo è barbuto ed ha lunghi capelli
+biondi. Al contrario, nella tribuna il Salvatore appare con un viso più
+giovane; è seduto fra due angeli, sul globo del mondo, e offre la corona
+al martire Vitale, mentre a sinistra sant'Ecclesio, fondatore della
+basilica, gli porge la pianta dell'edificio. Il Cristo porta l'aureola
+con la croce, ed è vestito di un manto scuro, tutto di un colore.
+L'espressione di questa giovane fisonomia ha nello stesso tempo tanta
+grazia antica e purezza ideale, quanta non ricordo di averne mai
+riscontrata in nessun altro mosaico. Nella stessa tribuna l'artista ha
+osato rappresentare, al lato dei sacri personaggi, dei ritratti profani
+e contemporanei, quelli dell'imperatore Giustiniano e de' suoi
+cortigiani. Non conosco un altro esempio simile, poichè il celebre
+mosaico laterano a Roma, che rappresenta Carlomagno, non era destinato
+che ad una sala da pranzo. Sul muro di destra della tribuna si vede
+Giustiniano in piedi, la testa cinta da un'aureola; il che prova come
+allora questo simbolo non avesse ancora il significato dogmatico
+attribuitogli più tardi. Egli porta in mano un'offerta; sulla sua veste
+semplice e scura brilla una stella d'oro; i suoi piedi sono calzati da
+coturni di porpora bizantina; la testa è giovanile, di un ovale
+regolare, il corpo vigoroso e slanciato. L'imperatore ha i baffi, mentre
+i guerrieri che lo circondano, armati di lance e scudi col monogramma di
+Cristo, appaiono assolutamente imberbi. Dall'altra parte del dipinto,
+san Massimiano, seguito da due ecclesiastici, s'avanza incontro a
+Giustiniano. Si direbbe che, per rispetto alla maestà imperiale, la
+quale, del resto, rivendicava anche quella del supremo pontificato, si
+sia volontariamente spogliato dell'aureola; egli, difatti, non porta
+tale attributo; tratto caratteristico, questo, del dogma bizantino e che
+riflette la natura inaccessibile e il prestigio divino della potenza
+imperiale. Sappiamo, d'altronde, che l'aureola fu originariamente tratta
+dalle imagini di Apollo e che essa circondava digià la testa degli
+imperatori romani onorati nell'apoteosi.
+
+Di fronte, sulla parete sinistra della tribuna, si vede la sposa
+dell'imperatore, Teodora, un tempo prostituta a Bisanzio e famosa per
+l'abilità sfrontata con cui riproduceva sul teatro le scene più
+impudiche, in seguito imperatrice d'Oriente e d'Occidente; essa pure è
+riprodotta con l'aureola di Cristo sulla testa, in un santuario, in
+mezzo ai Santi! Conoscendo le incredibili storie che su questa donna
+narra Procopio, il cronista di Belisario e l'ultimo degli scrittori
+classici dell'antichità, e ricordando come egli abbia stigmatizzato
+nella sua _Storia secreta_ il carattere di Giustiniano, si rimane
+veramente stupiti di trovare una simile imagine in un quadro sacro di
+chiesa. Certo, noi non ne vorremmo essere privati per questo, poichè
+hanno per la storia un prezzo inestimabile. E siccome l'arte di
+quell'epoca era ancora capace di esprimere le rassomiglianze, si può
+ammettere che queste figure imperiali non fossero parto di fantasia e
+che si avvicinassero abbastanza all'originale.
+
+Teodora v'è rappresentata come una donna giovane, bella, imponente e di
+aspetto veramente imperiale. Porta il sontuoso diadema bizantino, e il
+suo sacro mantello è riccamente ornato, alla foggia orientale, di ricami
+d'oro e di pietre preziose. Come Giustiniano, essa tiene in mano un vaso
+che porta a titolo di offerta. Ai suoi lati le dame della corte, di
+nobile aspetto come la loro padrona, sono vestite di broccato
+drappeggiato all'antica, in colori ricchi e svariati. E' notevole la
+loro pettinatura, la quale ricorda esattamente quella delle donne romane
+del tempo de' Flavii e degli Antonini. Sarebbe azzardato voler ritrovare
+dei ritratti autentici in queste figure, che si rassomigliano le une
+alle altre; ma pur tuttavia tali tipi muliebri, appartenenti all'epoca
+più brillante, più sontuosa, più raffinata della corte di Bisanzio, non
+si possono guardare senza interesse. L'artista ha dato loro un carattere
+di vera grandezza, senza mai cadere nell'esagerato. Un'eguale
+espressione di solennità e di gravità è trasfusa nella loro fisonomia, e
+così, nonostante il carattere profano, la santità del luogo non è
+turbata. Esaminando quegli splendidi mosaici non si può fare a meno di
+rilevare che l'arte bizantina, di cui sono un'emanazione, era ancora ben
+vicina all'antichità. Non vi è traccia di quella concezione religiosa
+esaltata, nemica di ogni gioia umana, nè di quello stile rigido
+monastico che si è preso l'abitudine, non so perchè, di chiamare
+bizantino.
+
+Per ricche che siano le chiese di Roma in mosaici, non ne possiedono che
+di quelli dal VI secolo in poi, e non possono certo paragonarsi al
+valore artistico e storico di quelli di San Vitale. Mentre s'innalzava
+la basilica di Ravenna, o tutt'al più dieci anni dopo, sotto il governo
+di Narsete, si costruiva a Roma la chiesa dei Dodici Apostoli.
+Disgraziatamente dei mosaici che la ornavano nulla oggi resta. I soli
+mosaici conservatici di quell'epoca sono quelli dell'antica basilica dei
+Santi Cosma e Damiano, basilica costruita da Papa Felice IV sul Foro
+Romano (524-530). Lo stile n'è vigoroso e originale; ma sono ancora
+lontani dalla perfezione artistica dei mosaici di Ravenna.
+
+Fui lieto di trovare in S. Vitale dei mosaicisti romani, che vi
+lavoravano da molti anni, sino dai tempi del Governo pontificio, intenti
+a restaurare i mosaici. Ci fu un tempo in cui, essendo quest'arte
+sparita da Roma, si facevano venire artisti da Bisanzio o dalla celebre
+scuola di Montecassino. Ma le cose cambiarono nel secolo XIII, quando,
+sotto Innocenzo III e Onorio III, l'arte romana prese un novello
+impulso. Da allora fino ai nostri giorni, con lievissime interruzioni,
+l'arte del mosaico si è mantenuta florida sulle sponde del Tevere.
+
+Gli operai, padre e figlio, che incontrai a Ravenna, appartenevano ad
+una famiglia che da più generazioni praticava quest'arte, appunto come
+la famiglia dei Cosmati, i quali vissero a Roma nel XIII secolo. Ribel,
+uno dei mosaicisti, era, quando lo vidi, occupato a ripulire e riparare
+le parti guaste d'un mosaico laterale della tribuna, con un prodotto
+chimico testè scoperto, il quale permette di rendere ai mosaici,
+anneriti dal tempo, tutto il loro splendore. La prova che il mosaicista
+stava compiendo su una delle figure era talmente ben riuscita, che
+l'imagine, ringiovanita e rinfrescata, brillava dei più vivi colori. Col
+tempo tutti i quadri di San Vitale saranno sottomessi alla stessa
+operazione, e allora solamente potremo godere pienamente la loro
+primitiva bellezza.
+
+Quegli artisti mi offrirono, come ricordo, un oggetto che non si trova
+certo facilmente negli _albums_ di fotografie: il ritratto di
+Giustiniano, in formato di carta da visita. Essi avevano trovato
+un'imagine di questo imperatore in certi pezzi di mosaico, che dovevano
+aver adornato un tempo il muro interno, situato al disotto della porta
+di Sant'Apollinare l'avevano pulito e fotografato. Giustiniano vi era
+rappresentato come a San Vitale, ma soltanto in mezzo busto. Il suo viso
+somigliava a quello che ammirasi nella basilica, ma appariva più pieno e
+leggermente effeminato. Aveva la stessa toga sacra, attaccata alla
+spalla da un fermaglio di diamanti; il diadema era ornato, come sulle
+monete, da due file di pietre preziose. Attorno al viso si delineava
+egualmente un'aureola circolare, di color rosso porpora, cosparsa di
+punti bianchi, simili a perle. La figura si staccava su di un fondo
+d'oro, e al disotto si leggeva in caratteri romani il nome di
+Giustiniano. Un ritratto interessantissimo insomma.
+
+La bella basilica di Sant'Apollinare fu compiuta quasi alla stessa epoca
+di San Vitale.
+
+L'esterno, come quello delle altre basiliche di Ravenna, non ha verun
+interesse. Il campanile al suo fianco ha quella forma speciale che
+sembra particolare a Ravenna, ove se ne trovano parecchi altri
+esemplari. Queste tane, di aspetto barbaro, sono circolari e di altezza
+media, costruite di rozzi mattoni, senza armature, nè altri ornamenti,
+forate da piccole finestre arcate, che una piccola colonna divide in
+due parti. Credo siano costruzioni dell'VIII o del IX secolo, piuttosto
+che del VI. L'interno della chiesa si divide in tre vani, che sopportano
+ventiquattro colonne di marmo greco e che, come la maggior parte delle
+basiliche di Ravenna, presentano un carattere di nobile semplicità. Ciò
+che distingue queste chiese dalle costruzioni romane della stessa epoca,
+è che esse hanno conservato un'impronta di grazia serena e come
+attaccata ancora alle potenze terrestri. Si nota pure che esse sono la
+libera produzione di un'epoca piena di vita realizzante, con la sua
+propria originalità, un ideale passato allo stato di tipo. Benchè la
+vecchia città, cadente in rovina, dovesse, a quel tempo, fornire ampia
+messe di colonne antiche, gli architetti di Sant'Apollinare hanno
+sdegnato servirsene. Le loro colonne e i loro capitelli omogenei, ancora
+più difficili a produrre, sono opere originali e non copiate da altri
+monumenti antecedenti. È l'opposto di Roma, ove, per costruire una nuova
+basilica, riunivano ordinariamente il maggior numero possibile di
+materiali tolti da edifici antichi, ruinando colonne ed anche capitelli
+eterogenei.
+
+Il vano centrale di Sant'Apollinare è ornato di bei mosaici. Se i
+mosaici di San Vitale sono notevoli per le personalità storiche, di cui
+ci offrono l'imagine, quelli di Sant'Apollinare lo sono per la
+rappresentazione dei monumenti esistenti in Ravenna a quell'epoca. Sulla
+parete destra del vano centrale si scorge, brillante di colori
+freschissimi, la città di Ravenna, con la chiesa di San Vitale, con vari
+altri monumenti e col palazzo di Teodorico.
+
+Sul frontone del monumento si legge, a lettere d'oro, un nome che non
+poteva appartenere che alla dimora di Teodorico, quello di _Palatium_.
+Seguono venticinque imagini di santi, che tengono in mano delle corone,
+separati gli uni dagli altri da palme. Al termine della schiera,
+contornato d'angeli, sta un Cristo vestito di scuro e seduto su di un
+trono.
+
+Sul muro di sinistra, una composizione simmetrica rappresenta un corteo
+di giovani sante, un'adorazione di magi e una riproduzione
+architettonica. La Vergine occupa il trono, ed è una figura dolce e
+graziosa; ha la testa cinta dal velo delle religiose. Quanto ai re magi,
+la loro origine barbara si manifesta nei mantelli corti fatti di
+broccato, nei colori vistosi e nell'abito intero. Prive di ogni
+personalità, uniformi anche nelle linee del volto, le sante donne sono
+avvolte in ricche stoffe bizantine e in veli bianchi; portano il
+diadema greco sulla testa. Queste imagini limpide, finemente
+ombreggiate, si distinguono da certe figure di santi appartenenti alla
+più antica maniera, come se ne vedono nelle basiliche romane, per
+esempio in San Paolo e in altre chiese, il più delle volte sull'arco di
+trionfo e sui quadri laterali delle tribune. Si ritrova in quelle di
+Sant'Apollinare la tradizione dell'arte antica. Nessun segno in esse
+della vicina barbarie; la monotonia stessa dei tipi non stanca l'occhio,
+e dà piuttosto all'insieme una specie di pace solenne, animata dalla
+grazia dei contorni e dalla ricchezza dei costumi.
+
+All'estremità del mosaico si vede il sobborgo di Classe, oggi distrutto,
+che fa riscontro all'imagine di Ravenna della parete opposta. E' un
+castello solidamente fortificato, con torri merlate, a cui si stende
+dinanzi il mare azzurro, cosparso di vascelli dalle bianche vele. Nel
+suo complesso è di un effetto straordinario.
+
+Ravenna non possiede nessun'altra chiesa che possa eguagliare la nobile
+opulenza e le felici proporzioni di Sant'Apollinare. Ha però ancora un
+certo numero di vecchie e notevoli basiliche, che mi limiterò ad
+indicare. Teodorico vi aveva fatto costruire parecchie chiese ariane,
+come quella dello Spirito Santo, ancora esistente, e di Santa Maria in
+Cosmedino: non mi ci fermerò, come non intendo fermarmi a parlare di
+altri monumenti più antichi, dell'epoca di Galla Placidia, come San
+Giovanni Evangelista, Sant'Agata e San Francesco. Solo la cattedrale
+della città meriterebbe uno studio profondo, perchè fu la sede dei
+patriarchi, un tempo così potente, ma ricostruita intieramente nel XVIII
+secolo. Questa cattedrale era la più antica delle chiese di Ravenna, di
+poco posteriore alle chiese romane di San Pietro e San Paolo e di San
+Giovanni in Laterano, risalendo all'arcivescovo Urso, da cui gli venne
+il nome di Basilica Ursiana. In origine era una basilica a cinque navate
+riposanti su cinquantasei colonne. Ne' suoi muri si trovavano
+rappresentate in gran numero scene della storia di Ravenna. Tutto ciò
+ora è scomparso, e qualunque sia l'interesse di alcune parti del nuovo
+fabbricato, niente di esso attrae in modo speciale la nostra attenzione.
+
+Gli archivi del palazzo arcivescovile costituiscono oggi il suo tesoro
+più prezioso. La collezione delle pergamene, composta di quasi 25,000
+documenti, quella dei papiri, che risale sino al secolo V, poteva essere
+considerata come una miniera inesauribile di documenti prima che parte
+di queste due collezioni fosse trasportata al Vaticano, parte distrutta
+e dispersa.
+
+A poca distanza dal Duomo si trova ancora il vecchio battistero di San
+Giovanni in Fonte, esso pure attribuito all'arcivescovo Urso. Questa
+curiosa costruzione ottagonale si compone di due file di arcate romane
+sovrapposte, d'aspetto antichissimo, ed è sormontata da una cupola
+interamente ricoperta di mosaici, rappresentanti il battesimo di Cristo
+e i dodici apostoli.
+
+Fuori della città si possono ammirare due vecchie basiliche: Santa Maria
+in Porto e Sant'Apollinare in Classe. Quest'ultima è, senza dubbio, la
+più bella chiesa di Ravenna. Visitiamola. Come è noto, una volta il mare
+si avanzava sino a poca distanza dalla città e, in grazia di questa
+vicinanza e dei corsi d'acqua e delle lagune, Ravenna godeva una
+sicurezza e un'importanza commerciale pari a quelle che più tardi
+dovevano fare la fortuna di Venezia. E come Venezia, Ravenna, di cui la
+fondazione risale a tempi favolosi, era originariamente in parte
+costruita su delle isole.
+
+L'imperatore Augusto, conquistato da questa posizione topografica
+eccezionale, aveva deciso di riparare a Ravenna la flotta
+dell'Adriatico; di là l'origine del sobborgo di Cesare e di Classe, di
+cui il secondo prese il nome dalla stazione navale stessa. Per lunghi
+anni Ravenna serbò il monopolio del commercio nell'Oriente; poi,
+l'interramento del suo porto e circostanze politiche, finirono per
+produrre la sua decadenza, tutta a profitto di Venezia.
+
+Da allora l'Adriatico si è ritirato a sette miglia dalla città, in guisa
+che non lo si scorge più da nessuna parte. Solo il vento umido, che
+giunge dal largo e passa al disopra delle foreste della costa, rivela la
+vicinanza del mare. Il punto stesso del vecchio porto non può più essere
+determinato con esattezza. Il nome d'una chiesa presso le mura della
+città, Santa Maria in Porto, e anche la piazza di Sant'Apollinare in
+Classe, sono le sole a indicare la regione, dove si trovavano un tempo i
+bacini e gli arsenali.
+
+Per arrivare alla basilica di Classe bisogna percorrere circa tre
+miglia, in direzione nord-est. Da prima si traversa il Ponte Nuovo, al
+disopra del fiume Ronco; poi si scorge, a due miglia di distanza, in una
+solitudine completa, l'antica chiesa con a lato il campanile rotondo e
+cupo. Tutto all'intorno si stende una vasta pianura paludosa, d'aspetto
+severo e malinconico, rotta qua e là da risaie. Dalla parte del mare si
+scorge, come una cintura di un verde scuro, la celebre e immensa
+Pineta. Verso ovest s'innalzano all'orizzonte, lontano, le cime
+azzurognole degli Appennini.
+
+Sant'Apollinare fu costruita nel 535 da Giuliano Argentario, al quale si
+attribuisce la maggior parte delle basiliche di Ravenna di quell'epoca.
+Nel 549, la chiesa fu consacrata dal patriarca Massimiano, il quale
+terminò anche San Vitale. Del portico quadrato che la circondava, non
+rimane più che la parte anteriore, la quale forma ora il vestibolo;
+questo, in tutte le vecchie chiese di Ravenna, è specificato col nome di
+Ardica (derivato da Narte). L'interno della basilica è magnifico; le sue
+proporzioni sono maestose e semplici. Ventiquattro superbe colonne di
+marmo greco, non tolte a templi antichi, ma scolpite espressamente per
+questo monumento e ornate di capitelli simili, separano le navate.
+Secondo l'uso primitivo, il tetto a travicelli non ha ornamenti. Lo
+spirito dei tempi antichi spazia su tutto il monumento, e questa
+impressione è vieppiù rafforzata dallo spettacolo di una lunga schiera
+di sarcofaghi nelle pareti delle navate laterali. Non ho visto in
+nessun'altra città, tranne ad Arles, una così grande quantità di
+sarcofaghi innalzati isolatamente nell'interno delle chiese. La vista di
+quelli di Sant'Apollinare ha immediatamente risvegliato in me il
+ricordo della famosa strada coperta di tombe della vecchia città
+provenzale.
+
+Le urne funerarie di Ravenna si distinguono in maniera tutta speciale
+dai sarcofaghi romani dell'epoca cristiana. Roma ne possiede un gran
+numero, molto interessanti, in parte del secondo periodo del medio evo;
+se ne trovano nelle Grotte del Vaticano, nel museo di San Giovanni in
+Laterano e qua e là nelle chiese. Numerose tombe dei primi tempi del
+cristianesimo sono anche ornate da soggetti religiosi, scolpiti in
+rilievo. Le urne funerarie di Ravenna, invece, appartengono all'epoca
+gotica bizantina e anche all'epoca barbara, e quasi sempre sono dei
+sarcofaghi molto massicci, fatti di marmo greco, d'un bianco giallastro,
+senza ornamenti, tranne i simboli cristiani e una semplice iscrizione. A
+parer mio, nessuno di essi è improntato all'antichità pagana, come a
+Roma in alcune tombe papali. A Ravenna sono state tutte eseguite per lo
+scopo a cui erano destinate. Le loro forme, grandiose e originali,
+producono una profonda impressione; si direbbe che tali sarcofaghi,
+dalle volte sollevate e massiccie, abbiano servito di sepoltura a eroi
+goti, piuttosto che a patriarchi.
+
+Sembra che l'arte della scultura fosse già spenta a Ravenna, avanti i
+tempi di Galla Placidia, poichè non la si ritrova viva che nei suoi
+rapporti diretti con l'architettura. L'arte di riprodurre figure si
+concentrò interamente nel lavoro del mosaico, e vi produsse, in quei
+tempi semi-barbari, una ricca e preziosa fioritura. Conforme all'uso
+cristiano, quei sarcofaghi venivano posti un tempo sotto il portico
+esterno della chiesa. Essi racchiudono i corpi dei patriarchi della
+città, dal V all'VIII secolo. A somiglianza di quanto si è fatto nella
+chiesa di San Paolo fuori le mura, a Roma, si sono ornati i muri delle
+navate di una fila di ritratti, rappresentanti la lunga serie degli
+arcivescovi di Ravenna; ma questa decorazione è di recente data. Come
+la lista dei Papi comincia da San Pietro, quella dei metropolitani
+di Ravenna si apre col missionario Apollinare, fondatore
+dell'arcivescovato. Il patrono e capo gerarchico di Ravenna era stato,
+secondo la tradizione romana, istituito vescovo da San Pietro, a Roma;
+era, dunque, discepolo del principe degli apostoli. Tuttavia, si
+rivendicò molto tempo per lui, contro San Pietro, la supremazia sul
+mondo cristiano; o, per essere più precisi, i vescovi di Ravenna suoi
+successori rifiutarono per vari secoli il primato di Roma. Le ricchezze
+temporali del seggio di Sant'Apollinare erano, d'altronde,
+considerevoli, poichè gli arcivescovi possedevano immobili lontani,
+perfino in Sicilia e in Oriente. Dopo la caduta del regno longobardo,
+come ho già ricordato, si eressero un momento a padroni dell'Esarcato,
+contro le pretese dei Papi.
+
+Il patriarca di Ravenna era ancora, nell'XI secolo, così ricco e così
+potente che l'imperatore Enrico IV, durante la sua lotta contro Gregorio
+VII e la contessa Matilde, trovò in lui il suo più forte sostegno. Fu
+l'arcivescovo della città, Vilberto, che l'imperatore scelse per elevare
+alla dignità di anti-papa, sotto il nome di Clemente III; ma questo
+avvenimento segnò il termine della grandezza della chiesa di Ravenna.
+
+All'epoca in cui l'Impero era fiorente, parecchi tedeschi furono
+innalzati dall'Imperatore alla dignità di arcivescovi di Ravenna e
+dotati per questo titolo di larghi privilegi.
+
+La città vide pure qualcuno de' suoi metropolitani salire sul seggio
+pontificio, fra questi il ferreo Giovanni X e il celebre Gilberto o
+Silvestro II, ai tempi di Ottone III. Nello stesso tempo circa, due
+grandi santi, Romualdo e Pietro Damiano, gettarono un vivo splendore
+sulla chiesa di Ravenna. La storia degli arcivescovi forma, dunque, fino
+ai secoli XII e XIII parte integrante degli annali della chiesa romana
+e del medio evo italiano. Il primo tentativo di un'opera su questa
+storia risale alla metà del VII secolo, e fu Agnello da Ravenna a
+compierlo. La sua opera, il _Liber pontificalis_, reca l'impronta di
+quel tempo ancora barbaro, ma la sua antichità la rende di gran valore,
+e le numerose e preziose informazioni storiche che racchiude, le danno
+un prezzo inestimabile, mentre la sua infantile ingenuità la circonda di
+una certa grazia.
+
+Dopo Carlomagno, fino all'epoca degli Hohenstaufen, ben pochi imperatori
+tedeschi tralasciarono di visitare Ravenna, sia nei loro viaggi a Roma,
+sia durante le guerre che sostennero in Italia: lo si rileva
+dagl'itinerarî:
+
+La capitale dell'antico esarcato offriva agl'imperatori una forte
+posizione nella penisola, durante le loro lunghe lotte con le città e i
+Papi.
+
+I titoli di proprietà che la Santa Sede faceva valere su Ravenna, non
+erano riconosciuti dagl'imperatori. Dal tempo degli Ottoni, la Romagna e
+l'esarcato venivano trattati come terre dell'Impero e governati da conti
+imperiali. Fu Rodolfo degli Hasburgo il primo a rinunziare solennemente,
+in favore della Santa Sede, ai diritti che per tutta l'antichità
+l'Impero aveva rivendicato su quelle provincie. Gli Ottoni ebbero per
+il soggiorno di Ravenna una predilezione speciale; e Ottone I,
+sopratutto, non vi dimorò meno di cinque volte, nel 967, 968, 970, 971 e
+972. Questo principe, il più potente dei sovrani tedeschi che stesero la
+loro dominazione sull'Italia, considerava così poco il Papa come padrone
+di Ravenna, che si fece costruire un nuovo palazzo presso le mura della
+città. Il luogo di questa dimora imperiale non si può determinare con
+esattezza; certo è che nè Cesare, nè Classe erano ancora scomparse a
+quel tempo.
+
+Ottone II dimorò due volte a Ravenna e Ottone III vi soggiornò a tre
+riprese. Fu qui che questo giovane principe proclamò il primo dei Papi
+tedeschi, suo cugino Bruno, che dopo, sotto il nome di Gregorio V, si
+pose sulla propria testa la corona imperiale. Ottone III amava Ravenna e
+i suoi santi, con quella passione esaltata che fu il segno distintivo
+del suo carattere. Ivi egli elevò dal seggio episcopale alla dignità
+pontificia il suo maestro, l'illustre Gerberto. Pochi anni appresso,
+Ottone III ripassava da Ravenna, questa volta fuggiasco, cacciato dai
+Romani, e vi rimaneva per alcune settimane, nel monastero di Classe,
+nella cella del famoso Romualdo, sotto il saio monacale e in mezzo a
+pratiche di penitenza.
+
+Di questo avvenimento rimase ancora memoria sui muri della basilica, in
+iscrizione moderna, è vero, e di fattura ecclesiastica.
+
+Eccone la traduzione: «Ottone III, imperatore di Germania, re dei
+Romani, sottomettendosi alla regola severissima di san Romualdo per la
+remissione dei suoi peccati, venne scalzo dalla città di Roma al monte
+Gargano, dimorò quaranta giorni come penitente in questo chiostro e in
+questa basilica, espiò i suoi delitti sotto il cilicio e con
+mortificazioni volontarie, dando un augusto esempio di umiltà e,
+Imperatore, illustrò questo tempio e insieme il suo pentimento»[11].
+
+Il celebre convento di San Romualdo non fu soppresso che sotto il regno
+di Napoleone I. I suoi fabbricati in rovina si trovano presso la
+basilica, fra cespugli di felci e olivi. I monaci sono dispersi; uno
+solo fra essi erra ancora malinconico nella chiesa della quale è
+guardiano. La vecchia basilica rovina, insieme col campanile che le è al
+lato, e somiglia piuttosto a un faro che ad un campanile. La desolazione
+del vecchio monumento è infinita, e lo spettacolo della campagna deserta
+che lo circonda, dà una tristezza immensa, mentre è di una
+indescrivibile bellezza. Ho visto quella grande pianura paludosa durante
+un uragano che brontolava lontano sull'invisibile Adriatico e che aveva
+coperto il cielo di nere nubi. Le acque addormentate, coperte di piante
+acquatiche, le ruine sprofondate, la vecchia basilica e gl'immortali
+ricordi che essa evoca, la strada deserta che traversa la campagna nella
+direzione di Cesena, la cupa foresta di pini che si stende a perdita
+d'occhio e le cui cime gigantesche si stendono calme e maestose come
+grandi palme; dall'altra parte, attraverso l'atmosfera solcata di lampi,
+le torri dell'antica città: tutto questo insieme silenzioso, melanconico
+e morto, senza un cinguettio d'uccelli, senza un profilo umano,
+contribuisce a gettare l'anima in una profonda e indicibile commozione.
+
+Le rive melanconiche del Ronco conservano ancora il ricordo di un altro
+avvenimento storico, quello che ha segnato la giornata dell'11 aprile
+1512, uno dei più terribili scontri che abbia insanguinato il suolo
+italico, una lotta così eroica che Teodorico e Odoacre stessi ebbero ad
+ammirare il valore dei combattenti. E' là che gli eserciti alleati degli
+Spagnoli e del bellicoso Papa Giulio II, correndo in soccorso del
+generale Marco Antonio Colonna, rinchiuso in Ravenna, furono assaliti
+dalle truppe di Luigi XII, re di Francia, comandate dal giovane Gastone
+di Foix. I Francesi riportarono la vittoria; ma la pagarono con la vita
+del loro illustre ed eroico generale.
+
+I più celebri capitani dell'epoca, quelli che dovevano illustrarsi nel
+gran secolo di Carlo V, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi, il fior
+fiore dell'aristocrazia, tutti presero parte alla battaglia. Un grande
+poeta, l'Ariosto, si trovava nel campo del duca di Ferrara, e colui che
+più tardi doveva essere papa Leone X, allora legato, fu fatto
+prigioniero.
+
+Se Gastone di Foix avesse sopravvissuto alla sua vittoria, nulla gli
+avrebbe impedito d'impadronirsi di Roma e di Papa Giulio II. Ma la buona
+sorte che si è sovente attaccata alla Santa Sede, apportò un buon
+cambiamento; i Francesi vincitori furono bentosto vinti e costretti a
+lasciare l'Italia.
+
+La colonna commemorativa che si vede ancora oggi sul campo di battaglia,
+sulla riva del Ronco, fu eretta nel 1557, per cura del governatore
+pontificio della Romagna, Donato Cesi, che divenne più tardi cardinale.
+Delle iscrizioni incise su medaglioni di arte molto mediocre ricordano
+il grande avvenimento.
+
+Non ho, disgraziatamente, potuto visitare la celebre foresta di pini,
+conosciuta sotto il nome di Pineta. La foresta sembra risalire ad una
+lontana antichità. Si dice che già al tempo dei Romani se ne traessero i
+materiali per la gettata del porto. L'esercito goto vi accampò, quando
+Teodorico assediò Odoacre in Ravenna. La maggior parte si compone di
+boscaglie di piante diverse, in mezzo alle quali si innalzano gli alti
+fusti dei pini. I frutti di questi alberi racchiudono delle nocciuole, a
+forma di mandorle, di cui Ravenna fa un commercio molto esteso. Si
+calcola a diecimila il numero delle staia di tale frutto, che ogni anno
+vengono spedite fuori. Gli abitanti di Ravenna mi hanno fatto delle
+descrizioni incantevoli dell'interno selvaggio e deserto della loro
+Pineta, delle macchie nelle quali i cacciatori inseguono il cinghiale, e
+delle regioni in cui la foresta si avanza sino alla costa e viene a
+morire in riva a golfi pittoreschi, bagnati dal mare. Il bosco si
+estende lungo l'Adriatico per una lunghezza di ventiquattro miglia,
+dalla città di Cervia sino alla foce del Po, chiamata Spina o
+_Spinetrium_. Misura tre miglia nella sua maggior larghezza.
+
+Noi abbiamo studiato i monumenti di Ravenna, seguendo il succedere dei
+tempi piuttosto che l'ordine topografico, e non ci siamo occupati che di
+qualcuno di essi, di quelli che caratterizzavano meglio la loro epoca.
+Abbiamo rilevato che la grande epoca guelfa non si ritrova quasi in
+nessun palazzo, in nessuna chiesa. Ma in mancanza di questi monumenti,
+gli abitanti di Ravenna mostrano con orgoglio, in un vicolo secondario,
+una piccola cappella funeraria, che essi non cambierebbero con la più
+bella cattedrale del mondo. Là è sotterrato, a lato di Galla Placidia e
+di Teodorico, il più gran genio dell'Italia, eroe e vittima della lotta
+dei Guelfi e dei Ghibellini, a cui ha innalzato un monumento imperituro.
+
+Quand'anche Ravenna non avesse altra attrattiva che la tomba di Dante, e
+altra gloria che quella di aver offerto l'ultimo asilo al Poeta, ciò
+basterebbe a preservare eternamente il suo nome dall'oblio.
+
+Fu nel 1320 che Dante, senza patria e nella più estrema povertà, si recò
+da Verona a Ravenna. In quei tempi, racconta il Boccaccio, un nobile
+signore, Guido da Polenta, era padrone di Ravenna, città antica e
+celebre della Romagna. Egli era molto erudito nelle scienze liberali,
+onorava grandemente gli uomini di valore e specialmente quelli che la
+loro alta istruzione poneva al disopra degli altri. Quando seppe che
+Dante, di cui la riputazione era da lunga data giunta sino a lui, si
+trovava in Romagna, nella miseria e nello scoraggiamento, decise, senza
+esserne stato da lui sollecitato, di offrirgli un asilo e di trarlo
+dalla sua situazione disperata. Sotto la benevola protezione di questo
+nobile signore, Dante abitò Ravenna per qualche tempo, quando aveva
+perduto ogni speranza di ritornare a Firenze.
+
+Là egli formò un certo numero di allievi, nell'arte della poesia,
+sopratutto usando la lingua volgare, che, primo fra gl'Italiani, come
+afferma lo stesso Boccaccio, ha saputo elevare all'altezza che il greco
+Omero il latino Virgilio avevano conquistato per la loro lingua materna.
+
+La famiglia Polenta era divenuta nel 1275 padrona della città, dominata
+per lo innanzi dai duchi dell'antichissima famiglia dei Traversari:
+Guido da Polenta era nipote della bella Francesca, che fu maritata a
+Giovanni Malatesta da Verrucchio, podestà di Rimini, e del quale il
+poema di Dante ha immortalato il ricordo. Il signore di Ravenna non
+prese in mala parte i versi, ove l'ombra di Francesca da Rimini appare
+tra le ombre votate alla dannazione eterna.
+
+Dante finì la sua vita a Ravenna sotto la protezione di Guido.
+
+Il palazzo dei Polenta è scomparso senza lasciare la minima traccia, e
+della loro dominazione non resta altro monumento materiale che la tomba
+del poeta. A parte questo ricordo, niente risveglia più il loro nome, se
+non una lapide incastrata nel muro della chiesa di S. Francesco; essa
+rappresenta un uomo vestito di una tonaca dei frati minori e porta
+questa iscrizione: «_Hic jacet Magnificus Dominus Hostasius de Polenta
+qui ante diem felix obiens occubuit MCCCLXXXVI die XIV Mensis Martii.
+Cujus anima requiescat in pace._»
+
+Le lotte combattutesi nell'anima ardente di Dante, le passioni che
+animano così violentemente la sua opera e che gli hanno impresso il
+segno di una tale incomparabile personalità, tutte queste agitazioni si
+erano ben calmate, quando il gran poeta venne a terminare i suoi giorni
+a Ravenna. La fine della sua vita fu consacrata alle pie ed alte
+meditazioni, alla _Vita contemplativa_.
+
+Ivi egli compose i suoi salmi della penitenza e il suo Credo. Sembrava
+si fosse trasformato in penitente come aveva fatto l'imperatore Ottone
+III che, dopo aver visto crollare il suo potere su Roma, aveva rivestito
+il saio e si era rinchiuso per pregare nella cella di Sant'Apollinare.
+Quando sentì avvicinare la sua fine (si spense il 14 settembre 1321),
+domandò che lo si sotterrasse vestito dell'abito dei francescani. Per
+questo i frati minori lo considerano come uno dei loro; si ricorda,
+d'altronde, che nel suo poema egli si era già rappresentato cinto della
+corda di quest'ordine.
+
+Guido da Polenta fece seppellire il Poeta in un sarcofago di marmo nel
+convento dei frati minori. Si proponeva d'innalzargli un magnifico
+monumento, ma questo progetto non fu eseguito. Durante i disordini nei
+quali la famiglia Polenta perì, la tomba fu dimenticata. Nel 1482
+soltanto fu ricordato il dovere sacro che era stato lungamente
+trascurato. I Polenta erano stati cacciati. Bentosto annessa a Venezia,
+Ravenna fu governata da pretori della potente Repubblica. Uno di questi
+ultimi, Bernardo Bembo, padre del celebre cardinale, riprese il progetto
+di Guido da Polenta e fece innalzare al poeta, nel 1482, un bel
+mausoleo. E' quello che ci viene mostrato oggi, ma trasformato dai
+legati del papa nel XVII e XVIII secolo. Si sa, infatti, che i Veneziani
+cedettero, nel 1509, Ravenna alla Santa Sede, sotto il pontificato di
+Giulio II, che riunì anche Bologna al dominio di S. Pietro.
+
+La tomba di Dante ha la forma di un piccolo tempio, sormontato da una
+cupola e fabbricato nello stile del Rinascimento. L'interno è ornato di
+bassirilievi e d'iscrizioni. Quattro medaglioni rappresentano Virgilio,
+Brunetto Latini, Can Grande della Scala e Guido da Polenta. In faccia
+alla porta di entrata si trova il sarcofago di marmo, e al disopra il
+medaglione in rilievo del Poeta.
+
+La celebre iscrizione, da lui composta dice:
+
+ Jura monarchiae superos Phlegetonta lacusque
+ Lustrando cecini voluerunt fata quousque:
+ Sed quia pars cessit melioribus hospita castris,
+ Autoremque suum petiit felicior astris,
+ Hic claudor Dantes patriis extorris ab oris
+ Quem genuit parvi Florentia mater amoris.
+
+La tomba è sempre chiusa. Il conte Alessandro Cappi, che mi accompagnò
+nella visita al mausoleo, mi raccontò che nella suo gioventù aveva visto
+a Ravenna lord Byron, allora innamorato della contessa Guiccioli. Mai,
+mi disse la mia guida, lord Byron non passava in vista della tomba,
+fosse pure a distanza, senza scoprirsi rispettosamente, e mi sovvengo
+ancora dei bei versi che egli ha dedicato alla sepoltura di Dante.
+
+Ed è, infatti, un santuario a cui ogni uomo di animo elevato non
+saprebbe avvicinarsi senza commozione, un luogo di pellegrinaggio e di
+raccoglimento per tutti coloro che sono capaci di comprendere e ammirare
+il genio creatore del Poeta, tanto potente da innalzare al disopra delle
+tempeste e delle passioni un ideale eterno di calma e di sublime
+serenità.
+
+Dante simboleggia con la sua propria esistenza ciò che rende così
+maravigliosa la storia della sua patria, l'arte e la scienza producenti
+i loro più nobili fiori in mezzo alle più spaventose lotte civili.
+
+Da questo lato e da tanti altri il Poeta fiorentino è il rappresentante
+e come l'incarnazione del genio italiano verso la fine del medio evo.
+
+La solitudine in mezzo alla quale si drizza la tomba di Dante, produce
+un'impressione profonda, e bisogna felicitarsi che gli abitanti di
+Ravenna abbiano rifiutato ai Fiorentini pentiti la restituzione del loro
+tesoro nazionale. Dante continua così il suo destino d'esilio; egli
+riposa nella cella la cui ombra ospitale riparò i suoi ultimi giorni, in
+un monumento all'erezione del quale hanno preso parte la Serenissima
+Repubblica di Venezia e la Santa Sede. La sua tomba si drizza al largo,
+libera e isolata come una sepoltura di sovrano, come il mausoleo del
+grande Teodorico.
+
+
+NOTE:
+
+[1] Io desumo questi discorsi dallo scritto di un ufficiale francese che
+assistè alla scena.
+
+[2] Evidentemente qui l'imparzialità del Gregorovius vien meno. Quando
+lo storico tedesco scriveva queste righe, si era andata formando,
+sopratutto all'estero, una campagna denigratoria contro l'Eroe luminoso
+della nostra Indipendenza. In Francia, per esempio, un liberale ed uno
+scrittore di valore, Maxime du Camp, scriveva contemporaneamente di
+Garibaldi altrettanto e molto di peggio. Ciò, del resto, non era che
+l'effetto della campagna subdola e celata dei nemici della nostra
+libertà. _(N. d. T.)_.
+
+[3] Levate, venerabiles fratres, in circuitu oculos vestros, et
+videbitis, ac una Nobiscum vehementer dolebitis abominationes pessimas,
+quibus nunc misera Italia praesertim funestatur... Datum Romae apud S.
+Petrum die 17 octobris anno 1867. Pont. Nost. A. XXII.
+
+[4] Il conte Costantino Nigra, nato a Villa Castelnovo, Ivrea, nel 1828,
+e morto a Rapallo il 1 luglio 1906, fu una delle più illustri
+personalità del nostro Risorgimento. Cavour lo ebbe a segretario ne'
+suoi viaggi politici a Londra e a Parigi, sopratutto nel memorabile
+Congresso del 1856, dove il grande statista pose nettamente, davanti ai
+rappresentanti delle potenze, la questione della nazionalità italiana.
+Il Nigra rimase quindi alla Corte di Napoleone III, e divenne
+l'interprete gradito delle idee di Cavour e dei propositi di Re Vittorio
+Emanuele II. Fu ministro plenipotenziario dell'Italia presso la Corte di
+Francia sin dopo Sédan e grandemente sempre cooperò agl'interessi del
+nostro paese ed alla sua unità. _(N. d. T.)_.
+
+[5] Questo tratto caratteristico ce lo narra il cappellano degli zuavi,
+anch'esso prigioniero, che ha descritto semplicemente e fedelmente la
+dimora dei garibaldini a Monte Rotondo nella «Prigionia del P. Vincenzo
+Vannutelli». Episodii della invasione garibaldina del 1867. Appunti
+storici estratti dal suo giornale. Roma, Salviucci, 1869.
+
+[6] La narrazione del cappellano Vincenzo Vannutelli è stata da
+contemporanei degni di fede e da storici sereni, imparziali, in gran
+parte sconfessata. Il Vannutelli aveva tutto l'interesse, si capisce, di
+mettere in luce Garibaldi e i suoi valorosi compagni. Al Gregorovius,
+storico di solito così imparziale e sicuro, si può solo rimproverare di
+aver troppo prestato orecchio a quello che allora si andava propalando
+per l'Urbe dagli avversari di Roma capitale d'Italia, e per quanto non
+abbia certo accettato come verità sacrosanta quanto il cappellano degli
+zuavi aveva scritto. Lo provano, a questo proposito, le seguenti parole:
+
+«Il lettore si sarà accorto che il monaco romano del 1867 descrive i
+garibaldini colla ingenuità con cui Erodoto descrisse gli Sciti o
+Villani gli Unni. Quando, ancora prigioniero, ma sfuggito alla morte e
+travestito, viaggiava sulla linea ferroviaria di Spoleto, in un treno
+pieno di garibaldini che ritornavano nell'Umbria, nell'attraversare un
+tunnel, mentre il treno rallentava la corsa, egli, guardandosi intorno,
+pensava: «Ecco una esatta immagine dell'inferno. La luce incerta del
+vagone, la corsa sotterranea, il frastuono del treno, il clamore di
+tutti questi uomini vestiti di rosso, tutto contribuisce a farmi credere
+di essere piombato nel più profondo degli abissi infernali».
+
+[7] «Dopo la presa di Monterotondo molti si fecero, col broccato degli
+abiti sacerdotali dei distintivi da ufficiale, si presentarono ai
+presunti loro subordinati e dissero: Vedete, io son tenente, capitano, e
+così di seguito; al che fu risposto con un applauso di scherno, con
+fischi ed altri acuti suoni che facevano mettendo le dita nella bocca».
+
+[8] Pantaleone difese il suo già compagno di fede, che doveva essere
+fucilato. Anche dei parenti, che egli aveva fra i garibaldini, parlarono
+in sua difesa; altri giovani gli fecero scudo col loro corpo contro i
+furenti, che volevano finirlo, e che erano istigati da una contessa
+emancipata, certa Martini, la quale raccomandava loro di _spacciarlo_.
+Il monaco fu posto in libertà, ma internato a Perugia, di dove tornò
+felicemente a Roma.
+
+[9] Il marchese romano Capranica ha tradotto _Gli Albigesi_ e il
+_Savonarola_ di Lenau; ma queste versioni son tuttora inedite.
+
+[10] Dall'anno 1858, in cui io scrivevo queste pagine, molte cose si son
+mutate nei circoli letterari di Roma. Il simpatico Giovanni Torlonia
+morì il 9 novembre 1858 nell'età di 27 anni, lasciando nella giovine
+scuola un irreparabile vuoto. Nannarelli fu chiamato a Milano professore
+all'Accademia; l'avvocato Ciampi ha svolto felicemente le sue facoltà, e
+adesso è fortunato autore di commedie in versi. Recentemente, anche
+l'ufficiale romano Muratori ha acquistato buona fama di poeta
+drammatico.
+
+_(Nota dell'autore)._
+
+[11] Otto III. Rom. Imp. Germ. Ob Patrata Crimina Austeriori Disciplinae
+Sancti Romualdi Obtemperans Emenso Nudis Pedibus Ab Urbe Romana Ad
+Garganum Montem Itinere Basilicam Hanc Et Coenobium Classense XXXX
+Diebus Poenitens Inhabitavit Et Hic Cilicio Ac Voluntariis
+Castigationibus Peccata Sua Expians Augustum Dedit Humilitatis Exemplum
+Et Imperator Sibi Templum Hoc Et Poenitentiam Suam Nobilitavit Anno DCM.
+
+
+INDICE
+
+
+L'isola d'Elba . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3
+
+San Marco di Firenze . . . . . . . . . . . » 63
+
+La campagna dei volontari intorno Roma . . » 91
+
+Poeti romani contemporanei . . . . . . . . » 253
+
+Avignone . . . . . . . . . . . . . . . . . » 287
+
+Ravenna . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 343
+
+
+
+Nota del Trascrittore
+
+
+L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute,
+correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Tutte le
+occorrenze dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state
+normalizzate in (N. d. T.).
+
+Grafie alternative mantenute:
+
+ augurî/auguri
+ avversarî/avversari
+ côlti/colti
+ contrarî/contrari
+ decennî/decenni
+ edificî/edifici
+ esimî/esimi
+ giudizî/giudizi
+ païs/pais
+ Pontificî/Pontifici/Pontificii
+ Porto Ferraio/Porto-Ferraio/Portoferraio
+ prigionia/prigionìa
+ proprî/propri
+ sètta/setta
+ studî/studi
+ tirannia/tirannìa
+ varî/vari/varii
+ volontarî/volontari/volontarii
+
+Altre correzioni:
+ pag. 20 è straordinariamente [straordinamente] bella
+ pag. 101 aveva mandato a Firenze il generale Fleury [Fleurg]
+ pag. 103 aver cura del suo gregge [greggie]
+ pag. 116 La vita ed il lavorìo [lavorio] segreto
+ pag. 183 poteva servirgli di rocca [ròcca]
+ pag. 188 specialmente quando [qua] va unita
+ pag. 337 Villeneuve-les-Avignons [Villeneuve-les Avignons] è un paese
+ pittoresco
+ pag. 349 Ataulfo, [Atolfo] successore di Alarico
+ pag. 356 fece trasportare a Aix-la-Chapelle [Aise-la-Chapelle]
+ pag. 394 riparò i [î] suoi ultimi giorni
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by
+Ferdinando Gregorovius
+
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+such as creation of derivative works, reports, performances and
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+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
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+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
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+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
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+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
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+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
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+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
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+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
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+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
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+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
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+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
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+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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+<pre>
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+The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by
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+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
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+Title: Passeggiate per l'Italia, Vol. 3
+
+Author: Ferdinando Gregorovius
+
+Translator: Mario Corsi
+
+Release Date: November 1, 2011 [EBook #37900]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 ***
+
+
+
+
+Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and
+the Online Distributed Proofreading Team at
+http://www.pgdp.net (This file was produced from images
+generously made available by The Internet Archive/Canadian
+Libraries)
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+
+
+
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+
+<p class="title">FERDINANDO GREGOROVIUS</p>
+
+<h1><span class="big">Passeggiate per l'Italia</span></h1>
+<div class="figcenter" style="width: 183px;">
+<img src="images/ill003.jpg" width="183" height="61" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p class="title">L'isola d'Elba<br />
+San Marco di Firenze<br />
+La campagna dei volontari intorno Roma<br />
+Poeti romani contemporanei<br />
+Avignone<br />
+Ravenna.</p>
+
+<hr class="minor" />
+<p class="center"><i>Versione dal tedesco</i></p>
+<hr class="minor" />
+
+
+<p class="title"><span class="smcap">Ulisse Carboni&mdash;Libraio Editore</span><br />
+ROMA<br />
+<i>Via delle Muratte, 77</i><br />
+1907</p>
+
+<hr style="visibility: hidden;" />
+<hr />
+<p class="title">
+I diritti della presente traduzione sono riservati
+</p>
+
+
+
+
+<p class="title">
+Stab. Tip. della Officina Poligrafica Editrice<br />
+Roma, Piazza della Pigna, 53.</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span>
+</p>
+
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">L'ISOLA D'ELBA.<br />
+<span class="small">(1852).</span></h2>
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span></p>
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+<h2 class="lighter"><a name="Lisola_dElba" id="Lisola_dElba"></a>L'isola d'Elba.<br />
+<span class="small">(1852).</span>
+</h2>
+
+
+<p>Una volta alla settimana il piroscafo dello
+Stato toscano, il «Giglio», fa in estate il
+viaggio per l'Elba, per portare i dispacci
+del Governo ed i passeggieri. Da Livorno
+il viaggio dura circa cinque ore, poichè si
+tocca Piombino, dove il bastimento si ferma
+per un certo tempo.</p>
+
+<p>Sempre lungo la costa solitaria della Maremma,
+si è rallegrati dalla vista della verde
+pianura, che discende al mare, e che è limitata
+all'interno dai monti che circondano
+Volterra. Delle torri ai luoghi di approdo,
+alcuni piccoli porti, alcuni edifici per usi
+industriali e delle case coloniche sparse
+qua e là interrompono la striscia uniforme
+delle Maremme, che verdeggiano di boschetti
+di mirti, dove nel folto è una ricchissima
+<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span>caccia di cinghiali.</p>
+
+<p>Ai tempi degli Etruschi su questa costa
+erano delle ricche città, potenti per la loro
+cultura, da Volterra sino a Cere e sino a
+Vejo nella Campagna Romana. Si passa dinanzi
+alla vecchia Cecina, un luogo che si
+trova ancora oggi collo stesso nome, vicino
+alla costa. Più al sud era la celebre Vetulonia,
+poi Populonium, una delle più possenti
+città degli Etruschi, la quale estendeva
+la propria signoria su tutte le isole
+vicine. Essa fu distrutta nella guerra civile
+tra Mario e Silla, cosicchè già, al tempo
+di Strabone, non rimaneva altro della sua
+grandezza che una vecchia torre, un tempio
+e pochi avanzi di mura. Le sue rovine
+sono visibili sul promontorio della piccola
+penisola che sporge dalla costa, luogo reso
+selvaggio da cespugli di pruni e dall'erica.
+Un piccolo fortilizio si erge in questo
+luogo. Veleggiando intorno alla penisola
+di Populonium si arriva al porto di Piombino.</p>
+
+<p>Questa piccola città di appena 1200 abitanti
+era una volta dominio della casa Appiani,
+e nell'anno 1805 del côrso Felice
+Baciocchi, duca di Lucca e Piombino, marito
+di Elisa Bonaparte. Estinta la casa
+Appiani nell'anno 1631, il principato passò
+alla Spagna, e nel 1681 ad Ugo Buoncompagni-Ludovisi,
+i discendenti del quale ne
+<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span>tornarono in possesso dopo il 1815, sotto
+la supremazia della Toscana. Le stradicciole
+della città colle loro case gialle, il castello
+principesco in alto, e le mura nere ed una
+torre esposta ai venti sopra uno scoglio
+battuto dalle onde nel porto, guardano solitari
+giù nel mare. La veduta dalla città è
+degna di una residenza sovrana; un intero
+arcipelago sta dinanzi gli occhi, delle belle
+isole appaiono sulla superficie del mare:
+Giglio, Cervoli, Palmarola, Elba e Corsica.
+Precisamente di fronte e lontana solo una
+mezz'ora, l'Elba eleva le sue alte montagne,
+avendo avanti a sè le isole circondate di
+torri di Cervoli e Palmarola.</p>
+
+<p>Quanto più ci si avvicina all'Elba, tanto
+più appariscono imponenti i suoi scogli;
+di paesi non vi è traccia, eccettuato un
+piccolo porto, che lasciamo sulla sinistra.
+La riva è ripida e di una tetra maestosità.
+Su in alto sulla cima di un monte sta ardita
+una antichissima torre grigia, chiamata dal
+popolo «Torre di Giove», un indicatore
+venerato dal navigante che drizza la prora
+all'isola di Napoleone.</p>
+
+<p>La nave gira ora un promontorio e la
+sorpresa improvvisa non è piccola. Poichè
+in una volta si mostra il grande e bel golfo
+di Porto-Ferraio, un magnifico basso-fondo,
+chiuso a guisa di anfiteatro da alte montagne,
+le pendici delle quali sono coperte
+sino al mare da giardini, boschetti, ville,<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span>
+poderi, cappelle tra i cipressi, alte piante
+d'aloè e gelsi dalle verdeggianti ombre. A
+destra, il golfo è chiuso da una penisola,
+di cui l'istmo è molto stretto e in questa
+è la città ed il porto di Porto-Ferraio, l'antico
+Argo, più tardi La Cosmopoli, il bel
+monumento del fortunato Cosimo I, di casa
+Medici, e la prigione di Napoleone.</p>
+
+<p>Io posi piede nella città col sentimento
+di chi entra nel regno idiliaco della storia.
+Le grandi, prime linee del golfo hanno
+qualcosa di festoso; la città sulla penisola,
+così graziosamente toscana, ha un aspetto
+di semplicità rustica e di benessere lungi
+dal mondo.</p>
+
+<p>Le strade sono accalcate, ma visibili a
+colpo d'occhio; le piccole piazze ed i giardini
+odorosi, che sono lungo le alture, invitano
+decisamente a rimanere. La città tutta
+riluce in un tinta di sfondo giallo-chiaro,
+che armonizza perfettamente col verde degli
+alberi ed il celeste carico del mare. Un
+soggiorno adatto per re spodestati che vogliano
+scrivervi le loro memorie.</p>
+
+<p>Anche le torri ed i bastioni dei tre forti,
+Stella, Falcone e Castell'Inglese, non hanno
+un aspetto severo. Ai loro piedi si trova
+il porto circolare, circondato da belle banchine,
+opera di Cosimo de' Medici. Per la
+tromba, la bella porta del centro, si accede<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span>
+nella città, dopo aver letto con soddisfazione
+l'iscrizione molto promettente:</p>
+
+<p class="inscr">TEMPLA MOENIA DOMOS<br />
+ARCES PORTUM COSMUS MED. FLORENTINORUM DIE XII<br />
+A FUNDAMENTIS EREXIT A. D. MDXLVIII.</p>
+
+<p>Tutto costruì qui quel fortunato Cosimo,
+tempî, case, mura, castelli e porto; egli
+non lasciò a Napoleone costruire altro che
+i castelli in aria di un nuovo impero.</p>
+
+<p>Il bastimento approda alla scalinata, dalla
+quale egli s'imbarcò un giorno, colla sua
+guardia per la Francia, una scena questa,
+che la fantasia ricostruisce subito; quante
+volte infatti per tutto il mondo non abbiamo
+veduto questo quadro? «L'imbarco di Napoleone
+all'isola d'Elba». L'occhio intanto
+guarda in su verso la gloriosa città, cercando
+l'abitazione dell'imperatore esiliato.</p>
+
+<p>«Non vedete lassù, la ridente casa gialla
+sotto il forte Stella? Essa guarda appunto
+qui sul porto; vedete là, dove la sentinella
+stà dinanzi alla garitta.</p>
+
+<p>«Quella colle piccole finestre? Qual palazzo
+delle Tuileries per un re pigmeo!
+Sembra un padiglione di giardino».</p>
+
+<p>Quello è il palazzo dell'Imperatore, oggi
+residenza del Governatore.</p>
+
+<p>Una barca ci porta alla banchina sulla
+quale si sono riuniti curiosando degli abitanti
+della città. Qui non c'è l'accalcamento
+di Livorno, dove non si è sicuri della propria<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span>
+vita fra i barcaiuoli e i facchini: qui
+tutto è quieto, umile e lieto. Dalla porta,
+si entra per una piccola strada, dove è il
+mercato del pesce e delle erbe, nella «piazza
+d'armi», una piazza lunga e stretta, in fondo
+alla quale è situata la chiesa principale
+della città. La più serena pace domenicale
+regna qui, una disposizione ed una comodità
+di vita veramente idiliache. Le casette
+pulite sono ornate di fiori, e dei pochi bisogni
+degli abitanti fanno fede le piccole botteghe,
+il caffè e l'albergo modesto «L'ape
+d'oro», nel quale prendo stanza insieme coi
+miei compagni di viaggio. Una modesta
+sala da pranzo, un paio di commensali semplici
+e silenziosi, un discreto vino d'isola, un
+pranzo frugale ed un albergatore leale e
+di poche pretese, ecco la prima impressione.</p>
+
+<p>Non troviamo requie sino a che non siamo
+saliti su sino all'abitazione di Napoleone.
+Essa è situata tra i forti Stella e Falcone,
+sulla roccia, in alto, dimodochè guarda
+colla fronte sul golfo e colla parte posteriore
+sul mare verso Piombino, offrendo
+una bella vista. Ma certo questa veduta
+sulle coste attraenti d'Italia è troppo eccitante.</p>
+
+<p>L'edificio è composto da un corpo di fabbrica
+centrale piatto con quattro finestre
+sulla facciata, e di due piccole ali laterali,<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span>
+che sono notevolmente più basse. Per queste
+si entra nell'interno, poichè il corpo di
+fabbrica centrale non ha alcuna porta. Un
+muro recinge il piccolo giardino, nel quale
+Napoleone faceva le sue passeggiate al
+mattino e la sera. Piante di limoni, fiori,
+un paio di busti marmorei nel verde, ecco
+tutta la ricchezza del giardino imperiale dell'Elba.
+Napoleone stesso lo creò, ornandolo
+di acacie. A me sembrò molto caratteristico
+di trovarvi piantati dei cannoni.
+Poichè il giardino appartiene al recinto
+del forte Stella, esso serve nello stesso tempo
+di trincea e senza dubbio i cannoni vi erano
+piantati tra i fiori, già al tempo di Napoleone
+e dovevano essere certo le piante preferite
+dell'Imperatore, chè gli davano l'odore
+più grato di tutti i fiori delle rose e degli
+aranci. Si può quindi immaginarsi l'Imperatore
+che si aggira qui nel suo giardino dei
+cannoni, che sosta presso un obice, nell'atto
+di macchinar piani e ponderare decisioni,
+investigando il mare, ove la costa d'Italia
+è abbracciabile dallo sguardo, scrutando
+più oltre sul continente, la platea della sua
+gloria, che gli ricorda le sue geste, rimproverandogli
+la sua inattività, e spunzecchia
+continuamente l'animo suo, dicendogli «Cesare,
+tu dormi».</p>
+
+<p>Ma dobbiamo pur confessare che la figura
+di Napoleone all'isola d'Elba non ci commuove<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span>
+troppo. La forza eroica di un solo
+uomo, che lotta contro il mondo e sfida ostinatamente
+la sorte, è sempre degna di ammirazione,
+ma essa lascia freddi, quando
+non serve più alle idee ed agli scopi morali
+della storia, ma sibbene solo al proprio,
+piccolo egoismo. La storia aveva messo
+da parte Napoleone; ribellandosi dall'Elba
+egli apparve quale un uomo che non aveva
+più niente da fare nel mondo e che era
+esonerato dai suoi bisogni; la sua lotta
+era titanica come doveva esser quella di
+un solo uomo contro l'ordinamento del
+mondo; egli lo spezzò come una canna
+che viene stritolata da una ruota in movimento.
+Tale è l'impressione tragica dell'isola
+d'Elba e dei cento giorni.</p>
+
+<p>Napoleone a Sant'Elena è di nuovo una
+figura ben diversa. Qui egli suscita una
+mestizia tragica, come l'eroe di una tragedia
+che noi vediamo morire, con l'anima
+purificata e riconciliata dalla passione.</p>
+
+<p>Strano; in questo mare Tirreno esiste
+un'altra isola rocciosa, che porterà sempre
+nella storia un nome immortale, per
+l'esilio di un imperatore. E' Capri, il ritiro
+del terribile Tiberio. Elba e Capri, Napoleone
+e Tiberio, sono i due contrapposti
+del dispotismo pieni di contraddizioni; là
+un imperatore esiliato violentemente sulla
+piccola isola, che anela di tornare nella storia<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span>
+del mondo, preso d'angustia insopportabile,
+mai sazio di dominio e d'imprese eroiche;
+qui, un imperatore, che possiede incontestato
+il mondo, guidandolo con un cenno
+degli occhi, e che, con un sorriso mezzo
+ironico e mezzo pauroso, si esilia volontariamente
+sulla piccola roccia per vivere
+come un eremita.</p>
+
+<p>In verità, fu una ingenuità fanciullesca
+delle potenze del 1814, l'esilio di Napoleone
+all'isola d'Elba. Si potrebbe essere
+tentati di spiegare quest'idea innocente dei
+più grandi uomini politici d'Europa, come
+un capriccio romantico. Pertanto, io ricevetti
+l'impressione dell'unico significato,
+che sta nell'esilio di Napoleone, all'isola
+d'Elba, improvvisamente, quando fin alle
+miniere di ferro di Rio io mi dissi allora
+che l'alta diplomazia del 1814 aveva pensato
+molto poeticamente di esiliare il Dio
+delle battaglie su questa isola del ferro.
+Dai suoi inesauribili giacimenti di minerale,
+i popoli si sono fabbricati armi per
+più di 20 secoli e Roma, alla quale Porsenna,
+re degli Etruschi che per primi
+fucinarono il minerale dell'Elba, aveva dettato
+una volta la condizione di adoprar il
+ferro per l'avvenire solo per utensili agricoli,
+ha conquistato poi il mondo col ferro
+di quest'isola.</p>
+
+<p>Potevasi credere che il dominatore di<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span>
+mezz'Europa, che era abituato a giuocare
+con corone regali, si fosse potuto improvvisamente
+cangiare in un ufficiale pensionato,
+che pianta i cavoli sopra un'isola
+idiliaca, alleva uccelli, ha ai suoi ordini,
+a guisa di giocattolo, in ricordo dei tempi
+passati, un paio di granatieri e va a caccia
+la domenica coi vicini? Si pensava forse
+a Diocleziano, a Tiberio ed a Carlo V?
+Regnanti stanchi, depongono il diadema,
+perchè esso riesce loro pesante, dopo che
+si sono saziati; ma anche la più pesante
+corona non è mai sembrata grave sul capo
+di un uomo che l'ha strappata alla fortuna,
+quale figlio della rivoluzione. Tali
+uomini non possono cessare di dominare
+che rimanendo sopraffatti nella lotta, dalla
+sorte medesima. Strana idea quindi questa
+di porre il leone côrso su quest'isola, tra
+la Francia e l'Italia, giusto nel punto dove
+più bruciava la sua passione di dominio.</p>
+
+<p>Tuttavia in questo luogo d'esilio di
+Napoleone vi è un significato anche più
+profondo. La fatalità che sovrasta ai grandi
+uomini è spesso di un'ironia crudele. Essa
+s'incarica di respingere le sue vittime al
+loro inizio e di colpirle dopo, quando esse
+tentano per la seconda volta gli dei della
+Fortuna. Se Napoleone saliva sopra uno
+di quei grandi monti di Marciana, dalla loro
+vetta egli poteva vedere la Corsica dinanzi<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span>
+a sè, con le sue città, co' suoi boschi e le
+sue montagne, e mille luoghi che gli ricordavano
+la sua gioventù. La vista doveva
+essergli dolorosa. In tal modo ei si trovò
+rigettato verso la terra, dalla quale era
+venuto da giovane, qual figlio ignorato della
+fortuna, con incerta brama di grandi geste.</p>
+
+<p>Questo era insopportabile. Egli doveva
+rompere l'anello fatale; ma non riuscì
+a liberarsi dal tormento della sua sorte,
+che non gli risparmiò di tornare di nuovo
+dall'Elba in Francia nella veste dell'avventuriere,
+colla quale egli dalla Corsica
+era andato altra volta pel mondo.</p>
+
+<p>Quando i marescialli Macdonald e Ney
+comunicarono a Napoleone che egli doveva
+scegliere, come sovrano, l'Elba od un altro
+luogo, ad esempio la Corsica, egli gridò:
+«No, no. Io non voglio aver niente di comune
+con la Corsica». Ci vuole poca
+psicologia a leggere qui nell'animo suo.&mdash;L'isola
+d'Elba! Chi conosce l'isola d'Elba?
+Mi si cerchi un ufficiale che conosca
+l'Elba! Mi si mostrino le carte che indicano
+la situazione dell'Elba! Elba, ebbene
+sia l'Elba! Ed un'idea passò nell'animo
+suo. I favoriti di sua sorella Elisa di Toscana
+erano quelli che avevano proposto
+l'Elba, poichè rimaneva assai vicina alla
+Toscana; e così egli andò ad assumere il
+possesso di questa piccola isola: e questo<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span>
+fu il risultato di quei tanti combattimenti
+che avevano sconvolto il mondo.</p>
+
+<p>Il 20 aprile 1814 egli prese commiato
+dalla sua guardia. Mi si perdoni di ricordare
+cose vecchie e conosciute. Si rammenta
+pur volentieri la figura di un uomo straordinario,
+segnatamente nella sua caduta. Un
+tale spettacolo eleva l'anima ad una più
+savia considerazione della vita e dei suoi
+ordinamenti eterni. Se uomini piccoli cadono
+dall'altezza dei grandi, ove non li
+collocò la propria forza intrinseca, ma la
+debolezza dei tempi, si ha una fine terribile,
+non tragica. La caduta di Napoleone
+è per contro forse la tragedia più grande
+della storia del mondo.</p>
+
+<p>Cosa disse quest'uomo, quando prese commiato
+dalla sua guardia, cioè dal suo istrumento
+di guerra? Le sue parole sono miste
+d'inesattezze e verità, di politica e sentimentalità!
+L'insieme della scena di separazione
+è caratteristico, poichè è del tutto
+teatrale. In genere, attorno alla figura di
+Napoleone c'è sempre maggior pompa teatrale
+e broccato d'oro da palcoscenico che
+non attorno a quelle di Alessandro e Pompeo.
+«Siate fedeli al nuovo Re, che la Francia
+si è scelto», così disse egli alle guardie
+piangenti; «non abbandonate la nostra
+cara patria, da troppo tempo infelice. Non
+piangete sulla mia sorte; io sarò sempre<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span>
+felice, sapendo che voi lo siete. Avrei potuto
+morire, niente era più facile per me; ma
+io voglio seguire senza arrestarmi la via
+dell'onore. Ancora ho da scrivere ciò che
+abbiamo fatto. Non posso abbracciarvi tutti,
+ma voglio abbracciare il vostro Generale.
+Venite, Generale... (egli stringe tra le braccia
+il generale Petit). Portatemi l'aquila...
+(egli bacia l'aquila). Aquila adorata! Potessero
+questi baci scendere a tutti i bravi
+nel cuore... Addio, figli miei... i miei voti
+vi seguiranno sempre... Conservate la mia
+memoria».</p>
+
+<p>Il 27 aprile egli giunge a Fréjus, travestito
+poveramente, per scampare dall'assassinio
+progettato dalla Provenza, percorrendo
+in senso inverso la strada della
+propria fortuna. La strada che egli aveva
+percorso volando, come trionfatore, al suo
+ritorno dall'Egitto, attraversava egli ora
+frettolosamente, vestito da postiglione e da
+lacchè.</p>
+
+<p>Una nave francese ed una inglese erano
+colà pronte nel porto. Egli prescelse l'inglese.
+Il 5 maggio egli approdò in Porto
+Ferraio; sette anni più tardi egli doveva
+morire in quello stesso giorno sopra una
+lontana isola nell'Oceano, il cui nome appena
+aveva udito ricordare.</p>
+
+<p>Erano le 6 di sera: una bella giornata
+del mezzogiorno. Il popolo d'Elba, i suoi<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span>
+sudditi, era tutto sulla banchina. Poveri
+uomini con giacche di lana di capra, il
+berretto frigio in mano, aspettavano confusi,
+timorosi e curiosi il grande uomo,
+che aveva conquistato il mondo e regalato
+paesi e corone, come altri sovrani regalano
+anelli e decorazioni, e lo attendevano come
+loro sovrano, come principe dell'Elba. Una
+banda musicale suonava una nenia pastorale.
+Napoleone rimase di cattivo umore
+per la notte sul bastimento. Come si deve
+esser sentito serrato in questo piccolo golfo
+circondato da roccie, che sembra lo tengano
+prigione!</p>
+
+<p>Quando mise piede sulla riva, lo ricevette
+il comandante francese Dalesme,
+sino allora in carica. Egli lo aveva prevenuto
+del suo arrivo, scrivendogli: «Generale,
+io ho sacrificato i miei diritti alle
+necessità della patria, riservandomi il possesso
+e la sovranità dell'isola d'Elba; fate
+sapere agli abitanti che scelsi la loro isola
+per mio soggiorno, dite loro che essi saranno
+sempre l'oggetto del mio più vivo
+interesse».</p>
+
+<p>Elba, d'ora innanzi l'oggetto del suo più
+vivo interesse! Un guscio d'ostrica in
+luogo di tutto il mondo!</p>
+
+<p>Il sindaco e gli anziani di Porto-Ferraio
+si presentarono con le chiavi della città.
+L'Imperatore li ricevette. Era la stessa<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span>
+scena, cui egli aveva assistito così spesso,
+a Berlino, a Vienna, a Dresda, a Milano,
+a Madrid, a Mosca,&mdash;solo gli attori erano
+cambiati ed erano ormai... il vecchio e balbettante
+sindaco di Porto-Ferraio ed un
+paio di anziani della cittadina.</p>
+
+<p>Napoleone andò a stare nella casa del
+Governatore, e questa è appunto quel palazzo
+imperiale col piccolo giardino dei
+cannoni e le piccole aiuole di cui ho detto
+sopra. Egli cominciò senza ritardo a restaurare
+la casa. Io vi trovai una bella
+sala da pranzo e circa 10 o 12 altre camere,
+piccole e grandi, che sono abitate
+attualmente dal comandante della città
+e della fortezza. Nella camera da letto di
+Napoleone pendono dei quadri in rame,
+che rappresentano scene dell'Egitto; nello
+studio esiste ancora il suo tavolo di lavoro.
+Questo era dunque il palazzo delle Tuileries
+dell'Imperatore, il simbolo in miniatura
+della sua potenza, ed in rapporto ad
+esso stava la sua Corte. Gran Maresciallo
+di palazzo era il conte Bertrand; il conte
+Cambronne, il generale d'artiglieria Drouot
+ed altri componevano la Corte, che contava
+in tutto 35 cariche, ben rappresentate.</p>
+
+<p>In verità, il soggiorno all'Elba somigliava
+alla villeggiatura di un imperatore romano,
+che si sottrae al cerimoniale della grande
+corte della capitale rumorosa e va a cercare,<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span>
+con pochi fedeli e pochi servi, aria e
+riposo ad Anzio od a Baia. Ma no, l'aria
+dell'Elba fu per i sensi di Napoleone probabilmente
+più opprimente che non quella
+dello scoglio di S. Elena, su cui egli pose
+piede completamente rassegnato.</p>
+
+<p>Gli erano stati lasciati, come giuocattolo,
+700 uomini di guardia a piedi e circa 80
+uomini a cavallo. Si immagini ora quella
+casetta piena di veterani riuniti, quasi naufraghi
+sbattuti sopra un'isola ed accampati
+sulla riva. Chi udiva i discorsi di codesti
+rudi uomini, francesi, côrsi, italiani e polacchi,
+sentiva le cose più meravigliose e
+vedeva passare quadri di mezzo mondo
+innanzi a sè: le piramidi, i ghiacci terribili
+della Russia, le Alpi, Lipsia, Marengo,
+il sole d'Austerlitz, Eylau e non è tutto:&mdash;nomi
+come Ney,&mdash;oh, Ney! questo rattrista,&mdash;Marmont,
+Bernadotte,&mdash;che rattrista
+il vecchio cuore dei veterani,&mdash;Murat
+il falso, il magnifico Murat! Che avvenne
+di Murat? Oh, egli è laggiù in Italia, ancora
+Re! Con un bastimento che navighi
+due o tre giorni si può dargli la mano.&mdash;«Pazienza!»
+dice l'italiano.&mdash;«Viva
+l'Imperatore» grida il francese.&mdash;«Ancora
+niente è perduto,» dice il polacco.&mdash;Qualche
+volta si fanno esercizi; l'Imperatore
+non ha disimparato il mestiere.
+Si sparano i cannoni, ma i cannoni non<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span>
+fanno che brontolare nell'aria, e la loro è
+una cattiva musica.</p>
+
+<p>Si deve eseguire un'impresa. L'Imperatore
+dell'Elba volle già nei primi tempi
+conoscere il suo nuovo Stato ed accompagnato
+dall'ambasciatore inglese Niel
+Campbell fece il giro dell'isola a cavallo.
+Si vuole che, temendo di essere assassinato,
+prendesse costui con sè ed anche una
+scorta di armati. Egli diffidava specialmente
+del comandante della Corsica, Brulart,
+che era stato a suo tempo capo degli
+Chouans ed amico di Giorgio Cadoudal,
+ed ora comandava in Corsica, come a dispetto
+di Napoleone. In un paio di giorni
+l'Imperatore si era persuaso che il suo
+regno non era grande; concepì però il
+piano di costruire strade, condotture
+d'acqua e fare miglioramenti. Egli voleva
+abbellire l'Elba, come Tiberio aveva abbellito
+una volta Capri. Lo spirito irrequieto
+cercava di occuparsi; d'altronde, doveva
+pur passare il suo tempo.</p>
+
+<p>Napoleone che fabbrica all'isola d'Elba
+e traccia strade traverso le roccie, è un
+uomo pensoso, che disegna figure e linee
+nella sabbia; è il vecchio Federico, seduto
+sul tubo da condotture, dopo la battaglia
+perduta, che sta scavando dinanzi a sè col
+bastone.</p>
+
+<p>Il suo sguardo cadde sullo scoglio di<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span>
+Palmarola. Egli mandò quaranta guardie
+ad occupare quell'isolotto, cosa che nessuno
+gli contrastò, poichè non era abitato
+da nessuno. Le vecchie guardie elevarono
+una torre e così il regno fu ingrandito.</p>
+
+<p>Napoleone occupò anche quella piccola
+isola deserta di Pianosa, dove Augusto
+un giorno aveva esiliato il nepote Agrippa
+Postumio, che fu fatto trucidare subito
+dopo da' sicarî speditivi da Tiberio. L'isola
+fu protetta da un fortino. A ciò egli fu
+indotto forse da quell'antico nome imperiale,
+oppure dalla sorte di Agrippa, tanto
+simile, ahimè! alla sua.</p>
+
+<p>Egli costruì magazzini, banchine, un paio
+di stalle per cavalli, una condottura d'acqua,
+un lazzaretto e lo stesso piccolo teatro di
+Porto-Ferraio, dove egli aveva il suo palco,
+come a Parigi. Per se stesso egli mise su
+una villa in campagna. Sulla destra del
+golfo una strada, da lui costruita, conduce
+a questa Versailles dell'Elba. Colà andava
+o cavalcava volentieri, egli, l'Imperatore,
+intrattenendosi spesso coi campagnoli che
+incontrava per via, spingenti innanzi a sè
+i loro asinelli carichi di frutta.</p>
+
+<p>La valle, nella quale è sita la villa S. Martino,
+e dove si vuole che una volta abbia
+avuto un palazzo Scipione Nasica, è straordinariamente
+bella. Essa rimane nel grembo
+di quelle maestose montagne, che si elevano<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span>
+dal lato della Corsica. Un ruscello
+serpeggia nel verde del fondo, d'ambo i
+lati una ricca vegetazione, molte case
+sparse nel verde, e sino a dove giunge lo
+sguardo un'abbondanza benedetta di vigneti
+carichi d'uva, come se si fosse nella
+campagna felice di Napoli. Chi ha la contentezza
+nel cuore, può certo viver felice
+colà. Per tutto l'anno vi fioriscon rose; il
+clima è mite e l'aria aromatica e dalla
+parte che la valle si apre verso Portoferraio,
+il golfo ed il mare brillano fantasticamente.</p>
+
+<p>La villa appartiene oggi al Principe
+Demidoff. Questo Creso russo la trasforma
+in un museo napoleonico. Essa diverrà
+magnifica con portici dalle colonne marmoree
+e sale incantevoli, dove si potranno
+ammirare tutti i fasti dell'Imperatore dipinti
+in affreschi sulle pareti. Napoleone
+però, che aveva piantato gli aranci sulla
+terrazza della villa, si contentò di far dipingere
+la sala da pranzo in stile egizio;
+in genere sembra che il ricordo dell'Egitto
+fosse il più caro della sua vita, poichè gli
+rappresentava le poesia epica e romantica
+della sua gioventù. Ora Demidoff ha raccolto
+tutte le possibili reliquie che sono
+inerenti alla storia napoleonica, e le disporrà
+nelle sale di S. Martino. Una reliquia
+napoleonica vivente ancora, nel cui possesso<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span>
+il principe è stato, egli non potrà
+esporre in questa villa, poichè, a quanto
+si dice, egli non l'avrebbe ben tenuta;
+voglio dire la sua prima moglie, Matilde
+Bonaparte, figlia dell'ex-re Girolamo, reliquia
+di Vestfalia.</p>
+
+<p>Quando i cimelii saranno tutti a posto,
+mi dissero i lavoranti della villa, il principe
+farà venire tutti i venerdì a proprie
+spese un piroscafo da Livorno a Portoferraio,
+per trasportare tutti coloro che vorranno
+ammirare le belle cose. Per ora, nessuno
+deve entrare e questo sta scritto
+su di una tabella. Così io non potei entrare
+nella villa.</p>
+
+<p>Tornando a Portoferraio, fui consolato
+dal bel chiaro di luna, che seppe narrarmi
+molte cose. Al chiaro di luna si osservano
+meglio le rovine e si medita meglio sui ricordi
+d'ogni specie; il fascino di una luce
+incerta si accorda così bene con tutto ciò
+che c' è di transitorio e di fugace!</p>
+
+<p>Si può amare Napoleone? Potrà essere
+commossa sino alle lacrime un'anima umana
+tra mille anni al ricordo di lui, in uno
+qualunque dei teatri delle sue geste? Io lo
+dubito; io non lo credo.</p>
+
+<p>Vi è un gran nome nella storia, che per
+metà suona nel nome di Napoleone: Timoleone.
+Il ricordo di quest'uomo del tempo
+antico, io lo confesso, mi commosse profondamente,<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span>
+quando ripensavo a lui, visitando
+il teatro di Siracusa. Come avrebbe
+avuto paura Napoleone dinanzi a questo
+greco, che lo avrebbe inviato a Corinto,
+disprezzandolo severamente, come il tiranno
+Dionigi. Altri tempi, grandezze diverse;
+Napoleone, nella sua gioventù, era entusiasta
+di questi eroi di Plutarco; quando
+divenne imperatore, confutava rabbiosamente
+Tacito e fece un panegirico a Tiberio.</p>
+
+<p>Così spesso lo si è paragonato a Prometeo
+incatenato, che questo quadro è oramai
+vecchio; esso sta tuttavia tanto bene
+a questo eroe in esilio, che era in condizione
+di spezzare le catene dell'Elba, sino
+a che la forza e la violenza non lo ribadirono
+in ceppi diamantini allo scoglio di
+S. Elena. Dopo, quali lotte da giganti!
+Blücher e Wellington dovevano vincere
+questo genio, lanciati quali forza e violenza
+contro il semidio. Il generale degli
+ussari Blücher, adoperato nelle mani del
+destino quale mezzo per abbattere Napoleone,
+o diciamo con parola più modesta,
+a batterlo, poichè cosa avrebbe potuto fare
+un brav'uomo come Blücher, senonchè battere
+strenuamente... Questo è uno scherno
+amaro. La natura pertanto si serve delle
+grandi forze, se vuole formare o sviluppare
+qualcosa, delle più modeste, quando
+vuole compiere o distruggere.<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span></p>
+
+<p>A Napoleone le settimane trascorse all'Elba
+doverono sembrare anni. Egli si lamenta
+spesso con Campbell che gli siano
+stati tolti la moglie ed il figlio, negandogli
+un favore che è accordato anche ai
+più miseri degli esiliati dall'umanità.</p>
+
+<p>Sua madre venne nell'estate. Come ritrovò
+Letizia Ramolino suo figlio! Anche
+il cuore vanitoso della madre era precipitato
+dall'alto della fortuna, ma non si
+spezzò; il cuore di Giuseppina, più nobile,
+si spezzò, 30 giorni dopo la prima caduta
+di Napoleone, alla Malmaison. Anche Paolina
+Borghese, sua sorella, una volta la
+nuova Elena del mondo, la bella etéra,
+ai piedi della quale giacevano sovrani coronati,
+venne ora a farsi dimenticare nella
+solitudine dell'Elba.</p>
+
+<p>Molte persone vennero e se ne andarono
+misteriosamente. I sette porti dell'isola non
+erano stati mai così animati. Nei nove
+mesi vi entrarono 1200 bastimenti e 900
+italiani e 600 inglesi vennero a vedere
+l'uomo dell'Elba, tra i quali molti ufficiali
+in uniformi italiane, francesi ed inglesi,
+ora da Marsiglia, ora dalla Corsica, da Genova
+e Livorno, ora da Napoli, Civitavecchia
+e Piombino. Con tutti Napoleone si
+intratteneva allegro e spiritoso e da tutti
+si faceva informare degli avvenimenti del
+suo paese e del continente.<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span></p>
+
+<p>Un giorno venne a Portoferraio una signora
+straniera con un bambino. L'Imperatore
+la ricevette segretamente, e l'alloggiò
+in campagna; dopo pochi giorni però
+essa ripartì col bambino per l'Italia, misteriosamente
+come era venuta. Circolarono
+molte dicerie, pochi soli seppero chi fosse
+la straniera; essa non aveva potuto sottrarsi
+agli sguardi della curiosità. Si può
+facilmente immaginare come Napoleone
+all'Elba si trovasse nella situazione di un
+uomo interessante, che soggiorna in una
+piccola città di provincia, spiato da tutti
+gli occhi, e chiacchierato da tutte le lingue.
+Quella signora straniera era una
+contessa polacca, il bambino, un figlio di
+Napoleone, il frutto di un'ora di delizia
+nella fredda Polonia. Io non so ciò che avvenne
+poi del bambino, ma credo poter
+accertare che questo bambino si sia presentato
+nel mese di dicembre 1852, quale
+ambasciatore ufficiale della Francia, dinanzi
+alla regina Vittoria d'Inghilterra, per annunziarle
+che la superficie del mondo, nonostante
+l'Elba e Sant'Elena, era divenuta
+di nuovo bonapartista, poichè 8 milioni
+di francesi avrebbero eletto commossi imperatore
+di Francia Luigi Bonaparte, unico
+figlio superstite dell'ex Re di Olanda.</p>
+
+<p>E' un sogno. La storia del mondo ha
+talvolta i suoi sogni di vecchi amori e di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span>
+avvenimenti antichi, come un individuo.
+Nell'anno 1852 essa sognò di Napoleone.</p>
+
+<p>L'Imperatore intanto veniva svergognato
+da zie e comari, come si dice. In
+tutta Italia si affermava che una certa signorina
+Vantini aveva conquistato il suo
+cuore, che egli l'aveva ricevuta in ore romantiche,
+nella villa ed anche nel suo palazzo,
+e che essa inoltre già portava nel
+seno un secondo piccolo Napoleone ed infine
+che essa si vantava apertamente di
+ciò. Questa signorina era figlia di un possidente
+dell'Elba, un uomo che era stato
+sindaco di Portoferraio; egli era d'altra
+parte cognato di un certo signor Cornelio
+Filippi di Livorno. La sorella di questo
+signor Filippi tuttavia era una vera Messalina,
+amante dichiarata dell'inglese Grant,
+un negoziante di Livorno, e questo Grant
+a sua volta era un nemico accanito di
+Napoleone e manutengolo dello spione
+Giunti, ecc. ecc. E così si ebbe una storia
+di scandali anche all'Elba.</p>
+
+<p>Il danaro cominciava tuttavia a mancare.
+Le entrate di Napoleone erano di appena
+400.000 lire. La Francia, ad onta dell'impegno
+preso, non pagava la rendita annuale
+di lire 2.500.000 stabilita dall'accordo di
+Fontainebleau. L'Imperatore si lamentava
+e lord Castlereagh si interponeva per lui;
+ma il Governo francese tergiversava e non<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span>
+pagava, perchè sospettava probabilmente
+che l'esiliato volesse servirsi dei suoi denari
+per un qualche colpo di Stato; nella
+miglior ipotesi si temeva un'irruzione in
+Italia; che potesse però tentare uno sbarco
+in Francia, non passò per la mente a
+nessuno.</p>
+
+<p>Qui all'Elba, nella prossimità della Francia
+e dell'Italia, i due paesi si son dovuti
+offrire da se stessi come teatri di una possibile
+restaurazione alla fantasia dell'Imperatore
+decaduto. Come deve aver passeggiato
+indeciso in questo giardino, in
+questo studio ed in quella villa, le mani
+incrociate sulla schiena, pesando sulla bilancia
+della scelta, qua la Francia e là
+l'Italia, qui il rinnovarsi di un cammino
+già noto, la restaurazione di un regno che
+gli era appartenuto, là una nuova strada,
+una monarchia del tutto nuova da fondare.</p>
+
+<p>Sostiamo un momento, poichè questo è
+un punto misterioso nella storia di Napoleone,
+un punto di una seduzione straordinaria,
+quando si voglia formarsi un criterio,
+come tutte l'eventualità di un grande
+carattere. Per un minuto, può dirsi, balenò
+sull'Italia l'apparizione di un avvenire
+incalcolabile, mentre Napoleone era
+all'Elba.</p>
+
+<p>Quali conseguenze ne sarebbero derivate
+infatti se questo uomo avesse improvvisamente<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span>
+dimesso la sua aspirazione verso
+la Francia, se egli, italiano, fosse comparso
+in Italia sotto un nuovo aspetto, quale
+ordinatore cioè ed unificatore di questi
+bei paesi, nella città mondiale di Roma,
+sul Campidoglio, qual romano imperatore
+della penisola latina?</p>
+
+<p>E' fuori dubbio che un tale partito fosse
+preso in esame, ma a qual punto giungessero
+i rapporti di Napoleone cogli agenti
+dell'Unione italica, che avevano il loro
+centro a Torino, è difficile poter precisare,
+nonostante tutto quello che è stato
+scoperto. Quel progetto di un impero costituzionale
+a Roma, a capo del quale si sarebbe
+dovuto eleggere Napoleone, non
+suona più fantastico oggi, che nel 1814.
+Napoleone doveva essere imperatore romano,
+i Re di Sardegna e di Napoli sarebbero
+stati indennizzati con delle somme, le
+città principali, come Milano, Venezia, Firenze
+e Napoli, sarebbero state innalzate
+a vice-reami, per appagare il loro patriottismo,
+divenendo volta a volta sedi del parlamento
+nazionale. Il Papa fu dichiarato un
+fantasma, di cui si doveva liberarsi. Questo
+era il progetto italiano; per metterlo in
+esecuzione poteva bastare una guerra.
+Murat, allora ancora re di Napoli, poteva
+essere avviluppato in una guerra colla
+Francia; Napoleone sarebbe comparso nel<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span>
+momento dello scontro, nel qual caso egli
+avrebbe indubbiamente avuto ragione delle
+due armate, ed avrebbe compiuta l'unità
+d'Italia, obbligando i Borboni di Francia
+a riconoscerlo.</p>
+
+<p>Ma basta con questi sogni. Napoleone
+manteneva l'Italia in tensione, quando egli
+prestava ad essi l'orecchio, ed infatti il suo
+sbarco nella penisola avrebbe fatto vacillare
+ogni cosa. Egli si sarebbe senza dubbio
+rivolto all'Italia, se la Francia non gli
+avesse offerto nessuna prospettiva; ma ciò,
+di cui i suoi agenti di colà lo informavano,
+mostrava chiaramente ch'egli non doveva
+che sbarcare per vedere sfumare come
+nebbia la restaurazione borbonica.</p>
+
+<p>Intanto, nel palazzo all'isola si viveva semplicemente,
+senza destar preoccupazioni;
+Paolina, l'anima della società, dava ogni
+tanto una festa. Ma, affine di risparmiar
+danaro, il treno di casa era stato ridotto,
+qualche progetto di costruzione pure veniva
+sospeso e si vendeva persino un parco d'artiglieria.
+L'Imperatore stava tutto ingolfato
+tra le carte, i giornali ed i rapporti. Il suo
+piccolo studio aveva lo stesso aspetto,
+di quello alle Tuileries; l'uomo era pur
+sempre lo stesso, era Napoleone, che ruminava
+in fondo all'animo progetti colossali,
+piani di battaglia ed idee che dovevano
+sconvolgere il mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span></p>
+
+<p>In tal modo egli se ne stava nella piccola
+cameretta della sua casa di Portoferraio,
+sul tetto della quale sventolava il
+modesto vessillo dell'Elba, bianco ed amaranto
+colle api imperiali, mentre nello stesso
+tempo l'alta diplomazia sedeva a congresso
+a Vienna. Tutte le potenze d'Europa sono
+dietro il tavolo verde, mettendo in movimento
+mille penne e mille lingue; tutto il
+mondo è un protocollo ed un campo di
+lotte diplomatiche e tutto questo per il piccolo
+uomo dell'Elba. Questi, in silenzio e
+dimenticato, solo come un mago nella
+spelonca ove evoca spiriti invisibili, mandandoli
+fuori e ricevendoli di ritorno; quelli
+avvolti dal frastuono delle feste della vittoria
+e dei dibattimenti. Così passavano i
+mesi. Ad un tratto il piccolo uomo di ferro
+all'Elba si alza dal tavolo suo: il Congresso
+non è più; i principi ed i diplomatici si
+dividono ed il mondo torna ad essere di
+nuovo un campo di guerra infuriato.</p>
+
+<p>Napoleone era informato di tutto quanto
+avveniva in Francia ed a Vienna; sul principio
+dell'anno 1815 la discordia minacciò
+di mettere gli alleati in guerra fra di loro.
+L'Austria, la Francia e l'Inghilterra si impegnarono
+per mezzo di una convenzione
+segreta contro la Russia e la Prussia. La
+Francia esigeva pure la restaurazione dei
+Borboni a Napoli. Il trono di Murat vacillava;<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span>
+egli si offrì quindi naturalmente quale
+alleato a Napoleone, per fare appello a
+quella unità d'Italia, a capo della quale
+egli avrebbe dovuto esser posto.</p>
+
+<p>La parola terribile di Sant'Elena era
+già arrivata alle orecchie di Napoleone. Il
+partito era preso nell'animo suo. Egli divenne
+sempre più solitario; evitava di parlare
+a Campbell. Egli lo riceveva solo di
+rado e soltanto quando l'inglese ritornava
+da Livorno, ove andava qualche volta.
+Una nave da guerra francese incrociò allora
+intorno all'isola per spiare Napoleone,
+del quale si cominciò a dire che preparasse
+uno sbarco in Italia; invece la corvetta
+inglese, che era a disposizione di
+Campbell, navigava continuamente tra
+l'Elba, Genova, Civitavecchia e Livorno,
+su e giù.</p>
+
+<p>Napoleone stesso, come sovrano dell'isola,
+possedeva dei navigli da guerra,
+cioè quattro bastimenti; essi veleggiavano
+spesso, manovrando sul mare, sotto il nuovo
+vessillo dell'Elba, che era rispettato anche
+dai barbareschi; spesso essi portavano ai
+capitani dei bastimenti elbani dei regali,
+dicendo che pagavano il debito di Mosca.
+L'Imperatore mandava di frequente fuori le
+navi, per nascondere i suoi propositi; ed
+egli tanto li nascose che solo Bertrand e
+Drouot furono a parte del segreto e lo<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span>
+conobbero appena 24 ore prima della partenza.
+Alle donne non fu detto niente; nella
+vicina Corsica lo sapeva soltanto Colonna,
+l'amico di Paoli e confidente di Napoleone.</p>
+
+<p>La decisione d'imbarcarsi, di uscire da
+quella squallida solitudine, andando incontro
+a nuovi combattimenti da giganti, dovette
+essere una terribile scossa per l'anima
+di Napoleone, simile a quella di Cesare,
+quando passò il Rubicone. Certo fu uno di
+quei tratti disperati che si qualificano a
+seconda dell'esito, o come audacemente
+eroici e grandi, o come folli ed avventurosi.
+Tali momenti, nei quali un uomo deciso
+va incontro al suo destino a corpo perduto,
+conquistano tutto il nostro interesse, e, se
+l'impresa riesce, l'audacia stessa sembra
+che raddoppi la grandezza dell'eroe. Simile
+a quel Fernando Cortez, che lasciò bruciare
+dietro a sè i bastimenti, ci appare ora Napoleone,
+ed in verità egli andò alla conquista
+della Francia ed alla guerra contro gli eserciti
+delle potenze europee, con poche truppe
+di più di quelle che aveva l'avventuroso
+grande spagnolo quando si trattava di
+domare i selvaggi indiani. Certamente,
+due suoi grandi eserciti già stavano in
+Francia: il fascino del suo nome e l'odio
+contro la restaurazione.</p>
+
+<p>Era di sabato, il 26 febbraio; Paolina dava
+appunto un ballo; le guardie e le altre<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span>
+truppe, 800 uomini, stavano in tenuta di
+marcia sulla Piazza d'Arme; sette bastimenti
+erano pronti per la partenza in porto;
+l'Imperatore appariva irrequietissimo; il
+piccolo uomo andava su e giù, alla finestra,
+guardava il cielo e il golfo che è
+mosso dalle onde muggenti. Le guardie
+ricevettero finalmente l'ordine di imbarcarsi!
+<i>Alea jacta est.</i></p>
+
+<p>Erano le otto di sera quando Napoleone
+scese dalla banchina nella barca.</p>
+
+<p>Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso
+prende il mare, per tentare gli Dei per la
+seconda volta, a me sembra che una voce
+gli gridi dietro: «La triste, eterna legge
+del fato dispone per tutte le cose, che
+quando esse hanno raggiunto l'apice, ricadano
+nel fondo più presto di quanto sono
+salite». La voce è quella di Seneca, di
+quell'antico uccello della disgrazia, che ha
+un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone
+questa massima, poichè egli vide
+finire in modo terribile i grandi della terra,
+l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola,
+l'imperatore Claudio e Cesare Germanico,
+poichè egli rimase per otto anni in esilio
+in Corsica e studiò la saviezza e conosceva
+la natura per esperienza profonda, e così
+poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche.
+Napoleone si allontanò veleggiando,
+non veduto dalla corvetta inglese, che era<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span>
+a Livorno. Il mare era grosso. Si sperava
+di aver passato la Capraja prima dello spuntar
+del giorno; però il vento cessò e al
+giorno si era ancora in vista dell'isola; solo
+alle 4 della sera circa si arrivò all'altezza
+di Livorno e subito si scorsero due fregate
+e poi una nave da guerra francese, la <i>Zephir</i>,
+che veniva incontro. Gli equipaggi volevano
+abbordarla, Napoleone però impose
+loro di nascondersi sotto coperta. Lo <i>Zephir</i>
+domandò alla nave ciò che c'era di
+nuovo all'Elba e Napoleone stesso rispose
+con la tromba: «L'Imperatore sta molto
+bene». Così sfuggi felicemente al pericolo.</p>
+
+<p>Prima del suo imbarco egli aveva già redatto
+due proclami all'esercito ed al popolo
+francese; ma poichè non si poteva decifrarli,
+egli li buttò in mare e ne dettò altri
+due. Tutti coloro che sapevano scrivere
+ne fecero copie; si vedeva a bordo chi
+scriveva sulle trombe, chi sui <i>colbac</i> dei
+granatieri e sui banchi. Era una scena curiosa
+quella, chi si svolgeva sull'<i>Inconstant</i>,&mdash;questo
+era il nome del bastimento di
+Napoleone e della sua fortuna.</p>
+
+<p>Ecco ora i due proclami.</p>
+<p style="text-indent:50%">
+
+Dal Golfo di S. Juan il 1<sup>o</sup> marzo 1815.</p>
+
+<p>Napoleone, per grazia di Dio e per la
+costituzione dell'Impero, Imperatore dei
+Francesi.<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span></p>
+
+<p><span class="smcap">All'Armata</span>: «Soldati! Noi non siamo
+stati battuti. Uomini usciti dalle nostre file
+hanno tradito la nostra gloria, il loro paese,
+il loro principe ed il loro benefattore. Coloro
+che da 25 anni furono veduti percorrere l'Europa
+per suscitarci nemici, che hanno trascorso
+la loro vita combattendo contro di
+noi tra le file nemiche, imprecando alla
+nostra bella Francia, avranno essi il vanto
+d'incatenare e dominare le nostre aquile,
+essi che non ne poterono mai sostenere
+lo sguardo? Dovremmo noi sopportare che
+essi raccolgano i frutti delle nostre fatiche
+gloriose, che essi s'impadroniscano del
+nostro onore e dei nostri averi? che essi
+rinneghino la nostra fama? Se il loro regno
+durasse, tutto sarebbe perduto, anche il ricordo
+stesso delle nostre memorabili battaglie.
+Con qual furore essi le sfigurarono e
+cercarono di avvelenare ciò che aveva meravigliato
+il mondo! E se restano ancora dei
+difensori della nostra gloria, si trovano
+tra i nostri nemici stessi che abbiamo combattuto
+sui campi di battaglia. Soldati! Nel
+mio esilio ho udito la vostra voce; io son
+qua dopo aver superato tutti gli ostacoli
+e tutti i pericoli.</p>
+
+<p>«Il vostro Generale chiamato al trono
+per elezione del popolo, innalzato sui vostri
+scudi, vi è restituito. Venite, unitevi a lui.
+Strappate quei colori che la nazione ha<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span>
+proscritti ed attorno ai quali da venticinque
+anni si sono riuniti tutti i nemici della
+Francia. Inalberate quella coccarda tricolore
+che portavate nelle nostre grandi giornate.
+Noi dobbiamo dimenticare che siamo
+stati i padroni dei popoli, ma non dobbiamo
+sopportare che alcuno s'immischi
+nelle nostre faccende. Chi potrebbe pretendere
+di dominare su noi? Chi ne avrebbe
+la potenza? Riprendete quelle aquile che
+portavate a Ulm, ad Austerlitz, a Jena, a
+Eylau, a Wagram, a Friedland, alla Tudela,
+ad Eekmühl, a Essling, a Smolensk, alla
+Moscova, a Lützen, a Wurschen, a Montmirail.
+Credete voi che questo piccolo
+gruppo di francesi, che è oggi così altero,
+ne possa sopportare la vista? Essi ritorneranno
+colà donde sono venuti, ove continueranno
+a regnare se lo desiderano,
+come pretendono d'aver fatto per diciannove
+anni.</p>
+
+<p>«I vostri beni, il vostro rango, la vostra
+gloria, i beni, il rango e la gloria dei vostri
+figli non hanno maggiori nemici di questi
+principi che ci sono stati imposti dagli stranieri.
+Essi sono i nemici della vostra fama,
+poichè il ricordo di tanti fatti eroici che
+hanno glorificato il popolo francese, quando
+combatteva contro di essi per sottrarsi al
+loro giogo, è la loro stessa condanna.</p>
+
+<p>«I veterani delle armate della Sambre e<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span>
+della Mosa, del Reno, d'Italia, dell'Egitto,
+dell'Oriente, della grande Armata sono umiliati;
+le loro cicatrici onorate sono schernite;
+i loro successi sarebbero delitti e i
+prodi sarebbero ribelli se, come sostengono
+i nemici del popolo, i sovrani legittimi si
+trovavano tra le file delle armate nemiche.</p>
+
+<p>«Gli onori e le ricompense appartengono
+a coloro che li hanno serviti contro la
+patria e contro di noi.</p>
+
+<p>«Soldati! Venite, schieratevi sotto le bandiere
+del vostro Capo; la sua vita è la
+vostra: i suoi diritti sono quelli del popolo
+ed i vostri; il suo interesse, il suo onore,
+la sua gloria sono l'interesse, l'onore e la
+gloria vostra. La vittoria marcerà al passo
+di carica; l'aquila coi colori nazionali volerà
+di torre in torre sino alle torri di Nôtre-Dame.
+Allora potrete mostrare con onore
+le vostre ferite; allora potrete vantarvi di
+quello che avete fatto e sarete i liberatori
+della patria.</p>
+
+<p>«Nella vostra vecchiaia, circondati dai
+vostri concittadini che vi ascolteranno con
+attenzione, racconterete loro le vostre grandi
+geste; voi potrete dire con orgoglio:
+anch'io facevo parte di quella grande
+Armata che entrò due volte nelle mura
+di Vienna, in quelle di Poma, di Berlino,
+di Madrid e di Mosca, che liberò Parigi
+da quelle infamie che il tradimento e la<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span>
+presenza del nemico le avevano impresse.
+Onore a questi prodi soldati, gloria della
+patria! e vergogna eterna ai francesi colpevoli,
+in qualunque condizione la fortuna
+li abbia posti, che combatterono per venticinque
+anni per dilaniare il cuore della
+patria.</p>
+
+<p style="text-indent:60%">
+<i>firmato</i>: <span class="smcap">Napoleone</span>».<br />
+</p>
+
+
+<p class="center"><span class="smcap">Al Popolo francese.</span></p>
+
+<p>«Francesi! La capitolazione del Duca di
+Castiglione consegnò Lione ai nostri nemici
+senza tentar difesa. L'esercito, il cui comando
+io gli avevo confidato, era in condizione di
+battere il corpo d'armata austriaco a lui
+contrapposto, per il numero dei suoi battaglioni
+e per l'eroismo e l'amor di patria
+delle truppe che lo componevano, passando
+così dietro il fianco sinistro dell'esercito
+nemico che minacciava Parigi.</p>
+
+<p>«Le vittorie di Champ-Aubert, di Montmirail,
+di Château Tierry, di Bauchamps, di
+Monterom, di Craonne, di Rheims, di Arcis-sur-Aube
+e di Saint-Dizier, la sollevazione
+dei bravi contadini nella Lorena, nella
+Champagne, nell'Alsazia, nella Franca Contea
+e nella Borgogna, e la posizione da
+me occupata dietro gli eserciti nemici, in
+modo da tagliar loro i magazzini, i parchi
+di riserva, le comunicazioni e toglier così<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span>
+loro tutto il necessario, li avevano posti in
+condizione disperata. I francesi non erano
+mai stati sul punto di essere più potenti e
+la più bella parte degli eserciti nemici era
+irremissibilmente perduta; essa aveva trovato
+la propria sepoltura in quelle regioni
+deserte, che aveva spogliate così crudelmente,
+quando il tradimento del Duca di
+Ragusa consegnò ai nemici la capitale e
+produsse il dissolvimento dell'esercito.</p>
+
+<p>«Il modo imprevisto di comportarsi di
+questi due generali, che tradirono in una
+volta la loro patria, il loro principe ed il
+loro benefattore, cangiò le sorti della guerra;
+la condizione del nemico era tale che, sul
+finire del combattimento che ebbe luogo
+dinanzi a Parigi, esso si trovava senza munizioni,
+avendolo noi separato dal suo parco
+di riserva.</p>
+
+<p>«In queste improvvise e gravi circostanze
+il mio cuore era dilaniato, ma l'animo mio
+rimase incrollabile; io presi allora consiglio
+solo dal bene della patria; io mi relegai
+sui miei scogli in mezzo al mare;
+però la mia vita vi era e doveva esservi
+ancora utile. Non permisi al grande numero
+di cittadini che mi volevano accompagnare,
+di dividere la mia sorte; io pensavo
+che la loro presenza fosse utile in Francia;
+non condussi meco che un piccolo manipolo
+di prodi, necessari per la mia difesa.<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span></p>
+
+<p>«Elevato al trono per vostra elezione,
+tutto ciò che è avvenuto all'infuori di voi,
+è illegale. Da 25 anni, la Francia ha nuovi
+interessi, nuove istituzioni ed una gloria
+nuova, che possono esser garantiti solo da
+un governo nazionale e da una dinastia,
+sorta in queste circostanze. Un principe
+che regnasse su di voi, che fosse posto
+sul mio trono con la forza di quelle armi
+che hanno devastato il nostro paese, si
+appoggerebbe invano sui principî del diritto
+feudale; egli non garantirebbe che i
+privilegi di un piccolo numero di individui,
+nemici del popolo, che da 25 anni li ha
+sempre condannati in tutte le nostre assemblee
+nazionali. La vostra pace all'interno
+e il vostro prestigio all'estero sarebbero
+perduti per sempre.</p>
+
+<p>«Francesi! Nel mio esilio ho inteso i vostri
+lamenti ed i vostri desiderî; voi avete
+reclamato questo governo ai vostri voti,
+ciò che solo è legittimo; avete accusata
+la mia lunga inerzia e mi proponeste di
+sacrificare la mia pace al bene della patria.</p>
+
+<p>«Io ho traversato i mari in mezzo a pericoli
+di ogni sorta. Sono qua per riprendere
+tra voi i miei diritti, che sono pure
+i vostri. Non terrò conto di tutto ciò che
+è stato fatto, scritto o detto da alcuni dopo
+l'occupazione di Parigi; ciò non avrà nessuna
+influenza sui servizi rilevanti che essi<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span>
+prestarono per l'innanzi, poichè è degli
+avvenimenti di questa fatta che si trovino
+nell'organizzazione umana.</p>
+
+<p>«Francesi! Non vi è nazione che, per
+quanto piccola, non avrebbe avuto il diritto
+di sottrarsi e che non si sarebbe sottratta
+all'onta di obbedire ad un principe che è
+stato imposto da un nemico, momentaneamente
+vittorioso. Quando Carlo VII ritornò
+a Parigi e rovesciò il trono effimero di
+Enrico VI, egli riconobbe di essere in possesso
+del trono, pel valore de' suoi prodi
+e non per mezzo del principe-reggente d'Inghilterra.</p>
+
+<p>«Così io pure riconosco e riconoscerò a
+voi soli ed ai prodi dell'esercito il dovuto
+onore.</p>
+
+<p style="text-indent:50%">
+<i>Firmato:</i> <span class="smcap">Napoleone</span>».</p>
+
+<p>Questi sono i proclami ch'ei scrisse nel
+mare d'Elba. Lo spirito militare di quei
+tempi, quando il popolo diveniva esercito,
+ed il sovrano, generale, ci si affaccia da
+questi documenti nella sua barbarie per
+l'ultima volta. Chi può leggere oggi senza
+sentirsi irritato queste frasi di gloria militare
+e di guerre dei prodi dell'esercito e
+sempre ed eternamente dell'esercito?</p>
+
+<p>Il 1<sup>o</sup> marzo alle 3, la flotta di sette trasporti
+arrivò nel golfo S. Juan; alle 5 Napoleone
+pose piede sulla terra di Francia.
+La schiera si nascose in un uliveto.<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span></p>
+
+<p>Come somigliava qui Napoleone agli
+eroi romantici della sua patria côrsa.
+Poichè, mostrandocisi ormai nell'atteggiamento
+di avventuriere, egli era essenzialmente
+côrso. I guerrieri più rinomati
+della patria sua avevano cercato di impossessarsi
+di essa dall'esilio, nella stessa
+maniera.</p>
+
+<p>Nell'anno 1408 Vincentello d'Istria sbarcò
+con un paio di spagnoli e di côrsi su quell'isola,
+per strapparla ai genovesi. Dopo
+un combattimento glorioso egli fu preso
+e decapitato.</p>
+
+<p>Giampaolo fece, nell'anno 1490, un'incursione
+in Corsica con quattro côrsi e sei
+spagnoli, ch'erano tutti il suo esercito.
+Dopo un combattimento glorioso, egli morì
+in esilio.</p>
+
+<p>Tre volte irruppe il valoroso Renuccio
+della Rocca dal suo esilio in Corsica, la
+prima con 18 uomini, la seconda con 20,
+e la terza volta con 8 amici. Ogni volta
+egli entrava coraggiosamente nel paese,
+mettendo avanti editti di esilio e lanciando
+proclami, e contando sul concorso dei suoi
+amici. Egli fu ucciso nell'anno 1511,
+sui monti, dopo varii combattimenti gloriosi.</p>
+
+<p>Nell'anno 1564 Sampiero, il più valoroso
+dei côrsi, sbarcò nella sua patria con
+37 côrsi e francesi. Egli fu ucciso nell'anno<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span>
+1567 sui monti, dopo gloriosi combattimenti
+cogli eserciti genovesi.</p>
+
+<p>Con 500 guardie francesi, 200 cacciatori
+côrsi e con 100 lancieri polacchi, che
+non avendo cavalli, portavan essi stessi
+le selle, il côrso Napoleone Bonaparte partì
+in guerra contro la Francia e gli eserciti
+reali. Dopo gloriosi combattimenti egli fu
+relegato nell'isola di S. Elena.</p>
+
+<p>Con un manipolo di côrsi Gioacchino
+Murat sbarcò nell'ottobre 1815 dalla Corsica
+a Napoli, per conquistare un regno.
+Egli fu fucilato dopo il suo audace sbarco.</p>
+
+<p>Con un paio d'uomini, il côrso Luigi
+Bonaparte arrivò, ai nostri tempi, a Strasburgo,
+per conquistare una nazione di
+35 milioni di abitanti. Il tentativo essendo
+fallito, egli sorprese di nuovo la Francia
+in Boulogne. La storia ha il dovere di riconoscere
+queste incursioni, senza dubbio
+avventurose, quali precedenti storici di un
+uomo che divenne imperatore dei francesi
+non molto tempo dopo. Pertanto, nessuno
+deve esser considerato felice, prima della
+sua fine.</p>
+
+<p>Presto si abbattono le cose caduche, dice
+il vecchio Seneca. Rapido fu il volo di
+Napoleone dal golfo di S.Juan, a S. Elena,
+a traverso Waterloo. Il 2 marzo egli era
+a Cérénon, il 3 a Barême, il 4 a Digne,
+il 5 a Gap, il 7 a Lione, il 14 a Chalons,<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span>
+il 20 marzo alle 9 di sera egli entrava
+a Parigi. Il 1^o giugno egli era un uomo
+politicamente già battuto. Il 18 giugno
+egli cadde a Waterloo. Il 21 giugno tornò,
+in fretta, a Parigi; il 22 giugno egli
+dettò:</p>
+
+<p>«Ma vie politique est terminée et je proclame
+mon fils sous le titre de Napoléon II
+empereur des Français!».</p>
+
+<p>Il 15 luglio egli s'imbarcò sul <i>Bellerophon</i>;
+il 7 agosto sul <i>Northumberland</i>. Il
+16 ottobre arrivava a S. Elena.</p>
+
+<p>Dopo&mdash;e questo è l'ultimo quadro della
+storia di quell'anno meraviglioso&mdash;egli
+giacque sul lontano scoglio africano, nel
+suo letto di morte, pallido e muto, coperto
+col mantello turchino di Marengo, col busto
+marmoreo di suo figlio, il Re di Roma,
+ai piedi; i suoi amici fedeli Bertrand ed
+Antommarchi ed i suoi servi stanno in
+ginocchio, piangendo. Il sole si tuffa in
+tal momento nel mare. Il sacerdote che ha
+somministrato l'estrema unzione all'Imperatore,
+alza le braccia e dice: <i>Sic transit
+gloria mundi!</i></p>
+
+<p>Napoleone rivisse a S. Elena le sue opere
+e quello che egli fu, e pose alla sua carriera,
+a guisa di epigrafe monumentale, le
+seguenti significative parole:</p>
+
+<p>«Io ho chiuso l'abisso dell'anarchia, ordinando
+il caos; io ho quietata la rivoluzione,<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span>
+nobilitati i popoli, e moderato i re.
+Ho incoraggiato qualunque gara, ho ricompensato
+ogni merito ed ho allargato i
+limiti della gloria. Tutto ciò è stato pur
+qualcosa.&mdash;Or dunque, da quale punto si potrebbe
+attaccarmi, dove lo storico non
+potesse difendermi? Forse nelle mie intenzioni?
+In questo egli potrà certamente assolvermi
+dall'accusa. Il mio dispotismo?
+Si vorrà però ammettere che la dittatura
+era necessaria. Si dirà ch'io era un ostacolo
+alla libertà? Egli proverà che l'arbitrio,
+l'anarchia e la più grande confusione
+stavano ancora alle porte. Mi si rimprovererà
+di aver amato troppo la guerra?
+Egli dimostrerà ch'io fui sempre attaccato.
+Che io anelassi la monarchia universale?
+Egli mostrerà che solo la combinazione
+casuale delle circostanze e solo i nostri nemici
+stessi sono stati quelli che mi vi hanno
+spinto passo a passo. Finalmente, si accuserà
+forse la mia ambizione? Ah, certamente
+di questa si troverà molto in me, ma della
+più alta e più bella, che ha forse mai guidato
+un uomo, intendo quella di ordinare
+ed inaugurare finalmente l'impero della
+ragione, l'esercizio ed il godimento completo
+di tutte le capacità (ingegno) umane.
+E qui lo storico si troverà forse costretto
+a rimpiangere che una tale ambizione non
+sia stata appagata ed esaudita».<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span></p>
+
+<p>Così pensava Napoleone a S. Elena della
+sua stessa missione. E non pertanto, egli
+fu un messia, come ogni altro prima di
+lui, cui la storia assegnava per compito di
+portare il mondo siccome un atlante per un
+certo tempo, e di rinnovare pel bene del
+progresso le fatiche di Ercole. E se deploriamo
+la natura umana, perchè essa si trasforma
+piuttosto per mezzo del dispotismo
+soldatesco di Napoleone, che per le leggi
+civili di Solone e Timoleone; se infine accusiamo
+apertamente questo grande uomo
+di aver dimenticato la sua missione e di
+esser perito pel suo egoismo e la sua sete
+di dominio, restiamo però pieni di stupore
+e di riverenza dinanzi alla sua figura e glorifichiamo
+la grande spinta che da lui è
+derivata alla vita dei popoli e al progresso
+generale.</p>
+
+<hr style="width: 45%;" />
+
+<p>Ho dunque dato all'Imperatore ciò che
+all'Imperatore appartiene e voglio dare pure
+agli elbani ciò che agli elbani spetta. Sono
+in numero di 20,000; un popolo pacifico,
+con usi e lingua prettamente toscani e senza
+caratteristiche di genere nazionale. L'isola
+è troppo piccola (essa comprende poco più
+di 7 miglia quadrate) ed è sita troppo vicina
+alla terraferma per aver potuto sviluppare
+in sè un proprio spirito popolare. Non si<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span>
+trova traccia di usi côrsi in questa roccia
+così vicina alla Corsica, e di vendetta si
+son riscontrati casi solo nei tempi antichi;
+oggi di essi non c'è più esempio. Il bandito
+côrso si rifugia solo nell'estremo bisogno
+all'Elba, dove egli non può rimanere.
+Un particolare comune ai due popoli isolani
+è l'ospitalità.</p>
+
+<p>L'Elba conta le seguenti località: Portoferraio
+(il porto del ferro), la fortezza Longone
+e la marina di Porto Longone, Marciana
+con la marina, Poggio, Campo, Capoliveri,
+Pila, Sampiero, Rio con la marina,
+Sant'Ilario.</p>
+
+<p>I paesi hanno un aspetto scuro e fosco,
+come quelli della Corsica, perchè sono costruiti
+con pietra naturale. Anche questi
+stanno sulle alture, a causa dei barbareschi,
+e sono difesi da torri. Dove il mare è prossimo,
+si sono formati dei luoghi di approdo
+che si chiamano appunto marine. Molto fruttifera
+e bella è la campagna nella valle che
+si stende dai monti di Marciana, a destra
+del gran golfo, sino a Porto Longone: essa
+attraversa l'isola per gran parte della sua
+lunghezza e forma un contrasto magnifico
+colla selvaggia imponenza dei monti. Questi
+raggiungono la loro massima altezza
+sopra Marciana, col Cavanna, che è alto
+quanto il Vesuvio. L'isola degrada assai
+verso la costa d'Italia. Dalla riva della Corsica,<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span>
+l'Elba appare come un solo monte
+di roccia, di magnifica doppia forma piramidale,
+poichè sono appunto le rocce di
+Marciana che sono rivolte verso la Corsica;
+dalla costa italiana, invece, si vede
+la parte più bassa distesa verso Piombino,
+ove si trovano riuniti i maggiori tesori
+dell'isola: il ferro e le frutta.</p>
+
+<p>I monti di Marciana sono molto ricchi
+di granito e di marmo, di alabastro, di
+cristallo e d'altre pietre. La località di Marciana
+ha le migliori castagne; olive ce ne
+sono poche e cattive, così pure la penuria
+di legno è forte ovunque. Dappertutto
+crescono i limoni e specialmente ricercati
+sono quelli di Campo. Anche il vino vi è
+in abbondanza; il migliore lo ha Capoliveri,
+ove si fa un aleatico che eguaglia
+quello della Toscana. Nella grande vallata
+cresce molto il granturco. Per tal modo
+niente manca per vivere al popolo in questo
+attraente e mite paese, poichè, oltre
+alla fertilità dei giardini e dei campi, la
+terra gli ha dato anche i giacimenti inesauribili
+del ferro di Rio, ed il mare il suo
+sale ed i suoi pesci. Presso Portoferraio,
+gli Etruschi ed i Romani già prendevano
+sarde e tonni che si trovano colà in quantità
+stupefacenti. I pesci ed il ferro resero
+già nell'antichità a tutti i popoli che scorrevano
+avidi i mari dell'Elba e specialmente<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span>
+ai Côrsi, ai Fenici, ai Cartaginesi, ai
+Tirreni e ai Romani. L'isola si chiamava
+nell'antichità <i>Aethalia</i>, poi <i>Iloa</i>, e nel medio
+evo <i>Ilva</i>, donde è derivata l'<i>Elba</i>
+attuale.</p>
+
+<p>Una buona strada carrozzabile conduce
+da Portoferraio per la valle sopra Capoliveri
+verso Longone, attraverso l'isola sino
+all'altra parte del mare. Si gira intorno al
+golfo sino a S. Giovanni, un piccolo sito
+con una capanna da pescatori, da dove le
+barche fanno il tragitto per Portoferraio.
+Ci mettemmo in una di queste barche e
+traversammo il golfo sino a S. Giovanni
+a vela spiegata, colla velocità di una freccia.
+Colà si sale un'altura, che è piena di
+avanzi di costruzioni romane e si discende
+poi giù nella valle dall'altra parte del
+golfo.</p>
+
+<p>Qui esiste sulla marina una villa che è
+proprietà di un impiegato di Demidoff;
+io non mi ricordo forse di aver veduto
+altrove un sito più tranquillo. La graziosa
+casetta è circondata da un giardino con
+fiori ed aranci, in mezzo a colline di vigneti,
+e guarda sul bel golfo e su Portoferraio
+che le sta incontro e che di qui si
+presenta in un aspetto singolarmente seducente.
+Se si scende nella valle, è come se
+si passeggiasse in un giardino, in una campagna
+ricca e ridente, ove si vorrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span>
+volentieri trattenersi. Ovunque campi rigogliosi,
+verdi montagne, boschetti fioriti e
+di qua e di là il mare scintillante.</p>
+
+<p>Un acquazzone ci obbligò, in mezzo alla
+valle di Capoliveri, a ricoverarci in una
+casa di contadini. Trovammo colà molti
+campagnoli, uomini e donne, occupati a
+preparare dei fichi da seccarsi. Ci offrirono
+pane, uva e vino nuovo, e poichè il mosto
+non ci piaceva, un vecchio andò a cercare
+un gran recipiente di terra, e ci versò da
+esso del vino rosso; era un ottimo aleatico
+del posto.</p>
+
+<p>Noi riprendemmo il nostro cammino
+verso Porto Longone, col più bel sole (era
+di settembre) ed arrivammo a questo piccolo
+porto all'ora di mezzogiorno. La seconda
+città dell'Elba giace in una piccola
+baia, sotto rocce scoscese, sulle quali si
+eleva maestosamente la fortezza. Sulla
+spiaggia vi sono un paio di strade, sulle
+quali passano le onde, giungendo sin presso
+alle case. Qui regna una gran quiete ed un
+grande abbandono; alcuni bastimenti si
+cullano dolcemente sull'acqua; marinai e
+pescatori riparano delle barche capovolte e
+cantano una canzone monotona. Dappertutto
+vasi di fiori dinanzi alle finestre e sui
+balconi; più in là le piccole case si perdono
+addirittura tra i giardini rigogliosi,
+come le case dell'isola di Procida. Il suolo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span>
+intorno a Porto Longone è più meridionale
+che intorno a Portoferraio. Colà l'aloè cresce
+in una magnificenza ed in una abbondanza
+che mi fecero stupire, poichè un
+intero viale di piante d'aloè, da ambo i lati
+della via carrozzabile, conduce per un'altura
+al porto di Longone. I loro cespugli
+di fiori, che somigliano a grandi candelabri,
+erano in piena fioritura. Io non aveva
+mai veduto prima, nemmeno nelle parti
+più meridionali della Corsica, tante aloè
+insieme; uno spettacolo simile lo vidi soltanto
+in Sicilia, ove una fila di queste
+piante, ordinate a caso dalla natura, conduceva
+al tempio di Segesta. Qui crescono
+anche le palme.</p>
+
+<p>La fortezza di Longone a cui si giunge
+inerpicandosi per un piccolo sentiero, è
+costruita sopra un altipiano di una immensa
+roccia e, colle sue mura e le sue
+torri merlate, appare molto antica. Essa
+fu eretta dagli spagnoli, sotto Filippo IV
+e V. E' un fatto straordinario e curioso
+che questa piccola Elba sia stata divisa
+nello stesso tempo sotto tre diversi dominî;
+dappoi, mentre l'isola apparteneva
+al Principe di Piombino, questi cedette nel
+1537 Portoferraio a Cosimo; il Re delle
+Due Sicilie per contro possedeva Porto Longone.
+Poscia, nell'anno 1736, tutta l'Elba,
+compreso Piombino, cadde sotto il regno<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span>
+di Napoli, e passò quindi nel 1801 al Regno
+d'Etruria, sino a che venne aggregata alla
+Francia nel 1805.</p>
+
+<p>Gli Spagnoli rimasero molto tempo a
+Porto Longone, e ve n'è quindi rimasto
+il ricordo di essi ed anche oggi vi si adopera
+nell'apostrofe il «Don».</p>
+
+<p>La fortezza è certo resistente, poichè la
+sua situazione la rende inaccessibile. Essa
+racchiude la città propriamente detta, un
+quadro deserto di distruzione e di abbandono.
+Una gran parte delle opere furono
+fatte saltare nel 1815 per ordine di Napoleone.
+La fortezza ha dovuto sostenere diversi
+attacchi, quando i Francesi combattevano
+anche qui gli Spagnoli, ai tempi di
+Luigi XIV. Un ufficiale della guarnigione
+toscana, presso la famiglia della quale passammo
+una bella ospitale giornata, ci fece
+vedere ciò che vi era di notevole. Egli era
+direttore della compagnia di pena, dalla
+quale egli ha raccolto i ravveduti in una
+scuola militare. Nel forte trovammo un piccolo
+gruppo di veterani toscani, dei quali
+alcuni conoscevano la Germania dai tempi
+napoleonici e vantavano tanto la bellezza
+delle sue regioni, come la nettezza delle sue
+case. Tutto ciò che il nostro ospite ci mostrò,
+dalla disposizione ed organizzazione
+interna della sua compagnia, alla sua amministrazione,
+e al suo codice penale, tutto<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span>
+era un vero modello di indirizzo militare;
+tutto aveva la sua regola ed ogni oggetto
+il suo posto assegnato, persino il ferro
+dei piedi ed il nerbo fatale.</p>
+
+<p>Anche a Longone, Napoleone aveva un
+così detto palazzo, una casa non imponente,
+in cui egli scendeva tutte le volte
+che veniva a cavallo dalla sua capitale.
+La prossimità di questa fortezza gli si
+adattava in modo speciale. Egli soleva
+mangiare all'aperto, come racconta Valery
+nella sua descrizione dell'Elba, sotto il
+monte, seduto sopra un sedile scavato nella
+roccia (chiamato <i>canapé</i>) ove aveva piantato
+in semicerchio dei gelsi. Di là osservava
+con un cannocchiale i bastimenti che
+passavano, e le coste d'Italia.</p>
+
+<p>Di fronte al golfo di Longone è situato
+il forte Fucardo, con un faro per i bastimenti
+che entrano in porto. Intorno son
+rive pittoresche e dalla parte di terra i
+monti più scoscesi, che in qualche roccia
+ricordano Capri, senza avere certamente
+quel calore meridionale nel tono dei colori.
+In questi luoghi romantici e deserti, prossimo
+alla strada che conduce alle miniere
+di Rio, è situato l'eremitaggio di Monserrato,
+fondato dagli Spagnoli.</p>
+
+<p>Attraversammo col nostro ospite le roccie
+per giungere a Rio. La strada conduce
+per contrade deserte, traverso pianure e<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span>
+sorgenti. Una di queste sorgenti porta il
+nome di Barbarossa, non dell'imperatore
+tedesco, ma bensì del corsaro che attaccò
+e saccheggiò, nel 1544, Porto Longone. Il
+suo nome è ancora vivo in diverse isole
+del Mediterraneo, forse in tutte, poichè non
+ve n'è alcuna in quei paraggi che non sia
+stata visitata da questo che fu il più ardito
+di tutti i pirati.</p>
+
+<p>Passammo così per diversi piani e diverse
+colline rocciose, sempre rallegrati da nuove
+vedute di roccie, valli e mare, sino a che
+non discendemmo a Rio. Qui rumoreggia
+giù dalle alture un ruscello che si scarica
+nel porto. Da esso il luogo ha preso il nome
+di Rio. Di questo torrentello, il più rapido
+dell'Elba, si dice che non abbia origine
+nell'isola, ma che provenga dalla Corsica,
+da dove poi proseguirebbe per canali sotterranei
+al disotto del mare, sino a tornare
+alla luce nel Rio. Le foglie ed i rami
+dei castagni, che l'acqua trasporta con sè,
+dimostrerebbero chiaramente la sua origine
+côrsa. Comunque sia, questa nuova Aretusa
+sembra potersi riferire, secondo il significato
+poetico, alla sorte di Napoleone.</p>
+
+<p>Un'altra considerazione ancora congiunge
+le miniere di Rio alla Corsica; di qui fuggì
+una volta, nel secolo <span class="smcap">XV</span>, Pietro Cireneo,
+scrittore conosciuto dei côrsi, di cui la
+vita avventurosa di fuggiasco è simile ad<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span>
+un romanzo; fuggendo dal patrigno, egli
+giunse ancora bambino a Rio e guadagnò
+la sua vita nelle miniere di ferro, aiutando
+a portare coi somari il minerale al porto.</p>
+
+<p>Il terreno rosso sul quale camminavamo
+ci avvertiva che ci trovavamo su terra ferrugginosa;
+dappertutto nient'altro che questa
+polvere di ferro; le colline d'intorno,
+scure e rossicce, coperte d'innumerevoli arbusti
+d'aloè, i quali con le loro foglie rigide,
+di un colore di <i>bleu</i> acciaio, e terminanti in
+punte di spine, sembrano essere tanti fasci
+di pugnali e di spade. Tutto ciò che incontrammo
+aveva questo color di ferro, gli operai
+di Rio, tinti di rosso nei vestiti, nella faccia
+e nelle mani, ed anche i cani stessi, che
+ci venivano incontro. Il porto stesso, verso
+il quale scendemmo, era rosso di polvere
+di ferro; sulla spiaggia giacevano mucchi
+di minerale, che di là veniva poi caricato
+sui bastimenti.</p>
+
+<p>Cercammo il direttore dei lavori. Egli
+era un tedesco, la qual cosa appresi con
+grande gioia. Solamente il tedesco è, fra
+i vari popoli, il vero minatore; egli solo
+è capace di scendere nel pozzo della vita
+e di scrutare negli antri bui della natura il
+suo più profondo carattere. Qui egli scava
+di continuo, sino a che trova il minerale
+puro, e, dimentico di sè, non ricorda la
+primavera che è di fuori. Talvolta egli<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span>
+dorme giù nel fondo, come Epimenide, o
+come l'imperatore Barbarossa nel Kyfthäuser,
+quel vecchio minatore tedesco dalla
+corona aurea e dalla lunga barba cresciuta
+traverso il tavolo, oppure come il Tannhäuser
+nel Venusberg (Monte di Venere).</p>
+
+<p>Il signor Ulrich, un uomo marziale, un
+tedesco di buona lega, ci venne incontro;
+anche la sua stretta di mano era ferrea,
+la sua parola breve e decisa e la sua voce
+straordinariamente potente. Ci ricevette cordialmente,
+come suoi compatriotti, ci condusse
+ai lavori e ci spiegò la loro disposizione.
+Le miniere di ferro dell'Elba, che
+sono amministrate per proprio conto da
+una Società toscana, erano da poco tempo
+sotto la sua direzione. Egli le ricevette in
+condizioni miserrime; in pochi mesi le ha
+però tanto migliorate che già ora si può
+calcolare la produzione annuale a 35,000
+tonnellate, mentre non producevano prima
+che solo 22,000 tonnellate. Giornalmente
+vengono estratte 120,000 libbre di ferro;
+in estate però i lavori languono, perchè
+la lavorazione dei campi reclama gli operai,
+i quali sono per la maggior parte di Rio.
+Nell'inverno i lavori procedono molto più
+alacremente.</p>
+
+<p>Già dai tempi più remoti la miniera di Rio
+era sfruttata, pure essa rende ancor oggi
+moltissimo, è un monte di circa 500 piedi<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span>
+di altezza, tutto di materiale di ferro. Nelle
+sue vicinanze vi sono ancora altri giacimenti
+non meno ricchi, quelli di Terra Nera,
+di Rio Albano e quello della Calamita, un
+vero monte magnetico. Già gli Etruschi
+sfruttarono queste cave; essi portavano il
+materiale a Populonium, sotto il cui dominio
+l'isola giaceva e colà veniva estratto
+il ferro. La penuria di legna non permette
+all'Elba il lavoro di fusione ed anche oggi
+il ferro viene fuso in fabbriche nelle vicinanze
+dell'antica Populonium, oppure il materiale
+viene imbarcato per Napoli, Genova,
+Marsiglia e Bastia.</p>
+
+<p>Il sig. Ulrich ci dimostrò quanto gli antichi
+e i loro successori avessero scialacquato
+con questi giacimenti. Delle intere
+colline di terra ferruginosa inutilizzata
+sono state ammonticchiate, coprendo i giacimenti
+di minerale. Questa terra sprecata
+però è tanto ricca di sostanze, sì da dare
+pur sempre un ottimo materiale. Il signor
+Ulrich prese una manciata di terra,
+dove noi stavamo, ce la mostrò e disse;&mdash;«Osservate,
+la terra che io prendo qui
+alla superficie, dà ancora un ferro migliore
+di quello che ottengono i francesi nell'Auvergne,
+dove gli scavi son ben più difficili».
+Qui il minerale si trova veramente
+sopra terra e per diverse miglia in giro si
+sta e si cammina sul ferro. Le miniere di Rio<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span>
+sono più ricche di quelle possedute dal
+Demidoff in Siberia, e, probabilmente, di
+uguali ad esse non se ne trovano.</p>
+
+<p>I lavori si limitano ancora alla superficie,
+e di opere sotterranee, non vi è altro che
+due gallerie; con tutto ciò si vedono i
+più bei giacimenti di minerale allo scoperto.
+Chi s'immaginasse di trovare a Rio dei
+pozzi di gallerie, delle cave con tutti i romantici
+accessori dei minatori, come lo
+avevo immaginato io, prima di vedere questo
+straordinario monte di ferro, sbaglierebbe
+di molto.</p>
+
+<p>Gettai uno sguardo nei dintorni; dappertutto
+vi era malinconia e le opere stesse,
+queste colline rosse e nere, la terra color
+di ferro e la polvere di ferro scintillante
+producevano l'effetto del deserto, come i
+campi di lava e di cenere di un vulcano.
+Una torre merlata guardava tristamente
+dall'alto di uno scoglio sulle miniere. Era
+la torre di Giove. Innanzi a queste sinistre
+miniere, dalle quale la furia della
+guerra ha portato ininterrottamente nel
+mondo spade, lancie e palle, e dalle quali
+sembra essere emersa direttamente l'età
+del ferro, come è stato cantato dal poeta,
+dovevasi innalzare un monumento a Napoleone,
+ponendo sul piedistallo quell'ordine
+del Re degli Etruschi, Porsenna, che, cioè,
+per l'avvenire il ferro dovesse soltanto<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span>
+essere adoperato per fare arnesi per l'agricoltura
+e per le arti pacifiche.</p>
+
+<p>La bella leggenda mi fa ricordare un
+fatto storico dell'antichità greca, un'altra
+condizione di pace. Quando Gelone dettò
+ai Cartaginesi la pace in Siracusa, dopo
+la battaglia di Himera, una delle sue condizioni
+fu questa, che essi dovessero in
+seguito cessare dal far sacrifici a Moloc.
+Anche questa ordinanza avrebbe dovuto
+esser posta sul piedistallo di quel colosso
+di ferro da erigersi all'Elba: non più vittime
+da immolare al Dio Moloc!</p>
+
+<p>Io non so, tuttavia, se una tale êra icarica
+verrà mai, e se le olive di Elihu Buritt
+metteranno radici. I popoli mi sembrano
+che siano moralmente poco più grandi
+di quello che erano ai tempi di Porsenna
+e di Gelone di Siracusa.&mdash;Tanto in onore
+del Moloc politico, quanto di quello religioso,
+le nazioni si combattono oggi come
+ieri, ed il fiore della loro gioventù si lascia
+mietere così tranquillamente, come se la
+vita umana potesse rinnovarsi centuplicata
+come l'idra.</p>
+
+<p>Per questo ci separiamo dall'isola del
+ferro col grido di Porsenna: «Non più
+spade nè lancie, ma industria ed agricoltura,
+e non più sacrifici umani a nessun
+idolo».<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span></p>
+
+
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">SAN MARCO DI FIRENZE.</h2>
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+<h2 class="lighter"><a name="San_Marco_di_Firenze" id="San_Marco_di_Firenze"></a>San Marco di Firenze.</h2>
+
+
+<p>Il convento dei domenicani in San Marco
+a Firenze, oltre ad avere un'importanza
+storica, ne ha una immensa dal lato artistico.
+Deve la prima al Savonarola, l'altra
+a due maestri esimî nella pittura, Angelico
+da Fiesole e Fra' Bartolomeo. La
+piazza sulla quale sorge il convento è ancor
+oggi, come ai tempi di Lorenzo de' Medici,
+uno dei ritrovi della vita artistica
+fiorentina, il terzo, dopo gli Uffizi ed il
+palazzo Pitti; colà infatti son riunite la
+galleria delle belle arti e la famosa scuola
+degli incisori su rame.</p>
+
+<p>Ai tempi di Lorenzo, nella contrada di
+San Marco esisteva quel giardino dei Medici,
+nel quale si trovava la prima raccolta
+di sculture antiche, sotto la sorveglianza
+del vecchio scultore Bertoldo. Colà
+si riunivano i più forti ingegni di Firenze
+e tutto ciò che emergeva nelle scienze e<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span>
+nelle arti e ciò che era già arrivato alla celebrità
+e che godeva del favore di Lorenzo.
+Come i pittori andavano nella cappella
+Brancaccio, per imparare a disegnare dagli
+affreschi di Masaccio, così gli scultori venivano
+in questo giardino de' Medici, per
+studiare la scuola antica ed intrattenersi
+con Angelo Poliziano, Pico della Mirandola
+e Marsilio Ficino. Da questo giardino
+si vedeva spesso andare Lorenzo, il Pericle
+di Firenze, nel convento di S. Marco, per
+chiudersi là in una cella e liberarsi dal
+dolce paganesimo. Qui si tenevano discorsi
+elevati, sull'anima mondiale di Platone,
+unendoli ad una ipocrita considerazione
+della successione di Cristo. Savonarola però
+si teneva in disparte, mormorando, e non
+rispondeva alle chiamate di Lorenzo.</p>
+
+<p>Il convento era degno dei Medici; infatti
+lo avevano creato, a dir vero, essi
+stessi. La sua storia è in breve la seguente:
+il fondatore dell'ordine dei domenicani
+mandò in Toscana, nell'anno 1220,
+dodici seguaci; da questi furono fondati
+alcuni conventi, dei quali il più importante
+fu quello di Fiesole. Da quest'ultimo
+ebbe origine il convento dei domenicani
+di S. Marco. In origine questo era stato
+fondato, nel 1299, dai Silvestriani; però, al
+tempo della grande peste di Firenze, era
+decaduto. A San Marco scesero i domenicani<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span>
+da Fiesole indottivi da Cosimo dei
+Medici, che poco prima era tornato dal suo
+esilio di Venezia. Cosimo chiamò da Fiesole
+il celebre priore Antonino, il santo più grande
+del suo tempo. Egli era figlio dell'avvocato
+fiorentino Nicolò Pierozzi ed era nato
+nell'anno 1389. Nel suo sedicesimo anno
+di età era entrato nell'ordine dei domenicani
+a Fiesole, ove molto tempo dopo
+era divenuto priore. Cosimo lo indusse a
+trasferirsi a S. Marco, e ciò avvenne nel 1436,
+dopo che Michelozzo Michelozzi aveva ricevuto
+l'incarico di riedificare il vecchio
+convento dei Silvestriani. Egli demolì quasi
+completamente l'antico convento ed eresse
+una nuova fabbrica, imponente. Anche per
+Cosimo furono qui preparate due celle, come
+per un monaco, celle che si fanno vedere
+anche oggi, come quella di Savonarola, a
+titolo di curiosità storica. In questa solitudine,
+dice il padre Marchese, il priore
+Antonino fece udire al vecchio ambizioso,
+colla franchezza di un amico e coll'autorità
+derivantegli dalla santità della sua vita,
+quella verità che l'adulazione nasconde
+sempre al potente, ed è certamente dovuto
+al Santo, se Cosimo non divenne un despota
+comune.</p>
+
+<p>Nell'anno 1443 fu terminata la fabbrica,
+e Cosimo fondò la celebre biblioteca di
+San Marco. Antonino divenne, tre anni<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span>
+più tardi, arcivescovo di Firenze. Egli morì
+nell'anno 1459, dopo essere stato ammirato
+da tutto il mondo per le sue virtù
+e dopo essersi interessato attivamente del
+miglioramento del clero.</p>
+
+<p>Due grandi cortili ornano S. Marco; le
+lunette di questi cortili sono dipinte a fresco
+e contengono fatti della vita di Antonino
+dipinti da Gherardini, Dantini, Poccetti e
+da altri pittori. Tuttavia il tesoro maggiore
+del convento è rappresentato dalle pitture
+murali del Fiesole, il più antico maestro
+della scuola di Giotto. Quasi tutte le celle,
+la sala del capitolo, i corridoi ed alcune
+lunette dei cortili contengono sue pitture.</p>
+
+<p>Con Fra' Angelico cominciarono quelle
+strane reazioni che il convento, tanto
+sollecito di riforme, intraprese contro lo
+spirito moderno della pittura classica italiana.
+La vita del celebre pittore fu narrata
+dal Vasari. Più particolareggiatamente
+fu però descritta da Vincenzo Marchese,
+un domenicano di San Marco. Questo erudito
+venne accusato di liberalismo da alcuni
+suoi confratelli dell'ordine, zelanti inquisitori,
+a causa del suo libro: «Lettere
+inedite di fra Girolamo Savonarola e documenti
+ad esso relativi»; e poichè si minacciava
+di mandarlo a Roma, si recò nell'anno
+1851 a Genova ed è a capo della
+Società che cura ora la nuova edizione<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span>
+delle opere del Vasari nella «<i>Raccolta
+artistica</i>».</p>
+
+<p>Nell'anno 1845 pubblicò i «Ricordi degli
+esimi pittori, scultori e architetti dei domenicani,
+con alcuni scritti sulle belle arti».
+Già nel XVI secolo il Razzi aveva scritto
+una storia dei celebri domenicani, contenente
+anche la vita di qualche pittore,
+scultore ed architetto di quest'ordine.</p>
+
+<p>Il Marchese sembra abbia ripresa questa
+idea, ponendola in effetto. Le biografie
+che egli ci dà colla sua opera, cominciano
+con Fra' Ristoro e Fra' Sisto, celebri architetti
+del secolo XIII, che edificarono la
+bella chiesa dei domenicani di S. Maria
+Novella a Firenze. Con maggiori particolari
+però ha descritto la vita dei pittori
+Fra' Angelico e Fra' Bartolomeo; la sua
+opera termina con un capitolo sull'impresa
+del Savonarola per la riforma delle arti.</p>
+
+<p>Strettamente connesso a questo lavoro
+sta l'opera più pregevole d'incisione in
+rame di Firenze, che fu cominciata sotto
+la direzione del Perfetti: «S. Marco, il convento
+dell'ordine dei predicatori di Firenze,
+illustrato ed inciso principalmente secondo
+le pitture del beato Giovanni Angelico,
+colla vita dello stesso maestro ed un compendio
+storico di detto convento», opera
+del padre Vincenzo Marchese (Firenze, edito
+a spese dell'Associazione Artistica, 1850).<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span></p>
+
+<p>In questo studio il Marchese magnifica
+Fra' Angelico con troppa esagerazione, paragonandolo
+ad un profeta, a cui fosse stata
+affidata la missione di rinnovare la morente
+pittura religiosa. Colle sue pitture egli
+doveva conseguire la stessa riforma morale
+del genere umano che avevano raggiunta
+Antonino e Savonarola per mezzo
+dei loro scritti e delle loro pubbliche azioni.</p>
+
+<p>Non si sa esattamente dove Fra' Angelico
+nacque. Il Marchese ritiene che
+egli provenga da Castel di Vicchio nel Mugello,
+distante alcune miglia da Colle di Vespignano,
+la patria di Giotto. L'anno di nascita
+sarebbe il 1387; il suo nome era Guido.
+Dapprima imparò a Firenze a dipingere
+in miniatura, come suo fratello Benedetto
+che era abilissimo in quest'arte. Presto
+si sviluppò in lui una schietta inclinazione
+in senso religioso, che si delineò sempre
+più, in contrasto colle tendenze decisamente
+realistiche dell'arte fiorentina. Il
+Marchese paragona arditamente quest'artista
+geniale con Talete che coll'ispirazione
+dei suoi versi e dei suoi ritmi spianò a
+Licurgo la via per la sua legislazione,
+poichè nello stesso modo Fiesole ha appianato
+al suo amico Antonino, co' suoi quadri,
+la strada per la riforma.</p>
+
+<p>Nell'anno 1407 i due fratelli entrarono
+nell'ordine dei domenicani di Fiesole ed ivi<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span>
+vissero qualche tempo, sino a che la discordia
+papale non raggiunse anche questo.
+Guido, ossia Fra' Giovanni, come ormai era
+chiamato, peregrinò allora da Foligno a
+Cortona, ove dipinse molto secondo la maniera
+di Giotto, Spinello e Simone da Siena;
+e, dopo un'assenza di circa 4 anni, tornò
+a Fiesole. In seguito fu chiamato, nel 1436,
+al convento di San Marco, fondato da poco,
+per ornarlo di pitture. Ciò avveniva nello
+stesso tempo che Masaccio dipingeva le cappelle
+della chiesa del Carmine, Brunelleschi
+edificava la cupola del Duomo, Ghiberti
+approntava le porte del Battistero e Donatello
+e Luca della Robbia gareggiavano
+nella scultura.</p>
+
+<p>Poichè a Fra' Giovanni, benchè avesse
+gran finezza nel dipingere, mancava ancora
+il disegno, la prospettiva ed il perfezionamento
+nei chiaroscuri, egli pure
+studiò dapprima le pitture del Masaccio
+e molto imparò da questo artista geniale,
+che di lui era assai più giovane.</p>
+
+<p>A quest'epoca appartiene la grande pittura
+della sala del capitolo, che egli compì
+in S. Marco e che è una delle più belle che
+siano state fatte nel secolo <span class="smcap">XV</span>, il suo capolavoro,
+l'ultimo fiore della scuola di Giotto;
+il soggetto ne è la passione, con santi in
+adorazione da ambo i lati. Il carattere dei
+due ladroni vi è riprodotto con molta perfezione.<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span>
+La testa del Cristo ha sofferto;
+i suoi tratti non son più precisamente riconoscibili.
+Ai piedi della croce sta, a
+sinistra, un gruppo di sorprendente eloquenza:
+la madre che sta per cadere in
+deliquio, abbandonando la testa e le braccia;
+la Maddalena, in ginocchio a lei dinanzi,
+la stringe al petto con ambe le braccia, i
+biondi capelli sciolti le cadono sulle spalle.
+Giovanni ed una delle donne sostengono
+Maria. Difficile sarebbe raffigurare più semplicemente
+l'altissimo effetto tragico; la
+sublimità agisce qui direttamente per la
+grandezza della natura interna. Non si trova
+nè nel Perugino, nè nel Francia, che pur
+furon maestri nell'arte di commuovere, una
+tale elevatezza.</p>
+
+<p>Gli antichi non sono in genere più
+perfetti in questo senso. La loro grande
+e sicura concezione della vita spirituale è la
+loro gloria indistruttibile; essi sono epici e
+popolari, quelli di poi musicali e drammatici.
+L'immagine del dolore diviene più
+tardi sempre più ricca, ma anche più violenta
+ed unilaterale. Anche le altre figure
+sono importanti; messe del tutto naturalmente
+e senza legami da ambo i lati, agiscono
+solamente per la loro singola espressione.
+Esse rappresentano santi, ecclesiastici,
+vescovi o fondatori d'ordini, come Domenico,
+Bernardo, Francesco, Ambrogio,<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span>
+Tommaso d'Aquino, Agostino. Il colorito è
+molto spirituale, secondo la maniera di
+Fra' Angelico.</p>
+
+<p>Quantunque egli abbia dipinto ancora
+molti altri quadri eccellenti, in nessuno ha
+tuttavia raggiunto una tale grandezza ed
+una tale forza, poichè questa manca talvolta
+nelle sue impressioni che divengono
+deboli causa appunto la loro soverchia delicatezza.
+Nell'Accademia delle Belle Arti,
+che possiede un gran numero di quadri del
+Fiesole, due vengono considerati quali i più
+eccellenti: la Deposizione dalla Croce e l'Estremo
+Giudizio. Quella è squisita per la
+profondità dei sentimenti e la soavità dei
+colori, questo non è invece una composizione
+di grande rilievo.</p>
+
+<p>Fra' Angelico è più debole di tutto nella
+raffigurazione dell'inferno; la sua natura
+è troppo fanciullesca, per aver potuto
+creare delle figure diaboliche. I suoi diavoli
+eccitano solo il riso, non incutono
+spavento, egli rappresentò l'inferno in sette
+compartimenti, secondo Dante, ed in fondo
+vi dipinse pure Lucifero, che dilania con
+le sue tre fauci Giuda, Bruto e Cassio.
+Anche Angelico dipinse sotto l'influsso di
+Dante che era il compagno di Giotto, ed
+il Giotto della poesia.</p>
+
+<p>La «Divina Commedia» ha d'altronde
+ispirato tutti i pittori, a cominciare da Giotto.<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span>
+Essa infiammò la fantasia degli artisti e
+la riempì di visioni sublimi e di idee poetiche;
+i loro quadri erano già stati abbozzati
+nelle composizioni dei versi di Dante;
+e molte scene dell'Inferno, del Purgatorio
+e del Paradiso attendevano solo di essere
+tradotte in colori, per divenire quadri viventi.
+Io credo, in generale, che, senza
+Dante, la pittura religiosa d'Italia non
+avrebbe potuto svilupparsi così presto e
+raggiungere tale altezza.</p>
+
+<p>Il dominio della sua poesia sull'arte della
+pittura durò per tutto il <span class="smcap">XIV</span> ed il <span class="smcap">XV</span> secolo,
+sino a che fiorì la pittura religiosa.
+Anche Michelangelo, l'ammiratore entusiasta
+di Dante, si conformò a lui, nello stesso
+modo come prima di lui vi si era conformato
+Luca Signorelli nel suo Estremo Giudizio
+nel Duomo d'Orvieto, che Fra' Angelico
+aveva cominciato a dipingere. Si trovano
+pure soggetti tratti da Dante, dipinti
+da vari maestri in molte chiese, come
+ad esempio l'Inferno ed il Paradiso dell'Orcagna,
+nella cappella degli Strozzi in Santa
+Maria Novella.</p>
+
+<p>Insieme con la «Divina Commedia» anche
+«I trionfi» del Petrarca hanno avuto una
+grande influenza sulla pittura; ciò c'indica,
+fra i molti altri quadri, l'Orcagna
+stesso col suo «Trionfo della Morte» nel
+Camposanto di Pisa.<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p>
+
+<p>Fiesole dipinse in S. Marco anche la discesa
+di Cristo nel Limbo, dal quale egli
+trae i patriarchi: un quadro di grande finezza
+di colori. Non meno interessante è
+la sua «Adorazione dei Re Magi», uno
+dei pochi suoi quadri, nei quali sviluppa
+una certa gaiezza e varietà mondana. Questo
+soggetto è stato trattato spessissimo
+e con grandissimo amore. Per i pittori
+della scuola religiosa non vi sono che poche
+stoffe di maggior attrattiva e in quanto
+a ricchezza della vita poetica esso li sorpassa
+tutti. I contrasti sono sorprendenti,
+chiari e naturali: il figlioletto di un artigiano
+in una stalla, bue ed asino alla
+greppia; questo bambino vengono ad adorare
+i potenti della terra, conducendo sì
+lunghi corteggi di alabardieri e paggi riccamente
+vestiti, che portano oro e gioielli.
+Uno di questi re è sempre un vecchio di
+aspetto venerabile, e quando questi s'inginocchia
+dinanzi al bambino, la poesia della
+scena è ingrandita dal contrasto delle età.
+Il secondo re generalmente ha una faccia
+da moro, il terzo è di bella complessione,
+giovane e nobile, di guisa che i vecchi
+pittori sembra abbiano voluto rappresentare
+le tre parti del mondo. A questo si
+aggiunga la misteriosa lontananza dalla
+quale i re favolosi sono venuti, il buio
+della notte, la stella che porge spesso occasione<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a></span>
+di aggiungere al corteo un paio
+di astronomi, e si avrà nel tutto una fantastica
+novella orientale, nella quale si
+scorge l'influenza delle crociate.</p>
+
+<p>La pittura toscana è ricca di immagini
+di questo genere. Due quadri magnifici di
+questa specie, di Domenico Ghirlandaio e
+Filippino Lippi, si ammirano negli Uffizi;
+due altri, capolavori della massima bellezza,
+li dobbiamo agli scolari di Fra' Angelico,
+Gentile da Fabriano e Benozzo Gozzoli.
+Il quadro di Gentile si trova nell'Accademia
+delle Belle Arti, quello di Benozzo
+nella Cappella Medici al palazzo Riccardi.
+Qui egli dipinse degli affreschi che, insieme
+con le sue pitture ammirate nel Camposanto
+di Pisa, appartengono alle migliori
+produzioni del suo tempo. La sua rara
+universalità si scorge già qui; egli abbracciò
+tutti i generi della pittura, dal paesaggio
+all'architettura, dalla figura agli animali,
+e tutto con una meravigliosa armonia. Nella
+suddetta cappella Riccardi egli dipinse
+i viaggi suntuosi dei re; a cavallo, a piedi
+o sul cammello, essi traversano in schiere
+interminabili ridenti pianure, monti e valli.</p>
+
+<p>Fiesole, dal quale Gentile e Benozzo
+impararono, rimane col suo quadro al disotto
+di loro; egli non ha quella magnificenza
+solenne e quella ricchezza festiva
+che i suoi discepoli seppero rappresentare.<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span></p>
+
+<p>Molti altri quadri che egli dipinse in
+S. Marco meritano di essere ricordati, l'Orazione
+nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione
+della Vergine, dove si ritrova l'ascendente
+di Dante, ed il suo Cristo in pellegrinaggio;
+ma basta di essi. Tutti dimostrano
+la stessa semplicità di mezzi, la medesima
+concezione fanciullesca e la più profonda
+religiosità. Persino i suoi colori, dove predominano
+il bianco, il celeste ed un rosso
+pallido, si devono chiamare fanciulleschi.
+Le sue figure più attraenti sono spesso
+quelle eseguite in piccolo, quasi in miniatura;
+esse sono molto graziose e di finezza
+ammirevole come, fra le altre, gli angeletti
+di uno schizzo di altare negli Uffizi e le
+figure sul reliquario di Santa Maria Novella.</p>
+
+<p>Fra' Angelico morì a Roma il 18 marzo dell'anno
+1455; Nicolò V che lo aveva chiamato
+colà per dipingere in Vaticano, gli fece
+erigere un monumento sepolcrale nella
+chiesa della Minerva.</p>
+
+<p>L'epigrafe lo eguaglia ad Apelle, al quale
+hanno avuto l'onore di essere stati paragonati
+molti pittori. Egli è stato l'ultimo grande
+maestro della scuola di Giotto; i naturalisti
+Maselino e Masaccio posero fine ad essa
+e crearono l'indirizzo moderno della pittura.
+La scuola antica che conduceva alla
+rappresentazione del nudo coll'ammirazione
+delle forme della natura umana,<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span>
+doveva trovare il suo completo svolgimento
+nel Tiziano, in Giulio Romano, nel Correggio
+e nel Michelangelo.</p>
+
+<p>Allora dal chiostro di S. Marco, che aveva
+trovato nel Fiesole un difensore così convinto
+della pittura religiosa, venne nuovamente
+una reazione contro la scuola moderna
+e paladino ne fu Savonarola.</p>
+
+<p>Egli combattè i Medici che avevano promossa
+la scuola antica, appunto con le loro
+stesse armi. Essi avevano fondata l'Accademia
+platonica ed erano pieni di ammirazione
+per il paganesimo; ma Savonarola
+stesso era un mistico platonico, come lo
+erano Lorenzo, Pico, Poliziano, Marsilio
+Ficino e molti altri.</p>
+
+<p>Il priore di S. Marco teneva delle prediche
+platoniche sull'essenza del bello e
+tuonava contro le nudità dell'arte appunto
+da quel pulpito, di fronte al quale
+erano la sepolture dei suoi amici Pico della
+Mirandola e Angelo Poliziano. Il Marchese
+riporta un discorso del Savonarola, nel quale
+questi considera il bello platonicamente come
+l'anima e l'idea del buono. In forza di
+questa teoria egli sollevò una guerra fanatica
+contro la scuola antica e le arti che,
+volte alle cose mondane, a parer suo, traviano
+la razza umana. La violenza della
+sua parola scosse molti artisti che sino
+ad allora avevano dipinto o scolpito allegramente,<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span>
+e si videro l'eccellente Sandro
+Botticelli, Cronaca, Robbia, Bartolomeo,
+Lorenzo di Eredi e molti altri abiurare
+pentiti il loro paganesimo ai piedi del priore.
+Solo Mariotto Albertinelli e lo strano Piero
+di Cosimo non si lasciarono turbare, e restarono
+pagani ed avversari convinti del Savonarola
+e della sua setta morale.</p>
+
+<p>Il 21 febbraio 1497 furono portati, al suono
+delle trombe e dei tamburi, tutti gli emblemi
+della mondanità sulla piazza della
+città. Ivi fu eretto un albero con molti
+rami, ai quali furono attaccati i ritratti
+delle più belle fiorentine, capolavori della
+pittura, nudi bellissimi, sculture di divinità,
+libri di musica, arpe e liuti, cembali e
+violini, carte, abiti di seta e di velluto;
+gli oggetti più costosi d'oro e d'avorio, ed
+anche le poesie del Petrarca e del Boccaccio
+si videro appese a quei rami. Gli esecutori
+di questo tribunale fanatico, che doveva
+giudicare le umane vanità, avevano
+perquisite le case, ed erano anche stati
+loro consegnati timorosamente, ed a titolo
+di penitenza, liberamente oggetti d'arte
+ed oggetti preziosi d'ogni genere. Un negoziante
+veneziano che si trovava appunto
+a Firenze e che non aveva scrupoli
+sull'essenza morale del bello, venne
+nell'idea ragionevole che sarebbe stato
+meglio vendere questi oggetti così preziosi<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span>
+per il commercio, anzichè bruciarli.
+Egli offrì così per tutte quelle vanità mondane
+la modesta somma di 20,000 scudi.
+In seguito a ciò, la Signoria lo fece senz'altro
+prendere, mettere sopra una sedia e
+ritrattare da un pittore platonico e il suo
+ritratto fu posto in cima al rogo. Così fu
+bruciato quest'albero con tutti i suoi tesori,
+in mezzo al giubilo della folla. Ciò avvenne
+sulla piazza stessa, ove un anno dopo fu
+arso il grande fanatico.</p>
+
+<p>La morte del Savonarola rese inconsolabili
+gli artisti, suoi adepti. Molti smisero
+di dipingere, tra i quali anche Baccio
+della Porta, che rinunziò al mondo in segno
+di cordoglio e prese nel 1500 la tonaca
+dei domenicani. Baccio, o Fra' Bartolomeo
+come si chiamò da allora, restò sei
+anni immerso nel dolore e non toccò i
+pennelli. Dipoi, si rinfrancò e cominciò le
+sue pitture religiose sulla esortazione dei
+suoi fratelli dell'ordine. Ciò avveniva al
+tempo, in cui Raffaello tornava per la seconda
+volta a Firenze. Egli strinse amicizia con
+Fra' Bartolomeo ed imparò da lui il disegno
+ed i colori; sotto l'ascendente di lui
+fu iniziata la sua Madonna del Baldacchino,
+mai terminata, nella quale si riscontra
+chiaramente lo stile di Bartolomeo. Questi
+si formò a sua volta sulla maniera di Michelangelo
+e di Leonardo da Vinci, e molto<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span>
+lontano dal dipingere nella maniera dolce
+e delicata del Fiesole, divenne precisamente
+in S. Marco l'opposto del suo predecessore.
+La scuola di Giotto era vinta. Bartolomeo
+dimostrò quanto lo studio della plastica
+avesse influito sulla pittura; le sue figure
+sono spesso grandiose come quelle di Michelangelo
+e quasi statuarie, come specialmente
+il suo evangelista Marco nella galleria
+Pitti.</p>
+
+<p>Egli morì nell'anno 1517; ci ha lasciato
+un ritratto del Savonarola, che ci rende
+in modo caratteristico la figura fanatica
+di questo profeta del Rinascimento. Poichè
+per quanto alto fosse il volo dei
+pensieri di quest'uomo straordinario, egli
+rimase pur sempre un monaco e più precisamente
+un domenicano.</p>
+
+<p>In quel tempo stesso, nel quale Fra' Bartolomeo
+dipingeva in S. Marco, giaceva
+prigione colà in una cella un altro fervente
+ammiratore del Savonarola, il pittore in miniatura
+Fra' Benedetto. Nulla si conosce
+delle pitture di quest'uomo singolare; egli
+ci ha però lasciato una poesia originale,
+che compose nella solitudine della sua prigione.
+Questa è la più vecchia poesia epica
+sul Savonarola, del quale racconta la vita
+e la morte. Il suo titolo è: «Il Cedro
+del Libano». Il Marchese l'ha recentemente
+pubblicata di nuovo: Il «Cedro del Libano,<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span>
+ovvero la vita di Girolamo Savonarola, descritta
+da Fra' Benedetto in Firenze nell'anno
+1510». Molti coetanei hanno scritto
+la vita del Savonarola, dice il Marchese,
+come Burlamacchi ed il Conte Francesco di
+Mirandola, ma quantunque essi conoscessero
+Savonarola, non possono aver goduto
+la sua intimità e la sua amicizia, come fu
+concesso a Fra' Benedetto per tre anni, durante
+i quali egli convisse col maestro in
+S. Marco. Lo stesso Savonarola lo aveva
+vestito dell'abito dei domenicani e questo
+suo discepolo soffrì ed operò molto per
+lui, e lo difese dopo la sua fine con un
+amore ed una costanza che gli valsero
+dapprima l'esilio e dopo molti anni di prigionia
+nel suo chiostro; un uomo singolare,
+il tipo del quale può solo avere riscontro
+in quei paladini del medio evo,
+senza macchia e senza paura, che furono
+cantati in versi immortali dall'Ariosto e dal
+Tasso.</p>
+
+<p>Con ragione il Marchese annette un'importanza
+storica a questa poesia, poichè
+essa riporta fedelmente gli avvenimenti,
+di cui l'autore fu spettatore nella maggior
+parte coi propri occhi; credo perciò che
+valga la pena di tradurne alcuni brani, non
+prima però di aver dato qualche notizia
+della vita del poeta semplice.<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span></p>
+
+<p>Fra' Benedetto nacque nell'anno 1470 a
+Firenze. Suo padre Paolo era orefice, sua
+madre era, come egli stesso dichiara, una
+donna di spirito e ardita. Dapprima condusse
+una vita dissoluta, dopo però fu
+così conquiso dalle prediche del Savonarola,
+che entrò nell'ordine di San Marco.
+Era da tre anni nel chiostro, quando il
+giorno 8 aprile 1498 il furore popolare si
+sollevò contro il riformatore. Fra' Benedetto
+lottò insieme con altri monaci e partigiani
+del Savonarola con grande eroismo. Per
+caso anche Baccio della Porta si trovava
+quella sera nel convento; spaventato dalle
+grida del popolo e dall'infuriare del combattimento
+egli si nascose. Benedetto invece
+salì sul tetto della chiesa, alla quale
+era stato appiccato il fuoco, ed accoppò
+con pietre tanti nemici, quanti ne poteva
+raggiungere. Savonarola lo scorse e lo
+chiamò, scongiurandolo di deporre le armi;
+anche, allorchè il profeta si consegnò liberamente
+ai suoi nemici, Benedetto volle
+dividere la sua sorte, ma Girolamo glielo
+impedì.</p>
+
+<p>Quindi egli racconta che fra i seguaci
+del maestro, Malatesta Sacromoro da Rimini
+fece da traditore, poichè questi consigliò
+Savonarola a consegnarsi al popolo,
+mentre che quegli (Fra' Benedetto) lo aveva
+scongiurato invano di imitare Paolo, calandosi<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span>
+con una corda e cercando il proprio
+scampo nella fuga.</p>
+
+<p>Savonarola e Domenico furono tratti nel
+palazzo della Signoria; Silvestro si era intanto
+nascosto in convento. Anche questi
+però fu tradito il giorno di poi da Malatesta.
+Tutti e tre furono arsi il 23 maggio.</p>
+
+<p>Benedetto fuggì dapprima a Viterbo, poscia
+cominciò però a provar rimorso di aver
+rinnegato anche solo per poco tempo il
+ricordo di Savonarola; egli tornò quindi a
+Firenze e cominciò a difendere coraggiosamente
+le dottrine del suo infelice maestro,
+quantunque dovesse affrontare la vendetta
+del partito avverso. Egli non risparmiava
+nessuno ed attaccò anche papa Alessandro
+VI. La conseguenza di ciò fu che
+dapprima fu scacciato dal chiostro e dopo
+vi fu imprigionato. Non è certo se egli
+abbia sofferto qui sino alla fine della sua
+vita. In prigione egli scrisse in difesa di
+Savonarola, su argomenti di teologia ed
+infine «Il Cedro del Libano».</p>
+
+<p>Questa schietta poesia è scritta in terzine
+e si compone di undici capitoli. Non ci
+si attenda nessuna bellezza poetica da lui;
+essa è però degna di nota per la fedeltà,
+colla quale distingue gli avvenimenti e ci
+dà un'idea della vita di quel tempo. La
+catastrofe stessa è descritta in modo vivo
+ed indubbiamente esatto.<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span></p>
+
+<p>Dopo un esordio a guisa d'orazione, l'autore
+racconta gli avvenimenti della propria
+vita:</p>
+
+<p class="left small">Nato di umili natali nella città dei fiori nell'anno 1470
+nella contrada di S. Croce,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Benedetto passa a descrivere poi la corruzione
+del suo tempo; la pace regnava
+in tutto il mondo, ma il demonio seminava
+il male, il popolo era pieno di peccati vergognosi,
+la lussuria e la violenza erano
+generali. Regnava Alessandro VI, grande
+per cupidigia e libidine, ed ogni prete lo
+prendeva ad esempio.</p>
+
+<p class="left small">In questo tempo il Signore aveva mandato nella
+mia città un servo devoto, chiamato Girolamo,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Il poeta racconta ancora, che un giorno
+sua madre, commossa dalla parola del Savonarola,
+lo eccitò ad andare alle sue prediche.
+Per quanto questo invito gli sembrasse
+duro, egli cedette finalmente ed
+andò nella chiesa di San Marco. Qui si
+sedette tutto vergognoso ed in silenzio tra
+gli uditori, suscitando la meraviglia della
+folla che non attendeva di veder ivi l'uccello
+goditore. E qui egli fa entrare in
+iscena il Savonarola che tiene una predica,
+come il Lenau fa nel suo romanzo del Savonarola.</p>
+
+<p class="left small">Quando venne il mio profeta, Savonarola, egli montò
+umile sul pulpito ed io rimasi attento alle sue parole,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span></p>
+
+<p>Prosegue poi in questo tono. E' la predica
+sull'arca di Noè: Benedetto ne ricevè
+una così profonda impressione sulla coscienza
+che fuggì subito in luogo remoto,
+dove cominciò con sè stesso un dialogo,
+in cui sono contenute delle chiare accuse.</p>
+
+<p class="left small">E piangendo me ne andai, gettando lungi da me
+il mio essere leggero e dissoluto e la mia chitarra da
+sventato.</p>
+
+<p>I suoi antichi compagni lo dileggiano e
+lo dicono ipocondriaco, lo invitano ai divertimenti,
+gli dimostrano come egli sia
+amato da tutti ed abbia molti amici e
+come nulla manchi alla sua vita. Non
+basta che i suoi camerati lo tormentino,
+anche i suoi sensi vengono finalmente
+indotti in tentazione ed egli li presenta
+quali persone:</p>
+
+<p class="left small">L'occhio disse: Io non so che tu pensi; mi hai abituato
+a scorrere libero e libertà io voglio, perchè
+questa mi si conviene. L'orecchio mi disse,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Ma Savonarola lo conforta nella sua conversione
+ed egli inizia il principio della
+sua santa vita, assumendo per alcuni mesi
+il posto d'infermiere e di becchino in un
+ospedale. Il demonio lo tormenta tuttavia
+continuamente, nondimeno egli lotta valorosamente
+ed entra finalmente nel suo venticinquesimo
+anno d'età nell'ordine.</p>
+
+<p>Come Bartolomeo aveva raffigurato in<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span>
+colori Savonarola, così lo descrive Benedetto
+in versi:</p>
+
+<p class="left small">Piccolo di corpo, ma tutto salute; di membra minute,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+
+<p>Seguono i giudizi sull'animo suo, che si
+possono facilmente immaginare, ed un piccolo
+accenno alla sua operosità; quindi un
+intero episodio sul genere del Klopstock,
+nel quale il poeta fa cospirare i demoni
+contro Savonarola:</p>
+
+<p class="left small">Il superbo Lucifero, il principe dell'Inferno, quando
+si accorse quali frutti raccoglieva il sacerdote, abbaiò
+forte come una bestia dilaniante,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Lucifero racconta in seguito ciò che egli
+abbia fatto di male dalla sua caduta dal
+cielo, come egli abbia scacciato Adamo
+dal paradiso, piegando sotto il suo dominio
+tutte le creature, come il popolo di Mosè
+si sia dato all'idolatria per effetto della
+sua preparazione e come egli abbia mandato
+fuori tutti i diavoli, per sterminare
+la fede, dopo la venuta di Cristo nel mondo:</p>
+
+<p class="left small">E voi mentitori, sudicia razza di cani, non mi avete
+estirpato la fede. L'uno dice: oggi ancora lo faccio;
+l'altro: domani,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Per ordine di Lucifero i demoni partono
+con grida orribili. La loro opera si
+vede presto nella persecuzione del santo
+uomo, specialmente per parte dei Minori
+di Santa Croce, che gli interrompono in<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span>
+ogni modo la predica, aizzando il popolo
+contro di lui. Quindi Benedetto descrive
+l'assalto di S. Marco dell'8 aprile 1498.</p>
+
+<p class="left small">Era di domenica, il giorno delle palme, quando
+Firenze si sollevò con grida selvaggie per prendere
+il frate vivo o morto,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Egli narra in seguito come venti soli
+amici del Savonarola respinsero gli assalitori,
+uccidendone il capo e scacciarono
+tutta la turba per tre volte. Tre volte tornò
+la folla inferocita all'assalto.</p>
+
+<p class="left small">I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della
+chiesa e del convento. Il profeta era strettamente
+attorniato dai suoi confratelli col Sacramento,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Segue il discorso di conforto e di avvertimento
+del profeta, col quale egli annuncia
+ai confratelli che ha deciso di rimettersi
+spontaneamente nelle mani dei suoi
+nemici, in seguito al consiglio datogli da
+Malatesta con perfida parola.</p>
+
+<p class="left small">Io vidi coi miei occhi com'egli si consegnò ai nemici
+col compagno Domenico e com'egli si rimanesse
+calmo e sereno in mezzo al popolo furente che lo minacciava,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p>Benedetto narra quindi come dopo la
+morte del Savonarola, i suoi seguaci rinnegassero
+la sua memoria ed abbandonassero
+vergognosamente la sua bandiera.</p>
+
+<p class="left small">Non uno a dir vero gli restò fedele ed io stesso
+ho cominciato a tentennare. Il mio raffreddamento fu
+però corto e presto tornò il mio ardore,
+ecc. <span class="spaced">....................</span></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span></p>
+
+<p>L'ultimo capitolo contiene una lamentazione
+sulla fine del profeta e vi si narra in
+qual modo morisse. Poi la poesia, alla quale
+doveva seguire indubbiamente un'altra
+parte, termina, con un'invocazione al Savonarola,
+di ricordarsi della sua promessa e
+di proteggere il povero autore.</p>
+
+<p>Il Marchese, al quale dobbiamo la pubblicazione
+di questa vecchia poesia, non ha
+scritto nessuna storia speciale del Savonarola,
+ma ha aggiunto una descrizione della
+sua vita all'opera pregevole già ricordata
+sugli affreschi di S. Marco. E' interessante
+conoscere come un domenicano oggi vivente
+parla dell'antico priore del suo convento.
+Egli dice dapprima: il lettore vedrà,
+come un uomo, che era forse il più grande
+dei suoi tempi, abbia incontrato una fine
+tremenda. Egli apprenderà, come non valsero
+a risparmiarlo, nè la nobiltà del suo
+spirito, nè la santità della sua vita, nè l'elevatezza
+del suo scopo. Egli conoscerà quali
+speranze morirono con lui e quali furono
+gli amari frutti della sua morte, e come
+patiboli e roghi non fossero bastevoli a
+spegnere la sete di vendetta nei suoi avversari,
+vendetta che infuriò ancora sul suo
+cadavere e sulla sua memoria. Pur nondimeno
+il suo nome risplende oggi onorato,
+dopo che le ire furon sepolte per sempre, ed
+è caro a tutti coloro che sono amici non<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span>
+paurosi della verità. Quest'uomo grande
+ed infelice è Fra' Girolamo Savonarola.</p>
+
+<p>Importanti come aggiunta ad una storia
+del Savonarola sono le lettere ed i documenti
+che riguardano quest'infelice riformatore,
+pubblicati dallo stesso Marchese. Tra esse
+ve n'è una alla madre sua, Elena Buonaccorsi,
+al suo amico Domenico, a sua sorella
+Beatrice, a Pico della Mirandola, e tra i documenti
+anche lo scritto di Luigi XII al
+Governo di Firenze, nel quale questo re
+prega per una proroga all'esecuzione della
+sentenza del Savonarola. Alla fine della sua
+introduzione alle raccolte il Marchese dice:
+«Qui terminiamo le nostre pazienti ricerche
+sulla vita e la morte del Savonarola, coll'augurio
+che possa presto sorgere uno scrittore
+prettamente cattolico, diligente e giusto,
+che libero da tutti i pregiudizi di
+sètte politiche e religiose, ci presenti finalmente
+il vero tipo di questo grande,
+che in un tempo difficile e corrotto raggiunse
+una fama tanto alta, che nemmeno
+le calunnie di quattro secoli poterono scemare».</p>
+
+<p>Il desiderio del Marchese è stato esaudito,
+poichè Pasquale Villari, professore di storia
+a Pisa, ha pubblicato un'opera pregevolissima,
+«La storia di Girolamo Savonarola
+ed i suoi tempi».
+<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span></p>
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">La campagna dei volontari<br />
+intorno Roma.</h2>
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span></p>
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+<h2 class="lighter"><a name="La_campagna_dei_volontari" id="La_campagna_dei_volontari"></a>La campagna dei volontari<br />
+intorno Roma.</h2>
+
+
+<p>Nell'autunno 1866 l'Italia era in preda
+ad un eccitamento eguale a quello dell'anno
+1859. L'Austria, l'ultima rappresentante
+della potenza imperiale tedesca, aveva
+dovuto cedere alla nazione italiana anche
+l'ultimo resto dei suoi possedimenti italiani.
+Il 19 ottobre, il giorno in cui gli Austriaci
+salparono per Trieste, e gli Italiani entrarono
+a Venezia, fu uno dei più felici e
+lieti giorni della storia d'Italia; esso segnò
+il ritorno della nazione italiana alla sua indipendenza
+dopo una schiavitù di più di tre
+secoli.</p>
+
+<p>Gli Italiani dovevano questo grandioso
+risultato ai fatti d'arme della Prussia. Il
+potente legame d'alleanza, a cui essi avevano
+serbato fedeltà in momenti, nei quali
+avrebbero avuto la tentazione di abbandonarlo,
+fece sì che essi riuscissero come
+vincitori dalle sconfitte del loro esercito
+e della loro flotta.<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span></p>
+
+<p>Dopo la cessione di Venezia, l'Italia
+formò di nuovo una nazione sola, non
+essendo la sua unità più turbata che da
+Roma. Soltanto qui risiedevano ancora
+truppe straniere, l'esercito d'occupazione
+di Napoleone. Ma la posizione del Papato,
+che si appoggiava all'Imperatore francese,
+doveva ora mutarsi.</p>
+
+<p>L'Austria aveva finora coperto il Vaticano
+dal Po; il formidabile quadrilatero
+era la trincea più valida del Vaticano. Ora
+essa era caduta e si era sciolto il legame
+di reciproci interessi che aveva fin allora
+tenuto avvinti il Papato e la Dinastia degli
+Absburgo. L'Austria cessò la sua politica
+italiana e con essa necessariamente
+vennero meno i suoi obblighi verso Roma.
+L'Italia poi, liberata dalla pressione dell'Austria,
+rafforzò l'alleanza colla Prussia,
+la quale era divenuta la prima potenza
+del continente, fiaccata la Francia, e
+inseguiva ora in Germania gli stessi
+ideali che aveva, in Italia, inseguito la
+Savoia.</p>
+
+<p>Nell'autunno 1866 si sentì profetizzare
+che conseguenza di quegli avvenimenti
+doveva essere necessariamente la caduta
+del potere temporale dei Papi. Si avvicinava
+il momento in cui doveva cessare, secondo
+la convenzione del 15 settembre 1864, l'occupazione
+francese di Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span></p>
+
+<p>Ci si domandava se Napoleone si sarebbe
+attenuto strettamente a questa convenzione,
+cioè se avrebbe ritirato le sue truppe, e,
+nel caso affermativo, che sarebbe avvenuto
+del Papato. Sarebbero sufficienti le truppe
+pontificie, pochi reggimenti romani e pochi
+reggimenti stranieri, ad assicurare l'ordine
+nelle provincie dello Stato? Si diceva infatti
+che queste provincie si fossero legate con
+giuramenti segreti a sollevarsi al primo
+appello del Comitato Centrale mazziniano di
+Firenze. Per la difesa personale del Papa
+Napoleone aveva costituito la legione di
+Antibo. Questo corpo di 1200 uomini, in
+gran parte francesi, al comando del colonnello
+d'Argy, nel settembre 1866 era già
+sbarcato a Civitavecchia, ed era andato in
+guarnigione a Viterbo.</p>
+
+<p>La caduta di Palermo in mano alle bande
+di Bentivegna (16 settembre), in cui potere
+rimase per 6 giorni, produsse in Roma
+un'impressione profonda: non poteva accadere
+qui alcunchè di simile dopo il ritiro
+delle truppe francesi? L'eccitazione divenne
+nell'ottobre assai acuta. Si parlava di diserzioni
+numerose nella legione di Antibo.
+Si sparsero notizie di un <i>memorandum</i>
+di Napoleone al Papa, nel quale costui,
+accennando agli eccessi di Palermo, proponeva
+che fosse accolta in Roma, dopo
+il ritiro delle sue truppe, una guarnigione<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span>
+italiana. Si parlava di dirette trattative fra
+Pio IX e Vittorio Emanuele per una riconciliazione.</p>
+
+<p>Il 29 ottobre il Papa tenne un discorso ai
+cardinali, il quale fece cadere d'un tratto
+ogni speranza in questo senso. Pio IX protestò
+contro tutti gli atti del Governo italiano;
+anche, dopo la pace di Praga, non
+voleva saper nulla dei diritti della nazione
+italiana; considerava gli Italiani eretici ribelli,
+e finalmente esprimeva la sua risoluzione
+di lasciar Roma, se le circostanze lo
+richiedessero.</p>
+
+<p>Vi era un partito di fanatici, che avrebbe
+voluto spingere il Papa ad andare in esilio.
+I Gesuiti desideravano la sua fuga non meno
+del partito democratico. Questo sperava di
+porre Roma a capo della Rivoluzione, e di
+proclamare la Repubblica in Campidoglio.
+Quelli non desideravano di meglio che di
+gettare l'Italia nell'anarchia coll'esilio del
+Pontefice, di suscitare le querele e gli aiuti
+dei cattolici di tutto il mondo, e finalmente
+l'intervento delle Potenze per ristabilire&mdash;possibilmente&mdash;lo
+Stato della Chiesa, come
+nell'anno di grazia 1815. Solo i moderati&mdash;e
+formavano la maggioranza&mdash;sostenevano
+concordi che il Papa doveva rimanere in
+Roma. Malgrado tutto essi speravano nella
+possibilità di un accordo col Papa, superando
+tutti gli ostacoli inerenti strettamente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span>
+al sistema ecclesiastico&mdash;di un accordo con
+un Pontefice cui avevano tolto una gran
+parte dei suoi Stati, e la cui sede, Roma, era
+reclamata come capitale della nazione italiana.
+Si pretendeva un atto di sacrificio e
+di abnegazione da questo sovrano, un atto
+di cui la storia reale di nessuno Stato e di
+nessun monarca avrebbe potuto fornire un
+esempio! Il potere temporale è un principio
+antievangelico, ma è anche una condizione
+di cose che dura da oltre mille anni, e di tale
+importanza per la posizione del Papato, che
+questo dominio temporale potrà essere soppresso
+solo per mezzo di una riforma dei
+rapporti fra gli Stati europei. È vero che
+questa è già incominciata; ma finchè essa
+non sarà compiuta, nessun Papa intendenderà
+di rinunciare alla sua potenza temporale.</p>
+
+<p>Il Governo italiano sembrava inclinato
+ad accettare trattative; esso affermava che,
+secondo gli articoli della Convenzione di
+settembre, non avrebbe, dopo il ritiro
+dei Francesi, nè attaccato il dominio pontificio,
+nè sopportato che altri lo attaccasse.
+Esso mandò truppe ai confini, per
+sorvegliarli, cioè per impedire che bande
+di volontari riuscissero a penetrare negli
+Stati del Papa. Intanto il Governo francese
+si dava pensiero di pareggiare la differenza
+del Debito pubblico dello Stato pontificio;<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span>
+e calcolava gli arretrati, per le provincie
+della Chiesa annesse all'Italia, in 12 milioni
+da pagarsi al Pontefice. Fece sapere al Governo
+italiano che era opportuno che mettesse
+all'ordine il partito d'azione, del quale
+si sapeva bene che, firmando la Convenzione
+di settembre, era intimamente risoluto
+a calpestarla alla prima occasione. Lo
+scopo dei democratici non era certo un segreto;
+avrebbe il Governo italiano autorità
+sufficiente per frenarne l'impeto? Dopo il
+ritiro dei Francesi essi volevano provocare
+la caduta del Papato e l'annessione di Roma
+all'Italia come sua capitale, facendo scoppiare
+la rivoluzione negli Stati pontificii e
+costringendo così il Governo italiano a rompere
+la Convenzione e marciare su Roma,
+sia col consenso di Napoleone, se egli voleva
+riconoscere per la seconda volta il fatto
+compiuto, sia senza, se egli intendeva di
+intervenire, e di opporsi all'esercito italiano.</p>
+
+<p>Mentre il prossimo ritiro dei Francesi
+impensieriva la Curia e faceva sorgere in
+essa il dubbio, se fosse preferibile per il
+Papa, inerme di fronte alla rivoluzione, di
+abbandonare la città o di restarvi, i nazionali
+agitarono la questione: che cosa doveva
+fare il popolo romano in questo stato
+di cose. In novembre si pubblicò uno scritto:
+<i>Il Senato di Roma e il Papa</i>, che fu segretamente
+fatto pervenire agli ambasciatori,<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span>
+ai cardinali e ai notabili di Roma. Si
+risvegliavano in esso antiche idee di indipendenza
+municipale; le ombre di Cola di
+Rienzo, di Lorenzo Valla e di Stefano Porcari
+parlavano di nuovo ai Romani. Ma è
+dubbio se queste ombre apparissero in Roma
+per proprio conto, o, se, evocate in un gabinetto
+fiorentino, fossero poi mandate a
+Roma. Quello scritto cercava di dimostrare,
+rifacendosi a studiare la storia del Medioevo,
+che Roma non era mai stata in uno
+stato di sudditanza diretta e propria col
+Pontefice, che essa conservava ancora il suo
+diritto all'autonomia e che, ritiratisi i Francesi,
+si doveva ristabilire in Campidoglio
+il Senato e l'autorità municipale del popolo,
+e chiamare per plebiscito Vittorio Emanuele
+a farsi incoronare Re d'Italia in Campidoglio.</p>
+
+<p>Ecco la chiusa di quel notevole scritto:
+«Passato è il tempo della violenza; le
+truppe francesi che per sedici anni hanno
+occupato Roma sono sul punto di abbandonarla;
+le milizie romane del papa vacillano:
+deboli per disciplina e per numero,
+esse sentono la vergogna di servire sotto
+un vessillo che non è quello della patria;
+le truppe mercenarie sono poche e malfide,
+e temono lo sdegno del popolo che mal
+tollera di vedersi limitato e impedito da
+una schiera di avventurieri l'esercizio di<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span>
+un sacro diritto. Il popolo romano vuole
+partecipare alla vita d'Italia; la gioventù
+si è già dichiarata, e alcuni patrizi si sono
+arruolati sotto la bandiera del Re. Tutti i
+cittadini infine vogliono pace, ordine, libertà,
+e non hanno intenzione di dipendere
+dall'arbitrio di cupidi condottieri o di pazzi
+ultramontani. Il Clero stesso, quel Clero
+romano, semplice, colto e virtuoso che non
+amoreggia con la Curia e con gli stranieri,
+desidera di unir la sua voce a quella di
+Milano e di Venezia. In una parola, la rivoluzione
+morale è compiuta. Se gli animi
+sono ancora tranquilli, se nulla è accaduto
+finora, ciò è perchè non si vuole in nessun
+modo turbare il tanto sospirato ritiro dei
+Francesi da Roma con un inopportuno movimento.</p>
+
+<p>«Ma appena quello si sarà effettuato,
+tutta la cittadinanza dovrà, con la calma
+e la dignità proprie all'esercizio d'un inalienabile
+diritto, ristabilire il proprio municipio
+ed il proprio sistema amministrativo,
+allo scopo di difendersi, di mantener l'ordine
+per mezzo della milizia cittadina, e
+di annunziare al mondo la propria volontà.
+Il popolo romano, tornato padrone di se
+stesso, deve provvedere ai suoi destini per
+il bene proprio e della Patria ed esercitare
+il diritto che fu la massima politica della
+sua condotta e il sistema del suo Senato;<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span>
+diritto che ogni civile popolo europeo ha
+ormai ottenuto, e il nome del quale fu
+preso dai Romani medesimi: il Plebiscito!
+Il popolo romano si rivolgerà poi al Re
+d'Italia e gli dirà: Sire, venite a noi, a
+esaudire i voti dei nostri padri; venite a
+coronarvi coll'alloro che Dante, Machiavelli,
+Gioberti vi hanno promesso, e che
+voi avete ben meritato per il valore del
+vostro esercito, per il valore vostro e per
+il sangue di tanti martiri. Venite a coronare
+gli sforzi di tanti secoli, a realizzare
+il sogno di tante generazioni, ed a coronarvi
+sul Campidoglio con quella corona
+ferrea che avete conquistato sul Po. Noi
+Romani ci sentiremo felici, se saremo da
+oggi innanzi chiamati a difendere, insieme
+con tutti gli altri popoli d'Italia, questa corona,
+simbolo della libertà civile nell'indipendenza
+nazionale.</p>
+
+<p>«D'altro canto, il popolo romano si deve
+rivolgere al Vaticano, e così parlare al
+Pontefice: Santo Padre, la rivoluzione italiana
+ha compiuto il suo corso e raggiunto
+il suo scopo. Ora essa si trova di fronte
+alla veneranda Basilica degli Apostoli, e
+vuole che voi sappiate che essa non vuol
+saccheggiarla, ne scuotere le fondamenta
+della Religione di Cristo, che è la religione
+di tutta Italia, e della quale voi siete il
+Primate, ma che anzi ha in animo di rendere<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span>
+a voi quella libertà che invano siete
+andato chiedendo a monarchi che unicamente
+sulla spada fondavano il loro diritto.
+Sotto l'egida delle leggi, all'ombra
+di una bandiera su cui sta scritto: Libertà
+della Chiesa e dello Stato, Voi potrete liberamente
+esercitare il vostro ufficio santo,
+non più circondato da armi straniere, ma
+difeso e sostenuto dalla reverenza e dall'omaggio
+di noi che, se non più Vostri
+sudditi, resteremo Vostri figli fedeli».</p>
+
+<p>Questo scritto portava la data: <i>Roma,
+il giorno dei morti</i>; era firmato: <i>Stefano
+Porcari</i>, e, come luogo di stampa: <i>Romae,
+ex aedibus Maximis 1866</i>. Produsse
+una grande impressione; tutti i giornali
+ne parlarono, ed ebbe diffusione fino
+a Parigi.</p>
+
+<p>Poco dopo apparve la circolare di Ricasoli
+del 15 novembre a tutti i Prefetti
+d'Italia; in essa il Gabinetto di Firenze
+dichiarava che avrebbe scrupolosamente
+rispettato la Convenzione di settembre;
+che il Potere temporale del Pontefice era
+divenuto una strana anomalia in mezzo
+alla civiltà del secolo presente, e che doveva
+essere trattato come ogni altra potenza
+secolare: il Papa solo, cioè, in Roma;
+che poi egli regolasse a suo piacimento i
+suoi rapporti col popolo romano, e questo
+i suoi rapporti con lui. In sostanza, la circolare<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span>
+diceva quel che aveva detto lo scritto
+del Porcari.</p>
+
+<p>Parve ai papalini di vedere nelle parole
+di Ricasoli una provocazione. Essi consigliarono
+sempre più vivamente il Papa a
+partir per l'esilio. Secondo loro, egli doveva
+abbandonare Roma, andare a risiedere a
+Civitavecchia, circondato dalle sue truppe,
+ed aspettare là, seguendo l'esempio dei
+pontefici del Medio Evo che per lungo
+tempo si erano rifugiati in Viterbo o in
+altre città della provincia,&mdash;che un mutamento
+d'indirizzo, o una rivoluzione nella
+politica, lo richiamasse a Roma. Nel porto
+di Civitavecchia&mdash;gli dicevano i consiglieri
+gesuiti&mdash;si sarebbero radunate allora le
+flotte delle Potenze per difenderlo. In fatto
+accadde che in novembre si ancorarono in
+quel porto alcune navi da guerra francesi,
+spagnuole ed austriache. Così sembrava si
+volesse fare di Civitavecchia l'ultima tolemaide
+del Papato. Ma Pio IX tremava al
+pensiero di abbandonar Roma di nuovo.
+Doveva questo vecchio, giunto presso il
+termine dei suoi giorni, sfidare un'altra
+volta le amarezze dell'esilio e della fuga?
+Toccava all'imperatore Napoleone che
+aveva mandato a Firenze il generale Fleury
+di confermare il Papa nella sua convinzione
+di dover restare in Vaticano; là egli era
+debole; in esilio avrebbe potuto esser forte,<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span>
+ma si esponeva a un grave pericolo: la
+Francia cattolica si sarebbe certamente
+commossa, e con essa l'Episcopato tutto,
+compatta falange per la difesa del Papato
+minacciato. Si sparse anche la notizia che
+l'imperatrice Eugenia sarebbe venuta in
+Roma. Ma siccome questa principessa non
+poteva, come già Matilde di Canossa, porsi
+sulla breccia che il generale francese Montebello
+era sul punto di abbandonare, essa
+non sarebbe venuta che quale inviata del
+suo sposo (si diceva) per persuadere il
+Papa ad accettare l'articolo d'accordo che
+era stato formulato a Firenze, ed a rimanere,
+comunque, in Roma.</p>
+
+
+<p class="center">II.</p>
+
+<p>Le truppe francesi erano a poco a poco
+ritirate dalle loro guarnigioni nella Provincia;
+esse venivano a Roma, per andare
+di qui ad imbarcarsi a Civitavecchia. Correva
+anche la voce, che il 4 dicembre il
+Papa stesso sarebbe partito per quella città,
+per visitare i nuovi lavori del porto e per
+risolversi circa una sua possibile residenza
+là, difeso dalle sue truppe. Molti dicevano
+che aveva intenzione d'imbarcarsi.</p>
+
+<p>Si diffuse un foglio volante: <i>Fra Giusto
+ai Romani</i>. In esso si diceva che Roma
+era stata destinata dalla Provvidenza a<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span>
+fondere ed accordare la nuova civiltà coll'antica,
+la libertà colla fede, e ad emancipare
+l'umanità con un'opera di rigenerazione
+sociale e religiosa avente lo stesso
+carattere di eternità che avevano avuto il
+Diritto Romano e il Vangelo. La libertà
+romana, spoglia del materialismo pagano,
+e santificata dall'emancipazione cristiana,
+formerebbe la base dell'autorità ecclesiastica,
+cosicchè questa, liberata dalle forme
+materiali del principato, si svilupperebbe
+in tutta la purezza della sua nuova essenza
+spirituale. In calma dignitosa i Romani
+avrebbero ricevuto Vittorio Emanuele,
+il quale soltanto fra le mura di Roma poteva
+compiere l'opera sua liberatrice d'Italia.
+Questo idealista romano ammoniva i
+suoi concittadini a tenersi lontani da tutti
+i partiti estremi. E così terminava:</p>
+
+<p>«La minaccia della fuga, che dei malvagi
+hanno voluto far pronunziare al Papa,
+non risponde alla bontà del suo cuore ed
+al sacro dovere del suo ufficio apostolico.
+Cristo l'ha solennemente dichiarato: la fuga
+si addice al capo di truppe mercenarie,
+non al pastore che deve aver cura del suo
+gregge. Pio IX è troppo profondamente conscio
+dei propri doveri per fuggir loro vilmente,
+o per permettere che le vie di questa
+sacra città siano macchiate col sangue
+dei suoi figli, sotto gli occhi del vicario di<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span>
+un Dio di pace e d'amore. Ma se la malizia
+dei suoi consiglieri dovesse strapparlo
+da Roma, se la ferocia dei suoi generali
+e dei suoi mercenarî dovesse spargere
+il sangue dei Romani, allora Dio, il mondo,
+giudici di questa viltà e di questo delirio,
+non farebbero che affrettare il pieno trionfo
+della causa italiana, giustificando ogni difesa
+legittima e necessaria».</p>
+
+<p>I Francesi cominciavano a partire da
+Roma. Il 6 dicembre il generale Montebello
+insieme coi suoi ufficiali venne a prendere
+congedo in Vaticano. La scena fu solenne.
+Il Papa appariva grave e dolce di
+aspetto. Il discorso del generale, o, meglio,
+del suo Imperatore, e la risposta del Papa
+hanno un valore storico, perchè rispecchiano
+nettamente la situazione<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a>.</p>
+
+<p>Il generale disse:</p>
+
+<p>«Santo Padre, non posso dominare la
+profonda emozione che provo nel venire
+per l'ultima volta a presentare a Vostra
+Santità i nostri omaggi reverenti ed a chiedere
+la Vostra Santa Benedizione. Vi sono
+circostanze, nelle quali la tristezza inseparabile
+dai congedi si muta in vero e vivo
+dolore. Pure un pensiero mi conforta: se
+l'Imperatore, fedele ai suoi obblighi, ritira
+le sue truppe da Roma, non ritira però
+<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span>
+la sua protezione dalla Santa Sede. Alla
+nostra occupazione, durata 17 anni, segue
+una protezione morale che non sarà meno
+imponente ed efficace, freno per gli uni,
+incoraggiamento per gli altri.</p>
+
+<p>«Possa il tempo che nella mano del potentissimo
+Iddio calma le passioni e ai
+dolori dà tregua, e edifica nella sua corsa
+più che non distrugga, possa il tempo ispirare
+in tutti quello spirito di conciliazione
+che solo può condurre alla soluzione delle
+attuali difficoltà ed assicurare al Capo supremo
+della religione l'indipendenza e la
+sicurezza di cui ha bisogno per poter esplicare
+liberamente, fino alla fine dei mondi,
+la sua attività spirituale.</p>
+
+<p>«Questo augurio insieme con gli omaggi
+della mia reverenza, e all'espressione della
+mia profonda riconoscenza timidamente
+umilio ai piedi di Vostra Santità».</p>
+
+<p>Il Papa rispose in francese così:</p>
+
+<p>«Son venuto, miei cari figli, a dirvi addio
+nell'ora della vostra partenza.</p>
+
+<p>«Quando la nostra bandiera lasciò la
+Francia colla missione di difendere i diritti
+della Santa Sede, essa fu accompagnata
+dagli auguri e dalle benedizioni di
+tutti i cuori cattolici. Ora essa torna in
+Francia, ed io desidero che essa sia ricevuta
+laggiù in egual modo. Ma non so, se
+ciò accadrà. Mi scrivono che i cuori dei<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span>
+cattolici sono commossi, perchè pensano
+alla difficile situazione, in cui si trova il
+Vicario di Cristo, il Capo della Religione
+Cattolica.</p>
+
+<p>«L'ho già detto ai vostri compagni di
+arme: non ci facciamo illusioni; la rivoluzione
+giungerà fin qui.</p>
+
+<p>«L'hanno detto, assicurato, proclamato,
+voi l'avete udito e letto. Si è fatto dire
+ad un'alta persona del governo d'Italia:
+l'Italia è fatta, ma non compiuta. Forse
+avrebbe potuto dire che essa non è ancora
+del tutto annientata, perchè le resta ancora
+una regione ove la giustizia, l'ordine
+e la religione regnano ancora.</p>
+
+<p>«Essi potranno forse piantare sul Campidoglio
+la loro bandiera, ma si ricordino
+che vicino al Campidoglio è la rupe Tarpea.</p>
+
+<p>«Essi potranno per un certo tempo rimanere
+padroni e sparger dovunque rovina.
+Che per ciò?</p>
+
+<p>«Cinque o sei anni or sono, io parlava
+con un rappresentante della Francia. Prima
+di partire, egli mi chiedeva che cosa dovesse
+dire da parte mia all'Imperatore.
+Non ricordo precisamente, ma gli dissi
+press'a poco così: Vi narrerò un episodio
+della storia della Chiesa. Sant'Agostino
+era vescovo di Hippo, una città che voi
+conoscete, perchè appartiene ai nostri possedimenti
+d'Africa, quando quella città fu<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span>
+assediata da un esercito di barbari. Egli
+sapeva che ogni sorta di atrocità avrebbero
+subito gli abitanti, se la città fosse caduta,
+perciò egli si rivolse a Dio e lo supplicò:
+Voglio morire prima di esser testimone
+di tale orribile cosa. Dite questo da parte
+mia all'Imperatore. L'ambasciatore mi disse:
+Tranquillizzatevi, Santità, questi barbari non
+penetreranno fin qui.</p>
+
+<p>«Egli non era profeta; era un degno
+gentiluomo.</p>
+
+<p>«Un altro, che occupa ora un'alta carica,
+mi disse: Roma non può esser la capitale
+d'un regno; le manca tutto per esserlo;
+mentre possiede tutto per essere la
+capitale del mondo cattolico. Queste son
+buone e fidenti parole, senza dubbio, ma
+io ripeto: la Rivoluzione può venire, ed
+io non ho aiuto sulla terra.</p>
+
+<p>«Son però tranquillo e rassegnato, fiducioso
+in Dio, che mi darà la forza necessaria.</p>
+
+<p>«Andate, figli miei, io vi amo e vi benedico,
+insieme con le vostre famiglie e coi
+vostri amici. Se vedrete il vostro Imperatore,
+l'Imperatore di Francia, ditegli che
+io prego ogni giorno per lui. Mi dicono
+che la sua salute non è buona; io prego
+per la sua salute; mi scrivono che la sua
+anima non è tranquilla; io prego per la
+sua pace.<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span></p>
+
+<p>«L'Imperatore è capo di una grande
+nazione che porta il titolo di <i>cristianissima</i>;
+è un bel titolo, ma si deve fare
+qualche cosa per meritarlo; esso non deve
+essere la semplice e spontanea espressione
+del cuore.</p>
+
+<p>«Bisogna pregare, e pregare con umiltà,
+fiducia e perseveranza; anche il capo di
+una nazione ha bisogno di questa confidenza
+in Dio, se vuol esser forte e se vuol
+ottenere ciò che desidera.</p>
+
+<p>«Io non mi sdegno; vedete, io son tranquillo.
+Ma vedo che il mondo non è tranquillo.
+Confido nell'aiuto di Dio e vi benedico.
+Possa la mia benedizione accompagnarvi
+per tutta la vita!»</p>
+
+<p>Il discorso del vecchio Pontefice fece profonda
+impressione. Molti ufficiali francesi
+avevano opinioni nettamente papaline, molti
+odiavano l'Italia; altri deploravano vivamente
+il legame che univa ora questa alla
+Germania, la quale aveva tolto a Napoleone
+l'onore di compire l'opera della liberazione
+d'Italia, ed ora era succeduta alla Francia
+nell'intimità con questa Nazione, ed ora
+forse univa ad essa le sue armi contro la
+Francia. Molti sentirono nel ritiro da Roma
+una sconfitta morale, come un abbandonare
+d'un tratto quella posizione veramente imperiale
+ed egemonica che la Francia aveva
+avuto sin qui. I soldati francesi affluirono<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span>
+al Vaticano per ricevere dal Papa i rosari
+benedetti da riportare in patria.</p>
+
+<p>La partenza dei reggimenti cominciò il
+7 dicembre, calma e ordinata. Li si sentiva
+attraversar la città, sul far dell'alba, al
+suono guerriero della loro marcia <i>Partant
+pour la Syrie</i>. Questo fu il loro saluto
+d'addio. Con quanta pompa e burbanza essi
+avevano occupato Roma, e con quanta timida
+tranquillità l'abbandonavano ora!</p>
+
+<p>Tutte le porte, il Campidoglio e il corpo
+di guardia di piazza Colonna furono occupati
+da milizie romane La fisonomia della
+città parve mutata. Abituati da 17 anni
+a vedere quei bei reggimenti di Francia, i
+Romani guardavano ora con stupore i goffi
+soldati pontifici venuti al loro posto. Roma
+entrò in un silenzio di morte. Si sentiva
+da tutti che un periodo storico era chiuso,
+e che il Vaticano tornava nella sua solitudine.
+L'11 dicembre, alle otto del mattino,
+i Francesi sgombrarono anche l'ultimo
+posto, Castel Sant'Angelo. Un tenente degli
+zuavi venne con una mezza compagnia ai
+cancelli della fortezza, dietro i quali stavano
+le sentinelle francesi. Si parlamentò. Apparve
+un generale pontificio. La bandiera
+francese fu abbassata, alzata quella papale.
+Furono presentate le armi; i Francesi uscirono,
+vi entrarono gli zuavi.</p>
+
+<p>Lo stendardo della Chiesa ondeggiò di<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span>
+nuovo sul mausoleo di Adriano presso
+l'arcangelo di bronzo, Michele. Questo arcangelo
+che si libra verso la città con le
+ali stese, riponendo nella guaina una grossa
+spada, è per la Chiesa il più bel simbolo
+della pace che essa deve dare al mondo,
+una di quelle idee che l'umanità dolorosa
+suol esprimere coi miti. Vi è nella storia
+dei simboli di tutti i tempi qualche cosa di
+così profondo come questo angelo che si
+libra sulla tragica tomba di un imperatore
+romano, anzi su tutta la città eterna, riponendo
+nel fodero la spada, a significare
+Redenzione e Pace? L'11 dicembre 1866
+esso parve acquistare una nuova significazione
+simbolica. Non era la non evangelica
+spada della potenza temporale dei Papi il
+cui regno non deve esser di questo mondo,
+che l'Arcangelo riponeva per sempre nella
+guaina? La spada contro cui avevan lottato
+Arnaldo da Brescia, Dante, i nostri Enrichi
+e gli Hohenstaufen? O era semplicemente
+la daga che la Francia ringuainava
+abbandonando il Pontefice?</p>
+
+<p>La partenza dei Francesi lasciò dietro
+di sè un sensibile vuoto. 17 anni di permanenza
+in Roma, se non li aveva fatti
+cittadini romani, almeno certo abitatori
+della città, e il loro aspetto guerriero era
+divenuto un tratto familiare della città.
+L'odio con cui da principio il popolo romano<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span>
+li aveva ricevuti, s'era a poco a poco dileguato
+colla consuetudine, e per il loro
+contegno esemplare. Di tutte le occupazioni
+di un paese da parte di truppe straniere,
+questa era certamente la più tollerabile,
+tanto più che non stava a significare
+una conquista, ma la difesa del Papato.
+Non costava nulla al paese; anzi lo arricchiva:
+i Francesi portavano annualmente
+a Roma in circolazione 12 milioni di lire.
+Il Papato che in condizioni normali si
+sarebbe dovuto rallegrare del ritiro di
+truppe straniere, ora doveva deplorarne la
+perdita. Il governo pontificio che per 17
+anni aveva avuto presso di sè il Comando
+militare francese, che formava un altro
+governo, col quale esso spesso veniva a
+trovarsi in umiliante contrasto, ora aveva
+ripreso la sua indipendenza.</p>
+
+<p>Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe
+francesi s'imbarcarono a Civitavecchia:
+così quel giorno nessuna bandiera straniera
+sventolò più sull'Italia dalle Alpi al mare.
+Era questa una condizione nuovissima nella
+storia della Penisola, condizione che non
+si era più presentata dall'anno 1494. Mentre
+la Francia, per il diritto della nazione italiana
+e l'opinione pubblica di tutta Europa
+era forzata a cedere e ad abbandonare
+Roma, dopo avere obbligato l'Austria a
+sgombrare l'Italia,&mdash;un nuovo grande principio<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span>
+civile veniva chiaramente ad affermarsi.</p>
+
+<p>Lo stesso giorno il Comitato nazionale
+segreto di Roma pubblicò in un foglio
+volante questo importante proclama:</p>
+
+<p>«Romani! finalmente l'ultimo soldato
+francese, l'ultimo straniero ha abbandonato
+l'Italia. Dalle Alpi al mare nessuno stendardo
+straniero spiega più sull'Italia protezione
+iniqua o signoria. Questo spettacolo,
+doloroso per i nostri oppressori, è pieno
+di conforto per noi che dopo 18 anni rialziamo
+di nuovo la fronte, e vediamo Roma
+arbitra dei suoi destini. Questo gran giorno
+resti profondamente impresso nella memoria
+e nel cuore d'ogni romano che senta onore
+per la sua patria fin ora tanto infelice.
+Questo giorno, il 14 dicembre 1866, apre
+un'èra nuova, un'èra che vedrà, a fianco
+della religione purificata e liberata dal
+dispotismo, Roma stessa libera e fiorente.</p>
+
+<p>«E' nostro, o Romani, questo compito.
+Una tarda giustizia ripone nelle nostre mani
+il destino di questa terra, finalmente! Il
+momento è solenne e decisivo. Tutto il
+mondo, commosso e variamente disposto,
+ha lo sguardo su Roma. Noi, forti della
+forza d'un inalterabile diritto, risoluti ad
+esercitarlo senza ledere in alcun modo i
+diritti del potere spirituale, teniamo pronti<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span>
+per il grande avvenimento la mente, il cuore,
+e, se ve ne sia bisogno, anche il braccio.
+Non vani discorsi, non malintesi movimenti,
+o azioni separate e inopportune! Rimanga
+fuori dalle nostre file chi non sappia portare
+altro contributo alla nostra causa. La
+nostra patria è ricca di ardire e di civile
+virtù; il momento decisivo lo mostrerà.
+Nessuna dimostrazione vana e disordinata,
+dunque. Questo infatti desidererebbero i
+nostri nemici, coloro che contano sui nostri
+errori per far ricadere l'Italia nell'antica
+schiavitù; essi son numerosi e perversi,
+e ci circondano, ci spiano, ci insidiano.
+Ma non dubitate; a loro son rivolti gli
+sguardi di coloro che vegliano instancabili
+per il nostro riscatto. Ma contro di
+essi bisogna specialmente usare l'unione
+e l'ordine, un contegno fermo, risoluto e
+tranquillo durante il tempo che ancora ci
+separa dall'esaudimento dei nostri desiderî.</p>
+
+<p>«Riuniamoci, stringiamoci le mani e formiamo
+una solida catena per il nome e
+la gloria di Roma. In nome della patria,
+non una minima parte delle nostre forze
+vada perduta in questo solenne momento.</p>
+
+<p>«Così uniti e stretti in un sol gruppo
+aspettiamo il momento opportuno. La vittoria
+è sicura. I giorni del dispotismo<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span>
+sacerdotale sono già inesorabilmente contati.
+Il vostro comitato sarà, ove occorra,
+pronto al consiglio e all'azione.</p>
+
+<p style="text-indent:60%"><i>Il Comitato Nazionale Romano.</i></p>
+
+<p class="small">Roma, 14 dicembre 1866».</p>
+
+
+<p class="center">III.</p>
+
+<p>I timori che al ritiro dei Francesi seguisse
+la sollevazione, se non di Roma, delle città
+del circondario e specialmente di Viterbo,
+si mostrarono ingiustificati; la tranquillità
+non fu turbata in nessun luogo. Questo fatto
+è dovuto in parte all'ottimo contegno delle
+truppe pontificie, organizzate nuovamente,
+e in parte al comando venuto da Firenze
+al Comitato Nazionale Romano. Per mostrare
+le sue buone intenzioni, il Governo
+italiano aveva preso disposizioni per il ritorno
+nelle loro sedi di tutti i vescovi scacciati
+o trattenuti in arresto. Aveva inoltre
+mandato a Roma Tonello, non solo perchè
+giungesse ad un accordo sulla questione
+del giuramento dei vescovi, e dell'<i>exequatur</i>
+reale, ma anche perchè portasse la proposta
+di quel grande progetto finanziario,
+che consisteva nel convertire i beni ecclesiastici
+d'Italia, valutati a due miliardi
+di lire, in una rendita mobile; così la<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span>
+Chiesa avrebbe acquistato una vera indipendenza
+dallo Stato. Queste trattative,
+anche se non seguite da effetti, richiamavano
+l'attenzione di tutti e rafforzavano
+l'opinione di quelli che speravano ancora
+in una conciliazione. La questione romana,
+da una questione europea, divenne, dopo
+il ritiro dei Francesi, una questione interna
+italiana. Ora il Papato si trovava circondato
+e stretto tutt'intorno dall'Italia, solo
+di fronte alle sue pretese: questa situazione
+appariva così insostenibile, che molti eran
+d'opinione che <i>necessariamente</i> dovesse in
+qualche modo stabilirsi un'intesa fra Roma
+e l'Italia.</p>
+
+<p>Il partito italiano della città si era organizzato
+nel Comitato Nazionale Romano,
+il quale riceveva il suo indirizzo dal Governo
+di Firenze, ed era un suo organo.
+Queste erano le sue mire: accordo col Papato,
+spogliato del potere temporale; annessione
+di Roma all'Italia mediante plebiscito;
+dichiarazione di Roma a capitale,
+con la dinastia di Savoia. Sosteneva dunque
+la opportunità della quiete e dell'ordine,
+e della resistenza passiva.</p>
+
+<p>Fin dalla fine del 1866 si oppose a questo
+il partito mazziniano, che voleva abbattere
+il Papato e costituire la Repubblica
+a Roma, dopo i quali avvenimenti sarebbe
+scoppiata&mdash;sognavano quei radicali&mdash;la<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a></span>
+rivoluzione sociale in tutta l'Europa e forse
+in tutta l'umanità? Questi partiti cominciarono
+a combattersi aspramente, ed anche
+questa scissione nel campo dei rivoluzionarii
+fu una causa di più della permanenza
+in Roma della tranquillità e dell'ordine.</p>
+
+<p>Per le intenzioni pacifiche del Comitato
+Nazionale, i mazziniani gli affibbiarono il
+soprannome dispregiativo: la Malva. Ambedue
+questi partiti facevano stampar fogli
+volanti e giornali segreti; i nazionali la
+<i>Roma dei Romani</i>; i mazziniani la <i>Sveglia</i>.
+La vita ed il lavorìo segreto di questi
+governi sotterranei, della <i>Roma sub-terranea</i>
+rivoluzionaria, si sottrassero agli
+sguardi della Polizia che non riuscì a scoprire
+nè i capi, nè i locali, nè le stamperie.
+Forse quei giornali non furono mai stampati
+in Roma, bensì in altre città.</p>
+
+<p>I mazziniani e gli emigranti italiani, appartenenti
+in parte alla loro sètta, tenevano
+vivaci riunioni nel Napoletano e in tutta
+l'Umbria. Si sparsero queste associazioni
+per tutta Italia e fecero nelle città propaganda
+per l'invasione a mano armata degli
+Stati della Chiesa. Già dal gennaio si era
+stabilito a Terni un deposito di armi e si
+richiamarono in quella città dalla Lombardia
+gli emigranti romani. Le armi dovevano
+essere introdotte segretamente nel<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span>
+Romano, cioè a Viterbo. Moustier, ministro
+francese degli esteri, avvertì di quel
+che si preparava l'ambasciatore dell'Imperatore
+a Firenze, perchè egli a sua volta
+richiamasse l'attenzione del Governo italiano.</p>
+
+<p>I mazziniani diedero il primo segno di
+vita la notte del 10 febbraio 1867 con lo
+scoppio di varii petardi, che spaventarono
+la città. Ricorreva l'anniversario della proclamazione
+della Repubblica Romana del
+1849. Del resto non vi furono eccessi; solo
+il Comitato Nazionale interdì la visita dei
+teatri e la celebrazione del Carnevale, cosicchè
+non si vide mai più melanconico
+Carnevale di quello del 1867. Fuori, ed anche
+alle porte di Roma, infieriva sempre
+più il brigantaggio. Tutte le strade erano
+malsicure; finalmente il Governo pontificio
+intervenne con una energica legge e con
+efficaci misure militari.</p>
+
+<p>In tutta l'Italia cresceva l'agitazione.
+Dopo il rigetto per parte dei democratici e
+radicali, nemici di ogni libertà della Chiesa,
+del progetto finanziario di Scialoia, la
+camera italiana fu sciolta; le nuove elezioni
+agitavano tutto il paese e minacciavano
+di spingerlo alla rivoluzione. Dal trasferimento
+della capitale sembrava che il
+Governo italiano fosse scosso alle basi; la
+Monarchia, nonostante l'acquisto di Venezia,<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span>
+vacillava; la infelice guerra del 1866 aveva
+accresciuto la disistima, in cui essa era
+caduta. Disonestà in tutta l'amministrazione,
+rapidi mutamenti di ministero, difficoltà
+finanziarie, interno dissolvimento, tutto ciò
+produceva una situazione confinante coll'anarchia,
+in tutto ciò il Governo perdeva
+ogni prestigio morale. Il partito d'azione
+chiedeva sempre la violazione della Convenzione
+di settembre; non solo esso formava
+comitati segreti, ma palesi associazioni
+per una invasione negli Stati della
+Chiesa. Comitati di questo genere sorsero
+a Firenze, a Genova, a Bologna e altrove,
+senza che il governo credesse bene
+prendere dei provvedimenti. Garibaldi s'era
+ravvicinato ai mazziniani e seguiva i loro
+piani. Da Caprera egli accorse a Firenze
+il 23 Febbraio, durante la lotta elettorale
+per la nuova Camera, onde aiutare alla
+vittoria il partito democratico. Egli si recò
+allora come agitatore per le città italiane,
+eccitando le popolazioni ad una guerra mortale
+contro il prete, dalle cui mani bisognava
+ora liberare Roma.</p>
+
+<p>Il 22 marzo il Re aprì il nuovo parlamento
+che, nel complesso, era composto
+come il precedente; non si fece parola sulla
+questione romana. Ai primi di aprile Urbano
+Rattazzi salì alla Presidenza del Consiglio,<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span>
+e il partito rivoluzionario sperò, sotto di
+lui, di ottenere ciò che non gli era riuscito
+di ottenere sotto Ricasoli, benchè
+ricordasse che era ben Rattazzi che aveva,
+per comando di Napoleone, organizzato
+la tragedia di Aspromonte.</p>
+
+<p>Così, un altro partito democratico era andato
+prendendo forma, il partito d'azione di
+Garibaldi, che aveva lo scopo dichiarato di
+una invasione a Roma. Garibaldi fu eletto
+suo capo, e proprio da un Comitato mazziniano,
+con una lettera datata da Roma (<i>Centro
+dell'Insurrezione di Roma</i>), per quanto
+l'esistenza di quel Comitato, proprio in questa
+città, fosse piuttosto dubbia. Questo Comitato
+invitò, il 1^o aprile, i Romani a sollevarsi
+ed a rovesciare il governo dei preti;
+assicurava che, contemporaneamente, altre
+città degli Stati della Chiesa si sarebbero
+ribellate, poichè tutto era pronto; proclamava
+Garibaldi capo della sollevazione, Garibaldi
+che, dopo la nomina da parte del
+popolo di Roma nel 1849, era rimasto giustamente
+generale romano. In risposta, Garibaldi
+scriveva una lettera, indirizzata al
+Centro dell'insurrezione, datata da S. Fiorano
+22 marzo, nella quale diceva di essere
+orgoglioso del titolo di generale romano,
+e annunziava di avere già scelto i Romani
+che dovevano formare l'<i>élite</i> dell'emigrazione
+romana a Firenze.<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span></p>
+
+<p>Contro questo appello dei radicali, il Comitato
+Nazionale pubblicò una protesta, il
+9 aprile, ammonendo con essa i Romani di
+non lasciarsi condurre ad agire con leggerezza
+colpevole e pericolosa, e di aspettare
+il tempo opportuno per l'azione. Infatti, la
+quiete non fu turbata; ed anche il 12 aprile,
+anniversario del ritorno dall'esilio del Pontefice
+ed anche del suo scampo miracoloso
+dal crollo della sala a S. Agnese, fu festeggiato,
+come al solito, con la luminaria, e
+trascorse tranquillo.</p>
+
+<p>Ma i segni precursori di un'invasione di
+schiere volontarie, come chiaramente apparivano
+dalla lettera di Garibaldi, davano
+molto da pensare al Governo romano; il
+cardinale Antonelli passava, il 26 aprile, una
+nota all'ambasciatore francese in Roma,
+conte Sartiges, nella quale esprimeva questi
+timori. Il Gabinetto francese consigliò
+quello fiorentino a vegliare sulle riunioni
+rivoluzionarie, secondo gli accordi del trattato
+di settembre, e ricevette da Rattazzi
+l'assicurazione che esso vegliava e che non
+v'era nulla da temere, poichè i comitati rivoluzionarii
+erano deboli e privi di mezzi.
+In occasione di un'interpellanza in Parlamento,
+Rattazzi dichiarò che, nella questione
+romana, egli avrebbe seguito la linea di condotta
+tracciata dal trattato di settembre.</p>
+
+<p>Intanto il Governo francese era informato<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span>
+del diffondersi continuo del partito radicale.
+Ebbe notizia di un trasporto di armi in Viterbo,
+e del piano di Garibaldi, che consisteva
+nell'armare navi a Genova e con quelle
+sbarcare sulla costa romana, mentre frotte
+di emigranti avrebbero passato il confine
+napoletano; e a Roma gli emissarii dei rivoluzionari
+dovevano eccitare alla rivolta.
+Invero Garibaldi si metteva palesemente a
+capo dell'invasione; alla fine di aprile egli
+fece pervenire una circolare ai ministri d'Inghilterra,
+Prussia e Russia a Firenze, nella
+quale egli protestava contro la sovranità
+del Pontefice e ricordava che la Costituente
+del 1849 aveva nominato proprio lui a governatore
+di Roma, ed affermava che questo
+potere a lui affidato era ancora legittimo,
+e poteva essergli tolto solo da una
+assemblea di rappresentanti del popolo romano.</p>
+
+<p>Nel maggio, il movimento ai confini e
+l'attività dei comitati si fecero più vivaci.
+In seguito alle note della Francia, Rattazzi
+rispose che Garibaldi si trovava ammalato
+a Signa e non aveva certo intenzione di
+tentare imprese temerarie, e che, comunque,
+il Governo vegliava. Si può effettivamente
+credere che tale fosse la sua sincera
+opinione, anche se segretamente pensava
+di utilizzare il movimento rivoluzionario
+per condurre ad una modificazione della<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span>
+Convenzione di settembre. Difatti, Rattazzi
+dispose perchè gli emigranti romani fossero
+allontanati da Bologna, dove era il
+centro dell'insurrezione. Intanto il cardinale
+Antonelli permetteva che le truppe
+pontificie si intendessero con quelle italiane
+per la sorveglianza dei confini. Nel giugno
+una prima schiera di 200 volontari avendo
+tentato di passare i confini a Terni, per comando
+del governo italiano, fu trattenuta.
+Si imprigionarono 60 volontari; gli
+altri si dispersero. Questo fatto produsse
+un'impressione assai favorevole, e tranquillizzò
+molti. L'invasione romana fu rimandata,
+non solo perchè si era insufficientemente
+provvisti di uomini e di armi, ma perchè
+il mantenimento della pace tra Francia
+e Russia modificava la situazione politica.
+La democrazia italiana aveva contato
+sulla guerra di quelle potenze in seguito
+alla questione del Lussemburgo, ma, per
+il trattato di Londra dell'11 maggio, questo
+pericolo si era allontanato.</p>
+
+<p>Il mantenimento della pace salvò allora
+il potere temporale del Papa dalla rovina,
+che immancabilmente sarebbe avvenuta se
+la Francia si fosse impegnata in una guerra
+con la Germania. Ora si potevano fare, senza
+pericolo, le grandi feste del <i>Centenarium
+Petri</i>. Questo giubileo del principe degli
+Apostoli, del quale i papi si dicono successori,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span>
+doveva, in mezzo alle agitazioni italiane
+per la minaccia di un'invasione degli
+Stati pontificî, affermare che Roma era
+città della Chiesa e la capitale del mondo
+cattolico. Fin dal principio di giugno, schiere
+di preti si diressero a Roma da ogni paese,
+su tutte le ferrovie italiane. Quattrocentonovanta
+vescovi e prelati, più di diecimila
+preti si radunarono in Roma, dove non si
+era mai visto nulla di simile, prima dell'istituzione
+delle ferrovie. Alberghi, abitazioni
+e strade erano rigurgitanti di clero. Roma
+sembrava subisse ora, dopo la temuta invasione
+delle camicie rosse di Garibaldi, un'altra
+invasione di sottane nere; tutto un popolo
+accorso in difesa della sua città.</p>
+
+<p>In questa folla si distinguevano numerosissime
+nazionalità; ma Francesi, Italiani
+e Spagnuoli avevano la prevalenza, come
+a dimostrare ancora una volta la romanità
+della Chiesa cattolica. I Tedeschi si perdevano
+in mezzo a questo brulichio. Noto gli
+arcivescovi di Magonza, Colonia, Posen,
+Salzburg, Praga e Olmütz; mancava l'arcivescovo
+di Vienna. Si videro, in quell'occasione,
+tutti i costumi della Cristianità. Si
+ammirarono i fastosi e maestosi patriarchi
+di Oriente, la cui presenza rammentava i
+rapporti del culto cristiano coll'Asia e l'antico
+Testamento. Si videro anche dei Cinesi
+e dei Mori.<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span></p>
+
+<p>Mai, nemmeno nei tempi più luminosi
+del Papato di Leone X, si erano viste
+in Roma processioni simili a quelle che
+si svolsero per la festa del <i>Corpus Domini</i>
+e il giorno di San Pietro, nell'anno 1867.
+Queste feste rappresentarono la più bella e
+grandiosa rivista che mai pontefice abbia
+passato al suo clero.</p>
+
+<p>La grande processione del giorno di
+S. Pietro, che uscì dalla chiesa nella piazza,
+e nella chiesa poi rientrò, durò due lunghe
+ore. Vi erano portati degli stendardi alti
+20 piedi, rappresentanti i nuovi santi, o in
+punto di morte, o mentre stavano compiendo
+un miracolo, e fra questi santi (più di 200
+martiri della missione giapponese furono
+allora beatificati) nessuno suscitò più interesse
+di Pedro Arbues, il terribile inquisitore
+di Spagna, la cui assunzione nel cielo
+dei beati fu giudicata, all'estero, come una
+aperta e chiara dichiarazione di guerra alle
+leggi dell'umanità e della civiltà. Il popolo,
+silenzioso torrente, per tutta la giornata
+entrò da una porta del tempio ed uscì dall'altra.</p>
+
+<p>Cinquecento cantori facevano udire i loro
+inni dal cerchio interno della cupola di
+Michelangelo. L'illuminazione di questa
+volta scintillante d'oro era, il 29 giugno,
+incantevole e magica, come magico era
+l'effetto del tempio sfavillante di fuoco e<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span>
+di luce: rassomigliava, infatti, ad una sfera
+celeste nella quale innumerevoli stelle
+sprizzassero fuoco in mezzo ad una nebbia
+dorata.</p>
+
+<p>La Cattedra Petri, sulla quale la leggenda
+vuole che l'Apostolo si sedesse, fu
+trasportata dal trono vescovile della Tribuna,
+nel quale Alessandro VII l'aveva fatta
+chiudere, in una cappella speciale, ed esposta
+alla pubblica venerazione. Dopo due
+secoli, essa tornò alla luce. Sul lato anteriore
+di questa antichissima sedia di legno
+si trovano delle placche d'avorio, nelle quali
+sono rappresentate le fatiche di Ercole.
+La folla si dava gran pena per strofinare,
+contro di essa, stoffe o anelli, che avrebbero
+così assunto virtù di amuleti.</p>
+
+<p>Per otto giorni, Roma festeggiò la ricorrenza
+con processioni, illuminazioni,
+spettacoli accademici e musicali. Le manifestazioni
+più alte del culto si trovarono
+a Roma riunite, lo stesso anno in cui l'Esposizione
+mondiale di Parigi esibiva i frutti
+del lavoro e dell'ingegno del nostro secolo.</p>
+
+<p>La festa apostolica dell'unità della Chiesa,
+nel suo centro a Roma, consacrata dalla
+storia, doveva, con immensa manifestazione
+del clero, mostrare che, nell'ingranaggio
+della macchina gerarchica, non mancava
+una sola ruota, che fra il capo ed i membri
+tutti regnava una perfetta ed inalterabile<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span>
+armonia, mantenuta senza sforzo e senza
+costrizione. Non si trovarono in Roma, in
+quell'occasione, imperatori, re e principi,
+come a Parigi; ma convennero qui pellegrini
+da ogni parte del mondo. I rappresentanti
+delle più antiche nobiltà legittime
+d'Europa erano venuti, e non senza doni,
+a rendere omaggio al Pontefice.</p>
+
+<p>Al Vaticano furono donati, in quell'occasione,
+parecchi milioni, sia per le collette
+singole delle varie diocesi, sia per offerte
+private. Si contarono a Roma da 50.000
+a 70.000 forestieri; ne vennero da tutte le
+Provincie del Regno d'Italia. Ciò dimostrava
+che la rottura, fra il popolo d'Italia
+e la Chiesa, non era poi tanto grave come
+si era voluto far credere.</p>
+
+<p>Le catene di S. Pietro legavano ancora
+una parte dell'umanità, e mai questa portò
+più a lungo altre catene!</p>
+
+<p>I paladini del Papato erano pieni di soddisfazione
+e di fierezza. Non si doveva dimostrare
+che Roma non poteva essere la
+capitale di un regno? Ebbene, non ne erano
+quelle feste la prova più luminosa? Le
+migliaia di preti, che si raccolsero in quei
+giorni intorno al Papa e fraternizzarono
+in mezzo alle sontuose feste della loro
+Chiesa, erano pieni tutti del medesimo entusiastico
+sentimento. Non avrebbero essi
+portato quell'entusiasmo nei loro paesi,<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span>
+nelle loro comunità, diffondendolo ovunque?
+Con questa festa del centenario doveva
+cominciare, dunque, la grande reazione
+e il trionfo della Chiesa su tutte le potenze
+ostili dell'universo. Così declamava, nell'<i>Universo</i>,
+Luigi Veuillot. Nessuno avrebbe
+creduto che a questo entusiasmo potessero
+seguire nella Chiesa momenti di un così
+crudo disinganno!</p>
+
+<p>Nelle sue allocuzioni ai Vescovi riuniti,
+il 26 giugno e il 1 luglio, Pio IX annunziò
+il Concilio.</p>
+
+<p>Era naturale che il Papa, nella lotta
+contro ciò che egli chiamava il Secolo e
+che noi chiamiamo lo spirito della civiltà,
+raccogliesse più strettamente intorno a sè
+tutta la gerarchia, e tentasse di esaltare
+la propria autorità nell'organismo della
+Chiesa. L'antica idea dell'infallibilità del
+Papa, innalzata a dogma, ritornò ora più
+determinata agli organi dei Gesuiti. L'infallibilità
+è il coronamento del Papato
+gregoriano. E non ha anche segnato, questo
+dogma, l'uscita dalla storia di questa grande
+forza ideale della Chiesa? Se doveva esser
+l'apoteosi del Papato, si sa bene che le apoteosi
+si comprano a caro prezzo.</p>
+
+<p>La <i>Civiltà Cattolica</i> aveva solennemente
+proposto che tutti i preti e tutti i credenti
+venuti a Roma per il centenario facessero
+voto sulla tomba dell'Apostolo di sostenere<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span>
+per la vita e per la morte l'infallibilità
+del pontefice. Finora, essa diceva con cinica
+franchezza, i cattolici avevano portato
+a S. Pietro solo sacrifici e offerte
+materiali, sia le loro ricchezze, sia il loro
+sangue; ora si trattava di sacrificare la
+ragione stessa al principe degli Apostoli!
+Si sperava, così, di legare solidamente il
+clero tutto nei ceppi di questo voto, e di
+costituire, nella cristianità, quasi una lega
+santa di Cavalieri di S. Pietro; ma questa
+proposta dei Gesuiti non fu raccolta.</p>
+
+<p>I vescovi radunati non fecero nuove
+dichiarazioni riguardo al <i>Dominio temporale</i>.
+Nel loro indirizzo al Papa, dettato
+da Heinald, dicevano soltanto che essi tenevano
+a ripetere quel che avevano già
+espresso nel 1862, e cioè di voler credere
+ciò che il Papa crede, e di voler respingere
+ciò che il Papa respinge. Non era
+già questa una dichiarazione della sua infallibilità?</p>
+
+<p>In mezzo a tali feste giunse a Roma la
+notizia dell'esecuzione dell'arciduca Massimiliano, al
+Messico. Essa produsse un'impressione
+enorme. Molti clericali espressero,
+con soddisfazione, l'opinione che la
+morte di questo infelice principe fosse, per
+l'imperatore Napoleone, una specie di testa
+di Medusa; come egli aveva tradito Massimiliano,
+egli era pronto a tradire il pontefice!<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span>
+Si ricordava, ora, con meraviglia, la
+satira romana che nel 1864 aveva salutato
+l'arciduca, quando era venuto in Roma
+prima di partire per l'avventuroso viaggio
+al Messico, ed i suoi versi profetici:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Massimiliano, non ti fidare,<br /></span>
+<span class="i0">Torna sollecito a Miramare.<br /></span>
+<span class="i0">Il trono fracido di Montezuma<br /></span>
+<span class="i0">È nappo gallico colmo di spuma.<br /></span>
+<span class="i0">Il timeo Danaos, chi non ricorda,<br /></span>
+<span class="i0">Sotto la clamide trova la corda.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+
+
+
+<p class="center">IV.</p>
+
+<p>A queste magnifiche feste seguirono avvenimenti
+di tutt'altro genere. Bisogna cercare
+a lungo nella storia per trovare l'esempio
+di un così repentino e crudo contrasto,
+quale offrì Roma nel volger di pochi mesi.
+Se noi immaginiamo che fra i pellegrini
+accorsi a Roma si trovasse un asiatico o
+un africano, il quale fosse rimasto del tutto
+ignaro della politica europea, questo straniero
+avrebbe potuto dire parlando di Roma
+alla fine di giugno: «Roma, l'antichissima
+capitale del mondo cattolico, è non solo la
+più ricca e la più nobile, ma anche la più
+felice città della terra. Tutti i popoli vengono
+a turbe verso di lei, per portarle doni
+e tributi, e non dietro un severo e temuto
+ammonimento del loro sovrano, come nell'antica
+Roma, o negli imperi dell'Asia o<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span>
+dell'Egitto, ma volontariamente, per l'esaltazione
+del loro amore verso di Lui. Migliaia
+di pellegrini vi accorrono e si prostrano
+in orazione sulla tomba del Principe degli
+Apostoli e assistono nel suo sublime tempio,
+a cui nulla si può paragonare, a cerimonie
+d'una grandiosità indescrivibile. Sembra
+che l'amore degli uomini tutti coroni Roma
+di feste e di onori, dei quali è centro un
+venerando vecchio, al cui cenno i vescovi
+della terra e settantamila preti sono accorsi
+per dirgli che essi credono ciò che egli crede,
+che riprovano ciò che egli riprova, come migliaia
+di altri uomini che non sono preti, e
+che sono venuti anch'essi a tributargli onori
+divini».</p>
+
+<p>Ora, se il medesimo straniero fosse tornato
+nella stessa città, solo tre mesi dopo,
+non avrebbe prestato fede ai suoi sensi, e
+si sarebbe creduto vittima d'un incantesimo.
+Avrebbe infatti trovato quella città, poco
+prima piena di un tumulto festivo e inghirlandata
+di fiori e coperta di tappeti e
+di quadri, quasi contaminata dalla peste,
+immersa nello stupore, nell'ansia, nel terrore,
+di notte per lo scoppio di bombe e
+di mine, di giorno per le pattuglie di impauriti
+soldati, che raccoglievano qua e là
+torme di arrestati. Avrebbe visto cannoni
+sulle piazze; le fosse di Castel Sant'Angelo
+riempite d'acqua; gli avrebbero riferito<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span>
+che quel vecchio, che pur ora aveva
+veduto esaltato al cielo, stava ora pieno
+di terrore in preghiera nel Vaticano solitario
+e squallido, chiedendo a Dio che lo
+salvasse dall'imminente pericolo, e divisando
+già di rifugiarsi in Castel Sant'Angelo
+e di rinchiudervisi. Avrebbe visto le
+porte di Roma serrate e rinforzate di dentro
+con terrapieni, i merli delle fortezze
+difesi da sacchi di terra; e gli sarebbe stato
+narrato che innumerevoli bande malconcie,
+affamate, male armate, vestite di rosse
+camicie, venivano da ogni parte verso Roma,
+al grido: Roma o morte! per conquistare la
+capitale della cristianità e imprigionare
+il Santo Padre, o cacciarlo esule per il
+mondo.</p>
+
+<p>Intanto però, già nel giugno si era manifestato
+il colèra, che nel luglio crebbe di violenza.
+Il 6 agosto scoppiò ad Albano con
+straordinario vigore, mentre molte famiglie
+romane erano andate a passarvi l'estate. Là
+morì, l'8 agosto, la regina-vedova di Napoli,
+Maria Teresa, figlia dell'arciduca Carlo. Il
+timor panico riempì Albano; abitanti e forestieri
+si dispersero spaventati. Il cardinale
+Altieri che vi si era recato, come vescovo
+del luogo, per tranquillizzare con la
+sua presenza la popolazione, rimase vittima
+della sua abnegazione. Gli zuavi che
+erano là di guarnigione mantennero da soli<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span>
+l'ordine, e della loro attività va resa loro
+ampia lode.</p>
+
+<p>Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra,
+ma non interruppe il movimento rivoluzionario
+del partito d'azione, al quale
+le feste di Roma avevano acuito la smania
+di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto
+la condotta del governo francese rafforzava
+la concorde aspirazione degl'Italiani;
+quel governo sembrava partire dal
+concetto che l'occupazione di Roma durasse
+ancora per mezzo della legione di Antibo.
+Non solo il generale Dumond era venuto
+a Roma per passare in rivista questa legione,
+che numerose diserzioni avevano
+mezzo disciolta, ma la pubblicazione di una
+lettera del maresciallo Wiel al colonnello
+d'Argy mostrava come queste truppe al
+servizio del Pontefice fossero considerate
+ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò,
+alla fine di agosto, una nota di Rattazzi
+al Gabinetto di Parigi, nella quale egli
+faceva voti perchè il Governo francese non
+aumentasse le difficoltà, in cui si trovava
+l'Italia, risollevando la questione Romana
+e mettendo in pericolo la Convenzione di
+settembre.</p>
+
+<p>La stampa democratica dichiarò violentemente
+che quella Convenzione era stata
+violata dalla Francia e che, quindi, anche
+l'Italia era in diritto di non più rispettarla.<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span>
+Il Governo, che ormai meditava&mdash;appoggiandosi
+alla Convenzione di settembre&mdash;di
+rinunziare a Roma e riconoscere la sovranità
+del Papa, e, per di più, minacciava
+continuamente l'Italia di un nuovo intervento
+francese, si trovò ad essere in contradizione
+con sè stesso, mentre si sentiva
+troppo debole per sostenere la pressione
+del partito d'azione in un'epoca nella quale,
+dopo il disgraziato progetto finanziario,
+vedeva crescere a dismisura i proprî imbarazzi.</p>
+
+<p>Garibaldi visitò di nuovo le città italiane,
+parlando apertamente di una campagna
+contro Roma, dove, il 13 luglio, si
+erano già fusi e unificati il <i>Comitato Nazionale</i>
+e il <i>Centro dell'Insurrezione</i>, nella
+<i>Giunta Nazionale Romana</i>. Si raccolsero
+armi e denari, fino in Inghilterra, dove si
+era recato un figlio di Garibaldi. I confini
+dell'Umbria cominciarono a brulicare di
+figure sospette. Il 26 agosto l'Agitatore
+apparve a Orvieto. Qui egli raccolse il popolo
+a udirlo, attaccò nel suo discorso, accompagnato
+da grida di Roma o morte,
+tanto violentemente il Governo di Firenze,
+quanto quello di Parigi, e dichiarò finalmente
+che, nonostante la Convenzione
+di settembre, Roma doveva essere conquistata
+dal popolo sorto in armi. Si recò
+quindi a Rapallo, e l'8 settembre si trovò<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span>
+a Ginevra, al Congresso per la pace, dove
+i capi della democrazia europea si erano
+adunati per stabilire le linee di un programma
+della futura società europea. Garibaldi,
+salutato da unanimi omaggi, fu
+nominato presidente onorario di questo Parlamento.</p>
+
+<p>I discorsi che egli tenne dal balcone
+della casa Fazy e quelli per l'inaugurazione
+del Congresso, furono così spinti,
+che urtarono anche molti dei suoi partigiani.
+Egli volle dimenticare che la città
+di Calvino e di Rousseau contava fra i
+suoi cittadini anche molti cattolici e che
+altri fra essi avevano opinioni aristocratiche
+e conservatrici. Le sue violente declamazioni
+contro il Papato e la Chiesa provocarono
+aperte proteste da parte della
+cittadinanza cattolica; fra i Riformati, i
+moderati non furono meno spaventati; nel
+Congresso si produsse una scissione, e
+Garibaldi lasciò Ginevra l'11 settembre,
+quasi clandestinamente, e del tutto disilluso.</p>
+
+<p>Si recò allora a Genestrelle, deciso ad
+effettuare l'invasione romana. I preparativi
+e i piani strategici per questa audace
+impresa erano stati alacremente continuati
+fin dal suo soggiorno ad Orvieto. Si armarono
+truppe di volontari ad Ancona, a Foligno,
+a Bologna, a Firenze, negli Abruzzi,<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span>
+a Napoli. Depositi d'armi erano trasportati
+ai confini, e segretamente fin dentro
+gli Stati della Chiesa. I volontari si dirigevano
+da ogni parte alla spicciolata verso
+i confini, i quali erano custoditi dalle truppe
+di linea italiane, secondo la Convenzione
+di settembre.</p>
+
+<p>Il carattere palese di questi armamenti
+sotto gli occhi del Governo, le invettive
+della stampa mazziniana, i proclami dei
+comitati nazionali, le lettere di Garibaldi,
+i messaggi dei legati di Roma e di Firenze
+spinsero il Governo francese a eccitare il
+ministero italiano ad un'azione pronta ed
+efficace, facendogli intendere come serie
+difficoltà potessero sorgere se fosse continuato
+quello stato di cose, difficoltà
+che l'Imperatore desiderava risparmiare a
+sè e al Re d'Italia. E infatti le difficoltà di
+Napoleone non erano poche. Egli desiderava
+non allontanare da sè l'Italia, in vista
+della minaccia sempre più vicina d'una
+guerra colla Prussia; allontanandosi dalla
+Francia, l'Italia si sarebbe avvicinata alla
+sua alleata di Padova; se poi egli avesse
+lasciato violare la Convenzione di settembre,
+avrebbe subìto un nuovo scacco,
+facendo la figura di un complice o di un
+canzonato. Se egli si risolveva all'intervento,
+secondo i desiderî del Pontefice,
+feriva anche gravemente il partito liberale<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span>
+di Francia, suscitando forse una guerra
+di disperata difesa in Italia, o rigettandola
+nell'anarchia, distruggendo la sua
+propria opera del 1859.</p>
+
+<p>Dispacci urgenti da Parigi determinarono
+l'azione contro il partito rivoluzionario.
+Degli inviati di Vittorio Emanuele
+si recarono per persuadere Garibaldi in
+nome del re ad abbandonare i suoi intempestivi
+progetti e a ritrarsi a Caprera. Ma
+egli lasciò Firenze per raggiungere Arezzo
+passando da Sinalunga, e di là per far irruzione
+negli Stati della Chiesa.</p>
+
+<p>Ma, per comando del Governo, a Sinalunga
+il generale fu arrestato il 23 settembre
+e mandato per ferrovia alla fortezza
+di Alessandria. D'un colpo questo
+fatto sorprendente cambiò la situazione;
+apparentemente il progetto dell'invasione
+venne meno con esso.</p>
+
+<p>Il piano di Garibaldi era stato di provocare
+una sollevazione a Viterbo, per
+mezzo dei suoi agenti; ma dopo il suo
+arresto, il Governo papale si impadronì
+di loro e delle corrispondenze che avevano
+seco. Gli agenti di Garibaldi erano
+anche a Roma pieni di attività, ma dopo
+molto vano lavoro dovettero persuadersi
+che in questa città non c'era nulla da fare.
+Anche qui furono operati arresti in massa.
+Dei fogli volanti diffusi per la città annunciarono<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span>
+che la Giunta nazionale si era
+disciolta il 22 settembre, e che il 27 i così
+detti capi di sezione ne avevano formata
+un'altra al suo posto, «perchè la città
+non rimanesse senza Governo in tempi
+così difficili». La cattura di Garibaldi fu
+appresa all'estero con soddisfazione; si
+complimentò il governo d'Italia per aver
+finalmente trovato la forza di ridivenire
+padrone di un increscioso stato di cose,
+per il quale era permesso ad un capo
+popolo di porsi al di sopra delle leggi
+dello Stato, di formare un Governo proprio
+nello Stato stesso, di eseguire dei
+piani proprî, di versare il sangue del popolo,
+di mandarne in malora i denari affidatigli
+e di condurlo alla rivoluzione, determinando
+così la necessità di un intervento
+straniero, che immancabilmente sarebbe
+avvenuto. Infatti si diceva che una flotta
+francese fosse nel porto di Tolone pronta
+a salpare. La stima e la considerazione
+verso Garibaldi si era inoltre da tempo
+diminuita. Le sue copiose declamazioni, i
+suoi proclami numerosi, le sue stranezze
+(era giunto a battezzare egli stesso dei
+fanciullini come sacerdote dell'avvenire),
+l'imperversare senza tregua dei suoi tuoni
+senza il lampo dell'azione, e l'essersi egli
+ravvicinato al movimento mazziniano, avevano
+fatto impallidire l'aureola del grande<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span>
+agitatore, che aveva avuto sì eroica parte
+nella redenzione italiana<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>. Si deplorava in
+quel tempo che egli non fosse morto a
+Capua o ad Aspromonte, chiudendo così la
+sua vita di eroe popolare, invece di sopravviversi.
+La sua prigionia fu appresa con
+favore anche dai liberali di Roma; essi
+speravano che essa preludesse a negoziati
+diplomatici del Governo italiano, tendenti
+ad una liberazione definitiva da un
+intervento, anche morale, della Francia, e
+ad una modificazione della Convenzione
+di settembre. Ed effettivamente non c'era
+che l'Italia che potesse difendere gli Stati
+della Chiesa impedendo alle schiere dei
+volontari di farvi irruzione.</p>
+
+<p>Ma il partito d'azione si sollevò vivacemente,
+chiedendo la liberazione del suo
+capo, membro inviolabile del Parlamento.
+Sotto la pressione di tumulti a Firenze e
+in altre città, Garibaldi fu condotto da
+Alessandria a Genova, e senz'altro rimesso
+in libertà, come almeno egli stesso dichiarò,
+<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span>
+&mdash;cioè imbarcato il 27 settembre per Caprera
+su un legno da guerra. Era stata cosa veramente
+seria la sua prigionia? Non era stato
+un giuoco per tacitare, diciamo così, il
+Governo di Francia, mascherando la rottura
+effettiva della Convenzione di settembre?
+Non si era fatto sparire il capo
+dell'invasione, perchè questa potesse seguire
+il suo cammino, più liberamente e
+meno manifestamente, e perchè, invece
+di un generale officialmente disconosciuto,
+e talora in segreto sostenuto, come a
+Marsala a Capua e nelle Marche, altri
+generali, nel nome d'Italia, la conducessero?
+Non aveva davvero la forza, il Governo
+italiano, di disperdere le schiere
+dei volontari, che si raccoglievano sui
+confini? Numerose truppe di ogni arme
+stringevano, è vero, da presso la linea
+dei confini romani, ma questa catena di
+milizie spesso diradava per varie cause
+i suoi anelli, permettendo a bande armate
+di introdursi agevolmente nello Stato pontificio.
+Appena all'estero si seppe che il
+Governo italiano aveva impedito l'esecuzione
+dei piani di Garibaldi e l'aveva imprigionato,
+contemporaneamente si fu informati
+che di fatto l'audace impresa dell'invasione
+era cominciata, e che apertamente
+proseguiva coll'appoggio del Governo italiano.<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span></p>
+
+
+<p class="center">V.</p>
+
+<p>L'invasione, da parte delle schiere di
+volontari, dello Stato della Chiesa, invasione
+che durò più di cinque settimane,
+rappresenterà un giorno un notevole e
+altamente drammatico episodio della storia
+di Roma e del Papato. Nella storia
+d'Italia essa sarà una pagina dolorosa,
+che non farà certo onore al Governo di
+quel tempo, del quale mostrò il macchiavellismo
+e la debolezza profonda. Se, nel
+futuro, le difficili questioni dei nostri giorni
+avran trovato una soluzione in un regime
+di libertà, i popoli si rivolgeranno indietro
+e considereranno quel periodo della
+nostra storia con stupore eguale a quello
+con cui noi consideriamo oggi le forme di
+anarchia medioevale e feudale.</p>
+
+<p>E invero, nell'anno 1867, sembrarono risuscitate
+d'un tratto, con tutti i loro caratteri,
+le compagnie di ventura medioevali
+e quei condottieri del passato, che, indipendentemente
+dallo Stato, conducevano i loro
+eserciti attraverso le campagne. Chi fu allora
+in Roma testimone di questo stato
+di cose, credette di essere tornato d'un
+tratto a vivere nel Medio Evo, e in un
+paese dove nullo era oramai il potere<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span>
+delle leggi; vide cose e figure che aveva
+già riscontrate nelle cronache di quel
+tempo, al quale potè esattamente rassomigliare
+quest'epoca straordinaria. Garibaldi,
+l'uomo più moderno del suo tempo, secondo
+il suo ideale, è pure fra gli italiani del
+nostro tempo quello che, per la sua figura
+psichica, più profondamente è legato alle
+forme e ai sentimenti medioevali, ciò che
+spiega in parte la sua grande popolarità.
+Egli sta fuori dello Stato; come un <i>condottiero</i>;
+vive, eremita agitatore, in un'isola
+solitaria, lungi dal continente. Egli appare
+nella sua patria solo per mettere in esecuzione
+i suoi disegni, a dispetto dello
+Stato, per mezzo di agitazioni popolari e
+di schiere di volontari. Monreale, Sforza
+Attendolo, Piccinino e Fortebraccio avrebbero
+certo riconosciuto in lui un collega,
+un valoroso capitano di bande; al
+loro tempo, egli si sarebbe formata una
+repubblica militare, o avrebbe conquistata
+una corona ducale. Oggi, però lo distingue
+da quei condottieri il fatto che egli ha
+messo la sua spada al servizio della sua
+patria e del suo popolo. Egli combatte con
+disinteresse repubblicano per le idee del
+presente, anzi, forse, per le idee del futuro.
+Egli vuole abbattere l'idolo dell'assolutismo
+e della tirannía, così spirituale che
+temporale, ma vuol porre al suo posto un<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span>
+altro idolo, il cui dispotismo non potrebbe
+forse essere minore. Anch'egli, con la noncuranza
+di un tiranno degli antichi tempi,
+ha sacrificato la balda gioventù della sua
+patria, servendosene come di strumento
+per i suoi fini.</p>
+
+<p>La questione romana, così profondamente
+connessa con tutto l'ingranaggio
+complicato del mondo europeo, pareva, a
+questo uomo di guerra, un nodo gordiano
+che la spada sola potesse risolvere. Ma
+egli non aveva la spada di Alessandro,
+e se anche ciò non è che un simbolo della
+realtà contemporanea, come l'uovo di Colombo,
+l'opinione europea non avrebbe
+mai riconosciuto in Garibaldi o in Mazzini
+e il suo partito, i suoi rappresentanti e i
+suoi patrocinatori.</p>
+
+<p>E veramente sembra ai nostri occhi un
+sogno fantastico che delle schiere, accozzate
+alla rinfusa, male armate e senza disciplina,
+e tali che gli antichi condottieri
+d'Italia avrebbero sdegnato di prenderle
+al loro servizio, avessero la pretesa di conquistare
+Roma, come un Connestabile di Borbone!
+Eppure, proprio nel nostro tempo,
+un disegno di tal genere fu possibile, e
+ci mancò poco che questo sogno si trasformasse
+in realtà. Un giorno questo sarà
+un mito nella storia di Roma.</p>
+
+<p>E l'ardente e nobile patriottismo di un<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span>
+guerriero della specie di Garibaldi, e l'audacia
+sublime che spingeva le sue schiere
+alla morte, saranno riconosciuti ed ammirati
+anche da chi ha condannato la sua
+impresa come dannosa alla patria, ed
+ha tremato al pensiero che il principio
+della libertà brigantesca degli Americani
+della Plata o del Chilì potesse trovare
+esplicazione anche in uno Stato della civile
+Europa. Ma questo è tutto quel che
+si può dire a questo proposito. Invece, lo
+spassionato giudizio del più caldo amico
+della nazione italiana e della libertà dei
+popoli considererà sempre, con disprezzo
+e disistima, coloro che seguirono, in questo
+falso giuoco, le regole del «Principe» di Machiavelli,
+perchè si deve annunciare fino ai
+confini del mondo la giustezza della massima
+di Washington, e provare che la migliore
+politica è la verità. La storia della politica
+fu arricchita, nel 1867, di una commedia
+tale, che a lungo dovrà l'umanità ricercar
+ne' suoi annali, per trovarne una simile;
+e, se in nome della libertà si perpetrarono
+spesse volte delitti, raramente in suo nome
+si commisero così fondamentali sciocchezze.</p>
+
+<p>Il Gabinetto italiano, per la sua debolezza
+e per una specie di strana illusione, fu condotto
+a tollerare il pericoloso disegno dell'invasione,
+poi anche ad accettarlo e accelerarlo,
+ciò che gettò l'Italia nella più<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a></span>
+terribile crisi, mise in giuoco la monarchia
+e l'unità del paese, e produsse, in tutta la
+nazione, una spaventosa demoralizzazione.
+Così, fra una diplomazia senza forza ed una
+eroica furia di condottieri, si maturarono
+grandi errori. Si sperava in una sollevazione
+romana, la quale mancò. Non ve ne
+fu alcuna negli Stati della Chiesa, e tanto
+meno a Roma e a Viterbo, dove gli agenti
+del partito rivoluzionario facevano vani
+sforzi per suscitarla. Solo una vera rivolta
+negli Stati della Chiesa poteva, se fosse
+apparsa chiaramente l'espressione della volontà
+popolare, mutare la situazione, far
+sembrare giustificato un intervento da parte
+dell'Italia, e escludere assolutamente quello
+francese. Ma poichè essa non avvenne,
+e la popolazione dello Stato romano rimase
+tranquilla, invano si sarebbe voluto
+far passare per insurrezione popolare una
+invasione di truppe volontarie di altre regioni.
+Si contava, da parte di queste schiere,
+sulla inabilità e sul carattere imbelle delle
+truppe pontificie, oltre che sulla diserzione
+dell'elemento italiano; ma questi soldati,
+stranieri e paesani, si batterono con inaspettato
+valore, rimanendo fedeli alla bandiera,
+sulla quale avevan giurato. Si contava
+anche sugli errori del Governo pontificio,
+ma questo raramente dimostrò come
+allora tanta ragionevolezza e tanta forza,<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a></span>
+e seppe mantenere, in condizioni tanto
+difficili un contegno così legittimo e conveniente,
+che fece ottima impressione sull'opinione
+pubblica europea, specialmente
+perchè in contrasto con quello del Governo
+italiano.</p>
+
+<p>Si sperava specialmente sull'approvazione
+tacita del protettore di Francia, e
+sul suo consenso alla modificazione del
+trattato di settembre. In Inghilterra correvano
+delle voci che affermavano prossima
+questa modificazione, per l'estate futura, e
+che Napoleone si sarebbe ricreduto e si sarebbe
+deciso all'intervento dopo che aveva
+appreso di sicure offerte di Rattazzi alla
+Prussia. Comunque sia, Napoleone non poteva
+lasciar manomettere dalla parte rivoluzionaria,
+contro la quale egli si era drizzato,
+un trattato da lui confermato e riconosciuto;
+egli intervenne&mdash;poichè lo Stato Romano
+non si era sollevato&mdash;a favore del
+Papa e del Potere spirituale, col quale voleva
+mantenersi in buona amicizia, dapprima
+esitando e temporeggiando, poi con inconsiderata
+gravità.</p>
+
+<p>Secondo il piano di Garibaldi, l'invasione
+doveva procedere da tre lati; dalla Sabina
+e l'Umbria, dalla Tuscia e dal Lazio, dovevano
+le schiere dirigersi alla loro mèta:
+Roma. La prima è la via più breve e conduce
+direttamente a Roma, poichè qui i<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span>
+confini, a Corese e Scandriglia, sono distanti
+dalla città appena due ore di treno.
+Menotti, il figlio di Garibaldi, prese là il
+comando delle schiere che scendevano dall'Umbria.
+La seconda strada passa da Viterbo,
+prima mèta delle truppe che la seguirono,
+oggi seconda città dello Stato,
+situata in una ricca campagna ed abitata
+da una popolazione che fu sempre ritenuta
+audace, fiera ed amante di novità. Qui doveva
+assumere il comando Acerbi. Sulla
+terza strada, Nicotera doveva dirigere l'invasione
+contro Roma attraverso i Monti
+Latini. Questi ultimi due capi erano deputati
+al Parlamento italiano. Inoltre, dei manipoli
+minori dovevano far capo a queste
+strade da varii punti per assalire, qua e là,
+le guarnigioni pontificie, per tenere occupato
+e sparso tutto l'esercito pontificio col
+sistema della <i>guerriglia</i>.</p>
+
+<p>Il grosso di queste schiere era formato
+di gente accozzata alla rinfusa, della quale
+una gran parte sapeva appena maneggiare
+un fucile. Le loro condizioni, che avrebbero
+fatto andare in visibilio un romanziere
+o un Salvator Rosa, hanno fatto dubitare
+e restare perplesso ogni uomo di
+guerra; erano camerieri, cocchieri, servi,
+studenti scrivani, contadini, sarti, calzolai,
+operai di ogni genere, lavoranti di fabbriche,
+ogni sorta di gente affamata. Nelle loro file<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[Pg 147]</a></span>
+si trovavano anche uomini e giovani di
+estesa coltura, nobili e ricchi, ed anche
+delle signore emancipate, che seguivano a
+cavallo il piccolo esercito. Simili imprese
+non si compiono che in Italia, perchè qui
+risponde ad esse il singolare carattere della
+popolazione. Certo che la leva, che muoveva
+tutta questa gente, era, in prevalenza,
+il bisogno e lo spirito d'avventura,
+ma sarebbe ingiusto considerare queste
+schiere solo come una riunione di mascalzoni
+e di canaglia. L'esaltazione patriottica
+si era dai circoli democratici diffusa fra
+le classi più infime della popolazione, e
+quei poveri operai si batterono eroicamente
+a Mentana. Vi erano infine, fra di essi,
+noti patriotti e spiriti nobili, i quali, pieni
+di sentimento patrio, avevano risoluto di
+sacrificare, alla patria, tutto, anche la vita.
+E questi andavano di mano in mano crescendo
+di numero; tutti gli stati e provincie
+d'Italia vi avevano i loro rappresentanti;
+finalmente dei veri e proprii soldati
+italiani, segretamente congedati, vennero
+a rafforzare queste bande di volontarii.</p>
+
+<p>Erano divisi in battaglioni. La loro uniforme
+doveva essere la camicia rossa, ma
+non tutti ne possedevano una; molti indossavano,
+sui loro abiti, un pezzo di stoffa
+rossa. Tutti avevano ai cappelli una piuma
+di gallo o di falco. Le armi erano manchevoli<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[Pg 148]</a></span>
+e in cattivo stato. Molti non avevano
+che lancie, pugnali e sciabole. Alcuni
+battaglioni avevano armi usate, uscite dai
+magazzini delle guardie nazionali. Il metodo
+di approvigionamento e di rifornimento di
+questo esercito era primitivo, come quello
+del suo armamento. Essi facevano assegnamento
+sulle contribuzioni dei luoghi che
+occupavano, ma tutti sanno che i castelli
+dei distretti della Sabina e del Lazio sono
+in gran prevalenza abitati da agricoltori
+assai poveri, che vivono del grano dei loro
+campi, delle rendite dei loro vigneti, degli
+oliveti e castagneti. E si poteva davvero
+ben profetizzare che il patriottico fanatismo
+di Garibaldi avrebbe gettato nella miseria
+tante migliaia di persone, come al tempo
+di Aspromonte, se a lui ora non fosse riuscito,
+come allora, di trascinarsi dietro tutto
+il popolo italiano e di far levare in armi
+il popolo dello Stato Pontificio.</p>
+
+<p>L'esercito che il Papa poteva opporre a
+queste schiere di volontarii, contava allora
+12,981 uomini e 929 cavalli, di cui 8000
+veramente atti e pronti a combattere. I
+corpi, disposti secondo il numero degli uomini,
+erano in quest'ordine: reggimento di
+zuavi, 2237; legione di gendarmi indigeni,
+2082; reggimento di linea, anche indigeno,
+1595; battaglione di carabinieri stranieri,
+1233; legione francese d'Antibes, 1096;<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[Pg 149]</a></span>
+battaglione di cacciatori, 956 fanti e 442
+cavalli; finalmente 5 batterie di artiglieria.</p>
+
+<p>Questo esercito era formato da italiani
+dello Stato pontificio e da stranieri d'ogni
+nazionalità. Da quando il Papato si era trovato
+in serie difficoltà, al ritiro dell'esercito
+francese, tutte le regioni del mondo
+si erano date, con grande zelo cattolico,
+alla ricostituzione dell'esercito pontificio.</p>
+
+<p>Numerose associazioni belghe, francesi,
+ed anche americane, inviavano a Roma
+casse piene di denaro e di armi, come tributo.
+La stampa cattolica diede ai nuovi volontarii
+l'enfatico titolo di Crociati di San
+Pietro, giubilando per il rinnovarsi della
+crociata. La piccola armata papale rappresentava
+infatti lo sforzo della cristianità intera;
+molte favelle e molte nazionalità vi
+erano rappresentate: scozzesi, irlandesi, polacchi,
+tedeschi, francesi, olandesi, belgi, canadesi,
+mori dell'Africa, italiani, spagnuoli
+si mescolavano sotto lo stendardo dell'arcangelo
+Michele; ed anche in questo cosmopolita
+esercito non era solo lo zelo religioso
+che spingeva tanta gente; in taluni era
+piuttosto lo spirito di avventura, il bisogno,
+o un passato da redimere.</p>
+
+<p>Il corpo scelto della milizia di S. Pietro,
+la vera guardia dei cavalieri della Croce,
+erano gli zuavi. Lamoricière aveva istituto
+questo corpo in memoria delle sue campagne<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[Pg 150]</a></span>
+africane, quando nel 1866 il Pontefice
+lo aveva chiamato a Roma, salvatore
+del Potere temporale. Molti figli di antiche
+case legittimiste di Francia e del Belgio
+servivano in questo esercito come ufficiali,
+o anche come semplici soldati a piedi.
+Loro colonnello era De Charette, discendente
+del famoso capitano della realista Vandea.
+Il corpo era in prevalenza formato da
+francesi e da belgi, e parlava francese. Il
+loro costume mezzo turco, di colore turchino,
+un po' teatrale e appariscente, era
+volentieri indossato da molti signori. La
+maggior parte di questi ufficiali degli zuavi,
+ed anche dei soldati semplici, era piena di
+sentimenti cattolici e di ideali medioevali;
+essi ardevano dal desiderio di venire alle
+mani coi ribelli italiani, coi democratici
+dalla camicia rossa, gli eretici, e di vendicare
+tutti gli insulti patiti dal Pontefice
+negli ultimi anni.</p>
+
+<p>A capo dell'esercito papale era il generale
+Kanzler, già ufficiale nell'esercito di
+Baden e da lungo tempo al servizio del
+Pontefice. Una abile ritirata del suo battaglione,
+dopo la battaglia di Castelfidardo,
+aveva richiamato l'attenzione su di lui,
+cosicchè fu promosso di grado e nominato
+vice ministro alla guerra. Il Ministero della
+guerra pontificio era stato sin qui affidato
+a prelati; ultimamente a Merode, cognato<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[Pg 151]</a></span>
+di Montalembert, e questo costume non
+poteva essere molto giovevole all'organizzazione
+dell'esercito. Quando, finalmente,
+esso fu affidato ad un uomo d'armi, subito
+se ne notò il visibile cambiamento. La serietà
+e l'attività del generale riordinarono
+in breve le truppe, e certamente lo Stato
+Pontificio deve al Kanzler se così a lungo
+potè resistere alle forze degli invasori.</p>
+
+<p>Lo Stato della Chiesa era stato ripartito
+in zone militari: Viterbo, Civitavecchia,
+Tivoli, la Sabina, e Campagna e Marittima
+(Velletri e Frosinone). Queste formavano
+insieme una mezza divisione sotto il
+comando del generale De Courten; l'altra
+mezza divisione, un duemila uomini, risiedeva
+a Roma, sotto il generale Zappi. Nelle
+città maggiori risiedevano compagnie; nelle
+minori spesso soltanto posti di gendarmeria.
+La guarnigione della Campagna fu
+rinforzata da volontarî della popolazione
+campagnuola, i così detti ausiliari o squadriglieri,
+i quali formarono corpi militarmente
+organizzati, serbando il loro costume
+pittoresco della ciociaria e i sandali caratteristici.
+Si erano già costituiti militarmente
+al tempo della guerra contro il brigantaggio,
+nel 1866-67, nella quale avevano
+reso grandi servigi alla regione laziale. Un
+battaglione di essi, forte di 638 uomini,
+risiedeva a Frosinone e nei confini di Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[Pg 152]</a></span>
+Altri si erano, altrove, incorporati
+nella gendarmeria. In complesso, la loro
+forza ammontava a 1200 uomini.</p>
+
+<p>Alla fine di settembre il Lazio offriva
+uno strano e comico aspetto. Mentre lo
+Stato Pontificio si preparava a contrastare
+con tutte le sue forze l'occupazione di Roma
+e di tutto il territorio, ai confini facevano
+le loro evoluzioni da 10 a 20,000 soldati
+italiani, in una attitudine equivoca e misteriosa,
+che avrebbero dovuto tener lontano
+dai confini le schiere volontarie, ma,
+viceversa, le lasciavano palesemente entrare
+e uscire, mentre essi stessi cantavano inni
+patriottici, col ritornello: «Andremo a Roma
+Santa». Stavano, coll'arme al piede,
+a guardare tranquillamente centinaia di
+camicie rosse, divise in piccole bande, aggirarsi
+intorno ai confini, ardendo dal desiderio
+di irrompere nella regione pontificia,
+mentre il loro duce, il capo del movimento,
+il cui nome era da solo un grido
+di guerra, era ancora relegato sullo scoglio
+di Caprera. Intorno a quest'isola incrociavano
+sette legni da guerra italiani, come
+già i legni da guerra inglesi avevano un
+tempo incrociato intorno all'Elba, gelosi
+di un uomo più grande, che stava là preparando
+le audaci imprese contro il continente.<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[Pg 153]</a></span></p>
+
+<p>Il 29 settembre venne a Roma l'annuncio
+che era cominciata l'invasione. Nella notte,
+40 garibaldini avevano passato i confini a
+Grotte S. Stefano in provincia di Viterbo,
+avevan disarmato quel posto di gendarmeria,
+strappato gli stemmi papali, e piantato
+la bandiera italiana. Poi si erano diretti
+su Bomarzo, dove si era ripetuta la scena
+stessa. Da quel giorno, ebbero spesso lungo
+qua e là in vari punti, piccole invasioni di
+questo genere. Il 29 stesso, altri occuparono
+Bagnorea e Torre Alfina, e il giorno seguente
+il luogo più importante, Acquapendente.
+La caserma dei gendarmi si difese,
+in questa città, per ben tre ore, poi si arrese.
+I garibaldini si impadronirono delle casse
+pubbliche, arrestarono il Magistrato e levarono
+contribuzioni. Dichiaravano di essere
+l'avanguardia del generale Acerbi; avevano
+a capo un tal conte Pagliacci, emigrato
+da Viterbo.</p>
+
+<p>All'annuncio della occupazione di Acquapendente,
+il colonnello Azzanesi si mosse
+da Viterbo con truppe; piombò sui garibaldini
+il 2 ottobre a S. Lorenzo, li mise
+in fuga, prese molti prigionieri, rioccupò
+Acquapendente. I fuggiaschi si radunarono
+e Bagnorea, l'antico <i>Balneum Regis</i>. Un
+corpo di 95 zuavi ve li assalì di sorpresa,
+ma fu respinto con perdite, finchè non
+giunsero rinforzi pontificii. Bagnorea fu assalita<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[Pg 154]</a></span>
+il 5 ottobre; i garibaldini, in numero
+di 500, si ritirarono lasciando 100 fra morti
+e feriti e 178 prigionieri. Questo fu il primo
+fatto notevole di quella guerriglia. Esso
+mostrò, contro ogni previsione, che i soldati
+pontificii sapevano battersi con valore
+e serietà, ed erano tanto validi ed atti alla
+guerra, quanto erano inetti i loro avversarî.</p>
+
+<p>Ogni giorno avvenivano a Roma partenze
+di truppe; la città pareva vuotarsi
+completamente di milizie, e giornalmente
+arrivavano notizie di nuove invasioni nella
+regione laziale. Una straordinaria eccitazione
+cominciò a notarsi in città, anche
+perchè venivano sparse ad arte, di tanto in
+tanto, delle notizie di sconfitte, di vittorie,
+di sollevazioni ipotetiche.</p>
+
+<p>Le schiere volontarie, scacciate da Bagnorea,
+si erano gettate su Torre Alfina,
+piccolo villaggio sul confine toscano, fortissimo
+per la natura del luogo. Qui il generale
+Acerbi radunò le sue schiere, come
+in un quartier generale, per piombar su
+Viterbo, appena fosse possibile. Contemporaneamente
+altre bande si fortificavano
+a Nerola, Moricone, Montemaggiore, Montelibretti;
+piccoli e deserti luoghi della
+Sabina. Sono veri aggruppamenti di case
+in cima ad aspre rupi, dalle quali emerge
+la chiesa, e qualche torre medioevale diroccata,
+e il grandioso castello baronale, del<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[Pg 155]</a></span>
+tempo in cui gli Orsini dominavano tanta
+parte della Sabina.</p>
+
+<p>Il giovane Menotti condusse là 600 uomini,
+coi quali sperava di poter irrompere
+nella campagna verso Tivoli, se appoggiato
+da altre truppe, e favorito dalla concertata
+conquista di Subiaco che doveva congiungerlo
+agli Abruzzi. Garibaldi aveva nominato
+il figlio suo luogotenente, con un decreto
+da Caprera; c'era anche una specie
+di dinastia garibaldina, e, mentre il vecchio
+leone ruggiva chiuso in Caprera, dovevano
+almeno i suoi figli, Ricciotti e Menotti, pugnar
+per la causa nazionale. Ma, quando il 7
+ottobre, il colonnello Carette marciò sulle
+truppe di Menotti, queste ripiegarono su Fara.
+Ma furono inseguite, cacciate, e dopo breve
+lotta disperse; si ritirarono allora sui confini,
+benignamente ricevute dalle truppe
+italiane. Rinforzate, tornarono rinnovando
+qua e là la guerriglia. Le truppe pontificie
+mandavano ogni giorno prigionieri a Castel
+Sant'Angelo, ma le marcie e contromarcie
+continue, e le perdite che subivano, cominciavano
+a stancarle. La guerra d'invasione
+era cominciata nello Stato della Chiesa
+come una febbretta intermittente in un
+corpo malato: non avrebbe potuto in breve
+estendersi al capo, la già torbida Roma?</p>
+
+<p>Dal principio di settembre, degli agenti
+di Garibaldi si occupavano attivamente a<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[Pg 156]</a></span>
+Roma per preparare e provocare una sollevazione.
+Nessun mezzo fu trascurato per
+raggiungere lo scopo. Armi, bombe, polveri
+erano pronte in luoghi segreti. Il Comitato
+Nazionale Romano, già disciolto, si
+ricostituì e bandì, l'8 ottobre, un proclama,
+dove era detto: «Romani, le provincie son
+già sollevate; fra poco l'insurrezione sarà
+generale. Noi dobbiamo unirci a questo
+movimento e appoggiarlo con tutte le nostre
+forze, perchè la vittoria delle provincie
+preparerà e faciliterà la vittoria di Roma.
+Siamo dunque tutti pronti. Il sangue dei
+fratelli che gli zuavi pontificii spargono
+ancora nella Provincia sia la favilla che
+incendierà i nostri spiriti. Romani, l'ora decisiva
+si approssima. In nome della Patria
+uniamoci, e che ognuno obbedisca solo al
+comando che ci verrà dal Comitato centrale.
+Unità e disciplina, ecco ciò che forma
+la forza. Ogni movimento inconsiderato,
+irregolare e isolato può essere di grave
+danno. Fidatevi a quel Comitato che ha
+dato già prova di forza, acutezza e fermo
+volere. Ora che è giunto il gran momento,
+egli saprà compiere tutto il suo dovere.
+Uniamoci fiduciosi e arditi; operiamo disciplinati,
+e la causa della civiltà sarà guadagnata».</p>
+
+<p>Intanto i fatti mostravano che tutte le
+esagerate notizie dei fogli garibaldini erano<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[Pg 157]</a></span>
+spudorate invenzioni. Non in un luogo solo
+si ebbe una sollevazione nelle provincie.
+Potevano, del resto, delle bande indisciplinate,
+che assalivano e danneggiavano i villaggi,
+per poi fuggire appena si appressavano
+le truppe pontificie, aver forza morale
+sufficiente a trascinare le popolazioni a far
+causa comune con esse e ad andar con esse
+in rovina? C'era forse l'Italia dietro quelle
+bande? E in questo caso, non c'era da temere
+un intervento francese con le sue conseguenze
+inevitabili? Nè il cittadino, nè il
+campagnuolo vollero sapere di sollevarsi.
+L'invasione somigliava ad un fuoco fatuo
+che tremolava ai confini, e si accendeva
+per breve tempo, qua e là, senza risultato.
+Si sarebbe detta una guerra contro il brigantaggio,
+in grande.</p>
+
+<p>L'11 ottobre era stata presa Subiaco; il
+vescovo e il magistrato supremo erano stati
+messi sotto sorveglianza; invano si era intimata
+la resa al castello. Comparvero alcuni
+zuavi, e i garibaldini si dileguarono, abbandonando
+precipitosamente la città.</p>
+
+<p>Il 13 ottobre Menotti fu snidato dalla
+forte posizione di Montelibretti, dove era
+ritornato. Le schiere volontarie non facevano
+in nessun luogo progressi. Nicotera
+che, attraverso i confini napoletani doveva
+penetrare nella valle del Liri, non potè muoversi
+che il 13 ottobre, ed occupò Falvaterra.<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[Pg 158]</a></span>
+Ma il 15 fu battuto a Vallecorsa e
+cacciato dalla provincia di Frosinone. Castel
+Sant'Angelo si empiva di prigionieri. Il
+Papa comandava che fossero lautamente
+nutriti. A quegli uomini, prostrati dalla
+fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli
+per ripararsi dal gelo notturno. Li visitò
+anche un giorno egli stesso, e disse loro:
+«Eccomi: io son colui che ritenete vostro
+nemico e di cui avete giurato la morte. E
+chi avete dinanzi a voi? un uomo vecchio
+e debole». Essi caddero in ginocchio dinanzi
+a lui e molti baciarono un lembo della
+sua veste. «E' buono&mdash;dicevano allora di
+Pio IX i Romani&mdash;ma ha due anime: una
+obbedisce all'Italia ed una ai gesuiti».</p>
+
+<p>La stampa mazziniana dava notizie atroci
+sul trattamento di questi prigionieri; ma
+erano false. Negli ospedali e nelle prigioni
+li trattavano umanamente e benignamente.
+L'unica cosa di cui potessero lagnarsi i
+prigionieri, erano le visite e i sermoni di
+confessori e di preti mandati a loro per
+farli riconciliare con Dio.</p>
+
+
+<p class="center">VI.</p>
+
+<p>Intanto, ogni giorno si faceva più grande
+il pericolo per Roma. L'invasione era l'idra
+dalle cento teste. Sempre nuove bande sorgevano,<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[Pg 159]</a></span>
+e sempre più apertamente appoggiate
+dalle truppe italiane. Gli arruolamenti
+eran fatti nelle città del Regno; le
+armi venivano loro dai magazzini della
+Guardia Nazionale. Le ferrovie erano al loro
+servizio, e centinaia di <i>camicie rosse</i> venivano
+ogni giorno trasportate dai treni ai
+confini. Anche a Roma si notavano sempre
+più numerose misteriose figure di stranieri;
+si facevano grandi arresti preventivi, ma
+non si riusciva a metter le mani nel centro
+dell'agitazione. L'aspetto della città diveniva
+ogni giorno più triste; il commercio
+cessava; il denaro monetato spariva. Si
+parlava di prossimi violenti tumulti, e la
+guarnigione romana, stanca e diminuita
+dalle malattie e dalle diserzioni, doveva
+sottoporsi ad un faticosissimo servizio di
+pattuglie.</p>
+
+<p>Il 17 ottobre, il Papa pubblicò un'enciclica
+al clero cattolico, nella quale tratteggiava
+la disperata situazione romana. Nella
+ampollosità declamatoria abituale di questi
+atti, si notava, strano a dirsi, che proprio
+la prima frase dell'enciclica coincideva con
+quella: <i>Levate in circuitu oculos vestros</i>,<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a>
+con la quale una volta il gran nemico del
+<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[Pg 160]</a></span>
+papato, Federico II di Hohenstaufen, aveva
+cominciato la sua enciclica alla cristianità
+contro Gregorio IX: «Alzate, o venerabili
+fratelli, i vostri occhi all'intorno e vedrete,
+e ve ne dorrete con Noi, le abbominazioni
+orribili che attualmente funestano la misera
+Italia. Ma Noi umilmente ci rimettiamo
+agli imperscrutabili voleri Divini, che vollero
+farci vivere in così tristi tempi, in
+cui, per opera di alcuni uomini, e proprio
+di quelli che reggono la cosa pubblica in
+Italia, sono calpestati i precetti di Dio e
+le leggi della Chiesa, e la miscredenza
+trionfa impunita. Da questo stato di cose
+derivano tutte le ingiustizie e tutti i mali
+di cui siamo addolorati testimoni; in questo
+stato di cose trovarono nutrimento e
+sprone quelle numerose bande di atei spieganti
+gli stendardi di Satana, e che portano
+scritto in fronte: Menzogna; che bestemmiano
+contro il Cielo in nome della ribellione,
+che insozzano tutto ciò che è santo,
+che calpestano ogni diritto divino ed umano,
+che, come lupi in cerca di preda, spargono
+sangue, corrompono le anime nel loro delirio,
+chiedono la mercede della loro perversità,
+derubano i fratelli, rendono più
+miseri i poveri e i deboli, aumentano il
+numero delle vedove e degli orfani, per
+denaro esaltano l'ingiustizia, e, cercando
+in ogni modo di sodisfare le loro perverse<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[Pg 161]</a></span>
+brame, spargono la desolazione e la morte
+nella nazione.</p>
+
+<p>«O venerabili fratelli, oggi noi ci troviamo
+circondati da questa malvagia genìa.
+Sì, questi uomini vogliono, mossi da
+uno spirito diabolico, inalberare la bandiera
+della menzogna in questa nostra illuminata
+città, sulla sedia di Pietro, nel
+centro della fede e dell'unità cattolica.
+E i rappresentanti del Governo Subalpino,
+che dovrebbero dar opera a frenare questa
+gente, non arrossiscono di aiutarla, di fornire
+armi e tutto il necessario per facilitare
+la loro venuta a Roma. Ma queste
+persone&mdash;occupino esse pure un alto grado
+nella gerarchia civile&mdash;tremino di vedersi
+ben presto punite del loro contegno. Se da
+un lato, nella nostra umiltà, noi preghiamo
+caldamente Iddio di voler rivolgere su tutti
+questi infelici il suo sguardo benigno, per
+ricondurli sulla via della Giustizia e del
+Bene, d'altro canto non possiamo tacere i
+gravi pericoli che ci sovrastano in questa
+ora di tenebre. Noi attendiamo con animo
+tranquillo gli avvenimenti, sebbene commossi
+da tanto inganno, da tanta calunnia,
+da tanta menzogna, riponendo in Dio la
+nostra fiducia, in Dio che è la nostra salvezza
+e la nostra forza, e che non permetterà
+che coloro che fidano in lui siano vittime
+di tanti indegni miscredenti, ch'Egli<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[Pg 162]</a></span>
+ben saprà fiaccare e distruggere. Frattanto
+però, o venerabili fratelli, e voi tutti, o
+fedeli, che ci siete affidati, noi non vogliamo
+dissimularvi la triste posizione e il pericolo,
+in cui ci troviamo per opera del Governo
+Subalpino. E quantunque difesi finora dal
+valore del nostro fedele esercito, valore
+che si palesò già in mille fatti d'armi,
+pure pensiamo che, dinanzi al numero sempre
+crescente degli invasori, esso non potrà
+a lungo resistere. Non poco anche ci
+affida la pietà e la fedeltà dei nostri sudditi
+in queste tristissime ed empie congiunture,
+ma soffriamo anzi profondamente
+nel vedere anch'essi esposti a pericoli di
+ogni sorta da parte di quegli scellerati che,
+con ogni mezzo, li minacciano, li depredano,
+li tormentano...».</p>
+
+<p>Il Papa non parlava della Francia, ma
+questo meditato silenzio era forse più efficace
+d'un appello diretto all'intervento
+delle potenze.</p>
+
+<p>Tutti gli occhi eran fissi su Napoleone:
+anch'egli taceva, e sembrava ridivenuto la
+Sfinge misteriosa dell'epoca. Tutti si chiedevano
+che cosa avrebbe fatto di fronte
+ad una così palese infrazione del trattato
+di settembre. I liberali a Roma mormoravano,
+che tutto doveva essere stato accomodato
+a Biarritz; che la Convenzione di
+settembre doveva essere stata modificata,<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[Pg 163]</a></span>
+che l'Imperatore, sul punto di gettarsi
+nella prossima inevitabile guerra con la Germania,
+non poteva privarsi dell'alleanza
+italiana, e che prezzo di questa alleanza doveva
+essere lo Stato della Chiesa, che in
+poche settimane sarebbe tutto conquistato.</p>
+
+<p>Ma il 17 ottobre, il giorno stesso in cui
+il Papa pubblicò questa enciclica, un telegramma
+così concepito, giungeva dal Ministero
+degli Esteri di Parigi al plenipotenziario
+francese a Roma, Armand: «Il Governo
+pontificio continui a difendersi energicamente;
+non gli mancherà l'aiuto della
+Francia». Questo dispaccio sorprese assai
+il Comitato Nazionale Romano, e fe' giubilare
+i conservatori. Napoleone mandò a
+Roma il generale Prudon, per dichiarare
+al Papa che l'intervento era deciso, e il
+cardinale Antonelli incaricò il nunzio di
+ringraziare l'Imperatore in nome del Pontefice.</p>
+
+<p>Il Governo francese aveva, sinora, tenuto
+dietro con grande riserbo ai fatti d'Italia,
+limitandosi a dar consigli al Governo
+italiano. Questo aveva ripetutamente dichiarato
+che la sorveglianza dei confini era
+impossibile per la loro estensione e la loro
+configurazione naturale; avanzò quindi la
+proposta, poichè altra via non c'era per
+risolvere la crisi, di far occupare una parte
+dello Stato Pontificio dall'esercito italiano.<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[Pg 164]</a></span>
+Nigra,<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> plenipotenziario del Re alla Corte
+francese, fu incaricato di svolgere questo
+progetto, e intanto di far notare come una
+seconda spedizione francese nello Stato pontificio,
+non solo andava contro la Convenzione
+di settembre, ma era la più pericolosa
+per risolvere la questione romana.
+Occupando l'Italia una parte dello Stato
+Pontificio, non si voleva in nessun modo
+toccare i diritti della sovranità pontificia;
+si voleva solo ristabilire l'ordine turbato,
+e venire ad un accordo con la Francia, relativamente
+all'indipendenza del Papa, essendo
+il Governo italiano pronto, a questo
+scopo, ad invitare ad un Congresso le potenze.</p>
+
+<p>Il Gabinetto francese rispose: «che esso
+era lieto che l'Italia riconoscesse la sovranità
+del Papa; che non aveva nulla in
+contrario a che si tenesse un Congresso
+<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[Pg 165]</a></span>
+delle potenze; ma poteva essere tenuto
+questo Congresso, se le truppe italiane
+avessero occupato lo Stato Pontificio, costringendo
+indubbiamente il Papa all'esilio?
+Il ritiro delle truppe francesi da Roma
+era stato conseguenza della convenzione
+di Settembre e della fiducia, da parte dell'Imperatore,
+che il Governo italiano avrebbe
+protetto il dominio papale da un'invasione.
+Mostrandosi ora il Governo italiano incapace
+a farlo, il medesimo trattato dava all'Imperatore
+il diritto di prendere provvedimenti
+per la difesa dello Stato pontificio.»</p>
+
+<p>Rifiutato categoricamente il progetto di
+Rattazzi, la netta dichiarazione della Francia
+costrinse il Governo italiano a dichiarare
+di voler mantenere la convenzione.
+Il 19 ottobre, l'Imperatore mandò un <i>ultimatum</i>
+a Firenze; il suo rappresentante
+dichiarò a Rattazzi che Napoleone esigeva
+una prova della sincerità della dichiarazione
+fatta dal Governo, e cioè: soppressione
+degli arruolamenti, scioglimento dei
+comitati d'appoggio all'opera rivoluzionaria;
+e proclama reale che dichiarasse che
+dovevano essere disarmati e internati i volontari
+di Garibaldi.</p>
+
+<p>Lo stesso giorno, il generale De Failly
+partì da Parigi per Tolone per prendere il
+comando supremo della spedizione; l'esercito
+era pronto a partire sulla squadra che<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[Pg 166]</a></span>
+aspettava ordini a Tolone, nel caso che il
+Governo italiano non si sottomettesse all'<i>ultimatum</i>.</p>
+
+<p>Il Ministero Rattazzi si trovò in una posizione
+difficile; non solo aveva contro di sè
+la Francia, ma tutte le potenze, risolute a
+non porre ostacoli all'intervento francese.
+La Prussia medesima, su cui avrebbe potuto
+contare, gli sarebbe stata propizia solo
+quando Napoleone si fosse di nuovo impelagato
+nella questione italiana, e con ciò
+avesse perduto le ultime simpatie dell'Italia.
+Come poteva Rattazzi occupare il territorio
+dello Stato pontificio? A Roma nessun
+moto si produsse, che potesse dargli
+occasione o pretesto. Nelle casse della corrispondenza
+del Senato romano io trovai,
+in quel giorno 19 ottobre, solo uno scritto
+anonimo, che affermava la situazione a
+Roma essere così minacciosa, da richiedere
+l'intervento di truppe italiane nella
+capitale; il senatore dover presentare al
+Papa la proposta; migliaia di cittadini che
+avevano lasciato presso un notaio i loro
+nomi, esser pronti a dichiarare che questa
+era la volontà della città di Roma. In assenza
+del senatore marchese Cavalletti, i
+quattro conservatori inviarono al Papa
+questo scritto, dichiarando, però, che credevano
+bene darne contezza a Sua Santità,
+non dividendo in verun modo le idee<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[Pg 167]</a></span>
+espresse nella missiva, idee che ritenevano
+non convenire alla dignità del Governo.</p>
+
+<p>E poteva davvero una lettera anonima,
+di dubbia origine romana, e che stava in
+troppo stretto rapporto col progetto mandato
+a Parigi da Rattazzi, valere come
+espressione genuina dell'opinione del popolo
+e del Senato di Roma?</p>
+
+<p>La sera del 19 ottobre, il giorno della
+crisi, Rattazzi ricevette il congedo e il Re
+incaricò il generale Cialdini di comporre
+un nuovo Gabinetto. Cialdini era l'uomo
+di Castelfidardo, ma anche di Aspromonte,
+nemico delle schiere volontarie per principio,
+e perciò gradito alla Francia. In Firenze
+l'eccitazione si faceva sempre più
+grande; e nel dilemma: ritornare alla convenzione
+e ubbidire alla Francia; o mettersi
+dalla parte della rivoluzione e romperla
+con Napoleone; non si sapeva quale
+via fosse meno pericolosa. Intanto, mentre
+Cialdini si occupava infruttuosamente della
+composizione del Ministero, Rattazzi sbrigava
+ancora gli affari di amministrazione
+ordinaria; durante questa pausa, poterono
+mettersi in moto delle forze che condussero
+alla catastrofe.</p>
+
+<p>L'Imperatore francese, sempre esitante,
+sempre doppio, desiderava di non essere
+costretto all'intervento. Egli fu lieto quando
+il suo plenipotenziario telegrafò, il 20, da<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[Pg 168]</a></span>
+Roma, che quel giorno non si trovavano
+più schiere volontarie nello Stato pontificio.</p>
+
+<p>In fatti era riuscito, con grande sforzo, ai
+pontificii di rigettarle oltre i confini. La
+così detta legione romana, con la quale un
+emigrato, l'ex maggiore Ghirelli dell'esercito
+reale, aveva preso Orte il 17 ottobre,
+era stata cacciata; le schiere volontarie di
+Menotti, dopo il violento fatto d'arme del
+18 ottobre, avevano dovuto, con grandi
+perdite, sgombrare Nerola; le bande di Nicotera,
+il 19, erano cacciate da Vallecorsa
+nel Lazio. In seguito a quel telegramma
+che annunciava tutti questi fatti, Napoleone,
+il 21, dava l'ordine di sospendere
+l'imbarco a Tolone. Il 22, il <i>Moniteur</i> ne
+dava notizia in un articolo che esprimeva
+anche la convinzione che l'invasione dello
+Stato pontificio avesse toccato il suo termine,
+e che il Governo italiano fosse risoluto
+al sicuro adempimento della convenzione
+di settembre.</p>
+
+<p>Così l'intervento fu disdetto, con gran
+dolore di quelli che l'avevano tanto bramosamente
+sperato.</p>
+
+
+<p class="center">VII.</p>
+
+<p>Intanto Garibaldi era restato a Caprera,
+in un'ansia penosa. Le lettere dei suoi figli<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[Pg 169]</a></span>
+e degli agenti rivoluzionari l'avevano informato
+dell'insuccesso della spedizione
+romana; era anche stato avvisato dei
+preparativi di Napoleone per l'intervento
+che il Governo italiano era sul punto di
+subire. Già una volta aveva egli tentato di
+fuggire verso Livorno, e le navi da guerra
+in crociera glielo avevano impedito. Egli
+concepì subito il disegno di mettersi alla
+testa delle schiere volontarie, di muovere
+su Roma, per iscuotere alla base il Papato
+e, nel caso d'insuccesso, di lasciare il proprio
+corpo fra questo e l'Italia.</p>
+
+<p>Così il 16 ottobre egli lasciò Caprera sul
+suo battello, felicemente, come già Napoleone
+era fuggito dall'Elba. Con o senza
+la complicità dei legni da guerra italiani,
+raggiunse l'isola della Maddalena, dove una
+signora inglese lo ospitò; passò poi in Sardegna,
+donde, travestito, partì e il 19 ottobre,
+giorno decisivo, sbarcò sulla Maremma
+di Livorno, presso la torre di Vada. Apertamente
+giunse il 20 a Firenze. Nessuno
+pensò a ostacolare il suo viaggio. Rattazzi
+non era più al potere; il nuovo Ministero
+non si era ancora formato; il Governo si
+trovava nell'anarchia più completa.</p>
+
+<p>Egli tenne pubblici discorsi sulla piazza
+di Santa Maria Novella; eccitò il popolo
+alla lotta contro il Papato e contro tutti
+coloro che per errore o per debolezza si<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[Pg 170]</a></span>
+trovavano sulla strada della santa causa
+patriottica. Fu entusiasticamente acclamato.</p>
+
+<p>L'addetto d'affari francese chiese subito
+il suo arresto, per impedirgli di giungere
+ai confini e mettersi a capo della
+schiera dei volontarii, distruggendo così gli
+accordi diplomatici fra i due Governi, tanto
+faticosamente raggiunti. Si prevedeva che
+questo sarebbe accaduto indubbiamente. Ma
+Garibaldi, con rapida mossa, lasciò Firenze
+il 22 ottobre, mentre si spiccavano mandati
+di cattura contro di lui. La gendarmeria
+reale lo inseguì, e stava per raggiungerlo
+a Rieti, quando egli ne ripartì.</p>
+
+<p>Il 23 ottobre si recò a Passo Corese e,
+per Scandriglia, penetrò nello Stato pontificio,
+dove i suoi due figli e altri capi, come
+Salomone e Frigesy, avevano raccolte
+alcune migliaia d'uomini. Fu informato allora
+Garibaldi dei fatti avvenuti a Roma
+il giorno precedente, ai quali non era estraneo
+il suo approssimarsi alla capitale, ma
+che rimanevano troppo al di sotto delle
+sue aspettative.</p>
+
+<p>Si trattava ora di fare un colpo di mano
+su Roma, prima che i Francesi sbarcassero
+e la coprissero; possibilmente, essa avrebbe
+dovuto sollevarsi. Una sollevazione in Roma
+sarebbe stata decisiva. Cento volte era stata
+preannunziata, ma poi non era mai avvenuta.<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[Pg 171]</a></span>
+Da più settimane gli agenti mazziniani
+si davano da fare nella città. Un bergamasco,
+Francesco Cucchi, doveva condurre
+a termine quell'impresa. Si erano
+stabiliti segretamente dei depositi d'armi,
+uno presso San Giovanni de' Fiorentini
+un altro sotto San Paolo, nella vigna Matteini.
+Anche dei Romani si erano prestati
+e favorivano il movimento. Anche a Castel
+S. Angelo erano riusciti a corrompere due
+artiglieri, i quali, a un dato segnale, dovevano
+far saltare in aria il magazzino delle
+polveri. Poi, in molti luoghi, dove le truppe
+pontificie avevano le loro caserme, nel palazzo
+Serristori, in Borgo, nel palazzo Cimarra,
+ai Monti, ed anche nella caserma
+degli Svizzeri, in Vaticano, dovevano essere
+messe delle mine. Fu fissato il 21 ottobre
+per l'insurrezione. Quel giorno, la
+<i>Giunta Insurrezionale Romana</i>, che si era
+sostituita al Comitato Nazionale, pubblicò
+il seguente energico appello alla rivolta:</p>
+
+<p>«Romani, alle armi! alle armi! per la
+nostra libertà, pel nostro diritto, per l'unità
+della Patria italiana e per l'onore del nome
+romano. Il nostro grido di guerra sia: Morte
+al Potere Temporale dei Papi! Viva Roma,
+viva la capitale d'Italia! Noi vogliamo rispettare
+ogni credenza religiosa, ma liberarci
+per sempre da una tirannia che ci
+separa a forza dalla famiglia italiana, e<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[Pg 172]</a></span>
+vuol perpetrare che a Roma sia estraneo
+il diritto di nazionalità, e che essa appartenga
+a tutto il mondo, ma non all'Italia!
+I nostri fratelli hanno già da più giorni
+alzato la bandiera della santa ribellione e
+arrossano del loro sangue la Via Sacra che
+conduce a Roma. Non soffriamo più oltre
+che essi rimangano soli. Rispondiamo al
+loro appello di eroi colla campana del Campidoglio.
+Il nostro dovere, la comunanza
+della causa per la quale si combatte, la
+tradizione di Roma, lo vogliono. Alle
+armi! Chi può portare un fucile, corra alla
+lotta! ogni casa sarà una fortezza, ogni
+ferro un'arma! I vecchi, le donne, i fanciulli
+possono costruire barricate; i giovani
+le difenderanno. Viva l'Italia, Viva
+Roma!»</p>
+
+<p>Alla diffusione di questo proclama rispose
+un silenzio di tomba. Coloro che lo
+avevano composto, non conoscevano le condizioni
+dello spirito pubblico a Roma. Essi
+potevano contare solo sulle poche centinaia
+di uomini che segretamente erano
+stati introdotti nella città, e su quei pochi
+romani che erano stati persuasi a viva
+voce a secondare e favorire il tentativo di
+insurrezione. Roma non era più la città
+del medioevo. Allora essa aveva una
+cittadinanza chiusa solidamente nelle corporazioni
+di mestiere, la quale custodiva<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[Pg 173]</a></span>
+l'ideale di una repubblica politica indipendente;
+una milizia divisa nelle varie milizie
+dei rioni, al servizio del magistrato
+capitolino, ed una nobiltà in parte ghibellina,
+pronta sempre alla lotta. Allora la
+città si sollevava abbastanza di frequente
+contro gli odiati pontefici, che cacciava o
+costringeva al riconoscimento dei suoi diritti
+politici. Nella Roma attuale di 220,000
+abitanti, le condizioni erano del tutto mutate.
+La cittadinanza non aveva più alcun
+carattere politico; la nobiltà conduceva,
+all'ombra degli alberi genealogici, una vita
+di vuoto ozio (le eccezioni erano rare);
+il che è vergognoso, ma storicamente spiegabile.
+In gran parte essa apparteneva a
+famiglie beneficate e illustrate dai papi
+che uscirono da esse. Ma parte della popolazione
+romana era devota al Governo papale,
+al cui servizio si trovava, che la nutriva,
+tenendola necessariamente soggetta,
+per mezzo del clero. Credevano dunque
+realmente, i mazziniani, che si sarebbe trovata
+in Roma una massa compatta, di
+sentimenti italiani, che si sarebbe sollevata
+al loro appello per costruire barricate, per
+farsi fucilare dagli zuavi, o in ogni caso,
+dopo una sanguinosa repressione per opera
+dell'esercito francese, per finire la vita in
+esilio o in carcere?<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[Pg 174]</a></span></p>
+
+<p>C'erano di guarnigione, nella città, circa
+3000 uomini, al comando del marchese Zappi,
+e ripartiti in modo da poter in breve domar
+la sommossa, se fosse scoppiata. C'era
+l'ordine che cinque colpi di cannone dessero
+l'allarme da Castel Sant'Angelo. Furono
+prese molte misure di difesa, per consiglio
+specialmente del generale Prudon,
+il quale il 20 ottobre era venuto a Roma
+ad assicurare il Papa dell'immancabile protezione
+francese e a persuaderlo a restare
+a Roma, finchè la flotta francese da Tolone
+non fosse giunta a Civitavecchia. Egli consigliò
+anche di abbandonare le provincie,
+e di concentrare in Roma le truppe che vi
+si trovavano sparse, per difendere questa
+città, mira unica del movimento. Nella notte
+dal 21 al 22 ottobre si cominciarono a barricare
+le porte, a porre trincee dinanzi a
+quelle che rimanevano aperte, e a rincalzare,
+dal di dentro, con terrapieni, quelle che
+si potevano serrare. Questo si chiamava
+nel medioevo <i>fabbricare le porte</i>. Furono
+completamente chiuse le porte Maggiore,
+Salara, S. Lorenzo, S. Paolo, S. Pancrazio,
+S. Sebastiano. Il Ponte Rotto e il nuovo
+ponte alla Lungara furono resi impraticabili
+col levar via le tavole che li coprivano.
+I tre ponti sull'Aniene, Salaro, Nomentano
+e Mammolo, sulla via di Tivoli,
+furono minati. Si praticarono feritoie nelle<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[Pg 175]</a></span>
+mura, ed anche al Pincio, e si stabilirono
+batterie di cannoni. Se ne pose una al punto
+dove la ferrovia entrava in città. Le fosse
+di Castel Sant'Angelo furono empite d'acqua.</p>
+
+<p>La notte del 22 ottobre trascorse passò
+tranquilla; si udì solo lo scoppio di petardi
+in molte strade, e l'allarme delle sentinelle
+e i colpi delle loro armi.</p>
+
+<p>Una tensione febbrile era in tutti gli
+animi. Roma si sentiva separata dal mondo:
+i telegrafi erano inattivi, la posta irregolare;
+le ferrovie interrotte in parte ai confini
+dall'esercito pontificio medesimo. Sinistre
+voci correvano. Che contrasto fra la
+Roma splendida del giugno e la squallida
+Roma di ora!</p>
+
+<p>Il 22 ottobre si diffuse la voce che la
+sera, in città, sarebbe scoppiata la rivolta;
+se ne parlava apertamente negli alberghi
+e nei caffè. Si sapeva che Garibaldi era
+andato a Firenze; si diceva che si sarebbe
+posto alla testa delle schiere volontarie,
+che Roma si sarebbe sollevata, e che egli
+vi avrebbe fatto il suo ingresso trionfale.
+Tutti gli orrori di una guerra civile per
+le vie, tutti gli eccessi che si compiono in
+una rivoluzione, forse anche un probabile
+saccheggio, riempivano molti di apprensione
+e di angoscia. In molte famiglie,
+dove erano da temersi vendette da parte
+del partito d'azione, regnava grande spavento.<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[Pg 176]</a></span>
+Era vivo ancora in città il ricordo
+del famoso sacco di Roma da parte delle
+bande del Borbone.</p>
+
+<p>Verso sera l'aspetto di Roma si fece
+spaventoso. Botteghe e porte chiuse; qua
+e là si facevano arresti; gli accessi al corso
+deserto erano sbarrati da sentinelle; pattuglie
+a piedi e a cavallo percorrevano
+le strade.</p>
+
+<p>Una bomba, gettata correndo da un uomo
+contro il corpo di guardia di Piazza Colonna,
+diede il primo segnale della rivolta.
+Subito dopo si udì un frequente
+scoppiar di petardi, un rumore di moschetteria,
+e un sordo rimbombo. Saltava in
+Borgo la mina a palazzo Serristori; una
+parte del grande edificio, dove avevano il
+quartiere principale gli zuavi, saltò in aria,
+seppellendo più di venti persone, in massima
+parte giovani musicanti del corpo
+e orfani della città. Fortunatamente non
+si riuscì a incendiare le mine poste sotto
+le altre caserme. Gli artiglieri che erano
+stati guadagnati alla causa rivoluzionaria,
+in Castel Sant'Angelo, erano già stati scoperti
+e imprigionati. Secondo il loro piano,
+i rivoluzionari, non più di 500 uomini, si
+erano divisi in piccole bande e dovevano
+impadronirsi dei varî posti militari. Il corpo
+di guardia del Campidoglio doveva essere
+forzato, e si doveva suonare la campana<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[Pg 177]</a></span>
+della torre per chiamare alle armi i Romani.
+I 50 garibaldini che mossero contro il Campidoglio,
+furono dispersi da un paio di
+fucilate. Eguale esito ebbe ogni altro tentativo
+del genere. Solo a porta S. Paolo i
+garibaldini, in numero di 400, al comando,
+dicesi, di un deputato italiano, riuscirono
+a impadronirsi del corpo di guardia. Una
+parte di essi occupò quella porta fortificata
+e a forma di rocca; altri si diressero
+verso S. Paolo, per impadronirsi del
+deposito di armi ch'era nella vigna Matteini.
+Ma la polizia l'aveva già scoperto e
+portato via. Un altro deposito, nascosto in
+una cava di pozzolana presso la basilica,
+non potè essere rintracciato da quelli stessi
+che ve l'avevano stabilito. La schiera, tornando
+verso la porta, si scontrò coi pontificii,
+e si disperse dopo breve combattimento.
+Anche la porta fu riconquistata
+dalle truppe papali. L'assalto al gassometro,
+presso il Circo Massimo, tentato allo scopo
+di far piombare Roma nelle tenebre, fallì
+egualmente.</p>
+
+<p>La piccola schiera di volontarii, condotta
+dai fratelli Cairoli lungo il Tevere, verso
+la città, coll'intenzione di approdare a
+Ripetta, non giunse fin qui, ma occupò,
+fuori delle mura, una villa sulle alture
+dell'Acqua Acetosa.<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[Pg 178]</a></span></p>
+
+<p>Senza le armi sparse qua e là, le vesti lacere
+gettate sulla strada, delle traccie di
+sangue, e specialmente senza la rovina del
+palazzo Serristori, la grande maggioranza
+dei cittadini romani non avrebbe saputo, il
+mattino del 23 ottobre, che nella notte si era
+combattuto. Quella mattina stessa delle
+truppe mossero da Porta del Popolo verso
+l'Acqua Acetosa, per snidarne la schiera
+di Cairoli. Là, fra il Tevere e l'Aniene, presso
+la loro confluenza, sorgono dei colli verdeggianti
+che digradano in prati tranquilli
+fino al Tevere, il quale scorre maestoso
+fra due rive basse, in vista dei lontani e pittoreschi
+monti della Sabina. Qualche casetta
+di campagna sorge in quei colli detti Parioli.
+Su questi, nella villa Glori, si erano fermati
+i 70 volontarii, fra cui erano patriotti,
+uomini di coltura e di audacia, in gran
+parte possidenti di campagna e ingegneri,
+studenti, soldati. I due fratelli Cairoli li
+guidavano, Enrico deputato al Parlamento,
+e Benedetto, capitano d'artiglieria nell'esercito
+italiano. Fra loro vi era anche un
+conte Colloredo, napoletano, della casa
+Acton. Attaccati all'improvviso dai carabinieri
+pontificii, questi garibaldini si difesero
+da eroi, in una lotta corpo a corpo.
+Dopo che Enrico e molti altri furono uccisi
+o messi fuori di combattimento, i restanti
+si dispersero o furono fatti prigionieri.<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[Pg 179]</a></span></p>
+
+
+<p class="center">VIII.</p>
+
+<p>Garibaldi era appena giunto a Scandriglia,
+quando diede ordine ad Acerbi di
+marciare su Viterbo, e a Nicotera di fare
+irruzione nella Campagna romana. Egli
+stesso doveva, con 4000 uomini, dirigersi su
+Roma e impadronirsi di Monte Rotondo.</p>
+
+<p>Il 23 ottobre, Acerbi per Torre Alfina si
+avvicinava a Viterbo con soli 800 uomini.
+In quella città si trovavano circa 200 pontificii
+al comando di Azzanesi. Questi riuscì
+felicemente a respingere gli assalitori,
+quando, nella notte del 24, Viterbo fu assalita
+alle sue sei porte, ad una delle quali,
+porta della Verità, fu appiccato il fuoco. I
+garibaldini si ritirarono con grandi perdite.</p>
+
+<p>Garibaldi stesso occupava Monte Maggiore
+e Passo Corese, donde minacciava
+Monte Rotondo. Dai confini del Lazio i
+telegrafi annunciarono che i volontarii avanzavano
+su tutta la linea.</p>
+
+<p>La posizione di Roma si faceva difficile.
+I 3000 uomini che vi si trovavano, già
+stanchi come erano, non avrebbero potuto
+difenderla, se le schiere dei garibaldini si
+fossero, da tutte le parti, riunite sotto le
+sue mura. E per di più non si era sicuri
+che non potesse aver luogo un secondo e<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[Pg 180]</a></span>
+più fortunato tentativo di rivolta. Erano
+stati arrestati centinaia di sospetti, ma, dal
+22 ottobre, ogni notte dimostrava che la
+città era ancora piena di rivoluzionarii. Infatti,
+con le tenebre cominciava il giuoco
+dei petardi. Nell'ora che in Italia è più
+sacra, quella in cui suonano le campane i
+tocchi dell'Ave Maria, sembrava, in quei
+giorni, che Roma si riempisse di démoni
+usciti non si sa di dove, annunziati dal
+vivo e fitto scoppiettìo dei petardi, che si
+univa al suono solenne delle campane. Che
+cosa di più strano e suggestivo di questa
+armonia sinistra, fatta di bombe e di campane,
+esprimente, meglio che non possan
+far le parole, l'irriconciliabile conflitto
+di quelle forze del tempo, che lottavano oggi
+per il possesso di Roma, e che già tanti
+secoli avevano lottato?</p>
+
+<p>Per alleggerire le fatiche delle truppe
+nel servizio di pattuglia, dei cittadini
+clericali avevano formato una milizia nazionale,
+della quale fecero parte anche figli
+di case principesche. Il 25 ottobre, seguendo
+in Trastevere le traccie di un focolare di
+rivoltosi, si scoprì un deposito d'armi in
+casa del fabbricante di stoffe Aiani. Gli
+zuavi diedero l'assalto a questa casa; del
+proprietario e dei garibaldini quasi tutti
+si fece strage; pochi furono presi prigionieri.
+Il medesimo giorno, il governatore<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[Pg 181]</a></span>
+militare di Roma proclamava la città in stato
+d'assedio, e comandava che fossero consegnate
+tutte le armi di proprietà privata.</p>
+
+<p>Frattanto Garibaldi era apparso, nella
+notte del 24, sopra Monte Rotondo, villaggio
+situato in un incantevole colle che
+domina la valle del Tevere fino a Corese,
+e la campagna fino alla città, da cui dista
+solo tre miglia tedesche. Aveva fatto tagliare
+i telegrafi che univano il villaggio
+a Roma, per isolare i 370 italiani che vi
+erano di guarnigione, al comando del capitano
+Cortes. Il luogo era forte, e cinto di
+mura medioevali, e il castello baronale
+degli Orsini, oggi dei Ludovisi, poteva servirgli
+di rocca. Garibaldi attaccò Monte
+Rotondo con 400 uomini, ma non aveva
+artiglieria. I pontificii si servirono, con successo,
+di due cannoni, e respinsero gli assalitori.
+Ripetutamente rigettato, Garibaldi ricondusse
+più volte all'assalto la sua schiera;
+una porta fu incendiata, ed i garibaldini entrarono
+finalmente nel paese, mentre i difensori
+si ritraevano entro il castello. Questo,
+essendo stato minato, la piccola guarnigione
+si diede prigioniera di guerra la mattina
+del 26 ottobre, dopo una valorosa
+difesa di ben ventisette ore.</p>
+
+<p>Garibaldi entrò a cavallo nella cattedrale
+di Monte Rotondo, volendo far qui la sua
+sosta; ed anche in ciò egli si palesò figura<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[Pg 182]</a></span>
+schiettamente medioevale. Così Francesco
+Sforza entrò a cavallo nel duomo di Milano
+conquistata; così fece re Ladislao di
+Napoli il suo ingresso nella chiesa di
+S. Giovanni in Laterano, essendosi insignorito
+di Roma. I prigionieri furono condotti
+anch'essi nel duomo, in presenza di
+Garibaldi, e siccome essi si scoprirono il
+capo, quegli, credendo lo facessero per
+rispetto verso di lui, fece loro segno di
+coprirsi<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>. Lodò poi il valore che i prigionieri
+avevano mostrato, degno, disse, di
+una miglior causa; li difese anche dal furore
+dei garibaldini, che già qualcuno ne
+avevano ucciso, e li fece condurre ai confini,
+di dove le truppe del re li trasportarono
+a Spezia, nel forte Varignano. Garibaldi
+passò la notte in un confessionale,
+mentre le camicie rosse facevano del duomo
+ciò che avevano già fatto di S. Pietro le
+selvaggie schiere del connestabile di Borbone.</p>
+
+<p>Garibaldi era padrone del luogo più forte
+della provincia; ora Annibale era alle porte.
+Ma egli aveva ottenuto queste risultato,
+<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[Pg 183]</a></span>
+l'unico degno di nota in tutta quella campagna,
+avendo avuto 400 fra morti e feriti,
+e avendo perduto un tempo prezioso. La
+piccola guarnigione di Monte Rotondo
+aveva reso a Roma il più grande servizio;
+se non avesse trattenuto Garibaldi resistendogli
+vivacemente, egli avrebbe affrettato la
+marcia su Roma. Prendere Monte Rotondo
+era d'altra parte necessario, perchè esso congiunge
+le strade della Campagna romana
+alla strada dell'Umbria. Un esercito che
+l'abbia occupato, è padrone della strada di
+Roma e di quella di Passo Corese, mentre
+ha facile la ritirata sui monti di Tivoli e
+nell'Abbruzzo.</p>
+
+<p>Se Garibaldi avesse allora avuto qualche
+migliaio di uomini ben armati, da gettare
+sulle mura di Roma, prima che i pontificii,
+richiamati, tornassero dai varii luoghi della
+provincia, avrebbe potuto avere in sua
+mano la città. Quanto spesso le sue deboli
+mura aureliane non erano state, nel medio
+evo, diroccate in qualche luogo meno vigilato,
+di notte, da una schiera di assalitori!
+Lo stesso poteva ora accadere. Le truppe
+pontificie non avrebbero potuto difendere
+la larga cinta di Roma. Chi li avesse veduti,
+quei pallidi e stanchi belgi ed olandesi,
+trascinarsi armati per la città, avrebbe
+ben potuto dire che essi sarebbero stati
+incapaci di respingere un attacco alle mura<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[Pg 184]</a></span>
+da parte dei volontari, e di opporsi loro
+validamente quando fossero entrati. Essi
+avrebbero potuto soltanto rinchiudersi nella
+città leonina, per difendere in Castel Sant'Angelo
+il Pontefice, finchè non giungessero
+soccorsi di Francia. In Castel Sant'Angelo
+si sarebbe, infatti, ritirato Pio IX, come
+già Clemente VII, per il corridoio sotterraneo
+che lo fa comunicare col Vaticano,
+ed avrebbe forse, dai suoi merli, assistito
+ad un secondo sacco di Roma.</p>
+
+<p>Questa città che si trovava, dopo tre
+secoli, in condizioni analoghe a quelle del
+1527, minacciata come allora da schiere
+volontarie, offriva allo spettatore, nel 1867,
+un quadro di indescrivibile stranezza, simile
+a quello che doveva offrire nel 1527.
+Si sarebbe detto che solo nomi e costumi
+fossero mutati. Invece del connestabile di
+Borbone, Garibaldi era sotto le mura di
+Roma, e forse sarebbe caduto nell'assalto
+alla città, e, per una ironia della sorte,
+avrebbe potuto, morendo, ripetere le parole
+medesime del Borbone: à Rome! à Rome!
+Invece di papa Clemente VII, Pio IX era
+assorto in preghiere nelle sale del Vaticano.
+Lo stesso grido di guerra che aveva guidato
+le schiere di Borbone e di Frundsberg,
+che era stato il grido dell'odio e del bisogno,
+era ora il grido dell'esercito di Garibaldi:
+Roma o morte! Come nelle schiere del<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[Pg 185]</a></span>
+Borbone si trovavano mescolati uomini di
+tutte le nazioni, così qui erano entrati
+democratici d'ogni parte d'Europa. Un
+uguale disprezzo per la Chiesa e le sue
+sacre funzioni, un uguale grido di furore
+contro il Pontefice ed il clero, risuonava
+allora come ora. Pure si potrebbe dire che
+i luterani del 1527 e gli Spagnuoli e gl'Italiani
+che si mischiarono ad essi, erano meno
+radicali nella manìa della distruzione dei
+garibaldini di oggi. Lo stesso effetto magico,
+che aveva prodotto il nome la figura
+del Borbone sulle sue schiere, ora lo produceva
+la figura ed il nome di Garibaldi.
+Come quelle marciavano cantando canzoni
+glorificanti il connestabile, così questi cantavano
+entusiasticamente la strofa:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">L'ha detto Garibaldi,<br /></span>
+<span class="i0">E questa è verità,<br /></span>
+<span class="i0">Chi muore per la patria<br /></span>
+<span class="i0">In paradiso va.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+
+<p>Quando le schiere garibaldine furono nel
+duomo di Monterotondo, uno di essi salì
+sul pulpito, afferrò il crocifisso e cominciò
+un sermone burlesco, condito di innumerevoli
+sozze bestemmie, invitando finalmente
+l'uditorio ad invocare il Dio Garibaldi.
+Questo fu fatto in mezzo ad un indescrivibile
+baccano, dopo di che il predicatore
+esclamò: «Ed in nome di Garibaldi
+io vi impartisco la benedizione».<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[Pg 186]</a></span>
+Gli ascoltatori non risparmiavano ogni sorta
+di gesti osceni e schernitori delle sacre
+reliquie; quello salito sul pulpito fece, col
+crocifisso, il segno della croce, poi lo gettò
+al suolo riducendolo in pezzi.</p>
+
+<p>Questo narra il domenicano prigioniero,
+cappellano degli zuavi<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, e dice: «I garibaldini
+appartengono a tutte le classi sociali;
+vi sono nobili, plebei, colti, incolti, ed ogni
+specie di briganti. Essi appartengono a tutte
+le nazioni e si sono tutti riuniti con lo scopo
+di condurre, contro la Chiesa e la società
+Cristiana, la campagna della distruzione;
+<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[Pg 187]</a></span>
+infine essi sono l'esercito cosmopolita del
+diavolo, la spaventevole caricatura dell'esercito
+cattolico. Fra di essi, molti hanno avuto
+una buona educazione cristiana ed hanno
+eccellenti genitori. Molti hanno pure ingegno
+e coltura ed anche maniere distinte e
+signorili. Però la massa è fatta di uomini
+di vita indegna ed errante, avanzi di galera,
+o di giovanetti fatti entrare con insidie
+nelle sètte segrete, o di vagabondi delle
+grandi città, senza fisso impiego, che vanno
+guadagnandosi il pane alla ventura, servendo
+da cocchieri, fattorini, facchini, garzoni
+e via dicendo. Altri sono braccianti
+ed operai. Tutti questi si arruolano per
+tentar la fortuna, per ammazzare o lasciarsi
+ammazzare, senza sapere perchè. Una febbre,
+un delirio vano li trascina alla lotta,
+e non se ne rendono conto. Fra loro sarebbe
+vano cercare una qualunque coesione
+ed unità di idee. Alcuni hanno lo scopo di
+distruggere il Papato, come a me stesso
+hanno detto; altri di fare l'Italia una; altri
+di togliere al Papa il potere temporale che,
+secondo loro, è contrario al Vangelo, altri
+di rovesciare tutti i troni e tutti i re; e molti,
+finalmente, lo scopo di rubare. Da questa
+varietà di intenzioni, nasce una indescrivibile
+confusione sicchè non c'è da far le
+meraviglie se talora si maltrattano e si fan
+del male fra di loro.<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[Pg 188]</a></span></p>
+
+<p>Se fra i loro comandanti uno ordina una
+cosa, un'altro ne ordina un'altra, onde l'abitudine
+di disprezzare e trasgredire i comandi.
+Ciascuno si crede un'autorità, e tutti
+vogliono dominare. Molti di essi non sarebbero
+cattivi, ma, in quei momenti di
+febbre, sono capaci di eccessi; ne fui purtroppo
+testimone a Monterotondo, e le sue
+chiese ne serbano le deplorevoli traccie. Le
+loro vesti sono intonate alle loro idee ed
+opinioni. Sarebbe difficile trovar fra di loro
+due uomini vestiti nello stesso modo. Molti
+portano la camicia rossa o il berretto rosso;
+alcuni son vestiti di rosso da capo a piedi,
+ma tutti hanno un cencio rosso in qualche
+parte. Di religiosità non mostrano traccie;
+molti ostentano odio verso ogni forma religiosa;
+in parecchi si potrebbe facilmente
+trovare un'esatta immagine dei demonî,
+così sinistra appare la loro veste fiammante,
+specialmente quando va unita ad uno
+sguardo selvaggio ed audace.</p>
+
+<p>V'è un solo nome che li elettrizza: Garibaldi.
+Esso ha su tutti loro una tale autorità
+affascinante, da far veramente supporre,
+non essendo possibile scorgervi cause
+reali, una potenza diabolica a servizio della
+sètta segreta.»<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a></p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[Pg 189]</a></span></p>
+<p>Il medesimo monaco descrive i suoi colloquî
+con Pantaleone, già francescano, e,
+dopo Marsala, cappellano di Garibaldi, al
+quale serviva da segretario e scriveva
+proclami, un siciliano schietto, di buon
+umore e di estrema vivacità. Fu proprio
+lui che trovò, per il primo, il grido di battaglia:
+Roma o morte! Del che egli stesso
+si vantava col nostro monaco, il quale dovè,
+del resto, a lui la sua salvezza. Pantaleone
+era forte e ben fatto; portava un berretto
+di pelle d'orso, detto <i>all'Orsini</i>, senza tesa,
+alla maniera armena; sulla camicia rossa
+recava, specialmente in battaglia, una
+giacca nera abbottonata, per non offrire
+un bersaglio al nemico. Aveva poi stivaloni
+e pantaloni scuri, al fianco una grande
+sciabola e al collo, attaccato ad una catena,
+un fischio per far segnali. Parlava
+con facilità sorprendente, con uno stile figurato
+ed elegante, sopra una infinità di
+argomenti. Soleva dire, assai spesso, che la
+religione cattolica è contro natura, che il
+papato è una menzogna, una frode che ha
+fatto il suo tempo e dovrebbe essere tolta
+via. Egli aggiungeva che i preti non amano
+le loro famiglie, che rinunciano all'amore
+<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[Pg 190]</a></span>coniugale, che deprimono e tengono soggetti
+i popoli per mezzo di mille menzogne,
+e via dicendo. Avendogli chiesto l'ingenuo
+monaco se avesse già contratto matrimonio,
+egli rispose: «Non ho trovato finora nessuna
+donna che abbia conquistato il mio
+cuore, e non so quando questo avverrà...
+ma non potrà tardar molto ad accadere,
+se non morrò prima. Togli via questa cocolla&mdash;diceva
+poi al monaco&mdash;simbolo di
+ignominia e di menzogna, e segui noi che
+siamo gli uomini della verità. Noi siamo
+i primi uomini della rivoluzione; è nostro
+compito di distruggere il papato e di insegnare
+le dottrine semplici del vero Cristo,
+senza miracoli e senza umiliazioni»<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p>
+
+
+<p class="center">IX.</p>
+
+<p>La presa di Monterotondo suscitò spavento
+in Roma, dove più d'uno pensò a
+porre al sicuro i proprî valori.</p>
+
+<p>La Giunta Insurrezionale Romana pubblicò
+questo proclama (27 ottobre):</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[Pg 191]</a></span>
+«Romani! Da tre giorni voi spargete&mdash;senza
+armi, senza munizioni, animati solo
+dal sentimento del dovere, forti del vostro
+diritto&mdash;voi spargete timore e danno nelle
+file di una feroce soldatesca, che sta pronta
+alla lotta nei suoi quartieri, e mostrate così
+all'Italia e al mondo che Roma, anche se
+inerme, non può attaccare un'aperta battaglia,
+sa scrivere col proprio sangue la
+protesta contro il suo martirio. Nella prima
+notte del 22 avete scoperte e portate via
+le poche armi che servivano per la vostra
+difesa; avete costretto il nemico ad aprire
+la Porta S. Paolo, avete risolutamente assalito
+la guardia del Campidoglio e vendicato
+così i vostri morti, abbattendo tutti
+quegli avversarî che han potuto raggiungere
+le vostre armi. Una parte della caserma,
+Serristori saltò in aria, minata dalla
+vostra mano, e seppellì non pochi nemici
+sotto le rovine.</p>
+
+<p>«In tutte le lotte a corpo a corpo il nemico
+piegò sotto i vostri colpi. Sopratutto
+seminarono il terrore nelle schiere nemiche
+le vostre bombe Orsini. Nella notte del 23,
+quando il nemico già si era messo sulle
+difese, osaste assalire, in S. Pietro e Tommaso,
+le pattuglie che accompagnavano i
+prigionieri, e riusciste a liberarli. Ai Monti,
+il sangue degli zuavi arrossò le strade; a
+Ripetta, presso il Clementino, sulla piazza<span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[Pg 192]</a></span>
+Sforza Cesarini e in altri luoghi, ufficiali
+e soldati caddero colpiti da voi. Il governo
+papale, nella vana speranza di far credere
+all'Europa ingannata che Roma sia tranquilla,
+vi ha, da una settimana, tenuto in un
+effettivo stato d'assedio, senza osare di proclamarlo;
+ma questo giuoco non poteva a
+lungo durare, di fronte al vostro animoso
+contegno, ed i vostri oppressori sono stati
+forzati a riconoscere e dichiarare la vostra
+ribellione e la loro paura.</p>
+
+<p>«Ieri fu dichiarato lo stato d'assedio e dato
+l'ordine del generale disarmo, ma con quella
+ipocrisia che è caratteristica principale del
+governo pretesco. Roma è messa in stato
+d'assedio e disarmata, non perchè i Romani
+lottano e muoiono, ma perchè una banda
+di uomini, introdottisi segretamente in città,
+turba l'ordine pubblico e sparge il terrore
+in una guarnigione di migliaia di soldati.
+O menzogna! Romani furono uccisi al Campidoglio,
+Romani i 200 prigionieri della porta
+S. Paolo, Romani la vecchia e il bambino uccisi
+nella caserma di Sora.</p>
+
+<p>«Mentre quella menzogna si faceva ogni
+giorno più palese, il popolo di Trastevere,
+memore del suo passato, scese in campo,
+e afferrando con mano febbrile le poche
+armi restate in suo potere, si chiuse in una
+delle sue case come in una fortezza, e sfidò
+tutto l'esercito pontificio ad una lotta leale<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[Pg 193]</a></span>
+e cruenta. Erano cinquanta contro mille;
+ogni strumento, ogni arnese era un'arma,
+e per quattro ore resisterono. Il popolo
+inerme cercava di portar loro soccorso, ma
+ogni accesso era chiuso; impossibile avvicinarsi
+ai combattenti. Il numero soverchiò
+finalmente il valore; gli zuavi riuscirono,
+mentre già avevan veduto la strada seminata
+di cadaveri dei loro compagni, a penetrar
+nell'interno della casa, e allora non
+diedero quartiere. Nessuna ferocia potrebbe
+paragonarsi a quella di questi crociati del
+vicario di Cristo. Tutto fu massacrato: la
+famiglia Aiani, donne e bambini, senza pietà
+trucidata; i feriti con pochi colpi finiti di
+uccidere. Il Papa Re può benedire questo
+bagno sanguinoso e ringraziare il Signore.</p>
+
+<p>«Romani! Era necessario dare una risposta
+di sangue alla proclamazione dello
+stato d'assedio, e voi l'avete data; era necessario
+porre tra voi ed il Papa una barriera
+di cadaveri, ed uno solo dei massacrati
+di Trastevere basterebbe a provare al
+mondo che non è più possibile una conciliazione
+fra Roma e i suoi tiranni. Se ciò
+non basta, se l'Italia non si affretta ed esita,
+se la vittoria non deve arriderci ancora,
+non sarà colpa nostra; noi avremo compiuto
+intero il nostro dovere, e questa pagina
+rimarrà nella nostra Storia. Ma abbiate
+fiducia: Garibaldi è alle porte; l'intervento<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[Pg 194]</a></span>
+francese sembra scongiurato; tutta l'Italia,
+Governo e Popolo, sta per riunire le sue
+forze ad uno scopo unico: Roma. Noi non
+saremo abbandonati. E' impossibile che
+questa esitazione si prolunghi; è impossibile
+che questo conflitto non termini colla
+proclamazione di Roma a capitale d'Italia».</p>
+
+<blockquote><p>Roma, 27 ottobre 1867.</p></blockquote>
+
+<p>Ma la speranza di avere scongiurato l'intervento
+francese dovette essere presto abbandonata.
+L'opinione pubblica in Francia
+sembrava favorevole a questa; solo i ministri
+Duruy e La Valette erano contrari,
+e parlavano in pro della causa italiana.</p>
+
+<p>Il 24 ottobre, il papa ricevette, per mezzo
+del suo nunzio a Parigi, una netta dichiarazione
+dall'Imperatore, al quale aveva fatto
+conoscere le disperate condizioni di Roma,
+e Monstier, il 25, partecipò alle potenze che
+la Francia interveniva, perchè era stata commessa
+un'infrazione al trattato di settembre.
+Invano Vittorio Emanuele aveva tentato
+di provocare un intervento misto, non
+ottenendo che di ritardare la partenza della
+flotta da Tolone; ma il 26 ottobre il comando
+fu dato, e le corazzate francesi navigarono
+verso Civitavecchia.</p>
+
+<p>In questa crisi, dal suo esito sembrava
+dipendere la sorte della sua monarchia, si
+risolse finalmente il Re al passo che da<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[Pg 195]</a></span>
+molto tempo avrebbe dovuto fare, cioè a
+mettersi deliberatamente dalla parte della
+legalità, ed a mettere un argine, per mezzo
+della violenza, al movimento rivoluzionario
+di Garibaldi.</p>
+
+<p>Chiamato, il 27 ottobre, Menabrea al
+nuovo Ministero, egli pose un termine all'anarchia
+ministeriale, e pubblicò il seguente
+proclama:</p>
+
+<p>«Italiani! Delle schiere di volontari, esaltate
+e trascinate per opera di un partito,
+hanno, senza l'autorizzazione mia e del mio
+Governo, varcato i confini dello Stato. Il rispetto
+che tutti i cittadini debbono alle leggi
+e ai trattati internazionali, approvati da me
+e dal mio Parlamento, esige, in questa occasione,
+da noi il compimento di un indeclinabile
+dovere.</p>
+
+<p>«L'Europa sa che la bandiera, spiegata
+nel paese confinante col nostro, e sulla quale
+sta scritto distruzione della più alta autorità
+spirituale, quella del Capo della Religione
+Cattolica, non è la mia. Questo attentato
+pone la patria in grave pericolo e mi
+obbliga insieme a salvare l'onore del paese
+e ad impedire che siano confusi due scopi
+e due indirizzi diversi.</p>
+
+<p>«L'Italia deve essere posta al sicuro dai
+pericoli che la minacciano; l'Europa deve
+vedere che l'Italia, fedele ai suoi impegni,<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[Pg 196]</a></span>
+non può e non vuole essere la disturbatrice
+dell'ordine pubblico.</p>
+
+<p>«Una guerra coi nostri alleati sarebbe
+una lotta fraterna fra due eserciti, che han
+combattuto, l'uno a fianco dell'altro, per la
+medesima causa.</p>
+
+<p>«Io, che sono arbitro della pace e della
+guerra, non potrei tollerarlo. Confido quindi
+che la voce della ragione venga ascoltata,
+e che quei cittadini d'Italia, che dimenticarono
+i loro doveri, ritornino presto nelle
+file del nostro esercito.</p>
+
+<p>«I pericoli, a cui il turbamento dell'ordine
+e inopportune risoluzioni potrebbero
+esporci, debbono essere scongiurati, e rigidamente
+mantenuti il prestigio del Governo
+e l'inviolabilità delle leggi.</p>
+
+<p>«L'onore del Paese riposa nelle mie mani,
+e non mi può, ora, mancare quella fiducia
+che in me ripose la nazione nei giorni del
+suo più profondo lutto.</p>
+
+<p>«Appena sarà tornata la pace negli animi
+e l'ordine pubblico sarà ristabilito completamente,
+il mio Governo si occuperà, con
+sincero vigore, in collaborazione col Governo
+francese, per giungere ad un pratico
+accordo, atto a porre un termine alla grave
+questione romana.</p>
+
+<p>«Italiani! Non dubito della vostra prudenza,
+quella prudenza che dimostraste sempre
+per l'amore del Vostro Re, e per questa<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[Pg 197]</a></span>
+Grande Patria, che noi, grazie ai comuni
+sacrifici, abbiam visto tornare ad essere
+annoverata fra le nazioni, e che vogliamo
+tramandare illesa e onorata alle future generazioni».</p>
+
+<p>Febbrile divenne l'agitazione a Firenze.
+Si tumultuava per le vie. Si gridava: «Abbasso
+il Ministero Menabrea! Vogliamo Crispi,
+e andare avanti!» Si desiderava una
+guerra colla Francia: «Vogliamo Roma,
+capitale d'Italia! Viva Garibaldi! Viva
+l'esercito italiano in Campidoglio!» Le
+truppe mantenevano l'ordine. Severi comandi
+furon trasmessi ai confini per disarmare
+le bande e cacciarle nell'interno. Ora
+soltanto si chiusero gli uffici di arruolamento
+e si sciolse il Comitato rivoluzionario.</p>
+
+<p>La situazione di Garibaldi diveniva disperata;
+egli non aveva forze sufficienti per
+gettarsi subito su Roma, dove, fin dal 27 ottobre,
+le truppe pontificie si andavano concentrando.
+Ora nulla più impediva che, dove
+queste si ritiravano, le schiere garibaldine
+avanzassero; che, il 28, Nicotera occupasse
+Frosinone e, il giorno seguente, Velletri; che
+Acerbi rientrasse in Viterbo; che Antinori,
+Pianciani e Orsini entrassero in Palestrina,
+Subiaco e Tivoli, dove si costituivano dei
+governi provvisori. Ora, quale significato
+poteva più avere l'invasione spinta fin sotto<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[Pg 198]</a></span>
+le mura di Roma, se i Francesi si avvicinavano,
+e il Governo italiano, che non aveva
+saputo frenare, anzi, che aveva armato questi
+corpi franchi, si rivolgeva contro di
+essi e li dichiarava nemici dello Stato?</p>
+
+<p>Solo l'Aniene separava ormai Garibaldi
+da Roma. Il ponte Salaro era stato fatto
+saltare. Un tempo i Goti avevano distrutto
+questo ponte e Narsete l'aveva ricostruito;
+molte volte, nel corso dei secoli, esso fu tagliato
+e restaurato; l'ultima volta erano
+stati i Napoletani che l'avevano fatto saltare
+in aria ritirandosi da Roma nel 1798;
+anche l'iscrizione di Narsete si perde. Ora
+i suoi archi sono di nuovo ruinati nella
+corrente, offrendo un pittoresco spettacolo
+al viaggiatore.</p>
+
+<p>Garibaldi fe' trincerare Monte Rotondo
+e Mentana, incerto sul da farsi. Egli si recò
+subito a Marciano e al Casino Santa Colomba,
+sulla via ferroviaria, a sette miglia da
+Roma.</p>
+
+<p>I suoi bersaglieri avamposti erano sull'altra
+riva dell'Aniene, di là dal ponte,
+presso la bella torre de' Pazzi, e si avventuravano
+prudentemente fin sulle rive del
+fiume, per scambiar qualche fucilata con
+i papalini.</p>
+
+<p>Il vecchio eroe popolare si aggirava intorno
+le mura di Roma, mentre ancora
+erano vivi i ricordi del 1848. Si narrava,<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[Pg 199]</a></span>
+in Roma, che egli si fosse introdotto travestito
+in città e due notti avesse passato
+a Palazzo Piombino. Si diceva che egli
+avesse giurato di penetrare in Roma attraverso
+quella stessa porta S. Giovanni, per
+la quale si era ritirato nel 1849. Fu allora
+che la sua fuga a San Marino e nella Pineta
+di Ravenna pose le basi della fama
+di questo duce nazionale, che così meravigliosamente
+ha rinnovato nel nostro tempo
+le imprese degli antichi condottieri. Erano
+passati da quel tempo diciotto anni. Quanti
+rivolgimenti si erano operati in Italia in
+questo spazio di tempo, quante strane vicende
+nella sua esistenza! Dapprima, anni
+infelici di reazione e di disperazione, ma
+anche di incessanti congiure, di nascosto
+lavorìo per il raggiungimento dell'ideale
+nazionale. Poi, dopochè la caduta di Venezia
+distrusse anche l'ultimo sogno di liberazione
+italiana, l'esilio di Garibaldi in America,
+dove con onorevole lavoro egli dovè
+guadagnarsi il pane; poi, sette anni dopo,
+il primo raggio di speranza col prender
+parte il Piemonte alla guerra di Crimea;
+ritorno di Garibaldi; l'alleanza della Francia
+nella insperata guerra d'indipendenza;
+il precipitoso crollo dei troni italiani; la
+sua spedizione in Sicilia con i mille; il suo
+ingresso in Napoli, che costituì il momento
+più brillante di tutta la sua vita, fatti questi<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[Pg 200]</a></span>
+che somigliavano più ad una romanza normanna che
+alla verità storica; la violenta annessione
+delle Marche, della Romagna, dell'Umbria;
+l'Unità italiana; la convenzione
+di settembre; Firenze capitale; Garibaldi
+in nuovo contrasto col Governo, nella solitudine
+di Caprera; la catastrofe disperata
+di Aspromonte; prigionia e angosce a Varignano;
+di nuovo Caprera; la seconda insperata
+guerra d'Indipendenza, coll'aiuto della
+Prussia! Venezia libera, l'Italia libera, fino
+all'Adriatico; non rimaneva che Roma, per
+compiere la realizzazione del sogno di unità
+del secolo <span class="smcap">XIX</span>.</p>
+
+<p>Garibaldi rivedeva ora, dopo 18 anni, questa
+Roma; egli era al suo cospetto, alla
+testa di nuove schiere di volontari, avendo
+di nuovo concepito il disegno audace di
+conquistarla. Egli giustificava la sua illegale
+impresa attuale proprio con quella
+data: 1849, e si chiamava generale dei Romani,
+come altri si erano detti, un tempo,
+re dei Romani. Ma le condizioni erano del
+tutto mutate; diciotto anni prima egli difendeva
+Roma; ora l'assediava e aveva a
+combattere con quei Francesi che, 18 anni
+prima, aveva combattuto sotto le mura di
+Roma; ed anche questa volta essi erano sbarcati
+a Civitavecchia, per penetrare in Roma.
+Il medesimo Napoleone li mandava per difendere
+lo stesso Pio IX, e sotto la sua protezione<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[Pg 201]</a></span>
+viveva quel Francesco II, che egli
+aveva cacciato da Napoli. Degli uomini
+del '48 rimanevano ancora Pio IX, Napoleone,
+Garibaldi, Mazzini, tutti ancora alla
+testa delle varie tendenze e correnti dell'epoca.
+Altri erano morti, come Manin,
+Balbo, Gioberti, Cavour.</p>
+
+<p>Il 28 ottobre, la flotta francese apparve
+in Civitavecchia; il mare agitato ritardò
+di alcune ore lo sbarco, il 29, ciò che impressionò
+molto il partito clericale.</p>
+
+<p>Un proclama del comandante generale
+De Failly, che era stato preceduto in Roma
+dai generali Polhès e Dumont, fu affisso
+il 30 per le strade di Roma; esso era così
+concepito: «Romani! L'Imperatore Napoleone
+manda per la seconda volta in
+Roma un corpo di spedizione, per difendere
+il Santo Padre e il trono pontificio
+dagli attacchi delle bande rivoluzionarie.
+Voi ci conoscete da lungo tempo; noi compiamo
+soltanto una missione morale e disinteressata.
+Vi aiuteremo a ristabilire la
+tranquillità e la fiducia nella cittadinanza.
+I nostri soldati rispetteranno, come prima,
+le vostre persone, i vostri costumi, le vostre
+leggi.</p>
+
+<blockquote><p>«Civitavecchia, 29 ottobre.</p>
+</blockquote>
+
+<p style="text-indent:55%">«Il Comandante Generale</p>
+<p style="text-indent:50%"> del Corpo di spedizione francese</p>
+<p style="text-indent:60%" class="smcap">De Failly».</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[Pg 202]</a></span></p>
+
+<p>Il proclama fu letto dagli uni con soddisfazione,
+dagli altri con muto sdegno.</p>
+
+<p>Ecco l'ordine del giorno che Garibaldi
+emise quello stesso 29 ottobre a Santa Colomba,
+prima che avesse avuto notizia che
+i Francesi già erano sbarcati a Civitavecchia.</p>
+
+<p>«<span class="smcap">Corpo dei volontarii italiani</span>.</p>
+
+<p style="text-align:right">«Quartiere generale S. Colomba, 29 ottobre.</p>
+
+<p>«Gli Americani lottarono per 14 anni
+per conquistare l'indipendenza, e per farsi
+il più libero e potente popolo della terra;
+i Greci lottarono 11 anni e più, e così tutte
+le nazioni, che vogliono redimersi a indipendenza
+e unità, e non piegare e cadere
+in quella prostrazione, a cui era stata condannata
+la patria nostra dalla preponderanza
+straniera. Il popolo italiano, dopo il
+sublime slancio del '48, in pochi mesi si
+esaurì, e il piccolo insuccesso di Custoza
+lo fe' retrocedere di molto sulla strada gloriosa.</p>
+
+<p>«La battaglia di Novara terminò la disgrazia
+d'Italia, e senza le famose difese
+di Venezia e di Roma, la storia di quella
+guerra sarebbe stata più che triste per noi.</p>
+
+<p>«Noi siamo impegnati in una lotta col
+più intollerabile di tutti i governi, mentre
+alle nostre spalle ne sta un altro, simile a
+quello. Intorno abbiamo la corruzione, la<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[Pg 203]</a></span>
+disonestà, la viltà. Mentre un governo sparge
+menzogne sul conto dell'altro, l'uno e l'altro
+cercano un pretesto per schiacciare questo
+manipolo di volontari, che sono gli araldi
+magnanimi della coscienza nazionale.</p>
+
+<p>«Dal disordine della nostra organizzazione
+provennero dapprima conflitti, il ripetere
+dei quali sarebbe vergognoso, ed anche
+in questo io riconosco la mano del tradimento,
+che ci vuole distruggere.</p>
+
+<p>«A queste schiere di volontari, che offrono
+al mondo un così nobile spettacolo e
+che già han costretto schiere mercenarie
+a venire dall'estero a Roma e a far saltare
+i ponti che vi conducono, conviene un contegno
+che sia degno della loro alta missione.
+Dolori, privazioni, pericoli saranno gradito
+tema dei vostri discorsi, quando ritornerete
+alle vostre famiglie; e alle vostre donne,
+o giovani, racconterete con fronte più fiera
+le eroiche imprese da voi compiute. Ed
+ora affrettiamoci all'impresa che speriamo
+propizia!»</p>
+
+<p>I liberali avevano sperato che l'occupazione
+francese si dovesse limitare a Civitavecchia;
+ma s'ingannavano. Napoleone
+aveva ora trovato il coraggio di dichiararsi
+alleato dei gesuiti e salvatore del
+Papato. Il 30 ottobre nel pomeriggio, i primi
+battaglioni francesi entrarono in Roma al
+suono delle fanfare. Scesero dal Quirinale,<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[Pg 204]</a></span>
+circondati dai legittimisti e dai papalini, i
+quali erano andati loro incontro fino alla
+stazione ferroviaria, per festeggiare un
+trionfo da lungo tempo atteso. L'aspetto
+di queste truppe era fosco e punto famigliare,
+come quello di gente che entra in
+terra nemica e ne sente l'odio su di sè.
+Molta gente era per le vie, ma silenziosa.
+Non una voce si levò.</p>
+
+<p>Il 30 ottobre 1867 fu un triste giorno
+nella storia d'Italia; esso segnò un profondo
+esaurimento morale ed un grande
+regresso. Non era ancora passato un anno,
+dacchè i Francesi erano stati costretti, dalle
+condizioni politiche e dalla logica delle
+opinioni e dei fatti, ad abbandonare Roma.
+Allora tutto il mondo si era rallegrato
+coll'Italia, perchè finalmente questo giorno
+era giunto, dopo secoli di aspirazioni e di
+sforzi, verso l'indipendenza dalla dominazione
+straniera. Anche questo era stato
+illusione. I Francesi erano di nuovo sbarcati
+nel paese, e la loro nuova occupazione
+sembrava dire al mondo che l'Italia, incapace
+a mantenere la sua libertà, era caduta
+di nuovo per la propria debolezza nel
+vassallaggio di un signore straniero.</p>
+
+<p>L'amarezza, la vergogna, la disperazione
+dei patrioti non ebbero limiti. Si aspettava
+la notizia dello scoppio della rivoluzione
+a Firenze e della caduta di Vittorio Emanuele.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[Pg 205]</a></span>
+Forse in questa crisi lo salvò la
+risoluzione presa dal governo di far passare
+anche all'esercito italiano i confini dello
+Stato Pontificio. Gli Italiani toccarono li
+30 Acquapendente, poi Civita Castellana,
+Ceprano e Frosinone, dove ristabilivano
+gli stemmi papali e vicino inalberavano
+la bandiera tricolore. Questa fu l'unica
+dimostrazione contro l'invasione francese,
+che il governo italiano trovò la forza di
+compiere; ma giunse di lì a poco un ordine
+categorico da Parigi che ingiungeva agli
+Italiani di ripassare i confini.</p>
+
+
+<p class="center">X.</p>
+
+<p>Dopo il ritorno dei Francesi il governo
+Pontificio mandò di nuovo le sue truppe
+ad occupare i varii luoghi della Provincia,
+dai quali erano stati chiamati per difendere
+la capitale, e il 30 ottobre il Generale de
+Courten stesso muoveva su Albano e Velletri,
+dove le bande di Nicotera avevano
+stabilito un governo provvisorio.</p>
+
+<p>Si voleva poi assalire Garibaldi stesso
+con tutte le forze, sloggiarlo dalla sua
+forte posizione e ricacciarlo oltre i confini.
+Egli aveva raccolto intorno a Monte Rotondo
+e Mentana circa 8000 uomini. Là
+egli fu testimone degli avvenimenti che<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[Pg 206]</a></span>
+avvilirono la sua patria e costringevano
+lui stesso a ripiegarsi ritirandosi sulle
+truppe italiane e a deporre le armi o ad
+attaccare audacemente i Francesi, i Pontificii
+ed a soccombere.</p>
+
+<p>La sua situazione era disperata e insostenibile.
+Egli aveva dovuto inasprire, chiedendo
+loro contribuzioni, i villaggi della
+Sabina, assai poveri e contrarî all'invasione,
+la quale non offriva loro alcun vantaggio,
+ma solo le conseguenze più tristi della rivoluzione;
+mentre con ciò egli non era nemmeno
+riuscito a diminuire l'asprezza
+delle condizioni e la deplorevole miseria
+delle sue schiere affamate. Si commisero
+anche eccessi, in Monte Rotondo stesso.
+Per dare un esempio, Garibaldi fece fucilare
+due volontarî. Il popolo delle campagne
+aveva per lui poca simpatia, e
+riusciva difficile avere notizie e informazioni.
+Le sue truppe non erano dunque al
+caso di sostenere un serio urto coll'esercito
+pontificio disciplinato e bene armato, spalleggiato
+dalle truppe francesi. Avevano
+poi avuto tempo di riaversi dalle fatiche
+della guardia in Roma, ed erano fresche
+e riposate.</p>
+
+<p>Le speranze e i disegni di Garibaldi si
+dileguavano. Un uomo di così violente
+passioni che non poteva ammettere separazione
+fra l'idea e l'atto, aveva potuto<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[Pg 207]</a></span>
+sperare d'impadronirsi di Roma, finchè;
+soltanto le truppe pontificie la difendessero
+ma dopo la venuta dei Francesi, la più
+audace fantasia doveva arrestarsi. L'intervento
+francese e il passaggio dei confini
+da parte dell'esercito italiano sottraevano
+ormai a lui ogni terreno per un'ulteriore
+azione extralegale. Egli vide in questi fatti
+un piano concertato di reazione, e se ne
+giudicò vittima. Prima si eran serviti di lui,
+ora volevano schiacciarlo. Il proclama del
+Re e di Menabrea gli mostrava che egli
+dovea aspettarsi un secondo Aspromonte.
+Messi da Firenze gli portavano la recisa
+intimazione di deporre le armi e rientrare
+nello Stato. Egli ricusò, e il primo novembre
+pubblicò quest'ordine del giorno:</p>
+
+<p>«Il governo di Firenze ha lasciato occupare
+il dominio Romano che noi avevamo
+a prezzo di sangue prezioso conquistato,
+sottratto ai nemici d'Italia. Noi
+dobbiamo accogliere i nostri fratelli dell'esercito
+coll'abituale cordialità, ed aiutarli
+a cacciare da Roma i soldati stranieri che
+sorreggono la tirannia. Se poi delle vergognose
+trattative, continuazione della vile
+convenzione di settembre, possono tanto
+oltre dare autorità al gesuitismo e alla
+sporca Consorteria, da costringerci a deporre
+le armi in omaggio ed ubbidienza
+al 2 dicembre, allora potrò ricordare al<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[Pg 208]</a></span>
+mondo che io, generale romano, creato
+con pieni poteri dall'unico legittimo governo
+della Repubblica Romana, per elezione
+all'unanimità, io solo ho qui il diritto
+a difendermi colle armi sul terreno della
+mia giurisdizione; e che se questi miei
+volontarî, campioni della libertà e dell'unità
+d'Italia, chiedono Roma capitale d'Italia,
+fedeli al voto del Parlamento e della Nazione,
+essi non deporranno le armi che
+quando la patria sarà compiuta, la libertà
+di coscienza e di culto sollevata sulle rovine
+del Necromantismo, e i mercenarî dei
+tiranni fuor dei confini».</p>
+
+<p>Garibaldi, trovandosi fra i due eserciti
+nemici, si sarebbe potuto ritirare, come si
+sperava, su Corese, per lì deporre le armi
+prima di essere attaccato dai Francesi e dai
+Pontificî. Si dice che, infine a un certo
+momento, volesse prender veramente questo
+partito. Ma perchè voler portare le sue
+truppe obbliquamente verso l'Appennino,
+e non direttamente su Corese, dove la strada
+non passa per Mentana? Si deve credere
+che egli volesse recarsi in una località
+qualsiasi del Regno per aspettarvi gli eventi,
+o forse anche tentar di trascinarsi
+dietro la nazione, sebbene il ricordo di
+Aspromonte dovesse ammonirlo della inverosimiglianza
+d'un buon successo. Effettivamente
+notizie di fonte italiana spiegano<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[Pg 209]</a></span>
+che Garibaldi aveva concepito il
+piano di ritrarsi coi suoi 8000 su Tivoli,
+di riunirsi là colle bande di Nicotera e di
+Orsini, e di gettarsi negli Abruzzi. Dicono
+che con questo intendimento la notte del
+2 novembre egli die' l'ordine di marciare
+su Tivoli per Mentana. E' da notarsi che
+una parte dei volontari già si era diretta
+su Corese,&mdash;verosimilmente coloro non più
+atti a combattere,&mdash;per raggiungere di là
+la patria. In opposizione con questa versione
+che è quella degli ufficiali garibaldini
+Fabrizi, Mario, Missori, Menotti ed altri,
+abbiamo quella del partito francese di Roma
+che afferma che le forti posizioni, nelle
+quali furono assaliti i Garibaldini il 3 novembre,
+Monte Rotondo e Mentana, provano
+che essi non furono sorpresi nella ritirata,
+ma che aspettavano là il nemico.</p>
+
+<p>La versione italiana fu anche confermata
+dalle notizie del Ministero della Guerra
+Romano, il quale afferma che, mentre i
+Garibaldini volevano operare a Tivoli il
+loro congiungimento, furono attaccati. Garibaldi
+poi confermò egli stesso questa
+versione.</p>
+
+<p>Egli non cercò dunque la battaglia, ma
+vi fu costretto; è ingiusto dunque il rimprovero
+che gli è stato fatto di aver voluto
+porre in giuoco senza scopo a Mentana il
+sangue dei suoi soldati; e lo stesso si dica<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[Pg 210]</a></span>
+dell'accusa di aver voluto con quella battaglia
+far scoppiare una guerra fra l'Italia
+e la Francia; egli non aveva evidentemente
+alcun sentore il 3 novembre che i Francesi
+dovessero sostenere i Pontifici nell'attacco
+imminente. E' certo anche che, se egli si
+è voluto affermare forza indipendente e
+superiore alla nazione, ha in parte implicitamente
+reso possibile, e non voluto evitare,
+lo scontro.</p>
+
+<p>All'atto del 3 novembre i Pontificî erano
+usciti da Roma in numero di 3000 al
+comando del generale Kanzler, seguiti dalla
+brigata francese Polhès, forte di 2000 uomini,
+per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne
+le schiere volontarie. Garibaldi doveva
+prender questo. Verso mezzogiorno i Pontifici
+attaccarono, presso Mentana, gli avamposti
+di Garibaldi (I Francesi erano per la
+riserva). La sorpresa dei volontari, ai quali
+venne assai tardiva la notizia dell'avvicinarsi
+del nemico, e che si trovavano in marcia
+per Tivoli, fu grande. Essi non sapevano
+nemmeno dell'esistenza di truppe francesi
+nei dintorni. Il combattimento s'impegnò
+con uguale furore delle due parti. Due
+grandi principî del mondo presente lottarono
+quel giorno, nemici mortali; da un
+lato il capo della rivoluzione nazionale e
+della democrazia, alla testa delle sue schiere
+volontarie composte anche di patriotti di<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[Pg 211]</a></span>
+antiche stirpi; dall'altro lato il difensore
+del potere temporale dei Papi, con soldati
+volontari delle più cattoliche regioni
+d'Europa, molti dei quali animati da zelo
+ardente di crociati, pieni di odio contro
+l'Italia e la rivoluzione; figli questi in gran
+parte di antiche case legittimiste di Francia,
+del Belgio e della Polonia.</p>
+
+<p>Le proporzioni del fatto d'armi di Mentana
+avrebbero potuto in altri tempi valergli
+il nome di battaglia; ma ora esso ci sembra
+di non grande entità numerica, se pensiamo
+ai colossali movimenti di truppa di altre battaglie
+contemporanee. Nondimeno questo
+combattimento avrà per due ragioni significato
+importante nella storia. Primo, perchè
+in esso ci trovarono di fronte due
+tendenze, due principî, due forze nettamente
+opposte dell'epoca nostra; secondo perchè
+chiuse tutto un periodo della Storia d'Italia
+e del papato temporale.</p>
+
+<p>I volontari, male armati, indeboliti dalla
+fame e dal freddo&mdash;alcuni eran ragazzi
+di 15 o 17 anni&mdash;si batterono con eroico
+valore, colla picca, la spada, la baionetta;
+ma furono sloggiati dalle loro posizioni
+dal reggimento di Zuavi. Si gettarono sotto
+le mura della Vigna Santucci di fronte a
+Mentana, ed anche di lì dovettero ritrarsi.
+I cannoni pontificii e francesi, portati lassù
+batterono allora furiosamente le mura del<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[Pg 212]</a></span>
+Castello, mentre i due cannoni di Garibaldi,
+predati a Monterotondo, esaurirono
+dopo 50 o 60 colpi le loro munizioni.
+In queste condizioni i volontari fecero uno
+sforzo disperato per prendere ai lati il
+nemico con due forti colonne, tentativo
+che riuscì, e verso le due e mezzo del
+pomeriggio le truppe pontificie si videro
+a mal partito, e nel combattimento si sarebbero
+evidentemente cambiate le sorti, se
+il generale romano non avesse chiamato
+a soccorso la brigata francese. Anche se
+il loro appoggio fosse stato inutile, si
+sarebbe voluto mostrare che i Francesi
+c'erano ed aiutavano validamente i papalini.
+Essi avanzarono e coprirono i Garibaldini di
+una fitta pioggia di proiettili dei loro <i>chassepots</i>.</p>
+
+<p>Il generale francese stesso scrivendo poi
+al Ministero della Guerra, diceva <i>les chassepots
+ont fait merveille.</i>, frase supremamente
+inopportuna, anzi indelicata e villana,
+che l'Italia non dimenticherà più.
+I volontari furono sopraffatti; e dapprima
+essi non credettero francesi i nuovi assalitori,
+ma legionari d'Antibo; tanto era
+lungi da loro il pensiero che Napoleone
+permettesse ai suoi soldati di spargere
+sangue italiano. Ma quando si sparse la
+voce che i Francesi stessi attaccavano, i
+volontari gettarono le armi e si dispersero<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[Pg 213]</a></span>
+in fuga. Solo un battaglione s'indugiò a
+difendere le case, le barricate e il castello
+baronale di Mentana. Così esso protesse la
+ritirata che Garibaldi aveva cominciato su
+Monterotondo. I Pontificii e i Francesi non
+poterono penetrare nella forte posizione.
+La notte lo circondarono, per rinnovare
+l'attacco il mattino seguente, ma alle 5 fu
+inalberata bandiera bianca: un capitano garibaldino
+chiese, parlamentando col colonnello
+francese del 59^o linea, libera uscita
+con armi e bagagli; fu accordata libera
+uscita, ma senza armi e bagagli. Una compagnia
+francese doveva condurre la guarnigione
+di Mentana, prigioniera di guerra,
+a Corese, e consegnarla alle truppe italiane.
+Così la lotta non fu in alcun modo
+disonorevole. I vincitori stessi dovettero
+riconoscere il valore mostrato dai vinti.</p>
+
+<p>Garibaldi stesso, che durante il combattimento
+non si era mostrato nelle prime
+file, ma aveva dovuto dare i comandi seduto
+in carrozza, si era già ritirato con due
+migliaia circa di soldati, quando fu dato
+l'assalto a Mentana.</p>
+
+<p>Secondo dice Crispi, testimone oculare,
+la sera del 3 novembre Garibaldi giunse
+al ponte di Corese con 5000 nomini, se
+pure questa cifra è esatta. Là depose le armi,
+e il giorno seguente, per ordine superiore,
+fu incarcerato a Figline presso Arezzo.<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[Pg 214]</a></span>
+Quando le truppe pontificie ed imperiali
+la mattina del 4 mossero verso Monterotondo,
+trovarono che il luogo era stato
+sgombrato. Le perdite di Garibaldi furono
+grandi; 1000 uomini giacevano morti o
+feriti; circa 1400 prigionieri. Le perdite
+francesi non ammontarono, secondo i rapporti
+ufficiali, che a 2 morti e 36 feriti,
+quelle dei pontifici a 30 morti e 103 feriti.</p>
+
+<p>La notizia della disfatta e della ritirata
+di Garibaldi giunse a Roma la sera del
+3, e si sparse il mattino seguente. Essa
+provocò un'eccitazione di diverse nature.
+I nazionali fremevano al pensiero che i
+Francesi, alleati dell'Italia, avevan preso
+parte alla lotta come gendarmi del Papa,
+avevan tirato agl'Italiani come su bestie
+feroci, ed avevan esperimentato le qualità
+dei loro <i>chassepots</i> sui volontari quasi inermi.
+Li commoveva il pensiero che l'esercito
+regolare del Re, a poche miglia da Mentana,
+doveva essere stato testimone della battaglia,
+le armi al piede. Essi non sapevano
+per quale delle due nazioni dovesse ritenersi
+più vergognoso questo fatto d'armi,
+per l'Italia o per la Francia. Nella storia
+di Francia, la <i>meraviglia di Mentana</i>,
+sarebbe certamente rimasta, tragico capitolo
+della <i>Gesta clericorum per Francos</i>.</p>
+
+<p>La via Nomentana offriva il 4 novembre
+un aspetto singolare. Centinaia di carrozze<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[Pg 215]</a></span>
+erano state portate nella notte, per la ricerca
+dei feriti. Questi già dal mattino avevano
+cominciato a venire a gruppi o alla spicciolata,
+tristissimo spettacolo, e fra loro
+erano anche delle piccole schiere vacillanti
+di feriti più leggeri, a piedi o a cavallo.
+Molti e molti Romani movevano loro incontro.
+Non dimenticherò mai l'aspetto di
+due garibaldini giacenti su un carretto che
+procedeva lentamente, non so se morenti
+o già morti. I loro volti già anneriti dalla
+morte sembravano ancora contrarsi nell'ultimo
+spasimo di dolore e di rabbia.</p>
+
+<p>Verso mezzodì arrivò il primo gruppo
+di prigionieri, circa 400, scortato da papalini
+e da francesi. Essi camminavano disinvolti,
+con ostentata tranquillità. Uno dei
+loro ufficiali, un bel giovane dalla camicia
+rossa, camminava altero innanzi a loro.
+Il popolo se lo additava dicendo che era
+Menotti Garibaldi; ma sembra che non fosse
+vero. Quegli uomini erano giunti finalmente
+alla tanto sospirata Roma, ma in
+altre condizioni da quelle che avevano
+sognato; essi passarono attraverso la folla
+silenziosa fino alla prigione sul Quirinale.</p>
+
+<p>Erano quasi tutti laceri o mal vestiti;
+pochissimi indossavano la camicia rossa;
+fra di essi ve ne erano molti straordinariamente
+giovani. Il loro aspetto diceva una
+odissea di privazioni e di dolori; su alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[Pg 216]</a></span>
+pallidi volti si leggeva ancora: Roma o
+Morte! Facevano un effetto di profonda
+commozione, che non avrebbero fatto se
+fossero stati bene armati e ben vestiti.</p>
+
+<p>Io vidi il secondo gruppo di prigionieri,
+di 600 uomini, passare il Ponte Nomentano
+sull'Aniene. Essi sembravano in migliori
+condizioni dei primi. La maggior
+parte portavano la camicia rossa e il berretto
+rosso; alcuni avevan su questo delle penne;
+tutta la strada era illuminata da questi colori.
+Vi eran fra loro anche degli uomini
+maturi, dai capelli grigi, nell'uniforme della
+Guardia Nazionale Italiana. I capitani portavano
+ancora la spada, prova questa che
+avevano capitolato onorevolmente. Essi tacevano
+tutti; molti guardavano timidamente
+la folla che era venuta loro incontro
+da Roma. Un segnale dato dal corno avvisò
+che era giunto il momento del riposo; i
+soldati di scorta si stesero entro i fossati;
+dei prigionieri, la maggior parte rimase in
+piedi sulla via; alcuni si gettarono sulla
+nuda terra di Roma; altri si accomodarono
+a fianco dei papalini, i quali li lasciarono
+fare in silenzio; tutta la scena rappresentava
+un singolare quadro storico sul pittoresco
+paesaggio dell'Aniene, presso il
+vetusto e turrito ponte memore di Belisario.
+Su di esso stanno incise le armi di quel
+notevolissimo pontefice che fu Nicolò V,<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[Pg 217]</a></span>
+contro il governo del quale congiurò Stefano
+Porcari, per morire poi in Castel
+S. Angelo, per mano del carnefice. L'oro diffuso
+e luminoso del sole irradiava la solenne
+campagna, nel cui sfondo già biancheggiavan
+di neve le maestose vette dell'Abruzzo.</p>
+
+<p>La marcia verso Roma di questi figli d'Italia
+destinati al carcere di Castel S. Angelo
+mi riportava il pensiero alle memorie della
+prima fanciullezza, quando io vidi a migliaia
+i vinti difensori della Polonia, dell'esercito
+di Gielgrid, passare prigionieri il confine,
+accompagnati dalle truppe prussiane.</p>
+
+<p>Dinanzi al mio sguardo si presentavano
+di nuovo tutte le tragiche lotte dai popoli
+combattute su questo grande territorio di
+Roma, i secoli barbari del Medio Evo passati
+su questa città, la cui storia io già
+scrivevo da anni e ancora scrivo; e mi
+prese un'infinita tristezza quando tornai a
+considerare tutti quei prigionieri di guerra
+incamminati per Roma.</p>
+
+
+<p class="center">XI.</p>
+
+<p>Cinque giorni dopo la battaglia io mi recai
+a Mentana con alcuni amici romani per
+visitarla. Fu una passeggiata incantevole
+attraverso la tranquilla campagna, sotto il<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[Pg 218]</a></span>
+sole puro e il cielo nitido di novembre. La
+via Nomentana era animata soltanto da
+gruppi di soldati. Sull'Aniene erano ancora
+attendate le vedette francesi. Passavano
+ancora carrozze che trasportavano feriti.</p>
+
+<p>Antiche tombe romane in rovina sorgono
+nei campi che si attraversano, dove, secondo
+l'uso remotissimo dei padri, i pastori abruzzesi
+portano a pascolare le loro greggi. I
+belati delle pecore e le note tenui delle
+zampogne dei pastori riempiono l'aria di
+lamento e il cuore del viandante di mistero,
+sentimento che resta perennemente in
+ognuno che abbia attraversato quella sacra
+località.</p>
+
+<p>Qua e là si erge una torre baronale diroccata,
+sulla cima di un verde colle, che
+rammenta l'epoca feudale, quando Roma
+era ancora una repubblica e il papa non
+era in essa padrone assoluto. Raramente
+si incontra qualche solitario casale adibito
+in parte ad osteria, con una torre medioevale
+a lato ed una cappella rustica. Ve ne
+è una ad otto miglia da Roma, detta Capo
+Bianco, che serve anche da taverna, ed ha
+sulla porta un boschetto di verdi lauri. Non
+era visibile un essere vivente; tutto sembrava
+morto, intorno. Il conte L. vi aveva
+mandato dei cavalli di ricambio, per poter
+proseguire il viaggio rapidamente.<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[Pg 219]</a></span></p>
+
+<p>Una strana e profonda gravità invase tutta
+la comitiva quando ci cominciammo ad avvicinare
+ai sanguinosi campi di Mentana. Io
+ricordavo la sublime ode del Petrarca:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Italia mia, benchè il parlar sia indarno...<br /></span>
+<span class="i0">Che fan qui tante peregrine spade?<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Donna E. diceva i versi del nobile Leopardi:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Piangi, che ben n'hai d'onde, Italia mia...<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Così una medesima querela discende da
+Dante e da Petrarca fino a Leopardi e ai
+dì nostri; quando potrà essa alfine cessare?</p>
+
+<p>Da Capo Bianco ci avanziamo sui pendii
+dolci dei colli. Il paesaggio Sabino si spiega
+dinanzi agli occhi come un gran panorama
+di montagne di alto stile, verso cui sale
+una maestosa distesa di campi, di colore
+violetto nella lontananza, sulla quale si può
+seguire collo sguardo il volo delle aquile
+del Lazio. Si erge lì presso la possente
+piramide di Monte Gennaro sopra Tivoli;
+a destra i monti Prenestini, i monti Volsci,
+e le belle alture di Frascati, tutto soffuso
+di un tenue color di giacinto e piene d'una
+maestà placida e classica.</p>
+
+<p>Qua e là sulla strada si trovano resti
+dell'antico lastricato della via Nomentana,
+in ben connessi poligoni di basalto. A dieci<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[Pg 220]</a></span>
+miglia da Roma si trova a sinistra su un
+colle una solitaria torre guelfa senza edifici
+adiacenti, costruita parte in peperino
+nero, parte in mattoni rossi, che è una proprietà
+della regione.</p>
+
+<p>A destra sorge Monte Gentile, un casale
+di bell'aspetto, con torre, già castello degli
+Orsini, come lo mostra il nome assai frequente
+in quella famiglia; nel XV secolo,
+Capocci e Stefaneschi lo distrussero e lo abbandonarono.
+Nulla di più attraente di questi
+turriti casali romani, perduti nella melanconia
+di questa deserta e grandiosa campagna,
+così singolari e così classici, di cui
+Walter Scott si sarebbe certo innamorato.</p>
+
+<p>Superando un'altura, si giunge al bosco
+di Mentana, un bosco di quercie tedesche,
+che qui sono rimaste nane. Già in questo
+luogo, e poi per tutta la strada fino al paese,
+noi vedemmo, per i fossi e i cespugli, una
+quantità straordinaria di cartuccie. Queste,
+e degli alberi abbattuti, erano l'unica traccia
+del combattimento, perchè i morti già
+erano stati seppelliti, ed i feriti ricoverati
+negli ospedali.</p>
+
+<p>Mentana appare dietro questa boscaglia;
+prima la Vigna Santucci colle sue mura
+bianche, dove si combattè così aspramente;
+poi una cappella sulla strada, ancora piena
+di paglia, sulla quale più di un ferito trovò
+la morte. Il palazzo baronale degli Orsini<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[Pg 221]</a></span>
+sorge nello sfondo, simile ad una fortezza,
+con torri e merli, sul pendìo verde d'un
+colle, solitario e fiero come un ricovero di
+briganti; il paese è ancora nascosto da
+piccole alture. In basso la valle è fosca,
+circondata da colli sparsi qua e là di olivi
+e vigneti; ma tutto ha un aspetto selvaggio,
+sinistro ma, pittoresco.</p>
+
+<p>Una strada conduce su per uno sperone
+di rupi giallastre. Ora si vede il paese,
+una fila di case senza interesse, simile
+ai <i>castelli</i> dei monti Sabini, che spirano
+tanta miseria e desolazione; si direbbero
+dipendenze del castello feudale, che una
+volta il signore vi ha annesso per comodo
+proprio, e dato ai suoi vassalli per abitazione.
+Dinanzi al palazzo sta la chiesa gentilizia.
+Essa era aperta e già riconsacrata
+e molti feriti vi erano morti; fra gli altri,
+un belga che era venuto a Roma e si era
+arruolato fra gli zuavi pochi giorni prima
+la battaglia. Una palla gli aveva spaccato il
+cranio; diciassette ferite gli avevano trapassato
+il corpo. Su un pezzo di carta, trovato
+presso di lui, stava scritto: <i>le comte
+d'Erb, fils du duque d'Erb.</i></p>
+
+<p>Dalla porta della Chiesa si accede al
+piazzale di fronte al castello, dove si vede
+una colonna senza capitello, intorno alla
+quale giacciono delle bisaccie militari. Qua
+e là, rovine marmoree dell'antico <i>Nomentum</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[Pg 222]</a></span>
+Sulla parete esterna della chiesa una
+statua mutilata che il popolo chiama San
+Giorgio. Il castello era pieno di soldati
+francesi, i quali si esercitavano coi loro
+fucili ad ago, che vantavano tanto, affermando
+che senza di quelli i Pontificii non
+avrebbero mai preso Mentana.</p>
+
+<p>Entrammo nel castello che rivela parecchie
+epoche architettoniche. La parte
+più antica, formata dalle torri rotonde, mostra
+la maniera di costruzione del secolo
+<span class="smcap">XIII</span>, che a Roma chiamano <i>saraceno</i>;
+cioè, queste torri son fatte di frammenti
+di peperino e di altri varî materiali
+di riempimento, fra cui pezzi di marmo.
+La parte anteriore del castello è invece
+assai più recente, ed ha finestre in stile
+rinascimento. I merli sono mezzo rovinati,
+alcuni furono fracassati dalle palle di
+cannone. In complesso, l'edificio appare
+come un castello baronale del medio evo, di
+prim'ordine. Sul portale stan le armi di
+Sisto V, o meglio di suo nipote Michele
+Peretti, al quale gli Orsini avevano venduto
+Mentana. Sulla porta giacevano ancora
+resti di fucili garibaldini, che gli assediati
+avevano spezzati, secondo l'uso guerresco,
+prima di capitolare.</p>
+
+<p>Nell'interno, scale in rovina e stanze
+colle pareti squarciate dalle bombe. Nel cortile
+del castello le guardie francesi offrivano<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[Pg 223]</a></span>
+un pittoresco colpo d'occhio; stavano
+preparando il pranzo, tutte affaccendate
+intorno ad un fuoco che attizzavano
+con le bacchette dei fucili garibaldini.
+Ci furono portate delle palle di fucile, che
+avremmo facilmente potuto raccogliere per
+terra, di forma conica, di armi rigate o di
+<i>chassepot</i>; raramente se ne trovavano di
+quelle solite rotonde dei fucili garibaldini.
+Noi visitammo il piccolo solitario paese. I suoi
+abitanti erano rimasti per 15 ore nascosti
+nelle cantine, in preda allo spavento, mentre
+le palle rimbalzavano come grandine sui
+tetti. Vi fu un'eccezione; in una casa, una
+bomba aveva squarciato la parete di una stanza:
+ebbene, vi furono trovati donne e bambini
+tranquillamente seduti, come se nulla
+fosse accaduto. Ci fu detto che i garibaldini
+avevano occupato il borgo per otto
+giorni. Una donna ci raccontò che fra di
+essi vi erano dei signori simpatici, che pagavano
+quello che chiedevano, e aggiunse che
+un capitano aveva pagato un pollo 25 soldi,
+del che era rimasta molto soddisfatta. Altri
+non avevano potuto pagare nulla davvero,
+perchè non possedevano un soldo
+in tasca.</p>
+
+<p>Noi riandammo col pensiero le vicende
+storiche di questo paesetto Sabino, che era
+pur ora tornato ad avere una parte nella
+storia non indipendente da quella che un<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[Pg 224]</a></span>
+tempo vi aveva avuta; ricordammo che
+già una volta i Franchi vi erano venuti
+per salvare un papa minacciato ed il suo
+potere temporale; che questo salvatore era
+stato Carlomagno. La località stessa dava
+agio di ricostruirne la storia.</p>
+
+<p>Nell'antichità si era chiamata <i>Nomentum</i>.
+Da questo ebbe nome la strada, <i>Nomentana</i>,
+la quale però non apparteneva
+alle grandi strade romane, perchè presso
+Ereto, sotto <i>Nomentum</i>, si congiungeva
+alla Via Salara, presso l'attuale Monterotondo.</p>
+
+<p>Più antica di Roma medesima, contemporanea
+di Fidene e di Crustumeria, i Romani
+la ritenevano come una delle colonie del
+re Latino Silvio di Albalonga, il quale
+certo conquistò quella regione sabina.
+Prese parte all'alleanza dei Latini contro
+Roma, in favore dei Tarquinii scacciati.
+Dopo la battaglia al lago Regillo, che stabilì
+l'egemonia della Repubblica Romana
+sul Lazio, <i>Nomentum</i> divenne un municipio
+romano. Questa città Sabina era però
+troppo piccola per potere avere una parte
+importante nella storia di Roma. È noto
+che Ovidio, Seneca e Marziale avevano possessi
+nel suo territorio. L'aria vi era salubre,
+il vino buono, e nelle vicinanze si trovavano
+sorgenti termali.<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[Pg 225]</a></span></p>
+
+<p>Nell'epoca cristiana dell'Impero germanico,
+<i>Nomentum</i> divenne presto un vescovado;
+lì presso, erano gli altri vescovadi
+di Fidene, oggi Castel Giubileo, <i>Cures</i>, e <i>Forum
+Novum</i>, che sussiste ancora. La serie
+dei vescovi nomentani va dal 415 al 964,
+nel quale anno si sospese la nomina dei
+vescovi, il che prova che la città era del
+tutto decaduta. Essa si era conservata, del
+resto, per ignote ragioni, più a lungo delle
+altre antiche città delle immediate vicinanze
+di Roma, le quali, al tempo delle invasioni
+barbariche, scomparvero. <i>Eretum Crostumeria</i>,
+<i>Fidene</i>, <i>Gabii</i>, <i>Ficulea</i>, <i>Antemna</i>
+sono sparite senza lasciar traccie. Anche
+l'antica famosa <i>Cures</i>, patria di Numa, decadde
+al tempo dei Longobardi, e vive ancora
+solo nel nome di Correse.</p>
+
+<p>Nomentana esisteva ancora nell'anno 800
+col suo nome antico, sebbene già fosse
+radicalmente cambiata; il 23 novembre di
+quell'anno Carlomagno, ch'era diretto a
+Roma per farsi incoronare in San Pietro,
+vi si fermò. La sua dimora in quel luogo, nello
+stesso mese di novembre, nel quale 1067
+anni dopo delle bande di volontarii italiani
+tentavano di abbattere il dominio pontificio,
+che Carlomagno aveva fondato, ci
+sembra un fatto abbastanza strano e notevole.<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[Pg 226]</a></span></p>
+
+<p>La lotta degl'Italiani e dei Romani contro
+il potere temporale dei Papi cominciò
+già in quel tempo, poichè quel potere temporale
+era stato stabilito per il primo intervento
+di Pipino in Italia a favore della
+città di Roma, minacciata dai Longobardi.
+La storia dell'umanità non offre esempi di
+un'altra lotta di così lunga durata intorno
+ad un unico ed inalterato principio.</p>
+
+<p>La ragione del viaggio di Carlomagno
+a Roma era la seguente. Papa Leone III,
+successore di Adriano, era stato, in seguito
+ad una congiura di nobili romani, fra i
+quali i nipoti stessi di Adriano primeggiavano,
+cacciato da Roma, dopo un tentativo
+di ucciderlo. Era fuggito prima a Spoleto,
+e di là si era ritirato a Paderborn. Il gran
+monarca rimandò anzitutto il fuggiasco
+con ambasciatori franchi a Roma, dove gli
+aristocratici, che si erano impadroniti del
+governo, non opposero alcun ostacolo al
+suo ritorno: ma, spaventati per l'imminente
+intervento, si sottoposero al processo
+e al giudizio di questi plenipotenziarii. Essi
+decisero in favore del Papa, ma i ribelli
+condannati si appellarono a Carlo, e questi
+venne solo un anno dopo, come aveva
+promesso a Leone, per tenere in Roma il
+suo tribunale, che il Papa, suo sottoposto
+in ogni questione temporale, ugualmente
+riconobbe.<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[Pg 227]</a></span></p>
+
+<p>Carlo calò col suo esercito nella Sabina,
+e sostò a Mentana per venire a Roma, non
+per la via Salara, ma per la Nomentana.</p>
+
+<p>Questo prova solo che quel luogo aveva
+anche allora molta importanza perchè era
+la sola sede episcopale della regione Sabina.
+Da ciò si può dedurre che Monterotondo
+che dista solo mezz'ora da Mentana, ed è
+molto più grande e più abitabile di quella,
+nell'ottocento non esisteva ancora. Veramente
+si era creduto di riconoscere in Monterotondo
+l'antica <i>Eretum</i>; ma il Nibby si è
+pronunziato, con seri buoni argomenti, contro
+questa opinione, ed ha provato che quella
+località ha avuto origine soltanto nel più tardo
+medio evo. La Sabina formava originariamente
+una parte del ducato di Spoleto;
+Carlomagno l'aveva regalata al Papa, e
+solo molto più tardi la trasse in suo potere.
+Ma molto relativa era questa sua potenza
+sul territorio sabino prossimo a Roma.
+Tutta la regione era stata spaventosamente
+devastata, nel <span class="smcap">IV</span> secolo, dall'invasione
+dei Longobardi: le sue città erano
+già quasi tutte decadute; nell'ottavo e nono
+secolo i documenti delle diocesi dimostrano
+che esse non erano più città, ma borghi.</p>
+
+<p>Leone III era andato solennemente incontro
+a Carlo a <i>Nomentum</i> con i maggiori
+dignitarii della chiesa, una parte della
+nobiltà e della milizia cittadina e molto popolo.<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[Pg 228]</a></span>
+Carlo giunse a <i>Nomentum</i> il 23 novembre
+800. Egli pranzò col Papa, dopo
+di che questi tornò a Roma per preparare
+il solenne ricevimento del monarca
+in S. Pietro, per il giorno seguente, mentre
+Carlo pernottò nel paese. In qual palazzo
+fece Carlo il suo pranzo col Papa,
+e dove passò la notte?</p>
+
+<p><i>Nomentum</i> era, mille anni fa, certamente
+più popolata di ora; e se l'antica città si
+trovava nella stessa ubicazione, in cui si
+trova oggi la miserabile fila di case presso
+al castello degli Orsini, essa poteva offrire,
+in piccolo, l'aspetto di tutte le altre città
+di quel tempo: rovine dell'antichità, tempi
+distrutti o trasformati ad altro culto, e
+palazzi di antica signoria, a fianco di tugurî
+abitati da una nuova generazione.</p>
+
+<p>A <i>Nomentum</i> non risiedeva un conte;
+forse un tribuno, per analogia con altre
+città, vi aveva giurisdizione, se il paese
+però&mdash;cosa di cui dubito&mdash;era ancora
+abbastanza grande da essere sede di un
+tribuno. Non ci erano ancora stirpi baronali,
+nel senso del medio evo più vicino
+a noi. Soltanto 150 anni dopo si trova in
+<i>Nomentum</i> la stirpe dei Crescenzi, ricca
+e perciò dominante. Perciò indubbiamente
+abitò Carlo nella curia vescovile, la residenza,
+certo molto patriarcale, del vescovo
+di Mentana.<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[Pg 229]</a></span></p>
+
+<p>Fu dunque di là che il più grande dominatore
+dell'Occidente scese a Roma, il 24
+novembre 800, e fu là che egli sostò prima
+di recarsi all'incoronazione. Un mese dopo
+Leone III lo incoronava appunto re dei
+Romani.</p>
+
+<p>Il rinnovamento dell'Impero d'Occidente
+nella Dinastia Franca, a parte altre ragioni
+più generali ed elevate, era divenuto necessario
+per i Papi anche per questo, che
+esso dava loro il modo di mantenere il
+loro dominio temporale su Roma e sulle
+provincie. Poichè, senza la protezione dell'autorità
+imperiale, senza la sicurezza di
+un sempre pronto intervento franco, i Papi
+non avrebbero potuto affermare la loro
+signoria sulla regione romana. Questo fatto
+si era già allora manifestato palesemente,
+ma la storia posteriore del <i>Dominium
+temporale</i> non fece che offrirne nuove
+prove irrefragabili.</p>
+
+<p>Nel secolo decimo questo dominio fu
+minacciato da un grande pericolo: quello
+della nobile casa dei Crescenzi, la quale
+appunto aveva in Mentana grande autorità.
+Essa apparisce, per la prima volta,
+nel 901, e, da quell'anno, si trovano molti
+Crescenzi fra i più ragguardevoli signori
+della città. Che questa casa già possedesse
+terre in Sabina, è mostrato dal fatto che
+un Crescenzio, nel 967, fu conte e rettore<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[Pg 230]</a></span>
+della provincia Sabina per incarico del
+Papa.</p>
+
+<p>Nel 974, Crescenzio de Teodora si impadronisce
+del potere a Roma, e più tardi
+suo figlio Giovanni Crescenzio è a capo
+del partito nazionale romano. La sua storia
+forma un noto episodio del regno di Ottone
+III. I cronisti chiamano questo Crescenzio
+<i>Nomentano</i>. La sua famiglia che risiedeva
+quasi tutta nella Sabina e presso
+Farfa in particolare, si doveva quindi trovare
+in possesso di quel luogo, e Giovanni
+Crescenzio o era nato ei pure nei possedimenti
+de' suoi padri, o <i>Nomentum</i> era
+toccata particolarmente a lui per eredità.
+Proprio in quell'epoca sembra che venisse
+soppresso tale vescovado; e siccome
+si sa che l'ultimo vescovo fu un tal Giovanni,
+si può supporre che, essendo questo
+nome abituale nella famiglia dei Crescenzi,
+anche l'ultimo vescovo di <i>Nomentum</i>
+fosse un membro di quella famiglia.
+In quel tempo vi erano già dei conti ereditarî
+nel territorio pontificio. Perciò già nel
+980 Giovanni Crescenzio poteva essere
+conte di <i>Nomentum</i> e avervi posseduto la
+sua fortezza, nello stesso luogo dove poi
+sorse il castello degli Orsini, che ancora
+vi sorge.</p>
+
+<p>Nel 985, Crescenzio prese il titolo di
+<i>patrizio romano</i> e governò la città di Roma<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[Pg 231]</a></span>
+come suo capo temporale, durante la minorità
+di Ottone III. La sua potenza venne
+meno, quando Ottone, nel 996, venne a Roma
+per ricevere la corona imperiale dalle mani
+di Gregorio V, il primo Papa tedesco che
+egli stesso aveva innalzato a quella dignità.
+Crescenzio, condannato a morte come ribelle,
+prestò giuramento di fedeltà al giovane
+imperatore, e fu graziato. Ma Ottone
+se ne era appena andato, che l'astuto romano
+infranse il giuramento, cacciò il Papa
+tedesco e s'impadronì dei diritti imperiali.
+In questa usurpazione lo appoggiarono i
+suoi parenti di Sabina, il conte Benedetto
+e i suoi figli Giovanni e Crescenzio. L'usurpatore
+trovò una misera fine, quando Ottone
+III ebbe ricondotto in Roma il Papa
+con buon nerbo di soldatesche. Crescenzio
+si difese eroicamente in Castel Sant'Angelo,
+finchè si dovette arrendere. Fu decapitato,
+il suo corpo fu gettato dai merli
+di Castel Sant'Angelo e poi appiccato a
+una forca su Monte Mario. Per dei secoli
+Castel Sant'Angelo si chiamò la torre di
+Crescenzio.</p>
+
+<p>Dopo la morte di Ottone III, i Romani
+crearono patrizio romano suo figlio Giovanni,
+potere che egli tenne fino al 1012,
+anno in cui morì. D'allora in poi, la famiglia
+dei Crescenzi si continuò in Sabina e
+a Roma, ma senza assurgere più a grande<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[Pg 232]</a></span>
+importanza. Il potere patrizio passò invece,
+dopo il 1012, ai conti di Tuscolo, i quali
+seppero farsi arbitri del potere temporale
+del Pontefice e della stessa Santa Sede.</p>
+
+<p>Così nella storia dello Stato pontificio
+<i>Nomentum</i> è classica per essere stata sede
+di una antichissima stirpe ribelle al potere
+dei Papi. Era ciò noto all'ultimo discendente
+dei Crescenzi, che il 3 novembre 1867
+lottò con i pontificii e cadde sul colle di
+Mentana, in difesa della Santa Sede?</p>
+
+<p>Dopo il periodo dei Crescenzi, si parla
+raramente di <i>Nomentum</i> nei documenti
+della storia di Roma; esso è chiamato <i>Castrum
+Nomentane</i>, donde il nome Mentana
+o La Mentana. Già il mutamento di
+<i>civitas</i> in <i>castrum</i>, per designarlo, come
+si legge nelle bolle papali del secolo <span class="smcap">XIII</span>,
+dice che quella città era decaduta tanto
+da non esser più che uno smantellato villaggio.
+Essa appartenne ai monaci di San
+Paolo, che la tramandarono nel secolo <span class="smcap">XII</span>
+alla potente casa dei Capocci, finchè Nicolò
+III, della casa Orsini, diede Mentana
+al suo nipote Orso. Gli Orsini nel secolo <span class="smcap">XIII</span>
+s'impossessarono di molte località sabine.
+Essi possedettero anche il vicino Monterotondo,
+Monte Gentile e Nerola. Costruirono
+a <i>Nomentum</i> il castello, l'attuale
+fortezza, verosimilmente sulle fondamenta
+dell'antica rocca, e vi rimasero più di tre<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[Pg 233]</a></span>
+secoli; poi, nell'anno 1595, la vendettero
+ad un nipote di Sisto V, Michele Peretti,
+principe di Venafro. Più tardi, divenne proprietà
+dei Borghese che la posseggono
+ancora.</p>
+
+
+<p class="center">XII.</p>
+
+<p>Da Mentana si giunge in meno di mezz'ora
+per una strada assai buona fra cespugli
+e vigneti a Monterotondo. Il grande
+castello baronale, una volta degli Orsini
+ed ora appartenente al Principe di Piombino,
+è un edifizio imponente e bello, con
+una torre grandiosa, e sorge, in cima al
+paese che quasi nasconde. Era pieno di
+soldati francesi. Nel cortile giacevano più
+di mille fucili garibaldini, accatastati in
+disordine; cattive armi a percussore, forse
+della Guardia Nazionale, mucchi di baionette,
+guaine di sciabole, bacchette si vedevano
+sparse sul terreno. Erano state raccolte
+a Monterotondo e sulle strade vicine.</p>
+
+<p>Fui condotto nella casa dove Garibaldi
+aveva abitato; questa si trovava nella piazza
+inferiore, non lungi dal Duomo. Qui egli
+aveva due camerette al piano superiore.
+Sul suo letto, coperto con una coperta
+gialla, era appesa una sacra immagine e<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[Pg 234]</a></span>
+un vasetto di cristallo coll'acqua benedetta,
+del quale egli si serviva tanto come dello
+specchio che stava nel canterano. Ora questa
+stanza è abitata da un capitano francese.</p>
+
+<p>Vedemmo anche il Duomo, Santa Maddalena,
+dove si erano acquartierati i volontarii.
+Sugli altari si vedevano ancora ornamenti
+di chiesa infranti, vesti ecclesiastiche
+in brandelli, crocifissi e ceri spezzati.
+Nella sacrestia tutto era sossopra: gli armadi
+sforzati, i messali e i registri lacerati
+e sparsi a terra. Una donna che ci
+condusse là dentro, additò, con segni di spavento,
+il Tabernacolo dell'altare maggiore,
+dal quale era sparito il calice. Ci fu parlato
+di altre profanazioni, che non crediamo
+opportuno riferire; qualche cosa di simile
+al <i>Sacco di Roma</i> del Borbone. Furon veduti
+due volontarî far la guardia sulla porta,
+avendo uno una mitra in testa, l'altro un
+pastorale in mano. Questi volontarî seppellivano
+i loro morti alla rinfusa, nelle
+chiese stesse; gli ufficiali li calavano nelle
+tombe, avvolti in paramenti di broccato
+e d'oro.</p>
+
+<p>A Monte Rotondo era più visibile che
+a Mentana il pauroso eccitamento dei paesi
+devastati dalla guerra; questa infatti ha
+solo 500 abitanti appena; quello 1300. Il
+popolo non era favorevole ai garibaldini:<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[Pg 235]</a></span>
+«L'invasione ci ha rovinato», ci assicurava
+un impiegato al Municipio, facendo
+grandi gesti e parlando con forza di tutte
+le imposte in denaro, foraggio, cavalli,
+esatte da Garibaldi, imposte che talora
+alcuni suoi indegni sottoposti prendevano
+senz'altro per sè.</p>
+
+<p>La piccola città è situata, alta e forte,
+sul dorso di un'altura, dalla quale si gode
+una veduta bellissima dei monti sabini,
+fino a Monte Gennaro. Si vede Tivoli, Sant'Angelo
+e Monticelli, molto vicini; più
+lontano, la bianca Palombara, Montelibretti
+ed anche Nerola, e in mezzo ai monti l'abbazia
+benedettina della Farfa, che in tempi
+remoti fu distrutta dai longobardi di Spoleto,
+e poi ricostruita grandiosamente. Verso
+nord, la campagna è dominata dal dentato
+Soratte, ai cui piedi il Tevere serpeggia,
+uscendo dall'Umbria, per continuare
+il tortuoso cammino fino a Roma, accompagnato
+sulle due rive da due strade romane,
+la Flaminia e la Salara. Di Roma,
+a così grande distanza, si vedono ancora,
+come linee appena percettibili, le torri di
+Santa Maria Maggiore e del Laterano; ma
+la cupola di S. Pietro domina intera e piena,
+la solenne campagna, come una sfera oscura.
+Quando i pellegrini che vengono dall'Oriente
+per questa strada, sono giunti in vista
+di questi grandiosi segnacoli della Chiesa,<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[Pg 236]</a></span>
+possono lietamente inginocchiarsi e venerare!
+Vi sono molti quadri che rappresentano
+scene di questo genere. Un artista di
+genio potrebbe oggi prendere a soggetto
+questo drammatico contrasto: dei volontarî
+garibaldini in camicia rossa che, dalle alture
+di Monte Rotondo, vedono per la prima volta
+la cupola di S. Pietro.</p>
+
+<p>Essa dovette sembrare loro il simbolo
+della méta così appassionatamente inseguita,
+come già ai Goti di Alarico o alle
+soldatesche affamate del Borbone e di Frundsberg
+doveva sembrare la città di Roma,
+veduta in lontananza. Il loro capo avrà
+forse loro spesso additato quella cupola
+sublime; e ne avrà loro parlato con parole
+fiammeggianti di patriottismo&mdash;come ne
+aveva parlato a Ginevra, al Congresso per
+la Pace, dal quale Garibaldi&mdash;per una ironia
+della storia&mdash;quasi immediatamente
+passò sul campo di battaglia, a Mentana!</p>
+
+<p>E' cosa piena d'interesse rappresentarsi
+i pensieri che dovevano agitare l'animo
+di quest'uomo straordinario nell'avvicinarsi
+a Roma, di quest'uomo così vario di
+destino e di fortuna, la cui vita fu una lotta
+per la libertà combattuta in due parti del
+mondo! uomo che certamente avrebbe avuto
+una parte più notevole nella storia, se la
+natura al suo disinteresse da antico romano,
+e alla sua incomparabile attività e vigoria<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[Pg 237]</a></span>
+di carattere, avesse accoppiato il genio di
+un uomo di Stato.</p>
+
+<p>Nel rivedere Roma, Garibaldi avrà ricordato
+con stupore quel tempo, già passato
+alla storia, in cui egli aveva difeso contro
+i Francesi la metropoli del mondo intero.
+Volgendosi alla campagna di Tivoli, si sarà
+visto nel ricordo ritirarsi da Roma, con
+altre schiere di volontarî, un po' meglio
+armati e disciplinati delle attuali, verso gli
+Appennini. Era il 30 luglio 1849.</p>
+
+<p>Sorrideva al suo spirito il pensiero di
+entrare ora in quella Roma che già aveva
+dovuto abbandonare, e che formava la
+brama più ardente della sua vita. Ma egli
+non entrò in Roma; non piantò sul Campidoglio,
+nè lo stendardo della Repubblica,
+nè il tricolore italiano. Battuto dalle truppe
+del Papa e di Napoleone a Mentana, lo
+vediamo di nuovo prigioniero di Stato a
+Varignano. Misero sotto processo lui che
+non poteva essere soggetto a giudizio, perchè
+troppi complici aveva, la serie dei quali
+cominciava a Palazzo Pitti.</p>
+
+<p>Il mondo che onora il patriottismo e il
+carattere, aveva lasciato che Garibaldi, l'<i>enfant
+gâté et l'enfant terrible</i> d'Italia, si
+sbizzarrisse a suo piacere nelle sue campagne
+in nome dell'Ideale, senza che il
+loro insuccesso diminuisse la simpatia verso
+di lui. Ma tutto ha un limite, come quella<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[Pg 238]</a></span>
+massima di Machiavelli nel <i>Principe</i>: «E'
+il fine che si deve considerare, non i mezzi».
+L'audacia romantica di Garibaldi può certo
+esaltare la gioventù che ha letto Plutarco,
+ma essa stanca il maturo giudizio dell'uomo
+di Stato e del cittadino cosciente. Che un
+eroe nazionale, così festeggiato, carezzato,
+reclami perpetuamente il privilegio di essere
+nell'eccezione, fuori della compagine
+e delle leggi dello Stato, e di formare una
+potenza a sè, questo sarebbe un assurdo
+e una impossibilità in ogni ben ordinato
+Stato d'Europa.</p>
+
+<p>La monarchia italiana e il pensiero dell'unità
+hanno superato la terribile crisi
+(che la Demagogia di Garibaldi aveva provocato)
+rapidamente e felicemente. Se il
+giorno di Mentana avesse avuto il merito
+di liberare l'Italia dall'anarchia di un potere
+rivoluzionario, che si contrapponeva al Governo,
+questo dovrebbe riguardarsi come
+un reale vantaggio. L'invasione dei volontarii
+ci ha insegnato anche altre cose;
+essa ha mostrato la debolezza e l'immoralità
+dell'Italia, e diminuite le simpatie
+che verso di essa nutriva l'Europa; ha
+mostrato che era impossibile che il Potere
+Temporale durasse a lungo nella forma
+assegnatale dalla convenzione di settembre,
+ed ha ricondotto in Italia un principio
+che l'Europa sperava per sempre allontanato<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[Pg 239]</a></span>
+da lei. Non parlo della miseria e della
+rovina, in cui la guerra dei volontarii ha
+gettato migliaia di persone, al di qua e al
+di là dei confini romani. Se questa guerra
+poi, come riteneva Garibaldi, si deve ritenere
+come una guerra nazionale dell'Italia,
+contro il Papato per il possesso di Roma,
+allora affermeremo che il suo esito ha
+mostrato che nel 1867 il Papato era, ancora,
+più forte dell'Italia, e che la questione
+romana non poteva essere risolta colla
+sola violenza. Questo problema che col trattato
+di settembre fu, per riguardo all'Italia,
+mantenuto nei confini di una questione di
+opportunità territoriale, sarà di nuovo sollevato
+e riportato nella sfera della diplomazia
+europea?</p>
+
+<p>E qual problema insolubile! C'è nelle
+cose umane qualche cosa di impossibile
+a risolvere? Un astuto motteggiatore consolava
+un patriota, osservandogli che gli
+Italiani si risollevano come vincitori dopo
+le disfatte che sogliono fiaccare gli altri
+popoli. Anche non potendo dar ragione a
+questo bello spirito, non vediamo ragione
+alcuna per disperare che si trovi un giorno
+un <i>modus vivendi</i> che sappia accordare
+l'indipendenza spirituale del Papato con le
+esigenze della Nazione. Il giorno in cui si
+troverà questa quadratura del circolo, l'umanità
+potrà festeggiarlo solennemente,<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[Pg 240]</a></span>
+perchè segnerà l'inizio di una nuova êra
+di pace, êra a cui tutti i popoli d'Europa mirano
+fiduciosi.</p>
+
+
+<p class="center">XIII.</p>
+
+<p>Son passati tre anni dacchè io scrissi le
+pagine precedenti. La quadratura del circolo
+romano non è stata trovata, ma il nodo
+gordiano è stato reciso della spada. Perciò
+la <i>Campagna dei Volontarî intorno a
+Roma</i> ha bisogno di un'appendice.</p>
+
+<p>La descrizione di questi ultimi tre anni
+di Roma e del Papato morente costituirà
+un giorno una pagina notevolissima della
+storia del nostro tempo, se la si saprà attingere
+al materiale diplomatico, e qua e là
+arricchirla dei fedeli ritratti dei personaggi
+più eminenti che ebbero parte in questa
+tragedia. Il titolo che le si dovrebbe dare
+sarebbe: «Storia degli ultimi anni e giorni
+del Potere Temporale».</p>
+
+<p>Ora, per concludere, riporterò alcune
+date.</p>
+
+<p>Alla fine del 1867 la vittoria di Mentana
+rassicurò completamente gli animi. Si vide
+con soddisfazione Napoleone trascinato
+alla reazione, in aperta rottura colla democrazia
+e la demagogia. Si desiderava perciò<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[Pg 241]</a></span>
+che egli restasse solidamente legato al
+potere. Il papa creava cardinale Luciano
+Bonaparte, il 13 marzo 1868, il primo Bonaparte
+che ottenesse la porpora! Per completare
+la sorprendente fortuna di quella
+casa, mancò solo che egli giungesse alla
+Santa Sede.</p>
+
+<p>Roma era tranquilla. Nel <i>Patrimonium
+Petri</i> erano di nuovo i Francesi: circa
+5000 uomini. La città aveva guarnigione
+solo di papalini. La Curia romana era ora
+occupata dell'idea del Concilio, la cui riunione
+indisturbata era finalmente possibile
+per il ritorno dei Francesi e la vittoria di
+Mentana. Con questo Concilio, preparato
+già da molti anni, i gesuiti intendevano coronare
+l'opera loro ponendo sulla testa del
+Pontefice la quarta e suprema corona, quella
+dell'infallibilità. Il 29 giugno 1868 fu pubblicata
+la bolla che convocava il Concilio
+per l'8 dicembre 1869.</p>
+
+<p>Il caso volle che l'8 giugno di quell'anno
+stesso si celebrasse in Germania una solenne
+festa nazionale; si scoprì il grande
+monumento di Lutero, a Worms, alla presenza
+del Re di Prussia, lo scudo della
+chiesa protestante, il capo della Nazione
+tedesca, e l'ormai certo restauratore dell'Impero.</p>
+
+<p>Nel programma dei gesuiti c'era già da
+tempo la guerra contro la Germania protestante,<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[Pg 242]</a></span>
+la Germania del pensiero e della
+scienza; si concepirono a questo proposito
+piani fantastici. Sognavano una nuova epoca
+nella storia, un'epoca di nazione e di crociata
+per cattolicizzare il mondo; il Papato
+padrone della terra, secondo le affermazioni
+del Sillabo e i decreti del prossimo
+Concilio. E che cosa meglio di una
+guerra della Francia contro la Germania
+avrebbe potuto aprire la via a tutto questo?
+Questa guerra che dovevano compiere le
+invincibili legioni di Napoleone, armate dei
+<i>chassepots</i> e delle mitragliatrici, così bene
+esperimentate a Mentana, avrebbe certamente
+annientata la potenza del protestantismo
+in Europa, e resa impossibile l'unificazione
+della Germania sotto gli Hohenzollern.
+Dalla certa vittoria della Francia seguirebbe
+il nuovo frazionamento d'Italia nelle
+sue parti, e il ristabilimento dello Stato
+della Chiesa, come al tempo di Consalvi.
+Allora Napoleone, il salvatore e protettore
+della Chiesa, sarebbe divenuto un nuovo
+Carlomagno, e l'umanità pacificata si sarebbe
+raccolta intorno alle due grandi metropoli
+della terra; Parigi, sede del dispotismo
+cesareo, centralizzante in sè la civiltà
+umana; Roma, la fonte infallibile
+della verità divina, manifestatasi nel gesuitismo.<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[Pg 243]</a></span></p>
+
+<p>La rivoluzione spagnuola e la caduta
+violenta della bigotta regina Isabella fu il
+primo colpo contro questi disegni. E chi
+sospettava che la candidatura al trono di
+Spagna sarebbe divenuto un fattore della
+storia del mondo?</p>
+
+<p>Giunse l'anno del Concilio, il 1869. In
+Roma fervevano i preparativi.</p>
+
+<p>Nulla ancora faceva prevedere prossime
+tempeste, se non forse in Germania, una
+vivace opposizione al Concilio, del quale
+si negava la necessità e si condannava lo
+spirito di parte. Si disegnavano i campi
+degl'infallibilisti e dei loro avversarii.</p>
+
+<p>L'11 aprile il vecchio pontefice festeggiò
+il cinquantesimo giubileo, dacchè era divenuto
+prete; e deputazioni, indirizzi, augurî,
+doni piovvero da tutta la cristianità. La dimostrazione
+fu grandiosa e solenne; Roma
+divenne un teatro in festa, come nel 1867.
+Il papa che così si festeggiava, si credeva
+onorato da tutto il mondo, come suo capo
+spirituale. Queste feste gli sembrarono di
+buon augurio per il prossimo Concilio.</p>
+
+<p>L'8 dicembre 1869 questa solenne adunanza
+ecclesiastica si aprì in San Pietro.
+Pioveva a dirotto, ma il tempio conteneva
+appena la folla accorsa. Roma, come tutta
+l'Italia, era allora tranquilla. Le truppe di
+Napoleone formavano la guardia del Concilio,
+che divenne il grande avvenimento<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[Pg 244]</a></span>
+dell'epoca, nel quale il mondo temeva di
+dover riconoscere una crisi di risveglio
+nella vita della Chiesa riunita, mentre duecento
+sacerdoti gli dichiaravano solennemente
+riconosciuti gli attributi della potenza
+divina.</p>
+
+<p>Tutti conoscono come era costituito questo
+Concilio, i mezzi con i quali si ottenne
+la maggioranza, come fu schiacciata la minoranza,
+le lotte e i dibattiti de' suoi partiti.
+La sua storia fu accompagnata da una letteratura
+tutta speciale, quale non si era
+mai vista nei precedenti sinodi. L'opinione
+pubblica vigilava sul Concilio; essa teneva
+le sue sedute presso quelle di questo parlamento
+romano, i cui più segreti pensieri,
+piani e manovre sapeva svelare ed
+anche indirizzare.</p>
+
+<p>Si sono uditi dei gravi cattolici credenti
+gridare allo scandalo per questo Concilio.
+Essi riconoscono tristamente, e loro malgrado,
+che la sua convocazione fu un incalcolabile
+errore, la sua opera una dannosa
+sfida allo scisma. La sua storia costituirà
+un giorno una pagina del nostro
+assai istruttiva e, come già fu detto dai
+cattolici, mostrerà alle generazioni future
+quanto grande fosse l'accecamento,
+quanto profonda la povertà di spirito e
+l'esaurimento dell'elemento romano della
+Chiesa in quel tempo.<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[Pg 245]</a></span></p>
+
+<p>Giunse l'estate del grande anno 1870.
+Già l'attenzione del mondo si era distolta
+dal Concilio, dove la strenua opposizione
+della minoranza tedesca e l'opinione pubblica
+stessa erano state forzate a cedere.
+Contemporaneamente, mentre la Chiesa
+doveva raccogliere nel suo Capo tutte le
+energie, lasciando i suoi membri inutili e
+impotenti per sempre, la Francia, con un
+nuovo plebiscito, si accentrava nella potenza
+imperiale. Allora l'orizzonte politico
+si turbò d'un tratto per la candidatura al
+trono spagnuolo.</p>
+
+<p>Il 18 luglio 1870 fu pubblicato il nuovo
+dogma dell'infallibilità del Papa. Il tempio
+di S. Pietro si trovò in quell'occasione vuoto
+e deserto. Si scaricava un diluvio con violenza
+tropicale sulla città. Fra tuoni e lampi
+fu annunziato all'umanità che il Papa era
+infallibile.</p>
+
+<p>Soltanto un giorno dopo, il 19 luglio, la
+tempesta si scaricava sulla Francia! L'Imperatore
+Napoleone dichiarava la più folle
+delle guerre alla Prussia e alla Confederazione
+del Nord.</p>
+
+<p>Giunsero allora i grandi giorni della punizione
+per l'orgoglio e per la millanteria.
+La storia li ha registrati, giusti e solenni. La
+Germania si sollevò istantaneamente, compatta,
+gigantesca, irritata. La forza del popolo
+tedesco debellò in battaglie che furono<span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246">[Pg 246]</a></span>
+macelli, l'Impero francese. Il 2 settembre
+Napoleone si arrendeva alla magnanimità
+del grande Re tedesco, che aveva così crudelmente
+offeso. Tutt'Europa tremò per il
+contraccolpo di questa guerra senza precedenti;
+tutto ciò che era in essa di fracido
+e di guasto dovette staccarsene.</p>
+
+<p>A Parigi si proclamò la Repubblica. Gli
+Italiani chiedevano insistentemente Roma.
+Ma il vecchio eroe della <i>Campagna dei
+volontarii</i> del 1867 era passato in Francia
+per combattere al fianco dei suoi nemici
+di Mentana, col colonnello degli zuavi Charette,
+sotto la stessa bandiera:&mdash;per un'ombra
+ed un nome. Come Lucano egli poteva
+esclamare: <i>Tuumque nomen, libertas, et
+inanem prosequar umbram</i>; come lui sognatore
+nobile e fedele ai suoi principii.</p>
+
+<p>Le truppe francesi si erano ritirate da
+Roma per difendere la patria; così lo Stato
+della Chiesa era di nuovo aperto ad una
+invasione. Il Governo italiano dichiarava
+decaduto il trattato di settembre colla caduta
+di Napoleone che l'aveva concluso, e
+disponeva per l'occupazione di Roma da
+parte delle truppe del Re, giustificandola
+come una necessità per la conservazione
+dello Stato e come una volontà del popolo
+d'Italia.</p>
+
+<p>Strana e mirabile concatenazione logica
+di avvenimenti!<span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[Pg 247]</a></span></p>
+
+<p>Il 19 settembre i Tedeschi stringevano
+intorno a Parigi, metropoli del mondo, il
+loro anello di ferro; lo stesso giorno trentamila
+Italiani erano alle porte di Roma,
+metropoli del mondo. Il 20 settembre, alle
+cinque del mattino, fu tirato il primo colpo
+contro le mura di Porta Pia. La lotta con le
+truppe pontificie fu semplice e breve. In
+Vaticano il Papa sedeva fra i cardinali e
+i diplomatici delle potenze straniere, che
+aveva mandato a chiamare. Si udirono i
+colpi di cannone dell'attacco. Il cardinale
+Antonelli riceveva e inviava dispacci. Venne
+l'ultimo, annunziante che tutto era finito.</p>
+
+<p>Gli Italiani entrarono in Roma attraverso
+la breccia presso Porta Pia, il 20 settembre
+alle 11 antimeridiane, fra l'indescrivibile
+giubilo della popolazione, mentre, come
+per incanto, tutta la città si copriva
+di tricolori.</p>
+
+<p>Il millenario Potere temporale dei Papi
+finì quasi inosservato. Questo che sarebbe
+stato in altro tempo un avvenimento mondiale
+di straordinaria importanza, si compì
+come un aneddoto sullo sfondo della
+grande guerra franco-tedesca. Questo tramonto
+tacito e inosservato della più antica
+e venerabile potenza d'Europa è profondamente
+tragico. Non fu il silenzio del mondo
+una condanna per lo Stato pontificio? Forse
+molte voci si sarebbero ancora levate in<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[Pg 248]</a></span>
+Europa, in suo favore, se il Concilio non
+avesse d'un colpo ridotto ai minimi termini
+la considerazione per il Papato. La
+caduta della sua potenza temporale fu la
+legittima conseguenza della più mostruosa
+richiesta che mai sia stata fatta all'umana
+ragione.</p>
+
+<p>Il plebiscito dei Romani decise, il 2 ottobre,
+l'annessione di Roma all'Italia. Alla
+fine dell'anno venne il Re a visitare per
+la prima volta la città così crudelmente
+danneggiata dall'inondazione del Tevere,
+pretesto ben accetto per quella penosa visita.
+I Romani lo festeggiarono giubilanti. Vi
+rimase poche ore, e scrisse al Papa una
+lettera. Nel palazzo del Quirinale&mdash;il palazzo
+pontificio dal quale Pio IX ventiquattro
+anni prima era stato acclamato
+dal popolo Sole della nuova Italia, salendo
+al trono&mdash;Vittorio Emanuele firmava il suo
+primo decreto in Roma, prendendo atto del
+plebiscito. Era l'ultimo giorno dell'anno 1870.
+Con esso si chiuse una grande epoca nella
+storia della città e del papato.</p>
+
+<p>Un tragico destino ricadde sul debole
+Papa, che aveva esperimentato tanti cambiamenti
+di fortuna e tante vicissitudini
+come pochi pontefici prima di lui. Prigioniero
+volontario, egli geme nel cupo Vaticano,
+negletto ora nella sua Roma, della<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[Pg 249]</a></span>
+quale era stato l'idolo. Che piccola cosa è
+ogni umana grandezza!</p>
+
+<p>Una misteriosa sorte fece occupare a
+Pio IX la sua sede per un tempo più lungo
+di tutti i suoi predecessori, per quanto
+grande sia stata la loro importanza nel
+mondo! Il probabile ultimo Papa sovrano
+temporale ha anche governato Roma più
+di ogni altro!</p>
+
+<p>Questi sono solo dati di fatto. Noi stiamo
+dinanzi alle porte serrate di un misterioso
+avvenire. La quadratura del circolo romano
+non è stata ancora trovata; il processo
+morale non è ancora risolto. Solo questo
+si può dire con sicurezza, che l'umanità,
+nel memorabile 1870, si è definitivamente
+liberata da un antico ordine di cose.<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[Pg 251]</a></span>
+</p>
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">
+Poeti romani contemporanei.<br />
+<span class="small">
+(1858).</span></h2>
+<hr />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[Pg 253]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+
+<h2 class="lighter">
+<a name="Poeti_romani_contemporanei" id="Poeti_romani_contemporanei"></a>Poeti romani contemporanei.<br />
+<span class="small">
+(1858).</span></h2>
+
+
+<p>Si direbbe che le Muse, da Raffaello
+così bene rappresentate in una delle stanze
+del Vaticano in compagnia dei più grandi
+poeti, abbiano sempre a malincuore scelto
+Roma a loro dimora e solo di passaggio.
+Si capisce, del resto, che una città come
+l'antica Roma non potesse essere molto
+conveniente albergo alla poesia: il sentimento
+poetico non poteva ben fiorire nel
+frastuono di quel mondo; ma vi poteva
+invece la satira essere in grande onore,
+poichè il suo elemento è il brutto e il ridicolo.</p>
+
+<p>Difatti, per tacere degli antichi, la Roma
+cristiana quali notevoli poeti ha prodotto?
+Questo domandavo io un giorno ad un
+poeta romano, mio amico; e, dopo aver
+ricordato Vittoria Colonna e Metastasio,
+egli mi fece conoscere altre produzioni
+poetiche della città, a me del tutto sconosciute.<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[Pg 254]</a></span>
+Giusto de' Conti, al principio del
+secolo <span class="smcap">XV</span> scrisse un canzoniere: <i>La
+Bella Mano</i>; al principio del secolo <span class="smcap">XVIII</span>
+troviamo un'epopea popolare: <i>Meo Patacca</i>;
+e in tempi più recenti, l'improvvisatore
+Gianni che celebrò le guerre di
+Napoleone; Marsuzi, autore delle tragedie
+<i>Caracalla</i> e <i>Alfredo il Grande</i>, e finalmente
+Luigi Bondi, traduttore delle <i>Georgiche</i>
+di Virgilio.</p>
+
+<p>La poesia ama la vita mossa ed intensa;
+e da molti secoli Roma non è terreno per
+lei. Gli strepiti delle fazioni piacciono più
+alle Muse del clangore cupo delle campane
+e del mormorio delle litanie nelle processioni;
+il narcotico odore dell'incenso, che
+riempie interamente la città di Roma, non
+è un ispiratore efficace di poesia. La profonda
+severità delle ruine dell'antichità
+offre oggetto di meditazione al filosofo ed
+allo storico, ma i fiori della poesia appassiscono
+all'ombra melanconica di tante
+tombe. A Roma le pietre son più possenti
+degli uomini; il passato è gigantesco; il
+presente è piccolo invece, e il futuro coperto
+di un impenetrabile velo.</p>
+
+<p>Una sera, mentre erravo per il Trastevere,
+sentii una ragazza che, sola, seduta
+sulla scala di una casa deserta, cantava,
+seria e pensosa:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">«O Roma antica, Roma illustre, non sei più!»<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[Pg 255]</a></span>
+
+Queste dolorose parole sulla bocca di
+una fanciulla mi parvero piene di significato.
+Non poteva dunque sorgere fra le
+rovine di Roma un genio lirico, vivace
+ed ingenuo? Sarebbe stato forse soffocato
+dalla storica malinconia delle rovine? Può
+darsi; ma anche una Musa così ammantata
+di tristezza avrebbe potuto essere
+bella e sublime, non come quella gonfia
+e rettorica delle notti romane del Verri,
+ma come quella di lord Byron nel <i>Childe
+Harold</i>, nelle sue apostrofi di artista nordico
+e di uomo libero.</p>
+
+<p>Siamo però giusti verso i Romani; essi
+non poterono mai cantare e celebrare le
+loro ruine, perchè non fu mai loro permesso
+di rimpiangerle e di giudicare il
+presente dagli avanzi del passato. Essi,
+insomma, non poterono utilizzare il loro
+abito poetico.</p>
+
+<p>L'antichità, come il medioevo, è pieno
+in Roma di motivi eroici e tragici, ed un
+poeta cittadino non avrebbe che a servirsene
+con abilità per suscitare immancabilmente
+dell'entusiasmo. Spesso, mentre
+assistevo nel Mausoleo di Augusto (oggi
+teatro <i>Corea</i>) ai salti dei pagliacci, nelle
+loro curiose pantomime, o, per rara fortuna,
+vedevo rappresentare, nella traduzione
+del Maffei, la <i>Maria Stuarda</i> di
+Schiller, pensavo: quale impressione produrrebbe,<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[Pg 256]</a></span>
+in questo luogo, una tragedia romana
+su Bruto o Virginia! Come dovrebbe
+trascinare all'entusiasmo i Romani una tragedia
+su Cola di Rienzo, proprio qui, nel
+Mausoleo di Augusto, dove il corpo di
+quel tribuno fu un giorno bruciato!</p>
+
+<p>I Romani lasciarono elaborare prima a
+Shakespeare, a Corneille, a Racine, a Voltaire,
+poi ad Alfieri, questa materia di teatro
+romano; e sul teatro romano quelle opere
+non si vedono nemmeno, e fra i busti di
+uomini illustri che adornano il Pincio,
+manca quello di Alfieri! Esso vi fu, per
+un momento; poi ne venne improvvisamente
+asportato dalla polizia&mdash;fatto questo a cui
+ho assistito io stesso e che riferisco qui,
+per risparmiarmi una chiacchierata più
+lunga, tendente a dimostrare l'impossibilità
+di un dramma nazionale romano di genere
+storico.</p>
+
+<p>Se, oltre a parecchie altre ragioni di
+indole politica e fisiologica, che impediscono
+lo sviluppo del sentimento poetico
+in Roma, si pensa alla stagnante cultura
+letteraria, alla mancanza di giornalismo e
+di critica, alla decadenza del mercato librario,&mdash;che
+di poco si solleva soltanto negli
+affari degli antiquarî,&mdash;se si pensa a
+tutte queste condizioni di fatto, ci sembrerà
+tanto più interessante e degna di studio
+ogni attività poetica di questo popolo.<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[Pg 257]</a></span></p>
+
+<p>Il gusto per la poesia non è mai tramontato
+fra i Romani, che, come tutti gl'Italiani,
+amano i versi; il popolo di tutte le classi
+sociali spande a piene mani sonetti e
+canzoni, non appena un'occasione si presenta.
+C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce
+un bambino? Sonetti. Si laurea uno studente?
+Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti.
+Viene sepolto un morto? Sonetti. Si
+festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un
+monsignore è fatto vescovo? egli cammina
+su un tappeto di sonetti con le sue calze
+paonazze! Questi parti poetici d'occasione
+si raccoglievano un tempo nelle Accademie,
+nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e
+ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale.
+Il <i>furor academicus</i>, una vera
+peste nel secolo <span class="smcap">XVII</span> non soltanto in Italia,
+ma anche fuori, è ora del tutto sopito, e
+se a Roma ci sono ancora degli Arcadi, dei
+Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici
+della S. Concezione, non si deve
+ricercare in essi un intendimento letterario.
+L'Arcadia, fondata alla fine del secolo <span class="smcap">XVII</span>
+da Crescimbeni e da Gravina, il maestro
+e protettore del Metastasio, ha una fama
+mondiale. Il suo nome e il suo simbolo,
+una zampogna, bene delimitano gl'innocui
+campi, in cui cercava asilo la poesia
+dei Romani, e si conviene anche bene alla
+storia della città, il cui Foro, antico dominatore<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[Pg 258]</a></span>
+del mondo, si mutò in un Campo
+Vaccino, la cui campagna si coprì d'innumerevoli
+greggi, come per un immenso
+idillio, e il cui popolo, finalmente, si cambiò,
+da schiera di dominatori, in una mandra
+di pie pecore, che il Papa, buon pastore,
+guidava a pascere fra le ruine. Ai
+tempi di Göethe, che i pastori accolsero
+nel loro coro con grandi feste, l'Arcadia
+godeva ancora una certa fama; oggi, fortunatamente,
+è passata fra le curiosità,
+sebbene di tanto in tanto la sua zampogna
+torni a farsi sentire. La massa di poesie
+che vengono composte in quelle riunioni,
+può solo avere riscontro nella loro completa
+insulsaggine: leggendole, sembra di
+udire d'un tratto un coro multiforme di
+belati e di pigolii.</p>
+
+<p>Per quanto anche oggi non vi sia in
+Roma ingegno poetico che, secondo l'antico
+costume, non si rinchiuda in questa
+o quella Accademia, dove gli si offre l'occasione
+di farsi udire a recitare i propri versi
+in una grande sala, pure queste Accademie
+sono grandemente decadute ed hanno
+perso la loro autorità. Una nuova generazione
+tende, anche in Roma, ad una forma
+e ad un significato più personale.</p>
+
+<p>Cresciuta fra i moti dei passati decennî,
+che scossero i Romani dal loro sonno letargico,
+essa incarna le speranze dell'oggi<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[Pg 259]</a></span>
+e tenta anche in Roma, in condizioni così
+sfavorevoli, un rinnovamento della poesia,
+rinnovamento che sarà solo possibile, quando
+l'ingegno poetico, invece di portare l'antica
+livrea dei sonettisti, si vestirà d'una
+forma nuova, priva di artificî e palpitante
+di vita.</p>
+
+<p>La nota fondamentale di questa giovane
+scuola romana è sopratutto la nota lirica
+della poesia del sentimento. La Musa realistica
+e politica tace in Roma, sebbene gli
+ultimi avvenimenti tanto argomento le abbian
+fornito; e questo non è da deplorarsi,
+perchè impedisce i giudizî immaturi e le
+frasi banali e comuni. A Roma, non è possibile
+una voce originale e profonda come
+quella del fiorentino Giuseppe Giusti. Qua
+non prevale che la lirica filosofica, ch'è
+in gran parte un riflesso della poesia del
+Leopardi, e l'eco del <i>dolore universale</i>
+dell'Inghilterra e della Germania.</p>
+
+<p>L'influenza del Leopardi sui giovani
+poeti d'oggidì&mdash;essi delirano ancora per
+lui&mdash;è grandissima, ma forse non troppo
+sana. La sua forma classica e pura, la sua
+bella lingua possono prendersi a modello
+di perfetto stile, ma la fantasia poco può
+attingere ad un poeta che compone liriche
+senza immagini e senza metafore, ma solo
+con pensieri; la mente non può troppo
+esaltarsi al disperato nichilismo di una nobile<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[Pg 260]</a></span>
+anima, corrosa dal dubbio e dallo sconforto.
+La poesia di questo elevato e solitario
+spirito è formata dal grido straziante
+non solo della sua patria, ma dell'umanità
+intera, la quale piange sul destino particolare
+e, possiamo dire, eccezionale di un
+solo uomo: il poeta. Il suo modo di considerar
+l'esistenza è la scuola peggiore che
+si possa offrire ad un essere che nell'esistenza
+debba lottare.</p>
+
+<p>Nei poeti italiani formati alla scuola di
+Byron, di Shelley, di Lenau, manca, per
+la particolare indole dell'anima meridionale,
+un sentimento che faccia equilibrio
+e contrappeso a quell'ironia, a quell'<i>humor</i>
+che son loro particolari, sentimento che,
+in ultima analisi, solleva l'uomo del Nord
+al disopra del suo dolore. L'indole meridionale
+ha dei contorni straordinariamente
+netti, e non sa produrre quell'accordo fra
+i sentimenti e le tendenze estreme ed opposte,
+che l'anima nordica perfettamente
+raggiunge colla sua sentimentalità, usando
+questa parola nel suo senso migliore.</p>
+
+<p>E' anche un fatto che desta meraviglia,
+vedere nella poesia romana dei nostri giorni
+introdursi un elemento tedesco.</p>
+
+<p>Mentre i Napoletani si dedicano con grande
+amore allo studio della filosofia tedesca di
+Kant, di Hegel, di Schelling, lo studio della
+poesia tedesca si è largamente diffuso nell'Italia<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[Pg 261]</a></span>
+del nord e centrale, ed ha preso un
+vero impulso. Le belle traduzioni del Maffei
+hanno introdotto Schiller, non solo sulle
+scene, ma nelle famiglie, ed i migliori lirici
+moderni, Heine, Lenau, Uhland, non sono
+ignoti in Roma. Molti degli attuali poeti
+romani parlano o capiscono il tedesco e
+leggono nell'originale i nostri poeti. Ciò
+che di essi specialmente li attrae, è il loro
+carattere grave, così diverso dalla poesia
+dei sonetti d'occasioni e dei concettini e
+degli artificii; è la musicale vivacità del sentimento,
+il caldo palpito lirico, la pittura
+felice dei varî momenti, la ricchezza degli
+stati psicologici descritti nelle loro sfumature
+più intime, e, finalmente, il culto panteistico
+della natura. Quest'ultimo esercita
+sugli Italiani uno speciale fascino: essi lo
+sentono in modo diverso e speciale. La
+forma della poesia italiana, bella, chiara,
+netta e plastica come la lingua stessa, subordina
+a sè il contenuto, mentre da noi
+il sentimento trabocca oltre le linee della
+forma. L'armonia è l'essenza di quella; la
+melodia di questa nostra poesia, che è la
+più ricca del mondo in canzoni. «Il desiderio,
+mi diceva un poeta romano, ecco
+ciò che caratterizza i Tedeschi nella loro
+poesia; questo sentimento rinnoverebbe
+la nostra poesia, se potesse esservi trasfuso».<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[Pg 262]</a></span></p>
+
+<p>Don Giovanni Torlonia indirizza, in una
+delle sue poesie, questi versi alla signora
+romana Teresa Gnoli:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">E delle idee germaniche<br /></span>
+<span class="i0">Seguendo il volo libero, sublime,<br /></span>
+<span class="i0">Prendi soggetto alle tue nuove rime.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Don Giovanni è uno dei pochi aristocratici
+romani che coltivano le scienze per
+naturale bisogno. Ve ne sono però alcuni
+in Roma veramente côlti e pieni di attività,
+come Don Michelangelo Caetani duca di
+Sermoneta, della stirpe famosa di Bonifacio
+VIII, e come Don Baldassarre Buoncompagni,
+così versato nelle scienze matematiche.
+Sapendo quanto la società romana
+sia poco favorevole ambiente per questi
+studî, nella lode verso questi uomini si deve
+aggiungere la riconoscenza della loro patria.
+Torlonia, uomo di molta coltura, si adopera
+con zelo a riportare in onore, in Roma, le
+belle lettere, da lungo tempo neglette. Ci
+vuole in Roma, e specialmente nell'aristocrazia,
+del coraggio per portare il titolo
+di poeta. Son passati i tempi di Vittoria
+Colonna e di Leone X, e le società arcadiche
+hanno fatto quel che era in loro potere
+per togliere alla poesia ed ai poeti la
+stima della società. «E' un poeta», dicono
+anche oggi i Romani, per designare un
+uomo che non esercita nè l'avvocatura,
+nè un'altra professione, e che passa i suoi<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[Pg 263]</a></span>
+giorni vagabondando e pigliando mosche
+per offrirle poi in vendita.</p>
+
+<p>Don Giovanni è insieme mecenate e poeta,
+ed esser mecenate nella Roma d'oggi è
+grandemente più utile che esser poeta. La
+giovane scuola dei poeti romani, confortata
+ed aiutata da lui, gli si raggruppa
+intorno come libera accademia per reciproco
+incoraggiamento ed emulazione.&mdash;Nomino
+solo gli ingegni più originali, personali
+e indipendenti: Fabio Nannarelli,
+Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola,
+Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli.
+Questa scuola ha fondato un organo proprio,
+sotto gli auspici di Torlonia, che promette
+di aver una parte non indifferente
+nella letteratura di Roma. Si chiama «<i>La
+Strenna Romana</i>». Si chiama <i>Strenna</i> in
+Italia quel che noi chiamiamo <i>Musenalmanach</i>.
+Questa <i>Strenna</i> uscì la prima volta, a
+cura del Torlonia e del Castagnola, il primo
+dell'anno del 1858. Conteneva poesie e prose
+varie; fra l'altro riproduceva un frammento
+della <i>Cronaca di Viterbo</i> di Nicola della
+Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa
+miscela di poesie liriche e di scritti storici
+non è da lodarsi, ed io esprimo ai
+miei amici di Roma il desiderio di veder
+presto la parte poetica separata e pubblicata
+in volume a sè. Questa promiscuità
+si spiega, del resto, con la mancanza di<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[Pg 264]</a></span>
+giornali e riflette l'indole delle antiche
+accademie romane, dove i discorsi scientifici
+si alternavano con le conversazioni
+letterarie.</p>
+
+<p>Sintomo caratteristico delle condizioni
+letterarie di Roma è il fatto che la <i>Strenna
+Romana</i> non viene pubblicata a Roma,
+ma a Firenze, presso il Le Monnier;&mdash;a
+questa famosa casa editrice fiorentina ricorrono
+tutti i poeti romani.</p>
+
+<p>Comincio dalle poesie di Don Giovanni
+Torlonia (<i>Poesie</i>, Firenze, 1856), un libercolo
+di 66 pagine, il più piccolo fra tutti
+quelli di cui parleremo. Lingua bella e
+pura, sentimento lirico e musicale, tendenza
+alla natura idillica: queste sono le
+sue caratteristiche. La Musa del Torlonia
+s'ispira alla lirica tedesca; una gran
+parte delle sue canzoni sono o variazioni
+di testi tedeschi, o imitazioni di poesie
+tedesche. Egli avrebbe tradotto felicemente
+Heine e Lenau, se l'audacia della metafora
+tedesca potesse esser resa dalla austera e
+rigida lingua italiana. Ciò è assai difficile,
+e mi ricordo di un tentativo fatto da un
+poeta italiano e da me per tradurre in italiano
+delle canzoni di Lenau. Quello che
+era naturale e semplice nel libero stile tedesco,
+diveniva gonfio e artificioso, quando
+lo si portava in questa lingua. Lenau, per
+esempio, dice: <i>la primavera lancia le lodole,<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[Pg 265]</a></span>
+i suoi razzi di canto, nell'aria</i>, e
+questo bell'ardimento non urta per nulla
+la nostra immaginazione di tedeschi: ma
+come frenerebbe il riso un uditorio d'Italiani
+che udisse recitare nella sua lingua
+questa frase poetica?<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a></p>
+
+<p>Torlonia ha tradotto, tra l'altro, <i>Espero</i>,
+del <i>Vergangenheit</i> di Lenau.</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">&mdash;Oh quanto melanconico<br /></span>
+<span class="i1">E' d'Espero il fulgor,<br /></span>
+<span class="i1">Quando scintilla languido<br /></span>
+<span class="i1">Tra il giorno che si muor!<br /></span>
+<span class="i0">&mdash;Le nuvolette, simili<br /></span>
+<span class="i1">A impalliditi fior,<br /></span>
+<span class="i1">Sembra che un serto intreccino<br /></span>
+<span class="i1">Al giorno che si muor.<br /></span>
+<span class="i0">&mdash;Del cuore umano i gemiti<br /></span>
+<span class="i1">Ma le sue gioie ancor,<br /></span>
+<span class="i1">Al muto avello scendono<br /></span>
+<span class="i1">Col giorno che si muor.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>I versi del Torlonia sono felici, ma non
+rendono pienamente il pensiero, benchè
+questi versi di Lenau fossero tra i più atti
+a lasciarsi tradurre in italiano. Ma questa
+traduzione può servire di esempio della
+grazia e facilità, con cui Don Giovanni maneggia
+il verso. Egli ha fatto anche una
+buona imitazione della <i>Pittrice di fiori</i> di
+Lenau, della canzone <i>Io amo un fiore</i> di
+Heine; e del <i>Fiorellino miracoloso</i> di Goëthe.
+Sembra che i suoi studi di botanica fatti
+<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[Pg 266]</a></span>
+nell'Agro Romano gli abbiano dato una
+predilezione per la poesia dei fiori, e di lui
+troviamo anche nella <i>Strenna</i> parecchie
+buone canzoni sui fiori dell'Agro Romano.
+Questo genere di poesia ha per gl'Italiani
+un carattere popolare, per i molti ritornelli
+di fiori che essi posseggono, i quali sono
+cantati specialmente dal popolo. Torlonia
+ha anche una buona imitazione del <i>Poeta
+e la Natura</i> di Geibel, ed una bella poesia:
+<i>Racconto</i>, per il quale ha preso il soggetto
+da una ballata inglese.</p>
+
+<p>In questa poesia romana noi troviamo
+anche i fiori del nostro romanticismo tedesco.
+Sembra che la tramontana abbia trasportato
+il loro seme dai verdi colli della
+Svevia alle oscure rovine del Campidoglio
+e del palazzo dei Cesari. Questi rapporti
+di Roma colla lirica tedesca, meno importanti
+di quelli coll'Impero tedesco, sono
+abbastanza interessanti. Come Torlonia già
+disse, dei germogli della letteratura poetica
+tedesca possono essere atti a rianimare
+tutta la lirica italiana. E' vero che un albero
+d'oleandro darà solo fiori d'oleandro, e un
+tiglio, fiori di tiglio, ed inutilmente si tenterebbe
+di innestar l'uno sull'altro; è anche
+vero che il genio italiano è fondamentalmente
+diverso da quello tedesco, e tale
+deve quindi essere la sua lirica, che rispecchia
+l'anima del popolo; ma Don Giovanni<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[Pg 267]</a></span>
+intende soltanto che la Germania potrebbe
+rendere all'Italia un servizio di cultura letteraria,
+considerando specialmente il ravvicinamento
+che si va operando, più o meno
+profondo, fra i due popoli.</p>
+
+<p>Fabio Nannarelli (<i>Poesie</i>, Le Monnier,
+1853 e 1856) è un poeta di ingegno non
+comune, cui arride certo un bell'avvenire; ha
+uno spirito nobile, appassionato del vero,
+che egli cerca nella poesia e nella vita,
+senza traccia di leggerezza e di frivolezza,
+come del resto tutta la giovane scuola
+poetica romana. Nannarelli conosce la letteratura
+tedesca, è un ammiratore di Schiller
+e di Lenau, sui quali ha scritto una
+monografia; ha in sè profondi elementi tedeschi,
+e la sua Musa ha un carattere strettamente
+germanico. La sua nota fondamentale
+è melanconica, grave e appassionata.
+V'è nella sua poesia un alito di morte, che
+sembra esser venuto a lui dalla Piramide
+di Caio Cestio, alla cui ombra dormon le
+ombre di Jung e di Schelley, grandi genî
+poetici riflessivi, così insoliti nella terra
+di Roma. L'insufficienza di una esistenza
+male ordinata, che i Romani sentono ogni
+giorno di più, più di un inglese o di un tedesco,
+spinge Nannarelli a cercare la solitudine
+e a sentire il culto del dolore, che in lui
+non è del tutto scevro di sentimentalismo.
+Sentendo l'abisso che separa l'aspirazione<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[Pg 268]</a></span>
+dalla realtà, egli si rivolge alla natura, come
+un tedesco, alla natura consolatrice e risanatrice,
+per la quale egli si sforza di giungere
+ad una contemplazione filosofica della
+universale armonia. Il motto di Tiedge:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Cerca la Speranza, la Fede e la Pace,<br /></span>
+<span class="i0">e cadi piangendo fra le braccia della Natura,<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>che egli ha messo ad epigrafe di una sua
+poesia, come altre volte dei brani di Schiller
+e dell'<i>Amleto</i> di Shakespeare,&mdash;indica
+esattamente l'indirizzo del suo pensiero
+poetico, il quale va errando in un mondo
+incorporeo di sogni, che toglie al dolore la
+sua umanità e lo relega nel regno nebuloso
+delle ombre. Questo è chiaramente
+espresso nella poesia: <i>Una voce ed il Poeta.</i>
+La voce esclama:&mdash;A che pensi così profondamente,
+o poeta? Coronati, orsù, la fronte
+col serto dell'amore!&mdash;Il Poeta:&mdash;L'amore
+more era un sogno, esso è appassito come
+le rose. La voce:&mdash;Rivolgiti allora verso
+la Natura!&mdash;Poeta:&mdash;Non ne viene che
+suono di sospiri.&mdash;La voce:&mdash;Rivolgiti
+alla Scienza, o Poeta:&mdash;L'anima trema dinanzi
+alla luce della verità, e non può afferrarla.&mdash;Voce:&mdash;Che
+ti resta allora?&mdash;Poeta:&mdash;La
+gioia delle lacrime e la pace
+nel mistero della tomba.&mdash;A questo conduce
+la Scepsi; la natura, nelle cui braccia
+il poeta cerca un conforto, diviene per lui<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[Pg 269]</a></span>
+un fantasma sospiroso, che gli fa desiderare
+vagamente la morte. La sentimentalità
+di un Jacopo Ortis è fino ad un certo
+punto perdonabile, perchè essa consciamente
+riposa sul dolore per una infelicità
+nazionale, ed esprime un forte sentimento
+patriottico; ma l'annientamento di se stesso
+e la negazione di ogni sano operare, non
+sono tollerabili, se ondeggiano vaghi come
+semplice materia di lirica.</p>
+
+<p>Il culto romantico del dolore sembra serpeggiare
+come una malattia attraverso le
+letterature; pure, non frequentemente lo
+ritroviamo fra i Romani. E se ne guardino
+essi; altrimenti ci potrebbe ancora avvenire
+di vedere lo spirito di Werther che
+erra pel Colosseo, al lume di luna, con la
+guida del Förster sotto il braccio. Tra il
+Dolore e il Mistero della tomba sta sempre,
+anche per un romano dei dì nostri, il sapere
+e il lavoro. <i>Travailler sans raisonner</i>&mdash;dice
+il filosofo Martino al gran filosofo Pangloss,
+<i>c'est le seul moyen de rendre la vie
+supportable</i>; e se i Romani si lasciano sedurre
+da un sentimentalismo che non riguarda
+la loro nazionalità, possiamo ricordar
+loro giustamente: <i>Cela est bien dit,
+Romains, mais il faut cultiver votre jardin.</i></p>
+
+<p>Il poeta, frattanto, per la forza della sua
+natura, si solleva felicemente, al disopra
+di questi periodi di esaurimento nervoso,<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[Pg 270]</a></span>
+nel lucente regno del Bello, ed intona il
+suo dolore terreno alle eterne leggi dell'Universo.
+La sua poesia più bella, che
+Terenzio Mamiani non avrebbe sdegnato
+di sottoscrivere, è <i>Vignanello</i>.</p>
+
+<p>Egli si trova nelle incantevoli campagne
+di Viterbo, presso il monte Cimino e, nella
+contemplazione della grande fiorente natura,
+trae dalla sua lira note pure e sonore.
+La prima parte di questa lunga poesia,
+<i>Venere e Sirio</i>, è una felice variazione sui
+temi filosofici e naturali: mentre egli, ammirando,
+contempla quelle due vividissime
+stelle, imagina che la prima gli dica: Ama!
+e la seconda: Pensa! Così esprime le due
+forze che riempiono e reggono il mondo
+morale, e per mezzo delle quali l'intelletto
+e la materia armonicamente si estrinsecano.</p>
+
+<p>Buona e benefica è questa malinconia
+panteistica, che sgorga da un sentimento
+di pace rassegnata, e da un'anima che si
+è confusa e versata nella grande divinità
+della natura, <i>dove più aperto rivelasi l'eterno
+amor</i>.</p>
+
+<p>Ogni volta che il poeta abbandona il
+vago e l'incerto per cantare la realtà, egli
+è felice. Felice è l'elegia <i>A un bambino</i>,
+composta contemplando un bambino che
+giuoca; e assai bello e profondamente
+umano è il sospiro: il sentiero della vita
+è dapprima sparso di rose, poi di rose e<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[Pg 271]</a></span>
+di spine; infine, di sole spine! Un'altra
+poesia non meno felice è: <i>La viola dell'addio</i>,
+il lamento d'una fanciulla sulla
+violetta che le donò l'innamorato prima
+di partir per la guerra. La sua purezza e
+il suo carattere intimo ricordano Chamisso.</p>
+
+<p>Nannarelli tentò anche un poema, in
+versi sciolti, che risale alla sua giovinezza:
+<i>Guglielmo</i>. Egli vi narra la storia d'un
+amore infelice, che egli afferma aver tolta
+fedelmente dal vero. Guglielmo, costretto
+per ragioni politiche a cercare un asilo
+nel laboratorio d'uno scultore in bronzo,
+s'innamora della figlia dell'artista; ne fa
+in bronzo una bella imagine; lo troviamo,
+anzi, intento a questo lavoro ch'è riuscito
+assai bene. L'autore non mantiene poi
+la promessa fatta in questo buon principio,
+poichè l'azione non si svolge convenientemente,
+nè giunge ad una logica conclusione.
+Che un giovine ami, senza esser
+corrisposto, una ragazza, può essere una
+infelicità per lui, ma non è ancora una
+tragedia. Se egli si toglie la vita, noi possiamo
+solo compatire la sua debolezza,
+finchè questa catastrofe non è fondata su
+un intreccio tragico, netto e ben costruito.
+Ma se egli, acceso di furore, si pugnala
+nella sala dove la sua amata sta per andare
+a nozze, e dinanzi agli astanti, e dinanzi
+a lei stessa atterrita, dovremo confessare<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[Pg 272]</a></span>
+che egli non amava veramente la
+fanciulla, nè era degno di essere amato da
+lei. Di questi esempi di passione violenta ma
+selvaggia se ne danno nella vita, ma rimangono
+fuori del dominio della poesia. Sebbene
+non manchi di qualche pregio, questo tentativo
+ci mostra che il nostro autore non
+ha doti di tragedia o di poeta epico; ha
+invece, e ad un alto grado, quelle del lirico:
+slancio fantastico, immaginazione, calore
+di sentimento, forza riflessiva ed un'anima
+nutrita di studio e di meditazione, che
+non si appaga di frasi sonanti. Questo
+bell'ingegno potrà essere un vero ornamento
+di Roma, se saprà guardarsi dai
+traviamenti, e volgersi risolutamente alla
+vera fonte della poesia, lungi dalle nebbie
+dell'astrazione incorporea, al sentimento
+ed alla vita.</p>
+
+<p>Un poeta più sereno, di tinta romantica,
+è Ignazio Ciampi. Gli riesce felicemente
+la canzone melodica e facile, come la sua
+<i>Fata Morgana</i>. Ciampi ha una fantasia
+fervida, una lingua gradevole, imagini leggiadre
+e piacevoli. Un'edizione accresciuta
+delle sue poesie conterrà prossimamente
+molte buone cose; quella che ho sotto gli
+occhi non contiene che una piccola parte della
+sua produzione lirica, fra cui&mdash;notevole
+particolare&mdash;delle imitazioni dal russo.
+La lingua russa, assolutamente barbara per<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[Pg 273]</a></span>
+un romano, non è conosciuta affatto in Roma,
+e Ciampi si è fatto tradurre in prosa italiana
+da un amico le canzoni di Puschkin,
+per mostrare ai suoi compatriotti come
+anche sotto una pelle d'orso può battere
+un cuore poetico. Anche questo fatto&mdash;che
+sarebbe sembrato inaudito in Roma fino a
+pochi anni fa&mdash;è un indizio del diffondersi
+di tutte le letterature europee. Roma
+è, durante l'inverno, un albergo di tutte
+le nazioni; i forestieri vi portano tutte le
+lingue e v'introducono tutte le letterature;
+nessuna meraviglia, dunque, se a
+Roma si comincia a notare l'influenza di
+ciò che non è nazionale. Ciò potrà allargarne
+l'orizzonte; però non tutte le nazioni
+possono avere un'influenza utile e benefica
+e non ve n'è nessuna che sia più della russa
+estranea all'indole italiana. I tentativi di
+Ciampi son dunque da considerarsi soltanto
+come una curiosità letteraria; ed egli sarebbe
+più benemerito della sua patria, se
+presentasse, in veste italiana, i poeti stranieri
+che hanno più stretta relazione con
+l'Italia, o che hanno un valore classico
+assoluto. Egli, del resto, maneggia assai
+bene l'ottava, e potrebbe perciò felicemente
+tradurre il <i>Childe Harold</i>.</p>
+
+<p>Ciampi ha più volte mostrato la sua abilità
+nelle romanze in stanze. Scrisse due
+novelle in versi: <i>Serena e Stella</i>, la prima<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[Pg 274]</a></span>
+in tre, la seconda in cinque canti. Quella è
+una leggenda toscana, questa una saga normanna;
+ambedue son di genere assolutamente
+romantico, con storie d'amore, avventure
+e scene fantastiche. Lo stile è facile
+e scorrevole: le descrizioni, specialmente
+in <i>Stella</i>, sono calde e vivaci. Ma
+il nostro tempo ha perduto il gusto per
+questo genere fantastico e cavalleresco; ora
+si vuole la realtà e la profonda psicologia
+dei caratteri. Gl'Italiani, del resto, han
+poca attitudine per le romanze e le ballate,
+e non ammirano troppo nemmeno il
+veneziano Carrer. Ciampi ha preso un genere
+incerto e che partecipa di due nature,
+mentre avrebbe dovuto volgersi deliberatamente
+alla novellistica in prosa, descrivendo,
+per esempio, la vita romana; così
+avrebbe sfruttato un genere del tutto trascurato
+in Italia.</p>
+
+<p>Teresa Gnoli, romana, le cui poesie adornano
+l'Almanacco Poetico, possiede un
+vero talento poetico, un profondo e pensoso
+sentimento che si esprime in belle
+forme. La sua Musa è patriottica e fra gli
+uomini porta, in nome delle donne della
+sua terra, il suo contributo alla civiltà
+nazionale. La letteratura femminile è copiosa
+e assai importante in Inghilterra, in
+Germania, in Francia, in America, ma in
+Italia è ancora limitatissima. Lo spirito<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[Pg 275]</a></span>
+mascolino sembra, in Europa, disposto a
+lasciare il campo alla donna, per quel che
+riguarda la produzione poetica, e di dividerlo
+con essa nel romanzo; per ora nulla
+di tutto questo si nota in Italia. Per
+quanto strano ciò possa sembrare, è pur
+vero che in nessun altro paese le donne
+sono, come qui, amanti della quiete familiare
+e nemiche della fama e della
+pubblicità. Il loro sistema d'educazione è
+ancora in gran parte quello del chiostro,
+ed esse hanno idee limitatissime sulla società
+e sullo Stato.</p>
+
+<p>Nel medio evo romantico e violento vi
+furono figure femminili che i poeti d'Italia
+chiamavano loro muse ed ispiratrici,
+per il culto poetico della donna, che già
+vediamo in Dante e Petrarca; essi immaginavano
+che la loro donna fosse il
+sole mistico che accendeva la fiamma del
+loro ingegno. Più tardi le donne stesse cominciarono
+a far versi, e proprio in Roma
+sorse la poetessa più celebre, e, forse, lo
+ingegno poetico romano più vivace di
+ogni tempo. Recentemente avemmo in
+Roma donne improvvisatrici, ma l'arte non
+avea nulla che fare con esse.</p>
+
+<p>Non sarebbe possibile paragonare le poesie
+della nuova poetessa romana con i canti
+di Vittoria Colonna, tanto più perchè la
+giovane signora Gnoli non ha voluto seguire<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[Pg 276]</a></span>
+nessun modello, ma aprirsi una via
+personale e quella percorrere senza esitazioni.
+Ed è riuscita. Spesso ella si rivolge al
+passato, ed una delle sue poesie migliori è
+appunto: l'<i>Incontro di Beatrice e di Laura
+in Paradiso</i>, dove felicemente evoca le due
+ombre, che amorevolmente si intrattengono,
+anime sorelle, e si dileguano poi come
+due stelle</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Nova tracciando via<br /></span>
+<span class="i0">Di luce e d'armonia.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Bella ed efficace è pure una poesia sulle catacombe
+di Roma, su questo strano dominio
+delle ombre e del passato, figlio della Storia
+e della Morte. Le descrizioni dell'Inferno
+di Dante non fanno più spaventosa impressione
+di questi lunghi corridoi oscuri sparsi
+di ossa, di nicchie vuote, di sarcofaghi,
+di rozze imagini bizantine e d'iscrizioni
+oscure e sinistre; anche qui Dante avrebbe
+avuto bisogno di una guida come Virgilio.
+Ora, il Virgilio di questo mondo sotterraneo
+è il De Rossi, l'epigrafista dottissimo;
+e, rileggendo i versi della Gnoli, io ricordo
+con piacere l'escursione che nelle catacombe
+feci con la poetessa, l'improvvisatrice
+napoletana Giannina Milli ed il De
+Rossi che ci guidava. <i>Hierusalem civitas
+et ornamentum martyrum Domini</i> è
+il motto della poesia, tolto da un'iscrizione
+del <span class="smcap">III</span> secolo.<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[Pg 277]</a></span></p>
+
+<p>La Gnoli fa seguire immediatamente
+alla Notte delle catacombe, l'Inno di Omero
+<i>al Sole</i>, e ci libera dal brivido delle catacombe
+con la contemplazione della Fonte di
+ogni luce e di ogni intelletto. In questi
+canti parla una spirito religioso; e sembra
+davvero che la Gnoli eccella specialmente
+nella grande lirica contemplativa. Ella tentò,
+con minor fortuna, il dramma lirico con
+<i>Torquato Tasso a Sorrento</i>. Ma questo
+genere melodrammatico non era più tollerato;
+il <i>Pastor Fido</i> e l'<i>Aminta</i> non ci fanno
+anch'essi più veruna impressione. Il melodramma
+può ancora avere un valore ed un
+contenuto artistico, quando è trattato con
+abilità drammatica misurata e delicatezza
+lirica altissima, come l'<i>Eco</i> e <i>Narciso</i> di
+Calderon; ma se eccettuiamo il coro d'introduzione
+del <i>Tasso in Sorrento</i>, che
+è assai buono, il resto si riduce ad un
+giuoco puerile, e la figura del grande
+poeta, che si è travestito da pastore e vive
+in mezzo ai pastori, i quali non lo capiscono
+nè lo rispettano, ci sembra non essere
+più che una marionetta, e tutto il
+componimento fornisce una nuova prova
+del sentimento incompleto e vano di quest'arte
+di maniera.</p>
+
+<p>Paolo Emilio Castagnola e Giambattista
+Maccari son due poeti ch'han Muse sorelle.
+Troviamo anche in essi l'inevitabile<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[Pg 278]</a></span>
+querela delle miserie presenti; la sconsolata
+tristezza del Leopardi, per la quale
+<i>tutto fuorchè il duolo è vano</i>, ha sfiorato
+anch'essi, ma appena, come un sentore
+di muschio che si è insinuato nelle vesti
+di due uomini sani passati per la casa di
+un morto. Fondamentalmente, essi hanno
+due fresche e vive nature, e, invece del loro
+dolore, canterebbero volentieri la grande
+sventura della loro patria, se non temessero
+l'esilio. Ambedue hanno un senso
+giusto ed esatto della realtà e della storia.</p>
+
+<p>Castagnola ha cantato in una romanza,
+<i>Emellina</i>, la tragica fine di Corradino, il
+tradimento di Astura e la sua morte. <i>Emellina</i>
+è il nome di una fanciulla, figlia di
+Frangipane, la quale, vissuta in un castello
+solitario fra il cielo, il mare e le selve,
+s'innamora di Corradino, al primo apparir
+di costui, e invano tenta di salvarlo. Il soggetto
+è buono, ma non sempre son buoni
+i versi. L'ottava non è trattata abbastanza
+nobilmente, e oscilla fra lo stile elevato
+e il tono popolare della cronaca; i caratteri
+sono indefiniti e romantici. Pregevole
+però, per bellezza lirica, è il canto d'addio
+di <i>Emellina</i> che flebilmente lamenta la sua
+sorte dall'alto della sinistra torre.</p>
+
+<p>Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il
+canto politico, Giambattista Maccari esprime
+più spesso e più chiaramente il suo<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[Pg 279]</a></span>
+pensiero. La Musa politica trova in Roma,
+più d'una volta all'anno, occasione di farsi
+udire: cioè, quando si festeggia il favoloso
+Natale di Roma, per l'anniversario della
+morte del Tasso, e per la distribuzione dei
+premi nelle Accademie delle arti rappresentative.
+Non v'è poeta in Roma, che in
+tali circostanze non mandi arditamente
+un saluto alla patria, e una volta, a proposito
+d'una poesia di questo genere sulla fondazione
+di Roma, si proibì la vendita dei
+versi del Torlonia, ne' quali la politica non
+entrava affatto. Anche Maccari, dunque, ha
+scritto versi per queste occasioni. Le sue
+stanze <i>Nel Natale di Roma</i> sono piene
+di forza. Egli si rivolge ai Romani: O
+cittadini, che avete lasciato dietro di voi
+gloriose e sublimi ruine, ascoltate ora il
+mio lamento, sgorgato da sincero dolore,
+al vedervi indossare solo vesti pompose
+con altero cipiglio, mentre bandite da voi
+il sapere che disprezzate come cosa vana.</p>
+
+<p>E alle donne romane dice: O donne che
+solo vi date a coloro che son ricchi di terre
+e di vasellami preziosi, e pensate solo a
+preparare vani tesori ai vostri figli: badate
+bene! L'ignoranza li avvolge e li sòffoca:
+quale sarà il loro avvenire?</p>
+
+<p>Energici anche e commoventi sono i sonetti
+del Maccari, composti in occasione della distribuzione
+dei premi agli artisti. «Italia,<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[Pg 280]</a></span>
+i tuoi orgogliosi monumenti non son più
+che mute e inutili pietre: riànimati di
+nuovo spirito, e non prestare ascolto allo
+stolto che ti consola col ricordo del tuo
+grande passato»!</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Che vi giova, degeneri nipoti,<br /></span>
+<span class="i0">L'andar superbi della gloria avita,<br /></span>
+<span class="i0">Se fatti siete a tutto il mondo ignoti!<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Voci solitarie e virilmente nobili in mezzo
+alle rovine di Roma! Ne ringrazino di cuore
+il poeta gli Epigoni romani!</p>
+
+<p>Maccari si volge al presente, e dalle rovine
+e dai palazzi passa alle capanne del povero.
+Già in Castagnola troviamo stornelli popolari,
+ma in Maccari essi sono più numerosi.
+Egli scrisse delle ballate che ci descrivono
+la vita nella campagna romana, come <i>la
+Venditrice di fragole</i>, che discende dai
+monti alla città, con la sua cesta elegante e
+colma di frutti. Il ritornello di questa ballata
+è il seguente:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">È venuta in città la montanina,<br /></span>
+<span class="i0">Chi vuol comprar la fragoletta alpina?<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Altri soggetti della poesia del Maccari
+sono la «Pastorella», la «Boscaiuola», che
+porta sul capo, fino alla città, il peso delle legna
+raccolte sui monti, il «Mietitore», e la
+«Cicoriara»; questi ultimi due sono soggetto
+d'idillii, dei quali il secondo è specialmente
+bello ed aggraziato. Queste cicoriare, raccolta<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[Pg 281]</a></span>
+la loro insalata nei campi, vengono
+a venderla a Roma, vestite di un abito
+campestre caratteristico, al Pantheon o a
+Piazza Navona. In queste descrizioni Maccari
+mostra un temperamento poetico felicissimo,
+e si sente che la sua Musa ha
+respirato le aure fresche dei campi! E
+proprio nella realtà e nella natura deve
+ricercare la sua rigenerazione la poesia italiana:
+questo dovrebbero intendere i poeti
+di Roma. Sotto questo aspetto debbo salutare
+con gioia una piccola raccolta di canti
+popolari che la Strenna Romana pubblica
+col titolo: <i>Saggio di canti popolari di
+Roma, Sabina, Marittima e Campagna</i>.
+Gli editori debbono molto all'opera del
+signor Visconti che nel 1830, per la prima
+volta, diede mano ad una raccolta di questo
+genere (<i>Saggio di canti popolari della provincia
+di Marittima e Campagna</i>). La
+raccolta attuale è piccola, ma preziosa. Essa
+comprende ritornelli di fiori della Campagna
+romana, quartine sabine, e finalmente delle
+stanze di dieci versi della Marittima e della
+Campagna latina.</p>
+
+<p>I ritornelli sono bei fiori di campo, freschi
+e odorosi, cresciuti in piano o in monte.
+Non c'è forse fiore che il popolo qui non
+abbia messo a simbolo di qualche cosa.
+L'uomo dei campi applica volentieri ad un
+fiore una sentenza o un pensiero, racchiusi<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[Pg 282]</a></span>
+in un ritornello, sia per una rosa, o per un
+narciso, o una margherita, o per una viola.
+Ogni fiore gl'ispira una piccola poesia,
+espressa in tre versi pieni di sogno. Questo
+linguaggio dei fiori si perpetua per tradizione
+da una generazione ad un'altra, modificandosi
+e arricchendosi di tempo in tempo.
+Tutta l'Italia ha questo gusto gentile;
+i ritornelli errano per i campi con i lavoranti
+e talora si cantano gli stessi nella
+Maremma, in Corsica, nella Campagna di
+Roma. Ma la vera patria di questi ritornelli
+sembra esser la Toscana, il giardino
+d'Italia, la regione più felice forse e più
+geniale di tutto il paese. Questi ritornelli
+sono costruiti assai semplicemente. Il primo
+verso, brevissimo di solito, contiene il nome
+di un fiore; gli altri due, endecasillabi,
+esprimono il pensiero, in modo che l'ultimo
+verso rimi col nome del fiore, e quello di
+mezzo finisca di solito, con un'assonanza:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Io benedico della rosa il fiore;<br /></span>
+<span class="i0">Quest'è la sorte delle cose care;<br /></span>
+<span class="i0">S'acquista in pianto e si lascia 'n dolore.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Un ritornello senza fiore:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">M'affaccio alla finestra, e vedo mare.<br /></span>
+<span class="i0">Tutte le barche le vedo venire<br /></span>
+<span class="i0">Quella dell'amor mio non vuol tornare.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Quest'ultimo pittoresco stornello, come
+dicono i Toscani, si trova anche nella raccolta
+di canti popolari toscani del Tigri,<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[Pg 283]</a></span>
+ma con una infelice variante: <i>veggo 'l mare</i>,
+invece che <i>vedo mare</i>. Tigri ne ha raccolti
+425, e fra di essi si trovano dei veri gioielli
+poetici. In molti ritorna l'espressione <i>m'affaccio
+alla finestra</i>, come in questo, un
+po' lezioso:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">M'affaccio alla finestra e vedo notte;<br /></span>
+<span class="i0">Con le lagrime mie bagno le lastre;<br /></span>
+<span class="i0">O fonte di bellezze, buona notte!<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Trascrivo qui un ritornello siciliano dell'Etna:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Sciuri d'aranciu;<br /></span>
+<span class="i0">Tutti li beddi di ssu munnu munnu<br /></span>
+<span class="i0">C'un capiddu di tia non ci li canciu.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Oltre queste poesie minime meritano
+anche di essere ricordati i componimenti
+popolari di dieci versi della Maremma romana.
+In Toscana simili componimenti vengono
+chiamati «rispetti» ma hanno <i>per lo più
+solo otto versi</i>, e formano una strofa. Talora
+hanno un numero maggiore di versi.
+A Roma io non conosco che quelli di dieci
+versi a rime incrociate, con gli ultimi due a
+rima baciata. Queste strofe contengono sentenze
+morali, proverbi, o serenate e canti
+d'amore popolari.</p>
+
+<p>Esse sono spesso ingenue, ma efficaci e
+piene di poesia. Da due decenni si è diffuso
+in Italia lo studio dei canti popolari;
+se ne son fatte più raccolte; recentemente
+è notevolissima la raccolta di canti umbri,<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[Pg 284]</a></span>
+liguri, piceni, piemontesi, romani, di Oreste
+Marcoaldi (Genova 1855); quella del Tigri:
+<i>Canti popolari Toscani</i> (Firenze, Barbèra
+e Bianchi, 1856) vero tesoro di poesia; e
+finalmente quella di Leonardo Vigo d'Acireale:
+<i>Canti popolari Siciliani</i> (Catania,
+1857). L'isola di Sardegna è restata indietro,
+quantunque debba contenere materia
+innumerevole e pregevolissima. La
+piccola Corsica deve la raccolta delle sue
+belle canzoni al poeta Salvatore Viale.</p>
+
+<p>Chiudo la mia notizia sui poeti di Roma,
+i cui nobili tentativi ed i buoni successi ho
+seguìto con amore per più anni, come
+ospite, mandando loro il saluto e l'augurio
+fraterno dell'amico, attraverso le Alpi, sulle
+rive del Tevere... Noi siamo tutti davvero,
+come dice la canzone popolare romana,
+tanti rami d'un tronco solo, tante fiamme
+d'un solo incendio!<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a></p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[Pg 285]</a></span></p>
+
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">AVIGNONE.<br />
+<span class="small">(1860).</span></h2>
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[Pg 287]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+
+<h2 class="lighter"><a name="Avignone" id="Avignone"></a>AVIGNONE.<br />
+
+<span class="small">(1860).</span></h2>
+
+
+<p>Esiste un prestigio incancellabile in questo
+nome di Provenza, e questa contrada, irradiata
+dal più bel sole, rinomata per il suo
+bel canto, ricca di vigneti e di olivi, irrigata
+da un grande fiume, animata da mille
+ricordi dei tempi antichi, esercita tuttora
+un vero fascino sopra gli abitanti dei paesi
+settentrionali. Il riflesso romantico delle
+canzoni dei trovatori sta su di essa come
+la gloria di un tramonto sanguigno; imperocchè
+quell'epoca della poesia del medio
+evo è tragicamente collegata allo sterminio
+degli Albigesi, di quegli eretici coraggiosi,
+di quegli eroi del pensiero, che insanguinarono
+la poesia provenzale, la libertà
+delle repubbliche cittadine della Francia
+meridionale, la civiltà sociale di quelle
+contrade. Fu quello uno dei punti culminanti
+della storia del medio evo; i contrasti
+di tale epoca, sempre forti e pronunciati,
+lo furono maggiormente ancora<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[Pg 288]</a></span>
+colà ed in quel periodo di tempo di libertà
+e dispotismo, di amore poetico, voluttà, ed
+inquisizione, di fiori, feste e roghi fumanti di
+Giraldo di Borneil e di Pietro di Castelnau;
+di Bertran del Bornio e di S. Domenico. Si
+aggiunga l'attrattiva di una lingua melodiosa,
+nobile, la quale a poco a poco venne
+scomparendo del tutto, della lingua più
+antica fra le lingue romane, nella quale
+si scrisse e si poetò prima che l'italiano
+s'innalzasse a lingua letteraria; della lingua
+d'Oc o di Occitania, dalla quale ebbero
+origine quasi per contatto geografico
+le tre lingue principali di razza latina, l'italiana,
+la spagnuola e la francese.</p>
+
+<p>Non havvi per avventura in tutta la
+Francia una provincia, nella quale si vada
+con eguale commozione. Se non che il treno
+corre troppo rapido, e quella contrada curiosa,
+le sue roccie rossicce, i suoi castelli
+diroccati, le sue città cupe e malinconiche,
+le sponde ridenti de' suoi fiumi, i
+suoi aranceti, i suoi vigneti passano non
+meno rapidamente davanti al viaggiatore
+che i ricordi storici evocati dall'aspetto di
+quelle regioni, Bosone di Arles, Raimondo
+di Tolosa, Simone ed Amaury di Monfort,
+i conti di Beana e di Oranges, Innocenzo III,
+Carlo d'Angiò, Ludovico VIII, S. Domenico,
+i trovatori, i santi, gli eroi, i sette
+Papi d'Avignone.<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[Pg 289]</a></span></p>
+
+<p>La Provenza, del resto, ha tutt'altro che
+l'aspetto di un paradiso; in molti punti la
+si potrebbe paragonare ai deserti dell'Arabia.
+Le contrade sono sassose, arse dal
+sole, spesso di aspetto selvaggio, bizzarro,
+malinconico, cupamente severo. Allorquando
+vidi quest'arida regione, compresi
+come avesse potuto esser teatro di
+guerre fanatiche e religiose; come su questa
+terra bruciata dal sole dovesse crescere
+una razza di uomini appassionata,
+come quivi, del pari che nelle Calabrie,
+dovessero regnare le passioni più svariate,
+ascetismo, entusiasmo, arditezza di
+concetti filosofici, amore di libertà.</p>
+
+<p>Vive ancora qui la maledizione delle
+terribili crociate contro gli Albigesi, gli
+Ugonotti, delle guerre delle Cevenne, delle
+conversioni tentate da Ludovico XIV per
+mezzo dei suoi dragoni. Quasi si direbbe
+che le città deserte, i castelli che sorgono
+in rovina in cima alle rupi, sembrino
+parlare tuttora di quei tempi, come
+dei saturnali sanguinosi dell'ultima rivoluzione;
+e non fanno per certo lamentare
+la caduta della tirannia feudale. Se non
+che, non sono soltanto i castelli rovinati,
+che portano questa impronta severa e
+malinconica; la posseggono pure i villaggi,
+le città fabbricate con una roccia
+di colore giallo-rossiccio, che si direbbe<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[Pg 290]</a></span>
+infuocata, al mirarla fra le fronde magre
+dei gelsi e degli olivi. Neppure nei monti
+più selvaggi dello Stato Pontificio, nei
+monti Volsci, nella Sabina, neppure nella
+Corsica, ho veduto villaggi egualmente
+malinconici. Sono per lo più fabbricati alla
+rinfusa, senza ordine; le case costrutte di
+piccoli e rozzi sassi, coi tetti acuminati,
+sono piccole, a forma quasi di capanne;
+qua e là si scorge una finestra senza impannata,
+chiusa unicamente da imposte
+di legno; qualche volta l'intera parete ha
+soltanto una finestra e una piccola porta.
+Le strade sono piccole, strette, oscure, tortuose;
+meritano a mala pena quel nome,
+perchè, o disseminate qua e là senza
+ordine di sorta, od ammonticchiate le une
+sopra le altre, non si prestano alla formazione
+di strade regolari, e sembra piuttosto
+di trovarsi nei giri tortuosi del letto di
+un torrente, che in vie aperte alla comunicazione
+scambievole degli uomini.</p>
+
+<p>Generalmente, sorge sopra ogni villaggio
+un castello rovinato, quasi marchio in
+fronte al sanguinoso medio evo. Pochi
+sono gli indizi, le traccie di arti belle; le
+chiese stesse sono più che modeste, e di
+architettura tutta primitiva. La vita che
+si vive in quei paesi pare estranea alla
+civiltà, porta in generale l'impronta della
+selvatichezza e della miseria. Difatti,<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[Pg 291]</a></span>
+per qual motivo i contadini abbastanza
+agiati di oggidì, i quali non hanno a temere
+più nè gli arbitrî nè i soprusi dei
+baroni, nè le scorrerie dei soldati di ventura,
+nè le sorprese dei satelliti dell'inquisizione,
+continuerebbero a rintanarsi in
+quelle meschine catapecchie, tristi avanzi
+del medio evo? L'abitudine è certamente,
+se non sempre dolce, pure abbastanza tenace,
+e gli abitanti del mezzogiorno sono
+più ostinati degli altri nei loro usi, nei
+loro costumi, particolarmente nelle regioni
+aride e montuose, di per sè ribelli al progresso
+agrario, e l'inerzia ed il sudiciume
+sono purtroppo qualità caratteristiche delle
+contrade.</p>
+
+<p>Parlo dei piccoli villaggi della Provenza,
+non delle grandi città avvezze alla civiltà,
+alla vita sociale, le quali però sono esse
+pure di aspetto malinconico, decaduto e
+sudicie esse pure. Così è Donzères, così
+Mondragone col suo nero castello, così la
+Palud Mornas con le sue memorie sanguinose,
+Piolenc (nomi strani, bizzarri, sonori)
+così pure Orange, che richiama tutto
+ad un tratto al ricordo della storia della
+Borgogna, dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra
+ed anche della Prussia; sede una volta dei
+principi, da cui derivò la casa di Orange,
+ma pur sempre città piccola, d'aspetto cupo,<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[Pg 292]</a></span>
+notevole per alcune antichità romane e
+medioevali.</p>
+
+<p>Nelle campagne regna un profondo silenzio;
+si vedono appena qua e là alcuni
+contadini intenti a lavorare la terra, e, nonostante
+la vicinanza di due grandi città
+commerciali, quali sono Lione e Marsiglia,
+non vi si scorge quasi indizio di attività
+industriale e commerciale. Anche le stazioni
+della strada ferrata sono in generale
+vuote di passeggieri; ad ogni stazione però
+stanno aspettando preti col loro breviario,
+monache coi loro rosari e con le loro grandi
+croci. In una parola, questa contrada non
+è contrada francese; queste popolazioni
+dalla faccia abbronzata dal sole, dai capelli
+neri, non sono francesi; sono preti romani,
+o popolo misto di liguri, celti, borgognoni,
+visigoti, romani ed anche di greci massilioti,
+i quali tutti popolarono queste regioni
+con le loro colonie.</p>
+
+<p>Le sponde qua e là altissime del Rodano,
+con le loro tinte calde, l'aspetto affascinante
+di esse in molte parti, come all'incantevole
+Roche de Glun, eccitano la fantasia,
+e quanto più uno si inoltra nel sud, tanto
+più il paese gli appare bello e originale.</p>
+
+<p>Presso Mornas vidi i primi olivi, ma
+sembravano ancora delle piante esotiche.
+Di limoni e di aranci non ne vidi, ad
+onta della prossimità della città di Orange.<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[Pg 293]</a></span>
+Presso Sorga si varca il celebre torrente
+di questo nome, il quale scende
+dai monti romantici di Valchiusa, dove
+Petrarca cantò la bella Laura. Sorge in
+vicinanza Avignone, sul possente Rodano,
+e di là signoreggia tutta la contrada il
+palazzo dei Papi, uno dei più cospicui monumenti
+che ci siano rimasti del medio
+evo, gigantesco, di aspetto cupo; esso richiama
+alla memoria in certo modo quelli
+d'Egitto.</p>
+
+<p>Avignone non è nè grande nè bella città,
+però varia di aspetto ed originale. Ai tempi
+dei Papi contava ottantamila abitanti; oggidì
+sono ridotti a trentasettemila quelli
+del decaduto capoluogo del dipartimento
+di Valchiusa. Al pari di tante città d'Italia,
+dalle quali si ritirò la vita storica,
+non è più che un monumento senz'anima.
+L'aria vi è, per così dire, impregnata di leggende,
+di storia, ma non già, come quasi
+ovunque in Italia, di belle e poetiche tradizioni;
+qui tutto è severo. Vi abbondano
+il fanatismo, la prepotenza baronale, l'assolutismo
+clericale; mancano la vita civile,
+il soffio della democrazia, i contrasti armonici
+della vita attiva e del genio della
+civiltà. L'ombra del suo medioevale castello
+ciclopico si stende su tutta la città,
+e si direbbe la opprima, le impedisca di
+risorgere; guardando da quello Avignone,<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[Pg 294]</a></span>
+si pensa involontariamente ad un legittimista
+caduto in bassa fortuna, sul logoro
+abito di velluto del quale, si scorgano
+tuttora vestigia di ricami in oro.</p>
+
+<p>Allorquando camminavo sul selciato, veramente
+cattivo, di queste strade oscure e
+contorte, mi pareva di trovarmi ancora in
+Anagni, dove pure più d'una volta tennero
+corte i Papi e dove sussistono tuttora le rovine
+del palazzo di Bonifacio VIII. Quella
+città è decaduta, deserta, polverosa, incresciosa,
+quanto lo è appunto Avignone.
+Fu in Anagni che Bonifacio VIII fu sorpreso
+e trattato nel modo più indegno
+da Guglielmo di Nogaret, inviato dal re
+di Francia Filippo il Bello. Pochi anni
+dopo lo stesso re Filippo portava il papato
+esautorato e ridotto a' suoi voleri,
+nella cattività francese, o, come fu detta, di
+Babilonia, fissandone la sede quivi in Avignone.
+E queste reminiscenze storiche, queste
+relazioni fra le due città, mi facevano
+pensare sempre più ad Anagni, della quale
+serbavo profondo ricordo.</p>
+
+<p>Le mura stupende della città, opera dei
+Papi, con le loro torri quadrate, con i loro
+merli, con le loro porte; l'alta ed ampia
+rupe (<i>Rocher des Doms</i>) con la cattedrale
+e coll'immenso palazzo; la città di aspetto
+grigio, dalla quale sorgono alcune antiche
+torri, il Rodano che lambe le mura; gli
+avanzi pittoreschi del ponte di S. Benezet; il<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[Pg 295]</a></span>
+ponte sospeso che porta nell'isola sul Rodano;
+sull'altra sponda di questo, l'aspetto
+bizzarro di Villeneuve-les-Avignon con le
+sue torri, e col suo castello; tali sono i
+caratteri principali, che prima appaiono, di
+Avignone.</p>
+
+<p>La posizione della città, senza essere
+straordinariamente bella, non manca però
+di un certo pregio; imperocchè il nobile
+fiume dà alla città stessa ed al suo territorio
+un carattere di grandezza e di maestà.
+L'orizzonte è vasto e bello, e mi sorprese,
+ad onta delle mie fresche reminiscenze
+d'Italia, quando dalla riva del Rodano
+salii la lunga ed ampia gradinata
+che porta sul Rocher des Doms. Si scorge
+una campagna di aspetto completamente
+meridionale, coltivata ad oliveti, e con piantagioni
+di gelsi, di robbia, di viti, attraversata
+dal Rodano, dalla Sorga, dalla Duranza,
+irrigata da numerosi canali, popolata
+da moltissimi villaggi. Un cielo limpido
+e sereno si stende su quella regione
+di colline. Sulla sponda destra del Rodano,
+arida e di tinta gialla come le roccie della
+Sicilia, si scorgono le rive di Villeneuve,
+il forte S. Andrea, Chateau-neuf-des Papes,
+i monti ricchi di oliveti di Valchiusa, più
+in là l'alto Bentoux, l'azzurro Luberon, le
+cime delle Alpi del Delfinato e della Provenza,
+e finalmente le montagne della Linguadoca.<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[Pg 296]</a></span>
+Tutti questi monti non hanno le
+belle forme dei monti italiani, campeggiano
+però in un'atmosfera e sotto un cielo meridionale,
+ed annunciano la vicinanza del
+bel paese. Allorquando i cardinali italiani
+e romani (che sempre ve ne furono
+alla corte dei Papi francesi) gettavano lo
+sguardo su questi campi di Provenza, potevano
+fino ad un certo punto trovarvi un
+ricordo delle bellezze d'Italia ed una reminiscenza
+del panorama grandioso di Roma.
+I cardinali poi, ed i Papi francesi che
+l'amore di patria legava a queste contrade,
+potevano rivolgere sovra esse con soddisfazione
+i loro sguardi e consigliare agl'Italiani
+di consolarsi col vino eccellente di
+Borgogna, e con le belle avignonesi, dagli
+occhioni neri, diletto, questo, che essi non
+disprezzarono mai.</p>
+
+<p>La vegetazione sul Rocher des Domes
+è tutta quanta meridionale. Vi crescono e
+vi fioriscono, sulle terrazze, i leandri, l'alloro,
+gli alberi della vite, le ginestre ed i
+pini, e vi scorsi pure alcune piante di aloe,
+per quanto queste piante d'Italia fossero
+piccole, tisiche, come piante esotiche. Si
+capiva che il suolo non era quello ancora,
+in cui potessero prendere tutto il
+loro sviluppo. Nel pensare allo splendore
+della vegetazione d'Italia, mi pareva che
+i Papi avessero cercato di portare nella<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[Pg 297]</a></span>
+cattività di Babilonia la flora romana. Gli
+aranci ed i limoni non crescono in Avignone
+all'aperto, per quanto vi sia caldo
+il sole, e non vidi che meschini gli allori,
+i cipressi ed i pini, che crescono cotanto
+maestosi in Roma. Del resto, il suolo di
+Avignone è fertile, produce vino ed olio
+eccellenti, fichi, mandorle e robbia soprattutto,
+in grande quantità.</p>
+
+<p>Si riferisce alla coltivazione di quest'ultima
+pianta una grande statua di bronzo,
+che sorge sulla spianata del Rocher des
+Doms. Avvezzo a trovare in Italia sulle
+piazze delle cattedrali la statua del santo
+patrono della città, mi mossi verso quella
+per vedere quale fosse il protettore di
+Avignone, e trovai scritto sul piedistallo: <i>A
+Jean Althem introducteur de la garance,
+les Vauclusions reconaissants.&mdash;1846</i>. Di
+fronte alla cattedrale di Avignone, in prossimità
+del Vaticano francese, non sorge
+dunque la statua di un Papa, nè di un martire,
+nè di un vescovo, ma quella di un semplice
+cittadino, il quale introdusse nella
+Provenza, non già l'inquisizione, ma una
+pianticella la quale fa ricco il paese, tingendo
+di un bel rosso i calzoni di seicento
+mila francesi. E ciò mi confermò che
+non mi trovavo già in Anagni, ma in una
+città della Francia attiva ed industriale,
+fra Lione e Marsiglia. Giovanni Althen<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[Pg 298]</a></span>
+però non era avignonese, ma persiano.
+Venne in questa città nel 1756 e morì nelle
+vicinanze, a Caumont, nel 1774.</p>
+
+<p>Non spirava un soffio d'aria, quando pervenni
+su quell'altura; benchè fossimo in
+ottobre, il sole splendeva ardente sulle
+nude rocce. Ma il vento del settentrione,
+il <i>maestrale</i>, come qui lo chiamano, si fa
+sentire sovente con forza, e la città vi è
+molto esposta; di qui l'antico proverbio:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Avenio ventosa<br /></span>
+<span class="i0">Sine vento venenosa<br /></span>
+<span class="i0">Cum vento fastidiosa.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>Io però farei una correzione all'ultimo verso,
+dicendo: <i>Cum et sine vento fastidiosa.</i>
+Questo proverbio mi ricordò quello di Tivoli:
+<i>Tivoli di mal conforto, o tira vento,
+o piove, o suona a morto.</i></p>
+
+<p>Il nome di <i>Rocher des Doms</i> è derivato
+da <i>Domnis</i> o <i>Dominis</i>, e la cattedrale pure
+è denominata <i>Nostra Signora des Doms</i>.
+La rupe sopra la quale sorge è alta centotrent'otto
+piedi sopra il livello del mare,
+ed ottant'un piede sopra Avignone. Colà
+sorgeva l'antichissima acropoli e colà ebbero
+sede, in tutte le epoche, i principali
+monumenti della sua storia. Avignone
+rassomiglia in questo a parecchie città del
+Lazio e dell'Etruria, le quali ebbero nel
+punto più elevato l'antica rocca ed a fianco
+di questa il tempio, tanto durante il paganesimo<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[Pg 299]</a></span>
+quanto nell'êra cristiana; imperocchè
+le cattedrali ed i palazzi vescovili, fortificati
+e con le loro torri, furono in generale
+costrutti con i materiali tolti dai tempî
+dei pagani.</p>
+
+<p>Prima di introdurre il mio lettore nel
+celebre palazzo dei Papi, voglio da questo
+Campidoglio avignonese gettare uno
+sguardo sulla storia di questa città e de' suoi
+dintorni, imperocchè, quale linguaggio possono
+parlare le pietre e le mura di una località
+famosa, se non se ne conosce la vita
+storica?</p>
+
+<p>L'origine di Avignone è oscura; sorse
+certamente avanti G. C. I greci la nomarono
+<i>Avenion</i>, i romani <i>Avenio</i>, non si sa se
+togliendo il nome <i>A vento</i>, <i>Ab avibus</i>,
+<i>Avineis</i>, o da altra parola. La città fu indubbiamente
+capitale dei Cavari o Celti, i
+quali popolavano questa parte delle Gallie,
+e più tardi vi presero stanza pure i massiloti,
+quale un emporio sul Rodano. Avignone
+fu quindi colonia romana, con diritto
+di città latina, ed appartenne al pari
+di Ginevra, Grenoble, Valenza, Orange,
+Carpentras, Arles e Marsiglia, alla provincia
+gallica di Vienna nel Delfinato. Tutte queste
+città fiorirono sotto i primi imperatori, e
+si ebbero in esse numerosi monumenti d'architettura
+romana. In Avignone, però, nessuno
+ne rimane, mentre nelle sue vicinanze<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[Pg 300]</a></span>
+più o meno sussistono tuttora, in Orange,
+Carpentras, Cavaillon ed Arles. Può darsi
+sia vero quanto dicono i più recenti scrittori
+di Avignone, che quei monumenti siano
+stati distrutti dai Borgognoni, dai Goti, dai
+Franchi e dagli Arabi; se non, che nel considerare
+le mura colossali del palazzo dei
+Papi, mi pareva probabile che, al pari di
+molte chiese, di molti palazzi di Roma, dovessero
+celare nel loro interno più di un
+monumento romano.</p>
+
+<p>La Provenza, ultima fra le provincie romane
+delle Gallie, divenuta finalmente romana
+per lingua, per costumi, fiorente per
+civiltà latina, ricca di scuole, di accademie,
+fu posseduta dapprima, per poco tempo,
+dai Visigoti, poscia dai Borgognoni; poi
+divenne provincia franca sotto Clodoveo.
+Se non che, tutte le razze germaniche furono
+sempre odiate dai Provenzali, i quali
+parlavano latino, ed anche allorquando i
+Franchi diventarono Francesi, la Francia
+meridionale sulle due sponde del Rodano,
+fino ai piedi dei Pirenei, si separò fin quasi
+ai tempi nostri per la lingua, per sentimento
+nazionale, per usanze, per costumi
+dal resto della nazione. La Francia meridionale
+si oppose violentemente alla dinastia
+dei Merovingi, quindi dei Carolingi;
+quelle provincie cercarono far regno a sè,
+e di qui ebbero origine i loro rapporti<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[Pg 301]</a></span>
+coi Saraceni, nemici giurati dei Franchi.
+Ma Carlo Martello, dopo aver sconfitto
+i Mussulmani presso Tours, li cacciò pure
+dalla Provenza, s'impadronì di Avignone,
+la quale aveva aperte le sue porte
+agl'infedeli e la pose a ferro ed a fuoco.
+In tal guisa la Provenza venne ridotta a
+signoria dei Franchi.</p>
+
+<p>Intanto i Provenzali, dopo la caduta dei
+Carolingi, si sottrassero alla monarchia
+francese; elessero a Vienna (879) a loro
+re nazionale il conte Bosone, e così venne
+fondato il regno di Provenza, il quale ebbe
+pure il nome di Borgogna Cisiuranica,
+siccome quello che comprendeva molte
+parti dell'antica Borgogna, la Provenza, il
+Delfinato, un tratto della Savoia, Nizza, il
+Lionese, la Bressa e parte di Friburgo. Rimase
+separata la Borgogna Transiuranica
+fino al 933, nel quale anno i due regni furono
+riuniti e formarono il novello regno di
+Arles. L'ultimo re di questo, Rodolfo III,
+chiamò nel 1032 a suoi eredi i re di Germania,
+i quali mantennero a lungo su quelle
+provincie, attualmente francesi, e più a
+lungo ancora sulla Svizzera, la supremazia
+politica.</p>
+
+<p>Sebbene passasse allora la Provenza a
+far parte del regno di Borgogna, continuarono
+però a governarla i suoi conti nazionali,
+in qualità di vassalli del regno e dell'impero.<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[Pg 302]</a></span>
+Dall'anno 900 in poi presero
+stanza in Arles e finirono per ridurre la
+loro signoria ereditaria pressochè indipendente,
+mentre sorgevano anche dei conti
+nazionali nella Linguadoca, e vi fondavano
+la famosa famiglia dei conti Raimondo di
+Tolosa.</p>
+
+<p>Avignone appartenne al regno di Arles;
+ma, oltre i conti di Provenza, possedevano
+pure diritti sulla città, quelli di Tolosa, e
+quelli ancora di Forcalquier, di guisa che,
+prima di diventare dominio dei Papi, ebbe
+per lungo spazio di tempo tre signori,
+pur rimanendo soggetta ancora all'Imperatore
+di Germania; strana ed assurda combinazione,
+che solo il feudalismo e l'intricato
+suo sistema di diritto pubblico possono
+spiegare.</p>
+
+<p>Nell'epoca avventurata in cui principiarono
+a svilupparsi ed a fiorire le libertà
+municipali, anche Avignone ottenne la propria
+autonomia, come l'avevano ottenuta
+Marsiglia ed Arles, e fu governata da
+consoli e da podestà, ad imitazione delle
+repubbliche italiane. L'imperatore Barbarossa
+confermò nel 1137 gli statuti di Avignone,
+ed allora la fiorente città prese
+pure il nome di repubblica imperiale.</p>
+
+<p>Poco tempo dopo fu coinvolta nella
+grande agitazione, nel grande rivolgimento
+che prese nome dagli Albigesi.<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[Pg 303]</a></span></p>
+
+<p>L'affrancamento, l'emancipazione del pensiero
+andarono di pari passo coll'affrancamento
+della borghesia; e le città della
+Francia meridionale, dove fin dai tempi dei
+Greci e dei Romani eransi mantenuti sentimenti
+municipali, inalberarono con ardore
+la bandiera degli Albigesi e di Raimondo
+di Tolosa, per conquistare la loro piena
+indipendenza. È noto quale fu l'esito finale
+di quest'ultima lotta della Francia
+meridionale per la sua libertà; le crociate
+micidiali, bandite prima da Innocenzo III,
+quindi da Onorio contro gli Albigesi, ebbero
+per fine di annientare la libertà di quelle
+città, di rovinare la loro prosperità e di
+fare assorbire la loro nazionalità dalla
+Francia.</p>
+
+<p>Simone di Monfort si rese padrone della
+Linguadoca, la bella proprietà dei conti
+di Tolosa; e Roma che a quei tempi regalava
+regni, quasi fosse stato il Papa padrone
+del mondo, lo confermò nel possesso di
+tali contrade. Se non che, l'infelice Raimondo
+e suo figlio, partiti da Genova,
+dove si trovavano in esilio, furono accolti
+con trasporto dalle repubbliche di Avignone
+e di Marsiglia, e si riaccese la guerra
+più accanita che mai. Un sasso, lanciato
+dalla mano di una donna, colse al capo
+Simone di Monfort, all'assedio di Tolosa,
+e gli Albigesi trionfarono per poco tempo.<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[Pg 304]</a></span></p>
+
+<p>Soggiacquero alla spada di Ludovico VIII,
+di cui l'aveva armato Onorio III. Il giovane
+Raimondo fu costretto alla pace,
+cedendo alla corona di Francia molte delle
+sue possessioni, ed alla chiesa romana
+parecchi de' suoi diritti sopra Avignone
+ed il contado Venosino. Roma guadagnò
+nella guerra contro gli Albigesi il primo
+titolo ad una novella signoria in Francia,
+ed ottenne particolarmente Venasque e
+Carpentras; sebbene questa cessione non
+avesse propriamente che il carattere di un
+pegno, e la Chiesa si trovasse poi costretta
+a dovere restituire quelle città ai conti di
+Tolosa. Non dimenticò però mai i suoi
+diritti, e fin dal 1273 il re di Francia fece
+cessione assoluta, e per sempre, ai Papi
+del contado Venosino.</p>
+
+<p>Avignone, costretta da Ludovico VIII
+nel 1226 ad arrendersi, rimase ancora una
+volta soggetta ai conti di Tolosa ed a
+quelli di Provenza. Ma in forza dei patti
+della pace di Parigi, Raimondo aveva dovuto
+concedere la mano della sua figliuola
+ed erede Giovanna ad Alfonso di Poitiers,
+fratello del re. Colla morte del primo,
+avvenuta nell'anno 1249, si estinse la famiglia
+illustre dei conti di Tolosa ed i
+suoi possedimenti passarono alla Francia.
+Uguale sorte toccò alla stirpe dei conti
+di Provenza; l'ultimo di questi, Raimondo<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[Pg 305]</a></span>
+Berengario, maritò la sua figliuola Beatrice
+con Alfonso fratello di Carlo d'Angiò,
+che fu più tardi conquistatore di Napoli
+e carnefice di Corradino, e in tal modo
+anche la Provenza passò nel 1245 in potere
+della corona di Francia.</p>
+
+<p>I due fratelli cercarono di far valere i
+loro diritti sopra Avignone e su altre città.
+Invano si rivolsero le repubbliche minacciate,
+per aiuto, al grande imperatore Federico
+II, loro alto signore, in forza degli
+antichi diritti dell'impero; dovettero soggiacere
+al duro conquistatore. Avignone
+si arrese il 10 maggio 1251; scomparvero
+così i suoi ordinamenti repubblicani e la
+fiorente sua civiltà municipale, alla quale
+doveva succedere sessanta anni dopo un'altra
+esotica e curiale, istituita dai Papi in
+quella stessa Provenza, che i loro predecessori,
+per mezzo di legati, avevano messa
+a ferro e fuoco, spegnendo la splendida
+civiltà della Francia meridionale, la brillante
+scienza di Arles, di Tolosa e di
+Nimes.</p>
+
+<p>Avignone rimase esclusivamente ai re
+di Napoli, i quali portavano pure il titolo
+di conti di Provenza e di Forcalquier.
+Narrerò poi, nel palazzo stesso dei Papi,
+come la Chiesa romana potè ottenere questa
+città dalla corona di Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[Pg 306]</a></span></p>
+
+<p>Il castello cupo, con le sue torri massiccie
+e colossali, le sue mura nere e
+gigantesche, interrotte da poche finestre
+gotiche irregolari, con i suoi fossati, con
+le sue saracinesche, con le sue prigioni sotterranee,
+produce non solo un'impressione
+di tristezza, ma anche sinistra. Nel complesso,
+il castello è un brutto edificio, un
+misto di fortezza e di convento, di palazzo
+e di prigione, fabbricato senza piano,
+senza disegno: una specie di laberinto. Sebbene
+la mole abbia una certa imponenza,
+questa fortezza papale in Francia, isolata
+da tutta quanta la storia del papato, senza
+veruna connessione con tutti gli altri monumenti
+del paese, offre un carattere di
+casualità, di meschinità, quando si pensi
+al Vaticano. Anche a fianco di questo sorge
+una fortezza, ma è il mausoleo di un imperatore
+romano; il genio delle arti ha
+ingentilita la sua mole e nelle sue ampie
+stanze brillano le meraviglie del mondo
+classico. A S. Pietro, a fianco del Vaticano,
+corrisponde in Avignone la piccola
+chiesa Notre Dame des Doms, annessa al
+castello. Rappresenta dunque, questa residenza
+passeggera, le sorti ed il decadimento
+del papato durante la sua permanenza
+in Francia; essa fu una prigione
+dei Papi, ed il suo castello baronale
+ricorda l'epoca del feudalismo, nella<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[Pg 307]</a></span>
+quale il supremo gerarca della cristianità
+non era altro che un vassallo della Francia
+e non arrossiva di fregiarsi del titolo feudale
+di conte Venosino e di Avignone.</p>
+
+<p>La storia di sette Papi dà vita al castello,
+ma non basta a riempire quelle ampie
+stanze, a popolare le sue mura; appena
+i Papi ebbero abbandonato il palazzo, non
+presentò questo maggiore interesse di tanti
+altri castelli baronali.</p>
+
+<p>Sulla porta principale d'ingresso si scorgono
+le armi di Avignone, una città sorretta
+da due aquile, e al disotto tre chiavi
+papali in oro; entrando, si trovano cortili
+deserti, mura altissime, scale eterne, lunghi
+corridoi come nei monasteri, cappelle gotiche
+ora chiuse, ampie sale attualmente
+tramezzate, stanze nelle torri, vôlte sotterranee,
+un vero laberinto di Dedalo, che
+fa venire le vertigini. Rimbomba il tamburo;
+i soldati gridano, schiamazzano, e,
+negli splendidi appartamenti che furono di
+Clemente VI, si vedono ora lunghe file
+di materassi e lunghe file di soldati francesi.
+Dopo che la rivoluzione del 1790 ebbe
+cacciato da Avignone i legati pontificî, il
+palazzo venne senza difficoltà ridotto ad
+uso di caserma, e serba tuttora quella destinazione.
+Ne ha tutto quanto l'aspetto,
+essendo stata devastata in modo barbaro
+dai soldati durante la rivoluzione, e sotto<span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[Pg 308]</a></span>
+la restaurazione del 1815. I preziosi affreschi
+delle cappelle e di parecchie stanze
+furono interamente rovinati, e non vi si
+scorgono più che a mala pena alcune reliquie
+di belle pitture, della scuola di Giotto.</p>
+
+<p>Queste mura, ora mute, furono testimoni
+durante settant'anni della storia del papato,
+in una delle epoche più memorabili d'Europa,
+quando cominciava a splendere di
+bel nuovo la luce delle scienze.</p>
+
+<p>Il primo Papa di Avignone fu Clemente V,
+Bertrando du Got, arcivescovo di Bordeaux,
+volpe astuta in abiti sacerdotali. Eletto e
+confermato in seguito a segrete intelligenze
+con Filippo il Bello, si fece incoronare a
+Lione contro il volere dei cardinali; li costrinse
+a venire in Francia, a seguirlo in
+Avignone, dove fissò la sua dimora nel 1309.
+La città apparteneva allora a Carlo II
+re di Napoli; il Papa, pertanto, era suo
+ospite; non esistendo colà palazzo pontificio,
+Clemente andò ad alloggiare nel convento
+dei domenicani. Si prestò servilmente
+ai voleri del despota francese, sopprimendo
+vergognosamente l'ordine dei
+templari. Nell'atto di morire, il gran maestro
+di questi, Giacomo Molay, citò il Papa
+ed il Re di Francia fra breve davanti al
+tribunale di Dio, e volle il caso che la sua
+profezia non tardasse ad avverarsi: poichè
+Clemente morì in Roquemaure nel 1314.<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[Pg 309]</a></span>
+Arricchì i suoi nipoti, ma non lasciò di sè
+che la memoria di un ambizioso sordidamente
+avaro, quale lo qualificarono due
+grandi ed illustri fiorentini, storico l'uno,
+santo vescovo l'altro.</p>
+
+<p>Dopo la sua morte, Avignone continuò
+ad essere residenza del suo successore,
+provenzale di nascita e contemporaneamente
+vescovo della città. Giovanni XXII
+si lusingò di poterla ridurre a signoria
+della santa Sede e di unirla al contado
+Venosino, ed a Carpentras. Si rinnovarono
+nella piccola Avignone le sorti di Roma;
+i Papi, i quali avevano a poco a poco acquistato
+in questa il dominio temporale, mirarono
+pure a diventare signori di Avignone,
+non appena ebbero fissata ivi la loro dimora.
+L'energico vecchio si decise di trincerarsi
+in un palazzo in suolo straniero, ed in podestà
+del Re di Francia. Questa nuova abitazione
+doveva diventare una rocca con
+fossi e con torri, ed a questa si offriva
+adattissimo il <i>Rocher des Doms</i>, che
+signoreggiava il corso del Rodano.</p>
+
+<p>Giovanni XXII gettò le fondamenta della
+rocca di Avignone, e risale alla sua epoca
+la maggiore torre, detta <i>Trouillas</i>, la quale
+si estolle colossale, tuttochè non ultimata.
+Nel veder sorgere davanti ai loro occhi
+questo edificio, i cittadini di Avignone, attoniti,
+non potevano comprendere quale<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[Pg 310]</a></span>
+fosse la sorte riservata alla loro patria. Giovanni
+prese ad abitare la sua fortezza, e
+si fu da questa che scagliò nel mondo i
+fulmini delle sue scomuniche, i quali andarono
+a colpire anche Lodovico il Bavaro;
+ivi accolse pentito l'antipapa Pietro di Corbara,
+ed ivi lo tenne prigioniero fino alla
+sua morte. Giovanni XXII morì nel 1334,
+in età di novant'anni. Alla sua morte si
+rinvenne ne' suoi scrigni l'ingente somma
+di venticinque milioni di scudi d'oro, dei
+quali diciotto in moneta sonante, e sette
+in vasellami e pietre preziose.</p>
+
+<p>Tali erano le ricchezze dei Papi in quel
+loro esilio di Babilonia ed in un'epoca in
+cui lo stato della Chiesa si trovava in
+piena rivolta e in cui tutte quante le Provincie
+erano rovinate.</p>
+
+<p>Giacomo Fournier fu il terzo Papa di
+Avignone e prese il nome di Benedetto XII.
+Vecchio, senza genio, ma dotto in teologia,
+succedette all'abile Giovanni XXII, l'amico
+dei re, col lodevole proposito di purgare
+la Corte papale dal nepotismo e la Chiesa
+dai mille abusi. Cominciò allora a regnare
+nel palazzo pontificio una disciplina severa,
+tutta monastica. Se non che lo stesso Benedetto
+XII, dal quale molto speravano i
+Romani, rimase sordo alle loro preghiere,
+alle loro ripetute istanze, perchè trasferisse
+di bel nuovo la sede del Papato a Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[Pg 311]</a></span>
+Il partito francese vi si oppose virilmente;
+il re costrinse il Papa a rimanere in Avignone,
+motivo per il quale Petrarca lo fece
+segno ai più vivi rimproveri.</p>
+
+<p>Benedetto XII ridusse l'abitazione di Giovanni
+XXII a guisa di fortezza inespugnabile,
+dandole anche in certo modo, seguendo
+in questo la sua indole, l'aspetto di un
+monastero; nè poterono più, i suoi successori
+mondani, togliere all'edificio questo
+carattere.</p>
+
+<p>Clemente VI fu uomo di spirito, istruito,
+d'inclinazioni mondane, un perfetto gentiluomo
+della casa di Beaufort, amico del
+Petrarca, amante delle belle arti, della poesia,
+delle scienze; egli chiamò le Muse alla
+voluttuosa sua Corte di Avignone. La città
+che gl'Italiani, nella loro perdonabile irritazione,
+nomavano Sodoma, o la seconda
+Babilonia, fioriva in quella epoca e brillava
+di un fugace splendore; in un teatro
+così ristretto la Corte dei Papi e dei cardinali
+non poteva estendersi; e quei Papi
+francesi non furono che baroni provenzali,
+che cittadini della piccola Avignone. Mentre
+questa fioriva, Roma era divenuta un villaggio.
+Abbandonata dai papi, che avea cacciati
+le tante volte dalle sue mura, ne bramava
+ora ardentemente il ritorno, e dal
+momento che questi non si decidevano a
+ritornare, si abbandonava, la città eterna<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[Pg 312]</a></span>
+ad una delle imprese più singolari che ricordi
+la storia. Era il tempo di Cola di
+Rienzo.</p>
+
+<p>I Romani mandarono un'ambasceria a
+Clemente VI per sollecitarlo a voler far
+ritorno a Roma; trovavasi fra i legati Cola.
+Fu appunto in Avignone che Petrarca lo
+conobbe. Fra gli ambasciatori c'era pure
+Stefano Colonna, capo della prima famiglia
+di Roma, amico del Petrarca, il quale
+per certo non nudriva allora il sospetto
+che fra pochi anni il giovine notaio avrebbe
+fatto uccidere i suoi figliuoli ed i suoi nipoti.</p>
+
+<p>Nell'aggirarsi oggidì entro le squallide
+stanze del castello di Avignone, sorgono davanti
+agli occhi Petrarca, madonna Laura,
+non che la figura romantica dell'ultimo
+tribuno dei Romani, e rallegrano così la
+tristezza che regna entro a quelle mura.
+Se non che i soldati dai calzoni rossi di
+Napoleone, i quali, tornati appena dai campi
+di battaglia sanguinosi di Magenta e di Solferino,
+si andavano preparando in questo
+palazzo dei Papi a partire in guarnigione
+in quella stessa Roma papale, la quale
+trovasi ora in condizioni ben più critiche
+di quanto fosse ai tempi di Cola di Rienzo;
+quei soldati si frapponevano di continuo
+fra me e le immagini del passato. Essi
+non avevano idea veruna nè di Petrarca,<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[Pg 313]</a></span>
+nè di madonna Laura, nè di Cola di Rienzo,
+nè di Giovanna di Napoli; sapevano però
+che quelle mura avevano albergato Papi
+e potevano credere che anche attualmente
+un Papa era in certo modo prigioniero
+della Francia, e che si andava dicendo potesse
+venire condotto in Avignone. Sì,
+molte considerazioni mi facevano ricollegare,
+in quel castello dei Papi, il tempo dell'esilio
+avignonese col tempo presente.</p>
+
+<p>Fu, pertanto, fra queste mura, ed in principio
+del 1344, che Cola di Rienzo tenne
+discorso a Clemente VI. Il momento era
+splendido, adatto ad un Demostene, o ad
+un Cicerone; il giovane oratore aveva posto
+tutto il suo impegno per arrivare a
+commuovere il Papa e quella nobile assemblea,
+acquistando contemporaneamente
+a sè fama non peritura. Fece una pittura
+vivace della miseria in cui era caduta Roma,
+e descrisse in particolar modo i soprusi,
+e la prepotenza dei baroni. Questa fu la
+causa della sua rovina. I Colonna, fra i
+quali il cardinale Giovanni ch'era presente,
+posero il Papa in guardia contro l'ardito
+demagogo, e Cola rimase un certo tempo
+in Avignone in povero stato, oggetto di
+scherno da parte dei cardinali e dei grandi.
+Allora Clemente VI si trovò costretto a
+rimandarlo a Roma, nella qualità di notaro
+della Camera municipale. Da quel momento<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[Pg 314]</a></span>
+ebbe principio la sua carriera fantastica
+in Roma, nella quale si propose non solo
+di richiamare la città all'antica grandezza,
+ma ancora di fondare l'unità d'Italia.</p>
+
+<p>Il grande tribuno ricomparve ancora una
+volta nello stesso palazzo di Avignone. Il
+primo atto del meraviglioso suo dramma
+aveva avuto luogo in Roma. Venne nel 1351
+quale prigioniero da Praga, consegnato dall'imperatore
+Carlo VI. Allorquando giunse
+in città, scortato da uomini armati, tutto
+il popolo si mosse per vedere l'uomo singolare,
+che avea operato cose cotanto straordinarie
+in Roma. Cola fu condotto nel palazzo,
+trattenuto ivi in carcere, dove gli si
+somministrava vitto scarso; gli venne fatto
+processo, al quale prese viva parte non solo
+Avignone, ma tutto il mondo. Era grande
+il prestigio del suo nome, de' suoi atti; la
+gloria classica di Roma circondava il singolare
+nipote che aveva osato vestire la
+toga e presentarsi qual tribuno del popolo
+che egli aveva incantato con uno spettacolo
+romano. Petrarca scrisse epistole ai
+Romani, richiedendoli di tentare, per mezzo
+di un'ambasciata, la salvezza del suo infelice
+amico. Intanto Cola se ne stava rinchiuso,
+fantasticando, in una torre del castello,
+forse in quella terribile Trouillas che
+esiste ancora. Veramente non si sa con
+precisione il luogo dove venisse rinchiuso,<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[Pg 315]</a></span>
+ma la tradizione accenna quella torre quale
+sua prigione. La sua prigionìa però si
+andò facendo meno severa; gli si mandavano
+cibi dalla tavola del Papa, gli si permise
+di avere dei libri, ed egli si immerse
+nella lettura assidua di Tito Livio, nel quale
+trovava descritta la grandezza antica dei
+Romani, ed in cui poteva ravvisare l'imagine
+tanto delle sue geste, quanto della
+sorte che lo attendeva. Visse colà fino all'agosto
+del 1353, nel quale anno il successore
+di Clemente VI non solo gli permise
+di ritornare a Roma, ma colà lo spedì
+in qualità di suo vicario. Lo strano capriccio
+della sorte permise al già caduto tribuno
+d'innalzarsi ancora una volta con splendore;
+furono quelli i suoi <i>cento giorni</i> di
+Roma; poi cadde trafitto da una spada,
+ai piedi del Campidoglio.</p>
+
+<p>Domandai se per avventura esisteva nel
+palazzo qualche ricordo della presenza di
+quest'uomo singolare, ed il custode mi fece
+vedere un ritratto di Cola, che teneva nella
+sua stanza. Questo ritratto, dipinto ad olio,
+lo rappresentava in abito di senatore, con
+la testa dai riccioli neri, coperta da un berretto
+rosso. La sua testa grande e molto
+espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava
+la fisonomia larga e grassa che si
+dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo
+di sua vita. Il naso aquilino, di profilo<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[Pg 316]</a></span>
+prettamente romano, rivelava energia;
+lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto
+il ritratto lessi queste parole: <i>Nicolas Calabrini
+dit De Rienzi, tyran de Rome en
+1347</i>. Questo ritratto non aveva, a dire il
+vero, verun carattere di autenticità, ed apparteneva
+fuor di dubbio al tempo in cui il
+gesuita Cerceau pubblicò l'opera, senza
+valore: <i>Conjuration de Nicolas Gabrini
+dit De Rienzi, tyran de Rome,</i> venuta alla
+luce in Amsterdam nel 1734.</p>
+
+<p>Un'altra figura storica del tempo di Rienzi
+e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone,
+quella di una bella e giovine principessa,
+accusata dell'uccisione del marito ed assolta
+dal Pontefice; Giovanna I regina di
+Napoli e signora di Avignone e della Provenza.
+Quale erede del regno, era stata fin
+dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto
+I al giovane principe Andrea d'Ungheria.
+Questo re morì il 19 gennaio 1343,
+dopo aver stabilito un consiglio di reggenza
+per la durata della minorità di Giovanna.
+La principessa, giovane di sedici
+anni, punto non amava il suo consorte, di
+cui probabilmente non hanno gli storici
+napoletani esagerati i modi rozzi e la
+inettitudine. I baroni napoletani mormoravano
+contro la tracotanza degli Ungheresi
+che circondavano la giovane corte; decisero
+di sbarazzarsi di Andrea, tanto più<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[Pg 317]</a></span>
+che Clemente VI aveva di già pubblicata
+la bolla che prescriveva l'incoronazione
+anticipata del minorenne Andrea.</p>
+
+<p>Giovanna trovavasi, il 18 settembre 1345,
+in Aversa col re suo consorte; nella
+notte Andrea venne chiamato fuori dei
+suoi appartamenti col pretesto di ricevere
+dispacci importanti, e, non appena l'infelice
+giovane apparve al balcone, fu afferrato
+da persone mascherate, le quali gli
+gettarono un laccio al collo e lo precipitarono,
+senza far rumore, nel giardino,
+dove si trovò al mattino il suo cadavere
+appeso ad una fune. Il popolo si commosse;
+la regina fuggì in tutta fretta a
+Napoli, dove si rinchiuse nel suo palazzo;
+la voce pubblica l'accusò di aver ucciso
+il marito, o, per lo meno, di essere
+complice dell'assassinio di questo. Ebbero
+luogo processi ed esecuzioni per ordine
+tanto di Giovanna, quanto del legato pontificio,
+che non si tardò a spedire da Avignone.</p>
+
+<p>Intanto Ludovico di Ungheria, fratello
+dell'ucciso, preparava un esercito per muovere
+contro Napoli e vendicare la morte
+di Andrea; nel che riuscì completamente.
+Giovanna, giovane, bella, voluttuosa, come
+in tempi posteriori Maria Stuarda, e intelligente
+al punto che si diceva aver ereditate
+le splendide doti d'ingegno del suo<span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[Pg 318]</a></span>
+grande avo, non sapeva in qual modo sottrarsi
+al pericolo imminente che la minacciava.
+Tolse a marito Ludovico di Taranto,
+suo cugino, per il quale nudriva una tenera
+passione già prima della morte del
+marito. Intanto il mondo risuonava delle
+accuse del re di Ungheria e delle proteste
+d'innocenza di Giovanna; le opinioni erano
+divise.</p>
+
+<p>Comparvero gl'inviati di Ludovico e di
+Giovanna a Roma, davanti a Cola di Rienzo,
+e la regina si abbassò innanzi al tribuno
+del popolo, allora padrone di Roma e
+nello splendore della sua possanza, protestando
+la sua innocenza, con umili e lusinghiere
+epistole, accompagnate da ricchi
+doni. Sottraendosi però alla collera dell'ungherese
+il quale si avvicinava, si avviò, nel
+gennaio del 1348, in Provenza, sua proprietà,
+in compagnia del novello marito, e si presentò
+in Avignone a Clemente VI, il quale,
+feudatario di Napoli ed iniziatore del processo
+aperto contro di lei, era ad un tempo
+suo giudice e suo signore.</p>
+
+<p>Il Papa le assegnò a stanza Villeneuve,
+sopra la sponda opposta del Rodano; convalidò
+il secondo matrimonio di lei, che
+non era conforme alle leggi canoniche, e
+fece istruire il processo, invitandola poi a
+comparire nel proprio palazzo, davanti ai
+cardinali ed ai baroni di Provenza. Giovanna<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[Pg 319]</a></span>
+pronunciò davanti all'assemblea una
+orazione latina a sua difesa, con tanto spirito,
+con tanta tranquillità, con tanta sicurezza,
+che tutti rimasero compresi di stupore.
+Il suo comparire in attitudine di accusata,
+di esule, la memoria del suo grande
+avo Roberto, protettore illustre della Chiesa
+e, più di tutto, la sua gioventù, la sua bellezza,
+la sua grazia, commossero tutti gli
+animi, e la giovane regina fu assolta dall'accusa
+di uxoricidio.</p>
+
+<p>Bastò questo giudizio dei cardinali ad assolverla
+davanti alla propria coscienza?
+Era dessa veramente innocente quale la
+proclamarono? Fra gli storici napoletani,
+gli uni la condannano, gli altri l'assolvono,
+e la sentenza imponente dello storico d'Italia
+di maggior peso l'addita quale complice
+almeno del misfatto. Dessa fu consapevole
+del reo disegno, e non vi si oppose; al pari
+di quanto fece più tardi Maria Stuarda, in
+occasione della morte di Darnley.</p>
+
+<p>Giovanna si preparò a far ritorno a Napoli
+per riconquistarvi il suo regno. Aveva
+d'uopo d'uomini e di danaro, e vendette,
+l'8 giugno 1348, la città di Avignone al
+Papa per la meschina somma di ottantamila
+scudi d'oro. Si trassero da questo
+fatto severe conclusioni; nessuna prova
+esiste a conferma di esse, ma il sospetto
+è facile a spiegare. L'uccisione di un re<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[Pg 320]</a></span>
+e l'assoluzione di una regina accusata di
+averlo spento, furono quelle che ridussero
+Avignone in signoria dei Papi. Giovanna
+riacquistò il regno di Napoli, che governò
+con senno e prudenza per molti anni, in
+mezzo ad agitazioni continue. Morto Ludovico
+di Taranto, sposò Giacomo di Aragona,
+e venuto a morte questi pure, tolse
+a quarto marito Ottone di Braunschweig.
+Cadde poi nelle mani di Carlo III di Durazzo,
+suo parente e nemico a morte, e questo
+pretendente alla corona ordinò ai suoi
+scherani di farla perire della stessa sorte
+toccata al suo primo marito. Così Giovanna
+di Napoli fu strangolata nel castello di
+Muro, nelle Puglie, nel 1382.</p>
+
+<p>Mentre le mura del palazzo di Avignone
+richiamavano nella mia memoria questo
+episodio sanguinoso della storia del reame
+di Napoli, il mio pensiero si fermava a
+considerare le condizioni attuali del regno
+stesso, le cui sorti incerte ed agitate traggono
+a sè l'attenzione di tutta quanta l'Europa.
+Pensavo al giovane re Francesco
+rinchiuso nelle mura di Gaeta, erede degli
+errori e delle colpe de' suoi padri, fuggiasco
+dalla sua capitale, abbandonato dal
+suo popolo, stretto d'assedio dalle truppe
+italiane nella sua ultima fortezza, minacciato
+dal re di Piemonte, che mira a precipitare
+dal trono il suo congiunto, inalberando<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[Pg 321]</a></span>
+l'antica bandiera di Cola di Rienzo,
+la bandiera dell'unità d'Italia, con Roma
+capitale. Il fuoco dei cannoni di Gaeta è
+l'ultimo lampo del tramonto di un dispotismo
+che non poteva più durare.</p>
+
+<p>Avignone, pertanto, era diventata, come
+abbiamo visto, proprietà della Santa Sede,
+e Clemente VI non tardò a prenderne possesso
+con sua grande soddisfazione, perchè
+vi si sentia non meno signore di quanto
+lo fosse già in Venasca e Carpentras. In
+un'epoca in cui la Chiesa era venuta perdendo
+a mano mano i suoi possedimenti in
+Italia, quel tratto di terra provenzale doveva
+apparire ai Papi come un vero asilo
+e come un rifugio inaccessibile alle tempeste,
+dinanzi all'aspetto della rivoluzione
+che sembrava dovesse di giorno in giorno
+scoppiare in Roma. Mentre per varî secoli
+erano stati dalla ribellione cacciati ripetutamente
+dall'Urbe ed era colà la loro esistenza
+divenuta continuamente precaria, in Avignone
+avevano quiete e tranquillità, ed i
+settant'anni d'esilio di Babilonia furono per
+lungo tempo i soli anni pacifici del Papato.
+Non c'è, quindi, da stupire che i Papi esitassero
+a staccarsi da Avignone.</p>
+
+<p>Se attualmente la Chiesa romana possedesse
+un territorio di là dalle Alpi, non
+sarebbe improbabile che Pio IX, in condizione
+di cose che ricordano l'epoca di<span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[Pg 322]</a></span>
+Cola di Rienzo, vi cercasse rifugio, invece
+di rimanere, sotto la dubbia protezione
+della Francia, in Roma.</p>
+
+<p>Clemente ampliò ed abbellì il palazzo dei
+suoi predecessori. Vi eresse una stupenda
+cappella, o piuttosto una chiesa gotica, di
+gran lunga superiore, per ampiezza e per
+bellezza architettonica, alla cappella Sistina
+del Vaticano. La ornò, come del pari varie
+stanze del castello, di buone pitture a fresco,
+per opera di maestri chiamati d'Italia. Tutte
+queste pitture vennero distrutte; la cappella,
+divisa in due piani ed in varie camere,
+venne ridotta ad uso di caserma, e si
+vedono con dolore gli archi gotici incassati
+nei muri ed avanzi di pregevoli affreschi,
+che erano, senza dubbio, della scuola
+di Giotto.</p>
+
+<p>Clemente VI morì il 6 dicembre 1352,
+dopo oltre dieci anni di pontificato e dopo
+aver vissuta vita piacevole e splendida.
+Aveva radunato in Avignone il fiore della
+Francia meridionale, ed introdotto il lusso
+alla sua corte; nelle sale del suo palazzo,
+gremite di belle dame, di cavalieri, di poeti,
+di artisti, di dotti, le feste si succedevano
+alle feste. Egli fu largo co' suoi nipoti, co'
+suoi favoriti, delle dignità della Chiesa e
+dei tesori accumulati dall'avarizia del suo
+predecessore. Fu il papa più brillante
+di quanti ebbero stanza in Avignone, ed<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[Pg 323]</a></span>
+il cupo castello sotto di lui si può paragonare
+al Vaticano nei tempi di Sisto IV,
+di Giulio II e di Leone X.</p>
+
+<p>Tre papi abitarono ancora dopo di lui
+la Francia; l'ultimo di questi pose fine all'inopportuno
+esilio, riportando la sede del
+sommo pontificato nella città eterna.</p>
+
+<p>Il severo Innocenzo VI fu il contrasto
+preciso di Clemente VI. Proscrisse ogni
+lusso dalla corte di Avignone, rimandò a
+Roma Cola di Rienzo, facendolo accompagnare
+dal cardinale Egidio Alvarez Albornoz,
+uno degli uomini di Stato e dei capitani
+più distinti che abbia avuto la Chiesa.
+Egli, difatti, riuscì a riconquistare al patrimonio
+di S. Pietro le provincie perdute,
+meglio di quanto non abbia saputo fare,
+a' giorni nostri, il generale Lamoricière.
+Roma stessa piegò davanti a quell'energico
+spagnuolo, e fece ritorno al papa. Innocenzo
+VI morì in Avignone il 12 settembre
+1362.</p>
+
+<p>Gli succedette Urbano V (1363-1370). Potè
+essere grato ai suoi predecessori, i quali avevano
+provveduto a cingere Avignone di mura,
+imperocchè, senza questa precauzione, sarebbe
+caduto nelle mani di quelle bande armate,
+le quali in allora percorrevano, saccheggiando,
+l'Italia ed il mezzodì della Francia.
+Circondarono quelle la città, ed il papa
+si vide costretto ad ottenere, con molto denaro,<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[Pg 324]</a></span>
+il loro allontanamento. Petrarca, oramai
+vecchio, esortò allora Urbano, perchè
+abbandonasse la Francia e facesse ritorno a
+Roma, divenuta tranquilla. I Romani lo avevano
+richiamato per mezzo di un'ambasciata,
+ed Urbano si portò difatti, nel 1367, nella
+desolata città; se non che, nel 1370, abbandonò
+di bel nuovo Roma e l'Italia, fattesi
+deserte, e non valsero a trattenerlo le supplicazioni
+di S. Brigida, la quale gli profetava
+la morte, quando facesse ritorno ad
+Avignone. E volle il caso che la profezia
+si avverasse, poichè Innocenzo cessò di
+vivere nel dicembre, non appena ritornato
+in Francia. Egli aveva ultimato il palazzo
+pontificio, aggiungendovi la settima torre,
+denominata degli Angeli. Le altre sei avevano
+nome Trouillas, S. Giovanni, l'Estrapade,
+S. Lorenzo, la Campana e la Gache.</p>
+
+<p>Il suo successore Gregorio XI fu l'ultimo
+papa in Avignone. Scosso dalle preghiere
+dei Romani, di Pietro d'Aragona, delle sante
+donne Brigida e Caterina da Siena, la quale
+ultima venne persino a tal uopo in Avignone,
+abbandonò, il 13 settembre 1376, per
+sempre la Provenza, accompagnato da tutti
+i cardinali, ad eccezione di sei, i quali preferirono
+continuare ad abitare le loro amene
+ville sulle sponde del Rodano.</p>
+
+<p>Perde da questo momento ogni interesse
+il palazzo dei Papi, imperocchè, dopo il loro<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[Pg 325]</a></span>
+ritorno a Roma, rimase deserto. Durante
+lo scisma, però, vi abitarono ancora due
+antipapi: Clemente VII e Benedetto XIII,
+il quale ultimo vi fu assediato.</p>
+
+<p>Dal 1409 in poi, Avignone ed il contado
+Venosino furono governati da cardinali legati,
+fra i quali però gl'italiani, quasi sempre
+nipoti, punto non si muovevano da Roma,
+facendosi rappresentare da vice legati. L'ultimo
+fu Filippo Casoni; la repubblica francese
+lo scacciò per sempre col dominio
+papale da Avignone, e questa città venne
+funestata da atroci scene di sangue sotto
+Jourdan, Duprat e Jouve, nella notte dal 16
+al 17 ottobre 1791. Si fa vedere tuttora, nella
+torre Trouillas, il luogo dove le vittime infelici
+erano precipitate da quelle belve umane,
+sitibonde di sangue. Era pur troppo naturale
+che l'odio, concentrato a lungo contro
+la dominazione pontificia, somministrasse
+pretesto a quegli atti crudeli: il
+popolo parlava di carceri sotterranee della
+inquisizione nel castello, di orribili misteri
+consumativi durante il governo dei legati.
+La favola narra che nel secolo XV, nell'epoca
+terribile dei Borgia, un vice legato avesse
+invitati i cittadini più distinti di Avignone
+ad una festa nel palazzo pontificio, che
+avesse chiuso quindi le porte delle sale, e,
+appiccato il fuoco agli appartamenti, avesse
+arsi vivi i suoi ospiti; così egli avrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[Pg 326]</a></span>
+vendicato un nipote assassinato da un marito
+tradito.</p>
+
+<p>Quando si visita Avignone, sotto l'impressione
+di simili atrocità commesse dalla
+rivoluzione, sotto il ricordo ancora recente
+dell'assassinio del maresciallo Brune, commesso
+dai realisti il 2 agosto 1815, quando
+si vede quella popolazione rozza e fanatica,
+si prova un vivo desiderio di partire al
+più presto da quella città. Oggidì la popolazione
+di Avignone è ritenuta ancora per
+superstiziosa, rozza, irritabile, ignorante,
+ed è possibile che questa contrada possa
+divenire ancora teatro di brutti eccessi.</p>
+
+<p>Non voglio però dimostrarmi ingrato
+verso una città così notevole, e mi ci tratterrò
+ancora un poco. Ci rimane a visitare
+l'antica cattedrale, il San Pietro di
+Avignone, ché difatti quello di Roma potè
+per ben settanta anni nutrire invidia a questa
+chiesa piccola, nera ed oscura, quale
+usurpatrice dei suoi diritti secolari. Intanto
+i Papi si trovarono in questo angolo del
+mondo, ridotti ad una semplice cappella,
+la quale sottraeva le pompe del culto
+e gli atti della storia della Chiesa agli
+sguardi della cristianità.</p>
+
+<p><i>Nôtre-Dame des Doms</i>, secondo la tradizione,
+venne fondata da Santa Marta sorella
+di Lazzaro, imperocchè la pia donna
+sarebbe sbarcata nella Camargue, avrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[Pg 327]</a></span>
+introdotto il cristianesimo nella Provenza
+e fabbricata la prima chiesa in Avignone,
+sulle rovine di un tempio d'Ercole. L'origine,
+del resto, di <i>Nôtre-Dame</i>, non è conosciuta,
+ed il suo vanto di essere stata
+edificata da Carlomagno trovasi tutt'altro
+che fondato; solo è certo che essa è una
+chiesa molto antica, come lo si vede dalla
+sua porta principale, di stile prettamente
+romano, fiancheggiata da due colonne antiche
+d'ordine corinzio. Il vandalismo della
+rivoluzione, il quale ridusse a mucchio
+di rovine altre chiese della città, non risparmiò
+neppure questa. Rimane, a soddisfazione
+dei dilettanti di antichità, la
+così detta cappella di Carlomagno, ma andarono
+miseramente perduti i monumenti
+di varî Papi, ricordi preziosi dell'arte gotica
+nel secolo XIV. Furono restaurate le
+tombe di Benedetto XII e quella più pregevole
+di Giovanni XXII, di gusto gotico,
+con fini sculture e con la figura del pontefice
+stesa sopra un sarcofago. In una nicchia
+esistono alcuni avanzi della tomba del
+cardinale di Armagnac; nel <i>Sancta-Sanctorum</i>
+si scorge la lapide mortuaria di Luigi
+Balbo Bertone di Crillon, soprannominato
+il <i>Bravo</i>, l'amico di Arrigo IV. Egli morì
+in Avignone nel 1615, e la sua statua in
+bronzo sorge sulla piazza dell'Horloge.<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[Pg 328]</a></span></p>
+
+<p>E' questa la più bella piazza della città,
+e trovasi a poca distanza, scendendo dal
+palazzo dei Papi. E' circondata da varî
+belli edificî, fra i quali l'elegante teatro
+ed il nuovo palazzo municipale, nello stile
+del risorgimento francese, preceduto da
+una corte sopracarica di colonne. Il custode,
+che me lo fece visitare, mi diceva con
+aria d'importanza che Luigi Napoleone
+aveva onorato quel palazzo della sua presenza,
+nel recarsi ad Algeri, che le scale
+erano state ricoperte da tappeti, e tutto il
+quartiere aggiustato con gusto squisito.
+L'Imperatore venne accolto con grande
+ostentazione; però il partito legittimista è
+ancora numeroso in Provenza, sebbene sia
+grandemente scaduto di ricchezze. Intanto
+Napoleone può per qualche tempo riposare
+tranquillo; ha per sè i proprietarî e le classi
+che lavorano; si odono per ogni dove le
+sue lodi: egli ha domato la rivoluzione,
+ristabilito l'ordine e, co' suoi trattati di
+commercio, ha procurato immenso vantaggio
+a queste contrade vitifere. Ed inoltre,
+<i>notre préponderance!</i>... Sono parole che
+si sentono ripetere ad ogni passo.</p>
+
+<p>In fin dei conti convien però dire che
+il visitare questa città cagiona una grande
+stanchezza. Le sue strade, dove qua e
+là sorgono alcuni palazzi, in stile del
+risorgimento, alcuni edificî antichi e bizzarri,<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[Pg 329]</a></span>
+con porticati e cortili che richiamano
+a sè l'attenzione, sono cupe; l'atmosfera
+che vi si respira, è malinconica e suscita
+tristi ricordi.</p>
+
+<p>Quanto non sono più belle le piccole
+città della Toscana, Prato, Pistoia, Siena,
+Arezzo, nelle quali ad ogni tratto s'incontrano
+meraviglie d'arte, memorie della
+libertà municipale, di una antica e splendida
+civiltà!</p>
+
+<p>Ho visitato la maggior parte delle chiese
+di Avignone; non havvene una che si possa
+dire propriamente bella, e tutte, quasi, recano
+le traccie della devastazione dell'epoca
+rivoluzionaria. Entrai una domenica in
+S. Didier, chiesa di architettura gotica; era
+piena di donne velate di bianco, le quali,
+inginocchiate, cantavano delle litanie. Era
+un quadro pieno di anima e di vita; in quel
+raccoglimento devoto, nelle armonie di quei
+canti mi parve ravvisare l'influenza esercitata
+da Roma per lunghi anni su Avignone.
+Era un quadro di carattere prettamente
+romano, se non che la piazza attorno
+alla chiesa, ombreggiata da grandi
+alberi, non aveva affatto aspetto romano,
+nè meridionale, e mi ricordava piuttosto
+le chiese campestri delle care mie contrade
+natìe.</p>
+
+<p>La folla dei fedeli non mi permise che
+di gettare un rapido sguardo sopra un bassorilievo,<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[Pg 330]</a></span>
+a cui si dà il nome di <i>images
+du roi René</i>; imperocchè queste sculture
+sono attribuite al <i>buon Re</i>; e non è a dire
+di quante statue e di quanti quadri lo faccia
+autore, nella Provenza, la tradizione.</p>
+
+<p>Sorge, a poca distanza da S. Didier, la
+chiesa del patrono della città, S. Agricola,
+il quale è invocato in tutte le pubbliche
+calamità, e particolarmente nei tempi frequenti
+di siccità. Questa chiesa risale al
+secolo X e venne ampliata in secoli posteriori;
+la sua facciata gotica, con larghe
+torri merlate, è originale, e la semplicità
+dello stile ogivale anche nell'interno rivela
+la sua antichità.</p>
+
+<p>Merita pure di esser ricordata la cappella
+dei <i>penitents noirs de la miséricorde</i>. Si
+conserva in essa il famoso crocifisso d'avorio
+di Guillarmin, opera del 1659, e la
+suora che lo mostra, narra la leggenda del
+nipote dell'artefice, condannato a morte, e,
+per intercessione di quel Cristo, salvato.</p>
+
+<p>Avrei visitato molto volentieri la chiesa
+ed il convento dei domenicani, quale ricordo
+di un'epoca storica, della guerra contro
+gli Albigesi; ma quegli edifici stupendi
+furono rovinati totalmente dalla furia rivoluzionaria.
+Il primo Papa d'Avignone ebbe
+stanza in quel monastero, ora distrutto,
+ed ivi Giovanni XXII dichiarò santo il
+più gran filosofo del medio evo, Tommaso<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[Pg 331]</a></span>
+di Aquino, alla presenza del re di Napoli.
+Quel Papa riteneva, fra le cose sue più
+preziose, lo stupendo codice in pergamena
+della <i>Somma</i> del santo, e lo lasciò, morendo,
+alla biblioteca del monastero, con l'espressa
+condizione che dovesse essere fissato al
+muro con una catena. La rivoluzione venne a
+liberarlo, ed ora il prezioso volume, coperto
+della polvere dei secoli, gode della sua
+libertà o del suo oblio nella biblioteca civica.
+Caterina da Siena, monaca dello stesso ordine,
+rivolse in quel monastero le sue esortazioni
+al Papa, per persuaderlo a far ritorno
+a Roma. Era stato quel convento
+costrutto poco tempo prima, nell'anno 1330,
+e si assicura che il suo cortile fosse bellissimo
+e affatto non la cedesse per vaghezza
+a quello di S. Trofimo in Arles. I sanculotti
+rovinarono tutto, comprese pure le
+tombe di ventiquattro cardinali, sepolti
+nel convento. La chiesa, in gran parte distrutta,
+venne ridotta più tardi a fonderia
+di cannoni.</p>
+
+<p>Per farsi un'idea delle vandaliche devastazioni,
+operate dalla rivoluzione nella Provenza,
+è d'uopo visitare il museo d'Avignone.
+Trovasi allogato in un palazzo ampio
+del secolo XVIII. Dopochè il benemerito
+dottore Calvet fondò questo museo nel 1810,
+vennero accolte in esso le reliquie delle
+arti belle tolte dalle chiese, dai conventi,<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[Pg 332]</a></span>
+dai castelli feudali, dai palazzi, non di Avignone
+soltanto, ma ancora dei dintorni. Vi
+sono rappresentate tutte le fasi del medio
+evo, fino all'epoca del risorgimento francese,
+<i>la rénaissance</i>; ed io provai tanto maggior
+interesse a contemplare questa collezione
+delle antichità del medio evo nella
+Francia meridionale, in quanto che avevo
+visitato, pochi mesi prima, in Norimberga,
+il museo tedesco, istituzione destinata a
+prendere un grande sviluppo, e meritevole
+dell'appoggio di tutta quanta la Germania.</p>
+
+<p>Il museo di Avignone, del resto, anche
+per quanto riguarda l'epoca classica, è
+povero in paragone di quello di Norimberga,
+e, tuttochè sia diviso in varî rami,
+non presenta più che un periodo di civiltà.
+Nella galleria del medio evo si vedono numerose
+sculture, e si possono seguire i
+progressi della plastica, dagli antichi sarcofaghi
+cristiani fino agli avanzi dei mausolei
+dei cardinali di Brancas e Lagrange,
+del conte Raimondo di Beaufort e del maresciallo
+de la Palice.</p>
+
+<p>Alla collezione di antichità classiche contribuirono
+quasi tutte le città del mezzodì
+della Francia; in complesso, però, è povera
+e non vi si vedono oggetti pregevoli; tanto
+più che quasi tutte quelle città posseggono
+il proprio museo. Si osserva, però,
+con interesse tutto quanto fu rinvenuto<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[Pg 333]</a></span>
+in questa parte della Francia, dell'epoca
+dei Romani, ed anche dei Greci. Vi sono
+parecchie antiche iscrizioni greche, e altre
+greche del tempo dei Romani. Si deve pure
+far menzione di una bella collezione di piccoli
+bronzi e di un ricco medagliere di
+tutte le provincie e di tutte le epoche della
+Francia. Trovasi, nello stesso palazzo, la
+biblioteca civica, la quale conta più di sessantamila
+volumi. Contiene parecchie buone
+opere sulla storia del mezzodì della
+Francia, ma sono scarsi i manoscritti ed
+i documenti originali. Gli atti del papato,
+durante la sua stanza in Avignone, vennero
+già da tempo, come è noto, trasportati negli
+archivi segreti del Vaticano. Stanno in
+una sala della biblioteca i ritratti degli
+uomini illustri appartenenti al dipartimento
+di Valchiusa, fra' quali il duca di Mahon,
+il prode Crillon, Giovanni di Althens, il
+cardinale Maury, il pittore Mignard, il dottore
+Calvet, e vi si vedono pure i ritratti
+di Petrarca e di Madonna Laura, i quali
+datano però da epoca posteriore.</p>
+
+<p>Nel piano superiore c'è una galleria di quadri,
+abbastanza pregevole per Avignone; vi
+sono pochi buoni quadri antichi italiani,
+fiamminghi e tedeschi di valore, ma molti
+francesi, particolarmente di Mignard e dei
+cinque Vernet, la cui famiglia era originaria
+di questa città. Del resto, bisogna<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[Pg 334]</a></span>
+osservare che Avignone non ha prodotto
+nessun uomo che possa dirsi un vero genio;
+anzi nessuno dei celebri, a ragione o
+a torto, poeti della Provenza nacque sulle
+sponde del Rodano o della Durance. Era
+d'uopo venisse un forestiero da Arezzo, per
+dare a quelle contrade il prestigio poetico;
+ed Avignone gli offrì, ad argomento de' suoi
+versi armoniosi, una bella donna, come Crotone
+o Taranto offrivano le loro ragazze
+per modelli a Zeusi. Ben più avventurata
+fu Firenze che può vantarsi ad un tempo
+di Dante e di Beatrice.</p>
+
+<p>Ed ora, addio, chiese, palazzi, musei e
+meschine antichità di Avignone! Come
+finiscono per stancare questi quadri, questi
+monumenti, queste reliquie dei tempi andati!
+Come riposa il ricrearsi nella vista
+della bella valle del Rodano ai piedi della
+città! Lo splendido sole di Provenza illumina
+le verdi isole del fiume, indora la
+collina di Villeneuve ed invita il viaggiatore
+a passeggiare all'ombra dei pioppi e
+dei platani agitati dal vento, a prestar
+ascolto al muggito delle acque poderose,
+a contemplare le grandi barche di trasporto
+che guizzano con la rapidità della freccia
+sotto gli archi del ponte! La vista, dalla
+porta dell'Ouille di Avignone, dell'ampio
+Rodano con le sue due isole, e con le rive
+singolari della Linguadoca, è bella davvero;<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[Pg 335]</a></span>
+non valse, però, a cancellare dalla mia
+memoria quella contemplata poco tempo
+prima, della Vistola, il gran fiume che
+svolge le sue acque profonde sotto gli archi
+giganteschi del ponte della strada ferrata
+presso Dirschau, nè l'immagine del Nogat
+che scorre tranquillo ai piedi dell'antica e
+bella Mariemburg. Il castello del medio evo,
+dei cavalieri dell'ordine teutonico, torreggia
+colà in modo assai più pittoresco
+che il palazzo dei Papi in Avignone.</p>
+
+<p>Il fiume separa Villeneuve dalla città, e
+la Provenza dalla Linguadoca. Le due rive
+sono congiunte da ponti; di uno, di costruzione
+romana, non sussistono più che quattro
+grandi archi molto pittoreschi e che si
+estendono per un tratto dalla riva sopra
+il fiume, poi cessano. Su di essi sorge una
+piccola cappella, che guarda, solitaria e fantastica,
+i flutti. Narrasi che risiedesse in
+quella il santo uomo che aveva edificato
+il ponte stesso, e la leggenda relativa a
+quella costruzione è l'unica d'indole mite
+e poetica che io abbia trovata in Avignone.</p>
+
+<p>Il piccolo Benezet stava custodendo al
+pascolo le pecore della sua povera madre
+sui monti del Vivarais, quando, tutto ad
+un tratto, i monti e le valli si trovarono
+immersi nelle tenebre per un eclissi; era
+il 13 settembre del 1177. Una voce esclamò:
+«Benezet, dammi ascolto, perchè io sono<span class="pagenum"><a name="Page_336" id="Page_336">[Pg 336]</a></span>
+Gesù Cristo!» Il ragazzo spaventato rispose:
+«Dove sei, o Signore, e che cosa
+domandi da me?»&mdash;«Non aver paura,
+lascia pure pascolare le tue pecore, scendi
+al Rodano e fabbricavi sopra un ponte».&mdash;«Signore
+io non so dove sia il Rodano;
+sono un povero ragazzo, non ho che tre
+soldi in tasca, come vuoi che io possa
+costruire un ponte su quel fiume?» La
+voce replicò: «Fa quanto ti ho detto, poichè
+io so dove e come dovrai costruire il
+ponte». Il piccolo pastore scese dal monte
+piangendo, abbandonò il gregge, ed incontrò
+un pellegrino che camminava appoggiato
+al suo bordone, il quale gli disse:
+«Figliuolo mio Benezet, seguimi al luogo
+dove dovrai costruire il ponte.» Allorquando
+arrivarono al fiume e il ragazzo
+vide le acque di questo, ampie, rapide, profonde,
+prese a piangere più amaramente,
+se non che il pellegrino lo confortò, gli
+ordinò di salire in una barca, di scendere
+ad Avignone, di presentarsi al vescovo,
+e di partecipargli l'incarico che gli era
+stato affidato. Così fece Benezet, e trovato
+il vescovo che stava predicando nella cattedrale,
+gli disse franco e disinvolto: «Signor
+vescovo! Il Signore mi ha qui mandato
+per costruire un ponte sul Rodano». L'ardito
+ragazzo venne tosto arrestato e fu
+condotto davanti al vicario. Ripetè al giudice<span class="pagenum"><a name="Page_337" id="Page_337">[Pg 337]</a></span>
+l'incarico che aveva avuto, e questi,
+additandogli un grosso macigno che trovavasi
+nella corte, gli disse sorridendo
+che avrebbe prestata fede alla sua missione,
+quando fosse riuscito a sollevare
+quella voluminosa pietra. Il ragazzo la sollevò
+tosto, la caricò sulle spalle, e la portò,
+fra gli applausi del popolo che gridava al
+miracolo, sulla riva del Rodano. In un momento
+si raccolsero cinquemila scudi d'oro,
+e si pose tosto mano alla costruzione del
+ponte.</p>
+
+<p>Tale è la meravigliosa leggenda relativa
+all'antico ponte di Avignone, ed io non
+voglio toglierle il suo carattere poetico,
+coll'aggiungervi dei commentarî. La grande
+opera fu compiuta nel 1188, ma le bande catalane
+cominciarono a danneggiarla nel 1395,
+e, dopo d'allora, il tempo e la furia delle
+acque la ridussero a quello stato di rovina
+in cui oggi si trova.</p>
+
+<p>Per arrivare a Villeneuve, esistono ora
+due altri ponti, uno in ferro, e l'altro in
+legno, i quali congiungono le due isole
+che sorgono sul fiume, denominate Ville
+de Piot, e la Barthelasse. Villeneuve-les-Avignons
+è un paese pittoresco. Dicesi
+che anticamente sorgesse in quella località
+<i>Stathmos</i>, o Statuma, emporio commerciale
+dei Massiliotti. Il paese attuale
+risale al 1226; fondato dai monaci di<span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[Pg 338]</a></span>
+S. Andrea, venne ampliato e fortificato da
+Filippo il Bello. Serviva quasi di porto
+avanzato alla Francia sul Rodano, e tale
+rimase, finchè i re di Napoli e i Papi di Avignone
+furono padroni della Provenza.
+Sorge tuttora, a poca distanza dal fiume,
+una bella torre, la quale si suole chiamare
+torre di Filippo il Bello. La sua posizione,
+di fronte al ponte di S. Benedetto
+a cui può avere servito di difesa, è bella,
+ed è amenissima la passeggiata ombreggiata
+d'alberi per arrivarvi, colla vista del
+fiume e della mole imponente del palazzo
+dei Papi. Il villaggio, del resto, è grigio,
+deserto, malinconico e pare anche povero,
+sebbene vi siano alcune tintorie di robbia
+ed alcune filature. Solo si scorgono qua
+e là alcune chiese ed alcuni palazzi cadenti
+in rovina, i quali ricordano i tempi, per
+buona sorte passati, del feudalismo.</p>
+
+<p>E' cosa ben curiosa, che nel mentre Avignone
+si vanta dell'uomo che introdusse
+nella Provenza la coltivazione della robbia,
+Villeneuve le possa contropporre quello che
+nel 1560 importò in Francia il tabacco,
+presentandone le prime foglie alla regina
+Caterina de' Medici. Non ho visto a Villeneuve
+nessuna statua in bronzo di Giovanni
+Nicot, ambasciatore di Francia alla
+corte del Portogallo, e glie se ne dovrebbe
+pure innalzare una, con una grande tabacchiera<span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[Pg 339]</a></span>
+nella mano ed un grosso sigaro
+avana in bocca. Del resto, i sigari francesi
+non fanno punto onore a Giovanni Nicot,
+perchè sono di pessima qualità.</p>
+
+<p>Poche sono le cose meritevoli di attenzione
+in Villeneuve: esiste, nella chiesa
+dello spedale, la tomba d'Innocenzo VI,
+monumento gotico in stile di tabernacolo,
+il quale trovavasi dapprima nella bella
+Certosa del luogo, ora interamente distrutta.
+Venne quello ristaurato, e la statua del
+Papa coricato è nuova. Sulla ripida collina
+Andaon vi è il forte, S. Andrea, tuttora
+in buono stato. Vi si accede per una grande
+porta e sull'altipiano della collina,
+cinto di mura, si vede una cappella. Di
+là si gode la bella vista del panorama
+della Provenza, simile a quella che si ha
+dal <i>Rocher des doms</i>, se non che ha il
+pregio che di qui si scorgono pure la città
+di Avignone e il suo castello. Allorquando
+il sole sul tramonto tinge le mura gigantesche
+di questo in rosa, o di colore violaceo,
+l'effetto è magico. Questo è il luogo
+opportuno per prendere congedo da questa
+antica Avignone, illuminata dal sole cadente.</p>
+
+<p>Gettai uno sguardo di desiderio su quelle
+campagne della Provenza, che avrei pure
+voluto visitare. Ero attorniato da provenzali,
+e la loro antica favella mi destava<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[Pg 340]</a></span>
+mille ricordi sulla loro storia, sulla loro
+civiltà. Quella lingua si va perdendo; tutti
+gli sforzi per farla rivivere dei poeti, fra'
+quali il più illustre è Mistral, non valgono
+altro che a continuarle un'esistenza letteraria
+artificiale. Vorrei anch'io poter intonare
+le rime, piene di speranza, dirette da
+un poeta, ancora vivente, al suo amico Mistral;
+ma temo non esprimano altro che
+un pio desiderio.</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Prouvenço, o pais dei troubaire<br /></span>
+<span class="i0">Lou gai-sabé reverdira:<br /></span>
+<span class="i0">Deja milo novèu cantaire<br /></span>
+<span class="i0">Dison lou béu tems que viendra<br /></span>
+<span class="i0">Lou mounde vèi la reinessènço:<br /></span>
+<span class="i0">Lei Troubadour van reflouri...<br /></span>
+<span class="i0">O moun païs, bello Prouvènço,<br /></span>
+<span class="i0">Toun dous parla pòu pas mouri.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[Pg 341]</a></span></p>
+
+
+
+<hr style="width: 65%;" />
+<h2 class="lighter">RAVENNA.<br />
+<span class="small">
+(1863).</span></h2>
+<hr />
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[Pg 343]</a></span></p>
+
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+<h2 class="lighter"><a name="Ravenna" id="Ravenna">RAVENNA.</a><br />
+<span class="small">
+(1863).</span></h2>
+
+
+<p>Dal mese di agosto dell'anno 1863 un
+tronco di strada ferrata conduce da Castel
+Bolognese a Ravenna. Partendo da Bologna
+e passando per Imola, Lugo e Bagnacavallo,
+s'impiegano appena quattro ore per
+compiere il tragitto. E' per questo che una
+delle città più interessanti dell'antichità e
+del medioevo, relegata sino a poco tempo
+fa fuori di ogni circolazione e confinata in
+una solitudine, d'accesso difficile e mezzo
+morta, si è trovata ad un tratto lanciata
+nella corrente della vita mondiale.</p>
+
+<p>Quasi tutte le città italiane ci rappresentano,
+nei loro monumenti, le due grandi
+epoche della storia del paese: l'antichità
+romana e il medioevo cristiano. Solo
+Ravenna resta come vestigia della transizione
+dall'una all'altra di queste due epoche;
+e sotto questo punto di vista è impareggiabile.<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[Pg 344]</a></span></p>
+
+<p>Ravenna ha visto, difatti, la caduta dell'Impero
+romano, il primo insediamento del
+regno germanico sulle rovine della potenza
+dei Cesari, i sessant'anni della supremazia
+degli Ostrogoti, i due secoli del dispotismo
+bizantino, e ne conserva inapprezzabili
+ricordi.</p>
+
+<p>Nel contemplare questi monumenti del
+V e del VI secolo, il viaggiatore che per la
+prima volta arriva a Ravenna, prova delle
+impressioni paragonabili soltanto a quelle
+che suscitano le ruine di Pompei; e, difatti,
+Ravenna è la Pompei dell'epoca gotica
+e bizantina.</p>
+
+<p>Lo stato quasi perfetto di conservazione
+degli edifici sembra un prodigio, quando
+si pensi ai secoli di barbarie e di devastazioni
+che hanno attraversato. Si spiega, in
+parte, per la fortunata circostanza che i
+Longobardi non riuscirono a strappare Ravenna
+agli esarca bizantini. Il re Liutprando
+non riuscì a entrare nella città che nel 727
+o 728, cioè in un'epoca in cui la civiltà
+aveva addolcito sensibilmente i costumi
+degli invasori. Nè Liutprando, nè il suo
+secondo successore al trono longobardo,
+Astolfo, distrussero i monumenti di Ravenna;
+solo il sobborgo di Classe, a quanto
+sembra, fu distrutto da Liutprando.</p>
+
+<p>Per lungo tempo Ravenna rimase sede
+dell'amministrazione bizantina in Italia, e<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[Pg 345]</a></span>
+Roma, caduta in grande decadenza, fu governata
+come una semplice città di provincia.
+Ravenna approfittò di questa situazione
+privilegiata e della sollecitudine degli
+imperatori bizantini, che la considerarono
+per lungo tempo come il gioiello più prezioso
+dei loro possessi in Italia.</p>
+
+<p>Quando, più tardi, dopo la caduta del
+regno longobardo e dell'esarcato, il Papa
+rivendicò la popolazione della città, fondandosi
+sui diritti che gli concedevano le donazioni
+di Pipino, i patriarchi o arcivescovi
+di Ravenna combatterono questa pretesa.
+Essi stabilirono il loro dominio sulla
+Romagna, assunsero la successione degli
+esarca, e, sostenuti dai privilegi che loro
+accordavano gl'imperatori, respinsero per
+molto tempo i tentativi della Santa Sede,
+mantenendo la loro autorità su Ravenna.</p>
+
+<p>Il ricordo dei tragici avvenimenti della
+decadenza romana e dell'invasione barbarica,
+i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila
+e di Genserico, la grande figura di Teodorico,
+le lotte gigantesche che misero termine
+alla dominazione dei Goti e immortalarono
+i nomi di Totila, di Belisario, di
+Teia e di Narsete; infine, l'oscurità quasi
+mistica del periodo degli esarca bizantini,
+a mala pena rischiarata, di tanto in tanto,
+da qualche debole barlume, proveniente
+dalle cronache del tempo: tutto ciò dà a<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[Pg 346]</a></span>
+Ravenna una grazia singolare e produce
+sullo spirito del viaggiatore un'impressione
+profonda.</p>
+
+<p>Come ci apparirà la città che vide
+compiersi tanti avvenimenti? Senza dubbio
+ci sembrerà più malinconica e più tetra
+ancora della vecchia Bologna. Ma qui ci
+troviamo ancora dinanzi all'ironico contrasto
+che la realtà appone quasi sempre
+alla visione che la fantasia si forma delle
+cose.</p>
+
+<p>La delusione è grande. Cento altre città
+d'Italia, anche dei piccoli borghi fortificati,
+sperduti nelle montagne, ricordano più vivamente
+il passato ed offrono al primo
+sguardo un aspetto più storico e più monumentale
+dell'antica città bizantina e gotica.</p>
+
+<p>Non è che a poco a poco, vagando per
+la città, che si sente aleggiare su noi il
+soffio del passato. Ma allora l'impressione
+diventa più possente che altrove, paragonabile
+solo, per la sua intensità, a quello
+che si prova a Roma, per quanto diversa
+nella natura. E' l'anima della storia universale
+quasi intera, che anima i monumenti
+della Città eterna; quelli di Ravenna non
+appartengono che ad un corto periodo, ma
+l'impronta che ne conservano è più forte
+che altrove.<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[Pg 347]</a></span></p>
+
+<p>In tutte le strade di Ravenna regna un
+silenzio di morte; le case sono moderne e
+la maggior parte piccole; le vie larghe e
+diritte, la città essendo costruita su di un
+terreno piano. Dappertutto un profondo
+raccoglimento. Qua e là, sulle piazze, si vedono
+delle curiose colonne medioevali, con
+l'imagine di qualche santo; altrove, la statua
+di un Papa che beneficò la città, pensoso e
+assorto nelle sue meditazioni. Di palazzi, i
+quali in altre città rappresentano con tanto
+splendore la grande epoca guelfa, non si
+trova traccia. Di quando in quando solamente
+si scorge una torre rovinata. Le chiese
+invece sono numerose. Qualcheduna è stata
+restaurata; altre hanno conservato intatto
+il carattere gotico primitivo. In generale,
+sono di proporzioni piuttosto piccole; nessuna
+ha l'imponente maestà delle cattedrali
+di Pisa, di Siena o d'Orvieto. Si direbbe
+che siano state addormentate da qualche
+incantatore e si siano conservate così
+fino ai nostri giorni; esse danno a Ravenna
+un carattere di mistero e di poesia.</p>
+
+<p>E' curioso notare che a Ravenna non si
+ritrova vestigia dell'epoca romana. I sobborghi
+di Classe e di Cesarea, un tempo
+importanti e ricchi di grandi edifici, sono
+oggi inghiottiti nelle paludi e resta appena
+qualche segno della loro esistenza. Ravenna
+fu un tempo l'Avignone degl'imperatori<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[Pg 348]</a></span>
+romani. Quando, nel 404, Onorio, temendo
+un'invasione di goti, trasportò la sua residenza
+da Roma a Ravenna, rinforzò le
+mura e si costruì un palazzo. In qual punto
+sorgeva questo edificio? E' impossibile determinarlo,
+oggi, benchè le guide non si
+facciano scrupolo di indicarne il punto preciso.
+Antonio Zirardini, giureconsulto erudito
+e archeologo dei più distinti di Ravenna,
+ha scritto, nel 1762, un eccellente
+libro sulle antichità della sua patria: <i>Degli
+edifici profani di Ravenna</i>.</p>
+
+<p>La sua opera è ancora la migliore che
+si possa consultare in proposito, e pur tuttavia
+non getta che una pallida luce sulle
+origini di Ravenna.</p>
+
+<p>Fu in questa residenza che Onorio ricevette
+la notizia della presa di Roma per
+opera di Alarico; e fu là che egli morì,
+nell'agosto del 423. Fu però sepolto a Roma,
+accanto a San Pietro. Per noi, il più antico
+dei monumenti storici di Ravenna è il mausoleo
+della sorella di Onorio, Galla Placidia,
+una delle più straordinarie figure di
+donna di quell'epoca; una di quelle di cui
+la sorte si trova legata, nella maniera più
+stretta e più tragica, ai destini dell'Impero
+romano spirante. La figlia del gran Teodosio
+a ventun'anno viveva nel palazzo
+dei Cesari a Roma, quando Alarico arrivò
+davanti la città, l'assediò, se ne impadronì<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[Pg 349]</a></span>
+e la saccheggiò. Galla Placidia, condotta
+a lui come prigioniera, dovette seguirlo in
+Calabria. Poco dopo, la figlia e la sorella
+degli imperatori romani si vide obbligata
+a sposare, a Narbona, Ataulfo, successore
+di Alarico. Ella accompagnò in seguito suo
+marito in Spagna, vi divenne vedova, vi
+perse il figlio Teodosio, e, dopo aver subìto
+indegni insulti, fu rinviata a Ravenna, presso
+suo fratello Onorio. Appena arrivata, questi
+la costrinse a sposare il generale Costanzo,
+da cui ebbe due figli, Valentiniano
+e Onoria. Morto a sua volta Costanzo,
+Galla Placidia fu bandita da Ravenna da
+suo fratello ed esiliata a Bisanzio. Dopo la
+morte di Onorio ne ritornò, scortata da
+una flotta greca, pose il suo giovane figlio
+Valentiniano III sul trono di Occidente,
+esercitò il potere per lunghi anni, come
+tutrice del giovane principe, in mezzo a
+difficoltà e calamità continue, e terminò
+infine a Roma, a 61 anni, nel 450, la sua
+esistenza agitata. Con suo figlio Valentiniano
+III, che fu assassinato cinque anni
+più tardi, si spense l'ultimo discendente
+della razza imperiale del grande Teodosio.</p>
+
+<p>La storia dell'estinzione della famiglia
+di Teodosio segna quella dell'agonia dell'Impero
+romano, e il mausoleo di Galla
+Placidia ci appare oggi come la tomba
+della potenza dei Cesari. Entrando in questo<span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[Pg 350]</a></span>
+piccolo e tetro sepolcro, rivestito di meravigliosi
+mosaici, si prova un senso di raccoglimento
+storico, così intenso come non
+lo risveglia neppure il mausoleo di Augusto,
+nè la tomba romana di Adriano. La disgraziata
+principessa volle essere sotterrata a
+Ravenna, ch'essa amava e che si era compiaciuta
+di arricchire di numerose chiese, e
+non a Roma, a cui la legavano così crudeli
+ricordi. Si era fatta fabbricare una tomba
+e l'aveva dedicata, come cappella espiatoria,
+ai santi Nazaro e Celso.</p>
+
+<p>Ci si rende facilmente conto della diversità
+dei tempi, quando si paragona questa
+tomba dell'ultima dinastia imperiale di
+Roma ai maestosi mausolei dei primi imperatori.
+E' tutta impregnata di spirito cristiano;
+la sua forma è quella di una croce
+latina, lunga cinquantacinque palmi romani
+e larga quarantaquattro. La cappella è sormontata
+da una cupola, rivestita di mosaici,
+come pure lo sono le nicchie e le volte;
+una mezza luce vi penetra attraverso piccole
+finestre. Nel mausoleo si trovano cinque
+sarcofaghi; due piccoli, incastrati nel
+muro laterale dell'entrata, e tre grandi,
+posti nelle tre nicchie formate dai bracci
+della croce. Nella nicchia principale, proprio
+di fronte all'entrata, si scorge la più
+grande delle urne, alta sette piedi, semplicissima.
+Senza dubbio, là riposa la sorella<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[Pg 351]</a></span>
+di Onorio. La tradizione vuole che,
+durante varî secoli, essa restasse nel sarcofago,
+seduta su di un trono di legno di
+cipresso e ricoperta de' suoi paramenti imperiali.
+Secondo storici più moderni, il corpo
+non divenne polvere che nel 1577. Si dice
+pure che dei fanciulli introducessero un
+cero acceso nei fori del sarcofago e che
+le pareti prendessero fuoco: così fu ridotto
+in cenere ciò che restava di Placidia.</p>
+
+<p>Quali personaggi sono rinchiusi negli
+altri sarcofaghi? Non lo si può determinare
+in modo esatto. I due più grandi contengono,
+probabilmente, i resti del generale
+Costanzo e di sua figlia, la sventurata
+principessa Onoria che, fidanzatasi al
+terribile Attila, dopo una vita di passioni
+avventurose, venne a trascinare stentatamente
+gli ultimi anni della sua esistenza
+in un chiostro di Ravenna. L'opinione che
+il corpo di Onorio si trovi del pari in uno
+di questi sarcofaghi è senza dubbio priva
+di fondamento, poichè questo imperatore
+morì, è vero, a Ravenna, ma fu seppellito
+nel mausoleo imperiale di Roma, vicino a
+San Pietro.</p>
+
+<p>I mosaici del mausoleo di Galla Placidia
+sono notevoli per la loro antichità; risalgono
+avanti al 450, e sono i più antichi
+prodotti dall'arte cristiana. Oltre gli arabeschi,
+felicemente disegnati, rappresentano<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[Pg 352]</a></span>
+delle figure isolate di profeti e di evangelisti
+e in due punti l'imagine di Cristo.
+Qui, come in tutte le vecchie chiese di
+Ravenna, si rimane colpiti dalla fisonomia
+bella, giovanissima e imberbe del Salvatore.
+Questa concezione della figura di Cristo
+corrisponde del resto all'ideale che la gente
+si formò nei primi tempi del cristianesimo.
+Soltanto più tardi, il viso del Salvatore
+venne rappresentato sotto l'aspetto vecchio,
+tetro e lugubre del tipo bizantino. Ravenna
+offre la prova manifesta dell'errore di una
+tale appellazione. I maestri mosaicisti bizantini,
+e particolarmente quelli dell'epoca di
+Giustiniano, hanno dovuto lavorare a Ravenna
+più che in ogni altra città d'Italia.
+E anche nei mosaici di San Vitale, posteriori
+di 100 anni circa a quelli del mausoleo
+di Galla Placidia, noi ritroviamo lo
+stesso tipo giovanile della figura del Salvatore,
+molto lontano dalla tradizione detta
+bizantina e che si riavvicina piuttosto all'ideale
+primitivo, caratterizzato dalle pitture
+delle catacombe. Ma lo strano si è che il
+secondo tipo, quello che offre un'espressione
+quasi demoniaca, si trova di già sull'arco
+trionfale di San Paolo, a Roma, decorato
+egualmente di mosaici per ordine di Galla
+Placidia, ai tempi di Papa Leone I (440-462),
+come lo prova anche oggi l'iscrizione:
+<i>Piacidiae pia mens operis decus</i>... Il Salvatore<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[Pg 353]</a></span>
+vi è rappresentato in mezzo busto,
+in proporzioni sovrumane; l'espressione
+del viso è tetra, e sveglia un sentimento
+di terrore. In quei tempi non vi erano
+certamente a Roma artisti bizantini; i mosaicisti
+facevano ancora parte dell'antica
+scuola, di quella che aveva decorato le
+Terme. Il tipo severo e terribile della figura
+di Cristo proviene dunque da una concezione
+romana, e non bizantina.</p>
+
+<p>Molte altre chiese furono fondate a Ravenna
+da Galla Placidia. Esse esprimono
+lo spirito profondamente religioso e melanconico
+di questa donna straordinaria,
+che consacrò gli ultimi anni della sua vita
+alle meditazioni religiose e alla pia contemplazione
+del passato. E, mentre noi non
+risentiamo che del disprezzo per quel triste
+Onorio, che, alla presa di Roma, pianse,
+soltanto, a quanto dicono, la morte del suo
+pollastro favorito «Roma», la vita così disgraziata
+e turbata di Placidia c'ispira, al
+contrario, simpatia e profonda pietà.</p>
+
+<p>Dopo aver visitato la sua tomba, si può
+andare a vedere quella di Teodorico, che
+corrisponde alla seconda epoca della storia
+di Ravenna e ad uno dei più memorabili
+periodi degli annali d'Italia.</p>
+
+<p>Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel
+476, messo fine all'esistenza dell'Impero
+romano d'Occidente ed essendosi proclamato<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[Pg 354]</a></span>
+primo re d'Italia, governò con saggezza
+e fermezza in Ravenna, quando fu
+attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese
+gagliardamente; obbligato, infine, ad
+arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo
+per ordine del vincitore, nonostante i patti
+della capitolazione.</p>
+
+<p>E' da Ravenna che Teodorico governò
+l'Italia, riunita per l'ultima volta in regno
+sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì
+un magnifico palazzo. Se egli avesse
+mai abitato questo edificio, si potrebbe
+concludere che la residenza degli ultimi
+imperatori d'Occidente si era di già sprofondata
+nella tormenta dell'invasione barbarica.
+Ma antichi scrittori, che si occuparono
+del palazzo innalzato da Teodorico,
+hanno fatto osservare che questi non inaugurò
+l'edificio costruito per sua cura, la
+qual cosa nel linguaggio dell'epoca significa
+che non vi abitò. Se ciò è esatto, caratterizza
+assai bene il destino degli Ostrogoti,
+che, in generale, non riuscirono mai a prendere
+piede stabile in Italia. Il re degli Ostrogoti
+continuò dunque, probabilmente, a risiedere
+nel vecchio palazzo imperiale, mentre
+faceva costruire l'altro, del quale alcuni
+frammenti sono rimasti.</p>
+
+<p>Si scorgono nella strada principale che,
+da Porta Serrata a Porta Nuova, traversa
+Ravenna da un capo all'altro. Là s'innalza<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[Pg 355]</a></span>
+un alto muro in mattoni, sulla parte superiore
+del quale stanno una grande nicchia
+e otto piccoli archi romani. Le porte
+hanno egualmente la forma di arcate romane.
+Così come sono attualmente, col loro
+triste aspetto, questi ruderi ci fanno intravedere
+il medio evo nascente, caratterizzato
+dallo scomparire della grandiosa concezione
+architettonica romana. Questa riduzione
+di dimensioni appare, del resto, in
+tutti i monumenti di Ravenna. In verità,
+sarebbe azzardato appoggiarsi alla piccolezza
+delle vestigie del palazzo gotico di
+Ravenna per concludere che, nel suo insieme,
+questa costruzione non era nè sontuosa,
+nè grandiosa. Gli antichi cronisti
+affermano che Teodorico si fece portare
+da Roma e da Costantinopoli marmi preziosi
+e colonne, e che impiegò specialmente
+i ricchi avanzi del distrutto palazzo
+il «Pincio». Ciò è molto strano, poichè
+Ravenna stessa doveva essere una miniera
+di magnifici materiali. La residenza di Teodorico
+era, dicono, contornata da portici e
+ornata, all'interno, di splendidi mosaici.</p>
+
+<p>Davanti la facciata del palazzo si trovava
+la statua equestre di Teodorico, in
+bronzo dorato. La bellezza di quest'opera
+ha vivamente colpito lo spirito dei contemporanei
+e di Carlomagno, mediocre
+conoscitore, in verità, in cose d'arte. Se<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[Pg 356]</a></span>
+la morte impedì a Teodorico di stabilirsi
+nella sua compiuta dimora, vi risiederono
+però i suoi successori. In seguito, vi si
+stabilirono gli esarchi, mentre l'antico palazzo
+degli imperatori subiva la sorte delle
+dimore imperiali di Roma, cadeva cioè a
+poco a poco in rovina. La stessa sorte
+ebbe a sua volta il palazzo di Teodorico,
+che durò press'a poco due secoli. Carlomagno
+lo saccheggiò col consenso di papa
+Adriano I, e ne trasse marmi e mosaici,
+che fece trasportare a Aix-la-Chapelle, per
+ornarne la sua celebre chiesa e il suo palazzo.
+Anche la statua di Teodorico fu
+da lui trasportata di là dalle Alpi. Però
+Zirardini, appoggiandosi a documenti antichi,
+afferma che nell'XI e anche nel XII
+secolo si faceva ancora menzione del palazzo
+dei re goti; dei resti assai importanti di
+esso si erano dunque conservati intatti,
+almeno sino a quell'epoca. Tutta una parte
+della città si chiamava «palazzo di Teodorico»;
+e anche oggi il nome del gran
+re dei Goti viene conservato da un quartiere
+di Ravenna, e il viaggiatore può vederlo,
+non senza stupore, scritto alle cantonate
+delle strade.</p>
+
+<p>Non si può dubitare che il resto di muro,
+di cui si parla più sopra, abbia fatto parte
+del palazzo di Teodorico. La tradizione
+del luogo, in cui sorgeva questo fabbricato,<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[Pg 357]</a></span>
+non poteva in alcun modo perdersi in
+Ravenna. Del resto, un pezzo di mosaico
+fortunatamente conservato a Sant'Apollinare
+Nuovo, rappresentante la facciata del
+palazzo stesso, riproduce appunto uno
+stile architettonico analogo a quello del
+muro che ho descritto. Nel 1654, un
+legato del Papa fece incastrare in questo
+muro un'urna di porfido; e siccome questa
+era stata trovata presso la tomba di Teodorico,
+ne concluse che aveva contenuto
+le ceneri del gran re dei Goti e ciò fu arditamente
+affermato nell'iscrizione oggi ancora
+visibile.</p>
+
+<p>Il re dei Goti morì il 30 agosto 526, in
+discordia completa con la chiesa di Roma
+e con Bisanzio; fu sepolto nel mausoleo
+che egli aveva fatto costruire per sè e per
+la sua famiglia, presso l'entrata della città.
+Questo celebre sepolcro, monumento della
+dominazione dei Goti in Italia, legame tra
+due periodi della storia dell'arte, si è conservato
+fino ai nostri giorni ad un dipresso
+come il mausoleo di Galla Placidia.
+La maggior parte dei famosi sepolcri
+di Roma sono stati completamente distrutti,
+come quello di Augusto, o trasformati in
+fortezze e resi affatto irriconoscibili, come
+quelli di Adriano e di Cecilia Metella; il
+monumento di Teodorico, invece, ha resistito
+al tempo, almeno nelle sue parti essenziali.<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[Pg 358]</a></span>
+Le arcate che circondavano probabilmente
+le terrazze del piano superiore,
+sono sparite; ma i secoli non sono riusciti
+ad abbattere i contrafforti di pietre
+da taglio, nè la gigantesca cupola monolita,
+che sormontava l'ultima dimora del
+grande re barbarico. Questo monumento
+è la prima cosa che colpisce il viaggiatore
+appena giunge a Ravenna, perchè la strada
+ferrata vi passa vicino, a circa cento metri.
+S'innalza in mezzo a vigne e giardini.
+Un viale d'alberi vi conduce; la folta erba
+che lo ricopre mostra chiaramente la scarsezza
+dei visitatori. Questa solitudine selvaggia
+e questa bella verdura armonizzano
+con i gusti dell'eroe germanico, innamorato
+della fresca natura, come lo era
+tutto il suo popolo.</p>
+
+<p>Mentre la pia Placidia che visse per
+molto tempo a Bisanzio, si faceva seppellire
+in una cappella quasi sotterranea, splendente
+di mosaici e d'imagini sante, Teodorico,
+il re goto, preferiva una sepoltura
+degna di un capo di barbari del nord e di
+un Cesare romano. La semplicità grandiosa
+del monumento, di cui i giganti soli sembrano
+aver potuto sollevare il tetto di roccia,
+conviene bene alla memoria dell'antico
+<i>Dietrich von Bern</i>, dell'eroe di Nibelungi;
+ma, d'altra parte, il carattere romano dell'insieme
+della costruzione rievoca il ricordo<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[Pg 359]</a></span>
+del germano già quasi trasformato
+dalla civiltà. Ben si adattava là l'ultimo
+asilo pel sovrano amico del letterato Cassiodoro,
+per l'erede, nello stesso tempo che
+per l'emulo, degl'imperatori della Città
+eterna.</p>
+
+<p>Al piano inferiore dell'edificio una porta
+arcata si apre su di una sala a vôlta,
+avente la forma della croce latina; al piano
+superiore c'è una porta quadrata che dà
+accesso alla sala, a cui la cupola serve
+di soffitto. Le due scale di pietra, che
+conducono a quest'ultimo piano, non furono
+compiute che nel 1780. Nessun sarcofago
+appare più nelle due sale vuote;
+nessuna iscrizione indica il luogo ove riposavano
+il gran re e i suoi successori. Nessuno
+sa dire in quale epoca sparvero le
+urne funerarie, nè in qual luogo furono
+trasportate. La leggenda sola racconta che
+il feretro di porfido di Teodorico stava in
+cima all'edificio sopra la cupola; ma questo
+non può essere che un errore, poichè il sarcofago
+doveva rimanere piuttosto nella
+gran nicchia del piano superiore, di fronte
+alla porta d'ingresso. Un'altra leggenda
+vuole che il sarcofago di Teodorico si trovasse
+nella chiesa di Santa Prassede a
+Roma. Più ammissibile è che, allorquando
+Belisario s'impadronì di Ravenna, i Greci
+e gl'Isaurii abbiano saccheggiato, per<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[Pg 360]</a></span>
+vendetta, l'interno del mausoleo e disperse
+lontano le ceneri del valoroso capo dei
+Goti; e se il sarcofago non fu distrutto
+allora, probabilmente uno degli esarca lo
+fece trasportare a Bisanzio come trofeo.
+In ogni modo, Carlomagno certo non lo
+trovò a Ravenna, perchè altrimenti l'avrebbe
+fatto trasportare ad Aix-la-Chapelle, ove,
+forse, sarebbe andato a inchinarsi.</p>
+
+<p>Teodorico, costruendo la sua tomba sperava,
+sicuramente che tutta una sua dinastia
+vi sarebbe venuta successivamente
+a riposare; ma s'ingannava. La sua casa
+doveva bentosto crollare, in un rapido
+e terribile cataclisma, e l'impero intiero
+dei Goti venir travolto dalla stessa tormenta.
+Si pensa a questa brusca catastrofe,
+quando ci si trova in mezzo al mausoleo,
+fra le nude muraglie, e si cercano invano
+le traccie dei morti, ai quali doveva servire
+d'asilo. Amalasunta, la nobile e intelligente
+figlia di Teodorico, vi seppellì,
+nel 534, suo figlio Atalarico, ultimo rampollo
+del ramo paterno, ucciso, nell'età più
+tenera, dagli stravizi italiani. Poco dopo,
+Amalasunta fu strangolata, in un'isola
+del lago di Bolsena, e, a quanto sembra,
+il suo corpo fu riportato a Ravenna. Il
+suo sposo e, probabilmente, suo assassino,
+Teodato, sgozzato nel 536, mentre fuggiva
+da Roma verso Ravenna, non trovò neppur<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[Pg 361]</a></span>
+lui riposo nel mausoleo di Teodorico;
+e neanche la disgraziata Matavinta, figlia
+d'Amalasunta, che Vitige, successore di
+Teodato, aveva costretto ad accettarlo per
+marito. Come Vitige, essa terminò i suoi
+giorni in prigione a Bisanzio o in qualche
+altra città dell'Oriente. Quanto agli ultimi
+re ostrogoti, nessuno di essi lasciò a Ravenna
+la sua spoglia mortale. Il valoroso
+Totila fu seppellito sugli Appennini e Teia
+ai piedi del Vesuvio, sul campo di battaglia,
+ove aveva lottato come un eroe
+omerico.</p>
+
+<p>Il viaggiatore tedesco sente passare su
+di sè il grande soffio della storia e, nello
+stesso tempo, prova un profondo e malinconico
+amore per la sua patria, quando,
+isolato in quel deserto di verdura, contempla
+la tomba di Teodorico. Intorno al severo
+monumento del re ostrogoto aleggiano
+le ombre di quel secolo eroico, in
+cui l'epopea greca di Omero sembra confondersi
+con l'epopea tedesca dei Nibelungi.
+La mente evoca le imagini di Belisario, di
+Narsete, di Totila, di Teia, di Teodorico e
+di Amalasunta, di Cassiodoro, di Procopio,
+di Boezio, di Giustiniano, di tante altre
+figure di goti e di greci, che recitarono la
+loro parte in uno dei più meravigliosi
+drammi che la storia universale annoveri,
+nel caos delle nazionalità, delle civiltà<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[Pg 362]</a></span>
+che si confusero e si combatterono
+sulla soglia del medio evo. A Roma, l'arco
+trionfale di Costantino segna la frontiera
+tra il paganesimo e il cristianesimo; a Ravenna
+il monumento di Teodorico è il tratto
+d'unione tra il mondo antico e il medio
+evo germanico-romano, mentre è, nello
+stesso tempo, la tomba dell'arte, della letteratura,
+della scienza e della civiltà, protetta
+in generale da Teodorico e da sua
+figlia, ma condannata a sparire dopo essi,
+per secoli e secoli, nelle fitte tenebre della
+barbarie. Le fondamenta della tomba si
+sprofondano ogni giorno di più nel sottosuolo
+paludoso. Un papa, bene intenzionato,
+Gregorio XVI, se non erro, tentò di sviare
+le acque stagnanti per mezzo di un canale
+murato, ma il suo tentativo fallì. Ho
+trovato io stesso, nella stagione più asciutta
+dell'anno, un vero pantano che, in autunno,
+immagino, invaderà il piano inferiore del
+monumento. Il peggio si è che le pietre da
+taglio del piano superiore qua e là si staccano.
+Il conte Alessandro Cappi, amante
+della conservazione di Ravenna, si è lagnato
+amaramente con me dello stato di
+abbandono, in cui si lascia il monumento,
+pel quale nulla si è fatto da molti anni; e
+io non posso qui che unirmi a lui per
+scongiurare gl'Italiani a prendere, il più
+prontamente possibile, delle misure atte<span class="pagenum"><a name="Page_363" id="Page_363">[Pg 363]</a></span>
+a preservare da una maggiore ruina questo
+importante documento dei secoli scorsi.
+Chi si ricorda le parole di Cassiodoro,
+ultimo dei Romani, ministro dell'immortale
+Teodorico? Siccome si portava dinanzi
+a lui, contro i Goti, l'accusa di essere i
+distruttori della civiltà antica, egli gridò:
+«<i>Gothorum laus est civilitas custodita!</i>»
+E' questo un proposito, al quale si dovrebbero
+ispirare gl'Italiani d'oggi; se essi
+hanno un diritto storico sul monumento
+di Teodorico, noi tedeschi gli siamo legati
+da una specie di attaccamento morale.
+A questo titolo, mettiamo il mausoleo del
+gran re dei Goti sotto la protezione del
+sentimento di pietà che ordinariamente ispirano
+i ricordi del proprio passato glorioso.
+Grazie a Dio, non siamo più a quell'epoca
+di vero vandalismo, in cui si abbandonavano
+con indifferenza al disfacimento e alla
+rovina i più maravigliosi monumenti dell'arte
+e della storia.</p>
+
+<p>Alla fine del 539, il grande Belisario
+fece la sua entrata da vincitore nella città
+di Ravenna, fino allora inespugnabile, e si
+stabilì nella dimora abbandonata di Teodorico.
+Non è pertanto a lui, ma al suo
+emulo in valore e gloria, all'eunuco Narsete
+che il destino riserbava l'onore di por
+fine alla spaventosa guerra intrapresa contro
+i Goti. Giustiniano nominò questo generale<span class="pagenum"><a name="Page_364" id="Page_364">[Pg 364]</a></span>
+patrizio e governatore delle sue
+Provincie d'Italia; e Narsete fissò la sua
+residenza nel palazzo di Teodorico, e Ravenna
+continuò a essere considerata come
+la capitale d'Italia.</p>
+
+<p>La più celebre delle chiese di Ravenna
+è quella di San Vitale, presso il mausoleo
+di Galla Placidia. Cominciata nell'ultimo
+anno di regno di Teodorico e
+continuata durante tutto il periodo della
+guerra contro i Goti, era ancora incompiuta,
+quando Belisario fece la sua entrata
+nella città. Finalmente, nel 547, l'arcivescovo
+Massimiano consacrò la chiesa nel
+momento in cui, per la seconda volta,
+Totila assediava Roma, e Belisario, per la
+seconda volta pure, la difendeva vittoriosamente.
+La costruzione di San Vitale è
+dunque contemporanea alla caduta dei Goti
+e glorificò il trionfo di Costantinopoli. Nella
+stessa epoca Giustiniano erigeva, nella sua
+capitale, il magnifico monumento di Santa
+Sofia, di cui l'imagine si riflette nella forma
+di San Vitale. Per la storia dell'arte, questa
+basilica bizantina rappresenta il tipo più
+puro dell'architettura e della pittura del
+periodo giustiniano, di cui restano, a parte
+Santa Sofia, così pochi monumenti originali
+anche in Costantinopoli. Ciò, sopratutto,
+per i mosaici così numerosi e così
+ricchi in tutte le basiliche bizantine del<span class="pagenum"><a name="Page_365" id="Page_365">[Pg 365]</a></span>
+tempo di Giustiniano e di cui la maggior
+parte sono oggi scomparse.</p>
+
+<p>San Vitale ha la forma di un ottagono,
+con cupola. Delle colonne interne sostengono
+la chiesa, e una galleria di archi
+la circonda a mezza altezza. La cupola
+era un tempo rivestita di mosaici, ma questi
+a poco a poco sono caduti, mentre conservati
+si sono invece nella loro integrità
+i celebri mosaici del presbiterio. L'edificio
+fu così solidamente costruito, che l'opera
+dura da 1300 anni, senza aver subìto
+la minima riparazione notevole: fatto questo
+veramente importante nella storia del
+mosaico. I rivestimenti di San Vitale sembrano
+appartenere a due epoche distinte,
+separate probabilmente da un secolo d'intervallo.
+I più recenti mosaici sono nella
+parte superiore del presbiterio. Le figure
+del Cristo e degli apostoli si avvicinano
+digià a ciò che si è convenuto chiamare
+tipo bizantino. Il Cristo è barbuto ed ha
+lunghi capelli biondi. Al contrario, nella
+tribuna il Salvatore appare con un viso
+più giovane; è seduto fra due angeli, sul
+globo del mondo, e offre la corona al martire
+Vitale, mentre a sinistra sant'Ecclesio,
+fondatore della basilica, gli porge la
+pianta dell'edificio. Il Cristo porta l'aureola
+con la croce, ed è vestito di un
+manto scuro, tutto di un colore. L'espressione<span class="pagenum"><a name="Page_366" id="Page_366">[Pg 366]</a></span>
+di questa giovane fisonomia ha nello
+stesso tempo tanta grazia antica e purezza
+ideale, quanta non ricordo di averne
+mai riscontrata in nessun altro mosaico.
+Nella stessa tribuna l'artista ha osato rappresentare,
+al lato dei sacri personaggi, dei
+ritratti profani e contemporanei, quelli
+dell'imperatore Giustiniano e de' suoi cortigiani.
+Non conosco un altro esempio simile,
+poichè il celebre mosaico laterano a Roma,
+che rappresenta Carlomagno, non era destinato
+che ad una sala da pranzo. Sul muro
+di destra della tribuna si vede Giustiniano
+in piedi, la testa cinta da un'aureola; il che
+prova come allora questo simbolo non
+avesse ancora il significato dogmatico attribuitogli
+più tardi. Egli porta in mano
+un'offerta; sulla sua veste semplice e scura
+brilla una stella d'oro; i suoi piedi sono
+calzati da coturni di porpora bizantina; la
+testa è giovanile, di un ovale regolare, il
+corpo vigoroso e slanciato. L'imperatore
+ha i baffi, mentre i guerrieri che lo circondano,
+armati di lance e scudi col monogramma
+di Cristo, appaiono assolutamente
+imberbi. Dall'altra parte del dipinto, san
+Massimiano, seguito da due ecclesiastici,
+s'avanza incontro a Giustiniano. Si direbbe
+che, per rispetto alla maestà imperiale, la
+quale, del resto, rivendicava anche quella
+del supremo pontificato, si sia volontariamente<span class="pagenum"><a name="Page_367" id="Page_367">[Pg 367]</a></span>
+spogliato dell'aureola; egli, difatti,
+non porta tale attributo; tratto caratteristico,
+questo, del dogma bizantino e che
+riflette la natura inaccessibile e il prestigio
+divino della potenza imperiale. Sappiamo,
+d'altronde, che l'aureola fu originariamente
+tratta dalle imagini di Apollo e
+che essa circondava digià la testa degli
+imperatori romani onorati nell'apoteosi.</p>
+
+<p>Di fronte, sulla parete sinistra della tribuna,
+si vede la sposa dell'imperatore,
+Teodora, un tempo prostituta a Bisanzio
+e famosa per l'abilità sfrontata con cui
+riproduceva sul teatro le scene più impudiche,
+in seguito imperatrice d'Oriente e
+d'Occidente; essa pure è riprodotta con
+l'aureola di Cristo sulla testa, in un santuario,
+in mezzo ai Santi! Conoscendo le
+incredibili storie che su questa donna narra
+Procopio, il cronista di Belisario e l'ultimo
+degli scrittori classici dell'antichità,
+e ricordando come egli abbia stigmatizzato
+nella sua <i>Storia secreta</i> il carattere
+di Giustiniano, si rimane veramente stupiti
+di trovare una simile imagine in un
+quadro sacro di chiesa. Certo, noi non ne
+vorremmo essere privati per questo, poichè
+hanno per la storia un prezzo inestimabile.
+E siccome l'arte di quell'epoca era
+ancora capace di esprimere le rassomiglianze,
+si può ammettere che queste figure<span class="pagenum"><a name="Page_368" id="Page_368">[Pg 368]</a></span>
+imperiali non fossero parto di fantasia e
+che si avvicinassero abbastanza all'originale.</p>
+
+<p>Teodora v'è rappresentata come una donna
+giovane, bella, imponente e di aspetto veramente
+imperiale. Porta il sontuoso diadema
+bizantino, e il suo sacro mantello
+è riccamente ornato, alla foggia orientale,
+di ricami d'oro e di pietre preziose. Come
+Giustiniano, essa tiene in mano un vaso
+che porta a titolo di offerta. Ai suoi lati
+le dame della corte, di nobile aspetto come
+la loro padrona, sono vestite di broccato
+drappeggiato all'antica, in colori ricchi e
+svariati. E' notevole la loro pettinatura, la
+quale ricorda esattamente quella delle donne
+romane del tempo de' Flavii e degli Antonini.
+Sarebbe azzardato voler ritrovare
+dei ritratti autentici in queste figure, che
+si rassomigliano le une alle altre; ma
+pur tuttavia tali tipi muliebri, appartenenti
+all'epoca più brillante, più sontuosa,
+più raffinata della corte di Bisanzio, non
+si possono guardare senza interesse. L'artista
+ha dato loro un carattere di vera
+grandezza, senza mai cadere nell'esagerato.
+Un'eguale espressione di solennità e di gravità
+è trasfusa nella loro fisonomia, e così,
+nonostante il carattere profano, la santità
+del luogo non è turbata. Esaminando quegli
+splendidi mosaici non si può fare a<span class="pagenum"><a name="Page_369" id="Page_369">[Pg 369]</a></span>
+meno di rilevare che l'arte bizantina, di
+cui sono un'emanazione, era ancora ben
+vicina all'antichità. Non vi è traccia di
+quella concezione religiosa esaltata, nemica
+di ogni gioia umana, nè di quello stile
+rigido monastico che si è preso l'abitudine,
+non so perchè, di chiamare bizantino.</p>
+
+<p>Per ricche che siano le chiese di Roma
+in mosaici, non ne possiedono che di quelli
+dal VI secolo in poi, e non possono certo
+paragonarsi al valore artistico e storico di
+quelli di San Vitale. Mentre s'innalzava la
+basilica di Ravenna, o tutt'al più dieci anni
+dopo, sotto il governo di Narsete, si costruiva
+a Roma la chiesa dei Dodici Apostoli.
+Disgraziatamente dei mosaici che la
+ornavano nulla oggi resta. I soli mosaici
+conservatici di quell'epoca sono quelli dell'antica
+basilica dei Santi Cosma e Damiano,
+basilica costruita da Papa Felice IV sul
+Foro Romano (524-530). Lo stile n'è vigoroso
+e originale; ma sono ancora lontani
+dalla perfezione artistica dei mosaici di Ravenna.</p>
+
+<p>Fui lieto di trovare in S. Vitale dei mosaicisti
+romani, che vi lavoravano da molti
+anni, sino dai tempi del Governo pontificio,
+intenti a restaurare i mosaici. Ci fu un
+tempo in cui, essendo quest'arte sparita da
+Roma, si facevano venire artisti da Bisanzio
+o dalla celebre scuola di Montecassino.<span class="pagenum"><a name="Page_370" id="Page_370">[Pg 370]</a></span>
+Ma le cose cambiarono nel secolo XIII,
+quando, sotto Innocenzo III e Onorio III,
+l'arte romana prese un novello impulso. Da
+allora fino ai nostri giorni, con lievissime
+interruzioni, l'arte del mosaico si è mantenuta
+florida sulle sponde del Tevere.</p>
+
+<p>Gli operai, padre e figlio, che incontrai
+a Ravenna, appartenevano ad una famiglia
+che da più generazioni praticava quest'arte,
+appunto come la famiglia dei Cosmati, i
+quali vissero a Roma nel XIII secolo. Ribel,
+uno dei mosaicisti, era, quando lo vidi, occupato
+a ripulire e riparare le parti guaste
+d'un mosaico laterale della tribuna, con un
+prodotto chimico testè scoperto, il quale
+permette di rendere ai mosaici, anneriti dal
+tempo, tutto il loro splendore. La prova che
+il mosaicista stava compiendo su una delle
+figure era talmente ben riuscita, che l'imagine,
+ringiovanita e rinfrescata, brillava dei
+più vivi colori. Col tempo tutti i quadri di
+San Vitale saranno sottomessi alla stessa
+operazione, e allora solamente potremo
+godere pienamente la loro primitiva bellezza.</p>
+
+<p>Quegli artisti mi offrirono, come ricordo,
+un oggetto che non si trova certo facilmente
+negli <i>albums</i> di fotografie: il ritratto
+di Giustiniano, in formato di carta da visita.
+Essi avevano trovato un'imagine di
+questo imperatore in certi pezzi di mosaico,<span class="pagenum"><a name="Page_371" id="Page_371">[Pg 371]</a></span>
+che dovevano aver adornato un
+tempo il muro interno, situato al disotto
+della porta di Sant'Apollinare l'avevano
+pulito e fotografato. Giustiniano vi era
+rappresentato come a San Vitale, ma
+soltanto in mezzo busto. Il suo viso somigliava
+a quello che ammirasi nella basilica,
+ma appariva più pieno e leggermente effeminato.
+Aveva la stessa toga sacra, attaccata
+alla spalla da un fermaglio di
+diamanti; il diadema era ornato, come sulle
+monete, da due file di pietre preziose. Attorno
+al viso si delineava egualmente
+un'aureola circolare, di color rosso porpora,
+cosparsa di punti bianchi, simili a
+perle. La figura si staccava su di un fondo
+d'oro, e al disotto si leggeva in caratteri
+romani il nome di Giustiniano. Un ritratto
+interessantissimo insomma.</p>
+
+<p>La bella basilica di Sant'Apollinare fu
+compiuta quasi alla stessa epoca di San
+Vitale.</p>
+
+<p>L'esterno, come quello delle altre basiliche
+di Ravenna, non ha verun interesse.
+Il campanile al suo fianco ha quella forma
+speciale che sembra particolare a Ravenna,
+ove se ne trovano parecchi altri esemplari.
+Queste tane, di aspetto barbaro, sono circolari
+e di altezza media, costruite di rozzi
+mattoni, senza armature, nè altri ornamenti,
+forate da piccole finestre arcate, che<span class="pagenum"><a name="Page_372" id="Page_372">[Pg 372]</a></span>
+una piccola colonna divide in due parti.
+Credo siano costruzioni dell'VIII o del IX secolo,
+piuttosto che del VI. L'interno della
+chiesa si divide in tre vani, che sopportano
+ventiquattro colonne di marmo greco
+e che, come la maggior parte delle basiliche
+di Ravenna, presentano un carattere
+di nobile semplicità. Ciò che distingue queste
+chiese dalle costruzioni romane della
+stessa epoca, è che esse hanno conservato
+un'impronta di grazia serena e come attaccata
+ancora alle potenze terrestri. Si
+nota pure che esse sono la libera produzione
+di un'epoca piena di vita realizzante,
+con la sua propria originalità, un
+ideale passato allo stato di tipo. Benchè
+la vecchia città, cadente in rovina, dovesse,
+a quel tempo, fornire ampia messe di colonne
+antiche, gli architetti di Sant'Apollinare
+hanno sdegnato servirsene. Le loro
+colonne e i loro capitelli omogenei, ancora
+più difficili a produrre, sono opere originali
+e non copiate da altri monumenti antecedenti.
+È l'opposto di Roma, ove, per
+costruire una nuova basilica, riunivano
+ordinariamente il maggior numero possibile
+di materiali tolti da edifici antichi,
+ruinando colonne ed anche capitelli
+eterogenei.</p>
+
+<p>Il vano centrale di Sant'Apollinare è
+ornato di bei mosaici. Se i mosaici di<span class="pagenum"><a name="Page_373" id="Page_373">[Pg 373]</a></span>
+San Vitale sono notevoli per le personalità
+storiche, di cui ci offrono l'imagine,
+quelli di Sant'Apollinare lo sono per la rappresentazione
+dei monumenti esistenti in
+Ravenna a quell'epoca. Sulla parete destra
+del vano centrale si scorge, brillante di
+colori freschissimi, la città di Ravenna,
+con la chiesa di San Vitale, con vari altri
+monumenti e col palazzo di Teodorico.</p>
+
+<p>Sul frontone del monumento si legge,
+a lettere d'oro, un nome che non poteva
+appartenere che alla dimora di Teodorico,
+quello di <i>Palatium</i>. Seguono venticinque
+imagini di santi, che tengono in mano delle
+corone, separati gli uni dagli altri da palme.
+Al termine della schiera, contornato d'angeli,
+sta un Cristo vestito di scuro e seduto
+su di un trono.</p>
+
+<p>Sul muro di sinistra, una composizione
+simmetrica rappresenta un corteo di giovani
+sante, un'adorazione di magi e una
+riproduzione architettonica. La Vergine
+occupa il trono, ed è una figura dolce e
+graziosa; ha la testa cinta dal velo delle
+religiose. Quanto ai re magi, la loro origine
+barbara si manifesta nei mantelli corti
+fatti di broccato, nei colori vistosi e nell'abito
+intero. Prive di ogni personalità,
+uniformi anche nelle linee del volto, le
+sante donne sono avvolte in ricche stoffe
+bizantine e in veli bianchi; portano il diadema<span class="pagenum"><a name="Page_374" id="Page_374">[Pg 374]</a></span>
+greco sulla testa. Queste imagini
+limpide, finemente ombreggiate, si distinguono
+da certe figure di santi appartenenti
+alla più antica maniera, come se ne vedono
+nelle basiliche romane, per esempio in
+San Paolo e in altre chiese, il più delle
+volte sull'arco di trionfo e sui quadri laterali
+delle tribune. Si ritrova in quelle di
+Sant'Apollinare la tradizione dell'arte antica.
+Nessun segno in esse della vicina
+barbarie; la monotonia stessa dei tipi
+non stanca l'occhio, e dà piuttosto all'insieme
+una specie di pace solenne, animata
+dalla grazia dei contorni e dalla
+ricchezza dei costumi.</p>
+
+<p>All'estremità del mosaico si vede il sobborgo
+di Classe, oggi distrutto, che fa riscontro
+all'imagine di Ravenna della parete
+opposta. E' un castello solidamente
+fortificato, con torri merlate, a cui si stende
+dinanzi il mare azzurro, cosparso di vascelli
+dalle bianche vele. Nel suo complesso
+è di un effetto straordinario.</p>
+
+<p>Ravenna non possiede nessun'altra chiesa
+che possa eguagliare la nobile opulenza e
+le felici proporzioni di Sant'Apollinare. Ha
+però ancora un certo numero di vecchie
+e notevoli basiliche, che mi limiterò ad
+indicare. Teodorico vi aveva fatto costruire
+parecchie chiese ariane, come quella dello
+Spirito Santo, ancora esistente, e di Santa<span class="pagenum"><a name="Page_375" id="Page_375">[Pg 375]</a></span>
+Maria in Cosmedino: non mi ci fermerò,
+come non intendo fermarmi a parlare di
+altri monumenti più antichi, dell'epoca di
+Galla Placidia, come San Giovanni Evangelista,
+Sant'Agata e San Francesco. Solo
+la cattedrale della città meriterebbe uno
+studio profondo, perchè fu la sede dei patriarchi,
+un tempo così potente, ma ricostruita
+intieramente nel <span class="smcap">XVIII</span> secolo. Questa
+cattedrale era la più antica delle chiese
+di Ravenna, di poco posteriore alle chiese
+romane di San Pietro e San Paolo e di
+San Giovanni in Laterano, risalendo all'arcivescovo
+Urso, da cui gli venne il nome
+di Basilica Ursiana. In origine era una
+basilica a cinque navate riposanti su cinquantasei
+colonne. Ne' suoi muri si trovavano
+rappresentate in gran numero scene
+della storia di Ravenna. Tutto ciò ora è
+scomparso, e qualunque sia l'interesse di
+alcune parti del nuovo fabbricato, niente di
+esso attrae in modo speciale la nostra
+attenzione.</p>
+
+<p>Gli archivi del palazzo arcivescovile
+costituiscono oggi il suo tesoro più prezioso.
+La collezione delle pergamene, composta
+di quasi 25,000 documenti, quella
+dei papiri, che risale sino al secolo <span class="smcap">V</span>,
+poteva essere considerata come una miniera
+inesauribile di documenti prima che parte<span class="pagenum"><a name="Page_376" id="Page_376">[Pg 376]</a></span>
+di queste due collezioni fosse trasportata al
+Vaticano, parte distrutta e dispersa.</p>
+
+<p>A poca distanza dal Duomo si trova
+ancora il vecchio battistero di San Giovanni
+in Fonte, esso pure attribuito all'arcivescovo
+Urso. Questa curiosa costruzione
+ottagonale si compone di due file di arcate
+romane sovrapposte, d'aspetto antichissimo,
+ed è sormontata da una cupola interamente
+ricoperta di mosaici, rappresentanti
+il battesimo di Cristo e i dodici apostoli.</p>
+
+<p>Fuori della città si possono ammirare
+due vecchie basiliche: Santa Maria in
+Porto e Sant'Apollinare in Classe. Quest'ultima
+è, senza dubbio, la più bella
+chiesa di Ravenna. Visitiamola. Come è
+noto, una volta il mare si avanzava sino
+a poca distanza dalla città e, in grazia di
+questa vicinanza e dei corsi d'acqua e delle
+lagune, Ravenna godeva una sicurezza e
+un'importanza commerciale pari a quelle
+che più tardi dovevano fare la fortuna di
+Venezia. E come Venezia, Ravenna, di
+cui la fondazione risale a tempi favolosi,
+era originariamente in parte costruita su
+delle isole.</p>
+
+<p>L'imperatore Augusto, conquistato da
+questa posizione topografica eccezionale,
+aveva deciso di riparare a Ravenna la
+flotta dell'Adriatico; di là l'origine del sobborgo<span class="pagenum"><a name="Page_377" id="Page_377">[Pg 377]</a></span>
+di Cesare e di Classe, di cui il secondo
+prese il nome dalla stazione navale
+stessa. Per lunghi anni Ravenna serbò il
+monopolio del commercio nell'Oriente; poi,
+l'interramento del suo porto e circostanze
+politiche, finirono per produrre la sua decadenza,
+tutta a profitto di Venezia.</p>
+
+<p>Da allora l'Adriatico si è ritirato a sette
+miglia dalla città, in guisa che non lo si
+scorge più da nessuna parte. Solo il vento
+umido, che giunge dal largo e passa al
+disopra delle foreste della costa, rivela la
+vicinanza del mare. Il punto stesso del
+vecchio porto non può più essere determinato
+con esattezza. Il nome d'una chiesa
+presso le mura della città, Santa Maria in
+Porto, e anche la piazza di Sant'Apollinare
+in Classe, sono le sole a indicare la
+regione, dove si trovavano un tempo i
+bacini e gli arsenali.</p>
+
+<p>Per arrivare alla basilica di Classe bisogna
+percorrere circa tre miglia, in direzione
+nord-est. Da prima si traversa il
+Ponte Nuovo, al disopra del fiume Ronco;
+poi si scorge, a due miglia di distanza,
+in una solitudine completa, l'antica chiesa
+con a lato il campanile rotondo e cupo.
+Tutto all'intorno si stende una vasta pianura
+paludosa, d'aspetto severo e malinconico,
+rotta qua e là da risaie. Dalla parte
+del mare si scorge, come una cintura di<span class="pagenum"><a name="Page_378" id="Page_378">[Pg 378]</a></span>
+un verde scuro, la celebre e immensa Pineta.
+Verso ovest s'innalzano all'orizzonte,
+lontano, le cime azzurognole degli Appennini.</p>
+
+<p>Sant'Apollinare fu costruita nel 535 da
+Giuliano Argentario, al quale si attribuisce
+la maggior parte delle basiliche di Ravenna
+di quell'epoca. Nel 549, la chiesa
+fu consacrata dal patriarca Massimiano, il
+quale terminò anche San Vitale. Del portico
+quadrato che la circondava, non rimane
+più che la parte anteriore, la quale forma
+ora il vestibolo; questo, in tutte le vecchie
+chiese di Ravenna, è specificato col
+nome di Ardica (derivato da Narte). L'interno
+della basilica è magnifico; le sue
+proporzioni sono maestose e semplici. Ventiquattro
+superbe colonne di marmo greco,
+non tolte a templi antichi, ma scolpite
+espressamente per questo monumento e
+ornate di capitelli simili, separano le navate.
+Secondo l'uso primitivo, il tetto a
+travicelli non ha ornamenti. Lo spirito dei
+tempi antichi spazia su tutto il monumento,
+e questa impressione è vieppiù rafforzata
+dallo spettacolo di una lunga schiera di
+sarcofaghi nelle pareti delle navate laterali.
+Non ho visto in nessun'altra città,
+tranne ad Arles, una così grande quantità
+di sarcofaghi innalzati isolatamente nell'interno
+delle chiese. La vista di quelli di<span class="pagenum"><a name="Page_379" id="Page_379">[Pg 379]</a></span>
+Sant'Apollinare ha immediatamente risvegliato
+in me il ricordo della famosa strada
+coperta di tombe della vecchia città provenzale.</p>
+
+<p>Le urne funerarie di Ravenna si distinguono
+in maniera tutta speciale dai sarcofaghi
+romani dell'epoca cristiana. Roma
+ne possiede un gran numero, molto interessanti,
+in parte del secondo periodo del
+medio evo; se ne trovano nelle Grotte del
+Vaticano, nel museo di San Giovanni in
+Laterano e qua e là nelle chiese. Numerose
+tombe dei primi tempi del cristianesimo
+sono anche ornate da soggetti religiosi,
+scolpiti in rilievo. Le urne funerarie
+di Ravenna, invece, appartengono all'epoca
+gotica bizantina e anche all'epoca barbara,
+e quasi sempre sono dei sarcofaghi molto
+massicci, fatti di marmo greco, d'un bianco
+giallastro, senza ornamenti, tranne i simboli
+cristiani e una semplice iscrizione. A
+parer mio, nessuno di essi è improntato
+all'antichità pagana, come a Roma in alcune
+tombe papali. A Ravenna sono state
+tutte eseguite per lo scopo a cui erano
+destinate. Le loro forme, grandiose e originali,
+producono una profonda impressione;
+si direbbe che tali sarcofaghi, dalle
+volte sollevate e massiccie, abbiano servito
+di sepoltura a eroi goti, piuttosto che a
+patriarchi.<span class="pagenum"><a name="Page_380" id="Page_380">[Pg 380]</a></span></p>
+
+<p>Sembra che l'arte della scultura fosse già
+spenta a Ravenna, avanti i tempi di Galla
+Placidia, poichè non la si ritrova viva che
+nei suoi rapporti diretti con l'architettura.
+L'arte di riprodurre figure si concentrò
+interamente nel lavoro del mosaico, e vi
+produsse, in quei tempi semi-barbari, una
+ricca e preziosa fioritura. Conforme all'uso
+cristiano, quei sarcofaghi venivano posti
+un tempo sotto il portico esterno della
+chiesa. Essi racchiudono i corpi dei patriarchi
+della città, dal <span class="smcap">V</span> all'<span class="smcap">VIII</span> secolo. A
+somiglianza di quanto si è fatto nella chiesa
+di San Paolo fuori le mura, a Roma, si sono
+ornati i muri delle navate di una fila di ritratti,
+rappresentanti la lunga serie degli
+arcivescovi di Ravenna; ma questa decorazione
+è di recente data. Come la lista dei
+Papi comincia da San Pietro, quella dei metropolitani
+di Ravenna si apre col missionario
+Apollinare, fondatore dell'arcivescovato.
+Il patrono e capo gerarchico di Ravenna
+era stato, secondo la tradizione romana,
+istituito vescovo da San Pietro, a
+Roma; era, dunque, discepolo del principe
+degli apostoli. Tuttavia, si rivendicò molto
+tempo per lui, contro San Pietro, la supremazia
+sul mondo cristiano; o, per essere
+più precisi, i vescovi di Ravenna suoi successori
+rifiutarono per vari secoli il primato
+di Roma. Le ricchezze temporali del seggio<span class="pagenum"><a name="Page_381" id="Page_381">[Pg 381]</a></span>
+di Sant'Apollinare erano, d'altronde,
+considerevoli, poichè gli arcivescovi possedevano
+immobili lontani, perfino in Sicilia
+e in Oriente. Dopo la caduta del regno longobardo,
+come ho già ricordato, si eressero
+un momento a padroni dell'Esarcato, contro
+le pretese dei Papi.</p>
+
+<p>Il patriarca di Ravenna era ancora, nell'<span class="smcap">XI</span>
+secolo, così ricco e così potente che
+l'imperatore Enrico IV, durante la sua lotta
+contro Gregorio VII e la contessa Matilde,
+trovò in lui il suo più forte sostegno. Fu
+l'arcivescovo della città, Vilberto, che l'imperatore
+scelse per elevare alla dignità di
+anti-papa, sotto il nome di Clemente III;
+ma questo avvenimento segnò il termine
+della grandezza della chiesa di Ravenna.</p>
+
+<p>All'epoca in cui l'Impero era fiorente,
+parecchi tedeschi furono innalzati dall'Imperatore
+alla dignità di arcivescovi di Ravenna
+e dotati per questo titolo di larghi
+privilegi.</p>
+
+<p>La città vide pure qualcuno de' suoi
+metropolitani salire sul seggio pontificio,
+fra questi il ferreo Giovanni X e il celebre
+Gilberto o Silvestro II, ai tempi di Ottone
+III. Nello stesso tempo circa, due
+grandi santi, Romualdo e Pietro Damiano,
+gettarono un vivo splendore sulla chiesa
+di Ravenna. La storia degli arcivescovi
+forma, dunque, fino ai secoli <span class="smcap">XII</span> e <span class="smcap">XIII</span> parte<span class="pagenum"><a name="Page_382" id="Page_382">[Pg 382]</a></span>
+integrante degli annali della chiesa romana
+e del medio evo italiano. Il primo tentativo
+di un'opera su questa storia risale
+alla metà del <span class="smcap">VII</span> secolo, e fu Agnello da
+Ravenna a compierlo. La sua opera, il
+<i>Liber pontificalis</i>, reca l'impronta di quel
+tempo ancora barbaro, ma la sua antichità
+la rende di gran valore, e le numerose e
+preziose informazioni storiche che racchiude,
+le danno un prezzo inestimabile, mentre
+la sua infantile ingenuità la circonda
+di una certa grazia.</p>
+
+<p>Dopo Carlomagno, fino all'epoca degli
+Hohenstaufen, ben pochi imperatori tedeschi
+tralasciarono di visitare Ravenna, sia
+nei loro viaggi a Roma, sia durante le
+guerre che sostennero in Italia: lo si rileva
+dagl'itinerarî:</p>
+
+<p>La capitale dell'antico esarcato offriva
+agl'imperatori una forte posizione nella
+penisola, durante le loro lunghe lotte con
+le città e i Papi.</p>
+
+<p>I titoli di proprietà che la Santa Sede
+faceva valere su Ravenna, non erano riconosciuti
+dagl'imperatori. Dal tempo degli
+Ottoni, la Romagna e l'esarcato venivano
+trattati come terre dell'Impero e governati
+da conti imperiali. Fu Rodolfo degli
+Hasburgo il primo a rinunziare solennemente,
+in favore della Santa Sede, ai diritti
+che per tutta l'antichità l'Impero aveva<span class="pagenum"><a name="Page_383" id="Page_383">[Pg 383]</a></span>
+rivendicato su quelle provincie. Gli Ottoni
+ebbero per il soggiorno di Ravenna una
+predilezione speciale; e Ottone I, sopratutto,
+non vi dimorò meno di cinque volte,
+nel 967, 968, 970, 971 e 972. Questo principe,
+il più potente dei sovrani tedeschi
+che stesero la loro dominazione sull'Italia,
+considerava così poco il Papa come padrone
+di Ravenna, che si fece costruire
+un nuovo palazzo presso le mura della
+città. Il luogo di questa dimora imperiale
+non si può determinare con esattezza; certo
+è che nè Cesare, nè Classe erano ancora
+scomparse a quel tempo.</p>
+
+<p>Ottone II dimorò due volte a Ravenna
+e Ottone III vi soggiornò a tre riprese.
+Fu qui che questo giovane principe proclamò
+il primo dei Papi tedeschi, suo cugino
+Bruno, che dopo, sotto il nome di
+Gregorio V, si pose sulla propria testa la
+corona imperiale. Ottone III amava Ravenna
+e i suoi santi, con quella passione
+esaltata che fu il segno distintivo del suo
+carattere. Ivi egli elevò dal seggio episcopale
+alla dignità pontificia il suo maestro,
+l'illustre Gerberto. Pochi anni appresso,
+Ottone III ripassava da Ravenna, questa
+volta fuggiasco, cacciato dai Romani, e vi
+rimaneva per alcune settimane, nel monastero
+di Classe, nella cella del famoso<span class="pagenum"><a name="Page_384" id="Page_384">[Pg 384]</a></span>
+Romualdo, sotto il saio monacale e in
+mezzo a pratiche di penitenza.</p>
+
+<p>Di questo avvenimento rimase ancora
+memoria sui muri della basilica, in iscrizione
+moderna, è vero, e di fattura ecclesiastica.</p>
+
+<p>Eccone la traduzione: «Ottone III, imperatore
+di Germania, re dei Romani, sottomettendosi
+alla regola severissima di
+san Romualdo per la remissione dei suoi
+peccati, venne scalzo dalla città di Roma
+al monte Gargano, dimorò quaranta giorni
+come penitente in questo chiostro e in
+questa basilica, espiò i suoi delitti sotto
+il cilicio e con mortificazioni volontarie,
+dando un augusto esempio di umiltà e,
+Imperatore, illustrò questo tempio e insieme
+il suo pentimento»<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>.</p>
+
+<p>Il celebre convento di San Romualdo
+non fu soppresso che sotto il regno di
+Napoleone I. I suoi fabbricati in rovina
+si trovano presso la basilica, fra cespugli
+di felci e olivi. I monaci sono dispersi;
+uno solo fra essi erra ancora malinconico
+<span class="pagenum"><a name="Page_385" id="Page_385">[Pg 385]</a></span>
+nella chiesa della quale è guardiano. La
+vecchia basilica rovina, insieme col campanile
+che le è al lato, e somiglia piuttosto
+a un faro che ad un campanile. La
+desolazione del vecchio monumento è infinita,
+e lo spettacolo della campagna deserta
+che lo circonda, dà una tristezza
+immensa, mentre è di una indescrivibile
+bellezza. Ho visto quella grande pianura
+paludosa durante un uragano che brontolava
+lontano sull'invisibile Adriatico e che
+aveva coperto il cielo di nere nubi. Le
+acque addormentate, coperte di piante acquatiche,
+le ruine sprofondate, la vecchia
+basilica e gl'immortali ricordi che essa
+evoca, la strada deserta che traversa la
+campagna nella direzione di Cesena, la
+cupa foresta di pini che si stende a perdita
+d'occhio e le cui cime gigantesche
+si stendono calme e maestose come grandi
+palme; dall'altra parte, attraverso l'atmosfera
+solcata di lampi, le torri dell'antica
+città: tutto questo insieme silenzioso, melanconico
+e morto, senza un cinguettio
+d'uccelli, senza un profilo umano, contribuisce
+a gettare l'anima in una profonda
+e indicibile commozione.</p>
+
+<p>Le rive melanconiche del Ronco conservano
+ancora il ricordo di un altro avvenimento
+storico, quello che ha segnato la
+giornata dell'11 aprile 1512, uno dei più<span class="pagenum"><a name="Page_386" id="Page_386">[Pg 386]</a></span>
+terribili scontri che abbia insanguinato il
+suolo italico, una lotta così eroica che Teodorico
+e Odoacre stessi ebbero ad ammirare
+il valore dei combattenti. E' là che
+gli eserciti alleati degli Spagnoli e del bellicoso
+Papa Giulio II, correndo in soccorso
+del generale Marco Antonio Colonna, rinchiuso
+in Ravenna, furono assaliti dalle
+truppe di Luigi XII, re di Francia, comandate
+dal giovane Gastone di Foix. I Francesi
+riportarono la vittoria; ma la pagarono
+con la vita del loro illustre ed eroico
+generale.</p>
+
+<p>I più celebri capitani dell'epoca, quelli
+che dovevano illustrarsi nel gran secolo
+di Carlo V, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi,
+il fior fiore dell'aristocrazia, tutti
+presero parte alla battaglia. Un grande
+poeta, l'Ariosto, si trovava nel campo del
+duca di Ferrara, e colui che più tardi doveva
+essere papa Leone X, allora legato,
+fu fatto prigioniero.</p>
+
+<p>Se Gastone di Foix avesse sopravvissuto
+alla sua vittoria, nulla gli avrebbe impedito
+d'impadronirsi di Roma e di Papa
+Giulio II. Ma la buona sorte che si è sovente
+attaccata alla Santa Sede, apportò
+un buon cambiamento; i Francesi vincitori
+furono bentosto vinti e costretti a lasciare
+l'Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_387" id="Page_387">[Pg 387]</a></span></p>
+
+<p>La colonna commemorativa che si vede
+ancora oggi sul campo di battaglia, sulla
+riva del Ronco, fu eretta nel 1557, per cura
+del governatore pontificio della Romagna,
+Donato Cesi, che divenne più tardi cardinale.
+Delle iscrizioni incise su medaglioni
+di arte molto mediocre ricordano il grande
+avvenimento.</p>
+
+<p>Non ho, disgraziatamente, potuto visitare
+la celebre foresta di pini, conosciuta
+sotto il nome di Pineta. La foresta sembra
+risalire ad una lontana antichità. Si dice
+che già al tempo dei Romani se ne traessero
+i materiali per la gettata del porto.
+L'esercito goto vi accampò, quando Teodorico
+assediò Odoacre in Ravenna. La
+maggior parte si compone di boscaglie
+di piante diverse, in mezzo alle quali si
+innalzano gli alti fusti dei pini. I frutti di
+questi alberi racchiudono delle nocciuole,
+a forma di mandorle, di cui Ravenna fa
+un commercio molto esteso. Si calcola a
+diecimila il numero delle staia di tale frutto,
+che ogni anno vengono spedite fuori. Gli
+abitanti di Ravenna mi hanno fatto delle
+descrizioni incantevoli dell'interno selvaggio
+e deserto della loro Pineta, delle macchie
+nelle quali i cacciatori inseguono il cinghiale,
+e delle regioni in cui la foresta si
+avanza sino alla costa e viene a morire<span class="pagenum"><a name="Page_388" id="Page_388">[Pg 388]</a></span>
+in riva a golfi pittoreschi, bagnati dal mare.
+Il bosco si estende lungo l'Adriatico per
+una lunghezza di ventiquattro miglia, dalla
+città di Cervia sino alla foce del Po, chiamata
+Spina o <i>Spinetrium</i>. Misura tre miglia
+nella sua maggior larghezza.</p>
+
+<p>Noi abbiamo studiato i monumenti di
+Ravenna, seguendo il succedere dei tempi
+piuttosto che l'ordine topografico, e non
+ci siamo occupati che di qualcuno di essi,
+di quelli che caratterizzavano meglio la loro
+epoca. Abbiamo rilevato che la grande
+epoca guelfa non si ritrova quasi in nessun
+palazzo, in nessuna chiesa. Ma in mancanza
+di questi monumenti, gli abitanti di Ravenna
+mostrano con orgoglio, in un vicolo
+secondario, una piccola cappella funeraria,
+che essi non cambierebbero con la più
+bella cattedrale del mondo. Là è sotterrato,
+a lato di Galla Placidia e di Teodorico, il
+più gran genio dell'Italia, eroe e vittima
+della lotta dei Guelfi e dei Ghibellini, a cui
+ha innalzato un monumento imperituro.</p>
+
+<p>Quand'anche Ravenna non avesse altra
+attrattiva che la tomba di Dante, e altra
+gloria che quella di aver offerto l'ultimo
+asilo al Poeta, ciò basterebbe a preservare
+eternamente il suo nome dall'oblio.</p>
+
+<p>Fu nel 1320 che Dante, senza patria e
+nella più estrema povertà, si recò da Verona<span class="pagenum"><a name="Page_389" id="Page_389">[Pg 389]</a></span>
+a Ravenna. In quei tempi, racconta
+il Boccaccio, un nobile signore, Guido da
+Polenta, era padrone di Ravenna, città antica
+e celebre della Romagna. Egli era
+molto erudito nelle scienze liberali, onorava
+grandemente gli uomini di valore e specialmente
+quelli che la loro alta istruzione
+poneva al disopra degli altri. Quando seppe
+che Dante, di cui la riputazione era da
+lunga data giunta sino a lui, si trovava
+in Romagna, nella miseria e nello scoraggiamento,
+decise, senza esserne stato da lui
+sollecitato, di offrirgli un asilo e di trarlo
+dalla sua situazione disperata. Sotto la benevola
+protezione di questo nobile signore,
+Dante abitò Ravenna per qualche tempo,
+quando aveva perduto ogni speranza di ritornare
+a Firenze.</p>
+
+<p>Là egli formò un certo numero di allievi,
+nell'arte della poesia, sopratutto usando la
+lingua volgare, che, primo fra gl'Italiani,
+come afferma lo stesso Boccaccio, ha saputo
+elevare all'altezza che il greco Omero
+il latino Virgilio avevano conquistato per
+la loro lingua materna.</p>
+
+<p>La famiglia Polenta era divenuta nel
+1275 padrona della città, dominata per lo
+innanzi dai duchi dell'antichissima famiglia
+dei Traversari: Guido da Polenta era nipote
+della bella Francesca, che fu maritata
+a Giovanni Malatesta da Verrucchio, podestà<span class="pagenum"><a name="Page_390" id="Page_390">[Pg 390]</a></span>
+di Rimini, e del quale il poema di Dante
+ha immortalato il ricordo. Il signore di Ravenna
+non prese in mala parte i versi, ove
+l'ombra di Francesca da Rimini appare tra
+le ombre votate alla dannazione eterna.</p>
+
+<p>Dante finì la sua vita a Ravenna sotto
+la protezione di Guido.</p>
+
+<p>Il palazzo dei Polenta è scomparso senza
+lasciare la minima traccia, e della loro dominazione
+non resta altro monumento materiale
+che la tomba del poeta. A parte
+questo ricordo, niente risveglia più il loro
+nome, se non una lapide incastrata nel
+muro della chiesa di S. Francesco; essa
+rappresenta un uomo vestito di una tonaca
+dei frati minori e porta questa iscrizione:
+«<i>Hic jacet Magnificus Dominus Hostasius
+de Polenta qui ante diem felix obiens
+occubuit MCCCLXXXVI die XIV Mensis
+Martii. Cujus anima requiescat in
+pace.</i>»</p>
+
+<p>Le lotte combattutesi nell'anima ardente
+di Dante, le passioni che animano così violentemente
+la sua opera e che gli hanno
+impresso il segno di una tale incomparabile
+personalità, tutte queste agitazioni
+si erano ben calmate, quando il gran poeta
+venne a terminare i suoi giorni a Ravenna.
+La fine della sua vita fu consacrata alle
+pie ed alte meditazioni, alla <i>Vita contemplativa</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_391" id="Page_391">[Pg 391]</a></span></p>
+
+<p>Ivi egli compose i suoi salmi della
+penitenza e il suo Credo. Sembrava si fosse
+trasformato in penitente come aveva fatto
+l'imperatore Ottone III che, dopo aver visto
+crollare il suo potere su Roma, aveva
+rivestito il saio e si era rinchiuso per pregare
+nella cella di Sant'Apollinare. Quando
+sentì avvicinare la sua fine (si spense il
+14 settembre 1321), domandò che lo si
+sotterrasse vestito dell'abito dei francescani.
+Per questo i frati minori lo considerano
+come uno dei loro; si ricorda, d'altronde,
+che nel suo poema egli si era già
+rappresentato cinto della corda di quest'ordine.</p>
+
+<p>Guido da Polenta fece seppellire il Poeta
+in un sarcofago di marmo nel convento
+dei frati minori. Si proponeva d'innalzargli
+un magnifico monumento, ma questo
+progetto non fu eseguito. Durante i disordini
+nei quali la famiglia Polenta perì, la
+tomba fu dimenticata. Nel 1482 soltanto
+fu ricordato il dovere sacro che era stato
+lungamente trascurato. I Polenta erano stati
+cacciati. Bentosto annessa a Venezia, Ravenna
+fu governata da pretori della potente
+Repubblica. Uno di questi ultimi,
+Bernardo Bembo, padre del celebre cardinale,
+riprese il progetto di Guido da Polenta
+e fece innalzare al poeta, nel 1482,
+un bel mausoleo. E' quello che ci viene<span class="pagenum"><a name="Page_392" id="Page_392">[Pg 392]</a></span>
+mostrato oggi, ma trasformato dai legati
+del papa nel XVII e XVIII secolo. Si sa, infatti,
+che i Veneziani cedettero, nel 1509,
+Ravenna alla Santa Sede, sotto il pontificato
+di Giulio II, che riunì anche Bologna
+al dominio di S. Pietro.</p>
+
+<p>La tomba di Dante ha la forma di un
+piccolo tempio, sormontato da una cupola
+e fabbricato nello stile del Rinascimento.
+L'interno è ornato di bassirilievi e d'iscrizioni.
+Quattro medaglioni rappresentano
+Virgilio, Brunetto Latini, Can Grande della
+Scala e Guido da Polenta. In faccia alla
+porta di entrata si trova il sarcofago di
+marmo, e al disopra il medaglione in rilievo
+del Poeta.</p>
+
+<p>La celebre iscrizione, da lui composta
+dice:</p>
+
+<div class="poem" style="width: 30em;">
+<div class="stanza">
+<span class="i0">Jura monarchiae superos Phlegetonta lacusque<br /></span>
+<span class="i0">Lustrando cecini voluerunt fata quousque:<br /></span>
+<span class="i0">Sed quia pars cessit melioribus hospita castris,<br /></span>
+<span class="i0">Autoremque suum petiit felicior astris,<br /></span>
+<span class="i0">Hic claudor Dantes patriis extorris ab oris<br /></span>
+<span class="i0">Quem genuit parvi Florentia mater amoris.<br /></span>
+</div>
+</div>
+
+<p>La tomba è sempre chiusa. Il conte Alessandro
+Cappi, che mi accompagnò nella
+visita al mausoleo, mi raccontò che nella
+suo gioventù aveva visto a Ravenna lord
+Byron, allora innamorato della contessa<span class="pagenum"><a name="Page_393" id="Page_393">[Pg 393]</a></span>
+Guiccioli. Mai, mi disse la mia guida, lord
+Byron non passava in vista della tomba,
+fosse pure a distanza, senza scoprirsi rispettosamente,
+e mi sovvengo ancora dei bei
+versi che egli ha dedicato alla sepoltura
+di Dante.</p>
+
+<p>Ed è, infatti, un santuario a cui ogni
+uomo di animo elevato non saprebbe avvicinarsi
+senza commozione, un luogo di
+pellegrinaggio e di raccoglimento per tutti
+coloro che sono capaci di comprendere e
+ammirare il genio creatore del Poeta, tanto
+potente da innalzare al disopra delle tempeste
+e delle passioni un ideale eterno di
+calma e di sublime serenità.</p>
+
+<p>Dante simboleggia con la sua propria
+esistenza ciò che rende così maravigliosa
+la storia della sua patria, l'arte e la scienza
+producenti i loro più nobili fiori in mezzo
+alle più spaventose lotte civili.</p>
+
+<p>Da questo lato e da tanti altri il Poeta
+fiorentino è il rappresentante e come l'incarnazione
+del genio italiano verso la fine
+del medio evo.</p>
+
+<p>La solitudine in mezzo alla quale si drizza
+la tomba di Dante, produce un'impressione
+profonda, e bisogna felicitarsi che gli abitanti
+di Ravenna abbiano rifiutato ai Fiorentini
+pentiti la restituzione del loro tesoro
+nazionale. Dante continua così il suo destino<span class="pagenum"><a name="Page_394" id="Page_394">[Pg 394]</a></span>
+d'esilio; egli riposa nella cella la
+cui ombra ospitale riparò i suoi ultimi
+giorni, in un monumento all'erezione del
+quale hanno preso parte la Serenissima
+Repubblica di Venezia e la Santa Sede. La
+sua tomba si drizza al largo, libera e isolata
+come una sepoltura di sovrano, come
+il mausoleo del grande Teodorico.<br /><br /><br /></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/dec394.jpg" width="186" height="79" alt="" title="" />
+</div>
+
+<div class="footnotes">
+<p class="title"><span class="big">NOTE:</span></p>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Io desumo questi discorsi dallo scritto di un ufficiale
+francese che assistè alla scena.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Evidentemente qui l'imparzialità del Gregorovius
+vien meno. Quando lo storico tedesco scriveva
+queste righe, si era andata formando, sopratutto all'estero,
+una campagna denigratoria contro l'Eroe luminoso
+della nostra Indipendenza. In Francia, per esempio,
+un liberale ed uno scrittore di valore, Maxime du
+Camp, scriveva contemporaneamente di Garibaldi altrettanto
+e molto di peggio. Ciò, del resto, non era
+che l'effetto della campagna subdola e celata dei nemici
+della nostra libertà.
+(<i>N. d. T.</i>).</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Levate, venerabiles fratres, in circuitu oculos
+vestros, et videbitis, ac una Nobiscum vehementer
+dolebitis abominationes pessimas, quibus nunc misera
+Italia praesertim funestatur... Datum Romae apud
+S. Petrum die 17 octobris anno 1867. Pont. Nost. A. XXII.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Il conte Costantino Nigra, nato a Villa Castelnovo,
+Ivrea, nel 1828, e morto a Rapallo il 1 luglio 1906,
+fu una delle più illustri personalità del nostro Risorgimento.
+Cavour lo ebbe a segretario ne' suoi viaggi
+politici a Londra e a Parigi, sopratutto nel memorabile
+Congresso del 1856, dove il grande statista pose
+nettamente, davanti ai rappresentanti delle potenze,
+la questione della nazionalità italiana. Il Nigra rimase
+quindi alla Corte di Napoleone III, e divenne l'interprete
+gradito delle idee di Cavour e dei propositi di
+Re Vittorio Emanuele II. Fu ministro plenipotenziario
+dell'Italia presso la Corte di Francia sin dopo Sédan
+e grandemente sempre cooperò agl'interessi del nostro
+paese ed alla sua unità.
+(<i>N. d. T.</i>).
+</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Questo tratto caratteristico ce lo narra il cappellano
+degli zuavi, anch'esso prigioniero, che ha descritto
+semplicemente e fedelmente la dimora dei
+garibaldini a Monte Rotondo nella «Prigionia del
+P. Vincenzo Vannutelli». Episodii della invasione garibaldina
+del 1867. Appunti storici estratti dal suo
+giornale. Roma, Salviucci, 1869.</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> La narrazione del cappellano Vincenzo Vannutelli
+è stata da contemporanei degni di fede e da storici
+sereni, imparziali, in gran parte sconfessata. Il
+Vannutelli aveva tutto l'interesse, si capisce, di mettere
+in luce Garibaldi e i suoi valorosi compagni. Al
+Gregorovius, storico di solito così imparziale e sicuro,
+si può solo rimproverare di aver troppo prestato orecchio
+a quello che allora si andava propalando per
+l'Urbe dagli avversari di Roma capitale d'Italia, e per
+quanto non abbia certo accettato come verità sacrosanta
+quanto il cappellano degli zuavi aveva scritto.
+Lo provano, a questo proposito, le seguenti parole:
+</p><p>
+«Il lettore si sarà accorto che il monaco romano
+del 1867 descrive i garibaldini colla ingenuità con cui
+Erodoto descrisse gli Sciti o Villani gli Unni. Quando,
+ancora prigioniero, ma sfuggito alla morte e travestito,
+viaggiava sulla linea ferroviaria di Spoleto, in un treno
+pieno di garibaldini che ritornavano nell'Umbria, nell'attraversare
+un tunnel, mentre il treno rallentava la
+corsa, egli, guardandosi intorno, pensava: «Ecco una
+esatta immagine dell'inferno. La luce incerta del vagone,
+la corsa sotterranea, il frastuono del treno, il
+clamore di tutti questi uomini vestiti di rosso, tutto
+contribuisce a farmi credere di essere piombato nel
+più profondo degli abissi infernali».</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> «Dopo la presa di Monterotondo molti si fecero,
+col broccato degli abiti sacerdotali dei distintivi da
+ufficiale, si presentarono ai presunti loro subordinati
+e dissero: Vedete, io son tenente, capitano, e così di
+seguito; al che fu risposto con un applauso di scherno,
+con fischi ed altri acuti suoni che facevano mettendo le
+dita nella bocca».</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> Pantaleone difese il suo già compagno di fede, che
+doveva essere fucilato. Anche dei parenti, che egli
+aveva fra i garibaldini, parlarono in sua difesa; altri
+giovani gli fecero scudo col loro corpo contro i furenti,
+che volevano finirlo, e che erano istigati da una contessa
+emancipata, certa Martini, la quale raccomandava
+loro di <i>spacciarlo</i>. Il monaco fu posto in libertà, ma
+internato a Perugia, di dove tornò felicemente a Roma.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> Il marchese romano Capranica ha tradotto <i>Gli
+Albigesi</i> e il <i>Savonarola</i> di Lenau; ma queste versioni
+son tuttora inedite.</p></div>
+
+<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a>
+Dall'anno 1858, in cui io scrivevo queste pagine,
+molte cose si son mutate nei circoli letterari di Roma.
+Il simpatico Giovanni Torlonia morì il 9 novembre 1858
+nell'età di 27 anni, lasciando nella giovine scuola un
+irreparabile vuoto. Nannarelli fu chiamato a Milano
+professore all'Accademia; l'avvocato Ciampi ha svolto
+felicemente le sue facoltà, e adesso è fortunato autore
+di commedie in versi. Recentemente, anche l'ufficiale
+romano Muratori ha acquistato buona fama di poeta
+drammatico.
+<i>(Nota dell'autore).</i><br />
+</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> Otto III. Rom. Imp. Germ. Ob Patrata Crimina
+Austeriori Disciplinae Sancti Romualdi Obtemperans
+Emenso Nudis Pedibus Ab Urbe Romana Ad Garganum
+Montem Itinere Basilicam Hanc Et Coenobium
+Classense XXXX Diebus Poenitens Inhabitavit
+Et Hic Cilicio Ac Voluntariis Castigationibus Peccata
+Sua Expians Augustum Dedit Humilitatis Exemplum
+Et Imperator Sibi Templum Hoc Et Poenitentiam
+Suam Nobilitavit Anno DCM.</p></div>
+</div>
+
+<p>
+<span class="pagenum"><a name="Page_395" id="Page_395">[Pg 395]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 600px;">
+<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" />
+</div>
+
+<p class="title"><span class="big">INDICE</span>
+</p>
+
+<hr style="width: 35%;" />
+
+<ul class="TOC">
+<li>L'isola d'Elba<span class="tocright">Pag. &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#Lisola_dElba"><span class="smcap">3</span></a></span></li>
+<li>San Marco di Firenze<span class="tocright">&nbsp; » &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#San_Marco_di_Firenze"><span class="smcap">&nbsp;63</span></a></span></li>
+<li>La campagna dei volontari intorno Roma<span class="tocright">&nbsp; » &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<a href="#La_campagna_dei_volontari"><span class="smcap">&nbsp;91</span></a></span></li>
+<li>Poeti romani contemporanei<span class="tocright">&nbsp;&nbsp; » &nbsp;&nbsp;<a href="#Poeti_romani_contemporanei"><span class="smcap">&nbsp;253</span></a></span></li>
+<li>Avignone<span class="tocright">&nbsp;&nbsp; » &nbsp;&nbsp;<a href="#Avignone"><span class="smcap">&nbsp;287</span></a></span></li>
+<li>Ravenna<span class="tocright">&nbsp;&nbsp; » &nbsp;&nbsp;<a href="#Ravenna"><span class="smcap">&nbsp;343</span></a></span></li>
+</ul>
+
+<div class="tnote">
+<h2>Nota del Trascrittore</h2>
+<p>L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute,
+correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.
+Tutte le occorrenze
+dell'abbreviazione N.&nbsp;d.&nbsp;T. (Nota del Traduttore) sono state
+normalizzate in (N.&nbsp;d.&nbsp;T.). Grafie alternative mantenute:</p>
+<ul>
+<li>augurî/auguri</li>
+<li>avversarî/avversari</li>
+<li>côlti/colti</li>
+<li>contrarî/contrari</li>
+<li>decennî/decenni</li>
+<li>edificî/edifici</li>
+<li>esimî/esimi</li>
+<li>giudizî/giudizi</li>
+<li>païs/pais</li>
+<li>Pontificî/Pontifici/Pontificii</li>
+<li>Porto Ferraio/Porto-Ferraio/Portoferraio</li>
+<li>prigionia/prigionìa</li>
+<li>proprî/propri</li>
+<li>sètta/setta</li>
+<li>studî/studi</li>
+<li>tirannia/tirannìa</li>
+<li>varî/vari/varii</li>
+<li>volontarî/volontari/volontarii</li>
+</ul>
+<p>
+Altre correzioni:</p>
+<ul>
+<li>pag. 20 è straordinariamente [straordinamente] bella</li>
+<li>pag. 101 aveva mandato a Firenze il generale Fleury [Fleurg]</li>
+<li>pag. 103 aver cura del suo gregge [greggie]</li>
+<li>pag. 116 La vita ed il lavorìo [lavorio] segreto</li>
+<li>pag. 183 poteva servirgli di rocca [ròcca]</li>
+<li>pag. 188 specialmente quando [qua] va unita</li>
+<li>pag. 337 Villeneuve-les-Avignons [Villeneuve-les Avignons] è un paese pittoresco</li>
+<li>pag. 356 fece trasportare a Aix-la-Chapelle [Aise-la-Chapelle]</li>
+<li>pag. 394 riparò i [î] suoi ultimi giorni</li>
+
+</ul>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by
+Ferdinando Gregorovius
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 ***
+
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+
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+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
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+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
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+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
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+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
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+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
+
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