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You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org + + +Title: Passeggiate per l'Italia, Vol. 3 + +Author: Ferdinando Gregorovius + +Translator: Mario Corsi + +Release Date: November 1, 2011 [EBook #37900] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 *** + + + + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +http://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + + + + + + + + + + FERDINANDO GREGOROVIUS + + Passeggiate per l'Italia + + L'isola d'Elba + San Marco di Firenze + La campagna dei volontari intorno Roma + Poeti romani contemporanei + Avignone + Ravenna. + + + _Versione dal tedesco di Mario Corsi_ + + + ULISSE CARBONI--LIBRAIO EDITORE + ROMA + _Via delle Muratte, 77_ + 1907 + + + + + I diritti della presente traduzione sono riservati + + Stab. Tip. della Officina Poligrafica Editrice + Roma, Piazza della Pigna, 53. + + + + +L'ISOLA D'ELBA. + +(1852). + + + + +L'isola d'Elba. + +(1852). + + +Una volta alla settimana il piroscafo dello Stato toscano, il «Giglio», +fa in estate il viaggio per l'Elba, per portare i dispacci del Governo +ed i passeggieri. Da Livorno il viaggio dura circa cinque ore, poichè si +tocca Piombino, dove il bastimento si ferma per un certo tempo. + +Sempre lungo la costa solitaria della Maremma, si è rallegrati dalla +vista della verde pianura, che discende al mare, e che è limitata +all'interno dai monti che circondano Volterra. Delle torri ai luoghi di +approdo, alcuni piccoli porti, alcuni edifici per usi industriali e +delle case coloniche sparse qua e là interrompono la striscia uniforme +delle Maremme, che verdeggiano di boschetti di mirti, dove nel folto è +una ricchissima caccia di cinghiali. + +Ai tempi degli Etruschi su questa costa erano delle ricche città, +potenti per la loro cultura, da Volterra sino a Cere e sino a Vejo nella +Campagna Romana. Si passa dinanzi alla vecchia Cecina, un luogo che si +trova ancora oggi collo stesso nome, vicino alla costa. Più al sud era +la celebre Vetulonia, poi Populonium, una delle più possenti città degli +Etruschi, la quale estendeva la propria signoria su tutte le isole +vicine. Essa fu distrutta nella guerra civile tra Mario e Silla, +cosicchè già, al tempo di Strabone, non rimaneva altro della sua +grandezza che una vecchia torre, un tempio e pochi avanzi di mura. Le +sue rovine sono visibili sul promontorio della piccola penisola che +sporge dalla costa, luogo reso selvaggio da cespugli di pruni e +dall'erica. Un piccolo fortilizio si erge in questo luogo. Veleggiando +intorno alla penisola di Populonium si arriva al porto di Piombino. + +Questa piccola città di appena 1200 abitanti era una volta dominio della +casa Appiani, e nell'anno 1805 del côrso Felice Baciocchi, duca di Lucca +e Piombino, marito di Elisa Bonaparte. Estinta la casa Appiani nell'anno +1631, il principato passò alla Spagna, e nel 1681 ad Ugo +Buoncompagni-Ludovisi, i discendenti del quale ne tornarono in possesso +dopo il 1815, sotto la supremazia della Toscana. Le stradicciole della +città colle loro case gialle, il castello principesco in alto, e le mura +nere ed una torre esposta ai venti sopra uno scoglio battuto dalle onde +nel porto, guardano solitari giù nel mare. La veduta dalla città è degna +di una residenza sovrana; un intero arcipelago sta dinanzi gli occhi, +delle belle isole appaiono sulla superficie del mare: Giglio, Cervoli, +Palmarola, Elba e Corsica. Precisamente di fronte e lontana solo una +mezz'ora, l'Elba eleva le sue alte montagne, avendo avanti a sè le isole +circondate di torri di Cervoli e Palmarola. + +Quanto più ci si avvicina all'Elba, tanto più appariscono imponenti i +suoi scogli; di paesi non vi è traccia, eccettuato un piccolo porto, che +lasciamo sulla sinistra. La riva è ripida e di una tetra maestosità. Su +in alto sulla cima di un monte sta ardita una antichissima torre grigia, +chiamata dal popolo «Torre di Giove», un indicatore venerato dal +navigante che drizza la prora all'isola di Napoleone. + +La nave gira ora un promontorio e la sorpresa improvvisa non è piccola. +Poichè in una volta si mostra il grande e bel golfo di Porto-Ferraio, un +magnifico basso-fondo, chiuso a guisa di anfiteatro da alte montagne, le +pendici delle quali sono coperte sino al mare da giardini, boschetti, +ville, poderi, cappelle tra i cipressi, alte piante d'aloè e gelsi +dalle verdeggianti ombre. A destra, il golfo è chiuso da una penisola, +di cui l'istmo è molto stretto e in questa è la città ed il porto di +Porto-Ferraio, l'antico Argo, più tardi La Cosmopoli, il bel monumento +del fortunato Cosimo I, di casa Medici, e la prigione di Napoleone. + +Io posi piede nella città col sentimento di chi entra nel regno idiliaco +della storia. Le grandi, prime linee del golfo hanno qualcosa di +festoso; la città sulla penisola, così graziosamente toscana, ha un +aspetto di semplicità rustica e di benessere lungi dal mondo. + +Le strade sono accalcate, ma visibili a colpo d'occhio; le piccole +piazze ed i giardini odorosi, che sono lungo le alture, invitano +decisamente a rimanere. La città tutta riluce in un tinta di sfondo +giallo-chiaro, che armonizza perfettamente col verde degli alberi ed il +celeste carico del mare. Un soggiorno adatto per re spodestati che +vogliano scrivervi le loro memorie. + +Anche le torri ed i bastioni dei tre forti, Stella, Falcone e +Castell'Inglese, non hanno un aspetto severo. Ai loro piedi si trova il +porto circolare, circondato da belle banchine, opera di Cosimo de' +Medici. Per la tromba, la bella porta del centro, si accede nella +città, dopo aver letto con soddisfazione l'iscrizione molto promettente: + + TEMPLA MOENIA DOMOS + ARCES PORTUM COSMUS MED. FLORENTINORUM DIE XII + A FUNDAMENTIS EREXIT A. D. MDXLVIII. + +Tutto costruì qui quel fortunato Cosimo, tempî, case, mura, castelli e +porto; egli non lasciò a Napoleone costruire altro che i castelli in +aria di un nuovo impero. + +Il bastimento approda alla scalinata, dalla quale egli s'imbarcò un +giorno, colla sua guardia per la Francia, una scena questa, che la +fantasia ricostruisce subito; quante volte infatti per tutto il mondo +non abbiamo veduto questo quadro? «L'imbarco di Napoleone all'isola +d'Elba». L'occhio intanto guarda in su verso la gloriosa città, cercando +l'abitazione dell'imperatore esiliato. + +«Non vedete lassù, la ridente casa gialla sotto il forte Stella? Essa +guarda appunto qui sul porto; vedete là, dove la sentinella stà dinanzi +alla garitta. + +«Quella colle piccole finestre? Qual palazzo delle Tuileries per un re +pigmeo! Sembra un padiglione di giardino». + +Quello è il palazzo dell'Imperatore, oggi residenza del Governatore. + +Una barca ci porta alla banchina sulla quale si sono riuniti curiosando +degli abitanti della città. Qui non c'è l'accalcamento di Livorno, dove +non si è sicuri della propria vita fra i barcaiuoli e i facchini: qui +tutto è quieto, umile e lieto. Dalla porta, si entra per una piccola +strada, dove è il mercato del pesce e delle erbe, nella «piazza d'armi», +una piazza lunga e stretta, in fondo alla quale è situata la chiesa +principale della città. La più serena pace domenicale regna qui, una +disposizione ed una comodità di vita veramente idiliache. Le casette +pulite sono ornate di fiori, e dei pochi bisogni degli abitanti fanno +fede le piccole botteghe, il caffè e l'albergo modesto «L'ape d'oro», +nel quale prendo stanza insieme coi miei compagni di viaggio. Una +modesta sala da pranzo, un paio di commensali semplici e silenziosi, un +discreto vino d'isola, un pranzo frugale ed un albergatore leale e di +poche pretese, ecco la prima impressione. + +Non troviamo requie sino a che non siamo saliti su sino all'abitazione +di Napoleone. Essa è situata tra i forti Stella e Falcone, sulla roccia, +in alto, dimodochè guarda colla fronte sul golfo e colla parte +posteriore sul mare verso Piombino, offrendo una bella vista. Ma certo +questa veduta sulle coste attraenti d'Italia è troppo eccitante. + +L'edificio è composto da un corpo di fabbrica centrale piatto con +quattro finestre sulla facciata, e di due piccole ali laterali, che +sono notevolmente più basse. Per queste si entra nell'interno, poichè il +corpo di fabbrica centrale non ha alcuna porta. Un muro recinge il +piccolo giardino, nel quale Napoleone faceva le sue passeggiate al +mattino e la sera. Piante di limoni, fiori, un paio di busti marmorei +nel verde, ecco tutta la ricchezza del giardino imperiale dell'Elba. +Napoleone stesso lo creò, ornandolo di acacie. A me sembrò molto +caratteristico di trovarvi piantati dei cannoni. Poichè il giardino +appartiene al recinto del forte Stella, esso serve nello stesso tempo di +trincea e senza dubbio i cannoni vi erano piantati tra i fiori, già al +tempo di Napoleone e dovevano essere certo le piante preferite +dell'Imperatore, chè gli davano l'odore più grato di tutti i fiori delle +rose e degli aranci. Si può quindi immaginarsi l'Imperatore che si +aggira qui nel suo giardino dei cannoni, che sosta presso un obice, +nell'atto di macchinar piani e ponderare decisioni, investigando il +mare, ove la costa d'Italia è abbracciabile dallo sguardo, scrutando più +oltre sul continente, la platea della sua gloria, che gli ricorda le sue +geste, rimproverandogli la sua inattività, e spunzecchia continuamente +l'animo suo, dicendogli «Cesare, tu dormi». + +Ma dobbiamo pur confessare che la figura di Napoleone all'isola d'Elba +non ci commuove troppo. La forza eroica di un solo uomo, che lotta +contro il mondo e sfida ostinatamente la sorte, è sempre degna di +ammirazione, ma essa lascia freddi, quando non serve più alle idee ed +agli scopi morali della storia, ma sibbene solo al proprio, piccolo +egoismo. La storia aveva messo da parte Napoleone; ribellandosi +dall'Elba egli apparve quale un uomo che non aveva più niente da fare +nel mondo e che era esonerato dai suoi bisogni; la sua lotta era +titanica come doveva esser quella di un solo uomo contro l'ordinamento +del mondo; egli lo spezzò come una canna che viene stritolata da una +ruota in movimento. Tale è l'impressione tragica dell'isola d'Elba e dei +cento giorni. + +Napoleone a Sant'Elena è di nuovo una figura ben diversa. Qui egli +suscita una mestizia tragica, come l'eroe di una tragedia che noi +vediamo morire, con l'anima purificata e riconciliata dalla passione. + +Strano; in questo mare Tirreno esiste un'altra isola rocciosa, che +porterà sempre nella storia un nome immortale, per l'esilio di un +imperatore. E' Capri, il ritiro del terribile Tiberio. Elba e Capri, +Napoleone e Tiberio, sono i due contrapposti del dispotismo pieni di +contraddizioni; là un imperatore esiliato violentemente sulla piccola +isola, che anela di tornare nella storia del mondo, preso d'angustia +insopportabile, mai sazio di dominio e d'imprese eroiche; qui, un +imperatore, che possiede incontestato il mondo, guidandolo con un cenno +degli occhi, e che, con un sorriso mezzo ironico e mezzo pauroso, si +esilia volontariamente sulla piccola roccia per vivere come un eremita. + +In verità, fu una ingenuità fanciullesca delle potenze del 1814, +l'esilio di Napoleone all'isola d'Elba. Si potrebbe essere tentati di +spiegare quest'idea innocente dei più grandi uomini politici d'Europa, +come un capriccio romantico. Pertanto, io ricevetti l'impressione +dell'unico significato, che sta nell'esilio di Napoleone, all'isola +d'Elba, improvvisamente, quando fin alle miniere di ferro di Rio io mi +dissi allora che l'alta diplomazia del 1814 aveva pensato molto +poeticamente di esiliare il Dio delle battaglie su questa isola del +ferro. Dai suoi inesauribili giacimenti di minerale, i popoli si sono +fabbricati armi per più di 20 secoli e Roma, alla quale Porsenna, re +degli Etruschi che per primi fucinarono il minerale dell'Elba, aveva +dettato una volta la condizione di adoprar il ferro per l'avvenire solo +per utensili agricoli, ha conquistato poi il mondo col ferro di +quest'isola. + +Potevasi credere che il dominatore di mezz'Europa, che era abituato a +giuocare con corone regali, si fosse potuto improvvisamente cangiare in +un ufficiale pensionato, che pianta i cavoli sopra un'isola idiliaca, +alleva uccelli, ha ai suoi ordini, a guisa di giocattolo, in ricordo dei +tempi passati, un paio di granatieri e va a caccia la domenica coi +vicini? Si pensava forse a Diocleziano, a Tiberio ed a Carlo V? Regnanti +stanchi, depongono il diadema, perchè esso riesce loro pesante, dopo che +si sono saziati; ma anche la più pesante corona non è mai sembrata grave +sul capo di un uomo che l'ha strappata alla fortuna, quale figlio della +rivoluzione. Tali uomini non possono cessare di dominare che rimanendo +sopraffatti nella lotta, dalla sorte medesima. Strana idea quindi questa +di porre il leone côrso su quest'isola, tra la Francia e l'Italia, +giusto nel punto dove più bruciava la sua passione di dominio. + +Tuttavia in questo luogo d'esilio di Napoleone vi è un significato anche +più profondo. La fatalità che sovrasta ai grandi uomini è spesso di +un'ironia crudele. Essa s'incarica di respingere le sue vittime al loro +inizio e di colpirle dopo, quando esse tentano per la seconda volta gli +dei della Fortuna. Se Napoleone saliva sopra uno di quei grandi monti di +Marciana, dalla loro vetta egli poteva vedere la Corsica dinanzi a sè, +con le sue città, co' suoi boschi e le sue montagne, e mille luoghi che +gli ricordavano la sua gioventù. La vista doveva essergli dolorosa. In +tal modo ei si trovò rigettato verso la terra, dalla quale era venuto da +giovane, qual figlio ignorato della fortuna, con incerta brama di grandi +geste. + +Questo era insopportabile. Egli doveva rompere l'anello fatale; ma non +riuscì a liberarsi dal tormento della sua sorte, che non gli risparmiò +di tornare di nuovo dall'Elba in Francia nella veste dell'avventuriere, +colla quale egli dalla Corsica era andato altra volta pel mondo. + +Quando i marescialli Macdonald e Ney comunicarono a Napoleone che egli +doveva scegliere, come sovrano, l'Elba od un altro luogo, ad esempio la +Corsica, egli gridò: «No, no. Io non voglio aver niente di comune con la +Corsica». Ci vuole poca psicologia a leggere qui nell'animo +suo.--L'isola d'Elba! Chi conosce l'isola d'Elba? Mi si cerchi un +ufficiale che conosca l'Elba! Mi si mostrino le carte che indicano la +situazione dell'Elba! Elba, ebbene sia l'Elba! Ed un'idea passò +nell'animo suo. I favoriti di sua sorella Elisa di Toscana erano quelli +che avevano proposto l'Elba, poichè rimaneva assai vicina alla Toscana; +e così egli andò ad assumere il possesso di questa piccola isola: e +questo fu il risultato di quei tanti combattimenti che avevano +sconvolto il mondo. + +Il 20 aprile 1814 egli prese commiato dalla sua guardia. Mi si perdoni +di ricordare cose vecchie e conosciute. Si rammenta pur volentieri la +figura di un uomo straordinario, segnatamente nella sua caduta. Un tale +spettacolo eleva l'anima ad una più savia considerazione della vita e +dei suoi ordinamenti eterni. Se uomini piccoli cadono dall'altezza dei +grandi, ove non li collocò la propria forza intrinseca, ma la debolezza +dei tempi, si ha una fine terribile, non tragica. La caduta di Napoleone +è per contro forse la tragedia più grande della storia del mondo. + +Cosa disse quest'uomo, quando prese commiato dalla sua guardia, cioè dal +suo istrumento di guerra? Le sue parole sono miste d'inesattezze e +verità, di politica e sentimentalità! L'insieme della scena di +separazione è caratteristico, poichè è del tutto teatrale. In genere, +attorno alla figura di Napoleone c'è sempre maggior pompa teatrale e +broccato d'oro da palcoscenico che non attorno a quelle di Alessandro e +Pompeo. «Siate fedeli al nuovo Re, che la Francia si è scelto», così +disse egli alle guardie piangenti; «non abbandonate la nostra cara +patria, da troppo tempo infelice. Non piangete sulla mia sorte; io sarò +sempre felice, sapendo che voi lo siete. Avrei potuto morire, niente +era più facile per me; ma io voglio seguire senza arrestarmi la via +dell'onore. Ancora ho da scrivere ciò che abbiamo fatto. Non posso +abbracciarvi tutti, ma voglio abbracciare il vostro Generale. Venite, +Generale... (egli stringe tra le braccia il generale Petit). Portatemi +l'aquila... (egli bacia l'aquila). Aquila adorata! Potessero questi baci +scendere a tutti i bravi nel cuore... Addio, figli miei... i miei voti +vi seguiranno sempre... Conservate la mia memoria». + +Il 27 aprile egli giunge a Fréjus, travestito poveramente, per scampare +dall'assassinio progettato dalla Provenza, percorrendo in senso inverso +la strada della propria fortuna. La strada che egli aveva percorso +volando, come trionfatore, al suo ritorno dall'Egitto, attraversava egli +ora frettolosamente, vestito da postiglione e da lacchè. + +Una nave francese ed una inglese erano colà pronte nel porto. Egli +prescelse l'inglese. Il 5 maggio egli approdò in Porto Ferraio; sette +anni più tardi egli doveva morire in quello stesso giorno sopra una +lontana isola nell'Oceano, il cui nome appena aveva udito ricordare. + +Erano le 6 di sera: una bella giornata del mezzogiorno. Il popolo +d'Elba, i suoi sudditi, era tutto sulla banchina. Poveri uomini con +giacche di lana di capra, il berretto frigio in mano, aspettavano +confusi, timorosi e curiosi il grande uomo, che aveva conquistato il +mondo e regalato paesi e corone, come altri sovrani regalano anelli e +decorazioni, e lo attendevano come loro sovrano, come principe +dell'Elba. Una banda musicale suonava una nenia pastorale. Napoleone +rimase di cattivo umore per la notte sul bastimento. Come si deve esser +sentito serrato in questo piccolo golfo circondato da roccie, che sembra +lo tengano prigione! + +Quando mise piede sulla riva, lo ricevette il comandante francese +Dalesme, sino allora in carica. Egli lo aveva prevenuto del suo arrivo, +scrivendogli: «Generale, io ho sacrificato i miei diritti alle necessità +della patria, riservandomi il possesso e la sovranità dell'isola d'Elba; +fate sapere agli abitanti che scelsi la loro isola per mio soggiorno, +dite loro che essi saranno sempre l'oggetto del mio più vivo interesse». + +Elba, d'ora innanzi l'oggetto del suo più vivo interesse! Un guscio +d'ostrica in luogo di tutto il mondo! + +Il sindaco e gli anziani di Porto-Ferraio si presentarono con le chiavi +della città. L'Imperatore li ricevette. Era la stessa scena, cui egli +aveva assistito così spesso, a Berlino, a Vienna, a Dresda, a Milano, a +Madrid, a Mosca,--solo gli attori erano cambiati ed erano ormai... il +vecchio e balbettante sindaco di Porto-Ferraio ed un paio di anziani +della cittadina. + +Napoleone andò a stare nella casa del Governatore, e questa è appunto +quel palazzo imperiale col piccolo giardino dei cannoni e le piccole +aiuole di cui ho detto sopra. Egli cominciò senza ritardo a restaurare +la casa. Io vi trovai una bella sala da pranzo e circa 10 o 12 altre +camere, piccole e grandi, che sono abitate attualmente dal comandante +della città e della fortezza. Nella camera da letto di Napoleone pendono +dei quadri in rame, che rappresentano scene dell'Egitto; nello studio +esiste ancora il suo tavolo di lavoro. Questo era dunque il palazzo +delle Tuileries dell'Imperatore, il simbolo in miniatura della sua +potenza, ed in rapporto ad esso stava la sua Corte. Gran Maresciallo di +palazzo era il conte Bertrand; il conte Cambronne, il generale +d'artiglieria Drouot ed altri componevano la Corte, che contava in tutto +35 cariche, ben rappresentate. + +In verità, il soggiorno all'Elba somigliava alla villeggiatura di un +imperatore romano, che si sottrae al cerimoniale della grande corte +della capitale rumorosa e va a cercare, con pochi fedeli e pochi servi, +aria e riposo ad Anzio od a Baia. Ma no, l'aria dell'Elba fu per i sensi +di Napoleone probabilmente più opprimente che non quella dello scoglio +di S. Elena, su cui egli pose piede completamente rassegnato. + +Gli erano stati lasciati, come giuocattolo, 700 uomini di guardia a +piedi e circa 80 uomini a cavallo. Si immagini ora quella casetta piena +di veterani riuniti, quasi naufraghi sbattuti sopra un'isola ed +accampati sulla riva. Chi udiva i discorsi di codesti rudi uomini, +francesi, côrsi, italiani e polacchi, sentiva le cose più meravigliose e +vedeva passare quadri di mezzo mondo innanzi a sè: le piramidi, i +ghiacci terribili della Russia, le Alpi, Lipsia, Marengo, il sole +d'Austerlitz, Eylau e non è tutto:--nomi come Ney,--oh, Ney! questo +rattrista,--Marmont, Bernadotte,--che rattrista il vecchio cuore dei +veterani,--Murat il falso, il magnifico Murat! Che avvenne di Murat? Oh, +egli è laggiù in Italia, ancora Re! Con un bastimento che navighi due o +tre giorni si può dargli la mano.--«Pazienza!» dice l'italiano.--«Viva +l'Imperatore» grida il francese.--«Ancora niente è perduto,» dice il +polacco.--Qualche volta si fanno esercizi; l'Imperatore non ha +disimparato il mestiere. Si sparano i cannoni, ma i cannoni non fanno +che brontolare nell'aria, e la loro è una cattiva musica. + +Si deve eseguire un'impresa. L'Imperatore dell'Elba volle già nei primi +tempi conoscere il suo nuovo Stato ed accompagnato dall'ambasciatore +inglese Niel Campbell fece il giro dell'isola a cavallo. Si vuole che, +temendo di essere assassinato, prendesse costui con sè ed anche una +scorta di armati. Egli diffidava specialmente del comandante della +Corsica, Brulart, che era stato a suo tempo capo degli Chouans ed amico +di Giorgio Cadoudal, ed ora comandava in Corsica, come a dispetto di +Napoleone. In un paio di giorni l'Imperatore si era persuaso che il suo +regno non era grande; concepì però il piano di costruire strade, +condotture d'acqua e fare miglioramenti. Egli voleva abbellire l'Elba, +come Tiberio aveva abbellito una volta Capri. Lo spirito irrequieto +cercava di occuparsi; d'altronde, doveva pur passare il suo tempo. + +Napoleone che fabbrica all'isola d'Elba e traccia strade traverso le +roccie, è un uomo pensoso, che disegna figure e linee nella sabbia; è il +vecchio Federico, seduto sul tubo da condotture, dopo la battaglia +perduta, che sta scavando dinanzi a sè col bastone. + +Il suo sguardo cadde sullo scoglio di Palmarola. Egli mandò quaranta +guardie ad occupare quell'isolotto, cosa che nessuno gli contrastò, +poichè non era abitato da nessuno. Le vecchie guardie elevarono una +torre e così il regno fu ingrandito. + +Napoleone occupò anche quella piccola isola deserta di Pianosa, dove +Augusto un giorno aveva esiliato il nepote Agrippa Postumio, che fu +fatto trucidare subito dopo da' sicarî speditivi da Tiberio. L'isola fu +protetta da un fortino. A ciò egli fu indotto forse da quell'antico nome +imperiale, oppure dalla sorte di Agrippa, tanto simile, ahimè! alla sua. + +Egli costruì magazzini, banchine, un paio di stalle per cavalli, una +condottura d'acqua, un lazzaretto e lo stesso piccolo teatro di +Porto-Ferraio, dove egli aveva il suo palco, come a Parigi. Per se +stesso egli mise su una villa in campagna. Sulla destra del golfo una +strada, da lui costruita, conduce a questa Versailles dell'Elba. Colà +andava o cavalcava volentieri, egli, l'Imperatore, intrattenendosi +spesso coi campagnoli che incontrava per via, spingenti innanzi a sè i +loro asinelli carichi di frutta. + +La valle, nella quale è sita la villa S. Martino, e dove si vuole che +una volta abbia avuto un palazzo Scipione Nasica, è straordinariamente +bella. Essa rimane nel grembo di quelle maestose montagne, che si +elevano dal lato della Corsica. Un ruscello serpeggia nel verde del +fondo, d'ambo i lati una ricca vegetazione, molte case sparse nel verde, +e sino a dove giunge lo sguardo un'abbondanza benedetta di vigneti +carichi d'uva, come se si fosse nella campagna felice di Napoli. Chi ha +la contentezza nel cuore, può certo viver felice colà. Per tutto l'anno +vi fioriscon rose; il clima è mite e l'aria aromatica e dalla parte che +la valle si apre verso Portoferraio, il golfo ed il mare brillano +fantasticamente. + +La villa appartiene oggi al Principe Demidoff. Questo Creso russo la +trasforma in un museo napoleonico. Essa diverrà magnifica con portici +dalle colonne marmoree e sale incantevoli, dove si potranno ammirare +tutti i fasti dell'Imperatore dipinti in affreschi sulle pareti. +Napoleone però, che aveva piantato gli aranci sulla terrazza della +villa, si contentò di far dipingere la sala da pranzo in stile egizio; +in genere sembra che il ricordo dell'Egitto fosse il più caro della sua +vita, poichè gli rappresentava le poesia epica e romantica della sua +gioventù. Ora Demidoff ha raccolto tutte le possibili reliquie che sono +inerenti alla storia napoleonica, e le disporrà nelle sale di S. +Martino. Una reliquia napoleonica vivente ancora, nel cui possesso il +principe è stato, egli non potrà esporre in questa villa, poichè, a +quanto si dice, egli non l'avrebbe ben tenuta; voglio dire la sua prima +moglie, Matilde Bonaparte, figlia dell'ex-re Girolamo, reliquia di +Vestfalia. + +Quando i cimelii saranno tutti a posto, mi dissero i lavoranti della +villa, il principe farà venire tutti i venerdì a proprie spese un +piroscafo da Livorno a Portoferraio, per trasportare tutti coloro che +vorranno ammirare le belle cose. Per ora, nessuno deve entrare e questo +sta scritto su di una tabella. Così io non potei entrare nella villa. + +Tornando a Portoferraio, fui consolato dal bel chiaro di luna, che seppe +narrarmi molte cose. Al chiaro di luna si osservano meglio le rovine e +si medita meglio sui ricordi d'ogni specie; il fascino di una luce +incerta si accorda così bene con tutto ciò che c' è di transitorio e di +fugace! + +Si può amare Napoleone? Potrà essere commossa sino alle lacrime un'anima +umana tra mille anni al ricordo di lui, in uno qualunque dei teatri +delle sue geste? Io lo dubito; io non lo credo. + +Vi è un gran nome nella storia, che per metà suona nel nome di +Napoleone: Timoleone. Il ricordo di quest'uomo del tempo antico, io lo +confesso, mi commosse profondamente, quando ripensavo a lui, visitando +il teatro di Siracusa. Come avrebbe avuto paura Napoleone dinanzi a +questo greco, che lo avrebbe inviato a Corinto, disprezzandolo +severamente, come il tiranno Dionigi. Altri tempi, grandezze diverse; +Napoleone, nella sua gioventù, era entusiasta di questi eroi di +Plutarco; quando divenne imperatore, confutava rabbiosamente Tacito e +fece un panegirico a Tiberio. + +Così spesso lo si è paragonato a Prometeo incatenato, che questo quadro +è oramai vecchio; esso sta tuttavia tanto bene a questo eroe in esilio, +che era in condizione di spezzare le catene dell'Elba, sino a che la +forza e la violenza non lo ribadirono in ceppi diamantini allo scoglio +di S. Elena. Dopo, quali lotte da giganti! Blücher e Wellington dovevano +vincere questo genio, lanciati quali forza e violenza contro il semidio. +Il generale degli ussari Blücher, adoperato nelle mani del destino quale +mezzo per abbattere Napoleone, o diciamo con parola più modesta, a +batterlo, poichè cosa avrebbe potuto fare un brav'uomo come Blücher, +senonchè battere strenuamente... Questo è uno scherno amaro. La natura +pertanto si serve delle grandi forze, se vuole formare o sviluppare +qualcosa, delle più modeste, quando vuole compiere o distruggere. + +A Napoleone le settimane trascorse all'Elba doverono sembrare anni. Egli +si lamenta spesso con Campbell che gli siano stati tolti la moglie ed il +figlio, negandogli un favore che è accordato anche ai più miseri degli +esiliati dall'umanità. + +Sua madre venne nell'estate. Come ritrovò Letizia Ramolino suo figlio! +Anche il cuore vanitoso della madre era precipitato dall'alto della +fortuna, ma non si spezzò; il cuore di Giuseppina, più nobile, si +spezzò, 30 giorni dopo la prima caduta di Napoleone, alla Malmaison. +Anche Paolina Borghese, sua sorella, una volta la nuova Elena del mondo, +la bella etéra, ai piedi della quale giacevano sovrani coronati, venne +ora a farsi dimenticare nella solitudine dell'Elba. + +Molte persone vennero e se ne andarono misteriosamente. I sette porti +dell'isola non erano stati mai così animati. Nei nove mesi vi entrarono +1200 bastimenti e 900 italiani e 600 inglesi vennero a vedere l'uomo +dell'Elba, tra i quali molti ufficiali in uniformi italiane, francesi ed +inglesi, ora da Marsiglia, ora dalla Corsica, da Genova e Livorno, ora +da Napoli, Civitavecchia e Piombino. Con tutti Napoleone si intratteneva +allegro e spiritoso e da tutti si faceva informare degli avvenimenti del +suo paese e del continente. + +Un giorno venne a Portoferraio una signora straniera con un bambino. +L'Imperatore la ricevette segretamente, e l'alloggiò in campagna; dopo +pochi giorni però essa ripartì col bambino per l'Italia, misteriosamente +come era venuta. Circolarono molte dicerie, pochi soli seppero chi fosse +la straniera; essa non aveva potuto sottrarsi agli sguardi della +curiosità. Si può facilmente immaginare come Napoleone all'Elba si +trovasse nella situazione di un uomo interessante, che soggiorna in una +piccola città di provincia, spiato da tutti gli occhi, e chiacchierato +da tutte le lingue. Quella signora straniera era una contessa polacca, +il bambino, un figlio di Napoleone, il frutto di un'ora di delizia nella +fredda Polonia. Io non so ciò che avvenne poi del bambino, ma credo +poter accertare che questo bambino si sia presentato nel mese di +dicembre 1852, quale ambasciatore ufficiale della Francia, dinanzi alla +regina Vittoria d'Inghilterra, per annunziarle che la superficie del +mondo, nonostante l'Elba e Sant'Elena, era divenuta di nuovo +bonapartista, poichè 8 milioni di francesi avrebbero eletto commossi +imperatore di Francia Luigi Bonaparte, unico figlio superstite dell'ex +Re di Olanda. + +E' un sogno. La storia del mondo ha talvolta i suoi sogni di vecchi +amori e di avvenimenti antichi, come un individuo. Nell'anno 1852 essa +sognò di Napoleone. + +L'Imperatore intanto veniva svergognato da zie e comari, come si dice. +In tutta Italia si affermava che una certa signorina Vantini aveva +conquistato il suo cuore, che egli l'aveva ricevuta in ore romantiche, +nella villa ed anche nel suo palazzo, e che essa inoltre già portava nel +seno un secondo piccolo Napoleone ed infine che essa si vantava +apertamente di ciò. Questa signorina era figlia di un possidente +dell'Elba, un uomo che era stato sindaco di Portoferraio; egli era +d'altra parte cognato di un certo signor Cornelio Filippi di Livorno. La +sorella di questo signor Filippi tuttavia era una vera Messalina, amante +dichiarata dell'inglese Grant, un negoziante di Livorno, e questo Grant +a sua volta era un nemico accanito di Napoleone e manutengolo dello +spione Giunti, ecc. ecc. E così si ebbe una storia di scandali anche +all'Elba. + +Il danaro cominciava tuttavia a mancare. Le entrate di Napoleone erano +di appena 400.000 lire. La Francia, ad onta dell'impegno preso, non +pagava la rendita annuale di lire 2.500.000 stabilita dall'accordo di +Fontainebleau. L'Imperatore si lamentava e lord Castlereagh si +interponeva per lui; ma il Governo francese tergiversava e non pagava, +perchè sospettava probabilmente che l'esiliato volesse servirsi dei suoi +denari per un qualche colpo di Stato; nella miglior ipotesi si temeva +un'irruzione in Italia; che potesse però tentare uno sbarco in Francia, +non passò per la mente a nessuno. + +Qui all'Elba, nella prossimità della Francia e dell'Italia, i due paesi +si son dovuti offrire da se stessi come teatri di una possibile +restaurazione alla fantasia dell'Imperatore decaduto. Come deve aver +passeggiato indeciso in questo giardino, in questo studio ed in quella +villa, le mani incrociate sulla schiena, pesando sulla bilancia della +scelta, qua la Francia e là l'Italia, qui il rinnovarsi di un cammino +già noto, la restaurazione di un regno che gli era appartenuto, là una +nuova strada, una monarchia del tutto nuova da fondare. + +Sostiamo un momento, poichè questo è un punto misterioso nella storia di +Napoleone, un punto di una seduzione straordinaria, quando si voglia +formarsi un criterio, come tutte l'eventualità di un grande carattere. +Per un minuto, può dirsi, balenò sull'Italia l'apparizione di un +avvenire incalcolabile, mentre Napoleone era all'Elba. + +Quali conseguenze ne sarebbero derivate infatti se questo uomo avesse +improvvisamente dimesso la sua aspirazione verso la Francia, se egli, +italiano, fosse comparso in Italia sotto un nuovo aspetto, quale +ordinatore cioè ed unificatore di questi bei paesi, nella città mondiale +di Roma, sul Campidoglio, qual romano imperatore della penisola latina? + +E' fuori dubbio che un tale partito fosse preso in esame, ma a qual +punto giungessero i rapporti di Napoleone cogli agenti dell'Unione +italica, che avevano il loro centro a Torino, è difficile poter +precisare, nonostante tutto quello che è stato scoperto. Quel progetto +di un impero costituzionale a Roma, a capo del quale si sarebbe dovuto +eleggere Napoleone, non suona più fantastico oggi, che nel 1814. +Napoleone doveva essere imperatore romano, i Re di Sardegna e di Napoli +sarebbero stati indennizzati con delle somme, le città principali, come +Milano, Venezia, Firenze e Napoli, sarebbero state innalzate a +vice-reami, per appagare il loro patriottismo, divenendo volta a volta +sedi del parlamento nazionale. Il Papa fu dichiarato un fantasma, di cui +si doveva liberarsi. Questo era il progetto italiano; per metterlo in +esecuzione poteva bastare una guerra. Murat, allora ancora re di Napoli, +poteva essere avviluppato in una guerra colla Francia; Napoleone sarebbe +comparso nel momento dello scontro, nel qual caso egli avrebbe +indubbiamente avuto ragione delle due armate, ed avrebbe compiuta +l'unità d'Italia, obbligando i Borboni di Francia a riconoscerlo. + +Ma basta con questi sogni. Napoleone manteneva l'Italia in tensione, +quando egli prestava ad essi l'orecchio, ed infatti il suo sbarco nella +penisola avrebbe fatto vacillare ogni cosa. Egli si sarebbe senza dubbio +rivolto all'Italia, se la Francia non gli avesse offerto nessuna +prospettiva; ma ciò, di cui i suoi agenti di colà lo informavano, +mostrava chiaramente ch'egli non doveva che sbarcare per vedere sfumare +come nebbia la restaurazione borbonica. + +Intanto, nel palazzo all'isola si viveva semplicemente, senza destar +preoccupazioni; Paolina, l'anima della società, dava ogni tanto una +festa. Ma, affine di risparmiar danaro, il treno di casa era stato +ridotto, qualche progetto di costruzione pure veniva sospeso e si +vendeva persino un parco d'artiglieria. L'Imperatore stava tutto +ingolfato tra le carte, i giornali ed i rapporti. Il suo piccolo studio +aveva lo stesso aspetto, di quello alle Tuileries; l'uomo era pur sempre +lo stesso, era Napoleone, che ruminava in fondo all'animo progetti +colossali, piani di battaglia ed idee che dovevano sconvolgere il +mondo. + +In tal modo egli se ne stava nella piccola cameretta della sua casa di +Portoferraio, sul tetto della quale sventolava il modesto vessillo +dell'Elba, bianco ed amaranto colle api imperiali, mentre nello stesso +tempo l'alta diplomazia sedeva a congresso a Vienna. Tutte le potenze +d'Europa sono dietro il tavolo verde, mettendo in movimento mille penne +e mille lingue; tutto il mondo è un protocollo ed un campo di lotte +diplomatiche e tutto questo per il piccolo uomo dell'Elba. Questi, in +silenzio e dimenticato, solo come un mago nella spelonca ove evoca +spiriti invisibili, mandandoli fuori e ricevendoli di ritorno; quelli +avvolti dal frastuono delle feste della vittoria e dei dibattimenti. +Così passavano i mesi. Ad un tratto il piccolo uomo di ferro all'Elba si +alza dal tavolo suo: il Congresso non è più; i principi ed i diplomatici +si dividono ed il mondo torna ad essere di nuovo un campo di guerra +infuriato. + +Napoleone era informato di tutto quanto avveniva in Francia ed a Vienna; +sul principio dell'anno 1815 la discordia minacciò di mettere gli +alleati in guerra fra di loro. L'Austria, la Francia e l'Inghilterra si +impegnarono per mezzo di una convenzione segreta contro la Russia e la +Prussia. La Francia esigeva pure la restaurazione dei Borboni a Napoli. +Il trono di Murat vacillava; egli si offrì quindi naturalmente quale +alleato a Napoleone, per fare appello a quella unità d'Italia, a capo +della quale egli avrebbe dovuto esser posto. + +La parola terribile di Sant'Elena era già arrivata alle orecchie di +Napoleone. Il partito era preso nell'animo suo. Egli divenne sempre più +solitario; evitava di parlare a Campbell. Egli lo riceveva solo di rado +e soltanto quando l'inglese ritornava da Livorno, ove andava qualche +volta. Una nave da guerra francese incrociò allora intorno all'isola per +spiare Napoleone, del quale si cominciò a dire che preparasse uno sbarco +in Italia; invece la corvetta inglese, che era a disposizione di +Campbell, navigava continuamente tra l'Elba, Genova, Civitavecchia e +Livorno, su e giù. + +Napoleone stesso, come sovrano dell'isola, possedeva dei navigli da +guerra, cioè quattro bastimenti; essi veleggiavano spesso, manovrando +sul mare, sotto il nuovo vessillo dell'Elba, che era rispettato anche +dai barbareschi; spesso essi portavano ai capitani dei bastimenti elbani +dei regali, dicendo che pagavano il debito di Mosca. L'Imperatore +mandava di frequente fuori le navi, per nascondere i suoi propositi; ed +egli tanto li nascose che solo Bertrand e Drouot furono a parte del +segreto e lo conobbero appena 24 ore prima della partenza. Alle donne +non fu detto niente; nella vicina Corsica lo sapeva soltanto Colonna, +l'amico di Paoli e confidente di Napoleone. + +La decisione d'imbarcarsi, di uscire da quella squallida solitudine, +andando incontro a nuovi combattimenti da giganti, dovette essere una +terribile scossa per l'anima di Napoleone, simile a quella di Cesare, +quando passò il Rubicone. Certo fu uno di quei tratti disperati che si +qualificano a seconda dell'esito, o come audacemente eroici e grandi, o +come folli ed avventurosi. Tali momenti, nei quali un uomo deciso va +incontro al suo destino a corpo perduto, conquistano tutto il nostro +interesse, e, se l'impresa riesce, l'audacia stessa sembra che raddoppi +la grandezza dell'eroe. Simile a quel Fernando Cortez, che lasciò +bruciare dietro a sè i bastimenti, ci appare ora Napoleone, ed in verità +egli andò alla conquista della Francia ed alla guerra contro gli +eserciti delle potenze europee, con poche truppe di più di quelle che +aveva l'avventuroso grande spagnolo quando si trattava di domare i +selvaggi indiani. Certamente, due suoi grandi eserciti già stavano in +Francia: il fascino del suo nome e l'odio contro la restaurazione. + +Era di sabato, il 26 febbraio; Paolina dava appunto un ballo; le guardie +e le altre truppe, 800 uomini, stavano in tenuta di marcia sulla Piazza +d'Arme; sette bastimenti erano pronti per la partenza in porto; +l'Imperatore appariva irrequietissimo; il piccolo uomo andava su e giù, +alla finestra, guardava il cielo e il golfo che è mosso dalle onde +muggenti. Le guardie ricevettero finalmente l'ordine di imbarcarsi! +_Alea jacta est._ + +Erano le otto di sera quando Napoleone scese dalla banchina nella barca. + +Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso prende il mare, per tentare gli +Dei per la seconda volta, a me sembra che una voce gli gridi dietro: «La +triste, eterna legge del fato dispone per tutte le cose, che quando esse +hanno raggiunto l'apice, ricadano nel fondo più presto di quanto sono +salite». La voce è quella di Seneca, di quell'antico uccello della +disgrazia, che ha un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone +questa massima, poichè egli vide finire in modo terribile i grandi della +terra, l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola, l'imperatore Claudio +e Cesare Germanico, poichè egli rimase per otto anni in esilio in +Corsica e studiò la saviezza e conosceva la natura per esperienza +profonda, e così poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche. +Napoleone si allontanò veleggiando, non veduto dalla corvetta inglese, +che era a Livorno. Il mare era grosso. Si sperava di aver passato la +Capraja prima dello spuntar del giorno; però il vento cessò e al giorno +si era ancora in vista dell'isola; solo alle 4 della sera circa si +arrivò all'altezza di Livorno e subito si scorsero due fregate e poi una +nave da guerra francese, la _Zephir_, che veniva incontro. Gli equipaggi +volevano abbordarla, Napoleone però impose loro di nascondersi sotto +coperta. Lo _Zephir_ domandò alla nave ciò che c'era di nuovo all'Elba e +Napoleone stesso rispose con la tromba: «L'Imperatore sta molto bene». +Così sfuggi felicemente al pericolo. + +Prima del suo imbarco egli aveva già redatto due proclami all'esercito +ed al popolo francese; ma poichè non si poteva decifrarli, egli li buttò +in mare e ne dettò altri due. Tutti coloro che sapevano scrivere ne +fecero copie; si vedeva a bordo chi scriveva sulle trombe, chi sui +_colbac_ dei granatieri e sui banchi. Era una scena curiosa quella, chi +si svolgeva sull'_Inconstant_,--questo era il nome del bastimento di +Napoleone e della sua fortuna. + +Ecco ora i due proclami. + + Dal Golfo di S. Juan il 1^o marzo 1815. + +Napoleone, per grazia di Dio e per la costituzione dell'Impero, +Imperatore dei Francesi. + +ALL'ARMATA: «Soldati! Noi non siamo stati battuti. Uomini usciti dalle +nostre file hanno tradito la nostra gloria, il loro paese, il loro +principe ed il loro benefattore. Coloro che da 25 anni furono veduti +percorrere l'Europa per suscitarci nemici, che hanno trascorso la loro +vita combattendo contro di noi tra le file nemiche, imprecando alla +nostra bella Francia, avranno essi il vanto d'incatenare e dominare le +nostre aquile, essi che non ne poterono mai sostenere lo sguardo? +Dovremmo noi sopportare che essi raccolgano i frutti delle nostre +fatiche gloriose, che essi s'impadroniscano del nostro onore e dei +nostri averi? che essi rinneghino la nostra fama? Se il loro regno +durasse, tutto sarebbe perduto, anche il ricordo stesso delle nostre +memorabili battaglie. Con qual furore essi le sfigurarono e cercarono di +avvelenare ciò che aveva meravigliato il mondo! E se restano ancora dei +difensori della nostra gloria, si trovano tra i nostri nemici stessi che +abbiamo combattuto sui campi di battaglia. Soldati! Nel mio esilio ho +udito la vostra voce; io son qua dopo aver superato tutti gli ostacoli e +tutti i pericoli. + +«Il vostro Generale chiamato al trono per elezione del popolo, innalzato +sui vostri scudi, vi è restituito. Venite, unitevi a lui. Strappate quei +colori che la nazione ha proscritti ed attorno ai quali da venticinque +anni si sono riuniti tutti i nemici della Francia. Inalberate quella +coccarda tricolore che portavate nelle nostre grandi giornate. Noi +dobbiamo dimenticare che siamo stati i padroni dei popoli, ma non +dobbiamo sopportare che alcuno s'immischi nelle nostre faccende. Chi +potrebbe pretendere di dominare su noi? Chi ne avrebbe la potenza? +Riprendete quelle aquile che portavate a Ulm, ad Austerlitz, a Jena, a +Eylau, a Wagram, a Friedland, alla Tudela, ad Eekmühl, a Essling, a +Smolensk, alla Moscova, a Lützen, a Wurschen, a Montmirail. Credete voi +che questo piccolo gruppo di francesi, che è oggi così altero, ne possa +sopportare la vista? Essi ritorneranno colà donde sono venuti, ove +continueranno a regnare se lo desiderano, come pretendono d'aver fatto +per diciannove anni. + +«I vostri beni, il vostro rango, la vostra gloria, i beni, il rango e la +gloria dei vostri figli non hanno maggiori nemici di questi principi che +ci sono stati imposti dagli stranieri. Essi sono i nemici della vostra +fama, poichè il ricordo di tanti fatti eroici che hanno glorificato il +popolo francese, quando combatteva contro di essi per sottrarsi al loro +giogo, è la loro stessa condanna. + +«I veterani delle armate della Sambre e della Mosa, del Reno, d'Italia, +dell'Egitto, dell'Oriente, della grande Armata sono umiliati; le loro +cicatrici onorate sono schernite; i loro successi sarebbero delitti e i +prodi sarebbero ribelli se, come sostengono i nemici del popolo, i +sovrani legittimi si trovavano tra le file delle armate nemiche. + +«Gli onori e le ricompense appartengono a coloro che li hanno serviti +contro la patria e contro di noi. + +«Soldati! Venite, schieratevi sotto le bandiere del vostro Capo; la sua +vita è la vostra: i suoi diritti sono quelli del popolo ed i vostri; il +suo interesse, il suo onore, la sua gloria sono l'interesse, l'onore e +la gloria vostra. La vittoria marcerà al passo di carica; l'aquila coi +colori nazionali volerà di torre in torre sino alle torri di Nôtre-Dame. +Allora potrete mostrare con onore le vostre ferite; allora potrete +vantarvi di quello che avete fatto e sarete i liberatori della patria. + +«Nella vostra vecchiaia, circondati dai vostri concittadini che vi +ascolteranno con attenzione, racconterete loro le vostre grandi geste; +voi potrete dire con orgoglio: anch'io facevo parte di quella grande +Armata che entrò due volte nelle mura di Vienna, in quelle di Poma, di +Berlino, di Madrid e di Mosca, che liberò Parigi da quelle infamie che +il tradimento e la presenza del nemico le avevano impresse. Onore a +questi prodi soldati, gloria della patria! e vergogna eterna ai francesi +colpevoli, in qualunque condizione la fortuna li abbia posti, che +combatterono per venticinque anni per dilaniare il cuore della patria. + + _firmato_: NAPOLEONE». + + + AL POPOLO FRANCESE. + +«Francesi! La capitolazione del Duca di Castiglione consegnò Lione ai +nostri nemici senza tentar difesa. L'esercito, il cui comando io gli +avevo confidato, era in condizione di battere il corpo d'armata +austriaco a lui contrapposto, per il numero dei suoi battaglioni e per +l'eroismo e l'amor di patria delle truppe che lo componevano, passando +così dietro il fianco sinistro dell'esercito nemico che minacciava +Parigi. + +«Le vittorie di Champ-Aubert, di Montmirail, di Château Tierry, di +Bauchamps, di Monterom, di Craonne, di Rheims, di Arcis-sur-Aube e di +Saint-Dizier, la sollevazione dei bravi contadini nella Lorena, nella +Champagne, nell'Alsazia, nella Franca Contea e nella Borgogna, e la +posizione da me occupata dietro gli eserciti nemici, in modo da tagliar +loro i magazzini, i parchi di riserva, le comunicazioni e toglier così +loro tutto il necessario, li avevano posti in condizione disperata. I +francesi non erano mai stati sul punto di essere più potenti e la più +bella parte degli eserciti nemici era irremissibilmente perduta; essa +aveva trovato la propria sepoltura in quelle regioni deserte, che aveva +spogliate così crudelmente, quando il tradimento del Duca di Ragusa +consegnò ai nemici la capitale e produsse il dissolvimento +dell'esercito. + +«Il modo imprevisto di comportarsi di questi due generali, che tradirono +in una volta la loro patria, il loro principe ed il loro benefattore, +cangiò le sorti della guerra; la condizione del nemico era tale che, sul +finire del combattimento che ebbe luogo dinanzi a Parigi, esso si +trovava senza munizioni, avendolo noi separato dal suo parco di riserva. + +«In queste improvvise e gravi circostanze il mio cuore era dilaniato, ma +l'animo mio rimase incrollabile; io presi allora consiglio solo dal bene +della patria; io mi relegai sui miei scogli in mezzo al mare; però la +mia vita vi era e doveva esservi ancora utile. Non permisi al grande +numero di cittadini che mi volevano accompagnare, di dividere la mia +sorte; io pensavo che la loro presenza fosse utile in Francia; non +condussi meco che un piccolo manipolo di prodi, necessari per la mia +difesa. + +«Elevato al trono per vostra elezione, tutto ciò che è avvenuto +all'infuori di voi, è illegale. Da 25 anni, la Francia ha nuovi +interessi, nuove istituzioni ed una gloria nuova, che possono esser +garantiti solo da un governo nazionale e da una dinastia, sorta in +queste circostanze. Un principe che regnasse su di voi, che fosse posto +sul mio trono con la forza di quelle armi che hanno devastato il nostro +paese, si appoggerebbe invano sui principî del diritto feudale; egli non +garantirebbe che i privilegi di un piccolo numero di individui, nemici +del popolo, che da 25 anni li ha sempre condannati in tutte le nostre +assemblee nazionali. La vostra pace all'interno e il vostro prestigio +all'estero sarebbero perduti per sempre. + +«Francesi! Nel mio esilio ho inteso i vostri lamenti ed i vostri +desiderî; voi avete reclamato questo governo ai vostri voti, ciò che +solo è legittimo; avete accusata la mia lunga inerzia e mi proponeste di +sacrificare la mia pace al bene della patria. + +«Io ho traversato i mari in mezzo a pericoli di ogni sorta. Sono qua per +riprendere tra voi i miei diritti, che sono pure i vostri. Non terrò +conto di tutto ciò che è stato fatto, scritto o detto da alcuni dopo +l'occupazione di Parigi; ciò non avrà nessuna influenza sui servizi +rilevanti che essi prestarono per l'innanzi, poichè è degli avvenimenti +di questa fatta che si trovino nell'organizzazione umana. + +«Francesi! Non vi è nazione che, per quanto piccola, non avrebbe avuto +il diritto di sottrarsi e che non si sarebbe sottratta all'onta di +obbedire ad un principe che è stato imposto da un nemico, +momentaneamente vittorioso. Quando Carlo VII ritornò a Parigi e rovesciò +il trono effimero di Enrico VI, egli riconobbe di essere in possesso del +trono, pel valore de' suoi prodi e non per mezzo del principe-reggente +d'Inghilterra. + +«Così io pure riconosco e riconoscerò a voi soli ed ai prodi +dell'esercito il dovuto onore. + + _Firmato:_ NAPOLEONE». + +Questi sono i proclami ch'ei scrisse nel mare d'Elba. Lo spirito +militare di quei tempi, quando il popolo diveniva esercito, ed il +sovrano, generale, ci si affaccia da questi documenti nella sua barbarie +per l'ultima volta. Chi può leggere oggi senza sentirsi irritato queste +frasi di gloria militare e di guerre dei prodi dell'esercito e sempre ed +eternamente dell'esercito? + +Il 1^o marzo alle 3, la flotta di sette trasporti arrivò nel golfo S. +Juan; alle 5 Napoleone pose piede sulla terra di Francia. La schiera si +nascose in un uliveto. + +Come somigliava qui Napoleone agli eroi romantici della sua patria +côrsa. Poichè, mostrandocisi ormai nell'atteggiamento di avventuriere, +egli era essenzialmente côrso. I guerrieri più rinomati della patria sua +avevano cercato di impossessarsi di essa dall'esilio, nella stessa +maniera. + +Nell'anno 1408 Vincentello d'Istria sbarcò con un paio di spagnoli e di +côrsi su quell'isola, per strapparla ai genovesi. Dopo un combattimento +glorioso egli fu preso e decapitato. + +Giampaolo fece, nell'anno 1490, un'incursione in Corsica con quattro +côrsi e sei spagnoli, ch'erano tutti il suo esercito. Dopo un +combattimento glorioso, egli morì in esilio. + +Tre volte irruppe il valoroso Renuccio della Rocca dal suo esilio in +Corsica, la prima con 18 uomini, la seconda con 20, e la terza volta con +8 amici. Ogni volta egli entrava coraggiosamente nel paese, mettendo +avanti editti di esilio e lanciando proclami, e contando sul concorso +dei suoi amici. Egli fu ucciso nell'anno 1511, sui monti, dopo varii +combattimenti gloriosi. + +Nell'anno 1564 Sampiero, il più valoroso dei côrsi, sbarcò nella sua +patria con 37 côrsi e francesi. Egli fu ucciso nell'anno 1567 sui +monti, dopo gloriosi combattimenti cogli eserciti genovesi. + +Con 500 guardie francesi, 200 cacciatori côrsi e con 100 lancieri +polacchi, che non avendo cavalli, portavan essi stessi le selle, il +côrso Napoleone Bonaparte partì in guerra contro la Francia e gli +eserciti reali. Dopo gloriosi combattimenti egli fu relegato nell'isola +di S. Elena. + +Con un manipolo di côrsi Gioacchino Murat sbarcò nell'ottobre 1815 dalla +Corsica a Napoli, per conquistare un regno. Egli fu fucilato dopo il suo +audace sbarco. + +Con un paio d'uomini, il côrso Luigi Bonaparte arrivò, ai nostri tempi, +a Strasburgo, per conquistare una nazione di 35 milioni di abitanti. Il +tentativo essendo fallito, egli sorprese di nuovo la Francia in +Boulogne. La storia ha il dovere di riconoscere queste incursioni, senza +dubbio avventurose, quali precedenti storici di un uomo che divenne +imperatore dei francesi non molto tempo dopo. Pertanto, nessuno deve +esser considerato felice, prima della sua fine. + +Presto si abbattono le cose caduche, dice il vecchio Seneca. Rapido fu +il volo di Napoleone dal golfo di S. Juan, a S. Elena, a traverso +Waterloo. Il 2 marzo egli era a Cérénon, il 3 a Barême, il 4 a Digne, il +5 a Gap, il 7 a Lione, il 14 a Chalons, il 20 marzo alle 9 di sera egli +entrava a Parigi. Il 1^o giugno egli era un uomo politicamente già +battuto. Il 18 giugno egli cadde a Waterloo. Il 21 giugno tornò, in +fretta, a Parigi; il 22 giugno egli dettò: + +«Ma vie politique est terminée et je proclame mon fils sous le titre de +Napoléon II empereur des Français!». + +Il 15 luglio egli s'imbarcò sul _Bellerophon_; il 7 agosto sul +_Northumberland_. Il 16 ottobre arrivava a S. Elena. + +Dopo--e questo è l'ultimo quadro della storia di quell'anno +meraviglioso--egli giacque sul lontano scoglio africano, nel suo letto +di morte, pallido e muto, coperto col mantello turchino di Marengo, col +busto marmoreo di suo figlio, il Re di Roma, ai piedi; i suoi amici +fedeli Bertrand ed Antommarchi ed i suoi servi stanno in ginocchio, +piangendo. Il sole si tuffa in tal momento nel mare. Il sacerdote che ha +somministrato l'estrema unzione all'Imperatore, alza le braccia e dice: +_Sic transit gloria mundi!_ + +Napoleone rivisse a S. Elena le sue opere e quello che egli fu, e pose +alla sua carriera, a guisa di epigrafe monumentale, le seguenti +significative parole: + +«Io ho chiuso l'abisso dell'anarchia, ordinando il caos; io ho quietata +la rivoluzione, nobilitati i popoli, e moderato i re. Ho incoraggiato +qualunque gara, ho ricompensato ogni merito ed ho allargato i limiti +della gloria. Tutto ciò è stato pur qualcosa.--Or dunque, da quale punto +si potrebbe attaccarmi, dove lo storico non potesse difendermi? Forse +nelle mie intenzioni? In questo egli potrà certamente assolvermi +dall'accusa. Il mio dispotismo? Si vorrà però ammettere che la dittatura +era necessaria. Si dirà ch'io era un ostacolo alla libertà? Egli proverà +che l'arbitrio, l'anarchia e la più grande confusione stavano ancora +alle porte. Mi si rimprovererà di aver amato troppo la guerra? Egli +dimostrerà ch'io fui sempre attaccato. Che io anelassi la monarchia +universale? Egli mostrerà che solo la combinazione casuale delle +circostanze e solo i nostri nemici stessi sono stati quelli che mi vi +hanno spinto passo a passo. Finalmente, si accuserà forse la mia +ambizione? Ah, certamente di questa si troverà molto in me, ma della più +alta e più bella, che ha forse mai guidato un uomo, intendo quella di +ordinare ed inaugurare finalmente l'impero della ragione, l'esercizio ed +il godimento completo di tutte le capacità (ingegno) umane. E qui lo +storico si troverà forse costretto a rimpiangere che una tale ambizione +non sia stata appagata ed esaudita». + +Così pensava Napoleone a S. Elena della sua stessa missione. E non +pertanto, egli fu un messia, come ogni altro prima di lui, cui la storia +assegnava per compito di portare il mondo siccome un atlante per un +certo tempo, e di rinnovare pel bene del progresso le fatiche di Ercole. +E se deploriamo la natura umana, perchè essa si trasforma piuttosto per +mezzo del dispotismo soldatesco di Napoleone, che per le leggi civili di +Solone e Timoleone; se infine accusiamo apertamente questo grande uomo +di aver dimenticato la sua missione e di esser perito pel suo egoismo e +la sua sete di dominio, restiamo però pieni di stupore e di riverenza +dinanzi alla sua figura e glorifichiamo la grande spinta che da lui è +derivata alla vita dei popoli e al progresso generale. + + * * * * * + +Ho dunque dato all'Imperatore ciò che all'Imperatore appartiene e voglio +dare pure agli elbani ciò che agli elbani spetta. Sono in numero di +20,000; un popolo pacifico, con usi e lingua prettamente toscani e senza +caratteristiche di genere nazionale. L'isola è troppo piccola (essa +comprende poco più di 7 miglia quadrate) ed è sita troppo vicina alla +terraferma per aver potuto sviluppare in sè un proprio spirito popolare. +Non si trova traccia di usi côrsi in questa roccia così vicina alla +Corsica, e di vendetta si son riscontrati casi solo nei tempi antichi; +oggi di essi non c'è più esempio. Il bandito côrso si rifugia solo +nell'estremo bisogno all'Elba, dove egli non può rimanere. Un +particolare comune ai due popoli isolani è l'ospitalità. + +L'Elba conta le seguenti località: Portoferraio (il porto del ferro), la +fortezza Longone e la marina di Porto Longone, Marciana con la marina, +Poggio, Campo, Capoliveri, Pila, Sampiero, Rio con la marina, +Sant'Ilario. + +I paesi hanno un aspetto scuro e fosco, come quelli della Corsica, +perchè sono costruiti con pietra naturale. Anche questi stanno sulle +alture, a causa dei barbareschi, e sono difesi da torri. Dove il mare è +prossimo, si sono formati dei luoghi di approdo che si chiamano appunto +marine. Molto fruttifera e bella è la campagna nella valle che si stende +dai monti di Marciana, a destra del gran golfo, sino a Porto Longone: +essa attraversa l'isola per gran parte della sua lunghezza e forma un +contrasto magnifico colla selvaggia imponenza dei monti. Questi +raggiungono la loro massima altezza sopra Marciana, col Cavanna, che è +alto quanto il Vesuvio. L'isola degrada assai verso la costa d'Italia. +Dalla riva della Corsica, l'Elba appare come un solo monte di roccia, +di magnifica doppia forma piramidale, poichè sono appunto le rocce di +Marciana che sono rivolte verso la Corsica; dalla costa italiana, +invece, si vede la parte più bassa distesa verso Piombino, ove si +trovano riuniti i maggiori tesori dell'isola: il ferro e le frutta. + +I monti di Marciana sono molto ricchi di granito e di marmo, di +alabastro, di cristallo e d'altre pietre. La località di Marciana ha le +migliori castagne; olive ce ne sono poche e cattive, così pure la +penuria di legno è forte ovunque. Dappertutto crescono i limoni e +specialmente ricercati sono quelli di Campo. Anche il vino vi è in +abbondanza; il migliore lo ha Capoliveri, ove si fa un aleatico che +eguaglia quello della Toscana. Nella grande vallata cresce molto il +granturco. Per tal modo niente manca per vivere al popolo in questo +attraente e mite paese, poichè, oltre alla fertilità dei giardini e dei +campi, la terra gli ha dato anche i giacimenti inesauribili del ferro di +Rio, ed il mare il suo sale ed i suoi pesci. Presso Portoferraio, gli +Etruschi ed i Romani già prendevano sarde e tonni che si trovano colà in +quantità stupefacenti. I pesci ed il ferro resero già nell'antichità a +tutti i popoli che scorrevano avidi i mari dell'Elba e specialmente ai +Côrsi, ai Fenici, ai Cartaginesi, ai Tirreni e ai Romani. L'isola si +chiamava nell'antichità _Aethalia_, poi _Iloa_, e nel medio evo _Ilva_, +donde è derivata l'_Elba_ attuale. + +Una buona strada carrozzabile conduce da Portoferraio per la valle sopra +Capoliveri verso Longone, attraverso l'isola sino all'altra parte del +mare. Si gira intorno al golfo sino a S. Giovanni, un piccolo sito con +una capanna da pescatori, da dove le barche fanno il tragitto per +Portoferraio. Ci mettemmo in una di queste barche e traversammo il golfo +sino a S. Giovanni a vela spiegata, colla velocità di una freccia. Colà +si sale un'altura, che è piena di avanzi di costruzioni romane e si +discende poi giù nella valle dall'altra parte del golfo. + +Qui esiste sulla marina una villa che è proprietà di un impiegato di +Demidoff; io non mi ricordo forse di aver veduto altrove un sito più +tranquillo. La graziosa casetta è circondata da un giardino con fiori ed +aranci, in mezzo a colline di vigneti, e guarda sul bel golfo e su +Portoferraio che le sta incontro e che di qui si presenta in un aspetto +singolarmente seducente. Se si scende nella valle, è come se si +passeggiasse in un giardino, in una campagna ricca e ridente, ove si +vorrebbe volentieri trattenersi. Ovunque campi rigogliosi, verdi +montagne, boschetti fioriti e di qua e di là il mare scintillante. + +Un acquazzone ci obbligò, in mezzo alla valle di Capoliveri, a +ricoverarci in una casa di contadini. Trovammo colà molti campagnoli, +uomini e donne, occupati a preparare dei fichi da seccarsi. Ci offrirono +pane, uva e vino nuovo, e poichè il mosto non ci piaceva, un vecchio +andò a cercare un gran recipiente di terra, e ci versò da esso del vino +rosso; era un ottimo aleatico del posto. + +Noi riprendemmo il nostro cammino verso Porto Longone, col più bel sole +(era di settembre) ed arrivammo a questo piccolo porto all'ora di +mezzogiorno. La seconda città dell'Elba giace in una piccola baia, sotto +rocce scoscese, sulle quali si eleva maestosamente la fortezza. Sulla +spiaggia vi sono un paio di strade, sulle quali passano le onde, +giungendo sin presso alle case. Qui regna una gran quiete ed un grande +abbandono; alcuni bastimenti si cullano dolcemente sull'acqua; marinai e +pescatori riparano delle barche capovolte e cantano una canzone +monotona. Dappertutto vasi di fiori dinanzi alle finestre e sui balconi; +più in là le piccole case si perdono addirittura tra i giardini +rigogliosi, come le case dell'isola di Procida. Il suolo intorno a +Porto Longone è più meridionale che intorno a Portoferraio. Colà l'aloè +cresce in una magnificenza ed in una abbondanza che mi fecero stupire, +poichè un intero viale di piante d'aloè, da ambo i lati della via +carrozzabile, conduce per un'altura al porto di Longone. I loro cespugli +di fiori, che somigliano a grandi candelabri, erano in piena fioritura. +Io non aveva mai veduto prima, nemmeno nelle parti più meridionali della +Corsica, tante aloè insieme; uno spettacolo simile lo vidi soltanto in +Sicilia, ove una fila di queste piante, ordinate a caso dalla natura, +conduceva al tempio di Segesta. Qui crescono anche le palme. + +La fortezza di Longone a cui si giunge inerpicandosi per un piccolo +sentiero, è costruita sopra un altipiano di una immensa roccia e, colle +sue mura e le sue torri merlate, appare molto antica. Essa fu eretta +dagli spagnoli, sotto Filippo IV e V. E' un fatto straordinario e +curioso che questa piccola Elba sia stata divisa nello stesso tempo +sotto tre diversi dominî; dappoi, mentre l'isola apparteneva al Principe +di Piombino, questi cedette nel 1537 Portoferraio a Cosimo; il Re delle +Due Sicilie per contro possedeva Porto Longone. Poscia, nell'anno 1736, +tutta l'Elba, compreso Piombino, cadde sotto il regno di Napoli, e +passò quindi nel 1801 al Regno d'Etruria, sino a che venne aggregata +alla Francia nel 1805. + +Gli Spagnoli rimasero molto tempo a Porto Longone, e ve n'è quindi +rimasto il ricordo di essi ed anche oggi vi si adopera nell'apostrofe il +«Don». + +La fortezza è certo resistente, poichè la sua situazione la rende +inaccessibile. Essa racchiude la città propriamente detta, un quadro +deserto di distruzione e di abbandono. Una gran parte delle opere furono +fatte saltare nel 1815 per ordine di Napoleone. La fortezza ha dovuto +sostenere diversi attacchi, quando i Francesi combattevano anche qui gli +Spagnoli, ai tempi di Luigi XIV. Un ufficiale della guarnigione toscana, +presso la famiglia della quale passammo una bella ospitale giornata, ci +fece vedere ciò che vi era di notevole. Egli era direttore della +compagnia di pena, dalla quale egli ha raccolto i ravveduti in una +scuola militare. Nel forte trovammo un piccolo gruppo di veterani +toscani, dei quali alcuni conoscevano la Germania dai tempi napoleonici +e vantavano tanto la bellezza delle sue regioni, come la nettezza delle +sue case. Tutto ciò che il nostro ospite ci mostrò, dalla disposizione +ed organizzazione interna della sua compagnia, alla sua amministrazione, +e al suo codice penale, tutto era un vero modello di indirizzo +militare; tutto aveva la sua regola ed ogni oggetto il suo posto +assegnato, persino il ferro dei piedi ed il nerbo fatale. + +Anche a Longone, Napoleone aveva un così detto palazzo, una casa non +imponente, in cui egli scendeva tutte le volte che veniva a cavallo +dalla sua capitale. La prossimità di questa fortezza gli si adattava in +modo speciale. Egli soleva mangiare all'aperto, come racconta Valery +nella sua descrizione dell'Elba, sotto il monte, seduto sopra un sedile +scavato nella roccia (chiamato _canapé_) ove aveva piantato in +semicerchio dei gelsi. Di là osservava con un cannocchiale i bastimenti +che passavano, e le coste d'Italia. + +Di fronte al golfo di Longone è situato il forte Fucardo, con un faro +per i bastimenti che entrano in porto. Intorno son rive pittoresche e +dalla parte di terra i monti più scoscesi, che in qualche roccia +ricordano Capri, senza avere certamente quel calore meridionale nel tono +dei colori. In questi luoghi romantici e deserti, prossimo alla strada +che conduce alle miniere di Rio, è situato l'eremitaggio di Monserrato, +fondato dagli Spagnoli. + +Attraversammo col nostro ospite le roccie per giungere a Rio. La strada +conduce per contrade deserte, traverso pianure e sorgenti. Una di +queste sorgenti porta il nome di Barbarossa, non dell'imperatore +tedesco, ma bensì del corsaro che attaccò e saccheggiò, nel 1544, Porto +Longone. Il suo nome è ancora vivo in diverse isole del Mediterraneo, +forse in tutte, poichè non ve n'è alcuna in quei paraggi che non sia +stata visitata da questo che fu il più ardito di tutti i pirati. + +Passammo così per diversi piani e diverse colline rocciose, sempre +rallegrati da nuove vedute di roccie, valli e mare, sino a che non +discendemmo a Rio. Qui rumoreggia giù dalle alture un ruscello che si +scarica nel porto. Da esso il luogo ha preso il nome di Rio. Di questo +torrentello, il più rapido dell'Elba, si dice che non abbia origine +nell'isola, ma che provenga dalla Corsica, da dove poi proseguirebbe per +canali sotterranei al disotto del mare, sino a tornare alla luce nel +Rio. Le foglie ed i rami dei castagni, che l'acqua trasporta con sè, +dimostrerebbero chiaramente la sua origine côrsa. Comunque sia, questa +nuova Aretusa sembra potersi riferire, secondo il significato poetico, +alla sorte di Napoleone. + +Un'altra considerazione ancora congiunge le miniere di Rio alla Corsica; +di qui fuggì una volta, nel secolo XV, Pietro Cireneo, scrittore +conosciuto dei côrsi, di cui la vita avventurosa di fuggiasco è simile +ad un romanzo; fuggendo dal patrigno, egli giunse ancora bambino a Rio +e guadagnò la sua vita nelle miniere di ferro, aiutando a portare coi +somari il minerale al porto. + +Il terreno rosso sul quale camminavamo ci avvertiva che ci trovavamo su +terra ferrugginosa; dappertutto nient'altro che questa polvere di ferro; +le colline d'intorno, scure e rossicce, coperte d'innumerevoli arbusti +d'aloè, i quali con le loro foglie rigide, di un colore di _bleu_ +acciaio, e terminanti in punte di spine, sembrano essere tanti fasci di +pugnali e di spade. Tutto ciò che incontrammo aveva questo color di +ferro, gli operai di Rio, tinti di rosso nei vestiti, nella faccia e +nelle mani, ed anche i cani stessi, che ci venivano incontro. Il porto +stesso, verso il quale scendemmo, era rosso di polvere di ferro; sulla +spiaggia giacevano mucchi di minerale, che di là veniva poi caricato sui +bastimenti. + +Cercammo il direttore dei lavori. Egli era un tedesco, la qual cosa +appresi con grande gioia. Solamente il tedesco è, fra i vari popoli, il +vero minatore; egli solo è capace di scendere nel pozzo della vita e di +scrutare negli antri bui della natura il suo più profondo carattere. Qui +egli scava di continuo, sino a che trova il minerale puro, e, dimentico +di sè, non ricorda la primavera che è di fuori. Talvolta egli dorme giù +nel fondo, come Epimenide, o come l'imperatore Barbarossa nel +Kyfthäuser, quel vecchio minatore tedesco dalla corona aurea e dalla +lunga barba cresciuta traverso il tavolo, oppure come il Tannhäuser nel +Venusberg (Monte di Venere). + +Il signor Ulrich, un uomo marziale, un tedesco di buona lega, ci venne +incontro; anche la sua stretta di mano era ferrea, la sua parola breve e +decisa e la sua voce straordinariamente potente. Ci ricevette +cordialmente, come suoi compatriotti, ci condusse ai lavori e ci spiegò +la loro disposizione. Le miniere di ferro dell'Elba, che sono +amministrate per proprio conto da una Società toscana, erano da poco +tempo sotto la sua direzione. Egli le ricevette in condizioni miserrime; +in pochi mesi le ha però tanto migliorate che già ora si può calcolare +la produzione annuale a 35,000 tonnellate, mentre non producevano prima +che solo 22,000 tonnellate. Giornalmente vengono estratte 120,000 libbre +di ferro; in estate però i lavori languono, perchè la lavorazione dei +campi reclama gli operai, i quali sono per la maggior parte di Rio. +Nell'inverno i lavori procedono molto più alacremente. + +Già dai tempi più remoti la miniera di Rio era sfruttata, pure essa +rende ancor oggi moltissimo, è un monte di circa 500 piedi di altezza, +tutto di materiale di ferro. Nelle sue vicinanze vi sono ancora altri +giacimenti non meno ricchi, quelli di Terra Nera, di Rio Albano e quello +della Calamita, un vero monte magnetico. Già gli Etruschi sfruttarono +queste cave; essi portavano il materiale a Populonium, sotto il cui +dominio l'isola giaceva e colà veniva estratto il ferro. La penuria di +legna non permette all'Elba il lavoro di fusione ed anche oggi il ferro +viene fuso in fabbriche nelle vicinanze dell'antica Populonium, oppure +il materiale viene imbarcato per Napoli, Genova, Marsiglia e Bastia. + +Il sig. Ulrich ci dimostrò quanto gli antichi e i loro successori +avessero scialacquato con questi giacimenti. Delle intere colline di +terra ferruginosa inutilizzata sono state ammonticchiate, coprendo i +giacimenti di minerale. Questa terra sprecata però è tanto ricca di +sostanze, sì da dare pur sempre un ottimo materiale. Il signor Ulrich +prese una manciata di terra, dove noi stavamo, ce la mostrò e +disse;--«Osservate, la terra che io prendo qui alla superficie, dà +ancora un ferro migliore di quello che ottengono i francesi +nell'Auvergne, dove gli scavi son ben più difficili». Qui il minerale si +trova veramente sopra terra e per diverse miglia in giro si sta e si +cammina sul ferro. Le miniere di Rio sono più ricche di quelle +possedute dal Demidoff in Siberia, e, probabilmente, di uguali ad esse +non se ne trovano. + +I lavori si limitano ancora alla superficie, e di opere sotterranee, non +vi è altro che due gallerie; con tutto ciò si vedono i più bei +giacimenti di minerale allo scoperto. Chi s'immaginasse di trovare a Rio +dei pozzi di gallerie, delle cave con tutti i romantici accessori dei +minatori, come lo avevo immaginato io, prima di vedere questo +straordinario monte di ferro, sbaglierebbe di molto. + +Gettai uno sguardo nei dintorni; dappertutto vi era malinconia e le +opere stesse, queste colline rosse e nere, la terra color di ferro e la +polvere di ferro scintillante producevano l'effetto del deserto, come i +campi di lava e di cenere di un vulcano. Una torre merlata guardava +tristamente dall'alto di uno scoglio sulle miniere. Era la torre di +Giove. Innanzi a queste sinistre miniere, dalle quale la furia della +guerra ha portato ininterrottamente nel mondo spade, lancie e palle, e +dalle quali sembra essere emersa direttamente l'età del ferro, come è +stato cantato dal poeta, dovevasi innalzare un monumento a Napoleone, +ponendo sul piedistallo quell'ordine del Re degli Etruschi, Porsenna, +che, cioè, per l'avvenire il ferro dovesse soltanto essere adoperato +per fare arnesi per l'agricoltura e per le arti pacifiche. + +La bella leggenda mi fa ricordare un fatto storico dell'antichità greca, +un'altra condizione di pace. Quando Gelone dettò ai Cartaginesi la pace +in Siracusa, dopo la battaglia di Himera, una delle sue condizioni fu +questa, che essi dovessero in seguito cessare dal far sacrifici a Moloc. +Anche questa ordinanza avrebbe dovuto esser posta sul piedistallo di +quel colosso di ferro da erigersi all'Elba: non più vittime da immolare +al Dio Moloc! + +Io non so, tuttavia, se una tale êra icarica verrà mai, e se le olive di +Elihu Buritt metteranno radici. I popoli mi sembrano che siano +moralmente poco più grandi di quello che erano ai tempi di Porsenna e di +Gelone di Siracusa.--Tanto in onore del Moloc politico, quanto di quello +religioso, le nazioni si combattono oggi come ieri, ed il fiore della +loro gioventù si lascia mietere così tranquillamente, come se la vita +umana potesse rinnovarsi centuplicata come l'idra. + +Per questo ci separiamo dall'isola del ferro col grido di Porsenna: «Non +più spade nè lancie, ma industria ed agricoltura, e non più sacrifici +umani a nessun idolo». + + + + +SAN MARCO DI FIRENZE. + + + + +San Marco di Firenze. + + +Il convento dei domenicani in San Marco a Firenze, oltre ad avere +un'importanza storica, ne ha una immensa dal lato artistico. Deve la +prima al Savonarola, l'altra a due maestri esimî nella pittura, Angelico +da Fiesole e Fra' Bartolomeo. La piazza sulla quale sorge il convento è +ancor oggi, come ai tempi di Lorenzo de' Medici, uno dei ritrovi della +vita artistica fiorentina, il terzo, dopo gli Uffizi ed il palazzo +Pitti; colà infatti son riunite la galleria delle belle arti e la famosa +scuola degli incisori su rame. + +Ai tempi di Lorenzo, nella contrada di San Marco esisteva quel giardino +dei Medici, nel quale si trovava la prima raccolta di sculture antiche, +sotto la sorveglianza del vecchio scultore Bertoldo. Colà si riunivano i +più forti ingegni di Firenze e tutto ciò che emergeva nelle scienze e +nelle arti e ciò che era già arrivato alla celebrità e che godeva del +favore di Lorenzo. Come i pittori andavano nella cappella Brancaccio, +per imparare a disegnare dagli affreschi di Masaccio, così gli scultori +venivano in questo giardino de' Medici, per studiare la scuola antica ed +intrattenersi con Angelo Poliziano, Pico della Mirandola e Marsilio +Ficino. Da questo giardino si vedeva spesso andare Lorenzo, il Pericle +di Firenze, nel convento di S. Marco, per chiudersi là in una cella e +liberarsi dal dolce paganesimo. Qui si tenevano discorsi elevati, +sull'anima mondiale di Platone, unendoli ad una ipocrita considerazione +della successione di Cristo. Savonarola però si teneva in disparte, +mormorando, e non rispondeva alle chiamate di Lorenzo. + +Il convento era degno dei Medici; infatti lo avevano creato, a dir vero, +essi stessi. La sua storia è in breve la seguente: il fondatore +dell'ordine dei domenicani mandò in Toscana, nell'anno 1220, dodici +seguaci; da questi furono fondati alcuni conventi, dei quali il più +importante fu quello di Fiesole. Da quest'ultimo ebbe origine il +convento dei domenicani di S. Marco. In origine questo era stato +fondato, nel 1299, dai Silvestriani; però, al tempo della grande peste +di Firenze, era decaduto. A San Marco scesero i domenicani da Fiesole +indottivi da Cosimo dei Medici, che poco prima era tornato dal suo +esilio di Venezia. Cosimo chiamò da Fiesole il celebre priore Antonino, +il santo più grande del suo tempo. Egli era figlio dell'avvocato +fiorentino Nicolò Pierozzi ed era nato nell'anno 1389. Nel suo +sedicesimo anno di età era entrato nell'ordine dei domenicani a Fiesole, +ove molto tempo dopo era divenuto priore. Cosimo lo indusse a +trasferirsi a S. Marco, e ciò avvenne nel 1436, dopo che Michelozzo +Michelozzi aveva ricevuto l'incarico di riedificare il vecchio convento +dei Silvestriani. Egli demolì quasi completamente l'antico convento ed +eresse una nuova fabbrica, imponente. Anche per Cosimo furono qui +preparate due celle, come per un monaco, celle che si fanno vedere anche +oggi, come quella di Savonarola, a titolo di curiosità storica. In +questa solitudine, dice il padre Marchese, il priore Antonino fece udire +al vecchio ambizioso, colla franchezza di un amico e coll'autorità +derivantegli dalla santità della sua vita, quella verità che +l'adulazione nasconde sempre al potente, ed è certamente dovuto al +Santo, se Cosimo non divenne un despota comune. + +Nell'anno 1443 fu terminata la fabbrica, e Cosimo fondò la celebre +biblioteca di San Marco. Antonino divenne, tre anni più tardi, +arcivescovo di Firenze. Egli morì nell'anno 1459, dopo essere stato +ammirato da tutto il mondo per le sue virtù e dopo essersi interessato +attivamente del miglioramento del clero. + +Due grandi cortili ornano S. Marco; le lunette di questi cortili sono +dipinte a fresco e contengono fatti della vita di Antonino dipinti da +Gherardini, Dantini, Poccetti e da altri pittori. Tuttavia il tesoro +maggiore del convento è rappresentato dalle pitture murali del Fiesole, +il più antico maestro della scuola di Giotto. Quasi tutte le celle, la +sala del capitolo, i corridoi ed alcune lunette dei cortili contengono +sue pitture. + +Con Fra' Angelico cominciarono quelle strane reazioni che il convento, +tanto sollecito di riforme, intraprese contro lo spirito moderno della +pittura classica italiana. La vita del celebre pittore fu narrata dal +Vasari. Più particolareggiatamente fu però descritta da Vincenzo +Marchese, un domenicano di San Marco. Questo erudito venne accusato di +liberalismo da alcuni suoi confratelli dell'ordine, zelanti inquisitori, +a causa del suo libro: «Lettere inedite di fra Girolamo Savonarola e +documenti ad esso relativi»; e poichè si minacciava di mandarlo a Roma, +si recò nell'anno 1851 a Genova ed è a capo della Società che cura ora +la nuova edizione delle opere del Vasari nella «_Raccolta artistica_». + +Nell'anno 1845 pubblicò i «Ricordi degli esimi pittori, scultori e +architetti dei domenicani, con alcuni scritti sulle belle arti». Già nel +XVI secolo il Razzi aveva scritto una storia dei celebri domenicani, +contenente anche la vita di qualche pittore, scultore ed architetto di +quest'ordine. + +Il Marchese sembra abbia ripresa questa idea, ponendola in effetto. Le +biografie che egli ci dà colla sua opera, cominciano con Fra' Ristoro e +Fra' Sisto, celebri architetti del secolo XIII, che edificarono la bella +chiesa dei domenicani di S. Maria Novella a Firenze. Con maggiori +particolari però ha descritto la vita dei pittori Fra' Angelico e Fra' +Bartolomeo; la sua opera termina con un capitolo sull'impresa del +Savonarola per la riforma delle arti. + +Strettamente connesso a questo lavoro sta l'opera più pregevole +d'incisione in rame di Firenze, che fu cominciata sotto la direzione del +Perfetti: «S. Marco, il convento dell'ordine dei predicatori di Firenze, +illustrato ed inciso principalmente secondo le pitture del beato +Giovanni Angelico, colla vita dello stesso maestro ed un compendio +storico di detto convento», opera del padre Vincenzo Marchese (Firenze, +edito a spese dell'Associazione Artistica, 1850). + +In questo studio il Marchese magnifica Fra' Angelico con troppa +esagerazione, paragonandolo ad un profeta, a cui fosse stata affidata la +missione di rinnovare la morente pittura religiosa. Colle sue pitture +egli doveva conseguire la stessa riforma morale del genere umano che +avevano raggiunta Antonino e Savonarola per mezzo dei loro scritti e +delle loro pubbliche azioni. + +Non si sa esattamente dove Fra' Angelico nacque. Il Marchese ritiene che +egli provenga da Castel di Vicchio nel Mugello, distante alcune miglia +da Colle di Vespignano, la patria di Giotto. L'anno di nascita sarebbe +il 1387; il suo nome era Guido. Dapprima imparò a Firenze a dipingere in +miniatura, come suo fratello Benedetto che era abilissimo in quest'arte. +Presto si sviluppò in lui una schietta inclinazione in senso religioso, +che si delineò sempre più, in contrasto colle tendenze decisamente +realistiche dell'arte fiorentina. Il Marchese paragona arditamente +quest'artista geniale con Talete che coll'ispirazione dei suoi versi e +dei suoi ritmi spianò a Licurgo la via per la sua legislazione, poichè +nello stesso modo Fiesole ha appianato al suo amico Antonino, co' suoi +quadri, la strada per la riforma. + +Nell'anno 1407 i due fratelli entrarono nell'ordine dei domenicani di +Fiesole ed ivi vissero qualche tempo, sino a che la discordia papale +non raggiunse anche questo. Guido, ossia Fra' Giovanni, come ormai era +chiamato, peregrinò allora da Foligno a Cortona, ove dipinse molto +secondo la maniera di Giotto, Spinello e Simone da Siena; e, dopo +un'assenza di circa 4 anni, tornò a Fiesole. In seguito fu chiamato, nel +1436, al convento di San Marco, fondato da poco, per ornarlo di pitture. +Ciò avveniva nello stesso tempo che Masaccio dipingeva le cappelle della +chiesa del Carmine, Brunelleschi edificava la cupola del Duomo, Ghiberti +approntava le porte del Battistero e Donatello e Luca della Robbia +gareggiavano nella scultura. + +Poichè a Fra' Giovanni, benchè avesse gran finezza nel dipingere, +mancava ancora il disegno, la prospettiva ed il perfezionamento nei +chiaroscuri, egli pure studiò dapprima le pitture del Masaccio e molto +imparò da questo artista geniale, che di lui era assai più giovane. + +A quest'epoca appartiene la grande pittura della sala del capitolo, che +egli compì in S. Marco e che è una delle più belle che siano state fatte +nel secolo XV, il suo capolavoro, l'ultimo fiore della scuola di Giotto; +il soggetto ne è la passione, con santi in adorazione da ambo i lati. Il +carattere dei due ladroni vi è riprodotto con molta perfezione. La +testa del Cristo ha sofferto; i suoi tratti non son più precisamente +riconoscibili. Ai piedi della croce sta, a sinistra, un gruppo di +sorprendente eloquenza: la madre che sta per cadere in deliquio, +abbandonando la testa e le braccia; la Maddalena, in ginocchio a lei +dinanzi, la stringe al petto con ambe le braccia, i biondi capelli +sciolti le cadono sulle spalle. Giovanni ed una delle donne sostengono +Maria. Difficile sarebbe raffigurare più semplicemente l'altissimo +effetto tragico; la sublimità agisce qui direttamente per la grandezza +della natura interna. Non si trova nè nel Perugino, nè nel Francia, che +pur furon maestri nell'arte di commuovere, una tale elevatezza. + +Gli antichi non sono in genere più perfetti in questo senso. La loro +grande e sicura concezione della vita spirituale è la loro gloria +indistruttibile; essi sono epici e popolari, quelli di poi musicali e +drammatici. L'immagine del dolore diviene più tardi sempre più ricca, ma +anche più violenta ed unilaterale. Anche le altre figure sono +importanti; messe del tutto naturalmente e senza legami da ambo i lati, +agiscono solamente per la loro singola espressione. Esse rappresentano +santi, ecclesiastici, vescovi o fondatori d'ordini, come Domenico, +Bernardo, Francesco, Ambrogio, Tommaso d'Aquino, Agostino. Il colorito +è molto spirituale, secondo la maniera di Fra' Angelico. + +Quantunque egli abbia dipinto ancora molti altri quadri eccellenti, in +nessuno ha tuttavia raggiunto una tale grandezza ed una tale forza, +poichè questa manca talvolta nelle sue impressioni che divengono deboli +causa appunto la loro soverchia delicatezza. Nell'Accademia delle Belle +Arti, che possiede un gran numero di quadri del Fiesole, due vengono +considerati quali i più eccellenti: la Deposizione dalla Croce e +l'Estremo Giudizio. Quella è squisita per la profondità dei sentimenti e +la soavità dei colori, questo non è invece una composizione di grande +rilievo. + +Fra' Angelico è più debole di tutto nella raffigurazione dell'inferno; +la sua natura è troppo fanciullesca, per aver potuto creare delle figure +diaboliche. I suoi diavoli eccitano solo il riso, non incutono spavento, +egli rappresentò l'inferno in sette compartimenti, secondo Dante, ed in +fondo vi dipinse pure Lucifero, che dilania con le sue tre fauci Giuda, +Bruto e Cassio. Anche Angelico dipinse sotto l'influsso di Dante che era +il compagno di Giotto, ed il Giotto della poesia. + +La «Divina Commedia» ha d'altronde ispirato tutti i pittori, a +cominciare da Giotto. Essa infiammò la fantasia degli artisti e la +riempì di visioni sublimi e di idee poetiche; i loro quadri erano già +stati abbozzati nelle composizioni dei versi di Dante; e molte scene +dell'Inferno, del Purgatorio e del Paradiso attendevano solo di essere +tradotte in colori, per divenire quadri viventi. Io credo, in generale, +che, senza Dante, la pittura religiosa d'Italia non avrebbe potuto +svilupparsi così presto e raggiungere tale altezza. + +Il dominio della sua poesia sull'arte della pittura durò per tutto il +XIV ed il XV secolo, sino a che fiorì la pittura religiosa. Anche +Michelangelo, l'ammiratore entusiasta di Dante, si conformò a lui, nello +stesso modo come prima di lui vi si era conformato Luca Signorelli nel +suo Estremo Giudizio nel Duomo d'Orvieto, che Fra' Angelico aveva +cominciato a dipingere. Si trovano pure soggetti tratti da Dante, +dipinti da vari maestri in molte chiese, come ad esempio l'Inferno ed il +Paradiso dell'Orcagna, nella cappella degli Strozzi in Santa Maria +Novella. + +Insieme con la «Divina Commedia» anche «I trionfi» del Petrarca hanno +avuto una grande influenza sulla pittura; ciò c'indica, fra i molti +altri quadri, l'Orcagna stesso col suo «Trionfo della Morte» nel +Camposanto di Pisa. + +Fiesole dipinse in S. Marco anche la discesa di Cristo nel Limbo, dal +quale egli trae i patriarchi: un quadro di grande finezza di colori. Non +meno interessante è la sua «Adorazione dei Re Magi», uno dei pochi suoi +quadri, nei quali sviluppa una certa gaiezza e varietà mondana. Questo +soggetto è stato trattato spessissimo e con grandissimo amore. Per i +pittori della scuola religiosa non vi sono che poche stoffe di maggior +attrattiva e in quanto a ricchezza della vita poetica esso li sorpassa +tutti. I contrasti sono sorprendenti, chiari e naturali: il figlioletto +di un artigiano in una stalla, bue ed asino alla greppia; questo bambino +vengono ad adorare i potenti della terra, conducendo sì lunghi corteggi +di alabardieri e paggi riccamente vestiti, che portano oro e gioielli. +Uno di questi re è sempre un vecchio di aspetto venerabile, e quando +questi s'inginocchia dinanzi al bambino, la poesia della scena è +ingrandita dal contrasto delle età. Il secondo re generalmente ha una +faccia da moro, il terzo è di bella complessione, giovane e nobile, di +guisa che i vecchi pittori sembra abbiano voluto rappresentare le tre +parti del mondo. A questo si aggiunga la misteriosa lontananza dalla +quale i re favolosi sono venuti, il buio della notte, la stella che +porge spesso occasione di aggiungere al corteo un paio di astronomi, e +si avrà nel tutto una fantastica novella orientale, nella quale si +scorge l'influenza delle crociate. + +La pittura toscana è ricca di immagini di questo genere. Due quadri +magnifici di questa specie, di Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi, +si ammirano negli Uffizi; due altri, capolavori della massima bellezza, +li dobbiamo agli scolari di Fra' Angelico, Gentile da Fabriano e Benozzo +Gozzoli. Il quadro di Gentile si trova nell'Accademia delle Belle Arti, +quello di Benozzo nella Cappella Medici al palazzo Riccardi. Qui egli +dipinse degli affreschi che, insieme con le sue pitture ammirate nel +Camposanto di Pisa, appartengono alle migliori produzioni del suo tempo. +La sua rara universalità si scorge già qui; egli abbracciò tutti i +generi della pittura, dal paesaggio all'architettura, dalla figura agli +animali, e tutto con una meravigliosa armonia. Nella suddetta cappella +Riccardi egli dipinse i viaggi suntuosi dei re; a cavallo, a piedi o sul +cammello, essi traversano in schiere interminabili ridenti pianure, +monti e valli. + +Fiesole, dal quale Gentile e Benozzo impararono, rimane col suo quadro +al disotto di loro; egli non ha quella magnificenza solenne e quella +ricchezza festiva che i suoi discepoli seppero rappresentare. + +Molti altri quadri che egli dipinse in S. Marco meritano di essere +ricordati, l'Orazione nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione della +Vergine, dove si ritrova l'ascendente di Dante, ed il suo Cristo in +pellegrinaggio; ma basta di essi. Tutti dimostrano la stessa semplicità +di mezzi, la medesima concezione fanciullesca e la più profonda +religiosità. Persino i suoi colori, dove predominano il bianco, il +celeste ed un rosso pallido, si devono chiamare fanciulleschi. Le sue +figure più attraenti sono spesso quelle eseguite in piccolo, quasi in +miniatura; esse sono molto graziose e di finezza ammirevole come, fra le +altre, gli angeletti di uno schizzo di altare negli Uffizi e le figure +sul reliquario di Santa Maria Novella. + +Fra' Angelico morì a Roma il 18 marzo dell'anno 1455; Nicolò V che lo +aveva chiamato colà per dipingere in Vaticano, gli fece erigere un +monumento sepolcrale nella chiesa della Minerva. + +L'epigrafe lo eguaglia ad Apelle, al quale hanno avuto l'onore di essere +stati paragonati molti pittori. Egli è stato l'ultimo grande maestro +della scuola di Giotto; i naturalisti Maselino e Masaccio posero fine ad +essa e crearono l'indirizzo moderno della pittura. La scuola antica che +conduceva alla rappresentazione del nudo coll'ammirazione delle forme +della natura umana, doveva trovare il suo completo svolgimento nel +Tiziano, in Giulio Romano, nel Correggio e nel Michelangelo. + +Allora dal chiostro di S. Marco, che aveva trovato nel Fiesole un +difensore così convinto della pittura religiosa, venne nuovamente una +reazione contro la scuola moderna e paladino ne fu Savonarola. + +Egli combattè i Medici che avevano promossa la scuola antica, appunto +con le loro stesse armi. Essi avevano fondata l'Accademia platonica ed +erano pieni di ammirazione per il paganesimo; ma Savonarola stesso era +un mistico platonico, come lo erano Lorenzo, Pico, Poliziano, Marsilio +Ficino e molti altri. + +Il priore di S. Marco teneva delle prediche platoniche sull'essenza del +bello e tuonava contro le nudità dell'arte appunto da quel pulpito, di +fronte al quale erano la sepolture dei suoi amici Pico della Mirandola e +Angelo Poliziano. Il Marchese riporta un discorso del Savonarola, nel +quale questi considera il bello platonicamente come l'anima e l'idea del +buono. In forza di questa teoria egli sollevò una guerra fanatica contro +la scuola antica e le arti che, volte alle cose mondane, a parer suo, +traviano la razza umana. La violenza della sua parola scosse molti +artisti che sino ad allora avevano dipinto o scolpito allegramente, e +si videro l'eccellente Sandro Botticelli, Cronaca, Robbia, Bartolomeo, +Lorenzo di Eredi e molti altri abiurare pentiti il loro paganesimo ai +piedi del priore. Solo Mariotto Albertinelli e lo strano Piero di Cosimo +non si lasciarono turbare, e restarono pagani ed avversari convinti del +Savonarola e della sua setta morale. + +Il 21 febbraio 1497 furono portati, al suono delle trombe e dei tamburi, +tutti gli emblemi della mondanità sulla piazza della città. Ivi fu +eretto un albero con molti rami, ai quali furono attaccati i ritratti +delle più belle fiorentine, capolavori della pittura, nudi bellissimi, +sculture di divinità, libri di musica, arpe e liuti, cembali e violini, +carte, abiti di seta e di velluto; gli oggetti più costosi d'oro e +d'avorio, ed anche le poesie del Petrarca e del Boccaccio si videro +appese a quei rami. Gli esecutori di questo tribunale fanatico, che +doveva giudicare le umane vanità, avevano perquisite le case, ed erano +anche stati loro consegnati timorosamente, ed a titolo di penitenza, +liberamente oggetti d'arte ed oggetti preziosi d'ogni genere. Un +negoziante veneziano che si trovava appunto a Firenze e che non aveva +scrupoli sull'essenza morale del bello, venne nell'idea ragionevole che +sarebbe stato meglio vendere questi oggetti così preziosi per il +commercio, anzichè bruciarli. Egli offrì così per tutte quelle vanità +mondane la modesta somma di 20,000 scudi. In seguito a ciò, la Signoria +lo fece senz'altro prendere, mettere sopra una sedia e ritrattare da un +pittore platonico e il suo ritratto fu posto in cima al rogo. Così fu +bruciato quest'albero con tutti i suoi tesori, in mezzo al giubilo della +folla. Ciò avvenne sulla piazza stessa, ove un anno dopo fu arso il +grande fanatico. + +La morte del Savonarola rese inconsolabili gli artisti, suoi adepti. +Molti smisero di dipingere, tra i quali anche Baccio della Porta, che +rinunziò al mondo in segno di cordoglio e prese nel 1500 la tonaca dei +domenicani. Baccio, o Fra' Bartolomeo come si chiamò da allora, restò +sei anni immerso nel dolore e non toccò i pennelli. Dipoi, si rinfrancò +e cominciò le sue pitture religiose sulla esortazione dei suoi fratelli +dell'ordine. Ciò avveniva al tempo, in cui Raffaello tornava per la +seconda volta a Firenze. Egli strinse amicizia con Fra' Bartolomeo ed +imparò da lui il disegno ed i colori; sotto l'ascendente di lui fu +iniziata la sua Madonna del Baldacchino, mai terminata, nella quale si +riscontra chiaramente lo stile di Bartolomeo. Questi si formò a sua +volta sulla maniera di Michelangelo e di Leonardo da Vinci, e molto +lontano dal dipingere nella maniera dolce e delicata del Fiesole, +divenne precisamente in S. Marco l'opposto del suo predecessore. La +scuola di Giotto era vinta. Bartolomeo dimostrò quanto lo studio della +plastica avesse influito sulla pittura; le sue figure sono spesso +grandiose come quelle di Michelangelo e quasi statuarie, come +specialmente il suo evangelista Marco nella galleria Pitti. + +Egli morì nell'anno 1517; ci ha lasciato un ritratto del Savonarola, che +ci rende in modo caratteristico la figura fanatica di questo profeta del +Rinascimento. Poichè per quanto alto fosse il volo dei pensieri di +quest'uomo straordinario, egli rimase pur sempre un monaco e più +precisamente un domenicano. + +In quel tempo stesso, nel quale Fra' Bartolomeo dipingeva in S. Marco, +giaceva prigione colà in una cella un altro fervente ammiratore del +Savonarola, il pittore in miniatura Fra' Benedetto. Nulla si conosce +delle pitture di quest'uomo singolare; egli ci ha però lasciato una +poesia originale, che compose nella solitudine della sua prigione. +Questa è la più vecchia poesia epica sul Savonarola, del quale racconta +la vita e la morte. Il suo titolo è: «Il Cedro del Libano». Il Marchese +l'ha recentemente pubblicata di nuovo: Il «Cedro del Libano, ovvero la +vita di Girolamo Savonarola, descritta da Fra' Benedetto in Firenze +nell'anno 1510». Molti coetanei hanno scritto la vita del Savonarola, +dice il Marchese, come Burlamacchi ed il Conte Francesco di Mirandola, +ma quantunque essi conoscessero Savonarola, non possono aver goduto la +sua intimità e la sua amicizia, come fu concesso a Fra' Benedetto per +tre anni, durante i quali egli convisse col maestro in S. Marco. Lo +stesso Savonarola lo aveva vestito dell'abito dei domenicani e questo +suo discepolo soffrì ed operò molto per lui, e lo difese dopo la sua +fine con un amore ed una costanza che gli valsero dapprima l'esilio e +dopo molti anni di prigionia nel suo chiostro; un uomo singolare, il +tipo del quale può solo avere riscontro in quei paladini del medio evo, +senza macchia e senza paura, che furono cantati in versi immortali +dall'Ariosto e dal Tasso. + +Con ragione il Marchese annette un'importanza storica a questa poesia, +poichè essa riporta fedelmente gli avvenimenti, di cui l'autore fu +spettatore nella maggior parte coi propri occhi; credo perciò che valga +la pena di tradurne alcuni brani, non prima però di aver dato qualche +notizia della vita del poeta semplice. + +Fra' Benedetto nacque nell'anno 1470 a Firenze. Suo padre Paolo era +orefice, sua madre era, come egli stesso dichiara, una donna di spirito +e ardita. Dapprima condusse una vita dissoluta, dopo però fu così +conquiso dalle prediche del Savonarola, che entrò nell'ordine di San +Marco. Era da tre anni nel chiostro, quando il giorno 8 aprile 1498 il +furore popolare si sollevò contro il riformatore. Fra' Benedetto lottò +insieme con altri monaci e partigiani del Savonarola con grande eroismo. +Per caso anche Baccio della Porta si trovava quella sera nel convento; +spaventato dalle grida del popolo e dall'infuriare del combattimento +egli si nascose. Benedetto invece salì sul tetto della chiesa, alla +quale era stato appiccato il fuoco, ed accoppò con pietre tanti nemici, +quanti ne poteva raggiungere. Savonarola lo scorse e lo chiamò, +scongiurandolo di deporre le armi; anche, allorchè il profeta si +consegnò liberamente ai suoi nemici, Benedetto volle dividere la sua +sorte, ma Girolamo glielo impedì. + +Quindi egli racconta che fra i seguaci del maestro, Malatesta Sacromoro +da Rimini fece da traditore, poichè questi consigliò Savonarola a +consegnarsi al popolo, mentre che quegli (Fra' Benedetto) lo aveva +scongiurato invano di imitare Paolo, calandosi con una corda e cercando +il proprio scampo nella fuga. + +Savonarola e Domenico furono tratti nel palazzo della Signoria; +Silvestro si era intanto nascosto in convento. Anche questi però fu +tradito il giorno di poi da Malatesta. Tutti e tre furono arsi il 23 +maggio. + +Benedetto fuggì dapprima a Viterbo, poscia cominciò però a provar +rimorso di aver rinnegato anche solo per poco tempo il ricordo di +Savonarola; egli tornò quindi a Firenze e cominciò a difendere +coraggiosamente le dottrine del suo infelice maestro, quantunque dovesse +affrontare la vendetta del partito avverso. Egli non risparmiava nessuno +ed attaccò anche papa Alessandro VI. La conseguenza di ciò fu che +dapprima fu scacciato dal chiostro e dopo vi fu imprigionato. Non è +certo se egli abbia sofferto qui sino alla fine della sua vita. In +prigione egli scrisse in difesa di Savonarola, su argomenti di teologia +ed infine «Il Cedro del Libano». + +Questa schietta poesia è scritta in terzine e si compone di undici +capitoli. Non ci si attenda nessuna bellezza poetica da lui; essa è però +degna di nota per la fedeltà, colla quale distingue gli avvenimenti e ci +dà un'idea della vita di quel tempo. La catastrofe stessa è descritta in +modo vivo ed indubbiamente esatto. + +Dopo un esordio a guisa d'orazione, l'autore racconta gli avvenimenti +della propria vita: + + Nato di umili natali nella città dei fiori nell'anno 1470 nella + contrada di S. Croce, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Benedetto passa a descrivere poi la corruzione del suo tempo; la pace +regnava in tutto il mondo, ma il demonio seminava il male, il popolo era +pieno di peccati vergognosi, la lussuria e la violenza erano generali. +Regnava Alessandro VI, grande per cupidigia e libidine, ed ogni prete lo +prendeva ad esempio. + + In questo tempo il Signore aveva mandato nella mia città un servo + devoto, chiamato Girolamo, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Il poeta racconta ancora, che un giorno sua madre, commossa dalla parola +del Savonarola, lo eccitò ad andare alle sue prediche. Per quanto questo +invito gli sembrasse duro, egli cedette finalmente ed andò nella chiesa +di San Marco. Qui si sedette tutto vergognoso ed in silenzio tra gli +uditori, suscitando la meraviglia della folla che non attendeva di veder +ivi l'uccello goditore. E qui egli fa entrare in iscena il Savonarola +che tiene una predica, come il Lenau fa nel suo romanzo del Savonarola. + + Quando venne il mio profeta, Savonarola, egli montò umile sul + pulpito ed io rimasi attento alle sue parole, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Prosegue poi in questo tono. E' la predica sull'arca di Noè: Benedetto +ne ricevè una così profonda impressione sulla coscienza che fuggì subito +in luogo remoto, dove cominciò con sè stesso un dialogo, in cui sono +contenute delle chiare accuse. + + E piangendo me ne andai, gettando lungi da me il mio essere leggero + e dissoluto e la mia chitarra da sventato. + +I suoi antichi compagni lo dileggiano e lo dicono ipocondriaco, lo +invitano ai divertimenti, gli dimostrano come egli sia amato da tutti ed +abbia molti amici e come nulla manchi alla sua vita. Non basta che i +suoi camerati lo tormentino, anche i suoi sensi vengono finalmente +indotti in tentazione ed egli li presenta quali persone: + + L'occhio disse: Io non so che tu pensi; mi hai abituato a scorrere + libero e libertà io voglio, perchè questa mi si conviene. + L'orecchio mi disse, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Ma Savonarola lo conforta nella sua conversione ed egli inizia il +principio della sua santa vita, assumendo per alcuni mesi il posto +d'infermiere e di becchino in un ospedale. Il demonio lo tormenta +tuttavia continuamente, nondimeno egli lotta valorosamente ed entra +finalmente nel suo venticinquesimo anno d'età nell'ordine. + +Come Bartolomeo aveva raffigurato in colori Savonarola, così lo +descrive Benedetto in versi: + + Piccolo di corpo, ma tutto salute; di membra minute, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Seguono i giudizi sull'animo suo, che si possono facilmente immaginare, +ed un piccolo accenno alla sua operosità; quindi un intero episodio sul +genere del Klopstock, nel quale il poeta fa cospirare i demoni contro +Savonarola: + + Il superbo Lucifero, il principe dell'Inferno, quando si accorse + quali frutti raccoglieva il sacerdote, abbaiò forte come una bestia + dilaniante, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Lucifero racconta in seguito ciò che egli abbia fatto di male dalla sua +caduta dal cielo, come egli abbia scacciato Adamo dal paradiso, piegando +sotto il suo dominio tutte le creature, come il popolo di Mosè si sia +dato all'idolatria per effetto della sua preparazione e come egli abbia +mandato fuori tutti i diavoli, per sterminare la fede, dopo la venuta di +Cristo nel mondo: + + E voi mentitori, sudicia razza di cani, non mi avete estirpato la + fede. L'uno dice: oggi ancora lo faccio; l'altro: domani, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Per ordine di Lucifero i demoni partono con grida orribili. La loro +opera si vede presto nella persecuzione del santo uomo, specialmente per +parte dei Minori di Santa Croce, che gli interrompono in ogni modo la +predica, aizzando il popolo contro di lui. Quindi Benedetto descrive +l'assalto di S. Marco dell'8 aprile 1498. + + Era di domenica, il giorno delle palme, quando Firenze si sollevò + con grida selvaggie per prendere il frate vivo o morto, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Egli narra in seguito come venti soli amici del Savonarola respinsero +gli assalitori, uccidendone il capo e scacciarono tutta la turba per tre +volte. Tre volte tornò la folla inferocita all'assalto. + + I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della chiesa e del + convento. Il profeta era strettamente attorniato dai suoi + confratelli col Sacramento, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Segue il discorso di conforto e di avvertimento del profeta, col quale +egli annuncia ai confratelli che ha deciso di rimettersi spontaneamente +nelle mani dei suoi nemici, in seguito al consiglio datogli da Malatesta +con perfida parola. + + Io vidi coi miei occhi com'egli si consegnò ai nemici col compagno + Domenico e com'egli si rimanesse calmo e sereno in mezzo al popolo + furente che lo minacciava, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +Benedetto narra quindi come dopo la morte del Savonarola, i suoi seguaci +rinnegassero la sua memoria ed abbandonassero vergognosamente la sua +bandiera. + + Non uno a dir vero gli restò fedele ed io stesso ho cominciato a + tentennare. Il mio raffreddamento fu però corto e presto tornò il + mio ardore, ecc. + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . + +L'ultimo capitolo contiene una lamentazione sulla fine del profeta e vi +si narra in qual modo morisse. Poi la poesia, alla quale doveva seguire +indubbiamente un'altra parte, termina, con un'invocazione al Savonarola, +di ricordarsi della sua promessa e di proteggere il povero autore. + +Il Marchese, al quale dobbiamo la pubblicazione di questa vecchia +poesia, non ha scritto nessuna storia speciale del Savonarola, ma ha +aggiunto una descrizione della sua vita all'opera pregevole già +ricordata sugli affreschi di S. Marco. E' interessante conoscere come un +domenicano oggi vivente parla dell'antico priore del suo convento. Egli +dice dapprima: il lettore vedrà, come un uomo, che era forse il più +grande dei suoi tempi, abbia incontrato una fine tremenda. Egli +apprenderà, come non valsero a risparmiarlo, nè la nobiltà del suo +spirito, nè la santità della sua vita, nè l'elevatezza del suo scopo. +Egli conoscerà quali speranze morirono con lui e quali furono gli amari +frutti della sua morte, e come patiboli e roghi non fossero bastevoli a +spegnere la sete di vendetta nei suoi avversari, vendetta che infuriò +ancora sul suo cadavere e sulla sua memoria. Pur nondimeno il suo nome +risplende oggi onorato, dopo che le ire furon sepolte per sempre, ed è +caro a tutti coloro che sono amici non paurosi della verità. Quest'uomo +grande ed infelice è Fra' Girolamo Savonarola. + +Importanti come aggiunta ad una storia del Savonarola sono le lettere ed +i documenti che riguardano quest'infelice riformatore, pubblicati dallo +stesso Marchese. Tra esse ve n'è una alla madre sua, Elena Buonaccorsi, +al suo amico Domenico, a sua sorella Beatrice, a Pico della Mirandola, e +tra i documenti anche lo scritto di Luigi XII al Governo di Firenze, nel +quale questo re prega per una proroga all'esecuzione della sentenza del +Savonarola. Alla fine della sua introduzione alle raccolte il Marchese +dice: «Qui terminiamo le nostre pazienti ricerche sulla vita e la morte +del Savonarola, coll'augurio che possa presto sorgere uno scrittore +prettamente cattolico, diligente e giusto, che libero da tutti i +pregiudizi di sètte politiche e religiose, ci presenti finalmente il +vero tipo di questo grande, che in un tempo difficile e corrotto +raggiunse una fama tanto alta, che nemmeno le calunnie di quattro secoli +poterono scemare». + +Il desiderio del Marchese è stato esaudito, poichè Pasquale Villari, +professore di storia a Pisa, ha pubblicato un'opera pregevolissima, «La +storia di Girolamo Savonarola ed i suoi tempi». + + + + +La campagna dei volontari intorno Roma. + + + + +La campagna dei volontari intorno Roma. + + +Nell'autunno 1866 l'Italia era in preda ad un eccitamento eguale a +quello dell'anno 1859. L'Austria, l'ultima rappresentante della potenza +imperiale tedesca, aveva dovuto cedere alla nazione italiana anche +l'ultimo resto dei suoi possedimenti italiani. Il 19 ottobre, il giorno +in cui gli Austriaci salparono per Trieste, e gli Italiani entrarono a +Venezia, fu uno dei più felici e lieti giorni della storia d'Italia; +esso segnò il ritorno della nazione italiana alla sua indipendenza dopo +una schiavitù di più di tre secoli. + +Gli Italiani dovevano questo grandioso risultato ai fatti d'arme della +Prussia. Il potente legame d'alleanza, a cui essi avevano serbato +fedeltà in momenti, nei quali avrebbero avuto la tentazione di +abbandonarlo, fece sì che essi riuscissero come vincitori dalle +sconfitte del loro esercito e della loro flotta. + +Dopo la cessione di Venezia, l'Italia formò di nuovo una nazione sola, +non essendo la sua unità più turbata che da Roma. Soltanto qui +risiedevano ancora truppe straniere, l'esercito d'occupazione di +Napoleone. Ma la posizione del Papato, che si appoggiava all'Imperatore +francese, doveva ora mutarsi. + +L'Austria aveva finora coperto il Vaticano dal Po; il formidabile +quadrilatero era la trincea più valida del Vaticano. Ora essa era caduta +e si era sciolto il legame di reciproci interessi che aveva fin allora +tenuto avvinti il Papato e la Dinastia degli Absburgo. L'Austria cessò +la sua politica italiana e con essa necessariamente vennero meno i suoi +obblighi verso Roma. L'Italia poi, liberata dalla pressione +dell'Austria, rafforzò l'alleanza colla Prussia, la quale era divenuta +la prima potenza del continente, fiaccata la Francia, e inseguiva ora in +Germania gli stessi ideali che aveva, in Italia, inseguito la Savoia. + +Nell'autunno 1866 si sentì profetizzare che conseguenza di quegli +avvenimenti doveva essere necessariamente la caduta del potere temporale +dei Papi. Si avvicinava il momento in cui doveva cessare, secondo la +convenzione del 15 settembre 1864, l'occupazione francese di Roma. + +Ci si domandava se Napoleone si sarebbe attenuto strettamente a questa +convenzione, cioè se avrebbe ritirato le sue truppe, e, nel caso +affermativo, che sarebbe avvenuto del Papato. Sarebbero sufficienti le +truppe pontificie, pochi reggimenti romani e pochi reggimenti stranieri, +ad assicurare l'ordine nelle provincie dello Stato? Si diceva infatti +che queste provincie si fossero legate con giuramenti segreti a +sollevarsi al primo appello del Comitato Centrale mazziniano di Firenze. +Per la difesa personale del Papa Napoleone aveva costituito la legione +di Antibo. Questo corpo di 1200 uomini, in gran parte francesi, al +comando del colonnello d'Argy, nel settembre 1866 era già sbarcato a +Civitavecchia, ed era andato in guarnigione a Viterbo. + +La caduta di Palermo in mano alle bande di Bentivegna (16 settembre), in +cui potere rimase per 6 giorni, produsse in Roma un'impressione +profonda: non poteva accadere qui alcunchè di simile dopo il ritiro +delle truppe francesi? L'eccitazione divenne nell'ottobre assai acuta. +Si parlava di diserzioni numerose nella legione di Antibo. Si sparsero +notizie di un _memorandum_ di Napoleone al Papa, nel quale costui, +accennando agli eccessi di Palermo, proponeva che fosse accolta in Roma, +dopo il ritiro delle sue truppe, una guarnigione italiana. Si parlava +di dirette trattative fra Pio IX e Vittorio Emanuele per una +riconciliazione. + +Il 29 ottobre il Papa tenne un discorso ai cardinali, il quale fece +cadere d'un tratto ogni speranza in questo senso. Pio IX protestò contro +tutti gli atti del Governo italiano; anche, dopo la pace di Praga, non +voleva saper nulla dei diritti della nazione italiana; considerava gli +Italiani eretici ribelli, e finalmente esprimeva la sua risoluzione di +lasciar Roma, se le circostanze lo richiedessero. + +Vi era un partito di fanatici, che avrebbe voluto spingere il Papa ad +andare in esilio. I Gesuiti desideravano la sua fuga non meno del +partito democratico. Questo sperava di porre Roma a capo della +Rivoluzione, e di proclamare la Repubblica in Campidoglio. Quelli non +desideravano di meglio che di gettare l'Italia nell'anarchia coll'esilio +del Pontefice, di suscitare le querele e gli aiuti dei cattolici di +tutto il mondo, e finalmente l'intervento delle Potenze per +ristabilire--possibilmente--lo Stato della Chiesa, come nell'anno di +grazia 1815. Solo i moderati--e formavano la maggioranza--sostenevano +concordi che il Papa doveva rimanere in Roma. Malgrado tutto essi +speravano nella possibilità di un accordo col Papa, superando tutti gli +ostacoli inerenti strettamente al sistema ecclesiastico--di un accordo +con un Pontefice cui avevano tolto una gran parte dei suoi Stati, e la +cui sede, Roma, era reclamata come capitale della nazione italiana. Si +pretendeva un atto di sacrificio e di abnegazione da questo sovrano, un +atto di cui la storia reale di nessuno Stato e di nessun monarca avrebbe +potuto fornire un esempio! Il potere temporale è un principio +antievangelico, ma è anche una condizione di cose che dura da oltre +mille anni, e di tale importanza per la posizione del Papato, che questo +dominio temporale potrà essere soppresso solo per mezzo di una riforma +dei rapporti fra gli Stati europei. È vero che questa è già +incominciata; ma finchè essa non sarà compiuta, nessun Papa intendenderà +di rinunciare alla sua potenza temporale. + +Il Governo italiano sembrava inclinato ad accettare trattative; esso +affermava che, secondo gli articoli della Convenzione di settembre, non +avrebbe, dopo il ritiro dei Francesi, nè attaccato il dominio +pontificio, nè sopportato che altri lo attaccasse. Esso mandò truppe ai +confini, per sorvegliarli, cioè per impedire che bande di volontari +riuscissero a penetrare negli Stati del Papa. Intanto il Governo +francese si dava pensiero di pareggiare la differenza del Debito +pubblico dello Stato pontificio; e calcolava gli arretrati, per le +provincie della Chiesa annesse all'Italia, in 12 milioni da pagarsi al +Pontefice. Fece sapere al Governo italiano che era opportuno che +mettesse all'ordine il partito d'azione, del quale si sapeva bene che, +firmando la Convenzione di settembre, era intimamente risoluto a +calpestarla alla prima occasione. Lo scopo dei democratici non era certo +un segreto; avrebbe il Governo italiano autorità sufficiente per +frenarne l'impeto? Dopo il ritiro dei Francesi essi volevano provocare +la caduta del Papato e l'annessione di Roma all'Italia come sua +capitale, facendo scoppiare la rivoluzione negli Stati pontificii e +costringendo così il Governo italiano a rompere la Convenzione e +marciare su Roma, sia col consenso di Napoleone, se egli voleva +riconoscere per la seconda volta il fatto compiuto, sia senza, se egli +intendeva di intervenire, e di opporsi all'esercito italiano. + +Mentre il prossimo ritiro dei Francesi impensieriva la Curia e faceva +sorgere in essa il dubbio, se fosse preferibile per il Papa, inerme di +fronte alla rivoluzione, di abbandonare la città o di restarvi, i +nazionali agitarono la questione: che cosa doveva fare il popolo romano +in questo stato di cose. In novembre si pubblicò uno scritto: _Il Senato +di Roma e il Papa_, che fu segretamente fatto pervenire agli +ambasciatori, ai cardinali e ai notabili di Roma. Si risvegliavano in +esso antiche idee di indipendenza municipale; le ombre di Cola di +Rienzo, di Lorenzo Valla e di Stefano Porcari parlavano di nuovo ai +Romani. Ma è dubbio se queste ombre apparissero in Roma per proprio +conto, o, se, evocate in un gabinetto fiorentino, fossero poi mandate a +Roma. Quello scritto cercava di dimostrare, rifacendosi a studiare la +storia del Medioevo, che Roma non era mai stata in uno stato di +sudditanza diretta e propria col Pontefice, che essa conservava ancora +il suo diritto all'autonomia e che, ritiratisi i Francesi, si doveva +ristabilire in Campidoglio il Senato e l'autorità municipale del popolo, +e chiamare per plebiscito Vittorio Emanuele a farsi incoronare Re +d'Italia in Campidoglio. + +Ecco la chiusa di quel notevole scritto: «Passato è il tempo della +violenza; le truppe francesi che per sedici anni hanno occupato Roma +sono sul punto di abbandonarla; le milizie romane del papa vacillano: +deboli per disciplina e per numero, esse sentono la vergogna di servire +sotto un vessillo che non è quello della patria; le truppe mercenarie +sono poche e malfide, e temono lo sdegno del popolo che mal tollera di +vedersi limitato e impedito da una schiera di avventurieri l'esercizio +di un sacro diritto. Il popolo romano vuole partecipare alla vita +d'Italia; la gioventù si è già dichiarata, e alcuni patrizi si sono +arruolati sotto la bandiera del Re. Tutti i cittadini infine vogliono +pace, ordine, libertà, e non hanno intenzione di dipendere dall'arbitrio +di cupidi condottieri o di pazzi ultramontani. Il Clero stesso, quel +Clero romano, semplice, colto e virtuoso che non amoreggia con la Curia +e con gli stranieri, desidera di unir la sua voce a quella di Milano e +di Venezia. In una parola, la rivoluzione morale è compiuta. Se gli +animi sono ancora tranquilli, se nulla è accaduto finora, ciò è perchè +non si vuole in nessun modo turbare il tanto sospirato ritiro dei +Francesi da Roma con un inopportuno movimento. + +«Ma appena quello si sarà effettuato, tutta la cittadinanza dovrà, con +la calma e la dignità proprie all'esercizio d'un inalienabile diritto, +ristabilire il proprio municipio ed il proprio sistema amministrativo, +allo scopo di difendersi, di mantener l'ordine per mezzo della milizia +cittadina, e di annunziare al mondo la propria volontà. Il popolo +romano, tornato padrone di se stesso, deve provvedere ai suoi destini +per il bene proprio e della Patria ed esercitare il diritto che fu la +massima politica della sua condotta e il sistema del suo Senato; +diritto che ogni civile popolo europeo ha ormai ottenuto, e il nome del +quale fu preso dai Romani medesimi: il Plebiscito! Il popolo romano si +rivolgerà poi al Re d'Italia e gli dirà: Sire, venite a noi, a esaudire +i voti dei nostri padri; venite a coronarvi coll'alloro che Dante, +Machiavelli, Gioberti vi hanno promesso, e che voi avete ben meritato +per il valore del vostro esercito, per il valore vostro e per il sangue +di tanti martiri. Venite a coronare gli sforzi di tanti secoli, a +realizzare il sogno di tante generazioni, ed a coronarvi sul Campidoglio +con quella corona ferrea che avete conquistato sul Po. Noi Romani ci +sentiremo felici, se saremo da oggi innanzi chiamati a difendere, +insieme con tutti gli altri popoli d'Italia, questa corona, simbolo +della libertà civile nell'indipendenza nazionale. + +«D'altro canto, il popolo romano si deve rivolgere al Vaticano, e così +parlare al Pontefice: Santo Padre, la rivoluzione italiana ha compiuto +il suo corso e raggiunto il suo scopo. Ora essa si trova di fronte alla +veneranda Basilica degli Apostoli, e vuole che voi sappiate che essa non +vuol saccheggiarla, ne scuotere le fondamenta della Religione di Cristo, +che è la religione di tutta Italia, e della quale voi siete il Primate, +ma che anzi ha in animo di rendere a voi quella libertà che invano +siete andato chiedendo a monarchi che unicamente sulla spada fondavano +il loro diritto. Sotto l'egida delle leggi, all'ombra di una bandiera su +cui sta scritto: Libertà della Chiesa e dello Stato, Voi potrete +liberamente esercitare il vostro ufficio santo, non più circondato da +armi straniere, ma difeso e sostenuto dalla reverenza e dall'omaggio di +noi che, se non più Vostri sudditi, resteremo Vostri figli fedeli». + +Questo scritto portava la data: _Roma, il giorno dei morti_; era +firmato: _Stefano Porcari_, e, come luogo di stampa: _Romae, ex aedibus +Maximis 1866_. Produsse una grande impressione; tutti i giornali ne +parlarono, ed ebbe diffusione fino a Parigi. + +Poco dopo apparve la circolare di Ricasoli del 15 novembre a tutti i +Prefetti d'Italia; in essa il Gabinetto di Firenze dichiarava che +avrebbe scrupolosamente rispettato la Convenzione di settembre; che il +Potere temporale del Pontefice era divenuto una strana anomalia in mezzo +alla civiltà del secolo presente, e che doveva essere trattato come ogni +altra potenza secolare: il Papa solo, cioè, in Roma; che poi egli +regolasse a suo piacimento i suoi rapporti col popolo romano, e questo i +suoi rapporti con lui. In sostanza, la circolare diceva quel che aveva +detto lo scritto del Porcari. + +Parve ai papalini di vedere nelle parole di Ricasoli una provocazione. +Essi consigliarono sempre più vivamente il Papa a partir per l'esilio. +Secondo loro, egli doveva abbandonare Roma, andare a risiedere a +Civitavecchia, circondato dalle sue truppe, ed aspettare là, seguendo +l'esempio dei pontefici del Medio Evo che per lungo tempo si erano +rifugiati in Viterbo o in altre città della provincia,--che un mutamento +d'indirizzo, o una rivoluzione nella politica, lo richiamasse a Roma. +Nel porto di Civitavecchia--gli dicevano i consiglieri gesuiti--si +sarebbero radunate allora le flotte delle Potenze per difenderlo. In +fatto accadde che in novembre si ancorarono in quel porto alcune navi da +guerra francesi, spagnuole ed austriache. Così sembrava si volesse fare +di Civitavecchia l'ultima tolemaide del Papato. Ma Pio IX tremava al +pensiero di abbandonar Roma di nuovo. Doveva questo vecchio, giunto +presso il termine dei suoi giorni, sfidare un'altra volta le amarezze +dell'esilio e della fuga? Toccava all'imperatore Napoleone che aveva +mandato a Firenze il generale Fleury di confermare il Papa nella sua +convinzione di dover restare in Vaticano; là egli era debole; in esilio +avrebbe potuto esser forte, ma si esponeva a un grave pericolo: la +Francia cattolica si sarebbe certamente commossa, e con essa +l'Episcopato tutto, compatta falange per la difesa del Papato +minacciato. Si sparse anche la notizia che l'imperatrice Eugenia sarebbe +venuta in Roma. Ma siccome questa principessa non poteva, come già +Matilde di Canossa, porsi sulla breccia che il generale francese +Montebello era sul punto di abbandonare, essa non sarebbe venuta che +quale inviata del suo sposo (si diceva) per persuadere il Papa ad +accettare l'articolo d'accordo che era stato formulato a Firenze, ed a +rimanere, comunque, in Roma. + + +II. + +Le truppe francesi erano a poco a poco ritirate dalle loro guarnigioni +nella Provincia; esse venivano a Roma, per andare di qui ad imbarcarsi a +Civitavecchia. Correva anche la voce, che il 4 dicembre il Papa stesso +sarebbe partito per quella città, per visitare i nuovi lavori del porto +e per risolversi circa una sua possibile residenza là, difeso dalle sue +truppe. Molti dicevano che aveva intenzione d'imbarcarsi. + +Si diffuse un foglio volante: _Fra Giusto ai Romani_. In esso si diceva +che Roma era stata destinata dalla Provvidenza a fondere ed accordare +la nuova civiltà coll'antica, la libertà colla fede, e ad emancipare +l'umanità con un'opera di rigenerazione sociale e religiosa avente lo +stesso carattere di eternità che avevano avuto il Diritto Romano e il +Vangelo. La libertà romana, spoglia del materialismo pagano, e +santificata dall'emancipazione cristiana, formerebbe la base +dell'autorità ecclesiastica, cosicchè questa, liberata dalle forme +materiali del principato, si svilupperebbe in tutta la purezza della sua +nuova essenza spirituale. In calma dignitosa i Romani avrebbero ricevuto +Vittorio Emanuele, il quale soltanto fra le mura di Roma poteva compiere +l'opera sua liberatrice d'Italia. Questo idealista romano ammoniva i +suoi concittadini a tenersi lontani da tutti i partiti estremi. E così +terminava: + +«La minaccia della fuga, che dei malvagi hanno voluto far pronunziare al +Papa, non risponde alla bontà del suo cuore ed al sacro dovere del suo +ufficio apostolico. Cristo l'ha solennemente dichiarato: la fuga si +addice al capo di truppe mercenarie, non al pastore che deve aver cura +del suo gregge. Pio IX è troppo profondamente conscio dei propri doveri +per fuggir loro vilmente, o per permettere che le vie di questa sacra +città siano macchiate col sangue dei suoi figli, sotto gli occhi del +vicario di un Dio di pace e d'amore. Ma se la malizia dei suoi +consiglieri dovesse strapparlo da Roma, se la ferocia dei suoi generali +e dei suoi mercenarî dovesse spargere il sangue dei Romani, allora Dio, +il mondo, giudici di questa viltà e di questo delirio, non farebbero che +affrettare il pieno trionfo della causa italiana, giustificando ogni +difesa legittima e necessaria». + +I Francesi cominciavano a partire da Roma. Il 6 dicembre il generale +Montebello insieme coi suoi ufficiali venne a prendere congedo in +Vaticano. La scena fu solenne. Il Papa appariva grave e dolce di +aspetto. Il discorso del generale, o, meglio, del suo Imperatore, e la +risposta del Papa hanno un valore storico, perchè rispecchiano +nettamente la situazione[1]. + +Il generale disse: + +«Santo Padre, non posso dominare la profonda emozione che provo nel +venire per l'ultima volta a presentare a Vostra Santità i nostri omaggi +reverenti ed a chiedere la Vostra Santa Benedizione. Vi sono +circostanze, nelle quali la tristezza inseparabile dai congedi si muta +in vero e vivo dolore. Pure un pensiero mi conforta: se l'Imperatore, +fedele ai suoi obblighi, ritira le sue truppe da Roma, non ritira però +la sua protezione dalla Santa Sede. Alla nostra occupazione, durata 17 +anni, segue una protezione morale che non sarà meno imponente ed +efficace, freno per gli uni, incoraggiamento per gli altri. + +«Possa il tempo che nella mano del potentissimo Iddio calma le passioni +e ai dolori dà tregua, e edifica nella sua corsa più che non distrugga, +possa il tempo ispirare in tutti quello spirito di conciliazione che +solo può condurre alla soluzione delle attuali difficoltà ed assicurare +al Capo supremo della religione l'indipendenza e la sicurezza di cui ha +bisogno per poter esplicare liberamente, fino alla fine dei mondi, la +sua attività spirituale. + +«Questo augurio insieme con gli omaggi della mia reverenza, e +all'espressione della mia profonda riconoscenza timidamente umilio ai +piedi di Vostra Santità». + +Il Papa rispose in francese così: + +«Son venuto, miei cari figli, a dirvi addio nell'ora della vostra +partenza. + +«Quando la nostra bandiera lasciò la Francia colla missione di difendere +i diritti della Santa Sede, essa fu accompagnata dagli auguri e dalle +benedizioni di tutti i cuori cattolici. Ora essa torna in Francia, ed io +desidero che essa sia ricevuta laggiù in egual modo. Ma non so, se ciò +accadrà. Mi scrivono che i cuori dei cattolici sono commossi, perchè +pensano alla difficile situazione, in cui si trova il Vicario di Cristo, +il Capo della Religione Cattolica. + +«L'ho già detto ai vostri compagni di arme: non ci facciamo illusioni; +la rivoluzione giungerà fin qui. + +«L'hanno detto, assicurato, proclamato, voi l'avete udito e letto. Si è +fatto dire ad un'alta persona del governo d'Italia: l'Italia è fatta, ma +non compiuta. Forse avrebbe potuto dire che essa non è ancora del tutto +annientata, perchè le resta ancora una regione ove la giustizia, +l'ordine e la religione regnano ancora. + +«Essi potranno forse piantare sul Campidoglio la loro bandiera, ma si +ricordino che vicino al Campidoglio è la rupe Tarpea. + +«Essi potranno per un certo tempo rimanere padroni e sparger dovunque +rovina. Che per ciò? + +«Cinque o sei anni or sono, io parlava con un rappresentante della +Francia. Prima di partire, egli mi chiedeva che cosa dovesse dire da +parte mia all'Imperatore. Non ricordo precisamente, ma gli dissi press'a +poco così: Vi narrerò un episodio della storia della Chiesa. +Sant'Agostino era vescovo di Hippo, una città che voi conoscete, perchè +appartiene ai nostri possedimenti d'Africa, quando quella città fu +assediata da un esercito di barbari. Egli sapeva che ogni sorta di +atrocità avrebbero subito gli abitanti, se la città fosse caduta, perciò +egli si rivolse a Dio e lo supplicò: Voglio morire prima di esser +testimone di tale orribile cosa. Dite questo da parte mia +all'Imperatore. L'ambasciatore mi disse: Tranquillizzatevi, Santità, +questi barbari non penetreranno fin qui. + +«Egli non era profeta; era un degno gentiluomo. + +«Un altro, che occupa ora un'alta carica, mi disse: Roma non può esser +la capitale d'un regno; le manca tutto per esserlo; mentre possiede +tutto per essere la capitale del mondo cattolico. Queste son buone e +fidenti parole, senza dubbio, ma io ripeto: la Rivoluzione può venire, +ed io non ho aiuto sulla terra. + +«Son però tranquillo e rassegnato, fiducioso in Dio, che mi darà la +forza necessaria. + +«Andate, figli miei, io vi amo e vi benedico, insieme con le vostre +famiglie e coi vostri amici. Se vedrete il vostro Imperatore, +l'Imperatore di Francia, ditegli che io prego ogni giorno per lui. Mi +dicono che la sua salute non è buona; io prego per la sua salute; mi +scrivono che la sua anima non è tranquilla; io prego per la sua pace. + +«L'Imperatore è capo di una grande nazione che porta il titolo di +_cristianissima_; è un bel titolo, ma si deve fare qualche cosa per +meritarlo; esso non deve essere la semplice e spontanea espressione del +cuore. + +«Bisogna pregare, e pregare con umiltà, fiducia e perseveranza; anche il +capo di una nazione ha bisogno di questa confidenza in Dio, se vuol +esser forte e se vuol ottenere ciò che desidera. + +«Io non mi sdegno; vedete, io son tranquillo. Ma vedo che il mondo non è +tranquillo. Confido nell'aiuto di Dio e vi benedico. Possa la mia +benedizione accompagnarvi per tutta la vita!» + +Il discorso del vecchio Pontefice fece profonda impressione. Molti +ufficiali francesi avevano opinioni nettamente papaline, molti odiavano +l'Italia; altri deploravano vivamente il legame che univa ora questa +alla Germania, la quale aveva tolto a Napoleone l'onore di compire +l'opera della liberazione d'Italia, ed ora era succeduta alla Francia +nell'intimità con questa Nazione, ed ora forse univa ad essa le sue armi +contro la Francia. Molti sentirono nel ritiro da Roma una sconfitta +morale, come un abbandonare d'un tratto quella posizione veramente +imperiale ed egemonica che la Francia aveva avuto sin qui. I soldati +francesi affluirono al Vaticano per ricevere dal Papa i rosari +benedetti da riportare in patria. + +La partenza dei reggimenti cominciò il 7 dicembre, calma e ordinata. Li +si sentiva attraversar la città, sul far dell'alba, al suono guerriero +della loro marcia _Partant pour la Syrie_. Questo fu il loro saluto +d'addio. Con quanta pompa e burbanza essi avevano occupato Roma, e con +quanta timida tranquillità l'abbandonavano ora! + +Tutte le porte, il Campidoglio e il corpo di guardia di piazza Colonna +furono occupati da milizie romane La fisonomia della città parve mutata. +Abituati da 17 anni a vedere quei bei reggimenti di Francia, i Romani +guardavano ora con stupore i goffi soldati pontifici venuti al loro +posto. Roma entrò in un silenzio di morte. Si sentiva da tutti che un +periodo storico era chiuso, e che il Vaticano tornava nella sua +solitudine. L'11 dicembre, alle otto del mattino, i Francesi sgombrarono +anche l'ultimo posto, Castel Sant'Angelo. Un tenente degli zuavi venne +con una mezza compagnia ai cancelli della fortezza, dietro i quali +stavano le sentinelle francesi. Si parlamentò. Apparve un generale +pontificio. La bandiera francese fu abbassata, alzata quella papale. +Furono presentate le armi; i Francesi uscirono, vi entrarono gli zuavi. + +Lo stendardo della Chiesa ondeggiò di nuovo sul mausoleo di Adriano +presso l'arcangelo di bronzo, Michele. Questo arcangelo che si libra +verso la città con le ali stese, riponendo nella guaina una grossa +spada, è per la Chiesa il più bel simbolo della pace che essa deve dare +al mondo, una di quelle idee che l'umanità dolorosa suol esprimere coi +miti. Vi è nella storia dei simboli di tutti i tempi qualche cosa di +così profondo come questo angelo che si libra sulla tragica tomba di un +imperatore romano, anzi su tutta la città eterna, riponendo nel fodero +la spada, a significare Redenzione e Pace? L'11 dicembre 1866 esso parve +acquistare una nuova significazione simbolica. Non era la non evangelica +spada della potenza temporale dei Papi il cui regno non deve esser di +questo mondo, che l'Arcangelo riponeva per sempre nella guaina? La spada +contro cui avevan lottato Arnaldo da Brescia, Dante, i nostri Enrichi e +gli Hohenstaufen? O era semplicemente la daga che la Francia ringuainava +abbandonando il Pontefice? + +La partenza dei Francesi lasciò dietro di sè un sensibile vuoto. 17 anni +di permanenza in Roma, se non li aveva fatti cittadini romani, almeno +certo abitatori della città, e il loro aspetto guerriero era divenuto un +tratto familiare della città. L'odio con cui da principio il popolo +romano li aveva ricevuti, s'era a poco a poco dileguato colla +consuetudine, e per il loro contegno esemplare. Di tutte le occupazioni +di un paese da parte di truppe straniere, questa era certamente la più +tollerabile, tanto più che non stava a significare una conquista, ma la +difesa del Papato. Non costava nulla al paese; anzi lo arricchiva: i +Francesi portavano annualmente a Roma in circolazione 12 milioni di +lire. Il Papato che in condizioni normali si sarebbe dovuto rallegrare +del ritiro di truppe straniere, ora doveva deplorarne la perdita. Il +governo pontificio che per 17 anni aveva avuto presso di sè il Comando +militare francese, che formava un altro governo, col quale esso spesso +veniva a trovarsi in umiliante contrasto, ora aveva ripreso la sua +indipendenza. + +Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe francesi s'imbarcarono a +Civitavecchia: così quel giorno nessuna bandiera straniera sventolò più +sull'Italia dalle Alpi al mare. Era questa una condizione nuovissima +nella storia della Penisola, condizione che non si era più presentata +dall'anno 1494. Mentre la Francia, per il diritto della nazione italiana +e l'opinione pubblica di tutta Europa era forzata a cedere e ad +abbandonare Roma, dopo avere obbligato l'Austria a sgombrare +l'Italia,--un nuovo grande principio civile veniva chiaramente ad +affermarsi. + +Lo stesso giorno il Comitato nazionale segreto di Roma pubblicò in un +foglio volante questo importante proclama: + +«Romani! finalmente l'ultimo soldato francese, l'ultimo straniero ha +abbandonato l'Italia. Dalle Alpi al mare nessuno stendardo straniero +spiega più sull'Italia protezione iniqua o signoria. Questo spettacolo, +doloroso per i nostri oppressori, è pieno di conforto per noi che dopo +18 anni rialziamo di nuovo la fronte, e vediamo Roma arbitra dei suoi +destini. Questo gran giorno resti profondamente impresso nella memoria e +nel cuore d'ogni romano che senta onore per la sua patria fin ora tanto +infelice. Questo giorno, il 14 dicembre 1866, apre un'èra nuova, un'èra +che vedrà, a fianco della religione purificata e liberata dal +dispotismo, Roma stessa libera e fiorente. + +«E' nostro, o Romani, questo compito. Una tarda giustizia ripone nelle +nostre mani il destino di questa terra, finalmente! Il momento è solenne +e decisivo. Tutto il mondo, commosso e variamente disposto, ha lo +sguardo su Roma. Noi, forti della forza d'un inalterabile diritto, +risoluti ad esercitarlo senza ledere in alcun modo i diritti del potere +spirituale, teniamo pronti per il grande avvenimento la mente, il +cuore, e, se ve ne sia bisogno, anche il braccio. Non vani discorsi, non +malintesi movimenti, o azioni separate e inopportune! Rimanga fuori +dalle nostre file chi non sappia portare altro contributo alla nostra +causa. La nostra patria è ricca di ardire e di civile virtù; il momento +decisivo lo mostrerà. Nessuna dimostrazione vana e disordinata, dunque. +Questo infatti desidererebbero i nostri nemici, coloro che contano sui +nostri errori per far ricadere l'Italia nell'antica schiavitù; essi son +numerosi e perversi, e ci circondano, ci spiano, ci insidiano. Ma non +dubitate; a loro son rivolti gli sguardi di coloro che vegliano +instancabili per il nostro riscatto. Ma contro di essi bisogna +specialmente usare l'unione e l'ordine, un contegno fermo, risoluto e +tranquillo durante il tempo che ancora ci separa dall'esaudimento dei +nostri desiderî. + +«Riuniamoci, stringiamoci le mani e formiamo una solida catena per il +nome e la gloria di Roma. In nome della patria, non una minima parte +delle nostre forze vada perduta in questo solenne momento. + +«Così uniti e stretti in un sol gruppo aspettiamo il momento opportuno. +La vittoria è sicura. I giorni del dispotismo sacerdotale sono già +inesorabilmente contati. Il vostro comitato sarà, ove occorra, pronto al +consiglio e all'azione. + + _Il Comitato Nazionale Romano._ + + Roma, 14 dicembre 1866». + + +III. + +I timori che al ritiro dei Francesi seguisse la sollevazione, se non di +Roma, delle città del circondario e specialmente di Viterbo, si +mostrarono ingiustificati; la tranquillità non fu turbata in nessun +luogo. Questo fatto è dovuto in parte all'ottimo contegno delle truppe +pontificie, organizzate nuovamente, e in parte al comando venuto da +Firenze al Comitato Nazionale Romano. Per mostrare le sue buone +intenzioni, il Governo italiano aveva preso disposizioni per il ritorno +nelle loro sedi di tutti i vescovi scacciati o trattenuti in arresto. +Aveva inoltre mandato a Roma Tonello, non solo perchè giungesse ad un +accordo sulla questione del giuramento dei vescovi, e dell'_exequatur_ +reale, ma anche perchè portasse la proposta di quel grande progetto +finanziario, che consisteva nel convertire i beni ecclesiastici +d'Italia, valutati a due miliardi di lire, in una rendita mobile; così +la Chiesa avrebbe acquistato una vera indipendenza dallo Stato. Queste +trattative, anche se non seguite da effetti, richiamavano l'attenzione +di tutti e rafforzavano l'opinione di quelli che speravano ancora in una +conciliazione. La questione romana, da una questione europea, divenne, +dopo il ritiro dei Francesi, una questione interna italiana. Ora il +Papato si trovava circondato e stretto tutt'intorno dall'Italia, solo di +fronte alle sue pretese: questa situazione appariva così insostenibile, +che molti eran d'opinione che _necessariamente_ dovesse in qualche modo +stabilirsi un'intesa fra Roma e l'Italia. + +Il partito italiano della città si era organizzato nel Comitato +Nazionale Romano, il quale riceveva il suo indirizzo dal Governo di +Firenze, ed era un suo organo. Queste erano le sue mire: accordo col +Papato, spogliato del potere temporale; annessione di Roma all'Italia +mediante plebiscito; dichiarazione di Roma a capitale, con la dinastia +di Savoia. Sosteneva dunque la opportunità della quiete e dell'ordine, e +della resistenza passiva. + +Fin dalla fine del 1866 si oppose a questo il partito mazziniano, che +voleva abbattere il Papato e costituire la Repubblica a Roma, dopo i +quali avvenimenti sarebbe scoppiata--sognavano quei radicali--la +rivoluzione sociale in tutta l'Europa e forse in tutta l'umanità? Questi +partiti cominciarono a combattersi aspramente, ed anche questa scissione +nel campo dei rivoluzionarii fu una causa di più della permanenza in +Roma della tranquillità e dell'ordine. + +Per le intenzioni pacifiche del Comitato Nazionale, i mazziniani gli +affibbiarono il soprannome dispregiativo: la Malva. Ambedue questi +partiti facevano stampar fogli volanti e giornali segreti; i nazionali +la _Roma dei Romani_; i mazziniani la _Sveglia_. La vita ed il lavorìo +segreto di questi governi sotterranei, della _Roma sub-terranea_ +rivoluzionaria, si sottrassero agli sguardi della Polizia che non riuscì +a scoprire nè i capi, nè i locali, nè le stamperie. Forse quei giornali +non furono mai stampati in Roma, bensì in altre città. + +I mazziniani e gli emigranti italiani, appartenenti in parte alla loro +sètta, tenevano vivaci riunioni nel Napoletano e in tutta l'Umbria. Si +sparsero queste associazioni per tutta Italia e fecero nelle città +propaganda per l'invasione a mano armata degli Stati della Chiesa. Già +dal gennaio si era stabilito a Terni un deposito di armi e si +richiamarono in quella città dalla Lombardia gli emigranti romani. Le +armi dovevano essere introdotte segretamente nel Romano, cioè a +Viterbo. Moustier, ministro francese degli esteri, avvertì di quel che +si preparava l'ambasciatore dell'Imperatore a Firenze, perchè egli a sua +volta richiamasse l'attenzione del Governo italiano. + +I mazziniani diedero il primo segno di vita la notte del 10 febbraio +1867 con lo scoppio di varii petardi, che spaventarono la città. +Ricorreva l'anniversario della proclamazione della Repubblica Romana del +1849. Del resto non vi furono eccessi; solo il Comitato Nazionale +interdì la visita dei teatri e la celebrazione del Carnevale, cosicchè +non si vide mai più melanconico Carnevale di quello del 1867. Fuori, ed +anche alle porte di Roma, infieriva sempre più il brigantaggio. Tutte le +strade erano malsicure; finalmente il Governo pontificio intervenne con +una energica legge e con efficaci misure militari. + +In tutta l'Italia cresceva l'agitazione. Dopo il rigetto per parte dei +democratici e radicali, nemici di ogni libertà della Chiesa, del +progetto finanziario di Scialoia, la camera italiana fu sciolta; le +nuove elezioni agitavano tutto il paese e minacciavano di spingerlo alla +rivoluzione. Dal trasferimento della capitale sembrava che il Governo +italiano fosse scosso alle basi; la Monarchia, nonostante l'acquisto di +Venezia, vacillava; la infelice guerra del 1866 aveva accresciuto la +disistima, in cui essa era caduta. Disonestà in tutta l'amministrazione, +rapidi mutamenti di ministero, difficoltà finanziarie, interno +dissolvimento, tutto ciò produceva una situazione confinante +coll'anarchia, in tutto ciò il Governo perdeva ogni prestigio morale. Il +partito d'azione chiedeva sempre la violazione della Convenzione di +settembre; non solo esso formava comitati segreti, ma palesi +associazioni per una invasione negli Stati della Chiesa. Comitati di +questo genere sorsero a Firenze, a Genova, a Bologna e altrove, senza +che il governo credesse bene prendere dei provvedimenti. Garibaldi s'era +ravvicinato ai mazziniani e seguiva i loro piani. Da Caprera egli +accorse a Firenze il 23 Febbraio, durante la lotta elettorale per la +nuova Camera, onde aiutare alla vittoria il partito democratico. Egli si +recò allora come agitatore per le città italiane, eccitando le +popolazioni ad una guerra mortale contro il prete, dalle cui mani +bisognava ora liberare Roma. + +Il 22 marzo il Re aprì il nuovo parlamento che, nel complesso, era +composto come il precedente; non si fece parola sulla questione romana. +Ai primi di aprile Urbano Rattazzi salì alla Presidenza del Consiglio, +e il partito rivoluzionario sperò, sotto di lui, di ottenere ciò che non +gli era riuscito di ottenere sotto Ricasoli, benchè ricordasse che era +ben Rattazzi che aveva, per comando di Napoleone, organizzato la +tragedia di Aspromonte. + +Così, un altro partito democratico era andato prendendo forma, il +partito d'azione di Garibaldi, che aveva lo scopo dichiarato di una +invasione a Roma. Garibaldi fu eletto suo capo, e proprio da un Comitato +mazziniano, con una lettera datata da Roma (_Centro dell'Insurrezione di +Roma_), per quanto l'esistenza di quel Comitato, proprio in questa +città, fosse piuttosto dubbia. Questo Comitato invitò, il 1^o aprile, i +Romani a sollevarsi ed a rovesciare il governo dei preti; assicurava +che, contemporaneamente, altre città degli Stati della Chiesa si +sarebbero ribellate, poichè tutto era pronto; proclamava Garibaldi capo +della sollevazione, Garibaldi che, dopo la nomina da parte del popolo di +Roma nel 1849, era rimasto giustamente generale romano. In risposta, +Garibaldi scriveva una lettera, indirizzata al Centro dell'insurrezione, +datata da S. Fiorano 22 marzo, nella quale diceva di essere orgoglioso +del titolo di generale romano, e annunziava di avere già scelto i Romani +che dovevano formare l'_élite_ dell'emigrazione romana a Firenze. + +Contro questo appello dei radicali, il Comitato Nazionale pubblicò una +protesta, il 9 aprile, ammonendo con essa i Romani di non lasciarsi +condurre ad agire con leggerezza colpevole e pericolosa, e di aspettare +il tempo opportuno per l'azione. Infatti, la quiete non fu turbata; ed +anche il 12 aprile, anniversario del ritorno dall'esilio del Pontefice +ed anche del suo scampo miracoloso dal crollo della sala a S. Agnese, fu +festeggiato, come al solito, con la luminaria, e trascorse tranquillo. + +Ma i segni precursori di un'invasione di schiere volontarie, come +chiaramente apparivano dalla lettera di Garibaldi, davano molto da +pensare al Governo romano; il cardinale Antonelli passava, il 26 aprile, +una nota all'ambasciatore francese in Roma, conte Sartiges, nella quale +esprimeva questi timori. Il Gabinetto francese consigliò quello +fiorentino a vegliare sulle riunioni rivoluzionarie, secondo gli accordi +del trattato di settembre, e ricevette da Rattazzi l'assicurazione che +esso vegliava e che non v'era nulla da temere, poichè i comitati +rivoluzionarii erano deboli e privi di mezzi. In occasione di +un'interpellanza in Parlamento, Rattazzi dichiarò che, nella questione +romana, egli avrebbe seguito la linea di condotta tracciata dal trattato +di settembre. + +Intanto il Governo francese era informato del diffondersi continuo del +partito radicale. Ebbe notizia di un trasporto di armi in Viterbo, e del +piano di Garibaldi, che consisteva nell'armare navi a Genova e con +quelle sbarcare sulla costa romana, mentre frotte di emigranti avrebbero +passato il confine napoletano; e a Roma gli emissarii dei rivoluzionari +dovevano eccitare alla rivolta. Invero Garibaldi si metteva palesemente +a capo dell'invasione; alla fine di aprile egli fece pervenire una +circolare ai ministri d'Inghilterra, Prussia e Russia a Firenze, nella +quale egli protestava contro la sovranità del Pontefice e ricordava che +la Costituente del 1849 aveva nominato proprio lui a governatore di +Roma, ed affermava che questo potere a lui affidato era ancora +legittimo, e poteva essergli tolto solo da una assemblea di +rappresentanti del popolo romano. + +Nel maggio, il movimento ai confini e l'attività dei comitati si fecero +più vivaci. In seguito alle note della Francia, Rattazzi rispose che +Garibaldi si trovava ammalato a Signa e non aveva certo intenzione di +tentare imprese temerarie, e che, comunque, il Governo vegliava. Si può +effettivamente credere che tale fosse la sua sincera opinione, anche se +segretamente pensava di utilizzare il movimento rivoluzionario per +condurre ad una modificazione della Convenzione di settembre. Difatti, +Rattazzi dispose perchè gli emigranti romani fossero allontanati da +Bologna, dove era il centro dell'insurrezione. Intanto il cardinale +Antonelli permetteva che le truppe pontificie si intendessero con quelle +italiane per la sorveglianza dei confini. Nel giugno una prima schiera +di 200 volontari avendo tentato di passare i confini a Terni, per +comando del governo italiano, fu trattenuta. Si imprigionarono 60 +volontari; gli altri si dispersero. Questo fatto produsse un'impressione +assai favorevole, e tranquillizzò molti. L'invasione romana fu +rimandata, non solo perchè si era insufficientemente provvisti di uomini +e di armi, ma perchè il mantenimento della pace tra Francia e Russia +modificava la situazione politica. La democrazia italiana aveva contato +sulla guerra di quelle potenze in seguito alla questione del +Lussemburgo, ma, per il trattato di Londra dell'11 maggio, questo +pericolo si era allontanato. + +Il mantenimento della pace salvò allora il potere temporale del Papa +dalla rovina, che immancabilmente sarebbe avvenuta se la Francia si +fosse impegnata in una guerra con la Germania. Ora si potevano fare, +senza pericolo, le grandi feste del _Centenarium Petri_. Questo giubileo +del principe degli Apostoli, del quale i papi si dicono successori, +doveva, in mezzo alle agitazioni italiane per la minaccia di +un'invasione degli Stati pontificî, affermare che Roma era città della +Chiesa e la capitale del mondo cattolico. Fin dal principio di giugno, +schiere di preti si diressero a Roma da ogni paese, su tutte le ferrovie +italiane. Quattrocentonovanta vescovi e prelati, più di diecimila preti +si radunarono in Roma, dove non si era mai visto nulla di simile, prima +dell'istituzione delle ferrovie. Alberghi, abitazioni e strade erano +rigurgitanti di clero. Roma sembrava subisse ora, dopo la temuta +invasione delle camicie rosse di Garibaldi, un'altra invasione di +sottane nere; tutto un popolo accorso in difesa della sua città. + +In questa folla si distinguevano numerosissime nazionalità; ma Francesi, +Italiani e Spagnuoli avevano la prevalenza, come a dimostrare ancora una +volta la romanità della Chiesa cattolica. I Tedeschi si perdevano in +mezzo a questo brulichio. Noto gli arcivescovi di Magonza, Colonia, +Posen, Salzburg, Praga e Olmütz; mancava l'arcivescovo di Vienna. Si +videro, in quell'occasione, tutti i costumi della Cristianità. Si +ammirarono i fastosi e maestosi patriarchi di Oriente, la cui presenza +rammentava i rapporti del culto cristiano coll'Asia e l'antico +Testamento. Si videro anche dei Cinesi e dei Mori. + +Mai, nemmeno nei tempi più luminosi del Papato di Leone X, si erano +viste in Roma processioni simili a quelle che si svolsero per la festa +del _Corpus Domini_ e il giorno di San Pietro, nell'anno 1867. Queste +feste rappresentarono la più bella e grandiosa rivista che mai pontefice +abbia passato al suo clero. + +La grande processione del giorno di S. Pietro, che uscì dalla chiesa +nella piazza, e nella chiesa poi rientrò, durò due lunghe ore. Vi erano +portati degli stendardi alti 20 piedi, rappresentanti i nuovi santi, o +in punto di morte, o mentre stavano compiendo un miracolo, e fra questi +santi (più di 200 martiri della missione giapponese furono allora +beatificati) nessuno suscitò più interesse di Pedro Arbues, il terribile +inquisitore di Spagna, la cui assunzione nel cielo dei beati fu +giudicata, all'estero, come una aperta e chiara dichiarazione di guerra +alle leggi dell'umanità e della civiltà. Il popolo, silenzioso torrente, +per tutta la giornata entrò da una porta del tempio ed uscì dall'altra. + +Cinquecento cantori facevano udire i loro inni dal cerchio interno della +cupola di Michelangelo. L'illuminazione di questa volta scintillante +d'oro era, il 29 giugno, incantevole e magica, come magico era l'effetto +del tempio sfavillante di fuoco e di luce: rassomigliava, infatti, ad +una sfera celeste nella quale innumerevoli stelle sprizzassero fuoco in +mezzo ad una nebbia dorata. + +La Cattedra Petri, sulla quale la leggenda vuole che l'Apostolo si +sedesse, fu trasportata dal trono vescovile della Tribuna, nel quale +Alessandro VII l'aveva fatta chiudere, in una cappella speciale, ed +esposta alla pubblica venerazione. Dopo due secoli, essa tornò alla +luce. Sul lato anteriore di questa antichissima sedia di legno si +trovano delle placche d'avorio, nelle quali sono rappresentate le +fatiche di Ercole. La folla si dava gran pena per strofinare, contro di +essa, stoffe o anelli, che avrebbero così assunto virtù di amuleti. + +Per otto giorni, Roma festeggiò la ricorrenza con processioni, +illuminazioni, spettacoli accademici e musicali. Le manifestazioni più +alte del culto si trovarono a Roma riunite, lo stesso anno in cui +l'Esposizione mondiale di Parigi esibiva i frutti del lavoro e +dell'ingegno del nostro secolo. + +La festa apostolica dell'unità della Chiesa, nel suo centro a Roma, +consacrata dalla storia, doveva, con immensa manifestazione del clero, +mostrare che, nell'ingranaggio della macchina gerarchica, non mancava +una sola ruota, che fra il capo ed i membri tutti regnava una perfetta +ed inalterabile armonia, mantenuta senza sforzo e senza costrizione. +Non si trovarono in Roma, in quell'occasione, imperatori, re e principi, +come a Parigi; ma convennero qui pellegrini da ogni parte del mondo. I +rappresentanti delle più antiche nobiltà legittime d'Europa erano +venuti, e non senza doni, a rendere omaggio al Pontefice. + +Al Vaticano furono donati, in quell'occasione, parecchi milioni, sia per +le collette singole delle varie diocesi, sia per offerte private. Si +contarono a Roma da 50.000 a 70.000 forestieri; ne vennero da tutte le +Provincie del Regno d'Italia. Ciò dimostrava che la rottura, fra il +popolo d'Italia e la Chiesa, non era poi tanto grave come si era voluto +far credere. + +Le catene di S. Pietro legavano ancora una parte dell'umanità, e mai +questa portò più a lungo altre catene! + +I paladini del Papato erano pieni di soddisfazione e di fierezza. Non si +doveva dimostrare che Roma non poteva essere la capitale di un regno? +Ebbene, non ne erano quelle feste la prova più luminosa? Le migliaia di +preti, che si raccolsero in quei giorni intorno al Papa e +fraternizzarono in mezzo alle sontuose feste della loro Chiesa, erano +pieni tutti del medesimo entusiastico sentimento. Non avrebbero essi +portato quell'entusiasmo nei loro paesi, nelle loro comunità, +diffondendolo ovunque? Con questa festa del centenario doveva +cominciare, dunque, la grande reazione e il trionfo della Chiesa su +tutte le potenze ostili dell'universo. Così declamava, nell_'Universo_, +Luigi Veuillot. Nessuno avrebbe creduto che a questo entusiasmo +potessero seguire nella Chiesa momenti di un così crudo disinganno! + +Nelle sue allocuzioni ai Vescovi riuniti, il 26 giugno e il 1 luglio, +Pio IX annunziò il Concilio. + +Era naturale che il Papa, nella lotta contro ciò che egli chiamava il +Secolo e che noi chiamiamo lo spirito della civiltà, raccogliesse più +strettamente intorno a sè tutta la gerarchia, e tentasse di esaltare la +propria autorità nell'organismo della Chiesa. L'antica idea +dell'infallibilità del Papa, innalzata a dogma, ritornò ora più +determinata agli organi dei Gesuiti. L'infallibilità è il coronamento +del Papato gregoriano. E non ha anche segnato, questo dogma, l'uscita +dalla storia di questa grande forza ideale della Chiesa? Se doveva esser +l'apoteosi del Papato, si sa bene che le apoteosi si comprano a caro +prezzo. + +La _Civiltà Cattolica_ aveva solennemente proposto che tutti i preti e +tutti i credenti venuti a Roma per il centenario facessero voto sulla +tomba dell'Apostolo di sostenere per la vita e per la morte +l'infallibilità del pontefice. Finora, essa diceva con cinica +franchezza, i cattolici avevano portato a S. Pietro solo sacrifici e +offerte materiali, sia le loro ricchezze, sia il loro sangue; ora si +trattava di sacrificare la ragione stessa al principe degli Apostoli! Si +sperava, così, di legare solidamente il clero tutto nei ceppi di questo +voto, e di costituire, nella cristianità, quasi una lega santa di +Cavalieri di S. Pietro; ma questa proposta dei Gesuiti non fu raccolta. + +I vescovi radunati non fecero nuove dichiarazioni riguardo al _Dominio +temporale_. Nel loro indirizzo al Papa, dettato da Heinald, dicevano +soltanto che essi tenevano a ripetere quel che avevano già espresso nel +1862, e cioè di voler credere ciò che il Papa crede, e di voler +respingere ciò che il Papa respinge. Non era già questa una +dichiarazione della sua infallibilità? + +In mezzo a tali feste giunse a Roma la notizia dell'esecuzione +dell'arciduca Massimiliano, al Messico. Essa produsse un'impressione +enorme. Molti clericali espressero, con soddisfazione, l'opinione che la +morte di questo infelice principe fosse, per l'imperatore Napoleone, una +specie di testa di Medusa; come egli aveva tradito Massimiliano, egli +era pronto a tradire il pontefice! Si ricordava, ora, con meraviglia, +la satira romana che nel 1864 aveva salutato l'arciduca, quando era +venuto in Roma prima di partire per l'avventuroso viaggio al Messico, ed +i suoi versi profetici: + + Massimiliano, non ti fidare, + Torna sollecito a Miramare. + Il trono fracido di Montezuma + È nappo gallico colmo di spuma. + Il timeo Danaos, chi non ricorda, + Sotto la clamide trova la corda. + + + +IV. + +A queste magnifiche feste seguirono avvenimenti di tutt'altro genere. +Bisogna cercare a lungo nella storia per trovare l'esempio di un così +repentino e crudo contrasto, quale offrì Roma nel volger di pochi mesi. +Se noi immaginiamo che fra i pellegrini accorsi a Roma si trovasse un +asiatico o un africano, il quale fosse rimasto del tutto ignaro della +politica europea, questo straniero avrebbe potuto dire parlando di Roma +alla fine di giugno: «Roma, l'antichissima capitale del mondo cattolico, +è non solo la più ricca e la più nobile, ma anche la più felice città +della terra. Tutti i popoli vengono a turbe verso di lei, per portarle +doni e tributi, e non dietro un severo e temuto ammonimento del loro +sovrano, come nell'antica Roma, o negli imperi dell'Asia o dell'Egitto, +ma volontariamente, per l'esaltazione del loro amore verso di Lui. +Migliaia di pellegrini vi accorrono e si prostrano in orazione sulla +tomba del Principe degli Apostoli e assistono nel suo sublime tempio, a +cui nulla si può paragonare, a cerimonie d'una grandiosità +indescrivibile. Sembra che l'amore degli uomini tutti coroni Roma di +feste e di onori, dei quali è centro un venerando vecchio, al cui cenno +i vescovi della terra e settantamila preti sono accorsi per dirgli che +essi credono ciò che egli crede, che riprovano ciò che egli riprova, +come migliaia di altri uomini che non sono preti, e che sono venuti +anch'essi a tributargli onori divini». + +Ora, se il medesimo straniero fosse tornato nella stessa città, solo tre +mesi dopo, non avrebbe prestato fede ai suoi sensi, e si sarebbe creduto +vittima d'un incantesimo. Avrebbe infatti trovato quella città, poco +prima piena di un tumulto festivo e inghirlandata di fiori e coperta di +tappeti e di quadri, quasi contaminata dalla peste, immersa nello +stupore, nell'ansia, nel terrore, di notte per lo scoppio di bombe e di +mine, di giorno per le pattuglie di impauriti soldati, che raccoglievano +qua e là torme di arrestati. Avrebbe visto cannoni sulle piazze; le +fosse di Castel Sant'Angelo riempite d'acqua; gli avrebbero riferito +che quel vecchio, che pur ora aveva veduto esaltato al cielo, stava ora +pieno di terrore in preghiera nel Vaticano solitario e squallido, +chiedendo a Dio che lo salvasse dall'imminente pericolo, e divisando già +di rifugiarsi in Castel Sant'Angelo e di rinchiudervisi. Avrebbe visto +le porte di Roma serrate e rinforzate di dentro con terrapieni, i merli +delle fortezze difesi da sacchi di terra; e gli sarebbe stato narrato +che innumerevoli bande malconcie, affamate, male armate, vestite di +rosse camicie, venivano da ogni parte verso Roma, al grido: Roma o +morte! per conquistare la capitale della cristianità e imprigionare il +Santo Padre, o cacciarlo esule per il mondo. + +Intanto però, già nel giugno si era manifestato il colèra, che nel +luglio crebbe di violenza. Il 6 agosto scoppiò ad Albano con +straordinario vigore, mentre molte famiglie romane erano andate a +passarvi l'estate. Là morì, l'8 agosto, la regina-vedova di Napoli, +Maria Teresa, figlia dell'arciduca Carlo. Il timor panico riempì Albano; +abitanti e forestieri si dispersero spaventati. Il cardinale Altieri che +vi si era recato, come vescovo del luogo, per tranquillizzare con la sua +presenza la popolazione, rimase vittima della sua abnegazione. Gli zuavi +che erano là di guarnigione mantennero da soli l'ordine, e della loro +attività va resa loro ampia lode. + +Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, ma non interruppe il +movimento rivoluzionario del partito d'azione, al quale le feste di Roma +avevano acuito la smania di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto +la condotta del governo francese rafforzava la concorde aspirazione +degl'Italiani; quel governo sembrava partire dal concetto che +l'occupazione di Roma durasse ancora per mezzo della legione di Antibo. +Non solo il generale Dumond era venuto a Roma per passare in rivista +questa legione, che numerose diserzioni avevano mezzo disciolta, ma la +pubblicazione di una lettera del maresciallo Wiel al colonnello d'Argy +mostrava come queste truppe al servizio del Pontefice fossero +considerate ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, alla fine di +agosto, una nota di Rattazzi al Gabinetto di Parigi, nella quale egli +faceva voti perchè il Governo francese non aumentasse le difficoltà, in +cui si trovava l'Italia, risollevando la questione Romana e mettendo in +pericolo la Convenzione di settembre. + +La stampa democratica dichiarò violentemente che quella Convenzione era +stata violata dalla Francia e che, quindi, anche l'Italia era in diritto +di non più rispettarla. Il Governo, che ormai meditava--appoggiandosi +alla Convenzione di settembre--di rinunziare a Roma e riconoscere la +sovranità del Papa, e, per di più, minacciava continuamente l'Italia di +un nuovo intervento francese, si trovò ad essere in contradizione con sè +stesso, mentre si sentiva troppo debole per sostenere la pressione del +partito d'azione in un'epoca nella quale, dopo il disgraziato progetto +finanziario, vedeva crescere a dismisura i proprî imbarazzi. + +Garibaldi visitò di nuovo le città italiane, parlando apertamente di una +campagna contro Roma, dove, il 13 luglio, si erano già fusi e unificati +il _Comitato Nazionale_ e il _Centro dell'Insurrezione_, nella _Giunta +Nazionale Romana_. Si raccolsero armi e denari, fino in Inghilterra, +dove si era recato un figlio di Garibaldi. I confini dell'Umbria +cominciarono a brulicare di figure sospette. Il 26 agosto l'Agitatore +apparve a Orvieto. Qui egli raccolse il popolo a udirlo, attaccò nel suo +discorso, accompagnato da grida di Roma o morte, tanto violentemente il +Governo di Firenze, quanto quello di Parigi, e dichiarò finalmente che, +nonostante la Convenzione di settembre, Roma doveva essere conquistata +dal popolo sorto in armi. Si recò quindi a Rapallo, e l'8 settembre si +trovò a Ginevra, al Congresso per la pace, dove i capi della democrazia +europea si erano adunati per stabilire le linee di un programma della +futura società europea. Garibaldi, salutato da unanimi omaggi, fu +nominato presidente onorario di questo Parlamento. + +I discorsi che egli tenne dal balcone della casa Fazy e quelli per +l'inaugurazione del Congresso, furono così spinti, che urtarono anche +molti dei suoi partigiani. Egli volle dimenticare che la città di +Calvino e di Rousseau contava fra i suoi cittadini anche molti cattolici +e che altri fra essi avevano opinioni aristocratiche e conservatrici. Le +sue violente declamazioni contro il Papato e la Chiesa provocarono +aperte proteste da parte della cittadinanza cattolica; fra i Riformati, +i moderati non furono meno spaventati; nel Congresso si produsse una +scissione, e Garibaldi lasciò Ginevra l'11 settembre, quasi +clandestinamente, e del tutto disilluso. + +Si recò allora a Genestrelle, deciso ad effettuare l'invasione romana. I +preparativi e i piani strategici per questa audace impresa erano stati +alacremente continuati fin dal suo soggiorno ad Orvieto. Si armarono +truppe di volontari ad Ancona, a Foligno, a Bologna, a Firenze, negli +Abruzzi, a Napoli. Depositi d'armi erano trasportati ai confini, e +segretamente fin dentro gli Stati della Chiesa. I volontari si +dirigevano da ogni parte alla spicciolata verso i confini, i quali erano +custoditi dalle truppe di linea italiane, secondo la Convenzione di +settembre. + +Il carattere palese di questi armamenti sotto gli occhi del Governo, le +invettive della stampa mazziniana, i proclami dei comitati nazionali, le +lettere di Garibaldi, i messaggi dei legati di Roma e di Firenze +spinsero il Governo francese a eccitare il ministero italiano ad +un'azione pronta ed efficace, facendogli intendere come serie difficoltà +potessero sorgere se fosse continuato quello stato di cose, difficoltà +che l'Imperatore desiderava risparmiare a sè e al Re d'Italia. E infatti +le difficoltà di Napoleone non erano poche. Egli desiderava non +allontanare da sè l'Italia, in vista della minaccia sempre più vicina +d'una guerra colla Prussia; allontanandosi dalla Francia, l'Italia si +sarebbe avvicinata alla sua alleata di Padova; se poi egli avesse +lasciato violare la Convenzione di settembre, avrebbe subìto un nuovo +scacco, facendo la figura di un complice o di un canzonato. Se egli si +risolveva all'intervento, secondo i desiderî del Pontefice, feriva anche +gravemente il partito liberale di Francia, suscitando forse una guerra +di disperata difesa in Italia, o rigettandola nell'anarchia, +distruggendo la sua propria opera del 1859. + +Dispacci urgenti da Parigi determinarono l'azione contro il partito +rivoluzionario. Degli inviati di Vittorio Emanuele si recarono per +persuadere Garibaldi in nome del re ad abbandonare i suoi intempestivi +progetti e a ritrarsi a Caprera. Ma egli lasciò Firenze per raggiungere +Arezzo passando da Sinalunga, e di là per far irruzione negli Stati +della Chiesa. + +Ma, per comando del Governo, a Sinalunga il generale fu arrestato il 23 +settembre e mandato per ferrovia alla fortezza di Alessandria. D'un +colpo questo fatto sorprendente cambiò la situazione; apparentemente il +progetto dell'invasione venne meno con esso. + +Il piano di Garibaldi era stato di provocare una sollevazione a Viterbo, +per mezzo dei suoi agenti; ma dopo il suo arresto, il Governo papale si +impadronì di loro e delle corrispondenze che avevano seco. Gli agenti di +Garibaldi erano anche a Roma pieni di attività, ma dopo molto vano +lavoro dovettero persuadersi che in questa città non c'era nulla da +fare. Anche qui furono operati arresti in massa. Dei fogli volanti +diffusi per la città annunciarono che la Giunta nazionale si era +disciolta il 22 settembre, e che il 27 i così detti capi di sezione ne +avevano formata un'altra al suo posto, «perchè la città non rimanesse +senza Governo in tempi così difficili». La cattura di Garibaldi fu +appresa all'estero con soddisfazione; si complimentò il governo d'Italia +per aver finalmente trovato la forza di ridivenire padrone di un +increscioso stato di cose, per il quale era permesso ad un capo popolo +di porsi al di sopra delle leggi dello Stato, di formare un Governo +proprio nello Stato stesso, di eseguire dei piani proprî, di versare il +sangue del popolo, di mandarne in malora i denari affidatigli e di +condurlo alla rivoluzione, determinando così la necessità di un +intervento straniero, che immancabilmente sarebbe avvenuto. Infatti si +diceva che una flotta francese fosse nel porto di Tolone pronta a +salpare. La stima e la considerazione verso Garibaldi si era inoltre da +tempo diminuita. Le sue copiose declamazioni, i suoi proclami numerosi, +le sue stranezze (era giunto a battezzare egli stesso dei fanciullini +come sacerdote dell'avvenire), l'imperversare senza tregua dei suoi +tuoni senza il lampo dell'azione, e l'essersi egli ravvicinato al +movimento mazziniano, avevano fatto impallidire l'aureola del grande +agitatore, che aveva avuto sì eroica parte nella redenzione italiana[2]. +Si deplorava in quel tempo che egli non fosse morto a Capua o ad +Aspromonte, chiudendo così la sua vita di eroe popolare, invece di +sopravviversi. La sua prigionia fu appresa con favore anche dai liberali +di Roma; essi speravano che essa preludesse a negoziati diplomatici del +Governo italiano, tendenti ad una liberazione definitiva da un +intervento, anche morale, della Francia, e ad una modificazione della +Convenzione di settembre. Ed effettivamente non c'era che l'Italia che +potesse difendere gli Stati della Chiesa impedendo alle schiere dei +volontari di farvi irruzione. + +Ma il partito d'azione si sollevò vivacemente, chiedendo la liberazione +del suo capo, membro inviolabile del Parlamento. Sotto la pressione di +tumulti a Firenze e in altre città, Garibaldi fu condotto da Alessandria +a Genova, e senz'altro rimesso in libertà, come almeno egli stesso +dichiarò,--cioè imbarcato il 27 settembre per Caprera su un legno da +guerra. Era stata cosa veramente seria la sua prigionia? Non era stato +un giuoco per tacitare, diciamo così, il Governo di Francia, mascherando +la rottura effettiva della Convenzione di settembre? Non si era fatto +sparire il capo dell'invasione, perchè questa potesse seguire il suo +cammino, più liberamente e meno manifestamente, e perchè, invece di un +generale officialmente disconosciuto, e talora in segreto sostenuto, +come a Marsala a Capua e nelle Marche, altri generali, nel nome +d'Italia, la conducessero? Non aveva davvero la forza, il Governo +italiano, di disperdere le schiere dei volontari, che si raccoglievano +sui confini? Numerose truppe di ogni arme stringevano, è vero, da presso +la linea dei confini romani, ma questa catena di milizie spesso diradava +per varie cause i suoi anelli, permettendo a bande armate di introdursi +agevolmente nello Stato pontificio. Appena all'estero si seppe che il +Governo italiano aveva impedito l'esecuzione dei piani di Garibaldi e +l'aveva imprigionato, contemporaneamente si fu informati che di fatto +l'audace impresa dell'invasione era cominciata, e che apertamente +proseguiva coll'appoggio del Governo italiano. + + +V. + +L'invasione, da parte delle schiere di volontari, dello Stato della +Chiesa, invasione che durò più di cinque settimane, rappresenterà un +giorno un notevole e altamente drammatico episodio della storia di Roma +e del Papato. Nella storia d'Italia essa sarà una pagina dolorosa, che +non farà certo onore al Governo di quel tempo, del quale mostrò il +macchiavellismo e la debolezza profonda. Se, nel futuro, le difficili +questioni dei nostri giorni avran trovato una soluzione in un regime di +libertà, i popoli si rivolgeranno indietro e considereranno quel periodo +della nostra storia con stupore eguale a quello con cui noi consideriamo +oggi le forme di anarchia medioevale e feudale. + +E invero, nell'anno 1867, sembrarono risuscitate d'un tratto, con tutti +i loro caratteri, le compagnie di ventura medioevali e quei condottieri +del passato, che, indipendentemente dallo Stato, conducevano i loro +eserciti attraverso le campagne. Chi fu allora in Roma testimone di +questo stato di cose, credette di essere tornato d'un tratto a vivere +nel Medio Evo, e in un paese dove nullo era oramai il potere delle +leggi; vide cose e figure che aveva già riscontrate nelle cronache di +quel tempo, al quale potè esattamente rassomigliare quest'epoca +straordinaria. Garibaldi, l'uomo più moderno del suo tempo, secondo il +suo ideale, è pure fra gli italiani del nostro tempo quello che, per la +sua figura psichica, più profondamente è legato alle forme e ai +sentimenti medioevali, ciò che spiega in parte la sua grande popolarità. +Egli sta fuori dello Stato; come un _condottiero_; vive, eremita +agitatore, in un'isola solitaria, lungi dal continente. Egli appare +nella sua patria solo per mettere in esecuzione i suoi disegni, a +dispetto dello Stato, per mezzo di agitazioni popolari e di schiere di +volontari. Monreale, Sforza Attendolo, Piccinino e Fortebraccio +avrebbero certo riconosciuto in lui un collega, un valoroso capitano di +bande; al loro tempo, egli si sarebbe formata una repubblica militare, o +avrebbe conquistata una corona ducale. Oggi, però lo distingue da quei +condottieri il fatto che egli ha messo la sua spada al servizio della +sua patria e del suo popolo. Egli combatte con disinteresse repubblicano +per le idee del presente, anzi, forse, per le idee del futuro. Egli +vuole abbattere l'idolo dell'assolutismo e della tirannía, così +spirituale che temporale, ma vuol porre al suo posto un altro idolo, il +cui dispotismo non potrebbe forse essere minore. Anch'egli, con la +noncuranza di un tiranno degli antichi tempi, ha sacrificato la balda +gioventù della sua patria, servendosene come di strumento per i suoi +fini. + +La questione romana, così profondamente connessa con tutto l'ingranaggio +complicato del mondo europeo, pareva, a questo uomo di guerra, un nodo +gordiano che la spada sola potesse risolvere. Ma egli non aveva la spada +di Alessandro, e se anche ciò non è che un simbolo della realtà +contemporanea, come l'uovo di Colombo, l'opinione europea non avrebbe +mai riconosciuto in Garibaldi o in Mazzini e il suo partito, i suoi +rappresentanti e i suoi patrocinatori. + +E veramente sembra ai nostri occhi un sogno fantastico che delle +schiere, accozzate alla rinfusa, male armate e senza disciplina, e tali +che gli antichi condottieri d'Italia avrebbero sdegnato di prenderle al +loro servizio, avessero la pretesa di conquistare Roma, come un +Connestabile di Borbone! Eppure, proprio nel nostro tempo, un disegno di +tal genere fu possibile, e ci mancò poco che questo sogno si +trasformasse in realtà. Un giorno questo sarà un mito nella storia di +Roma. + +E l'ardente e nobile patriottismo di un guerriero della specie di +Garibaldi, e l'audacia sublime che spingeva le sue schiere alla morte, +saranno riconosciuti ed ammirati anche da chi ha condannato la sua +impresa come dannosa alla patria, ed ha tremato al pensiero che il +principio della libertà brigantesca degli Americani della Plata o del +Chilì potesse trovare esplicazione anche in uno Stato della civile +Europa. Ma questo è tutto quel che si può dire a questo proposito. +Invece, lo spassionato giudizio del più caldo amico della nazione +italiana e della libertà dei popoli considererà sempre, con disprezzo e +disistima, coloro che seguirono, in questo falso giuoco, le regole del +«Principe» di Machiavelli, perchè si deve annunciare fino ai confini del +mondo la giustezza della massima di Washington, e provare che la +migliore politica è la verità. La storia della politica fu arricchita, +nel 1867, di una commedia tale, che a lungo dovrà l'umanità ricercar ne' +suoi annali, per trovarne una simile; e, se in nome della libertà si +perpetrarono spesse volte delitti, raramente in suo nome si commisero +così fondamentali sciocchezze. + +Il Gabinetto italiano, per la sua debolezza e per una specie di strana +illusione, fu condotto a tollerare il pericoloso disegno dell'invasione, +poi anche ad accettarlo e accelerarlo, ciò che gettò l'Italia nella più +terribile crisi, mise in giuoco la monarchia e l'unità del paese, e +produsse, in tutta la nazione, una spaventosa demoralizzazione. Così, +fra una diplomazia senza forza ed una eroica furia di condottieri, si +maturarono grandi errori. Si sperava in una sollevazione romana, la +quale mancò. Non ve ne fu alcuna negli Stati della Chiesa, e tanto meno +a Roma e a Viterbo, dove gli agenti del partito rivoluzionario facevano +vani sforzi per suscitarla. Solo una vera rivolta negli Stati della +Chiesa poteva, se fosse apparsa chiaramente l'espressione della volontà +popolare, mutare la situazione, far sembrare giustificato un intervento +da parte dell'Italia, e escludere assolutamente quello francese. Ma +poichè essa non avvenne, e la popolazione dello Stato romano rimase +tranquilla, invano si sarebbe voluto far passare per insurrezione +popolare una invasione di truppe volontarie di altre regioni. Si +contava, da parte di queste schiere, sulla inabilità e sul carattere +imbelle delle truppe pontificie, oltre che sulla diserzione +dell'elemento italiano; ma questi soldati, stranieri e paesani, si +batterono con inaspettato valore, rimanendo fedeli alla bandiera, sulla +quale avevan giurato. Si contava anche sugli errori del Governo +pontificio, ma questo raramente dimostrò come allora tanta +ragionevolezza e tanta forza, e seppe mantenere, in condizioni tanto +difficili un contegno così legittimo e conveniente, che fece ottima +impressione sull'opinione pubblica europea, specialmente perchè in +contrasto con quello del Governo italiano. + +Si sperava specialmente sull'approvazione tacita del protettore di +Francia, e sul suo consenso alla modificazione del trattato di +settembre. In Inghilterra correvano delle voci che affermavano prossima +questa modificazione, per l'estate futura, e che Napoleone si sarebbe +ricreduto e si sarebbe deciso all'intervento dopo che aveva appreso di +sicure offerte di Rattazzi alla Prussia. Comunque sia, Napoleone non +poteva lasciar manomettere dalla parte rivoluzionaria, contro la quale +egli si era drizzato, un trattato da lui confermato e riconosciuto; egli +intervenne--poichè lo Stato Romano non si era sollevato--a favore del +Papa e del Potere spirituale, col quale voleva mantenersi in buona +amicizia, dapprima esitando e temporeggiando, poi con inconsiderata +gravità. + +Secondo il piano di Garibaldi, l'invasione doveva procedere da tre lati; +dalla Sabina e l'Umbria, dalla Tuscia e dal Lazio, dovevano le schiere +dirigersi alla loro mèta: Roma. La prima è la via più breve e conduce +direttamente a Roma, poichè qui i confini, a Corese e Scandriglia, sono +distanti dalla città appena due ore di treno. Menotti, il figlio di +Garibaldi, prese là il comando delle schiere che scendevano dall'Umbria. +La seconda strada passa da Viterbo, prima mèta delle truppe che la +seguirono, oggi seconda città dello Stato, situata in una ricca campagna +ed abitata da una popolazione che fu sempre ritenuta audace, fiera ed +amante di novità. Qui doveva assumere il comando Acerbi. Sulla terza +strada, Nicotera doveva dirigere l'invasione contro Roma attraverso i +Monti Latini. Questi ultimi due capi erano deputati al Parlamento +italiano. Inoltre, dei manipoli minori dovevano far capo a queste strade +da varii punti per assalire, qua e là, le guarnigioni pontificie, per +tenere occupato e sparso tutto l'esercito pontificio col sistema della +_guerriglia_. + +Il grosso di queste schiere era formato di gente accozzata alla rinfusa, +della quale una gran parte sapeva appena maneggiare un fucile. Le loro +condizioni, che avrebbero fatto andare in visibilio un romanziere o un +Salvator Rosa, hanno fatto dubitare e restare perplesso ogni uomo di +guerra; erano camerieri, cocchieri, servi, studenti scrivani, contadini, +sarti, calzolai, operai di ogni genere, lavoranti di fabbriche, ogni +sorta di gente affamata. Nelle loro file si trovavano anche uomini e +giovani di estesa coltura, nobili e ricchi, ed anche delle signore +emancipate, che seguivano a cavallo il piccolo esercito. Simili imprese +non si compiono che in Italia, perchè qui risponde ad esse il singolare +carattere della popolazione. Certo che la leva, che muoveva tutta questa +gente, era, in prevalenza, il bisogno e lo spirito d'avventura, ma +sarebbe ingiusto considerare queste schiere solo come una riunione di +mascalzoni e di canaglia. L'esaltazione patriottica si era dai circoli +democratici diffusa fra le classi più infime della popolazione, e quei +poveri operai si batterono eroicamente a Mentana. Vi erano infine, fra +di essi, noti patriotti e spiriti nobili, i quali, pieni di sentimento +patrio, avevano risoluto di sacrificare, alla patria, tutto, anche la +vita. E questi andavano di mano in mano crescendo di numero; tutti gli +stati e provincie d'Italia vi avevano i loro rappresentanti; finalmente +dei veri e proprii soldati italiani, segretamente congedati, vennero a +rafforzare queste bande di volontarii. + +Erano divisi in battaglioni. La loro uniforme doveva essere la camicia +rossa, ma non tutti ne possedevano una; molti indossavano, sui loro +abiti, un pezzo di stoffa rossa. Tutti avevano ai cappelli una piuma di +gallo o di falco. Le armi erano manchevoli e in cattivo stato. Molti +non avevano che lancie, pugnali e sciabole. Alcuni battaglioni avevano +armi usate, uscite dai magazzini delle guardie nazionali. Il metodo di +approvigionamento e di rifornimento di questo esercito era primitivo, +come quello del suo armamento. Essi facevano assegnamento sulle +contribuzioni dei luoghi che occupavano, ma tutti sanno che i castelli +dei distretti della Sabina e del Lazio sono in gran prevalenza abitati +da agricoltori assai poveri, che vivono del grano dei loro campi, delle +rendite dei loro vigneti, degli oliveti e castagneti. E si poteva +davvero ben profetizzare che il patriottico fanatismo di Garibaldi +avrebbe gettato nella miseria tante migliaia di persone, come al tempo +di Aspromonte, se a lui ora non fosse riuscito, come allora, di +trascinarsi dietro tutto il popolo italiano e di far levare in armi il +popolo dello Stato Pontificio. + +L'esercito che il Papa poteva opporre a queste schiere di volontarii, +contava allora 12,981 uomini e 929 cavalli, di cui 8000 veramente atti e +pronti a combattere. I corpi, disposti secondo il numero degli uomini, +erano in quest'ordine: reggimento di zuavi, 2237; legione di gendarmi +indigeni, 2082; reggimento di linea, anche indigeno, 1595; battaglione +di carabinieri stranieri, 1233; legione francese d'Antibes, 1096; +battaglione di cacciatori, 956 fanti e 442 cavalli; finalmente 5 +batterie di artiglieria. + +Questo esercito era formato da italiani dello Stato pontificio e da +stranieri d'ogni nazionalità. Da quando il Papato si era trovato in +serie difficoltà, al ritiro dell'esercito francese, tutte le regioni del +mondo si erano date, con grande zelo cattolico, alla ricostituzione +dell'esercito pontificio. + +Numerose associazioni belghe, francesi, ed anche americane, inviavano a +Roma casse piene di denaro e di armi, come tributo. La stampa cattolica +diede ai nuovi volontarii l'enfatico titolo di Crociati di San Pietro, +giubilando per il rinnovarsi della crociata. La piccola armata papale +rappresentava infatti lo sforzo della cristianità intera; molte favelle +e molte nazionalità vi erano rappresentate: scozzesi, irlandesi, +polacchi, tedeschi, francesi, olandesi, belgi, canadesi, mori +dell'Africa, italiani, spagnuoli si mescolavano sotto lo stendardo +dell'arcangelo Michele; ed anche in questo cosmopolita esercito non era +solo lo zelo religioso che spingeva tanta gente; in taluni era piuttosto +lo spirito di avventura, il bisogno, o un passato da redimere. + +Il corpo scelto della milizia di S. Pietro, la vera guardia dei +cavalieri della Croce, erano gli zuavi. Lamoricière aveva istituto +questo corpo in memoria delle sue campagne africane, quando nel 1866 il +Pontefice lo aveva chiamato a Roma, salvatore del Potere temporale. +Molti figli di antiche case legittimiste di Francia e del Belgio +servivano in questo esercito come ufficiali, o anche come semplici +soldati a piedi. Loro colonnello era De Charette, discendente del famoso +capitano della realista Vandea. Il corpo era in prevalenza formato da +francesi e da belgi, e parlava francese. Il loro costume mezzo turco, di +colore turchino, un po' teatrale e appariscente, era volentieri +indossato da molti signori. La maggior parte di questi ufficiali degli +zuavi, ed anche dei soldati semplici, era piena di sentimenti cattolici +e di ideali medioevali; essi ardevano dal desiderio di venire alle mani +coi ribelli italiani, coi democratici dalla camicia rossa, gli eretici, +e di vendicare tutti gli insulti patiti dal Pontefice negli ultimi anni. + +A capo dell'esercito papale era il generale Kanzler, già ufficiale +nell'esercito di Baden e da lungo tempo al servizio del Pontefice. Una +abile ritirata del suo battaglione, dopo la battaglia di Castelfidardo, +aveva richiamato l'attenzione su di lui, cosicchè fu promosso di grado e +nominato vice ministro alla guerra. Il Ministero della guerra pontificio +era stato sin qui affidato a prelati; ultimamente a Merode, cognato di +Montalembert, e questo costume non poteva essere molto giovevole +all'organizzazione dell'esercito. Quando, finalmente, esso fu affidato +ad un uomo d'armi, subito se ne notò il visibile cambiamento. La serietà +e l'attività del generale riordinarono in breve le truppe, e certamente +lo Stato Pontificio deve al Kanzler se così a lungo potè resistere alle +forze degli invasori. + +Lo Stato della Chiesa era stato ripartito in zone militari: Viterbo, +Civitavecchia, Tivoli, la Sabina, e Campagna e Marittima (Velletri e +Frosinone). Queste formavano insieme una mezza divisione sotto il +comando del generale De Courten; l'altra mezza divisione, un duemila +uomini, risiedeva a Roma, sotto il generale Zappi. Nelle città maggiori +risiedevano compagnie; nelle minori spesso soltanto posti di +gendarmeria. La guarnigione della Campagna fu rinforzata da volontarî +della popolazione campagnuola, i così detti ausiliari o squadriglieri, i +quali formarono corpi militarmente organizzati, serbando il loro costume +pittoresco della ciociaria e i sandali caratteristici. Si erano già +costituiti militarmente al tempo della guerra contro il brigantaggio, +nel 1866-67, nella quale avevano reso grandi servigi alla regione +laziale. Un battaglione di essi, forte di 638 uomini, risiedeva a +Frosinone e nei confini di Napoli. Altri si erano, altrove, incorporati +nella gendarmeria. In complesso, la loro forza ammontava a 1200 uomini. + +Alla fine di settembre il Lazio offriva uno strano e comico aspetto. +Mentre lo Stato Pontificio si preparava a contrastare con tutte le sue +forze l'occupazione di Roma e di tutto il territorio, ai confini +facevano le loro evoluzioni da 10 a 20,000 soldati italiani, in una +attitudine equivoca e misteriosa, che avrebbero dovuto tener lontano dai +confini le schiere volontarie, ma, viceversa, le lasciavano palesemente +entrare e uscire, mentre essi stessi cantavano inni patriottici, col +ritornello: «Andremo a Roma Santa». Stavano, coll'arme al piede, a +guardare tranquillamente centinaia di camicie rosse, divise in piccole +bande, aggirarsi intorno ai confini, ardendo dal desiderio di irrompere +nella regione pontificia, mentre il loro duce, il capo del movimento, il +cui nome era da solo un grido di guerra, era ancora relegato sullo +scoglio di Caprera. Intorno a quest'isola incrociavano sette legni da +guerra italiani, come già i legni da guerra inglesi avevano un tempo +incrociato intorno all'Elba, gelosi di un uomo più grande, che stava là +preparando le audaci imprese contro il continente. + +Il 29 settembre venne a Roma l'annuncio che era cominciata l'invasione. +Nella notte, 40 garibaldini avevano passato i confini a Grotte S. +Stefano in provincia di Viterbo, avevan disarmato quel posto di +gendarmeria, strappato gli stemmi papali, e piantato la bandiera +italiana. Poi si erano diretti su Bomarzo, dove si era ripetuta la scena +stessa. Da quel giorno, ebbero spesso lungo qua e là in vari punti, +piccole invasioni di questo genere. Il 29 stesso, altri occuparono +Bagnorea e Torre Alfina, e il giorno seguente il luogo più importante, +Acquapendente. La caserma dei gendarmi si difese, in questa città, per +ben tre ore, poi si arrese. I garibaldini si impadronirono delle casse +pubbliche, arrestarono il Magistrato e levarono contribuzioni. +Dichiaravano di essere l'avanguardia del generale Acerbi; avevano a capo +un tal conte Pagliacci, emigrato da Viterbo. + +All'annuncio della occupazione di Acquapendente, il colonnello Azzanesi +si mosse da Viterbo con truppe; piombò sui garibaldini il 2 ottobre a S. +Lorenzo, li mise in fuga, prese molti prigionieri, rioccupò +Acquapendente. I fuggiaschi si radunarono e Bagnorea, l'antico _Balneum +Regis_. Un corpo di 95 zuavi ve li assalì di sorpresa, ma fu respinto +con perdite, finchè non giunsero rinforzi pontificii. Bagnorea fu +assalita il 5 ottobre; i garibaldini, in numero di 500, si ritirarono +lasciando 100 fra morti e feriti e 178 prigionieri. Questo fu il primo +fatto notevole di quella guerriglia. Esso mostrò, contro ogni +previsione, che i soldati pontificii sapevano battersi con valore e +serietà, ed erano tanto validi ed atti alla guerra, quanto erano inetti +i loro avversarî. + +Ogni giorno avvenivano a Roma partenze di truppe; la città pareva +vuotarsi completamente di milizie, e giornalmente arrivavano notizie di +nuove invasioni nella regione laziale. Una straordinaria eccitazione +cominciò a notarsi in città, anche perchè venivano sparse ad arte, di +tanto in tanto, delle notizie di sconfitte, di vittorie, di sollevazioni +ipotetiche. + +Le schiere volontarie, scacciate da Bagnorea, si erano gettate su Torre +Alfina, piccolo villaggio sul confine toscano, fortissimo per la natura +del luogo. Qui il generale Acerbi radunò le sue schiere, come in un +quartier generale, per piombar su Viterbo, appena fosse possibile. +Contemporaneamente altre bande si fortificavano a Nerola, Moricone, +Montemaggiore, Montelibretti; piccoli e deserti luoghi della Sabina. +Sono veri aggruppamenti di case in cima ad aspre rupi, dalle quali +emerge la chiesa, e qualche torre medioevale diroccata, e il grandioso +castello baronale, del tempo in cui gli Orsini dominavano tanta parte +della Sabina. + +Il giovane Menotti condusse là 600 uomini, coi quali sperava di poter +irrompere nella campagna verso Tivoli, se appoggiato da altre truppe, e +favorito dalla concertata conquista di Subiaco che doveva congiungerlo +agli Abruzzi. Garibaldi aveva nominato il figlio suo luogotenente, con +un decreto da Caprera; c'era anche una specie di dinastia garibaldina, +e, mentre il vecchio leone ruggiva chiuso in Caprera, dovevano almeno i +suoi figli, Ricciotti e Menotti, pugnar per la causa nazionale. Ma, +quando il 7 ottobre, il colonnello Carette marciò sulle truppe di +Menotti, queste ripiegarono su Fara. Ma furono inseguite, cacciate, e +dopo breve lotta disperse; si ritirarono allora sui confini, +benignamente ricevute dalle truppe italiane. Rinforzate, tornarono +rinnovando qua e là la guerriglia. Le truppe pontificie mandavano ogni +giorno prigionieri a Castel Sant'Angelo, ma le marcie e contromarcie +continue, e le perdite che subivano, cominciavano a stancarle. La guerra +d'invasione era cominciata nello Stato della Chiesa come una febbretta +intermittente in un corpo malato: non avrebbe potuto in breve estendersi +al capo, la già torbida Roma? + +Dal principio di settembre, degli agenti di Garibaldi si occupavano +attivamente a Roma per preparare e provocare una sollevazione. Nessun +mezzo fu trascurato per raggiungere lo scopo. Armi, bombe, polveri erano +pronte in luoghi segreti. Il Comitato Nazionale Romano, già disciolto, +si ricostituì e bandì, l'8 ottobre, un proclama, dove era detto: +«Romani, le provincie son già sollevate; fra poco l'insurrezione sarà +generale. Noi dobbiamo unirci a questo movimento e appoggiarlo con tutte +le nostre forze, perchè la vittoria delle provincie preparerà e +faciliterà la vittoria di Roma. Siamo dunque tutti pronti. Il sangue dei +fratelli che gli zuavi pontificii spargono ancora nella Provincia sia la +favilla che incendierà i nostri spiriti. Romani, l'ora decisiva si +approssima. In nome della Patria uniamoci, e che ognuno obbedisca solo +al comando che ci verrà dal Comitato centrale. Unità e disciplina, ecco +ciò che forma la forza. Ogni movimento inconsiderato, irregolare e +isolato può essere di grave danno. Fidatevi a quel Comitato che ha dato +già prova di forza, acutezza e fermo volere. Ora che è giunto il gran +momento, egli saprà compiere tutto il suo dovere. Uniamoci fiduciosi e +arditi; operiamo disciplinati, e la causa della civiltà sarà +guadagnata». + +Intanto i fatti mostravano che tutte le esagerate notizie dei fogli +garibaldini erano spudorate invenzioni. Non in un luogo solo si ebbe +una sollevazione nelle provincie. Potevano, del resto, delle bande +indisciplinate, che assalivano e danneggiavano i villaggi, per poi +fuggire appena si appressavano le truppe pontificie, aver forza morale +sufficiente a trascinare le popolazioni a far causa comune con esse e ad +andar con esse in rovina? C'era forse l'Italia dietro quelle bande? E in +questo caso, non c'era da temere un intervento francese con le sue +conseguenze inevitabili? Nè il cittadino, nè il campagnuolo vollero +sapere di sollevarsi. L'invasione somigliava ad un fuoco fatuo che +tremolava ai confini, e si accendeva per breve tempo, qua e là, senza +risultato. Si sarebbe detta una guerra contro il brigantaggio, in +grande. + +L'11 ottobre era stata presa Subiaco; il vescovo e il magistrato supremo +erano stati messi sotto sorveglianza; invano si era intimata la resa al +castello. Comparvero alcuni zuavi, e i garibaldini si dileguarono, +abbandonando precipitosamente la città. + +Il 13 ottobre Menotti fu snidato dalla forte posizione di Montelibretti, +dove era ritornato. Le schiere volontarie non facevano in nessun luogo +progressi. Nicotera che, attraverso i confini napoletani doveva +penetrare nella valle del Liri, non potè muoversi che il 13 ottobre, ed +occupò Falvaterra. Ma il 15 fu battuto a Vallecorsa e cacciato dalla +provincia di Frosinone. Castel Sant'Angelo si empiva di prigionieri. Il +Papa comandava che fossero lautamente nutriti. A quegli uomini, +prostrati dalla fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli per +ripararsi dal gelo notturno. Li visitò anche un giorno egli stesso, e +disse loro: «Eccomi: io son colui che ritenete vostro nemico e di cui +avete giurato la morte. E chi avete dinanzi a voi? un uomo vecchio e +debole». Essi caddero in ginocchio dinanzi a lui e molti baciarono un +lembo della sua veste. «E' buono--dicevano allora di Pio IX i Romani--ma +ha due anime: una obbedisce all'Italia ed una ai gesuiti». + +La stampa mazziniana dava notizie atroci sul trattamento di questi +prigionieri; ma erano false. Negli ospedali e nelle prigioni li +trattavano umanamente e benignamente. L'unica cosa di cui potessero +lagnarsi i prigionieri, erano le visite e i sermoni di confessori e di +preti mandati a loro per farli riconciliare con Dio. + + +VI. + +Intanto, ogni giorno si faceva più grande il pericolo per Roma. +L'invasione era l'idra dalle cento teste. Sempre nuove bande sorgevano, +e sempre più apertamente appoggiate dalle truppe italiane. Gli +arruolamenti eran fatti nelle città del Regno; le armi venivano loro dai +magazzini della Guardia Nazionale. Le ferrovie erano al loro servizio, e +centinaia di _camicie rosse_ venivano ogni giorno trasportate dai treni +ai confini. Anche a Roma si notavano sempre più numerose misteriose +figure di stranieri; si facevano grandi arresti preventivi, ma non si +riusciva a metter le mani nel centro dell'agitazione. L'aspetto della +città diveniva ogni giorno più triste; il commercio cessava; il denaro +monetato spariva. Si parlava di prossimi violenti tumulti, e la +guarnigione romana, stanca e diminuita dalle malattie e dalle +diserzioni, doveva sottoporsi ad un faticosissimo servizio di pattuglie. + +Il 17 ottobre, il Papa pubblicò un'enciclica al clero cattolico, nella +quale tratteggiava la disperata situazione romana. Nella ampollosità +declamatoria abituale di questi atti, si notava, strano a dirsi, che +proprio la prima frase dell'enciclica coincideva con quella: _Levate in +circuitu oculos vestros_,[3] con la quale una volta il gran nemico del +papato, Federico II di Hohenstaufen, aveva cominciato la sua enciclica +alla cristianità contro Gregorio IX: «Alzate, o venerabili fratelli, i +vostri occhi all'intorno e vedrete, e ve ne dorrete con Noi, le +abbominazioni orribili che attualmente funestano la misera Italia. Ma +Noi umilmente ci rimettiamo agli imperscrutabili voleri Divini, che +vollero farci vivere in così tristi tempi, in cui, per opera di alcuni +uomini, e proprio di quelli che reggono la cosa pubblica in Italia, sono +calpestati i precetti di Dio e le leggi della Chiesa, e la miscredenza +trionfa impunita. Da questo stato di cose derivano tutte le ingiustizie +e tutti i mali di cui siamo addolorati testimoni; in questo stato di +cose trovarono nutrimento e sprone quelle numerose bande di atei +spieganti gli stendardi di Satana, e che portano scritto in fronte: +Menzogna; che bestemmiano contro il Cielo in nome della ribellione, che +insozzano tutto ciò che è santo, che calpestano ogni diritto divino ed +umano, che, come lupi in cerca di preda, spargono sangue, corrompono le +anime nel loro delirio, chiedono la mercede della loro perversità, +derubano i fratelli, rendono più miseri i poveri e i deboli, aumentano +il numero delle vedove e degli orfani, per denaro esaltano +l'ingiustizia, e, cercando in ogni modo di sodisfare le loro perverse +brame, spargono la desolazione e la morte nella nazione. + +«O venerabili fratelli, oggi noi ci troviamo circondati da questa +malvagia genìa. Sì, questi uomini vogliono, mossi da uno spirito +diabolico, inalberare la bandiera della menzogna in questa nostra +illuminata città, sulla sedia di Pietro, nel centro della fede e +dell'unità cattolica. E i rappresentanti del Governo Subalpino, che +dovrebbero dar opera a frenare questa gente, non arrossiscono di +aiutarla, di fornire armi e tutto il necessario per facilitare la loro +venuta a Roma. Ma queste persone--occupino esse pure un alto grado nella +gerarchia civile--tremino di vedersi ben presto punite del loro +contegno. Se da un lato, nella nostra umiltà, noi preghiamo caldamente +Iddio di voler rivolgere su tutti questi infelici il suo sguardo +benigno, per ricondurli sulla via della Giustizia e del Bene, d'altro +canto non possiamo tacere i gravi pericoli che ci sovrastano in questa +ora di tenebre. Noi attendiamo con animo tranquillo gli avvenimenti, +sebbene commossi da tanto inganno, da tanta calunnia, da tanta menzogna, +riponendo in Dio la nostra fiducia, in Dio che è la nostra salvezza e la +nostra forza, e che non permetterà che coloro che fidano in lui siano +vittime di tanti indegni miscredenti, ch'Egli ben saprà fiaccare e +distruggere. Frattanto però, o venerabili fratelli, e voi tutti, o +fedeli, che ci siete affidati, noi non vogliamo dissimularvi la triste +posizione e il pericolo, in cui ci troviamo per opera del Governo +Subalpino. E quantunque difesi finora dal valore del nostro fedele +esercito, valore che si palesò già in mille fatti d'armi, pure pensiamo +che, dinanzi al numero sempre crescente degli invasori, esso non potrà a +lungo resistere. Non poco anche ci affida la pietà e la fedeltà dei +nostri sudditi in queste tristissime ed empie congiunture, ma soffriamo +anzi profondamente nel vedere anch'essi esposti a pericoli di ogni sorta +da parte di quegli scellerati che, con ogni mezzo, li minacciano, li +depredano, li tormentano...». + +Il Papa non parlava della Francia, ma questo meditato silenzio era forse +più efficace d'un appello diretto all'intervento delle potenze. + +Tutti gli occhi eran fissi su Napoleone: anch'egli taceva, e sembrava +ridivenuto la Sfinge misteriosa dell'epoca. Tutti si chiedevano che cosa +avrebbe fatto di fronte ad una così palese infrazione del trattato di +settembre. I liberali a Roma mormoravano, che tutto doveva essere stato +accomodato a Biarritz; che la Convenzione di settembre doveva essere +stata modificata, che l'Imperatore, sul punto di gettarsi nella +prossima inevitabile guerra con la Germania, non poteva privarsi +dell'alleanza italiana, e che prezzo di questa alleanza doveva essere lo +Stato della Chiesa, che in poche settimane sarebbe tutto conquistato. + +Ma il 17 ottobre, il giorno stesso in cui il Papa pubblicò questa +enciclica, un telegramma così concepito, giungeva dal Ministero degli +Esteri di Parigi al plenipotenziario francese a Roma, Armand: «Il +Governo pontificio continui a difendersi energicamente; non gli mancherà +l'aiuto della Francia». Questo dispaccio sorprese assai il Comitato +Nazionale Romano, e fe' giubilare i conservatori. Napoleone mandò a Roma +il generale Prudon, per dichiarare al Papa che l'intervento era deciso, +e il cardinale Antonelli incaricò il nunzio di ringraziare l'Imperatore +in nome del Pontefice. + +Il Governo francese aveva, sinora, tenuto dietro con grande riserbo ai +fatti d'Italia, limitandosi a dar consigli al Governo italiano. Questo +aveva ripetutamente dichiarato che la sorveglianza dei confini era +impossibile per la loro estensione e la loro configurazione naturale; +avanzò quindi la proposta, poichè altra via non c'era per risolvere la +crisi, di far occupare una parte dello Stato Pontificio dall'esercito +italiano. Nigra,[4] plenipotenziario del Re alla Corte francese, fu +incaricato di svolgere questo progetto, e intanto di far notare come una +seconda spedizione francese nello Stato pontificio, non solo andava +contro la Convenzione di settembre, ma era la più pericolosa per +risolvere la questione romana. Occupando l'Italia una parte dello Stato +Pontificio, non si voleva in nessun modo toccare i diritti della +sovranità pontificia; si voleva solo ristabilire l'ordine turbato, e +venire ad un accordo con la Francia, relativamente all'indipendenza del +Papa, essendo il Governo italiano pronto, a questo scopo, ad invitare ad +un Congresso le potenze. + +Il Gabinetto francese rispose: «che esso era lieto che l'Italia +riconoscesse la sovranità del Papa; che non aveva nulla in contrario a +che si tenesse un Congresso delle potenze; ma poteva essere tenuto +questo Congresso, se le truppe italiane avessero occupato lo Stato +Pontificio, costringendo indubbiamente il Papa all'esilio? Il ritiro +delle truppe francesi da Roma era stato conseguenza della convenzione di +Settembre e della fiducia, da parte dell'Imperatore, che il Governo +italiano avrebbe protetto il dominio papale da un'invasione. Mostrandosi +ora il Governo italiano incapace a farlo, il medesimo trattato dava +all'Imperatore il diritto di prendere provvedimenti per la difesa dello +Stato pontificio.» + +Rifiutato categoricamente il progetto di Rattazzi, la netta +dichiarazione della Francia costrinse il Governo italiano a dichiarare +di voler mantenere la convenzione. Il 19 ottobre, l'Imperatore mandò un +_ultimatum_ a Firenze; il suo rappresentante dichiarò a Rattazzi che +Napoleone esigeva una prova della sincerità della dichiarazione fatta +dal Governo, e cioè: soppressione degli arruolamenti, scioglimento dei +comitati d'appoggio all'opera rivoluzionaria; e proclama reale che +dichiarasse che dovevano essere disarmati e internati i volontari di +Garibaldi. + +Lo stesso giorno, il generale De Failly partì da Parigi per Tolone per +prendere il comando supremo della spedizione; l'esercito era pronto a +partire sulla squadra che aspettava ordini a Tolone, nel caso che il +Governo italiano non si sottomettesse all'_ultimatum_. + +Il Ministero Rattazzi si trovò in una posizione difficile; non solo +aveva contro di sè la Francia, ma tutte le potenze, risolute a non porre +ostacoli all'intervento francese. La Prussia medesima, su cui avrebbe +potuto contare, gli sarebbe stata propizia solo quando Napoleone si +fosse di nuovo impelagato nella questione italiana, e con ciò avesse +perduto le ultime simpatie dell'Italia. Come poteva Rattazzi occupare il +territorio dello Stato pontificio? A Roma nessun moto si produsse, che +potesse dargli occasione o pretesto. Nelle casse della corrispondenza +del Senato romano io trovai, in quel giorno 19 ottobre, solo uno scritto +anonimo, che affermava la situazione a Roma essere così minacciosa, da +richiedere l'intervento di truppe italiane nella capitale; il senatore +dover presentare al Papa la proposta; migliaia di cittadini che avevano +lasciato presso un notaio i loro nomi, esser pronti a dichiarare che +questa era la volontà della città di Roma. In assenza del senatore +marchese Cavalletti, i quattro conservatori inviarono al Papa questo +scritto, dichiarando, però, che credevano bene darne contezza a Sua +Santità, non dividendo in verun modo le idee espresse nella missiva, +idee che ritenevano non convenire alla dignità del Governo. + +E poteva davvero una lettera anonima, di dubbia origine romana, e che +stava in troppo stretto rapporto col progetto mandato a Parigi da +Rattazzi, valere come espressione genuina dell'opinione del popolo e del +Senato di Roma? + +La sera del 19 ottobre, il giorno della crisi, Rattazzi ricevette il +congedo e il Re incaricò il generale Cialdini di comporre un nuovo +Gabinetto. Cialdini era l'uomo di Castelfidardo, ma anche di Aspromonte, +nemico delle schiere volontarie per principio, e perciò gradito alla +Francia. In Firenze l'eccitazione si faceva sempre più grande; e nel +dilemma: ritornare alla convenzione e ubbidire alla Francia; o mettersi +dalla parte della rivoluzione e romperla con Napoleone; non si sapeva +quale via fosse meno pericolosa. Intanto, mentre Cialdini si occupava +infruttuosamente della composizione del Ministero, Rattazzi sbrigava +ancora gli affari di amministrazione ordinaria; durante questa pausa, +poterono mettersi in moto delle forze che condussero alla catastrofe. + +L'Imperatore francese, sempre esitante, sempre doppio, desiderava di non +essere costretto all'intervento. Egli fu lieto quando il suo +plenipotenziario telegrafò, il 20, da Roma, che quel giorno non si +trovavano più schiere volontarie nello Stato pontificio. + +In fatti era riuscito, con grande sforzo, ai pontificii di rigettarle +oltre i confini. La così detta legione romana, con la quale un emigrato, +l'ex maggiore Ghirelli dell'esercito reale, aveva preso Orte il 17 +ottobre, era stata cacciata; le schiere volontarie di Menotti, dopo il +violento fatto d'arme del 18 ottobre, avevano dovuto, con grandi +perdite, sgombrare Nerola; le bande di Nicotera, il 19, erano cacciate +da Vallecorsa nel Lazio. In seguito a quel telegramma che annunciava +tutti questi fatti, Napoleone, il 21, dava l'ordine di sospendere +l'imbarco a Tolone. Il 22, il _Moniteur_ ne dava notizia in un articolo +che esprimeva anche la convinzione che l'invasione dello Stato +pontificio avesse toccato il suo termine, e che il Governo italiano +fosse risoluto al sicuro adempimento della convenzione di settembre. + +Così l'intervento fu disdetto, con gran dolore di quelli che l'avevano +tanto bramosamente sperato. + + +VII. + +Intanto Garibaldi era restato a Caprera, in un'ansia penosa. Le lettere +dei suoi figli e degli agenti rivoluzionari l'avevano informato +dell'insuccesso della spedizione romana; era anche stato avvisato dei +preparativi di Napoleone per l'intervento che il Governo italiano era +sul punto di subire. Già una volta aveva egli tentato di fuggire verso +Livorno, e le navi da guerra in crociera glielo avevano impedito. Egli +concepì subito il disegno di mettersi alla testa delle schiere +volontarie, di muovere su Roma, per iscuotere alla base il Papato e, nel +caso d'insuccesso, di lasciare il proprio corpo fra questo e l'Italia. + +Così il 16 ottobre egli lasciò Caprera sul suo battello, felicemente, +come già Napoleone era fuggito dall'Elba. Con o senza la complicità dei +legni da guerra italiani, raggiunse l'isola della Maddalena, dove una +signora inglese lo ospitò; passò poi in Sardegna, donde, travestito, +partì e il 19 ottobre, giorno decisivo, sbarcò sulla Maremma di Livorno, +presso la torre di Vada. Apertamente giunse il 20 a Firenze. Nessuno +pensò a ostacolare il suo viaggio. Rattazzi non era più al potere; il +nuovo Ministero non si era ancora formato; il Governo si trovava +nell'anarchia più completa. + +Egli tenne pubblici discorsi sulla piazza di Santa Maria Novella; eccitò +il popolo alla lotta contro il Papato e contro tutti coloro che per +errore o per debolezza si trovavano sulla strada della santa causa +patriottica. Fu entusiasticamente acclamato. + +L'addetto d'affari francese chiese subito il suo arresto, per impedirgli +di giungere ai confini e mettersi a capo della schiera dei volontarii, +distruggendo così gli accordi diplomatici fra i due Governi, tanto +faticosamente raggiunti. Si prevedeva che questo sarebbe accaduto +indubbiamente. Ma Garibaldi, con rapida mossa, lasciò Firenze il 22 +ottobre, mentre si spiccavano mandati di cattura contro di lui. La +gendarmeria reale lo inseguì, e stava per raggiungerlo a Rieti, quando +egli ne ripartì. + +Il 23 ottobre si recò a Passo Corese e, per Scandriglia, penetrò nello +Stato pontificio, dove i suoi due figli e altri capi, come Salomone e +Frigesy, avevano raccolte alcune migliaia d'uomini. Fu informato allora +Garibaldi dei fatti avvenuti a Roma il giorno precedente, ai quali non +era estraneo il suo approssimarsi alla capitale, ma che rimanevano +troppo al di sotto delle sue aspettative. + +Si trattava ora di fare un colpo di mano su Roma, prima che i Francesi +sbarcassero e la coprissero; possibilmente, essa avrebbe dovuto +sollevarsi. Una sollevazione in Roma sarebbe stata decisiva. Cento volte +era stata preannunziata, ma poi non era mai avvenuta. Da più settimane +gli agenti mazziniani si davano da fare nella città. Un bergamasco, +Francesco Cucchi, doveva condurre a termine quell'impresa. Si erano +stabiliti segretamente dei depositi d'armi, uno presso San Giovanni de' +Fiorentini un altro sotto San Paolo, nella vigna Matteini. Anche dei +Romani si erano prestati e favorivano il movimento. Anche a Castel S. +Angelo erano riusciti a corrompere due artiglieri, i quali, a un dato +segnale, dovevano far saltare in aria il magazzino delle polveri. Poi, +in molti luoghi, dove le truppe pontificie avevano le loro caserme, nel +palazzo Serristori, in Borgo, nel palazzo Cimarra, ai Monti, ed anche +nella caserma degli Svizzeri, in Vaticano, dovevano essere messe delle +mine. Fu fissato il 21 ottobre per l'insurrezione. Quel giorno, la +_Giunta Insurrezionale Romana_, che si era sostituita al Comitato +Nazionale, pubblicò il seguente energico appello alla rivolta: + +«Romani, alle armi! alle armi! per la nostra libertà, pel nostro +diritto, per l'unità della Patria italiana e per l'onore del nome +romano. Il nostro grido di guerra sia: Morte al Potere Temporale dei +Papi! Viva Roma, viva la capitale d'Italia! Noi vogliamo rispettare ogni +credenza religiosa, ma liberarci per sempre da una tirannia che ci +separa a forza dalla famiglia italiana, e vuol perpetrare che a Roma +sia estraneo il diritto di nazionalità, e che essa appartenga a tutto il +mondo, ma non all'Italia! I nostri fratelli hanno già da più giorni +alzato la bandiera della santa ribellione e arrossano del loro sangue la +Via Sacra che conduce a Roma. Non soffriamo più oltre che essi rimangano +soli. Rispondiamo al loro appello di eroi colla campana del Campidoglio. +Il nostro dovere, la comunanza della causa per la quale si combatte, la +tradizione di Roma, lo vogliono. Alle armi! Chi può portare un fucile, +corra alla lotta! ogni casa sarà una fortezza, ogni ferro un'arma! I +vecchi, le donne, i fanciulli possono costruire barricate; i giovani le +difenderanno. Viva l'Italia, Viva Roma!» + +Alla diffusione di questo proclama rispose un silenzio di tomba. Coloro +che lo avevano composto, non conoscevano le condizioni dello spirito +pubblico a Roma. Essi potevano contare solo sulle poche centinaia di +uomini che segretamente erano stati introdotti nella città, e su quei +pochi romani che erano stati persuasi a viva voce a secondare e favorire +il tentativo di insurrezione. Roma non era più la città del medioevo. +Allora essa aveva una cittadinanza chiusa solidamente nelle corporazioni +di mestiere, la quale custodiva l'ideale di una repubblica politica +indipendente; una milizia divisa nelle varie milizie dei rioni, al +servizio del magistrato capitolino, ed una nobiltà in parte ghibellina, +pronta sempre alla lotta. Allora la città si sollevava abbastanza di +frequente contro gli odiati pontefici, che cacciava o costringeva al +riconoscimento dei suoi diritti politici. Nella Roma attuale di 220,000 +abitanti, le condizioni erano del tutto mutate. La cittadinanza non +aveva più alcun carattere politico; la nobiltà conduceva, all'ombra +degli alberi genealogici, una vita di vuoto ozio (le eccezioni erano +rare); il che è vergognoso, ma storicamente spiegabile. In gran parte +essa apparteneva a famiglie beneficate e illustrate dai papi che +uscirono da esse. Ma parte della popolazione romana era devota al +Governo papale, al cui servizio si trovava, che la nutriva, tenendola +necessariamente soggetta, per mezzo del clero. Credevano dunque +realmente, i mazziniani, che si sarebbe trovata in Roma una massa +compatta, di sentimenti italiani, che si sarebbe sollevata al loro +appello per costruire barricate, per farsi fucilare dagli zuavi, o in +ogni caso, dopo una sanguinosa repressione per opera dell'esercito +francese, per finire la vita in esilio o in carcere? + +C'erano di guarnigione, nella città, circa 3000 uomini, al comando del +marchese Zappi, e ripartiti in modo da poter in breve domar la sommossa, +se fosse scoppiata. C'era l'ordine che cinque colpi di cannone dessero +l'allarme da Castel Sant'Angelo. Furono prese molte misure di difesa, +per consiglio specialmente del generale Prudon, il quale il 20 ottobre +era venuto a Roma ad assicurare il Papa dell'immancabile protezione +francese e a persuaderlo a restare a Roma, finchè la flotta francese da +Tolone non fosse giunta a Civitavecchia. Egli consigliò anche di +abbandonare le provincie, e di concentrare in Roma le truppe che vi si +trovavano sparse, per difendere questa città, mira unica del movimento. +Nella notte dal 21 al 22 ottobre si cominciarono a barricare le porte, a +porre trincee dinanzi a quelle che rimanevano aperte, e a rincalzare, +dal di dentro, con terrapieni, quelle che si potevano serrare. Questo si +chiamava nel medioevo _fabbricare le porte_. Furono completamente chiuse +le porte Maggiore, Salara, S. Lorenzo, S. Paolo, S. Pancrazio, S. +Sebastiano. Il Ponte Rotto e il nuovo ponte alla Lungara furono resi +impraticabili col levar via le tavole che li coprivano. I tre ponti +sull'Aniene, Salaro, Nomentano e Mammolo, sulla via di Tivoli, furono +minati. Si praticarono feritoie nelle mura, ed anche al Pincio, e si +stabilirono batterie di cannoni. Se ne pose una al punto dove la +ferrovia entrava in città. Le fosse di Castel Sant'Angelo furono empite +d'acqua. + +La notte del 22 ottobre trascorse passò tranquilla; si udì solo lo +scoppio di petardi in molte strade, e l'allarme delle sentinelle e i +colpi delle loro armi. + +Una tensione febbrile era in tutti gli animi. Roma si sentiva separata +dal mondo: i telegrafi erano inattivi, la posta irregolare; le ferrovie +interrotte in parte ai confini dall'esercito pontificio medesimo. +Sinistre voci correvano. Che contrasto fra la Roma splendida del giugno +e la squallida Roma di ora! + +Il 22 ottobre si diffuse la voce che la sera, in città, sarebbe +scoppiata la rivolta; se ne parlava apertamente negli alberghi e nei +caffè. Si sapeva che Garibaldi era andato a Firenze; si diceva che si +sarebbe posto alla testa delle schiere volontarie, che Roma si sarebbe +sollevata, e che egli vi avrebbe fatto il suo ingresso trionfale. Tutti +gli orrori di una guerra civile per le vie, tutti gli eccessi che si +compiono in una rivoluzione, forse anche un probabile saccheggio, +riempivano molti di apprensione e di angoscia. In molte famiglie, dove +erano da temersi vendette da parte del partito d'azione, regnava grande +spavento. Era vivo ancora in città il ricordo del famoso sacco di Roma +da parte delle bande del Borbone. + +Verso sera l'aspetto di Roma si fece spaventoso. Botteghe e porte +chiuse; qua e là si facevano arresti; gli accessi al corso deserto erano +sbarrati da sentinelle; pattuglie a piedi e a cavallo percorrevano le +strade. + +Una bomba, gettata correndo da un uomo contro il corpo di guardia di +Piazza Colonna, diede il primo segnale della rivolta. Subito dopo si udì +un frequente scoppiar di petardi, un rumore di moschetteria, e un sordo +rimbombo. Saltava in Borgo la mina a palazzo Serristori; una parte del +grande edificio, dove avevano il quartiere principale gli zuavi, saltò +in aria, seppellendo più di venti persone, in massima parte giovani +musicanti del corpo e orfani della città. Fortunatamente non si riuscì a +incendiare le mine poste sotto le altre caserme. Gli artiglieri che +erano stati guadagnati alla causa rivoluzionaria, in Castel Sant'Angelo, +erano già stati scoperti e imprigionati. Secondo il loro piano, i +rivoluzionari, non più di 500 uomini, si erano divisi in piccole bande e +dovevano impadronirsi dei varî posti militari. Il corpo di guardia del +Campidoglio doveva essere forzato, e si doveva suonare la campana della +torre per chiamare alle armi i Romani. I 50 garibaldini che mossero +contro il Campidoglio, furono dispersi da un paio di fucilate. Eguale +esito ebbe ogni altro tentativo del genere. Solo a porta S. Paolo i +garibaldini, in numero di 400, al comando, dicesi, di un deputato +italiano, riuscirono a impadronirsi del corpo di guardia. Una parte di +essi occupò quella porta fortificata e a forma di rocca; altri si +diressero verso S. Paolo, per impadronirsi del deposito di armi ch'era +nella vigna Matteini. Ma la polizia l'aveva già scoperto e portato via. +Un altro deposito, nascosto in una cava di pozzolana presso la basilica, +non potè essere rintracciato da quelli stessi che ve l'avevano +stabilito. La schiera, tornando verso la porta, si scontrò coi +pontificii, e si disperse dopo breve combattimento. Anche la porta fu +riconquistata dalle truppe papali. L'assalto al gassometro, presso il +Circo Massimo, tentato allo scopo di far piombare Roma nelle tenebre, +fallì egualmente. + +La piccola schiera di volontarii, condotta dai fratelli Cairoli lungo il +Tevere, verso la città, coll'intenzione di approdare a Ripetta, non +giunse fin qui, ma occupò, fuori delle mura, una villa sulle alture +dell'Acqua Acetosa. + +Senza le armi sparse qua e là, le vesti lacere gettate sulla strada, +delle traccie di sangue, e specialmente senza la rovina del palazzo +Serristori, la grande maggioranza dei cittadini romani non avrebbe +saputo, il mattino del 23 ottobre, che nella notte si era combattuto. +Quella mattina stessa delle truppe mossero da Porta del Popolo verso +l'Acqua Acetosa, per snidarne la schiera di Cairoli. Là, fra il Tevere e +l'Aniene, presso la loro confluenza, sorgono dei colli verdeggianti che +digradano in prati tranquilli fino al Tevere, il quale scorre maestoso +fra due rive basse, in vista dei lontani e pittoreschi monti della +Sabina. Qualche casetta di campagna sorge in quei colli detti Parioli. +Su questi, nella villa Glori, si erano fermati i 70 volontarii, fra cui +erano patriotti, uomini di coltura e di audacia, in gran parte +possidenti di campagna e ingegneri, studenti, soldati. I due fratelli +Cairoli li guidavano, Enrico deputato al Parlamento, e Benedetto, +capitano d'artiglieria nell'esercito italiano. Fra loro vi era anche un +conte Colloredo, napoletano, della casa Acton. Attaccati all'improvviso +dai carabinieri pontificii, questi garibaldini si difesero da eroi, in +una lotta corpo a corpo. Dopo che Enrico e molti altri furono uccisi o +messi fuori di combattimento, i restanti si dispersero o furono fatti +prigionieri. + + +VIII. + +Garibaldi era appena giunto a Scandriglia, quando diede ordine ad Acerbi +di marciare su Viterbo, e a Nicotera di fare irruzione nella Campagna +romana. Egli stesso doveva, con 4000 uomini, dirigersi su Roma e +impadronirsi di Monte Rotondo. + +Il 23 ottobre, Acerbi per Torre Alfina si avvicinava a Viterbo con soli +800 uomini. In quella città si trovavano circa 200 pontificii al comando +di Azzanesi. Questi riuscì felicemente a respingere gli assalitori, +quando, nella notte del 24, Viterbo fu assalita alle sue sei porte, ad +una delle quali, porta della Verità, fu appiccato il fuoco. I +garibaldini si ritirarono con grandi perdite. + +Garibaldi stesso occupava Monte Maggiore e Passo Corese, donde +minacciava Monte Rotondo. Dai confini del Lazio i telegrafi annunciarono +che i volontarii avanzavano su tutta la linea. + +La posizione di Roma si faceva difficile. I 3000 uomini che vi si +trovavano, già stanchi come erano, non avrebbero potuto difenderla, se +le schiere dei garibaldini si fossero, da tutte le parti, riunite sotto +le sue mura. E per di più non si era sicuri che non potesse aver luogo +un secondo e più fortunato tentativo di rivolta. Erano stati arrestati +centinaia di sospetti, ma, dal 22 ottobre, ogni notte dimostrava che la +città era ancora piena di rivoluzionarii. Infatti, con le tenebre +cominciava il giuoco dei petardi. Nell'ora che in Italia è più sacra, +quella in cui suonano le campane i tocchi dell'Ave Maria, sembrava, in +quei giorni, che Roma si riempisse di démoni usciti non si sa di dove, +annunziati dal vivo e fitto scoppiettìo dei petardi, che si univa al +suono solenne delle campane. Che cosa di più strano e suggestivo di +questa armonia sinistra, fatta di bombe e di campane, esprimente, meglio +che non possan far le parole, l'irriconciliabile conflitto di quelle +forze del tempo, che lottavano oggi per il possesso di Roma, e che già +tanti secoli avevano lottato? + +Per alleggerire le fatiche delle truppe nel servizio di pattuglia, dei +cittadini clericali avevano formato una milizia nazionale, della quale +fecero parte anche figli di case principesche. Il 25 ottobre, seguendo +in Trastevere le traccie di un focolare di rivoltosi, si scoprì un +deposito d'armi in casa del fabbricante di stoffe Aiani. Gli zuavi +diedero l'assalto a questa casa; del proprietario e dei garibaldini +quasi tutti si fece strage; pochi furono presi prigionieri. Il medesimo +giorno, il governatore militare di Roma proclamava la città in stato +d'assedio, e comandava che fossero consegnate tutte le armi di proprietà +privata. + +Frattanto Garibaldi era apparso, nella notte del 24, sopra Monte +Rotondo, villaggio situato in un incantevole colle che domina la valle +del Tevere fino a Corese, e la campagna fino alla città, da cui dista +solo tre miglia tedesche. Aveva fatto tagliare i telegrafi che univano +il villaggio a Roma, per isolare i 370 italiani che vi erano di +guarnigione, al comando del capitano Cortes. Il luogo era forte, e cinto +di mura medioevali, e il castello baronale degli Orsini, oggi dei +Ludovisi, poteva servirgli di rocca. Garibaldi attaccò Monte Rotondo con +400 uomini, ma non aveva artiglieria. I pontificii si servirono, con +successo, di due cannoni, e respinsero gli assalitori. Ripetutamente +rigettato, Garibaldi ricondusse più volte all'assalto la sua schiera; +una porta fu incendiata, ed i garibaldini entrarono finalmente nel +paese, mentre i difensori si ritraevano entro il castello. Questo, +essendo stato minato, la piccola guarnigione si diede prigioniera di +guerra la mattina del 26 ottobre, dopo una valorosa difesa di ben +ventisette ore. + +Garibaldi entrò a cavallo nella cattedrale di Monte Rotondo, volendo far +qui la sua sosta; ed anche in ciò egli si palesò figura schiettamente +medioevale. Così Francesco Sforza entrò a cavallo nel duomo di Milano +conquistata; così fece re Ladislao di Napoli il suo ingresso nella +chiesa di S. Giovanni in Laterano, essendosi insignorito di Roma. I +prigionieri furono condotti anch'essi nel duomo, in presenza di +Garibaldi, e siccome essi si scoprirono il capo, quegli, credendo lo +facessero per rispetto verso di lui, fece loro segno di coprirsi[5]. +Lodò poi il valore che i prigionieri avevano mostrato, degno, disse, di +una miglior causa; li difese anche dal furore dei garibaldini, che già +qualcuno ne avevano ucciso, e li fece condurre ai confini, di dove le +truppe del re li trasportarono a Spezia, nel forte Varignano. Garibaldi +passò la notte in un confessionale, mentre le camicie rosse facevano del +duomo ciò che avevano già fatto di S. Pietro le selvaggie schiere del +connestabile di Borbone. + +Garibaldi era padrone del luogo più forte della provincia; ora Annibale +era alle porte. Ma egli aveva ottenuto queste risultato, l'unico degno +di nota in tutta quella campagna, avendo avuto 400 fra morti e feriti, e +avendo perduto un tempo prezioso. La piccola guarnigione di Monte +Rotondo aveva reso a Roma il più grande servizio; se non avesse +trattenuto Garibaldi resistendogli vivacemente, egli avrebbe affrettato +la marcia su Roma. Prendere Monte Rotondo era d'altra parte necessario, +perchè esso congiunge le strade della Campagna romana alla strada +dell'Umbria. Un esercito che l'abbia occupato, è padrone della strada di +Roma e di quella di Passo Corese, mentre ha facile la ritirata sui monti +di Tivoli e nell'Abbruzzo. + +Se Garibaldi avesse allora avuto qualche migliaio di uomini ben armati, +da gettare sulle mura di Roma, prima che i pontificii, richiamati, +tornassero dai varii luoghi della provincia, avrebbe potuto avere in sua +mano la città. Quanto spesso le sue deboli mura aureliane non erano +state, nel medio evo, diroccate in qualche luogo meno vigilato, di +notte, da una schiera di assalitori! Lo stesso poteva ora accadere. Le +truppe pontificie non avrebbero potuto difendere la larga cinta di Roma. +Chi li avesse veduti, quei pallidi e stanchi belgi ed olandesi, +trascinarsi armati per la città, avrebbe ben potuto dire che essi +sarebbero stati incapaci di respingere un attacco alle mura da parte +dei volontari, e di opporsi loro validamente quando fossero entrati. +Essi avrebbero potuto soltanto rinchiudersi nella città leonina, per +difendere in Castel Sant'Angelo il Pontefice, finchè non giungessero +soccorsi di Francia. In Castel Sant'Angelo si sarebbe, infatti, ritirato +Pio IX, come già Clemente VII, per il corridoio sotterraneo che lo fa +comunicare col Vaticano, ed avrebbe forse, dai suoi merli, assistito ad +un secondo sacco di Roma. + +Questa città che si trovava, dopo tre secoli, in condizioni analoghe a +quelle del 1527, minacciata come allora da schiere volontarie, offriva +allo spettatore, nel 1867, un quadro di indescrivibile stranezza, simile +a quello che doveva offrire nel 1527. Si sarebbe detto che solo nomi e +costumi fossero mutati. Invece del connestabile di Borbone, Garibaldi +era sotto le mura di Roma, e forse sarebbe caduto nell'assalto alla +città, e, per una ironia della sorte, avrebbe potuto, morendo, ripetere +le parole medesime del Borbone: à Rome! à Rome! Invece di papa Clemente +VII, Pio IX era assorto in preghiere nelle sale del Vaticano. Lo stesso +grido di guerra che aveva guidato le schiere di Borbone e di Frundsberg, +che era stato il grido dell'odio e del bisogno, era ora il grido +dell'esercito di Garibaldi: Roma o morte! Come nelle schiere del +Borbone si trovavano mescolati uomini di tutte le nazioni, così qui +erano entrati democratici d'ogni parte d'Europa. Un uguale disprezzo per +la Chiesa e le sue sacre funzioni, un uguale grido di furore contro il +Pontefice ed il clero, risuonava allora come ora. Pure si potrebbe dire +che i luterani del 1527 e gli Spagnuoli e gl'Italiani che si mischiarono +ad essi, erano meno radicali nella manìa della distruzione dei +garibaldini di oggi. Lo stesso effetto magico, che aveva prodotto il +nome la figura del Borbone sulle sue schiere, ora lo produceva la figura +ed il nome di Garibaldi. Come quelle marciavano cantando canzoni +glorificanti il connestabile, così questi cantavano entusiasticamente la +strofa: + + L'ha detto Garibaldi, + E questa è verità, + Chi muore per la patria + In paradiso va. + +Quando le schiere garibaldine furono nel duomo di Monterotondo, uno di +essi salì sul pulpito, afferrò il crocifisso e cominciò un sermone +burlesco, condito di innumerevoli sozze bestemmie, invitando finalmente +l'uditorio ad invocare il Dio Garibaldi. Questo fu fatto in mezzo ad un +indescrivibile baccano, dopo di che il predicatore esclamò: «Ed in nome +di Garibaldi io vi impartisco la benedizione». Gli ascoltatori non +risparmiavano ogni sorta di gesti osceni e schernitori delle sacre +reliquie; quello salito sul pulpito fece, col crocifisso, il segno della +croce, poi lo gettò al suolo riducendolo in pezzi. + +Questo narra il domenicano prigioniero, cappellano degli zuavi[6], e +dice: «I garibaldini appartengono a tutte le classi sociali; vi sono +nobili, plebei, colti, incolti, ed ogni specie di briganti. Essi +appartengono a tutte le nazioni e si sono tutti riuniti con lo scopo di +condurre, contro la Chiesa e la società Cristiana, la campagna della +distruzione; infine essi sono l'esercito cosmopolita del diavolo, la +spaventevole caricatura dell'esercito cattolico. Fra di essi, molti +hanno avuto una buona educazione cristiana ed hanno eccellenti genitori. +Molti hanno pure ingegno e coltura ed anche maniere distinte e +signorili. Però la massa è fatta di uomini di vita indegna ed errante, +avanzi di galera, o di giovanetti fatti entrare con insidie nelle sètte +segrete, o di vagabondi delle grandi città, senza fisso impiego, che +vanno guadagnandosi il pane alla ventura, servendo da cocchieri, +fattorini, facchini, garzoni e via dicendo. Altri sono braccianti ed +operai. Tutti questi si arruolano per tentar la fortuna, per ammazzare o +lasciarsi ammazzare, senza sapere perchè. Una febbre, un delirio vano li +trascina alla lotta, e non se ne rendono conto. Fra loro sarebbe vano +cercare una qualunque coesione ed unità di idee. Alcuni hanno lo scopo +di distruggere il Papato, come a me stesso hanno detto; altri di fare +l'Italia una; altri di togliere al Papa il potere temporale che, secondo +loro, è contrario al Vangelo, altri di rovesciare tutti i troni e tutti +i re; e molti, finalmente, lo scopo di rubare. Da questa varietà di +intenzioni, nasce una indescrivibile confusione sicchè non c'è da far le +meraviglie se talora si maltrattano e si fan del male fra di loro. + +Se fra i loro comandanti uno ordina una cosa, un'altro ne ordina +un'altra, onde l'abitudine di disprezzare e trasgredire i comandi. +Ciascuno si crede un'autorità, e tutti vogliono dominare. Molti di essi +non sarebbero cattivi, ma, in quei momenti di febbre, sono capaci di +eccessi; ne fui purtroppo testimone a Monterotondo, e le sue chiese ne +serbano le deplorevoli traccie. Le loro vesti sono intonate alle loro +idee ed opinioni. Sarebbe difficile trovar fra di loro due uomini +vestiti nello stesso modo. Molti portano la camicia rossa o il berretto +rosso; alcuni son vestiti di rosso da capo a piedi, ma tutti hanno un +cencio rosso in qualche parte. Di religiosità non mostrano traccie; +molti ostentano odio verso ogni forma religiosa; in parecchi si potrebbe +facilmente trovare un'esatta immagine dei demonî, così sinistra appare +la loro veste fiammante, specialmente quando va unita ad uno sguardo +selvaggio ed audace. + +V'è un solo nome che li elettrizza: Garibaldi. Esso ha su tutti loro una +tale autorità affascinante, da far veramente supporre, non essendo +possibile scorgervi cause reali, una potenza diabolica a servizio della +sètta segreta.»[7] + +Il medesimo monaco descrive i suoi colloquî con Pantaleone, già +francescano, e, dopo Marsala, cappellano di Garibaldi, al quale serviva +da segretario e scriveva proclami, un siciliano schietto, di buon umore +e di estrema vivacità. Fu proprio lui che trovò, per il primo, il grido +di battaglia: Roma o morte! Del che egli stesso si vantava col nostro +monaco, il quale dovè, del resto, a lui la sua salvezza. Pantaleone era +forte e ben fatto; portava un berretto di pelle d'orso, detto +_all'Orsini_, senza tesa, alla maniera armena; sulla camicia rossa +recava, specialmente in battaglia, una giacca nera abbottonata, per non +offrire un bersaglio al nemico. Aveva poi stivaloni e pantaloni scuri, +al fianco una grande sciabola e al collo, attaccato ad una catena, un +fischio per far segnali. Parlava con facilità sorprendente, con uno +stile figurato ed elegante, sopra una infinità di argomenti. Soleva +dire, assai spesso, che la religione cattolica è contro natura, che il +papato è una menzogna, una frode che ha fatto il suo tempo e dovrebbe +essere tolta via. Egli aggiungeva che i preti non amano le loro +famiglie, che rinunciano all'amore coniugale, che deprimono e tengono +soggetti i popoli per mezzo di mille menzogne, e via dicendo. Avendogli +chiesto l'ingenuo monaco se avesse già contratto matrimonio, egli +rispose: «Non ho trovato finora nessuna donna che abbia conquistato il +mio cuore, e non so quando questo avverrà... ma non potrà tardar molto +ad accadere, se non morrò prima. Togli via questa cocolla--diceva poi al +monaco--simbolo di ignominia e di menzogna, e segui noi che siamo gli +uomini della verità. Noi siamo i primi uomini della rivoluzione; è +nostro compito di distruggere il papato e di insegnare le dottrine +semplici del vero Cristo, senza miracoli e senza umiliazioni»[8]. + + +IX. + +La presa di Monterotondo suscitò spavento in Roma, dove più d'uno pensò +a porre al sicuro i proprî valori. + +La Giunta Insurrezionale Romana pubblicò questo proclama (27 ottobre): + +«Romani! Da tre giorni voi spargete--senza armi, senza munizioni, +animati solo dal sentimento del dovere, forti del vostro diritto--voi +spargete timore e danno nelle file di una feroce soldatesca, che sta +pronta alla lotta nei suoi quartieri, e mostrate così all'Italia e al +mondo che Roma, anche se inerme, non può attaccare un'aperta battaglia, +sa scrivere col proprio sangue la protesta contro il suo martirio. Nella +prima notte del 22 avete scoperte e portate via le poche armi che +servivano per la vostra difesa; avete costretto il nemico ad aprire la +Porta S. Paolo, avete risolutamente assalito la guardia del Campidoglio +e vendicato così i vostri morti, abbattendo tutti quegli avversarî che +han potuto raggiungere le vostre armi. Una parte della caserma, +Serristori saltò in aria, minata dalla vostra mano, e seppellì non pochi +nemici sotto le rovine. + +«In tutte le lotte a corpo a corpo il nemico piegò sotto i vostri colpi. +Sopratutto seminarono il terrore nelle schiere nemiche le vostre bombe +Orsini. Nella notte del 23, quando il nemico già si era messo sulle +difese, osaste assalire, in S. Pietro e Tommaso, le pattuglie che +accompagnavano i prigionieri, e riusciste a liberarli. Ai Monti, il +sangue degli zuavi arrossò le strade; a Ripetta, presso il Clementino, +sulla piazza Sforza Cesarini e in altri luoghi, ufficiali e soldati +caddero colpiti da voi. Il governo papale, nella vana speranza di far +credere all'Europa ingannata che Roma sia tranquilla, vi ha, da una +settimana, tenuto in un effettivo stato d'assedio, senza osare di +proclamarlo; ma questo giuoco non poteva a lungo durare, di fronte al +vostro animoso contegno, ed i vostri oppressori sono stati forzati a +riconoscere e dichiarare la vostra ribellione e la loro paura. + +«Ieri fu dichiarato lo stato d'assedio e dato l'ordine del generale +disarmo, ma con quella ipocrisia che è caratteristica principale del +governo pretesco. Roma è messa in stato d'assedio e disarmata, non +perchè i Romani lottano e muoiono, ma perchè una banda di uomini, +introdottisi segretamente in città, turba l'ordine pubblico e sparge il +terrore in una guarnigione di migliaia di soldati. O menzogna! Romani +furono uccisi al Campidoglio, Romani i 200 prigionieri della porta S. +Paolo, Romani la vecchia e il bambino uccisi nella caserma di Sora. + +«Mentre quella menzogna si faceva ogni giorno più palese, il popolo di +Trastevere, memore del suo passato, scese in campo, e afferrando con +mano febbrile le poche armi restate in suo potere, si chiuse in una +delle sue case come in una fortezza, e sfidò tutto l'esercito pontificio +ad una lotta leale e cruenta. Erano cinquanta contro mille; ogni +strumento, ogni arnese era un'arma, e per quattro ore resisterono. Il +popolo inerme cercava di portar loro soccorso, ma ogni accesso era +chiuso; impossibile avvicinarsi ai combattenti. Il numero soverchiò +finalmente il valore; gli zuavi riuscirono, mentre già avevan veduto la +strada seminata di cadaveri dei loro compagni, a penetrar nell'interno +della casa, e allora non diedero quartiere. Nessuna ferocia potrebbe +paragonarsi a quella di questi crociati del vicario di Cristo. Tutto fu +massacrato: la famiglia Aiani, donne e bambini, senza pietà trucidata; i +feriti con pochi colpi finiti di uccidere. Il Papa Re può benedire +questo bagno sanguinoso e ringraziare il Signore. + +«Romani! Era necessario dare una risposta di sangue alla proclamazione +dello stato d'assedio, e voi l'avete data; era necessario porre tra voi +ed il Papa una barriera di cadaveri, ed uno solo dei massacrati di +Trastevere basterebbe a provare al mondo che non è più possibile una +conciliazione fra Roma e i suoi tiranni. Se ciò non basta, se l'Italia +non si affretta ed esita, se la vittoria non deve arriderci ancora, non +sarà colpa nostra; noi avremo compiuto intero il nostro dovere, e questa +pagina rimarrà nella nostra Storia. Ma abbiate fiducia: Garibaldi è alle +porte; l'intervento francese sembra scongiurato; tutta l'Italia, +Governo e Popolo, sta per riunire le sue forze ad uno scopo unico: Roma. +Noi non saremo abbandonati. E' impossibile che questa esitazione si +prolunghi; è impossibile che questo conflitto non termini colla +proclamazione di Roma a capitale d'Italia». + + Roma, 27 ottobre 1867. + +Ma la speranza di avere scongiurato l'intervento francese dovette essere +presto abbandonata. L'opinione pubblica in Francia sembrava favorevole a +questa; solo i ministri Duruy e La Valette erano contrari, e parlavano +in pro della causa italiana. + +Il 24 ottobre, il papa ricevette, per mezzo del suo nunzio a Parigi, una +netta dichiarazione dall'Imperatore, al quale aveva fatto conoscere le +disperate condizioni di Roma, e Monstier, il 25, partecipò alle potenze +che la Francia interveniva, perchè era stata commessa un'infrazione al +trattato di settembre. Invano Vittorio Emanuele aveva tentato di +provocare un intervento misto, non ottenendo che di ritardare la +partenza della flotta da Tolone; ma il 26 ottobre il comando fu dato, e +le corazzate francesi navigarono verso Civitavecchia. + +In questa crisi, dal suo esito sembrava dipendere la sorte della sua +monarchia, si risolse finalmente il Re al passo che da molto tempo +avrebbe dovuto fare, cioè a mettersi deliberatamente dalla parte della +legalità, ed a mettere un argine, per mezzo della violenza, al movimento +rivoluzionario di Garibaldi. + +Chiamato, il 27 ottobre, Menabrea al nuovo Ministero, egli pose un +termine all'anarchia ministeriale, e pubblicò il seguente proclama: + +«Italiani! Delle schiere di volontari, esaltate e trascinate per opera +di un partito, hanno, senza l'autorizzazione mia e del mio Governo, +varcato i confini dello Stato. Il rispetto che tutti i cittadini debbono +alle leggi e ai trattati internazionali, approvati da me e dal mio +Parlamento, esige, in questa occasione, da noi il compimento di un +indeclinabile dovere. + +«L'Europa sa che la bandiera, spiegata nel paese confinante col nostro, +e sulla quale sta scritto distruzione della più alta autorità +spirituale, quella del Capo della Religione Cattolica, non è la mia. +Questo attentato pone la patria in grave pericolo e mi obbliga insieme a +salvare l'onore del paese e ad impedire che siano confusi due scopi e +due indirizzi diversi. + +«L'Italia deve essere posta al sicuro dai pericoli che la minacciano; +l'Europa deve vedere che l'Italia, fedele ai suoi impegni, non può e +non vuole essere la disturbatrice dell'ordine pubblico. + +«Una guerra coi nostri alleati sarebbe una lotta fraterna fra due +eserciti, che han combattuto, l'uno a fianco dell'altro, per la medesima +causa. + +«Io, che sono arbitro della pace e della guerra, non potrei tollerarlo. +Confido quindi che la voce della ragione venga ascoltata, e che quei +cittadini d'Italia, che dimenticarono i loro doveri, ritornino presto +nelle file del nostro esercito. + +«I pericoli, a cui il turbamento dell'ordine e inopportune risoluzioni +potrebbero esporci, debbono essere scongiurati, e rigidamente mantenuti +il prestigio del Governo e l'inviolabilità delle leggi. + +«L'onore del Paese riposa nelle mie mani, e non mi può, ora, mancare +quella fiducia che in me ripose la nazione nei giorni del suo più +profondo lutto. + +«Appena sarà tornata la pace negli animi e l'ordine pubblico sarà +ristabilito completamente, il mio Governo si occuperà, con sincero +vigore, in collaborazione col Governo francese, per giungere ad un +pratico accordo, atto a porre un termine alla grave questione romana. + +«Italiani! Non dubito della vostra prudenza, quella prudenza che +dimostraste sempre per l'amore del Vostro Re, e per questa Grande +Patria, che noi, grazie ai comuni sacrifici, abbiam visto tornare ad +essere annoverata fra le nazioni, e che vogliamo tramandare illesa e +onorata alle future generazioni». + +Febbrile divenne l'agitazione a Firenze. Si tumultuava per le vie. Si +gridava: «Abbasso il Ministero Menabrea! Vogliamo Crispi, e andare +avanti!» Si desiderava una guerra colla Francia: «Vogliamo Roma, +capitale d'Italia! Viva Garibaldi! Viva l'esercito italiano in +Campidoglio!» Le truppe mantenevano l'ordine. Severi comandi furon +trasmessi ai confini per disarmare le bande e cacciarle nell'interno. +Ora soltanto si chiusero gli uffici di arruolamento e si sciolse il +Comitato rivoluzionario. + +La situazione di Garibaldi diveniva disperata; egli non aveva forze +sufficienti per gettarsi subito su Roma, dove, fin dal 27 ottobre, le +truppe pontificie si andavano concentrando. Ora nulla più impediva che, +dove queste si ritiravano, le schiere garibaldine avanzassero; che, il +28, Nicotera occupasse Frosinone e, il giorno seguente, Velletri; che +Acerbi rientrasse in Viterbo; che Antinori, Pianciani e Orsini +entrassero in Palestrina, Subiaco e Tivoli, dove si costituivano dei +governi provvisori. Ora, quale significato poteva più avere l'invasione +spinta fin sotto le mura di Roma, se i Francesi si avvicinavano, e il +Governo italiano, che non aveva saputo frenare, anzi, che aveva armato +questi corpi franchi, si rivolgeva contro di essi e li dichiarava nemici +dello Stato? + +Solo l'Aniene separava ormai Garibaldi da Roma. Il ponte Salaro era +stato fatto saltare. Un tempo i Goti avevano distrutto questo ponte e +Narsete l'aveva ricostruito; molte volte, nel corso dei secoli, esso fu +tagliato e restaurato; l'ultima volta erano stati i Napoletani che +l'avevano fatto saltare in aria ritirandosi da Roma nel 1798; anche +l'iscrizione di Narsete si perde. Ora i suoi archi sono di nuovo ruinati +nella corrente, offrendo un pittoresco spettacolo al viaggiatore. + +Garibaldi fe' trincerare Monte Rotondo e Mentana, incerto sul da farsi. +Egli si recò subito a Marciano e al Casino Santa Colomba, sulla via +ferroviaria, a sette miglia da Roma. + +I suoi bersaglieri avamposti erano sull'altra riva dell'Aniene, di là +dal ponte, presso la bella torre de' Pazzi, e si avventuravano +prudentemente fin sulle rive del fiume, per scambiar qualche fucilata +con i papalini. + +Il vecchio eroe popolare si aggirava intorno le mura di Roma, mentre +ancora erano vivi i ricordi del 1848. Si narrava, in Roma, che egli si +fosse introdotto travestito in città e due notti avesse passato a +Palazzo Piombino. Si diceva che egli avesse giurato di penetrare in Roma +attraverso quella stessa porta S. Giovanni, per la quale si era ritirato +nel 1849. Fu allora che la sua fuga a San Marino e nella Pineta di +Ravenna pose le basi della fama di questo duce nazionale, che così +meravigliosamente ha rinnovato nel nostro tempo le imprese degli antichi +condottieri. Erano passati da quel tempo diciotto anni. Quanti +rivolgimenti si erano operati in Italia in questo spazio di tempo, +quante strane vicende nella sua esistenza! Dapprima, anni infelici di +reazione e di disperazione, ma anche di incessanti congiure, di nascosto +lavorìo per il raggiungimento dell'ideale nazionale. Poi, dopochè la +caduta di Venezia distrusse anche l'ultimo sogno di liberazione +italiana, l'esilio di Garibaldi in America, dove con onorevole lavoro +egli dovè guadagnarsi il pane; poi, sette anni dopo, il primo raggio di +speranza col prender parte il Piemonte alla guerra di Crimea; ritorno di +Garibaldi; l'alleanza della Francia nella insperata guerra +d'indipendenza; il precipitoso crollo dei troni italiani; la sua +spedizione in Sicilia con i mille; il suo ingresso in Napoli, che +costituì il momento più brillante di tutta la sua vita, fatti questi +che somigliavano più ad una romanza normanna che alla verità storica; la +violenta annessione delle Marche, della Romagna, dell'Umbria; l'Unità +italiana; la convenzione di settembre; Firenze capitale; Garibaldi in +nuovo contrasto col Governo, nella solitudine di Caprera; la catastrofe +disperata di Aspromonte; prigionia e angosce a Varignano; di nuovo +Caprera; la seconda insperata guerra d'Indipendenza, coll'aiuto della +Prussia! Venezia libera, l'Italia libera, fino all'Adriatico; non +rimaneva che Roma, per compiere la realizzazione del sogno di unità del +secolo XIX. + +Garibaldi rivedeva ora, dopo 18 anni, questa Roma; egli era al suo +cospetto, alla testa di nuove schiere di volontari, avendo di nuovo +concepito il disegno audace di conquistarla. Egli giustificava la sua +illegale impresa attuale proprio con quella data: 1849, e si chiamava +generale dei Romani, come altri si erano detti, un tempo, re dei Romani. +Ma le condizioni erano del tutto mutate; diciotto anni prima egli +difendeva Roma; ora l'assediava e aveva a combattere con quei Francesi +che, 18 anni prima, aveva combattuto sotto le mura di Roma; ed anche +questa volta essi erano sbarcati a Civitavecchia, per penetrare in Roma. +Il medesimo Napoleone li mandava per difendere lo stesso Pio IX, e sotto +la sua protezione viveva quel Francesco II, che egli aveva cacciato da +Napoli. Degli uomini del '48 rimanevano ancora Pio IX, Napoleone, +Garibaldi, Mazzini, tutti ancora alla testa delle varie tendenze e +correnti dell'epoca. Altri erano morti, come Manin, Balbo, Gioberti, +Cavour. + +Il 28 ottobre, la flotta francese apparve in Civitavecchia; il mare +agitato ritardò di alcune ore lo sbarco, il 29, ciò che impressionò +molto il partito clericale. + +Un proclama del comandante generale De Failly, che era stato preceduto +in Roma dai generali Polhès e Dumont, fu affisso il 30 per le strade di +Roma; esso era così concepito: «Romani! L'Imperatore Napoleone manda per +la seconda volta in Roma un corpo di spedizione, per difendere il Santo +Padre e il trono pontificio dagli attacchi delle bande rivoluzionarie. +Voi ci conoscete da lungo tempo; noi compiamo soltanto una missione +morale e disinteressata. Vi aiuteremo a ristabilire la tranquillità e la +fiducia nella cittadinanza. I nostri soldati rispetteranno, come prima, +le vostre persone, i vostri costumi, le vostre leggi. + + «Civitavecchia, 29 ottobre. + + «Il Comandante Generale del Corpo di spedizione francese + DE FAILLY». + +Il proclama fu letto dagli uni con soddisfazione, dagli altri con muto +sdegno. + +Ecco l'ordine del giorno che Garibaldi emise quello stesso 29 ottobre a +Santa Colomba, prima che avesse avuto notizia che i Francesi già +erano sbarcati a Civitavecchia. + + «CORPO DEI VOLONTARII ITALIANI. + + «Quartiere generale S. Colomba, 29 ottobre. + +«Gli Americani lottarono per 14 anni per conquistare l'indipendenza, e +per farsi il più libero e potente popolo della terra; i Greci lottarono +11 anni e più, e così tutte le nazioni, che vogliono redimersi a +indipendenza e unità, e non piegare e cadere in quella prostrazione, a +cui era stata condannata la patria nostra dalla preponderanza straniera. +Il popolo italiano, dopo il sublime slancio del '48, in pochi mesi si +esaurì, e il piccolo insuccesso di Custoza lo fe' retrocedere di molto +sulla strada gloriosa. + +«La battaglia di Novara terminò la disgrazia d'Italia, e senza le famose +difese di Venezia e di Roma, la storia di quella guerra sarebbe stata +più che triste per noi. + +«Noi siamo impegnati in una lotta col più intollerabile di tutti i +governi, mentre alle nostre spalle ne sta un altro, simile a quello. +Intorno abbiamo la corruzione, la disonestà, la viltà. Mentre un +governo sparge menzogne sul conto dell'altro, l'uno e l'altro cercano un +pretesto per schiacciare questo manipolo di volontari, che sono gli +araldi magnanimi della coscienza nazionale. + +«Dal disordine della nostra organizzazione provennero dapprima +conflitti, il ripetere dei quali sarebbe vergognoso, ed anche in questo +io riconosco la mano del tradimento, che ci vuole distruggere. + +«A queste schiere di volontari, che offrono al mondo un così nobile +spettacolo e che già han costretto schiere mercenarie a venire +dall'estero a Roma e a far saltare i ponti che vi conducono, conviene un +contegno che sia degno della loro alta missione. Dolori, privazioni, +pericoli saranno gradito tema dei vostri discorsi, quando ritornerete +alle vostre famiglie; e alle vostre donne, o giovani, racconterete con +fronte più fiera le eroiche imprese da voi compiute. Ed ora +affrettiamoci all'impresa che speriamo propizia!» + +I liberali avevano sperato che l'occupazione francese si dovesse +limitare a Civitavecchia; ma s'ingannavano. Napoleone aveva ora trovato +il coraggio di dichiararsi alleato dei gesuiti e salvatore del Papato. +Il 30 ottobre nel pomeriggio, i primi battaglioni francesi entrarono in +Roma al suono delle fanfare. Scesero dal Quirinale, circondati dai +legittimisti e dai papalini, i quali erano andati loro incontro fino +alla stazione ferroviaria, per festeggiare un trionfo da lungo tempo +atteso. L'aspetto di queste truppe era fosco e punto famigliare, come +quello di gente che entra in terra nemica e ne sente l'odio su di sè. +Molta gente era per le vie, ma silenziosa. Non una voce si levò. + +Il 30 ottobre 1867 fu un triste giorno nella storia d'Italia; esso segnò +un profondo esaurimento morale ed un grande regresso. Non era ancora +passato un anno, dacchè i Francesi erano stati costretti, dalle +condizioni politiche e dalla logica delle opinioni e dei fatti, ad +abbandonare Roma. Allora tutto il mondo si era rallegrato coll'Italia, +perchè finalmente questo giorno era giunto, dopo secoli di aspirazioni e +di sforzi, verso l'indipendenza dalla dominazione straniera. Anche +questo era stato illusione. I Francesi erano di nuovo sbarcati nel +paese, e la loro nuova occupazione sembrava dire al mondo che l'Italia, +incapace a mantenere la sua libertà, era caduta di nuovo per la propria +debolezza nel vassallaggio di un signore straniero. + +L'amarezza, la vergogna, la disperazione dei patrioti non ebbero limiti. +Si aspettava la notizia dello scoppio della rivoluzione a Firenze e +della caduta di Vittorio Emanuele. Forse in questa crisi lo salvò la +risoluzione presa dal governo di far passare anche all'esercito italiano +i confini dello Stato Pontificio. Gli Italiani toccarono li 30 +Acquapendente, poi Civita Castellana, Ceprano e Frosinone, dove +ristabilivano gli stemmi papali e vicino inalberavano la bandiera +tricolore. Questa fu l'unica dimostrazione contro l'invasione francese, +che il governo italiano trovò la forza di compiere; ma giunse di lì a +poco un ordine categorico da Parigi che ingiungeva agli Italiani di +ripassare i confini. + + +X. + +Dopo il ritorno dei Francesi il governo Pontificio mandò di nuovo le sue +truppe ad occupare i varii luoghi della Provincia, dai quali erano stati +chiamati per difendere la capitale, e il 30 ottobre il Generale de +Courten stesso muoveva su Albano e Velletri, dove le bande di Nicotera +avevano stabilito un governo provvisorio. + +Si voleva poi assalire Garibaldi stesso con tutte le forze, sloggiarlo +dalla sua forte posizione e ricacciarlo oltre i confini. Egli aveva +raccolto intorno a Monte Rotondo e Mentana circa 8000 uomini. Là egli fu +testimone degli avvenimenti che avvilirono la sua patria e +costringevano lui stesso a ripiegarsi ritirandosi sulle truppe italiane +e a deporre le armi o ad attaccare audacemente i Francesi, i Pontificii +ed a soccombere. + +La sua situazione era disperata e insostenibile. Egli aveva dovuto +inasprire, chiedendo loro contribuzioni, i villaggi della Sabina, assai +poveri e contrarî all'invasione, la quale non offriva loro alcun +vantaggio, ma solo le conseguenze più tristi della rivoluzione; mentre +con ciò egli non era nemmeno riuscito a diminuire l'asprezza delle +condizioni e la deplorevole miseria delle sue schiere affamate. Si +commisero anche eccessi, in Monte Rotondo stesso. Per dare un esempio, +Garibaldi fece fucilare due volontarî. Il popolo delle campagne aveva +per lui poca simpatia, e riusciva difficile avere notizie e +informazioni. Le sue truppe non erano dunque al caso di sostenere un +serio urto coll'esercito pontificio disciplinato e bene armato, +spalleggiato dalle truppe francesi. Avevano poi avuto tempo di riaversi +dalle fatiche della guardia in Roma, ed erano fresche e riposate. + +Le speranze e i disegni di Garibaldi si dileguavano. Un uomo di così +violente passioni che non poteva ammettere separazione fra l'idea e +l'atto, aveva potuto sperare d'impadronirsi di Roma, finchè; soltanto +le truppe pontificie la difendessero ma dopo la venuta dei Francesi, la +più audace fantasia doveva arrestarsi. L'intervento francese e il +passaggio dei confini da parte dell'esercito italiano sottraevano ormai +a lui ogni terreno per un'ulteriore azione extralegale. Egli vide in +questi fatti un piano concertato di reazione, e se ne giudicò vittima. +Prima si eran serviti di lui, ora volevano schiacciarlo. Il proclama del +Re e di Menabrea gli mostrava che egli dovea aspettarsi un secondo +Aspromonte. Messi da Firenze gli portavano la recisa intimazione di +deporre le armi e rientrare nello Stato. Egli ricusò, e il primo +novembre pubblicò quest'ordine del giorno: + +«Il governo di Firenze ha lasciato occupare il dominio Romano che noi +avevamo a prezzo di sangue prezioso conquistato, sottratto ai nemici +d'Italia. Noi dobbiamo accogliere i nostri fratelli dell'esercito +coll'abituale cordialità, ed aiutarli a cacciare da Roma i soldati +stranieri che sorreggono la tirannia. Se poi delle vergognose +trattative, continuazione della vile convenzione di settembre, possono +tanto oltre dare autorità al gesuitismo e alla sporca Consorteria, da +costringerci a deporre le armi in omaggio ed ubbidienza al 2 dicembre, +allora potrò ricordare al mondo che io, generale romano, creato con +pieni poteri dall'unico legittimo governo della Repubblica Romana, per +elezione all'unanimità, io solo ho qui il diritto a difendermi colle +armi sul terreno della mia giurisdizione; e che se questi miei +volontarî, campioni della libertà e dell'unità d'Italia, chiedono Roma +capitale d'Italia, fedeli al voto del Parlamento e della Nazione, essi +non deporranno le armi che quando la patria sarà compiuta, la libertà di +coscienza e di culto sollevata sulle rovine del Necromantismo, e i +mercenarî dei tiranni fuor dei confini». + +Garibaldi, trovandosi fra i due eserciti nemici, si sarebbe potuto +ritirare, come si sperava, su Corese, per lì deporre le armi prima di +essere attaccato dai Francesi e dai Pontificî. Si dice che, infine a un +certo momento, volesse prender veramente questo partito. Ma perchè voler +portare le sue truppe obbliquamente verso l'Appennino, e non +direttamente su Corese, dove la strada non passa per Mentana? Si deve +credere che egli volesse recarsi in una località qualsiasi del Regno per +aspettarvi gli eventi, o forse anche tentar di trascinarsi dietro la +nazione, sebbene il ricordo di Aspromonte dovesse ammonirlo della +inverosimiglianza d'un buon successo. Effettivamente notizie di fonte +italiana spiegano che Garibaldi aveva concepito il piano di ritrarsi +coi suoi 8000 su Tivoli, di riunirsi là colle bande di Nicotera e di +Orsini, e di gettarsi negli Abruzzi. Dicono che con questo intendimento +la notte del 2 novembre egli die' l'ordine di marciare su Tivoli per +Mentana. E' da notarsi che una parte dei volontari già si era diretta su +Corese,--verosimilmente coloro non più atti a combattere,--per +raggiungere di là la patria. In opposizione con questa versione che è +quella degli ufficiali garibaldini Fabrizi, Mario, Missori, Menotti ed +altri, abbiamo quella del partito francese di Roma che afferma che le +forti posizioni, nelle quali furono assaliti i Garibaldini il 3 +novembre, Monte Rotondo e Mentana, provano che essi non furono sorpresi +nella ritirata, ma che aspettavano là il nemico. + +La versione italiana fu anche confermata dalle notizie del Ministero +della Guerra Romano, il quale afferma che, mentre i Garibaldini volevano +operare a Tivoli il loro congiungimento, furono attaccati. Garibaldi poi +confermò egli stesso questa versione. + +Egli non cercò dunque la battaglia, ma vi fu costretto; è ingiusto +dunque il rimprovero che gli è stato fatto di aver voluto porre in +giuoco senza scopo a Mentana il sangue dei suoi soldati; e lo stesso si +dica dell'accusa di aver voluto con quella battaglia far scoppiare una +guerra fra l'Italia e la Francia; egli non aveva evidentemente alcun +sentore il 3 novembre che i Francesi dovessero sostenere i Pontifici +nell'attacco imminente. E' certo anche che, se egli si è voluto +affermare forza indipendente e superiore alla nazione, ha in parte +implicitamente reso possibile, e non voluto evitare, lo scontro. + +All'atto del 3 novembre i Pontificî erano usciti da Roma in numero di +3000 al comando del generale Kanzler, seguiti dalla brigata francese +Polhès, forte di 2000 uomini, per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne +le schiere volontarie. Garibaldi doveva prender questo. Verso +mezzogiorno i Pontifici attaccarono, presso Mentana, gli avamposti di +Garibaldi (I Francesi erano per la riserva). La sorpresa dei volontari, +ai quali venne assai tardiva la notizia dell'avvicinarsi del nemico, e +che si trovavano in marcia per Tivoli, fu grande. Essi non sapevano +nemmeno dell'esistenza di truppe francesi nei dintorni. Il combattimento +s'impegnò con uguale furore delle due parti. Due grandi principî del +mondo presente lottarono quel giorno, nemici mortali; da un lato il capo +della rivoluzione nazionale e della democrazia, alla testa delle sue +schiere volontarie composte anche di patriotti di antiche stirpi; +dall'altro lato il difensore del potere temporale dei Papi, con soldati +volontari delle più cattoliche regioni d'Europa, molti dei quali animati +da zelo ardente di crociati, pieni di odio contro l'Italia e la +rivoluzione; figli questi in gran parte di antiche case legittimiste di +Francia, del Belgio e della Polonia. + +Le proporzioni del fatto d'armi di Mentana avrebbero potuto in altri +tempi valergli il nome di battaglia; ma ora esso ci sembra di non grande +entità numerica, se pensiamo ai colossali movimenti di truppa di altre +battaglie contemporanee. Nondimeno questo combattimento avrà per due +ragioni significato importante nella storia. Primo, perchè in esso ci +trovarono di fronte due tendenze, due principî, due forze nettamente +opposte dell'epoca nostra; secondo perchè chiuse tutto un periodo della +Storia d'Italia e del papato temporale. + +I volontari, male armati, indeboliti dalla fame e dal freddo--alcuni +eran ragazzi di 15 o 17 anni--si batterono con eroico valore, colla +picca, la spada, la baionetta; ma furono sloggiati dalle loro posizioni +dal reggimento di Zuavi. Si gettarono sotto le mura della Vigna Santucci +di fronte a Mentana, ed anche di lì dovettero ritrarsi. I cannoni +pontificii e francesi, portati lassù batterono allora furiosamente le +mura del Castello, mentre i due cannoni di Garibaldi, predati a +Monterotondo, esaurirono dopo 50 o 60 colpi le loro munizioni. In queste +condizioni i volontari fecero uno sforzo disperato per prendere ai lati +il nemico con due forti colonne, tentativo che riuscì, e verso le due e +mezzo del pomeriggio le truppe pontificie si videro a mal partito, e nel +combattimento si sarebbero evidentemente cambiate le sorti, se il +generale romano non avesse chiamato a soccorso la brigata francese. +Anche se il loro appoggio fosse stato inutile, si sarebbe voluto +mostrare che i Francesi c'erano ed aiutavano validamente i papalini. +Essi avanzarono e coprirono i Garibaldini di una fitta pioggia di +proiettili dei loro _chassepots_. + +Il generale francese stesso scrivendo poi al Ministero della Guerra, +diceva _les chassepots ont fait merveille._, frase supremamente +inopportuna, anzi indelicata e villana, che l'Italia non dimenticherà +più. I volontari furono sopraffatti; e dapprima essi non credettero +francesi i nuovi assalitori, ma legionari d'Antibo; tanto era lungi da +loro il pensiero che Napoleone permettesse ai suoi soldati di spargere +sangue italiano. Ma quando si sparse la voce che i Francesi stessi +attaccavano, i volontari gettarono le armi e si dispersero in fuga. +Solo un battaglione s'indugiò a difendere le case, le barricate e il +castello baronale di Mentana. Così esso protesse la ritirata che +Garibaldi aveva cominciato su Monterotondo. I Pontificii e i Francesi +non poterono penetrare nella forte posizione. La notte lo circondarono, +per rinnovare l'attacco il mattino seguente, ma alle 5 fu inalberata +bandiera bianca: un capitano garibaldino chiese, parlamentando col +colonnello francese del 59^o linea, libera uscita con armi e bagagli; fu +accordata libera uscita, ma senza armi e bagagli. Una compagnia francese +doveva condurre la guarnigione di Mentana, prigioniera di guerra, a +Corese, e consegnarla alle truppe italiane. Così la lotta non fu in +alcun modo disonorevole. I vincitori stessi dovettero riconoscere il +valore mostrato dai vinti. + +Garibaldi stesso, che durante il combattimento non si era mostrato nelle +prime file, ma aveva dovuto dare i comandi seduto in carrozza, si era +già ritirato con due migliaia circa di soldati, quando fu dato l'assalto +a Mentana. + +Secondo dice Crispi, testimone oculare, la sera del 3 novembre Garibaldi +giunse al ponte di Corese con 5000 nomini, se pure questa cifra è +esatta. Là depose le armi, e il giorno seguente, per ordine superiore, +fu incarcerato a Figline presso Arezzo. Quando le truppe pontificie ed +imperiali la mattina del 4 mossero verso Monterotondo, trovarono che il +luogo era stato sgombrato. Le perdite di Garibaldi furono grandi; 1000 +uomini giacevano morti o feriti; circa 1400 prigionieri. Le perdite +francesi non ammontarono, secondo i rapporti ufficiali, che a 2 morti e +36 feriti, quelle dei pontifici a 30 morti e 103 feriti. + +La notizia della disfatta e della ritirata di Garibaldi giunse a Roma la +sera del 3, e si sparse il mattino seguente. Essa provocò un'eccitazione +di diverse nature. I nazionali fremevano al pensiero che i Francesi, +alleati dell'Italia, avevan preso parte alla lotta come gendarmi del +Papa, avevan tirato agl'Italiani come su bestie feroci, ed avevan +esperimentato le qualità dei loro _chassepots_ sui volontari quasi +inermi. Li commoveva il pensiero che l'esercito regolare del Re, a poche +miglia da Mentana, doveva essere stato testimone della battaglia, le +armi al piede. Essi non sapevano per quale delle due nazioni dovesse +ritenersi più vergognoso questo fatto d'armi, per l'Italia o per la +Francia. Nella storia di Francia, la _meraviglia di Mentana_, sarebbe +certamente rimasta, tragico capitolo della _Gesta clericorum per +Francos_. + +La via Nomentana offriva il 4 novembre un aspetto singolare. Centinaia +di carrozze erano state portate nella notte, per la ricerca dei feriti. +Questi già dal mattino avevano cominciato a venire a gruppi o alla +spicciolata, tristissimo spettacolo, e fra loro erano anche delle +piccole schiere vacillanti di feriti più leggeri, a piedi o a cavallo. +Molti e molti Romani movevano loro incontro. Non dimenticherò mai +l'aspetto di due garibaldini giacenti su un carretto che procedeva +lentamente, non so se morenti o già morti. I loro volti già anneriti +dalla morte sembravano ancora contrarsi nell'ultimo spasimo di dolore e +di rabbia. + +Verso mezzodì arrivò il primo gruppo di prigionieri, circa 400, scortato +da papalini e da francesi. Essi camminavano disinvolti, con ostentata +tranquillità. Uno dei loro ufficiali, un bel giovane dalla camicia +rossa, camminava altero innanzi a loro. Il popolo se lo additava dicendo +che era Menotti Garibaldi; ma sembra che non fosse vero. Quegli uomini +erano giunti finalmente alla tanto sospirata Roma, ma in altre +condizioni da quelle che avevano sognato; essi passarono attraverso la +folla silenziosa fino alla prigione sul Quirinale. + +Erano quasi tutti laceri o mal vestiti; pochissimi indossavano la +camicia rossa; fra di essi ve ne erano molti straordinariamente giovani. +Il loro aspetto diceva una odissea di privazioni e di dolori; su alcuni +pallidi volti si leggeva ancora: Roma o Morte! Facevano un effetto di +profonda commozione, che non avrebbero fatto se fossero stati bene +armati e ben vestiti. + +Io vidi il secondo gruppo di prigionieri, di 600 uomini, passare il +Ponte Nomentano sull'Aniene. Essi sembravano in migliori condizioni dei +primi. La maggior parte portavano la camicia rossa e il berretto rosso; +alcuni avevan su questo delle penne; tutta la strada era illuminata da +questi colori. Vi eran fra loro anche degli uomini maturi, dai capelli +grigi, nell'uniforme della Guardia Nazionale Italiana. I capitani +portavano ancora la spada, prova questa che avevano capitolato +onorevolmente. Essi tacevano tutti; molti guardavano timidamente la +folla che era venuta loro incontro da Roma. Un segnale dato dal corno +avvisò che era giunto il momento del riposo; i soldati di scorta si +stesero entro i fossati; dei prigionieri, la maggior parte rimase in +piedi sulla via; alcuni si gettarono sulla nuda terra di Roma; altri si +accomodarono a fianco dei papalini, i quali li lasciarono fare in +silenzio; tutta la scena rappresentava un singolare quadro storico sul +pittoresco paesaggio dell'Aniene, presso il vetusto e turrito ponte +memore di Belisario. Su di esso stanno incise le armi di quel +notevolissimo pontefice che fu Nicolò V, contro il governo del quale +congiurò Stefano Porcari, per morire poi in Castel S. Angelo, per mano +del carnefice. L'oro diffuso e luminoso del sole irradiava la solenne +campagna, nel cui sfondo già biancheggiavan di neve le maestose vette +dell'Abruzzo. + +La marcia verso Roma di questi figli d'Italia destinati al carcere di +Castel S. Angelo mi riportava il pensiero alle memorie della prima +fanciullezza, quando io vidi a migliaia i vinti difensori della Polonia, +dell'esercito di Gielgrid, passare prigionieri il confine, accompagnati +dalle truppe prussiane. + +Dinanzi al mio sguardo si presentavano di nuovo tutte le tragiche lotte +dai popoli combattute su questo grande territorio di Roma, i secoli +barbari del Medio Evo passati su questa città, la cui storia io già +scrivevo da anni e ancora scrivo; e mi prese un'infinita tristezza +quando tornai a considerare tutti quei prigionieri di guerra incamminati +per Roma. + + +XI. + +Cinque giorni dopo la battaglia io mi recai a Mentana con alcuni amici +romani per visitarla. Fu una passeggiata incantevole attraverso la +tranquilla campagna, sotto il sole puro e il cielo nitido di novembre. +La via Nomentana era animata soltanto da gruppi di soldati. Sull'Aniene +erano ancora attendate le vedette francesi. Passavano ancora carrozze +che trasportavano feriti. + +Antiche tombe romane in rovina sorgono nei campi che si attraversano, +dove, secondo l'uso remotissimo dei padri, i pastori abruzzesi portano a +pascolare le loro greggi. I belati delle pecore e le note tenui delle +zampogne dei pastori riempiono l'aria di lamento e il cuore del +viandante di mistero, sentimento che resta perennemente in ognuno che +abbia attraversato quella sacra località. + +Qua e là si erge una torre baronale diroccata, sulla cima di un verde +colle, che rammenta l'epoca feudale, quando Roma era ancora una +repubblica e il papa non era in essa padrone assoluto. Raramente si +incontra qualche solitario casale adibito in parte ad osteria, con una +torre medioevale a lato ed una cappella rustica. Ve ne è una ad otto +miglia da Roma, detta Capo Bianco, che serve anche da taverna, ed ha +sulla porta un boschetto di verdi lauri. Non era visibile un essere +vivente; tutto sembrava morto, intorno. Il conte L. vi aveva mandato dei +cavalli di ricambio, per poter proseguire il viaggio rapidamente. + +Una strana e profonda gravità invase tutta la comitiva quando ci +cominciammo ad avvicinare ai sanguinosi campi di Mentana. Io ricordavo +la sublime ode del Petrarca: + + Italia mia, benchè il parlar sia indarno... + Che fan qui tante peregrine spade? + +Donna E. diceva i versi del nobile Leopardi: + + Piangi, che ben n'hai d'onde, Italia mia... + +Così una medesima querela discende da Dante e da Petrarca fino a +Leopardi e ai dì nostri; quando potrà essa alfine cessare? + +Da Capo Bianco ci avanziamo sui pendii dolci dei colli. Il paesaggio +Sabino si spiega dinanzi agli occhi come un gran panorama di montagne di +alto stile, verso cui sale una maestosa distesa di campi, di colore +violetto nella lontananza, sulla quale si può seguire collo sguardo il +volo delle aquile del Lazio. Si erge lì presso la possente piramide di +Monte Gennaro sopra Tivoli; a destra i monti Prenestini, i monti Volsci, +e le belle alture di Frascati, tutto soffuso di un tenue color di +giacinto e piene d'una maestà placida e classica. + +Qua e là sulla strada si trovano resti dell'antico lastricato della via +Nomentana, in ben connessi poligoni di basalto. A dieci miglia da Roma +si trova a sinistra su un colle una solitaria torre guelfa senza edifici +adiacenti, costruita parte in peperino nero, parte in mattoni rossi, che +è una proprietà della regione. + +A destra sorge Monte Gentile, un casale di bell'aspetto, con torre, già +castello degli Orsini, come lo mostra il nome assai frequente in quella +famiglia; nel XV secolo, Capocci e Stefaneschi lo distrussero e lo +abbandonarono. Nulla di più attraente di questi turriti casali romani, +perduti nella melanconia di questa deserta e grandiosa campagna, così +singolari e così classici, di cui Walter Scott si sarebbe certo +innamorato. + +Superando un'altura, si giunge al bosco di Mentana, un bosco di quercie +tedesche, che qui sono rimaste nane. Già in questo luogo, e poi per +tutta la strada fino al paese, noi vedemmo, per i fossi e i cespugli, +una quantità straordinaria di cartuccie. Queste, e degli alberi +abbattuti, erano l'unica traccia del combattimento, perchè i morti già +erano stati seppelliti, ed i feriti ricoverati negli ospedali. + +Mentana appare dietro questa boscaglia; prima la Vigna Santucci colle +sue mura bianche, dove si combattè così aspramente; poi una cappella +sulla strada, ancora piena di paglia, sulla quale più di un ferito trovò +la morte. Il palazzo baronale degli Orsini sorge nello sfondo, simile +ad una fortezza, con torri e merli, sul pendìo verde d'un colle, +solitario e fiero come un ricovero di briganti; il paese è ancora +nascosto da piccole alture. In basso la valle è fosca, circondata da +colli sparsi qua e là di olivi e vigneti; ma tutto ha un aspetto +selvaggio, sinistro ma, pittoresco. + +Una strada conduce su per uno sperone di rupi giallastre. Ora si vede il +paese, una fila di case senza interesse, simile ai _castelli_ dei monti +Sabini, che spirano tanta miseria e desolazione; si direbbero dipendenze +del castello feudale, che una volta il signore vi ha annesso per comodo +proprio, e dato ai suoi vassalli per abitazione. Dinanzi al palazzo sta +la chiesa gentilizia. Essa era aperta e già riconsacrata e molti feriti +vi erano morti; fra gli altri, un belga che era venuto a Roma e si era +arruolato fra gli zuavi pochi giorni prima la battaglia. Una palla gli +aveva spaccato il cranio; diciassette ferite gli avevano trapassato il +corpo. Su un pezzo di carta, trovato presso di lui, stava scritto: _le +comte d'Erb, fils du duque d'Erb._ + +Dalla porta della Chiesa si accede al piazzale di fronte al castello, +dove si vede una colonna senza capitello, intorno alla quale giacciono +delle bisaccie militari. Qua e là, rovine marmoree dell'antico +_Nomentum_. Sulla parete esterna della chiesa una statua mutilata che +il popolo chiama San Giorgio. Il castello era pieno di soldati francesi, +i quali si esercitavano coi loro fucili ad ago, che vantavano tanto, +affermando che senza di quelli i Pontificii non avrebbero mai preso +Mentana. + +Entrammo nel castello che rivela parecchie epoche architettoniche. La +parte più antica, formata dalle torri rotonde, mostra la maniera di +costruzione del secolo XIII, che a Roma chiamano _saraceno_; cioè, +queste torri son fatte di frammenti di peperino e di altri varî +materiali di riempimento, fra cui pezzi di marmo. La parte anteriore del +castello è invece assai più recente, ed ha finestre in stile +rinascimento. I merli sono mezzo rovinati, alcuni furono fracassati +dalle palle di cannone. In complesso, l'edificio appare come un castello +baronale del medio evo, di prim'ordine. Sul portale stan le armi di +Sisto V, o meglio di suo nipote Michele Peretti, al quale gli Orsini +avevano venduto Mentana. Sulla porta giacevano ancora resti di fucili +garibaldini, che gli assediati avevano spezzati, secondo l'uso +guerresco, prima di capitolare. + +Nell'interno, scale in rovina e stanze colle pareti squarciate dalle +bombe. Nel cortile del castello le guardie francesi offrivano un +pittoresco colpo d'occhio; stavano preparando il pranzo, tutte +affaccendate intorno ad un fuoco che attizzavano con le bacchette dei +fucili garibaldini. Ci furono portate delle palle di fucile, che avremmo +facilmente potuto raccogliere per terra, di forma conica, di armi rigate +o di _chassepot_; raramente se ne trovavano di quelle solite rotonde dei +fucili garibaldini. Noi visitammo il piccolo solitario paese. I suoi +abitanti erano rimasti per 15 ore nascosti nelle cantine, in preda allo +spavento, mentre le palle rimbalzavano come grandine sui tetti. Vi fu +un'eccezione; in una casa, una bomba aveva squarciato la parete di una +stanza: ebbene, vi furono trovati donne e bambini tranquillamente +seduti, come se nulla fosse accaduto. Ci fu detto che i garibaldini +avevano occupato il borgo per otto giorni. Una donna ci raccontò che fra +di essi vi erano dei signori simpatici, che pagavano quello che +chiedevano, e aggiunse che un capitano aveva pagato un pollo 25 soldi, +del che era rimasta molto soddisfatta. Altri non avevano potuto pagare +nulla davvero, perchè non possedevano un soldo in tasca. + +Noi riandammo col pensiero le vicende storiche di questo paesetto +Sabino, che era pur ora tornato ad avere una parte nella storia non +indipendente da quella che un tempo vi aveva avuta; ricordammo che già +una volta i Franchi vi erano venuti per salvare un papa minacciato ed il +suo potere temporale; che questo salvatore era stato Carlomagno. La +località stessa dava agio di ricostruirne la storia. + +Nell'antichità si era chiamata _Nomentum_. Da questo ebbe nome la +strada, _Nomentana_, la quale però non apparteneva alle grandi strade +romane, perchè presso Ereto, sotto _Nomentum_, si congiungeva alla Via +Salara, presso l'attuale Monterotondo. + +Più antica di Roma medesima, contemporanea di Fidene e di Crustumeria, i +Romani la ritenevano come una delle colonie del re Latino Silvio di +Albalonga, il quale certo conquistò quella regione sabina. Prese parte +all'alleanza dei Latini contro Roma, in favore dei Tarquinii scacciati. +Dopo la battaglia al lago Regillo, che stabilì l'egemonia della +Repubblica Romana sul Lazio, _Nomentum_ divenne un municipio romano. +Questa città Sabina era però troppo piccola per potere avere una parte +importante nella storia di Roma. È noto che Ovidio, Seneca e Marziale +avevano possessi nel suo territorio. L'aria vi era salubre, il vino +buono, e nelle vicinanze si trovavano sorgenti termali. + +Nell'epoca cristiana dell'Impero germanico, _Nomentum_ divenne presto un +vescovado; lì presso, erano gli altri vescovadi di Fidene, oggi Castel +Giubileo, _Cures_, e _Forum Novum_, che sussiste ancora. La serie dei +vescovi nomentani va dal 415 al 964, nel quale anno si sospese la nomina +dei vescovi, il che prova che la città era del tutto decaduta. Essa si +era conservata, del resto, per ignote ragioni, più a lungo delle altre +antiche città delle immediate vicinanze di Roma, le quali, al tempo +delle invasioni barbariche, scomparvero. _Eretum Crostumeria_, _Fidene_, +_Gabii_, _Ficulea_, _Antemna_ sono sparite senza lasciar traccie. Anche +l'antica famosa _Cures_, patria di Numa, decadde al tempo dei +Longobardi, e vive ancora solo nel nome di Correse. + +Nomentana esisteva ancora nell'anno 800 col suo nome antico, sebbene già +fosse radicalmente cambiata; il 23 novembre di quell'anno Carlomagno, +ch'era diretto a Roma per farsi incoronare in San Pietro, vi si fermò. +La sua dimora in quel luogo, nello stesso mese di novembre, nel quale +1067 anni dopo delle bande di volontarii italiani tentavano di abbattere +il dominio pontificio, che Carlomagno aveva fondato, ci sembra un fatto +abbastanza strano e notevole. + +La lotta degl'Italiani e dei Romani contro il potere temporale dei Papi +cominciò già in quel tempo, poichè quel potere temporale era stato +stabilito per il primo intervento di Pipino in Italia a favore della +città di Roma, minacciata dai Longobardi. La storia dell'umanità non +offre esempi di un'altra lotta di così lunga durata intorno ad un unico +ed inalterato principio. + +La ragione del viaggio di Carlomagno a Roma era la seguente. Papa Leone +III, successore di Adriano, era stato, in seguito ad una congiura di +nobili romani, fra i quali i nipoti stessi di Adriano primeggiavano, +cacciato da Roma, dopo un tentativo di ucciderlo. Era fuggito prima a +Spoleto, e di là si era ritirato a Paderborn. Il gran monarca rimandò +anzitutto il fuggiasco con ambasciatori franchi a Roma, dove gli +aristocratici, che si erano impadroniti del governo, non opposero alcun +ostacolo al suo ritorno: ma, spaventati per l'imminente intervento, si +sottoposero al processo e al giudizio di questi plenipotenziarii. Essi +decisero in favore del Papa, ma i ribelli condannati si appellarono a +Carlo, e questi venne solo un anno dopo, come aveva promesso a Leone, +per tenere in Roma il suo tribunale, che il Papa, suo sottoposto in ogni +questione temporale, ugualmente riconobbe. + +Carlo calò col suo esercito nella Sabina, e sostò a Mentana per venire a +Roma, non per la via Salara, ma per la Nomentana. + +Questo prova solo che quel luogo aveva anche allora molta importanza +perchè era la sola sede episcopale della regione Sabina. Da ciò si può +dedurre che Monterotondo che dista solo mezz'ora da Mentana, ed è molto +più grande e più abitabile di quella, nell'ottocento non esisteva +ancora. Veramente si era creduto di riconoscere in Monterotondo l'antica +_Eretum_; ma il Nibby si è pronunziato, con seri buoni argomenti, contro +questa opinione, ed ha provato che quella località ha avuto origine +soltanto nel più tardo medio evo. La Sabina formava originariamente una +parte del ducato di Spoleto; Carlomagno l'aveva regalata al Papa, e solo +molto più tardi la trasse in suo potere. Ma molto relativa era questa +sua potenza sul territorio sabino prossimo a Roma. Tutta la regione era +stata spaventosamente devastata, nel IV secolo, dall'invasione dei +Longobardi: le sue città erano già quasi tutte decadute; nell'ottavo e +nono secolo i documenti delle diocesi dimostrano che esse non erano più +città, ma borghi. + +Leone III era andato solennemente incontro a Carlo a _Nomentum_ con i +maggiori dignitarii della chiesa, una parte della nobiltà e della +milizia cittadina e molto popolo. Carlo giunse a _Nomentum_ il 23 +novembre 800. Egli pranzò col Papa, dopo di che questi tornò a Roma per +preparare il solenne ricevimento del monarca in S. Pietro, per il giorno +seguente, mentre Carlo pernottò nel paese. In qual palazzo fece Carlo il +suo pranzo col Papa, e dove passò la notte? + +_Nomentum_ era, mille anni fa, certamente più popolata di ora; e se +l'antica città si trovava nella stessa ubicazione, in cui si trova oggi +la miserabile fila di case presso al castello degli Orsini, essa poteva +offrire, in piccolo, l'aspetto di tutte le altre città di quel tempo: +rovine dell'antichità, tempi distrutti o trasformati ad altro culto, e +palazzi di antica signoria, a fianco di tugurî abitati da una nuova +generazione. + +A _Nomentum_ non risiedeva un conte; forse un tribuno, per analogia con +altre città, vi aveva giurisdizione, se il paese però--cosa di cui +dubito--era ancora abbastanza grande da essere sede di un tribuno. Non +ci erano ancora stirpi baronali, nel senso del medio evo più vicino a +noi. Soltanto 150 anni dopo si trova in _Nomentum_ la stirpe dei +Crescenzi, ricca e perciò dominante. Perciò indubbiamente abitò Carlo +nella curia vescovile, la residenza, certo molto patriarcale, del +vescovo di Mentana. + +Fu dunque di là che il più grande dominatore dell'Occidente scese a +Roma, il 24 novembre 800, e fu là che egli sostò prima di recarsi +all'incoronazione. Un mese dopo Leone III lo incoronava appunto re dei +Romani. + +Il rinnovamento dell'Impero d'Occidente nella Dinastia Franca, a parte +altre ragioni più generali ed elevate, era divenuto necessario per i +Papi anche per questo, che esso dava loro il modo di mantenere il loro +dominio temporale su Roma e sulle provincie. Poichè, senza la protezione +dell'autorità imperiale, senza la sicurezza di un sempre pronto +intervento franco, i Papi non avrebbero potuto affermare la loro +signoria sulla regione romana. Questo fatto si era già allora +manifestato palesemente, ma la storia posteriore del _Dominium +temporale_ non fece che offrirne nuove prove irrefragabili. + +Nel secolo decimo questo dominio fu minacciato da un grande pericolo: +quello della nobile casa dei Crescenzi, la quale appunto aveva in +Mentana grande autorità. Essa apparisce, per la prima volta, nel 901, e, +da quell'anno, si trovano molti Crescenzi fra i più ragguardevoli +signori della città. Che questa casa già possedesse terre in Sabina, è +mostrato dal fatto che un Crescenzio, nel 967, fu conte e rettore della +provincia Sabina per incarico del Papa. + +Nel 974, Crescenzio de Teodora si impadronisce del potere a Roma, e più +tardi suo figlio Giovanni Crescenzio è a capo del partito nazionale +romano. La sua storia forma un noto episodio del regno di Ottone III. I +cronisti chiamano questo Crescenzio _Nomentano_. La sua famiglia che +risiedeva quasi tutta nella Sabina e presso Farfa in particolare, si +doveva quindi trovare in possesso di quel luogo, e Giovanni Crescenzio o +era nato ei pure nei possedimenti de' suoi padri, o _Nomentum_ era +toccata particolarmente a lui per eredità. Proprio in quell'epoca sembra +che venisse soppresso tale vescovado; e siccome si sa che l'ultimo +vescovo fu un tal Giovanni, si può supporre che, essendo questo nome +abituale nella famiglia dei Crescenzi, anche l'ultimo vescovo di +_Nomentum_ fosse un membro di quella famiglia. In quel tempo vi erano +già dei conti ereditarî nel territorio pontificio. Perciò già nel 980 +Giovanni Crescenzio poteva essere conte di _Nomentum_ e avervi posseduto +la sua fortezza, nello stesso luogo dove poi sorse il castello degli +Orsini, che ancora vi sorge. + +Nel 985, Crescenzio prese il titolo di _patrizio romano_ e governò la +città di Roma come suo capo temporale, durante la minorità di Ottone +III. La sua potenza venne meno, quando Ottone, nel 996, venne a Roma per +ricevere la corona imperiale dalle mani di Gregorio V, il primo Papa +tedesco che egli stesso aveva innalzato a quella dignità. Crescenzio, +condannato a morte come ribelle, prestò giuramento di fedeltà al giovane +imperatore, e fu graziato. Ma Ottone se ne era appena andato, che +l'astuto romano infranse il giuramento, cacciò il Papa tedesco e +s'impadronì dei diritti imperiali. In questa usurpazione lo appoggiarono +i suoi parenti di Sabina, il conte Benedetto e i suoi figli Giovanni e +Crescenzio. L'usurpatore trovò una misera fine, quando Ottone III ebbe +ricondotto in Roma il Papa con buon nerbo di soldatesche. Crescenzio si +difese eroicamente in Castel Sant'Angelo, finchè si dovette arrendere. +Fu decapitato, il suo corpo fu gettato dai merli di Castel Sant'Angelo e +poi appiccato a una forca su Monte Mario. Per dei secoli Castel +Sant'Angelo si chiamò la torre di Crescenzio. + +Dopo la morte di Ottone III, i Romani crearono patrizio romano suo +figlio Giovanni, potere che egli tenne fino al 1012, anno in cui morì. +D'allora in poi, la famiglia dei Crescenzi si continuò in Sabina e a +Roma, ma senza assurgere più a grande importanza. Il potere patrizio +passò invece, dopo il 1012, ai conti di Tuscolo, i quali seppero farsi +arbitri del potere temporale del Pontefice e della stessa Santa Sede. + +Così nella storia dello Stato pontificio _Nomentum_ è classica per +essere stata sede di una antichissima stirpe ribelle al potere dei Papi. +Era ciò noto all'ultimo discendente dei Crescenzi, che il 3 novembre +1867 lottò con i pontificii e cadde sul colle di Mentana, in difesa +della Santa Sede? + +Dopo il periodo dei Crescenzi, si parla raramente di _Nomentum_ nei +documenti della storia di Roma; esso è chiamato _Castrum Nomentane_, +donde il nome Mentana o La Mentana. Già il mutamento di _civitas_ in +_castrum_, per designarlo, come si legge nelle bolle papali del secolo +XIII, dice che quella città era decaduta tanto da non esser più che uno +smantellato villaggio. Essa appartenne ai monaci di San Paolo, che la +tramandarono nel secolo XII alla potente casa dei Capocci, finchè Nicolò +III, della casa Orsini, diede Mentana al suo nipote Orso. Gli Orsini nel +secolo XIII s'impossessarono di molte località sabine. Essi possedettero +anche il vicino Monterotondo, Monte Gentile e Nerola. Costruirono a +_Nomentum_ il castello, l'attuale fortezza, verosimilmente sulle +fondamenta dell'antica rocca, e vi rimasero più di tre secoli; poi, +nell'anno 1595, la vendettero ad un nipote di Sisto V, Michele Peretti, +principe di Venafro. Più tardi, divenne proprietà dei Borghese che la +posseggono ancora. + + +XII. + +Da Mentana si giunge in meno di mezz'ora per una strada assai buona fra +cespugli e vigneti a Monterotondo. Il grande castello baronale, una +volta degli Orsini ed ora appartenente al Principe di Piombino, è un +edifizio imponente e bello, con una torre grandiosa, e sorge, in cima al +paese che quasi nasconde. Era pieno di soldati francesi. Nel cortile +giacevano più di mille fucili garibaldini, accatastati in disordine; +cattive armi a percussore, forse della Guardia Nazionale, mucchi di +baionette, guaine di sciabole, bacchette si vedevano sparse sul terreno. +Erano state raccolte a Monterotondo e sulle strade vicine. + +Fui condotto nella casa dove Garibaldi aveva abitato; questa si trovava +nella piazza inferiore, non lungi dal Duomo. Qui egli aveva due +camerette al piano superiore. Sul suo letto, coperto con una coperta +gialla, era appesa una sacra immagine e un vasetto di cristallo +coll'acqua benedetta, del quale egli si serviva tanto come dello +specchio che stava nel canterano. Ora questa stanza è abitata da un +capitano francese. + +Vedemmo anche il Duomo, Santa Maddalena, dove si erano acquartierati i +volontarii. Sugli altari si vedevano ancora ornamenti di chiesa +infranti, vesti ecclesiastiche in brandelli, crocifissi e ceri spezzati. +Nella sacrestia tutto era sossopra: gli armadi sforzati, i messali e i +registri lacerati e sparsi a terra. Una donna che ci condusse là dentro, +additò, con segni di spavento, il Tabernacolo dell'altare maggiore, dal +quale era sparito il calice. Ci fu parlato di altre profanazioni, che +non crediamo opportuno riferire; qualche cosa di simile al _Sacco di +Roma_ del Borbone. Furon veduti due volontarî far la guardia sulla +porta, avendo uno una mitra in testa, l'altro un pastorale in mano. +Questi volontarî seppellivano i loro morti alla rinfusa, nelle chiese +stesse; gli ufficiali li calavano nelle tombe, avvolti in paramenti di +broccato e d'oro. + +A Monte Rotondo era più visibile che a Mentana il pauroso eccitamento +dei paesi devastati dalla guerra; questa infatti ha solo 500 abitanti +appena; quello 1300. Il popolo non era favorevole ai garibaldini: +«L'invasione ci ha rovinato», ci assicurava un impiegato al Municipio, +facendo grandi gesti e parlando con forza di tutte le imposte in denaro, +foraggio, cavalli, esatte da Garibaldi, imposte che talora alcuni suoi +indegni sottoposti prendevano senz'altro per sè. + +La piccola città è situata, alta e forte, sul dorso di un'altura, dalla +quale si gode una veduta bellissima dei monti sabini, fino a Monte +Gennaro. Si vede Tivoli, Sant'Angelo e Monticelli, molto vicini; più +lontano, la bianca Palombara, Montelibretti ed anche Nerola, e in mezzo +ai monti l'abbazia benedettina della Farfa, che in tempi remoti fu +distrutta dai longobardi di Spoleto, e poi ricostruita grandiosamente. +Verso nord, la campagna è dominata dal dentato Soratte, ai cui piedi il +Tevere serpeggia, uscendo dall'Umbria, per continuare il tortuoso +cammino fino a Roma, accompagnato sulle due rive da due strade romane, +la Flaminia e la Salara. Di Roma, a così grande distanza, si vedono +ancora, come linee appena percettibili, le torri di Santa Maria Maggiore +e del Laterano; ma la cupola di S. Pietro domina intera e piena, la +solenne campagna, come una sfera oscura. Quando i pellegrini che vengono +dall'Oriente per questa strada, sono giunti in vista di questi grandiosi +segnacoli della Chiesa, possono lietamente inginocchiarsi e venerare! +Vi sono molti quadri che rappresentano scene di questo genere. Un +artista di genio potrebbe oggi prendere a soggetto questo drammatico +contrasto: dei volontarî garibaldini in camicia rossa che, dalle alture +di Monte Rotondo, vedono per la prima volta la cupola di S. Pietro. + +Essa dovette sembrare loro il simbolo della méta così appassionatamente +inseguita, come già ai Goti di Alarico o alle soldatesche affamate del +Borbone e di Frundsberg doveva sembrare la città di Roma, veduta in +lontananza. Il loro capo avrà forse loro spesso additato quella cupola +sublime; e ne avrà loro parlato con parole fiammeggianti di +patriottismo--come ne aveva parlato a Ginevra, al Congresso per la Pace, +dal quale Garibaldi--per una ironia della storia--quasi immediatamente +passò sul campo di battaglia, a Mentana! + +E' cosa piena d'interesse rappresentarsi i pensieri che dovevano agitare +l'animo di quest'uomo straordinario nell'avvicinarsi a Roma, di +quest'uomo così vario di destino e di fortuna, la cui vita fu una lotta +per la libertà combattuta in due parti del mondo! uomo che certamente +avrebbe avuto una parte più notevole nella storia, se la natura al suo +disinteresse da antico romano, e alla sua incomparabile attività e +vigoria di carattere, avesse accoppiato il genio di un uomo di Stato. + +Nel rivedere Roma, Garibaldi avrà ricordato con stupore quel tempo, già +passato alla storia, in cui egli aveva difeso contro i Francesi la +metropoli del mondo intero. Volgendosi alla campagna di Tivoli, si sarà +visto nel ricordo ritirarsi da Roma, con altre schiere di volontarî, un +po' meglio armati e disciplinati delle attuali, verso gli Appennini. Era +il 30 luglio 1849. + +Sorrideva al suo spirito il pensiero di entrare ora in quella Roma che +già aveva dovuto abbandonare, e che formava la brama più ardente della +sua vita. Ma egli non entrò in Roma; non piantò sul Campidoglio, nè lo +stendardo della Repubblica, nè il tricolore italiano. Battuto dalle +truppe del Papa e di Napoleone a Mentana, lo vediamo di nuovo +prigioniero di Stato a Varignano. Misero sotto processo lui che non +poteva essere soggetto a giudizio, perchè troppi complici aveva, la +serie dei quali cominciava a Palazzo Pitti. + +Il mondo che onora il patriottismo e il carattere, aveva lasciato che +Garibaldi, l'_enfant gâté et l'enfant terrible_ d'Italia, si +sbizzarrisse a suo piacere nelle sue campagne in nome dell'Ideale, senza +che il loro insuccesso diminuisse la simpatia verso di lui. Ma tutto ha +un limite, come quella massima di Machiavelli nel _Principe_: «E' il +fine che si deve considerare, non i mezzi». L'audacia romantica di +Garibaldi può certo esaltare la gioventù che ha letto Plutarco, ma essa +stanca il maturo giudizio dell'uomo di Stato e del cittadino cosciente. +Che un eroe nazionale, così festeggiato, carezzato, reclami +perpetuamente il privilegio di essere nell'eccezione, fuori della +compagine e delle leggi dello Stato, e di formare una potenza a sè, +questo sarebbe un assurdo e una impossibilità in ogni ben ordinato Stato +d'Europa. + +La monarchia italiana e il pensiero dell'unità hanno superato la +terribile crisi (che la Demagogia di Garibaldi aveva provocato) +rapidamente e felicemente. Se il giorno di Mentana avesse avuto il +merito di liberare l'Italia dall'anarchia di un potere rivoluzionario, +che si contrapponeva al Governo, questo dovrebbe riguardarsi come un +reale vantaggio. L'invasione dei volontarii ci ha insegnato anche altre +cose; essa ha mostrato la debolezza e l'immoralità dell'Italia, e +diminuite le simpatie che verso di essa nutriva l'Europa; ha mostrato +che era impossibile che il Potere Temporale durasse a lungo nella forma +assegnatale dalla convenzione di settembre, ed ha ricondotto in Italia +un principio che l'Europa sperava per sempre allontanato da lei. Non +parlo della miseria e della rovina, in cui la guerra dei volontarii ha +gettato migliaia di persone, al di qua e al di là dei confini romani. Se +questa guerra poi, come riteneva Garibaldi, si deve ritenere come una +guerra nazionale dell'Italia, contro il Papato per il possesso di Roma, +allora affermeremo che il suo esito ha mostrato che nel 1867 il Papato +era, ancora, più forte dell'Italia, e che la questione romana non poteva +essere risolta colla sola violenza. Questo problema che col trattato di +settembre fu, per riguardo all'Italia, mantenuto nei confini di una +questione di opportunità territoriale, sarà di nuovo sollevato e +riportato nella sfera della diplomazia europea? + +E qual problema insolubile! C'è nelle cose umane qualche cosa di +impossibile a risolvere? Un astuto motteggiatore consolava un patriota, +osservandogli che gli Italiani si risollevano come vincitori dopo le +disfatte che sogliono fiaccare gli altri popoli. Anche non potendo dar +ragione a questo bello spirito, non vediamo ragione alcuna per disperare +che si trovi un giorno un _modus vivendi_ che sappia accordare +l'indipendenza spirituale del Papato con le esigenze della Nazione. Il +giorno in cui si troverà questa quadratura del circolo, l'umanità potrà +festeggiarlo solennemente, perchè segnerà l'inizio di una nuova êra di +pace, êra a cui tutti i popoli d'Europa mirano fiduciosi. + + +XIII. + +Son passati tre anni dacchè io scrissi le pagine precedenti. La +quadratura del circolo romano non è stata trovata, ma il nodo gordiano è +stato reciso della spada. Perciò la _Campagna dei Volontarî intorno a +Roma_ ha bisogno di un'appendice. + +La descrizione di questi ultimi tre anni di Roma e del Papato morente +costituirà un giorno una pagina notevolissima della storia del nostro +tempo, se la si saprà attingere al materiale diplomatico, e qua e là +arricchirla dei fedeli ritratti dei personaggi più eminenti che ebbero +parte in questa tragedia. Il titolo che le si dovrebbe dare sarebbe: +«Storia degli ultimi anni e giorni del Potere Temporale». + +Ora, per concludere, riporterò alcune date. + +Alla fine del 1867 la vittoria di Mentana rassicurò completamente gli +animi. Si vide con soddisfazione Napoleone trascinato alla reazione, in +aperta rottura colla democrazia e la demagogia. Si desiderava perciò +che egli restasse solidamente legato al potere. Il papa creava cardinale +Luciano Bonaparte, il 13 marzo 1868, il primo Bonaparte che ottenesse la +porpora! Per completare la sorprendente fortuna di quella casa, mancò +solo che egli giungesse alla Santa Sede. + +Roma era tranquilla. Nel _Patrimonium Petri_ erano di nuovo i Francesi: +circa 5000 uomini. La città aveva guarnigione solo di papalini. La Curia +romana era ora occupata dell'idea del Concilio, la cui riunione +indisturbata era finalmente possibile per il ritorno dei Francesi e la +vittoria di Mentana. Con questo Concilio, preparato già da molti anni, i +gesuiti intendevano coronare l'opera loro ponendo sulla testa del +Pontefice la quarta e suprema corona, quella dell'infallibilità. Il 29 +giugno 1868 fu pubblicata la bolla che convocava il Concilio per l'8 +dicembre 1869. + +Il caso volle che l'8 giugno di quell'anno stesso si celebrasse in +Germania una solenne festa nazionale; si scoprì il grande monumento di +Lutero, a Worms, alla presenza del Re di Prussia, lo scudo della chiesa +protestante, il capo della Nazione tedesca, e l'ormai certo restauratore +dell'Impero. + +Nel programma dei gesuiti c'era già da tempo la guerra contro la +Germania protestante, la Germania del pensiero e della scienza; si +concepirono a questo proposito piani fantastici. Sognavano una nuova +epoca nella storia, un'epoca di nazione e di crociata per cattolicizzare +il mondo; il Papato padrone della terra, secondo le affermazioni del +Sillabo e i decreti del prossimo Concilio. E che cosa meglio di una +guerra della Francia contro la Germania avrebbe potuto aprire la via a +tutto questo? Questa guerra che dovevano compiere le invincibili legioni +di Napoleone, armate dei _chassepots_ e delle mitragliatrici, così bene +esperimentate a Mentana, avrebbe certamente annientata la potenza del +protestantismo in Europa, e resa impossibile l'unificazione della +Germania sotto gli Hohenzollern. Dalla certa vittoria della Francia +seguirebbe il nuovo frazionamento d'Italia nelle sue parti, e il +ristabilimento dello Stato della Chiesa, come al tempo di Consalvi. +Allora Napoleone, il salvatore e protettore della Chiesa, sarebbe +divenuto un nuovo Carlomagno, e l'umanità pacificata si sarebbe raccolta +intorno alle due grandi metropoli della terra; Parigi, sede del +dispotismo cesareo, centralizzante in sè la civiltà umana; Roma, la +fonte infallibile della verità divina, manifestatasi nel gesuitismo. + +La rivoluzione spagnuola e la caduta violenta della bigotta regina +Isabella fu il primo colpo contro questi disegni. E chi sospettava che +la candidatura al trono di Spagna sarebbe divenuto un fattore della +storia del mondo? + +Giunse l'anno del Concilio, il 1869. In Roma fervevano i preparativi. + +Nulla ancora faceva prevedere prossime tempeste, se non forse in +Germania, una vivace opposizione al Concilio, del quale si negava la +necessità e si condannava lo spirito di parte. Si disegnavano i campi +degl'infallibilisti e dei loro avversarii. + +L'11 aprile il vecchio pontefice festeggiò il cinquantesimo giubileo, +dacchè era divenuto prete; e deputazioni, indirizzi, augurî, doni +piovvero da tutta la cristianità. La dimostrazione fu grandiosa e +solenne; Roma divenne un teatro in festa, come nel 1867. Il papa che +così si festeggiava, si credeva onorato da tutto il mondo, come suo capo +spirituale. Queste feste gli sembrarono di buon augurio per il prossimo +Concilio. + +L'8 dicembre 1869 questa solenne adunanza ecclesiastica si aprì in San +Pietro. Pioveva a dirotto, ma il tempio conteneva appena la folla +accorsa. Roma, come tutta l'Italia, era allora tranquilla. Le truppe di +Napoleone formavano la guardia del Concilio, che divenne il grande +avvenimento dell'epoca, nel quale il mondo temeva di dover riconoscere +una crisi di risveglio nella vita della Chiesa riunita, mentre duecento +sacerdoti gli dichiaravano solennemente riconosciuti gli attributi della +potenza divina. + +Tutti conoscono come era costituito questo Concilio, i mezzi con i quali +si ottenne la maggioranza, come fu schiacciata la minoranza, le lotte e +i dibattiti de' suoi partiti. La sua storia fu accompagnata da una +letteratura tutta speciale, quale non si era mai vista nei precedenti +sinodi. L'opinione pubblica vigilava sul Concilio; essa teneva le sue +sedute presso quelle di questo parlamento romano, i cui più segreti +pensieri, piani e manovre sapeva svelare ed anche indirizzare. + +Si sono uditi dei gravi cattolici credenti gridare allo scandalo per +questo Concilio. Essi riconoscono tristamente, e loro malgrado, che la +sua convocazione fu un incalcolabile errore, la sua opera una dannosa +sfida allo scisma. La sua storia costituirà un giorno una pagina del +nostro assai istruttiva e, come già fu detto dai cattolici, mostrerà +alle generazioni future quanto grande fosse l'accecamento, quanto +profonda la povertà di spirito e l'esaurimento dell'elemento romano +della Chiesa in quel tempo. + +Giunse l'estate del grande anno 1870. Già l'attenzione del mondo si era +distolta dal Concilio, dove la strenua opposizione della minoranza +tedesca e l'opinione pubblica stessa erano state forzate a cedere. +Contemporaneamente, mentre la Chiesa doveva raccogliere nel suo Capo +tutte le energie, lasciando i suoi membri inutili e impotenti per +sempre, la Francia, con un nuovo plebiscito, si accentrava nella potenza +imperiale. Allora l'orizzonte politico si turbò d'un tratto per la +candidatura al trono spagnuolo. + +Il 18 luglio 1870 fu pubblicato il nuovo dogma dell'infallibilità del +Papa. Il tempio di S. Pietro si trovò in quell'occasione vuoto e +deserto. Si scaricava un diluvio con violenza tropicale sulla città. Fra +tuoni e lampi fu annunziato all'umanità che il Papa era infallibile. + +Soltanto un giorno dopo, il 19 luglio, la tempesta si scaricava sulla +Francia! L'Imperatore Napoleone dichiarava la più folle delle guerre +alla Prussia e alla Confederazione del Nord. + +Giunsero allora i grandi giorni della punizione per l'orgoglio e per la +millanteria. La storia li ha registrati, giusti e solenni. La Germania +si sollevò istantaneamente, compatta, gigantesca, irritata. La forza del +popolo tedesco debellò in battaglie che furono macelli, l'Impero +francese. Il 2 settembre Napoleone si arrendeva alla magnanimità del +grande Re tedesco, che aveva così crudelmente offeso. Tutt'Europa tremò +per il contraccolpo di questa guerra senza precedenti; tutto ciò che era +in essa di fracido e di guasto dovette staccarsene. + +A Parigi si proclamò la Repubblica. Gli Italiani chiedevano +insistentemente Roma. Ma il vecchio eroe della _Campagna dei volontarii_ +del 1867 era passato in Francia per combattere al fianco dei suoi nemici +di Mentana, col colonnello degli zuavi Charette, sotto la stessa +bandiera:--per un'ombra ed un nome. Come Lucano egli poteva esclamare: +_Tuumque nomen, libertas, et inanem prosequar umbram_; come lui +sognatore nobile e fedele ai suoi principii. + +Le truppe francesi si erano ritirate da Roma per difendere la patria; +così lo Stato della Chiesa era di nuovo aperto ad una invasione. Il +Governo italiano dichiarava decaduto il trattato di settembre colla +caduta di Napoleone che l'aveva concluso, e disponeva per l'occupazione +di Roma da parte delle truppe del Re, giustificandola come una necessità +per la conservazione dello Stato e come una volontà del popolo d'Italia. + +Strana e mirabile concatenazione logica di avvenimenti! + +Il 19 settembre i Tedeschi stringevano intorno a Parigi, metropoli del +mondo, il loro anello di ferro; lo stesso giorno trentamila Italiani +erano alle porte di Roma, metropoli del mondo. Il 20 settembre, alle +cinque del mattino, fu tirato il primo colpo contro le mura di Porta +Pia. La lotta con le truppe pontificie fu semplice e breve. In Vaticano +il Papa sedeva fra i cardinali e i diplomatici delle potenze straniere, +che aveva mandato a chiamare. Si udirono i colpi di cannone +dell'attacco. Il cardinale Antonelli riceveva e inviava dispacci. Venne +l'ultimo, annunziante che tutto era finito. + +Gli Italiani entrarono in Roma attraverso la breccia presso Porta Pia, +il 20 settembre alle 11 antimeridiane, fra l'indescrivibile giubilo +della popolazione, mentre, come per incanto, tutta la città si copriva +di tricolori. + +Il millenario Potere temporale dei Papi finì quasi inosservato. Questo +che sarebbe stato in altro tempo un avvenimento mondiale di +straordinaria importanza, si compì come un aneddoto sullo sfondo della +grande guerra franco-tedesca. Questo tramonto tacito e inosservato della +più antica e venerabile potenza d'Europa è profondamente tragico. Non fu +il silenzio del mondo una condanna per lo Stato pontificio? Forse molte +voci si sarebbero ancora levate in Europa, in suo favore, se il +Concilio non avesse d'un colpo ridotto ai minimi termini la +considerazione per il Papato. La caduta della sua potenza temporale fu +la legittima conseguenza della più mostruosa richiesta che mai sia stata +fatta all'umana ragione. + +Il plebiscito dei Romani decise, il 2 ottobre, l'annessione di Roma +all'Italia. Alla fine dell'anno venne il Re a visitare per la prima +volta la città così crudelmente danneggiata dall'inondazione del Tevere, +pretesto ben accetto per quella penosa visita. I Romani lo festeggiarono +giubilanti. Vi rimase poche ore, e scrisse al Papa una lettera. Nel +palazzo del Quirinale--il palazzo pontificio dal quale Pio IX +ventiquattro anni prima era stato acclamato dal popolo Sole della nuova +Italia, salendo al trono--Vittorio Emanuele firmava il suo primo decreto +in Roma, prendendo atto del plebiscito. Era l'ultimo giorno dell'anno +1870. Con esso si chiuse una grande epoca nella storia della città e del +papato. + +Un tragico destino ricadde sul debole Papa, che aveva esperimentato +tanti cambiamenti di fortuna e tante vicissitudini come pochi pontefici +prima di lui. Prigioniero volontario, egli geme nel cupo Vaticano, +negletto ora nella sua Roma, della quale era stato l'idolo. Che piccola +cosa è ogni umana grandezza! + +Una misteriosa sorte fece occupare a Pio IX la sua sede per un tempo più +lungo di tutti i suoi predecessori, per quanto grande sia stata la loro +importanza nel mondo! Il probabile ultimo Papa sovrano temporale ha +anche governato Roma più di ogni altro! + +Questi sono solo dati di fatto. Noi stiamo dinanzi alle porte serrate di +un misterioso avvenire. La quadratura del circolo romano non è stata +ancora trovata; il processo morale non è ancora risolto. Solo questo si +può dire con sicurezza, che l'umanità, nel memorabile 1870, si è +definitivamente liberata da un antico ordine di cose. + + + + +Poeti romani contemporanei. + +(1858). + + + + +Poeti romani contemporanei. + +(1858). + + +Si direbbe che le Muse, da Raffaello così bene rappresentate in una +delle stanze del Vaticano in compagnia dei più grandi poeti, abbiano +sempre a malincuore scelto Roma a loro dimora e solo di passaggio. Si +capisce, del resto, che una città come l'antica Roma non potesse essere +molto conveniente albergo alla poesia: il sentimento poetico non poteva +ben fiorire nel frastuono di quel mondo; ma vi poteva invece la satira +essere in grande onore, poichè il suo elemento è il brutto e il +ridicolo. + +Difatti, per tacere degli antichi, la Roma cristiana quali notevoli +poeti ha prodotto? Questo domandavo io un giorno ad un poeta romano, mio +amico; e, dopo aver ricordato Vittoria Colonna e Metastasio, egli mi +fece conoscere altre produzioni poetiche della città, a me del tutto +sconosciute. Giusto de' Conti, al principio del secolo XV scrisse un +canzoniere: _La Bella Mano_; al principio del secolo XVIII troviamo +un'epopea popolare: _Meo Patacca_; e in tempi più recenti, +l'improvvisatore Gianni che celebrò le guerre di Napoleone; Marsuzi, +autore delle tragedie _Caracalla_ e _Alfredo il Grande_, e finalmente +Luigi Bondi, traduttore delle _Georgiche_ di Virgilio. + +La poesia ama la vita mossa ed intensa; e da molti secoli Roma non è +terreno per lei. Gli strepiti delle fazioni piacciono più alle Muse del +clangore cupo delle campane e del mormorio delle litanie nelle +processioni; il narcotico odore dell'incenso, che riempie interamente la +città di Roma, non è un ispiratore efficace di poesia. La profonda +severità delle ruine dell'antichità offre oggetto di meditazione al +filosofo ed allo storico, ma i fiori della poesia appassiscono all'ombra +melanconica di tante tombe. A Roma le pietre son più possenti degli +uomini; il passato è gigantesco; il presente è piccolo invece, e il +futuro coperto di un impenetrabile velo. + +Una sera, mentre erravo per il Trastevere, sentii una ragazza che, sola, +seduta sulla scala di una casa deserta, cantava, seria e pensosa: + + «O Roma antica, Roma illustre, non sei più!» + +Queste dolorose parole sulla bocca di una fanciulla mi parvero piene di +significato. Non poteva dunque sorgere fra le rovine di Roma un genio +lirico, vivace ed ingenuo? Sarebbe stato forse soffocato dalla storica +malinconia delle rovine? Può darsi; ma anche una Musa così ammantata di +tristezza avrebbe potuto essere bella e sublime, non come quella gonfia +e rettorica delle notti romane del Verri, ma come quella di lord Byron +nel _Childe Harold_, nelle sue apostrofi di artista nordico e di uomo +libero. + +Siamo però giusti verso i Romani; essi non poterono mai cantare e +celebrare le loro ruine, perchè non fu mai loro permesso di rimpiangerle +e di giudicare il presente dagli avanzi del passato. Essi, insomma, non +poterono utilizzare il loro abito poetico. + +L'antichità, come il medioevo, è pieno in Roma di motivi eroici e +tragici, ed un poeta cittadino non avrebbe che a servirsene con abilità +per suscitare immancabilmente dell'entusiasmo. Spesso, mentre assistevo +nel Mausoleo di Augusto (oggi teatro _Corea_) ai salti dei pagliacci, +nelle loro curiose pantomime, o, per rara fortuna, vedevo rappresentare, +nella traduzione del Maffei, la _Maria Stuarda_ di Schiller, pensavo: +quale impressione produrrebbe, in questo luogo, una tragedia romana su +Bruto o Virginia! Come dovrebbe trascinare all'entusiasmo i Romani una +tragedia su Cola di Rienzo, proprio qui, nel Mausoleo di Augusto, dove +il corpo di quel tribuno fu un giorno bruciato! + +I Romani lasciarono elaborare prima a Shakespeare, a Corneille, a +Racine, a Voltaire, poi ad Alfieri, questa materia di teatro romano; e +sul teatro romano quelle opere non si vedono nemmeno, e fra i busti di +uomini illustri che adornano il Pincio, manca quello di Alfieri! Esso vi +fu, per un momento; poi ne venne improvvisamente asportato dalla +polizia--fatto questo a cui ho assistito io stesso e che riferisco qui, +per risparmiarmi una chiacchierata più lunga, tendente a dimostrare +l'impossibilità di un dramma nazionale romano di genere storico. + +Se, oltre a parecchie altre ragioni di indole politica e fisiologica, +che impediscono lo sviluppo del sentimento poetico in Roma, si pensa +alla stagnante cultura letteraria, alla mancanza di giornalismo e di +critica, alla decadenza del mercato librario,--che di poco si solleva +soltanto negli affari degli antiquarî,--se si pensa a tutte queste +condizioni di fatto, ci sembrerà tanto più interessante e degna di +studio ogni attività poetica di questo popolo. + +Il gusto per la poesia non è mai tramontato fra i Romani, che, come +tutti gl'Italiani, amano i versi; il popolo di tutte le classi sociali +spande a piene mani sonetti e canzoni, non appena un'occasione si +presenta. C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce un bambino? Sonetti. Si +laurea uno studente? Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. Viene +sepolto un morto? Sonetti. Si festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un +monsignore è fatto vescovo? egli cammina su un tappeto di sonetti con le +sue calze paonazze! Questi parti poetici d'occasione si raccoglievano un +tempo nelle Accademie, nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e +ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. Il _furor +academicus_, una vera peste nel secolo XVII non soltanto in Italia, ma +anche fuori, è ora del tutto sopito, e se a Roma ci sono ancora degli +Arcadi, dei Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici della S. +Concezione, non si deve ricercare in essi un intendimento letterario. +L'Arcadia, fondata alla fine del secolo XVII da Crescimbeni e da +Gravina, il maestro e protettore del Metastasio, ha una fama mondiale. +Il suo nome e il suo simbolo, una zampogna, bene delimitano gl'innocui +campi, in cui cercava asilo la poesia dei Romani, e si conviene anche +bene alla storia della città, il cui Foro, antico dominatore del mondo, +si mutò in un Campo Vaccino, la cui campagna si coprì d'innumerevoli +greggi, come per un immenso idillio, e il cui popolo, finalmente, si +cambiò, da schiera di dominatori, in una mandra di pie pecore, che il +Papa, buon pastore, guidava a pascere fra le ruine. Ai tempi di Göethe, +che i pastori accolsero nel loro coro con grandi feste, l'Arcadia godeva +ancora una certa fama; oggi, fortunatamente, è passata fra le curiosità, +sebbene di tanto in tanto la sua zampogna torni a farsi sentire. La +massa di poesie che vengono composte in quelle riunioni, può solo avere +riscontro nella loro completa insulsaggine: leggendole, sembra di udire +d'un tratto un coro multiforme di belati e di pigolii. + +Per quanto anche oggi non vi sia in Roma ingegno poetico che, secondo +l'antico costume, non si rinchiuda in questa o quella Accademia, dove +gli si offre l'occasione di farsi udire a recitare i propri versi in una +grande sala, pure queste Accademie sono grandemente decadute ed hanno +perso la loro autorità. Una nuova generazione tende, anche in Roma, ad +una forma e ad un significato più personale. + +Cresciuta fra i moti dei passati decennî, che scossero i Romani dal loro +sonno letargico, essa incarna le speranze dell'oggi e tenta anche in +Roma, in condizioni così sfavorevoli, un rinnovamento della poesia, +rinnovamento che sarà solo possibile, quando l'ingegno poetico, invece +di portare l'antica livrea dei sonettisti, si vestirà d'una forma nuova, +priva di artificî e palpitante di vita. + +La nota fondamentale di questa giovane scuola romana è sopratutto la +nota lirica della poesia del sentimento. La Musa realistica e politica +tace in Roma, sebbene gli ultimi avvenimenti tanto argomento le abbian +fornito; e questo non è da deplorarsi, perchè impedisce i giudizî +immaturi e le frasi banali e comuni. A Roma, non è possibile una voce +originale e profonda come quella del fiorentino Giuseppe Giusti. Qua non +prevale che la lirica filosofica, ch'è in gran parte un riflesso della +poesia del Leopardi, e l'eco del _dolore universale_ dell'Inghilterra e +della Germania. + +L'influenza del Leopardi sui giovani poeti d'oggidì--essi delirano +ancora per lui--è grandissima, ma forse non troppo sana. La sua forma +classica e pura, la sua bella lingua possono prendersi a modello di +perfetto stile, ma la fantasia poco può attingere ad un poeta che +compone liriche senza immagini e senza metafore, ma solo con pensieri; +la mente non può troppo esaltarsi al disperato nichilismo di una nobile +anima, corrosa dal dubbio e dallo sconforto. La poesia di questo elevato +e solitario spirito è formata dal grido straziante non solo della sua +patria, ma dell'umanità intera, la quale piange sul destino particolare +e, possiamo dire, eccezionale di un solo uomo: il poeta. Il suo modo di +considerar l'esistenza è la scuola peggiore che si possa offrire ad un +essere che nell'esistenza debba lottare. + +Nei poeti italiani formati alla scuola di Byron, di Shelley, di Lenau, +manca, per la particolare indole dell'anima meridionale, un sentimento +che faccia equilibrio e contrappeso a quell'ironia, a quell'_humor_ che +son loro particolari, sentimento che, in ultima analisi, solleva l'uomo +del Nord al disopra del suo dolore. L'indole meridionale ha dei contorni +straordinariamente netti, e non sa produrre quell'accordo fra i +sentimenti e le tendenze estreme ed opposte, che l'anima nordica +perfettamente raggiunge colla sua sentimentalità, usando questa parola +nel suo senso migliore. + +E' anche un fatto che desta meraviglia, vedere nella poesia romana dei +nostri giorni introdursi un elemento tedesco. + +Mentre i Napoletani si dedicano con grande amore allo studio della +filosofia tedesca di Kant, di Hegel, di Schelling, lo studio della +poesia tedesca si è largamente diffuso nell'Italia del nord e centrale, +ed ha preso un vero impulso. Le belle traduzioni del Maffei hanno +introdotto Schiller, non solo sulle scene, ma nelle famiglie, ed i +migliori lirici moderni, Heine, Lenau, Uhland, non sono ignoti in Roma. +Molti degli attuali poeti romani parlano o capiscono il tedesco e +leggono nell'originale i nostri poeti. Ciò che di essi specialmente li +attrae, è il loro carattere grave, così diverso dalla poesia dei sonetti +d'occasioni e dei concettini e degli artificii; è la musicale vivacità +del sentimento, il caldo palpito lirico, la pittura felice dei varî +momenti, la ricchezza degli stati psicologici descritti nelle loro +sfumature più intime, e, finalmente, il culto panteistico della natura. +Quest'ultimo esercita sugli Italiani uno speciale fascino: essi lo +sentono in modo diverso e speciale. La forma della poesia italiana, +bella, chiara, netta e plastica come la lingua stessa, subordina a sè il +contenuto, mentre da noi il sentimento trabocca oltre le linee della +forma. L'armonia è l'essenza di quella; la melodia di questa nostra +poesia, che è la più ricca del mondo in canzoni. «Il desiderio, mi +diceva un poeta romano, ecco ciò che caratterizza i Tedeschi nella loro +poesia; questo sentimento rinnoverebbe la nostra poesia, se potesse +esservi trasfuso». + +Don Giovanni Torlonia indirizza, in una delle sue poesie, questi versi +alla signora romana Teresa Gnoli: + + E delle idee germaniche + Seguendo il volo libero, sublime, + Prendi soggetto alle tue nuove rime. + +Don Giovanni è uno dei pochi aristocratici romani che coltivano le +scienze per naturale bisogno. Ve ne sono però alcuni in Roma veramente +côlti e pieni di attività, come Don Michelangelo Caetani duca di +Sermoneta, della stirpe famosa di Bonifacio VIII, e come Don Baldassarre +Buoncompagni, così versato nelle scienze matematiche. Sapendo quanto la +società romana sia poco favorevole ambiente per questi studî, nella lode +verso questi uomini si deve aggiungere la riconoscenza della loro +patria. Torlonia, uomo di molta coltura, si adopera con zelo a riportare +in onore, in Roma, le belle lettere, da lungo tempo neglette. Ci vuole +in Roma, e specialmente nell'aristocrazia, del coraggio per portare il +titolo di poeta. Son passati i tempi di Vittoria Colonna e di Leone X, e +le società arcadiche hanno fatto quel che era in loro potere per +togliere alla poesia ed ai poeti la stima della società. «E' un poeta», +dicono anche oggi i Romani, per designare un uomo che non esercita nè +l'avvocatura, nè un'altra professione, e che passa i suoi giorni +vagabondando e pigliando mosche per offrirle poi in vendita. + +Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, ed esser mecenate nella Roma +d'oggi è grandemente più utile che esser poeta. La giovane scuola +dei poeti romani, confortata ed aiutata da lui, gli si raggruppa +intorno come libera accademia per reciproco incoraggiamento ed +emulazione.--Nomino solo gli ingegni più originali, personali e +indipendenti: Fabio Nannarelli, Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola, +Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. Questa scuola ha fondato un +organo proprio, sotto gli auspici di Torlonia, che promette di aver una +parte non indifferente nella letteratura di Roma. Si chiama «_La Strenna +Romana_». Si chiama _Strenna_ in Italia quel che noi chiamiamo +_Musenalmanach_. Questa _Strenna_ uscì la prima volta, a cura del +Torlonia e del Castagnola, il primo dell'anno del 1858. Conteneva poesie +e prose varie; fra l'altro riproduceva un frammento della _Cronaca di +Viterbo_ di Nicola della Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa +miscela di poesie liriche e di scritti storici non è da lodarsi, ed io +esprimo ai miei amici di Roma il desiderio di veder presto la parte +poetica separata e pubblicata in volume a sè. Questa promiscuità si +spiega, del resto, con la mancanza di giornali e riflette l'indole +delle antiche accademie romane, dove i discorsi scientifici si +alternavano con le conversazioni letterarie. + +Sintomo caratteristico delle condizioni letterarie di Roma è il fatto +che la _Strenna Romana_ non viene pubblicata a Roma, ma a Firenze, +presso il Le Monnier;--a questa famosa casa editrice fiorentina +ricorrono tutti i poeti romani. + +Comincio dalle poesie di Don Giovanni Torlonia (_Poesie_, Firenze, +1856), un libercolo di 66 pagine, il più piccolo fra tutti quelli di cui +parleremo. Lingua bella e pura, sentimento lirico e musicale, tendenza +alla natura idillica: queste sono le sue caratteristiche. La Musa del +Torlonia s'ispira alla lirica tedesca; una gran parte delle sue canzoni +sono o variazioni di testi tedeschi, o imitazioni di poesie tedesche. +Egli avrebbe tradotto felicemente Heine e Lenau, se l'audacia della +metafora tedesca potesse esser resa dalla austera e rigida lingua +italiana. Ciò è assai difficile, e mi ricordo di un tentativo fatto da +un poeta italiano e da me per tradurre in italiano delle canzoni di +Lenau. Quello che era naturale e semplice nel libero stile tedesco, +diveniva gonfio e artificioso, quando lo si portava in questa lingua. +Lenau, per esempio, dice: _la primavera lancia le lodole, i suoi razzi +di canto, nell'aria_, e questo bell'ardimento non urta per nulla la +nostra immaginazione di tedeschi: ma come frenerebbe il riso un uditorio +d'Italiani che udisse recitare nella sua lingua questa frase poetica?[9] + +Torlonia ha tradotto, tra l'altro, _Espero_, del _Vergangenheit_ di +Lenau. + + --Oh quanto melanconico + E' d'Espero il fulgor, + Quando scintilla languido + Tra il giorno che si muor! + + --Le nuvolette, simili + A impalliditi fior, + Sembra che un serto intreccino + Al giorno che si muor. + + --Del cuore umano i gemiti + Ma le sue gioie ancor, + Al muto avello scendono + Col giorno che si muor. + +I versi del Torlonia sono felici, ma non rendono pienamente il pensiero, +benchè questi versi di Lenau fossero tra i più atti a lasciarsi tradurre +in italiano. Ma questa traduzione può servire di esempio della grazia e +facilità, con cui Don Giovanni maneggia il verso. Egli ha fatto anche +una buona imitazione della _Pittrice di fiori_ di Lenau, della canzone +_Io amo un fiore_ di Heine; e del _Fiorellino miracoloso_ di Goëthe. +Sembra che i suoi studi di botanica fatti nell'Agro Romano gli abbiano +dato una predilezione per la poesia dei fiori, e di lui troviamo anche +nella _Strenna_ parecchie buone canzoni sui fiori dell'Agro Romano. +Questo genere di poesia ha per gl'Italiani un carattere popolare, per i +molti ritornelli di fiori che essi posseggono, i quali sono cantati +specialmente dal popolo. Torlonia ha anche una buona imitazione del +_Poeta e la Natura_ di Geibel, ed una bella poesia: _Racconto_, per il +quale ha preso il soggetto da una ballata inglese. + +In questa poesia romana noi troviamo anche i fiori del nostro +romanticismo tedesco. Sembra che la tramontana abbia trasportato il loro +seme dai verdi colli della Svevia alle oscure rovine del Campidoglio e +del palazzo dei Cesari. Questi rapporti di Roma colla lirica tedesca, +meno importanti di quelli coll'Impero tedesco, sono abbastanza +interessanti. Come Torlonia già disse, dei germogli della letteratura +poetica tedesca possono essere atti a rianimare tutta la lirica +italiana. E' vero che un albero d'oleandro darà solo fiori d'oleandro, e +un tiglio, fiori di tiglio, ed inutilmente si tenterebbe di innestar +l'uno sull'altro; è anche vero che il genio italiano è fondamentalmente +diverso da quello tedesco, e tale deve quindi essere la sua lirica, che +rispecchia l'anima del popolo; ma Don Giovanni intende soltanto che la +Germania potrebbe rendere all'Italia un servizio di cultura letteraria, +considerando specialmente il ravvicinamento che si va operando, più o +meno profondo, fra i due popoli. + +Fabio Nannarelli (_Poesie_, Le Monnier, 1853 e 1856) è un poeta di +ingegno non comune, cui arride certo un bell'avvenire; ha uno spirito +nobile, appassionato del vero, che egli cerca nella poesia e nella vita, +senza traccia di leggerezza e di frivolezza, come del resto tutta la +giovane scuola poetica romana. Nannarelli conosce la letteratura +tedesca, è un ammiratore di Schiller e di Lenau, sui quali ha scritto +una monografia; ha in sè profondi elementi tedeschi, e la sua Musa ha un +carattere strettamente germanico. La sua nota fondamentale è +melanconica, grave e appassionata. V'è nella sua poesia un alito di +morte, che sembra esser venuto a lui dalla Piramide di Caio Cestio, alla +cui ombra dormon le ombre di Jung e di Schelley, grandi genî poetici +riflessivi, così insoliti nella terra di Roma. L'insufficienza di una +esistenza male ordinata, che i Romani sentono ogni giorno di più, più di +un inglese o di un tedesco, spinge Nannarelli a cercare la solitudine e +a sentire il culto del dolore, che in lui non è del tutto scevro di +sentimentalismo. Sentendo l'abisso che separa l'aspirazione dalla +realtà, egli si rivolge alla natura, come un tedesco, alla natura +consolatrice e risanatrice, per la quale egli si sforza di giungere ad +una contemplazione filosofica della universale armonia. Il motto di +Tiedge: + + Cerca la Speranza, la Fede e la Pace, + e cadi piangendo fra le braccia della Natura, + +che egli ha messo ad epigrafe di una sua poesia, come altre volte dei +brani di Schiller e dell'_Amleto_ di Shakespeare,--indica esattamente +l'indirizzo del suo pensiero poetico, il quale va errando in un mondo +incorporeo di sogni, che toglie al dolore la sua umanità e lo relega nel +regno nebuloso delle ombre. Questo è chiaramente espresso nella poesia: +_Una voce ed il Poeta._ La voce esclama:--A che pensi così +profondamente, o poeta? Coronati, orsù, la fronte col serto +dell'amore!--Il Poeta:--L'amore more era un sogno, esso è appassito come +le rose. La voce:--Rivolgiti allora verso la Natura!--Poeta:--Non ne +viene che suono di sospiri.--La voce:--Rivolgiti alla Scienza, o +Poeta:--L'anima trema dinanzi alla luce della verità, e non può +afferrarla.--Voce:--Che ti resta allora?--Poeta:--La gioia delle lacrime +e la pace nel mistero della tomba.--A questo conduce la Scepsi; la +natura, nelle cui braccia il poeta cerca un conforto, diviene per lui +un fantasma sospiroso, che gli fa desiderare vagamente la morte. La +sentimentalità di un Jacopo Ortis è fino ad un certo punto perdonabile, +perchè essa consciamente riposa sul dolore per una infelicità nazionale, +ed esprime un forte sentimento patriottico; ma l'annientamento di se +stesso e la negazione di ogni sano operare, non sono tollerabili, se +ondeggiano vaghi come semplice materia di lirica. + +Il culto romantico del dolore sembra serpeggiare come una malattia +attraverso le letterature; pure, non frequentemente lo ritroviamo fra i +Romani. E se ne guardino essi; altrimenti ci potrebbe ancora avvenire di +vedere lo spirito di Werther che erra pel Colosseo, al lume di luna, con +la guida del Förster sotto il braccio. Tra il Dolore e il Mistero della +tomba sta sempre, anche per un romano dei dì nostri, il sapere e il +lavoro. _Travailler sans raisonner_--dice il filosofo Martino al gran +filosofo Pangloss, _c'est le seul moyen de rendre la vie supportable_; e +se i Romani si lasciano sedurre da un sentimentalismo che non riguarda +la loro nazionalità, possiamo ricordar loro giustamente: _Cela est bien +dit, Romains, mais il faut cultiver votre jardin._ + +Il poeta, frattanto, per la forza della sua natura, si solleva +felicemente, al disopra di questi periodi di esaurimento nervoso, nel +lucente regno del Bello, ed intona il suo dolore terreno alle eterne +leggi dell'Universo. La sua poesia più bella, che Terenzio Mamiani non +avrebbe sdegnato di sottoscrivere, è _Vignanello_. + +Egli si trova nelle incantevoli campagne di Viterbo, presso il monte +Cimino e, nella contemplazione della grande fiorente natura, trae dalla +sua lira note pure e sonore. La prima parte di questa lunga poesia, +_Venere e Sirio_, è una felice variazione sui temi filosofici e +naturali: mentre egli, ammirando, contempla quelle due vividissime +stelle, imagina che la prima gli dica: Ama! e la seconda: Pensa! Così +esprime le due forze che riempiono e reggono il mondo morale, e per +mezzo delle quali l'intelletto e la materia armonicamente si +estrinsecano. + +Buona e benefica è questa malinconia panteistica, che sgorga da un +sentimento di pace rassegnata, e da un'anima che si è confusa e versata +nella grande divinità della natura, _dove più aperto rivelasi l'eterno +amor_. + +Ogni volta che il poeta abbandona il vago e l'incerto per cantare la +realtà, egli è felice. Felice è l'elegia _A un bambino_, composta +contemplando un bambino che giuoca; e assai bello e profondamente umano +è il sospiro: il sentiero della vita è dapprima sparso di rose, poi di +rose e di spine; infine, di sole spine! Un'altra poesia non meno felice +è: _La viola dell'addio_, il lamento d'una fanciulla sulla violetta che +le donò l'innamorato prima di partir per la guerra. La sua purezza e il +suo carattere intimo ricordano Chamisso. + +Nannarelli tentò anche un poema, in versi sciolti, che risale alla sua +giovinezza: _Guglielmo_. Egli vi narra la storia d'un amore infelice, +che egli afferma aver tolta fedelmente dal vero. Guglielmo, costretto +per ragioni politiche a cercare un asilo nel laboratorio d'uno scultore +in bronzo, s'innamora della figlia dell'artista; ne fa in bronzo una +bella imagine; lo troviamo, anzi, intento a questo lavoro ch'è riuscito +assai bene. L'autore non mantiene poi la promessa fatta in questo buon +principio, poichè l'azione non si svolge convenientemente, nè giunge ad +una logica conclusione. Che un giovine ami, senza esser corrisposto, una +ragazza, può essere una infelicità per lui, ma non è ancora una +tragedia. Se egli si toglie la vita, noi possiamo solo compatire la sua +debolezza, finchè questa catastrofe non è fondata su un intreccio +tragico, netto e ben costruito. Ma se egli, acceso di furore, si pugnala +nella sala dove la sua amata sta per andare a nozze, e dinanzi agli +astanti, e dinanzi a lei stessa atterrita, dovremo confessare che egli +non amava veramente la fanciulla, nè era degno di essere amato da lei. +Di questi esempi di passione violenta ma selvaggia se ne danno nella +vita, ma rimangono fuori del dominio della poesia. Sebbene non manchi di +qualche pregio, questo tentativo ci mostra che il nostro autore non ha +doti di tragedia o di poeta epico; ha invece, e ad un alto grado, quelle +del lirico: slancio fantastico, immaginazione, calore di sentimento, +forza riflessiva ed un'anima nutrita di studio e di meditazione, che non +si appaga di frasi sonanti. Questo bell'ingegno potrà essere un vero +ornamento di Roma, se saprà guardarsi dai traviamenti, e volgersi +risolutamente alla vera fonte della poesia, lungi dalle nebbie +dell'astrazione incorporea, al sentimento ed alla vita. + +Un poeta più sereno, di tinta romantica, è Ignazio Ciampi. Gli riesce +felicemente la canzone melodica e facile, come la sua _Fata Morgana_. +Ciampi ha una fantasia fervida, una lingua gradevole, imagini leggiadre +e piacevoli. Un'edizione accresciuta delle sue poesie conterrà +prossimamente molte buone cose; quella che ho sotto gli occhi non +contiene che una piccola parte della sua produzione lirica, fra +cui--notevole particolare--delle imitazioni dal russo. La lingua russa, +assolutamente barbara per un romano, non è conosciuta affatto in Roma, +e Ciampi si è fatto tradurre in prosa italiana da un amico le canzoni di +Puschkin, per mostrare ai suoi compatriotti come anche sotto una pelle +d'orso può battere un cuore poetico. Anche questo fatto--che sarebbe +sembrato inaudito in Roma fino a pochi anni fa--è un indizio del +diffondersi di tutte le letterature europee. Roma è, durante l'inverno, +un albergo di tutte le nazioni; i forestieri vi portano tutte le lingue +e v'introducono tutte le letterature; nessuna meraviglia, dunque, se a +Roma si comincia a notare l'influenza di ciò che non è nazionale. Ciò +potrà allargarne l'orizzonte; però non tutte le nazioni possono avere +un'influenza utile e benefica e non ve n'è nessuna che sia più della +russa estranea all'indole italiana. I tentativi di Ciampi son dunque da +considerarsi soltanto come una curiosità letteraria; ed egli sarebbe più +benemerito della sua patria, se presentasse, in veste italiana, i poeti +stranieri che hanno più stretta relazione con l'Italia, o che hanno un +valore classico assoluto. Egli, del resto, maneggia assai bene l'ottava, +e potrebbe perciò felicemente tradurre il _Childe Harold_. + +Ciampi ha più volte mostrato la sua abilità nelle romanze in stanze. +Scrisse due novelle in versi: _Serena e Stella_, la prima in tre, la +seconda in cinque canti. Quella è una leggenda toscana, questa una saga +normanna; ambedue son di genere assolutamente romantico, con storie +d'amore, avventure e scene fantastiche. Lo stile è facile e scorrevole: +le descrizioni, specialmente in _Stella_, sono calde e vivaci. Ma il +nostro tempo ha perduto il gusto per questo genere fantastico e +cavalleresco; ora si vuole la realtà e la profonda psicologia dei +caratteri. Gl'Italiani, del resto, han poca attitudine per le romanze e +le ballate, e non ammirano troppo nemmeno il veneziano Carrer. Ciampi ha +preso un genere incerto e che partecipa di due nature, mentre avrebbe +dovuto volgersi deliberatamente alla novellistica in prosa, descrivendo, +per esempio, la vita romana; così avrebbe sfruttato un genere del tutto +trascurato in Italia. + +Teresa Gnoli, romana, le cui poesie adornano l'Almanacco Poetico, +possiede un vero talento poetico, un profondo e pensoso sentimento che +si esprime in belle forme. La sua Musa è patriottica e fra gli uomini +porta, in nome delle donne della sua terra, il suo contributo alla +civiltà nazionale. La letteratura femminile è copiosa e assai importante +in Inghilterra, in Germania, in Francia, in America, ma in Italia è +ancora limitatissima. Lo spirito mascolino sembra, in Europa, disposto +a lasciare il campo alla donna, per quel che riguarda la produzione +poetica, e di dividerlo con essa nel romanzo; per ora nulla di tutto +questo si nota in Italia. Per quanto strano ciò possa sembrare, è pur +vero che in nessun altro paese le donne sono, come qui, amanti della +quiete familiare e nemiche della fama e della pubblicità. Il loro +sistema d'educazione è ancora in gran parte quello del chiostro, ed esse +hanno idee limitatissime sulla società e sullo Stato. + +Nel medio evo romantico e violento vi furono figure femminili che i +poeti d'Italia chiamavano loro muse ed ispiratrici, per il culto poetico +della donna, che già vediamo in Dante e Petrarca; essi immaginavano che +la loro donna fosse il sole mistico che accendeva la fiamma del loro +ingegno. Più tardi le donne stesse cominciarono a far versi, e proprio +in Roma sorse la poetessa più celebre, e, forse, lo ingegno poetico +romano più vivace di ogni tempo. Recentemente avemmo in Roma donne +improvvisatrici, ma l'arte non avea nulla che fare con esse. + +Non sarebbe possibile paragonare le poesie della nuova poetessa romana +con i canti di Vittoria Colonna, tanto più perchè la giovane signora +Gnoli non ha voluto seguire nessun modello, ma aprirsi una via +personale e quella percorrere senza esitazioni. Ed è riuscita. Spesso +ella si rivolge al passato, ed una delle sue poesie migliori è appunto: +l'_Incontro di Beatrice e di Laura in Paradiso_, dove felicemente evoca +le due ombre, che amorevolmente si intrattengono, anime sorelle, e si +dileguano poi come due stelle + + Nova tracciando via + Di luce e d'armonia. + +Bella ed efficace è pure una poesia sulle catacombe di Roma, su questo +strano dominio delle ombre e del passato, figlio della Storia e della +Morte. Le descrizioni dell'Inferno di Dante non fanno più spaventosa +impressione di questi lunghi corridoi oscuri sparsi di ossa, di nicchie +vuote, di sarcofaghi, di rozze imagini bizantine e d'iscrizioni oscure e +sinistre; anche qui Dante avrebbe avuto bisogno di una guida come +Virgilio. Ora, il Virgilio di questo mondo sotterraneo è il De Rossi, +l'epigrafista dottissimo; e, rileggendo i versi della Gnoli, io ricordo +con piacere l'escursione che nelle catacombe feci con la poetessa, +l'improvvisatrice napoletana Giannina Milli ed il De Rossi che ci +guidava. _Hierusalem civitas et ornamentum martyrum Domini_ è il motto +della poesia, tolto da un'iscrizione del III secolo. + +La Gnoli fa seguire immediatamente alla Notte delle catacombe, l'Inno di +Omero _al Sole_, e ci libera dal brivido delle catacombe con la +contemplazione della Fonte di ogni luce e di ogni intelletto. In questi +canti parla una spirito religioso; e sembra davvero che la Gnoli eccella +specialmente nella grande lirica contemplativa. Ella tentò, con minor +fortuna, il dramma lirico con _Torquato Tasso a Sorrento_. Ma questo +genere melodrammatico non era più tollerato; il _Pastor Fido_ e +l'_Aminta_ non ci fanno anch'essi più veruna impressione. Il melodramma +può ancora avere un valore ed un contenuto artistico, quando è trattato +con abilità drammatica misurata e delicatezza lirica altissima, come +l'_Eco_ e _Narciso_ di Calderon; ma se eccettuiamo il coro +d'introduzione del _Tasso in Sorrento_, che è assai buono, il resto si +riduce ad un giuoco puerile, e la figura del grande poeta, che si è +travestito da pastore e vive in mezzo ai pastori, i quali non lo +capiscono nè lo rispettano, ci sembra non essere più che una marionetta, +e tutto il componimento fornisce una nuova prova del sentimento +incompleto e vano di quest'arte di maniera. + +Paolo Emilio Castagnola e Giambattista Maccari son due poeti ch'han Muse +sorelle. Troviamo anche in essi l'inevitabile querela delle miserie +presenti; la sconsolata tristezza del Leopardi, per la quale _tutto +fuorchè il duolo è vano_, ha sfiorato anch'essi, ma appena, come un +sentore di muschio che si è insinuato nelle vesti di due uomini sani +passati per la casa di un morto. Fondamentalmente, essi hanno due +fresche e vive nature, e, invece del loro dolore, canterebbero +volentieri la grande sventura della loro patria, se non temessero +l'esilio. Ambedue hanno un senso giusto ed esatto della realtà e della +storia. + +Castagnola ha cantato in una romanza, _Emellina_, la tragica fine di +Corradino, il tradimento di Astura e la sua morte. _Emellina_ è il nome +di una fanciulla, figlia di Frangipane, la quale, vissuta in un castello +solitario fra il cielo, il mare e le selve, s'innamora di Corradino, al +primo apparir di costui, e invano tenta di salvarlo. Il soggetto è +buono, ma non sempre son buoni i versi. L'ottava non è trattata +abbastanza nobilmente, e oscilla fra lo stile elevato e il tono popolare +della cronaca; i caratteri sono indefiniti e romantici. Pregevole però, +per bellezza lirica, è il canto d'addio di _Emellina_ che flebilmente +lamenta la sua sorte dall'alto della sinistra torre. + +Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il canto politico, Giambattista +Maccari esprime più spesso e più chiaramente il suo pensiero. La Musa +politica trova in Roma, più d'una volta all'anno, occasione di farsi +udire: cioè, quando si festeggia il favoloso Natale di Roma, per +l'anniversario della morte del Tasso, e per la distribuzione dei premi +nelle Accademie delle arti rappresentative. Non v'è poeta in Roma, che +in tali circostanze non mandi arditamente un saluto alla patria, e una +volta, a proposito d'una poesia di questo genere sulla fondazione di +Roma, si proibì la vendita dei versi del Torlonia, ne' quali la politica +non entrava affatto. Anche Maccari, dunque, ha scritto versi per queste +occasioni. Le sue stanze _Nel Natale di Roma_ sono piene di forza. Egli +si rivolge ai Romani: O cittadini, che avete lasciato dietro di voi +gloriose e sublimi ruine, ascoltate ora il mio lamento, sgorgato da +sincero dolore, al vedervi indossare solo vesti pompose con altero +cipiglio, mentre bandite da voi il sapere che disprezzate come cosa +vana. + +E alle donne romane dice: O donne che solo vi date a coloro che son +ricchi di terre e di vasellami preziosi, e pensate solo a preparare vani +tesori ai vostri figli: badate bene! L'ignoranza li avvolge e li +sòffoca: quale sarà il loro avvenire? + +Energici anche e commoventi sono i sonetti del Maccari, composti in +occasione della distribuzione dei premi agli artisti. «Italia, i tuoi +orgogliosi monumenti non son più che mute e inutili pietre: riànimati di +nuovo spirito, e non prestare ascolto allo stolto che ti consola col +ricordo del tuo grande passato»! + + Che vi giova, degeneri nipoti, + L'andar superbi della gloria avita, + Se fatti siete a tutto il mondo ignoti! + +Voci solitarie e virilmente nobili in mezzo alle rovine di Roma! Ne +ringrazino di cuore il poeta gli Epigoni romani! + +Maccari si volge al presente, e dalle rovine e dai palazzi passa alle +capanne del povero. Già in Castagnola troviamo stornelli popolari, ma in +Maccari essi sono più numerosi. Egli scrisse delle ballate che ci +descrivono la vita nella campagna romana, come _la Venditrice di +fragole_, che discende dai monti alla città, con la sua cesta elegante e +colma di frutti. Il ritornello di questa ballata è il seguente: + + È venuta in città la montanina, + Chi vuol comprar la fragoletta alpina? + +Altri soggetti della poesia del Maccari sono la «Pastorella», la +«Boscaiuola», che porta sul capo, fino alla città, il peso delle legna +raccolte sui monti, il «Mietitore», e la «Cicoriara»; questi ultimi due +sono soggetto d'idillii, dei quali il secondo è specialmente bello ed +aggraziato. Queste cicoriare, raccolta la loro insalata nei campi, +vengono a venderla a Roma, vestite di un abito campestre caratteristico, +al Pantheon o a Piazza Navona. In queste descrizioni Maccari mostra un +temperamento poetico felicissimo, e si sente che la sua Musa ha +respirato le aure fresche dei campi! E proprio nella realtà e nella +natura deve ricercare la sua rigenerazione la poesia italiana: questo +dovrebbero intendere i poeti di Roma. Sotto questo aspetto debbo +salutare con gioia una piccola raccolta di canti popolari che la Strenna +Romana pubblica col titolo: _Saggio di canti popolari di Roma, Sabina, +Marittima e Campagna_. Gli editori debbono molto all'opera del signor +Visconti che nel 1830, per la prima volta, diede mano ad una raccolta di +questo genere (_Saggio di canti popolari della provincia di Marittima e +Campagna_). La raccolta attuale è piccola, ma preziosa. Essa comprende +ritornelli di fiori della Campagna romana, quartine sabine, e finalmente +delle stanze di dieci versi della Marittima e della Campagna latina. + +I ritornelli sono bei fiori di campo, freschi e odorosi, cresciuti in +piano o in monte. Non c'è forse fiore che il popolo qui non abbia messo +a simbolo di qualche cosa. L'uomo dei campi applica volentieri ad un +fiore una sentenza o un pensiero, racchiusi in un ritornello, sia per +una rosa, o per un narciso, o una margherita, o per una viola. Ogni +fiore gl'ispira una piccola poesia, espressa in tre versi pieni di +sogno. Questo linguaggio dei fiori si perpetua per tradizione da una +generazione ad un'altra, modificandosi e arricchendosi di tempo in +tempo. Tutta l'Italia ha questo gusto gentile; i ritornelli errano per i +campi con i lavoranti e talora si cantano gli stessi nella Maremma, in +Corsica, nella Campagna di Roma. Ma la vera patria di questi ritornelli +sembra esser la Toscana, il giardino d'Italia, la regione più felice +forse e più geniale di tutto il paese. Questi ritornelli sono costruiti +assai semplicemente. Il primo verso, brevissimo di solito, contiene il +nome di un fiore; gli altri due, endecasillabi, esprimono il pensiero, +in modo che l'ultimo verso rimi col nome del fiore, e quello di mezzo +finisca di solito, con un'assonanza: + + Io benedico della rosa il fiore; + Quest'è la sorte delle cose care; + S'acquista in pianto e si lascia 'n dolore. + +Un ritornello senza fiore: + + M'affaccio alla finestra, e vedo mare. + Tutte le barche le vedo venire + Quella dell'amor mio non vuol tornare. + +Quest'ultimo pittoresco stornello, come dicono i Toscani, si trova anche +nella raccolta di canti popolari toscani del Tigri, ma con una infelice +variante: _veggo 'l mare_, invece che _vedo mare_. Tigri ne ha raccolti +425, e fra di essi si trovano dei veri gioielli poetici. In molti +ritorna l'espressione _m'affaccio alla finestra_, come in questo, un po' +lezioso: + + M'affaccio alla finestra e vedo notte; + Con le lagrime mie bagno le lastre; + O fonte di bellezze, buona notte! + +Trascrivo qui un ritornello siciliano dell'Etna: + + Sciuri d'aranciu; + Tutti li beddi di ssu munnu munnu + C'un capiddu di tia non ci li canciu. + +Oltre queste poesie minime meritano anche di essere ricordati i +componimenti popolari di dieci versi della Maremma romana. In Toscana +simili componimenti vengono chiamati «rispetti» ma hanno _per lo più +solo otto versi_, e formano una strofa. Talora hanno un numero maggiore +di versi. A Roma io non conosco che quelli di dieci versi a rime +incrociate, con gli ultimi due a rima baciata. Queste strofe contengono +sentenze morali, proverbi, o serenate e canti d'amore popolari. + +Esse sono spesso ingenue, ma efficaci e piene di poesia. Da due decenni +si è diffuso in Italia lo studio dei canti popolari; se ne son fatte più +raccolte; recentemente è notevolissima la raccolta di canti umbri, +liguri, piceni, piemontesi, romani, di Oreste Marcoaldi (Genova 1855); +quella del Tigri: _Canti popolari Toscani_ (Firenze, Barbèra e Bianchi, +1856) vero tesoro di poesia; e finalmente quella di Leonardo Vigo +d'Acireale: _Canti popolari Siciliani_ (Catania, 1857). L'isola di +Sardegna è restata indietro, quantunque debba contenere materia +innumerevole e pregevolissima. La piccola Corsica deve la raccolta delle +sue belle canzoni al poeta Salvatore Viale. + +Chiudo la mia notizia sui poeti di Roma, i cui nobili tentativi ed i +buoni successi ho seguìto con amore per più anni, come ospite, mandando +loro il saluto e l'augurio fraterno dell'amico, attraverso le Alpi, +sulle rive del Tevere... Noi siamo tutti davvero, come dice la canzone +popolare romana, tanti rami d'un tronco solo, tante fiamme d'un solo +incendio![10] + + + + +AVIGNONE. + +(1860). + + + + +AVIGNONE. + +(1860). + + +Esiste un prestigio incancellabile in questo nome di Provenza, e questa +contrada, irradiata dal più bel sole, rinomata per il suo bel canto, +ricca di vigneti e di olivi, irrigata da un grande fiume, animata da +mille ricordi dei tempi antichi, esercita tuttora un vero fascino sopra +gli abitanti dei paesi settentrionali. Il riflesso romantico delle +canzoni dei trovatori sta su di essa come la gloria di un tramonto +sanguigno; imperocchè quell'epoca della poesia del medio evo è +tragicamente collegata allo sterminio degli Albigesi, di quegli eretici +coraggiosi, di quegli eroi del pensiero, che insanguinarono la poesia +provenzale, la libertà delle repubbliche cittadine della Francia +meridionale, la civiltà sociale di quelle contrade. Fu quello uno dei +punti culminanti della storia del medio evo; i contrasti di tale epoca, +sempre forti e pronunciati, lo furono maggiormente ancora colà ed in +quel periodo di tempo di libertà e dispotismo, di amore poetico, +voluttà, ed inquisizione, di fiori, feste e roghi fumanti di Giraldo di +Borneil e di Pietro di Castelnau; di Bertran del Bornio e di S. +Domenico. Si aggiunga l'attrattiva di una lingua melodiosa, nobile, la +quale a poco a poco venne scomparendo del tutto, della lingua più antica +fra le lingue romane, nella quale si scrisse e si poetò prima che +l'italiano s'innalzasse a lingua letteraria; della lingua d'Oc o di +Occitania, dalla quale ebbero origine quasi per contatto geografico le +tre lingue principali di razza latina, l'italiana, la spagnuola e la +francese. + +Non havvi per avventura in tutta la Francia una provincia, nella quale +si vada con eguale commozione. Se non che il treno corre troppo rapido, +e quella contrada curiosa, le sue roccie rossicce, i suoi castelli +diroccati, le sue città cupe e malinconiche, le sponde ridenti de' suoi +fiumi, i suoi aranceti, i suoi vigneti passano non meno rapidamente +davanti al viaggiatore che i ricordi storici evocati dall'aspetto di +quelle regioni, Bosone di Arles, Raimondo di Tolosa, Simone ed Amaury di +Monfort, i conti di Beana e di Oranges, Innocenzo III, Carlo d'Angiò, +Ludovico VIII, S. Domenico, i trovatori, i santi, gli eroi, i sette Papi +d'Avignone. + +La Provenza, del resto, ha tutt'altro che l'aspetto di un paradiso; in +molti punti la si potrebbe paragonare ai deserti dell'Arabia. Le +contrade sono sassose, arse dal sole, spesso di aspetto selvaggio, +bizzarro, malinconico, cupamente severo. Allorquando vidi quest'arida +regione, compresi come avesse potuto esser teatro di guerre fanatiche e +religiose; come su questa terra bruciata dal sole dovesse crescere una +razza di uomini appassionata, come quivi, del pari che nelle Calabrie, +dovessero regnare le passioni più svariate, ascetismo, entusiasmo, +arditezza di concetti filosofici, amore di libertà. + +Vive ancora qui la maledizione delle terribili crociate contro gli +Albigesi, gli Ugonotti, delle guerre delle Cevenne, delle conversioni +tentate da Ludovico XIV per mezzo dei suoi dragoni. Quasi si direbbe che +le città deserte, i castelli che sorgono in rovina in cima alle rupi, +sembrino parlare tuttora di quei tempi, come dei saturnali sanguinosi +dell'ultima rivoluzione; e non fanno per certo lamentare la caduta della +tirannia feudale. Se non che, non sono soltanto i castelli rovinati, che +portano questa impronta severa e malinconica; la posseggono pure i +villaggi, le città fabbricate con una roccia di colore giallo-rossiccio, +che si direbbe infuocata, al mirarla fra le fronde magre dei gelsi e +degli olivi. Neppure nei monti più selvaggi dello Stato Pontificio, nei +monti Volsci, nella Sabina, neppure nella Corsica, ho veduto villaggi +egualmente malinconici. Sono per lo più fabbricati alla rinfusa, senza +ordine; le case costrutte di piccoli e rozzi sassi, coi tetti acuminati, +sono piccole, a forma quasi di capanne; qua e là si scorge una finestra +senza impannata, chiusa unicamente da imposte di legno; qualche volta +l'intera parete ha soltanto una finestra e una piccola porta. Le strade +sono piccole, strette, oscure, tortuose; meritano a mala pena quel nome, +perchè, o disseminate qua e là senza ordine di sorta, od ammonticchiate +le une sopra le altre, non si prestano alla formazione di strade +regolari, e sembra piuttosto di trovarsi nei giri tortuosi del letto di +un torrente, che in vie aperte alla comunicazione scambievole degli +uomini. + +Generalmente, sorge sopra ogni villaggio un castello rovinato, quasi +marchio in fronte al sanguinoso medio evo. Pochi sono gli indizi, le +traccie di arti belle; le chiese stesse sono più che modeste, e di +architettura tutta primitiva. La vita che si vive in quei paesi pare +estranea alla civiltà, porta in generale l'impronta della selvatichezza +e della miseria. Difatti, per qual motivo i contadini abbastanza agiati +di oggidì, i quali non hanno a temere più nè gli arbitrî nè i soprusi +dei baroni, nè le scorrerie dei soldati di ventura, nè le sorprese dei +satelliti dell'inquisizione, continuerebbero a rintanarsi in quelle +meschine catapecchie, tristi avanzi del medio evo? L'abitudine è +certamente, se non sempre dolce, pure abbastanza tenace, e gli abitanti +del mezzogiorno sono più ostinati degli altri nei loro usi, nei loro +costumi, particolarmente nelle regioni aride e montuose, di per sè +ribelli al progresso agrario, e l'inerzia ed il sudiciume sono purtroppo +qualità caratteristiche delle contrade. + +Parlo dei piccoli villaggi della Provenza, non delle grandi città +avvezze alla civiltà, alla vita sociale, le quali però sono esse pure di +aspetto malinconico, decaduto e sudicie esse pure. Così è Donzères, così +Mondragone col suo nero castello, così la Palud Mornas con le sue +memorie sanguinose, Piolenc (nomi strani, bizzarri, sonori) così pure +Orange, che richiama tutto ad un tratto al ricordo della storia della +Borgogna, dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra ed anche della Prussia; sede +una volta dei principi, da cui derivò la casa di Orange, ma pur sempre +città piccola, d'aspetto cupo, notevole per alcune antichità romane e +medioevali. + +Nelle campagne regna un profondo silenzio; si vedono appena qua e là +alcuni contadini intenti a lavorare la terra, e, nonostante la vicinanza +di due grandi città commerciali, quali sono Lione e Marsiglia, non vi si +scorge quasi indizio di attività industriale e commerciale. Anche le +stazioni della strada ferrata sono in generale vuote di passeggieri; ad +ogni stazione però stanno aspettando preti col loro breviario, monache +coi loro rosari e con le loro grandi croci. In una parola, questa +contrada non è contrada francese; queste popolazioni dalla faccia +abbronzata dal sole, dai capelli neri, non sono francesi; sono preti +romani, o popolo misto di liguri, celti, borgognoni, visigoti, romani ed +anche di greci massilioti, i quali tutti popolarono queste regioni con +le loro colonie. + +Le sponde qua e là altissime del Rodano, con le loro tinte calde, +l'aspetto affascinante di esse in molte parti, come all'incantevole +Roche de Glun, eccitano la fantasia, e quanto più uno si inoltra nel +sud, tanto più il paese gli appare bello e originale. + +Presso Mornas vidi i primi olivi, ma sembravano ancora delle piante +esotiche. Di limoni e di aranci non ne vidi, ad onta della prossimità +della città di Orange. Presso Sorga si varca il celebre torrente di +questo nome, il quale scende dai monti romantici di Valchiusa, dove +Petrarca cantò la bella Laura. Sorge in vicinanza Avignone, sul possente +Rodano, e di là signoreggia tutta la contrada il palazzo dei Papi, uno +dei più cospicui monumenti che ci siano rimasti del medio evo, +gigantesco, di aspetto cupo; esso richiama alla memoria in certo modo +quelli d'Egitto. + +Avignone non è nè grande nè bella città, però varia di aspetto ed +originale. Ai tempi dei Papi contava ottantamila abitanti; oggidì sono +ridotti a trentasettemila quelli del decaduto capoluogo del dipartimento +di Valchiusa. Al pari di tante città d'Italia, dalle quali si ritirò la +vita storica, non è più che un monumento senz'anima. L'aria vi è, per +così dire, impregnata di leggende, di storia, ma non già, come quasi +ovunque in Italia, di belle e poetiche tradizioni; qui tutto è severo. +Vi abbondano il fanatismo, la prepotenza baronale, l'assolutismo +clericale; mancano la vita civile, il soffio della democrazia, i +contrasti armonici della vita attiva e del genio della civiltà. L'ombra +del suo medioevale castello ciclopico si stende su tutta la città, e si +direbbe la opprima, le impedisca di risorgere; guardando da quello +Avignone, si pensa involontariamente ad un legittimista caduto in bassa +fortuna, sul logoro abito di velluto del quale, si scorgano tuttora +vestigia di ricami in oro. + +Allorquando camminavo sul selciato, veramente cattivo, di queste strade +oscure e contorte, mi pareva di trovarmi ancora in Anagni, dove pure più +d'una volta tennero corte i Papi e dove sussistono tuttora le rovine del +palazzo di Bonifacio VIII. Quella città è decaduta, deserta, polverosa, +incresciosa, quanto lo è appunto Avignone. Fu in Anagni che Bonifacio +VIII fu sorpreso e trattato nel modo più indegno da Guglielmo di +Nogaret, inviato dal re di Francia Filippo il Bello. Pochi anni dopo lo +stesso re Filippo portava il papato esautorato e ridotto a' suoi voleri, +nella cattività francese, o, come fu detta, di Babilonia, fissandone la +sede quivi in Avignone. E queste reminiscenze storiche, queste relazioni +fra le due città, mi facevano pensare sempre più ad Anagni, della quale +serbavo profondo ricordo. + +Le mura stupende della città, opera dei Papi, con le loro torri +quadrate, con i loro merli, con le loro porte; l'alta ed ampia rupe +(_Rocher des Doms_) con la cattedrale e coll'immenso palazzo; la città +di aspetto grigio, dalla quale sorgono alcune antiche torri, il Rodano +che lambe le mura; gli avanzi pittoreschi del ponte di S. Benezet; il +ponte sospeso che porta nell'isola sul Rodano; sull'altra sponda di +questo, l'aspetto bizzarro di Villeneuve-les-Avignon con le sue torri, e +col suo castello; tali sono i caratteri principali, che prima appaiono, +di Avignone. + +La posizione della città, senza essere straordinariamente bella, non +manca però di un certo pregio; imperocchè il nobile fiume dà alla città +stessa ed al suo territorio un carattere di grandezza e di maestà. +L'orizzonte è vasto e bello, e mi sorprese, ad onta delle mie fresche +reminiscenze d'Italia, quando dalla riva del Rodano salii la lunga ed +ampia gradinata che porta sul Rocher des Doms. Si scorge una campagna di +aspetto completamente meridionale, coltivata ad oliveti, e con +piantagioni di gelsi, di robbia, di viti, attraversata dal Rodano, dalla +Sorga, dalla Duranza, irrigata da numerosi canali, popolata da +moltissimi villaggi. Un cielo limpido e sereno si stende su quella +regione di colline. Sulla sponda destra del Rodano, arida e di tinta +gialla come le roccie della Sicilia, si scorgono le rive di Villeneuve, +il forte S. Andrea, Chateau-neuf-des Papes, i monti ricchi di oliveti di +Valchiusa, più in là l'alto Bentoux, l'azzurro Luberon, le cime delle +Alpi del Delfinato e della Provenza, e finalmente le montagne della +Linguadoca. Tutti questi monti non hanno le belle forme dei monti +italiani, campeggiano però in un'atmosfera e sotto un cielo meridionale, +ed annunciano la vicinanza del bel paese. Allorquando i cardinali +italiani e romani (che sempre ve ne furono alla corte dei Papi francesi) +gettavano lo sguardo su questi campi di Provenza, potevano fino ad un +certo punto trovarvi un ricordo delle bellezze d'Italia ed una +reminiscenza del panorama grandioso di Roma. I cardinali poi, ed i Papi +francesi che l'amore di patria legava a queste contrade, potevano +rivolgere sovra esse con soddisfazione i loro sguardi e consigliare +agl'Italiani di consolarsi col vino eccellente di Borgogna, e con le +belle avignonesi, dagli occhioni neri, diletto, questo, che essi non +disprezzarono mai. + +La vegetazione sul Rocher des Domes è tutta quanta meridionale. Vi +crescono e vi fioriscono, sulle terrazze, i leandri, l'alloro, gli +alberi della vite, le ginestre ed i pini, e vi scorsi pure alcune piante +di aloe, per quanto queste piante d'Italia fossero piccole, tisiche, +come piante esotiche. Si capiva che il suolo non era quello ancora, in +cui potessero prendere tutto il loro sviluppo. Nel pensare allo +splendore della vegetazione d'Italia, mi pareva che i Papi avessero +cercato di portare nella cattività di Babilonia la flora romana. Gli +aranci ed i limoni non crescono in Avignone all'aperto, per quanto vi +sia caldo il sole, e non vidi che meschini gli allori, i cipressi ed i +pini, che crescono cotanto maestosi in Roma. Del resto, il suolo di +Avignone è fertile, produce vino ed olio eccellenti, fichi, mandorle e +robbia soprattutto, in grande quantità. + +Si riferisce alla coltivazione di quest'ultima pianta una grande statua +di bronzo, che sorge sulla spianata del Rocher des Doms. Avvezzo a +trovare in Italia sulle piazze delle cattedrali la statua del santo +patrono della città, mi mossi verso quella per vedere quale fosse il +protettore di Avignone, e trovai scritto sul piedistallo: _A Jean Althem +introducteur de la garance, les Vauclusions reconaissants.--1846_. Di +fronte alla cattedrale di Avignone, in prossimità del Vaticano francese, +non sorge dunque la statua di un Papa, nè di un martire, nè di un +vescovo, ma quella di un semplice cittadino, il quale introdusse nella +Provenza, non già l'inquisizione, ma una pianticella la quale fa ricco +il paese, tingendo di un bel rosso i calzoni di seicento mila francesi. +E ciò mi confermò che non mi trovavo già in Anagni, ma in una città +della Francia attiva ed industriale, fra Lione e Marsiglia. Giovanni +Althen però non era avignonese, ma persiano. Venne in questa città nel +1756 e morì nelle vicinanze, a Caumont, nel 1774. + +Non spirava un soffio d'aria, quando pervenni su quell'altura; benchè +fossimo in ottobre, il sole splendeva ardente sulle nude rocce. Ma il +vento del settentrione, il _maestrale_, come qui lo chiamano, si fa +sentire sovente con forza, e la città vi è molto esposta; di qui +l'antico proverbio: + + Avenio ventosa + Sine vento venenosa + Cum vento fastidiosa. + +Io però farei una correzione all'ultimo verso, dicendo: _Cum et sine +vento fastidiosa._ Questo proverbio mi ricordò quello di Tivoli: _Tivoli +di mal conforto, o tira vento, o piove, o suona a morto._ + +Il nome di _Rocher des Doms_ è derivato da _Domnis_ o _Dominis_, e la +cattedrale pure è denominata _Nostra Signora des Doms_. La rupe sopra la +quale sorge è alta centotrent'otto piedi sopra il livello del mare, ed +ottant'un piede sopra Avignone. Colà sorgeva l'antichissima acropoli e +colà ebbero sede, in tutte le epoche, i principali monumenti della sua +storia. Avignone rassomiglia in questo a parecchie città del Lazio e +dell'Etruria, le quali ebbero nel punto più elevato l'antica rocca ed a +fianco di questa il tempio, tanto durante il paganesimo quanto nell'êra +cristiana; imperocchè le cattedrali ed i palazzi vescovili, fortificati +e con le loro torri, furono in generale costrutti con i materiali tolti +dai tempî dei pagani. + +Prima di introdurre il mio lettore nel celebre palazzo dei Papi, voglio +da questo Campidoglio avignonese gettare uno sguardo sulla storia di +questa città e de' suoi dintorni, imperocchè, quale linguaggio possono +parlare le pietre e le mura di una località famosa, se non se ne conosce +la vita storica? + +L'origine di Avignone è oscura; sorse certamente avanti G. C. I greci la +nomarono _Avenion_, i romani _Avenio_, non si sa se togliendo il nome _A +vento_, _Ab avibus_, _Avineis_, o da altra parola. La città fu +indubbiamente capitale dei Cavari o Celti, i quali popolavano questa +parte delle Gallie, e più tardi vi presero stanza pure i massiloti, +quale un emporio sul Rodano. Avignone fu quindi colonia romana, con +diritto di città latina, ed appartenne al pari di Ginevra, Grenoble, +Valenza, Orange, Carpentras, Arles e Marsiglia, alla provincia gallica +di Vienna nel Delfinato. Tutte queste città fiorirono sotto i primi +imperatori, e si ebbero in esse numerosi monumenti d'architettura +romana. In Avignone, però, nessuno ne rimane, mentre nelle sue +vicinanze più o meno sussistono tuttora, in Orange, Carpentras, +Cavaillon ed Arles. Può darsi sia vero quanto dicono i più recenti +scrittori di Avignone, che quei monumenti siano stati distrutti dai +Borgognoni, dai Goti, dai Franchi e dagli Arabi; se non, che nel +considerare le mura colossali del palazzo dei Papi, mi pareva probabile +che, al pari di molte chiese, di molti palazzi di Roma, dovessero celare +nel loro interno più di un monumento romano. + +La Provenza, ultima fra le provincie romane delle Gallie, divenuta +finalmente romana per lingua, per costumi, fiorente per civiltà latina, +ricca di scuole, di accademie, fu posseduta dapprima, per poco tempo, +dai Visigoti, poscia dai Borgognoni; poi divenne provincia franca sotto +Clodoveo. Se non che, tutte le razze germaniche furono sempre odiate dai +Provenzali, i quali parlavano latino, ed anche allorquando i Franchi +diventarono Francesi, la Francia meridionale sulle due sponde del +Rodano, fino ai piedi dei Pirenei, si separò fin quasi ai tempi nostri +per la lingua, per sentimento nazionale, per usanze, per costumi dal +resto della nazione. La Francia meridionale si oppose violentemente alla +dinastia dei Merovingi, quindi dei Carolingi; quelle provincie cercarono +far regno a sè, e di qui ebbero origine i loro rapporti coi Saraceni, +nemici giurati dei Franchi. Ma Carlo Martello, dopo aver sconfitto i +Mussulmani presso Tours, li cacciò pure dalla Provenza, s'impadronì di +Avignone, la quale aveva aperte le sue porte agl'infedeli e la pose a +ferro ed a fuoco. In tal guisa la Provenza venne ridotta a signoria dei +Franchi. + +Intanto i Provenzali, dopo la caduta dei Carolingi, si sottrassero alla +monarchia francese; elessero a Vienna (879) a loro re nazionale il conte +Bosone, e così venne fondato il regno di Provenza, il quale ebbe pure il +nome di Borgogna Cisiuranica, siccome quello che comprendeva molte parti +dell'antica Borgogna, la Provenza, il Delfinato, un tratto della Savoia, +Nizza, il Lionese, la Bressa e parte di Friburgo. Rimase separata la +Borgogna Transiuranica fino al 933, nel quale anno i due regni furono +riuniti e formarono il novello regno di Arles. L'ultimo re di questo, +Rodolfo III, chiamò nel 1032 a suoi eredi i re di Germania, i quali +mantennero a lungo su quelle provincie, attualmente francesi, e più a +lungo ancora sulla Svizzera, la supremazia politica. + +Sebbene passasse allora la Provenza a far parte del regno di Borgogna, +continuarono però a governarla i suoi conti nazionali, in qualità di +vassalli del regno e dell'impero. Dall'anno 900 in poi presero stanza +in Arles e finirono per ridurre la loro signoria ereditaria pressochè +indipendente, mentre sorgevano anche dei conti nazionali nella +Linguadoca, e vi fondavano la famosa famiglia dei conti Raimondo di +Tolosa. + +Avignone appartenne al regno di Arles; ma, oltre i conti di Provenza, +possedevano pure diritti sulla città, quelli di Tolosa, e quelli ancora +di Forcalquier, di guisa che, prima di diventare dominio dei Papi, ebbe +per lungo spazio di tempo tre signori, pur rimanendo soggetta ancora +all'Imperatore di Germania; strana ed assurda combinazione, che solo il +feudalismo e l'intricato suo sistema di diritto pubblico possono +spiegare. + +Nell'epoca avventurata in cui principiarono a svilupparsi ed a fiorire +le libertà municipali, anche Avignone ottenne la propria autonomia, come +l'avevano ottenuta Marsiglia ed Arles, e fu governata da consoli e da +podestà, ad imitazione delle repubbliche italiane. L'imperatore +Barbarossa confermò nel 1137 gli statuti di Avignone, ed allora la +fiorente città prese pure il nome di repubblica imperiale. + +Poco tempo dopo fu coinvolta nella grande agitazione, nel grande +rivolgimento che prese nome dagli Albigesi. + +L'affrancamento, l'emancipazione del pensiero andarono di pari passo +coll'affrancamento della borghesia; e le città della Francia +meridionale, dove fin dai tempi dei Greci e dei Romani eransi mantenuti +sentimenti municipali, inalberarono con ardore la bandiera degli +Albigesi e di Raimondo di Tolosa, per conquistare la loro piena +indipendenza. È noto quale fu l'esito finale di quest'ultima lotta della +Francia meridionale per la sua libertà; le crociate micidiali, bandite +prima da Innocenzo III, quindi da Onorio contro gli Albigesi, ebbero per +fine di annientare la libertà di quelle città, di rovinare la loro +prosperità e di fare assorbire la loro nazionalità dalla Francia. + +Simone di Monfort si rese padrone della Linguadoca, la bella proprietà +dei conti di Tolosa; e Roma che a quei tempi regalava regni, quasi fosse +stato il Papa padrone del mondo, lo confermò nel possesso di tali +contrade. Se non che, l'infelice Raimondo e suo figlio, partiti da +Genova, dove si trovavano in esilio, furono accolti con trasporto dalle +repubbliche di Avignone e di Marsiglia, e si riaccese la guerra più +accanita che mai. Un sasso, lanciato dalla mano di una donna, colse al +capo Simone di Monfort, all'assedio di Tolosa, e gli Albigesi +trionfarono per poco tempo. + +Soggiacquero alla spada di Ludovico VIII, di cui l'aveva armato Onorio +III. Il giovane Raimondo fu costretto alla pace, cedendo alla corona di +Francia molte delle sue possessioni, ed alla chiesa romana parecchi de' +suoi diritti sopra Avignone ed il contado Venosino. Roma guadagnò nella +guerra contro gli Albigesi il primo titolo ad una novella signoria in +Francia, ed ottenne particolarmente Venasque e Carpentras; sebbene +questa cessione non avesse propriamente che il carattere di un pegno, e +la Chiesa si trovasse poi costretta a dovere restituire quelle città ai +conti di Tolosa. Non dimenticò però mai i suoi diritti, e fin dal 1273 +il re di Francia fece cessione assoluta, e per sempre, ai Papi del +contado Venosino. + +Avignone, costretta da Ludovico VIII nel 1226 ad arrendersi, rimase +ancora una volta soggetta ai conti di Tolosa ed a quelli di Provenza. Ma +in forza dei patti della pace di Parigi, Raimondo aveva dovuto concedere +la mano della sua figliuola ed erede Giovanna ad Alfonso di Poitiers, +fratello del re. Colla morte del primo, avvenuta nell'anno 1249, si +estinse la famiglia illustre dei conti di Tolosa ed i suoi possedimenti +passarono alla Francia. Uguale sorte toccò alla stirpe dei conti di +Provenza; l'ultimo di questi, Raimondo Berengario, maritò la sua +figliuola Beatrice con Alfonso fratello di Carlo d'Angiò, che fu più +tardi conquistatore di Napoli e carnefice di Corradino, e in tal modo +anche la Provenza passò nel 1245 in potere della corona di Francia. + +I due fratelli cercarono di far valere i loro diritti sopra Avignone e +su altre città. Invano si rivolsero le repubbliche minacciate, per +aiuto, al grande imperatore Federico II, loro alto signore, in forza +degli antichi diritti dell'impero; dovettero soggiacere al duro +conquistatore. Avignone si arrese il 10 maggio 1251; scomparvero così i +suoi ordinamenti repubblicani e la fiorente sua civiltà municipale, alla +quale doveva succedere sessanta anni dopo un'altra esotica e curiale, +istituita dai Papi in quella stessa Provenza, che i loro predecessori, +per mezzo di legati, avevano messa a ferro e fuoco, spegnendo la +splendida civiltà della Francia meridionale, la brillante scienza di +Arles, di Tolosa e di Nimes. + +Avignone rimase esclusivamente ai re di Napoli, i quali portavano pure +il titolo di conti di Provenza e di Forcalquier. Narrerò poi, nel +palazzo stesso dei Papi, come la Chiesa romana potè ottenere questa +città dalla corona di Napoli. + +Il castello cupo, con le sue torri massiccie e colossali, le sue mura +nere e gigantesche, interrotte da poche finestre gotiche irregolari, con +i suoi fossati, con le sue saracinesche, con le sue prigioni +sotterranee, produce non solo un'impressione di tristezza, ma anche +sinistra. Nel complesso, il castello è un brutto edificio, un misto di +fortezza e di convento, di palazzo e di prigione, fabbricato senza +piano, senza disegno: una specie di laberinto. Sebbene la mole abbia una +certa imponenza, questa fortezza papale in Francia, isolata da tutta +quanta la storia del papato, senza veruna connessione con tutti gli +altri monumenti del paese, offre un carattere di casualità, di +meschinità, quando si pensi al Vaticano. Anche a fianco di questo sorge +una fortezza, ma è il mausoleo di un imperatore romano; il genio delle +arti ha ingentilita la sua mole e nelle sue ampie stanze brillano le +meraviglie del mondo classico. A S. Pietro, a fianco del Vaticano, +corrisponde in Avignone la piccola chiesa Notre Dame des Doms, annessa +al castello. Rappresenta dunque, questa residenza passeggera, le sorti +ed il decadimento del papato durante la sua permanenza in Francia; essa +fu una prigione dei Papi, ed il suo castello baronale ricorda l'epoca +del feudalismo, nella quale il supremo gerarca della cristianità non +era altro che un vassallo della Francia e non arrossiva di fregiarsi del +titolo feudale di conte Venosino e di Avignone. + +La storia di sette Papi dà vita al castello, ma non basta a riempire +quelle ampie stanze, a popolare le sue mura; appena i Papi ebbero +abbandonato il palazzo, non presentò questo maggiore interesse di tanti +altri castelli baronali. + +Sulla porta principale d'ingresso si scorgono le armi di Avignone, una +città sorretta da due aquile, e al disotto tre chiavi papali in oro; +entrando, si trovano cortili deserti, mura altissime, scale eterne, +lunghi corridoi come nei monasteri, cappelle gotiche ora chiuse, ampie +sale attualmente tramezzate, stanze nelle torri, vôlte sotterranee, un +vero laberinto di Dedalo, che fa venire le vertigini. Rimbomba il +tamburo; i soldati gridano, schiamazzano, e, negli splendidi +appartamenti che furono di Clemente VI, si vedono ora lunghe file di +materassi e lunghe file di soldati francesi. Dopo che la rivoluzione del +1790 ebbe cacciato da Avignone i legati pontificî, il palazzo venne +senza difficoltà ridotto ad uso di caserma, e serba tuttora quella +destinazione. Ne ha tutto quanto l'aspetto, essendo stata devastata in +modo barbaro dai soldati durante la rivoluzione, e sotto la +restaurazione del 1815. I preziosi affreschi delle cappelle e di +parecchie stanze furono interamente rovinati, e non vi si scorgono più +che a mala pena alcune reliquie di belle pitture, della scuola di +Giotto. + +Queste mura, ora mute, furono testimoni durante settant'anni della +storia del papato, in una delle epoche più memorabili d'Europa, quando +cominciava a splendere di bel nuovo la luce delle scienze. + +Il primo Papa di Avignone fu Clemente V, Bertrando du Got, arcivescovo +di Bordeaux, volpe astuta in abiti sacerdotali. Eletto e confermato in +seguito a segrete intelligenze con Filippo il Bello, si fece incoronare +a Lione contro il volere dei cardinali; li costrinse a venire in +Francia, a seguirlo in Avignone, dove fissò la sua dimora nel 1309. La +città apparteneva allora a Carlo II re di Napoli; il Papa, pertanto, era +suo ospite; non esistendo colà palazzo pontificio, Clemente andò ad +alloggiare nel convento dei domenicani. Si prestò servilmente ai voleri +del despota francese, sopprimendo vergognosamente l'ordine dei templari. +Nell'atto di morire, il gran maestro di questi, Giacomo Molay, citò il +Papa ed il Re di Francia fra breve davanti al tribunale di Dio, e volle +il caso che la sua profezia non tardasse ad avverarsi: poichè Clemente +morì in Roquemaure nel 1314. Arricchì i suoi nipoti, ma non lasciò di +sè che la memoria di un ambizioso sordidamente avaro, quale lo +qualificarono due grandi ed illustri fiorentini, storico l'uno, santo +vescovo l'altro. + +Dopo la sua morte, Avignone continuò ad essere residenza del suo +successore, provenzale di nascita e contemporaneamente vescovo della +città. Giovanni XXII si lusingò di poterla ridurre a signoria della +santa Sede e di unirla al contado Venosino, ed a Carpentras. Si +rinnovarono nella piccola Avignone le sorti di Roma; i Papi, i quali +avevano a poco a poco acquistato in questa il dominio temporale, +mirarono pure a diventare signori di Avignone, non appena ebbero fissata +ivi la loro dimora. L'energico vecchio si decise di trincerarsi in un +palazzo in suolo straniero, ed in podestà del Re di Francia. Questa +nuova abitazione doveva diventare una rocca con fossi e con torri, ed a +questa si offriva adattissimo il _Rocher des Doms_, che signoreggiava il +corso del Rodano. + +Giovanni XXII gettò le fondamenta della rocca di Avignone, e risale alla +sua epoca la maggiore torre, detta _Trouillas_, la quale si estolle +colossale, tuttochè non ultimata. Nel veder sorgere davanti ai loro +occhi questo edificio, i cittadini di Avignone, attoniti, non potevano +comprendere quale fosse la sorte riservata alla loro patria. Giovanni +prese ad abitare la sua fortezza, e si fu da questa che scagliò nel +mondo i fulmini delle sue scomuniche, i quali andarono a colpire anche +Lodovico il Bavaro; ivi accolse pentito l'antipapa Pietro di Corbara, ed +ivi lo tenne prigioniero fino alla sua morte. Giovanni XXII morì nel +1334, in età di novant'anni. Alla sua morte si rinvenne ne' suoi scrigni +l'ingente somma di venticinque milioni di scudi d'oro, dei quali +diciotto in moneta sonante, e sette in vasellami e pietre preziose. + +Tali erano le ricchezze dei Papi in quel loro esilio di Babilonia ed in +un'epoca in cui lo stato della Chiesa si trovava in piena rivolta e in +cui tutte quante le Provincie erano rovinate. + +Giacomo Fournier fu il terzo Papa di Avignone e prese il nome di +Benedetto XII. Vecchio, senza genio, ma dotto in teologia, succedette +all'abile Giovanni XXII, l'amico dei re, col lodevole proposito di +purgare la Corte papale dal nepotismo e la Chiesa dai mille abusi. +Cominciò allora a regnare nel palazzo pontificio una disciplina severa, +tutta monastica. Se non che lo stesso Benedetto XII, dal quale molto +speravano i Romani, rimase sordo alle loro preghiere, alle loro ripetute +istanze, perchè trasferisse di bel nuovo la sede del Papato a Roma. Il +partito francese vi si oppose virilmente; il re costrinse il Papa a +rimanere in Avignone, motivo per il quale Petrarca lo fece segno ai più +vivi rimproveri. + +Benedetto XII ridusse l'abitazione di Giovanni XXII a guisa di fortezza +inespugnabile, dandole anche in certo modo, seguendo in questo la sua +indole, l'aspetto di un monastero; nè poterono più, i suoi successori +mondani, togliere all'edificio questo carattere. + +Clemente VI fu uomo di spirito, istruito, d'inclinazioni mondane, un +perfetto gentiluomo della casa di Beaufort, amico del Petrarca, amante +delle belle arti, della poesia, delle scienze; egli chiamò le Muse alla +voluttuosa sua Corte di Avignone. La città che gl'Italiani, nella loro +perdonabile irritazione, nomavano Sodoma, o la seconda Babilonia, +fioriva in quella epoca e brillava di un fugace splendore; in un teatro +così ristretto la Corte dei Papi e dei cardinali non poteva estendersi; +e quei Papi francesi non furono che baroni provenzali, che cittadini +della piccola Avignone. Mentre questa fioriva, Roma era divenuta un +villaggio. Abbandonata dai papi, che avea cacciati le tante volte dalle +sue mura, ne bramava ora ardentemente il ritorno, e dal momento che +questi non si decidevano a ritornare, si abbandonava, la città eterna +ad una delle imprese più singolari che ricordi la storia. Era il tempo +di Cola di Rienzo. + +I Romani mandarono un'ambasceria a Clemente VI per sollecitarlo a voler +far ritorno a Roma; trovavasi fra i legati Cola. Fu appunto in Avignone +che Petrarca lo conobbe. Fra gli ambasciatori c'era pure Stefano +Colonna, capo della prima famiglia di Roma, amico del Petrarca, il quale +per certo non nudriva allora il sospetto che fra pochi anni il giovine +notaio avrebbe fatto uccidere i suoi figliuoli ed i suoi nipoti. + +Nell'aggirarsi oggidì entro le squallide stanze del castello di +Avignone, sorgono davanti agli occhi Petrarca, madonna Laura, non che la +figura romantica dell'ultimo tribuno dei Romani, e rallegrano così la +tristezza che regna entro a quelle mura. Se non che i soldati dai +calzoni rossi di Napoleone, i quali, tornati appena dai campi di +battaglia sanguinosi di Magenta e di Solferino, si andavano preparando +in questo palazzo dei Papi a partire in guarnigione in quella stessa +Roma papale, la quale trovasi ora in condizioni ben più critiche di +quanto fosse ai tempi di Cola di Rienzo; quei soldati si frapponevano di +continuo fra me e le immagini del passato. Essi non avevano idea veruna +nè di Petrarca, nè di madonna Laura, nè di Cola di Rienzo, nè di +Giovanna di Napoli; sapevano però che quelle mura avevano albergato Papi +e potevano credere che anche attualmente un Papa era in certo modo +prigioniero della Francia, e che si andava dicendo potesse venire +condotto in Avignone. Sì, molte considerazioni mi facevano ricollegare, +in quel castello dei Papi, il tempo dell'esilio avignonese col tempo +presente. + +Fu, pertanto, fra queste mura, ed in principio del 1344, che Cola di +Rienzo tenne discorso a Clemente VI. Il momento era splendido, adatto ad +un Demostene, o ad un Cicerone; il giovane oratore aveva posto tutto il +suo impegno per arrivare a commuovere il Papa e quella nobile assemblea, +acquistando contemporaneamente a sè fama non peritura. Fece una pittura +vivace della miseria in cui era caduta Roma, e descrisse in particolar +modo i soprusi, e la prepotenza dei baroni. Questa fu la causa della sua +rovina. I Colonna, fra i quali il cardinale Giovanni ch'era presente, +posero il Papa in guardia contro l'ardito demagogo, e Cola rimase un +certo tempo in Avignone in povero stato, oggetto di scherno da parte dei +cardinali e dei grandi. Allora Clemente VI si trovò costretto a +rimandarlo a Roma, nella qualità di notaro della Camera municipale. Da +quel momento ebbe principio la sua carriera fantastica in Roma, nella +quale si propose non solo di richiamare la città all'antica grandezza, +ma ancora di fondare l'unità d'Italia. + +Il grande tribuno ricomparve ancora una volta nello stesso palazzo di +Avignone. Il primo atto del meraviglioso suo dramma aveva avuto luogo in +Roma. Venne nel 1351 quale prigioniero da Praga, consegnato +dall'imperatore Carlo VI. Allorquando giunse in città, scortato da +uomini armati, tutto il popolo si mosse per vedere l'uomo singolare, che +avea operato cose cotanto straordinarie in Roma. Cola fu condotto nel +palazzo, trattenuto ivi in carcere, dove gli si somministrava vitto +scarso; gli venne fatto processo, al quale prese viva parte non solo +Avignone, ma tutto il mondo. Era grande il prestigio del suo nome, de' +suoi atti; la gloria classica di Roma circondava il singolare nipote che +aveva osato vestire la toga e presentarsi qual tribuno del popolo che +egli aveva incantato con uno spettacolo romano. Petrarca scrisse +epistole ai Romani, richiedendoli di tentare, per mezzo di +un'ambasciata, la salvezza del suo infelice amico. Intanto Cola se ne +stava rinchiuso, fantasticando, in una torre del castello, forse in +quella terribile Trouillas che esiste ancora. Veramente non si sa con +precisione il luogo dove venisse rinchiuso, ma la tradizione accenna +quella torre quale sua prigione. La sua prigionìa però si andò facendo +meno severa; gli si mandavano cibi dalla tavola del Papa, gli si permise +di avere dei libri, ed egli si immerse nella lettura assidua di Tito +Livio, nel quale trovava descritta la grandezza antica dei Romani, ed in +cui poteva ravvisare l'imagine tanto delle sue geste, quanto della sorte +che lo attendeva. Visse colà fino all'agosto del 1353, nel quale anno il +successore di Clemente VI non solo gli permise di ritornare a Roma, ma +colà lo spedì in qualità di suo vicario. Lo strano capriccio della sorte +permise al già caduto tribuno d'innalzarsi ancora una volta con +splendore; furono quelli i suoi _cento giorni_ di Roma; poi cadde +trafitto da una spada, ai piedi del Campidoglio. + +Domandai se per avventura esisteva nel palazzo qualche ricordo della +presenza di quest'uomo singolare, ed il custode mi fece vedere un +ritratto di Cola, che teneva nella sua stanza. Questo ritratto, dipinto +ad olio, lo rappresentava in abito di senatore, con la testa dai +riccioli neri, coperta da un berretto rosso. La sua testa grande e molto +espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava la fisonomia larga e +grassa che si dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo di sua +vita. Il naso aquilino, di profilo prettamente romano, rivelava +energia; lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto il ritratto lessi +queste parole: _Nicolas Calabrini dit De Rienzi, tyran de Rome en 1347_. +Questo ritratto non aveva, a dire il vero, verun carattere di +autenticità, ed apparteneva fuor di dubbio al tempo in cui il gesuita +Cerceau pubblicò l'opera, senza valore: _Conjuration de Nicolas Gabrini +dit De Rienzi, tyran de Rome,_ venuta alla luce in Amsterdam nel 1734. + +Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel +palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata +dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di +Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno, +era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al +giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343, +dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della +minorità di Giovanna. La principessa, giovane di sedici anni, punto non +amava il suo consorte, di cui probabilmente non hanno gli storici +napoletani esagerati i modi rozzi e la inettitudine. I baroni napoletani +mormoravano contro la tracotanza degli Ungheresi che circondavano la +giovane corte; decisero di sbarazzarsi di Andrea, tanto più che +Clemente VI aveva di già pubblicata la bolla che prescriveva +l'incoronazione anticipata del minorenne Andrea. + +Giovanna trovavasi, il 18 settembre 1345, in Aversa col re suo consorte; +nella notte Andrea venne chiamato fuori dei suoi appartamenti col +pretesto di ricevere dispacci importanti, e, non appena l'infelice +giovane apparve al balcone, fu afferrato da persone mascherate, le quali +gli gettarono un laccio al collo e lo precipitarono, senza far rumore, +nel giardino, dove si trovò al mattino il suo cadavere appeso ad una +fune. Il popolo si commosse; la regina fuggì in tutta fretta a Napoli, +dove si rinchiuse nel suo palazzo; la voce pubblica l'accusò di aver +ucciso il marito, o, per lo meno, di essere complice dell'assassinio di +questo. Ebbero luogo processi ed esecuzioni per ordine tanto di +Giovanna, quanto del legato pontificio, che non si tardò a spedire da +Avignone. + +Intanto Ludovico di Ungheria, fratello dell'ucciso, preparava un +esercito per muovere contro Napoli e vendicare la morte di Andrea; nel +che riuscì completamente. Giovanna, giovane, bella, voluttuosa, come in +tempi posteriori Maria Stuarda, e intelligente al punto che si diceva +aver ereditate le splendide doti d'ingegno del suo grande avo, non +sapeva in qual modo sottrarsi al pericolo imminente che la minacciava. +Tolse a marito Ludovico di Taranto, suo cugino, per il quale nudriva una +tenera passione già prima della morte del marito. Intanto il mondo +risuonava delle accuse del re di Ungheria e delle proteste d'innocenza +di Giovanna; le opinioni erano divise. + +Comparvero gl'inviati di Ludovico e di Giovanna a Roma, davanti a Cola +di Rienzo, e la regina si abbassò innanzi al tribuno del popolo, allora +padrone di Roma e nello splendore della sua possanza, protestando la sua +innocenza, con umili e lusinghiere epistole, accompagnate da ricchi +doni. Sottraendosi però alla collera dell'ungherese il quale si +avvicinava, si avviò, nel gennaio del 1348, in Provenza, sua proprietà, +in compagnia del novello marito, e si presentò in Avignone a Clemente +VI, il quale, feudatario di Napoli ed iniziatore del processo aperto +contro di lei, era ad un tempo suo giudice e suo signore. + +Il Papa le assegnò a stanza Villeneuve, sopra la sponda opposta del +Rodano; convalidò il secondo matrimonio di lei, che non era conforme +alle leggi canoniche, e fece istruire il processo, invitandola poi a +comparire nel proprio palazzo, davanti ai cardinali ed ai baroni di +Provenza. Giovanna pronunciò davanti all'assemblea una orazione latina +a sua difesa, con tanto spirito, con tanta tranquillità, con tanta +sicurezza, che tutti rimasero compresi di stupore. Il suo comparire in +attitudine di accusata, di esule, la memoria del suo grande avo Roberto, +protettore illustre della Chiesa e, più di tutto, la sua gioventù, la +sua bellezza, la sua grazia, commossero tutti gli animi, e la giovane +regina fu assolta dall'accusa di uxoricidio. + +Bastò questo giudizio dei cardinali ad assolverla davanti alla propria +coscienza? Era dessa veramente innocente quale la proclamarono? Fra gli +storici napoletani, gli uni la condannano, gli altri l'assolvono, e la +sentenza imponente dello storico d'Italia di maggior peso l'addita quale +complice almeno del misfatto. Dessa fu consapevole del reo disegno, e +non vi si oppose; al pari di quanto fece più tardi Maria Stuarda, in +occasione della morte di Darnley. + +Giovanna si preparò a far ritorno a Napoli per riconquistarvi il suo +regno. Aveva d'uopo d'uomini e di danaro, e vendette, l'8 giugno 1348, +la città di Avignone al Papa per la meschina somma di ottantamila scudi +d'oro. Si trassero da questo fatto severe conclusioni; nessuna prova +esiste a conferma di esse, ma il sospetto è facile a spiegare. +L'uccisione di un re e l'assoluzione di una regina accusata di averlo +spento, furono quelle che ridussero Avignone in signoria dei Papi. +Giovanna riacquistò il regno di Napoli, che governò con senno e prudenza +per molti anni, in mezzo ad agitazioni continue. Morto Ludovico di +Taranto, sposò Giacomo di Aragona, e venuto a morte questi pure, tolse a +quarto marito Ottone di Braunschweig. Cadde poi nelle mani di Carlo III +di Durazzo, suo parente e nemico a morte, e questo pretendente alla +corona ordinò ai suoi scherani di farla perire della stessa sorte +toccata al suo primo marito. Così Giovanna di Napoli fu strangolata nel +castello di Muro, nelle Puglie, nel 1382. + +Mentre le mura del palazzo di Avignone richiamavano nella mia memoria +questo episodio sanguinoso della storia del reame di Napoli, il mio +pensiero si fermava a considerare le condizioni attuali del regno +stesso, le cui sorti incerte ed agitate traggono a sè l'attenzione di +tutta quanta l'Europa. Pensavo al giovane re Francesco rinchiuso nelle +mura di Gaeta, erede degli errori e delle colpe de' suoi padri, +fuggiasco dalla sua capitale, abbandonato dal suo popolo, stretto +d'assedio dalle truppe italiane nella sua ultima fortezza, minacciato +dal re di Piemonte, che mira a precipitare dal trono il suo congiunto, +inalberando l'antica bandiera di Cola di Rienzo, la bandiera dell'unità +d'Italia, con Roma capitale. Il fuoco dei cannoni di Gaeta è l'ultimo +lampo del tramonto di un dispotismo che non poteva più durare. + +Avignone, pertanto, era diventata, come abbiamo visto, proprietà della +Santa Sede, e Clemente VI non tardò a prenderne possesso con sua grande +soddisfazione, perchè vi si sentia non meno signore di quanto lo fosse +già in Venasca e Carpentras. In un'epoca in cui la Chiesa era venuta +perdendo a mano mano i suoi possedimenti in Italia, quel tratto di terra +provenzale doveva apparire ai Papi come un vero asilo e come un rifugio +inaccessibile alle tempeste, dinanzi all'aspetto della rivoluzione che +sembrava dovesse di giorno in giorno scoppiare in Roma. Mentre per varî +secoli erano stati dalla ribellione cacciati ripetutamente dall'Urbe ed +era colà la loro esistenza divenuta continuamente precaria, in Avignone +avevano quiete e tranquillità, ed i settant'anni d'esilio di Babilonia +furono per lungo tempo i soli anni pacifici del Papato. Non c'è, quindi, +da stupire che i Papi esitassero a staccarsi da Avignone. + +Se attualmente la Chiesa romana possedesse un territorio di là dalle +Alpi, non sarebbe improbabile che Pio IX, in condizione di cose che +ricordano l'epoca di Cola di Rienzo, vi cercasse rifugio, invece di +rimanere, sotto la dubbia protezione della Francia, in Roma. + +Clemente ampliò ed abbellì il palazzo dei suoi predecessori. Vi eresse +una stupenda cappella, o piuttosto una chiesa gotica, di gran lunga +superiore, per ampiezza e per bellezza architettonica, alla cappella +Sistina del Vaticano. La ornò, come del pari varie stanze del castello, +di buone pitture a fresco, per opera di maestri chiamati d'Italia. Tutte +queste pitture vennero distrutte; la cappella, divisa in due piani ed in +varie camere, venne ridotta ad uso di caserma, e si vedono con dolore +gli archi gotici incassati nei muri ed avanzi di pregevoli affreschi, +che erano, senza dubbio, della scuola di Giotto. + +Clemente VI morì il 6 dicembre 1352, dopo oltre dieci anni di +pontificato e dopo aver vissuta vita piacevole e splendida. Aveva +radunato in Avignone il fiore della Francia meridionale, ed introdotto +il lusso alla sua corte; nelle sale del suo palazzo, gremite di belle +dame, di cavalieri, di poeti, di artisti, di dotti, le feste si +succedevano alle feste. Egli fu largo co' suoi nipoti, co' suoi +favoriti, delle dignità della Chiesa e dei tesori accumulati +dall'avarizia del suo predecessore. Fu il papa più brillante di quanti +ebbero stanza in Avignone, ed il cupo castello sotto di lui si può +paragonare al Vaticano nei tempi di Sisto IV, di Giulio II e di Leone X. + +Tre papi abitarono ancora dopo di lui la Francia; l'ultimo di questi +pose fine all'inopportuno esilio, riportando la sede del sommo +pontificato nella città eterna. + +Il severo Innocenzo VI fu il contrasto preciso di Clemente VI. +Proscrisse ogni lusso dalla corte di Avignone, rimandò a Roma Cola di +Rienzo, facendolo accompagnare dal cardinale Egidio Alvarez Albornoz, +uno degli uomini di Stato e dei capitani più distinti che abbia avuto la +Chiesa. Egli, difatti, riuscì a riconquistare al patrimonio di S. Pietro +le provincie perdute, meglio di quanto non abbia saputo fare, a' giorni +nostri, il generale Lamoricière. Roma stessa piegò davanti a +quell'energico spagnuolo, e fece ritorno al papa. Innocenzo VI morì in +Avignone il 12 settembre 1362. + +Gli succedette Urbano V (1363-1370). Potè essere grato ai suoi +predecessori, i quali avevano provveduto a cingere Avignone di mura, +imperocchè, senza questa precauzione, sarebbe caduto nelle mani di +quelle bande armate, le quali in allora percorrevano, saccheggiando, +l'Italia ed il mezzodì della Francia. Circondarono quelle la città, ed +il papa si vide costretto ad ottenere, con molto denaro, il loro +allontanamento. Petrarca, oramai vecchio, esortò allora Urbano, perchè +abbandonasse la Francia e facesse ritorno a Roma, divenuta tranquilla. I +Romani lo avevano richiamato per mezzo di un'ambasciata, ed Urbano si +portò difatti, nel 1367, nella desolata città; se non che, nel 1370, +abbandonò di bel nuovo Roma e l'Italia, fattesi deserte, e non valsero a +trattenerlo le supplicazioni di S. Brigida, la quale gli profetava la +morte, quando facesse ritorno ad Avignone. E volle il caso che la +profezia si avverasse, poichè Innocenzo cessò di vivere nel dicembre, +non appena ritornato in Francia. Egli aveva ultimato il palazzo +pontificio, aggiungendovi la settima torre, denominata degli Angeli. Le +altre sei avevano nome Trouillas, S. Giovanni, l'Estrapade, S. Lorenzo, +la Campana e la Gache. + +Il suo successore Gregorio XI fu l'ultimo papa in Avignone. Scosso dalle +preghiere dei Romani, di Pietro d'Aragona, delle sante donne Brigida e +Caterina da Siena, la quale ultima venne persino a tal uopo in Avignone, +abbandonò, il 13 settembre 1376, per sempre la Provenza, accompagnato da +tutti i cardinali, ad eccezione di sei, i quali preferirono continuare +ad abitare le loro amene ville sulle sponde del Rodano. + +Perde da questo momento ogni interesse il palazzo dei Papi, imperocchè, +dopo il loro ritorno a Roma, rimase deserto. Durante lo scisma, però, +vi abitarono ancora due antipapi: Clemente VII e Benedetto XIII, il +quale ultimo vi fu assediato. + +Dal 1409 in poi, Avignone ed il contado Venosino furono governati da +cardinali legati, fra i quali però gl'italiani, quasi sempre nipoti, +punto non si muovevano da Roma, facendosi rappresentare da vice legati. +L'ultimo fu Filippo Casoni; la repubblica francese lo scacciò per sempre +col dominio papale da Avignone, e questa città venne funestata da atroci +scene di sangue sotto Jourdan, Duprat e Jouve, nella notte dal 16 al 17 +ottobre 1791. Si fa vedere tuttora, nella torre Trouillas, il luogo dove +le vittime infelici erano precipitate da quelle belve umane, sitibonde +di sangue. Era pur troppo naturale che l'odio, concentrato a lungo +contro la dominazione pontificia, somministrasse pretesto a quegli atti +crudeli: il popolo parlava di carceri sotterranee della inquisizione nel +castello, di orribili misteri consumativi durante il governo dei legati. +La favola narra che nel secolo XV, nell'epoca terribile dei Borgia, un +vice legato avesse invitati i cittadini più distinti di Avignone ad una +festa nel palazzo pontificio, che avesse chiuso quindi le porte delle +sale, e, appiccato il fuoco agli appartamenti, avesse arsi vivi i suoi +ospiti; così egli avrebbe vendicato un nipote assassinato da un marito +tradito. + +Quando si visita Avignone, sotto l'impressione di simili atrocità +commesse dalla rivoluzione, sotto il ricordo ancora recente +dell'assassinio del maresciallo Brune, commesso dai realisti il 2 agosto +1815, quando si vede quella popolazione rozza e fanatica, si prova un +vivo desiderio di partire al più presto da quella città. Oggidì la +popolazione di Avignone è ritenuta ancora per superstiziosa, rozza, +irritabile, ignorante, ed è possibile che questa contrada possa divenire +ancora teatro di brutti eccessi. + +Non voglio però dimostrarmi ingrato verso una città così notevole, e mi +ci tratterrò ancora un poco. Ci rimane a visitare l'antica cattedrale, +il San Pietro di Avignone, ché difatti quello di Roma potè per ben +settanta anni nutrire invidia a questa chiesa piccola, nera ed oscura, +quale usurpatrice dei suoi diritti secolari. Intanto i Papi si trovarono +in questo angolo del mondo, ridotti ad una semplice cappella, la quale +sottraeva le pompe del culto e gli atti della storia della Chiesa agli +sguardi della cristianità. + +_Nôtre-Dame des Doms_, secondo la tradizione, venne fondata da Santa +Marta sorella di Lazzaro, imperocchè la pia donna sarebbe sbarcata nella +Camargue, avrebbe introdotto il cristianesimo nella Provenza e +fabbricata la prima chiesa in Avignone, sulle rovine di un tempio +d'Ercole. L'origine, del resto, di _Nôtre-Dame_, non è conosciuta, ed il +suo vanto di essere stata edificata da Carlomagno trovasi tutt'altro che +fondato; solo è certo che essa è una chiesa molto antica, come lo si +vede dalla sua porta principale, di stile prettamente romano, +fiancheggiata da due colonne antiche d'ordine corinzio. Il vandalismo +della rivoluzione, il quale ridusse a mucchio di rovine altre chiese +della città, non risparmiò neppure questa. Rimane, a soddisfazione dei +dilettanti di antichità, la così detta cappella di Carlomagno, ma +andarono miseramente perduti i monumenti di varî Papi, ricordi preziosi +dell'arte gotica nel secolo XIV. Furono restaurate le tombe di Benedetto +XII e quella più pregevole di Giovanni XXII, di gusto gotico, con fini +sculture e con la figura del pontefice stesa sopra un sarcofago. In una +nicchia esistono alcuni avanzi della tomba del cardinale di Armagnac; +nel _Sancta-Sanctorum_ si scorge la lapide mortuaria di Luigi Balbo +Bertone di Crillon, soprannominato il _Bravo_, l'amico di Arrigo IV. +Egli morì in Avignone nel 1615, e la sua statua in bronzo sorge sulla +piazza dell'Horloge. + +E' questa la più bella piazza della città, e trovasi a poca distanza, +scendendo dal palazzo dei Papi. E' circondata da varî belli edificî, fra +i quali l'elegante teatro ed il nuovo palazzo municipale, nello stile +del risorgimento francese, preceduto da una corte sopracarica di +colonne. Il custode, che me lo fece visitare, mi diceva con aria +d'importanza che Luigi Napoleone aveva onorato quel palazzo della sua +presenza, nel recarsi ad Algeri, che le scale erano state ricoperte da +tappeti, e tutto il quartiere aggiustato con gusto squisito. +L'Imperatore venne accolto con grande ostentazione; però il partito +legittimista è ancora numeroso in Provenza, sebbene sia grandemente +scaduto di ricchezze. Intanto Napoleone può per qualche tempo riposare +tranquillo; ha per sè i proprietarî e le classi che lavorano; si odono +per ogni dove le sue lodi: egli ha domato la rivoluzione, ristabilito +l'ordine e, co' suoi trattati di commercio, ha procurato immenso +vantaggio a queste contrade vitifere. Ed inoltre, _notre +préponderance!_... Sono parole che si sentono ripetere ad ogni passo. + +In fin dei conti convien però dire che il visitare questa città cagiona +una grande stanchezza. Le sue strade, dove qua e là sorgono alcuni +palazzi, in stile del risorgimento, alcuni edificî antichi e bizzarri, +con porticati e cortili che richiamano a sè l'attenzione, sono cupe; +l'atmosfera che vi si respira, è malinconica e suscita tristi ricordi. + +Quanto non sono più belle le piccole città della Toscana, Prato, +Pistoia, Siena, Arezzo, nelle quali ad ogni tratto s'incontrano +meraviglie d'arte, memorie della libertà municipale, di una antica e +splendida civiltà! + +Ho visitato la maggior parte delle chiese di Avignone; non havvene una +che si possa dire propriamente bella, e tutte, quasi, recano le traccie +della devastazione dell'epoca rivoluzionaria. Entrai una domenica in S. +Didier, chiesa di architettura gotica; era piena di donne velate di +bianco, le quali, inginocchiate, cantavano delle litanie. Era un quadro +pieno di anima e di vita; in quel raccoglimento devoto, nelle armonie di +quei canti mi parve ravvisare l'influenza esercitata da Roma per lunghi +anni su Avignone. Era un quadro di carattere prettamente romano, se non +che la piazza attorno alla chiesa, ombreggiata da grandi alberi, non +aveva affatto aspetto romano, nè meridionale, e mi ricordava piuttosto +le chiese campestri delle care mie contrade natìe. + +La folla dei fedeli non mi permise che di gettare un rapido sguardo +sopra un bassorilievo, a cui si dà il nome di _images du roi René_; +imperocchè queste sculture sono attribuite al _buon Re_; e non è a dire +di quante statue e di quanti quadri lo faccia autore, nella Provenza, la +tradizione. + +Sorge, a poca distanza da S. Didier, la chiesa del patrono della città, +S. Agricola, il quale è invocato in tutte le pubbliche calamità, e +particolarmente nei tempi frequenti di siccità. Questa chiesa risale al +secolo X e venne ampliata in secoli posteriori; la sua facciata gotica, +con larghe torri merlate, è originale, e la semplicità dello stile +ogivale anche nell'interno rivela la sua antichità. + +Merita pure di esser ricordata la cappella dei _penitents noirs de la +miséricorde_. Si conserva in essa il famoso crocifisso d'avorio di +Guillarmin, opera del 1659, e la suora che lo mostra, narra la leggenda +del nipote dell'artefice, condannato a morte, e, per intercessione di +quel Cristo, salvato. + +Avrei visitato molto volentieri la chiesa ed il convento dei domenicani, +quale ricordo di un'epoca storica, della guerra contro gli Albigesi; ma +quegli edifici stupendi furono rovinati totalmente dalla furia +rivoluzionaria. Il primo Papa d'Avignone ebbe stanza in quel monastero, +ora distrutto, ed ivi Giovanni XXII dichiarò santo il più gran filosofo +del medio evo, Tommaso di Aquino, alla presenza del re di Napoli. Quel +Papa riteneva, fra le cose sue più preziose, lo stupendo codice in +pergamena della _Somma_ del santo, e lo lasciò, morendo, alla biblioteca +del monastero, con l'espressa condizione che dovesse essere fissato al +muro con una catena. La rivoluzione venne a liberarlo, ed ora il +prezioso volume, coperto della polvere dei secoli, gode della sua +libertà o del suo oblio nella biblioteca civica. Caterina da Siena, +monaca dello stesso ordine, rivolse in quel monastero le sue esortazioni +al Papa, per persuaderlo a far ritorno a Roma. Era stato quel convento +costrutto poco tempo prima, nell'anno 1330, e si assicura che il suo +cortile fosse bellissimo e affatto non la cedesse per vaghezza a quello +di S. Trofimo in Arles. I sanculotti rovinarono tutto, comprese pure le +tombe di ventiquattro cardinali, sepolti nel convento. La chiesa, in +gran parte distrutta, venne ridotta più tardi a fonderia di cannoni. + +Per farsi un'idea delle vandaliche devastazioni, operate dalla +rivoluzione nella Provenza, è d'uopo visitare il museo d'Avignone. +Trovasi allogato in un palazzo ampio del secolo XVIII. Dopochè il +benemerito dottore Calvet fondò questo museo nel 1810, vennero accolte +in esso le reliquie delle arti belle tolte dalle chiese, dai conventi, +dai castelli feudali, dai palazzi, non di Avignone soltanto, ma ancora +dei dintorni. Vi sono rappresentate tutte le fasi del medio evo, fino +all'epoca del risorgimento francese, _la rénaissance_; ed io provai +tanto maggior interesse a contemplare questa collezione delle antichità +del medio evo nella Francia meridionale, in quanto che avevo visitato, +pochi mesi prima, in Norimberga, il museo tedesco, istituzione destinata +a prendere un grande sviluppo, e meritevole dell'appoggio di tutta +quanta la Germania. + +Il museo di Avignone, del resto, anche per quanto riguarda l'epoca +classica, è povero in paragone di quello di Norimberga, e, tuttochè sia +diviso in varî rami, non presenta più che un periodo di civiltà. Nella +galleria del medio evo si vedono numerose sculture, e si possono seguire +i progressi della plastica, dagli antichi sarcofaghi cristiani fino agli +avanzi dei mausolei dei cardinali di Brancas e Lagrange, del conte +Raimondo di Beaufort e del maresciallo de la Palice. + +Alla collezione di antichità classiche contribuirono quasi tutte le +città del mezzodì della Francia; in complesso, però, è povera e non vi +si vedono oggetti pregevoli; tanto più che quasi tutte quelle città +posseggono il proprio museo. Si osserva, però, con interesse tutto +quanto fu rinvenuto in questa parte della Francia, dell'epoca dei +Romani, ed anche dei Greci. Vi sono parecchie antiche iscrizioni greche, +e altre greche del tempo dei Romani. Si deve pure far menzione di una +bella collezione di piccoli bronzi e di un ricco medagliere di tutte le +provincie e di tutte le epoche della Francia. Trovasi, nello stesso +palazzo, la biblioteca civica, la quale conta più di sessantamila +volumi. Contiene parecchie buone opere sulla storia del mezzodì della +Francia, ma sono scarsi i manoscritti ed i documenti originali. Gli atti +del papato, durante la sua stanza in Avignone, vennero già da tempo, +come è noto, trasportati negli archivi segreti del Vaticano. Stanno in +una sala della biblioteca i ritratti degli uomini illustri appartenenti +al dipartimento di Valchiusa, fra' quali il duca di Mahon, il prode +Crillon, Giovanni di Althens, il cardinale Maury, il pittore Mignard, il +dottore Calvet, e vi si vedono pure i ritratti di Petrarca e di Madonna +Laura, i quali datano però da epoca posteriore. + +Nel piano superiore c'è una galleria di quadri, abbastanza pregevole per +Avignone; vi sono pochi buoni quadri antichi italiani, fiamminghi e +tedeschi di valore, ma molti francesi, particolarmente di Mignard e dei +cinque Vernet, la cui famiglia era originaria di questa città. Del +resto, bisogna osservare che Avignone non ha prodotto nessun uomo che +possa dirsi un vero genio; anzi nessuno dei celebri, a ragione o a +torto, poeti della Provenza nacque sulle sponde del Rodano o della +Durance. Era d'uopo venisse un forestiero da Arezzo, per dare a quelle +contrade il prestigio poetico; ed Avignone gli offrì, ad argomento de' +suoi versi armoniosi, una bella donna, come Crotone o Taranto offrivano +le loro ragazze per modelli a Zeusi. Ben più avventurata fu Firenze che +può vantarsi ad un tempo di Dante e di Beatrice. + +Ed ora, addio, chiese, palazzi, musei e meschine antichità di Avignone! +Come finiscono per stancare questi quadri, questi monumenti, queste +reliquie dei tempi andati! Come riposa il ricrearsi nella vista della +bella valle del Rodano ai piedi della città! Lo splendido sole di +Provenza illumina le verdi isole del fiume, indora la collina di +Villeneuve ed invita il viaggiatore a passeggiare all'ombra dei pioppi e +dei platani agitati dal vento, a prestar ascolto al muggito delle acque +poderose, a contemplare le grandi barche di trasporto che guizzano con +la rapidità della freccia sotto gli archi del ponte! La vista, dalla +porta dell'Ouille di Avignone, dell'ampio Rodano con le sue due isole, e +con le rive singolari della Linguadoca, è bella davvero; non valse, +però, a cancellare dalla mia memoria quella contemplata poco tempo +prima, della Vistola, il gran fiume che svolge le sue acque profonde +sotto gli archi giganteschi del ponte della strada ferrata presso +Dirschau, nè l'immagine del Nogat che scorre tranquillo ai piedi +dell'antica e bella Mariemburg. Il castello del medio evo, dei cavalieri +dell'ordine teutonico, torreggia colà in modo assai più pittoresco che +il palazzo dei Papi in Avignone. + +Il fiume separa Villeneuve dalla città, e la Provenza dalla Linguadoca. +Le due rive sono congiunte da ponti; di uno, di costruzione romana, non +sussistono più che quattro grandi archi molto pittoreschi e che si +estendono per un tratto dalla riva sopra il fiume, poi cessano. Su di +essi sorge una piccola cappella, che guarda, solitaria e fantastica, i +flutti. Narrasi che risiedesse in quella il santo uomo che aveva +edificato il ponte stesso, e la leggenda relativa a quella costruzione è +l'unica d'indole mite e poetica che io abbia trovata in Avignone. + +Il piccolo Benezet stava custodendo al pascolo le pecore della sua +povera madre sui monti del Vivarais, quando, tutto ad un tratto, i monti +e le valli si trovarono immersi nelle tenebre per un eclissi; era il 13 +settembre del 1177. Una voce esclamò: «Benezet, dammi ascolto, perchè io +sono Gesù Cristo!» Il ragazzo spaventato rispose: «Dove sei, o Signore, +e che cosa domandi da me?»--«Non aver paura, lascia pure pascolare le +tue pecore, scendi al Rodano e fabbricavi sopra un ponte».--«Signore io +non so dove sia il Rodano; sono un povero ragazzo, non ho che tre soldi +in tasca, come vuoi che io possa costruire un ponte su quel fiume?» La +voce replicò: «Fa quanto ti ho detto, poichè io so dove e come dovrai +costruire il ponte». Il piccolo pastore scese dal monte piangendo, +abbandonò il gregge, ed incontrò un pellegrino che camminava appoggiato +al suo bordone, il quale gli disse: «Figliuolo mio Benezet, seguimi al +luogo dove dovrai costruire il ponte.» Allorquando arrivarono al fiume e +il ragazzo vide le acque di questo, ampie, rapide, profonde, prese a +piangere più amaramente, se non che il pellegrino lo confortò, gli +ordinò di salire in una barca, di scendere ad Avignone, di presentarsi +al vescovo, e di partecipargli l'incarico che gli era stato affidato. +Così fece Benezet, e trovato il vescovo che stava predicando nella +cattedrale, gli disse franco e disinvolto: «Signor vescovo! Il Signore +mi ha qui mandato per costruire un ponte sul Rodano». L'ardito ragazzo +venne tosto arrestato e fu condotto davanti al vicario. Ripetè al +giudice l'incarico che aveva avuto, e questi, additandogli un grosso +macigno che trovavasi nella corte, gli disse sorridendo che avrebbe +prestata fede alla sua missione, quando fosse riuscito a sollevare +quella voluminosa pietra. Il ragazzo la sollevò tosto, la caricò sulle +spalle, e la portò, fra gli applausi del popolo che gridava al miracolo, +sulla riva del Rodano. In un momento si raccolsero cinquemila scudi +d'oro, e si pose tosto mano alla costruzione del ponte. + +Tale è la meravigliosa leggenda relativa all'antico ponte di Avignone, +ed io non voglio toglierle il suo carattere poetico, coll'aggiungervi +dei commentarî. La grande opera fu compiuta nel 1188, ma le bande +catalane cominciarono a danneggiarla nel 1395, e, dopo d'allora, il +tempo e la furia delle acque la ridussero a quello stato di rovina in +cui oggi si trova. + +Per arrivare a Villeneuve, esistono ora due altri ponti, uno in +ferro, e l'altro in legno, i quali congiungono le due isole che +sorgono sul fiume, denominate Ville de Piot, e la Barthelasse. +Villeneuve-les-Avignons è un paese pittoresco. Dicesi che anticamente +sorgesse in quella località _Stathmos_, o Statuma, emporio commerciale +dei Massiliotti. Il paese attuale risale al 1226; fondato dai monaci di +S. Andrea, venne ampliato e fortificato da Filippo il Bello. Serviva +quasi di porto avanzato alla Francia sul Rodano, e tale rimase, finchè i +re di Napoli e i Papi di Avignone furono padroni della Provenza. Sorge +tuttora, a poca distanza dal fiume, una bella torre, la quale si suole +chiamare torre di Filippo il Bello. La sua posizione, di fronte al ponte +di S. Benedetto a cui può avere servito di difesa, è bella, ed è +amenissima la passeggiata ombreggiata d'alberi per arrivarvi, colla +vista del fiume e della mole imponente del palazzo dei Papi. Il +villaggio, del resto, è grigio, deserto, malinconico e pare anche +povero, sebbene vi siano alcune tintorie di robbia ed alcune filature. +Solo si scorgono qua e là alcune chiese ed alcuni palazzi cadenti in +rovina, i quali ricordano i tempi, per buona sorte passati, del +feudalismo. + +E' cosa ben curiosa, che nel mentre Avignone si vanta dell'uomo che +introdusse nella Provenza la coltivazione della robbia, Villeneuve le +possa contropporre quello che nel 1560 importò in Francia il tabacco, +presentandone le prime foglie alla regina Caterina de' Medici. Non ho +visto a Villeneuve nessuna statua in bronzo di Giovanni Nicot, +ambasciatore di Francia alla corte del Portogallo, e glie se ne dovrebbe +pure innalzare una, con una grande tabacchiera nella mano ed un grosso +sigaro avana in bocca. Del resto, i sigari francesi non fanno punto +onore a Giovanni Nicot, perchè sono di pessima qualità. + +Poche sono le cose meritevoli di attenzione in Villeneuve: esiste, nella +chiesa dello spedale, la tomba d'Innocenzo VI, monumento gotico in stile +di tabernacolo, il quale trovavasi dapprima nella bella Certosa del +luogo, ora interamente distrutta. Venne quello ristaurato, e la statua +del Papa coricato è nuova. Sulla ripida collina Andaon vi è il forte, S. +Andrea, tuttora in buono stato. Vi si accede per una grande porta e +sull'altipiano della collina, cinto di mura, si vede una cappella. Di là +si gode la bella vista del panorama della Provenza, simile a quella che +si ha dal _Rocher des doms_, se non che ha il pregio che di qui si +scorgono pure la città di Avignone e il suo castello. Allorquando il +sole sul tramonto tinge le mura gigantesche di questo in rosa, o di +colore violaceo, l'effetto è magico. Questo è il luogo opportuno per +prendere congedo da questa antica Avignone, illuminata dal sole cadente. + +Gettai uno sguardo di desiderio su quelle campagne della Provenza, che +avrei pure voluto visitare. Ero attorniato da provenzali, e la loro +antica favella mi destava mille ricordi sulla loro storia, sulla loro +civiltà. Quella lingua si va perdendo; tutti gli sforzi per farla +rivivere dei poeti, fra' quali il più illustre è Mistral, non valgono +altro che a continuarle un'esistenza letteraria artificiale. Vorrei +anch'io poter intonare le rime, piene di speranza, dirette da un poeta, +ancora vivente, al suo amico Mistral; ma temo non esprimano altro che un +pio desiderio. + + Prouvenço, o pais dei troubaire + Lou gai-sabé reverdira: + Deja milo novèu cantaire + Dison lou béu tems que viendra + Lou mounde vèi la reinessènço: + Lei Troubadour van reflouri... + O moun païs, bello Prouvènço, + Toun dous parla pòu pas mouri. + + + + +RAVENNA. + +(1863). + + + + +RAVENNA. + +(1863) + + +Dal mese di agosto dell'anno 1863 un tronco di strada ferrata conduce da +Castel Bolognese a Ravenna. Partendo da Bologna e passando per Imola, +Lugo e Bagnacavallo, s'impiegano appena quattro ore per compiere il +tragitto. E' per questo che una delle città più interessanti +dell'antichità e del medioevo, relegata sino a poco tempo fa fuori di +ogni circolazione e confinata in una solitudine, d'accesso difficile e +mezzo morta, si è trovata ad un tratto lanciata nella corrente della +vita mondiale. + +Quasi tutte le città italiane ci rappresentano, nei loro monumenti, le +due grandi epoche della storia del paese: l'antichità romana e il +medioevo cristiano. Solo Ravenna resta come vestigia della transizione +dall'una all'altra di queste due epoche; e sotto questo punto di vista è +impareggiabile. + +Ravenna ha visto, difatti, la caduta dell'Impero romano, il primo +insediamento del regno germanico sulle rovine della potenza dei Cesari, +i sessant'anni della supremazia degli Ostrogoti, i due secoli del +dispotismo bizantino, e ne conserva inapprezzabili ricordi. + +Nel contemplare questi monumenti del V e del VI secolo, il viaggiatore +che per la prima volta arriva a Ravenna, prova delle impressioni +paragonabili soltanto a quelle che suscitano le ruine di Pompei; e, +difatti, Ravenna è la Pompei dell'epoca gotica e bizantina. + +Lo stato quasi perfetto di conservazione degli edifici sembra un +prodigio, quando si pensi ai secoli di barbarie e di devastazioni che +hanno attraversato. Si spiega, in parte, per la fortunata circostanza +che i Longobardi non riuscirono a strappare Ravenna agli esarca +bizantini. Il re Liutprando non riuscì a entrare nella città che nel 727 +o 728, cioè in un'epoca in cui la civiltà aveva addolcito sensibilmente +i costumi degli invasori. Nè Liutprando, nè il suo secondo successore al +trono longobardo, Astolfo, distrussero i monumenti di Ravenna; solo il +sobborgo di Classe, a quanto sembra, fu distrutto da Liutprando. + +Per lungo tempo Ravenna rimase sede dell'amministrazione bizantina in +Italia, e Roma, caduta in grande decadenza, fu governata come una +semplice città di provincia. Ravenna approfittò di questa situazione +privilegiata e della sollecitudine degli imperatori bizantini, che la +considerarono per lungo tempo come il gioiello più prezioso dei loro +possessi in Italia. + +Quando, più tardi, dopo la caduta del regno longobardo e dell'esarcato, +il Papa rivendicò la popolazione della città, fondandosi sui diritti che +gli concedevano le donazioni di Pipino, i patriarchi o arcivescovi di +Ravenna combatterono questa pretesa. Essi stabilirono il loro dominio +sulla Romagna, assunsero la successione degli esarca, e, sostenuti dai +privilegi che loro accordavano gl'imperatori, respinsero per molto tempo +i tentativi della Santa Sede, mantenendo la loro autorità su Ravenna. + +Il ricordo dei tragici avvenimenti della decadenza romana e +dell'invasione barbarica, i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila e +di Genserico, la grande figura di Teodorico, le lotte gigantesche che +misero termine alla dominazione dei Goti e immortalarono i nomi di +Totila, di Belisario, di Teia e di Narsete; infine, l'oscurità quasi +mistica del periodo degli esarca bizantini, a mala pena rischiarata, di +tanto in tanto, da qualche debole barlume, proveniente dalle cronache +del tempo: tutto ciò dà a Ravenna una grazia singolare e produce sullo +spirito del viaggiatore un'impressione profonda. + +Come ci apparirà la città che vide compiersi tanti avvenimenti? Senza +dubbio ci sembrerà più malinconica e più tetra ancora della vecchia +Bologna. Ma qui ci troviamo ancora dinanzi all'ironico contrasto che la +realtà appone quasi sempre alla visione che la fantasia si forma delle +cose. + +La delusione è grande. Cento altre città d'Italia, anche dei piccoli +borghi fortificati, sperduti nelle montagne, ricordano più vivamente il +passato ed offrono al primo sguardo un aspetto più storico e più +monumentale dell'antica città bizantina e gotica. + +Non è che a poco a poco, vagando per la città, che si sente aleggiare su +noi il soffio del passato. Ma allora l'impressione diventa più possente +che altrove, paragonabile solo, per la sua intensità, a quello che si +prova a Roma, per quanto diversa nella natura. E' l'anima della storia +universale quasi intera, che anima i monumenti della Città eterna; +quelli di Ravenna non appartengono che ad un corto periodo, ma +l'impronta che ne conservano è più forte che altrove. + +In tutte le strade di Ravenna regna un silenzio di morte; le case sono +moderne e la maggior parte piccole; le vie larghe e diritte, la città +essendo costruita su di un terreno piano. Dappertutto un profondo +raccoglimento. Qua e là, sulle piazze, si vedono delle curiose colonne +medioevali, con l'imagine di qualche santo; altrove, la statua di un +Papa che beneficò la città, pensoso e assorto nelle sue meditazioni. Di +palazzi, i quali in altre città rappresentano con tanto splendore la +grande epoca guelfa, non si trova traccia. Di quando in quando solamente +si scorge una torre rovinata. Le chiese invece sono numerose. +Qualcheduna è stata restaurata; altre hanno conservato intatto il +carattere gotico primitivo. In generale, sono di proporzioni piuttosto +piccole; nessuna ha l'imponente maestà delle cattedrali di Pisa, di +Siena o d'Orvieto. Si direbbe che siano state addormentate da qualche +incantatore e si siano conservate così fino ai nostri giorni; esse danno +a Ravenna un carattere di mistero e di poesia. + +E' curioso notare che a Ravenna non si ritrova vestigia dell'epoca +romana. I sobborghi di Classe e di Cesarea, un tempo importanti e ricchi +di grandi edifici, sono oggi inghiottiti nelle paludi e resta appena +qualche segno della loro esistenza. Ravenna fu un tempo l'Avignone +degl'imperatori romani. Quando, nel 404, Onorio, temendo un'invasione +di goti, trasportò la sua residenza da Roma a Ravenna, rinforzò le mura +e si costruì un palazzo. In qual punto sorgeva questo edificio? E' +impossibile determinarlo, oggi, benchè le guide non si facciano scrupolo +di indicarne il punto preciso. Antonio Zirardini, giureconsulto erudito +e archeologo dei più distinti di Ravenna, ha scritto, nel 1762, un +eccellente libro sulle antichità della sua patria: _Degli edifici +profani di Ravenna_. + +La sua opera è ancora la migliore che si possa consultare in proposito, +e pur tuttavia non getta che una pallida luce sulle origini di Ravenna. + +Fu in questa residenza che Onorio ricevette la notizia della presa di +Roma per opera di Alarico; e fu là che egli morì, nell'agosto del 423. +Fu però sepolto a Roma, accanto a San Pietro. Per noi, il più antico dei +monumenti storici di Ravenna è il mausoleo della sorella di Onorio, +Galla Placidia, una delle più straordinarie figure di donna di +quell'epoca; una di quelle di cui la sorte si trova legata, nella +maniera più stretta e più tragica, ai destini dell'Impero romano +spirante. La figlia del gran Teodosio a ventun'anno viveva nel palazzo +dei Cesari a Roma, quando Alarico arrivò davanti la città, l'assediò, se +ne impadronì e la saccheggiò. Galla Placidia, condotta a lui come +prigioniera, dovette seguirlo in Calabria. Poco dopo, la figlia e la +sorella degli imperatori romani si vide obbligata a sposare, a Narbona, +Ataulfo, successore di Alarico. Ella accompagnò in seguito suo marito in +Spagna, vi divenne vedova, vi perse il figlio Teodosio, e, dopo aver +subìto indegni insulti, fu rinviata a Ravenna, presso suo fratello +Onorio. Appena arrivata, questi la costrinse a sposare il generale +Costanzo, da cui ebbe due figli, Valentiniano e Onoria. Morto a sua +volta Costanzo, Galla Placidia fu bandita da Ravenna da suo fratello ed +esiliata a Bisanzio. Dopo la morte di Onorio ne ritornò, scortata da una +flotta greca, pose il suo giovane figlio Valentiniano III sul trono di +Occidente, esercitò il potere per lunghi anni, come tutrice del giovane +principe, in mezzo a difficoltà e calamità continue, e terminò infine a +Roma, a 61 anni, nel 450, la sua esistenza agitata. Con suo figlio +Valentiniano III, che fu assassinato cinque anni più tardi, si spense +l'ultimo discendente della razza imperiale del grande Teodosio. + +La storia dell'estinzione della famiglia di Teodosio segna quella +dell'agonia dell'Impero romano, e il mausoleo di Galla Placidia ci +appare oggi come la tomba della potenza dei Cesari. Entrando in questo +piccolo e tetro sepolcro, rivestito di meravigliosi mosaici, si prova un +senso di raccoglimento storico, così intenso come non lo risveglia +neppure il mausoleo di Augusto, nè la tomba romana di Adriano. La +disgraziata principessa volle essere sotterrata a Ravenna, ch'essa amava +e che si era compiaciuta di arricchire di numerose chiese, e non a Roma, +a cui la legavano così crudeli ricordi. Si era fatta fabbricare una +tomba e l'aveva dedicata, come cappella espiatoria, ai santi Nazaro e +Celso. + +Ci si rende facilmente conto della diversità dei tempi, quando si +paragona questa tomba dell'ultima dinastia imperiale di Roma ai maestosi +mausolei dei primi imperatori. E' tutta impregnata di spirito cristiano; +la sua forma è quella di una croce latina, lunga cinquantacinque palmi +romani e larga quarantaquattro. La cappella è sormontata da una cupola, +rivestita di mosaici, come pure lo sono le nicchie e le volte; una mezza +luce vi penetra attraverso piccole finestre. Nel mausoleo si trovano +cinque sarcofaghi; due piccoli, incastrati nel muro laterale +dell'entrata, e tre grandi, posti nelle tre nicchie formate dai bracci +della croce. Nella nicchia principale, proprio di fronte all'entrata, si +scorge la più grande delle urne, alta sette piedi, semplicissima. Senza +dubbio, là riposa la sorella di Onorio. La tradizione vuole che, +durante varî secoli, essa restasse nel sarcofago, seduta su di un trono +di legno di cipresso e ricoperta de' suoi paramenti imperiali. Secondo +storici più moderni, il corpo non divenne polvere che nel 1577. Si dice +pure che dei fanciulli introducessero un cero acceso nei fori del +sarcofago e che le pareti prendessero fuoco: così fu ridotto in cenere +ciò che restava di Placidia. + +Quali personaggi sono rinchiusi negli altri sarcofaghi? Non lo si può +determinare in modo esatto. I due più grandi contengono, probabilmente, +i resti del generale Costanzo e di sua figlia, la sventurata principessa +Onoria che, fidanzatasi al terribile Attila, dopo una vita di passioni +avventurose, venne a trascinare stentatamente gli ultimi anni della sua +esistenza in un chiostro di Ravenna. L'opinione che il corpo di Onorio +si trovi del pari in uno di questi sarcofaghi è senza dubbio priva di +fondamento, poichè questo imperatore morì, è vero, a Ravenna, ma fu +seppellito nel mausoleo imperiale di Roma, vicino a San Pietro. + +I mosaici del mausoleo di Galla Placidia sono notevoli per la loro +antichità; risalgono avanti al 450, e sono i più antichi prodotti +dall'arte cristiana. Oltre gli arabeschi, felicemente disegnati, +rappresentano delle figure isolate di profeti e di evangelisti e in due +punti l'imagine di Cristo. Qui, come in tutte le vecchie chiese di +Ravenna, si rimane colpiti dalla fisonomia bella, giovanissima e imberbe +del Salvatore. Questa concezione della figura di Cristo corrisponde del +resto all'ideale che la gente si formò nei primi tempi del +cristianesimo. Soltanto più tardi, il viso del Salvatore venne +rappresentato sotto l'aspetto vecchio, tetro e lugubre del tipo +bizantino. Ravenna offre la prova manifesta dell'errore di una tale +appellazione. I maestri mosaicisti bizantini, e particolarmente quelli +dell'epoca di Giustiniano, hanno dovuto lavorare a Ravenna più che in +ogni altra città d'Italia. E anche nei mosaici di San Vitale, posteriori +di 100 anni circa a quelli del mausoleo di Galla Placidia, noi +ritroviamo lo stesso tipo giovanile della figura del Salvatore, molto +lontano dalla tradizione detta bizantina e che si riavvicina piuttosto +all'ideale primitivo, caratterizzato dalle pitture delle catacombe. Ma +lo strano si è che il secondo tipo, quello che offre un'espressione +quasi demoniaca, si trova di già sull'arco trionfale di San Paolo, a +Roma, decorato egualmente di mosaici per ordine di Galla Placidia, ai +tempi di Papa Leone I (440-462), come lo prova anche oggi l'iscrizione: +_Piacidiae pia mens operis decus_... Il Salvatore vi è rappresentato in +mezzo busto, in proporzioni sovrumane; l'espressione del viso è tetra, e +sveglia un sentimento di terrore. In quei tempi non vi erano certamente +a Roma artisti bizantini; i mosaicisti facevano ancora parte dell'antica +scuola, di quella che aveva decorato le Terme. Il tipo severo e +terribile della figura di Cristo proviene dunque da una concezione +romana, e non bizantina. + +Molte altre chiese furono fondate a Ravenna da Galla Placidia. Esse +esprimono lo spirito profondamente religioso e melanconico di questa +donna straordinaria, che consacrò gli ultimi anni della sua vita alle +meditazioni religiose e alla pia contemplazione del passato. E, mentre +noi non risentiamo che del disprezzo per quel triste Onorio, che, alla +presa di Roma, pianse, soltanto, a quanto dicono, la morte del suo +pollastro favorito «Roma», la vita così disgraziata e turbata di +Placidia c'ispira, al contrario, simpatia e profonda pietà. + +Dopo aver visitato la sua tomba, si può andare a vedere quella di +Teodorico, che corrisponde alla seconda epoca della storia di Ravenna e +ad uno dei più memorabili periodi degli annali d'Italia. + +Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel 476, messo fine all'esistenza +dell'Impero romano d'Occidente ed essendosi proclamato primo re +d'Italia, governò con saggezza e fermezza in Ravenna, quando fu +attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese gagliardamente; +obbligato, infine, ad arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo per +ordine del vincitore, nonostante i patti della capitolazione. + +E' da Ravenna che Teodorico governò l'Italia, riunita per l'ultima volta +in regno sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì un magnifico +palazzo. Se egli avesse mai abitato questo edificio, si potrebbe +concludere che la residenza degli ultimi imperatori d'Occidente si era +di già sprofondata nella tormenta dell'invasione barbarica. Ma antichi +scrittori, che si occuparono del palazzo innalzato da Teodorico, hanno +fatto osservare che questi non inaugurò l'edificio costruito per sua +cura, la qual cosa nel linguaggio dell'epoca significa che non vi abitò. +Se ciò è esatto, caratterizza assai bene il destino degli Ostrogoti, +che, in generale, non riuscirono mai a prendere piede stabile in Italia. +Il re degli Ostrogoti continuò dunque, probabilmente, a risiedere nel +vecchio palazzo imperiale, mentre faceva costruire l'altro, del quale +alcuni frammenti sono rimasti. + +Si scorgono nella strada principale che, da Porta Serrata a Porta Nuova, +traversa Ravenna da un capo all'altro. Là s'innalza un alto muro in +mattoni, sulla parte superiore del quale stanno una grande nicchia e +otto piccoli archi romani. Le porte hanno egualmente la forma di arcate +romane. Così come sono attualmente, col loro triste aspetto, questi +ruderi ci fanno intravedere il medio evo nascente, caratterizzato dallo +scomparire della grandiosa concezione architettonica romana. Questa +riduzione di dimensioni appare, del resto, in tutti i monumenti di +Ravenna. In verità, sarebbe azzardato appoggiarsi alla piccolezza delle +vestigie del palazzo gotico di Ravenna per concludere che, nel suo +insieme, questa costruzione non era nè sontuosa, nè grandiosa. Gli +antichi cronisti affermano che Teodorico si fece portare da Roma e da +Costantinopoli marmi preziosi e colonne, e che impiegò specialmente i +ricchi avanzi del distrutto palazzo il «Pincio». Ciò è molto strano, +poichè Ravenna stessa doveva essere una miniera di magnifici materiali. +La residenza di Teodorico era, dicono, contornata da portici e ornata, +all'interno, di splendidi mosaici. + +Davanti la facciata del palazzo si trovava la statua equestre di +Teodorico, in bronzo dorato. La bellezza di quest'opera ha vivamente +colpito lo spirito dei contemporanei e di Carlomagno, mediocre +conoscitore, in verità, in cose d'arte. Se la morte impedì a Teodorico +di stabilirsi nella sua compiuta dimora, vi risiederono però i suoi +successori. In seguito, vi si stabilirono gli esarchi, mentre l'antico +palazzo degli imperatori subiva la sorte delle dimore imperiali di Roma, +cadeva cioè a poco a poco in rovina. La stessa sorte ebbe a sua volta il +palazzo di Teodorico, che durò press'a poco due secoli. Carlomagno lo +saccheggiò col consenso di papa Adriano I, e ne trasse marmi e mosaici, +che fece trasportare a Aix-la-Chapelle, per ornarne la sua celebre +chiesa e il suo palazzo. Anche la statua di Teodorico fu da lui +trasportata di là dalle Alpi. Però Zirardini, appoggiandosi a documenti +antichi, afferma che nell'XI e anche nel XII secolo si faceva ancora +menzione del palazzo dei re goti; dei resti assai importanti di esso si +erano dunque conservati intatti, almeno sino a quell'epoca. Tutta una +parte della città si chiamava «palazzo di Teodorico»; e anche oggi il +nome del gran re dei Goti viene conservato da un quartiere di Ravenna, e +il viaggiatore può vederlo, non senza stupore, scritto alle cantonate +delle strade. + +Non si può dubitare che il resto di muro, di cui si parla più sopra, +abbia fatto parte del palazzo di Teodorico. La tradizione del luogo, in +cui sorgeva questo fabbricato, non poteva in alcun modo perdersi in +Ravenna. Del resto, un pezzo di mosaico fortunatamente conservato a +Sant'Apollinare Nuovo, rappresentante la facciata del palazzo stesso, +riproduce appunto uno stile architettonico analogo a quello del muro che +ho descritto. Nel 1654, un legato del Papa fece incastrare in questo +muro un'urna di porfido; e siccome questa era stata trovata presso la +tomba di Teodorico, ne concluse che aveva contenuto le ceneri del gran +re dei Goti e ciò fu arditamente affermato nell'iscrizione oggi ancora +visibile. + +Il re dei Goti morì il 30 agosto 526, in discordia completa con la +chiesa di Roma e con Bisanzio; fu sepolto nel mausoleo che egli aveva +fatto costruire per sè e per la sua famiglia, presso l'entrata della +città. Questo celebre sepolcro, monumento della dominazione dei Goti in +Italia, legame tra due periodi della storia dell'arte, si è conservato +fino ai nostri giorni ad un dipresso come il mausoleo di Galla Placidia. +La maggior parte dei famosi sepolcri di Roma sono stati completamente +distrutti, come quello di Augusto, o trasformati in fortezze e resi +affatto irriconoscibili, come quelli di Adriano e di Cecilia Metella; il +monumento di Teodorico, invece, ha resistito al tempo, almeno nelle sue +parti essenziali. Le arcate che circondavano probabilmente le terrazze +del piano superiore, sono sparite; ma i secoli non sono riusciti ad +abbattere i contrafforti di pietre da taglio, nè la gigantesca cupola +monolita, che sormontava l'ultima dimora del grande re barbarico. Questo +monumento è la prima cosa che colpisce il viaggiatore appena giunge a +Ravenna, perchè la strada ferrata vi passa vicino, a circa cento metri. +S'innalza in mezzo a vigne e giardini. Un viale d'alberi vi conduce; la +folta erba che lo ricopre mostra chiaramente la scarsezza dei +visitatori. Questa solitudine selvaggia e questa bella verdura +armonizzano con i gusti dell'eroe germanico, innamorato della fresca +natura, come lo era tutto il suo popolo. + +Mentre la pia Placidia che visse per molto tempo a Bisanzio, si faceva +seppellire in una cappella quasi sotterranea, splendente di mosaici e +d'imagini sante, Teodorico, il re goto, preferiva una sepoltura degna di +un capo di barbari del nord e di un Cesare romano. La semplicità +grandiosa del monumento, di cui i giganti soli sembrano aver potuto +sollevare il tetto di roccia, conviene bene alla memoria dell'antico +_Dietrich von Bern_, dell'eroe di Nibelungi; ma, d'altra parte, il +carattere romano dell'insieme della costruzione rievoca il ricordo del +germano già quasi trasformato dalla civiltà. Ben si adattava là l'ultimo +asilo pel sovrano amico del letterato Cassiodoro, per l'erede, nello +stesso tempo che per l'emulo, degl'imperatori della Città eterna. + +Al piano inferiore dell'edificio una porta arcata si apre su di una sala +a vôlta, avente la forma della croce latina; al piano superiore c'è una +porta quadrata che dà accesso alla sala, a cui la cupola serve di +soffitto. Le due scale di pietra, che conducono a quest'ultimo piano, +non furono compiute che nel 1780. Nessun sarcofago appare più nelle due +sale vuote; nessuna iscrizione indica il luogo ove riposavano il gran re +e i suoi successori. Nessuno sa dire in quale epoca sparvero le urne +funerarie, nè in qual luogo furono trasportate. La leggenda sola +racconta che il feretro di porfido di Teodorico stava in cima +all'edificio sopra la cupola; ma questo non può essere che un errore, +poichè il sarcofago doveva rimanere piuttosto nella gran nicchia del +piano superiore, di fronte alla porta d'ingresso. Un'altra leggenda +vuole che il sarcofago di Teodorico si trovasse nella chiesa di Santa +Prassede a Roma. Più ammissibile è che, allorquando Belisario +s'impadronì di Ravenna, i Greci e gl'Isaurii abbiano saccheggiato, per +vendetta, l'interno del mausoleo e disperse lontano le ceneri del +valoroso capo dei Goti; e se il sarcofago non fu distrutto allora, +probabilmente uno degli esarca lo fece trasportare a Bisanzio come +trofeo. In ogni modo, Carlomagno certo non lo trovò a Ravenna, perchè +altrimenti l'avrebbe fatto trasportare ad Aix-la-Chapelle, ove, forse, +sarebbe andato a inchinarsi. + +Teodorico, costruendo la sua tomba sperava, sicuramente che tutta una +sua dinastia vi sarebbe venuta successivamente a riposare; ma +s'ingannava. La sua casa doveva bentosto crollare, in un rapido e +terribile cataclisma, e l'impero intiero dei Goti venir travolto dalla +stessa tormenta. Si pensa a questa brusca catastrofe, quando ci si trova +in mezzo al mausoleo, fra le nude muraglie, e si cercano invano le +traccie dei morti, ai quali doveva servire d'asilo. Amalasunta, la +nobile e intelligente figlia di Teodorico, vi seppellì, nel 534, suo +figlio Atalarico, ultimo rampollo del ramo paterno, ucciso, nell'età più +tenera, dagli stravizi italiani. Poco dopo, Amalasunta fu strangolata, +in un'isola del lago di Bolsena, e, a quanto sembra, il suo corpo fu +riportato a Ravenna. Il suo sposo e, probabilmente, suo assassino, +Teodato, sgozzato nel 536, mentre fuggiva da Roma verso Ravenna, non +trovò neppur lui riposo nel mausoleo di Teodorico; e neanche la +disgraziata Matavinta, figlia d'Amalasunta, che Vitige, successore di +Teodato, aveva costretto ad accettarlo per marito. Come Vitige, essa +terminò i suoi giorni in prigione a Bisanzio o in qualche altra città +dell'Oriente. Quanto agli ultimi re ostrogoti, nessuno di essi lasciò a +Ravenna la sua spoglia mortale. Il valoroso Totila fu seppellito sugli +Appennini e Teia ai piedi del Vesuvio, sul campo di battaglia, ove aveva +lottato come un eroe omerico. + +Il viaggiatore tedesco sente passare su di sè il grande soffio della +storia e, nello stesso tempo, prova un profondo e malinconico amore per +la sua patria, quando, isolato in quel deserto di verdura, contempla la +tomba di Teodorico. Intorno al severo monumento del re ostrogoto +aleggiano le ombre di quel secolo eroico, in cui l'epopea greca di Omero +sembra confondersi con l'epopea tedesca dei Nibelungi. La mente evoca le +imagini di Belisario, di Narsete, di Totila, di Teia, di Teodorico e di +Amalasunta, di Cassiodoro, di Procopio, di Boezio, di Giustiniano, di +tante altre figure di goti e di greci, che recitarono la loro parte in +uno dei più meravigliosi drammi che la storia universale annoveri, nel +caos delle nazionalità, delle civiltà che si confusero e si +combatterono sulla soglia del medio evo. A Roma, l'arco trionfale di +Costantino segna la frontiera tra il paganesimo e il cristianesimo; a +Ravenna il monumento di Teodorico è il tratto d'unione tra il mondo +antico e il medio evo germanico-romano, mentre è, nello stesso tempo, la +tomba dell'arte, della letteratura, della scienza e della civiltà, +protetta in generale da Teodorico e da sua figlia, ma condannata a +sparire dopo essi, per secoli e secoli, nelle fitte tenebre della +barbarie. Le fondamenta della tomba si sprofondano ogni giorno di più +nel sottosuolo paludoso. Un papa, bene intenzionato, Gregorio XVI, se +non erro, tentò di sviare le acque stagnanti per mezzo di un canale +murato, ma il suo tentativo fallì. Ho trovato io stesso, nella stagione +più asciutta dell'anno, un vero pantano che, in autunno, immagino, +invaderà il piano inferiore del monumento. Il peggio si è che le pietre +da taglio del piano superiore qua e là si staccano. Il conte Alessandro +Cappi, amante della conservazione di Ravenna, si è lagnato amaramente +con me dello stato di abbandono, in cui si lascia il monumento, pel +quale nulla si è fatto da molti anni; e io non posso qui che unirmi a +lui per scongiurare gl'Italiani a prendere, il più prontamente +possibile, delle misure atte a preservare da una maggiore ruina questo +importante documento dei secoli scorsi. Chi si ricorda le parole di +Cassiodoro, ultimo dei Romani, ministro dell'immortale Teodorico? +Siccome si portava dinanzi a lui, contro i Goti, l'accusa di essere i +distruttori della civiltà antica, egli gridò: «_Gothorum laus est +civilitas custodita!_» E' questo un proposito, al quale si dovrebbero +ispirare gl'Italiani d'oggi; se essi hanno un diritto storico sul +monumento di Teodorico, noi tedeschi gli siamo legati da una specie di +attaccamento morale. A questo titolo, mettiamo il mausoleo del gran re +dei Goti sotto la protezione del sentimento di pietà che ordinariamente +ispirano i ricordi del proprio passato glorioso. Grazie a Dio, non siamo +più a quell'epoca di vero vandalismo, in cui si abbandonavano con +indifferenza al disfacimento e alla rovina i più maravigliosi monumenti +dell'arte e della storia. + +Alla fine del 539, il grande Belisario fece la sua entrata da vincitore +nella città di Ravenna, fino allora inespugnabile, e si stabilì nella +dimora abbandonata di Teodorico. Non è pertanto a lui, ma al suo emulo +in valore e gloria, all'eunuco Narsete che il destino riserbava l'onore +di por fine alla spaventosa guerra intrapresa contro i Goti. Giustiniano +nominò questo generale patrizio e governatore delle sue Provincie +d'Italia; e Narsete fissò la sua residenza nel palazzo di Teodorico, e +Ravenna continuò a essere considerata come la capitale d'Italia. + +La più celebre delle chiese di Ravenna è quella di San Vitale, presso il +mausoleo di Galla Placidia. Cominciata nell'ultimo anno di regno di +Teodorico e continuata durante tutto il periodo della guerra contro i +Goti, era ancora incompiuta, quando Belisario fece la sua entrata nella +città. Finalmente, nel 547, l'arcivescovo Massimiano consacrò la chiesa +nel momento in cui, per la seconda volta, Totila assediava Roma, e +Belisario, per la seconda volta pure, la difendeva vittoriosamente. La +costruzione di San Vitale è dunque contemporanea alla caduta dei Goti e +glorificò il trionfo di Costantinopoli. Nella stessa epoca Giustiniano +erigeva, nella sua capitale, il magnifico monumento di Santa Sofia, di +cui l'imagine si riflette nella forma di San Vitale. Per la storia +dell'arte, questa basilica bizantina rappresenta il tipo più puro +dell'architettura e della pittura del periodo giustiniano, di cui +restano, a parte Santa Sofia, così pochi monumenti originali anche in +Costantinopoli. Ciò, sopratutto, per i mosaici così numerosi e così +ricchi in tutte le basiliche bizantine del tempo di Giustiniano e di +cui la maggior parte sono oggi scomparse. + +San Vitale ha la forma di un ottagono, con cupola. Delle colonne interne +sostengono la chiesa, e una galleria di archi la circonda a mezza +altezza. La cupola era un tempo rivestita di mosaici, ma questi a poco a +poco sono caduti, mentre conservati si sono invece nella loro integrità +i celebri mosaici del presbiterio. L'edificio fu così solidamente +costruito, che l'opera dura da 1300 anni, senza aver subìto la minima +riparazione notevole: fatto questo veramente importante nella storia del +mosaico. I rivestimenti di San Vitale sembrano appartenere a due epoche +distinte, separate probabilmente da un secolo d'intervallo. I più +recenti mosaici sono nella parte superiore del presbiterio. Le figure +del Cristo e degli apostoli si avvicinano digià a ciò che si è convenuto +chiamare tipo bizantino. Il Cristo è barbuto ed ha lunghi capelli +biondi. Al contrario, nella tribuna il Salvatore appare con un viso più +giovane; è seduto fra due angeli, sul globo del mondo, e offre la corona +al martire Vitale, mentre a sinistra sant'Ecclesio, fondatore della +basilica, gli porge la pianta dell'edificio. Il Cristo porta l'aureola +con la croce, ed è vestito di un manto scuro, tutto di un colore. +L'espressione di questa giovane fisonomia ha nello stesso tempo tanta +grazia antica e purezza ideale, quanta non ricordo di averne mai +riscontrata in nessun altro mosaico. Nella stessa tribuna l'artista ha +osato rappresentare, al lato dei sacri personaggi, dei ritratti profani +e contemporanei, quelli dell'imperatore Giustiniano e de' suoi +cortigiani. Non conosco un altro esempio simile, poichè il celebre +mosaico laterano a Roma, che rappresenta Carlomagno, non era destinato +che ad una sala da pranzo. Sul muro di destra della tribuna si vede +Giustiniano in piedi, la testa cinta da un'aureola; il che prova come +allora questo simbolo non avesse ancora il significato dogmatico +attribuitogli più tardi. Egli porta in mano un'offerta; sulla sua veste +semplice e scura brilla una stella d'oro; i suoi piedi sono calzati da +coturni di porpora bizantina; la testa è giovanile, di un ovale +regolare, il corpo vigoroso e slanciato. L'imperatore ha i baffi, mentre +i guerrieri che lo circondano, armati di lance e scudi col monogramma di +Cristo, appaiono assolutamente imberbi. Dall'altra parte del dipinto, +san Massimiano, seguito da due ecclesiastici, s'avanza incontro a +Giustiniano. Si direbbe che, per rispetto alla maestà imperiale, la +quale, del resto, rivendicava anche quella del supremo pontificato, si +sia volontariamente spogliato dell'aureola; egli, difatti, non porta +tale attributo; tratto caratteristico, questo, del dogma bizantino e che +riflette la natura inaccessibile e il prestigio divino della potenza +imperiale. Sappiamo, d'altronde, che l'aureola fu originariamente tratta +dalle imagini di Apollo e che essa circondava digià la testa degli +imperatori romani onorati nell'apoteosi. + +Di fronte, sulla parete sinistra della tribuna, si vede la sposa +dell'imperatore, Teodora, un tempo prostituta a Bisanzio e famosa per +l'abilità sfrontata con cui riproduceva sul teatro le scene più +impudiche, in seguito imperatrice d'Oriente e d'Occidente; essa pure è +riprodotta con l'aureola di Cristo sulla testa, in un santuario, in +mezzo ai Santi! Conoscendo le incredibili storie che su questa donna +narra Procopio, il cronista di Belisario e l'ultimo degli scrittori +classici dell'antichità, e ricordando come egli abbia stigmatizzato +nella sua _Storia secreta_ il carattere di Giustiniano, si rimane +veramente stupiti di trovare una simile imagine in un quadro sacro di +chiesa. Certo, noi non ne vorremmo essere privati per questo, poichè +hanno per la storia un prezzo inestimabile. E siccome l'arte di +quell'epoca era ancora capace di esprimere le rassomiglianze, si può +ammettere che queste figure imperiali non fossero parto di fantasia e +che si avvicinassero abbastanza all'originale. + +Teodora v'è rappresentata come una donna giovane, bella, imponente e di +aspetto veramente imperiale. Porta il sontuoso diadema bizantino, e il +suo sacro mantello è riccamente ornato, alla foggia orientale, di ricami +d'oro e di pietre preziose. Come Giustiniano, essa tiene in mano un vaso +che porta a titolo di offerta. Ai suoi lati le dame della corte, di +nobile aspetto come la loro padrona, sono vestite di broccato +drappeggiato all'antica, in colori ricchi e svariati. E' notevole la +loro pettinatura, la quale ricorda esattamente quella delle donne romane +del tempo de' Flavii e degli Antonini. Sarebbe azzardato voler ritrovare +dei ritratti autentici in queste figure, che si rassomigliano le une +alle altre; ma pur tuttavia tali tipi muliebri, appartenenti all'epoca +più brillante, più sontuosa, più raffinata della corte di Bisanzio, non +si possono guardare senza interesse. L'artista ha dato loro un carattere +di vera grandezza, senza mai cadere nell'esagerato. Un'eguale +espressione di solennità e di gravità è trasfusa nella loro fisonomia, e +così, nonostante il carattere profano, la santità del luogo non è +turbata. Esaminando quegli splendidi mosaici non si può fare a meno di +rilevare che l'arte bizantina, di cui sono un'emanazione, era ancora ben +vicina all'antichità. Non vi è traccia di quella concezione religiosa +esaltata, nemica di ogni gioia umana, nè di quello stile rigido +monastico che si è preso l'abitudine, non so perchè, di chiamare +bizantino. + +Per ricche che siano le chiese di Roma in mosaici, non ne possiedono che +di quelli dal VI secolo in poi, e non possono certo paragonarsi al +valore artistico e storico di quelli di San Vitale. Mentre s'innalzava +la basilica di Ravenna, o tutt'al più dieci anni dopo, sotto il governo +di Narsete, si costruiva a Roma la chiesa dei Dodici Apostoli. +Disgraziatamente dei mosaici che la ornavano nulla oggi resta. I soli +mosaici conservatici di quell'epoca sono quelli dell'antica basilica dei +Santi Cosma e Damiano, basilica costruita da Papa Felice IV sul Foro +Romano (524-530). Lo stile n'è vigoroso e originale; ma sono ancora +lontani dalla perfezione artistica dei mosaici di Ravenna. + +Fui lieto di trovare in S. Vitale dei mosaicisti romani, che vi +lavoravano da molti anni, sino dai tempi del Governo pontificio, intenti +a restaurare i mosaici. Ci fu un tempo in cui, essendo quest'arte +sparita da Roma, si facevano venire artisti da Bisanzio o dalla celebre +scuola di Montecassino. Ma le cose cambiarono nel secolo XIII, quando, +sotto Innocenzo III e Onorio III, l'arte romana prese un novello +impulso. Da allora fino ai nostri giorni, con lievissime interruzioni, +l'arte del mosaico si è mantenuta florida sulle sponde del Tevere. + +Gli operai, padre e figlio, che incontrai a Ravenna, appartenevano ad +una famiglia che da più generazioni praticava quest'arte, appunto come +la famiglia dei Cosmati, i quali vissero a Roma nel XIII secolo. Ribel, +uno dei mosaicisti, era, quando lo vidi, occupato a ripulire e riparare +le parti guaste d'un mosaico laterale della tribuna, con un prodotto +chimico testè scoperto, il quale permette di rendere ai mosaici, +anneriti dal tempo, tutto il loro splendore. La prova che il mosaicista +stava compiendo su una delle figure era talmente ben riuscita, che +l'imagine, ringiovanita e rinfrescata, brillava dei più vivi colori. Col +tempo tutti i quadri di San Vitale saranno sottomessi alla stessa +operazione, e allora solamente potremo godere pienamente la loro +primitiva bellezza. + +Quegli artisti mi offrirono, come ricordo, un oggetto che non si trova +certo facilmente negli _albums_ di fotografie: il ritratto di +Giustiniano, in formato di carta da visita. Essi avevano trovato +un'imagine di questo imperatore in certi pezzi di mosaico, che dovevano +aver adornato un tempo il muro interno, situato al disotto della porta +di Sant'Apollinare l'avevano pulito e fotografato. Giustiniano vi era +rappresentato come a San Vitale, ma soltanto in mezzo busto. Il suo viso +somigliava a quello che ammirasi nella basilica, ma appariva più pieno e +leggermente effeminato. Aveva la stessa toga sacra, attaccata alla +spalla da un fermaglio di diamanti; il diadema era ornato, come sulle +monete, da due file di pietre preziose. Attorno al viso si delineava +egualmente un'aureola circolare, di color rosso porpora, cosparsa di +punti bianchi, simili a perle. La figura si staccava su di un fondo +d'oro, e al disotto si leggeva in caratteri romani il nome di +Giustiniano. Un ritratto interessantissimo insomma. + +La bella basilica di Sant'Apollinare fu compiuta quasi alla stessa epoca +di San Vitale. + +L'esterno, come quello delle altre basiliche di Ravenna, non ha verun +interesse. Il campanile al suo fianco ha quella forma speciale che +sembra particolare a Ravenna, ove se ne trovano parecchi altri +esemplari. Queste tane, di aspetto barbaro, sono circolari e di altezza +media, costruite di rozzi mattoni, senza armature, nè altri ornamenti, +forate da piccole finestre arcate, che una piccola colonna divide in +due parti. Credo siano costruzioni dell'VIII o del IX secolo, piuttosto +che del VI. L'interno della chiesa si divide in tre vani, che sopportano +ventiquattro colonne di marmo greco e che, come la maggior parte delle +basiliche di Ravenna, presentano un carattere di nobile semplicità. Ciò +che distingue queste chiese dalle costruzioni romane della stessa epoca, +è che esse hanno conservato un'impronta di grazia serena e come +attaccata ancora alle potenze terrestri. Si nota pure che esse sono la +libera produzione di un'epoca piena di vita realizzante, con la sua +propria originalità, un ideale passato allo stato di tipo. Benchè la +vecchia città, cadente in rovina, dovesse, a quel tempo, fornire ampia +messe di colonne antiche, gli architetti di Sant'Apollinare hanno +sdegnato servirsene. Le loro colonne e i loro capitelli omogenei, ancora +più difficili a produrre, sono opere originali e non copiate da altri +monumenti antecedenti. È l'opposto di Roma, ove, per costruire una nuova +basilica, riunivano ordinariamente il maggior numero possibile di +materiali tolti da edifici antichi, ruinando colonne ed anche capitelli +eterogenei. + +Il vano centrale di Sant'Apollinare è ornato di bei mosaici. Se i +mosaici di San Vitale sono notevoli per le personalità storiche, di cui +ci offrono l'imagine, quelli di Sant'Apollinare lo sono per la +rappresentazione dei monumenti esistenti in Ravenna a quell'epoca. Sulla +parete destra del vano centrale si scorge, brillante di colori +freschissimi, la città di Ravenna, con la chiesa di San Vitale, con vari +altri monumenti e col palazzo di Teodorico. + +Sul frontone del monumento si legge, a lettere d'oro, un nome che non +poteva appartenere che alla dimora di Teodorico, quello di _Palatium_. +Seguono venticinque imagini di santi, che tengono in mano delle corone, +separati gli uni dagli altri da palme. Al termine della schiera, +contornato d'angeli, sta un Cristo vestito di scuro e seduto su di un +trono. + +Sul muro di sinistra, una composizione simmetrica rappresenta un corteo +di giovani sante, un'adorazione di magi e una riproduzione +architettonica. La Vergine occupa il trono, ed è una figura dolce e +graziosa; ha la testa cinta dal velo delle religiose. Quanto ai re magi, +la loro origine barbara si manifesta nei mantelli corti fatti di +broccato, nei colori vistosi e nell'abito intero. Prive di ogni +personalità, uniformi anche nelle linee del volto, le sante donne sono +avvolte in ricche stoffe bizantine e in veli bianchi; portano il +diadema greco sulla testa. Queste imagini limpide, finemente +ombreggiate, si distinguono da certe figure di santi appartenenti alla +più antica maniera, come se ne vedono nelle basiliche romane, per +esempio in San Paolo e in altre chiese, il più delle volte sull'arco di +trionfo e sui quadri laterali delle tribune. Si ritrova in quelle di +Sant'Apollinare la tradizione dell'arte antica. Nessun segno in esse +della vicina barbarie; la monotonia stessa dei tipi non stanca l'occhio, +e dà piuttosto all'insieme una specie di pace solenne, animata dalla +grazia dei contorni e dalla ricchezza dei costumi. + +All'estremità del mosaico si vede il sobborgo di Classe, oggi distrutto, +che fa riscontro all'imagine di Ravenna della parete opposta. E' un +castello solidamente fortificato, con torri merlate, a cui si stende +dinanzi il mare azzurro, cosparso di vascelli dalle bianche vele. Nel +suo complesso è di un effetto straordinario. + +Ravenna non possiede nessun'altra chiesa che possa eguagliare la nobile +opulenza e le felici proporzioni di Sant'Apollinare. Ha però ancora un +certo numero di vecchie e notevoli basiliche, che mi limiterò ad +indicare. Teodorico vi aveva fatto costruire parecchie chiese ariane, +come quella dello Spirito Santo, ancora esistente, e di Santa Maria in +Cosmedino: non mi ci fermerò, come non intendo fermarmi a parlare di +altri monumenti più antichi, dell'epoca di Galla Placidia, come San +Giovanni Evangelista, Sant'Agata e San Francesco. Solo la cattedrale +della città meriterebbe uno studio profondo, perchè fu la sede dei +patriarchi, un tempo così potente, ma ricostruita intieramente nel XVIII +secolo. Questa cattedrale era la più antica delle chiese di Ravenna, di +poco posteriore alle chiese romane di San Pietro e San Paolo e di San +Giovanni in Laterano, risalendo all'arcivescovo Urso, da cui gli venne +il nome di Basilica Ursiana. In origine era una basilica a cinque navate +riposanti su cinquantasei colonne. Ne' suoi muri si trovavano +rappresentate in gran numero scene della storia di Ravenna. Tutto ciò +ora è scomparso, e qualunque sia l'interesse di alcune parti del nuovo +fabbricato, niente di esso attrae in modo speciale la nostra attenzione. + +Gli archivi del palazzo arcivescovile costituiscono oggi il suo tesoro +più prezioso. La collezione delle pergamene, composta di quasi 25,000 +documenti, quella dei papiri, che risale sino al secolo V, poteva essere +considerata come una miniera inesauribile di documenti prima che parte +di queste due collezioni fosse trasportata al Vaticano, parte distrutta +e dispersa. + +A poca distanza dal Duomo si trova ancora il vecchio battistero di San +Giovanni in Fonte, esso pure attribuito all'arcivescovo Urso. Questa +curiosa costruzione ottagonale si compone di due file di arcate romane +sovrapposte, d'aspetto antichissimo, ed è sormontata da una cupola +interamente ricoperta di mosaici, rappresentanti il battesimo di Cristo +e i dodici apostoli. + +Fuori della città si possono ammirare due vecchie basiliche: Santa Maria +in Porto e Sant'Apollinare in Classe. Quest'ultima è, senza dubbio, la +più bella chiesa di Ravenna. Visitiamola. Come è noto, una volta il mare +si avanzava sino a poca distanza dalla città e, in grazia di questa +vicinanza e dei corsi d'acqua e delle lagune, Ravenna godeva una +sicurezza e un'importanza commerciale pari a quelle che più tardi +dovevano fare la fortuna di Venezia. E come Venezia, Ravenna, di cui la +fondazione risale a tempi favolosi, era originariamente in parte +costruita su delle isole. + +L'imperatore Augusto, conquistato da questa posizione topografica +eccezionale, aveva deciso di riparare a Ravenna la flotta +dell'Adriatico; di là l'origine del sobborgo di Cesare e di Classe, di +cui il secondo prese il nome dalla stazione navale stessa. Per lunghi +anni Ravenna serbò il monopolio del commercio nell'Oriente; poi, +l'interramento del suo porto e circostanze politiche, finirono per +produrre la sua decadenza, tutta a profitto di Venezia. + +Da allora l'Adriatico si è ritirato a sette miglia dalla città, in guisa +che non lo si scorge più da nessuna parte. Solo il vento umido, che +giunge dal largo e passa al disopra delle foreste della costa, rivela la +vicinanza del mare. Il punto stesso del vecchio porto non può più essere +determinato con esattezza. Il nome d'una chiesa presso le mura della +città, Santa Maria in Porto, e anche la piazza di Sant'Apollinare in +Classe, sono le sole a indicare la regione, dove si trovavano un tempo i +bacini e gli arsenali. + +Per arrivare alla basilica di Classe bisogna percorrere circa tre +miglia, in direzione nord-est. Da prima si traversa il Ponte Nuovo, al +disopra del fiume Ronco; poi si scorge, a due miglia di distanza, in una +solitudine completa, l'antica chiesa con a lato il campanile rotondo e +cupo. Tutto all'intorno si stende una vasta pianura paludosa, d'aspetto +severo e malinconico, rotta qua e là da risaie. Dalla parte del mare si +scorge, come una cintura di un verde scuro, la celebre e immensa +Pineta. Verso ovest s'innalzano all'orizzonte, lontano, le cime +azzurognole degli Appennini. + +Sant'Apollinare fu costruita nel 535 da Giuliano Argentario, al quale si +attribuisce la maggior parte delle basiliche di Ravenna di quell'epoca. +Nel 549, la chiesa fu consacrata dal patriarca Massimiano, il quale +terminò anche San Vitale. Del portico quadrato che la circondava, non +rimane più che la parte anteriore, la quale forma ora il vestibolo; +questo, in tutte le vecchie chiese di Ravenna, è specificato col nome di +Ardica (derivato da Narte). L'interno della basilica è magnifico; le sue +proporzioni sono maestose e semplici. Ventiquattro superbe colonne di +marmo greco, non tolte a templi antichi, ma scolpite espressamente per +questo monumento e ornate di capitelli simili, separano le navate. +Secondo l'uso primitivo, il tetto a travicelli non ha ornamenti. Lo +spirito dei tempi antichi spazia su tutto il monumento, e questa +impressione è vieppiù rafforzata dallo spettacolo di una lunga schiera +di sarcofaghi nelle pareti delle navate laterali. Non ho visto in +nessun'altra città, tranne ad Arles, una così grande quantità di +sarcofaghi innalzati isolatamente nell'interno delle chiese. La vista di +quelli di Sant'Apollinare ha immediatamente risvegliato in me il +ricordo della famosa strada coperta di tombe della vecchia città +provenzale. + +Le urne funerarie di Ravenna si distinguono in maniera tutta speciale +dai sarcofaghi romani dell'epoca cristiana. Roma ne possiede un gran +numero, molto interessanti, in parte del secondo periodo del medio evo; +se ne trovano nelle Grotte del Vaticano, nel museo di San Giovanni in +Laterano e qua e là nelle chiese. Numerose tombe dei primi tempi del +cristianesimo sono anche ornate da soggetti religiosi, scolpiti in +rilievo. Le urne funerarie di Ravenna, invece, appartengono all'epoca +gotica bizantina e anche all'epoca barbara, e quasi sempre sono dei +sarcofaghi molto massicci, fatti di marmo greco, d'un bianco giallastro, +senza ornamenti, tranne i simboli cristiani e una semplice iscrizione. A +parer mio, nessuno di essi è improntato all'antichità pagana, come a +Roma in alcune tombe papali. A Ravenna sono state tutte eseguite per lo +scopo a cui erano destinate. Le loro forme, grandiose e originali, +producono una profonda impressione; si direbbe che tali sarcofaghi, +dalle volte sollevate e massiccie, abbiano servito di sepoltura a eroi +goti, piuttosto che a patriarchi. + +Sembra che l'arte della scultura fosse già spenta a Ravenna, avanti i +tempi di Galla Placidia, poichè non la si ritrova viva che nei suoi +rapporti diretti con l'architettura. L'arte di riprodurre figure si +concentrò interamente nel lavoro del mosaico, e vi produsse, in quei +tempi semi-barbari, una ricca e preziosa fioritura. Conforme all'uso +cristiano, quei sarcofaghi venivano posti un tempo sotto il portico +esterno della chiesa. Essi racchiudono i corpi dei patriarchi della +città, dal V all'VIII secolo. A somiglianza di quanto si è fatto nella +chiesa di San Paolo fuori le mura, a Roma, si sono ornati i muri delle +navate di una fila di ritratti, rappresentanti la lunga serie degli +arcivescovi di Ravenna; ma questa decorazione è di recente data. Come +la lista dei Papi comincia da San Pietro, quella dei metropolitani +di Ravenna si apre col missionario Apollinare, fondatore +dell'arcivescovato. Il patrono e capo gerarchico di Ravenna era stato, +secondo la tradizione romana, istituito vescovo da San Pietro, a Roma; +era, dunque, discepolo del principe degli apostoli. Tuttavia, si +rivendicò molto tempo per lui, contro San Pietro, la supremazia sul +mondo cristiano; o, per essere più precisi, i vescovi di Ravenna suoi +successori rifiutarono per vari secoli il primato di Roma. Le ricchezze +temporali del seggio di Sant'Apollinare erano, d'altronde, +considerevoli, poichè gli arcivescovi possedevano immobili lontani, +perfino in Sicilia e in Oriente. Dopo la caduta del regno longobardo, +come ho già ricordato, si eressero un momento a padroni dell'Esarcato, +contro le pretese dei Papi. + +Il patriarca di Ravenna era ancora, nell'XI secolo, così ricco e così +potente che l'imperatore Enrico IV, durante la sua lotta contro Gregorio +VII e la contessa Matilde, trovò in lui il suo più forte sostegno. Fu +l'arcivescovo della città, Vilberto, che l'imperatore scelse per elevare +alla dignità di anti-papa, sotto il nome di Clemente III; ma questo +avvenimento segnò il termine della grandezza della chiesa di Ravenna. + +All'epoca in cui l'Impero era fiorente, parecchi tedeschi furono +innalzati dall'Imperatore alla dignità di arcivescovi di Ravenna e +dotati per questo titolo di larghi privilegi. + +La città vide pure qualcuno de' suoi metropolitani salire sul seggio +pontificio, fra questi il ferreo Giovanni X e il celebre Gilberto o +Silvestro II, ai tempi di Ottone III. Nello stesso tempo circa, due +grandi santi, Romualdo e Pietro Damiano, gettarono un vivo splendore +sulla chiesa di Ravenna. La storia degli arcivescovi forma, dunque, fino +ai secoli XII e XIII parte integrante degli annali della chiesa romana +e del medio evo italiano. Il primo tentativo di un'opera su questa +storia risale alla metà del VII secolo, e fu Agnello da Ravenna a +compierlo. La sua opera, il _Liber pontificalis_, reca l'impronta di +quel tempo ancora barbaro, ma la sua antichità la rende di gran valore, +e le numerose e preziose informazioni storiche che racchiude, le danno +un prezzo inestimabile, mentre la sua infantile ingenuità la circonda di +una certa grazia. + +Dopo Carlomagno, fino all'epoca degli Hohenstaufen, ben pochi imperatori +tedeschi tralasciarono di visitare Ravenna, sia nei loro viaggi a Roma, +sia durante le guerre che sostennero in Italia: lo si rileva +dagl'itinerarî: + +La capitale dell'antico esarcato offriva agl'imperatori una forte +posizione nella penisola, durante le loro lunghe lotte con le città e i +Papi. + +I titoli di proprietà che la Santa Sede faceva valere su Ravenna, non +erano riconosciuti dagl'imperatori. Dal tempo degli Ottoni, la Romagna e +l'esarcato venivano trattati come terre dell'Impero e governati da conti +imperiali. Fu Rodolfo degli Hasburgo il primo a rinunziare solennemente, +in favore della Santa Sede, ai diritti che per tutta l'antichità +l'Impero aveva rivendicato su quelle provincie. Gli Ottoni ebbero per +il soggiorno di Ravenna una predilezione speciale; e Ottone I, +sopratutto, non vi dimorò meno di cinque volte, nel 967, 968, 970, 971 e +972. Questo principe, il più potente dei sovrani tedeschi che stesero la +loro dominazione sull'Italia, considerava così poco il Papa come padrone +di Ravenna, che si fece costruire un nuovo palazzo presso le mura della +città. Il luogo di questa dimora imperiale non si può determinare con +esattezza; certo è che nè Cesare, nè Classe erano ancora scomparse a +quel tempo. + +Ottone II dimorò due volte a Ravenna e Ottone III vi soggiornò a tre +riprese. Fu qui che questo giovane principe proclamò il primo dei Papi +tedeschi, suo cugino Bruno, che dopo, sotto il nome di Gregorio V, si +pose sulla propria testa la corona imperiale. Ottone III amava Ravenna e +i suoi santi, con quella passione esaltata che fu il segno distintivo +del suo carattere. Ivi egli elevò dal seggio episcopale alla dignità +pontificia il suo maestro, l'illustre Gerberto. Pochi anni appresso, +Ottone III ripassava da Ravenna, questa volta fuggiasco, cacciato dai +Romani, e vi rimaneva per alcune settimane, nel monastero di Classe, +nella cella del famoso Romualdo, sotto il saio monacale e in mezzo a +pratiche di penitenza. + +Di questo avvenimento rimase ancora memoria sui muri della basilica, in +iscrizione moderna, è vero, e di fattura ecclesiastica. + +Eccone la traduzione: «Ottone III, imperatore di Germania, re dei +Romani, sottomettendosi alla regola severissima di san Romualdo per la +remissione dei suoi peccati, venne scalzo dalla città di Roma al monte +Gargano, dimorò quaranta giorni come penitente in questo chiostro e in +questa basilica, espiò i suoi delitti sotto il cilicio e con +mortificazioni volontarie, dando un augusto esempio di umiltà e, +Imperatore, illustrò questo tempio e insieme il suo pentimento»[11]. + +Il celebre convento di San Romualdo non fu soppresso che sotto il regno +di Napoleone I. I suoi fabbricati in rovina si trovano presso la +basilica, fra cespugli di felci e olivi. I monaci sono dispersi; uno +solo fra essi erra ancora malinconico nella chiesa della quale è +guardiano. La vecchia basilica rovina, insieme col campanile che le è al +lato, e somiglia piuttosto a un faro che ad un campanile. La desolazione +del vecchio monumento è infinita, e lo spettacolo della campagna deserta +che lo circonda, dà una tristezza immensa, mentre è di una +indescrivibile bellezza. Ho visto quella grande pianura paludosa durante +un uragano che brontolava lontano sull'invisibile Adriatico e che aveva +coperto il cielo di nere nubi. Le acque addormentate, coperte di piante +acquatiche, le ruine sprofondate, la vecchia basilica e gl'immortali +ricordi che essa evoca, la strada deserta che traversa la campagna nella +direzione di Cesena, la cupa foresta di pini che si stende a perdita +d'occhio e le cui cime gigantesche si stendono calme e maestose come +grandi palme; dall'altra parte, attraverso l'atmosfera solcata di lampi, +le torri dell'antica città: tutto questo insieme silenzioso, melanconico +e morto, senza un cinguettio d'uccelli, senza un profilo umano, +contribuisce a gettare l'anima in una profonda e indicibile commozione. + +Le rive melanconiche del Ronco conservano ancora il ricordo di un altro +avvenimento storico, quello che ha segnato la giornata dell'11 aprile +1512, uno dei più terribili scontri che abbia insanguinato il suolo +italico, una lotta così eroica che Teodorico e Odoacre stessi ebbero ad +ammirare il valore dei combattenti. E' là che gli eserciti alleati degli +Spagnoli e del bellicoso Papa Giulio II, correndo in soccorso del +generale Marco Antonio Colonna, rinchiuso in Ravenna, furono assaliti +dalle truppe di Luigi XII, re di Francia, comandate dal giovane Gastone +di Foix. I Francesi riportarono la vittoria; ma la pagarono con la vita +del loro illustre ed eroico generale. + +I più celebri capitani dell'epoca, quelli che dovevano illustrarsi nel +gran secolo di Carlo V, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi, il fior +fiore dell'aristocrazia, tutti presero parte alla battaglia. Un grande +poeta, l'Ariosto, si trovava nel campo del duca di Ferrara, e colui che +più tardi doveva essere papa Leone X, allora legato, fu fatto +prigioniero. + +Se Gastone di Foix avesse sopravvissuto alla sua vittoria, nulla gli +avrebbe impedito d'impadronirsi di Roma e di Papa Giulio II. Ma la buona +sorte che si è sovente attaccata alla Santa Sede, apportò un buon +cambiamento; i Francesi vincitori furono bentosto vinti e costretti a +lasciare l'Italia. + +La colonna commemorativa che si vede ancora oggi sul campo di battaglia, +sulla riva del Ronco, fu eretta nel 1557, per cura del governatore +pontificio della Romagna, Donato Cesi, che divenne più tardi cardinale. +Delle iscrizioni incise su medaglioni di arte molto mediocre ricordano +il grande avvenimento. + +Non ho, disgraziatamente, potuto visitare la celebre foresta di pini, +conosciuta sotto il nome di Pineta. La foresta sembra risalire ad una +lontana antichità. Si dice che già al tempo dei Romani se ne traessero i +materiali per la gettata del porto. L'esercito goto vi accampò, quando +Teodorico assediò Odoacre in Ravenna. La maggior parte si compone di +boscaglie di piante diverse, in mezzo alle quali si innalzano gli alti +fusti dei pini. I frutti di questi alberi racchiudono delle nocciuole, a +forma di mandorle, di cui Ravenna fa un commercio molto esteso. Si +calcola a diecimila il numero delle staia di tale frutto, che ogni anno +vengono spedite fuori. Gli abitanti di Ravenna mi hanno fatto delle +descrizioni incantevoli dell'interno selvaggio e deserto della loro +Pineta, delle macchie nelle quali i cacciatori inseguono il cinghiale, e +delle regioni in cui la foresta si avanza sino alla costa e viene a +morire in riva a golfi pittoreschi, bagnati dal mare. Il bosco si +estende lungo l'Adriatico per una lunghezza di ventiquattro miglia, +dalla città di Cervia sino alla foce del Po, chiamata Spina o +_Spinetrium_. Misura tre miglia nella sua maggior larghezza. + +Noi abbiamo studiato i monumenti di Ravenna, seguendo il succedere dei +tempi piuttosto che l'ordine topografico, e non ci siamo occupati che di +qualcuno di essi, di quelli che caratterizzavano meglio la loro epoca. +Abbiamo rilevato che la grande epoca guelfa non si ritrova quasi in +nessun palazzo, in nessuna chiesa. Ma in mancanza di questi monumenti, +gli abitanti di Ravenna mostrano con orgoglio, in un vicolo secondario, +una piccola cappella funeraria, che essi non cambierebbero con la più +bella cattedrale del mondo. Là è sotterrato, a lato di Galla Placidia e +di Teodorico, il più gran genio dell'Italia, eroe e vittima della lotta +dei Guelfi e dei Ghibellini, a cui ha innalzato un monumento imperituro. + +Quand'anche Ravenna non avesse altra attrattiva che la tomba di Dante, e +altra gloria che quella di aver offerto l'ultimo asilo al Poeta, ciò +basterebbe a preservare eternamente il suo nome dall'oblio. + +Fu nel 1320 che Dante, senza patria e nella più estrema povertà, si recò +da Verona a Ravenna. In quei tempi, racconta il Boccaccio, un nobile +signore, Guido da Polenta, era padrone di Ravenna, città antica e +celebre della Romagna. Egli era molto erudito nelle scienze liberali, +onorava grandemente gli uomini di valore e specialmente quelli che la +loro alta istruzione poneva al disopra degli altri. Quando seppe che +Dante, di cui la riputazione era da lunga data giunta sino a lui, si +trovava in Romagna, nella miseria e nello scoraggiamento, decise, senza +esserne stato da lui sollecitato, di offrirgli un asilo e di trarlo +dalla sua situazione disperata. Sotto la benevola protezione di questo +nobile signore, Dante abitò Ravenna per qualche tempo, quando aveva +perduto ogni speranza di ritornare a Firenze. + +Là egli formò un certo numero di allievi, nell'arte della poesia, +sopratutto usando la lingua volgare, che, primo fra gl'Italiani, come +afferma lo stesso Boccaccio, ha saputo elevare all'altezza che il greco +Omero il latino Virgilio avevano conquistato per la loro lingua materna. + +La famiglia Polenta era divenuta nel 1275 padrona della città, dominata +per lo innanzi dai duchi dell'antichissima famiglia dei Traversari: +Guido da Polenta era nipote della bella Francesca, che fu maritata a +Giovanni Malatesta da Verrucchio, podestà di Rimini, e del quale il +poema di Dante ha immortalato il ricordo. Il signore di Ravenna non +prese in mala parte i versi, ove l'ombra di Francesca da Rimini appare +tra le ombre votate alla dannazione eterna. + +Dante finì la sua vita a Ravenna sotto la protezione di Guido. + +Il palazzo dei Polenta è scomparso senza lasciare la minima traccia, e +della loro dominazione non resta altro monumento materiale che la tomba +del poeta. A parte questo ricordo, niente risveglia più il loro nome, se +non una lapide incastrata nel muro della chiesa di S. Francesco; essa +rappresenta un uomo vestito di una tonaca dei frati minori e porta +questa iscrizione: «_Hic jacet Magnificus Dominus Hostasius de Polenta +qui ante diem felix obiens occubuit MCCCLXXXVI die XIV Mensis Martii. +Cujus anima requiescat in pace._» + +Le lotte combattutesi nell'anima ardente di Dante, le passioni che +animano così violentemente la sua opera e che gli hanno impresso il +segno di una tale incomparabile personalità, tutte queste agitazioni si +erano ben calmate, quando il gran poeta venne a terminare i suoi giorni +a Ravenna. La fine della sua vita fu consacrata alle pie ed alte +meditazioni, alla _Vita contemplativa_. + +Ivi egli compose i suoi salmi della penitenza e il suo Credo. Sembrava +si fosse trasformato in penitente come aveva fatto l'imperatore Ottone +III che, dopo aver visto crollare il suo potere su Roma, aveva rivestito +il saio e si era rinchiuso per pregare nella cella di Sant'Apollinare. +Quando sentì avvicinare la sua fine (si spense il 14 settembre 1321), +domandò che lo si sotterrasse vestito dell'abito dei francescani. Per +questo i frati minori lo considerano come uno dei loro; si ricorda, +d'altronde, che nel suo poema egli si era già rappresentato cinto della +corda di quest'ordine. + +Guido da Polenta fece seppellire il Poeta in un sarcofago di marmo nel +convento dei frati minori. Si proponeva d'innalzargli un magnifico +monumento, ma questo progetto non fu eseguito. Durante i disordini nei +quali la famiglia Polenta perì, la tomba fu dimenticata. Nel 1482 +soltanto fu ricordato il dovere sacro che era stato lungamente +trascurato. I Polenta erano stati cacciati. Bentosto annessa a Venezia, +Ravenna fu governata da pretori della potente Repubblica. Uno di questi +ultimi, Bernardo Bembo, padre del celebre cardinale, riprese il progetto +di Guido da Polenta e fece innalzare al poeta, nel 1482, un bel +mausoleo. E' quello che ci viene mostrato oggi, ma trasformato dai +legati del papa nel XVII e XVIII secolo. Si sa, infatti, che i Veneziani +cedettero, nel 1509, Ravenna alla Santa Sede, sotto il pontificato di +Giulio II, che riunì anche Bologna al dominio di S. Pietro. + +La tomba di Dante ha la forma di un piccolo tempio, sormontato da una +cupola e fabbricato nello stile del Rinascimento. L'interno è ornato di +bassirilievi e d'iscrizioni. Quattro medaglioni rappresentano Virgilio, +Brunetto Latini, Can Grande della Scala e Guido da Polenta. In faccia +alla porta di entrata si trova il sarcofago di marmo, e al disopra il +medaglione in rilievo del Poeta. + +La celebre iscrizione, da lui composta dice: + + Jura monarchiae superos Phlegetonta lacusque + Lustrando cecini voluerunt fata quousque: + Sed quia pars cessit melioribus hospita castris, + Autoremque suum petiit felicior astris, + Hic claudor Dantes patriis extorris ab oris + Quem genuit parvi Florentia mater amoris. + +La tomba è sempre chiusa. Il conte Alessandro Cappi, che mi accompagnò +nella visita al mausoleo, mi raccontò che nella suo gioventù aveva visto +a Ravenna lord Byron, allora innamorato della contessa Guiccioli. Mai, +mi disse la mia guida, lord Byron non passava in vista della tomba, +fosse pure a distanza, senza scoprirsi rispettosamente, e mi sovvengo +ancora dei bei versi che egli ha dedicato alla sepoltura di Dante. + +Ed è, infatti, un santuario a cui ogni uomo di animo elevato non +saprebbe avvicinarsi senza commozione, un luogo di pellegrinaggio e di +raccoglimento per tutti coloro che sono capaci di comprendere e ammirare +il genio creatore del Poeta, tanto potente da innalzare al disopra delle +tempeste e delle passioni un ideale eterno di calma e di sublime +serenità. + +Dante simboleggia con la sua propria esistenza ciò che rende così +maravigliosa la storia della sua patria, l'arte e la scienza producenti +i loro più nobili fiori in mezzo alle più spaventose lotte civili. + +Da questo lato e da tanti altri il Poeta fiorentino è il rappresentante +e come l'incarnazione del genio italiano verso la fine del medio evo. + +La solitudine in mezzo alla quale si drizza la tomba di Dante, produce +un'impressione profonda, e bisogna felicitarsi che gli abitanti di +Ravenna abbiano rifiutato ai Fiorentini pentiti la restituzione del loro +tesoro nazionale. Dante continua così il suo destino d'esilio; egli +riposa nella cella la cui ombra ospitale riparò i suoi ultimi giorni, in +un monumento all'erezione del quale hanno preso parte la Serenissima +Repubblica di Venezia e la Santa Sede. La sua tomba si drizza al largo, +libera e isolata come una sepoltura di sovrano, come il mausoleo del +grande Teodorico. + + +NOTE: + +[1] Io desumo questi discorsi dallo scritto di un ufficiale francese che +assistè alla scena. + +[2] Evidentemente qui l'imparzialità del Gregorovius vien meno. Quando +lo storico tedesco scriveva queste righe, si era andata formando, +sopratutto all'estero, una campagna denigratoria contro l'Eroe luminoso +della nostra Indipendenza. In Francia, per esempio, un liberale ed uno +scrittore di valore, Maxime du Camp, scriveva contemporaneamente di +Garibaldi altrettanto e molto di peggio. Ciò, del resto, non era che +l'effetto della campagna subdola e celata dei nemici della nostra +libertà. _(N. d. T.)_. + +[3] Levate, venerabiles fratres, in circuitu oculos vestros, et +videbitis, ac una Nobiscum vehementer dolebitis abominationes pessimas, +quibus nunc misera Italia praesertim funestatur... Datum Romae apud S. +Petrum die 17 octobris anno 1867. Pont. Nost. A. XXII. + +[4] Il conte Costantino Nigra, nato a Villa Castelnovo, Ivrea, nel 1828, +e morto a Rapallo il 1 luglio 1906, fu una delle più illustri +personalità del nostro Risorgimento. Cavour lo ebbe a segretario ne' +suoi viaggi politici a Londra e a Parigi, sopratutto nel memorabile +Congresso del 1856, dove il grande statista pose nettamente, davanti ai +rappresentanti delle potenze, la questione della nazionalità italiana. +Il Nigra rimase quindi alla Corte di Napoleone III, e divenne +l'interprete gradito delle idee di Cavour e dei propositi di Re Vittorio +Emanuele II. Fu ministro plenipotenziario dell'Italia presso la Corte di +Francia sin dopo Sédan e grandemente sempre cooperò agl'interessi del +nostro paese ed alla sua unità. _(N. d. T.)_. + +[5] Questo tratto caratteristico ce lo narra il cappellano degli zuavi, +anch'esso prigioniero, che ha descritto semplicemente e fedelmente la +dimora dei garibaldini a Monte Rotondo nella «Prigionia del P. Vincenzo +Vannutelli». Episodii della invasione garibaldina del 1867. Appunti +storici estratti dal suo giornale. Roma, Salviucci, 1869. + +[6] La narrazione del cappellano Vincenzo Vannutelli è stata da +contemporanei degni di fede e da storici sereni, imparziali, in gran +parte sconfessata. Il Vannutelli aveva tutto l'interesse, si capisce, di +mettere in luce Garibaldi e i suoi valorosi compagni. Al Gregorovius, +storico di solito così imparziale e sicuro, si può solo rimproverare di +aver troppo prestato orecchio a quello che allora si andava propalando +per l'Urbe dagli avversari di Roma capitale d'Italia, e per quanto non +abbia certo accettato come verità sacrosanta quanto il cappellano degli +zuavi aveva scritto. Lo provano, a questo proposito, le seguenti parole: + +«Il lettore si sarà accorto che il monaco romano del 1867 descrive i +garibaldini colla ingenuità con cui Erodoto descrisse gli Sciti o +Villani gli Unni. Quando, ancora prigioniero, ma sfuggito alla morte e +travestito, viaggiava sulla linea ferroviaria di Spoleto, in un treno +pieno di garibaldini che ritornavano nell'Umbria, nell'attraversare un +tunnel, mentre il treno rallentava la corsa, egli, guardandosi intorno, +pensava: «Ecco una esatta immagine dell'inferno. La luce incerta del +vagone, la corsa sotterranea, il frastuono del treno, il clamore di +tutti questi uomini vestiti di rosso, tutto contribuisce a farmi credere +di essere piombato nel più profondo degli abissi infernali». + +[7] «Dopo la presa di Monterotondo molti si fecero, col broccato degli +abiti sacerdotali dei distintivi da ufficiale, si presentarono ai +presunti loro subordinati e dissero: Vedete, io son tenente, capitano, e +così di seguito; al che fu risposto con un applauso di scherno, con +fischi ed altri acuti suoni che facevano mettendo le dita nella bocca». + +[8] Pantaleone difese il suo già compagno di fede, che doveva essere +fucilato. Anche dei parenti, che egli aveva fra i garibaldini, parlarono +in sua difesa; altri giovani gli fecero scudo col loro corpo contro i +furenti, che volevano finirlo, e che erano istigati da una contessa +emancipata, certa Martini, la quale raccomandava loro di _spacciarlo_. +Il monaco fu posto in libertà, ma internato a Perugia, di dove tornò +felicemente a Roma. + +[9] Il marchese romano Capranica ha tradotto _Gli Albigesi_ e il +_Savonarola_ di Lenau; ma queste versioni son tuttora inedite. + +[10] Dall'anno 1858, in cui io scrivevo queste pagine, molte cose si son +mutate nei circoli letterari di Roma. Il simpatico Giovanni Torlonia +morì il 9 novembre 1858 nell'età di 27 anni, lasciando nella giovine +scuola un irreparabile vuoto. Nannarelli fu chiamato a Milano professore +all'Accademia; l'avvocato Ciampi ha svolto felicemente le sue facoltà, e +adesso è fortunato autore di commedie in versi. Recentemente, anche +l'ufficiale romano Muratori ha acquistato buona fama di poeta +drammatico. + +_(Nota dell'autore)._ + +[11] Otto III. Rom. Imp. Germ. Ob Patrata Crimina Austeriori Disciplinae +Sancti Romualdi Obtemperans Emenso Nudis Pedibus Ab Urbe Romana Ad +Garganum Montem Itinere Basilicam Hanc Et Coenobium Classense XXXX +Diebus Poenitens Inhabitavit Et Hic Cilicio Ac Voluntariis +Castigationibus Peccata Sua Expians Augustum Dedit Humilitatis Exemplum +Et Imperator Sibi Templum Hoc Et Poenitentiam Suam Nobilitavit Anno DCM. + + +INDICE + + +L'isola d'Elba . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3 + +San Marco di Firenze . . . . . . . . . . . » 63 + +La campagna dei volontari intorno Roma . . » 91 + +Poeti romani contemporanei . . . . . . . . » 253 + +Avignone . . . . . . . . . . . . . . . . . » 287 + +Ravenna . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 343 + + + +Nota del Trascrittore + + +L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, +correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. Tutte le +occorrenze dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state +normalizzate in (N. d. T.). + +Grafie alternative mantenute: + + augurî/auguri + avversarî/avversari + côlti/colti + contrarî/contrari + decennî/decenni + edificî/edifici + esimî/esimi + giudizî/giudizi + païs/pais + Pontificî/Pontifici/Pontificii + Porto Ferraio/Porto-Ferraio/Portoferraio + prigionia/prigionìa + proprî/propri + sètta/setta + studî/studi + tirannia/tirannìa + varî/vari/varii + volontarî/volontari/volontarii + +Altre correzioni: + pag. 20 è straordinariamente [straordinamente] bella + pag. 101 aveva mandato a Firenze il generale Fleury [Fleurg] + pag. 103 aver cura del suo gregge [greggie] + pag. 116 La vita ed il lavorìo [lavorio] segreto + pag. 183 poteva servirgli di rocca [ròcca] + pag. 188 specialmente quando [qua] va unita + pag. 337 Villeneuve-les-Avignons [Villeneuve-les Avignons] è un paese + pittoresco + pag. 349 Ataulfo, [Atolfo] successore di Alarico + pag. 356 fece trasportare a Aix-la-Chapelle [Aise-la-Chapelle] + pag. 394 riparò i [î] suoi ultimi giorni + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 *** + +***** This file should be named 37900-8.txt or 37900-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/7/9/0/37900/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +http://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. 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Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/37900-8.zip b/37900-8.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..11f4394 --- /dev/null +++ b/37900-8.zip diff --git a/37900-h.zip b/37900-h.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..6d40870 --- /dev/null +++ b/37900-h.zip diff --git a/37900-h/37900-h.htm b/37900-h/37900-h.htm new file mode 100644 index 0000000..f126a64 --- /dev/null +++ b/37900-h/37900-h.htm @@ -0,0 +1,13285 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> +<!-- $Id: header.txt 236 2009-12-07 18:57:00Z vlsimpson $ --> + +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> + <head> + <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=iso-8859-1" /> + <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" /> + <title> + The Project Gutenberg eBook of Passeggiate per l'Italia, vol. 3, by Ferdinando Gregorovius + </title> + <style type="text/css"> + +body { + margin-left: 10%; + margin-right: 10%; +} + + +p { + margin-top: .75em; + text-align: justify; +} + +h1 { text-align: center; line-height: 1.5; font-weight: 500; } + +h2 { text-align: center; margin-top: 3em; + margin-bottom: 3em; } + +hr { + width: 65%; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; + margin-left: auto; + margin-right: auto; + clear: both; +} + +hr.minor { width: 15%; + margin-top: .75em; + margin-bottom: .75em; } + + +.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */ + /* visibility: hidden; */ + position: absolute; + left: 92%; + font-size: 70%; + text-align: right; +} /* page numbers */ + +.title { text-align: center; margin-top: 3em; margin-bottom: 3em; } + +.center {text-align: center;} + +.inscr { text-align: center; font-size: 90%; line-height: 1.3em; } + +.left { text-align: left; margin-left: 5%; } + +.right { text-align: right; margin-right: 5%; } + +.small { font-size: 80%; } + +.big { font-size: 130%; } + +.lighter { font-weight: 500; } + +.smcap {font-variant: small-caps;} + +.o { text-decoration: overline; } + +.spaced {letter-spacing: 1em;} + +.TOC { position: relative; text-align: left; + margin-left: 20%; margin-right: 20%; + list-style-type: none; } + + +.TOC li { text-indent: -1em; margin-right: 15%; + font-size: 105%; line-height: 1.3em; } + +span.tocright { position: absolute; right: 0;} + +.tnote { border: dashed 1px; margin-left: 20%; margin-right: 17%; + margin-top: 6em; padding-bottom: .5em; padding-top: .5em; + padding-left: 2em; padding-right: 2em; + font-size: 90%; } + +.tnote h2 { text-align: center; /* all headings centered */ + clear: both; + font-weight: 500; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; } + +.tnote ul { text-align: left; margin-left: 5%; + list-style-type: none } + +.u {text-decoration: underline;} + +.caption {font-weight: bold;} + +/* Images */ +.figcenter { + margin: auto; + text-align: center; +} + +.figleft { + float: left; + clear: left; + margin-left: 0; + margin-bottom: 1em; + margin-top: 1em; + margin-right: 1em; + padding: 0; + text-align: center; +} + +.figright { + float: right; + clear: right; + margin-left: 1em; + margin-bottom: + 1em; + margin-top: 1em; + margin-right: 0; + padding: 0; + text-align: center; +} + +/* Footnotes */ +.footnotes {border: dashed 1px;} + +.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;} + +.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;} + +.fnanchor { + vertical-align: super; + font-size: .8em; + text-decoration: + none; +} + +/* Poetry */ +.poem { + margin-left:10%; + margin-right:10%; + text-align: left; +} + +.poem br {display: none;} + +.poem .stanza {margin: 1em 0em 1em 0em;} + +.poem span.i0 { + display: block; + margin-left: 0em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + +.poem span.i1 { + display: block; + margin-left: 1em; + padding-left: 3em; + text-indent: -3em; +} + + + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by +Ferdinando Gregorovius + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. 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Tip. della Officina Poligrafica Editrice<br /> +Roma, Piazza della Pigna, 53.</p> + +<p> +<span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span> +</p> + + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter">L'ISOLA D'ELBA.<br /> +<span class="small">(1852).</span></h2> +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span></p> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter"><a name="Lisola_dElba" id="Lisola_dElba"></a>L'isola d'Elba.<br /> +<span class="small">(1852).</span> +</h2> + + +<p>Una volta alla settimana il piroscafo dello +Stato toscano, il «Giglio», fa in estate il +viaggio per l'Elba, per portare i dispacci +del Governo ed i passeggieri. Da Livorno +il viaggio dura circa cinque ore, poichè si +tocca Piombino, dove il bastimento si ferma +per un certo tempo.</p> + +<p>Sempre lungo la costa solitaria della Maremma, +si è rallegrati dalla vista della verde +pianura, che discende al mare, e che è limitata +all'interno dai monti che circondano +Volterra. Delle torri ai luoghi di approdo, +alcuni piccoli porti, alcuni edifici per usi +industriali e delle case coloniche sparse +qua e là interrompono la striscia uniforme +delle Maremme, che verdeggiano di boschetti +di mirti, dove nel folto è una ricchissima +<span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span>caccia di cinghiali.</p> + +<p>Ai tempi degli Etruschi su questa costa +erano delle ricche città, potenti per la loro +cultura, da Volterra sino a Cere e sino a +Vejo nella Campagna Romana. Si passa dinanzi +alla vecchia Cecina, un luogo che si +trova ancora oggi collo stesso nome, vicino +alla costa. Più al sud era la celebre Vetulonia, +poi Populonium, una delle più possenti +città degli Etruschi, la quale estendeva +la propria signoria su tutte le isole +vicine. Essa fu distrutta nella guerra civile +tra Mario e Silla, cosicchè già, al tempo +di Strabone, non rimaneva altro della sua +grandezza che una vecchia torre, un tempio +e pochi avanzi di mura. Le sue rovine +sono visibili sul promontorio della piccola +penisola che sporge dalla costa, luogo reso +selvaggio da cespugli di pruni e dall'erica. +Un piccolo fortilizio si erge in questo +luogo. Veleggiando intorno alla penisola +di Populonium si arriva al porto di Piombino.</p> + +<p>Questa piccola città di appena 1200 abitanti +era una volta dominio della casa Appiani, +e nell'anno 1805 del côrso Felice +Baciocchi, duca di Lucca e Piombino, marito +di Elisa Bonaparte. Estinta la casa +Appiani nell'anno 1631, il principato passò +alla Spagna, e nel 1681 ad Ugo Buoncompagni-Ludovisi, +i discendenti del quale ne +<span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span>tornarono in possesso dopo il 1815, sotto +la supremazia della Toscana. Le stradicciole +della città colle loro case gialle, il castello +principesco in alto, e le mura nere ed una +torre esposta ai venti sopra uno scoglio +battuto dalle onde nel porto, guardano solitari +giù nel mare. La veduta dalla città è +degna di una residenza sovrana; un intero +arcipelago sta dinanzi gli occhi, delle belle +isole appaiono sulla superficie del mare: +Giglio, Cervoli, Palmarola, Elba e Corsica. +Precisamente di fronte e lontana solo una +mezz'ora, l'Elba eleva le sue alte montagne, +avendo avanti a sè le isole circondate di +torri di Cervoli e Palmarola.</p> + +<p>Quanto più ci si avvicina all'Elba, tanto +più appariscono imponenti i suoi scogli; +di paesi non vi è traccia, eccettuato un +piccolo porto, che lasciamo sulla sinistra. +La riva è ripida e di una tetra maestosità. +Su in alto sulla cima di un monte sta ardita +una antichissima torre grigia, chiamata dal +popolo «Torre di Giove», un indicatore +venerato dal navigante che drizza la prora +all'isola di Napoleone.</p> + +<p>La nave gira ora un promontorio e la +sorpresa improvvisa non è piccola. Poichè +in una volta si mostra il grande e bel golfo +di Porto-Ferraio, un magnifico basso-fondo, +chiuso a guisa di anfiteatro da alte montagne, +le pendici delle quali sono coperte +sino al mare da giardini, boschetti, ville,<span class="pagenum"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span> +poderi, cappelle tra i cipressi, alte piante +d'aloè e gelsi dalle verdeggianti ombre. A +destra, il golfo è chiuso da una penisola, +di cui l'istmo è molto stretto e in questa +è la città ed il porto di Porto-Ferraio, l'antico +Argo, più tardi La Cosmopoli, il bel +monumento del fortunato Cosimo I, di casa +Medici, e la prigione di Napoleone.</p> + +<p>Io posi piede nella città col sentimento +di chi entra nel regno idiliaco della storia. +Le grandi, prime linee del golfo hanno +qualcosa di festoso; la città sulla penisola, +così graziosamente toscana, ha un aspetto +di semplicità rustica e di benessere lungi +dal mondo.</p> + +<p>Le strade sono accalcate, ma visibili a +colpo d'occhio; le piccole piazze ed i giardini +odorosi, che sono lungo le alture, invitano +decisamente a rimanere. La città tutta +riluce in un tinta di sfondo giallo-chiaro, +che armonizza perfettamente col verde degli +alberi ed il celeste carico del mare. Un +soggiorno adatto per re spodestati che vogliano +scrivervi le loro memorie.</p> + +<p>Anche le torri ed i bastioni dei tre forti, +Stella, Falcone e Castell'Inglese, non hanno +un aspetto severo. Ai loro piedi si trova +il porto circolare, circondato da belle banchine, +opera di Cosimo de' Medici. Per la +tromba, la bella porta del centro, si accede<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span> +nella città, dopo aver letto con soddisfazione +l'iscrizione molto promettente:</p> + +<p class="inscr">TEMPLA MOENIA DOMOS<br /> +ARCES PORTUM COSMUS MED. FLORENTINORUM DIE XII<br /> +A FUNDAMENTIS EREXIT A. D. MDXLVIII.</p> + +<p>Tutto costruì qui quel fortunato Cosimo, +tempî, case, mura, castelli e porto; egli +non lasciò a Napoleone costruire altro che +i castelli in aria di un nuovo impero.</p> + +<p>Il bastimento approda alla scalinata, dalla +quale egli s'imbarcò un giorno, colla sua +guardia per la Francia, una scena questa, +che la fantasia ricostruisce subito; quante +volte infatti per tutto il mondo non abbiamo +veduto questo quadro? «L'imbarco di Napoleone +all'isola d'Elba». L'occhio intanto +guarda in su verso la gloriosa città, cercando +l'abitazione dell'imperatore esiliato.</p> + +<p>«Non vedete lassù, la ridente casa gialla +sotto il forte Stella? Essa guarda appunto +qui sul porto; vedete là, dove la sentinella +stà dinanzi alla garitta.</p> + +<p>«Quella colle piccole finestre? Qual palazzo +delle Tuileries per un re pigmeo! +Sembra un padiglione di giardino».</p> + +<p>Quello è il palazzo dell'Imperatore, oggi +residenza del Governatore.</p> + +<p>Una barca ci porta alla banchina sulla +quale si sono riuniti curiosando degli abitanti +della città. Qui non c'è l'accalcamento +di Livorno, dove non si è sicuri della propria<span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span> +vita fra i barcaiuoli e i facchini: qui +tutto è quieto, umile e lieto. Dalla porta, +si entra per una piccola strada, dove è il +mercato del pesce e delle erbe, nella «piazza +d'armi», una piazza lunga e stretta, in fondo +alla quale è situata la chiesa principale +della città. La più serena pace domenicale +regna qui, una disposizione ed una comodità +di vita veramente idiliache. Le casette +pulite sono ornate di fiori, e dei pochi bisogni +degli abitanti fanno fede le piccole botteghe, +il caffè e l'albergo modesto «L'ape +d'oro», nel quale prendo stanza insieme coi +miei compagni di viaggio. Una modesta +sala da pranzo, un paio di commensali semplici +e silenziosi, un discreto vino d'isola, un +pranzo frugale ed un albergatore leale e +di poche pretese, ecco la prima impressione.</p> + +<p>Non troviamo requie sino a che non siamo +saliti su sino all'abitazione di Napoleone. +Essa è situata tra i forti Stella e Falcone, +sulla roccia, in alto, dimodochè guarda +colla fronte sul golfo e colla parte posteriore +sul mare verso Piombino, offrendo +una bella vista. Ma certo questa veduta +sulle coste attraenti d'Italia è troppo eccitante.</p> + +<p>L'edificio è composto da un corpo di fabbrica +centrale piatto con quattro finestre +sulla facciata, e di due piccole ali laterali,<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span> +che sono notevolmente più basse. Per queste +si entra nell'interno, poichè il corpo di +fabbrica centrale non ha alcuna porta. Un +muro recinge il piccolo giardino, nel quale +Napoleone faceva le sue passeggiate al +mattino e la sera. Piante di limoni, fiori, +un paio di busti marmorei nel verde, ecco +tutta la ricchezza del giardino imperiale dell'Elba. +Napoleone stesso lo creò, ornandolo +di acacie. A me sembrò molto caratteristico +di trovarvi piantati dei cannoni. +Poichè il giardino appartiene al recinto +del forte Stella, esso serve nello stesso tempo +di trincea e senza dubbio i cannoni vi erano +piantati tra i fiori, già al tempo di Napoleone +e dovevano essere certo le piante preferite +dell'Imperatore, chè gli davano l'odore +più grato di tutti i fiori delle rose e degli +aranci. Si può quindi immaginarsi l'Imperatore +che si aggira qui nel suo giardino dei +cannoni, che sosta presso un obice, nell'atto +di macchinar piani e ponderare decisioni, +investigando il mare, ove la costa d'Italia +è abbracciabile dallo sguardo, scrutando +più oltre sul continente, la platea della sua +gloria, che gli ricorda le sue geste, rimproverandogli +la sua inattività, e spunzecchia +continuamente l'animo suo, dicendogli «Cesare, +tu dormi».</p> + +<p>Ma dobbiamo pur confessare che la figura +di Napoleone all'isola d'Elba non ci commuove<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span> +troppo. La forza eroica di un solo +uomo, che lotta contro il mondo e sfida ostinatamente +la sorte, è sempre degna di ammirazione, +ma essa lascia freddi, quando +non serve più alle idee ed agli scopi morali +della storia, ma sibbene solo al proprio, +piccolo egoismo. La storia aveva messo +da parte Napoleone; ribellandosi dall'Elba +egli apparve quale un uomo che non aveva +più niente da fare nel mondo e che era +esonerato dai suoi bisogni; la sua lotta +era titanica come doveva esser quella di +un solo uomo contro l'ordinamento del +mondo; egli lo spezzò come una canna +che viene stritolata da una ruota in movimento. +Tale è l'impressione tragica dell'isola +d'Elba e dei cento giorni.</p> + +<p>Napoleone a Sant'Elena è di nuovo una +figura ben diversa. Qui egli suscita una +mestizia tragica, come l'eroe di una tragedia +che noi vediamo morire, con l'anima +purificata e riconciliata dalla passione.</p> + +<p>Strano; in questo mare Tirreno esiste +un'altra isola rocciosa, che porterà sempre +nella storia un nome immortale, per +l'esilio di un imperatore. E' Capri, il ritiro +del terribile Tiberio. Elba e Capri, Napoleone +e Tiberio, sono i due contrapposti +del dispotismo pieni di contraddizioni; là +un imperatore esiliato violentemente sulla +piccola isola, che anela di tornare nella storia<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span> +del mondo, preso d'angustia insopportabile, +mai sazio di dominio e d'imprese eroiche; +qui, un imperatore, che possiede incontestato +il mondo, guidandolo con un cenno +degli occhi, e che, con un sorriso mezzo +ironico e mezzo pauroso, si esilia volontariamente +sulla piccola roccia per vivere +come un eremita.</p> + +<p>In verità, fu una ingenuità fanciullesca +delle potenze del 1814, l'esilio di Napoleone +all'isola d'Elba. Si potrebbe essere +tentati di spiegare quest'idea innocente dei +più grandi uomini politici d'Europa, come +un capriccio romantico. Pertanto, io ricevetti +l'impressione dell'unico significato, +che sta nell'esilio di Napoleone, all'isola +d'Elba, improvvisamente, quando fin alle +miniere di ferro di Rio io mi dissi allora +che l'alta diplomazia del 1814 aveva pensato +molto poeticamente di esiliare il Dio +delle battaglie su questa isola del ferro. +Dai suoi inesauribili giacimenti di minerale, +i popoli si sono fabbricati armi per +più di 20 secoli e Roma, alla quale Porsenna, +re degli Etruschi che per primi +fucinarono il minerale dell'Elba, aveva dettato +una volta la condizione di adoprar il +ferro per l'avvenire solo per utensili agricoli, +ha conquistato poi il mondo col ferro +di quest'isola.</p> + +<p>Potevasi credere che il dominatore di<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span> +mezz'Europa, che era abituato a giuocare +con corone regali, si fosse potuto improvvisamente +cangiare in un ufficiale pensionato, +che pianta i cavoli sopra un'isola +idiliaca, alleva uccelli, ha ai suoi ordini, +a guisa di giocattolo, in ricordo dei tempi +passati, un paio di granatieri e va a caccia +la domenica coi vicini? Si pensava forse +a Diocleziano, a Tiberio ed a Carlo V? +Regnanti stanchi, depongono il diadema, +perchè esso riesce loro pesante, dopo che +si sono saziati; ma anche la più pesante +corona non è mai sembrata grave sul capo +di un uomo che l'ha strappata alla fortuna, +quale figlio della rivoluzione. Tali +uomini non possono cessare di dominare +che rimanendo sopraffatti nella lotta, dalla +sorte medesima. Strana idea quindi questa +di porre il leone côrso su quest'isola, tra +la Francia e l'Italia, giusto nel punto dove +più bruciava la sua passione di dominio.</p> + +<p>Tuttavia in questo luogo d'esilio di +Napoleone vi è un significato anche più +profondo. La fatalità che sovrasta ai grandi +uomini è spesso di un'ironia crudele. Essa +s'incarica di respingere le sue vittime al +loro inizio e di colpirle dopo, quando esse +tentano per la seconda volta gli dei della +Fortuna. Se Napoleone saliva sopra uno +di quei grandi monti di Marciana, dalla loro +vetta egli poteva vedere la Corsica dinanzi<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span> +a sè, con le sue città, co' suoi boschi e le +sue montagne, e mille luoghi che gli ricordavano +la sua gioventù. La vista doveva +essergli dolorosa. In tal modo ei si trovò +rigettato verso la terra, dalla quale era +venuto da giovane, qual figlio ignorato della +fortuna, con incerta brama di grandi geste.</p> + +<p>Questo era insopportabile. Egli doveva +rompere l'anello fatale; ma non riuscì +a liberarsi dal tormento della sua sorte, +che non gli risparmiò di tornare di nuovo +dall'Elba in Francia nella veste dell'avventuriere, +colla quale egli dalla Corsica +era andato altra volta pel mondo.</p> + +<p>Quando i marescialli Macdonald e Ney +comunicarono a Napoleone che egli doveva +scegliere, come sovrano, l'Elba od un altro +luogo, ad esempio la Corsica, egli gridò: +«No, no. Io non voglio aver niente di comune +con la Corsica». Ci vuole poca +psicologia a leggere qui nell'animo suo.—L'isola +d'Elba! Chi conosce l'isola d'Elba? +Mi si cerchi un ufficiale che conosca +l'Elba! Mi si mostrino le carte che indicano +la situazione dell'Elba! Elba, ebbene +sia l'Elba! Ed un'idea passò nell'animo +suo. I favoriti di sua sorella Elisa di Toscana +erano quelli che avevano proposto +l'Elba, poichè rimaneva assai vicina alla +Toscana; e così egli andò ad assumere il +possesso di questa piccola isola: e questo<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span> +fu il risultato di quei tanti combattimenti +che avevano sconvolto il mondo.</p> + +<p>Il 20 aprile 1814 egli prese commiato +dalla sua guardia. Mi si perdoni di ricordare +cose vecchie e conosciute. Si rammenta +pur volentieri la figura di un uomo straordinario, +segnatamente nella sua caduta. Un +tale spettacolo eleva l'anima ad una più +savia considerazione della vita e dei suoi +ordinamenti eterni. Se uomini piccoli cadono +dall'altezza dei grandi, ove non li +collocò la propria forza intrinseca, ma la +debolezza dei tempi, si ha una fine terribile, +non tragica. La caduta di Napoleone +è per contro forse la tragedia più grande +della storia del mondo.</p> + +<p>Cosa disse quest'uomo, quando prese commiato +dalla sua guardia, cioè dal suo istrumento +di guerra? Le sue parole sono miste +d'inesattezze e verità, di politica e sentimentalità! +L'insieme della scena di separazione +è caratteristico, poichè è del tutto +teatrale. In genere, attorno alla figura di +Napoleone c'è sempre maggior pompa teatrale +e broccato d'oro da palcoscenico che +non attorno a quelle di Alessandro e Pompeo. +«Siate fedeli al nuovo Re, che la Francia +si è scelto», così disse egli alle guardie +piangenti; «non abbandonate la nostra +cara patria, da troppo tempo infelice. Non +piangete sulla mia sorte; io sarò sempre<span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span> +felice, sapendo che voi lo siete. Avrei potuto +morire, niente era più facile per me; ma +io voglio seguire senza arrestarmi la via +dell'onore. Ancora ho da scrivere ciò che +abbiamo fatto. Non posso abbracciarvi tutti, +ma voglio abbracciare il vostro Generale. +Venite, Generale... (egli stringe tra le braccia +il generale Petit). Portatemi l'aquila... +(egli bacia l'aquila). Aquila adorata! Potessero +questi baci scendere a tutti i bravi +nel cuore... Addio, figli miei... i miei voti +vi seguiranno sempre... Conservate la mia +memoria».</p> + +<p>Il 27 aprile egli giunge a Fréjus, travestito +poveramente, per scampare dall'assassinio +progettato dalla Provenza, percorrendo +in senso inverso la strada della +propria fortuna. La strada che egli aveva +percorso volando, come trionfatore, al suo +ritorno dall'Egitto, attraversava egli ora +frettolosamente, vestito da postiglione e da +lacchè.</p> + +<p>Una nave francese ed una inglese erano +colà pronte nel porto. Egli prescelse l'inglese. +Il 5 maggio egli approdò in Porto +Ferraio; sette anni più tardi egli doveva +morire in quello stesso giorno sopra una +lontana isola nell'Oceano, il cui nome appena +aveva udito ricordare.</p> + +<p>Erano le 6 di sera: una bella giornata +del mezzogiorno. Il popolo d'Elba, i suoi<span class="pagenum"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span> +sudditi, era tutto sulla banchina. Poveri +uomini con giacche di lana di capra, il +berretto frigio in mano, aspettavano confusi, +timorosi e curiosi il grande uomo, +che aveva conquistato il mondo e regalato +paesi e corone, come altri sovrani regalano +anelli e decorazioni, e lo attendevano come +loro sovrano, come principe dell'Elba. Una +banda musicale suonava una nenia pastorale. +Napoleone rimase di cattivo umore +per la notte sul bastimento. Come si deve +esser sentito serrato in questo piccolo golfo +circondato da roccie, che sembra lo tengano +prigione!</p> + +<p>Quando mise piede sulla riva, lo ricevette +il comandante francese Dalesme, +sino allora in carica. Egli lo aveva prevenuto +del suo arrivo, scrivendogli: «Generale, +io ho sacrificato i miei diritti alle +necessità della patria, riservandomi il possesso +e la sovranità dell'isola d'Elba; fate +sapere agli abitanti che scelsi la loro isola +per mio soggiorno, dite loro che essi saranno +sempre l'oggetto del mio più vivo +interesse».</p> + +<p>Elba, d'ora innanzi l'oggetto del suo più +vivo interesse! Un guscio d'ostrica in +luogo di tutto il mondo!</p> + +<p>Il sindaco e gli anziani di Porto-Ferraio +si presentarono con le chiavi della città. +L'Imperatore li ricevette. Era la stessa<span class="pagenum"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span> +scena, cui egli aveva assistito così spesso, +a Berlino, a Vienna, a Dresda, a Milano, +a Madrid, a Mosca,—solo gli attori erano +cambiati ed erano ormai... il vecchio e balbettante +sindaco di Porto-Ferraio ed un +paio di anziani della cittadina.</p> + +<p>Napoleone andò a stare nella casa del +Governatore, e questa è appunto quel palazzo +imperiale col piccolo giardino dei +cannoni e le piccole aiuole di cui ho detto +sopra. Egli cominciò senza ritardo a restaurare +la casa. Io vi trovai una bella +sala da pranzo e circa 10 o 12 altre camere, +piccole e grandi, che sono abitate +attualmente dal comandante della città +e della fortezza. Nella camera da letto di +Napoleone pendono dei quadri in rame, +che rappresentano scene dell'Egitto; nello +studio esiste ancora il suo tavolo di lavoro. +Questo era dunque il palazzo delle Tuileries +dell'Imperatore, il simbolo in miniatura +della sua potenza, ed in rapporto ad +esso stava la sua Corte. Gran Maresciallo +di palazzo era il conte Bertrand; il conte +Cambronne, il generale d'artiglieria Drouot +ed altri componevano la Corte, che contava +in tutto 35 cariche, ben rappresentate.</p> + +<p>In verità, il soggiorno all'Elba somigliava +alla villeggiatura di un imperatore romano, +che si sottrae al cerimoniale della grande +corte della capitale rumorosa e va a cercare,<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span> +con pochi fedeli e pochi servi, aria e +riposo ad Anzio od a Baia. Ma no, l'aria +dell'Elba fu per i sensi di Napoleone probabilmente +più opprimente che non quella +dello scoglio di S. Elena, su cui egli pose +piede completamente rassegnato.</p> + +<p>Gli erano stati lasciati, come giuocattolo, +700 uomini di guardia a piedi e circa 80 +uomini a cavallo. Si immagini ora quella +casetta piena di veterani riuniti, quasi naufraghi +sbattuti sopra un'isola ed accampati +sulla riva. Chi udiva i discorsi di codesti +rudi uomini, francesi, côrsi, italiani e polacchi, +sentiva le cose più meravigliose e +vedeva passare quadri di mezzo mondo +innanzi a sè: le piramidi, i ghiacci terribili +della Russia, le Alpi, Lipsia, Marengo, +il sole d'Austerlitz, Eylau e non è tutto:—nomi +come Ney,—oh, Ney! questo rattrista,—Marmont, +Bernadotte,—che rattrista +il vecchio cuore dei veterani,—Murat +il falso, il magnifico Murat! Che avvenne +di Murat? Oh, egli è laggiù in Italia, ancora +Re! Con un bastimento che navighi +due o tre giorni si può dargli la mano.—«Pazienza!» +dice l'italiano.—«Viva +l'Imperatore» grida il francese.—«Ancora +niente è perduto,» dice il polacco.—Qualche +volta si fanno esercizi; l'Imperatore +non ha disimparato il mestiere. +Si sparano i cannoni, ma i cannoni non<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span> +fanno che brontolare nell'aria, e la loro è +una cattiva musica.</p> + +<p>Si deve eseguire un'impresa. L'Imperatore +dell'Elba volle già nei primi tempi +conoscere il suo nuovo Stato ed accompagnato +dall'ambasciatore inglese Niel +Campbell fece il giro dell'isola a cavallo. +Si vuole che, temendo di essere assassinato, +prendesse costui con sè ed anche una +scorta di armati. Egli diffidava specialmente +del comandante della Corsica, Brulart, +che era stato a suo tempo capo degli +Chouans ed amico di Giorgio Cadoudal, +ed ora comandava in Corsica, come a dispetto +di Napoleone. In un paio di giorni +l'Imperatore si era persuaso che il suo +regno non era grande; concepì però il +piano di costruire strade, condotture +d'acqua e fare miglioramenti. Egli voleva +abbellire l'Elba, come Tiberio aveva abbellito +una volta Capri. Lo spirito irrequieto +cercava di occuparsi; d'altronde, doveva +pur passare il suo tempo.</p> + +<p>Napoleone che fabbrica all'isola d'Elba +e traccia strade traverso le roccie, è un +uomo pensoso, che disegna figure e linee +nella sabbia; è il vecchio Federico, seduto +sul tubo da condotture, dopo la battaglia +perduta, che sta scavando dinanzi a sè col +bastone.</p> + +<p>Il suo sguardo cadde sullo scoglio di<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span> +Palmarola. Egli mandò quaranta guardie +ad occupare quell'isolotto, cosa che nessuno +gli contrastò, poichè non era abitato +da nessuno. Le vecchie guardie elevarono +una torre e così il regno fu ingrandito.</p> + +<p>Napoleone occupò anche quella piccola +isola deserta di Pianosa, dove Augusto +un giorno aveva esiliato il nepote Agrippa +Postumio, che fu fatto trucidare subito +dopo da' sicarî speditivi da Tiberio. L'isola +fu protetta da un fortino. A ciò egli fu +indotto forse da quell'antico nome imperiale, +oppure dalla sorte di Agrippa, tanto +simile, ahimè! alla sua.</p> + +<p>Egli costruì magazzini, banchine, un paio +di stalle per cavalli, una condottura d'acqua, +un lazzaretto e lo stesso piccolo teatro di +Porto-Ferraio, dove egli aveva il suo palco, +come a Parigi. Per se stesso egli mise su +una villa in campagna. Sulla destra del +golfo una strada, da lui costruita, conduce +a questa Versailles dell'Elba. Colà andava +o cavalcava volentieri, egli, l'Imperatore, +intrattenendosi spesso coi campagnoli che +incontrava per via, spingenti innanzi a sè +i loro asinelli carichi di frutta.</p> + +<p>La valle, nella quale è sita la villa S. Martino, +e dove si vuole che una volta abbia +avuto un palazzo Scipione Nasica, è straordinariamente +bella. Essa rimane nel grembo +di quelle maestose montagne, che si elevano<span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span> +dal lato della Corsica. Un ruscello +serpeggia nel verde del fondo, d'ambo i +lati una ricca vegetazione, molte case +sparse nel verde, e sino a dove giunge lo +sguardo un'abbondanza benedetta di vigneti +carichi d'uva, come se si fosse nella +campagna felice di Napoli. Chi ha la contentezza +nel cuore, può certo viver felice +colà. Per tutto l'anno vi fioriscon rose; il +clima è mite e l'aria aromatica e dalla +parte che la valle si apre verso Portoferraio, +il golfo ed il mare brillano fantasticamente.</p> + +<p>La villa appartiene oggi al Principe +Demidoff. Questo Creso russo la trasforma +in un museo napoleonico. Essa diverrà +magnifica con portici dalle colonne marmoree +e sale incantevoli, dove si potranno +ammirare tutti i fasti dell'Imperatore dipinti +in affreschi sulle pareti. Napoleone +però, che aveva piantato gli aranci sulla +terrazza della villa, si contentò di far dipingere +la sala da pranzo in stile egizio; +in genere sembra che il ricordo dell'Egitto +fosse il più caro della sua vita, poichè gli +rappresentava le poesia epica e romantica +della sua gioventù. Ora Demidoff ha raccolto +tutte le possibili reliquie che sono +inerenti alla storia napoleonica, e le disporrà +nelle sale di S. Martino. Una reliquia +napoleonica vivente ancora, nel cui possesso<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span> +il principe è stato, egli non potrà +esporre in questa villa, poichè, a quanto +si dice, egli non l'avrebbe ben tenuta; +voglio dire la sua prima moglie, Matilde +Bonaparte, figlia dell'ex-re Girolamo, reliquia +di Vestfalia.</p> + +<p>Quando i cimelii saranno tutti a posto, +mi dissero i lavoranti della villa, il principe +farà venire tutti i venerdì a proprie +spese un piroscafo da Livorno a Portoferraio, +per trasportare tutti coloro che vorranno +ammirare le belle cose. Per ora, nessuno +deve entrare e questo sta scritto +su di una tabella. Così io non potei entrare +nella villa.</p> + +<p>Tornando a Portoferraio, fui consolato +dal bel chiaro di luna, che seppe narrarmi +molte cose. Al chiaro di luna si osservano +meglio le rovine e si medita meglio sui ricordi +d'ogni specie; il fascino di una luce +incerta si accorda così bene con tutto ciò +che c' è di transitorio e di fugace!</p> + +<p>Si può amare Napoleone? Potrà essere +commossa sino alle lacrime un'anima umana +tra mille anni al ricordo di lui, in uno +qualunque dei teatri delle sue geste? Io lo +dubito; io non lo credo.</p> + +<p>Vi è un gran nome nella storia, che per +metà suona nel nome di Napoleone: Timoleone. +Il ricordo di quest'uomo del tempo +antico, io lo confesso, mi commosse profondamente,<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span> +quando ripensavo a lui, visitando +il teatro di Siracusa. Come avrebbe +avuto paura Napoleone dinanzi a questo +greco, che lo avrebbe inviato a Corinto, +disprezzandolo severamente, come il tiranno +Dionigi. Altri tempi, grandezze diverse; +Napoleone, nella sua gioventù, era entusiasta +di questi eroi di Plutarco; quando +divenne imperatore, confutava rabbiosamente +Tacito e fece un panegirico a Tiberio.</p> + +<p>Così spesso lo si è paragonato a Prometeo +incatenato, che questo quadro è oramai +vecchio; esso sta tuttavia tanto bene +a questo eroe in esilio, che era in condizione +di spezzare le catene dell'Elba, sino +a che la forza e la violenza non lo ribadirono +in ceppi diamantini allo scoglio di +S. Elena. Dopo, quali lotte da giganti! +Blücher e Wellington dovevano vincere +questo genio, lanciati quali forza e violenza +contro il semidio. Il generale degli +ussari Blücher, adoperato nelle mani del +destino quale mezzo per abbattere Napoleone, +o diciamo con parola più modesta, +a batterlo, poichè cosa avrebbe potuto fare +un brav'uomo come Blücher, senonchè battere +strenuamente... Questo è uno scherno +amaro. La natura pertanto si serve delle +grandi forze, se vuole formare o sviluppare +qualcosa, delle più modeste, quando +vuole compiere o distruggere.<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span></p> + +<p>A Napoleone le settimane trascorse all'Elba +doverono sembrare anni. Egli si lamenta +spesso con Campbell che gli siano +stati tolti la moglie ed il figlio, negandogli +un favore che è accordato anche ai +più miseri degli esiliati dall'umanità.</p> + +<p>Sua madre venne nell'estate. Come ritrovò +Letizia Ramolino suo figlio! Anche +il cuore vanitoso della madre era precipitato +dall'alto della fortuna, ma non si +spezzò; il cuore di Giuseppina, più nobile, +si spezzò, 30 giorni dopo la prima caduta +di Napoleone, alla Malmaison. Anche Paolina +Borghese, sua sorella, una volta la +nuova Elena del mondo, la bella etéra, +ai piedi della quale giacevano sovrani coronati, +venne ora a farsi dimenticare nella +solitudine dell'Elba.</p> + +<p>Molte persone vennero e se ne andarono +misteriosamente. I sette porti dell'isola non +erano stati mai così animati. Nei nove +mesi vi entrarono 1200 bastimenti e 900 +italiani e 600 inglesi vennero a vedere +l'uomo dell'Elba, tra i quali molti ufficiali +in uniformi italiane, francesi ed inglesi, +ora da Marsiglia, ora dalla Corsica, da Genova +e Livorno, ora da Napoli, Civitavecchia +e Piombino. Con tutti Napoleone si +intratteneva allegro e spiritoso e da tutti +si faceva informare degli avvenimenti del +suo paese e del continente.<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span></p> + +<p>Un giorno venne a Portoferraio una signora +straniera con un bambino. L'Imperatore +la ricevette segretamente, e l'alloggiò +in campagna; dopo pochi giorni però +essa ripartì col bambino per l'Italia, misteriosamente +come era venuta. Circolarono +molte dicerie, pochi soli seppero chi fosse +la straniera; essa non aveva potuto sottrarsi +agli sguardi della curiosità. Si può +facilmente immaginare come Napoleone +all'Elba si trovasse nella situazione di un +uomo interessante, che soggiorna in una +piccola città di provincia, spiato da tutti +gli occhi, e chiacchierato da tutte le lingue. +Quella signora straniera era una +contessa polacca, il bambino, un figlio di +Napoleone, il frutto di un'ora di delizia +nella fredda Polonia. Io non so ciò che avvenne +poi del bambino, ma credo poter +accertare che questo bambino si sia presentato +nel mese di dicembre 1852, quale +ambasciatore ufficiale della Francia, dinanzi +alla regina Vittoria d'Inghilterra, per annunziarle +che la superficie del mondo, nonostante +l'Elba e Sant'Elena, era divenuta +di nuovo bonapartista, poichè 8 milioni +di francesi avrebbero eletto commossi imperatore +di Francia Luigi Bonaparte, unico +figlio superstite dell'ex Re di Olanda.</p> + +<p>E' un sogno. La storia del mondo ha +talvolta i suoi sogni di vecchi amori e di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span> +avvenimenti antichi, come un individuo. +Nell'anno 1852 essa sognò di Napoleone.</p> + +<p>L'Imperatore intanto veniva svergognato +da zie e comari, come si dice. In +tutta Italia si affermava che una certa signorina +Vantini aveva conquistato il suo +cuore, che egli l'aveva ricevuta in ore romantiche, +nella villa ed anche nel suo palazzo, +e che essa inoltre già portava nel +seno un secondo piccolo Napoleone ed infine +che essa si vantava apertamente di +ciò. Questa signorina era figlia di un possidente +dell'Elba, un uomo che era stato +sindaco di Portoferraio; egli era d'altra +parte cognato di un certo signor Cornelio +Filippi di Livorno. La sorella di questo +signor Filippi tuttavia era una vera Messalina, +amante dichiarata dell'inglese Grant, +un negoziante di Livorno, e questo Grant +a sua volta era un nemico accanito di +Napoleone e manutengolo dello spione +Giunti, ecc. ecc. E così si ebbe una storia +di scandali anche all'Elba.</p> + +<p>Il danaro cominciava tuttavia a mancare. +Le entrate di Napoleone erano di appena +400.000 lire. La Francia, ad onta dell'impegno +preso, non pagava la rendita annuale +di lire 2.500.000 stabilita dall'accordo di +Fontainebleau. L'Imperatore si lamentava +e lord Castlereagh si interponeva per lui; +ma il Governo francese tergiversava e non<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span> +pagava, perchè sospettava probabilmente +che l'esiliato volesse servirsi dei suoi denari +per un qualche colpo di Stato; nella +miglior ipotesi si temeva un'irruzione in +Italia; che potesse però tentare uno sbarco +in Francia, non passò per la mente a +nessuno.</p> + +<p>Qui all'Elba, nella prossimità della Francia +e dell'Italia, i due paesi si son dovuti +offrire da se stessi come teatri di una possibile +restaurazione alla fantasia dell'Imperatore +decaduto. Come deve aver passeggiato +indeciso in questo giardino, in +questo studio ed in quella villa, le mani +incrociate sulla schiena, pesando sulla bilancia +della scelta, qua la Francia e là +l'Italia, qui il rinnovarsi di un cammino +già noto, la restaurazione di un regno che +gli era appartenuto, là una nuova strada, +una monarchia del tutto nuova da fondare.</p> + +<p>Sostiamo un momento, poichè questo è +un punto misterioso nella storia di Napoleone, +un punto di una seduzione straordinaria, +quando si voglia formarsi un criterio, +come tutte l'eventualità di un grande +carattere. Per un minuto, può dirsi, balenò +sull'Italia l'apparizione di un avvenire +incalcolabile, mentre Napoleone era +all'Elba.</p> + +<p>Quali conseguenze ne sarebbero derivate +infatti se questo uomo avesse improvvisamente<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span> +dimesso la sua aspirazione verso +la Francia, se egli, italiano, fosse comparso +in Italia sotto un nuovo aspetto, quale +ordinatore cioè ed unificatore di questi +bei paesi, nella città mondiale di Roma, +sul Campidoglio, qual romano imperatore +della penisola latina?</p> + +<p>E' fuori dubbio che un tale partito fosse +preso in esame, ma a qual punto giungessero +i rapporti di Napoleone cogli agenti +dell'Unione italica, che avevano il loro +centro a Torino, è difficile poter precisare, +nonostante tutto quello che è stato +scoperto. Quel progetto di un impero costituzionale +a Roma, a capo del quale si sarebbe +dovuto eleggere Napoleone, non +suona più fantastico oggi, che nel 1814. +Napoleone doveva essere imperatore romano, +i Re di Sardegna e di Napoli sarebbero +stati indennizzati con delle somme, le +città principali, come Milano, Venezia, Firenze +e Napoli, sarebbero state innalzate +a vice-reami, per appagare il loro patriottismo, +divenendo volta a volta sedi del parlamento +nazionale. Il Papa fu dichiarato un +fantasma, di cui si doveva liberarsi. Questo +era il progetto italiano; per metterlo in +esecuzione poteva bastare una guerra. +Murat, allora ancora re di Napoli, poteva +essere avviluppato in una guerra colla +Francia; Napoleone sarebbe comparso nel<span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span> +momento dello scontro, nel qual caso egli +avrebbe indubbiamente avuto ragione delle +due armate, ed avrebbe compiuta l'unità +d'Italia, obbligando i Borboni di Francia +a riconoscerlo.</p> + +<p>Ma basta con questi sogni. Napoleone +manteneva l'Italia in tensione, quando egli +prestava ad essi l'orecchio, ed infatti il suo +sbarco nella penisola avrebbe fatto vacillare +ogni cosa. Egli si sarebbe senza dubbio +rivolto all'Italia, se la Francia non gli +avesse offerto nessuna prospettiva; ma ciò, +di cui i suoi agenti di colà lo informavano, +mostrava chiaramente ch'egli non doveva +che sbarcare per vedere sfumare come +nebbia la restaurazione borbonica.</p> + +<p>Intanto, nel palazzo all'isola si viveva semplicemente, +senza destar preoccupazioni; +Paolina, l'anima della società, dava ogni +tanto una festa. Ma, affine di risparmiar +danaro, il treno di casa era stato ridotto, +qualche progetto di costruzione pure veniva +sospeso e si vendeva persino un parco d'artiglieria. +L'Imperatore stava tutto ingolfato +tra le carte, i giornali ed i rapporti. Il suo +piccolo studio aveva lo stesso aspetto, +di quello alle Tuileries; l'uomo era pur +sempre lo stesso, era Napoleone, che ruminava +in fondo all'animo progetti colossali, +piani di battaglia ed idee che dovevano +sconvolgere il mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span></p> + +<p>In tal modo egli se ne stava nella piccola +cameretta della sua casa di Portoferraio, +sul tetto della quale sventolava il +modesto vessillo dell'Elba, bianco ed amaranto +colle api imperiali, mentre nello stesso +tempo l'alta diplomazia sedeva a congresso +a Vienna. Tutte le potenze d'Europa sono +dietro il tavolo verde, mettendo in movimento +mille penne e mille lingue; tutto il +mondo è un protocollo ed un campo di +lotte diplomatiche e tutto questo per il piccolo +uomo dell'Elba. Questi, in silenzio e +dimenticato, solo come un mago nella +spelonca ove evoca spiriti invisibili, mandandoli +fuori e ricevendoli di ritorno; quelli +avvolti dal frastuono delle feste della vittoria +e dei dibattimenti. Così passavano i +mesi. Ad un tratto il piccolo uomo di ferro +all'Elba si alza dal tavolo suo: il Congresso +non è più; i principi ed i diplomatici si +dividono ed il mondo torna ad essere di +nuovo un campo di guerra infuriato.</p> + +<p>Napoleone era informato di tutto quanto +avveniva in Francia ed a Vienna; sul principio +dell'anno 1815 la discordia minacciò +di mettere gli alleati in guerra fra di loro. +L'Austria, la Francia e l'Inghilterra si impegnarono +per mezzo di una convenzione +segreta contro la Russia e la Prussia. La +Francia esigeva pure la restaurazione dei +Borboni a Napoli. Il trono di Murat vacillava;<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span> +egli si offrì quindi naturalmente quale +alleato a Napoleone, per fare appello a +quella unità d'Italia, a capo della quale +egli avrebbe dovuto esser posto.</p> + +<p>La parola terribile di Sant'Elena era +già arrivata alle orecchie di Napoleone. Il +partito era preso nell'animo suo. Egli divenne +sempre più solitario; evitava di parlare +a Campbell. Egli lo riceveva solo di +rado e soltanto quando l'inglese ritornava +da Livorno, ove andava qualche volta. +Una nave da guerra francese incrociò allora +intorno all'isola per spiare Napoleone, +del quale si cominciò a dire che preparasse +uno sbarco in Italia; invece la corvetta +inglese, che era a disposizione di +Campbell, navigava continuamente tra +l'Elba, Genova, Civitavecchia e Livorno, +su e giù.</p> + +<p>Napoleone stesso, come sovrano dell'isola, +possedeva dei navigli da guerra, +cioè quattro bastimenti; essi veleggiavano +spesso, manovrando sul mare, sotto il nuovo +vessillo dell'Elba, che era rispettato anche +dai barbareschi; spesso essi portavano ai +capitani dei bastimenti elbani dei regali, +dicendo che pagavano il debito di Mosca. +L'Imperatore mandava di frequente fuori le +navi, per nascondere i suoi propositi; ed +egli tanto li nascose che solo Bertrand e +Drouot furono a parte del segreto e lo<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span> +conobbero appena 24 ore prima della partenza. +Alle donne non fu detto niente; nella +vicina Corsica lo sapeva soltanto Colonna, +l'amico di Paoli e confidente di Napoleone.</p> + +<p>La decisione d'imbarcarsi, di uscire da +quella squallida solitudine, andando incontro +a nuovi combattimenti da giganti, dovette +essere una terribile scossa per l'anima +di Napoleone, simile a quella di Cesare, +quando passò il Rubicone. Certo fu uno di +quei tratti disperati che si qualificano a +seconda dell'esito, o come audacemente +eroici e grandi, o come folli ed avventurosi. +Tali momenti, nei quali un uomo deciso +va incontro al suo destino a corpo perduto, +conquistano tutto il nostro interesse, e, se +l'impresa riesce, l'audacia stessa sembra +che raddoppi la grandezza dell'eroe. Simile +a quel Fernando Cortez, che lasciò bruciare +dietro a sè i bastimenti, ci appare ora Napoleone, +ed in verità egli andò alla conquista +della Francia ed alla guerra contro gli eserciti +delle potenze europee, con poche truppe +di più di quelle che aveva l'avventuroso +grande spagnolo quando si trattava di +domare i selvaggi indiani. Certamente, +due suoi grandi eserciti già stavano in +Francia: il fascino del suo nome e l'odio +contro la restaurazione.</p> + +<p>Era di sabato, il 26 febbraio; Paolina dava +appunto un ballo; le guardie e le altre<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span> +truppe, 800 uomini, stavano in tenuta di +marcia sulla Piazza d'Arme; sette bastimenti +erano pronti per la partenza in porto; +l'Imperatore appariva irrequietissimo; il +piccolo uomo andava su e giù, alla finestra, +guardava il cielo e il golfo che è +mosso dalle onde muggenti. Le guardie +ricevettero finalmente l'ordine di imbarcarsi! +<i>Alea jacta est.</i></p> + +<p>Erano le otto di sera quando Napoleone +scese dalla banchina nella barca.</p> + +<p>Qui, nel momento in cui l'uomo poderoso +prende il mare, per tentare gli Dei per la +seconda volta, a me sembra che una voce +gli gridi dietro: «La triste, eterna legge +del fato dispone per tutte le cose, che +quando esse hanno raggiunto l'apice, ricadano +nel fondo più presto di quanto sono +salite». La voce è quella di Seneca, di +quell'antico uccello della disgrazia, che ha +un diritto speciale di lanciare dietro a Napoleone +questa massima, poichè egli vide +finire in modo terribile i grandi della terra, +l'imperatore Tiberio, l'imperatore Caligola, +l'imperatore Claudio e Cesare Germanico, +poichè egli rimase per otto anni in esilio +in Corsica e studiò la saviezza e conosceva +la natura per esperienza profonda, e così +poteva predire pure la fine delle cose napoleoniche. +Napoleone si allontanò veleggiando, +non veduto dalla corvetta inglese, che era<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span> +a Livorno. Il mare era grosso. Si sperava +di aver passato la Capraja prima dello spuntar +del giorno; però il vento cessò e al +giorno si era ancora in vista dell'isola; solo +alle 4 della sera circa si arrivò all'altezza +di Livorno e subito si scorsero due fregate +e poi una nave da guerra francese, la <i>Zephir</i>, +che veniva incontro. Gli equipaggi volevano +abbordarla, Napoleone però impose +loro di nascondersi sotto coperta. Lo <i>Zephir</i> +domandò alla nave ciò che c'era di +nuovo all'Elba e Napoleone stesso rispose +con la tromba: «L'Imperatore sta molto +bene». Così sfuggi felicemente al pericolo.</p> + +<p>Prima del suo imbarco egli aveva già redatto +due proclami all'esercito ed al popolo +francese; ma poichè non si poteva decifrarli, +egli li buttò in mare e ne dettò altri +due. Tutti coloro che sapevano scrivere +ne fecero copie; si vedeva a bordo chi +scriveva sulle trombe, chi sui <i>colbac</i> dei +granatieri e sui banchi. Era una scena curiosa +quella, chi si svolgeva sull'<i>Inconstant</i>,—questo +era il nome del bastimento di +Napoleone e della sua fortuna.</p> + +<p>Ecco ora i due proclami.</p> +<p style="text-indent:50%"> + +Dal Golfo di S. Juan il 1<sup>o</sup> marzo 1815.</p> + +<p>Napoleone, per grazia di Dio e per la +costituzione dell'Impero, Imperatore dei +Francesi.<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span></p> + +<p><span class="smcap">All'Armata</span>: «Soldati! Noi non siamo +stati battuti. Uomini usciti dalle nostre file +hanno tradito la nostra gloria, il loro paese, +il loro principe ed il loro benefattore. Coloro +che da 25 anni furono veduti percorrere l'Europa +per suscitarci nemici, che hanno trascorso +la loro vita combattendo contro di +noi tra le file nemiche, imprecando alla +nostra bella Francia, avranno essi il vanto +d'incatenare e dominare le nostre aquile, +essi che non ne poterono mai sostenere +lo sguardo? Dovremmo noi sopportare che +essi raccolgano i frutti delle nostre fatiche +gloriose, che essi s'impadroniscano del +nostro onore e dei nostri averi? che essi +rinneghino la nostra fama? Se il loro regno +durasse, tutto sarebbe perduto, anche il ricordo +stesso delle nostre memorabili battaglie. +Con qual furore essi le sfigurarono e +cercarono di avvelenare ciò che aveva meravigliato +il mondo! E se restano ancora dei +difensori della nostra gloria, si trovano +tra i nostri nemici stessi che abbiamo combattuto +sui campi di battaglia. Soldati! Nel +mio esilio ho udito la vostra voce; io son +qua dopo aver superato tutti gli ostacoli +e tutti i pericoli.</p> + +<p>«Il vostro Generale chiamato al trono +per elezione del popolo, innalzato sui vostri +scudi, vi è restituito. Venite, unitevi a lui. +Strappate quei colori che la nazione ha<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span> +proscritti ed attorno ai quali da venticinque +anni si sono riuniti tutti i nemici della +Francia. Inalberate quella coccarda tricolore +che portavate nelle nostre grandi giornate. +Noi dobbiamo dimenticare che siamo +stati i padroni dei popoli, ma non dobbiamo +sopportare che alcuno s'immischi +nelle nostre faccende. Chi potrebbe pretendere +di dominare su noi? Chi ne avrebbe +la potenza? Riprendete quelle aquile che +portavate a Ulm, ad Austerlitz, a Jena, a +Eylau, a Wagram, a Friedland, alla Tudela, +ad Eekmühl, a Essling, a Smolensk, alla +Moscova, a Lützen, a Wurschen, a Montmirail. +Credete voi che questo piccolo +gruppo di francesi, che è oggi così altero, +ne possa sopportare la vista? Essi ritorneranno +colà donde sono venuti, ove continueranno +a regnare se lo desiderano, +come pretendono d'aver fatto per diciannove +anni.</p> + +<p>«I vostri beni, il vostro rango, la vostra +gloria, i beni, il rango e la gloria dei vostri +figli non hanno maggiori nemici di questi +principi che ci sono stati imposti dagli stranieri. +Essi sono i nemici della vostra fama, +poichè il ricordo di tanti fatti eroici che +hanno glorificato il popolo francese, quando +combatteva contro di essi per sottrarsi al +loro giogo, è la loro stessa condanna.</p> + +<p>«I veterani delle armate della Sambre e<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span> +della Mosa, del Reno, d'Italia, dell'Egitto, +dell'Oriente, della grande Armata sono umiliati; +le loro cicatrici onorate sono schernite; +i loro successi sarebbero delitti e i +prodi sarebbero ribelli se, come sostengono +i nemici del popolo, i sovrani legittimi si +trovavano tra le file delle armate nemiche.</p> + +<p>«Gli onori e le ricompense appartengono +a coloro che li hanno serviti contro la +patria e contro di noi.</p> + +<p>«Soldati! Venite, schieratevi sotto le bandiere +del vostro Capo; la sua vita è la +vostra: i suoi diritti sono quelli del popolo +ed i vostri; il suo interesse, il suo onore, +la sua gloria sono l'interesse, l'onore e la +gloria vostra. La vittoria marcerà al passo +di carica; l'aquila coi colori nazionali volerà +di torre in torre sino alle torri di Nôtre-Dame. +Allora potrete mostrare con onore +le vostre ferite; allora potrete vantarvi di +quello che avete fatto e sarete i liberatori +della patria.</p> + +<p>«Nella vostra vecchiaia, circondati dai +vostri concittadini che vi ascolteranno con +attenzione, racconterete loro le vostre grandi +geste; voi potrete dire con orgoglio: +anch'io facevo parte di quella grande +Armata che entrò due volte nelle mura +di Vienna, in quelle di Poma, di Berlino, +di Madrid e di Mosca, che liberò Parigi +da quelle infamie che il tradimento e la<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span> +presenza del nemico le avevano impresse. +Onore a questi prodi soldati, gloria della +patria! e vergogna eterna ai francesi colpevoli, +in qualunque condizione la fortuna +li abbia posti, che combatterono per venticinque +anni per dilaniare il cuore della +patria.</p> + +<p style="text-indent:60%"> +<i>firmato</i>: <span class="smcap">Napoleone</span>».<br /> +</p> + + +<p class="center"><span class="smcap">Al Popolo francese.</span></p> + +<p>«Francesi! La capitolazione del Duca di +Castiglione consegnò Lione ai nostri nemici +senza tentar difesa. L'esercito, il cui comando +io gli avevo confidato, era in condizione di +battere il corpo d'armata austriaco a lui +contrapposto, per il numero dei suoi battaglioni +e per l'eroismo e l'amor di patria +delle truppe che lo componevano, passando +così dietro il fianco sinistro dell'esercito +nemico che minacciava Parigi.</p> + +<p>«Le vittorie di Champ-Aubert, di Montmirail, +di Château Tierry, di Bauchamps, di +Monterom, di Craonne, di Rheims, di Arcis-sur-Aube +e di Saint-Dizier, la sollevazione +dei bravi contadini nella Lorena, nella +Champagne, nell'Alsazia, nella Franca Contea +e nella Borgogna, e la posizione da +me occupata dietro gli eserciti nemici, in +modo da tagliar loro i magazzini, i parchi +di riserva, le comunicazioni e toglier così<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span> +loro tutto il necessario, li avevano posti in +condizione disperata. I francesi non erano +mai stati sul punto di essere più potenti e +la più bella parte degli eserciti nemici era +irremissibilmente perduta; essa aveva trovato +la propria sepoltura in quelle regioni +deserte, che aveva spogliate così crudelmente, +quando il tradimento del Duca di +Ragusa consegnò ai nemici la capitale e +produsse il dissolvimento dell'esercito.</p> + +<p>«Il modo imprevisto di comportarsi di +questi due generali, che tradirono in una +volta la loro patria, il loro principe ed il +loro benefattore, cangiò le sorti della guerra; +la condizione del nemico era tale che, sul +finire del combattimento che ebbe luogo +dinanzi a Parigi, esso si trovava senza munizioni, +avendolo noi separato dal suo parco +di riserva.</p> + +<p>«In queste improvvise e gravi circostanze +il mio cuore era dilaniato, ma l'animo mio +rimase incrollabile; io presi allora consiglio +solo dal bene della patria; io mi relegai +sui miei scogli in mezzo al mare; +però la mia vita vi era e doveva esservi +ancora utile. Non permisi al grande numero +di cittadini che mi volevano accompagnare, +di dividere la mia sorte; io pensavo +che la loro presenza fosse utile in Francia; +non condussi meco che un piccolo manipolo +di prodi, necessari per la mia difesa.<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span></p> + +<p>«Elevato al trono per vostra elezione, +tutto ciò che è avvenuto all'infuori di voi, +è illegale. Da 25 anni, la Francia ha nuovi +interessi, nuove istituzioni ed una gloria +nuova, che possono esser garantiti solo da +un governo nazionale e da una dinastia, +sorta in queste circostanze. Un principe +che regnasse su di voi, che fosse posto +sul mio trono con la forza di quelle armi +che hanno devastato il nostro paese, si +appoggerebbe invano sui principî del diritto +feudale; egli non garantirebbe che i +privilegi di un piccolo numero di individui, +nemici del popolo, che da 25 anni li ha +sempre condannati in tutte le nostre assemblee +nazionali. La vostra pace all'interno +e il vostro prestigio all'estero sarebbero +perduti per sempre.</p> + +<p>«Francesi! Nel mio esilio ho inteso i vostri +lamenti ed i vostri desiderî; voi avete +reclamato questo governo ai vostri voti, +ciò che solo è legittimo; avete accusata +la mia lunga inerzia e mi proponeste di +sacrificare la mia pace al bene della patria.</p> + +<p>«Io ho traversato i mari in mezzo a pericoli +di ogni sorta. Sono qua per riprendere +tra voi i miei diritti, che sono pure +i vostri. Non terrò conto di tutto ciò che +è stato fatto, scritto o detto da alcuni dopo +l'occupazione di Parigi; ciò non avrà nessuna +influenza sui servizi rilevanti che essi<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span> +prestarono per l'innanzi, poichè è degli +avvenimenti di questa fatta che si trovino +nell'organizzazione umana.</p> + +<p>«Francesi! Non vi è nazione che, per +quanto piccola, non avrebbe avuto il diritto +di sottrarsi e che non si sarebbe sottratta +all'onta di obbedire ad un principe che è +stato imposto da un nemico, momentaneamente +vittorioso. Quando Carlo VII ritornò +a Parigi e rovesciò il trono effimero di +Enrico VI, egli riconobbe di essere in possesso +del trono, pel valore de' suoi prodi +e non per mezzo del principe-reggente d'Inghilterra.</p> + +<p>«Così io pure riconosco e riconoscerò a +voi soli ed ai prodi dell'esercito il dovuto +onore.</p> + +<p style="text-indent:50%"> +<i>Firmato:</i> <span class="smcap">Napoleone</span>».</p> + +<p>Questi sono i proclami ch'ei scrisse nel +mare d'Elba. Lo spirito militare di quei +tempi, quando il popolo diveniva esercito, +ed il sovrano, generale, ci si affaccia da +questi documenti nella sua barbarie per +l'ultima volta. Chi può leggere oggi senza +sentirsi irritato queste frasi di gloria militare +e di guerre dei prodi dell'esercito e +sempre ed eternamente dell'esercito?</p> + +<p>Il 1<sup>o</sup> marzo alle 3, la flotta di sette trasporti +arrivò nel golfo S. Juan; alle 5 Napoleone +pose piede sulla terra di Francia. +La schiera si nascose in un uliveto.<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span></p> + +<p>Come somigliava qui Napoleone agli +eroi romantici della sua patria côrsa. +Poichè, mostrandocisi ormai nell'atteggiamento +di avventuriere, egli era essenzialmente +côrso. I guerrieri più rinomati +della patria sua avevano cercato di impossessarsi +di essa dall'esilio, nella stessa +maniera.</p> + +<p>Nell'anno 1408 Vincentello d'Istria sbarcò +con un paio di spagnoli e di côrsi su quell'isola, +per strapparla ai genovesi. Dopo +un combattimento glorioso egli fu preso +e decapitato.</p> + +<p>Giampaolo fece, nell'anno 1490, un'incursione +in Corsica con quattro côrsi e sei +spagnoli, ch'erano tutti il suo esercito. +Dopo un combattimento glorioso, egli morì +in esilio.</p> + +<p>Tre volte irruppe il valoroso Renuccio +della Rocca dal suo esilio in Corsica, la +prima con 18 uomini, la seconda con 20, +e la terza volta con 8 amici. Ogni volta +egli entrava coraggiosamente nel paese, +mettendo avanti editti di esilio e lanciando +proclami, e contando sul concorso dei suoi +amici. Egli fu ucciso nell'anno 1511, +sui monti, dopo varii combattimenti gloriosi.</p> + +<p>Nell'anno 1564 Sampiero, il più valoroso +dei côrsi, sbarcò nella sua patria con +37 côrsi e francesi. Egli fu ucciso nell'anno<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span> +1567 sui monti, dopo gloriosi combattimenti +cogli eserciti genovesi.</p> + +<p>Con 500 guardie francesi, 200 cacciatori +côrsi e con 100 lancieri polacchi, che +non avendo cavalli, portavan essi stessi +le selle, il côrso Napoleone Bonaparte partì +in guerra contro la Francia e gli eserciti +reali. Dopo gloriosi combattimenti egli fu +relegato nell'isola di S. Elena.</p> + +<p>Con un manipolo di côrsi Gioacchino +Murat sbarcò nell'ottobre 1815 dalla Corsica +a Napoli, per conquistare un regno. +Egli fu fucilato dopo il suo audace sbarco.</p> + +<p>Con un paio d'uomini, il côrso Luigi +Bonaparte arrivò, ai nostri tempi, a Strasburgo, +per conquistare una nazione di +35 milioni di abitanti. Il tentativo essendo +fallito, egli sorprese di nuovo la Francia +in Boulogne. La storia ha il dovere di riconoscere +queste incursioni, senza dubbio +avventurose, quali precedenti storici di un +uomo che divenne imperatore dei francesi +non molto tempo dopo. Pertanto, nessuno +deve esser considerato felice, prima della +sua fine.</p> + +<p>Presto si abbattono le cose caduche, dice +il vecchio Seneca. Rapido fu il volo di +Napoleone dal golfo di S.Juan, a S. Elena, +a traverso Waterloo. Il 2 marzo egli era +a Cérénon, il 3 a Barême, il 4 a Digne, +il 5 a Gap, il 7 a Lione, il 14 a Chalons,<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span> +il 20 marzo alle 9 di sera egli entrava +a Parigi. Il 1^o giugno egli era un uomo +politicamente già battuto. Il 18 giugno +egli cadde a Waterloo. Il 21 giugno tornò, +in fretta, a Parigi; il 22 giugno egli +dettò:</p> + +<p>«Ma vie politique est terminée et je proclame +mon fils sous le titre de Napoléon II +empereur des Français!».</p> + +<p>Il 15 luglio egli s'imbarcò sul <i>Bellerophon</i>; +il 7 agosto sul <i>Northumberland</i>. Il +16 ottobre arrivava a S. Elena.</p> + +<p>Dopo—e questo è l'ultimo quadro della +storia di quell'anno meraviglioso—egli +giacque sul lontano scoglio africano, nel +suo letto di morte, pallido e muto, coperto +col mantello turchino di Marengo, col busto +marmoreo di suo figlio, il Re di Roma, +ai piedi; i suoi amici fedeli Bertrand ed +Antommarchi ed i suoi servi stanno in +ginocchio, piangendo. Il sole si tuffa in +tal momento nel mare. Il sacerdote che ha +somministrato l'estrema unzione all'Imperatore, +alza le braccia e dice: <i>Sic transit +gloria mundi!</i></p> + +<p>Napoleone rivisse a S. Elena le sue opere +e quello che egli fu, e pose alla sua carriera, +a guisa di epigrafe monumentale, le +seguenti significative parole:</p> + +<p>«Io ho chiuso l'abisso dell'anarchia, ordinando +il caos; io ho quietata la rivoluzione,<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span> +nobilitati i popoli, e moderato i re. +Ho incoraggiato qualunque gara, ho ricompensato +ogni merito ed ho allargato i +limiti della gloria. Tutto ciò è stato pur +qualcosa.—Or dunque, da quale punto si potrebbe +attaccarmi, dove lo storico non +potesse difendermi? Forse nelle mie intenzioni? +In questo egli potrà certamente assolvermi +dall'accusa. Il mio dispotismo? +Si vorrà però ammettere che la dittatura +era necessaria. Si dirà ch'io era un ostacolo +alla libertà? Egli proverà che l'arbitrio, +l'anarchia e la più grande confusione +stavano ancora alle porte. Mi si rimprovererà +di aver amato troppo la guerra? +Egli dimostrerà ch'io fui sempre attaccato. +Che io anelassi la monarchia universale? +Egli mostrerà che solo la combinazione +casuale delle circostanze e solo i nostri nemici +stessi sono stati quelli che mi vi hanno +spinto passo a passo. Finalmente, si accuserà +forse la mia ambizione? Ah, certamente +di questa si troverà molto in me, ma della +più alta e più bella, che ha forse mai guidato +un uomo, intendo quella di ordinare +ed inaugurare finalmente l'impero della +ragione, l'esercizio ed il godimento completo +di tutte le capacità (ingegno) umane. +E qui lo storico si troverà forse costretto +a rimpiangere che una tale ambizione non +sia stata appagata ed esaudita».<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span></p> + +<p>Così pensava Napoleone a S. Elena della +sua stessa missione. E non pertanto, egli +fu un messia, come ogni altro prima di +lui, cui la storia assegnava per compito di +portare il mondo siccome un atlante per un +certo tempo, e di rinnovare pel bene del +progresso le fatiche di Ercole. E se deploriamo +la natura umana, perchè essa si trasforma +piuttosto per mezzo del dispotismo +soldatesco di Napoleone, che per le leggi +civili di Solone e Timoleone; se infine accusiamo +apertamente questo grande uomo +di aver dimenticato la sua missione e di +esser perito pel suo egoismo e la sua sete +di dominio, restiamo però pieni di stupore +e di riverenza dinanzi alla sua figura e glorifichiamo +la grande spinta che da lui è +derivata alla vita dei popoli e al progresso +generale.</p> + +<hr style="width: 45%;" /> + +<p>Ho dunque dato all'Imperatore ciò che +all'Imperatore appartiene e voglio dare pure +agli elbani ciò che agli elbani spetta. Sono +in numero di 20,000; un popolo pacifico, +con usi e lingua prettamente toscani e senza +caratteristiche di genere nazionale. L'isola +è troppo piccola (essa comprende poco più +di 7 miglia quadrate) ed è sita troppo vicina +alla terraferma per aver potuto sviluppare +in sè un proprio spirito popolare. Non si<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span> +trova traccia di usi côrsi in questa roccia +così vicina alla Corsica, e di vendetta si +son riscontrati casi solo nei tempi antichi; +oggi di essi non c'è più esempio. Il bandito +côrso si rifugia solo nell'estremo bisogno +all'Elba, dove egli non può rimanere. +Un particolare comune ai due popoli isolani +è l'ospitalità.</p> + +<p>L'Elba conta le seguenti località: Portoferraio +(il porto del ferro), la fortezza Longone +e la marina di Porto Longone, Marciana +con la marina, Poggio, Campo, Capoliveri, +Pila, Sampiero, Rio con la marina, +Sant'Ilario.</p> + +<p>I paesi hanno un aspetto scuro e fosco, +come quelli della Corsica, perchè sono costruiti +con pietra naturale. Anche questi +stanno sulle alture, a causa dei barbareschi, +e sono difesi da torri. Dove il mare è prossimo, +si sono formati dei luoghi di approdo +che si chiamano appunto marine. Molto fruttifera +e bella è la campagna nella valle che +si stende dai monti di Marciana, a destra +del gran golfo, sino a Porto Longone: essa +attraversa l'isola per gran parte della sua +lunghezza e forma un contrasto magnifico +colla selvaggia imponenza dei monti. Questi +raggiungono la loro massima altezza +sopra Marciana, col Cavanna, che è alto +quanto il Vesuvio. L'isola degrada assai +verso la costa d'Italia. Dalla riva della Corsica,<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span> +l'Elba appare come un solo monte +di roccia, di magnifica doppia forma piramidale, +poichè sono appunto le rocce di +Marciana che sono rivolte verso la Corsica; +dalla costa italiana, invece, si vede +la parte più bassa distesa verso Piombino, +ove si trovano riuniti i maggiori tesori +dell'isola: il ferro e le frutta.</p> + +<p>I monti di Marciana sono molto ricchi +di granito e di marmo, di alabastro, di +cristallo e d'altre pietre. La località di Marciana +ha le migliori castagne; olive ce ne +sono poche e cattive, così pure la penuria +di legno è forte ovunque. Dappertutto +crescono i limoni e specialmente ricercati +sono quelli di Campo. Anche il vino vi è +in abbondanza; il migliore lo ha Capoliveri, +ove si fa un aleatico che eguaglia +quello della Toscana. Nella grande vallata +cresce molto il granturco. Per tal modo +niente manca per vivere al popolo in questo +attraente e mite paese, poichè, oltre +alla fertilità dei giardini e dei campi, la +terra gli ha dato anche i giacimenti inesauribili +del ferro di Rio, ed il mare il suo +sale ed i suoi pesci. Presso Portoferraio, +gli Etruschi ed i Romani già prendevano +sarde e tonni che si trovano colà in quantità +stupefacenti. I pesci ed il ferro resero +già nell'antichità a tutti i popoli che scorrevano +avidi i mari dell'Elba e specialmente<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span> +ai Côrsi, ai Fenici, ai Cartaginesi, ai +Tirreni e ai Romani. L'isola si chiamava +nell'antichità <i>Aethalia</i>, poi <i>Iloa</i>, e nel medio +evo <i>Ilva</i>, donde è derivata l'<i>Elba</i> +attuale.</p> + +<p>Una buona strada carrozzabile conduce +da Portoferraio per la valle sopra Capoliveri +verso Longone, attraverso l'isola sino +all'altra parte del mare. Si gira intorno al +golfo sino a S. Giovanni, un piccolo sito +con una capanna da pescatori, da dove le +barche fanno il tragitto per Portoferraio. +Ci mettemmo in una di queste barche e +traversammo il golfo sino a S. Giovanni +a vela spiegata, colla velocità di una freccia. +Colà si sale un'altura, che è piena di +avanzi di costruzioni romane e si discende +poi giù nella valle dall'altra parte del +golfo.</p> + +<p>Qui esiste sulla marina una villa che è +proprietà di un impiegato di Demidoff; +io non mi ricordo forse di aver veduto +altrove un sito più tranquillo. La graziosa +casetta è circondata da un giardino con +fiori ed aranci, in mezzo a colline di vigneti, +e guarda sul bel golfo e su Portoferraio +che le sta incontro e che di qui si +presenta in un aspetto singolarmente seducente. +Se si scende nella valle, è come se +si passeggiasse in un giardino, in una campagna +ricca e ridente, ove si vorrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span> +volentieri trattenersi. Ovunque campi rigogliosi, +verdi montagne, boschetti fioriti e +di qua e di là il mare scintillante.</p> + +<p>Un acquazzone ci obbligò, in mezzo alla +valle di Capoliveri, a ricoverarci in una +casa di contadini. Trovammo colà molti +campagnoli, uomini e donne, occupati a +preparare dei fichi da seccarsi. Ci offrirono +pane, uva e vino nuovo, e poichè il mosto +non ci piaceva, un vecchio andò a cercare +un gran recipiente di terra, e ci versò da +esso del vino rosso; era un ottimo aleatico +del posto.</p> + +<p>Noi riprendemmo il nostro cammino +verso Porto Longone, col più bel sole (era +di settembre) ed arrivammo a questo piccolo +porto all'ora di mezzogiorno. La seconda +città dell'Elba giace in una piccola +baia, sotto rocce scoscese, sulle quali si +eleva maestosamente la fortezza. Sulla +spiaggia vi sono un paio di strade, sulle +quali passano le onde, giungendo sin presso +alle case. Qui regna una gran quiete ed un +grande abbandono; alcuni bastimenti si +cullano dolcemente sull'acqua; marinai e +pescatori riparano delle barche capovolte e +cantano una canzone monotona. Dappertutto +vasi di fiori dinanzi alle finestre e sui +balconi; più in là le piccole case si perdono +addirittura tra i giardini rigogliosi, +come le case dell'isola di Procida. Il suolo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span> +intorno a Porto Longone è più meridionale +che intorno a Portoferraio. Colà l'aloè cresce +in una magnificenza ed in una abbondanza +che mi fecero stupire, poichè un +intero viale di piante d'aloè, da ambo i lati +della via carrozzabile, conduce per un'altura +al porto di Longone. I loro cespugli +di fiori, che somigliano a grandi candelabri, +erano in piena fioritura. Io non aveva +mai veduto prima, nemmeno nelle parti +più meridionali della Corsica, tante aloè +insieme; uno spettacolo simile lo vidi soltanto +in Sicilia, ove una fila di queste +piante, ordinate a caso dalla natura, conduceva +al tempio di Segesta. Qui crescono +anche le palme.</p> + +<p>La fortezza di Longone a cui si giunge +inerpicandosi per un piccolo sentiero, è +costruita sopra un altipiano di una immensa +roccia e, colle sue mura e le sue +torri merlate, appare molto antica. Essa +fu eretta dagli spagnoli, sotto Filippo IV +e V. E' un fatto straordinario e curioso +che questa piccola Elba sia stata divisa +nello stesso tempo sotto tre diversi dominî; +dappoi, mentre l'isola apparteneva +al Principe di Piombino, questi cedette nel +1537 Portoferraio a Cosimo; il Re delle +Due Sicilie per contro possedeva Porto Longone. +Poscia, nell'anno 1736, tutta l'Elba, +compreso Piombino, cadde sotto il regno<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span> +di Napoli, e passò quindi nel 1801 al Regno +d'Etruria, sino a che venne aggregata alla +Francia nel 1805.</p> + +<p>Gli Spagnoli rimasero molto tempo a +Porto Longone, e ve n'è quindi rimasto +il ricordo di essi ed anche oggi vi si adopera +nell'apostrofe il «Don».</p> + +<p>La fortezza è certo resistente, poichè la +sua situazione la rende inaccessibile. Essa +racchiude la città propriamente detta, un +quadro deserto di distruzione e di abbandono. +Una gran parte delle opere furono +fatte saltare nel 1815 per ordine di Napoleone. +La fortezza ha dovuto sostenere diversi +attacchi, quando i Francesi combattevano +anche qui gli Spagnoli, ai tempi di +Luigi XIV. Un ufficiale della guarnigione +toscana, presso la famiglia della quale passammo +una bella ospitale giornata, ci fece +vedere ciò che vi era di notevole. Egli era +direttore della compagnia di pena, dalla +quale egli ha raccolto i ravveduti in una +scuola militare. Nel forte trovammo un piccolo +gruppo di veterani toscani, dei quali +alcuni conoscevano la Germania dai tempi +napoleonici e vantavano tanto la bellezza +delle sue regioni, come la nettezza delle sue +case. Tutto ciò che il nostro ospite ci mostrò, +dalla disposizione ed organizzazione +interna della sua compagnia, alla sua amministrazione, +e al suo codice penale, tutto<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span> +era un vero modello di indirizzo militare; +tutto aveva la sua regola ed ogni oggetto +il suo posto assegnato, persino il ferro +dei piedi ed il nerbo fatale.</p> + +<p>Anche a Longone, Napoleone aveva un +così detto palazzo, una casa non imponente, +in cui egli scendeva tutte le volte +che veniva a cavallo dalla sua capitale. +La prossimità di questa fortezza gli si +adattava in modo speciale. Egli soleva +mangiare all'aperto, come racconta Valery +nella sua descrizione dell'Elba, sotto il +monte, seduto sopra un sedile scavato nella +roccia (chiamato <i>canapé</i>) ove aveva piantato +in semicerchio dei gelsi. Di là osservava +con un cannocchiale i bastimenti che +passavano, e le coste d'Italia.</p> + +<p>Di fronte al golfo di Longone è situato +il forte Fucardo, con un faro per i bastimenti +che entrano in porto. Intorno son +rive pittoresche e dalla parte di terra i +monti più scoscesi, che in qualche roccia +ricordano Capri, senza avere certamente +quel calore meridionale nel tono dei colori. +In questi luoghi romantici e deserti, prossimo +alla strada che conduce alle miniere +di Rio, è situato l'eremitaggio di Monserrato, +fondato dagli Spagnoli.</p> + +<p>Attraversammo col nostro ospite le roccie +per giungere a Rio. La strada conduce +per contrade deserte, traverso pianure e<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span> +sorgenti. Una di queste sorgenti porta il +nome di Barbarossa, non dell'imperatore +tedesco, ma bensì del corsaro che attaccò +e saccheggiò, nel 1544, Porto Longone. Il +suo nome è ancora vivo in diverse isole +del Mediterraneo, forse in tutte, poichè non +ve n'è alcuna in quei paraggi che non sia +stata visitata da questo che fu il più ardito +di tutti i pirati.</p> + +<p>Passammo così per diversi piani e diverse +colline rocciose, sempre rallegrati da nuove +vedute di roccie, valli e mare, sino a che +non discendemmo a Rio. Qui rumoreggia +giù dalle alture un ruscello che si scarica +nel porto. Da esso il luogo ha preso il nome +di Rio. Di questo torrentello, il più rapido +dell'Elba, si dice che non abbia origine +nell'isola, ma che provenga dalla Corsica, +da dove poi proseguirebbe per canali sotterranei +al disotto del mare, sino a tornare +alla luce nel Rio. Le foglie ed i rami +dei castagni, che l'acqua trasporta con sè, +dimostrerebbero chiaramente la sua origine +côrsa. Comunque sia, questa nuova Aretusa +sembra potersi riferire, secondo il significato +poetico, alla sorte di Napoleone.</p> + +<p>Un'altra considerazione ancora congiunge +le miniere di Rio alla Corsica; di qui fuggì +una volta, nel secolo <span class="smcap">XV</span>, Pietro Cireneo, +scrittore conosciuto dei côrsi, di cui la +vita avventurosa di fuggiasco è simile ad<span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span> +un romanzo; fuggendo dal patrigno, egli +giunse ancora bambino a Rio e guadagnò +la sua vita nelle miniere di ferro, aiutando +a portare coi somari il minerale al porto.</p> + +<p>Il terreno rosso sul quale camminavamo +ci avvertiva che ci trovavamo su terra ferrugginosa; +dappertutto nient'altro che questa +polvere di ferro; le colline d'intorno, +scure e rossicce, coperte d'innumerevoli arbusti +d'aloè, i quali con le loro foglie rigide, +di un colore di <i>bleu</i> acciaio, e terminanti in +punte di spine, sembrano essere tanti fasci +di pugnali e di spade. Tutto ciò che incontrammo +aveva questo color di ferro, gli operai +di Rio, tinti di rosso nei vestiti, nella faccia +e nelle mani, ed anche i cani stessi, che +ci venivano incontro. Il porto stesso, verso +il quale scendemmo, era rosso di polvere +di ferro; sulla spiaggia giacevano mucchi +di minerale, che di là veniva poi caricato +sui bastimenti.</p> + +<p>Cercammo il direttore dei lavori. Egli +era un tedesco, la qual cosa appresi con +grande gioia. Solamente il tedesco è, fra +i vari popoli, il vero minatore; egli solo +è capace di scendere nel pozzo della vita +e di scrutare negli antri bui della natura il +suo più profondo carattere. Qui egli scava +di continuo, sino a che trova il minerale +puro, e, dimentico di sè, non ricorda la +primavera che è di fuori. Talvolta egli<span class="pagenum"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span> +dorme giù nel fondo, come Epimenide, o +come l'imperatore Barbarossa nel Kyfthäuser, +quel vecchio minatore tedesco dalla +corona aurea e dalla lunga barba cresciuta +traverso il tavolo, oppure come il Tannhäuser +nel Venusberg (Monte di Venere).</p> + +<p>Il signor Ulrich, un uomo marziale, un +tedesco di buona lega, ci venne incontro; +anche la sua stretta di mano era ferrea, +la sua parola breve e decisa e la sua voce +straordinariamente potente. Ci ricevette cordialmente, +come suoi compatriotti, ci condusse +ai lavori e ci spiegò la loro disposizione. +Le miniere di ferro dell'Elba, che +sono amministrate per proprio conto da +una Società toscana, erano da poco tempo +sotto la sua direzione. Egli le ricevette in +condizioni miserrime; in pochi mesi le ha +però tanto migliorate che già ora si può +calcolare la produzione annuale a 35,000 +tonnellate, mentre non producevano prima +che solo 22,000 tonnellate. Giornalmente +vengono estratte 120,000 libbre di ferro; +in estate però i lavori languono, perchè +la lavorazione dei campi reclama gli operai, +i quali sono per la maggior parte di Rio. +Nell'inverno i lavori procedono molto più +alacremente.</p> + +<p>Già dai tempi più remoti la miniera di Rio +era sfruttata, pure essa rende ancor oggi +moltissimo, è un monte di circa 500 piedi<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span> +di altezza, tutto di materiale di ferro. Nelle +sue vicinanze vi sono ancora altri giacimenti +non meno ricchi, quelli di Terra Nera, +di Rio Albano e quello della Calamita, un +vero monte magnetico. Già gli Etruschi +sfruttarono queste cave; essi portavano il +materiale a Populonium, sotto il cui dominio +l'isola giaceva e colà veniva estratto +il ferro. La penuria di legna non permette +all'Elba il lavoro di fusione ed anche oggi +il ferro viene fuso in fabbriche nelle vicinanze +dell'antica Populonium, oppure il materiale +viene imbarcato per Napoli, Genova, +Marsiglia e Bastia.</p> + +<p>Il sig. Ulrich ci dimostrò quanto gli antichi +e i loro successori avessero scialacquato +con questi giacimenti. Delle intere +colline di terra ferruginosa inutilizzata +sono state ammonticchiate, coprendo i giacimenti +di minerale. Questa terra sprecata +però è tanto ricca di sostanze, sì da dare +pur sempre un ottimo materiale. Il signor +Ulrich prese una manciata di terra, +dove noi stavamo, ce la mostrò e disse;—«Osservate, +la terra che io prendo qui +alla superficie, dà ancora un ferro migliore +di quello che ottengono i francesi nell'Auvergne, +dove gli scavi son ben più difficili». +Qui il minerale si trova veramente +sopra terra e per diverse miglia in giro si +sta e si cammina sul ferro. Le miniere di Rio<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span> +sono più ricche di quelle possedute dal +Demidoff in Siberia, e, probabilmente, di +uguali ad esse non se ne trovano.</p> + +<p>I lavori si limitano ancora alla superficie, +e di opere sotterranee, non vi è altro che +due gallerie; con tutto ciò si vedono i +più bei giacimenti di minerale allo scoperto. +Chi s'immaginasse di trovare a Rio dei +pozzi di gallerie, delle cave con tutti i romantici +accessori dei minatori, come lo +avevo immaginato io, prima di vedere questo +straordinario monte di ferro, sbaglierebbe +di molto.</p> + +<p>Gettai uno sguardo nei dintorni; dappertutto +vi era malinconia e le opere stesse, +queste colline rosse e nere, la terra color +di ferro e la polvere di ferro scintillante +producevano l'effetto del deserto, come i +campi di lava e di cenere di un vulcano. +Una torre merlata guardava tristamente +dall'alto di uno scoglio sulle miniere. Era +la torre di Giove. Innanzi a queste sinistre +miniere, dalle quale la furia della +guerra ha portato ininterrottamente nel +mondo spade, lancie e palle, e dalle quali +sembra essere emersa direttamente l'età +del ferro, come è stato cantato dal poeta, +dovevasi innalzare un monumento a Napoleone, +ponendo sul piedistallo quell'ordine +del Re degli Etruschi, Porsenna, che, cioè, +per l'avvenire il ferro dovesse soltanto<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span> +essere adoperato per fare arnesi per l'agricoltura +e per le arti pacifiche.</p> + +<p>La bella leggenda mi fa ricordare un +fatto storico dell'antichità greca, un'altra +condizione di pace. Quando Gelone dettò +ai Cartaginesi la pace in Siracusa, dopo +la battaglia di Himera, una delle sue condizioni +fu questa, che essi dovessero in +seguito cessare dal far sacrifici a Moloc. +Anche questa ordinanza avrebbe dovuto +esser posta sul piedistallo di quel colosso +di ferro da erigersi all'Elba: non più vittime +da immolare al Dio Moloc!</p> + +<p>Io non so, tuttavia, se una tale êra icarica +verrà mai, e se le olive di Elihu Buritt +metteranno radici. I popoli mi sembrano +che siano moralmente poco più grandi +di quello che erano ai tempi di Porsenna +e di Gelone di Siracusa.—Tanto in onore +del Moloc politico, quanto di quello religioso, +le nazioni si combattono oggi come +ieri, ed il fiore della loro gioventù si lascia +mietere così tranquillamente, come se la +vita umana potesse rinnovarsi centuplicata +come l'idra.</p> + +<p>Per questo ci separiamo dall'isola del +ferro col grido di Porsenna: «Non più +spade nè lancie, ma industria ed agricoltura, +e non più sacrifici umani a nessun +idolo».<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span></p> + + + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter">SAN MARCO DI FIRENZE.</h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter"><a name="San_Marco_di_Firenze" id="San_Marco_di_Firenze"></a>San Marco di Firenze.</h2> + + +<p>Il convento dei domenicani in San Marco +a Firenze, oltre ad avere un'importanza +storica, ne ha una immensa dal lato artistico. +Deve la prima al Savonarola, l'altra +a due maestri esimî nella pittura, Angelico +da Fiesole e Fra' Bartolomeo. La +piazza sulla quale sorge il convento è ancor +oggi, come ai tempi di Lorenzo de' Medici, +uno dei ritrovi della vita artistica +fiorentina, il terzo, dopo gli Uffizi ed il +palazzo Pitti; colà infatti son riunite la +galleria delle belle arti e la famosa scuola +degli incisori su rame.</p> + +<p>Ai tempi di Lorenzo, nella contrada di +San Marco esisteva quel giardino dei Medici, +nel quale si trovava la prima raccolta +di sculture antiche, sotto la sorveglianza +del vecchio scultore Bertoldo. Colà +si riunivano i più forti ingegni di Firenze +e tutto ciò che emergeva nelle scienze e<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span> +nelle arti e ciò che era già arrivato alla celebrità +e che godeva del favore di Lorenzo. +Come i pittori andavano nella cappella +Brancaccio, per imparare a disegnare dagli +affreschi di Masaccio, così gli scultori venivano +in questo giardino de' Medici, per +studiare la scuola antica ed intrattenersi +con Angelo Poliziano, Pico della Mirandola +e Marsilio Ficino. Da questo giardino +si vedeva spesso andare Lorenzo, il Pericle +di Firenze, nel convento di S. Marco, per +chiudersi là in una cella e liberarsi dal +dolce paganesimo. Qui si tenevano discorsi +elevati, sull'anima mondiale di Platone, +unendoli ad una ipocrita considerazione +della successione di Cristo. Savonarola però +si teneva in disparte, mormorando, e non +rispondeva alle chiamate di Lorenzo.</p> + +<p>Il convento era degno dei Medici; infatti +lo avevano creato, a dir vero, essi +stessi. La sua storia è in breve la seguente: +il fondatore dell'ordine dei domenicani +mandò in Toscana, nell'anno 1220, +dodici seguaci; da questi furono fondati +alcuni conventi, dei quali il più importante +fu quello di Fiesole. Da quest'ultimo +ebbe origine il convento dei domenicani +di S. Marco. In origine questo era stato +fondato, nel 1299, dai Silvestriani; però, al +tempo della grande peste di Firenze, era +decaduto. A San Marco scesero i domenicani<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span> +da Fiesole indottivi da Cosimo dei +Medici, che poco prima era tornato dal suo +esilio di Venezia. Cosimo chiamò da Fiesole +il celebre priore Antonino, il santo più grande +del suo tempo. Egli era figlio dell'avvocato +fiorentino Nicolò Pierozzi ed era nato +nell'anno 1389. Nel suo sedicesimo anno +di età era entrato nell'ordine dei domenicani +a Fiesole, ove molto tempo dopo +era divenuto priore. Cosimo lo indusse a +trasferirsi a S. Marco, e ciò avvenne nel 1436, +dopo che Michelozzo Michelozzi aveva ricevuto +l'incarico di riedificare il vecchio +convento dei Silvestriani. Egli demolì quasi +completamente l'antico convento ed eresse +una nuova fabbrica, imponente. Anche per +Cosimo furono qui preparate due celle, come +per un monaco, celle che si fanno vedere +anche oggi, come quella di Savonarola, a +titolo di curiosità storica. In questa solitudine, +dice il padre Marchese, il priore +Antonino fece udire al vecchio ambizioso, +colla franchezza di un amico e coll'autorità +derivantegli dalla santità della sua vita, +quella verità che l'adulazione nasconde +sempre al potente, ed è certamente dovuto +al Santo, se Cosimo non divenne un despota +comune.</p> + +<p>Nell'anno 1443 fu terminata la fabbrica, +e Cosimo fondò la celebre biblioteca di +San Marco. Antonino divenne, tre anni<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span> +più tardi, arcivescovo di Firenze. Egli morì +nell'anno 1459, dopo essere stato ammirato +da tutto il mondo per le sue virtù +e dopo essersi interessato attivamente del +miglioramento del clero.</p> + +<p>Due grandi cortili ornano S. Marco; le +lunette di questi cortili sono dipinte a fresco +e contengono fatti della vita di Antonino +dipinti da Gherardini, Dantini, Poccetti e +da altri pittori. Tuttavia il tesoro maggiore +del convento è rappresentato dalle pitture +murali del Fiesole, il più antico maestro +della scuola di Giotto. Quasi tutte le celle, +la sala del capitolo, i corridoi ed alcune +lunette dei cortili contengono sue pitture.</p> + +<p>Con Fra' Angelico cominciarono quelle +strane reazioni che il convento, tanto +sollecito di riforme, intraprese contro lo +spirito moderno della pittura classica italiana. +La vita del celebre pittore fu narrata +dal Vasari. Più particolareggiatamente +fu però descritta da Vincenzo Marchese, +un domenicano di San Marco. Questo erudito +venne accusato di liberalismo da alcuni +suoi confratelli dell'ordine, zelanti inquisitori, +a causa del suo libro: «Lettere +inedite di fra Girolamo Savonarola e documenti +ad esso relativi»; e poichè si minacciava +di mandarlo a Roma, si recò nell'anno +1851 a Genova ed è a capo della +Società che cura ora la nuova edizione<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span> +delle opere del Vasari nella «<i>Raccolta +artistica</i>».</p> + +<p>Nell'anno 1845 pubblicò i «Ricordi degli +esimi pittori, scultori e architetti dei domenicani, +con alcuni scritti sulle belle arti». +Già nel XVI secolo il Razzi aveva scritto +una storia dei celebri domenicani, contenente +anche la vita di qualche pittore, +scultore ed architetto di quest'ordine.</p> + +<p>Il Marchese sembra abbia ripresa questa +idea, ponendola in effetto. Le biografie +che egli ci dà colla sua opera, cominciano +con Fra' Ristoro e Fra' Sisto, celebri architetti +del secolo XIII, che edificarono la +bella chiesa dei domenicani di S. Maria +Novella a Firenze. Con maggiori particolari +però ha descritto la vita dei pittori +Fra' Angelico e Fra' Bartolomeo; la sua +opera termina con un capitolo sull'impresa +del Savonarola per la riforma delle arti.</p> + +<p>Strettamente connesso a questo lavoro +sta l'opera più pregevole d'incisione in +rame di Firenze, che fu cominciata sotto +la direzione del Perfetti: «S. Marco, il convento +dell'ordine dei predicatori di Firenze, +illustrato ed inciso principalmente secondo +le pitture del beato Giovanni Angelico, +colla vita dello stesso maestro ed un compendio +storico di detto convento», opera +del padre Vincenzo Marchese (Firenze, edito +a spese dell'Associazione Artistica, 1850).<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span></p> + +<p>In questo studio il Marchese magnifica +Fra' Angelico con troppa esagerazione, paragonandolo +ad un profeta, a cui fosse stata +affidata la missione di rinnovare la morente +pittura religiosa. Colle sue pitture egli +doveva conseguire la stessa riforma morale +del genere umano che avevano raggiunta +Antonino e Savonarola per mezzo +dei loro scritti e delle loro pubbliche azioni.</p> + +<p>Non si sa esattamente dove Fra' Angelico +nacque. Il Marchese ritiene che +egli provenga da Castel di Vicchio nel Mugello, +distante alcune miglia da Colle di Vespignano, +la patria di Giotto. L'anno di nascita +sarebbe il 1387; il suo nome era Guido. +Dapprima imparò a Firenze a dipingere +in miniatura, come suo fratello Benedetto +che era abilissimo in quest'arte. Presto +si sviluppò in lui una schietta inclinazione +in senso religioso, che si delineò sempre +più, in contrasto colle tendenze decisamente +realistiche dell'arte fiorentina. Il +Marchese paragona arditamente quest'artista +geniale con Talete che coll'ispirazione +dei suoi versi e dei suoi ritmi spianò a +Licurgo la via per la sua legislazione, +poichè nello stesso modo Fiesole ha appianato +al suo amico Antonino, co' suoi quadri, +la strada per la riforma.</p> + +<p>Nell'anno 1407 i due fratelli entrarono +nell'ordine dei domenicani di Fiesole ed ivi<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span> +vissero qualche tempo, sino a che la discordia +papale non raggiunse anche questo. +Guido, ossia Fra' Giovanni, come ormai era +chiamato, peregrinò allora da Foligno a +Cortona, ove dipinse molto secondo la maniera +di Giotto, Spinello e Simone da Siena; +e, dopo un'assenza di circa 4 anni, tornò +a Fiesole. In seguito fu chiamato, nel 1436, +al convento di San Marco, fondato da poco, +per ornarlo di pitture. Ciò avveniva nello +stesso tempo che Masaccio dipingeva le cappelle +della chiesa del Carmine, Brunelleschi +edificava la cupola del Duomo, Ghiberti +approntava le porte del Battistero e Donatello +e Luca della Robbia gareggiavano +nella scultura.</p> + +<p>Poichè a Fra' Giovanni, benchè avesse +gran finezza nel dipingere, mancava ancora +il disegno, la prospettiva ed il perfezionamento +nei chiaroscuri, egli pure +studiò dapprima le pitture del Masaccio +e molto imparò da questo artista geniale, +che di lui era assai più giovane.</p> + +<p>A quest'epoca appartiene la grande pittura +della sala del capitolo, che egli compì +in S. Marco e che è una delle più belle che +siano state fatte nel secolo <span class="smcap">XV</span>, il suo capolavoro, +l'ultimo fiore della scuola di Giotto; +il soggetto ne è la passione, con santi in +adorazione da ambo i lati. Il carattere dei +due ladroni vi è riprodotto con molta perfezione.<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span> +La testa del Cristo ha sofferto; +i suoi tratti non son più precisamente riconoscibili. +Ai piedi della croce sta, a +sinistra, un gruppo di sorprendente eloquenza: +la madre che sta per cadere in +deliquio, abbandonando la testa e le braccia; +la Maddalena, in ginocchio a lei dinanzi, +la stringe al petto con ambe le braccia, i +biondi capelli sciolti le cadono sulle spalle. +Giovanni ed una delle donne sostengono +Maria. Difficile sarebbe raffigurare più semplicemente +l'altissimo effetto tragico; la +sublimità agisce qui direttamente per la +grandezza della natura interna. Non si trova +nè nel Perugino, nè nel Francia, che pur +furon maestri nell'arte di commuovere, una +tale elevatezza.</p> + +<p>Gli antichi non sono in genere più +perfetti in questo senso. La loro grande +e sicura concezione della vita spirituale è la +loro gloria indistruttibile; essi sono epici e +popolari, quelli di poi musicali e drammatici. +L'immagine del dolore diviene più +tardi sempre più ricca, ma anche più violenta +ed unilaterale. Anche le altre figure +sono importanti; messe del tutto naturalmente +e senza legami da ambo i lati, agiscono +solamente per la loro singola espressione. +Esse rappresentano santi, ecclesiastici, +vescovi o fondatori d'ordini, come Domenico, +Bernardo, Francesco, Ambrogio,<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span> +Tommaso d'Aquino, Agostino. Il colorito è +molto spirituale, secondo la maniera di +Fra' Angelico.</p> + +<p>Quantunque egli abbia dipinto ancora +molti altri quadri eccellenti, in nessuno ha +tuttavia raggiunto una tale grandezza ed +una tale forza, poichè questa manca talvolta +nelle sue impressioni che divengono +deboli causa appunto la loro soverchia delicatezza. +Nell'Accademia delle Belle Arti, +che possiede un gran numero di quadri del +Fiesole, due vengono considerati quali i più +eccellenti: la Deposizione dalla Croce e l'Estremo +Giudizio. Quella è squisita per la +profondità dei sentimenti e la soavità dei +colori, questo non è invece una composizione +di grande rilievo.</p> + +<p>Fra' Angelico è più debole di tutto nella +raffigurazione dell'inferno; la sua natura +è troppo fanciullesca, per aver potuto +creare delle figure diaboliche. I suoi diavoli +eccitano solo il riso, non incutono +spavento, egli rappresentò l'inferno in sette +compartimenti, secondo Dante, ed in fondo +vi dipinse pure Lucifero, che dilania con +le sue tre fauci Giuda, Bruto e Cassio. +Anche Angelico dipinse sotto l'influsso di +Dante che era il compagno di Giotto, ed +il Giotto della poesia.</p> + +<p>La «Divina Commedia» ha d'altronde +ispirato tutti i pittori, a cominciare da Giotto.<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span> +Essa infiammò la fantasia degli artisti e +la riempì di visioni sublimi e di idee poetiche; +i loro quadri erano già stati abbozzati +nelle composizioni dei versi di Dante; +e molte scene dell'Inferno, del Purgatorio +e del Paradiso attendevano solo di essere +tradotte in colori, per divenire quadri viventi. +Io credo, in generale, che, senza +Dante, la pittura religiosa d'Italia non +avrebbe potuto svilupparsi così presto e +raggiungere tale altezza.</p> + +<p>Il dominio della sua poesia sull'arte della +pittura durò per tutto il <span class="smcap">XIV</span> ed il <span class="smcap">XV</span> secolo, +sino a che fiorì la pittura religiosa. +Anche Michelangelo, l'ammiratore entusiasta +di Dante, si conformò a lui, nello stesso +modo come prima di lui vi si era conformato +Luca Signorelli nel suo Estremo Giudizio +nel Duomo d'Orvieto, che Fra' Angelico +aveva cominciato a dipingere. Si trovano +pure soggetti tratti da Dante, dipinti +da vari maestri in molte chiese, come +ad esempio l'Inferno ed il Paradiso dell'Orcagna, +nella cappella degli Strozzi in Santa +Maria Novella.</p> + +<p>Insieme con la «Divina Commedia» anche +«I trionfi» del Petrarca hanno avuto una +grande influenza sulla pittura; ciò c'indica, +fra i molti altri quadri, l'Orcagna +stesso col suo «Trionfo della Morte» nel +Camposanto di Pisa.<span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p> + +<p>Fiesole dipinse in S. Marco anche la discesa +di Cristo nel Limbo, dal quale egli +trae i patriarchi: un quadro di grande finezza +di colori. Non meno interessante è +la sua «Adorazione dei Re Magi», uno +dei pochi suoi quadri, nei quali sviluppa +una certa gaiezza e varietà mondana. Questo +soggetto è stato trattato spessissimo +e con grandissimo amore. Per i pittori +della scuola religiosa non vi sono che poche +stoffe di maggior attrattiva e in quanto +a ricchezza della vita poetica esso li sorpassa +tutti. I contrasti sono sorprendenti, +chiari e naturali: il figlioletto di un artigiano +in una stalla, bue ed asino alla +greppia; questo bambino vengono ad adorare +i potenti della terra, conducendo sì +lunghi corteggi di alabardieri e paggi riccamente +vestiti, che portano oro e gioielli. +Uno di questi re è sempre un vecchio di +aspetto venerabile, e quando questi s'inginocchia +dinanzi al bambino, la poesia della +scena è ingrandita dal contrasto delle età. +Il secondo re generalmente ha una faccia +da moro, il terzo è di bella complessione, +giovane e nobile, di guisa che i vecchi +pittori sembra abbiano voluto rappresentare +le tre parti del mondo. A questo si +aggiunga la misteriosa lontananza dalla +quale i re favolosi sono venuti, il buio +della notte, la stella che porge spesso occasione<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a></span> +di aggiungere al corteo un paio +di astronomi, e si avrà nel tutto una fantastica +novella orientale, nella quale si +scorge l'influenza delle crociate.</p> + +<p>La pittura toscana è ricca di immagini +di questo genere. Due quadri magnifici di +questa specie, di Domenico Ghirlandaio e +Filippino Lippi, si ammirano negli Uffizi; +due altri, capolavori della massima bellezza, +li dobbiamo agli scolari di Fra' Angelico, +Gentile da Fabriano e Benozzo Gozzoli. +Il quadro di Gentile si trova nell'Accademia +delle Belle Arti, quello di Benozzo +nella Cappella Medici al palazzo Riccardi. +Qui egli dipinse degli affreschi che, insieme +con le sue pitture ammirate nel Camposanto +di Pisa, appartengono alle migliori +produzioni del suo tempo. La sua rara +universalità si scorge già qui; egli abbracciò +tutti i generi della pittura, dal paesaggio +all'architettura, dalla figura agli animali, +e tutto con una meravigliosa armonia. Nella +suddetta cappella Riccardi egli dipinse +i viaggi suntuosi dei re; a cavallo, a piedi +o sul cammello, essi traversano in schiere +interminabili ridenti pianure, monti e valli.</p> + +<p>Fiesole, dal quale Gentile e Benozzo +impararono, rimane col suo quadro al disotto +di loro; egli non ha quella magnificenza +solenne e quella ricchezza festiva +che i suoi discepoli seppero rappresentare.<span class="pagenum"><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span></p> + +<p>Molti altri quadri che egli dipinse in +S. Marco meritano di essere ricordati, l'Orazione +nell'orto, il Battesimo, l'Incoronazione +della Vergine, dove si ritrova l'ascendente +di Dante, ed il suo Cristo in pellegrinaggio; +ma basta di essi. Tutti dimostrano +la stessa semplicità di mezzi, la medesima +concezione fanciullesca e la più profonda +religiosità. Persino i suoi colori, dove predominano +il bianco, il celeste ed un rosso +pallido, si devono chiamare fanciulleschi. +Le sue figure più attraenti sono spesso +quelle eseguite in piccolo, quasi in miniatura; +esse sono molto graziose e di finezza +ammirevole come, fra le altre, gli angeletti +di uno schizzo di altare negli Uffizi e le +figure sul reliquario di Santa Maria Novella.</p> + +<p>Fra' Angelico morì a Roma il 18 marzo dell'anno +1455; Nicolò V che lo aveva chiamato +colà per dipingere in Vaticano, gli fece +erigere un monumento sepolcrale nella +chiesa della Minerva.</p> + +<p>L'epigrafe lo eguaglia ad Apelle, al quale +hanno avuto l'onore di essere stati paragonati +molti pittori. Egli è stato l'ultimo grande +maestro della scuola di Giotto; i naturalisti +Maselino e Masaccio posero fine ad essa +e crearono l'indirizzo moderno della pittura. +La scuola antica che conduceva alla +rappresentazione del nudo coll'ammirazione +delle forme della natura umana,<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span> +doveva trovare il suo completo svolgimento +nel Tiziano, in Giulio Romano, nel Correggio +e nel Michelangelo.</p> + +<p>Allora dal chiostro di S. Marco, che aveva +trovato nel Fiesole un difensore così convinto +della pittura religiosa, venne nuovamente +una reazione contro la scuola moderna +e paladino ne fu Savonarola.</p> + +<p>Egli combattè i Medici che avevano promossa +la scuola antica, appunto con le loro +stesse armi. Essi avevano fondata l'Accademia +platonica ed erano pieni di ammirazione +per il paganesimo; ma Savonarola +stesso era un mistico platonico, come lo +erano Lorenzo, Pico, Poliziano, Marsilio +Ficino e molti altri.</p> + +<p>Il priore di S. Marco teneva delle prediche +platoniche sull'essenza del bello e +tuonava contro le nudità dell'arte appunto +da quel pulpito, di fronte al quale +erano la sepolture dei suoi amici Pico della +Mirandola e Angelo Poliziano. Il Marchese +riporta un discorso del Savonarola, nel quale +questi considera il bello platonicamente come +l'anima e l'idea del buono. In forza di +questa teoria egli sollevò una guerra fanatica +contro la scuola antica e le arti che, +volte alle cose mondane, a parer suo, traviano +la razza umana. La violenza della +sua parola scosse molti artisti che sino +ad allora avevano dipinto o scolpito allegramente,<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span> +e si videro l'eccellente Sandro +Botticelli, Cronaca, Robbia, Bartolomeo, +Lorenzo di Eredi e molti altri abiurare +pentiti il loro paganesimo ai piedi del priore. +Solo Mariotto Albertinelli e lo strano Piero +di Cosimo non si lasciarono turbare, e restarono +pagani ed avversari convinti del Savonarola +e della sua setta morale.</p> + +<p>Il 21 febbraio 1497 furono portati, al suono +delle trombe e dei tamburi, tutti gli emblemi +della mondanità sulla piazza della +città. Ivi fu eretto un albero con molti +rami, ai quali furono attaccati i ritratti +delle più belle fiorentine, capolavori della +pittura, nudi bellissimi, sculture di divinità, +libri di musica, arpe e liuti, cembali e +violini, carte, abiti di seta e di velluto; +gli oggetti più costosi d'oro e d'avorio, ed +anche le poesie del Petrarca e del Boccaccio +si videro appese a quei rami. Gli esecutori +di questo tribunale fanatico, che doveva +giudicare le umane vanità, avevano +perquisite le case, ed erano anche stati +loro consegnati timorosamente, ed a titolo +di penitenza, liberamente oggetti d'arte +ed oggetti preziosi d'ogni genere. Un negoziante +veneziano che si trovava appunto +a Firenze e che non aveva scrupoli +sull'essenza morale del bello, venne +nell'idea ragionevole che sarebbe stato +meglio vendere questi oggetti così preziosi<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span> +per il commercio, anzichè bruciarli. +Egli offrì così per tutte quelle vanità mondane +la modesta somma di 20,000 scudi. +In seguito a ciò, la Signoria lo fece senz'altro +prendere, mettere sopra una sedia e +ritrattare da un pittore platonico e il suo +ritratto fu posto in cima al rogo. Così fu +bruciato quest'albero con tutti i suoi tesori, +in mezzo al giubilo della folla. Ciò avvenne +sulla piazza stessa, ove un anno dopo fu +arso il grande fanatico.</p> + +<p>La morte del Savonarola rese inconsolabili +gli artisti, suoi adepti. Molti smisero +di dipingere, tra i quali anche Baccio +della Porta, che rinunziò al mondo in segno +di cordoglio e prese nel 1500 la tonaca +dei domenicani. Baccio, o Fra' Bartolomeo +come si chiamò da allora, restò sei +anni immerso nel dolore e non toccò i +pennelli. Dipoi, si rinfrancò e cominciò le +sue pitture religiose sulla esortazione dei +suoi fratelli dell'ordine. Ciò avveniva al +tempo, in cui Raffaello tornava per la seconda +volta a Firenze. Egli strinse amicizia con +Fra' Bartolomeo ed imparò da lui il disegno +ed i colori; sotto l'ascendente di lui +fu iniziata la sua Madonna del Baldacchino, +mai terminata, nella quale si riscontra +chiaramente lo stile di Bartolomeo. Questi +si formò a sua volta sulla maniera di Michelangelo +e di Leonardo da Vinci, e molto<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span> +lontano dal dipingere nella maniera dolce +e delicata del Fiesole, divenne precisamente +in S. Marco l'opposto del suo predecessore. +La scuola di Giotto era vinta. Bartolomeo +dimostrò quanto lo studio della plastica +avesse influito sulla pittura; le sue figure +sono spesso grandiose come quelle di Michelangelo +e quasi statuarie, come specialmente +il suo evangelista Marco nella galleria +Pitti.</p> + +<p>Egli morì nell'anno 1517; ci ha lasciato +un ritratto del Savonarola, che ci rende +in modo caratteristico la figura fanatica +di questo profeta del Rinascimento. Poichè +per quanto alto fosse il volo dei +pensieri di quest'uomo straordinario, egli +rimase pur sempre un monaco e più precisamente +un domenicano.</p> + +<p>In quel tempo stesso, nel quale Fra' Bartolomeo +dipingeva in S. Marco, giaceva +prigione colà in una cella un altro fervente +ammiratore del Savonarola, il pittore in miniatura +Fra' Benedetto. Nulla si conosce +delle pitture di quest'uomo singolare; egli +ci ha però lasciato una poesia originale, +che compose nella solitudine della sua prigione. +Questa è la più vecchia poesia epica +sul Savonarola, del quale racconta la vita +e la morte. Il suo titolo è: «Il Cedro +del Libano». Il Marchese l'ha recentemente +pubblicata di nuovo: Il «Cedro del Libano,<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span> +ovvero la vita di Girolamo Savonarola, descritta +da Fra' Benedetto in Firenze nell'anno +1510». Molti coetanei hanno scritto +la vita del Savonarola, dice il Marchese, +come Burlamacchi ed il Conte Francesco di +Mirandola, ma quantunque essi conoscessero +Savonarola, non possono aver goduto +la sua intimità e la sua amicizia, come fu +concesso a Fra' Benedetto per tre anni, durante +i quali egli convisse col maestro in +S. Marco. Lo stesso Savonarola lo aveva +vestito dell'abito dei domenicani e questo +suo discepolo soffrì ed operò molto per +lui, e lo difese dopo la sua fine con un +amore ed una costanza che gli valsero +dapprima l'esilio e dopo molti anni di prigionia +nel suo chiostro; un uomo singolare, +il tipo del quale può solo avere riscontro +in quei paladini del medio evo, +senza macchia e senza paura, che furono +cantati in versi immortali dall'Ariosto e dal +Tasso.</p> + +<p>Con ragione il Marchese annette un'importanza +storica a questa poesia, poichè +essa riporta fedelmente gli avvenimenti, +di cui l'autore fu spettatore nella maggior +parte coi propri occhi; credo perciò che +valga la pena di tradurne alcuni brani, non +prima però di aver dato qualche notizia +della vita del poeta semplice.<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span></p> + +<p>Fra' Benedetto nacque nell'anno 1470 a +Firenze. Suo padre Paolo era orefice, sua +madre era, come egli stesso dichiara, una +donna di spirito e ardita. Dapprima condusse +una vita dissoluta, dopo però fu +così conquiso dalle prediche del Savonarola, +che entrò nell'ordine di San Marco. +Era da tre anni nel chiostro, quando il +giorno 8 aprile 1498 il furore popolare si +sollevò contro il riformatore. Fra' Benedetto +lottò insieme con altri monaci e partigiani +del Savonarola con grande eroismo. Per +caso anche Baccio della Porta si trovava +quella sera nel convento; spaventato dalle +grida del popolo e dall'infuriare del combattimento +egli si nascose. Benedetto invece +salì sul tetto della chiesa, alla quale +era stato appiccato il fuoco, ed accoppò +con pietre tanti nemici, quanti ne poteva +raggiungere. Savonarola lo scorse e lo +chiamò, scongiurandolo di deporre le armi; +anche, allorchè il profeta si consegnò liberamente +ai suoi nemici, Benedetto volle +dividere la sua sorte, ma Girolamo glielo +impedì.</p> + +<p>Quindi egli racconta che fra i seguaci +del maestro, Malatesta Sacromoro da Rimini +fece da traditore, poichè questi consigliò +Savonarola a consegnarsi al popolo, +mentre che quegli (Fra' Benedetto) lo aveva +scongiurato invano di imitare Paolo, calandosi<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span> +con una corda e cercando il proprio +scampo nella fuga.</p> + +<p>Savonarola e Domenico furono tratti nel +palazzo della Signoria; Silvestro si era intanto +nascosto in convento. Anche questi +però fu tradito il giorno di poi da Malatesta. +Tutti e tre furono arsi il 23 maggio.</p> + +<p>Benedetto fuggì dapprima a Viterbo, poscia +cominciò però a provar rimorso di aver +rinnegato anche solo per poco tempo il +ricordo di Savonarola; egli tornò quindi a +Firenze e cominciò a difendere coraggiosamente +le dottrine del suo infelice maestro, +quantunque dovesse affrontare la vendetta +del partito avverso. Egli non risparmiava +nessuno ed attaccò anche papa Alessandro +VI. La conseguenza di ciò fu che +dapprima fu scacciato dal chiostro e dopo +vi fu imprigionato. Non è certo se egli +abbia sofferto qui sino alla fine della sua +vita. In prigione egli scrisse in difesa di +Savonarola, su argomenti di teologia ed +infine «Il Cedro del Libano».</p> + +<p>Questa schietta poesia è scritta in terzine +e si compone di undici capitoli. Non ci +si attenda nessuna bellezza poetica da lui; +essa è però degna di nota per la fedeltà, +colla quale distingue gli avvenimenti e ci +dà un'idea della vita di quel tempo. La +catastrofe stessa è descritta in modo vivo +ed indubbiamente esatto.<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span></p> + +<p>Dopo un esordio a guisa d'orazione, l'autore +racconta gli avvenimenti della propria +vita:</p> + +<p class="left small">Nato di umili natali nella città dei fiori nell'anno 1470 +nella contrada di S. Croce, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Benedetto passa a descrivere poi la corruzione +del suo tempo; la pace regnava +in tutto il mondo, ma il demonio seminava +il male, il popolo era pieno di peccati vergognosi, +la lussuria e la violenza erano +generali. Regnava Alessandro VI, grande +per cupidigia e libidine, ed ogni prete lo +prendeva ad esempio.</p> + +<p class="left small">In questo tempo il Signore aveva mandato nella +mia città un servo devoto, chiamato Girolamo, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Il poeta racconta ancora, che un giorno +sua madre, commossa dalla parola del Savonarola, +lo eccitò ad andare alle sue prediche. +Per quanto questo invito gli sembrasse +duro, egli cedette finalmente ed +andò nella chiesa di San Marco. Qui si +sedette tutto vergognoso ed in silenzio tra +gli uditori, suscitando la meraviglia della +folla che non attendeva di veder ivi l'uccello +goditore. E qui egli fa entrare in +iscena il Savonarola che tiene una predica, +come il Lenau fa nel suo romanzo del Savonarola.</p> + +<p class="left small">Quando venne il mio profeta, Savonarola, egli montò +umile sul pulpito ed io rimasi attento alle sue parole, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span></p> + +<p>Prosegue poi in questo tono. E' la predica +sull'arca di Noè: Benedetto ne ricevè +una così profonda impressione sulla coscienza +che fuggì subito in luogo remoto, +dove cominciò con sè stesso un dialogo, +in cui sono contenute delle chiare accuse.</p> + +<p class="left small">E piangendo me ne andai, gettando lungi da me +il mio essere leggero e dissoluto e la mia chitarra da +sventato.</p> + +<p>I suoi antichi compagni lo dileggiano e +lo dicono ipocondriaco, lo invitano ai divertimenti, +gli dimostrano come egli sia +amato da tutti ed abbia molti amici e +come nulla manchi alla sua vita. Non +basta che i suoi camerati lo tormentino, +anche i suoi sensi vengono finalmente +indotti in tentazione ed egli li presenta +quali persone:</p> + +<p class="left small">L'occhio disse: Io non so che tu pensi; mi hai abituato +a scorrere libero e libertà io voglio, perchè +questa mi si conviene. L'orecchio mi disse, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Ma Savonarola lo conforta nella sua conversione +ed egli inizia il principio della +sua santa vita, assumendo per alcuni mesi +il posto d'infermiere e di becchino in un +ospedale. Il demonio lo tormenta tuttavia +continuamente, nondimeno egli lotta valorosamente +ed entra finalmente nel suo venticinquesimo +anno d'età nell'ordine.</p> + +<p>Come Bartolomeo aveva raffigurato in<span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span> +colori Savonarola, così lo descrive Benedetto +in versi:</p> + +<p class="left small">Piccolo di corpo, ma tutto salute; di membra minute, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + + +<p>Seguono i giudizi sull'animo suo, che si +possono facilmente immaginare, ed un piccolo +accenno alla sua operosità; quindi un +intero episodio sul genere del Klopstock, +nel quale il poeta fa cospirare i demoni +contro Savonarola:</p> + +<p class="left small">Il superbo Lucifero, il principe dell'Inferno, quando +si accorse quali frutti raccoglieva il sacerdote, abbaiò +forte come una bestia dilaniante, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Lucifero racconta in seguito ciò che egli +abbia fatto di male dalla sua caduta dal +cielo, come egli abbia scacciato Adamo +dal paradiso, piegando sotto il suo dominio +tutte le creature, come il popolo di Mosè +si sia dato all'idolatria per effetto della +sua preparazione e come egli abbia mandato +fuori tutti i diavoli, per sterminare +la fede, dopo la venuta di Cristo nel mondo:</p> + +<p class="left small">E voi mentitori, sudicia razza di cani, non mi avete +estirpato la fede. L'uno dice: oggi ancora lo faccio; +l'altro: domani, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Per ordine di Lucifero i demoni partono +con grida orribili. La loro opera si +vede presto nella persecuzione del santo +uomo, specialmente per parte dei Minori +di Santa Croce, che gli interrompono in<span class="pagenum"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span> +ogni modo la predica, aizzando il popolo +contro di lui. Quindi Benedetto descrive +l'assalto di S. Marco dell'8 aprile 1498.</p> + +<p class="left small">Era di domenica, il giorno delle palme, quando +Firenze si sollevò con grida selvaggie per prendere +il frate vivo o morto, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Egli narra in seguito come venti soli +amici del Savonarola respinsero gli assalitori, +uccidendone il capo e scacciarono +tutta la turba per tre volte. Tre volte tornò +la folla inferocita all'assalto.</p> + +<p class="left small">I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della +chiesa e del convento. Il profeta era strettamente +attorniato dai suoi confratelli col Sacramento, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Segue il discorso di conforto e di avvertimento +del profeta, col quale egli annuncia +ai confratelli che ha deciso di rimettersi +spontaneamente nelle mani dei suoi +nemici, in seguito al consiglio datogli da +Malatesta con perfida parola.</p> + +<p class="left small">Io vidi coi miei occhi com'egli si consegnò ai nemici +col compagno Domenico e com'egli si rimanesse +calmo e sereno in mezzo al popolo furente che lo minacciava, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p>Benedetto narra quindi come dopo la +morte del Savonarola, i suoi seguaci rinnegassero +la sua memoria ed abbandonassero +vergognosamente la sua bandiera.</p> + +<p class="left small">Non uno a dir vero gli restò fedele ed io stesso +ho cominciato a tentennare. Il mio raffreddamento fu +però corto e presto tornò il mio ardore, +ecc. <span class="spaced">....................</span></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span></p> + +<p>L'ultimo capitolo contiene una lamentazione +sulla fine del profeta e vi si narra in +qual modo morisse. Poi la poesia, alla quale +doveva seguire indubbiamente un'altra +parte, termina, con un'invocazione al Savonarola, +di ricordarsi della sua promessa e +di proteggere il povero autore.</p> + +<p>Il Marchese, al quale dobbiamo la pubblicazione +di questa vecchia poesia, non ha +scritto nessuna storia speciale del Savonarola, +ma ha aggiunto una descrizione della +sua vita all'opera pregevole già ricordata +sugli affreschi di S. Marco. E' interessante +conoscere come un domenicano oggi vivente +parla dell'antico priore del suo convento. +Egli dice dapprima: il lettore vedrà, +come un uomo, che era forse il più grande +dei suoi tempi, abbia incontrato una fine +tremenda. Egli apprenderà, come non valsero +a risparmiarlo, nè la nobiltà del suo +spirito, nè la santità della sua vita, nè l'elevatezza +del suo scopo. Egli conoscerà quali +speranze morirono con lui e quali furono +gli amari frutti della sua morte, e come +patiboli e roghi non fossero bastevoli a +spegnere la sete di vendetta nei suoi avversari, +vendetta che infuriò ancora sul suo +cadavere e sulla sua memoria. Pur nondimeno +il suo nome risplende oggi onorato, +dopo che le ire furon sepolte per sempre, ed +è caro a tutti coloro che sono amici non<span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span> +paurosi della verità. Quest'uomo grande +ed infelice è Fra' Girolamo Savonarola.</p> + +<p>Importanti come aggiunta ad una storia +del Savonarola sono le lettere ed i documenti +che riguardano quest'infelice riformatore, +pubblicati dallo stesso Marchese. Tra esse +ve n'è una alla madre sua, Elena Buonaccorsi, +al suo amico Domenico, a sua sorella +Beatrice, a Pico della Mirandola, e tra i documenti +anche lo scritto di Luigi XII al +Governo di Firenze, nel quale questo re +prega per una proroga all'esecuzione della +sentenza del Savonarola. Alla fine della sua +introduzione alle raccolte il Marchese dice: +«Qui terminiamo le nostre pazienti ricerche +sulla vita e la morte del Savonarola, coll'augurio +che possa presto sorgere uno scrittore +prettamente cattolico, diligente e giusto, +che libero da tutti i pregiudizi di +sètte politiche e religiose, ci presenti finalmente +il vero tipo di questo grande, +che in un tempo difficile e corrotto raggiunse +una fama tanto alta, che nemmeno +le calunnie di quattro secoli poterono scemare».</p> + +<p>Il desiderio del Marchese è stato esaudito, +poichè Pasquale Villari, professore di storia +a Pisa, ha pubblicato un'opera pregevolissima, +«La storia di Girolamo Savonarola +ed i suoi tempi». +<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span></p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter">La campagna dei volontari<br /> +intorno Roma.</h2> +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span></p> +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter"><a name="La_campagna_dei_volontari" id="La_campagna_dei_volontari"></a>La campagna dei volontari<br /> +intorno Roma.</h2> + + +<p>Nell'autunno 1866 l'Italia era in preda +ad un eccitamento eguale a quello dell'anno +1859. L'Austria, l'ultima rappresentante +della potenza imperiale tedesca, aveva +dovuto cedere alla nazione italiana anche +l'ultimo resto dei suoi possedimenti italiani. +Il 19 ottobre, il giorno in cui gli Austriaci +salparono per Trieste, e gli Italiani entrarono +a Venezia, fu uno dei più felici e +lieti giorni della storia d'Italia; esso segnò +il ritorno della nazione italiana alla sua indipendenza +dopo una schiavitù di più di tre +secoli.</p> + +<p>Gli Italiani dovevano questo grandioso +risultato ai fatti d'arme della Prussia. Il +potente legame d'alleanza, a cui essi avevano +serbato fedeltà in momenti, nei quali +avrebbero avuto la tentazione di abbandonarlo, +fece sì che essi riuscissero come +vincitori dalle sconfitte del loro esercito +e della loro flotta.<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span></p> + +<p>Dopo la cessione di Venezia, l'Italia +formò di nuovo una nazione sola, non +essendo la sua unità più turbata che da +Roma. Soltanto qui risiedevano ancora +truppe straniere, l'esercito d'occupazione +di Napoleone. Ma la posizione del Papato, +che si appoggiava all'Imperatore francese, +doveva ora mutarsi.</p> + +<p>L'Austria aveva finora coperto il Vaticano +dal Po; il formidabile quadrilatero +era la trincea più valida del Vaticano. Ora +essa era caduta e si era sciolto il legame +di reciproci interessi che aveva fin allora +tenuto avvinti il Papato e la Dinastia degli +Absburgo. L'Austria cessò la sua politica +italiana e con essa necessariamente +vennero meno i suoi obblighi verso Roma. +L'Italia poi, liberata dalla pressione dell'Austria, +rafforzò l'alleanza colla Prussia, +la quale era divenuta la prima potenza +del continente, fiaccata la Francia, e +inseguiva ora in Germania gli stessi +ideali che aveva, in Italia, inseguito la +Savoia.</p> + +<p>Nell'autunno 1866 si sentì profetizzare +che conseguenza di quegli avvenimenti +doveva essere necessariamente la caduta +del potere temporale dei Papi. Si avvicinava +il momento in cui doveva cessare, secondo +la convenzione del 15 settembre 1864, l'occupazione +francese di Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span></p> + +<p>Ci si domandava se Napoleone si sarebbe +attenuto strettamente a questa convenzione, +cioè se avrebbe ritirato le sue truppe, e, +nel caso affermativo, che sarebbe avvenuto +del Papato. Sarebbero sufficienti le truppe +pontificie, pochi reggimenti romani e pochi +reggimenti stranieri, ad assicurare l'ordine +nelle provincie dello Stato? Si diceva infatti +che queste provincie si fossero legate con +giuramenti segreti a sollevarsi al primo +appello del Comitato Centrale mazziniano di +Firenze. Per la difesa personale del Papa +Napoleone aveva costituito la legione di +Antibo. Questo corpo di 1200 uomini, in +gran parte francesi, al comando del colonnello +d'Argy, nel settembre 1866 era già +sbarcato a Civitavecchia, ed era andato in +guarnigione a Viterbo.</p> + +<p>La caduta di Palermo in mano alle bande +di Bentivegna (16 settembre), in cui potere +rimase per 6 giorni, produsse in Roma +un'impressione profonda: non poteva accadere +qui alcunchè di simile dopo il ritiro +delle truppe francesi? L'eccitazione divenne +nell'ottobre assai acuta. Si parlava di diserzioni +numerose nella legione di Antibo. +Si sparsero notizie di un <i>memorandum</i> +di Napoleone al Papa, nel quale costui, +accennando agli eccessi di Palermo, proponeva +che fosse accolta in Roma, dopo +il ritiro delle sue truppe, una guarnigione<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span> +italiana. Si parlava di dirette trattative fra +Pio IX e Vittorio Emanuele per una riconciliazione.</p> + +<p>Il 29 ottobre il Papa tenne un discorso ai +cardinali, il quale fece cadere d'un tratto +ogni speranza in questo senso. Pio IX protestò +contro tutti gli atti del Governo italiano; +anche, dopo la pace di Praga, non +voleva saper nulla dei diritti della nazione +italiana; considerava gli Italiani eretici ribelli, +e finalmente esprimeva la sua risoluzione +di lasciar Roma, se le circostanze lo +richiedessero.</p> + +<p>Vi era un partito di fanatici, che avrebbe +voluto spingere il Papa ad andare in esilio. +I Gesuiti desideravano la sua fuga non meno +del partito democratico. Questo sperava di +porre Roma a capo della Rivoluzione, e di +proclamare la Repubblica in Campidoglio. +Quelli non desideravano di meglio che di +gettare l'Italia nell'anarchia coll'esilio del +Pontefice, di suscitare le querele e gli aiuti +dei cattolici di tutto il mondo, e finalmente +l'intervento delle Potenze per ristabilire—possibilmente—lo +Stato della Chiesa, come +nell'anno di grazia 1815. Solo i moderati—e +formavano la maggioranza—sostenevano +concordi che il Papa doveva rimanere in +Roma. Malgrado tutto essi speravano nella +possibilità di un accordo col Papa, superando +tutti gli ostacoli inerenti strettamente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span> +al sistema ecclesiastico—di un accordo con +un Pontefice cui avevano tolto una gran +parte dei suoi Stati, e la cui sede, Roma, era +reclamata come capitale della nazione italiana. +Si pretendeva un atto di sacrificio e +di abnegazione da questo sovrano, un atto +di cui la storia reale di nessuno Stato e di +nessun monarca avrebbe potuto fornire un +esempio! Il potere temporale è un principio +antievangelico, ma è anche una condizione +di cose che dura da oltre mille anni, e di tale +importanza per la posizione del Papato, che +questo dominio temporale potrà essere soppresso +solo per mezzo di una riforma dei +rapporti fra gli Stati europei. È vero che +questa è già incominciata; ma finchè essa +non sarà compiuta, nessun Papa intendenderà +di rinunciare alla sua potenza temporale.</p> + +<p>Il Governo italiano sembrava inclinato +ad accettare trattative; esso affermava che, +secondo gli articoli della Convenzione di +settembre, non avrebbe, dopo il ritiro +dei Francesi, nè attaccato il dominio pontificio, +nè sopportato che altri lo attaccasse. +Esso mandò truppe ai confini, per +sorvegliarli, cioè per impedire che bande +di volontari riuscissero a penetrare negli +Stati del Papa. Intanto il Governo francese +si dava pensiero di pareggiare la differenza +del Debito pubblico dello Stato pontificio;<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span> +e calcolava gli arretrati, per le provincie +della Chiesa annesse all'Italia, in 12 milioni +da pagarsi al Pontefice. Fece sapere al Governo +italiano che era opportuno che mettesse +all'ordine il partito d'azione, del quale +si sapeva bene che, firmando la Convenzione +di settembre, era intimamente risoluto +a calpestarla alla prima occasione. Lo +scopo dei democratici non era certo un segreto; +avrebbe il Governo italiano autorità +sufficiente per frenarne l'impeto? Dopo il +ritiro dei Francesi essi volevano provocare +la caduta del Papato e l'annessione di Roma +all'Italia come sua capitale, facendo scoppiare +la rivoluzione negli Stati pontificii e +costringendo così il Governo italiano a rompere +la Convenzione e marciare su Roma, +sia col consenso di Napoleone, se egli voleva +riconoscere per la seconda volta il fatto +compiuto, sia senza, se egli intendeva di +intervenire, e di opporsi all'esercito italiano.</p> + +<p>Mentre il prossimo ritiro dei Francesi +impensieriva la Curia e faceva sorgere in +essa il dubbio, se fosse preferibile per il +Papa, inerme di fronte alla rivoluzione, di +abbandonare la città o di restarvi, i nazionali +agitarono la questione: che cosa doveva +fare il popolo romano in questo stato +di cose. In novembre si pubblicò uno scritto: +<i>Il Senato di Roma e il Papa</i>, che fu segretamente +fatto pervenire agli ambasciatori,<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span> +ai cardinali e ai notabili di Roma. Si +risvegliavano in esso antiche idee di indipendenza +municipale; le ombre di Cola di +Rienzo, di Lorenzo Valla e di Stefano Porcari +parlavano di nuovo ai Romani. Ma è +dubbio se queste ombre apparissero in Roma +per proprio conto, o, se, evocate in un gabinetto +fiorentino, fossero poi mandate a +Roma. Quello scritto cercava di dimostrare, +rifacendosi a studiare la storia del Medioevo, +che Roma non era mai stata in uno +stato di sudditanza diretta e propria col +Pontefice, che essa conservava ancora il suo +diritto all'autonomia e che, ritiratisi i Francesi, +si doveva ristabilire in Campidoglio +il Senato e l'autorità municipale del popolo, +e chiamare per plebiscito Vittorio Emanuele +a farsi incoronare Re d'Italia in Campidoglio.</p> + +<p>Ecco la chiusa di quel notevole scritto: +«Passato è il tempo della violenza; le +truppe francesi che per sedici anni hanno +occupato Roma sono sul punto di abbandonarla; +le milizie romane del papa vacillano: +deboli per disciplina e per numero, +esse sentono la vergogna di servire sotto +un vessillo che non è quello della patria; +le truppe mercenarie sono poche e malfide, +e temono lo sdegno del popolo che mal +tollera di vedersi limitato e impedito da +una schiera di avventurieri l'esercizio di<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span> +un sacro diritto. Il popolo romano vuole +partecipare alla vita d'Italia; la gioventù +si è già dichiarata, e alcuni patrizi si sono +arruolati sotto la bandiera del Re. Tutti i +cittadini infine vogliono pace, ordine, libertà, +e non hanno intenzione di dipendere +dall'arbitrio di cupidi condottieri o di pazzi +ultramontani. Il Clero stesso, quel Clero +romano, semplice, colto e virtuoso che non +amoreggia con la Curia e con gli stranieri, +desidera di unir la sua voce a quella di +Milano e di Venezia. In una parola, la rivoluzione +morale è compiuta. Se gli animi +sono ancora tranquilli, se nulla è accaduto +finora, ciò è perchè non si vuole in nessun +modo turbare il tanto sospirato ritiro dei +Francesi da Roma con un inopportuno movimento.</p> + +<p>«Ma appena quello si sarà effettuato, +tutta la cittadinanza dovrà, con la calma +e la dignità proprie all'esercizio d'un inalienabile +diritto, ristabilire il proprio municipio +ed il proprio sistema amministrativo, +allo scopo di difendersi, di mantener l'ordine +per mezzo della milizia cittadina, e +di annunziare al mondo la propria volontà. +Il popolo romano, tornato padrone di se +stesso, deve provvedere ai suoi destini per +il bene proprio e della Patria ed esercitare +il diritto che fu la massima politica della +sua condotta e il sistema del suo Senato;<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span> +diritto che ogni civile popolo europeo ha +ormai ottenuto, e il nome del quale fu +preso dai Romani medesimi: il Plebiscito! +Il popolo romano si rivolgerà poi al Re +d'Italia e gli dirà: Sire, venite a noi, a +esaudire i voti dei nostri padri; venite a +coronarvi coll'alloro che Dante, Machiavelli, +Gioberti vi hanno promesso, e che +voi avete ben meritato per il valore del +vostro esercito, per il valore vostro e per +il sangue di tanti martiri. Venite a coronare +gli sforzi di tanti secoli, a realizzare +il sogno di tante generazioni, ed a coronarvi +sul Campidoglio con quella corona +ferrea che avete conquistato sul Po. Noi +Romani ci sentiremo felici, se saremo da +oggi innanzi chiamati a difendere, insieme +con tutti gli altri popoli d'Italia, questa corona, +simbolo della libertà civile nell'indipendenza +nazionale.</p> + +<p>«D'altro canto, il popolo romano si deve +rivolgere al Vaticano, e così parlare al +Pontefice: Santo Padre, la rivoluzione italiana +ha compiuto il suo corso e raggiunto +il suo scopo. Ora essa si trova di fronte +alla veneranda Basilica degli Apostoli, e +vuole che voi sappiate che essa non vuol +saccheggiarla, ne scuotere le fondamenta +della Religione di Cristo, che è la religione +di tutta Italia, e della quale voi siete il +Primate, ma che anzi ha in animo di rendere<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span> +a voi quella libertà che invano siete +andato chiedendo a monarchi che unicamente +sulla spada fondavano il loro diritto. +Sotto l'egida delle leggi, all'ombra +di una bandiera su cui sta scritto: Libertà +della Chiesa e dello Stato, Voi potrete liberamente +esercitare il vostro ufficio santo, +non più circondato da armi straniere, ma +difeso e sostenuto dalla reverenza e dall'omaggio +di noi che, se non più Vostri +sudditi, resteremo Vostri figli fedeli».</p> + +<p>Questo scritto portava la data: <i>Roma, +il giorno dei morti</i>; era firmato: <i>Stefano +Porcari</i>, e, come luogo di stampa: <i>Romae, +ex aedibus Maximis 1866</i>. Produsse +una grande impressione; tutti i giornali +ne parlarono, ed ebbe diffusione fino +a Parigi.</p> + +<p>Poco dopo apparve la circolare di Ricasoli +del 15 novembre a tutti i Prefetti +d'Italia; in essa il Gabinetto di Firenze +dichiarava che avrebbe scrupolosamente +rispettato la Convenzione di settembre; +che il Potere temporale del Pontefice era +divenuto una strana anomalia in mezzo +alla civiltà del secolo presente, e che doveva +essere trattato come ogni altra potenza +secolare: il Papa solo, cioè, in Roma; +che poi egli regolasse a suo piacimento i +suoi rapporti col popolo romano, e questo +i suoi rapporti con lui. In sostanza, la circolare<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span> +diceva quel che aveva detto lo scritto +del Porcari.</p> + +<p>Parve ai papalini di vedere nelle parole +di Ricasoli una provocazione. Essi consigliarono +sempre più vivamente il Papa a +partir per l'esilio. Secondo loro, egli doveva +abbandonare Roma, andare a risiedere a +Civitavecchia, circondato dalle sue truppe, +ed aspettare là, seguendo l'esempio dei +pontefici del Medio Evo che per lungo +tempo si erano rifugiati in Viterbo o in +altre città della provincia,—che un mutamento +d'indirizzo, o una rivoluzione nella +politica, lo richiamasse a Roma. Nel porto +di Civitavecchia—gli dicevano i consiglieri +gesuiti—si sarebbero radunate allora le +flotte delle Potenze per difenderlo. In fatto +accadde che in novembre si ancorarono in +quel porto alcune navi da guerra francesi, +spagnuole ed austriache. Così sembrava si +volesse fare di Civitavecchia l'ultima tolemaide +del Papato. Ma Pio IX tremava al +pensiero di abbandonar Roma di nuovo. +Doveva questo vecchio, giunto presso il +termine dei suoi giorni, sfidare un'altra +volta le amarezze dell'esilio e della fuga? +Toccava all'imperatore Napoleone che +aveva mandato a Firenze il generale Fleury +di confermare il Papa nella sua convinzione +di dover restare in Vaticano; là egli era +debole; in esilio avrebbe potuto esser forte,<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span> +ma si esponeva a un grave pericolo: la +Francia cattolica si sarebbe certamente +commossa, e con essa l'Episcopato tutto, +compatta falange per la difesa del Papato +minacciato. Si sparse anche la notizia che +l'imperatrice Eugenia sarebbe venuta in +Roma. Ma siccome questa principessa non +poteva, come già Matilde di Canossa, porsi +sulla breccia che il generale francese Montebello +era sul punto di abbandonare, essa +non sarebbe venuta che quale inviata del +suo sposo (si diceva) per persuadere il +Papa ad accettare l'articolo d'accordo che +era stato formulato a Firenze, ed a rimanere, +comunque, in Roma.</p> + + +<p class="center">II.</p> + +<p>Le truppe francesi erano a poco a poco +ritirate dalle loro guarnigioni nella Provincia; +esse venivano a Roma, per andare +di qui ad imbarcarsi a Civitavecchia. Correva +anche la voce, che il 4 dicembre il +Papa stesso sarebbe partito per quella città, +per visitare i nuovi lavori del porto e per +risolversi circa una sua possibile residenza +là, difeso dalle sue truppe. Molti dicevano +che aveva intenzione d'imbarcarsi.</p> + +<p>Si diffuse un foglio volante: <i>Fra Giusto +ai Romani</i>. In esso si diceva che Roma +era stata destinata dalla Provvidenza a<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span> +fondere ed accordare la nuova civiltà coll'antica, +la libertà colla fede, e ad emancipare +l'umanità con un'opera di rigenerazione +sociale e religiosa avente lo stesso +carattere di eternità che avevano avuto il +Diritto Romano e il Vangelo. La libertà +romana, spoglia del materialismo pagano, +e santificata dall'emancipazione cristiana, +formerebbe la base dell'autorità ecclesiastica, +cosicchè questa, liberata dalle forme +materiali del principato, si svilupperebbe +in tutta la purezza della sua nuova essenza +spirituale. In calma dignitosa i Romani +avrebbero ricevuto Vittorio Emanuele, +il quale soltanto fra le mura di Roma poteva +compiere l'opera sua liberatrice d'Italia. +Questo idealista romano ammoniva i +suoi concittadini a tenersi lontani da tutti +i partiti estremi. E così terminava:</p> + +<p>«La minaccia della fuga, che dei malvagi +hanno voluto far pronunziare al Papa, +non risponde alla bontà del suo cuore ed +al sacro dovere del suo ufficio apostolico. +Cristo l'ha solennemente dichiarato: la fuga +si addice al capo di truppe mercenarie, +non al pastore che deve aver cura del suo +gregge. Pio IX è troppo profondamente conscio +dei propri doveri per fuggir loro vilmente, +o per permettere che le vie di questa +sacra città siano macchiate col sangue +dei suoi figli, sotto gli occhi del vicario di<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span> +un Dio di pace e d'amore. Ma se la malizia +dei suoi consiglieri dovesse strapparlo +da Roma, se la ferocia dei suoi generali +e dei suoi mercenarî dovesse spargere +il sangue dei Romani, allora Dio, il mondo, +giudici di questa viltà e di questo delirio, +non farebbero che affrettare il pieno trionfo +della causa italiana, giustificando ogni difesa +legittima e necessaria».</p> + +<p>I Francesi cominciavano a partire da +Roma. Il 6 dicembre il generale Montebello +insieme coi suoi ufficiali venne a prendere +congedo in Vaticano. La scena fu solenne. +Il Papa appariva grave e dolce di +aspetto. Il discorso del generale, o, meglio, +del suo Imperatore, e la risposta del Papa +hanno un valore storico, perchè rispecchiano +nettamente la situazione<a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchor">[1]</a>.</p> + +<p>Il generale disse:</p> + +<p>«Santo Padre, non posso dominare la +profonda emozione che provo nel venire +per l'ultima volta a presentare a Vostra +Santità i nostri omaggi reverenti ed a chiedere +la Vostra Santa Benedizione. Vi sono +circostanze, nelle quali la tristezza inseparabile +dai congedi si muta in vero e vivo +dolore. Pure un pensiero mi conforta: se +l'Imperatore, fedele ai suoi obblighi, ritira +le sue truppe da Roma, non ritira però +<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span> +la sua protezione dalla Santa Sede. Alla +nostra occupazione, durata 17 anni, segue +una protezione morale che non sarà meno +imponente ed efficace, freno per gli uni, +incoraggiamento per gli altri.</p> + +<p>«Possa il tempo che nella mano del potentissimo +Iddio calma le passioni e ai +dolori dà tregua, e edifica nella sua corsa +più che non distrugga, possa il tempo ispirare +in tutti quello spirito di conciliazione +che solo può condurre alla soluzione delle +attuali difficoltà ed assicurare al Capo supremo +della religione l'indipendenza e la +sicurezza di cui ha bisogno per poter esplicare +liberamente, fino alla fine dei mondi, +la sua attività spirituale.</p> + +<p>«Questo augurio insieme con gli omaggi +della mia reverenza, e all'espressione della +mia profonda riconoscenza timidamente +umilio ai piedi di Vostra Santità».</p> + +<p>Il Papa rispose in francese così:</p> + +<p>«Son venuto, miei cari figli, a dirvi addio +nell'ora della vostra partenza.</p> + +<p>«Quando la nostra bandiera lasciò la +Francia colla missione di difendere i diritti +della Santa Sede, essa fu accompagnata +dagli auguri e dalle benedizioni di +tutti i cuori cattolici. Ora essa torna in +Francia, ed io desidero che essa sia ricevuta +laggiù in egual modo. Ma non so, se +ciò accadrà. Mi scrivono che i cuori dei<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span> +cattolici sono commossi, perchè pensano +alla difficile situazione, in cui si trova il +Vicario di Cristo, il Capo della Religione +Cattolica.</p> + +<p>«L'ho già detto ai vostri compagni di +arme: non ci facciamo illusioni; la rivoluzione +giungerà fin qui.</p> + +<p>«L'hanno detto, assicurato, proclamato, +voi l'avete udito e letto. Si è fatto dire +ad un'alta persona del governo d'Italia: +l'Italia è fatta, ma non compiuta. Forse +avrebbe potuto dire che essa non è ancora +del tutto annientata, perchè le resta ancora +una regione ove la giustizia, l'ordine +e la religione regnano ancora.</p> + +<p>«Essi potranno forse piantare sul Campidoglio +la loro bandiera, ma si ricordino +che vicino al Campidoglio è la rupe Tarpea.</p> + +<p>«Essi potranno per un certo tempo rimanere +padroni e sparger dovunque rovina. +Che per ciò?</p> + +<p>«Cinque o sei anni or sono, io parlava +con un rappresentante della Francia. Prima +di partire, egli mi chiedeva che cosa dovesse +dire da parte mia all'Imperatore. +Non ricordo precisamente, ma gli dissi +press'a poco così: Vi narrerò un episodio +della storia della Chiesa. Sant'Agostino +era vescovo di Hippo, una città che voi +conoscete, perchè appartiene ai nostri possedimenti +d'Africa, quando quella città fu<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span> +assediata da un esercito di barbari. Egli +sapeva che ogni sorta di atrocità avrebbero +subito gli abitanti, se la città fosse caduta, +perciò egli si rivolse a Dio e lo supplicò: +Voglio morire prima di esser testimone +di tale orribile cosa. Dite questo da parte +mia all'Imperatore. L'ambasciatore mi disse: +Tranquillizzatevi, Santità, questi barbari non +penetreranno fin qui.</p> + +<p>«Egli non era profeta; era un degno +gentiluomo.</p> + +<p>«Un altro, che occupa ora un'alta carica, +mi disse: Roma non può esser la capitale +d'un regno; le manca tutto per esserlo; +mentre possiede tutto per essere la +capitale del mondo cattolico. Queste son +buone e fidenti parole, senza dubbio, ma +io ripeto: la Rivoluzione può venire, ed +io non ho aiuto sulla terra.</p> + +<p>«Son però tranquillo e rassegnato, fiducioso +in Dio, che mi darà la forza necessaria.</p> + +<p>«Andate, figli miei, io vi amo e vi benedico, +insieme con le vostre famiglie e coi +vostri amici. Se vedrete il vostro Imperatore, +l'Imperatore di Francia, ditegli che +io prego ogni giorno per lui. Mi dicono +che la sua salute non è buona; io prego +per la sua salute; mi scrivono che la sua +anima non è tranquilla; io prego per la +sua pace.<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span></p> + +<p>«L'Imperatore è capo di una grande +nazione che porta il titolo di <i>cristianissima</i>; +è un bel titolo, ma si deve fare +qualche cosa per meritarlo; esso non deve +essere la semplice e spontanea espressione +del cuore.</p> + +<p>«Bisogna pregare, e pregare con umiltà, +fiducia e perseveranza; anche il capo di +una nazione ha bisogno di questa confidenza +in Dio, se vuol esser forte e se vuol +ottenere ciò che desidera.</p> + +<p>«Io non mi sdegno; vedete, io son tranquillo. +Ma vedo che il mondo non è tranquillo. +Confido nell'aiuto di Dio e vi benedico. +Possa la mia benedizione accompagnarvi +per tutta la vita!»</p> + +<p>Il discorso del vecchio Pontefice fece profonda +impressione. Molti ufficiali francesi +avevano opinioni nettamente papaline, molti +odiavano l'Italia; altri deploravano vivamente +il legame che univa ora questa alla +Germania, la quale aveva tolto a Napoleone +l'onore di compire l'opera della liberazione +d'Italia, ed ora era succeduta alla Francia +nell'intimità con questa Nazione, ed ora +forse univa ad essa le sue armi contro la +Francia. Molti sentirono nel ritiro da Roma +una sconfitta morale, come un abbandonare +d'un tratto quella posizione veramente imperiale +ed egemonica che la Francia aveva +avuto sin qui. I soldati francesi affluirono<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span> +al Vaticano per ricevere dal Papa i rosari +benedetti da riportare in patria.</p> + +<p>La partenza dei reggimenti cominciò il +7 dicembre, calma e ordinata. Li si sentiva +attraversar la città, sul far dell'alba, al +suono guerriero della loro marcia <i>Partant +pour la Syrie</i>. Questo fu il loro saluto +d'addio. Con quanta pompa e burbanza essi +avevano occupato Roma, e con quanta timida +tranquillità l'abbandonavano ora!</p> + +<p>Tutte le porte, il Campidoglio e il corpo +di guardia di piazza Colonna furono occupati +da milizie romane La fisonomia della +città parve mutata. Abituati da 17 anni +a vedere quei bei reggimenti di Francia, i +Romani guardavano ora con stupore i goffi +soldati pontifici venuti al loro posto. Roma +entrò in un silenzio di morte. Si sentiva +da tutti che un periodo storico era chiuso, +e che il Vaticano tornava nella sua solitudine. +L'11 dicembre, alle otto del mattino, +i Francesi sgombrarono anche l'ultimo +posto, Castel Sant'Angelo. Un tenente degli +zuavi venne con una mezza compagnia ai +cancelli della fortezza, dietro i quali stavano +le sentinelle francesi. Si parlamentò. Apparve +un generale pontificio. La bandiera +francese fu abbassata, alzata quella papale. +Furono presentate le armi; i Francesi uscirono, +vi entrarono gli zuavi.</p> + +<p>Lo stendardo della Chiesa ondeggiò di<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span> +nuovo sul mausoleo di Adriano presso +l'arcangelo di bronzo, Michele. Questo arcangelo +che si libra verso la città con le +ali stese, riponendo nella guaina una grossa +spada, è per la Chiesa il più bel simbolo +della pace che essa deve dare al mondo, +una di quelle idee che l'umanità dolorosa +suol esprimere coi miti. Vi è nella storia +dei simboli di tutti i tempi qualche cosa di +così profondo come questo angelo che si +libra sulla tragica tomba di un imperatore +romano, anzi su tutta la città eterna, riponendo +nel fodero la spada, a significare +Redenzione e Pace? L'11 dicembre 1866 +esso parve acquistare una nuova significazione +simbolica. Non era la non evangelica +spada della potenza temporale dei Papi il +cui regno non deve esser di questo mondo, +che l'Arcangelo riponeva per sempre nella +guaina? La spada contro cui avevan lottato +Arnaldo da Brescia, Dante, i nostri Enrichi +e gli Hohenstaufen? O era semplicemente +la daga che la Francia ringuainava +abbandonando il Pontefice?</p> + +<p>La partenza dei Francesi lasciò dietro +di sè un sensibile vuoto. 17 anni di permanenza +in Roma, se non li aveva fatti +cittadini romani, almeno certo abitatori +della città, e il loro aspetto guerriero era +divenuto un tratto familiare della città. +L'odio con cui da principio il popolo romano<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span> +li aveva ricevuti, s'era a poco a poco dileguato +colla consuetudine, e per il loro +contegno esemplare. Di tutte le occupazioni +di un paese da parte di truppe straniere, +questa era certamente la più tollerabile, +tanto più che non stava a significare +una conquista, ma la difesa del Papato. +Non costava nulla al paese; anzi lo arricchiva: +i Francesi portavano annualmente +a Roma in circolazione 12 milioni di lire. +Il Papato che in condizioni normali si +sarebbe dovuto rallegrare del ritiro di +truppe straniere, ora doveva deplorarne la +perdita. Il governo pontificio che per 17 +anni aveva avuto presso di sè il Comando +militare francese, che formava un altro +governo, col quale esso spesso veniva a +trovarsi in umiliante contrasto, ora aveva +ripreso la sua indipendenza.</p> + +<p>Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe +francesi s'imbarcarono a Civitavecchia: +così quel giorno nessuna bandiera straniera +sventolò più sull'Italia dalle Alpi al mare. +Era questa una condizione nuovissima nella +storia della Penisola, condizione che non +si era più presentata dall'anno 1494. Mentre +la Francia, per il diritto della nazione italiana +e l'opinione pubblica di tutta Europa +era forzata a cedere e ad abbandonare +Roma, dopo avere obbligato l'Austria a +sgombrare l'Italia,—un nuovo grande principio<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span> +civile veniva chiaramente ad affermarsi.</p> + +<p>Lo stesso giorno il Comitato nazionale +segreto di Roma pubblicò in un foglio +volante questo importante proclama:</p> + +<p>«Romani! finalmente l'ultimo soldato +francese, l'ultimo straniero ha abbandonato +l'Italia. Dalle Alpi al mare nessuno stendardo +straniero spiega più sull'Italia protezione +iniqua o signoria. Questo spettacolo, +doloroso per i nostri oppressori, è pieno +di conforto per noi che dopo 18 anni rialziamo +di nuovo la fronte, e vediamo Roma +arbitra dei suoi destini. Questo gran giorno +resti profondamente impresso nella memoria +e nel cuore d'ogni romano che senta onore +per la sua patria fin ora tanto infelice. +Questo giorno, il 14 dicembre 1866, apre +un'èra nuova, un'èra che vedrà, a fianco +della religione purificata e liberata dal +dispotismo, Roma stessa libera e fiorente.</p> + +<p>«E' nostro, o Romani, questo compito. +Una tarda giustizia ripone nelle nostre mani +il destino di questa terra, finalmente! Il +momento è solenne e decisivo. Tutto il +mondo, commosso e variamente disposto, +ha lo sguardo su Roma. Noi, forti della +forza d'un inalterabile diritto, risoluti ad +esercitarlo senza ledere in alcun modo i +diritti del potere spirituale, teniamo pronti<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span> +per il grande avvenimento la mente, il cuore, +e, se ve ne sia bisogno, anche il braccio. +Non vani discorsi, non malintesi movimenti, +o azioni separate e inopportune! Rimanga +fuori dalle nostre file chi non sappia portare +altro contributo alla nostra causa. La +nostra patria è ricca di ardire e di civile +virtù; il momento decisivo lo mostrerà. +Nessuna dimostrazione vana e disordinata, +dunque. Questo infatti desidererebbero i +nostri nemici, coloro che contano sui nostri +errori per far ricadere l'Italia nell'antica +schiavitù; essi son numerosi e perversi, +e ci circondano, ci spiano, ci insidiano. +Ma non dubitate; a loro son rivolti gli +sguardi di coloro che vegliano instancabili +per il nostro riscatto. Ma contro di +essi bisogna specialmente usare l'unione +e l'ordine, un contegno fermo, risoluto e +tranquillo durante il tempo che ancora ci +separa dall'esaudimento dei nostri desiderî.</p> + +<p>«Riuniamoci, stringiamoci le mani e formiamo +una solida catena per il nome e +la gloria di Roma. In nome della patria, +non una minima parte delle nostre forze +vada perduta in questo solenne momento.</p> + +<p>«Così uniti e stretti in un sol gruppo +aspettiamo il momento opportuno. La vittoria +è sicura. I giorni del dispotismo<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span> +sacerdotale sono già inesorabilmente contati. +Il vostro comitato sarà, ove occorra, +pronto al consiglio e all'azione.</p> + +<p style="text-indent:60%"><i>Il Comitato Nazionale Romano.</i></p> + +<p class="small">Roma, 14 dicembre 1866».</p> + + +<p class="center">III.</p> + +<p>I timori che al ritiro dei Francesi seguisse +la sollevazione, se non di Roma, delle città +del circondario e specialmente di Viterbo, +si mostrarono ingiustificati; la tranquillità +non fu turbata in nessun luogo. Questo fatto +è dovuto in parte all'ottimo contegno delle +truppe pontificie, organizzate nuovamente, +e in parte al comando venuto da Firenze +al Comitato Nazionale Romano. Per mostrare +le sue buone intenzioni, il Governo +italiano aveva preso disposizioni per il ritorno +nelle loro sedi di tutti i vescovi scacciati +o trattenuti in arresto. Aveva inoltre +mandato a Roma Tonello, non solo perchè +giungesse ad un accordo sulla questione +del giuramento dei vescovi, e dell'<i>exequatur</i> +reale, ma anche perchè portasse la proposta +di quel grande progetto finanziario, +che consisteva nel convertire i beni ecclesiastici +d'Italia, valutati a due miliardi +di lire, in una rendita mobile; così la<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span> +Chiesa avrebbe acquistato una vera indipendenza +dallo Stato. Queste trattative, +anche se non seguite da effetti, richiamavano +l'attenzione di tutti e rafforzavano +l'opinione di quelli che speravano ancora +in una conciliazione. La questione romana, +da una questione europea, divenne, dopo +il ritiro dei Francesi, una questione interna +italiana. Ora il Papato si trovava circondato +e stretto tutt'intorno dall'Italia, solo +di fronte alle sue pretese: questa situazione +appariva così insostenibile, che molti eran +d'opinione che <i>necessariamente</i> dovesse in +qualche modo stabilirsi un'intesa fra Roma +e l'Italia.</p> + +<p>Il partito italiano della città si era organizzato +nel Comitato Nazionale Romano, +il quale riceveva il suo indirizzo dal Governo +di Firenze, ed era un suo organo. +Queste erano le sue mire: accordo col Papato, +spogliato del potere temporale; annessione +di Roma all'Italia mediante plebiscito; +dichiarazione di Roma a capitale, +con la dinastia di Savoia. Sosteneva dunque +la opportunità della quiete e dell'ordine, +e della resistenza passiva.</p> + +<p>Fin dalla fine del 1866 si oppose a questo +il partito mazziniano, che voleva abbattere +il Papato e costituire la Repubblica +a Roma, dopo i quali avvenimenti sarebbe +scoppiata—sognavano quei radicali—la<span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a></span> +rivoluzione sociale in tutta l'Europa e forse +in tutta l'umanità? Questi partiti cominciarono +a combattersi aspramente, ed anche +questa scissione nel campo dei rivoluzionarii +fu una causa di più della permanenza +in Roma della tranquillità e dell'ordine.</p> + +<p>Per le intenzioni pacifiche del Comitato +Nazionale, i mazziniani gli affibbiarono il +soprannome dispregiativo: la Malva. Ambedue +questi partiti facevano stampar fogli +volanti e giornali segreti; i nazionali la +<i>Roma dei Romani</i>; i mazziniani la <i>Sveglia</i>. +La vita ed il lavorìo segreto di questi +governi sotterranei, della <i>Roma sub-terranea</i> +rivoluzionaria, si sottrassero agli +sguardi della Polizia che non riuscì a scoprire +nè i capi, nè i locali, nè le stamperie. +Forse quei giornali non furono mai stampati +in Roma, bensì in altre città.</p> + +<p>I mazziniani e gli emigranti italiani, appartenenti +in parte alla loro sètta, tenevano +vivaci riunioni nel Napoletano e in tutta +l'Umbria. Si sparsero queste associazioni +per tutta Italia e fecero nelle città propaganda +per l'invasione a mano armata degli +Stati della Chiesa. Già dal gennaio si era +stabilito a Terni un deposito di armi e si +richiamarono in quella città dalla Lombardia +gli emigranti romani. Le armi dovevano +essere introdotte segretamente nel<span class="pagenum"><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span> +Romano, cioè a Viterbo. Moustier, ministro +francese degli esteri, avvertì di quel +che si preparava l'ambasciatore dell'Imperatore +a Firenze, perchè egli a sua volta +richiamasse l'attenzione del Governo italiano.</p> + +<p>I mazziniani diedero il primo segno di +vita la notte del 10 febbraio 1867 con lo +scoppio di varii petardi, che spaventarono +la città. Ricorreva l'anniversario della proclamazione +della Repubblica Romana del +1849. Del resto non vi furono eccessi; solo +il Comitato Nazionale interdì la visita dei +teatri e la celebrazione del Carnevale, cosicchè +non si vide mai più melanconico +Carnevale di quello del 1867. Fuori, ed anche +alle porte di Roma, infieriva sempre +più il brigantaggio. Tutte le strade erano +malsicure; finalmente il Governo pontificio +intervenne con una energica legge e con +efficaci misure militari.</p> + +<p>In tutta l'Italia cresceva l'agitazione. +Dopo il rigetto per parte dei democratici e +radicali, nemici di ogni libertà della Chiesa, +del progetto finanziario di Scialoia, la +camera italiana fu sciolta; le nuove elezioni +agitavano tutto il paese e minacciavano +di spingerlo alla rivoluzione. Dal trasferimento +della capitale sembrava che il +Governo italiano fosse scosso alle basi; la +Monarchia, nonostante l'acquisto di Venezia,<span class="pagenum"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span> +vacillava; la infelice guerra del 1866 aveva +accresciuto la disistima, in cui essa era +caduta. Disonestà in tutta l'amministrazione, +rapidi mutamenti di ministero, difficoltà +finanziarie, interno dissolvimento, tutto ciò +produceva una situazione confinante coll'anarchia, +in tutto ciò il Governo perdeva +ogni prestigio morale. Il partito d'azione +chiedeva sempre la violazione della Convenzione +di settembre; non solo esso formava +comitati segreti, ma palesi associazioni +per una invasione negli Stati della +Chiesa. Comitati di questo genere sorsero +a Firenze, a Genova, a Bologna e altrove, +senza che il governo credesse bene +prendere dei provvedimenti. Garibaldi s'era +ravvicinato ai mazziniani e seguiva i loro +piani. Da Caprera egli accorse a Firenze +il 23 Febbraio, durante la lotta elettorale +per la nuova Camera, onde aiutare alla +vittoria il partito democratico. Egli si recò +allora come agitatore per le città italiane, +eccitando le popolazioni ad una guerra mortale +contro il prete, dalle cui mani bisognava +ora liberare Roma.</p> + +<p>Il 22 marzo il Re aprì il nuovo parlamento +che, nel complesso, era composto +come il precedente; non si fece parola sulla +questione romana. Ai primi di aprile Urbano +Rattazzi salì alla Presidenza del Consiglio,<span class="pagenum"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span> +e il partito rivoluzionario sperò, sotto di +lui, di ottenere ciò che non gli era riuscito +di ottenere sotto Ricasoli, benchè +ricordasse che era ben Rattazzi che aveva, +per comando di Napoleone, organizzato +la tragedia di Aspromonte.</p> + +<p>Così, un altro partito democratico era andato +prendendo forma, il partito d'azione di +Garibaldi, che aveva lo scopo dichiarato di +una invasione a Roma. Garibaldi fu eletto +suo capo, e proprio da un Comitato mazziniano, +con una lettera datata da Roma (<i>Centro +dell'Insurrezione di Roma</i>), per quanto +l'esistenza di quel Comitato, proprio in questa +città, fosse piuttosto dubbia. Questo Comitato +invitò, il 1^o aprile, i Romani a sollevarsi +ed a rovesciare il governo dei preti; +assicurava che, contemporaneamente, altre +città degli Stati della Chiesa si sarebbero +ribellate, poichè tutto era pronto; proclamava +Garibaldi capo della sollevazione, Garibaldi +che, dopo la nomina da parte del +popolo di Roma nel 1849, era rimasto giustamente +generale romano. In risposta, Garibaldi +scriveva una lettera, indirizzata al +Centro dell'insurrezione, datata da S. Fiorano +22 marzo, nella quale diceva di essere +orgoglioso del titolo di generale romano, +e annunziava di avere già scelto i Romani +che dovevano formare l'<i>élite</i> dell'emigrazione +romana a Firenze.<span class="pagenum"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span></p> + +<p>Contro questo appello dei radicali, il Comitato +Nazionale pubblicò una protesta, il +9 aprile, ammonendo con essa i Romani di +non lasciarsi condurre ad agire con leggerezza +colpevole e pericolosa, e di aspettare +il tempo opportuno per l'azione. Infatti, la +quiete non fu turbata; ed anche il 12 aprile, +anniversario del ritorno dall'esilio del Pontefice +ed anche del suo scampo miracoloso +dal crollo della sala a S. Agnese, fu festeggiato, +come al solito, con la luminaria, e +trascorse tranquillo.</p> + +<p>Ma i segni precursori di un'invasione di +schiere volontarie, come chiaramente apparivano +dalla lettera di Garibaldi, davano +molto da pensare al Governo romano; il +cardinale Antonelli passava, il 26 aprile, una +nota all'ambasciatore francese in Roma, +conte Sartiges, nella quale esprimeva questi +timori. Il Gabinetto francese consigliò +quello fiorentino a vegliare sulle riunioni +rivoluzionarie, secondo gli accordi del trattato +di settembre, e ricevette da Rattazzi +l'assicurazione che esso vegliava e che non +v'era nulla da temere, poichè i comitati rivoluzionarii +erano deboli e privi di mezzi. +In occasione di un'interpellanza in Parlamento, +Rattazzi dichiarò che, nella questione +romana, egli avrebbe seguito la linea di condotta +tracciata dal trattato di settembre.</p> + +<p>Intanto il Governo francese era informato<span class="pagenum"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span> +del diffondersi continuo del partito radicale. +Ebbe notizia di un trasporto di armi in Viterbo, +e del piano di Garibaldi, che consisteva +nell'armare navi a Genova e con quelle +sbarcare sulla costa romana, mentre frotte +di emigranti avrebbero passato il confine +napoletano; e a Roma gli emissarii dei rivoluzionari +dovevano eccitare alla rivolta. +Invero Garibaldi si metteva palesemente a +capo dell'invasione; alla fine di aprile egli +fece pervenire una circolare ai ministri d'Inghilterra, +Prussia e Russia a Firenze, nella +quale egli protestava contro la sovranità +del Pontefice e ricordava che la Costituente +del 1849 aveva nominato proprio lui a governatore +di Roma, ed affermava che questo +potere a lui affidato era ancora legittimo, +e poteva essergli tolto solo da una +assemblea di rappresentanti del popolo romano.</p> + +<p>Nel maggio, il movimento ai confini e +l'attività dei comitati si fecero più vivaci. +In seguito alle note della Francia, Rattazzi +rispose che Garibaldi si trovava ammalato +a Signa e non aveva certo intenzione di +tentare imprese temerarie, e che, comunque, +il Governo vegliava. Si può effettivamente +credere che tale fosse la sua sincera +opinione, anche se segretamente pensava +di utilizzare il movimento rivoluzionario +per condurre ad una modificazione della<span class="pagenum"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span> +Convenzione di settembre. Difatti, Rattazzi +dispose perchè gli emigranti romani fossero +allontanati da Bologna, dove era il +centro dell'insurrezione. Intanto il cardinale +Antonelli permetteva che le truppe +pontificie si intendessero con quelle italiane +per la sorveglianza dei confini. Nel giugno +una prima schiera di 200 volontari avendo +tentato di passare i confini a Terni, per comando +del governo italiano, fu trattenuta. +Si imprigionarono 60 volontari; gli +altri si dispersero. Questo fatto produsse +un'impressione assai favorevole, e tranquillizzò +molti. L'invasione romana fu rimandata, +non solo perchè si era insufficientemente +provvisti di uomini e di armi, ma perchè +il mantenimento della pace tra Francia +e Russia modificava la situazione politica. +La democrazia italiana aveva contato +sulla guerra di quelle potenze in seguito +alla questione del Lussemburgo, ma, per +il trattato di Londra dell'11 maggio, questo +pericolo si era allontanato.</p> + +<p>Il mantenimento della pace salvò allora +il potere temporale del Papa dalla rovina, +che immancabilmente sarebbe avvenuta se +la Francia si fosse impegnata in una guerra +con la Germania. Ora si potevano fare, senza +pericolo, le grandi feste del <i>Centenarium +Petri</i>. Questo giubileo del principe degli +Apostoli, del quale i papi si dicono successori,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span> +doveva, in mezzo alle agitazioni italiane +per la minaccia di un'invasione degli +Stati pontificî, affermare che Roma era +città della Chiesa e la capitale del mondo +cattolico. Fin dal principio di giugno, schiere +di preti si diressero a Roma da ogni paese, +su tutte le ferrovie italiane. Quattrocentonovanta +vescovi e prelati, più di diecimila +preti si radunarono in Roma, dove non si +era mai visto nulla di simile, prima dell'istituzione +delle ferrovie. Alberghi, abitazioni +e strade erano rigurgitanti di clero. Roma +sembrava subisse ora, dopo la temuta invasione +delle camicie rosse di Garibaldi, un'altra +invasione di sottane nere; tutto un popolo +accorso in difesa della sua città.</p> + +<p>In questa folla si distinguevano numerosissime +nazionalità; ma Francesi, Italiani +e Spagnuoli avevano la prevalenza, come +a dimostrare ancora una volta la romanità +della Chiesa cattolica. I Tedeschi si perdevano +in mezzo a questo brulichio. Noto gli +arcivescovi di Magonza, Colonia, Posen, +Salzburg, Praga e Olmütz; mancava l'arcivescovo +di Vienna. Si videro, in quell'occasione, +tutti i costumi della Cristianità. Si +ammirarono i fastosi e maestosi patriarchi +di Oriente, la cui presenza rammentava i +rapporti del culto cristiano coll'Asia e l'antico +Testamento. Si videro anche dei Cinesi +e dei Mori.<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span></p> + +<p>Mai, nemmeno nei tempi più luminosi +del Papato di Leone X, si erano viste +in Roma processioni simili a quelle che +si svolsero per la festa del <i>Corpus Domini</i> +e il giorno di San Pietro, nell'anno 1867. +Queste feste rappresentarono la più bella e +grandiosa rivista che mai pontefice abbia +passato al suo clero.</p> + +<p>La grande processione del giorno di +S. Pietro, che uscì dalla chiesa nella piazza, +e nella chiesa poi rientrò, durò due lunghe +ore. Vi erano portati degli stendardi alti +20 piedi, rappresentanti i nuovi santi, o in +punto di morte, o mentre stavano compiendo +un miracolo, e fra questi santi (più di 200 +martiri della missione giapponese furono +allora beatificati) nessuno suscitò più interesse +di Pedro Arbues, il terribile inquisitore +di Spagna, la cui assunzione nel cielo +dei beati fu giudicata, all'estero, come una +aperta e chiara dichiarazione di guerra alle +leggi dell'umanità e della civiltà. Il popolo, +silenzioso torrente, per tutta la giornata +entrò da una porta del tempio ed uscì dall'altra.</p> + +<p>Cinquecento cantori facevano udire i loro +inni dal cerchio interno della cupola di +Michelangelo. L'illuminazione di questa +volta scintillante d'oro era, il 29 giugno, +incantevole e magica, come magico era +l'effetto del tempio sfavillante di fuoco e<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span> +di luce: rassomigliava, infatti, ad una sfera +celeste nella quale innumerevoli stelle +sprizzassero fuoco in mezzo ad una nebbia +dorata.</p> + +<p>La Cattedra Petri, sulla quale la leggenda +vuole che l'Apostolo si sedesse, fu +trasportata dal trono vescovile della Tribuna, +nel quale Alessandro VII l'aveva fatta +chiudere, in una cappella speciale, ed esposta +alla pubblica venerazione. Dopo due +secoli, essa tornò alla luce. Sul lato anteriore +di questa antichissima sedia di legno +si trovano delle placche d'avorio, nelle quali +sono rappresentate le fatiche di Ercole. +La folla si dava gran pena per strofinare, +contro di essa, stoffe o anelli, che avrebbero +così assunto virtù di amuleti.</p> + +<p>Per otto giorni, Roma festeggiò la ricorrenza +con processioni, illuminazioni, +spettacoli accademici e musicali. Le manifestazioni +più alte del culto si trovarono +a Roma riunite, lo stesso anno in cui l'Esposizione +mondiale di Parigi esibiva i frutti +del lavoro e dell'ingegno del nostro secolo.</p> + +<p>La festa apostolica dell'unità della Chiesa, +nel suo centro a Roma, consacrata dalla +storia, doveva, con immensa manifestazione +del clero, mostrare che, nell'ingranaggio +della macchina gerarchica, non mancava +una sola ruota, che fra il capo ed i membri +tutti regnava una perfetta ed inalterabile<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span> +armonia, mantenuta senza sforzo e senza +costrizione. Non si trovarono in Roma, in +quell'occasione, imperatori, re e principi, +come a Parigi; ma convennero qui pellegrini +da ogni parte del mondo. I rappresentanti +delle più antiche nobiltà legittime +d'Europa erano venuti, e non senza doni, +a rendere omaggio al Pontefice.</p> + +<p>Al Vaticano furono donati, in quell'occasione, +parecchi milioni, sia per le collette +singole delle varie diocesi, sia per offerte +private. Si contarono a Roma da 50.000 +a 70.000 forestieri; ne vennero da tutte le +Provincie del Regno d'Italia. Ciò dimostrava +che la rottura, fra il popolo d'Italia +e la Chiesa, non era poi tanto grave come +si era voluto far credere.</p> + +<p>Le catene di S. Pietro legavano ancora +una parte dell'umanità, e mai questa portò +più a lungo altre catene!</p> + +<p>I paladini del Papato erano pieni di soddisfazione +e di fierezza. Non si doveva dimostrare +che Roma non poteva essere la +capitale di un regno? Ebbene, non ne erano +quelle feste la prova più luminosa? Le +migliaia di preti, che si raccolsero in quei +giorni intorno al Papa e fraternizzarono +in mezzo alle sontuose feste della loro +Chiesa, erano pieni tutti del medesimo entusiastico +sentimento. Non avrebbero essi +portato quell'entusiasmo nei loro paesi,<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span> +nelle loro comunità, diffondendolo ovunque? +Con questa festa del centenario doveva +cominciare, dunque, la grande reazione +e il trionfo della Chiesa su tutte le potenze +ostili dell'universo. Così declamava, nell'<i>Universo</i>, +Luigi Veuillot. Nessuno avrebbe +creduto che a questo entusiasmo potessero +seguire nella Chiesa momenti di un così +crudo disinganno!</p> + +<p>Nelle sue allocuzioni ai Vescovi riuniti, +il 26 giugno e il 1 luglio, Pio IX annunziò +il Concilio.</p> + +<p>Era naturale che il Papa, nella lotta +contro ciò che egli chiamava il Secolo e +che noi chiamiamo lo spirito della civiltà, +raccogliesse più strettamente intorno a sè +tutta la gerarchia, e tentasse di esaltare +la propria autorità nell'organismo della +Chiesa. L'antica idea dell'infallibilità del +Papa, innalzata a dogma, ritornò ora più +determinata agli organi dei Gesuiti. L'infallibilità +è il coronamento del Papato +gregoriano. E non ha anche segnato, questo +dogma, l'uscita dalla storia di questa grande +forza ideale della Chiesa? Se doveva esser +l'apoteosi del Papato, si sa bene che le apoteosi +si comprano a caro prezzo.</p> + +<p>La <i>Civiltà Cattolica</i> aveva solennemente +proposto che tutti i preti e tutti i credenti +venuti a Roma per il centenario facessero +voto sulla tomba dell'Apostolo di sostenere<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span> +per la vita e per la morte l'infallibilità +del pontefice. Finora, essa diceva con cinica +franchezza, i cattolici avevano portato +a S. Pietro solo sacrifici e offerte +materiali, sia le loro ricchezze, sia il loro +sangue; ora si trattava di sacrificare la +ragione stessa al principe degli Apostoli! +Si sperava, così, di legare solidamente il +clero tutto nei ceppi di questo voto, e di +costituire, nella cristianità, quasi una lega +santa di Cavalieri di S. Pietro; ma questa +proposta dei Gesuiti non fu raccolta.</p> + +<p>I vescovi radunati non fecero nuove +dichiarazioni riguardo al <i>Dominio temporale</i>. +Nel loro indirizzo al Papa, dettato +da Heinald, dicevano soltanto che essi tenevano +a ripetere quel che avevano già +espresso nel 1862, e cioè di voler credere +ciò che il Papa crede, e di voler respingere +ciò che il Papa respinge. Non era +già questa una dichiarazione della sua infallibilità?</p> + +<p>In mezzo a tali feste giunse a Roma la +notizia dell'esecuzione dell'arciduca Massimiliano, al +Messico. Essa produsse un'impressione +enorme. Molti clericali espressero, +con soddisfazione, l'opinione che la +morte di questo infelice principe fosse, per +l'imperatore Napoleone, una specie di testa +di Medusa; come egli aveva tradito Massimiliano, +egli era pronto a tradire il pontefice!<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span> +Si ricordava, ora, con meraviglia, la +satira romana che nel 1864 aveva salutato +l'arciduca, quando era venuto in Roma +prima di partire per l'avventuroso viaggio +al Messico, ed i suoi versi profetici:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Massimiliano, non ti fidare,<br /></span> +<span class="i0">Torna sollecito a Miramare.<br /></span> +<span class="i0">Il trono fracido di Montezuma<br /></span> +<span class="i0">È nappo gallico colmo di spuma.<br /></span> +<span class="i0">Il timeo Danaos, chi non ricorda,<br /></span> +<span class="i0">Sotto la clamide trova la corda.<br /></span> +</div> +</div> + + + + +<p class="center">IV.</p> + +<p>A queste magnifiche feste seguirono avvenimenti +di tutt'altro genere. Bisogna cercare +a lungo nella storia per trovare l'esempio +di un così repentino e crudo contrasto, +quale offrì Roma nel volger di pochi mesi. +Se noi immaginiamo che fra i pellegrini +accorsi a Roma si trovasse un asiatico o +un africano, il quale fosse rimasto del tutto +ignaro della politica europea, questo straniero +avrebbe potuto dire parlando di Roma +alla fine di giugno: «Roma, l'antichissima +capitale del mondo cattolico, è non solo la +più ricca e la più nobile, ma anche la più +felice città della terra. Tutti i popoli vengono +a turbe verso di lei, per portarle doni +e tributi, e non dietro un severo e temuto +ammonimento del loro sovrano, come nell'antica +Roma, o negli imperi dell'Asia o<span class="pagenum"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span> +dell'Egitto, ma volontariamente, per l'esaltazione +del loro amore verso di Lui. Migliaia +di pellegrini vi accorrono e si prostrano +in orazione sulla tomba del Principe degli +Apostoli e assistono nel suo sublime tempio, +a cui nulla si può paragonare, a cerimonie +d'una grandiosità indescrivibile. Sembra +che l'amore degli uomini tutti coroni Roma +di feste e di onori, dei quali è centro un +venerando vecchio, al cui cenno i vescovi +della terra e settantamila preti sono accorsi +per dirgli che essi credono ciò che egli crede, +che riprovano ciò che egli riprova, come migliaia +di altri uomini che non sono preti, e +che sono venuti anch'essi a tributargli onori +divini».</p> + +<p>Ora, se il medesimo straniero fosse tornato +nella stessa città, solo tre mesi dopo, +non avrebbe prestato fede ai suoi sensi, e +si sarebbe creduto vittima d'un incantesimo. +Avrebbe infatti trovato quella città, poco +prima piena di un tumulto festivo e inghirlandata +di fiori e coperta di tappeti e +di quadri, quasi contaminata dalla peste, +immersa nello stupore, nell'ansia, nel terrore, +di notte per lo scoppio di bombe e +di mine, di giorno per le pattuglie di impauriti +soldati, che raccoglievano qua e là +torme di arrestati. Avrebbe visto cannoni +sulle piazze; le fosse di Castel Sant'Angelo +riempite d'acqua; gli avrebbero riferito<span class="pagenum"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span> +che quel vecchio, che pur ora aveva +veduto esaltato al cielo, stava ora pieno +di terrore in preghiera nel Vaticano solitario +e squallido, chiedendo a Dio che lo +salvasse dall'imminente pericolo, e divisando +già di rifugiarsi in Castel Sant'Angelo +e di rinchiudervisi. Avrebbe visto le +porte di Roma serrate e rinforzate di dentro +con terrapieni, i merli delle fortezze +difesi da sacchi di terra; e gli sarebbe stato +narrato che innumerevoli bande malconcie, +affamate, male armate, vestite di rosse +camicie, venivano da ogni parte verso Roma, +al grido: Roma o morte! per conquistare la +capitale della cristianità e imprigionare +il Santo Padre, o cacciarlo esule per il +mondo.</p> + +<p>Intanto però, già nel giugno si era manifestato +il colèra, che nel luglio crebbe di violenza. +Il 6 agosto scoppiò ad Albano con +straordinario vigore, mentre molte famiglie +romane erano andate a passarvi l'estate. Là +morì, l'8 agosto, la regina-vedova di Napoli, +Maria Teresa, figlia dell'arciduca Carlo. Il +timor panico riempì Albano; abitanti e forestieri +si dispersero spaventati. Il cardinale +Altieri che vi si era recato, come vescovo +del luogo, per tranquillizzare con la +sua presenza la popolazione, rimase vittima +della sua abnegazione. Gli zuavi che +erano là di guarnigione mantennero da soli<span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span> +l'ordine, e della loro attività va resa loro +ampia lode.</p> + +<p>Anche nel resto d'Italia infieriva il colèra, +ma non interruppe il movimento rivoluzionario +del partito d'azione, al quale +le feste di Roma avevano acuito la smania +di porre presto in atto i suoi disegni. Intanto +la condotta del governo francese rafforzava +la concorde aspirazione degl'Italiani; +quel governo sembrava partire dal +concetto che l'occupazione di Roma durasse +ancora per mezzo della legione di Antibo. +Non solo il generale Dumond era venuto +a Roma per passare in rivista questa legione, +che numerose diserzioni avevano +mezzo disciolta, ma la pubblicazione di una +lettera del maresciallo Wiel al colonnello +d'Argy mostrava come queste truppe al +servizio del Pontefice fossero considerate +ancora siccome un corpo francese. Ciò provocò, +alla fine di agosto, una nota di Rattazzi +al Gabinetto di Parigi, nella quale egli +faceva voti perchè il Governo francese non +aumentasse le difficoltà, in cui si trovava +l'Italia, risollevando la questione Romana +e mettendo in pericolo la Convenzione di +settembre.</p> + +<p>La stampa democratica dichiarò violentemente +che quella Convenzione era stata +violata dalla Francia e che, quindi, anche +l'Italia era in diritto di non più rispettarla.<span class="pagenum"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span> +Il Governo, che ormai meditava—appoggiandosi +alla Convenzione di settembre—di +rinunziare a Roma e riconoscere la sovranità +del Papa, e, per di più, minacciava +continuamente l'Italia di un nuovo intervento +francese, si trovò ad essere in contradizione +con sè stesso, mentre si sentiva +troppo debole per sostenere la pressione +del partito d'azione in un'epoca nella quale, +dopo il disgraziato progetto finanziario, +vedeva crescere a dismisura i proprî imbarazzi.</p> + +<p>Garibaldi visitò di nuovo le città italiane, +parlando apertamente di una campagna +contro Roma, dove, il 13 luglio, si +erano già fusi e unificati il <i>Comitato Nazionale</i> +e il <i>Centro dell'Insurrezione</i>, nella +<i>Giunta Nazionale Romana</i>. Si raccolsero +armi e denari, fino in Inghilterra, dove si +era recato un figlio di Garibaldi. I confini +dell'Umbria cominciarono a brulicare di +figure sospette. Il 26 agosto l'Agitatore +apparve a Orvieto. Qui egli raccolse il popolo +a udirlo, attaccò nel suo discorso, accompagnato +da grida di Roma o morte, +tanto violentemente il Governo di Firenze, +quanto quello di Parigi, e dichiarò finalmente +che, nonostante la Convenzione +di settembre, Roma doveva essere conquistata +dal popolo sorto in armi. Si recò +quindi a Rapallo, e l'8 settembre si trovò<span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span> +a Ginevra, al Congresso per la pace, dove +i capi della democrazia europea si erano +adunati per stabilire le linee di un programma +della futura società europea. Garibaldi, +salutato da unanimi omaggi, fu +nominato presidente onorario di questo Parlamento.</p> + +<p>I discorsi che egli tenne dal balcone +della casa Fazy e quelli per l'inaugurazione +del Congresso, furono così spinti, +che urtarono anche molti dei suoi partigiani. +Egli volle dimenticare che la città +di Calvino e di Rousseau contava fra i +suoi cittadini anche molti cattolici e che +altri fra essi avevano opinioni aristocratiche +e conservatrici. Le sue violente declamazioni +contro il Papato e la Chiesa provocarono +aperte proteste da parte della +cittadinanza cattolica; fra i Riformati, i +moderati non furono meno spaventati; nel +Congresso si produsse una scissione, e +Garibaldi lasciò Ginevra l'11 settembre, +quasi clandestinamente, e del tutto disilluso.</p> + +<p>Si recò allora a Genestrelle, deciso ad +effettuare l'invasione romana. I preparativi +e i piani strategici per questa audace +impresa erano stati alacremente continuati +fin dal suo soggiorno ad Orvieto. Si armarono +truppe di volontari ad Ancona, a Foligno, +a Bologna, a Firenze, negli Abruzzi,<span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span> +a Napoli. Depositi d'armi erano trasportati +ai confini, e segretamente fin dentro +gli Stati della Chiesa. I volontari si dirigevano +da ogni parte alla spicciolata verso +i confini, i quali erano custoditi dalle truppe +di linea italiane, secondo la Convenzione +di settembre.</p> + +<p>Il carattere palese di questi armamenti +sotto gli occhi del Governo, le invettive +della stampa mazziniana, i proclami dei +comitati nazionali, le lettere di Garibaldi, +i messaggi dei legati di Roma e di Firenze +spinsero il Governo francese a eccitare il +ministero italiano ad un'azione pronta ed +efficace, facendogli intendere come serie +difficoltà potessero sorgere se fosse continuato +quello stato di cose, difficoltà +che l'Imperatore desiderava risparmiare a +sè e al Re d'Italia. E infatti le difficoltà di +Napoleone non erano poche. Egli desiderava +non allontanare da sè l'Italia, in vista +della minaccia sempre più vicina d'una +guerra colla Prussia; allontanandosi dalla +Francia, l'Italia si sarebbe avvicinata alla +sua alleata di Padova; se poi egli avesse +lasciato violare la Convenzione di settembre, +avrebbe subìto un nuovo scacco, +facendo la figura di un complice o di un +canzonato. Se egli si risolveva all'intervento, +secondo i desiderî del Pontefice, +feriva anche gravemente il partito liberale<span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span> +di Francia, suscitando forse una guerra +di disperata difesa in Italia, o rigettandola +nell'anarchia, distruggendo la sua +propria opera del 1859.</p> + +<p>Dispacci urgenti da Parigi determinarono +l'azione contro il partito rivoluzionario. +Degli inviati di Vittorio Emanuele +si recarono per persuadere Garibaldi in +nome del re ad abbandonare i suoi intempestivi +progetti e a ritrarsi a Caprera. Ma +egli lasciò Firenze per raggiungere Arezzo +passando da Sinalunga, e di là per far irruzione +negli Stati della Chiesa.</p> + +<p>Ma, per comando del Governo, a Sinalunga +il generale fu arrestato il 23 settembre +e mandato per ferrovia alla fortezza +di Alessandria. D'un colpo questo +fatto sorprendente cambiò la situazione; +apparentemente il progetto dell'invasione +venne meno con esso.</p> + +<p>Il piano di Garibaldi era stato di provocare +una sollevazione a Viterbo, per +mezzo dei suoi agenti; ma dopo il suo +arresto, il Governo papale si impadronì +di loro e delle corrispondenze che avevano +seco. Gli agenti di Garibaldi erano +anche a Roma pieni di attività, ma dopo +molto vano lavoro dovettero persuadersi +che in questa città non c'era nulla da fare. +Anche qui furono operati arresti in massa. +Dei fogli volanti diffusi per la città annunciarono<span class="pagenum"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span> +che la Giunta nazionale si era +disciolta il 22 settembre, e che il 27 i così +detti capi di sezione ne avevano formata +un'altra al suo posto, «perchè la città +non rimanesse senza Governo in tempi +così difficili». La cattura di Garibaldi fu +appresa all'estero con soddisfazione; si +complimentò il governo d'Italia per aver +finalmente trovato la forza di ridivenire +padrone di un increscioso stato di cose, +per il quale era permesso ad un capo +popolo di porsi al di sopra delle leggi +dello Stato, di formare un Governo proprio +nello Stato stesso, di eseguire dei +piani proprî, di versare il sangue del popolo, +di mandarne in malora i denari affidatigli +e di condurlo alla rivoluzione, determinando +così la necessità di un intervento +straniero, che immancabilmente sarebbe +avvenuto. Infatti si diceva che una flotta +francese fosse nel porto di Tolone pronta +a salpare. La stima e la considerazione +verso Garibaldi si era inoltre da tempo +diminuita. Le sue copiose declamazioni, i +suoi proclami numerosi, le sue stranezze +(era giunto a battezzare egli stesso dei +fanciullini come sacerdote dell'avvenire), +l'imperversare senza tregua dei suoi tuoni +senza il lampo dell'azione, e l'essersi egli +ravvicinato al movimento mazziniano, avevano +fatto impallidire l'aureola del grande<span class="pagenum"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span> +agitatore, che aveva avuto sì eroica parte +nella redenzione italiana<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>. Si deplorava in +quel tempo che egli non fosse morto a +Capua o ad Aspromonte, chiudendo così la +sua vita di eroe popolare, invece di sopravviversi. +La sua prigionia fu appresa con +favore anche dai liberali di Roma; essi +speravano che essa preludesse a negoziati +diplomatici del Governo italiano, tendenti +ad una liberazione definitiva da un +intervento, anche morale, della Francia, e +ad una modificazione della Convenzione +di settembre. Ed effettivamente non c'era +che l'Italia che potesse difendere gli Stati +della Chiesa impedendo alle schiere dei +volontari di farvi irruzione.</p> + +<p>Ma il partito d'azione si sollevò vivacemente, +chiedendo la liberazione del suo +capo, membro inviolabile del Parlamento. +Sotto la pressione di tumulti a Firenze e +in altre città, Garibaldi fu condotto da +Alessandria a Genova, e senz'altro rimesso +in libertà, come almeno egli stesso dichiarò, +<span class="pagenum"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span> +—cioè imbarcato il 27 settembre per Caprera +su un legno da guerra. Era stata cosa veramente +seria la sua prigionia? Non era stato +un giuoco per tacitare, diciamo così, il +Governo di Francia, mascherando la rottura +effettiva della Convenzione di settembre? +Non si era fatto sparire il capo +dell'invasione, perchè questa potesse seguire +il suo cammino, più liberamente e +meno manifestamente, e perchè, invece +di un generale officialmente disconosciuto, +e talora in segreto sostenuto, come a +Marsala a Capua e nelle Marche, altri +generali, nel nome d'Italia, la conducessero? +Non aveva davvero la forza, il Governo +italiano, di disperdere le schiere +dei volontari, che si raccoglievano sui +confini? Numerose truppe di ogni arme +stringevano, è vero, da presso la linea +dei confini romani, ma questa catena di +milizie spesso diradava per varie cause +i suoi anelli, permettendo a bande armate +di introdursi agevolmente nello Stato pontificio. +Appena all'estero si seppe che il +Governo italiano aveva impedito l'esecuzione +dei piani di Garibaldi e l'aveva imprigionato, +contemporaneamente si fu informati +che di fatto l'audace impresa dell'invasione +era cominciata, e che apertamente +proseguiva coll'appoggio del Governo italiano.<span class="pagenum"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span></p> + + +<p class="center">V.</p> + +<p>L'invasione, da parte delle schiere di +volontari, dello Stato della Chiesa, invasione +che durò più di cinque settimane, +rappresenterà un giorno un notevole e +altamente drammatico episodio della storia +di Roma e del Papato. Nella storia +d'Italia essa sarà una pagina dolorosa, +che non farà certo onore al Governo di +quel tempo, del quale mostrò il macchiavellismo +e la debolezza profonda. Se, nel +futuro, le difficili questioni dei nostri giorni +avran trovato una soluzione in un regime +di libertà, i popoli si rivolgeranno indietro +e considereranno quel periodo della +nostra storia con stupore eguale a quello +con cui noi consideriamo oggi le forme di +anarchia medioevale e feudale.</p> + +<p>E invero, nell'anno 1867, sembrarono risuscitate +d'un tratto, con tutti i loro caratteri, +le compagnie di ventura medioevali +e quei condottieri del passato, che, indipendentemente +dallo Stato, conducevano i loro +eserciti attraverso le campagne. Chi fu allora +in Roma testimone di questo stato +di cose, credette di essere tornato d'un +tratto a vivere nel Medio Evo, e in un +paese dove nullo era oramai il potere<span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span> +delle leggi; vide cose e figure che aveva +già riscontrate nelle cronache di quel +tempo, al quale potè esattamente rassomigliare +quest'epoca straordinaria. Garibaldi, +l'uomo più moderno del suo tempo, secondo +il suo ideale, è pure fra gli italiani del +nostro tempo quello che, per la sua figura +psichica, più profondamente è legato alle +forme e ai sentimenti medioevali, ciò che +spiega in parte la sua grande popolarità. +Egli sta fuori dello Stato; come un <i>condottiero</i>; +vive, eremita agitatore, in un'isola +solitaria, lungi dal continente. Egli appare +nella sua patria solo per mettere in esecuzione +i suoi disegni, a dispetto dello +Stato, per mezzo di agitazioni popolari e +di schiere di volontari. Monreale, Sforza +Attendolo, Piccinino e Fortebraccio avrebbero +certo riconosciuto in lui un collega, +un valoroso capitano di bande; al +loro tempo, egli si sarebbe formata una +repubblica militare, o avrebbe conquistata +una corona ducale. Oggi, però lo distingue +da quei condottieri il fatto che egli ha +messo la sua spada al servizio della sua +patria e del suo popolo. Egli combatte con +disinteresse repubblicano per le idee del +presente, anzi, forse, per le idee del futuro. +Egli vuole abbattere l'idolo dell'assolutismo +e della tirannía, così spirituale che +temporale, ma vuol porre al suo posto un<span class="pagenum"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span> +altro idolo, il cui dispotismo non potrebbe +forse essere minore. Anch'egli, con la noncuranza +di un tiranno degli antichi tempi, +ha sacrificato la balda gioventù della sua +patria, servendosene come di strumento +per i suoi fini.</p> + +<p>La questione romana, così profondamente +connessa con tutto l'ingranaggio +complicato del mondo europeo, pareva, a +questo uomo di guerra, un nodo gordiano +che la spada sola potesse risolvere. Ma +egli non aveva la spada di Alessandro, +e se anche ciò non è che un simbolo della +realtà contemporanea, come l'uovo di Colombo, +l'opinione europea non avrebbe +mai riconosciuto in Garibaldi o in Mazzini +e il suo partito, i suoi rappresentanti e i +suoi patrocinatori.</p> + +<p>E veramente sembra ai nostri occhi un +sogno fantastico che delle schiere, accozzate +alla rinfusa, male armate e senza disciplina, +e tali che gli antichi condottieri +d'Italia avrebbero sdegnato di prenderle +al loro servizio, avessero la pretesa di conquistare +Roma, come un Connestabile di Borbone! +Eppure, proprio nel nostro tempo, +un disegno di tal genere fu possibile, e +ci mancò poco che questo sogno si trasformasse +in realtà. Un giorno questo sarà +un mito nella storia di Roma.</p> + +<p>E l'ardente e nobile patriottismo di un<span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span> +guerriero della specie di Garibaldi, e l'audacia +sublime che spingeva le sue schiere +alla morte, saranno riconosciuti ed ammirati +anche da chi ha condannato la sua +impresa come dannosa alla patria, ed +ha tremato al pensiero che il principio +della libertà brigantesca degli Americani +della Plata o del Chilì potesse trovare +esplicazione anche in uno Stato della civile +Europa. Ma questo è tutto quel che +si può dire a questo proposito. Invece, lo +spassionato giudizio del più caldo amico +della nazione italiana e della libertà dei +popoli considererà sempre, con disprezzo +e disistima, coloro che seguirono, in questo +falso giuoco, le regole del «Principe» di Machiavelli, +perchè si deve annunciare fino ai +confini del mondo la giustezza della massima +di Washington, e provare che la migliore +politica è la verità. La storia della politica +fu arricchita, nel 1867, di una commedia +tale, che a lungo dovrà l'umanità ricercar +ne' suoi annali, per trovarne una simile; +e, se in nome della libertà si perpetrarono +spesse volte delitti, raramente in suo nome +si commisero così fondamentali sciocchezze.</p> + +<p>Il Gabinetto italiano, per la sua debolezza +e per una specie di strana illusione, fu condotto +a tollerare il pericoloso disegno dell'invasione, +poi anche ad accettarlo e accelerarlo, +ciò che gettò l'Italia nella più<span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a></span> +terribile crisi, mise in giuoco la monarchia +e l'unità del paese, e produsse, in tutta la +nazione, una spaventosa demoralizzazione. +Così, fra una diplomazia senza forza ed una +eroica furia di condottieri, si maturarono +grandi errori. Si sperava in una sollevazione +romana, la quale mancò. Non ve ne +fu alcuna negli Stati della Chiesa, e tanto +meno a Roma e a Viterbo, dove gli agenti +del partito rivoluzionario facevano vani +sforzi per suscitarla. Solo una vera rivolta +negli Stati della Chiesa poteva, se fosse +apparsa chiaramente l'espressione della volontà +popolare, mutare la situazione, far +sembrare giustificato un intervento da parte +dell'Italia, e escludere assolutamente quello +francese. Ma poichè essa non avvenne, +e la popolazione dello Stato romano rimase +tranquilla, invano si sarebbe voluto +far passare per insurrezione popolare una +invasione di truppe volontarie di altre regioni. +Si contava, da parte di queste schiere, +sulla inabilità e sul carattere imbelle delle +truppe pontificie, oltre che sulla diserzione +dell'elemento italiano; ma questi soldati, +stranieri e paesani, si batterono con inaspettato +valore, rimanendo fedeli alla bandiera, +sulla quale avevan giurato. Si contava +anche sugli errori del Governo pontificio, +ma questo raramente dimostrò come +allora tanta ragionevolezza e tanta forza,<span class="pagenum"><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a></span> +e seppe mantenere, in condizioni tanto +difficili un contegno così legittimo e conveniente, +che fece ottima impressione sull'opinione +pubblica europea, specialmente +perchè in contrasto con quello del Governo +italiano.</p> + +<p>Si sperava specialmente sull'approvazione +tacita del protettore di Francia, e +sul suo consenso alla modificazione del +trattato di settembre. In Inghilterra correvano +delle voci che affermavano prossima +questa modificazione, per l'estate futura, e +che Napoleone si sarebbe ricreduto e si sarebbe +deciso all'intervento dopo che aveva +appreso di sicure offerte di Rattazzi alla +Prussia. Comunque sia, Napoleone non poteva +lasciar manomettere dalla parte rivoluzionaria, +contro la quale egli si era drizzato, +un trattato da lui confermato e riconosciuto; +egli intervenne—poichè lo Stato Romano +non si era sollevato—a favore del +Papa e del Potere spirituale, col quale voleva +mantenersi in buona amicizia, dapprima +esitando e temporeggiando, poi con inconsiderata +gravità.</p> + +<p>Secondo il piano di Garibaldi, l'invasione +doveva procedere da tre lati; dalla Sabina +e l'Umbria, dalla Tuscia e dal Lazio, dovevano +le schiere dirigersi alla loro mèta: +Roma. La prima è la via più breve e conduce +direttamente a Roma, poichè qui i<span class="pagenum"><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span> +confini, a Corese e Scandriglia, sono distanti +dalla città appena due ore di treno. +Menotti, il figlio di Garibaldi, prese là il +comando delle schiere che scendevano dall'Umbria. +La seconda strada passa da Viterbo, +prima mèta delle truppe che la seguirono, +oggi seconda città dello Stato, +situata in una ricca campagna ed abitata +da una popolazione che fu sempre ritenuta +audace, fiera ed amante di novità. Qui doveva +assumere il comando Acerbi. Sulla +terza strada, Nicotera doveva dirigere l'invasione +contro Roma attraverso i Monti +Latini. Questi ultimi due capi erano deputati +al Parlamento italiano. Inoltre, dei manipoli +minori dovevano far capo a queste +strade da varii punti per assalire, qua e là, +le guarnigioni pontificie, per tenere occupato +e sparso tutto l'esercito pontificio col +sistema della <i>guerriglia</i>.</p> + +<p>Il grosso di queste schiere era formato +di gente accozzata alla rinfusa, della quale +una gran parte sapeva appena maneggiare +un fucile. Le loro condizioni, che avrebbero +fatto andare in visibilio un romanziere +o un Salvator Rosa, hanno fatto dubitare +e restare perplesso ogni uomo di +guerra; erano camerieri, cocchieri, servi, +studenti scrivani, contadini, sarti, calzolai, +operai di ogni genere, lavoranti di fabbriche, +ogni sorta di gente affamata. Nelle loro file<span class="pagenum"><a name="Page_147" id="Page_147">[Pg 147]</a></span> +si trovavano anche uomini e giovani di +estesa coltura, nobili e ricchi, ed anche +delle signore emancipate, che seguivano a +cavallo il piccolo esercito. Simili imprese +non si compiono che in Italia, perchè qui +risponde ad esse il singolare carattere della +popolazione. Certo che la leva, che muoveva +tutta questa gente, era, in prevalenza, +il bisogno e lo spirito d'avventura, +ma sarebbe ingiusto considerare queste +schiere solo come una riunione di mascalzoni +e di canaglia. L'esaltazione patriottica +si era dai circoli democratici diffusa fra +le classi più infime della popolazione, e +quei poveri operai si batterono eroicamente +a Mentana. Vi erano infine, fra di essi, +noti patriotti e spiriti nobili, i quali, pieni +di sentimento patrio, avevano risoluto di +sacrificare, alla patria, tutto, anche la vita. +E questi andavano di mano in mano crescendo +di numero; tutti gli stati e provincie +d'Italia vi avevano i loro rappresentanti; +finalmente dei veri e proprii soldati +italiani, segretamente congedati, vennero +a rafforzare queste bande di volontarii.</p> + +<p>Erano divisi in battaglioni. La loro uniforme +doveva essere la camicia rossa, ma +non tutti ne possedevano una; molti indossavano, +sui loro abiti, un pezzo di stoffa +rossa. Tutti avevano ai cappelli una piuma +di gallo o di falco. Le armi erano manchevoli<span class="pagenum"><a name="Page_148" id="Page_148">[Pg 148]</a></span> +e in cattivo stato. Molti non avevano +che lancie, pugnali e sciabole. Alcuni +battaglioni avevano armi usate, uscite dai +magazzini delle guardie nazionali. Il metodo +di approvigionamento e di rifornimento di +questo esercito era primitivo, come quello +del suo armamento. Essi facevano assegnamento +sulle contribuzioni dei luoghi che +occupavano, ma tutti sanno che i castelli +dei distretti della Sabina e del Lazio sono +in gran prevalenza abitati da agricoltori +assai poveri, che vivono del grano dei loro +campi, delle rendite dei loro vigneti, degli +oliveti e castagneti. E si poteva davvero +ben profetizzare che il patriottico fanatismo +di Garibaldi avrebbe gettato nella miseria +tante migliaia di persone, come al tempo +di Aspromonte, se a lui ora non fosse riuscito, +come allora, di trascinarsi dietro tutto +il popolo italiano e di far levare in armi +il popolo dello Stato Pontificio.</p> + +<p>L'esercito che il Papa poteva opporre a +queste schiere di volontarii, contava allora +12,981 uomini e 929 cavalli, di cui 8000 +veramente atti e pronti a combattere. I +corpi, disposti secondo il numero degli uomini, +erano in quest'ordine: reggimento di +zuavi, 2237; legione di gendarmi indigeni, +2082; reggimento di linea, anche indigeno, +1595; battaglione di carabinieri stranieri, +1233; legione francese d'Antibes, 1096;<span class="pagenum"><a name="Page_149" id="Page_149">[Pg 149]</a></span> +battaglione di cacciatori, 956 fanti e 442 +cavalli; finalmente 5 batterie di artiglieria.</p> + +<p>Questo esercito era formato da italiani +dello Stato pontificio e da stranieri d'ogni +nazionalità. Da quando il Papato si era trovato +in serie difficoltà, al ritiro dell'esercito +francese, tutte le regioni del mondo +si erano date, con grande zelo cattolico, +alla ricostituzione dell'esercito pontificio.</p> + +<p>Numerose associazioni belghe, francesi, +ed anche americane, inviavano a Roma +casse piene di denaro e di armi, come tributo. +La stampa cattolica diede ai nuovi volontarii +l'enfatico titolo di Crociati di San +Pietro, giubilando per il rinnovarsi della +crociata. La piccola armata papale rappresentava +infatti lo sforzo della cristianità intera; +molte favelle e molte nazionalità vi +erano rappresentate: scozzesi, irlandesi, polacchi, +tedeschi, francesi, olandesi, belgi, canadesi, +mori dell'Africa, italiani, spagnuoli +si mescolavano sotto lo stendardo dell'arcangelo +Michele; ed anche in questo cosmopolita +esercito non era solo lo zelo religioso +che spingeva tanta gente; in taluni era +piuttosto lo spirito di avventura, il bisogno, +o un passato da redimere.</p> + +<p>Il corpo scelto della milizia di S. Pietro, +la vera guardia dei cavalieri della Croce, +erano gli zuavi. Lamoricière aveva istituto +questo corpo in memoria delle sue campagne<span class="pagenum"><a name="Page_150" id="Page_150">[Pg 150]</a></span> +africane, quando nel 1866 il Pontefice +lo aveva chiamato a Roma, salvatore +del Potere temporale. Molti figli di antiche +case legittimiste di Francia e del Belgio +servivano in questo esercito come ufficiali, +o anche come semplici soldati a piedi. +Loro colonnello era De Charette, discendente +del famoso capitano della realista Vandea. +Il corpo era in prevalenza formato da +francesi e da belgi, e parlava francese. Il +loro costume mezzo turco, di colore turchino, +un po' teatrale e appariscente, era +volentieri indossato da molti signori. La +maggior parte di questi ufficiali degli zuavi, +ed anche dei soldati semplici, era piena di +sentimenti cattolici e di ideali medioevali; +essi ardevano dal desiderio di venire alle +mani coi ribelli italiani, coi democratici +dalla camicia rossa, gli eretici, e di vendicare +tutti gli insulti patiti dal Pontefice +negli ultimi anni.</p> + +<p>A capo dell'esercito papale era il generale +Kanzler, già ufficiale nell'esercito di +Baden e da lungo tempo al servizio del +Pontefice. Una abile ritirata del suo battaglione, +dopo la battaglia di Castelfidardo, +aveva richiamato l'attenzione su di lui, +cosicchè fu promosso di grado e nominato +vice ministro alla guerra. Il Ministero della +guerra pontificio era stato sin qui affidato +a prelati; ultimamente a Merode, cognato<span class="pagenum"><a name="Page_151" id="Page_151">[Pg 151]</a></span> +di Montalembert, e questo costume non +poteva essere molto giovevole all'organizzazione +dell'esercito. Quando, finalmente, +esso fu affidato ad un uomo d'armi, subito +se ne notò il visibile cambiamento. La serietà +e l'attività del generale riordinarono +in breve le truppe, e certamente lo Stato +Pontificio deve al Kanzler se così a lungo +potè resistere alle forze degli invasori.</p> + +<p>Lo Stato della Chiesa era stato ripartito +in zone militari: Viterbo, Civitavecchia, +Tivoli, la Sabina, e Campagna e Marittima +(Velletri e Frosinone). Queste formavano +insieme una mezza divisione sotto il +comando del generale De Courten; l'altra +mezza divisione, un duemila uomini, risiedeva +a Roma, sotto il generale Zappi. Nelle +città maggiori risiedevano compagnie; nelle +minori spesso soltanto posti di gendarmeria. +La guarnigione della Campagna fu +rinforzata da volontarî della popolazione +campagnuola, i così detti ausiliari o squadriglieri, +i quali formarono corpi militarmente +organizzati, serbando il loro costume +pittoresco della ciociaria e i sandali caratteristici. +Si erano già costituiti militarmente +al tempo della guerra contro il brigantaggio, +nel 1866-67, nella quale avevano +reso grandi servigi alla regione laziale. Un +battaglione di essi, forte di 638 uomini, +risiedeva a Frosinone e nei confini di Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_152" id="Page_152">[Pg 152]</a></span> +Altri si erano, altrove, incorporati +nella gendarmeria. In complesso, la loro +forza ammontava a 1200 uomini.</p> + +<p>Alla fine di settembre il Lazio offriva +uno strano e comico aspetto. Mentre lo +Stato Pontificio si preparava a contrastare +con tutte le sue forze l'occupazione di Roma +e di tutto il territorio, ai confini facevano +le loro evoluzioni da 10 a 20,000 soldati +italiani, in una attitudine equivoca e misteriosa, +che avrebbero dovuto tener lontano +dai confini le schiere volontarie, ma, +viceversa, le lasciavano palesemente entrare +e uscire, mentre essi stessi cantavano inni +patriottici, col ritornello: «Andremo a Roma +Santa». Stavano, coll'arme al piede, +a guardare tranquillamente centinaia di +camicie rosse, divise in piccole bande, aggirarsi +intorno ai confini, ardendo dal desiderio +di irrompere nella regione pontificia, +mentre il loro duce, il capo del movimento, +il cui nome era da solo un grido +di guerra, era ancora relegato sullo scoglio +di Caprera. Intorno a quest'isola incrociavano +sette legni da guerra italiani, come +già i legni da guerra inglesi avevano un +tempo incrociato intorno all'Elba, gelosi +di un uomo più grande, che stava là preparando +le audaci imprese contro il continente.<span class="pagenum"><a name="Page_153" id="Page_153">[Pg 153]</a></span></p> + +<p>Il 29 settembre venne a Roma l'annuncio +che era cominciata l'invasione. Nella notte, +40 garibaldini avevano passato i confini a +Grotte S. Stefano in provincia di Viterbo, +avevan disarmato quel posto di gendarmeria, +strappato gli stemmi papali, e piantato +la bandiera italiana. Poi si erano diretti +su Bomarzo, dove si era ripetuta la scena +stessa. Da quel giorno, ebbero spesso lungo +qua e là in vari punti, piccole invasioni di +questo genere. Il 29 stesso, altri occuparono +Bagnorea e Torre Alfina, e il giorno seguente +il luogo più importante, Acquapendente. +La caserma dei gendarmi si difese, +in questa città, per ben tre ore, poi si arrese. +I garibaldini si impadronirono delle casse +pubbliche, arrestarono il Magistrato e levarono +contribuzioni. Dichiaravano di essere +l'avanguardia del generale Acerbi; avevano +a capo un tal conte Pagliacci, emigrato +da Viterbo.</p> + +<p>All'annuncio della occupazione di Acquapendente, +il colonnello Azzanesi si mosse +da Viterbo con truppe; piombò sui garibaldini +il 2 ottobre a S. Lorenzo, li mise +in fuga, prese molti prigionieri, rioccupò +Acquapendente. I fuggiaschi si radunarono +e Bagnorea, l'antico <i>Balneum Regis</i>. Un +corpo di 95 zuavi ve li assalì di sorpresa, +ma fu respinto con perdite, finchè non +giunsero rinforzi pontificii. Bagnorea fu assalita<span class="pagenum"><a name="Page_154" id="Page_154">[Pg 154]</a></span> +il 5 ottobre; i garibaldini, in numero +di 500, si ritirarono lasciando 100 fra morti +e feriti e 178 prigionieri. Questo fu il primo +fatto notevole di quella guerriglia. Esso +mostrò, contro ogni previsione, che i soldati +pontificii sapevano battersi con valore +e serietà, ed erano tanto validi ed atti alla +guerra, quanto erano inetti i loro avversarî.</p> + +<p>Ogni giorno avvenivano a Roma partenze +di truppe; la città pareva vuotarsi +completamente di milizie, e giornalmente +arrivavano notizie di nuove invasioni nella +regione laziale. Una straordinaria eccitazione +cominciò a notarsi in città, anche +perchè venivano sparse ad arte, di tanto in +tanto, delle notizie di sconfitte, di vittorie, +di sollevazioni ipotetiche.</p> + +<p>Le schiere volontarie, scacciate da Bagnorea, +si erano gettate su Torre Alfina, +piccolo villaggio sul confine toscano, fortissimo +per la natura del luogo. Qui il generale +Acerbi radunò le sue schiere, come +in un quartier generale, per piombar su +Viterbo, appena fosse possibile. Contemporaneamente +altre bande si fortificavano +a Nerola, Moricone, Montemaggiore, Montelibretti; +piccoli e deserti luoghi della +Sabina. Sono veri aggruppamenti di case +in cima ad aspre rupi, dalle quali emerge +la chiesa, e qualche torre medioevale diroccata, +e il grandioso castello baronale, del<span class="pagenum"><a name="Page_155" id="Page_155">[Pg 155]</a></span> +tempo in cui gli Orsini dominavano tanta +parte della Sabina.</p> + +<p>Il giovane Menotti condusse là 600 uomini, +coi quali sperava di poter irrompere +nella campagna verso Tivoli, se appoggiato +da altre truppe, e favorito dalla concertata +conquista di Subiaco che doveva congiungerlo +agli Abruzzi. Garibaldi aveva nominato +il figlio suo luogotenente, con un decreto +da Caprera; c'era anche una specie +di dinastia garibaldina, e, mentre il vecchio +leone ruggiva chiuso in Caprera, dovevano +almeno i suoi figli, Ricciotti e Menotti, pugnar +per la causa nazionale. Ma, quando il 7 +ottobre, il colonnello Carette marciò sulle +truppe di Menotti, queste ripiegarono su Fara. +Ma furono inseguite, cacciate, e dopo breve +lotta disperse; si ritirarono allora sui confini, +benignamente ricevute dalle truppe +italiane. Rinforzate, tornarono rinnovando +qua e là la guerriglia. Le truppe pontificie +mandavano ogni giorno prigionieri a Castel +Sant'Angelo, ma le marcie e contromarcie +continue, e le perdite che subivano, cominciavano +a stancarle. La guerra d'invasione +era cominciata nello Stato della Chiesa +come una febbretta intermittente in un +corpo malato: non avrebbe potuto in breve +estendersi al capo, la già torbida Roma?</p> + +<p>Dal principio di settembre, degli agenti +di Garibaldi si occupavano attivamente a<span class="pagenum"><a name="Page_156" id="Page_156">[Pg 156]</a></span> +Roma per preparare e provocare una sollevazione. +Nessun mezzo fu trascurato per +raggiungere lo scopo. Armi, bombe, polveri +erano pronte in luoghi segreti. Il Comitato +Nazionale Romano, già disciolto, si +ricostituì e bandì, l'8 ottobre, un proclama, +dove era detto: «Romani, le provincie son +già sollevate; fra poco l'insurrezione sarà +generale. Noi dobbiamo unirci a questo +movimento e appoggiarlo con tutte le nostre +forze, perchè la vittoria delle provincie +preparerà e faciliterà la vittoria di Roma. +Siamo dunque tutti pronti. Il sangue dei +fratelli che gli zuavi pontificii spargono +ancora nella Provincia sia la favilla che +incendierà i nostri spiriti. Romani, l'ora decisiva +si approssima. In nome della Patria +uniamoci, e che ognuno obbedisca solo al +comando che ci verrà dal Comitato centrale. +Unità e disciplina, ecco ciò che forma +la forza. Ogni movimento inconsiderato, +irregolare e isolato può essere di grave +danno. Fidatevi a quel Comitato che ha +dato già prova di forza, acutezza e fermo +volere. Ora che è giunto il gran momento, +egli saprà compiere tutto il suo dovere. +Uniamoci fiduciosi e arditi; operiamo disciplinati, +e la causa della civiltà sarà guadagnata».</p> + +<p>Intanto i fatti mostravano che tutte le +esagerate notizie dei fogli garibaldini erano<span class="pagenum"><a name="Page_157" id="Page_157">[Pg 157]</a></span> +spudorate invenzioni. Non in un luogo solo +si ebbe una sollevazione nelle provincie. +Potevano, del resto, delle bande indisciplinate, +che assalivano e danneggiavano i villaggi, +per poi fuggire appena si appressavano +le truppe pontificie, aver forza morale +sufficiente a trascinare le popolazioni a far +causa comune con esse e ad andar con esse +in rovina? C'era forse l'Italia dietro quelle +bande? E in questo caso, non c'era da temere +un intervento francese con le sue conseguenze +inevitabili? Nè il cittadino, nè il +campagnuolo vollero sapere di sollevarsi. +L'invasione somigliava ad un fuoco fatuo +che tremolava ai confini, e si accendeva +per breve tempo, qua e là, senza risultato. +Si sarebbe detta una guerra contro il brigantaggio, +in grande.</p> + +<p>L'11 ottobre era stata presa Subiaco; il +vescovo e il magistrato supremo erano stati +messi sotto sorveglianza; invano si era intimata +la resa al castello. Comparvero alcuni +zuavi, e i garibaldini si dileguarono, abbandonando +precipitosamente la città.</p> + +<p>Il 13 ottobre Menotti fu snidato dalla +forte posizione di Montelibretti, dove era +ritornato. Le schiere volontarie non facevano +in nessun luogo progressi. Nicotera +che, attraverso i confini napoletani doveva +penetrare nella valle del Liri, non potè muoversi +che il 13 ottobre, ed occupò Falvaterra.<span class="pagenum"><a name="Page_158" id="Page_158">[Pg 158]</a></span> +Ma il 15 fu battuto a Vallecorsa e +cacciato dalla provincia di Frosinone. Castel +Sant'Angelo si empiva di prigionieri. Il +Papa comandava che fossero lautamente +nutriti. A quegli uomini, prostrati dalla +fame e dalle fatiche, egli mandava mantelli +per ripararsi dal gelo notturno. Li visitò +anche un giorno egli stesso, e disse loro: +«Eccomi: io son colui che ritenete vostro +nemico e di cui avete giurato la morte. E +chi avete dinanzi a voi? un uomo vecchio +e debole». Essi caddero in ginocchio dinanzi +a lui e molti baciarono un lembo della +sua veste. «E' buono—dicevano allora di +Pio IX i Romani—ma ha due anime: una +obbedisce all'Italia ed una ai gesuiti».</p> + +<p>La stampa mazziniana dava notizie atroci +sul trattamento di questi prigionieri; ma +erano false. Negli ospedali e nelle prigioni +li trattavano umanamente e benignamente. +L'unica cosa di cui potessero lagnarsi i +prigionieri, erano le visite e i sermoni di +confessori e di preti mandati a loro per +farli riconciliare con Dio.</p> + + +<p class="center">VI.</p> + +<p>Intanto, ogni giorno si faceva più grande +il pericolo per Roma. L'invasione era l'idra +dalle cento teste. Sempre nuove bande sorgevano,<span class="pagenum"><a name="Page_159" id="Page_159">[Pg 159]</a></span> +e sempre più apertamente appoggiate +dalle truppe italiane. Gli arruolamenti +eran fatti nelle città del Regno; le +armi venivano loro dai magazzini della +Guardia Nazionale. Le ferrovie erano al loro +servizio, e centinaia di <i>camicie rosse</i> venivano +ogni giorno trasportate dai treni ai +confini. Anche a Roma si notavano sempre +più numerose misteriose figure di stranieri; +si facevano grandi arresti preventivi, ma +non si riusciva a metter le mani nel centro +dell'agitazione. L'aspetto della città diveniva +ogni giorno più triste; il commercio +cessava; il denaro monetato spariva. Si +parlava di prossimi violenti tumulti, e la +guarnigione romana, stanca e diminuita +dalle malattie e dalle diserzioni, doveva +sottoporsi ad un faticosissimo servizio di +pattuglie.</p> + +<p>Il 17 ottobre, il Papa pubblicò un'enciclica +al clero cattolico, nella quale tratteggiava +la disperata situazione romana. Nella +ampollosità declamatoria abituale di questi +atti, si notava, strano a dirsi, che proprio +la prima frase dell'enciclica coincideva con +quella: <i>Levate in circuitu oculos vestros</i>,<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> +con la quale una volta il gran nemico del +<span class="pagenum"><a name="Page_160" id="Page_160">[Pg 160]</a></span> +papato, Federico II di Hohenstaufen, aveva +cominciato la sua enciclica alla cristianità +contro Gregorio IX: «Alzate, o venerabili +fratelli, i vostri occhi all'intorno e vedrete, +e ve ne dorrete con Noi, le abbominazioni +orribili che attualmente funestano la misera +Italia. Ma Noi umilmente ci rimettiamo +agli imperscrutabili voleri Divini, che vollero +farci vivere in così tristi tempi, in +cui, per opera di alcuni uomini, e proprio +di quelli che reggono la cosa pubblica in +Italia, sono calpestati i precetti di Dio e +le leggi della Chiesa, e la miscredenza +trionfa impunita. Da questo stato di cose +derivano tutte le ingiustizie e tutti i mali +di cui siamo addolorati testimoni; in questo +stato di cose trovarono nutrimento e +sprone quelle numerose bande di atei spieganti +gli stendardi di Satana, e che portano +scritto in fronte: Menzogna; che bestemmiano +contro il Cielo in nome della ribellione, +che insozzano tutto ciò che è santo, +che calpestano ogni diritto divino ed umano, +che, come lupi in cerca di preda, spargono +sangue, corrompono le anime nel loro delirio, +chiedono la mercede della loro perversità, +derubano i fratelli, rendono più +miseri i poveri e i deboli, aumentano il +numero delle vedove e degli orfani, per +denaro esaltano l'ingiustizia, e, cercando +in ogni modo di sodisfare le loro perverse<span class="pagenum"><a name="Page_161" id="Page_161">[Pg 161]</a></span> +brame, spargono la desolazione e la morte +nella nazione.</p> + +<p>«O venerabili fratelli, oggi noi ci troviamo +circondati da questa malvagia genìa. +Sì, questi uomini vogliono, mossi da +uno spirito diabolico, inalberare la bandiera +della menzogna in questa nostra illuminata +città, sulla sedia di Pietro, nel +centro della fede e dell'unità cattolica. +E i rappresentanti del Governo Subalpino, +che dovrebbero dar opera a frenare questa +gente, non arrossiscono di aiutarla, di fornire +armi e tutto il necessario per facilitare +la loro venuta a Roma. Ma queste +persone—occupino esse pure un alto grado +nella gerarchia civile—tremino di vedersi +ben presto punite del loro contegno. Se da +un lato, nella nostra umiltà, noi preghiamo +caldamente Iddio di voler rivolgere su tutti +questi infelici il suo sguardo benigno, per +ricondurli sulla via della Giustizia e del +Bene, d'altro canto non possiamo tacere i +gravi pericoli che ci sovrastano in questa +ora di tenebre. Noi attendiamo con animo +tranquillo gli avvenimenti, sebbene commossi +da tanto inganno, da tanta calunnia, +da tanta menzogna, riponendo in Dio la +nostra fiducia, in Dio che è la nostra salvezza +e la nostra forza, e che non permetterà +che coloro che fidano in lui siano vittime +di tanti indegni miscredenti, ch'Egli<span class="pagenum"><a name="Page_162" id="Page_162">[Pg 162]</a></span> +ben saprà fiaccare e distruggere. Frattanto +però, o venerabili fratelli, e voi tutti, o +fedeli, che ci siete affidati, noi non vogliamo +dissimularvi la triste posizione e il pericolo, +in cui ci troviamo per opera del Governo +Subalpino. E quantunque difesi finora dal +valore del nostro fedele esercito, valore +che si palesò già in mille fatti d'armi, +pure pensiamo che, dinanzi al numero sempre +crescente degli invasori, esso non potrà +a lungo resistere. Non poco anche ci +affida la pietà e la fedeltà dei nostri sudditi +in queste tristissime ed empie congiunture, +ma soffriamo anzi profondamente +nel vedere anch'essi esposti a pericoli di +ogni sorta da parte di quegli scellerati che, +con ogni mezzo, li minacciano, li depredano, +li tormentano...».</p> + +<p>Il Papa non parlava della Francia, ma +questo meditato silenzio era forse più efficace +d'un appello diretto all'intervento +delle potenze.</p> + +<p>Tutti gli occhi eran fissi su Napoleone: +anch'egli taceva, e sembrava ridivenuto la +Sfinge misteriosa dell'epoca. Tutti si chiedevano +che cosa avrebbe fatto di fronte +ad una così palese infrazione del trattato +di settembre. I liberali a Roma mormoravano, +che tutto doveva essere stato accomodato +a Biarritz; che la Convenzione di +settembre doveva essere stata modificata,<span class="pagenum"><a name="Page_163" id="Page_163">[Pg 163]</a></span> +che l'Imperatore, sul punto di gettarsi +nella prossima inevitabile guerra con la Germania, +non poteva privarsi dell'alleanza +italiana, e che prezzo di questa alleanza doveva +essere lo Stato della Chiesa, che in +poche settimane sarebbe tutto conquistato.</p> + +<p>Ma il 17 ottobre, il giorno stesso in cui +il Papa pubblicò questa enciclica, un telegramma +così concepito, giungeva dal Ministero +degli Esteri di Parigi al plenipotenziario +francese a Roma, Armand: «Il Governo +pontificio continui a difendersi energicamente; +non gli mancherà l'aiuto della +Francia». Questo dispaccio sorprese assai +il Comitato Nazionale Romano, e fe' giubilare +i conservatori. Napoleone mandò a +Roma il generale Prudon, per dichiarare +al Papa che l'intervento era deciso, e il +cardinale Antonelli incaricò il nunzio di +ringraziare l'Imperatore in nome del Pontefice.</p> + +<p>Il Governo francese aveva, sinora, tenuto +dietro con grande riserbo ai fatti d'Italia, +limitandosi a dar consigli al Governo +italiano. Questo aveva ripetutamente dichiarato +che la sorveglianza dei confini era +impossibile per la loro estensione e la loro +configurazione naturale; avanzò quindi la +proposta, poichè altra via non c'era per +risolvere la crisi, di far occupare una parte +dello Stato Pontificio dall'esercito italiano.<span class="pagenum"><a name="Page_164" id="Page_164">[Pg 164]</a></span> +Nigra,<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a> plenipotenziario del Re alla Corte +francese, fu incaricato di svolgere questo +progetto, e intanto di far notare come una +seconda spedizione francese nello Stato pontificio, +non solo andava contro la Convenzione +di settembre, ma era la più pericolosa +per risolvere la questione romana. +Occupando l'Italia una parte dello Stato +Pontificio, non si voleva in nessun modo +toccare i diritti della sovranità pontificia; +si voleva solo ristabilire l'ordine turbato, +e venire ad un accordo con la Francia, relativamente +all'indipendenza del Papa, essendo +il Governo italiano pronto, a questo +scopo, ad invitare ad un Congresso le potenze.</p> + +<p>Il Gabinetto francese rispose: «che esso +era lieto che l'Italia riconoscesse la sovranità +del Papa; che non aveva nulla in +contrario a che si tenesse un Congresso +<span class="pagenum"><a name="Page_165" id="Page_165">[Pg 165]</a></span> +delle potenze; ma poteva essere tenuto +questo Congresso, se le truppe italiane +avessero occupato lo Stato Pontificio, costringendo +indubbiamente il Papa all'esilio? +Il ritiro delle truppe francesi da Roma +era stato conseguenza della convenzione +di Settembre e della fiducia, da parte dell'Imperatore, +che il Governo italiano avrebbe +protetto il dominio papale da un'invasione. +Mostrandosi ora il Governo italiano incapace +a farlo, il medesimo trattato dava all'Imperatore +il diritto di prendere provvedimenti +per la difesa dello Stato pontificio.»</p> + +<p>Rifiutato categoricamente il progetto di +Rattazzi, la netta dichiarazione della Francia +costrinse il Governo italiano a dichiarare +di voler mantenere la convenzione. +Il 19 ottobre, l'Imperatore mandò un <i>ultimatum</i> +a Firenze; il suo rappresentante +dichiarò a Rattazzi che Napoleone esigeva +una prova della sincerità della dichiarazione +fatta dal Governo, e cioè: soppressione +degli arruolamenti, scioglimento dei +comitati d'appoggio all'opera rivoluzionaria; +e proclama reale che dichiarasse che +dovevano essere disarmati e internati i volontari +di Garibaldi.</p> + +<p>Lo stesso giorno, il generale De Failly +partì da Parigi per Tolone per prendere il +comando supremo della spedizione; l'esercito +era pronto a partire sulla squadra che<span class="pagenum"><a name="Page_166" id="Page_166">[Pg 166]</a></span> +aspettava ordini a Tolone, nel caso che il +Governo italiano non si sottomettesse all'<i>ultimatum</i>.</p> + +<p>Il Ministero Rattazzi si trovò in una posizione +difficile; non solo aveva contro di sè +la Francia, ma tutte le potenze, risolute a +non porre ostacoli all'intervento francese. +La Prussia medesima, su cui avrebbe potuto +contare, gli sarebbe stata propizia solo +quando Napoleone si fosse di nuovo impelagato +nella questione italiana, e con ciò +avesse perduto le ultime simpatie dell'Italia. +Come poteva Rattazzi occupare il territorio +dello Stato pontificio? A Roma nessun +moto si produsse, che potesse dargli +occasione o pretesto. Nelle casse della corrispondenza +del Senato romano io trovai, +in quel giorno 19 ottobre, solo uno scritto +anonimo, che affermava la situazione a +Roma essere così minacciosa, da richiedere +l'intervento di truppe italiane nella +capitale; il senatore dover presentare al +Papa la proposta; migliaia di cittadini che +avevano lasciato presso un notaio i loro +nomi, esser pronti a dichiarare che questa +era la volontà della città di Roma. In assenza +del senatore marchese Cavalletti, i +quattro conservatori inviarono al Papa +questo scritto, dichiarando, però, che credevano +bene darne contezza a Sua Santità, +non dividendo in verun modo le idee<span class="pagenum"><a name="Page_167" id="Page_167">[Pg 167]</a></span> +espresse nella missiva, idee che ritenevano +non convenire alla dignità del Governo.</p> + +<p>E poteva davvero una lettera anonima, +di dubbia origine romana, e che stava in +troppo stretto rapporto col progetto mandato +a Parigi da Rattazzi, valere come +espressione genuina dell'opinione del popolo +e del Senato di Roma?</p> + +<p>La sera del 19 ottobre, il giorno della +crisi, Rattazzi ricevette il congedo e il Re +incaricò il generale Cialdini di comporre +un nuovo Gabinetto. Cialdini era l'uomo +di Castelfidardo, ma anche di Aspromonte, +nemico delle schiere volontarie per principio, +e perciò gradito alla Francia. In Firenze +l'eccitazione si faceva sempre più +grande; e nel dilemma: ritornare alla convenzione +e ubbidire alla Francia; o mettersi +dalla parte della rivoluzione e romperla +con Napoleone; non si sapeva quale +via fosse meno pericolosa. Intanto, mentre +Cialdini si occupava infruttuosamente della +composizione del Ministero, Rattazzi sbrigava +ancora gli affari di amministrazione +ordinaria; durante questa pausa, poterono +mettersi in moto delle forze che condussero +alla catastrofe.</p> + +<p>L'Imperatore francese, sempre esitante, +sempre doppio, desiderava di non essere +costretto all'intervento. Egli fu lieto quando +il suo plenipotenziario telegrafò, il 20, da<span class="pagenum"><a name="Page_168" id="Page_168">[Pg 168]</a></span> +Roma, che quel giorno non si trovavano +più schiere volontarie nello Stato pontificio.</p> + +<p>In fatti era riuscito, con grande sforzo, ai +pontificii di rigettarle oltre i confini. La +così detta legione romana, con la quale un +emigrato, l'ex maggiore Ghirelli dell'esercito +reale, aveva preso Orte il 17 ottobre, +era stata cacciata; le schiere volontarie di +Menotti, dopo il violento fatto d'arme del +18 ottobre, avevano dovuto, con grandi +perdite, sgombrare Nerola; le bande di Nicotera, +il 19, erano cacciate da Vallecorsa +nel Lazio. In seguito a quel telegramma +che annunciava tutti questi fatti, Napoleone, +il 21, dava l'ordine di sospendere +l'imbarco a Tolone. Il 22, il <i>Moniteur</i> ne +dava notizia in un articolo che esprimeva +anche la convinzione che l'invasione dello +Stato pontificio avesse toccato il suo termine, +e che il Governo italiano fosse risoluto +al sicuro adempimento della convenzione +di settembre.</p> + +<p>Così l'intervento fu disdetto, con gran +dolore di quelli che l'avevano tanto bramosamente +sperato.</p> + + +<p class="center">VII.</p> + +<p>Intanto Garibaldi era restato a Caprera, +in un'ansia penosa. Le lettere dei suoi figli<span class="pagenum"><a name="Page_169" id="Page_169">[Pg 169]</a></span> +e degli agenti rivoluzionari l'avevano informato +dell'insuccesso della spedizione +romana; era anche stato avvisato dei +preparativi di Napoleone per l'intervento +che il Governo italiano era sul punto di +subire. Già una volta aveva egli tentato di +fuggire verso Livorno, e le navi da guerra +in crociera glielo avevano impedito. Egli +concepì subito il disegno di mettersi alla +testa delle schiere volontarie, di muovere +su Roma, per iscuotere alla base il Papato +e, nel caso d'insuccesso, di lasciare il proprio +corpo fra questo e l'Italia.</p> + +<p>Così il 16 ottobre egli lasciò Caprera sul +suo battello, felicemente, come già Napoleone +era fuggito dall'Elba. Con o senza +la complicità dei legni da guerra italiani, +raggiunse l'isola della Maddalena, dove una +signora inglese lo ospitò; passò poi in Sardegna, +donde, travestito, partì e il 19 ottobre, +giorno decisivo, sbarcò sulla Maremma +di Livorno, presso la torre di Vada. Apertamente +giunse il 20 a Firenze. Nessuno +pensò a ostacolare il suo viaggio. Rattazzi +non era più al potere; il nuovo Ministero +non si era ancora formato; il Governo si +trovava nell'anarchia più completa.</p> + +<p>Egli tenne pubblici discorsi sulla piazza +di Santa Maria Novella; eccitò il popolo +alla lotta contro il Papato e contro tutti +coloro che per errore o per debolezza si<span class="pagenum"><a name="Page_170" id="Page_170">[Pg 170]</a></span> +trovavano sulla strada della santa causa +patriottica. Fu entusiasticamente acclamato.</p> + +<p>L'addetto d'affari francese chiese subito +il suo arresto, per impedirgli di giungere +ai confini e mettersi a capo della +schiera dei volontarii, distruggendo così gli +accordi diplomatici fra i due Governi, tanto +faticosamente raggiunti. Si prevedeva che +questo sarebbe accaduto indubbiamente. Ma +Garibaldi, con rapida mossa, lasciò Firenze +il 22 ottobre, mentre si spiccavano mandati +di cattura contro di lui. La gendarmeria +reale lo inseguì, e stava per raggiungerlo +a Rieti, quando egli ne ripartì.</p> + +<p>Il 23 ottobre si recò a Passo Corese e, +per Scandriglia, penetrò nello Stato pontificio, +dove i suoi due figli e altri capi, come +Salomone e Frigesy, avevano raccolte +alcune migliaia d'uomini. Fu informato allora +Garibaldi dei fatti avvenuti a Roma +il giorno precedente, ai quali non era estraneo +il suo approssimarsi alla capitale, ma +che rimanevano troppo al di sotto delle +sue aspettative.</p> + +<p>Si trattava ora di fare un colpo di mano +su Roma, prima che i Francesi sbarcassero +e la coprissero; possibilmente, essa avrebbe +dovuto sollevarsi. Una sollevazione in Roma +sarebbe stata decisiva. Cento volte era stata +preannunziata, ma poi non era mai avvenuta.<span class="pagenum"><a name="Page_171" id="Page_171">[Pg 171]</a></span> +Da più settimane gli agenti mazziniani +si davano da fare nella città. Un bergamasco, +Francesco Cucchi, doveva condurre +a termine quell'impresa. Si erano +stabiliti segretamente dei depositi d'armi, +uno presso San Giovanni de' Fiorentini +un altro sotto San Paolo, nella vigna Matteini. +Anche dei Romani si erano prestati +e favorivano il movimento. Anche a Castel +S. Angelo erano riusciti a corrompere due +artiglieri, i quali, a un dato segnale, dovevano +far saltare in aria il magazzino delle +polveri. Poi, in molti luoghi, dove le truppe +pontificie avevano le loro caserme, nel palazzo +Serristori, in Borgo, nel palazzo Cimarra, +ai Monti, ed anche nella caserma +degli Svizzeri, in Vaticano, dovevano essere +messe delle mine. Fu fissato il 21 ottobre +per l'insurrezione. Quel giorno, la +<i>Giunta Insurrezionale Romana</i>, che si era +sostituita al Comitato Nazionale, pubblicò +il seguente energico appello alla rivolta:</p> + +<p>«Romani, alle armi! alle armi! per la +nostra libertà, pel nostro diritto, per l'unità +della Patria italiana e per l'onore del nome +romano. Il nostro grido di guerra sia: Morte +al Potere Temporale dei Papi! Viva Roma, +viva la capitale d'Italia! Noi vogliamo rispettare +ogni credenza religiosa, ma liberarci +per sempre da una tirannia che ci +separa a forza dalla famiglia italiana, e<span class="pagenum"><a name="Page_172" id="Page_172">[Pg 172]</a></span> +vuol perpetrare che a Roma sia estraneo +il diritto di nazionalità, e che essa appartenga +a tutto il mondo, ma non all'Italia! +I nostri fratelli hanno già da più giorni +alzato la bandiera della santa ribellione e +arrossano del loro sangue la Via Sacra che +conduce a Roma. Non soffriamo più oltre +che essi rimangano soli. Rispondiamo al +loro appello di eroi colla campana del Campidoglio. +Il nostro dovere, la comunanza +della causa per la quale si combatte, la +tradizione di Roma, lo vogliono. Alle +armi! Chi può portare un fucile, corra alla +lotta! ogni casa sarà una fortezza, ogni +ferro un'arma! I vecchi, le donne, i fanciulli +possono costruire barricate; i giovani +le difenderanno. Viva l'Italia, Viva +Roma!»</p> + +<p>Alla diffusione di questo proclama rispose +un silenzio di tomba. Coloro che lo +avevano composto, non conoscevano le condizioni +dello spirito pubblico a Roma. Essi +potevano contare solo sulle poche centinaia +di uomini che segretamente erano +stati introdotti nella città, e su quei pochi +romani che erano stati persuasi a viva +voce a secondare e favorire il tentativo di +insurrezione. Roma non era più la città +del medioevo. Allora essa aveva una +cittadinanza chiusa solidamente nelle corporazioni +di mestiere, la quale custodiva<span class="pagenum"><a name="Page_173" id="Page_173">[Pg 173]</a></span> +l'ideale di una repubblica politica indipendente; +una milizia divisa nelle varie milizie +dei rioni, al servizio del magistrato +capitolino, ed una nobiltà in parte ghibellina, +pronta sempre alla lotta. Allora la +città si sollevava abbastanza di frequente +contro gli odiati pontefici, che cacciava o +costringeva al riconoscimento dei suoi diritti +politici. Nella Roma attuale di 220,000 +abitanti, le condizioni erano del tutto mutate. +La cittadinanza non aveva più alcun +carattere politico; la nobiltà conduceva, +all'ombra degli alberi genealogici, una vita +di vuoto ozio (le eccezioni erano rare); +il che è vergognoso, ma storicamente spiegabile. +In gran parte essa apparteneva a +famiglie beneficate e illustrate dai papi +che uscirono da esse. Ma parte della popolazione +romana era devota al Governo papale, +al cui servizio si trovava, che la nutriva, +tenendola necessariamente soggetta, +per mezzo del clero. Credevano dunque +realmente, i mazziniani, che si sarebbe trovata +in Roma una massa compatta, di +sentimenti italiani, che si sarebbe sollevata +al loro appello per costruire barricate, per +farsi fucilare dagli zuavi, o in ogni caso, +dopo una sanguinosa repressione per opera +dell'esercito francese, per finire la vita in +esilio o in carcere?<span class="pagenum"><a name="Page_174" id="Page_174">[Pg 174]</a></span></p> + +<p>C'erano di guarnigione, nella città, circa +3000 uomini, al comando del marchese Zappi, +e ripartiti in modo da poter in breve domar +la sommossa, se fosse scoppiata. C'era +l'ordine che cinque colpi di cannone dessero +l'allarme da Castel Sant'Angelo. Furono +prese molte misure di difesa, per consiglio +specialmente del generale Prudon, +il quale il 20 ottobre era venuto a Roma +ad assicurare il Papa dell'immancabile protezione +francese e a persuaderlo a restare +a Roma, finchè la flotta francese da Tolone +non fosse giunta a Civitavecchia. Egli consigliò +anche di abbandonare le provincie, +e di concentrare in Roma le truppe che vi +si trovavano sparse, per difendere questa +città, mira unica del movimento. Nella notte +dal 21 al 22 ottobre si cominciarono a barricare +le porte, a porre trincee dinanzi a +quelle che rimanevano aperte, e a rincalzare, +dal di dentro, con terrapieni, quelle che +si potevano serrare. Questo si chiamava +nel medioevo <i>fabbricare le porte</i>. Furono +completamente chiuse le porte Maggiore, +Salara, S. Lorenzo, S. Paolo, S. Pancrazio, +S. Sebastiano. Il Ponte Rotto e il nuovo +ponte alla Lungara furono resi impraticabili +col levar via le tavole che li coprivano. +I tre ponti sull'Aniene, Salaro, Nomentano +e Mammolo, sulla via di Tivoli, +furono minati. Si praticarono feritoie nelle<span class="pagenum"><a name="Page_175" id="Page_175">[Pg 175]</a></span> +mura, ed anche al Pincio, e si stabilirono +batterie di cannoni. Se ne pose una al punto +dove la ferrovia entrava in città. Le fosse +di Castel Sant'Angelo furono empite d'acqua.</p> + +<p>La notte del 22 ottobre trascorse passò +tranquilla; si udì solo lo scoppio di petardi +in molte strade, e l'allarme delle sentinelle +e i colpi delle loro armi.</p> + +<p>Una tensione febbrile era in tutti gli +animi. Roma si sentiva separata dal mondo: +i telegrafi erano inattivi, la posta irregolare; +le ferrovie interrotte in parte ai confini +dall'esercito pontificio medesimo. Sinistre +voci correvano. Che contrasto fra la +Roma splendida del giugno e la squallida +Roma di ora!</p> + +<p>Il 22 ottobre si diffuse la voce che la +sera, in città, sarebbe scoppiata la rivolta; +se ne parlava apertamente negli alberghi +e nei caffè. Si sapeva che Garibaldi era +andato a Firenze; si diceva che si sarebbe +posto alla testa delle schiere volontarie, +che Roma si sarebbe sollevata, e che egli +vi avrebbe fatto il suo ingresso trionfale. +Tutti gli orrori di una guerra civile per +le vie, tutti gli eccessi che si compiono in +una rivoluzione, forse anche un probabile +saccheggio, riempivano molti di apprensione +e di angoscia. In molte famiglie, +dove erano da temersi vendette da parte +del partito d'azione, regnava grande spavento.<span class="pagenum"><a name="Page_176" id="Page_176">[Pg 176]</a></span> +Era vivo ancora in città il ricordo +del famoso sacco di Roma da parte delle +bande del Borbone.</p> + +<p>Verso sera l'aspetto di Roma si fece +spaventoso. Botteghe e porte chiuse; qua +e là si facevano arresti; gli accessi al corso +deserto erano sbarrati da sentinelle; pattuglie +a piedi e a cavallo percorrevano +le strade.</p> + +<p>Una bomba, gettata correndo da un uomo +contro il corpo di guardia di Piazza Colonna, +diede il primo segnale della rivolta. +Subito dopo si udì un frequente +scoppiar di petardi, un rumore di moschetteria, +e un sordo rimbombo. Saltava in +Borgo la mina a palazzo Serristori; una +parte del grande edificio, dove avevano il +quartiere principale gli zuavi, saltò in aria, +seppellendo più di venti persone, in massima +parte giovani musicanti del corpo +e orfani della città. Fortunatamente non +si riuscì a incendiare le mine poste sotto +le altre caserme. Gli artiglieri che erano +stati guadagnati alla causa rivoluzionaria, +in Castel Sant'Angelo, erano già stati scoperti +e imprigionati. Secondo il loro piano, +i rivoluzionari, non più di 500 uomini, si +erano divisi in piccole bande e dovevano +impadronirsi dei varî posti militari. Il corpo +di guardia del Campidoglio doveva essere +forzato, e si doveva suonare la campana<span class="pagenum"><a name="Page_177" id="Page_177">[Pg 177]</a></span> +della torre per chiamare alle armi i Romani. +I 50 garibaldini che mossero contro il Campidoglio, +furono dispersi da un paio di +fucilate. Eguale esito ebbe ogni altro tentativo +del genere. Solo a porta S. Paolo i +garibaldini, in numero di 400, al comando, +dicesi, di un deputato italiano, riuscirono +a impadronirsi del corpo di guardia. Una +parte di essi occupò quella porta fortificata +e a forma di rocca; altri si diressero +verso S. Paolo, per impadronirsi del +deposito di armi ch'era nella vigna Matteini. +Ma la polizia l'aveva già scoperto e +portato via. Un altro deposito, nascosto in +una cava di pozzolana presso la basilica, +non potè essere rintracciato da quelli stessi +che ve l'avevano stabilito. La schiera, tornando +verso la porta, si scontrò coi pontificii, +e si disperse dopo breve combattimento. +Anche la porta fu riconquistata +dalle truppe papali. L'assalto al gassometro, +presso il Circo Massimo, tentato allo scopo +di far piombare Roma nelle tenebre, fallì +egualmente.</p> + +<p>La piccola schiera di volontarii, condotta +dai fratelli Cairoli lungo il Tevere, verso +la città, coll'intenzione di approdare a +Ripetta, non giunse fin qui, ma occupò, +fuori delle mura, una villa sulle alture +dell'Acqua Acetosa.<span class="pagenum"><a name="Page_178" id="Page_178">[Pg 178]</a></span></p> + +<p>Senza le armi sparse qua e là, le vesti lacere +gettate sulla strada, delle traccie di +sangue, e specialmente senza la rovina del +palazzo Serristori, la grande maggioranza +dei cittadini romani non avrebbe saputo, il +mattino del 23 ottobre, che nella notte si era +combattuto. Quella mattina stessa delle +truppe mossero da Porta del Popolo verso +l'Acqua Acetosa, per snidarne la schiera +di Cairoli. Là, fra il Tevere e l'Aniene, presso +la loro confluenza, sorgono dei colli verdeggianti +che digradano in prati tranquilli +fino al Tevere, il quale scorre maestoso +fra due rive basse, in vista dei lontani e pittoreschi +monti della Sabina. Qualche casetta +di campagna sorge in quei colli detti Parioli. +Su questi, nella villa Glori, si erano fermati +i 70 volontarii, fra cui erano patriotti, +uomini di coltura e di audacia, in gran +parte possidenti di campagna e ingegneri, +studenti, soldati. I due fratelli Cairoli li +guidavano, Enrico deputato al Parlamento, +e Benedetto, capitano d'artiglieria nell'esercito +italiano. Fra loro vi era anche un +conte Colloredo, napoletano, della casa +Acton. Attaccati all'improvviso dai carabinieri +pontificii, questi garibaldini si difesero +da eroi, in una lotta corpo a corpo. +Dopo che Enrico e molti altri furono uccisi +o messi fuori di combattimento, i restanti +si dispersero o furono fatti prigionieri.<span class="pagenum"><a name="Page_179" id="Page_179">[Pg 179]</a></span></p> + + +<p class="center">VIII.</p> + +<p>Garibaldi era appena giunto a Scandriglia, +quando diede ordine ad Acerbi di +marciare su Viterbo, e a Nicotera di fare +irruzione nella Campagna romana. Egli +stesso doveva, con 4000 uomini, dirigersi su +Roma e impadronirsi di Monte Rotondo.</p> + +<p>Il 23 ottobre, Acerbi per Torre Alfina si +avvicinava a Viterbo con soli 800 uomini. +In quella città si trovavano circa 200 pontificii +al comando di Azzanesi. Questi riuscì +felicemente a respingere gli assalitori, +quando, nella notte del 24, Viterbo fu assalita +alle sue sei porte, ad una delle quali, +porta della Verità, fu appiccato il fuoco. I +garibaldini si ritirarono con grandi perdite.</p> + +<p>Garibaldi stesso occupava Monte Maggiore +e Passo Corese, donde minacciava +Monte Rotondo. Dai confini del Lazio i +telegrafi annunciarono che i volontarii avanzavano +su tutta la linea.</p> + +<p>La posizione di Roma si faceva difficile. +I 3000 uomini che vi si trovavano, già +stanchi come erano, non avrebbero potuto +difenderla, se le schiere dei garibaldini si +fossero, da tutte le parti, riunite sotto le +sue mura. E per di più non si era sicuri +che non potesse aver luogo un secondo e<span class="pagenum"><a name="Page_180" id="Page_180">[Pg 180]</a></span> +più fortunato tentativo di rivolta. Erano +stati arrestati centinaia di sospetti, ma, dal +22 ottobre, ogni notte dimostrava che la +città era ancora piena di rivoluzionarii. Infatti, +con le tenebre cominciava il giuoco +dei petardi. Nell'ora che in Italia è più +sacra, quella in cui suonano le campane i +tocchi dell'Ave Maria, sembrava, in quei +giorni, che Roma si riempisse di démoni +usciti non si sa di dove, annunziati dal +vivo e fitto scoppiettìo dei petardi, che si +univa al suono solenne delle campane. Che +cosa di più strano e suggestivo di questa +armonia sinistra, fatta di bombe e di campane, +esprimente, meglio che non possan +far le parole, l'irriconciliabile conflitto +di quelle forze del tempo, che lottavano oggi +per il possesso di Roma, e che già tanti +secoli avevano lottato?</p> + +<p>Per alleggerire le fatiche delle truppe +nel servizio di pattuglia, dei cittadini +clericali avevano formato una milizia nazionale, +della quale fecero parte anche figli +di case principesche. Il 25 ottobre, seguendo +in Trastevere le traccie di un focolare di +rivoltosi, si scoprì un deposito d'armi in +casa del fabbricante di stoffe Aiani. Gli +zuavi diedero l'assalto a questa casa; del +proprietario e dei garibaldini quasi tutti +si fece strage; pochi furono presi prigionieri. +Il medesimo giorno, il governatore<span class="pagenum"><a name="Page_181" id="Page_181">[Pg 181]</a></span> +militare di Roma proclamava la città in stato +d'assedio, e comandava che fossero consegnate +tutte le armi di proprietà privata.</p> + +<p>Frattanto Garibaldi era apparso, nella +notte del 24, sopra Monte Rotondo, villaggio +situato in un incantevole colle che +domina la valle del Tevere fino a Corese, +e la campagna fino alla città, da cui dista +solo tre miglia tedesche. Aveva fatto tagliare +i telegrafi che univano il villaggio +a Roma, per isolare i 370 italiani che vi +erano di guarnigione, al comando del capitano +Cortes. Il luogo era forte, e cinto di +mura medioevali, e il castello baronale +degli Orsini, oggi dei Ludovisi, poteva servirgli +di rocca. Garibaldi attaccò Monte +Rotondo con 400 uomini, ma non aveva +artiglieria. I pontificii si servirono, con successo, +di due cannoni, e respinsero gli assalitori. +Ripetutamente rigettato, Garibaldi ricondusse +più volte all'assalto la sua schiera; +una porta fu incendiata, ed i garibaldini entrarono +finalmente nel paese, mentre i difensori +si ritraevano entro il castello. Questo, +essendo stato minato, la piccola guarnigione +si diede prigioniera di guerra la mattina +del 26 ottobre, dopo una valorosa +difesa di ben ventisette ore.</p> + +<p>Garibaldi entrò a cavallo nella cattedrale +di Monte Rotondo, volendo far qui la sua +sosta; ed anche in ciò egli si palesò figura<span class="pagenum"><a name="Page_182" id="Page_182">[Pg 182]</a></span> +schiettamente medioevale. Così Francesco +Sforza entrò a cavallo nel duomo di Milano +conquistata; così fece re Ladislao di +Napoli il suo ingresso nella chiesa di +S. Giovanni in Laterano, essendosi insignorito +di Roma. I prigionieri furono condotti +anch'essi nel duomo, in presenza di +Garibaldi, e siccome essi si scoprirono il +capo, quegli, credendo lo facessero per +rispetto verso di lui, fece loro segno di +coprirsi<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>. Lodò poi il valore che i prigionieri +avevano mostrato, degno, disse, di +una miglior causa; li difese anche dal furore +dei garibaldini, che già qualcuno ne +avevano ucciso, e li fece condurre ai confini, +di dove le truppe del re li trasportarono +a Spezia, nel forte Varignano. Garibaldi +passò la notte in un confessionale, +mentre le camicie rosse facevano del duomo +ciò che avevano già fatto di S. Pietro le +selvaggie schiere del connestabile di Borbone.</p> + +<p>Garibaldi era padrone del luogo più forte +della provincia; ora Annibale era alle porte. +Ma egli aveva ottenuto queste risultato, +<span class="pagenum"><a name="Page_183" id="Page_183">[Pg 183]</a></span> +l'unico degno di nota in tutta quella campagna, +avendo avuto 400 fra morti e feriti, +e avendo perduto un tempo prezioso. La +piccola guarnigione di Monte Rotondo +aveva reso a Roma il più grande servizio; +se non avesse trattenuto Garibaldi resistendogli +vivacemente, egli avrebbe affrettato la +marcia su Roma. Prendere Monte Rotondo +era d'altra parte necessario, perchè esso congiunge +le strade della Campagna romana +alla strada dell'Umbria. Un esercito che +l'abbia occupato, è padrone della strada di +Roma e di quella di Passo Corese, mentre +ha facile la ritirata sui monti di Tivoli e +nell'Abbruzzo.</p> + +<p>Se Garibaldi avesse allora avuto qualche +migliaio di uomini ben armati, da gettare +sulle mura di Roma, prima che i pontificii, +richiamati, tornassero dai varii luoghi della +provincia, avrebbe potuto avere in sua +mano la città. Quanto spesso le sue deboli +mura aureliane non erano state, nel medio +evo, diroccate in qualche luogo meno vigilato, +di notte, da una schiera di assalitori! +Lo stesso poteva ora accadere. Le truppe +pontificie non avrebbero potuto difendere +la larga cinta di Roma. Chi li avesse veduti, +quei pallidi e stanchi belgi ed olandesi, +trascinarsi armati per la città, avrebbe +ben potuto dire che essi sarebbero stati +incapaci di respingere un attacco alle mura<span class="pagenum"><a name="Page_184" id="Page_184">[Pg 184]</a></span> +da parte dei volontari, e di opporsi loro +validamente quando fossero entrati. Essi +avrebbero potuto soltanto rinchiudersi nella +città leonina, per difendere in Castel Sant'Angelo +il Pontefice, finchè non giungessero +soccorsi di Francia. In Castel Sant'Angelo +si sarebbe, infatti, ritirato Pio IX, come +già Clemente VII, per il corridoio sotterraneo +che lo fa comunicare col Vaticano, +ed avrebbe forse, dai suoi merli, assistito +ad un secondo sacco di Roma.</p> + +<p>Questa città che si trovava, dopo tre +secoli, in condizioni analoghe a quelle del +1527, minacciata come allora da schiere +volontarie, offriva allo spettatore, nel 1867, +un quadro di indescrivibile stranezza, simile +a quello che doveva offrire nel 1527. +Si sarebbe detto che solo nomi e costumi +fossero mutati. Invece del connestabile di +Borbone, Garibaldi era sotto le mura di +Roma, e forse sarebbe caduto nell'assalto +alla città, e, per una ironia della sorte, +avrebbe potuto, morendo, ripetere le parole +medesime del Borbone: à Rome! à Rome! +Invece di papa Clemente VII, Pio IX era +assorto in preghiere nelle sale del Vaticano. +Lo stesso grido di guerra che aveva guidato +le schiere di Borbone e di Frundsberg, +che era stato il grido dell'odio e del bisogno, +era ora il grido dell'esercito di Garibaldi: +Roma o morte! Come nelle schiere del<span class="pagenum"><a name="Page_185" id="Page_185">[Pg 185]</a></span> +Borbone si trovavano mescolati uomini di +tutte le nazioni, così qui erano entrati +democratici d'ogni parte d'Europa. Un +uguale disprezzo per la Chiesa e le sue +sacre funzioni, un uguale grido di furore +contro il Pontefice ed il clero, risuonava +allora come ora. Pure si potrebbe dire che +i luterani del 1527 e gli Spagnuoli e gl'Italiani +che si mischiarono ad essi, erano meno +radicali nella manìa della distruzione dei +garibaldini di oggi. Lo stesso effetto magico, +che aveva prodotto il nome la figura +del Borbone sulle sue schiere, ora lo produceva +la figura ed il nome di Garibaldi. +Come quelle marciavano cantando canzoni +glorificanti il connestabile, così questi cantavano +entusiasticamente la strofa:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">L'ha detto Garibaldi,<br /></span> +<span class="i0">E questa è verità,<br /></span> +<span class="i0">Chi muore per la patria<br /></span> +<span class="i0">In paradiso va.<br /></span> +</div> +</div> + + +<p>Quando le schiere garibaldine furono nel +duomo di Monterotondo, uno di essi salì +sul pulpito, afferrò il crocifisso e cominciò +un sermone burlesco, condito di innumerevoli +sozze bestemmie, invitando finalmente +l'uditorio ad invocare il Dio Garibaldi. +Questo fu fatto in mezzo ad un indescrivibile +baccano, dopo di che il predicatore +esclamò: «Ed in nome di Garibaldi +io vi impartisco la benedizione».<span class="pagenum"><a name="Page_186" id="Page_186">[Pg 186]</a></span> +Gli ascoltatori non risparmiavano ogni sorta +di gesti osceni e schernitori delle sacre +reliquie; quello salito sul pulpito fece, col +crocifisso, il segno della croce, poi lo gettò +al suolo riducendolo in pezzi.</p> + +<p>Questo narra il domenicano prigioniero, +cappellano degli zuavi<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, e dice: «I garibaldini +appartengono a tutte le classi sociali; +vi sono nobili, plebei, colti, incolti, ed ogni +specie di briganti. Essi appartengono a tutte +le nazioni e si sono tutti riuniti con lo scopo +di condurre, contro la Chiesa e la società +Cristiana, la campagna della distruzione; +<span class="pagenum"><a name="Page_187" id="Page_187">[Pg 187]</a></span> +infine essi sono l'esercito cosmopolita del +diavolo, la spaventevole caricatura dell'esercito +cattolico. Fra di essi, molti hanno avuto +una buona educazione cristiana ed hanno +eccellenti genitori. Molti hanno pure ingegno +e coltura ed anche maniere distinte e +signorili. Però la massa è fatta di uomini +di vita indegna ed errante, avanzi di galera, +o di giovanetti fatti entrare con insidie +nelle sètte segrete, o di vagabondi delle +grandi città, senza fisso impiego, che vanno +guadagnandosi il pane alla ventura, servendo +da cocchieri, fattorini, facchini, garzoni +e via dicendo. Altri sono braccianti +ed operai. Tutti questi si arruolano per +tentar la fortuna, per ammazzare o lasciarsi +ammazzare, senza sapere perchè. Una febbre, +un delirio vano li trascina alla lotta, +e non se ne rendono conto. Fra loro sarebbe +vano cercare una qualunque coesione +ed unità di idee. Alcuni hanno lo scopo di +distruggere il Papato, come a me stesso +hanno detto; altri di fare l'Italia una; altri +di togliere al Papa il potere temporale che, +secondo loro, è contrario al Vangelo, altri +di rovesciare tutti i troni e tutti i re; e molti, +finalmente, lo scopo di rubare. Da questa +varietà di intenzioni, nasce una indescrivibile +confusione sicchè non c'è da far le +meraviglie se talora si maltrattano e si fan +del male fra di loro.<span class="pagenum"><a name="Page_188" id="Page_188">[Pg 188]</a></span></p> + +<p>Se fra i loro comandanti uno ordina una +cosa, un'altro ne ordina un'altra, onde l'abitudine +di disprezzare e trasgredire i comandi. +Ciascuno si crede un'autorità, e tutti +vogliono dominare. Molti di essi non sarebbero +cattivi, ma, in quei momenti di +febbre, sono capaci di eccessi; ne fui purtroppo +testimone a Monterotondo, e le sue +chiese ne serbano le deplorevoli traccie. Le +loro vesti sono intonate alle loro idee ed +opinioni. Sarebbe difficile trovar fra di loro +due uomini vestiti nello stesso modo. Molti +portano la camicia rossa o il berretto rosso; +alcuni son vestiti di rosso da capo a piedi, +ma tutti hanno un cencio rosso in qualche +parte. Di religiosità non mostrano traccie; +molti ostentano odio verso ogni forma religiosa; +in parecchi si potrebbe facilmente +trovare un'esatta immagine dei demonî, +così sinistra appare la loro veste fiammante, +specialmente quando va unita ad uno +sguardo selvaggio ed audace.</p> + +<p>V'è un solo nome che li elettrizza: Garibaldi. +Esso ha su tutti loro una tale autorità +affascinante, da far veramente supporre, +non essendo possibile scorgervi cause +reali, una potenza diabolica a servizio della +sètta segreta.»<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_189" id="Page_189">[Pg 189]</a></span></p> +<p>Il medesimo monaco descrive i suoi colloquî +con Pantaleone, già francescano, e, +dopo Marsala, cappellano di Garibaldi, al +quale serviva da segretario e scriveva +proclami, un siciliano schietto, di buon +umore e di estrema vivacità. Fu proprio +lui che trovò, per il primo, il grido di battaglia: +Roma o morte! Del che egli stesso +si vantava col nostro monaco, il quale dovè, +del resto, a lui la sua salvezza. Pantaleone +era forte e ben fatto; portava un berretto +di pelle d'orso, detto <i>all'Orsini</i>, senza tesa, +alla maniera armena; sulla camicia rossa +recava, specialmente in battaglia, una +giacca nera abbottonata, per non offrire +un bersaglio al nemico. Aveva poi stivaloni +e pantaloni scuri, al fianco una grande +sciabola e al collo, attaccato ad una catena, +un fischio per far segnali. Parlava +con facilità sorprendente, con uno stile figurato +ed elegante, sopra una infinità di +argomenti. Soleva dire, assai spesso, che la +religione cattolica è contro natura, che il +papato è una menzogna, una frode che ha +fatto il suo tempo e dovrebbe essere tolta +via. Egli aggiungeva che i preti non amano +le loro famiglie, che rinunciano all'amore +<span class="pagenum"><a name="Page_190" id="Page_190">[Pg 190]</a></span>coniugale, che deprimono e tengono soggetti +i popoli per mezzo di mille menzogne, +e via dicendo. Avendogli chiesto l'ingenuo +monaco se avesse già contratto matrimonio, +egli rispose: «Non ho trovato finora nessuna +donna che abbia conquistato il mio +cuore, e non so quando questo avverrà... +ma non potrà tardar molto ad accadere, +se non morrò prima. Togli via questa cocolla—diceva +poi al monaco—simbolo di +ignominia e di menzogna, e segui noi che +siamo gli uomini della verità. Noi siamo +i primi uomini della rivoluzione; è nostro +compito di distruggere il papato e di insegnare +le dottrine semplici del vero Cristo, +senza miracoli e senza umiliazioni»<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p> + + +<p class="center">IX.</p> + +<p>La presa di Monterotondo suscitò spavento +in Roma, dove più d'uno pensò a +porre al sicuro i proprî valori.</p> + +<p>La Giunta Insurrezionale Romana pubblicò +questo proclama (27 ottobre):</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_191" id="Page_191">[Pg 191]</a></span> +«Romani! Da tre giorni voi spargete—senza +armi, senza munizioni, animati solo +dal sentimento del dovere, forti del vostro +diritto—voi spargete timore e danno nelle +file di una feroce soldatesca, che sta pronta +alla lotta nei suoi quartieri, e mostrate così +all'Italia e al mondo che Roma, anche se +inerme, non può attaccare un'aperta battaglia, +sa scrivere col proprio sangue la +protesta contro il suo martirio. Nella prima +notte del 22 avete scoperte e portate via +le poche armi che servivano per la vostra +difesa; avete costretto il nemico ad aprire +la Porta S. Paolo, avete risolutamente assalito +la guardia del Campidoglio e vendicato +così i vostri morti, abbattendo tutti +quegli avversarî che han potuto raggiungere +le vostre armi. Una parte della caserma, +Serristori saltò in aria, minata dalla +vostra mano, e seppellì non pochi nemici +sotto le rovine.</p> + +<p>«In tutte le lotte a corpo a corpo il nemico +piegò sotto i vostri colpi. Sopratutto +seminarono il terrore nelle schiere nemiche +le vostre bombe Orsini. Nella notte del 23, +quando il nemico già si era messo sulle +difese, osaste assalire, in S. Pietro e Tommaso, +le pattuglie che accompagnavano i +prigionieri, e riusciste a liberarli. Ai Monti, +il sangue degli zuavi arrossò le strade; a +Ripetta, presso il Clementino, sulla piazza<span class="pagenum"><a name="Page_192" id="Page_192">[Pg 192]</a></span> +Sforza Cesarini e in altri luoghi, ufficiali +e soldati caddero colpiti da voi. Il governo +papale, nella vana speranza di far credere +all'Europa ingannata che Roma sia tranquilla, +vi ha, da una settimana, tenuto in un +effettivo stato d'assedio, senza osare di proclamarlo; +ma questo giuoco non poteva a +lungo durare, di fronte al vostro animoso +contegno, ed i vostri oppressori sono stati +forzati a riconoscere e dichiarare la vostra +ribellione e la loro paura.</p> + +<p>«Ieri fu dichiarato lo stato d'assedio e dato +l'ordine del generale disarmo, ma con quella +ipocrisia che è caratteristica principale del +governo pretesco. Roma è messa in stato +d'assedio e disarmata, non perchè i Romani +lottano e muoiono, ma perchè una banda +di uomini, introdottisi segretamente in città, +turba l'ordine pubblico e sparge il terrore +in una guarnigione di migliaia di soldati. +O menzogna! Romani furono uccisi al Campidoglio, +Romani i 200 prigionieri della porta +S. Paolo, Romani la vecchia e il bambino uccisi +nella caserma di Sora.</p> + +<p>«Mentre quella menzogna si faceva ogni +giorno più palese, il popolo di Trastevere, +memore del suo passato, scese in campo, +e afferrando con mano febbrile le poche +armi restate in suo potere, si chiuse in una +delle sue case come in una fortezza, e sfidò +tutto l'esercito pontificio ad una lotta leale<span class="pagenum"><a name="Page_193" id="Page_193">[Pg 193]</a></span> +e cruenta. Erano cinquanta contro mille; +ogni strumento, ogni arnese era un'arma, +e per quattro ore resisterono. Il popolo +inerme cercava di portar loro soccorso, ma +ogni accesso era chiuso; impossibile avvicinarsi +ai combattenti. Il numero soverchiò +finalmente il valore; gli zuavi riuscirono, +mentre già avevan veduto la strada seminata +di cadaveri dei loro compagni, a penetrar +nell'interno della casa, e allora non +diedero quartiere. Nessuna ferocia potrebbe +paragonarsi a quella di questi crociati del +vicario di Cristo. Tutto fu massacrato: la +famiglia Aiani, donne e bambini, senza pietà +trucidata; i feriti con pochi colpi finiti di +uccidere. Il Papa Re può benedire questo +bagno sanguinoso e ringraziare il Signore.</p> + +<p>«Romani! Era necessario dare una risposta +di sangue alla proclamazione dello +stato d'assedio, e voi l'avete data; era necessario +porre tra voi ed il Papa una barriera +di cadaveri, ed uno solo dei massacrati +di Trastevere basterebbe a provare al +mondo che non è più possibile una conciliazione +fra Roma e i suoi tiranni. Se ciò +non basta, se l'Italia non si affretta ed esita, +se la vittoria non deve arriderci ancora, +non sarà colpa nostra; noi avremo compiuto +intero il nostro dovere, e questa pagina +rimarrà nella nostra Storia. Ma abbiate +fiducia: Garibaldi è alle porte; l'intervento<span class="pagenum"><a name="Page_194" id="Page_194">[Pg 194]</a></span> +francese sembra scongiurato; tutta l'Italia, +Governo e Popolo, sta per riunire le sue +forze ad uno scopo unico: Roma. Noi non +saremo abbandonati. E' impossibile che +questa esitazione si prolunghi; è impossibile +che questo conflitto non termini colla +proclamazione di Roma a capitale d'Italia».</p> + +<blockquote><p>Roma, 27 ottobre 1867.</p></blockquote> + +<p>Ma la speranza di avere scongiurato l'intervento +francese dovette essere presto abbandonata. +L'opinione pubblica in Francia +sembrava favorevole a questa; solo i ministri +Duruy e La Valette erano contrari, +e parlavano in pro della causa italiana.</p> + +<p>Il 24 ottobre, il papa ricevette, per mezzo +del suo nunzio a Parigi, una netta dichiarazione +dall'Imperatore, al quale aveva fatto +conoscere le disperate condizioni di Roma, +e Monstier, il 25, partecipò alle potenze che +la Francia interveniva, perchè era stata commessa +un'infrazione al trattato di settembre. +Invano Vittorio Emanuele aveva tentato +di provocare un intervento misto, non +ottenendo che di ritardare la partenza della +flotta da Tolone; ma il 26 ottobre il comando +fu dato, e le corazzate francesi navigarono +verso Civitavecchia.</p> + +<p>In questa crisi, dal suo esito sembrava +dipendere la sorte della sua monarchia, si +risolse finalmente il Re al passo che da<span class="pagenum"><a name="Page_195" id="Page_195">[Pg 195]</a></span> +molto tempo avrebbe dovuto fare, cioè a +mettersi deliberatamente dalla parte della +legalità, ed a mettere un argine, per mezzo +della violenza, al movimento rivoluzionario +di Garibaldi.</p> + +<p>Chiamato, il 27 ottobre, Menabrea al +nuovo Ministero, egli pose un termine all'anarchia +ministeriale, e pubblicò il seguente +proclama:</p> + +<p>«Italiani! Delle schiere di volontari, esaltate +e trascinate per opera di un partito, +hanno, senza l'autorizzazione mia e del mio +Governo, varcato i confini dello Stato. Il rispetto +che tutti i cittadini debbono alle leggi +e ai trattati internazionali, approvati da me +e dal mio Parlamento, esige, in questa occasione, +da noi il compimento di un indeclinabile +dovere.</p> + +<p>«L'Europa sa che la bandiera, spiegata +nel paese confinante col nostro, e sulla quale +sta scritto distruzione della più alta autorità +spirituale, quella del Capo della Religione +Cattolica, non è la mia. Questo attentato +pone la patria in grave pericolo e mi +obbliga insieme a salvare l'onore del paese +e ad impedire che siano confusi due scopi +e due indirizzi diversi.</p> + +<p>«L'Italia deve essere posta al sicuro dai +pericoli che la minacciano; l'Europa deve +vedere che l'Italia, fedele ai suoi impegni,<span class="pagenum"><a name="Page_196" id="Page_196">[Pg 196]</a></span> +non può e non vuole essere la disturbatrice +dell'ordine pubblico.</p> + +<p>«Una guerra coi nostri alleati sarebbe +una lotta fraterna fra due eserciti, che han +combattuto, l'uno a fianco dell'altro, per la +medesima causa.</p> + +<p>«Io, che sono arbitro della pace e della +guerra, non potrei tollerarlo. Confido quindi +che la voce della ragione venga ascoltata, +e che quei cittadini d'Italia, che dimenticarono +i loro doveri, ritornino presto nelle +file del nostro esercito.</p> + +<p>«I pericoli, a cui il turbamento dell'ordine +e inopportune risoluzioni potrebbero +esporci, debbono essere scongiurati, e rigidamente +mantenuti il prestigio del Governo +e l'inviolabilità delle leggi.</p> + +<p>«L'onore del Paese riposa nelle mie mani, +e non mi può, ora, mancare quella fiducia +che in me ripose la nazione nei giorni del +suo più profondo lutto.</p> + +<p>«Appena sarà tornata la pace negli animi +e l'ordine pubblico sarà ristabilito completamente, +il mio Governo si occuperà, con +sincero vigore, in collaborazione col Governo +francese, per giungere ad un pratico +accordo, atto a porre un termine alla grave +questione romana.</p> + +<p>«Italiani! Non dubito della vostra prudenza, +quella prudenza che dimostraste sempre +per l'amore del Vostro Re, e per questa<span class="pagenum"><a name="Page_197" id="Page_197">[Pg 197]</a></span> +Grande Patria, che noi, grazie ai comuni +sacrifici, abbiam visto tornare ad essere +annoverata fra le nazioni, e che vogliamo +tramandare illesa e onorata alle future generazioni».</p> + +<p>Febbrile divenne l'agitazione a Firenze. +Si tumultuava per le vie. Si gridava: «Abbasso +il Ministero Menabrea! Vogliamo Crispi, +e andare avanti!» Si desiderava una +guerra colla Francia: «Vogliamo Roma, +capitale d'Italia! Viva Garibaldi! Viva +l'esercito italiano in Campidoglio!» Le +truppe mantenevano l'ordine. Severi comandi +furon trasmessi ai confini per disarmare +le bande e cacciarle nell'interno. Ora +soltanto si chiusero gli uffici di arruolamento +e si sciolse il Comitato rivoluzionario.</p> + +<p>La situazione di Garibaldi diveniva disperata; +egli non aveva forze sufficienti per +gettarsi subito su Roma, dove, fin dal 27 ottobre, +le truppe pontificie si andavano concentrando. +Ora nulla più impediva che, dove +queste si ritiravano, le schiere garibaldine +avanzassero; che, il 28, Nicotera occupasse +Frosinone e, il giorno seguente, Velletri; che +Acerbi rientrasse in Viterbo; che Antinori, +Pianciani e Orsini entrassero in Palestrina, +Subiaco e Tivoli, dove si costituivano dei +governi provvisori. Ora, quale significato +poteva più avere l'invasione spinta fin sotto<span class="pagenum"><a name="Page_198" id="Page_198">[Pg 198]</a></span> +le mura di Roma, se i Francesi si avvicinavano, +e il Governo italiano, che non aveva +saputo frenare, anzi, che aveva armato questi +corpi franchi, si rivolgeva contro di +essi e li dichiarava nemici dello Stato?</p> + +<p>Solo l'Aniene separava ormai Garibaldi +da Roma. Il ponte Salaro era stato fatto +saltare. Un tempo i Goti avevano distrutto +questo ponte e Narsete l'aveva ricostruito; +molte volte, nel corso dei secoli, esso fu tagliato +e restaurato; l'ultima volta erano +stati i Napoletani che l'avevano fatto saltare +in aria ritirandosi da Roma nel 1798; +anche l'iscrizione di Narsete si perde. Ora +i suoi archi sono di nuovo ruinati nella +corrente, offrendo un pittoresco spettacolo +al viaggiatore.</p> + +<p>Garibaldi fe' trincerare Monte Rotondo +e Mentana, incerto sul da farsi. Egli si recò +subito a Marciano e al Casino Santa Colomba, +sulla via ferroviaria, a sette miglia da +Roma.</p> + +<p>I suoi bersaglieri avamposti erano sull'altra +riva dell'Aniene, di là dal ponte, +presso la bella torre de' Pazzi, e si avventuravano +prudentemente fin sulle rive del +fiume, per scambiar qualche fucilata con +i papalini.</p> + +<p>Il vecchio eroe popolare si aggirava intorno +le mura di Roma, mentre ancora +erano vivi i ricordi del 1848. Si narrava,<span class="pagenum"><a name="Page_199" id="Page_199">[Pg 199]</a></span> +in Roma, che egli si fosse introdotto travestito +in città e due notti avesse passato +a Palazzo Piombino. Si diceva che egli +avesse giurato di penetrare in Roma attraverso +quella stessa porta S. Giovanni, per +la quale si era ritirato nel 1849. Fu allora +che la sua fuga a San Marino e nella Pineta +di Ravenna pose le basi della fama +di questo duce nazionale, che così meravigliosamente +ha rinnovato nel nostro tempo +le imprese degli antichi condottieri. Erano +passati da quel tempo diciotto anni. Quanti +rivolgimenti si erano operati in Italia in +questo spazio di tempo, quante strane vicende +nella sua esistenza! Dapprima, anni +infelici di reazione e di disperazione, ma +anche di incessanti congiure, di nascosto +lavorìo per il raggiungimento dell'ideale +nazionale. Poi, dopochè la caduta di Venezia +distrusse anche l'ultimo sogno di liberazione +italiana, l'esilio di Garibaldi in America, +dove con onorevole lavoro egli dovè +guadagnarsi il pane; poi, sette anni dopo, +il primo raggio di speranza col prender +parte il Piemonte alla guerra di Crimea; +ritorno di Garibaldi; l'alleanza della Francia +nella insperata guerra d'indipendenza; +il precipitoso crollo dei troni italiani; la +sua spedizione in Sicilia con i mille; il suo +ingresso in Napoli, che costituì il momento +più brillante di tutta la sua vita, fatti questi<span class="pagenum"><a name="Page_200" id="Page_200">[Pg 200]</a></span> +che somigliavano più ad una romanza normanna che +alla verità storica; la violenta annessione +delle Marche, della Romagna, dell'Umbria; +l'Unità italiana; la convenzione +di settembre; Firenze capitale; Garibaldi +in nuovo contrasto col Governo, nella solitudine +di Caprera; la catastrofe disperata +di Aspromonte; prigionia e angosce a Varignano; +di nuovo Caprera; la seconda insperata +guerra d'Indipendenza, coll'aiuto della +Prussia! Venezia libera, l'Italia libera, fino +all'Adriatico; non rimaneva che Roma, per +compiere la realizzazione del sogno di unità +del secolo <span class="smcap">XIX</span>.</p> + +<p>Garibaldi rivedeva ora, dopo 18 anni, questa +Roma; egli era al suo cospetto, alla +testa di nuove schiere di volontari, avendo +di nuovo concepito il disegno audace di +conquistarla. Egli giustificava la sua illegale +impresa attuale proprio con quella +data: 1849, e si chiamava generale dei Romani, +come altri si erano detti, un tempo, +re dei Romani. Ma le condizioni erano del +tutto mutate; diciotto anni prima egli difendeva +Roma; ora l'assediava e aveva a +combattere con quei Francesi che, 18 anni +prima, aveva combattuto sotto le mura di +Roma; ed anche questa volta essi erano sbarcati +a Civitavecchia, per penetrare in Roma. +Il medesimo Napoleone li mandava per difendere +lo stesso Pio IX, e sotto la sua protezione<span class="pagenum"><a name="Page_201" id="Page_201">[Pg 201]</a></span> +viveva quel Francesco II, che egli +aveva cacciato da Napoli. Degli uomini +del '48 rimanevano ancora Pio IX, Napoleone, +Garibaldi, Mazzini, tutti ancora alla +testa delle varie tendenze e correnti dell'epoca. +Altri erano morti, come Manin, +Balbo, Gioberti, Cavour.</p> + +<p>Il 28 ottobre, la flotta francese apparve +in Civitavecchia; il mare agitato ritardò +di alcune ore lo sbarco, il 29, ciò che impressionò +molto il partito clericale.</p> + +<p>Un proclama del comandante generale +De Failly, che era stato preceduto in Roma +dai generali Polhès e Dumont, fu affisso +il 30 per le strade di Roma; esso era così +concepito: «Romani! L'Imperatore Napoleone +manda per la seconda volta in +Roma un corpo di spedizione, per difendere +il Santo Padre e il trono pontificio +dagli attacchi delle bande rivoluzionarie. +Voi ci conoscete da lungo tempo; noi compiamo +soltanto una missione morale e disinteressata. +Vi aiuteremo a ristabilire la +tranquillità e la fiducia nella cittadinanza. +I nostri soldati rispetteranno, come prima, +le vostre persone, i vostri costumi, le vostre +leggi.</p> + +<blockquote><p>«Civitavecchia, 29 ottobre.</p> +</blockquote> + +<p style="text-indent:55%">«Il Comandante Generale</p> +<p style="text-indent:50%"> del Corpo di spedizione francese</p> +<p style="text-indent:60%" class="smcap">De Failly».</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_202" id="Page_202">[Pg 202]</a></span></p> + +<p>Il proclama fu letto dagli uni con soddisfazione, +dagli altri con muto sdegno.</p> + +<p>Ecco l'ordine del giorno che Garibaldi +emise quello stesso 29 ottobre a Santa Colomba, +prima che avesse avuto notizia che +i Francesi già erano sbarcati a Civitavecchia.</p> + +<p>«<span class="smcap">Corpo dei volontarii italiani</span>.</p> + +<p style="text-align:right">«Quartiere generale S. Colomba, 29 ottobre.</p> + +<p>«Gli Americani lottarono per 14 anni +per conquistare l'indipendenza, e per farsi +il più libero e potente popolo della terra; +i Greci lottarono 11 anni e più, e così tutte +le nazioni, che vogliono redimersi a indipendenza +e unità, e non piegare e cadere +in quella prostrazione, a cui era stata condannata +la patria nostra dalla preponderanza +straniera. Il popolo italiano, dopo il +sublime slancio del '48, in pochi mesi si +esaurì, e il piccolo insuccesso di Custoza +lo fe' retrocedere di molto sulla strada gloriosa.</p> + +<p>«La battaglia di Novara terminò la disgrazia +d'Italia, e senza le famose difese +di Venezia e di Roma, la storia di quella +guerra sarebbe stata più che triste per noi.</p> + +<p>«Noi siamo impegnati in una lotta col +più intollerabile di tutti i governi, mentre +alle nostre spalle ne sta un altro, simile a +quello. Intorno abbiamo la corruzione, la<span class="pagenum"><a name="Page_203" id="Page_203">[Pg 203]</a></span> +disonestà, la viltà. Mentre un governo sparge +menzogne sul conto dell'altro, l'uno e l'altro +cercano un pretesto per schiacciare questo +manipolo di volontari, che sono gli araldi +magnanimi della coscienza nazionale.</p> + +<p>«Dal disordine della nostra organizzazione +provennero dapprima conflitti, il ripetere +dei quali sarebbe vergognoso, ed anche +in questo io riconosco la mano del tradimento, +che ci vuole distruggere.</p> + +<p>«A queste schiere di volontari, che offrono +al mondo un così nobile spettacolo e +che già han costretto schiere mercenarie +a venire dall'estero a Roma e a far saltare +i ponti che vi conducono, conviene un contegno +che sia degno della loro alta missione. +Dolori, privazioni, pericoli saranno gradito +tema dei vostri discorsi, quando ritornerete +alle vostre famiglie; e alle vostre donne, +o giovani, racconterete con fronte più fiera +le eroiche imprese da voi compiute. Ed +ora affrettiamoci all'impresa che speriamo +propizia!»</p> + +<p>I liberali avevano sperato che l'occupazione +francese si dovesse limitare a Civitavecchia; +ma s'ingannavano. Napoleone +aveva ora trovato il coraggio di dichiararsi +alleato dei gesuiti e salvatore del +Papato. Il 30 ottobre nel pomeriggio, i primi +battaglioni francesi entrarono in Roma al +suono delle fanfare. Scesero dal Quirinale,<span class="pagenum"><a name="Page_204" id="Page_204">[Pg 204]</a></span> +circondati dai legittimisti e dai papalini, i +quali erano andati loro incontro fino alla +stazione ferroviaria, per festeggiare un +trionfo da lungo tempo atteso. L'aspetto +di queste truppe era fosco e punto famigliare, +come quello di gente che entra in +terra nemica e ne sente l'odio su di sè. +Molta gente era per le vie, ma silenziosa. +Non una voce si levò.</p> + +<p>Il 30 ottobre 1867 fu un triste giorno +nella storia d'Italia; esso segnò un profondo +esaurimento morale ed un grande +regresso. Non era ancora passato un anno, +dacchè i Francesi erano stati costretti, dalle +condizioni politiche e dalla logica delle +opinioni e dei fatti, ad abbandonare Roma. +Allora tutto il mondo si era rallegrato +coll'Italia, perchè finalmente questo giorno +era giunto, dopo secoli di aspirazioni e di +sforzi, verso l'indipendenza dalla dominazione +straniera. Anche questo era stato +illusione. I Francesi erano di nuovo sbarcati +nel paese, e la loro nuova occupazione +sembrava dire al mondo che l'Italia, incapace +a mantenere la sua libertà, era caduta +di nuovo per la propria debolezza nel +vassallaggio di un signore straniero.</p> + +<p>L'amarezza, la vergogna, la disperazione +dei patrioti non ebbero limiti. Si aspettava +la notizia dello scoppio della rivoluzione +a Firenze e della caduta di Vittorio Emanuele.<span class="pagenum"><a name="Page_205" id="Page_205">[Pg 205]</a></span> +Forse in questa crisi lo salvò la +risoluzione presa dal governo di far passare +anche all'esercito italiano i confini dello +Stato Pontificio. Gli Italiani toccarono li +30 Acquapendente, poi Civita Castellana, +Ceprano e Frosinone, dove ristabilivano +gli stemmi papali e vicino inalberavano +la bandiera tricolore. Questa fu l'unica +dimostrazione contro l'invasione francese, +che il governo italiano trovò la forza di +compiere; ma giunse di lì a poco un ordine +categorico da Parigi che ingiungeva agli +Italiani di ripassare i confini.</p> + + +<p class="center">X.</p> + +<p>Dopo il ritorno dei Francesi il governo +Pontificio mandò di nuovo le sue truppe +ad occupare i varii luoghi della Provincia, +dai quali erano stati chiamati per difendere +la capitale, e il 30 ottobre il Generale de +Courten stesso muoveva su Albano e Velletri, +dove le bande di Nicotera avevano +stabilito un governo provvisorio.</p> + +<p>Si voleva poi assalire Garibaldi stesso +con tutte le forze, sloggiarlo dalla sua +forte posizione e ricacciarlo oltre i confini. +Egli aveva raccolto intorno a Monte Rotondo +e Mentana circa 8000 uomini. Là +egli fu testimone degli avvenimenti che<span class="pagenum"><a name="Page_206" id="Page_206">[Pg 206]</a></span> +avvilirono la sua patria e costringevano +lui stesso a ripiegarsi ritirandosi sulle +truppe italiane e a deporre le armi o ad +attaccare audacemente i Francesi, i Pontificii +ed a soccombere.</p> + +<p>La sua situazione era disperata e insostenibile. +Egli aveva dovuto inasprire, chiedendo +loro contribuzioni, i villaggi della +Sabina, assai poveri e contrarî all'invasione, +la quale non offriva loro alcun vantaggio, +ma solo le conseguenze più tristi della rivoluzione; +mentre con ciò egli non era nemmeno +riuscito a diminuire l'asprezza +delle condizioni e la deplorevole miseria +delle sue schiere affamate. Si commisero +anche eccessi, in Monte Rotondo stesso. +Per dare un esempio, Garibaldi fece fucilare +due volontarî. Il popolo delle campagne +aveva per lui poca simpatia, e +riusciva difficile avere notizie e informazioni. +Le sue truppe non erano dunque al +caso di sostenere un serio urto coll'esercito +pontificio disciplinato e bene armato, spalleggiato +dalle truppe francesi. Avevano +poi avuto tempo di riaversi dalle fatiche +della guardia in Roma, ed erano fresche +e riposate.</p> + +<p>Le speranze e i disegni di Garibaldi si +dileguavano. Un uomo di così violente +passioni che non poteva ammettere separazione +fra l'idea e l'atto, aveva potuto<span class="pagenum"><a name="Page_207" id="Page_207">[Pg 207]</a></span> +sperare d'impadronirsi di Roma, finchè; +soltanto le truppe pontificie la difendessero +ma dopo la venuta dei Francesi, la più +audace fantasia doveva arrestarsi. L'intervento +francese e il passaggio dei confini +da parte dell'esercito italiano sottraevano +ormai a lui ogni terreno per un'ulteriore +azione extralegale. Egli vide in questi fatti +un piano concertato di reazione, e se ne +giudicò vittima. Prima si eran serviti di lui, +ora volevano schiacciarlo. Il proclama del +Re e di Menabrea gli mostrava che egli +dovea aspettarsi un secondo Aspromonte. +Messi da Firenze gli portavano la recisa +intimazione di deporre le armi e rientrare +nello Stato. Egli ricusò, e il primo novembre +pubblicò quest'ordine del giorno:</p> + +<p>«Il governo di Firenze ha lasciato occupare +il dominio Romano che noi avevamo +a prezzo di sangue prezioso conquistato, +sottratto ai nemici d'Italia. Noi +dobbiamo accogliere i nostri fratelli dell'esercito +coll'abituale cordialità, ed aiutarli +a cacciare da Roma i soldati stranieri che +sorreggono la tirannia. Se poi delle vergognose +trattative, continuazione della vile +convenzione di settembre, possono tanto +oltre dare autorità al gesuitismo e alla +sporca Consorteria, da costringerci a deporre +le armi in omaggio ed ubbidienza +al 2 dicembre, allora potrò ricordare al<span class="pagenum"><a name="Page_208" id="Page_208">[Pg 208]</a></span> +mondo che io, generale romano, creato +con pieni poteri dall'unico legittimo governo +della Repubblica Romana, per elezione +all'unanimità, io solo ho qui il diritto +a difendermi colle armi sul terreno della +mia giurisdizione; e che se questi miei +volontarî, campioni della libertà e dell'unità +d'Italia, chiedono Roma capitale d'Italia, +fedeli al voto del Parlamento e della Nazione, +essi non deporranno le armi che +quando la patria sarà compiuta, la libertà +di coscienza e di culto sollevata sulle rovine +del Necromantismo, e i mercenarî dei +tiranni fuor dei confini».</p> + +<p>Garibaldi, trovandosi fra i due eserciti +nemici, si sarebbe potuto ritirare, come si +sperava, su Corese, per lì deporre le armi +prima di essere attaccato dai Francesi e dai +Pontificî. Si dice che, infine a un certo +momento, volesse prender veramente questo +partito. Ma perchè voler portare le sue +truppe obbliquamente verso l'Appennino, +e non direttamente su Corese, dove la strada +non passa per Mentana? Si deve credere +che egli volesse recarsi in una località +qualsiasi del Regno per aspettarvi gli eventi, +o forse anche tentar di trascinarsi +dietro la nazione, sebbene il ricordo di +Aspromonte dovesse ammonirlo della inverosimiglianza +d'un buon successo. Effettivamente +notizie di fonte italiana spiegano<span class="pagenum"><a name="Page_209" id="Page_209">[Pg 209]</a></span> +che Garibaldi aveva concepito il +piano di ritrarsi coi suoi 8000 su Tivoli, +di riunirsi là colle bande di Nicotera e di +Orsini, e di gettarsi negli Abruzzi. Dicono +che con questo intendimento la notte del +2 novembre egli die' l'ordine di marciare +su Tivoli per Mentana. E' da notarsi che +una parte dei volontari già si era diretta +su Corese,—verosimilmente coloro non più +atti a combattere,—per raggiungere di là +la patria. In opposizione con questa versione +che è quella degli ufficiali garibaldini +Fabrizi, Mario, Missori, Menotti ed altri, +abbiamo quella del partito francese di Roma +che afferma che le forti posizioni, nelle +quali furono assaliti i Garibaldini il 3 novembre, +Monte Rotondo e Mentana, provano +che essi non furono sorpresi nella ritirata, +ma che aspettavano là il nemico.</p> + +<p>La versione italiana fu anche confermata +dalle notizie del Ministero della Guerra +Romano, il quale afferma che, mentre i +Garibaldini volevano operare a Tivoli il +loro congiungimento, furono attaccati. Garibaldi +poi confermò egli stesso questa +versione.</p> + +<p>Egli non cercò dunque la battaglia, ma +vi fu costretto; è ingiusto dunque il rimprovero +che gli è stato fatto di aver voluto +porre in giuoco senza scopo a Mentana il +sangue dei suoi soldati; e lo stesso si dica<span class="pagenum"><a name="Page_210" id="Page_210">[Pg 210]</a></span> +dell'accusa di aver voluto con quella battaglia +far scoppiare una guerra fra l'Italia +e la Francia; egli non aveva evidentemente +alcun sentore il 3 novembre che i Francesi +dovessero sostenere i Pontifici nell'attacco +imminente. E' certo anche che, se egli si +è voluto affermare forza indipendente e +superiore alla nazione, ha in parte implicitamente +reso possibile, e non voluto evitare, +lo scontro.</p> + +<p>All'atto del 3 novembre i Pontificî erano +usciti da Roma in numero di 3000 al +comando del generale Kanzler, seguiti dalla +brigata francese Polhès, forte di 2000 uomini, +per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne +le schiere volontarie. Garibaldi doveva +prender questo. Verso mezzogiorno i Pontifici +attaccarono, presso Mentana, gli avamposti +di Garibaldi (I Francesi erano per la +riserva). La sorpresa dei volontari, ai quali +venne assai tardiva la notizia dell'avvicinarsi +del nemico, e che si trovavano in marcia +per Tivoli, fu grande. Essi non sapevano +nemmeno dell'esistenza di truppe francesi +nei dintorni. Il combattimento s'impegnò +con uguale furore delle due parti. Due +grandi principî del mondo presente lottarono +quel giorno, nemici mortali; da un +lato il capo della rivoluzione nazionale e +della democrazia, alla testa delle sue schiere +volontarie composte anche di patriotti di<span class="pagenum"><a name="Page_211" id="Page_211">[Pg 211]</a></span> +antiche stirpi; dall'altro lato il difensore +del potere temporale dei Papi, con soldati +volontari delle più cattoliche regioni +d'Europa, molti dei quali animati da zelo +ardente di crociati, pieni di odio contro +l'Italia e la rivoluzione; figli questi in gran +parte di antiche case legittimiste di Francia, +del Belgio e della Polonia.</p> + +<p>Le proporzioni del fatto d'armi di Mentana +avrebbero potuto in altri tempi valergli +il nome di battaglia; ma ora esso ci sembra +di non grande entità numerica, se pensiamo +ai colossali movimenti di truppa di altre battaglie +contemporanee. Nondimeno questo +combattimento avrà per due ragioni significato +importante nella storia. Primo, perchè +in esso ci trovarono di fronte due +tendenze, due principî, due forze nettamente +opposte dell'epoca nostra; secondo perchè +chiuse tutto un periodo della Storia d'Italia +e del papato temporale.</p> + +<p>I volontari, male armati, indeboliti dalla +fame e dal freddo—alcuni eran ragazzi +di 15 o 17 anni—si batterono con eroico +valore, colla picca, la spada, la baionetta; +ma furono sloggiati dalle loro posizioni +dal reggimento di Zuavi. Si gettarono sotto +le mura della Vigna Santucci di fronte a +Mentana, ed anche di lì dovettero ritrarsi. +I cannoni pontificii e francesi, portati lassù +batterono allora furiosamente le mura del<span class="pagenum"><a name="Page_212" id="Page_212">[Pg 212]</a></span> +Castello, mentre i due cannoni di Garibaldi, +predati a Monterotondo, esaurirono +dopo 50 o 60 colpi le loro munizioni. +In queste condizioni i volontari fecero uno +sforzo disperato per prendere ai lati il +nemico con due forti colonne, tentativo +che riuscì, e verso le due e mezzo del +pomeriggio le truppe pontificie si videro +a mal partito, e nel combattimento si sarebbero +evidentemente cambiate le sorti, se +il generale romano non avesse chiamato +a soccorso la brigata francese. Anche se +il loro appoggio fosse stato inutile, si +sarebbe voluto mostrare che i Francesi +c'erano ed aiutavano validamente i papalini. +Essi avanzarono e coprirono i Garibaldini di +una fitta pioggia di proiettili dei loro <i>chassepots</i>.</p> + +<p>Il generale francese stesso scrivendo poi +al Ministero della Guerra, diceva <i>les chassepots +ont fait merveille.</i>, frase supremamente +inopportuna, anzi indelicata e villana, +che l'Italia non dimenticherà più. +I volontari furono sopraffatti; e dapprima +essi non credettero francesi i nuovi assalitori, +ma legionari d'Antibo; tanto era +lungi da loro il pensiero che Napoleone +permettesse ai suoi soldati di spargere +sangue italiano. Ma quando si sparse la +voce che i Francesi stessi attaccavano, i +volontari gettarono le armi e si dispersero<span class="pagenum"><a name="Page_213" id="Page_213">[Pg 213]</a></span> +in fuga. Solo un battaglione s'indugiò a +difendere le case, le barricate e il castello +baronale di Mentana. Così esso protesse la +ritirata che Garibaldi aveva cominciato su +Monterotondo. I Pontificii e i Francesi non +poterono penetrare nella forte posizione. +La notte lo circondarono, per rinnovare +l'attacco il mattino seguente, ma alle 5 fu +inalberata bandiera bianca: un capitano garibaldino +chiese, parlamentando col colonnello +francese del 59^o linea, libera uscita +con armi e bagagli; fu accordata libera +uscita, ma senza armi e bagagli. Una compagnia +francese doveva condurre la guarnigione +di Mentana, prigioniera di guerra, +a Corese, e consegnarla alle truppe italiane. +Così la lotta non fu in alcun modo +disonorevole. I vincitori stessi dovettero +riconoscere il valore mostrato dai vinti.</p> + +<p>Garibaldi stesso, che durante il combattimento +non si era mostrato nelle prime +file, ma aveva dovuto dare i comandi seduto +in carrozza, si era già ritirato con due +migliaia circa di soldati, quando fu dato +l'assalto a Mentana.</p> + +<p>Secondo dice Crispi, testimone oculare, +la sera del 3 novembre Garibaldi giunse +al ponte di Corese con 5000 nomini, se +pure questa cifra è esatta. Là depose le armi, +e il giorno seguente, per ordine superiore, +fu incarcerato a Figline presso Arezzo.<span class="pagenum"><a name="Page_214" id="Page_214">[Pg 214]</a></span> +Quando le truppe pontificie ed imperiali +la mattina del 4 mossero verso Monterotondo, +trovarono che il luogo era stato +sgombrato. Le perdite di Garibaldi furono +grandi; 1000 uomini giacevano morti o +feriti; circa 1400 prigionieri. Le perdite +francesi non ammontarono, secondo i rapporti +ufficiali, che a 2 morti e 36 feriti, +quelle dei pontifici a 30 morti e 103 feriti.</p> + +<p>La notizia della disfatta e della ritirata +di Garibaldi giunse a Roma la sera del +3, e si sparse il mattino seguente. Essa +provocò un'eccitazione di diverse nature. +I nazionali fremevano al pensiero che i +Francesi, alleati dell'Italia, avevan preso +parte alla lotta come gendarmi del Papa, +avevan tirato agl'Italiani come su bestie +feroci, ed avevan esperimentato le qualità +dei loro <i>chassepots</i> sui volontari quasi inermi. +Li commoveva il pensiero che l'esercito +regolare del Re, a poche miglia da Mentana, +doveva essere stato testimone della battaglia, +le armi al piede. Essi non sapevano +per quale delle due nazioni dovesse ritenersi +più vergognoso questo fatto d'armi, +per l'Italia o per la Francia. Nella storia +di Francia, la <i>meraviglia di Mentana</i>, +sarebbe certamente rimasta, tragico capitolo +della <i>Gesta clericorum per Francos</i>.</p> + +<p>La via Nomentana offriva il 4 novembre +un aspetto singolare. Centinaia di carrozze<span class="pagenum"><a name="Page_215" id="Page_215">[Pg 215]</a></span> +erano state portate nella notte, per la ricerca +dei feriti. Questi già dal mattino avevano +cominciato a venire a gruppi o alla spicciolata, +tristissimo spettacolo, e fra loro +erano anche delle piccole schiere vacillanti +di feriti più leggeri, a piedi o a cavallo. +Molti e molti Romani movevano loro incontro. +Non dimenticherò mai l'aspetto di +due garibaldini giacenti su un carretto che +procedeva lentamente, non so se morenti +o già morti. I loro volti già anneriti dalla +morte sembravano ancora contrarsi nell'ultimo +spasimo di dolore e di rabbia.</p> + +<p>Verso mezzodì arrivò il primo gruppo +di prigionieri, circa 400, scortato da papalini +e da francesi. Essi camminavano disinvolti, +con ostentata tranquillità. Uno dei +loro ufficiali, un bel giovane dalla camicia +rossa, camminava altero innanzi a loro. +Il popolo se lo additava dicendo che era +Menotti Garibaldi; ma sembra che non fosse +vero. Quegli uomini erano giunti finalmente +alla tanto sospirata Roma, ma in +altre condizioni da quelle che avevano +sognato; essi passarono attraverso la folla +silenziosa fino alla prigione sul Quirinale.</p> + +<p>Erano quasi tutti laceri o mal vestiti; +pochissimi indossavano la camicia rossa; +fra di essi ve ne erano molti straordinariamente +giovani. Il loro aspetto diceva una +odissea di privazioni e di dolori; su alcuni<span class="pagenum"><a name="Page_216" id="Page_216">[Pg 216]</a></span> +pallidi volti si leggeva ancora: Roma o +Morte! Facevano un effetto di profonda +commozione, che non avrebbero fatto se +fossero stati bene armati e ben vestiti.</p> + +<p>Io vidi il secondo gruppo di prigionieri, +di 600 uomini, passare il Ponte Nomentano +sull'Aniene. Essi sembravano in migliori +condizioni dei primi. La maggior +parte portavano la camicia rossa e il berretto +rosso; alcuni avevan su questo delle penne; +tutta la strada era illuminata da questi colori. +Vi eran fra loro anche degli uomini +maturi, dai capelli grigi, nell'uniforme della +Guardia Nazionale Italiana. I capitani portavano +ancora la spada, prova questa che +avevano capitolato onorevolmente. Essi tacevano +tutti; molti guardavano timidamente +la folla che era venuta loro incontro +da Roma. Un segnale dato dal corno avvisò +che era giunto il momento del riposo; i +soldati di scorta si stesero entro i fossati; +dei prigionieri, la maggior parte rimase in +piedi sulla via; alcuni si gettarono sulla +nuda terra di Roma; altri si accomodarono +a fianco dei papalini, i quali li lasciarono +fare in silenzio; tutta la scena rappresentava +un singolare quadro storico sul pittoresco +paesaggio dell'Aniene, presso il +vetusto e turrito ponte memore di Belisario. +Su di esso stanno incise le armi di quel +notevolissimo pontefice che fu Nicolò V,<span class="pagenum"><a name="Page_217" id="Page_217">[Pg 217]</a></span> +contro il governo del quale congiurò Stefano +Porcari, per morire poi in Castel +S. Angelo, per mano del carnefice. L'oro diffuso +e luminoso del sole irradiava la solenne +campagna, nel cui sfondo già biancheggiavan +di neve le maestose vette dell'Abruzzo.</p> + +<p>La marcia verso Roma di questi figli d'Italia +destinati al carcere di Castel S. Angelo +mi riportava il pensiero alle memorie della +prima fanciullezza, quando io vidi a migliaia +i vinti difensori della Polonia, dell'esercito +di Gielgrid, passare prigionieri il confine, +accompagnati dalle truppe prussiane.</p> + +<p>Dinanzi al mio sguardo si presentavano +di nuovo tutte le tragiche lotte dai popoli +combattute su questo grande territorio di +Roma, i secoli barbari del Medio Evo passati +su questa città, la cui storia io già +scrivevo da anni e ancora scrivo; e mi +prese un'infinita tristezza quando tornai a +considerare tutti quei prigionieri di guerra +incamminati per Roma.</p> + + +<p class="center">XI.</p> + +<p>Cinque giorni dopo la battaglia io mi recai +a Mentana con alcuni amici romani per +visitarla. Fu una passeggiata incantevole +attraverso la tranquilla campagna, sotto il<span class="pagenum"><a name="Page_218" id="Page_218">[Pg 218]</a></span> +sole puro e il cielo nitido di novembre. La +via Nomentana era animata soltanto da +gruppi di soldati. Sull'Aniene erano ancora +attendate le vedette francesi. Passavano +ancora carrozze che trasportavano feriti.</p> + +<p>Antiche tombe romane in rovina sorgono +nei campi che si attraversano, dove, secondo +l'uso remotissimo dei padri, i pastori abruzzesi +portano a pascolare le loro greggi. I +belati delle pecore e le note tenui delle +zampogne dei pastori riempiono l'aria di +lamento e il cuore del viandante di mistero, +sentimento che resta perennemente in +ognuno che abbia attraversato quella sacra +località.</p> + +<p>Qua e là si erge una torre baronale diroccata, +sulla cima di un verde colle, che +rammenta l'epoca feudale, quando Roma +era ancora una repubblica e il papa non +era in essa padrone assoluto. Raramente +si incontra qualche solitario casale adibito +in parte ad osteria, con una torre medioevale +a lato ed una cappella rustica. Ve ne +è una ad otto miglia da Roma, detta Capo +Bianco, che serve anche da taverna, ed ha +sulla porta un boschetto di verdi lauri. Non +era visibile un essere vivente; tutto sembrava +morto, intorno. Il conte L. vi aveva +mandato dei cavalli di ricambio, per poter +proseguire il viaggio rapidamente.<span class="pagenum"><a name="Page_219" id="Page_219">[Pg 219]</a></span></p> + +<p>Una strana e profonda gravità invase tutta +la comitiva quando ci cominciammo ad avvicinare +ai sanguinosi campi di Mentana. Io +ricordavo la sublime ode del Petrarca:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Italia mia, benchè il parlar sia indarno...<br /></span> +<span class="i0">Che fan qui tante peregrine spade?<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Donna E. diceva i versi del nobile Leopardi:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Piangi, che ben n'hai d'onde, Italia mia...<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Così una medesima querela discende da +Dante e da Petrarca fino a Leopardi e ai +dì nostri; quando potrà essa alfine cessare?</p> + +<p>Da Capo Bianco ci avanziamo sui pendii +dolci dei colli. Il paesaggio Sabino si spiega +dinanzi agli occhi come un gran panorama +di montagne di alto stile, verso cui sale +una maestosa distesa di campi, di colore +violetto nella lontananza, sulla quale si può +seguire collo sguardo il volo delle aquile +del Lazio. Si erge lì presso la possente +piramide di Monte Gennaro sopra Tivoli; +a destra i monti Prenestini, i monti Volsci, +e le belle alture di Frascati, tutto soffuso +di un tenue color di giacinto e piene d'una +maestà placida e classica.</p> + +<p>Qua e là sulla strada si trovano resti +dell'antico lastricato della via Nomentana, +in ben connessi poligoni di basalto. A dieci<span class="pagenum"><a name="Page_220" id="Page_220">[Pg 220]</a></span> +miglia da Roma si trova a sinistra su un +colle una solitaria torre guelfa senza edifici +adiacenti, costruita parte in peperino +nero, parte in mattoni rossi, che è una proprietà +della regione.</p> + +<p>A destra sorge Monte Gentile, un casale +di bell'aspetto, con torre, già castello degli +Orsini, come lo mostra il nome assai frequente +in quella famiglia; nel XV secolo, +Capocci e Stefaneschi lo distrussero e lo abbandonarono. +Nulla di più attraente di questi +turriti casali romani, perduti nella melanconia +di questa deserta e grandiosa campagna, +così singolari e così classici, di cui +Walter Scott si sarebbe certo innamorato.</p> + +<p>Superando un'altura, si giunge al bosco +di Mentana, un bosco di quercie tedesche, +che qui sono rimaste nane. Già in questo +luogo, e poi per tutta la strada fino al paese, +noi vedemmo, per i fossi e i cespugli, una +quantità straordinaria di cartuccie. Queste, +e degli alberi abbattuti, erano l'unica traccia +del combattimento, perchè i morti già +erano stati seppelliti, ed i feriti ricoverati +negli ospedali.</p> + +<p>Mentana appare dietro questa boscaglia; +prima la Vigna Santucci colle sue mura +bianche, dove si combattè così aspramente; +poi una cappella sulla strada, ancora piena +di paglia, sulla quale più di un ferito trovò +la morte. Il palazzo baronale degli Orsini<span class="pagenum"><a name="Page_221" id="Page_221">[Pg 221]</a></span> +sorge nello sfondo, simile ad una fortezza, +con torri e merli, sul pendìo verde d'un +colle, solitario e fiero come un ricovero di +briganti; il paese è ancora nascosto da +piccole alture. In basso la valle è fosca, +circondata da colli sparsi qua e là di olivi +e vigneti; ma tutto ha un aspetto selvaggio, +sinistro ma, pittoresco.</p> + +<p>Una strada conduce su per uno sperone +di rupi giallastre. Ora si vede il paese, +una fila di case senza interesse, simile +ai <i>castelli</i> dei monti Sabini, che spirano +tanta miseria e desolazione; si direbbero +dipendenze del castello feudale, che una +volta il signore vi ha annesso per comodo +proprio, e dato ai suoi vassalli per abitazione. +Dinanzi al palazzo sta la chiesa gentilizia. +Essa era aperta e già riconsacrata +e molti feriti vi erano morti; fra gli altri, +un belga che era venuto a Roma e si era +arruolato fra gli zuavi pochi giorni prima +la battaglia. Una palla gli aveva spaccato il +cranio; diciassette ferite gli avevano trapassato +il corpo. Su un pezzo di carta, trovato +presso di lui, stava scritto: <i>le comte +d'Erb, fils du duque d'Erb.</i></p> + +<p>Dalla porta della Chiesa si accede al +piazzale di fronte al castello, dove si vede +una colonna senza capitello, intorno alla +quale giacciono delle bisaccie militari. Qua +e là, rovine marmoree dell'antico <i>Nomentum</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_222" id="Page_222">[Pg 222]</a></span> +Sulla parete esterna della chiesa una +statua mutilata che il popolo chiama San +Giorgio. Il castello era pieno di soldati +francesi, i quali si esercitavano coi loro +fucili ad ago, che vantavano tanto, affermando +che senza di quelli i Pontificii non +avrebbero mai preso Mentana.</p> + +<p>Entrammo nel castello che rivela parecchie +epoche architettoniche. La parte +più antica, formata dalle torri rotonde, mostra +la maniera di costruzione del secolo +<span class="smcap">XIII</span>, che a Roma chiamano <i>saraceno</i>; +cioè, queste torri son fatte di frammenti +di peperino e di altri varî materiali +di riempimento, fra cui pezzi di marmo. +La parte anteriore del castello è invece +assai più recente, ed ha finestre in stile +rinascimento. I merli sono mezzo rovinati, +alcuni furono fracassati dalle palle di +cannone. In complesso, l'edificio appare +come un castello baronale del medio evo, di +prim'ordine. Sul portale stan le armi di +Sisto V, o meglio di suo nipote Michele +Peretti, al quale gli Orsini avevano venduto +Mentana. Sulla porta giacevano ancora +resti di fucili garibaldini, che gli assediati +avevano spezzati, secondo l'uso guerresco, +prima di capitolare.</p> + +<p>Nell'interno, scale in rovina e stanze +colle pareti squarciate dalle bombe. Nel cortile +del castello le guardie francesi offrivano<span class="pagenum"><a name="Page_223" id="Page_223">[Pg 223]</a></span> +un pittoresco colpo d'occhio; stavano +preparando il pranzo, tutte affaccendate +intorno ad un fuoco che attizzavano +con le bacchette dei fucili garibaldini. +Ci furono portate delle palle di fucile, che +avremmo facilmente potuto raccogliere per +terra, di forma conica, di armi rigate o di +<i>chassepot</i>; raramente se ne trovavano di +quelle solite rotonde dei fucili garibaldini. +Noi visitammo il piccolo solitario paese. I suoi +abitanti erano rimasti per 15 ore nascosti +nelle cantine, in preda allo spavento, mentre +le palle rimbalzavano come grandine sui +tetti. Vi fu un'eccezione; in una casa, una +bomba aveva squarciato la parete di una stanza: +ebbene, vi furono trovati donne e bambini +tranquillamente seduti, come se nulla +fosse accaduto. Ci fu detto che i garibaldini +avevano occupato il borgo per otto +giorni. Una donna ci raccontò che fra di +essi vi erano dei signori simpatici, che pagavano +quello che chiedevano, e aggiunse che +un capitano aveva pagato un pollo 25 soldi, +del che era rimasta molto soddisfatta. Altri +non avevano potuto pagare nulla davvero, +perchè non possedevano un soldo +in tasca.</p> + +<p>Noi riandammo col pensiero le vicende +storiche di questo paesetto Sabino, che era +pur ora tornato ad avere una parte nella +storia non indipendente da quella che un<span class="pagenum"><a name="Page_224" id="Page_224">[Pg 224]</a></span> +tempo vi aveva avuta; ricordammo che +già una volta i Franchi vi erano venuti +per salvare un papa minacciato ed il suo +potere temporale; che questo salvatore era +stato Carlomagno. La località stessa dava +agio di ricostruirne la storia.</p> + +<p>Nell'antichità si era chiamata <i>Nomentum</i>. +Da questo ebbe nome la strada, <i>Nomentana</i>, +la quale però non apparteneva +alle grandi strade romane, perchè presso +Ereto, sotto <i>Nomentum</i>, si congiungeva +alla Via Salara, presso l'attuale Monterotondo.</p> + +<p>Più antica di Roma medesima, contemporanea +di Fidene e di Crustumeria, i Romani +la ritenevano come una delle colonie del +re Latino Silvio di Albalonga, il quale +certo conquistò quella regione sabina. +Prese parte all'alleanza dei Latini contro +Roma, in favore dei Tarquinii scacciati. +Dopo la battaglia al lago Regillo, che stabilì +l'egemonia della Repubblica Romana +sul Lazio, <i>Nomentum</i> divenne un municipio +romano. Questa città Sabina era però +troppo piccola per potere avere una parte +importante nella storia di Roma. È noto +che Ovidio, Seneca e Marziale avevano possessi +nel suo territorio. L'aria vi era salubre, +il vino buono, e nelle vicinanze si trovavano +sorgenti termali.<span class="pagenum"><a name="Page_225" id="Page_225">[Pg 225]</a></span></p> + +<p>Nell'epoca cristiana dell'Impero germanico, +<i>Nomentum</i> divenne presto un vescovado; +lì presso, erano gli altri vescovadi +di Fidene, oggi Castel Giubileo, <i>Cures</i>, e <i>Forum +Novum</i>, che sussiste ancora. La serie +dei vescovi nomentani va dal 415 al 964, +nel quale anno si sospese la nomina dei +vescovi, il che prova che la città era del +tutto decaduta. Essa si era conservata, del +resto, per ignote ragioni, più a lungo delle +altre antiche città delle immediate vicinanze +di Roma, le quali, al tempo delle invasioni +barbariche, scomparvero. <i>Eretum Crostumeria</i>, +<i>Fidene</i>, <i>Gabii</i>, <i>Ficulea</i>, <i>Antemna</i> +sono sparite senza lasciar traccie. Anche +l'antica famosa <i>Cures</i>, patria di Numa, decadde +al tempo dei Longobardi, e vive ancora +solo nel nome di Correse.</p> + +<p>Nomentana esisteva ancora nell'anno 800 +col suo nome antico, sebbene già fosse +radicalmente cambiata; il 23 novembre di +quell'anno Carlomagno, ch'era diretto a +Roma per farsi incoronare in San Pietro, +vi si fermò. La sua dimora in quel luogo, nello +stesso mese di novembre, nel quale 1067 +anni dopo delle bande di volontarii italiani +tentavano di abbattere il dominio pontificio, +che Carlomagno aveva fondato, ci +sembra un fatto abbastanza strano e notevole.<span class="pagenum"><a name="Page_226" id="Page_226">[Pg 226]</a></span></p> + +<p>La lotta degl'Italiani e dei Romani contro +il potere temporale dei Papi cominciò +già in quel tempo, poichè quel potere temporale +era stato stabilito per il primo intervento +di Pipino in Italia a favore della +città di Roma, minacciata dai Longobardi. +La storia dell'umanità non offre esempi di +un'altra lotta di così lunga durata intorno +ad un unico ed inalterato principio.</p> + +<p>La ragione del viaggio di Carlomagno +a Roma era la seguente. Papa Leone III, +successore di Adriano, era stato, in seguito +ad una congiura di nobili romani, fra i +quali i nipoti stessi di Adriano primeggiavano, +cacciato da Roma, dopo un tentativo +di ucciderlo. Era fuggito prima a Spoleto, +e di là si era ritirato a Paderborn. Il gran +monarca rimandò anzitutto il fuggiasco +con ambasciatori franchi a Roma, dove gli +aristocratici, che si erano impadroniti del +governo, non opposero alcun ostacolo al +suo ritorno: ma, spaventati per l'imminente +intervento, si sottoposero al processo +e al giudizio di questi plenipotenziarii. Essi +decisero in favore del Papa, ma i ribelli +condannati si appellarono a Carlo, e questi +venne solo un anno dopo, come aveva +promesso a Leone, per tenere in Roma il +suo tribunale, che il Papa, suo sottoposto +in ogni questione temporale, ugualmente +riconobbe.<span class="pagenum"><a name="Page_227" id="Page_227">[Pg 227]</a></span></p> + +<p>Carlo calò col suo esercito nella Sabina, +e sostò a Mentana per venire a Roma, non +per la via Salara, ma per la Nomentana.</p> + +<p>Questo prova solo che quel luogo aveva +anche allora molta importanza perchè era +la sola sede episcopale della regione Sabina. +Da ciò si può dedurre che Monterotondo +che dista solo mezz'ora da Mentana, ed è +molto più grande e più abitabile di quella, +nell'ottocento non esisteva ancora. Veramente +si era creduto di riconoscere in Monterotondo +l'antica <i>Eretum</i>; ma il Nibby si è +pronunziato, con seri buoni argomenti, contro +questa opinione, ed ha provato che quella +località ha avuto origine soltanto nel più tardo +medio evo. La Sabina formava originariamente +una parte del ducato di Spoleto; +Carlomagno l'aveva regalata al Papa, e +solo molto più tardi la trasse in suo potere. +Ma molto relativa era questa sua potenza +sul territorio sabino prossimo a Roma. +Tutta la regione era stata spaventosamente +devastata, nel <span class="smcap">IV</span> secolo, dall'invasione +dei Longobardi: le sue città erano +già quasi tutte decadute; nell'ottavo e nono +secolo i documenti delle diocesi dimostrano +che esse non erano più città, ma borghi.</p> + +<p>Leone III era andato solennemente incontro +a Carlo a <i>Nomentum</i> con i maggiori +dignitarii della chiesa, una parte della +nobiltà e della milizia cittadina e molto popolo.<span class="pagenum"><a name="Page_228" id="Page_228">[Pg 228]</a></span> +Carlo giunse a <i>Nomentum</i> il 23 novembre +800. Egli pranzò col Papa, dopo +di che questi tornò a Roma per preparare +il solenne ricevimento del monarca +in S. Pietro, per il giorno seguente, mentre +Carlo pernottò nel paese. In qual palazzo +fece Carlo il suo pranzo col Papa, +e dove passò la notte?</p> + +<p><i>Nomentum</i> era, mille anni fa, certamente +più popolata di ora; e se l'antica città si +trovava nella stessa ubicazione, in cui si +trova oggi la miserabile fila di case presso +al castello degli Orsini, essa poteva offrire, +in piccolo, l'aspetto di tutte le altre città +di quel tempo: rovine dell'antichità, tempi +distrutti o trasformati ad altro culto, e +palazzi di antica signoria, a fianco di tugurî +abitati da una nuova generazione.</p> + +<p>A <i>Nomentum</i> non risiedeva un conte; +forse un tribuno, per analogia con altre +città, vi aveva giurisdizione, se il paese +però—cosa di cui dubito—era ancora +abbastanza grande da essere sede di un +tribuno. Non ci erano ancora stirpi baronali, +nel senso del medio evo più vicino +a noi. Soltanto 150 anni dopo si trova in +<i>Nomentum</i> la stirpe dei Crescenzi, ricca +e perciò dominante. Perciò indubbiamente +abitò Carlo nella curia vescovile, la residenza, +certo molto patriarcale, del vescovo +di Mentana.<span class="pagenum"><a name="Page_229" id="Page_229">[Pg 229]</a></span></p> + +<p>Fu dunque di là che il più grande dominatore +dell'Occidente scese a Roma, il 24 +novembre 800, e fu là che egli sostò prima +di recarsi all'incoronazione. Un mese dopo +Leone III lo incoronava appunto re dei +Romani.</p> + +<p>Il rinnovamento dell'Impero d'Occidente +nella Dinastia Franca, a parte altre ragioni +più generali ed elevate, era divenuto necessario +per i Papi anche per questo, che +esso dava loro il modo di mantenere il +loro dominio temporale su Roma e sulle +provincie. Poichè, senza la protezione dell'autorità +imperiale, senza la sicurezza di +un sempre pronto intervento franco, i Papi +non avrebbero potuto affermare la loro +signoria sulla regione romana. Questo fatto +si era già allora manifestato palesemente, +ma la storia posteriore del <i>Dominium +temporale</i> non fece che offrirne nuove +prove irrefragabili.</p> + +<p>Nel secolo decimo questo dominio fu +minacciato da un grande pericolo: quello +della nobile casa dei Crescenzi, la quale +appunto aveva in Mentana grande autorità. +Essa apparisce, per la prima volta, +nel 901, e, da quell'anno, si trovano molti +Crescenzi fra i più ragguardevoli signori +della città. Che questa casa già possedesse +terre in Sabina, è mostrato dal fatto che +un Crescenzio, nel 967, fu conte e rettore<span class="pagenum"><a name="Page_230" id="Page_230">[Pg 230]</a></span> +della provincia Sabina per incarico del +Papa.</p> + +<p>Nel 974, Crescenzio de Teodora si impadronisce +del potere a Roma, e più tardi +suo figlio Giovanni Crescenzio è a capo +del partito nazionale romano. La sua storia +forma un noto episodio del regno di Ottone +III. I cronisti chiamano questo Crescenzio +<i>Nomentano</i>. La sua famiglia che risiedeva +quasi tutta nella Sabina e presso +Farfa in particolare, si doveva quindi trovare +in possesso di quel luogo, e Giovanni +Crescenzio o era nato ei pure nei possedimenti +de' suoi padri, o <i>Nomentum</i> era +toccata particolarmente a lui per eredità. +Proprio in quell'epoca sembra che venisse +soppresso tale vescovado; e siccome +si sa che l'ultimo vescovo fu un tal Giovanni, +si può supporre che, essendo questo +nome abituale nella famiglia dei Crescenzi, +anche l'ultimo vescovo di <i>Nomentum</i> +fosse un membro di quella famiglia. +In quel tempo vi erano già dei conti ereditarî +nel territorio pontificio. Perciò già nel +980 Giovanni Crescenzio poteva essere +conte di <i>Nomentum</i> e avervi posseduto la +sua fortezza, nello stesso luogo dove poi +sorse il castello degli Orsini, che ancora +vi sorge.</p> + +<p>Nel 985, Crescenzio prese il titolo di +<i>patrizio romano</i> e governò la città di Roma<span class="pagenum"><a name="Page_231" id="Page_231">[Pg 231]</a></span> +come suo capo temporale, durante la minorità +di Ottone III. La sua potenza venne +meno, quando Ottone, nel 996, venne a Roma +per ricevere la corona imperiale dalle mani +di Gregorio V, il primo Papa tedesco che +egli stesso aveva innalzato a quella dignità. +Crescenzio, condannato a morte come ribelle, +prestò giuramento di fedeltà al giovane +imperatore, e fu graziato. Ma Ottone +se ne era appena andato, che l'astuto romano +infranse il giuramento, cacciò il Papa +tedesco e s'impadronì dei diritti imperiali. +In questa usurpazione lo appoggiarono i +suoi parenti di Sabina, il conte Benedetto +e i suoi figli Giovanni e Crescenzio. L'usurpatore +trovò una misera fine, quando Ottone +III ebbe ricondotto in Roma il Papa +con buon nerbo di soldatesche. Crescenzio +si difese eroicamente in Castel Sant'Angelo, +finchè si dovette arrendere. Fu decapitato, +il suo corpo fu gettato dai merli +di Castel Sant'Angelo e poi appiccato a +una forca su Monte Mario. Per dei secoli +Castel Sant'Angelo si chiamò la torre di +Crescenzio.</p> + +<p>Dopo la morte di Ottone III, i Romani +crearono patrizio romano suo figlio Giovanni, +potere che egli tenne fino al 1012, +anno in cui morì. D'allora in poi, la famiglia +dei Crescenzi si continuò in Sabina e +a Roma, ma senza assurgere più a grande<span class="pagenum"><a name="Page_232" id="Page_232">[Pg 232]</a></span> +importanza. Il potere patrizio passò invece, +dopo il 1012, ai conti di Tuscolo, i quali +seppero farsi arbitri del potere temporale +del Pontefice e della stessa Santa Sede.</p> + +<p>Così nella storia dello Stato pontificio +<i>Nomentum</i> è classica per essere stata sede +di una antichissima stirpe ribelle al potere +dei Papi. Era ciò noto all'ultimo discendente +dei Crescenzi, che il 3 novembre 1867 +lottò con i pontificii e cadde sul colle di +Mentana, in difesa della Santa Sede?</p> + +<p>Dopo il periodo dei Crescenzi, si parla +raramente di <i>Nomentum</i> nei documenti +della storia di Roma; esso è chiamato <i>Castrum +Nomentane</i>, donde il nome Mentana +o La Mentana. Già il mutamento di +<i>civitas</i> in <i>castrum</i>, per designarlo, come +si legge nelle bolle papali del secolo <span class="smcap">XIII</span>, +dice che quella città era decaduta tanto +da non esser più che uno smantellato villaggio. +Essa appartenne ai monaci di San +Paolo, che la tramandarono nel secolo <span class="smcap">XII</span> +alla potente casa dei Capocci, finchè Nicolò +III, della casa Orsini, diede Mentana +al suo nipote Orso. Gli Orsini nel secolo <span class="smcap">XIII</span> +s'impossessarono di molte località sabine. +Essi possedettero anche il vicino Monterotondo, +Monte Gentile e Nerola. Costruirono +a <i>Nomentum</i> il castello, l'attuale +fortezza, verosimilmente sulle fondamenta +dell'antica rocca, e vi rimasero più di tre<span class="pagenum"><a name="Page_233" id="Page_233">[Pg 233]</a></span> +secoli; poi, nell'anno 1595, la vendettero +ad un nipote di Sisto V, Michele Peretti, +principe di Venafro. Più tardi, divenne proprietà +dei Borghese che la posseggono +ancora.</p> + + +<p class="center">XII.</p> + +<p>Da Mentana si giunge in meno di mezz'ora +per una strada assai buona fra cespugli +e vigneti a Monterotondo. Il grande +castello baronale, una volta degli Orsini +ed ora appartenente al Principe di Piombino, +è un edifizio imponente e bello, con +una torre grandiosa, e sorge, in cima al +paese che quasi nasconde. Era pieno di +soldati francesi. Nel cortile giacevano più +di mille fucili garibaldini, accatastati in +disordine; cattive armi a percussore, forse +della Guardia Nazionale, mucchi di baionette, +guaine di sciabole, bacchette si vedevano +sparse sul terreno. Erano state raccolte +a Monterotondo e sulle strade vicine.</p> + +<p>Fui condotto nella casa dove Garibaldi +aveva abitato; questa si trovava nella piazza +inferiore, non lungi dal Duomo. Qui egli +aveva due camerette al piano superiore. +Sul suo letto, coperto con una coperta +gialla, era appesa una sacra immagine e<span class="pagenum"><a name="Page_234" id="Page_234">[Pg 234]</a></span> +un vasetto di cristallo coll'acqua benedetta, +del quale egli si serviva tanto come dello +specchio che stava nel canterano. Ora questa +stanza è abitata da un capitano francese.</p> + +<p>Vedemmo anche il Duomo, Santa Maddalena, +dove si erano acquartierati i volontarii. +Sugli altari si vedevano ancora ornamenti +di chiesa infranti, vesti ecclesiastiche +in brandelli, crocifissi e ceri spezzati. +Nella sacrestia tutto era sossopra: gli armadi +sforzati, i messali e i registri lacerati +e sparsi a terra. Una donna che ci +condusse là dentro, additò, con segni di spavento, +il Tabernacolo dell'altare maggiore, +dal quale era sparito il calice. Ci fu parlato +di altre profanazioni, che non crediamo +opportuno riferire; qualche cosa di simile +al <i>Sacco di Roma</i> del Borbone. Furon veduti +due volontarî far la guardia sulla porta, +avendo uno una mitra in testa, l'altro un +pastorale in mano. Questi volontarî seppellivano +i loro morti alla rinfusa, nelle +chiese stesse; gli ufficiali li calavano nelle +tombe, avvolti in paramenti di broccato +e d'oro.</p> + +<p>A Monte Rotondo era più visibile che +a Mentana il pauroso eccitamento dei paesi +devastati dalla guerra; questa infatti ha +solo 500 abitanti appena; quello 1300. Il +popolo non era favorevole ai garibaldini:<span class="pagenum"><a name="Page_235" id="Page_235">[Pg 235]</a></span> +«L'invasione ci ha rovinato», ci assicurava +un impiegato al Municipio, facendo +grandi gesti e parlando con forza di tutte +le imposte in denaro, foraggio, cavalli, +esatte da Garibaldi, imposte che talora +alcuni suoi indegni sottoposti prendevano +senz'altro per sè.</p> + +<p>La piccola città è situata, alta e forte, +sul dorso di un'altura, dalla quale si gode +una veduta bellissima dei monti sabini, +fino a Monte Gennaro. Si vede Tivoli, Sant'Angelo +e Monticelli, molto vicini; più +lontano, la bianca Palombara, Montelibretti +ed anche Nerola, e in mezzo ai monti l'abbazia +benedettina della Farfa, che in tempi +remoti fu distrutta dai longobardi di Spoleto, +e poi ricostruita grandiosamente. Verso +nord, la campagna è dominata dal dentato +Soratte, ai cui piedi il Tevere serpeggia, +uscendo dall'Umbria, per continuare +il tortuoso cammino fino a Roma, accompagnato +sulle due rive da due strade romane, +la Flaminia e la Salara. Di Roma, +a così grande distanza, si vedono ancora, +come linee appena percettibili, le torri di +Santa Maria Maggiore e del Laterano; ma +la cupola di S. Pietro domina intera e piena, +la solenne campagna, come una sfera oscura. +Quando i pellegrini che vengono dall'Oriente +per questa strada, sono giunti in vista +di questi grandiosi segnacoli della Chiesa,<span class="pagenum"><a name="Page_236" id="Page_236">[Pg 236]</a></span> +possono lietamente inginocchiarsi e venerare! +Vi sono molti quadri che rappresentano +scene di questo genere. Un artista di +genio potrebbe oggi prendere a soggetto +questo drammatico contrasto: dei volontarî +garibaldini in camicia rossa che, dalle alture +di Monte Rotondo, vedono per la prima volta +la cupola di S. Pietro.</p> + +<p>Essa dovette sembrare loro il simbolo +della méta così appassionatamente inseguita, +come già ai Goti di Alarico o alle +soldatesche affamate del Borbone e di Frundsberg +doveva sembrare la città di Roma, +veduta in lontananza. Il loro capo avrà +forse loro spesso additato quella cupola +sublime; e ne avrà loro parlato con parole +fiammeggianti di patriottismo—come ne +aveva parlato a Ginevra, al Congresso per +la Pace, dal quale Garibaldi—per una ironia +della storia—quasi immediatamente +passò sul campo di battaglia, a Mentana!</p> + +<p>E' cosa piena d'interesse rappresentarsi +i pensieri che dovevano agitare l'animo +di quest'uomo straordinario nell'avvicinarsi +a Roma, di quest'uomo così vario di +destino e di fortuna, la cui vita fu una lotta +per la libertà combattuta in due parti del +mondo! uomo che certamente avrebbe avuto +una parte più notevole nella storia, se la +natura al suo disinteresse da antico romano, +e alla sua incomparabile attività e vigoria<span class="pagenum"><a name="Page_237" id="Page_237">[Pg 237]</a></span> +di carattere, avesse accoppiato il genio di +un uomo di Stato.</p> + +<p>Nel rivedere Roma, Garibaldi avrà ricordato +con stupore quel tempo, già passato +alla storia, in cui egli aveva difeso contro +i Francesi la metropoli del mondo intero. +Volgendosi alla campagna di Tivoli, si sarà +visto nel ricordo ritirarsi da Roma, con +altre schiere di volontarî, un po' meglio +armati e disciplinati delle attuali, verso gli +Appennini. Era il 30 luglio 1849.</p> + +<p>Sorrideva al suo spirito il pensiero di +entrare ora in quella Roma che già aveva +dovuto abbandonare, e che formava la +brama più ardente della sua vita. Ma egli +non entrò in Roma; non piantò sul Campidoglio, +nè lo stendardo della Repubblica, +nè il tricolore italiano. Battuto dalle truppe +del Papa e di Napoleone a Mentana, lo +vediamo di nuovo prigioniero di Stato a +Varignano. Misero sotto processo lui che +non poteva essere soggetto a giudizio, perchè +troppi complici aveva, la serie dei quali +cominciava a Palazzo Pitti.</p> + +<p>Il mondo che onora il patriottismo e il +carattere, aveva lasciato che Garibaldi, l'<i>enfant +gâté et l'enfant terrible</i> d'Italia, si +sbizzarrisse a suo piacere nelle sue campagne +in nome dell'Ideale, senza che il +loro insuccesso diminuisse la simpatia verso +di lui. Ma tutto ha un limite, come quella<span class="pagenum"><a name="Page_238" id="Page_238">[Pg 238]</a></span> +massima di Machiavelli nel <i>Principe</i>: «E' +il fine che si deve considerare, non i mezzi». +L'audacia romantica di Garibaldi può certo +esaltare la gioventù che ha letto Plutarco, +ma essa stanca il maturo giudizio dell'uomo +di Stato e del cittadino cosciente. Che un +eroe nazionale, così festeggiato, carezzato, +reclami perpetuamente il privilegio di essere +nell'eccezione, fuori della compagine +e delle leggi dello Stato, e di formare una +potenza a sè, questo sarebbe un assurdo +e una impossibilità in ogni ben ordinato +Stato d'Europa.</p> + +<p>La monarchia italiana e il pensiero dell'unità +hanno superato la terribile crisi +(che la Demagogia di Garibaldi aveva provocato) +rapidamente e felicemente. Se il +giorno di Mentana avesse avuto il merito +di liberare l'Italia dall'anarchia di un potere +rivoluzionario, che si contrapponeva al Governo, +questo dovrebbe riguardarsi come +un reale vantaggio. L'invasione dei volontarii +ci ha insegnato anche altre cose; +essa ha mostrato la debolezza e l'immoralità +dell'Italia, e diminuite le simpatie +che verso di essa nutriva l'Europa; ha +mostrato che era impossibile che il Potere +Temporale durasse a lungo nella forma +assegnatale dalla convenzione di settembre, +ed ha ricondotto in Italia un principio +che l'Europa sperava per sempre allontanato<span class="pagenum"><a name="Page_239" id="Page_239">[Pg 239]</a></span> +da lei. Non parlo della miseria e della +rovina, in cui la guerra dei volontarii ha +gettato migliaia di persone, al di qua e al +di là dei confini romani. Se questa guerra +poi, come riteneva Garibaldi, si deve ritenere +come una guerra nazionale dell'Italia, +contro il Papato per il possesso di Roma, +allora affermeremo che il suo esito ha +mostrato che nel 1867 il Papato era, ancora, +più forte dell'Italia, e che la questione +romana non poteva essere risolta colla +sola violenza. Questo problema che col trattato +di settembre fu, per riguardo all'Italia, +mantenuto nei confini di una questione di +opportunità territoriale, sarà di nuovo sollevato +e riportato nella sfera della diplomazia +europea?</p> + +<p>E qual problema insolubile! C'è nelle +cose umane qualche cosa di impossibile +a risolvere? Un astuto motteggiatore consolava +un patriota, osservandogli che gli +Italiani si risollevano come vincitori dopo +le disfatte che sogliono fiaccare gli altri +popoli. Anche non potendo dar ragione a +questo bello spirito, non vediamo ragione +alcuna per disperare che si trovi un giorno +un <i>modus vivendi</i> che sappia accordare +l'indipendenza spirituale del Papato con le +esigenze della Nazione. Il giorno in cui si +troverà questa quadratura del circolo, l'umanità +potrà festeggiarlo solennemente,<span class="pagenum"><a name="Page_240" id="Page_240">[Pg 240]</a></span> +perchè segnerà l'inizio di una nuova êra +di pace, êra a cui tutti i popoli d'Europa mirano +fiduciosi.</p> + + +<p class="center">XIII.</p> + +<p>Son passati tre anni dacchè io scrissi le +pagine precedenti. La quadratura del circolo +romano non è stata trovata, ma il nodo +gordiano è stato reciso della spada. Perciò +la <i>Campagna dei Volontarî intorno a +Roma</i> ha bisogno di un'appendice.</p> + +<p>La descrizione di questi ultimi tre anni +di Roma e del Papato morente costituirà +un giorno una pagina notevolissima della +storia del nostro tempo, se la si saprà attingere +al materiale diplomatico, e qua e là +arricchirla dei fedeli ritratti dei personaggi +più eminenti che ebbero parte in questa +tragedia. Il titolo che le si dovrebbe dare +sarebbe: «Storia degli ultimi anni e giorni +del Potere Temporale».</p> + +<p>Ora, per concludere, riporterò alcune +date.</p> + +<p>Alla fine del 1867 la vittoria di Mentana +rassicurò completamente gli animi. Si vide +con soddisfazione Napoleone trascinato +alla reazione, in aperta rottura colla democrazia +e la demagogia. Si desiderava perciò<span class="pagenum"><a name="Page_241" id="Page_241">[Pg 241]</a></span> +che egli restasse solidamente legato al +potere. Il papa creava cardinale Luciano +Bonaparte, il 13 marzo 1868, il primo Bonaparte +che ottenesse la porpora! Per completare +la sorprendente fortuna di quella +casa, mancò solo che egli giungesse alla +Santa Sede.</p> + +<p>Roma era tranquilla. Nel <i>Patrimonium +Petri</i> erano di nuovo i Francesi: circa +5000 uomini. La città aveva guarnigione +solo di papalini. La Curia romana era ora +occupata dell'idea del Concilio, la cui riunione +indisturbata era finalmente possibile +per il ritorno dei Francesi e la vittoria di +Mentana. Con questo Concilio, preparato +già da molti anni, i gesuiti intendevano coronare +l'opera loro ponendo sulla testa del +Pontefice la quarta e suprema corona, quella +dell'infallibilità. Il 29 giugno 1868 fu pubblicata +la bolla che convocava il Concilio +per l'8 dicembre 1869.</p> + +<p>Il caso volle che l'8 giugno di quell'anno +stesso si celebrasse in Germania una solenne +festa nazionale; si scoprì il grande +monumento di Lutero, a Worms, alla presenza +del Re di Prussia, lo scudo della +chiesa protestante, il capo della Nazione +tedesca, e l'ormai certo restauratore dell'Impero.</p> + +<p>Nel programma dei gesuiti c'era già da +tempo la guerra contro la Germania protestante,<span class="pagenum"><a name="Page_242" id="Page_242">[Pg 242]</a></span> +la Germania del pensiero e della +scienza; si concepirono a questo proposito +piani fantastici. Sognavano una nuova epoca +nella storia, un'epoca di nazione e di crociata +per cattolicizzare il mondo; il Papato +padrone della terra, secondo le affermazioni +del Sillabo e i decreti del prossimo +Concilio. E che cosa meglio di una +guerra della Francia contro la Germania +avrebbe potuto aprire la via a tutto questo? +Questa guerra che dovevano compiere le +invincibili legioni di Napoleone, armate dei +<i>chassepots</i> e delle mitragliatrici, così bene +esperimentate a Mentana, avrebbe certamente +annientata la potenza del protestantismo +in Europa, e resa impossibile l'unificazione +della Germania sotto gli Hohenzollern. +Dalla certa vittoria della Francia seguirebbe +il nuovo frazionamento d'Italia nelle +sue parti, e il ristabilimento dello Stato +della Chiesa, come al tempo di Consalvi. +Allora Napoleone, il salvatore e protettore +della Chiesa, sarebbe divenuto un nuovo +Carlomagno, e l'umanità pacificata si sarebbe +raccolta intorno alle due grandi metropoli +della terra; Parigi, sede del dispotismo +cesareo, centralizzante in sè la civiltà +umana; Roma, la fonte infallibile +della verità divina, manifestatasi nel gesuitismo.<span class="pagenum"><a name="Page_243" id="Page_243">[Pg 243]</a></span></p> + +<p>La rivoluzione spagnuola e la caduta +violenta della bigotta regina Isabella fu il +primo colpo contro questi disegni. E chi +sospettava che la candidatura al trono di +Spagna sarebbe divenuto un fattore della +storia del mondo?</p> + +<p>Giunse l'anno del Concilio, il 1869. In +Roma fervevano i preparativi.</p> + +<p>Nulla ancora faceva prevedere prossime +tempeste, se non forse in Germania, una +vivace opposizione al Concilio, del quale +si negava la necessità e si condannava lo +spirito di parte. Si disegnavano i campi +degl'infallibilisti e dei loro avversarii.</p> + +<p>L'11 aprile il vecchio pontefice festeggiò +il cinquantesimo giubileo, dacchè era divenuto +prete; e deputazioni, indirizzi, augurî, +doni piovvero da tutta la cristianità. La dimostrazione +fu grandiosa e solenne; Roma +divenne un teatro in festa, come nel 1867. +Il papa che così si festeggiava, si credeva +onorato da tutto il mondo, come suo capo +spirituale. Queste feste gli sembrarono di +buon augurio per il prossimo Concilio.</p> + +<p>L'8 dicembre 1869 questa solenne adunanza +ecclesiastica si aprì in San Pietro. +Pioveva a dirotto, ma il tempio conteneva +appena la folla accorsa. Roma, come tutta +l'Italia, era allora tranquilla. Le truppe di +Napoleone formavano la guardia del Concilio, +che divenne il grande avvenimento<span class="pagenum"><a name="Page_244" id="Page_244">[Pg 244]</a></span> +dell'epoca, nel quale il mondo temeva di +dover riconoscere una crisi di risveglio +nella vita della Chiesa riunita, mentre duecento +sacerdoti gli dichiaravano solennemente +riconosciuti gli attributi della potenza +divina.</p> + +<p>Tutti conoscono come era costituito questo +Concilio, i mezzi con i quali si ottenne +la maggioranza, come fu schiacciata la minoranza, +le lotte e i dibattiti de' suoi partiti. +La sua storia fu accompagnata da una letteratura +tutta speciale, quale non si era +mai vista nei precedenti sinodi. L'opinione +pubblica vigilava sul Concilio; essa teneva +le sue sedute presso quelle di questo parlamento +romano, i cui più segreti pensieri, +piani e manovre sapeva svelare ed +anche indirizzare.</p> + +<p>Si sono uditi dei gravi cattolici credenti +gridare allo scandalo per questo Concilio. +Essi riconoscono tristamente, e loro malgrado, +che la sua convocazione fu un incalcolabile +errore, la sua opera una dannosa +sfida allo scisma. La sua storia costituirà +un giorno una pagina del nostro +assai istruttiva e, come già fu detto dai +cattolici, mostrerà alle generazioni future +quanto grande fosse l'accecamento, +quanto profonda la povertà di spirito e +l'esaurimento dell'elemento romano della +Chiesa in quel tempo.<span class="pagenum"><a name="Page_245" id="Page_245">[Pg 245]</a></span></p> + +<p>Giunse l'estate del grande anno 1870. +Già l'attenzione del mondo si era distolta +dal Concilio, dove la strenua opposizione +della minoranza tedesca e l'opinione pubblica +stessa erano state forzate a cedere. +Contemporaneamente, mentre la Chiesa +doveva raccogliere nel suo Capo tutte le +energie, lasciando i suoi membri inutili e +impotenti per sempre, la Francia, con un +nuovo plebiscito, si accentrava nella potenza +imperiale. Allora l'orizzonte politico +si turbò d'un tratto per la candidatura al +trono spagnuolo.</p> + +<p>Il 18 luglio 1870 fu pubblicato il nuovo +dogma dell'infallibilità del Papa. Il tempio +di S. Pietro si trovò in quell'occasione vuoto +e deserto. Si scaricava un diluvio con violenza +tropicale sulla città. Fra tuoni e lampi +fu annunziato all'umanità che il Papa era +infallibile.</p> + +<p>Soltanto un giorno dopo, il 19 luglio, la +tempesta si scaricava sulla Francia! L'Imperatore +Napoleone dichiarava la più folle +delle guerre alla Prussia e alla Confederazione +del Nord.</p> + +<p>Giunsero allora i grandi giorni della punizione +per l'orgoglio e per la millanteria. +La storia li ha registrati, giusti e solenni. La +Germania si sollevò istantaneamente, compatta, +gigantesca, irritata. La forza del popolo +tedesco debellò in battaglie che furono<span class="pagenum"><a name="Page_246" id="Page_246">[Pg 246]</a></span> +macelli, l'Impero francese. Il 2 settembre +Napoleone si arrendeva alla magnanimità +del grande Re tedesco, che aveva così crudelmente +offeso. Tutt'Europa tremò per il +contraccolpo di questa guerra senza precedenti; +tutto ciò che era in essa di fracido +e di guasto dovette staccarsene.</p> + +<p>A Parigi si proclamò la Repubblica. Gli +Italiani chiedevano insistentemente Roma. +Ma il vecchio eroe della <i>Campagna dei +volontarii</i> del 1867 era passato in Francia +per combattere al fianco dei suoi nemici +di Mentana, col colonnello degli zuavi Charette, +sotto la stessa bandiera:—per un'ombra +ed un nome. Come Lucano egli poteva +esclamare: <i>Tuumque nomen, libertas, et +inanem prosequar umbram</i>; come lui sognatore +nobile e fedele ai suoi principii.</p> + +<p>Le truppe francesi si erano ritirate da +Roma per difendere la patria; così lo Stato +della Chiesa era di nuovo aperto ad una +invasione. Il Governo italiano dichiarava +decaduto il trattato di settembre colla caduta +di Napoleone che l'aveva concluso, e +disponeva per l'occupazione di Roma da +parte delle truppe del Re, giustificandola +come una necessità per la conservazione +dello Stato e come una volontà del popolo +d'Italia.</p> + +<p>Strana e mirabile concatenazione logica +di avvenimenti!<span class="pagenum"><a name="Page_247" id="Page_247">[Pg 247]</a></span></p> + +<p>Il 19 settembre i Tedeschi stringevano +intorno a Parigi, metropoli del mondo, il +loro anello di ferro; lo stesso giorno trentamila +Italiani erano alle porte di Roma, +metropoli del mondo. Il 20 settembre, alle +cinque del mattino, fu tirato il primo colpo +contro le mura di Porta Pia. La lotta con le +truppe pontificie fu semplice e breve. In +Vaticano il Papa sedeva fra i cardinali e +i diplomatici delle potenze straniere, che +aveva mandato a chiamare. Si udirono i +colpi di cannone dell'attacco. Il cardinale +Antonelli riceveva e inviava dispacci. Venne +l'ultimo, annunziante che tutto era finito.</p> + +<p>Gli Italiani entrarono in Roma attraverso +la breccia presso Porta Pia, il 20 settembre +alle 11 antimeridiane, fra l'indescrivibile +giubilo della popolazione, mentre, come +per incanto, tutta la città si copriva +di tricolori.</p> + +<p>Il millenario Potere temporale dei Papi +finì quasi inosservato. Questo che sarebbe +stato in altro tempo un avvenimento mondiale +di straordinaria importanza, si compì +come un aneddoto sullo sfondo della +grande guerra franco-tedesca. Questo tramonto +tacito e inosservato della più antica +e venerabile potenza d'Europa è profondamente +tragico. Non fu il silenzio del mondo +una condanna per lo Stato pontificio? Forse +molte voci si sarebbero ancora levate in<span class="pagenum"><a name="Page_248" id="Page_248">[Pg 248]</a></span> +Europa, in suo favore, se il Concilio non +avesse d'un colpo ridotto ai minimi termini +la considerazione per il Papato. La +caduta della sua potenza temporale fu la +legittima conseguenza della più mostruosa +richiesta che mai sia stata fatta all'umana +ragione.</p> + +<p>Il plebiscito dei Romani decise, il 2 ottobre, +l'annessione di Roma all'Italia. Alla +fine dell'anno venne il Re a visitare per +la prima volta la città così crudelmente +danneggiata dall'inondazione del Tevere, +pretesto ben accetto per quella penosa visita. +I Romani lo festeggiarono giubilanti. Vi +rimase poche ore, e scrisse al Papa una +lettera. Nel palazzo del Quirinale—il palazzo +pontificio dal quale Pio IX ventiquattro +anni prima era stato acclamato +dal popolo Sole della nuova Italia, salendo +al trono—Vittorio Emanuele firmava il suo +primo decreto in Roma, prendendo atto del +plebiscito. Era l'ultimo giorno dell'anno 1870. +Con esso si chiuse una grande epoca nella +storia della città e del papato.</p> + +<p>Un tragico destino ricadde sul debole +Papa, che aveva esperimentato tanti cambiamenti +di fortuna e tante vicissitudini +come pochi pontefici prima di lui. Prigioniero +volontario, egli geme nel cupo Vaticano, +negletto ora nella sua Roma, della<span class="pagenum"><a name="Page_249" id="Page_249">[Pg 249]</a></span> +quale era stato l'idolo. Che piccola cosa è +ogni umana grandezza!</p> + +<p>Una misteriosa sorte fece occupare a +Pio IX la sua sede per un tempo più lungo +di tutti i suoi predecessori, per quanto +grande sia stata la loro importanza nel +mondo! Il probabile ultimo Papa sovrano +temporale ha anche governato Roma più +di ogni altro!</p> + +<p>Questi sono solo dati di fatto. Noi stiamo +dinanzi alle porte serrate di un misterioso +avvenire. La quadratura del circolo romano +non è stata ancora trovata; il processo +morale non è ancora risolto. Solo questo +si può dire con sicurezza, che l'umanità, +nel memorabile 1870, si è definitivamente +liberata da un antico ordine di cose.<span class="pagenum"><a name="Page_251" id="Page_251">[Pg 251]</a></span> +</p> + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter"> +Poeti romani contemporanei.<br /> +<span class="small"> +(1858).</span></h2> +<hr /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_253" id="Page_253">[Pg 253]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + + +<h2 class="lighter"> +<a name="Poeti_romani_contemporanei" id="Poeti_romani_contemporanei"></a>Poeti romani contemporanei.<br /> +<span class="small"> +(1858).</span></h2> + + +<p>Si direbbe che le Muse, da Raffaello +così bene rappresentate in una delle stanze +del Vaticano in compagnia dei più grandi +poeti, abbiano sempre a malincuore scelto +Roma a loro dimora e solo di passaggio. +Si capisce, del resto, che una città come +l'antica Roma non potesse essere molto +conveniente albergo alla poesia: il sentimento +poetico non poteva ben fiorire nel +frastuono di quel mondo; ma vi poteva +invece la satira essere in grande onore, +poichè il suo elemento è il brutto e il ridicolo.</p> + +<p>Difatti, per tacere degli antichi, la Roma +cristiana quali notevoli poeti ha prodotto? +Questo domandavo io un giorno ad un +poeta romano, mio amico; e, dopo aver +ricordato Vittoria Colonna e Metastasio, +egli mi fece conoscere altre produzioni +poetiche della città, a me del tutto sconosciute.<span class="pagenum"><a name="Page_254" id="Page_254">[Pg 254]</a></span> +Giusto de' Conti, al principio del +secolo <span class="smcap">XV</span> scrisse un canzoniere: <i>La +Bella Mano</i>; al principio del secolo <span class="smcap">XVIII</span> +troviamo un'epopea popolare: <i>Meo Patacca</i>; +e in tempi più recenti, l'improvvisatore +Gianni che celebrò le guerre di +Napoleone; Marsuzi, autore delle tragedie +<i>Caracalla</i> e <i>Alfredo il Grande</i>, e finalmente +Luigi Bondi, traduttore delle <i>Georgiche</i> +di Virgilio.</p> + +<p>La poesia ama la vita mossa ed intensa; +e da molti secoli Roma non è terreno per +lei. Gli strepiti delle fazioni piacciono più +alle Muse del clangore cupo delle campane +e del mormorio delle litanie nelle processioni; +il narcotico odore dell'incenso, che +riempie interamente la città di Roma, non +è un ispiratore efficace di poesia. La profonda +severità delle ruine dell'antichità +offre oggetto di meditazione al filosofo ed +allo storico, ma i fiori della poesia appassiscono +all'ombra melanconica di tante +tombe. A Roma le pietre son più possenti +degli uomini; il passato è gigantesco; il +presente è piccolo invece, e il futuro coperto +di un impenetrabile velo.</p> + +<p>Una sera, mentre erravo per il Trastevere, +sentii una ragazza che, sola, seduta +sulla scala di una casa deserta, cantava, +seria e pensosa:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">«O Roma antica, Roma illustre, non sei più!»<br /></span> +</div> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_255" id="Page_255">[Pg 255]</a></span> + +Queste dolorose parole sulla bocca di +una fanciulla mi parvero piene di significato. +Non poteva dunque sorgere fra le +rovine di Roma un genio lirico, vivace +ed ingenuo? Sarebbe stato forse soffocato +dalla storica malinconia delle rovine? Può +darsi; ma anche una Musa così ammantata +di tristezza avrebbe potuto essere +bella e sublime, non come quella gonfia +e rettorica delle notti romane del Verri, +ma come quella di lord Byron nel <i>Childe +Harold</i>, nelle sue apostrofi di artista nordico +e di uomo libero.</p> + +<p>Siamo però giusti verso i Romani; essi +non poterono mai cantare e celebrare le +loro ruine, perchè non fu mai loro permesso +di rimpiangerle e di giudicare il +presente dagli avanzi del passato. Essi, +insomma, non poterono utilizzare il loro +abito poetico.</p> + +<p>L'antichità, come il medioevo, è pieno +in Roma di motivi eroici e tragici, ed un +poeta cittadino non avrebbe che a servirsene +con abilità per suscitare immancabilmente +dell'entusiasmo. Spesso, mentre +assistevo nel Mausoleo di Augusto (oggi +teatro <i>Corea</i>) ai salti dei pagliacci, nelle +loro curiose pantomime, o, per rara fortuna, +vedevo rappresentare, nella traduzione +del Maffei, la <i>Maria Stuarda</i> di +Schiller, pensavo: quale impressione produrrebbe,<span class="pagenum"><a name="Page_256" id="Page_256">[Pg 256]</a></span> +in questo luogo, una tragedia romana +su Bruto o Virginia! Come dovrebbe +trascinare all'entusiasmo i Romani una tragedia +su Cola di Rienzo, proprio qui, nel +Mausoleo di Augusto, dove il corpo di +quel tribuno fu un giorno bruciato!</p> + +<p>I Romani lasciarono elaborare prima a +Shakespeare, a Corneille, a Racine, a Voltaire, +poi ad Alfieri, questa materia di teatro +romano; e sul teatro romano quelle opere +non si vedono nemmeno, e fra i busti di +uomini illustri che adornano il Pincio, +manca quello di Alfieri! Esso vi fu, per +un momento; poi ne venne improvvisamente +asportato dalla polizia—fatto questo a cui +ho assistito io stesso e che riferisco qui, +per risparmiarmi una chiacchierata più +lunga, tendente a dimostrare l'impossibilità +di un dramma nazionale romano di genere +storico.</p> + +<p>Se, oltre a parecchie altre ragioni di +indole politica e fisiologica, che impediscono +lo sviluppo del sentimento poetico +in Roma, si pensa alla stagnante cultura +letteraria, alla mancanza di giornalismo e +di critica, alla decadenza del mercato librario,—che +di poco si solleva soltanto negli +affari degli antiquarî,—se si pensa a +tutte queste condizioni di fatto, ci sembrerà +tanto più interessante e degna di studio +ogni attività poetica di questo popolo.<span class="pagenum"><a name="Page_257" id="Page_257">[Pg 257]</a></span></p> + +<p>Il gusto per la poesia non è mai tramontato +fra i Romani, che, come tutti gl'Italiani, +amano i versi; il popolo di tutte le classi +sociali spande a piene mani sonetti e +canzoni, non appena un'occasione si presenta. +C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce +un bambino? Sonetti. Si laurea uno studente? +Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. +Viene sepolto un morto? Sonetti. Si +festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un +monsignore è fatto vescovo? egli cammina +su un tappeto di sonetti con le sue calze +paonazze! Questi parti poetici d'occasione +si raccoglievano un tempo nelle Accademie, +nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e +ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. +Il <i>furor academicus</i>, una vera +peste nel secolo <span class="smcap">XVII</span> non soltanto in Italia, +ma anche fuori, è ora del tutto sopito, e +se a Roma ci sono ancora degli Arcadi, dei +Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici +della S. Concezione, non si deve +ricercare in essi un intendimento letterario. +L'Arcadia, fondata alla fine del secolo <span class="smcap">XVII</span> +da Crescimbeni e da Gravina, il maestro +e protettore del Metastasio, ha una fama +mondiale. Il suo nome e il suo simbolo, +una zampogna, bene delimitano gl'innocui +campi, in cui cercava asilo la poesia +dei Romani, e si conviene anche bene alla +storia della città, il cui Foro, antico dominatore<span class="pagenum"><a name="Page_258" id="Page_258">[Pg 258]</a></span> +del mondo, si mutò in un Campo +Vaccino, la cui campagna si coprì d'innumerevoli +greggi, come per un immenso +idillio, e il cui popolo, finalmente, si cambiò, +da schiera di dominatori, in una mandra +di pie pecore, che il Papa, buon pastore, +guidava a pascere fra le ruine. Ai +tempi di Göethe, che i pastori accolsero +nel loro coro con grandi feste, l'Arcadia +godeva ancora una certa fama; oggi, fortunatamente, +è passata fra le curiosità, +sebbene di tanto in tanto la sua zampogna +torni a farsi sentire. La massa di poesie +che vengono composte in quelle riunioni, +può solo avere riscontro nella loro completa +insulsaggine: leggendole, sembra di +udire d'un tratto un coro multiforme di +belati e di pigolii.</p> + +<p>Per quanto anche oggi non vi sia in +Roma ingegno poetico che, secondo l'antico +costume, non si rinchiuda in questa +o quella Accademia, dove gli si offre l'occasione +di farsi udire a recitare i propri versi +in una grande sala, pure queste Accademie +sono grandemente decadute ed hanno +perso la loro autorità. Una nuova generazione +tende, anche in Roma, ad una forma +e ad un significato più personale.</p> + +<p>Cresciuta fra i moti dei passati decennî, +che scossero i Romani dal loro sonno letargico, +essa incarna le speranze dell'oggi<span class="pagenum"><a name="Page_259" id="Page_259">[Pg 259]</a></span> +e tenta anche in Roma, in condizioni così +sfavorevoli, un rinnovamento della poesia, +rinnovamento che sarà solo possibile, quando +l'ingegno poetico, invece di portare l'antica +livrea dei sonettisti, si vestirà d'una +forma nuova, priva di artificî e palpitante +di vita.</p> + +<p>La nota fondamentale di questa giovane +scuola romana è sopratutto la nota lirica +della poesia del sentimento. La Musa realistica +e politica tace in Roma, sebbene gli +ultimi avvenimenti tanto argomento le abbian +fornito; e questo non è da deplorarsi, +perchè impedisce i giudizî immaturi e le +frasi banali e comuni. A Roma, non è possibile +una voce originale e profonda come +quella del fiorentino Giuseppe Giusti. Qua +non prevale che la lirica filosofica, ch'è +in gran parte un riflesso della poesia del +Leopardi, e l'eco del <i>dolore universale</i> +dell'Inghilterra e della Germania.</p> + +<p>L'influenza del Leopardi sui giovani +poeti d'oggidì—essi delirano ancora per +lui—è grandissima, ma forse non troppo +sana. La sua forma classica e pura, la sua +bella lingua possono prendersi a modello +di perfetto stile, ma la fantasia poco può +attingere ad un poeta che compone liriche +senza immagini e senza metafore, ma solo +con pensieri; la mente non può troppo +esaltarsi al disperato nichilismo di una nobile<span class="pagenum"><a name="Page_260" id="Page_260">[Pg 260]</a></span> +anima, corrosa dal dubbio e dallo sconforto. +La poesia di questo elevato e solitario +spirito è formata dal grido straziante +non solo della sua patria, ma dell'umanità +intera, la quale piange sul destino particolare +e, possiamo dire, eccezionale di un +solo uomo: il poeta. Il suo modo di considerar +l'esistenza è la scuola peggiore che +si possa offrire ad un essere che nell'esistenza +debba lottare.</p> + +<p>Nei poeti italiani formati alla scuola di +Byron, di Shelley, di Lenau, manca, per +la particolare indole dell'anima meridionale, +un sentimento che faccia equilibrio +e contrappeso a quell'ironia, a quell'<i>humor</i> +che son loro particolari, sentimento che, +in ultima analisi, solleva l'uomo del Nord +al disopra del suo dolore. L'indole meridionale +ha dei contorni straordinariamente +netti, e non sa produrre quell'accordo fra +i sentimenti e le tendenze estreme ed opposte, +che l'anima nordica perfettamente +raggiunge colla sua sentimentalità, usando +questa parola nel suo senso migliore.</p> + +<p>E' anche un fatto che desta meraviglia, +vedere nella poesia romana dei nostri giorni +introdursi un elemento tedesco.</p> + +<p>Mentre i Napoletani si dedicano con grande +amore allo studio della filosofia tedesca di +Kant, di Hegel, di Schelling, lo studio della +poesia tedesca si è largamente diffuso nell'Italia<span class="pagenum"><a name="Page_261" id="Page_261">[Pg 261]</a></span> +del nord e centrale, ed ha preso un +vero impulso. Le belle traduzioni del Maffei +hanno introdotto Schiller, non solo sulle +scene, ma nelle famiglie, ed i migliori lirici +moderni, Heine, Lenau, Uhland, non sono +ignoti in Roma. Molti degli attuali poeti +romani parlano o capiscono il tedesco e +leggono nell'originale i nostri poeti. Ciò +che di essi specialmente li attrae, è il loro +carattere grave, così diverso dalla poesia +dei sonetti d'occasioni e dei concettini e +degli artificii; è la musicale vivacità del sentimento, +il caldo palpito lirico, la pittura +felice dei varî momenti, la ricchezza degli +stati psicologici descritti nelle loro sfumature +più intime, e, finalmente, il culto panteistico +della natura. Quest'ultimo esercita +sugli Italiani uno speciale fascino: essi lo +sentono in modo diverso e speciale. La +forma della poesia italiana, bella, chiara, +netta e plastica come la lingua stessa, subordina +a sè il contenuto, mentre da noi +il sentimento trabocca oltre le linee della +forma. L'armonia è l'essenza di quella; la +melodia di questa nostra poesia, che è la +più ricca del mondo in canzoni. «Il desiderio, +mi diceva un poeta romano, ecco +ciò che caratterizza i Tedeschi nella loro +poesia; questo sentimento rinnoverebbe +la nostra poesia, se potesse esservi trasfuso».<span class="pagenum"><a name="Page_262" id="Page_262">[Pg 262]</a></span></p> + +<p>Don Giovanni Torlonia indirizza, in una +delle sue poesie, questi versi alla signora +romana Teresa Gnoli:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">E delle idee germaniche<br /></span> +<span class="i0">Seguendo il volo libero, sublime,<br /></span> +<span class="i0">Prendi soggetto alle tue nuove rime.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Don Giovanni è uno dei pochi aristocratici +romani che coltivano le scienze per +naturale bisogno. Ve ne sono però alcuni +in Roma veramente côlti e pieni di attività, +come Don Michelangelo Caetani duca di +Sermoneta, della stirpe famosa di Bonifacio +VIII, e come Don Baldassarre Buoncompagni, +così versato nelle scienze matematiche. +Sapendo quanto la società romana +sia poco favorevole ambiente per questi +studî, nella lode verso questi uomini si deve +aggiungere la riconoscenza della loro patria. +Torlonia, uomo di molta coltura, si adopera +con zelo a riportare in onore, in Roma, le +belle lettere, da lungo tempo neglette. Ci +vuole in Roma, e specialmente nell'aristocrazia, +del coraggio per portare il titolo +di poeta. Son passati i tempi di Vittoria +Colonna e di Leone X, e le società arcadiche +hanno fatto quel che era in loro potere +per togliere alla poesia ed ai poeti la +stima della società. «E' un poeta», dicono +anche oggi i Romani, per designare un +uomo che non esercita nè l'avvocatura, +nè un'altra professione, e che passa i suoi<span class="pagenum"><a name="Page_263" id="Page_263">[Pg 263]</a></span> +giorni vagabondando e pigliando mosche +per offrirle poi in vendita.</p> + +<p>Don Giovanni è insieme mecenate e poeta, +ed esser mecenate nella Roma d'oggi è +grandemente più utile che esser poeta. La +giovane scuola dei poeti romani, confortata +ed aiutata da lui, gli si raggruppa +intorno come libera accademia per reciproco +incoraggiamento ed emulazione.—Nomino +solo gli ingegni più originali, personali +e indipendenti: Fabio Nannarelli, +Ignazio Ciampi, Paolo Emilio Castagnola, +Giambattista Maccari, e la poetessa Gnoli. +Questa scuola ha fondato un organo proprio, +sotto gli auspici di Torlonia, che promette +di aver una parte non indifferente +nella letteratura di Roma. Si chiama «<i>La +Strenna Romana</i>». Si chiama <i>Strenna</i> in +Italia quel che noi chiamiamo <i>Musenalmanach</i>. +Questa <i>Strenna</i> uscì la prima volta, a +cura del Torlonia e del Castagnola, il primo +dell'anno del 1858. Conteneva poesie e prose +varie; fra l'altro riproduceva un frammento +della <i>Cronaca di Viterbo</i> di Nicola della +Tuccia, fatta stampare dal Ciampi. Questa +miscela di poesie liriche e di scritti storici +non è da lodarsi, ed io esprimo ai +miei amici di Roma il desiderio di veder +presto la parte poetica separata e pubblicata +in volume a sè. Questa promiscuità +si spiega, del resto, con la mancanza di<span class="pagenum"><a name="Page_264" id="Page_264">[Pg 264]</a></span> +giornali e riflette l'indole delle antiche +accademie romane, dove i discorsi scientifici +si alternavano con le conversazioni +letterarie.</p> + +<p>Sintomo caratteristico delle condizioni +letterarie di Roma è il fatto che la <i>Strenna +Romana</i> non viene pubblicata a Roma, +ma a Firenze, presso il Le Monnier;—a +questa famosa casa editrice fiorentina ricorrono +tutti i poeti romani.</p> + +<p>Comincio dalle poesie di Don Giovanni +Torlonia (<i>Poesie</i>, Firenze, 1856), un libercolo +di 66 pagine, il più piccolo fra tutti +quelli di cui parleremo. Lingua bella e +pura, sentimento lirico e musicale, tendenza +alla natura idillica: queste sono le +sue caratteristiche. La Musa del Torlonia +s'ispira alla lirica tedesca; una gran +parte delle sue canzoni sono o variazioni +di testi tedeschi, o imitazioni di poesie +tedesche. Egli avrebbe tradotto felicemente +Heine e Lenau, se l'audacia della metafora +tedesca potesse esser resa dalla austera e +rigida lingua italiana. Ciò è assai difficile, +e mi ricordo di un tentativo fatto da un +poeta italiano e da me per tradurre in italiano +delle canzoni di Lenau. Quello che +era naturale e semplice nel libero stile tedesco, +diveniva gonfio e artificioso, quando +lo si portava in questa lingua. Lenau, per +esempio, dice: <i>la primavera lancia le lodole,<span class="pagenum"><a name="Page_265" id="Page_265">[Pg 265]</a></span> +i suoi razzi di canto, nell'aria</i>, e +questo bell'ardimento non urta per nulla +la nostra immaginazione di tedeschi: ma +come frenerebbe il riso un uditorio d'Italiani +che udisse recitare nella sua lingua +questa frase poetica?<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a></p> + +<p>Torlonia ha tradotto, tra l'altro, <i>Espero</i>, +del <i>Vergangenheit</i> di Lenau.</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">—Oh quanto melanconico<br /></span> +<span class="i1">E' d'Espero il fulgor,<br /></span> +<span class="i1">Quando scintilla languido<br /></span> +<span class="i1">Tra il giorno che si muor!<br /></span> +<span class="i0">—Le nuvolette, simili<br /></span> +<span class="i1">A impalliditi fior,<br /></span> +<span class="i1">Sembra che un serto intreccino<br /></span> +<span class="i1">Al giorno che si muor.<br /></span> +<span class="i0">—Del cuore umano i gemiti<br /></span> +<span class="i1">Ma le sue gioie ancor,<br /></span> +<span class="i1">Al muto avello scendono<br /></span> +<span class="i1">Col giorno che si muor.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>I versi del Torlonia sono felici, ma non +rendono pienamente il pensiero, benchè +questi versi di Lenau fossero tra i più atti +a lasciarsi tradurre in italiano. Ma questa +traduzione può servire di esempio della +grazia e facilità, con cui Don Giovanni maneggia +il verso. Egli ha fatto anche una +buona imitazione della <i>Pittrice di fiori</i> di +Lenau, della canzone <i>Io amo un fiore</i> di +Heine; e del <i>Fiorellino miracoloso</i> di Goëthe. +Sembra che i suoi studi di botanica fatti +<span class="pagenum"><a name="Page_266" id="Page_266">[Pg 266]</a></span> +nell'Agro Romano gli abbiano dato una +predilezione per la poesia dei fiori, e di lui +troviamo anche nella <i>Strenna</i> parecchie +buone canzoni sui fiori dell'Agro Romano. +Questo genere di poesia ha per gl'Italiani +un carattere popolare, per i molti ritornelli +di fiori che essi posseggono, i quali sono +cantati specialmente dal popolo. Torlonia +ha anche una buona imitazione del <i>Poeta +e la Natura</i> di Geibel, ed una bella poesia: +<i>Racconto</i>, per il quale ha preso il soggetto +da una ballata inglese.</p> + +<p>In questa poesia romana noi troviamo +anche i fiori del nostro romanticismo tedesco. +Sembra che la tramontana abbia trasportato +il loro seme dai verdi colli della +Svevia alle oscure rovine del Campidoglio +e del palazzo dei Cesari. Questi rapporti +di Roma colla lirica tedesca, meno importanti +di quelli coll'Impero tedesco, sono +abbastanza interessanti. Come Torlonia già +disse, dei germogli della letteratura poetica +tedesca possono essere atti a rianimare +tutta la lirica italiana. E' vero che un albero +d'oleandro darà solo fiori d'oleandro, e un +tiglio, fiori di tiglio, ed inutilmente si tenterebbe +di innestar l'uno sull'altro; è anche +vero che il genio italiano è fondamentalmente +diverso da quello tedesco, e tale +deve quindi essere la sua lirica, che rispecchia +l'anima del popolo; ma Don Giovanni<span class="pagenum"><a name="Page_267" id="Page_267">[Pg 267]</a></span> +intende soltanto che la Germania potrebbe +rendere all'Italia un servizio di cultura letteraria, +considerando specialmente il ravvicinamento +che si va operando, più o meno +profondo, fra i due popoli.</p> + +<p>Fabio Nannarelli (<i>Poesie</i>, Le Monnier, +1853 e 1856) è un poeta di ingegno non +comune, cui arride certo un bell'avvenire; ha +uno spirito nobile, appassionato del vero, +che egli cerca nella poesia e nella vita, +senza traccia di leggerezza e di frivolezza, +come del resto tutta la giovane scuola +poetica romana. Nannarelli conosce la letteratura +tedesca, è un ammiratore di Schiller +e di Lenau, sui quali ha scritto una +monografia; ha in sè profondi elementi tedeschi, +e la sua Musa ha un carattere strettamente +germanico. La sua nota fondamentale +è melanconica, grave e appassionata. +V'è nella sua poesia un alito di morte, che +sembra esser venuto a lui dalla Piramide +di Caio Cestio, alla cui ombra dormon le +ombre di Jung e di Schelley, grandi genî +poetici riflessivi, così insoliti nella terra +di Roma. L'insufficienza di una esistenza +male ordinata, che i Romani sentono ogni +giorno di più, più di un inglese o di un tedesco, +spinge Nannarelli a cercare la solitudine +e a sentire il culto del dolore, che in lui +non è del tutto scevro di sentimentalismo. +Sentendo l'abisso che separa l'aspirazione<span class="pagenum"><a name="Page_268" id="Page_268">[Pg 268]</a></span> +dalla realtà, egli si rivolge alla natura, come +un tedesco, alla natura consolatrice e risanatrice, +per la quale egli si sforza di giungere +ad una contemplazione filosofica della +universale armonia. Il motto di Tiedge:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Cerca la Speranza, la Fede e la Pace,<br /></span> +<span class="i0">e cadi piangendo fra le braccia della Natura,<br /></span> +</div> +</div> + +<p>che egli ha messo ad epigrafe di una sua +poesia, come altre volte dei brani di Schiller +e dell'<i>Amleto</i> di Shakespeare,—indica +esattamente l'indirizzo del suo pensiero +poetico, il quale va errando in un mondo +incorporeo di sogni, che toglie al dolore la +sua umanità e lo relega nel regno nebuloso +delle ombre. Questo è chiaramente +espresso nella poesia: <i>Una voce ed il Poeta.</i> +La voce esclama:—A che pensi così profondamente, +o poeta? Coronati, orsù, la fronte +col serto dell'amore!—Il Poeta:—L'amore +more era un sogno, esso è appassito come +le rose. La voce:—Rivolgiti allora verso +la Natura!—Poeta:—Non ne viene che +suono di sospiri.—La voce:—Rivolgiti +alla Scienza, o Poeta:—L'anima trema dinanzi +alla luce della verità, e non può afferrarla.—Voce:—Che +ti resta allora?—Poeta:—La +gioia delle lacrime e la pace +nel mistero della tomba.—A questo conduce +la Scepsi; la natura, nelle cui braccia +il poeta cerca un conforto, diviene per lui<span class="pagenum"><a name="Page_269" id="Page_269">[Pg 269]</a></span> +un fantasma sospiroso, che gli fa desiderare +vagamente la morte. La sentimentalità +di un Jacopo Ortis è fino ad un certo +punto perdonabile, perchè essa consciamente +riposa sul dolore per una infelicità +nazionale, ed esprime un forte sentimento +patriottico; ma l'annientamento di se stesso +e la negazione di ogni sano operare, non +sono tollerabili, se ondeggiano vaghi come +semplice materia di lirica.</p> + +<p>Il culto romantico del dolore sembra serpeggiare +come una malattia attraverso le +letterature; pure, non frequentemente lo +ritroviamo fra i Romani. E se ne guardino +essi; altrimenti ci potrebbe ancora avvenire +di vedere lo spirito di Werther che +erra pel Colosseo, al lume di luna, con la +guida del Förster sotto il braccio. Tra il +Dolore e il Mistero della tomba sta sempre, +anche per un romano dei dì nostri, il sapere +e il lavoro. <i>Travailler sans raisonner</i>—dice +il filosofo Martino al gran filosofo Pangloss, +<i>c'est le seul moyen de rendre la vie +supportable</i>; e se i Romani si lasciano sedurre +da un sentimentalismo che non riguarda +la loro nazionalità, possiamo ricordar +loro giustamente: <i>Cela est bien dit, +Romains, mais il faut cultiver votre jardin.</i></p> + +<p>Il poeta, frattanto, per la forza della sua +natura, si solleva felicemente, al disopra +di questi periodi di esaurimento nervoso,<span class="pagenum"><a name="Page_270" id="Page_270">[Pg 270]</a></span> +nel lucente regno del Bello, ed intona il +suo dolore terreno alle eterne leggi dell'Universo. +La sua poesia più bella, che +Terenzio Mamiani non avrebbe sdegnato +di sottoscrivere, è <i>Vignanello</i>.</p> + +<p>Egli si trova nelle incantevoli campagne +di Viterbo, presso il monte Cimino e, nella +contemplazione della grande fiorente natura, +trae dalla sua lira note pure e sonore. +La prima parte di questa lunga poesia, +<i>Venere e Sirio</i>, è una felice variazione sui +temi filosofici e naturali: mentre egli, ammirando, +contempla quelle due vividissime +stelle, imagina che la prima gli dica: Ama! +e la seconda: Pensa! Così esprime le due +forze che riempiono e reggono il mondo +morale, e per mezzo delle quali l'intelletto +e la materia armonicamente si estrinsecano.</p> + +<p>Buona e benefica è questa malinconia +panteistica, che sgorga da un sentimento +di pace rassegnata, e da un'anima che si +è confusa e versata nella grande divinità +della natura, <i>dove più aperto rivelasi l'eterno +amor</i>.</p> + +<p>Ogni volta che il poeta abbandona il +vago e l'incerto per cantare la realtà, egli +è felice. Felice è l'elegia <i>A un bambino</i>, +composta contemplando un bambino che +giuoca; e assai bello e profondamente +umano è il sospiro: il sentiero della vita +è dapprima sparso di rose, poi di rose e<span class="pagenum"><a name="Page_271" id="Page_271">[Pg 271]</a></span> +di spine; infine, di sole spine! Un'altra +poesia non meno felice è: <i>La viola dell'addio</i>, +il lamento d'una fanciulla sulla +violetta che le donò l'innamorato prima +di partir per la guerra. La sua purezza e +il suo carattere intimo ricordano Chamisso.</p> + +<p>Nannarelli tentò anche un poema, in +versi sciolti, che risale alla sua giovinezza: +<i>Guglielmo</i>. Egli vi narra la storia d'un +amore infelice, che egli afferma aver tolta +fedelmente dal vero. Guglielmo, costretto +per ragioni politiche a cercare un asilo +nel laboratorio d'uno scultore in bronzo, +s'innamora della figlia dell'artista; ne fa +in bronzo una bella imagine; lo troviamo, +anzi, intento a questo lavoro ch'è riuscito +assai bene. L'autore non mantiene poi +la promessa fatta in questo buon principio, +poichè l'azione non si svolge convenientemente, +nè giunge ad una logica conclusione. +Che un giovine ami, senza esser +corrisposto, una ragazza, può essere una +infelicità per lui, ma non è ancora una +tragedia. Se egli si toglie la vita, noi possiamo +solo compatire la sua debolezza, +finchè questa catastrofe non è fondata su +un intreccio tragico, netto e ben costruito. +Ma se egli, acceso di furore, si pugnala +nella sala dove la sua amata sta per andare +a nozze, e dinanzi agli astanti, e dinanzi +a lei stessa atterrita, dovremo confessare<span class="pagenum"><a name="Page_272" id="Page_272">[Pg 272]</a></span> +che egli non amava veramente la +fanciulla, nè era degno di essere amato da +lei. Di questi esempi di passione violenta ma +selvaggia se ne danno nella vita, ma rimangono +fuori del dominio della poesia. Sebbene +non manchi di qualche pregio, questo tentativo +ci mostra che il nostro autore non +ha doti di tragedia o di poeta epico; ha +invece, e ad un alto grado, quelle del lirico: +slancio fantastico, immaginazione, calore +di sentimento, forza riflessiva ed un'anima +nutrita di studio e di meditazione, che +non si appaga di frasi sonanti. Questo +bell'ingegno potrà essere un vero ornamento +di Roma, se saprà guardarsi dai +traviamenti, e volgersi risolutamente alla +vera fonte della poesia, lungi dalle nebbie +dell'astrazione incorporea, al sentimento +ed alla vita.</p> + +<p>Un poeta più sereno, di tinta romantica, +è Ignazio Ciampi. Gli riesce felicemente +la canzone melodica e facile, come la sua +<i>Fata Morgana</i>. Ciampi ha una fantasia +fervida, una lingua gradevole, imagini leggiadre +e piacevoli. Un'edizione accresciuta +delle sue poesie conterrà prossimamente +molte buone cose; quella che ho sotto gli +occhi non contiene che una piccola parte della +sua produzione lirica, fra cui—notevole +particolare—delle imitazioni dal russo. +La lingua russa, assolutamente barbara per<span class="pagenum"><a name="Page_273" id="Page_273">[Pg 273]</a></span> +un romano, non è conosciuta affatto in Roma, +e Ciampi si è fatto tradurre in prosa italiana +da un amico le canzoni di Puschkin, +per mostrare ai suoi compatriotti come +anche sotto una pelle d'orso può battere +un cuore poetico. Anche questo fatto—che +sarebbe sembrato inaudito in Roma fino a +pochi anni fa—è un indizio del diffondersi +di tutte le letterature europee. Roma +è, durante l'inverno, un albergo di tutte +le nazioni; i forestieri vi portano tutte le +lingue e v'introducono tutte le letterature; +nessuna meraviglia, dunque, se a +Roma si comincia a notare l'influenza di +ciò che non è nazionale. Ciò potrà allargarne +l'orizzonte; però non tutte le nazioni +possono avere un'influenza utile e benefica +e non ve n'è nessuna che sia più della russa +estranea all'indole italiana. I tentativi di +Ciampi son dunque da considerarsi soltanto +come una curiosità letteraria; ed egli sarebbe +più benemerito della sua patria, se +presentasse, in veste italiana, i poeti stranieri +che hanno più stretta relazione con +l'Italia, o che hanno un valore classico +assoluto. Egli, del resto, maneggia assai +bene l'ottava, e potrebbe perciò felicemente +tradurre il <i>Childe Harold</i>.</p> + +<p>Ciampi ha più volte mostrato la sua abilità +nelle romanze in stanze. Scrisse due +novelle in versi: <i>Serena e Stella</i>, la prima<span class="pagenum"><a name="Page_274" id="Page_274">[Pg 274]</a></span> +in tre, la seconda in cinque canti. Quella è +una leggenda toscana, questa una saga normanna; +ambedue son di genere assolutamente +romantico, con storie d'amore, avventure +e scene fantastiche. Lo stile è facile +e scorrevole: le descrizioni, specialmente +in <i>Stella</i>, sono calde e vivaci. Ma +il nostro tempo ha perduto il gusto per +questo genere fantastico e cavalleresco; ora +si vuole la realtà e la profonda psicologia +dei caratteri. Gl'Italiani, del resto, han +poca attitudine per le romanze e le ballate, +e non ammirano troppo nemmeno il +veneziano Carrer. Ciampi ha preso un genere +incerto e che partecipa di due nature, +mentre avrebbe dovuto volgersi deliberatamente +alla novellistica in prosa, descrivendo, +per esempio, la vita romana; così +avrebbe sfruttato un genere del tutto trascurato +in Italia.</p> + +<p>Teresa Gnoli, romana, le cui poesie adornano +l'Almanacco Poetico, possiede un +vero talento poetico, un profondo e pensoso +sentimento che si esprime in belle +forme. La sua Musa è patriottica e fra gli +uomini porta, in nome delle donne della +sua terra, il suo contributo alla civiltà +nazionale. La letteratura femminile è copiosa +e assai importante in Inghilterra, in +Germania, in Francia, in America, ma in +Italia è ancora limitatissima. Lo spirito<span class="pagenum"><a name="Page_275" id="Page_275">[Pg 275]</a></span> +mascolino sembra, in Europa, disposto a +lasciare il campo alla donna, per quel che +riguarda la produzione poetica, e di dividerlo +con essa nel romanzo; per ora nulla +di tutto questo si nota in Italia. Per +quanto strano ciò possa sembrare, è pur +vero che in nessun altro paese le donne +sono, come qui, amanti della quiete familiare +e nemiche della fama e della +pubblicità. Il loro sistema d'educazione è +ancora in gran parte quello del chiostro, +ed esse hanno idee limitatissime sulla società +e sullo Stato.</p> + +<p>Nel medio evo romantico e violento vi +furono figure femminili che i poeti d'Italia +chiamavano loro muse ed ispiratrici, +per il culto poetico della donna, che già +vediamo in Dante e Petrarca; essi immaginavano +che la loro donna fosse il +sole mistico che accendeva la fiamma del +loro ingegno. Più tardi le donne stesse cominciarono +a far versi, e proprio in Roma +sorse la poetessa più celebre, e, forse, lo +ingegno poetico romano più vivace di +ogni tempo. Recentemente avemmo in +Roma donne improvvisatrici, ma l'arte non +avea nulla che fare con esse.</p> + +<p>Non sarebbe possibile paragonare le poesie +della nuova poetessa romana con i canti +di Vittoria Colonna, tanto più perchè la +giovane signora Gnoli non ha voluto seguire<span class="pagenum"><a name="Page_276" id="Page_276">[Pg 276]</a></span> +nessun modello, ma aprirsi una via +personale e quella percorrere senza esitazioni. +Ed è riuscita. Spesso ella si rivolge al +passato, ed una delle sue poesie migliori è +appunto: l'<i>Incontro di Beatrice e di Laura +in Paradiso</i>, dove felicemente evoca le due +ombre, che amorevolmente si intrattengono, +anime sorelle, e si dileguano poi come +due stelle</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Nova tracciando via<br /></span> +<span class="i0">Di luce e d'armonia.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Bella ed efficace è pure una poesia sulle catacombe +di Roma, su questo strano dominio +delle ombre e del passato, figlio della Storia +e della Morte. Le descrizioni dell'Inferno +di Dante non fanno più spaventosa impressione +di questi lunghi corridoi oscuri sparsi +di ossa, di nicchie vuote, di sarcofaghi, +di rozze imagini bizantine e d'iscrizioni +oscure e sinistre; anche qui Dante avrebbe +avuto bisogno di una guida come Virgilio. +Ora, il Virgilio di questo mondo sotterraneo +è il De Rossi, l'epigrafista dottissimo; +e, rileggendo i versi della Gnoli, io ricordo +con piacere l'escursione che nelle catacombe +feci con la poetessa, l'improvvisatrice +napoletana Giannina Milli ed il De +Rossi che ci guidava. <i>Hierusalem civitas +et ornamentum martyrum Domini</i> è +il motto della poesia, tolto da un'iscrizione +del <span class="smcap">III</span> secolo.<span class="pagenum"><a name="Page_277" id="Page_277">[Pg 277]</a></span></p> + +<p>La Gnoli fa seguire immediatamente +alla Notte delle catacombe, l'Inno di Omero +<i>al Sole</i>, e ci libera dal brivido delle catacombe +con la contemplazione della Fonte di +ogni luce e di ogni intelletto. In questi +canti parla una spirito religioso; e sembra +davvero che la Gnoli eccella specialmente +nella grande lirica contemplativa. Ella tentò, +con minor fortuna, il dramma lirico con +<i>Torquato Tasso a Sorrento</i>. Ma questo +genere melodrammatico non era più tollerato; +il <i>Pastor Fido</i> e l'<i>Aminta</i> non ci fanno +anch'essi più veruna impressione. Il melodramma +può ancora avere un valore ed un +contenuto artistico, quando è trattato con +abilità drammatica misurata e delicatezza +lirica altissima, come l'<i>Eco</i> e <i>Narciso</i> di +Calderon; ma se eccettuiamo il coro d'introduzione +del <i>Tasso in Sorrento</i>, che +è assai buono, il resto si riduce ad un +giuoco puerile, e la figura del grande +poeta, che si è travestito da pastore e vive +in mezzo ai pastori, i quali non lo capiscono +nè lo rispettano, ci sembra non essere +più che una marionetta, e tutto il +componimento fornisce una nuova prova +del sentimento incompleto e vano di quest'arte +di maniera.</p> + +<p>Paolo Emilio Castagnola e Giambattista +Maccari son due poeti ch'han Muse sorelle. +Troviamo anche in essi l'inevitabile<span class="pagenum"><a name="Page_278" id="Page_278">[Pg 278]</a></span> +querela delle miserie presenti; la sconsolata +tristezza del Leopardi, per la quale +<i>tutto fuorchè il duolo è vano</i>, ha sfiorato +anch'essi, ma appena, come un sentore +di muschio che si è insinuato nelle vesti +di due uomini sani passati per la casa di +un morto. Fondamentalmente, essi hanno +due fresche e vive nature, e, invece del loro +dolore, canterebbero volentieri la grande +sventura della loro patria, se non temessero +l'esilio. Ambedue hanno un senso +giusto ed esatto della realtà e della storia.</p> + +<p>Castagnola ha cantato in una romanza, +<i>Emellina</i>, la tragica fine di Corradino, il +tradimento di Astura e la sua morte. <i>Emellina</i> +è il nome di una fanciulla, figlia di +Frangipane, la quale, vissuta in un castello +solitario fra il cielo, il mare e le selve, +s'innamora di Corradino, al primo apparir +di costui, e invano tenta di salvarlo. Il soggetto +è buono, ma non sempre son buoni +i versi. L'ottava non è trattata abbastanza +nobilmente, e oscilla fra lo stile elevato +e il tono popolare della cronaca; i caratteri +sono indefiniti e romantici. Pregevole +però, per bellezza lirica, è il canto d'addio +di <i>Emellina</i> che flebilmente lamenta la sua +sorte dall'alto della sinistra torre.</p> + +<p>Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il +canto politico, Giambattista Maccari esprime +più spesso e più chiaramente il suo<span class="pagenum"><a name="Page_279" id="Page_279">[Pg 279]</a></span> +pensiero. La Musa politica trova in Roma, +più d'una volta all'anno, occasione di farsi +udire: cioè, quando si festeggia il favoloso +Natale di Roma, per l'anniversario della +morte del Tasso, e per la distribuzione dei +premi nelle Accademie delle arti rappresentative. +Non v'è poeta in Roma, che in +tali circostanze non mandi arditamente +un saluto alla patria, e una volta, a proposito +d'una poesia di questo genere sulla fondazione +di Roma, si proibì la vendita dei +versi del Torlonia, ne' quali la politica non +entrava affatto. Anche Maccari, dunque, ha +scritto versi per queste occasioni. Le sue +stanze <i>Nel Natale di Roma</i> sono piene +di forza. Egli si rivolge ai Romani: O +cittadini, che avete lasciato dietro di voi +gloriose e sublimi ruine, ascoltate ora il +mio lamento, sgorgato da sincero dolore, +al vedervi indossare solo vesti pompose +con altero cipiglio, mentre bandite da voi +il sapere che disprezzate come cosa vana.</p> + +<p>E alle donne romane dice: O donne che +solo vi date a coloro che son ricchi di terre +e di vasellami preziosi, e pensate solo a +preparare vani tesori ai vostri figli: badate +bene! L'ignoranza li avvolge e li sòffoca: +quale sarà il loro avvenire?</p> + +<p>Energici anche e commoventi sono i sonetti +del Maccari, composti in occasione della distribuzione +dei premi agli artisti. «Italia,<span class="pagenum"><a name="Page_280" id="Page_280">[Pg 280]</a></span> +i tuoi orgogliosi monumenti non son più +che mute e inutili pietre: riànimati di +nuovo spirito, e non prestare ascolto allo +stolto che ti consola col ricordo del tuo +grande passato»!</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Che vi giova, degeneri nipoti,<br /></span> +<span class="i0">L'andar superbi della gloria avita,<br /></span> +<span class="i0">Se fatti siete a tutto il mondo ignoti!<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Voci solitarie e virilmente nobili in mezzo +alle rovine di Roma! Ne ringrazino di cuore +il poeta gli Epigoni romani!</p> + +<p>Maccari si volge al presente, e dalle rovine +e dai palazzi passa alle capanne del povero. +Già in Castagnola troviamo stornelli popolari, +ma in Maccari essi sono più numerosi. +Egli scrisse delle ballate che ci descrivono +la vita nella campagna romana, come <i>la +Venditrice di fragole</i>, che discende dai +monti alla città, con la sua cesta elegante e +colma di frutti. Il ritornello di questa ballata +è il seguente:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">È venuta in città la montanina,<br /></span> +<span class="i0">Chi vuol comprar la fragoletta alpina?<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Altri soggetti della poesia del Maccari +sono la «Pastorella», la «Boscaiuola», che +porta sul capo, fino alla città, il peso delle legna +raccolte sui monti, il «Mietitore», e la +«Cicoriara»; questi ultimi due sono soggetto +d'idillii, dei quali il secondo è specialmente +bello ed aggraziato. Queste cicoriare, raccolta<span class="pagenum"><a name="Page_281" id="Page_281">[Pg 281]</a></span> +la loro insalata nei campi, vengono +a venderla a Roma, vestite di un abito +campestre caratteristico, al Pantheon o a +Piazza Navona. In queste descrizioni Maccari +mostra un temperamento poetico felicissimo, +e si sente che la sua Musa ha +respirato le aure fresche dei campi! E +proprio nella realtà e nella natura deve +ricercare la sua rigenerazione la poesia italiana: +questo dovrebbero intendere i poeti +di Roma. Sotto questo aspetto debbo salutare +con gioia una piccola raccolta di canti +popolari che la Strenna Romana pubblica +col titolo: <i>Saggio di canti popolari di +Roma, Sabina, Marittima e Campagna</i>. +Gli editori debbono molto all'opera del +signor Visconti che nel 1830, per la prima +volta, diede mano ad una raccolta di questo +genere (<i>Saggio di canti popolari della provincia +di Marittima e Campagna</i>). La +raccolta attuale è piccola, ma preziosa. Essa +comprende ritornelli di fiori della Campagna +romana, quartine sabine, e finalmente delle +stanze di dieci versi della Marittima e della +Campagna latina.</p> + +<p>I ritornelli sono bei fiori di campo, freschi +e odorosi, cresciuti in piano o in monte. +Non c'è forse fiore che il popolo qui non +abbia messo a simbolo di qualche cosa. +L'uomo dei campi applica volentieri ad un +fiore una sentenza o un pensiero, racchiusi<span class="pagenum"><a name="Page_282" id="Page_282">[Pg 282]</a></span> +in un ritornello, sia per una rosa, o per un +narciso, o una margherita, o per una viola. +Ogni fiore gl'ispira una piccola poesia, +espressa in tre versi pieni di sogno. Questo +linguaggio dei fiori si perpetua per tradizione +da una generazione ad un'altra, modificandosi +e arricchendosi di tempo in tempo. +Tutta l'Italia ha questo gusto gentile; +i ritornelli errano per i campi con i lavoranti +e talora si cantano gli stessi nella +Maremma, in Corsica, nella Campagna di +Roma. Ma la vera patria di questi ritornelli +sembra esser la Toscana, il giardino +d'Italia, la regione più felice forse e più +geniale di tutto il paese. Questi ritornelli +sono costruiti assai semplicemente. Il primo +verso, brevissimo di solito, contiene il nome +di un fiore; gli altri due, endecasillabi, +esprimono il pensiero, in modo che l'ultimo +verso rimi col nome del fiore, e quello di +mezzo finisca di solito, con un'assonanza:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Io benedico della rosa il fiore;<br /></span> +<span class="i0">Quest'è la sorte delle cose care;<br /></span> +<span class="i0">S'acquista in pianto e si lascia 'n dolore.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Un ritornello senza fiore:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">M'affaccio alla finestra, e vedo mare.<br /></span> +<span class="i0">Tutte le barche le vedo venire<br /></span> +<span class="i0">Quella dell'amor mio non vuol tornare.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Quest'ultimo pittoresco stornello, come +dicono i Toscani, si trova anche nella raccolta +di canti popolari toscani del Tigri,<span class="pagenum"><a name="Page_283" id="Page_283">[Pg 283]</a></span> +ma con una infelice variante: <i>veggo 'l mare</i>, +invece che <i>vedo mare</i>. Tigri ne ha raccolti +425, e fra di essi si trovano dei veri gioielli +poetici. In molti ritorna l'espressione <i>m'affaccio +alla finestra</i>, come in questo, un +po' lezioso:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">M'affaccio alla finestra e vedo notte;<br /></span> +<span class="i0">Con le lagrime mie bagno le lastre;<br /></span> +<span class="i0">O fonte di bellezze, buona notte!<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Trascrivo qui un ritornello siciliano dell'Etna:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Sciuri d'aranciu;<br /></span> +<span class="i0">Tutti li beddi di ssu munnu munnu<br /></span> +<span class="i0">C'un capiddu di tia non ci li canciu.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Oltre queste poesie minime meritano +anche di essere ricordati i componimenti +popolari di dieci versi della Maremma romana. +In Toscana simili componimenti vengono +chiamati «rispetti» ma hanno <i>per lo più +solo otto versi</i>, e formano una strofa. Talora +hanno un numero maggiore di versi. +A Roma io non conosco che quelli di dieci +versi a rime incrociate, con gli ultimi due a +rima baciata. Queste strofe contengono sentenze +morali, proverbi, o serenate e canti +d'amore popolari.</p> + +<p>Esse sono spesso ingenue, ma efficaci e +piene di poesia. Da due decenni si è diffuso +in Italia lo studio dei canti popolari; +se ne son fatte più raccolte; recentemente +è notevolissima la raccolta di canti umbri,<span class="pagenum"><a name="Page_284" id="Page_284">[Pg 284]</a></span> +liguri, piceni, piemontesi, romani, di Oreste +Marcoaldi (Genova 1855); quella del Tigri: +<i>Canti popolari Toscani</i> (Firenze, Barbèra +e Bianchi, 1856) vero tesoro di poesia; e +finalmente quella di Leonardo Vigo d'Acireale: +<i>Canti popolari Siciliani</i> (Catania, +1857). L'isola di Sardegna è restata indietro, +quantunque debba contenere materia +innumerevole e pregevolissima. La +piccola Corsica deve la raccolta delle sue +belle canzoni al poeta Salvatore Viale.</p> + +<p>Chiudo la mia notizia sui poeti di Roma, +i cui nobili tentativi ed i buoni successi ho +seguìto con amore per più anni, come +ospite, mandando loro il saluto e l'augurio +fraterno dell'amico, attraverso le Alpi, sulle +rive del Tevere... Noi siamo tutti davvero, +come dice la canzone popolare romana, +tanti rami d'un tronco solo, tante fiamme +d'un solo incendio!<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a></p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_285" id="Page_285">[Pg 285]</a></span></p> + + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter">AVIGNONE.<br /> +<span class="small">(1860).</span></h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_287" id="Page_287">[Pg 287]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + + +<h2 class="lighter"><a name="Avignone" id="Avignone"></a>AVIGNONE.<br /> + +<span class="small">(1860).</span></h2> + + +<p>Esiste un prestigio incancellabile in questo +nome di Provenza, e questa contrada, irradiata +dal più bel sole, rinomata per il suo +bel canto, ricca di vigneti e di olivi, irrigata +da un grande fiume, animata da mille +ricordi dei tempi antichi, esercita tuttora +un vero fascino sopra gli abitanti dei paesi +settentrionali. Il riflesso romantico delle +canzoni dei trovatori sta su di essa come +la gloria di un tramonto sanguigno; imperocchè +quell'epoca della poesia del medio +evo è tragicamente collegata allo sterminio +degli Albigesi, di quegli eretici coraggiosi, +di quegli eroi del pensiero, che insanguinarono +la poesia provenzale, la libertà +delle repubbliche cittadine della Francia +meridionale, la civiltà sociale di quelle +contrade. Fu quello uno dei punti culminanti +della storia del medio evo; i contrasti +di tale epoca, sempre forti e pronunciati, +lo furono maggiormente ancora<span class="pagenum"><a name="Page_288" id="Page_288">[Pg 288]</a></span> +colà ed in quel periodo di tempo di libertà +e dispotismo, di amore poetico, voluttà, ed +inquisizione, di fiori, feste e roghi fumanti di +Giraldo di Borneil e di Pietro di Castelnau; +di Bertran del Bornio e di S. Domenico. Si +aggiunga l'attrattiva di una lingua melodiosa, +nobile, la quale a poco a poco venne +scomparendo del tutto, della lingua più +antica fra le lingue romane, nella quale +si scrisse e si poetò prima che l'italiano +s'innalzasse a lingua letteraria; della lingua +d'Oc o di Occitania, dalla quale ebbero +origine quasi per contatto geografico +le tre lingue principali di razza latina, l'italiana, +la spagnuola e la francese.</p> + +<p>Non havvi per avventura in tutta la +Francia una provincia, nella quale si vada +con eguale commozione. Se non che il treno +corre troppo rapido, e quella contrada curiosa, +le sue roccie rossicce, i suoi castelli +diroccati, le sue città cupe e malinconiche, +le sponde ridenti de' suoi fiumi, i +suoi aranceti, i suoi vigneti passano non +meno rapidamente davanti al viaggiatore +che i ricordi storici evocati dall'aspetto di +quelle regioni, Bosone di Arles, Raimondo +di Tolosa, Simone ed Amaury di Monfort, +i conti di Beana e di Oranges, Innocenzo III, +Carlo d'Angiò, Ludovico VIII, S. Domenico, +i trovatori, i santi, gli eroi, i sette +Papi d'Avignone.<span class="pagenum"><a name="Page_289" id="Page_289">[Pg 289]</a></span></p> + +<p>La Provenza, del resto, ha tutt'altro che +l'aspetto di un paradiso; in molti punti la +si potrebbe paragonare ai deserti dell'Arabia. +Le contrade sono sassose, arse dal +sole, spesso di aspetto selvaggio, bizzarro, +malinconico, cupamente severo. Allorquando +vidi quest'arida regione, compresi +come avesse potuto esser teatro di +guerre fanatiche e religiose; come su questa +terra bruciata dal sole dovesse crescere +una razza di uomini appassionata, +come quivi, del pari che nelle Calabrie, +dovessero regnare le passioni più svariate, +ascetismo, entusiasmo, arditezza di +concetti filosofici, amore di libertà.</p> + +<p>Vive ancora qui la maledizione delle +terribili crociate contro gli Albigesi, gli +Ugonotti, delle guerre delle Cevenne, delle +conversioni tentate da Ludovico XIV per +mezzo dei suoi dragoni. Quasi si direbbe +che le città deserte, i castelli che sorgono +in rovina in cima alle rupi, sembrino +parlare tuttora di quei tempi, come +dei saturnali sanguinosi dell'ultima rivoluzione; +e non fanno per certo lamentare +la caduta della tirannia feudale. Se non +che, non sono soltanto i castelli rovinati, +che portano questa impronta severa e +malinconica; la posseggono pure i villaggi, +le città fabbricate con una roccia +di colore giallo-rossiccio, che si direbbe<span class="pagenum"><a name="Page_290" id="Page_290">[Pg 290]</a></span> +infuocata, al mirarla fra le fronde magre +dei gelsi e degli olivi. Neppure nei monti +più selvaggi dello Stato Pontificio, nei +monti Volsci, nella Sabina, neppure nella +Corsica, ho veduto villaggi egualmente +malinconici. Sono per lo più fabbricati alla +rinfusa, senza ordine; le case costrutte di +piccoli e rozzi sassi, coi tetti acuminati, +sono piccole, a forma quasi di capanne; +qua e là si scorge una finestra senza impannata, +chiusa unicamente da imposte +di legno; qualche volta l'intera parete ha +soltanto una finestra e una piccola porta. +Le strade sono piccole, strette, oscure, tortuose; +meritano a mala pena quel nome, +perchè, o disseminate qua e là senza +ordine di sorta, od ammonticchiate le une +sopra le altre, non si prestano alla formazione +di strade regolari, e sembra piuttosto +di trovarsi nei giri tortuosi del letto di +un torrente, che in vie aperte alla comunicazione +scambievole degli uomini.</p> + +<p>Generalmente, sorge sopra ogni villaggio +un castello rovinato, quasi marchio in +fronte al sanguinoso medio evo. Pochi +sono gli indizi, le traccie di arti belle; le +chiese stesse sono più che modeste, e di +architettura tutta primitiva. La vita che +si vive in quei paesi pare estranea alla +civiltà, porta in generale l'impronta della +selvatichezza e della miseria. Difatti,<span class="pagenum"><a name="Page_291" id="Page_291">[Pg 291]</a></span> +per qual motivo i contadini abbastanza +agiati di oggidì, i quali non hanno a temere +più nè gli arbitrî nè i soprusi dei +baroni, nè le scorrerie dei soldati di ventura, +nè le sorprese dei satelliti dell'inquisizione, +continuerebbero a rintanarsi in +quelle meschine catapecchie, tristi avanzi +del medio evo? L'abitudine è certamente, +se non sempre dolce, pure abbastanza tenace, +e gli abitanti del mezzogiorno sono +più ostinati degli altri nei loro usi, nei +loro costumi, particolarmente nelle regioni +aride e montuose, di per sè ribelli al progresso +agrario, e l'inerzia ed il sudiciume +sono purtroppo qualità caratteristiche delle +contrade.</p> + +<p>Parlo dei piccoli villaggi della Provenza, +non delle grandi città avvezze alla civiltà, +alla vita sociale, le quali però sono esse +pure di aspetto malinconico, decaduto e +sudicie esse pure. Così è Donzères, così +Mondragone col suo nero castello, così la +Palud Mornas con le sue memorie sanguinose, +Piolenc (nomi strani, bizzarri, sonori) +così pure Orange, che richiama tutto +ad un tratto al ricordo della storia della +Borgogna, dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra +ed anche della Prussia; sede una volta dei +principi, da cui derivò la casa di Orange, +ma pur sempre città piccola, d'aspetto cupo,<span class="pagenum"><a name="Page_292" id="Page_292">[Pg 292]</a></span> +notevole per alcune antichità romane e +medioevali.</p> + +<p>Nelle campagne regna un profondo silenzio; +si vedono appena qua e là alcuni +contadini intenti a lavorare la terra, e, nonostante +la vicinanza di due grandi città +commerciali, quali sono Lione e Marsiglia, +non vi si scorge quasi indizio di attività +industriale e commerciale. Anche le stazioni +della strada ferrata sono in generale +vuote di passeggieri; ad ogni stazione però +stanno aspettando preti col loro breviario, +monache coi loro rosari e con le loro grandi +croci. In una parola, questa contrada non +è contrada francese; queste popolazioni +dalla faccia abbronzata dal sole, dai capelli +neri, non sono francesi; sono preti romani, +o popolo misto di liguri, celti, borgognoni, +visigoti, romani ed anche di greci massilioti, +i quali tutti popolarono queste regioni +con le loro colonie.</p> + +<p>Le sponde qua e là altissime del Rodano, +con le loro tinte calde, l'aspetto affascinante +di esse in molte parti, come all'incantevole +Roche de Glun, eccitano la fantasia, +e quanto più uno si inoltra nel sud, tanto +più il paese gli appare bello e originale.</p> + +<p>Presso Mornas vidi i primi olivi, ma +sembravano ancora delle piante esotiche. +Di limoni e di aranci non ne vidi, ad +onta della prossimità della città di Orange.<span class="pagenum"><a name="Page_293" id="Page_293">[Pg 293]</a></span> +Presso Sorga si varca il celebre torrente +di questo nome, il quale scende +dai monti romantici di Valchiusa, dove +Petrarca cantò la bella Laura. Sorge in +vicinanza Avignone, sul possente Rodano, +e di là signoreggia tutta la contrada il +palazzo dei Papi, uno dei più cospicui monumenti +che ci siano rimasti del medio +evo, gigantesco, di aspetto cupo; esso richiama +alla memoria in certo modo quelli +d'Egitto.</p> + +<p>Avignone non è nè grande nè bella città, +però varia di aspetto ed originale. Ai tempi +dei Papi contava ottantamila abitanti; oggidì +sono ridotti a trentasettemila quelli +del decaduto capoluogo del dipartimento +di Valchiusa. Al pari di tante città d'Italia, +dalle quali si ritirò la vita storica, +non è più che un monumento senz'anima. +L'aria vi è, per così dire, impregnata di leggende, +di storia, ma non già, come quasi +ovunque in Italia, di belle e poetiche tradizioni; +qui tutto è severo. Vi abbondano +il fanatismo, la prepotenza baronale, l'assolutismo +clericale; mancano la vita civile, +il soffio della democrazia, i contrasti armonici +della vita attiva e del genio della +civiltà. L'ombra del suo medioevale castello +ciclopico si stende su tutta la città, +e si direbbe la opprima, le impedisca di +risorgere; guardando da quello Avignone,<span class="pagenum"><a name="Page_294" id="Page_294">[Pg 294]</a></span> +si pensa involontariamente ad un legittimista +caduto in bassa fortuna, sul logoro +abito di velluto del quale, si scorgano +tuttora vestigia di ricami in oro.</p> + +<p>Allorquando camminavo sul selciato, veramente +cattivo, di queste strade oscure e +contorte, mi pareva di trovarmi ancora in +Anagni, dove pure più d'una volta tennero +corte i Papi e dove sussistono tuttora le rovine +del palazzo di Bonifacio VIII. Quella +città è decaduta, deserta, polverosa, incresciosa, +quanto lo è appunto Avignone. +Fu in Anagni che Bonifacio VIII fu sorpreso +e trattato nel modo più indegno +da Guglielmo di Nogaret, inviato dal re +di Francia Filippo il Bello. Pochi anni +dopo lo stesso re Filippo portava il papato +esautorato e ridotto a' suoi voleri, +nella cattività francese, o, come fu detta, di +Babilonia, fissandone la sede quivi in Avignone. +E queste reminiscenze storiche, queste +relazioni fra le due città, mi facevano +pensare sempre più ad Anagni, della quale +serbavo profondo ricordo.</p> + +<p>Le mura stupende della città, opera dei +Papi, con le loro torri quadrate, con i loro +merli, con le loro porte; l'alta ed ampia +rupe (<i>Rocher des Doms</i>) con la cattedrale +e coll'immenso palazzo; la città di aspetto +grigio, dalla quale sorgono alcune antiche +torri, il Rodano che lambe le mura; gli +avanzi pittoreschi del ponte di S. Benezet; il<span class="pagenum"><a name="Page_295" id="Page_295">[Pg 295]</a></span> +ponte sospeso che porta nell'isola sul Rodano; +sull'altra sponda di questo, l'aspetto +bizzarro di Villeneuve-les-Avignon con le +sue torri, e col suo castello; tali sono i +caratteri principali, che prima appaiono, di +Avignone.</p> + +<p>La posizione della città, senza essere +straordinariamente bella, non manca però +di un certo pregio; imperocchè il nobile +fiume dà alla città stessa ed al suo territorio +un carattere di grandezza e di maestà. +L'orizzonte è vasto e bello, e mi sorprese, +ad onta delle mie fresche reminiscenze +d'Italia, quando dalla riva del Rodano +salii la lunga ed ampia gradinata +che porta sul Rocher des Doms. Si scorge +una campagna di aspetto completamente +meridionale, coltivata ad oliveti, e con piantagioni +di gelsi, di robbia, di viti, attraversata +dal Rodano, dalla Sorga, dalla Duranza, +irrigata da numerosi canali, popolata +da moltissimi villaggi. Un cielo limpido +e sereno si stende su quella regione +di colline. Sulla sponda destra del Rodano, +arida e di tinta gialla come le roccie della +Sicilia, si scorgono le rive di Villeneuve, +il forte S. Andrea, Chateau-neuf-des Papes, +i monti ricchi di oliveti di Valchiusa, più +in là l'alto Bentoux, l'azzurro Luberon, le +cime delle Alpi del Delfinato e della Provenza, +e finalmente le montagne della Linguadoca.<span class="pagenum"><a name="Page_296" id="Page_296">[Pg 296]</a></span> +Tutti questi monti non hanno le +belle forme dei monti italiani, campeggiano +però in un'atmosfera e sotto un cielo meridionale, +ed annunciano la vicinanza del +bel paese. Allorquando i cardinali italiani +e romani (che sempre ve ne furono +alla corte dei Papi francesi) gettavano lo +sguardo su questi campi di Provenza, potevano +fino ad un certo punto trovarvi un +ricordo delle bellezze d'Italia ed una reminiscenza +del panorama grandioso di Roma. +I cardinali poi, ed i Papi francesi che +l'amore di patria legava a queste contrade, +potevano rivolgere sovra esse con soddisfazione +i loro sguardi e consigliare agl'Italiani +di consolarsi col vino eccellente di +Borgogna, e con le belle avignonesi, dagli +occhioni neri, diletto, questo, che essi non +disprezzarono mai.</p> + +<p>La vegetazione sul Rocher des Domes +è tutta quanta meridionale. Vi crescono e +vi fioriscono, sulle terrazze, i leandri, l'alloro, +gli alberi della vite, le ginestre ed i +pini, e vi scorsi pure alcune piante di aloe, +per quanto queste piante d'Italia fossero +piccole, tisiche, come piante esotiche. Si +capiva che il suolo non era quello ancora, +in cui potessero prendere tutto il +loro sviluppo. Nel pensare allo splendore +della vegetazione d'Italia, mi pareva che +i Papi avessero cercato di portare nella<span class="pagenum"><a name="Page_297" id="Page_297">[Pg 297]</a></span> +cattività di Babilonia la flora romana. Gli +aranci ed i limoni non crescono in Avignone +all'aperto, per quanto vi sia caldo +il sole, e non vidi che meschini gli allori, +i cipressi ed i pini, che crescono cotanto +maestosi in Roma. Del resto, il suolo di +Avignone è fertile, produce vino ed olio +eccellenti, fichi, mandorle e robbia soprattutto, +in grande quantità.</p> + +<p>Si riferisce alla coltivazione di quest'ultima +pianta una grande statua di bronzo, +che sorge sulla spianata del Rocher des +Doms. Avvezzo a trovare in Italia sulle +piazze delle cattedrali la statua del santo +patrono della città, mi mossi verso quella +per vedere quale fosse il protettore di +Avignone, e trovai scritto sul piedistallo: <i>A +Jean Althem introducteur de la garance, +les Vauclusions reconaissants.—1846</i>. Di +fronte alla cattedrale di Avignone, in prossimità +del Vaticano francese, non sorge +dunque la statua di un Papa, nè di un martire, +nè di un vescovo, ma quella di un semplice +cittadino, il quale introdusse nella +Provenza, non già l'inquisizione, ma una +pianticella la quale fa ricco il paese, tingendo +di un bel rosso i calzoni di seicento +mila francesi. E ciò mi confermò che +non mi trovavo già in Anagni, ma in una +città della Francia attiva ed industriale, +fra Lione e Marsiglia. Giovanni Althen<span class="pagenum"><a name="Page_298" id="Page_298">[Pg 298]</a></span> +però non era avignonese, ma persiano. +Venne in questa città nel 1756 e morì nelle +vicinanze, a Caumont, nel 1774.</p> + +<p>Non spirava un soffio d'aria, quando pervenni +su quell'altura; benchè fossimo in +ottobre, il sole splendeva ardente sulle +nude rocce. Ma il vento del settentrione, +il <i>maestrale</i>, come qui lo chiamano, si fa +sentire sovente con forza, e la città vi è +molto esposta; di qui l'antico proverbio:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Avenio ventosa<br /></span> +<span class="i0">Sine vento venenosa<br /></span> +<span class="i0">Cum vento fastidiosa.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>Io però farei una correzione all'ultimo verso, +dicendo: <i>Cum et sine vento fastidiosa.</i> +Questo proverbio mi ricordò quello di Tivoli: +<i>Tivoli di mal conforto, o tira vento, +o piove, o suona a morto.</i></p> + +<p>Il nome di <i>Rocher des Doms</i> è derivato +da <i>Domnis</i> o <i>Dominis</i>, e la cattedrale pure +è denominata <i>Nostra Signora des Doms</i>. +La rupe sopra la quale sorge è alta centotrent'otto +piedi sopra il livello del mare, +ed ottant'un piede sopra Avignone. Colà +sorgeva l'antichissima acropoli e colà ebbero +sede, in tutte le epoche, i principali +monumenti della sua storia. Avignone +rassomiglia in questo a parecchie città del +Lazio e dell'Etruria, le quali ebbero nel +punto più elevato l'antica rocca ed a fianco +di questa il tempio, tanto durante il paganesimo<span class="pagenum"><a name="Page_299" id="Page_299">[Pg 299]</a></span> +quanto nell'êra cristiana; imperocchè +le cattedrali ed i palazzi vescovili, fortificati +e con le loro torri, furono in generale +costrutti con i materiali tolti dai tempî +dei pagani.</p> + +<p>Prima di introdurre il mio lettore nel +celebre palazzo dei Papi, voglio da questo +Campidoglio avignonese gettare uno +sguardo sulla storia di questa città e de' suoi +dintorni, imperocchè, quale linguaggio possono +parlare le pietre e le mura di una località +famosa, se non se ne conosce la vita +storica?</p> + +<p>L'origine di Avignone è oscura; sorse +certamente avanti G. C. I greci la nomarono +<i>Avenion</i>, i romani <i>Avenio</i>, non si sa se +togliendo il nome <i>A vento</i>, <i>Ab avibus</i>, +<i>Avineis</i>, o da altra parola. La città fu indubbiamente +capitale dei Cavari o Celti, i +quali popolavano questa parte delle Gallie, +e più tardi vi presero stanza pure i massiloti, +quale un emporio sul Rodano. Avignone +fu quindi colonia romana, con diritto +di città latina, ed appartenne al pari +di Ginevra, Grenoble, Valenza, Orange, +Carpentras, Arles e Marsiglia, alla provincia +gallica di Vienna nel Delfinato. Tutte queste +città fiorirono sotto i primi imperatori, e +si ebbero in esse numerosi monumenti d'architettura +romana. In Avignone, però, nessuno +ne rimane, mentre nelle sue vicinanze<span class="pagenum"><a name="Page_300" id="Page_300">[Pg 300]</a></span> +più o meno sussistono tuttora, in Orange, +Carpentras, Cavaillon ed Arles. Può darsi +sia vero quanto dicono i più recenti scrittori +di Avignone, che quei monumenti siano +stati distrutti dai Borgognoni, dai Goti, dai +Franchi e dagli Arabi; se non, che nel considerare +le mura colossali del palazzo dei +Papi, mi pareva probabile che, al pari di +molte chiese, di molti palazzi di Roma, dovessero +celare nel loro interno più di un +monumento romano.</p> + +<p>La Provenza, ultima fra le provincie romane +delle Gallie, divenuta finalmente romana +per lingua, per costumi, fiorente per +civiltà latina, ricca di scuole, di accademie, +fu posseduta dapprima, per poco tempo, +dai Visigoti, poscia dai Borgognoni; poi +divenne provincia franca sotto Clodoveo. +Se non che, tutte le razze germaniche furono +sempre odiate dai Provenzali, i quali +parlavano latino, ed anche allorquando i +Franchi diventarono Francesi, la Francia +meridionale sulle due sponde del Rodano, +fino ai piedi dei Pirenei, si separò fin quasi +ai tempi nostri per la lingua, per sentimento +nazionale, per usanze, per costumi +dal resto della nazione. La Francia meridionale +si oppose violentemente alla dinastia +dei Merovingi, quindi dei Carolingi; +quelle provincie cercarono far regno a sè, +e di qui ebbero origine i loro rapporti<span class="pagenum"><a name="Page_301" id="Page_301">[Pg 301]</a></span> +coi Saraceni, nemici giurati dei Franchi. +Ma Carlo Martello, dopo aver sconfitto +i Mussulmani presso Tours, li cacciò pure +dalla Provenza, s'impadronì di Avignone, +la quale aveva aperte le sue porte +agl'infedeli e la pose a ferro ed a fuoco. +In tal guisa la Provenza venne ridotta a +signoria dei Franchi.</p> + +<p>Intanto i Provenzali, dopo la caduta dei +Carolingi, si sottrassero alla monarchia +francese; elessero a Vienna (879) a loro +re nazionale il conte Bosone, e così venne +fondato il regno di Provenza, il quale ebbe +pure il nome di Borgogna Cisiuranica, +siccome quello che comprendeva molte +parti dell'antica Borgogna, la Provenza, il +Delfinato, un tratto della Savoia, Nizza, il +Lionese, la Bressa e parte di Friburgo. Rimase +separata la Borgogna Transiuranica +fino al 933, nel quale anno i due regni furono +riuniti e formarono il novello regno di +Arles. L'ultimo re di questo, Rodolfo III, +chiamò nel 1032 a suoi eredi i re di Germania, +i quali mantennero a lungo su quelle +provincie, attualmente francesi, e più a +lungo ancora sulla Svizzera, la supremazia +politica.</p> + +<p>Sebbene passasse allora la Provenza a +far parte del regno di Borgogna, continuarono +però a governarla i suoi conti nazionali, +in qualità di vassalli del regno e dell'impero.<span class="pagenum"><a name="Page_302" id="Page_302">[Pg 302]</a></span> +Dall'anno 900 in poi presero +stanza in Arles e finirono per ridurre la +loro signoria ereditaria pressochè indipendente, +mentre sorgevano anche dei conti +nazionali nella Linguadoca, e vi fondavano +la famosa famiglia dei conti Raimondo di +Tolosa.</p> + +<p>Avignone appartenne al regno di Arles; +ma, oltre i conti di Provenza, possedevano +pure diritti sulla città, quelli di Tolosa, e +quelli ancora di Forcalquier, di guisa che, +prima di diventare dominio dei Papi, ebbe +per lungo spazio di tempo tre signori, +pur rimanendo soggetta ancora all'Imperatore +di Germania; strana ed assurda combinazione, +che solo il feudalismo e l'intricato +suo sistema di diritto pubblico possono +spiegare.</p> + +<p>Nell'epoca avventurata in cui principiarono +a svilupparsi ed a fiorire le libertà +municipali, anche Avignone ottenne la propria +autonomia, come l'avevano ottenuta +Marsiglia ed Arles, e fu governata da +consoli e da podestà, ad imitazione delle +repubbliche italiane. L'imperatore Barbarossa +confermò nel 1137 gli statuti di Avignone, +ed allora la fiorente città prese +pure il nome di repubblica imperiale.</p> + +<p>Poco tempo dopo fu coinvolta nella +grande agitazione, nel grande rivolgimento +che prese nome dagli Albigesi.<span class="pagenum"><a name="Page_303" id="Page_303">[Pg 303]</a></span></p> + +<p>L'affrancamento, l'emancipazione del pensiero +andarono di pari passo coll'affrancamento +della borghesia; e le città della +Francia meridionale, dove fin dai tempi dei +Greci e dei Romani eransi mantenuti sentimenti +municipali, inalberarono con ardore +la bandiera degli Albigesi e di Raimondo +di Tolosa, per conquistare la loro piena +indipendenza. È noto quale fu l'esito finale +di quest'ultima lotta della Francia +meridionale per la sua libertà; le crociate +micidiali, bandite prima da Innocenzo III, +quindi da Onorio contro gli Albigesi, ebbero +per fine di annientare la libertà di quelle +città, di rovinare la loro prosperità e di +fare assorbire la loro nazionalità dalla +Francia.</p> + +<p>Simone di Monfort si rese padrone della +Linguadoca, la bella proprietà dei conti +di Tolosa; e Roma che a quei tempi regalava +regni, quasi fosse stato il Papa padrone +del mondo, lo confermò nel possesso di +tali contrade. Se non che, l'infelice Raimondo +e suo figlio, partiti da Genova, +dove si trovavano in esilio, furono accolti +con trasporto dalle repubbliche di Avignone +e di Marsiglia, e si riaccese la guerra +più accanita che mai. Un sasso, lanciato +dalla mano di una donna, colse al capo +Simone di Monfort, all'assedio di Tolosa, +e gli Albigesi trionfarono per poco tempo.<span class="pagenum"><a name="Page_304" id="Page_304">[Pg 304]</a></span></p> + +<p>Soggiacquero alla spada di Ludovico VIII, +di cui l'aveva armato Onorio III. Il giovane +Raimondo fu costretto alla pace, +cedendo alla corona di Francia molte delle +sue possessioni, ed alla chiesa romana +parecchi de' suoi diritti sopra Avignone +ed il contado Venosino. Roma guadagnò +nella guerra contro gli Albigesi il primo +titolo ad una novella signoria in Francia, +ed ottenne particolarmente Venasque e +Carpentras; sebbene questa cessione non +avesse propriamente che il carattere di un +pegno, e la Chiesa si trovasse poi costretta +a dovere restituire quelle città ai conti di +Tolosa. Non dimenticò però mai i suoi +diritti, e fin dal 1273 il re di Francia fece +cessione assoluta, e per sempre, ai Papi +del contado Venosino.</p> + +<p>Avignone, costretta da Ludovico VIII +nel 1226 ad arrendersi, rimase ancora una +volta soggetta ai conti di Tolosa ed a +quelli di Provenza. Ma in forza dei patti +della pace di Parigi, Raimondo aveva dovuto +concedere la mano della sua figliuola +ed erede Giovanna ad Alfonso di Poitiers, +fratello del re. Colla morte del primo, +avvenuta nell'anno 1249, si estinse la famiglia +illustre dei conti di Tolosa ed i +suoi possedimenti passarono alla Francia. +Uguale sorte toccò alla stirpe dei conti +di Provenza; l'ultimo di questi, Raimondo<span class="pagenum"><a name="Page_305" id="Page_305">[Pg 305]</a></span> +Berengario, maritò la sua figliuola Beatrice +con Alfonso fratello di Carlo d'Angiò, +che fu più tardi conquistatore di Napoli +e carnefice di Corradino, e in tal modo +anche la Provenza passò nel 1245 in potere +della corona di Francia.</p> + +<p>I due fratelli cercarono di far valere i +loro diritti sopra Avignone e su altre città. +Invano si rivolsero le repubbliche minacciate, +per aiuto, al grande imperatore Federico +II, loro alto signore, in forza degli +antichi diritti dell'impero; dovettero soggiacere +al duro conquistatore. Avignone +si arrese il 10 maggio 1251; scomparvero +così i suoi ordinamenti repubblicani e la +fiorente sua civiltà municipale, alla quale +doveva succedere sessanta anni dopo un'altra +esotica e curiale, istituita dai Papi in +quella stessa Provenza, che i loro predecessori, +per mezzo di legati, avevano messa +a ferro e fuoco, spegnendo la splendida +civiltà della Francia meridionale, la brillante +scienza di Arles, di Tolosa e di +Nimes.</p> + +<p>Avignone rimase esclusivamente ai re +di Napoli, i quali portavano pure il titolo +di conti di Provenza e di Forcalquier. +Narrerò poi, nel palazzo stesso dei Papi, +come la Chiesa romana potè ottenere questa +città dalla corona di Napoli.<span class="pagenum"><a name="Page_306" id="Page_306">[Pg 306]</a></span></p> + +<p>Il castello cupo, con le sue torri massiccie +e colossali, le sue mura nere e +gigantesche, interrotte da poche finestre +gotiche irregolari, con i suoi fossati, con +le sue saracinesche, con le sue prigioni sotterranee, +produce non solo un'impressione +di tristezza, ma anche sinistra. Nel complesso, +il castello è un brutto edificio, un +misto di fortezza e di convento, di palazzo +e di prigione, fabbricato senza piano, +senza disegno: una specie di laberinto. Sebbene +la mole abbia una certa imponenza, +questa fortezza papale in Francia, isolata +da tutta quanta la storia del papato, senza +veruna connessione con tutti gli altri monumenti +del paese, offre un carattere di +casualità, di meschinità, quando si pensi +al Vaticano. Anche a fianco di questo sorge +una fortezza, ma è il mausoleo di un imperatore +romano; il genio delle arti ha +ingentilita la sua mole e nelle sue ampie +stanze brillano le meraviglie del mondo +classico. A S. Pietro, a fianco del Vaticano, +corrisponde in Avignone la piccola +chiesa Notre Dame des Doms, annessa al +castello. Rappresenta dunque, questa residenza +passeggera, le sorti ed il decadimento +del papato durante la sua permanenza +in Francia; essa fu una prigione +dei Papi, ed il suo castello baronale +ricorda l'epoca del feudalismo, nella<span class="pagenum"><a name="Page_307" id="Page_307">[Pg 307]</a></span> +quale il supremo gerarca della cristianità +non era altro che un vassallo della Francia +e non arrossiva di fregiarsi del titolo feudale +di conte Venosino e di Avignone.</p> + +<p>La storia di sette Papi dà vita al castello, +ma non basta a riempire quelle ampie +stanze, a popolare le sue mura; appena +i Papi ebbero abbandonato il palazzo, non +presentò questo maggiore interesse di tanti +altri castelli baronali.</p> + +<p>Sulla porta principale d'ingresso si scorgono +le armi di Avignone, una città sorretta +da due aquile, e al disotto tre chiavi +papali in oro; entrando, si trovano cortili +deserti, mura altissime, scale eterne, lunghi +corridoi come nei monasteri, cappelle gotiche +ora chiuse, ampie sale attualmente +tramezzate, stanze nelle torri, vôlte sotterranee, +un vero laberinto di Dedalo, che +fa venire le vertigini. Rimbomba il tamburo; +i soldati gridano, schiamazzano, e, +negli splendidi appartamenti che furono di +Clemente VI, si vedono ora lunghe file +di materassi e lunghe file di soldati francesi. +Dopo che la rivoluzione del 1790 ebbe +cacciato da Avignone i legati pontificî, il +palazzo venne senza difficoltà ridotto ad +uso di caserma, e serba tuttora quella destinazione. +Ne ha tutto quanto l'aspetto, +essendo stata devastata in modo barbaro +dai soldati durante la rivoluzione, e sotto<span class="pagenum"><a name="Page_308" id="Page_308">[Pg 308]</a></span> +la restaurazione del 1815. I preziosi affreschi +delle cappelle e di parecchie stanze +furono interamente rovinati, e non vi si +scorgono più che a mala pena alcune reliquie +di belle pitture, della scuola di Giotto.</p> + +<p>Queste mura, ora mute, furono testimoni +durante settant'anni della storia del papato, +in una delle epoche più memorabili d'Europa, +quando cominciava a splendere di +bel nuovo la luce delle scienze.</p> + +<p>Il primo Papa di Avignone fu Clemente V, +Bertrando du Got, arcivescovo di Bordeaux, +volpe astuta in abiti sacerdotali. Eletto e +confermato in seguito a segrete intelligenze +con Filippo il Bello, si fece incoronare a +Lione contro il volere dei cardinali; li costrinse +a venire in Francia, a seguirlo in +Avignone, dove fissò la sua dimora nel 1309. +La città apparteneva allora a Carlo II +re di Napoli; il Papa, pertanto, era suo +ospite; non esistendo colà palazzo pontificio, +Clemente andò ad alloggiare nel convento +dei domenicani. Si prestò servilmente +ai voleri del despota francese, sopprimendo +vergognosamente l'ordine dei +templari. Nell'atto di morire, il gran maestro +di questi, Giacomo Molay, citò il Papa +ed il Re di Francia fra breve davanti al +tribunale di Dio, e volle il caso che la sua +profezia non tardasse ad avverarsi: poichè +Clemente morì in Roquemaure nel 1314.<span class="pagenum"><a name="Page_309" id="Page_309">[Pg 309]</a></span> +Arricchì i suoi nipoti, ma non lasciò di sè +che la memoria di un ambizioso sordidamente +avaro, quale lo qualificarono due +grandi ed illustri fiorentini, storico l'uno, +santo vescovo l'altro.</p> + +<p>Dopo la sua morte, Avignone continuò +ad essere residenza del suo successore, +provenzale di nascita e contemporaneamente +vescovo della città. Giovanni XXII +si lusingò di poterla ridurre a signoria +della santa Sede e di unirla al contado +Venosino, ed a Carpentras. Si rinnovarono +nella piccola Avignone le sorti di Roma; +i Papi, i quali avevano a poco a poco acquistato +in questa il dominio temporale, mirarono +pure a diventare signori di Avignone, +non appena ebbero fissata ivi la loro dimora. +L'energico vecchio si decise di trincerarsi +in un palazzo in suolo straniero, ed in podestà +del Re di Francia. Questa nuova abitazione +doveva diventare una rocca con +fossi e con torri, ed a questa si offriva +adattissimo il <i>Rocher des Doms</i>, che +signoreggiava il corso del Rodano.</p> + +<p>Giovanni XXII gettò le fondamenta della +rocca di Avignone, e risale alla sua epoca +la maggiore torre, detta <i>Trouillas</i>, la quale +si estolle colossale, tuttochè non ultimata. +Nel veder sorgere davanti ai loro occhi +questo edificio, i cittadini di Avignone, attoniti, +non potevano comprendere quale<span class="pagenum"><a name="Page_310" id="Page_310">[Pg 310]</a></span> +fosse la sorte riservata alla loro patria. Giovanni +prese ad abitare la sua fortezza, e +si fu da questa che scagliò nel mondo i +fulmini delle sue scomuniche, i quali andarono +a colpire anche Lodovico il Bavaro; +ivi accolse pentito l'antipapa Pietro di Corbara, +ed ivi lo tenne prigioniero fino alla +sua morte. Giovanni XXII morì nel 1334, +in età di novant'anni. Alla sua morte si +rinvenne ne' suoi scrigni l'ingente somma +di venticinque milioni di scudi d'oro, dei +quali diciotto in moneta sonante, e sette +in vasellami e pietre preziose.</p> + +<p>Tali erano le ricchezze dei Papi in quel +loro esilio di Babilonia ed in un'epoca in +cui lo stato della Chiesa si trovava in +piena rivolta e in cui tutte quante le Provincie +erano rovinate.</p> + +<p>Giacomo Fournier fu il terzo Papa di +Avignone e prese il nome di Benedetto XII. +Vecchio, senza genio, ma dotto in teologia, +succedette all'abile Giovanni XXII, l'amico +dei re, col lodevole proposito di purgare +la Corte papale dal nepotismo e la Chiesa +dai mille abusi. Cominciò allora a regnare +nel palazzo pontificio una disciplina severa, +tutta monastica. Se non che lo stesso Benedetto +XII, dal quale molto speravano i +Romani, rimase sordo alle loro preghiere, +alle loro ripetute istanze, perchè trasferisse +di bel nuovo la sede del Papato a Roma.<span class="pagenum"><a name="Page_311" id="Page_311">[Pg 311]</a></span> +Il partito francese vi si oppose virilmente; +il re costrinse il Papa a rimanere in Avignone, +motivo per il quale Petrarca lo fece +segno ai più vivi rimproveri.</p> + +<p>Benedetto XII ridusse l'abitazione di Giovanni +XXII a guisa di fortezza inespugnabile, +dandole anche in certo modo, seguendo +in questo la sua indole, l'aspetto di un +monastero; nè poterono più, i suoi successori +mondani, togliere all'edificio questo +carattere.</p> + +<p>Clemente VI fu uomo di spirito, istruito, +d'inclinazioni mondane, un perfetto gentiluomo +della casa di Beaufort, amico del +Petrarca, amante delle belle arti, della poesia, +delle scienze; egli chiamò le Muse alla +voluttuosa sua Corte di Avignone. La città +che gl'Italiani, nella loro perdonabile irritazione, +nomavano Sodoma, o la seconda +Babilonia, fioriva in quella epoca e brillava +di un fugace splendore; in un teatro +così ristretto la Corte dei Papi e dei cardinali +non poteva estendersi; e quei Papi +francesi non furono che baroni provenzali, +che cittadini della piccola Avignone. Mentre +questa fioriva, Roma era divenuta un villaggio. +Abbandonata dai papi, che avea cacciati +le tante volte dalle sue mura, ne bramava +ora ardentemente il ritorno, e dal +momento che questi non si decidevano a +ritornare, si abbandonava, la città eterna<span class="pagenum"><a name="Page_312" id="Page_312">[Pg 312]</a></span> +ad una delle imprese più singolari che ricordi +la storia. Era il tempo di Cola di +Rienzo.</p> + +<p>I Romani mandarono un'ambasceria a +Clemente VI per sollecitarlo a voler far +ritorno a Roma; trovavasi fra i legati Cola. +Fu appunto in Avignone che Petrarca lo +conobbe. Fra gli ambasciatori c'era pure +Stefano Colonna, capo della prima famiglia +di Roma, amico del Petrarca, il quale +per certo non nudriva allora il sospetto +che fra pochi anni il giovine notaio avrebbe +fatto uccidere i suoi figliuoli ed i suoi nipoti.</p> + +<p>Nell'aggirarsi oggidì entro le squallide +stanze del castello di Avignone, sorgono davanti +agli occhi Petrarca, madonna Laura, +non che la figura romantica dell'ultimo +tribuno dei Romani, e rallegrano così la +tristezza che regna entro a quelle mura. +Se non che i soldati dai calzoni rossi di +Napoleone, i quali, tornati appena dai campi +di battaglia sanguinosi di Magenta e di Solferino, +si andavano preparando in questo +palazzo dei Papi a partire in guarnigione +in quella stessa Roma papale, la quale +trovasi ora in condizioni ben più critiche +di quanto fosse ai tempi di Cola di Rienzo; +quei soldati si frapponevano di continuo +fra me e le immagini del passato. Essi +non avevano idea veruna nè di Petrarca,<span class="pagenum"><a name="Page_313" id="Page_313">[Pg 313]</a></span> +nè di madonna Laura, nè di Cola di Rienzo, +nè di Giovanna di Napoli; sapevano però +che quelle mura avevano albergato Papi +e potevano credere che anche attualmente +un Papa era in certo modo prigioniero +della Francia, e che si andava dicendo potesse +venire condotto in Avignone. Sì, +molte considerazioni mi facevano ricollegare, +in quel castello dei Papi, il tempo dell'esilio +avignonese col tempo presente.</p> + +<p>Fu, pertanto, fra queste mura, ed in principio +del 1344, che Cola di Rienzo tenne +discorso a Clemente VI. Il momento era +splendido, adatto ad un Demostene, o ad +un Cicerone; il giovane oratore aveva posto +tutto il suo impegno per arrivare a +commuovere il Papa e quella nobile assemblea, +acquistando contemporaneamente +a sè fama non peritura. Fece una pittura +vivace della miseria in cui era caduta Roma, +e descrisse in particolar modo i soprusi, +e la prepotenza dei baroni. Questa fu la +causa della sua rovina. I Colonna, fra i +quali il cardinale Giovanni ch'era presente, +posero il Papa in guardia contro l'ardito +demagogo, e Cola rimase un certo tempo +in Avignone in povero stato, oggetto di +scherno da parte dei cardinali e dei grandi. +Allora Clemente VI si trovò costretto a +rimandarlo a Roma, nella qualità di notaro +della Camera municipale. Da quel momento<span class="pagenum"><a name="Page_314" id="Page_314">[Pg 314]</a></span> +ebbe principio la sua carriera fantastica +in Roma, nella quale si propose non solo +di richiamare la città all'antica grandezza, +ma ancora di fondare l'unità d'Italia.</p> + +<p>Il grande tribuno ricomparve ancora una +volta nello stesso palazzo di Avignone. Il +primo atto del meraviglioso suo dramma +aveva avuto luogo in Roma. Venne nel 1351 +quale prigioniero da Praga, consegnato dall'imperatore +Carlo VI. Allorquando giunse +in città, scortato da uomini armati, tutto +il popolo si mosse per vedere l'uomo singolare, +che avea operato cose cotanto straordinarie +in Roma. Cola fu condotto nel palazzo, +trattenuto ivi in carcere, dove gli si +somministrava vitto scarso; gli venne fatto +processo, al quale prese viva parte non solo +Avignone, ma tutto il mondo. Era grande +il prestigio del suo nome, de' suoi atti; la +gloria classica di Roma circondava il singolare +nipote che aveva osato vestire la +toga e presentarsi qual tribuno del popolo +che egli aveva incantato con uno spettacolo +romano. Petrarca scrisse epistole ai +Romani, richiedendoli di tentare, per mezzo +di un'ambasciata, la salvezza del suo infelice +amico. Intanto Cola se ne stava rinchiuso, +fantasticando, in una torre del castello, +forse in quella terribile Trouillas che +esiste ancora. Veramente non si sa con +precisione il luogo dove venisse rinchiuso,<span class="pagenum"><a name="Page_315" id="Page_315">[Pg 315]</a></span> +ma la tradizione accenna quella torre quale +sua prigione. La sua prigionìa però si +andò facendo meno severa; gli si mandavano +cibi dalla tavola del Papa, gli si permise +di avere dei libri, ed egli si immerse +nella lettura assidua di Tito Livio, nel quale +trovava descritta la grandezza antica dei +Romani, ed in cui poteva ravvisare l'imagine +tanto delle sue geste, quanto della +sorte che lo attendeva. Visse colà fino all'agosto +del 1353, nel quale anno il successore +di Clemente VI non solo gli permise +di ritornare a Roma, ma colà lo spedì +in qualità di suo vicario. Lo strano capriccio +della sorte permise al già caduto tribuno +d'innalzarsi ancora una volta con splendore; +furono quelli i suoi <i>cento giorni</i> di +Roma; poi cadde trafitto da una spada, +ai piedi del Campidoglio.</p> + +<p>Domandai se per avventura esisteva nel +palazzo qualche ricordo della presenza di +quest'uomo singolare, ed il custode mi fece +vedere un ritratto di Cola, che teneva nella +sua stanza. Questo ritratto, dipinto ad olio, +lo rappresentava in abito di senatore, con +la testa dai riccioli neri, coperta da un berretto +rosso. La sua testa grande e molto +espressiva, il viso nobile, senza barba, presentava +la fisonomia larga e grassa che si +dice che Cola avesse avuto nell'ultimo periodo +di sua vita. Il naso aquilino, di profilo<span class="pagenum"><a name="Page_316" id="Page_316">[Pg 316]</a></span> +prettamente romano, rivelava energia; +lo sguardo era tranquillo e imperioso. Sotto +il ritratto lessi queste parole: <i>Nicolas Calabrini +dit De Rienzi, tyran de Rome en +1347</i>. Questo ritratto non aveva, a dire il +vero, verun carattere di autenticità, ed apparteneva +fuor di dubbio al tempo in cui il +gesuita Cerceau pubblicò l'opera, senza +valore: <i>Conjuration de Nicolas Gabrini +dit De Rienzi, tyran de Rome,</i> venuta alla +luce in Amsterdam nel 1734.</p> + +<p>Un'altra figura storica del tempo di Rienzi +e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone, +quella di una bella e giovine principessa, +accusata dell'uccisione del marito ed assolta +dal Pontefice; Giovanna I regina di +Napoli e signora di Avignone e della Provenza. +Quale erede del regno, era stata fin +dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto +I al giovane principe Andrea d'Ungheria. +Questo re morì il 19 gennaio 1343, +dopo aver stabilito un consiglio di reggenza +per la durata della minorità di Giovanna. +La principessa, giovane di sedici +anni, punto non amava il suo consorte, di +cui probabilmente non hanno gli storici +napoletani esagerati i modi rozzi e la +inettitudine. I baroni napoletani mormoravano +contro la tracotanza degli Ungheresi +che circondavano la giovane corte; decisero +di sbarazzarsi di Andrea, tanto più<span class="pagenum"><a name="Page_317" id="Page_317">[Pg 317]</a></span> +che Clemente VI aveva di già pubblicata +la bolla che prescriveva l'incoronazione +anticipata del minorenne Andrea.</p> + +<p>Giovanna trovavasi, il 18 settembre 1345, +in Aversa col re suo consorte; nella +notte Andrea venne chiamato fuori dei +suoi appartamenti col pretesto di ricevere +dispacci importanti, e, non appena l'infelice +giovane apparve al balcone, fu afferrato +da persone mascherate, le quali gli +gettarono un laccio al collo e lo precipitarono, +senza far rumore, nel giardino, +dove si trovò al mattino il suo cadavere +appeso ad una fune. Il popolo si commosse; +la regina fuggì in tutta fretta a +Napoli, dove si rinchiuse nel suo palazzo; +la voce pubblica l'accusò di aver ucciso +il marito, o, per lo meno, di essere +complice dell'assassinio di questo. Ebbero +luogo processi ed esecuzioni per ordine +tanto di Giovanna, quanto del legato pontificio, +che non si tardò a spedire da Avignone.</p> + +<p>Intanto Ludovico di Ungheria, fratello +dell'ucciso, preparava un esercito per muovere +contro Napoli e vendicare la morte +di Andrea; nel che riuscì completamente. +Giovanna, giovane, bella, voluttuosa, come +in tempi posteriori Maria Stuarda, e intelligente +al punto che si diceva aver ereditate +le splendide doti d'ingegno del suo<span class="pagenum"><a name="Page_318" id="Page_318">[Pg 318]</a></span> +grande avo, non sapeva in qual modo sottrarsi +al pericolo imminente che la minacciava. +Tolse a marito Ludovico di Taranto, +suo cugino, per il quale nudriva una tenera +passione già prima della morte del +marito. Intanto il mondo risuonava delle +accuse del re di Ungheria e delle proteste +d'innocenza di Giovanna; le opinioni erano +divise.</p> + +<p>Comparvero gl'inviati di Ludovico e di +Giovanna a Roma, davanti a Cola di Rienzo, +e la regina si abbassò innanzi al tribuno +del popolo, allora padrone di Roma e +nello splendore della sua possanza, protestando +la sua innocenza, con umili e lusinghiere +epistole, accompagnate da ricchi +doni. Sottraendosi però alla collera dell'ungherese +il quale si avvicinava, si avviò, nel +gennaio del 1348, in Provenza, sua proprietà, +in compagnia del novello marito, e si presentò +in Avignone a Clemente VI, il quale, +feudatario di Napoli ed iniziatore del processo +aperto contro di lei, era ad un tempo +suo giudice e suo signore.</p> + +<p>Il Papa le assegnò a stanza Villeneuve, +sopra la sponda opposta del Rodano; convalidò +il secondo matrimonio di lei, che +non era conforme alle leggi canoniche, e +fece istruire il processo, invitandola poi a +comparire nel proprio palazzo, davanti ai +cardinali ed ai baroni di Provenza. Giovanna<span class="pagenum"><a name="Page_319" id="Page_319">[Pg 319]</a></span> +pronunciò davanti all'assemblea una +orazione latina a sua difesa, con tanto spirito, +con tanta tranquillità, con tanta sicurezza, +che tutti rimasero compresi di stupore. +Il suo comparire in attitudine di accusata, +di esule, la memoria del suo grande +avo Roberto, protettore illustre della Chiesa +e, più di tutto, la sua gioventù, la sua bellezza, +la sua grazia, commossero tutti gli +animi, e la giovane regina fu assolta dall'accusa +di uxoricidio.</p> + +<p>Bastò questo giudizio dei cardinali ad assolverla +davanti alla propria coscienza? +Era dessa veramente innocente quale la +proclamarono? Fra gli storici napoletani, +gli uni la condannano, gli altri l'assolvono, +e la sentenza imponente dello storico d'Italia +di maggior peso l'addita quale complice +almeno del misfatto. Dessa fu consapevole +del reo disegno, e non vi si oppose; al pari +di quanto fece più tardi Maria Stuarda, in +occasione della morte di Darnley.</p> + +<p>Giovanna si preparò a far ritorno a Napoli +per riconquistarvi il suo regno. Aveva +d'uopo d'uomini e di danaro, e vendette, +l'8 giugno 1348, la città di Avignone al +Papa per la meschina somma di ottantamila +scudi d'oro. Si trassero da questo +fatto severe conclusioni; nessuna prova +esiste a conferma di esse, ma il sospetto +è facile a spiegare. L'uccisione di un re<span class="pagenum"><a name="Page_320" id="Page_320">[Pg 320]</a></span> +e l'assoluzione di una regina accusata di +averlo spento, furono quelle che ridussero +Avignone in signoria dei Papi. Giovanna +riacquistò il regno di Napoli, che governò +con senno e prudenza per molti anni, in +mezzo ad agitazioni continue. Morto Ludovico +di Taranto, sposò Giacomo di Aragona, +e venuto a morte questi pure, tolse +a quarto marito Ottone di Braunschweig. +Cadde poi nelle mani di Carlo III di Durazzo, +suo parente e nemico a morte, e questo +pretendente alla corona ordinò ai suoi +scherani di farla perire della stessa sorte +toccata al suo primo marito. Così Giovanna +di Napoli fu strangolata nel castello di +Muro, nelle Puglie, nel 1382.</p> + +<p>Mentre le mura del palazzo di Avignone +richiamavano nella mia memoria questo +episodio sanguinoso della storia del reame +di Napoli, il mio pensiero si fermava a +considerare le condizioni attuali del regno +stesso, le cui sorti incerte ed agitate traggono +a sè l'attenzione di tutta quanta l'Europa. +Pensavo al giovane re Francesco +rinchiuso nelle mura di Gaeta, erede degli +errori e delle colpe de' suoi padri, fuggiasco +dalla sua capitale, abbandonato dal +suo popolo, stretto d'assedio dalle truppe +italiane nella sua ultima fortezza, minacciato +dal re di Piemonte, che mira a precipitare +dal trono il suo congiunto, inalberando<span class="pagenum"><a name="Page_321" id="Page_321">[Pg 321]</a></span> +l'antica bandiera di Cola di Rienzo, +la bandiera dell'unità d'Italia, con Roma +capitale. Il fuoco dei cannoni di Gaeta è +l'ultimo lampo del tramonto di un dispotismo +che non poteva più durare.</p> + +<p>Avignone, pertanto, era diventata, come +abbiamo visto, proprietà della Santa Sede, +e Clemente VI non tardò a prenderne possesso +con sua grande soddisfazione, perchè +vi si sentia non meno signore di quanto +lo fosse già in Venasca e Carpentras. In +un'epoca in cui la Chiesa era venuta perdendo +a mano mano i suoi possedimenti in +Italia, quel tratto di terra provenzale doveva +apparire ai Papi come un vero asilo +e come un rifugio inaccessibile alle tempeste, +dinanzi all'aspetto della rivoluzione +che sembrava dovesse di giorno in giorno +scoppiare in Roma. Mentre per varî secoli +erano stati dalla ribellione cacciati ripetutamente +dall'Urbe ed era colà la loro esistenza +divenuta continuamente precaria, in Avignone +avevano quiete e tranquillità, ed i +settant'anni d'esilio di Babilonia furono per +lungo tempo i soli anni pacifici del Papato. +Non c'è, quindi, da stupire che i Papi esitassero +a staccarsi da Avignone.</p> + +<p>Se attualmente la Chiesa romana possedesse +un territorio di là dalle Alpi, non +sarebbe improbabile che Pio IX, in condizione +di cose che ricordano l'epoca di<span class="pagenum"><a name="Page_322" id="Page_322">[Pg 322]</a></span> +Cola di Rienzo, vi cercasse rifugio, invece +di rimanere, sotto la dubbia protezione +della Francia, in Roma.</p> + +<p>Clemente ampliò ed abbellì il palazzo dei +suoi predecessori. Vi eresse una stupenda +cappella, o piuttosto una chiesa gotica, di +gran lunga superiore, per ampiezza e per +bellezza architettonica, alla cappella Sistina +del Vaticano. La ornò, come del pari varie +stanze del castello, di buone pitture a fresco, +per opera di maestri chiamati d'Italia. Tutte +queste pitture vennero distrutte; la cappella, +divisa in due piani ed in varie camere, +venne ridotta ad uso di caserma, e si +vedono con dolore gli archi gotici incassati +nei muri ed avanzi di pregevoli affreschi, +che erano, senza dubbio, della scuola +di Giotto.</p> + +<p>Clemente VI morì il 6 dicembre 1352, +dopo oltre dieci anni di pontificato e dopo +aver vissuta vita piacevole e splendida. +Aveva radunato in Avignone il fiore della +Francia meridionale, ed introdotto il lusso +alla sua corte; nelle sale del suo palazzo, +gremite di belle dame, di cavalieri, di poeti, +di artisti, di dotti, le feste si succedevano +alle feste. Egli fu largo co' suoi nipoti, co' +suoi favoriti, delle dignità della Chiesa e +dei tesori accumulati dall'avarizia del suo +predecessore. Fu il papa più brillante +di quanti ebbero stanza in Avignone, ed<span class="pagenum"><a name="Page_323" id="Page_323">[Pg 323]</a></span> +il cupo castello sotto di lui si può paragonare +al Vaticano nei tempi di Sisto IV, +di Giulio II e di Leone X.</p> + +<p>Tre papi abitarono ancora dopo di lui +la Francia; l'ultimo di questi pose fine all'inopportuno +esilio, riportando la sede del +sommo pontificato nella città eterna.</p> + +<p>Il severo Innocenzo VI fu il contrasto +preciso di Clemente VI. Proscrisse ogni +lusso dalla corte di Avignone, rimandò a +Roma Cola di Rienzo, facendolo accompagnare +dal cardinale Egidio Alvarez Albornoz, +uno degli uomini di Stato e dei capitani +più distinti che abbia avuto la Chiesa. +Egli, difatti, riuscì a riconquistare al patrimonio +di S. Pietro le provincie perdute, +meglio di quanto non abbia saputo fare, +a' giorni nostri, il generale Lamoricière. +Roma stessa piegò davanti a quell'energico +spagnuolo, e fece ritorno al papa. Innocenzo +VI morì in Avignone il 12 settembre +1362.</p> + +<p>Gli succedette Urbano V (1363-1370). Potè +essere grato ai suoi predecessori, i quali avevano +provveduto a cingere Avignone di mura, +imperocchè, senza questa precauzione, sarebbe +caduto nelle mani di quelle bande armate, +le quali in allora percorrevano, saccheggiando, +l'Italia ed il mezzodì della Francia. +Circondarono quelle la città, ed il papa +si vide costretto ad ottenere, con molto denaro,<span class="pagenum"><a name="Page_324" id="Page_324">[Pg 324]</a></span> +il loro allontanamento. Petrarca, oramai +vecchio, esortò allora Urbano, perchè +abbandonasse la Francia e facesse ritorno a +Roma, divenuta tranquilla. I Romani lo avevano +richiamato per mezzo di un'ambasciata, +ed Urbano si portò difatti, nel 1367, nella +desolata città; se non che, nel 1370, abbandonò +di bel nuovo Roma e l'Italia, fattesi +deserte, e non valsero a trattenerlo le supplicazioni +di S. Brigida, la quale gli profetava +la morte, quando facesse ritorno ad +Avignone. E volle il caso che la profezia +si avverasse, poichè Innocenzo cessò di +vivere nel dicembre, non appena ritornato +in Francia. Egli aveva ultimato il palazzo +pontificio, aggiungendovi la settima torre, +denominata degli Angeli. Le altre sei avevano +nome Trouillas, S. Giovanni, l'Estrapade, +S. Lorenzo, la Campana e la Gache.</p> + +<p>Il suo successore Gregorio XI fu l'ultimo +papa in Avignone. Scosso dalle preghiere +dei Romani, di Pietro d'Aragona, delle sante +donne Brigida e Caterina da Siena, la quale +ultima venne persino a tal uopo in Avignone, +abbandonò, il 13 settembre 1376, per +sempre la Provenza, accompagnato da tutti +i cardinali, ad eccezione di sei, i quali preferirono +continuare ad abitare le loro amene +ville sulle sponde del Rodano.</p> + +<p>Perde da questo momento ogni interesse +il palazzo dei Papi, imperocchè, dopo il loro<span class="pagenum"><a name="Page_325" id="Page_325">[Pg 325]</a></span> +ritorno a Roma, rimase deserto. Durante +lo scisma, però, vi abitarono ancora due +antipapi: Clemente VII e Benedetto XIII, +il quale ultimo vi fu assediato.</p> + +<p>Dal 1409 in poi, Avignone ed il contado +Venosino furono governati da cardinali legati, +fra i quali però gl'italiani, quasi sempre +nipoti, punto non si muovevano da Roma, +facendosi rappresentare da vice legati. L'ultimo +fu Filippo Casoni; la repubblica francese +lo scacciò per sempre col dominio +papale da Avignone, e questa città venne +funestata da atroci scene di sangue sotto +Jourdan, Duprat e Jouve, nella notte dal 16 +al 17 ottobre 1791. Si fa vedere tuttora, nella +torre Trouillas, il luogo dove le vittime infelici +erano precipitate da quelle belve umane, +sitibonde di sangue. Era pur troppo naturale +che l'odio, concentrato a lungo contro +la dominazione pontificia, somministrasse +pretesto a quegli atti crudeli: il +popolo parlava di carceri sotterranee della +inquisizione nel castello, di orribili misteri +consumativi durante il governo dei legati. +La favola narra che nel secolo XV, nell'epoca +terribile dei Borgia, un vice legato avesse +invitati i cittadini più distinti di Avignone +ad una festa nel palazzo pontificio, che +avesse chiuso quindi le porte delle sale, e, +appiccato il fuoco agli appartamenti, avesse +arsi vivi i suoi ospiti; così egli avrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_326" id="Page_326">[Pg 326]</a></span> +vendicato un nipote assassinato da un marito +tradito.</p> + +<p>Quando si visita Avignone, sotto l'impressione +di simili atrocità commesse dalla +rivoluzione, sotto il ricordo ancora recente +dell'assassinio del maresciallo Brune, commesso +dai realisti il 2 agosto 1815, quando +si vede quella popolazione rozza e fanatica, +si prova un vivo desiderio di partire al +più presto da quella città. Oggidì la popolazione +di Avignone è ritenuta ancora per +superstiziosa, rozza, irritabile, ignorante, +ed è possibile che questa contrada possa +divenire ancora teatro di brutti eccessi.</p> + +<p>Non voglio però dimostrarmi ingrato +verso una città così notevole, e mi ci tratterrò +ancora un poco. Ci rimane a visitare +l'antica cattedrale, il San Pietro di +Avignone, ché difatti quello di Roma potè +per ben settanta anni nutrire invidia a questa +chiesa piccola, nera ed oscura, quale +usurpatrice dei suoi diritti secolari. Intanto +i Papi si trovarono in questo angolo del +mondo, ridotti ad una semplice cappella, +la quale sottraeva le pompe del culto +e gli atti della storia della Chiesa agli +sguardi della cristianità.</p> + +<p><i>Nôtre-Dame des Doms</i>, secondo la tradizione, +venne fondata da Santa Marta sorella +di Lazzaro, imperocchè la pia donna +sarebbe sbarcata nella Camargue, avrebbe<span class="pagenum"><a name="Page_327" id="Page_327">[Pg 327]</a></span> +introdotto il cristianesimo nella Provenza +e fabbricata la prima chiesa in Avignone, +sulle rovine di un tempio d'Ercole. L'origine, +del resto, di <i>Nôtre-Dame</i>, non è conosciuta, +ed il suo vanto di essere stata +edificata da Carlomagno trovasi tutt'altro +che fondato; solo è certo che essa è una +chiesa molto antica, come lo si vede dalla +sua porta principale, di stile prettamente +romano, fiancheggiata da due colonne antiche +d'ordine corinzio. Il vandalismo della +rivoluzione, il quale ridusse a mucchio +di rovine altre chiese della città, non risparmiò +neppure questa. Rimane, a soddisfazione +dei dilettanti di antichità, la +così detta cappella di Carlomagno, ma andarono +miseramente perduti i monumenti +di varî Papi, ricordi preziosi dell'arte gotica +nel secolo XIV. Furono restaurate le +tombe di Benedetto XII e quella più pregevole +di Giovanni XXII, di gusto gotico, +con fini sculture e con la figura del pontefice +stesa sopra un sarcofago. In una nicchia +esistono alcuni avanzi della tomba del +cardinale di Armagnac; nel <i>Sancta-Sanctorum</i> +si scorge la lapide mortuaria di Luigi +Balbo Bertone di Crillon, soprannominato +il <i>Bravo</i>, l'amico di Arrigo IV. Egli morì +in Avignone nel 1615, e la sua statua in +bronzo sorge sulla piazza dell'Horloge.<span class="pagenum"><a name="Page_328" id="Page_328">[Pg 328]</a></span></p> + +<p>E' questa la più bella piazza della città, +e trovasi a poca distanza, scendendo dal +palazzo dei Papi. E' circondata da varî +belli edificî, fra i quali l'elegante teatro +ed il nuovo palazzo municipale, nello stile +del risorgimento francese, preceduto da +una corte sopracarica di colonne. Il custode, +che me lo fece visitare, mi diceva con +aria d'importanza che Luigi Napoleone +aveva onorato quel palazzo della sua presenza, +nel recarsi ad Algeri, che le scale +erano state ricoperte da tappeti, e tutto il +quartiere aggiustato con gusto squisito. +L'Imperatore venne accolto con grande +ostentazione; però il partito legittimista è +ancora numeroso in Provenza, sebbene sia +grandemente scaduto di ricchezze. Intanto +Napoleone può per qualche tempo riposare +tranquillo; ha per sè i proprietarî e le classi +che lavorano; si odono per ogni dove le +sue lodi: egli ha domato la rivoluzione, +ristabilito l'ordine e, co' suoi trattati di +commercio, ha procurato immenso vantaggio +a queste contrade vitifere. Ed inoltre, +<i>notre préponderance!</i>... Sono parole che +si sentono ripetere ad ogni passo.</p> + +<p>In fin dei conti convien però dire che +il visitare questa città cagiona una grande +stanchezza. Le sue strade, dove qua e +là sorgono alcuni palazzi, in stile del +risorgimento, alcuni edificî antichi e bizzarri,<span class="pagenum"><a name="Page_329" id="Page_329">[Pg 329]</a></span> +con porticati e cortili che richiamano +a sè l'attenzione, sono cupe; l'atmosfera +che vi si respira, è malinconica e suscita +tristi ricordi.</p> + +<p>Quanto non sono più belle le piccole +città della Toscana, Prato, Pistoia, Siena, +Arezzo, nelle quali ad ogni tratto s'incontrano +meraviglie d'arte, memorie della +libertà municipale, di una antica e splendida +civiltà!</p> + +<p>Ho visitato la maggior parte delle chiese +di Avignone; non havvene una che si possa +dire propriamente bella, e tutte, quasi, recano +le traccie della devastazione dell'epoca +rivoluzionaria. Entrai una domenica in +S. Didier, chiesa di architettura gotica; era +piena di donne velate di bianco, le quali, +inginocchiate, cantavano delle litanie. Era +un quadro pieno di anima e di vita; in quel +raccoglimento devoto, nelle armonie di quei +canti mi parve ravvisare l'influenza esercitata +da Roma per lunghi anni su Avignone. +Era un quadro di carattere prettamente +romano, se non che la piazza attorno +alla chiesa, ombreggiata da grandi +alberi, non aveva affatto aspetto romano, +nè meridionale, e mi ricordava piuttosto +le chiese campestri delle care mie contrade +natìe.</p> + +<p>La folla dei fedeli non mi permise che +di gettare un rapido sguardo sopra un bassorilievo,<span class="pagenum"><a name="Page_330" id="Page_330">[Pg 330]</a></span> +a cui si dà il nome di <i>images +du roi René</i>; imperocchè queste sculture +sono attribuite al <i>buon Re</i>; e non è a dire +di quante statue e di quanti quadri lo faccia +autore, nella Provenza, la tradizione.</p> + +<p>Sorge, a poca distanza da S. Didier, la +chiesa del patrono della città, S. Agricola, +il quale è invocato in tutte le pubbliche +calamità, e particolarmente nei tempi frequenti +di siccità. Questa chiesa risale al +secolo X e venne ampliata in secoli posteriori; +la sua facciata gotica, con larghe +torri merlate, è originale, e la semplicità +dello stile ogivale anche nell'interno rivela +la sua antichità.</p> + +<p>Merita pure di esser ricordata la cappella +dei <i>penitents noirs de la miséricorde</i>. Si +conserva in essa il famoso crocifisso d'avorio +di Guillarmin, opera del 1659, e la +suora che lo mostra, narra la leggenda del +nipote dell'artefice, condannato a morte, e, +per intercessione di quel Cristo, salvato.</p> + +<p>Avrei visitato molto volentieri la chiesa +ed il convento dei domenicani, quale ricordo +di un'epoca storica, della guerra contro +gli Albigesi; ma quegli edifici stupendi +furono rovinati totalmente dalla furia rivoluzionaria. +Il primo Papa d'Avignone ebbe +stanza in quel monastero, ora distrutto, +ed ivi Giovanni XXII dichiarò santo il +più gran filosofo del medio evo, Tommaso<span class="pagenum"><a name="Page_331" id="Page_331">[Pg 331]</a></span> +di Aquino, alla presenza del re di Napoli. +Quel Papa riteneva, fra le cose sue più +preziose, lo stupendo codice in pergamena +della <i>Somma</i> del santo, e lo lasciò, morendo, +alla biblioteca del monastero, con l'espressa +condizione che dovesse essere fissato al +muro con una catena. La rivoluzione venne a +liberarlo, ed ora il prezioso volume, coperto +della polvere dei secoli, gode della sua +libertà o del suo oblio nella biblioteca civica. +Caterina da Siena, monaca dello stesso ordine, +rivolse in quel monastero le sue esortazioni +al Papa, per persuaderlo a far ritorno +a Roma. Era stato quel convento +costrutto poco tempo prima, nell'anno 1330, +e si assicura che il suo cortile fosse bellissimo +e affatto non la cedesse per vaghezza +a quello di S. Trofimo in Arles. I sanculotti +rovinarono tutto, comprese pure le +tombe di ventiquattro cardinali, sepolti +nel convento. La chiesa, in gran parte distrutta, +venne ridotta più tardi a fonderia +di cannoni.</p> + +<p>Per farsi un'idea delle vandaliche devastazioni, +operate dalla rivoluzione nella Provenza, +è d'uopo visitare il museo d'Avignone. +Trovasi allogato in un palazzo ampio +del secolo XVIII. Dopochè il benemerito +dottore Calvet fondò questo museo nel 1810, +vennero accolte in esso le reliquie delle +arti belle tolte dalle chiese, dai conventi,<span class="pagenum"><a name="Page_332" id="Page_332">[Pg 332]</a></span> +dai castelli feudali, dai palazzi, non di Avignone +soltanto, ma ancora dei dintorni. Vi +sono rappresentate tutte le fasi del medio +evo, fino all'epoca del risorgimento francese, +<i>la rénaissance</i>; ed io provai tanto maggior +interesse a contemplare questa collezione +delle antichità del medio evo nella +Francia meridionale, in quanto che avevo +visitato, pochi mesi prima, in Norimberga, +il museo tedesco, istituzione destinata a +prendere un grande sviluppo, e meritevole +dell'appoggio di tutta quanta la Germania.</p> + +<p>Il museo di Avignone, del resto, anche +per quanto riguarda l'epoca classica, è +povero in paragone di quello di Norimberga, +e, tuttochè sia diviso in varî rami, +non presenta più che un periodo di civiltà. +Nella galleria del medio evo si vedono numerose +sculture, e si possono seguire i +progressi della plastica, dagli antichi sarcofaghi +cristiani fino agli avanzi dei mausolei +dei cardinali di Brancas e Lagrange, +del conte Raimondo di Beaufort e del maresciallo +de la Palice.</p> + +<p>Alla collezione di antichità classiche contribuirono +quasi tutte le città del mezzodì +della Francia; in complesso, però, è povera +e non vi si vedono oggetti pregevoli; tanto +più che quasi tutte quelle città posseggono +il proprio museo. Si osserva, però, +con interesse tutto quanto fu rinvenuto<span class="pagenum"><a name="Page_333" id="Page_333">[Pg 333]</a></span> +in questa parte della Francia, dell'epoca +dei Romani, ed anche dei Greci. Vi sono +parecchie antiche iscrizioni greche, e altre +greche del tempo dei Romani. Si deve pure +far menzione di una bella collezione di piccoli +bronzi e di un ricco medagliere di +tutte le provincie e di tutte le epoche della +Francia. Trovasi, nello stesso palazzo, la +biblioteca civica, la quale conta più di sessantamila +volumi. Contiene parecchie buone +opere sulla storia del mezzodì della +Francia, ma sono scarsi i manoscritti ed +i documenti originali. Gli atti del papato, +durante la sua stanza in Avignone, vennero +già da tempo, come è noto, trasportati negli +archivi segreti del Vaticano. Stanno in +una sala della biblioteca i ritratti degli +uomini illustri appartenenti al dipartimento +di Valchiusa, fra' quali il duca di Mahon, +il prode Crillon, Giovanni di Althens, il +cardinale Maury, il pittore Mignard, il dottore +Calvet, e vi si vedono pure i ritratti +di Petrarca e di Madonna Laura, i quali +datano però da epoca posteriore.</p> + +<p>Nel piano superiore c'è una galleria di quadri, +abbastanza pregevole per Avignone; vi +sono pochi buoni quadri antichi italiani, +fiamminghi e tedeschi di valore, ma molti +francesi, particolarmente di Mignard e dei +cinque Vernet, la cui famiglia era originaria +di questa città. Del resto, bisogna<span class="pagenum"><a name="Page_334" id="Page_334">[Pg 334]</a></span> +osservare che Avignone non ha prodotto +nessun uomo che possa dirsi un vero genio; +anzi nessuno dei celebri, a ragione o +a torto, poeti della Provenza nacque sulle +sponde del Rodano o della Durance. Era +d'uopo venisse un forestiero da Arezzo, per +dare a quelle contrade il prestigio poetico; +ed Avignone gli offrì, ad argomento de' suoi +versi armoniosi, una bella donna, come Crotone +o Taranto offrivano le loro ragazze +per modelli a Zeusi. Ben più avventurata +fu Firenze che può vantarsi ad un tempo +di Dante e di Beatrice.</p> + +<p>Ed ora, addio, chiese, palazzi, musei e +meschine antichità di Avignone! Come +finiscono per stancare questi quadri, questi +monumenti, queste reliquie dei tempi andati! +Come riposa il ricrearsi nella vista +della bella valle del Rodano ai piedi della +città! Lo splendido sole di Provenza illumina +le verdi isole del fiume, indora la +collina di Villeneuve ed invita il viaggiatore +a passeggiare all'ombra dei pioppi e +dei platani agitati dal vento, a prestar +ascolto al muggito delle acque poderose, +a contemplare le grandi barche di trasporto +che guizzano con la rapidità della freccia +sotto gli archi del ponte! La vista, dalla +porta dell'Ouille di Avignone, dell'ampio +Rodano con le sue due isole, e con le rive +singolari della Linguadoca, è bella davvero;<span class="pagenum"><a name="Page_335" id="Page_335">[Pg 335]</a></span> +non valse, però, a cancellare dalla mia +memoria quella contemplata poco tempo +prima, della Vistola, il gran fiume che +svolge le sue acque profonde sotto gli archi +giganteschi del ponte della strada ferrata +presso Dirschau, nè l'immagine del Nogat +che scorre tranquillo ai piedi dell'antica e +bella Mariemburg. Il castello del medio evo, +dei cavalieri dell'ordine teutonico, torreggia +colà in modo assai più pittoresco +che il palazzo dei Papi in Avignone.</p> + +<p>Il fiume separa Villeneuve dalla città, e +la Provenza dalla Linguadoca. Le due rive +sono congiunte da ponti; di uno, di costruzione +romana, non sussistono più che quattro +grandi archi molto pittoreschi e che si +estendono per un tratto dalla riva sopra +il fiume, poi cessano. Su di essi sorge una +piccola cappella, che guarda, solitaria e fantastica, +i flutti. Narrasi che risiedesse in +quella il santo uomo che aveva edificato +il ponte stesso, e la leggenda relativa a +quella costruzione è l'unica d'indole mite +e poetica che io abbia trovata in Avignone.</p> + +<p>Il piccolo Benezet stava custodendo al +pascolo le pecore della sua povera madre +sui monti del Vivarais, quando, tutto ad +un tratto, i monti e le valli si trovarono +immersi nelle tenebre per un eclissi; era +il 13 settembre del 1177. Una voce esclamò: +«Benezet, dammi ascolto, perchè io sono<span class="pagenum"><a name="Page_336" id="Page_336">[Pg 336]</a></span> +Gesù Cristo!» Il ragazzo spaventato rispose: +«Dove sei, o Signore, e che cosa +domandi da me?»—«Non aver paura, +lascia pure pascolare le tue pecore, scendi +al Rodano e fabbricavi sopra un ponte».—«Signore +io non so dove sia il Rodano; +sono un povero ragazzo, non ho che tre +soldi in tasca, come vuoi che io possa +costruire un ponte su quel fiume?» La +voce replicò: «Fa quanto ti ho detto, poichè +io so dove e come dovrai costruire il +ponte». Il piccolo pastore scese dal monte +piangendo, abbandonò il gregge, ed incontrò +un pellegrino che camminava appoggiato +al suo bordone, il quale gli disse: +«Figliuolo mio Benezet, seguimi al luogo +dove dovrai costruire il ponte.» Allorquando +arrivarono al fiume e il ragazzo +vide le acque di questo, ampie, rapide, profonde, +prese a piangere più amaramente, +se non che il pellegrino lo confortò, gli +ordinò di salire in una barca, di scendere +ad Avignone, di presentarsi al vescovo, +e di partecipargli l'incarico che gli era +stato affidato. Così fece Benezet, e trovato +il vescovo che stava predicando nella cattedrale, +gli disse franco e disinvolto: «Signor +vescovo! Il Signore mi ha qui mandato +per costruire un ponte sul Rodano». L'ardito +ragazzo venne tosto arrestato e fu +condotto davanti al vicario. Ripetè al giudice<span class="pagenum"><a name="Page_337" id="Page_337">[Pg 337]</a></span> +l'incarico che aveva avuto, e questi, +additandogli un grosso macigno che trovavasi +nella corte, gli disse sorridendo +che avrebbe prestata fede alla sua missione, +quando fosse riuscito a sollevare +quella voluminosa pietra. Il ragazzo la sollevò +tosto, la caricò sulle spalle, e la portò, +fra gli applausi del popolo che gridava al +miracolo, sulla riva del Rodano. In un momento +si raccolsero cinquemila scudi d'oro, +e si pose tosto mano alla costruzione del +ponte.</p> + +<p>Tale è la meravigliosa leggenda relativa +all'antico ponte di Avignone, ed io non +voglio toglierle il suo carattere poetico, +coll'aggiungervi dei commentarî. La grande +opera fu compiuta nel 1188, ma le bande catalane +cominciarono a danneggiarla nel 1395, +e, dopo d'allora, il tempo e la furia delle +acque la ridussero a quello stato di rovina +in cui oggi si trova.</p> + +<p>Per arrivare a Villeneuve, esistono ora +due altri ponti, uno in ferro, e l'altro in +legno, i quali congiungono le due isole +che sorgono sul fiume, denominate Ville +de Piot, e la Barthelasse. Villeneuve-les-Avignons +è un paese pittoresco. Dicesi +che anticamente sorgesse in quella località +<i>Stathmos</i>, o Statuma, emporio commerciale +dei Massiliotti. Il paese attuale +risale al 1226; fondato dai monaci di<span class="pagenum"><a name="Page_338" id="Page_338">[Pg 338]</a></span> +S. Andrea, venne ampliato e fortificato da +Filippo il Bello. Serviva quasi di porto +avanzato alla Francia sul Rodano, e tale +rimase, finchè i re di Napoli e i Papi di Avignone +furono padroni della Provenza. +Sorge tuttora, a poca distanza dal fiume, +una bella torre, la quale si suole chiamare +torre di Filippo il Bello. La sua posizione, +di fronte al ponte di S. Benedetto +a cui può avere servito di difesa, è bella, +ed è amenissima la passeggiata ombreggiata +d'alberi per arrivarvi, colla vista del +fiume e della mole imponente del palazzo +dei Papi. Il villaggio, del resto, è grigio, +deserto, malinconico e pare anche povero, +sebbene vi siano alcune tintorie di robbia +ed alcune filature. Solo si scorgono qua +e là alcune chiese ed alcuni palazzi cadenti +in rovina, i quali ricordano i tempi, per +buona sorte passati, del feudalismo.</p> + +<p>E' cosa ben curiosa, che nel mentre Avignone +si vanta dell'uomo che introdusse +nella Provenza la coltivazione della robbia, +Villeneuve le possa contropporre quello che +nel 1560 importò in Francia il tabacco, +presentandone le prime foglie alla regina +Caterina de' Medici. Non ho visto a Villeneuve +nessuna statua in bronzo di Giovanni +Nicot, ambasciatore di Francia alla +corte del Portogallo, e glie se ne dovrebbe +pure innalzare una, con una grande tabacchiera<span class="pagenum"><a name="Page_339" id="Page_339">[Pg 339]</a></span> +nella mano ed un grosso sigaro +avana in bocca. Del resto, i sigari francesi +non fanno punto onore a Giovanni Nicot, +perchè sono di pessima qualità.</p> + +<p>Poche sono le cose meritevoli di attenzione +in Villeneuve: esiste, nella chiesa +dello spedale, la tomba d'Innocenzo VI, +monumento gotico in stile di tabernacolo, +il quale trovavasi dapprima nella bella +Certosa del luogo, ora interamente distrutta. +Venne quello ristaurato, e la statua del +Papa coricato è nuova. Sulla ripida collina +Andaon vi è il forte, S. Andrea, tuttora +in buono stato. Vi si accede per una grande +porta e sull'altipiano della collina, +cinto di mura, si vede una cappella. Di +là si gode la bella vista del panorama +della Provenza, simile a quella che si ha +dal <i>Rocher des doms</i>, se non che ha il +pregio che di qui si scorgono pure la città +di Avignone e il suo castello. Allorquando +il sole sul tramonto tinge le mura gigantesche +di questo in rosa, o di colore violaceo, +l'effetto è magico. Questo è il luogo +opportuno per prendere congedo da questa +antica Avignone, illuminata dal sole cadente.</p> + +<p>Gettai uno sguardo di desiderio su quelle +campagne della Provenza, che avrei pure +voluto visitare. Ero attorniato da provenzali, +e la loro antica favella mi destava<span class="pagenum"><a name="Page_340" id="Page_340">[Pg 340]</a></span> +mille ricordi sulla loro storia, sulla loro +civiltà. Quella lingua si va perdendo; tutti +gli sforzi per farla rivivere dei poeti, fra' +quali il più illustre è Mistral, non valgono +altro che a continuarle un'esistenza letteraria +artificiale. Vorrei anch'io poter intonare +le rime, piene di speranza, dirette da +un poeta, ancora vivente, al suo amico Mistral; +ma temo non esprimano altro che +un pio desiderio.</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Prouvenço, o pais dei troubaire<br /></span> +<span class="i0">Lou gai-sabé reverdira:<br /></span> +<span class="i0">Deja milo novèu cantaire<br /></span> +<span class="i0">Dison lou béu tems que viendra<br /></span> +<span class="i0">Lou mounde vèi la reinessènço:<br /></span> +<span class="i0">Lei Troubadour van reflouri...<br /></span> +<span class="i0">O moun païs, bello Prouvènço,<br /></span> +<span class="i0">Toun dous parla pòu pas mouri.<br /></span> +</div> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_341" id="Page_341">[Pg 341]</a></span></p> + + + +<hr style="width: 65%;" /> +<h2 class="lighter">RAVENNA.<br /> +<span class="small"> +(1863).</span></h2> +<hr /> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_343" id="Page_343">[Pg 343]</a></span></p> + + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<h2 class="lighter"><a name="Ravenna" id="Ravenna">RAVENNA.</a><br /> +<span class="small"> +(1863).</span></h2> + + +<p>Dal mese di agosto dell'anno 1863 un +tronco di strada ferrata conduce da Castel +Bolognese a Ravenna. Partendo da Bologna +e passando per Imola, Lugo e Bagnacavallo, +s'impiegano appena quattro ore per +compiere il tragitto. E' per questo che una +delle città più interessanti dell'antichità e +del medioevo, relegata sino a poco tempo +fa fuori di ogni circolazione e confinata in +una solitudine, d'accesso difficile e mezzo +morta, si è trovata ad un tratto lanciata +nella corrente della vita mondiale.</p> + +<p>Quasi tutte le città italiane ci rappresentano, +nei loro monumenti, le due grandi +epoche della storia del paese: l'antichità +romana e il medioevo cristiano. Solo +Ravenna resta come vestigia della transizione +dall'una all'altra di queste due epoche; +e sotto questo punto di vista è impareggiabile.<span class="pagenum"><a name="Page_344" id="Page_344">[Pg 344]</a></span></p> + +<p>Ravenna ha visto, difatti, la caduta dell'Impero +romano, il primo insediamento del +regno germanico sulle rovine della potenza +dei Cesari, i sessant'anni della supremazia +degli Ostrogoti, i due secoli del dispotismo +bizantino, e ne conserva inapprezzabili +ricordi.</p> + +<p>Nel contemplare questi monumenti del +V e del VI secolo, il viaggiatore che per la +prima volta arriva a Ravenna, prova delle +impressioni paragonabili soltanto a quelle +che suscitano le ruine di Pompei; e, difatti, +Ravenna è la Pompei dell'epoca gotica +e bizantina.</p> + +<p>Lo stato quasi perfetto di conservazione +degli edifici sembra un prodigio, quando +si pensi ai secoli di barbarie e di devastazioni +che hanno attraversato. Si spiega, in +parte, per la fortunata circostanza che i +Longobardi non riuscirono a strappare Ravenna +agli esarca bizantini. Il re Liutprando +non riuscì a entrare nella città che nel 727 +o 728, cioè in un'epoca in cui la civiltà +aveva addolcito sensibilmente i costumi +degli invasori. Nè Liutprando, nè il suo +secondo successore al trono longobardo, +Astolfo, distrussero i monumenti di Ravenna; +solo il sobborgo di Classe, a quanto +sembra, fu distrutto da Liutprando.</p> + +<p>Per lungo tempo Ravenna rimase sede +dell'amministrazione bizantina in Italia, e<span class="pagenum"><a name="Page_345" id="Page_345">[Pg 345]</a></span> +Roma, caduta in grande decadenza, fu governata +come una semplice città di provincia. +Ravenna approfittò di questa situazione +privilegiata e della sollecitudine degli +imperatori bizantini, che la considerarono +per lungo tempo come il gioiello più prezioso +dei loro possessi in Italia.</p> + +<p>Quando, più tardi, dopo la caduta del +regno longobardo e dell'esarcato, il Papa +rivendicò la popolazione della città, fondandosi +sui diritti che gli concedevano le donazioni +di Pipino, i patriarchi o arcivescovi +di Ravenna combatterono questa pretesa. +Essi stabilirono il loro dominio sulla +Romagna, assunsero la successione degli +esarca, e, sostenuti dai privilegi che loro +accordavano gl'imperatori, respinsero per +molto tempo i tentativi della Santa Sede, +mantenendo la loro autorità su Ravenna.</p> + +<p>Il ricordo dei tragici avvenimenti della +decadenza romana e dell'invasione barbarica, +i tempi di Stilicone, di Alarico, di Attila +e di Genserico, la grande figura di Teodorico, +le lotte gigantesche che misero termine +alla dominazione dei Goti e immortalarono +i nomi di Totila, di Belisario, di +Teia e di Narsete; infine, l'oscurità quasi +mistica del periodo degli esarca bizantini, +a mala pena rischiarata, di tanto in tanto, +da qualche debole barlume, proveniente +dalle cronache del tempo: tutto ciò dà a<span class="pagenum"><a name="Page_346" id="Page_346">[Pg 346]</a></span> +Ravenna una grazia singolare e produce +sullo spirito del viaggiatore un'impressione +profonda.</p> + +<p>Come ci apparirà la città che vide +compiersi tanti avvenimenti? Senza dubbio +ci sembrerà più malinconica e più tetra +ancora della vecchia Bologna. Ma qui ci +troviamo ancora dinanzi all'ironico contrasto +che la realtà appone quasi sempre +alla visione che la fantasia si forma delle +cose.</p> + +<p>La delusione è grande. Cento altre città +d'Italia, anche dei piccoli borghi fortificati, +sperduti nelle montagne, ricordano più vivamente +il passato ed offrono al primo +sguardo un aspetto più storico e più monumentale +dell'antica città bizantina e gotica.</p> + +<p>Non è che a poco a poco, vagando per +la città, che si sente aleggiare su noi il +soffio del passato. Ma allora l'impressione +diventa più possente che altrove, paragonabile +solo, per la sua intensità, a quello +che si prova a Roma, per quanto diversa +nella natura. E' l'anima della storia universale +quasi intera, che anima i monumenti +della Città eterna; quelli di Ravenna non +appartengono che ad un corto periodo, ma +l'impronta che ne conservano è più forte +che altrove.<span class="pagenum"><a name="Page_347" id="Page_347">[Pg 347]</a></span></p> + +<p>In tutte le strade di Ravenna regna un +silenzio di morte; le case sono moderne e +la maggior parte piccole; le vie larghe e +diritte, la città essendo costruita su di un +terreno piano. Dappertutto un profondo +raccoglimento. Qua e là, sulle piazze, si vedono +delle curiose colonne medioevali, con +l'imagine di qualche santo; altrove, la statua +di un Papa che beneficò la città, pensoso e +assorto nelle sue meditazioni. Di palazzi, i +quali in altre città rappresentano con tanto +splendore la grande epoca guelfa, non si +trova traccia. Di quando in quando solamente +si scorge una torre rovinata. Le chiese +invece sono numerose. Qualcheduna è stata +restaurata; altre hanno conservato intatto +il carattere gotico primitivo. In generale, +sono di proporzioni piuttosto piccole; nessuna +ha l'imponente maestà delle cattedrali +di Pisa, di Siena o d'Orvieto. Si direbbe +che siano state addormentate da qualche +incantatore e si siano conservate così +fino ai nostri giorni; esse danno a Ravenna +un carattere di mistero e di poesia.</p> + +<p>E' curioso notare che a Ravenna non si +ritrova vestigia dell'epoca romana. I sobborghi +di Classe e di Cesarea, un tempo +importanti e ricchi di grandi edifici, sono +oggi inghiottiti nelle paludi e resta appena +qualche segno della loro esistenza. Ravenna +fu un tempo l'Avignone degl'imperatori<span class="pagenum"><a name="Page_348" id="Page_348">[Pg 348]</a></span> +romani. Quando, nel 404, Onorio, temendo +un'invasione di goti, trasportò la sua residenza +da Roma a Ravenna, rinforzò le +mura e si costruì un palazzo. In qual punto +sorgeva questo edificio? E' impossibile determinarlo, +oggi, benchè le guide non si +facciano scrupolo di indicarne il punto preciso. +Antonio Zirardini, giureconsulto erudito +e archeologo dei più distinti di Ravenna, +ha scritto, nel 1762, un eccellente +libro sulle antichità della sua patria: <i>Degli +edifici profani di Ravenna</i>.</p> + +<p>La sua opera è ancora la migliore che +si possa consultare in proposito, e pur tuttavia +non getta che una pallida luce sulle +origini di Ravenna.</p> + +<p>Fu in questa residenza che Onorio ricevette +la notizia della presa di Roma per +opera di Alarico; e fu là che egli morì, +nell'agosto del 423. Fu però sepolto a Roma, +accanto a San Pietro. Per noi, il più antico +dei monumenti storici di Ravenna è il mausoleo +della sorella di Onorio, Galla Placidia, +una delle più straordinarie figure di +donna di quell'epoca; una di quelle di cui +la sorte si trova legata, nella maniera più +stretta e più tragica, ai destini dell'Impero +romano spirante. La figlia del gran Teodosio +a ventun'anno viveva nel palazzo +dei Cesari a Roma, quando Alarico arrivò +davanti la città, l'assediò, se ne impadronì<span class="pagenum"><a name="Page_349" id="Page_349">[Pg 349]</a></span> +e la saccheggiò. Galla Placidia, condotta +a lui come prigioniera, dovette seguirlo in +Calabria. Poco dopo, la figlia e la sorella +degli imperatori romani si vide obbligata +a sposare, a Narbona, Ataulfo, successore +di Alarico. Ella accompagnò in seguito suo +marito in Spagna, vi divenne vedova, vi +perse il figlio Teodosio, e, dopo aver subìto +indegni insulti, fu rinviata a Ravenna, presso +suo fratello Onorio. Appena arrivata, questi +la costrinse a sposare il generale Costanzo, +da cui ebbe due figli, Valentiniano +e Onoria. Morto a sua volta Costanzo, +Galla Placidia fu bandita da Ravenna da +suo fratello ed esiliata a Bisanzio. Dopo la +morte di Onorio ne ritornò, scortata da +una flotta greca, pose il suo giovane figlio +Valentiniano III sul trono di Occidente, +esercitò il potere per lunghi anni, come +tutrice del giovane principe, in mezzo a +difficoltà e calamità continue, e terminò +infine a Roma, a 61 anni, nel 450, la sua +esistenza agitata. Con suo figlio Valentiniano +III, che fu assassinato cinque anni +più tardi, si spense l'ultimo discendente +della razza imperiale del grande Teodosio.</p> + +<p>La storia dell'estinzione della famiglia +di Teodosio segna quella dell'agonia dell'Impero +romano, e il mausoleo di Galla +Placidia ci appare oggi come la tomba +della potenza dei Cesari. Entrando in questo<span class="pagenum"><a name="Page_350" id="Page_350">[Pg 350]</a></span> +piccolo e tetro sepolcro, rivestito di meravigliosi +mosaici, si prova un senso di raccoglimento +storico, così intenso come non +lo risveglia neppure il mausoleo di Augusto, +nè la tomba romana di Adriano. La disgraziata +principessa volle essere sotterrata a +Ravenna, ch'essa amava e che si era compiaciuta +di arricchire di numerose chiese, e +non a Roma, a cui la legavano così crudeli +ricordi. Si era fatta fabbricare una tomba +e l'aveva dedicata, come cappella espiatoria, +ai santi Nazaro e Celso.</p> + +<p>Ci si rende facilmente conto della diversità +dei tempi, quando si paragona questa +tomba dell'ultima dinastia imperiale di +Roma ai maestosi mausolei dei primi imperatori. +E' tutta impregnata di spirito cristiano; +la sua forma è quella di una croce +latina, lunga cinquantacinque palmi romani +e larga quarantaquattro. La cappella è sormontata +da una cupola, rivestita di mosaici, +come pure lo sono le nicchie e le volte; +una mezza luce vi penetra attraverso piccole +finestre. Nel mausoleo si trovano cinque +sarcofaghi; due piccoli, incastrati nel +muro laterale dell'entrata, e tre grandi, +posti nelle tre nicchie formate dai bracci +della croce. Nella nicchia principale, proprio +di fronte all'entrata, si scorge la più +grande delle urne, alta sette piedi, semplicissima. +Senza dubbio, là riposa la sorella<span class="pagenum"><a name="Page_351" id="Page_351">[Pg 351]</a></span> +di Onorio. La tradizione vuole che, +durante varî secoli, essa restasse nel sarcofago, +seduta su di un trono di legno di +cipresso e ricoperta de' suoi paramenti imperiali. +Secondo storici più moderni, il corpo +non divenne polvere che nel 1577. Si dice +pure che dei fanciulli introducessero un +cero acceso nei fori del sarcofago e che +le pareti prendessero fuoco: così fu ridotto +in cenere ciò che restava di Placidia.</p> + +<p>Quali personaggi sono rinchiusi negli +altri sarcofaghi? Non lo si può determinare +in modo esatto. I due più grandi contengono, +probabilmente, i resti del generale +Costanzo e di sua figlia, la sventurata +principessa Onoria che, fidanzatasi al +terribile Attila, dopo una vita di passioni +avventurose, venne a trascinare stentatamente +gli ultimi anni della sua esistenza +in un chiostro di Ravenna. L'opinione che +il corpo di Onorio si trovi del pari in uno +di questi sarcofaghi è senza dubbio priva +di fondamento, poichè questo imperatore +morì, è vero, a Ravenna, ma fu seppellito +nel mausoleo imperiale di Roma, vicino a +San Pietro.</p> + +<p>I mosaici del mausoleo di Galla Placidia +sono notevoli per la loro antichità; risalgono +avanti al 450, e sono i più antichi +prodotti dall'arte cristiana. Oltre gli arabeschi, +felicemente disegnati, rappresentano<span class="pagenum"><a name="Page_352" id="Page_352">[Pg 352]</a></span> +delle figure isolate di profeti e di evangelisti +e in due punti l'imagine di Cristo. +Qui, come in tutte le vecchie chiese di +Ravenna, si rimane colpiti dalla fisonomia +bella, giovanissima e imberbe del Salvatore. +Questa concezione della figura di Cristo +corrisponde del resto all'ideale che la gente +si formò nei primi tempi del cristianesimo. +Soltanto più tardi, il viso del Salvatore +venne rappresentato sotto l'aspetto vecchio, +tetro e lugubre del tipo bizantino. Ravenna +offre la prova manifesta dell'errore di una +tale appellazione. I maestri mosaicisti bizantini, +e particolarmente quelli dell'epoca di +Giustiniano, hanno dovuto lavorare a Ravenna +più che in ogni altra città d'Italia. +E anche nei mosaici di San Vitale, posteriori +di 100 anni circa a quelli del mausoleo +di Galla Placidia, noi ritroviamo lo +stesso tipo giovanile della figura del Salvatore, +molto lontano dalla tradizione detta +bizantina e che si riavvicina piuttosto all'ideale +primitivo, caratterizzato dalle pitture +delle catacombe. Ma lo strano si è che il +secondo tipo, quello che offre un'espressione +quasi demoniaca, si trova di già sull'arco +trionfale di San Paolo, a Roma, decorato +egualmente di mosaici per ordine di Galla +Placidia, ai tempi di Papa Leone I (440-462), +come lo prova anche oggi l'iscrizione: +<i>Piacidiae pia mens operis decus</i>... Il Salvatore<span class="pagenum"><a name="Page_353" id="Page_353">[Pg 353]</a></span> +vi è rappresentato in mezzo busto, +in proporzioni sovrumane; l'espressione +del viso è tetra, e sveglia un sentimento +di terrore. In quei tempi non vi erano +certamente a Roma artisti bizantini; i mosaicisti +facevano ancora parte dell'antica +scuola, di quella che aveva decorato le +Terme. Il tipo severo e terribile della figura +di Cristo proviene dunque da una concezione +romana, e non bizantina.</p> + +<p>Molte altre chiese furono fondate a Ravenna +da Galla Placidia. Esse esprimono +lo spirito profondamente religioso e melanconico +di questa donna straordinaria, +che consacrò gli ultimi anni della sua vita +alle meditazioni religiose e alla pia contemplazione +del passato. E, mentre noi non +risentiamo che del disprezzo per quel triste +Onorio, che, alla presa di Roma, pianse, +soltanto, a quanto dicono, la morte del suo +pollastro favorito «Roma», la vita così disgraziata +e turbata di Placidia c'ispira, al +contrario, simpatia e profonda pietà.</p> + +<p>Dopo aver visitato la sua tomba, si può +andare a vedere quella di Teodorico, che +corrisponde alla seconda epoca della storia +di Ravenna e ad uno dei più memorabili +periodi degli annali d'Italia.</p> + +<p>Il duce germanico, Odoacre, avendo, nel +476, messo fine all'esistenza dell'Impero +romano d'Occidente ed essendosi proclamato<span class="pagenum"><a name="Page_354" id="Page_354">[Pg 354]</a></span> +primo re d'Italia, governò con saggezza +e fermezza in Ravenna, quando fu +attaccato da Teodorico. Per tre anni si difese +gagliardamente; obbligato, infine, ad +arrendersi, fu massacrato nel suo palazzo +per ordine del vincitore, nonostante i patti +della capitolazione.</p> + +<p>E' da Ravenna che Teodorico governò +l'Italia, riunita per l'ultima volta in regno +sotto la dominazione dei Goti. Egli vi costruì +un magnifico palazzo. Se egli avesse +mai abitato questo edificio, si potrebbe +concludere che la residenza degli ultimi +imperatori d'Occidente si era di già sprofondata +nella tormenta dell'invasione barbarica. +Ma antichi scrittori, che si occuparono +del palazzo innalzato da Teodorico, +hanno fatto osservare che questi non inaugurò +l'edificio costruito per sua cura, la +qual cosa nel linguaggio dell'epoca significa +che non vi abitò. Se ciò è esatto, caratterizza +assai bene il destino degli Ostrogoti, +che, in generale, non riuscirono mai a prendere +piede stabile in Italia. Il re degli Ostrogoti +continuò dunque, probabilmente, a risiedere +nel vecchio palazzo imperiale, mentre +faceva costruire l'altro, del quale alcuni +frammenti sono rimasti.</p> + +<p>Si scorgono nella strada principale che, +da Porta Serrata a Porta Nuova, traversa +Ravenna da un capo all'altro. Là s'innalza<span class="pagenum"><a name="Page_355" id="Page_355">[Pg 355]</a></span> +un alto muro in mattoni, sulla parte superiore +del quale stanno una grande nicchia +e otto piccoli archi romani. Le porte +hanno egualmente la forma di arcate romane. +Così come sono attualmente, col loro +triste aspetto, questi ruderi ci fanno intravedere +il medio evo nascente, caratterizzato +dallo scomparire della grandiosa concezione +architettonica romana. Questa riduzione +di dimensioni appare, del resto, in +tutti i monumenti di Ravenna. In verità, +sarebbe azzardato appoggiarsi alla piccolezza +delle vestigie del palazzo gotico di +Ravenna per concludere che, nel suo insieme, +questa costruzione non era nè sontuosa, +nè grandiosa. Gli antichi cronisti +affermano che Teodorico si fece portare +da Roma e da Costantinopoli marmi preziosi +e colonne, e che impiegò specialmente +i ricchi avanzi del distrutto palazzo +il «Pincio». Ciò è molto strano, poichè +Ravenna stessa doveva essere una miniera +di magnifici materiali. La residenza di Teodorico +era, dicono, contornata da portici e +ornata, all'interno, di splendidi mosaici.</p> + +<p>Davanti la facciata del palazzo si trovava +la statua equestre di Teodorico, in +bronzo dorato. La bellezza di quest'opera +ha vivamente colpito lo spirito dei contemporanei +e di Carlomagno, mediocre +conoscitore, in verità, in cose d'arte. Se<span class="pagenum"><a name="Page_356" id="Page_356">[Pg 356]</a></span> +la morte impedì a Teodorico di stabilirsi +nella sua compiuta dimora, vi risiederono +però i suoi successori. In seguito, vi si +stabilirono gli esarchi, mentre l'antico palazzo +degli imperatori subiva la sorte delle +dimore imperiali di Roma, cadeva cioè a +poco a poco in rovina. La stessa sorte +ebbe a sua volta il palazzo di Teodorico, +che durò press'a poco due secoli. Carlomagno +lo saccheggiò col consenso di papa +Adriano I, e ne trasse marmi e mosaici, +che fece trasportare a Aix-la-Chapelle, per +ornarne la sua celebre chiesa e il suo palazzo. +Anche la statua di Teodorico fu +da lui trasportata di là dalle Alpi. Però +Zirardini, appoggiandosi a documenti antichi, +afferma che nell'XI e anche nel XII +secolo si faceva ancora menzione del palazzo +dei re goti; dei resti assai importanti di +esso si erano dunque conservati intatti, +almeno sino a quell'epoca. Tutta una parte +della città si chiamava «palazzo di Teodorico»; +e anche oggi il nome del gran +re dei Goti viene conservato da un quartiere +di Ravenna, e il viaggiatore può vederlo, +non senza stupore, scritto alle cantonate +delle strade.</p> + +<p>Non si può dubitare che il resto di muro, +di cui si parla più sopra, abbia fatto parte +del palazzo di Teodorico. La tradizione +del luogo, in cui sorgeva questo fabbricato,<span class="pagenum"><a name="Page_357" id="Page_357">[Pg 357]</a></span> +non poteva in alcun modo perdersi in +Ravenna. Del resto, un pezzo di mosaico +fortunatamente conservato a Sant'Apollinare +Nuovo, rappresentante la facciata del +palazzo stesso, riproduce appunto uno +stile architettonico analogo a quello del +muro che ho descritto. Nel 1654, un +legato del Papa fece incastrare in questo +muro un'urna di porfido; e siccome questa +era stata trovata presso la tomba di Teodorico, +ne concluse che aveva contenuto +le ceneri del gran re dei Goti e ciò fu arditamente +affermato nell'iscrizione oggi ancora +visibile.</p> + +<p>Il re dei Goti morì il 30 agosto 526, in +discordia completa con la chiesa di Roma +e con Bisanzio; fu sepolto nel mausoleo +che egli aveva fatto costruire per sè e per +la sua famiglia, presso l'entrata della città. +Questo celebre sepolcro, monumento della +dominazione dei Goti in Italia, legame tra +due periodi della storia dell'arte, si è conservato +fino ai nostri giorni ad un dipresso +come il mausoleo di Galla Placidia. +La maggior parte dei famosi sepolcri +di Roma sono stati completamente distrutti, +come quello di Augusto, o trasformati in +fortezze e resi affatto irriconoscibili, come +quelli di Adriano e di Cecilia Metella; il +monumento di Teodorico, invece, ha resistito +al tempo, almeno nelle sue parti essenziali.<span class="pagenum"><a name="Page_358" id="Page_358">[Pg 358]</a></span> +Le arcate che circondavano probabilmente +le terrazze del piano superiore, +sono sparite; ma i secoli non sono riusciti +ad abbattere i contrafforti di pietre +da taglio, nè la gigantesca cupola monolita, +che sormontava l'ultima dimora del +grande re barbarico. Questo monumento +è la prima cosa che colpisce il viaggiatore +appena giunge a Ravenna, perchè la strada +ferrata vi passa vicino, a circa cento metri. +S'innalza in mezzo a vigne e giardini. +Un viale d'alberi vi conduce; la folta erba +che lo ricopre mostra chiaramente la scarsezza +dei visitatori. Questa solitudine selvaggia +e questa bella verdura armonizzano +con i gusti dell'eroe germanico, innamorato +della fresca natura, come lo era +tutto il suo popolo.</p> + +<p>Mentre la pia Placidia che visse per +molto tempo a Bisanzio, si faceva seppellire +in una cappella quasi sotterranea, splendente +di mosaici e d'imagini sante, Teodorico, +il re goto, preferiva una sepoltura +degna di un capo di barbari del nord e di +un Cesare romano. La semplicità grandiosa +del monumento, di cui i giganti soli sembrano +aver potuto sollevare il tetto di roccia, +conviene bene alla memoria dell'antico +<i>Dietrich von Bern</i>, dell'eroe di Nibelungi; +ma, d'altra parte, il carattere romano dell'insieme +della costruzione rievoca il ricordo<span class="pagenum"><a name="Page_359" id="Page_359">[Pg 359]</a></span> +del germano già quasi trasformato +dalla civiltà. Ben si adattava là l'ultimo +asilo pel sovrano amico del letterato Cassiodoro, +per l'erede, nello stesso tempo che +per l'emulo, degl'imperatori della Città +eterna.</p> + +<p>Al piano inferiore dell'edificio una porta +arcata si apre su di una sala a vôlta, +avente la forma della croce latina; al piano +superiore c'è una porta quadrata che dà +accesso alla sala, a cui la cupola serve +di soffitto. Le due scale di pietra, che +conducono a quest'ultimo piano, non furono +compiute che nel 1780. Nessun sarcofago +appare più nelle due sale vuote; +nessuna iscrizione indica il luogo ove riposavano +il gran re e i suoi successori. Nessuno +sa dire in quale epoca sparvero le +urne funerarie, nè in qual luogo furono +trasportate. La leggenda sola racconta che +il feretro di porfido di Teodorico stava in +cima all'edificio sopra la cupola; ma questo +non può essere che un errore, poichè il sarcofago +doveva rimanere piuttosto nella +gran nicchia del piano superiore, di fronte +alla porta d'ingresso. Un'altra leggenda +vuole che il sarcofago di Teodorico si trovasse +nella chiesa di Santa Prassede a +Roma. Più ammissibile è che, allorquando +Belisario s'impadronì di Ravenna, i Greci +e gl'Isaurii abbiano saccheggiato, per<span class="pagenum"><a name="Page_360" id="Page_360">[Pg 360]</a></span> +vendetta, l'interno del mausoleo e disperse +lontano le ceneri del valoroso capo dei +Goti; e se il sarcofago non fu distrutto +allora, probabilmente uno degli esarca lo +fece trasportare a Bisanzio come trofeo. +In ogni modo, Carlomagno certo non lo +trovò a Ravenna, perchè altrimenti l'avrebbe +fatto trasportare ad Aix-la-Chapelle, ove, +forse, sarebbe andato a inchinarsi.</p> + +<p>Teodorico, costruendo la sua tomba sperava, +sicuramente che tutta una sua dinastia +vi sarebbe venuta successivamente +a riposare; ma s'ingannava. La sua casa +doveva bentosto crollare, in un rapido +e terribile cataclisma, e l'impero intiero +dei Goti venir travolto dalla stessa tormenta. +Si pensa a questa brusca catastrofe, +quando ci si trova in mezzo al mausoleo, +fra le nude muraglie, e si cercano invano +le traccie dei morti, ai quali doveva servire +d'asilo. Amalasunta, la nobile e intelligente +figlia di Teodorico, vi seppellì, +nel 534, suo figlio Atalarico, ultimo rampollo +del ramo paterno, ucciso, nell'età più +tenera, dagli stravizi italiani. Poco dopo, +Amalasunta fu strangolata, in un'isola +del lago di Bolsena, e, a quanto sembra, +il suo corpo fu riportato a Ravenna. Il +suo sposo e, probabilmente, suo assassino, +Teodato, sgozzato nel 536, mentre fuggiva +da Roma verso Ravenna, non trovò neppur<span class="pagenum"><a name="Page_361" id="Page_361">[Pg 361]</a></span> +lui riposo nel mausoleo di Teodorico; +e neanche la disgraziata Matavinta, figlia +d'Amalasunta, che Vitige, successore di +Teodato, aveva costretto ad accettarlo per +marito. Come Vitige, essa terminò i suoi +giorni in prigione a Bisanzio o in qualche +altra città dell'Oriente. Quanto agli ultimi +re ostrogoti, nessuno di essi lasciò a Ravenna +la sua spoglia mortale. Il valoroso +Totila fu seppellito sugli Appennini e Teia +ai piedi del Vesuvio, sul campo di battaglia, +ove aveva lottato come un eroe +omerico.</p> + +<p>Il viaggiatore tedesco sente passare su +di sè il grande soffio della storia e, nello +stesso tempo, prova un profondo e malinconico +amore per la sua patria, quando, +isolato in quel deserto di verdura, contempla +la tomba di Teodorico. Intorno al severo +monumento del re ostrogoto aleggiano +le ombre di quel secolo eroico, in +cui l'epopea greca di Omero sembra confondersi +con l'epopea tedesca dei Nibelungi. +La mente evoca le imagini di Belisario, di +Narsete, di Totila, di Teia, di Teodorico e +di Amalasunta, di Cassiodoro, di Procopio, +di Boezio, di Giustiniano, di tante altre +figure di goti e di greci, che recitarono la +loro parte in uno dei più meravigliosi +drammi che la storia universale annoveri, +nel caos delle nazionalità, delle civiltà<span class="pagenum"><a name="Page_362" id="Page_362">[Pg 362]</a></span> +che si confusero e si combatterono +sulla soglia del medio evo. A Roma, l'arco +trionfale di Costantino segna la frontiera +tra il paganesimo e il cristianesimo; a Ravenna +il monumento di Teodorico è il tratto +d'unione tra il mondo antico e il medio +evo germanico-romano, mentre è, nello +stesso tempo, la tomba dell'arte, della letteratura, +della scienza e della civiltà, protetta +in generale da Teodorico e da sua +figlia, ma condannata a sparire dopo essi, +per secoli e secoli, nelle fitte tenebre della +barbarie. Le fondamenta della tomba si +sprofondano ogni giorno di più nel sottosuolo +paludoso. Un papa, bene intenzionato, +Gregorio XVI, se non erro, tentò di sviare +le acque stagnanti per mezzo di un canale +murato, ma il suo tentativo fallì. Ho +trovato io stesso, nella stagione più asciutta +dell'anno, un vero pantano che, in autunno, +immagino, invaderà il piano inferiore del +monumento. Il peggio si è che le pietre da +taglio del piano superiore qua e là si staccano. +Il conte Alessandro Cappi, amante +della conservazione di Ravenna, si è lagnato +amaramente con me dello stato di +abbandono, in cui si lascia il monumento, +pel quale nulla si è fatto da molti anni; e +io non posso qui che unirmi a lui per +scongiurare gl'Italiani a prendere, il più +prontamente possibile, delle misure atte<span class="pagenum"><a name="Page_363" id="Page_363">[Pg 363]</a></span> +a preservare da una maggiore ruina questo +importante documento dei secoli scorsi. +Chi si ricorda le parole di Cassiodoro, +ultimo dei Romani, ministro dell'immortale +Teodorico? Siccome si portava dinanzi +a lui, contro i Goti, l'accusa di essere i +distruttori della civiltà antica, egli gridò: +«<i>Gothorum laus est civilitas custodita!</i>» +E' questo un proposito, al quale si dovrebbero +ispirare gl'Italiani d'oggi; se essi +hanno un diritto storico sul monumento +di Teodorico, noi tedeschi gli siamo legati +da una specie di attaccamento morale. +A questo titolo, mettiamo il mausoleo del +gran re dei Goti sotto la protezione del +sentimento di pietà che ordinariamente ispirano +i ricordi del proprio passato glorioso. +Grazie a Dio, non siamo più a quell'epoca +di vero vandalismo, in cui si abbandonavano +con indifferenza al disfacimento e alla +rovina i più maravigliosi monumenti dell'arte +e della storia.</p> + +<p>Alla fine del 539, il grande Belisario +fece la sua entrata da vincitore nella città +di Ravenna, fino allora inespugnabile, e si +stabilì nella dimora abbandonata di Teodorico. +Non è pertanto a lui, ma al suo +emulo in valore e gloria, all'eunuco Narsete +che il destino riserbava l'onore di por +fine alla spaventosa guerra intrapresa contro +i Goti. Giustiniano nominò questo generale<span class="pagenum"><a name="Page_364" id="Page_364">[Pg 364]</a></span> +patrizio e governatore delle sue +Provincie d'Italia; e Narsete fissò la sua +residenza nel palazzo di Teodorico, e Ravenna +continuò a essere considerata come +la capitale d'Italia.</p> + +<p>La più celebre delle chiese di Ravenna +è quella di San Vitale, presso il mausoleo +di Galla Placidia. Cominciata nell'ultimo +anno di regno di Teodorico e +continuata durante tutto il periodo della +guerra contro i Goti, era ancora incompiuta, +quando Belisario fece la sua entrata +nella città. Finalmente, nel 547, l'arcivescovo +Massimiano consacrò la chiesa nel +momento in cui, per la seconda volta, +Totila assediava Roma, e Belisario, per la +seconda volta pure, la difendeva vittoriosamente. +La costruzione di San Vitale è +dunque contemporanea alla caduta dei Goti +e glorificò il trionfo di Costantinopoli. Nella +stessa epoca Giustiniano erigeva, nella sua +capitale, il magnifico monumento di Santa +Sofia, di cui l'imagine si riflette nella forma +di San Vitale. Per la storia dell'arte, questa +basilica bizantina rappresenta il tipo più +puro dell'architettura e della pittura del +periodo giustiniano, di cui restano, a parte +Santa Sofia, così pochi monumenti originali +anche in Costantinopoli. Ciò, sopratutto, +per i mosaici così numerosi e così +ricchi in tutte le basiliche bizantine del<span class="pagenum"><a name="Page_365" id="Page_365">[Pg 365]</a></span> +tempo di Giustiniano e di cui la maggior +parte sono oggi scomparse.</p> + +<p>San Vitale ha la forma di un ottagono, +con cupola. Delle colonne interne sostengono +la chiesa, e una galleria di archi +la circonda a mezza altezza. La cupola +era un tempo rivestita di mosaici, ma questi +a poco a poco sono caduti, mentre conservati +si sono invece nella loro integrità +i celebri mosaici del presbiterio. L'edificio +fu così solidamente costruito, che l'opera +dura da 1300 anni, senza aver subìto +la minima riparazione notevole: fatto questo +veramente importante nella storia del +mosaico. I rivestimenti di San Vitale sembrano +appartenere a due epoche distinte, +separate probabilmente da un secolo d'intervallo. +I più recenti mosaici sono nella +parte superiore del presbiterio. Le figure +del Cristo e degli apostoli si avvicinano +digià a ciò che si è convenuto chiamare +tipo bizantino. Il Cristo è barbuto ed ha +lunghi capelli biondi. Al contrario, nella +tribuna il Salvatore appare con un viso +più giovane; è seduto fra due angeli, sul +globo del mondo, e offre la corona al martire +Vitale, mentre a sinistra sant'Ecclesio, +fondatore della basilica, gli porge la +pianta dell'edificio. Il Cristo porta l'aureola +con la croce, ed è vestito di un +manto scuro, tutto di un colore. L'espressione<span class="pagenum"><a name="Page_366" id="Page_366">[Pg 366]</a></span> +di questa giovane fisonomia ha nello +stesso tempo tanta grazia antica e purezza +ideale, quanta non ricordo di averne +mai riscontrata in nessun altro mosaico. +Nella stessa tribuna l'artista ha osato rappresentare, +al lato dei sacri personaggi, dei +ritratti profani e contemporanei, quelli +dell'imperatore Giustiniano e de' suoi cortigiani. +Non conosco un altro esempio simile, +poichè il celebre mosaico laterano a Roma, +che rappresenta Carlomagno, non era destinato +che ad una sala da pranzo. Sul muro +di destra della tribuna si vede Giustiniano +in piedi, la testa cinta da un'aureola; il che +prova come allora questo simbolo non +avesse ancora il significato dogmatico attribuitogli +più tardi. Egli porta in mano +un'offerta; sulla sua veste semplice e scura +brilla una stella d'oro; i suoi piedi sono +calzati da coturni di porpora bizantina; la +testa è giovanile, di un ovale regolare, il +corpo vigoroso e slanciato. L'imperatore +ha i baffi, mentre i guerrieri che lo circondano, +armati di lance e scudi col monogramma +di Cristo, appaiono assolutamente +imberbi. Dall'altra parte del dipinto, san +Massimiano, seguito da due ecclesiastici, +s'avanza incontro a Giustiniano. Si direbbe +che, per rispetto alla maestà imperiale, la +quale, del resto, rivendicava anche quella +del supremo pontificato, si sia volontariamente<span class="pagenum"><a name="Page_367" id="Page_367">[Pg 367]</a></span> +spogliato dell'aureola; egli, difatti, +non porta tale attributo; tratto caratteristico, +questo, del dogma bizantino e che +riflette la natura inaccessibile e il prestigio +divino della potenza imperiale. Sappiamo, +d'altronde, che l'aureola fu originariamente +tratta dalle imagini di Apollo e +che essa circondava digià la testa degli +imperatori romani onorati nell'apoteosi.</p> + +<p>Di fronte, sulla parete sinistra della tribuna, +si vede la sposa dell'imperatore, +Teodora, un tempo prostituta a Bisanzio +e famosa per l'abilità sfrontata con cui +riproduceva sul teatro le scene più impudiche, +in seguito imperatrice d'Oriente e +d'Occidente; essa pure è riprodotta con +l'aureola di Cristo sulla testa, in un santuario, +in mezzo ai Santi! Conoscendo le +incredibili storie che su questa donna narra +Procopio, il cronista di Belisario e l'ultimo +degli scrittori classici dell'antichità, +e ricordando come egli abbia stigmatizzato +nella sua <i>Storia secreta</i> il carattere +di Giustiniano, si rimane veramente stupiti +di trovare una simile imagine in un +quadro sacro di chiesa. Certo, noi non ne +vorremmo essere privati per questo, poichè +hanno per la storia un prezzo inestimabile. +E siccome l'arte di quell'epoca era +ancora capace di esprimere le rassomiglianze, +si può ammettere che queste figure<span class="pagenum"><a name="Page_368" id="Page_368">[Pg 368]</a></span> +imperiali non fossero parto di fantasia e +che si avvicinassero abbastanza all'originale.</p> + +<p>Teodora v'è rappresentata come una donna +giovane, bella, imponente e di aspetto veramente +imperiale. Porta il sontuoso diadema +bizantino, e il suo sacro mantello +è riccamente ornato, alla foggia orientale, +di ricami d'oro e di pietre preziose. Come +Giustiniano, essa tiene in mano un vaso +che porta a titolo di offerta. Ai suoi lati +le dame della corte, di nobile aspetto come +la loro padrona, sono vestite di broccato +drappeggiato all'antica, in colori ricchi e +svariati. E' notevole la loro pettinatura, la +quale ricorda esattamente quella delle donne +romane del tempo de' Flavii e degli Antonini. +Sarebbe azzardato voler ritrovare +dei ritratti autentici in queste figure, che +si rassomigliano le une alle altre; ma +pur tuttavia tali tipi muliebri, appartenenti +all'epoca più brillante, più sontuosa, +più raffinata della corte di Bisanzio, non +si possono guardare senza interesse. L'artista +ha dato loro un carattere di vera +grandezza, senza mai cadere nell'esagerato. +Un'eguale espressione di solennità e di gravità +è trasfusa nella loro fisonomia, e così, +nonostante il carattere profano, la santità +del luogo non è turbata. Esaminando quegli +splendidi mosaici non si può fare a<span class="pagenum"><a name="Page_369" id="Page_369">[Pg 369]</a></span> +meno di rilevare che l'arte bizantina, di +cui sono un'emanazione, era ancora ben +vicina all'antichità. Non vi è traccia di +quella concezione religiosa esaltata, nemica +di ogni gioia umana, nè di quello stile +rigido monastico che si è preso l'abitudine, +non so perchè, di chiamare bizantino.</p> + +<p>Per ricche che siano le chiese di Roma +in mosaici, non ne possiedono che di quelli +dal VI secolo in poi, e non possono certo +paragonarsi al valore artistico e storico di +quelli di San Vitale. Mentre s'innalzava la +basilica di Ravenna, o tutt'al più dieci anni +dopo, sotto il governo di Narsete, si costruiva +a Roma la chiesa dei Dodici Apostoli. +Disgraziatamente dei mosaici che la +ornavano nulla oggi resta. I soli mosaici +conservatici di quell'epoca sono quelli dell'antica +basilica dei Santi Cosma e Damiano, +basilica costruita da Papa Felice IV sul +Foro Romano (524-530). Lo stile n'è vigoroso +e originale; ma sono ancora lontani +dalla perfezione artistica dei mosaici di Ravenna.</p> + +<p>Fui lieto di trovare in S. Vitale dei mosaicisti +romani, che vi lavoravano da molti +anni, sino dai tempi del Governo pontificio, +intenti a restaurare i mosaici. Ci fu un +tempo in cui, essendo quest'arte sparita da +Roma, si facevano venire artisti da Bisanzio +o dalla celebre scuola di Montecassino.<span class="pagenum"><a name="Page_370" id="Page_370">[Pg 370]</a></span> +Ma le cose cambiarono nel secolo XIII, +quando, sotto Innocenzo III e Onorio III, +l'arte romana prese un novello impulso. Da +allora fino ai nostri giorni, con lievissime +interruzioni, l'arte del mosaico si è mantenuta +florida sulle sponde del Tevere.</p> + +<p>Gli operai, padre e figlio, che incontrai +a Ravenna, appartenevano ad una famiglia +che da più generazioni praticava quest'arte, +appunto come la famiglia dei Cosmati, i +quali vissero a Roma nel XIII secolo. Ribel, +uno dei mosaicisti, era, quando lo vidi, occupato +a ripulire e riparare le parti guaste +d'un mosaico laterale della tribuna, con un +prodotto chimico testè scoperto, il quale +permette di rendere ai mosaici, anneriti dal +tempo, tutto il loro splendore. La prova che +il mosaicista stava compiendo su una delle +figure era talmente ben riuscita, che l'imagine, +ringiovanita e rinfrescata, brillava dei +più vivi colori. Col tempo tutti i quadri di +San Vitale saranno sottomessi alla stessa +operazione, e allora solamente potremo +godere pienamente la loro primitiva bellezza.</p> + +<p>Quegli artisti mi offrirono, come ricordo, +un oggetto che non si trova certo facilmente +negli <i>albums</i> di fotografie: il ritratto +di Giustiniano, in formato di carta da visita. +Essi avevano trovato un'imagine di +questo imperatore in certi pezzi di mosaico,<span class="pagenum"><a name="Page_371" id="Page_371">[Pg 371]</a></span> +che dovevano aver adornato un +tempo il muro interno, situato al disotto +della porta di Sant'Apollinare l'avevano +pulito e fotografato. Giustiniano vi era +rappresentato come a San Vitale, ma +soltanto in mezzo busto. Il suo viso somigliava +a quello che ammirasi nella basilica, +ma appariva più pieno e leggermente effeminato. +Aveva la stessa toga sacra, attaccata +alla spalla da un fermaglio di +diamanti; il diadema era ornato, come sulle +monete, da due file di pietre preziose. Attorno +al viso si delineava egualmente +un'aureola circolare, di color rosso porpora, +cosparsa di punti bianchi, simili a +perle. La figura si staccava su di un fondo +d'oro, e al disotto si leggeva in caratteri +romani il nome di Giustiniano. Un ritratto +interessantissimo insomma.</p> + +<p>La bella basilica di Sant'Apollinare fu +compiuta quasi alla stessa epoca di San +Vitale.</p> + +<p>L'esterno, come quello delle altre basiliche +di Ravenna, non ha verun interesse. +Il campanile al suo fianco ha quella forma +speciale che sembra particolare a Ravenna, +ove se ne trovano parecchi altri esemplari. +Queste tane, di aspetto barbaro, sono circolari +e di altezza media, costruite di rozzi +mattoni, senza armature, nè altri ornamenti, +forate da piccole finestre arcate, che<span class="pagenum"><a name="Page_372" id="Page_372">[Pg 372]</a></span> +una piccola colonna divide in due parti. +Credo siano costruzioni dell'VIII o del IX secolo, +piuttosto che del VI. L'interno della +chiesa si divide in tre vani, che sopportano +ventiquattro colonne di marmo greco +e che, come la maggior parte delle basiliche +di Ravenna, presentano un carattere +di nobile semplicità. Ciò che distingue queste +chiese dalle costruzioni romane della +stessa epoca, è che esse hanno conservato +un'impronta di grazia serena e come attaccata +ancora alle potenze terrestri. Si +nota pure che esse sono la libera produzione +di un'epoca piena di vita realizzante, +con la sua propria originalità, un +ideale passato allo stato di tipo. Benchè +la vecchia città, cadente in rovina, dovesse, +a quel tempo, fornire ampia messe di colonne +antiche, gli architetti di Sant'Apollinare +hanno sdegnato servirsene. Le loro +colonne e i loro capitelli omogenei, ancora +più difficili a produrre, sono opere originali +e non copiate da altri monumenti antecedenti. +È l'opposto di Roma, ove, per +costruire una nuova basilica, riunivano +ordinariamente il maggior numero possibile +di materiali tolti da edifici antichi, +ruinando colonne ed anche capitelli +eterogenei.</p> + +<p>Il vano centrale di Sant'Apollinare è +ornato di bei mosaici. Se i mosaici di<span class="pagenum"><a name="Page_373" id="Page_373">[Pg 373]</a></span> +San Vitale sono notevoli per le personalità +storiche, di cui ci offrono l'imagine, +quelli di Sant'Apollinare lo sono per la rappresentazione +dei monumenti esistenti in +Ravenna a quell'epoca. Sulla parete destra +del vano centrale si scorge, brillante di +colori freschissimi, la città di Ravenna, +con la chiesa di San Vitale, con vari altri +monumenti e col palazzo di Teodorico.</p> + +<p>Sul frontone del monumento si legge, +a lettere d'oro, un nome che non poteva +appartenere che alla dimora di Teodorico, +quello di <i>Palatium</i>. Seguono venticinque +imagini di santi, che tengono in mano delle +corone, separati gli uni dagli altri da palme. +Al termine della schiera, contornato d'angeli, +sta un Cristo vestito di scuro e seduto +su di un trono.</p> + +<p>Sul muro di sinistra, una composizione +simmetrica rappresenta un corteo di giovani +sante, un'adorazione di magi e una +riproduzione architettonica. La Vergine +occupa il trono, ed è una figura dolce e +graziosa; ha la testa cinta dal velo delle +religiose. Quanto ai re magi, la loro origine +barbara si manifesta nei mantelli corti +fatti di broccato, nei colori vistosi e nell'abito +intero. Prive di ogni personalità, +uniformi anche nelle linee del volto, le +sante donne sono avvolte in ricche stoffe +bizantine e in veli bianchi; portano il diadema<span class="pagenum"><a name="Page_374" id="Page_374">[Pg 374]</a></span> +greco sulla testa. Queste imagini +limpide, finemente ombreggiate, si distinguono +da certe figure di santi appartenenti +alla più antica maniera, come se ne vedono +nelle basiliche romane, per esempio in +San Paolo e in altre chiese, il più delle +volte sull'arco di trionfo e sui quadri laterali +delle tribune. Si ritrova in quelle di +Sant'Apollinare la tradizione dell'arte antica. +Nessun segno in esse della vicina +barbarie; la monotonia stessa dei tipi +non stanca l'occhio, e dà piuttosto all'insieme +una specie di pace solenne, animata +dalla grazia dei contorni e dalla +ricchezza dei costumi.</p> + +<p>All'estremità del mosaico si vede il sobborgo +di Classe, oggi distrutto, che fa riscontro +all'imagine di Ravenna della parete +opposta. E' un castello solidamente +fortificato, con torri merlate, a cui si stende +dinanzi il mare azzurro, cosparso di vascelli +dalle bianche vele. Nel suo complesso +è di un effetto straordinario.</p> + +<p>Ravenna non possiede nessun'altra chiesa +che possa eguagliare la nobile opulenza e +le felici proporzioni di Sant'Apollinare. Ha +però ancora un certo numero di vecchie +e notevoli basiliche, che mi limiterò ad +indicare. Teodorico vi aveva fatto costruire +parecchie chiese ariane, come quella dello +Spirito Santo, ancora esistente, e di Santa<span class="pagenum"><a name="Page_375" id="Page_375">[Pg 375]</a></span> +Maria in Cosmedino: non mi ci fermerò, +come non intendo fermarmi a parlare di +altri monumenti più antichi, dell'epoca di +Galla Placidia, come San Giovanni Evangelista, +Sant'Agata e San Francesco. Solo +la cattedrale della città meriterebbe uno +studio profondo, perchè fu la sede dei patriarchi, +un tempo così potente, ma ricostruita +intieramente nel <span class="smcap">XVIII</span> secolo. Questa +cattedrale era la più antica delle chiese +di Ravenna, di poco posteriore alle chiese +romane di San Pietro e San Paolo e di +San Giovanni in Laterano, risalendo all'arcivescovo +Urso, da cui gli venne il nome +di Basilica Ursiana. In origine era una +basilica a cinque navate riposanti su cinquantasei +colonne. Ne' suoi muri si trovavano +rappresentate in gran numero scene +della storia di Ravenna. Tutto ciò ora è +scomparso, e qualunque sia l'interesse di +alcune parti del nuovo fabbricato, niente di +esso attrae in modo speciale la nostra +attenzione.</p> + +<p>Gli archivi del palazzo arcivescovile +costituiscono oggi il suo tesoro più prezioso. +La collezione delle pergamene, composta +di quasi 25,000 documenti, quella +dei papiri, che risale sino al secolo <span class="smcap">V</span>, +poteva essere considerata come una miniera +inesauribile di documenti prima che parte<span class="pagenum"><a name="Page_376" id="Page_376">[Pg 376]</a></span> +di queste due collezioni fosse trasportata al +Vaticano, parte distrutta e dispersa.</p> + +<p>A poca distanza dal Duomo si trova +ancora il vecchio battistero di San Giovanni +in Fonte, esso pure attribuito all'arcivescovo +Urso. Questa curiosa costruzione +ottagonale si compone di due file di arcate +romane sovrapposte, d'aspetto antichissimo, +ed è sormontata da una cupola interamente +ricoperta di mosaici, rappresentanti +il battesimo di Cristo e i dodici apostoli.</p> + +<p>Fuori della città si possono ammirare +due vecchie basiliche: Santa Maria in +Porto e Sant'Apollinare in Classe. Quest'ultima +è, senza dubbio, la più bella +chiesa di Ravenna. Visitiamola. Come è +noto, una volta il mare si avanzava sino +a poca distanza dalla città e, in grazia di +questa vicinanza e dei corsi d'acqua e delle +lagune, Ravenna godeva una sicurezza e +un'importanza commerciale pari a quelle +che più tardi dovevano fare la fortuna di +Venezia. E come Venezia, Ravenna, di +cui la fondazione risale a tempi favolosi, +era originariamente in parte costruita su +delle isole.</p> + +<p>L'imperatore Augusto, conquistato da +questa posizione topografica eccezionale, +aveva deciso di riparare a Ravenna la +flotta dell'Adriatico; di là l'origine del sobborgo<span class="pagenum"><a name="Page_377" id="Page_377">[Pg 377]</a></span> +di Cesare e di Classe, di cui il secondo +prese il nome dalla stazione navale +stessa. Per lunghi anni Ravenna serbò il +monopolio del commercio nell'Oriente; poi, +l'interramento del suo porto e circostanze +politiche, finirono per produrre la sua decadenza, +tutta a profitto di Venezia.</p> + +<p>Da allora l'Adriatico si è ritirato a sette +miglia dalla città, in guisa che non lo si +scorge più da nessuna parte. Solo il vento +umido, che giunge dal largo e passa al +disopra delle foreste della costa, rivela la +vicinanza del mare. Il punto stesso del +vecchio porto non può più essere determinato +con esattezza. Il nome d'una chiesa +presso le mura della città, Santa Maria in +Porto, e anche la piazza di Sant'Apollinare +in Classe, sono le sole a indicare la +regione, dove si trovavano un tempo i +bacini e gli arsenali.</p> + +<p>Per arrivare alla basilica di Classe bisogna +percorrere circa tre miglia, in direzione +nord-est. Da prima si traversa il +Ponte Nuovo, al disopra del fiume Ronco; +poi si scorge, a due miglia di distanza, +in una solitudine completa, l'antica chiesa +con a lato il campanile rotondo e cupo. +Tutto all'intorno si stende una vasta pianura +paludosa, d'aspetto severo e malinconico, +rotta qua e là da risaie. Dalla parte +del mare si scorge, come una cintura di<span class="pagenum"><a name="Page_378" id="Page_378">[Pg 378]</a></span> +un verde scuro, la celebre e immensa Pineta. +Verso ovest s'innalzano all'orizzonte, +lontano, le cime azzurognole degli Appennini.</p> + +<p>Sant'Apollinare fu costruita nel 535 da +Giuliano Argentario, al quale si attribuisce +la maggior parte delle basiliche di Ravenna +di quell'epoca. Nel 549, la chiesa +fu consacrata dal patriarca Massimiano, il +quale terminò anche San Vitale. Del portico +quadrato che la circondava, non rimane +più che la parte anteriore, la quale forma +ora il vestibolo; questo, in tutte le vecchie +chiese di Ravenna, è specificato col +nome di Ardica (derivato da Narte). L'interno +della basilica è magnifico; le sue +proporzioni sono maestose e semplici. Ventiquattro +superbe colonne di marmo greco, +non tolte a templi antichi, ma scolpite +espressamente per questo monumento e +ornate di capitelli simili, separano le navate. +Secondo l'uso primitivo, il tetto a +travicelli non ha ornamenti. Lo spirito dei +tempi antichi spazia su tutto il monumento, +e questa impressione è vieppiù rafforzata +dallo spettacolo di una lunga schiera di +sarcofaghi nelle pareti delle navate laterali. +Non ho visto in nessun'altra città, +tranne ad Arles, una così grande quantità +di sarcofaghi innalzati isolatamente nell'interno +delle chiese. La vista di quelli di<span class="pagenum"><a name="Page_379" id="Page_379">[Pg 379]</a></span> +Sant'Apollinare ha immediatamente risvegliato +in me il ricordo della famosa strada +coperta di tombe della vecchia città provenzale.</p> + +<p>Le urne funerarie di Ravenna si distinguono +in maniera tutta speciale dai sarcofaghi +romani dell'epoca cristiana. Roma +ne possiede un gran numero, molto interessanti, +in parte del secondo periodo del +medio evo; se ne trovano nelle Grotte del +Vaticano, nel museo di San Giovanni in +Laterano e qua e là nelle chiese. Numerose +tombe dei primi tempi del cristianesimo +sono anche ornate da soggetti religiosi, +scolpiti in rilievo. Le urne funerarie +di Ravenna, invece, appartengono all'epoca +gotica bizantina e anche all'epoca barbara, +e quasi sempre sono dei sarcofaghi molto +massicci, fatti di marmo greco, d'un bianco +giallastro, senza ornamenti, tranne i simboli +cristiani e una semplice iscrizione. A +parer mio, nessuno di essi è improntato +all'antichità pagana, come a Roma in alcune +tombe papali. A Ravenna sono state +tutte eseguite per lo scopo a cui erano +destinate. Le loro forme, grandiose e originali, +producono una profonda impressione; +si direbbe che tali sarcofaghi, dalle +volte sollevate e massiccie, abbiano servito +di sepoltura a eroi goti, piuttosto che a +patriarchi.<span class="pagenum"><a name="Page_380" id="Page_380">[Pg 380]</a></span></p> + +<p>Sembra che l'arte della scultura fosse già +spenta a Ravenna, avanti i tempi di Galla +Placidia, poichè non la si ritrova viva che +nei suoi rapporti diretti con l'architettura. +L'arte di riprodurre figure si concentrò +interamente nel lavoro del mosaico, e vi +produsse, in quei tempi semi-barbari, una +ricca e preziosa fioritura. Conforme all'uso +cristiano, quei sarcofaghi venivano posti +un tempo sotto il portico esterno della +chiesa. Essi racchiudono i corpi dei patriarchi +della città, dal <span class="smcap">V</span> all'<span class="smcap">VIII</span> secolo. A +somiglianza di quanto si è fatto nella chiesa +di San Paolo fuori le mura, a Roma, si sono +ornati i muri delle navate di una fila di ritratti, +rappresentanti la lunga serie degli +arcivescovi di Ravenna; ma questa decorazione +è di recente data. Come la lista dei +Papi comincia da San Pietro, quella dei metropolitani +di Ravenna si apre col missionario +Apollinare, fondatore dell'arcivescovato. +Il patrono e capo gerarchico di Ravenna +era stato, secondo la tradizione romana, +istituito vescovo da San Pietro, a +Roma; era, dunque, discepolo del principe +degli apostoli. Tuttavia, si rivendicò molto +tempo per lui, contro San Pietro, la supremazia +sul mondo cristiano; o, per essere +più precisi, i vescovi di Ravenna suoi successori +rifiutarono per vari secoli il primato +di Roma. Le ricchezze temporali del seggio<span class="pagenum"><a name="Page_381" id="Page_381">[Pg 381]</a></span> +di Sant'Apollinare erano, d'altronde, +considerevoli, poichè gli arcivescovi possedevano +immobili lontani, perfino in Sicilia +e in Oriente. Dopo la caduta del regno longobardo, +come ho già ricordato, si eressero +un momento a padroni dell'Esarcato, contro +le pretese dei Papi.</p> + +<p>Il patriarca di Ravenna era ancora, nell'<span class="smcap">XI</span> +secolo, così ricco e così potente che +l'imperatore Enrico IV, durante la sua lotta +contro Gregorio VII e la contessa Matilde, +trovò in lui il suo più forte sostegno. Fu +l'arcivescovo della città, Vilberto, che l'imperatore +scelse per elevare alla dignità di +anti-papa, sotto il nome di Clemente III; +ma questo avvenimento segnò il termine +della grandezza della chiesa di Ravenna.</p> + +<p>All'epoca in cui l'Impero era fiorente, +parecchi tedeschi furono innalzati dall'Imperatore +alla dignità di arcivescovi di Ravenna +e dotati per questo titolo di larghi +privilegi.</p> + +<p>La città vide pure qualcuno de' suoi +metropolitani salire sul seggio pontificio, +fra questi il ferreo Giovanni X e il celebre +Gilberto o Silvestro II, ai tempi di Ottone +III. Nello stesso tempo circa, due +grandi santi, Romualdo e Pietro Damiano, +gettarono un vivo splendore sulla chiesa +di Ravenna. La storia degli arcivescovi +forma, dunque, fino ai secoli <span class="smcap">XII</span> e <span class="smcap">XIII</span> parte<span class="pagenum"><a name="Page_382" id="Page_382">[Pg 382]</a></span> +integrante degli annali della chiesa romana +e del medio evo italiano. Il primo tentativo +di un'opera su questa storia risale +alla metà del <span class="smcap">VII</span> secolo, e fu Agnello da +Ravenna a compierlo. La sua opera, il +<i>Liber pontificalis</i>, reca l'impronta di quel +tempo ancora barbaro, ma la sua antichità +la rende di gran valore, e le numerose e +preziose informazioni storiche che racchiude, +le danno un prezzo inestimabile, mentre +la sua infantile ingenuità la circonda +di una certa grazia.</p> + +<p>Dopo Carlomagno, fino all'epoca degli +Hohenstaufen, ben pochi imperatori tedeschi +tralasciarono di visitare Ravenna, sia +nei loro viaggi a Roma, sia durante le +guerre che sostennero in Italia: lo si rileva +dagl'itinerarî:</p> + +<p>La capitale dell'antico esarcato offriva +agl'imperatori una forte posizione nella +penisola, durante le loro lunghe lotte con +le città e i Papi.</p> + +<p>I titoli di proprietà che la Santa Sede +faceva valere su Ravenna, non erano riconosciuti +dagl'imperatori. Dal tempo degli +Ottoni, la Romagna e l'esarcato venivano +trattati come terre dell'Impero e governati +da conti imperiali. Fu Rodolfo degli +Hasburgo il primo a rinunziare solennemente, +in favore della Santa Sede, ai diritti +che per tutta l'antichità l'Impero aveva<span class="pagenum"><a name="Page_383" id="Page_383">[Pg 383]</a></span> +rivendicato su quelle provincie. Gli Ottoni +ebbero per il soggiorno di Ravenna una +predilezione speciale; e Ottone I, sopratutto, +non vi dimorò meno di cinque volte, +nel 967, 968, 970, 971 e 972. Questo principe, +il più potente dei sovrani tedeschi +che stesero la loro dominazione sull'Italia, +considerava così poco il Papa come padrone +di Ravenna, che si fece costruire +un nuovo palazzo presso le mura della +città. Il luogo di questa dimora imperiale +non si può determinare con esattezza; certo +è che nè Cesare, nè Classe erano ancora +scomparse a quel tempo.</p> + +<p>Ottone II dimorò due volte a Ravenna +e Ottone III vi soggiornò a tre riprese. +Fu qui che questo giovane principe proclamò +il primo dei Papi tedeschi, suo cugino +Bruno, che dopo, sotto il nome di +Gregorio V, si pose sulla propria testa la +corona imperiale. Ottone III amava Ravenna +e i suoi santi, con quella passione +esaltata che fu il segno distintivo del suo +carattere. Ivi egli elevò dal seggio episcopale +alla dignità pontificia il suo maestro, +l'illustre Gerberto. Pochi anni appresso, +Ottone III ripassava da Ravenna, questa +volta fuggiasco, cacciato dai Romani, e vi +rimaneva per alcune settimane, nel monastero +di Classe, nella cella del famoso<span class="pagenum"><a name="Page_384" id="Page_384">[Pg 384]</a></span> +Romualdo, sotto il saio monacale e in +mezzo a pratiche di penitenza.</p> + +<p>Di questo avvenimento rimase ancora +memoria sui muri della basilica, in iscrizione +moderna, è vero, e di fattura ecclesiastica.</p> + +<p>Eccone la traduzione: «Ottone III, imperatore +di Germania, re dei Romani, sottomettendosi +alla regola severissima di +san Romualdo per la remissione dei suoi +peccati, venne scalzo dalla città di Roma +al monte Gargano, dimorò quaranta giorni +come penitente in questo chiostro e in +questa basilica, espiò i suoi delitti sotto +il cilicio e con mortificazioni volontarie, +dando un augusto esempio di umiltà e, +Imperatore, illustrò questo tempio e insieme +il suo pentimento»<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>.</p> + +<p>Il celebre convento di San Romualdo +non fu soppresso che sotto il regno di +Napoleone I. I suoi fabbricati in rovina +si trovano presso la basilica, fra cespugli +di felci e olivi. I monaci sono dispersi; +uno solo fra essi erra ancora malinconico +<span class="pagenum"><a name="Page_385" id="Page_385">[Pg 385]</a></span> +nella chiesa della quale è guardiano. La +vecchia basilica rovina, insieme col campanile +che le è al lato, e somiglia piuttosto +a un faro che ad un campanile. La +desolazione del vecchio monumento è infinita, +e lo spettacolo della campagna deserta +che lo circonda, dà una tristezza +immensa, mentre è di una indescrivibile +bellezza. Ho visto quella grande pianura +paludosa durante un uragano che brontolava +lontano sull'invisibile Adriatico e che +aveva coperto il cielo di nere nubi. Le +acque addormentate, coperte di piante acquatiche, +le ruine sprofondate, la vecchia +basilica e gl'immortali ricordi che essa +evoca, la strada deserta che traversa la +campagna nella direzione di Cesena, la +cupa foresta di pini che si stende a perdita +d'occhio e le cui cime gigantesche +si stendono calme e maestose come grandi +palme; dall'altra parte, attraverso l'atmosfera +solcata di lampi, le torri dell'antica +città: tutto questo insieme silenzioso, melanconico +e morto, senza un cinguettio +d'uccelli, senza un profilo umano, contribuisce +a gettare l'anima in una profonda +e indicibile commozione.</p> + +<p>Le rive melanconiche del Ronco conservano +ancora il ricordo di un altro avvenimento +storico, quello che ha segnato la +giornata dell'11 aprile 1512, uno dei più<span class="pagenum"><a name="Page_386" id="Page_386">[Pg 386]</a></span> +terribili scontri che abbia insanguinato il +suolo italico, una lotta così eroica che Teodorico +e Odoacre stessi ebbero ad ammirare +il valore dei combattenti. E' là che +gli eserciti alleati degli Spagnoli e del bellicoso +Papa Giulio II, correndo in soccorso +del generale Marco Antonio Colonna, rinchiuso +in Ravenna, furono assaliti dalle +truppe di Luigi XII, re di Francia, comandate +dal giovane Gastone di Foix. I Francesi +riportarono la vittoria; ma la pagarono +con la vita del loro illustre ed eroico +generale.</p> + +<p>I più celebri capitani dell'epoca, quelli +che dovevano illustrarsi nel gran secolo +di Carlo V, spagnoli, francesi, italiani, tedeschi, +il fior fiore dell'aristocrazia, tutti +presero parte alla battaglia. Un grande +poeta, l'Ariosto, si trovava nel campo del +duca di Ferrara, e colui che più tardi doveva +essere papa Leone X, allora legato, +fu fatto prigioniero.</p> + +<p>Se Gastone di Foix avesse sopravvissuto +alla sua vittoria, nulla gli avrebbe impedito +d'impadronirsi di Roma e di Papa +Giulio II. Ma la buona sorte che si è sovente +attaccata alla Santa Sede, apportò +un buon cambiamento; i Francesi vincitori +furono bentosto vinti e costretti a lasciare +l'Italia.<span class="pagenum"><a name="Page_387" id="Page_387">[Pg 387]</a></span></p> + +<p>La colonna commemorativa che si vede +ancora oggi sul campo di battaglia, sulla +riva del Ronco, fu eretta nel 1557, per cura +del governatore pontificio della Romagna, +Donato Cesi, che divenne più tardi cardinale. +Delle iscrizioni incise su medaglioni +di arte molto mediocre ricordano il grande +avvenimento.</p> + +<p>Non ho, disgraziatamente, potuto visitare +la celebre foresta di pini, conosciuta +sotto il nome di Pineta. La foresta sembra +risalire ad una lontana antichità. Si dice +che già al tempo dei Romani se ne traessero +i materiali per la gettata del porto. +L'esercito goto vi accampò, quando Teodorico +assediò Odoacre in Ravenna. La +maggior parte si compone di boscaglie +di piante diverse, in mezzo alle quali si +innalzano gli alti fusti dei pini. I frutti di +questi alberi racchiudono delle nocciuole, +a forma di mandorle, di cui Ravenna fa +un commercio molto esteso. Si calcola a +diecimila il numero delle staia di tale frutto, +che ogni anno vengono spedite fuori. Gli +abitanti di Ravenna mi hanno fatto delle +descrizioni incantevoli dell'interno selvaggio +e deserto della loro Pineta, delle macchie +nelle quali i cacciatori inseguono il cinghiale, +e delle regioni in cui la foresta si +avanza sino alla costa e viene a morire<span class="pagenum"><a name="Page_388" id="Page_388">[Pg 388]</a></span> +in riva a golfi pittoreschi, bagnati dal mare. +Il bosco si estende lungo l'Adriatico per +una lunghezza di ventiquattro miglia, dalla +città di Cervia sino alla foce del Po, chiamata +Spina o <i>Spinetrium</i>. Misura tre miglia +nella sua maggior larghezza.</p> + +<p>Noi abbiamo studiato i monumenti di +Ravenna, seguendo il succedere dei tempi +piuttosto che l'ordine topografico, e non +ci siamo occupati che di qualcuno di essi, +di quelli che caratterizzavano meglio la loro +epoca. Abbiamo rilevato che la grande +epoca guelfa non si ritrova quasi in nessun +palazzo, in nessuna chiesa. Ma in mancanza +di questi monumenti, gli abitanti di Ravenna +mostrano con orgoglio, in un vicolo +secondario, una piccola cappella funeraria, +che essi non cambierebbero con la più +bella cattedrale del mondo. Là è sotterrato, +a lato di Galla Placidia e di Teodorico, il +più gran genio dell'Italia, eroe e vittima +della lotta dei Guelfi e dei Ghibellini, a cui +ha innalzato un monumento imperituro.</p> + +<p>Quand'anche Ravenna non avesse altra +attrattiva che la tomba di Dante, e altra +gloria che quella di aver offerto l'ultimo +asilo al Poeta, ciò basterebbe a preservare +eternamente il suo nome dall'oblio.</p> + +<p>Fu nel 1320 che Dante, senza patria e +nella più estrema povertà, si recò da Verona<span class="pagenum"><a name="Page_389" id="Page_389">[Pg 389]</a></span> +a Ravenna. In quei tempi, racconta +il Boccaccio, un nobile signore, Guido da +Polenta, era padrone di Ravenna, città antica +e celebre della Romagna. Egli era +molto erudito nelle scienze liberali, onorava +grandemente gli uomini di valore e specialmente +quelli che la loro alta istruzione +poneva al disopra degli altri. Quando seppe +che Dante, di cui la riputazione era da +lunga data giunta sino a lui, si trovava +in Romagna, nella miseria e nello scoraggiamento, +decise, senza esserne stato da lui +sollecitato, di offrirgli un asilo e di trarlo +dalla sua situazione disperata. Sotto la benevola +protezione di questo nobile signore, +Dante abitò Ravenna per qualche tempo, +quando aveva perduto ogni speranza di ritornare +a Firenze.</p> + +<p>Là egli formò un certo numero di allievi, +nell'arte della poesia, sopratutto usando la +lingua volgare, che, primo fra gl'Italiani, +come afferma lo stesso Boccaccio, ha saputo +elevare all'altezza che il greco Omero +il latino Virgilio avevano conquistato per +la loro lingua materna.</p> + +<p>La famiglia Polenta era divenuta nel +1275 padrona della città, dominata per lo +innanzi dai duchi dell'antichissima famiglia +dei Traversari: Guido da Polenta era nipote +della bella Francesca, che fu maritata +a Giovanni Malatesta da Verrucchio, podestà<span class="pagenum"><a name="Page_390" id="Page_390">[Pg 390]</a></span> +di Rimini, e del quale il poema di Dante +ha immortalato il ricordo. Il signore di Ravenna +non prese in mala parte i versi, ove +l'ombra di Francesca da Rimini appare tra +le ombre votate alla dannazione eterna.</p> + +<p>Dante finì la sua vita a Ravenna sotto +la protezione di Guido.</p> + +<p>Il palazzo dei Polenta è scomparso senza +lasciare la minima traccia, e della loro dominazione +non resta altro monumento materiale +che la tomba del poeta. A parte +questo ricordo, niente risveglia più il loro +nome, se non una lapide incastrata nel +muro della chiesa di S. Francesco; essa +rappresenta un uomo vestito di una tonaca +dei frati minori e porta questa iscrizione: +«<i>Hic jacet Magnificus Dominus Hostasius +de Polenta qui ante diem felix obiens +occubuit MCCCLXXXVI die XIV Mensis +Martii. Cujus anima requiescat in +pace.</i>»</p> + +<p>Le lotte combattutesi nell'anima ardente +di Dante, le passioni che animano così violentemente +la sua opera e che gli hanno +impresso il segno di una tale incomparabile +personalità, tutte queste agitazioni +si erano ben calmate, quando il gran poeta +venne a terminare i suoi giorni a Ravenna. +La fine della sua vita fu consacrata alle +pie ed alte meditazioni, alla <i>Vita contemplativa</i>.<span class="pagenum"><a name="Page_391" id="Page_391">[Pg 391]</a></span></p> + +<p>Ivi egli compose i suoi salmi della +penitenza e il suo Credo. Sembrava si fosse +trasformato in penitente come aveva fatto +l'imperatore Ottone III che, dopo aver visto +crollare il suo potere su Roma, aveva +rivestito il saio e si era rinchiuso per pregare +nella cella di Sant'Apollinare. Quando +sentì avvicinare la sua fine (si spense il +14 settembre 1321), domandò che lo si +sotterrasse vestito dell'abito dei francescani. +Per questo i frati minori lo considerano +come uno dei loro; si ricorda, d'altronde, +che nel suo poema egli si era già +rappresentato cinto della corda di quest'ordine.</p> + +<p>Guido da Polenta fece seppellire il Poeta +in un sarcofago di marmo nel convento +dei frati minori. Si proponeva d'innalzargli +un magnifico monumento, ma questo +progetto non fu eseguito. Durante i disordini +nei quali la famiglia Polenta perì, la +tomba fu dimenticata. Nel 1482 soltanto +fu ricordato il dovere sacro che era stato +lungamente trascurato. I Polenta erano stati +cacciati. Bentosto annessa a Venezia, Ravenna +fu governata da pretori della potente +Repubblica. Uno di questi ultimi, +Bernardo Bembo, padre del celebre cardinale, +riprese il progetto di Guido da Polenta +e fece innalzare al poeta, nel 1482, +un bel mausoleo. E' quello che ci viene<span class="pagenum"><a name="Page_392" id="Page_392">[Pg 392]</a></span> +mostrato oggi, ma trasformato dai legati +del papa nel XVII e XVIII secolo. Si sa, infatti, +che i Veneziani cedettero, nel 1509, +Ravenna alla Santa Sede, sotto il pontificato +di Giulio II, che riunì anche Bologna +al dominio di S. Pietro.</p> + +<p>La tomba di Dante ha la forma di un +piccolo tempio, sormontato da una cupola +e fabbricato nello stile del Rinascimento. +L'interno è ornato di bassirilievi e d'iscrizioni. +Quattro medaglioni rappresentano +Virgilio, Brunetto Latini, Can Grande della +Scala e Guido da Polenta. In faccia alla +porta di entrata si trova il sarcofago di +marmo, e al disopra il medaglione in rilievo +del Poeta.</p> + +<p>La celebre iscrizione, da lui composta +dice:</p> + +<div class="poem" style="width: 30em;"> +<div class="stanza"> +<span class="i0">Jura monarchiae superos Phlegetonta lacusque<br /></span> +<span class="i0">Lustrando cecini voluerunt fata quousque:<br /></span> +<span class="i0">Sed quia pars cessit melioribus hospita castris,<br /></span> +<span class="i0">Autoremque suum petiit felicior astris,<br /></span> +<span class="i0">Hic claudor Dantes patriis extorris ab oris<br /></span> +<span class="i0">Quem genuit parvi Florentia mater amoris.<br /></span> +</div> +</div> + +<p>La tomba è sempre chiusa. Il conte Alessandro +Cappi, che mi accompagnò nella +visita al mausoleo, mi raccontò che nella +suo gioventù aveva visto a Ravenna lord +Byron, allora innamorato della contessa<span class="pagenum"><a name="Page_393" id="Page_393">[Pg 393]</a></span> +Guiccioli. Mai, mi disse la mia guida, lord +Byron non passava in vista della tomba, +fosse pure a distanza, senza scoprirsi rispettosamente, +e mi sovvengo ancora dei bei +versi che egli ha dedicato alla sepoltura +di Dante.</p> + +<p>Ed è, infatti, un santuario a cui ogni +uomo di animo elevato non saprebbe avvicinarsi +senza commozione, un luogo di +pellegrinaggio e di raccoglimento per tutti +coloro che sono capaci di comprendere e +ammirare il genio creatore del Poeta, tanto +potente da innalzare al disopra delle tempeste +e delle passioni un ideale eterno di +calma e di sublime serenità.</p> + +<p>Dante simboleggia con la sua propria +esistenza ciò che rende così maravigliosa +la storia della sua patria, l'arte e la scienza +producenti i loro più nobili fiori in mezzo +alle più spaventose lotte civili.</p> + +<p>Da questo lato e da tanti altri il Poeta +fiorentino è il rappresentante e come l'incarnazione +del genio italiano verso la fine +del medio evo.</p> + +<p>La solitudine in mezzo alla quale si drizza +la tomba di Dante, produce un'impressione +profonda, e bisogna felicitarsi che gli abitanti +di Ravenna abbiano rifiutato ai Fiorentini +pentiti la restituzione del loro tesoro +nazionale. Dante continua così il suo destino<span class="pagenum"><a name="Page_394" id="Page_394">[Pg 394]</a></span> +d'esilio; egli riposa nella cella la +cui ombra ospitale riparò i suoi ultimi +giorni, in un monumento all'erezione del +quale hanno preso parte la Serenissima +Repubblica di Venezia e la Santa Sede. La +sua tomba si drizza al largo, libera e isolata +come una sepoltura di sovrano, come +il mausoleo del grande Teodorico.<br /><br /><br /></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/dec394.jpg" width="186" height="79" alt="" title="" /> +</div> + +<div class="footnotes"> +<p class="title"><span class="big">NOTE:</span></p> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Io desumo questi discorsi dallo scritto di un ufficiale +francese che assistè alla scena.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Evidentemente qui l'imparzialità del Gregorovius +vien meno. Quando lo storico tedesco scriveva +queste righe, si era andata formando, sopratutto all'estero, +una campagna denigratoria contro l'Eroe luminoso +della nostra Indipendenza. In Francia, per esempio, +un liberale ed uno scrittore di valore, Maxime du +Camp, scriveva contemporaneamente di Garibaldi altrettanto +e molto di peggio. Ciò, del resto, non era +che l'effetto della campagna subdola e celata dei nemici +della nostra libertà. +(<i>N. d. T.</i>).</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Levate, venerabiles fratres, in circuitu oculos +vestros, et videbitis, ac una Nobiscum vehementer +dolebitis abominationes pessimas, quibus nunc misera +Italia praesertim funestatur... Datum Romae apud +S. Petrum die 17 octobris anno 1867. Pont. Nost. A. XXII.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Il conte Costantino Nigra, nato a Villa Castelnovo, +Ivrea, nel 1828, e morto a Rapallo il 1 luglio 1906, +fu una delle più illustri personalità del nostro Risorgimento. +Cavour lo ebbe a segretario ne' suoi viaggi +politici a Londra e a Parigi, sopratutto nel memorabile +Congresso del 1856, dove il grande statista pose +nettamente, davanti ai rappresentanti delle potenze, +la questione della nazionalità italiana. Il Nigra rimase +quindi alla Corte di Napoleone III, e divenne l'interprete +gradito delle idee di Cavour e dei propositi di +Re Vittorio Emanuele II. Fu ministro plenipotenziario +dell'Italia presso la Corte di Francia sin dopo Sédan +e grandemente sempre cooperò agl'interessi del nostro +paese ed alla sua unità. +(<i>N. d. T.</i>). +</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Questo tratto caratteristico ce lo narra il cappellano +degli zuavi, anch'esso prigioniero, che ha descritto +semplicemente e fedelmente la dimora dei +garibaldini a Monte Rotondo nella «Prigionia del +P. Vincenzo Vannutelli». Episodii della invasione garibaldina +del 1867. Appunti storici estratti dal suo +giornale. Roma, Salviucci, 1869.</p></div> + +<div class="footnote"> +<p><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> La narrazione del cappellano Vincenzo Vannutelli +è stata da contemporanei degni di fede e da storici +sereni, imparziali, in gran parte sconfessata. Il +Vannutelli aveva tutto l'interesse, si capisce, di mettere +in luce Garibaldi e i suoi valorosi compagni. Al +Gregorovius, storico di solito così imparziale e sicuro, +si può solo rimproverare di aver troppo prestato orecchio +a quello che allora si andava propalando per +l'Urbe dagli avversari di Roma capitale d'Italia, e per +quanto non abbia certo accettato come verità sacrosanta +quanto il cappellano degli zuavi aveva scritto. +Lo provano, a questo proposito, le seguenti parole: +</p><p> +«Il lettore si sarà accorto che il monaco romano +del 1867 descrive i garibaldini colla ingenuità con cui +Erodoto descrisse gli Sciti o Villani gli Unni. Quando, +ancora prigioniero, ma sfuggito alla morte e travestito, +viaggiava sulla linea ferroviaria di Spoleto, in un treno +pieno di garibaldini che ritornavano nell'Umbria, nell'attraversare +un tunnel, mentre il treno rallentava la +corsa, egli, guardandosi intorno, pensava: «Ecco una +esatta immagine dell'inferno. La luce incerta del vagone, +la corsa sotterranea, il frastuono del treno, il +clamore di tutti questi uomini vestiti di rosso, tutto +contribuisce a farmi credere di essere piombato nel +più profondo degli abissi infernali».</p></div> + +<div class="footnote"> +<p><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> «Dopo la presa di Monterotondo molti si fecero, +col broccato degli abiti sacerdotali dei distintivi da +ufficiale, si presentarono ai presunti loro subordinati +e dissero: Vedete, io son tenente, capitano, e così di +seguito; al che fu risposto con un applauso di scherno, +con fischi ed altri acuti suoni che facevano mettendo le +dita nella bocca».</p></div> + +<div class="footnote"> +<p><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> Pantaleone difese il suo già compagno di fede, che +doveva essere fucilato. Anche dei parenti, che egli +aveva fra i garibaldini, parlarono in sua difesa; altri +giovani gli fecero scudo col loro corpo contro i furenti, +che volevano finirlo, e che erano istigati da una contessa +emancipata, certa Martini, la quale raccomandava +loro di <i>spacciarlo</i>. Il monaco fu posto in libertà, ma +internato a Perugia, di dove tornò felicemente a Roma.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> Il marchese romano Capranica ha tradotto <i>Gli +Albigesi</i> e il <i>Savonarola</i> di Lenau; ma queste versioni +son tuttora inedite.</p></div> + +<div class="footnote"><p><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> +Dall'anno 1858, in cui io scrivevo queste pagine, +molte cose si son mutate nei circoli letterari di Roma. +Il simpatico Giovanni Torlonia morì il 9 novembre 1858 +nell'età di 27 anni, lasciando nella giovine scuola un +irreparabile vuoto. Nannarelli fu chiamato a Milano +professore all'Accademia; l'avvocato Ciampi ha svolto +felicemente le sue facoltà, e adesso è fortunato autore +di commedie in versi. Recentemente, anche l'ufficiale +romano Muratori ha acquistato buona fama di poeta +drammatico. +<i>(Nota dell'autore).</i><br /> +</p></div> + +<div class="footnote"> +<p><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> Otto III. Rom. Imp. Germ. Ob Patrata Crimina +Austeriori Disciplinae Sancti Romualdi Obtemperans +Emenso Nudis Pedibus Ab Urbe Romana Ad Garganum +Montem Itinere Basilicam Hanc Et Coenobium +Classense XXXX Diebus Poenitens Inhabitavit +Et Hic Cilicio Ac Voluntariis Castigationibus Peccata +Sua Expians Augustum Dedit Humilitatis Exemplum +Et Imperator Sibi Templum Hoc Et Poenitentiam +Suam Nobilitavit Anno DCM.</p></div> +</div> + +<p> +<span class="pagenum"><a name="Page_395" id="Page_395">[Pg 395]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 600px;"> +<img src="images/decorazione.jpg" width="600" height="60" alt="" title="" /> +</div> + +<p class="title"><span class="big">INDICE</span> +</p> + +<hr style="width: 35%;" /> + +<ul class="TOC"> +<li>L'isola d'Elba<span class="tocright">Pag. <a href="#Lisola_dElba"><span class="smcap">3</span></a></span></li> +<li>San Marco di Firenze<span class="tocright"> » <a href="#San_Marco_di_Firenze"><span class="smcap"> 63</span></a></span></li> +<li>La campagna dei volontari intorno Roma<span class="tocright"> » <a href="#La_campagna_dei_volontari"><span class="smcap"> 91</span></a></span></li> +<li>Poeti romani contemporanei<span class="tocright"> » <a href="#Poeti_romani_contemporanei"><span class="smcap"> 253</span></a></span></li> +<li>Avignone<span class="tocright"> » <a href="#Avignone"><span class="smcap"> 287</span></a></span></li> +<li>Ravenna<span class="tocright"> » <a href="#Ravenna"><span class="smcap"> 343</span></a></span></li> +</ul> + +<div class="tnote"> +<h2>Nota del Trascrittore</h2> +<p>L'ortografia e la punteggiatura originali sono state mantenute, +correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. +Tutte le occorrenze +dell'abbreviazione N. d. T. (Nota del Traduttore) sono state +normalizzate in (N. d. T.). Grafie alternative mantenute:</p> +<ul> +<li>augurî/auguri</li> +<li>avversarî/avversari</li> +<li>côlti/colti</li> +<li>contrarî/contrari</li> +<li>decennî/decenni</li> +<li>edificî/edifici</li> +<li>esimî/esimi</li> +<li>giudizî/giudizi</li> +<li>païs/pais</li> +<li>Pontificî/Pontifici/Pontificii</li> +<li>Porto Ferraio/Porto-Ferraio/Portoferraio</li> +<li>prigionia/prigionìa</li> +<li>proprî/propri</li> +<li>sètta/setta</li> +<li>studî/studi</li> +<li>tirannia/tirannìa</li> +<li>varî/vari/varii</li> +<li>volontarî/volontari/volontarii</li> +</ul> +<p> +Altre correzioni:</p> +<ul> +<li>pag. 20 è straordinariamente [straordinamente] bella</li> +<li>pag. 101 aveva mandato a Firenze il generale Fleury [Fleurg]</li> +<li>pag. 103 aver cura del suo gregge [greggie]</li> +<li>pag. 116 La vita ed il lavorìo [lavorio] segreto</li> +<li>pag. 183 poteva servirgli di rocca [ròcca]</li> +<li>pag. 188 specialmente quando [qua] va unita</li> +<li>pag. 337 Villeneuve-les-Avignons [Villeneuve-les Avignons] è un paese pittoresco</li> +<li>pag. 356 fece trasportare a Aix-la-Chapelle [Aise-la-Chapelle]</li> +<li>pag. 394 riparò i [î] suoi ultimi giorni</li> + +</ul> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of Passeggiate per l'Italia, Vol. 3, by +Ferdinando Gregorovius + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PASSEGGIATE PER L'ITALIA, VOL. 3 *** + +***** This file should be named 37900-h.htm or 37900-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/3/7/9/0/37900/ + +Produced by Emanuela Piasentini, Leonardo Palladino and +the Online Distributed Proofreading Team at +http://www.pgdp.net (This file was produced from images +generously made available by The Internet Archive/Canadian +Libraries) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. 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