diff options
| -rw-r--r-- | .gitattributes | 3 | ||||
| -rw-r--r-- | 44714-0.txt | 2714 | ||||
| -rw-r--r-- | 44714-h/44714-h.htm | 3878 | ||||
| -rw-r--r-- | 44714-h/images/covermp.jpg | bin | 0 -> 171956 bytes | |||
| -rw-r--r-- | 44714-h/images/ill-002.jpg | bin | 0 -> 64539 bytes | |||
| -rw-r--r-- | 44714-h/images/ill-073.jpg | bin | 0 -> 88763 bytes | |||
| -rw-r--r-- | LICENSE.txt | 11 | ||||
| -rw-r--r-- | README.md | 2 | ||||
| -rw-r--r-- | old/44714-8.txt | 3114 | ||||
| -rw-r--r-- | old/44714-8.zip | bin | 0 -> 69115 bytes | |||
| -rw-r--r-- | old/44714-h.zip | bin | 0 -> 375313 bytes | |||
| -rw-r--r-- | old/44714-h/44714-h.htm | 4301 | ||||
| -rw-r--r-- | old/44714-h/images/covermp.jpg | bin | 0 -> 171956 bytes | |||
| -rw-r--r-- | old/44714-h/images/ill-002.jpg | bin | 0 -> 64539 bytes | |||
| -rw-r--r-- | old/44714-h/images/ill-073.jpg | bin | 0 -> 88763 bytes |
15 files changed, 14023 insertions, 0 deletions
diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes new file mode 100644 index 0000000..6833f05 --- /dev/null +++ b/.gitattributes @@ -0,0 +1,3 @@ +* text=auto +*.txt text +*.md text diff --git a/44714-0.txt b/44714-0.txt new file mode 100644 index 0000000..2b70ad4 --- /dev/null +++ b/44714-0.txt @@ -0,0 +1,2714 @@ +*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 *** + + I VIAGGI DI MARCO POLO + +[Illustrazione: MARCO POLO (_Da un dipinto della Scuola Veneta +contemporanea del grande viaggiatore_)] + + + + GIULIO VERNE + + I VIAGGI DI MARCO POLO + + UNICA VERSIONE ORIGINALE + FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO + E SULLE OPERE DI CHARTON + + _per cura_ + + DI + + EZIO COLOMBO + + Volume Unico + + MILANO + + SERAFINO MUGGIANI e COMP. + Via Unione, N. 11, 13. + + 1878 + + + + + Proprietà Letteraria + + Tip. Guigoni. + + + + + I VIAGGI DI MARCO POLO[1] + + + + + CAPITOLO I. + + Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle + esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a + Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da + Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro + ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi + ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco + Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re + tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta + in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al + 1324). + + +I mercanti genovesi e veneziani non potevano rimanere indifferenti alle +esplorazioni che arditi viaggiatori tentavano nell'Asia centrale, +l'India e la China. Essi comprendevano che queste contrade offrirebbero +in breve un nuovo sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili +immensi si ricaverebbero dall'importazione in Occidente di mercanzie di +fabbricazione orientale. Gl'interessi del commercio dovevano quindi +lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. Queste furono le +ragioni che decisero due nobili veneziani ad abbandonare la loro patria +ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli di quei perigliosi +viaggi, allo scopo d'estendere le loro relazioni commerciali. + +Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia Polo, la quale traeva +origine da Sebenico, in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in +Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo questa famiglia divisa in +due rami; uno dei quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro in +quella di San Geremia. + +I Polo di San Felice, datisi già da più anni al commercio, avevano in +esso trovata larghissima fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello +delle famiglie patrizie di Venezia. + +Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio, figliuoli di Andrea, che +già prima del 1250 avevano stabilito un banco a Costantinopoli, terra +più veneziana che greca dopo l'impresa del Dandolo[2], si recarono con +una paccotiglia considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, ove la +loro casa possedeva un altro banco diretto da un loro fratello maggiore, +Andrea Polo. Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e traversando +il paese di Comania, giunsero sul Volga, ove teneva il suo campo +Berke-Kan signore dei Tartari occidentali. Questo principe mongollo +accolse benissimo i due negozianti di Venezia, e comperò i gioielli che +gli offersero pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi ricchissimi +doni. + +Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo mongollo; finchè, nel 1262, +scoppiò una guerra tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore dei +Tartari di Levante, e conquistatore della Persia. I due fratelli, non +volendo avventurarsi in mezzo a contrade battute dai Tartari, +preferirono recarsi a Boukhara, che era la principale residenza di +Berke, e colà rimasero tre anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e +presa la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò i due Veneziani a +seguirli verso la residenza del Gran Kan[3] dei Tartari, che avrebbe +fatto loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio di Gengis-Kan, +era imperatore della China, e teneva allora la residenza d'estate in +Mongolia, a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero Chinese. + +I due mercanti veneziani partirono, e spesero un anno intero nel +traversare quell'immensa estensione di paese che divide Boukhara dai +confini settentrionali della China. Kublai-Kan fu lietissimo di ricevere +quegli stranieri, venuti da paesi occidentali. Fece loro molte feste, +e li interrogò con premura sugli avvenimenti che accadevano in +Europa, chiedendo molti particolari intorno agli imperatori e re, alla +loro amministrazione, ai loro metodi di guerra; poscia li intrattenne +lungo tempo del pontefice e degli affari della Chiesa latina. + +Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi e della lingua, +risposero francamente a tutte le domande dell'imperatore, al quale tanto +piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli come suoi ambasciatori a +Sua Santità . I mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè in tale +alta condizione il loro ritorno doveva effettuarsi in condizioni +vantaggiosissime. + +Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua turca, nelle quali chiedeva a +Sua Santità Clemente IV, d'inviargli cento missionari per convertire +gl'idolatri al cristianesimo; poscia licenziò i due Veneziani, dando ad +essi per compagno di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato Cogatal, ed +incaricandoli di riportargli un vasetto dell'olio della lampada sacra +che arde continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a Gerusalemme. + +I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta d'oro, che metteva a +loro disposizione uomini e cavalli in tutta l'estensione dell'impero, +presero congedo dal Gran Kan e si misero in viaggio nel 1266. In breve +però il barone Cogatal cadde ammalato. I Veneziani, costretti a +separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, e, malgrado gli aiuti +che ricevettero, impiegarono non meno di tre anni per giungere a +Giazza[4], porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si portarono ad Acri, +ove arrivarono verso la fine dell'anno 1269. Colà seppero della morte di +papa Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma il legato apostolico +Tebaldo risiedeva in quella città ; egli accolse i due Veneziani, e +sentendo quale fosse la missione di cui il Gran Kan li aveva incaricati, +li esortò ad attendere l'elezione del nuovo papa. + +Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da ben diciannove anni, +pensarono, intanto che il nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere +Venezia e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove s'imbarcarono sopra +una nave, che li condusse direttamente alla loro città natale. + +Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua moglie e la nascita di un +figlio, nato pochi mesi dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si +chiamava Marco. Egli è ben da credere che al dolore del marito dovesse +recare grande conforto la gioia del padre che trovava questo figliuolo, +quasi a tenergli luogo della donna perduta. Durante due anni i fratelli +Polo, cui stava a cuore di adempiere la loro missione, aspettarono a +Venezia l'elezione del nuovo papa. Ma poichè questa tardava, parve loro +di non poter più oltre differire il loro ritorno presso l'imperatore dei +Mongolli; partirono quindi per Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco +il giovane Marco, che contava allora ben 19 anni. Ad Acri ritrovarono il +legato Tebaldo, che li autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere +l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta quella missione, i +Veneziani fecero ritorno ad Acri, e mancando ancora il pontefice, +chiesero al legato lettere per Kublai-Kan, nelle quali sembra fosse +accennata la morte di Clemente IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due +fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima gioja, seppero che il +legato Tebaldo era stato consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X, +il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò immediatamente, ed +il re d'Armenia pose una galera a loro disposizione, perchè potessero +recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa li accolse con premura, +consegnò loro lettere per l'imperatore della China, diè loro la +compagnia di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza[5] e Guglielmo da +Tripoli, e la sua benedizione. + +Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità , fecero ritorno ad Acri; +ma appena giunti in quella città , poco mancò non cadessero prigionieri +nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano mamelucco del Cairo, che +infestava allora l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di quel +brutto principio, rinunciarono a recarsi nella China, e lasciarono ai +Veneziani la cura di consegnare all'imperatore mongollo le lettere del +pontefice. + +È qui che incominciano i grandi viaggi descritti da Marco Polo, dei +quali noi parleremo in progresso. Ha egli realmente visitato tutti i +paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, senza dubbio; e nella sua +narrazione, scritta in francese sotto suo dettato da Rusticano da +Pisa[6], è formalmente dichiarato che «Marco Polo, savio e nobile +cittadino di Venezia, vide tutto co' propri occhi, e quello che non vide +lo seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma aggiungiamo che la +maggior parte delle città e paesi descritti da Marco Polo vennero +realmente da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario com'è tracciato +nel suo racconto, indicando soltanto ciò che il celebre viaggiatore +seppe da altri durante le importanti missioni di cui lo incaricò +l'imperatore Kublai-Kan. In questo secondo viaggio i Veneziani non +seguirono esattamente la medesima strada che Matteo e Niccolò avevano +presa recandosi la prima volta verso l'imperatore della China. Essi +erano passati a settentrione dei monti Celesti, che sono i monti +Thiânscian-pe-lu; il che aveva allungato il loro cammino. Questa volta +piegarono a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè quella strada fosse +più corta dell'altra, impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, a +cagione delle pioggie e degli straripamenti dei grandi fiumi. Sarà +facile seguire questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè ai +nomi antichi della storia di Marco Polo, non facili ad intendersi nel +suo libro, nel quale non è seguÃto l'ordine del viaggio, ed è fatta +confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo sostituito +dappertutto i nomi esatti della cartografia moderna. + + +NOTE: + +[1] Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo +possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del Codice +Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi lavori del +Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di pretendere in una +nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano tutta quella estensione +che ben s'addice al più illustre viaggiatore di quel secolo. +(_N. del Trad._) + +[2] Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario +e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante la quale domò +Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio 1203, facendo a +Venezia importantissimi acquisti marittimi sulle coste del Mar di +Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia e d'altre isole del +Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli di S. Marco. Dopo +l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse l'impero latino col conte +Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli il 1^o giugno 1205, al +ritorno d'una spedizione infelice contro gli abitanti ribellatisi di +Adrianopoli. (_N. del Trad._) + +[3] Gran Signore. (_N. del Trad._) + +[4] Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto in +fondo al golfo Issico. + +[5] Il codice Magliabeccano dice _da Vinegia_ (Venezia), ma il testo +francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, _da Vicenza_. Nell'opera di +Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: _de Vienne!_ +(_Nota del Trad._) + +[6] È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto de' suoi +viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (_Nota del Trad._) + + + + + CAPITOLO II. + + L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte + Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La + Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della + Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il + Balacian.--Cascemir.--Casceegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il + deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia + della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di + Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste + dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i + biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero. + + +Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla dell'Armenia Minore come +d'un paese assai insalubre, i cui abitanti, un tempo valorosi, ora sono +divenuti vili e molto tristi, nè sanno far altro che ubbriacarsi. Questa +provincia, ch'è retta da un governatore in nome del Gran-Kan, ha molte +città e castella, abbonda d'ogni cosa ed in ispecial modo di +cacciagione. In quanto al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle +preziose mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti d'ogni paese. +Dall'Armenia Minore Marco Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre +generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente detti, seguaci di +Maometto, le cui tribù, semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli +eccellenti ed allevano cavalli e muli di gran valore; gli Armeni ed i +Greci, che dimorano in ville e castelli e sono abilissimi nel fabbricare +tappeti e stoffe di seta. L'Armenia Maggiore, che Marco Polo visitò in +seguito, è una vasta provincia che ha per capitale Arzinga[7], città +ove, al dire del Veneziano, si fabbrica il miglior boccassino del mondo. +Questa provincia offre, durante l'estate, un accampamento favorevole ai +Tartari del levante, pei pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il +viaggiatore vide il monte Ararat, sul quale, a seconda delle tradizioni +bibliche, posò l'Arca di Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre +confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una fontana dalla quale +sgorga dell'olio di nafta (petrolio) in tanta abbondanza, +che cento navi se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti sono +oggetto d'un importantissimo commercio[8]. + +Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, si diresse pel nord-est verso +la Georgia, reame che si stende sul versante meridionale del Caucaso, +governato da un re, tributario ai Tartari di levante, per nome David +Melic, ch'è quanto dire, Davide re[9]. Secondo una tradizione, gli +antichi re di questo paese nascevano «con una figura d'aquila disegnata +sotto la spalla destra.» I Georgiani, dice il Polo, sono bella gente, +prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono cristiani e vivono a mo' dei +Greci. Gli operai del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e +d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga quattro leghe, posta tra il +piede del Caucaso ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la porta di +Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend[10]. È là che si vede anche il +monastero di S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel lago +miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto in quaresima. + +Da questo punto, i viaggiatori discesero verso il reame di Mussul e +guadagnarono la città di questo nome, posta sulla riva destra del Tigri; +poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i Saraceni del mondo[11]. +Qui Marco Polo racconta la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258, +capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e fratello di +Mangu-Kan[12]; e cita una storia maravigliosa in appoggio a quella +massima cristiana di fede che solleva le montagne[13]; poscia indica ai +mercanti la via che corre da questa città al golfo Persico, e che si fa +in diciotto giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il +paese dei datteri. + +Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia d'Adzerbaidjan, +l'itinerario di Marco Polo sembra interrotto.--Checchè ne sia, lo +ritroviamo a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta in mezzo a bei +giardini, che fa commercio di pietre preziose e d'altre merci di valore; +ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi e sleali. È in questo punto +che Marco stabilisce la divisione della Persia in otto provincie. +Secondo lui, gli indigeni persiani sono nemici molestissimi pei +negozianti, i quali non possono viaggiare senza essere armati d'archi e +di freccie. Il principale commercio del paese è quello dei cavalli e +degli asini che vengono inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là +alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, consistono in frumento, +in orzo, in miglio ed in uve, che crescono in abbondanza. + +Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la città più orientale della +Persia propriamente detta; buona città , nobile ed industriale. Allorchè +ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare per sette giorni +attraverso magnifiche foreste piene di selvaggina, per giungere alla +provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono nelle montagne delle +turchesi, ferro ed antimonio. I ricami ad ago, la fabbricazione di +bardature ed armi, l'allevamento dei falchi da caccia, occupano gran +numero di abitanti.--Lasciata Kirman, Marco Polo ed i suoi due compagni +impiegarono nove giorni a traversare un paese ricco e popoloso, e +giunsero alla città di Comadi, che si crede sia la moderna Memaum, +allora già molto decaduta. La campagna era bellissima; dovunque bei +montoni grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, con corna corte e +grosse; starne ed altri uccelli a migliaia; alberi magnifici, +specialmente datteri, aranci e pistacchi. + +Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, i tre viaggiatori +entrarono nella bella pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il +nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo due giorni ancora di +viaggio, Marco Polo si trovò alle rive del golfo Persico, e presso la +città di Ormuz, che forma il porto marittimo del regno di Kirman. Quel +paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di datteri e d'altri +alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di seta e d'oro, denti d'elefante e +vino di palme. Il porto era frequentato da molte navi ad un albero e ad +una sol vela, le cui tavole erano unite con fili di corteccia e non +inchiodate; laonde molte perivano nell'attraversare il mare indiano. + +Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il nord-est, tornò a Kirman; +quindi si avventurò, per sentieri pericolosi, attraverso un arido +deserto, ove non si trova che acqua salmastra; quello stesso deserto +che, 1500 anni prima, Alessandro superò col suo esercito, tornando dalle +bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio Nearco. Sette giorni +dopo, Marco Polo entrò nella città di Kabis, sulla frazione del regno di +Kirman[14]. Traversò poi un altro deserto, ed in otto giorni risalì sino +a Tonocain, che dev'essere l'attuale capitale della provincia di Kumis, +cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune notizie intorno al Vecchio della +Montagna, il capo degli Hashishins (donde venne il nome di _assassino_), +setta maomettana che si segnalò pel suo fanatismo religioso e per le sue +crudeltà spaventevoli[15]. Dopo sei giorni di cammino, entrò in Supunga +(la Shibbergam dei moderni), la città per eccellenza, ove i poponi sono +più dolci del miele, e nella nobile città di Balkh, verso le sorgenti +dell'Oxo. Quindi, traversato un paese ove s'incontrano non di rado +leoni, giunse a Taikan, gran mercato di sale, che attira gran numero di +trafficanti, ed a Scasem, che alcuni commentatori ritengono sia la +moderna Koondooz. In quella contrada si trovavano molti porcispini, e +quando si dava loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi +tutti, lanciavano contro i cani i dardi che portano sul dorso e sui +fianchi. È noto ora che questa pretesa facoltà difensiva del porcospino +è da porsi nel novero delle favole. + +I viaggiatori entrarono quindi sul territorio montuoso di Balacian, +contrada fredda, che produce buoni cavalli, gran corridori, falchi dal +lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi esistono miniere di +rubini, che il re fa scavare a suo profitto in una montagna chiamata +Sighinan, sulla quale nessuno può metter piede sotto pena di morte. Si +raccoglie pure, in altri luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si +fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» cioè il lapislazzuli. A +dieci giornate da Balacian s'incontra una provincia, che dev'essere la +moderna Paishore, i cui abitanti idolatri hanno la pelle scurissima e +vivono di carne e riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, paese +temperato, che ha molte città e villaggi, ed il cui territorio, +frastagliato da gole di monti, è facile a difendere. Giunto a questo +punto, se Marco Polo avesse proseguito più oltre nella stessa direzione, +sarebbe entrato nel territorio dell'India; ma egli risalì invece verso +il nord, e dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, in +mezzo a magnifici pascoli, ove erravano sterminate greggie di montoni +selvatici chiamati mufloni. Di là , attraversando le contrade di Pamer e +di Belor, territorî montuosi tra i sistemi orografici dell'Altai e +dell'Imalaia, giunsero, dopo quaranta giorni di faticose marcie, alla +provincia di Kaschgar. + +È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo e Niccolò Polo durante +il loro primo viaggio, quando da Boukhara furono condotti alla residenza +del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo si avanzò all'ovest, fino a +Samarcanda, grande città , abitata da cristiani e da saraceni; quindi +toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane che fanno il commercio +tra l'India e l'Asia settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein, +città che i moderni commentatori non si accordano nello stabilire a +quale corrisponda, posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza +il diaspro ed il calcedonio, giunse ad un certo regno di Ciarcian, che +alcuni commentatori ritengono sia la città detta Karashehr, che +significa _città nera_, descritta come posta sopra un gran fiume +navigabile, formato dalla congiunzione dei due fiumi che vengono +rispettivamente dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo un cammino di cinque +giorni attraverso sabbiose pianure prive d'acqua potabile, venne a +riposarsi per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. Ivi fece i +suoi preparativi per attraversare il deserto che si stende verso +Oriente, «deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe un anno per +attraversarlo; deserto popolato da spiriti, ed in mezzo al quale +risuonano tamburi invisibili, ed altri instrumenti»[16]. + +Dopo un mese impiegato nel traversare quel deserto nella sua larghezza, +i tre viaggiatori giunsero nella provincia di Tangut, alla città di +Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero chinese. Questa +provincia ha pochi commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte +idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. Fra i costumi di Tangut, +che fecero maggiore impressione su Marco Polo, dobbiamo citare quello di +non ardere i cadaveri dei morti se non nei giorni fissati dagli +astrologi; «e tutto il tempo che il morto resta in casa, quegli della +casa fanno mettere una tavola dinanzi alla cassa dov'è il morto, con +vino, pane e vivande, com'egli fosse vivo; e questo fanno ogni dì, +infino a che si dee ardere.» + +Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, Marco Polo ed i suoi +compagni fecero un'escursione sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), città +fondata in mezzo a due deserti, abitata da idolatri che non conoscono +alcun vincolo di matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas, +città sulla quale non sono ancora riusciti ad accordarsi i commentatori, +abitata da idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. «Quivi, dice il +Polo, ha montagne ove sono buone vene d'acciaio e d'andanico, e in +questa montagna è un'altra vena, della quale si fa salamandra.»[17] + +Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou e riprese la sua via +verso l'est, traverso il Tangut, per la città di Succiur[18], sopra un +territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice Marco, si truova il +rebarbero in grande abbondanza, e quivi lo comperano i mercatanti, e +portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur passò a Champicion, la +Kam-ceu-fu dei Chinesi, allora capitale di tutto il Tangut. Era una +città importante, popolata da ricchi capi idolatri, che erano poligami, +e sposavano per lo più le loro cugine o le zie[19]. I tre Veneziani +rimasero un anno in quella città . Queste lunghe fermate, e le frequenti +deviazioni dal loro cammino, spiegano perchè il loro viaggio traverso +l'Asia centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, dopo aver +viaggiato per dodici giornate, a cavallo, Marco Polo giunse sul limite +d'un deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra deviazione, +giacchè egli saliva direttamente al nord; ma al viaggiatore stava a +cuore di visitare la celebre città di Caracorum, questa capitale tartara +che Rubruquis aveva visitata nel 1254[20]. + +Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore, e non badava a +fatiche quando si trattava di completare i suoi studî geografici. In +quella circostanza, per giungere alla città tartara, dovette camminare +quaranta giorni in un deserto senza abitazioni e senza arbusti. + +Giunse finalmente a Caracorum. Era una città di tre miglia di +circonferenza. Dopo essere stata per lungo tempo la capitale dell'impero +mongollo, fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore allora +regnante. Qui Marco Polo fa una digressione storica, in cui narra la +ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro quel famoso Prete Gianni, +che teneva tutto il paese sotto la sua dominazione[21]. + +Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò verso l'est, ed arrivò alla +città d'Erginul, che è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui +abitanti si dividono in idolatri, cristiani nestoriani e maomettani. Di +là si spinse alquanto verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò +traverso un territorio ove pascevano buoi selvaggi grossi come elefanti, +ed il prezioso capretto che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a +Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono verso l'est a +Cialis, ove si fabbricano i migliori cambellotti[22] di pelo di +cammello; quindi nella provincia di Tenduc, nella città dello stesso +nome, ove regnava un discendente del Prete Gianni, per nome Giorgio, +tributario però del Gran Kan. Era una città industriale e commerciante, +ove, al dire di Marco Polo, «sonvi gli più bianchi uomeni del paese e +più belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» Di là , facendo un +angolo verso il nord, i Veneziani s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là +della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, che dev'essere +Tsaan-Balgassa, bella città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri +l'imperatore quando desidera divertirsi alla caccia del girifalco, +giacchè abbondano su quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e le +pernici. + +Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, Marco Polo, col +padre e lo zio, giunse a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è +la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. Ivi gl'inviati del +pontefice furono ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava quella +residenza d'estate, posta al di là della gran Muraglia, al nord di +Cambaluc, ora Pekino, capitale dell'impero. Il viaggiatore parla poco +dell'accoglienza che gli venne fatta, ma descrive con minuziosa cura il +palagio del Kan, grande edifizio di pietre e di marmo, le cui camere +sono interamente dorate. + +Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un parco cinto da mura, ove si +vedono serragli di bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto +con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili all'acqua: era +una specie di padiglione che si poteva smontare, nel quale il Kan +abitava nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè nella buona stagione. +Tale stagione doveva esser buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco +Polo, degli astrologi addetti alla persona del Kan erano incaricati di +dissipare coi loro sortilegi qualunque pioggia, nebbia o intemperie. +Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio il potere di quei maghi. +«Questi savi uomini sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno più d'arte +del diavolo che tutta l'altra gente, e fanno credere alla gente, che +questo avviene per santità . E questa gente medesima, ch'io v'ho detto, +hanno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la +signoria[23], egli il fanno cuocere e mangianlo, ma no se morisse di sua +morte; e sono sì grandi incantatori, che quando il Gran Kan mangia in +sulla mastra sala, gli coppi pieni di vino e di latte e di altre loro +bevande, che sono d'altra parte della sala, si gli fanno venire senza +che altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono +bene X mila persone: e questo è vero senza menzogna; e questo ben si +può fare per negromazia.» + +Il Veneziano parla anche di altri monaci che menano una vita di continue +privazioni, cibandosi di crusca bagnata nell'acqua, digiunando buona +parte dell'anno, e tenendosi molte ore in adorazione innanzi agli idoli +ed al fuoco. «Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); e si vi dico, +che v'ha una piccola città che hae uno monistero che hanno piue di cc +monaci, e vestonsi più onestamente che tutta l'altra gente.» + +Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore Kublai, il più potente +degli uomini, che possiede più terre e tesori di qualunque uomo da Adamo +in poi. Narra come il Gran Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse +un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben proporzionato delle membra, +dal volto bianco e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al trono +l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era buon capitano in guerra, e lo +provò quando suo zio Naian, che governava pel nipote alcune provincie +dell'impero, sollevatosi contro di lui, volle disputargli il trono alla +testa di quattrocentomila cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto +trecentosessantamila uomini a cavallo e centomila a piedi, mosse contro +lo zio, e lo sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, di nulla +sospettando, se ne stava tranquillamente accampato. Terribile fu la +battaglia. «Vi morirono tanta gente, tra dell'una e dell'altra parte, +che ciò sarebbe meraviglia a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, e +Naian, fatto prigione, fu messo in su uno tappeto, e tanto fu pallato, e +menato in qua e in là che egli morÃo: e cioè fece, che non voleva che 'l +sangue del lignaggio dello imperatore facesse lamento all'aria; e questo +Naian era di suo lignaggio.» Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò +trionfante nella città capitale del Catai, chiamata Cambalu, che divenne +poi l'attuale Pekino. Giunto in questa città , Marco Polo dovè rimanervi +a lungo, sino all'istante in cui venne incaricato di varie missioni +nell'interno dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico palagio +dell'imperatore, di cui il Veneziano fa la seguente descrizione, che noi +togliamo dal Codice Magliabeccano, e che darà esatta idea dell'opulenza +di quel sovrano mongollo: + +«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora nella mastra città , ch'è +chiamata Combalu, tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, febbraio, +e in questa città ha suo grande palagio: ed io vi diviserò com'egli è +fatto. Lo palagio è di muro quadro, per ogni verso un miglio, e in su +ciascuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio, e quivi si +tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, turcassi e selle e +freni, corde e tende, e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. E +ancora tra questi palagi hae quattro palagi in questo cercóvito, sì che +in questo muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti sono pieni +d'arnesi, e in ciascuno ha pur d'una cosa. E in questo muro verso la +faccia del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo è una grandissima +porta, che non s'apre mai nè chiude se non quando il Gran Cane vi passa, +cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da +ogni lato una, onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato n'hae +un'altra grande, per la quale entra comunemente tutta l'altra gente, +cioè ogni uomo. E dentro a questo muro hae un altro muro, e attorno +attorno hae otto palagi come nel primaio, e così son fatti; ancora vi +stae gli arnesi del Gran Cane.» + +Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono le rimesse e le +armerie dell'imperatore. Ma non farà meraviglia quel gran numero di +arnesi, ove si sappia che il Gran Kan possedeva una razza di cavalli +bianchi come la neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte era +esclusivamente riserbato ai principi di sangue reale. + +Marco Polo continua in questi termini:--«Nella faccia verso mezzodie ha +cinque porti, nell'altra pure una, e in mezzo di questo muro èe il +palagio del Gran Cane, ch'è fatto com'io vi conterò. Egli è il maggiore +che mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo ispazzo èe alto più che +l'altra terra ben dieci palmi; la copritura è molto altissima. Le mura +delle sale e delle camere sono tutte coperte d'oro e d'ariento; havvi +iscolpite belle istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e di bestie +e di molte altre belle cose; e la copritura èe altresì fatta che non vi +si può vedere altro che oro e ariento. La sala è sì lunga e sì larga, +che bene vi mangiano sei mila persone, e havvi tante camere, ch'è una +maraviglia a credere. La copritura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia +e bionda e verde, e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, che +luce come oro o cristallo, sì che molto dalla lungie si vede lucere lo +palagio. La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro e l'altro, dentro a +quello ch'io v'ho contato di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi +molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi bianchi, cavriuoli e +daini, le bestie che fanno il moscado, vaj e ermellini e altre belle +bestie. La terra dentro di questo giardino è tutta piena dentro di +queste bestie, salvo la via donde gli uomeni entrano; e dalla parte +verso il maestro ha un lago molto grande, ove hae molte generazioni di +pesci. E sì vi dico che un gran fiume vi entra e esce, ed èe sì +ordinato, che niuno pesce ne puote uscire (e havvi fatto mettere molte +generazioni di pesci in questo lago); e questo è con rete di ferro. +Anche vi dico, che verso tramontana, da lungi dal palagio una arcata, ha +fatto fare un monte, ch'è alto bene cento passi, e gira bene un miglio; +lo quale monte è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno tempo perdono +foglie, ma sempre son verdi. E sappiate, che quando è detto al Gran Kan +di uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e con molta +terra, e fallo piantare in quel monte, e sia grande quanto vuole, +ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, ch'egli ha fatto +coprire tutto il monte della terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì +che nel monte non ha cosa se non tutta verde, perciò si chiama lo monte +verde. E in sul colmo del monte è un palagio molto grande, sì che a +guatarlo è una grande maraviglia, e non è uomo che 'l guardi, che non ne +prenda allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto fare il Gran +Signore per suo conforto e sollazzo. Ancora vi dico, che appresso di +questo palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, ove istà lo nipote +del Gran Cane, che dee regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo di +Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del Gran Cane[24]; e questo Temur +che dee regnare tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha già bolla +d'oro e sugiello d'imperio, ma non fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.» + +Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, Marco Polo passa a descrivere +la città di Cambalu, città antica, che ha un circuito di ventiquattro +miglia, cioè sei miglia per ogni lato, essendo di forma quadrata, e che +è separata dalla moderna di Taidu da un canale, che divide l'odierna +Pekino in città chinese e città tartara. Il viaggiatore, sottile +osservatore, ci istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore. +Giusta la sua relazione, Kublai-Kan avrebbe una guardia d'onore di +dodicimila cavalieri chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli del +signore, sotto il comando di quattro capitani; «e questo non fae per +paura.» I suoi pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa +etichetta. Alla sua tavola, che è più alta delle altre, egli siede al +nord, avendo a sinistra la sua prima moglie, a destra e più basso i +figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più nobili baroni, che hanno +cura di turarsi la bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò che lo +loro fiato non andasse nelle vivande del signore.» Quando l'imperatore +s'accinge a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando tiene in mano la +tazza tutti i baroni e spettatori s'inginocchiano umilmente. Parlando +della vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva che «egli hae quattro +femmine, le quali tiene per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo, +ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere signore, per ragione, +dello imperio dopo la morte del suo padre. Elle sono chiamate +imperadricie, e ciascuna è chiamata per suo nome, e ciascuna di queste +donne tiene corte per sè; e non ve n'ha niuna che non abbia trecento +donzelle, e hanno molti valletti e scudieri, e molti altri uomeni e +femmine, sì che ciascuna di queste donne ha bene in sua corte mille +persone. E sappiate che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e che ha +venticinque figliuoli di sue amiche, e ciascuno è gran barone; e ancora +dico che degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro mogli, gli +sette ne sono re di grandissimi reami, e tutti mantengono bene loro +regni, come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali feste del Gran +Kan sono date da lui medesimo, una il giorno anniversario della sua +nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla prima figurano intorno +al trono dodicimila baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente +centocinquantamila vestimenta di drappo di seta d'oro ornati in perle; +mentre i sudditi, idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. Alla +seconda festa, al capo d'anno, chiamata dal Polo _la bianca festa_, +l'intera popolazione, uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, +perchè, secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, e ciascuno porta +al sovrano doni di grandissimo valore in oro, argento, perle e stoffe +preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila elefanti coperti di +magnifici drappi e portanti vasellami d'oro e d'argento, ed un numero +ingente di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. La festa si chiude +con pubbliche preghiere, e per ultimo con un sontuoso banchetto che il +Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua corte e del suo regno. + +Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, che il Gran Kan passa +nella sua città d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di sessanta +giornate di cammino, sono obbligati a provvederlo di cinghiali, cervi, +daini, caprioli ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, ed il +suo servizio da caccia è veramente superbo. Egli ha leopardi, lupi +cervieri, grandi leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza +forti per cacciare i lupi, volpi, daini, caprioli; e finalmente cani che +si contano a migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore +incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi verso il mare, ed è +accompagnato almeno da diecimila falconieri con cinquecento girofalchi, +una quantità innumerevole di astori, falchi pellegrini e falchi sacri. +Durante quella gita il re tartaro, che si compiace di tutto il lusso +della pompa orientale, è seguÃto da un palazzo portatile posto su +quattro elefanti accoppiati, coperto da pelli di leoni, e foderato da +drappo d'oro. Egli procede così fino al campo di Chakiri-Mondu, alle +sorgenti del fiume Usuri, nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, +abbastanza vasta da capire diecimila cavalieri o baroni. Ivi è la sua +sala da ricevimento; ivi dà le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o +dormire, trova in un'altra tenda una sala meravigliosa tappezzata da +pelliccie d'ermellino e di zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti +d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane così fino a Pasqua, +cacciando gru, cigni, lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la +sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi che regolano la caccia, +il Polo così si esprime: «Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il +Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè alcuno altro uomo non può +prendere, nè cacciare nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, nè di +niuna bestia che moltiplichi, dal mese di marzo infino all'ottobre. E +chi contra ciò facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico ch'egli è sì +bene ubbidito, che le lepre e daini e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io +v'ho contato, vegniono più volte insino all'uomo, e non le tocca, e non +le fa male.» + +Marco Polo completa in questo punto la descrizione di questa magnifica +città . Egli enumera i dodici sobborghi che la compongono, nei quali i +più ricchi mercanti fanno fabbricare magnifici palagi. Questa città è +commerciale al massimo grado: vi affluiscono le più preziose mercanzie +come in nessun' altra città del mondo. Mille carri carichi di seta vi +entrano ogni giorno; è il deposito ed il mercato dei più ricchi prodotti +dell'India, come le perle e le pietre preziose, e vi accorre gente a +comperare da oltre duecento leghe tutto all'intorno. Per provvedere ai +bisogni del commercio, il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, ch'è +per lui una sorgente perenne di ricchezze. Aggiungeremo che questa +moneta non è altro che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì +ogni nazione ha portato il proprio contingente sui mercati europei. Ma +qui lasciamo ancora la parola al Veneziano: «Il Gran Kan fa prendere +iscorza d'uno albore ch'à nome gelso[25]; è l'albore, le cui foglie +mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile, +ch'è tra la buccia grossa e l'albore, o vogli tu legno dentro, e di +quella buccia fa fare carte, come di bambagia, e sono tutte nere. Quando +queste carte sono fatte così, egli ne fa delle piccole, che vagliono una +medaglia di tornesello piccolo, e l'altra vale un tornesello, e l'altra +vale un grosso d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e l'altra due +grossi, e l'altra cinque, e l'altra dieci, e l'altra un bisante d'oro, e +l'altra due, e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. E tutte +queste carte sono sugiellate col sugiello del Gran Sire, e hanne fatte +fare tante, che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E quando queste carte +son fatte, egli ne fa fare tutti i pagamenti, e fagli ispendere per +tutte le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; e nessuno gli +osa rifiutare, a pena della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e +regni che sono sotto sua signoria si pagano di questa moneta, d'ogni +mercatanzia di perle, d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e +generalmente d'ogni altra cosa, e sì vi dico che la carta che si mette +per dieci bisanti, non ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti le +più volte cambiano questa moneta a perle, o a oro, e altre cose rare. E +molte volte è recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta mercatanzia +in oro e in ariento che vale quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire +fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti le pigliano volentieri, +perchè le spendono per tutto il paese. E molte volte fa bandire il Gran +Cane, che ogni uomo che ha oro e ariento, perle o pietre preziose o +alcuna altra cara cosa, che incontanente la debbiano avere apresentata +alla tavola del Gran Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; e tanto +gliene viene di questa mercatanzia, ch'è un miracolo. E quando ad alcuno +si rompe o guastasi niuna di quelle carte, egli va alla tavola del Gran +Sire, e incontanente gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma si +gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, che se alcuno vuol fare +vasellamenta d'ariento o cinture, egli va alla tavola del Gran Sire, ed +ègli dato per queste carte ariento quant'e' ne vuole, contandosi le +carte secondo che si ispendono. E questa è la ragione perchè il Gran +Sire dee avere più oro e più ariento, che signore del mondo.[26]» + +Secondo Marco Polo, il sistema del governo imperiale riposa sopra una +centralizzazione eccessiva. Il reame, diviso in 34 provincie, è +amministrato da dodici nobilissimi baroni, che abitano nella stessa +città di Cambalu; ivi, nel palazzo di questi baroni, dimorano gli +intendenti e gli impiegati tutti che trattano gli affari d'ogni singola +provincia. Intorno alla città si diramano molte strade ben tenute, che +metton capo ai diversi punti del regno. Su queste strade, ad ogni +ventidue miglia, sorgono stazioni postali; ed in essa duecentomila +cavalli sono sempre pronti a trasportare i messaggieri dell'imperatore. +Più, fra le stazioni, ad ogni tre miglia, trovasi un villaggio composto +di circa quaranta case, in cui abitano i corrieri che portano a piedi i +messaggi del Gran Kan. Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo +compresso da una benda, hanno una cintura munita di campanelli che li fa +udire da lontano; partono al galoppo, fanno rapidamente le tre miglia, +rimettono il messaggio al corriere che li attende, e per tal modo +l'imperatore riceve in un giorno ed una notte le notizie da dieci +giornate di distanza. Questo mezzo di comunicazione costa ben poco a +Kublai-Kan, perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare dalle +imposte i corrieri; in quanto ai cavalli delle stazioni, sono +somministrati gratuitamente dagli abitanti delle provincie. + +Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta del suo potere, se fa +pesare sì gravi imposte sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa +attivamente dei loro bisogni, e sovente viene loro in aiuto. Quando la +grandine ha devastato le messi, non solo egli non esige l'usato tributo, +ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai suoi granai. Quando +una mortalità accidentale ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne +la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone annate, di mettere nei +granai un'enorme quantità d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed +altre derrate, in modo da mantener i grani ad un prezzo mite in tutto +l'impero. Inoltre, porta particolare affetto ai poveri della sua buona +città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il Polo, come il Gran Cane fa +carità alli poveri che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie povere +della città , che sono in famiglia sei o sette, o più o meno, che non +hanno che mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: e questo fa +fare a grandissima quantità di famiglie. Ancor non è vietato lo pane del +signore a niuna persona che voglia andare per esso. E sappiate che ve ne +vanno più di trenta mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo è gran +bontà di signore; e per questo è adorato come Iddio dal popolo.» +Aggiungeremo che tutto l'impero è amministrato con somma cura; le vie +ben tenute e piantate ad alberi magnifici, che servono sopratutto a +farle riconoscere al viaggiatore, nei paesi deserti. La legna è quindi +abbondantissima dappertutto; «senza contare, dice il Veneziano, che per +tutta la provincia del Catai hae una maniera di pietre nere che si +cavano dalle montagne come vena, che ardono come bucce, e tengono più lo +fuoco che non fanno la legna.» Queste pietre nere non sono altro che il +carbone fossile, che in grandissima quantità trovasi nelle montagne +delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li. + +Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città di Cambalu. È certo che, +grazie alla sua vivace intelligenza, al suo spirito, alla facilità di +apprendere gl'idiomi dell'impero, venne molto in grazia all'imperatore. +Incaricato da lui di diverse missioni, non solo nella China, ma nei mari +dell'India, a Ceylan, sulle coste del Coromandel e del Malabar, e nella +parte della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, probabilmente tra +il 1277 ed il 1280, governatore della città di Yang-tsceu e di +ventisette altre città , comprese nella giurisdizione di questa. Grazie a +queste missioni, egli percorse un bel tratto di paese e ne riportò utili +documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi lo seguiremo +facilmente, colla carta geografica alla mano, in quei viaggi dai quali +la scienza doveva trarre immenso profitto. + + +NOTE: + +[7] L'_Jerzenga_ dei moderni. + +[8] La _nafta_ propriamente detta è un bitume liquido, +infiammabilissimo, incoloro, della stessa origine del petrolio; è +volatile, di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La _nafta_ si +trova raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle +sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato +le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta la penisola di +Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di _nafta_, cinerea e +bianca. La _nafta bianca_ arde benissimo, ma n'è scarsa la quantità ; +all'incontro la _cinerea_ è abbondantissima, e sgorga talora in piccoli +ruscelli. La _nafta_, in medicina, è stata adoperata, come il petrolio, +come vermifuga e antispasmodica. (_Nota del Trad._) + +[9] _Melic_ è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa +_re_. + +[10] Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città di +Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre sino al Mar +Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli Sciti. + +[11] _Califfo_, titolo assunto dai luogotenenti e successori di +Maometto, nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande +legislatore. (_Nota del Trad._) + +[12] Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad: + +«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, ch'avea nome +Alau, fratello del signore che in quel tempo regnava, ragunò grande +oste, e venne sopra lo califfo in Baudac (_Bagdad_), e presela per +forza. E questo fu grande fatto, imperocchè in Baudac aveva piue di +cento mila cavalieri senza gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò +al califfo piena una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che +giammai non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro, +molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e sì gli +disse: _califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne volevi tu fare? E +quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, come non soldavi cavalieri e +gente per difendere te e la terra tua e la tua gente?_ Lo califfo non li +seppe rispondere. Allotta (_allora_) disse Alau: _califfo, da che tue +ami tanto l'avere, io te ne voglio dare a mangiare_. E fecelo mettere in +quella torre, e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e +disse: _Ora ti satolla del tuo tesoro._ E quattro dì vivette, e poscia +si trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente per +difendere sua terra.» + +[13] Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo: + +«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) e a Mosul. +Negli anni MCCLXXV era uno califfo in Baudac che molto odiava gli +cristiani; e ciò è naturale alli saracini. Egli pensò di fare tornare +gli cristiani, saracini, o di uccidergli tutti, e a questo aveva suoi +consiglieri saracini. Ora mandò lo califfo per tutti i cristiani +ch'erano di là , e misse loro dinanzi questo punto; che egli trovava in +uno vasello iscritto, che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto +un granello di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere +due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani dissero +che bene era vero.--Dunque, disse il califfo, tra voi tutti dee essere +tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque fate rimuovere +quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi vi farete saracini, chè +chi non ha fede dee essere morto.--E di questo fare diede loro termine +dieci dì. Quando gli cristiani udirono ciò che il califfo avea detto, +ebbono grandissima paura; e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, +piccoli e grandi, maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e +pregarono assai Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando +che Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona +notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e dissegli +che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli dicesse che la +montagna si muterebbe. Quello calzolaio era buono uomo, ed era di sì +buona vita, che un dì una femmina venne a sua bottega, molto bella, +nella quale un poco peccò cogli occhi, ed egli colla lesina vi si +percosse, sicchè mai non ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. +Quando questa visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea +mutare la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro la +visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse Iddio che +mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era uomo sufficiente a +ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che lo calzolaio si misse in +orazione. Quando il termine fu compiuto, la mattina tutti gli cristiani +n'andarono alla chiesa, e feciono cantare la messa, pregando Iddio che +gli aiutasse; poscia tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a +questa montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi, +bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati per +uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non si mutasse. +Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce ginocchioni, e +pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò a rovinare e a +mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si maravigliarono molto, e il califfo +si convertì con molti saracini; e quando lo califfo morìo, si trovò una +croce a collo, e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel +monimento con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro +luogo.» + +[14] L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida sede di +commercio e d'industria, e governata da un luogotenente del principe di +Seiestan. + +[15] Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice +Magliabeccano, questo interessante capitolo: + +«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva dimorare +anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che messer Marco intese +da più uomini. Lo Veglio è chiamato in lor lingua Aloodyn. Egli aveva +fatto fare fra due montagne, in una valle, lo più bello giardino, e 'l +più grande del mondo; quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del +mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: +per tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era +donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano +cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere a costoro che +quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè Malcometto disse, che +chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine tante quante volesse, +quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino; e perciò lo fece +simile a quello che avea detto Malcometto. E gli saracini di quella +contrada credevano veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo +giardino non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. +All'entrata del giardino avea un castello sì forte, che non temeva niuno +uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte tutti giovani di 12 anni, +li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne +faceva mettere nel giardino, a 4, a 10, a 20, egli faceva loro dare bere +oppio, e quegli dormivano bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, +e al tempo gli faceva isvegliare. + +«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, e +vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso; e +queste donzelle sempre istavano con loro in canti e in grandi sollazzi; +donde egli aveano sì quello che volevano, che mai per loro volere non si +sarebbono partiti di quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e +ricca, e fa credere a quegli di quella montagna, che così sia com'io +v'ho detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, in +niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli recare +fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano, +trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono molto tristi, chè si +trovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontanente dinanzi al +Veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli +domanda: _Onde venite?_ Rispondono: _Dal paradiso_, e contangli quello +che v'hanno veduto entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il +Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello lo quale +sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno +volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, ritornano al loro +signore; se è preso, vuole morire, credendo ritornare al paradiso. E +quando lo Veglio vuole fare uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: +_Va', fa tal cosa: e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al +paradiso._ E gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa +maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, a cui +egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno tributo per quella +paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau signore dei Tartari del +levante, che sapeva tutte queste malvagità , pensò tra sè medesimo di +volerlo distruggere, e mandò e' suoi baroni a questo giardino, e +istettonvi tre anni attorno al castello prima che l'avessono; nè mai non +lo avrebbono avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu +morto lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più +Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.» + +[16] Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice +Magliabeccano: + +«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di notte per lo +deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane addietro delli +compagni per dormire o per altro, quando vuole poi andare per giungere +li compagni, ode parlare i spiriti in à iere, che somigliano li suoi +compagni, e più volte è chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto +disviare talvolta in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già +perduti; e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e +propriamente tamburi.» + +Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il passare delle +carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un suono speciale, +prodotto dalla sabbia messa in movimento da molti animali. + +[17] La falsa credenza popolare che la _salamandra_ possa resistere al +fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo nome a quella +pietra che noi conosciamo sotto il nome di _amianto_, minerale che si +presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, morbidi +come seta, infusibili, _incombustibili_. Nelle Alpi del Piemonte +l'amianto è comune; la sua quantità non è però tale da farne grandi +applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo per le lampade ad alcool; si +è pensato pure a farne filacce per gli usi della chirurgia. Pei chimici, +l'amianto è un _silicato di magnesia_. (_Nota del Trad._) + +[18] La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine +occidentale della grande muraglia. + +[19] Nel testo francese si legge: «_il prenent le cousines por feme, et +prenent la feme sun pere._» + +[20] Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere celebre +pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato nel 1253 da +S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari che aveva, dicesi, +abbracciato il cristianesimo. Accompagnato dal cordeliere Bartolomeo da +Cremona, traversò il Mar Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma +questo capo non era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel +che possedeva. Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a +Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò per +l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione a S. +Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è piena di particolari +curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte Hakluyt e Purchas. +(_Nota del Trad._) + +[21] Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga notizia +dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale ad un +tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte dagli storici +risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia era re del +Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte usurpò il trono un prete +nestoriano, capo dei Naimans, generalmente chiamato il Prete Giovanni. + +[22] Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e molto +solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si fabbrica +anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il _cambellotto_ è pure una +stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, che si prepara tanto in +Francia che in Italia. (_Nota del Trad._) + +[23] Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (_J. V._) + +[24] Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto a +morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito del +defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa che regola le +successioni delle monarchie europee. (_Nota del Trad._) + +[25] _Morus papyrifera._ Parlando di queste specie di gelso, il Capitano +Mayne-Reid così si esprime: «Il _morus papyrifera_ è originario della +China, del Giappone o delle isole dell'Oceano Pacifico: ma come gli +altri gelsi, venne portato in Europa ed in America, ove lo si coltiva +oggidì a titolo d'ornamento. Il suo frutto, di colore scarlatto, è +sferico, in luogo d'essere oblungo come quelli dei gelsi propriamente +detti. È per questa ragione che i botanici fanno un genere a parte, di +cui è l'unico campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da +seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel bestiame. +Però la parte più interessante del _gelso-papiro_ è senza dubbio la +corteccia, che serve a fabbricare la carta nella China e nel Giappone. È +appunto con questa sostanza che si fabbrica la magnifica carta della +China, che serve nell'incisione, ed è con questa stessa corteccia che i +naturali delle isole della Società tessono quella superba stoffa bianca, +che causò tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima +volta.» (_Nota del Trad._) + +[26] Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai meriti +ed i vantaggi della _carta monetata_, diremo che questa istituzione, di +cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e tutti i mali, +essendo stata introdotta in China (secondo le dotte ricerche del +Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando Ian-tsunh, della +dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli nelle finanze +chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di quelle carte, sia pei +fallimenti delle banche autorizzate all'emissione di questi cenci +rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 Kublai-Khan, adottando il +progetto del ministro Lusci-iung, piantò il credito sulla base fallace +della violenza: la rovina del commercio, il depauperamento de' privati, +la perdita d'ogni fiducia nel principe, furono gli effetti inevitabili +di questo pericoloso sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di +sostenere il credito periclitante: il governo passava da un fallimento +all'altro; e verso la metà del secolo XV^o una crisi finale fece +scomparire nella China, per sempre, la carta monetata. + +Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione +cartacea presso le nazioni europee. (_Nota del Trad._) + + + + + CAPITOLO III. + + Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu. + --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu. + --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping. + --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu. + --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou. + --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian. + + +Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, venne dal Gran Kan +incaricato d'una missione che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla +capitale. Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, verso il sud, traversò +il magnifico fiume Pehonor, che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò +sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro arcate, lungo trecento +passi, il quale non ha il simile in tutto il mondo. A trenta miglia di +là incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti alberghi pei +viaggiatori, ed ove si lavora specialmente in legno di sandalo, tessuti +di seta e d'oro. + +A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella moderna città di Tainfu, che +fu un tempo sede di un governo indipendente. Tutta quella provincia gli +parve ricca di viti e di gelsi; la principale industria della città era +allora la fabbricazione delle armature per conto dell'imperatore. Sette +giornate più oltre trovò la bella città di Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, +tutta dedita al commercio ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo aver +visitata questa città , giunse sulle rive del celebre fiume Giallo, +ch'egli chiama Charamera, ossia _fiume nero_, forse a causa delle sue +acque oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato il fiume, giunse ad +una nobile città chiamata Chaciafu, nella quale alcuni commentatori +ravvisano la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi O-ciung-fu) sulla +riva orientale del fiume Giallo[27], e che è ai nostri dì una delle più +ragguardevoli città del Scian-si. Lasciata quella città , ove non vide +nulla che meritasse menzione, Marco Polo percorse a cavallo una bella +contrada, sparsa di castella, di città , di giardini, e ricca di +cacciagione. Dopo otto giorni di cammino, giunse alla nobile città di +Si-gnan-fu, allora chiamata Quengianfu, antica capitale della dinastia +dei Thang. Ivi regnava un figlio del Gran Kan, per nome Manghala, +principe giusto ed amato dal suo popolo; egli abitava, fuori della +città , un magnifico palazzo costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura +merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. Quella città +presentava allora un mercato importantissimo di gioie, stoffe ed +armature d'ogni genere. + +Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse verso il Tibet, +attraversando una contrada montuosa ch'egli chiama Chunchum, e che +probabilmente corrisponde alla moderna provincia di Sze-tchuen. «Egli ha +per monti e per valli città e castella assai, e sono idoli, e vivono di +loro lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti boschi, ove sono +molte belle bestie selvatiche, come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi +cervieri, daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che troppo n'hanno +grande utilità .» + +Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i confini della immensa +pianura di Ambalet-Mangi. Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di +produzioni e particolarmente di zenzero, di cui fornisce tutta la +provincia del Cattai. Ed è tale la fertilità del suolo, che, secondo un +viaggiatore francese, E. Simon, lo si vende oggidì a 30,000 franchi +all'ettara, cioè tre franchi al metro. Nel secolo XIII quella pianura +era coperta di città e castella, e gli abitanti vivevano dei frutti del +terreno, dei prodotti del bestiame e della selvaggina, che forniva ai +cacciatori una preda facile ed abbondante. + +Continuando il suo viaggio verso ponente, Marco Polo penetrò nella +provincia di Sze-tchuen, e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la +moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale supera 1,500,000 +abitanti. Sindi-fu misurava allora un circuito di venti miglia, era +divisa in tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un muro +particolare, aveva il proprio re prima che Kublai-Kan se ne +impadronisse. «E sappiate, dice il Polo meravigliato, che per mezzo +questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, ed è largo bene mezzo +miglio, ov'ha molti pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene da +ottanta in cento miglia, ed è chiamato Quiia-fu.» + +Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, che attraversa la China +da ovest ad est, e n'è il fiume più importante. Sulle nostre carte lo +troviamo indicato col nome di Fiume Bleu. + +«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, ha città e castella assai, +e havvi tante navi, che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; e +v'ha tanta moltitudine di mercatanti, che vanno giuso e suso, ch'è una +grande meraviglia. E il fiume è sì largo, che pare un mare a vedere, non +fiume. E dentro della città in su questo fiume è un ponte tutto di +pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e largo otto passi: e su per +quello ponte ha colonne di marmo, che sostengono la copritura del ponte; +e sappiate ch'egli è coperto di bella copritura, e tutto dipinto di +belle istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene molta mercatanzia e +favvisi arti: ma si vi dico che quelle case sono di legno, che la sera +si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi è lo camarlingo del Gran +Sire, che riceve lo diritto della mercatanzia che si vende in su quel +ponte; e si vi dico che il diritto di quel ponte vale l'anno bene mille +bisanti[28].» + +Uscito da quella città commerciale e industriosa, Marco Polo, dopo +cinque giorni di marcia, attraverso vaste foreste, giunse alla provincia +del Tibet, ch'egli dice «molto guasta dalla guerra fattavi da +Mogut-Kan.» + +La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi dà nno nome di Si-tsang o +Tsang occidentale, è abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i +viaggiatori durerebbero fatica a difendersi, se non vi crescessero in +gran copia quelle canne meravigliosamente grosse e alte, che noi +chiamiamo bambù.[29] Infatti «gli mercatanti e gli viandanti prendono +quelle canne la notte e fannole ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande +iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre bestie fiere hanno paura +e fuggono, e non si accosterebbero al fuoco per cosa del mondo. E +questo si fanno per paura di quelle bestie chè ve n'ha assai. Le canne +iscoppiono, perchè si mettono verdi nel fuoco, e quelle si torcono e +fendono per mezzo, e per questo fendere fanno tanto romore, che s'odono +dalla lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; ed è sì terribile +cosa a udire, che chi non fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe gran +paura, e gli cavagli che non ne sono usi, si spaventano sì forte che +rompono capresti, e ogni cosa e fuggono; e questo avviene spesse volte. +E a ciò prendere rimedio, a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno +incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare gli occhi, e turare +gli orecchi; si che non può fuggire quando ode questo iscoppio; e così +campano gli uomeni, la notte, loro e le loro bestie.» + +Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora impiegato nelle contrade +che producono il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate dalle +fiamme può paragonarsi ai più violenti petardi d'un fuoco d'artifizio. + +Secondo la relazione del viaggiatore veneziano, il Tibet è una +vastissima provincia divisa in otto reami, con molte città e castella, +bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da montagne dalle quali si trae +oro in quantità . I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto il +Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui nome significa _fiume dall'aurea +sabbia_, sono ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri e +malvagi, e formano una razza di terribili ladroni. Vivono dei frutti +della terra, di bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e fanno, +per doni, di sè mercato ai viaggiatori che attraversano quella +provincia. Quantunque il Tibet fosse allora sotto la dominazione del +Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete nè le banconote +dell'impero; all'incontro vi si spendeva il corallo, di cui gli abitanti +adornavano il collo delle loro femmine ed i loro idoli. + +Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto verso l'ovest. +Traversò il regno di Gaindu che secondo alcuni corrisponderebbe al +territorio settentrionale dei Birmani, secondo altri invece a quella +montuosa regione circondata dai territorî del Bengala, Arracan, abitata +da schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen, lungo le rive del +braccio sinistro del fiume Arracan, e visitò un bel lago, che produceva +ostriche perlifere, la cui pesca era riservata all'imperatore. Vide +anche una montagna dalla quale si cavavano quelle pietre conosciute +sotto il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, la cannella ed altre +spezie davano in quel paese abbondantissimi raccolti. + +Gli abitanti di questa provincia non hanno denaro, ed impiegano come +moneta dei pezzi di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. Non +conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano naturale il far marcato delle +proprie mogli, figlie e sorelle ai forestieri che attraversano la +contrada. + +Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un gran fiume da lui chiamato +Brunis che pare fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco Polo +tornò direttamente al sud-est, e penetrò nella provincia di Garagia, +regione che si crede formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata +tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani dell'Asia Centrale, Caraian; e +ch'era allora governata da Jesau Temur, nipote di Kublai. + +Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella provincia, eccellenti +cavalcatori, mangiavano la carne cruda dei polli, dei montoni, dei +bufali e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano d'una salsa composta +d'aglio e di buone spezie. Quel reame era altresì frequentato da grossi +serpenti orribili a vedersi. + +Quei rettili, probabilmente alligatori, erano lunghi dieci passi; +avevano due gambe poste sul davanti presso il capo ed armate d'un +unghione che era smisurato; la loro gola poteva inghiottire un uomo in +un boccone. + +La capitale di questa provincia è una città che il Polo chiama Jaci, e +che si crede corrisponda alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti sono +parte maomettani, parte cristiani nestoriani, ed il rimanente idolatri. +«Quivi hae mercatanti ed artefici, dice il nostro viaggiatore, e +spendono per moneta _porcellane bianche_, che si truovano nel mare.» È +questa una specie di conchiglia che noi conosciamo sotto il nome di +_Cyproea moneta_, che gli Indiani chiamano _Cooris_, usata anche ai dì +nostri come moneta alle Maldive ed in diverse parti delle Indie. + +Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera impiegata dagli +indigeni di quella contrada per impadronirsi dei terribili alligatori +che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che il fiele di questi +anfibî, preso come beveraggio, è reputato nel paese come medicina contro +la morsicatura d'un cane rabbioso.[30] + +A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco Polo, continuando ancora +verso mezzodì, penetrò nella provincia di Ardanda, la cui capitale, +Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città di Yung-chang. Tutti gli +abitanti di questa città avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con +laminette d'oro, che levavano per mangiare. Gli uomini di quella +provincia, tutti cavalieri, «non fanno nulla salvo che uccellare, andare +a caccia od andare in oste (_in guerra_)»: i lavori faticosi sono +riservati alle donne ed agli schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno +idoli, nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia; + cioè il nonno, il patriarca. Siccome non conoscono scrittura di +sorta, così «quando hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, fanno +tacche di legno, e l'uno tiene l'una metà , e l'altro l'altra metà ; +quando colui dee pagare la moneta, egli la paga e fassi dare l'altra +metà della tacca.» Non hanno medici, ma bensì dei maghi od incantatori, +che saltano, danzano, cantano e suonano strumenti presso il malato; e +quindi ordinano sacrifizi e banchetti, finchè l'infermo muore o risana. + +Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano i denti d'oro, Marco +Polo seguì la grande strada che serve al traffico tra l'India e +l'Indo-Cina, e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, si teneva un +gran mercato, che attirava i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver +cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste popolate da elefanti, +liocorni ed altre fiere, giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte +dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, si chiama +Arampura. Questa città di Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, +chiamata dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure la vecchia Paghau, +situata sull'Irraonady, possedeva una vera meraviglia architettonica; +erane due torri, l'una costrutta di belle pietre ed interamente coperta +da una lamina d'oro dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da una +lamina d'argento, ambe fatte costruire da un re di Mien, prima che quel +reame cadesse in potere del Kan. + +Dopo di aver visitata quella provincia, Marco Polo discese fino a +Baugala, l'attuale Bengala, oggidì una delle tre grandi divisioni +dell'India Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva ancora +a Kublai-Kan. Le armate dell'imperatore si adoperavano allora a +conquistare quel paese fertile, ricco di cotone, di zenzero, di canne da +zucchero, e i cui magnifici buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti. +Poscia, di là , il viaggiatore si avventurò fino alla città di Cangigu, +nella provincia dello stesso nome. Alcuni credono che sotto questo nome +abbia ad intendersi il regno di Tonkino, altri invece il territorio di +Cangcur. Gli abitanti di quel regno praticavano il tatuaggio, e mediante +aghi si disegnavano sul volto, sul collo, sul ventre, sulle mani, sulle +gambe, immagini di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi più n'ha di +queste dipinture più si tiene gentile e bello.» + +Cangigu è il punto più meridionale raggiunto da Marco Polo in questo +viaggio. A partire da questa città risalì verso il nord-est, e pel paese +d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, in mezzo all'Impero +Birmano ed alla provincia del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma, +oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. Ivi trovò begli uomini, +bruni di pelle, valenti guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli +fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, riso e spezie. +«Quando muoiono fanno ardere i loro corpi, e l'osse che non possono +ardere sì le mettono in piccole cassette, e portanle alle montagne, e +fannole istare appicate caverne, si che niuno uomo nè altra bestia non +puote toccare. L'oro abbonda nel paese; usano però come piccola moneta +la _porcellana_, ossia quella conchiglia (_Cyproea moneta_) di cui +abbiamo già parlato più addietro. Vivono di carne, di latte, di riso e +di spezie. + +Qui il signor Charton fa giustamente osservare che il viaggiatore si +allontana dal paese conosciuto sotto il nome d'India al di là del +Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata Toloma, Marco Polo +seguì per dodici giorni, verso levante, un fiume sulle cui rive +sorgevano molte città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, che +si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale della provincia di Guinguì, +che dev'essere, scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle acque del +Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì dippiù in questa contrada,--e si ha +ragione di credere che l'ardito esploratore fosse anche un valente +cacciatore,--fu il gran numero di leoni che infestavano le pianure e le +montagne. Tutti i commentatori sono però d'accordo nel ritenere che i +leoni di Marco Polo non fossero altro che tigri, non essendovi leoni +nella China. Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti leoni, che se +neuno dormisse la notte fuori di casa, sarebbe incontanente mangiato. E +chi di notte va per questo fiume, se la barca non istà ben di lungi +dalla terra, quando si riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e +piglierebbe uno di questi uomeni, e mangerebbolo; ma gli uomeni se ne +sanno bene guardare. Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. E sì vi +dico una grande maraviglia, che due cani vanno a un gran leone, e sono +questi cani di questa contrada, e sì lo uccidono, tanto sono arditi. E +dirovvi come. Quando un uomo è a cavallo con due di questi buon cani, +come i cani veggono il leone, tosto corrono a lui, l'uno dinanzi e +l'altro di dietro, ma sono sie (_sì_) ammaestrati e leggieri che 'l +lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda molto l'uomo; poi il +lione si mette a partire per trovare albore (_albero_), ove ponga le +reni per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia lo mordono alle +coscie, e fannolo rivolgere or qua or là , e l'uomo ch'è a cavallo, sì lo +seguita percotendolo con sue saette molte volte, tanto che 'l lione cade +morto, sì che non si puote difendere da uno uomo a cavallo con due buoni +cani.» + +Parlando degli abitanti di questa provincia, dice che «hanno sete assai, +che sono idolatri, sottoposti al Gran Cane, e spendono monete di carta.» + +Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente il fiume, ed in capo +a dodici giorni fu di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia di +Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere la sua escursione nel +Tibet. Di là , riprendendo la via già percorsa, fece ritorno presso +Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta la sua missione +nell'Indo-China. + +Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato dall'imperatore +d'un'altra missione nella parte sud-est della China «la parte più ricca +e più commerciale di quel vasto impero, dice il Pauthier nel suo bel +lavoro sul viaggiatore veneziano, e quella altresì su cui, dopo il +secolo XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.» + +Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta del Pauthier, Marco +Polo, lasciando Cambalu, si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la +moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli città del Peche-li; di +là a Ciaglu, oggidì Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva +esportato nelle circostanti contrade, indi a Ciagli, città industriosa +che i commentatori ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive +dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; finalmente a +Codifu o Codiufu, l'attuale Tsi-nan-fu, capitale della provincia di +Shan-tung, patria del grande filosofo e legislatore Confucio[31]. Codifu +era a quel tempo una grande città , la più nobile di tutte quelle +contrade, frequentatissima dai negozianti di seta, ed i cui meravigliosi +giardini producevano gran quantità di frutti deliziosi. A tre giornate +di cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la città di Siugni, che credesi +corrisponda alla moderna Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran +canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli navi che «recano +nelle provincie del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, tanto, ch'è +maraviglia a credere.» + +[Illustrazione: Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di +datteri e d'altri alberi fruttiferi.... Cap. II, _pag._ 22] + +Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra corrispondere all'odierna +città di Lin-tching-hien; quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou; +Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, e giungeva al Caramera o +Fiume Giallo, che aveva già traversato nel suo corso superiore, mentre +dirigevasi verso l'Indo-China. + +Parlando dell'importanza di questo fiume nella navigazione e nel +commercio dell'impero, ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che +il gran fiume di Caramera, che viene dalla terra del Prete Gianni, è +largo un miglio; ed è molto profondo, sì che bene vi puote andare gran +nave; egli ha questo fiume bene quindicimila navi, che tutti sono del +Gran Cane, per portare sue cose, quando fa oste (_guerra_), all'isole +del mare, che 'l mare è presso a una giornata. E ciascuna di queste navi +vuole bene quindici marinari, e portano in ognuna quindici cavagli +cogli uomeni, co' loro arnesi e vivande.» + +Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, e si trovò nella provincia +di Mangi, un tempo distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso da +Kublai solo dal 1278. + +Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, era governato da un re +pacifico, che abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. Il +testo francese dei viaggi di Marco Polo parla di lui alquanto +diffusamente nei termini, seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo +imperatore della dinastia dei Song poteva spendere tanto, che era un +prodigio; vi racconterò di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno egli +faceva allattare ben ventimila bambini; dacchè è costume in quei paesi, +che le povere donne gettino via i figli appena nati, quando non possono +nutrirli. Il re li faceva raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual +segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li dava a nutrire in diversi +luoghi, perchè manteneva nutrici in quantità [32]. Quando un ricco +non aveva figli, andava dal re e si faceva dare quanti bambini +voleva, e quelli che voleva; poi il re, quando i giovani e le fanciulle +erano in età da unirsi in matrimonio, li sposava fra loro, e dava loro +da vivere; in tal modo ogni anno ne allevava ben ventimila tra maschi e +femmine. Se passando in qualche strada vedeva una casa piccola fra due +grandi, domandava perchè quella casetta non era grande come le altre, e +se gli dicevano ciò essere perchè apparteneva ad un povero, tosto la +faceva ridurre bella ed alta come le altre. Quel re si faceva sempre +servire da mille paggi e da mille damigelle. Manteneva nel suo regno una +giustizia così severa, che non vi si commetteva nessun delitto; durante +la notte le case del mercanti rimanevano aperte, nè alcuno vi prendeva +nulla; si poteva viaggiare di notte come di giorno.» + +Entrando nella città di Mangi, Marco Polo trovò Chygiagni, oggidì +Hoai-gnan-fou, nella provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive del +fiume Giallo, la cui principale industria è la fabbricazione del sale, +che si cava da alcune paludi salmastre. Ad una giornata da quella città , +seguendo una strada lastricata di belle pietre, il viaggiatore giunse +alla città di Pauchi, oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, Chayu o +Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori e pescatori valenti, poi a +Tai-tcheou, ove approdano navigli in gran numero; ed arrivò finalmente a +Yangui. + +Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, di cui Marco Polo fu +governatore durante tre anni. È città popolatissima e molto +commerciante, ed ha non meno di due leghe di circuito. Marco Polo partì +da Yangui per diverse esplorazioni, che gli permisero di studiare +minutamente le città del litorale e dell'interno. + +Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente e giunse a Nangi (da +non confondersi colla moderna Nan-king), città posta in una provincia +fertilissima, i cui abitanti, dice il Polo, «vivono di mercatanzie e +d'arti, e hanno seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni cosa da +vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo il suo viaggio, visitò +Saianfu, oggidì Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu questa +l'ultima città del Mangi che resistette alla dominazione di Kublai-Kan. +L'imperatore vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì da +ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero potenti baliste che +schiacciarono gli assediati sotto una grandine di sassi, alcuni dei +quali pesavano fin trecento libbre. + +Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi per esplorare le città del +litorale. Egli rientrò senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città +posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo corso superiore è chiamato +Kin-scia-kiang. Questa città di Sigui (da non confondersi con quella di +cui il Polo ha parlato indietro) di cui non sanno che congetturare i +commentatori, sorge in un punto ove il fiume è largo più d'una lega, e +riceve più di mille navigli in una volta. Da Sigui si portò a Chiagui +(la moderna Chua-tcheou), posta nel luogo ove il canale imperiale entra +nel Yang-tse-kiang. È questa la città che fornisce di biade la massima +parte della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) di +faccia a Chua-tcheou, ov'erano due chiese di cristiani nestoriani; +Cinghingiu (Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città commerciale ed +industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, grande città di sei leghe di +circuito, che, secondo la relazione esageratissima del viaggiatore +veneziano, possedeva allora non meno di seimila ponti. Soggiornò qualche +tempo a Ingiu, città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che credesi +corrisponda alla moderna Ho-tcheu; indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo +entrò nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa Hang-tcheu, +capitale della provincia di Tche-kiang, che divenne sede degli +imperatori quando i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, nel +1132, e allora essa fu chiamata King-se, onde la Quinsay del Polo, la +King-sai di Rascideddin, e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto alcuni +arguirono significasse la _città del cielo_. + +Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, ha cento miglia +di circuito, ed è traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi +all'infinito, fa di Quinsay un'altra Venezia. Quell'antica capitale dei +Song è popolosa quasi quanto Pekino; le vie sono selciate di pietre e +mattoni: si contano, secondo Marco Polo, «dodicimila ponti di pietra, e +sotto la maggior parte di questi ponti vi potrebbe passare, sotto +l'arco, una gran nave, e per gli altri bene mezza nave.» In quella città +vivono i più ricchi negozianti del mondo, le cui mogli «stanno così +delicatamente come se fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza d'un +vicerè che governa per l'imperatore più di centoquaranta città . Vi si +vedeva ancora il palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato da +bei giardini, con laghi, fontane, e contenente più di mille camere. Il +Gran Kan ricava da quella città e dalla provincia rendite immense, fra +cui va contato il prodotto del sale, dello zuccaro, delle spezie e della +seta, che costituiscono la principale produzione del paese. + +«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e levante, dice il Polo, è il +mare Oceano, e quine (_quivi_) è una città che ha nome Giafu, ove ha +molto buon porto, e havvi molte navi che vengono d'India e d'altri +paesi. E da questa città al mare hae un gran fiume, onde le navi possono +venire infino alla terra.» Questa Giafu credesi dai commentatori sia la +moderna città di Kuang-teheu o Canton, una delle più grandi e più +ricche città commerciali della China. + +«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il Veneziano, e' vae una +giornata verso iscirocco, tuttavia trovando palagi e giardini molti +belli, ove si truova tutte cose da vivere; di capo di questa giornata si +truova questa città , c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed è +disotto a Quinsay.» Qualche commentatore ha ravvisato nella Tapigni del +Polo la moderna Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou. + +In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui (Hon-tcheou), Chegui +(Tchu-ki, o, secondo altri, Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e +finalmente Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città del reame del Quinsay. + +Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. Secondo la sua relazione, +gli abitanti di questa contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi, +«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni e bevendo il sangue, e poscia +gli mangiano tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu +(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima città che ha ponti di +pietra lunghi un miglio; e dove «avvi galline che non hanno penni ma +peli come gatte, e tutte nere, e fanno uove come le nostre, e sono molto +buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori non hanno saputo +trovare, ma che si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene non siavi +veruna somiglianza di nome. + +Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, capitale del regno di +Cancha; nella quale i commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale del +Fu-chian, che giace a breve distanza dal mare, sopra un braccio del +Niao-tung-chiang (Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al +commercio delle pietre preziose, dello zucchero e d'altre mercanzie che +vengono per mare dall'India. + +Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque giornate verso sud-ovest, +attraversando valli e pianure seminate di città e castelli, raggiunse +Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto l'odierna +Tsiuan-ceu, celebre porto della China meridionale, nella provincia di +Fu-chian, detto eziandio volgarmente Tseu-tung, che anche sotto la +dominazione dei Ming era assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e +dagli Indiani. + +Dopo di aver parlato dei tesori che trae il Gran Kan da questa città , +pel commercio importante ch'ivi si esercita in spezie e prodotti d'ogni +genere dell'India, Marco Polo dice che in questa provincia havvi una +città per nome Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale del +Fo-kien) ove si fabbricano le migliori scodelle di porcellana del mondo, +ad un prezzo veramente tenuissimo. + +Il Polo rimase qualche tempo nella città di Zarton, che i commentatori +ritengono l'estremo punto da lui visitato in questo viaggio nella China +sud-orientale.[33] + + +NOTE: + +[27] I Chinesi dà nno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. +(_Nota del Trad._) + +[28] Pari a L. 20,220.--Il _Bisante_ è un antica moneta d'oro, +coll'impronta di due santi, così appellata da Bisanzio, ora +Costantinopoli, ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a +lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (_N. del Trad._) + +[29] Il _Bambu_ comune (_Arundo Bambos_) ha sovente l'altezza di 20 +metri. (_N. del Trad._) + +[30] Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di cui parla +il Polo, sieno boa (_boa constrictor_), frequentissimi nella China +Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi da 25 a 30 +piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli ed altri. La carne +di questi boa è squisita a mangiarsi; il fiele estrattone vendesi caro +per medicina; della pelle si fanno tamburi e vagine di pugnali e spade. + +[31] Confucio (_Khung-fu-tseu_ o _Khung-tseu_), nato verso il 551 av. +Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore, +discendeva, dicesi, da _Hoang-ti_, legislatore della Cina. Fino dalla +prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, dopo la morte +della madre, si consacrò alla meditazione e formò il disegno di +riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie provincie e si +vide in breve circondato da un gran numero di discepoli. Il re di +Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. Corresse i costumi, riformò la +giustizia e fece prosperare l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto +fu costretto a ritirarsi. Dopo aver di nuovo percorso le provincie per +predicare la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì +verso il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero +una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella Cina e vi +godono di parecchi privilegi.--Confucio rivide i _Kings_, libri sacri +dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo o restauratore +della religione, o piuttosto della setta filosofica religiosa che vige +tuttodì nella Cina. Scrisse l'_Yih-King_ (libro delle Trasformazioni), +lo _Sciu-King_ (Libro per eccellenza), che contiene un sunto storico +sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; il _Sci-King_ (Libro dei +versi), raccolta di canti popolari, nazionali e religiosi: il _Li-Ki_ +(Rituale), sul quale poggia tutto il sistema religioso; lo _Sciun-Sieu_ +(primavera ed autunno), storia del reame di Lu; il _Hiao-King_ (dialogo +sulla pietà filiale), che contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che +precede il _Ta-hio_ (la grande scienza), uno dei quattro libri scritti +dai suoi discepoli. (_Nota del Trad._) + +[32] Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a quella +del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano per le vie i +proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai porci od ai cani. +(_Nota del Trad._) + +[33] Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi la +China. + + + + + CAPITOLO IV. + + L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla + figlia dell'imperatore e gli ambasciatori + persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I + Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il + mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa + africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il + Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo + prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi + discendenti.--Ricordi della famiglia Polo. + + +Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, ritornò senza +dubbio alla corte di Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie +missioni, che gli furono agevolate e dalla sua conoscenza della lingua +mongolla, della turca, della cinese e della mantchou. Pare ch'egli +facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle isole dell'India, ed al +suo ritorno stese un rapporto particolareggiato sulla navigazione di +quei mari ancora poco conosciuti. + +«Sappiate, dice egli, che nell'India sono molte navi, ch'elle sono d'un +legno chiamato abete e di sapino; elle hanno una coverta e in su questa +coverta hae bene 40 camere, ove in ciascuna puote istare un mercatante +agiatamente; e hanno un timone e quattro alberi, e molte vi giungono due +alberi che si levano e pongono. Queste navi vogliono bene duecento +marinai; ma elle sono tali che portano bene cinquemila isporte di pepe, +e di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a ciascuno remo vogliono +essere quattro marinai, e hanno queste navi tali barche, che porta l'una +bene mille isporte di pepe. E sì vi dico che questa barca mena bene +quaranta marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano tirare la gran +nave; ancora mena la nave dieci battelli per prendere pesci.» La +relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate ed interessanti +sull'isola di Cipango, nome applicato al gruppo d'isole che compongono +il Giappone, ch'era allora un paese rinomato per le sue ricchezze.[34] +«Zipagu, dice il nostro esploratore, è un'isola in levante, ch'è +nell'alto mare millecinquecento miglia. L'isola è molto grande, le genti +sono bianche, di bella maniera e belle, e sono idolatri, e non +obbediscono ad alcuno. Qui si trova l'oro, però n'hanno assai; niuno +uomo non vi va, e niuno mercante non leva di questo oro; perciò n'hanno +eglino cotanto. Il palagio del signore dell'isola è molto grande, ed è +coperto d'oro, come si cuoprono di qua le chiese di piombo; e tutto lo +spazzo delle camere è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due dita, e tutte +le finestre e mura e ogni cosa e anche le sale sono coperte d'oro; e non +si potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle assai, e sono rosse e +tonde e grosse, e sono più care che le bianche; ancora v'ha molte pietre +preziose, e non si potrebbe contare la ricchezza di questa isola.» + +La fama delle ricchezze del Giappone era giunta sino in China, ed aveva +risvegliata la cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, pochi anni +prima della venuta di Marco Polo alla corte tartara, aveva tentato +d'impadronirsi di quell'isola. La sua flotta, comandata da due baroni, +approdò felicemente a Cipango, s'impadronì d'una cittadella, i cui +difensori furono passati a fil di spada; ma una tempesta disperse le +navi tartare, e la spedizione non ebbe risultato. I due baroni che +avevano condotta quella sciagurata impresa vennero, d'ordine +dell'imperatore, decapitati. Marco Polo racconta circostanziatamente +questo tentativo, e cita varî particolari intorno ai costumi dei +Giapponesi. + +«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno di questa isola prende +alcuno uomo, che non si possa ricomperare, convita suoi parenti e i suoi +compagni, e fallo cuocere, e dà llo mangiare a costoro, e dicono ch'è la +migliore carne che si mangi.» + +Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò la China, i Giapponesi +sarebbero stati antropofaghi, come lo sono ancora oggidì gl'indigeni di +molte isole dell'oceano Pacifico. + +Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre Niccolò, trovavansi da +ben diciassette anni al servizio dell'imperatore, senza contare gli anni +spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. Avevano vivo desiderio di +rivedere la patria; ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, e ne +apprezzava i meriti, non sapeva risolversi a lasciarli partire. Tutto +tentò egli per vincere la loro risoluzione, ed offerse loro immense +ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. I tre Veneziani +persistettero nel disegno di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò +loro assolutamente la licenza di partire. Marco Polo non sapeva come +deludere la vigilanza dell'imperatore, quando un avvenimento mutò la +determinazione di Kublai-Kan. + +Un principe mongollo, Arghum, che regnava in Persia, avea mandato +un'ambasciata all'imperatore per chiedergli in matrimonio una +principessa del sangue reale. Kublai-Kan accordò al principe Arghum la +mano di sua figlia Cogatra, e la fece partire accompagnata d'un seguito +numeroso. + +Ma le contrade che la scorta volle traversare per recarsi in Persia non +erano sicure; turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, e la +carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, alla residenza di Kublai-Kan. +Allora gli ambasciatori persiani, avendo sentito parlare di Marco Polo +come d'un valente navigatore che aveva conoscenza del mare Indiano, +supplicarono l'imperatore di confidare a lui la principessa Cogatra, +affinchè la conducesse al suo fidanzato, traversando quei mari meno +pericolosi del continente. + +Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà , a quella domanda. Egli fece +allestire una flotta di quattordici navi a quattro alberi, ed +approvigionolla per un viaggio di due anni. Qualcuna di quelle navi +contava persino duecentocinquanta uomini di equipaggio. Come si vede, +era una spedizione importante, e degna dell'opulento sovrano dell'impero +chinese. + +Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono colla principessa Cogatra e +cogli ambasciatori persiani. Fu in quel tragitto, che durò non meno di +diciotto mesi, che Marco Polo visitò le isole della Sonda e dell'India, +di cui fa una descrizione tanto completa? Noi possiam fino ad un certo +punto ammetterlo, sopratutto per quanto riguarda Ceylan ed il litorale +della penisola indiana. Lo seguiremo quindi durante la sua navigazione, +e riferiremo le descrizioni ch'egli dà di quei paesi, fino allora +imperfettamente conosciuti. + +Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata da Marco Polo lasciò il +porto di Zaiton, ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio traverso +le provincie meridionali della Cina. Da questo punto, egli si diresse +direttamente verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale tutti i +commentatori s'accordano nel ravvisare Tsiampa o Bintuan, provincia +della Cocincina meridionale.[35] Il viaggiatore veneziano aveva già +visitato quella provincia, probabilmente verso l'anno 1280, durante una +missione di cui l'imperatore l'aveva incaricato. + +«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo si parte del porto di Zaiton +e navica verso ponente, e alcuna verso gorbi (_garbino_, ossia +_libeccio_) milleduecento miglia, sì si trova una contrada c'ha nome +Ciamba, ch'è molto ricca terra e grande, e hanno re per loro; e sono +idoli (_idolatri_); e fanno trebuto al Gran Cane ciascuno anno 20 +leofanti, e non gli dà nno altro, li più belli, che vi si possono +trovare, che n'hanno assai. E questo fece conquistare il Gran Cane negli +anni Domini 1278.» + +Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima della conquista, il re che +lo governava aveva non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui +centocinquanta atti a portare le armi. In quel regno non si usava +maritare niuna bella pulzella senza il consenso del re, il quale poteva +disporne a suo talento. + +Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta si diresse verso l'isoletta +di Condor; ma prima di descriverla, Marco Polo cita la grande isola di +Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai potuto impadronirsi, «per lo +pericolo del navicare e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede +grandi ricchezze e produce in abbondanza pepe, noci moscate, garofano ed +altre droghe preziose. Qualche commentatore ha creduto che sotto il nome +di _Java_ intendesse il Polo di parlare di Borneo, a cui gl'indigeni +dà nno infatti il nome di _Jana Java_ (paese di Giava) e _Nusa Java_ +(isola di Giava). E quì giova rammentare ai nostri lettori che il Polo +non visitò questi luoghi, ma ne parla «per quello che seppe dalla bocca +di uomini degni di fede» secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto +sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a quanto sembra, le isole +di Pulo Condor nel mare della China, ove vide oro in abbondanza, Marco +Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia l'isola di Buitang, +posta vicino all'entrata orientale dello stretto di Malacca, e presso +l'isola di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava. + +«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì che la tramontana +(_l'Orsa_) non si vede nè poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola +hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e ciascuno di questi reami +ha lingua per sè. Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte care +ispezierie.» Sumatra è infatti una delle più fertili isole del gruppo, +ove l'aloè vi cresce meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici +e rinoceronti, che Marco Polo chiama _unicorni_, e scimmie che vanno a +frotte numerose. La flotta fu trattenuta cinque mesi presso quella +costa, in causa del cattivo tempo, ed il viaggiatore ne approfittò per +visitare le principali provincie dell'isola, come Ferbet (Tandjong +Perlak), i cui abitanti delle montagne sono feroci ed antropofaghi; +Basma, che secondo alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo +altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; Samarcha, che secondo +l'opinione del Murray corrisponderebbe all'odierno porto di Samangca, i +cui abitanti, dice il Veneziano, «hanno alberi, che tagliano gli rami e +quelli gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; ed empiesene tra dì +e notte un gran coppo che sta appiccato al troncone, ed è molto buono.» +È questo il tanto rinomato liquore della palma, che fornisce un vino che +in poche ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le noci di cocco sono +quivi abbondantissime. Marco Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu +(probabilmente l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti sono antropofaghi; +di Lambri (Nalabu, sulla costa occidentale dell'isola) ove sono +moltissimi uomini colla coda (scimmie senza dubbio), e Fransur, cioè +l'isola di Pauchor, ove cresce il _cicade_, da cui si trae una farina +buona per pane, che noi chiamiamo _sagù_. Finalmente i venti permisero +alle navi di lasciare la Piccola Giava; dopo aver toccato l'isola di +Necaran, che dev'essere una delle Nicobari, ed il gruppo delle Andaman, +i cui abitanti sono ancora antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, la +flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò a prender terra alle +coste di Ceylan. «Quest'isola, dice la relazione, anticamente fu via +maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento alla tramontana vien sì +forte, che una gran parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa +tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di Ceylan. «E sappiate, +continua il Polo, che in questa isola nascono i buoni e nobili rubini, e +non nascono in niuno luogo del mondo piue, e quì nascono zaffiri e +topazi e amatisti, e alcune altre pietre preziose. E si vi dico che il +re di quest'isola, che si chiama Sedemay, hae il piue bello rubino del +mondo, e che mai fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo presso che +un palmo, ed è grosso bene altrettanto, come sia un braccio di uomo, +egli è piue ispredente (_splendente_) cosa del mondo, egli non ha niuna +tacca, egli è vermiglio come fuoco, ed è di sì gran valuta che non si +potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò per questo rubino, e gliene +voleva dare la valuta d'una buona città , ed egli disse che nol darebbe +per cosa del mondo, però ch'egli fue degli suoi antichi.» + +A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti trovarono la gran +provincia di Maabar, che non bisogna confondere col Malabar, posto sulla +costa occidentale della penisola indiana, come erroneamente è scritto +nel codice Ramusiano. Questo Maabar forma il sud della costa di +Coromandel, molto stimata per le sue peschiere di perle. Ivi sono certi +incantatori che rendono i mostri marini innocui ai pescatori, specie +d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino ai tempi moderni. Qui Marco +Polo dà interessanti particolari sui costumi degli indigeni; sulla morte +dei re del paese, in onore dei quali i signori si gettano nel fuoco; sui +suicidî religiosi, che sono frequenti; sul sacrificio delle vedove, che +il rogo reclama dopo la morte dei mariti; sulle abluzioni biquotidiane, +di cui la religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli indigeni a +diventare buoni fisonomisti; sulla loro fiducia nelle arti degli +astrologhi ed indovini. + +Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla costa del Coromandel, Marco +Polo si diresse al nord sino al reame di Muftili, che corrisponde al +territorio su cui giace la moderna città di Masulipatam, che formò parte +una volta del regno di Telingana, di cui era capitale Golconda, famosa +per le sue miniere di diamante. + +«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina molto savia, che rimase +vedova bene quarant'anni, e voleva sì gran bene al suo signore, che +giammai non volle prendere altro marito; e costei hae tenuto questo +regno in grande istato, ed era più amata che mai fosse o re o reina. Ora +in questo reame si truova diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae +grandi montagne, e quando piove, l'acqua viene rovinando giuso per +queste montagne; e gli uomeni vanno cercando per la via ove l'acqua è +ita, e trovane assai di diamanti; e la state che non vi piove si se ne +trova su per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande caldo che a pena vi +si puote sofferire. E su per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi, +che gli uomeni vivono a grande dottanza (_timore_), e sono molto +velenosi, e non sono arditi d'andare presso alle loro caverne di quelli +serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli diamanti per un altro modo, +ch'egli hanno sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi puote +andare; ed egli vi gettano entro pezzi di carne, e gittanla in questi +fossati di che la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi nella +carne. E in su queste montagne istanno aguglie (_aquile_) bianche che +stanno tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono questa carne in +questi fossati, elle si vanno colà giuso, e reconla in sulla riva di +questi fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, e l'aguglie +fuggono, e gli uomeni truovano in questa carne questi diamanti; ed +ancora ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano di questi diamanti +colla carne insieme, e gli uomeni vanno la mattina al nidio +dell'aguglia, e trovano coll'uscita (_escrementi_) loro di questi +diamanti. So che così si truovano i diamanti per questi modi, nè in +luogo del mondo non se ne truova di questi diamanti se non in questo +reame. E non crediate che gli buoni diamanti si rechino di qua tra gli +cristiani; anzi si portano al Gran Cane, ed agli altri re e baroni di +quelle contrade che hanno lo gran tesoro.» + +Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, situata ad alcune +miglia al sud di Madras, e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni) +degli Indiani, San Tomé degli Europei, Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso +degli antichi viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di S. +Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno di Masbar, e più +particolarmente la provincia di Lar, da cui sono originari tutti i +«Bregomani» del mondo (probabilmente i Bramani). Quegli uomini, secondo +la relazione, vivono vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza; +alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta o dugento anni, non +mangiando che riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo ed argento +vivo. I Bregomani sono destri mercanti, superstiziosi però, ma +lealissimi; non rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano il bue, +che tengono in conto d'animale sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per +un filo di bambagia ch'egli portano sotto la spalla diritta, sì che gli +viene il filo a traverso il petto e le ispalle.» + +Da quel punto della costa la flotta ritornò a Ceylan, ove nel 1284 +Kublai-Kan aveva spedito un'ambasceria, che gli riportò le credute +reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due denti mascellari; +giacchè, stando alle tradizioni dei Saracini, la tomba del nostro primo +padre sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata che forma il +punto più culminante dell'isola, e che chiamasi appunto per ciò il Picco +di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, Marco Polo andò a Cail, +porto che pare sia scomparso dalle carte moderne, dove approdavano +allora tutte le navi che venivano da Hormuz Kis, Aden e dalle coste +dell'Arabia. Di là , girando il capo Comorino, all'estremità della +penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, che al secolo XIII +era una città molto commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti +sono tutti neri, maschi e femmine, e vanno tutti ignudi.» Ivi si +raccoglie particolarmente il legno di sandalo, ed i mercanti del Levante +e del Ponente vi accorrono a negoziare in gran numero. Il paese del +Malabar è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco Polo chiama «leoni +tutti neri», pappagalli di varie specie, e pavoni assai più belli e più +grossi dei loro congeneri d'Europa. + +La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord la costa del Malabar, e +giunse sulle sponde del reame di Ely, che sembra corrispondere a +Mangalore, nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice il Veneziano, nasce +pepe, giengiavo (_ginepro_) e molte altre ispezierie.» + +Al nord di quel regno stendevasi quella contrada che il viaggiatore +veneziano chiama Melibar, e che è situata al nord del Malabar +propriamente detto. Le navi dei negozianti del Mangi venivano spesso a +trafficare cogli indigeni di questa parte dell'India, che loro fornivano +carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi ed altre mercanzie di +gran valore; ma i loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati dai +pirati della costa, che avevano fama di terribili uomini di mare. Quei +pirati abitavano più particolarmente la penisola di Gohurat, oggi +Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si diresse dopo aver veduto +Tanat, contrada ove si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città che fa +gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero Sumenat, città della +penisola, i cui abitanti sono idolatri, crudeli e feroci, e poi +Kesmacoram, probabilmente l'attuale Kedge, ultima città delle Indie tra +occidente e settentrione, Marco Polo, in luogo di risalire verso la +Persia, ove l'attendeva il fidanzato della principessa tartara, +s'inoltrò verso occidente, traverso il vasto mare d'Oman. + +La sua insaziabile passione d'esploratore lo trascinò così per +cinquecento miglia sino alle rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle +isole Maschio e Femmina, così chiamate perchè una è unicamente abitata +da uomini, l'altra da donne, che vengono visitate da quelli durante i +mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, dice il nostro +esploratore, sono cristiani battezzati e non hanno signore, salvo che +hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di Scara.» Lasciate quelle +isolette, la flotta fece vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è +veramente Socotora, l'antica _Dioscorides Insula_ dei Greci, ch'è posta +all'ingresso del golfo d'Aden, e di cui Marco Polo riconobbe diverse +parti. Egli parla degli abitanti di Socotora come di abili incantatori, +che con le loro arti ottengono quanto vogliono e comandano agli uragani +ed alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio in miglio verso il +sud, spinse la sua flotta sino alle coste del Madagascar. + +Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar è una delle più grandi e +più nobili isole del mondo, d'un circuito di ben quattromila miglia. Gli +abitanti sono per la maggior parte maomettani, e vivono sotto la +signoria di dodici governatori. Sono molto dediti al commercio, e +particolarmente al traffico dei denti di elefanti e dell'ambra. Si +nutrono specialmente di carne di cammello, che è migliore e più sana di +qualsiasi altra. I negozianti che vengono dalle coste dell'India non +impiegano più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; ma nel ritorno +ci spendono non meno di tre mesi, in causa delle correnti contrarie che +tendono sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, frequentano +quell'isola perchè fornisce loro il legno di sandalo, di cui sonvi +intere foreste, e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi d'oro e di seta, +con grande guadagno e profitto. Secondo Marco Polo, non mancano in quel +reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, orsi, cervi, +cinghiali, giraffe, asini selvaggi, caprioli, daini, bestie da pascolo +vi si incontrano a mandre numerose; ma ciò che gli parve meraviglioso fu +l'uccello grifone, ossia il _roc_, di cui si parla tanto nelle _Mille ed +una notte_. «Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' si dice di +qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, ma sono fatti come aguglie +(_aquile_) e sono capaci di sollevare un elefante negli artigli.» +Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'_epyornis maximus_, di cui +si trovano ancora delle uova al Madagascar. + +Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il nord-ovest, venne a +riconoscere Zanzibar e la costa africana, ch'egli prese per un'isola. +Gli abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti e capaci di portare +il carico di quattro uomini, «e questo non è maraviglia, chè mangia +l'uno bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano negri e +camminavano nudi; avevano la bocca grande, il naso «rabbuffato in suso,» +le labbra e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che s'adatta +ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. Quegli Africani vivono +di riso, latte, carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, zuccaro +e droghe. Sono valenti guerrieri, nè temono la morte; combattono sopra +cammelli o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e di lancie, ed +eccitano le loro cavalcature inebbriandole di bevande spiritose. «Qui, +soggiunge il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze femmine del +mondo, ch'elle hanno la bocca grande, e il naso grosso e corto, e le +mani grosse quattro cotanti che l'altre.» + +Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione del Charton, i paesi +compresi sotto la denominazione d'India si dividevano in tre parti: +l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto il paese posto fra il Gange e +l'Indo; l'India Minore, cioè la contrada al di là del Gange, dalla costa +occidentale della penisola fino alla costa della Cocincina; finalmente +l'India Media, cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al golfo Persico. + +Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse verso quest'India Media, +ch'egli chiama Nabasce (_Abissinia_), risalendo verso il nord ed +esplorando il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, dice il +nostro viaggiatore, è una grandissima provincia; e sappiate che 'l +maggiore re di questa provincia si è cristiano, e tutti gli altri re +della provincia sono sottoposti a lui, i quali sono sei re, tre +cristiani e tre saracini. Il re maggiore dimora nel mezzo della +provincia, e i saracini dimorano verso Edenti (_Aden_), nella quale +contrada messer San Tomaso convertì molta gente, poscia se ne partÃo, e +andonne a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando della vita degli abitanti +e della fauna del paese, dice che «la vita loro si è riso e carne, e +hanno leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono d'altri paesi. +Nasconvi molte giraffe e molte altre bestie, e hanno molte bellissime +galline, e sì hanno istruzzoli (_struzzi_) grandi come asini, o poco +meno; e sì hanno molte altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe +troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni si hanno assai, e si hanno +pappagalli bellissimi e di più fatte, e si hanno gatti mamoni e iscimmie +assai.» + +Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta toccò Edenti, la moderna +Aden, vicino all'imboccatura del Mar Rosso. Aden era a quel tempo una +città importantissima pel traffico dell'Oriente, e nel suo porto +convenivano tutti i navigli che commerciavano coll'India e colla China. +La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr nell'Hadzamauth, sulla +costa meridionale dell'Arabia), «grande città , dice il Veneziano, la +quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un porto eccellente, al quale +cà pitano molte navi, le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;» +Dufar (Dafur, sulla costa arabica meridionale), che produce un incenso +di prima qualità ; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica orientale), +«città posta sulla bocca del golfo di Chalatu, sì che veruna nave vi può +passare nè usare senza la volontà di questa città ;» e per ultimo Curmaso +(Hormuz), che Marco Polo aveva già visitata, quando da Venezia si recò +alla corte del re tartaro. + +È a quel porto del golfo Persico che terminò la traversata della flotta +allestita dall'imperatore mongollo. La principessa era finalmente giunta +ai confini della Persia, dopo una navigazione che aveva durato non meno +di diciotto mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo fidanzato, +era morto, ed il regno era straziato dalla guerra civile. La principessa +fu dunque consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, che salì al +trono nel 1295, dopo che l'usurpatore, fratello d'Arghum, fu +strangolato. Non si sa che avvenisse della principessa; ma prima di +separarsi da Marco, Matteo e Niccolò Polo, ella lasciò loro segni +dell'alto favore in cui li teneva. + +Fu probabilmente durante il suo soggiorno in Persia che Marco Polo +raccolse documenti interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti +staccati ch'egli dà al termine della sua relazione, vera storia dei kan +mongolli della Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano terminati. +Preso commiato dalla principessa tartara, i tre Veneziani, bene +scortati, presero la via di terra per tornare in patria. Si recarono a +Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli a Negroponte, ed ivi +s'imbarcarono per Venezia. + +Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne partito, che Marco Polo +rientrò nella sua città natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole, +vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo conservato nei loro +modi e nel linguaggio le abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto +veneto, non furono neppure riconosciuti dai loro più prossimi parenti. +Inoltre, da gran tempo era corsa voce della loro morte, e non si +sperava più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel quartiere di +San Giovanni Grisostomo, e la trovarono occupata da varî individui della +famiglia Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza, +giustificata certo dalla loro deplorabile apparenza, e prestarono poca +fede al racconto, alquanto straordinario infatti, che fece loro Marco +Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li ammisero in quella casa, di +cui erano veramente i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò, +Matteo e Marco, volendo distruggere il più piccolo dubbio circa la loro +identità , diedero a tutti i loro parenti uno splendido convito. E quì +lasceremo la parola al Veneziano Ramusio, che dice d'averlo saputo per +tradizione: + +«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, il quale volsero che +fosse preparato onoratissimo con molta magnificenza, nella detta sua +casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, uscirono fuori di camera tutti +tre vestiti di raso cremosino in vesti lunghe fino in terra, come +solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, e data l'acqua alle +mani e fatto seder gli altri, spogliatesi le dette vesti, se ne misero +altre di damasco cremosino, e le prime di suo ordine furono tagliate in +pezzi e divise fra li servitori. Da poi mangiate alcune vivande, +tornarono di nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti di nuovo a +tavola, le vesti seconde furono divise fra li servitori, ed in fine del +convito il simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi rivestiti +nell'abito de' panni consueti che usavano tutti gli altri. + +«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar come attoniti tutti +gl'invitati; ma tolti via li mantelli, e fatti andar fuori della sala +tutti i servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi dalla +tavola, andò in una delle camere, e portò fuori le tre vesti di panno +grosso consumate, con le quali erano venuti a casa, e quivi con alcuni +coltelli taglienti cominciarono a discucir alcuni orli e cuciture +doppie, e cavar fuori gioje preziosissime in gran quantità , cioè rubini, +zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che in cadauna di dette vesti +erano stati cuciti con molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si +averia potuto imaginare che ivi fussero state. Perchè al partir del Gran +Kan tutte le ricchezze ch'egli aveva loro donate cambiarono in tanti +rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo certo che s'altrimente avessero +fatto per sì lungo, difficile ed estremo cammino, non saria mai stato +possibile che seco avessero potuto portare tanto oro. + +«Or questa dimostrazione di così grande ed infinito tesoro di gioje e +pietre preziose che furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo gli +astanti di così fatta maraviglia, che restarono come stupidi e fuori di +sè stessi, e conobbero veramente ch'erano quegli onorati e valorosi +gentil'uomini da Ca' Polo di che prima dubitavano, e fecero loro +grandissimo onore e riverenzia. + +«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, subito tutta la città , sì de' +nobili che de' populari, corse a casa loro ad abbracciargli e fare tutte +quelle maggiori carezze e dimostrazioni d'amorevolezza e riverenzia che +si potessero immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio, +onorarono d'un magistrato che nella città in que' tempi era di molta +autorità ; e tutta la gioventù ogni giorno andava continuamente a +visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo e graziosissimo, e gli +domandavano delle cose del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con +tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano in un certo modo +obligati. E perchè nel continuo raccontare ch'egli faceva più e più +volte della grandezza del Gran Kan, dicendo l'entrate di quello essere +da 10 in 15 milioni d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli +paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono Messer Marco Milioni, +che così ancora ne' libri pubblici di questa repubblica, dove si fa +menzion di lui, ho veduto notato; e la corte della sua casa a San Giovan +Grisostomo, da quel tempo in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte +dei Milioni.» + +E per questo, anche il libro de' suoi viaggi ebbe l'appellativo di +_Milione_, _Liber Milionis_, come leggesi nel Codice Ambrosiano. + +Un uomo celebre come Marco Polo non poteva certamente sfuggire agli +onori civili; ed infatti si vide chiamato alle prime magistrature di +Venezia. + +Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò una guerra tra Venezia e +Genova. Una flotta genovese, comandata da Lampa Doria, solcava +l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio veneziano, Andrea +Dandolo, armò tosto una flotta superiore in numero alla genovese, ed +affidò il comando d'una galera a Marco Polo, che, a ragione, era in fama +di valentissimo navigatore. + +Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 settembre 1296, i Veneziani +furono battuti, e Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere dei +Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando il valore del loro +prigioniero, lo trattarono con molti riguardi. Fu condotto a Genova, ove +le primarie famiglie, avide di ascoltare la sua storia, gli fecero le +più graziose accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano +d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si stancò di raccontare, ed avendo +fatto nel 1298, durante la sua cattività , la conoscenza del Pisano +Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi viaggi. + +Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, Marco Polo prese in +moglie una Donata, e n'ebbe tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. +Suo padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto seppellire +nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo. Nell'anno 1323, a lui +settantaduesimo, Marco fece il suo testamento; e sebbene resti ignoto +(dice il Ramusio) l'anno della morte, può congetturarsi che non fosse di +molto posteriore. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo. + +Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le cui relazioni ebbero molta +influenza sul progresso delle scienze geografiche; e dovevano un secolo +dopo schiudere a Colombo la via al Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo +grado il genio d'osservazione; sapeva vedere, come sapeva narrare; e le +scoperte, le esplorazioni posteriori, non fecero che confermare la +veracità del suo racconto. Sino alla metà del secolo XVIII i documenti +tratti dalla relazione di Marco Polo servirono di base agli studî +geografici, come alle spedizioni commerciali fatte nella Cina, +nell'India e nel centro dell'Asia. + + * * * * * + +La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco Polo, castellano a Verona, +essendo rimasta erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova di Zuanne +Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo Trevisan; dalla quale discendenza +nacque Marcantonio Trevisan. + +Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò la memoria dell'illustre +viaggiatore con una statua di pietra d'Istria di poco maggiore del +naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo Morosini a Santo +Stefano. Più tardi, la modesta carità dell'abate Zenier segnò d'una +lapide la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di fianco alla chiesa +di San Grisostomo. Nella corte attigua si vede ancora una porta, il cui +arco, di forma decisamente orientale, è adorno di leggiadre sculture, ed +una parte dell'antica cornice non meno ornata ed elegante. La corte +portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico nome di «_Corte del +Milione_.» + + +NOTE: + +[34] _Cipango_ o _Zipagu_ è il Giappone, che il Polo fu il primo a far +conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente la +corruzione del chinese _Sci-pen-cuo_, regno dell'oriente, trovandosi +all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano il loro paese +Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. (_N. del Trad._) + +[35] Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon, +appartiene oggidì alla Francia. + + + + + APPENDICE + + + _Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice Magliabeccano alcuni + documenti interessanti risguardanti la storia della Gran Turchia, che, + come già abbiamo detto a pag. 110, vennero raccolti da Marco Polo + durante il suo soggiorno in Persia._ + + + + + I. + + Della Gran Turchia. + + +Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo quale è nipote del Gran Cane, +che fu figliolo d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, valentri +uomeni d'arme, perchè sempre istanno in guerra e in brighe. Questa Gran +Turchia è verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso, e passa per +lo fiume di Geon, e dura di verso tramontana insino alle terre del Gran +Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo Chaidu e lo Gran Cane +sì ha grandissima guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte delle +terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran Cane vuole che lo seguiti, sì +come fanno gli altri che tengono terra da lui: questi nol vuol fare, +perchè non si fida, e perciò sono istate tra loro molte battaglie. E si +fa questo re Chaidu bene C mila cavalieri; e più volte hae isconfitto i +baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò che questo re Chaidu è molto +prode dell'arme, egli, e sua gente. Or sappiate, che questo re Chaidu +avea una sua figliuola, la quale era chiamata in tartaresco Aigiarne, +cioè viene a dire in latino, lucente luna. Questa donzella era sì forte, +che non si trovava persona che vincere la potesse di veruna prova; lo re +suo padre si la volle maritare: quella disse, che mai non si mariterebbe +s'ella non trovasse un gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra +pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse maritare a sua +volontà . Quando la donzella ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra; +e allora mandò per tutte le contrade, che, se alcuno gentile uomo fosse, +che si volesse provare colla figliuola del re Caidu, si andasse a sua +corte, sappiendo, che qual fosse quegli che la vincesse, ella il +torrebbe per suo marito. Quando la novella fu saputa per ogni parte +eccoti venire molti gentili uomeni alla corte del re; or fu ordinata la +pruova in questo modo. Nella mastra sala del palagio si era lo re e la +reina con molti cavalieri e con molte donne e donzelle: ed ecco venire +la donzella tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta acconcia. +La donzella era molto bella e ben fatta di tutte bellezze. Or conveniva +che si levasse il donzello, che si voleva provare con lei, a questi +patti com'io vi dirò: che se 'l donzello vincesse la donzella, ella lo +dovea prendere per suo marito, ed egli dovea avere lei per sua moglie; e +se cosa fosse che la donzella vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo +desse a lei C cavalli; e in questo modo avea la donzella guadagnati bene +X mila cavagli. E sappiate che questo non era maraviglia, che questa +donzella era sì ben fatta e sì informata, ch'ella pareva pure una +gigantessa. Eravi venuto un donzello, lo quale era figliuolo del re di +Pumar per provarsi con questa donzella; e menò seco molta bella e nobile +compagnia, e si menò M cavagli per mettere alla pruova: ma 'l cuore li +stava molto franco di vincere, di ciò gli pareva essere troppo bene +sicuro: e questo fu nel MCCLXXX anni. Quando il re Caidu vidde venire +questo donzello, sì ne fu molto allegro, e molto disiderava nel suo +cuore che questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era bel giovane e +figliuolo di un gran re: e allora si fece pregare la figliuola che si +lasciasse vincere a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, padre, che +per veruna cosa del mondo non farei altro che diritto e ragione. Or +eccoti la donzella entrata nella sala alla pruova, tutta la gente che +stava a vedere, pregavano che desse a perdere alla donzella, acciò che +così bella coppia fossero accompagnati insieme. E sappiate che questo +donzello era forte e prode, e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che +si potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme il donzello e la +donzella alle prese, e furonsi presi insieme alle braccia, e feciono una +molto bella incominciata, ma poco durò, che convenne pure che il +donzello perdesse la prova. Allora si levò in sulla sala il maggior +duolo del mondo, perchè il donzello avea così perduto, ch'era uno de' +piue belli uomeni che vi fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; e +allotta ebbe la donzella questi M cavalli, e 'l donzello si partÃo, ed +andossene in sua contrada molto vergognoso. E voglio che voi sappiate +che lo re Caidu menò questa sua figliola in più battaglie, e quando ella +era alla battaglia, ella si gittava tra' nemici sì fieramente, che non +era cavaliere sie ardito nè si forte ch'ella nol prendesse per forza, e +menavalo via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo di questa +materia, e udirete d'una battaglia che fu tra lo re Caidu ed Argo +figliuolo dello re Abagha signore del Levante. + + + + + II. + + D'una battaglia. + + +Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, si tiene molte terre e +molte provincie, e confina le terre sue con quelle del re Caidu, cioè, +dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi chiamiamo l'Albero Secco. Lo +re Abaga, per cagione che lo re Caidu non facesse danno alle terre sue, +si mandò il suo figliuolo Argo con grande gente a cavallo e a piede +nelle contrade dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, perchè +guardasse quelle terre che sono alli confini. Ora avenne che lo re Caidu +si mandò un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo quale avea nome +Barac, con molta gente, per fare danno alle terre, ove questo Argo era. +Quando Argo seppe che costoro venivano, fece asembiare sua gente, e +venne incontro a nemici. Quando furono asembiati l'una parte e l'altra, +e gli istormenti cominciarono a sonare dall'una parte e dall'altra, +allora fu cominciata la più crudele battaglia, che mai fosse veduta al +mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente non poterono durare; sì che +Argo gli sconfisse, e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo +cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu preso, e com'egli +signoreggiò poscia, dopo la morte del suo padre. + +Quando Argo ebbe vinta questa battaglia, vennegli novelle come lo padre +era passato di questa vita. Quand'egli intese questa novella, funne +molto cruccioso, e mossesi per venire a pigliare la signoria; ma egli +era di lungi bene XL giornate. Ora avenne che il fratello che fu +d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto saracino, si vi giunse +prima che giugnesse Argo, e incontanente entrò in sulla signoria, e +riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo tesoro, che a pena +si potrebbe credere: e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri +della terra, che costoro dissoro che mai non volevano altro signore. +Questo soldano faceva a tutta gente appiacere e onore. Ora quando il +soldano seppe che Argo veniva con molta gente, sì si apparecchiò con +tutta sua gente e fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa +gente per amore del soldano andavano molto volentieri contro ad Argo, +per pigliarlo e per ucciderlo a tutto loro podere. + +Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, sì si missono e andarono +incontro ad Argo, e quando fu presso a lui sì si attendò in un molto bel +piano, e disse alla sua gente: signori, e' ci conviene essere prodi +uomeni, però che noi difendiamo la ragione, chè questo regno fu del mio +padre, il mio fratello Abagha si lo ha tenuto, quanto a tutta sua vita, +ed io si doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si gliele lasciai. Ora +da ch'egli è morto, si è ragione ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, +ch'io non voglio altro che l'onore della signoria, e vostro sia tutto il +frutto. Questo soldano avea bene XL mila cavalieri e grande quantità di +pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che andrebbono con lui +insino alla morte. + +Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato apresso di lui, ebbe sua +gente, e disse così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete bene +che 'l mio padre insino ch'egli vivette egli vi tenne tutti per fratelli +e per figliuoli, e sapete bene come voi e vostri padri siete istati con +lui in molte battaglie, e a conquistare molte terre; e sì sapete bene +come io sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed io ancora si +v'amo di tutto il mio cuore; dunque è bene ragione che voi m'atiate +riconquistare quello che fu del mio padre e vostro, ch'è contro colui +che viene contro a ragione, e vuolci deretare delle nostre terre, e +cacciar via tutte le nostre famiglie. E anche sapete bene, ch'egli non +è di nostra legge, ma è saracino e adora Malcometto; ancora vedete come +sarebbe degna cosa che gli saracini avessono signoria sopra gli +cristiani: dacchè voi vedete bene ch'egli è così, ben dovete essere +prodi e valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere lo +nostro, ed io hoe isperanza in Dio, che noi il metteremo a morte, sì +come egli è degno; perciò si vi prego catuno che facciate più che suo +podere non porta, sì che noi vinciamo la battaglia. Li baroni e li +cavalieri, quando ebbono inteso il parlamento, che avea fatto Argo, +tutti rispuosono e dissono, ch'egli avea detto bene e saviamente: e +fermarono tutti comunemente, che volevano innanzi morire con lui, che +vivere senza lui, o che niuno gli venisse meno. Allora si levò un +barone, e disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe tutta verità , +ma si voglio dir questo, che a me si parebbe, che si mandassono +ambasciadori al soldano per sapere la cagione di quello che fa, e per +sapere quello che vuole: e cosie fue fermato di fare. E quando egliono +ebbono questo fermato, feciono due ambasciadori, che andassono al +soldano ed isponessongli queste cose, come in tra loro non dovea essere +battaglia, perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse lasciare +la terra e renderla ad Argo. Lo soldano rispuose agli ambasciadori, e +disse: andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere per nipote e per +figliolo, sì com'io debbo; e che gli voleva dare signoria, ch'egli si +venisse e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli fosse signore; e +se così non vuol fare, si gli dite che si apparecchi della battaglia. + +Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe grande ira, e disse: non +ci è da udire nulla. Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al +campo, ove dovea essere la battaglia; e quando furono apparecchiati +l'una parte e l'altra, e gli istormenti cominciarono a suonare da +ciascuna parte, allora si cominciò la battaglia molto forte e molto +crudele da ciascuna delle parti. Argo fece il dì grandissima prodezza, +egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu la disaventura, che Argo si +fu preso, e perdè allora nella battaglia del soldano. Si era uno uomo +molto lussurioso, sì che si pensò di tornare alla terra, e di pigliare +molte belle donne che v'erano; allora si partÃo, e lasciò un suo vicaro +nell'oste che avea nome Melichi, che dovesse guardare bene Argo; e così +se ne andò alla terra, e Melichi rimase. + +Ora avenne che uno barone tartero, lo quale era aguale sotto il soldano, +vidde il suo signore Argo, lo quale dovea essere di ragione: vennegli un +gran pensiero al quore, e l'animo gli cominciò a gonfiare; e diceva +infra sè stesso, che male gli pareva che 'l suo signore fosse preso, e +pensò di fare suo podere, sì che gli fosse lasciato; e allora cominciò a +parlare con altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in buon volere e +in buono animo di volersi pentere di ciò e ch'avevano fatto. E quando +furono bene accordati, un barone ch'avea nome Baga si fue cominciatore, +e levaronsi suso tutti a romore, e andarono alla prigione dove Argo era +preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, e che aveano fatto +male, e che volevano ritornare alla misericordia e fare e dire bene, e +lui tenere per signore; e così s'acordarono; e Argo perdonò loro tutto +ciò ch'aveano fatto contra di lui. E incontanente si mossono tutti +questi baroni, e andarono al padiglione dov'era Melichi lo vicaro del +soldano, ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste si +confermarono Argo per loro diritto signore. + +Di presente giunse la novella al soldano, come il fatto era istato, e +come Milichi suo vicaro era morto. Quando ebbe inteso questo, si ebbe +gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, e missesi a partire +con quella gente che avea. Un barone lo quale era grande amico d'Argo, +si stava ad un passo, e quando lo soldano passava, sì l'ebbe conosciuto, +e incontanente gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo preso per forza, e +menollo preso dinanzi ad Argo alla città , che v'era già giunto di tre +dì. E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, e incontanente +comandò che gli fosse dato la morte, si come a traditore. Quando fu così +fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare le terre dell'Albero +Solo, e mandò con lui trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo +entrò nella signoria corre anni MCCLXXXV, e regnò signore VI anni, e fu +avelenato, e cosie morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio entrò +nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo era molto di lungi), e tenne +la signoria due anni, e in capo di due anni fue anche morto di +beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae altro da dire, e dirovvi un +poco delle parti di verso tramontana. + + + + + III. + + Delle parti di verso tramontana. + + +In tramontana si ha uno re ch'è chiamato lo re Chonci, e sono tarteri, e +sono genti molto bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio fatto di +feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli anche la moglie, e dicono che +sono l'iddii terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, e così li +dà nno mangiare, e fanno a questo cotale iddio, secondo che fanno gli +altri tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. Questo re Chonci è +della ischiatta di Cinghy Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente +non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre o in piani o in +montagne, e sono grande gente delle persone; vivono di latte di bestie +e di carne; biada non hanno, e non son gente che mai facciano guerra ad +altrui, anzi istanno tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed +hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi XX palmi, ed hanno +volpi che sono tutte nere, e asini salvatichi assai, e hanno +giambelline, cioè, quelle di che si fanno le care pelle, che una pelle, +da uomo, val bene M bisanti; e vaj hanno assai. Questo re si e di quella +contrada, dove i cavagli non possono andare, perciò che v'ha grandi +laghi e molte fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non vi si può +menare cavallo; e dura questa mala contrada XIII giornate; ed in capo di +ciascuna giornata si ha una posta, ove albergano i messi, che passano e +che vengono. E a catuna di queste poste istanno XL cani, gli quali +istanno per portare gli messaggi dall'una posta all'altra, sì com'io vi +dirò. Sappiate che queste XIII giornate si sono due montagne, e tra +queste due montagne si ha una valle, e in questa valle è si grande il +fango e il ghiaccio, che cavallo non vi potrebbe andare; e fanno +ordinare tregge senza ruote, che le ruote non vi potrebbono andare, però +ch'elle si ficcherebbono tutte nel fango, e per lo ghiaccio +correrebbono troppo. In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, e +vannovi suso questi cotali messaggi, e questa treggia mena sei di questi +cani, e questi cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra posta, e +così vanno di posta in posta tutte queste XIII giornate di quella mala +via, e quegli che guarda la posta si monta in su 'n una altra treggia, e +menangli per la migliore via. E si vi dico, che gli uomeni che stanno su +per queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano di molte buone +bestiole, e fannone molto grande guadagno, sì come sono giambellini e +vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre bestie assai, onde si +fanno le care pelli; e piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti, +che non ve ne può campare veruna. Qui si ha grandissima freddura. +Andiamo più innanzi, e udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle +Iscura. + + + + + IV. + + Della Valle Iscura. + + +Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo una contrada chiamata +Iscurità , e certo ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre mai +iscura; quivi sì non appare mai sole nè luna nè stelle, sempre mai v'è +notte; la gente che v'è vivono come bestie, e non hanno signore. Ma +talvolta vi mandono gli tarteri com'io vi dirò: che gli uomeni che vi +vanno si tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e lasciano gli +puledri di fuori dalla scurità , e poi vanno rubando ciò che possono +trovare, e poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di fuori dalla +iscurità : e in questo modo riede la gente che vi si mette ad andare. +Queste genti hanno molto di queste pelli così care ed altre cose assai, +perciò che sono maravigliosi cacciatori, e ammassono molto di queste +care pelli che avemo contato di sopra. La gente che vi sta, son gente +palida e di mal colore. Partiamoci di qui, e andiamone alla città di +Rossia. + + + + + V. + + Della provincia di Rossia. + + +Rossia èe una grandissima provincia verso tramontana, e sono cristiani, +e tengono maniera di greci, ed havvi molti re, e hanno loro linguaggio, +e non rendono trebuto se non ad uno re di tartari, e quello è poco. La +contrada si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non sono +mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, che abbiamo detto di sopra. +La gente è molto bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, e sono +semprici genti. In questa contrada si ha molte argentiere, e cavanne +molto argento. In questo paese non ha altro da dire: dirovvi della +provincia la quale ha nome Lacca, perchè confina colla provincia di +Rossia. + + + + + VI. + + Della provincia di Lacca. + + +Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo nella provincia di Lacca; +qui vi troviamo gente che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha +quasi altra novità che abbiamo da quelle di sopra; ma vovvi dire d'una +cosa, che m'era dimenticata della provincia di Rossia. In quella +provincia si ha sì grandissimo freddo, che a pena vi si può campare, e +dura infino al mare oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono +molti girfalchi e molti falconi pellegrini, i quali si portano per più +parti del mondo; e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha grande +via, ma per lo grande freddo che v'è, si non vi si puote bene andare. Or +vi lascio a dire di questa provincia, che non ci ha altro da dire, e +vogliovi dire un poco di tarteri di ponente e di loro signore, e quanti +signori hanno avuti. Comincio del primo signore. + + + + + VII. + + De' signori de' tarteri del ponente. + + +Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del ponente si fu uno ch'ebbe +nome Frai. Questo Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte +provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia e Chomania e Alanai e +Lacca e Megia e Ziziri e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte prese per +cagione che non si tenevano insieme, che se elle fossero istate tutte +bene insieme, non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte di Frai fu +signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, dopo Bergo Mogleten, poscia fu +Catomachu, dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale ha nome lo re +Tocchai. Ora avete inteso di signori che sono istati delli tarteri del +ponente; vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta grande tra lo re +Alau signore del levante, e dello re Barga signore del ponente. + + + + + VIII. + + D'una gran battaglia. + + +Al tempo degli anni Domini MCCLXI sì si cominciò una grande discordia +tra gli tarteri del ponente e quegli del levante, e questo si fu per una +provincia, che l'uno signore e l'altro la voleva, sì che ciascuno fece +suo isforzo e suo apparecchiamento in sei mesi. Quando venne in capo +degli sei mesi, e ciascuno sie uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene +in sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati d'ogni cosa da +battaglia, secondo loro usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene CCCL +mila di cavalieri. Or si puose a campo a X miglia presso l'uno +all'altro; e voglio che voi sappiate, che questi campi erano i più +ricchi campi che mai fossono veduti, di padiglioni e di trabacche, tutti +forniti di sciamiti e d'oro e d'ariento; e costì istettoro tre dì. +Quando venne la sera, che la battaglia dovea essere la mattina +vegnente, ciascuno confortò bene sua gente, ed amonìo, sì come si +conveniva. Quando venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul campo, +e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. Lo re Barga fece XXXV +ischiere, lo re Alau ne fece pure XXX, perchè avea meno di gente, e ogni +ischiera era da X mila uomeni a cavallo. Lo campo era molto bello e +grande, e bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda che tanta +gente s'asembiasse in su 'n un campo; e sappiate che ciascuna gente +erano prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue discesi della +ischiatta di Cinghy Cane, ma poi sono divisi, che l'uno è signore del +levante, e l'altro del ponente. Quando furono acconci l'una parte e +l'altra, e gli naccheri incominciarono a sonare da ciascuna parte, +allora fu cominciata la battaglia colle saette; le saette cominciarono +ad andare per l'aria tante, che tutta l'aria era piena di saette, e +tante ne saettarono che più non n'avevano. Tutto il campo era pieno +d'uomeni morti e di feriti; poi missoro mano alle ispade; quella era +tale tagliata di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che giammai +tale non fu veduta nè udita, e tanti cavalieri a terra, ch'era una +maraviglia a vedere da ciascuna parte; nè giammai non morì tanta gente +in un campo, che niuno non poteva andare per terra, se no su per gli +uomeni morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, che gli cavagli +andavano nel sangue insino a mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì +grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una maraviglia a udire lo +dolore che facevano. E lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua +persona che non pareva uomo, anzi pareva una tempesta; sì che il re +Barga non potè durare, anzi gli convenne alla per fine lasciare il +campo, e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì dietro con sua gente, +tuttavia uccidendo quantunque ne giugnevano. Quando lo re Barga fu +isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si ritornò in sul campo, e' +comandò che tutti gli morti fossono arsi, così gli nemici come gli +amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; e fatto ch'ebbono +questo, sì si partirono, e ritornarono in loro terre. Avete inteso tutti +i fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può dire, e di loro +costumi, e degli altri paesi che sono per lo mondo, quanto se ne puote +cercare e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi abbiamo parlato nè +detto nulla, nè delle provincie che gli sono d'intorno, avegnachè noi il +ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che mi pare che sia fatica +a dire quello, che non sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto +dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano ogni dì che bene +si sa, sì come sono viniziani e genovesi e pisani, e molta altra gente +che fanno quel viaggio ispesso, che catuno sa ciò che v'è; e perciò mi +taccio e non ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, come noi ci +partimmo dal Gran Cane, avete inteso nel cominciamento del libro in uno +capitolo, ove parla della briga e fatica ch'ebbe messer Matteo e messer +Niccolò e messer Marco in domandare commiato dal Gran Cane; e in quello +capitolo conta la ventura ch'avemo nella nostra partita. E sappiate, se +quella aventura non fosse istata, a gran fatica e con molta pena saremo +mai partiti, sì che appena saremo mai tornati in nostro paese. Ma credo +che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero sapere +le cose che sono per lo mondo, che secondo ch'avemo contato in capo del +libro nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano nè saracino nè +tartero nè pagano, che mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer +Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della +città di Vinegia. Deo gratias. Amen. Amen. + + + FINE. + + + + + INDICE + + + CAPITOLO I. + + Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle + esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a + Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da + Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro + ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi + ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco + Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re + tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta + in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al + 1324) Pag. 5 + + CAPITOLO II. + + L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte + Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La + Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della + Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il + Balacian.--Cascemir.--Cascegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il + deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia + della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di + Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste + dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i + biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero » 15 + + CAPITOLO III. + + Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu. + --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu. + --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping. + --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu. + --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou. + --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian. + Fuchian » 55 + + CAPITOLO IV. + + L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla + figlia dell'imperatore e gli ambasciatori + persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I + Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il + mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa + africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il + Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo + prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi + discendenti.--Ricordi della famiglia Polo » 85 + + APPENDICE. + + I. Della Gran Turchia Pag. 117 + + II. D'una battaglia » 121 + + III. Delle parti di verso tramontana » 129 + + IV. Della Valle Iscura » 132 + + V. Della provincia di Rossia » 133 + + VI. Della provincia di Lacca » 134 + + VII. De' signori de' tarteri del ponente » 135 + + VIII. D'una gran battaglia » 136 + + + + + PRESSO GLI STESSI EDITORI + + + GRANT e SPEKE + + LE + SORGENTI DEL NILO + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + K. B. JOHNSON + + IL + PAESE DELL'ORO + + AVVENTURE + DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE + + Volumi 2 illust. L. 1-- + + + MAYNE-REID + + LE FORESTE VERGINI + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + MAYNE-REID + + IL + PAESE DEGLI ELEFANTI + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + + + +Nota del Trascrittore. + +Corretti gli ovvii errori tipografici. +Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare +la stessa località . + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne + +*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 *** diff --git a/44714-h/44714-h.htm b/44714-h/44714-h.htm new file mode 100644 index 0000000..06b3d1e --- /dev/null +++ b/44714-h/44714-h.htm @@ -0,0 +1,3878 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> + <head> + <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=UTF-8" /> + <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" /> + <title> + The Project Gutenberg eBook of I Viaggi Di Marco Polo, by Jules Verne. + </title> +<link rel="coverpage" href="images/covermp.jpg" /> + <style type="text/css"> + +body { + margin-left: 10%; + margin-right: 10%; +} + + h1,h2,h3 { + text-align: center; /* all headings centered */ + clear: both; +} + +p { + margin-top: 0; + text-align: justify; + margin-bottom: 0; + text-indent: 1.5em; +} + +p.center {text-indent: 0;} + +.pn {text-indent: 0;} + +.p2 {margin-top: 2em;} +.p4 {margin-top: 4em;} +.p6 {margin-top: 6em;} + +hr { + width: 33%; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; + margin-left: 33.5%; + margin-right: 33.5%; + clear: both; +} + +.extra {font-size: 175%;} + +.large {font-size: 130%;} + +.small {font-size: 75%;} + +hr.tb {width: 45%; margin-left: 27.5%; margin-right: 27.5%;} +hr.chap {width: 65%; margin-left: 17.5%; margin-right: 17.5%;} + +.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */ + visibility: hidden; + position: absolute; + left: 92%; + font-size: smaller; + text-align: right; +} /* page numbers */ + +.pagenumr { + visibility: hidden; + position: absolute; + left: 92%; + text-indent: 1.5em; + font-size: smaller; + text-align: right; +} + +.center {text-align: center;} + +.smcap {font-variant: small-caps;} + +.caption {font-weight: bold;} + +/* Images */ +.figcenter { + margin: auto; + text-align: center; +} + +/* Footnotes */ + +.footnote p {text-indent: 0; margin-top: .5em;} + +.footnotes {border: dashed 1px;} + +.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;} + +.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;} + +.fnanchor { + vertical-align: super; + font-size: .8em; + text-decoration: + none; +} + +.fnanchorsmall { + vertical-align: super; + font-size: small; + text-decoration: none; +} + +.covernote {visibility: hidden; display: none;} +@media handheld { + .covernote {visibility: visible; display: block;} +} + +/* Transcriber's notes */ +.transnote {background-color: #E6E6FA; + color: black; + font-size:smaller; + padding:0.5em; + margin-bottom:5em; + font-family:sans-serif, serif; } + </style> + </head> +<body> +<div>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***</div> + +<div class="figcenter covernote"> + <img src="images/covermp.jpg" width="300" height="400" alt="" /> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[Pg 2]</a></span></p> +<h1>I VIAGGI DI MARCO POLO</h1> + +<div class="center"> + <a id="ill-002.jpg" name="ill-002.jpg"></a> + <img src="images/ill-002.jpg" + alt="" + title="" /> + <div class="caption"><p class="center">MARCO POLO<br /> +(<i>Da un dipinto della Scuola Veneta contemporanea +del grande viaggiatore</i>)</p> +</div></div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span><br /></p> + +<hr class="chap" /> + +<p class="center p6"><span class="large"><b>GIULIO VERNE</b></span><br /> +<br /> +<span class="extra">I VIAGGI DI MARCO POLO</span><br /> +<br /> +UNICA VERSIONE ORIGINALE<br /> +FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO<br /> +E SULLE OPERE DI CHARTON<br /><br /> +<i>per cura</i><br /><br /> +<span class="small">DI</span><br /><br /> +<span class="large">EZIO COLOMBO</span><br /><br /> +<span class="smcap">Volume Unico</span><br /><br /><br /> +MILANO<br /> +<span class="smcap">SERAFINO MUGGIANI e COMP.</span><br /> +Via Unione, N. 11, 13.<br /> +1878</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span></p> + +<p class="center p2"> +<span class="smcap">Proprietà Letteraria</span></p> +<p class="center p2">Tip. Guigoni.<br /></p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span></p> + +<p class="center extra pn"><b>I VIAGGI DI MARCO POLO</b><a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchorsmall">[1]</a></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_I" id="CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere +delle esplorazioni nel centro dell'Asia.—Condizione della +famiglia Polo a Venezia.—I due fratelli Niccolò e Matteo +Polo.—Vanno da Costantinopoli alla corte dell'Imperatore +della China.—Loro ricevimento alla corte di Kublai-Kan.—L'Imperatore +li nomina suoi ambasciatori presso +il papa.—Loro ritorno a Venezia.—Marco Polo.—Parte +col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza +del re tartaro.—Il nuovo papa Gregorio X.—La relazione +di Marco Polo scritta in francese, sotto suo dettato, +da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al 1324).</p></blockquote> + +<p class="pn">I mercanti genovesi e veneziani non potevano +rimanere indifferenti alle esplorazioni che arditi +viaggiatori tentavano nell'Asia centrale, +l'India e la China. Essi comprendevano che queste +contrade offrirebbero in breve un nuovo +sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili<span class="pagenumr"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span> +immensi si ricaverebbero dall'importazione in +Occidente di mercanzie di fabbricazione orientale. +Gl'interessi del commercio dovevano quindi +lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. +Queste furono le ragioni che decisero +due nobili veneziani ad abbandonare la loro +patria ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli +di quei perigliosi viaggi, allo scopo d'estendere +le loro relazioni commerciali.</p> + +<p>Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia +Polo, la quale traeva origine da Sebenico, +in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in +Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo +questa famiglia divisa in due rami; uno dei +quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro +in quella di San Geremia.</p> + +<p>I Polo di San Felice, datisi già da più anni al +commercio, avevano in esso trovata larghissima +fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello +delle famiglie patrizie di Venezia.</p> + +<p>Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio,<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span> +figliuoli di Andrea, che già prima del 1250 +avevano stabilito un banco a Costantinopoli, +terra più veneziana che greca dopo l'impresa +del Dandolo<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>, si recarono con una paccotiglia +considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, +ove la loro casa possedeva un altro banco diretto +da un loro fratello maggiore, Andrea Polo. +Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e +traversando il paese di Comania, giunsero sul +Volga, ove teneva il suo campo Berke-Kan signore +dei Tartari occidentali. Questo principe +mongollo accolse benissimo i due negozianti di +Venezia, e comperò i gioielli che gli offersero +pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi +ricchissimi doni.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span></p> +<p>Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo +mongollo; finchè, nel 1262, scoppiò una guerra +tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore +dei Tartari di Levante, e conquistatore della +Persia. I due fratelli, non volendo avventurarsi +in mezzo a contrade battute dai Tartari, preferirono +recarsi a Boukhara, che era la principale +residenza di Berke, e colà rimasero tre +anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e presa +la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò +i due Veneziani a seguirli verso la residenza +del Gran Kan<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> dei Tartari, che avrebbe fatto +loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio +di Gengis-Kan, era imperatore della China, +e teneva allora la residenza d'estate in Mongolia, +a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero +Chinese.</p> + +<p>I due mercanti veneziani partirono, e spesero +un anno intero nel traversare quell'immensa +estensione di paese che divide Boukhara dai +confini settentrionali della China. Kublai-Kan +fu lietissimo di ricevere quegli stranieri, venuti +da paesi occidentali. Fece loro molte feste, +<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span>e li interrogò con premura sugli avvenimenti +che accadevano in Europa, chiedendo +molti particolari intorno agli imperatori e re, +alla loro amministrazione, ai loro metodi di +guerra; poscia li intrattenne lungo tempo del +pontefice e degli affari della Chiesa latina.</p> + +<p>Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi +e della lingua, risposero francamente +a tutte le domande dell'imperatore, al quale +tanto piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli +come suoi ambasciatori a Sua Santità . I +mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè +in tale alta condizione il loro ritorno doveva +effettuarsi in condizioni vantaggiosissime.</p> + +<p>Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua +turca, nelle quali chiedeva a Sua Santità Clemente +IV, d'inviargli cento missionari per +convertire gl'idolatri al cristianesimo; poscia +licenziò i due Veneziani, dando ad essi per compagno +di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato +Cogatal, ed incaricandoli di riportargli un vasetto +dell'olio della lampada sacra che arde +continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a +Gerusalemme.</p> + +<p>I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span> +d'oro, che metteva a loro disposizione uomini +e cavalli in tutta l'estensione dell'impero, +presero congedo dal Gran Kan e si misero in +viaggio nel 1266. In breve però il barone Cogatal +cadde ammalato. I Veneziani, costretti a +separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, +e, malgrado gli aiuti che ricevettero, impiegarono +non meno di tre anni per giungere a Giazza<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>, +porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si +portarono ad Acri, ove arrivarono verso la fine +dell'anno 1269. Colà seppero della morte di papa +Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma +il legato apostolico Tebaldo risiedeva in quella +città ; egli accolse i due Veneziani, e sentendo +quale fosse la missione di cui il Gran Kan li +aveva incaricati, li esortò ad attendere l'elezione +del nuovo papa.</p> + +<p>Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da +ben diciannove anni, pensarono, intanto che il +nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere Venezia +e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove +s'imbarcarono sopra una nave, che li condusse +direttamente alla loro città natale.</p> + +<p>Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span> +moglie e la nascita di un figlio, nato pochi mesi +dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si +chiamava Marco. Egli è ben da credere che al +dolore del marito dovesse recare grande conforto +la gioia del padre che trovava questo +figliuolo, quasi a tenergli luogo della donna +perduta. Durante due anni i fratelli Polo, cui +stava a cuore di adempiere la loro missione, +aspettarono a Venezia l'elezione del nuovo papa. +Ma poichè questa tardava, parve loro di non +poter più oltre differire il loro ritorno presso +l'imperatore dei Mongolli; partirono quindi per +Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco il giovane +Marco, che contava allora ben 19 anni. +Ad Acri ritrovarono il legato Tebaldo, che li +autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere +l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta +quella missione, i Veneziani fecero ritorno +ad Acri, e mancando ancora il pontefice, chiesero +al legato lettere per Kublai-Kan, nelle +quali sembra fosse accennata la morte di Clemente +IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due +fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima +gioja, seppero che il legato Tebaldo era stato<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span> +consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X, +il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò +immediatamente, ed il re d'Armenia +pose una galera a loro disposizione, perchè potessero +recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa +li accolse con premura, consegnò loro lettere +per l'imperatore della China, diè loro la compagnia +di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a> +e Guglielmo da Tripoli, e la sua benedizione.</p> + +<p>Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità , +fecero ritorno ad Acri; ma appena giunti +in quella città , poco mancò non cadessero prigionieri +nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano +mamelucco del Cairo, che infestava allora +l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di +quel brutto principio, rinunciarono a recarsi +nella China, e lasciarono ai Veneziani la cura +di consegnare all'imperatore mongollo le lettere +del pontefice.</p> + +<p>È qui che incominciano i grandi viaggi descritti +<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span>da Marco Polo, dei quali noi parleremo +in progresso. Ha egli realmente visitato tutti +i paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, +senza dubbio; e nella sua narrazione, scritta +in francese sotto suo dettato da Rusticano da +Pisa<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, è formalmente dichiarato che «Marco +Polo, savio e nobile cittadino di Venezia, vide +tutto co' propri occhi, e quello che non vide lo +seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma +aggiungiamo che la maggior parte delle città +e paesi descritti da Marco Polo vennero realmente +da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario +com'è tracciato nel suo racconto, indicando +soltanto ciò che il celebre viaggiatore +seppe da altri durante le importanti missioni +di cui lo incaricò l'imperatore Kublai-Kan. In +questo secondo viaggio i Veneziani non seguirono +esattamente la medesima strada che Matteo +e Niccolò avevano presa recandosi la prima +volta verso l'imperatore della China. Essi erano +passati a settentrione dei monti Celesti, che +sono i monti Thiânscian-pe-lu; il che aveva +<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span>allungato il loro cammino. Questa volta piegarono +a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè +quella strada fosse più corta dell'altra, +impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, +a cagione delle pioggie e degli straripamenti +dei grandi fiumi. Sarà facile seguire +questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè +ai nomi antichi della storia di Marco Polo, +non facili ad intendersi nel suo libro, nel quale +non è seguÃto l'ordine del viaggio, ed è fatta +confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo +sostituito dappertutto i nomi esatti della +cartografia moderna.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span></p> +<h2><a name="CAPITOLO_II" id="CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.—La Turcomania.—L'Armenia Maggiore.—Il +monte Ararat.—La Georgia.—Mussul, Bagdad, Bassora, +Tauris.—La Persia.—La Provincia di Kirman.—Comadi.—Ormuz.—Il +Vecchio della Montagna.—Cheburgan.—Balk.—Il +Balacian.—Cascemir.—Casceegar.—Samarcanda.—Cotan.—Il +deserto.—Tangut.—Caracorum.—Signan-fu.—Tenduc.—La +grande Muraglia +della China.—Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.—La +residenza di Kublai-Kan.—Cambaluc, attualmente Pekino.—Le +feste dell'Imperatore.—Sue caccie.—Descrizione +di Pekino.—La zecca ed i biglietti di banca chinesi.—Le +poste dell'Impero.</p></blockquote> + +<p class="pn">Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla +dell'Armenia Minore come d'un paese assai insalubre, +i cui abitanti, un tempo valorosi, ora +sono divenuti vili e molto tristi, nè sanno far +altro che ubbriacarsi. Questa provincia, ch'è +retta da un governatore in nome del Gran-Kan, +ha molte città e castella, abbonda d'ogni cosa +ed in ispecial modo di cacciagione. In quanto<span class="pagenumr"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span> +al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle preziose +mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti +d'ogni paese. Dall'Armenia Minore Marco +Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre +generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente +detti, seguaci di Maometto, le cui tribù, +semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli +eccellenti ed allevano cavalli e muli di +gran valore; gli Armeni ed i Greci, che dimorano +in ville e castelli e sono abilissimi nel +fabbricare tappeti e stoffe di seta. L'Armenia +Maggiore, che Marco Polo visitò in seguito, è +una vasta provincia che ha per capitale Arzinga<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a>, +città ove, al dire del Veneziano, si fabbrica +il miglior boccassino del mondo. Questa +provincia offre, durante l'estate, un accampamento +favorevole ai Tartari del levante, pei +pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il viaggiatore +vide il monte Ararat, sul quale, a seconda +delle tradizioni bibliche, posò l'Arca di +Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre +confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una +fontana dalla quale sgorga dell'olio di nafta +<span class="pagenumr"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span>(petrolio) in tanta abbondanza, che cento navi +se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti +sono oggetto d'un importantissimo commercio<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p> + +<p>Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, +si diresse pel nord-est verso la Georgia, reame +che si stende sul versante meridionale del Caucaso, +governato da un re, tributario ai Tartari +di levante, per nome David Melic, ch'è quanto +dire, Davide re<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>. Secondo una tradizione, gli +antichi re di questo paese nascevano «con una +figura d'aquila disegnata sotto la spalla destra.» +I Georgiani, dice il Polo, sono bella +gente, prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono +cristiani e vivono a mo' dei Greci. Gli operai +<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span>del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e +d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga +quattro leghe, posta tra il piede del Caucaso +ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la +porta di Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a>. +È là che si vede anche il monastero di +S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel +lago miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto +in quaresima.</p> + +<p>Da questo punto, i viaggiatori discesero verso +il reame di Mussul e guadagnarono la città di +questo nome, posta sulla riva destra del Tigri; +poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i +Saraceni del mondo<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>. Qui Marco Polo racconta +la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258, +capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e +fratello di Mangu-Kan<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a>; e cita una storia maravigliosa +in appoggio a quella massima cristiana<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span> +di fede che solleva le montagne<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a>; poscia +indica ai mercanti la via che corre da questa +città al golfo Persico, e che si fa in diciotto<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span> +giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il paese dei datteri.</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span></p> + +<p>Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia +d'Adzerbaidjan, l'itinerario di Marco Polo +sembra interrotto.—Checchè ne sia, lo ritroviamo +a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta +in mezzo a bei giardini, che fa commercio +di pietre preziose e d'altre merci di +valore; ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi +e sleali. È in questo punto che Marco stabilisce +la divisione della Persia in otto provincie. +Secondo lui, gli indigeni persiani sono +nemici molestissimi pei negozianti, i quali non +possono viaggiare senza essere armati d'archi +e di freccie. Il principale commercio del paese +è quello dei cavalli e degli asini che vengono +inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là +alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, +consistono in frumento, in orzo, in miglio ed +in uve, che crescono in abbondanza.</p> + +<p>Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la +città più orientale della Persia propriamente +detta; buona città , nobile ed industriale. Allorchè +ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare +per sette giorni attraverso magnifiche +foreste piene di selvaggina, per giungere alla +provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span> +nelle montagne delle turchesi, ferro ed antimonio. +I ricami ad ago, la fabbricazione di bardature +ed armi, l'allevamento dei falchi da +caccia, occupano gran numero di abitanti.—Lasciata +Kirman, Marco Polo ed i suoi due +compagni impiegarono nove giorni a traversare +un paese ricco e popoloso, e giunsero alla +città di Comadi, che si crede sia la moderna +Memaum, allora già molto decaduta. La campagna +era bellissima; dovunque bei montoni +grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, +con corna corte e grosse; starne ed altri uccelli +a migliaia; alberi magnifici, specialmente +datteri, aranci e pistacchi.</p> + +<p>Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, +i tre viaggiatori entrarono nella bella +pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il +nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo +due giorni ancora di viaggio, Marco Polo si +trovò alle rive del golfo Persico, e presso la +città di Ormuz, che forma il porto marittimo +del regno di Kirman. Quel paese gli parve caldissimo +ed insalubre, ma ricco di datteri e +d'altri alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di +seta e d'oro, denti d'elefante e vino di palme.<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span> +Il porto era frequentato da molte navi ad un +albero e ad una sol vela, le cui tavole erano +unite con fili di corteccia e non inchiodate; +laonde molte perivano nell'attraversare il mare +indiano.</p> + +<p>Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il +nord-est, tornò a Kirman; quindi si avventurò, +per sentieri pericolosi, attraverso un arido deserto, +ove non si trova che acqua salmastra; +quello stesso deserto che, 1500 anni prima, Alessandro +superò col suo esercito, tornando dalle +bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio +Nearco. Sette giorni dopo, Marco Polo entrò +nella città di Kabis, sulla frazione del regno di +Kirman<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a>. Traversò poi un altro deserto, ed in +otto giorni risalì sino a Tonocain, che dev'essere +l'attuale capitale della provincia di Kumis, +cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune +notizie intorno al Vecchio della Montagna, il +capo degli Hashishins (donde venne il nome di +<i>assassino</i>), setta maomettana che si segnalò +pel suo fanatismo religioso e per le sue crudeltà +spaventevoli<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a>. Dopo sei giorni di cammino,<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span> +entrò in Supunga (la Shibbergam dei +moderni), la città per eccellenza, ove i poponi +sono più dolci del miele, e nella nobile città <span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span> +di Balkh, verso le sorgenti dell'Oxo. Quindi, +traversato un paese ove s'incontrano non di +rado leoni, giunse a Taikan, gran mercato di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span> +sale, che attira gran numero di trafficanti, ed +a Scasem, che alcuni commentatori ritengono +sia la moderna Koondooz. In quella contrada si +trovavano molti porcispini, e quando si dava +loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi +tutti, lanciavano contro i cani i dardi che +portano sul dorso e sui fianchi. È noto ora che +questa pretesa facoltà difensiva del porcospino +è da porsi nel novero delle favole.</p> + +<p>I viaggiatori entrarono quindi sul territorio +montuoso di Balacian, contrada fredda, che produce +buoni cavalli, gran corridori, falchi dal +lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi +esistono miniere di rubini, che il re fa scavare +a suo profitto in una montagna chiamata Sighinan, +sulla quale nessuno può metter piede +sotto pena di morte. Si raccoglie pure, in altri +luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si +fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» +cioè il lapislazzuli. A dieci giornate da Balacian +s'incontra una provincia, che dev'essere +la moderna Paishore, i cui abitanti idolatri +hanno la pelle scurissima e vivono di carne e +riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, +paese temperato, che ha molte città e villaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span> +ed il cui territorio, frastagliato da gole di monti, +è facile a difendere. Giunto a questo punto, se +Marco Polo avesse proseguito più oltre nella +stessa direzione, sarebbe entrato nel territorio +dell'India; ma egli risalì invece verso il nord, e +dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, +in mezzo a magnifici pascoli, ove erravano +sterminate greggie di montoni selvatici chiamati +mufloni. Di là , attraversando le contrade di +Pamer e di Belor, territorî montuosi tra i sistemi +orografici dell'Altai e dell'Imalaia, giunsero, +dopo quaranta giorni di faticose marcie, +alla provincia di Kaschgar.</p> + +<p>È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo +e Niccolò Polo durante il loro primo viaggio, +quando da Boukhara furono condotti alla residenza +del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo +si avanzò all'ovest, fino a Samarcanda, grande +città , abitata da cristiani e da saraceni; quindi +toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane +che fanno il commercio tra l'India e l'Asia +settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein, +città che i moderni commentatori non si accordano +nello stabilire a quale corrisponda, +posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span> +il diaspro ed il calcedonio, giunse ad +un certo regno di Ciarcian, che alcuni commentatori +ritengono sia la città detta Karashehr, +che significa <i>città nera</i>, descritta come posta +sopra un gran fiume navigabile, formato dalla +congiunzione dei due fiumi che vengono rispettivamente +dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo +un cammino di cinque giorni attraverso sabbiose +pianure prive d'acqua potabile, venne a riposarsi +per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. +Ivi fece i suoi preparativi per attraversare +il deserto che si stende verso Oriente, +«deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe +un anno per attraversarlo; deserto popolato da +spiriti, ed in mezzo al quale risuonano tamburi +invisibili, ed altri instrumenti»<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a>.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span></p> +<p>Dopo un mese impiegato nel traversare quel +deserto nella sua larghezza, i tre viaggiatori +giunsero nella provincia di Tangut, alla città +di Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero +chinese. Questa provincia ha pochi +commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte +idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. +Fra i costumi di Tangut, che fecero maggiore +impressione su Marco Polo, dobbiamo citare +quello di non ardere i cadaveri dei morti se +non nei giorni fissati dagli astrologi; «e tutto +il tempo che il morto resta in casa, quegli +della casa fanno mettere una tavola dinanzi +alla cassa dov'è il morto, con vino, pane +e vivande, com'egli fosse vivo; e questo +fanno ogni dì, infino a che si dee ardere.»</p> + +<p>Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, +Marco Polo ed i suoi compagni fecero un'escursione +sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), +città fondata in mezzo a due deserti, abitata +da idolatri che non conoscono alcun vincolo di +matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span> +città sulla quale non sono ancora riusciti +ad accordarsi i commentatori, abitata da +idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. +«Quivi, dice il Polo, ha montagne ove sono +buone vene d'acciaio e d'andanico, e in questa +montagna è un'altra vena, della quale si +fa salamandra.»<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a></p> + +<p>Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou +e riprese la sua via verso l'est, traverso +il Tangut, per la città di Succiur<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a>, sopra un +territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice +Marco, si truova il rebarbero in grande abbondanza, +e quivi lo comperano i mercatanti, +e portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur +passò a Champicion, la Kam-ceu-fu dei Chinesi, +allora capitale di tutto il Tangut. Era una città <span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span> +importante, popolata da ricchi capi idolatri, +che erano poligami, e sposavano per lo più le +loro cugine o le zie<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a>. I tre Veneziani rimasero +un anno in quella città . Queste lunghe fermate, +e le frequenti deviazioni dal loro cammino, +spiegano perchè il loro viaggio traverso l'Asia +centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, +dopo aver viaggiato per dodici giornate, +a cavallo, Marco Polo giunse sul limite d'un +deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra +deviazione, giacchè egli saliva direttamente +al nord; ma al viaggiatore stava a cuore di +visitare la celebre città di Caracorum, questa +capitale tartara che Rubruquis aveva visitata +nel 1254<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a>.</p> + +<p>Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore,<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span> +e non badava a fatiche quando si trattava +di completare i suoi studî geografici. In +quella circostanza, per giungere alla città tartara, +dovette camminare quaranta giorni in un +deserto senza abitazioni e senza arbusti.</p> + +<p>Giunse finalmente a Caracorum. Era una città +di tre miglia di circonferenza. Dopo essere stata +per lungo tempo la capitale dell'impero mongollo, +fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore +allora regnante. Qui Marco Polo +fa una digressione storica, in cui narra la +ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro +quel famoso Prete Gianni, che teneva tutto il +paese sotto la sua dominazione<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a>.</p> + +<p>Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò +verso l'est, ed arrivò alla città d'Erginul, che<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span> +è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui abitanti +si dividono in idolatri, cristiani nestoriani +e maomettani. Di là si spinse alquanto +verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò traverso +un territorio ove pascevano buoi selvaggi +grossi come elefanti, ed il prezioso capretto +che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a +Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono +verso l'est a Cialis, ove si fabbricano i +migliori cambellotti<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a> di pelo di cammello; +quindi nella provincia di Tenduc, nella città +dello stesso nome, ove regnava un discendente +del Prete Gianni, per nome Giorgio, tributario +però del Gran Kan. Era una città industriale +e commerciante, ove, al dire di Marco Polo, +«sonvi gli più bianchi uomeni del paese e più +belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» +Di là , facendo un angolo verso il nord, i Veneziani +s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là <span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span> +della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, +che dev'essere Tsaan-Balgassa, bella +città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri +l'imperatore quando desidera divertirsi +alla caccia del girifalco, giacchè abbondano su +quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e +le pernici.</p> + +<p>Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, +Marco Polo, col padre e lo zio, giunse +a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è +la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. +Ivi gl'inviati del pontefice furono +ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava +quella residenza d'estate, posta al di là della +gran Muraglia, al nord di Cambaluc, ora Pekino, +capitale dell'impero. Il viaggiatore parla +poco dell'accoglienza che gli venne fatta, ma +descrive con minuziosa cura il palagio del Kan, +grande edifizio di pietre e di marmo, le cui +camere sono interamente dorate.</p> + +<p>Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un +parco cinto da mura, ove si vedono serragli di +bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto +con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili +all'acqua: era una specie di padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span> +che si poteva smontare, nel quale il Kan abitava +nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè +nella buona stagione. Tale stagione doveva esser +buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco +Polo, degli astrologi addetti alla persona del +Kan erano incaricati di dissipare coi loro sortilegi +qualunque pioggia, nebbia o intemperie. +Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio +il potere di quei maghi. «Questi savi uomini +sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno +più d'arte del diavolo che tutta l'altra gente, +e fanno credere alla gente, che questo avviene +per santità . E questa gente medesima, +ch'io v'ho detto, hanno una tale usanza, che +quando alcuno uomo è morto per la signoria<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a>, +egli il fanno cuocere e mangianlo, ma +no se morisse di sua morte; e sono sì grandi +incantatori, che quando il Gran Kan mangia +in sulla mastra sala, gli coppi pieni di +vino e di latte e di altre loro bevande, che +sono d'altra parte della sala, si gli fanno +venire senza che altri gli tocchi, e vegnono +dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono bene +<span class="smcap">X</span> mila persone: e questo è vero senza menzogna;<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span> +e questo ben si può fare per negromazia.»</p> + +<p>Il Veneziano parla anche di altri monaci che +menano una vita di continue privazioni, cibandosi +di crusca bagnata nell'acqua, digiunando +buona parte dell'anno, e tenendosi molte ore +in adorazione innanzi agli idoli ed al fuoco. +«Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); +e si vi dico, che v'ha una piccola città che +hae uno monistero che hanno piue di cc monaci, +e vestonsi più onestamente che tutta +l'altra gente.»</p> + +<p>Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore +Kublai, il più potente degli uomini, +che possiede più terre e tesori di qualunque +uomo da Adamo in poi. Narra come il Gran +Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse +un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben +proporzionato delle membra, dal volto bianco +e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al +trono l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era +buon capitano in guerra, e lo provò quando +suo zio Naian, che governava pel nipote alcune +provincie dell'impero, sollevatosi contro di lui,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span> +volle disputargli il trono alla testa di quattrocentomila +cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto +trecentosessantamila uomini a cavallo +e centomila a piedi, mosse contro lo zio, e lo +sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, +di nulla sospettando, se ne stava tranquillamente +accampato. Terribile fu la battaglia. +«Vi morirono tanta gente, tra dell'una +e dell'altra parte, che ciò sarebbe meraviglia +a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, +e Naian, fatto prigione, fu messo in +su uno tappeto, e tanto fu pallato, e menato +in qua e in là che egli morÃo: e cioè +fece, che non voleva che 'l sangue del lignaggio +dello imperatore facesse lamento +all'aria; e questo Naian era di suo lignaggio.» +Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò +trionfante nella città capitale del Catai, +chiamata Cambalu, che divenne poi l'attuale +Pekino. Giunto in questa città , Marco Polo +dovè rimanervi a lungo, sino all'istante in cui +venne incaricato di varie missioni nell'interno +dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico +palagio dell'imperatore, di cui il Veneziano +fa la seguente descrizione, che noi togliamo<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span> +dal Codice Magliabeccano, e che darà +esatta idea dell'opulenza di quel sovrano mongollo: +«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora +nella mastra città , ch'è chiamata Combalu, +tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, +febbraio, e in questa città ha suo grande palagio: +ed io vi diviserò com'egli è fatto. Lo +palagio è di muro quadro, per ogni verso un +miglio, e in su ciascuno canto di questo palagio +è uno molto bel palagio, e quivi si +tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, +turcassi e selle e freni, corde e tende, +e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. +E ancora tra questi palagi hae quattro palagi +in questo cercóvito, sì che in questo +muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti +sono pieni d'arnesi, e in ciascuno ha pur +d'una cosa. E in questo muro verso la faccia +del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo +è una grandissima porta, che non s'apre mai +nè chiude se non quando il Gran Cane vi +passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa +porta ne sono due piccole, da ogni lato una, +onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span> +n'hae un'altra grande, per la quale entra +comunemente tutta l'altra gente, cioè ogni +uomo. E dentro a questo muro hae un altro +muro, e attorno attorno hae otto palagi come +nel primaio, e così son fatti; ancora vi stae +gli arnesi del Gran Cane.»</p> + +<p>Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono +le rimesse e le armerie dell'imperatore. +Ma non farà meraviglia quel gran numero +di arnesi, ove si sappia che il Gran Kan +possedeva una razza di cavalli bianchi come la +neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte +era esclusivamente riserbato ai principi di sangue +reale.</p> + +<p>Marco Polo continua in questi termini:—«Nella +faccia verso mezzodie ha cinque porti, +nell'altra pure una, e in mezzo di questo +muro èe il palagio del Gran Cane, ch'è fatto +com'io vi conterò. Egli è il maggiore che +mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo +ispazzo èe alto più che l'altra terra ben dieci +palmi; la copritura è molto altissima. Le +mura delle sale e delle camere sono tutte +coperte d'oro e d'ariento; havvi iscolpite belle +istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span> +di bestie e di molte altre belle cose; e la copritura +èe altresì fatta che non vi si può vedere +altro che oro e ariento. La sala è sì +lunga e sì larga, che bene vi mangiano sei +mila persone, e havvi tante camere, ch'è una +maraviglia a credere. La copritura di sopra, +cioè di fuori, è vermiglia e bionda e verde, +e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, +che luce come oro o cristallo, sì che +molto dalla lungie si vede lucere lo palagio. +La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro +e l'altro, dentro a quello ch'io v'ho contato +di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi +molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi +bianchi, cavriuoli e daini, le bestie che fanno +il moscado, vaj e ermellini e altre belle bestie. +La terra dentro di questo giardino è +tutta piena dentro di queste bestie, salvo la +via donde gli uomeni entrano; e dalla parte +verso il maestro ha un lago molto grande, +ove hae molte generazioni di pesci. E sì vi +dico che un gran fiume vi entra e esce, ed +èe sì ordinato, che niuno pesce ne puote +uscire (e havvi fatto mettere molte generazioni +di pesci in questo lago); e questo è con<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span> +rete di ferro. Anche vi dico, che verso tramontana, +da lungi dal palagio una arcata, +ha fatto fare un monte, ch'è alto bene cento +passi, e gira bene un miglio; lo quale monte +è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno +tempo perdono foglie, ma sempre son verdi. +E sappiate, che quando è detto al Gran Kan +di uno bello albore, egli lo fa pigliare con +tutte le barbe e con molta terra, e fallo piantare +in quel monte, e sia grande quanto vuole, +ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, +ch'egli ha fatto coprire tutto il monte della +terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì che +nel monte non ha cosa se non tutta verde, +perciò si chiama lo monte verde. E in sul +colmo del monte è un palagio molto grande, +sì che a guatarlo è una grande maraviglia, +e non è uomo che 'l guardi, che non ne prenda +allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto +fare il Gran Signore per suo conforto e sollazzo. +Ancora vi dico, che appresso di questo +palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, +ove istà lo nipote del Gran Cane, che dee +regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo +di Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span> +Gran Cane<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a>; e questo Temur che dee regnare +tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha +già bolla d'oro e sugiello d'imperio, ma non +fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»</p> + +<p>Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, +Marco Polo passa a descrivere la città di Cambalu, +città antica, che ha un circuito di ventiquattro +miglia, cioè sei miglia per ogni lato, +essendo di forma quadrata, e che è separata +dalla moderna di Taidu da un canale, che divide +l'odierna Pekino in città chinese e città +tartara. Il viaggiatore, sottile osservatore, ci +istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore. +Giusta la sua relazione, Kublai-Kan +avrebbe una guardia d'onore di dodicimila cavalieri +chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli +del signore, sotto il comando di quattro +capitani; «e questo non fae per paura.» I suoi +pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa +etichetta. Alla sua tavola, che è più alta +delle altre, egli siede al nord, avendo a sinistra<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span> +la sua prima moglie, a destra e più basso +i figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più +nobili baroni, che hanno cura di turarsi la +bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò +che lo loro fiato non andasse nelle vivande +del signore.» Quando l'imperatore s'accinge +a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando +tiene in mano la tazza tutti i baroni e spettatori +s'inginocchiano umilmente. Parlando della +vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva +che «egli hae quattro femmine, le quali tiene +per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo, +ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere +signore, per ragione, dello imperio dopo +la morte del suo padre. Elle sono chiamate +imperadricie, e ciascuna è chiamata per +suo nome, e ciascuna di queste donne tiene +corte per sè; e non ve n'ha niuna che non +abbia trecento donzelle, e hanno molti valletti +e scudieri, e molti altri uomeni e femmine, +sì che ciascuna di queste donne ha +bene in sua corte mille persone. E sappiate +che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e +che ha venticinque figliuoli di sue amiche, e<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span> +ciascuno è gran barone; e ancora dico che +degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro +mogli, gli sette ne sono re di grandissimi +reami, e tutti mantengono bene loro regni, +come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali +feste del Gran Kan sono date da lui +medesimo, una il giorno anniversario della sua +nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla +prima figurano intorno al trono dodicimila +baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente +centocinquantamila vestimenta di drappo di +seta d'oro ornati in perle; mentre i sudditi, +idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. +Alla seconda festa, al capo d'anno, chiamata +dal Polo <i>la bianca festa</i>, l'intera popolazione, +uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, perchè, +secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, +e ciascuno porta al sovrano doni di grandissimo +valore in oro, argento, perle e stoffe +preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila +elefanti coperti di magnifici drappi e portanti +vasellami d'oro e d'argento, ed un numero ingente +di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. +La festa si chiude con pubbliche preghiere, +e per ultimo con un sontuoso banchetto che il<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span> +Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua +corte e del suo regno.</p> + +<p>Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, +che il Gran Kan passa nella sua città +d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di +sessanta giornate di cammino, sono obbligati a +provvederlo di cinghiali, cervi, daini, caprioli +ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, +ed il suo servizio da caccia è veramente superbo. +Egli ha leopardi, lupi cervieri, grandi +leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza +forti per cacciare i lupi, volpi, daini, +caprioli; e finalmente cani che si contano a +migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore +incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi +verso il mare, ed è accompagnato almeno +da diecimila falconieri con cinquecento +girofalchi, una quantità innumerevole di astori, +falchi pellegrini e falchi sacri. Durante quella +gita il re tartaro, che si compiace di tutto il +lusso della pompa orientale, è seguÃto da un +palazzo portatile posto su quattro elefanti accoppiati, +coperto da pelli di leoni, e foderato +da drappo d'oro. Egli procede così fino al campo +di Chakiri-Mondu, alle sorgenti del fiume Usuri,<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span> +nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, abbastanza +vasta da capire diecimila cavalieri o +baroni. Ivi è la sua sala da ricevimento; ivi dà +le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o dormire, +trova in un'altra tenda una sala meravigliosa +tappezzata da pelliccie d'ermellino e di +zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti +d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane +così fino a Pasqua, cacciando gru, cigni, +lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la +sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi +che regolano la caccia, il Polo così si esprime: +«Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il +Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè +alcuno altro uomo non può prendere, nè cacciare +nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, +nè di niuna bestia che moltiplichi, dal mese +di marzo infino all'ottobre. E chi contra ciò +facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico +ch'egli è sì bene ubbidito, che le lepre e daini +e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io v'ho contato, +vegniono più volte insino all'uomo, e +non le tocca, e non le fa male.»</p> + +<p>Marco Polo completa in questo punto la descrizione +di questa magnifica città . Egli enumera<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span> +i dodici sobborghi che la compongono, +nei quali i più ricchi mercanti fanno fabbricare +magnifici palagi. Questa città è commerciale +al massimo grado: vi affluiscono le più +preziose mercanzie come in nessun' altra città +del mondo. Mille carri carichi di seta vi entrano +ogni giorno; è il deposito ed il mercato +dei più ricchi prodotti dell'India, come le perle +e le pietre preziose, e vi accorre gente a comperare +da oltre duecento leghe tutto all'intorno. +Per provvedere ai bisogni del commercio, +il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, +ch'è per lui una sorgente perenne di ricchezze. +Aggiungeremo che questa moneta non è altro +che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì +ogni nazione ha portato il proprio contingente +sui mercati europei. Ma qui lasciamo ancora +la parola al Veneziano: «Il Gran Kan +fa prendere iscorza d'uno albore ch'à nome +gelso<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a>; è l'albore, le cui foglie mangiano +gli vermini che fanno la seta. E colgono la<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span> +buccia sottile, ch'è tra la buccia grossa e +l'albore, o vogli tu legno dentro, e di quella +buccia fa fare carte, come di bambagia, e +sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte +così, egli ne fa delle piccole, che vagliono +una medaglia di tornesello piccolo, e l'altra +vale un tornesello, e l'altra vale un grosso +d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e +l'altra due grossi, e l'altra cinque, e l'altra +dieci, e l'altra un bisante d'oro, e l'altra due, +e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. +E tutte queste carte sono sugiellate col sugiello +del Gran Sire, e hanne fatte fare tante, +che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E +quando queste carte son fatte, egli ne fa fare<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span> +tutti i pagamenti, e fagli ispendere per tutte +le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; +e nessuno gli osa rifiutare, a pena +della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e +regni che sono sotto sua signoria si pagano +di questa moneta, d'ogni mercatanzia di perle, +d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e generalmente +d'ogni altra cosa, e sì vi dico che +la carta che si mette per dieci bisanti, non +ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti +le più volte cambiano questa moneta a perle, +o a oro, e altre cose rare. E molte volte è +recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta +mercatanzia in oro e in ariento che vale +quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire +fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti +le pigliano volentieri, perchè le spendono +per tutto il paese. E molte volte fa bandire +il Gran Cane, che ogni uomo che ha oro e +ariento, perle o pietre preziose o alcuna +altra cara cosa, che incontanente la debbiano +avere apresentata alla tavola del Gran +Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; +e tanto gliene viene di questa mercatanzia, +ch'è un miracolo. E quando ad alcuno si rompe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span> +o guastasi niuna di quelle carte, egli va +alla tavola del Gran Sire, e incontanente +gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma +si gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, +che se alcuno vuol fare vasellamenta +d'ariento o cinture, egli va alla tavola del +Gran Sire, ed ègli dato per queste carte ariento +quant'e' ne vuole, contandosi le carte secondo +che si ispendono. E questa è la ragione +perchè il Gran Sire dee avere più oro e più +ariento, che signore del mondo.<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>»</p> + +<p>Secondo Marco Polo, il sistema del governo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span> +imperiale riposa sopra una centralizzazione eccessiva. +Il reame, diviso in 34 provincie, è amministrato +da dodici nobilissimi baroni, che abitano +nella stessa città di Cambalu; ivi, nel +palazzo di questi baroni, dimorano gli intendenti +e gli impiegati tutti che trattano gli affari +d'ogni singola provincia. Intorno alla città +si diramano molte strade ben tenute, che metton +capo ai diversi punti del regno. Su queste +strade, ad ogni ventidue miglia, sorgono stazioni +postali; ed in essa duecentomila cavalli +sono sempre pronti a trasportare i messaggieri +dell'imperatore. Più, fra le stazioni, ad ogni +tre miglia, trovasi un villaggio composto di +circa quaranta case, in cui abitano i corrieri +che portano a piedi i messaggi del Gran Kan. +Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo +compresso da una benda, hanno una cintura +munita di campanelli che li fa udire da lontano; +partono al galoppo, fanno rapidamente +le tre miglia, rimettono il messaggio al corriere +che li attende, e per tal modo l'imperatore +riceve in un giorno ed una notte le notizie +da dieci giornate di distanza. Questo mezzo di<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span> +comunicazione costa ben poco a Kublai-Kan, +perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare +dalle imposte i corrieri; in quanto ai +cavalli delle stazioni, sono somministrati gratuitamente +dagli abitanti delle provincie.</p> + +<p>Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta +del suo potere, se fa pesare sì gravi imposte +sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa attivamente +dei loro bisogni, e sovente viene loro +in aiuto. Quando la grandine ha devastato le +messi, non solo egli non esige l'usato tributo, +ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai +suoi granai. Quando una mortalità accidentale +ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne +la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone +annate, di mettere nei granai un'enorme quantità +d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed +altre derrate, in modo da mantener i grani ad +un prezzo mite in tutto l'impero. Inoltre, porta +particolare affetto ai poveri della sua buona +città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il +Polo, come il Gran Cane fa carità alli poveri +che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie +povere della città , che sono in famiglia sei +o sette, o più o meno, che non hanno che<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span> +mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: +e questo fa fare a grandissima quantità di famiglie. +Ancor non è vietato lo pane del signore +a niuna persona che voglia andare per +esso. E sappiate che ve ne vanno più di trenta +mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo +è gran bontà di signore; e per questo è adorato +come Iddio dal popolo.» Aggiungeremo +che tutto l'impero è amministrato con somma +cura; le vie ben tenute e piantate ad alberi +magnifici, che servono sopratutto a farle riconoscere +al viaggiatore, nei paesi deserti. La +legna è quindi abbondantissima dappertutto; +«senza contare, dice il Veneziano, che per +tutta la provincia del Catai hae una maniera +di pietre nere che si cavano dalle montagne +come vena, che ardono come bucce, e tengono +più lo fuoco che non fanno la legna.» Queste +pietre nere non sono altro che il carbone fossile, +che in grandissima quantità trovasi nelle montagne +delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.</p> + +<p>Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città +di Cambalu. È certo che, grazie alla sua vivace +intelligenza, al suo spirito, alla facilità +di apprendere gl'idiomi dell'impero, venne<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span> +molto in grazia all'imperatore. Incaricato da +lui di diverse missioni, non solo nella China, +ma nei mari dell'India, a Ceylan, sulle coste +del Coromandel e del Malabar, e nella parte +della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, +probabilmente tra il 1277 ed il 1280, governatore +della città di Yang-tsceu e di ventisette +altre città , comprese nella giurisdizione +di questa. Grazie a queste missioni, egli percorse +un bel tratto di paese e ne riportò utili +documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi +lo seguiremo facilmente, colla carta geografica +alla mano, in quei viaggi dai quali la scienza +doveva trarre immenso profitto.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_III" id="CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.—Tainfu.—Pin-yang-fu.—Il fiume Giallo.—Chaciafu.—Si-gnan-fu.—Il +Sze-tchuen.—Ching-tu-fu.—Il +Tibet.—Li-Kiang-fu.—Il Caragia.—Yung-chang.—Mien.—Il +Bengala.—L'Annam.—Il Tai-ping.—Sinuglil.—Sindi-fu.—Chacafu.—Ciaglu.—Ciagli.—Codifu.—Lin-tsin-tcheu.—Lin-tching-hien.—Il +Mangi.—Yang-tcheou.—Città +del litorale.—Quinsay o Hang-tcheu.—Il +Fu-chian.</p></blockquote> + +<p class="pn">Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, +venne dal Gran Kan incaricato d'una missione +che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla capitale. +Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, +verso il sud, traversò il magnifico fiume Pehonor, +che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò +sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro +arcate, lungo trecento passi, il quale non ha il +simile in tutto il mondo. A trenta miglia di là +incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti +alberghi pei viaggiatori, ed ove si lavora<span class="pagenumr"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span> +specialmente in legno di sandalo, tessuti +di seta e d'oro.</p> + +<p>A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella +moderna città di Tainfu, che fu un tempo sede +di un governo indipendente. Tutta quella provincia +gli parve ricca di viti e di gelsi; la principale +industria della città era allora la fabbricazione +delle armature per conto dell'imperatore. +Sette giornate più oltre trovò la bella città di +Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, tutta dedita al commercio +ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo +aver visitata questa città , giunse sulle rive del +celebre fiume Giallo, ch'egli chiama Charamera, +ossia <i>fiume nero</i>, forse a causa delle sue acque +oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato +il fiume, giunse ad una nobile città chiamata +Chaciafu, nella quale alcuni commentatori ravvisano +la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi +O-ciung-fu) sulla riva orientale del fiume +Giallo<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a>, e che è ai nostri dì una delle più ragguardevoli +città del Scian-si. Lasciata quella +città , ove non vide nulla che meritasse menzione, +Marco Polo percorse a cavallo una bella<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span> +contrada, sparsa di castella, di città , di giardini, +e ricca di cacciagione. Dopo otto giorni +di cammino, giunse alla nobile città di Si-gnan-fu, +allora chiamata Quengianfu, antica capitale +della dinastia dei Thang. Ivi regnava +un figlio del Gran Kan, per nome Manghala, +principe giusto ed amato dal suo popolo; egli +abitava, fuori della città , un magnifico palazzo +costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura +merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. +Quella città presentava allora un mercato +importantissimo di gioie, stoffe ed armature +d'ogni genere.</p> + +<p>Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse +verso il Tibet, attraversando una contrada montuosa +ch'egli chiama Chunchum, e che probabilmente +corrisponde alla moderna provincia di +Sze-tchuen. «Egli ha per monti e per valli città +e castella assai, e sono idoli, e vivono di loro +lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti +boschi, ove sono molte belle bestie selvatiche, +come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi cervieri, +daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che +troppo n'hanno grande utilità .»</p> + +<p>Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span> +confini della immensa pianura di Ambalet-Mangi. +Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di produzioni +e particolarmente di zenzero, di cui +fornisce tutta la provincia del Cattai. Ed è tale +la fertilità del suolo, che, secondo un viaggiatore +francese, E. Simon, lo si vende oggidì a +30,000 franchi all'ettara, cioè tre franchi al +metro. Nel secolo XIII quella pianura era coperta +di città e castella, e gli abitanti vivevano +dei frutti del terreno, dei prodotti del +bestiame e della selvaggina, che forniva ai cacciatori +una preda facile ed abbondante.</p> + +<p>Continuando il suo viaggio verso ponente, +Marco Polo penetrò nella provincia di Sze-tchuen, +e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la +moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale +supera 1,500,000 abitanti. Sindi-fu misurava allora +un circuito di venti miglia, era divisa in +tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un +muro particolare, aveva il proprio re prima +che Kublai-Kan se ne impadronisse. «E sappiate, +dice il Polo meravigliato, che per mezzo +questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, +ed è largo bene mezzo miglio, ov'ha molti<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span> +pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene +da ottanta in cento miglia, ed è chiamato +Quiia-fu.»</p> + +<p>Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, +che attraversa la China da ovest ad est, e n'è +il fiume più importante. Sulle nostre carte lo +troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.</p> + +<p>«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, +ha città e castella assai, e havvi tante navi, +che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; +e v'ha tanta moltitudine di mercatanti, +che vanno giuso e suso, ch'è una grande meraviglia. +E il fiume è sì largo, che pare un +mare a vedere, non fiume. E dentro della +città in su questo fiume è un ponte tutto di +pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e +largo otto passi: e su per quello ponte ha +colonne di marmo, che sostengono la copritura +del ponte; e sappiate ch'egli è coperto +di bella copritura, e tutto dipinto di belle +istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene +molta mercatanzia e favvisi arti: ma si vi +dico che quelle case sono di legno, che la sera +si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi +è lo camarlingo del Gran Sire, che riceve lo<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[Pg 60]</a></span> +diritto della mercatanzia che si vende in su +quel ponte; e si vi dico che il diritto di quel +ponte vale l'anno bene mille bisanti<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a>.»</p> + +<p>Uscito da quella città commerciale e industriosa, +Marco Polo, dopo cinque giorni di marcia, +attraverso vaste foreste, giunse alla provincia +del Tibet, ch'egli dice «molto guasta +dalla guerra fattavi da Mogut-Kan.»</p> + +<p>La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi +dà nno nome di Si-tsang o Tsang occidentale, è +abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i viaggiatori +durerebbero fatica a difendersi, se non +vi crescessero in gran copia quelle canne meravigliosamente +grosse e alte, che noi chiamiamo +bambù.<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> Infatti «gli mercatanti e gli viandanti +prendono quelle canne la notte e fannole +ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande +iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre +bestie fiere hanno paura e fuggono, e non si +accosterebbero al fuoco per cosa del mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span> +E questo si fanno per paura di quelle bestie +chè ve n'ha assai. Le canne iscoppiono, perchè +si mettono verdi nel fuoco, e quelle si +torcono e fendono per mezzo, e per questo +fendere fanno tanto romore, che s'odono dalla +lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; +ed è sì terribile cosa a udire, che chi non +fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe +gran paura, e gli cavagli che non ne sono +usi, si spaventano sì forte che rompono capresti, +e ogni cosa e fuggono; e questo avviene +spesse volte. E a ciò prendere rimedio, +a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno +incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare +gli occhi, e turare gli orecchi; si che +non può fuggire quando ode questo iscoppio; +e così campano gli uomeni, la notte, loro e +le loro bestie.»</p> + +<p>Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora +impiegato nelle contrade che producono +il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate +dalle fiamme può paragonarsi ai più violenti +petardi d'un fuoco d'artifizio.</p> + +<p>Secondo la relazione del viaggiatore veneziano,<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[Pg 62]</a></span> +il Tibet è una vastissima provincia divisa +in otto reami, con molte città e castella, +bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da +montagne dalle quali si trae oro in quantità . +I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto +il Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui +nome significa <i>fiume dall'aurea sabbia</i>, sono +ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri +e malvagi, e formano una razza di terribili +ladroni. Vivono dei frutti della terra, di +bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e +fanno, per doni, di sè mercato ai viaggiatori +che attraversano quella provincia. Quantunque +il Tibet fosse allora sotto la dominazione del +Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete +nè le banconote dell'impero; all'incontro vi si +spendeva il corallo, di cui gli abitanti adornavano +il collo delle loro femmine ed i loro idoli.</p> + +<p>Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto +verso l'ovest. Traversò il regno di Gaindu +che secondo alcuni corrisponderebbe al territorio +settentrionale dei Birmani, secondo altri +invece a quella montuosa regione circondata +dai territorî del Bengala, Arracan, abitata da +schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen,<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span> +lungo le rive del braccio sinistro del fiume +Arracan, e visitò un bel lago, che produceva +ostriche perlifere, la cui pesca era riservata +all'imperatore. Vide anche una montagna dalla +quale si cavavano quelle pietre conosciute sotto +il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, +la cannella ed altre spezie davano in quel paese +abbondantissimi raccolti.</p> + +<p>Gli abitanti di questa provincia non hanno +denaro, ed impiegano come moneta dei pezzi +di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. +Non conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano +naturale il far marcato delle proprie mogli, +figlie e sorelle ai forestieri che attraversano +la contrada.</p> + +<p>Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un +gran fiume da lui chiamato Brunis che pare +fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco +Polo tornò direttamente al sud-est, e penetrò +nella provincia di Garagia, regione che si crede +formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata +tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani +dell'Asia Centrale, Caraian; e ch'era allora governata +da Jesau Temur, nipote di Kublai.</p> + +<p>Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span> +provincia, eccellenti cavalcatori, mangiavano +la carne cruda dei polli, dei montoni, dei bufali +e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano +d'una salsa composta d'aglio e di buone spezie. +Quel reame era altresì frequentato da grossi +serpenti orribili a vedersi.</p> + +<p>Quei rettili, probabilmente alligatori, erano +lunghi dieci passi; avevano due gambe poste +sul davanti presso il capo ed armate d'un unghione +che era smisurato; la loro gola poteva +inghiottire un uomo in un boccone.</p> + +<p>La capitale di questa provincia è una città +che il Polo chiama Jaci, e che si crede corrisponda +alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti +sono parte maomettani, parte cristiani nestoriani, +ed il rimanente idolatri. «Quivi hae mercatanti +ed artefici, dice il nostro viaggiatore, +e spendono per moneta <i>porcellane bianche</i>, +che si truovano nel mare.» È questa una +specie di conchiglia che noi conosciamo sotto +il nome di <i>Cyproea moneta</i>, che gli Indiani chiamano +<i>Cooris</i>, usata anche ai dì nostri come +moneta alle Maldive ed in diverse parti delle +Indie.</p> + +<p>Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span> +impiegata dagli indigeni di quella contrada +per impadronirsi dei terribili alligatori +che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che +il fiele di questi anfibî, preso come beveraggio, +è reputato nel paese come medicina contro la +morsicatura d'un cane rabbioso.<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a></p> + +<p>A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco +Polo, continuando ancora verso mezzodì, penetrò +nella provincia di Ardanda, la cui capitale, +Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città +di Yung-chang. Tutti gli abitanti di questa città +avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con +laminette d'oro, che levavano per mangiare. +Gli uomini di quella provincia, tutti cavalieri, +«non fanno nulla salvo che uccellare, andare +a caccia od andare in oste (<i>in guerra</i>)»: i lavori +faticosi sono riservati alle donne ed agli +schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno idoli, +nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia; +cioè il nonno, il patriarca. Siccome non<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span> +conoscono scrittura di sorta, così «quando +hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, +fanno tacche di legno, e l'uno tiene l'una +metà , e l'altro l'altra metà ; quando colui dee +pagare la moneta, egli la paga e fassi dare +l'altra metà della tacca.» Non hanno medici, +ma bensì dei maghi od incantatori, che saltano, +danzano, cantano e suonano strumenti presso +il malato; e quindi ordinano sacrifizi e banchetti, +finchè l'infermo muore o risana.</p> + +<p>Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano +i denti d'oro, Marco Polo seguì la grande +strada che serve al traffico tra l'India e l'Indo-Cina, +e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, +si teneva un gran mercato, che attirava +i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver +cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste +popolate da elefanti, liocorni ed altre fiere, +giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte +dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, +si chiama Arampura. Questa città di +Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, chiamata +dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure +la vecchia Paghau, situata sull'Irraonady,<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span> +possedeva una vera meraviglia architettonica; +erane due torri, l'una costrutta di belle pietre +ed interamente coperta da una lamina d'oro +dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da +una lamina d'argento, ambe fatte costruire da +un re di Mien, prima che quel reame cadesse +in potere del Kan.</p> + +<p>Dopo di aver visitata quella provincia, Marco +Polo discese fino a Baugala, l'attuale Bengala, +oggidì una delle tre grandi divisioni dell'India +Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva +ancora a Kublai-Kan. Le armate +dell'imperatore si adoperavano allora a conquistare +quel paese fertile, ricco di cotone, di +zenzero, di canne da zucchero, e i cui magnifici +buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti. +Poscia, di là , il viaggiatore si avventurò fino +alla città di Cangigu, nella provincia dello +stesso nome. Alcuni credono che sotto questo +nome abbia ad intendersi il regno di Tonkino, +altri invece il territorio di Cangcur. Gli abitanti +di quel regno praticavano il tatuaggio, e +mediante aghi si disegnavano sul volto, sul +collo, sul ventre, sulle mani, sulle gambe, immagini +di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span> +più n'ha di queste dipinture più si tiene gentile +e bello.»</p> + +<p>Cangigu è il punto più meridionale raggiunto +da Marco Polo in questo viaggio. A partire da +questa città risalì verso il nord-est, e pel paese +d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, +in mezzo all'Impero Birmano ed alla provincia +del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma, +oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. +Ivi trovò begli uomini, bruni di pelle, valenti +guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli +fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, +riso e spezie. «Quando muoiono fanno ardere +i loro corpi, e l'osse che non possono ardere +sì le mettono in piccole cassette, e portanle +alle montagne, e fannole istare appicate +caverne, si che niuno uomo nè altra bestia +non puote toccare. L'oro abbonda nel paese; +usano però come piccola moneta la <i>porcellana</i>, +ossia quella conchiglia (<i>Cyproea moneta</i>) di cui +abbiamo già parlato più addietro. Vivono di +carne, di latte, di riso e di spezie.</p> + +<p>Qui il signor Charton fa giustamente osservare +che il viaggiatore si allontana dal paese +conosciuto sotto il nome d'India al di là del<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span> +Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata +Toloma, Marco Polo seguì per dodici giorni, verso +levante, un fiume sulle cui rive sorgevano molte +città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, +che si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale +della provincia di Guinguì, che dev'essere, +scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle +acque del Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì +dippiù in questa contrada,—e si ha ragione +di credere che l'ardito esploratore fosse anche +un valente cacciatore,—fu il gran numero di +leoni che infestavano le pianure e le montagne. +Tutti i commentatori sono però d'accordo nel +ritenere che i leoni di Marco Polo non fossero +altro che tigri, non essendovi leoni nella China. +Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti +leoni, che se neuno dormisse la notte fuori +di casa, sarebbe incontanente mangiato. E +chi di notte va per questo fiume, se la barca +non istà ben di lungi dalla terra, quando si +riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e piglierebbe +uno di questi uomeni, e mangerebbolo; +ma gli uomeni se ne sanno bene guardare. +Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. +E sì vi dico una grande maraviglia, che<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span> +due cani vanno a un gran leone, e sono questi +cani di questa contrada, e sì lo uccidono, +tanto sono arditi. E dirovvi come. Quando un +uomo è a cavallo con due di questi buon cani, +come i cani veggono il leone, tosto corrono +a lui, l'uno dinanzi e l'altro di dietro, ma +sono sie (<i>sì</i>) ammaestrati e leggieri che 'l +lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda +molto l'uomo; poi il lione si mette a partire +per trovare albore (<i>albero</i>), ove ponga le reni +per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia +lo mordono alle coscie, e fannolo rivolgere +or qua or là , e l'uomo ch'è a cavallo, +sì lo seguita percotendolo con sue saette molte +volte, tanto che 'l lione cade morto, sì che +non si puote difendere da uno uomo a cavallo +con due buoni cani.»</p> + +<p>Parlando degli abitanti di questa provincia, +dice che «hanno sete assai, che sono idolatri, +sottoposti al Gran Cane, e spendono monete +di carta.»</p> + +<p>Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente +il fiume, ed in capo a dodici giorni fu +di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia +di Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span> +la sua escursione nel Tibet. Di là , riprendendo +la via già percorsa, fece ritorno presso +Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta +la sua missione nell'Indo-China.</p> + +<p>Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato +dall'imperatore d'un'altra missione nella +parte sud-est della China «la parte più ricca +e più commerciale di quel vasto impero, dice +il Pauthier nel suo bel lavoro sul viaggiatore +veneziano, e quella altresì su cui, dopo il secolo +XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»</p> + +<p>Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta +del Pauthier, Marco Polo, lasciando Cambalu, +si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la +moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli +città del Peche-li; di là a Ciaglu, oggidì +Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva +esportato nelle circostanti contrade, indi +a Ciagli, città industriosa che i commentatori +ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive +dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; +finalmente a Codifu o Codiufu, l'attuale +Tsi-nan-fu, capitale della provincia di Shan-tung, +patria del grande filosofo e legislatore<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span> +Confucio<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a>. Codifu era a quel tempo una grande +città , la più nobile di tutte quelle contrade, +frequentatissima dai negozianti di seta, ed i +cui meravigliosi giardini producevano gran +quantità di frutti deliziosi. A tre giornate di +cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la città di Siugni, +che credesi corrisponda alla moderna +Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran +canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli +navi che «recano nelle provincie +del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, +tanto, ch'è maraviglia a credere.»<br /><br /></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 533px;"> + <img src="images/ill-073.jpg" width="533" height="823" + alt="" + title="" /> + <div class="caption"><p class="center">Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma + ricco di datteri e d'altri alberi fruttiferi.... + <span class="smcap">Cap.</span> II, <i>pag.</i> 22<br /></p> +</div></div> + +<p class="p2">Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a><br /><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span> +corrispondere all'odierna città di Lin-tching-hien; +quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou; +Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, +e giungeva al Caramera o Fiume Giallo, che +aveva già traversato nel suo corso superiore, +mentre dirigevasi verso l'Indo-China.</p> + +<p>Parlando dell'importanza di questo fiume +nella navigazione e nel commercio dell'impero, +ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che +il gran fiume di Caramera, che viene dalla +terra del Prete Gianni, è largo un miglio; +ed è molto profondo, sì che bene vi puote +andare gran nave; egli ha questo fiume bene +quindicimila navi, che tutti sono del Gran +Cane, per portare sue cose, quando fa oste +(<i>guerra</i>), all'isole del mare, che 'l mare è +presso a una giornata. E ciascuna di queste +navi vuole bene quindici marinari, e portano in<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span> +ognuna quindici cavagli cogli uomeni, co' +loro arnesi e vivande.»</p> + +<p>Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, +e si trovò nella provincia di Mangi, un tempo +distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso +da Kublai solo dal 1278.</p> + +<p>Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, +era governato da un re pacifico, che +abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. +Il testo francese dei viaggi di Marco Polo +parla di lui alquanto diffusamente nei termini, +seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo imperatore +della dinastia dei Song poteva spendere +tanto, che era un prodigio; vi racconterò +di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno +egli faceva allattare ben ventimila bambini; +dacchè è costume in quei paesi, che le povere +donne gettino via i figli appena nati, +quando non possono nutrirli. Il re li faceva +raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual +segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li +dava a nutrire in diversi luoghi, perchè manteneva +nutrici in quantità <a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a>. Quando un ricco +non aveva figli, andava dal re e si faceva dare<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span> +quanti bambini voleva, e quelli che voleva; poi +il re, quando i giovani e le fanciulle erano in +età da unirsi in matrimonio, li sposava fra +loro, e dava loro da vivere; in tal modo ogni +anno ne allevava ben ventimila tra maschi +e femmine. Se passando in qualche strada +vedeva una casa piccola fra due grandi, domandava +perchè quella casetta non era grande +come le altre, e se gli dicevano ciò essere +perchè apparteneva ad un povero, tosto la +faceva ridurre bella ed alta come le altre. +Quel re si faceva sempre servire da mille +paggi e da mille damigelle. Manteneva nel +suo regno una giustizia così severa, che non +vi si commetteva nessun delitto; durante la +notte le case del mercanti rimanevano aperte, +nè alcuno vi prendeva nulla; si poteva viaggiare +di notte come di giorno.»</p> + +<p>Entrando nella città di Mangi, Marco Polo +trovò Chygiagni, oggidì Hoai-gnan-fou, nella +provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span> +del fiume Giallo, la cui principale industria è +la fabbricazione del sale, che si cava da alcune +paludi salmastre. Ad una giornata da quella +città , seguendo una strada lastricata di belle +pietre, il viaggiatore giunse alla città di Pauchi, +oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, +Chayu o Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori +e pescatori valenti, poi a Tai-tcheou, ove +approdano navigli in gran numero; ed arrivò +finalmente a Yangui.</p> + +<p>Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, +di cui Marco Polo fu governatore durante tre +anni. È città popolatissima e molto commerciante, +ed ha non meno di due leghe di circuito. +Marco Polo partì da Yangui per diverse +esplorazioni, che gli permisero di studiare minutamente +le città del litorale e dell'interno.</p> + +<p>Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente +e giunse a Nangi (da non confondersi +colla moderna Nan-king), città posta in una +provincia fertilissima, i cui abitanti, dice il +Polo, «vivono di mercatanzie e d'arti, e hanno +seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni +cosa da vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo +il suo viaggio, visitò Saianfu, oggidì<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span> +Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu +questa l'ultima città del Mangi che resistette +alla dominazione di Kublai-Kan. L'imperatore +vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì +da ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero +potenti baliste che schiacciarono gli +assediati sotto una grandine di sassi, alcuni +dei quali pesavano fin trecento libbre.</p> + +<p>Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi +per esplorare le città del litorale. Egli rientrò +senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città +posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo +corso superiore è chiamato Kin-scia-kiang. Questa +città di Sigui (da non confondersi con quella +di cui il Polo ha parlato indietro) di cui non +sanno che congetturare i commentatori, sorge in +un punto ove il fiume è largo più d'una lega, +e riceve più di mille navigli in una volta. Da +Sigui si portò a Chiagui (la moderna Chua-tcheou), +posta nel luogo ove il canale imperiale +entra nel Yang-tse-kiang. È questa la +città che fornisce di biade la massima parte +della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) +di faccia a Chua-tcheou, ov'erano +due chiese di cristiani nestoriani; Cinghingiu<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span> +(Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città +commerciale ed industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, +grande città di sei leghe di circuito, che, +secondo la relazione esageratissima del viaggiatore +veneziano, possedeva allora non meno di +seimila ponti. Soggiornò qualche tempo a Ingiu, +città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che +credesi corrisponda alla moderna Ho-tcheu; +indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo entrò +nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa +Hang-tcheu, capitale della provincia di Tche-kiang, +che divenne sede degli imperatori quando +i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, +nel 1132, e allora essa fu chiamata King-se, +onde la Quinsay del Polo, la King-sai di Rascideddin, +e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto +alcuni arguirono significasse la <i>città del cielo</i>.</p> + +<p>Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, +ha cento miglia di circuito, ed è +traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi +all'infinito, fa di Quinsay un'altra +Venezia. Quell'antica capitale dei Song è popolosa +quasi quanto Pekino; le vie sono selciate +di pietre e mattoni: si contano, secondo Marco +Polo, «dodicimila ponti di pietra, e sotto la<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span> +maggior parte di questi ponti vi potrebbe +passare, sotto l'arco, una gran nave, e per +gli altri bene mezza nave.» In quella città +vivono i più ricchi negozianti del mondo, le +cui mogli «stanno così delicatamente come se +fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza +d'un vicerè che governa per l'imperatore più +di centoquaranta città . Vi si vedeva ancora il +palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato +da bei giardini, con laghi, fontane, e contenente +più di mille camere. Il Gran Kan ricava +da quella città e dalla provincia rendite +immense, fra cui va contato il prodotto del sale, +dello zuccaro, delle spezie e della seta, che costituiscono +la principale produzione del paese.</p> + +<p>«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e +levante, dice il Polo, è il mare Oceano, e +quine (<i>quivi</i>) è una città che ha nome Giafu, +ove ha molto buon porto, e havvi molte navi +che vengono d'India e d'altri paesi. E da questa +città al mare hae un gran fiume, onde le +navi possono venire infino alla terra.» Questa +Giafu credesi dai commentatori sia la moderna +città di Kuang-teheu o Canton, una delle<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span> +più grandi e più ricche città commerciali della +China.</p> + +<p>«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il +Veneziano, e' vae una giornata verso iscirocco, +tuttavia trovando palagi e giardini molti +belli, ove si truova tutte cose da vivere; di +capo di questa giornata si truova questa città , +c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed +è disotto a Quinsay.» Qualche commentatore +ha ravvisato nella Tapigni del Polo la moderna +Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.</p> + +<p>In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui +(Hon-tcheou), Chegui (Tchu-ki, o, secondo altri, +Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e finalmente +Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città +del reame del Quinsay.</p> + +<p>Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. +Secondo la sua relazione, gli abitanti di questa +contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi, +«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni +e bevendo il sangue, e poscia gli mangiano +tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu +(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima +città che ha ponti di pietra lunghi un +miglio; e dove «avvi galline che non hanno<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span> +penni ma peli come gatte, e tutte nere, e +fanno uove come le nostre, e sono molto +buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori +non hanno saputo trovare, ma che +si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene +non siavi veruna somiglianza di nome.</p> + +<p>Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, +capitale del regno di Cancha; nella quale i +commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale +del Fu-chian, che giace a breve distanza dal +mare, sopra un braccio del Niao-tung-chiang +(Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al +commercio delle pietre preziose, dello zucchero +e d'altre mercanzie che vengono per mare dall'India.</p> + +<p>Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque +giornate verso sud-ovest, attraversando valli e +pianure seminate di città e castelli, raggiunse +Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto +l'odierna Tsiuan-ceu, celebre porto +della China meridionale, nella provincia di Fu-chian, +detto eziandio volgarmente Tseu-tung, +che anche sotto la dominazione dei Ming era +assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e +dagli Indiani.</p> + +<p>Dopo di aver parlato dei tesori che trae il<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span> +Gran Kan da questa città , pel commercio importante +ch'ivi si esercita in spezie e prodotti +d'ogni genere dell'India, Marco Polo dice che +in questa provincia havvi una città per nome +Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale +del Fo-kien) ove si fabbricano le migliori +scodelle di porcellana del mondo, ad un prezzo +veramente tenuissimo.</p> + +<p>Il Polo rimase qualche tempo nella città di +Zarton, che i commentatori ritengono l'estremo +punto da lui visitato in questo viaggio nella +China sud-orientale.<a name="FNanchor_33_33" id="FNanchor_33_33"></a><a href="#Footnote_33_33" class="fnanchor">[33]</a></p> +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_IV" id="CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></h2> + +<blockquote> +<p class="pn">L'India.—Cipango o Zipagu (il Giappone).—Partenza dei +tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori +persiani.—Saigon.—Giava.—Condor.—Bintang.—Sumatra.—I +Nicobari.—Ceylan.—La costa di Coromandel.—La +costa di Malabar.—Il mar d'Oman.—L'isola +di Gocotora.—Madagascar.—Zanzibar e la costa +africana.—L'Abissinia.—Aden.—Schehr.—Dafur.—Kalhat.—Hormuz.—Il +Golfo Persico.—Ritorno a +Venezia.—Una festa in casa Polo.—Marco Polo prigioniero +dei Genovesi.—Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.—Suoi +discendenti.—Ricordi della famiglia Polo.</p></blockquote> + +<p class="pn">Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, +ritornò senza dubbio alla corte di +Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie +missioni, che gli furono agevolate e dalla sua +conoscenza della lingua mongolla, della turca, +della cinese e della mantchou. Pare ch'egli +facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle<span class="pagenumr"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span> +isole dell'India, ed al suo ritorno stese un rapporto +particolareggiato sulla navigazione di +quei mari ancora poco conosciuti.</p> + +<p>«Sappiate, dice egli, che nell'India sono +molte navi, ch'elle sono d'un legno chiamato +abete e di sapino; elle hanno una coverta +e in su questa coverta hae bene 40 camere, +ove in ciascuna puote istare un mercatante +agiatamente; e hanno un timone e quattro +alberi, e molte vi giungono due alberi che +si levano e pongono. Queste navi vogliono +bene duecento marinai; ma elle sono tali che +portano bene cinquemila isporte di pepe, e +di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a +ciascuno remo vogliono essere quattro marinai, +e hanno queste navi tali barche, che +porta l'una bene mille isporte di pepe. E sì +vi dico che questa barca mena bene quaranta +marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano +tirare la gran nave; ancora mena la +nave dieci battelli per prendere pesci.» La +relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate +ed interessanti sull'isola di Cipango, +nome applicato al gruppo d'isole che compongono +il Giappone, ch'era allora un paese rinomato<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span> +per le sue ricchezze.<a name="FNanchor_34_34" id="FNanchor_34_34"></a><a href="#Footnote_34_34" class="fnanchor">[34]</a> «Zipagu, dice il +nostro esploratore, è un'isola in levante, +ch'è nell'alto mare millecinquecento miglia. +L'isola è molto grande, le genti sono bianche, +di bella maniera e belle, e sono idolatri, +e non obbediscono ad alcuno. Qui si trova +l'oro, però n'hanno assai; niuno uomo non +vi va, e niuno mercante non leva di questo +oro; perciò n'hanno eglino cotanto. Il palagio +del signore dell'isola è molto grande, ed +è coperto d'oro, come si cuoprono di qua le +chiese di piombo; e tutto lo spazzo delle camere +è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due +dita, e tutte le finestre e mura e ogni cosa +e anche le sale sono coperte d'oro; e non si +potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle +assai, e sono rosse e tonde e grosse, e sono +più care che le bianche; ancora v'ha molte +pietre preziose, e non si potrebbe contare la +ricchezza di questa isola.»</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span></p> +<p>La fama delle ricchezze del Giappone era +giunta sino in China, ed aveva risvegliata la +cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, +pochi anni prima della venuta di Marco Polo +alla corte tartara, aveva tentato d'impadronirsi +di quell'isola. La sua flotta, comandata +da due baroni, approdò felicemente a Cipango, +s'impadronì d'una cittadella, i cui difensori +furono passati a fil di spada; ma una tempesta +disperse le navi tartare, e la spedizione non +ebbe risultato. I due baroni che avevano condotta +quella sciagurata impresa vennero, d'ordine +dell'imperatore, decapitati. Marco Polo +racconta circostanziatamente questo tentativo, +e cita varî particolari intorno ai costumi dei +Giapponesi.</p> + +<p>«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno +di questa isola prende alcuno uomo, che +non si possa ricomperare, convita suoi parenti +e i suoi compagni, e fallo cuocere, e +dà llo mangiare a costoro, e dicono ch'è la migliore +carne che si mangi.»</p> + +<p>Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò +la China, i Giapponesi sarebbero stati antropofaghi, +come lo sono ancora oggidì gl'indigeni +di molte isole dell'oceano Pacifico.</p> + +<p>Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span> +Niccolò, trovavansi da ben diciassette anni +al servizio dell'imperatore, senza contare gli +anni spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. +Avevano vivo desiderio di rivedere la patria; +ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, +e ne apprezzava i meriti, non sapeva risolversi +a lasciarli partire. Tutto tentò egli per vincere +la loro risoluzione, ed offerse loro immense +ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. +I tre Veneziani persistettero nel disegno +di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò +loro assolutamente la licenza di partire. +Marco Polo non sapeva come deludere la vigilanza +dell'imperatore, quando un avvenimento +mutò la determinazione di Kublai-Kan.</p> + +<p>Un principe mongollo, Arghum, che regnava +in Persia, avea mandato un'ambasciata all'imperatore +per chiedergli in matrimonio una principessa +del sangue reale. Kublai-Kan accordò +al principe Arghum la mano di sua figlia Cogatra, +e la fece partire accompagnata d'un seguito +numeroso.</p> + +<p>Ma le contrade che la scorta volle traversare +per recarsi in Persia non erano sicure;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[Pg 90]</a></span> +turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, +e la carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, +alla residenza di Kublai-Kan. Allora gli ambasciatori +persiani, avendo sentito parlare di +Marco Polo come d'un valente navigatore che +aveva conoscenza del mare Indiano, supplicarono +l'imperatore di confidare a lui la principessa +Cogatra, affinchè la conducesse al suo +fidanzato, traversando quei mari meno pericolosi +del continente.</p> + +<p>Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà , a quella +domanda. Egli fece allestire una flotta di quattordici +navi a quattro alberi, ed approvigionolla +per un viaggio di due anni. Qualcuna di +quelle navi contava persino duecentocinquanta +uomini di equipaggio. Come si vede, era una +spedizione importante, e degna dell'opulento +sovrano dell'impero chinese.</p> + +<p>Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono +colla principessa Cogatra e cogli ambasciatori +persiani. Fu in quel tragitto, che durò non +meno di diciotto mesi, che Marco Polo visitò +le isole della Sonda e dell'India, di cui fa una +descrizione tanto completa? Noi possiam fino +ad un certo punto ammetterlo, sopratutto per<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span> +quanto riguarda Ceylan ed il litorale della penisola +indiana. Lo seguiremo quindi durante la +sua navigazione, e riferiremo le descrizioni +ch'egli dà di quei paesi, fino allora imperfettamente +conosciuti.</p> + +<p>Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata +da Marco Polo lasciò il porto di Zaiton, +ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio +traverso le provincie meridionali della Cina. +Da questo punto, egli si diresse direttamente +verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale +tutti i commentatori s'accordano nel ravvisare +Tsiampa o Bintuan, provincia della Cocincina +meridionale.<a name="FNanchor_35_35" id="FNanchor_35_35"></a><a href="#Footnote_35_35" class="fnanchor">[35]</a> Il viaggiatore veneziano aveva +già visitato quella provincia, probabilmente +verso l'anno 1280, durante una missione di cui +l'imperatore l'aveva incaricato.</p> + +<p>«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo +si parte del porto di Zaiton e navica verso +ponente, e alcuna verso gorbi (<i>garbino</i>, ossia +<i>libeccio</i>) milleduecento miglia, sì si trova una +contrada c'ha nome Ciamba, ch'è molto ricca +<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span>terra e grande, e hanno re per loro; e sono +idoli (<i>idolatri</i>); e fanno trebuto al Gran Cane +ciascuno anno 20 leofanti, e non gli dà nno +altro, li più belli, che vi si possono trovare, +che n'hanno assai. E questo fece conquistare +il Gran Cane negli anni Domini 1278.»</p> + +<p>Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima +della conquista, il re che lo governava aveva +non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui +centocinquanta atti a portare le armi. In quel +regno non si usava maritare niuna bella pulzella +senza il consenso del re, il quale poteva +disporne a suo talento.</p> + +<p>Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta +si diresse verso l'isoletta di Condor; ma prima +di descriverla, Marco Polo cita la grande isola +di Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai +potuto impadronirsi, «per lo pericolo del navicare +e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede +grandi ricchezze e produce in abbondanza +pepe, noci moscate, garofano ed altre droghe +preziose. Qualche commentatore ha creduto che +sotto il nome di <i>Java</i> intendesse il Polo di +parlare di Borneo, a cui gl'indigeni dà nno +infatti il nome di <i>Jana Java</i> (paese di Giava)<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span> +e <i>Nusa Java</i> (isola di Giava). E quì giova rammentare +ai nostri lettori che il Polo non visitò +questi luoghi, ma ne parla «per quello che +seppe dalla bocca di uomini degni di fede» +secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto +sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a +quanto sembra, le isole di Pulo Condor nel mare +della China, ove vide oro in abbondanza, Marco +Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia +l'isola di Buitang, posta vicino all'entrata orientale +dello stretto di Malacca, e presso l'isola +di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.</p> + +<p>«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì +che la tramontana (<i>l'Orsa</i>) non si vede nè +poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola +hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e +ciascuno di questi reami ha lingua per sè. +Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte +care ispezierie.» Sumatra è infatti una delle +più fertili isole del gruppo, ove l'aloè vi cresce +meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici +e rinoceronti, che Marco Polo chiama +<i>unicorni</i>, e scimmie che vanno a frotte numerose. +La flotta fu trattenuta cinque mesi +presso quella costa, in causa del cattivo tempo,<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span> +ed il viaggiatore ne approfittò per visitare le +principali provincie dell'isola, come Ferbet +(Tandjong Perlak), i cui abitanti delle montagne +sono feroci ed antropofaghi; Basma, che secondo +alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo +altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; +Samarcha, che secondo l'opinione +del Murray corrisponderebbe all'odierno porto +di Samangca, i cui abitanti, dice il Veneziano, +«hanno alberi, che tagliano gli rami e quelli +gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; +ed empiesene tra dì e notte un gran coppo +che sta appiccato al troncone, ed è molto +buono.» È questo il tanto rinomato liquore +della palma, che fornisce un vino che in poche +ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le +noci di cocco sono quivi abbondantissime. Marco +Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu (probabilmente +l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti +sono antropofaghi; di Lambri (Nalabu, +sulla costa occidentale dell'isola) ove sono moltissimi +uomini colla coda (scimmie senza dubbio), +e Fransur, cioè l'isola di Pauchor, ove +cresce il <i>cicade</i>, da cui si trae una farina buona +per pane, che noi chiamiamo <i>sagù</i>. Finalmente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span> +i venti permisero alle navi di lasciare la Piccola +Giava; dopo aver toccato l'isola di Necaran, +che dev'essere una delle Nicobari, ed il +gruppo delle Andaman, i cui abitanti sono ancora +antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, +la flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò +a prender terra alle coste di Ceylan. «Quest'isola, +dice la relazione, anticamente fu via +maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento +alla tramontana vien sì forte, che una gran +parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa +tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di +Ceylan. «E sappiate, continua il Polo, che in +questa isola nascono i buoni e nobili rubini, +e non nascono in niuno luogo del mondo piue, +e quì nascono zaffiri e topazi e amatisti, e +alcune altre pietre preziose. E si vi dico che +il re di quest'isola, che si chiama Sedemay, +hae il piue bello rubino del mondo, e che mai +fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo +presso che un palmo, ed è grosso bene altrettanto, +come sia un braccio di uomo, egli è +piue ispredente (<i>splendente</i>) cosa del mondo, +egli non ha niuna tacca, egli è vermiglio +come fuoco, ed è di sì gran valuta che non<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span> +si potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò +per questo rubino, e gliene voleva dare la +valuta d'una buona città , ed egli disse che +nol darebbe per cosa del mondo, però ch'egli +fue degli suoi antichi.»</p> + +<p>A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti +trovarono la gran provincia di Maabar, +che non bisogna confondere col Malabar, posto +sulla costa occidentale della penisola indiana, +come erroneamente è scritto nel codice Ramusiano. +Questo Maabar forma il sud della costa +di Coromandel, molto stimata per le sue peschiere +di perle. Ivi sono certi incantatori che +rendono i mostri marini innocui ai pescatori, +specie d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino +ai tempi moderni. Qui Marco Polo dà interessanti +particolari sui costumi degli indigeni; +sulla morte dei re del paese, in onore dei quali +i signori si gettano nel fuoco; sui suicidî religiosi, +che sono frequenti; sul sacrificio delle +vedove, che il rogo reclama dopo la morte dei +mariti; sulle abluzioni biquotidiane, di cui la +religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli +indigeni a diventare buoni fisonomisti; sulla +loro fiducia nelle arti degli astrologhi ed indovini.</p> + +<p>Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span> +costa del Coromandel, Marco Polo si diresse al +nord sino al reame di Muftili, che corrisponde +al territorio su cui giace la moderna città di +Masulipatam, che formò parte una volta del regno +di Telingana, di cui era capitale Golconda, +famosa per le sue miniere di diamante.</p> + +<p>«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina +molto savia, che rimase vedova bene quarant'anni, +e voleva sì gran bene al suo signore, +che giammai non volle prendere altro marito; +e costei hae tenuto questo regno in +grande istato, ed era più amata che mai fosse +o re o reina. Ora in questo reame si truova +diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae +grandi montagne, e quando piove, l'acqua +viene rovinando giuso per queste montagne; +e gli uomeni vanno cercando per la via ove +l'acqua è ita, e trovane assai di diamanti; +e la state che non vi piove si se ne trova su +per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande +caldo che a pena vi si puote sofferire. E su +per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi, +che gli uomeni vivono a grande dottanza (<i>timore</i>), +e sono molto velenosi, e non sono arditi<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span> +d'andare presso alle loro caverne di +quelli serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli +diamanti per un altro modo, ch'egli hanno +sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi +puote andare; ed egli vi gettano entro pezzi +di carne, e gittanla in questi fossati di che +la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi +nella carne. E in su queste montagne +istanno aguglie (<i>aquile</i>) bianche che stanno +tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono +questa carne in questi fossati, elle si vanno +colà giuso, e reconla in sulla riva di questi +fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, +e l'aguglie fuggono, e gli uomeni truovano +in questa carne questi diamanti; ed ancora +ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano +di questi diamanti colla carne insieme, +e gli uomeni vanno la mattina al nidio dell'aguglia, +e trovano coll'uscita (<i>escrementi</i>) +loro di questi diamanti. So che così si truovano +i diamanti per questi modi, nè in luogo +del mondo non se ne truova di questi diamanti +se non in questo reame. E non crediate +che gli buoni diamanti si rechino di qua tra +gli cristiani; anzi si portano al Gran Cane,<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span> +ed agli altri re e baroni di quelle contrade +che hanno lo gran tesoro.»</p> + +<p>Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, +situata ad alcune miglia al sud di Madras, +e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni) +degli Indiani, San Tomé degli Europei, +Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso degli antichi +viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di +S. Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno +di Masbar, e più particolarmente la provincia +di Lar, da cui sono originari tutti i «Bregomani» +del mondo (probabilmente i Bramani). +Quegli uomini, secondo la relazione, vivono +vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza; +alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta +o dugento anni, non mangiando che +riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo +ed argento vivo. I Bregomani sono destri mercanti, +superstiziosi però, ma lealissimi; non +rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano +il bue, che tengono in conto d'animale +sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per un filo +di bambagia ch'egli portano sotto la spalla +diritta, sì che gli viene il filo a traverso il +petto e le ispalle.»</p> + +<p>Da quel punto della costa la flotta ritornò a<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span> +Ceylan, ove nel 1284 Kublai-Kan aveva spedito +un'ambasceria, che gli riportò le credute +reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due +denti mascellari; giacchè, stando alle tradizioni +dei Saracini, la tomba del nostro primo padre +sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata +che forma il punto più culminante dell'isola, +e che chiamasi appunto per ciò il Picco +di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, +Marco Polo andò a Cail, porto che pare sia +scomparso dalle carte moderne, dove approdavano +allora tutte le navi che venivano da Hormuz +Kis, Aden e dalle coste dell'Arabia. Di là , girando +il capo Comorino, all'estremità della +penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, +che al secolo XIII era una città molto +commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti +sono tutti neri, maschi e femmine, e +vanno tutti ignudi.» Ivi si raccoglie particolarmente +il legno di sandalo, ed i mercanti +del Levante e del Ponente vi accorrono a negoziare +in gran numero. Il paese del Malabar +è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco +Polo chiama «leoni tutti neri», pappagalli di<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span> +varie specie, e pavoni assai più belli e più +grossi dei loro congeneri d'Europa.</p> + +<p>La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord +la costa del Malabar, e giunse sulle sponde del +reame di Ely, che sembra corrispondere a Mangalore, +nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice +il Veneziano, nasce pepe, giengiavo (<i>ginepro</i>) +e molte altre ispezierie.»</p> + +<p>Al nord di quel regno stendevasi quella contrada +che il viaggiatore veneziano chiama Melibar, +e che è situata al nord del Malabar propriamente +detto. Le navi dei negozianti del +Mangi venivano spesso a trafficare cogli indigeni +di questa parte dell'India, che loro fornivano +carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi +ed altre mercanzie di gran valore; ma i +loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati +dai pirati della costa, che avevano fama di +terribili uomini di mare. Quei pirati abitavano +più particolarmente la penisola di Gohurat, +oggi Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si +diresse dopo aver veduto Tanat, contrada ove +si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città +che fa gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero +Sumenat, città della penisola, i cui abitanti<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span> +sono idolatri, crudeli e feroci, e poi Kesmacoram, +probabilmente l'attuale Kedge, ultima +città delle Indie tra occidente e settentrione, +Marco Polo, in luogo di risalire verso la Persia, +ove l'attendeva il fidanzato della principessa +tartara, s'inoltrò verso occidente, traverso +il vasto mare d'Oman.</p> + +<p>La sua insaziabile passione d'esploratore lo +trascinò così per cinquecento miglia sino alle +rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle isole +Maschio e Femmina, così chiamate perchè una +è unicamente abitata da uomini, l'altra da +donne, che vengono visitate da quelli durante +i mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, +dice il nostro esploratore, sono cristiani +battezzati e non hanno signore, salvo che +hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di +Scara.» Lasciate quelle isolette, la flotta fece +vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è veramente +Socotora, l'antica <i>Dioscorides Insula</i> +dei Greci, ch'è posta all'ingresso del golfo d'Aden, +e di cui Marco Polo riconobbe diverse parti. +Egli parla degli abitanti di Socotora come di +abili incantatori, che con le loro arti ottengono +quanto vogliono e comandano agli uragani ed<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span> +alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio +in miglio verso il sud, spinse la sua flotta +sino alle coste del Madagascar.</p> + +<p>Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar +è una delle più grandi e più nobili isole +del mondo, d'un circuito di ben quattromila +miglia. Gli abitanti sono per la maggior parte +maomettani, e vivono sotto la signoria di dodici +governatori. Sono molto dediti al commercio, +e particolarmente al traffico dei denti +di elefanti e dell'ambra. Si nutrono specialmente +di carne di cammello, che è migliore e +più sana di qualsiasi altra. I negozianti che +vengono dalle coste dell'India non impiegano +più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; +ma nel ritorno ci spendono non meno di tre +mesi, in causa delle correnti contrarie che tendono +sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, +frequentano quell'isola perchè fornisce +loro il legno di sandalo, di cui sonvi intere foreste, +e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi +d'oro e di seta, con grande guadagno e profitto. +Secondo Marco Polo, non mancano in quel +reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, +orsi, cervi, cinghiali, giraffe, asini selvaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span> +caprioli, daini, bestie da pascolo vi si incontrano +a mandre numerose; ma ciò che gli parve +meraviglioso fu l'uccello grifone, ossia il <i>roc</i>, +di cui si parla tanto nelle <i>Mille ed una notte</i>. +«Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' +si dice di qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, +ma sono fatti come aguglie (<i>aquile</i>) e sono +capaci di sollevare un elefante negli artigli.» +Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'<i>epyornis +maximus</i>, di cui si trovano ancora delle +uova al Madagascar.</p> + +<p>Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il +nord-ovest, venne a riconoscere Zanzibar e la +costa africana, ch'egli prese per un'isola. Gli +abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti +e capaci di portare il carico di quattro uomini, +«e questo non è maraviglia, chè mangia l'uno +bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano +negri e camminavano nudi; avevano la bocca +grande, il naso «rabbuffato in suso,» le labbra +e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che +s'adatta ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. +Quegli Africani vivono di riso, latte, +carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, +zuccaro e droghe. Sono valenti guerrieri, nè<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span> +temono la morte; combattono sopra cammelli +o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e +di lancie, ed eccitano le loro cavalcature inebbriandole +di bevande spiritose. «Qui, soggiunge +il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze +femmine del mondo, ch'elle hanno la bocca +grande, e il naso grosso e corto, e le mani +grosse quattro cotanti che l'altre.»</p> + +<p>Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione +del Charton, i paesi compresi sotto la +denominazione d'India si dividevano in tre +parti: l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto +il paese posto fra il Gange e l'Indo; l'India +Minore, cioè la contrada al di là del Gange, +dalla costa occidentale della penisola fino alla +costa della Cocincina; finalmente l'India Media, +cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al +golfo Persico.</p> + +<p>Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse +verso quest'India Media, ch'egli chiama Nabasce +(<i>Abissinia</i>), risalendo verso il nord ed esplorando +il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, +dice il nostro viaggiatore, è una grandissima +provincia; e sappiate che 'l maggiore +re di questa provincia si è cristiano, e tutti<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span> +gli altri re della provincia sono sottoposti a lui, +i quali sono sei re, tre cristiani e tre saracini. Il +re maggiore dimora nel mezzo della provincia, +e i saracini dimorano verso Edenti (<i>Aden</i>), +nella quale contrada messer San Tomaso convertì +molta gente, poscia se ne partÃo, e andonne +a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando +della vita degli abitanti e della fauna del paese, +dice che «la vita loro si è riso e carne, e hanno +leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono +d'altri paesi. Nasconvi molte giraffe e +molte altre bestie, e hanno molte bellissime +galline, e sì hanno istruzzoli (<i>struzzi</i>) grandi +come asini, o poco meno; e sì hanno molte +altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe +troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni +si hanno assai, e si hanno pappagalli bellissimi +e di più fatte, e si hanno gatti mamoni +e iscimmie assai.»</p> + +<p>Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta +toccò Edenti, la moderna Aden, vicino all'imboccatura +del Mar Rosso. Aden era a quel tempo +una città importantissima pel traffico dell'Oriente, +e nel suo porto convenivano tutti i navigli +che commerciavano coll'India e colla China.<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span> +La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr +nell'Hadzamauth, sulla costa meridionale dell'Arabia), +«grande città , dice il Veneziano, la +quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un +porto eccellente, al quale cà pitano molte navi, +le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;» +Dufar (Dafur, sulla costa arabica +meridionale), che produce un incenso di prima +qualità ; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica +orientale), «città posta sulla bocca del golfo di +Chalatu, sì che veruna nave vi può passare +nè usare senza la volontà di questa città ;» +e per ultimo Curmaso (Hormuz), che Marco Polo +aveva già visitata, quando da Venezia si recò +alla corte del re tartaro.</p> + +<p>È a quel porto del golfo Persico che terminò +la traversata della flotta allestita dall'imperatore +mongollo. La principessa era finalmente +giunta ai confini della Persia, dopo una navigazione +che aveva durato non meno di diciotto +mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo +fidanzato, era morto, ed il regno era straziato +dalla guerra civile. La principessa fu dunque +consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, +che salì al trono nel 1295, dopo che l'usurpatore,<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span> +fratello d'Arghum, fu strangolato. +Non si sa che avvenisse della principessa; ma +prima di separarsi da Marco, Matteo e Niccolò +Polo, ella lasciò loro segni dell'alto favore in +cui li teneva.</p> + +<p>Fu probabilmente durante il suo soggiorno +in Persia che Marco Polo raccolse documenti +interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti +staccati ch'egli dà al termine della sua +relazione, vera storia dei kan mongolli della +Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano +terminati. Preso commiato dalla principessa +tartara, i tre Veneziani, bene scortati, presero +la via di terra per tornare in patria. Si recarono +a Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli +a Negroponte, ed ivi s'imbarcarono +per Venezia.</p> + +<p>Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne +partito, che Marco Polo rientrò nella sua città +natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole, +vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo +conservato nei loro modi e nel linguaggio le +abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto veneto, +non furono neppure riconosciuti dai loro +più prossimi parenti. Inoltre, da gran tempo era<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span> +corsa voce della loro morte, e non si sperava +più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel +quartiere di San Giovanni Grisostomo, e la trovarono +occupata da varî individui della famiglia +Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza, +giustificata certo dalla loro deplorabile +apparenza, e prestarono poca fede al racconto, +alquanto straordinario infatti, che fece loro +Marco Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li +ammisero in quella casa, di cui erano veramente +i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò, +Matteo e Marco, volendo distruggere il +più piccolo dubbio circa la loro identità , diedero +a tutti i loro parenti uno splendido convito. +E quì lasceremo la parola al Veneziano +Ramusio, che dice d'averlo saputo per tradizione:</p> + +<p>«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, +il quale volsero che fosse preparato onoratissimo +con molta magnificenza, nella detta +sua casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, +uscirono fuori di camera tutti tre vestiti di raso +cremosino in vesti lunghe fino in terra, come +solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, +e data l'acqua alle mani e fatto seder gli altri,<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span> +spogliatesi le dette vesti, se ne misero altre di +damasco cremosino, e le prime di suo ordine +furono tagliate in pezzi e divise fra li servitori. +Da poi mangiate alcune vivande, tornarono di +nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti +di nuovo a tavola, le vesti seconde furono divise +fra li servitori, ed in fine del convito il +simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi +rivestiti nell'abito de' panni consueti che usavano +tutti gli altri.</p> + +<p>«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar +come attoniti tutti gl'invitati; ma tolti via li +mantelli, e fatti andar fuori della sala tutti i +servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi +dalla tavola, andò in una delle camere, e +portò fuori le tre vesti di panno grosso consumate, +con le quali erano venuti a casa, e +quivi con alcuni coltelli taglienti cominciarono +a discucir alcuni orli e cuciture doppie, e cavar +fuori gioje preziosissime in gran quantità , cioè +rubini, zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che +in cadauna di dette vesti erano stati cuciti con +molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si +averia potuto imaginare che ivi fussero state. +Perchè al partir del Gran Kan tutte le ricchezze<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span> +ch'egli aveva loro donate cambiarono in +tanti rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo +certo che s'altrimente avessero fatto per sì +lungo, difficile ed estremo cammino, non saria +mai stato possibile che seco avessero potuto +portare tanto oro.</p> + +<p>«Or questa dimostrazione di così grande ed +infinito tesoro di gioje e pietre preziose che +furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo +gli astanti di così fatta maraviglia, che restarono +come stupidi e fuori di sè stessi, e conobbero +veramente ch'erano quegli onorati e valorosi +gentil'uomini da Ca' Polo di che prima +dubitavano, e fecero loro grandissimo onore e +riverenzia.</p> + +<p>«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, +subito tutta la città , sì de' nobili che de' populari, +corse a casa loro ad abbracciargli e fare +tutte quelle maggiori carezze e dimostrazioni +d'amorevolezza e riverenzia che si potessero +immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio, +onorarono d'un magistrato che nella città +in que' tempi era di molta autorità ; e tutta la +gioventù ogni giorno andava continuamente a +visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span> +e graziosissimo, e gli domandavano delle cose +del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con +tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano +in un certo modo obligati. E perchè nel +continuo raccontare ch'egli faceva più e più +volte della grandezza del Gran Kan, dicendo +l'entrate di quello essere da 10 in 15 milioni +d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli +paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono +Messer Marco Milioni, che così ancora ne' libri +pubblici di questa repubblica, dove si fa menzion +di lui, ho veduto notato; e la corte della sua +casa a San Giovan Grisostomo, da quel tempo +in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte +dei Milioni.»</p> + +<p>E per questo, anche il libro de' suoi viaggi +ebbe l'appellativo di <i>Milione</i>, <i>Liber Milionis</i>, +come leggesi nel Codice Ambrosiano.</p> + +<p>Un uomo celebre come Marco Polo non poteva +certamente sfuggire agli onori civili; ed infatti +si vide chiamato alle prime magistrature di +Venezia.</p> + +<p>Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò +una guerra tra Venezia e Genova. Una flotta +genovese, comandata da Lampa Doria, solcava<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span> +l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio +veneziano, Andrea Dandolo, armò tosto +una flotta superiore in numero alla genovese, +ed affidò il comando d'una galera a Marco Polo, +che, a ragione, era in fama di valentissimo +navigatore.</p> + +<p>Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 +settembre 1296, i Veneziani furono battuti, e +Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere +dei Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando +il valore del loro prigioniero, lo +trattarono con molti riguardi. Fu condotto a +Genova, ove le primarie famiglie, avide di +ascoltare la sua storia, gli fecero le più graziose +accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano +d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si +stancò di raccontare, ed avendo fatto nel 1298, +durante la sua cattività , la conoscenza del Pisano +Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi +viaggi.</p> + +<p>Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, +Marco Polo prese in moglie una Donata, e n'ebbe +tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. Suo +padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto +seppellire nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo.<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span> +Nell'anno 1323, a lui settantaduesimo, +Marco fece il suo testamento; e sebbene resti +ignoto (dice il Ramusio) l'anno della morte, +può congetturarsi che non fosse di molto posteriore. +Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.</p> + +<p>Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le +cui relazioni ebbero molta influenza sul progresso +delle scienze geografiche; e dovevano +un secolo dopo schiudere a Colombo la via al +Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo grado +il genio d'osservazione; sapeva vedere, come +sapeva narrare; e le scoperte, le esplorazioni +posteriori, non fecero che confermare la veracità +del suo racconto. Sino alla metà del secolo +XVIII i documenti tratti dalla relazione +di Marco Polo servirono di base agli studî +geografici, come alle spedizioni commerciali +fatte nella Cina, nell'India e nel centro dell'Asia.</p> + +<hr class="tb" /> + +<p>La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco +Polo, castellano a Verona, essendo rimasta +erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span> +di Zuanne Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo +Trevisan; dalla quale discendenza nacque Marcantonio +Trevisan.</p> + +<p>Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò +la memoria dell'illustre viaggiatore con una +statua di pietra d'Istria di poco maggiore del +naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo +Morosini a Santo Stefano. Più tardi, la modesta +carità dell'abate Zenier segnò d'una lapide +la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di +fianco alla chiesa di San Grisostomo. Nella corte +attigua si vede ancora una porta, il cui arco, +di forma decisamente orientale, è adorno di +leggiadre sculture, ed una parte dell'antica +cornice non meno ornata ed elegante. La corte +portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico +nome di «<i>Corte del Milione</i>.»</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a><br /><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span></p> + +<h2><a name="APPENDICE" id="APPENDICE">APPENDICE</a></h2> + +<blockquote><p class="center pn"><i>Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice +Magliabeccano alcuni documenti interessanti +risguardanti la storia della Gran Turchia, +che, come già abbiamo detto a pag. 110, vennero +raccolti da Marco Polo durante il suo +soggiorno in Persia.</i></p></blockquote> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="I" id="I">I.</a><br /> +Della Gran Turchia.</h3> + +<p class="pn">Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo +quale è nipote del Gran Cane, che fu figliolo +d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, +valentri uomeni d'arme, perchè sempre istanno +in guerra e in brighe. Questa Gran Turchia è +verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso,<span class="pagenumr"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span> +e passa per lo fiume di Geon, e dura di +verso tramontana insino alle terre del Gran +Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo +Chaidu e lo Gran Cane sì ha grandissima +guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte +delle terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran +Cane vuole che lo seguiti, sì come fanno gli +altri che tengono terra da lui: questi nol vuol +fare, perchè non si fida, e perciò sono istate +tra loro molte battaglie. E si fa questo re Chaidu +bene <span class="smcap">C</span> mila cavalieri; e più volte hae isconfitto +i baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò +che questo re Chaidu è molto prode dell'arme, +egli, e sua gente. Or sappiate, che questo +re Chaidu avea una sua figliuola, la quale +era chiamata in tartaresco Aigiarne, cioè viene +a dire in latino, lucente luna. Questa donzella +era sì forte, che non si trovava persona che +vincere la potesse di veruna prova; lo re suo +padre si la volle maritare: quella disse, che +mai non si mariterebbe s'ella non trovasse un +gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra +pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse +maritare a sua volontà . Quando la donzella +ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;<span class="pagenumr"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span> +e allora mandò per tutte le contrade, che, +se alcuno gentile uomo fosse, che si volesse +provare colla figliuola del re Caidu, si andasse +a sua corte, sappiendo, che qual fosse quegli +che la vincesse, ella il torrebbe per suo marito. +Quando la novella fu saputa per ogni parte +eccoti venire molti gentili uomeni alla corte +del re; or fu ordinata la pruova in questo +modo. Nella mastra sala del palagio si era lo +re e la reina con molti cavalieri e con molte +donne e donzelle: ed ecco venire la donzella +tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta +acconcia. La donzella era molto bella e ben +fatta di tutte bellezze. Or conveniva che si levasse +il donzello, che si voleva provare con +lei, a questi patti com'io vi dirò: che se 'l +donzello vincesse la donzella, ella lo dovea +prendere per suo marito, ed egli dovea avere +lei per sua moglie; e se cosa fosse che la donzella +vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo +desse a lei <span class="smcap">C</span> cavalli; e in questo modo avea +la donzella guadagnati bene <span class="smcap">X</span> mila cavagli. E +sappiate che questo non era maraviglia, che +questa donzella era sì ben fatta e sì informata, +ch'ella pareva pure una gigantessa. Eravi venuto<span class="pagenumr"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span> +un donzello, lo quale era figliuolo del re +di Pumar per provarsi con questa donzella; e +menò seco molta bella e nobile compagnia, +e si menò <span class="smcap">M</span> cavagli per mettere alla pruova: +ma 'l cuore li stava molto franco di vincere, +di ciò gli pareva essere troppo bene sicuro: e +questo fu nel <span class="smcap">MCCLXXX</span> anni. Quando il re Caidu +vidde venire questo donzello, sì ne fu molto +allegro, e molto disiderava nel suo cuore che +questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era +bel giovane e figliuolo di un gran re: e allora +si fece pregare la figliuola che si lasciasse vincere +a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, +padre, che per veruna cosa del mondo non farei +altro che diritto e ragione. Or eccoti la +donzella entrata nella sala alla pruova, tutta +la gente che stava a vedere, pregavano che +desse a perdere alla donzella, acciò che così +bella coppia fossero accompagnati insieme. E +sappiate che questo donzello era forte e prode, +e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che si +potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme +il donzello e la donzella alle prese, e furonsi +presi insieme alle braccia, e feciono una +molto bella incominciata, ma poco durò, che<span class="pagenumr"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span> +convenne pure che il donzello perdesse la prova. +Allora si levò in sulla sala il maggior duolo +del mondo, perchè il donzello avea così perduto, +ch'era uno de' piue belli uomeni che vi +fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; +e allotta ebbe la donzella questi <span class="smcap">M</span> cavalli, e 'l +donzello si partÃo, ed andossene in sua contrada +molto vergognoso. E voglio che voi sappiate +che lo re Caidu menò questa sua figliola +in più battaglie, e quando ella era alla battaglia, +ella si gittava tra' nemici sì fieramente, +che non era cavaliere sie ardito nè si forte +ch'ella nol prendesse per forza, e menavalo +via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo +di questa materia, e udirete d'una battaglia +che fu tra lo re Caidu ed Argo figliuolo +dello re Abagha signore del Levante.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="II" id="II">II.</a><br /> +D'una battaglia.</h3> + +<p class="pn">Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, +si tiene molte terre e molte provincie, e<span class="pagenumr"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span> +confina le terre sue con quelle del re Caidu, +cioè, dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi +chiamiamo l'Albero Secco. Lo re Abaga, per +cagione che lo re Caidu non facesse danno alle +terre sue, si mandò il suo figliuolo Argo con +grande gente a cavallo e a piede nelle contrade +dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, +perchè guardasse quelle terre che sono alli +confini. Ora avenne che lo re Caidu si mandò +un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo +quale avea nome Barac, con molta gente, per +fare danno alle terre, ove questo Argo era. +Quando Argo seppe che costoro venivano, fece +asembiare sua gente, e venne incontro a nemici. +Quando furono asembiati l'una parte e +l'altra, e gli istormenti cominciarono a sonare +dall'una parte e dall'altra, allora fu cominciata +la più crudele battaglia, che mai fosse veduta +al mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente +non poterono durare; sì che Argo gli sconfisse, +e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo +cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu +preso, e com'egli signoreggiò poscia, dopo la +morte del suo padre.</p> + +<p>Quando Argo ebbe vinta questa battaglia,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span> +vennegli novelle come lo padre era passato di +questa vita. Quand'egli intese questa novella, +funne molto cruccioso, e mossesi per venire a +pigliare la signoria; ma egli era di lungi bene +<span class="smcap">XL</span> giornate. Ora avenne che il fratello che fu +d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto +saracino, si vi giunse prima che giugnesse Argo, +e incontanente entrò in sulla signoria, e +riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo +tesoro, che a pena si potrebbe credere: +e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri +della terra, che costoro dissoro che mai +non volevano altro signore. Questo soldano faceva +a tutta gente appiacere e onore. Ora quando +il soldano seppe che Argo veniva con molta +gente, sì si apparecchiò con tutta sua gente e +fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa +gente per amore del soldano andavano +molto volentieri contro ad Argo, per pigliarlo +e per ucciderlo a tutto loro podere.</p> + +<p>Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, +sì si missono e andarono incontro ad Argo, +e quando fu presso a lui sì si attendò in un +molto bel piano, e disse alla sua gente: signori, +e' ci conviene essere prodi uomeni, però che<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span> +noi difendiamo la ragione, chè questo regno +fu del mio padre, il mio fratello Abagha si lo +ha tenuto, quanto a tutta sua vita, ed io si +doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si +gliele lasciai. Ora da ch'egli è morto, si è ragione +ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, ch'io +non voglio altro che l'onore della signoria, e +vostro sia tutto il frutto. Questo soldano avea +bene <span class="smcap">XL</span> mila cavalieri e grande quantità di +pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che +andrebbono con lui insino alla morte.</p> + +<p>Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato +apresso di lui, ebbe sua gente, e disse +così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete +bene che 'l mio padre insino ch'egli vivette +egli vi tenne tutti per fratelli e per figliuoli, +e sapete bene come voi e vostri padri +siete istati con lui in molte battaglie, e a conquistare +molte terre; e sì sapete bene come io +sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed +io ancora si v'amo di tutto il mio cuore; dunque +è bene ragione che voi m'atiate riconquistare +quello che fu del mio padre e vostro, +ch'è contro colui che viene contro a ragione, +e vuolci deretare delle nostre terre, e cacciar<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span> +via tutte le nostre famiglie. E anche sapete +bene, ch'egli non è di nostra legge, ma è saracino +e adora Malcometto; ancora vedete come +sarebbe degna cosa che gli saracini avessono +signoria sopra gli cristiani: dacchè voi vedete +bene ch'egli è così, ben dovete essere prodi e +valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere +lo nostro, ed io hoe isperanza in Dio, +che noi il metteremo a morte, sì come egli è +degno; perciò si vi prego catuno che facciate +più che suo podere non porta, sì che noi vinciamo +la battaglia. Li baroni e li cavalieri, +quando ebbono inteso il parlamento, che avea +fatto Argo, tutti rispuosono e dissono, ch'egli +avea detto bene e saviamente: e fermarono +tutti comunemente, che volevano innanzi morire +con lui, che vivere senza lui, o che niuno +gli venisse meno. Allora si levò un barone, e +disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe +tutta verità , ma si voglio dir questo, che a me +si parebbe, che si mandassono ambasciadori al +soldano per sapere la cagione di quello che fa, +e per sapere quello che vuole: e cosie fue fermato +di fare. E quando egliono ebbono questo +fermato, feciono due ambasciadori, che andassono<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span> +al soldano ed isponessongli queste cose, +come in tra loro non dovea essere battaglia, +perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse +lasciare la terra e renderla ad Argo. Lo +soldano rispuose agli ambasciadori, e disse: +andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere +per nipote e per figliolo, sì com'io debbo; e +che gli voleva dare signoria, ch'egli si venisse +e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli +fosse signore; e se così non vuol fare, si gli +dite che si apparecchi della battaglia.</p> + +<p>Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe +grande ira, e disse: non ci è da udire nulla. +Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al +campo, ove dovea essere la battaglia; e quando +furono apparecchiati l'una parte e l'altra, e +gli istormenti cominciarono a suonare da ciascuna +parte, allora si cominciò la battaglia +molto forte e molto crudele da ciascuna delle +parti. Argo fece il dì grandissima prodezza, +egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu +la disaventura, che Argo si fu preso, e perdè +allora nella battaglia del soldano. Si era uno +uomo molto lussurioso, sì che si pensò di tornare +alla terra, e di pigliare molte belle donne<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span> +che v'erano; allora si partÃo, e lasciò un suo +vicaro nell'oste che avea nome Melichi, che +dovesse guardare bene Argo; e così se ne andò +alla terra, e Melichi rimase.</p> + +<p>Ora avenne che uno barone tartero, lo quale +era aguale sotto il soldano, vidde il suo signore +Argo, lo quale dovea essere di ragione: +vennegli un gran pensiero al quore, e l'animo +gli cominciò a gonfiare; e diceva infra sè stesso, +che male gli pareva che 'l suo signore fosse +preso, e pensò di fare suo podere, sì che gli +fosse lasciato; e allora cominciò a parlare con +altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in +buon volere e in buono animo di volersi pentere +di ciò e ch'avevano fatto. E quando furono +bene accordati, un barone ch'avea nome Baga +si fue cominciatore, e levaronsi suso tutti a +romore, e andarono alla prigione dove Argo +era preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, +e che aveano fatto male, e che volevano +ritornare alla misericordia e fare e dire +bene, e lui tenere per signore; e così s'acordarono; +e Argo perdonò loro tutto ciò ch'aveano +fatto contra di lui. E incontanente si +mossono tutti questi baroni, e andarono al padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span> +dov'era Melichi lo vicaro del soldano, +ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste +si confermarono Argo per loro diritto +signore.</p> + +<p>Di presente giunse la novella al soldano, +come il fatto era istato, e come Milichi suo vicaro +era morto. Quando ebbe inteso questo, si +ebbe gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, +e missesi a partire con quella gente +che avea. Un barone lo quale era grande amico +d'Argo, si stava ad un passo, e quando lo soldano +passava, sì l'ebbe conosciuto, e incontanente +gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo +preso per forza, e menollo preso dinanzi ad +Argo alla città , che v'era già giunto di tre dì. +E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, +e incontanente comandò che gli fosse dato +la morte, si come a traditore. Quando fu così +fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare +le terre dell'Albero Solo, e mandò con lui +trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo +entrò nella signoria corre anni <span class="smcap">MCCLXXXV</span>, e +regnò signore <span class="smcap">VI</span> anni, e fu avelenato, e cosie +morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio +entrò nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span> +era molto di lungi), e tenne la signoria due +anni, e in capo di due anni fue anche morto +di beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae +altro da dire, e dirovvi un poco delle parti di +verso tramontana.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="III" id="III">III.</a><br /> +Delle parti di verso tramontana.</h3> + +<p class="pn">In tramontana si ha uno re ch'è chiamato +lo re Chonci, e sono tarteri, e sono genti molto +bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio +fatto di feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli +anche la moglie, e dicono che sono l'iddii +terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, +e così li dà nno mangiare, e fanno a questo +cotale iddio, secondo che fanno gli altri +tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. +Questo re Chonci è della ischiatta di Cinghy +Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente +non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre +o in piani o in montagne, e sono grande +gente delle persone; vivono di latte di bestie<span class="pagenumr"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span> +e di carne; biada non hanno, e non son gente +che mai facciano guerra ad altrui, anzi istanno +tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed +hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi +<span class="smcap">XX</span> palmi, ed hanno volpi che sono tutte +nere, e asini salvatichi assai, e hanno giambelline, +cioè, quelle di che si fanno le care +pelle, che una pelle, da uomo, val bene <span class="smcap">M</span> bisanti; +e vaj hanno assai. Questo re si e di +quella contrada, dove i cavagli non possono +andare, perciò che v'ha grandi laghi e molte +fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non +vi si può menare cavallo; e dura questa mala +contrada <span class="smcap">XIII</span> giornate; ed in capo di ciascuna +giornata si ha una posta, ove albergano i messi, +che passano e che vengono. E a catuna di queste +poste istanno <span class="smcap">XL</span> cani, gli quali istanno per +portare gli messaggi dall'una posta all'altra, +sì com'io vi dirò. Sappiate che queste <span class="smcap">XIII</span> giornate +si sono due montagne, e tra queste due +montagne si ha una valle, e in questa valle è +si grande il fango e il ghiaccio, che cavallo +non vi potrebbe andare; e fanno ordinare tregge +senza ruote, che le ruote non vi potrebbono +andare, però ch'elle si ficcherebbono tutte nel<span class="pagenumr"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span> +fango, e per lo ghiaccio correrebbono troppo. +In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, +e vannovi suso questi cotali messaggi, e questa +treggia mena sei di questi cani, e questi +cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra +posta, e così vanno di posta in posta tutte +queste <span class="smcap">XIII</span> giornate di quella mala via, e quegli +che guarda la posta si monta in su 'n una +altra treggia, e menangli per la migliore via. +E si vi dico, che gli uomeni che stanno su per +queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano +di molte buone bestiole, e fannone molto +grande guadagno, sì come sono giambellini e +vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre +bestie assai, onde si fanno le care pelli; e +piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti, +che non ve ne può campare veruna. Qui si ha +grandissima freddura. Andiamo più innanzi, e +udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle +Iscura.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span></p> + +<h3><a name="IV" id="IV">IV.</a><br /> +Della Valle Iscura.</h3> + +<p class="pn">Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo +una contrada chiamata Iscurità , e certo +ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre +mai iscura; quivi sì non appare mai sole +nè luna nè stelle, sempre mai v'è notte; la +gente che v'è vivono come bestie, e non hanno +signore. Ma talvolta vi mandono gli tarteri com'io +vi dirò: che gli uomeni che vi vanno si +tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e +lasciano gli puledri di fuori dalla scurità , e +poi vanno rubando ciò che possono trovare, e +poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di +fuori dalla iscurità : e in questo modo riede la +gente che vi si mette ad andare. Queste genti +hanno molto di queste pelli così care ed altre +cose assai, perciò che sono maravigliosi cacciatori, +e ammassono molto di queste care pelli +che avemo contato di sopra. La gente che vi<span class="pagenumr"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span> +sta, son gente palida e di mal colore. Partiamoci +di qui, e andiamone alla città di Rossia.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="V" id="V">V.</a><br /> +Della provincia di Rossia.</h3> + +<p class="pn">Rossia èe una grandissima provincia verso +tramontana, e sono cristiani, e tengono maniera +di greci, ed havvi molti re, e hanno loro +linguaggio, e non rendono trebuto se non ad +uno re di tartari, e quello è poco. La contrada +si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non +sono mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, +che abbiamo detto di sopra. La gente è molto +bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, +e sono semprici genti. In questa contrada si +ha molte argentiere, e cavanne molto argento. +In questo paese non ha altro da dire: dirovvi +della provincia la quale ha nome Lacca, perchè +confina colla provincia di Rossia.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span></p> + +<h3><a name="VI" id="VI">VI.</a><br /> +Della provincia di Lacca.</h3> + +<p class="pn">Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo +nella provincia di Lacca; qui vi troviamo gente +che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha +quasi altra novità che abbiamo da quelle di +sopra; ma vovvi dire d'una cosa, che m'era +dimenticata della provincia di Rossia. In quella +provincia si ha sì grandissimo freddo, che a +pena vi si può campare, e dura infino al mare +oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono +molti girfalchi e molti falconi pellegrini, +i quali si portano per più parti del mondo; +e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha +grande via, ma per lo grande freddo che v'è, +si non vi si puote bene andare. Or vi lascio a +dire di questa provincia, che non ci ha altro +da dire, e vogliovi dire un poco di tarteri di +ponente e di loro signore, e quanti signori +hanno avuti. Comincio del primo signore.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span></p> + +<h3><a name="VII" id="VII">VII.</a><br /> +De' signori de' tarteri del ponente.</h3> + +<p class="pn">Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del +ponente si fu uno ch'ebbe nome Frai. Questo +Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte +provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia +e Chomania e Alanai e Lacca e Megia e Ziziri +e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte +prese per cagione che non si tenevano insieme, +che se elle fossero istate tutte bene insieme, +non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte +di Frai fu signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, +dopo Bergo Mogleten, poscia fu Catomachu, +dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale +ha nome lo re Tocchai. Ora avete inteso di signori +che sono istati delli tarteri del ponente; +vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta +grande tra lo re Alau signore del levante, e +dello re Barga signore del ponente.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span></p> +<h3><a name="VIII" id="VIII">VIII.</a><br /> +D'una gran battaglia.</h3> + +<p class="pn">Al tempo degli anni Domini <span class="smcap">MCCLXI</span> sì si cominciò +una grande discordia tra gli tarteri del +ponente e quegli del levante, e questo si fu +per una provincia, che l'uno signore e l'altro +la voleva, sì che ciascuno fece suo isforzo e +suo apparecchiamento in sei mesi. Quando +venne in capo degli sei mesi, e ciascuno sie +uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene in +sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati +d'ogni cosa da battaglia, secondo loro +usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene +<span class="smcap">CCCL</span> mila di cavalieri. Or si puose a campo a +<span class="smcap">X</span> miglia presso l'uno all'altro; e voglio che +voi sappiate, che questi campi erano i più ricchi +campi che mai fossono veduti, di padiglioni +e di trabacche, tutti forniti di sciamiti e d'oro +e d'ariento; e costì istettoro tre dì. Quando<span class="pagenumr"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span> +venne la sera, che la battaglia dovea essere la +mattina vegnente, ciascuno confortò bene sua +gente, ed amonìo, sì come si conveniva. Quando +venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul +campo, e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. +Lo re Barga fece <span class="smcap">XXXV</span> ischiere, lo re +Alau ne fece pure <span class="smcap">XXX</span>, perchè avea meno di +gente, e ogni ischiera era da <span class="smcap">X</span> mila uomeni a +cavallo. Lo campo era molto bello e grande, e +bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda +che tanta gente s'asembiasse in su 'n un +campo; e sappiate che ciascuna gente erano +prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue +discesi della ischiatta di Cinghy Cane, ma +poi sono divisi, che l'uno è signore del levante, +e l'altro del ponente. Quando furono acconci +l'una parte e l'altra, e gli naccheri incominciarono +a sonare da ciascuna parte, allora fu +cominciata la battaglia colle saette; le saette +cominciarono ad andare per l'aria tante, che +tutta l'aria era piena di saette, e tante ne saettarono +che più non n'avevano. Tutto il campo +era pieno d'uomeni morti e di feriti; poi missoro +mano alle ispade; quella era tale tagliata +di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che<span class="pagenumr"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span> +giammai tale non fu veduta nè udita, e tanti +cavalieri a terra, ch'era una maraviglia a vedere +da ciascuna parte; nè giammai non morì +tanta gente in un campo, che niuno non poteva +andare per terra, se no su per gli uomeni +morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, +che gli cavagli andavano nel sangue insino a +mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì +grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una +maraviglia a udire lo dolore che facevano. E +lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua +persona che non pareva uomo, anzi pareva una +tempesta; sì che il re Barga non potè durare, +anzi gli convenne alla per fine lasciare il campo, +e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì +dietro con sua gente, tuttavia uccidendo quantunque +ne giugnevano. Quando lo re Barga fu +isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si +ritornò in sul campo, e' comandò che tutti gli +morti fossono arsi, così gli nemici come gli +amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; +e fatto ch'ebbono questo, sì si partirono, e ritornarono +in loro terre. Avete inteso tutti i +fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può +dire, e di loro costumi, e degli altri paesi che<span class="pagenumr"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span> +sono per lo mondo, quanto se ne puote cercare +e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi +abbiamo parlato nè detto nulla, nè delle provincie +che gli sono d'intorno, avegnachè noi il +ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che +mi pare che sia fatica a dire quello, che non +sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto +dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano +ogni dì che bene si sa, sì come sono +viniziani e genovesi e pisani, e molta altra +gente che fanno quel viaggio ispesso, che catuno +sa ciò che v'è; e perciò mi taccio e non +ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, +come noi ci partimmo dal Gran Cane, avete +inteso nel cominciamento del libro in uno capitolo, +ove parla della briga e fatica ch'ebbe +messer Matteo e messer Niccolò e messer Marco +in domandare commiato dal Gran Cane; e in +quello capitolo conta la ventura ch'avemo nella +nostra partita. E sappiate, se quella aventura +non fosse istata, a gran fatica e con molta pena +saremo mai partiti, sì che appena saremo mai +tornati in nostro paese. Ma credo che fosse +piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero +sapere le cose che sono per lo mondo,<span class="pagenumr"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span> +che secondo ch'avemo contato in capo del libro +nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano +nè saracino nè tartero nè pagano, che +mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer +Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile +e grande cittadino della città di Vinegia. +Deo gratias. Amen. Amen.</p> + +<hr class="chap" /> +<p class="center extra"><span class="smcap">Fine.</span></p> +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span></p> + +<h2><a name="INDICE" id="INDICE">INDICE</a></h2> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere +delle esplorazioni nel centro dell'Asia.—Condizione +della famiglia Polo a Venezia.—I due fratelli +Niccolò e Matteo Polo.—Vanno da Costantinopoli +alla corte dell'Imperatore della China.—Loro ricevimento +alla corte di Kublai-Kan.—L'Imperatore li +nomina suoi ambasciatori presso il papa.—Loro ritorno +a Venezia.—Marco Polo.—Parte col padre +Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re tartaro.—Il +nuovo papa Gregorio X.—La relazione di Marco +Polo scritta in francese, sotto suo dettato, da Rusticano +da Pisa, (dal 1253 al 1324) Pag. 5</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.—La Turcomania.—L'Armenia Maggiore.—Il +monte Ararat.—La Georgia.—Mussul, +Bagdad, Bassora, Tauris.—La Persia.—La Provincia +di Kirman.—Comadi.—Ormuz.—Il Vecchio della +Montagna.—Cheburgan.—Balk.—Il Balacian.—Cascemir.—Cascegar.—Samarcanda.—Cotan.—Il +deserto.—Tangut.—Caracorum.—Signan-fu.—Tenduc.—La +grande Muraglia della China.—Ciandu,<span class="pagenumr"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span> +la città attuale di Sciang-tu.—La residenza di Kublai-Kan.—Cambaluc, +attualmente Pekino.—Le feste +dell'Imperatore.—Sue caccie.—Descrizione di Pekino.—La +zecca ed i biglietti di banca chinesi.—Le +poste dell'Impero Pag. 15</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.—Tainfu.—Pin-yang fu.—Il fiume Giallo.—Chaciafu.—Si-gnan-fu.—Il +Sze-tchuen.—Ching-tu-fu.—Il +Tibet.—Li-Kiang-fu.—Il Caragia.—Yung-chang.—Mien.—Il +Bengala.—L'Annam.—Il Tai-ping.—Sinuglil.—Sindi-fu.—Chacafu.—Ciaglu.—Ciagli.—Codifu.—Lin-tsin-tcheu.—Lin-tching-hien.—Il +Mangi.—Yang-tcheou.—Città del litorale.—Quinsay +o Hang-tcheu.—Il Fuchian " 55</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">L'India.—Cipango o Zipagu (il Giappone).—Partenza +dei tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori +persiani.—Saigon.—Giava.—Condor.—Bintang.—Sumatra.—I +Nicobari.—Ceylan.—La +costa di Coromandel.—La costa di Malabar.—Il mar +d'Oman.—L'isola di Gocotora.—Madagascar.—Zanzibar +e la costa africana.—L'Abissinia.—Aden.—Schehr.—Dafur.—Kalhat.—Hormuz.—Il Golfo +Persico.—Ritorno a Venezia.—Una festa in casa +Polo.—Marco Polo prigioniero dei Genovesi.—Morte +di Marco Polo verso l'anno 1323.—Suoi discendenti.—Ricordi +della famiglia Polo " 85</p></blockquote> + +<hr class="chap" /> + +<p class="extra center pn">APPENDICE.</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span></p> + +<p class="center large p2"> +<a href="#I">I. Della Gran Turchia.</a><br /> +<br /> +<a href="#II">II. D'una battaglia</a><br /> +<br /> +<a href="#III">III. Delle parti di verso tramontana</a><br /> +<br /> +<a href="#IV">IV. Della Valle Iscura</a><br /> +<br /> +<a href="#V">V. Della provincia di Rossia</a><br /> +<br /> +<a href="#VI">VI. Della provincia di Lacca</a><br /> +<br /> +<a href="#VII">VII. De' signori de' tarteri del ponente</a><br /> +<br /> +<a href="#VIII">VIII. D'una gran battaglia</a> +</p> + +<p class="extra center p4">PRESSO GLI STESSI EDITORI</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a><br /><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a><br /><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span></p> + +<p class="center p4"><span class="smcap">GRANT e SPEKE</span><br /> +<br /> +LE<br /> +SORGENTI DEL NILO<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +K. B. JOHNSON<br /> +<br /> +IL<br /> +PAESE DELL'ORO<br /> +<br /> +AVVENTURE<br /> +DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE<br /> +<br /> +Volumi 2 illust. L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +MAYNE-REID<br /> +<br /> +LE FORESTE VERGINI<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +MAYNE-REID<br /> +<br /> +IL<br /> +PAESE DEGLI ELEFANTI<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +</p> + +<div class="footnotes p4"><h2>NOTE:</h2> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo +possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del +Codice Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi +lavori del Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di +pretendere in una nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano +tutta quella estensione che ben s'addice al più illustre viaggiatore +di quel secolo. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario +e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante +la quale domò Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio +1203, facendo a Venezia importantissimi acquisti marittimi +sulle coste del Mar di Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia +e d'altre isole del Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli +di S. Marco. Dopo l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse +l'impero latino col conte Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli +il 1<sup>o</sup> giugno 1205, al ritorno d'una spedizione infelice +contro gli abitanti ribellatisi di Adrianopoli. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Gran Signore. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto +in fondo al golfo Issico.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Il codice Magliabeccano dice <i>da Vinegia</i> (Venezia), ma il +testo francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, <i>da Vicenza</i>. Nell'opera +di Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: +<i>de Vienne!</i> (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto +de' suoi viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> L'<i>Jerzenga</i> dei moderni.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> La <i>nafta</i> propriamente detta è un bitume liquido, infiammabilissimo, +incoloro, della stessa origine del petrolio; è volatile, +di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La <i>nafta</i> si trova +raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle +sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato +le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta +la penisola di Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di +<i>nafta</i>, cinerea e bianca. La <i>nafta bianca</i> arde benissimo, ma +n'è scarsa la quantità ; all'incontro la <i>cinerea</i> è abbondantissima, +e sgorga talora in piccoli ruscelli. La <i>nafta</i>, in medicina, è stata +adoperata, come il petrolio, come vermifuga e antispasmodica. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> <i>Melic</i> è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa +<i>re</i>.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città +di Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre +sino al Mar Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli +Sciti.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> <i>Califfo</i>, titolo assunto dai luogotenenti e successori di Maometto, +nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande +legislatore. (<i>Nota del Trad.</i>) +</p></div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:</p> + +<p>«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, +ch'avea nome Alau, fratello del signore che in quel tempo +regnava, ragunò grande oste, e venne sopra lo califfo in Baudac +(<i>Bagdad</i>), e presela per forza. E questo fu grande fatto, +imperocchè in Baudac aveva piue di cento mila cavalieri senza +gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò al califfo piena +una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che giammai +non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro, +molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e +sì gli disse: <i>califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne +volevi tu fare? E quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, +come non soldavi cavalieri e gente per difendere te e la terra +tua e la tua gente?</i> Lo califfo non li seppe rispondere. Allotta +(<i>allora</i>) disse Alau: <i>califfo, da che tue ami tanto l'avere, io +te ne voglio dare a mangiare</i>. E fecelo mettere in quella torre, +e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e disse: +<i>Ora ti satolla del tuo tesoro.</i> E quattro dì vivette, e poscia si +trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente +per difendere sua terra.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:</p> + +<p>«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) +e a Mosul. Negli anni <span class="smcap">MCCLXXV</span> era uno califfo in Baudac +che molto odiava gli cristiani; e ciò è naturale alli saracini. +Egli pensò di fare tornare gli cristiani, saracini, o di uccidergli +tutti, e a questo aveva suoi consiglieri saracini. Ora mandò +lo califfo per tutti i cristiani ch'erano di là , e misse loro dinanzi +questo punto; che egli trovava in uno vasello iscritto, +che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto un granello +di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere +due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani +dissero che bene era vero.—Dunque, disse il califfo, tra voi tutti +dee essere tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque +fate rimuovere quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi +vi farete saracini, chè chi non ha fede dee essere morto.—E di +questo fare diede loro termine dieci dì. Quando gli cristiani +udirono ciò che il califfo avea detto, ebbono grandissima paura; +e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, piccoli e grandi, +maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e pregarono assai +Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando che +Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona +notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e +dissegli che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli +dicesse che la montagna si muterebbe. Quello calzolaio era +buono uomo, ed era di sì buona vita, che un dì una femmina +venne a sua bottega, molto bella, nella quale un poco peccò +cogli occhi, ed egli colla lesina vi si percosse, sicchè mai non +ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. Quando questa +visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea mutare +la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro +la visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse +Iddio che mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era +uomo sufficiente a ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che +lo calzolaio si misse in orazione. Quando il termine fu compiuto, +la mattina tutti gli cristiani n'andarono alla chiesa, e +feciono cantare la messa, pregando Iddio che gli aiutasse; poscia +tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a questa +montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi, +bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati +per uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non +si mutasse. Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce +ginocchioni, e pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò +a rovinare e a mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si +maravigliarono molto, e il califfo si convertì con molti saracini; +e quando lo califfo morìo, si trovò una croce a collo, +e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel monimento +con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro luogo.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida +sede di commercio e d'industria, e governata da un luogotenente +del principe di Seiestan.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice +Magliabeccano, questo interessante capitolo:</p> + +<p>«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva +dimorare anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che +messer Marco intese da più uomini. Lo Veglio è chiamato in +lor lingua Aloodyn. Egli aveva fatto fare fra due montagne, +in una valle, lo più bello giardino, e 'l più grande del mondo; +quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del mondo, tutti +dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per +tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era +donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano +cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere +a costoro che quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè +Malcometto disse, che chi andasse in paradiso avrebbe di belle +femmine tante quante volesse, quivi troverebbe fiumi di latte +e di miele e di vino; e perciò lo fece simile a quello che avea +detto Malcometto. E gli saracini di quella contrada credevano +veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo giardino +non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. All'entrata +del giardino avea un castello sì forte, che non temeva +niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte +tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi +uomini. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a 4, +a 10, a 20, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano +bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, e al tempo +gli faceva isvegliare.</p> + +<p>«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, +e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere +in paradiso; e queste donzelle sempre istavano con loro +in canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quello che +volevano, che mai per loro volere non si sarebbono partiti di +quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere +a quegli di quella montagna, che così sia com'io v'ho +detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, +in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, +e fagli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando +coloro si svegliano, trovansi quivi, molto si maravigliano, e +sono molto tristi, chè si trovano fuori del paradiso. Egli se ne +vanno incontanente dinanzi al Veglio, credendo che sia un +gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli domanda: <i>Onde venite?</i> +Rispondono: <i>Dal paradiso</i>, e contangli quello che v'hanno veduto +entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il +Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello +lo quale sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e +coloro lo fanno volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, +ritornano al loro signore; se è preso, vuole morire, credendo +ritornare al paradiso. E quando lo Veglio vuole fare +uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: <i>Va', fa tal cosa: +e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al paradiso.</i> E +gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa maniera +non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, +a cui egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno +tributo per quella paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau +signore dei Tartari del levante, che sapeva tutte queste malvagità , +pensò tra sè medesimo di volerlo distruggere, e mandò +e' suoi baroni a questo giardino, e istettonvi tre anni attorno +al castello prima che l'avessono; nè mai non lo avrebbono +avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu morto +lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più +Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice +Magliabeccano:</p> + +<p>«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di +notte per lo deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane +addietro delli compagni per dormire o per altro, quando +vuole poi andare per giungere li compagni, ode parlare i spiriti +in à iere, che somigliano li suoi compagni, e più volte è +chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto disviare talvolta +in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già perduti; +e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e propriamente +tamburi.»</p> + +<p>Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il +passare delle carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un +suono speciale, prodotto dalla sabbia messa in movimento da +molti animali.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> La falsa credenza popolare che la <i>salamandra</i> possa resistere +al fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo +nome a quella pietra che noi conosciamo sotto il nome di <i>amianto</i>, +minerale che si presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, +morbidi come seta, infusibili, <i>incombustibili</i>. Nelle +Alpi del Piemonte l'amianto è comune; la sua quantità non è +però tale da farne grandi applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo +per le lampade ad alcool; si è pensato pure a farne filacce +per gli usi della chirurgia. Pei chimici, l'amianto è un <i>silicato +di magnesia</i>. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_18_18" id="Footnote_18_18"></a><a href="#FNanchor_18_18"><span class="label">[18]</span></a> La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine +occidentale della grande muraglia.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_19_19" id="Footnote_19_19"></a><a href="#FNanchor_19_19"><span class="label">[19]</span></a> Nel testo francese si legge: «<i>il prenent le cousines por +feme, et prenent la feme sun pere.</i>»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_20_20" id="Footnote_20_20"></a><a href="#FNanchor_20_20"><span class="label">[20]</span></a> Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere +celebre pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato +nel 1253 da S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari +che aveva, dicesi, abbracciato il cristianesimo. Accompagnato +dal cordeliere Bartolomeo da Cremona, traversò il Mar +Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma questo capo non +era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel che possedeva. +Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a +Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò +per l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione +a S. Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è +piena di particolari curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte +Hakluyt e Purchas. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_21_21" id="Footnote_21_21"></a><a href="#FNanchor_21_21"><span class="label">[21]</span></a> Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga +notizia dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale +ad un tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte +dagli storici risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia +era re del Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte +usurpò il trono un prete nestoriano, capo dei Naimans, generalmente +chiamato il Prete Giovanni.</p></div> + +<div class="footnote"> +<p class="pn"><a name="Footnote_22_22" id="Footnote_22_22"></a><a href="#FNanchor_22_22"><span class="label">[22]</span></a> Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e +molto solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si +fabbrica anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il <i>cambellotto</i> +è pure una stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, +che si prepara tanto in Francia che in Italia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_23_23" id="Footnote_23_23"></a><a href="#FNanchor_23_23"><span class="label">[23]</span></a> Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (<i>J. V.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_24_24" id="Footnote_24_24"></a><a href="#FNanchor_24_24"><span class="label">[24]</span></a> Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto +a morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito +del defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa +che regola le successioni delle monarchie europee. (<i>nota del Trad</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_25_25" id="Footnote_25_25"></a><a href="#FNanchor_25_25"><span class="label">[25]</span></a> <i>Morus papyrifera.</i> Parlando di queste specie di gelso, il Capitano +Mayne-Reid così si esprime: «Il <i>morus papyrifera</i> è +originario della China, del Giappone o delle isole dell'Oceano +Pacifico: ma come gli altri gelsi, venne portato in Europa ed +in America, ove lo si coltiva oggidì a titolo d'ornamento. Il +suo frutto, di colore scarlatto, è sferico, in luogo d'essere oblungo +come quelli dei gelsi propriamente detti. È per questa +ragione che i botanici fanno un genere a parte, di cui è l'unico +campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da +seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel +bestiame. Però la parte più interessante del <i>gelso-papiro</i> è senza +dubbio la corteccia, che serve a fabbricare la carta nella +China e nel Giappone. È appunto con questa sostanza che si +fabbrica la magnifica carta della China, che serve nell'incisione, +ed è con questa stessa corteccia che i naturali delle isole +della Società tessono quella superba stoffa bianca, che causò +tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima +volta.» (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_26_26" id="Footnote_26_26"></a><a href="#FNanchor_26_26"><span class="label">[26]</span></a> Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai +meriti ed i vantaggi della <i>carta monetata</i>, diremo che questa istituzione, +di cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e +tutti i mali, essendo stata introdotta in China (secondo le dotte +ricerche del Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando +Ian-tsunh, della dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli +nelle finanze chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di +quelle carte, sia pei fallimenti delle banche autorizzate all'emissione +di questi cenci rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 +Kublai-Khan, adottando il progetto del ministro Lusci-iung, +piantò il credito sulla base fallace della violenza: la rovina del +commercio, il depauperamento de' privati, la perdita d'ogni fiducia +nel principe, furono gli effetti inevitabili di questo pericoloso +sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di sostenere il +credito periclitante: il governo passava da un fallimento all'altro; +e verso la metà del secolo XV<sup>o</sup> una crisi finale fece scomparire +nella China, per sempre, la carta monetata.</p> + +<p>Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione +cartacea presso le nazioni europee. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_27_27" id="Footnote_27_27"></a><a href="#FNanchor_27_27"><span class="label">[27]</span></a> I Chinesi dà nno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_28_28" id="Footnote_28_28"></a><a href="#FNanchor_28_28"><span class="label">[28]</span></a> Pari a L. 20,220.—Il <i>Bisante</i> è un antica moneta d'oro, coll'impronta +di due santi, così appellata da Bisanzio, ora Costantinopoli, +ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a +lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_29_29" id="Footnote_29_29"></a><a href="#FNanchor_29_29"><span class="label">[29]</span></a> Il <i>Bambu</i> comune (<i>Arundo Bambos</i>) ha sovente l'altezza +di 20 metri. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_30_30" id="Footnote_30_30"></a><a href="#FNanchor_30_30"><span class="label">[30]</span></a> Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di +cui parla il Polo, sieno boa (<i>boa constrictor</i>), frequentissimi nella +China Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi +da 25 a 30 piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli +ed altri. La carne di questi boa è squisita a mangiarsi; il +fiele estrattone vendesi caro per medicina; della pelle si fanno +tamburi e vagine di pugnali e spade.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_31_31" id="Footnote_31_31"></a><a href="#FNanchor_31_31"><span class="label">[31]</span></a> Confucio (<i>Khung-fu-tseu</i> o <i>Khung-tseu</i>), nato verso il 551 +av. Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore, +discendeva, dicesi, da <i>Hoang-ti</i>, legislatore della Cina. +Fino dalla prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, +dopo la morte della madre, si consacrò alla meditazione e formò +il disegno di riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie +provincie e si vide in breve circondato da un gran numero +di discepoli. Il re di Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. +Corresse i costumi, riformò la giustizia e fece prosperare +l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto fu costretto a ritirarsi. +Dopo aver di nuovo percorso le provincie per predicare +la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì verso +il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero +una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella +Cina e vi godono di parecchi privilegi.—Confucio rivide i <i>Kings</i>, +libri sacri dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo +o restauratore della religione, o piuttosto della setta filosofica +religiosa che vige tuttodì nella Cina. Scrisse l'<i>Yih-King</i> (libro +delle Trasformazioni), lo <i>Sciu-King</i> (Libro per eccellenza), che +contiene un sunto storico sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; +il <i>Sci-King</i> (Libro dei versi), raccolta di canti popolari, nazionali +e religiosi: il <i>Li-Ki</i> (Rituale), sul quale poggia tutto il sistema +religioso; lo <i>Sciun-Sieu</i> (primavera ed autunno), storia +del reame di Lu; il <i>Hiao-King</i> (dialogo sulla pietà filiale), che +contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che precede il <i>Ta-hio</i> +(la grande scienza), uno dei quattro libri scritti dai suoi discepoli. +(<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_32_32" id="Footnote_32_32"></a><a href="#FNanchor_32_32"><span class="label">[32]</span></a> Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a +quella del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano +per le vie i proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai +porci od ai cani. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_33_33" id="Footnote_33_33"></a><a href="#FNanchor_33_33"><span class="label">[33]</span></a> Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi +la China.</p></div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_34_34" id="Footnote_34_34"></a><a href="#FNanchor_34_34"><span class="label">[34]</span></a> <i>Cipango</i> o <i>Zipagu</i> è il Giappone, che il Polo fu il primo a +far conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente +la corruzione del chinese <i>Sci-pen-cuo</i>, regno dell'oriente, +trovandosi all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano +il loro paese Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. +(<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_35_35" id="Footnote_35_35"></a><a href="#FNanchor_35_35"><span class="label">[35]</span></a> Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon, +appartiene oggidì alla Francia.</p> +</div> +</div> + +<hr class="tb" /> + +<div class="transnote"> +<p class="center large">Nota del Trascrittore.</p><p class="pn p2">Corretti gli ovvii errori tipografici.<br /> +Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare la stessa località .<br /> +La copertina è stata creata dal trascrittore ed è posta in pubblico dominio.</p> +</div> + +<div>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***</div> +</body> + +</html> diff --git a/44714-h/images/covermp.jpg b/44714-h/images/covermp.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..e26be68 --- /dev/null +++ b/44714-h/images/covermp.jpg diff --git a/44714-h/images/ill-002.jpg b/44714-h/images/ill-002.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..58c5566 --- /dev/null +++ b/44714-h/images/ill-002.jpg diff --git a/44714-h/images/ill-073.jpg b/44714-h/images/ill-073.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..9a6cf82 --- /dev/null +++ b/44714-h/images/ill-073.jpg diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt new file mode 100644 index 0000000..6312041 --- /dev/null +++ b/LICENSE.txt @@ -0,0 +1,11 @@ +This eBook, including all associated images, markup, improvements, +metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be +in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES. + +Procedures for determining public domain status are described in +the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org. + +No investigation has been made concerning possible copyrights in +jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize +this eBook outside of the United States should confirm copyright +status under the laws that apply to them. diff --git a/README.md b/README.md new file mode 100644 index 0000000..159f40f --- /dev/null +++ b/README.md @@ -0,0 +1,2 @@ +Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org) public repository for +eBook #44714 (https://www.gutenberg.org/ebooks/44714) diff --git a/old/44714-8.txt b/old/44714-8.txt new file mode 100644 index 0000000..cdf2c89 --- /dev/null +++ b/old/44714-8.txt @@ -0,0 +1,3114 @@ +The Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org/license + + +Title: I Viaggi di Marco Polo + Unica versione originale fedelmente riscontrata sul codice + magliabeccano e sulle opere di Charton + +Author: Jules Verne + +Translator: Ezio Colombo + +Release Date: January 19, 2014 [EBook #44714] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO *** + + + + +Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive) + + + + + + + + + + I VIAGGI DI MARCO POLO + +[Illustrazione: MARCO POLO (_Da un dipinto della Scuola Veneta +contemporanea del grande viaggiatore_)] + + + + GIULIO VERNE + + I VIAGGI DI MARCO POLO + + UNICA VERSIONE ORIGINALE + FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO + E SULLE OPERE DI CHARTON + + _per cura_ + + DI + + EZIO COLOMBO + + Volume Unico + + MILANO + + SERAFINO MUGGIANI e COMP. + Via Unione, N. 11, 13. + + 1878 + + + + + Proprietà Letteraria + + Tip. Guigoni. + + + + + I VIAGGI DI MARCO POLO[1] + + + + + CAPITOLO I. + + Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle + esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a + Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da + Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro + ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi + ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco + Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re + tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta + in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al + 1324). + + +I mercanti genovesi e veneziani non potevano rimanere indifferenti alle +esplorazioni che arditi viaggiatori tentavano nell'Asia centrale, +l'India e la China. Essi comprendevano che queste contrade offrirebbero +in breve un nuovo sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili +immensi si ricaverebbero dall'importazione in Occidente di mercanzie di +fabbricazione orientale. Gl'interessi del commercio dovevano quindi +lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. Queste furono le +ragioni che decisero due nobili veneziani ad abbandonare la loro patria +ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli di quei perigliosi +viaggi, allo scopo d'estendere le loro relazioni commerciali. + +Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia Polo, la quale traeva +origine da Sebenico, in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in +Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo questa famiglia divisa in +due rami; uno dei quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro in +quella di San Geremia. + +I Polo di San Felice, datisi già da più anni al commercio, avevano in +esso trovata larghissima fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello +delle famiglie patrizie di Venezia. + +Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio, figliuoli di Andrea, che +già prima del 1250 avevano stabilito un banco a Costantinopoli, terra +più veneziana che greca dopo l'impresa del Dandolo[2], si recarono con +una paccotiglia considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, ove la +loro casa possedeva un altro banco diretto da un loro fratello maggiore, +Andrea Polo. Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e traversando +il paese di Comania, giunsero sul Volga, ove teneva il suo campo +Berke-Kan signore dei Tartari occidentali. Questo principe mongollo +accolse benissimo i due negozianti di Venezia, e comperò i gioielli che +gli offersero pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi ricchissimi +doni. + +Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo mongollo; finchè, nel 1262, +scoppiò una guerra tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore dei +Tartari di Levante, e conquistatore della Persia. I due fratelli, non +volendo avventurarsi in mezzo a contrade battute dai Tartari, +preferirono recarsi a Boukhara, che era la principale residenza di +Berke, e colà rimasero tre anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e +presa la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò i due Veneziani a +seguirli verso la residenza del Gran Kan[3] dei Tartari, che avrebbe +fatto loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio di Gengis-Kan, +era imperatore della China, e teneva allora la residenza d'estate in +Mongolia, a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero Chinese. + +I due mercanti veneziani partirono, e spesero un anno intero nel +traversare quell'immensa estensione di paese che divide Boukhara dai +confini settentrionali della China. Kublai-Kan fu lietissimo di ricevere +quegli stranieri, venuti da paesi occidentali. Fece loro molte feste, +e li interrogò con premura sugli avvenimenti che accadevano in +Europa, chiedendo molti particolari intorno agli imperatori e re, alla +loro amministrazione, ai loro metodi di guerra; poscia li intrattenne +lungo tempo del pontefice e degli affari della Chiesa latina. + +Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi e della lingua, +risposero francamente a tutte le domande dell'imperatore, al quale tanto +piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli come suoi ambasciatori a +Sua Santità. I mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè in tale +alta condizione il loro ritorno doveva effettuarsi in condizioni +vantaggiosissime. + +Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua turca, nelle quali chiedeva a +Sua Santità Clemente IV, d'inviargli cento missionari per convertire +gl'idolatri al cristianesimo; poscia licenziò i due Veneziani, dando ad +essi per compagno di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato Cogatal, ed +incaricandoli di riportargli un vasetto dell'olio della lampada sacra +che arde continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a Gerusalemme. + +I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta d'oro, che metteva a +loro disposizione uomini e cavalli in tutta l'estensione dell'impero, +presero congedo dal Gran Kan e si misero in viaggio nel 1266. In breve +però il barone Cogatal cadde ammalato. I Veneziani, costretti a +separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, e, malgrado gli aiuti +che ricevettero, impiegarono non meno di tre anni per giungere a +Giazza[4], porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si portarono ad Acri, +ove arrivarono verso la fine dell'anno 1269. Colà seppero della morte di +papa Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma il legato apostolico +Tebaldo risiedeva in quella città; egli accolse i due Veneziani, e +sentendo quale fosse la missione di cui il Gran Kan li aveva incaricati, +li esortò ad attendere l'elezione del nuovo papa. + +Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da ben diciannove anni, +pensarono, intanto che il nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere +Venezia e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove s'imbarcarono sopra +una nave, che li condusse direttamente alla loro città natale. + +Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua moglie e la nascita di un +figlio, nato pochi mesi dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si +chiamava Marco. Egli è ben da credere che al dolore del marito dovesse +recare grande conforto la gioia del padre che trovava questo figliuolo, +quasi a tenergli luogo della donna perduta. Durante due anni i fratelli +Polo, cui stava a cuore di adempiere la loro missione, aspettarono a +Venezia l'elezione del nuovo papa. Ma poichè questa tardava, parve loro +di non poter più oltre differire il loro ritorno presso l'imperatore dei +Mongolli; partirono quindi per Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco +il giovane Marco, che contava allora ben 19 anni. Ad Acri ritrovarono il +legato Tebaldo, che li autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere +l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta quella missione, i +Veneziani fecero ritorno ad Acri, e mancando ancora il pontefice, +chiesero al legato lettere per Kublai-Kan, nelle quali sembra fosse +accennata la morte di Clemente IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due +fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima gioja, seppero che il +legato Tebaldo era stato consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X, +il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò immediatamente, ed +il re d'Armenia pose una galera a loro disposizione, perchè potessero +recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa li accolse con premura, +consegnò loro lettere per l'imperatore della China, diè loro la +compagnia di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza[5] e Guglielmo da +Tripoli, e la sua benedizione. + +Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità, fecero ritorno ad Acri; +ma appena giunti in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri +nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano mamelucco del Cairo, che +infestava allora l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di quel +brutto principio, rinunciarono a recarsi nella China, e lasciarono ai +Veneziani la cura di consegnare all'imperatore mongollo le lettere del +pontefice. + +È qui che incominciano i grandi viaggi descritti da Marco Polo, dei +quali noi parleremo in progresso. Ha egli realmente visitato tutti i +paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, senza dubbio; e nella sua +narrazione, scritta in francese sotto suo dettato da Rusticano da +Pisa[6], è formalmente dichiarato che «Marco Polo, savio e nobile +cittadino di Venezia, vide tutto co' propri occhi, e quello che non vide +lo seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma aggiungiamo che la +maggior parte delle città e paesi descritti da Marco Polo vennero +realmente da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario com'è tracciato +nel suo racconto, indicando soltanto ciò che il celebre viaggiatore +seppe da altri durante le importanti missioni di cui lo incaricò +l'imperatore Kublai-Kan. In questo secondo viaggio i Veneziani non +seguirono esattamente la medesima strada che Matteo e Niccolò avevano +presa recandosi la prima volta verso l'imperatore della China. Essi +erano passati a settentrione dei monti Celesti, che sono i monti +Thiânscian-pe-lu; il che aveva allungato il loro cammino. Questa volta +piegarono a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè quella strada fosse +più corta dell'altra, impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, a +cagione delle pioggie e degli straripamenti dei grandi fiumi. Sarà +facile seguire questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè ai +nomi antichi della storia di Marco Polo, non facili ad intendersi nel +suo libro, nel quale non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta +confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo sostituito +dappertutto i nomi esatti della cartografia moderna. + + +NOTE: + +[1] Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo +possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del Codice +Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi lavori del +Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di pretendere in una +nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano tutta quella estensione +che ben s'addice al più illustre viaggiatore di quel secolo. +(_N. del Trad._) + +[2] Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario +e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante la quale domò +Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio 1203, facendo a +Venezia importantissimi acquisti marittimi sulle coste del Mar di +Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia e d'altre isole del +Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli di S. Marco. Dopo +l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse l'impero latino col conte +Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli il 1^o giugno 1205, al +ritorno d'una spedizione infelice contro gli abitanti ribellatisi di +Adrianopoli. (_N. del Trad._) + +[3] Gran Signore. (_N. del Trad._) + +[4] Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto in +fondo al golfo Issico. + +[5] Il codice Magliabeccano dice _da Vinegia_ (Venezia), ma il testo +francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, _da Vicenza_. Nell'opera di +Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: _de Vienne!_ +(_Nota del Trad._) + +[6] È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto de' suoi +viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (_Nota del Trad._) + + + + + CAPITOLO II. + + L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte + Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La + Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della + Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il + Balacian.--Cascemir.--Casceegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il + deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia + della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di + Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste + dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i + biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero. + + +Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla dell'Armenia Minore come +d'un paese assai insalubre, i cui abitanti, un tempo valorosi, ora sono +divenuti vili e molto tristi, nè sanno far altro che ubbriacarsi. Questa +provincia, ch'è retta da un governatore in nome del Gran-Kan, ha molte +città e castella, abbonda d'ogni cosa ed in ispecial modo di +cacciagione. In quanto al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle +preziose mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti d'ogni paese. +Dall'Armenia Minore Marco Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre +generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente detti, seguaci di +Maometto, le cui tribù, semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli +eccellenti ed allevano cavalli e muli di gran valore; gli Armeni ed i +Greci, che dimorano in ville e castelli e sono abilissimi nel fabbricare +tappeti e stoffe di seta. L'Armenia Maggiore, che Marco Polo visitò in +seguito, è una vasta provincia che ha per capitale Arzinga[7], città +ove, al dire del Veneziano, si fabbrica il miglior boccassino del mondo. +Questa provincia offre, durante l'estate, un accampamento favorevole ai +Tartari del levante, pei pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il +viaggiatore vide il monte Ararat, sul quale, a seconda delle tradizioni +bibliche, posò l'Arca di Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre +confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una fontana dalla quale +sgorga dell'olio di nafta (petrolio) in tanta abbondanza, +che cento navi se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti sono +oggetto d'un importantissimo commercio[8]. + +Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, si diresse pel nord-est verso +la Georgia, reame che si stende sul versante meridionale del Caucaso, +governato da un re, tributario ai Tartari di levante, per nome David +Melic, ch'è quanto dire, Davide re[9]. Secondo una tradizione, gli +antichi re di questo paese nascevano «con una figura d'aquila disegnata +sotto la spalla destra.» I Georgiani, dice il Polo, sono bella gente, +prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono cristiani e vivono a mo' dei +Greci. Gli operai del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e +d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga quattro leghe, posta tra il +piede del Caucaso ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la porta di +Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend[10]. È là che si vede anche il +monastero di S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel lago +miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto in quaresima. + +Da questo punto, i viaggiatori discesero verso il reame di Mussul e +guadagnarono la città di questo nome, posta sulla riva destra del Tigri; +poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i Saraceni del mondo[11]. +Qui Marco Polo racconta la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258, +capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e fratello di +Mangu-Kan[12]; e cita una storia maravigliosa in appoggio a quella +massima cristiana di fede che solleva le montagne[13]; poscia indica ai +mercanti la via che corre da questa città al golfo Persico, e che si fa +in diciotto giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il +paese dei datteri. + +Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia d'Adzerbaidjan, +l'itinerario di Marco Polo sembra interrotto.--Checchè ne sia, lo +ritroviamo a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta in mezzo a bei +giardini, che fa commercio di pietre preziose e d'altre merci di valore; +ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi e sleali. È in questo punto +che Marco stabilisce la divisione della Persia in otto provincie. +Secondo lui, gli indigeni persiani sono nemici molestissimi pei +negozianti, i quali non possono viaggiare senza essere armati d'archi e +di freccie. Il principale commercio del paese è quello dei cavalli e +degli asini che vengono inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là +alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, consistono in frumento, +in orzo, in miglio ed in uve, che crescono in abbondanza. + +Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la città più orientale della +Persia propriamente detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè +ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare per sette giorni +attraverso magnifiche foreste piene di selvaggina, per giungere alla +provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono nelle montagne delle +turchesi, ferro ed antimonio. I ricami ad ago, la fabbricazione di +bardature ed armi, l'allevamento dei falchi da caccia, occupano gran +numero di abitanti.--Lasciata Kirman, Marco Polo ed i suoi due compagni +impiegarono nove giorni a traversare un paese ricco e popoloso, e +giunsero alla città di Comadi, che si crede sia la moderna Memaum, +allora già molto decaduta. La campagna era bellissima; dovunque bei +montoni grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, con corna corte e +grosse; starne ed altri uccelli a migliaia; alberi magnifici, +specialmente datteri, aranci e pistacchi. + +Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, i tre viaggiatori +entrarono nella bella pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il +nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo due giorni ancora di +viaggio, Marco Polo si trovò alle rive del golfo Persico, e presso la +città di Ormuz, che forma il porto marittimo del regno di Kirman. Quel +paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di datteri e d'altri +alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di seta e d'oro, denti d'elefante e +vino di palme. Il porto era frequentato da molte navi ad un albero e ad +una sol vela, le cui tavole erano unite con fili di corteccia e non +inchiodate; laonde molte perivano nell'attraversare il mare indiano. + +Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il nord-est, tornò a Kirman; +quindi si avventurò, per sentieri pericolosi, attraverso un arido +deserto, ove non si trova che acqua salmastra; quello stesso deserto +che, 1500 anni prima, Alessandro superò col suo esercito, tornando dalle +bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio Nearco. Sette giorni +dopo, Marco Polo entrò nella città di Kabis, sulla frazione del regno di +Kirman[14]. Traversò poi un altro deserto, ed in otto giorni risalì sino +a Tonocain, che dev'essere l'attuale capitale della provincia di Kumis, +cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune notizie intorno al Vecchio della +Montagna, il capo degli Hashishins (donde venne il nome di _assassino_), +setta maomettana che si segnalò pel suo fanatismo religioso e per le sue +crudeltà spaventevoli[15]. Dopo sei giorni di cammino, entrò in Supunga +(la Shibbergam dei moderni), la città per eccellenza, ove i poponi sono +più dolci del miele, e nella nobile città di Balkh, verso le sorgenti +dell'Oxo. Quindi, traversato un paese ove s'incontrano non di rado +leoni, giunse a Taikan, gran mercato di sale, che attira gran numero di +trafficanti, ed a Scasem, che alcuni commentatori ritengono sia la +moderna Koondooz. In quella contrada si trovavano molti porcispini, e +quando si dava loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi +tutti, lanciavano contro i cani i dardi che portano sul dorso e sui +fianchi. È noto ora che questa pretesa facoltà difensiva del porcospino +è da porsi nel novero delle favole. + +I viaggiatori entrarono quindi sul territorio montuoso di Balacian, +contrada fredda, che produce buoni cavalli, gran corridori, falchi dal +lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi esistono miniere di +rubini, che il re fa scavare a suo profitto in una montagna chiamata +Sighinan, sulla quale nessuno può metter piede sotto pena di morte. Si +raccoglie pure, in altri luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si +fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» cioè il lapislazzuli. A +dieci giornate da Balacian s'incontra una provincia, che dev'essere la +moderna Paishore, i cui abitanti idolatri hanno la pelle scurissima e +vivono di carne e riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, paese +temperato, che ha molte città e villaggi, ed il cui territorio, +frastagliato da gole di monti, è facile a difendere. Giunto a questo +punto, se Marco Polo avesse proseguito più oltre nella stessa direzione, +sarebbe entrato nel territorio dell'India; ma egli risalì invece verso +il nord, e dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, in +mezzo a magnifici pascoli, ove erravano sterminate greggie di montoni +selvatici chiamati mufloni. Di là, attraversando le contrade di Pamer e +di Belor, territorî montuosi tra i sistemi orografici dell'Altai e +dell'Imalaia, giunsero, dopo quaranta giorni di faticose marcie, alla +provincia di Kaschgar. + +È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo e Niccolò Polo durante +il loro primo viaggio, quando da Boukhara furono condotti alla residenza +del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo si avanzò all'ovest, fino a +Samarcanda, grande città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi +toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane che fanno il commercio +tra l'India e l'Asia settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein, +città che i moderni commentatori non si accordano nello stabilire a +quale corrisponda, posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza +il diaspro ed il calcedonio, giunse ad un certo regno di Ciarcian, che +alcuni commentatori ritengono sia la città detta Karashehr, che +significa _città nera_, descritta come posta sopra un gran fiume +navigabile, formato dalla congiunzione dei due fiumi che vengono +rispettivamente dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo un cammino di cinque +giorni attraverso sabbiose pianure prive d'acqua potabile, venne a +riposarsi per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. Ivi fece i +suoi preparativi per attraversare il deserto che si stende verso +Oriente, «deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe un anno per +attraversarlo; deserto popolato da spiriti, ed in mezzo al quale +risuonano tamburi invisibili, ed altri instrumenti»[16]. + +Dopo un mese impiegato nel traversare quel deserto nella sua larghezza, +i tre viaggiatori giunsero nella provincia di Tangut, alla città di +Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero chinese. Questa +provincia ha pochi commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte +idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. Fra i costumi di Tangut, +che fecero maggiore impressione su Marco Polo, dobbiamo citare quello di +non ardere i cadaveri dei morti se non nei giorni fissati dagli +astrologi; «e tutto il tempo che il morto resta in casa, quegli della +casa fanno mettere una tavola dinanzi alla cassa dov'è il morto, con +vino, pane e vivande, com'egli fosse vivo; e questo fanno ogni dì, +infino a che si dee ardere.» + +Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, Marco Polo ed i suoi +compagni fecero un'escursione sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), città +fondata in mezzo a due deserti, abitata da idolatri che non conoscono +alcun vincolo di matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas, +città sulla quale non sono ancora riusciti ad accordarsi i commentatori, +abitata da idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. «Quivi, dice il +Polo, ha montagne ove sono buone vene d'acciaio e d'andanico, e in +questa montagna è un'altra vena, della quale si fa salamandra.»[17] + +Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou e riprese la sua via +verso l'est, traverso il Tangut, per la città di Succiur[18], sopra un +territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice Marco, si truova il +rebarbero in grande abbondanza, e quivi lo comperano i mercatanti, e +portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur passò a Champicion, la +Kam-ceu-fu dei Chinesi, allora capitale di tutto il Tangut. Era una +città importante, popolata da ricchi capi idolatri, che erano poligami, +e sposavano per lo più le loro cugine o le zie[19]. I tre Veneziani +rimasero un anno in quella città. Queste lunghe fermate, e le frequenti +deviazioni dal loro cammino, spiegano perchè il loro viaggio traverso +l'Asia centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, dopo aver +viaggiato per dodici giornate, a cavallo, Marco Polo giunse sul limite +d'un deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra deviazione, +giacchè egli saliva direttamente al nord; ma al viaggiatore stava a +cuore di visitare la celebre città di Caracorum, questa capitale tartara +che Rubruquis aveva visitata nel 1254[20]. + +Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore, e non badava a +fatiche quando si trattava di completare i suoi studî geografici. In +quella circostanza, per giungere alla città tartara, dovette camminare +quaranta giorni in un deserto senza abitazioni e senza arbusti. + +Giunse finalmente a Caracorum. Era una città di tre miglia di +circonferenza. Dopo essere stata per lungo tempo la capitale dell'impero +mongollo, fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore allora +regnante. Qui Marco Polo fa una digressione storica, in cui narra la +ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro quel famoso Prete Gianni, +che teneva tutto il paese sotto la sua dominazione[21]. + +Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò verso l'est, ed arrivò alla +città d'Erginul, che è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui +abitanti si dividono in idolatri, cristiani nestoriani e maomettani. Di +là si spinse alquanto verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò +traverso un territorio ove pascevano buoi selvaggi grossi come elefanti, +ed il prezioso capretto che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a +Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono verso l'est a +Cialis, ove si fabbricano i migliori cambellotti[22] di pelo di +cammello; quindi nella provincia di Tenduc, nella città dello stesso +nome, ove regnava un discendente del Prete Gianni, per nome Giorgio, +tributario però del Gran Kan. Era una città industriale e commerciante, +ove, al dire di Marco Polo, «sonvi gli più bianchi uomeni del paese e +più belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» Di là, facendo un +angolo verso il nord, i Veneziani s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là +della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, che dev'essere +Tsaan-Balgassa, bella città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri +l'imperatore quando desidera divertirsi alla caccia del girifalco, +giacchè abbondano su quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e le +pernici. + +Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, Marco Polo, col +padre e lo zio, giunse a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è +la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. Ivi gl'inviati del +pontefice furono ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava quella +residenza d'estate, posta al di là della gran Muraglia, al nord di +Cambaluc, ora Pekino, capitale dell'impero. Il viaggiatore parla poco +dell'accoglienza che gli venne fatta, ma descrive con minuziosa cura il +palagio del Kan, grande edifizio di pietre e di marmo, le cui camere +sono interamente dorate. + +Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un parco cinto da mura, ove si +vedono serragli di bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto +con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili all'acqua: era +una specie di padiglione che si poteva smontare, nel quale il Kan +abitava nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè nella buona stagione. +Tale stagione doveva esser buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco +Polo, degli astrologi addetti alla persona del Kan erano incaricati di +dissipare coi loro sortilegi qualunque pioggia, nebbia o intemperie. +Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio il potere di quei maghi. +«Questi savi uomini sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno più d'arte +del diavolo che tutta l'altra gente, e fanno credere alla gente, che +questo avviene per santità. E questa gente medesima, ch'io v'ho detto, +hanno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la +signoria[23], egli il fanno cuocere e mangianlo, ma no se morisse di sua +morte; e sono sì grandi incantatori, che quando il Gran Kan mangia in +sulla mastra sala, gli coppi pieni di vino e di latte e di altre loro +bevande, che sono d'altra parte della sala, si gli fanno venire senza +che altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono +bene X mila persone: e questo è vero senza menzogna; e questo ben si +può fare per negromazia.» + +Il Veneziano parla anche di altri monaci che menano una vita di continue +privazioni, cibandosi di crusca bagnata nell'acqua, digiunando buona +parte dell'anno, e tenendosi molte ore in adorazione innanzi agli idoli +ed al fuoco. «Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); e si vi dico, +che v'ha una piccola città che hae uno monistero che hanno piue di cc +monaci, e vestonsi più onestamente che tutta l'altra gente.» + +Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore Kublai, il più potente +degli uomini, che possiede più terre e tesori di qualunque uomo da Adamo +in poi. Narra come il Gran Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse +un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben proporzionato delle membra, +dal volto bianco e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al trono +l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era buon capitano in guerra, e lo +provò quando suo zio Naian, che governava pel nipote alcune provincie +dell'impero, sollevatosi contro di lui, volle disputargli il trono alla +testa di quattrocentomila cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto +trecentosessantamila uomini a cavallo e centomila a piedi, mosse contro +lo zio, e lo sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, di nulla +sospettando, se ne stava tranquillamente accampato. Terribile fu la +battaglia. «Vi morirono tanta gente, tra dell'una e dell'altra parte, +che ciò sarebbe meraviglia a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, e +Naian, fatto prigione, fu messo in su uno tappeto, e tanto fu pallato, e +menato in qua e in là che egli morío: e cioè fece, che non voleva che 'l +sangue del lignaggio dello imperatore facesse lamento all'aria; e questo +Naian era di suo lignaggio.» Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò +trionfante nella città capitale del Catai, chiamata Cambalu, che divenne +poi l'attuale Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo dovè rimanervi +a lungo, sino all'istante in cui venne incaricato di varie missioni +nell'interno dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico palagio +dell'imperatore, di cui il Veneziano fa la seguente descrizione, che noi +togliamo dal Codice Magliabeccano, e che darà esatta idea dell'opulenza +di quel sovrano mongollo: + +«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora nella mastra città, ch'è +chiamata Combalu, tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, febbraio, +e in questa città ha suo grande palagio: ed io vi diviserò com'egli è +fatto. Lo palagio è di muro quadro, per ogni verso un miglio, e in su +ciascuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio, e quivi si +tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, turcassi e selle e +freni, corde e tende, e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. E +ancora tra questi palagi hae quattro palagi in questo cercóvito, sì che +in questo muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti sono pieni +d'arnesi, e in ciascuno ha pur d'una cosa. E in questo muro verso la +faccia del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo è una grandissima +porta, che non s'apre mai nè chiude se non quando il Gran Cane vi passa, +cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da +ogni lato una, onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato n'hae +un'altra grande, per la quale entra comunemente tutta l'altra gente, +cioè ogni uomo. E dentro a questo muro hae un altro muro, e attorno +attorno hae otto palagi come nel primaio, e così son fatti; ancora vi +stae gli arnesi del Gran Cane.» + +Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono le rimesse e le +armerie dell'imperatore. Ma non farà meraviglia quel gran numero di +arnesi, ove si sappia che il Gran Kan possedeva una razza di cavalli +bianchi come la neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte era +esclusivamente riserbato ai principi di sangue reale. + +Marco Polo continua in questi termini:--«Nella faccia verso mezzodie ha +cinque porti, nell'altra pure una, e in mezzo di questo muro èe il +palagio del Gran Cane, ch'è fatto com'io vi conterò. Egli è il maggiore +che mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo ispazzo èe alto più che +l'altra terra ben dieci palmi; la copritura è molto altissima. Le mura +delle sale e delle camere sono tutte coperte d'oro e d'ariento; havvi +iscolpite belle istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e di bestie +e di molte altre belle cose; e la copritura èe altresì fatta che non vi +si può vedere altro che oro e ariento. La sala è sì lunga e sì larga, +che bene vi mangiano sei mila persone, e havvi tante camere, ch'è una +maraviglia a credere. La copritura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia +e bionda e verde, e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, che +luce come oro o cristallo, sì che molto dalla lungie si vede lucere lo +palagio. La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro e l'altro, dentro a +quello ch'io v'ho contato di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi +molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi bianchi, cavriuoli e +daini, le bestie che fanno il moscado, vaj e ermellini e altre belle +bestie. La terra dentro di questo giardino è tutta piena dentro di +queste bestie, salvo la via donde gli uomeni entrano; e dalla parte +verso il maestro ha un lago molto grande, ove hae molte generazioni di +pesci. E sì vi dico che un gran fiume vi entra e esce, ed èe sì +ordinato, che niuno pesce ne puote uscire (e havvi fatto mettere molte +generazioni di pesci in questo lago); e questo è con rete di ferro. +Anche vi dico, che verso tramontana, da lungi dal palagio una arcata, ha +fatto fare un monte, ch'è alto bene cento passi, e gira bene un miglio; +lo quale monte è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno tempo perdono +foglie, ma sempre son verdi. E sappiate, che quando è detto al Gran Kan +di uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e con molta +terra, e fallo piantare in quel monte, e sia grande quanto vuole, +ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, ch'egli ha fatto +coprire tutto il monte della terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì +che nel monte non ha cosa se non tutta verde, perciò si chiama lo monte +verde. E in sul colmo del monte è un palagio molto grande, sì che a +guatarlo è una grande maraviglia, e non è uomo che 'l guardi, che non ne +prenda allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto fare il Gran +Signore per suo conforto e sollazzo. Ancora vi dico, che appresso di +questo palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, ove istà lo nipote +del Gran Cane, che dee regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo di +Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del Gran Cane[24]; e questo Temur +che dee regnare tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha già bolla +d'oro e sugiello d'imperio, ma non fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.» + +Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, Marco Polo passa a descrivere +la città di Cambalu, città antica, che ha un circuito di ventiquattro +miglia, cioè sei miglia per ogni lato, essendo di forma quadrata, e che +è separata dalla moderna di Taidu da un canale, che divide l'odierna +Pekino in città chinese e città tartara. Il viaggiatore, sottile +osservatore, ci istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore. +Giusta la sua relazione, Kublai-Kan avrebbe una guardia d'onore di +dodicimila cavalieri chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli del +signore, sotto il comando di quattro capitani; «e questo non fae per +paura.» I suoi pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa +etichetta. Alla sua tavola, che è più alta delle altre, egli siede al +nord, avendo a sinistra la sua prima moglie, a destra e più basso i +figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più nobili baroni, che hanno +cura di turarsi la bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò che lo +loro fiato non andasse nelle vivande del signore.» Quando l'imperatore +s'accinge a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando tiene in mano la +tazza tutti i baroni e spettatori s'inginocchiano umilmente. Parlando +della vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva che «egli hae quattro +femmine, le quali tiene per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo, +ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere signore, per ragione, +dello imperio dopo la morte del suo padre. Elle sono chiamate +imperadricie, e ciascuna è chiamata per suo nome, e ciascuna di queste +donne tiene corte per sè; e non ve n'ha niuna che non abbia trecento +donzelle, e hanno molti valletti e scudieri, e molti altri uomeni e +femmine, sì che ciascuna di queste donne ha bene in sua corte mille +persone. E sappiate che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e che ha +venticinque figliuoli di sue amiche, e ciascuno è gran barone; e ancora +dico che degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro mogli, gli +sette ne sono re di grandissimi reami, e tutti mantengono bene loro +regni, come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali feste del Gran +Kan sono date da lui medesimo, una il giorno anniversario della sua +nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla prima figurano intorno +al trono dodicimila baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente +centocinquantamila vestimenta di drappo di seta d'oro ornati in perle; +mentre i sudditi, idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. Alla +seconda festa, al capo d'anno, chiamata dal Polo _la bianca festa_, +l'intera popolazione, uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, +perchè, secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, e ciascuno porta +al sovrano doni di grandissimo valore in oro, argento, perle e stoffe +preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila elefanti coperti di +magnifici drappi e portanti vasellami d'oro e d'argento, ed un numero +ingente di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. La festa si chiude +con pubbliche preghiere, e per ultimo con un sontuoso banchetto che il +Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua corte e del suo regno. + +Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, che il Gran Kan passa +nella sua città d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di sessanta +giornate di cammino, sono obbligati a provvederlo di cinghiali, cervi, +daini, caprioli ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, ed il +suo servizio da caccia è veramente superbo. Egli ha leopardi, lupi +cervieri, grandi leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza +forti per cacciare i lupi, volpi, daini, caprioli; e finalmente cani che +si contano a migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore +incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi verso il mare, ed è +accompagnato almeno da diecimila falconieri con cinquecento girofalchi, +una quantità innumerevole di astori, falchi pellegrini e falchi sacri. +Durante quella gita il re tartaro, che si compiace di tutto il lusso +della pompa orientale, è seguíto da un palazzo portatile posto su +quattro elefanti accoppiati, coperto da pelli di leoni, e foderato da +drappo d'oro. Egli procede così fino al campo di Chakiri-Mondu, alle +sorgenti del fiume Usuri, nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, +abbastanza vasta da capire diecimila cavalieri o baroni. Ivi è la sua +sala da ricevimento; ivi dà le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o +dormire, trova in un'altra tenda una sala meravigliosa tappezzata da +pelliccie d'ermellino e di zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti +d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane così fino a Pasqua, +cacciando gru, cigni, lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la +sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi che regolano la caccia, +il Polo così si esprime: «Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il +Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè alcuno altro uomo non può +prendere, nè cacciare nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, nè di +niuna bestia che moltiplichi, dal mese di marzo infino all'ottobre. E +chi contra ciò facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico ch'egli è sì +bene ubbidito, che le lepre e daini e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io +v'ho contato, vegniono più volte insino all'uomo, e non le tocca, e non +le fa male.» + +Marco Polo completa in questo punto la descrizione di questa magnifica +città. Egli enumera i dodici sobborghi che la compongono, nei quali i +più ricchi mercanti fanno fabbricare magnifici palagi. Questa città è +commerciale al massimo grado: vi affluiscono le più preziose mercanzie +come in nessun' altra città del mondo. Mille carri carichi di seta vi +entrano ogni giorno; è il deposito ed il mercato dei più ricchi prodotti +dell'India, come le perle e le pietre preziose, e vi accorre gente a +comperare da oltre duecento leghe tutto all'intorno. Per provvedere ai +bisogni del commercio, il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, ch'è +per lui una sorgente perenne di ricchezze. Aggiungeremo che questa +moneta non è altro che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì +ogni nazione ha portato il proprio contingente sui mercati europei. Ma +qui lasciamo ancora la parola al Veneziano: «Il Gran Kan fa prendere +iscorza d'uno albore ch'à nome gelso[25]; è l'albore, le cui foglie +mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile, +ch'è tra la buccia grossa e l'albore, o vogli tu legno dentro, e di +quella buccia fa fare carte, come di bambagia, e sono tutte nere. Quando +queste carte sono fatte così, egli ne fa delle piccole, che vagliono una +medaglia di tornesello piccolo, e l'altra vale un tornesello, e l'altra +vale un grosso d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e l'altra due +grossi, e l'altra cinque, e l'altra dieci, e l'altra un bisante d'oro, e +l'altra due, e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. E tutte +queste carte sono sugiellate col sugiello del Gran Sire, e hanne fatte +fare tante, che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E quando queste carte +son fatte, egli ne fa fare tutti i pagamenti, e fagli ispendere per +tutte le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; e nessuno gli +osa rifiutare, a pena della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e +regni che sono sotto sua signoria si pagano di questa moneta, d'ogni +mercatanzia di perle, d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e +generalmente d'ogni altra cosa, e sì vi dico che la carta che si mette +per dieci bisanti, non ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti le +più volte cambiano questa moneta a perle, o a oro, e altre cose rare. E +molte volte è recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta mercatanzia +in oro e in ariento che vale quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire +fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti le pigliano volentieri, +perchè le spendono per tutto il paese. E molte volte fa bandire il Gran +Cane, che ogni uomo che ha oro e ariento, perle o pietre preziose o +alcuna altra cara cosa, che incontanente la debbiano avere apresentata +alla tavola del Gran Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; e tanto +gliene viene di questa mercatanzia, ch'è un miracolo. E quando ad alcuno +si rompe o guastasi niuna di quelle carte, egli va alla tavola del Gran +Sire, e incontanente gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma si +gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, che se alcuno vuol fare +vasellamenta d'ariento o cinture, egli va alla tavola del Gran Sire, ed +ègli dato per queste carte ariento quant'e' ne vuole, contandosi le +carte secondo che si ispendono. E questa è la ragione perchè il Gran +Sire dee avere più oro e più ariento, che signore del mondo.[26]» + +Secondo Marco Polo, il sistema del governo imperiale riposa sopra una +centralizzazione eccessiva. Il reame, diviso in 34 provincie, è +amministrato da dodici nobilissimi baroni, che abitano nella stessa +città di Cambalu; ivi, nel palazzo di questi baroni, dimorano gli +intendenti e gli impiegati tutti che trattano gli affari d'ogni singola +provincia. Intorno alla città si diramano molte strade ben tenute, che +metton capo ai diversi punti del regno. Su queste strade, ad ogni +ventidue miglia, sorgono stazioni postali; ed in essa duecentomila +cavalli sono sempre pronti a trasportare i messaggieri dell'imperatore. +Più, fra le stazioni, ad ogni tre miglia, trovasi un villaggio composto +di circa quaranta case, in cui abitano i corrieri che portano a piedi i +messaggi del Gran Kan. Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo +compresso da una benda, hanno una cintura munita di campanelli che li fa +udire da lontano; partono al galoppo, fanno rapidamente le tre miglia, +rimettono il messaggio al corriere che li attende, e per tal modo +l'imperatore riceve in un giorno ed una notte le notizie da dieci +giornate di distanza. Questo mezzo di comunicazione costa ben poco a +Kublai-Kan, perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare dalle +imposte i corrieri; in quanto ai cavalli delle stazioni, sono +somministrati gratuitamente dagli abitanti delle provincie. + +Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta del suo potere, se fa +pesare sì gravi imposte sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa +attivamente dei loro bisogni, e sovente viene loro in aiuto. Quando la +grandine ha devastato le messi, non solo egli non esige l'usato tributo, +ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai suoi granai. Quando +una mortalità accidentale ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne +la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone annate, di mettere nei +granai un'enorme quantità d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed +altre derrate, in modo da mantener i grani ad un prezzo mite in tutto +l'impero. Inoltre, porta particolare affetto ai poveri della sua buona +città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il Polo, come il Gran Cane fa +carità alli poveri che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie povere +della città, che sono in famiglia sei o sette, o più o meno, che non +hanno che mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: e questo fa +fare a grandissima quantità di famiglie. Ancor non è vietato lo pane del +signore a niuna persona che voglia andare per esso. E sappiate che ve ne +vanno più di trenta mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo è gran +bontà di signore; e per questo è adorato come Iddio dal popolo.» +Aggiungeremo che tutto l'impero è amministrato con somma cura; le vie +ben tenute e piantate ad alberi magnifici, che servono sopratutto a +farle riconoscere al viaggiatore, nei paesi deserti. La legna è quindi +abbondantissima dappertutto; «senza contare, dice il Veneziano, che per +tutta la provincia del Catai hae una maniera di pietre nere che si +cavano dalle montagne come vena, che ardono come bucce, e tengono più lo +fuoco che non fanno la legna.» Queste pietre nere non sono altro che il +carbone fossile, che in grandissima quantità trovasi nelle montagne +delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li. + +Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città di Cambalu. È certo che, +grazie alla sua vivace intelligenza, al suo spirito, alla facilità di +apprendere gl'idiomi dell'impero, venne molto in grazia all'imperatore. +Incaricato da lui di diverse missioni, non solo nella China, ma nei mari +dell'India, a Ceylan, sulle coste del Coromandel e del Malabar, e nella +parte della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, probabilmente tra +il 1277 ed il 1280, governatore della città di Yang-tsceu e di +ventisette altre città, comprese nella giurisdizione di questa. Grazie a +queste missioni, egli percorse un bel tratto di paese e ne riportò utili +documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi lo seguiremo +facilmente, colla carta geografica alla mano, in quei viaggi dai quali +la scienza doveva trarre immenso profitto. + + +NOTE: + +[7] L'_Jerzenga_ dei moderni. + +[8] La _nafta_ propriamente detta è un bitume liquido, +infiammabilissimo, incoloro, della stessa origine del petrolio; è +volatile, di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La _nafta_ si +trova raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle +sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato +le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta la penisola di +Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di _nafta_, cinerea e +bianca. La _nafta bianca_ arde benissimo, ma n'è scarsa la quantità; +all'incontro la _cinerea_ è abbondantissima, e sgorga talora in piccoli +ruscelli. La _nafta_, in medicina, è stata adoperata, come il petrolio, +come vermifuga e antispasmodica. (_Nota del Trad._) + +[9] _Melic_ è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa +_re_. + +[10] Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città di +Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre sino al Mar +Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli Sciti. + +[11] _Califfo_, titolo assunto dai luogotenenti e successori di +Maometto, nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande +legislatore. (_Nota del Trad._) + +[12] Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad: + +«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, ch'avea nome +Alau, fratello del signore che in quel tempo regnava, ragunò grande +oste, e venne sopra lo califfo in Baudac (_Bagdad_), e presela per +forza. E questo fu grande fatto, imperocchè in Baudac aveva piue di +cento mila cavalieri senza gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò +al califfo piena una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che +giammai non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro, +molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e sì gli +disse: _califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne volevi tu fare? E +quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, come non soldavi cavalieri e +gente per difendere te e la terra tua e la tua gente?_ Lo califfo non li +seppe rispondere. Allotta (_allora_) disse Alau: _califfo, da che tue +ami tanto l'avere, io te ne voglio dare a mangiare_. E fecelo mettere in +quella torre, e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e +disse: _Ora ti satolla del tuo tesoro._ E quattro dì vivette, e poscia +si trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente per +difendere sua terra.» + +[13] Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo: + +«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) e a Mosul. +Negli anni MCCLXXV era uno califfo in Baudac che molto odiava gli +cristiani; e ciò è naturale alli saracini. Egli pensò di fare tornare +gli cristiani, saracini, o di uccidergli tutti, e a questo aveva suoi +consiglieri saracini. Ora mandò lo califfo per tutti i cristiani +ch'erano di là, e misse loro dinanzi questo punto; che egli trovava in +uno vasello iscritto, che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto +un granello di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere +due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani dissero +che bene era vero.--Dunque, disse il califfo, tra voi tutti dee essere +tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque fate rimuovere +quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi vi farete saracini, chè +chi non ha fede dee essere morto.--E di questo fare diede loro termine +dieci dì. Quando gli cristiani udirono ciò che il califfo avea detto, +ebbono grandissima paura; e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, +piccoli e grandi, maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e +pregarono assai Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando +che Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona +notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e dissegli +che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli dicesse che la +montagna si muterebbe. Quello calzolaio era buono uomo, ed era di sì +buona vita, che un dì una femmina venne a sua bottega, molto bella, +nella quale un poco peccò cogli occhi, ed egli colla lesina vi si +percosse, sicchè mai non ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. +Quando questa visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea +mutare la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro la +visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse Iddio che +mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era uomo sufficiente a +ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che lo calzolaio si misse in +orazione. Quando il termine fu compiuto, la mattina tutti gli cristiani +n'andarono alla chiesa, e feciono cantare la messa, pregando Iddio che +gli aiutasse; poscia tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a +questa montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi, +bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati per +uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non si mutasse. +Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce ginocchioni, e +pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò a rovinare e a +mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si maravigliarono molto, e il califfo +si convertì con molti saracini; e quando lo califfo morìo, si trovò una +croce a collo, e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel +monimento con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro +luogo.» + +[14] L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida sede di +commercio e d'industria, e governata da un luogotenente del principe di +Seiestan. + +[15] Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice +Magliabeccano, questo interessante capitolo: + +«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva dimorare +anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che messer Marco intese +da più uomini. Lo Veglio è chiamato in lor lingua Aloodyn. Egli aveva +fatto fare fra due montagne, in una valle, lo più bello giardino, e 'l +più grande del mondo; quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del +mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: +per tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era +donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano +cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere a costoro che +quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè Malcometto disse, che +chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine tante quante volesse, +quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino; e perciò lo fece +simile a quello che avea detto Malcometto. E gli saracini di quella +contrada credevano veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo +giardino non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. +All'entrata del giardino avea un castello sì forte, che non temeva niuno +uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte tutti giovani di 12 anni, +li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne +faceva mettere nel giardino, a 4, a 10, a 20, egli faceva loro dare bere +oppio, e quegli dormivano bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, +e al tempo gli faceva isvegliare. + +«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, e +vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso; e +queste donzelle sempre istavano con loro in canti e in grandi sollazzi; +donde egli aveano sì quello che volevano, che mai per loro volere non si +sarebbono partiti di quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e +ricca, e fa credere a quegli di quella montagna, che così sia com'io +v'ho detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, in +niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli recare +fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano, +trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono molto tristi, chè si +trovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontanente dinanzi al +Veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli +domanda: _Onde venite?_ Rispondono: _Dal paradiso_, e contangli quello +che v'hanno veduto entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il +Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello lo quale +sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno +volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, ritornano al loro +signore; se è preso, vuole morire, credendo ritornare al paradiso. E +quando lo Veglio vuole fare uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: +_Va', fa tal cosa: e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al +paradiso._ E gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa +maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, a cui +egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno tributo per quella +paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau signore dei Tartari del +levante, che sapeva tutte queste malvagità, pensò tra sè medesimo di +volerlo distruggere, e mandò e' suoi baroni a questo giardino, e +istettonvi tre anni attorno al castello prima che l'avessono; nè mai non +lo avrebbono avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu +morto lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più +Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.» + +[16] Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice +Magliabeccano: + +«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di notte per lo +deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane addietro delli +compagni per dormire o per altro, quando vuole poi andare per giungere +li compagni, ode parlare i spiriti in àiere, che somigliano li suoi +compagni, e più volte è chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto +disviare talvolta in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già +perduti; e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e +propriamente tamburi.» + +Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il passare delle +carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un suono speciale, +prodotto dalla sabbia messa in movimento da molti animali. + +[17] La falsa credenza popolare che la _salamandra_ possa resistere al +fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo nome a quella +pietra che noi conosciamo sotto il nome di _amianto_, minerale che si +presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, morbidi +come seta, infusibili, _incombustibili_. Nelle Alpi del Piemonte +l'amianto è comune; la sua quantità non è però tale da farne grandi +applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo per le lampade ad alcool; si +è pensato pure a farne filacce per gli usi della chirurgia. Pei chimici, +l'amianto è un _silicato di magnesia_. (_Nota del Trad._) + +[18] La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine +occidentale della grande muraglia. + +[19] Nel testo francese si legge: «_il prenent le cousines por feme, et +prenent la feme sun pere._» + +[20] Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere celebre +pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato nel 1253 da +S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari che aveva, dicesi, +abbracciato il cristianesimo. Accompagnato dal cordeliere Bartolomeo da +Cremona, traversò il Mar Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma +questo capo non era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel +che possedeva. Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a +Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò per +l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione a S. +Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è piena di particolari +curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte Hakluyt e Purchas. +(_Nota del Trad._) + +[21] Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga notizia +dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale ad un +tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte dagli storici +risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia era re del +Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte usurpò il trono un prete +nestoriano, capo dei Naimans, generalmente chiamato il Prete Giovanni. + +[22] Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e molto +solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si fabbrica +anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il _cambellotto_ è pure una +stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, che si prepara tanto in +Francia che in Italia. (_Nota del Trad._) + +[23] Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (_J. V._) + +[24] Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto a +morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito del +defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa che regola le +successioni delle monarchie europee. (_Nota del Trad._) + +[25] _Morus papyrifera._ Parlando di queste specie di gelso, il Capitano +Mayne-Reid così si esprime: «Il _morus papyrifera_ è originario della +China, del Giappone o delle isole dell'Oceano Pacifico: ma come gli +altri gelsi, venne portato in Europa ed in America, ove lo si coltiva +oggidì a titolo d'ornamento. Il suo frutto, di colore scarlatto, è +sferico, in luogo d'essere oblungo come quelli dei gelsi propriamente +detti. È per questa ragione che i botanici fanno un genere a parte, di +cui è l'unico campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da +seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel bestiame. +Però la parte più interessante del _gelso-papiro_ è senza dubbio la +corteccia, che serve a fabbricare la carta nella China e nel Giappone. È +appunto con questa sostanza che si fabbrica la magnifica carta della +China, che serve nell'incisione, ed è con questa stessa corteccia che i +naturali delle isole della Società tessono quella superba stoffa bianca, +che causò tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima +volta.» (_Nota del Trad._) + +[26] Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai meriti +ed i vantaggi della _carta monetata_, diremo che questa istituzione, di +cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e tutti i mali, +essendo stata introdotta in China (secondo le dotte ricerche del +Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando Ian-tsunh, della +dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli nelle finanze +chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di quelle carte, sia pei +fallimenti delle banche autorizzate all'emissione di questi cenci +rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 Kublai-Khan, adottando il +progetto del ministro Lusci-iung, piantò il credito sulla base fallace +della violenza: la rovina del commercio, il depauperamento de' privati, +la perdita d'ogni fiducia nel principe, furono gli effetti inevitabili +di questo pericoloso sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di +sostenere il credito periclitante: il governo passava da un fallimento +all'altro; e verso la metà del secolo XV^o una crisi finale fece +scomparire nella China, per sempre, la carta monetata. + +Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione +cartacea presso le nazioni europee. (_Nota del Trad._) + + + + + CAPITOLO III. + + Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu. + --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu. + --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping. + --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu. + --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou. + --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian. + + +Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, venne dal Gran Kan +incaricato d'una missione che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla +capitale. Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, verso il sud, traversò +il magnifico fiume Pehonor, che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò +sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro arcate, lungo trecento +passi, il quale non ha il simile in tutto il mondo. A trenta miglia di +là incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti alberghi pei +viaggiatori, ed ove si lavora specialmente in legno di sandalo, tessuti +di seta e d'oro. + +A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella moderna città di Tainfu, che +fu un tempo sede di un governo indipendente. Tutta quella provincia gli +parve ricca di viti e di gelsi; la principale industria della città era +allora la fabbricazione delle armature per conto dell'imperatore. Sette +giornate più oltre trovò la bella città di Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, +tutta dedita al commercio ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo aver +visitata questa città, giunse sulle rive del celebre fiume Giallo, +ch'egli chiama Charamera, ossia _fiume nero_, forse a causa delle sue +acque oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato il fiume, giunse ad +una nobile città chiamata Chaciafu, nella quale alcuni commentatori +ravvisano la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi O-ciung-fu) sulla +riva orientale del fiume Giallo[27], e che è ai nostri dì una delle più +ragguardevoli città del Scian-si. Lasciata quella città, ove non vide +nulla che meritasse menzione, Marco Polo percorse a cavallo una bella +contrada, sparsa di castella, di città, di giardini, e ricca di +cacciagione. Dopo otto giorni di cammino, giunse alla nobile città di +Si-gnan-fu, allora chiamata Quengianfu, antica capitale della dinastia +dei Thang. Ivi regnava un figlio del Gran Kan, per nome Manghala, +principe giusto ed amato dal suo popolo; egli abitava, fuori della +città, un magnifico palazzo costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura +merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. Quella città +presentava allora un mercato importantissimo di gioie, stoffe ed +armature d'ogni genere. + +Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse verso il Tibet, +attraversando una contrada montuosa ch'egli chiama Chunchum, e che +probabilmente corrisponde alla moderna provincia di Sze-tchuen. «Egli ha +per monti e per valli città e castella assai, e sono idoli, e vivono di +loro lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti boschi, ove sono +molte belle bestie selvatiche, come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi +cervieri, daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che troppo n'hanno +grande utilità.» + +Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i confini della immensa +pianura di Ambalet-Mangi. Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di +produzioni e particolarmente di zenzero, di cui fornisce tutta la +provincia del Cattai. Ed è tale la fertilità del suolo, che, secondo un +viaggiatore francese, E. Simon, lo si vende oggidì a 30,000 franchi +all'ettara, cioè tre franchi al metro. Nel secolo XIII quella pianura +era coperta di città e castella, e gli abitanti vivevano dei frutti del +terreno, dei prodotti del bestiame e della selvaggina, che forniva ai +cacciatori una preda facile ed abbondante. + +Continuando il suo viaggio verso ponente, Marco Polo penetrò nella +provincia di Sze-tchuen, e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la +moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale supera 1,500,000 +abitanti. Sindi-fu misurava allora un circuito di venti miglia, era +divisa in tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un muro +particolare, aveva il proprio re prima che Kublai-Kan se ne +impadronisse. «E sappiate, dice il Polo meravigliato, che per mezzo +questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, ed è largo bene mezzo +miglio, ov'ha molti pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene da +ottanta in cento miglia, ed è chiamato Quiia-fu.» + +Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, che attraversa la China +da ovest ad est, e n'è il fiume più importante. Sulle nostre carte lo +troviamo indicato col nome di Fiume Bleu. + +«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, ha città e castella assai, +e havvi tante navi, che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; e +v'ha tanta moltitudine di mercatanti, che vanno giuso e suso, ch'è una +grande meraviglia. E il fiume è sì largo, che pare un mare a vedere, non +fiume. E dentro della città in su questo fiume è un ponte tutto di +pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e largo otto passi: e su per +quello ponte ha colonne di marmo, che sostengono la copritura del ponte; +e sappiate ch'egli è coperto di bella copritura, e tutto dipinto di +belle istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene molta mercatanzia e +favvisi arti: ma si vi dico che quelle case sono di legno, che la sera +si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi è lo camarlingo del Gran +Sire, che riceve lo diritto della mercatanzia che si vende in su quel +ponte; e si vi dico che il diritto di quel ponte vale l'anno bene mille +bisanti[28].» + +Uscito da quella città commerciale e industriosa, Marco Polo, dopo +cinque giorni di marcia, attraverso vaste foreste, giunse alla provincia +del Tibet, ch'egli dice «molto guasta dalla guerra fattavi da +Mogut-Kan.» + +La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi dànno nome di Si-tsang o +Tsang occidentale, è abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i +viaggiatori durerebbero fatica a difendersi, se non vi crescessero in +gran copia quelle canne meravigliosamente grosse e alte, che noi +chiamiamo bambù.[29] Infatti «gli mercatanti e gli viandanti prendono +quelle canne la notte e fannole ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande +iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre bestie fiere hanno paura +e fuggono, e non si accosterebbero al fuoco per cosa del mondo. E +questo si fanno per paura di quelle bestie chè ve n'ha assai. Le canne +iscoppiono, perchè si mettono verdi nel fuoco, e quelle si torcono e +fendono per mezzo, e per questo fendere fanno tanto romore, che s'odono +dalla lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; ed è sì terribile +cosa a udire, che chi non fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe gran +paura, e gli cavagli che non ne sono usi, si spaventano sì forte che +rompono capresti, e ogni cosa e fuggono; e questo avviene spesse volte. +E a ciò prendere rimedio, a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno +incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare gli occhi, e turare +gli orecchi; si che non può fuggire quando ode questo iscoppio; e così +campano gli uomeni, la notte, loro e le loro bestie.» + +Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora impiegato nelle contrade +che producono il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate dalle +fiamme può paragonarsi ai più violenti petardi d'un fuoco d'artifizio. + +Secondo la relazione del viaggiatore veneziano, il Tibet è una +vastissima provincia divisa in otto reami, con molte città e castella, +bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da montagne dalle quali si trae +oro in quantità. I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto il +Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui nome significa _fiume dall'aurea +sabbia_, sono ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri e +malvagi, e formano una razza di terribili ladroni. Vivono dei frutti +della terra, di bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e fanno, +per doni, di sè mercato ai viaggiatori che attraversano quella +provincia. Quantunque il Tibet fosse allora sotto la dominazione del +Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete nè le banconote +dell'impero; all'incontro vi si spendeva il corallo, di cui gli abitanti +adornavano il collo delle loro femmine ed i loro idoli. + +Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto verso l'ovest. +Traversò il regno di Gaindu che secondo alcuni corrisponderebbe al +territorio settentrionale dei Birmani, secondo altri invece a quella +montuosa regione circondata dai territorî del Bengala, Arracan, abitata +da schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen, lungo le rive del +braccio sinistro del fiume Arracan, e visitò un bel lago, che produceva +ostriche perlifere, la cui pesca era riservata all'imperatore. Vide +anche una montagna dalla quale si cavavano quelle pietre conosciute +sotto il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, la cannella ed altre +spezie davano in quel paese abbondantissimi raccolti. + +Gli abitanti di questa provincia non hanno denaro, ed impiegano come +moneta dei pezzi di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. Non +conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano naturale il far marcato delle +proprie mogli, figlie e sorelle ai forestieri che attraversano la +contrada. + +Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un gran fiume da lui chiamato +Brunis che pare fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco Polo +tornò direttamente al sud-est, e penetrò nella provincia di Garagia, +regione che si crede formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata +tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani dell'Asia Centrale, Caraian; e +ch'era allora governata da Jesau Temur, nipote di Kublai. + +Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella provincia, eccellenti +cavalcatori, mangiavano la carne cruda dei polli, dei montoni, dei +bufali e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano d'una salsa composta +d'aglio e di buone spezie. Quel reame era altresì frequentato da grossi +serpenti orribili a vedersi. + +Quei rettili, probabilmente alligatori, erano lunghi dieci passi; +avevano due gambe poste sul davanti presso il capo ed armate d'un +unghione che era smisurato; la loro gola poteva inghiottire un uomo in +un boccone. + +La capitale di questa provincia è una città che il Polo chiama Jaci, e +che si crede corrisponda alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti sono +parte maomettani, parte cristiani nestoriani, ed il rimanente idolatri. +«Quivi hae mercatanti ed artefici, dice il nostro viaggiatore, e +spendono per moneta _porcellane bianche_, che si truovano nel mare.» È +questa una specie di conchiglia che noi conosciamo sotto il nome di +_Cyproea moneta_, che gli Indiani chiamano _Cooris_, usata anche ai dì +nostri come moneta alle Maldive ed in diverse parti delle Indie. + +Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera impiegata dagli +indigeni di quella contrada per impadronirsi dei terribili alligatori +che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che il fiele di questi +anfibî, preso come beveraggio, è reputato nel paese come medicina contro +la morsicatura d'un cane rabbioso.[30] + +A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco Polo, continuando ancora +verso mezzodì, penetrò nella provincia di Ardanda, la cui capitale, +Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città di Yung-chang. Tutti gli +abitanti di questa città avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con +laminette d'oro, che levavano per mangiare. Gli uomini di quella +provincia, tutti cavalieri, «non fanno nulla salvo che uccellare, andare +a caccia od andare in oste (_in guerra_)»: i lavori faticosi sono +riservati alle donne ed agli schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno +idoli, nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia; + cioè il nonno, il patriarca. Siccome non conoscono scrittura di +sorta, così «quando hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, fanno +tacche di legno, e l'uno tiene l'una metà, e l'altro l'altra metà; +quando colui dee pagare la moneta, egli la paga e fassi dare l'altra +metà della tacca.» Non hanno medici, ma bensì dei maghi od incantatori, +che saltano, danzano, cantano e suonano strumenti presso il malato; e +quindi ordinano sacrifizi e banchetti, finchè l'infermo muore o risana. + +Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano i denti d'oro, Marco +Polo seguì la grande strada che serve al traffico tra l'India e +l'Indo-Cina, e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, si teneva un +gran mercato, che attirava i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver +cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste popolate da elefanti, +liocorni ed altre fiere, giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte +dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, si chiama +Arampura. Questa città di Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, +chiamata dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure la vecchia Paghau, +situata sull'Irraonady, possedeva una vera meraviglia architettonica; +erane due torri, l'una costrutta di belle pietre ed interamente coperta +da una lamina d'oro dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da una +lamina d'argento, ambe fatte costruire da un re di Mien, prima che quel +reame cadesse in potere del Kan. + +Dopo di aver visitata quella provincia, Marco Polo discese fino a +Baugala, l'attuale Bengala, oggidì una delle tre grandi divisioni +dell'India Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva ancora +a Kublai-Kan. Le armate dell'imperatore si adoperavano allora a +conquistare quel paese fertile, ricco di cotone, di zenzero, di canne da +zucchero, e i cui magnifici buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti. +Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino alla città di Cangigu, +nella provincia dello stesso nome. Alcuni credono che sotto questo nome +abbia ad intendersi il regno di Tonkino, altri invece il territorio di +Cangcur. Gli abitanti di quel regno praticavano il tatuaggio, e mediante +aghi si disegnavano sul volto, sul collo, sul ventre, sulle mani, sulle +gambe, immagini di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi più n'ha di +queste dipinture più si tiene gentile e bello.» + +Cangigu è il punto più meridionale raggiunto da Marco Polo in questo +viaggio. A partire da questa città risalì verso il nord-est, e pel paese +d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, in mezzo all'Impero +Birmano ed alla provincia del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma, +oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. Ivi trovò begli uomini, +bruni di pelle, valenti guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli +fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, riso e spezie. +«Quando muoiono fanno ardere i loro corpi, e l'osse che non possono +ardere sì le mettono in piccole cassette, e portanle alle montagne, e +fannole istare appicate caverne, si che niuno uomo nè altra bestia non +puote toccare. L'oro abbonda nel paese; usano però come piccola moneta +la _porcellana_, ossia quella conchiglia (_Cyproea moneta_) di cui +abbiamo già parlato più addietro. Vivono di carne, di latte, di riso e +di spezie. + +Qui il signor Charton fa giustamente osservare che il viaggiatore si +allontana dal paese conosciuto sotto il nome d'India al di là del +Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata Toloma, Marco Polo +seguì per dodici giorni, verso levante, un fiume sulle cui rive +sorgevano molte città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, che +si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale della provincia di Guinguì, +che dev'essere, scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle acque del +Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì dippiù in questa contrada,--e si ha +ragione di credere che l'ardito esploratore fosse anche un valente +cacciatore,--fu il gran numero di leoni che infestavano le pianure e le +montagne. Tutti i commentatori sono però d'accordo nel ritenere che i +leoni di Marco Polo non fossero altro che tigri, non essendovi leoni +nella China. Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti leoni, che se +neuno dormisse la notte fuori di casa, sarebbe incontanente mangiato. E +chi di notte va per questo fiume, se la barca non istà ben di lungi +dalla terra, quando si riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e +piglierebbe uno di questi uomeni, e mangerebbolo; ma gli uomeni se ne +sanno bene guardare. Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. E sì vi +dico una grande maraviglia, che due cani vanno a un gran leone, e sono +questi cani di questa contrada, e sì lo uccidono, tanto sono arditi. E +dirovvi come. Quando un uomo è a cavallo con due di questi buon cani, +come i cani veggono il leone, tosto corrono a lui, l'uno dinanzi e +l'altro di dietro, ma sono sie (_sì_) ammaestrati e leggieri che 'l +lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda molto l'uomo; poi il +lione si mette a partire per trovare albore (_albero_), ove ponga le +reni per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia lo mordono alle +coscie, e fannolo rivolgere or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo, sì lo +seguita percotendolo con sue saette molte volte, tanto che 'l lione cade +morto, sì che non si puote difendere da uno uomo a cavallo con due buoni +cani.» + +Parlando degli abitanti di questa provincia, dice che «hanno sete assai, +che sono idolatri, sottoposti al Gran Cane, e spendono monete di carta.» + +Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente il fiume, ed in capo +a dodici giorni fu di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia di +Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere la sua escursione nel +Tibet. Di là, riprendendo la via già percorsa, fece ritorno presso +Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta la sua missione +nell'Indo-China. + +Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato dall'imperatore +d'un'altra missione nella parte sud-est della China «la parte più ricca +e più commerciale di quel vasto impero, dice il Pauthier nel suo bel +lavoro sul viaggiatore veneziano, e quella altresì su cui, dopo il +secolo XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.» + +Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta del Pauthier, Marco +Polo, lasciando Cambalu, si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la +moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli città del Peche-li; di +là a Ciaglu, oggidì Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva +esportato nelle circostanti contrade, indi a Ciagli, città industriosa +che i commentatori ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive +dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; finalmente a +Codifu o Codiufu, l'attuale Tsi-nan-fu, capitale della provincia di +Shan-tung, patria del grande filosofo e legislatore Confucio[31]. Codifu +era a quel tempo una grande città, la più nobile di tutte quelle +contrade, frequentatissima dai negozianti di seta, ed i cui meravigliosi +giardini producevano gran quantità di frutti deliziosi. A tre giornate +di cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la città di Siugni, che credesi +corrisponda alla moderna Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran +canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli navi che «recano +nelle provincie del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, tanto, ch'è +maraviglia a credere.» + +[Illustrazione: Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di +datteri e d'altri alberi fruttiferi.... Cap. II, _pag._ 22] + +Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra corrispondere all'odierna +città di Lin-tching-hien; quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou; +Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, e giungeva al Caramera o +Fiume Giallo, che aveva già traversato nel suo corso superiore, mentre +dirigevasi verso l'Indo-China. + +Parlando dell'importanza di questo fiume nella navigazione e nel +commercio dell'impero, ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che +il gran fiume di Caramera, che viene dalla terra del Prete Gianni, è +largo un miglio; ed è molto profondo, sì che bene vi puote andare gran +nave; egli ha questo fiume bene quindicimila navi, che tutti sono del +Gran Cane, per portare sue cose, quando fa oste (_guerra_), all'isole +del mare, che 'l mare è presso a una giornata. E ciascuna di queste navi +vuole bene quindici marinari, e portano in ognuna quindici cavagli +cogli uomeni, co' loro arnesi e vivande.» + +Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, e si trovò nella provincia +di Mangi, un tempo distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso da +Kublai solo dal 1278. + +Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, era governato da un re +pacifico, che abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. Il +testo francese dei viaggi di Marco Polo parla di lui alquanto +diffusamente nei termini, seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo +imperatore della dinastia dei Song poteva spendere tanto, che era un +prodigio; vi racconterò di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno egli +faceva allattare ben ventimila bambini; dacchè è costume in quei paesi, +che le povere donne gettino via i figli appena nati, quando non possono +nutrirli. Il re li faceva raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual +segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li dava a nutrire in diversi +luoghi, perchè manteneva nutrici in quantità[32]. Quando un ricco +non aveva figli, andava dal re e si faceva dare quanti bambini +voleva, e quelli che voleva; poi il re, quando i giovani e le fanciulle +erano in età da unirsi in matrimonio, li sposava fra loro, e dava loro +da vivere; in tal modo ogni anno ne allevava ben ventimila tra maschi e +femmine. Se passando in qualche strada vedeva una casa piccola fra due +grandi, domandava perchè quella casetta non era grande come le altre, e +se gli dicevano ciò essere perchè apparteneva ad un povero, tosto la +faceva ridurre bella ed alta come le altre. Quel re si faceva sempre +servire da mille paggi e da mille damigelle. Manteneva nel suo regno una +giustizia così severa, che non vi si commetteva nessun delitto; durante +la notte le case del mercanti rimanevano aperte, nè alcuno vi prendeva +nulla; si poteva viaggiare di notte come di giorno.» + +Entrando nella città di Mangi, Marco Polo trovò Chygiagni, oggidì +Hoai-gnan-fou, nella provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive del +fiume Giallo, la cui principale industria è la fabbricazione del sale, +che si cava da alcune paludi salmastre. Ad una giornata da quella città, +seguendo una strada lastricata di belle pietre, il viaggiatore giunse +alla città di Pauchi, oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, Chayu o +Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori e pescatori valenti, poi a +Tai-tcheou, ove approdano navigli in gran numero; ed arrivò finalmente a +Yangui. + +Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, di cui Marco Polo fu +governatore durante tre anni. È città popolatissima e molto +commerciante, ed ha non meno di due leghe di circuito. Marco Polo partì +da Yangui per diverse esplorazioni, che gli permisero di studiare +minutamente le città del litorale e dell'interno. + +Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente e giunse a Nangi (da +non confondersi colla moderna Nan-king), città posta in una provincia +fertilissima, i cui abitanti, dice il Polo, «vivono di mercatanzie e +d'arti, e hanno seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni cosa da +vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo il suo viaggio, visitò +Saianfu, oggidì Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu questa +l'ultima città del Mangi che resistette alla dominazione di Kublai-Kan. +L'imperatore vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì da +ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero potenti baliste che +schiacciarono gli assediati sotto una grandine di sassi, alcuni dei +quali pesavano fin trecento libbre. + +Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi per esplorare le città del +litorale. Egli rientrò senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città +posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo corso superiore è chiamato +Kin-scia-kiang. Questa città di Sigui (da non confondersi con quella di +cui il Polo ha parlato indietro) di cui non sanno che congetturare i +commentatori, sorge in un punto ove il fiume è largo più d'una lega, e +riceve più di mille navigli in una volta. Da Sigui si portò a Chiagui +(la moderna Chua-tcheou), posta nel luogo ove il canale imperiale entra +nel Yang-tse-kiang. È questa la città che fornisce di biade la massima +parte della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) di +faccia a Chua-tcheou, ov'erano due chiese di cristiani nestoriani; +Cinghingiu (Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città commerciale ed +industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, grande città di sei leghe di +circuito, che, secondo la relazione esageratissima del viaggiatore +veneziano, possedeva allora non meno di seimila ponti. Soggiornò qualche +tempo a Ingiu, città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che credesi +corrisponda alla moderna Ho-tcheu; indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo +entrò nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa Hang-tcheu, +capitale della provincia di Tche-kiang, che divenne sede degli +imperatori quando i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, nel +1132, e allora essa fu chiamata King-se, onde la Quinsay del Polo, la +King-sai di Rascideddin, e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto alcuni +arguirono significasse la _città del cielo_. + +Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, ha cento miglia +di circuito, ed è traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi +all'infinito, fa di Quinsay un'altra Venezia. Quell'antica capitale dei +Song è popolosa quasi quanto Pekino; le vie sono selciate di pietre e +mattoni: si contano, secondo Marco Polo, «dodicimila ponti di pietra, e +sotto la maggior parte di questi ponti vi potrebbe passare, sotto +l'arco, una gran nave, e per gli altri bene mezza nave.» In quella città +vivono i più ricchi negozianti del mondo, le cui mogli «stanno così +delicatamente come se fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza d'un +vicerè che governa per l'imperatore più di centoquaranta città. Vi si +vedeva ancora il palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato da +bei giardini, con laghi, fontane, e contenente più di mille camere. Il +Gran Kan ricava da quella città e dalla provincia rendite immense, fra +cui va contato il prodotto del sale, dello zuccaro, delle spezie e della +seta, che costituiscono la principale produzione del paese. + +«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e levante, dice il Polo, è il +mare Oceano, e quine (_quivi_) è una città che ha nome Giafu, ove ha +molto buon porto, e havvi molte navi che vengono d'India e d'altri +paesi. E da questa città al mare hae un gran fiume, onde le navi possono +venire infino alla terra.» Questa Giafu credesi dai commentatori sia la +moderna città di Kuang-teheu o Canton, una delle più grandi e più +ricche città commerciali della China. + +«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il Veneziano, e' vae una +giornata verso iscirocco, tuttavia trovando palagi e giardini molti +belli, ove si truova tutte cose da vivere; di capo di questa giornata si +truova questa città, c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed è +disotto a Quinsay.» Qualche commentatore ha ravvisato nella Tapigni del +Polo la moderna Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou. + +In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui (Hon-tcheou), Chegui +(Tchu-ki, o, secondo altri, Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e +finalmente Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città del reame del Quinsay. + +Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. Secondo la sua relazione, +gli abitanti di questa contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi, +«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni e bevendo il sangue, e poscia +gli mangiano tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu +(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima città che ha ponti di +pietra lunghi un miglio; e dove «avvi galline che non hanno penni ma +peli come gatte, e tutte nere, e fanno uove come le nostre, e sono molto +buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori non hanno saputo +trovare, ma che si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene non siavi +veruna somiglianza di nome. + +Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, capitale del regno di +Cancha; nella quale i commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale del +Fu-chian, che giace a breve distanza dal mare, sopra un braccio del +Niao-tung-chiang (Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al +commercio delle pietre preziose, dello zucchero e d'altre mercanzie che +vengono per mare dall'India. + +Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque giornate verso sud-ovest, +attraversando valli e pianure seminate di città e castelli, raggiunse +Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto l'odierna +Tsiuan-ceu, celebre porto della China meridionale, nella provincia di +Fu-chian, detto eziandio volgarmente Tseu-tung, che anche sotto la +dominazione dei Ming era assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e +dagli Indiani. + +Dopo di aver parlato dei tesori che trae il Gran Kan da questa città, +pel commercio importante ch'ivi si esercita in spezie e prodotti d'ogni +genere dell'India, Marco Polo dice che in questa provincia havvi una +città per nome Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale del +Fo-kien) ove si fabbricano le migliori scodelle di porcellana del mondo, +ad un prezzo veramente tenuissimo. + +Il Polo rimase qualche tempo nella città di Zarton, che i commentatori +ritengono l'estremo punto da lui visitato in questo viaggio nella China +sud-orientale.[33] + + +NOTE: + +[27] I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. +(_Nota del Trad._) + +[28] Pari a L. 20,220.--Il _Bisante_ è un antica moneta d'oro, +coll'impronta di due santi, così appellata da Bisanzio, ora +Costantinopoli, ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a +lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (_N. del Trad._) + +[29] Il _Bambu_ comune (_Arundo Bambos_) ha sovente l'altezza di 20 +metri. (_N. del Trad._) + +[30] Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di cui parla +il Polo, sieno boa (_boa constrictor_), frequentissimi nella China +Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi da 25 a 30 +piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli ed altri. La carne +di questi boa è squisita a mangiarsi; il fiele estrattone vendesi caro +per medicina; della pelle si fanno tamburi e vagine di pugnali e spade. + +[31] Confucio (_Khung-fu-tseu_ o _Khung-tseu_), nato verso il 551 av. +Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore, +discendeva, dicesi, da _Hoang-ti_, legislatore della Cina. Fino dalla +prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, dopo la morte +della madre, si consacrò alla meditazione e formò il disegno di +riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie provincie e si +vide in breve circondato da un gran numero di discepoli. Il re di +Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. Corresse i costumi, riformò la +giustizia e fece prosperare l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto +fu costretto a ritirarsi. Dopo aver di nuovo percorso le provincie per +predicare la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì +verso il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero +una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella Cina e vi +godono di parecchi privilegi.--Confucio rivide i _Kings_, libri sacri +dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo o restauratore +della religione, o piuttosto della setta filosofica religiosa che vige +tuttodì nella Cina. Scrisse l'_Yih-King_ (libro delle Trasformazioni), +lo _Sciu-King_ (Libro per eccellenza), che contiene un sunto storico +sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; il _Sci-King_ (Libro dei +versi), raccolta di canti popolari, nazionali e religiosi: il _Li-Ki_ +(Rituale), sul quale poggia tutto il sistema religioso; lo _Sciun-Sieu_ +(primavera ed autunno), storia del reame di Lu; il _Hiao-King_ (dialogo +sulla pietà filiale), che contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che +precede il _Ta-hio_ (la grande scienza), uno dei quattro libri scritti +dai suoi discepoli. (_Nota del Trad._) + +[32] Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a quella +del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano per le vie i +proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai porci od ai cani. +(_Nota del Trad._) + +[33] Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi la +China. + + + + + CAPITOLO IV. + + L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla + figlia dell'imperatore e gli ambasciatori + persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I + Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il + mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa + africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il + Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo + prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi + discendenti.--Ricordi della famiglia Polo. + + +Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, ritornò senza +dubbio alla corte di Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie +missioni, che gli furono agevolate e dalla sua conoscenza della lingua +mongolla, della turca, della cinese e della mantchou. Pare ch'egli +facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle isole dell'India, ed al +suo ritorno stese un rapporto particolareggiato sulla navigazione di +quei mari ancora poco conosciuti. + +«Sappiate, dice egli, che nell'India sono molte navi, ch'elle sono d'un +legno chiamato abete e di sapino; elle hanno una coverta e in su questa +coverta hae bene 40 camere, ove in ciascuna puote istare un mercatante +agiatamente; e hanno un timone e quattro alberi, e molte vi giungono due +alberi che si levano e pongono. Queste navi vogliono bene duecento +marinai; ma elle sono tali che portano bene cinquemila isporte di pepe, +e di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a ciascuno remo vogliono +essere quattro marinai, e hanno queste navi tali barche, che porta l'una +bene mille isporte di pepe. E sì vi dico che questa barca mena bene +quaranta marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano tirare la gran +nave; ancora mena la nave dieci battelli per prendere pesci.» La +relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate ed interessanti +sull'isola di Cipango, nome applicato al gruppo d'isole che compongono +il Giappone, ch'era allora un paese rinomato per le sue ricchezze.[34] +«Zipagu, dice il nostro esploratore, è un'isola in levante, ch'è +nell'alto mare millecinquecento miglia. L'isola è molto grande, le genti +sono bianche, di bella maniera e belle, e sono idolatri, e non +obbediscono ad alcuno. Qui si trova l'oro, però n'hanno assai; niuno +uomo non vi va, e niuno mercante non leva di questo oro; perciò n'hanno +eglino cotanto. Il palagio del signore dell'isola è molto grande, ed è +coperto d'oro, come si cuoprono di qua le chiese di piombo; e tutto lo +spazzo delle camere è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due dita, e tutte +le finestre e mura e ogni cosa e anche le sale sono coperte d'oro; e non +si potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle assai, e sono rosse e +tonde e grosse, e sono più care che le bianche; ancora v'ha molte pietre +preziose, e non si potrebbe contare la ricchezza di questa isola.» + +La fama delle ricchezze del Giappone era giunta sino in China, ed aveva +risvegliata la cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, pochi anni +prima della venuta di Marco Polo alla corte tartara, aveva tentato +d'impadronirsi di quell'isola. La sua flotta, comandata da due baroni, +approdò felicemente a Cipango, s'impadronì d'una cittadella, i cui +difensori furono passati a fil di spada; ma una tempesta disperse le +navi tartare, e la spedizione non ebbe risultato. I due baroni che +avevano condotta quella sciagurata impresa vennero, d'ordine +dell'imperatore, decapitati. Marco Polo racconta circostanziatamente +questo tentativo, e cita varî particolari intorno ai costumi dei +Giapponesi. + +«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno di questa isola prende +alcuno uomo, che non si possa ricomperare, convita suoi parenti e i suoi +compagni, e fallo cuocere, e dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la +migliore carne che si mangi.» + +Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò la China, i Giapponesi +sarebbero stati antropofaghi, come lo sono ancora oggidì gl'indigeni di +molte isole dell'oceano Pacifico. + +Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre Niccolò, trovavansi da +ben diciassette anni al servizio dell'imperatore, senza contare gli anni +spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. Avevano vivo desiderio di +rivedere la patria; ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, e ne +apprezzava i meriti, non sapeva risolversi a lasciarli partire. Tutto +tentò egli per vincere la loro risoluzione, ed offerse loro immense +ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. I tre Veneziani +persistettero nel disegno di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò +loro assolutamente la licenza di partire. Marco Polo non sapeva come +deludere la vigilanza dell'imperatore, quando un avvenimento mutò la +determinazione di Kublai-Kan. + +Un principe mongollo, Arghum, che regnava in Persia, avea mandato +un'ambasciata all'imperatore per chiedergli in matrimonio una +principessa del sangue reale. Kublai-Kan accordò al principe Arghum la +mano di sua figlia Cogatra, e la fece partire accompagnata d'un seguito +numeroso. + +Ma le contrade che la scorta volle traversare per recarsi in Persia non +erano sicure; turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, e la +carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, alla residenza di Kublai-Kan. +Allora gli ambasciatori persiani, avendo sentito parlare di Marco Polo +come d'un valente navigatore che aveva conoscenza del mare Indiano, +supplicarono l'imperatore di confidare a lui la principessa Cogatra, +affinchè la conducesse al suo fidanzato, traversando quei mari meno +pericolosi del continente. + +Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella domanda. Egli fece +allestire una flotta di quattordici navi a quattro alberi, ed +approvigionolla per un viaggio di due anni. Qualcuna di quelle navi +contava persino duecentocinquanta uomini di equipaggio. Come si vede, +era una spedizione importante, e degna dell'opulento sovrano dell'impero +chinese. + +Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono colla principessa Cogatra e +cogli ambasciatori persiani. Fu in quel tragitto, che durò non meno di +diciotto mesi, che Marco Polo visitò le isole della Sonda e dell'India, +di cui fa una descrizione tanto completa? Noi possiam fino ad un certo +punto ammetterlo, sopratutto per quanto riguarda Ceylan ed il litorale +della penisola indiana. Lo seguiremo quindi durante la sua navigazione, +e riferiremo le descrizioni ch'egli dà di quei paesi, fino allora +imperfettamente conosciuti. + +Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata da Marco Polo lasciò il +porto di Zaiton, ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio traverso +le provincie meridionali della Cina. Da questo punto, egli si diresse +direttamente verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale tutti i +commentatori s'accordano nel ravvisare Tsiampa o Bintuan, provincia +della Cocincina meridionale.[35] Il viaggiatore veneziano aveva già +visitato quella provincia, probabilmente verso l'anno 1280, durante una +missione di cui l'imperatore l'aveva incaricato. + +«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo si parte del porto di Zaiton +e navica verso ponente, e alcuna verso gorbi (_garbino_, ossia +_libeccio_) milleduecento miglia, sì si trova una contrada c'ha nome +Ciamba, ch'è molto ricca terra e grande, e hanno re per loro; e sono +idoli (_idolatri_); e fanno trebuto al Gran Cane ciascuno anno 20 +leofanti, e non gli dànno altro, li più belli, che vi si possono +trovare, che n'hanno assai. E questo fece conquistare il Gran Cane negli +anni Domini 1278.» + +Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima della conquista, il re che +lo governava aveva non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui +centocinquanta atti a portare le armi. In quel regno non si usava +maritare niuna bella pulzella senza il consenso del re, il quale poteva +disporne a suo talento. + +Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta si diresse verso l'isoletta +di Condor; ma prima di descriverla, Marco Polo cita la grande isola di +Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai potuto impadronirsi, «per lo +pericolo del navicare e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede +grandi ricchezze e produce in abbondanza pepe, noci moscate, garofano ed +altre droghe preziose. Qualche commentatore ha creduto che sotto il nome +di _Java_ intendesse il Polo di parlare di Borneo, a cui gl'indigeni +dànno infatti il nome di _Jana Java_ (paese di Giava) e _Nusa Java_ +(isola di Giava). E quì giova rammentare ai nostri lettori che il Polo +non visitò questi luoghi, ma ne parla «per quello che seppe dalla bocca +di uomini degni di fede» secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto +sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a quanto sembra, le isole +di Pulo Condor nel mare della China, ove vide oro in abbondanza, Marco +Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia l'isola di Buitang, +posta vicino all'entrata orientale dello stretto di Malacca, e presso +l'isola di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava. + +«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì che la tramontana +(_l'Orsa_) non si vede nè poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola +hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e ciascuno di questi reami +ha lingua per sè. Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte care +ispezierie.» Sumatra è infatti una delle più fertili isole del gruppo, +ove l'aloè vi cresce meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici +e rinoceronti, che Marco Polo chiama _unicorni_, e scimmie che vanno a +frotte numerose. La flotta fu trattenuta cinque mesi presso quella +costa, in causa del cattivo tempo, ed il viaggiatore ne approfittò per +visitare le principali provincie dell'isola, come Ferbet (Tandjong +Perlak), i cui abitanti delle montagne sono feroci ed antropofaghi; +Basma, che secondo alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo +altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; Samarcha, che secondo +l'opinione del Murray corrisponderebbe all'odierno porto di Samangca, i +cui abitanti, dice il Veneziano, «hanno alberi, che tagliano gli rami e +quelli gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; ed empiesene tra dì +e notte un gran coppo che sta appiccato al troncone, ed è molto buono.» +È questo il tanto rinomato liquore della palma, che fornisce un vino che +in poche ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le noci di cocco sono +quivi abbondantissime. Marco Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu +(probabilmente l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti sono antropofaghi; +di Lambri (Nalabu, sulla costa occidentale dell'isola) ove sono +moltissimi uomini colla coda (scimmie senza dubbio), e Fransur, cioè +l'isola di Pauchor, ove cresce il _cicade_, da cui si trae una farina +buona per pane, che noi chiamiamo _sagù_. Finalmente i venti permisero +alle navi di lasciare la Piccola Giava; dopo aver toccato l'isola di +Necaran, che dev'essere una delle Nicobari, ed il gruppo delle Andaman, +i cui abitanti sono ancora antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, la +flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò a prender terra alle +coste di Ceylan. «Quest'isola, dice la relazione, anticamente fu via +maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento alla tramontana vien sì +forte, che una gran parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa +tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di Ceylan. «E sappiate, +continua il Polo, che in questa isola nascono i buoni e nobili rubini, e +non nascono in niuno luogo del mondo piue, e quì nascono zaffiri e +topazi e amatisti, e alcune altre pietre preziose. E si vi dico che il +re di quest'isola, che si chiama Sedemay, hae il piue bello rubino del +mondo, e che mai fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo presso che +un palmo, ed è grosso bene altrettanto, come sia un braccio di uomo, +egli è piue ispredente (_splendente_) cosa del mondo, egli non ha niuna +tacca, egli è vermiglio come fuoco, ed è di sì gran valuta che non si +potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò per questo rubino, e gliene +voleva dare la valuta d'una buona città, ed egli disse che nol darebbe +per cosa del mondo, però ch'egli fue degli suoi antichi.» + +A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti trovarono la gran +provincia di Maabar, che non bisogna confondere col Malabar, posto sulla +costa occidentale della penisola indiana, come erroneamente è scritto +nel codice Ramusiano. Questo Maabar forma il sud della costa di +Coromandel, molto stimata per le sue peschiere di perle. Ivi sono certi +incantatori che rendono i mostri marini innocui ai pescatori, specie +d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino ai tempi moderni. Qui Marco +Polo dà interessanti particolari sui costumi degli indigeni; sulla morte +dei re del paese, in onore dei quali i signori si gettano nel fuoco; sui +suicidî religiosi, che sono frequenti; sul sacrificio delle vedove, che +il rogo reclama dopo la morte dei mariti; sulle abluzioni biquotidiane, +di cui la religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli indigeni a +diventare buoni fisonomisti; sulla loro fiducia nelle arti degli +astrologhi ed indovini. + +Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla costa del Coromandel, Marco +Polo si diresse al nord sino al reame di Muftili, che corrisponde al +territorio su cui giace la moderna città di Masulipatam, che formò parte +una volta del regno di Telingana, di cui era capitale Golconda, famosa +per le sue miniere di diamante. + +«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina molto savia, che rimase +vedova bene quarant'anni, e voleva sì gran bene al suo signore, che +giammai non volle prendere altro marito; e costei hae tenuto questo +regno in grande istato, ed era più amata che mai fosse o re o reina. Ora +in questo reame si truova diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae +grandi montagne, e quando piove, l'acqua viene rovinando giuso per +queste montagne; e gli uomeni vanno cercando per la via ove l'acqua è +ita, e trovane assai di diamanti; e la state che non vi piove si se ne +trova su per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande caldo che a pena vi +si puote sofferire. E su per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi, +che gli uomeni vivono a grande dottanza (_timore_), e sono molto +velenosi, e non sono arditi d'andare presso alle loro caverne di quelli +serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli diamanti per un altro modo, +ch'egli hanno sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi puote +andare; ed egli vi gettano entro pezzi di carne, e gittanla in questi +fossati di che la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi nella +carne. E in su queste montagne istanno aguglie (_aquile_) bianche che +stanno tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono questa carne in +questi fossati, elle si vanno colà giuso, e reconla in sulla riva di +questi fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, e l'aguglie +fuggono, e gli uomeni truovano in questa carne questi diamanti; ed +ancora ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano di questi diamanti +colla carne insieme, e gli uomeni vanno la mattina al nidio +dell'aguglia, e trovano coll'uscita (_escrementi_) loro di questi +diamanti. So che così si truovano i diamanti per questi modi, nè in +luogo del mondo non se ne truova di questi diamanti se non in questo +reame. E non crediate che gli buoni diamanti si rechino di qua tra gli +cristiani; anzi si portano al Gran Cane, ed agli altri re e baroni di +quelle contrade che hanno lo gran tesoro.» + +Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, situata ad alcune +miglia al sud di Madras, e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni) +degli Indiani, San Tomé degli Europei, Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso +degli antichi viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di S. +Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno di Masbar, e più +particolarmente la provincia di Lar, da cui sono originari tutti i +«Bregomani» del mondo (probabilmente i Bramani). Quegli uomini, secondo +la relazione, vivono vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza; +alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta o dugento anni, non +mangiando che riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo ed argento +vivo. I Bregomani sono destri mercanti, superstiziosi però, ma +lealissimi; non rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano il bue, +che tengono in conto d'animale sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per +un filo di bambagia ch'egli portano sotto la spalla diritta, sì che gli +viene il filo a traverso il petto e le ispalle.» + +Da quel punto della costa la flotta ritornò a Ceylan, ove nel 1284 +Kublai-Kan aveva spedito un'ambasceria, che gli riportò le credute +reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due denti mascellari; +giacchè, stando alle tradizioni dei Saracini, la tomba del nostro primo +padre sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata che forma il +punto più culminante dell'isola, e che chiamasi appunto per ciò il Picco +di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, Marco Polo andò a Cail, +porto che pare sia scomparso dalle carte moderne, dove approdavano +allora tutte le navi che venivano da Hormuz Kis, Aden e dalle coste +dell'Arabia. Di là, girando il capo Comorino, all'estremità della +penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, che al secolo XIII +era una città molto commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti +sono tutti neri, maschi e femmine, e vanno tutti ignudi.» Ivi si +raccoglie particolarmente il legno di sandalo, ed i mercanti del Levante +e del Ponente vi accorrono a negoziare in gran numero. Il paese del +Malabar è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco Polo chiama «leoni +tutti neri», pappagalli di varie specie, e pavoni assai più belli e più +grossi dei loro congeneri d'Europa. + +La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord la costa del Malabar, e +giunse sulle sponde del reame di Ely, che sembra corrispondere a +Mangalore, nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice il Veneziano, nasce +pepe, giengiavo (_ginepro_) e molte altre ispezierie.» + +Al nord di quel regno stendevasi quella contrada che il viaggiatore +veneziano chiama Melibar, e che è situata al nord del Malabar +propriamente detto. Le navi dei negozianti del Mangi venivano spesso a +trafficare cogli indigeni di questa parte dell'India, che loro fornivano +carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi ed altre mercanzie di +gran valore; ma i loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati dai +pirati della costa, che avevano fama di terribili uomini di mare. Quei +pirati abitavano più particolarmente la penisola di Gohurat, oggi +Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si diresse dopo aver veduto +Tanat, contrada ove si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città che fa +gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero Sumenat, città della +penisola, i cui abitanti sono idolatri, crudeli e feroci, e poi +Kesmacoram, probabilmente l'attuale Kedge, ultima città delle Indie tra +occidente e settentrione, Marco Polo, in luogo di risalire verso la +Persia, ove l'attendeva il fidanzato della principessa tartara, +s'inoltrò verso occidente, traverso il vasto mare d'Oman. + +La sua insaziabile passione d'esploratore lo trascinò così per +cinquecento miglia sino alle rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle +isole Maschio e Femmina, così chiamate perchè una è unicamente abitata +da uomini, l'altra da donne, che vengono visitate da quelli durante i +mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, dice il nostro +esploratore, sono cristiani battezzati e non hanno signore, salvo che +hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di Scara.» Lasciate quelle +isolette, la flotta fece vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è +veramente Socotora, l'antica _Dioscorides Insula_ dei Greci, ch'è posta +all'ingresso del golfo d'Aden, e di cui Marco Polo riconobbe diverse +parti. Egli parla degli abitanti di Socotora come di abili incantatori, +che con le loro arti ottengono quanto vogliono e comandano agli uragani +ed alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio in miglio verso il +sud, spinse la sua flotta sino alle coste del Madagascar. + +Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar è una delle più grandi e +più nobili isole del mondo, d'un circuito di ben quattromila miglia. Gli +abitanti sono per la maggior parte maomettani, e vivono sotto la +signoria di dodici governatori. Sono molto dediti al commercio, e +particolarmente al traffico dei denti di elefanti e dell'ambra. Si +nutrono specialmente di carne di cammello, che è migliore e più sana di +qualsiasi altra. I negozianti che vengono dalle coste dell'India non +impiegano più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; ma nel ritorno +ci spendono non meno di tre mesi, in causa delle correnti contrarie che +tendono sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, frequentano +quell'isola perchè fornisce loro il legno di sandalo, di cui sonvi +intere foreste, e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi d'oro e di seta, +con grande guadagno e profitto. Secondo Marco Polo, non mancano in quel +reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, orsi, cervi, +cinghiali, giraffe, asini selvaggi, caprioli, daini, bestie da pascolo +vi si incontrano a mandre numerose; ma ciò che gli parve meraviglioso fu +l'uccello grifone, ossia il _roc_, di cui si parla tanto nelle _Mille ed +una notte_. «Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' si dice di +qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, ma sono fatti come aguglie +(_aquile_) e sono capaci di sollevare un elefante negli artigli.» +Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'_epyornis maximus_, di cui +si trovano ancora delle uova al Madagascar. + +Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il nord-ovest, venne a +riconoscere Zanzibar e la costa africana, ch'egli prese per un'isola. +Gli abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti e capaci di portare +il carico di quattro uomini, «e questo non è maraviglia, chè mangia +l'uno bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano negri e +camminavano nudi; avevano la bocca grande, il naso «rabbuffato in suso,» +le labbra e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che s'adatta +ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. Quegli Africani vivono +di riso, latte, carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, zuccaro +e droghe. Sono valenti guerrieri, nè temono la morte; combattono sopra +cammelli o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e di lancie, ed +eccitano le loro cavalcature inebbriandole di bevande spiritose. «Qui, +soggiunge il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze femmine del +mondo, ch'elle hanno la bocca grande, e il naso grosso e corto, e le +mani grosse quattro cotanti che l'altre.» + +Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione del Charton, i paesi +compresi sotto la denominazione d'India si dividevano in tre parti: +l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto il paese posto fra il Gange e +l'Indo; l'India Minore, cioè la contrada al di là del Gange, dalla costa +occidentale della penisola fino alla costa della Cocincina; finalmente +l'India Media, cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al golfo Persico. + +Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse verso quest'India Media, +ch'egli chiama Nabasce (_Abissinia_), risalendo verso il nord ed +esplorando il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, dice il +nostro viaggiatore, è una grandissima provincia; e sappiate che 'l +maggiore re di questa provincia si è cristiano, e tutti gli altri re +della provincia sono sottoposti a lui, i quali sono sei re, tre +cristiani e tre saracini. Il re maggiore dimora nel mezzo della +provincia, e i saracini dimorano verso Edenti (_Aden_), nella quale +contrada messer San Tomaso convertì molta gente, poscia se ne partío, e +andonne a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando della vita degli abitanti +e della fauna del paese, dice che «la vita loro si è riso e carne, e +hanno leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono d'altri paesi. +Nasconvi molte giraffe e molte altre bestie, e hanno molte bellissime +galline, e sì hanno istruzzoli (_struzzi_) grandi come asini, o poco +meno; e sì hanno molte altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe +troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni si hanno assai, e si hanno +pappagalli bellissimi e di più fatte, e si hanno gatti mamoni e iscimmie +assai.» + +Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta toccò Edenti, la moderna +Aden, vicino all'imboccatura del Mar Rosso. Aden era a quel tempo una +città importantissima pel traffico dell'Oriente, e nel suo porto +convenivano tutti i navigli che commerciavano coll'India e colla China. +La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr nell'Hadzamauth, sulla +costa meridionale dell'Arabia), «grande città, dice il Veneziano, la +quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un porto eccellente, al quale +càpitano molte navi, le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;» +Dufar (Dafur, sulla costa arabica meridionale), che produce un incenso +di prima qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica orientale), +«città posta sulla bocca del golfo di Chalatu, sì che veruna nave vi può +passare nè usare senza la volontà di questa città;» e per ultimo Curmaso +(Hormuz), che Marco Polo aveva già visitata, quando da Venezia si recò +alla corte del re tartaro. + +È a quel porto del golfo Persico che terminò la traversata della flotta +allestita dall'imperatore mongollo. La principessa era finalmente giunta +ai confini della Persia, dopo una navigazione che aveva durato non meno +di diciotto mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo fidanzato, +era morto, ed il regno era straziato dalla guerra civile. La principessa +fu dunque consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, che salì al +trono nel 1295, dopo che l'usurpatore, fratello d'Arghum, fu +strangolato. Non si sa che avvenisse della principessa; ma prima di +separarsi da Marco, Matteo e Niccolò Polo, ella lasciò loro segni +dell'alto favore in cui li teneva. + +Fu probabilmente durante il suo soggiorno in Persia che Marco Polo +raccolse documenti interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti +staccati ch'egli dà al termine della sua relazione, vera storia dei kan +mongolli della Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano terminati. +Preso commiato dalla principessa tartara, i tre Veneziani, bene +scortati, presero la via di terra per tornare in patria. Si recarono a +Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli a Negroponte, ed ivi +s'imbarcarono per Venezia. + +Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne partito, che Marco Polo +rientrò nella sua città natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole, +vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo conservato nei loro +modi e nel linguaggio le abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto +veneto, non furono neppure riconosciuti dai loro più prossimi parenti. +Inoltre, da gran tempo era corsa voce della loro morte, e non si +sperava più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel quartiere di +San Giovanni Grisostomo, e la trovarono occupata da varî individui della +famiglia Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza, +giustificata certo dalla loro deplorabile apparenza, e prestarono poca +fede al racconto, alquanto straordinario infatti, che fece loro Marco +Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li ammisero in quella casa, di +cui erano veramente i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò, +Matteo e Marco, volendo distruggere il più piccolo dubbio circa la loro +identità, diedero a tutti i loro parenti uno splendido convito. E quì +lasceremo la parola al Veneziano Ramusio, che dice d'averlo saputo per +tradizione: + +«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, il quale volsero che +fosse preparato onoratissimo con molta magnificenza, nella detta sua +casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, uscirono fuori di camera tutti +tre vestiti di raso cremosino in vesti lunghe fino in terra, come +solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, e data l'acqua alle +mani e fatto seder gli altri, spogliatesi le dette vesti, se ne misero +altre di damasco cremosino, e le prime di suo ordine furono tagliate in +pezzi e divise fra li servitori. Da poi mangiate alcune vivande, +tornarono di nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti di nuovo a +tavola, le vesti seconde furono divise fra li servitori, ed in fine del +convito il simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi rivestiti +nell'abito de' panni consueti che usavano tutti gli altri. + +«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar come attoniti tutti +gl'invitati; ma tolti via li mantelli, e fatti andar fuori della sala +tutti i servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi dalla +tavola, andò in una delle camere, e portò fuori le tre vesti di panno +grosso consumate, con le quali erano venuti a casa, e quivi con alcuni +coltelli taglienti cominciarono a discucir alcuni orli e cuciture +doppie, e cavar fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè rubini, +zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che in cadauna di dette vesti +erano stati cuciti con molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si +averia potuto imaginare che ivi fussero state. Perchè al partir del Gran +Kan tutte le ricchezze ch'egli aveva loro donate cambiarono in tanti +rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo certo che s'altrimente avessero +fatto per sì lungo, difficile ed estremo cammino, non saria mai stato +possibile che seco avessero potuto portare tanto oro. + +«Or questa dimostrazione di così grande ed infinito tesoro di gioje e +pietre preziose che furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo gli +astanti di così fatta maraviglia, che restarono come stupidi e fuori di +sè stessi, e conobbero veramente ch'erano quegli onorati e valorosi +gentil'uomini da Ca' Polo di che prima dubitavano, e fecero loro +grandissimo onore e riverenzia. + +«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, subito tutta la città, sì de' +nobili che de' populari, corse a casa loro ad abbracciargli e fare tutte +quelle maggiori carezze e dimostrazioni d'amorevolezza e riverenzia che +si potessero immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio, +onorarono d'un magistrato che nella città in que' tempi era di molta +autorità; e tutta la gioventù ogni giorno andava continuamente a +visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo e graziosissimo, e gli +domandavano delle cose del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con +tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano in un certo modo +obligati. E perchè nel continuo raccontare ch'egli faceva più e più +volte della grandezza del Gran Kan, dicendo l'entrate di quello essere +da 10 in 15 milioni d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli +paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono Messer Marco Milioni, +che così ancora ne' libri pubblici di questa repubblica, dove si fa +menzion di lui, ho veduto notato; e la corte della sua casa a San Giovan +Grisostomo, da quel tempo in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte +dei Milioni.» + +E per questo, anche il libro de' suoi viaggi ebbe l'appellativo di +_Milione_, _Liber Milionis_, come leggesi nel Codice Ambrosiano. + +Un uomo celebre come Marco Polo non poteva certamente sfuggire agli +onori civili; ed infatti si vide chiamato alle prime magistrature di +Venezia. + +Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò una guerra tra Venezia e +Genova. Una flotta genovese, comandata da Lampa Doria, solcava +l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio veneziano, Andrea +Dandolo, armò tosto una flotta superiore in numero alla genovese, ed +affidò il comando d'una galera a Marco Polo, che, a ragione, era in fama +di valentissimo navigatore. + +Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 settembre 1296, i Veneziani +furono battuti, e Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere dei +Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando il valore del loro +prigioniero, lo trattarono con molti riguardi. Fu condotto a Genova, ove +le primarie famiglie, avide di ascoltare la sua storia, gli fecero le +più graziose accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano +d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si stancò di raccontare, ed avendo +fatto nel 1298, durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano +Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi viaggi. + +Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, Marco Polo prese in +moglie una Donata, e n'ebbe tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. +Suo padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto seppellire +nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo. Nell'anno 1323, a lui +settantaduesimo, Marco fece il suo testamento; e sebbene resti ignoto +(dice il Ramusio) l'anno della morte, può congetturarsi che non fosse di +molto posteriore. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo. + +Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le cui relazioni ebbero molta +influenza sul progresso delle scienze geografiche; e dovevano un secolo +dopo schiudere a Colombo la via al Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo +grado il genio d'osservazione; sapeva vedere, come sapeva narrare; e le +scoperte, le esplorazioni posteriori, non fecero che confermare la +veracità del suo racconto. Sino alla metà del secolo XVIII i documenti +tratti dalla relazione di Marco Polo servirono di base agli studî +geografici, come alle spedizioni commerciali fatte nella Cina, +nell'India e nel centro dell'Asia. + + * * * * * + +La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco Polo, castellano a Verona, +essendo rimasta erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova di Zuanne +Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo Trevisan; dalla quale discendenza +nacque Marcantonio Trevisan. + +Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò la memoria dell'illustre +viaggiatore con una statua di pietra d'Istria di poco maggiore del +naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo Morosini a Santo +Stefano. Più tardi, la modesta carità dell'abate Zenier segnò d'una +lapide la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di fianco alla chiesa +di San Grisostomo. Nella corte attigua si vede ancora una porta, il cui +arco, di forma decisamente orientale, è adorno di leggiadre sculture, ed +una parte dell'antica cornice non meno ornata ed elegante. La corte +portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico nome di «_Corte del +Milione_.» + + +NOTE: + +[34] _Cipango_ o _Zipagu_ è il Giappone, che il Polo fu il primo a far +conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente la +corruzione del chinese _Sci-pen-cuo_, regno dell'oriente, trovandosi +all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano il loro paese +Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. (_N. del Trad._) + +[35] Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon, +appartiene oggidì alla Francia. + + + + + APPENDICE + + + _Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice Magliabeccano alcuni + documenti interessanti risguardanti la storia della Gran Turchia, che, + come già abbiamo detto a pag. 110, vennero raccolti da Marco Polo + durante il suo soggiorno in Persia._ + + + + + I. + + Della Gran Turchia. + + +Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo quale è nipote del Gran Cane, +che fu figliolo d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, valentri +uomeni d'arme, perchè sempre istanno in guerra e in brighe. Questa Gran +Turchia è verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso, e passa per +lo fiume di Geon, e dura di verso tramontana insino alle terre del Gran +Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo Chaidu e lo Gran Cane +sì ha grandissima guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte delle +terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran Cane vuole che lo seguiti, sì +come fanno gli altri che tengono terra da lui: questi nol vuol fare, +perchè non si fida, e perciò sono istate tra loro molte battaglie. E si +fa questo re Chaidu bene C mila cavalieri; e più volte hae isconfitto i +baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò che questo re Chaidu è molto +prode dell'arme, egli, e sua gente. Or sappiate, che questo re Chaidu +avea una sua figliuola, la quale era chiamata in tartaresco Aigiarne, +cioè viene a dire in latino, lucente luna. Questa donzella era sì forte, +che non si trovava persona che vincere la potesse di veruna prova; lo re +suo padre si la volle maritare: quella disse, che mai non si mariterebbe +s'ella non trovasse un gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra +pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse maritare a sua +volontà. Quando la donzella ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra; +e allora mandò per tutte le contrade, che, se alcuno gentile uomo fosse, +che si volesse provare colla figliuola del re Caidu, si andasse a sua +corte, sappiendo, che qual fosse quegli che la vincesse, ella il +torrebbe per suo marito. Quando la novella fu saputa per ogni parte +eccoti venire molti gentili uomeni alla corte del re; or fu ordinata la +pruova in questo modo. Nella mastra sala del palagio si era lo re e la +reina con molti cavalieri e con molte donne e donzelle: ed ecco venire +la donzella tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta acconcia. +La donzella era molto bella e ben fatta di tutte bellezze. Or conveniva +che si levasse il donzello, che si voleva provare con lei, a questi +patti com'io vi dirò: che se 'l donzello vincesse la donzella, ella lo +dovea prendere per suo marito, ed egli dovea avere lei per sua moglie; e +se cosa fosse che la donzella vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo +desse a lei C cavalli; e in questo modo avea la donzella guadagnati bene +X mila cavagli. E sappiate che questo non era maraviglia, che questa +donzella era sì ben fatta e sì informata, ch'ella pareva pure una +gigantessa. Eravi venuto un donzello, lo quale era figliuolo del re di +Pumar per provarsi con questa donzella; e menò seco molta bella e nobile +compagnia, e si menò M cavagli per mettere alla pruova: ma 'l cuore li +stava molto franco di vincere, di ciò gli pareva essere troppo bene +sicuro: e questo fu nel MCCLXXX anni. Quando il re Caidu vidde venire +questo donzello, sì ne fu molto allegro, e molto disiderava nel suo +cuore che questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era bel giovane e +figliuolo di un gran re: e allora si fece pregare la figliuola che si +lasciasse vincere a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, padre, che +per veruna cosa del mondo non farei altro che diritto e ragione. Or +eccoti la donzella entrata nella sala alla pruova, tutta la gente che +stava a vedere, pregavano che desse a perdere alla donzella, acciò che +così bella coppia fossero accompagnati insieme. E sappiate che questo +donzello era forte e prode, e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che +si potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme il donzello e la +donzella alle prese, e furonsi presi insieme alle braccia, e feciono una +molto bella incominciata, ma poco durò, che convenne pure che il +donzello perdesse la prova. Allora si levò in sulla sala il maggior +duolo del mondo, perchè il donzello avea così perduto, ch'era uno de' +piue belli uomeni che vi fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; e +allotta ebbe la donzella questi M cavalli, e 'l donzello si partío, ed +andossene in sua contrada molto vergognoso. E voglio che voi sappiate +che lo re Caidu menò questa sua figliola in più battaglie, e quando ella +era alla battaglia, ella si gittava tra' nemici sì fieramente, che non +era cavaliere sie ardito nè si forte ch'ella nol prendesse per forza, e +menavalo via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo di questa +materia, e udirete d'una battaglia che fu tra lo re Caidu ed Argo +figliuolo dello re Abagha signore del Levante. + + + + + II. + + D'una battaglia. + + +Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, si tiene molte terre e +molte provincie, e confina le terre sue con quelle del re Caidu, cioè, +dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi chiamiamo l'Albero Secco. Lo +re Abaga, per cagione che lo re Caidu non facesse danno alle terre sue, +si mandò il suo figliuolo Argo con grande gente a cavallo e a piede +nelle contrade dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, perchè +guardasse quelle terre che sono alli confini. Ora avenne che lo re Caidu +si mandò un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo quale avea nome +Barac, con molta gente, per fare danno alle terre, ove questo Argo era. +Quando Argo seppe che costoro venivano, fece asembiare sua gente, e +venne incontro a nemici. Quando furono asembiati l'una parte e l'altra, +e gli istormenti cominciarono a sonare dall'una parte e dall'altra, +allora fu cominciata la più crudele battaglia, che mai fosse veduta al +mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente non poterono durare; sì che +Argo gli sconfisse, e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo +cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu preso, e com'egli +signoreggiò poscia, dopo la morte del suo padre. + +Quando Argo ebbe vinta questa battaglia, vennegli novelle come lo padre +era passato di questa vita. Quand'egli intese questa novella, funne +molto cruccioso, e mossesi per venire a pigliare la signoria; ma egli +era di lungi bene XL giornate. Ora avenne che il fratello che fu +d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto saracino, si vi giunse +prima che giugnesse Argo, e incontanente entrò in sulla signoria, e +riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo tesoro, che a pena +si potrebbe credere: e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri +della terra, che costoro dissoro che mai non volevano altro signore. +Questo soldano faceva a tutta gente appiacere e onore. Ora quando il +soldano seppe che Argo veniva con molta gente, sì si apparecchiò con +tutta sua gente e fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa +gente per amore del soldano andavano molto volentieri contro ad Argo, +per pigliarlo e per ucciderlo a tutto loro podere. + +Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, sì si missono e andarono +incontro ad Argo, e quando fu presso a lui sì si attendò in un molto bel +piano, e disse alla sua gente: signori, e' ci conviene essere prodi +uomeni, però che noi difendiamo la ragione, chè questo regno fu del mio +padre, il mio fratello Abagha si lo ha tenuto, quanto a tutta sua vita, +ed io si doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si gliele lasciai. Ora +da ch'egli è morto, si è ragione ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, +ch'io non voglio altro che l'onore della signoria, e vostro sia tutto il +frutto. Questo soldano avea bene XL mila cavalieri e grande quantità di +pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che andrebbono con lui +insino alla morte. + +Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato apresso di lui, ebbe sua +gente, e disse così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete bene +che 'l mio padre insino ch'egli vivette egli vi tenne tutti per fratelli +e per figliuoli, e sapete bene come voi e vostri padri siete istati con +lui in molte battaglie, e a conquistare molte terre; e sì sapete bene +come io sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed io ancora si +v'amo di tutto il mio cuore; dunque è bene ragione che voi m'atiate +riconquistare quello che fu del mio padre e vostro, ch'è contro colui +che viene contro a ragione, e vuolci deretare delle nostre terre, e +cacciar via tutte le nostre famiglie. E anche sapete bene, ch'egli non +è di nostra legge, ma è saracino e adora Malcometto; ancora vedete come +sarebbe degna cosa che gli saracini avessono signoria sopra gli +cristiani: dacchè voi vedete bene ch'egli è così, ben dovete essere +prodi e valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere lo +nostro, ed io hoe isperanza in Dio, che noi il metteremo a morte, sì +come egli è degno; perciò si vi prego catuno che facciate più che suo +podere non porta, sì che noi vinciamo la battaglia. Li baroni e li +cavalieri, quando ebbono inteso il parlamento, che avea fatto Argo, +tutti rispuosono e dissono, ch'egli avea detto bene e saviamente: e +fermarono tutti comunemente, che volevano innanzi morire con lui, che +vivere senza lui, o che niuno gli venisse meno. Allora si levò un +barone, e disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe tutta verità, +ma si voglio dir questo, che a me si parebbe, che si mandassono +ambasciadori al soldano per sapere la cagione di quello che fa, e per +sapere quello che vuole: e cosie fue fermato di fare. E quando egliono +ebbono questo fermato, feciono due ambasciadori, che andassono al +soldano ed isponessongli queste cose, come in tra loro non dovea essere +battaglia, perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse lasciare +la terra e renderla ad Argo. Lo soldano rispuose agli ambasciadori, e +disse: andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere per nipote e per +figliolo, sì com'io debbo; e che gli voleva dare signoria, ch'egli si +venisse e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli fosse signore; e +se così non vuol fare, si gli dite che si apparecchi della battaglia. + +Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe grande ira, e disse: non +ci è da udire nulla. Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al +campo, ove dovea essere la battaglia; e quando furono apparecchiati +l'una parte e l'altra, e gli istormenti cominciarono a suonare da +ciascuna parte, allora si cominciò la battaglia molto forte e molto +crudele da ciascuna delle parti. Argo fece il dì grandissima prodezza, +egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu la disaventura, che Argo si +fu preso, e perdè allora nella battaglia del soldano. Si era uno uomo +molto lussurioso, sì che si pensò di tornare alla terra, e di pigliare +molte belle donne che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo vicaro +nell'oste che avea nome Melichi, che dovesse guardare bene Argo; e così +se ne andò alla terra, e Melichi rimase. + +Ora avenne che uno barone tartero, lo quale era aguale sotto il soldano, +vidde il suo signore Argo, lo quale dovea essere di ragione: vennegli un +gran pensiero al quore, e l'animo gli cominciò a gonfiare; e diceva +infra sè stesso, che male gli pareva che 'l suo signore fosse preso, e +pensò di fare suo podere, sì che gli fosse lasciato; e allora cominciò a +parlare con altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in buon volere e +in buono animo di volersi pentere di ciò e ch'avevano fatto. E quando +furono bene accordati, un barone ch'avea nome Baga si fue cominciatore, +e levaronsi suso tutti a romore, e andarono alla prigione dove Argo era +preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, e che aveano fatto +male, e che volevano ritornare alla misericordia e fare e dire bene, e +lui tenere per signore; e così s'acordarono; e Argo perdonò loro tutto +ciò ch'aveano fatto contra di lui. E incontanente si mossono tutti +questi baroni, e andarono al padiglione dov'era Melichi lo vicaro del +soldano, ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste si +confermarono Argo per loro diritto signore. + +Di presente giunse la novella al soldano, come il fatto era istato, e +come Milichi suo vicaro era morto. Quando ebbe inteso questo, si ebbe +gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, e missesi a partire +con quella gente che avea. Un barone lo quale era grande amico d'Argo, +si stava ad un passo, e quando lo soldano passava, sì l'ebbe conosciuto, +e incontanente gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo preso per forza, e +menollo preso dinanzi ad Argo alla città, che v'era già giunto di tre +dì. E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, e incontanente +comandò che gli fosse dato la morte, si come a traditore. Quando fu così +fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare le terre dell'Albero +Solo, e mandò con lui trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo +entrò nella signoria corre anni MCCLXXXV, e regnò signore VI anni, e fu +avelenato, e cosie morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio entrò +nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo era molto di lungi), e tenne +la signoria due anni, e in capo di due anni fue anche morto di +beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae altro da dire, e dirovvi un +poco delle parti di verso tramontana. + + + + + III. + + Delle parti di verso tramontana. + + +In tramontana si ha uno re ch'è chiamato lo re Chonci, e sono tarteri, e +sono genti molto bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio fatto di +feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli anche la moglie, e dicono che +sono l'iddii terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, e così li +dànno mangiare, e fanno a questo cotale iddio, secondo che fanno gli +altri tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. Questo re Chonci è +della ischiatta di Cinghy Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente +non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre o in piani o in +montagne, e sono grande gente delle persone; vivono di latte di bestie +e di carne; biada non hanno, e non son gente che mai facciano guerra ad +altrui, anzi istanno tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed +hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi XX palmi, ed hanno +volpi che sono tutte nere, e asini salvatichi assai, e hanno +giambelline, cioè, quelle di che si fanno le care pelle, che una pelle, +da uomo, val bene M bisanti; e vaj hanno assai. Questo re si e di quella +contrada, dove i cavagli non possono andare, perciò che v'ha grandi +laghi e molte fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non vi si può +menare cavallo; e dura questa mala contrada XIII giornate; ed in capo di +ciascuna giornata si ha una posta, ove albergano i messi, che passano e +che vengono. E a catuna di queste poste istanno XL cani, gli quali +istanno per portare gli messaggi dall'una posta all'altra, sì com'io vi +dirò. Sappiate che queste XIII giornate si sono due montagne, e tra +queste due montagne si ha una valle, e in questa valle è si grande il +fango e il ghiaccio, che cavallo non vi potrebbe andare; e fanno +ordinare tregge senza ruote, che le ruote non vi potrebbono andare, però +ch'elle si ficcherebbono tutte nel fango, e per lo ghiaccio +correrebbono troppo. In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, e +vannovi suso questi cotali messaggi, e questa treggia mena sei di questi +cani, e questi cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra posta, e +così vanno di posta in posta tutte queste XIII giornate di quella mala +via, e quegli che guarda la posta si monta in su 'n una altra treggia, e +menangli per la migliore via. E si vi dico, che gli uomeni che stanno su +per queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano di molte buone +bestiole, e fannone molto grande guadagno, sì come sono giambellini e +vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre bestie assai, onde si +fanno le care pelli; e piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti, +che non ve ne può campare veruna. Qui si ha grandissima freddura. +Andiamo più innanzi, e udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle +Iscura. + + + + + IV. + + Della Valle Iscura. + + +Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo una contrada chiamata +Iscurità, e certo ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre mai +iscura; quivi sì non appare mai sole nè luna nè stelle, sempre mai v'è +notte; la gente che v'è vivono come bestie, e non hanno signore. Ma +talvolta vi mandono gli tarteri com'io vi dirò: che gli uomeni che vi +vanno si tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e lasciano gli +puledri di fuori dalla scurità, e poi vanno rubando ciò che possono +trovare, e poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di fuori dalla +iscurità: e in questo modo riede la gente che vi si mette ad andare. +Queste genti hanno molto di queste pelli così care ed altre cose assai, +perciò che sono maravigliosi cacciatori, e ammassono molto di queste +care pelli che avemo contato di sopra. La gente che vi sta, son gente +palida e di mal colore. Partiamoci di qui, e andiamone alla città di +Rossia. + + + + + V. + + Della provincia di Rossia. + + +Rossia èe una grandissima provincia verso tramontana, e sono cristiani, +e tengono maniera di greci, ed havvi molti re, e hanno loro linguaggio, +e non rendono trebuto se non ad uno re di tartari, e quello è poco. La +contrada si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non sono +mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, che abbiamo detto di sopra. +La gente è molto bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, e sono +semprici genti. In questa contrada si ha molte argentiere, e cavanne +molto argento. In questo paese non ha altro da dire: dirovvi della +provincia la quale ha nome Lacca, perchè confina colla provincia di +Rossia. + + + + + VI. + + Della provincia di Lacca. + + +Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo nella provincia di Lacca; +qui vi troviamo gente che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha +quasi altra novità che abbiamo da quelle di sopra; ma vovvi dire d'una +cosa, che m'era dimenticata della provincia di Rossia. In quella +provincia si ha sì grandissimo freddo, che a pena vi si può campare, e +dura infino al mare oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono +molti girfalchi e molti falconi pellegrini, i quali si portano per più +parti del mondo; e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha grande +via, ma per lo grande freddo che v'è, si non vi si puote bene andare. Or +vi lascio a dire di questa provincia, che non ci ha altro da dire, e +vogliovi dire un poco di tarteri di ponente e di loro signore, e quanti +signori hanno avuti. Comincio del primo signore. + + + + + VII. + + De' signori de' tarteri del ponente. + + +Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del ponente si fu uno ch'ebbe +nome Frai. Questo Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte +provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia e Chomania e Alanai e +Lacca e Megia e Ziziri e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte prese per +cagione che non si tenevano insieme, che se elle fossero istate tutte +bene insieme, non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte di Frai fu +signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, dopo Bergo Mogleten, poscia fu +Catomachu, dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale ha nome lo re +Tocchai. Ora avete inteso di signori che sono istati delli tarteri del +ponente; vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta grande tra lo re +Alau signore del levante, e dello re Barga signore del ponente. + + + + + VIII. + + D'una gran battaglia. + + +Al tempo degli anni Domini MCCLXI sì si cominciò una grande discordia +tra gli tarteri del ponente e quegli del levante, e questo si fu per una +provincia, che l'uno signore e l'altro la voleva, sì che ciascuno fece +suo isforzo e suo apparecchiamento in sei mesi. Quando venne in capo +degli sei mesi, e ciascuno sie uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene +in sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati d'ogni cosa da +battaglia, secondo loro usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene CCCL +mila di cavalieri. Or si puose a campo a X miglia presso l'uno +all'altro; e voglio che voi sappiate, che questi campi erano i più +ricchi campi che mai fossono veduti, di padiglioni e di trabacche, tutti +forniti di sciamiti e d'oro e d'ariento; e costì istettoro tre dì. +Quando venne la sera, che la battaglia dovea essere la mattina +vegnente, ciascuno confortò bene sua gente, ed amonìo, sì come si +conveniva. Quando venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul campo, +e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. Lo re Barga fece XXXV +ischiere, lo re Alau ne fece pure XXX, perchè avea meno di gente, e ogni +ischiera era da X mila uomeni a cavallo. Lo campo era molto bello e +grande, e bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda che tanta +gente s'asembiasse in su 'n un campo; e sappiate che ciascuna gente +erano prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue discesi della +ischiatta di Cinghy Cane, ma poi sono divisi, che l'uno è signore del +levante, e l'altro del ponente. Quando furono acconci l'una parte e +l'altra, e gli naccheri incominciarono a sonare da ciascuna parte, +allora fu cominciata la battaglia colle saette; le saette cominciarono +ad andare per l'aria tante, che tutta l'aria era piena di saette, e +tante ne saettarono che più non n'avevano. Tutto il campo era pieno +d'uomeni morti e di feriti; poi missoro mano alle ispade; quella era +tale tagliata di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che giammai +tale non fu veduta nè udita, e tanti cavalieri a terra, ch'era una +maraviglia a vedere da ciascuna parte; nè giammai non morì tanta gente +in un campo, che niuno non poteva andare per terra, se no su per gli +uomeni morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, che gli cavagli +andavano nel sangue insino a mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì +grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una maraviglia a udire lo +dolore che facevano. E lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua +persona che non pareva uomo, anzi pareva una tempesta; sì che il re +Barga non potè durare, anzi gli convenne alla per fine lasciare il +campo, e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì dietro con sua gente, +tuttavia uccidendo quantunque ne giugnevano. Quando lo re Barga fu +isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si ritornò in sul campo, e' +comandò che tutti gli morti fossono arsi, così gli nemici come gli +amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; e fatto ch'ebbono +questo, sì si partirono, e ritornarono in loro terre. Avete inteso tutti +i fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può dire, e di loro +costumi, e degli altri paesi che sono per lo mondo, quanto se ne puote +cercare e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi abbiamo parlato nè +detto nulla, nè delle provincie che gli sono d'intorno, avegnachè noi il +ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che mi pare che sia fatica +a dire quello, che non sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto +dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano ogni dì che bene +si sa, sì come sono viniziani e genovesi e pisani, e molta altra gente +che fanno quel viaggio ispesso, che catuno sa ciò che v'è; e perciò mi +taccio e non ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, come noi ci +partimmo dal Gran Cane, avete inteso nel cominciamento del libro in uno +capitolo, ove parla della briga e fatica ch'ebbe messer Matteo e messer +Niccolò e messer Marco in domandare commiato dal Gran Cane; e in quello +capitolo conta la ventura ch'avemo nella nostra partita. E sappiate, se +quella aventura non fosse istata, a gran fatica e con molta pena saremo +mai partiti, sì che appena saremo mai tornati in nostro paese. Ma credo +che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero sapere +le cose che sono per lo mondo, che secondo ch'avemo contato in capo del +libro nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano nè saracino nè +tartero nè pagano, che mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer +Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della +città di Vinegia. Deo gratias. Amen. Amen. + + + FINE. + + + + + INDICE + + + CAPITOLO I. + + Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle + esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a + Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da + Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro + ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi + ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco + Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re + tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta + in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al + 1324) Pag. 5 + + CAPITOLO II. + + L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte + Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La + Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della + Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il + Balacian.--Cascemir.--Cascegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il + deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia + della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di + Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste + dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i + biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero » 15 + + CAPITOLO III. + + Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu. + --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu. + --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping. + --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu. + --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou. + --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian. + Fuchian » 55 + + CAPITOLO IV. + + L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla + figlia dell'imperatore e gli ambasciatori + persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I + Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il + mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa + africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il + Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo + prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi + discendenti.--Ricordi della famiglia Polo » 85 + + APPENDICE. + + I. Della Gran Turchia Pag. 117 + + II. D'una battaglia » 121 + + III. Delle parti di verso tramontana » 129 + + IV. Della Valle Iscura » 132 + + V. Della provincia di Rossia » 133 + + VI. Della provincia di Lacca » 134 + + VII. De' signori de' tarteri del ponente » 135 + + VIII. D'una gran battaglia » 136 + + + + + PRESSO GLI STESSI EDITORI + + + GRANT e SPEKE + + LE + SORGENTI DEL NILO + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + K. B. JOHNSON + + IL + PAESE DELL'ORO + + AVVENTURE + DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE + + Volumi 2 illust. L. 1-- + + + MAYNE-REID + + LE FORESTE VERGINI + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + MAYNE-REID + + IL + PAESE DEGLI ELEFANTI + + Volumi 2 illustrati L. 1-- + + + + + +Nota del Trascrittore. + +Corretti gli ovvii errori tipografici. +Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare +la stessa località. + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO *** + +***** This file should be named 44714-8.txt or 44714-8.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/4/4/7/1/44714/ + +Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. Special rules, +set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to +copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to +protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project +Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you +charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you +do not charge anything for copies of this eBook, complying with the +rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose +such as creation of derivative works, reports, performances and +research. They may be modified and printed and given away--you may do +practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is +subject to the trademark license, especially commercial +redistribution. + + + +*** START: FULL LICENSE *** + +THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE +PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK + +To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free +distribution of electronic works, by using or distributing this work +(or any other work associated in any way with the phrase "Project +Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project +Gutenberg-tm License (available with this file or online at +http://gutenberg.org/license). + + +Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm +electronic works + +1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm +electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to +and accept all the terms of this license and intellectual property +(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all +the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy +all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession. +If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project +Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the +terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or +entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8. + +1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be +used on or associated in any way with an electronic work by people who +agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few +things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works +even without complying with the full terms of this agreement. See +paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project +Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement +and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic +works. See paragraph 1.E below. + +1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation" +or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project +Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the +collection are in the public domain in the United States. If an +individual work is in the public domain in the United States and you are +located in the United States, we do not claim a right to prevent you from +copying, distributing, performing, displaying or creating derivative +works based on the work as long as all references to Project Gutenberg +are removed. Of course, we hope that you will support the Project +Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by +freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of +this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with +the work. You can easily comply with the terms of this agreement by +keeping this work in the same format with its attached full Project +Gutenberg-tm License when you share it without charge with others. + +1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern +what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in +a constant state of change. If you are outside the United States, check +the laws of your country in addition to the terms of this agreement +before downloading, copying, displaying, performing, distributing or +creating derivative works based on this work or any other Project +Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning +the copyright status of any work in any country outside the United +States. + +1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg: + +1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate +access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently +whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the +phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project +Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed, +copied or distributed: + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org/license + +1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived +from the public domain (does not contain a notice indicating that it is +posted with permission of the copyright holder), the work can be copied +and distributed to anyone in the United States without paying any fees +or charges. If you are redistributing or providing access to a work +with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the +work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1 +through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the +Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or +1.E.9. + +1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted +with the permission of the copyright holder, your use and distribution +must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional +terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked +to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the +permission of the copyright holder found at the beginning of this work. + +1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm +License terms from this work, or any files containing a part of this +work or any other work associated with Project Gutenberg-tm. + +1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this +electronic work, or any part of this electronic work, without +prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with +active links or immediate access to the full terms of the Project +Gutenberg-tm License. + +1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary, +compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any +word processing or hypertext form. However, if you provide access to or +distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than +"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version +posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org), +you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a +copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon +request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other +form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm +License as specified in paragraph 1.E.1. + +1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying, +performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works +unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9. + +1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing +access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided +that + +- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from + the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method + you already use to calculate your applicable taxes. The fee is + owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he + has agreed to donate royalties under this paragraph to the + Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments + must be paid within 60 days following each date on which you + prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax + returns. Royalty payments should be clearly marked as such and + sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the + address specified in Section 4, "Information about donations to + the Project Gutenberg Literary Archive Foundation." + +- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies + you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he + does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm + License. You must require such a user to return or + destroy all copies of the works possessed in a physical medium + and discontinue all use of and all access to other copies of + Project Gutenberg-tm works. + +- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any + money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the + electronic work is discovered and reported to you within 90 days + of receipt of the work. + +- You comply with all other terms of this agreement for free + distribution of Project Gutenberg-tm works. + +1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm +electronic work or group of works on different terms than are set +forth in this agreement, you must obtain permission in writing from +both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael +Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the +Foundation as set forth in Section 3 below. + +1.F. + +1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable +effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread +public domain works in creating the Project Gutenberg-tm +collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic +works, and the medium on which they may be stored, may contain +"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or +corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual +property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a +computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by +your equipment. + +1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right +of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project +Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project +Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all +liability to you for damages, costs and expenses, including legal +fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT +LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE +PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE +TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE +LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR +INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH +DAMAGE. + +1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a +defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can +receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a +written explanation to the person you received the work from. If you +received the work on a physical medium, you must return the medium with +your written explanation. The person or entity that provided you with +the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a +refund. If you received the work electronically, the person or entity +providing it to you may choose to give you a second opportunity to +receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy +is also defective, you may demand a refund in writing without further +opportunities to fix the problem. + +1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth +in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER +WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO +WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE. + +1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied +warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages. +If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the +law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be +interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by +the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any +provision of this agreement shall not void the remaining provisions. + +1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the +trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone +providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance +with this agreement, and any volunteers associated with the production, +promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works, +harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees, +that arise directly or indirectly from any of the following which you do +or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm +work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any +Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause. + + +Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm + +Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of +electronic works in formats readable by the widest variety of computers +including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. Compliance requirements are not uniform and it takes a +considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up +with these requirements. We do not solicit donations in locations +where we have not received written confirmation of compliance. To +SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any +particular state visit http://pglaf.org + +While we cannot and do not solicit contributions from states where we +have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition +against accepting unsolicited donations from donors in such states who +approach us with offers to donate. + +International donations are gratefully accepted, but we cannot make +any statements concerning tax treatment of donations received from +outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff. + +Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation +methods and addresses. Donations are accepted in a number of other +ways including checks, online payments and credit card donations. +To donate, please visit: http://pglaf.org/donate + + +Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic +works. + +Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm +concept of a library of electronic works that could be freely shared +with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project +Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support. + + +Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed +editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S. +unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. diff --git a/old/44714-8.zip b/old/44714-8.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..df49115 --- /dev/null +++ b/old/44714-8.zip diff --git a/old/44714-h.zip b/old/44714-h.zip Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..be4c580 --- /dev/null +++ b/old/44714-h.zip diff --git a/old/44714-h/44714-h.htm b/old/44714-h/44714-h.htm new file mode 100644 index 0000000..c84b099 --- /dev/null +++ b/old/44714-h/44714-h.htm @@ -0,0 +1,4301 @@ +<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN" + "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd"> +<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it"> + <head> + <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=iso-8859-1" /> + <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" /> + <title> + The Project Gutenberg eBook of I Viaggi Di Marco Polo, by Jules Verne. + </title> +<link rel="coverpage" href="images/covermp.jpg" /> + <style type="text/css"> + +body { + margin-left: 10%; + margin-right: 10%; +} + + h1,h2,h3 { + text-align: center; /* all headings centered */ + clear: both; +} + +p { + margin-top: 0; + text-align: justify; + margin-bottom: 0; + text-indent: 1.5em; +} + +p.center {text-indent: 0;} + +.pn {text-indent: 0;} + +.p2 {margin-top: 2em;} +.p4 {margin-top: 4em;} +.p6 {margin-top: 6em;} + +hr { + width: 33%; + margin-top: 2em; + margin-bottom: 2em; + margin-left: 33.5%; + margin-right: 33.5%; + clear: both; +} + +.extra {font-size: 175%;} + +.large {font-size: 130%;} + +.small {font-size: 75%;} + +hr.tb {width: 45%; margin-left: 27.5%; margin-right: 27.5%;} +hr.chap {width: 65%; margin-left: 17.5%; margin-right: 17.5%;} + +.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */ + visibility: hidden; + position: absolute; + left: 92%; + font-size: smaller; + text-align: right; +} /* page numbers */ + +.pagenumr { + visibility: hidden; + position: absolute; + left: 92%; + text-indent: 1.5em; + font-size: smaller; + text-align: right; +} + +.center {text-align: center;} + +.smcap {font-variant: small-caps;} + +.caption {font-weight: bold;} + +/* Images */ +.figcenter { + margin: auto; + text-align: center; +} + +/* Footnotes */ + +.footnote p {text-indent: 0; margin-top: .5em;} + +.footnotes {border: dashed 1px;} + +.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;} + +.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;} + +.fnanchor { + vertical-align: super; + font-size: .8em; + text-decoration: + none; +} + +.fnanchorsmall { + vertical-align: super; + font-size: small; + text-decoration: none; +} + +.covernote {visibility: hidden; display: none;} +@media handheld { + .covernote {visibility: visible; display: block;} +} + +/* Transcriber's notes */ +.transnote {background-color: #E6E6FA; + color: black; + font-size:smaller; + padding:0.5em; + margin-bottom:5em; + font-family:sans-serif, serif; } + </style> + </head> +<body> + + +<pre> + +The Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org/license + + +Title: I Viaggi di Marco Polo + Unica versione originale fedelmente riscontrata sul codice + magliabeccano e sulle opere di Charton + +Author: Jules Verne + +Translator: Ezio Colombo + +Release Date: January 19, 2014 [EBook #44714] + +Language: Italian + +Character set encoding: ISO-8859-1 + +*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO *** + + + + +Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive) + + + + + + +</pre> + + +<div class="figcenter covernote"> + <img src="images/covermp.jpg" width="300" height="400" alt="" /> +</div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[Pg 2]</a></span></p> +<h1>I VIAGGI DI MARCO POLO</h1> + +<div class="center"> + <a id="ill-002.jpg" name="ill-002.jpg"></a> + <img src="images/ill-002.jpg" + alt="" + title="" /> + <div class="caption"><p class="center">MARCO POLO<br /> +(<i>Da un dipinto della Scuola Veneta contemporanea +del grande viaggiatore</i>)</p> +</div></div> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span><br /></p> + +<hr class="chap" /> + +<p class="center p6"><span class="large"><b>GIULIO VERNE</b></span><br /> +<br /> +<span class="extra">I VIAGGI DI MARCO POLO</span><br /> +<br /> +UNICA VERSIONE ORIGINALE<br /> +FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO<br /> +E SULLE OPERE DI CHARTON<br /><br /> +<i>per cura</i><br /><br /> +<span class="small">DI</span><br /><br /> +<span class="large">EZIO COLOMBO</span><br /><br /> +<span class="smcap">Volume Unico</span><br /><br /><br /> +MILANO<br /> +<span class="smcap">SERAFINO MUGGIANI e COMP.</span><br /> +Via Unione, N. 11, 13.<br /> +1878</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span></p> + +<p class="center p2"> +<span class="smcap">Proprietà Letteraria</span></p> +<p class="center p2">Tip. Guigoni.<br /></p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span></p> + +<p class="center extra pn"><b>I VIAGGI DI MARCO POLO</b><a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchorsmall">[1]</a></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_I" id="CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere +delle esplorazioni nel centro dell'Asia.—Condizione della +famiglia Polo a Venezia.—I due fratelli Niccolò e Matteo +Polo.—Vanno da Costantinopoli alla corte dell'Imperatore +della China.—Loro ricevimento alla corte di Kublai-Kan.—L'Imperatore +li nomina suoi ambasciatori presso +il papa.—Loro ritorno a Venezia.—Marco Polo.—Parte +col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza +del re tartaro.—Il nuovo papa Gregorio X.—La relazione +di Marco Polo scritta in francese, sotto suo dettato, +da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al 1324).</p></blockquote> + +<p class="pn">I mercanti genovesi e veneziani non potevano +rimanere indifferenti alle esplorazioni che arditi +viaggiatori tentavano nell'Asia centrale, +l'India e la China. Essi comprendevano che queste +contrade offrirebbero in breve un nuovo +sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili<span class="pagenumr"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span> +immensi si ricaverebbero dall'importazione in +Occidente di mercanzie di fabbricazione orientale. +Gl'interessi del commercio dovevano quindi +lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. +Queste furono le ragioni che decisero +due nobili veneziani ad abbandonare la loro +patria ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli +di quei perigliosi viaggi, allo scopo d'estendere +le loro relazioni commerciali.</p> + +<p>Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia +Polo, la quale traeva origine da Sebenico, +in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in +Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo +questa famiglia divisa in due rami; uno dei +quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro +in quella di San Geremia.</p> + +<p>I Polo di San Felice, datisi già da più anni al +commercio, avevano in esso trovata larghissima +fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello +delle famiglie patrizie di Venezia.</p> + +<p>Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio,<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span> +figliuoli di Andrea, che già prima del 1250 +avevano stabilito un banco a Costantinopoli, +terra più veneziana che greca dopo l'impresa +del Dandolo<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>, si recarono con una paccotiglia +considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, +ove la loro casa possedeva un altro banco diretto +da un loro fratello maggiore, Andrea Polo. +Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e +traversando il paese di Comania, giunsero sul +Volga, ove teneva il suo campo Berke-Kan signore +dei Tartari occidentali. Questo principe +mongollo accolse benissimo i due negozianti di +Venezia, e comperò i gioielli che gli offersero +pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi +ricchissimi doni.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span></p> +<p>Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo +mongollo; finchè, nel 1262, scoppiò una guerra +tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore +dei Tartari di Levante, e conquistatore della +Persia. I due fratelli, non volendo avventurarsi +in mezzo a contrade battute dai Tartari, preferirono +recarsi a Boukhara, che era la principale +residenza di Berke, e colà rimasero tre +anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e presa +la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò +i due Veneziani a seguirli verso la residenza +del Gran Kan<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> dei Tartari, che avrebbe fatto +loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio +di Gengis-Kan, era imperatore della China, +e teneva allora la residenza d'estate in Mongolia, +a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero +Chinese.</p> + +<p>I due mercanti veneziani partirono, e spesero +un anno intero nel traversare quell'immensa +estensione di paese che divide Boukhara dai +confini settentrionali della China. Kublai-Kan +fu lietissimo di ricevere quegli stranieri, venuti +da paesi occidentali. Fece loro molte feste, +<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span>e li interrogò con premura sugli avvenimenti +che accadevano in Europa, chiedendo +molti particolari intorno agli imperatori e re, +alla loro amministrazione, ai loro metodi di +guerra; poscia li intrattenne lungo tempo del +pontefice e degli affari della Chiesa latina.</p> + +<p>Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi +e della lingua, risposero francamente +a tutte le domande dell'imperatore, al quale +tanto piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli +come suoi ambasciatori a Sua Santità. I +mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè +in tale alta condizione il loro ritorno doveva +effettuarsi in condizioni vantaggiosissime.</p> + +<p>Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua +turca, nelle quali chiedeva a Sua Santità Clemente +IV, d'inviargli cento missionari per +convertire gl'idolatri al cristianesimo; poscia +licenziò i due Veneziani, dando ad essi per compagno +di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato +Cogatal, ed incaricandoli di riportargli un vasetto +dell'olio della lampada sacra che arde +continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a +Gerusalemme.</p> + +<p>I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span> +d'oro, che metteva a loro disposizione uomini +e cavalli in tutta l'estensione dell'impero, +presero congedo dal Gran Kan e si misero in +viaggio nel 1266. In breve però il barone Cogatal +cadde ammalato. I Veneziani, costretti a +separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, +e, malgrado gli aiuti che ricevettero, impiegarono +non meno di tre anni per giungere a Giazza<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>, +porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si +portarono ad Acri, ove arrivarono verso la fine +dell'anno 1269. Colà seppero della morte di papa +Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma +il legato apostolico Tebaldo risiedeva in quella +città; egli accolse i due Veneziani, e sentendo +quale fosse la missione di cui il Gran Kan li +aveva incaricati, li esortò ad attendere l'elezione +del nuovo papa.</p> + +<p>Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da +ben diciannove anni, pensarono, intanto che il +nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere Venezia +e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove +s'imbarcarono sopra una nave, che li condusse +direttamente alla loro città natale.</p> + +<p>Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span> +moglie e la nascita di un figlio, nato pochi mesi +dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si +chiamava Marco. Egli è ben da credere che al +dolore del marito dovesse recare grande conforto +la gioia del padre che trovava questo +figliuolo, quasi a tenergli luogo della donna +perduta. Durante due anni i fratelli Polo, cui +stava a cuore di adempiere la loro missione, +aspettarono a Venezia l'elezione del nuovo papa. +Ma poichè questa tardava, parve loro di non +poter più oltre differire il loro ritorno presso +l'imperatore dei Mongolli; partirono quindi per +Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco il giovane +Marco, che contava allora ben 19 anni. +Ad Acri ritrovarono il legato Tebaldo, che li +autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere +l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta +quella missione, i Veneziani fecero ritorno +ad Acri, e mancando ancora il pontefice, chiesero +al legato lettere per Kublai-Kan, nelle +quali sembra fosse accennata la morte di Clemente +IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due +fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima +gioja, seppero che il legato Tebaldo era stato<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span> +consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X, +il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò +immediatamente, ed il re d'Armenia +pose una galera a loro disposizione, perchè potessero +recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa +li accolse con premura, consegnò loro lettere +per l'imperatore della China, diè loro la compagnia +di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a> +e Guglielmo da Tripoli, e la sua benedizione.</p> + +<p>Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità, +fecero ritorno ad Acri; ma appena giunti +in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri +nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano +mamelucco del Cairo, che infestava allora +l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di +quel brutto principio, rinunciarono a recarsi +nella China, e lasciarono ai Veneziani la cura +di consegnare all'imperatore mongollo le lettere +del pontefice.</p> + +<p>È qui che incominciano i grandi viaggi descritti +<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span>da Marco Polo, dei quali noi parleremo +in progresso. Ha egli realmente visitato tutti +i paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, +senza dubbio; e nella sua narrazione, scritta +in francese sotto suo dettato da Rusticano da +Pisa<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, è formalmente dichiarato che «Marco +Polo, savio e nobile cittadino di Venezia, vide +tutto co' propri occhi, e quello che non vide lo +seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma +aggiungiamo che la maggior parte delle città +e paesi descritti da Marco Polo vennero realmente +da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario +com'è tracciato nel suo racconto, indicando +soltanto ciò che il celebre viaggiatore +seppe da altri durante le importanti missioni +di cui lo incaricò l'imperatore Kublai-Kan. In +questo secondo viaggio i Veneziani non seguirono +esattamente la medesima strada che Matteo +e Niccolò avevano presa recandosi la prima +volta verso l'imperatore della China. Essi erano +passati a settentrione dei monti Celesti, che +sono i monti Thiânscian-pe-lu; il che aveva +<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span>allungato il loro cammino. Questa volta piegarono +a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè +quella strada fosse più corta dell'altra, +impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, +a cagione delle pioggie e degli straripamenti +dei grandi fiumi. Sarà facile seguire +questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè +ai nomi antichi della storia di Marco Polo, +non facili ad intendersi nel suo libro, nel quale +non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta +confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo +sostituito dappertutto i nomi esatti della +cartografia moderna.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span></p> +<h2><a name="CAPITOLO_II" id="CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.—La Turcomania.—L'Armenia Maggiore.—Il +monte Ararat.—La Georgia.—Mussul, Bagdad, Bassora, +Tauris.—La Persia.—La Provincia di Kirman.—Comadi.—Ormuz.—Il +Vecchio della Montagna.—Cheburgan.—Balk.—Il +Balacian.—Cascemir.—Casceegar.—Samarcanda.—Cotan.—Il +deserto.—Tangut.—Caracorum.—Signan-fu.—Tenduc.—La +grande Muraglia +della China.—Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.—La +residenza di Kublai-Kan.—Cambaluc, attualmente Pekino.—Le +feste dell'Imperatore.—Sue caccie.—Descrizione +di Pekino.—La zecca ed i biglietti di banca chinesi.—Le +poste dell'Impero.</p></blockquote> + +<p class="pn">Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla +dell'Armenia Minore come d'un paese assai insalubre, +i cui abitanti, un tempo valorosi, ora +sono divenuti vili e molto tristi, nè sanno far +altro che ubbriacarsi. Questa provincia, ch'è +retta da un governatore in nome del Gran-Kan, +ha molte città e castella, abbonda d'ogni cosa +ed in ispecial modo di cacciagione. In quanto<span class="pagenumr"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span> +al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle preziose +mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti +d'ogni paese. Dall'Armenia Minore Marco +Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre +generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente +detti, seguaci di Maometto, le cui tribù, +semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli +eccellenti ed allevano cavalli e muli di +gran valore; gli Armeni ed i Greci, che dimorano +in ville e castelli e sono abilissimi nel +fabbricare tappeti e stoffe di seta. L'Armenia +Maggiore, che Marco Polo visitò in seguito, è +una vasta provincia che ha per capitale Arzinga<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a>, +città ove, al dire del Veneziano, si fabbrica +il miglior boccassino del mondo. Questa +provincia offre, durante l'estate, un accampamento +favorevole ai Tartari del levante, pei +pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il viaggiatore +vide il monte Ararat, sul quale, a seconda +delle tradizioni bibliche, posò l'Arca di +Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre +confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una +fontana dalla quale sgorga dell'olio di nafta +<span class="pagenumr"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span>(petrolio) in tanta abbondanza, che cento navi +se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti +sono oggetto d'un importantissimo commercio<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p> + +<p>Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, +si diresse pel nord-est verso la Georgia, reame +che si stende sul versante meridionale del Caucaso, +governato da un re, tributario ai Tartari +di levante, per nome David Melic, ch'è quanto +dire, Davide re<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>. Secondo una tradizione, gli +antichi re di questo paese nascevano «con una +figura d'aquila disegnata sotto la spalla destra.» +I Georgiani, dice il Polo, sono bella +gente, prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono +cristiani e vivono a mo' dei Greci. Gli operai +<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span>del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e +d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga +quattro leghe, posta tra il piede del Caucaso +ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la +porta di Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a>. +È là che si vede anche il monastero di +S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel +lago miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto +in quaresima.</p> + +<p>Da questo punto, i viaggiatori discesero verso +il reame di Mussul e guadagnarono la città di +questo nome, posta sulla riva destra del Tigri; +poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i +Saraceni del mondo<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>. Qui Marco Polo racconta +la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258, +capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e +fratello di Mangu-Kan<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a>; e cita una storia maravigliosa +in appoggio a quella massima cristiana<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span> +di fede che solleva le montagne<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a>; poscia +indica ai mercanti la via che corre da questa +città al golfo Persico, e che si fa in diciotto<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span> +giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il paese dei datteri.</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span></p> + +<p>Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia +d'Adzerbaidjan, l'itinerario di Marco Polo +sembra interrotto.—Checchè ne sia, lo ritroviamo +a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta +in mezzo a bei giardini, che fa commercio +di pietre preziose e d'altre merci di +valore; ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi +e sleali. È in questo punto che Marco stabilisce +la divisione della Persia in otto provincie. +Secondo lui, gli indigeni persiani sono +nemici molestissimi pei negozianti, i quali non +possono viaggiare senza essere armati d'archi +e di freccie. Il principale commercio del paese +è quello dei cavalli e degli asini che vengono +inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là +alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, +consistono in frumento, in orzo, in miglio ed +in uve, che crescono in abbondanza.</p> + +<p>Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la +città più orientale della Persia propriamente +detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè +ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare +per sette giorni attraverso magnifiche +foreste piene di selvaggina, per giungere alla +provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span> +nelle montagne delle turchesi, ferro ed antimonio. +I ricami ad ago, la fabbricazione di bardature +ed armi, l'allevamento dei falchi da +caccia, occupano gran numero di abitanti.—Lasciata +Kirman, Marco Polo ed i suoi due +compagni impiegarono nove giorni a traversare +un paese ricco e popoloso, e giunsero alla +città di Comadi, che si crede sia la moderna +Memaum, allora già molto decaduta. La campagna +era bellissima; dovunque bei montoni +grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, +con corna corte e grosse; starne ed altri uccelli +a migliaia; alberi magnifici, specialmente +datteri, aranci e pistacchi.</p> + +<p>Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, +i tre viaggiatori entrarono nella bella +pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il +nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo +due giorni ancora di viaggio, Marco Polo si +trovò alle rive del golfo Persico, e presso la +città di Ormuz, che forma il porto marittimo +del regno di Kirman. Quel paese gli parve caldissimo +ed insalubre, ma ricco di datteri e +d'altri alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di +seta e d'oro, denti d'elefante e vino di palme.<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span> +Il porto era frequentato da molte navi ad un +albero e ad una sol vela, le cui tavole erano +unite con fili di corteccia e non inchiodate; +laonde molte perivano nell'attraversare il mare +indiano.</p> + +<p>Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il +nord-est, tornò a Kirman; quindi si avventurò, +per sentieri pericolosi, attraverso un arido deserto, +ove non si trova che acqua salmastra; +quello stesso deserto che, 1500 anni prima, Alessandro +superò col suo esercito, tornando dalle +bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio +Nearco. Sette giorni dopo, Marco Polo entrò +nella città di Kabis, sulla frazione del regno di +Kirman<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a>. Traversò poi un altro deserto, ed in +otto giorni risalì sino a Tonocain, che dev'essere +l'attuale capitale della provincia di Kumis, +cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune +notizie intorno al Vecchio della Montagna, il +capo degli Hashishins (donde venne il nome di +<i>assassino</i>), setta maomettana che si segnalò +pel suo fanatismo religioso e per le sue crudeltà +spaventevoli<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a>. Dopo sei giorni di cammino,<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span> +entrò in Supunga (la Shibbergam dei +moderni), la città per eccellenza, ove i poponi +sono più dolci del miele, e nella nobile città<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span> +di Balkh, verso le sorgenti dell'Oxo. Quindi, +traversato un paese ove s'incontrano non di +rado leoni, giunse a Taikan, gran mercato di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span> +sale, che attira gran numero di trafficanti, ed +a Scasem, che alcuni commentatori ritengono +sia la moderna Koondooz. In quella contrada si +trovavano molti porcispini, e quando si dava +loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi +tutti, lanciavano contro i cani i dardi che +portano sul dorso e sui fianchi. È noto ora che +questa pretesa facoltà difensiva del porcospino +è da porsi nel novero delle favole.</p> + +<p>I viaggiatori entrarono quindi sul territorio +montuoso di Balacian, contrada fredda, che produce +buoni cavalli, gran corridori, falchi dal +lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi +esistono miniere di rubini, che il re fa scavare +a suo profitto in una montagna chiamata Sighinan, +sulla quale nessuno può metter piede +sotto pena di morte. Si raccoglie pure, in altri +luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si +fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» +cioè il lapislazzuli. A dieci giornate da Balacian +s'incontra una provincia, che dev'essere +la moderna Paishore, i cui abitanti idolatri +hanno la pelle scurissima e vivono di carne e +riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, +paese temperato, che ha molte città e villaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span> +ed il cui territorio, frastagliato da gole di monti, +è facile a difendere. Giunto a questo punto, se +Marco Polo avesse proseguito più oltre nella +stessa direzione, sarebbe entrato nel territorio +dell'India; ma egli risalì invece verso il nord, e +dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, +in mezzo a magnifici pascoli, ove erravano +sterminate greggie di montoni selvatici chiamati +mufloni. Di là, attraversando le contrade di +Pamer e di Belor, territorî montuosi tra i sistemi +orografici dell'Altai e dell'Imalaia, giunsero, +dopo quaranta giorni di faticose marcie, +alla provincia di Kaschgar.</p> + +<p>È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo +e Niccolò Polo durante il loro primo viaggio, +quando da Boukhara furono condotti alla residenza +del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo +si avanzò all'ovest, fino a Samarcanda, grande +città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi +toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane +che fanno il commercio tra l'India e l'Asia +settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein, +città che i moderni commentatori non si accordano +nello stabilire a quale corrisponda, +posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span> +il diaspro ed il calcedonio, giunse ad +un certo regno di Ciarcian, che alcuni commentatori +ritengono sia la città detta Karashehr, +che significa <i>città nera</i>, descritta come posta +sopra un gran fiume navigabile, formato dalla +congiunzione dei due fiumi che vengono rispettivamente +dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo +un cammino di cinque giorni attraverso sabbiose +pianure prive d'acqua potabile, venne a riposarsi +per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. +Ivi fece i suoi preparativi per attraversare +il deserto che si stende verso Oriente, +«deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe +un anno per attraversarlo; deserto popolato da +spiriti, ed in mezzo al quale risuonano tamburi +invisibili, ed altri instrumenti»<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a>.</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span></p> +<p>Dopo un mese impiegato nel traversare quel +deserto nella sua larghezza, i tre viaggiatori +giunsero nella provincia di Tangut, alla città +di Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero +chinese. Questa provincia ha pochi +commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte +idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. +Fra i costumi di Tangut, che fecero maggiore +impressione su Marco Polo, dobbiamo citare +quello di non ardere i cadaveri dei morti se +non nei giorni fissati dagli astrologi; «e tutto +il tempo che il morto resta in casa, quegli +della casa fanno mettere una tavola dinanzi +alla cassa dov'è il morto, con vino, pane +e vivande, com'egli fosse vivo; e questo +fanno ogni dì, infino a che si dee ardere.»</p> + +<p>Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, +Marco Polo ed i suoi compagni fecero un'escursione +sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), +città fondata in mezzo a due deserti, abitata +da idolatri che non conoscono alcun vincolo di +matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span> +città sulla quale non sono ancora riusciti +ad accordarsi i commentatori, abitata da +idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. +«Quivi, dice il Polo, ha montagne ove sono +buone vene d'acciaio e d'andanico, e in questa +montagna è un'altra vena, della quale si +fa salamandra.»<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a></p> + +<p>Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou +e riprese la sua via verso l'est, traverso +il Tangut, per la città di Succiur<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a>, sopra un +territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice +Marco, si truova il rebarbero in grande abbondanza, +e quivi lo comperano i mercatanti, +e portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur +passò a Champicion, la Kam-ceu-fu dei Chinesi, +allora capitale di tutto il Tangut. Era una città<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span> +importante, popolata da ricchi capi idolatri, +che erano poligami, e sposavano per lo più le +loro cugine o le zie<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a>. I tre Veneziani rimasero +un anno in quella città. Queste lunghe fermate, +e le frequenti deviazioni dal loro cammino, +spiegano perchè il loro viaggio traverso l'Asia +centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, +dopo aver viaggiato per dodici giornate, +a cavallo, Marco Polo giunse sul limite d'un +deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra +deviazione, giacchè egli saliva direttamente +al nord; ma al viaggiatore stava a cuore di +visitare la celebre città di Caracorum, questa +capitale tartara che Rubruquis aveva visitata +nel 1254<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a>.</p> + +<p>Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore,<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span> +e non badava a fatiche quando si trattava +di completare i suoi studî geografici. In +quella circostanza, per giungere alla città tartara, +dovette camminare quaranta giorni in un +deserto senza abitazioni e senza arbusti.</p> + +<p>Giunse finalmente a Caracorum. Era una città +di tre miglia di circonferenza. Dopo essere stata +per lungo tempo la capitale dell'impero mongollo, +fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore +allora regnante. Qui Marco Polo +fa una digressione storica, in cui narra la +ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro +quel famoso Prete Gianni, che teneva tutto il +paese sotto la sua dominazione<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a>.</p> + +<p>Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò +verso l'est, ed arrivò alla città d'Erginul, che<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span> +è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui abitanti +si dividono in idolatri, cristiani nestoriani +e maomettani. Di là si spinse alquanto +verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò traverso +un territorio ove pascevano buoi selvaggi +grossi come elefanti, ed il prezioso capretto +che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a +Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono +verso l'est a Cialis, ove si fabbricano i +migliori cambellotti<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a> di pelo di cammello; +quindi nella provincia di Tenduc, nella città +dello stesso nome, ove regnava un discendente +del Prete Gianni, per nome Giorgio, tributario +però del Gran Kan. Era una città industriale +e commerciante, ove, al dire di Marco Polo, +«sonvi gli più bianchi uomeni del paese e più +belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» +Di là, facendo un angolo verso il nord, i Veneziani +s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span> +della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, +che dev'essere Tsaan-Balgassa, bella +città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri +l'imperatore quando desidera divertirsi +alla caccia del girifalco, giacchè abbondano su +quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e +le pernici.</p> + +<p>Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, +Marco Polo, col padre e lo zio, giunse +a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è +la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. +Ivi gl'inviati del pontefice furono +ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava +quella residenza d'estate, posta al di là della +gran Muraglia, al nord di Cambaluc, ora Pekino, +capitale dell'impero. Il viaggiatore parla +poco dell'accoglienza che gli venne fatta, ma +descrive con minuziosa cura il palagio del Kan, +grande edifizio di pietre e di marmo, le cui +camere sono interamente dorate.</p> + +<p>Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un +parco cinto da mura, ove si vedono serragli di +bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto +con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili +all'acqua: era una specie di padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span> +che si poteva smontare, nel quale il Kan abitava +nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè +nella buona stagione. Tale stagione doveva esser +buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco +Polo, degli astrologi addetti alla persona del +Kan erano incaricati di dissipare coi loro sortilegi +qualunque pioggia, nebbia o intemperie. +Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio +il potere di quei maghi. «Questi savi uomini +sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno +più d'arte del diavolo che tutta l'altra gente, +e fanno credere alla gente, che questo avviene +per santità. E questa gente medesima, +ch'io v'ho detto, hanno una tale usanza, che +quando alcuno uomo è morto per la signoria<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a>, +egli il fanno cuocere e mangianlo, ma +no se morisse di sua morte; e sono sì grandi +incantatori, che quando il Gran Kan mangia +in sulla mastra sala, gli coppi pieni di +vino e di latte e di altre loro bevande, che +sono d'altra parte della sala, si gli fanno +venire senza che altri gli tocchi, e vegnono +dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono bene +<span class="smcap">X</span> mila persone: e questo è vero senza menzogna;<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span> +e questo ben si può fare per negromazia.»</p> + +<p>Il Veneziano parla anche di altri monaci che +menano una vita di continue privazioni, cibandosi +di crusca bagnata nell'acqua, digiunando +buona parte dell'anno, e tenendosi molte ore +in adorazione innanzi agli idoli ed al fuoco. +«Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); +e si vi dico, che v'ha una piccola città che +hae uno monistero che hanno piue di cc monaci, +e vestonsi più onestamente che tutta +l'altra gente.»</p> + +<p>Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore +Kublai, il più potente degli uomini, +che possiede più terre e tesori di qualunque +uomo da Adamo in poi. Narra come il Gran +Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse +un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben +proporzionato delle membra, dal volto bianco +e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al +trono l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era +buon capitano in guerra, e lo provò quando +suo zio Naian, che governava pel nipote alcune +provincie dell'impero, sollevatosi contro di lui,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span> +volle disputargli il trono alla testa di quattrocentomila +cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto +trecentosessantamila uomini a cavallo +e centomila a piedi, mosse contro lo zio, e lo +sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, +di nulla sospettando, se ne stava tranquillamente +accampato. Terribile fu la battaglia. +«Vi morirono tanta gente, tra dell'una +e dell'altra parte, che ciò sarebbe meraviglia +a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, +e Naian, fatto prigione, fu messo in +su uno tappeto, e tanto fu pallato, e menato +in qua e in là che egli morío: e cioè +fece, che non voleva che 'l sangue del lignaggio +dello imperatore facesse lamento +all'aria; e questo Naian era di suo lignaggio.» +Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò +trionfante nella città capitale del Catai, +chiamata Cambalu, che divenne poi l'attuale +Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo +dovè rimanervi a lungo, sino all'istante in cui +venne incaricato di varie missioni nell'interno +dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico +palagio dell'imperatore, di cui il Veneziano +fa la seguente descrizione, che noi togliamo<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span> +dal Codice Magliabeccano, e che darà +esatta idea dell'opulenza di quel sovrano mongollo: +«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora +nella mastra città, ch'è chiamata Combalu, +tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, +febbraio, e in questa città ha suo grande palagio: +ed io vi diviserò com'egli è fatto. Lo +palagio è di muro quadro, per ogni verso un +miglio, e in su ciascuno canto di questo palagio +è uno molto bel palagio, e quivi si +tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, +turcassi e selle e freni, corde e tende, +e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. +E ancora tra questi palagi hae quattro palagi +in questo cercóvito, sì che in questo +muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti +sono pieni d'arnesi, e in ciascuno ha pur +d'una cosa. E in questo muro verso la faccia +del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo +è una grandissima porta, che non s'apre mai +nè chiude se non quando il Gran Cane vi +passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa +porta ne sono due piccole, da ogni lato una, +onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span> +n'hae un'altra grande, per la quale entra +comunemente tutta l'altra gente, cioè ogni +uomo. E dentro a questo muro hae un altro +muro, e attorno attorno hae otto palagi come +nel primaio, e così son fatti; ancora vi stae +gli arnesi del Gran Cane.»</p> + +<p>Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono +le rimesse e le armerie dell'imperatore. +Ma non farà meraviglia quel gran numero +di arnesi, ove si sappia che il Gran Kan +possedeva una razza di cavalli bianchi come la +neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte +era esclusivamente riserbato ai principi di sangue +reale.</p> + +<p>Marco Polo continua in questi termini:—«Nella +faccia verso mezzodie ha cinque porti, +nell'altra pure una, e in mezzo di questo +muro èe il palagio del Gran Cane, ch'è fatto +com'io vi conterò. Egli è il maggiore che +mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo +ispazzo èe alto più che l'altra terra ben dieci +palmi; la copritura è molto altissima. Le +mura delle sale e delle camere sono tutte +coperte d'oro e d'ariento; havvi iscolpite belle +istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span> +di bestie e di molte altre belle cose; e la copritura +èe altresì fatta che non vi si può vedere +altro che oro e ariento. La sala è sì +lunga e sì larga, che bene vi mangiano sei +mila persone, e havvi tante camere, ch'è una +maraviglia a credere. La copritura di sopra, +cioè di fuori, è vermiglia e bionda e verde, +e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, +che luce come oro o cristallo, sì che +molto dalla lungie si vede lucere lo palagio. +La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro +e l'altro, dentro a quello ch'io v'ho contato +di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi +molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi +bianchi, cavriuoli e daini, le bestie che fanno +il moscado, vaj e ermellini e altre belle bestie. +La terra dentro di questo giardino è +tutta piena dentro di queste bestie, salvo la +via donde gli uomeni entrano; e dalla parte +verso il maestro ha un lago molto grande, +ove hae molte generazioni di pesci. E sì vi +dico che un gran fiume vi entra e esce, ed +èe sì ordinato, che niuno pesce ne puote +uscire (e havvi fatto mettere molte generazioni +di pesci in questo lago); e questo è con<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span> +rete di ferro. Anche vi dico, che verso tramontana, +da lungi dal palagio una arcata, +ha fatto fare un monte, ch'è alto bene cento +passi, e gira bene un miglio; lo quale monte +è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno +tempo perdono foglie, ma sempre son verdi. +E sappiate, che quando è detto al Gran Kan +di uno bello albore, egli lo fa pigliare con +tutte le barbe e con molta terra, e fallo piantare +in quel monte, e sia grande quanto vuole, +ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, +ch'egli ha fatto coprire tutto il monte della +terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì che +nel monte non ha cosa se non tutta verde, +perciò si chiama lo monte verde. E in sul +colmo del monte è un palagio molto grande, +sì che a guatarlo è una grande maraviglia, +e non è uomo che 'l guardi, che non ne prenda +allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto +fare il Gran Signore per suo conforto e sollazzo. +Ancora vi dico, che appresso di questo +palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, +ove istà lo nipote del Gran Cane, che dee +regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo +di Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span> +Gran Cane<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a>; e questo Temur che dee regnare +tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha +già bolla d'oro e sugiello d'imperio, ma non +fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»</p> + +<p>Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, +Marco Polo passa a descrivere la città di Cambalu, +città antica, che ha un circuito di ventiquattro +miglia, cioè sei miglia per ogni lato, +essendo di forma quadrata, e che è separata +dalla moderna di Taidu da un canale, che divide +l'odierna Pekino in città chinese e città +tartara. Il viaggiatore, sottile osservatore, ci +istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore. +Giusta la sua relazione, Kublai-Kan +avrebbe una guardia d'onore di dodicimila cavalieri +chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli +del signore, sotto il comando di quattro +capitani; «e questo non fae per paura.» I suoi +pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa +etichetta. Alla sua tavola, che è più alta +delle altre, egli siede al nord, avendo a sinistra<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span> +la sua prima moglie, a destra e più basso +i figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più +nobili baroni, che hanno cura di turarsi la +bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò +che lo loro fiato non andasse nelle vivande +del signore.» Quando l'imperatore s'accinge +a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando +tiene in mano la tazza tutti i baroni e spettatori +s'inginocchiano umilmente. Parlando della +vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva +che «egli hae quattro femmine, le quali tiene +per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo, +ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere +signore, per ragione, dello imperio dopo +la morte del suo padre. Elle sono chiamate +imperadricie, e ciascuna è chiamata per +suo nome, e ciascuna di queste donne tiene +corte per sè; e non ve n'ha niuna che non +abbia trecento donzelle, e hanno molti valletti +e scudieri, e molti altri uomeni e femmine, +sì che ciascuna di queste donne ha +bene in sua corte mille persone. E sappiate +che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e +che ha venticinque figliuoli di sue amiche, e<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span> +ciascuno è gran barone; e ancora dico che +degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro +mogli, gli sette ne sono re di grandissimi +reami, e tutti mantengono bene loro regni, +come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali +feste del Gran Kan sono date da lui +medesimo, una il giorno anniversario della sua +nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla +prima figurano intorno al trono dodicimila +baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente +centocinquantamila vestimenta di drappo di +seta d'oro ornati in perle; mentre i sudditi, +idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. +Alla seconda festa, al capo d'anno, chiamata +dal Polo <i>la bianca festa</i>, l'intera popolazione, +uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, perchè, +secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, +e ciascuno porta al sovrano doni di grandissimo +valore in oro, argento, perle e stoffe +preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila +elefanti coperti di magnifici drappi e portanti +vasellami d'oro e d'argento, ed un numero ingente +di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. +La festa si chiude con pubbliche preghiere, +e per ultimo con un sontuoso banchetto che il<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span> +Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua +corte e del suo regno.</p> + +<p>Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, +che il Gran Kan passa nella sua città +d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di +sessanta giornate di cammino, sono obbligati a +provvederlo di cinghiali, cervi, daini, caprioli +ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, +ed il suo servizio da caccia è veramente superbo. +Egli ha leopardi, lupi cervieri, grandi +leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza +forti per cacciare i lupi, volpi, daini, +caprioli; e finalmente cani che si contano a +migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore +incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi +verso il mare, ed è accompagnato almeno +da diecimila falconieri con cinquecento +girofalchi, una quantità innumerevole di astori, +falchi pellegrini e falchi sacri. Durante quella +gita il re tartaro, che si compiace di tutto il +lusso della pompa orientale, è seguíto da un +palazzo portatile posto su quattro elefanti accoppiati, +coperto da pelli di leoni, e foderato +da drappo d'oro. Egli procede così fino al campo +di Chakiri-Mondu, alle sorgenti del fiume Usuri,<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span> +nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, abbastanza +vasta da capire diecimila cavalieri o +baroni. Ivi è la sua sala da ricevimento; ivi dà +le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o dormire, +trova in un'altra tenda una sala meravigliosa +tappezzata da pelliccie d'ermellino e di +zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti +d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane +così fino a Pasqua, cacciando gru, cigni, +lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la +sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi +che regolano la caccia, il Polo così si esprime: +«Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il +Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè +alcuno altro uomo non può prendere, nè cacciare +nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, +nè di niuna bestia che moltiplichi, dal mese +di marzo infino all'ottobre. E chi contra ciò +facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico +ch'egli è sì bene ubbidito, che le lepre e daini +e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io v'ho contato, +vegniono più volte insino all'uomo, e +non le tocca, e non le fa male.»</p> + +<p>Marco Polo completa in questo punto la descrizione +di questa magnifica città. Egli enumera<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span> +i dodici sobborghi che la compongono, +nei quali i più ricchi mercanti fanno fabbricare +magnifici palagi. Questa città è commerciale +al massimo grado: vi affluiscono le più +preziose mercanzie come in nessun' altra città +del mondo. Mille carri carichi di seta vi entrano +ogni giorno; è il deposito ed il mercato +dei più ricchi prodotti dell'India, come le perle +e le pietre preziose, e vi accorre gente a comperare +da oltre duecento leghe tutto all'intorno. +Per provvedere ai bisogni del commercio, +il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, +ch'è per lui una sorgente perenne di ricchezze. +Aggiungeremo che questa moneta non è altro +che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì +ogni nazione ha portato il proprio contingente +sui mercati europei. Ma qui lasciamo ancora +la parola al Veneziano: «Il Gran Kan +fa prendere iscorza d'uno albore ch'à nome +gelso<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a>; è l'albore, le cui foglie mangiano +gli vermini che fanno la seta. E colgono la<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span> +buccia sottile, ch'è tra la buccia grossa e +l'albore, o vogli tu legno dentro, e di quella +buccia fa fare carte, come di bambagia, e +sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte +così, egli ne fa delle piccole, che vagliono +una medaglia di tornesello piccolo, e l'altra +vale un tornesello, e l'altra vale un grosso +d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e +l'altra due grossi, e l'altra cinque, e l'altra +dieci, e l'altra un bisante d'oro, e l'altra due, +e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. +E tutte queste carte sono sugiellate col sugiello +del Gran Sire, e hanne fatte fare tante, +che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E +quando queste carte son fatte, egli ne fa fare<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span> +tutti i pagamenti, e fagli ispendere per tutte +le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; +e nessuno gli osa rifiutare, a pena +della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e +regni che sono sotto sua signoria si pagano +di questa moneta, d'ogni mercatanzia di perle, +d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e generalmente +d'ogni altra cosa, e sì vi dico che +la carta che si mette per dieci bisanti, non +ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti +le più volte cambiano questa moneta a perle, +o a oro, e altre cose rare. E molte volte è +recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta +mercatanzia in oro e in ariento che vale +quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire +fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti +le pigliano volentieri, perchè le spendono +per tutto il paese. E molte volte fa bandire +il Gran Cane, che ogni uomo che ha oro e +ariento, perle o pietre preziose o alcuna +altra cara cosa, che incontanente la debbiano +avere apresentata alla tavola del Gran +Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; +e tanto gliene viene di questa mercatanzia, +ch'è un miracolo. E quando ad alcuno si rompe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span> +o guastasi niuna di quelle carte, egli va +alla tavola del Gran Sire, e incontanente +gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma +si gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, +che se alcuno vuol fare vasellamenta +d'ariento o cinture, egli va alla tavola del +Gran Sire, ed ègli dato per queste carte ariento +quant'e' ne vuole, contandosi le carte secondo +che si ispendono. E questa è la ragione +perchè il Gran Sire dee avere più oro e più +ariento, che signore del mondo.<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>»</p> + +<p>Secondo Marco Polo, il sistema del governo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span> +imperiale riposa sopra una centralizzazione eccessiva. +Il reame, diviso in 34 provincie, è amministrato +da dodici nobilissimi baroni, che abitano +nella stessa città di Cambalu; ivi, nel +palazzo di questi baroni, dimorano gli intendenti +e gli impiegati tutti che trattano gli affari +d'ogni singola provincia. Intorno alla città +si diramano molte strade ben tenute, che metton +capo ai diversi punti del regno. Su queste +strade, ad ogni ventidue miglia, sorgono stazioni +postali; ed in essa duecentomila cavalli +sono sempre pronti a trasportare i messaggieri +dell'imperatore. Più, fra le stazioni, ad ogni +tre miglia, trovasi un villaggio composto di +circa quaranta case, in cui abitano i corrieri +che portano a piedi i messaggi del Gran Kan. +Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo +compresso da una benda, hanno una cintura +munita di campanelli che li fa udire da lontano; +partono al galoppo, fanno rapidamente +le tre miglia, rimettono il messaggio al corriere +che li attende, e per tal modo l'imperatore +riceve in un giorno ed una notte le notizie +da dieci giornate di distanza. Questo mezzo di<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span> +comunicazione costa ben poco a Kublai-Kan, +perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare +dalle imposte i corrieri; in quanto ai +cavalli delle stazioni, sono somministrati gratuitamente +dagli abitanti delle provincie.</p> + +<p>Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta +del suo potere, se fa pesare sì gravi imposte +sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa attivamente +dei loro bisogni, e sovente viene loro +in aiuto. Quando la grandine ha devastato le +messi, non solo egli non esige l'usato tributo, +ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai +suoi granai. Quando una mortalità accidentale +ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne +la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone +annate, di mettere nei granai un'enorme quantità +d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed +altre derrate, in modo da mantener i grani ad +un prezzo mite in tutto l'impero. Inoltre, porta +particolare affetto ai poveri della sua buona +città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il +Polo, come il Gran Cane fa carità alli poveri +che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie +povere della città, che sono in famiglia sei +o sette, o più o meno, che non hanno che<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span> +mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: +e questo fa fare a grandissima quantità di famiglie. +Ancor non è vietato lo pane del signore +a niuna persona che voglia andare per +esso. E sappiate che ve ne vanno più di trenta +mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo +è gran bontà di signore; e per questo è adorato +come Iddio dal popolo.» Aggiungeremo +che tutto l'impero è amministrato con somma +cura; le vie ben tenute e piantate ad alberi +magnifici, che servono sopratutto a farle riconoscere +al viaggiatore, nei paesi deserti. La +legna è quindi abbondantissima dappertutto; +«senza contare, dice il Veneziano, che per +tutta la provincia del Catai hae una maniera +di pietre nere che si cavano dalle montagne +come vena, che ardono come bucce, e tengono +più lo fuoco che non fanno la legna.» Queste +pietre nere non sono altro che il carbone fossile, +che in grandissima quantità trovasi nelle montagne +delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.</p> + +<p>Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città +di Cambalu. È certo che, grazie alla sua vivace +intelligenza, al suo spirito, alla facilità +di apprendere gl'idiomi dell'impero, venne<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span> +molto in grazia all'imperatore. Incaricato da +lui di diverse missioni, non solo nella China, +ma nei mari dell'India, a Ceylan, sulle coste +del Coromandel e del Malabar, e nella parte +della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, +probabilmente tra il 1277 ed il 1280, governatore +della città di Yang-tsceu e di ventisette +altre città, comprese nella giurisdizione +di questa. Grazie a queste missioni, egli percorse +un bel tratto di paese e ne riportò utili +documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi +lo seguiremo facilmente, colla carta geografica +alla mano, in quei viaggi dai quali la scienza +doveva trarre immenso profitto.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_III" id="CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></h2> + +<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.—Tainfu.—Pin-yang-fu.—Il fiume Giallo.—Chaciafu.—Si-gnan-fu.—Il +Sze-tchuen.—Ching-tu-fu.—Il +Tibet.—Li-Kiang-fu.—Il Caragia.—Yung-chang.—Mien.—Il +Bengala.—L'Annam.—Il Tai-ping.—Sinuglil.—Sindi-fu.—Chacafu.—Ciaglu.—Ciagli.—Codifu.—Lin-tsin-tcheu.—Lin-tching-hien.—Il +Mangi.—Yang-tcheou.—Città +del litorale.—Quinsay o Hang-tcheu.—Il +Fu-chian.</p></blockquote> + +<p class="pn">Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, +venne dal Gran Kan incaricato d'una missione +che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla capitale. +Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, +verso il sud, traversò il magnifico fiume Pehonor, +che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò +sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro +arcate, lungo trecento passi, il quale non ha il +simile in tutto il mondo. A trenta miglia di là +incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti +alberghi pei viaggiatori, ed ove si lavora<span class="pagenumr"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span> +specialmente in legno di sandalo, tessuti +di seta e d'oro.</p> + +<p>A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella +moderna città di Tainfu, che fu un tempo sede +di un governo indipendente. Tutta quella provincia +gli parve ricca di viti e di gelsi; la principale +industria della città era allora la fabbricazione +delle armature per conto dell'imperatore. +Sette giornate più oltre trovò la bella città di +Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, tutta dedita al commercio +ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo +aver visitata questa città, giunse sulle rive del +celebre fiume Giallo, ch'egli chiama Charamera, +ossia <i>fiume nero</i>, forse a causa delle sue acque +oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato +il fiume, giunse ad una nobile città chiamata +Chaciafu, nella quale alcuni commentatori ravvisano +la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi +O-ciung-fu) sulla riva orientale del fiume +Giallo<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a>, e che è ai nostri dì una delle più ragguardevoli +città del Scian-si. Lasciata quella +città, ove non vide nulla che meritasse menzione, +Marco Polo percorse a cavallo una bella<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span> +contrada, sparsa di castella, di città, di giardini, +e ricca di cacciagione. Dopo otto giorni +di cammino, giunse alla nobile città di Si-gnan-fu, +allora chiamata Quengianfu, antica capitale +della dinastia dei Thang. Ivi regnava +un figlio del Gran Kan, per nome Manghala, +principe giusto ed amato dal suo popolo; egli +abitava, fuori della città, un magnifico palazzo +costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura +merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. +Quella città presentava allora un mercato +importantissimo di gioie, stoffe ed armature +d'ogni genere.</p> + +<p>Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse +verso il Tibet, attraversando una contrada montuosa +ch'egli chiama Chunchum, e che probabilmente +corrisponde alla moderna provincia di +Sze-tchuen. «Egli ha per monti e per valli città +e castella assai, e sono idoli, e vivono di loro +lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti +boschi, ove sono molte belle bestie selvatiche, +come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi cervieri, +daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che +troppo n'hanno grande utilità.»</p> + +<p>Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span> +confini della immensa pianura di Ambalet-Mangi. +Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di produzioni +e particolarmente di zenzero, di cui +fornisce tutta la provincia del Cattai. Ed è tale +la fertilità del suolo, che, secondo un viaggiatore +francese, E. Simon, lo si vende oggidì a +30,000 franchi all'ettara, cioè tre franchi al +metro. Nel secolo XIII quella pianura era coperta +di città e castella, e gli abitanti vivevano +dei frutti del terreno, dei prodotti del +bestiame e della selvaggina, che forniva ai cacciatori +una preda facile ed abbondante.</p> + +<p>Continuando il suo viaggio verso ponente, +Marco Polo penetrò nella provincia di Sze-tchuen, +e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la +moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale +supera 1,500,000 abitanti. Sindi-fu misurava allora +un circuito di venti miglia, era divisa in +tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un +muro particolare, aveva il proprio re prima +che Kublai-Kan se ne impadronisse. «E sappiate, +dice il Polo meravigliato, che per mezzo +questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, +ed è largo bene mezzo miglio, ov'ha molti<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span> +pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene +da ottanta in cento miglia, ed è chiamato +Quiia-fu.»</p> + +<p>Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, +che attraversa la China da ovest ad est, e n'è +il fiume più importante. Sulle nostre carte lo +troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.</p> + +<p>«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, +ha città e castella assai, e havvi tante navi, +che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; +e v'ha tanta moltitudine di mercatanti, +che vanno giuso e suso, ch'è una grande meraviglia. +E il fiume è sì largo, che pare un +mare a vedere, non fiume. E dentro della +città in su questo fiume è un ponte tutto di +pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e +largo otto passi: e su per quello ponte ha +colonne di marmo, che sostengono la copritura +del ponte; e sappiate ch'egli è coperto +di bella copritura, e tutto dipinto di belle +istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene +molta mercatanzia e favvisi arti: ma si vi +dico che quelle case sono di legno, che la sera +si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi +è lo camarlingo del Gran Sire, che riceve lo<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[Pg 60]</a></span> +diritto della mercatanzia che si vende in su +quel ponte; e si vi dico che il diritto di quel +ponte vale l'anno bene mille bisanti<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a>.»</p> + +<p>Uscito da quella città commerciale e industriosa, +Marco Polo, dopo cinque giorni di marcia, +attraverso vaste foreste, giunse alla provincia +del Tibet, ch'egli dice «molto guasta +dalla guerra fattavi da Mogut-Kan.»</p> + +<p>La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi +dànno nome di Si-tsang o Tsang occidentale, è +abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i viaggiatori +durerebbero fatica a difendersi, se non +vi crescessero in gran copia quelle canne meravigliosamente +grosse e alte, che noi chiamiamo +bambù.<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> Infatti «gli mercatanti e gli viandanti +prendono quelle canne la notte e fannole +ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande +iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre +bestie fiere hanno paura e fuggono, e non si +accosterebbero al fuoco per cosa del mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span> +E questo si fanno per paura di quelle bestie +chè ve n'ha assai. Le canne iscoppiono, perchè +si mettono verdi nel fuoco, e quelle si +torcono e fendono per mezzo, e per questo +fendere fanno tanto romore, che s'odono dalla +lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; +ed è sì terribile cosa a udire, che chi non +fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe +gran paura, e gli cavagli che non ne sono +usi, si spaventano sì forte che rompono capresti, +e ogni cosa e fuggono; e questo avviene +spesse volte. E a ciò prendere rimedio, +a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno +incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare +gli occhi, e turare gli orecchi; si che +non può fuggire quando ode questo iscoppio; +e così campano gli uomeni, la notte, loro e +le loro bestie.»</p> + +<p>Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora +impiegato nelle contrade che producono +il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate +dalle fiamme può paragonarsi ai più violenti +petardi d'un fuoco d'artifizio.</p> + +<p>Secondo la relazione del viaggiatore veneziano,<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[Pg 62]</a></span> +il Tibet è una vastissima provincia divisa +in otto reami, con molte città e castella, +bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da +montagne dalle quali si trae oro in quantità. +I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto +il Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui +nome significa <i>fiume dall'aurea sabbia</i>, sono +ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri +e malvagi, e formano una razza di terribili +ladroni. Vivono dei frutti della terra, di +bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e +fanno, per doni, di sè mercato ai viaggiatori +che attraversano quella provincia. Quantunque +il Tibet fosse allora sotto la dominazione del +Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete +nè le banconote dell'impero; all'incontro vi si +spendeva il corallo, di cui gli abitanti adornavano +il collo delle loro femmine ed i loro idoli.</p> + +<p>Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto +verso l'ovest. Traversò il regno di Gaindu +che secondo alcuni corrisponderebbe al territorio +settentrionale dei Birmani, secondo altri +invece a quella montuosa regione circondata +dai territorî del Bengala, Arracan, abitata da +schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen,<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span> +lungo le rive del braccio sinistro del fiume +Arracan, e visitò un bel lago, che produceva +ostriche perlifere, la cui pesca era riservata +all'imperatore. Vide anche una montagna dalla +quale si cavavano quelle pietre conosciute sotto +il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, +la cannella ed altre spezie davano in quel paese +abbondantissimi raccolti.</p> + +<p>Gli abitanti di questa provincia non hanno +denaro, ed impiegano come moneta dei pezzi +di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. +Non conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano +naturale il far marcato delle proprie mogli, +figlie e sorelle ai forestieri che attraversano +la contrada.</p> + +<p>Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un +gran fiume da lui chiamato Brunis che pare +fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco +Polo tornò direttamente al sud-est, e penetrò +nella provincia di Garagia, regione che si crede +formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata +tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani +dell'Asia Centrale, Caraian; e ch'era allora governata +da Jesau Temur, nipote di Kublai.</p> + +<p>Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span> +provincia, eccellenti cavalcatori, mangiavano +la carne cruda dei polli, dei montoni, dei bufali +e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano +d'una salsa composta d'aglio e di buone spezie. +Quel reame era altresì frequentato da grossi +serpenti orribili a vedersi.</p> + +<p>Quei rettili, probabilmente alligatori, erano +lunghi dieci passi; avevano due gambe poste +sul davanti presso il capo ed armate d'un unghione +che era smisurato; la loro gola poteva +inghiottire un uomo in un boccone.</p> + +<p>La capitale di questa provincia è una città +che il Polo chiama Jaci, e che si crede corrisponda +alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti +sono parte maomettani, parte cristiani nestoriani, +ed il rimanente idolatri. «Quivi hae mercatanti +ed artefici, dice il nostro viaggiatore, +e spendono per moneta <i>porcellane bianche</i>, +che si truovano nel mare.» È questa una +specie di conchiglia che noi conosciamo sotto +il nome di <i>Cyproea moneta</i>, che gli Indiani chiamano +<i>Cooris</i>, usata anche ai dì nostri come +moneta alle Maldive ed in diverse parti delle +Indie.</p> + +<p>Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span> +impiegata dagli indigeni di quella contrada +per impadronirsi dei terribili alligatori +che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che +il fiele di questi anfibî, preso come beveraggio, +è reputato nel paese come medicina contro la +morsicatura d'un cane rabbioso.<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a></p> + +<p>A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco +Polo, continuando ancora verso mezzodì, penetrò +nella provincia di Ardanda, la cui capitale, +Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città +di Yung-chang. Tutti gli abitanti di questa città +avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con +laminette d'oro, che levavano per mangiare. +Gli uomini di quella provincia, tutti cavalieri, +«non fanno nulla salvo che uccellare, andare +a caccia od andare in oste (<i>in guerra</i>)»: i lavori +faticosi sono riservati alle donne ed agli +schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno idoli, +nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia; +cioè il nonno, il patriarca. Siccome non<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span> +conoscono scrittura di sorta, così «quando +hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, +fanno tacche di legno, e l'uno tiene l'una +metà, e l'altro l'altra metà; quando colui dee +pagare la moneta, egli la paga e fassi dare +l'altra metà della tacca.» Non hanno medici, +ma bensì dei maghi od incantatori, che saltano, +danzano, cantano e suonano strumenti presso +il malato; e quindi ordinano sacrifizi e banchetti, +finchè l'infermo muore o risana.</p> + +<p>Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano +i denti d'oro, Marco Polo seguì la grande +strada che serve al traffico tra l'India e l'Indo-Cina, +e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, +si teneva un gran mercato, che attirava +i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver +cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste +popolate da elefanti, liocorni ed altre fiere, +giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte +dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, +si chiama Arampura. Questa città di +Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, chiamata +dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure +la vecchia Paghau, situata sull'Irraonady,<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span> +possedeva una vera meraviglia architettonica; +erane due torri, l'una costrutta di belle pietre +ed interamente coperta da una lamina d'oro +dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da +una lamina d'argento, ambe fatte costruire da +un re di Mien, prima che quel reame cadesse +in potere del Kan.</p> + +<p>Dopo di aver visitata quella provincia, Marco +Polo discese fino a Baugala, l'attuale Bengala, +oggidì una delle tre grandi divisioni dell'India +Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva +ancora a Kublai-Kan. Le armate +dell'imperatore si adoperavano allora a conquistare +quel paese fertile, ricco di cotone, di +zenzero, di canne da zucchero, e i cui magnifici +buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti. +Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino +alla città di Cangigu, nella provincia dello +stesso nome. Alcuni credono che sotto questo +nome abbia ad intendersi il regno di Tonkino, +altri invece il territorio di Cangcur. Gli abitanti +di quel regno praticavano il tatuaggio, e +mediante aghi si disegnavano sul volto, sul +collo, sul ventre, sulle mani, sulle gambe, immagini +di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span> +più n'ha di queste dipinture più si tiene gentile +e bello.»</p> + +<p>Cangigu è il punto più meridionale raggiunto +da Marco Polo in questo viaggio. A partire da +questa città risalì verso il nord-est, e pel paese +d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, +in mezzo all'Impero Birmano ed alla provincia +del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma, +oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. +Ivi trovò begli uomini, bruni di pelle, valenti +guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli +fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, +riso e spezie. «Quando muoiono fanno ardere +i loro corpi, e l'osse che non possono ardere +sì le mettono in piccole cassette, e portanle +alle montagne, e fannole istare appicate +caverne, si che niuno uomo nè altra bestia +non puote toccare. L'oro abbonda nel paese; +usano però come piccola moneta la <i>porcellana</i>, +ossia quella conchiglia (<i>Cyproea moneta</i>) di cui +abbiamo già parlato più addietro. Vivono di +carne, di latte, di riso e di spezie.</p> + +<p>Qui il signor Charton fa giustamente osservare +che il viaggiatore si allontana dal paese +conosciuto sotto il nome d'India al di là del<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span> +Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata +Toloma, Marco Polo seguì per dodici giorni, verso +levante, un fiume sulle cui rive sorgevano molte +città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, +che si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale +della provincia di Guinguì, che dev'essere, +scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle +acque del Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì +dippiù in questa contrada,—e si ha ragione +di credere che l'ardito esploratore fosse anche +un valente cacciatore,—fu il gran numero di +leoni che infestavano le pianure e le montagne. +Tutti i commentatori sono però d'accordo nel +ritenere che i leoni di Marco Polo non fossero +altro che tigri, non essendovi leoni nella China. +Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti +leoni, che se neuno dormisse la notte fuori +di casa, sarebbe incontanente mangiato. E +chi di notte va per questo fiume, se la barca +non istà ben di lungi dalla terra, quando si +riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e piglierebbe +uno di questi uomeni, e mangerebbolo; +ma gli uomeni se ne sanno bene guardare. +Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. +E sì vi dico una grande maraviglia, che<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span> +due cani vanno a un gran leone, e sono questi +cani di questa contrada, e sì lo uccidono, +tanto sono arditi. E dirovvi come. Quando un +uomo è a cavallo con due di questi buon cani, +come i cani veggono il leone, tosto corrono +a lui, l'uno dinanzi e l'altro di dietro, ma +sono sie (<i>sì</i>) ammaestrati e leggieri che 'l +lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda +molto l'uomo; poi il lione si mette a partire +per trovare albore (<i>albero</i>), ove ponga le reni +per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia +lo mordono alle coscie, e fannolo rivolgere +or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo, +sì lo seguita percotendolo con sue saette molte +volte, tanto che 'l lione cade morto, sì che +non si puote difendere da uno uomo a cavallo +con due buoni cani.»</p> + +<p>Parlando degli abitanti di questa provincia, +dice che «hanno sete assai, che sono idolatri, +sottoposti al Gran Cane, e spendono monete +di carta.»</p> + +<p>Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente +il fiume, ed in capo a dodici giorni fu +di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia +di Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span> +la sua escursione nel Tibet. Di là, riprendendo +la via già percorsa, fece ritorno presso +Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta +la sua missione nell'Indo-China.</p> + +<p>Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato +dall'imperatore d'un'altra missione nella +parte sud-est della China «la parte più ricca +e più commerciale di quel vasto impero, dice +il Pauthier nel suo bel lavoro sul viaggiatore +veneziano, e quella altresì su cui, dopo il secolo +XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»</p> + +<p>Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta +del Pauthier, Marco Polo, lasciando Cambalu, +si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la +moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli +città del Peche-li; di là a Ciaglu, oggidì +Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva +esportato nelle circostanti contrade, indi +a Ciagli, città industriosa che i commentatori +ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive +dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; +finalmente a Codifu o Codiufu, l'attuale +Tsi-nan-fu, capitale della provincia di Shan-tung, +patria del grande filosofo e legislatore<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span> +Confucio<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a>. Codifu era a quel tempo una grande +città, la più nobile di tutte quelle contrade, +frequentatissima dai negozianti di seta, ed i +cui meravigliosi giardini producevano gran +quantità di frutti deliziosi. A tre giornate di +cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la cittàdi Siugni, +che credesi corrisponda alla moderna +Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran +canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli +navi che «recano nelle provincie +del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, +tanto, ch'è maraviglia a credere.»<br /><br /></p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p> + +<div class="figcenter" style="width: 533px;"> + <img src="images/ill-073.jpg" width="533" height="823" + alt="" + title="" /> + <div class="caption"><p class="center">Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma + ricco di datteri e d'altri alberi fruttiferi.... + <span class="smcap">Cap.</span> II, <i>pag.</i> 22<br /></p> +</div></div> + +<p class="p2">Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a><br /><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span> +corrispondere all'odierna città di Lin-tching-hien; +quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou; +Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, +e giungeva al Caramera o Fiume Giallo, che +aveva già traversato nel suo corso superiore, +mentre dirigevasi verso l'Indo-China.</p> + +<p>Parlando dell'importanza di questo fiume +nella navigazione e nel commercio dell'impero, +ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che +il gran fiume di Caramera, che viene dalla +terra del Prete Gianni, è largo un miglio; +ed è molto profondo, sì che bene vi puote +andare gran nave; egli ha questo fiume bene +quindicimila navi, che tutti sono del Gran +Cane, per portare sue cose, quando fa oste +(<i>guerra</i>), all'isole del mare, che 'l mare è +presso a una giornata. E ciascuna di queste +navi vuole bene quindici marinari, e portano in<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span> +ognuna quindici cavagli cogli uomeni, co' +loro arnesi e vivande.»</p> + +<p>Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, +e si trovò nella provincia di Mangi, un tempo +distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso +da Kublai solo dal 1278.</p> + +<p>Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, +era governato da un re pacifico, che +abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. +Il testo francese dei viaggi di Marco Polo +parla di lui alquanto diffusamente nei termini, +seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo imperatore +della dinastia dei Song poteva spendere +tanto, che era un prodigio; vi racconterò +di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno +egli faceva allattare ben ventimila bambini; +dacchè è costume in quei paesi, che le povere +donne gettino via i figli appena nati, +quando non possono nutrirli. Il re li faceva +raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual +segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li +dava a nutrire in diversi luoghi, perchè manteneva +nutrici in quantità<a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a>. Quando un ricco +non aveva figli, andava dal re e si faceva dare<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span> +quanti bambini voleva, e quelli che voleva; poi +il re, quando i giovani e le fanciulle erano in +età da unirsi in matrimonio, li sposava fra +loro, e dava loro da vivere; in tal modo ogni +anno ne allevava ben ventimila tra maschi +e femmine. Se passando in qualche strada +vedeva una casa piccola fra due grandi, domandava +perchè quella casetta non era grande +come le altre, e se gli dicevano ciò essere +perchè apparteneva ad un povero, tosto la +faceva ridurre bella ed alta come le altre. +Quel re si faceva sempre servire da mille +paggi e da mille damigelle. Manteneva nel +suo regno una giustizia così severa, che non +vi si commetteva nessun delitto; durante la +notte le case del mercanti rimanevano aperte, +nè alcuno vi prendeva nulla; si poteva viaggiare +di notte come di giorno.»</p> + +<p>Entrando nella città di Mangi, Marco Polo +trovò Chygiagni, oggidì Hoai-gnan-fou, nella +provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span> +del fiume Giallo, la cui principale industria è +la fabbricazione del sale, che si cava da alcune +paludi salmastre. Ad una giornata da quella +città, seguendo una strada lastricata di belle +pietre, il viaggiatore giunse alla città di Pauchi, +oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, +Chayu o Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori +e pescatori valenti, poi a Tai-tcheou, ove +approdano navigli in gran numero; ed arrivò +finalmente a Yangui.</p> + +<p>Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, +di cui Marco Polo fu governatore durante tre +anni. È città popolatissima e molto commerciante, +ed ha non meno di due leghe di circuito. +Marco Polo partì da Yangui per diverse +esplorazioni, che gli permisero di studiare minutamente +le città del litorale e dell'interno.</p> + +<p>Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente +e giunse a Nangi (da non confondersi +colla moderna Nan-king), città posta in una +provincia fertilissima, i cui abitanti, dice il +Polo, «vivono di mercatanzie e d'arti, e hanno +seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni +cosa da vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo +il suo viaggio, visitò Saianfu, oggidì<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span> +Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu +questa l'ultima città del Mangi che resistette +alla dominazione di Kublai-Kan. L'imperatore +vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì +da ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero +potenti baliste che schiacciarono gli +assediati sotto una grandine di sassi, alcuni +dei quali pesavano fin trecento libbre.</p> + +<p>Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi +per esplorare le città del litorale. Egli rientrò +senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città +posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo +corso superiore è chiamato Kin-scia-kiang. Questa +città di Sigui (da non confondersi con quella +di cui il Polo ha parlato indietro) di cui non +sanno che congetturare i commentatori, sorge in +un punto ove il fiume è largo più d'una lega, +e riceve più di mille navigli in una volta. Da +Sigui si portò a Chiagui (la moderna Chua-tcheou), +posta nel luogo ove il canale imperiale +entra nel Yang-tse-kiang. È questa la +città che fornisce di biade la massima parte +della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) +di faccia a Chua-tcheou, ov'erano +due chiese di cristiani nestoriani; Cinghingiu<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span> +(Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città +commerciale ed industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, +grande città di sei leghe di circuito, che, +secondo la relazione esageratissima del viaggiatore +veneziano, possedeva allora non meno di +seimila ponti. Soggiornò qualche tempo a Ingiu, +città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che +credesi corrisponda alla moderna Ho-tcheu; +indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo entrò +nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa +Hang-tcheu, capitale della provincia di Tche-kiang, +che divenne sede degli imperatori quando +i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, +nel 1132, e allora essa fu chiamata King-se, +onde la Quinsay del Polo, la King-sai di Rascideddin, +e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto +alcuni arguirono significasse la <i>città del cielo</i>.</p> + +<p>Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, +ha cento miglia di circuito, ed è +traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi +all'infinito, fa di Quinsay un'altra +Venezia. Quell'antica capitale dei Song è popolosa +quasi quanto Pekino; le vie sono selciate +di pietre e mattoni: si contano, secondo Marco +Polo, «dodicimila ponti di pietra, e sotto la<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span> +maggior parte di questi ponti vi potrebbe +passare, sotto l'arco, una gran nave, e per +gli altri bene mezza nave.» In quella città +vivono i più ricchi negozianti del mondo, le +cui mogli «stanno così delicatamente come se +fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza +d'un vicerè che governa per l'imperatore più +di centoquaranta città. Vi si vedeva ancora il +palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato +da bei giardini, con laghi, fontane, e contenente +più di mille camere. Il Gran Kan ricava +da quella città e dalla provincia rendite +immense, fra cui va contato il prodotto del sale, +dello zuccaro, delle spezie e della seta, che costituiscono +la principale produzione del paese.</p> + +<p>«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e +levante, dice il Polo, è il mare Oceano, e +quine (<i>quivi</i>) è una città che ha nome Giafu, +ove ha molto buon porto, e havvi molte navi +che vengono d'India e d'altri paesi. E da questa +città al mare hae un gran fiume, onde le +navi possono venire infino alla terra.» Questa +Giafu credesi dai commentatori sia la moderna +città di Kuang-teheu o Canton, una delle<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span> +più grandi e più ricche città commerciali della +China.</p> + +<p>«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il +Veneziano, e' vae una giornata verso iscirocco, +tuttavia trovando palagi e giardini molti +belli, ove si truova tutte cose da vivere; di +capo di questa giornata si truova questa città, +c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed +è disotto a Quinsay.» Qualche commentatore +ha ravvisato nella Tapigni del Polo la moderna +Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.</p> + +<p>In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui +(Hon-tcheou), Chegui (Tchu-ki, o, secondo altri, +Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e finalmente +Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città +del reame del Quinsay.</p> + +<p>Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. +Secondo la sua relazione, gli abitanti di questa +contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi, +«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni +e bevendo il sangue, e poscia gli mangiano +tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu +(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima +città che ha ponti di pietra lunghi un +miglio; e dove «avvi galline che non hanno<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span> +penni ma peli come gatte, e tutte nere, e +fanno uove come le nostre, e sono molto +buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori +non hanno saputo trovare, ma che +si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene +non siavi veruna somiglianza di nome.</p> + +<p>Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, +capitale del regno di Cancha; nella quale i +commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale +del Fu-chian, che giace a breve distanza dal +mare, sopra un braccio del Niao-tung-chiang +(Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al +commercio delle pietre preziose, dello zucchero +e d'altre mercanzie che vengono per mare dall'India.</p> + +<p>Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque +giornate verso sud-ovest, attraversando valli e +pianure seminate di città e castelli, raggiunse +Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto +l'odierna Tsiuan-ceu, celebre porto +della China meridionale, nella provincia di Fu-chian, +detto eziandio volgarmente Tseu-tung, +che anche sotto la dominazione dei Ming era +assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e +dagli Indiani.</p> + +<p>Dopo di aver parlato dei tesori che trae il<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span> +Gran Kan da questa città, pel commercio importante +ch'ivi si esercita in spezie e prodotti +d'ogni genere dell'India, Marco Polo dice che +in questa provincia havvi una città per nome +Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale +del Fo-kien) ove si fabbricano le migliori +scodelle di porcellana del mondo, ad un prezzo +veramente tenuissimo.</p> + +<p>Il Polo rimase qualche tempo nella città di +Zarton, che i commentatori ritengono l'estremo +punto da lui visitato in questo viaggio nella +China sud-orientale.<a name="FNanchor_33_33" id="FNanchor_33_33"></a><a href="#Footnote_33_33" class="fnanchor">[33]</a></p> +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span></p> + +<h2><a name="CAPITOLO_IV" id="CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></h2> + +<blockquote> +<p class="pn">L'India.—Cipango o Zipagu (il Giappone).—Partenza dei +tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori +persiani.—Saigon.—Giava.—Condor.—Bintang.—Sumatra.—I +Nicobari.—Ceylan.—La costa di Coromandel.—La +costa di Malabar.—Il mar d'Oman.—L'isola +di Gocotora.—Madagascar.—Zanzibar e la costa +africana.—L'Abissinia.—Aden.—Schehr.—Dafur.—Kalhat.—Hormuz.—Il +Golfo Persico.—Ritorno a +Venezia.—Una festa in casa Polo.—Marco Polo prigioniero +dei Genovesi.—Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.—Suoi +discendenti.—Ricordi della famiglia Polo.</p></blockquote> + +<p class="pn">Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, +ritornò senza dubbio alla corte di +Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie +missioni, che gli furono agevolate e dalla sua +conoscenza della lingua mongolla, della turca, +della cinese e della mantchou. Pare ch'egli +facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle<span class="pagenumr"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span> +isole dell'India, ed al suo ritorno stese un rapporto +particolareggiato sulla navigazione di +quei mari ancora poco conosciuti.</p> + +<p>«Sappiate, dice egli, che nell'India sono +molte navi, ch'elle sono d'un legno chiamato +abete e di sapino; elle hanno una coverta +e in su questa coverta hae bene 40 camere, +ove in ciascuna puote istare un mercatante +agiatamente; e hanno un timone e quattro +alberi, e molte vi giungono due alberi che +si levano e pongono. Queste navi vogliono +bene duecento marinai; ma elle sono tali che +portano bene cinquemila isporte di pepe, e +di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a +ciascuno remo vogliono essere quattro marinai, +e hanno queste navi tali barche, che +porta l'una bene mille isporte di pepe. E sì +vi dico che questa barca mena bene quaranta +marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano +tirare la gran nave; ancora mena la +nave dieci battelli per prendere pesci.» La +relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate +ed interessanti sull'isola di Cipango, +nome applicato al gruppo d'isole che compongono +il Giappone, ch'era allora un paese rinomato<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span> +per le sue ricchezze.<a name="FNanchor_34_34" id="FNanchor_34_34"></a><a href="#Footnote_34_34" class="fnanchor">[34]</a> «Zipagu, dice il +nostro esploratore, è un'isola in levante, +ch'è nell'alto mare millecinquecento miglia. +L'isola è molto grande, le genti sono bianche, +di bella maniera e belle, e sono idolatri, +e non obbediscono ad alcuno. Qui si trova +l'oro, però n'hanno assai; niuno uomo non +vi va, e niuno mercante non leva di questo +oro; perciò n'hanno eglino cotanto. Il palagio +del signore dell'isola è molto grande, ed +è coperto d'oro, come si cuoprono di qua le +chiese di piombo; e tutto lo spazzo delle camere +è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due +dita, e tutte le finestre e mura e ogni cosa +e anche le sale sono coperte d'oro; e non si +potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle +assai, e sono rosse e tonde e grosse, e sono +più care che le bianche; ancora v'ha molte +pietre preziose, e non si potrebbe contare la +ricchezza di questa isola.»</p> +<p><span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span></p> +<p>La fama delle ricchezze del Giappone era +giunta sino in China, ed aveva risvegliata la +cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, +pochi anni prima della venuta di Marco Polo +alla corte tartara, aveva tentato d'impadronirsi +di quell'isola. La sua flotta, comandata +da due baroni, approdò felicemente a Cipango, +s'impadronì d'una cittadella, i cui difensori +furono passati a fil di spada; ma una tempesta +disperse le navi tartare, e la spedizione non +ebbe risultato. I due baroni che avevano condotta +quella sciagurata impresa vennero, d'ordine +dell'imperatore, decapitati. Marco Polo +racconta circostanziatamente questo tentativo, +e cita varî particolari intorno ai costumi dei +Giapponesi.</p> + +<p>«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno +di questa isola prende alcuno uomo, che +non si possa ricomperare, convita suoi parenti +e i suoi compagni, e fallo cuocere, e +dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la migliore +carne che si mangi.»</p> + +<p>Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò +la China, i Giapponesi sarebbero stati antropofaghi, +come lo sono ancora oggidì gl'indigeni +di molte isole dell'oceano Pacifico.</p> + +<p>Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span> +Niccolò, trovavansi da ben diciassette anni +al servizio dell'imperatore, senza contare gli +anni spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. +Avevano vivo desiderio di rivedere la patria; +ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, +e ne apprezzava i meriti, non sapeva risolversi +a lasciarli partire. Tutto tentò egli per vincere +la loro risoluzione, ed offerse loro immense +ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. +I tre Veneziani persistettero nel disegno +di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò +loro assolutamente la licenza di partire. +Marco Polo non sapeva come deludere la vigilanza +dell'imperatore, quando un avvenimento +mutò la determinazione di Kublai-Kan.</p> + +<p>Un principe mongollo, Arghum, che regnava +in Persia, avea mandato un'ambasciata all'imperatore +per chiedergli in matrimonio una principessa +del sangue reale. Kublai-Kan accordò +al principe Arghum la mano di sua figlia Cogatra, +e la fece partire accompagnata d'un seguito +numeroso.</p> + +<p>Ma le contrade che la scorta volle traversare +per recarsi in Persia non erano sicure;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[Pg 90]</a></span> +turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, +e la carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, +alla residenza di Kublai-Kan. Allora gli ambasciatori +persiani, avendo sentito parlare di +Marco Polo come d'un valente navigatore che +aveva conoscenza del mare Indiano, supplicarono +l'imperatore di confidare a lui la principessa +Cogatra, affinchè la conducesse al suo +fidanzato, traversando quei mari meno pericolosi +del continente.</p> + +<p>Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella +domanda. Egli fece allestire una flotta di quattordici +navi a quattro alberi, ed approvigionolla +per un viaggio di due anni. Qualcuna di +quelle navi contava persino duecentocinquanta +uomini di equipaggio. Come si vede, era una +spedizione importante, e degna dell'opulento +sovrano dell'impero chinese.</p> + +<p>Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono +colla principessa Cogatra e cogli ambasciatori +persiani. Fu in quel tragitto, che durò non +meno di diciotto mesi, che Marco Polo visitò +le isole della Sonda e dell'India, di cui fa una +descrizione tanto completa? Noi possiam fino +ad un certo punto ammetterlo, sopratutto per<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span> +quanto riguarda Ceylan ed il litorale della penisola +indiana. Lo seguiremo quindi durante la +sua navigazione, e riferiremo le descrizioni +ch'egli dà di quei paesi, fino allora imperfettamente +conosciuti.</p> + +<p>Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata +da Marco Polo lasciò il porto di Zaiton, +ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio +traverso le provincie meridionali della Cina. +Da questo punto, egli si diresse direttamente +verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale +tutti i commentatori s'accordano nel ravvisare +Tsiampa o Bintuan, provincia della Cocincina +meridionale.<a name="FNanchor_35_35" id="FNanchor_35_35"></a><a href="#Footnote_35_35" class="fnanchor">[35]</a> Il viaggiatore veneziano aveva +già visitato quella provincia, probabilmente +verso l'anno 1280, durante una missione di cui +l'imperatore l'aveva incaricato.</p> + +<p>«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo +si parte del porto di Zaiton e navica verso +ponente, e alcuna verso gorbi (<i>garbino</i>, ossia +<i>libeccio</i>) milleduecento miglia, sì si trova una +contrada c'ha nome Ciamba, ch'è molto ricca +<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span>terra e grande, e hanno re per loro; e sono +idoli (<i>idolatri</i>); e fanno trebuto al Gran Cane +ciascuno anno 20 leofanti, e non gli dànno +altro, li più belli, che vi si possono trovare, +che n'hanno assai. E questo fece conquistare +il Gran Cane negli anni Domini 1278.»</p> + +<p>Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima +della conquista, il re che lo governava aveva +non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui +centocinquanta atti a portare le armi. In quel +regno non si usava maritare niuna bella pulzella +senza il consenso del re, il quale poteva +disporne a suo talento.</p> + +<p>Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta +si diresse verso l'isoletta di Condor; ma prima +di descriverla, Marco Polo cita la grande isola +di Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai +potuto impadronirsi, «per lo pericolo del navicare +e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede +grandi ricchezze e produce in abbondanza +pepe, noci moscate, garofano ed altre droghe +preziose. Qualche commentatore ha creduto che +sotto il nome di <i>Java</i> intendesse il Polo di +parlare di Borneo, a cui gl'indigeni dànno +infatti il nome di <i>Jana Java</i> (paese di Giava)<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span> +e <i>Nusa Java</i> (isola di Giava). E quì giova rammentare +ai nostri lettori che il Polo non visitò +questi luoghi, ma ne parla «per quello che +seppe dalla bocca di uomini degni di fede» +secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto +sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a +quanto sembra, le isole di Pulo Condor nel mare +della China, ove vide oro in abbondanza, Marco +Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia +l'isola di Buitang, posta vicino all'entrata orientale +dello stretto di Malacca, e presso l'isola +di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.</p> + +<p>«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì +che la tramontana (<i>l'Orsa</i>) non si vede nè +poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola +hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e +ciascuno di questi reami ha lingua per sè. +Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte +care ispezierie.» Sumatra è infatti una delle +più fertili isole del gruppo, ove l'aloè vi cresce +meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici +e rinoceronti, che Marco Polo chiama +<i>unicorni</i>, e scimmie che vanno a frotte numerose. +La flotta fu trattenuta cinque mesi +presso quella costa, in causa del cattivo tempo,<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span> +ed il viaggiatore ne approfittò per visitare le +principali provincie dell'isola, come Ferbet +(Tandjong Perlak), i cui abitanti delle montagne +sono feroci ed antropofaghi; Basma, che secondo +alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo +altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; +Samarcha, che secondo l'opinione +del Murray corrisponderebbe all'odierno porto +di Samangca, i cui abitanti, dice il Veneziano, +«hanno alberi, che tagliano gli rami e quelli +gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; +ed empiesene tra dì e notte un gran coppo +che sta appiccato al troncone, ed è molto +buono.» È questo il tanto rinomato liquore +della palma, che fornisce un vino che in poche +ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le +noci di cocco sono quivi abbondantissime. Marco +Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu (probabilmente +l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti +sono antropofaghi; di Lambri (Nalabu, +sulla costa occidentale dell'isola) ove sono moltissimi +uomini colla coda (scimmie senza dubbio), +e Fransur, cioè l'isola di Pauchor, ove +cresce il <i>cicade</i>, da cui si trae una farina buona +per pane, che noi chiamiamo <i>sagù</i>. Finalmente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span> +i venti permisero alle navi di lasciare la Piccola +Giava; dopo aver toccato l'isola di Necaran, +che dev'essere una delle Nicobari, ed il +gruppo delle Andaman, i cui abitanti sono ancora +antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, +la flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò +a prender terra alle coste di Ceylan. «Quest'isola, +dice la relazione, anticamente fu via +maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento +alla tramontana vien sì forte, che una gran +parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa +tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di +Ceylan. «E sappiate, continua il Polo, che in +questa isola nascono i buoni e nobili rubini, +e non nascono in niuno luogo del mondo piue, +e quì nascono zaffiri e topazi e amatisti, e +alcune altre pietre preziose. E si vi dico che +il re di quest'isola, che si chiama Sedemay, +hae il piue bello rubino del mondo, e che mai +fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo +presso che un palmo, ed è grosso bene altrettanto, +come sia un braccio di uomo, egli è +piue ispredente (<i>splendente</i>) cosa del mondo, +egli non ha niuna tacca, egli è vermiglio +come fuoco, ed è di sì gran valuta che non<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span> +si potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò +per questo rubino, e gliene voleva dare la +valuta d'una buona città, ed egli disse che +nol darebbe per cosa del mondo, però ch'egli +fue degli suoi antichi.»</p> + +<p>A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti +trovarono la gran provincia di Maabar, +che non bisogna confondere col Malabar, posto +sulla costa occidentale della penisola indiana, +come erroneamente è scritto nel codice Ramusiano. +Questo Maabar forma il sud della costa +di Coromandel, molto stimata per le sue peschiere +di perle. Ivi sono certi incantatori che +rendono i mostri marini innocui ai pescatori, +specie d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino +ai tempi moderni. Qui Marco Polo dà interessanti +particolari sui costumi degli indigeni; +sulla morte dei re del paese, in onore dei quali +i signori si gettano nel fuoco; sui suicidî religiosi, +che sono frequenti; sul sacrificio delle +vedove, che il rogo reclama dopo la morte dei +mariti; sulle abluzioni biquotidiane, di cui la +religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli +indigeni a diventare buoni fisonomisti; sulla +loro fiducia nelle arti degli astrologhi ed indovini.</p> + +<p>Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span> +costa del Coromandel, Marco Polo si diresse al +nord sino al reame di Muftili, che corrisponde +al territorio su cui giace la moderna città di +Masulipatam, che formò parte una volta del regno +di Telingana, di cui era capitale Golconda, +famosa per le sue miniere di diamante.</p> + +<p>«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina +molto savia, che rimase vedova bene quarant'anni, +e voleva sì gran bene al suo signore, +che giammai non volle prendere altro marito; +e costei hae tenuto questo regno in +grande istato, ed era più amata che mai fosse +o re o reina. Ora in questo reame si truova +diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae +grandi montagne, e quando piove, l'acqua +viene rovinando giuso per queste montagne; +e gli uomeni vanno cercando per la via ove +l'acqua è ita, e trovane assai di diamanti; +e la state che non vi piove si se ne trova su +per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande +caldo che a pena vi si puote sofferire. E su +per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi, +che gli uomeni vivono a grande dottanza (<i>timore</i>), +e sono molto velenosi, e non sono arditi<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span> +d'andare presso alle loro caverne di +quelli serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli +diamanti per un altro modo, ch'egli hanno +sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi +puote andare; ed egli vi gettano entro pezzi +di carne, e gittanla in questi fossati di che +la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi +nella carne. E in su queste montagne +istanno aguglie (<i>aquile</i>) bianche che stanno +tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono +questa carne in questi fossati, elle si vanno +colà giuso, e reconla in sulla riva di questi +fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, +e l'aguglie fuggono, e gli uomeni truovano +in questa carne questi diamanti; ed ancora +ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano +di questi diamanti colla carne insieme, +e gli uomeni vanno la mattina al nidio dell'aguglia, +e trovano coll'uscita (<i>escrementi</i>) +loro di questi diamanti. So che così si truovano +i diamanti per questi modi, nè in luogo +del mondo non se ne truova di questi diamanti +se non in questo reame. E non crediate +che gli buoni diamanti si rechino di qua tra +gli cristiani; anzi si portano al Gran Cane,<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span> +ed agli altri re e baroni di quelle contrade +che hanno lo gran tesoro.»</p> + +<p>Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, +situata ad alcune miglia al sud di Madras, +e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni) +degli Indiani, San Tomé degli Europei, +Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso degli antichi +viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di +S. Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno +di Masbar, e più particolarmente la provincia +di Lar, da cui sono originari tutti i «Bregomani» +del mondo (probabilmente i Bramani). +Quegli uomini, secondo la relazione, vivono +vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza; +alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta +o dugento anni, non mangiando che +riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo +ed argento vivo. I Bregomani sono destri mercanti, +superstiziosi però, ma lealissimi; non +rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano +il bue, che tengono in conto d'animale +sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per un filo +di bambagia ch'egli portano sotto la spalla +diritta, sì che gli viene il filo a traverso il +petto e le ispalle.»</p> + +<p>Da quel punto della costa la flotta ritornò a<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span> +Ceylan, ove nel 1284 Kublai-Kan aveva spedito +un'ambasceria, che gli riportò le credute +reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due +denti mascellari; giacchè, stando alle tradizioni +dei Saracini, la tomba del nostro primo padre +sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata +che forma il punto più culminante dell'isola, +e che chiamasi appunto per ciò il Picco +di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, +Marco Polo andò a Cail, porto che pare sia +scomparso dalle carte moderne, dove approdavano +allora tutte le navi che venivano da Hormuz +Kis, Aden e dalle coste dell'Arabia. Di là, girando +il capo Comorino, all'estremità della +penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, +che al secolo XIII era una città molto +commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti +sono tutti neri, maschi e femmine, e +vanno tutti ignudi.» Ivi si raccoglie particolarmente +il legno di sandalo, ed i mercanti +del Levante e del Ponente vi accorrono a negoziare +in gran numero. Il paese del Malabar +è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco +Polo chiama «leoni tutti neri», pappagalli di<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span> +varie specie, e pavoni assai più belli e più +grossi dei loro congeneri d'Europa.</p> + +<p>La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord +la costa del Malabar, e giunse sulle sponde del +reame di Ely, che sembra corrispondere a Mangalore, +nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice +il Veneziano, nasce pepe, giengiavo (<i>ginepro</i>) +e molte altre ispezierie.»</p> + +<p>Al nord di quel regno stendevasi quella contrada +che il viaggiatore veneziano chiama Melibar, +e che è situata al nord del Malabar propriamente +detto. Le navi dei negozianti del +Mangi venivano spesso a trafficare cogli indigeni +di questa parte dell'India, che loro fornivano +carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi +ed altre mercanzie di gran valore; ma i +loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati +dai pirati della costa, che avevano fama di +terribili uomini di mare. Quei pirati abitavano +più particolarmente la penisola di Gohurat, +oggi Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si +diresse dopo aver veduto Tanat, contrada ove +si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città +che fa gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero +Sumenat, città della penisola, i cui abitanti<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span> +sono idolatri, crudeli e feroci, e poi Kesmacoram, +probabilmente l'attuale Kedge, ultima +città delle Indie tra occidente e settentrione, +Marco Polo, in luogo di risalire verso la Persia, +ove l'attendeva il fidanzato della principessa +tartara, s'inoltrò verso occidente, traverso +il vasto mare d'Oman.</p> + +<p>La sua insaziabile passione d'esploratore lo +trascinò così per cinquecento miglia sino alle +rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle isole +Maschio e Femmina, così chiamate perchè una +è unicamente abitata da uomini, l'altra da +donne, che vengono visitate da quelli durante +i mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, +dice il nostro esploratore, sono cristiani +battezzati e non hanno signore, salvo che +hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di +Scara.» Lasciate quelle isolette, la flotta fece +vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è veramente +Socotora, l'antica <i>Dioscorides Insula</i> +dei Greci, ch'è posta all'ingresso del golfo d'Aden, +e di cui Marco Polo riconobbe diverse parti. +Egli parla degli abitanti di Socotora come di +abili incantatori, che con le loro arti ottengono +quanto vogliono e comandano agli uragani ed<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span> +alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio +in miglio verso il sud, spinse la sua flotta +sino alle coste del Madagascar.</p> + +<p>Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar +è una delle più grandi e più nobili isole +del mondo, d'un circuito di ben quattromila +miglia. Gli abitanti sono per la maggior parte +maomettani, e vivono sotto la signoria di dodici +governatori. Sono molto dediti al commercio, +e particolarmente al traffico dei denti +di elefanti e dell'ambra. Si nutrono specialmente +di carne di cammello, che è migliore e +più sana di qualsiasi altra. I negozianti che +vengono dalle coste dell'India non impiegano +più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; +ma nel ritorno ci spendono non meno di tre +mesi, in causa delle correnti contrarie che tendono +sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, +frequentano quell'isola perchè fornisce +loro il legno di sandalo, di cui sonvi intere foreste, +e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi +d'oro e di seta, con grande guadagno e profitto. +Secondo Marco Polo, non mancano in quel +reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, +orsi, cervi, cinghiali, giraffe, asini selvaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span> +caprioli, daini, bestie da pascolo vi si incontrano +a mandre numerose; ma ciò che gli parve +meraviglioso fu l'uccello grifone, ossia il <i>roc</i>, +di cui si parla tanto nelle <i>Mille ed una notte</i>. +«Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' +si dice di qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, +ma sono fatti come aguglie (<i>aquile</i>) e sono +capaci di sollevare un elefante negli artigli.» +Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'<i>epyornis +maximus</i>, di cui si trovano ancora delle +uova al Madagascar.</p> + +<p>Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il +nord-ovest, venne a riconoscere Zanzibar e la +costa africana, ch'egli prese per un'isola. Gli +abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti +e capaci di portare il carico di quattro uomini, +«e questo non è maraviglia, chè mangia l'uno +bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano +negri e camminavano nudi; avevano la bocca +grande, il naso «rabbuffato in suso,» le labbra +e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che +s'adatta ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. +Quegli Africani vivono di riso, latte, +carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, +zuccaro e droghe. Sono valenti guerrieri, nè<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span> +temono la morte; combattono sopra cammelli +o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e +di lancie, ed eccitano le loro cavalcature inebbriandole +di bevande spiritose. «Qui, soggiunge +il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze +femmine del mondo, ch'elle hanno la bocca +grande, e il naso grosso e corto, e le mani +grosse quattro cotanti che l'altre.»</p> + +<p>Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione +del Charton, i paesi compresi sotto la +denominazione d'India si dividevano in tre +parti: l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto +il paese posto fra il Gange e l'Indo; l'India +Minore, cioè la contrada al di là del Gange, +dalla costa occidentale della penisola fino alla +costa della Cocincina; finalmente l'India Media, +cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al +golfo Persico.</p> + +<p>Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse +verso quest'India Media, ch'egli chiama Nabasce +(<i>Abissinia</i>), risalendo verso il nord ed esplorando +il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, +dice il nostro viaggiatore, è una grandissima +provincia; e sappiate che 'l maggiore +re di questa provincia si è cristiano, e tutti<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span> +gli altri re della provincia sono sottoposti a lui, +i quali sono sei re, tre cristiani e tre saracini. Il +re maggiore dimora nel mezzo della provincia, +e i saracini dimorano verso Edenti (<i>Aden</i>), +nella quale contrada messer San Tomaso convertì +molta gente, poscia se ne partío, e andonne +a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando +della vita degli abitanti e della fauna del paese, +dice che «la vita loro si è riso e carne, e hanno +leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono +d'altri paesi. Nasconvi molte giraffe e +molte altre bestie, e hanno molte bellissime +galline, e sì hanno istruzzoli (<i>struzzi</i>) grandi +come asini, o poco meno; e sì hanno molte +altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe +troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni +si hanno assai, e si hanno pappagalli bellissimi +e di più fatte, e si hanno gatti mamoni +e iscimmie assai.»</p> + +<p>Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta +toccò Edenti, la moderna Aden, vicino all'imboccatura +del Mar Rosso. Aden era a quel tempo +una città importantissima pel traffico dell'Oriente, +e nel suo porto convenivano tutti i navigli +che commerciavano coll'India e colla China.<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span> +La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr +nell'Hadzamauth, sulla costa meridionale dell'Arabia), +«grande città, dice il Veneziano, la +quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un +porto eccellente, al quale càpitano molte navi, +le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;» +Dufar (Dafur, sulla costa arabica +meridionale), che produce un incenso di prima +qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica +orientale), «città posta sulla bocca del golfo di +Chalatu, sì che veruna nave vi può passare +nè usare senza la volontà di questa città;» +e per ultimo Curmaso (Hormuz), che Marco Polo +aveva già visitata, quando da Venezia si recò +alla corte del re tartaro.</p> + +<p>È a quel porto del golfo Persico che terminò +la traversata della flotta allestita dall'imperatore +mongollo. La principessa era finalmente +giunta ai confini della Persia, dopo una navigazione +che aveva durato non meno di diciotto +mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo +fidanzato, era morto, ed il regno era straziato +dalla guerra civile. La principessa fu dunque +consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, +che salì al trono nel 1295, dopo che l'usurpatore,<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span> +fratello d'Arghum, fu strangolato. +Non si sa che avvenisse della principessa; ma +prima di separarsi da Marco, Matteo e Niccolò +Polo, ella lasciò loro segni dell'alto favore in +cui li teneva.</p> + +<p>Fu probabilmente durante il suo soggiorno +in Persia che Marco Polo raccolse documenti +interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti +staccati ch'egli dà al termine della sua +relazione, vera storia dei kan mongolli della +Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano +terminati. Preso commiato dalla principessa +tartara, i tre Veneziani, bene scortati, presero +la via di terra per tornare in patria. Si recarono +a Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli +a Negroponte, ed ivi s'imbarcarono +per Venezia.</p> + +<p>Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne +partito, che Marco Polo rientrò nella sua città +natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole, +vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo +conservato nei loro modi e nel linguaggio le +abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto veneto, +non furono neppure riconosciuti dai loro +più prossimi parenti. Inoltre, da gran tempo era<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span> +corsa voce della loro morte, e non si sperava +più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel +quartiere di San Giovanni Grisostomo, e la trovarono +occupata da varî individui della famiglia +Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza, +giustificata certo dalla loro deplorabile +apparenza, e prestarono poca fede al racconto, +alquanto straordinario infatti, che fece loro +Marco Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li +ammisero in quella casa, di cui erano veramente +i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò, +Matteo e Marco, volendo distruggere il +più piccolo dubbio circa la loro identità, diedero +a tutti i loro parenti uno splendido convito. +E quì lasceremo la parola al Veneziano +Ramusio, che dice d'averlo saputo per tradizione:</p> + +<p>«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, +il quale volsero che fosse preparato onoratissimo +con molta magnificenza, nella detta +sua casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, +uscirono fuori di camera tutti tre vestiti di raso +cremosino in vesti lunghe fino in terra, come +solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, +e data l'acqua alle mani e fatto seder gli altri,<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span> +spogliatesi le dette vesti, se ne misero altre di +damasco cremosino, e le prime di suo ordine +furono tagliate in pezzi e divise fra li servitori. +Da poi mangiate alcune vivande, tornarono di +nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti +di nuovo a tavola, le vesti seconde furono divise +fra li servitori, ed in fine del convito il +simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi +rivestiti nell'abito de' panni consueti che usavano +tutti gli altri.</p> + +<p>«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar +come attoniti tutti gl'invitati; ma tolti via li +mantelli, e fatti andar fuori della sala tutti i +servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi +dalla tavola, andò in una delle camere, e +portò fuori le tre vesti di panno grosso consumate, +con le quali erano venuti a casa, e +quivi con alcuni coltelli taglienti cominciarono +a discucir alcuni orli e cuciture doppie, e cavar +fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè +rubini, zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che +in cadauna di dette vesti erano stati cuciti con +molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si +averia potuto imaginare che ivi fussero state. +Perchè al partir del Gran Kan tutte le ricchezze<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span> +ch'egli aveva loro donate cambiarono in +tanti rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo +certo che s'altrimente avessero fatto per sì +lungo, difficile ed estremo cammino, non saria +mai stato possibile che seco avessero potuto +portare tanto oro.</p> + +<p>«Or questa dimostrazione di così grande ed +infinito tesoro di gioje e pietre preziose che +furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo +gli astanti di così fatta maraviglia, che restarono +come stupidi e fuori di sè stessi, e conobbero +veramente ch'erano quegli onorati e valorosi +gentil'uomini da Ca' Polo di che prima +dubitavano, e fecero loro grandissimo onore e +riverenzia.</p> + +<p>«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, +subito tutta la città, sì de' nobili che de' populari, +corse a casa loro ad abbracciargli e fare +tutte quelle maggiori carezze e dimostrazioni +d'amorevolezza e riverenzia che si potessero +immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio, +onorarono d'un magistrato che nella città +in que' tempi era di molta autorità; e tutta la +gioventù ogni giorno andava continuamente a +visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span> +e graziosissimo, e gli domandavano delle cose +del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con +tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano +in un certo modo obligati. E perchè nel +continuo raccontare ch'egli faceva più e più +volte della grandezza del Gran Kan, dicendo +l'entrate di quello essere da 10 in 15 milioni +d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli +paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono +Messer Marco Milioni, che così ancora ne' libri +pubblici di questa repubblica, dove si fa menzion +di lui, ho veduto notato; e la corte della sua +casa a San Giovan Grisostomo, da quel tempo +in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte +dei Milioni.»</p> + +<p>E per questo, anche il libro de' suoi viaggi +ebbe l'appellativo di <i>Milione</i>, <i>Liber Milionis</i>, +come leggesi nel Codice Ambrosiano.</p> + +<p>Un uomo celebre come Marco Polo non poteva +certamente sfuggire agli onori civili; ed infatti +si vide chiamato alle prime magistrature di +Venezia.</p> + +<p>Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò +una guerra tra Venezia e Genova. Una flotta +genovese, comandata da Lampa Doria, solcava<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span> +l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio +veneziano, Andrea Dandolo, armò tosto +una flotta superiore in numero alla genovese, +ed affidò il comando d'una galera a Marco Polo, +che, a ragione, era in fama di valentissimo +navigatore.</p> + +<p>Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 +settembre 1296, i Veneziani furono battuti, e +Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere +dei Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando +il valore del loro prigioniero, lo +trattarono con molti riguardi. Fu condotto a +Genova, ove le primarie famiglie, avide di +ascoltare la sua storia, gli fecero le più graziose +accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano +d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si +stancò di raccontare, ed avendo fatto nel 1298, +durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano +Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi +viaggi.</p> + +<p>Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, +Marco Polo prese in moglie una Donata, e n'ebbe +tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. Suo +padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto +seppellire nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo.<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span> +Nell'anno 1323, a lui settantaduesimo, +Marco fece il suo testamento; e sebbene resti +ignoto (dice il Ramusio) l'anno della morte, +può congetturarsi che non fosse di molto posteriore. +Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.</p> + +<p>Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le +cui relazioni ebbero molta influenza sul progresso +delle scienze geografiche; e dovevano +un secolo dopo schiudere a Colombo la via al +Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo grado +il genio d'osservazione; sapeva vedere, come +sapeva narrare; e le scoperte, le esplorazioni +posteriori, non fecero che confermare la veracità +del suo racconto. Sino alla metà del secolo +XVIII i documenti tratti dalla relazione +di Marco Polo servirono di base agli studî +geografici, come alle spedizioni commerciali +fatte nella Cina, nell'India e nel centro dell'Asia.</p> + +<hr class="tb" /> + +<p>La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco +Polo, castellano a Verona, essendo rimasta +erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span> +di Zuanne Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo +Trevisan; dalla quale discendenza nacque Marcantonio +Trevisan.</p> + +<p>Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò +la memoria dell'illustre viaggiatore con una +statua di pietra d'Istria di poco maggiore del +naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo +Morosini a Santo Stefano. Più tardi, la modesta +carità dell'abate Zenier segnò d'una lapide +la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di +fianco alla chiesa di San Grisostomo. Nella corte +attigua si vede ancora una porta, il cui arco, +di forma decisamente orientale, è adorno di +leggiadre sculture, ed una parte dell'antica +cornice non meno ornata ed elegante. La corte +portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico +nome di «<i>Corte del Milione</i>.»</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a><br /><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span></p> + +<h2><a name="APPENDICE" id="APPENDICE">APPENDICE</a></h2> + +<blockquote><p class="center pn"><i>Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice +Magliabeccano alcuni documenti interessanti +risguardanti la storia della Gran Turchia, +che, come già abbiamo detto a pag. 110, vennero +raccolti da Marco Polo durante il suo +soggiorno in Persia.</i></p></blockquote> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="I" id="I">I.</a><br /> +Della Gran Turchia.</h3> + +<p class="pn">Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo +quale è nipote del Gran Cane, che fu figliolo +d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, +valentri uomeni d'arme, perchè sempre istanno +in guerra e in brighe. Questa Gran Turchia è +verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso,<span class="pagenumr"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span> +e passa per lo fiume di Geon, e dura di +verso tramontana insino alle terre del Gran +Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo +Chaidu e lo Gran Cane sì ha grandissima +guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte +delle terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran +Cane vuole che lo seguiti, sì come fanno gli +altri che tengono terra da lui: questi nol vuol +fare, perchè non si fida, e perciò sono istate +tra loro molte battaglie. E si fa questo re Chaidu +bene <span class="smcap">C</span> mila cavalieri; e più volte hae isconfitto +i baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò +che questo re Chaidu è molto prode dell'arme, +egli, e sua gente. Or sappiate, che questo +re Chaidu avea una sua figliuola, la quale +era chiamata in tartaresco Aigiarne, cioè viene +a dire in latino, lucente luna. Questa donzella +era sì forte, che non si trovava persona che +vincere la potesse di veruna prova; lo re suo +padre si la volle maritare: quella disse, che +mai non si mariterebbe s'ella non trovasse un +gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra +pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse +maritare a sua volontà. Quando la donzella +ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;<span class="pagenumr"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span> +e allora mandò per tutte le contrade, che, +se alcuno gentile uomo fosse, che si volesse +provare colla figliuola del re Caidu, si andasse +a sua corte, sappiendo, che qual fosse quegli +che la vincesse, ella il torrebbe per suo marito. +Quando la novella fu saputa per ogni parte +eccoti venire molti gentili uomeni alla corte +del re; or fu ordinata la pruova in questo +modo. Nella mastra sala del palagio si era lo +re e la reina con molti cavalieri e con molte +donne e donzelle: ed ecco venire la donzella +tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta +acconcia. La donzella era molto bella e ben +fatta di tutte bellezze. Or conveniva che si levasse +il donzello, che si voleva provare con +lei, a questi patti com'io vi dirò: che se 'l +donzello vincesse la donzella, ella lo dovea +prendere per suo marito, ed egli dovea avere +lei per sua moglie; e se cosa fosse che la donzella +vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo +desse a lei <span class="smcap">C</span> cavalli; e in questo modo avea +la donzella guadagnati bene <span class="smcap">X</span> mila cavagli. E +sappiate che questo non era maraviglia, che +questa donzella era sì ben fatta e sì informata, +ch'ella pareva pure una gigantessa. Eravi venuto<span class="pagenumr"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span> +un donzello, lo quale era figliuolo del re +di Pumar per provarsi con questa donzella; e +menò seco molta bella e nobile compagnia, +e si menò <span class="smcap">M</span> cavagli per mettere alla pruova: +ma 'l cuore li stava molto franco di vincere, +di ciò gli pareva essere troppo bene sicuro: e +questo fu nel <span class="smcap">MCCLXXX</span> anni. Quando il re Caidu +vidde venire questo donzello, sì ne fu molto +allegro, e molto disiderava nel suo cuore che +questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era +bel giovane e figliuolo di un gran re: e allora +si fece pregare la figliuola che si lasciasse vincere +a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, +padre, che per veruna cosa del mondo non farei +altro che diritto e ragione. Or eccoti la +donzella entrata nella sala alla pruova, tutta +la gente che stava a vedere, pregavano che +desse a perdere alla donzella, acciò che così +bella coppia fossero accompagnati insieme. E +sappiate che questo donzello era forte e prode, +e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che si +potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme +il donzello e la donzella alle prese, e furonsi +presi insieme alle braccia, e feciono una +molto bella incominciata, ma poco durò, che<span class="pagenumr"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span> +convenne pure che il donzello perdesse la prova. +Allora si levò in sulla sala il maggior duolo +del mondo, perchè il donzello avea così perduto, +ch'era uno de' piue belli uomeni che vi +fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; +e allotta ebbe la donzella questi <span class="smcap">M</span> cavalli, e 'l +donzello si partío, ed andossene in sua contrada +molto vergognoso. E voglio che voi sappiate +che lo re Caidu menò questa sua figliola +in più battaglie, e quando ella era alla battaglia, +ella si gittava tra' nemici sì fieramente, +che non era cavaliere sie ardito nè si forte +ch'ella nol prendesse per forza, e menavalo +via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo +di questa materia, e udirete d'una battaglia +che fu tra lo re Caidu ed Argo figliuolo +dello re Abagha signore del Levante.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="II" id="II">II.</a><br /> +D'una battaglia.</h3> + +<p class="pn">Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, +si tiene molte terre e molte provincie, e<span class="pagenumr"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span> +confina le terre sue con quelle del re Caidu, +cioè, dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi +chiamiamo l'Albero Secco. Lo re Abaga, per +cagione che lo re Caidu non facesse danno alle +terre sue, si mandò il suo figliuolo Argo con +grande gente a cavallo e a piede nelle contrade +dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, +perchè guardasse quelle terre che sono alli +confini. Ora avenne che lo re Caidu si mandò +un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo +quale avea nome Barac, con molta gente, per +fare danno alle terre, ove questo Argo era. +Quando Argo seppe che costoro venivano, fece +asembiare sua gente, e venne incontro a nemici. +Quando furono asembiati l'una parte e +l'altra, e gli istormenti cominciarono a sonare +dall'una parte e dall'altra, allora fu cominciata +la più crudele battaglia, che mai fosse veduta +al mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente +non poterono durare; sì che Argo gli sconfisse, +e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo +cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu +preso, e com'egli signoreggiò poscia, dopo la +morte del suo padre.</p> + +<p>Quando Argo ebbe vinta questa battaglia,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span> +vennegli novelle come lo padre era passato di +questa vita. Quand'egli intese questa novella, +funne molto cruccioso, e mossesi per venire a +pigliare la signoria; ma egli era di lungi bene +<span class="smcap">XL</span> giornate. Ora avenne che il fratello che fu +d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto +saracino, si vi giunse prima che giugnesse Argo, +e incontanente entrò in sulla signoria, e +riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo +tesoro, che a pena si potrebbe credere: +e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri +della terra, che costoro dissoro che mai +non volevano altro signore. Questo soldano faceva +a tutta gente appiacere e onore. Ora quando +il soldano seppe che Argo veniva con molta +gente, sì si apparecchiò con tutta sua gente e +fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa +gente per amore del soldano andavano +molto volentieri contro ad Argo, per pigliarlo +e per ucciderlo a tutto loro podere.</p> + +<p>Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, +sì si missono e andarono incontro ad Argo, +e quando fu presso a lui sì si attendò in un +molto bel piano, e disse alla sua gente: signori, +e' ci conviene essere prodi uomeni, però che<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span> +noi difendiamo la ragione, chè questo regno +fu del mio padre, il mio fratello Abagha si lo +ha tenuto, quanto a tutta sua vita, ed io si +doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si +gliele lasciai. Ora da ch'egli è morto, si è ragione +ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, ch'io +non voglio altro che l'onore della signoria, e +vostro sia tutto il frutto. Questo soldano avea +bene <span class="smcap">XL</span> mila cavalieri e grande quantità di +pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che +andrebbono con lui insino alla morte.</p> + +<p>Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato +apresso di lui, ebbe sua gente, e disse +così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete +bene che 'l mio padre insino ch'egli vivette +egli vi tenne tutti per fratelli e per figliuoli, +e sapete bene come voi e vostri padri +siete istati con lui in molte battaglie, e a conquistare +molte terre; e sì sapete bene come io +sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed +io ancora si v'amo di tutto il mio cuore; dunque +è bene ragione che voi m'atiate riconquistare +quello che fu del mio padre e vostro, +ch'è contro colui che viene contro a ragione, +e vuolci deretare delle nostre terre, e cacciar<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span> +via tutte le nostre famiglie. E anche sapete +bene, ch'egli non è di nostra legge, ma è saracino +e adora Malcometto; ancora vedete come +sarebbe degna cosa che gli saracini avessono +signoria sopra gli cristiani: dacchè voi vedete +bene ch'egli è così, ben dovete essere prodi e +valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere +lo nostro, ed io hoe isperanza in Dio, +che noi il metteremo a morte, sì come egli è +degno; perciò si vi prego catuno che facciate +più che suo podere non porta, sì che noi vinciamo +la battaglia. Li baroni e li cavalieri, +quando ebbono inteso il parlamento, che avea +fatto Argo, tutti rispuosono e dissono, ch'egli +avea detto bene e saviamente: e fermarono +tutti comunemente, che volevano innanzi morire +con lui, che vivere senza lui, o che niuno +gli venisse meno. Allora si levò un barone, e +disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe +tutta verità, ma si voglio dir questo, che a me +si parebbe, che si mandassono ambasciadori al +soldano per sapere la cagione di quello che fa, +e per sapere quello che vuole: e cosie fue fermato +di fare. E quando egliono ebbono questo +fermato, feciono due ambasciadori, che andassono<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span> +al soldano ed isponessongli queste cose, +come in tra loro non dovea essere battaglia, +perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse +lasciare la terra e renderla ad Argo. Lo +soldano rispuose agli ambasciadori, e disse: +andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere +per nipote e per figliolo, sì com'io debbo; e +che gli voleva dare signoria, ch'egli si venisse +e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli +fosse signore; e se così non vuol fare, si gli +dite che si apparecchi della battaglia.</p> + +<p>Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe +grande ira, e disse: non ci è da udire nulla. +Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al +campo, ove dovea essere la battaglia; e quando +furono apparecchiati l'una parte e l'altra, e +gli istormenti cominciarono a suonare da ciascuna +parte, allora si cominciò la battaglia +molto forte e molto crudele da ciascuna delle +parti. Argo fece il dì grandissima prodezza, +egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu +la disaventura, che Argo si fu preso, e perdè +allora nella battaglia del soldano. Si era uno +uomo molto lussurioso, sì che si pensò di tornare +alla terra, e di pigliare molte belle donne<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span> +che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo +vicaro nell'oste che avea nome Melichi, che +dovesse guardare bene Argo; e così se ne andò +alla terra, e Melichi rimase.</p> + +<p>Ora avenne che uno barone tartero, lo quale +era aguale sotto il soldano, vidde il suo signore +Argo, lo quale dovea essere di ragione: +vennegli un gran pensiero al quore, e l'animo +gli cominciò a gonfiare; e diceva infra sè stesso, +che male gli pareva che 'l suo signore fosse +preso, e pensò di fare suo podere, sì che gli +fosse lasciato; e allora cominciò a parlare con +altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in +buon volere e in buono animo di volersi pentere +di ciò e ch'avevano fatto. E quando furono +bene accordati, un barone ch'avea nome Baga +si fue cominciatore, e levaronsi suso tutti a +romore, e andarono alla prigione dove Argo +era preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, +e che aveano fatto male, e che volevano +ritornare alla misericordia e fare e dire +bene, e lui tenere per signore; e così s'acordarono; +e Argo perdonò loro tutto ciò ch'aveano +fatto contra di lui. E incontanente si +mossono tutti questi baroni, e andarono al padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span> +dov'era Melichi lo vicaro del soldano, +ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste +si confermarono Argo per loro diritto +signore.</p> + +<p>Di presente giunse la novella al soldano, +come il fatto era istato, e come Milichi suo vicaro +era morto. Quando ebbe inteso questo, si +ebbe gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, +e missesi a partire con quella gente +che avea. Un barone lo quale era grande amico +d'Argo, si stava ad un passo, e quando lo soldano +passava, sì l'ebbe conosciuto, e incontanente +gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo +preso per forza, e menollo preso dinanzi ad +Argo alla città, che v'era già giunto di tre dì. +E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, +e incontanente comandò che gli fosse dato +la morte, si come a traditore. Quando fu così +fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare +le terre dell'Albero Solo, e mandò con lui +trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo +entrò nella signoria corre anni <span class="smcap">MCCLXXXV</span>, e +regnò signore <span class="smcap">VI</span> anni, e fu avelenato, e cosie +morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio +entrò nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span> +era molto di lungi), e tenne la signoria due +anni, e in capo di due anni fue anche morto +di beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae +altro da dire, e dirovvi un poco delle parti di +verso tramontana.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="III" id="III">III.</a><br /> +Delle parti di verso tramontana.</h3> + +<p class="pn">In tramontana si ha uno re ch'è chiamato +lo re Chonci, e sono tarteri, e sono genti molto +bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio +fatto di feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli +anche la moglie, e dicono che sono l'iddii +terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, +e così li dànno mangiare, e fanno a questo +cotale iddio, secondo che fanno gli altri +tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. +Questo re Chonci è della ischiatta di Cinghy +Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente +non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre +o in piani o in montagne, e sono grande +gente delle persone; vivono di latte di bestie<span class="pagenumr"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span> +e di carne; biada non hanno, e non son gente +che mai facciano guerra ad altrui, anzi istanno +tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed +hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi +<span class="smcap">XX</span> palmi, ed hanno volpi che sono tutte +nere, e asini salvatichi assai, e hanno giambelline, +cioè, quelle di che si fanno le care +pelle, che una pelle, da uomo, val bene <span class="smcap">M</span> bisanti; +e vaj hanno assai. Questo re si e di +quella contrada, dove i cavagli non possono +andare, perciò che v'ha grandi laghi e molte +fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non +vi si può menare cavallo; e dura questa mala +contrada <span class="smcap">XIII</span> giornate; ed in capo di ciascuna +giornata si ha una posta, ove albergano i messi, +che passano e che vengono. E a catuna di queste +poste istanno <span class="smcap">XL</span> cani, gli quali istanno per +portare gli messaggi dall'una posta all'altra, +sì com'io vi dirò. Sappiate che queste <span class="smcap">XIII</span> giornate +si sono due montagne, e tra queste due +montagne si ha una valle, e in questa valle è +si grande il fango e il ghiaccio, che cavallo +non vi potrebbe andare; e fanno ordinare tregge +senza ruote, che le ruote non vi potrebbono +andare, però ch'elle si ficcherebbono tutte nel<span class="pagenumr"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span> +fango, e per lo ghiaccio correrebbono troppo. +In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, +e vannovi suso questi cotali messaggi, e questa +treggia mena sei di questi cani, e questi +cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra +posta, e così vanno di posta in posta tutte +queste <span class="smcap">XIII</span> giornate di quella mala via, e quegli +che guarda la posta si monta in su 'n una +altra treggia, e menangli per la migliore via. +E si vi dico, che gli uomeni che stanno su per +queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano +di molte buone bestiole, e fannone molto +grande guadagno, sì come sono giambellini e +vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre +bestie assai, onde si fanno le care pelli; e +piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti, +che non ve ne può campare veruna. Qui si ha +grandissima freddura. Andiamo più innanzi, e +udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle +Iscura.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span></p> + +<h3><a name="IV" id="IV">IV.</a><br /> +Della Valle Iscura.</h3> + +<p class="pn">Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo +una contrada chiamata Iscurità, e certo +ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre +mai iscura; quivi sì non appare mai sole +nè luna nè stelle, sempre mai v'è notte; la +gente che v'è vivono come bestie, e non hanno +signore. Ma talvolta vi mandono gli tarteri com'io +vi dirò: che gli uomeni che vi vanno si +tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e +lasciano gli puledri di fuori dalla scurità, e +poi vanno rubando ciò che possono trovare, e +poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di +fuori dalla iscurità: e in questo modo riede la +gente che vi si mette ad andare. Queste genti +hanno molto di queste pelli così care ed altre +cose assai, perciò che sono maravigliosi cacciatori, +e ammassono molto di queste care pelli +che avemo contato di sopra. La gente che vi<span class="pagenumr"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span> +sta, son gente palida e di mal colore. Partiamoci +di qui, e andiamone alla città di Rossia.</p> + +<hr class="chap" /> +<h3><a name="V" id="V">V.</a><br /> +Della provincia di Rossia.</h3> + +<p class="pn">Rossia èe una grandissima provincia verso +tramontana, e sono cristiani, e tengono maniera +di greci, ed havvi molti re, e hanno loro +linguaggio, e non rendono trebuto se non ad +uno re di tartari, e quello è poco. La contrada +si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non +sono mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, +che abbiamo detto di sopra. La gente è molto +bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, +e sono semprici genti. In questa contrada si +ha molte argentiere, e cavanne molto argento. +In questo paese non ha altro da dire: dirovvi +della provincia la quale ha nome Lacca, perchè +confina colla provincia di Rossia.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span></p> + +<h3><a name="VI" id="VI">VI.</a><br /> +Della provincia di Lacca.</h3> + +<p class="pn">Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo +nella provincia di Lacca; qui vi troviamo gente +che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha +quasi altra novità che abbiamo da quelle di +sopra; ma vovvi dire d'una cosa, che m'era +dimenticata della provincia di Rossia. In quella +provincia si ha sì grandissimo freddo, che a +pena vi si può campare, e dura infino al mare +oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono +molti girfalchi e molti falconi pellegrini, +i quali si portano per più parti del mondo; +e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha +grande via, ma per lo grande freddo che v'è, +si non vi si puote bene andare. Or vi lascio a +dire di questa provincia, che non ci ha altro +da dire, e vogliovi dire un poco di tarteri di +ponente e di loro signore, e quanti signori +hanno avuti. Comincio del primo signore.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span></p> + +<h3><a name="VII" id="VII">VII.</a><br /> +De' signori de' tarteri del ponente.</h3> + +<p class="pn">Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del +ponente si fu uno ch'ebbe nome Frai. Questo +Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte +provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia +e Chomania e Alanai e Lacca e Megia e Ziziri +e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte +prese per cagione che non si tenevano insieme, +che se elle fossero istate tutte bene insieme, +non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte +di Frai fu signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, +dopo Bergo Mogleten, poscia fu Catomachu, +dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale +ha nome lo re Tocchai. Ora avete inteso di signori +che sono istati delli tarteri del ponente; +vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta +grande tra lo re Alau signore del levante, e +dello re Barga signore del ponente.</p> + +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span></p> +<h3><a name="VIII" id="VIII">VIII.</a><br /> +D'una gran battaglia.</h3> + +<p class="pn">Al tempo degli anni Domini <span class="smcap">MCCLXI</span> sì si cominciò +una grande discordia tra gli tarteri del +ponente e quegli del levante, e questo si fu +per una provincia, che l'uno signore e l'altro +la voleva, sì che ciascuno fece suo isforzo e +suo apparecchiamento in sei mesi. Quando +venne in capo degli sei mesi, e ciascuno sie +uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene in +sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati +d'ogni cosa da battaglia, secondo loro +usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene +<span class="smcap">CCCL</span> mila di cavalieri. Or si puose a campo a +<span class="smcap">X</span> miglia presso l'uno all'altro; e voglio che +voi sappiate, che questi campi erano i più ricchi +campi che mai fossono veduti, di padiglioni +e di trabacche, tutti forniti di sciamiti e d'oro +e d'ariento; e costì istettoro tre dì. Quando<span class="pagenumr"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span> +venne la sera, che la battaglia dovea essere la +mattina vegnente, ciascuno confortò bene sua +gente, ed amonìo, sì come si conveniva. Quando +venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul +campo, e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. +Lo re Barga fece <span class="smcap">XXXV</span> ischiere, lo re +Alau ne fece pure <span class="smcap">XXX</span>, perchè avea meno di +gente, e ogni ischiera era da <span class="smcap">X</span> mila uomeni a +cavallo. Lo campo era molto bello e grande, e +bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda +che tanta gente s'asembiasse in su 'n un +campo; e sappiate che ciascuna gente erano +prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue +discesi della ischiatta di Cinghy Cane, ma +poi sono divisi, che l'uno è signore del levante, +e l'altro del ponente. Quando furono acconci +l'una parte e l'altra, e gli naccheri incominciarono +a sonare da ciascuna parte, allora fu +cominciata la battaglia colle saette; le saette +cominciarono ad andare per l'aria tante, che +tutta l'aria era piena di saette, e tante ne saettarono +che più non n'avevano. Tutto il campo +era pieno d'uomeni morti e di feriti; poi missoro +mano alle ispade; quella era tale tagliata +di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che<span class="pagenumr"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span> +giammai tale non fu veduta nè udita, e tanti +cavalieri a terra, ch'era una maraviglia a vedere +da ciascuna parte; nè giammai non morì +tanta gente in un campo, che niuno non poteva +andare per terra, se no su per gli uomeni +morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, +che gli cavagli andavano nel sangue insino a +mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì +grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una +maraviglia a udire lo dolore che facevano. E +lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua +persona che non pareva uomo, anzi pareva una +tempesta; sì che il re Barga non potè durare, +anzi gli convenne alla per fine lasciare il campo, +e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì +dietro con sua gente, tuttavia uccidendo quantunque +ne giugnevano. Quando lo re Barga fu +isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si +ritornò in sul campo, e' comandò che tutti gli +morti fossono arsi, così gli nemici come gli +amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; +e fatto ch'ebbono questo, sì si partirono, e ritornarono +in loro terre. Avete inteso tutti i +fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può +dire, e di loro costumi, e degli altri paesi che<span class="pagenumr"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span> +sono per lo mondo, quanto se ne puote cercare +e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi +abbiamo parlato nè detto nulla, nè delle provincie +che gli sono d'intorno, avegnachè noi il +ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che +mi pare che sia fatica a dire quello, che non +sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto +dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano +ogni dì che bene si sa, sì come sono +viniziani e genovesi e pisani, e molta altra +gente che fanno quel viaggio ispesso, che catuno +sa ciò che v'è; e perciò mi taccio e non +ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, +come noi ci partimmo dal Gran Cane, avete +inteso nel cominciamento del libro in uno capitolo, +ove parla della briga e fatica ch'ebbe +messer Matteo e messer Niccolò e messer Marco +in domandare commiato dal Gran Cane; e in +quello capitolo conta la ventura ch'avemo nella +nostra partita. E sappiate, se quella aventura +non fosse istata, a gran fatica e con molta pena +saremo mai partiti, sì che appena saremo mai +tornati in nostro paese. Ma credo che fosse +piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero +sapere le cose che sono per lo mondo,<span class="pagenumr"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span> +che secondo ch'avemo contato in capo del libro +nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano +nè saracino nè tartero nè pagano, che +mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer +Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile +e grande cittadino della città di Vinegia. +Deo gratias. Amen. Amen.</p> + +<hr class="chap" /> +<p class="center extra"><span class="smcap">Fine.</span></p> +<hr class="chap" /> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span></p> + +<h2><a name="INDICE" id="INDICE">INDICE</a></h2> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere +delle esplorazioni nel centro dell'Asia.—Condizione +della famiglia Polo a Venezia.—I due fratelli +Niccolò e Matteo Polo.—Vanno da Costantinopoli +alla corte dell'Imperatore della China.—Loro ricevimento +alla corte di Kublai-Kan.—L'Imperatore li +nomina suoi ambasciatori presso il papa.—Loro ritorno +a Venezia.—Marco Polo.—Parte col padre +Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re tartaro.—Il +nuovo papa Gregorio X.—La relazione di Marco +Polo scritta in francese, sotto suo dettato, da Rusticano +da Pisa, (dal 1253 al 1324) Pag. 5</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.—La Turcomania.—L'Armenia Maggiore.—Il +monte Ararat.—La Georgia.—Mussul, +Bagdad, Bassora, Tauris.—La Persia.—La Provincia +di Kirman.—Comadi.—Ormuz.—Il Vecchio della +Montagna.—Cheburgan.—Balk.—Il Balacian.—Cascemir.—Cascegar.—Samarcanda.—Cotan.—Il +deserto.—Tangut.—Caracorum.—Signan-fu.—Tenduc.—La +grande Muraglia della China.—Ciandu,<span class="pagenumr"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span> +la città attuale di Sciang-tu.—La residenza di Kublai-Kan.—Cambaluc, +attualmente Pekino.—Le feste +dell'Imperatore.—Sue caccie.—Descrizione di Pekino.—La +zecca ed i biglietti di banca chinesi.—Le +poste dell'Impero Pag. 15</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.—Tainfu.—Pin-yang fu.—Il fiume Giallo.—Chaciafu.—Si-gnan-fu.—Il +Sze-tchuen.—Ching-tu-fu.—Il +Tibet.—Li-Kiang-fu.—Il Caragia.—Yung-chang.—Mien.—Il +Bengala.—L'Annam.—Il Tai-ping.—Sinuglil.—Sindi-fu.—Chacafu.—Ciaglu.—Ciagli.—Codifu.—Lin-tsin-tcheu.—Lin-tching-hien.—Il +Mangi.—Yang-tcheou.—Città del litorale.—Quinsay +o Hang-tcheu.—Il Fuchian " 55</p></blockquote> + +<p class="center large pn"> +<a href="#CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></p> + +<blockquote><p class="pn">L'India.—Cipango o Zipagu (il Giappone).—Partenza +dei tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori +persiani.—Saigon.—Giava.—Condor.—Bintang.—Sumatra.—I +Nicobari.—Ceylan.—La +costa di Coromandel.—La costa di Malabar.—Il mar +d'Oman.—L'isola di Gocotora.—Madagascar.—Zanzibar +e la costa africana.—L'Abissinia.—Aden.—Schehr.—Dafur.—Kalhat.—Hormuz.—Il Golfo +Persico.—Ritorno a Venezia.—Una festa in casa +Polo.—Marco Polo prigioniero dei Genovesi.—Morte +di Marco Polo verso l'anno 1323.—Suoi discendenti.—Ricordi +della famiglia Polo " 85</p></blockquote> + +<hr class="chap" /> + +<p class="extra center pn">APPENDICE.</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span></p> + +<p class="center large p2"> +<a href="#I">I. Della Gran Turchia.</a><br /> +<br /> +<a href="#II">II. D'una battaglia</a><br /> +<br /> +<a href="#III">III. Delle parti di verso tramontana</a><br /> +<br /> +<a href="#IV">IV. Della Valle Iscura</a><br /> +<br /> +<a href="#V">V. Della provincia di Rossia</a><br /> +<br /> +<a href="#VI">VI. Della provincia di Lacca</a><br /> +<br /> +<a href="#VII">VII. De' signori de' tarteri del ponente</a><br /> +<br /> +<a href="#VIII">VIII. D'una gran battaglia</a> +</p> + +<p class="extra center p4">PRESSO GLI STESSI EDITORI</p> + +<p><span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a><br /><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a><br /><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span></p> + +<p class="center p4"><span class="smcap">GRANT e SPEKE</span><br /> +<br /> +LE<br /> +SORGENTI DEL NILO<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +K. B. JOHNSON<br /> +<br /> +IL<br /> +PAESE DELL'ORO<br /> +<br /> +AVVENTURE<br /> +DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE<br /> +<br /> +Volumi 2 illust. L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +MAYNE-REID<br /> +<br /> +LE FORESTE VERGINI<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +<br /> +<br /> +MAYNE-REID<br /> +<br /> +IL<br /> +PAESE DEGLI ELEFANTI<br /> +<br /> +Volumi 2 illustrati L. 1—<br /> +</p> + +<div class="footnotes p4"><h2>NOTE:</h2> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo +possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del +Codice Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi +lavori del Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di +pretendere in una nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano +tutta quella estensione che ben s'addice al più illustre viaggiatore +di quel secolo. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario +e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante +la quale domò Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio +1203, facendo a Venezia importantissimi acquisti marittimi +sulle coste del Mar di Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia +e d'altre isole del Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli +di S. Marco. Dopo l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse +l'impero latino col conte Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli +il 1<sup>o</sup> giugno 1205, al ritorno d'una spedizione infelice +contro gli abitanti ribellatisi di Adrianopoli. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Gran Signore. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto +in fondo al golfo Issico.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Il codice Magliabeccano dice <i>da Vinegia</i> (Venezia), ma il +testo francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, <i>da Vicenza</i>. Nell'opera +di Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: +<i>de Vienne!</i> (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto +de' suoi viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> L'<i>Jerzenga</i> dei moderni.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> La <i>nafta</i> propriamente detta è un bitume liquido, infiammabilissimo, +incoloro, della stessa origine del petrolio; è volatile, +di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La <i>nafta</i> si trova +raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle +sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato +le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta +la penisola di Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di +<i>nafta</i>, cinerea e bianca. La <i>nafta bianca</i> arde benissimo, ma +n'è scarsa la quantità; all'incontro la <i>cinerea</i> è abbondantissima, +e sgorga talora in piccoli ruscelli. La <i>nafta</i>, in medicina, è stata +adoperata, come il petrolio, come vermifuga e antispasmodica. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> <i>Melic</i> è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa +<i>re</i>.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città +di Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre +sino al Mar Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli +Sciti.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> <i>Califfo</i>, titolo assunto dai luogotenenti e successori di Maometto, +nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande +legislatore. (<i>Nota del Trad.</i>) +</p></div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:</p> + +<p>«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, +ch'avea nome Alau, fratello del signore che in quel tempo +regnava, ragunò grande oste, e venne sopra lo califfo in Baudac +(<i>Bagdad</i>), e presela per forza. E questo fu grande fatto, +imperocchè in Baudac aveva piue di cento mila cavalieri senza +gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò al califfo piena +una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che giammai +non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro, +molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e +sì gli disse: <i>califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne +volevi tu fare? E quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, +come non soldavi cavalieri e gente per difendere te e la terra +tua e la tua gente?</i> Lo califfo non li seppe rispondere. Allotta +(<i>allora</i>) disse Alau: <i>califfo, da che tue ami tanto l'avere, io +te ne voglio dare a mangiare</i>. E fecelo mettere in quella torre, +e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e disse: +<i>Ora ti satolla del tuo tesoro.</i> E quattro dì vivette, e poscia si +trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente +per difendere sua terra.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:</p> + +<p>«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) +e a Mosul. Negli anni <span class="smcap">MCCLXXV</span> era uno califfo in Baudac +che molto odiava gli cristiani; e ciò è naturale alli saracini. +Egli pensò di fare tornare gli cristiani, saracini, o di uccidergli +tutti, e a questo aveva suoi consiglieri saracini. Ora mandò +lo califfo per tutti i cristiani ch'erano di là, e misse loro dinanzi +questo punto; che egli trovava in uno vasello iscritto, +che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto un granello +di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere +due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani +dissero che bene era vero.—Dunque, disse il califfo, tra voi tutti +dee essere tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque +fate rimuovere quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi +vi farete saracini, chè chi non ha fede dee essere morto.—E di +questo fare diede loro termine dieci dì. Quando gli cristiani +udirono ciò che il califfo avea detto, ebbono grandissima paura; +e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, piccoli e grandi, +maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e pregarono assai +Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando che +Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona +notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e +dissegli che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli +dicesse che la montagna si muterebbe. Quello calzolaio era +buono uomo, ed era di sì buona vita, che un dì una femmina +venne a sua bottega, molto bella, nella quale un poco peccò +cogli occhi, ed egli colla lesina vi si percosse, sicchè mai non +ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. Quando questa +visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea mutare +la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro +la visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse +Iddio che mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era +uomo sufficiente a ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che +lo calzolaio si misse in orazione. Quando il termine fu compiuto, +la mattina tutti gli cristiani n'andarono alla chiesa, e +feciono cantare la messa, pregando Iddio che gli aiutasse; poscia +tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a questa +montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi, +bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati +per uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non +si mutasse. Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce +ginocchioni, e pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò +a rovinare e a mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si +maravigliarono molto, e il califfo si convertì con molti saracini; +e quando lo califfo morìo, si trovò una croce a collo, +e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel monimento +con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro luogo.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida +sede di commercio e d'industria, e governata da un luogotenente +del principe di Seiestan.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice +Magliabeccano, questo interessante capitolo:</p> + +<p>«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva +dimorare anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che +messer Marco intese da più uomini. Lo Veglio è chiamato in +lor lingua Aloodyn. Egli aveva fatto fare fra due montagne, +in una valle, lo più bello giardino, e 'l più grande del mondo; +quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del mondo, tutti +dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per +tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era +donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano +cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere +a costoro che quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè +Malcometto disse, che chi andasse in paradiso avrebbe di belle +femmine tante quante volesse, quivi troverebbe fiumi di latte +e di miele e di vino; e perciò lo fece simile a quello che avea +detto Malcometto. E gli saracini di quella contrada credevano +veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo giardino +non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. All'entrata +del giardino avea un castello sì forte, che non temeva +niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte +tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi +uomini. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a 4, +a 10, a 20, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano +bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, e al tempo +gli faceva isvegliare.</p> + +<p>«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, +e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere +in paradiso; e queste donzelle sempre istavano con loro +in canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quello che +volevano, che mai per loro volere non si sarebbono partiti di +quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere +a quegli di quella montagna, che così sia com'io v'ho +detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, +in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, +e fagli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando +coloro si svegliano, trovansi quivi, molto si maravigliano, e +sono molto tristi, chè si trovano fuori del paradiso. Egli se ne +vanno incontanente dinanzi al Veglio, credendo che sia un +gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli domanda: <i>Onde venite?</i> +Rispondono: <i>Dal paradiso</i>, e contangli quello che v'hanno veduto +entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il +Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello +lo quale sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e +coloro lo fanno volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, +ritornano al loro signore; se è preso, vuole morire, credendo +ritornare al paradiso. E quando lo Veglio vuole fare +uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: <i>Va', fa tal cosa: +e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al paradiso.</i> E +gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa maniera +non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, +a cui egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno +tributo per quella paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau +signore dei Tartari del levante, che sapeva tutte queste malvagità, +pensò tra sè medesimo di volerlo distruggere, e mandò +e' suoi baroni a questo giardino, e istettonvi tre anni attorno +al castello prima che l'avessono; nè mai non lo avrebbono +avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu morto +lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più +Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice +Magliabeccano:</p> + +<p>«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di +notte per lo deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane +addietro delli compagni per dormire o per altro, quando +vuole poi andare per giungere li compagni, ode parlare i spiriti +in àiere, che somigliano li suoi compagni, e più volte è +chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto disviare talvolta +in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già perduti; +e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e propriamente +tamburi.»</p> + +<p>Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il +passare delle carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un +suono speciale, prodotto dalla sabbia messa in movimento da +molti animali.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> La falsa credenza popolare che la <i>salamandra</i> possa resistere +al fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo +nome a quella pietra che noi conosciamo sotto il nome di <i>amianto</i>, +minerale che si presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, +morbidi come seta, infusibili, <i>incombustibili</i>. Nelle +Alpi del Piemonte l'amianto è comune; la sua quantità non è +però tale da farne grandi applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo +per le lampade ad alcool; si è pensato pure a farne filacce +per gli usi della chirurgia. Pei chimici, l'amianto è un <i>silicato +di magnesia</i>. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_18_18" id="Footnote_18_18"></a><a href="#FNanchor_18_18"><span class="label">[18]</span></a> La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine +occidentale della grande muraglia.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_19_19" id="Footnote_19_19"></a><a href="#FNanchor_19_19"><span class="label">[19]</span></a> Nel testo francese si legge: «<i>il prenent le cousines por +feme, et prenent la feme sun pere.</i>»</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_20_20" id="Footnote_20_20"></a><a href="#FNanchor_20_20"><span class="label">[20]</span></a> Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere +celebre pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato +nel 1253 da S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari +che aveva, dicesi, abbracciato il cristianesimo. Accompagnato +dal cordeliere Bartolomeo da Cremona, traversò il Mar +Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma questo capo non +era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel che possedeva. +Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a +Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò +per l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione +a S. Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è +piena di particolari curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte +Hakluyt e Purchas. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_21_21" id="Footnote_21_21"></a><a href="#FNanchor_21_21"><span class="label">[21]</span></a> Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga +notizia dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale +ad un tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte +dagli storici risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia +era re del Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte +usurpò il trono un prete nestoriano, capo dei Naimans, generalmente +chiamato il Prete Giovanni.</p></div> + +<div class="footnote"> +<p class="pn"><a name="Footnote_22_22" id="Footnote_22_22"></a><a href="#FNanchor_22_22"><span class="label">[22]</span></a> Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e +molto solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si +fabbrica anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il <i>cambellotto</i> +è pure una stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, +che si prepara tanto in Francia che in Italia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_23_23" id="Footnote_23_23"></a><a href="#FNanchor_23_23"><span class="label">[23]</span></a> Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (<i>J. V.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_24_24" id="Footnote_24_24"></a><a href="#FNanchor_24_24"><span class="label">[24]</span></a> Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto +a morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito +del defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa +che regola le successioni delle monarchie europee. (<i>nota del Trad</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_25_25" id="Footnote_25_25"></a><a href="#FNanchor_25_25"><span class="label">[25]</span></a> <i>Morus papyrifera.</i> Parlando di queste specie di gelso, il Capitano +Mayne-Reid così si esprime: «Il <i>morus papyrifera</i> è +originario della China, del Giappone o delle isole dell'Oceano +Pacifico: ma come gli altri gelsi, venne portato in Europa ed +in America, ove lo si coltiva oggidì a titolo d'ornamento. Il +suo frutto, di colore scarlatto, è sferico, in luogo d'essere oblungo +come quelli dei gelsi propriamente detti. È per questa +ragione che i botanici fanno un genere a parte, di cui è l'unico +campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da +seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel +bestiame. Però la parte più interessante del <i>gelso-papiro</i> è senza +dubbio la corteccia, che serve a fabbricare la carta nella +China e nel Giappone. È appunto con questa sostanza che si +fabbrica la magnifica carta della China, che serve nell'incisione, +ed è con questa stessa corteccia che i naturali delle isole +della Società tessono quella superba stoffa bianca, che causò +tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima +volta.» (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_26_26" id="Footnote_26_26"></a><a href="#FNanchor_26_26"><span class="label">[26]</span></a> Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai +meriti ed i vantaggi della <i>carta monetata</i>, diremo che questa istituzione, +di cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e +tutti i mali, essendo stata introdotta in China (secondo le dotte +ricerche del Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando +Ian-tsunh, della dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli +nelle finanze chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di +quelle carte, sia pei fallimenti delle banche autorizzate all'emissione +di questi cenci rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 +Kublai-Khan, adottando il progetto del ministro Lusci-iung, +piantò il credito sulla base fallace della violenza: la rovina del +commercio, il depauperamento de' privati, la perdita d'ogni fiducia +nel principe, furono gli effetti inevitabili di questo pericoloso +sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di sostenere il +credito periclitante: il governo passava da un fallimento all'altro; +e verso la metà del secolo XV<sup>o</sup> una crisi finale fece scomparire +nella China, per sempre, la carta monetata.</p> + +<p>Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione +cartacea presso le nazioni europee. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_27_27" id="Footnote_27_27"></a><a href="#FNanchor_27_27"><span class="label">[27]</span></a> I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_28_28" id="Footnote_28_28"></a><a href="#FNanchor_28_28"><span class="label">[28]</span></a> Pari a L. 20,220.—Il <i>Bisante</i> è un antica moneta d'oro, coll'impronta +di due santi, così appellata da Bisanzio, ora Costantinopoli, +ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a +lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_29_29" id="Footnote_29_29"></a><a href="#FNanchor_29_29"><span class="label">[29]</span></a> Il <i>Bambu</i> comune (<i>Arundo Bambos</i>) ha sovente l'altezza +di 20 metri. (<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_30_30" id="Footnote_30_30"></a><a href="#FNanchor_30_30"><span class="label">[30]</span></a> Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di +cui parla il Polo, sieno boa (<i>boa constrictor</i>), frequentissimi nella +China Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi +da 25 a 30 piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli +ed altri. La carne di questi boa è squisita a mangiarsi; il +fiele estrattone vendesi caro per medicina; della pelle si fanno +tamburi e vagine di pugnali e spade.</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_31_31" id="Footnote_31_31"></a><a href="#FNanchor_31_31"><span class="label">[31]</span></a> Confucio (<i>Khung-fu-tseu</i> o <i>Khung-tseu</i>), nato verso il 551 +av. Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore, +discendeva, dicesi, da <i>Hoang-ti</i>, legislatore della Cina. +Fino dalla prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, +dopo la morte della madre, si consacrò alla meditazione e formò +il disegno di riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie +provincie e si vide in breve circondato da un gran numero +di discepoli. Il re di Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. +Corresse i costumi, riformò la giustizia e fece prosperare +l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto fu costretto a ritirarsi. +Dopo aver di nuovo percorso le provincie per predicare +la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì verso +il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero +una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella +Cina e vi godono di parecchi privilegi.—Confucio rivide i <i>Kings</i>, +libri sacri dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo +o restauratore della religione, o piuttosto della setta filosofica +religiosa che vige tuttodì nella Cina. Scrisse l'<i>Yih-King</i> (libro +delle Trasformazioni), lo <i>Sciu-King</i> (Libro per eccellenza), che +contiene un sunto storico sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; +il <i>Sci-King</i> (Libro dei versi), raccolta di canti popolari, nazionali +e religiosi: il <i>Li-Ki</i> (Rituale), sul quale poggia tutto il sistema +religioso; lo <i>Sciun-Sieu</i> (primavera ed autunno), storia +del reame di Lu; il <i>Hiao-King</i> (dialogo sulla pietà filiale), che +contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che precede il <i>Ta-hio</i> +(la grande scienza), uno dei quattro libri scritti dai suoi discepoli. +(<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_32_32" id="Footnote_32_32"></a><a href="#FNanchor_32_32"><span class="label">[32]</span></a> Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a +quella del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano +per le vie i proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai +porci od ai cani. (<i>Nota del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_33_33" id="Footnote_33_33"></a><a href="#FNanchor_33_33"><span class="label">[33]</span></a> Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi +la China.</p></div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_34_34" id="Footnote_34_34"></a><a href="#FNanchor_34_34"><span class="label">[34]</span></a> <i>Cipango</i> o <i>Zipagu</i> è il Giappone, che il Polo fu il primo a +far conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente +la corruzione del chinese <i>Sci-pen-cuo</i>, regno dell'oriente, +trovandosi all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano +il loro paese Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. +(<i>N. del Trad.</i>)</p> +</div> + +<div class="footnote p"> +<p class="pn"><a name="Footnote_35_35" id="Footnote_35_35"></a><a href="#FNanchor_35_35"><span class="label">[35]</span></a> Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon, +appartiene oggidì alla Francia.</p> +</div> +</div> + +<hr class="tb" /> + +<div class="transnote"> +<p class="center large">Nota del Trascrittore.</p><p class="pn p2">Corretti gli ovvii errori tipografici.<br /> +Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare la stessa località.<br /> +La copertina è stata creata dal trascrittore ed è posta in pubblico dominio.</p> +</div> + + + + + + + + +<pre> + + + + + +End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne + +*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO *** + +***** This file should be named 44714-h.htm or 44714-h.zip ***** +This and all associated files of various formats will be found in: + http://www.gutenberg.org/4/4/7/1/44714/ + +Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online +Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This +file was produced from images generously made available +by The Internet Archive) + + +Updated editions will replace the previous one--the old editions +will be renamed. + +Creating the works from public domain print editions means that no +one owns a United States copyright in these works, so the Foundation +(and you!) can copy and distribute it in the United States without +permission and without paying copyright royalties. Special rules, +set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to +copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to +protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project +Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you +charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you +do not charge anything for copies of this eBook, complying with the +rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose +such as creation of derivative works, reports, performances and +research. They may be modified and printed and given away--you may do +practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is +subject to the trademark license, especially commercial +redistribution. + + + +*** START: FULL LICENSE *** + +THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE +PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK + +To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free +distribution of electronic works, by using or distributing this work +(or any other work associated in any way with the phrase "Project +Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project +Gutenberg-tm License (available with this file or online at +http://gutenberg.org/license). + + +Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm +electronic works + +1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm +electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to +and accept all the terms of this license and intellectual property +(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all +the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy +all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession. +If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project +Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the +terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or +entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8. + +1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be +used on or associated in any way with an electronic work by people who +agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few +things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works +even without complying with the full terms of this agreement. See +paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project +Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement +and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic +works. See paragraph 1.E below. + +1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation" +or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project +Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the +collection are in the public domain in the United States. If an +individual work is in the public domain in the United States and you are +located in the United States, we do not claim a right to prevent you from +copying, distributing, performing, displaying or creating derivative +works based on the work as long as all references to Project Gutenberg +are removed. Of course, we hope that you will support the Project +Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by +freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of +this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with +the work. You can easily comply with the terms of this agreement by +keeping this work in the same format with its attached full Project +Gutenberg-tm License when you share it without charge with others. + +1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern +what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in +a constant state of change. If you are outside the United States, check +the laws of your country in addition to the terms of this agreement +before downloading, copying, displaying, performing, distributing or +creating derivative works based on this work or any other Project +Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning +the copyright status of any work in any country outside the United +States. + +1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg: + +1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate +access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently +whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the +phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project +Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed, +copied or distributed: + +This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with +almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or +re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included +with this eBook or online at www.gutenberg.org/license + +1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived +from the public domain (does not contain a notice indicating that it is +posted with permission of the copyright holder), the work can be copied +and distributed to anyone in the United States without paying any fees +or charges. If you are redistributing or providing access to a work +with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the +work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1 +through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the +Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or +1.E.9. + +1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted +with the permission of the copyright holder, your use and distribution +must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional +terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked +to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the +permission of the copyright holder found at the beginning of this work. + +1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm +License terms from this work, or any files containing a part of this +work or any other work associated with Project Gutenberg-tm. + +1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this +electronic work, or any part of this electronic work, without +prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with +active links or immediate access to the full terms of the Project +Gutenberg-tm License. + +1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary, +compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any +word processing or hypertext form. However, if you provide access to or +distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than +"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version +posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org), +you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a +copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon +request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other +form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm +License as specified in paragraph 1.E.1. + +1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying, +performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works +unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9. + +1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing +access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided +that + +- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from + the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method + you already use to calculate your applicable taxes. The fee is + owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he + has agreed to donate royalties under this paragraph to the + Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments + must be paid within 60 days following each date on which you + prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax + returns. Royalty payments should be clearly marked as such and + sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the + address specified in Section 4, "Information about donations to + the Project Gutenberg Literary Archive Foundation." + +- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies + you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he + does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm + License. You must require such a user to return or + destroy all copies of the works possessed in a physical medium + and discontinue all use of and all access to other copies of + Project Gutenberg-tm works. + +- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any + money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the + electronic work is discovered and reported to you within 90 days + of receipt of the work. + +- You comply with all other terms of this agreement for free + distribution of Project Gutenberg-tm works. + +1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm +electronic work or group of works on different terms than are set +forth in this agreement, you must obtain permission in writing from +both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael +Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the +Foundation as set forth in Section 3 below. + +1.F. + +1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable +effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread +public domain works in creating the Project Gutenberg-tm +collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic +works, and the medium on which they may be stored, may contain +"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or +corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual +property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a +computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by +your equipment. + +1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right +of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project +Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project +Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all +liability to you for damages, costs and expenses, including legal +fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT +LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE +PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE +TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE +LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR +INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH +DAMAGE. + +1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a +defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can +receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a +written explanation to the person you received the work from. If you +received the work on a physical medium, you must return the medium with +your written explanation. The person or entity that provided you with +the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a +refund. If you received the work electronically, the person or entity +providing it to you may choose to give you a second opportunity to +receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy +is also defective, you may demand a refund in writing without further +opportunities to fix the problem. + +1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth +in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER +WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO +WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE. + +1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied +warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages. +If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the +law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be +interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by +the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any +provision of this agreement shall not void the remaining provisions. + +1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the +trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone +providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance +with this agreement, and any volunteers associated with the production, +promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works, +harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees, +that arise directly or indirectly from any of the following which you do +or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm +work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any +Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause. + + +Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm + +Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of +electronic works in formats readable by the widest variety of computers +including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists +because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from +people in all walks of life. + +Volunteers and financial support to provide volunteers with the +assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's +goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will +remain freely available for generations to come. In 2001, the Project +Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure +and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. +To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation +and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 +and the Foundation web page at http://www.pglaf.org. + + +Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive +Foundation + +The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit +501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the +state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal +Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification +number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at +http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent +permitted by U.S. federal laws and your state's laws. + +The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S. +Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered +throughout numerous locations. Its business office is located at +809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email +business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact +information can be found at the Foundation's web site and official +page at http://pglaf.org + +For additional contact information: + Dr. Gregory B. Newby + Chief Executive and Director + gbnewby@pglaf.org + + +Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg +Literary Archive Foundation + +Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide +spread public support and donations to carry out its mission of +increasing the number of public domain and licensed works that can be +freely distributed in machine readable form accessible by the widest +array of equipment including outdated equipment. Many small donations +($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt +status with the IRS. + +The Foundation is committed to complying with the laws regulating +charities and charitable donations in all 50 states of the United +States. Compliance requirements are not uniform and it takes a +considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up +with these requirements. We do not solicit donations in locations +where we have not received written confirmation of compliance. To +SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any +particular state visit http://pglaf.org + +While we cannot and do not solicit contributions from states where we +have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition +against accepting unsolicited donations from donors in such states who +approach us with offers to donate. + +International donations are gratefully accepted, but we cannot make +any statements concerning tax treatment of donations received from +outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff. + +Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation +methods and addresses. Donations are accepted in a number of other +ways including checks, online payments and credit card donations. +To donate, please visit: http://pglaf.org/donate + + +Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic +works. + +Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm +concept of a library of electronic works that could be freely shared +with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project +Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support. + + +Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed +editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S. +unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily +keep eBooks in compliance with any particular paper edition. + + +Most people start at our Web site which has the main PG search facility: + + http://www.gutenberg.org + +This Web site includes information about Project Gutenberg-tm, +including how to make donations to the Project Gutenberg Literary +Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to +subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks. + + +</pre> + +</body> + +</html> diff --git a/old/44714-h/images/covermp.jpg b/old/44714-h/images/covermp.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..e26be68 --- /dev/null +++ b/old/44714-h/images/covermp.jpg diff --git a/old/44714-h/images/ill-002.jpg b/old/44714-h/images/ill-002.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..58c5566 --- /dev/null +++ b/old/44714-h/images/ill-002.jpg diff --git a/old/44714-h/images/ill-073.jpg b/old/44714-h/images/ill-073.jpg Binary files differnew file mode 100644 index 0000000..9a6cf82 --- /dev/null +++ b/old/44714-h/images/ill-073.jpg |
