summaryrefslogtreecommitdiff
diff options
context:
space:
mode:
-rw-r--r--.gitattributes3
-rw-r--r--44714-0.txt2714
-rw-r--r--44714-h/44714-h.htm3878
-rw-r--r--44714-h/images/covermp.jpgbin0 -> 171956 bytes
-rw-r--r--44714-h/images/ill-002.jpgbin0 -> 64539 bytes
-rw-r--r--44714-h/images/ill-073.jpgbin0 -> 88763 bytes
-rw-r--r--LICENSE.txt11
-rw-r--r--README.md2
-rw-r--r--old/44714-8.txt3114
-rw-r--r--old/44714-8.zipbin0 -> 69115 bytes
-rw-r--r--old/44714-h.zipbin0 -> 375313 bytes
-rw-r--r--old/44714-h/44714-h.htm4301
-rw-r--r--old/44714-h/images/covermp.jpgbin0 -> 171956 bytes
-rw-r--r--old/44714-h/images/ill-002.jpgbin0 -> 64539 bytes
-rw-r--r--old/44714-h/images/ill-073.jpgbin0 -> 88763 bytes
15 files changed, 14023 insertions, 0 deletions
diff --git a/.gitattributes b/.gitattributes
new file mode 100644
index 0000000..6833f05
--- /dev/null
+++ b/.gitattributes
@@ -0,0 +1,3 @@
+* text=auto
+*.txt text
+*.md text
diff --git a/44714-0.txt b/44714-0.txt
new file mode 100644
index 0000000..2b70ad4
--- /dev/null
+++ b/44714-0.txt
@@ -0,0 +1,2714 @@
+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO
+
+[Illustrazione: MARCO POLO (_Da un dipinto della Scuola Veneta
+contemporanea del grande viaggiatore_)]
+
+
+
+ GIULIO VERNE
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO
+
+ UNICA VERSIONE ORIGINALE
+ FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO
+ E SULLE OPERE DI CHARTON
+
+ _per cura_
+
+ DI
+
+ EZIO COLOMBO
+
+ Volume Unico
+
+ MILANO
+
+ SERAFINO MUGGIANI e COMP.
+ Via Unione, N. 11, 13.
+
+ 1878
+
+
+
+
+ Proprietà Letteraria
+
+ Tip. Guigoni.
+
+
+
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO[1]
+
+
+
+
+ CAPITOLO I.
+
+ Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle
+ esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a
+ Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da
+ Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro
+ ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi
+ ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco
+ Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re
+ tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta
+ in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al
+ 1324).
+
+
+I mercanti genovesi e veneziani non potevano rimanere indifferenti alle
+esplorazioni che arditi viaggiatori tentavano nell'Asia centrale,
+l'India e la China. Essi comprendevano che queste contrade offrirebbero
+in breve un nuovo sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili
+immensi si ricaverebbero dall'importazione in Occidente di mercanzie di
+fabbricazione orientale. Gl'interessi del commercio dovevano quindi
+lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. Queste furono le
+ragioni che decisero due nobili veneziani ad abbandonare la loro patria
+ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli di quei perigliosi
+viaggi, allo scopo d'estendere le loro relazioni commerciali.
+
+Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia Polo, la quale traeva
+origine da Sebenico, in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in
+Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo questa famiglia divisa in
+due rami; uno dei quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro in
+quella di San Geremia.
+
+I Polo di San Felice, datisi già da più anni al commercio, avevano in
+esso trovata larghissima fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello
+delle famiglie patrizie di Venezia.
+
+Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio, figliuoli di Andrea, che
+già prima del 1250 avevano stabilito un banco a Costantinopoli, terra
+più veneziana che greca dopo l'impresa del Dandolo[2], si recarono con
+una paccotiglia considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, ove la
+loro casa possedeva un altro banco diretto da un loro fratello maggiore,
+Andrea Polo. Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e traversando
+il paese di Comania, giunsero sul Volga, ove teneva il suo campo
+Berke-Kan signore dei Tartari occidentali. Questo principe mongollo
+accolse benissimo i due negozianti di Venezia, e comperò i gioielli che
+gli offersero pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi ricchissimi
+doni.
+
+Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo mongollo; finchè, nel 1262,
+scoppiò una guerra tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore dei
+Tartari di Levante, e conquistatore della Persia. I due fratelli, non
+volendo avventurarsi in mezzo a contrade battute dai Tartari,
+preferirono recarsi a Boukhara, che era la principale residenza di
+Berke, e colà rimasero tre anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e
+presa la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò i due Veneziani a
+seguirli verso la residenza del Gran Kan[3] dei Tartari, che avrebbe
+fatto loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio di Gengis-Kan,
+era imperatore della China, e teneva allora la residenza d'estate in
+Mongolia, a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero Chinese.
+
+I due mercanti veneziani partirono, e spesero un anno intero nel
+traversare quell'immensa estensione di paese che divide Boukhara dai
+confini settentrionali della China. Kublai-Kan fu lietissimo di ricevere
+quegli stranieri, venuti da paesi occidentali. Fece loro molte feste,
+e li interrogò con premura sugli avvenimenti che accadevano in
+Europa, chiedendo molti particolari intorno agli imperatori e re, alla
+loro amministrazione, ai loro metodi di guerra; poscia li intrattenne
+lungo tempo del pontefice e degli affari della Chiesa latina.
+
+Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi e della lingua,
+risposero francamente a tutte le domande dell'imperatore, al quale tanto
+piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli come suoi ambasciatori a
+Sua Santità. I mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè in tale
+alta condizione il loro ritorno doveva effettuarsi in condizioni
+vantaggiosissime.
+
+Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua turca, nelle quali chiedeva a
+Sua Santità Clemente IV, d'inviargli cento missionari per convertire
+gl'idolatri al cristianesimo; poscia licenziò i due Veneziani, dando ad
+essi per compagno di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato Cogatal, ed
+incaricandoli di riportargli un vasetto dell'olio della lampada sacra
+che arde continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a Gerusalemme.
+
+I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta d'oro, che metteva a
+loro disposizione uomini e cavalli in tutta l'estensione dell'impero,
+presero congedo dal Gran Kan e si misero in viaggio nel 1266. In breve
+però il barone Cogatal cadde ammalato. I Veneziani, costretti a
+separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, e, malgrado gli aiuti
+che ricevettero, impiegarono non meno di tre anni per giungere a
+Giazza[4], porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si portarono ad Acri,
+ove arrivarono verso la fine dell'anno 1269. Colà seppero della morte di
+papa Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma il legato apostolico
+Tebaldo risiedeva in quella città; egli accolse i due Veneziani, e
+sentendo quale fosse la missione di cui il Gran Kan li aveva incaricati,
+li esortò ad attendere l'elezione del nuovo papa.
+
+Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da ben diciannove anni,
+pensarono, intanto che il nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere
+Venezia e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove s'imbarcarono sopra
+una nave, che li condusse direttamente alla loro città natale.
+
+Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua moglie e la nascita di un
+figlio, nato pochi mesi dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si
+chiamava Marco. Egli è ben da credere che al dolore del marito dovesse
+recare grande conforto la gioia del padre che trovava questo figliuolo,
+quasi a tenergli luogo della donna perduta. Durante due anni i fratelli
+Polo, cui stava a cuore di adempiere la loro missione, aspettarono a
+Venezia l'elezione del nuovo papa. Ma poichè questa tardava, parve loro
+di non poter più oltre differire il loro ritorno presso l'imperatore dei
+Mongolli; partirono quindi per Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco
+il giovane Marco, che contava allora ben 19 anni. Ad Acri ritrovarono il
+legato Tebaldo, che li autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere
+l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta quella missione, i
+Veneziani fecero ritorno ad Acri, e mancando ancora il pontefice,
+chiesero al legato lettere per Kublai-Kan, nelle quali sembra fosse
+accennata la morte di Clemente IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due
+fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima gioja, seppero che il
+legato Tebaldo era stato consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X,
+il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò immediatamente, ed
+il re d'Armenia pose una galera a loro disposizione, perchè potessero
+recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa li accolse con premura,
+consegnò loro lettere per l'imperatore della China, diè loro la
+compagnia di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza[5] e Guglielmo da
+Tripoli, e la sua benedizione.
+
+Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità, fecero ritorno ad Acri;
+ma appena giunti in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri
+nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano mamelucco del Cairo, che
+infestava allora l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di quel
+brutto principio, rinunciarono a recarsi nella China, e lasciarono ai
+Veneziani la cura di consegnare all'imperatore mongollo le lettere del
+pontefice.
+
+È qui che incominciano i grandi viaggi descritti da Marco Polo, dei
+quali noi parleremo in progresso. Ha egli realmente visitato tutti i
+paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, senza dubbio; e nella sua
+narrazione, scritta in francese sotto suo dettato da Rusticano da
+Pisa[6], è formalmente dichiarato che «Marco Polo, savio e nobile
+cittadino di Venezia, vide tutto co' propri occhi, e quello che non vide
+lo seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma aggiungiamo che la
+maggior parte delle città e paesi descritti da Marco Polo vennero
+realmente da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario com'è tracciato
+nel suo racconto, indicando soltanto ciò che il celebre viaggiatore
+seppe da altri durante le importanti missioni di cui lo incaricò
+l'imperatore Kublai-Kan. In questo secondo viaggio i Veneziani non
+seguirono esattamente la medesima strada che Matteo e Niccolò avevano
+presa recandosi la prima volta verso l'imperatore della China. Essi
+erano passati a settentrione dei monti Celesti, che sono i monti
+Thiânscian-pe-lu; il che aveva allungato il loro cammino. Questa volta
+piegarono a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè quella strada fosse
+più corta dell'altra, impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, a
+cagione delle pioggie e degli straripamenti dei grandi fiumi. Sarà
+facile seguire questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè ai
+nomi antichi della storia di Marco Polo, non facili ad intendersi nel
+suo libro, nel quale non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta
+confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo sostituito
+dappertutto i nomi esatti della cartografia moderna.
+
+
+NOTE:
+
+[1] Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo
+possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del Codice
+Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi lavori del
+Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di pretendere in una
+nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano tutta quella estensione
+che ben s'addice al più illustre viaggiatore di quel secolo.
+(_N. del Trad._)
+
+[2] Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario
+e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante la quale domò
+Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio 1203, facendo a
+Venezia importantissimi acquisti marittimi sulle coste del Mar di
+Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia e d'altre isole del
+Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli di S. Marco. Dopo
+l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse l'impero latino col conte
+Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli il 1^o giugno 1205, al
+ritorno d'una spedizione infelice contro gli abitanti ribellatisi di
+Adrianopoli. (_N. del Trad._)
+
+[3] Gran Signore. (_N. del Trad._)
+
+[4] Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto in
+fondo al golfo Issico.
+
+[5] Il codice Magliabeccano dice _da Vinegia_ (Venezia), ma il testo
+francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, _da Vicenza_. Nell'opera di
+Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: _de Vienne!_
+(_Nota del Trad._)
+
+[6] È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto de' suoi
+viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (_Nota del Trad._)
+
+
+
+
+ CAPITOLO II.
+
+ L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte
+ Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La
+ Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della
+ Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il
+ Balacian.--Cascemir.--Casceegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il
+ deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia
+ della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di
+ Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste
+ dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i
+ biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero.
+
+
+Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla dell'Armenia Minore come
+d'un paese assai insalubre, i cui abitanti, un tempo valorosi, ora sono
+divenuti vili e molto tristi, nè sanno far altro che ubbriacarsi. Questa
+provincia, ch'è retta da un governatore in nome del Gran-Kan, ha molte
+città e castella, abbonda d'ogni cosa ed in ispecial modo di
+cacciagione. In quanto al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle
+preziose mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti d'ogni paese.
+Dall'Armenia Minore Marco Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre
+generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente detti, seguaci di
+Maometto, le cui tribù, semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli
+eccellenti ed allevano cavalli e muli di gran valore; gli Armeni ed i
+Greci, che dimorano in ville e castelli e sono abilissimi nel fabbricare
+tappeti e stoffe di seta. L'Armenia Maggiore, che Marco Polo visitò in
+seguito, è una vasta provincia che ha per capitale Arzinga[7], città
+ove, al dire del Veneziano, si fabbrica il miglior boccassino del mondo.
+Questa provincia offre, durante l'estate, un accampamento favorevole ai
+Tartari del levante, pei pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il
+viaggiatore vide il monte Ararat, sul quale, a seconda delle tradizioni
+bibliche, posò l'Arca di Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre
+confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una fontana dalla quale
+sgorga dell'olio di nafta (petrolio) in tanta abbondanza,
+che cento navi se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti sono
+oggetto d'un importantissimo commercio[8].
+
+Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, si diresse pel nord-est verso
+la Georgia, reame che si stende sul versante meridionale del Caucaso,
+governato da un re, tributario ai Tartari di levante, per nome David
+Melic, ch'è quanto dire, Davide re[9]. Secondo una tradizione, gli
+antichi re di questo paese nascevano «con una figura d'aquila disegnata
+sotto la spalla destra.» I Georgiani, dice il Polo, sono bella gente,
+prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono cristiani e vivono a mo' dei
+Greci. Gli operai del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e
+d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga quattro leghe, posta tra il
+piede del Caucaso ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la porta di
+Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend[10]. È là che si vede anche il
+monastero di S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel lago
+miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto in quaresima.
+
+Da questo punto, i viaggiatori discesero verso il reame di Mussul e
+guadagnarono la città di questo nome, posta sulla riva destra del Tigri;
+poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i Saraceni del mondo[11].
+Qui Marco Polo racconta la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258,
+capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e fratello di
+Mangu-Kan[12]; e cita una storia maravigliosa in appoggio a quella
+massima cristiana di fede che solleva le montagne[13]; poscia indica ai
+mercanti la via che corre da questa città al golfo Persico, e che si fa
+in diciotto giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il
+paese dei datteri.
+
+Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia d'Adzerbaidjan,
+l'itinerario di Marco Polo sembra interrotto.--Checchè ne sia, lo
+ritroviamo a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta in mezzo a bei
+giardini, che fa commercio di pietre preziose e d'altre merci di valore;
+ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi e sleali. È in questo punto
+che Marco stabilisce la divisione della Persia in otto provincie.
+Secondo lui, gli indigeni persiani sono nemici molestissimi pei
+negozianti, i quali non possono viaggiare senza essere armati d'archi e
+di freccie. Il principale commercio del paese è quello dei cavalli e
+degli asini che vengono inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là
+alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, consistono in frumento,
+in orzo, in miglio ed in uve, che crescono in abbondanza.
+
+Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la città più orientale della
+Persia propriamente detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè
+ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare per sette giorni
+attraverso magnifiche foreste piene di selvaggina, per giungere alla
+provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono nelle montagne delle
+turchesi, ferro ed antimonio. I ricami ad ago, la fabbricazione di
+bardature ed armi, l'allevamento dei falchi da caccia, occupano gran
+numero di abitanti.--Lasciata Kirman, Marco Polo ed i suoi due compagni
+impiegarono nove giorni a traversare un paese ricco e popoloso, e
+giunsero alla città di Comadi, che si crede sia la moderna Memaum,
+allora già molto decaduta. La campagna era bellissima; dovunque bei
+montoni grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, con corna corte e
+grosse; starne ed altri uccelli a migliaia; alberi magnifici,
+specialmente datteri, aranci e pistacchi.
+
+Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, i tre viaggiatori
+entrarono nella bella pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il
+nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo due giorni ancora di
+viaggio, Marco Polo si trovò alle rive del golfo Persico, e presso la
+città di Ormuz, che forma il porto marittimo del regno di Kirman. Quel
+paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di datteri e d'altri
+alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di seta e d'oro, denti d'elefante e
+vino di palme. Il porto era frequentato da molte navi ad un albero e ad
+una sol vela, le cui tavole erano unite con fili di corteccia e non
+inchiodate; laonde molte perivano nell'attraversare il mare indiano.
+
+Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il nord-est, tornò a Kirman;
+quindi si avventurò, per sentieri pericolosi, attraverso un arido
+deserto, ove non si trova che acqua salmastra; quello stesso deserto
+che, 1500 anni prima, Alessandro superò col suo esercito, tornando dalle
+bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio Nearco. Sette giorni
+dopo, Marco Polo entrò nella città di Kabis, sulla frazione del regno di
+Kirman[14]. Traversò poi un altro deserto, ed in otto giorni risalì sino
+a Tonocain, che dev'essere l'attuale capitale della provincia di Kumis,
+cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune notizie intorno al Vecchio della
+Montagna, il capo degli Hashishins (donde venne il nome di _assassino_),
+setta maomettana che si segnalò pel suo fanatismo religioso e per le sue
+crudeltà spaventevoli[15]. Dopo sei giorni di cammino, entrò in Supunga
+(la Shibbergam dei moderni), la città per eccellenza, ove i poponi sono
+più dolci del miele, e nella nobile città di Balkh, verso le sorgenti
+dell'Oxo. Quindi, traversato un paese ove s'incontrano non di rado
+leoni, giunse a Taikan, gran mercato di sale, che attira gran numero di
+trafficanti, ed a Scasem, che alcuni commentatori ritengono sia la
+moderna Koondooz. In quella contrada si trovavano molti porcispini, e
+quando si dava loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi
+tutti, lanciavano contro i cani i dardi che portano sul dorso e sui
+fianchi. È noto ora che questa pretesa facoltà difensiva del porcospino
+è da porsi nel novero delle favole.
+
+I viaggiatori entrarono quindi sul territorio montuoso di Balacian,
+contrada fredda, che produce buoni cavalli, gran corridori, falchi dal
+lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi esistono miniere di
+rubini, che il re fa scavare a suo profitto in una montagna chiamata
+Sighinan, sulla quale nessuno può metter piede sotto pena di morte. Si
+raccoglie pure, in altri luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si
+fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» cioè il lapislazzuli. A
+dieci giornate da Balacian s'incontra una provincia, che dev'essere la
+moderna Paishore, i cui abitanti idolatri hanno la pelle scurissima e
+vivono di carne e riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, paese
+temperato, che ha molte città e villaggi, ed il cui territorio,
+frastagliato da gole di monti, è facile a difendere. Giunto a questo
+punto, se Marco Polo avesse proseguito più oltre nella stessa direzione,
+sarebbe entrato nel territorio dell'India; ma egli risalì invece verso
+il nord, e dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, in
+mezzo a magnifici pascoli, ove erravano sterminate greggie di montoni
+selvatici chiamati mufloni. Di là, attraversando le contrade di Pamer e
+di Belor, territorî montuosi tra i sistemi orografici dell'Altai e
+dell'Imalaia, giunsero, dopo quaranta giorni di faticose marcie, alla
+provincia di Kaschgar.
+
+È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo e Niccolò Polo durante
+il loro primo viaggio, quando da Boukhara furono condotti alla residenza
+del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo si avanzò all'ovest, fino a
+Samarcanda, grande città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi
+toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane che fanno il commercio
+tra l'India e l'Asia settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein,
+città che i moderni commentatori non si accordano nello stabilire a
+quale corrisponda, posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza
+il diaspro ed il calcedonio, giunse ad un certo regno di Ciarcian, che
+alcuni commentatori ritengono sia la città detta Karashehr, che
+significa _città nera_, descritta come posta sopra un gran fiume
+navigabile, formato dalla congiunzione dei due fiumi che vengono
+rispettivamente dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo un cammino di cinque
+giorni attraverso sabbiose pianure prive d'acqua potabile, venne a
+riposarsi per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. Ivi fece i
+suoi preparativi per attraversare il deserto che si stende verso
+Oriente, «deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe un anno per
+attraversarlo; deserto popolato da spiriti, ed in mezzo al quale
+risuonano tamburi invisibili, ed altri instrumenti»[16].
+
+Dopo un mese impiegato nel traversare quel deserto nella sua larghezza,
+i tre viaggiatori giunsero nella provincia di Tangut, alla città di
+Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero chinese. Questa
+provincia ha pochi commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte
+idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. Fra i costumi di Tangut,
+che fecero maggiore impressione su Marco Polo, dobbiamo citare quello di
+non ardere i cadaveri dei morti se non nei giorni fissati dagli
+astrologi; «e tutto il tempo che il morto resta in casa, quegli della
+casa fanno mettere una tavola dinanzi alla cassa dov'è il morto, con
+vino, pane e vivande, com'egli fosse vivo; e questo fanno ogni dì,
+infino a che si dee ardere.»
+
+Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, Marco Polo ed i suoi
+compagni fecero un'escursione sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), città
+fondata in mezzo a due deserti, abitata da idolatri che non conoscono
+alcun vincolo di matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,
+città sulla quale non sono ancora riusciti ad accordarsi i commentatori,
+abitata da idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. «Quivi, dice il
+Polo, ha montagne ove sono buone vene d'acciaio e d'andanico, e in
+questa montagna è un'altra vena, della quale si fa salamandra.»[17]
+
+Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou e riprese la sua via
+verso l'est, traverso il Tangut, per la città di Succiur[18], sopra un
+territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice Marco, si truova il
+rebarbero in grande abbondanza, e quivi lo comperano i mercatanti, e
+portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur passò a Champicion, la
+Kam-ceu-fu dei Chinesi, allora capitale di tutto il Tangut. Era una
+città importante, popolata da ricchi capi idolatri, che erano poligami,
+e sposavano per lo più le loro cugine o le zie[19]. I tre Veneziani
+rimasero un anno in quella città. Queste lunghe fermate, e le frequenti
+deviazioni dal loro cammino, spiegano perchè il loro viaggio traverso
+l'Asia centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, dopo aver
+viaggiato per dodici giornate, a cavallo, Marco Polo giunse sul limite
+d'un deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra deviazione,
+giacchè egli saliva direttamente al nord; ma al viaggiatore stava a
+cuore di visitare la celebre città di Caracorum, questa capitale tartara
+che Rubruquis aveva visitata nel 1254[20].
+
+Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore, e non badava a
+fatiche quando si trattava di completare i suoi studî geografici. In
+quella circostanza, per giungere alla città tartara, dovette camminare
+quaranta giorni in un deserto senza abitazioni e senza arbusti.
+
+Giunse finalmente a Caracorum. Era una città di tre miglia di
+circonferenza. Dopo essere stata per lungo tempo la capitale dell'impero
+mongollo, fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore allora
+regnante. Qui Marco Polo fa una digressione storica, in cui narra la
+ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro quel famoso Prete Gianni,
+che teneva tutto il paese sotto la sua dominazione[21].
+
+Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò verso l'est, ed arrivò alla
+città d'Erginul, che è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui
+abitanti si dividono in idolatri, cristiani nestoriani e maomettani. Di
+là si spinse alquanto verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò
+traverso un territorio ove pascevano buoi selvaggi grossi come elefanti,
+ed il prezioso capretto che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a
+Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono verso l'est a
+Cialis, ove si fabbricano i migliori cambellotti[22] di pelo di
+cammello; quindi nella provincia di Tenduc, nella città dello stesso
+nome, ove regnava un discendente del Prete Gianni, per nome Giorgio,
+tributario però del Gran Kan. Era una città industriale e commerciante,
+ove, al dire di Marco Polo, «sonvi gli più bianchi uomeni del paese e
+più belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» Di là, facendo un
+angolo verso il nord, i Veneziani s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là
+della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, che dev'essere
+Tsaan-Balgassa, bella città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri
+l'imperatore quando desidera divertirsi alla caccia del girifalco,
+giacchè abbondano su quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e le
+pernici.
+
+Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, Marco Polo, col
+padre e lo zio, giunse a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è
+la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. Ivi gl'inviati del
+pontefice furono ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava quella
+residenza d'estate, posta al di là della gran Muraglia, al nord di
+Cambaluc, ora Pekino, capitale dell'impero. Il viaggiatore parla poco
+dell'accoglienza che gli venne fatta, ma descrive con minuziosa cura il
+palagio del Kan, grande edifizio di pietre e di marmo, le cui camere
+sono interamente dorate.
+
+Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un parco cinto da mura, ove si
+vedono serragli di bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto
+con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili all'acqua: era
+una specie di padiglione che si poteva smontare, nel quale il Kan
+abitava nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè nella buona stagione.
+Tale stagione doveva esser buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco
+Polo, degli astrologi addetti alla persona del Kan erano incaricati di
+dissipare coi loro sortilegi qualunque pioggia, nebbia o intemperie.
+Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio il potere di quei maghi.
+«Questi savi uomini sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno più d'arte
+del diavolo che tutta l'altra gente, e fanno credere alla gente, che
+questo avviene per santità. E questa gente medesima, ch'io v'ho detto,
+hanno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la
+signoria[23], egli il fanno cuocere e mangianlo, ma no se morisse di sua
+morte; e sono sì grandi incantatori, che quando il Gran Kan mangia in
+sulla mastra sala, gli coppi pieni di vino e di latte e di altre loro
+bevande, che sono d'altra parte della sala, si gli fanno venire senza
+che altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono
+bene X mila persone: e questo è vero senza menzogna; e questo ben si
+può fare per negromazia.»
+
+Il Veneziano parla anche di altri monaci che menano una vita di continue
+privazioni, cibandosi di crusca bagnata nell'acqua, digiunando buona
+parte dell'anno, e tenendosi molte ore in adorazione innanzi agli idoli
+ed al fuoco. «Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); e si vi dico,
+che v'ha una piccola città che hae uno monistero che hanno piue di cc
+monaci, e vestonsi più onestamente che tutta l'altra gente.»
+
+Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore Kublai, il più potente
+degli uomini, che possiede più terre e tesori di qualunque uomo da Adamo
+in poi. Narra come il Gran Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse
+un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben proporzionato delle membra,
+dal volto bianco e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al trono
+l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era buon capitano in guerra, e lo
+provò quando suo zio Naian, che governava pel nipote alcune provincie
+dell'impero, sollevatosi contro di lui, volle disputargli il trono alla
+testa di quattrocentomila cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto
+trecentosessantamila uomini a cavallo e centomila a piedi, mosse contro
+lo zio, e lo sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, di nulla
+sospettando, se ne stava tranquillamente accampato. Terribile fu la
+battaglia. «Vi morirono tanta gente, tra dell'una e dell'altra parte,
+che ciò sarebbe meraviglia a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, e
+Naian, fatto prigione, fu messo in su uno tappeto, e tanto fu pallato, e
+menato in qua e in là che egli morío: e cioè fece, che non voleva che 'l
+sangue del lignaggio dello imperatore facesse lamento all'aria; e questo
+Naian era di suo lignaggio.» Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò
+trionfante nella città capitale del Catai, chiamata Cambalu, che divenne
+poi l'attuale Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo dovè rimanervi
+a lungo, sino all'istante in cui venne incaricato di varie missioni
+nell'interno dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico palagio
+dell'imperatore, di cui il Veneziano fa la seguente descrizione, che noi
+togliamo dal Codice Magliabeccano, e che darà esatta idea dell'opulenza
+di quel sovrano mongollo:
+
+«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora nella mastra città, ch'è
+chiamata Combalu, tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, febbraio,
+e in questa città ha suo grande palagio: ed io vi diviserò com'egli è
+fatto. Lo palagio è di muro quadro, per ogni verso un miglio, e in su
+ciascuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio, e quivi si
+tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, turcassi e selle e
+freni, corde e tende, e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. E
+ancora tra questi palagi hae quattro palagi in questo cercóvito, sì che
+in questo muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti sono pieni
+d'arnesi, e in ciascuno ha pur d'una cosa. E in questo muro verso la
+faccia del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo è una grandissima
+porta, che non s'apre mai nè chiude se non quando il Gran Cane vi passa,
+cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da
+ogni lato una, onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato n'hae
+un'altra grande, per la quale entra comunemente tutta l'altra gente,
+cioè ogni uomo. E dentro a questo muro hae un altro muro, e attorno
+attorno hae otto palagi come nel primaio, e così son fatti; ancora vi
+stae gli arnesi del Gran Cane.»
+
+Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono le rimesse e le
+armerie dell'imperatore. Ma non farà meraviglia quel gran numero di
+arnesi, ove si sappia che il Gran Kan possedeva una razza di cavalli
+bianchi come la neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte era
+esclusivamente riserbato ai principi di sangue reale.
+
+Marco Polo continua in questi termini:--«Nella faccia verso mezzodie ha
+cinque porti, nell'altra pure una, e in mezzo di questo muro èe il
+palagio del Gran Cane, ch'è fatto com'io vi conterò. Egli è il maggiore
+che mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo ispazzo èe alto più che
+l'altra terra ben dieci palmi; la copritura è molto altissima. Le mura
+delle sale e delle camere sono tutte coperte d'oro e d'ariento; havvi
+iscolpite belle istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e di bestie
+e di molte altre belle cose; e la copritura èe altresì fatta che non vi
+si può vedere altro che oro e ariento. La sala è sì lunga e sì larga,
+che bene vi mangiano sei mila persone, e havvi tante camere, ch'è una
+maraviglia a credere. La copritura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia
+e bionda e verde, e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, che
+luce come oro o cristallo, sì che molto dalla lungie si vede lucere lo
+palagio. La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro e l'altro, dentro a
+quello ch'io v'ho contato di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi
+molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi bianchi, cavriuoli e
+daini, le bestie che fanno il moscado, vaj e ermellini e altre belle
+bestie. La terra dentro di questo giardino è tutta piena dentro di
+queste bestie, salvo la via donde gli uomeni entrano; e dalla parte
+verso il maestro ha un lago molto grande, ove hae molte generazioni di
+pesci. E sì vi dico che un gran fiume vi entra e esce, ed èe sì
+ordinato, che niuno pesce ne puote uscire (e havvi fatto mettere molte
+generazioni di pesci in questo lago); e questo è con rete di ferro.
+Anche vi dico, che verso tramontana, da lungi dal palagio una arcata, ha
+fatto fare un monte, ch'è alto bene cento passi, e gira bene un miglio;
+lo quale monte è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno tempo perdono
+foglie, ma sempre son verdi. E sappiate, che quando è detto al Gran Kan
+di uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e con molta
+terra, e fallo piantare in quel monte, e sia grande quanto vuole,
+ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, ch'egli ha fatto
+coprire tutto il monte della terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì
+che nel monte non ha cosa se non tutta verde, perciò si chiama lo monte
+verde. E in sul colmo del monte è un palagio molto grande, sì che a
+guatarlo è una grande maraviglia, e non è uomo che 'l guardi, che non ne
+prenda allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto fare il Gran
+Signore per suo conforto e sollazzo. Ancora vi dico, che appresso di
+questo palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, ove istà lo nipote
+del Gran Cane, che dee regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo di
+Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del Gran Cane[24]; e questo Temur
+che dee regnare tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha già bolla
+d'oro e sugiello d'imperio, ma non fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»
+
+Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, Marco Polo passa a descrivere
+la città di Cambalu, città antica, che ha un circuito di ventiquattro
+miglia, cioè sei miglia per ogni lato, essendo di forma quadrata, e che
+è separata dalla moderna di Taidu da un canale, che divide l'odierna
+Pekino in città chinese e città tartara. Il viaggiatore, sottile
+osservatore, ci istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore.
+Giusta la sua relazione, Kublai-Kan avrebbe una guardia d'onore di
+dodicimila cavalieri chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli del
+signore, sotto il comando di quattro capitani; «e questo non fae per
+paura.» I suoi pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa
+etichetta. Alla sua tavola, che è più alta delle altre, egli siede al
+nord, avendo a sinistra la sua prima moglie, a destra e più basso i
+figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più nobili baroni, che hanno
+cura di turarsi la bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò che lo
+loro fiato non andasse nelle vivande del signore.» Quando l'imperatore
+s'accinge a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando tiene in mano la
+tazza tutti i baroni e spettatori s'inginocchiano umilmente. Parlando
+della vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva che «egli hae quattro
+femmine, le quali tiene per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo,
+ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere signore, per ragione,
+dello imperio dopo la morte del suo padre. Elle sono chiamate
+imperadricie, e ciascuna è chiamata per suo nome, e ciascuna di queste
+donne tiene corte per sè; e non ve n'ha niuna che non abbia trecento
+donzelle, e hanno molti valletti e scudieri, e molti altri uomeni e
+femmine, sì che ciascuna di queste donne ha bene in sua corte mille
+persone. E sappiate che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e che ha
+venticinque figliuoli di sue amiche, e ciascuno è gran barone; e ancora
+dico che degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro mogli, gli
+sette ne sono re di grandissimi reami, e tutti mantengono bene loro
+regni, come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali feste del Gran
+Kan sono date da lui medesimo, una il giorno anniversario della sua
+nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla prima figurano intorno
+al trono dodicimila baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente
+centocinquantamila vestimenta di drappo di seta d'oro ornati in perle;
+mentre i sudditi, idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. Alla
+seconda festa, al capo d'anno, chiamata dal Polo _la bianca festa_,
+l'intera popolazione, uomini e donne, si vestono in abiti bianchi,
+perchè, secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, e ciascuno porta
+al sovrano doni di grandissimo valore in oro, argento, perle e stoffe
+preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila elefanti coperti di
+magnifici drappi e portanti vasellami d'oro e d'argento, ed un numero
+ingente di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. La festa si chiude
+con pubbliche preghiere, e per ultimo con un sontuoso banchetto che il
+Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua corte e del suo regno.
+
+Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, che il Gran Kan passa
+nella sua città d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di sessanta
+giornate di cammino, sono obbligati a provvederlo di cinghiali, cervi,
+daini, caprioli ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, ed il
+suo servizio da caccia è veramente superbo. Egli ha leopardi, lupi
+cervieri, grandi leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza
+forti per cacciare i lupi, volpi, daini, caprioli; e finalmente cani che
+si contano a migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore
+incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi verso il mare, ed è
+accompagnato almeno da diecimila falconieri con cinquecento girofalchi,
+una quantità innumerevole di astori, falchi pellegrini e falchi sacri.
+Durante quella gita il re tartaro, che si compiace di tutto il lusso
+della pompa orientale, è seguíto da un palazzo portatile posto su
+quattro elefanti accoppiati, coperto da pelli di leoni, e foderato da
+drappo d'oro. Egli procede così fino al campo di Chakiri-Mondu, alle
+sorgenti del fiume Usuri, nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda,
+abbastanza vasta da capire diecimila cavalieri o baroni. Ivi è la sua
+sala da ricevimento; ivi dà le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o
+dormire, trova in un'altra tenda una sala meravigliosa tappezzata da
+pelliccie d'ermellino e di zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti
+d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane così fino a Pasqua,
+cacciando gru, cigni, lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la
+sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi che regolano la caccia,
+il Polo così si esprime: «Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il
+Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè alcuno altro uomo non può
+prendere, nè cacciare nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, nè di
+niuna bestia che moltiplichi, dal mese di marzo infino all'ottobre. E
+chi contra ciò facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico ch'egli è sì
+bene ubbidito, che le lepre e daini e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io
+v'ho contato, vegniono più volte insino all'uomo, e non le tocca, e non
+le fa male.»
+
+Marco Polo completa in questo punto la descrizione di questa magnifica
+città. Egli enumera i dodici sobborghi che la compongono, nei quali i
+più ricchi mercanti fanno fabbricare magnifici palagi. Questa città è
+commerciale al massimo grado: vi affluiscono le più preziose mercanzie
+come in nessun' altra città del mondo. Mille carri carichi di seta vi
+entrano ogni giorno; è il deposito ed il mercato dei più ricchi prodotti
+dell'India, come le perle e le pietre preziose, e vi accorre gente a
+comperare da oltre duecento leghe tutto all'intorno. Per provvedere ai
+bisogni del commercio, il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, ch'è
+per lui una sorgente perenne di ricchezze. Aggiungeremo che questa
+moneta non è altro che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì
+ogni nazione ha portato il proprio contingente sui mercati europei. Ma
+qui lasciamo ancora la parola al Veneziano: «Il Gran Kan fa prendere
+iscorza d'uno albore ch'à nome gelso[25]; è l'albore, le cui foglie
+mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile,
+ch'è tra la buccia grossa e l'albore, o vogli tu legno dentro, e di
+quella buccia fa fare carte, come di bambagia, e sono tutte nere. Quando
+queste carte sono fatte così, egli ne fa delle piccole, che vagliono una
+medaglia di tornesello piccolo, e l'altra vale un tornesello, e l'altra
+vale un grosso d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e l'altra due
+grossi, e l'altra cinque, e l'altra dieci, e l'altra un bisante d'oro, e
+l'altra due, e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. E tutte
+queste carte sono sugiellate col sugiello del Gran Sire, e hanne fatte
+fare tante, che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E quando queste carte
+son fatte, egli ne fa fare tutti i pagamenti, e fagli ispendere per
+tutte le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; e nessuno gli
+osa rifiutare, a pena della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e
+regni che sono sotto sua signoria si pagano di questa moneta, d'ogni
+mercatanzia di perle, d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e
+generalmente d'ogni altra cosa, e sì vi dico che la carta che si mette
+per dieci bisanti, non ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti le
+più volte cambiano questa moneta a perle, o a oro, e altre cose rare. E
+molte volte è recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta mercatanzia
+in oro e in ariento che vale quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire
+fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti le pigliano volentieri,
+perchè le spendono per tutto il paese. E molte volte fa bandire il Gran
+Cane, che ogni uomo che ha oro e ariento, perle o pietre preziose o
+alcuna altra cara cosa, che incontanente la debbiano avere apresentata
+alla tavola del Gran Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; e tanto
+gliene viene di questa mercatanzia, ch'è un miracolo. E quando ad alcuno
+si rompe o guastasi niuna di quelle carte, egli va alla tavola del Gran
+Sire, e incontanente gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma si
+gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, che se alcuno vuol fare
+vasellamenta d'ariento o cinture, egli va alla tavola del Gran Sire, ed
+ègli dato per queste carte ariento quant'e' ne vuole, contandosi le
+carte secondo che si ispendono. E questa è la ragione perchè il Gran
+Sire dee avere più oro e più ariento, che signore del mondo.[26]»
+
+Secondo Marco Polo, il sistema del governo imperiale riposa sopra una
+centralizzazione eccessiva. Il reame, diviso in 34 provincie, è
+amministrato da dodici nobilissimi baroni, che abitano nella stessa
+città di Cambalu; ivi, nel palazzo di questi baroni, dimorano gli
+intendenti e gli impiegati tutti che trattano gli affari d'ogni singola
+provincia. Intorno alla città si diramano molte strade ben tenute, che
+metton capo ai diversi punti del regno. Su queste strade, ad ogni
+ventidue miglia, sorgono stazioni postali; ed in essa duecentomila
+cavalli sono sempre pronti a trasportare i messaggieri dell'imperatore.
+Più, fra le stazioni, ad ogni tre miglia, trovasi un villaggio composto
+di circa quaranta case, in cui abitano i corrieri che portano a piedi i
+messaggi del Gran Kan. Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo
+compresso da una benda, hanno una cintura munita di campanelli che li fa
+udire da lontano; partono al galoppo, fanno rapidamente le tre miglia,
+rimettono il messaggio al corriere che li attende, e per tal modo
+l'imperatore riceve in un giorno ed una notte le notizie da dieci
+giornate di distanza. Questo mezzo di comunicazione costa ben poco a
+Kublai-Kan, perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare dalle
+imposte i corrieri; in quanto ai cavalli delle stazioni, sono
+somministrati gratuitamente dagli abitanti delle provincie.
+
+Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta del suo potere, se fa
+pesare sì gravi imposte sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa
+attivamente dei loro bisogni, e sovente viene loro in aiuto. Quando la
+grandine ha devastato le messi, non solo egli non esige l'usato tributo,
+ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai suoi granai. Quando
+una mortalità accidentale ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne
+la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone annate, di mettere nei
+granai un'enorme quantità d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed
+altre derrate, in modo da mantener i grani ad un prezzo mite in tutto
+l'impero. Inoltre, porta particolare affetto ai poveri della sua buona
+città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il Polo, come il Gran Cane fa
+carità alli poveri che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie povere
+della città, che sono in famiglia sei o sette, o più o meno, che non
+hanno che mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: e questo fa
+fare a grandissima quantità di famiglie. Ancor non è vietato lo pane del
+signore a niuna persona che voglia andare per esso. E sappiate che ve ne
+vanno più di trenta mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo è gran
+bontà di signore; e per questo è adorato come Iddio dal popolo.»
+Aggiungeremo che tutto l'impero è amministrato con somma cura; le vie
+ben tenute e piantate ad alberi magnifici, che servono sopratutto a
+farle riconoscere al viaggiatore, nei paesi deserti. La legna è quindi
+abbondantissima dappertutto; «senza contare, dice il Veneziano, che per
+tutta la provincia del Catai hae una maniera di pietre nere che si
+cavano dalle montagne come vena, che ardono come bucce, e tengono più lo
+fuoco che non fanno la legna.» Queste pietre nere non sono altro che il
+carbone fossile, che in grandissima quantità trovasi nelle montagne
+delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.
+
+Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città di Cambalu. È certo che,
+grazie alla sua vivace intelligenza, al suo spirito, alla facilità di
+apprendere gl'idiomi dell'impero, venne molto in grazia all'imperatore.
+Incaricato da lui di diverse missioni, non solo nella China, ma nei mari
+dell'India, a Ceylan, sulle coste del Coromandel e del Malabar, e nella
+parte della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, probabilmente tra
+il 1277 ed il 1280, governatore della città di Yang-tsceu e di
+ventisette altre città, comprese nella giurisdizione di questa. Grazie a
+queste missioni, egli percorse un bel tratto di paese e ne riportò utili
+documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi lo seguiremo
+facilmente, colla carta geografica alla mano, in quei viaggi dai quali
+la scienza doveva trarre immenso profitto.
+
+
+NOTE:
+
+[7] L'_Jerzenga_ dei moderni.
+
+[8] La _nafta_ propriamente detta è un bitume liquido,
+infiammabilissimo, incoloro, della stessa origine del petrolio; è
+volatile, di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La _nafta_ si
+trova raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle
+sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato
+le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta la penisola di
+Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di _nafta_, cinerea e
+bianca. La _nafta bianca_ arde benissimo, ma n'è scarsa la quantità;
+all'incontro la _cinerea_ è abbondantissima, e sgorga talora in piccoli
+ruscelli. La _nafta_, in medicina, è stata adoperata, come il petrolio,
+come vermifuga e antispasmodica. (_Nota del Trad._)
+
+[9] _Melic_ è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa
+_re_.
+
+[10] Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città di
+Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre sino al Mar
+Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli Sciti.
+
+[11] _Califfo_, titolo assunto dai luogotenenti e successori di
+Maometto, nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande
+legislatore. (_Nota del Trad._)
+
+[12] Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:
+
+«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, ch'avea nome
+Alau, fratello del signore che in quel tempo regnava, ragunò grande
+oste, e venne sopra lo califfo in Baudac (_Bagdad_), e presela per
+forza. E questo fu grande fatto, imperocchè in Baudac aveva piue di
+cento mila cavalieri senza gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò
+al califfo piena una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che
+giammai non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro,
+molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e sì gli
+disse: _califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne volevi tu fare? E
+quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, come non soldavi cavalieri e
+gente per difendere te e la terra tua e la tua gente?_ Lo califfo non li
+seppe rispondere. Allotta (_allora_) disse Alau: _califfo, da che tue
+ami tanto l'avere, io te ne voglio dare a mangiare_. E fecelo mettere in
+quella torre, e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e
+disse: _Ora ti satolla del tuo tesoro._ E quattro dì vivette, e poscia
+si trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente per
+difendere sua terra.»
+
+[13] Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:
+
+«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) e a Mosul.
+Negli anni MCCLXXV era uno califfo in Baudac che molto odiava gli
+cristiani; e ciò è naturale alli saracini. Egli pensò di fare tornare
+gli cristiani, saracini, o di uccidergli tutti, e a questo aveva suoi
+consiglieri saracini. Ora mandò lo califfo per tutti i cristiani
+ch'erano di là, e misse loro dinanzi questo punto; che egli trovava in
+uno vasello iscritto, che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto
+un granello di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere
+due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani dissero
+che bene era vero.--Dunque, disse il califfo, tra voi tutti dee essere
+tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque fate rimuovere
+quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi vi farete saracini, chè
+chi non ha fede dee essere morto.--E di questo fare diede loro termine
+dieci dì. Quando gli cristiani udirono ciò che il califfo avea detto,
+ebbono grandissima paura; e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti,
+piccoli e grandi, maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e
+pregarono assai Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando
+che Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona
+notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e dissegli
+che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli dicesse che la
+montagna si muterebbe. Quello calzolaio era buono uomo, ed era di sì
+buona vita, che un dì una femmina venne a sua bottega, molto bella,
+nella quale un poco peccò cogli occhi, ed egli colla lesina vi si
+percosse, sicchè mai non ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo.
+Quando questa visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea
+mutare la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro la
+visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse Iddio che
+mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era uomo sufficiente a
+ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che lo calzolaio si misse in
+orazione. Quando il termine fu compiuto, la mattina tutti gli cristiani
+n'andarono alla chiesa, e feciono cantare la messa, pregando Iddio che
+gli aiutasse; poscia tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a
+questa montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi,
+bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati per
+uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non si mutasse.
+Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce ginocchioni, e
+pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò a rovinare e a
+mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si maravigliarono molto, e il califfo
+si convertì con molti saracini; e quando lo califfo morìo, si trovò una
+croce a collo, e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel
+monimento con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro
+luogo.»
+
+[14] L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida sede di
+commercio e d'industria, e governata da un luogotenente del principe di
+Seiestan.
+
+[15] Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice
+Magliabeccano, questo interessante capitolo:
+
+«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva dimorare
+anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che messer Marco intese
+da più uomini. Lo Veglio è chiamato in lor lingua Aloodyn. Egli aveva
+fatto fare fra due montagne, in una valle, lo più bello giardino, e 'l
+più grande del mondo; quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del
+mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti:
+per tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era
+donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano
+cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere a costoro che
+quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè Malcometto disse, che
+chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine tante quante volesse,
+quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino; e perciò lo fece
+simile a quello che avea detto Malcometto. E gli saracini di quella
+contrada credevano veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo
+giardino non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino.
+All'entrata del giardino avea un castello sì forte, che non temeva niuno
+uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte tutti giovani di 12 anni,
+li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne
+faceva mettere nel giardino, a 4, a 10, a 20, egli faceva loro dare bere
+oppio, e quegli dormivano bene tre dì, e facevagli portare nel giardino,
+e al tempo gli faceva isvegliare.
+
+«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, e
+vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso; e
+queste donzelle sempre istavano con loro in canti e in grandi sollazzi;
+donde egli aveano sì quello che volevano, che mai per loro volere non si
+sarebbono partiti di quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e
+ricca, e fa credere a quegli di quella montagna, che così sia com'io
+v'ho detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, in
+niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli recare
+fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano,
+trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono molto tristi, chè si
+trovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontanente dinanzi al
+Veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli
+domanda: _Onde venite?_ Rispondono: _Dal paradiso_, e contangli quello
+che v'hanno veduto entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il
+Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello lo quale
+sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno
+volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, ritornano al loro
+signore; se è preso, vuole morire, credendo ritornare al paradiso. E
+quando lo Veglio vuole fare uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice:
+_Va', fa tal cosa: e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al
+paradiso._ E gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa
+maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, a cui
+egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno tributo per quella
+paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau signore dei Tartari del
+levante, che sapeva tutte queste malvagità, pensò tra sè medesimo di
+volerlo distruggere, e mandò e' suoi baroni a questo giardino, e
+istettonvi tre anni attorno al castello prima che l'avessono; nè mai non
+lo avrebbono avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu
+morto lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più
+Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»
+
+[16] Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice
+Magliabeccano:
+
+«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di notte per lo
+deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane addietro delli
+compagni per dormire o per altro, quando vuole poi andare per giungere
+li compagni, ode parlare i spiriti in àiere, che somigliano li suoi
+compagni, e più volte è chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto
+disviare talvolta in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già
+perduti; e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e
+propriamente tamburi.»
+
+Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il passare delle
+carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un suono speciale,
+prodotto dalla sabbia messa in movimento da molti animali.
+
+[17] La falsa credenza popolare che la _salamandra_ possa resistere al
+fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo nome a quella
+pietra che noi conosciamo sotto il nome di _amianto_, minerale che si
+presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, morbidi
+come seta, infusibili, _incombustibili_. Nelle Alpi del Piemonte
+l'amianto è comune; la sua quantità non è però tale da farne grandi
+applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo per le lampade ad alcool; si
+è pensato pure a farne filacce per gli usi della chirurgia. Pei chimici,
+l'amianto è un _silicato di magnesia_. (_Nota del Trad._)
+
+[18] La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine
+occidentale della grande muraglia.
+
+[19] Nel testo francese si legge: «_il prenent le cousines por feme, et
+prenent la feme sun pere._»
+
+[20] Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere celebre
+pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato nel 1253 da
+S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari che aveva, dicesi,
+abbracciato il cristianesimo. Accompagnato dal cordeliere Bartolomeo da
+Cremona, traversò il Mar Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma
+questo capo non era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel
+che possedeva. Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a
+Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò per
+l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione a S.
+Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è piena di particolari
+curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte Hakluyt e Purchas.
+(_Nota del Trad._)
+
+[21] Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga notizia
+dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale ad un
+tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte dagli storici
+risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia era re del
+Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte usurpò il trono un prete
+nestoriano, capo dei Naimans, generalmente chiamato il Prete Giovanni.
+
+[22] Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e molto
+solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si fabbrica
+anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il _cambellotto_ è pure una
+stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, che si prepara tanto in
+Francia che in Italia. (_Nota del Trad._)
+
+[23] Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (_J. V._)
+
+[24] Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto a
+morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito del
+defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa che regola le
+successioni delle monarchie europee. (_Nota del Trad._)
+
+[25] _Morus papyrifera._ Parlando di queste specie di gelso, il Capitano
+Mayne-Reid così si esprime: «Il _morus papyrifera_ è originario della
+China, del Giappone o delle isole dell'Oceano Pacifico: ma come gli
+altri gelsi, venne portato in Europa ed in America, ove lo si coltiva
+oggidì a titolo d'ornamento. Il suo frutto, di colore scarlatto, è
+sferico, in luogo d'essere oblungo come quelli dei gelsi propriamente
+detti. È per questa ragione che i botanici fanno un genere a parte, di
+cui è l'unico campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da
+seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel bestiame.
+Però la parte più interessante del _gelso-papiro_ è senza dubbio la
+corteccia, che serve a fabbricare la carta nella China e nel Giappone. È
+appunto con questa sostanza che si fabbrica la magnifica carta della
+China, che serve nell'incisione, ed è con questa stessa corteccia che i
+naturali delle isole della Società tessono quella superba stoffa bianca,
+che causò tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima
+volta.» (_Nota del Trad._)
+
+[26] Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai meriti
+ed i vantaggi della _carta monetata_, diremo che questa istituzione, di
+cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e tutti i mali,
+essendo stata introdotta in China (secondo le dotte ricerche del
+Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando Ian-tsunh, della
+dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli nelle finanze
+chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di quelle carte, sia pei
+fallimenti delle banche autorizzate all'emissione di questi cenci
+rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 Kublai-Khan, adottando il
+progetto del ministro Lusci-iung, piantò il credito sulla base fallace
+della violenza: la rovina del commercio, il depauperamento de' privati,
+la perdita d'ogni fiducia nel principe, furono gli effetti inevitabili
+di questo pericoloso sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di
+sostenere il credito periclitante: il governo passava da un fallimento
+all'altro; e verso la metà del secolo XV^o una crisi finale fece
+scomparire nella China, per sempre, la carta monetata.
+
+Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione
+cartacea presso le nazioni europee. (_Nota del Trad._)
+
+
+
+
+ CAPITOLO III.
+
+ Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu.
+ --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu.
+ --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping.
+ --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu.
+ --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou.
+ --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian.
+
+
+Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, venne dal Gran Kan
+incaricato d'una missione che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla
+capitale. Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, verso il sud, traversò
+il magnifico fiume Pehonor, che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò
+sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro arcate, lungo trecento
+passi, il quale non ha il simile in tutto il mondo. A trenta miglia di
+là incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti alberghi pei
+viaggiatori, ed ove si lavora specialmente in legno di sandalo, tessuti
+di seta e d'oro.
+
+A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella moderna città di Tainfu, che
+fu un tempo sede di un governo indipendente. Tutta quella provincia gli
+parve ricca di viti e di gelsi; la principale industria della città era
+allora la fabbricazione delle armature per conto dell'imperatore. Sette
+giornate più oltre trovò la bella città di Pianfu, oggidì Pin-yang-fu,
+tutta dedita al commercio ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo aver
+visitata questa città, giunse sulle rive del celebre fiume Giallo,
+ch'egli chiama Charamera, ossia _fiume nero_, forse a causa delle sue
+acque oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato il fiume, giunse ad
+una nobile città chiamata Chaciafu, nella quale alcuni commentatori
+ravvisano la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi O-ciung-fu) sulla
+riva orientale del fiume Giallo[27], e che è ai nostri dì una delle più
+ragguardevoli città del Scian-si. Lasciata quella città, ove non vide
+nulla che meritasse menzione, Marco Polo percorse a cavallo una bella
+contrada, sparsa di castella, di città, di giardini, e ricca di
+cacciagione. Dopo otto giorni di cammino, giunse alla nobile città di
+Si-gnan-fu, allora chiamata Quengianfu, antica capitale della dinastia
+dei Thang. Ivi regnava un figlio del Gran Kan, per nome Manghala,
+principe giusto ed amato dal suo popolo; egli abitava, fuori della
+città, un magnifico palazzo costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura
+merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. Quella città
+presentava allora un mercato importantissimo di gioie, stoffe ed
+armature d'ogni genere.
+
+Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse verso il Tibet,
+attraversando una contrada montuosa ch'egli chiama Chunchum, e che
+probabilmente corrisponde alla moderna provincia di Sze-tchuen. «Egli ha
+per monti e per valli città e castella assai, e sono idoli, e vivono di
+loro lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti boschi, ove sono
+molte belle bestie selvatiche, come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi
+cervieri, daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che troppo n'hanno
+grande utilità.»
+
+Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i confini della immensa
+pianura di Ambalet-Mangi. Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di
+produzioni e particolarmente di zenzero, di cui fornisce tutta la
+provincia del Cattai. Ed è tale la fertilità del suolo, che, secondo un
+viaggiatore francese, E. Simon, lo si vende oggidì a 30,000 franchi
+all'ettara, cioè tre franchi al metro. Nel secolo XIII quella pianura
+era coperta di città e castella, e gli abitanti vivevano dei frutti del
+terreno, dei prodotti del bestiame e della selvaggina, che forniva ai
+cacciatori una preda facile ed abbondante.
+
+Continuando il suo viaggio verso ponente, Marco Polo penetrò nella
+provincia di Sze-tchuen, e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la
+moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale supera 1,500,000
+abitanti. Sindi-fu misurava allora un circuito di venti miglia, era
+divisa in tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un muro
+particolare, aveva il proprio re prima che Kublai-Kan se ne
+impadronisse. «E sappiate, dice il Polo meravigliato, che per mezzo
+questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, ed è largo bene mezzo
+miglio, ov'ha molti pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene da
+ottanta in cento miglia, ed è chiamato Quiia-fu.»
+
+Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, che attraversa la China
+da ovest ad est, e n'è il fiume più importante. Sulle nostre carte lo
+troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.
+
+«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, ha città e castella assai,
+e havvi tante navi, che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; e
+v'ha tanta moltitudine di mercatanti, che vanno giuso e suso, ch'è una
+grande meraviglia. E il fiume è sì largo, che pare un mare a vedere, non
+fiume. E dentro della città in su questo fiume è un ponte tutto di
+pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e largo otto passi: e su per
+quello ponte ha colonne di marmo, che sostengono la copritura del ponte;
+e sappiate ch'egli è coperto di bella copritura, e tutto dipinto di
+belle istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene molta mercatanzia e
+favvisi arti: ma si vi dico che quelle case sono di legno, che la sera
+si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi è lo camarlingo del Gran
+Sire, che riceve lo diritto della mercatanzia che si vende in su quel
+ponte; e si vi dico che il diritto di quel ponte vale l'anno bene mille
+bisanti[28].»
+
+Uscito da quella città commerciale e industriosa, Marco Polo, dopo
+cinque giorni di marcia, attraverso vaste foreste, giunse alla provincia
+del Tibet, ch'egli dice «molto guasta dalla guerra fattavi da
+Mogut-Kan.»
+
+La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi dànno nome di Si-tsang o
+Tsang occidentale, è abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i
+viaggiatori durerebbero fatica a difendersi, se non vi crescessero in
+gran copia quelle canne meravigliosamente grosse e alte, che noi
+chiamiamo bambù.[29] Infatti «gli mercatanti e gli viandanti prendono
+quelle canne la notte e fannole ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande
+iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre bestie fiere hanno paura
+e fuggono, e non si accosterebbero al fuoco per cosa del mondo. E
+questo si fanno per paura di quelle bestie chè ve n'ha assai. Le canne
+iscoppiono, perchè si mettono verdi nel fuoco, e quelle si torcono e
+fendono per mezzo, e per questo fendere fanno tanto romore, che s'odono
+dalla lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; ed è sì terribile
+cosa a udire, che chi non fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe gran
+paura, e gli cavagli che non ne sono usi, si spaventano sì forte che
+rompono capresti, e ogni cosa e fuggono; e questo avviene spesse volte.
+E a ciò prendere rimedio, a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno
+incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare gli occhi, e turare
+gli orecchi; si che non può fuggire quando ode questo iscoppio; e così
+campano gli uomeni, la notte, loro e le loro bestie.»
+
+Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora impiegato nelle contrade
+che producono il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate dalle
+fiamme può paragonarsi ai più violenti petardi d'un fuoco d'artifizio.
+
+Secondo la relazione del viaggiatore veneziano, il Tibet è una
+vastissima provincia divisa in otto reami, con molte città e castella,
+bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da montagne dalle quali si trae
+oro in quantità. I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto il
+Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui nome significa _fiume dall'aurea
+sabbia_, sono ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri e
+malvagi, e formano una razza di terribili ladroni. Vivono dei frutti
+della terra, di bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e fanno,
+per doni, di sè mercato ai viaggiatori che attraversano quella
+provincia. Quantunque il Tibet fosse allora sotto la dominazione del
+Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete nè le banconote
+dell'impero; all'incontro vi si spendeva il corallo, di cui gli abitanti
+adornavano il collo delle loro femmine ed i loro idoli.
+
+Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto verso l'ovest.
+Traversò il regno di Gaindu che secondo alcuni corrisponderebbe al
+territorio settentrionale dei Birmani, secondo altri invece a quella
+montuosa regione circondata dai territorî del Bengala, Arracan, abitata
+da schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen, lungo le rive del
+braccio sinistro del fiume Arracan, e visitò un bel lago, che produceva
+ostriche perlifere, la cui pesca era riservata all'imperatore. Vide
+anche una montagna dalla quale si cavavano quelle pietre conosciute
+sotto il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, la cannella ed altre
+spezie davano in quel paese abbondantissimi raccolti.
+
+Gli abitanti di questa provincia non hanno denaro, ed impiegano come
+moneta dei pezzi di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. Non
+conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano naturale il far marcato delle
+proprie mogli, figlie e sorelle ai forestieri che attraversano la
+contrada.
+
+Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un gran fiume da lui chiamato
+Brunis che pare fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco Polo
+tornò direttamente al sud-est, e penetrò nella provincia di Garagia,
+regione che si crede formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata
+tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani dell'Asia Centrale, Caraian; e
+ch'era allora governata da Jesau Temur, nipote di Kublai.
+
+Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella provincia, eccellenti
+cavalcatori, mangiavano la carne cruda dei polli, dei montoni, dei
+bufali e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano d'una salsa composta
+d'aglio e di buone spezie. Quel reame era altresì frequentato da grossi
+serpenti orribili a vedersi.
+
+Quei rettili, probabilmente alligatori, erano lunghi dieci passi;
+avevano due gambe poste sul davanti presso il capo ed armate d'un
+unghione che era smisurato; la loro gola poteva inghiottire un uomo in
+un boccone.
+
+La capitale di questa provincia è una città che il Polo chiama Jaci, e
+che si crede corrisponda alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti sono
+parte maomettani, parte cristiani nestoriani, ed il rimanente idolatri.
+«Quivi hae mercatanti ed artefici, dice il nostro viaggiatore, e
+spendono per moneta _porcellane bianche_, che si truovano nel mare.» È
+questa una specie di conchiglia che noi conosciamo sotto il nome di
+_Cyproea moneta_, che gli Indiani chiamano _Cooris_, usata anche ai dì
+nostri come moneta alle Maldive ed in diverse parti delle Indie.
+
+Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera impiegata dagli
+indigeni di quella contrada per impadronirsi dei terribili alligatori
+che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che il fiele di questi
+anfibî, preso come beveraggio, è reputato nel paese come medicina contro
+la morsicatura d'un cane rabbioso.[30]
+
+A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco Polo, continuando ancora
+verso mezzodì, penetrò nella provincia di Ardanda, la cui capitale,
+Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città di Yung-chang. Tutti gli
+abitanti di questa città avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con
+laminette d'oro, che levavano per mangiare. Gli uomini di quella
+provincia, tutti cavalieri, «non fanno nulla salvo che uccellare, andare
+a caccia od andare in oste (_in guerra_)»: i lavori faticosi sono
+riservati alle donne ed agli schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno
+idoli, nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia;
+ cioè il nonno, il patriarca. Siccome non conoscono scrittura di
+sorta, così «quando hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, fanno
+tacche di legno, e l'uno tiene l'una metà, e l'altro l'altra metà;
+quando colui dee pagare la moneta, egli la paga e fassi dare l'altra
+metà della tacca.» Non hanno medici, ma bensì dei maghi od incantatori,
+che saltano, danzano, cantano e suonano strumenti presso il malato; e
+quindi ordinano sacrifizi e banchetti, finchè l'infermo muore o risana.
+
+Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano i denti d'oro, Marco
+Polo seguì la grande strada che serve al traffico tra l'India e
+l'Indo-Cina, e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, si teneva un
+gran mercato, che attirava i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver
+cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste popolate da elefanti,
+liocorni ed altre fiere, giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte
+dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, si chiama
+Arampura. Questa città di Mien, che fu probabilmente l'antica Ava,
+chiamata dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure la vecchia Paghau,
+situata sull'Irraonady, possedeva una vera meraviglia architettonica;
+erane due torri, l'una costrutta di belle pietre ed interamente coperta
+da una lamina d'oro dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da una
+lamina d'argento, ambe fatte costruire da un re di Mien, prima che quel
+reame cadesse in potere del Kan.
+
+Dopo di aver visitata quella provincia, Marco Polo discese fino a
+Baugala, l'attuale Bengala, oggidì una delle tre grandi divisioni
+dell'India Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva ancora
+a Kublai-Kan. Le armate dell'imperatore si adoperavano allora a
+conquistare quel paese fertile, ricco di cotone, di zenzero, di canne da
+zucchero, e i cui magnifici buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti.
+Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino alla città di Cangigu,
+nella provincia dello stesso nome. Alcuni credono che sotto questo nome
+abbia ad intendersi il regno di Tonkino, altri invece il territorio di
+Cangcur. Gli abitanti di quel regno praticavano il tatuaggio, e mediante
+aghi si disegnavano sul volto, sul collo, sul ventre, sulle mani, sulle
+gambe, immagini di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi più n'ha di
+queste dipinture più si tiene gentile e bello.»
+
+Cangigu è il punto più meridionale raggiunto da Marco Polo in questo
+viaggio. A partire da questa città risalì verso il nord-est, e pel paese
+d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, in mezzo all'Impero
+Birmano ed alla provincia del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma,
+oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. Ivi trovò begli uomini,
+bruni di pelle, valenti guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli
+fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, riso e spezie.
+«Quando muoiono fanno ardere i loro corpi, e l'osse che non possono
+ardere sì le mettono in piccole cassette, e portanle alle montagne, e
+fannole istare appicate caverne, si che niuno uomo nè altra bestia non
+puote toccare. L'oro abbonda nel paese; usano però come piccola moneta
+la _porcellana_, ossia quella conchiglia (_Cyproea moneta_) di cui
+abbiamo già parlato più addietro. Vivono di carne, di latte, di riso e
+di spezie.
+
+Qui il signor Charton fa giustamente osservare che il viaggiatore si
+allontana dal paese conosciuto sotto il nome d'India al di là del
+Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata Toloma, Marco Polo
+seguì per dodici giorni, verso levante, un fiume sulle cui rive
+sorgevano molte città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, che
+si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale della provincia di Guinguì,
+che dev'essere, scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle acque del
+Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì dippiù in questa contrada,--e si ha
+ragione di credere che l'ardito esploratore fosse anche un valente
+cacciatore,--fu il gran numero di leoni che infestavano le pianure e le
+montagne. Tutti i commentatori sono però d'accordo nel ritenere che i
+leoni di Marco Polo non fossero altro che tigri, non essendovi leoni
+nella China. Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti leoni, che se
+neuno dormisse la notte fuori di casa, sarebbe incontanente mangiato. E
+chi di notte va per questo fiume, se la barca non istà ben di lungi
+dalla terra, quando si riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e
+piglierebbe uno di questi uomeni, e mangerebbolo; ma gli uomeni se ne
+sanno bene guardare. Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. E sì vi
+dico una grande maraviglia, che due cani vanno a un gran leone, e sono
+questi cani di questa contrada, e sì lo uccidono, tanto sono arditi. E
+dirovvi come. Quando un uomo è a cavallo con due di questi buon cani,
+come i cani veggono il leone, tosto corrono a lui, l'uno dinanzi e
+l'altro di dietro, ma sono sie (_sì_) ammaestrati e leggieri che 'l
+lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda molto l'uomo; poi il
+lione si mette a partire per trovare albore (_albero_), ove ponga le
+reni per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia lo mordono alle
+coscie, e fannolo rivolgere or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo, sì lo
+seguita percotendolo con sue saette molte volte, tanto che 'l lione cade
+morto, sì che non si puote difendere da uno uomo a cavallo con due buoni
+cani.»
+
+Parlando degli abitanti di questa provincia, dice che «hanno sete assai,
+che sono idolatri, sottoposti al Gran Cane, e spendono monete di carta.»
+
+Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente il fiume, ed in capo
+a dodici giorni fu di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia di
+Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere la sua escursione nel
+Tibet. Di là, riprendendo la via già percorsa, fece ritorno presso
+Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta la sua missione
+nell'Indo-China.
+
+Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato dall'imperatore
+d'un'altra missione nella parte sud-est della China «la parte più ricca
+e più commerciale di quel vasto impero, dice il Pauthier nel suo bel
+lavoro sul viaggiatore veneziano, e quella altresì su cui, dopo il
+secolo XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»
+
+Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta del Pauthier, Marco
+Polo, lasciando Cambalu, si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la
+moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli città del Peche-li; di
+là a Ciaglu, oggidì Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva
+esportato nelle circostanti contrade, indi a Ciagli, città industriosa
+che i commentatori ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive
+dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; finalmente a
+Codifu o Codiufu, l'attuale Tsi-nan-fu, capitale della provincia di
+Shan-tung, patria del grande filosofo e legislatore Confucio[31]. Codifu
+era a quel tempo una grande città, la più nobile di tutte quelle
+contrade, frequentatissima dai negozianti di seta, ed i cui meravigliosi
+giardini producevano gran quantità di frutti deliziosi. A tre giornate
+di cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la città di Siugni, che credesi
+corrisponda alla moderna Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran
+canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli navi che «recano
+nelle provincie del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, tanto, ch'è
+maraviglia a credere.»
+
+[Illustrazione: Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di
+datteri e d'altri alberi fruttiferi.... Cap. II, _pag._ 22]
+
+Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra corrispondere all'odierna
+città di Lin-tching-hien; quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou;
+Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, e giungeva al Caramera o
+Fiume Giallo, che aveva già traversato nel suo corso superiore, mentre
+dirigevasi verso l'Indo-China.
+
+Parlando dell'importanza di questo fiume nella navigazione e nel
+commercio dell'impero, ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che
+il gran fiume di Caramera, che viene dalla terra del Prete Gianni, è
+largo un miglio; ed è molto profondo, sì che bene vi puote andare gran
+nave; egli ha questo fiume bene quindicimila navi, che tutti sono del
+Gran Cane, per portare sue cose, quando fa oste (_guerra_), all'isole
+del mare, che 'l mare è presso a una giornata. E ciascuna di queste navi
+vuole bene quindici marinari, e portano in ognuna quindici cavagli
+cogli uomeni, co' loro arnesi e vivande.»
+
+Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, e si trovò nella provincia
+di Mangi, un tempo distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso da
+Kublai solo dal 1278.
+
+Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, era governato da un re
+pacifico, che abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. Il
+testo francese dei viaggi di Marco Polo parla di lui alquanto
+diffusamente nei termini, seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo
+imperatore della dinastia dei Song poteva spendere tanto, che era un
+prodigio; vi racconterò di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno egli
+faceva allattare ben ventimila bambini; dacchè è costume in quei paesi,
+che le povere donne gettino via i figli appena nati, quando non possono
+nutrirli. Il re li faceva raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual
+segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li dava a nutrire in diversi
+luoghi, perchè manteneva nutrici in quantità[32]. Quando un ricco
+non aveva figli, andava dal re e si faceva dare quanti bambini
+voleva, e quelli che voleva; poi il re, quando i giovani e le fanciulle
+erano in età da unirsi in matrimonio, li sposava fra loro, e dava loro
+da vivere; in tal modo ogni anno ne allevava ben ventimila tra maschi e
+femmine. Se passando in qualche strada vedeva una casa piccola fra due
+grandi, domandava perchè quella casetta non era grande come le altre, e
+se gli dicevano ciò essere perchè apparteneva ad un povero, tosto la
+faceva ridurre bella ed alta come le altre. Quel re si faceva sempre
+servire da mille paggi e da mille damigelle. Manteneva nel suo regno una
+giustizia così severa, che non vi si commetteva nessun delitto; durante
+la notte le case del mercanti rimanevano aperte, nè alcuno vi prendeva
+nulla; si poteva viaggiare di notte come di giorno.»
+
+Entrando nella città di Mangi, Marco Polo trovò Chygiagni, oggidì
+Hoai-gnan-fou, nella provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive del
+fiume Giallo, la cui principale industria è la fabbricazione del sale,
+che si cava da alcune paludi salmastre. Ad una giornata da quella città,
+seguendo una strada lastricata di belle pietre, il viaggiatore giunse
+alla città di Pauchi, oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, Chayu o
+Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori e pescatori valenti, poi a
+Tai-tcheou, ove approdano navigli in gran numero; ed arrivò finalmente a
+Yangui.
+
+Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, di cui Marco Polo fu
+governatore durante tre anni. È città popolatissima e molto
+commerciante, ed ha non meno di due leghe di circuito. Marco Polo partì
+da Yangui per diverse esplorazioni, che gli permisero di studiare
+minutamente le città del litorale e dell'interno.
+
+Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente e giunse a Nangi (da
+non confondersi colla moderna Nan-king), città posta in una provincia
+fertilissima, i cui abitanti, dice il Polo, «vivono di mercatanzie e
+d'arti, e hanno seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni cosa da
+vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo il suo viaggio, visitò
+Saianfu, oggidì Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu questa
+l'ultima città del Mangi che resistette alla dominazione di Kublai-Kan.
+L'imperatore vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì da
+ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero potenti baliste che
+schiacciarono gli assediati sotto una grandine di sassi, alcuni dei
+quali pesavano fin trecento libbre.
+
+Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi per esplorare le città del
+litorale. Egli rientrò senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città
+posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo corso superiore è chiamato
+Kin-scia-kiang. Questa città di Sigui (da non confondersi con quella di
+cui il Polo ha parlato indietro) di cui non sanno che congetturare i
+commentatori, sorge in un punto ove il fiume è largo più d'una lega, e
+riceve più di mille navigli in una volta. Da Sigui si portò a Chiagui
+(la moderna Chua-tcheou), posta nel luogo ove il canale imperiale entra
+nel Yang-tse-kiang. È questa la città che fornisce di biade la massima
+parte della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) di
+faccia a Chua-tcheou, ov'erano due chiese di cristiani nestoriani;
+Cinghingiu (Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città commerciale ed
+industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, grande città di sei leghe di
+circuito, che, secondo la relazione esageratissima del viaggiatore
+veneziano, possedeva allora non meno di seimila ponti. Soggiornò qualche
+tempo a Ingiu, città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che credesi
+corrisponda alla moderna Ho-tcheu; indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo
+entrò nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa Hang-tcheu,
+capitale della provincia di Tche-kiang, che divenne sede degli
+imperatori quando i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, nel
+1132, e allora essa fu chiamata King-se, onde la Quinsay del Polo, la
+King-sai di Rascideddin, e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto alcuni
+arguirono significasse la _città del cielo_.
+
+Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, ha cento miglia
+di circuito, ed è traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi
+all'infinito, fa di Quinsay un'altra Venezia. Quell'antica capitale dei
+Song è popolosa quasi quanto Pekino; le vie sono selciate di pietre e
+mattoni: si contano, secondo Marco Polo, «dodicimila ponti di pietra, e
+sotto la maggior parte di questi ponti vi potrebbe passare, sotto
+l'arco, una gran nave, e per gli altri bene mezza nave.» In quella città
+vivono i più ricchi negozianti del mondo, le cui mogli «stanno così
+delicatamente come se fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza d'un
+vicerè che governa per l'imperatore più di centoquaranta città. Vi si
+vedeva ancora il palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato da
+bei giardini, con laghi, fontane, e contenente più di mille camere. Il
+Gran Kan ricava da quella città e dalla provincia rendite immense, fra
+cui va contato il prodotto del sale, dello zuccaro, delle spezie e della
+seta, che costituiscono la principale produzione del paese.
+
+«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e levante, dice il Polo, è il
+mare Oceano, e quine (_quivi_) è una città che ha nome Giafu, ove ha
+molto buon porto, e havvi molte navi che vengono d'India e d'altri
+paesi. E da questa città al mare hae un gran fiume, onde le navi possono
+venire infino alla terra.» Questa Giafu credesi dai commentatori sia la
+moderna città di Kuang-teheu o Canton, una delle più grandi e più
+ricche città commerciali della China.
+
+«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il Veneziano, e' vae una
+giornata verso iscirocco, tuttavia trovando palagi e giardini molti
+belli, ove si truova tutte cose da vivere; di capo di questa giornata si
+truova questa città, c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed è
+disotto a Quinsay.» Qualche commentatore ha ravvisato nella Tapigni del
+Polo la moderna Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.
+
+In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui (Hon-tcheou), Chegui
+(Tchu-ki, o, secondo altri, Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e
+finalmente Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città del reame del Quinsay.
+
+Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. Secondo la sua relazione,
+gli abitanti di questa contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi,
+«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni e bevendo il sangue, e poscia
+gli mangiano tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu
+(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima città che ha ponti di
+pietra lunghi un miglio; e dove «avvi galline che non hanno penni ma
+peli come gatte, e tutte nere, e fanno uove come le nostre, e sono molto
+buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori non hanno saputo
+trovare, ma che si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene non siavi
+veruna somiglianza di nome.
+
+Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, capitale del regno di
+Cancha; nella quale i commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale del
+Fu-chian, che giace a breve distanza dal mare, sopra un braccio del
+Niao-tung-chiang (Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al
+commercio delle pietre preziose, dello zucchero e d'altre mercanzie che
+vengono per mare dall'India.
+
+Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque giornate verso sud-ovest,
+attraversando valli e pianure seminate di città e castelli, raggiunse
+Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto l'odierna
+Tsiuan-ceu, celebre porto della China meridionale, nella provincia di
+Fu-chian, detto eziandio volgarmente Tseu-tung, che anche sotto la
+dominazione dei Ming era assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e
+dagli Indiani.
+
+Dopo di aver parlato dei tesori che trae il Gran Kan da questa città,
+pel commercio importante ch'ivi si esercita in spezie e prodotti d'ogni
+genere dell'India, Marco Polo dice che in questa provincia havvi una
+città per nome Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale del
+Fo-kien) ove si fabbricano le migliori scodelle di porcellana del mondo,
+ad un prezzo veramente tenuissimo.
+
+Il Polo rimase qualche tempo nella città di Zarton, che i commentatori
+ritengono l'estremo punto da lui visitato in questo viaggio nella China
+sud-orientale.[33]
+
+
+NOTE:
+
+[27] I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho.
+(_Nota del Trad._)
+
+[28] Pari a L. 20,220.--Il _Bisante_ è un antica moneta d'oro,
+coll'impronta di due santi, così appellata da Bisanzio, ora
+Costantinopoli, ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a
+lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (_N. del Trad._)
+
+[29] Il _Bambu_ comune (_Arundo Bambos_) ha sovente l'altezza di 20
+metri. (_N. del Trad._)
+
+[30] Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di cui parla
+il Polo, sieno boa (_boa constrictor_), frequentissimi nella China
+Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi da 25 a 30
+piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli ed altri. La carne
+di questi boa è squisita a mangiarsi; il fiele estrattone vendesi caro
+per medicina; della pelle si fanno tamburi e vagine di pugnali e spade.
+
+[31] Confucio (_Khung-fu-tseu_ o _Khung-tseu_), nato verso il 551 av.
+Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore,
+discendeva, dicesi, da _Hoang-ti_, legislatore della Cina. Fino dalla
+prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, dopo la morte
+della madre, si consacrò alla meditazione e formò il disegno di
+riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie provincie e si
+vide in breve circondato da un gran numero di discepoli. Il re di
+Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. Corresse i costumi, riformò la
+giustizia e fece prosperare l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto
+fu costretto a ritirarsi. Dopo aver di nuovo percorso le provincie per
+predicare la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì
+verso il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero
+una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella Cina e vi
+godono di parecchi privilegi.--Confucio rivide i _Kings_, libri sacri
+dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo o restauratore
+della religione, o piuttosto della setta filosofica religiosa che vige
+tuttodì nella Cina. Scrisse l'_Yih-King_ (libro delle Trasformazioni),
+lo _Sciu-King_ (Libro per eccellenza), che contiene un sunto storico
+sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; il _Sci-King_ (Libro dei
+versi), raccolta di canti popolari, nazionali e religiosi: il _Li-Ki_
+(Rituale), sul quale poggia tutto il sistema religioso; lo _Sciun-Sieu_
+(primavera ed autunno), storia del reame di Lu; il _Hiao-King_ (dialogo
+sulla pietà filiale), che contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che
+precede il _Ta-hio_ (la grande scienza), uno dei quattro libri scritti
+dai suoi discepoli. (_Nota del Trad._)
+
+[32] Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a quella
+del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano per le vie i
+proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai porci od ai cani.
+(_Nota del Trad._)
+
+[33] Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi la
+China.
+
+
+
+
+ CAPITOLO IV.
+
+ L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla
+ figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+ persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I
+ Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il
+ mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa
+ africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il
+ Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo
+ prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi
+ discendenti.--Ricordi della famiglia Polo.
+
+
+Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, ritornò senza
+dubbio alla corte di Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie
+missioni, che gli furono agevolate e dalla sua conoscenza della lingua
+mongolla, della turca, della cinese e della mantchou. Pare ch'egli
+facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle isole dell'India, ed al
+suo ritorno stese un rapporto particolareggiato sulla navigazione di
+quei mari ancora poco conosciuti.
+
+«Sappiate, dice egli, che nell'India sono molte navi, ch'elle sono d'un
+legno chiamato abete e di sapino; elle hanno una coverta e in su questa
+coverta hae bene 40 camere, ove in ciascuna puote istare un mercatante
+agiatamente; e hanno un timone e quattro alberi, e molte vi giungono due
+alberi che si levano e pongono. Queste navi vogliono bene duecento
+marinai; ma elle sono tali che portano bene cinquemila isporte di pepe,
+e di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a ciascuno remo vogliono
+essere quattro marinai, e hanno queste navi tali barche, che porta l'una
+bene mille isporte di pepe. E sì vi dico che questa barca mena bene
+quaranta marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano tirare la gran
+nave; ancora mena la nave dieci battelli per prendere pesci.» La
+relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate ed interessanti
+sull'isola di Cipango, nome applicato al gruppo d'isole che compongono
+il Giappone, ch'era allora un paese rinomato per le sue ricchezze.[34]
+«Zipagu, dice il nostro esploratore, è un'isola in levante, ch'è
+nell'alto mare millecinquecento miglia. L'isola è molto grande, le genti
+sono bianche, di bella maniera e belle, e sono idolatri, e non
+obbediscono ad alcuno. Qui si trova l'oro, però n'hanno assai; niuno
+uomo non vi va, e niuno mercante non leva di questo oro; perciò n'hanno
+eglino cotanto. Il palagio del signore dell'isola è molto grande, ed è
+coperto d'oro, come si cuoprono di qua le chiese di piombo; e tutto lo
+spazzo delle camere è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due dita, e tutte
+le finestre e mura e ogni cosa e anche le sale sono coperte d'oro; e non
+si potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle assai, e sono rosse e
+tonde e grosse, e sono più care che le bianche; ancora v'ha molte pietre
+preziose, e non si potrebbe contare la ricchezza di questa isola.»
+
+La fama delle ricchezze del Giappone era giunta sino in China, ed aveva
+risvegliata la cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, pochi anni
+prima della venuta di Marco Polo alla corte tartara, aveva tentato
+d'impadronirsi di quell'isola. La sua flotta, comandata da due baroni,
+approdò felicemente a Cipango, s'impadronì d'una cittadella, i cui
+difensori furono passati a fil di spada; ma una tempesta disperse le
+navi tartare, e la spedizione non ebbe risultato. I due baroni che
+avevano condotta quella sciagurata impresa vennero, d'ordine
+dell'imperatore, decapitati. Marco Polo racconta circostanziatamente
+questo tentativo, e cita varî particolari intorno ai costumi dei
+Giapponesi.
+
+«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno di questa isola prende
+alcuno uomo, che non si possa ricomperare, convita suoi parenti e i suoi
+compagni, e fallo cuocere, e dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la
+migliore carne che si mangi.»
+
+Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò la China, i Giapponesi
+sarebbero stati antropofaghi, come lo sono ancora oggidì gl'indigeni di
+molte isole dell'oceano Pacifico.
+
+Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre Niccolò, trovavansi da
+ben diciassette anni al servizio dell'imperatore, senza contare gli anni
+spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. Avevano vivo desiderio di
+rivedere la patria; ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, e ne
+apprezzava i meriti, non sapeva risolversi a lasciarli partire. Tutto
+tentò egli per vincere la loro risoluzione, ed offerse loro immense
+ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. I tre Veneziani
+persistettero nel disegno di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò
+loro assolutamente la licenza di partire. Marco Polo non sapeva come
+deludere la vigilanza dell'imperatore, quando un avvenimento mutò la
+determinazione di Kublai-Kan.
+
+Un principe mongollo, Arghum, che regnava in Persia, avea mandato
+un'ambasciata all'imperatore per chiedergli in matrimonio una
+principessa del sangue reale. Kublai-Kan accordò al principe Arghum la
+mano di sua figlia Cogatra, e la fece partire accompagnata d'un seguito
+numeroso.
+
+Ma le contrade che la scorta volle traversare per recarsi in Persia non
+erano sicure; turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, e la
+carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, alla residenza di Kublai-Kan.
+Allora gli ambasciatori persiani, avendo sentito parlare di Marco Polo
+come d'un valente navigatore che aveva conoscenza del mare Indiano,
+supplicarono l'imperatore di confidare a lui la principessa Cogatra,
+affinchè la conducesse al suo fidanzato, traversando quei mari meno
+pericolosi del continente.
+
+Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella domanda. Egli fece
+allestire una flotta di quattordici navi a quattro alberi, ed
+approvigionolla per un viaggio di due anni. Qualcuna di quelle navi
+contava persino duecentocinquanta uomini di equipaggio. Come si vede,
+era una spedizione importante, e degna dell'opulento sovrano dell'impero
+chinese.
+
+Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono colla principessa Cogatra e
+cogli ambasciatori persiani. Fu in quel tragitto, che durò non meno di
+diciotto mesi, che Marco Polo visitò le isole della Sonda e dell'India,
+di cui fa una descrizione tanto completa? Noi possiam fino ad un certo
+punto ammetterlo, sopratutto per quanto riguarda Ceylan ed il litorale
+della penisola indiana. Lo seguiremo quindi durante la sua navigazione,
+e riferiremo le descrizioni ch'egli dà di quei paesi, fino allora
+imperfettamente conosciuti.
+
+Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata da Marco Polo lasciò il
+porto di Zaiton, ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio traverso
+le provincie meridionali della Cina. Da questo punto, egli si diresse
+direttamente verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale tutti i
+commentatori s'accordano nel ravvisare Tsiampa o Bintuan, provincia
+della Cocincina meridionale.[35] Il viaggiatore veneziano aveva già
+visitato quella provincia, probabilmente verso l'anno 1280, durante una
+missione di cui l'imperatore l'aveva incaricato.
+
+«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo si parte del porto di Zaiton
+e navica verso ponente, e alcuna verso gorbi (_garbino_, ossia
+_libeccio_) milleduecento miglia, sì si trova una contrada c'ha nome
+Ciamba, ch'è molto ricca terra e grande, e hanno re per loro; e sono
+idoli (_idolatri_); e fanno trebuto al Gran Cane ciascuno anno 20
+leofanti, e non gli dànno altro, li più belli, che vi si possono
+trovare, che n'hanno assai. E questo fece conquistare il Gran Cane negli
+anni Domini 1278.»
+
+Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima della conquista, il re che
+lo governava aveva non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui
+centocinquanta atti a portare le armi. In quel regno non si usava
+maritare niuna bella pulzella senza il consenso del re, il quale poteva
+disporne a suo talento.
+
+Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta si diresse verso l'isoletta
+di Condor; ma prima di descriverla, Marco Polo cita la grande isola di
+Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai potuto impadronirsi, «per lo
+pericolo del navicare e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede
+grandi ricchezze e produce in abbondanza pepe, noci moscate, garofano ed
+altre droghe preziose. Qualche commentatore ha creduto che sotto il nome
+di _Java_ intendesse il Polo di parlare di Borneo, a cui gl'indigeni
+dànno infatti il nome di _Jana Java_ (paese di Giava) e _Nusa Java_
+(isola di Giava). E quì giova rammentare ai nostri lettori che il Polo
+non visitò questi luoghi, ma ne parla «per quello che seppe dalla bocca
+di uomini degni di fede» secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto
+sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a quanto sembra, le isole
+di Pulo Condor nel mare della China, ove vide oro in abbondanza, Marco
+Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia l'isola di Buitang,
+posta vicino all'entrata orientale dello stretto di Malacca, e presso
+l'isola di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.
+
+«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì che la tramontana
+(_l'Orsa_) non si vede nè poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola
+hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e ciascuno di questi reami
+ha lingua per sè. Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte care
+ispezierie.» Sumatra è infatti una delle più fertili isole del gruppo,
+ove l'aloè vi cresce meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici
+e rinoceronti, che Marco Polo chiama _unicorni_, e scimmie che vanno a
+frotte numerose. La flotta fu trattenuta cinque mesi presso quella
+costa, in causa del cattivo tempo, ed il viaggiatore ne approfittò per
+visitare le principali provincie dell'isola, come Ferbet (Tandjong
+Perlak), i cui abitanti delle montagne sono feroci ed antropofaghi;
+Basma, che secondo alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo
+altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; Samarcha, che secondo
+l'opinione del Murray corrisponderebbe all'odierno porto di Samangca, i
+cui abitanti, dice il Veneziano, «hanno alberi, che tagliano gli rami e
+quelli gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; ed empiesene tra dì
+e notte un gran coppo che sta appiccato al troncone, ed è molto buono.»
+È questo il tanto rinomato liquore della palma, che fornisce un vino che
+in poche ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le noci di cocco sono
+quivi abbondantissime. Marco Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu
+(probabilmente l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti sono antropofaghi;
+di Lambri (Nalabu, sulla costa occidentale dell'isola) ove sono
+moltissimi uomini colla coda (scimmie senza dubbio), e Fransur, cioè
+l'isola di Pauchor, ove cresce il _cicade_, da cui si trae una farina
+buona per pane, che noi chiamiamo _sagù_. Finalmente i venti permisero
+alle navi di lasciare la Piccola Giava; dopo aver toccato l'isola di
+Necaran, che dev'essere una delle Nicobari, ed il gruppo delle Andaman,
+i cui abitanti sono ancora antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, la
+flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò a prender terra alle
+coste di Ceylan. «Quest'isola, dice la relazione, anticamente fu via
+maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento alla tramontana vien sì
+forte, che una gran parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa
+tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di Ceylan. «E sappiate,
+continua il Polo, che in questa isola nascono i buoni e nobili rubini, e
+non nascono in niuno luogo del mondo piue, e quì nascono zaffiri e
+topazi e amatisti, e alcune altre pietre preziose. E si vi dico che il
+re di quest'isola, che si chiama Sedemay, hae il piue bello rubino del
+mondo, e che mai fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo presso che
+un palmo, ed è grosso bene altrettanto, come sia un braccio di uomo,
+egli è piue ispredente (_splendente_) cosa del mondo, egli non ha niuna
+tacca, egli è vermiglio come fuoco, ed è di sì gran valuta che non si
+potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò per questo rubino, e gliene
+voleva dare la valuta d'una buona città, ed egli disse che nol darebbe
+per cosa del mondo, però ch'egli fue degli suoi antichi.»
+
+A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti trovarono la gran
+provincia di Maabar, che non bisogna confondere col Malabar, posto sulla
+costa occidentale della penisola indiana, come erroneamente è scritto
+nel codice Ramusiano. Questo Maabar forma il sud della costa di
+Coromandel, molto stimata per le sue peschiere di perle. Ivi sono certi
+incantatori che rendono i mostri marini innocui ai pescatori, specie
+d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino ai tempi moderni. Qui Marco
+Polo dà interessanti particolari sui costumi degli indigeni; sulla morte
+dei re del paese, in onore dei quali i signori si gettano nel fuoco; sui
+suicidî religiosi, che sono frequenti; sul sacrificio delle vedove, che
+il rogo reclama dopo la morte dei mariti; sulle abluzioni biquotidiane,
+di cui la religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli indigeni a
+diventare buoni fisonomisti; sulla loro fiducia nelle arti degli
+astrologhi ed indovini.
+
+Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla costa del Coromandel, Marco
+Polo si diresse al nord sino al reame di Muftili, che corrisponde al
+territorio su cui giace la moderna città di Masulipatam, che formò parte
+una volta del regno di Telingana, di cui era capitale Golconda, famosa
+per le sue miniere di diamante.
+
+«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina molto savia, che rimase
+vedova bene quarant'anni, e voleva sì gran bene al suo signore, che
+giammai non volle prendere altro marito; e costei hae tenuto questo
+regno in grande istato, ed era più amata che mai fosse o re o reina. Ora
+in questo reame si truova diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae
+grandi montagne, e quando piove, l'acqua viene rovinando giuso per
+queste montagne; e gli uomeni vanno cercando per la via ove l'acqua è
+ita, e trovane assai di diamanti; e la state che non vi piove si se ne
+trova su per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande caldo che a pena vi
+si puote sofferire. E su per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi,
+che gli uomeni vivono a grande dottanza (_timore_), e sono molto
+velenosi, e non sono arditi d'andare presso alle loro caverne di quelli
+serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli diamanti per un altro modo,
+ch'egli hanno sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi puote
+andare; ed egli vi gettano entro pezzi di carne, e gittanla in questi
+fossati di che la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi nella
+carne. E in su queste montagne istanno aguglie (_aquile_) bianche che
+stanno tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono questa carne in
+questi fossati, elle si vanno colà giuso, e reconla in sulla riva di
+questi fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, e l'aguglie
+fuggono, e gli uomeni truovano in questa carne questi diamanti; ed
+ancora ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano di questi diamanti
+colla carne insieme, e gli uomeni vanno la mattina al nidio
+dell'aguglia, e trovano coll'uscita (_escrementi_) loro di questi
+diamanti. So che così si truovano i diamanti per questi modi, nè in
+luogo del mondo non se ne truova di questi diamanti se non in questo
+reame. E non crediate che gli buoni diamanti si rechino di qua tra gli
+cristiani; anzi si portano al Gran Cane, ed agli altri re e baroni di
+quelle contrade che hanno lo gran tesoro.»
+
+Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, situata ad alcune
+miglia al sud di Madras, e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni)
+degli Indiani, San Tomé degli Europei, Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso
+degli antichi viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di S.
+Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno di Masbar, e più
+particolarmente la provincia di Lar, da cui sono originari tutti i
+«Bregomani» del mondo (probabilmente i Bramani). Quegli uomini, secondo
+la relazione, vivono vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza;
+alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta o dugento anni, non
+mangiando che riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo ed argento
+vivo. I Bregomani sono destri mercanti, superstiziosi però, ma
+lealissimi; non rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano il bue,
+che tengono in conto d'animale sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per
+un filo di bambagia ch'egli portano sotto la spalla diritta, sì che gli
+viene il filo a traverso il petto e le ispalle.»
+
+Da quel punto della costa la flotta ritornò a Ceylan, ove nel 1284
+Kublai-Kan aveva spedito un'ambasceria, che gli riportò le credute
+reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due denti mascellari;
+giacchè, stando alle tradizioni dei Saracini, la tomba del nostro primo
+padre sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata che forma il
+punto più culminante dell'isola, e che chiamasi appunto per ciò il Picco
+di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, Marco Polo andò a Cail,
+porto che pare sia scomparso dalle carte moderne, dove approdavano
+allora tutte le navi che venivano da Hormuz Kis, Aden e dalle coste
+dell'Arabia. Di là, girando il capo Comorino, all'estremità della
+penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, che al secolo XIII
+era una città molto commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti
+sono tutti neri, maschi e femmine, e vanno tutti ignudi.» Ivi si
+raccoglie particolarmente il legno di sandalo, ed i mercanti del Levante
+e del Ponente vi accorrono a negoziare in gran numero. Il paese del
+Malabar è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco Polo chiama «leoni
+tutti neri», pappagalli di varie specie, e pavoni assai più belli e più
+grossi dei loro congeneri d'Europa.
+
+La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord la costa del Malabar, e
+giunse sulle sponde del reame di Ely, che sembra corrispondere a
+Mangalore, nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice il Veneziano, nasce
+pepe, giengiavo (_ginepro_) e molte altre ispezierie.»
+
+Al nord di quel regno stendevasi quella contrada che il viaggiatore
+veneziano chiama Melibar, e che è situata al nord del Malabar
+propriamente detto. Le navi dei negozianti del Mangi venivano spesso a
+trafficare cogli indigeni di questa parte dell'India, che loro fornivano
+carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi ed altre mercanzie di
+gran valore; ma i loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati dai
+pirati della costa, che avevano fama di terribili uomini di mare. Quei
+pirati abitavano più particolarmente la penisola di Gohurat, oggi
+Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si diresse dopo aver veduto
+Tanat, contrada ove si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città che fa
+gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero Sumenat, città della
+penisola, i cui abitanti sono idolatri, crudeli e feroci, e poi
+Kesmacoram, probabilmente l'attuale Kedge, ultima città delle Indie tra
+occidente e settentrione, Marco Polo, in luogo di risalire verso la
+Persia, ove l'attendeva il fidanzato della principessa tartara,
+s'inoltrò verso occidente, traverso il vasto mare d'Oman.
+
+La sua insaziabile passione d'esploratore lo trascinò così per
+cinquecento miglia sino alle rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle
+isole Maschio e Femmina, così chiamate perchè una è unicamente abitata
+da uomini, l'altra da donne, che vengono visitate da quelli durante i
+mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, dice il nostro
+esploratore, sono cristiani battezzati e non hanno signore, salvo che
+hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di Scara.» Lasciate quelle
+isolette, la flotta fece vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è
+veramente Socotora, l'antica _Dioscorides Insula_ dei Greci, ch'è posta
+all'ingresso del golfo d'Aden, e di cui Marco Polo riconobbe diverse
+parti. Egli parla degli abitanti di Socotora come di abili incantatori,
+che con le loro arti ottengono quanto vogliono e comandano agli uragani
+ed alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio in miglio verso il
+sud, spinse la sua flotta sino alle coste del Madagascar.
+
+Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar è una delle più grandi e
+più nobili isole del mondo, d'un circuito di ben quattromila miglia. Gli
+abitanti sono per la maggior parte maomettani, e vivono sotto la
+signoria di dodici governatori. Sono molto dediti al commercio, e
+particolarmente al traffico dei denti di elefanti e dell'ambra. Si
+nutrono specialmente di carne di cammello, che è migliore e più sana di
+qualsiasi altra. I negozianti che vengono dalle coste dell'India non
+impiegano più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; ma nel ritorno
+ci spendono non meno di tre mesi, in causa delle correnti contrarie che
+tendono sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, frequentano
+quell'isola perchè fornisce loro il legno di sandalo, di cui sonvi
+intere foreste, e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi d'oro e di seta,
+con grande guadagno e profitto. Secondo Marco Polo, non mancano in quel
+reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, orsi, cervi,
+cinghiali, giraffe, asini selvaggi, caprioli, daini, bestie da pascolo
+vi si incontrano a mandre numerose; ma ciò che gli parve meraviglioso fu
+l'uccello grifone, ossia il _roc_, di cui si parla tanto nelle _Mille ed
+una notte_. «Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' si dice di
+qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, ma sono fatti come aguglie
+(_aquile_) e sono capaci di sollevare un elefante negli artigli.»
+Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'_epyornis maximus_, di cui
+si trovano ancora delle uova al Madagascar.
+
+Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il nord-ovest, venne a
+riconoscere Zanzibar e la costa africana, ch'egli prese per un'isola.
+Gli abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti e capaci di portare
+il carico di quattro uomini, «e questo non è maraviglia, chè mangia
+l'uno bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano negri e
+camminavano nudi; avevano la bocca grande, il naso «rabbuffato in suso,»
+le labbra e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che s'adatta
+ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. Quegli Africani vivono
+di riso, latte, carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, zuccaro
+e droghe. Sono valenti guerrieri, nè temono la morte; combattono sopra
+cammelli o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e di lancie, ed
+eccitano le loro cavalcature inebbriandole di bevande spiritose. «Qui,
+soggiunge il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze femmine del
+mondo, ch'elle hanno la bocca grande, e il naso grosso e corto, e le
+mani grosse quattro cotanti che l'altre.»
+
+Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione del Charton, i paesi
+compresi sotto la denominazione d'India si dividevano in tre parti:
+l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto il paese posto fra il Gange e
+l'Indo; l'India Minore, cioè la contrada al di là del Gange, dalla costa
+occidentale della penisola fino alla costa della Cocincina; finalmente
+l'India Media, cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al golfo Persico.
+
+Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse verso quest'India Media,
+ch'egli chiama Nabasce (_Abissinia_), risalendo verso il nord ed
+esplorando il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, dice il
+nostro viaggiatore, è una grandissima provincia; e sappiate che 'l
+maggiore re di questa provincia si è cristiano, e tutti gli altri re
+della provincia sono sottoposti a lui, i quali sono sei re, tre
+cristiani e tre saracini. Il re maggiore dimora nel mezzo della
+provincia, e i saracini dimorano verso Edenti (_Aden_), nella quale
+contrada messer San Tomaso convertì molta gente, poscia se ne partío, e
+andonne a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando della vita degli abitanti
+e della fauna del paese, dice che «la vita loro si è riso e carne, e
+hanno leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono d'altri paesi.
+Nasconvi molte giraffe e molte altre bestie, e hanno molte bellissime
+galline, e sì hanno istruzzoli (_struzzi_) grandi come asini, o poco
+meno; e sì hanno molte altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe
+troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni si hanno assai, e si hanno
+pappagalli bellissimi e di più fatte, e si hanno gatti mamoni e iscimmie
+assai.»
+
+Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta toccò Edenti, la moderna
+Aden, vicino all'imboccatura del Mar Rosso. Aden era a quel tempo una
+città importantissima pel traffico dell'Oriente, e nel suo porto
+convenivano tutti i navigli che commerciavano coll'India e colla China.
+La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr nell'Hadzamauth, sulla
+costa meridionale dell'Arabia), «grande città, dice il Veneziano, la
+quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un porto eccellente, al quale
+càpitano molte navi, le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;»
+Dufar (Dafur, sulla costa arabica meridionale), che produce un incenso
+di prima qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica orientale),
+«città posta sulla bocca del golfo di Chalatu, sì che veruna nave vi può
+passare nè usare senza la volontà di questa città;» e per ultimo Curmaso
+(Hormuz), che Marco Polo aveva già visitata, quando da Venezia si recò
+alla corte del re tartaro.
+
+È a quel porto del golfo Persico che terminò la traversata della flotta
+allestita dall'imperatore mongollo. La principessa era finalmente giunta
+ai confini della Persia, dopo una navigazione che aveva durato non meno
+di diciotto mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo fidanzato,
+era morto, ed il regno era straziato dalla guerra civile. La principessa
+fu dunque consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, che salì al
+trono nel 1295, dopo che l'usurpatore, fratello d'Arghum, fu
+strangolato. Non si sa che avvenisse della principessa; ma prima di
+separarsi da Marco, Matteo e Niccolò Polo, ella lasciò loro segni
+dell'alto favore in cui li teneva.
+
+Fu probabilmente durante il suo soggiorno in Persia che Marco Polo
+raccolse documenti interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti
+staccati ch'egli dà al termine della sua relazione, vera storia dei kan
+mongolli della Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano terminati.
+Preso commiato dalla principessa tartara, i tre Veneziani, bene
+scortati, presero la via di terra per tornare in patria. Si recarono a
+Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli a Negroponte, ed ivi
+s'imbarcarono per Venezia.
+
+Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne partito, che Marco Polo
+rientrò nella sua città natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole,
+vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo conservato nei loro
+modi e nel linguaggio le abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto
+veneto, non furono neppure riconosciuti dai loro più prossimi parenti.
+Inoltre, da gran tempo era corsa voce della loro morte, e non si
+sperava più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel quartiere di
+San Giovanni Grisostomo, e la trovarono occupata da varî individui della
+famiglia Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza,
+giustificata certo dalla loro deplorabile apparenza, e prestarono poca
+fede al racconto, alquanto straordinario infatti, che fece loro Marco
+Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li ammisero in quella casa, di
+cui erano veramente i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò,
+Matteo e Marco, volendo distruggere il più piccolo dubbio circa la loro
+identità, diedero a tutti i loro parenti uno splendido convito. E quì
+lasceremo la parola al Veneziano Ramusio, che dice d'averlo saputo per
+tradizione:
+
+«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, il quale volsero che
+fosse preparato onoratissimo con molta magnificenza, nella detta sua
+casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, uscirono fuori di camera tutti
+tre vestiti di raso cremosino in vesti lunghe fino in terra, come
+solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, e data l'acqua alle
+mani e fatto seder gli altri, spogliatesi le dette vesti, se ne misero
+altre di damasco cremosino, e le prime di suo ordine furono tagliate in
+pezzi e divise fra li servitori. Da poi mangiate alcune vivande,
+tornarono di nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti di nuovo a
+tavola, le vesti seconde furono divise fra li servitori, ed in fine del
+convito il simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi rivestiti
+nell'abito de' panni consueti che usavano tutti gli altri.
+
+«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar come attoniti tutti
+gl'invitati; ma tolti via li mantelli, e fatti andar fuori della sala
+tutti i servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi dalla
+tavola, andò in una delle camere, e portò fuori le tre vesti di panno
+grosso consumate, con le quali erano venuti a casa, e quivi con alcuni
+coltelli taglienti cominciarono a discucir alcuni orli e cuciture
+doppie, e cavar fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè rubini,
+zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che in cadauna di dette vesti
+erano stati cuciti con molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si
+averia potuto imaginare che ivi fussero state. Perchè al partir del Gran
+Kan tutte le ricchezze ch'egli aveva loro donate cambiarono in tanti
+rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo certo che s'altrimente avessero
+fatto per sì lungo, difficile ed estremo cammino, non saria mai stato
+possibile che seco avessero potuto portare tanto oro.
+
+«Or questa dimostrazione di così grande ed infinito tesoro di gioje e
+pietre preziose che furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo gli
+astanti di così fatta maraviglia, che restarono come stupidi e fuori di
+sè stessi, e conobbero veramente ch'erano quegli onorati e valorosi
+gentil'uomini da Ca' Polo di che prima dubitavano, e fecero loro
+grandissimo onore e riverenzia.
+
+«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, subito tutta la città, sì de'
+nobili che de' populari, corse a casa loro ad abbracciargli e fare tutte
+quelle maggiori carezze e dimostrazioni d'amorevolezza e riverenzia che
+si potessero immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio,
+onorarono d'un magistrato che nella città in que' tempi era di molta
+autorità; e tutta la gioventù ogni giorno andava continuamente a
+visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo e graziosissimo, e gli
+domandavano delle cose del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con
+tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano in un certo modo
+obligati. E perchè nel continuo raccontare ch'egli faceva più e più
+volte della grandezza del Gran Kan, dicendo l'entrate di quello essere
+da 10 in 15 milioni d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli
+paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono Messer Marco Milioni,
+che così ancora ne' libri pubblici di questa repubblica, dove si fa
+menzion di lui, ho veduto notato; e la corte della sua casa a San Giovan
+Grisostomo, da quel tempo in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte
+dei Milioni.»
+
+E per questo, anche il libro de' suoi viaggi ebbe l'appellativo di
+_Milione_, _Liber Milionis_, come leggesi nel Codice Ambrosiano.
+
+Un uomo celebre come Marco Polo non poteva certamente sfuggire agli
+onori civili; ed infatti si vide chiamato alle prime magistrature di
+Venezia.
+
+Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò una guerra tra Venezia e
+Genova. Una flotta genovese, comandata da Lampa Doria, solcava
+l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio veneziano, Andrea
+Dandolo, armò tosto una flotta superiore in numero alla genovese, ed
+affidò il comando d'una galera a Marco Polo, che, a ragione, era in fama
+di valentissimo navigatore.
+
+Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 settembre 1296, i Veneziani
+furono battuti, e Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere dei
+Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando il valore del loro
+prigioniero, lo trattarono con molti riguardi. Fu condotto a Genova, ove
+le primarie famiglie, avide di ascoltare la sua storia, gli fecero le
+più graziose accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano
+d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si stancò di raccontare, ed avendo
+fatto nel 1298, durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano
+Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi viaggi.
+
+Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, Marco Polo prese in
+moglie una Donata, e n'ebbe tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta.
+Suo padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto seppellire
+nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo. Nell'anno 1323, a lui
+settantaduesimo, Marco fece il suo testamento; e sebbene resti ignoto
+(dice il Ramusio) l'anno della morte, può congetturarsi che non fosse di
+molto posteriore. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.
+
+Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le cui relazioni ebbero molta
+influenza sul progresso delle scienze geografiche; e dovevano un secolo
+dopo schiudere a Colombo la via al Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo
+grado il genio d'osservazione; sapeva vedere, come sapeva narrare; e le
+scoperte, le esplorazioni posteriori, non fecero che confermare la
+veracità del suo racconto. Sino alla metà del secolo XVIII i documenti
+tratti dalla relazione di Marco Polo servirono di base agli studî
+geografici, come alle spedizioni commerciali fatte nella Cina,
+nell'India e nel centro dell'Asia.
+
+ * * * * *
+
+La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco Polo, castellano a Verona,
+essendo rimasta erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova di Zuanne
+Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo Trevisan; dalla quale discendenza
+nacque Marcantonio Trevisan.
+
+Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò la memoria dell'illustre
+viaggiatore con una statua di pietra d'Istria di poco maggiore del
+naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo Morosini a Santo
+Stefano. Più tardi, la modesta carità dell'abate Zenier segnò d'una
+lapide la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di fianco alla chiesa
+di San Grisostomo. Nella corte attigua si vede ancora una porta, il cui
+arco, di forma decisamente orientale, è adorno di leggiadre sculture, ed
+una parte dell'antica cornice non meno ornata ed elegante. La corte
+portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico nome di «_Corte del
+Milione_.»
+
+
+NOTE:
+
+[34] _Cipango_ o _Zipagu_ è il Giappone, che il Polo fu il primo a far
+conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente la
+corruzione del chinese _Sci-pen-cuo_, regno dell'oriente, trovandosi
+all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano il loro paese
+Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. (_N. del Trad._)
+
+[35] Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon,
+appartiene oggidì alla Francia.
+
+
+
+
+ APPENDICE
+
+
+ _Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice Magliabeccano alcuni
+ documenti interessanti risguardanti la storia della Gran Turchia, che,
+ come già abbiamo detto a pag. 110, vennero raccolti da Marco Polo
+ durante il suo soggiorno in Persia._
+
+
+
+
+ I.
+
+ Della Gran Turchia.
+
+
+Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo quale è nipote del Gran Cane,
+che fu figliolo d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, valentri
+uomeni d'arme, perchè sempre istanno in guerra e in brighe. Questa Gran
+Turchia è verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso, e passa per
+lo fiume di Geon, e dura di verso tramontana insino alle terre del Gran
+Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo Chaidu e lo Gran Cane
+sì ha grandissima guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte delle
+terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran Cane vuole che lo seguiti, sì
+come fanno gli altri che tengono terra da lui: questi nol vuol fare,
+perchè non si fida, e perciò sono istate tra loro molte battaglie. E si
+fa questo re Chaidu bene C mila cavalieri; e più volte hae isconfitto i
+baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò che questo re Chaidu è molto
+prode dell'arme, egli, e sua gente. Or sappiate, che questo re Chaidu
+avea una sua figliuola, la quale era chiamata in tartaresco Aigiarne,
+cioè viene a dire in latino, lucente luna. Questa donzella era sì forte,
+che non si trovava persona che vincere la potesse di veruna prova; lo re
+suo padre si la volle maritare: quella disse, che mai non si mariterebbe
+s'ella non trovasse un gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra
+pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse maritare a sua
+volontà. Quando la donzella ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;
+e allora mandò per tutte le contrade, che, se alcuno gentile uomo fosse,
+che si volesse provare colla figliuola del re Caidu, si andasse a sua
+corte, sappiendo, che qual fosse quegli che la vincesse, ella il
+torrebbe per suo marito. Quando la novella fu saputa per ogni parte
+eccoti venire molti gentili uomeni alla corte del re; or fu ordinata la
+pruova in questo modo. Nella mastra sala del palagio si era lo re e la
+reina con molti cavalieri e con molte donne e donzelle: ed ecco venire
+la donzella tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta acconcia.
+La donzella era molto bella e ben fatta di tutte bellezze. Or conveniva
+che si levasse il donzello, che si voleva provare con lei, a questi
+patti com'io vi dirò: che se 'l donzello vincesse la donzella, ella lo
+dovea prendere per suo marito, ed egli dovea avere lei per sua moglie; e
+se cosa fosse che la donzella vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo
+desse a lei C cavalli; e in questo modo avea la donzella guadagnati bene
+X mila cavagli. E sappiate che questo non era maraviglia, che questa
+donzella era sì ben fatta e sì informata, ch'ella pareva pure una
+gigantessa. Eravi venuto un donzello, lo quale era figliuolo del re di
+Pumar per provarsi con questa donzella; e menò seco molta bella e nobile
+compagnia, e si menò M cavagli per mettere alla pruova: ma 'l cuore li
+stava molto franco di vincere, di ciò gli pareva essere troppo bene
+sicuro: e questo fu nel MCCLXXX anni. Quando il re Caidu vidde venire
+questo donzello, sì ne fu molto allegro, e molto disiderava nel suo
+cuore che questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era bel giovane e
+figliuolo di un gran re: e allora si fece pregare la figliuola che si
+lasciasse vincere a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, padre, che
+per veruna cosa del mondo non farei altro che diritto e ragione. Or
+eccoti la donzella entrata nella sala alla pruova, tutta la gente che
+stava a vedere, pregavano che desse a perdere alla donzella, acciò che
+così bella coppia fossero accompagnati insieme. E sappiate che questo
+donzello era forte e prode, e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che
+si potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme il donzello e la
+donzella alle prese, e furonsi presi insieme alle braccia, e feciono una
+molto bella incominciata, ma poco durò, che convenne pure che il
+donzello perdesse la prova. Allora si levò in sulla sala il maggior
+duolo del mondo, perchè il donzello avea così perduto, ch'era uno de'
+piue belli uomeni che vi fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; e
+allotta ebbe la donzella questi M cavalli, e 'l donzello si partío, ed
+andossene in sua contrada molto vergognoso. E voglio che voi sappiate
+che lo re Caidu menò questa sua figliola in più battaglie, e quando ella
+era alla battaglia, ella si gittava tra' nemici sì fieramente, che non
+era cavaliere sie ardito nè si forte ch'ella nol prendesse per forza, e
+menavalo via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo di questa
+materia, e udirete d'una battaglia che fu tra lo re Caidu ed Argo
+figliuolo dello re Abagha signore del Levante.
+
+
+
+
+ II.
+
+ D'una battaglia.
+
+
+Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, si tiene molte terre e
+molte provincie, e confina le terre sue con quelle del re Caidu, cioè,
+dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi chiamiamo l'Albero Secco. Lo
+re Abaga, per cagione che lo re Caidu non facesse danno alle terre sue,
+si mandò il suo figliuolo Argo con grande gente a cavallo e a piede
+nelle contrade dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, perchè
+guardasse quelle terre che sono alli confini. Ora avenne che lo re Caidu
+si mandò un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo quale avea nome
+Barac, con molta gente, per fare danno alle terre, ove questo Argo era.
+Quando Argo seppe che costoro venivano, fece asembiare sua gente, e
+venne incontro a nemici. Quando furono asembiati l'una parte e l'altra,
+e gli istormenti cominciarono a sonare dall'una parte e dall'altra,
+allora fu cominciata la più crudele battaglia, che mai fosse veduta al
+mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente non poterono durare; sì che
+Argo gli sconfisse, e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo
+cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu preso, e com'egli
+signoreggiò poscia, dopo la morte del suo padre.
+
+Quando Argo ebbe vinta questa battaglia, vennegli novelle come lo padre
+era passato di questa vita. Quand'egli intese questa novella, funne
+molto cruccioso, e mossesi per venire a pigliare la signoria; ma egli
+era di lungi bene XL giornate. Ora avenne che il fratello che fu
+d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto saracino, si vi giunse
+prima che giugnesse Argo, e incontanente entrò in sulla signoria, e
+riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo tesoro, che a pena
+si potrebbe credere: e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri
+della terra, che costoro dissoro che mai non volevano altro signore.
+Questo soldano faceva a tutta gente appiacere e onore. Ora quando il
+soldano seppe che Argo veniva con molta gente, sì si apparecchiò con
+tutta sua gente e fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa
+gente per amore del soldano andavano molto volentieri contro ad Argo,
+per pigliarlo e per ucciderlo a tutto loro podere.
+
+Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, sì si missono e andarono
+incontro ad Argo, e quando fu presso a lui sì si attendò in un molto bel
+piano, e disse alla sua gente: signori, e' ci conviene essere prodi
+uomeni, però che noi difendiamo la ragione, chè questo regno fu del mio
+padre, il mio fratello Abagha si lo ha tenuto, quanto a tutta sua vita,
+ed io si doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si gliele lasciai. Ora
+da ch'egli è morto, si è ragione ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico,
+ch'io non voglio altro che l'onore della signoria, e vostro sia tutto il
+frutto. Questo soldano avea bene XL mila cavalieri e grande quantità di
+pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che andrebbono con lui
+insino alla morte.
+
+Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato apresso di lui, ebbe sua
+gente, e disse così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete bene
+che 'l mio padre insino ch'egli vivette egli vi tenne tutti per fratelli
+e per figliuoli, e sapete bene come voi e vostri padri siete istati con
+lui in molte battaglie, e a conquistare molte terre; e sì sapete bene
+come io sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed io ancora si
+v'amo di tutto il mio cuore; dunque è bene ragione che voi m'atiate
+riconquistare quello che fu del mio padre e vostro, ch'è contro colui
+che viene contro a ragione, e vuolci deretare delle nostre terre, e
+cacciar via tutte le nostre famiglie. E anche sapete bene, ch'egli non
+è di nostra legge, ma è saracino e adora Malcometto; ancora vedete come
+sarebbe degna cosa che gli saracini avessono signoria sopra gli
+cristiani: dacchè voi vedete bene ch'egli è così, ben dovete essere
+prodi e valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere lo
+nostro, ed io hoe isperanza in Dio, che noi il metteremo a morte, sì
+come egli è degno; perciò si vi prego catuno che facciate più che suo
+podere non porta, sì che noi vinciamo la battaglia. Li baroni e li
+cavalieri, quando ebbono inteso il parlamento, che avea fatto Argo,
+tutti rispuosono e dissono, ch'egli avea detto bene e saviamente: e
+fermarono tutti comunemente, che volevano innanzi morire con lui, che
+vivere senza lui, o che niuno gli venisse meno. Allora si levò un
+barone, e disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe tutta verità,
+ma si voglio dir questo, che a me si parebbe, che si mandassono
+ambasciadori al soldano per sapere la cagione di quello che fa, e per
+sapere quello che vuole: e cosie fue fermato di fare. E quando egliono
+ebbono questo fermato, feciono due ambasciadori, che andassono al
+soldano ed isponessongli queste cose, come in tra loro non dovea essere
+battaglia, perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse lasciare
+la terra e renderla ad Argo. Lo soldano rispuose agli ambasciadori, e
+disse: andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere per nipote e per
+figliolo, sì com'io debbo; e che gli voleva dare signoria, ch'egli si
+venisse e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli fosse signore; e
+se così non vuol fare, si gli dite che si apparecchi della battaglia.
+
+Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe grande ira, e disse: non
+ci è da udire nulla. Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al
+campo, ove dovea essere la battaglia; e quando furono apparecchiati
+l'una parte e l'altra, e gli istormenti cominciarono a suonare da
+ciascuna parte, allora si cominciò la battaglia molto forte e molto
+crudele da ciascuna delle parti. Argo fece il dì grandissima prodezza,
+egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu la disaventura, che Argo si
+fu preso, e perdè allora nella battaglia del soldano. Si era uno uomo
+molto lussurioso, sì che si pensò di tornare alla terra, e di pigliare
+molte belle donne che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo vicaro
+nell'oste che avea nome Melichi, che dovesse guardare bene Argo; e così
+se ne andò alla terra, e Melichi rimase.
+
+Ora avenne che uno barone tartero, lo quale era aguale sotto il soldano,
+vidde il suo signore Argo, lo quale dovea essere di ragione: vennegli un
+gran pensiero al quore, e l'animo gli cominciò a gonfiare; e diceva
+infra sè stesso, che male gli pareva che 'l suo signore fosse preso, e
+pensò di fare suo podere, sì che gli fosse lasciato; e allora cominciò a
+parlare con altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in buon volere e
+in buono animo di volersi pentere di ciò e ch'avevano fatto. E quando
+furono bene accordati, un barone ch'avea nome Baga si fue cominciatore,
+e levaronsi suso tutti a romore, e andarono alla prigione dove Argo era
+preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, e che aveano fatto
+male, e che volevano ritornare alla misericordia e fare e dire bene, e
+lui tenere per signore; e così s'acordarono; e Argo perdonò loro tutto
+ciò ch'aveano fatto contra di lui. E incontanente si mossono tutti
+questi baroni, e andarono al padiglione dov'era Melichi lo vicaro del
+soldano, ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste si
+confermarono Argo per loro diritto signore.
+
+Di presente giunse la novella al soldano, come il fatto era istato, e
+come Milichi suo vicaro era morto. Quando ebbe inteso questo, si ebbe
+gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, e missesi a partire
+con quella gente che avea. Un barone lo quale era grande amico d'Argo,
+si stava ad un passo, e quando lo soldano passava, sì l'ebbe conosciuto,
+e incontanente gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo preso per forza, e
+menollo preso dinanzi ad Argo alla città, che v'era già giunto di tre
+dì. E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, e incontanente
+comandò che gli fosse dato la morte, si come a traditore. Quando fu così
+fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare le terre dell'Albero
+Solo, e mandò con lui trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo
+entrò nella signoria corre anni MCCLXXXV, e regnò signore VI anni, e fu
+avelenato, e cosie morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio entrò
+nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo era molto di lungi), e tenne
+la signoria due anni, e in capo di due anni fue anche morto di
+beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae altro da dire, e dirovvi un
+poco delle parti di verso tramontana.
+
+
+
+
+ III.
+
+ Delle parti di verso tramontana.
+
+
+In tramontana si ha uno re ch'è chiamato lo re Chonci, e sono tarteri, e
+sono genti molto bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio fatto di
+feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli anche la moglie, e dicono che
+sono l'iddii terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, e così li
+dànno mangiare, e fanno a questo cotale iddio, secondo che fanno gli
+altri tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. Questo re Chonci è
+della ischiatta di Cinghy Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente
+non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre o in piani o in
+montagne, e sono grande gente delle persone; vivono di latte di bestie
+e di carne; biada non hanno, e non son gente che mai facciano guerra ad
+altrui, anzi istanno tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed
+hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi XX palmi, ed hanno
+volpi che sono tutte nere, e asini salvatichi assai, e hanno
+giambelline, cioè, quelle di che si fanno le care pelle, che una pelle,
+da uomo, val bene M bisanti; e vaj hanno assai. Questo re si e di quella
+contrada, dove i cavagli non possono andare, perciò che v'ha grandi
+laghi e molte fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non vi si può
+menare cavallo; e dura questa mala contrada XIII giornate; ed in capo di
+ciascuna giornata si ha una posta, ove albergano i messi, che passano e
+che vengono. E a catuna di queste poste istanno XL cani, gli quali
+istanno per portare gli messaggi dall'una posta all'altra, sì com'io vi
+dirò. Sappiate che queste XIII giornate si sono due montagne, e tra
+queste due montagne si ha una valle, e in questa valle è si grande il
+fango e il ghiaccio, che cavallo non vi potrebbe andare; e fanno
+ordinare tregge senza ruote, che le ruote non vi potrebbono andare, però
+ch'elle si ficcherebbono tutte nel fango, e per lo ghiaccio
+correrebbono troppo. In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, e
+vannovi suso questi cotali messaggi, e questa treggia mena sei di questi
+cani, e questi cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra posta, e
+così vanno di posta in posta tutte queste XIII giornate di quella mala
+via, e quegli che guarda la posta si monta in su 'n una altra treggia, e
+menangli per la migliore via. E si vi dico, che gli uomeni che stanno su
+per queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano di molte buone
+bestiole, e fannone molto grande guadagno, sì come sono giambellini e
+vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre bestie assai, onde si
+fanno le care pelli; e piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti,
+che non ve ne può campare veruna. Qui si ha grandissima freddura.
+Andiamo più innanzi, e udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle
+Iscura.
+
+
+
+
+ IV.
+
+ Della Valle Iscura.
+
+
+Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo una contrada chiamata
+Iscurità, e certo ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre mai
+iscura; quivi sì non appare mai sole nè luna nè stelle, sempre mai v'è
+notte; la gente che v'è vivono come bestie, e non hanno signore. Ma
+talvolta vi mandono gli tarteri com'io vi dirò: che gli uomeni che vi
+vanno si tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e lasciano gli
+puledri di fuori dalla scurità, e poi vanno rubando ciò che possono
+trovare, e poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di fuori dalla
+iscurità: e in questo modo riede la gente che vi si mette ad andare.
+Queste genti hanno molto di queste pelli così care ed altre cose assai,
+perciò che sono maravigliosi cacciatori, e ammassono molto di queste
+care pelli che avemo contato di sopra. La gente che vi sta, son gente
+palida e di mal colore. Partiamoci di qui, e andiamone alla città di
+Rossia.
+
+
+
+
+ V.
+
+ Della provincia di Rossia.
+
+
+Rossia èe una grandissima provincia verso tramontana, e sono cristiani,
+e tengono maniera di greci, ed havvi molti re, e hanno loro linguaggio,
+e non rendono trebuto se non ad uno re di tartari, e quello è poco. La
+contrada si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non sono
+mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, che abbiamo detto di sopra.
+La gente è molto bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, e sono
+semprici genti. In questa contrada si ha molte argentiere, e cavanne
+molto argento. In questo paese non ha altro da dire: dirovvi della
+provincia la quale ha nome Lacca, perchè confina colla provincia di
+Rossia.
+
+
+
+
+ VI.
+
+ Della provincia di Lacca.
+
+
+Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo nella provincia di Lacca;
+qui vi troviamo gente che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha
+quasi altra novità che abbiamo da quelle di sopra; ma vovvi dire d'una
+cosa, che m'era dimenticata della provincia di Rossia. In quella
+provincia si ha sì grandissimo freddo, che a pena vi si può campare, e
+dura infino al mare oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono
+molti girfalchi e molti falconi pellegrini, i quali si portano per più
+parti del mondo; e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha grande
+via, ma per lo grande freddo che v'è, si non vi si puote bene andare. Or
+vi lascio a dire di questa provincia, che non ci ha altro da dire, e
+vogliovi dire un poco di tarteri di ponente e di loro signore, e quanti
+signori hanno avuti. Comincio del primo signore.
+
+
+
+
+ VII.
+
+ De' signori de' tarteri del ponente.
+
+
+Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del ponente si fu uno ch'ebbe
+nome Frai. Questo Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte
+provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia e Chomania e Alanai e
+Lacca e Megia e Ziziri e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte prese per
+cagione che non si tenevano insieme, che se elle fossero istate tutte
+bene insieme, non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte di Frai fu
+signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, dopo Bergo Mogleten, poscia fu
+Catomachu, dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale ha nome lo re
+Tocchai. Ora avete inteso di signori che sono istati delli tarteri del
+ponente; vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta grande tra lo re
+Alau signore del levante, e dello re Barga signore del ponente.
+
+
+
+
+ VIII.
+
+ D'una gran battaglia.
+
+
+Al tempo degli anni Domini MCCLXI sì si cominciò una grande discordia
+tra gli tarteri del ponente e quegli del levante, e questo si fu per una
+provincia, che l'uno signore e l'altro la voleva, sì che ciascuno fece
+suo isforzo e suo apparecchiamento in sei mesi. Quando venne in capo
+degli sei mesi, e ciascuno sie uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene
+in sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati d'ogni cosa da
+battaglia, secondo loro usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene CCCL
+mila di cavalieri. Or si puose a campo a X miglia presso l'uno
+all'altro; e voglio che voi sappiate, che questi campi erano i più
+ricchi campi che mai fossono veduti, di padiglioni e di trabacche, tutti
+forniti di sciamiti e d'oro e d'ariento; e costì istettoro tre dì.
+Quando venne la sera, che la battaglia dovea essere la mattina
+vegnente, ciascuno confortò bene sua gente, ed amonìo, sì come si
+conveniva. Quando venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul campo,
+e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. Lo re Barga fece XXXV
+ischiere, lo re Alau ne fece pure XXX, perchè avea meno di gente, e ogni
+ischiera era da X mila uomeni a cavallo. Lo campo era molto bello e
+grande, e bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda che tanta
+gente s'asembiasse in su 'n un campo; e sappiate che ciascuna gente
+erano prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue discesi della
+ischiatta di Cinghy Cane, ma poi sono divisi, che l'uno è signore del
+levante, e l'altro del ponente. Quando furono acconci l'una parte e
+l'altra, e gli naccheri incominciarono a sonare da ciascuna parte,
+allora fu cominciata la battaglia colle saette; le saette cominciarono
+ad andare per l'aria tante, che tutta l'aria era piena di saette, e
+tante ne saettarono che più non n'avevano. Tutto il campo era pieno
+d'uomeni morti e di feriti; poi missoro mano alle ispade; quella era
+tale tagliata di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che giammai
+tale non fu veduta nè udita, e tanti cavalieri a terra, ch'era una
+maraviglia a vedere da ciascuna parte; nè giammai non morì tanta gente
+in un campo, che niuno non poteva andare per terra, se no su per gli
+uomeni morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, che gli cavagli
+andavano nel sangue insino a mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì
+grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una maraviglia a udire lo
+dolore che facevano. E lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua
+persona che non pareva uomo, anzi pareva una tempesta; sì che il re
+Barga non potè durare, anzi gli convenne alla per fine lasciare il
+campo, e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì dietro con sua gente,
+tuttavia uccidendo quantunque ne giugnevano. Quando lo re Barga fu
+isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si ritornò in sul campo, e'
+comandò che tutti gli morti fossono arsi, così gli nemici come gli
+amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; e fatto ch'ebbono
+questo, sì si partirono, e ritornarono in loro terre. Avete inteso tutti
+i fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può dire, e di loro
+costumi, e degli altri paesi che sono per lo mondo, quanto se ne puote
+cercare e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi abbiamo parlato nè
+detto nulla, nè delle provincie che gli sono d'intorno, avegnachè noi il
+ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che mi pare che sia fatica
+a dire quello, che non sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto
+dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano ogni dì che bene
+si sa, sì come sono viniziani e genovesi e pisani, e molta altra gente
+che fanno quel viaggio ispesso, che catuno sa ciò che v'è; e perciò mi
+taccio e non ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, come noi ci
+partimmo dal Gran Cane, avete inteso nel cominciamento del libro in uno
+capitolo, ove parla della briga e fatica ch'ebbe messer Matteo e messer
+Niccolò e messer Marco in domandare commiato dal Gran Cane; e in quello
+capitolo conta la ventura ch'avemo nella nostra partita. E sappiate, se
+quella aventura non fosse istata, a gran fatica e con molta pena saremo
+mai partiti, sì che appena saremo mai tornati in nostro paese. Ma credo
+che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero sapere
+le cose che sono per lo mondo, che secondo ch'avemo contato in capo del
+libro nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano nè saracino nè
+tartero nè pagano, che mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer
+Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della
+città di Vinegia. Deo gratias. Amen. Amen.
+
+
+ FINE.
+
+
+
+
+ INDICE
+
+
+ CAPITOLO I.
+
+ Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle
+ esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a
+ Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da
+ Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro
+ ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi
+ ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco
+ Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re
+ tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta
+ in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al
+ 1324) Pag. 5
+
+ CAPITOLO II.
+
+ L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte
+ Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La
+ Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della
+ Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il
+ Balacian.--Cascemir.--Cascegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il
+ deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia
+ della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di
+ Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste
+ dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i
+ biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero » 15
+
+ CAPITOLO III.
+
+ Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu.
+ --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu.
+ --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping.
+ --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu.
+ --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou.
+ --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian.
+ Fuchian » 55
+
+ CAPITOLO IV.
+
+ L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla
+ figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+ persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I
+ Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il
+ mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa
+ africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il
+ Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo
+ prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi
+ discendenti.--Ricordi della famiglia Polo » 85
+
+ APPENDICE.
+
+ I. Della Gran Turchia Pag. 117
+
+ II. D'una battaglia » 121
+
+ III. Delle parti di verso tramontana » 129
+
+ IV. Della Valle Iscura » 132
+
+ V. Della provincia di Rossia » 133
+
+ VI. Della provincia di Lacca » 134
+
+ VII. De' signori de' tarteri del ponente » 135
+
+ VIII. D'una gran battaglia » 136
+
+
+
+
+ PRESSO GLI STESSI EDITORI
+
+
+ GRANT e SPEKE
+
+ LE
+ SORGENTI DEL NILO
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+ K. B. JOHNSON
+
+ IL
+ PAESE DELL'ORO
+
+ AVVENTURE
+ DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE
+
+ Volumi 2 illust. L. 1--
+
+
+ MAYNE-REID
+
+ LE FORESTE VERGINI
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+ MAYNE-REID
+
+ IL
+ PAESE DEGLI ELEFANTI
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+
+
+
+Nota del Trascrittore.
+
+Corretti gli ovvii errori tipografici.
+Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare
+la stessa località.
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne
+
+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***
diff --git a/44714-h/44714-h.htm b/44714-h/44714-h.htm
new file mode 100644
index 0000000..06b3d1e
--- /dev/null
+++ b/44714-h/44714-h.htm
@@ -0,0 +1,3878 @@
+<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN"
+ "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd">
+<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it">
+ <head>
+ <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=UTF-8" />
+ <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" />
+ <title>
+ The Project Gutenberg eBook of I Viaggi Di Marco Polo, by Jules Verne.
+ </title>
+<link rel="coverpage" href="images/covermp.jpg" />
+ <style type="text/css">
+
+body {
+ margin-left: 10%;
+ margin-right: 10%;
+}
+
+ h1,h2,h3 {
+ text-align: center; /* all headings centered */
+ clear: both;
+}
+
+p {
+ margin-top: 0;
+ text-align: justify;
+ margin-bottom: 0;
+ text-indent: 1.5em;
+}
+
+p.center {text-indent: 0;}
+
+.pn {text-indent: 0;}
+
+.p2 {margin-top: 2em;}
+.p4 {margin-top: 4em;}
+.p6 {margin-top: 6em;}
+
+hr {
+ width: 33%;
+ margin-top: 2em;
+ margin-bottom: 2em;
+ margin-left: 33.5%;
+ margin-right: 33.5%;
+ clear: both;
+}
+
+.extra {font-size: 175%;}
+
+.large {font-size: 130%;}
+
+.small {font-size: 75%;}
+
+hr.tb {width: 45%; margin-left: 27.5%; margin-right: 27.5%;}
+hr.chap {width: 65%; margin-left: 17.5%; margin-right: 17.5%;}
+
+.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */
+ visibility: hidden;
+ position: absolute;
+ left: 92%;
+ font-size: smaller;
+ text-align: right;
+} /* page numbers */
+
+.pagenumr {
+ visibility: hidden;
+ position: absolute;
+ left: 92%;
+ text-indent: 1.5em;
+ font-size: smaller;
+ text-align: right;
+}
+
+.center {text-align: center;}
+
+.smcap {font-variant: small-caps;}
+
+.caption {font-weight: bold;}
+
+/* Images */
+.figcenter {
+ margin: auto;
+ text-align: center;
+}
+
+/* Footnotes */
+
+.footnote p {text-indent: 0; margin-top: .5em;}
+
+.footnotes {border: dashed 1px;}
+
+.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;}
+
+.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;}
+
+.fnanchor {
+ vertical-align: super;
+ font-size: .8em;
+ text-decoration:
+ none;
+}
+
+.fnanchorsmall {
+ vertical-align: super;
+ font-size: small;
+ text-decoration: none;
+}
+
+.covernote {visibility: hidden; display: none;}
+@media handheld {
+ .covernote {visibility: visible; display: block;}
+}
+
+/* Transcriber's notes */
+.transnote {background-color: #E6E6FA;
+ color: black;
+ font-size:smaller;
+ padding:0.5em;
+ margin-bottom:5em;
+ font-family:sans-serif, serif; }
+ </style>
+ </head>
+<body>
+<div>*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***</div>
+
+<div class="figcenter covernote">
+ <img src="images/covermp.jpg" width="300" height="400" alt="" />
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[Pg 2]</a></span></p>
+<h1>I VIAGGI DI MARCO POLO</h1>
+
+<div class="center">
+ <a id="ill-002.jpg" name="ill-002.jpg"></a>
+ <img src="images/ill-002.jpg"
+ alt=""
+ title="" />
+ <div class="caption"><p class="center">MARCO POLO<br />
+(<i>Da un dipinto della Scuola Veneta contemporanea
+del grande viaggiatore</i>)</p>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span><br /></p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p class="center p6"><span class="large"><b>GIULIO VERNE</b></span><br />
+<br />
+<span class="extra">I VIAGGI DI MARCO POLO</span><br />
+<br />
+UNICA VERSIONE ORIGINALE<br />
+FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO<br />
+E SULLE OPERE DI CHARTON<br /><br />
+<i>per cura</i><br /><br />
+<span class="small">DI</span><br /><br />
+<span class="large">EZIO COLOMBO</span><br /><br />
+<span class="smcap">Volume Unico</span><br /><br /><br />
+MILANO<br />
+<span class="smcap">SERAFINO MUGGIANI e COMP.</span><br />
+Via Unione, N. 11, 13.<br />
+1878</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span></p>
+
+<p class="center p2">
+<span class="smcap">Proprietà Letteraria</span></p>
+<p class="center p2">Tip. Guigoni.<br /></p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span></p>
+
+<p class="center extra pn"><b>I VIAGGI DI MARCO POLO</b><a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchorsmall">[1]</a></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_I" id="CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere
+delle esplorazioni nel centro dell'Asia.&mdash;Condizione della
+famiglia Polo a Venezia.&mdash;I due fratelli Niccolò e Matteo
+Polo.&mdash;Vanno da Costantinopoli alla corte dell'Imperatore
+della China.&mdash;Loro ricevimento alla corte di Kublai-Kan.&mdash;L'Imperatore
+li nomina suoi ambasciatori presso
+il papa.&mdash;Loro ritorno a Venezia.&mdash;Marco Polo.&mdash;Parte
+col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza
+del re tartaro.&mdash;Il nuovo papa Gregorio X.&mdash;La relazione
+di Marco Polo scritta in francese, sotto suo dettato,
+da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al 1324).</p></blockquote>
+
+<p class="pn">I mercanti genovesi e veneziani non potevano
+rimanere indifferenti alle esplorazioni che arditi
+viaggiatori tentavano nell'Asia centrale,
+l'India e la China. Essi comprendevano che queste
+contrade offrirebbero in breve un nuovo
+sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili<span class="pagenumr"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span>
+immensi si ricaverebbero dall'importazione in
+Occidente di mercanzie di fabbricazione orientale.
+Gl'interessi del commercio dovevano quindi
+lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte.
+Queste furono le ragioni che decisero
+due nobili veneziani ad abbandonare la loro
+patria ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli
+di quei perigliosi viaggi, allo scopo d'estendere
+le loro relazioni commerciali.</p>
+
+<p>Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia
+Polo, la quale traeva origine da Sebenico,
+in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in
+Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo
+questa famiglia divisa in due rami; uno dei
+quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro
+in quella di San Geremia.</p>
+
+<p>I Polo di San Felice, datisi già da più anni al
+commercio, avevano in esso trovata larghissima
+fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello
+delle famiglie patrizie di Venezia.</p>
+
+<p>Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio,<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span>
+figliuoli di Andrea, che già prima del 1250
+avevano stabilito un banco a Costantinopoli,
+terra più veneziana che greca dopo l'impresa
+del Dandolo<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>, si recarono con una paccotiglia
+considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea,
+ove la loro casa possedeva un altro banco diretto
+da un loro fratello maggiore, Andrea Polo.
+Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e
+traversando il paese di Comania, giunsero sul
+Volga, ove teneva il suo campo Berke-Kan signore
+dei Tartari occidentali. Questo principe
+mongollo accolse benissimo i due negozianti di
+Venezia, e comperò i gioielli che gli offersero
+pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi
+ricchissimi doni.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span></p>
+<p>Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo
+mongollo; finchè, nel 1262, scoppiò una guerra
+tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore
+dei Tartari di Levante, e conquistatore della
+Persia. I due fratelli, non volendo avventurarsi
+in mezzo a contrade battute dai Tartari, preferirono
+recarsi a Boukhara, che era la principale
+residenza di Berke, e colà rimasero tre
+anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e presa
+la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò
+i due Veneziani a seguirli verso la residenza
+del Gran Kan<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> dei Tartari, che avrebbe fatto
+loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio
+di Gengis-Kan, era imperatore della China,
+e teneva allora la residenza d'estate in Mongolia,
+a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero
+Chinese.</p>
+
+<p>I due mercanti veneziani partirono, e spesero
+un anno intero nel traversare quell'immensa
+estensione di paese che divide Boukhara dai
+confini settentrionali della China. Kublai-Kan
+fu lietissimo di ricevere quegli stranieri, venuti
+da paesi occidentali. Fece loro molte feste,
+<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span>e li interrogò con premura sugli avvenimenti
+che accadevano in Europa, chiedendo
+molti particolari intorno agli imperatori e re,
+alla loro amministrazione, ai loro metodi di
+guerra; poscia li intrattenne lungo tempo del
+pontefice e degli affari della Chiesa latina.</p>
+
+<p>Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi
+e della lingua, risposero francamente
+a tutte le domande dell'imperatore, al quale
+tanto piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli
+come suoi ambasciatori a Sua Santità. I
+mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè
+in tale alta condizione il loro ritorno doveva
+effettuarsi in condizioni vantaggiosissime.</p>
+
+<p>Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua
+turca, nelle quali chiedeva a Sua Santità Clemente
+IV, d'inviargli cento missionari per
+convertire gl'idolatri al cristianesimo; poscia
+licenziò i due Veneziani, dando ad essi per compagno
+di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato
+Cogatal, ed incaricandoli di riportargli un vasetto
+dell'olio della lampada sacra che arde
+continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a
+Gerusalemme.</p>
+
+<p>I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span>
+d'oro, che metteva a loro disposizione uomini
+e cavalli in tutta l'estensione dell'impero,
+presero congedo dal Gran Kan e si misero in
+viaggio nel 1266. In breve però il barone Cogatal
+cadde ammalato. I Veneziani, costretti a
+separarsi da lui, proseguirono il loro cammino,
+e, malgrado gli aiuti che ricevettero, impiegarono
+non meno di tre anni per giungere a Giazza<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>,
+porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si
+portarono ad Acri, ove arrivarono verso la fine
+dell'anno 1269. Colà seppero della morte di papa
+Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma
+il legato apostolico Tebaldo risiedeva in quella
+città; egli accolse i due Veneziani, e sentendo
+quale fosse la missione di cui il Gran Kan li
+aveva incaricati, li esortò ad attendere l'elezione
+del nuovo papa.</p>
+
+<p>Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da
+ben diciannove anni, pensarono, intanto che il
+nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere Venezia
+e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove
+s'imbarcarono sopra una nave, che li condusse
+direttamente alla loro città natale.</p>
+
+<p>Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span>
+moglie e la nascita di un figlio, nato pochi mesi
+dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si
+chiamava Marco. Egli è ben da credere che al
+dolore del marito dovesse recare grande conforto
+la gioia del padre che trovava questo
+figliuolo, quasi a tenergli luogo della donna
+perduta. Durante due anni i fratelli Polo, cui
+stava a cuore di adempiere la loro missione,
+aspettarono a Venezia l'elezione del nuovo papa.
+Ma poichè questa tardava, parve loro di non
+poter più oltre differire il loro ritorno presso
+l'imperatore dei Mongolli; partirono quindi per
+Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco il giovane
+Marco, che contava allora ben 19 anni.
+Ad Acri ritrovarono il legato Tebaldo, che li
+autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere
+l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta
+quella missione, i Veneziani fecero ritorno
+ad Acri, e mancando ancora il pontefice, chiesero
+al legato lettere per Kublai-Kan, nelle
+quali sembra fosse accennata la morte di Clemente
+IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due
+fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima
+gioja, seppero che il legato Tebaldo era stato<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span>
+consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X,
+il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò
+immediatamente, ed il re d'Armenia
+pose una galera a loro disposizione, perchè potessero
+recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa
+li accolse con premura, consegnò loro lettere
+per l'imperatore della China, diè loro la compagnia
+di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>
+e Guglielmo da Tripoli, e la sua benedizione.</p>
+
+<p>Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità,
+fecero ritorno ad Acri; ma appena giunti
+in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri
+nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano
+mamelucco del Cairo, che infestava allora
+l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di
+quel brutto principio, rinunciarono a recarsi
+nella China, e lasciarono ai Veneziani la cura
+di consegnare all'imperatore mongollo le lettere
+del pontefice.</p>
+
+<p>È qui che incominciano i grandi viaggi descritti
+<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span>da Marco Polo, dei quali noi parleremo
+in progresso. Ha egli realmente visitato tutti
+i paesi e tutte le città ch'egli descrive? No,
+senza dubbio; e nella sua narrazione, scritta
+in francese sotto suo dettato da Rusticano da
+Pisa<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, è formalmente dichiarato che «Marco
+Polo, savio e nobile cittadino di Venezia, vide
+tutto co' propri occhi, e quello che non vide lo
+seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma
+aggiungiamo che la maggior parte delle città
+e paesi descritti da Marco Polo vennero realmente
+da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario
+com'è tracciato nel suo racconto, indicando
+soltanto ciò che il celebre viaggiatore
+seppe da altri durante le importanti missioni
+di cui lo incaricò l'imperatore Kublai-Kan. In
+questo secondo viaggio i Veneziani non seguirono
+esattamente la medesima strada che Matteo
+e Niccolò avevano presa recandosi la prima
+volta verso l'imperatore della China. Essi erano
+passati a settentrione dei monti Celesti, che
+sono i monti Thiânscian-pe-lu; il che aveva
+<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span>allungato il loro cammino. Questa volta piegarono
+a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè
+quella strada fosse più corta dell'altra,
+impiegarono non meno di tre anni a percorrerla,
+a cagione delle pioggie e degli straripamenti
+dei grandi fiumi. Sarà facile seguire
+questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè
+ai nomi antichi della storia di Marco Polo,
+non facili ad intendersi nel suo libro, nel quale
+non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta
+confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo
+sostituito dappertutto i nomi esatti della
+cartografia moderna.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span></p>
+<h2><a name="CAPITOLO_II" id="CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.&mdash;La Turcomania.&mdash;L'Armenia Maggiore.&mdash;Il
+monte Ararat.&mdash;La Georgia.&mdash;Mussul, Bagdad, Bassora,
+Tauris.&mdash;La Persia.&mdash;La Provincia di Kirman.&mdash;Comadi.&mdash;Ormuz.&mdash;Il
+Vecchio della Montagna.&mdash;Cheburgan.&mdash;Balk.&mdash;Il
+Balacian.&mdash;Cascemir.&mdash;Casceegar.&mdash;Samarcanda.&mdash;Cotan.&mdash;Il
+deserto.&mdash;Tangut.&mdash;Caracorum.&mdash;Signan-fu.&mdash;Tenduc.&mdash;La
+grande Muraglia
+della China.&mdash;Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.&mdash;La
+residenza di Kublai-Kan.&mdash;Cambaluc, attualmente Pekino.&mdash;Le
+feste dell'Imperatore.&mdash;Sue caccie.&mdash;Descrizione
+di Pekino.&mdash;La zecca ed i biglietti di banca chinesi.&mdash;Le
+poste dell'Impero.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla
+dell'Armenia Minore come d'un paese assai insalubre,
+i cui abitanti, un tempo valorosi, ora
+sono divenuti vili e molto tristi, nè sanno far
+altro che ubbriacarsi. Questa provincia, ch'è
+retta da un governatore in nome del Gran-Kan,
+ha molte città e castella, abbonda d'ogni cosa
+ed in ispecial modo di cacciagione. In quanto<span class="pagenumr"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span>
+al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle preziose
+mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti
+d'ogni paese. Dall'Armenia Minore Marco
+Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre
+generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente
+detti, seguaci di Maometto, le cui tribù,
+semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli
+eccellenti ed allevano cavalli e muli di
+gran valore; gli Armeni ed i Greci, che dimorano
+in ville e castelli e sono abilissimi nel
+fabbricare tappeti e stoffe di seta. L'Armenia
+Maggiore, che Marco Polo visitò in seguito, è
+una vasta provincia che ha per capitale Arzinga<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a>,
+città ove, al dire del Veneziano, si fabbrica
+il miglior boccassino del mondo. Questa
+provincia offre, durante l'estate, un accampamento
+favorevole ai Tartari del levante, pei
+pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il viaggiatore
+vide il monte Ararat, sul quale, a seconda
+delle tradizioni bibliche, posò l'Arca di
+Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre
+confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una
+fontana dalla quale sgorga dell'olio di nafta
+<span class="pagenumr"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span>(petrolio) in tanta abbondanza, che cento navi
+se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti
+sono oggetto d'un importantissimo commercio<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore,
+si diresse pel nord-est verso la Georgia, reame
+che si stende sul versante meridionale del Caucaso,
+governato da un re, tributario ai Tartari
+di levante, per nome David Melic, ch'è quanto
+dire, Davide re<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>. Secondo una tradizione, gli
+antichi re di questo paese nascevano «con una
+figura d'aquila disegnata sotto la spalla destra.»
+I Georgiani, dice il Polo, sono bella
+gente, prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono
+cristiani e vivono a mo' dei Greci. Gli operai
+<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span>del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e
+d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga
+quattro leghe, posta tra il piede del Caucaso
+ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la
+porta di Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a>.
+È là che si vede anche il monastero di
+S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel
+lago miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto
+in quaresima.</p>
+
+<p>Da questo punto, i viaggiatori discesero verso
+il reame di Mussul e guadagnarono la città di
+questo nome, posta sulla riva destra del Tigri;
+poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i
+Saraceni del mondo<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>. Qui Marco Polo racconta
+la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258,
+capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e
+fratello di Mangu-Kan<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a>; e cita una storia maravigliosa
+in appoggio a quella massima cristiana<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span>
+di fede che solleva le montagne<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a>; poscia
+indica ai mercanti la via che corre da questa
+città al golfo Persico, e che si fa in diciotto<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span>
+giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il paese dei datteri.</p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span></p>
+
+<p>Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia
+d'Adzerbaidjan, l'itinerario di Marco Polo
+sembra interrotto.&mdash;Checchè ne sia, lo ritroviamo
+a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta
+in mezzo a bei giardini, che fa commercio
+di pietre preziose e d'altre merci di
+valore; ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi
+e sleali. È in questo punto che Marco stabilisce
+la divisione della Persia in otto provincie.
+Secondo lui, gli indigeni persiani sono
+nemici molestissimi pei negozianti, i quali non
+possono viaggiare senza essere armati d'archi
+e di freccie. Il principale commercio del paese
+è quello dei cavalli e degli asini che vengono
+inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là
+alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo,
+consistono in frumento, in orzo, in miglio ed
+in uve, che crescono in abbondanza.</p>
+
+<p>Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la
+città più orientale della Persia propriamente
+detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè
+ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare
+per sette giorni attraverso magnifiche
+foreste piene di selvaggina, per giungere alla
+provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span>
+nelle montagne delle turchesi, ferro ed antimonio.
+I ricami ad ago, la fabbricazione di bardature
+ed armi, l'allevamento dei falchi da
+caccia, occupano gran numero di abitanti.&mdash;Lasciata
+Kirman, Marco Polo ed i suoi due
+compagni impiegarono nove giorni a traversare
+un paese ricco e popoloso, e giunsero alla
+città di Comadi, che si crede sia la moderna
+Memaum, allora già molto decaduta. La campagna
+era bellissima; dovunque bei montoni
+grossi e pingui, buoi bianchi come la neve,
+con corna corte e grosse; starne ed altri uccelli
+a migliaia; alberi magnifici, specialmente
+datteri, aranci e pistacchi.</p>
+
+<p>Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì,
+i tre viaggiatori entrarono nella bella
+pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il
+nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo
+due giorni ancora di viaggio, Marco Polo si
+trovò alle rive del golfo Persico, e presso la
+città di Ormuz, che forma il porto marittimo
+del regno di Kirman. Quel paese gli parve caldissimo
+ed insalubre, ma ricco di datteri e
+d'altri alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di
+seta e d'oro, denti d'elefante e vino di palme.<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span>
+Il porto era frequentato da molte navi ad un
+albero e ad una sol vela, le cui tavole erano
+unite con fili di corteccia e non inchiodate;
+laonde molte perivano nell'attraversare il mare
+indiano.</p>
+
+<p>Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il
+nord-est, tornò a Kirman; quindi si avventurò,
+per sentieri pericolosi, attraverso un arido deserto,
+ove non si trova che acqua salmastra;
+quello stesso deserto che, 1500 anni prima, Alessandro
+superò col suo esercito, tornando dalle
+bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio
+Nearco. Sette giorni dopo, Marco Polo entrò
+nella città di Kabis, sulla frazione del regno di
+Kirman<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a>. Traversò poi un altro deserto, ed in
+otto giorni risalì sino a Tonocain, che dev'essere
+l'attuale capitale della provincia di Kumis,
+cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune
+notizie intorno al Vecchio della Montagna, il
+capo degli Hashishins (donde venne il nome di
+<i>assassino</i>), setta maomettana che si segnalò
+pel suo fanatismo religioso e per le sue crudeltà
+spaventevoli<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a>. Dopo sei giorni di cammino,<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span>
+entrò in Supunga (la Shibbergam dei
+moderni), la città per eccellenza, ove i poponi
+sono più dolci del miele, e nella nobile città<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span>
+di Balkh, verso le sorgenti dell'Oxo. Quindi,
+traversato un paese ove s'incontrano non di
+rado leoni, giunse a Taikan, gran mercato di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span>
+sale, che attira gran numero di trafficanti, ed
+a Scasem, che alcuni commentatori ritengono
+sia la moderna Koondooz. In quella contrada si
+trovavano molti porcispini, e quando si dava
+loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi
+tutti, lanciavano contro i cani i dardi che
+portano sul dorso e sui fianchi. È noto ora che
+questa pretesa facoltà difensiva del porcospino
+è da porsi nel novero delle favole.</p>
+
+<p>I viaggiatori entrarono quindi sul territorio
+montuoso di Balacian, contrada fredda, che produce
+buoni cavalli, gran corridori, falchi dal
+lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi
+esistono miniere di rubini, che il re fa scavare
+a suo profitto in una montagna chiamata Sighinan,
+sulla quale nessuno può metter piede
+sotto pena di morte. Si raccoglie pure, in altri
+luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si
+fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,»
+cioè il lapislazzuli. A dieci giornate da Balacian
+s'incontra una provincia, che dev'essere
+la moderna Paishore, i cui abitanti idolatri
+hanno la pelle scurissima e vivono di carne e
+riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire,
+paese temperato, che ha molte città e villaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span>
+ed il cui territorio, frastagliato da gole di monti,
+è facile a difendere. Giunto a questo punto, se
+Marco Polo avesse proseguito più oltre nella
+stessa direzione, sarebbe entrato nel territorio
+dell'India; ma egli risalì invece verso il nord, e
+dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan,
+in mezzo a magnifici pascoli, ove erravano
+sterminate greggie di montoni selvatici chiamati
+mufloni. Di là, attraversando le contrade di
+Pamer e di Belor, territorî montuosi tra i sistemi
+orografici dell'Altai e dell'Imalaia, giunsero,
+dopo quaranta giorni di faticose marcie,
+alla provincia di Kaschgar.</p>
+
+<p>È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo
+e Niccolò Polo durante il loro primo viaggio,
+quando da Boukhara furono condotti alla residenza
+del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo
+si avanzò all'ovest, fino a Samarcanda, grande
+città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi
+toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane
+che fanno il commercio tra l'India e l'Asia
+settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein,
+città che i moderni commentatori non si accordano
+nello stabilire a quale corrisponda,
+posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span>
+il diaspro ed il calcedonio, giunse ad
+un certo regno di Ciarcian, che alcuni commentatori
+ritengono sia la città detta Karashehr,
+che significa <i>città nera</i>, descritta come posta
+sopra un gran fiume navigabile, formato dalla
+congiunzione dei due fiumi che vengono rispettivamente
+dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo
+un cammino di cinque giorni attraverso sabbiose
+pianure prive d'acqua potabile, venne a riposarsi
+per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta.
+Ivi fece i suoi preparativi per attraversare
+il deserto che si stende verso Oriente,
+«deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe
+un anno per attraversarlo; deserto popolato da
+spiriti, ed in mezzo al quale risuonano tamburi
+invisibili, ed altri instrumenti»<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a>.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span></p>
+<p>Dopo un mese impiegato nel traversare quel
+deserto nella sua larghezza, i tre viaggiatori
+giunsero nella provincia di Tangut, alla città
+di Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero
+chinese. Questa provincia ha pochi
+commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte
+idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura.
+Fra i costumi di Tangut, che fecero maggiore
+impressione su Marco Polo, dobbiamo citare
+quello di non ardere i cadaveri dei morti se
+non nei giorni fissati dagli astrologi; «e tutto
+il tempo che il morto resta in casa, quegli
+della casa fanno mettere una tavola dinanzi
+alla cassa dov'è il morto, con vino, pane
+e vivande, com'egli fosse vivo; e questo
+fanno ogni dì, infino a che si dee ardere.»</p>
+
+<p>Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto,
+Marco Polo ed i suoi compagni fecero un'escursione
+sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi),
+città fondata in mezzo a due deserti, abitata
+da idolatri che non conoscono alcun vincolo di
+matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span>
+città sulla quale non sono ancora riusciti
+ad accordarsi i commentatori, abitata da
+idolatri, maomettani e cristiani nestoriani.
+«Quivi, dice il Polo, ha montagne ove sono
+buone vene d'acciaio e d'andanico, e in questa
+montagna è un'altra vena, della quale si
+fa salamandra.»<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a></p>
+
+<p>Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou
+e riprese la sua via verso l'est, traverso
+il Tangut, per la città di Succiur<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a>, sopra un
+territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice
+Marco, si truova il rebarbero in grande abbondanza,
+e quivi lo comperano i mercatanti,
+e portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur
+passò a Champicion, la Kam-ceu-fu dei Chinesi,
+allora capitale di tutto il Tangut. Era una città<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span>
+importante, popolata da ricchi capi idolatri,
+che erano poligami, e sposavano per lo più le
+loro cugine o le zie<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a>. I tre Veneziani rimasero
+un anno in quella città. Queste lunghe fermate,
+e le frequenti deviazioni dal loro cammino,
+spiegano perchè il loro viaggio traverso l'Asia
+centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu,
+dopo aver viaggiato per dodici giornate,
+a cavallo, Marco Polo giunse sul limite d'un
+deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra
+deviazione, giacchè egli saliva direttamente
+al nord; ma al viaggiatore stava a cuore di
+visitare la celebre città di Caracorum, questa
+capitale tartara che Rubruquis aveva visitata
+nel 1254<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore,<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span>
+e non badava a fatiche quando si trattava
+di completare i suoi studî geografici. In
+quella circostanza, per giungere alla città tartara,
+dovette camminare quaranta giorni in un
+deserto senza abitazioni e senza arbusti.</p>
+
+<p>Giunse finalmente a Caracorum. Era una città
+di tre miglia di circonferenza. Dopo essere stata
+per lungo tempo la capitale dell'impero mongollo,
+fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore
+allora regnante. Qui Marco Polo
+fa una digressione storica, in cui narra la
+ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro
+quel famoso Prete Gianni, che teneva tutto il
+paese sotto la sua dominazione<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò
+verso l'est, ed arrivò alla città d'Erginul, che<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span>
+è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui abitanti
+si dividono in idolatri, cristiani nestoriani
+e maomettani. Di là si spinse alquanto
+verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò traverso
+un territorio ove pascevano buoi selvaggi
+grossi come elefanti, ed il prezioso capretto
+che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a
+Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono
+verso l'est a Cialis, ove si fabbricano i
+migliori cambellotti<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a> di pelo di cammello;
+quindi nella provincia di Tenduc, nella città
+dello stesso nome, ove regnava un discendente
+del Prete Gianni, per nome Giorgio, tributario
+però del Gran Kan. Era una città industriale
+e commerciante, ove, al dire di Marco Polo,
+«sonvi gli più bianchi uomeni del paese e più
+belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.»
+Di là, facendo un angolo verso il nord, i Veneziani
+s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span>
+della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor,
+che dev'essere Tsaan-Balgassa, bella
+città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri
+l'imperatore quando desidera divertirsi
+alla caccia del girifalco, giacchè abbondano su
+quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e
+le pernici.</p>
+
+<p>Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor,
+Marco Polo, col padre e lo zio, giunse
+a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è
+la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu.
+Ivi gl'inviati del pontefice furono
+ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava
+quella residenza d'estate, posta al di là della
+gran Muraglia, al nord di Cambaluc, ora Pekino,
+capitale dell'impero. Il viaggiatore parla
+poco dell'accoglienza che gli venne fatta, ma
+descrive con minuziosa cura il palagio del Kan,
+grande edifizio di pietre e di marmo, le cui
+camere sono interamente dorate.</p>
+
+<p>Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un
+parco cinto da mura, ove si vedono serragli di
+bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto
+con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili
+all'acqua: era una specie di padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span>
+che si poteva smontare, nel quale il Kan abitava
+nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè
+nella buona stagione. Tale stagione doveva esser
+buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco
+Polo, degli astrologi addetti alla persona del
+Kan erano incaricati di dissipare coi loro sortilegi
+qualunque pioggia, nebbia o intemperie.
+Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio
+il potere di quei maghi. «Questi savi uomini
+sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno
+più d'arte del diavolo che tutta l'altra gente,
+e fanno credere alla gente, che questo avviene
+per santità. E questa gente medesima,
+ch'io v'ho detto, hanno una tale usanza, che
+quando alcuno uomo è morto per la signoria<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a>,
+egli il fanno cuocere e mangianlo, ma
+no se morisse di sua morte; e sono sì grandi
+incantatori, che quando il Gran Kan mangia
+in sulla mastra sala, gli coppi pieni di
+vino e di latte e di altre loro bevande, che
+sono d'altra parte della sala, si gli fanno
+venire senza che altri gli tocchi, e vegnono
+dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono bene
+<span class="smcap">X</span> mila persone: e questo è vero senza menzogna;<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span>
+e questo ben si può fare per negromazia.»</p>
+
+<p>Il Veneziano parla anche di altri monaci che
+menano una vita di continue privazioni, cibandosi
+di crusca bagnata nell'acqua, digiunando
+buona parte dell'anno, e tenendosi molte ore
+in adorazione innanzi agli idoli ed al fuoco.
+«Egli hanno badie o monisteri (così il Polo);
+e si vi dico, che v'ha una piccola città che
+hae uno monistero che hanno piue di cc monaci,
+e vestonsi più onestamente che tutta
+l'altra gente.»</p>
+
+<p>Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore
+Kublai, il più potente degli uomini,
+che possiede più terre e tesori di qualunque
+uomo da Adamo in poi. Narra come il Gran
+Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse
+un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben
+proporzionato delle membra, dal volto bianco
+e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al
+trono l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era
+buon capitano in guerra, e lo provò quando
+suo zio Naian, che governava pel nipote alcune
+provincie dell'impero, sollevatosi contro di lui,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span>
+volle disputargli il trono alla testa di quattrocentomila
+cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto
+trecentosessantamila uomini a cavallo
+e centomila a piedi, mosse contro lo zio, e lo
+sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle,
+di nulla sospettando, se ne stava tranquillamente
+accampato. Terribile fu la battaglia.
+«Vi morirono tanta gente, tra dell'una
+e dell'altra parte, che ciò sarebbe meraviglia
+a credere. Kublai-Kan rimase vincitore,
+e Naian, fatto prigione, fu messo in
+su uno tappeto, e tanto fu pallato, e menato
+in qua e in là che egli morío: e cioè
+fece, che non voleva che 'l sangue del lignaggio
+dello imperatore facesse lamento
+all'aria; e questo Naian era di suo lignaggio.»
+Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò
+trionfante nella città capitale del Catai,
+chiamata Cambalu, che divenne poi l'attuale
+Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo
+dovè rimanervi a lungo, sino all'istante in cui
+venne incaricato di varie missioni nell'interno
+dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico
+palagio dell'imperatore, di cui il Veneziano
+fa la seguente descrizione, che noi togliamo<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span>
+dal Codice Magliabeccano, e che darà
+esatta idea dell'opulenza di quel sovrano mongollo:
+«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora
+nella mastra città, ch'è chiamata Combalu,
+tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio,
+febbraio, e in questa città ha suo grande palagio:
+ed io vi diviserò com'egli è fatto. Lo
+palagio è di muro quadro, per ogni verso un
+miglio, e in su ciascuno canto di questo palagio
+è uno molto bel palagio, e quivi si
+tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi,
+turcassi e selle e freni, corde e tende,
+e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra.
+E ancora tra questi palagi hae quattro palagi
+in questo cercóvito, sì che in questo
+muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti
+sono pieni d'arnesi, e in ciascuno ha pur
+d'una cosa. E in questo muro verso la faccia
+del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo
+è una grandissima porta, che non s'apre mai
+nè chiude se non quando il Gran Cane vi
+passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa
+porta ne sono due piccole, da ogni lato una,
+onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span>
+n'hae un'altra grande, per la quale entra
+comunemente tutta l'altra gente, cioè ogni
+uomo. E dentro a questo muro hae un altro
+muro, e attorno attorno hae otto palagi come
+nel primaio, e così son fatti; ancora vi stae
+gli arnesi del Gran Cane.»</p>
+
+<p>Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono
+le rimesse e le armerie dell'imperatore.
+Ma non farà meraviglia quel gran numero
+di arnesi, ove si sappia che il Gran Kan
+possedeva una razza di cavalli bianchi come la
+neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte
+era esclusivamente riserbato ai principi di sangue
+reale.</p>
+
+<p>Marco Polo continua in questi termini:&mdash;«Nella
+faccia verso mezzodie ha cinque porti,
+nell'altra pure una, e in mezzo di questo
+muro èe il palagio del Gran Cane, ch'è fatto
+com'io vi conterò. Egli è il maggiore che
+mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo
+ispazzo èe alto più che l'altra terra ben dieci
+palmi; la copritura è molto altissima. Le
+mura delle sale e delle camere sono tutte
+coperte d'oro e d'ariento; havvi iscolpite belle
+istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span>
+di bestie e di molte altre belle cose; e la copritura
+èe altresì fatta che non vi si può vedere
+altro che oro e ariento. La sala è sì
+lunga e sì larga, che bene vi mangiano sei
+mila persone, e havvi tante camere, ch'è una
+maraviglia a credere. La copritura di sopra,
+cioè di fuori, è vermiglia e bionda e verde,
+e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata,
+che luce come oro o cristallo, sì che
+molto dalla lungie si vede lucere lo palagio.
+La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro
+e l'altro, dentro a quello ch'io v'ho contato
+di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi
+molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi
+bianchi, cavriuoli e daini, le bestie che fanno
+il moscado, vaj e ermellini e altre belle bestie.
+La terra dentro di questo giardino è
+tutta piena dentro di queste bestie, salvo la
+via donde gli uomeni entrano; e dalla parte
+verso il maestro ha un lago molto grande,
+ove hae molte generazioni di pesci. E sì vi
+dico che un gran fiume vi entra e esce, ed
+èe sì ordinato, che niuno pesce ne puote
+uscire (e havvi fatto mettere molte generazioni
+di pesci in questo lago); e questo è con<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span>
+rete di ferro. Anche vi dico, che verso tramontana,
+da lungi dal palagio una arcata,
+ha fatto fare un monte, ch'è alto bene cento
+passi, e gira bene un miglio; lo quale monte
+è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno
+tempo perdono foglie, ma sempre son verdi.
+E sappiate, che quando è detto al Gran Kan
+di uno bello albore, egli lo fa pigliare con
+tutte le barbe e con molta terra, e fallo piantare
+in quel monte, e sia grande quanto vuole,
+ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico,
+ch'egli ha fatto coprire tutto il monte della
+terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì che
+nel monte non ha cosa se non tutta verde,
+perciò si chiama lo monte verde. E in sul
+colmo del monte è un palagio molto grande,
+sì che a guatarlo è una grande maraviglia,
+e non è uomo che 'l guardi, che non ne prenda
+allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto
+fare il Gran Signore per suo conforto e sollazzo.
+Ancora vi dico, che appresso di questo
+palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto,
+ove istà lo nipote del Gran Cane, che dee
+regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo
+di Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span>
+Gran Cane<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a>; e questo Temur che dee regnare
+tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha
+già bolla d'oro e sugiello d'imperio, ma non
+fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»</p>
+
+<p>Dopo il palazzo del Kan e del suo erede,
+Marco Polo passa a descrivere la città di Cambalu,
+città antica, che ha un circuito di ventiquattro
+miglia, cioè sei miglia per ogni lato,
+essendo di forma quadrata, e che è separata
+dalla moderna di Taidu da un canale, che divide
+l'odierna Pekino in città chinese e città
+tartara. Il viaggiatore, sottile osservatore, ci
+istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore.
+Giusta la sua relazione, Kublai-Kan
+avrebbe una guardia d'onore di dodicimila cavalieri
+chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli
+del signore, sotto il comando di quattro
+capitani; «e questo non fae per paura.» I suoi
+pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa
+etichetta. Alla sua tavola, che è più alta
+delle altre, egli siede al nord, avendo a sinistra<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span>
+la sua prima moglie, a destra e più basso
+i figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più
+nobili baroni, che hanno cura di turarsi la
+bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò
+che lo loro fiato non andasse nelle vivande
+del signore.» Quando l'imperatore s'accinge
+a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando
+tiene in mano la tazza tutti i baroni e spettatori
+s'inginocchiano umilmente. Parlando della
+vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva
+che «egli hae quattro femmine, le quali tiene
+per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo,
+ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere
+signore, per ragione, dello imperio dopo
+la morte del suo padre. Elle sono chiamate
+imperadricie, e ciascuna è chiamata per
+suo nome, e ciascuna di queste donne tiene
+corte per sè; e non ve n'ha niuna che non
+abbia trecento donzelle, e hanno molti valletti
+e scudieri, e molti altri uomeni e femmine,
+sì che ciascuna di queste donne ha
+bene in sua corte mille persone. E sappiate
+che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e
+che ha venticinque figliuoli di sue amiche, e<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span>
+ciascuno è gran barone; e ancora dico che
+degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro
+mogli, gli sette ne sono re di grandissimi
+reami, e tutti mantengono bene loro regni,
+come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali
+feste del Gran Kan sono date da lui
+medesimo, una il giorno anniversario della sua
+nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla
+prima figurano intorno al trono dodicimila
+baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente
+centocinquantamila vestimenta di drappo di
+seta d'oro ornati in perle; mentre i sudditi,
+idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere.
+Alla seconda festa, al capo d'anno, chiamata
+dal Polo <i>la bianca festa</i>, l'intera popolazione,
+uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, perchè,
+secondo la tradizione, il bianco porta fortuna,
+e ciascuno porta al sovrano doni di grandissimo
+valore in oro, argento, perle e stoffe
+preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila
+elefanti coperti di magnifici drappi e portanti
+vasellami d'oro e d'argento, ed un numero ingente
+di cammelli sfilano innanzi all'imperatore.
+La festa si chiude con pubbliche preghiere,
+e per ultimo con un sontuoso banchetto che il<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span>
+Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua
+corte e del suo regno.</p>
+
+<p>Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio,
+che il Gran Kan passa nella sua città
+d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di
+sessanta giornate di cammino, sono obbligati a
+provvederlo di cinghiali, cervi, daini, caprioli
+ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore,
+ed il suo servizio da caccia è veramente superbo.
+Egli ha leopardi, lupi cervieri, grandi
+leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza
+forti per cacciare i lupi, volpi, daini,
+caprioli; e finalmente cani che si contano a
+migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore
+incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi
+verso il mare, ed è accompagnato almeno
+da diecimila falconieri con cinquecento
+girofalchi, una quantità innumerevole di astori,
+falchi pellegrini e falchi sacri. Durante quella
+gita il re tartaro, che si compiace di tutto il
+lusso della pompa orientale, è seguíto da un
+palazzo portatile posto su quattro elefanti accoppiati,
+coperto da pelli di leoni, e foderato
+da drappo d'oro. Egli procede così fino al campo
+di Chakiri-Mondu, alle sorgenti del fiume Usuri,<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span>
+nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, abbastanza
+vasta da capire diecimila cavalieri o
+baroni. Ivi è la sua sala da ricevimento; ivi dà
+le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o dormire,
+trova in un'altra tenda una sala meravigliosa
+tappezzata da pelliccie d'ermellino e di
+zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti
+d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane
+così fino a Pasqua, cacciando gru, cigni,
+lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la
+sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi
+che regolano la caccia, il Polo così si esprime:
+«Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il
+Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè
+alcuno altro uomo non può prendere, nè cacciare
+nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi,
+nè di niuna bestia che moltiplichi, dal mese
+di marzo infino all'ottobre. E chi contra ciò
+facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico
+ch'egli è sì bene ubbidito, che le lepre e daini
+e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io v'ho contato,
+vegniono più volte insino all'uomo, e
+non le tocca, e non le fa male.»</p>
+
+<p>Marco Polo completa in questo punto la descrizione
+di questa magnifica città. Egli enumera<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span>
+i dodici sobborghi che la compongono,
+nei quali i più ricchi mercanti fanno fabbricare
+magnifici palagi. Questa città è commerciale
+al massimo grado: vi affluiscono le più
+preziose mercanzie come in nessun' altra città
+del mondo. Mille carri carichi di seta vi entrano
+ogni giorno; è il deposito ed il mercato
+dei più ricchi prodotti dell'India, come le perle
+e le pietre preziose, e vi accorre gente a comperare
+da oltre duecento leghe tutto all'intorno.
+Per provvedere ai bisogni del commercio,
+il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca,
+ch'è per lui una sorgente perenne di ricchezze.
+Aggiungeremo che questa moneta non è altro
+che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì
+ogni nazione ha portato il proprio contingente
+sui mercati europei. Ma qui lasciamo ancora
+la parola al Veneziano: «Il Gran Kan
+fa prendere iscorza d'uno albore ch'à nome
+gelso<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a>; è l'albore, le cui foglie mangiano
+gli vermini che fanno la seta. E colgono la<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span>
+buccia sottile, ch'è tra la buccia grossa e
+l'albore, o vogli tu legno dentro, e di quella
+buccia fa fare carte, come di bambagia, e
+sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte
+così, egli ne fa delle piccole, che vagliono
+una medaglia di tornesello piccolo, e l'altra
+vale un tornesello, e l'altra vale un grosso
+d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e
+l'altra due grossi, e l'altra cinque, e l'altra
+dieci, e l'altra un bisante d'oro, e l'altra due,
+e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti.
+E tutte queste carte sono sugiellate col sugiello
+del Gran Sire, e hanne fatte fare tante,
+che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E
+quando queste carte son fatte, egli ne fa fare<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span>
+tutti i pagamenti, e fagli ispendere per tutte
+le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria;
+e nessuno gli osa rifiutare, a pena
+della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e
+regni che sono sotto sua signoria si pagano
+di questa moneta, d'ogni mercatanzia di perle,
+d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e generalmente
+d'ogni altra cosa, e sì vi dico che
+la carta che si mette per dieci bisanti, non
+ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti
+le più volte cambiano questa moneta a perle,
+o a oro, e altre cose rare. E molte volte è
+recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta
+mercatanzia in oro e in ariento che vale
+quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire
+fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti
+le pigliano volentieri, perchè le spendono
+per tutto il paese. E molte volte fa bandire
+il Gran Cane, che ogni uomo che ha oro e
+ariento, perle o pietre preziose o alcuna
+altra cara cosa, che incontanente la debbiano
+avere apresentata alla tavola del Gran
+Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte;
+e tanto gliene viene di questa mercatanzia,
+ch'è un miracolo. E quando ad alcuno si rompe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span>
+o guastasi niuna di quelle carte, egli va
+alla tavola del Gran Sire, e incontanente
+gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma
+si gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate,
+che se alcuno vuol fare vasellamenta
+d'ariento o cinture, egli va alla tavola del
+Gran Sire, ed ègli dato per queste carte ariento
+quant'e' ne vuole, contandosi le carte secondo
+che si ispendono. E questa è la ragione
+perchè il Gran Sire dee avere più oro e più
+ariento, che signore del mondo.<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>»</p>
+
+<p>Secondo Marco Polo, il sistema del governo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span>
+imperiale riposa sopra una centralizzazione eccessiva.
+Il reame, diviso in 34 provincie, è amministrato
+da dodici nobilissimi baroni, che abitano
+nella stessa città di Cambalu; ivi, nel
+palazzo di questi baroni, dimorano gli intendenti
+e gli impiegati tutti che trattano gli affari
+d'ogni singola provincia. Intorno alla città
+si diramano molte strade ben tenute, che metton
+capo ai diversi punti del regno. Su queste
+strade, ad ogni ventidue miglia, sorgono stazioni
+postali; ed in essa duecentomila cavalli
+sono sempre pronti a trasportare i messaggieri
+dell'imperatore. Più, fra le stazioni, ad ogni
+tre miglia, trovasi un villaggio composto di
+circa quaranta case, in cui abitano i corrieri
+che portano a piedi i messaggi del Gran Kan.
+Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo
+compresso da una benda, hanno una cintura
+munita di campanelli che li fa udire da lontano;
+partono al galoppo, fanno rapidamente
+le tre miglia, rimettono il messaggio al corriere
+che li attende, e per tal modo l'imperatore
+riceve in un giorno ed una notte le notizie
+da dieci giornate di distanza. Questo mezzo di<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span>
+comunicazione costa ben poco a Kublai-Kan,
+perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare
+dalle imposte i corrieri; in quanto ai
+cavalli delle stazioni, sono somministrati gratuitamente
+dagli abitanti delle provincie.</p>
+
+<p>Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta
+del suo potere, se fa pesare sì gravi imposte
+sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa attivamente
+dei loro bisogni, e sovente viene loro
+in aiuto. Quando la grandine ha devastato le
+messi, non solo egli non esige l'usato tributo,
+ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai
+suoi granai. Quando una mortalità accidentale
+ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne
+la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone
+annate, di mettere nei granai un'enorme quantità
+d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed
+altre derrate, in modo da mantener i grani ad
+un prezzo mite in tutto l'impero. Inoltre, porta
+particolare affetto ai poveri della sua buona
+città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il
+Polo, come il Gran Cane fa carità alli poveri
+che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie
+povere della città, che sono in famiglia sei
+o sette, o più o meno, che non hanno che<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span>
+mangiare, egli li fa dare grano e altra biada:
+e questo fa fare a grandissima quantità di famiglie.
+Ancor non è vietato lo pane del signore
+a niuna persona che voglia andare per
+esso. E sappiate che ve ne vanno più di trenta
+mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo
+è gran bontà di signore; e per questo è adorato
+come Iddio dal popolo.» Aggiungeremo
+che tutto l'impero è amministrato con somma
+cura; le vie ben tenute e piantate ad alberi
+magnifici, che servono sopratutto a farle riconoscere
+al viaggiatore, nei paesi deserti. La
+legna è quindi abbondantissima dappertutto;
+«senza contare, dice il Veneziano, che per
+tutta la provincia del Catai hae una maniera
+di pietre nere che si cavano dalle montagne
+come vena, che ardono come bucce, e tengono
+più lo fuoco che non fanno la legna.» Queste
+pietre nere non sono altro che il carbone fossile,
+che in grandissima quantità trovasi nelle montagne
+delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.</p>
+
+<p>Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città
+di Cambalu. È certo che, grazie alla sua vivace
+intelligenza, al suo spirito, alla facilità
+di apprendere gl'idiomi dell'impero, venne<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span>
+molto in grazia all'imperatore. Incaricato da
+lui di diverse missioni, non solo nella China,
+ma nei mari dell'India, a Ceylan, sulle coste
+del Coromandel e del Malabar, e nella parte
+della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato,
+probabilmente tra il 1277 ed il 1280, governatore
+della città di Yang-tsceu e di ventisette
+altre città, comprese nella giurisdizione
+di questa. Grazie a queste missioni, egli percorse
+un bel tratto di paese e ne riportò utili
+documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi
+lo seguiremo facilmente, colla carta geografica
+alla mano, in quei viaggi dai quali la scienza
+doveva trarre immenso profitto.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_III" id="CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.&mdash;Tainfu.&mdash;Pin-yang-fu.&mdash;Il fiume Giallo.&mdash;Chaciafu.&mdash;Si-gnan-fu.&mdash;Il
+Sze-tchuen.&mdash;Ching-tu-fu.&mdash;Il
+Tibet.&mdash;Li-Kiang-fu.&mdash;Il Caragia.&mdash;Yung-chang.&mdash;Mien.&mdash;Il
+Bengala.&mdash;L'Annam.&mdash;Il Tai-ping.&mdash;Sinuglil.&mdash;Sindi-fu.&mdash;Chacafu.&mdash;Ciaglu.&mdash;Ciagli.&mdash;Codifu.&mdash;Lin-tsin-tcheu.&mdash;Lin-tching-hien.&mdash;Il
+Mangi.&mdash;Yang-tcheou.&mdash;Città
+del litorale.&mdash;Quinsay o Hang-tcheu.&mdash;Il
+Fu-chian.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu,
+venne dal Gran Kan incaricato d'una missione
+che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla capitale.
+Lontano dieci miglia circa da Cambaluc,
+verso il sud, traversò il magnifico fiume Pehonor,
+che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò
+sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro
+arcate, lungo trecento passi, il quale non ha il
+simile in tutto il mondo. A trenta miglia di là
+incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti
+alberghi pei viaggiatori, ed ove si lavora<span class="pagenumr"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span>
+specialmente in legno di sandalo, tessuti
+di seta e d'oro.</p>
+
+<p>A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella
+moderna città di Tainfu, che fu un tempo sede
+di un governo indipendente. Tutta quella provincia
+gli parve ricca di viti e di gelsi; la principale
+industria della città era allora la fabbricazione
+delle armature per conto dell'imperatore.
+Sette giornate più oltre trovò la bella città di
+Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, tutta dedita al commercio
+ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo
+aver visitata questa città, giunse sulle rive del
+celebre fiume Giallo, ch'egli chiama Charamera,
+ossia <i>fiume nero</i>, forse a causa delle sue acque
+oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato
+il fiume, giunse ad una nobile città chiamata
+Chaciafu, nella quale alcuni commentatori ravvisano
+la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi
+O-ciung-fu) sulla riva orientale del fiume
+Giallo<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a>, e che è ai nostri dì una delle più ragguardevoli
+città del Scian-si. Lasciata quella
+città, ove non vide nulla che meritasse menzione,
+Marco Polo percorse a cavallo una bella<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span>
+contrada, sparsa di castella, di città, di giardini,
+e ricca di cacciagione. Dopo otto giorni
+di cammino, giunse alla nobile città di Si-gnan-fu,
+allora chiamata Quengianfu, antica capitale
+della dinastia dei Thang. Ivi regnava
+un figlio del Gran Kan, per nome Manghala,
+principe giusto ed amato dal suo popolo; egli
+abitava, fuori della città, un magnifico palazzo
+costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura
+merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza.
+Quella città presentava allora un mercato
+importantissimo di gioie, stoffe ed armature
+d'ogni genere.</p>
+
+<p>Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse
+verso il Tibet, attraversando una contrada montuosa
+ch'egli chiama Chunchum, e che probabilmente
+corrisponde alla moderna provincia di
+Sze-tchuen. «Egli ha per monti e per valli città
+e castella assai, e sono idoli, e vivono di loro
+lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti
+boschi, ove sono molte belle bestie selvatiche,
+come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi cervieri,
+daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che
+troppo n'hanno grande utilità.»</p>
+
+<p>Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span>
+confini della immensa pianura di Ambalet-Mangi.
+Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di produzioni
+e particolarmente di zenzero, di cui
+fornisce tutta la provincia del Cattai. Ed è tale
+la fertilità del suolo, che, secondo un viaggiatore
+francese, E. Simon, lo si vende oggidì a
+30,000 franchi all'ettara, cioè tre franchi al
+metro. Nel secolo XIII quella pianura era coperta
+di città e castella, e gli abitanti vivevano
+dei frutti del terreno, dei prodotti del
+bestiame e della selvaggina, che forniva ai cacciatori
+una preda facile ed abbondante.</p>
+
+<p>Continuando il suo viaggio verso ponente,
+Marco Polo penetrò nella provincia di Sze-tchuen,
+e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la
+moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale
+supera 1,500,000 abitanti. Sindi-fu misurava allora
+un circuito di venti miglia, era divisa in
+tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un
+muro particolare, aveva il proprio re prima
+che Kublai-Kan se ne impadronisse. «E sappiate,
+dice il Polo meravigliato, che per mezzo
+questa città passa un gran fiume d'acqua dolce,
+ed è largo bene mezzo miglio, ov'ha molti<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span>
+pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene
+da ottanta in cento miglia, ed è chiamato
+Quiia-fu.»</p>
+
+<p>Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang,
+che attraversa la China da ovest ad est, e n'è
+il fiume più importante. Sulle nostre carte lo
+troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.</p>
+
+<p>«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano,
+ha città e castella assai, e havvi tante navi,
+che appena si potrebbe credere chi nol vedesse;
+e v'ha tanta moltitudine di mercatanti,
+che vanno giuso e suso, ch'è una grande meraviglia.
+E il fiume è sì largo, che pare un
+mare a vedere, non fiume. E dentro della
+città in su questo fiume è un ponte tutto di
+pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e
+largo otto passi: e su per quello ponte ha
+colonne di marmo, che sostengono la copritura
+del ponte; e sappiate ch'egli è coperto
+di bella copritura, e tutto dipinto di belle
+istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene
+molta mercatanzia e favvisi arti: ma si vi
+dico che quelle case sono di legno, che la sera
+si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi
+è lo camarlingo del Gran Sire, che riceve lo<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[Pg 60]</a></span>
+diritto della mercatanzia che si vende in su
+quel ponte; e si vi dico che il diritto di quel
+ponte vale l'anno bene mille bisanti<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a>.»</p>
+
+<p>Uscito da quella città commerciale e industriosa,
+Marco Polo, dopo cinque giorni di marcia,
+attraverso vaste foreste, giunse alla provincia
+del Tibet, ch'egli dice «molto guasta
+dalla guerra fattavi da Mogut-Kan.»</p>
+
+<p>La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi
+dànno nome di Si-tsang o Tsang occidentale, è
+abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i viaggiatori
+durerebbero fatica a difendersi, se non
+vi crescessero in gran copia quelle canne meravigliosamente
+grosse e alte, che noi chiamiamo
+bambù.<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> Infatti «gli mercatanti e gli viandanti
+prendono quelle canne la notte e fannole
+ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande
+iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre
+bestie fiere hanno paura e fuggono, e non si
+accosterebbero al fuoco per cosa del mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span>
+E questo si fanno per paura di quelle bestie
+chè ve n'ha assai. Le canne iscoppiono, perchè
+si mettono verdi nel fuoco, e quelle si
+torcono e fendono per mezzo, e per questo
+fendere fanno tanto romore, che s'odono dalla
+lunga presso a cinque miglia di notte, e piue;
+ed è sì terribile cosa a udire, che chi non
+fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe
+gran paura, e gli cavagli che non ne sono
+usi, si spaventano sì forte che rompono capresti,
+e ogni cosa e fuggono; e questo avviene
+spesse volte. E a ciò prendere rimedio,
+a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno
+incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare
+gli occhi, e turare gli orecchi; si che
+non può fuggire quando ode questo iscoppio;
+e così campano gli uomeni, la notte, loro e
+le loro bestie.»</p>
+
+<p>Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora
+impiegato nelle contrade che producono
+il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate
+dalle fiamme può paragonarsi ai più violenti
+petardi d'un fuoco d'artifizio.</p>
+
+<p>Secondo la relazione del viaggiatore veneziano,<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[Pg 62]</a></span>
+il Tibet è una vastissima provincia divisa
+in otto reami, con molte città e castella,
+bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da
+montagne dalle quali si trae oro in quantità.
+I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto
+il Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui
+nome significa <i>fiume dall'aurea sabbia</i>, sono
+ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri
+e malvagi, e formano una razza di terribili
+ladroni. Vivono dei frutti della terra, di
+bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e
+fanno, per doni, di sè mercato ai viaggiatori
+che attraversano quella provincia. Quantunque
+il Tibet fosse allora sotto la dominazione del
+Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete
+nè le banconote dell'impero; all'incontro vi si
+spendeva il corallo, di cui gli abitanti adornavano
+il collo delle loro femmine ed i loro idoli.</p>
+
+<p>Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto
+verso l'ovest. Traversò il regno di Gaindu
+che secondo alcuni corrisponderebbe al territorio
+settentrionale dei Birmani, secondo altri
+invece a quella montuosa regione circondata
+dai territorî del Bengala, Arracan, abitata da
+schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen,<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span>
+lungo le rive del braccio sinistro del fiume
+Arracan, e visitò un bel lago, che produceva
+ostriche perlifere, la cui pesca era riservata
+all'imperatore. Vide anche una montagna dalla
+quale si cavavano quelle pietre conosciute sotto
+il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero,
+la cannella ed altre spezie davano in quel paese
+abbondantissimi raccolti.</p>
+
+<p>Gli abitanti di questa provincia non hanno
+denaro, ed impiegano come moneta dei pezzi
+di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc.
+Non conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano
+naturale il far marcato delle proprie mogli,
+figlie e sorelle ai forestieri che attraversano
+la contrada.</p>
+
+<p>Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un
+gran fiume da lui chiamato Brunis che pare
+fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco
+Polo tornò direttamente al sud-est, e penetrò
+nella provincia di Garagia, regione che si crede
+formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata
+tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani
+dell'Asia Centrale, Caraian; e ch'era allora governata
+da Jesau Temur, nipote di Kublai.</p>
+
+<p>Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span>
+provincia, eccellenti cavalcatori, mangiavano
+la carne cruda dei polli, dei montoni, dei bufali
+e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano
+d'una salsa composta d'aglio e di buone spezie.
+Quel reame era altresì frequentato da grossi
+serpenti orribili a vedersi.</p>
+
+<p>Quei rettili, probabilmente alligatori, erano
+lunghi dieci passi; avevano due gambe poste
+sul davanti presso il capo ed armate d'un unghione
+che era smisurato; la loro gola poteva
+inghiottire un uomo in un boccone.</p>
+
+<p>La capitale di questa provincia è una città
+che il Polo chiama Jaci, e che si crede corrisponda
+alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti
+sono parte maomettani, parte cristiani nestoriani,
+ed il rimanente idolatri. «Quivi hae mercatanti
+ed artefici, dice il nostro viaggiatore,
+e spendono per moneta <i>porcellane bianche</i>,
+che si truovano nel mare.» È questa una
+specie di conchiglia che noi conosciamo sotto
+il nome di <i>Cyproea moneta</i>, che gli Indiani chiamano
+<i>Cooris</i>, usata anche ai dì nostri come
+moneta alle Maldive ed in diverse parti delle
+Indie.</p>
+
+<p>Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span>
+impiegata dagli indigeni di quella contrada
+per impadronirsi dei terribili alligatori
+che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che
+il fiele di questi anfibî, preso come beveraggio,
+è reputato nel paese come medicina contro la
+morsicatura d'un cane rabbioso.<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a></p>
+
+<p>A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco
+Polo, continuando ancora verso mezzodì, penetrò
+nella provincia di Ardanda, la cui capitale,
+Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città
+di Yung-chang. Tutti gli abitanti di questa città
+avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con
+laminette d'oro, che levavano per mangiare.
+Gli uomini di quella provincia, tutti cavalieri,
+«non fanno nulla salvo che uccellare, andare
+a caccia od andare in oste (<i>in guerra</i>)»: i lavori
+faticosi sono riservati alle donne ed agli
+schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno idoli,
+nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia;
+cioè il nonno, il patriarca. Siccome non<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span>
+conoscono scrittura di sorta, così «quando
+hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro,
+fanno tacche di legno, e l'uno tiene l'una
+metà, e l'altro l'altra metà; quando colui dee
+pagare la moneta, egli la paga e fassi dare
+l'altra metà della tacca.» Non hanno medici,
+ma bensì dei maghi od incantatori, che saltano,
+danzano, cantano e suonano strumenti presso
+il malato; e quindi ordinano sacrifizi e banchetti,
+finchè l'infermo muore o risana.</p>
+
+<p>Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano
+i denti d'oro, Marco Polo seguì la grande
+strada che serve al traffico tra l'India e l'Indo-Cina,
+e passò per Bamo ove, tre volte la settimana,
+si teneva un gran mercato, che attirava
+i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver
+cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste
+popolate da elefanti, liocorni ed altre fiere,
+giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte
+dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione,
+si chiama Arampura. Questa città di
+Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, chiamata
+dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure
+la vecchia Paghau, situata sull'Irraonady,<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span>
+possedeva una vera meraviglia architettonica;
+erane due torri, l'una costrutta di belle pietre
+ed interamente coperta da una lamina d'oro
+dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da
+una lamina d'argento, ambe fatte costruire da
+un re di Mien, prima che quel reame cadesse
+in potere del Kan.</p>
+
+<p>Dopo di aver visitata quella provincia, Marco
+Polo discese fino a Baugala, l'attuale Bengala,
+oggidì una delle tre grandi divisioni dell'India
+Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva
+ancora a Kublai-Kan. Le armate
+dell'imperatore si adoperavano allora a conquistare
+quel paese fertile, ricco di cotone, di
+zenzero, di canne da zucchero, e i cui magnifici
+buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti.
+Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino
+alla città di Cangigu, nella provincia dello
+stesso nome. Alcuni credono che sotto questo
+nome abbia ad intendersi il regno di Tonkino,
+altri invece il territorio di Cangcur. Gli abitanti
+di quel regno praticavano il tatuaggio, e
+mediante aghi si disegnavano sul volto, sul
+collo, sul ventre, sulle mani, sulle gambe, immagini
+di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span>
+più n'ha di queste dipinture più si tiene gentile
+e bello.»</p>
+
+<p>Cangigu è il punto più meridionale raggiunto
+da Marco Polo in questo viaggio. A partire da
+questa città risalì verso il nord-est, e pel paese
+d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu,
+in mezzo all'Impero Birmano ed alla provincia
+del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma,
+oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping.
+Ivi trovò begli uomini, bruni di pelle, valenti
+guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli
+fortificati e che si nutrono abitualmente di carne,
+riso e spezie. «Quando muoiono fanno ardere
+i loro corpi, e l'osse che non possono ardere
+sì le mettono in piccole cassette, e portanle
+alle montagne, e fannole istare appicate
+caverne, si che niuno uomo nè altra bestia
+non puote toccare. L'oro abbonda nel paese;
+usano però come piccola moneta la <i>porcellana</i>,
+ossia quella conchiglia (<i>Cyproea moneta</i>) di cui
+abbiamo già parlato più addietro. Vivono di
+carne, di latte, di riso e di spezie.</p>
+
+<p>Qui il signor Charton fa giustamente osservare
+che il viaggiatore si allontana dal paese
+conosciuto sotto il nome d'India al di là del<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span>
+Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata
+Toloma, Marco Polo seguì per dodici giorni, verso
+levante, un fiume sulle cui rive sorgevano molte
+città e castella; e giunse alla città di Sinuglil,
+che si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale
+della provincia di Guinguì, che dev'essere,
+scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle
+acque del Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì
+dippiù in questa contrada,&mdash;e si ha ragione
+di credere che l'ardito esploratore fosse anche
+un valente cacciatore,&mdash;fu il gran numero di
+leoni che infestavano le pianure e le montagne.
+Tutti i commentatori sono però d'accordo nel
+ritenere che i leoni di Marco Polo non fossero
+altro che tigri, non essendovi leoni nella China.
+Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti
+leoni, che se neuno dormisse la notte fuori
+di casa, sarebbe incontanente mangiato. E
+chi di notte va per questo fiume, se la barca
+non istà ben di lungi dalla terra, quando si
+riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e piglierebbe
+uno di questi uomeni, e mangerebbolo;
+ma gli uomeni se ne sanno bene guardare.
+Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi.
+E sì vi dico una grande maraviglia, che<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span>
+due cani vanno a un gran leone, e sono questi
+cani di questa contrada, e sì lo uccidono,
+tanto sono arditi. E dirovvi come. Quando un
+uomo è a cavallo con due di questi buon cani,
+come i cani veggono il leone, tosto corrono
+a lui, l'uno dinanzi e l'altro di dietro, ma
+sono sie (<i>sì</i>) ammaestrati e leggieri che 'l
+lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda
+molto l'uomo; poi il lione si mette a partire
+per trovare albore (<i>albero</i>), ove ponga le reni
+per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia
+lo mordono alle coscie, e fannolo rivolgere
+or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo,
+sì lo seguita percotendolo con sue saette molte
+volte, tanto che 'l lione cade morto, sì che
+non si puote difendere da uno uomo a cavallo
+con due buoni cani.»</p>
+
+<p>Parlando degli abitanti di questa provincia,
+dice che «hanno sete assai, che sono idolatri,
+sottoposti al Gran Cane, e spendono monete
+di carta.»</p>
+
+<p>Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente
+il fiume, ed in capo a dodici giorni fu
+di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia
+di Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span>
+la sua escursione nel Tibet. Di là, riprendendo
+la via già percorsa, fece ritorno presso
+Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta
+la sua missione nell'Indo-China.</p>
+
+<p>Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato
+dall'imperatore d'un'altra missione nella
+parte sud-est della China «la parte più ricca
+e più commerciale di quel vasto impero, dice
+il Pauthier nel suo bel lavoro sul viaggiatore
+veneziano, e quella altresì su cui, dopo il secolo
+XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»</p>
+
+<p>Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta
+del Pauthier, Marco Polo, lasciando Cambalu,
+si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la
+moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli
+città del Peche-li; di là a Ciaglu, oggidì
+Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva
+esportato nelle circostanti contrade, indi
+a Ciagli, città industriosa che i commentatori
+ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive
+dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung;
+finalmente a Codifu o Codiufu, l'attuale
+Tsi-nan-fu, capitale della provincia di Shan-tung,
+patria del grande filosofo e legislatore<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span>
+Confucio<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a>. Codifu era a quel tempo una grande
+città, la più nobile di tutte quelle contrade,
+frequentatissima dai negozianti di seta, ed i
+cui meravigliosi giardini producevano gran
+quantità di frutti deliziosi. A tre giornate di
+cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la cittàdi Siugni,
+che credesi corrisponda alla moderna
+Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran
+canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli
+navi che «recano nelle provincie
+del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie,
+tanto, ch'è maraviglia a credere.»<br /><br /></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 533px;">
+ <img src="images/ill-073.jpg" width="533" height="823"
+ alt=""
+ title="" />
+ <div class="caption"><p class="center">Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma
+ ricco di datteri e d'altri alberi fruttiferi....
+ <span class="smcap">Cap.</span> II, <i>pag.</i> 22<br /></p>
+</div></div>
+
+<p class="p2">Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a><br /><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span>
+corrispondere all'odierna città di Lin-tching-hien;
+quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou;
+Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien,
+e giungeva al Caramera o Fiume Giallo, che
+aveva già traversato nel suo corso superiore,
+mentre dirigevasi verso l'Indo-China.</p>
+
+<p>Parlando dell'importanza di questo fiume
+nella navigazione e nel commercio dell'impero,
+ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che
+il gran fiume di Caramera, che viene dalla
+terra del Prete Gianni, è largo un miglio;
+ed è molto profondo, sì che bene vi puote
+andare gran nave; egli ha questo fiume bene
+quindicimila navi, che tutti sono del Gran
+Cane, per portare sue cose, quando fa oste
+(<i>guerra</i>), all'isole del mare, che 'l mare è
+presso a una giornata. E ciascuna di queste
+navi vuole bene quindici marinari, e portano in<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span>
+ognuna quindici cavagli cogli uomeni, co'
+loro arnesi e vivande.»</p>
+
+<p>Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume,
+e si trovò nella provincia di Mangi, un tempo
+distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso
+da Kublai solo dal 1278.</p>
+
+<p>Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan,
+era governato da un re pacifico, che
+abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici.
+Il testo francese dei viaggi di Marco Polo
+parla di lui alquanto diffusamente nei termini,
+seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo imperatore
+della dinastia dei Song poteva spendere
+tanto, che era un prodigio; vi racconterò
+di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno
+egli faceva allattare ben ventimila bambini;
+dacchè è costume in quei paesi, che le povere
+donne gettino via i figli appena nati,
+quando non possono nutrirli. Il re li faceva
+raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual
+segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li
+dava a nutrire in diversi luoghi, perchè manteneva
+nutrici in quantità<a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a>. Quando un ricco
+non aveva figli, andava dal re e si faceva dare<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span>
+quanti bambini voleva, e quelli che voleva; poi
+il re, quando i giovani e le fanciulle erano in
+età da unirsi in matrimonio, li sposava fra
+loro, e dava loro da vivere; in tal modo ogni
+anno ne allevava ben ventimila tra maschi
+e femmine. Se passando in qualche strada
+vedeva una casa piccola fra due grandi, domandava
+perchè quella casetta non era grande
+come le altre, e se gli dicevano ciò essere
+perchè apparteneva ad un povero, tosto la
+faceva ridurre bella ed alta come le altre.
+Quel re si faceva sempre servire da mille
+paggi e da mille damigelle. Manteneva nel
+suo regno una giustizia così severa, che non
+vi si commetteva nessun delitto; durante la
+notte le case del mercanti rimanevano aperte,
+nè alcuno vi prendeva nulla; si poteva viaggiare
+di notte come di giorno.»</p>
+
+<p>Entrando nella città di Mangi, Marco Polo
+trovò Chygiagni, oggidì Hoai-gnan-fou, nella
+provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span>
+del fiume Giallo, la cui principale industria è
+la fabbricazione del sale, che si cava da alcune
+paludi salmastre. Ad una giornata da quella
+città, seguendo una strada lastricata di belle
+pietre, il viaggiatore giunse alla città di Pauchi,
+oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro,
+Chayu o Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori
+e pescatori valenti, poi a Tai-tcheou, ove
+approdano navigli in gran numero; ed arrivò
+finalmente a Yangui.</p>
+
+<p>Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu,
+di cui Marco Polo fu governatore durante tre
+anni. È città popolatissima e molto commerciante,
+ed ha non meno di due leghe di circuito.
+Marco Polo partì da Yangui per diverse
+esplorazioni, che gli permisero di studiare minutamente
+le città del litorale e dell'interno.</p>
+
+<p>Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente
+e giunse a Nangi (da non confondersi
+colla moderna Nan-king), città posta in una
+provincia fertilissima, i cui abitanti, dice il
+Polo, «vivono di mercatanzie e d'arti, e hanno
+seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni
+cosa da vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo
+il suo viaggio, visitò Saianfu, oggidì<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span>
+Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu
+questa l'ultima città del Mangi che resistette
+alla dominazione di Kublai-Kan. L'imperatore
+vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì
+da ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero
+potenti baliste che schiacciarono gli
+assediati sotto una grandine di sassi, alcuni
+dei quali pesavano fin trecento libbre.</p>
+
+<p>Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi
+per esplorare le città del litorale. Egli rientrò
+senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città
+posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo
+corso superiore è chiamato Kin-scia-kiang. Questa
+città di Sigui (da non confondersi con quella
+di cui il Polo ha parlato indietro) di cui non
+sanno che congetturare i commentatori, sorge in
+un punto ove il fiume è largo più d'una lega,
+e riceve più di mille navigli in una volta. Da
+Sigui si portò a Chiagui (la moderna Chua-tcheou),
+posta nel luogo ove il canale imperiale
+entra nel Yang-tse-kiang. È questa la
+città che fornisce di biade la massima parte
+della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou)
+di faccia a Chua-tcheou, ov'erano
+due chiese di cristiani nestoriani; Cinghingiu<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span>
+(Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città
+commerciale ed industriale, e Su-tcheu o Sut-sen,
+grande città di sei leghe di circuito, che,
+secondo la relazione esageratissima del viaggiatore
+veneziano, possedeva allora non meno di
+seimila ponti. Soggiornò qualche tempo a Ingiu,
+città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che
+credesi corrisponda alla moderna Ho-tcheu;
+indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo entrò
+nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa
+Hang-tcheu, capitale della provincia di Tche-kiang,
+che divenne sede degli imperatori quando
+i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono,
+nel 1132, e allora essa fu chiamata King-se,
+onde la Quinsay del Polo, la King-sai di Rascideddin,
+e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto
+alcuni arguirono significasse la <i>città del cielo</i>.</p>
+
+<p>Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou,
+ha cento miglia di circuito, ed è
+traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi
+all'infinito, fa di Quinsay un'altra
+Venezia. Quell'antica capitale dei Song è popolosa
+quasi quanto Pekino; le vie sono selciate
+di pietre e mattoni: si contano, secondo Marco
+Polo, «dodicimila ponti di pietra, e sotto la<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span>
+maggior parte di questi ponti vi potrebbe
+passare, sotto l'arco, una gran nave, e per
+gli altri bene mezza nave.» In quella città
+vivono i più ricchi negozianti del mondo, le
+cui mogli «stanno così delicatamente come se
+fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza
+d'un vicerè che governa per l'imperatore più
+di centoquaranta città. Vi si vedeva ancora il
+palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato
+da bei giardini, con laghi, fontane, e contenente
+più di mille camere. Il Gran Kan ricava
+da quella città e dalla provincia rendite
+immense, fra cui va contato il prodotto del sale,
+dello zuccaro, delle spezie e della seta, che costituiscono
+la principale produzione del paese.</p>
+
+<p>«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e
+levante, dice il Polo, è il mare Oceano, e
+quine (<i>quivi</i>) è una città che ha nome Giafu,
+ove ha molto buon porto, e havvi molte navi
+che vengono d'India e d'altri paesi. E da questa
+città al mare hae un gran fiume, onde le
+navi possono venire infino alla terra.» Questa
+Giafu credesi dai commentatori sia la moderna
+città di Kuang-teheu o Canton, una delle<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span>
+più grandi e più ricche città commerciali della
+China.</p>
+
+<p>«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il
+Veneziano, e' vae una giornata verso iscirocco,
+tuttavia trovando palagi e giardini molti
+belli, ove si truova tutte cose da vivere; di
+capo di questa giornata si truova questa città,
+c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed
+è disotto a Quinsay.» Qualche commentatore
+ha ravvisato nella Tapigni del Polo la moderna
+Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.</p>
+
+<p>In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui
+(Hon-tcheou), Chegui (Tchu-ki, o, secondo altri,
+Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e finalmente
+Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città
+del reame del Quinsay.</p>
+
+<p>Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui.
+Secondo la sua relazione, gli abitanti di questa
+contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi,
+«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni
+e bevendo il sangue, e poscia gli mangiano
+tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu
+(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima
+città che ha ponti di pietra lunghi un
+miglio; e dove «avvi galline che non hanno<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span>
+penni ma peli come gatte, e tutte nere, e
+fanno uove come le nostre, e sono molto
+buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori
+non hanno saputo trovare, ma che
+si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene
+non siavi veruna somiglianza di nome.</p>
+
+<p>Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui,
+capitale del regno di Cancha; nella quale i
+commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale
+del Fu-chian, che giace a breve distanza dal
+mare, sopra un braccio del Niao-tung-chiang
+(Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al
+commercio delle pietre preziose, dello zucchero
+e d'altre mercanzie che vengono per mare dall'India.</p>
+
+<p>Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque
+giornate verso sud-ovest, attraversando valli e
+pianure seminate di città e castelli, raggiunse
+Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto
+l'odierna Tsiuan-ceu, celebre porto
+della China meridionale, nella provincia di Fu-chian,
+detto eziandio volgarmente Tseu-tung,
+che anche sotto la dominazione dei Ming era
+assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e
+dagli Indiani.</p>
+
+<p>Dopo di aver parlato dei tesori che trae il<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span>
+Gran Kan da questa città, pel commercio importante
+ch'ivi si esercita in spezie e prodotti
+d'ogni genere dell'India, Marco Polo dice che
+in questa provincia havvi una città per nome
+Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale
+del Fo-kien) ove si fabbricano le migliori
+scodelle di porcellana del mondo, ad un prezzo
+veramente tenuissimo.</p>
+
+<p>Il Polo rimase qualche tempo nella città di
+Zarton, che i commentatori ritengono l'estremo
+punto da lui visitato in questo viaggio nella
+China sud-orientale.<a name="FNanchor_33_33" id="FNanchor_33_33"></a><a href="#Footnote_33_33" class="fnanchor">[33]</a></p>
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_IV" id="CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></h2>
+
+<blockquote>
+<p class="pn">L'India.&mdash;Cipango o Zipagu (il Giappone).&mdash;Partenza dei
+tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+persiani.&mdash;Saigon.&mdash;Giava.&mdash;Condor.&mdash;Bintang.&mdash;Sumatra.&mdash;I
+Nicobari.&mdash;Ceylan.&mdash;La costa di Coromandel.&mdash;La
+costa di Malabar.&mdash;Il mar d'Oman.&mdash;L'isola
+di Gocotora.&mdash;Madagascar.&mdash;Zanzibar e la costa
+africana.&mdash;L'Abissinia.&mdash;Aden.&mdash;Schehr.&mdash;Dafur.&mdash;Kalhat.&mdash;Hormuz.&mdash;Il
+Golfo Persico.&mdash;Ritorno a
+Venezia.&mdash;Una festa in casa Polo.&mdash;Marco Polo prigioniero
+dei Genovesi.&mdash;Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.&mdash;Suoi
+discendenti.&mdash;Ricordi della famiglia Polo.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione,
+ritornò senza dubbio alla corte di
+Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie
+missioni, che gli furono agevolate e dalla sua
+conoscenza della lingua mongolla, della turca,
+della cinese e della mantchou. Pare ch'egli
+facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle<span class="pagenumr"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span>
+isole dell'India, ed al suo ritorno stese un rapporto
+particolareggiato sulla navigazione di
+quei mari ancora poco conosciuti.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice egli, che nell'India sono
+molte navi, ch'elle sono d'un legno chiamato
+abete e di sapino; elle hanno una coverta
+e in su questa coverta hae bene 40 camere,
+ove in ciascuna puote istare un mercatante
+agiatamente; e hanno un timone e quattro
+alberi, e molte vi giungono due alberi che
+si levano e pongono. Queste navi vogliono
+bene duecento marinai; ma elle sono tali che
+portano bene cinquemila isporte di pepe, e
+di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a
+ciascuno remo vogliono essere quattro marinai,
+e hanno queste navi tali barche, che
+porta l'una bene mille isporte di pepe. E sì
+vi dico che questa barca mena bene quaranta
+marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano
+tirare la gran nave; ancora mena la
+nave dieci battelli per prendere pesci.» La
+relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate
+ed interessanti sull'isola di Cipango,
+nome applicato al gruppo d'isole che compongono
+il Giappone, ch'era allora un paese rinomato<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span>
+per le sue ricchezze.<a name="FNanchor_34_34" id="FNanchor_34_34"></a><a href="#Footnote_34_34" class="fnanchor">[34]</a> «Zipagu, dice il
+nostro esploratore, è un'isola in levante,
+ch'è nell'alto mare millecinquecento miglia.
+L'isola è molto grande, le genti sono bianche,
+di bella maniera e belle, e sono idolatri,
+e non obbediscono ad alcuno. Qui si trova
+l'oro, però n'hanno assai; niuno uomo non
+vi va, e niuno mercante non leva di questo
+oro; perciò n'hanno eglino cotanto. Il palagio
+del signore dell'isola è molto grande, ed
+è coperto d'oro, come si cuoprono di qua le
+chiese di piombo; e tutto lo spazzo delle camere
+è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due
+dita, e tutte le finestre e mura e ogni cosa
+e anche le sale sono coperte d'oro; e non si
+potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle
+assai, e sono rosse e tonde e grosse, e sono
+più care che le bianche; ancora v'ha molte
+pietre preziose, e non si potrebbe contare la
+ricchezza di questa isola.»</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span></p>
+<p>La fama delle ricchezze del Giappone era
+giunta sino in China, ed aveva risvegliata la
+cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264,
+pochi anni prima della venuta di Marco Polo
+alla corte tartara, aveva tentato d'impadronirsi
+di quell'isola. La sua flotta, comandata
+da due baroni, approdò felicemente a Cipango,
+s'impadronì d'una cittadella, i cui difensori
+furono passati a fil di spada; ma una tempesta
+disperse le navi tartare, e la spedizione non
+ebbe risultato. I due baroni che avevano condotta
+quella sciagurata impresa vennero, d'ordine
+dell'imperatore, decapitati. Marco Polo
+racconta circostanziatamente questo tentativo,
+e cita varî particolari intorno ai costumi dei
+Giapponesi.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno
+di questa isola prende alcuno uomo, che
+non si possa ricomperare, convita suoi parenti
+e i suoi compagni, e fallo cuocere, e
+dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la migliore
+carne che si mangi.»</p>
+
+<p>Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò
+la China, i Giapponesi sarebbero stati antropofaghi,
+come lo sono ancora oggidì gl'indigeni
+di molte isole dell'oceano Pacifico.</p>
+
+<p>Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span>
+Niccolò, trovavansi da ben diciassette anni
+al servizio dell'imperatore, senza contare gli
+anni spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina.
+Avevano vivo desiderio di rivedere la patria;
+ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo,
+e ne apprezzava i meriti, non sapeva risolversi
+a lasciarli partire. Tutto tentò egli per vincere
+la loro risoluzione, ed offerse loro immense
+ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo.
+I tre Veneziani persistettero nel disegno
+di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò
+loro assolutamente la licenza di partire.
+Marco Polo non sapeva come deludere la vigilanza
+dell'imperatore, quando un avvenimento
+mutò la determinazione di Kublai-Kan.</p>
+
+<p>Un principe mongollo, Arghum, che regnava
+in Persia, avea mandato un'ambasciata all'imperatore
+per chiedergli in matrimonio una principessa
+del sangue reale. Kublai-Kan accordò
+al principe Arghum la mano di sua figlia Cogatra,
+e la fece partire accompagnata d'un seguito
+numeroso.</p>
+
+<p>Ma le contrade che la scorta volle traversare
+per recarsi in Persia non erano sicure;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[Pg 90]</a></span>
+turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto,
+e la carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi,
+alla residenza di Kublai-Kan. Allora gli ambasciatori
+persiani, avendo sentito parlare di
+Marco Polo come d'un valente navigatore che
+aveva conoscenza del mare Indiano, supplicarono
+l'imperatore di confidare a lui la principessa
+Cogatra, affinchè la conducesse al suo
+fidanzato, traversando quei mari meno pericolosi
+del continente.</p>
+
+<p>Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella
+domanda. Egli fece allestire una flotta di quattordici
+navi a quattro alberi, ed approvigionolla
+per un viaggio di due anni. Qualcuna di
+quelle navi contava persino duecentocinquanta
+uomini di equipaggio. Come si vede, era una
+spedizione importante, e degna dell'opulento
+sovrano dell'impero chinese.</p>
+
+<p>Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono
+colla principessa Cogatra e cogli ambasciatori
+persiani. Fu in quel tragitto, che durò non
+meno di diciotto mesi, che Marco Polo visitò
+le isole della Sonda e dell'India, di cui fa una
+descrizione tanto completa? Noi possiam fino
+ad un certo punto ammetterlo, sopratutto per<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span>
+quanto riguarda Ceylan ed il litorale della penisola
+indiana. Lo seguiremo quindi durante la
+sua navigazione, e riferiremo le descrizioni
+ch'egli dà di quei paesi, fino allora imperfettamente
+conosciuti.</p>
+
+<p>Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata
+da Marco Polo lasciò il porto di Zaiton,
+ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio
+traverso le provincie meridionali della Cina.
+Da questo punto, egli si diresse direttamente
+verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale
+tutti i commentatori s'accordano nel ravvisare
+Tsiampa o Bintuan, provincia della Cocincina
+meridionale.<a name="FNanchor_35_35" id="FNanchor_35_35"></a><a href="#Footnote_35_35" class="fnanchor">[35]</a> Il viaggiatore veneziano aveva
+già visitato quella provincia, probabilmente
+verso l'anno 1280, durante una missione di cui
+l'imperatore l'aveva incaricato.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo
+si parte del porto di Zaiton e navica verso
+ponente, e alcuna verso gorbi (<i>garbino</i>, ossia
+<i>libeccio</i>) milleduecento miglia, sì si trova una
+contrada c'ha nome Ciamba, ch'è molto ricca
+<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span>terra e grande, e hanno re per loro; e sono
+idoli (<i>idolatri</i>); e fanno trebuto al Gran Cane
+ciascuno anno 20 leofanti, e non gli dànno
+altro, li più belli, che vi si possono trovare,
+che n'hanno assai. E questo fece conquistare
+il Gran Cane negli anni Domini 1278.»</p>
+
+<p>Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima
+della conquista, il re che lo governava aveva
+non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui
+centocinquanta atti a portare le armi. In quel
+regno non si usava maritare niuna bella pulzella
+senza il consenso del re, il quale poteva
+disporne a suo talento.</p>
+
+<p>Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta
+si diresse verso l'isoletta di Condor; ma prima
+di descriverla, Marco Polo cita la grande isola
+di Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai
+potuto impadronirsi, «per lo pericolo del navicare
+e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede
+grandi ricchezze e produce in abbondanza
+pepe, noci moscate, garofano ed altre droghe
+preziose. Qualche commentatore ha creduto che
+sotto il nome di <i>Java</i> intendesse il Polo di
+parlare di Borneo, a cui gl'indigeni dànno
+infatti il nome di <i>Jana Java</i> (paese di Giava)<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span>
+e <i>Nusa Java</i> (isola di Giava). E quì giova rammentare
+ai nostri lettori che il Polo non visitò
+questi luoghi, ma ne parla «per quello che
+seppe dalla bocca di uomini degni di fede»
+secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto
+sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a
+quanto sembra, le isole di Pulo Condor nel mare
+della China, ove vide oro in abbondanza, Marco
+Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia
+l'isola di Buitang, posta vicino all'entrata orientale
+dello stretto di Malacca, e presso l'isola
+di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.</p>
+
+<p>«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì
+che la tramontana (<i>l'Orsa</i>) non si vede nè
+poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola
+hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e
+ciascuno di questi reami ha lingua per sè.
+Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte
+care ispezierie.» Sumatra è infatti una delle
+più fertili isole del gruppo, ove l'aloè vi cresce
+meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici
+e rinoceronti, che Marco Polo chiama
+<i>unicorni</i>, e scimmie che vanno a frotte numerose.
+La flotta fu trattenuta cinque mesi
+presso quella costa, in causa del cattivo tempo,<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span>
+ed il viaggiatore ne approfittò per visitare le
+principali provincie dell'isola, come Ferbet
+(Tandjong Perlak), i cui abitanti delle montagne
+sono feroci ed antropofaghi; Basma, che secondo
+alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo
+altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang;
+Samarcha, che secondo l'opinione
+del Murray corrisponderebbe all'odierno porto
+di Samangca, i cui abitanti, dice il Veneziano,
+«hanno alberi, che tagliano gli rami e quelli
+gocciola, e quella acqua che ne cade è vino;
+ed empiesene tra dì e notte un gran coppo
+che sta appiccato al troncone, ed è molto
+buono.» È questo il tanto rinomato liquore
+della palma, che fornisce un vino che in poche
+ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le
+noci di cocco sono quivi abbondantissime. Marco
+Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu (probabilmente
+l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti
+sono antropofaghi; di Lambri (Nalabu,
+sulla costa occidentale dell'isola) ove sono moltissimi
+uomini colla coda (scimmie senza dubbio),
+e Fransur, cioè l'isola di Pauchor, ove
+cresce il <i>cicade</i>, da cui si trae una farina buona
+per pane, che noi chiamiamo <i>sagù</i>. Finalmente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span>
+i venti permisero alle navi di lasciare la Piccola
+Giava; dopo aver toccato l'isola di Necaran,
+che dev'essere una delle Nicobari, ed il
+gruppo delle Andaman, i cui abitanti sono ancora
+antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo,
+la flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò
+a prender terra alle coste di Ceylan. «Quest'isola,
+dice la relazione, anticamente fu via
+maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento
+alla tramontana vien sì forte, che una gran
+parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa
+tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di
+Ceylan. «E sappiate, continua il Polo, che in
+questa isola nascono i buoni e nobili rubini,
+e non nascono in niuno luogo del mondo piue,
+e quì nascono zaffiri e topazi e amatisti, e
+alcune altre pietre preziose. E si vi dico che
+il re di quest'isola, che si chiama Sedemay,
+hae il piue bello rubino del mondo, e che mai
+fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo
+presso che un palmo, ed è grosso bene altrettanto,
+come sia un braccio di uomo, egli è
+piue ispredente (<i>splendente</i>) cosa del mondo,
+egli non ha niuna tacca, egli è vermiglio
+come fuoco, ed è di sì gran valuta che non<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span>
+si potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò
+per questo rubino, e gliene voleva dare la
+valuta d'una buona città, ed egli disse che
+nol darebbe per cosa del mondo, però ch'egli
+fue degli suoi antichi.»</p>
+
+<p>A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti
+trovarono la gran provincia di Maabar,
+che non bisogna confondere col Malabar, posto
+sulla costa occidentale della penisola indiana,
+come erroneamente è scritto nel codice Ramusiano.
+Questo Maabar forma il sud della costa
+di Coromandel, molto stimata per le sue peschiere
+di perle. Ivi sono certi incantatori che
+rendono i mostri marini innocui ai pescatori,
+specie d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino
+ai tempi moderni. Qui Marco Polo dà interessanti
+particolari sui costumi degli indigeni;
+sulla morte dei re del paese, in onore dei quali
+i signori si gettano nel fuoco; sui suicidî religiosi,
+che sono frequenti; sul sacrificio delle
+vedove, che il rogo reclama dopo la morte dei
+mariti; sulle abluzioni biquotidiane, di cui la
+religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli
+indigeni a diventare buoni fisonomisti; sulla
+loro fiducia nelle arti degli astrologhi ed indovini.</p>
+
+<p>Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span>
+costa del Coromandel, Marco Polo si diresse al
+nord sino al reame di Muftili, che corrisponde
+al territorio su cui giace la moderna città di
+Masulipatam, che formò parte una volta del regno
+di Telingana, di cui era capitale Golconda,
+famosa per le sue miniere di diamante.</p>
+
+<p>«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina
+molto savia, che rimase vedova bene quarant'anni,
+e voleva sì gran bene al suo signore,
+che giammai non volle prendere altro marito;
+e costei hae tenuto questo regno in
+grande istato, ed era più amata che mai fosse
+o re o reina. Ora in questo reame si truova
+diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae
+grandi montagne, e quando piove, l'acqua
+viene rovinando giuso per queste montagne;
+e gli uomeni vanno cercando per la via ove
+l'acqua è ita, e trovane assai di diamanti;
+e la state che non vi piove si se ne trova su
+per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande
+caldo che a pena vi si puote sofferire. E su
+per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi,
+che gli uomeni vivono a grande dottanza (<i>timore</i>),
+e sono molto velenosi, e non sono arditi<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span>
+d'andare presso alle loro caverne di
+quelli serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli
+diamanti per un altro modo, ch'egli hanno
+sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi
+puote andare; ed egli vi gettano entro pezzi
+di carne, e gittanla in questi fossati di che
+la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi
+nella carne. E in su queste montagne
+istanno aguglie (<i>aquile</i>) bianche che stanno
+tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono
+questa carne in questi fossati, elle si vanno
+colà giuso, e reconla in sulla riva di questi
+fossati, e questi vanno incontro all'aguglie,
+e l'aguglie fuggono, e gli uomeni truovano
+in questa carne questi diamanti; ed ancora
+ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano
+di questi diamanti colla carne insieme,
+e gli uomeni vanno la mattina al nidio dell'aguglia,
+e trovano coll'uscita (<i>escrementi</i>)
+loro di questi diamanti. So che così si truovano
+i diamanti per questi modi, nè in luogo
+del mondo non se ne truova di questi diamanti
+se non in questo reame. E non crediate
+che gli buoni diamanti si rechino di qua tra
+gli cristiani; anzi si portano al Gran Cane,<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span>
+ed agli altri re e baroni di quelle contrade
+che hanno lo gran tesoro.»</p>
+
+<p>Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso,
+situata ad alcune miglia al sud di Madras,
+e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni)
+degli Indiani, San Tomé degli Europei,
+Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso degli antichi
+viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di
+S. Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno
+di Masbar, e più particolarmente la provincia
+di Lar, da cui sono originari tutti i «Bregomani»
+del mondo (probabilmente i Bramani).
+Quegli uomini, secondo la relazione, vivono
+vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza;
+alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta
+o dugento anni, non mangiando che
+riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo
+ed argento vivo. I Bregomani sono destri mercanti,
+superstiziosi però, ma lealissimi; non
+rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano
+il bue, che tengono in conto d'animale
+sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per un filo
+di bambagia ch'egli portano sotto la spalla
+diritta, sì che gli viene il filo a traverso il
+petto e le ispalle.»</p>
+
+<p>Da quel punto della costa la flotta ritornò a<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span>
+Ceylan, ove nel 1284 Kublai-Kan aveva spedito
+un'ambasceria, che gli riportò le credute
+reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due
+denti mascellari; giacchè, stando alle tradizioni
+dei Saracini, la tomba del nostro primo padre
+sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata
+che forma il punto più culminante dell'isola,
+e che chiamasi appunto per ciò il Picco
+di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan,
+Marco Polo andò a Cail, porto che pare sia
+scomparso dalle carte moderne, dove approdavano
+allora tutte le navi che venivano da Hormuz
+Kis, Aden e dalle coste dell'Arabia. Di là, girando
+il capo Comorino, all'estremità della
+penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam,
+che al secolo XIII era una città molto
+commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti
+sono tutti neri, maschi e femmine, e
+vanno tutti ignudi.» Ivi si raccoglie particolarmente
+il legno di sandalo, ed i mercanti
+del Levante e del Ponente vi accorrono a negoziare
+in gran numero. Il paese del Malabar
+è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco
+Polo chiama «leoni tutti neri», pappagalli di<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span>
+varie specie, e pavoni assai più belli e più
+grossi dei loro congeneri d'Europa.</p>
+
+<p>La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord
+la costa del Malabar, e giunse sulle sponde del
+reame di Ely, che sembra corrispondere a Mangalore,
+nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice
+il Veneziano, nasce pepe, giengiavo (<i>ginepro</i>)
+e molte altre ispezierie.»</p>
+
+<p>Al nord di quel regno stendevasi quella contrada
+che il viaggiatore veneziano chiama Melibar,
+e che è situata al nord del Malabar propriamente
+detto. Le navi dei negozianti del
+Mangi venivano spesso a trafficare cogli indigeni
+di questa parte dell'India, che loro fornivano
+carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi
+ed altre mercanzie di gran valore; ma i
+loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati
+dai pirati della costa, che avevano fama di
+terribili uomini di mare. Quei pirati abitavano
+più particolarmente la penisola di Gohurat,
+oggi Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si
+diresse dopo aver veduto Tanat, contrada ove
+si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città
+che fa gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero
+Sumenat, città della penisola, i cui abitanti<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span>
+sono idolatri, crudeli e feroci, e poi Kesmacoram,
+probabilmente l'attuale Kedge, ultima
+città delle Indie tra occidente e settentrione,
+Marco Polo, in luogo di risalire verso la Persia,
+ove l'attendeva il fidanzato della principessa
+tartara, s'inoltrò verso occidente, traverso
+il vasto mare d'Oman.</p>
+
+<p>La sua insaziabile passione d'esploratore lo
+trascinò così per cinquecento miglia sino alle
+rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle isole
+Maschio e Femmina, così chiamate perchè una
+è unicamente abitata da uomini, l'altra da
+donne, che vengono visitate da quelli durante
+i mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini,
+dice il nostro esploratore, sono cristiani
+battezzati e non hanno signore, salvo che
+hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di
+Scara.» Lasciate quelle isolette, la flotta fece
+vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è veramente
+Socotora, l'antica <i>Dioscorides Insula</i>
+dei Greci, ch'è posta all'ingresso del golfo d'Aden,
+e di cui Marco Polo riconobbe diverse parti.
+Egli parla degli abitanti di Socotora come di
+abili incantatori, che con le loro arti ottengono
+quanto vogliono e comandano agli uragani ed<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span>
+alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio
+in miglio verso il sud, spinse la sua flotta
+sino alle coste del Madagascar.</p>
+
+<p>Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar
+è una delle più grandi e più nobili isole
+del mondo, d'un circuito di ben quattromila
+miglia. Gli abitanti sono per la maggior parte
+maomettani, e vivono sotto la signoria di dodici
+governatori. Sono molto dediti al commercio,
+e particolarmente al traffico dei denti
+di elefanti e dell'ambra. Si nutrono specialmente
+di carne di cammello, che è migliore e
+più sana di qualsiasi altra. I negozianti che
+vengono dalle coste dell'India non impiegano
+più di venti giorni a traversare il mar d'Oman;
+ma nel ritorno ci spendono non meno di tre
+mesi, in causa delle correnti contrarie che tendono
+sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno,
+frequentano quell'isola perchè fornisce
+loro il legno di sandalo, di cui sonvi intere foreste,
+e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi
+d'oro e di seta, con grande guadagno e profitto.
+Secondo Marco Polo, non mancano in quel
+reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni,
+orsi, cervi, cinghiali, giraffe, asini selvaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span>
+caprioli, daini, bestie da pascolo vi si incontrano
+a mandre numerose; ma ciò che gli parve
+meraviglioso fu l'uccello grifone, ossia il <i>roc</i>,
+di cui si parla tanto nelle <i>Mille ed una notte</i>.
+«Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e'
+si dice di qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione,
+ma sono fatti come aguglie (<i>aquile</i>) e sono
+capaci di sollevare un elefante negli artigli.»
+Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'<i>epyornis
+maximus</i>, di cui si trovano ancora delle
+uova al Madagascar.</p>
+
+<p>Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il
+nord-ovest, venne a riconoscere Zanzibar e la
+costa africana, ch'egli prese per un'isola. Gli
+abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti
+e capaci di portare il carico di quattro uomini,
+«e questo non è maraviglia, chè mangia l'uno
+bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano
+negri e camminavano nudi; avevano la bocca
+grande, il naso «rabbuffato in suso,» le labbra
+e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che
+s'adatta ancora ai naturali di quella parte dell'Africa.
+Quegli Africani vivono di riso, latte,
+carne e datteri, e fabbricano il vino con riso,
+zuccaro e droghe. Sono valenti guerrieri, nè<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span>
+temono la morte; combattono sopra cammelli
+o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e
+di lancie, ed eccitano le loro cavalcature inebbriandole
+di bevande spiritose. «Qui, soggiunge
+il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze
+femmine del mondo, ch'elle hanno la bocca
+grande, e il naso grosso e corto, e le mani
+grosse quattro cotanti che l'altre.»</p>
+
+<p>Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione
+del Charton, i paesi compresi sotto la
+denominazione d'India si dividevano in tre
+parti: l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto
+il paese posto fra il Gange e l'Indo; l'India
+Minore, cioè la contrada al di là del Gange,
+dalla costa occidentale della penisola fino alla
+costa della Cocincina; finalmente l'India Media,
+cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al
+golfo Persico.</p>
+
+<p>Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse
+verso quest'India Media, ch'egli chiama Nabasce
+(<i>Abissinia</i>), risalendo verso il nord ed esplorando
+il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce,
+dice il nostro viaggiatore, è una grandissima
+provincia; e sappiate che 'l maggiore
+re di questa provincia si è cristiano, e tutti<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span>
+gli altri re della provincia sono sottoposti a lui,
+i quali sono sei re, tre cristiani e tre saracini. Il
+re maggiore dimora nel mezzo della provincia,
+e i saracini dimorano verso Edenti (<i>Aden</i>),
+nella quale contrada messer San Tomaso convertì
+molta gente, poscia se ne partío, e andonne
+a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando
+della vita degli abitanti e della fauna del paese,
+dice che «la vita loro si è riso e carne, e hanno
+leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono
+d'altri paesi. Nasconvi molte giraffe e
+molte altre bestie, e hanno molte bellissime
+galline, e sì hanno istruzzoli (<i>struzzi</i>) grandi
+come asini, o poco meno; e sì hanno molte
+altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe
+troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni
+si hanno assai, e si hanno pappagalli bellissimi
+e di più fatte, e si hanno gatti mamoni
+e iscimmie assai.»</p>
+
+<p>Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta
+toccò Edenti, la moderna Aden, vicino all'imboccatura
+del Mar Rosso. Aden era a quel tempo
+una città importantissima pel traffico dell'Oriente,
+e nel suo porto convenivano tutti i navigli
+che commerciavano coll'India e colla China.<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span>
+La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr
+nell'Hadzamauth, sulla costa meridionale dell'Arabia),
+«grande città, dice il Veneziano, la
+quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un
+porto eccellente, al quale càpitano molte navi,
+le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;»
+Dufar (Dafur, sulla costa arabica
+meridionale), che produce un incenso di prima
+qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica
+orientale), «città posta sulla bocca del golfo di
+Chalatu, sì che veruna nave vi può passare
+nè usare senza la volontà di questa città;»
+e per ultimo Curmaso (Hormuz), che Marco Polo
+aveva già visitata, quando da Venezia si recò
+alla corte del re tartaro.</p>
+
+<p>È a quel porto del golfo Persico che terminò
+la traversata della flotta allestita dall'imperatore
+mongollo. La principessa era finalmente
+giunta ai confini della Persia, dopo una navigazione
+che aveva durato non meno di diciotto
+mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo
+fidanzato, era morto, ed il regno era straziato
+dalla guerra civile. La principessa fu dunque
+consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan,
+che salì al trono nel 1295, dopo che l'usurpatore,<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span>
+fratello d'Arghum, fu strangolato.
+Non si sa che avvenisse della principessa; ma
+prima di separarsi da Marco, Matteo e Niccolò
+Polo, ella lasciò loro segni dell'alto favore in
+cui li teneva.</p>
+
+<p>Fu probabilmente durante il suo soggiorno
+in Persia che Marco Polo raccolse documenti
+interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti
+staccati ch'egli dà al termine della sua
+relazione, vera storia dei kan mongolli della
+Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano
+terminati. Preso commiato dalla principessa
+tartara, i tre Veneziani, bene scortati, presero
+la via di terra per tornare in patria. Si recarono
+a Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli
+a Negroponte, ed ivi s'imbarcarono
+per Venezia.</p>
+
+<p>Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne
+partito, che Marco Polo rientrò nella sua città
+natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole,
+vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo
+conservato nei loro modi e nel linguaggio le
+abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto veneto,
+non furono neppure riconosciuti dai loro
+più prossimi parenti. Inoltre, da gran tempo era<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span>
+corsa voce della loro morte, e non si sperava
+più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel
+quartiere di San Giovanni Grisostomo, e la trovarono
+occupata da varî individui della famiglia
+Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza,
+giustificata certo dalla loro deplorabile
+apparenza, e prestarono poca fede al racconto,
+alquanto straordinario infatti, che fece loro
+Marco Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li
+ammisero in quella casa, di cui erano veramente
+i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò,
+Matteo e Marco, volendo distruggere il
+più piccolo dubbio circa la loro identità, diedero
+a tutti i loro parenti uno splendido convito.
+E quì lasceremo la parola al Veneziano
+Ramusio, che dice d'averlo saputo per tradizione:</p>
+
+<p>«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito,
+il quale volsero che fosse preparato onoratissimo
+con molta magnificenza, nella detta
+sua casa, e venuta l'ora del sedere a tavola,
+uscirono fuori di camera tutti tre vestiti di raso
+cremosino in vesti lunghe fino in terra, come
+solevano, standosi in casa, usare in quei tempi,
+e data l'acqua alle mani e fatto seder gli altri,<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span>
+spogliatesi le dette vesti, se ne misero altre di
+damasco cremosino, e le prime di suo ordine
+furono tagliate in pezzi e divise fra li servitori.
+Da poi mangiate alcune vivande, tornarono di
+nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti
+di nuovo a tavola, le vesti seconde furono divise
+fra li servitori, ed in fine del convito il
+simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi
+rivestiti nell'abito de' panni consueti che usavano
+tutti gli altri.</p>
+
+<p>«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar
+come attoniti tutti gl'invitati; ma tolti via li
+mantelli, e fatti andar fuori della sala tutti i
+servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi
+dalla tavola, andò in una delle camere, e
+portò fuori le tre vesti di panno grosso consumate,
+con le quali erano venuti a casa, e
+quivi con alcuni coltelli taglienti cominciarono
+a discucir alcuni orli e cuciture doppie, e cavar
+fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè
+rubini, zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che
+in cadauna di dette vesti erano stati cuciti con
+molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si
+averia potuto imaginare che ivi fussero state.
+Perchè al partir del Gran Kan tutte le ricchezze<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span>
+ch'egli aveva loro donate cambiarono in
+tanti rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo
+certo che s'altrimente avessero fatto per sì
+lungo, difficile ed estremo cammino, non saria
+mai stato possibile che seco avessero potuto
+portare tanto oro.</p>
+
+<p>«Or questa dimostrazione di così grande ed
+infinito tesoro di gioje e pietre preziose che
+furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo
+gli astanti di così fatta maraviglia, che restarono
+come stupidi e fuori di sè stessi, e conobbero
+veramente ch'erano quegli onorati e valorosi
+gentil'uomini da Ca' Polo di che prima
+dubitavano, e fecero loro grandissimo onore e
+riverenzia.</p>
+
+<p>«Divulgata che fu questa cosa per Venezia,
+subito tutta la città, sì de' nobili che de' populari,
+corse a casa loro ad abbracciargli e fare
+tutte quelle maggiori carezze e dimostrazioni
+d'amorevolezza e riverenzia che si potessero
+immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio,
+onorarono d'un magistrato che nella città
+in que' tempi era di molta autorità; e tutta la
+gioventù ogni giorno andava continuamente a
+visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span>
+e graziosissimo, e gli domandavano delle cose
+del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con
+tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano
+in un certo modo obligati. E perchè nel
+continuo raccontare ch'egli faceva più e più
+volte della grandezza del Gran Kan, dicendo
+l'entrate di quello essere da 10 in 15 milioni
+d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli
+paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono
+Messer Marco Milioni, che così ancora ne' libri
+pubblici di questa repubblica, dove si fa menzion
+di lui, ho veduto notato; e la corte della sua
+casa a San Giovan Grisostomo, da quel tempo
+in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte
+dei Milioni.»</p>
+
+<p>E per questo, anche il libro de' suoi viaggi
+ebbe l'appellativo di <i>Milione</i>, <i>Liber Milionis</i>,
+come leggesi nel Codice Ambrosiano.</p>
+
+<p>Un uomo celebre come Marco Polo non poteva
+certamente sfuggire agli onori civili; ed infatti
+si vide chiamato alle prime magistrature di
+Venezia.</p>
+
+<p>Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò
+una guerra tra Venezia e Genova. Una flotta
+genovese, comandata da Lampa Doria, solcava<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span>
+l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio
+veneziano, Andrea Dandolo, armò tosto
+una flotta superiore in numero alla genovese,
+ed affidò il comando d'una galera a Marco Polo,
+che, a ragione, era in fama di valentissimo
+navigatore.</p>
+
+<p>Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8
+settembre 1296, i Veneziani furono battuti, e
+Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere
+dei Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando
+il valore del loro prigioniero, lo
+trattarono con molti riguardi. Fu condotto a
+Genova, ove le primarie famiglie, avide di
+ascoltare la sua storia, gli fecero le più graziose
+accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano
+d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si
+stancò di raccontare, ed avendo fatto nel 1298,
+durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano
+Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi
+viaggi.</p>
+
+<p>Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299,
+Marco Polo prese in moglie una Donata, e n'ebbe
+tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. Suo
+padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto
+seppellire nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo.<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span>
+Nell'anno 1323, a lui settantaduesimo,
+Marco fece il suo testamento; e sebbene resti
+ignoto (dice il Ramusio) l'anno della morte,
+può congetturarsi che non fosse di molto posteriore.
+Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.</p>
+
+<p>Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le
+cui relazioni ebbero molta influenza sul progresso
+delle scienze geografiche; e dovevano
+un secolo dopo schiudere a Colombo la via al
+Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo grado
+il genio d'osservazione; sapeva vedere, come
+sapeva narrare; e le scoperte, le esplorazioni
+posteriori, non fecero che confermare la veracità
+del suo racconto. Sino alla metà del secolo
+XVIII i documenti tratti dalla relazione
+di Marco Polo servirono di base agli studî
+geografici, come alle spedizioni commerciali
+fatte nella Cina, nell'India e nel centro dell'Asia.</p>
+
+<hr class="tb" />
+
+<p>La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco
+Polo, castellano a Verona, essendo rimasta
+erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span>
+di Zuanne Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo
+Trevisan; dalla quale discendenza nacque Marcantonio
+Trevisan.</p>
+
+<p>Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò
+la memoria dell'illustre viaggiatore con una
+statua di pietra d'Istria di poco maggiore del
+naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo
+Morosini a Santo Stefano. Più tardi, la modesta
+carità dell'abate Zenier segnò d'una lapide
+la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di
+fianco alla chiesa di San Grisostomo. Nella corte
+attigua si vede ancora una porta, il cui arco,
+di forma decisamente orientale, è adorno di
+leggiadre sculture, ed una parte dell'antica
+cornice non meno ornata ed elegante. La corte
+portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico
+nome di «<i>Corte del Milione</i>.»</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a><br /><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span></p>
+
+<h2><a name="APPENDICE" id="APPENDICE">APPENDICE</a></h2>
+
+<blockquote><p class="center pn"><i>Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice
+Magliabeccano alcuni documenti interessanti
+risguardanti la storia della Gran Turchia,
+che, come già abbiamo detto a pag. 110, vennero
+raccolti da Marco Polo durante il suo
+soggiorno in Persia.</i></p></blockquote>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="I" id="I">I.</a><br />
+Della Gran Turchia.</h3>
+
+<p class="pn">Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo
+quale è nipote del Gran Cane, che fu figliolo
+d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri,
+valentri uomeni d'arme, perchè sempre istanno
+in guerra e in brighe. Questa Gran Turchia è
+verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso,<span class="pagenumr"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span>
+e passa per lo fiume di Geon, e dura di
+verso tramontana insino alle terre del Gran
+Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo
+Chaidu e lo Gran Cane sì ha grandissima
+guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte
+delle terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran
+Cane vuole che lo seguiti, sì come fanno gli
+altri che tengono terra da lui: questi nol vuol
+fare, perchè non si fida, e perciò sono istate
+tra loro molte battaglie. E si fa questo re Chaidu
+bene <span class="smcap">C</span> mila cavalieri; e più volte hae isconfitto
+i baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò
+che questo re Chaidu è molto prode dell'arme,
+egli, e sua gente. Or sappiate, che questo
+re Chaidu avea una sua figliuola, la quale
+era chiamata in tartaresco Aigiarne, cioè viene
+a dire in latino, lucente luna. Questa donzella
+era sì forte, che non si trovava persona che
+vincere la potesse di veruna prova; lo re suo
+padre si la volle maritare: quella disse, che
+mai non si mariterebbe s'ella non trovasse un
+gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra
+pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse
+maritare a sua volontà. Quando la donzella
+ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;<span class="pagenumr"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span>
+e allora mandò per tutte le contrade, che,
+se alcuno gentile uomo fosse, che si volesse
+provare colla figliuola del re Caidu, si andasse
+a sua corte, sappiendo, che qual fosse quegli
+che la vincesse, ella il torrebbe per suo marito.
+Quando la novella fu saputa per ogni parte
+eccoti venire molti gentili uomeni alla corte
+del re; or fu ordinata la pruova in questo
+modo. Nella mastra sala del palagio si era lo
+re e la reina con molti cavalieri e con molte
+donne e donzelle: ed ecco venire la donzella
+tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta
+acconcia. La donzella era molto bella e ben
+fatta di tutte bellezze. Or conveniva che si levasse
+il donzello, che si voleva provare con
+lei, a questi patti com'io vi dirò: che se 'l
+donzello vincesse la donzella, ella lo dovea
+prendere per suo marito, ed egli dovea avere
+lei per sua moglie; e se cosa fosse che la donzella
+vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo
+desse a lei <span class="smcap">C</span> cavalli; e in questo modo avea
+la donzella guadagnati bene <span class="smcap">X</span> mila cavagli. E
+sappiate che questo non era maraviglia, che
+questa donzella era sì ben fatta e sì informata,
+ch'ella pareva pure una gigantessa. Eravi venuto<span class="pagenumr"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span>
+un donzello, lo quale era figliuolo del re
+di Pumar per provarsi con questa donzella; e
+menò seco molta bella e nobile compagnia,
+e si menò <span class="smcap">M</span> cavagli per mettere alla pruova:
+ma 'l cuore li stava molto franco di vincere,
+di ciò gli pareva essere troppo bene sicuro: e
+questo fu nel <span class="smcap">MCCLXXX</span> anni. Quando il re Caidu
+vidde venire questo donzello, sì ne fu molto
+allegro, e molto disiderava nel suo cuore che
+questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era
+bel giovane e figliuolo di un gran re: e allora
+si fece pregare la figliuola che si lasciasse vincere
+a costui; ed ella sì rispuose: sappiate,
+padre, che per veruna cosa del mondo non farei
+altro che diritto e ragione. Or eccoti la
+donzella entrata nella sala alla pruova, tutta
+la gente che stava a vedere, pregavano che
+desse a perdere alla donzella, acciò che così
+bella coppia fossero accompagnati insieme. E
+sappiate che questo donzello era forte e prode,
+e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che si
+potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme
+il donzello e la donzella alle prese, e furonsi
+presi insieme alle braccia, e feciono una
+molto bella incominciata, ma poco durò, che<span class="pagenumr"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span>
+convenne pure che il donzello perdesse la prova.
+Allora si levò in sulla sala il maggior duolo
+del mondo, perchè il donzello avea così perduto,
+ch'era uno de' piue belli uomeni che vi
+fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto;
+e allotta ebbe la donzella questi <span class="smcap">M</span> cavalli, e 'l
+donzello si partío, ed andossene in sua contrada
+molto vergognoso. E voglio che voi sappiate
+che lo re Caidu menò questa sua figliola
+in più battaglie, e quando ella era alla battaglia,
+ella si gittava tra' nemici sì fieramente,
+che non era cavaliere sie ardito nè si forte
+ch'ella nol prendesse per forza, e menavalo
+via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo
+di questa materia, e udirete d'una battaglia
+che fu tra lo re Caidu ed Argo figliuolo
+dello re Abagha signore del Levante.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="II" id="II">II.</a><br />
+D'una battaglia.</h3>
+
+<p class="pn">Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante,
+si tiene molte terre e molte provincie, e<span class="pagenumr"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span>
+confina le terre sue con quelle del re Caidu,
+cioè, dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi
+chiamiamo l'Albero Secco. Lo re Abaga, per
+cagione che lo re Caidu non facesse danno alle
+terre sue, si mandò il suo figliuolo Argo con
+grande gente a cavallo e a piede nelle contrade
+dell'Albero Solo infino al fiume di Geon,
+perchè guardasse quelle terre che sono alli
+confini. Ora avenne che lo re Caidu si mandò
+un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo
+quale avea nome Barac, con molta gente, per
+fare danno alle terre, ove questo Argo era.
+Quando Argo seppe che costoro venivano, fece
+asembiare sua gente, e venne incontro a nemici.
+Quando furono asembiati l'una parte e
+l'altra, e gli istormenti cominciarono a sonare
+dall'una parte e dall'altra, allora fu cominciata
+la più crudele battaglia, che mai fosse veduta
+al mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente
+non poterono durare; sì che Argo gli sconfisse,
+e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo
+cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu
+preso, e com'egli signoreggiò poscia, dopo la
+morte del suo padre.</p>
+
+<p>Quando Argo ebbe vinta questa battaglia,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span>
+vennegli novelle come lo padre era passato di
+questa vita. Quand'egli intese questa novella,
+funne molto cruccioso, e mossesi per venire a
+pigliare la signoria; ma egli era di lungi bene
+<span class="smcap">XL</span> giornate. Ora avenne che il fratello che fu
+d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto
+saracino, si vi giunse prima che giugnesse Argo,
+e incontanente entrò in sulla signoria, e
+riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo
+tesoro, che a pena si potrebbe credere:
+e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri
+della terra, che costoro dissoro che mai
+non volevano altro signore. Questo soldano faceva
+a tutta gente appiacere e onore. Ora quando
+il soldano seppe che Argo veniva con molta
+gente, sì si apparecchiò con tutta sua gente e
+fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa
+gente per amore del soldano andavano
+molto volentieri contro ad Argo, per pigliarlo
+e per ucciderlo a tutto loro podere.</p>
+
+<p>Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo,
+sì si missono e andarono incontro ad Argo,
+e quando fu presso a lui sì si attendò in un
+molto bel piano, e disse alla sua gente: signori,
+e' ci conviene essere prodi uomeni, però che<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span>
+noi difendiamo la ragione, chè questo regno
+fu del mio padre, il mio fratello Abagha si lo
+ha tenuto, quanto a tutta sua vita, ed io si
+doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si
+gliele lasciai. Ora da ch'egli è morto, si è ragione
+ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, ch'io
+non voglio altro che l'onore della signoria, e
+vostro sia tutto il frutto. Questo soldano avea
+bene <span class="smcap">XL</span> mila cavalieri e grande quantità di
+pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che
+andrebbono con lui insino alla morte.</p>
+
+<p>Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato
+apresso di lui, ebbe sua gente, e disse
+così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete
+bene che 'l mio padre insino ch'egli vivette
+egli vi tenne tutti per fratelli e per figliuoli,
+e sapete bene come voi e vostri padri
+siete istati con lui in molte battaglie, e a conquistare
+molte terre; e sì sapete bene come io
+sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed
+io ancora si v'amo di tutto il mio cuore; dunque
+è bene ragione che voi m'atiate riconquistare
+quello che fu del mio padre e vostro,
+ch'è contro colui che viene contro a ragione,
+e vuolci deretare delle nostre terre, e cacciar<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span>
+via tutte le nostre famiglie. E anche sapete
+bene, ch'egli non è di nostra legge, ma è saracino
+e adora Malcometto; ancora vedete come
+sarebbe degna cosa che gli saracini avessono
+signoria sopra gli cristiani: dacchè voi vedete
+bene ch'egli è così, ben dovete essere prodi e
+valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere
+lo nostro, ed io hoe isperanza in Dio,
+che noi il metteremo a morte, sì come egli è
+degno; perciò si vi prego catuno che facciate
+più che suo podere non porta, sì che noi vinciamo
+la battaglia. Li baroni e li cavalieri,
+quando ebbono inteso il parlamento, che avea
+fatto Argo, tutti rispuosono e dissono, ch'egli
+avea detto bene e saviamente: e fermarono
+tutti comunemente, che volevano innanzi morire
+con lui, che vivere senza lui, o che niuno
+gli venisse meno. Allora si levò un barone, e
+disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe
+tutta verità, ma si voglio dir questo, che a me
+si parebbe, che si mandassono ambasciadori al
+soldano per sapere la cagione di quello che fa,
+e per sapere quello che vuole: e cosie fue fermato
+di fare. E quando egliono ebbono questo
+fermato, feciono due ambasciadori, che andassono<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span>
+al soldano ed isponessongli queste cose,
+come in tra loro non dovea essere battaglia,
+perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse
+lasciare la terra e renderla ad Argo. Lo
+soldano rispuose agli ambasciadori, e disse:
+andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere
+per nipote e per figliolo, sì com'io debbo; e
+che gli voleva dare signoria, ch'egli si venisse
+e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli
+fosse signore; e se così non vuol fare, si gli
+dite che si apparecchi della battaglia.</p>
+
+<p>Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe
+grande ira, e disse: non ci è da udire nulla.
+Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al
+campo, ove dovea essere la battaglia; e quando
+furono apparecchiati l'una parte e l'altra, e
+gli istormenti cominciarono a suonare da ciascuna
+parte, allora si cominciò la battaglia
+molto forte e molto crudele da ciascuna delle
+parti. Argo fece il dì grandissima prodezza,
+egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu
+la disaventura, che Argo si fu preso, e perdè
+allora nella battaglia del soldano. Si era uno
+uomo molto lussurioso, sì che si pensò di tornare
+alla terra, e di pigliare molte belle donne<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span>
+che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo
+vicaro nell'oste che avea nome Melichi, che
+dovesse guardare bene Argo; e così se ne andò
+alla terra, e Melichi rimase.</p>
+
+<p>Ora avenne che uno barone tartero, lo quale
+era aguale sotto il soldano, vidde il suo signore
+Argo, lo quale dovea essere di ragione:
+vennegli un gran pensiero al quore, e l'animo
+gli cominciò a gonfiare; e diceva infra sè stesso,
+che male gli pareva che 'l suo signore fosse
+preso, e pensò di fare suo podere, sì che gli
+fosse lasciato; e allora cominciò a parlare con
+altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in
+buon volere e in buono animo di volersi pentere
+di ciò e ch'avevano fatto. E quando furono
+bene accordati, un barone ch'avea nome Baga
+si fue cominciatore, e levaronsi suso tutti a
+romore, e andarono alla prigione dove Argo
+era preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti,
+e che aveano fatto male, e che volevano
+ritornare alla misericordia e fare e dire
+bene, e lui tenere per signore; e così s'acordarono;
+e Argo perdonò loro tutto ciò ch'aveano
+fatto contra di lui. E incontanente si
+mossono tutti questi baroni, e andarono al padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span>
+dov'era Melichi lo vicaro del soldano,
+ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste
+si confermarono Argo per loro diritto
+signore.</p>
+
+<p>Di presente giunse la novella al soldano,
+come il fatto era istato, e come Milichi suo vicaro
+era morto. Quando ebbe inteso questo, si
+ebbe gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia,
+e missesi a partire con quella gente
+che avea. Un barone lo quale era grande amico
+d'Argo, si stava ad un passo, e quando lo soldano
+passava, sì l'ebbe conosciuto, e incontanente
+gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo
+preso per forza, e menollo preso dinanzi ad
+Argo alla città, che v'era già giunto di tre dì.
+E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro,
+e incontanente comandò che gli fosse dato
+la morte, si come a traditore. Quando fu così
+fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare
+le terre dell'Albero Solo, e mandò con lui
+trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo
+entrò nella signoria corre anni <span class="smcap">MCCLXXXV</span>, e
+regnò signore <span class="smcap">VI</span> anni, e fu avelenato, e cosie
+morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio
+entrò nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span>
+era molto di lungi), e tenne la signoria due
+anni, e in capo di due anni fue anche morto
+di beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae
+altro da dire, e dirovvi un poco delle parti di
+verso tramontana.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="III" id="III">III.</a><br />
+Delle parti di verso tramontana.</h3>
+
+<p class="pn">In tramontana si ha uno re ch'è chiamato
+lo re Chonci, e sono tarteri, e sono genti molto
+bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio
+fatto di feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli
+anche la moglie, e dicono che sono l'iddii
+terreni, che guardano tutti i loro beni terreni,
+e così li dànno mangiare, e fanno a questo
+cotale iddio, secondo che fanno gli altri
+tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro.
+Questo re Chonci è della ischiatta di Cinghy
+Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente
+non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre
+o in piani o in montagne, e sono grande
+gente delle persone; vivono di latte di bestie<span class="pagenumr"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span>
+e di carne; biada non hanno, e non son gente
+che mai facciano guerra ad altrui, anzi istanno
+tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed
+hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi
+<span class="smcap">XX</span> palmi, ed hanno volpi che sono tutte
+nere, e asini salvatichi assai, e hanno giambelline,
+cioè, quelle di che si fanno le care
+pelle, che una pelle, da uomo, val bene <span class="smcap">M</span> bisanti;
+e vaj hanno assai. Questo re si e di
+quella contrada, dove i cavagli non possono
+andare, perciò che v'ha grandi laghi e molte
+fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non
+vi si può menare cavallo; e dura questa mala
+contrada <span class="smcap">XIII</span> giornate; ed in capo di ciascuna
+giornata si ha una posta, ove albergano i messi,
+che passano e che vengono. E a catuna di queste
+poste istanno <span class="smcap">XL</span> cani, gli quali istanno per
+portare gli messaggi dall'una posta all'altra,
+sì com'io vi dirò. Sappiate che queste <span class="smcap">XIII</span> giornate
+si sono due montagne, e tra queste due
+montagne si ha una valle, e in questa valle è
+si grande il fango e il ghiaccio, che cavallo
+non vi potrebbe andare; e fanno ordinare tregge
+senza ruote, che le ruote non vi potrebbono
+andare, però ch'elle si ficcherebbono tutte nel<span class="pagenumr"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span>
+fango, e per lo ghiaccio correrebbono troppo.
+In su questa treggia pongono un cuoio d'orso,
+e vannovi suso questi cotali messaggi, e questa
+treggia mena sei di questi cani, e questi
+cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra
+posta, e così vanno di posta in posta tutte
+queste <span class="smcap">XIII</span> giornate di quella mala via, e quegli
+che guarda la posta si monta in su 'n una
+altra treggia, e menangli per la migliore via.
+E si vi dico, che gli uomeni che stanno su per
+queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano
+di molte buone bestiole, e fannone molto
+grande guadagno, sì come sono giambellini e
+vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre
+bestie assai, onde si fanno le care pelli; e
+piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti,
+che non ve ne può campare veruna. Qui si ha
+grandissima freddura. Andiamo più innanzi, e
+udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle
+Iscura.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span></p>
+
+<h3><a name="IV" id="IV">IV.</a><br />
+Della Valle Iscura.</h3>
+
+<p class="pn">Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo
+una contrada chiamata Iscurità, e certo
+ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre
+mai iscura; quivi sì non appare mai sole
+nè luna nè stelle, sempre mai v'è notte; la
+gente che v'è vivono come bestie, e non hanno
+signore. Ma talvolta vi mandono gli tarteri com'io
+vi dirò: che gli uomeni che vi vanno si
+tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e
+lasciano gli puledri di fuori dalla scurità, e
+poi vanno rubando ciò che possono trovare, e
+poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di
+fuori dalla iscurità: e in questo modo riede la
+gente che vi si mette ad andare. Queste genti
+hanno molto di queste pelli così care ed altre
+cose assai, perciò che sono maravigliosi cacciatori,
+e ammassono molto di queste care pelli
+che avemo contato di sopra. La gente che vi<span class="pagenumr"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span>
+sta, son gente palida e di mal colore. Partiamoci
+di qui, e andiamone alla città di Rossia.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="V" id="V">V.</a><br />
+Della provincia di Rossia.</h3>
+
+<p class="pn">Rossia èe una grandissima provincia verso
+tramontana, e sono cristiani, e tengono maniera
+di greci, ed havvi molti re, e hanno loro
+linguaggio, e non rendono trebuto se non ad
+uno re di tartari, e quello è poco. La contrada
+si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non
+sono mercatanti, ma si hanno assai delle pelle,
+che abbiamo detto di sopra. La gente è molto
+bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi,
+e sono semprici genti. In questa contrada si
+ha molte argentiere, e cavanne molto argento.
+In questo paese non ha altro da dire: dirovvi
+della provincia la quale ha nome Lacca, perchè
+confina colla provincia di Rossia.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span></p>
+
+<h3><a name="VI" id="VI">VI.</a><br />
+Della provincia di Lacca.</h3>
+
+<p class="pn">Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo
+nella provincia di Lacca; qui vi troviamo gente
+che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha
+quasi altra novità che abbiamo da quelle di
+sopra; ma vovvi dire d'una cosa, che m'era
+dimenticata della provincia di Rossia. In quella
+provincia si ha sì grandissimo freddo, che a
+pena vi si può campare, e dura infino al mare
+oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono
+molti girfalchi e molti falconi pellegrini,
+i quali si portano per più parti del mondo;
+e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha
+grande via, ma per lo grande freddo che v'è,
+si non vi si puote bene andare. Or vi lascio a
+dire di questa provincia, che non ci ha altro
+da dire, e vogliovi dire un poco di tarteri di
+ponente e di loro signore, e quanti signori
+hanno avuti. Comincio del primo signore.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span></p>
+
+<h3><a name="VII" id="VII">VII.</a><br />
+De' signori de' tarteri del ponente.</h3>
+
+<p class="pn">Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del
+ponente si fu uno ch'ebbe nome Frai. Questo
+Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte
+provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia
+e Chomania e Alanai e Lacca e Megia e Ziziri
+e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte
+prese per cagione che non si tenevano insieme,
+che se elle fossero istate tutte bene insieme,
+non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte
+di Frai fu signore Patu, dopo Patu si fu Bergho,
+dopo Bergo Mogleten, poscia fu Catomachu,
+dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale
+ha nome lo re Tocchai. Ora avete inteso di signori
+che sono istati delli tarteri del ponente;
+vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta
+grande tra lo re Alau signore del levante, e
+dello re Barga signore del ponente.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span></p>
+<h3><a name="VIII" id="VIII">VIII.</a><br />
+D'una gran battaglia.</h3>
+
+<p class="pn">Al tempo degli anni Domini <span class="smcap">MCCLXI</span> sì si cominciò
+una grande discordia tra gli tarteri del
+ponente e quegli del levante, e questo si fu
+per una provincia, che l'uno signore e l'altro
+la voleva, sì che ciascuno fece suo isforzo e
+suo apparecchiamento in sei mesi. Quando
+venne in capo degli sei mesi, e ciascuno sie
+uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene in
+sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati
+d'ogni cosa da battaglia, secondo loro
+usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene
+<span class="smcap">CCCL</span> mila di cavalieri. Or si puose a campo a
+<span class="smcap">X</span> miglia presso l'uno all'altro; e voglio che
+voi sappiate, che questi campi erano i più ricchi
+campi che mai fossono veduti, di padiglioni
+e di trabacche, tutti forniti di sciamiti e d'oro
+e d'ariento; e costì istettoro tre dì. Quando<span class="pagenumr"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span>
+venne la sera, che la battaglia dovea essere la
+mattina vegnente, ciascuno confortò bene sua
+gente, ed amonìo, sì come si conveniva. Quando
+venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul
+campo, e feciono loro ischiere bene e ordinatamente.
+Lo re Barga fece <span class="smcap">XXXV</span> ischiere, lo re
+Alau ne fece pure <span class="smcap">XXX</span>, perchè avea meno di
+gente, e ogni ischiera era da <span class="smcap">X</span> mila uomeni a
+cavallo. Lo campo era molto bello e grande, e
+bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda
+che tanta gente s'asembiasse in su 'n un
+campo; e sappiate che ciascuna gente erano
+prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue
+discesi della ischiatta di Cinghy Cane, ma
+poi sono divisi, che l'uno è signore del levante,
+e l'altro del ponente. Quando furono acconci
+l'una parte e l'altra, e gli naccheri incominciarono
+a sonare da ciascuna parte, allora fu
+cominciata la battaglia colle saette; le saette
+cominciarono ad andare per l'aria tante, che
+tutta l'aria era piena di saette, e tante ne saettarono
+che più non n'avevano. Tutto il campo
+era pieno d'uomeni morti e di feriti; poi missoro
+mano alle ispade; quella era tale tagliata
+di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che<span class="pagenumr"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span>
+giammai tale non fu veduta nè udita, e tanti
+cavalieri a terra, ch'era una maraviglia a vedere
+da ciascuna parte; nè giammai non morì
+tanta gente in un campo, che niuno non poteva
+andare per terra, se no su per gli uomeni
+morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue,
+che gli cavagli andavano nel sangue insino a
+mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì
+grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una
+maraviglia a udire lo dolore che facevano. E
+lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua
+persona che non pareva uomo, anzi pareva una
+tempesta; sì che il re Barga non potè durare,
+anzi gli convenne alla per fine lasciare il campo,
+e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì
+dietro con sua gente, tuttavia uccidendo quantunque
+ne giugnevano. Quando lo re Barga fu
+isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si
+ritornò in sul campo, e' comandò che tutti gli
+morti fossono arsi, così gli nemici come gli
+amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti;
+e fatto ch'ebbono questo, sì si partirono, e ritornarono
+in loro terre. Avete inteso tutti i
+fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può
+dire, e di loro costumi, e degli altri paesi che<span class="pagenumr"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span>
+sono per lo mondo, quanto se ne puote cercare
+e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi
+abbiamo parlato nè detto nulla, nè delle provincie
+che gli sono d'intorno, avegnachè noi il
+ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che
+mi pare che sia fatica a dire quello, che non
+sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto
+dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano
+ogni dì che bene si sa, sì come sono
+viniziani e genovesi e pisani, e molta altra
+gente che fanno quel viaggio ispesso, che catuno
+sa ciò che v'è; e perciò mi taccio e non
+ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita,
+come noi ci partimmo dal Gran Cane, avete
+inteso nel cominciamento del libro in uno capitolo,
+ove parla della briga e fatica ch'ebbe
+messer Matteo e messer Niccolò e messer Marco
+in domandare commiato dal Gran Cane; e in
+quello capitolo conta la ventura ch'avemo nella
+nostra partita. E sappiate, se quella aventura
+non fosse istata, a gran fatica e con molta pena
+saremo mai partiti, sì che appena saremo mai
+tornati in nostro paese. Ma credo che fosse
+piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero
+sapere le cose che sono per lo mondo,<span class="pagenumr"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span>
+che secondo ch'avemo contato in capo del libro
+nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano
+nè saracino nè tartero nè pagano, che
+mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer
+Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile
+e grande cittadino della città di Vinegia.
+Deo gratias. Amen. Amen.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<p class="center extra"><span class="smcap">Fine.</span></p>
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span></p>
+
+<h2><a name="INDICE" id="INDICE">INDICE</a></h2>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere
+delle esplorazioni nel centro dell'Asia.&mdash;Condizione
+della famiglia Polo a Venezia.&mdash;I due fratelli
+Niccolò e Matteo Polo.&mdash;Vanno da Costantinopoli
+alla corte dell'Imperatore della China.&mdash;Loro ricevimento
+alla corte di Kublai-Kan.&mdash;L'Imperatore li
+nomina suoi ambasciatori presso il papa.&mdash;Loro ritorno
+a Venezia.&mdash;Marco Polo.&mdash;Parte col padre
+Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re tartaro.&mdash;Il
+nuovo papa Gregorio X.&mdash;La relazione di Marco
+Polo scritta in francese, sotto suo dettato, da Rusticano
+da Pisa, (dal 1253 al 1324) Pag. 5</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.&mdash;La Turcomania.&mdash;L'Armenia Maggiore.&mdash;Il
+monte Ararat.&mdash;La Georgia.&mdash;Mussul,
+Bagdad, Bassora, Tauris.&mdash;La Persia.&mdash;La Provincia
+di Kirman.&mdash;Comadi.&mdash;Ormuz.&mdash;Il Vecchio della
+Montagna.&mdash;Cheburgan.&mdash;Balk.&mdash;Il Balacian.&mdash;Cascemir.&mdash;Cascegar.&mdash;Samarcanda.&mdash;Cotan.&mdash;Il
+deserto.&mdash;Tangut.&mdash;Caracorum.&mdash;Signan-fu.&mdash;Tenduc.&mdash;La
+grande Muraglia della China.&mdash;Ciandu,<span class="pagenumr"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span>
+la città attuale di Sciang-tu.&mdash;La residenza di Kublai-Kan.&mdash;Cambaluc,
+attualmente Pekino.&mdash;Le feste
+dell'Imperatore.&mdash;Sue caccie.&mdash;Descrizione di Pekino.&mdash;La
+zecca ed i biglietti di banca chinesi.&mdash;Le
+poste dell'Impero Pag. 15</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.&mdash;Tainfu.&mdash;Pin-yang fu.&mdash;Il fiume Giallo.&mdash;Chaciafu.&mdash;Si-gnan-fu.&mdash;Il
+Sze-tchuen.&mdash;Ching-tu-fu.&mdash;Il
+Tibet.&mdash;Li-Kiang-fu.&mdash;Il Caragia.&mdash;Yung-chang.&mdash;Mien.&mdash;Il
+Bengala.&mdash;L'Annam.&mdash;Il Tai-ping.&mdash;Sinuglil.&mdash;Sindi-fu.&mdash;Chacafu.&mdash;Ciaglu.&mdash;Ciagli.&mdash;Codifu.&mdash;Lin-tsin-tcheu.&mdash;Lin-tching-hien.&mdash;Il
+Mangi.&mdash;Yang-tcheou.&mdash;Città del litorale.&mdash;Quinsay
+o Hang-tcheu.&mdash;Il Fuchian " 55</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">L'India.&mdash;Cipango o Zipagu (il Giappone).&mdash;Partenza
+dei tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+persiani.&mdash;Saigon.&mdash;Giava.&mdash;Condor.&mdash;Bintang.&mdash;Sumatra.&mdash;I
+Nicobari.&mdash;Ceylan.&mdash;La
+costa di Coromandel.&mdash;La costa di Malabar.&mdash;Il mar
+d'Oman.&mdash;L'isola di Gocotora.&mdash;Madagascar.&mdash;Zanzibar
+e la costa africana.&mdash;L'Abissinia.&mdash;Aden.&mdash;Schehr.&mdash;Dafur.&mdash;Kalhat.&mdash;Hormuz.&mdash;Il Golfo
+Persico.&mdash;Ritorno a Venezia.&mdash;Una festa in casa
+Polo.&mdash;Marco Polo prigioniero dei Genovesi.&mdash;Morte
+di Marco Polo verso l'anno 1323.&mdash;Suoi discendenti.&mdash;Ricordi
+della famiglia Polo " 85</p></blockquote>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p class="extra center pn">APPENDICE.</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span></p>
+
+<p class="center large p2">
+<a href="#I">I. Della Gran Turchia.</a><br />
+<br />
+<a href="#II">II. D'una battaglia</a><br />
+<br />
+<a href="#III">III. Delle parti di verso tramontana</a><br />
+<br />
+<a href="#IV">IV. Della Valle Iscura</a><br />
+<br />
+<a href="#V">V. Della provincia di Rossia</a><br />
+<br />
+<a href="#VI">VI. Della provincia di Lacca</a><br />
+<br />
+<a href="#VII">VII. De' signori de' tarteri del ponente</a><br />
+<br />
+<a href="#VIII">VIII. D'una gran battaglia</a>
+</p>
+
+<p class="extra center p4">PRESSO GLI STESSI EDITORI</p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a><br /><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a><br /><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span></p>
+
+<p class="center p4"><span class="smcap">GRANT e SPEKE</span><br />
+<br />
+LE<br />
+SORGENTI DEL NILO<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+K. B. JOHNSON<br />
+<br />
+IL<br />
+PAESE DELL'ORO<br />
+<br />
+AVVENTURE<br />
+DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE<br />
+<br />
+Volumi 2 illust. L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+MAYNE-REID<br />
+<br />
+LE FORESTE VERGINI<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+MAYNE-REID<br />
+<br />
+IL<br />
+PAESE DEGLI ELEFANTI<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+</p>
+
+<div class="footnotes p4"><h2>NOTE:</h2>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo
+possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del
+Codice Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi
+lavori del Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di
+pretendere in una nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano
+tutta quella estensione che ben s'addice al più illustre viaggiatore
+di quel secolo. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario
+e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante
+la quale domò Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio
+1203, facendo a Venezia importantissimi acquisti marittimi
+sulle coste del Mar di Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia
+e d'altre isole del Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli
+di S. Marco. Dopo l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse
+l'impero latino col conte Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli
+il 1<sup>o</sup> giugno 1205, al ritorno d'una spedizione infelice
+contro gli abitanti ribellatisi di Adrianopoli. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Gran Signore. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto
+in fondo al golfo Issico.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Il codice Magliabeccano dice <i>da Vinegia</i> (Venezia), ma il
+testo francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, <i>da Vicenza</i>. Nell'opera
+di Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo:
+<i>de Vienne!</i> (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto
+de' suoi viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> L'<i>Jerzenga</i> dei moderni.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> La <i>nafta</i> propriamente detta è un bitume liquido, infiammabilissimo,
+incoloro, della stessa origine del petrolio; è volatile,
+di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La <i>nafta</i> si trova
+raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle
+sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato
+le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta
+la penisola di Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di
+<i>nafta</i>, cinerea e bianca. La <i>nafta bianca</i> arde benissimo, ma
+n'è scarsa la quantità; all'incontro la <i>cinerea</i> è abbondantissima,
+e sgorga talora in piccoli ruscelli. La <i>nafta</i>, in medicina, è stata
+adoperata, come il petrolio, come vermifuga e antispasmodica. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> <i>Melic</i> è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa
+<i>re</i>.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città
+di Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre
+sino al Mar Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli
+Sciti.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> <i>Califfo</i>, titolo assunto dai luogotenenti e successori di Maometto,
+nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande
+legislatore. (<i>Nota del Trad.</i>)
+</p></div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:</p>
+
+<p>«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero,
+ch'avea nome Alau, fratello del signore che in quel tempo
+regnava, ragunò grande oste, e venne sopra lo califfo in Baudac
+(<i>Bagdad</i>), e presela per forza. E questo fu grande fatto,
+imperocchè in Baudac aveva piue di cento mila cavalieri senza
+gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò al califfo piena
+una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che giammai
+non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro,
+molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e
+sì gli disse: <i>califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne
+volevi tu fare? E quando tu sapesti ch'io veniva sopra te,
+come non soldavi cavalieri e gente per difendere te e la terra
+tua e la tua gente?</i> Lo califfo non li seppe rispondere. Allotta
+(<i>allora</i>) disse Alau: <i>califfo, da che tue ami tanto l'avere, io
+te ne voglio dare a mangiare</i>. E fecelo mettere in quella torre,
+e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e disse:
+<i>Ora ti satolla del tuo tesoro.</i> E quattro dì vivette, e poscia si
+trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente
+per difendere sua terra.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:</p>
+
+<p>«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad)
+e a Mosul. Negli anni <span class="smcap">MCCLXXV</span> era uno califfo in Baudac
+che molto odiava gli cristiani; e ciò è naturale alli saracini.
+Egli pensò di fare tornare gli cristiani, saracini, o di uccidergli
+tutti, e a questo aveva suoi consiglieri saracini. Ora mandò
+lo califfo per tutti i cristiani ch'erano di là, e misse loro dinanzi
+questo punto; che egli trovava in uno vasello iscritto,
+che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto un granello
+di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere
+due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani
+dissero che bene era vero.&mdash;Dunque, disse il califfo, tra voi tutti
+dee essere tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque
+fate rimuovere quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi
+vi farete saracini, chè chi non ha fede dee essere morto.&mdash;E di
+questo fare diede loro termine dieci dì. Quando gli cristiani
+udirono ciò che il califfo avea detto, ebbono grandissima paura;
+e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, piccoli e grandi,
+maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e pregarono assai
+Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando che
+Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona
+notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e
+dissegli che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli
+dicesse che la montagna si muterebbe. Quello calzolaio era
+buono uomo, ed era di sì buona vita, che un dì una femmina
+venne a sua bottega, molto bella, nella quale un poco peccò
+cogli occhi, ed egli colla lesina vi si percosse, sicchè mai non
+ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. Quando questa
+visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea mutare
+la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro
+la visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse
+Iddio che mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era
+uomo sufficiente a ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che
+lo calzolaio si misse in orazione. Quando il termine fu compiuto,
+la mattina tutti gli cristiani n'andarono alla chiesa, e
+feciono cantare la messa, pregando Iddio che gli aiutasse; poscia
+tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a questa
+montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi,
+bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati
+per uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non
+si mutasse. Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce
+ginocchioni, e pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò
+a rovinare e a mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si
+maravigliarono molto, e il califfo si convertì con molti saracini;
+e quando lo califfo morìo, si trovò una croce a collo,
+e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel monimento
+con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro luogo.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida
+sede di commercio e d'industria, e governata da un luogotenente
+del principe di Seiestan.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice
+Magliabeccano, questo interessante capitolo:</p>
+
+<p>«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva
+dimorare anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che
+messer Marco intese da più uomini. Lo Veglio è chiamato in
+lor lingua Aloodyn. Egli aveva fatto fare fra due montagne,
+in una valle, lo più bello giardino, e 'l più grande del mondo;
+quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del mondo, tutti
+dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per
+tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era
+donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano
+cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere
+a costoro che quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè
+Malcometto disse, che chi andasse in paradiso avrebbe di belle
+femmine tante quante volesse, quivi troverebbe fiumi di latte
+e di miele e di vino; e perciò lo fece simile a quello che avea
+detto Malcometto. E gli saracini di quella contrada credevano
+veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo giardino
+non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. All'entrata
+del giardino avea un castello sì forte, che non temeva
+niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte
+tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi
+uomini. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a 4,
+a 10, a 20, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano
+bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, e al tempo
+gli faceva isvegliare.</p>
+
+<p>«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro,
+e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere
+in paradiso; e queste donzelle sempre istavano con loro
+in canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quello che
+volevano, che mai per loro volere non si sarebbono partiti di
+quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere
+a quegli di quella montagna, che così sia com'io v'ho
+detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani,
+in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono,
+e fagli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando
+coloro si svegliano, trovansi quivi, molto si maravigliano, e
+sono molto tristi, chè si trovano fuori del paradiso. Egli se ne
+vanno incontanente dinanzi al Veglio, credendo che sia un
+gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli domanda: <i>Onde venite?</i>
+Rispondono: <i>Dal paradiso</i>, e contangli quello che v'hanno veduto
+entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il
+Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello
+lo quale sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e
+coloro lo fanno volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano,
+ritornano al loro signore; se è preso, vuole morire, credendo
+ritornare al paradiso. E quando lo Veglio vuole fare
+uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: <i>Va', fa tal cosa:
+e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al paradiso.</i> E
+gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa maniera
+non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna,
+a cui egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno
+tributo per quella paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau
+signore dei Tartari del levante, che sapeva tutte queste malvagità,
+pensò tra sè medesimo di volerlo distruggere, e mandò
+e' suoi baroni a questo giardino, e istettonvi tre anni attorno
+al castello prima che l'avessono; nè mai non lo avrebbono
+avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu morto
+lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più
+Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice
+Magliabeccano:</p>
+
+<p>«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di
+notte per lo deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane
+addietro delli compagni per dormire o per altro, quando
+vuole poi andare per giungere li compagni, ode parlare i spiriti
+in àiere, che somigliano li suoi compagni, e più volte è
+chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto disviare talvolta
+in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già perduti;
+e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e propriamente
+tamburi.»</p>
+
+<p>Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il
+passare delle carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un
+suono speciale, prodotto dalla sabbia messa in movimento da
+molti animali.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> La falsa credenza popolare che la <i>salamandra</i> possa resistere
+al fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo
+nome a quella pietra che noi conosciamo sotto il nome di <i>amianto</i>,
+minerale che si presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei,
+morbidi come seta, infusibili, <i>incombustibili</i>. Nelle
+Alpi del Piemonte l'amianto è comune; la sua quantità non è
+però tale da farne grandi applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo
+per le lampade ad alcool; si è pensato pure a farne filacce
+per gli usi della chirurgia. Pei chimici, l'amianto è un <i>silicato
+di magnesia</i>. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_18_18" id="Footnote_18_18"></a><a href="#FNanchor_18_18"><span class="label">[18]</span></a> La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine
+occidentale della grande muraglia.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_19_19" id="Footnote_19_19"></a><a href="#FNanchor_19_19"><span class="label">[19]</span></a> Nel testo francese si legge: «<i>il prenent le cousines por
+feme, et prenent la feme sun pere.</i>»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_20_20" id="Footnote_20_20"></a><a href="#FNanchor_20_20"><span class="label">[20]</span></a> Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere
+celebre pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato
+nel 1253 da S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari
+che aveva, dicesi, abbracciato il cristianesimo. Accompagnato
+dal cordeliere Bartolomeo da Cremona, traversò il Mar
+Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma questo capo non
+era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel che possedeva.
+Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a
+Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò
+per l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione
+a S. Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è
+piena di particolari curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte
+Hakluyt e Purchas. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_21_21" id="Footnote_21_21"></a><a href="#FNanchor_21_21"><span class="label">[21]</span></a> Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga
+notizia dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale
+ad un tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte
+dagli storici risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia
+era re del Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte
+usurpò il trono un prete nestoriano, capo dei Naimans, generalmente
+chiamato il Prete Giovanni.</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p class="pn"><a name="Footnote_22_22" id="Footnote_22_22"></a><a href="#FNanchor_22_22"><span class="label">[22]</span></a> Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e
+molto solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si
+fabbrica anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il <i>cambellotto</i>
+è pure una stoffa di lana pura, o mista di lana e seta,
+che si prepara tanto in Francia che in Italia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_23_23" id="Footnote_23_23"></a><a href="#FNanchor_23_23"><span class="label">[23]</span></a> Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (<i>J. V.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_24_24" id="Footnote_24_24"></a><a href="#FNanchor_24_24"><span class="label">[24]</span></a> Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto
+a morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito
+del defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa
+che regola le successioni delle monarchie europee. (<i>nota del Trad</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_25_25" id="Footnote_25_25"></a><a href="#FNanchor_25_25"><span class="label">[25]</span></a> <i>Morus papyrifera.</i> Parlando di queste specie di gelso, il Capitano
+Mayne-Reid così si esprime: «Il <i>morus papyrifera</i> è
+originario della China, del Giappone o delle isole dell'Oceano
+Pacifico: ma come gli altri gelsi, venne portato in Europa ed
+in America, ove lo si coltiva oggidì a titolo d'ornamento. Il
+suo frutto, di colore scarlatto, è sferico, in luogo d'essere oblungo
+come quelli dei gelsi propriamente detti. È per questa
+ragione che i botanici fanno un genere a parte, di cui è l'unico
+campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da
+seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel
+bestiame. Però la parte più interessante del <i>gelso-papiro</i> è senza
+dubbio la corteccia, che serve a fabbricare la carta nella
+China e nel Giappone. È appunto con questa sostanza che si
+fabbrica la magnifica carta della China, che serve nell'incisione,
+ed è con questa stessa corteccia che i naturali delle isole
+della Società tessono quella superba stoffa bianca, che causò
+tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima
+volta.» (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_26_26" id="Footnote_26_26"></a><a href="#FNanchor_26_26"><span class="label">[26]</span></a> Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai
+meriti ed i vantaggi della <i>carta monetata</i>, diremo che questa istituzione,
+di cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e
+tutti i mali, essendo stata introdotta in China (secondo le dotte
+ricerche del Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando
+Ian-tsunh, della dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli
+nelle finanze chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di
+quelle carte, sia pei fallimenti delle banche autorizzate all'emissione
+di questi cenci rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287
+Kublai-Khan, adottando il progetto del ministro Lusci-iung,
+piantò il credito sulla base fallace della violenza: la rovina del
+commercio, il depauperamento de' privati, la perdita d'ogni fiducia
+nel principe, furono gli effetti inevitabili di questo pericoloso
+sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di sostenere il
+credito periclitante: il governo passava da un fallimento all'altro;
+e verso la metà del secolo XV<sup>o</sup> una crisi finale fece scomparire
+nella China, per sempre, la carta monetata.</p>
+
+<p>Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione
+cartacea presso le nazioni europee. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_27_27" id="Footnote_27_27"></a><a href="#FNanchor_27_27"><span class="label">[27]</span></a> I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_28_28" id="Footnote_28_28"></a><a href="#FNanchor_28_28"><span class="label">[28]</span></a> Pari a L. 20,220.&mdash;Il <i>Bisante</i> è un antica moneta d'oro, coll'impronta
+di due santi, così appellata da Bisanzio, ora Costantinopoli,
+ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a
+lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_29_29" id="Footnote_29_29"></a><a href="#FNanchor_29_29"><span class="label">[29]</span></a> Il <i>Bambu</i> comune (<i>Arundo Bambos</i>) ha sovente l'altezza
+di 20 metri. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_30_30" id="Footnote_30_30"></a><a href="#FNanchor_30_30"><span class="label">[30]</span></a> Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di
+cui parla il Polo, sieno boa (<i>boa constrictor</i>), frequentissimi nella
+China Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi
+da 25 a 30 piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli
+ed altri. La carne di questi boa è squisita a mangiarsi; il
+fiele estrattone vendesi caro per medicina; della pelle si fanno
+tamburi e vagine di pugnali e spade.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_31_31" id="Footnote_31_31"></a><a href="#FNanchor_31_31"><span class="label">[31]</span></a> Confucio (<i>Khung-fu-tseu</i> o <i>Khung-tseu</i>), nato verso il 551
+av. Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore,
+discendeva, dicesi, da <i>Hoang-ti</i>, legislatore della Cina.
+Fino dalla prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni,
+dopo la morte della madre, si consacrò alla meditazione e formò
+il disegno di riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie
+provincie e si vide in breve circondato da un gran numero
+di discepoli. Il re di Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro.
+Corresse i costumi, riformò la giustizia e fece prosperare
+l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto fu costretto a ritirarsi.
+Dopo aver di nuovo percorso le provincie per predicare
+la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì verso
+il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero
+una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella
+Cina e vi godono di parecchi privilegi.&mdash;Confucio rivide i <i>Kings</i>,
+libri sacri dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo
+o restauratore della religione, o piuttosto della setta filosofica
+religiosa che vige tuttodì nella Cina. Scrisse l'<i>Yih-King</i> (libro
+delle Trasformazioni), lo <i>Sciu-King</i> (Libro per eccellenza), che
+contiene un sunto storico sulla storia della Cina fino al 770 av. C.;
+il <i>Sci-King</i> (Libro dei versi), raccolta di canti popolari, nazionali
+e religiosi: il <i>Li-Ki</i> (Rituale), sul quale poggia tutto il sistema
+religioso; lo <i>Sciun-Sieu</i> (primavera ed autunno), storia
+del reame di Lu; il <i>Hiao-King</i> (dialogo sulla pietà filiale), che
+contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che precede il <i>Ta-hio</i>
+(la grande scienza), uno dei quattro libri scritti dai suoi discepoli.
+(<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_32_32" id="Footnote_32_32"></a><a href="#FNanchor_32_32"><span class="label">[32]</span></a> Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a
+quella del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano
+per le vie i proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai
+porci od ai cani. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_33_33" id="Footnote_33_33"></a><a href="#FNanchor_33_33"><span class="label">[33]</span></a> Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi
+la China.</p></div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_34_34" id="Footnote_34_34"></a><a href="#FNanchor_34_34"><span class="label">[34]</span></a> <i>Cipango</i> o <i>Zipagu</i> è il Giappone, che il Polo fu il primo a
+far conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente
+la corruzione del chinese <i>Sci-pen-cuo</i>, regno dell'oriente,
+trovandosi all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano
+il loro paese Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato.
+(<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_35_35" id="Footnote_35_35"></a><a href="#FNanchor_35_35"><span class="label">[35]</span></a> Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon,
+appartiene oggidì alla Francia.</p>
+</div>
+</div>
+
+<hr class="tb" />
+
+<div class="transnote">
+<p class="center large">Nota del Trascrittore.</p><p class="pn p2">Corretti gli ovvii errori tipografici.<br />
+Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare la stessa località.<br />
+La copertina è stata creata dal trascrittore ed è posta in pubblico dominio.</p>
+</div>
+
+<div>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 44714 ***</div>
+</body>
+
+</html>
diff --git a/44714-h/images/covermp.jpg b/44714-h/images/covermp.jpg
new file mode 100644
index 0000000..e26be68
--- /dev/null
+++ b/44714-h/images/covermp.jpg
Binary files differ
diff --git a/44714-h/images/ill-002.jpg b/44714-h/images/ill-002.jpg
new file mode 100644
index 0000000..58c5566
--- /dev/null
+++ b/44714-h/images/ill-002.jpg
Binary files differ
diff --git a/44714-h/images/ill-073.jpg b/44714-h/images/ill-073.jpg
new file mode 100644
index 0000000..9a6cf82
--- /dev/null
+++ b/44714-h/images/ill-073.jpg
Binary files differ
diff --git a/LICENSE.txt b/LICENSE.txt
new file mode 100644
index 0000000..6312041
--- /dev/null
+++ b/LICENSE.txt
@@ -0,0 +1,11 @@
+This eBook, including all associated images, markup, improvements,
+metadata, and any other content or labor, has been confirmed to be
+in the PUBLIC DOMAIN IN THE UNITED STATES.
+
+Procedures for determining public domain status are described in
+the "Copyright How-To" at https://www.gutenberg.org.
+
+No investigation has been made concerning possible copyrights in
+jurisdictions other than the United States. Anyone seeking to utilize
+this eBook outside of the United States should confirm copyright
+status under the laws that apply to them.
diff --git a/README.md b/README.md
new file mode 100644
index 0000000..159f40f
--- /dev/null
+++ b/README.md
@@ -0,0 +1,2 @@
+Project Gutenberg (https://www.gutenberg.org) public repository for
+eBook #44714 (https://www.gutenberg.org/ebooks/44714)
diff --git a/old/44714-8.txt b/old/44714-8.txt
new file mode 100644
index 0000000..cdf2c89
--- /dev/null
+++ b/old/44714-8.txt
@@ -0,0 +1,3114 @@
+The Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
+
+
+Title: I Viaggi di Marco Polo
+ Unica versione originale fedelmente riscontrata sul codice
+ magliabeccano e sulle opere di Charton
+
+Author: Jules Verne
+
+Translator: Ezio Colombo
+
+Release Date: January 19, 2014 [EBook #44714]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO ***
+
+
+
+
+Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This
+file was produced from images generously made available
+by The Internet Archive)
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO
+
+[Illustrazione: MARCO POLO (_Da un dipinto della Scuola Veneta
+contemporanea del grande viaggiatore_)]
+
+
+
+ GIULIO VERNE
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO
+
+ UNICA VERSIONE ORIGINALE
+ FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO
+ E SULLE OPERE DI CHARTON
+
+ _per cura_
+
+ DI
+
+ EZIO COLOMBO
+
+ Volume Unico
+
+ MILANO
+
+ SERAFINO MUGGIANI e COMP.
+ Via Unione, N. 11, 13.
+
+ 1878
+
+
+
+
+ Proprietà Letteraria
+
+ Tip. Guigoni.
+
+
+
+
+ I VIAGGI DI MARCO POLO[1]
+
+
+
+
+ CAPITOLO I.
+
+ Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle
+ esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a
+ Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da
+ Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro
+ ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi
+ ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco
+ Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re
+ tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta
+ in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al
+ 1324).
+
+
+I mercanti genovesi e veneziani non potevano rimanere indifferenti alle
+esplorazioni che arditi viaggiatori tentavano nell'Asia centrale,
+l'India e la China. Essi comprendevano che queste contrade offrirebbero
+in breve un nuovo sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili
+immensi si ricaverebbero dall'importazione in Occidente di mercanzie di
+fabbricazione orientale. Gl'interessi del commercio dovevano quindi
+lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte. Queste furono le
+ragioni che decisero due nobili veneziani ad abbandonare la loro patria
+ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli di quei perigliosi
+viaggi, allo scopo d'estendere le loro relazioni commerciali.
+
+Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia Polo, la quale traeva
+origine da Sebenico, in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in
+Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo questa famiglia divisa in
+due rami; uno dei quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro in
+quella di San Geremia.
+
+I Polo di San Felice, datisi già da più anni al commercio, avevano in
+esso trovata larghissima fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello
+delle famiglie patrizie di Venezia.
+
+Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio, figliuoli di Andrea, che
+già prima del 1250 avevano stabilito un banco a Costantinopoli, terra
+più veneziana che greca dopo l'impresa del Dandolo[2], si recarono con
+una paccotiglia considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea, ove la
+loro casa possedeva un altro banco diretto da un loro fratello maggiore,
+Andrea Polo. Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e traversando
+il paese di Comania, giunsero sul Volga, ove teneva il suo campo
+Berke-Kan signore dei Tartari occidentali. Questo principe mongollo
+accolse benissimo i due negozianti di Venezia, e comperò i gioielli che
+gli offersero pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi ricchissimi
+doni.
+
+Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo mongollo; finchè, nel 1262,
+scoppiò una guerra tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore dei
+Tartari di Levante, e conquistatore della Persia. I due fratelli, non
+volendo avventurarsi in mezzo a contrade battute dai Tartari,
+preferirono recarsi a Boukhara, che era la principale residenza di
+Berke, e colà rimasero tre anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e
+presa la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò i due Veneziani a
+seguirli verso la residenza del Gran Kan[3] dei Tartari, che avrebbe
+fatto loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio di Gengis-Kan,
+era imperatore della China, e teneva allora la residenza d'estate in
+Mongolia, a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero Chinese.
+
+I due mercanti veneziani partirono, e spesero un anno intero nel
+traversare quell'immensa estensione di paese che divide Boukhara dai
+confini settentrionali della China. Kublai-Kan fu lietissimo di ricevere
+quegli stranieri, venuti da paesi occidentali. Fece loro molte feste,
+e li interrogò con premura sugli avvenimenti che accadevano in
+Europa, chiedendo molti particolari intorno agli imperatori e re, alla
+loro amministrazione, ai loro metodi di guerra; poscia li intrattenne
+lungo tempo del pontefice e degli affari della Chiesa latina.
+
+Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi e della lingua,
+risposero francamente a tutte le domande dell'imperatore, al quale tanto
+piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli come suoi ambasciatori a
+Sua Santità. I mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè in tale
+alta condizione il loro ritorno doveva effettuarsi in condizioni
+vantaggiosissime.
+
+Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua turca, nelle quali chiedeva a
+Sua Santità Clemente IV, d'inviargli cento missionari per convertire
+gl'idolatri al cristianesimo; poscia licenziò i due Veneziani, dando ad
+essi per compagno di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato Cogatal, ed
+incaricandoli di riportargli un vasetto dell'olio della lampada sacra
+che arde continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a Gerusalemme.
+
+I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta d'oro, che metteva a
+loro disposizione uomini e cavalli in tutta l'estensione dell'impero,
+presero congedo dal Gran Kan e si misero in viaggio nel 1266. In breve
+però il barone Cogatal cadde ammalato. I Veneziani, costretti a
+separarsi da lui, proseguirono il loro cammino, e, malgrado gli aiuti
+che ricevettero, impiegarono non meno di tre anni per giungere a
+Giazza[4], porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si portarono ad Acri,
+ove arrivarono verso la fine dell'anno 1269. Colà seppero della morte di
+papa Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma il legato apostolico
+Tebaldo risiedeva in quella città; egli accolse i due Veneziani, e
+sentendo quale fosse la missione di cui il Gran Kan li aveva incaricati,
+li esortò ad attendere l'elezione del nuovo papa.
+
+Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da ben diciannove anni,
+pensarono, intanto che il nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere
+Venezia e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove s'imbarcarono sopra
+una nave, che li condusse direttamente alla loro città natale.
+
+Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua moglie e la nascita di un
+figlio, nato pochi mesi dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si
+chiamava Marco. Egli è ben da credere che al dolore del marito dovesse
+recare grande conforto la gioia del padre che trovava questo figliuolo,
+quasi a tenergli luogo della donna perduta. Durante due anni i fratelli
+Polo, cui stava a cuore di adempiere la loro missione, aspettarono a
+Venezia l'elezione del nuovo papa. Ma poichè questa tardava, parve loro
+di non poter più oltre differire il loro ritorno presso l'imperatore dei
+Mongolli; partirono quindi per Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco
+il giovane Marco, che contava allora ben 19 anni. Ad Acri ritrovarono il
+legato Tebaldo, che li autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere
+l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta quella missione, i
+Veneziani fecero ritorno ad Acri, e mancando ancora il pontefice,
+chiesero al legato lettere per Kublai-Kan, nelle quali sembra fosse
+accennata la morte di Clemente IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due
+fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima gioja, seppero che il
+legato Tebaldo era stato consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X,
+il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò immediatamente, ed
+il re d'Armenia pose una galera a loro disposizione, perchè potessero
+recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa li accolse con premura,
+consegnò loro lettere per l'imperatore della China, diè loro la
+compagnia di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza[5] e Guglielmo da
+Tripoli, e la sua benedizione.
+
+Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità, fecero ritorno ad Acri;
+ma appena giunti in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri
+nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano mamelucco del Cairo, che
+infestava allora l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di quel
+brutto principio, rinunciarono a recarsi nella China, e lasciarono ai
+Veneziani la cura di consegnare all'imperatore mongollo le lettere del
+pontefice.
+
+È qui che incominciano i grandi viaggi descritti da Marco Polo, dei
+quali noi parleremo in progresso. Ha egli realmente visitato tutti i
+paesi e tutte le città ch'egli descrive? No, senza dubbio; e nella sua
+narrazione, scritta in francese sotto suo dettato da Rusticano da
+Pisa[6], è formalmente dichiarato che «Marco Polo, savio e nobile
+cittadino di Venezia, vide tutto co' propri occhi, e quello che non vide
+lo seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma aggiungiamo che la
+maggior parte delle città e paesi descritti da Marco Polo vennero
+realmente da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario com'è tracciato
+nel suo racconto, indicando soltanto ciò che il celebre viaggiatore
+seppe da altri durante le importanti missioni di cui lo incaricò
+l'imperatore Kublai-Kan. In questo secondo viaggio i Veneziani non
+seguirono esattamente la medesima strada che Matteo e Niccolò avevano
+presa recandosi la prima volta verso l'imperatore della China. Essi
+erano passati a settentrione dei monti Celesti, che sono i monti
+Thiânscian-pe-lu; il che aveva allungato il loro cammino. Questa volta
+piegarono a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè quella strada fosse
+più corta dell'altra, impiegarono non meno di tre anni a percorrerla, a
+cagione delle pioggie e degli straripamenti dei grandi fiumi. Sarà
+facile seguire questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè ai
+nomi antichi della storia di Marco Polo, non facili ad intendersi nel
+suo libro, nel quale non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta
+confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo sostituito
+dappertutto i nomi esatti della cartografia moderna.
+
+
+NOTE:
+
+[1] Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo
+possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del Codice
+Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi lavori del
+Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di pretendere in una
+nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano tutta quella estensione
+che ben s'addice al più illustre viaggiatore di quel secolo.
+(_N. del Trad._)
+
+[2] Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario
+e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante la quale domò
+Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio 1203, facendo a
+Venezia importantissimi acquisti marittimi sulle coste del Mar di
+Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia e d'altre isole del
+Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli di S. Marco. Dopo
+l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse l'impero latino col conte
+Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli il 1^o giugno 1205, al
+ritorno d'una spedizione infelice contro gli abitanti ribellatisi di
+Adrianopoli. (_N. del Trad._)
+
+[3] Gran Signore. (_N. del Trad._)
+
+[4] Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto in
+fondo al golfo Issico.
+
+[5] Il codice Magliabeccano dice _da Vinegia_ (Venezia), ma il testo
+francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, _da Vicenza_. Nell'opera di
+Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo: _de Vienne!_
+(_Nota del Trad._)
+
+[6] È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto de' suoi
+viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (_Nota del Trad._)
+
+
+
+
+ CAPITOLO II.
+
+ L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte
+ Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La
+ Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della
+ Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il
+ Balacian.--Cascemir.--Casceegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il
+ deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia
+ della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di
+ Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste
+ dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i
+ biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero.
+
+
+Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla dell'Armenia Minore come
+d'un paese assai insalubre, i cui abitanti, un tempo valorosi, ora sono
+divenuti vili e molto tristi, nè sanno far altro che ubbriacarsi. Questa
+provincia, ch'è retta da un governatore in nome del Gran-Kan, ha molte
+città e castella, abbonda d'ogni cosa ed in ispecial modo di
+cacciagione. In quanto al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle
+preziose mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti d'ogni paese.
+Dall'Armenia Minore Marco Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre
+generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente detti, seguaci di
+Maometto, le cui tribù, semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli
+eccellenti ed allevano cavalli e muli di gran valore; gli Armeni ed i
+Greci, che dimorano in ville e castelli e sono abilissimi nel fabbricare
+tappeti e stoffe di seta. L'Armenia Maggiore, che Marco Polo visitò in
+seguito, è una vasta provincia che ha per capitale Arzinga[7], città
+ove, al dire del Veneziano, si fabbrica il miglior boccassino del mondo.
+Questa provincia offre, durante l'estate, un accampamento favorevole ai
+Tartari del levante, pei pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il
+viaggiatore vide il monte Ararat, sul quale, a seconda delle tradizioni
+bibliche, posò l'Arca di Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre
+confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una fontana dalla quale
+sgorga dell'olio di nafta (petrolio) in tanta abbondanza,
+che cento navi se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti sono
+oggetto d'un importantissimo commercio[8].
+
+Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore, si diresse pel nord-est verso
+la Georgia, reame che si stende sul versante meridionale del Caucaso,
+governato da un re, tributario ai Tartari di levante, per nome David
+Melic, ch'è quanto dire, Davide re[9]. Secondo una tradizione, gli
+antichi re di questo paese nascevano «con una figura d'aquila disegnata
+sotto la spalla destra.» I Georgiani, dice il Polo, sono bella gente,
+prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono cristiani e vivono a mo' dei
+Greci. Gli operai del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e
+d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga quattro leghe, posta tra il
+piede del Caucaso ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la porta di
+Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend[10]. È là che si vede anche il
+monastero di S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel lago
+miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto in quaresima.
+
+Da questo punto, i viaggiatori discesero verso il reame di Mussul e
+guadagnarono la città di questo nome, posta sulla riva destra del Tigri;
+poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i Saraceni del mondo[11].
+Qui Marco Polo racconta la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258,
+capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e fratello di
+Mangu-Kan[12]; e cita una storia maravigliosa in appoggio a quella
+massima cristiana di fede che solleva le montagne[13]; poscia indica ai
+mercanti la via che corre da questa città al golfo Persico, e che si fa
+in diciotto giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il
+paese dei datteri.
+
+Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia d'Adzerbaidjan,
+l'itinerario di Marco Polo sembra interrotto.--Checchè ne sia, lo
+ritroviamo a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta in mezzo a bei
+giardini, che fa commercio di pietre preziose e d'altre merci di valore;
+ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi e sleali. È in questo punto
+che Marco stabilisce la divisione della Persia in otto provincie.
+Secondo lui, gli indigeni persiani sono nemici molestissimi pei
+negozianti, i quali non possono viaggiare senza essere armati d'archi e
+di freccie. Il principale commercio del paese è quello dei cavalli e
+degli asini che vengono inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là
+alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo, consistono in frumento,
+in orzo, in miglio ed in uve, che crescono in abbondanza.
+
+Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la città più orientale della
+Persia propriamente detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè
+ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare per sette giorni
+attraverso magnifiche foreste piene di selvaggina, per giungere alla
+provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono nelle montagne delle
+turchesi, ferro ed antimonio. I ricami ad ago, la fabbricazione di
+bardature ed armi, l'allevamento dei falchi da caccia, occupano gran
+numero di abitanti.--Lasciata Kirman, Marco Polo ed i suoi due compagni
+impiegarono nove giorni a traversare un paese ricco e popoloso, e
+giunsero alla città di Comadi, che si crede sia la moderna Memaum,
+allora già molto decaduta. La campagna era bellissima; dovunque bei
+montoni grossi e pingui, buoi bianchi come la neve, con corna corte e
+grosse; starne ed altri uccelli a migliaia; alberi magnifici,
+specialmente datteri, aranci e pistacchi.
+
+Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì, i tre viaggiatori
+entrarono nella bella pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il
+nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo due giorni ancora di
+viaggio, Marco Polo si trovò alle rive del golfo Persico, e presso la
+città di Ormuz, che forma il porto marittimo del regno di Kirman. Quel
+paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di datteri e d'altri
+alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di seta e d'oro, denti d'elefante e
+vino di palme. Il porto era frequentato da molte navi ad un albero e ad
+una sol vela, le cui tavole erano unite con fili di corteccia e non
+inchiodate; laonde molte perivano nell'attraversare il mare indiano.
+
+Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il nord-est, tornò a Kirman;
+quindi si avventurò, per sentieri pericolosi, attraverso un arido
+deserto, ove non si trova che acqua salmastra; quello stesso deserto
+che, 1500 anni prima, Alessandro superò col suo esercito, tornando dalle
+bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio Nearco. Sette giorni
+dopo, Marco Polo entrò nella città di Kabis, sulla frazione del regno di
+Kirman[14]. Traversò poi un altro deserto, ed in otto giorni risalì sino
+a Tonocain, che dev'essere l'attuale capitale della provincia di Kumis,
+cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune notizie intorno al Vecchio della
+Montagna, il capo degli Hashishins (donde venne il nome di _assassino_),
+setta maomettana che si segnalò pel suo fanatismo religioso e per le sue
+crudeltà spaventevoli[15]. Dopo sei giorni di cammino, entrò in Supunga
+(la Shibbergam dei moderni), la città per eccellenza, ove i poponi sono
+più dolci del miele, e nella nobile città di Balkh, verso le sorgenti
+dell'Oxo. Quindi, traversato un paese ove s'incontrano non di rado
+leoni, giunse a Taikan, gran mercato di sale, che attira gran numero di
+trafficanti, ed a Scasem, che alcuni commentatori ritengono sia la
+moderna Koondooz. In quella contrada si trovavano molti porcispini, e
+quando si dava loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi
+tutti, lanciavano contro i cani i dardi che portano sul dorso e sui
+fianchi. È noto ora che questa pretesa facoltà difensiva del porcospino
+è da porsi nel novero delle favole.
+
+I viaggiatori entrarono quindi sul territorio montuoso di Balacian,
+contrada fredda, che produce buoni cavalli, gran corridori, falchi dal
+lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi esistono miniere di
+rubini, che il re fa scavare a suo profitto in una montagna chiamata
+Sighinan, sulla quale nessuno può metter piede sotto pena di morte. Si
+raccoglie pure, in altri luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si
+fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,» cioè il lapislazzuli. A
+dieci giornate da Balacian s'incontra una provincia, che dev'essere la
+moderna Paishore, i cui abitanti idolatri hanno la pelle scurissima e
+vivono di carne e riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire, paese
+temperato, che ha molte città e villaggi, ed il cui territorio,
+frastagliato da gole di monti, è facile a difendere. Giunto a questo
+punto, se Marco Polo avesse proseguito più oltre nella stessa direzione,
+sarebbe entrato nel territorio dell'India; ma egli risalì invece verso
+il nord, e dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan, in
+mezzo a magnifici pascoli, ove erravano sterminate greggie di montoni
+selvatici chiamati mufloni. Di là, attraversando le contrade di Pamer e
+di Belor, territorî montuosi tra i sistemi orografici dell'Altai e
+dell'Imalaia, giunsero, dopo quaranta giorni di faticose marcie, alla
+provincia di Kaschgar.
+
+È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo e Niccolò Polo durante
+il loro primo viaggio, quando da Boukhara furono condotti alla residenza
+del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo si avanzò all'ovest, fino a
+Samarcanda, grande città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi
+toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane che fanno il commercio
+tra l'India e l'Asia settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein,
+città che i moderni commentatori non si accordano nello stabilire a
+quale corrisponda, posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza
+il diaspro ed il calcedonio, giunse ad un certo regno di Ciarcian, che
+alcuni commentatori ritengono sia la città detta Karashehr, che
+significa _città nera_, descritta come posta sopra un gran fiume
+navigabile, formato dalla congiunzione dei due fiumi che vengono
+rispettivamente dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo un cammino di cinque
+giorni attraverso sabbiose pianure prive d'acqua potabile, venne a
+riposarsi per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta. Ivi fece i
+suoi preparativi per attraversare il deserto che si stende verso
+Oriente, «deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe un anno per
+attraversarlo; deserto popolato da spiriti, ed in mezzo al quale
+risuonano tamburi invisibili, ed altri instrumenti»[16].
+
+Dopo un mese impiegato nel traversare quel deserto nella sua larghezza,
+i tre viaggiatori giunsero nella provincia di Tangut, alla città di
+Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero chinese. Questa
+provincia ha pochi commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte
+idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura. Fra i costumi di Tangut,
+che fecero maggiore impressione su Marco Polo, dobbiamo citare quello di
+non ardere i cadaveri dei morti se non nei giorni fissati dagli
+astrologi; «e tutto il tempo che il morto resta in casa, quegli della
+casa fanno mettere una tavola dinanzi alla cassa dov'è il morto, con
+vino, pane e vivande, com'egli fosse vivo; e questo fanno ogni dì,
+infino a che si dee ardere.»
+
+Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto, Marco Polo ed i suoi
+compagni fecero un'escursione sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi), città
+fondata in mezzo a due deserti, abitata da idolatri che non conoscono
+alcun vincolo di matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,
+città sulla quale non sono ancora riusciti ad accordarsi i commentatori,
+abitata da idolatri, maomettani e cristiani nestoriani. «Quivi, dice il
+Polo, ha montagne ove sono buone vene d'acciaio e d'andanico, e in
+questa montagna è un'altra vena, della quale si fa salamandra.»[17]
+
+Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou e riprese la sua via
+verso l'est, traverso il Tangut, per la città di Succiur[18], sopra un
+territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice Marco, si truova il
+rebarbero in grande abbondanza, e quivi lo comperano i mercatanti, e
+portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur passò a Champicion, la
+Kam-ceu-fu dei Chinesi, allora capitale di tutto il Tangut. Era una
+città importante, popolata da ricchi capi idolatri, che erano poligami,
+e sposavano per lo più le loro cugine o le zie[19]. I tre Veneziani
+rimasero un anno in quella città. Queste lunghe fermate, e le frequenti
+deviazioni dal loro cammino, spiegano perchè il loro viaggio traverso
+l'Asia centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu, dopo aver
+viaggiato per dodici giornate, a cavallo, Marco Polo giunse sul limite
+d'un deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra deviazione,
+giacchè egli saliva direttamente al nord; ma al viaggiatore stava a
+cuore di visitare la celebre città di Caracorum, questa capitale tartara
+che Rubruquis aveva visitata nel 1254[20].
+
+Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore, e non badava a
+fatiche quando si trattava di completare i suoi studî geografici. In
+quella circostanza, per giungere alla città tartara, dovette camminare
+quaranta giorni in un deserto senza abitazioni e senza arbusti.
+
+Giunse finalmente a Caracorum. Era una città di tre miglia di
+circonferenza. Dopo essere stata per lungo tempo la capitale dell'impero
+mongollo, fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore allora
+regnante. Qui Marco Polo fa una digressione storica, in cui narra la
+ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro quel famoso Prete Gianni,
+che teneva tutto il paese sotto la sua dominazione[21].
+
+Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò verso l'est, ed arrivò alla
+città d'Erginul, che è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui
+abitanti si dividono in idolatri, cristiani nestoriani e maomettani. Di
+là si spinse alquanto verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò
+traverso un territorio ove pascevano buoi selvaggi grossi come elefanti,
+ed il prezioso capretto che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a
+Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono verso l'est a
+Cialis, ove si fabbricano i migliori cambellotti[22] di pelo di
+cammello; quindi nella provincia di Tenduc, nella città dello stesso
+nome, ove regnava un discendente del Prete Gianni, per nome Giorgio,
+tributario però del Gran Kan. Era una città industriale e commerciante,
+ove, al dire di Marco Polo, «sonvi gli più bianchi uomeni del paese e
+più belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.» Di là, facendo un
+angolo verso il nord, i Veneziani s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là
+della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor, che dev'essere
+Tsaan-Balgassa, bella città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri
+l'imperatore quando desidera divertirsi alla caccia del girifalco,
+giacchè abbondano su quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e le
+pernici.
+
+Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor, Marco Polo, col
+padre e lo zio, giunse a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è
+la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu. Ivi gl'inviati del
+pontefice furono ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava quella
+residenza d'estate, posta al di là della gran Muraglia, al nord di
+Cambaluc, ora Pekino, capitale dell'impero. Il viaggiatore parla poco
+dell'accoglienza che gli venne fatta, ma descrive con minuziosa cura il
+palagio del Kan, grande edifizio di pietre e di marmo, le cui camere
+sono interamente dorate.
+
+Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un parco cinto da mura, ove si
+vedono serragli di bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto
+con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili all'acqua: era
+una specie di padiglione che si poteva smontare, nel quale il Kan
+abitava nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè nella buona stagione.
+Tale stagione doveva esser buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco
+Polo, degli astrologi addetti alla persona del Kan erano incaricati di
+dissipare coi loro sortilegi qualunque pioggia, nebbia o intemperie.
+Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio il potere di quei maghi.
+«Questi savi uomini sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno più d'arte
+del diavolo che tutta l'altra gente, e fanno credere alla gente, che
+questo avviene per santità. E questa gente medesima, ch'io v'ho detto,
+hanno una tale usanza, che quando alcuno uomo è morto per la
+signoria[23], egli il fanno cuocere e mangianlo, ma no se morisse di sua
+morte; e sono sì grandi incantatori, che quando il Gran Kan mangia in
+sulla mastra sala, gli coppi pieni di vino e di latte e di altre loro
+bevande, che sono d'altra parte della sala, si gli fanno venire senza
+che altri gli tocchi, e vegnono dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono
+bene X mila persone: e questo è vero senza menzogna; e questo ben si
+può fare per negromazia.»
+
+Il Veneziano parla anche di altri monaci che menano una vita di continue
+privazioni, cibandosi di crusca bagnata nell'acqua, digiunando buona
+parte dell'anno, e tenendosi molte ore in adorazione innanzi agli idoli
+ed al fuoco. «Egli hanno badie o monisteri (così il Polo); e si vi dico,
+che v'ha una piccola città che hae uno monistero che hanno piue di cc
+monaci, e vestonsi più onestamente che tutta l'altra gente.»
+
+Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore Kublai, il più potente
+degli uomini, che possiede più terre e tesori di qualunque uomo da Adamo
+in poi. Narra come il Gran Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse
+un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben proporzionato delle membra,
+dal volto bianco e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al trono
+l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era buon capitano in guerra, e lo
+provò quando suo zio Naian, che governava pel nipote alcune provincie
+dell'impero, sollevatosi contro di lui, volle disputargli il trono alla
+testa di quattrocentomila cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto
+trecentosessantamila uomini a cavallo e centomila a piedi, mosse contro
+lo zio, e lo sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle, di nulla
+sospettando, se ne stava tranquillamente accampato. Terribile fu la
+battaglia. «Vi morirono tanta gente, tra dell'una e dell'altra parte,
+che ciò sarebbe meraviglia a credere. Kublai-Kan rimase vincitore, e
+Naian, fatto prigione, fu messo in su uno tappeto, e tanto fu pallato, e
+menato in qua e in là che egli morío: e cioè fece, che non voleva che 'l
+sangue del lignaggio dello imperatore facesse lamento all'aria; e questo
+Naian era di suo lignaggio.» Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò
+trionfante nella città capitale del Catai, chiamata Cambalu, che divenne
+poi l'attuale Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo dovè rimanervi
+a lungo, sino all'istante in cui venne incaricato di varie missioni
+nell'interno dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico palagio
+dell'imperatore, di cui il Veneziano fa la seguente descrizione, che noi
+togliamo dal Codice Magliabeccano, e che darà esatta idea dell'opulenza
+di quel sovrano mongollo:
+
+«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora nella mastra città, ch'è
+chiamata Combalu, tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio, febbraio,
+e in questa città ha suo grande palagio: ed io vi diviserò com'egli è
+fatto. Lo palagio è di muro quadro, per ogni verso un miglio, e in su
+ciascuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio, e quivi si
+tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, turcassi e selle e
+freni, corde e tende, e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra. E
+ancora tra questi palagi hae quattro palagi in questo cercóvito, sì che
+in questo muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti sono pieni
+d'arnesi, e in ciascuno ha pur d'una cosa. E in questo muro verso la
+faccia del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo è una grandissima
+porta, che non s'apre mai nè chiude se non quando il Gran Cane vi passa,
+cioè entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da
+ogni lato una, onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato n'hae
+un'altra grande, per la quale entra comunemente tutta l'altra gente,
+cioè ogni uomo. E dentro a questo muro hae un altro muro, e attorno
+attorno hae otto palagi come nel primaio, e così son fatti; ancora vi
+stae gli arnesi del Gran Cane.»
+
+Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono le rimesse e le
+armerie dell'imperatore. Ma non farà meraviglia quel gran numero di
+arnesi, ove si sappia che il Gran Kan possedeva una razza di cavalli
+bianchi come la neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte era
+esclusivamente riserbato ai principi di sangue reale.
+
+Marco Polo continua in questi termini:--«Nella faccia verso mezzodie ha
+cinque porti, nell'altra pure una, e in mezzo di questo muro èe il
+palagio del Gran Cane, ch'è fatto com'io vi conterò. Egli è il maggiore
+che mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo ispazzo èe alto più che
+l'altra terra ben dieci palmi; la copritura è molto altissima. Le mura
+delle sale e delle camere sono tutte coperte d'oro e d'ariento; havvi
+iscolpite belle istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e di bestie
+e di molte altre belle cose; e la copritura èe altresì fatta che non vi
+si può vedere altro che oro e ariento. La sala è sì lunga e sì larga,
+che bene vi mangiano sei mila persone, e havvi tante camere, ch'è una
+maraviglia a credere. La copritura di sopra, cioè di fuori, è vermiglia
+e bionda e verde, e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata, che
+luce come oro o cristallo, sì che molto dalla lungie si vede lucere lo
+palagio. La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro e l'altro, dentro a
+quello ch'io v'ho contato di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi
+molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi bianchi, cavriuoli e
+daini, le bestie che fanno il moscado, vaj e ermellini e altre belle
+bestie. La terra dentro di questo giardino è tutta piena dentro di
+queste bestie, salvo la via donde gli uomeni entrano; e dalla parte
+verso il maestro ha un lago molto grande, ove hae molte generazioni di
+pesci. E sì vi dico che un gran fiume vi entra e esce, ed èe sì
+ordinato, che niuno pesce ne puote uscire (e havvi fatto mettere molte
+generazioni di pesci in questo lago); e questo è con rete di ferro.
+Anche vi dico, che verso tramontana, da lungi dal palagio una arcata, ha
+fatto fare un monte, ch'è alto bene cento passi, e gira bene un miglio;
+lo quale monte è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno tempo perdono
+foglie, ma sempre son verdi. E sappiate, che quando è detto al Gran Kan
+di uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e con molta
+terra, e fallo piantare in quel monte, e sia grande quanto vuole,
+ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico, ch'egli ha fatto
+coprire tutto il monte della terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì
+che nel monte non ha cosa se non tutta verde, perciò si chiama lo monte
+verde. E in sul colmo del monte è un palagio molto grande, sì che a
+guatarlo è una grande maraviglia, e non è uomo che 'l guardi, che non ne
+prenda allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto fare il Gran
+Signore per suo conforto e sollazzo. Ancora vi dico, che appresso di
+questo palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto, ove istà lo nipote
+del Gran Cane, che dee regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo di
+Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del Gran Cane[24]; e questo Temur
+che dee regnare tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha già bolla
+d'oro e sugiello d'imperio, ma non fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»
+
+Dopo il palazzo del Kan e del suo erede, Marco Polo passa a descrivere
+la città di Cambalu, città antica, che ha un circuito di ventiquattro
+miglia, cioè sei miglia per ogni lato, essendo di forma quadrata, e che
+è separata dalla moderna di Taidu da un canale, che divide l'odierna
+Pekino in città chinese e città tartara. Il viaggiatore, sottile
+osservatore, ci istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore.
+Giusta la sua relazione, Kublai-Kan avrebbe una guardia d'onore di
+dodicimila cavalieri chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli del
+signore, sotto il comando di quattro capitani; «e questo non fae per
+paura.» I suoi pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa
+etichetta. Alla sua tavola, che è più alta delle altre, egli siede al
+nord, avendo a sinistra la sua prima moglie, a destra e più basso i
+figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più nobili baroni, che hanno
+cura di turarsi la bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò che lo
+loro fiato non andasse nelle vivande del signore.» Quando l'imperatore
+s'accinge a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando tiene in mano la
+tazza tutti i baroni e spettatori s'inginocchiano umilmente. Parlando
+della vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva che «egli hae quattro
+femmine, le quali tiene per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo,
+ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere signore, per ragione,
+dello imperio dopo la morte del suo padre. Elle sono chiamate
+imperadricie, e ciascuna è chiamata per suo nome, e ciascuna di queste
+donne tiene corte per sè; e non ve n'ha niuna che non abbia trecento
+donzelle, e hanno molti valletti e scudieri, e molti altri uomeni e
+femmine, sì che ciascuna di queste donne ha bene in sua corte mille
+persone. E sappiate che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e che ha
+venticinque figliuoli di sue amiche, e ciascuno è gran barone; e ancora
+dico che degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro mogli, gli
+sette ne sono re di grandissimi reami, e tutti mantengono bene loro
+regni, come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali feste del Gran
+Kan sono date da lui medesimo, una il giorno anniversario della sua
+nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla prima figurano intorno
+al trono dodicimila baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente
+centocinquantamila vestimenta di drappo di seta d'oro ornati in perle;
+mentre i sudditi, idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere. Alla
+seconda festa, al capo d'anno, chiamata dal Polo _la bianca festa_,
+l'intera popolazione, uomini e donne, si vestono in abiti bianchi,
+perchè, secondo la tradizione, il bianco porta fortuna, e ciascuno porta
+al sovrano doni di grandissimo valore in oro, argento, perle e stoffe
+preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila elefanti coperti di
+magnifici drappi e portanti vasellami d'oro e d'argento, ed un numero
+ingente di cammelli sfilano innanzi all'imperatore. La festa si chiude
+con pubbliche preghiere, e per ultimo con un sontuoso banchetto che il
+Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua corte e del suo regno.
+
+Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio, che il Gran Kan passa
+nella sua città d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di sessanta
+giornate di cammino, sono obbligati a provvederlo di cinghiali, cervi,
+daini, caprioli ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore, ed il
+suo servizio da caccia è veramente superbo. Egli ha leopardi, lupi
+cervieri, grandi leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza
+forti per cacciare i lupi, volpi, daini, caprioli; e finalmente cani che
+si contano a migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore
+incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi verso il mare, ed è
+accompagnato almeno da diecimila falconieri con cinquecento girofalchi,
+una quantità innumerevole di astori, falchi pellegrini e falchi sacri.
+Durante quella gita il re tartaro, che si compiace di tutto il lusso
+della pompa orientale, è seguíto da un palazzo portatile posto su
+quattro elefanti accoppiati, coperto da pelli di leoni, e foderato da
+drappo d'oro. Egli procede così fino al campo di Chakiri-Mondu, alle
+sorgenti del fiume Usuri, nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda,
+abbastanza vasta da capire diecimila cavalieri o baroni. Ivi è la sua
+sala da ricevimento; ivi dà le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o
+dormire, trova in un'altra tenda una sala meravigliosa tappezzata da
+pelliccie d'ermellino e di zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti
+d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane così fino a Pasqua,
+cacciando gru, cigni, lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la
+sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi che regolano la caccia,
+il Polo così si esprime: «Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il
+Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè alcuno altro uomo non può
+prendere, nè cacciare nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi, nè di
+niuna bestia che moltiplichi, dal mese di marzo infino all'ottobre. E
+chi contra ciò facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico ch'egli è sì
+bene ubbidito, che le lepre e daini e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io
+v'ho contato, vegniono più volte insino all'uomo, e non le tocca, e non
+le fa male.»
+
+Marco Polo completa in questo punto la descrizione di questa magnifica
+città. Egli enumera i dodici sobborghi che la compongono, nei quali i
+più ricchi mercanti fanno fabbricare magnifici palagi. Questa città è
+commerciale al massimo grado: vi affluiscono le più preziose mercanzie
+come in nessun' altra città del mondo. Mille carri carichi di seta vi
+entrano ogni giorno; è il deposito ed il mercato dei più ricchi prodotti
+dell'India, come le perle e le pietre preziose, e vi accorre gente a
+comperare da oltre duecento leghe tutto all'intorno. Per provvedere ai
+bisogni del commercio, il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca, ch'è
+per lui una sorgente perenne di ricchezze. Aggiungeremo che questa
+moneta non è altro che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì
+ogni nazione ha portato il proprio contingente sui mercati europei. Ma
+qui lasciamo ancora la parola al Veneziano: «Il Gran Kan fa prendere
+iscorza d'uno albore ch'à nome gelso[25]; è l'albore, le cui foglie
+mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile,
+ch'è tra la buccia grossa e l'albore, o vogli tu legno dentro, e di
+quella buccia fa fare carte, come di bambagia, e sono tutte nere. Quando
+queste carte sono fatte così, egli ne fa delle piccole, che vagliono una
+medaglia di tornesello piccolo, e l'altra vale un tornesello, e l'altra
+vale un grosso d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e l'altra due
+grossi, e l'altra cinque, e l'altra dieci, e l'altra un bisante d'oro, e
+l'altra due, e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti. E tutte
+queste carte sono sugiellate col sugiello del Gran Sire, e hanne fatte
+fare tante, che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E quando queste carte
+son fatte, egli ne fa fare tutti i pagamenti, e fagli ispendere per
+tutte le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria; e nessuno gli
+osa rifiutare, a pena della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e
+regni che sono sotto sua signoria si pagano di questa moneta, d'ogni
+mercatanzia di perle, d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e
+generalmente d'ogni altra cosa, e sì vi dico che la carta che si mette
+per dieci bisanti, non ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti le
+più volte cambiano questa moneta a perle, o a oro, e altre cose rare. E
+molte volte è recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta mercatanzia
+in oro e in ariento che vale quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire
+fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti le pigliano volentieri,
+perchè le spendono per tutto il paese. E molte volte fa bandire il Gran
+Cane, che ogni uomo che ha oro e ariento, perle o pietre preziose o
+alcuna altra cara cosa, che incontanente la debbiano avere apresentata
+alla tavola del Gran Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte; e tanto
+gliene viene di questa mercatanzia, ch'è un miracolo. E quando ad alcuno
+si rompe o guastasi niuna di quelle carte, egli va alla tavola del Gran
+Sire, e incontanente gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma si
+gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate, che se alcuno vuol fare
+vasellamenta d'ariento o cinture, egli va alla tavola del Gran Sire, ed
+ègli dato per queste carte ariento quant'e' ne vuole, contandosi le
+carte secondo che si ispendono. E questa è la ragione perchè il Gran
+Sire dee avere più oro e più ariento, che signore del mondo.[26]»
+
+Secondo Marco Polo, il sistema del governo imperiale riposa sopra una
+centralizzazione eccessiva. Il reame, diviso in 34 provincie, è
+amministrato da dodici nobilissimi baroni, che abitano nella stessa
+città di Cambalu; ivi, nel palazzo di questi baroni, dimorano gli
+intendenti e gli impiegati tutti che trattano gli affari d'ogni singola
+provincia. Intorno alla città si diramano molte strade ben tenute, che
+metton capo ai diversi punti del regno. Su queste strade, ad ogni
+ventidue miglia, sorgono stazioni postali; ed in essa duecentomila
+cavalli sono sempre pronti a trasportare i messaggieri dell'imperatore.
+Più, fra le stazioni, ad ogni tre miglia, trovasi un villaggio composto
+di circa quaranta case, in cui abitano i corrieri che portano a piedi i
+messaggi del Gran Kan. Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo
+compresso da una benda, hanno una cintura munita di campanelli che li fa
+udire da lontano; partono al galoppo, fanno rapidamente le tre miglia,
+rimettono il messaggio al corriere che li attende, e per tal modo
+l'imperatore riceve in un giorno ed una notte le notizie da dieci
+giornate di distanza. Questo mezzo di comunicazione costa ben poco a
+Kublai-Kan, perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare dalle
+imposte i corrieri; in quanto ai cavalli delle stazioni, sono
+somministrati gratuitamente dagli abitanti delle provincie.
+
+Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta del suo potere, se fa
+pesare sì gravi imposte sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa
+attivamente dei loro bisogni, e sovente viene loro in aiuto. Quando la
+grandine ha devastato le messi, non solo egli non esige l'usato tributo,
+ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai suoi granai. Quando
+una mortalità accidentale ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne
+la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone annate, di mettere nei
+granai un'enorme quantità d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed
+altre derrate, in modo da mantener i grani ad un prezzo mite in tutto
+l'impero. Inoltre, porta particolare affetto ai poveri della sua buona
+città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il Polo, come il Gran Cane fa
+carità alli poveri che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie povere
+della città, che sono in famiglia sei o sette, o più o meno, che non
+hanno che mangiare, egli li fa dare grano e altra biada: e questo fa
+fare a grandissima quantità di famiglie. Ancor non è vietato lo pane del
+signore a niuna persona che voglia andare per esso. E sappiate che ve ne
+vanno più di trenta mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo è gran
+bontà di signore; e per questo è adorato come Iddio dal popolo.»
+Aggiungeremo che tutto l'impero è amministrato con somma cura; le vie
+ben tenute e piantate ad alberi magnifici, che servono sopratutto a
+farle riconoscere al viaggiatore, nei paesi deserti. La legna è quindi
+abbondantissima dappertutto; «senza contare, dice il Veneziano, che per
+tutta la provincia del Catai hae una maniera di pietre nere che si
+cavano dalle montagne come vena, che ardono come bucce, e tengono più lo
+fuoco che non fanno la legna.» Queste pietre nere non sono altro che il
+carbone fossile, che in grandissima quantità trovasi nelle montagne
+delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.
+
+Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città di Cambalu. È certo che,
+grazie alla sua vivace intelligenza, al suo spirito, alla facilità di
+apprendere gl'idiomi dell'impero, venne molto in grazia all'imperatore.
+Incaricato da lui di diverse missioni, non solo nella China, ma nei mari
+dell'India, a Ceylan, sulle coste del Coromandel e del Malabar, e nella
+parte della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato, probabilmente tra
+il 1277 ed il 1280, governatore della città di Yang-tsceu e di
+ventisette altre città, comprese nella giurisdizione di questa. Grazie a
+queste missioni, egli percorse un bel tratto di paese e ne riportò utili
+documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi lo seguiremo
+facilmente, colla carta geografica alla mano, in quei viaggi dai quali
+la scienza doveva trarre immenso profitto.
+
+
+NOTE:
+
+[7] L'_Jerzenga_ dei moderni.
+
+[8] La _nafta_ propriamente detta è un bitume liquido,
+infiammabilissimo, incoloro, della stessa origine del petrolio; è
+volatile, di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La _nafta_ si
+trova raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle
+sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato
+le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta la penisola di
+Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di _nafta_, cinerea e
+bianca. La _nafta bianca_ arde benissimo, ma n'è scarsa la quantità;
+all'incontro la _cinerea_ è abbondantissima, e sgorga talora in piccoli
+ruscelli. La _nafta_, in medicina, è stata adoperata, come il petrolio,
+come vermifuga e antispasmodica. (_Nota del Trad._)
+
+[9] _Melic_ è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa
+_re_.
+
+[10] Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città di
+Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre sino al Mar
+Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli Sciti.
+
+[11] _Califfo_, titolo assunto dai luogotenenti e successori di
+Maometto, nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande
+legislatore. (_Nota del Trad._)
+
+[12] Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:
+
+«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero, ch'avea nome
+Alau, fratello del signore che in quel tempo regnava, ragunò grande
+oste, e venne sopra lo califfo in Baudac (_Bagdad_), e presela per
+forza. E questo fu grande fatto, imperocchè in Baudac aveva piue di
+cento mila cavalieri senza gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò
+al califfo piena una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che
+giammai non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro,
+molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e sì gli
+disse: _califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne volevi tu fare? E
+quando tu sapesti ch'io veniva sopra te, come non soldavi cavalieri e
+gente per difendere te e la terra tua e la tua gente?_ Lo califfo non li
+seppe rispondere. Allotta (_allora_) disse Alau: _califfo, da che tue
+ami tanto l'avere, io te ne voglio dare a mangiare_. E fecelo mettere in
+quella torre, e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e
+disse: _Ora ti satolla del tuo tesoro._ E quattro dì vivette, e poscia
+si trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente per
+difendere sua terra.»
+
+[13] Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:
+
+«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad) e a Mosul.
+Negli anni MCCLXXV era uno califfo in Baudac che molto odiava gli
+cristiani; e ciò è naturale alli saracini. Egli pensò di fare tornare
+gli cristiani, saracini, o di uccidergli tutti, e a questo aveva suoi
+consiglieri saracini. Ora mandò lo califfo per tutti i cristiani
+ch'erano di là, e misse loro dinanzi questo punto; che egli trovava in
+uno vasello iscritto, che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto
+un granello di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere
+due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani dissero
+che bene era vero.--Dunque, disse il califfo, tra voi tutti dee essere
+tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque fate rimuovere
+quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi vi farete saracini, chè
+chi non ha fede dee essere morto.--E di questo fare diede loro termine
+dieci dì. Quando gli cristiani udirono ciò che il califfo avea detto,
+ebbono grandissima paura; e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti,
+piccoli e grandi, maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e
+pregarono assai Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando
+che Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona
+notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e dissegli
+che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli dicesse che la
+montagna si muterebbe. Quello calzolaio era buono uomo, ed era di sì
+buona vita, che un dì una femmina venne a sua bottega, molto bella,
+nella quale un poco peccò cogli occhi, ed egli colla lesina vi si
+percosse, sicchè mai non ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo.
+Quando questa visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea
+mutare la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro la
+visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse Iddio che
+mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era uomo sufficiente a
+ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che lo calzolaio si misse in
+orazione. Quando il termine fu compiuto, la mattina tutti gli cristiani
+n'andarono alla chiesa, e feciono cantare la messa, pregando Iddio che
+gli aiutasse; poscia tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a
+questa montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi,
+bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati per
+uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non si mutasse.
+Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce ginocchioni, e
+pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò a rovinare e a
+mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si maravigliarono molto, e il califfo
+si convertì con molti saracini; e quando lo califfo morìo, si trovò una
+croce a collo, e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel
+monimento con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro
+luogo.»
+
+[14] L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida sede di
+commercio e d'industria, e governata da un luogotenente del principe di
+Seiestan.
+
+[15] Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice
+Magliabeccano, questo interessante capitolo:
+
+«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva dimorare
+anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che messer Marco intese
+da più uomini. Lo Veglio è chiamato in lor lingua Aloodyn. Egli aveva
+fatto fare fra due montagne, in una valle, lo più bello giardino, e 'l
+più grande del mondo; quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del
+mondo, tutti dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti:
+per tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era
+donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano
+cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere a costoro che
+quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè Malcometto disse, che
+chi andasse in paradiso avrebbe di belle femmine tante quante volesse,
+quivi troverebbe fiumi di latte e di miele e di vino; e perciò lo fece
+simile a quello che avea detto Malcometto. E gli saracini di quella
+contrada credevano veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo
+giardino non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino.
+All'entrata del giardino avea un castello sì forte, che non temeva niuno
+uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte tutti giovani di 12 anni,
+li quali li paressero da diventare prodi uomini. Quando lo Veglio ne
+faceva mettere nel giardino, a 4, a 10, a 20, egli faceva loro dare bere
+oppio, e quegli dormivano bene tre dì, e facevagli portare nel giardino,
+e al tempo gli faceva isvegliare.
+
+«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro, e
+vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere in paradiso; e
+queste donzelle sempre istavano con loro in canti e in grandi sollazzi;
+donde egli aveano sì quello che volevano, che mai per loro volere non si
+sarebbono partiti di quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e
+ricca, e fa credere a quegli di quella montagna, che così sia com'io
+v'ho detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani, in
+niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono, e fagli recare
+fuori del giardino in sul suo palagio. Quando coloro si svegliano,
+trovansi quivi, molto si maravigliano, e sono molto tristi, chè si
+trovano fuori del paradiso. Egli se ne vanno incontanente dinanzi al
+Veglio, credendo che sia un gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli
+domanda: _Onde venite?_ Rispondono: _Dal paradiso_, e contangli quello
+che v'hanno veduto entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il
+Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello lo quale
+sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e coloro lo fanno
+volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano, ritornano al loro
+signore; se è preso, vuole morire, credendo ritornare al paradiso. E
+quando lo Veglio vuole fare uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice:
+_Va', fa tal cosa: e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al
+paradiso._ E gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa
+maniera non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna, a cui
+egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno tributo per quella
+paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau signore dei Tartari del
+levante, che sapeva tutte queste malvagità, pensò tra sè medesimo di
+volerlo distruggere, e mandò e' suoi baroni a questo giardino, e
+istettonvi tre anni attorno al castello prima che l'avessono; nè mai non
+lo avrebbono avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu
+morto lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più
+Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»
+
+[16] Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice
+Magliabeccano:
+
+«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di notte per lo
+deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane addietro delli
+compagni per dormire o per altro, quando vuole poi andare per giungere
+li compagni, ode parlare i spiriti in àiere, che somigliano li suoi
+compagni, e più volte è chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto
+disviare talvolta in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già
+perduti; e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e
+propriamente tamburi.»
+
+Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il passare delle
+carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un suono speciale,
+prodotto dalla sabbia messa in movimento da molti animali.
+
+[17] La falsa credenza popolare che la _salamandra_ possa resistere al
+fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo nome a quella
+pietra che noi conosciamo sotto il nome di _amianto_, minerale che si
+presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei, morbidi
+come seta, infusibili, _incombustibili_. Nelle Alpi del Piemonte
+l'amianto è comune; la sua quantità non è però tale da farne grandi
+applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo per le lampade ad alcool; si
+è pensato pure a farne filacce per gli usi della chirurgia. Pei chimici,
+l'amianto è un _silicato di magnesia_. (_Nota del Trad._)
+
+[18] La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine
+occidentale della grande muraglia.
+
+[19] Nel testo francese si legge: «_il prenent le cousines por feme, et
+prenent la feme sun pere._»
+
+[20] Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere celebre
+pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato nel 1253 da
+S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari che aveva, dicesi,
+abbracciato il cristianesimo. Accompagnato dal cordeliere Bartolomeo da
+Cremona, traversò il Mar Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma
+questo capo non era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel
+che possedeva. Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a
+Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò per
+l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione a S.
+Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è piena di particolari
+curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte Hakluyt e Purchas.
+(_Nota del Trad._)
+
+[21] Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga notizia
+dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale ad un
+tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte dagli storici
+risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia era re del
+Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte usurpò il trono un prete
+nestoriano, capo dei Naimans, generalmente chiamato il Prete Giovanni.
+
+[22] Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e molto
+solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si fabbrica
+anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il _cambellotto_ è pure una
+stoffa di lana pura, o mista di lana e seta, che si prepara tanto in
+Francia che in Italia. (_Nota del Trad._)
+
+[23] Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (_J. V._)
+
+[24] Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto a
+morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito del
+defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa che regola le
+successioni delle monarchie europee. (_Nota del Trad._)
+
+[25] _Morus papyrifera._ Parlando di queste specie di gelso, il Capitano
+Mayne-Reid così si esprime: «Il _morus papyrifera_ è originario della
+China, del Giappone o delle isole dell'Oceano Pacifico: ma come gli
+altri gelsi, venne portato in Europa ed in America, ove lo si coltiva
+oggidì a titolo d'ornamento. Il suo frutto, di colore scarlatto, è
+sferico, in luogo d'essere oblungo come quelli dei gelsi propriamente
+detti. È per questa ragione che i botanici fanno un genere a parte, di
+cui è l'unico campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da
+seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel bestiame.
+Però la parte più interessante del _gelso-papiro_ è senza dubbio la
+corteccia, che serve a fabbricare la carta nella China e nel Giappone. È
+appunto con questa sostanza che si fabbrica la magnifica carta della
+China, che serve nell'incisione, ed è con questa stessa corteccia che i
+naturali delle isole della Società tessono quella superba stoffa bianca,
+che causò tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima
+volta.» (_Nota del Trad._)
+
+[26] Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai meriti
+ed i vantaggi della _carta monetata_, diremo che questa istituzione, di
+cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e tutti i mali,
+essendo stata introdotta in China (secondo le dotte ricerche del
+Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando Ian-tsunh, della
+dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli nelle finanze
+chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di quelle carte, sia pei
+fallimenti delle banche autorizzate all'emissione di questi cenci
+rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287 Kublai-Khan, adottando il
+progetto del ministro Lusci-iung, piantò il credito sulla base fallace
+della violenza: la rovina del commercio, il depauperamento de' privati,
+la perdita d'ogni fiducia nel principe, furono gli effetti inevitabili
+di questo pericoloso sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di
+sostenere il credito periclitante: il governo passava da un fallimento
+all'altro; e verso la metà del secolo XV^o una crisi finale fece
+scomparire nella China, per sempre, la carta monetata.
+
+Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione
+cartacea presso le nazioni europee. (_Nota del Trad._)
+
+
+
+
+ CAPITOLO III.
+
+ Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu.
+ --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu.
+ --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping.
+ --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu.
+ --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou.
+ --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian.
+
+
+Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu, venne dal Gran Kan
+incaricato d'una missione che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla
+capitale. Lontano dieci miglia circa da Cambaluc, verso il sud, traversò
+il magnifico fiume Pehonor, che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò
+sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro arcate, lungo trecento
+passi, il quale non ha il simile in tutto il mondo. A trenta miglia di
+là incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti alberghi pei
+viaggiatori, ed ove si lavora specialmente in legno di sandalo, tessuti
+di seta e d'oro.
+
+A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella moderna città di Tainfu, che
+fu un tempo sede di un governo indipendente. Tutta quella provincia gli
+parve ricca di viti e di gelsi; la principale industria della città era
+allora la fabbricazione delle armature per conto dell'imperatore. Sette
+giornate più oltre trovò la bella città di Pianfu, oggidì Pin-yang-fu,
+tutta dedita al commercio ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo aver
+visitata questa città, giunse sulle rive del celebre fiume Giallo,
+ch'egli chiama Charamera, ossia _fiume nero_, forse a causa delle sue
+acque oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato il fiume, giunse ad
+una nobile città chiamata Chaciafu, nella quale alcuni commentatori
+ravvisano la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi O-ciung-fu) sulla
+riva orientale del fiume Giallo[27], e che è ai nostri dì una delle più
+ragguardevoli città del Scian-si. Lasciata quella città, ove non vide
+nulla che meritasse menzione, Marco Polo percorse a cavallo una bella
+contrada, sparsa di castella, di città, di giardini, e ricca di
+cacciagione. Dopo otto giorni di cammino, giunse alla nobile città di
+Si-gnan-fu, allora chiamata Quengianfu, antica capitale della dinastia
+dei Thang. Ivi regnava un figlio del Gran Kan, per nome Manghala,
+principe giusto ed amato dal suo popolo; egli abitava, fuori della
+città, un magnifico palazzo costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura
+merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza. Quella città
+presentava allora un mercato importantissimo di gioie, stoffe ed
+armature d'ogni genere.
+
+Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse verso il Tibet,
+attraversando una contrada montuosa ch'egli chiama Chunchum, e che
+probabilmente corrisponde alla moderna provincia di Sze-tchuen. «Egli ha
+per monti e per valli città e castella assai, e sono idoli, e vivono di
+loro lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti boschi, ove sono
+molte belle bestie selvatiche, come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi
+cervieri, daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che troppo n'hanno
+grande utilità.»
+
+Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i confini della immensa
+pianura di Ambalet-Mangi. Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di
+produzioni e particolarmente di zenzero, di cui fornisce tutta la
+provincia del Cattai. Ed è tale la fertilità del suolo, che, secondo un
+viaggiatore francese, E. Simon, lo si vende oggidì a 30,000 franchi
+all'ettara, cioè tre franchi al metro. Nel secolo XIII quella pianura
+era coperta di città e castella, e gli abitanti vivevano dei frutti del
+terreno, dei prodotti del bestiame e della selvaggina, che forniva ai
+cacciatori una preda facile ed abbondante.
+
+Continuando il suo viaggio verso ponente, Marco Polo penetrò nella
+provincia di Sze-tchuen, e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la
+moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale supera 1,500,000
+abitanti. Sindi-fu misurava allora un circuito di venti miglia, era
+divisa in tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un muro
+particolare, aveva il proprio re prima che Kublai-Kan se ne
+impadronisse. «E sappiate, dice il Polo meravigliato, che per mezzo
+questa città passa un gran fiume d'acqua dolce, ed è largo bene mezzo
+miglio, ov'ha molti pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene da
+ottanta in cento miglia, ed è chiamato Quiia-fu.»
+
+Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang, che attraversa la China
+da ovest ad est, e n'è il fiume più importante. Sulle nostre carte lo
+troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.
+
+«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano, ha città e castella assai,
+e havvi tante navi, che appena si potrebbe credere chi nol vedesse; e
+v'ha tanta moltitudine di mercatanti, che vanno giuso e suso, ch'è una
+grande meraviglia. E il fiume è sì largo, che pare un mare a vedere, non
+fiume. E dentro della città in su questo fiume è un ponte tutto di
+pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e largo otto passi: e su per
+quello ponte ha colonne di marmo, che sostengono la copritura del ponte;
+e sappiate ch'egli è coperto di bella copritura, e tutto dipinto di
+belle istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene molta mercatanzia e
+favvisi arti: ma si vi dico che quelle case sono di legno, che la sera
+si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi è lo camarlingo del Gran
+Sire, che riceve lo diritto della mercatanzia che si vende in su quel
+ponte; e si vi dico che il diritto di quel ponte vale l'anno bene mille
+bisanti[28].»
+
+Uscito da quella città commerciale e industriosa, Marco Polo, dopo
+cinque giorni di marcia, attraverso vaste foreste, giunse alla provincia
+del Tibet, ch'egli dice «molto guasta dalla guerra fattavi da
+Mogut-Kan.»
+
+La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi dànno nome di Si-tsang o
+Tsang occidentale, è abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i
+viaggiatori durerebbero fatica a difendersi, se non vi crescessero in
+gran copia quelle canne meravigliosamente grosse e alte, che noi
+chiamiamo bambù.[29] Infatti «gli mercatanti e gli viandanti prendono
+quelle canne la notte e fannole ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande
+iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre bestie fiere hanno paura
+e fuggono, e non si accosterebbero al fuoco per cosa del mondo. E
+questo si fanno per paura di quelle bestie chè ve n'ha assai. Le canne
+iscoppiono, perchè si mettono verdi nel fuoco, e quelle si torcono e
+fendono per mezzo, e per questo fendere fanno tanto romore, che s'odono
+dalla lunga presso a cinque miglia di notte, e piue; ed è sì terribile
+cosa a udire, che chi non fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe gran
+paura, e gli cavagli che non ne sono usi, si spaventano sì forte che
+rompono capresti, e ogni cosa e fuggono; e questo avviene spesse volte.
+E a ciò prendere rimedio, a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno
+incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare gli occhi, e turare
+gli orecchi; si che non può fuggire quando ode questo iscoppio; e così
+campano gli uomeni, la notte, loro e le loro bestie.»
+
+Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora impiegato nelle contrade
+che producono il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate dalle
+fiamme può paragonarsi ai più violenti petardi d'un fuoco d'artifizio.
+
+Secondo la relazione del viaggiatore veneziano, il Tibet è una
+vastissima provincia divisa in otto reami, con molte città e castella,
+bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da montagne dalle quali si trae
+oro in quantità. I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto il
+Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui nome significa _fiume dall'aurea
+sabbia_, sono ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri e
+malvagi, e formano una razza di terribili ladroni. Vivono dei frutti
+della terra, di bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e fanno,
+per doni, di sè mercato ai viaggiatori che attraversano quella
+provincia. Quantunque il Tibet fosse allora sotto la dominazione del
+Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete nè le banconote
+dell'impero; all'incontro vi si spendeva il corallo, di cui gli abitanti
+adornavano il collo delle loro femmine ed i loro idoli.
+
+Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto verso l'ovest.
+Traversò il regno di Gaindu che secondo alcuni corrisponderebbe al
+territorio settentrionale dei Birmani, secondo altri invece a quella
+montuosa regione circondata dai territorî del Bengala, Arracan, abitata
+da schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen, lungo le rive del
+braccio sinistro del fiume Arracan, e visitò un bel lago, che produceva
+ostriche perlifere, la cui pesca era riservata all'imperatore. Vide
+anche una montagna dalla quale si cavavano quelle pietre conosciute
+sotto il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero, la cannella ed altre
+spezie davano in quel paese abbondantissimi raccolti.
+
+Gli abitanti di questa provincia non hanno denaro, ed impiegano come
+moneta dei pezzi di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc. Non
+conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano naturale il far marcato delle
+proprie mogli, figlie e sorelle ai forestieri che attraversano la
+contrada.
+
+Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un gran fiume da lui chiamato
+Brunis che pare fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco Polo
+tornò direttamente al sud-est, e penetrò nella provincia di Garagia,
+regione che si crede formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata
+tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani dell'Asia Centrale, Caraian; e
+ch'era allora governata da Jesau Temur, nipote di Kublai.
+
+Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella provincia, eccellenti
+cavalcatori, mangiavano la carne cruda dei polli, dei montoni, dei
+bufali e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano d'una salsa composta
+d'aglio e di buone spezie. Quel reame era altresì frequentato da grossi
+serpenti orribili a vedersi.
+
+Quei rettili, probabilmente alligatori, erano lunghi dieci passi;
+avevano due gambe poste sul davanti presso il capo ed armate d'un
+unghione che era smisurato; la loro gola poteva inghiottire un uomo in
+un boccone.
+
+La capitale di questa provincia è una città che il Polo chiama Jaci, e
+che si crede corrisponda alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti sono
+parte maomettani, parte cristiani nestoriani, ed il rimanente idolatri.
+«Quivi hae mercatanti ed artefici, dice il nostro viaggiatore, e
+spendono per moneta _porcellane bianche_, che si truovano nel mare.» È
+questa una specie di conchiglia che noi conosciamo sotto il nome di
+_Cyproea moneta_, che gli Indiani chiamano _Cooris_, usata anche ai dì
+nostri come moneta alle Maldive ed in diverse parti delle Indie.
+
+Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera impiegata dagli
+indigeni di quella contrada per impadronirsi dei terribili alligatori
+che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che il fiele di questi
+anfibî, preso come beveraggio, è reputato nel paese come medicina contro
+la morsicatura d'un cane rabbioso.[30]
+
+A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco Polo, continuando ancora
+verso mezzodì, penetrò nella provincia di Ardanda, la cui capitale,
+Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città di Yung-chang. Tutti gli
+abitanti di questa città avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con
+laminette d'oro, che levavano per mangiare. Gli uomini di quella
+provincia, tutti cavalieri, «non fanno nulla salvo che uccellare, andare
+a caccia od andare in oste (_in guerra_)»: i lavori faticosi sono
+riservati alle donne ed agli schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno
+idoli, nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia;
+ cioè il nonno, il patriarca. Siccome non conoscono scrittura di
+sorta, così «quando hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro, fanno
+tacche di legno, e l'uno tiene l'una metà, e l'altro l'altra metà;
+quando colui dee pagare la moneta, egli la paga e fassi dare l'altra
+metà della tacca.» Non hanno medici, ma bensì dei maghi od incantatori,
+che saltano, danzano, cantano e suonano strumenti presso il malato; e
+quindi ordinano sacrifizi e banchetti, finchè l'infermo muore o risana.
+
+Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano i denti d'oro, Marco
+Polo seguì la grande strada che serve al traffico tra l'India e
+l'Indo-Cina, e passò per Bamo ove, tre volte la settimana, si teneva un
+gran mercato, che attirava i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver
+cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste popolate da elefanti,
+liocorni ed altre fiere, giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte
+dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione, si chiama
+Arampura. Questa città di Mien, che fu probabilmente l'antica Ava,
+chiamata dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure la vecchia Paghau,
+situata sull'Irraonady, possedeva una vera meraviglia architettonica;
+erane due torri, l'una costrutta di belle pietre ed interamente coperta
+da una lamina d'oro dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da una
+lamina d'argento, ambe fatte costruire da un re di Mien, prima che quel
+reame cadesse in potere del Kan.
+
+Dopo di aver visitata quella provincia, Marco Polo discese fino a
+Baugala, l'attuale Bengala, oggidì una delle tre grandi divisioni
+dell'India Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva ancora
+a Kublai-Kan. Le armate dell'imperatore si adoperavano allora a
+conquistare quel paese fertile, ricco di cotone, di zenzero, di canne da
+zucchero, e i cui magnifici buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti.
+Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino alla città di Cangigu,
+nella provincia dello stesso nome. Alcuni credono che sotto questo nome
+abbia ad intendersi il regno di Tonkino, altri invece il territorio di
+Cangcur. Gli abitanti di quel regno praticavano il tatuaggio, e mediante
+aghi si disegnavano sul volto, sul collo, sul ventre, sulle mani, sulle
+gambe, immagini di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi più n'ha di
+queste dipinture più si tiene gentile e bello.»
+
+Cangigu è il punto più meridionale raggiunto da Marco Polo in questo
+viaggio. A partire da questa città risalì verso il nord-est, e pel paese
+d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu, in mezzo all'Impero
+Birmano ed alla provincia del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma,
+oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping. Ivi trovò begli uomini,
+bruni di pelle, valenti guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli
+fortificati e che si nutrono abitualmente di carne, riso e spezie.
+«Quando muoiono fanno ardere i loro corpi, e l'osse che non possono
+ardere sì le mettono in piccole cassette, e portanle alle montagne, e
+fannole istare appicate caverne, si che niuno uomo nè altra bestia non
+puote toccare. L'oro abbonda nel paese; usano però come piccola moneta
+la _porcellana_, ossia quella conchiglia (_Cyproea moneta_) di cui
+abbiamo già parlato più addietro. Vivono di carne, di latte, di riso e
+di spezie.
+
+Qui il signor Charton fa giustamente osservare che il viaggiatore si
+allontana dal paese conosciuto sotto il nome d'India al di là del
+Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata Toloma, Marco Polo
+seguì per dodici giorni, verso levante, un fiume sulle cui rive
+sorgevano molte città e castella; e giunse alla città di Sinuglil, che
+si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale della provincia di Guinguì,
+che dev'essere, scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle acque del
+Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì dippiù in questa contrada,--e si ha
+ragione di credere che l'ardito esploratore fosse anche un valente
+cacciatore,--fu il gran numero di leoni che infestavano le pianure e le
+montagne. Tutti i commentatori sono però d'accordo nel ritenere che i
+leoni di Marco Polo non fossero altro che tigri, non essendovi leoni
+nella China. Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti leoni, che se
+neuno dormisse la notte fuori di casa, sarebbe incontanente mangiato. E
+chi di notte va per questo fiume, se la barca non istà ben di lungi
+dalla terra, quando si riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e
+piglierebbe uno di questi uomeni, e mangerebbolo; ma gli uomeni se ne
+sanno bene guardare. Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi. E sì vi
+dico una grande maraviglia, che due cani vanno a un gran leone, e sono
+questi cani di questa contrada, e sì lo uccidono, tanto sono arditi. E
+dirovvi come. Quando un uomo è a cavallo con due di questi buon cani,
+come i cani veggono il leone, tosto corrono a lui, l'uno dinanzi e
+l'altro di dietro, ma sono sie (_sì_) ammaestrati e leggieri che 'l
+lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda molto l'uomo; poi il
+lione si mette a partire per trovare albore (_albero_), ove ponga le
+reni per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia lo mordono alle
+coscie, e fannolo rivolgere or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo, sì lo
+seguita percotendolo con sue saette molte volte, tanto che 'l lione cade
+morto, sì che non si puote difendere da uno uomo a cavallo con due buoni
+cani.»
+
+Parlando degli abitanti di questa provincia, dice che «hanno sete assai,
+che sono idolatri, sottoposti al Gran Cane, e spendono monete di carta.»
+
+Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente il fiume, ed in capo
+a dodici giorni fu di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia di
+Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere la sua escursione nel
+Tibet. Di là, riprendendo la via già percorsa, fece ritorno presso
+Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta la sua missione
+nell'Indo-China.
+
+Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato dall'imperatore
+d'un'altra missione nella parte sud-est della China «la parte più ricca
+e più commerciale di quel vasto impero, dice il Pauthier nel suo bel
+lavoro sul viaggiatore veneziano, e quella altresì su cui, dopo il
+secolo XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»
+
+Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta del Pauthier, Marco
+Polo, lasciando Cambalu, si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la
+moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli città del Peche-li; di
+là a Ciaglu, oggidì Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva
+esportato nelle circostanti contrade, indi a Ciagli, città industriosa
+che i commentatori ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive
+dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung; finalmente a
+Codifu o Codiufu, l'attuale Tsi-nan-fu, capitale della provincia di
+Shan-tung, patria del grande filosofo e legislatore Confucio[31]. Codifu
+era a quel tempo una grande città, la più nobile di tutte quelle
+contrade, frequentatissima dai negozianti di seta, ed i cui meravigliosi
+giardini producevano gran quantità di frutti deliziosi. A tre giornate
+di cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la città di Siugni, che credesi
+corrisponda alla moderna Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran
+canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli navi che «recano
+nelle provincie del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie, tanto, ch'è
+maraviglia a credere.»
+
+[Illustrazione: Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma ricco di
+datteri e d'altri alberi fruttiferi.... Cap. II, _pag._ 22]
+
+Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra corrispondere all'odierna
+città di Lin-tching-hien; quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou;
+Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien, e giungeva al Caramera o
+Fiume Giallo, che aveva già traversato nel suo corso superiore, mentre
+dirigevasi verso l'Indo-China.
+
+Parlando dell'importanza di questo fiume nella navigazione e nel
+commercio dell'impero, ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che
+il gran fiume di Caramera, che viene dalla terra del Prete Gianni, è
+largo un miglio; ed è molto profondo, sì che bene vi puote andare gran
+nave; egli ha questo fiume bene quindicimila navi, che tutti sono del
+Gran Cane, per portare sue cose, quando fa oste (_guerra_), all'isole
+del mare, che 'l mare è presso a una giornata. E ciascuna di queste navi
+vuole bene quindici marinari, e portano in ognuna quindici cavagli
+cogli uomeni, co' loro arnesi e vivande.»
+
+Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume, e si trovò nella provincia
+di Mangi, un tempo distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso da
+Kublai solo dal 1278.
+
+Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan, era governato da un re
+pacifico, che abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici. Il
+testo francese dei viaggi di Marco Polo parla di lui alquanto
+diffusamente nei termini, seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo
+imperatore della dinastia dei Song poteva spendere tanto, che era un
+prodigio; vi racconterò di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno egli
+faceva allattare ben ventimila bambini; dacchè è costume in quei paesi,
+che le povere donne gettino via i figli appena nati, quando non possono
+nutrirli. Il re li faceva raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual
+segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li dava a nutrire in diversi
+luoghi, perchè manteneva nutrici in quantità[32]. Quando un ricco
+non aveva figli, andava dal re e si faceva dare quanti bambini
+voleva, e quelli che voleva; poi il re, quando i giovani e le fanciulle
+erano in età da unirsi in matrimonio, li sposava fra loro, e dava loro
+da vivere; in tal modo ogni anno ne allevava ben ventimila tra maschi e
+femmine. Se passando in qualche strada vedeva una casa piccola fra due
+grandi, domandava perchè quella casetta non era grande come le altre, e
+se gli dicevano ciò essere perchè apparteneva ad un povero, tosto la
+faceva ridurre bella ed alta come le altre. Quel re si faceva sempre
+servire da mille paggi e da mille damigelle. Manteneva nel suo regno una
+giustizia così severa, che non vi si commetteva nessun delitto; durante
+la notte le case del mercanti rimanevano aperte, nè alcuno vi prendeva
+nulla; si poteva viaggiare di notte come di giorno.»
+
+Entrando nella città di Mangi, Marco Polo trovò Chygiagni, oggidì
+Hoai-gnan-fou, nella provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive del
+fiume Giallo, la cui principale industria è la fabbricazione del sale,
+che si cava da alcune paludi salmastre. Ad una giornata da quella città,
+seguendo una strada lastricata di belle pietre, il viaggiatore giunse
+alla città di Pauchi, oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro, Chayu o
+Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori e pescatori valenti, poi a
+Tai-tcheou, ove approdano navigli in gran numero; ed arrivò finalmente a
+Yangui.
+
+Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu, di cui Marco Polo fu
+governatore durante tre anni. È città popolatissima e molto
+commerciante, ed ha non meno di due leghe di circuito. Marco Polo partì
+da Yangui per diverse esplorazioni, che gli permisero di studiare
+minutamente le città del litorale e dell'interno.
+
+Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente e giunse a Nangi (da
+non confondersi colla moderna Nan-king), città posta in una provincia
+fertilissima, i cui abitanti, dice il Polo, «vivono di mercatanzie e
+d'arti, e hanno seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni cosa da
+vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo il suo viaggio, visitò
+Saianfu, oggidì Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu questa
+l'ultima città del Mangi che resistette alla dominazione di Kublai-Kan.
+L'imperatore vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì da
+ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero potenti baliste che
+schiacciarono gli assediati sotto una grandine di sassi, alcuni dei
+quali pesavano fin trecento libbre.
+
+Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi per esplorare le città del
+litorale. Egli rientrò senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città
+posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo corso superiore è chiamato
+Kin-scia-kiang. Questa città di Sigui (da non confondersi con quella di
+cui il Polo ha parlato indietro) di cui non sanno che congetturare i
+commentatori, sorge in un punto ove il fiume è largo più d'una lega, e
+riceve più di mille navigli in una volta. Da Sigui si portò a Chiagui
+(la moderna Chua-tcheou), posta nel luogo ove il canale imperiale entra
+nel Yang-tse-kiang. È questa la città che fornisce di biade la massima
+parte della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou) di
+faccia a Chua-tcheou, ov'erano due chiese di cristiani nestoriani;
+Cinghingiu (Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città commerciale ed
+industriale, e Su-tcheu o Sut-sen, grande città di sei leghe di
+circuito, che, secondo la relazione esageratissima del viaggiatore
+veneziano, possedeva allora non meno di seimila ponti. Soggiornò qualche
+tempo a Ingiu, città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che credesi
+corrisponda alla moderna Ho-tcheu; indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo
+entrò nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa Hang-tcheu,
+capitale della provincia di Tche-kiang, che divenne sede degli
+imperatori quando i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono, nel
+1132, e allora essa fu chiamata King-se, onde la Quinsay del Polo, la
+King-sai di Rascideddin, e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto alcuni
+arguirono significasse la _città del cielo_.
+
+Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou, ha cento miglia
+di circuito, ed è traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi
+all'infinito, fa di Quinsay un'altra Venezia. Quell'antica capitale dei
+Song è popolosa quasi quanto Pekino; le vie sono selciate di pietre e
+mattoni: si contano, secondo Marco Polo, «dodicimila ponti di pietra, e
+sotto la maggior parte di questi ponti vi potrebbe passare, sotto
+l'arco, una gran nave, e per gli altri bene mezza nave.» In quella città
+vivono i più ricchi negozianti del mondo, le cui mogli «stanno così
+delicatamente come se fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza d'un
+vicerè che governa per l'imperatore più di centoquaranta città. Vi si
+vedeva ancora il palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato da
+bei giardini, con laghi, fontane, e contenente più di mille camere. Il
+Gran Kan ricava da quella città e dalla provincia rendite immense, fra
+cui va contato il prodotto del sale, dello zuccaro, delle spezie e della
+seta, che costituiscono la principale produzione del paese.
+
+«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e levante, dice il Polo, è il
+mare Oceano, e quine (_quivi_) è una città che ha nome Giafu, ove ha
+molto buon porto, e havvi molte navi che vengono d'India e d'altri
+paesi. E da questa città al mare hae un gran fiume, onde le navi possono
+venire infino alla terra.» Questa Giafu credesi dai commentatori sia la
+moderna città di Kuang-teheu o Canton, una delle più grandi e più
+ricche città commerciali della China.
+
+«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il Veneziano, e' vae una
+giornata verso iscirocco, tuttavia trovando palagi e giardini molti
+belli, ove si truova tutte cose da vivere; di capo di questa giornata si
+truova questa città, c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed è
+disotto a Quinsay.» Qualche commentatore ha ravvisato nella Tapigni del
+Polo la moderna Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.
+
+In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui (Hon-tcheou), Chegui
+(Tchu-ki, o, secondo altri, Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e
+finalmente Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città del reame del Quinsay.
+
+Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui. Secondo la sua relazione,
+gli abitanti di questa contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi,
+«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni e bevendo il sangue, e poscia
+gli mangiano tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu
+(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima città che ha ponti di
+pietra lunghi un miglio; e dove «avvi galline che non hanno penni ma
+peli come gatte, e tutte nere, e fanno uove come le nostre, e sono molto
+buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori non hanno saputo
+trovare, ma che si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene non siavi
+veruna somiglianza di nome.
+
+Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui, capitale del regno di
+Cancha; nella quale i commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale del
+Fu-chian, che giace a breve distanza dal mare, sopra un braccio del
+Niao-tung-chiang (Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al
+commercio delle pietre preziose, dello zucchero e d'altre mercanzie che
+vengono per mare dall'India.
+
+Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque giornate verso sud-ovest,
+attraversando valli e pianure seminate di città e castelli, raggiunse
+Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto l'odierna
+Tsiuan-ceu, celebre porto della China meridionale, nella provincia di
+Fu-chian, detto eziandio volgarmente Tseu-tung, che anche sotto la
+dominazione dei Ming era assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e
+dagli Indiani.
+
+Dopo di aver parlato dei tesori che trae il Gran Kan da questa città,
+pel commercio importante ch'ivi si esercita in spezie e prodotti d'ogni
+genere dell'India, Marco Polo dice che in questa provincia havvi una
+città per nome Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale del
+Fo-kien) ove si fabbricano le migliori scodelle di porcellana del mondo,
+ad un prezzo veramente tenuissimo.
+
+Il Polo rimase qualche tempo nella città di Zarton, che i commentatori
+ritengono l'estremo punto da lui visitato in questo viaggio nella China
+sud-orientale.[33]
+
+
+NOTE:
+
+[27] I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho.
+(_Nota del Trad._)
+
+[28] Pari a L. 20,220.--Il _Bisante_ è un antica moneta d'oro,
+coll'impronta di due santi, così appellata da Bisanzio, ora
+Costantinopoli, ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a
+lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (_N. del Trad._)
+
+[29] Il _Bambu_ comune (_Arundo Bambos_) ha sovente l'altezza di 20
+metri. (_N. del Trad._)
+
+[30] Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di cui parla
+il Polo, sieno boa (_boa constrictor_), frequentissimi nella China
+Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi da 25 a 30
+piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli ed altri. La carne
+di questi boa è squisita a mangiarsi; il fiele estrattone vendesi caro
+per medicina; della pelle si fanno tamburi e vagine di pugnali e spade.
+
+[31] Confucio (_Khung-fu-tseu_ o _Khung-tseu_), nato verso il 551 av.
+Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore,
+discendeva, dicesi, da _Hoang-ti_, legislatore della Cina. Fino dalla
+prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni, dopo la morte
+della madre, si consacrò alla meditazione e formò il disegno di
+riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie provincie e si
+vide in breve circondato da un gran numero di discepoli. Il re di
+Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro. Corresse i costumi, riformò la
+giustizia e fece prosperare l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto
+fu costretto a ritirarsi. Dopo aver di nuovo percorso le provincie per
+predicare la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì
+verso il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero
+una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella Cina e vi
+godono di parecchi privilegi.--Confucio rivide i _Kings_, libri sacri
+dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo o restauratore
+della religione, o piuttosto della setta filosofica religiosa che vige
+tuttodì nella Cina. Scrisse l'_Yih-King_ (libro delle Trasformazioni),
+lo _Sciu-King_ (Libro per eccellenza), che contiene un sunto storico
+sulla storia della Cina fino al 770 av. C.; il _Sci-King_ (Libro dei
+versi), raccolta di canti popolari, nazionali e religiosi: il _Li-Ki_
+(Rituale), sul quale poggia tutto il sistema religioso; lo _Sciun-Sieu_
+(primavera ed autunno), storia del reame di Lu; il _Hiao-King_ (dialogo
+sulla pietà filiale), che contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che
+precede il _Ta-hio_ (la grande scienza), uno dei quattro libri scritti
+dai suoi discepoli. (_Nota del Trad._)
+
+[32] Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a quella
+del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano per le vie i
+proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai porci od ai cani.
+(_Nota del Trad._)
+
+[33] Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi la
+China.
+
+
+
+
+ CAPITOLO IV.
+
+ L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla
+ figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+ persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I
+ Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il
+ mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa
+ africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il
+ Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo
+ prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi
+ discendenti.--Ricordi della famiglia Polo.
+
+
+Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione, ritornò senza
+dubbio alla corte di Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie
+missioni, che gli furono agevolate e dalla sua conoscenza della lingua
+mongolla, della turca, della cinese e della mantchou. Pare ch'egli
+facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle isole dell'India, ed al
+suo ritorno stese un rapporto particolareggiato sulla navigazione di
+quei mari ancora poco conosciuti.
+
+«Sappiate, dice egli, che nell'India sono molte navi, ch'elle sono d'un
+legno chiamato abete e di sapino; elle hanno una coverta e in su questa
+coverta hae bene 40 camere, ove in ciascuna puote istare un mercatante
+agiatamente; e hanno un timone e quattro alberi, e molte vi giungono due
+alberi che si levano e pongono. Queste navi vogliono bene duecento
+marinai; ma elle sono tali che portano bene cinquemila isporte di pepe,
+e di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a ciascuno remo vogliono
+essere quattro marinai, e hanno queste navi tali barche, che porta l'una
+bene mille isporte di pepe. E sì vi dico che questa barca mena bene
+quaranta marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano tirare la gran
+nave; ancora mena la nave dieci battelli per prendere pesci.» La
+relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate ed interessanti
+sull'isola di Cipango, nome applicato al gruppo d'isole che compongono
+il Giappone, ch'era allora un paese rinomato per le sue ricchezze.[34]
+«Zipagu, dice il nostro esploratore, è un'isola in levante, ch'è
+nell'alto mare millecinquecento miglia. L'isola è molto grande, le genti
+sono bianche, di bella maniera e belle, e sono idolatri, e non
+obbediscono ad alcuno. Qui si trova l'oro, però n'hanno assai; niuno
+uomo non vi va, e niuno mercante non leva di questo oro; perciò n'hanno
+eglino cotanto. Il palagio del signore dell'isola è molto grande, ed è
+coperto d'oro, come si cuoprono di qua le chiese di piombo; e tutto lo
+spazzo delle camere è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due dita, e tutte
+le finestre e mura e ogni cosa e anche le sale sono coperte d'oro; e non
+si potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle assai, e sono rosse e
+tonde e grosse, e sono più care che le bianche; ancora v'ha molte pietre
+preziose, e non si potrebbe contare la ricchezza di questa isola.»
+
+La fama delle ricchezze del Giappone era giunta sino in China, ed aveva
+risvegliata la cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264, pochi anni
+prima della venuta di Marco Polo alla corte tartara, aveva tentato
+d'impadronirsi di quell'isola. La sua flotta, comandata da due baroni,
+approdò felicemente a Cipango, s'impadronì d'una cittadella, i cui
+difensori furono passati a fil di spada; ma una tempesta disperse le
+navi tartare, e la spedizione non ebbe risultato. I due baroni che
+avevano condotta quella sciagurata impresa vennero, d'ordine
+dell'imperatore, decapitati. Marco Polo racconta circostanziatamente
+questo tentativo, e cita varî particolari intorno ai costumi dei
+Giapponesi.
+
+«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno di questa isola prende
+alcuno uomo, che non si possa ricomperare, convita suoi parenti e i suoi
+compagni, e fallo cuocere, e dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la
+migliore carne che si mangi.»
+
+Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò la China, i Giapponesi
+sarebbero stati antropofaghi, come lo sono ancora oggidì gl'indigeni di
+molte isole dell'oceano Pacifico.
+
+Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre Niccolò, trovavansi da
+ben diciassette anni al servizio dell'imperatore, senza contare gli anni
+spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina. Avevano vivo desiderio di
+rivedere la patria; ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo, e ne
+apprezzava i meriti, non sapeva risolversi a lasciarli partire. Tutto
+tentò egli per vincere la loro risoluzione, ed offerse loro immense
+ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo. I tre Veneziani
+persistettero nel disegno di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò
+loro assolutamente la licenza di partire. Marco Polo non sapeva come
+deludere la vigilanza dell'imperatore, quando un avvenimento mutò la
+determinazione di Kublai-Kan.
+
+Un principe mongollo, Arghum, che regnava in Persia, avea mandato
+un'ambasciata all'imperatore per chiedergli in matrimonio una
+principessa del sangue reale. Kublai-Kan accordò al principe Arghum la
+mano di sua figlia Cogatra, e la fece partire accompagnata d'un seguito
+numeroso.
+
+Ma le contrade che la scorta volle traversare per recarsi in Persia non
+erano sicure; turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto, e la
+carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi, alla residenza di Kublai-Kan.
+Allora gli ambasciatori persiani, avendo sentito parlare di Marco Polo
+come d'un valente navigatore che aveva conoscenza del mare Indiano,
+supplicarono l'imperatore di confidare a lui la principessa Cogatra,
+affinchè la conducesse al suo fidanzato, traversando quei mari meno
+pericolosi del continente.
+
+Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella domanda. Egli fece
+allestire una flotta di quattordici navi a quattro alberi, ed
+approvigionolla per un viaggio di due anni. Qualcuna di quelle navi
+contava persino duecentocinquanta uomini di equipaggio. Come si vede,
+era una spedizione importante, e degna dell'opulento sovrano dell'impero
+chinese.
+
+Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono colla principessa Cogatra e
+cogli ambasciatori persiani. Fu in quel tragitto, che durò non meno di
+diciotto mesi, che Marco Polo visitò le isole della Sonda e dell'India,
+di cui fa una descrizione tanto completa? Noi possiam fino ad un certo
+punto ammetterlo, sopratutto per quanto riguarda Ceylan ed il litorale
+della penisola indiana. Lo seguiremo quindi durante la sua navigazione,
+e riferiremo le descrizioni ch'egli dà di quei paesi, fino allora
+imperfettamente conosciuti.
+
+Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata da Marco Polo lasciò il
+porto di Zaiton, ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio traverso
+le provincie meridionali della Cina. Da questo punto, egli si diresse
+direttamente verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale tutti i
+commentatori s'accordano nel ravvisare Tsiampa o Bintuan, provincia
+della Cocincina meridionale.[35] Il viaggiatore veneziano aveva già
+visitato quella provincia, probabilmente verso l'anno 1280, durante una
+missione di cui l'imperatore l'aveva incaricato.
+
+«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo si parte del porto di Zaiton
+e navica verso ponente, e alcuna verso gorbi (_garbino_, ossia
+_libeccio_) milleduecento miglia, sì si trova una contrada c'ha nome
+Ciamba, ch'è molto ricca terra e grande, e hanno re per loro; e sono
+idoli (_idolatri_); e fanno trebuto al Gran Cane ciascuno anno 20
+leofanti, e non gli dànno altro, li più belli, che vi si possono
+trovare, che n'hanno assai. E questo fece conquistare il Gran Cane negli
+anni Domini 1278.»
+
+Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima della conquista, il re che
+lo governava aveva non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui
+centocinquanta atti a portare le armi. In quel regno non si usava
+maritare niuna bella pulzella senza il consenso del re, il quale poteva
+disporne a suo talento.
+
+Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta si diresse verso l'isoletta
+di Condor; ma prima di descriverla, Marco Polo cita la grande isola di
+Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai potuto impadronirsi, «per lo
+pericolo del navicare e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede
+grandi ricchezze e produce in abbondanza pepe, noci moscate, garofano ed
+altre droghe preziose. Qualche commentatore ha creduto che sotto il nome
+di _Java_ intendesse il Polo di parlare di Borneo, a cui gl'indigeni
+dànno infatti il nome di _Jana Java_ (paese di Giava) e _Nusa Java_
+(isola di Giava). E quì giova rammentare ai nostri lettori che il Polo
+non visitò questi luoghi, ma ne parla «per quello che seppe dalla bocca
+di uomini degni di fede» secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto
+sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a quanto sembra, le isole
+di Pulo Condor nel mare della China, ove vide oro in abbondanza, Marco
+Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia l'isola di Buitang,
+posta vicino all'entrata orientale dello stretto di Malacca, e presso
+l'isola di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.
+
+«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì che la tramontana
+(_l'Orsa_) non si vede nè poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola
+hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e ciascuno di questi reami
+ha lingua per sè. Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte care
+ispezierie.» Sumatra è infatti una delle più fertili isole del gruppo,
+ove l'aloè vi cresce meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici
+e rinoceronti, che Marco Polo chiama _unicorni_, e scimmie che vanno a
+frotte numerose. La flotta fu trattenuta cinque mesi presso quella
+costa, in causa del cattivo tempo, ed il viaggiatore ne approfittò per
+visitare le principali provincie dell'isola, come Ferbet (Tandjong
+Perlak), i cui abitanti delle montagne sono feroci ed antropofaghi;
+Basma, che secondo alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo
+altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang; Samarcha, che secondo
+l'opinione del Murray corrisponderebbe all'odierno porto di Samangca, i
+cui abitanti, dice il Veneziano, «hanno alberi, che tagliano gli rami e
+quelli gocciola, e quella acqua che ne cade è vino; ed empiesene tra dì
+e notte un gran coppo che sta appiccato al troncone, ed è molto buono.»
+È questo il tanto rinomato liquore della palma, che fornisce un vino che
+in poche ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le noci di cocco sono
+quivi abbondantissime. Marco Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu
+(probabilmente l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti sono antropofaghi;
+di Lambri (Nalabu, sulla costa occidentale dell'isola) ove sono
+moltissimi uomini colla coda (scimmie senza dubbio), e Fransur, cioè
+l'isola di Pauchor, ove cresce il _cicade_, da cui si trae una farina
+buona per pane, che noi chiamiamo _sagù_. Finalmente i venti permisero
+alle navi di lasciare la Piccola Giava; dopo aver toccato l'isola di
+Necaran, che dev'essere una delle Nicobari, ed il gruppo delle Andaman,
+i cui abitanti sono ancora antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo, la
+flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò a prender terra alle
+coste di Ceylan. «Quest'isola, dice la relazione, anticamente fu via
+maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento alla tramontana vien sì
+forte, che una gran parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa
+tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di Ceylan. «E sappiate,
+continua il Polo, che in questa isola nascono i buoni e nobili rubini, e
+non nascono in niuno luogo del mondo piue, e quì nascono zaffiri e
+topazi e amatisti, e alcune altre pietre preziose. E si vi dico che il
+re di quest'isola, che si chiama Sedemay, hae il piue bello rubino del
+mondo, e che mai fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo presso che
+un palmo, ed è grosso bene altrettanto, come sia un braccio di uomo,
+egli è piue ispredente (_splendente_) cosa del mondo, egli non ha niuna
+tacca, egli è vermiglio come fuoco, ed è di sì gran valuta che non si
+potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò per questo rubino, e gliene
+voleva dare la valuta d'una buona città, ed egli disse che nol darebbe
+per cosa del mondo, però ch'egli fue degli suoi antichi.»
+
+A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti trovarono la gran
+provincia di Maabar, che non bisogna confondere col Malabar, posto sulla
+costa occidentale della penisola indiana, come erroneamente è scritto
+nel codice Ramusiano. Questo Maabar forma il sud della costa di
+Coromandel, molto stimata per le sue peschiere di perle. Ivi sono certi
+incantatori che rendono i mostri marini innocui ai pescatori, specie
+d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino ai tempi moderni. Qui Marco
+Polo dà interessanti particolari sui costumi degli indigeni; sulla morte
+dei re del paese, in onore dei quali i signori si gettano nel fuoco; sui
+suicidî religiosi, che sono frequenti; sul sacrificio delle vedove, che
+il rogo reclama dopo la morte dei mariti; sulle abluzioni biquotidiane,
+di cui la religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli indigeni a
+diventare buoni fisonomisti; sulla loro fiducia nelle arti degli
+astrologhi ed indovini.
+
+Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla costa del Coromandel, Marco
+Polo si diresse al nord sino al reame di Muftili, che corrisponde al
+territorio su cui giace la moderna città di Masulipatam, che formò parte
+una volta del regno di Telingana, di cui era capitale Golconda, famosa
+per le sue miniere di diamante.
+
+«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina molto savia, che rimase
+vedova bene quarant'anni, e voleva sì gran bene al suo signore, che
+giammai non volle prendere altro marito; e costei hae tenuto questo
+regno in grande istato, ed era più amata che mai fosse o re o reina. Ora
+in questo reame si truova diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae
+grandi montagne, e quando piove, l'acqua viene rovinando giuso per
+queste montagne; e gli uomeni vanno cercando per la via ove l'acqua è
+ita, e trovane assai di diamanti; e la state che non vi piove si se ne
+trova su per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande caldo che a pena vi
+si puote sofferire. E su per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi,
+che gli uomeni vivono a grande dottanza (_timore_), e sono molto
+velenosi, e non sono arditi d'andare presso alle loro caverne di quelli
+serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli diamanti per un altro modo,
+ch'egli hanno sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi puote
+andare; ed egli vi gettano entro pezzi di carne, e gittanla in questi
+fossati di che la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi nella
+carne. E in su queste montagne istanno aguglie (_aquile_) bianche che
+stanno tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono questa carne in
+questi fossati, elle si vanno colà giuso, e reconla in sulla riva di
+questi fossati, e questi vanno incontro all'aguglie, e l'aguglie
+fuggono, e gli uomeni truovano in questa carne questi diamanti; ed
+ancora ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano di questi diamanti
+colla carne insieme, e gli uomeni vanno la mattina al nidio
+dell'aguglia, e trovano coll'uscita (_escrementi_) loro di questi
+diamanti. So che così si truovano i diamanti per questi modi, nè in
+luogo del mondo non se ne truova di questi diamanti se non in questo
+reame. E non crediate che gli buoni diamanti si rechino di qua tra gli
+cristiani; anzi si portano al Gran Cane, ed agli altri re e baroni di
+quelle contrade che hanno lo gran tesoro.»
+
+Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso, situata ad alcune
+miglia al sud di Madras, e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni)
+degli Indiani, San Tomé degli Europei, Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso
+degli antichi viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di S.
+Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno di Masbar, e più
+particolarmente la provincia di Lar, da cui sono originari tutti i
+«Bregomani» del mondo (probabilmente i Bramani). Quegli uomini, secondo
+la relazione, vivono vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza;
+alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta o dugento anni, non
+mangiando che riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo ed argento
+vivo. I Bregomani sono destri mercanti, superstiziosi però, ma
+lealissimi; non rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano il bue,
+che tengono in conto d'animale sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per
+un filo di bambagia ch'egli portano sotto la spalla diritta, sì che gli
+viene il filo a traverso il petto e le ispalle.»
+
+Da quel punto della costa la flotta ritornò a Ceylan, ove nel 1284
+Kublai-Kan aveva spedito un'ambasceria, che gli riportò le credute
+reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due denti mascellari;
+giacchè, stando alle tradizioni dei Saracini, la tomba del nostro primo
+padre sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata che forma il
+punto più culminante dell'isola, e che chiamasi appunto per ciò il Picco
+di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan, Marco Polo andò a Cail,
+porto che pare sia scomparso dalle carte moderne, dove approdavano
+allora tutte le navi che venivano da Hormuz Kis, Aden e dalle coste
+dell'Arabia. Di là, girando il capo Comorino, all'estremità della
+penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam, che al secolo XIII
+era una città molto commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti
+sono tutti neri, maschi e femmine, e vanno tutti ignudi.» Ivi si
+raccoglie particolarmente il legno di sandalo, ed i mercanti del Levante
+e del Ponente vi accorrono a negoziare in gran numero. Il paese del
+Malabar è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco Polo chiama «leoni
+tutti neri», pappagalli di varie specie, e pavoni assai più belli e più
+grossi dei loro congeneri d'Europa.
+
+La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord la costa del Malabar, e
+giunse sulle sponde del reame di Ely, che sembra corrispondere a
+Mangalore, nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice il Veneziano, nasce
+pepe, giengiavo (_ginepro_) e molte altre ispezierie.»
+
+Al nord di quel regno stendevasi quella contrada che il viaggiatore
+veneziano chiama Melibar, e che è situata al nord del Malabar
+propriamente detto. Le navi dei negozianti del Mangi venivano spesso a
+trafficare cogli indigeni di questa parte dell'India, che loro fornivano
+carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi ed altre mercanzie di
+gran valore; ma i loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati dai
+pirati della costa, che avevano fama di terribili uomini di mare. Quei
+pirati abitavano più particolarmente la penisola di Gohurat, oggi
+Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si diresse dopo aver veduto
+Tanat, contrada ove si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città che fa
+gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero Sumenat, città della
+penisola, i cui abitanti sono idolatri, crudeli e feroci, e poi
+Kesmacoram, probabilmente l'attuale Kedge, ultima città delle Indie tra
+occidente e settentrione, Marco Polo, in luogo di risalire verso la
+Persia, ove l'attendeva il fidanzato della principessa tartara,
+s'inoltrò verso occidente, traverso il vasto mare d'Oman.
+
+La sua insaziabile passione d'esploratore lo trascinò così per
+cinquecento miglia sino alle rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle
+isole Maschio e Femmina, così chiamate perchè una è unicamente abitata
+da uomini, l'altra da donne, che vengono visitate da quelli durante i
+mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini, dice il nostro
+esploratore, sono cristiani battezzati e non hanno signore, salvo che
+hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di Scara.» Lasciate quelle
+isolette, la flotta fece vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è
+veramente Socotora, l'antica _Dioscorides Insula_ dei Greci, ch'è posta
+all'ingresso del golfo d'Aden, e di cui Marco Polo riconobbe diverse
+parti. Egli parla degli abitanti di Socotora come di abili incantatori,
+che con le loro arti ottengono quanto vogliono e comandano agli uragani
+ed alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio in miglio verso il
+sud, spinse la sua flotta sino alle coste del Madagascar.
+
+Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar è una delle più grandi e
+più nobili isole del mondo, d'un circuito di ben quattromila miglia. Gli
+abitanti sono per la maggior parte maomettani, e vivono sotto la
+signoria di dodici governatori. Sono molto dediti al commercio, e
+particolarmente al traffico dei denti di elefanti e dell'ambra. Si
+nutrono specialmente di carne di cammello, che è migliore e più sana di
+qualsiasi altra. I negozianti che vengono dalle coste dell'India non
+impiegano più di venti giorni a traversare il mar d'Oman; ma nel ritorno
+ci spendono non meno di tre mesi, in causa delle correnti contrarie che
+tendono sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno, frequentano
+quell'isola perchè fornisce loro il legno di sandalo, di cui sonvi
+intere foreste, e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi d'oro e di seta,
+con grande guadagno e profitto. Secondo Marco Polo, non mancano in quel
+reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni, orsi, cervi,
+cinghiali, giraffe, asini selvaggi, caprioli, daini, bestie da pascolo
+vi si incontrano a mandre numerose; ma ciò che gli parve meraviglioso fu
+l'uccello grifone, ossia il _roc_, di cui si parla tanto nelle _Mille ed
+una notte_. «Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e' si dice di
+qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione, ma sono fatti come aguglie
+(_aquile_) e sono capaci di sollevare un elefante negli artigli.»
+Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'_epyornis maximus_, di cui
+si trovano ancora delle uova al Madagascar.
+
+Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il nord-ovest, venne a
+riconoscere Zanzibar e la costa africana, ch'egli prese per un'isola.
+Gli abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti e capaci di portare
+il carico di quattro uomini, «e questo non è maraviglia, chè mangia
+l'uno bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano negri e
+camminavano nudi; avevano la bocca grande, il naso «rabbuffato in suso,»
+le labbra e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che s'adatta
+ancora ai naturali di quella parte dell'Africa. Quegli Africani vivono
+di riso, latte, carne e datteri, e fabbricano il vino con riso, zuccaro
+e droghe. Sono valenti guerrieri, nè temono la morte; combattono sopra
+cammelli o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e di lancie, ed
+eccitano le loro cavalcature inebbriandole di bevande spiritose. «Qui,
+soggiunge il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze femmine del
+mondo, ch'elle hanno la bocca grande, e il naso grosso e corto, e le
+mani grosse quattro cotanti che l'altre.»
+
+Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione del Charton, i paesi
+compresi sotto la denominazione d'India si dividevano in tre parti:
+l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto il paese posto fra il Gange e
+l'Indo; l'India Minore, cioè la contrada al di là del Gange, dalla costa
+occidentale della penisola fino alla costa della Cocincina; finalmente
+l'India Media, cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al golfo Persico.
+
+Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse verso quest'India Media,
+ch'egli chiama Nabasce (_Abissinia_), risalendo verso il nord ed
+esplorando il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce, dice il
+nostro viaggiatore, è una grandissima provincia; e sappiate che 'l
+maggiore re di questa provincia si è cristiano, e tutti gli altri re
+della provincia sono sottoposti a lui, i quali sono sei re, tre
+cristiani e tre saracini. Il re maggiore dimora nel mezzo della
+provincia, e i saracini dimorano verso Edenti (_Aden_), nella quale
+contrada messer San Tomaso convertì molta gente, poscia se ne partío, e
+andonne a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando della vita degli abitanti
+e della fauna del paese, dice che «la vita loro si è riso e carne, e
+hanno leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono d'altri paesi.
+Nasconvi molte giraffe e molte altre bestie, e hanno molte bellissime
+galline, e sì hanno istruzzoli (_struzzi_) grandi come asini, o poco
+meno; e sì hanno molte altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe
+troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni si hanno assai, e si hanno
+pappagalli bellissimi e di più fatte, e si hanno gatti mamoni e iscimmie
+assai.»
+
+Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta toccò Edenti, la moderna
+Aden, vicino all'imboccatura del Mar Rosso. Aden era a quel tempo una
+città importantissima pel traffico dell'Oriente, e nel suo porto
+convenivano tutti i navigli che commerciavano coll'India e colla China.
+La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr nell'Hadzamauth, sulla
+costa meridionale dell'Arabia), «grande città, dice il Veneziano, la
+quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un porto eccellente, al quale
+càpitano molte navi, le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;»
+Dufar (Dafur, sulla costa arabica meridionale), che produce un incenso
+di prima qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica orientale),
+«città posta sulla bocca del golfo di Chalatu, sì che veruna nave vi può
+passare nè usare senza la volontà di questa città;» e per ultimo Curmaso
+(Hormuz), che Marco Polo aveva già visitata, quando da Venezia si recò
+alla corte del re tartaro.
+
+È a quel porto del golfo Persico che terminò la traversata della flotta
+allestita dall'imperatore mongollo. La principessa era finalmente giunta
+ai confini della Persia, dopo una navigazione che aveva durato non meno
+di diciotto mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo fidanzato,
+era morto, ed il regno era straziato dalla guerra civile. La principessa
+fu dunque consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan, che salì al
+trono nel 1295, dopo che l'usurpatore, fratello d'Arghum, fu
+strangolato. Non si sa che avvenisse della principessa; ma prima di
+separarsi da Marco, Matteo e Niccolò Polo, ella lasciò loro segni
+dell'alto favore in cui li teneva.
+
+Fu probabilmente durante il suo soggiorno in Persia che Marco Polo
+raccolse documenti interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti
+staccati ch'egli dà al termine della sua relazione, vera storia dei kan
+mongolli della Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano terminati.
+Preso commiato dalla principessa tartara, i tre Veneziani, bene
+scortati, presero la via di terra per tornare in patria. Si recarono a
+Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli a Negroponte, ed ivi
+s'imbarcarono per Venezia.
+
+Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne partito, che Marco Polo
+rientrò nella sua città natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole,
+vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo conservato nei loro
+modi e nel linguaggio le abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto
+veneto, non furono neppure riconosciuti dai loro più prossimi parenti.
+Inoltre, da gran tempo era corsa voce della loro morte, e non si
+sperava più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel quartiere di
+San Giovanni Grisostomo, e la trovarono occupata da varî individui della
+famiglia Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza,
+giustificata certo dalla loro deplorabile apparenza, e prestarono poca
+fede al racconto, alquanto straordinario infatti, che fece loro Marco
+Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li ammisero in quella casa, di
+cui erano veramente i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò,
+Matteo e Marco, volendo distruggere il più piccolo dubbio circa la loro
+identità, diedero a tutti i loro parenti uno splendido convito. E quì
+lasceremo la parola al Veneziano Ramusio, che dice d'averlo saputo per
+tradizione:
+
+«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito, il quale volsero che
+fosse preparato onoratissimo con molta magnificenza, nella detta sua
+casa, e venuta l'ora del sedere a tavola, uscirono fuori di camera tutti
+tre vestiti di raso cremosino in vesti lunghe fino in terra, come
+solevano, standosi in casa, usare in quei tempi, e data l'acqua alle
+mani e fatto seder gli altri, spogliatesi le dette vesti, se ne misero
+altre di damasco cremosino, e le prime di suo ordine furono tagliate in
+pezzi e divise fra li servitori. Da poi mangiate alcune vivande,
+tornarono di nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti di nuovo a
+tavola, le vesti seconde furono divise fra li servitori, ed in fine del
+convito il simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi rivestiti
+nell'abito de' panni consueti che usavano tutti gli altri.
+
+«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar come attoniti tutti
+gl'invitati; ma tolti via li mantelli, e fatti andar fuori della sala
+tutti i servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi dalla
+tavola, andò in una delle camere, e portò fuori le tre vesti di panno
+grosso consumate, con le quali erano venuti a casa, e quivi con alcuni
+coltelli taglienti cominciarono a discucir alcuni orli e cuciture
+doppie, e cavar fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè rubini,
+zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che in cadauna di dette vesti
+erano stati cuciti con molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si
+averia potuto imaginare che ivi fussero state. Perchè al partir del Gran
+Kan tutte le ricchezze ch'egli aveva loro donate cambiarono in tanti
+rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo certo che s'altrimente avessero
+fatto per sì lungo, difficile ed estremo cammino, non saria mai stato
+possibile che seco avessero potuto portare tanto oro.
+
+«Or questa dimostrazione di così grande ed infinito tesoro di gioje e
+pietre preziose che furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo gli
+astanti di così fatta maraviglia, che restarono come stupidi e fuori di
+sè stessi, e conobbero veramente ch'erano quegli onorati e valorosi
+gentil'uomini da Ca' Polo di che prima dubitavano, e fecero loro
+grandissimo onore e riverenzia.
+
+«Divulgata che fu questa cosa per Venezia, subito tutta la città, sì de'
+nobili che de' populari, corse a casa loro ad abbracciargli e fare tutte
+quelle maggiori carezze e dimostrazioni d'amorevolezza e riverenzia che
+si potessero immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio,
+onorarono d'un magistrato che nella città in que' tempi era di molta
+autorità; e tutta la gioventù ogni giorno andava continuamente a
+visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo e graziosissimo, e gli
+domandavano delle cose del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con
+tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano in un certo modo
+obligati. E perchè nel continuo raccontare ch'egli faceva più e più
+volte della grandezza del Gran Kan, dicendo l'entrate di quello essere
+da 10 in 15 milioni d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli
+paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono Messer Marco Milioni,
+che così ancora ne' libri pubblici di questa repubblica, dove si fa
+menzion di lui, ho veduto notato; e la corte della sua casa a San Giovan
+Grisostomo, da quel tempo in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte
+dei Milioni.»
+
+E per questo, anche il libro de' suoi viaggi ebbe l'appellativo di
+_Milione_, _Liber Milionis_, come leggesi nel Codice Ambrosiano.
+
+Un uomo celebre come Marco Polo non poteva certamente sfuggire agli
+onori civili; ed infatti si vide chiamato alle prime magistrature di
+Venezia.
+
+Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò una guerra tra Venezia e
+Genova. Una flotta genovese, comandata da Lampa Doria, solcava
+l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio veneziano, Andrea
+Dandolo, armò tosto una flotta superiore in numero alla genovese, ed
+affidò il comando d'una galera a Marco Polo, che, a ragione, era in fama
+di valentissimo navigatore.
+
+Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8 settembre 1296, i Veneziani
+furono battuti, e Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere dei
+Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando il valore del loro
+prigioniero, lo trattarono con molti riguardi. Fu condotto a Genova, ove
+le primarie famiglie, avide di ascoltare la sua storia, gli fecero le
+più graziose accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano
+d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si stancò di raccontare, ed avendo
+fatto nel 1298, durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano
+Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi viaggi.
+
+Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299, Marco Polo prese in
+moglie una Donata, e n'ebbe tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta.
+Suo padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto seppellire
+nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo. Nell'anno 1323, a lui
+settantaduesimo, Marco fece il suo testamento; e sebbene resti ignoto
+(dice il Ramusio) l'anno della morte, può congetturarsi che non fosse di
+molto posteriore. Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.
+
+Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le cui relazioni ebbero molta
+influenza sul progresso delle scienze geografiche; e dovevano un secolo
+dopo schiudere a Colombo la via al Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo
+grado il genio d'osservazione; sapeva vedere, come sapeva narrare; e le
+scoperte, le esplorazioni posteriori, non fecero che confermare la
+veracità del suo racconto. Sino alla metà del secolo XVIII i documenti
+tratti dalla relazione di Marco Polo servirono di base agli studî
+geografici, come alle spedizioni commerciali fatte nella Cina,
+nell'India e nel centro dell'Asia.
+
+ * * * * *
+
+La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco Polo, castellano a Verona,
+essendo rimasta erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova di Zuanne
+Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo Trevisan; dalla quale discendenza
+nacque Marcantonio Trevisan.
+
+Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò la memoria dell'illustre
+viaggiatore con una statua di pietra d'Istria di poco maggiore del
+naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo Morosini a Santo
+Stefano. Più tardi, la modesta carità dell'abate Zenier segnò d'una
+lapide la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di fianco alla chiesa
+di San Grisostomo. Nella corte attigua si vede ancora una porta, il cui
+arco, di forma decisamente orientale, è adorno di leggiadre sculture, ed
+una parte dell'antica cornice non meno ornata ed elegante. La corte
+portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico nome di «_Corte del
+Milione_.»
+
+
+NOTE:
+
+[34] _Cipango_ o _Zipagu_ è il Giappone, che il Polo fu il primo a far
+conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente la
+corruzione del chinese _Sci-pen-cuo_, regno dell'oriente, trovandosi
+all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano il loro paese
+Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato. (_N. del Trad._)
+
+[35] Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon,
+appartiene oggidì alla Francia.
+
+
+
+
+ APPENDICE
+
+
+ _Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice Magliabeccano alcuni
+ documenti interessanti risguardanti la storia della Gran Turchia, che,
+ come già abbiamo detto a pag. 110, vennero raccolti da Marco Polo
+ durante il suo soggiorno in Persia._
+
+
+
+
+ I.
+
+ Della Gran Turchia.
+
+
+Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo quale è nipote del Gran Cane,
+che fu figliolo d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri, valentri
+uomeni d'arme, perchè sempre istanno in guerra e in brighe. Questa Gran
+Turchia è verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso, e passa per
+lo fiume di Geon, e dura di verso tramontana insino alle terre del Gran
+Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo Chaidu e lo Gran Cane
+sì ha grandissima guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte delle
+terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran Cane vuole che lo seguiti, sì
+come fanno gli altri che tengono terra da lui: questi nol vuol fare,
+perchè non si fida, e perciò sono istate tra loro molte battaglie. E si
+fa questo re Chaidu bene C mila cavalieri; e più volte hae isconfitto i
+baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò che questo re Chaidu è molto
+prode dell'arme, egli, e sua gente. Or sappiate, che questo re Chaidu
+avea una sua figliuola, la quale era chiamata in tartaresco Aigiarne,
+cioè viene a dire in latino, lucente luna. Questa donzella era sì forte,
+che non si trovava persona che vincere la potesse di veruna prova; lo re
+suo padre si la volle maritare: quella disse, che mai non si mariterebbe
+s'ella non trovasse un gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra
+pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse maritare a sua
+volontà. Quando la donzella ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;
+e allora mandò per tutte le contrade, che, se alcuno gentile uomo fosse,
+che si volesse provare colla figliuola del re Caidu, si andasse a sua
+corte, sappiendo, che qual fosse quegli che la vincesse, ella il
+torrebbe per suo marito. Quando la novella fu saputa per ogni parte
+eccoti venire molti gentili uomeni alla corte del re; or fu ordinata la
+pruova in questo modo. Nella mastra sala del palagio si era lo re e la
+reina con molti cavalieri e con molte donne e donzelle: ed ecco venire
+la donzella tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta acconcia.
+La donzella era molto bella e ben fatta di tutte bellezze. Or conveniva
+che si levasse il donzello, che si voleva provare con lei, a questi
+patti com'io vi dirò: che se 'l donzello vincesse la donzella, ella lo
+dovea prendere per suo marito, ed egli dovea avere lei per sua moglie; e
+se cosa fosse che la donzella vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo
+desse a lei C cavalli; e in questo modo avea la donzella guadagnati bene
+X mila cavagli. E sappiate che questo non era maraviglia, che questa
+donzella era sì ben fatta e sì informata, ch'ella pareva pure una
+gigantessa. Eravi venuto un donzello, lo quale era figliuolo del re di
+Pumar per provarsi con questa donzella; e menò seco molta bella e nobile
+compagnia, e si menò M cavagli per mettere alla pruova: ma 'l cuore li
+stava molto franco di vincere, di ciò gli pareva essere troppo bene
+sicuro: e questo fu nel MCCLXXX anni. Quando il re Caidu vidde venire
+questo donzello, sì ne fu molto allegro, e molto disiderava nel suo
+cuore che questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era bel giovane e
+figliuolo di un gran re: e allora si fece pregare la figliuola che si
+lasciasse vincere a costui; ed ella sì rispuose: sappiate, padre, che
+per veruna cosa del mondo non farei altro che diritto e ragione. Or
+eccoti la donzella entrata nella sala alla pruova, tutta la gente che
+stava a vedere, pregavano che desse a perdere alla donzella, acciò che
+così bella coppia fossero accompagnati insieme. E sappiate che questo
+donzello era forte e prode, e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che
+si potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme il donzello e la
+donzella alle prese, e furonsi presi insieme alle braccia, e feciono una
+molto bella incominciata, ma poco durò, che convenne pure che il
+donzello perdesse la prova. Allora si levò in sulla sala il maggior
+duolo del mondo, perchè il donzello avea così perduto, ch'era uno de'
+piue belli uomeni che vi fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto; e
+allotta ebbe la donzella questi M cavalli, e 'l donzello si partío, ed
+andossene in sua contrada molto vergognoso. E voglio che voi sappiate
+che lo re Caidu menò questa sua figliola in più battaglie, e quando ella
+era alla battaglia, ella si gittava tra' nemici sì fieramente, che non
+era cavaliere sie ardito nè si forte ch'ella nol prendesse per forza, e
+menavalo via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo di questa
+materia, e udirete d'una battaglia che fu tra lo re Caidu ed Argo
+figliuolo dello re Abagha signore del Levante.
+
+
+
+
+ II.
+
+ D'una battaglia.
+
+
+Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante, si tiene molte terre e
+molte provincie, e confina le terre sue con quelle del re Caidu, cioè,
+dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi chiamiamo l'Albero Secco. Lo
+re Abaga, per cagione che lo re Caidu non facesse danno alle terre sue,
+si mandò il suo figliuolo Argo con grande gente a cavallo e a piede
+nelle contrade dell'Albero Solo infino al fiume di Geon, perchè
+guardasse quelle terre che sono alli confini. Ora avenne che lo re Caidu
+si mandò un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo quale avea nome
+Barac, con molta gente, per fare danno alle terre, ove questo Argo era.
+Quando Argo seppe che costoro venivano, fece asembiare sua gente, e
+venne incontro a nemici. Quando furono asembiati l'una parte e l'altra,
+e gli istormenti cominciarono a sonare dall'una parte e dall'altra,
+allora fu cominciata la più crudele battaglia, che mai fosse veduta al
+mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente non poterono durare; sì che
+Argo gli sconfisse, e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo
+cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu preso, e com'egli
+signoreggiò poscia, dopo la morte del suo padre.
+
+Quando Argo ebbe vinta questa battaglia, vennegli novelle come lo padre
+era passato di questa vita. Quand'egli intese questa novella, funne
+molto cruccioso, e mossesi per venire a pigliare la signoria; ma egli
+era di lungi bene XL giornate. Ora avenne che il fratello che fu
+d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto saracino, si vi giunse
+prima che giugnesse Argo, e incontanente entrò in sulla signoria, e
+riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo tesoro, che a pena
+si potrebbe credere: e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri
+della terra, che costoro dissoro che mai non volevano altro signore.
+Questo soldano faceva a tutta gente appiacere e onore. Ora quando il
+soldano seppe che Argo veniva con molta gente, sì si apparecchiò con
+tutta sua gente e fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa
+gente per amore del soldano andavano molto volentieri contro ad Argo,
+per pigliarlo e per ucciderlo a tutto loro podere.
+
+Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo, sì si missono e andarono
+incontro ad Argo, e quando fu presso a lui sì si attendò in un molto bel
+piano, e disse alla sua gente: signori, e' ci conviene essere prodi
+uomeni, però che noi difendiamo la ragione, chè questo regno fu del mio
+padre, il mio fratello Abagha si lo ha tenuto, quanto a tutta sua vita,
+ed io si doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si gliele lasciai. Ora
+da ch'egli è morto, si è ragione ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico,
+ch'io non voglio altro che l'onore della signoria, e vostro sia tutto il
+frutto. Questo soldano avea bene XL mila cavalieri e grande quantità di
+pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che andrebbono con lui
+insino alla morte.
+
+Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato apresso di lui, ebbe sua
+gente, e disse così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete bene
+che 'l mio padre insino ch'egli vivette egli vi tenne tutti per fratelli
+e per figliuoli, e sapete bene come voi e vostri padri siete istati con
+lui in molte battaglie, e a conquistare molte terre; e sì sapete bene
+come io sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed io ancora si
+v'amo di tutto il mio cuore; dunque è bene ragione che voi m'atiate
+riconquistare quello che fu del mio padre e vostro, ch'è contro colui
+che viene contro a ragione, e vuolci deretare delle nostre terre, e
+cacciar via tutte le nostre famiglie. E anche sapete bene, ch'egli non
+è di nostra legge, ma è saracino e adora Malcometto; ancora vedete come
+sarebbe degna cosa che gli saracini avessono signoria sopra gli
+cristiani: dacchè voi vedete bene ch'egli è così, ben dovete essere
+prodi e valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere lo
+nostro, ed io hoe isperanza in Dio, che noi il metteremo a morte, sì
+come egli è degno; perciò si vi prego catuno che facciate più che suo
+podere non porta, sì che noi vinciamo la battaglia. Li baroni e li
+cavalieri, quando ebbono inteso il parlamento, che avea fatto Argo,
+tutti rispuosono e dissono, ch'egli avea detto bene e saviamente: e
+fermarono tutti comunemente, che volevano innanzi morire con lui, che
+vivere senza lui, o che niuno gli venisse meno. Allora si levò un
+barone, e disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe tutta verità,
+ma si voglio dir questo, che a me si parebbe, che si mandassono
+ambasciadori al soldano per sapere la cagione di quello che fa, e per
+sapere quello che vuole: e cosie fue fermato di fare. E quando egliono
+ebbono questo fermato, feciono due ambasciadori, che andassono al
+soldano ed isponessongli queste cose, come in tra loro non dovea essere
+battaglia, perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse lasciare
+la terra e renderla ad Argo. Lo soldano rispuose agli ambasciadori, e
+disse: andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere per nipote e per
+figliolo, sì com'io debbo; e che gli voleva dare signoria, ch'egli si
+venisse e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli fosse signore; e
+se così non vuol fare, si gli dite che si apparecchi della battaglia.
+
+Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe grande ira, e disse: non
+ci è da udire nulla. Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al
+campo, ove dovea essere la battaglia; e quando furono apparecchiati
+l'una parte e l'altra, e gli istormenti cominciarono a suonare da
+ciascuna parte, allora si cominciò la battaglia molto forte e molto
+crudele da ciascuna delle parti. Argo fece il dì grandissima prodezza,
+egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu la disaventura, che Argo si
+fu preso, e perdè allora nella battaglia del soldano. Si era uno uomo
+molto lussurioso, sì che si pensò di tornare alla terra, e di pigliare
+molte belle donne che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo vicaro
+nell'oste che avea nome Melichi, che dovesse guardare bene Argo; e così
+se ne andò alla terra, e Melichi rimase.
+
+Ora avenne che uno barone tartero, lo quale era aguale sotto il soldano,
+vidde il suo signore Argo, lo quale dovea essere di ragione: vennegli un
+gran pensiero al quore, e l'animo gli cominciò a gonfiare; e diceva
+infra sè stesso, che male gli pareva che 'l suo signore fosse preso, e
+pensò di fare suo podere, sì che gli fosse lasciato; e allora cominciò a
+parlare con altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in buon volere e
+in buono animo di volersi pentere di ciò e ch'avevano fatto. E quando
+furono bene accordati, un barone ch'avea nome Baga si fue cominciatore,
+e levaronsi suso tutti a romore, e andarono alla prigione dove Argo era
+preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti, e che aveano fatto
+male, e che volevano ritornare alla misericordia e fare e dire bene, e
+lui tenere per signore; e così s'acordarono; e Argo perdonò loro tutto
+ciò ch'aveano fatto contra di lui. E incontanente si mossono tutti
+questi baroni, e andarono al padiglione dov'era Melichi lo vicaro del
+soldano, ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste si
+confermarono Argo per loro diritto signore.
+
+Di presente giunse la novella al soldano, come il fatto era istato, e
+come Milichi suo vicaro era morto. Quando ebbe inteso questo, si ebbe
+gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia, e missesi a partire
+con quella gente che avea. Un barone lo quale era grande amico d'Argo,
+si stava ad un passo, e quando lo soldano passava, sì l'ebbe conosciuto,
+e incontanente gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo preso per forza, e
+menollo preso dinanzi ad Argo alla città, che v'era già giunto di tre
+dì. E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro, e incontanente
+comandò che gli fosse dato la morte, si come a traditore. Quando fu così
+fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare le terre dell'Albero
+Solo, e mandò con lui trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo
+entrò nella signoria corre anni MCCLXXXV, e regnò signore VI anni, e fu
+avelenato, e cosie morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio entrò
+nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo era molto di lungi), e tenne
+la signoria due anni, e in capo di due anni fue anche morto di
+beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae altro da dire, e dirovvi un
+poco delle parti di verso tramontana.
+
+
+
+
+ III.
+
+ Delle parti di verso tramontana.
+
+
+In tramontana si ha uno re ch'è chiamato lo re Chonci, e sono tarteri, e
+sono genti molto bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio fatto di
+feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli anche la moglie, e dicono che
+sono l'iddii terreni, che guardano tutti i loro beni terreni, e così li
+dànno mangiare, e fanno a questo cotale iddio, secondo che fanno gli
+altri tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro. Questo re Chonci è
+della ischiatta di Cinghy Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente
+non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre o in piani o in
+montagne, e sono grande gente delle persone; vivono di latte di bestie
+e di carne; biada non hanno, e non son gente che mai facciano guerra ad
+altrui, anzi istanno tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed
+hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi XX palmi, ed hanno
+volpi che sono tutte nere, e asini salvatichi assai, e hanno
+giambelline, cioè, quelle di che si fanno le care pelle, che una pelle,
+da uomo, val bene M bisanti; e vaj hanno assai. Questo re si e di quella
+contrada, dove i cavagli non possono andare, perciò che v'ha grandi
+laghi e molte fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non vi si può
+menare cavallo; e dura questa mala contrada XIII giornate; ed in capo di
+ciascuna giornata si ha una posta, ove albergano i messi, che passano e
+che vengono. E a catuna di queste poste istanno XL cani, gli quali
+istanno per portare gli messaggi dall'una posta all'altra, sì com'io vi
+dirò. Sappiate che queste XIII giornate si sono due montagne, e tra
+queste due montagne si ha una valle, e in questa valle è si grande il
+fango e il ghiaccio, che cavallo non vi potrebbe andare; e fanno
+ordinare tregge senza ruote, che le ruote non vi potrebbono andare, però
+ch'elle si ficcherebbono tutte nel fango, e per lo ghiaccio
+correrebbono troppo. In su questa treggia pongono un cuoio d'orso, e
+vannovi suso questi cotali messaggi, e questa treggia mena sei di questi
+cani, e questi cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra posta, e
+così vanno di posta in posta tutte queste XIII giornate di quella mala
+via, e quegli che guarda la posta si monta in su 'n una altra treggia, e
+menangli per la migliore via. E si vi dico, che gli uomeni che stanno su
+per queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano di molte buone
+bestiole, e fannone molto grande guadagno, sì come sono giambellini e
+vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre bestie assai, onde si
+fanno le care pelli; e piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti,
+che non ve ne può campare veruna. Qui si ha grandissima freddura.
+Andiamo più innanzi, e udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle
+Iscura.
+
+
+
+
+ IV.
+
+ Della Valle Iscura.
+
+
+Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo una contrada chiamata
+Iscurità, e certo ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre mai
+iscura; quivi sì non appare mai sole nè luna nè stelle, sempre mai v'è
+notte; la gente che v'è vivono come bestie, e non hanno signore. Ma
+talvolta vi mandono gli tarteri com'io vi dirò: che gli uomeni che vi
+vanno si tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e lasciano gli
+puledri di fuori dalla scurità, e poi vanno rubando ciò che possono
+trovare, e poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di fuori dalla
+iscurità: e in questo modo riede la gente che vi si mette ad andare.
+Queste genti hanno molto di queste pelli così care ed altre cose assai,
+perciò che sono maravigliosi cacciatori, e ammassono molto di queste
+care pelli che avemo contato di sopra. La gente che vi sta, son gente
+palida e di mal colore. Partiamoci di qui, e andiamone alla città di
+Rossia.
+
+
+
+
+ V.
+
+ Della provincia di Rossia.
+
+
+Rossia èe una grandissima provincia verso tramontana, e sono cristiani,
+e tengono maniera di greci, ed havvi molti re, e hanno loro linguaggio,
+e non rendono trebuto se non ad uno re di tartari, e quello è poco. La
+contrada si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non sono
+mercatanti, ma si hanno assai delle pelle, che abbiamo detto di sopra.
+La gente è molto bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi, e sono
+semprici genti. In questa contrada si ha molte argentiere, e cavanne
+molto argento. In questo paese non ha altro da dire: dirovvi della
+provincia la quale ha nome Lacca, perchè confina colla provincia di
+Rossia.
+
+
+
+
+ VI.
+
+ Della provincia di Lacca.
+
+
+Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo nella provincia di Lacca;
+qui vi troviamo gente che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha
+quasi altra novità che abbiamo da quelle di sopra; ma vovvi dire d'una
+cosa, che m'era dimenticata della provincia di Rossia. In quella
+provincia si ha sì grandissimo freddo, che a pena vi si può campare, e
+dura infino al mare oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono
+molti girfalchi e molti falconi pellegrini, i quali si portano per più
+parti del mondo; e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha grande
+via, ma per lo grande freddo che v'è, si non vi si puote bene andare. Or
+vi lascio a dire di questa provincia, che non ci ha altro da dire, e
+vogliovi dire un poco di tarteri di ponente e di loro signore, e quanti
+signori hanno avuti. Comincio del primo signore.
+
+
+
+
+ VII.
+
+ De' signori de' tarteri del ponente.
+
+
+Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del ponente si fu uno ch'ebbe
+nome Frai. Questo Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte
+provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia e Chomania e Alanai e
+Lacca e Megia e Ziziri e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte prese per
+cagione che non si tenevano insieme, che se elle fossero istate tutte
+bene insieme, non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte di Frai fu
+signore Patu, dopo Patu si fu Bergho, dopo Bergo Mogleten, poscia fu
+Catomachu, dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale ha nome lo re
+Tocchai. Ora avete inteso di signori che sono istati delli tarteri del
+ponente; vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta grande tra lo re
+Alau signore del levante, e dello re Barga signore del ponente.
+
+
+
+
+ VIII.
+
+ D'una gran battaglia.
+
+
+Al tempo degli anni Domini MCCLXI sì si cominciò una grande discordia
+tra gli tarteri del ponente e quegli del levante, e questo si fu per una
+provincia, che l'uno signore e l'altro la voleva, sì che ciascuno fece
+suo isforzo e suo apparecchiamento in sei mesi. Quando venne in capo
+degli sei mesi, e ciascuno sie uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene
+in sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati d'ogni cosa da
+battaglia, secondo loro usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene CCCL
+mila di cavalieri. Or si puose a campo a X miglia presso l'uno
+all'altro; e voglio che voi sappiate, che questi campi erano i più
+ricchi campi che mai fossono veduti, di padiglioni e di trabacche, tutti
+forniti di sciamiti e d'oro e d'ariento; e costì istettoro tre dì.
+Quando venne la sera, che la battaglia dovea essere la mattina
+vegnente, ciascuno confortò bene sua gente, ed amonìo, sì come si
+conveniva. Quando venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul campo,
+e feciono loro ischiere bene e ordinatamente. Lo re Barga fece XXXV
+ischiere, lo re Alau ne fece pure XXX, perchè avea meno di gente, e ogni
+ischiera era da X mila uomeni a cavallo. Lo campo era molto bello e
+grande, e bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda che tanta
+gente s'asembiasse in su 'n un campo; e sappiate che ciascuna gente
+erano prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue discesi della
+ischiatta di Cinghy Cane, ma poi sono divisi, che l'uno è signore del
+levante, e l'altro del ponente. Quando furono acconci l'una parte e
+l'altra, e gli naccheri incominciarono a sonare da ciascuna parte,
+allora fu cominciata la battaglia colle saette; le saette cominciarono
+ad andare per l'aria tante, che tutta l'aria era piena di saette, e
+tante ne saettarono che più non n'avevano. Tutto il campo era pieno
+d'uomeni morti e di feriti; poi missoro mano alle ispade; quella era
+tale tagliata di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che giammai
+tale non fu veduta nè udita, e tanti cavalieri a terra, ch'era una
+maraviglia a vedere da ciascuna parte; nè giammai non morì tanta gente
+in un campo, che niuno non poteva andare per terra, se no su per gli
+uomeni morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue, che gli cavagli
+andavano nel sangue insino a mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì
+grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una maraviglia a udire lo
+dolore che facevano. E lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua
+persona che non pareva uomo, anzi pareva una tempesta; sì che il re
+Barga non potè durare, anzi gli convenne alla per fine lasciare il
+campo, e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì dietro con sua gente,
+tuttavia uccidendo quantunque ne giugnevano. Quando lo re Barga fu
+isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si ritornò in sul campo, e'
+comandò che tutti gli morti fossono arsi, così gli nemici come gli
+amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti; e fatto ch'ebbono
+questo, sì si partirono, e ritornarono in loro terre. Avete inteso tutti
+i fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può dire, e di loro
+costumi, e degli altri paesi che sono per lo mondo, quanto se ne puote
+cercare e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi abbiamo parlato nè
+detto nulla, nè delle provincie che gli sono d'intorno, avegnachè noi il
+ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che mi pare che sia fatica
+a dire quello, che non sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto
+dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano ogni dì che bene
+si sa, sì come sono viniziani e genovesi e pisani, e molta altra gente
+che fanno quel viaggio ispesso, che catuno sa ciò che v'è; e perciò mi
+taccio e non ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita, come noi ci
+partimmo dal Gran Cane, avete inteso nel cominciamento del libro in uno
+capitolo, ove parla della briga e fatica ch'ebbe messer Matteo e messer
+Niccolò e messer Marco in domandare commiato dal Gran Cane; e in quello
+capitolo conta la ventura ch'avemo nella nostra partita. E sappiate, se
+quella aventura non fosse istata, a gran fatica e con molta pena saremo
+mai partiti, sì che appena saremo mai tornati in nostro paese. Ma credo
+che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero sapere
+le cose che sono per lo mondo, che secondo ch'avemo contato in capo del
+libro nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano nè saracino nè
+tartero nè pagano, che mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer
+Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della
+città di Vinegia. Deo gratias. Amen. Amen.
+
+
+ FINE.
+
+
+
+
+ INDICE
+
+
+ CAPITOLO I.
+
+ Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere delle
+ esplorazioni nel centro dell'Asia.--Condizione della famiglia Polo a
+ Venezia.--I due fratelli Niccolò e Matteo Polo.--Vanno da
+ Costantinopoli alla corte dell'Imperatore della China.--Loro
+ ricevimento alla corte di Kublai-Kan.--L'Imperatore li nomina suoi
+ ambasciatori presso il papa.--Loro ritorno a Venezia.--Marco
+ Polo.--Parte col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re
+ tartaro.--Il nuovo papa Gregorio X.--La relazione di Marco Polo scritta
+ in francese, sotto suo dettato, da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al
+ 1324) Pag. 5
+
+ CAPITOLO II.
+
+ L'Armenia Minore.--La Turcomania.--L'Armenia Maggiore.--Il monte
+ Ararat.--La Georgia.--Mussul, Bagdad, Bassora, Tauris.--La Persia.--La
+ Provincia di Kirman.--Comadi.--Ormuz.--Il Vecchio della
+ Montagna.--Cheburgan.--Balk.--Il
+ Balacian.--Cascemir.--Cascegar.--Samarcanda.--Cotan.--Il
+ deserto.--Tangut.--Caracorum.--Signan-fu.--Tenduc.--La grande Muraglia
+ della China.--Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.--La residenza di
+ Kublai-Kan.--Cambaluc, attualmente Pekino.--Le feste
+ dell'Imperatore.--Sue caccie.--Descrizione di Pekino.--La zecca ed i
+ biglietti di banca chinesi.--Le poste dell'Impero » 15
+
+ CAPITOLO III.
+
+ Tso-tcheu.--Tainfu.--Pin-yang-fu.--Il fiume Giallo.--Chaciafu.
+ --Si-gnan-fu.--Il Sze-tchuen.--Ching-tu-fu.--Il Tibet.--Li-Kiang-fu.
+ --Il Caragia.--Yung-chang.--Mien.--Il Bengala.--L'Annam.--Il Tai-ping.
+ --Sinuglil.--Sindi-fu.--Chacafu.--Ciaglu.--Ciagli.--Codifu.
+ --Lin-tsin-tcheu.--Lin-tching-hien.--Il Mangi.--Yang-tcheou.
+ --Città del litorale.--Quinsay o Hang-tcheu.--Il Fu-chian.
+ Fuchian » 55
+
+ CAPITOLO IV.
+
+ L'India.--Cipango o Zipagu (il Giappone).--Partenza dei tre Polo colla
+ figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+ persiani.--Saigon.--Giava.--Condor.--Bintang.--Sumatra.--I
+ Nicobari.--Ceylan.--La costa di Coromandel.--La costa di Malabar.--Il
+ mar d'Oman.--L'isola di Gocotora.--Madagascar.--Zanzibar e la costa
+ africana.--L'Abissinia.--Aden.--Schehr.--Dafur.--Kalhat.--Hormuz.--Il
+ Golfo Persico.--Ritorno a Venezia.--Una festa in casa Polo.--Marco Polo
+ prigioniero dei Genovesi.--Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.--Suoi
+ discendenti.--Ricordi della famiglia Polo » 85
+
+ APPENDICE.
+
+ I. Della Gran Turchia Pag. 117
+
+ II. D'una battaglia » 121
+
+ III. Delle parti di verso tramontana » 129
+
+ IV. Della Valle Iscura » 132
+
+ V. Della provincia di Rossia » 133
+
+ VI. Della provincia di Lacca » 134
+
+ VII. De' signori de' tarteri del ponente » 135
+
+ VIII. D'una gran battaglia » 136
+
+
+
+
+ PRESSO GLI STESSI EDITORI
+
+
+ GRANT e SPEKE
+
+ LE
+ SORGENTI DEL NILO
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+ K. B. JOHNSON
+
+ IL
+ PAESE DELL'ORO
+
+ AVVENTURE
+ DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE
+
+ Volumi 2 illust. L. 1--
+
+
+ MAYNE-REID
+
+ LE FORESTE VERGINI
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+ MAYNE-REID
+
+ IL
+ PAESE DEGLI ELEFANTI
+
+ Volumi 2 illustrati L. 1--
+
+
+
+
+
+Nota del Trascrittore.
+
+Corretti gli ovvii errori tipografici.
+Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare
+la stessa località.
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO ***
+
+***** This file should be named 44714-8.txt or 44714-8.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/4/4/7/1/44714/
+
+Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This
+file was produced from images generously made available
+by The Internet Archive)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
diff --git a/old/44714-8.zip b/old/44714-8.zip
new file mode 100644
index 0000000..df49115
--- /dev/null
+++ b/old/44714-8.zip
Binary files differ
diff --git a/old/44714-h.zip b/old/44714-h.zip
new file mode 100644
index 0000000..be4c580
--- /dev/null
+++ b/old/44714-h.zip
Binary files differ
diff --git a/old/44714-h/44714-h.htm b/old/44714-h/44714-h.htm
new file mode 100644
index 0000000..c84b099
--- /dev/null
+++ b/old/44714-h/44714-h.htm
@@ -0,0 +1,4301 @@
+<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Strict//EN"
+ "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-strict.dtd">
+<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml" xml:lang="it" lang="it">
+ <head>
+ <meta http-equiv="Content-Type" content="text/html;charset=iso-8859-1" />
+ <meta http-equiv="Content-Style-Type" content="text/css" />
+ <title>
+ The Project Gutenberg eBook of I Viaggi Di Marco Polo, by Jules Verne.
+ </title>
+<link rel="coverpage" href="images/covermp.jpg" />
+ <style type="text/css">
+
+body {
+ margin-left: 10%;
+ margin-right: 10%;
+}
+
+ h1,h2,h3 {
+ text-align: center; /* all headings centered */
+ clear: both;
+}
+
+p {
+ margin-top: 0;
+ text-align: justify;
+ margin-bottom: 0;
+ text-indent: 1.5em;
+}
+
+p.center {text-indent: 0;}
+
+.pn {text-indent: 0;}
+
+.p2 {margin-top: 2em;}
+.p4 {margin-top: 4em;}
+.p6 {margin-top: 6em;}
+
+hr {
+ width: 33%;
+ margin-top: 2em;
+ margin-bottom: 2em;
+ margin-left: 33.5%;
+ margin-right: 33.5%;
+ clear: both;
+}
+
+.extra {font-size: 175%;}
+
+.large {font-size: 130%;}
+
+.small {font-size: 75%;}
+
+hr.tb {width: 45%; margin-left: 27.5%; margin-right: 27.5%;}
+hr.chap {width: 65%; margin-left: 17.5%; margin-right: 17.5%;}
+
+.pagenum { /* uncomment the next line for invisible page numbers */
+ visibility: hidden;
+ position: absolute;
+ left: 92%;
+ font-size: smaller;
+ text-align: right;
+} /* page numbers */
+
+.pagenumr {
+ visibility: hidden;
+ position: absolute;
+ left: 92%;
+ text-indent: 1.5em;
+ font-size: smaller;
+ text-align: right;
+}
+
+.center {text-align: center;}
+
+.smcap {font-variant: small-caps;}
+
+.caption {font-weight: bold;}
+
+/* Images */
+.figcenter {
+ margin: auto;
+ text-align: center;
+}
+
+/* Footnotes */
+
+.footnote p {text-indent: 0; margin-top: .5em;}
+
+.footnotes {border: dashed 1px;}
+
+.footnote {margin-left: 10%; margin-right: 10%; font-size: 0.9em;}
+
+.footnote .label {position: absolute; right: 84%; text-align: right;}
+
+.fnanchor {
+ vertical-align: super;
+ font-size: .8em;
+ text-decoration:
+ none;
+}
+
+.fnanchorsmall {
+ vertical-align: super;
+ font-size: small;
+ text-decoration: none;
+}
+
+.covernote {visibility: hidden; display: none;}
+@media handheld {
+ .covernote {visibility: visible; display: block;}
+}
+
+/* Transcriber's notes */
+.transnote {background-color: #E6E6FA;
+ color: black;
+ font-size:smaller;
+ padding:0.5em;
+ margin-bottom:5em;
+ font-family:sans-serif, serif; }
+ </style>
+ </head>
+<body>
+
+
+<pre>
+
+The Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
+
+
+Title: I Viaggi di Marco Polo
+ Unica versione originale fedelmente riscontrata sul codice
+ magliabeccano e sulle opere di Charton
+
+Author: Jules Verne
+
+Translator: Ezio Colombo
+
+Release Date: January 19, 2014 [EBook #44714]
+
+Language: Italian
+
+Character set encoding: ISO-8859-1
+
+*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO ***
+
+
+
+
+Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This
+file was produced from images generously made available
+by The Internet Archive)
+
+
+
+
+
+
+</pre>
+
+
+<div class="figcenter covernote">
+ <img src="images/covermp.jpg" width="300" height="400" alt="" />
+</div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_1" id="Page_1">[Pg 1]</a></span></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_2" id="Page_2">[Pg 2]</a></span></p>
+<h1>I VIAGGI DI MARCO POLO</h1>
+
+<div class="center">
+ <a id="ill-002.jpg" name="ill-002.jpg"></a>
+ <img src="images/ill-002.jpg"
+ alt=""
+ title="" />
+ <div class="caption"><p class="center">MARCO POLO<br />
+(<i>Da un dipinto della Scuola Veneta contemporanea
+del grande viaggiatore</i>)</p>
+</div></div>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_3" id="Page_3">[Pg 3]</a></span><br /></p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p class="center p6"><span class="large"><b>GIULIO VERNE</b></span><br />
+<br />
+<span class="extra">I VIAGGI DI MARCO POLO</span><br />
+<br />
+UNICA VERSIONE ORIGINALE<br />
+FEDELMENTE RISCONTRATA SUL CODICE MAGLIABECCANO<br />
+E SULLE OPERE DI CHARTON<br /><br />
+<i>per cura</i><br /><br />
+<span class="small">DI</span><br /><br />
+<span class="large">EZIO COLOMBO</span><br /><br />
+<span class="smcap">Volume Unico</span><br /><br /><br />
+MILANO<br />
+<span class="smcap">SERAFINO MUGGIANI e COMP.</span><br />
+Via Unione, N. 11, 13.<br />
+1878</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_4" id="Page_4">[Pg 4]</a></span></p>
+
+<p class="center p2">
+<span class="smcap">Proprietà Letteraria</span></p>
+<p class="center p2">Tip. Guigoni.<br /></p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_5" id="Page_5">[Pg 5]</a></span></p>
+
+<p class="center extra pn"><b>I VIAGGI DI MARCO POLO</b><a name="FNanchor_1_1" id="FNanchor_1_1"></a><a href="#Footnote_1_1" class="fnanchorsmall">[1]</a></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_I" id="CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere
+delle esplorazioni nel centro dell'Asia.&mdash;Condizione della
+famiglia Polo a Venezia.&mdash;I due fratelli Niccolò e Matteo
+Polo.&mdash;Vanno da Costantinopoli alla corte dell'Imperatore
+della China.&mdash;Loro ricevimento alla corte di Kublai-Kan.&mdash;L'Imperatore
+li nomina suoi ambasciatori presso
+il papa.&mdash;Loro ritorno a Venezia.&mdash;Marco Polo.&mdash;Parte
+col padre Niccolò e lo zio Matteo per la residenza
+del re tartaro.&mdash;Il nuovo papa Gregorio X.&mdash;La relazione
+di Marco Polo scritta in francese, sotto suo dettato,
+da Rusticano da Pisa, (dal 1253 al 1324).</p></blockquote>
+
+<p class="pn">I mercanti genovesi e veneziani non potevano
+rimanere indifferenti alle esplorazioni che arditi
+viaggiatori tentavano nell'Asia centrale,
+l'India e la China. Essi comprendevano che queste
+contrade offrirebbero in breve un nuovo
+sfogo ai loro prodotti, e che, d'altra parte, utili<span class="pagenumr"><a name="Page_6" id="Page_6">[Pg 6]</a></span>
+immensi si ricaverebbero dall'importazione in
+Occidente di mercanzie di fabbricazione orientale.
+Gl'interessi del commercio dovevano quindi
+lanciare dei nuovi cercatori sulle vie delle scoperte.
+Queste furono le ragioni che decisero
+due nobili veneziani ad abbandonare la loro
+patria ed a sfidare tutte le fatiche e tutti i pericoli
+di quei perigliosi viaggi, allo scopo d'estendere
+le loro relazioni commerciali.</p>
+
+<p>Questi due Veneziani appartenevano alla famiglia
+Polo, la quale traeva origine da Sebenico,
+in Dalmazia, ed erasi stabilita sino dal 1033 in
+Venezia. È nel secolo XIII che noi troviamo
+questa famiglia divisa in due rami; uno dei
+quali abitava nella contrada di San Felice, l'altro
+in quella di San Geremia.</p>
+
+<p>I Polo di San Felice, datisi già da più anni al
+commercio, avevano in esso trovata larghissima
+fonte di ricchezze, che aveanli posti a livello
+delle famiglie patrizie di Venezia.</p>
+
+<p>Nel 1260, i fratelli Niccolò e Matteo o Maffio,<span class="pagenum"><a name="Page_7" id="Page_7">[Pg 7]</a></span>
+figliuoli di Andrea, che già prima del 1250
+avevano stabilito un banco a Costantinopoli,
+terra più veneziana che greca dopo l'impresa
+del Dandolo<a name="FNanchor_2_2" id="FNanchor_2_2"></a><a href="#Footnote_2_2" class="fnanchor">[2]</a>, si recarono con una paccotiglia
+considerevole di gioielli nel Sudac, in Crimea,
+ove la loro casa possedeva un altro banco diretto
+da un loro fratello maggiore, Andrea Polo.
+Da quel punto, risalendo verso il nord-est, e
+traversando il paese di Comania, giunsero sul
+Volga, ove teneva il suo campo Berke-Kan signore
+dei Tartari occidentali. Questo principe
+mongollo accolse benissimo i due negozianti di
+Venezia, e comperò i gioielli che gli offersero
+pel doppio del valore, facendo inoltre ad essi
+ricchissimi doni.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_8" id="Page_8">[Pg 8]</a></span></p>
+<p>Niccolò e Matteo rimasero un anno nel campo
+mongollo; finchè, nel 1262, scoppiò una guerra
+tra Berke ed il principe Ulagù o Alau, signore
+dei Tartari di Levante, e conquistatore della
+Persia. I due fratelli, non volendo avventurarsi
+in mezzo a contrade battute dai Tartari, preferirono
+recarsi a Boukhara, che era la principale
+residenza di Berke, e colà rimasero tre
+anni e mezzo. Ma quando Berke fu vinto, e presa
+la sua capitale, un'ambasciata d'Ulagù invitò
+i due Veneziani a seguirli verso la residenza
+del Gran Kan<a name="FNanchor_3_3" id="FNanchor_3_3"></a><a href="#Footnote_3_3" class="fnanchor">[3]</a> dei Tartari, che avrebbe fatto
+loro ottima accoglienza. Kublai-Kan, quarto figlio
+di Gengis-Kan, era imperatore della China,
+e teneva allora la residenza d'estate in Mongolia,
+a Cai-ping-fu, sulla frontiera dell'impero
+Chinese.</p>
+
+<p>I due mercanti veneziani partirono, e spesero
+un anno intero nel traversare quell'immensa
+estensione di paese che divide Boukhara dai
+confini settentrionali della China. Kublai-Kan
+fu lietissimo di ricevere quegli stranieri, venuti
+da paesi occidentali. Fece loro molte feste,
+<span class="pagenum"><a name="Page_9" id="Page_9">[Pg 9]</a></span>e li interrogò con premura sugli avvenimenti
+che accadevano in Europa, chiedendo
+molti particolari intorno agli imperatori e re,
+alla loro amministrazione, ai loro metodi di
+guerra; poscia li intrattenne lungo tempo del
+pontefice e degli affari della Chiesa latina.</p>
+
+<p>Matteo e Niccolò, già pratici degli usi tartareschi
+e della lingua, risposero francamente
+a tutte le domande dell'imperatore, al quale
+tanto piacquero i due Veneziani, che pensò d'inviarli
+come suoi ambasciatori a Sua Santità. I
+mercanti accettarono con riconoscenza, giacchè
+in tale alta condizione il loro ritorno doveva
+effettuarsi in condizioni vantaggiosissime.</p>
+
+<p>Kublai-Kan fece stendere lettere in lingua
+turca, nelle quali chiedeva a Sua Santità Clemente
+IV, d'inviargli cento missionari per
+convertire gl'idolatri al cristianesimo; poscia
+licenziò i due Veneziani, dando ad essi per compagno
+di viaggio uno de' suoi baroni, chiamato
+Cogatal, ed incaricandoli di riportargli un vasetto
+dell'olio della lampada sacra che arde
+continuamente sulla tomba di Gesù Cristo a
+Gerusalemme.</p>
+
+<p>I due fratelli, muniti di passaporto su tavoletta<span class="pagenum"><a name="Page_10" id="Page_10">[Pg 10]</a></span>
+d'oro, che metteva a loro disposizione uomini
+e cavalli in tutta l'estensione dell'impero,
+presero congedo dal Gran Kan e si misero in
+viaggio nel 1266. In breve però il barone Cogatal
+cadde ammalato. I Veneziani, costretti a
+separarsi da lui, proseguirono il loro cammino,
+e, malgrado gli aiuti che ricevettero, impiegarono
+non meno di tre anni per giungere a Giazza<a name="FNanchor_4_4" id="FNanchor_4_4"></a><a href="#Footnote_4_4" class="fnanchor">[4]</a>,
+porto dell'Armenia Minore. Da Giazza si
+portarono ad Acri, ove arrivarono verso la fine
+dell'anno 1269. Colà seppero della morte di papa
+Clemente IV, verso il quale erano diretti. Ma
+il legato apostolico Tebaldo risiedeva in quella
+città; egli accolse i due Veneziani, e sentendo
+quale fosse la missione di cui il Gran Kan li
+aveva incaricati, li esortò ad attendere l'elezione
+del nuovo papa.</p>
+
+<p>Matteo e Niccolò, assenti dalla loro patria da
+ben diciannove anni, pensarono, intanto che il
+nuovo pontefice fosse eletto, di rivedere Venezia
+e la famiglia. Si recarono a Negroponte, ove
+s'imbarcarono sopra una nave, che li condusse
+direttamente alla loro città natale.</p>
+
+<p>Sbarcando, Niccolò apprese la morte di sua<span class="pagenum"><a name="Page_11" id="Page_11">[Pg 11]</a></span>
+moglie e la nascita di un figlio, nato pochi mesi
+dopo la sua partenza, nel 1251. Quel figlio si
+chiamava Marco. Egli è ben da credere che al
+dolore del marito dovesse recare grande conforto
+la gioia del padre che trovava questo
+figliuolo, quasi a tenergli luogo della donna
+perduta. Durante due anni i fratelli Polo, cui
+stava a cuore di adempiere la loro missione,
+aspettarono a Venezia l'elezione del nuovo papa.
+Ma poichè questa tardava, parve loro di non
+poter più oltre differire il loro ritorno presso
+l'imperatore dei Mongolli; partirono quindi per
+Acri, nell'aprile 1271, conducendo seco il giovane
+Marco, che contava allora ben 19 anni.
+Ad Acri ritrovarono il legato Tebaldo, che li
+autorizzò a recarsi a Gerusalemme a prendere
+l'olio della lampada del Santo Sepolcro. Compiuta
+quella missione, i Veneziani fecero ritorno
+ad Acri, e mancando ancora il pontefice, chiesero
+al legato lettere per Kublai-Kan, nelle
+quali sembra fosse accennata la morte di Clemente
+IV. Tebaldo consegnò le lettere, ed i due
+fratelli tornarono a Giazza. Ivi, con grandissima
+gioja, seppero che il legato Tebaldo era stato<span class="pagenum"><a name="Page_12" id="Page_12">[Pg 12]</a></span>
+consacrato papa, sotto il nome di Gregorio X,
+il 1 settembre 1271. Il nuovo pontefice li richiamò
+immediatamente, ed il re d'Armenia
+pose una galera a loro disposizione, perchè potessero
+recarsi più rapidamente ad Acri. Il papa
+li accolse con premura, consegnò loro lettere
+per l'imperatore della China, diè loro la compagnia
+di due frati predicatori, Niccolò da Vicenza<a name="FNanchor_5_5" id="FNanchor_5_5"></a><a href="#Footnote_5_5" class="fnanchor">[5]</a>
+e Guglielmo da Tripoli, e la sua benedizione.</p>
+
+<p>Gli ambasciatori, accommiatatisi da Sua Santità,
+fecero ritorno ad Acri; ma appena giunti
+in quella città, poco mancò non cadessero prigionieri
+nelle mani di Boibar Bundoctari, Sultano
+mamelucco del Cairo, che infestava allora
+l'Armenia. Spaventati i due frati predicatori di
+quel brutto principio, rinunciarono a recarsi
+nella China, e lasciarono ai Veneziani la cura
+di consegnare all'imperatore mongollo le lettere
+del pontefice.</p>
+
+<p>È qui che incominciano i grandi viaggi descritti
+<span class="pagenum"><a name="Page_13" id="Page_13">[Pg 13]</a></span>da Marco Polo, dei quali noi parleremo
+in progresso. Ha egli realmente visitato tutti
+i paesi e tutte le città ch'egli descrive? No,
+senza dubbio; e nella sua narrazione, scritta
+in francese sotto suo dettato da Rusticano da
+Pisa<a name="FNanchor_6_6" id="FNanchor_6_6"></a><a href="#Footnote_6_6" class="fnanchor">[6]</a>, è formalmente dichiarato che «Marco
+Polo, savio e nobile cittadino di Venezia, vide
+tutto co' propri occhi, e quello che non vide lo
+seppe dalla bocca di uomini degni di fede.» Ma
+aggiungiamo che la maggior parte delle città
+e paesi descritti da Marco Polo vennero realmente
+da lui percorse. Seguiremo quindi l'itinerario
+com'è tracciato nel suo racconto, indicando
+soltanto ciò che il celebre viaggiatore
+seppe da altri durante le importanti missioni
+di cui lo incaricò l'imperatore Kublai-Kan. In
+questo secondo viaggio i Veneziani non seguirono
+esattamente la medesima strada che Matteo
+e Niccolò avevano presa recandosi la prima
+volta verso l'imperatore della China. Essi erano
+passati a settentrione dei monti Celesti, che
+sono i monti Thiânscian-pe-lu; il che aveva
+<span class="pagenum"><a name="Page_14" id="Page_14">[Pg 14]</a></span>allungato il loro cammino. Questa volta piegarono
+a mezzodì pei monti stessi; eppure, benchè
+quella strada fosse più corta dell'altra,
+impiegarono non meno di tre anni a percorrerla,
+a cagione delle pioggie e degli straripamenti
+dei grandi fiumi. Sarà facile seguire
+questo itinerario sopra una carta dell'Asia, dacchè
+ai nomi antichi della storia di Marco Polo,
+non facili ad intendersi nel suo libro, nel quale
+non è seguíto l'ordine del viaggio, ed è fatta
+confusione delle cose udite e delle vedute, abbiamo
+sostituito dappertutto i nomi esatti della
+cartografia moderna.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_15" id="Page_15">[Pg 15]</a></span></p>
+<h2><a name="CAPITOLO_II" id="CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.&mdash;La Turcomania.&mdash;L'Armenia Maggiore.&mdash;Il
+monte Ararat.&mdash;La Georgia.&mdash;Mussul, Bagdad, Bassora,
+Tauris.&mdash;La Persia.&mdash;La Provincia di Kirman.&mdash;Comadi.&mdash;Ormuz.&mdash;Il
+Vecchio della Montagna.&mdash;Cheburgan.&mdash;Balk.&mdash;Il
+Balacian.&mdash;Cascemir.&mdash;Casceegar.&mdash;Samarcanda.&mdash;Cotan.&mdash;Il
+deserto.&mdash;Tangut.&mdash;Caracorum.&mdash;Signan-fu.&mdash;Tenduc.&mdash;La
+grande Muraglia
+della China.&mdash;Ciandu, la città attuale di Sciang-tu.&mdash;La
+residenza di Kublai-Kan.&mdash;Cambaluc, attualmente Pekino.&mdash;Le
+feste dell'Imperatore.&mdash;Sue caccie.&mdash;Descrizione
+di Pekino.&mdash;La zecca ed i biglietti di banca chinesi.&mdash;Le
+poste dell'Impero.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Nel lasciare la città di Isso, Marco Polo parla
+dell'Armenia Minore come d'un paese assai insalubre,
+i cui abitanti, un tempo valorosi, ora
+sono divenuti vili e molto tristi, nè sanno far
+altro che ubbriacarsi. Questa provincia, ch'è
+retta da un governatore in nome del Gran-Kan,
+ha molte città e castella, abbonda d'ogni cosa
+ed in ispecial modo di cacciagione. In quanto<span class="pagenumr"><a name="Page_16" id="Page_16">[Pg 16]</a></span>
+al porto d'Isso, dice ch'è il deposito delle preziose
+mercanzie dell'Asia, ed il ritrovo dei mercanti
+d'ogni paese. Dall'Armenia Minore Marco
+Polo passa alla Turcomania, ove annovera tre
+generazioni di popoli: i Turcomanni propriamente
+detti, seguaci di Maometto, le cui tribù,
+semplici e alquanto selvagge, posseggono pascoli
+eccellenti ed allevano cavalli e muli di
+gran valore; gli Armeni ed i Greci, che dimorano
+in ville e castelli e sono abilissimi nel
+fabbricare tappeti e stoffe di seta. L'Armenia
+Maggiore, che Marco Polo visitò in seguito, è
+una vasta provincia che ha per capitale Arzinga<a name="FNanchor_7_7" id="FNanchor_7_7"></a><a href="#Footnote_7_7" class="fnanchor">[7]</a>,
+città ove, al dire del Veneziano, si fabbrica
+il miglior boccassino del mondo. Questa
+provincia offre, durante l'estate, un accampamento
+favorevole ai Tartari del levante, pei
+pascoli eccellenti che vi si trovano. Ivi il viaggiatore
+vide il monte Ararat, sul quale, a seconda
+delle tradizioni bibliche, posò l'Arca di
+Noè dopo il diluvio; egli accenna alle terre
+confinanti col mar Caspio, ove dice trovarsi una
+fontana dalla quale sgorga dell'olio di nafta
+<span class="pagenumr"><a name="Page_17" id="Page_17">[Pg 17]</a></span>(petrolio) in tanta abbondanza, che cento navi
+se ne caricherebbero alla volta. Queste sorgenti
+sono oggetto d'un importantissimo commercio<a name="FNanchor_8_8" id="FNanchor_8_8"></a><a href="#Footnote_8_8" class="fnanchor">[8]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo, lasciando l'Armenia Maggiore,
+si diresse pel nord-est verso la Georgia, reame
+che si stende sul versante meridionale del Caucaso,
+governato da un re, tributario ai Tartari
+di levante, per nome David Melic, ch'è quanto
+dire, Davide re<a name="FNanchor_9_9" id="FNanchor_9_9"></a><a href="#Footnote_9_9" class="fnanchor">[9]</a>. Secondo una tradizione, gli
+antichi re di questo paese nascevano «con una
+figura d'aquila disegnata sotto la spalla destra.»
+I Georgiani, dice il Polo, sono bella
+gente, prodi in arme e valentissimi arcieri. Sono
+cristiani e vivono a mo' dei Greci. Gli operai
+<span class="pagenum"><a name="Page_18" id="Page_18">[Pg 18]</a></span>del paese fabbricano magnifiche stoffe di seta e
+d'oro. Là si vede quella celebre gola lunga
+quattro leghe, posta tra il piede del Caucaso
+ed il mar Caspio, che i Turchi chiamano la
+porta di Ferro, e gli Europei il Passo di Derbend<a name="FNanchor_10_10" id="FNanchor_10_10"></a><a href="#Footnote_10_10" class="fnanchor">[10]</a>.
+È là che si vede anche il monastero di
+S. Leonardo, ai piedi del quale si stende quel
+lago miracoloso in cui dicono si trovi pesce soltanto
+in quaresima.</p>
+
+<p>Da questo punto, i viaggiatori discesero verso
+il reame di Mussul e guadagnarono la città di
+questo nome, posta sulla riva destra del Tigri;
+poscia Bagdad, residenza del califfo di tutt'i
+Saraceni del mondo<a name="FNanchor_11_11" id="FNanchor_11_11"></a><a href="#Footnote_11_11" class="fnanchor">[11]</a>. Qui Marco Polo racconta
+la presa di Bagdad, fatta dai Tartari nel 1258,
+capitanati da Hulakù o Ulagù, figlio di Taulai e
+fratello di Mangu-Kan<a name="FNanchor_12_12" id="FNanchor_12_12"></a><a href="#Footnote_12_12" class="fnanchor">[12]</a>; e cita una storia maravigliosa
+in appoggio a quella massima cristiana<span class="pagenum"><a name="Page_19" id="Page_19">[Pg 19]</a></span>
+di fede che solleva le montagne<a name="FNanchor_13_13" id="FNanchor_13_13"></a><a href="#Footnote_13_13" class="fnanchor">[13]</a>; poscia
+indica ai mercanti la via che corre da questa
+città al golfo Persico, e che si fa in diciotto<span class="pagenum"><a name="Page_20" id="Page_20">[Pg 20]</a></span>
+giorni discendendo il fiume, attraversando Bassora ed il paese dei datteri.</p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_21" id="Page_21">[Pg 21]</a></span></p>
+
+<p>Da Bagdad a Tauris, città persiana della provincia
+d'Adzerbaidjan, l'itinerario di Marco Polo
+sembra interrotto.&mdash;Checchè ne sia, lo ritroviamo
+a Tauris, città vasta e commerciale, costrutta
+in mezzo a bei giardini, che fa commercio
+di pietre preziose e d'altre merci di
+valore; ma i suoi abitanti, saraceni, sono malvagi
+e sleali. È in questo punto che Marco stabilisce
+la divisione della Persia in otto provincie.
+Secondo lui, gli indigeni persiani sono
+nemici molestissimi pei negozianti, i quali non
+possono viaggiare senza essere armati d'archi
+e di freccie. Il principale commercio del paese
+è quello dei cavalli e degli asini che vengono
+inviati al mercato di Kis o di Ormuz, e di là
+alle Indie. In quanto alle produzioni del suolo,
+consistono in frumento, in orzo, in miglio ed
+in uve, che crescono in abbondanza.</p>
+
+<p>Marco Polo discese al sud sino a Yezd, la
+città più orientale della Persia propriamente
+detta; buona città, nobile ed industriale. Allorchè
+ne uscirono, i viaggiatori dovettero cavalcare
+per sette giorni attraverso magnifiche
+foreste piene di selvaggina, per giungere alla
+provincia di Kirman. Ivi i minatori raccolgono<span class="pagenum"><a name="Page_22" id="Page_22">[Pg 22]</a></span>
+nelle montagne delle turchesi, ferro ed antimonio.
+I ricami ad ago, la fabbricazione di bardature
+ed armi, l'allevamento dei falchi da
+caccia, occupano gran numero di abitanti.&mdash;Lasciata
+Kirman, Marco Polo ed i suoi due
+compagni impiegarono nove giorni a traversare
+un paese ricco e popoloso, e giunsero alla
+città di Comadi, che si crede sia la moderna
+Memaum, allora già molto decaduta. La campagna
+era bellissima; dovunque bei montoni
+grossi e pingui, buoi bianchi come la neve,
+con corna corte e grosse; starne ed altri uccelli
+a migliaia; alberi magnifici, specialmente
+datteri, aranci e pistacchi.</p>
+
+<p>Dopo cinque giorni di viaggio verso il mezzodì,
+i tre viaggiatori entrarono nella bella
+pianura di Formosa, oggidì conosciuta sotto il
+nome di Ormuz, bagnata da belle riviere. Dopo
+due giorni ancora di viaggio, Marco Polo si
+trovò alle rive del golfo Persico, e presso la
+città di Ormuz, che forma il porto marittimo
+del regno di Kirman. Quel paese gli parve caldissimo
+ed insalubre, ma ricco di datteri e
+d'altri alberi fruttiferi, di gemme, stoffe di
+seta e d'oro, denti d'elefante e vino di palme.<span class="pagenum"><a name="Page_23" id="Page_23">[Pg 23]</a></span>
+Il porto era frequentato da molte navi ad un
+albero e ad una sol vela, le cui tavole erano
+unite con fili di corteccia e non inchiodate;
+laonde molte perivano nell'attraversare il mare
+indiano.</p>
+
+<p>Da Ormuz, Marco Polo, risalendo verso il
+nord-est, tornò a Kirman; quindi si avventurò,
+per sentieri pericolosi, attraverso un arido deserto,
+ove non si trova che acqua salmastra;
+quello stesso deserto che, 1500 anni prima, Alessandro
+superò col suo esercito, tornando dalle
+bocche dell'Indo, per raggiungere l'ammiraglio
+Nearco. Sette giorni dopo, Marco Polo entrò
+nella città di Kabis, sulla frazione del regno di
+Kirman<a name="FNanchor_14_14" id="FNanchor_14_14"></a><a href="#Footnote_14_14" class="fnanchor">[14]</a>. Traversò poi un altro deserto, ed in
+otto giorni risalì sino a Tonocain, che dev'essere
+l'attuale capitale della provincia di Kumis,
+cioè Damaghan. Qui Marco Polo dà alcune
+notizie intorno al Vecchio della Montagna, il
+capo degli Hashishins (donde venne il nome di
+<i>assassino</i>), setta maomettana che si segnalò
+pel suo fanatismo religioso e per le sue crudeltà
+spaventevoli<a name="FNanchor_15_15" id="FNanchor_15_15"></a><a href="#Footnote_15_15" class="fnanchor">[15]</a>. Dopo sei giorni di cammino,<span class="pagenum"><a name="Page_24" id="Page_24">[Pg 24]</a></span>
+entrò in Supunga (la Shibbergam dei
+moderni), la città per eccellenza, ove i poponi
+sono più dolci del miele, e nella nobile città<span class="pagenum"><a name="Page_25" id="Page_25">[Pg 25]</a></span>
+di Balkh, verso le sorgenti dell'Oxo. Quindi,
+traversato un paese ove s'incontrano non di
+rado leoni, giunse a Taikan, gran mercato di<span class="pagenum"><a name="Page_26" id="Page_26">[Pg 26]</a></span>
+sale, che attira gran numero di trafficanti, ed
+a Scasem, che alcuni commentatori ritengono
+sia la moderna Koondooz. In quella contrada si
+trovavano molti porcispini, e quando si dava
+loro la caccia, dice Marco, quegli animali, unendosi
+tutti, lanciavano contro i cani i dardi che
+portano sul dorso e sui fianchi. È noto ora che
+questa pretesa facoltà difensiva del porcospino
+è da porsi nel novero delle favole.</p>
+
+<p>I viaggiatori entrarono quindi sul territorio
+montuoso di Balacian, contrada fredda, che produce
+buoni cavalli, gran corridori, falchi dal
+lungo volo, ed ogni specie di selvaggina. Ivi
+esistono miniere di rubini, che il re fa scavare
+a suo profitto in una montagna chiamata Sighinan,
+sulla quale nessuno può metter piede
+sotto pena di morte. Si raccoglie pure, in altri
+luoghi, argento, ed altre pietre colle quali si
+fa «l'azzurro migliore e più fino del mondo,»
+cioè il lapislazzuli. A dieci giornate da Balacian
+s'incontra una provincia, che dev'essere
+la moderna Paishore, i cui abitanti idolatri
+hanno la pelle scurissima e vivono di carne e
+riso; poi, verso mezzodì, il regno di Cascemire,
+paese temperato, che ha molte città e villaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_27" id="Page_27">[Pg 27]</a></span>
+ed il cui territorio, frastagliato da gole di monti,
+è facile a difendere. Giunto a questo punto, se
+Marco Polo avesse proseguito più oltre nella
+stessa direzione, sarebbe entrato nel territorio
+dell'India; ma egli risalì invece verso il nord, e
+dopo dodici giorni si trovò sul territorio di Vaccan,
+in mezzo a magnifici pascoli, ove erravano
+sterminate greggie di montoni selvatici chiamati
+mufloni. Di là, attraversando le contrade di
+Pamer e di Belor, territorî montuosi tra i sistemi
+orografici dell'Altai e dell'Imalaia, giunsero,
+dopo quaranta giorni di faticose marcie,
+alla provincia di Kaschgar.</p>
+
+<p>È là che Marco raggiunse l'itinerario di Matteo
+e Niccolò Polo durante il loro primo viaggio,
+quando da Boukhara furono condotti alla residenza
+del Gran-Kan. Da Kaschgar Marco Polo
+si avanzò all'ovest, fino a Samarcanda, grande
+città, abitata da cristiani e da saraceni; quindi
+toccò Yarkund, città frequentata dalle carovane
+che fanno il commercio tra l'India e l'Asia
+settentrionale; traversando quindi Cotam, Pein,
+città che i moderni commentatori non si accordano
+nello stabilire a quale corrisponda,
+posta in una contrada ove si raccoglie in abbondanza<span class="pagenum"><a name="Page_28" id="Page_28">[Pg 28]</a></span>
+il diaspro ed il calcedonio, giunse ad
+un certo regno di Ciarcian, che alcuni commentatori
+ritengono sia la città detta Karashehr,
+che significa <i>città nera</i>, descritta come posta
+sopra un gran fiume navigabile, formato dalla
+congiunzione dei due fiumi che vengono rispettivamente
+dal Koten e dal Yarkand; poi, dopo
+un cammino di cinque giorni attraverso sabbiose
+pianure prive d'acqua potabile, venne a riposarsi
+per otto giorni nella città di Lob, ora distrutta.
+Ivi fece i suoi preparativi per attraversare
+il deserto che si stende verso Oriente,
+«deserto sì grande, dice egli, che occorrerebbe
+un anno per attraversarlo; deserto popolato da
+spiriti, ed in mezzo al quale risuonano tamburi
+invisibili, ed altri instrumenti»<a name="FNanchor_16_16" id="FNanchor_16_16"></a><a href="#Footnote_16_16" class="fnanchor">[16]</a>.</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_29" id="Page_29">[Pg 29]</a></span></p>
+<p>Dopo un mese impiegato nel traversare quel
+deserto nella sua larghezza, i tre viaggiatori
+giunsero nella provincia di Tangut, alla città
+di Cha-tcheou, posta al limite occidentale dell'impero
+chinese. Questa provincia ha pochi
+commercianti, chè gli abitanti, la maggior parte
+idolatri, vivono dei prodotti dell'agricoltura.
+Fra i costumi di Tangut, che fecero maggiore
+impressione su Marco Polo, dobbiamo citare
+quello di non ardere i cadaveri dei morti se
+non nei giorni fissati dagli astrologi; «e tutto
+il tempo che il morto resta in casa, quegli
+della casa fanno mettere una tavola dinanzi
+alla cassa dov'è il morto, con vino, pane
+e vivande, com'egli fosse vivo; e questo
+fanno ogni dì, infino a che si dee ardere.»</p>
+
+<p>Verso il nord-ovest, all'uscir dal deserto,
+Marco Polo ed i suoi compagni fecero un'escursione
+sino a Kamil (l'Hamil dei Chinesi),
+città fondata in mezzo a due deserti, abitata
+da idolatri che non conoscono alcun vincolo di
+matrimonio. Da Kamil si spinsero sino a Chingitalas,<span class="pagenum"><a name="Page_30" id="Page_30">[Pg 30]</a></span>
+città sulla quale non sono ancora riusciti
+ad accordarsi i commentatori, abitata da
+idolatri, maomettani e cristiani nestoriani.
+«Quivi, dice il Polo, ha montagne ove sono
+buone vene d'acciaio e d'andanico, e in questa
+montagna è un'altra vena, della quale si
+fa salamandra.»<a name="FNanchor_17_17" id="FNanchor_17_17"></a><a href="#Footnote_17_17" class="fnanchor">[17]</a></p>
+
+<p>Da Chingitalas, Marco Polo ritornò a Chatcheou
+e riprese la sua via verso l'est, traverso
+il Tangut, per la città di Succiur<a name="FNanchor_18_18" id="FNanchor_18_18"></a><a href="#Footnote_18_18" class="fnanchor">[18]</a>, sopra un
+territorio coltivato a rabarbaro. «E quivi, dice
+Marco, si truova il rebarbero in grande abbondanza,
+e quivi lo comperano i mercatanti,
+e portanlo per tutto il mondo.» Da Succiur
+passò a Champicion, la Kam-ceu-fu dei Chinesi,
+allora capitale di tutto il Tangut. Era una città<span class="pagenum"><a name="Page_31" id="Page_31">[Pg 31]</a></span>
+importante, popolata da ricchi capi idolatri,
+che erano poligami, e sposavano per lo più le
+loro cugine o le zie<a name="FNanchor_19_19" id="FNanchor_19_19"></a><a href="#Footnote_19_19" class="fnanchor">[19]</a>. I tre Veneziani rimasero
+un anno in quella città. Queste lunghe fermate,
+e le frequenti deviazioni dal loro cammino,
+spiegano perchè il loro viaggio traverso l'Asia
+centrale durò più di tre anni. Uscito da Kam-ceu-fu,
+dopo aver viaggiato per dodici giornate,
+a cavallo, Marco Polo giunse sul limite d'un
+deserto di sabbia alla città d'Etzina; era un'altra
+deviazione, giacchè egli saliva direttamente
+al nord; ma al viaggiatore stava a cuore di
+visitare la celebre città di Caracorum, questa
+capitale tartara che Rubruquis aveva visitata
+nel 1254<a name="FNanchor_20_20" id="FNanchor_20_20"></a><a href="#Footnote_20_20" class="fnanchor">[20]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo aveva certo gl'istinti dell'esploratore,<span class="pagenum"><a name="Page_32" id="Page_32">[Pg 32]</a></span>
+e non badava a fatiche quando si trattava
+di completare i suoi studî geografici. In
+quella circostanza, per giungere alla città tartara,
+dovette camminare quaranta giorni in un
+deserto senza abitazioni e senza arbusti.</p>
+
+<p>Giunse finalmente a Caracorum. Era una città
+di tre miglia di circonferenza. Dopo essere stata
+per lungo tempo la capitale dell'impero mongollo,
+fu conquistata da Gengis-Kan, avo dell'imperatore
+allora regnante. Qui Marco Polo
+fa una digressione storica, in cui narra la
+ribellione e le gesta dell'eroe tartaro contro
+quel famoso Prete Gianni, che teneva tutto il
+paese sotto la sua dominazione<a name="FNanchor_21_21" id="FNanchor_21_21"></a><a href="#Footnote_21_21" class="fnanchor">[21]</a>.</p>
+
+<p>Marco Polo, tornato a Kam-ceu-fu, viaggiò
+verso l'est, ed arrivò alla città d'Erginul, che<span class="pagenum"><a name="Page_33" id="Page_33">[Pg 33]</a></span>
+è probabilmente la città di Liang-ceu, i cui abitanti
+si dividono in idolatri, cristiani nestoriani
+e maomettani. Di là si spinse alquanto
+verso il sud, per visitare Si-gnan-fu; passò traverso
+un territorio ove pascevano buoi selvaggi
+grossi come elefanti, ed il prezioso capretto
+che fu poi chiamato portamuschio. Ritornati a
+Liang-ceu, in otto giorni i viaggiatori si portarono
+verso l'est a Cialis, ove si fabbricano i
+migliori cambellotti<a name="FNanchor_22_22" id="FNanchor_22_22"></a><a href="#Footnote_22_22" class="fnanchor">[22]</a> di pelo di cammello;
+quindi nella provincia di Tenduc, nella città
+dello stesso nome, ove regnava un discendente
+del Prete Gianni, per nome Giorgio, tributario
+però del Gran Kan. Era una città industriale
+e commerciante, ove, al dire di Marco Polo,
+«sonvi gli più bianchi uomeni del paese e più
+belli, e i più savi, e più uomeni mercatanti.»
+Di là, facendo un angolo verso il nord, i Veneziani
+s'innalzarono per Sinda-cheu, al di là<span class="pagenum"><a name="Page_34" id="Page_34">[Pg 34]</a></span>
+della gran Muraglia della China, sino a Ciagannor,
+che dev'essere Tsaan-Balgassa, bella
+città sul lago Ciagan-noor, ove risiede volentieri
+l'imperatore quando desidera divertirsi
+alla caccia del girifalco, giacchè abbondano su
+quel territorio le gru, le cicogne, i fagiani e
+le pernici.</p>
+
+<p>Finalmente, tre giorni dopo aver lasciato Ciagannor,
+Marco Polo, col padre e lo zio, giunse
+a Giandu, l'attuale Chang-tou o Sciang-tu, ch'è
+la stessa città chiamata dal Polo anche Cle-men-fu.
+Ivi gl'inviati del pontefice furono
+ricevuti da Kublai-Kan, che allora abitava
+quella residenza d'estate, posta al di là della
+gran Muraglia, al nord di Cambaluc, ora Pekino,
+capitale dell'impero. Il viaggiatore parla
+poco dell'accoglienza che gli venne fatta, ma
+descrive con minuziosa cura il palagio del Kan,
+grande edifizio di pietre e di marmo, le cui
+camere sono interamente dorate.</p>
+
+<p>Questo palazzo è costrutto in mezzo ad un
+parco cinto da mura, ove si vedono serragli di
+bestie e fontane, ed inoltre un edificio costrutto
+con canne così ben intrecciate, che sono impenetrabili
+all'acqua: era una specie di padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_35" id="Page_35">[Pg 35]</a></span>
+che si poteva smontare, nel quale il Kan abitava
+nei mesi di giugno, luglio ed agosto, cioè
+nella buona stagione. Tale stagione doveva esser
+buona infatti, giacchè, a quanto scrive Marco
+Polo, degli astrologi addetti alla persona del
+Kan erano incaricati di dissipare coi loro sortilegi
+qualunque pioggia, nebbia o intemperie.
+Sembra che il Veneziano non mettesse in dubbio
+il potere di quei maghi. «Questi savi uomini
+sono chiamati Tebot e Quesmur, e sanno
+più d'arte del diavolo che tutta l'altra gente,
+e fanno credere alla gente, che questo avviene
+per santità. E questa gente medesima,
+ch'io v'ho detto, hanno una tale usanza, che
+quando alcuno uomo è morto per la signoria<a name="FNanchor_23_23" id="FNanchor_23_23"></a><a href="#Footnote_23_23" class="fnanchor">[23]</a>,
+egli il fanno cuocere e mangianlo, ma
+no se morisse di sua morte; e sono sì grandi
+incantatori, che quando il Gran Kan mangia
+in sulla mastra sala, gli coppi pieni di
+vino e di latte e di altre loro bevande, che
+sono d'altra parte della sala, si gli fanno
+venire senza che altri gli tocchi, e vegnono
+dinanzi al Gran Kan, e questo vegiono bene
+<span class="smcap">X</span> mila persone: e questo è vero senza menzogna;<span class="pagenum"><a name="Page_36" id="Page_36">[Pg 36]</a></span>
+e questo ben si può fare per negromazia.»</p>
+
+<p>Il Veneziano parla anche di altri monaci che
+menano una vita di continue privazioni, cibandosi
+di crusca bagnata nell'acqua, digiunando
+buona parte dell'anno, e tenendosi molte ore
+in adorazione innanzi agli idoli ed al fuoco.
+«Egli hanno badie o monisteri (così il Polo);
+e si vi dico, che v'ha una piccola città che
+hae uno monistero che hanno piue di cc monaci,
+e vestonsi più onestamente che tutta
+l'altra gente.»</p>
+
+<p>Marco Polo narra quindi la storia dell'imperatore
+Kublai, il più potente degli uomini,
+che possiede più terre e tesori di qualunque
+uomo da Adamo in poi. Narra come il Gran
+Kan avesse allora ottantacinque anni; fosse
+un uomo di mediocre statura, pingue, ma ben
+proporzionato delle membra, dal volto bianco
+e roseo, dai begli occhi neri; come salisse al
+trono l'anno 1256 dalla nascita di Cristo. Era
+buon capitano in guerra, e lo provò quando
+suo zio Naian, che governava pel nipote alcune
+provincie dell'impero, sollevatosi contro di lui,<span class="pagenum"><a name="Page_37" id="Page_37">[Pg 37]</a></span>
+volle disputargli il trono alla testa di quattrocentomila
+cavalieri. Kublai-Kan, riuniti in segreto
+trecentosessantamila uomini a cavallo
+e centomila a piedi, mosse contro lo zio, e lo
+sorprese sopra una gran pianura, ove il ribelle,
+di nulla sospettando, se ne stava tranquillamente
+accampato. Terribile fu la battaglia.
+«Vi morirono tanta gente, tra dell'una
+e dell'altra parte, che ciò sarebbe meraviglia
+a credere. Kublai-Kan rimase vincitore,
+e Naian, fatto prigione, fu messo in
+su uno tappeto, e tanto fu pallato, e menato
+in qua e in là che egli morío: e cioè
+fece, che non voleva che 'l sangue del lignaggio
+dello imperatore facesse lamento
+all'aria; e questo Naian era di suo lignaggio.»
+Dopo quella vittoria, l'imperatore rientrò
+trionfante nella città capitale del Catai,
+chiamata Cambalu, che divenne poi l'attuale
+Pekino. Giunto in questa città, Marco Polo
+dovè rimanervi a lungo, sino all'istante in cui
+venne incaricato di varie missioni nell'interno
+dell'impero. È a Cambalu che sorgeva il magnifico
+palagio dell'imperatore, di cui il Veneziano
+fa la seguente descrizione, che noi togliamo<span class="pagenum"><a name="Page_38" id="Page_38">[Pg 38]</a></span>
+dal Codice Magliabeccano, e che darà
+esatta idea dell'opulenza di quel sovrano mongollo:
+«Sappiate veramente che 'l Gran Cane dimora
+nella mastra città, ch'è chiamata Combalu,
+tre mesi dell'anno, cioè dicembre, gennaio,
+febbraio, e in questa città ha suo grande palagio:
+ed io vi diviserò com'egli è fatto. Lo
+palagio è di muro quadro, per ogni verso un
+miglio, e in su ciascuno canto di questo palagio
+è uno molto bel palagio, e quivi si
+tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi,
+turcassi e selle e freni, corde e tende,
+e tutto ciò che bisogna ad oste ed a guerra.
+E ancora tra questi palagi hae quattro palagi
+in questo cercóvito, sì che in questo
+muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti
+sono pieni d'arnesi, e in ciascuno ha pur
+d'una cosa. E in questo muro verso la faccia
+del mezzodì, hae cinque porte, e nel mezzo
+è una grandissima porta, che non s'apre mai
+nè chiude se non quando il Gran Cane vi
+passa, cioè entra e esce. E dal lato a questa
+porta ne sono due piccole, da ogni lato una,
+onde entra tutta l'altra gente. Dall'altro lato<span class="pagenum"><a name="Page_39" id="Page_39">[Pg 39]</a></span>
+n'hae un'altra grande, per la quale entra
+comunemente tutta l'altra gente, cioè ogni
+uomo. E dentro a questo muro hae un altro
+muro, e attorno attorno hae otto palagi come
+nel primaio, e così son fatti; ancora vi stae
+gli arnesi del Gran Cane.»</p>
+
+<p>Fin qui, come si vede, tutti quei palagi costituiscono
+le rimesse e le armerie dell'imperatore.
+Ma non farà meraviglia quel gran numero
+di arnesi, ove si sappia che il Gran Kan
+possedeva una razza di cavalli bianchi come la
+neve, fra cui diecimila giumente, il cui latte
+era esclusivamente riserbato ai principi di sangue
+reale.</p>
+
+<p>Marco Polo continua in questi termini:&mdash;«Nella
+faccia verso mezzodie ha cinque porti,
+nell'altra pure una, e in mezzo di questo
+muro èe il palagio del Gran Cane, ch'è fatto
+com'io vi conterò. Egli è il maggiore che
+mai fu veduto, egli non v'ha palco, ma lo
+ispazzo èe alto più che l'altra terra ben dieci
+palmi; la copritura è molto altissima. Le
+mura delle sale e delle camere sono tutte
+coperte d'oro e d'ariento; havvi iscolpite belle
+istorie di donne, di cavalieri, e d'uccelli e<span class="pagenum"><a name="Page_40" id="Page_40">[Pg 40]</a></span>
+di bestie e di molte altre belle cose; e la copritura
+èe altresì fatta che non vi si può vedere
+altro che oro e ariento. La sala è sì
+lunga e sì larga, che bene vi mangiano sei
+mila persone, e havvi tante camere, ch'è una
+maraviglia a credere. La copritura di sopra,
+cioè di fuori, è vermiglia e bionda e verde,
+e di tutti altri colori, ed è sì bene invernicata,
+che luce come oro o cristallo, sì che
+molto dalla lungie si vede lucere lo palagio.
+La copritura è molto ferma. Tra l'uno muro
+e l'altro, dentro a quello ch'io v'ho contato
+di sopra, havvi begli prati e albori, e havvi
+molte maniere di bestie selvatiche: cioè cervi
+bianchi, cavriuoli e daini, le bestie che fanno
+il moscado, vaj e ermellini e altre belle bestie.
+La terra dentro di questo giardino è
+tutta piena dentro di queste bestie, salvo la
+via donde gli uomeni entrano; e dalla parte
+verso il maestro ha un lago molto grande,
+ove hae molte generazioni di pesci. E sì vi
+dico che un gran fiume vi entra e esce, ed
+èe sì ordinato, che niuno pesce ne puote
+uscire (e havvi fatto mettere molte generazioni
+di pesci in questo lago); e questo è con<span class="pagenum"><a name="Page_41" id="Page_41">[Pg 41]</a></span>
+rete di ferro. Anche vi dico, che verso tramontana,
+da lungi dal palagio una arcata,
+ha fatto fare un monte, ch'è alto bene cento
+passi, e gira bene un miglio; lo quale monte
+è pieno d'albori tutto quanto, che di niuno
+tempo perdono foglie, ma sempre son verdi.
+E sappiate, che quando è detto al Gran Kan
+di uno bello albore, egli lo fa pigliare con
+tutte le barbe e con molta terra, e fallo piantare
+in quel monte, e sia grande quanto vuole,
+ch'egli lo fa portare a' leonfanti. E sì vi dico,
+ch'egli ha fatto coprire tutto il monte della
+terra dello azzurro ch'è tutta verde, sì che
+nel monte non ha cosa se non tutta verde,
+perciò si chiama lo monte verde. E in sul
+colmo del monte è un palagio molto grande,
+sì che a guatarlo è una grande maraviglia,
+e non è uomo che 'l guardi, che non ne prenda
+allegrezza; e per avere bella vista l'ha fatto
+fare il Gran Signore per suo conforto e sollazzo.
+Ancora vi dico, che appresso di questo
+palagio vi hae un altro nè più nè meno fatto,
+ove istà lo nipote del Gran Cane, che dee
+regnare dopo lui, e questi è Temur figliuolo
+di Cinghis, ch'era lo maggiore figliuolo del<span class="pagenum"><a name="Page_42" id="Page_42">[Pg 42]</a></span>
+Gran Cane<a name="FNanchor_24_24" id="FNanchor_24_24"></a><a href="#Footnote_24_24" class="fnanchor">[24]</a>; e questo Temur che dee regnare
+tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha
+già bolla d'oro e sugiello d'imperio, ma non
+fa l'uficio finchè l'avolo è vivo.»</p>
+
+<p>Dopo il palazzo del Kan e del suo erede,
+Marco Polo passa a descrivere la città di Cambalu,
+città antica, che ha un circuito di ventiquattro
+miglia, cioè sei miglia per ogni lato,
+essendo di forma quadrata, e che è separata
+dalla moderna di Taidu da un canale, che divide
+l'odierna Pekino in città chinese e città
+tartara. Il viaggiatore, sottile osservatore, ci
+istruisce poi dei fatti e delle gesta dell'imperatore.
+Giusta la sua relazione, Kublai-Kan
+avrebbe una guardia d'onore di dodicimila cavalieri
+chiamati Tau, che significa cavalieri fedeli
+del signore, sotto il comando di quattro
+capitani; «e questo non fae per paura.» I suoi
+pasti sono vere cerimonie, regolate da una severa
+etichetta. Alla sua tavola, che è più alta
+delle altre, egli siede al nord, avendo a sinistra<span class="pagenum"><a name="Page_43" id="Page_43">[Pg 43]</a></span>
+la sua prima moglie, a destra e più basso
+i figli, i nipoti, i parenti; è servito dai più
+nobili baroni, che hanno cura di turarsi la
+bocca ed il naso con bei drappi di seta «acciò
+che lo loro fiato non andasse nelle vivande
+del signore.» Quando l'imperatore s'accinge
+a bere, tutti gli strumenti suonano, e quando
+tiene in mano la tazza tutti i baroni e spettatori
+s'inginocchiano umilmente. Parlando della
+vita domestica del Gran Kan, il Polo osserva
+che «egli hae quattro femmine, le quali tiene
+per sue diritte mogli. E 'l maggiore figliuolo,
+ch'egli ha di queste quattro mogli, dee essere
+signore, per ragione, dello imperio dopo
+la morte del suo padre. Elle sono chiamate
+imperadricie, e ciascuna è chiamata per
+suo nome, e ciascuna di queste donne tiene
+corte per sè; e non ve n'ha niuna che non
+abbia trecento donzelle, e hanno molti valletti
+e scudieri, e molti altri uomeni e femmine,
+sì che ciascuna di queste donne ha
+bene in sua corte mille persone. E sappiate
+che il Gran Cane ha ancora molte amiche, e
+che ha venticinque figliuoli di sue amiche, e<span class="pagenum"><a name="Page_44" id="Page_44">[Pg 44]</a></span>
+ciascuno è gran barone; e ancora dico che
+degli ventidue figliuoli ch'egli ha delle quattro
+mogli, gli sette ne sono re di grandissimi
+reami, e tutti mantengono bene loro regni,
+come savi e prodi uomeni che sono.» Le principali
+feste del Gran Kan sono date da lui
+medesimo, una il giorno anniversario della sua
+nascita, l'altra al principio d'ogni anno. Alla
+prima figurano intorno al trono dodicimila
+baroni, ai quali l'imperatore offre annualmente
+centocinquantamila vestimenta di drappo di
+seta d'oro ornati in perle; mentre i sudditi,
+idolatri o cristiani, fanno pubbliche preghiere.
+Alla seconda festa, al capo d'anno, chiamata
+dal Polo <i>la bianca festa</i>, l'intera popolazione,
+uomini e donne, si vestono in abiti bianchi, perchè,
+secondo la tradizione, il bianco porta fortuna,
+e ciascuno porta al sovrano doni di grandissimo
+valore in oro, argento, perle e stoffe
+preziose. Diecimila cavalli bianchi, cinquemila
+elefanti coperti di magnifici drappi e portanti
+vasellami d'oro e d'argento, ed un numero ingente
+di cammelli sfilano innanzi all'imperatore.
+La festa si chiude con pubbliche preghiere,
+e per ultimo con un sontuoso banchetto che il<span class="pagenum"><a name="Page_45" id="Page_45">[Pg 45]</a></span>
+Gran Kan dà ai dignitarî principali della sua
+corte e del suo regno.</p>
+
+<p>Durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio,
+che il Gran Kan passa nella sua città
+d'inverno, tutti i signori, entro un raggio di
+sessanta giornate di cammino, sono obbligati a
+provvederlo di cinghiali, cervi, daini, caprioli
+ed orsi. Inoltre Kublai stesso è gran cacciatore,
+ed il suo servizio da caccia è veramente superbo.
+Egli ha leopardi, lupi cervieri, grandi
+leoni addestrati a prendere fiere, aquile abbastanza
+forti per cacciare i lupi, volpi, daini,
+caprioli; e finalmente cani che si contano a
+migliaia. È verso il mese di marzo che l'imperatore
+incomincia le sue grandi caccie, dirigendosi
+verso il mare, ed è accompagnato almeno
+da diecimila falconieri con cinquecento
+girofalchi, una quantità innumerevole di astori,
+falchi pellegrini e falchi sacri. Durante quella
+gita il re tartaro, che si compiace di tutto il
+lusso della pompa orientale, è seguíto da un
+palazzo portatile posto su quattro elefanti accoppiati,
+coperto da pelli di leoni, e foderato
+da drappo d'oro. Egli procede così fino al campo
+di Chakiri-Mondu, alle sorgenti del fiume Usuri,<span class="pagenum"><a name="Page_46" id="Page_46">[Pg 46]</a></span>
+nella Manciuria, ed ivi rizza la sua tenda, abbastanza
+vasta da capire diecimila cavalieri o
+baroni. Ivi è la sua sala da ricevimento; ivi dà
+le sue udienze. Quando vuole ritirarsi o dormire,
+trova in un'altra tenda una sala meravigliosa
+tappezzata da pelliccie d'ermellino e di
+zibetto, di cui ciascuna vale duemila bisanti
+d'oro, circa ventimila franchi. L'imperatore rimane
+così fino a Pasqua, cacciando gru, cigni,
+lepri, daini, caprioli, quindi ritorna verso la
+sua metropoli di Cambalu. Parlando delle leggi
+che regolano la caccia, il Polo così si esprime:
+«Ancora sappiate, che in tutte le parti ove il
+Gran Cane ha signoria, niuno nè barone nè
+alcuno altro uomo non può prendere, nè cacciare
+nè lepre nè daini nè cavriuoli nè cierbi,
+nè di niuna bestia che moltiplichi, dal mese
+di marzo infino all'ottobre. E chi contra ciò
+facesse, sarebbe bene punito. E si vi dico
+ch'egli è sì bene ubbidito, che le lepre e daini
+e cavriuoli e l'altre bestie, ch'io v'ho contato,
+vegniono più volte insino all'uomo, e
+non le tocca, e non le fa male.»</p>
+
+<p>Marco Polo completa in questo punto la descrizione
+di questa magnifica città. Egli enumera<span class="pagenum"><a name="Page_47" id="Page_47">[Pg 47]</a></span>
+i dodici sobborghi che la compongono,
+nei quali i più ricchi mercanti fanno fabbricare
+magnifici palagi. Questa città è commerciale
+al massimo grado: vi affluiscono le più
+preziose mercanzie come in nessun' altra città
+del mondo. Mille carri carichi di seta vi entrano
+ogni giorno; è il deposito ed il mercato
+dei più ricchi prodotti dell'India, come le perle
+e le pietre preziose, e vi accorre gente a comperare
+da oltre duecento leghe tutto all'intorno.
+Per provvedere ai bisogni del commercio,
+il Gran Khan ha stabilito quindi una zecca,
+ch'è per lui una sorgente perenne di ricchezze.
+Aggiungeremo che questa moneta non è altro
+che un biglietto di banca, lo stesso di cui oggidì
+ogni nazione ha portato il proprio contingente
+sui mercati europei. Ma qui lasciamo ancora
+la parola al Veneziano: «Il Gran Kan
+fa prendere iscorza d'uno albore ch'à nome
+gelso<a name="FNanchor_25_25" id="FNanchor_25_25"></a><a href="#Footnote_25_25" class="fnanchor">[25]</a>; è l'albore, le cui foglie mangiano
+gli vermini che fanno la seta. E colgono la<span class="pagenum"><a name="Page_48" id="Page_48">[Pg 48]</a></span>
+buccia sottile, ch'è tra la buccia grossa e
+l'albore, o vogli tu legno dentro, e di quella
+buccia fa fare carte, come di bambagia, e
+sono tutte nere. Quando queste carte sono fatte
+così, egli ne fa delle piccole, che vagliono
+una medaglia di tornesello piccolo, e l'altra
+vale un tornesello, e l'altra vale un grosso
+d'argento da Vinegia, e l'altra un mezzo, e
+l'altra due grossi, e l'altra cinque, e l'altra
+dieci, e l'altra un bisante d'oro, e l'altra due,
+e l'altra tre: e così va infino in dieci bisanti.
+E tutte queste carte sono sugiellate col sugiello
+del Gran Sire, e hanne fatte fare tante,
+che tutto il suo tesoro ne pagherebbe. E
+quando queste carte son fatte, egli ne fa fare<span class="pagenum"><a name="Page_49" id="Page_49">[Pg 49]</a></span>
+tutti i pagamenti, e fagli ispendere per tutte
+le provincie e regni e terre dov'egli ha signoria;
+e nessuno gli osa rifiutare, a pena
+della vita. E sì vi dico, che tutte le genti e
+regni che sono sotto sua signoria si pagano
+di questa moneta, d'ogni mercatanzia di perle,
+d'oro e d'ariento e di pietre preziose, e generalmente
+d'ogni altra cosa, e sì vi dico che
+la carta che si mette per dieci bisanti, non
+ne pesa uno; e sì vi dico che gli mercatanti
+le più volte cambiano questa moneta a perle,
+o a oro, e altre cose rare. E molte volte è
+recato al Gran Sire per gli mercatanti tanta
+mercatanzia in oro e in ariento che vale
+quattrocentomila di bisanti; e 'l Gran Sire
+fa tutto pagare di quelle carte; e' mercatanti
+le pigliano volentieri, perchè le spendono
+per tutto il paese. E molte volte fa bandire
+il Gran Cane, che ogni uomo che ha oro e
+ariento, perle o pietre preziose o alcuna
+altra cara cosa, che incontanente la debbiano
+avere apresentata alla tavola del Gran
+Sire, ed egli lo fa pagare di queste carte;
+e tanto gliene viene di questa mercatanzia,
+ch'è un miracolo. E quando ad alcuno si rompe<span class="pagenum"><a name="Page_50" id="Page_50">[Pg 50]</a></span>
+o guastasi niuna di quelle carte, egli va
+alla tavola del Gran Sire, e incontanente
+gliene cambia, ed ègli data bella e nuova ma
+si gliene lascia tre per cento. Ancora sappiate,
+che se alcuno vuol fare vasellamenta
+d'ariento o cinture, egli va alla tavola del
+Gran Sire, ed ègli dato per queste carte ariento
+quant'e' ne vuole, contandosi le carte secondo
+che si ispendono. E questa è la ragione
+perchè il Gran Sire dee avere più oro e più
+ariento, che signore del mondo.<a name="FNanchor_26_26" id="FNanchor_26_26"></a><a href="#Footnote_26_26" class="fnanchor">[26]</a>»</p>
+
+<p>Secondo Marco Polo, il sistema del governo<span class="pagenum"><a name="Page_51" id="Page_51">[Pg 51]</a></span>
+imperiale riposa sopra una centralizzazione eccessiva.
+Il reame, diviso in 34 provincie, è amministrato
+da dodici nobilissimi baroni, che abitano
+nella stessa città di Cambalu; ivi, nel
+palazzo di questi baroni, dimorano gli intendenti
+e gli impiegati tutti che trattano gli affari
+d'ogni singola provincia. Intorno alla città
+si diramano molte strade ben tenute, che metton
+capo ai diversi punti del regno. Su queste
+strade, ad ogni ventidue miglia, sorgono stazioni
+postali; ed in essa duecentomila cavalli
+sono sempre pronti a trasportare i messaggieri
+dell'imperatore. Più, fra le stazioni, ad ogni
+tre miglia, trovasi un villaggio composto di
+circa quaranta case, in cui abitano i corrieri
+che portano a piedi i messaggi del Gran Kan.
+Questi uomini, con cinghie al ventre, col capo
+compresso da una benda, hanno una cintura
+munita di campanelli che li fa udire da lontano;
+partono al galoppo, fanno rapidamente
+le tre miglia, rimettono il messaggio al corriere
+che li attende, e per tal modo l'imperatore
+riceve in un giorno ed una notte le notizie
+da dieci giornate di distanza. Questo mezzo di<span class="pagenum"><a name="Page_52" id="Page_52">[Pg 52]</a></span>
+comunicazione costa ben poco a Kublai-Kan,
+perchè egli si limita, per retribuzione, ad esentuare
+dalle imposte i corrieri; in quanto ai
+cavalli delle stazioni, sono somministrati gratuitamente
+dagli abitanti delle provincie.</p>
+
+<p>Ma se il re tartaro usa in maniera così assoluta
+del suo potere, se fa pesare sì gravi imposte
+sui propri sudditi, d'altra parte s'occupa attivamente
+dei loro bisogni, e sovente viene loro
+in aiuto. Quando la grandine ha devastato le
+messi, non solo egli non esige l'usato tributo,
+ma fa distribuire grano ai suoi sudditi, tolto ai
+suoi granai. Quando una mortalità accidentale
+ha colpito i bestiami d'una provincia, egli ne
+la riprovvede a sue spese. Ha cura, nelle buone
+annate, di mettere nei granai un'enorme quantità
+d'orzo, di miglio, di frumento, di riso ed
+altre derrate, in modo da mantener i grani ad
+un prezzo mite in tutto l'impero. Inoltre, porta
+particolare affetto ai poveri della sua buona
+città di Cambalu. «Ora vi conterò, dice il
+Polo, come il Gran Cane fa carità alli poveri
+che stanno a Cambulù. A tutte le famiglie
+povere della città, che sono in famiglia sei
+o sette, o più o meno, che non hanno che<span class="pagenum"><a name="Page_53" id="Page_53">[Pg 53]</a></span>
+mangiare, egli li fa dare grano e altra biada:
+e questo fa fare a grandissima quantità di famiglie.
+Ancor non è vietato lo pane del signore
+a niuna persona che voglia andare per
+esso. E sappiate che ve ne vanno più di trenta
+mila; e questo fa fare tutto l'anno: e questo
+è gran bontà di signore; e per questo è adorato
+come Iddio dal popolo.» Aggiungeremo
+che tutto l'impero è amministrato con somma
+cura; le vie ben tenute e piantate ad alberi
+magnifici, che servono sopratutto a farle riconoscere
+al viaggiatore, nei paesi deserti. La
+legna è quindi abbondantissima dappertutto;
+«senza contare, dice il Veneziano, che per
+tutta la provincia del Catai hae una maniera
+di pietre nere che si cavano dalle montagne
+come vena, che ardono come bucce, e tengono
+più lo fuoco che non fanno la legna.» Queste
+pietre nere non sono altro che il carbone fossile,
+che in grandissima quantità trovasi nelle montagne
+delle provincie di Cheu-sì e di Pe-che-li.</p>
+
+<p>Marco Polo soggiornò lungo tempo nella città
+di Cambalu. È certo che, grazie alla sua vivace
+intelligenza, al suo spirito, alla facilità
+di apprendere gl'idiomi dell'impero, venne<span class="pagenum"><a name="Page_54" id="Page_54">[Pg 54]</a></span>
+molto in grazia all'imperatore. Incaricato da
+lui di diverse missioni, non solo nella China,
+ma nei mari dell'India, a Ceylan, sulle coste
+del Coromandel e del Malabar, e nella parte
+della Cocincina presso il Cambodge; fu nominato,
+probabilmente tra il 1277 ed il 1280, governatore
+della città di Yang-tsceu e di ventisette
+altre città, comprese nella giurisdizione
+di questa. Grazie a queste missioni, egli percorse
+un bel tratto di paese e ne riportò utili
+documenti, tanto geografici, che etnologici. Noi
+lo seguiremo facilmente, colla carta geografica
+alla mano, in quei viaggi dai quali la scienza
+doveva trarre immenso profitto.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_55" id="Page_55">[Pg 55]</a></span></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_III" id="CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></h2>
+
+<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.&mdash;Tainfu.&mdash;Pin-yang-fu.&mdash;Il fiume Giallo.&mdash;Chaciafu.&mdash;Si-gnan-fu.&mdash;Il
+Sze-tchuen.&mdash;Ching-tu-fu.&mdash;Il
+Tibet.&mdash;Li-Kiang-fu.&mdash;Il Caragia.&mdash;Yung-chang.&mdash;Mien.&mdash;Il
+Bengala.&mdash;L'Annam.&mdash;Il Tai-ping.&mdash;Sinuglil.&mdash;Sindi-fu.&mdash;Chacafu.&mdash;Ciaglu.&mdash;Ciagli.&mdash;Codifu.&mdash;Lin-tsin-tcheu.&mdash;Lin-tching-hien.&mdash;Il
+Mangi.&mdash;Yang-tcheou.&mdash;Città
+del litorale.&mdash;Quinsay o Hang-tcheu.&mdash;Il
+Fu-chian.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Marco Polo, dopo aver soggiornato a Cambalu,
+venne dal Gran Kan incaricato d'una missione
+che lo tenne lontano ben quattro mesi dalla capitale.
+Lontano dieci miglia circa da Cambaluc,
+verso il sud, traversò il magnifico fiume Pehonor,
+che egli chiama Pulinzanchiz; lo valicò
+sopra un bel ponte di marmo di ventiquattro
+arcate, lungo trecento passi, il quale non ha il
+simile in tutto il mondo. A trenta miglia di là
+incontrò Tso-tcheu, città industriale che ha eccellenti
+alberghi pei viaggiatori, ed ove si lavora<span class="pagenumr"><a name="Page_56" id="Page_56">[Pg 56]</a></span>
+specialmente in legno di sandalo, tessuti
+di seta e d'oro.</p>
+
+<p>A dieci giornate da Tso-tcheu, giunse nella
+moderna città di Tainfu, che fu un tempo sede
+di un governo indipendente. Tutta quella provincia
+gli parve ricca di viti e di gelsi; la principale
+industria della città era allora la fabbricazione
+delle armature per conto dell'imperatore.
+Sette giornate più oltre trovò la bella città di
+Pianfu, oggidì Pin-yang-fu, tutta dedita al commercio
+ed al lavoro della seta. Marco Polo, dopo
+aver visitata questa città, giunse sulle rive del
+celebre fiume Giallo, ch'egli chiama Charamera,
+ossia <i>fiume nero</i>, forse a causa delle sue acque
+oscurate dalle piante acquatiche. Attraversato
+il fiume, giunse ad una nobile città chiamata
+Chaciafu, nella quale alcuni commentatori ravvisano
+la moderna Pu-ceu-fu (che allora chiamavasi
+O-ciung-fu) sulla riva orientale del fiume
+Giallo<a name="FNanchor_27_27" id="FNanchor_27_27"></a><a href="#Footnote_27_27" class="fnanchor">[27]</a>, e che è ai nostri dì una delle più ragguardevoli
+città del Scian-si. Lasciata quella
+città, ove non vide nulla che meritasse menzione,
+Marco Polo percorse a cavallo una bella<span class="pagenum"><a name="Page_57" id="Page_57">[Pg 57]</a></span>
+contrada, sparsa di castella, di città, di giardini,
+e ricca di cacciagione. Dopo otto giorni
+di cammino, giunse alla nobile città di Si-gnan-fu,
+allora chiamata Quengianfu, antica capitale
+della dinastia dei Thang. Ivi regnava
+un figlio del Gran Kan, per nome Manghala,
+principe giusto ed amato dal suo popolo; egli
+abitava, fuori della città, un magnifico palazzo
+costrutto in mezzo ad un parco, le cui mura
+merlate avevano circa cinque miglia di circonferenza.
+Quella città presentava allora un mercato
+importantissimo di gioie, stoffe ed armature
+d'ogni genere.</p>
+
+<p>Da Si-gnan-fu il nostro viaggiatore si diresse
+verso il Tibet, attraversando una contrada montuosa
+ch'egli chiama Chunchum, e che probabilmente
+corrisponde alla moderna provincia di
+Sze-tchuen. «Egli ha per monti e per valli città
+e castella assai, e sono idoli, e vivono di loro
+lavorio di terra e di boscaglie; e havvi molti
+boschi, ove sono molte belle bestie selvatiche,
+come sono lioni e orsi e cavriuoli, lupi cervieri,
+daini e cierbi, e altre bestie assai, sì che
+troppo n'hanno grande utilità.»</p>
+
+<p>Dopo aver viaggiato ventitre giorni, toccò i<span class="pagenum"><a name="Page_58" id="Page_58">[Pg 58]</a></span>
+confini della immensa pianura di Ambalet-Mangi.
+Quel paese è fertile, ricco d'ogni sorta di produzioni
+e particolarmente di zenzero, di cui
+fornisce tutta la provincia del Cattai. Ed è tale
+la fertilità del suolo, che, secondo un viaggiatore
+francese, E. Simon, lo si vende oggidì a
+30,000 franchi all'ettara, cioè tre franchi al
+metro. Nel secolo XIII quella pianura era coperta
+di città e castella, e gli abitanti vivevano
+dei frutti del terreno, dei prodotti del
+bestiame e della selvaggina, che forniva ai cacciatori
+una preda facile ed abbondante.</p>
+
+<p>Continuando il suo viaggio verso ponente,
+Marco Polo penetrò nella provincia di Sze-tchuen,
+e giunse alla nobile città di Sindi-fu, la
+moderna Chin-tu-fu, la cui popolazione attuale
+supera 1,500,000 abitanti. Sindi-fu misurava allora
+un circuito di venti miglia, era divisa in
+tre parti, ognuna delle quali, circondata d'un
+muro particolare, aveva il proprio re prima
+che Kublai-Kan se ne impadronisse. «E sappiate,
+dice il Polo meravigliato, che per mezzo
+questa città passa un gran fiume d'acqua dolce,
+ed è largo bene mezzo miglio, ov'ha molti<span class="pagenum"><a name="Page_59" id="Page_59">[Pg 59]</a></span>
+pesci, e va infine al mare Oceano, e havvi bene
+da ottanta in cento miglia, ed è chiamato
+Quiia-fu.»</p>
+
+<p>Questo fiume non è altro che l'Yang-tse-kiang,
+che attraversa la China da ovest ad est, e n'è
+il fiume più importante. Sulle nostre carte lo
+troviamo indicato col nome di Fiume Bleu.</p>
+
+<p>«E in su questo fiume, prosegue il Veneziano,
+ha città e castella assai, e havvi tante navi,
+che appena si potrebbe credere chi nol vedesse;
+e v'ha tanta moltitudine di mercatanti,
+che vanno giuso e suso, ch'è una grande meraviglia.
+E il fiume è sì largo, che pare un
+mare a vedere, non fiume. E dentro della
+città in su questo fiume è un ponte tutto di
+pietre, ed è lungo bene un mezzo miglio, e
+largo otto passi: e su per quello ponte ha
+colonne di marmo, che sostengono la copritura
+del ponte; e sappiate ch'egli è coperto
+di bella copritura, e tutto dipinto di belle
+istorie, e havvi suso più magioni ove si tiene
+molta mercatanzia e favvisi arti: ma si vi
+dico che quelle case sono di legno, che la sera
+si disfanno e la mattina si rifanno. E quivi
+è lo camarlingo del Gran Sire, che riceve lo<span class="pagenum"><a name="Page_60" id="Page_60">[Pg 60]</a></span>
+diritto della mercatanzia che si vende in su
+quel ponte; e si vi dico che il diritto di quel
+ponte vale l'anno bene mille bisanti<a name="FNanchor_28_28" id="FNanchor_28_28"></a><a href="#Footnote_28_28" class="fnanchor">[28]</a>.»</p>
+
+<p>Uscito da quella città commerciale e industriosa,
+Marco Polo, dopo cinque giorni di marcia,
+attraverso vaste foreste, giunse alla provincia
+del Tibet, ch'egli dice «molto guasta
+dalla guerra fattavi da Mogut-Kan.»</p>
+
+<p>La provincia del Tibet, alla quale i Chinesi
+dànno nome di Si-tsang o Tsang occidentale, è
+abitata da leoni, orsi ed altre belve, da cui i viaggiatori
+durerebbero fatica a difendersi, se non
+vi crescessero in gran copia quelle canne meravigliosamente
+grosse e alte, che noi chiamiamo
+bambù.<a name="FNanchor_29_29" id="FNanchor_29_29"></a><a href="#Footnote_29_29" class="fnanchor">[29]</a> Infatti «gli mercatanti e gli viandanti
+prendono quelle canne la notte e fannole
+ardere nel fuoco; perchè fanno sì grande
+iscoppiata, che tutti gli lioni e orsi e altre
+bestie fiere hanno paura e fuggono, e non si
+accosterebbero al fuoco per cosa del mondo.<span class="pagenum"><a name="Page_61" id="Page_61">[Pg 61]</a></span>
+E questo si fanno per paura di quelle bestie
+chè ve n'ha assai. Le canne iscoppiono, perchè
+si mettono verdi nel fuoco, e quelle si
+torcono e fendono per mezzo, e per questo
+fendere fanno tanto romore, che s'odono dalla
+lunga presso a cinque miglia di notte, e piue;
+ed è sì terribile cosa a udire, che chi non
+fosse d'udirlo usato, ogni uomo n'avrebbe
+gran paura, e gli cavagli che non ne sono
+usi, si spaventano sì forte che rompono capresti,
+e ogni cosa e fuggono; e questo avviene
+spesse volte. E a ciò prendere rimedio,
+a cavagli che non ne sono usi, e' gli fanno
+incapestrati di tutti e quattro li piedi, e fasciare
+gli occhi, e turare gli orecchi; si che
+non può fuggire quando ode questo iscoppio;
+e così campano gli uomeni, la notte, loro e
+le loro bestie.»</p>
+
+<p>Lo stratagemma riferitoci dal Polo viene ancora
+impiegato nelle contrade che producono
+il bambù, e per vero lo scoppio delle canne divorate
+dalle fiamme può paragonarsi ai più violenti
+petardi d'un fuoco d'artifizio.</p>
+
+<p>Secondo la relazione del viaggiatore veneziano,<span class="pagenum"><a name="Page_62" id="Page_62">[Pg 62]</a></span>
+il Tibet è una vastissima provincia divisa
+in otto reami, con molte città e castella,
+bagnata da fiumi e laghi ed attraversata da
+montagne dalle quali si trae oro in quantità.
+I fiumi che hanno origine nel Tibet e sopratutto
+il Kin-cha-kiang (Yang-tse-kiang), il cui
+nome significa <i>fiume dall'aurea sabbia</i>, sono
+ricchi di pagliuzze d'oro. Gli abitanti sono idolatri
+e malvagi, e formano una razza di terribili
+ladroni. Vivono dei frutti della terra, di
+bestie e d'uccelli. Le donne sono impudiche, e
+fanno, per doni, di sè mercato ai viaggiatori
+che attraversano quella provincia. Quantunque
+il Tibet fosse allora sotto la dominazione del
+Gran Kan, non vi si conoscevano nè le monete
+nè le banconote dell'impero; all'incontro vi si
+spendeva il corallo, di cui gli abitanti adornavano
+il collo delle loro femmine ed i loro idoli.</p>
+
+<p>Marco Polo, nel lasciare Si-gnan-fu, erasi diretto
+verso l'ovest. Traversò il regno di Gaindu
+che secondo alcuni corrisponderebbe al territorio
+settentrionale dei Birmani, secondo altri
+invece a quella montuosa regione circondata
+dai territorî del Bengala, Arracan, abitata da
+schiatte indigene dette Cain, Chien o Chiaen,<span class="pagenum"><a name="Page_63" id="Page_63">[Pg 63]</a></span>
+lungo le rive del braccio sinistro del fiume
+Arracan, e visitò un bel lago, che produceva
+ostriche perlifere, la cui pesca era riservata
+all'imperatore. Vide anche una montagna dalla
+quale si cavavano quelle pietre conosciute sotto
+il nome di turchese. Il garofano, lo zenzero,
+la cannella ed altre spezie davano in quel paese
+abbondantissimi raccolti.</p>
+
+<p>Gli abitanti di questa provincia non hanno
+denaro, ed impiegano come moneta dei pezzi
+di sale di mezza libbra, una libbra, ecc. ecc.
+Non conoscono vergogna alcuna, giacchè trovano
+naturale il far marcato delle proprie mogli,
+figlie e sorelle ai forestieri che attraversano
+la contrada.</p>
+
+<p>Lasciato il regno di Gaindu, e traversato un
+gran fiume da lui chiamato Brunis che pare
+fosse il Kincha-kiang, fiume a rena d'oro, Marco
+Polo tornò direttamente al sud-est, e penetrò
+nella provincia di Garagia, regione che si crede
+formi la parte nord-ovest dell'Yun-nan, chiamata
+tutt'ora, dagli indigeni e dai maomettani
+dell'Asia Centrale, Caraian; e ch'era allora governata
+da Jesau Temur, nipote di Kublai.</p>
+
+<p>Secondo il Veneziano, gli abitanti di quella<span class="pagenum"><a name="Page_64" id="Page_64">[Pg 64]</a></span>
+provincia, eccellenti cavalcatori, mangiavano
+la carne cruda dei polli, dei montoni, dei bufali
+e dei buoi; i ricchi soltanto la condivano
+d'una salsa composta d'aglio e di buone spezie.
+Quel reame era altresì frequentato da grossi
+serpenti orribili a vedersi.</p>
+
+<p>Quei rettili, probabilmente alligatori, erano
+lunghi dieci passi; avevano due gambe poste
+sul davanti presso il capo ed armate d'un unghione
+che era smisurato; la loro gola poteva
+inghiottire un uomo in un boccone.</p>
+
+<p>La capitale di questa provincia è una città
+che il Polo chiama Jaci, e che si crede corrisponda
+alla moderna Tsu-iong-fu. Gli abitanti
+sono parte maomettani, parte cristiani nestoriani,
+ed il rimanente idolatri. «Quivi hae mercatanti
+ed artefici, dice il nostro viaggiatore,
+e spendono per moneta <i>porcellane bianche</i>,
+che si truovano nel mare.» È questa una
+specie di conchiglia che noi conosciamo sotto
+il nome di <i>Cyproea moneta</i>, che gli Indiani chiamano
+<i>Cooris</i>, usata anche ai dì nostri come
+moneta alle Maldive ed in diverse parti delle
+Indie.</p>
+
+<p>Marco Polo passa quindi a descrivere la maniera<span class="pagenum"><a name="Page_65" id="Page_65">[Pg 65]</a></span>
+impiegata dagli indigeni di quella contrada
+per impadronirsi dei terribili alligatori
+che infestano i loro corsi d'acqua, e dice che
+il fiele di questi anfibî, preso come beveraggio,
+è reputato nel paese come medicina contro la
+morsicatura d'un cane rabbioso.<a name="FNanchor_30_30" id="FNanchor_30_30"></a><a href="#Footnote_30_30" class="fnanchor">[30]</a></p>
+
+<p>A cinque giornate all'ovest di Caragia, Marco
+Polo, continuando ancora verso mezzodì, penetrò
+nella provincia di Ardanda, la cui capitale,
+Vaciau, sembra corrispondere alla moderna città
+di Yung-chang. Tutti gli abitanti di questa città
+avevano denti d'oro, cioè usavano coprirli con
+laminette d'oro, che levavano per mangiare.
+Gli uomini di quella provincia, tutti cavalieri,
+«non fanno nulla salvo che uccellare, andare
+a caccia od andare in oste (<i>in guerra</i>)»: i lavori
+faticosi sono riservati alle donne ed agli
+schiavi. Gli abitanti di Ardanda non hanno idoli,
+nè chiese, ma adorano il più vecchio della famiglia;
+cioè il nonno, il patriarca. Siccome non<span class="pagenum"><a name="Page_66" id="Page_66">[Pg 66]</a></span>
+conoscono scrittura di sorta, così «quando
+hanno, dice il Polo, affare l'uno con l'altro,
+fanno tacche di legno, e l'uno tiene l'una
+metà, e l'altro l'altra metà; quando colui dee
+pagare la moneta, egli la paga e fassi dare
+l'altra metà della tacca.» Non hanno medici,
+ma bensì dei maghi od incantatori, che saltano,
+danzano, cantano e suonano strumenti presso
+il malato; e quindi ordinano sacrifizi e banchetti,
+finchè l'infermo muore o risana.</p>
+
+<p>Nel lasciare la provincia ove gli abitanti avevano
+i denti d'oro, Marco Polo seguì la grande
+strada che serve al traffico tra l'India e l'Indo-Cina,
+e passò per Bamo ove, tre volte la settimana,
+si teneva un gran mercato, che attirava
+i negozianti dei paesi più lontani. Dopo aver
+cavalcato quindici giorni in mezzo a foreste
+popolate da elefanti, liocorni ed altre fiere,
+giunse a Mye, o a Mien, cioè in quella parte
+dell'alto Birman la cui capitale, di recente costruzione,
+si chiama Arampura. Questa città di
+Mien, che fu probabilmente l'antica Ava, chiamata
+dagli indigeni Miamma, ora in ruina; oppure
+la vecchia Paghau, situata sull'Irraonady,<span class="pagenum"><a name="Page_67" id="Page_67">[Pg 67]</a></span>
+possedeva una vera meraviglia architettonica;
+erane due torri, l'una costrutta di belle pietre
+ed interamente coperta da una lamina d'oro
+dello spessore d'un dito, l'altra ricoperta da
+una lamina d'argento, ambe fatte costruire da
+un re di Mien, prima che quel reame cadesse
+in potere del Kan.</p>
+
+<p>Dopo di aver visitata quella provincia, Marco
+Polo discese fino a Baugala, l'attuale Bengala,
+oggidì una delle tre grandi divisioni dell'India
+Inglese, e che a quei tempi, nel 1290, non apparteneva
+ancora a Kublai-Kan. Le armate
+dell'imperatore si adoperavano allora a conquistare
+quel paese fertile, ricco di cotone, di
+zenzero, di canne da zucchero, e i cui magnifici
+buoi eguagliavano in grossezza gli elefanti.
+Poscia, di là, il viaggiatore si avventurò fino
+alla città di Cangigu, nella provincia dello
+stesso nome. Alcuni credono che sotto questo
+nome abbia ad intendersi il regno di Tonkino,
+altri invece il territorio di Cangcur. Gli abitanti
+di quel regno praticavano il tatuaggio, e
+mediante aghi si disegnavano sul volto, sul
+collo, sul ventre, sulle mani, sulle gambe, immagini
+di leoni, di draghi, d'uccelli, «e chi<span class="pagenum"><a name="Page_68" id="Page_68">[Pg 68]</a></span>
+più n'ha di queste dipinture più si tiene gentile
+e bello.»</p>
+
+<p>Cangigu è il punto più meridionale raggiunto
+da Marco Polo in questo viaggio. A partire da
+questa città risalì verso il nord-est, e pel paese
+d'Amu, che credesi sia il territorio di Bamu,
+in mezzo all'Impero Birmano ed alla provincia
+del Yun-nan, giunse nella provincia di Toloma,
+oggidì conosciuta sotto il nome di Tai-ping.
+Ivi trovò begli uomini, bruni di pelle, valenti
+guerrieri, i cui monti sono muniti di castelli
+fortificati e che si nutrono abitualmente di carne,
+riso e spezie. «Quando muoiono fanno ardere
+i loro corpi, e l'osse che non possono ardere
+sì le mettono in piccole cassette, e portanle
+alle montagne, e fannole istare appicate
+caverne, si che niuno uomo nè altra bestia
+non puote toccare. L'oro abbonda nel paese;
+usano però come piccola moneta la <i>porcellana</i>,
+ossia quella conchiglia (<i>Cyproea moneta</i>) di cui
+abbiamo già parlato più addietro. Vivono di
+carne, di latte, di riso e di spezie.</p>
+
+<p>Qui il signor Charton fa giustamente osservare
+che il viaggiatore si allontana dal paese
+conosciuto sotto il nome d'India al di là del<span class="pagenum"><a name="Page_69" id="Page_69">[Pg 69]</a></span>
+Gange, e ritorna verso la China. Infatti, lasciata
+Toloma, Marco Polo seguì per dodici giorni, verso
+levante, un fiume sulle cui rive sorgevano molte
+città e castella; e giunse alla città di Sinuglil,
+che si crede sia la moderna Sou-tcheou, capitale
+della provincia di Guinguì, che dev'essere,
+scrive il Lazari, il territorio bagnato dalle
+acque del Chin-scia-chiang. Ciò che lo colpì
+dippiù in questa contrada,&mdash;e si ha ragione
+di credere che l'ardito esploratore fosse anche
+un valente cacciatore,&mdash;fu il gran numero di
+leoni che infestavano le pianure e le montagne.
+Tutti i commentatori sono però d'accordo nel
+ritenere che i leoni di Marco Polo non fossero
+altro che tigri, non essendovi leoni nella China.
+Ecco quanto ne dice il Veneziano: «V'ha tanti
+leoni, che se neuno dormisse la notte fuori
+di casa, sarebbe incontanente mangiato. E
+chi di notte va per questo fiume, se la barca
+non istà ben di lungi dalla terra, quando si
+riposa la barca, andrebbe alcuno leone, e piglierebbe
+uno di questi uomeni, e mangerebbolo;
+ma gli uomeni se ne sanno bene guardare.
+Gli leoni vi sono grandissimi e pericolosi.
+E sì vi dico una grande maraviglia, che<span class="pagenum"><a name="Page_70" id="Page_70">[Pg 70]</a></span>
+due cani vanno a un gran leone, e sono questi
+cani di questa contrada, e sì lo uccidono,
+tanto sono arditi. E dirovvi come. Quando un
+uomo è a cavallo con due di questi buon cani,
+come i cani veggono il leone, tosto corrono
+a lui, l'uno dinanzi e l'altro di dietro, ma
+sono sie (<i>sì</i>) ammaestrati e leggieri che 'l
+lione non gli tocca, perciò che 'l lione riguarda
+molto l'uomo; poi il lione si mette a partire
+per trovare albore (<i>albero</i>), ove ponga le reni
+per mostrare il viso agli cani, e gli cani tuttavia
+lo mordono alle coscie, e fannolo rivolgere
+or qua or là, e l'uomo ch'è a cavallo,
+sì lo seguita percotendolo con sue saette molte
+volte, tanto che 'l lione cade morto, sì che
+non si puote difendere da uno uomo a cavallo
+con due buoni cani.»</p>
+
+<p>Parlando degli abitanti di questa provincia,
+dice che «hanno sete assai, che sono idolatri,
+sottoposti al Gran Cane, e spendono monete
+di carta.»</p>
+
+<p>Da quella provincia, Marco Polo risalì direttamente
+il fiume, ed in capo a dodici giorni fu
+di ritorno a Sindi-fu, capitale della provincia
+di Szet-chuen, dalla quale era partito per compiere<span class="pagenum"><a name="Page_71" id="Page_71">[Pg 71]</a></span>
+la sua escursione nel Tibet. Di là, riprendendo
+la via già percorsa, fece ritorno presso
+Kublai-Kan, dopo aver felicemente compiuta
+la sua missione nell'Indo-China.</p>
+
+<p>Sembra che allora Marco Polo venisse incaricato
+dall'imperatore d'un'altra missione nella
+parte sud-est della China «la parte più ricca
+e più commerciale di quel vasto impero, dice
+il Pauthier nel suo bel lavoro sul viaggiatore
+veneziano, e quella altresì su cui, dopo il secolo
+XVI, si ebbero in Europa maggiori notizie.»</p>
+
+<p>Se stiamo all'itinerario tracciato sulla carta
+del Pauthier, Marco Polo, lasciando Cambalu,
+si diresse al mezzodì verso Chacafu, ch'è la
+moderna Ho-hien-fu, una delle più ragguardevoli
+città del Peche-li; di là a Ciaglu, oggidì
+Tsan-tcheou, ove si fabbricava il sale, che veniva
+esportato nelle circostanti contrade, indi
+a Ciagli, città industriosa che i commentatori
+ritengono sia la moderna Tetcheu, sulle rive
+dell'Eu-ho, all'entrare della provincia di Shan-tung;
+finalmente a Codifu o Codiufu, l'attuale
+Tsi-nan-fu, capitale della provincia di Shan-tung,
+patria del grande filosofo e legislatore<span class="pagenum"><a name="Page_72" id="Page_72">[Pg 72]</a></span>
+Confucio<a name="FNanchor_31_31" id="FNanchor_31_31"></a><a href="#Footnote_31_31" class="fnanchor">[31]</a>. Codifu era a quel tempo una grande
+città, la più nobile di tutte quelle contrade,
+frequentatissima dai negozianti di seta, ed i
+cui meravigliosi giardini producevano gran
+quantità di frutti deliziosi. A tre giornate di
+cammino da Codiufu, Marco Polo trovò la cittàdi Siugni,
+che credesi corrisponda alla moderna
+Lin-tsin-sceu, posta all'imboccatura del gran
+canale di Yun-no, punto di convegno delle innumerevoli
+navi che «recano nelle provincie
+del Mangi e del Cattai grandi mercatanzie,
+tanto, ch'è maraviglia a credere.»<br /><br /></p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_73" id="Page_73">[Pg 73]</a></span></p>
+
+<div class="figcenter" style="width: 533px;">
+ <img src="images/ill-073.jpg" width="533" height="823"
+ alt=""
+ title="" />
+ <div class="caption"><p class="center">Quel paese gli parve caldissimo ed insalubre, ma
+ ricco di datteri e d'altri alberi fruttiferi....
+ <span class="smcap">Cap.</span> II, <i>pag.</i> 22<br /></p>
+</div></div>
+
+<p class="p2">Otto giorni dopo traversava Lingni, che sembra<span class="pagenum"><a name="Page_74" id="Page_74">[Pg 74]</a><br /><a name="Page_75" id="Page_75">[Pg 75]</a></span>
+corrispondere all'odierna città di Lin-tching-hien;
+quindi passava per Pigni, oggidì Pi-tcheou;
+Cigni, che si crede sia la moderna Sut-zi-hien,
+e giungeva al Caramera o Fiume Giallo, che
+aveva già traversato nel suo corso superiore,
+mentre dirigevasi verso l'Indo-China.</p>
+
+<p>Parlando dell'importanza di questo fiume
+nella navigazione e nel commercio dell'impero,
+ecco le parole testuali del Polo: «Sappiate che
+il gran fiume di Caramera, che viene dalla
+terra del Prete Gianni, è largo un miglio;
+ed è molto profondo, sì che bene vi puote
+andare gran nave; egli ha questo fiume bene
+quindicimila navi, che tutti sono del Gran
+Cane, per portare sue cose, quando fa oste
+(<i>guerra</i>), all'isole del mare, che 'l mare è
+presso a una giornata. E ciascuna di queste
+navi vuole bene quindici marinari, e portano in<span class="pagenum"><a name="Page_76" id="Page_76">[Pg 76]</a></span>
+ognuna quindici cavagli cogli uomeni, co'
+loro arnesi e vivande.»</p>
+
+<p>Il nostro viaggiatore attraversò quel fiume,
+e si trovò nella provincia di Mangi, un tempo
+distinta col nome d'Impero dei Song, e sottomesso
+da Kublai solo dal 1278.</p>
+
+<p>Questo impero, prima di appartenere a Kublai-Kan,
+era governato da un re pacifico, che
+abborriva la guerra, ed era pietoso verso gl'infelici.
+Il testo francese dei viaggi di Marco Polo
+parla di lui alquanto diffusamente nei termini,
+seguenti, che traduciamo: «Quell'ultimo imperatore
+della dinastia dei Song poteva spendere
+tanto, che era un prodigio; vi racconterò
+di lui due tratti nobilissimi. Ogni anno
+egli faceva allattare ben ventimila bambini;
+dacchè è costume in quei paesi, che le povere
+donne gettino via i figli appena nati,
+quando non possono nutrirli. Il re li faceva
+raccoglier tutti, faceva inscrivere sotto qual
+segno e sotto qual pianeta erano nati, poi li
+dava a nutrire in diversi luoghi, perchè manteneva
+nutrici in quantità<a name="FNanchor_32_32" id="FNanchor_32_32"></a><a href="#Footnote_32_32" class="fnanchor">[32]</a>. Quando un ricco
+non aveva figli, andava dal re e si faceva dare<span class="pagenum"><a name="Page_77" id="Page_77">[Pg 77]</a></span>
+quanti bambini voleva, e quelli che voleva; poi
+il re, quando i giovani e le fanciulle erano in
+età da unirsi in matrimonio, li sposava fra
+loro, e dava loro da vivere; in tal modo ogni
+anno ne allevava ben ventimila tra maschi
+e femmine. Se passando in qualche strada
+vedeva una casa piccola fra due grandi, domandava
+perchè quella casetta non era grande
+come le altre, e se gli dicevano ciò essere
+perchè apparteneva ad un povero, tosto la
+faceva ridurre bella ed alta come le altre.
+Quel re si faceva sempre servire da mille
+paggi e da mille damigelle. Manteneva nel
+suo regno una giustizia così severa, che non
+vi si commetteva nessun delitto; durante la
+notte le case del mercanti rimanevano aperte,
+nè alcuno vi prendeva nulla; si poteva viaggiare
+di notte come di giorno.»</p>
+
+<p>Entrando nella città di Mangi, Marco Polo
+trovò Chygiagni, oggidì Hoai-gnan-fou, nella
+provincia di Kiang-nan, città posta sulle rive<span class="pagenum"><a name="Page_78" id="Page_78">[Pg 78]</a></span>
+del fiume Giallo, la cui principale industria è
+la fabbricazione del sale, che si cava da alcune
+paludi salmastre. Ad una giornata da quella
+città, seguendo una strada lastricata di belle
+pietre, il viaggiatore giunse alla città di Pauchi,
+oggidì Pao-yng, rinomata pe' drappi d'oro,
+Chayu o Kac-yeou, i cui abitanti sono cacciatori
+e pescatori valenti, poi a Tai-tcheou, ove
+approdano navigli in gran numero; ed arrivò
+finalmente a Yangui.</p>
+
+<p>Questa città di Yangui è l'odierna Yang-tsceu,
+di cui Marco Polo fu governatore durante tre
+anni. È città popolatissima e molto commerciante,
+ed ha non meno di due leghe di circuito.
+Marco Polo partì da Yangui per diverse
+esplorazioni, che gli permisero di studiare minutamente
+le città del litorale e dell'interno.</p>
+
+<p>Dapprima il viaggiatore si diresse verso ponente
+e giunse a Nangi (da non confondersi
+colla moderna Nan-king), città posta in una
+provincia fertilissima, i cui abitanti, dice il
+Polo, «vivono di mercatanzie e d'arti, e hanno
+seta assai e uccellazioni e cacciagioni, e ogni
+cosa da vivere, e hanno lioni assai.» Proseguendo
+il suo viaggio, visitò Saianfu, oggidì<span class="pagenum"><a name="Page_79" id="Page_79">[Pg 79]</a></span>
+Siang-yang-fou, nella provincia Hon-quang. Fu
+questa l'ultima città del Mangi che resistette
+alla dominazione di Kublai-Kan. L'imperatore
+vi tenne l'assedio per tre anni, e se ne impadronì
+da ultimo mercè i tre Polo, i quali costrussero
+potenti baliste che schiacciarono gli
+assediati sotto una grandine di sassi, alcuni
+dei quali pesavano fin trecento libbre.</p>
+
+<p>Da Saianfu Marco Polo tornò sui suoi passi
+per esplorare le città del litorale. Egli rientrò
+senza dubbio a Yang-tcheou; visitò Sigui, città
+posta sul fiume Yang-tse-kiang, che nel suo
+corso superiore è chiamato Kin-scia-kiang. Questa
+città di Sigui (da non confondersi con quella
+di cui il Polo ha parlato indietro) di cui non
+sanno che congetturare i commentatori, sorge in
+un punto ove il fiume è largo più d'una lega,
+e riceve più di mille navigli in una volta. Da
+Sigui si portò a Chiagui (la moderna Chua-tcheou),
+posta nel luogo ove il canale imperiale
+entra nel Yang-tse-kiang. È questa la
+città che fornisce di biade la massima parte
+della corte imperiale. Visitò Cinghiafu (Tching-kian-fou)
+di faccia a Chua-tcheou, ov'erano
+due chiese di cristiani nestoriani; Cinghingiu<span class="pagenum"><a name="Page_80" id="Page_80">[Pg 80]</a></span>
+(Tchang-tcheou-fou), presso il Canale, città
+commerciale ed industriale, e Su-tcheu o Sut-sen,
+grande città di sei leghe di circuito, che,
+secondo la relazione esageratissima del viaggiatore
+veneziano, possedeva allora non meno di
+seimila ponti. Soggiornò qualche tempo a Ingiu,
+città posta ad una giornata da Su-tcheu, e che
+credesi corrisponda alla moderna Ho-tcheu;
+indi a Cianghi (Kia-hing); per ultimo entrò
+nella nobile città di Quinsay, l'antica e famosa
+Hang-tcheu, capitale della provincia di Tche-kiang,
+che divenne sede degli imperatori quando
+i Song, incalzati da Nu-tché, vi si rifugiarono,
+nel 1132, e allora essa fu chiamata King-se,
+onde la Quinsay del Polo, la King-sai di Rascideddin,
+e la Cansa d'Ihn-Batuta; che a torto
+alcuni arguirono significasse la <i>città del cielo</i>.</p>
+
+<p>Quinsay, che corrisponde alla moderna Hang-tcheou-fou,
+ha cento miglia di circuito, ed è
+traversata dal fiume Tsientang-kiang, che, diramandosi
+all'infinito, fa di Quinsay un'altra
+Venezia. Quell'antica capitale dei Song è popolosa
+quasi quanto Pekino; le vie sono selciate
+di pietre e mattoni: si contano, secondo Marco
+Polo, «dodicimila ponti di pietra, e sotto la<span class="pagenum"><a name="Page_81" id="Page_81">[Pg 81]</a></span>
+maggior parte di questi ponti vi potrebbe
+passare, sotto l'arco, una gran nave, e per
+gli altri bene mezza nave.» In quella città
+vivono i più ricchi negozianti del mondo, le
+cui mogli «stanno così delicatamente come se
+fossero cose angeliche.» Quivi è la residenza
+d'un vicerè che governa per l'imperatore più
+di centoquaranta città. Vi si vedeva ancora il
+palagio dell'antico sovrano del Mangi, circondato
+da bei giardini, con laghi, fontane, e contenente
+più di mille camere. Il Gran Kan ricava
+da quella città e dalla provincia rendite
+immense, fra cui va contato il prodotto del sale,
+dello zuccaro, delle spezie e della seta, che costituiscono
+la principale produzione del paese.</p>
+
+<p>«A quindici miglia da Quinsay, tra greco e
+levante, dice il Polo, è il mare Oceano, e
+quine (<i>quivi</i>) è una città che ha nome Giafu,
+ove ha molto buon porto, e havvi molte navi
+che vengono d'India e d'altri paesi. E da questa
+città al mare hae un gran fiume, onde le
+navi possono venire infino alla terra.» Questa
+Giafu credesi dai commentatori sia la moderna
+città di Kuang-teheu o Canton, una delle<span class="pagenum"><a name="Page_82" id="Page_82">[Pg 82]</a></span>
+più grandi e più ricche città commerciali della
+China.</p>
+
+<p>«Quando l'uomo si parte di Quinsay, dice il
+Veneziano, e' vae una giornata verso iscirocco,
+tuttavia trovando palagi e giardini molti
+belli, ove si truova tutte cose da vivere; di
+capo di questa giornata si truova questa città,
+c'ha nome Tapigni, molto bella e grande, ed
+è disotto a Quinsay.» Qualche commentatore
+ha ravvisato nella Tapigni del Polo la moderna
+Fu-yang; altri invece Chao-hing-fou.</p>
+
+<p>In seguito il nostro viaggiatore visitò: Nugui
+(Hon-tcheou), Chegui (Tchu-ki, o, secondo altri,
+Yen-tcheou-fou), Ciafia (Kin-tcheou), e finalmente
+Chagu (Kiang-chan-fu), l'ultima città
+del reame del Quinsay.</p>
+
+<p>Marco Polo entrò quindi nel regno di Fugui.
+Secondo la sua relazione, gli abitanti di questa
+contrada sarebbero gente crudele, antropofaghi,
+«che tutto dì vanno uccidendo gli uomeni
+e bevendo il sangue, e poscia gli mangiano
+tutti, e altro non procacciano.» Visitò Quellafu
+(Kien-ning-fou) sulle rive del Min, bellissima
+città che ha ponti di pietra lunghi un
+miglio; e dove «avvi galline che non hanno<span class="pagenum"><a name="Page_83" id="Page_83">[Pg 83]</a></span>
+penni ma peli come gatte, e tutte nere, e
+fanno uove come le nostre, e sono molto
+buone da mangiare;» Ungue, città che i commentatori
+non hanno saputo trovare, ma che
+si suppone sia la moderna Mingtsing, sebbene
+non siavi veruna somiglianza di nome.</p>
+
+<p>Poco dopo il Veneziano entrò nella città di Fugui,
+capitale del regno di Cancha; nella quale i
+commentatori hanno ravvisato Fu-ceu, capitale
+del Fu-chian, che giace a breve distanza dal
+mare, sopra un braccio del Niao-tung-chiang
+(Min). Ivi gli abitanti sono idolatri e dediti al
+commercio delle pietre preziose, dello zucchero
+e d'altre mercanzie che vengono per mare dall'India.</p>
+
+<p>Da Fugui, dopo aver viaggiato per cinque
+giornate verso sud-ovest, attraversando valli e
+pianure seminate di città e castelli, raggiunse
+Zarton, nella quale i commentatori hanno riconosciuto
+l'odierna Tsiuan-ceu, celebre porto
+della China meridionale, nella provincia di Fu-chian,
+detto eziandio volgarmente Tseu-tung,
+che anche sotto la dominazione dei Ming era
+assai frequentato dagli Arabi, dai Persiani e
+dagli Indiani.</p>
+
+<p>Dopo di aver parlato dei tesori che trae il<span class="pagenum"><a name="Page_84" id="Page_84">[Pg 84]</a></span>
+Gran Kan da questa città, pel commercio importante
+ch'ivi si esercita in spezie e prodotti
+d'ogni genere dell'India, Marco Polo dice che
+in questa provincia havvi una città per nome
+Tenugnise (Ting-tcheou, nella parte occidentale
+del Fo-kien) ove si fabbricano le migliori
+scodelle di porcellana del mondo, ad un prezzo
+veramente tenuissimo.</p>
+
+<p>Il Polo rimase qualche tempo nella città di
+Zarton, che i commentatori ritengono l'estremo
+punto da lui visitato in questo viaggio nella
+China sud-orientale.<a name="FNanchor_33_33" id="FNanchor_33_33"></a><a href="#Footnote_33_33" class="fnanchor">[33]</a></p>
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_85" id="Page_85">[Pg 85]</a></span></p>
+
+<h2><a name="CAPITOLO_IV" id="CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></h2>
+
+<blockquote>
+<p class="pn">L'India.&mdash;Cipango o Zipagu (il Giappone).&mdash;Partenza dei
+tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+persiani.&mdash;Saigon.&mdash;Giava.&mdash;Condor.&mdash;Bintang.&mdash;Sumatra.&mdash;I
+Nicobari.&mdash;Ceylan.&mdash;La costa di Coromandel.&mdash;La
+costa di Malabar.&mdash;Il mar d'Oman.&mdash;L'isola
+di Gocotora.&mdash;Madagascar.&mdash;Zanzibar e la costa
+africana.&mdash;L'Abissinia.&mdash;Aden.&mdash;Schehr.&mdash;Dafur.&mdash;Kalhat.&mdash;Hormuz.&mdash;Il
+Golfo Persico.&mdash;Ritorno a
+Venezia.&mdash;Una festa in casa Polo.&mdash;Marco Polo prigioniero
+dei Genovesi.&mdash;Morte di Marco Polo verso l'anno 1323.&mdash;Suoi
+discendenti.&mdash;Ricordi della famiglia Polo.</p></blockquote>
+
+<p class="pn">Marco Polo, terminata felicemente quell'esplorazione,
+ritornò senza dubbio alla corte di
+Kublai-Kan. Egli fu ancora incaricato di varie
+missioni, che gli furono agevolate e dalla sua
+conoscenza della lingua mongolla, della turca,
+della cinese e della mantchou. Pare ch'egli
+facesse parte d'una spedizione intrapresa nelle<span class="pagenumr"><a name="Page_86" id="Page_86">[Pg 86]</a></span>
+isole dell'India, ed al suo ritorno stese un rapporto
+particolareggiato sulla navigazione di
+quei mari ancora poco conosciuti.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice egli, che nell'India sono
+molte navi, ch'elle sono d'un legno chiamato
+abete e di sapino; elle hanno una coverta
+e in su questa coverta hae bene 40 camere,
+ove in ciascuna puote istare un mercatante
+agiatamente; e hanno un timone e quattro
+alberi, e molte vi giungono due alberi che
+si levano e pongono. Queste navi vogliono
+bene duecento marinai; ma elle sono tali che
+portano bene cinquemila isporte di pepe, e
+di datteli seimila. E' vogano co' remi, che a
+ciascuno remo vogliono essere quattro marinai,
+e hanno queste navi tali barche, che
+porta l'una bene mille isporte di pepe. E sì
+vi dico che questa barca mena bene quaranta
+marinai, e vanno a remi, e molte volte aiutano
+tirare la gran nave; ancora mena la
+nave dieci battelli per prendere pesci.» La
+relazione del Polo fornisce notizie assai dettagliate
+ed interessanti sull'isola di Cipango,
+nome applicato al gruppo d'isole che compongono
+il Giappone, ch'era allora un paese rinomato<span class="pagenum"><a name="Page_87" id="Page_87">[Pg 87]</a></span>
+per le sue ricchezze.<a name="FNanchor_34_34" id="FNanchor_34_34"></a><a href="#Footnote_34_34" class="fnanchor">[34]</a> «Zipagu, dice il
+nostro esploratore, è un'isola in levante,
+ch'è nell'alto mare millecinquecento miglia.
+L'isola è molto grande, le genti sono bianche,
+di bella maniera e belle, e sono idolatri,
+e non obbediscono ad alcuno. Qui si trova
+l'oro, però n'hanno assai; niuno uomo non
+vi va, e niuno mercante non leva di questo
+oro; perciò n'hanno eglino cotanto. Il palagio
+del signore dell'isola è molto grande, ed
+è coperto d'oro, come si cuoprono di qua le
+chiese di piombo; e tutto lo spazzo delle camere
+è coperto d'oro, ed èvvi alto bene due
+dita, e tutte le finestre e mura e ogni cosa
+e anche le sale sono coperte d'oro; e non si
+potrebbe dire la sua valuta. E gli hanno perle
+assai, e sono rosse e tonde e grosse, e sono
+più care che le bianche; ancora v'ha molte
+pietre preziose, e non si potrebbe contare la
+ricchezza di questa isola.»</p>
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_88" id="Page_88">[Pg 88]</a></span></p>
+<p>La fama delle ricchezze del Giappone era
+giunta sino in China, ed aveva risvegliata la
+cupidigia di Kublai-Kan, che, verso il 1264,
+pochi anni prima della venuta di Marco Polo
+alla corte tartara, aveva tentato d'impadronirsi
+di quell'isola. La sua flotta, comandata
+da due baroni, approdò felicemente a Cipango,
+s'impadronì d'una cittadella, i cui difensori
+furono passati a fil di spada; ma una tempesta
+disperse le navi tartare, e la spedizione non
+ebbe risultato. I due baroni che avevano condotta
+quella sciagurata impresa vennero, d'ordine
+dell'imperatore, decapitati. Marco Polo
+racconta circostanziatamente questo tentativo,
+e cita varî particolari intorno ai costumi dei
+Giapponesi.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice il Veneziano, che quando alcuno
+di questa isola prende alcuno uomo, che
+non si possa ricomperare, convita suoi parenti
+e i suoi compagni, e fallo cuocere, e
+dàllo mangiare a costoro, e dicono ch'è la migliore
+carne che si mangi.»</p>
+
+<p>Secondo il Polo, all'epoca in cui egli visitò
+la China, i Giapponesi sarebbero stati antropofaghi,
+come lo sono ancora oggidì gl'indigeni
+di molte isole dell'oceano Pacifico.</p>
+
+<p>Intanto Marco Polo, suo zio Matteo e suo padre<span class="pagenum"><a name="Page_89" id="Page_89">[Pg 89]</a></span>
+Niccolò, trovavansi da ben diciassette anni
+al servizio dell'imperatore, senza contare gli
+anni spesi nel viaggio dall'Europa alla Cina.
+Avevano vivo desiderio di rivedere la patria;
+ma Kublai-Kan, che era loro affezionatissimo,
+e ne apprezzava i meriti, non sapeva risolversi
+a lasciarli partire. Tutto tentò egli per vincere
+la loro risoluzione, ed offerse loro immense
+ricchezze se acconsentivano a non più abbandonarlo.
+I tre Veneziani persistettero nel disegno
+di tornare in Europa, ma l'imperatore rifiutò
+loro assolutamente la licenza di partire.
+Marco Polo non sapeva come deludere la vigilanza
+dell'imperatore, quando un avvenimento
+mutò la determinazione di Kublai-Kan.</p>
+
+<p>Un principe mongollo, Arghum, che regnava
+in Persia, avea mandato un'ambasciata all'imperatore
+per chiedergli in matrimonio una principessa
+del sangue reale. Kublai-Kan accordò
+al principe Arghum la mano di sua figlia Cogatra,
+e la fece partire accompagnata d'un seguito
+numeroso.</p>
+
+<p>Ma le contrade che la scorta volle traversare
+per recarsi in Persia non erano sicure;<span class="pagenum"><a name="Page_90" id="Page_90">[Pg 90]</a></span>
+turbolenze, ribellioni, l'arrestarono ben presto,
+e la carovana dovè ritornare, dopo alcuni mesi,
+alla residenza di Kublai-Kan. Allora gli ambasciatori
+persiani, avendo sentito parlare di
+Marco Polo come d'un valente navigatore che
+aveva conoscenza del mare Indiano, supplicarono
+l'imperatore di confidare a lui la principessa
+Cogatra, affinchè la conducesse al suo
+fidanzato, traversando quei mari meno pericolosi
+del continente.</p>
+
+<p>Kublai-Kan cedè, non senza difficoltà, a quella
+domanda. Egli fece allestire una flotta di quattordici
+navi a quattro alberi, ed approvigionolla
+per un viaggio di due anni. Qualcuna di
+quelle navi contava persino duecentocinquanta
+uomini di equipaggio. Come si vede, era una
+spedizione importante, e degna dell'opulento
+sovrano dell'impero chinese.</p>
+
+<p>Matteo, Niccolò e Marco Polo s'imbarcarono
+colla principessa Cogatra e cogli ambasciatori
+persiani. Fu in quel tragitto, che durò non
+meno di diciotto mesi, che Marco Polo visitò
+le isole della Sonda e dell'India, di cui fa una
+descrizione tanto completa? Noi possiam fino
+ad un certo punto ammetterlo, sopratutto per<span class="pagenum"><a name="Page_91" id="Page_91">[Pg 91]</a></span>
+quanto riguarda Ceylan ed il litorale della penisola
+indiana. Lo seguiremo quindi durante la
+sua navigazione, e riferiremo le descrizioni
+ch'egli dà di quei paesi, fino allora imperfettamente
+conosciuti.</p>
+
+<p>Fu verso il 1291 o 1292 che la flotta comandata
+da Marco Polo lasciò il porto di Zaiton,
+ove il viaggiatore era giunto nel suo viaggio
+traverso le provincie meridionali della Cina.
+Da questo punto, egli si diresse direttamente
+verso la vasta contrada di Ciamba, nella quale
+tutti i commentatori s'accordano nel ravvisare
+Tsiampa o Bintuan, provincia della Cocincina
+meridionale.<a name="FNanchor_35_35" id="FNanchor_35_35"></a><a href="#Footnote_35_35" class="fnanchor">[35]</a> Il viaggiatore veneziano aveva
+già visitato quella provincia, probabilmente
+verso l'anno 1280, durante una missione di cui
+l'imperatore l'aveva incaricato.</p>
+
+<p>«Sappiate, dice il Polo, che quando l'uomo
+si parte del porto di Zaiton e navica verso
+ponente, e alcuna verso gorbi (<i>garbino</i>, ossia
+<i>libeccio</i>) milleduecento miglia, sì si trova una
+contrada c'ha nome Ciamba, ch'è molto ricca
+<span class="pagenum"><a name="Page_92" id="Page_92">[Pg 92]</a></span>terra e grande, e hanno re per loro; e sono
+idoli (<i>idolatri</i>); e fanno trebuto al Gran Cane
+ciascuno anno 20 leofanti, e non gli dànno
+altro, li più belli, che vi si possono trovare,
+che n'hanno assai. E questo fece conquistare
+il Gran Cane negli anni Domini 1278.»</p>
+
+<p>Allorchè Marco Polo percorse quel paese prima
+della conquista, il re che lo governava aveva
+non meno di trecentoventisei figliuoli, di cui
+centocinquanta atti a portare le armi. In quel
+regno non si usava maritare niuna bella pulzella
+senza il consenso del re, il quale poteva
+disporne a suo talento.</p>
+
+<p>Lasciando la penisola cambodgiana, la flotta
+si diresse verso l'isoletta di Condor; ma prima
+di descriverla, Marco Polo cita la grande isola
+di Giava, di cui Kublai-Kan non aveva mai
+potuto impadronirsi, «per lo pericolo del navicare
+e della via, sì è lunga.» Quest'isola possiede
+grandi ricchezze e produce in abbondanza
+pepe, noci moscate, garofano ed altre droghe
+preziose. Qualche commentatore ha creduto che
+sotto il nome di <i>Java</i> intendesse il Polo di
+parlare di Borneo, a cui gl'indigeni dànno
+infatti il nome di <i>Jana Java</i> (paese di Giava)<span class="pagenum"><a name="Page_93" id="Page_93">[Pg 93]</a></span>
+e <i>Nusa Java</i> (isola di Giava). E quì giova rammentare
+ai nostri lettori che il Polo non visitò
+questi luoghi, ma ne parla «per quello che
+seppe dalla bocca di uomini degni di fede»
+secondo le stesse sue parole. Dopo aver fatto
+sosta alle isole di Sodur e Codur, che sono, a
+quanto sembra, le isole di Pulo Condor nel mare
+della China, ove vide oro in abbondanza, Marco
+Polo giunse all'isola di Petam, che si crede sia
+l'isola di Buitang, posta vicino all'entrata orientale
+dello stretto di Malacca, e presso l'isola
+di Sumatra, ch'egli chiama la Piccola-Giava.</p>
+
+<p>«Quest'isola, egli dice, è tanto verso mezzodì
+che la tramontana (<i>l'Orsa</i>) non si vede nè
+poco nè assai. Sappiate che in su quest'isola
+hae otto re coronati, e sono tutti idolatri, e
+ciascuno di questi reami ha lingua per sè.
+Quì ha grande abbondanza di tesoro e di tutte
+care ispezierie.» Sumatra è infatti una delle
+più fertili isole del gruppo, ove l'aloè vi cresce
+meravigliosamente: vi si trovano elefanti selvatici
+e rinoceronti, che Marco Polo chiama
+<i>unicorni</i>, e scimmie che vanno a frotte numerose.
+La flotta fu trattenuta cinque mesi
+presso quella costa, in causa del cattivo tempo,<span class="pagenum"><a name="Page_94" id="Page_94">[Pg 94]</a></span>
+ed il viaggiatore ne approfittò per visitare le
+principali provincie dell'isola, come Ferbet
+(Tandjong Perlak), i cui abitanti delle montagne
+sono feroci ed antropofaghi; Basma, che secondo
+alcuni sarebbe Pasem o Pasé dei moderni: secondo
+altri, Pasaumak, nell'interno del Palembang;
+Samarcha, che secondo l'opinione
+del Murray corrisponderebbe all'odierno porto
+di Samangca, i cui abitanti, dice il Veneziano,
+«hanno alberi, che tagliano gli rami e quelli
+gocciola, e quella acqua che ne cade è vino;
+ed empiesene tra dì e notte un gran coppo
+che sta appiccato al troncone, ed è molto
+buono.» È questo il tanto rinomato liquore
+della palma, che fornisce un vino che in poche
+ore fermenta e diviene inebbriante. Anche le
+noci di cocco sono quivi abbondantissime. Marco
+Polo visitò inoltre i reami di Dragouayu (probabilmente
+l'Ayer Aje dei moderni) i cui abitanti
+sono antropofaghi; di Lambri (Nalabu,
+sulla costa occidentale dell'isola) ove sono moltissimi
+uomini colla coda (scimmie senza dubbio),
+e Fransur, cioè l'isola di Pauchor, ove
+cresce il <i>cicade</i>, da cui si trae una farina buona
+per pane, che noi chiamiamo <i>sagù</i>. Finalmente<span class="pagenum"><a name="Page_95" id="Page_95">[Pg 95]</a></span>
+i venti permisero alle navi di lasciare la Piccola
+Giava; dopo aver toccato l'isola di Necaran,
+che dev'essere una delle Nicobari, ed il
+gruppo delle Andaman, i cui abitanti sono ancora
+antropofaghi, come ai tempi di Marco Polo,
+la flotta, presa la direzione del sud-ovest, andò
+a prender terra alle coste di Ceylan. «Quest'isola,
+dice la relazione, anticamente fu via
+maggiore, che girava 4600 miglia; ma il vento
+alla tramontana vien sì forte, che una gran
+parte ne ha fatta andare sott'acqua.» Questa
+tradizione sussiste ancora fra gli abitanti di
+Ceylan. «E sappiate, continua il Polo, che in
+questa isola nascono i buoni e nobili rubini,
+e non nascono in niuno luogo del mondo piue,
+e quì nascono zaffiri e topazi e amatisti, e
+alcune altre pietre preziose. E si vi dico che
+il re di quest'isola, che si chiama Sedemay,
+hae il piue bello rubino del mondo, e che mai
+fosse veduto; e dirovvi com'è fatto. È lungo
+presso che un palmo, ed è grosso bene altrettanto,
+come sia un braccio di uomo, egli è
+piue ispredente (<i>splendente</i>) cosa del mondo,
+egli non ha niuna tacca, egli è vermiglio
+come fuoco, ed è di sì gran valuta che non<span class="pagenum"><a name="Page_96" id="Page_96">[Pg 96]</a></span>
+si potrebbe comperare. E il Gran Cane mandò
+per questo rubino, e gliene voleva dare la
+valuta d'una buona città, ed egli disse che
+nol darebbe per cosa del mondo, però ch'egli
+fue degli suoi antichi.»</p>
+
+<p>A sessanta miglia all'ovest di Ceylan, i naviganti
+trovarono la gran provincia di Maabar,
+che non bisogna confondere col Malabar, posto
+sulla costa occidentale della penisola indiana,
+come erroneamente è scritto nel codice Ramusiano.
+Questo Maabar forma il sud della costa
+di Coromandel, molto stimata per le sue peschiere
+di perle. Ivi sono certi incantatori che
+rendono i mostri marini innocui ai pescatori,
+specie d'astrologhi la cui razza si perpetuò fino
+ai tempi moderni. Qui Marco Polo dà interessanti
+particolari sui costumi degli indigeni;
+sulla morte dei re del paese, in onore dei quali
+i signori si gettano nel fuoco; sui suicidî religiosi,
+che sono frequenti; sul sacrificio delle
+vedove, che il rogo reclama dopo la morte dei
+mariti; sulle abluzioni biquotidiane, di cui la
+religione fa un dovere; sull'attitudine di quegli
+indigeni a diventare buoni fisonomisti; sulla
+loro fiducia nelle arti degli astrologhi ed indovini.</p>
+
+<p>Dopo di aver soggiornato qualche tempo sulla<span class="pagenum"><a name="Page_97" id="Page_97">[Pg 97]</a></span>
+costa del Coromandel, Marco Polo si diresse al
+nord sino al reame di Muftili, che corrisponde
+al territorio su cui giace la moderna città di
+Masulipatam, che formò parte una volta del regno
+di Telingana, di cui era capitale Golconda,
+famosa per le sue miniere di diamante.</p>
+
+<p>«Questo regno, dice il Polo, è ad una reina
+molto savia, che rimase vedova bene quarant'anni,
+e voleva sì gran bene al suo signore,
+che giammai non volle prendere altro marito;
+e costei hae tenuto questo regno in
+grande istato, ed era più amata che mai fosse
+o re o reina. Ora in questo reame si truova
+diamanti; e dirovvi come. Questo reame hae
+grandi montagne, e quando piove, l'acqua
+viene rovinando giuso per queste montagne;
+e gli uomeni vanno cercando per la via ove
+l'acqua è ita, e trovane assai di diamanti;
+e la state che non vi piove si se ne trova su
+per quelle montagne; ma e' v'ha sì grande
+caldo che a pena vi si puote sofferire. E su
+per le montagne ha tanti serpenti e sì grandi,
+che gli uomeni vivono a grande dottanza (<i>timore</i>),
+e sono molto velenosi, e non sono arditi<span class="pagenum"><a name="Page_98" id="Page_98">[Pg 98]</a></span>
+d'andare presso alle loro caverne di
+quelli serpenti. Ancora gli uomeni hanno gli
+diamanti per un altro modo, ch'egli hanno
+sì grandi fossati e sì profondi, che veruno vi
+puote andare; ed egli vi gettano entro pezzi
+di carne, e gittanla in questi fossati di che
+la carne cade in su questi diamanti, e ficcansi
+nella carne. E in su queste montagne
+istanno aguglie (<i>aquile</i>) bianche che stanno
+tra questi serpenti: quando l'aguglie sentono
+questa carne in questi fossati, elle si vanno
+colà giuso, e reconla in sulla riva di questi
+fossati, e questi vanno incontro all'aguglie,
+e l'aguglie fuggono, e gli uomeni truovano
+in questa carne questi diamanti; ed ancora
+ne truovano, che queste aguglie sì ne beccano
+di questi diamanti colla carne insieme,
+e gli uomeni vanno la mattina al nidio dell'aguglia,
+e trovano coll'uscita (<i>escrementi</i>)
+loro di questi diamanti. So che così si truovano
+i diamanti per questi modi, nè in luogo
+del mondo non se ne truova di questi diamanti
+se non in questo reame. E non crediate
+che gli buoni diamanti si rechino di qua tra
+gli cristiani; anzi si portano al Gran Cane,<span class="pagenum"><a name="Page_99" id="Page_99">[Pg 99]</a></span>
+ed agli altri re e baroni di quelle contrade
+che hanno lo gran tesoro.»</p>
+
+<p>Dopo aver visitato la piccola città di San Tomaso,
+situata ad alcune miglia al sud di Madras,
+e ch'è l'odierna Mailapur (città dei pavoni)
+degli Indiani, San Tomé degli Europei,
+Beita-Tuma o tempio di S. Tomaso degli antichi
+viaggiatori arabi, nella quale riposa il corpo di
+S. Tomaso apostolo, Marco Polo esplorò il regno
+di Masbar, e più particolarmente la provincia
+di Lar, da cui sono originari tutti i «Bregomani»
+del mondo (probabilmente i Bramani).
+Quegli uomini, secondo la relazione, vivono
+vecchissimi grazie alla loro sobrietà ed astinenza;
+alcuni dei loro monaci giungono ai cencinquanta
+o dugento anni, non mangiando che
+riso e latte, e bevendo un miscuglio di zolfo
+ed argento vivo. I Bregomani sono destri mercanti,
+superstiziosi però, ma lealissimi; non
+rubano, non uccidono essere vivente, ed adorano
+il bue, che tengono in conto d'animale
+sacro. «Si conoscono, dice il Polo, per un filo
+di bambagia ch'egli portano sotto la spalla
+diritta, sì che gli viene il filo a traverso il
+petto e le ispalle.»</p>
+
+<p>Da quel punto della costa la flotta ritornò a<span class="pagenum"><a name="Page_100" id="Page_100">[Pg 100]</a></span>
+Ceylan, ove nel 1284 Kublai-Kan aveva spedito
+un'ambasceria, che gli riportò le credute
+reliquie d'Adamo, e fra le altre cose i suoi due
+denti mascellari; giacchè, stando alle tradizioni
+dei Saracini, la tomba del nostro primo padre
+sarebbe posta sulla vetta della montagna dirupata
+che forma il punto più culminante dell'isola,
+e che chiamasi appunto per ciò il Picco
+di Adamo. Dopo aver perduto di vista Ceylan,
+Marco Polo andò a Cail, porto che pare sia
+scomparso dalle carte moderne, dove approdavano
+allora tutte le navi che venivano da Hormuz
+Kis, Aden e dalle coste dell'Arabia. Di là, girando
+il capo Comorino, all'estremità della
+penisola, giunsero i navigatori in vista di Culam,
+che al secolo XIII era una città molto
+commerciale, ed ove, dice il Polo, «gli abitanti
+sono tutti neri, maschi e femmine, e
+vanno tutti ignudi.» Ivi si raccoglie particolarmente
+il legno di sandalo, ed i mercanti
+del Levante e del Ponente vi accorrono a negoziare
+in gran numero. Il paese del Malabar
+è feracissimo di riso; ha leopardi, che Marco
+Polo chiama «leoni tutti neri», pappagalli di<span class="pagenum"><a name="Page_101" id="Page_101">[Pg 101]</a></span>
+varie specie, e pavoni assai più belli e più
+grossi dei loro congeneri d'Europa.</p>
+
+<p>La flotta, lasciato Coilum, seguì verso il nord
+la costa del Malabar, e giunse sulle sponde del
+reame di Ely, che sembra corrispondere a Mangalore,
+nell'antico regno di Samorin. «Qui, dice
+il Veneziano, nasce pepe, giengiavo (<i>ginepro</i>)
+e molte altre ispezierie.»</p>
+
+<p>Al nord di quel regno stendevasi quella contrada
+che il viaggiatore veneziano chiama Melibar,
+e che è situata al nord del Malabar propriamente
+detto. Le navi dei negozianti del
+Mangi venivano spesso a trafficare cogli indigeni
+di questa parte dell'India, che loro fornivano
+carichi di droghe eccellenti, bugrani preziosi
+ed altre mercanzie di gran valore; ma i
+loro vascelli erano troppo sovente saccheggiati
+dai pirati della costa, che avevano fama di
+terribili uomini di mare. Quei pirati abitavano
+più particolarmente la penisola di Gohurat,
+oggi Gudgiarate, verso la quale la flottiglia si
+diresse dopo aver veduto Tanat, contrada ove
+si raccoglie l'incenso bruno, Kambaget, città
+che fa gran traffico di cuoio. Visitato che ebbero
+Sumenat, città della penisola, i cui abitanti<span class="pagenum"><a name="Page_102" id="Page_102">[Pg 102]</a></span>
+sono idolatri, crudeli e feroci, e poi Kesmacoram,
+probabilmente l'attuale Kedge, ultima
+città delle Indie tra occidente e settentrione,
+Marco Polo, in luogo di risalire verso la Persia,
+ove l'attendeva il fidanzato della principessa
+tartara, s'inoltrò verso occidente, traverso
+il vasto mare d'Oman.</p>
+
+<p>La sua insaziabile passione d'esploratore lo
+trascinò così per cinquecento miglia sino alle
+rive dell'Arabia, ove gettò l'áncora alle isole
+Maschio e Femmina, così chiamate perchè una
+è unicamente abitata da uomini, l'altra da
+donne, che vengono visitate da quelli durante
+i mesi di marzo, aprile e maggio. «Questi uomini,
+dice il nostro esploratore, sono cristiani
+battezzati e non hanno signore, salvo che
+hanno un vescovo ch'è sotto l'arcivescovo di
+Scara.» Lasciate quelle isolette, la flotta fece
+vela a mezzodì verso l'isola di Scara, ch'è veramente
+Socotora, l'antica <i>Dioscorides Insula</i>
+dei Greci, ch'è posta all'ingresso del golfo d'Aden,
+e di cui Marco Polo riconobbe diverse parti.
+Egli parla degli abitanti di Socotora come di
+abili incantatori, che con le loro arti ottengono
+quanto vogliono e comandano agli uragani ed<span class="pagenum"><a name="Page_103" id="Page_103">[Pg 103]</a></span>
+alle tempeste. Poi, discendendo ancora di miglio
+in miglio verso il sud, spinse la sua flotta
+sino alle coste del Madagascar.</p>
+
+<p>Agli occhi del nostro viaggiatore, Madagascar
+è una delle più grandi e più nobili isole
+del mondo, d'un circuito di ben quattromila
+miglia. Gli abitanti sono per la maggior parte
+maomettani, e vivono sotto la signoria di dodici
+governatori. Sono molto dediti al commercio,
+e particolarmente al traffico dei denti
+di elefanti e dell'ambra. Si nutrono specialmente
+di carne di cammello, che è migliore e
+più sana di qualsiasi altra. I negozianti che
+vengono dalle coste dell'India non impiegano
+più di venti giorni a traversare il mar d'Oman;
+ma nel ritorno ci spendono non meno di tre
+mesi, in causa delle correnti contrarie che tendono
+sempre a respingerli verso il sud. Nondimeno,
+frequentano quell'isola perchè fornisce
+loro il legno di sandalo, di cui sonvi intere foreste,
+e l'ambra, ch'essi scambiano con drappi
+d'oro e di seta, con grande guadagno e profitto.
+Secondo Marco Polo, non mancano in quel
+reame le fiere e la cacciagione: leopardi, leoni,
+orsi, cervi, cinghiali, giraffe, asini selvaggi,<span class="pagenum"><a name="Page_104" id="Page_104">[Pg 104]</a></span>
+caprioli, daini, bestie da pascolo vi si incontrano
+a mandre numerose; ma ciò che gli parve
+meraviglioso fu l'uccello grifone, ossia il <i>roc</i>,
+di cui si parla tanto nelle <i>Mille ed una notte</i>.
+«Questi uccelli, dic'egli, non sono fatti com'e'
+si dice di qua, cioè mezzo uccello e mezzo lione,
+ma sono fatti come aguglie (<i>aquile</i>) e sono
+capaci di sollevare un elefante negli artigli.»
+Quest'uccello meraviglioso è probabilmente l'<i>epyornis
+maximus</i>, di cui si trovano ancora delle
+uova al Madagascar.</p>
+
+<p>Da quell'isola Marco Polo, risalendo verso il
+nord-ovest, venne a riconoscere Zanzibar e la
+costa africana, ch'egli prese per un'isola. Gli
+abitanti gli sembrarono smisuratamente robusti
+e capaci di portare il carico di quattro uomini,
+«e questo non è maraviglia, chè mangia l'uno
+bene per cinque persone.» Quegli indigeni erano
+negri e camminavano nudi; avevano la bocca
+grande, il naso «rabbuffato in suso,» le labbra
+e gli occhi grossi; descrizione esattissima, che
+s'adatta ancora ai naturali di quella parte dell'Africa.
+Quegli Africani vivono di riso, latte,
+carne e datteri, e fabbricano il vino con riso,
+zuccaro e droghe. Sono valenti guerrieri, nè<span class="pagenum"><a name="Page_105" id="Page_105">[Pg 105]</a></span>
+temono la morte; combattono sopra cammelli
+o elefanti, armati di scudi di cuojo, di spade e
+di lancie, ed eccitano le loro cavalcature inebbriandole
+di bevande spiritose. «Qui, soggiunge
+il nostro viaggiatore, si hanno le più sozze
+femmine del mondo, ch'elle hanno la bocca
+grande, e il naso grosso e corto, e le mani
+grosse quattro cotanti che l'altre.»</p>
+
+<p>Ai tempi di Marco Polo, secondo l'osservazione
+del Charton, i paesi compresi sotto la
+denominazione d'India si dividevano in tre
+parti: l'India Maggiore, cioè l'Indostan e tutto
+il paese posto fra il Gange e l'Indo; l'India
+Minore, cioè la contrada al di là del Gange,
+dalla costa occidentale della penisola fino alla
+costa della Cocincina; finalmente l'India Media,
+cioè l'Abissinia e le rive arabe fino al
+golfo Persico.</p>
+
+<p>Lasciando Zanzibar, Marco Polo si diresse
+verso quest'India Media, ch'egli chiama Nabasce
+(<i>Abissinia</i>), risalendo verso il nord ed esplorando
+il litorale di quel paese fertilissimo. «Nabasce,
+dice il nostro viaggiatore, è una grandissima
+provincia; e sappiate che 'l maggiore
+re di questa provincia si è cristiano, e tutti<span class="pagenum"><a name="Page_106" id="Page_106">[Pg 106]</a></span>
+gli altri re della provincia sono sottoposti a lui,
+i quali sono sei re, tre cristiani e tre saracini. Il
+re maggiore dimora nel mezzo della provincia,
+e i saracini dimorano verso Edenti (<i>Aden</i>),
+nella quale contrada messer San Tomaso convertì
+molta gente, poscia se ne partío, e andonne
+a Nabar, colà dove fu morto.» Parlando
+della vita degli abitanti e della fauna del paese,
+dice che «la vita loro si è riso e carne, e hanno
+leonfanti, e non ch'egli vi naschino, ma vengono
+d'altri paesi. Nasconvi molte giraffe e
+molte altre bestie, e hanno molte bellissime
+galline, e sì hanno istruzzoli (<i>struzzi</i>) grandi
+come asini, o poco meno; e sì hanno molte
+altre cose, ch'a volerle tutte contare sarebbe
+troppo lunga mena. Cacciagioni e uccellagioni
+si hanno assai, e si hanno pappagalli bellissimi
+e di più fatte, e si hanno gatti mamoni
+e iscimmie assai.»</p>
+
+<p>Lasciato il litorale dell'Abissinia, la flotta
+toccò Edenti, la moderna Aden, vicino all'imboccatura
+del Mar Rosso. Aden era a quel tempo
+una città importantissima pel traffico dell'Oriente,
+e nel suo porto convenivano tutti i navigli
+che commerciavano coll'India e colla China.<span class="pagenum"><a name="Page_107" id="Page_107">[Pg 107]</a></span>
+La flotta visitò quindi Icier (la moderna Schehr
+nell'Hadzamauth, sulla costa meridionale dell'Arabia),
+«grande città, dice il Veneziano, la
+quale è sotto il soldano d'Edenti ed ha un
+porto eccellente, al quale càpitano molte navi,
+le quali vengono dall'India con molta mercatanzia;»
+Dufar (Dafur, sulla costa arabica
+meridionale), che produce un incenso di prima
+qualità; Chalatu (Kalhat, sulla costa arabica
+orientale), «città posta sulla bocca del golfo di
+Chalatu, sì che veruna nave vi può passare
+nè usare senza la volontà di questa città;»
+e per ultimo Curmaso (Hormuz), che Marco Polo
+aveva già visitata, quando da Venezia si recò
+alla corte del re tartaro.</p>
+
+<p>È a quel porto del golfo Persico che terminò
+la traversata della flotta allestita dall'imperatore
+mongollo. La principessa era finalmente
+giunta ai confini della Persia, dopo una navigazione
+che aveva durato non meno di diciotto
+mesi. Ma nel frattempo il principe Arghum, suo
+fidanzato, era morto, ed il regno era straziato
+dalla guerra civile. La principessa fu dunque
+consegnata al figlio d'Arghum, il principe Ghazan,
+che salì al trono nel 1295, dopo che l'usurpatore,<span class="pagenum"><a name="Page_108" id="Page_108">[Pg 108]</a></span>
+fratello d'Arghum, fu strangolato.
+Non si sa che avvenisse della principessa; ma
+prima di separarsi da Marco, Matteo e Niccolò
+Polo, ella lasciò loro segni dell'alto favore in
+cui li teneva.</p>
+
+<p>Fu probabilmente durante il suo soggiorno
+in Persia che Marco Polo raccolse documenti
+interessanti sulla Gran Turchia; sono documenti
+staccati ch'egli dà al termine della sua
+relazione, vera storia dei kan mongolli della
+Persia. Ma i suoi viaggi d'esplorazione erano
+terminati. Preso commiato dalla principessa
+tartara, i tre Veneziani, bene scortati, presero
+la via di terra per tornare in patria. Si recarono
+a Trebisonda e Costantinopoli, da Costantinopoli
+a Negroponte, ed ivi s'imbarcarono
+per Venezia.</p>
+
+<p>Fu nel 1295, ventiquattro anni dopo esserne
+partito, che Marco Polo rientrò nella sua città
+natale. I tre viaggiatori, abbronzati dal sole,
+vestiti grossolanamente di stoffe tartare, avendo
+conservato nei loro modi e nel linguaggio le
+abitudini mongolle, disavvezzi al dialetto veneto,
+non furono neppure riconosciuti dai loro
+più prossimi parenti. Inoltre, da gran tempo era<span class="pagenum"><a name="Page_109" id="Page_109">[Pg 109]</a></span>
+corsa voce della loro morte, e non si sperava
+più di rivederli. Si recarono alla loro casa nel
+quartiere di San Giovanni Grisostomo, e la trovarono
+occupata da varî individui della famiglia
+Polo. Questi accolsero i viaggiatori con diffidenza,
+giustificata certo dalla loro deplorabile
+apparenza, e prestarono poca fede al racconto,
+alquanto straordinario infatti, che fece loro
+Marco Polo. Tuttavia, dietro le loro istanze, li
+ammisero in quella casa, di cui erano veramente
+i legittimi possessori. Alcuni giorni dopo, Niccolò,
+Matteo e Marco, volendo distruggere il
+più piccolo dubbio circa la loro identità, diedero
+a tutti i loro parenti uno splendido convito.
+E quì lasceremo la parola al Veneziano
+Ramusio, che dice d'averlo saputo per tradizione:</p>
+
+<p>«.....Invitati molti suoi parenti ad un convito,
+il quale volsero che fosse preparato onoratissimo
+con molta magnificenza, nella detta
+sua casa, e venuta l'ora del sedere a tavola,
+uscirono fuori di camera tutti tre vestiti di raso
+cremosino in vesti lunghe fino in terra, come
+solevano, standosi in casa, usare in quei tempi,
+e data l'acqua alle mani e fatto seder gli altri,<span class="pagenum"><a name="Page_110" id="Page_110">[Pg 110]</a></span>
+spogliatesi le dette vesti, se ne misero altre di
+damasco cremosino, e le prime di suo ordine
+furono tagliate in pezzi e divise fra li servitori.
+Da poi mangiate alcune vivande, tornarono di
+nuovo a vestirsi di velluto cremosino, e posti
+di nuovo a tavola, le vesti seconde furono divise
+fra li servitori, ed in fine del convito il
+simil fecero di quelle di velluto, avendosi poi
+rivestiti nell'abito de' panni consueti che usavano
+tutti gli altri.</p>
+
+<p>«Questa cosa fece maravigliare, anzi restar
+come attoniti tutti gl'invitati; ma tolti via li
+mantelli, e fatti andar fuori della sala tutti i
+servitori, Messer Marco, come il più giovane, levatosi
+dalla tavola, andò in una delle camere, e
+portò fuori le tre vesti di panno grosso consumate,
+con le quali erano venuti a casa, e
+quivi con alcuni coltelli taglienti cominciarono
+a discucir alcuni orli e cuciture doppie, e cavar
+fuori gioje preziosissime in gran quantità, cioè
+rubini, zafiri, carboni, diamanti e smeraldi, che
+in cadauna di dette vesti erano stati cuciti con
+molto artificio, ed in maniera ch'alcuno non si
+averia potuto imaginare che ivi fussero state.
+Perchè al partir del Gran Kan tutte le ricchezze<span class="pagenum"><a name="Page_111" id="Page_111">[Pg 111]</a></span>
+ch'egli aveva loro donate cambiarono in
+tanti rubini, smeraldi ed altre gioje, sapendo
+certo che s'altrimente avessero fatto per sì
+lungo, difficile ed estremo cammino, non saria
+mai stato possibile che seco avessero potuto
+portare tanto oro.</p>
+
+<p>«Or questa dimostrazione di così grande ed
+infinito tesoro di gioje e pietre preziose che
+furono poste sopra la tavola riempiè di nuovo
+gli astanti di così fatta maraviglia, che restarono
+come stupidi e fuori di sè stessi, e conobbero
+veramente ch'erano quegli onorati e valorosi
+gentil'uomini da Ca' Polo di che prima
+dubitavano, e fecero loro grandissimo onore e
+riverenzia.</p>
+
+<p>«Divulgata che fu questa cosa per Venezia,
+subito tutta la città, sì de' nobili che de' populari,
+corse a casa loro ad abbracciargli e fare
+tutte quelle maggiori carezze e dimostrazioni
+d'amorevolezza e riverenzia che si potessero
+immaginare; e Messer Maffio, ch'era il più vecchio,
+onorarono d'un magistrato che nella città
+in que' tempi era di molta autorità; e tutta la
+gioventù ogni giorno andava continuamente a
+visitare e trattare M. Marco, ch'era umanissimo<span class="pagenum"><a name="Page_112" id="Page_112">[Pg 112]</a></span>
+e graziosissimo, e gli domandavano delle cose
+del Cataio e del Kan; il quale rispondeva con
+tanta benignità e cortesia che tutti gli restavano
+in un certo modo obligati. E perchè nel
+continuo raccontare ch'egli faceva più e più
+volte della grandezza del Gran Kan, dicendo
+l'entrate di quello essere da 10 in 15 milioni
+d'oro; e così di molt'altre ricchezze di quelli
+paesi riferiva tutte a milioni, lo cognominarono
+Messer Marco Milioni, che così ancora ne' libri
+pubblici di questa repubblica, dove si fa menzion
+di lui, ho veduto notato; e la corte della sua
+casa a San Giovan Grisostomo, da quel tempo
+in qua, è ancora volgarmente chiamata la Corte
+dei Milioni.»</p>
+
+<p>E per questo, anche il libro de' suoi viaggi
+ebbe l'appellativo di <i>Milione</i>, <i>Liber Milionis</i>,
+come leggesi nel Codice Ambrosiano.</p>
+
+<p>Un uomo celebre come Marco Polo non poteva
+certamente sfuggire agli onori civili; ed infatti
+si vide chiamato alle prime magistrature di
+Venezia.</p>
+
+<p>Fu verso quell'epoca, nel 1296, che scoppiò
+una guerra tra Venezia e Genova. Una flotta
+genovese, comandata da Lampa Doria, solcava<span class="pagenum"><a name="Page_113" id="Page_113">[Pg 113]</a></span>
+l'Adriatico, minacciando il litorale. L'ammiraglio
+veneziano, Andrea Dandolo, armò tosto
+una flotta superiore in numero alla genovese,
+ed affidò il comando d'una galera a Marco Polo,
+che, a ragione, era in fama di valentissimo
+navigatore.</p>
+
+<p>Tuttavia, in quella battaglia navale dell'8
+settembre 1296, i Veneziani furono battuti, e
+Marco Polo, gravemente ferito, cadde in potere
+dei Genovesi. I vincitori, conoscendo ed apprezzando
+il valore del loro prigioniero, lo
+trattarono con molti riguardi. Fu condotto a
+Genova, ove le primarie famiglie, avide di
+ascoltare la sua storia, gli fecero le più graziose
+accoglienze. Ma se gli altri non si stancavano
+d'ascoltarlo, Marco Polo alla perfine si
+stancò di raccontare, ed avendo fatto nel 1298,
+durante la sua cattività, la conoscenza del Pisano
+Rusticano, gli dettò il racconto de' suoi
+viaggi.</p>
+
+<p>Restituitosi a Venezia, dopo la pace del 1299,
+Marco Polo prese in moglie una Donata, e n'ebbe
+tre figliuole: Fantina, Bellela e Moretta. Suo
+padre Niccolò morì nel 1300, e fu da lui fatto
+seppellire nell'angiporto della chiesa di S. Lorenzo.<span class="pagenum"><a name="Page_114" id="Page_114">[Pg 114]</a></span>
+Nell'anno 1323, a lui settantaduesimo,
+Marco fece il suo testamento; e sebbene resti
+ignoto (dice il Ramusio) l'anno della morte,
+può congetturarsi che non fosse di molto posteriore.
+Fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo.</p>
+
+<p>Tale fu la vita del celebre viaggiatore, le
+cui relazioni ebbero molta influenza sul progresso
+delle scienze geografiche; e dovevano
+un secolo dopo schiudere a Colombo la via al
+Nuovo Mondo. Egli possedeva in sommo grado
+il genio d'osservazione; sapeva vedere, come
+sapeva narrare; e le scoperte, le esplorazioni
+posteriori, non fecero che confermare la veracità
+del suo racconto. Sino alla metà del secolo
+XVIII i documenti tratti dalla relazione
+di Marco Polo servirono di base agli studî
+geografici, come alle spedizioni commerciali
+fatte nella Cina, nell'India e nel centro dell'Asia.</p>
+
+<hr class="tb" />
+
+<p>La famiglia Polo si estinse nel 1418 in Marco
+Polo, castellano a Verona, essendo rimasta
+erede di tutta la sostanza Polo, Maria vedova<span class="pagenum"><a name="Page_115" id="Page_115">[Pg 115]</a></span>
+di Zuanne Bon e rimaritata nel 1424 in Azzo
+Trevisan; dalla quale discendenza nacque Marcantonio
+Trevisan.</p>
+
+<p>Nel secolo XVII una famiglia patrizia onorò
+la memoria dell'illustre viaggiatore con una
+statua di pietra d'Istria di poco maggiore del
+naturale, che oggi si vede nell'atrio del palazzo
+Morosini a Santo Stefano. Più tardi, la modesta
+carità dell'abate Zenier segnò d'una lapide
+la casa abitata dall'immortale viaggiatore, di
+fianco alla chiesa di San Grisostomo. Nella corte
+attigua si vede ancora una porta, il cui arco,
+di forma decisamente orientale, è adorno di
+leggiadre sculture, ed una parte dell'antica
+cornice non meno ornata ed elegante. La corte
+portò, fino all'epoca del Ramusio, lo storico
+nome di «<i>Corte del Milione</i>.»</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_116" id="Page_116">[Pg 116]</a><br /><a name="Page_117" id="Page_117">[Pg 117]</a></span></p>
+
+<h2><a name="APPENDICE" id="APPENDICE">APPENDICE</a></h2>
+
+<blockquote><p class="center pn"><i>Togliamo dall'edizione Le-Monnier del Codice
+Magliabeccano alcuni documenti interessanti
+risguardanti la storia della Gran Turchia,
+che, come già abbiamo detto a pag. 110, vennero
+raccolti da Marco Polo durante il suo
+soggiorno in Persia.</i></p></blockquote>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="I" id="I">I.</a><br />
+Della Gran Turchia.</h3>
+
+<p class="pn">Turchia si ha un re c'ha nome Chaidu, lo
+quale è nipote del Gran Cane, che fu figliolo
+d'uno suo fratello cugino. Questi sono tarteri,
+valentri uomeni d'arme, perchè sempre istanno
+in guerra e in brighe. Questa Gran Turchia è
+verso maestro. Quando l'uomo si parte da Curmaso,<span class="pagenumr"><a name="Page_118" id="Page_118">[Pg 118]</a></span>
+e passa per lo fiume di Geon, e dura di
+verso tramontana insino alle terre del Gran
+Cane, sappiate ch'e' truova Chaidu. E tra questo
+Chaidu e lo Gran Cane sì ha grandissima
+guerra, perchè Chaidu vorebbe conquistare parte
+delle terre del Chattai e de' Magi; ma il Gran
+Cane vuole che lo seguiti, sì come fanno gli
+altri che tengono terra da lui: questi nol vuol
+fare, perchè non si fida, e perciò sono istate
+tra loro molte battaglie. E si fa questo re Chaidu
+bene <span class="smcap">C</span> mila cavalieri; e più volte hae isconfitto
+i baroni e i cavalieri del Gran Cane, perciò
+che questo re Chaidu è molto prode dell'arme,
+egli, e sua gente. Or sappiate, che questo
+re Chaidu avea una sua figliuola, la quale
+era chiamata in tartaresco Aigiarne, cioè viene
+a dire in latino, lucente luna. Questa donzella
+era sì forte, che non si trovava persona che
+vincere la potesse di veruna prova; lo re suo
+padre si la volle maritare: quella disse, che
+mai non si mariterebbe s'ella non trovasse un
+gentile uomo che la vincesse di forza o d'altra
+pruova. Lo re si le avea largito ch'ella si potesse
+maritare a sua volontà. Quando la donzella
+ebbe questo dal re, si ne fu molto allegra;<span class="pagenumr"><a name="Page_119" id="Page_119">[Pg 119]</a></span>
+e allora mandò per tutte le contrade, che,
+se alcuno gentile uomo fosse, che si volesse
+provare colla figliuola del re Caidu, si andasse
+a sua corte, sappiendo, che qual fosse quegli
+che la vincesse, ella il torrebbe per suo marito.
+Quando la novella fu saputa per ogni parte
+eccoti venire molti gentili uomeni alla corte
+del re; or fu ordinata la pruova in questo
+modo. Nella mastra sala del palagio si era lo
+re e la reina con molti cavalieri e con molte
+donne e donzelle: ed ecco venire la donzella
+tutta sola, vestita d'una cotta di zendado molta
+acconcia. La donzella era molto bella e ben
+fatta di tutte bellezze. Or conveniva che si levasse
+il donzello, che si voleva provare con
+lei, a questi patti com'io vi dirò: che se 'l
+donzello vincesse la donzella, ella lo dovea
+prendere per suo marito, ed egli dovea avere
+lei per sua moglie; e se cosa fosse che la donzella
+vincesse l'uomo, si conveniva che l'uomo
+desse a lei <span class="smcap">C</span> cavalli; e in questo modo avea
+la donzella guadagnati bene <span class="smcap">X</span> mila cavagli. E
+sappiate che questo non era maraviglia, che
+questa donzella era sì ben fatta e sì informata,
+ch'ella pareva pure una gigantessa. Eravi venuto<span class="pagenumr"><a name="Page_120" id="Page_120">[Pg 120]</a></span>
+un donzello, lo quale era figliuolo del re
+di Pumar per provarsi con questa donzella; e
+menò seco molta bella e nobile compagnia,
+e si menò <span class="smcap">M</span> cavagli per mettere alla pruova:
+ma 'l cuore li stava molto franco di vincere,
+di ciò gli pareva essere troppo bene sicuro: e
+questo fu nel <span class="smcap">MCCLXXX</span> anni. Quando il re Caidu
+vidde venire questo donzello, sì ne fu molto
+allegro, e molto disiderava nel suo cuore che
+questo donzello la vincesse, perciò ch'egli era
+bel giovane e figliuolo di un gran re: e allora
+si fece pregare la figliuola che si lasciasse vincere
+a costui; ed ella sì rispuose: sappiate,
+padre, che per veruna cosa del mondo non farei
+altro che diritto e ragione. Or eccoti la
+donzella entrata nella sala alla pruova, tutta
+la gente che stava a vedere, pregavano che
+desse a perdere alla donzella, acciò che così
+bella coppia fossero accompagnati insieme. E
+sappiate che questo donzello era forte e prode,
+e non trovava uomo che 'l vincesse, nè che si
+potesse con lui in ogni pruova. Or vennono insieme
+il donzello e la donzella alle prese, e furonsi
+presi insieme alle braccia, e feciono una
+molto bella incominciata, ma poco durò, che<span class="pagenumr"><a name="Page_121" id="Page_121">[Pg 121]</a></span>
+convenne pure che il donzello perdesse la prova.
+Allora si levò in sulla sala il maggior duolo
+del mondo, perchè il donzello avea così perduto,
+ch'era uno de' piue belli uomeni che vi
+fosse ancora venuto, o che mai fosse veduto;
+e allotta ebbe la donzella questi <span class="smcap">M</span> cavalli, e 'l
+donzello si partío, ed andossene in sua contrada
+molto vergognoso. E voglio che voi sappiate
+che lo re Caidu menò questa sua figliola
+in più battaglie, e quando ella era alla battaglia,
+ella si gittava tra' nemici sì fieramente,
+che non era cavaliere sie ardito nè si forte
+ch'ella nol prendesse per forza, e menavalo
+via; e faceva molte prodezze d'arme. Or lasciamo
+di questa materia, e udirete d'una battaglia
+che fu tra lo re Caidu ed Argo figliuolo
+dello re Abagha signore del Levante.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="II" id="II">II.</a><br />
+D'una battaglia.</h3>
+
+<p class="pn">Sappiate che lo re Abagha, signore del Levante,
+si tiene molte terre e molte provincie, e<span class="pagenumr"><a name="Page_122" id="Page_122">[Pg 122]</a></span>
+confina le terre sue con quelle del re Caidu,
+cioè, dalla parte dell'Albero Solo, lo quale noi
+chiamiamo l'Albero Secco. Lo re Abaga, per
+cagione che lo re Caidu non facesse danno alle
+terre sue, si mandò il suo figliuolo Argo con
+grande gente a cavallo e a piede nelle contrade
+dell'Albero Solo infino al fiume di Geon,
+perchè guardasse quelle terre che sono alli
+confini. Ora avenne che lo re Caidu si mandò
+un suo fratello, molto valentre cavaliere, lo
+quale avea nome Barac, con molta gente, per
+fare danno alle terre, ove questo Argo era.
+Quando Argo seppe che costoro venivano, fece
+asembiare sua gente, e venne incontro a nemici.
+Quando furono asembiati l'una parte e
+l'altra, e gli istormenti cominciarono a sonare
+dall'una parte e dall'altra, allora fu cominciata
+la più crudele battaglia, che mai fosse veduta
+al mondo; ma pure alla fine Barac e sua gente
+non poterono durare; sì che Argo gli sconfisse,
+e cacciogli di là dal fiume. Da che n'abbiamo
+cominciato a dire d'Argo, dirovvi com'egli fu
+preso, e com'egli signoreggiò poscia, dopo la
+morte del suo padre.</p>
+
+<p>Quando Argo ebbe vinta questa battaglia,<span class="pagenum"><a name="Page_123" id="Page_123">[Pg 123]</a></span>
+vennegli novelle come lo padre era passato di
+questa vita. Quand'egli intese questa novella,
+funne molto cruccioso, e mossesi per venire a
+pigliare la signoria; ma egli era di lungi bene
+<span class="smcap">XL</span> giornate. Ora avenne che il fratello che fu
+d'Abagha, lo quale si era soldano ed era fatto
+saracino, si vi giunse prima che giugnesse Argo,
+e incontanente entrò in sulla signoria, e
+riformò la terra per sè, e si vi trovò sì grandissimo
+tesoro, che a pena si potrebbe credere:
+e si ne donò sì largamente a' baroni e a' cavalieri
+della terra, che costoro dissoro che mai
+non volevano altro signore. Questo soldano faceva
+a tutta gente appiacere e onore. Ora quando
+il soldano seppe che Argo veniva con molta
+gente, sì si apparecchiò con tutta sua gente e
+fece tutto suo isforzo in una settimana. E questa
+gente per amore del soldano andavano
+molto volentieri contro ad Argo, per pigliarlo
+e per ucciderlo a tutto loro podere.</p>
+
+<p>Quando il soldano ebbe fatto tutto suo isforzo,
+sì si missono e andarono incontro ad Argo,
+e quando fu presso a lui sì si attendò in un
+molto bel piano, e disse alla sua gente: signori,
+e' ci conviene essere prodi uomeni, però che<span class="pagenum"><a name="Page_124" id="Page_124">[Pg 124]</a></span>
+noi difendiamo la ragione, chè questo regno
+fu del mio padre, il mio fratello Abagha si lo
+ha tenuto, quanto a tutta sua vita, ed io si
+doveva avere lo mezzo, ma per cortesia, si
+gliele lasciai. Ora da ch'egli è morto, si è ragione
+ch'io l'abbia tutto; ma io si vi dico, ch'io
+non voglio altro che l'onore della signoria, e
+vostro sia tutto il frutto. Questo soldano avea
+bene <span class="smcap">XL</span> mila cavalieri e grande quantità di
+pedoni. La gente rispuosono e dissero tutti, che
+andrebbono con lui insino alla morte.</p>
+
+<p>Argo, quando seppe che 'l soldano era attendato
+apresso di lui, ebbe sua gente, e disse
+così: signori e fratelli ed amici miei, voi sapete
+bene che 'l mio padre insino ch'egli vivette
+egli vi tenne tutti per fratelli e per figliuoli,
+e sapete bene come voi e vostri padri
+siete istati con lui in molte battaglie, e a conquistare
+molte terre; e sì sapete bene come io
+sono suo figliuolo, e com'egli vi amò assai, ed
+io ancora si v'amo di tutto il mio cuore; dunque
+è bene ragione che voi m'atiate riconquistare
+quello che fu del mio padre e vostro,
+ch'è contro colui che viene contro a ragione,
+e vuolci deretare delle nostre terre, e cacciar<span class="pagenum"><a name="Page_125" id="Page_125">[Pg 125]</a></span>
+via tutte le nostre famiglie. E anche sapete
+bene, ch'egli non è di nostra legge, ma è saracino
+e adora Malcometto; ancora vedete come
+sarebbe degna cosa che gli saracini avessono
+signoria sopra gli cristiani: dacchè voi vedete
+bene ch'egli è così, ben dovete essere prodi e
+valentri. Sì come buoni fratelli m'aitate in difendere
+lo nostro, ed io hoe isperanza in Dio,
+che noi il metteremo a morte, sì come egli è
+degno; perciò si vi prego catuno che facciate
+più che suo podere non porta, sì che noi vinciamo
+la battaglia. Li baroni e li cavalieri,
+quando ebbono inteso il parlamento, che avea
+fatto Argo, tutti rispuosono e dissono, ch'egli
+avea detto bene e saviamente: e fermarono
+tutti comunemente, che volevano innanzi morire
+con lui, che vivere senza lui, o che niuno
+gli venisse meno. Allora si levò un barone, e
+disse ad Argo: messere, ciò che avete detto èe
+tutta verità, ma si voglio dir questo, che a me
+si parebbe, che si mandassono ambasciadori al
+soldano per sapere la cagione di quello che fa,
+e per sapere quello che vuole: e cosie fue fermato
+di fare. E quando egliono ebbono questo
+fermato, feciono due ambasciadori, che andassono<span class="pagenum"><a name="Page_126" id="Page_126">[Pg 126]</a></span>
+al soldano ed isponessongli queste cose,
+come in tra loro non dovea essere battaglia,
+perciò ch'erano una cosa; e che 'l soldano dovesse
+lasciare la terra e renderla ad Argo. Lo
+soldano rispuose agli ambasciadori, e disse:
+andate ad Argo, e ditegli ch'io il voglio tenere
+per nipote e per figliolo, sì com'io debbo; e
+che gli voleva dare signoria, ch'egli si venisse
+e che istesse sotto lui; ma non voleva che egli
+fosse signore; e se così non vuol fare, si gli
+dite che si apparecchi della battaglia.</p>
+
+<p>Argo, quando ebbe intesa questa novella, ebbe
+grande ira, e disse: non ci è da udire nulla.
+Allora si mosse con sua gente, e fu giunto al
+campo, ove dovea essere la battaglia; e quando
+furono apparecchiati l'una parte e l'altra, e
+gli istormenti cominciarono a suonare da ciascuna
+parte, allora si cominciò la battaglia
+molto forte e molto crudele da ciascuna delle
+parti. Argo fece il dì grandissima prodezza,
+egli e sua gente, ma non gli valse. Tanto fu
+la disaventura, che Argo si fu preso, e perdè
+allora nella battaglia del soldano. Si era uno
+uomo molto lussurioso, sì che si pensò di tornare
+alla terra, e di pigliare molte belle donne<span class="pagenum"><a name="Page_127" id="Page_127">[Pg 127]</a></span>
+che v'erano; allora si partío, e lasciò un suo
+vicaro nell'oste che avea nome Melichi, che
+dovesse guardare bene Argo; e così se ne andò
+alla terra, e Melichi rimase.</p>
+
+<p>Ora avenne che uno barone tartero, lo quale
+era aguale sotto il soldano, vidde il suo signore
+Argo, lo quale dovea essere di ragione:
+vennegli un gran pensiero al quore, e l'animo
+gli cominciò a gonfiare; e diceva infra sè stesso,
+che male gli pareva che 'l suo signore fosse
+preso, e pensò di fare suo podere, sì che gli
+fosse lasciato; e allora cominciò a parlare con
+altri baroni dell'oste. E a ciascuno parve in
+buon volere e in buono animo di volersi pentere
+di ciò e ch'avevano fatto. E quando furono
+bene accordati, un barone ch'avea nome Baga
+si fue cominciatore, e levaronsi suso tutti a
+romore, e andarono alla prigione dove Argo
+era preso, e dissongli, com'egli s'erano riconosciuti,
+e che aveano fatto male, e che volevano
+ritornare alla misericordia e fare e dire
+bene, e lui tenere per signore; e così s'acordarono;
+e Argo perdonò loro tutto ciò ch'aveano
+fatto contra di lui. E incontanente si
+mossono tutti questi baroni, e andarono al padiglione<span class="pagenum"><a name="Page_128" id="Page_128">[Pg 128]</a></span>
+dov'era Melichi lo vicaro del soldano,
+ed ebbonlo morto; ed allora tutti quelli dell'oste
+si confermarono Argo per loro diritto
+signore.</p>
+
+<p>Di presente giunse la novella al soldano,
+come il fatto era istato, e come Milichi suo vicaro
+era morto. Quando ebbe inteso questo, si
+ebbe gran paura, e pensossi di fuggire in Bambellonia,
+e missesi a partire con quella gente
+che avea. Un barone lo quale era grande amico
+d'Argo, si stava ad un passo, e quando lo soldano
+passava, sì l'ebbe conosciuto, e incontanente
+gli fu dinanzi in sul passo, ed ebbolo
+preso per forza, e menollo preso dinanzi ad
+Argo alla città, che v'era già giunto di tre dì.
+E Argo, quando il vidde, sì ne fu molto allegro,
+e incontanente comandò che gli fosse dato
+la morte, si come a traditore. Quando fu così
+fatto, ed Argo mandò un suo figliuolo a guardare
+le terre dell'Albero Solo, e mandò con lui
+trenta mila cavalieri. A questo tempo che Argo
+entrò nella signoria corre anni <span class="smcap">MCCLXXXV</span>, e
+regnò signore <span class="smcap">VI</span> anni, e fu avelenato, e cosie
+morìo. E morto che egli fu Argo, un suo zio
+entrò nella signoria (perchè il figliuolo d'Argo<span class="pagenum"><a name="Page_129" id="Page_129">[Pg 129]</a></span>
+era molto di lungi), e tenne la signoria due
+anni, e in capo di due anni fue anche morto
+di beveraggio. Or vi lascio qui, che non ci hae
+altro da dire, e dirovvi un poco delle parti di
+verso tramontana.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="III" id="III">III.</a><br />
+Delle parti di verso tramontana.</h3>
+
+<p class="pn">In tramontana si ha uno re ch'è chiamato
+lo re Chonci, e sono tarteri, e sono genti molto
+bestiali. Costoro si hanno un loro domenedio
+fatto di feltro, e chiamanlo Fattighai, e fannogli
+anche la moglie, e dicono che sono l'iddii
+terreni, che guardano tutti i loro beni terreni,
+e così li dànno mangiare, e fanno a questo
+cotale iddio, secondo che fanno gli altri
+tarteri, de' quali v'abbiamo contato adrietro.
+Questo re Chonci è della ischiatta di Cinghy
+Cane, ed è parente del Gran Cane. Questa gente
+non hanno città nè castella, anzi si stanno sempre
+o in piani o in montagne, e sono grande
+gente delle persone; vivono di latte di bestie<span class="pagenumr"><a name="Page_130" id="Page_130">[Pg 130]</a></span>
+e di carne; biada non hanno, e non son gente
+che mai facciano guerra ad altrui, anzi istanno
+tutti in grande pace, e hanno molte bestie, ed
+hanno orsi che sono tutti bianchi, e sono lunghi
+<span class="smcap">XX</span> palmi, ed hanno volpi che sono tutte
+nere, e asini salvatichi assai, e hanno giambelline,
+cioè, quelle di che si fanno le care
+pelle, che una pelle, da uomo, val bene <span class="smcap">M</span> bisanti;
+e vaj hanno assai. Questo re si e di
+quella contrada, dove i cavagli non possono
+andare, perciò che v'ha grandi laghi e molte
+fontane, e sonvi i ghiacci sì grandi, che non
+vi si può menare cavallo; e dura questa mala
+contrada <span class="smcap">XIII</span> giornate; ed in capo di ciascuna
+giornata si ha una posta, ove albergano i messi,
+che passano e che vengono. E a catuna di queste
+poste istanno <span class="smcap">XL</span> cani, gli quali istanno per
+portare gli messaggi dall'una posta all'altra,
+sì com'io vi dirò. Sappiate che queste <span class="smcap">XIII</span> giornate
+si sono due montagne, e tra queste due
+montagne si ha una valle, e in questa valle è
+si grande il fango e il ghiaccio, che cavallo
+non vi potrebbe andare; e fanno ordinare tregge
+senza ruote, che le ruote non vi potrebbono
+andare, però ch'elle si ficcherebbono tutte nel<span class="pagenumr"><a name="Page_131" id="Page_131">[Pg 131]</a></span>
+fango, e per lo ghiaccio correrebbono troppo.
+In su questa treggia pongono un cuoio d'orso,
+e vannovi suso questi cotali messaggi, e questa
+treggia mena sei di questi cani, e questi
+cani sanno bene la via, e vanno infine all'altra
+posta, e così vanno di posta in posta tutte
+queste <span class="smcap">XIII</span> giornate di quella mala via, e quegli
+che guarda la posta si monta in su 'n una
+altra treggia, e menangli per la migliore via.
+E si vi dico, che gli uomeni che stanno su per
+queste montagne sono buoni cacciatori, e pigliano
+di molte buone bestiole, e fannone molto
+grande guadagno, sì come sono giambellini e
+vaj ed ermellini e coccolini e volpi nere e altre
+bestie assai, onde si fanno le care pelli; e
+piglianle in questo modo, ch'e' fanno loro reti,
+che non ve ne può campare veruna. Qui si ha
+grandissima freddura. Andiamo più innanzi, e
+udirete quello che noi troviamo, ciò fu la Valle
+Iscura.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_132" id="Page_132">[Pg 132]</a></span></p>
+
+<h3><a name="IV" id="IV">IV.</a><br />
+Della Valle Iscura.</h3>
+
+<p class="pn">Andiamo più innanzi per tramontana, e trovamo
+una contrada chiamata Iscurità, e certo
+ella hae bene nome a ragione, ch'ella è sempre
+mai iscura; quivi sì non appare mai sole
+nè luna nè stelle, sempre mai v'è notte; la
+gente che v'è vivono come bestie, e non hanno
+signore. Ma talvolta vi mandono gli tarteri com'io
+vi dirò: che gli uomeni che vi vanno si
+tolgono giumente ch'abbiano pulledri dietro, e
+lasciano gli puledri di fuori dalla scurità, e
+poi vanno rubando ciò che possono trovare, e
+poi le giumente si ritornano a' loro pulledri di
+fuori dalla iscurità: e in questo modo riede la
+gente che vi si mette ad andare. Queste genti
+hanno molto di queste pelli così care ed altre
+cose assai, perciò che sono maravigliosi cacciatori,
+e ammassono molto di queste care pelli
+che avemo contato di sopra. La gente che vi<span class="pagenumr"><a name="Page_133" id="Page_133">[Pg 133]</a></span>
+sta, son gente palida e di mal colore. Partiamoci
+di qui, e andiamone alla città di Rossia.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<h3><a name="V" id="V">V.</a><br />
+Della provincia di Rossia.</h3>
+
+<p class="pn">Rossia èe una grandissima provincia verso
+tramontana, e sono cristiani, e tengono maniera
+di greci, ed havvi molti re, e hanno loro
+linguaggio, e non rendono trebuto se non ad
+uno re di tartari, e quello è poco. La contrada
+si ha fortissimi passi ad entrarvi. Costoro non
+sono mercatanti, ma si hanno assai delle pelle,
+che abbiamo detto di sopra. La gente è molto
+bella, maschi e femmine, sono bianchi e biondi,
+e sono semprici genti. In questa contrada si
+ha molte argentiere, e cavanne molto argento.
+In questo paese non ha altro da dire: dirovvi
+della provincia la quale ha nome Lacca, perchè
+confina colla provincia di Rossia.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_134" id="Page_134">[Pg 134]</a></span></p>
+
+<h3><a name="VI" id="VI">VI.</a><br />
+Della provincia di Lacca.</h3>
+
+<p class="pn">Quando noi ci partiamo di Rossia sie entriamo
+nella provincia di Lacca; qui vi troviamo gente
+che sono di cristiani e di saracini. Non ci ha
+quasi altra novità che abbiamo da quelle di
+sopra; ma vovvi dire d'una cosa, che m'era
+dimenticata della provincia di Rossia. In quella
+provincia si ha sì grandissimo freddo, che a
+pena vi si può campare, e dura infino al mare
+oceano. Ancora vi dico che v'ha isole dove nascono
+molti girfalchi e molti falconi pellegrini,
+i quali si portano per più parti del mondo;
+e sappiate che da Rossia ad Orbeche non v'ha
+grande via, ma per lo grande freddo che v'è,
+si non vi si puote bene andare. Or vi lascio a
+dire di questa provincia, che non ci ha altro
+da dire, e vogliovi dire un poco di tarteri di
+ponente e di loro signore, e quanti signori
+hanno avuti. Comincio del primo signore.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_135" id="Page_135">[Pg 135]</a></span></p>
+
+<h3><a name="VII" id="VII">VII.</a><br />
+De' signori de' tarteri del ponente.</h3>
+
+<p class="pn">Lo primo signore ch'ebbono gli tarteri del
+ponente si fu uno ch'ebbe nome Frai. Questo
+Frai fu uomo molto possente, e conquistò molte
+provincie e molte terre, ch'egli conquistò Rossia
+e Chomania e Alanai e Lacca e Megia e Ziziri
+e Scozia e Gazarie. Queste furono tutte
+prese per cagione che non si tenevano insieme,
+che se elle fossero istate tutte bene insieme,
+non sarebbono istate prese. Ora dopo la morte
+di Frai fu signore Patu, dopo Patu si fu Bergho,
+dopo Bergo Mogleten, poscia fu Catomachu,
+dopo costui fu il re ch'è oggi, lo quale
+ha nome lo re Tocchai. Ora avete inteso di signori
+che sono istati delli tarteri del ponente;
+vogliovi dire d'una battaglia, che fu molta
+grande tra lo re Alau signore del levante, e
+dello re Barga signore del ponente.</p>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_136" id="Page_136">[Pg 136]</a></span></p>
+<h3><a name="VIII" id="VIII">VIII.</a><br />
+D'una gran battaglia.</h3>
+
+<p class="pn">Al tempo degli anni Domini <span class="smcap">MCCLXI</span> sì si cominciò
+una grande discordia tra gli tarteri del
+ponente e quegli del levante, e questo si fu
+per una provincia, che l'uno signore e l'altro
+la voleva, sì che ciascuno fece suo isforzo e
+suo apparecchiamento in sei mesi. Quando
+venne in capo degli sei mesi, e ciascuno sie
+uscie fuori a campo, e ciascuno avea bene in
+sul campo bene ccc mila cavalieri, bene apparecchiati
+d'ogni cosa da battaglia, secondo loro
+usanza. Sappiate che lo re Barga avea bene
+<span class="smcap">CCCL</span> mila di cavalieri. Or si puose a campo a
+<span class="smcap">X</span> miglia presso l'uno all'altro; e voglio che
+voi sappiate, che questi campi erano i più ricchi
+campi che mai fossono veduti, di padiglioni
+e di trabacche, tutti forniti di sciamiti e d'oro
+e d'ariento; e costì istettoro tre dì. Quando<span class="pagenumr"><a name="Page_137" id="Page_137">[Pg 137]</a></span>
+venne la sera, che la battaglia dovea essere la
+mattina vegnente, ciascuno confortò bene sua
+gente, ed amonìo, sì come si conveniva. Quando
+venne la mattina, e ciascuno signore fu in sul
+campo, e feciono loro ischiere bene e ordinatamente.
+Lo re Barga fece <span class="smcap">XXXV</span> ischiere, lo re
+Alau ne fece pure <span class="smcap">XXX</span>, perchè avea meno di
+gente, e ogni ischiera era da <span class="smcap">X</span> mila uomeni a
+cavallo. Lo campo era molto bello e grande, e
+bene faceva bisogno, che giammai non si ricorda
+che tanta gente s'asembiasse in su 'n un
+campo; e sappiate che ciascuna gente erano
+prodi ed arditi. Questi due signori furono amendue
+discesi della ischiatta di Cinghy Cane, ma
+poi sono divisi, che l'uno è signore del levante,
+e l'altro del ponente. Quando furono acconci
+l'una parte e l'altra, e gli naccheri incominciarono
+a sonare da ciascuna parte, allora fu
+cominciata la battaglia colle saette; le saette
+cominciarono ad andare per l'aria tante, che
+tutta l'aria era piena di saette, e tante ne saettarono
+che più non n'avevano. Tutto il campo
+era pieno d'uomeni morti e di feriti; poi missoro
+mano alle ispade; quella era tale tagliata
+di teste e di braccia e di mani di cavalieri, che<span class="pagenumr"><a name="Page_138" id="Page_138">[Pg 138]</a></span>
+giammai tale non fu veduta nè udita, e tanti
+cavalieri a terra, ch'era una maraviglia a vedere
+da ciascuna parte; nè giammai non morì
+tanta gente in un campo, che niuno non poteva
+andare per terra, se no su per gli uomeni
+morti e feriti. Tutto il mondo pareva sangue,
+che gli cavagli andavano nel sangue insino a
+mezza gamba. Lo romore e il pianto era sì
+grande di feriti ch'erano in terra, ch'era una
+maraviglia a udire lo dolore che facevano. E
+lo re Alau fece sì grande maraviglie di sua
+persona che non pareva uomo, anzi pareva una
+tempesta; sì che il re Barga non potè durare,
+anzi gli convenne alla per fine lasciare il campo,
+e missesi a fuggire: e lo re Alau gli seguì
+dietro con sua gente, tuttavia uccidendo quantunque
+ne giugnevano. Quando lo re Barga fu
+isconfitto con tutta sua gente, e il re Alau si
+ritornò in sul campo, e' comandò che tutti gli
+morti fossono arsi, così gli nemici come gli
+amici, però ch'era loro usanza d'ardere i morti;
+e fatto ch'ebbono questo, sì si partirono, e ritornarono
+in loro terre. Avete inteso tutti i
+fatti di tarteri e di saracini, quanto se ne può
+dire, e di loro costumi, e degli altri paesi che<span class="pagenumr"><a name="Page_139" id="Page_139">[Pg 139]</a></span>
+sono per lo mondo, quanto se ne puote cercare
+e sapere; salvo che del Mar Maggiore non vi
+abbiamo parlato nè detto nulla, nè delle provincie
+che gli sono d'intorno, avegnachè noi il
+ciercamo ben tutto, perciò il lascio a dire, che
+mi pare che sia fatica a dire quello, che non
+sia bisogno nè utile, nè quello ch'altri fa tutto
+dì; che tanti sono coloro che il cercano e 'l navicano
+ogni dì che bene si sa, sì come sono
+viniziani e genovesi e pisani, e molta altra
+gente che fanno quel viaggio ispesso, che catuno
+sa ciò che v'è; e perciò mi taccio e non
+ve ne parlo nulla di ciò. Della nostra partita,
+come noi ci partimmo dal Gran Cane, avete
+inteso nel cominciamento del libro in uno capitolo,
+ove parla della briga e fatica ch'ebbe
+messer Matteo e messer Niccolò e messer Marco
+in domandare commiato dal Gran Cane; e in
+quello capitolo conta la ventura ch'avemo nella
+nostra partita. E sappiate, se quella aventura
+non fosse istata, a gran fatica e con molta pena
+saremo mai partiti, sì che appena saremo mai
+tornati in nostro paese. Ma credo che fosse
+piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessero
+sapere le cose che sono per lo mondo,<span class="pagenumr"><a name="Page_140" id="Page_140">[Pg 140]</a></span>
+che secondo ch'avemo contato in capo del libro
+nel titolo primaio, e' non fu mai uomo nè cristiano
+nè saracino nè tartero nè pagano, che
+mai cercasse tanto del mondo, quanto fece messer
+Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile
+e grande cittadino della città di Vinegia.
+Deo gratias. Amen. Amen.</p>
+
+<hr class="chap" />
+<p class="center extra"><span class="smcap">Fine.</span></p>
+<hr class="chap" />
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_141" id="Page_141">[Pg 141]</a></span></p>
+
+<h2><a name="INDICE" id="INDICE">INDICE</a></h2>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_I">CAPITOLO I.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">Interesse dei mercanti genovesi e veneziani nel promuovere
+delle esplorazioni nel centro dell'Asia.&mdash;Condizione
+della famiglia Polo a Venezia.&mdash;I due fratelli
+Niccolò e Matteo Polo.&mdash;Vanno da Costantinopoli
+alla corte dell'Imperatore della China.&mdash;Loro ricevimento
+alla corte di Kublai-Kan.&mdash;L'Imperatore li
+nomina suoi ambasciatori presso il papa.&mdash;Loro ritorno
+a Venezia.&mdash;Marco Polo.&mdash;Parte col padre
+Niccolò e lo zio Matteo per la residenza del re tartaro.&mdash;Il
+nuovo papa Gregorio X.&mdash;La relazione di Marco
+Polo scritta in francese, sotto suo dettato, da Rusticano
+da Pisa, (dal 1253 al 1324) Pag. 5</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_II">CAPITOLO II.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">L'Armenia Minore.&mdash;La Turcomania.&mdash;L'Armenia Maggiore.&mdash;Il
+monte Ararat.&mdash;La Georgia.&mdash;Mussul,
+Bagdad, Bassora, Tauris.&mdash;La Persia.&mdash;La Provincia
+di Kirman.&mdash;Comadi.&mdash;Ormuz.&mdash;Il Vecchio della
+Montagna.&mdash;Cheburgan.&mdash;Balk.&mdash;Il Balacian.&mdash;Cascemir.&mdash;Cascegar.&mdash;Samarcanda.&mdash;Cotan.&mdash;Il
+deserto.&mdash;Tangut.&mdash;Caracorum.&mdash;Signan-fu.&mdash;Tenduc.&mdash;La
+grande Muraglia della China.&mdash;Ciandu,<span class="pagenumr"><a name="Page_142" id="Page_142">[Pg 142]</a></span>
+la città attuale di Sciang-tu.&mdash;La residenza di Kublai-Kan.&mdash;Cambaluc,
+attualmente Pekino.&mdash;Le feste
+dell'Imperatore.&mdash;Sue caccie.&mdash;Descrizione di Pekino.&mdash;La
+zecca ed i biglietti di banca chinesi.&mdash;Le
+poste dell'Impero Pag. 15</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_III">CAPITOLO III.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">Tso-tcheu.&mdash;Tainfu.&mdash;Pin-yang fu.&mdash;Il fiume Giallo.&mdash;Chaciafu.&mdash;Si-gnan-fu.&mdash;Il
+Sze-tchuen.&mdash;Ching-tu-fu.&mdash;Il
+Tibet.&mdash;Li-Kiang-fu.&mdash;Il Caragia.&mdash;Yung-chang.&mdash;Mien.&mdash;Il
+Bengala.&mdash;L'Annam.&mdash;Il Tai-ping.&mdash;Sinuglil.&mdash;Sindi-fu.&mdash;Chacafu.&mdash;Ciaglu.&mdash;Ciagli.&mdash;Codifu.&mdash;Lin-tsin-tcheu.&mdash;Lin-tching-hien.&mdash;Il
+Mangi.&mdash;Yang-tcheou.&mdash;Città del litorale.&mdash;Quinsay
+o Hang-tcheu.&mdash;Il Fuchian " 55</p></blockquote>
+
+<p class="center large pn">
+<a href="#CAPITOLO_IV">CAPITOLO IV.</a></p>
+
+<blockquote><p class="pn">L'India.&mdash;Cipango o Zipagu (il Giappone).&mdash;Partenza
+dei tre Polo colla figlia dell'imperatore e gli ambasciatori
+persiani.&mdash;Saigon.&mdash;Giava.&mdash;Condor.&mdash;Bintang.&mdash;Sumatra.&mdash;I
+Nicobari.&mdash;Ceylan.&mdash;La
+costa di Coromandel.&mdash;La costa di Malabar.&mdash;Il mar
+d'Oman.&mdash;L'isola di Gocotora.&mdash;Madagascar.&mdash;Zanzibar
+e la costa africana.&mdash;L'Abissinia.&mdash;Aden.&mdash;Schehr.&mdash;Dafur.&mdash;Kalhat.&mdash;Hormuz.&mdash;Il Golfo
+Persico.&mdash;Ritorno a Venezia.&mdash;Una festa in casa
+Polo.&mdash;Marco Polo prigioniero dei Genovesi.&mdash;Morte
+di Marco Polo verso l'anno 1323.&mdash;Suoi discendenti.&mdash;Ricordi
+della famiglia Polo " 85</p></blockquote>
+
+<hr class="chap" />
+
+<p class="extra center pn">APPENDICE.</p><p><span class="pagenum"><a name="Page_143" id="Page_143">[Pg 143]</a></span></p>
+
+<p class="center large p2">
+<a href="#I">I. Della Gran Turchia.</a><br />
+<br />
+<a href="#II">II. D'una battaglia</a><br />
+<br />
+<a href="#III">III. Delle parti di verso tramontana</a><br />
+<br />
+<a href="#IV">IV. Della Valle Iscura</a><br />
+<br />
+<a href="#V">V. Della provincia di Rossia</a><br />
+<br />
+<a href="#VI">VI. Della provincia di Lacca</a><br />
+<br />
+<a href="#VII">VII. De' signori de' tarteri del ponente</a><br />
+<br />
+<a href="#VIII">VIII. D'una gran battaglia</a>
+</p>
+
+<p class="extra center p4">PRESSO GLI STESSI EDITORI</p>
+
+<p><span class="pagenum"><a name="Page_144" id="Page_144">[Pg 144]</a><br /><a name="Page_145" id="Page_145">[Pg 145]</a><br /><a name="Page_146" id="Page_146">[Pg 146]</a></span></p>
+
+<p class="center p4"><span class="smcap">GRANT e SPEKE</span><br />
+<br />
+LE<br />
+SORGENTI DEL NILO<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+K. B. JOHNSON<br />
+<br />
+IL<br />
+PAESE DELL'ORO<br />
+<br />
+AVVENTURE<br />
+DI UN EMIGRATO NELLA COLOMBIA INGLESE<br />
+<br />
+Volumi 2 illust. L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+MAYNE-REID<br />
+<br />
+LE FORESTE VERGINI<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+<br />
+<br />
+MAYNE-REID<br />
+<br />
+IL<br />
+PAESE DEGLI ELEFANTI<br />
+<br />
+Volumi 2 illustrati L. 1&mdash;<br />
+</p>
+
+<div class="footnotes p4"><h2>NOTE:</h2>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_1_1" id="Footnote_1_1"></a><a href="#FNanchor_1_1"><span class="label">[1]</span></a> Sarà nostra cura il dare a questi viaggi il maggior sviluppo
+possibile, confrontando il lavoro di G. Verne colla lezione del
+Codice Magliabeccano pubblicato a cura del Bartoli; nonchè coi
+lavori del Francese Charton; giacchè gl'Italiani hanno diritto di
+pretendere in una nuova edizione dei viaggi del grande Veneziano
+tutta quella estensione che ben s'addice al più illustre viaggiatore
+di quel secolo. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_2_2" id="Footnote_2_2"></a><a href="#FNanchor_2_2"><span class="label">[2]</span></a> Enrico Dandolo, eletto doge di Venezia nel 1192, benchè ottuagenario
+e cieco divenne celebre alla quarta crociata, durante
+la quale domò Zara, nel 1202. Conquistò Costantinopoli, il 17 luglio
+1203, facendo a Venezia importantissimi acquisti marittimi
+sulle coste del Mar di Marmara e Mar Nero; s'impadronì di Candia
+e d'altre isole del Mediterraneo, e portò a Venezia i famosi cavalli
+di S. Marco. Dopo l'assassinio dell'imperatore Alessio, eresse
+l'impero latino col conte Baldovino a imperatore. Morì a Costantinopoli
+il 1<sup>o</sup> giugno 1205, al ritorno d'una spedizione infelice
+contro gli abitanti ribellatisi di Adrianopoli. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_3_3" id="Footnote_3_3"></a><a href="#FNanchor_3_3"><span class="label">[3]</span></a> Gran Signore. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_4_4" id="Footnote_4_4"></a><a href="#FNanchor_4_4"><span class="label">[4]</span></a> Questo porto, conosciuto oggidì sotto il nome d'Isso, è posto
+in fondo al golfo Issico.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_5_5" id="Footnote_5_5"></a><a href="#FNanchor_5_5"><span class="label">[5]</span></a> Il codice Magliabeccano dice <i>da Vinegia</i> (Venezia), ma il
+testo francese, il Ramusiano ed il Riccardiano, <i>da Vicenza</i>. Nell'opera
+di Verne, per un errore certamente di tipografia, leggiamo:
+<i>de Vienne!</i> (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_6_6" id="Footnote_6_6"></a><a href="#FNanchor_6_6"><span class="label">[6]</span></a> È nelle carceri di Genova che Marco Polo dettò il racconto
+de' suoi viaggi a Rusticano da Pisa suo compagno di prigionia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_7_7" id="Footnote_7_7"></a><a href="#FNanchor_7_7"><span class="label">[7]</span></a> L'<i>Jerzenga</i> dei moderni.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_8_8" id="Footnote_8_8"></a><a href="#FNanchor_8_8"><span class="label">[8]</span></a> La <i>nafta</i> propriamente detta è un bitume liquido, infiammabilissimo,
+incoloro, della stessa origine del petrolio; è volatile,
+di odore speciale fortissimo e penetrantissimo. La <i>nafta</i> si trova
+raramente pura in natura. S'incontra in Persia, in Media, sulle
+sponde del mar Caspio, in Sicilia ed in Calabria. Il petrolio distillato
+le somiglia perfettamente. Il territorio di Bacu e tutta
+la penisola di Apsercon sul Caspio sono sparsi di sorgenti di
+<i>nafta</i>, cinerea e bianca. La <i>nafta bianca</i> arde benissimo, ma
+n'è scarsa la quantità; all'incontro la <i>cinerea</i> è abbondantissima,
+e sgorga talora in piccoli ruscelli. La <i>nafta</i>, in medicina, è stata
+adoperata, come il petrolio, come vermifuga e antispasmodica. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_9_9" id="Footnote_9_9"></a><a href="#FNanchor_9_9"><span class="label">[9]</span></a> <i>Melic</i> è voce araba, usata anche nella lingua mongolla, e significa
+<i>re</i>.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_10_10" id="Footnote_10_10"></a><a href="#FNanchor_10_10"><span class="label">[10]</span></a> Gli indigeni credono che Alessandro Magno fondasse la città
+di Derbend, e facesse erigere quella gran muraglia che corre
+sino al Mar Nero, per proteggere la Persia dalle invasioni degli
+Sciti.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_11_11" id="Footnote_11_11"></a><a href="#FNanchor_11_11"><span class="label">[11]</span></a> <i>Califfo</i>, titolo assunto dai luogotenenti e successori di Maometto,
+nel nuovo imperio temporale e spirituale fondato dal grande
+legislatore. (<i>Nota del Trad.</i>)
+</p></div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_12_12" id="Footnote_12_12"></a><a href="#FNanchor_12_12"><span class="label">[12]</span></a> Ecco quanto riferisce il Polo intorno alla presa di Bagdad:</p>
+
+<p>«Egli è vero che negli anni Domini 1258 lo Gran Tartero,
+ch'avea nome Alau, fratello del signore che in quel tempo
+regnava, ragunò grande oste, e venne sopra lo califfo in Baudac
+(<i>Bagdad</i>), e presela per forza. E questo fu grande fatto,
+imperocchè in Baudac aveva piue di cento mila cavalieri senza
+gli pedoni. E quando Alau l'ebbe presa, trovò al califfo piena
+una torre d'oro e d'argento e d'altro tesoro, tanto che giammai
+non se ne trovò tanto insieme. Quando Alau vide tanto tesoro,
+molto se ne maravigliò, e mandò per lo califfo ch'era preso, e
+sì gli disse: <i>califfo, perchè ragunasti tanto tesoro? che ne
+volevi tu fare? E quando tu sapesti ch'io veniva sopra te,
+come non soldavi cavalieri e gente per difendere te e la terra
+tua e la tua gente?</i> Lo califfo non li seppe rispondere. Allotta
+(<i>allora</i>) disse Alau: <i>califfo, da che tue ami tanto l'avere, io
+te ne voglio dare a mangiare</i>. E fecelo mettere in quella torre,
+e comandò che non gli fosse dato nè bere nè mangiare, e disse:
+<i>Ora ti satolla del tuo tesoro.</i> E quattro dì vivette, e poscia si
+trovò morto. E perciò meglio fosse che lo avesse dato a gente
+per difendere sua terra.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_13_13" id="Footnote_13_13"></a><a href="#FNanchor_13_13"><span class="label">[13]</span></a> Ecco la storia meravigliosa citata dal Polo:</p>
+
+<p>«Ora vi conterò una maraviglia che avvenne a Baudac (Bagdad)
+e a Mosul. Negli anni <span class="smcap">MCCLXXV</span> era uno califfo in Baudac
+che molto odiava gli cristiani; e ciò è naturale alli saracini.
+Egli pensò di fare tornare gli cristiani, saracini, o di uccidergli
+tutti, e a questo aveva suoi consiglieri saracini. Ora mandò
+lo califfo per tutti i cristiani ch'erano di là, e misse loro dinanzi
+questo punto; che egli trovava in uno vasello iscritto,
+che se alcuno cristiano avesse tanta fede quanto un granello
+di senape, per suo prego che facesse a Dio, farebbe giungere
+due montagne insieme; e mostrò loro il vasello. Gli cristiani
+dissero che bene era vero.&mdash;Dunque, disse il califfo, tra voi tutti
+dee essere tanta fede, quanto un granello di senape; or dunque
+fate rimuovere quella montagna, od io vi ucciderò tutti, o voi
+vi farete saracini, chè chi non ha fede dee essere morto.&mdash;E di
+questo fare diede loro termine dieci dì. Quando gli cristiani
+udirono ciò che il califfo avea detto, ebbono grandissima paura;
+e non sapevano che si fare. Ragunaronsi tutti, piccoli e grandi,
+maschi e femmine, l'arcivescovo e 'l vescovo, e pregarono assai
+Iddio; e istettono otto dì tutti in orazione, pregando che
+Iddio loro aitasse, e guardassegli da sì crudele morte. La nona
+notte apparve l'angiolo al vescovo, ch'era molto santo uomo, e
+dissegli che andasse la mattina al cotale calzolaio, e che gli
+dicesse che la montagna si muterebbe. Quello calzolaio era
+buono uomo, ed era di sì buona vita, che un dì una femmina
+venne a sua bottega, molto bella, nella quale un poco peccò
+cogli occhi, ed egli colla lesina vi si percosse, sicchè mai non
+ne vidde; sicchè egli era santo e buono uomo. Quando questa
+visione venne al vescovo, che per lo calzolaio si dovea mutare
+la montagna, fece ragunare tutti gli cristiani, e disse loro
+la visione. Allora lo vescovo pregò lo calzolaio che pregasse
+Iddio che mutasse la montagna; ed egli disse ch'egli non era
+uomo sufficiente a ciò: tanto fu pregato per gli cristiani, che
+lo calzolaio si misse in orazione. Quando il termine fu compiuto,
+la mattina tutti gli cristiani n'andarono alla chiesa, e
+feciono cantare la messa, pregando Iddio che gli aiutasse; poscia
+tolsero la croce e andarono nel piano dinanzi a questa
+montagna, e quivi era, tra maschi e femmine, piccoli e grandi,
+bene centomila. E 'l califfo vi venne con molti saracini armati
+per uccidere tutti gli cristiani, credendo che la montagna non
+si mutasse. Istando gli cristiani in orazione dinanzi alla croce
+ginocchioni, e pregando Iddio di questo fatto, la montagna cominciò
+a rovinare e a mutarsi. Gli saracini veggendo ciò si
+maravigliarono molto, e il califfo si convertì con molti saracini;
+e quando lo califfo morìo, si trovò una croce a collo,
+e gli saracini vedendo questo nol sotterrarono nel monimento
+con gli altri califfi passati, anzi lo missono in un altro luogo.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_14_14" id="Footnote_14_14"></a><a href="#FNanchor_14_14"><span class="label">[14]</span></a> L'Oasi di Kabis era un giorno asilo delle carovane, florida
+sede di commercio e d'industria, e governata da un luogotenente
+del principe di Seiestan.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_15_15" id="Footnote_15_15"></a><a href="#FNanchor_15_15"><span class="label">[15]</span></a> Crediamo opportuno di riprodurre integralmente dal Codice
+Magliabeccano, questo interessante capitolo:</p>
+
+<p>«Milice è una contrada dove il Veglio della Montagna soleva
+dimorare anticamente. Or vi conteremo l'affare, secondo che
+messer Marco intese da più uomini. Lo Veglio è chiamato in
+lor lingua Aloodyn. Egli aveva fatto fare fra due montagne,
+in una valle, lo più bello giardino, e 'l più grande del mondo;
+quivi avea tutti frutti, e li più belli palagi del mondo, tutti
+dipinti ad oro e a bestie e a uccelli. Quivi era condotti: per
+tale veniva acqua e per tale miele e per tale vino. Quivi era
+donzelli e donzelle, gli più belli del mondo, e che meglio sapevano
+cantare e sonare e ballare; e faceva lo Veglio credere
+a costoro che quello era lo paradiso. E perciò il fece, perchè
+Malcometto disse, che chi andasse in paradiso avrebbe di belle
+femmine tante quante volesse, quivi troverebbe fiumi di latte
+e di miele e di vino; e perciò lo fece simile a quello che avea
+detto Malcometto. E gli saracini di quella contrada credevano
+veramente che quello fosse lo paradiso; e in questo giardino
+non entrava se non colui, cui egli voleva fare assassino. All'entrata
+del giardino avea un castello sì forte, che non temeva
+niuno uomo del mondo. Lo Veglio teneva in sua corte
+tutti giovani di 12 anni, li quali li paressero da diventare prodi
+uomini. Quando lo Veglio ne faceva mettere nel giardino, a 4,
+a 10, a 20, egli faceva loro dare bere oppio, e quegli dormivano
+bene tre dì, e facevagli portare nel giardino, e al tempo
+gli faceva isvegliare.</p>
+
+<p>«Quando gli giovani si svegliavano, e gli si trovavano là entro,
+e vedevano tutte queste cose, veramente si credevano essere
+in paradiso; e queste donzelle sempre istavano con loro
+in canti e in grandi sollazzi; donde egli aveano sì quello che
+volevano, che mai per loro volere non si sarebbono partiti di
+quello giardino. Il Veglio tiene bella corte e ricca, e fa credere
+a quegli di quella montagna, che così sia com'io v'ho
+detto. E quando egli ne vuole mandare niuno di quelli giovani,
+in niuno luogo, li fa loro dare beveraggio che dormono,
+e fagli recare fuori del giardino in sul suo palagio. Quando
+coloro si svegliano, trovansi quivi, molto si maravigliano, e
+sono molto tristi, chè si trovano fuori del paradiso. Egli se ne
+vanno incontanente dinanzi al Veglio, credendo che sia un
+gran profeta, e inginocchiansi. Egli gli domanda: <i>Onde venite?</i>
+Rispondono: <i>Dal paradiso</i>, e contangli quello che v'hanno veduto
+entro, e hanno gran voglia di ritornarvi. E quando il
+Veglio vuole fare uccidere alcuna persona, egli fa tôrre quello
+lo quale sia più vigoroso, e fagli uccidere cui egli vuole; e
+coloro lo fanno volentieri, per ritornare nel paradiso. Se scampano,
+ritornano al loro signore; se è preso, vuole morire, credendo
+ritornare al paradiso. E quando lo Veglio vuole fare
+uccidere niuno uomo, egli lo prende e dice: <i>Va', fa tal cosa:
+e questo ti fo perchè ti voglio fare ritornare al paradiso.</i> E
+gli assassini vanno e fannolo molto volentieri. E in questa maniera
+non campa niuno uomo dinanzi al Veglio della Montagna,
+a cui egli lo vuole fare: e sì vi dico che più re li fanno
+tributo per quella paura. Egli è vero che negli anni 1277, Alau
+signore dei Tartari del levante, che sapeva tutte queste malvagità,
+pensò tra sè medesimo di volerlo distruggere, e mandò
+e' suoi baroni a questo giardino, e istettonvi tre anni attorno
+al castello prima che l'avessono; nè mai non lo avrebbono
+avuto, se non per fame. Allotta per fame fu preso, e fu morto
+lo Veglio e sua gente tutta; e d'allora in qua non vi fu più
+Veglio niuno: in lui fu finita tutta la signoria.»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_16_16" id="Footnote_16_16"></a><a href="#FNanchor_16_16"><span class="label">[16]</span></a> Ecco il testo preciso delle parole del Polo, secondo il Codice
+Magliabeccano:</p>
+
+<p>«E quivi si trova tale maraviglia: quando l'uomo cavalca di
+notte per lo deserto, egli avviene questo, che se alcuno rimane
+addietro delli compagni per dormire o per altro, quando
+vuole poi andare per giungere li compagni, ode parlare i spiriti
+in àiere, che somigliano li suoi compagni, e più volte è
+chiamato per lo suo nome proprio, e è fatto disviare talvolta
+in tal modo che mai non si trova; e molti ne sono già perduti;
+e molte volte ode l'uomo molti stromenti in aria, e propriamente
+tamburi.»</p>
+
+<p>Qualche commentatore ha trovato ragioni per credere che il
+passare delle carovane sia accompagnato, in questo deserto, da un
+suono speciale, prodotto dalla sabbia messa in movimento da
+molti animali.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_17_17" id="Footnote_17_17"></a><a href="#FNanchor_17_17"><span class="label">[17]</span></a> La falsa credenza popolare che la <i>salamandra</i> possa resistere
+al fuoco, indusse probabilmente il Veneziano a dare questo
+nome a quella pietra che noi conosciamo sotto il nome di <i>amianto</i>,
+minerale che si presenta in filamenti sottili bianchi alquanto madreperlacei,
+morbidi come seta, infusibili, <i>incombustibili</i>. Nelle
+Alpi del Piemonte l'amianto è comune; la sua quantità non è
+però tale da farne grandi applicazioni: si adopera a mo' di lucignolo
+per le lampade ad alcool; si è pensato pure a farne filacce
+per gli usi della chirurgia. Pei chimici, l'amianto è un <i>silicato
+di magnesia</i>. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_18_18" id="Footnote_18_18"></a><a href="#FNanchor_18_18"><span class="label">[18]</span></a> La moderna Su-ceu, nella provincia di Can-su, al termine
+occidentale della grande muraglia.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_19_19" id="Footnote_19_19"></a><a href="#FNanchor_19_19"><span class="label">[19]</span></a> Nel testo francese si legge: «<i>il prenent le cousines por
+feme, et prenent la feme sun pere.</i>»</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_20_20" id="Footnote_20_20"></a><a href="#FNanchor_20_20"><span class="label">[20]</span></a> Rubruquis, o Ruysbroeck (Guglielmo di), frate cordeliere
+celebre pei suoi viaggi, nato nel Brabante verso il 1215, fu inviato
+nel 1253 da S. Luigi, re di Francia, ad un capo dei Tartari
+che aveva, dicesi, abbracciato il cristianesimo. Accompagnato
+dal cordeliere Bartolomeo da Cremona, traversò il Mar
+Nero, ed incontrò Sortach presso il Volga; ma questo capo non
+era cristiano, e Rubruquis fu spogliato di tutto quel che possedeva.
+Ei riconobbe il Mar Caspio, visitò il Khan Batu, andò a
+Carakorum, presso Mangu, successore di Gengis-Khan, e tornò
+per l'Armenia. Da San Giovanni d'Acri rese conto della sua missione
+a S. Luigi; la sua narrazione, scritta in buona fede, è
+piena di particolari curiosi sui Tartari e si trova nelle raccolte
+Hakluyt e Purchas. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_21_21" id="Footnote_21_21"></a><a href="#FNanchor_21_21"><span class="label">[21]</span></a> Verso la metà del secolo XII, si sparse in Europa la vaga
+notizia dell'esistenza in Asia di un sovrano, spirituale e temporale
+ad un tempo, chiamato Prete Gianni. Dalle ricerche fatte
+dagli storici risulterebbe in fatti che al tempo della presa d'Antiochia
+era re del Cara-Catay, Coir-can, e che dopo la sua morte
+usurpò il trono un prete nestoriano, capo dei Naimans, generalmente
+chiamato il Prete Giovanni.</p></div>
+
+<div class="footnote">
+<p class="pn"><a name="Footnote_22_22" id="Footnote_22_22"></a><a href="#FNanchor_22_22"><span class="label">[22]</span></a> Specie di tessuto di peli di cammello, molto compatto e
+molto solido, che un giorno si fabbricava in Oriente, ed oggi si
+fabbrica anche da noi con peli di capra. Ai nostri dì il <i>cambellotto</i>
+è pure una stoffa di lana pura, o mista di lana e seta,
+che si prepara tanto in Francia che in Italia. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_23_23" id="Footnote_23_23"></a><a href="#FNanchor_23_23"><span class="label">[23]</span></a> Cioè, è condannato a morte dalla giustizia. (<i>J. V.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_24_24" id="Footnote_24_24"></a><a href="#FNanchor_24_24"><span class="label">[24]</span></a> Cinghis Cane, figlio maggiore dell'imperatore, essendo venuto
+a morte, l'eredità del trono spettava di diritto al primogenito
+del defunto. Come ognuno vede, questa legge è la stessa
+che regola le successioni delle monarchie europee. (<i>nota del Trad</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_25_25" id="Footnote_25_25"></a><a href="#FNanchor_25_25"><span class="label">[25]</span></a> <i>Morus papyrifera.</i> Parlando di queste specie di gelso, il Capitano
+Mayne-Reid così si esprime: «Il <i>morus papyrifera</i> è
+originario della China, del Giappone o delle isole dell'Oceano
+Pacifico: ma come gli altri gelsi, venne portato in Europa ed
+in America, ove lo si coltiva oggidì a titolo d'ornamento. Il
+suo frutto, di colore scarlatto, è sferico, in luogo d'essere oblungo
+come quelli dei gelsi propriamente detti. È per questa
+ragione che i botanici fanno un genere a parte, di cui è l'unico
+campione: le sue foglie non servono di cibo al baco da
+seta, ma costituiscono, in cambio, un eccellente foraggio pel
+bestiame. Però la parte più interessante del <i>gelso-papiro</i> è senza
+dubbio la corteccia, che serve a fabbricare la carta nella
+China e nel Giappone. È appunto con questa sostanza che si
+fabbrica la magnifica carta della China, che serve nell'incisione,
+ed è con questa stessa corteccia che i naturali delle isole
+della Società tessono quella superba stoffa bianca, che causò
+tanta sorpresa agli Europei allorchè la videro per la prima
+volta.» (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_26_26" id="Footnote_26_26"></a><a href="#FNanchor_26_26"><span class="label">[26]</span></a> Malgrado la pomposa dissertazione che fa il Polo intorno ai
+meriti ed i vantaggi della <i>carta monetata</i>, diremo che questa istituzione,
+di cui i Chinesi avevano già sperimentato tutti i beni e
+tutti i mali, essendo stata introdotta in China (secondo le dotte
+ricerche del Klapreth) sino dall'807 dell'èra volgare, regnando
+Ian-tsunh, della dinastia dei Tang, fu causa di gravissimi scompigli
+nelle finanze chinesi, sia per la spaventosa falsificazione di
+quelle carte, sia pei fallimenti delle banche autorizzate all'emissione
+di questi cenci rappresentativi delle ricchezze. Nel 1287
+Kublai-Khan, adottando il progetto del ministro Lusci-iung,
+piantò il credito sulla base fallace della violenza: la rovina del
+commercio, il depauperamento de' privati, la perdita d'ogni fiducia
+nel principe, furono gli effetti inevitabili di questo pericoloso
+sistema. Invano la dinastia dei Ming cercò di sostenere il
+credito periclitante: il governo passava da un fallimento all'altro;
+e verso la metà del secolo XV<sup>o</sup> una crisi finale fece scomparire
+nella China, per sempre, la carta monetata.</p>
+
+<p>Vorremmo ingannarci, ma tale è pure la sorte serbata alla circolazione
+cartacea presso le nazioni europee. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_27_27" id="Footnote_27_27"></a><a href="#FNanchor_27_27"><span class="label">[27]</span></a> I Chinesi dànno a questo fiume il nome di: Hoang-ho. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_28_28" id="Footnote_28_28"></a><a href="#FNanchor_28_28"><span class="label">[28]</span></a> Pari a L. 20,220.&mdash;Il <i>Bisante</i> è un antica moneta d'oro, coll'impronta
+di due santi, così appellata da Bisanzio, ora Costantinopoli,
+ove questa moneta coniavasi primamente. Equivaleva a
+lire 20 e cent. 22 di nostra moneta. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_29_29" id="Footnote_29_29"></a><a href="#FNanchor_29_29"><span class="label">[29]</span></a> Il <i>Bambu</i> comune (<i>Arundo Bambos</i>) ha sovente l'altezza
+di 20 metri. (<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_30_30" id="Footnote_30_30"></a><a href="#FNanchor_30_30"><span class="label">[30]</span></a> Qualche commentatore crede che questi terribili mostri di
+cui parla il Polo, sieno boa (<i>boa constrictor</i>), frequentissimi nella
+China Meridionale, massime nell'Yun-nan, e che sono spesso lunghi
+da 25 a 30 piedi. Essi inghiottono gli animali, come i caprioli
+ed altri. La carne di questi boa è squisita a mangiarsi; il
+fiele estrattone vendesi caro per medicina; della pelle si fanno
+tamburi e vagine di pugnali e spade.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_31_31" id="Footnote_31_31"></a><a href="#FNanchor_31_31"><span class="label">[31]</span></a> Confucio (<i>Khung-fu-tseu</i> o <i>Khung-tseu</i>), nato verso il 551
+av. Cristo nella città di Tsi-nan-fu, di cui suo padre era governatore,
+discendeva, dicesi, da <i>Hoang-ti</i>, legislatore della Cina.
+Fino dalla prima gioventù sostenne uffici governativi; a 24 anni,
+dopo la morte della madre, si consacrò alla meditazione e formò
+il disegno di riformare i costumi della sua patria. Percorse parecchie
+provincie e si vide in breve circondato da un gran numero
+di discepoli. Il re di Tsi-nan-fu lo nominò suo primo ministro.
+Corresse i costumi, riformò la giustizia e fece prosperare
+l'agricoltura ed il commercio, ma ben presto fu costretto a ritirarsi.
+Dopo aver di nuovo percorso le provincie per predicare
+la morale, scrisse i libri che lo resero immortale, e morì verso
+il 479 av. Cristo, circondato dai suoi discepoli, che gli resero
+una specie di culto. I suoi discendenti esistono ancora nella
+Cina e vi godono di parecchi privilegi.&mdash;Confucio rivide i <i>Kings</i>,
+libri sacri dei Cinesi, riorganizzò il culto e divenne così il capo
+o restauratore della religione, o piuttosto della setta filosofica
+religiosa che vige tuttodì nella Cina. Scrisse l'<i>Yih-King</i> (libro
+delle Trasformazioni), lo <i>Sciu-King</i> (Libro per eccellenza), che
+contiene un sunto storico sulla storia della Cina fino al 770 av. C.;
+il <i>Sci-King</i> (Libro dei versi), raccolta di canti popolari, nazionali
+e religiosi: il <i>Li-Ki</i> (Rituale), sul quale poggia tutto il sistema
+religioso; lo <i>Sciun-Sieu</i> (primavera ed autunno), storia
+del reame di Lu; il <i>Hiao-King</i> (dialogo sulla pietà filiale), che
+contiene gli apoftegmi di Confucio; e ciò che precede il <i>Ta-hio</i>
+(la grande scienza), uno dei quattro libri scritti dai suoi discepoli.
+(<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_32_32" id="Footnote_32_32"></a><a href="#FNanchor_32_32"><span class="label">[32]</span></a> Oggidì la carità dei missionari cristiani si è sostituita a
+quella del buon principe, là ove madri snaturate abbandonano
+per le vie i proprî nati, che, non di rado, divengono pasto ai
+porci od ai cani. (<i>Nota del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_33_33" id="Footnote_33_33"></a><a href="#FNanchor_33_33"><span class="label">[33]</span></a> Qui finisce la seconda parte dei Viaggi, nella quale descrivesi
+la China.</p></div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_34_34" id="Footnote_34_34"></a><a href="#FNanchor_34_34"><span class="label">[34]</span></a> <i>Cipango</i> o <i>Zipagu</i> è il Giappone, che il Polo fu il primo a
+far conoscere all'Europa; ed il nome da lui datogli è probabilmente
+la corruzione del chinese <i>Sci-pen-cuo</i>, regno dell'oriente,
+trovandosi all'est della China. Gl'indigeni del Giappone chiamano
+il loro paese Nipon o Nifon, che ha lo stesso significato.
+(<i>N. del Trad.</i>)</p>
+</div>
+
+<div class="footnote p">
+<p class="pn"><a name="Footnote_35_35" id="Footnote_35_35"></a><a href="#FNanchor_35_35"><span class="label">[35]</span></a> Questa provincia, conosciuta anche sotto il nome di Saïgon,
+appartiene oggidì alla Francia.</p>
+</div>
+</div>
+
+<hr class="tb" />
+
+<div class="transnote">
+<p class="center large">Nota del Trascrittore.</p><p class="pn p2">Corretti gli ovvii errori tipografici.<br />
+Uniformate le varie grafie diverse utilizzate dall'autore per indicare la stessa località.<br />
+La copertina è stata creata dal trascrittore ed è posta in pubblico dominio.</p>
+</div>
+
+
+
+
+
+
+
+
+<pre>
+
+
+
+
+
+End of the Project Gutenberg EBook of I Viaggi di Marco Polo, by Jules Verne
+
+*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK I VIAGGI DI MARCO POLO ***
+
+***** This file should be named 44714-h.htm or 44714-h.zip *****
+This and all associated files of various formats will be found in:
+ http://www.gutenberg.org/4/4/7/1/44714/
+
+Produced by Giovanni Fini, Carlo Traverso and the Online
+Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This
+file was produced from images generously made available
+by The Internet Archive)
+
+
+Updated editions will replace the previous one--the old editions
+will be renamed.
+
+Creating the works from public domain print editions means that no
+one owns a United States copyright in these works, so the Foundation
+(and you!) can copy and distribute it in the United States without
+permission and without paying copyright royalties. Special rules,
+set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to
+copying and distributing Project Gutenberg-tm electronic works to
+protect the PROJECT GUTENBERG-tm concept and trademark. Project
+Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you
+charge for the eBooks, unless you receive specific permission. If you
+do not charge anything for copies of this eBook, complying with the
+rules is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose
+such as creation of derivative works, reports, performances and
+research. They may be modified and printed and given away--you may do
+practically ANYTHING with public domain eBooks. Redistribution is
+subject to the trademark license, especially commercial
+redistribution.
+
+
+
+*** START: FULL LICENSE ***
+
+THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE
+PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK
+
+To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free
+distribution of electronic works, by using or distributing this work
+(or any other work associated in any way with the phrase "Project
+Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full Project
+Gutenberg-tm License (available with this file or online at
+http://gutenberg.org/license).
+
+
+Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg-tm
+electronic works
+
+1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm
+electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to
+and accept all the terms of this license and intellectual property
+(trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all
+the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy
+all copies of Project Gutenberg-tm electronic works in your possession.
+If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project
+Gutenberg-tm electronic work and you do not agree to be bound by the
+terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or
+entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8.
+
+1.B. "Project Gutenberg" is a registered trademark. It may only be
+used on or associated in any way with an electronic work by people who
+agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few
+things that you can do with most Project Gutenberg-tm electronic works
+even without complying with the full terms of this agreement. See
+paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project
+Gutenberg-tm electronic works if you follow the terms of this agreement
+and help preserve free future access to Project Gutenberg-tm electronic
+works. See paragraph 1.E below.
+
+1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation ("the Foundation"
+or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project
+Gutenberg-tm electronic works. Nearly all the individual works in the
+collection are in the public domain in the United States. If an
+individual work is in the public domain in the United States and you are
+located in the United States, we do not claim a right to prevent you from
+copying, distributing, performing, displaying or creating derivative
+works based on the work as long as all references to Project Gutenberg
+are removed. Of course, we hope that you will support the Project
+Gutenberg-tm mission of promoting free access to electronic works by
+freely sharing Project Gutenberg-tm works in compliance with the terms of
+this agreement for keeping the Project Gutenberg-tm name associated with
+the work. You can easily comply with the terms of this agreement by
+keeping this work in the same format with its attached full Project
+Gutenberg-tm License when you share it without charge with others.
+
+1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern
+what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in
+a constant state of change. If you are outside the United States, check
+the laws of your country in addition to the terms of this agreement
+before downloading, copying, displaying, performing, distributing or
+creating derivative works based on this work or any other Project
+Gutenberg-tm work. The Foundation makes no representations concerning
+the copyright status of any work in any country outside the United
+States.
+
+1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg:
+
+1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate
+access to, the full Project Gutenberg-tm License must appear prominently
+whenever any copy of a Project Gutenberg-tm work (any work on which the
+phrase "Project Gutenberg" appears, or with which the phrase "Project
+Gutenberg" is associated) is accessed, displayed, performed, viewed,
+copied or distributed:
+
+This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with
+almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or
+re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included
+with this eBook or online at www.gutenberg.org/license
+
+1.E.2. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is derived
+from the public domain (does not contain a notice indicating that it is
+posted with permission of the copyright holder), the work can be copied
+and distributed to anyone in the United States without paying any fees
+or charges. If you are redistributing or providing access to a work
+with the phrase "Project Gutenberg" associated with or appearing on the
+work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1
+through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the
+Project Gutenberg-tm trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or
+1.E.9.
+
+1.E.3. If an individual Project Gutenberg-tm electronic work is posted
+with the permission of the copyright holder, your use and distribution
+must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional
+terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked
+to the Project Gutenberg-tm License for all works posted with the
+permission of the copyright holder found at the beginning of this work.
+
+1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg-tm
+License terms from this work, or any files containing a part of this
+work or any other work associated with Project Gutenberg-tm.
+
+1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this
+electronic work, or any part of this electronic work, without
+prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with
+active links or immediate access to the full terms of the Project
+Gutenberg-tm License.
+
+1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary,
+compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any
+word processing or hypertext form. However, if you provide access to or
+distribute copies of a Project Gutenberg-tm work in a format other than
+"Plain Vanilla ASCII" or other format used in the official version
+posted on the official Project Gutenberg-tm web site (www.gutenberg.org),
+you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a
+copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon
+request, of the work in its original "Plain Vanilla ASCII" or other
+form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg-tm
+License as specified in paragraph 1.E.1.
+
+1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying,
+performing, copying or distributing any Project Gutenberg-tm works
+unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9.
+
+1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing
+access to or distributing Project Gutenberg-tm electronic works provided
+that
+
+- You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from
+ the use of Project Gutenberg-tm works calculated using the method
+ you already use to calculate your applicable taxes. The fee is
+ owed to the owner of the Project Gutenberg-tm trademark, but he
+ has agreed to donate royalties under this paragraph to the
+ Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments
+ must be paid within 60 days following each date on which you
+ prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax
+ returns. Royalty payments should be clearly marked as such and
+ sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the
+ address specified in Section 4, "Information about donations to
+ the Project Gutenberg Literary Archive Foundation."
+
+- You provide a full refund of any money paid by a user who notifies
+ you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he
+ does not agree to the terms of the full Project Gutenberg-tm
+ License. You must require such a user to return or
+ destroy all copies of the works possessed in a physical medium
+ and discontinue all use of and all access to other copies of
+ Project Gutenberg-tm works.
+
+- You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any
+ money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the
+ electronic work is discovered and reported to you within 90 days
+ of receipt of the work.
+
+- You comply with all other terms of this agreement for free
+ distribution of Project Gutenberg-tm works.
+
+1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg-tm
+electronic work or group of works on different terms than are set
+forth in this agreement, you must obtain permission in writing from
+both the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and Michael
+Hart, the owner of the Project Gutenberg-tm trademark. Contact the
+Foundation as set forth in Section 3 below.
+
+1.F.
+
+1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable
+effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread
+public domain works in creating the Project Gutenberg-tm
+collection. Despite these efforts, Project Gutenberg-tm electronic
+works, and the medium on which they may be stored, may contain
+"Defects," such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or
+corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual
+property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a
+computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by
+your equipment.
+
+1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the "Right
+of Replacement or Refund" described in paragraph 1.F.3, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project
+Gutenberg-tm trademark, and any other party distributing a Project
+Gutenberg-tm electronic work under this agreement, disclaim all
+liability to you for damages, costs and expenses, including legal
+fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT
+LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE
+PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE
+TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE
+LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR
+INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH
+DAMAGE.
+
+1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a
+defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can
+receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a
+written explanation to the person you received the work from. If you
+received the work on a physical medium, you must return the medium with
+your written explanation. The person or entity that provided you with
+the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a
+refund. If you received the work electronically, the person or entity
+providing it to you may choose to give you a second opportunity to
+receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy
+is also defective, you may demand a refund in writing without further
+opportunities to fix the problem.
+
+1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth
+in paragraph 1.F.3, this work is provided to you 'AS-IS' WITH NO OTHER
+WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO
+WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE.
+
+1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied
+warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages.
+If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the
+law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be
+interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by
+the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any
+provision of this agreement shall not void the remaining provisions.
+
+1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the
+trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone
+providing copies of Project Gutenberg-tm electronic works in accordance
+with this agreement, and any volunteers associated with the production,
+promotion and distribution of Project Gutenberg-tm electronic works,
+harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees,
+that arise directly or indirectly from any of the following which you do
+or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg-tm
+work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any
+Project Gutenberg-tm work, and (c) any Defect you cause.
+
+
+Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg-tm
+
+Project Gutenberg-tm is synonymous with the free distribution of
+electronic works in formats readable by the widest variety of computers
+including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists
+because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from
+people in all walks of life.
+
+Volunteers and financial support to provide volunteers with the
+assistance they need, are critical to reaching Project Gutenberg-tm's
+goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will
+remain freely available for generations to come. In 2001, the Project
+Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure
+and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations.
+To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation
+and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4
+and the Foundation web page at http://www.pglaf.org.
+
+
+Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive
+Foundation
+
+The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit
+501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
+state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal
+Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification
+number is 64-6221541. Its 501(c)(3) letter is posted at
+http://pglaf.org/fundraising. Contributions to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent
+permitted by U.S. federal laws and your state's laws.
+
+The Foundation's principal office is located at 4557 Melan Dr. S.
+Fairbanks, AK, 99712., but its volunteers and employees are scattered
+throughout numerous locations. Its business office is located at
+809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887, email
+business@pglaf.org. Email contact links and up to date contact
+information can be found at the Foundation's web site and official
+page at http://pglaf.org
+
+For additional contact information:
+ Dr. Gregory B. Newby
+ Chief Executive and Director
+ gbnewby@pglaf.org
+
+
+Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
+Literary Archive Foundation
+
+Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
+spread public support and donations to carry out its mission of
+increasing the number of public domain and licensed works that can be
+freely distributed in machine readable form accessible by the widest
+array of equipment including outdated equipment. Many small donations
+($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
+status with the IRS.
+
+The Foundation is committed to complying with the laws regulating
+charities and charitable donations in all 50 states of the United
+States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
+considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
+with these requirements. We do not solicit donations in locations
+where we have not received written confirmation of compliance. To
+SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any
+particular state visit http://pglaf.org
+
+While we cannot and do not solicit contributions from states where we
+have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
+against accepting unsolicited donations from donors in such states who
+approach us with offers to donate.
+
+International donations are gratefully accepted, but we cannot make
+any statements concerning tax treatment of donations received from
+outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
+
+Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
+methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
+ways including checks, online payments and credit card donations.
+To donate, please visit: http://pglaf.org/donate
+
+
+Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic
+works.
+
+Professor Michael S. Hart is the originator of the Project Gutenberg-tm
+concept of a library of electronic works that could be freely shared
+with anyone. For thirty years, he produced and distributed Project
+Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of volunteer support.
+
+
+Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
+editions, all of which are confirmed as Public Domain in the U.S.
+unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily
+keep eBooks in compliance with any particular paper edition.
+
+
+Most people start at our Web site which has the main PG search facility:
+
+ http://www.gutenberg.org
+
+This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
+including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
+Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
+subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
+
+
+</pre>
+
+</body>
+
+</html>
diff --git a/old/44714-h/images/covermp.jpg b/old/44714-h/images/covermp.jpg
new file mode 100644
index 0000000..e26be68
--- /dev/null
+++ b/old/44714-h/images/covermp.jpg
Binary files differ
diff --git a/old/44714-h/images/ill-002.jpg b/old/44714-h/images/ill-002.jpg
new file mode 100644
index 0000000..58c5566
--- /dev/null
+++ b/old/44714-h/images/ill-002.jpg
Binary files differ
diff --git a/old/44714-h/images/ill-073.jpg b/old/44714-h/images/ill-073.jpg
new file mode 100644
index 0000000..9a6cf82
--- /dev/null
+++ b/old/44714-h/images/ill-073.jpg
Binary files differ