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If you are not located in the United States, you'll have -to check the laws of the country where you are located before using this ebook. - - - -Title: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo. Tomo I - -Author: Aron Fernando - -Release Date: December 19, 2016 [EBook #53768] -Last Updated: January 10, 2017 - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - - - - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - - - - - Nota di trascrizione in coda al testo. - - - - - AGLI AMATORI - DELLA SPECIE UMANA - E - DELLO SVILUPPO DELLA RAGIONE - - - A. FERNANDO - - Vox diversa sonat populorum est vox tamen una - Cum verus patriæ diceris esse Pater. - - Mart. Lib. I. - -S'egli è vero, come niuno può sensatamente dubitarne, che la verità -purgata dall'orrida caligine de' pregiudizj sia per l'uman genere un -bene inestimabile, è non meno certo che ogni individuo il quale senta in -se medesimo una costante inerenza in suo favore, ed energìa sufficiente -per produrla al chiaro giorno, debba usare di ogni sforzo per mettere i -suoi simili a portata di conoscerla, di sentirne l'impulso salutare, e -di fruirne, ad un tempo, i solidi vantaggi. - -Le nitide verità, che la mia ingenua penna, sempre intenta al profitto -della specie umana, si accinge a fare oggi discernere al mondo -illuminato sono di un indole sì elevata, e di un importanza tale che -attirare debbono esse intimamente l'attenzione di tutti gli enti -ragionevoli, perchè ogni essere dotato di ragione vi è in egual grado -interessato. Infatti dove supporre mai reperibile un'anima, ad un -eccesso tale snaturata fino a riguardare con apatìa la rigenerazione -politico-morale di un popolo immenso, dopo che diciotto secoli di -calamità, e di vessazioni ognora rinascenti aveano fatto incallire ne' -ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in un torpido avvilimento, -come se destinato, senza scampo, ei si credesse a dovere perpetuare -sopra la terra lo spettacolo commovente della sua prostituzione? Tale fu -pur troppo lo spietato destino a cui soggiacque, durante sì complicata -serie di anni, il Popolo d'Israel che or somministra l'argomento -primordiale a quelle filosofiche verità urgenti, che di buon grado -m'induco a rivelare oggi fra gli esseri umani. - -Ma nel modo che di tutte le terrigene vicende accade, questa informe -combinazione di strani accidenti non dovea già essere immune da -quell'alterazione a cui, come un tributo spettante alla natura vanno -soggette tutte le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette -alla posterità: per altro, l'assunto di rovesciare in un istante una -cattività identificata col tempo, troppo arduo riuscendo ad esaurire -dalla mente di un singolo individuo, in guisa che il successo -corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo che una metamorfosi cotanto -rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i fasti dell'Istoria, -preparata ci fosse da un Genio Superiore, capace di conoscerne -l'urgenza, di sentirne la forza, e di prevederne i vantaggi che -risultare ne potrebbero. Arrise finalmente una sorte propizia a' fervidi -voti di que' pochi bramosi di vedere rendere all'uomo quella dignità -propria dell'uomo, ed anelanti di mirare alleviato l'ebreo specialmente -dalla salma lacerante delle pratiche moltiplici, od inutili, o assurde -coltivate da esso, e che l'inveterata consuetudine delle medesime rese -sacre per lui; e dopo una lunga impaziente aspettazione questo GENIO -Benefattore comparisce infine, e qual vindice nume tutelare della -giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana, -colla rapidità di un baleno, tutto ciò che può opporre contrasto a' suoi -paterni disegni. Il mirare la desolazione di questo popolo, apprestarne -un antidoto, renderlo a se stesso, ed alla società umana non fu che -l'opera di un solo, e medesimo intervallo: Egli è al Gallo-Italo -Regnante, a NAPOLEONE il GRANDE che la prosapia d'Israel dee la sua -risorsa più luminosa, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i -monumenti di questo Popolo; e la posterità di Abramo debitrice della sua -rigenerazione salutare agli augusti auspici di sì eccelso Protettore, un -sacro tempio di eterna riconoscenza ogn'individuo di questa immensa -famiglia erigerà nel proprio cuore, più perenne de' marmi, e de' -metalli, e che avrà per impronta indelebile in fronte: - - ALL'EROE DEL SECOLO, - PADRE DE' POPOLI, - RIGENERATORE D'ISRAEL. - -D'altronde sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino -soltanto al solido vantaggio di una parziale setta unicamente, pure ad -un solo corpo religionario io quì non ragiono, ma ad ogni qualunque -siasi nazione, setta, o popolo, a tutta l'umana società in fine io -parlo, ed a guisa del Sole, che dal suo emisfero inaccessibile una luce -sfavillante, e universale a tutti gli esseri viventi diffonde sulla -terra, così appunto io bramo che ad ogni razionale abitatore dal mondo -rendasi noto l'integerrimo linguaggio della verità: e infatti chi mai -più delle sette odierne hanno estrema necessità di ascoltarlo, -d'intenderlo, e di esserne, insieme profondamente penetrate? Ne ha duopo -assolutamente l'ebreo per modellare sopra di esso la pretta religione -degli avi suoi, renduta oggi deforme dalla stravaganza mostruosa della -tradizione; indispensabile si rende alle altre Sette per iscuoterle dal -letargo macchinale a cui erano da lungo tempo sepolte, per illuminarle, -e fare elleno abdicare il più esecrabile degli assurdi tramandatoci da' -secoli di barbarie, e d'ignoranza, qual era quello di riguardare -l'oppressione del popolo ebreo come un trionfo luminoso, necessario alla -solidità del loro culto, e inerente a' suoi principj. - -Ecco, in una parola, l'essenziale punto di centro dove tutte le mie cure -filantropiche, e i miei riflessi hanno concorso nell'opera laboriosa che -a tutte le nazioni dell'universo di buon animo consacro in questo -giorno. - -Quest'opera avrà dunque per titolo: PROGETTO FILOSOFICO DI UNA COMPLETA -RIFORMA DEL CULTO, E DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE DEL POPOLO EBREO. - -La Prefazione interessante, ed il Piano analitico che la precedono ne -forniscono la vasta genuina idea; essa sarà divisa in due grossi Volumi -di circa 500 pagine l'uno del medesimo formato, carta, e carattere del -presente manifesto. Il primo volume avrà per fondamento l'analisi -profondo del vero Culto, che deesi adottare dall'Israelismo, ed il più -sicuro mezzo di pervenire a sistemare il moderno sulle inconcusse basi -dell'antico, riducendolo alla primitiva semplicità medesima di questo, -ed a' suoi ammirabili principj. Il secondo sarà tutto rivolto alla -riforma dell'instruzione, dell'educazione morale, e de' costumi -degl'individui Israeliti non solo, ma di tutti quelli ancora, che al -pari di questi ne hanno urgenza estrema; lo stato politico, il passato -non meno che il presente, di questo Popolo ne' varj angoli della terra -ne' quali eragli un tempo solo concesso, al prezzo ancora il più -avvilente, un incolato precario, errante, ed oneroso, sarà in esso in -chiari, e laconici sensi dettagliato; e tutto ciò, in fine, che di -urgente, e di essenziale da entrambe le dotte assemblee Israelitiche -convocate per augusto Decreto del più Illuminato de' Monarchi nella -Metropoli della Francia venne deliberato a suo riguardo, sarà quì col -più giusto ponderato criterio sottilmente discusso, e investigato. - -Tutte queste materie sublimi che l'annunziata opera comprende verranno -classificate in 40 separati Capitoli, ciascuno de' quali somministrerà -ad ogni tratto de' nuovi utili soggetti efficaci a rischiarare, da una -parte, le menti ottenebrate degl'illusi miei connazionali nella coltura -dello spirito, e nello sviluppo della ragione, siccome ancora a -richiamarli al prisco loro culto esimio, ad essi presentando un nuovo -Codice salutare, che a fondare mi accingo sulle basi indefettibili -medesime sulle quali la vetusta età de' Patriarchi felicemente già -erigere lo vide; e a distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti -che parvero confederare contro i miseri avanzi d'Israel fino i più -decisi partigiani della tolleranza, trascinandoli anche sovente fino ad -obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad -agitare la causa risguardante questa derelitta Nazione. Quindi se co' -miei ben fondati principj poss'io pervenire a condurre nel sentiere -della ragione lo spirito abbacinato de' Popoli oso fino lusingarmi di -potere anche ridurlo ad emendarsi di quelle detestabili chimere che lo -soggiogarono per sì lunga serie di anni, e che formarono pur troppo la -sorgente letale dove il genere umano attinse tutte le sue più -deplorabili sciagure. - -Quest'opera sarà ornata del ritratto in rame dell'autore nel -frontespizio del 1.º Volume. Il prezzo dell'associazione resta fissato -franchi 12 tutta l'opera, cioè fr. 6 da pagarsi nel momento della -consegna del 1.º Volume, ciò che seguirà entro il Gennajo venturo 1810, -e fr. 6 alla consegna del 2.º che avrà luogo nell'Aprile susseguente, -persuaso che il numero degli associati sia sufficiente ad equilibrare -almeno in parte le spese imponenti che apporta una sì vasta e sì -proficua intrapresa. - -Possa finalmente il successo di quest'opera laboriosa corrispondere alle -rette filantropiche intenzioni dell'autore, e quindi rimarginare le -orribili piaghe che diciotto secoli consecutivi di accanita schiavitù, e -di tiranniche oppressioni hanno formate nel cuore dell'abbattuta -prosapia di Jacob! E possa questa, per solo impulso di essa, rinunziare -onninamente per sempre a' suoi inveterati prestigj tradizionali, a' suoi -insociabili costumi, onde più non veggasi contraddistinta nel mondo che -dalle sole marche che onorifiche di lumi, di virtù, e di un fermo -disinganno. - -Le associazioni si riceveranno in Livorno da Giovanni Marenigh -Stampatore, e Librajo, e da' principali Libraj dell'Italia. - -_Il presente esemplare di quest'opera è forse l'unico che esista, mentre -tutte le copie ed insieme il manoscritto furono confiscate dall'autorità -pubblica in Livorno, dove è stata impressa dal Marenigh, e ciò ad -istanza dei Massari di quella università degli ebrei, e per cui non -venne alla luce che il solo Tomo primo._ - - - - - PROGETTO - FILOSOFICO - DI UNA COMPLETA RIFORMA - DEL CULTO - E - DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE - DEL - POPOLO EBREO - - - DI - A. FERNANDO - - TOMO PRIMO. - - Vox diversa sonat populorum est vox tamen una - Cum verus patriæ diceris esse Pater. - - MART. Lib. I. - - TIBERIADE - ANNO DALLA CREAZIONE DEL MONDO - 5570. - (ERA VOLGARE 1810.) - - - - - INTRODUZIONE - PRELIMINARE - - - Restat ut his ego me ipse regam, - Solerque elementis. - - HORAT. - -Lo spettacolo il più rimarcabile che possa interessare, e sorprendere, -ad un tempo medesimo, l'intera specie umana è, senza contrasto, la -rigenerazione subitanea di tutto un popolo immenso, dopo che diciotto -secoli di vessazioni, e di calamità ognora rinascenti lo aveano fatto -incallire ne' ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in una specie -di torpido avvilimento: la prima ripetere solo esso dovea giustamente -dallo zelo sanguinario degli esploratori delle umane coscienze che il -baratro infernale del fanatismo religioso faceva di tanto in tanto -regurgitare sopra la terra per flagello de' mortali; attribuire l'ultimo -esso potea fondatamente all'inveterato livore inesplicabile, che una -intolleranza criminosa del pari che imbecille, suscitava, senza ritegno, -ad ogn'istante contro i miseri avanzi di un popolo, per consenso -unanime, il primo fra tutti i più remoti abitatori della terra, a -riconoscere, e adorare il Dio vivente, e non meno degno di ammirazione -per la sua fermezza inalterabile nelle orride sofferenze alle quali -soggiacque in ogni tempo, di ciò che sono da rimarcarsi molti altri per -l'accanimento inesorabile delle incessanti loro persecuzioni contro di -esso. - -Tale fu dunque, durante l'indicato spazio di secoli, lo spietato destino -della nazione d'Israel che oggi somministra l'argomento primordiale alle -nostre filosofiche investigazioni, e che forma la base radicale delle -indagini più assidue degli uomini scienziati, e tale fu sempre mai -l'indole proditoria, e turbolente dei suoi snaturati persecutori. - -Per altro, ciò che dee apparire straordinario alle menti perspicaci si è -l'osservare, come dopo un epoca sì lunga già decorsa, da quando il -popolo ebreo era ovunque avvilito, in tante foggie differenti, lungi -dall'occuparsi in tale stato di rimontare fino al prisco suo splendore, -piagnerne l'eclisse fatale, ed attristarsene, ad un tempo, per il -difficile ricuperamento, al contrario, sembrava trascinare le aggravanti -sue catene con un'apatìa indolente, ed oserò dire, con una sommessa -compiacenza tale, come se destinato, senza scampo, ei si credesse a -dovere perpetuare sopra la terra lo spettacolo commovente della sua -prostituzione, e come se gli eterni decreti di un Dio condannato lo -avessero a piegare l'abbattuta cervice sotto il giogo infamante di una -turpe schiavitù interminabile. - -Ma nel modo che di tutte le caduche umane vicende regolarmente accade, -questa informe combinazione di strani accidenti non dovea già restare -immune da quell'alterazione, a cui come un tributo indefettibile -spettante alla natura, vanno, per l'ordinario, soggette presso che tutte -le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette alla -posterità. D'altronde l'assunto di annientare in un istante una -cattività renduta quasi connaturale col tempo, troppo arduo riuscendo a -poter esser esaurito dalla mente di un singolo individuo, in guisa che -il successo corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo essenzialmente che -una metamorfosi cotanto rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i -fasti dell'istoria, preparata venisse da un Genio peregrino, capace di -conoscerne l'urgenza, di sentirne la forza, d'intenderne insieme i -moltiplici vantaggi salutari che risultare ne potrebbero. Arrise -finalmente una sorte propizia a' fervidi voti di que' pochi, degni di -occupare quel rango qualificato nella società, che la natura imparziale -accorda ad ogni cauto esecutore delle sue leggi, ne' di cui petti -sensibili allignava profondamente ancora l'intesa filantropia di -concorrere alla estirpazione totale de' pregiudizj che armano, e -dividono i popoli, di vedere una volta restituire all'uomo quella -dignità propria dell'uomo, che avvinta gemea da lungo tempo fra i ceppi -ferali dell'ignoranza, e della superstizione, e di mirare, ad un tempo, -alleviato l'ebreo, in particolare, dalla salma lacerante delle pratiche -innumerabili, od inutili perchè straniere all'essenzialità del primitivo -suo Culto, od anche assurde perchè incompatibili sovente coll'archetipo -salutare di quello, coltivate ciecamente da esso, e che l'inveterata -consuetudine delle medesime era il solo punto di rilievo sul quale si -reggevano, e che le avea ormai rendute sacre per lui; e dopo tanti -secoli d'impaziente aspettazione questo Genio BENEFATTORE comparisce -infine; penetrato dalle angustie di un popolo gemente, non esita un -istante ad ispiegare la sua clemenza in favore di questa orfana, e -inconsolabile nazione; e quale terribile Nume vendicatore della -giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana -colla rapidità di un baleno tutti gli argini malefici, riguardati fino -ad ora ineluttabili, che potevano forse opporre un'ostinato contrasto a' -suoi benemeriti disegni; interprete leale dell'increata sapienza -dell'Eterno, ei disse allora: compiasi alfine, senza ritardo, opera sì -eccelsa, e sì urgente; il Dio di tutti gli esseri lo comanda; lo reclama -la natura; l'umanità lo esige; lo pretende ragione; ed io lo bramo; e -l'opera memorabile allora tosto felicemente compiere si vide. Il mirare -da quel momento l'affliggente desolazione di questo popolo, apprestarne -un efficace antidoto, farsene il baluardo inespugnabile, renderlo a se -stesso, ed al consorzio degli enti ragionevoli, altro non fu che l'opera -di uno solo, e medesimo intervallo; egli è al Gallo-Italo Regnante, a -NAPOLEONE l'incomparabile che la prosapia d'Israel dee la sua risorsa -più solida, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i monumenti -delle nazioni profughe, e derelitte che un fausto Pianeta ha rendute al -loro pristino splendore, dopo di avere durante un tempo immemorabile -tenacemente lottato co' più avversi, e fluttuanti destini. - -Ma questo popolo, altre volte sì rassegnato, e sì paziente nelle -calamitose peripezìe delle quali ei fu la vittima sì di frequente, -giugnerà esso a conoscere attualmente il prezzo inestimabile di questo -dono esimio? Saprà esso cogliere l'opportunità di profittarne con -giustizia, e con ragione? Indarno lusingasi l'ebreo di pervenire a -meritarne il possesso, e di goderne, sino a tanto che inebriato -follemente dall'opinione di appartenere ad un lignaggio eletto -dall'Essere Supremo in preferenza di ogni altro esistente sulla -superficie della terra, s'induce a considerare l'abbiezione degradante -alla quale è ridotto, come il prezzo assoluto di quella elezione -illusoria che lo rende proscritto dalla società degli altri uomini, da' -quali esso è odiato, in ogni senso, come un essere degno della -riprovazione universale, e che questi, dal canto suo, abomina, e -disprezza, perchè reputa esclusi onninamente dalla così nomata grazia di -tale stravagante primazìa. - -Oh colmo di smarrimento umano! Oh, fierezza inusitata, e strana! E quale -meraviglia se l'ebreo imbevuto, per una parte, da tale insensata chimera -non ravvisava fino ad ora ne' suoi simili che altrettanti perturbatori -della sua tranquillità, o che fiere inesplebili, ognora preparate a -divorarlo; e se per l'altra, diretti da eguali assurde illusioni il -Papista, l'Ugonotto, e il Musulmano non iscorgevano in esso che un -individuo ributtante, un essere indegno della società degli altri -popoli? E come potesti mai, o illusa Tribù d'Israel, lasciarti sì -lungamente sedurre, senza fremere, da questa, ed altre sifatte -deplorabili menzogne, che odiosa ovunque sempre ti resero a tutte le -nazioni del mondo conosciuto, che ti costarono sì sovente amaro pianto, -senza speme di risorsa, o di compenso? E voi, popoli della terra! Quale -ribaldo instigatore vi indusse mai a fingervi sordi a tal eccesso a' -languenti clamori di umanità, e di natura, fino a palliare i vostri -barbari trattamenti del multiforme ingannevole orpello di simulata -religione, facendo ancora servire di pretesto qualche superstiziosa -pratica di questa nazione, al deciso furore che vi ha sì di frequente -trascinati ad infierire contro di essa? Quante volte la tradita ragione -si allarmò essa indarno contro gli smarrimenti di questa, e quante altre -l'insultata filosofia si dolse inutilmente contro gli snaturati oltraggi -di quelli? Le insane follie, di cui non meno l'una che gli altri furono -sempre in egual dose contaminati, le fecero entrambe tacere confusamente -tutte le volte che tentarono di sostenere la propria causa, che era in -massima la loro, o che osarono altamente reclamare i legittimi diritti -dell'umanità. - -Eh, che? Tale sarà dunque in eterno la sorte lagrimevole degl'ingannati -popoli della terra? Non vi sarà egli mai un antidoto efficace a -dileguare dall'universo un malore sì contagioso, e sì comune, che -attacca, senza pietà, le nove decime parti almeno della specie umana? Il -popolo ebreo non giugnerà esso forse in alcun tempo ad abdicare i suoi -vetusti prestigj degradanti; e il cristianesimo non s'indurrà esso -giammai a rinunziare al suo inveterato livore? Supporremo noi finalmente -che inestinguibile per tutti i secoli debba esistere fra gli uomini la -guerra devastatrice di coscienze, e di opinioni, e che non possa -esistere nell'ordine della natura un mezzo conciliatorio, onde più non -debba il giudaismo riguardare come straniere le altre nazioni, ed -affinchè cessino queste, per loro parte, di contendere ad esso que' -diritti che accordare volle la natura ad ogni essere capace di pensiere, -e dotato di ragione? Ahi! lasso! Quali affliggenti, e malagevoli -ricerche! Io molto dubitai dell'esito avventurato della prima fino al -presente; poco io sperai sul propizio compimento della seconda; tutti i -giudizj miei furono sempre titubanti sulla terza; e le mie intime -fiducie interamente nell'ultima riposi, fino a lanciare con trasporto -gli sguardi miei sul remoto avvenire, osando ancora proferire de' -vaticinj consolanti che forse realizzare si potrebbero a' tempi nostri, -purchè tutto il genere umano inducasi concorde a fare l'intero -sacrifizio delle stravaganti sue chimere, dalle quali fu esso fino ad -ora miseramente sedotto e combattuto. - -O uomini sociabili! O miei fratelli! Se l'esimia ragione tutta via -conserva intatto il suo ascendente salutare ne' vostri cuori; se -inerenti voi siete a superare gli argini funesti che oppongono un -contrasto pertinace alla solida felicità di molti fra voi; che formano -la sorgente letale delle calamità di molti altri; e che in ultimo vi -umiliano tutti quanti, e vi disonorano; se il mio sentimentale presagio -anelate realizzare, distruggere vi è duopo, senza ritardo, da' più -reconditi fondamenti, l'esecrando altare delle venerate menzogne, delle -quali, oppressi non meno che oppressori, io vi scorgo pur troppo in -egual dose infetti, e dove i popoli ammaliati dalle anagogiche visioni -tradizionali offrivano i loro voti; e sulle rovine abominevoli di quello -tosto si eriga uno stabile edifizio, che il consenso unanime del genere -umano rispettoso consacri eternamente al solo Essere Supremo, alla -ragione, alla virtù, ed alla unione inalterabile de' popoli. - -Chi mai potrebbe annoverare le volte che la filosofia baldanzosa si -accinse a dimostrarci tali essere appunto gl'intensi voti suoi? E questi -parimenti non furono in ogni età dell'universo i sani principj della -natura? Questa forse non è, che sdegnata dagli eccessi della fralezza -umana ci fece di tratto in tratto capire per mezzo di quella stessa -filosofia, sua costante apologista, e sua interprete fedele: O uomini! -Rammentate che i figli miei tutti voi siete, tratti egualmente dal -materno mio seno; chiunque voi siate nel fugace tirocinio di questa -vita, sia regnante, o subalterno; sia nobile, o plebeo; musulmano, o -israelita; sia cattolico, infine, o pure gentile, appena cominciaste ad -esistere sopra la terra, tutti del pari assoggettati voi foste alle -provvide mie leggi, dalle quali non avvi fra tutti gli esseri viventi -alcuno che dire si possa, senza delirio, escluso, ed alienato, e -suscettibili di uniformi passioni, dotati delle stesse identiche -facoltà, e intelligenza, già vi trassero le mie mani a respirare l'aura -prima di vita. Tali furono in ogni secolo del mondo le espressioni -genuine della natura. - -Ma l'uomo a fronte di tutto ciò degenerando miseramente dall'origine -sua, avvilendo per folle arbitrio quella condizione propria di esso, -lungi dall'ascoltare la voce penetrante di sì benefica madre, in vece di -seguitare le di lei sacre instituzioni; anzi che coltivare que' precetti -venerabili che dessa ognora ci rammenta per la felicità permanente del -genere umano, egli sempre concentrato nel vortice immenso de' propri -smarrimenti, sembra piuttosto che inducasi a soffrire con una macchinale -indifferenza l'improperio ragionevole che ad esso fa la natura schernita -dalla sua depravazione, che dolente gli rinfaccia, senza posa, la sua -demente ingratitudine: egli è dunque così, che il meglio offresi qual è -al suo sguardo, ei lo contempla, lo discerne, lo approva, e segue il -peggio: - - „_Video meliora proboque, deteriora sequor._„ - -Dopo un ammonizione sì risentita, quanto giusta della natura, con quale -fronte oserà egli l'ebreo altamente vantare la primazìa sopra tutta la -specie umana, ed i popoli del mondo sopra quale base radicale fonderanno -essi mai il barbaro diritto di soggiogarlo, e di avvilirlo? - -Insensati! che incapaci tutti quanti sempre voi foste di godere -solidamente le amene delizie della natura, senza contaminarne la nitida -sorgente co' furori della vostra sovvertita immaginazione; e infatuati -da quelle insane chimere da cui foste imbevuti fino dalla culla, non -solo ne schivaste sempre l'incontro; ma varj fra voi non curarono di -conoscerla per ignoranza; molti ancora indifferenti alle sue materne -instigazioni, furono ad essa ribelli per orgoglio; ed altri furibondi si -lasciarono ben anche trascinare all'eccesso delittuoso di calpestare le -sue leggi, di avvilire i suoi doni per fanatismo. - -Or ad oggetto di sanare le nazioni lese da siffatto malore, non ommisero -di tentarlo con reiterati sforzi i più illuminati filosofi del mondo, -fissando de' principj inconcussi, ovvj a dimostrarne il pericoloso -nocumento; ma tutte le loro cure furono vane, e delusi restarono sempre -nella loro aspettazione: quindi è che allora si videro essi astretti a -rinunziare a' loro benemeriti disegni, concentrarsi nella sfera delle -loro proprie cognizioni, e ciascuno di essi quale nuovo _Timone_, od -_Apemanto_ vivere a se unicamente misantropo isolato, e fremendo mirare -taciturno, da una parte periclitare di giorno in giorno la salute -dell'uomo, senza potere svellerlo dall'orlo dell'abisso preparato ad -ingojarlo; osservare dall'altra le caterve affluenti di esseri travviati -correre solleciti ad offrire le loro preci al sacrilego altare del -fanatismo; quì porgere incensi ad uno sciame immenso di se-dicenti -_parlamentarj_ dell'Eterno, che renduti superbi dagli omaggi striscianti -dell'ipocrisia, e dell'ignoranza, già corruppero da colmo a fondo la -tersa religione, che il terrigeno mortale è nel pressante dovere di -tributare al suo Dio Creatore, e lo costrinsero ad obbliarla, ed a -sostituirne in vece le loro esecrabili visioni; udire colà commendare -qual eroismo i più atroci misfatti, di cui ci fanno raccapricciare le -Istorie, perchè al nome dell'Essere Supremo devotamente commessi; -riguardare altrove porre in sistema la persecuzione, e la calunnia, e -quindi esercitarle religiosamente unite contro que' sciagurati che il -mero fortuito accidente trasse dal grembo di altro dogma, e seguaci di -una credenza differente da quella che si professa dai loro persecutori, -considerandogli persino come una nuova specie di esseri, la relazione -de' quali si reputa indegna degli altri uomini loro simili, formati, per -così dire, da un conio stesso, dotati delle facoltà medesime, -suscettibili de' medesimi bisogni, ed egualmente organizzati, onde ad un -tale riguardo si opprimono, si calunniano, s'inventa delle illusioni -affine di renderli odiosi agli altri popoli; e per giustificare quelle -perverse imputazioni delle quali sono essi proditoriamente aggravati, -s'immagina quelle colpe che incapaci furono sempre di commettere, e che -per ciò realizzare mai non si possono, si suppone que' difetti che non -ebbero giammai, ma che forse con più fondata ragione attribuire sovente -si potrebbero a' loro persecutori, si prevengono le mancanze che loro -sono affatto ignote; e quindi ogn'individuo non ad essi conforme nelle -pratiche di religione, impressionato da tali venefici principj fin dalle -fascie, si reputa, per ogni motivo, autorizzato di poterli riguardare -come esseri degni della riprovazione de' loro simili, come uomini scevri -di morale, di costumi, e forse ancora incapaci di lumi, di coltura, e di -buon senso. - -Forsennati! Barbari mostri! Esclamerebbero que' filosofi allora; chi vi -avrebbe supposti mai stolidi a quel segno fino a non accorgervi, che -tutte le ottime, o riprovabili azioni che loro vengono direttamente -attribuite, altro, a fondo, non sono che un mero effetto dell'opera -vostra unicamente? I tirannici tratti co' quali voi procedeste in ogni -tempo a loro danno, non doveano essere per i medesimi una lezione -indelebile, e continua d'ingratitudine, e di vendetta, un oggetto -incommutabile di eterna ripugnanza per la vostra società? E come -dovevano essi amare quegl'individui che riguardavano il loro avvilimento -come un trionfo della così detta loro nuova legge di grazia, se dai -partigiani di quella dovevano essi appunto ripetere il torrente -inesauribile di tutte le angustie alle quali soccomberono sì di -frequente? E come avrebbe potuto mai l'ebreo, sotto alcun titolo, essere -buon cittadino, se ricusatagli era ovunque una patria, se escluso veniva -di prestare i suoi servigj, se interdetto eragli per tutto l'esercizio -delle arti liberali, e la coltura dello spirito, e se la terra medesima -persino a cui esso dovea i suoi natali divenivagli straniera, ed -insensibile matrigna? E con quale fondamento si dovea, in ultimo, -presumere che un fautore della sana credenza di Mosè potesse giugnere a -distinguersi giammai nella carriera di que' pochi uomini dotati di -genio, e di talenti, che l'obblìo del fanatismo rende oggi reperibili in -qualche angolo del mondo, se da questi o per invidia, o per interno -pregiudizio, od anche per simulato trasporto religioso era sempre o -schernito, o rigettato, se il consorzio de' medesimi reputava un -disonore di annoverarlo nella categoria de' suoi membri? E quando ancora -conservato egli avesse, nello stato di abbiezione in cui languiva, tanta -lena e coraggio per inalzarsi fino allo studio, la generalità degli -uomini non imputavagli frattanto come un grave torto di essere nato -ebreo, a fronte ancora di tutta la virtù, ed i talenti che avesse -d'altronde potuto fondatamente vantare? Ei non potea aspirare al rango -di uomo, senza prima cessare di essere ebreo. Che non può irrazionale -superstizione in mente umana! - -Esseri deboli, e inconseguenti! Se provati aveste i costumi di questo -Popolo avanti di sfuggirne i rapporti; se occupati vi foste di -esperimentare i suoi talenti prima di azzardarne de' giudizi temerarj -sulla sua capacità; se tratto lo aveste all'obbrobrio degradante delle -turbe popolari, restituendo ad esso quella dignità che compartire volle -la natura ad ogni ente ragionevole, e che la vostra indomita fierezza -ingiustamente gli tolse; se meno prodighi di odio, e di oppressione -dimostrati vi foste seco lui; ma più liberali di umanità, e più coerenti -alle leggi che prescritte furono a voi dalla natura, vedreste ora in -mille brani spezzarsi al vostro tatto il talismano fatale della -menzogna, e quale fugace lampo svanire ogni mistero nella dispersione -dell'ebreismo, riguardata follemente sempre da voi come il flagello -desolatore, a cui gli arcani decreti di un Dio condannato lo aveano, -senza ombra di speme, nè di rifugio; come ancora il barbaro esilio a cui -soggiacque già da gran tempo, ben lungi dall'apparirvi la conseguenza -immediata di que' sognati falli di cui l'odio vostro l'imputava senza -freno, giustificato vedreste non meno l'una che l'altro dall'ostile -vostro contegno a suo riguardo; e quindi rientrati allora in voi stessi, -scossi da quel torpido letargo dove immersi vi aveano d'accordo quelle -venefiche illusioni che alimentavano un giorno il vostro inganno, e -abbacinavano i sedotti vostri cuori, voi avreste riconosciuto ad -evidenza quanto fossero contradittorie alla ragione, e ripugnanti alla -natura quelle distinzioni malignamente inventate ne' secoli d'ignoranza -dagli speculatori di proselitismo, e trafficanti di culti, e di -coscienze; distinzioni che rendono l'uomo il ludibrio della sua specie, -e costituiscono l'infamia perpetua di colui che le tollera, e le -autorizza; e così da questa vilipesa nazione risorgere or mirereste -quegli stessi talenti peregrini, che in ogni epoca, e ovunque formarono -il decoro della stirpe d'Israel, l'ammirazione de' dotti, e la gloria di -quegli stati che gli accolsero nel loro seno, proteggendo, ed animando i -loro progressi, e le utili produzioni de' medesimi: Alemagna! Francia! -Monarchìe felici! Terre avventurate! La ragione si è quella che forma -fra voi il più solido, e il primo de' vostri possenti baluardi; essa, in -ogni tempo, astante a' vostri dottissimi congressi gli dirige, e ne -forma il presidio ineluttabile; questo nume tutelare, avversario deciso -del fanatismo ne distrugge i progressi contaggiosi, che tentasi di -propalare da' suoi reprobi fautori, a scapito dell'umanità, e invitta -ella presede al superno tribunale della giustizia; essa è quella che -richiama dal seno di ogni popolo gli utili talenti, e la vera filosofia, -la quale è onorata in chiunque siane possessore, nel modo che i talenti -perspicaci, non meno di quello a cui venne conferita nel suo nascere -l'immersione battesimale, che dell'altro a cui fu reciso il prepuzio -nelle fascie, sono entrambi ricompensati a gradi eguali: Federigo! -Giuseppe! Napoleone! Nomi alla terra sempre mai cari! La consolante -rimembranza delle vostre sublimi operazioni non potrà mai cancellarsi -dalla mente degli uomini, ma ella sopravvivere dovrà al tempo edace che -tutto immerge nell'obblìo profondo; troppo vi dee quella porzione di -specie umana, a cui fu accordata la sorte di vivere sotto l'auspicio -delle sublimi vostre leggi, ed in particolare l'esule Israel, il quale -ricoverato sotto l'ombra benefica di esse, ritrova un asilo pacifico, e -immune dall'infezione letale della calunnia, ed una tranquillità sicura, -che lo zelo de' satelliti dell'idolo romano ha tentato altrove -d'involargli sovente, onde a questo unita grata vi resti perpetuamente -l'Europa, a cui voi deste i primi le lezioni memorabili di sana -filosofia, e di tolleranza; egli è sotto la benefica influenza de' -vostri limpidi orizzonti dove la sorte dell'uomo non pende già (come -sotto altro cielo) dalle muffate pergamene, deve esistono vergati da tre -o quattro cent'anni i titoli vani degli Scheletriti progenitori, ma da' -solidi meriti personali di cui esso è fregiato, e senza che la diversità -di religione vi opponga niun ostacolo, nè possa giammai pervenire ad -oscurarli; egli è colà dove l'evidenza ci convince che può un fautore di -_Mosè_ riescire dotto nelle scienze, perito nelle arti, vassallo -integerrimo del Sovrano che lo governa, ed utile cittadino al suolo che -vide nascerlo, in grado eguale di un seguace del vangelo. Egli è, in -ultimo, nel centro della più illuminata nazione che onori la terra, -nelle Gallie illuminate dove il cruento fanatismo che sì orribilmente un -giorno paventare si facea, ora del tutto annientato dall'eccelsa ragione -che le governa, attonito riguarda, fremendo, il vero merito di un -Successore di Abramo estolto a quei gradi che mai possono accordare le -scienze, e la virtù a chi degno se ne rende, o coll'esercizio di questa, -o assiduamente coltivando le prime. - -Se tali edificanti lezioni fossero state apprese dagli abitatori della -terra; se verità sì convincenti fossero state da' medesimi sentite in -tutta la loro forza ed estensione, quanto più lieta oggi sarebbe la -Sinagoga ebrea; più sgravata di follìe, meno assurda nelle pratiche, e -l'esercizio del suo culto, ridotto a' suoi primitivi ammirabili -principj, quanto diverebbe più filosofico, e più sensato non solo, ma -(siccome io mi accingo a dimostrarlo nel progresso di quest'opera) -niente dissimile da quello professato da Socrate, da Platone, e da -Confucio, e degno altresì di essere messo in comparazione con quello già -felicemente conosciuto da' primi benemeriti fondatori della credenza -d'Israel? E quanti Scismi, che lacerarono sì sovente la chiesa romana, -non avrebbe questa prevenuti colle vie della tolleranza, e della -persuasione, moderando l'amarezza del suo zelo, che la ridusse per tante -volte ad infierire contro le coscienze, e le opinioni, riguardate come -paradosse, perchè discorde forse da quelle che dessa pretende avvalorare -fra i mortali? Alla prima non si permise in alcun tempo di gustarle; -neglette, o calpestate sempre furono entrambe dalla seconda. - -E vi sarà egli ancora chi si sorprenda come avvenga che la ragione -accordata all'uomo per rischiarare la sua mente, per dirigere le sue -azioni, per confortarlo nelle sue pene, sembra che prendasi a scherno -l'ignoranza sua, e la sua fralezza, e che più non offrasi agli occhi -suoi che come un rifugio illusorio, e incerto contro gli assalti de' -suoi proprj vaneggiamenti? Se i popoli facessero tacere, una volta per -sempre, le passioni criminose delle quali sono essi predominati, per -ascoltare la voce penetrante della ragione, vedrebbero in qual modo, -l'esimia, e la benefica ragione cesserebbe infine di mostrarsi essa pure -armata di furore a danno dell'illusa umanità. - -Infatti, quanti esempi rimarcabili non ci forniscono ad un tale riguardo -numerose popolazioni che a torto noi chiamiamo selvaggie, le quali -benchè meno colte di noi, e fornite di una intelligenza assai più -limitata della nostra, pervennero frattanto a soffocare (o forse non -conobbero giammai) quel furore brutale di persecuzione religiosa che -forma, purtroppo, la base primordiale di ogni credenza odierna, e la -gran mole reggente di tutti in culti delle nazioni che conosciamo, -se-dicenti-polite, e illuminate? Queste imitarono i difetti delle prime, -senza potere nè conoscere, nè profittare giammai di alcuna delle ottime -qualità delle medesime. Io eccito tutte le istorie unite ad indicarmi un -solo popolo, fra i tanti che annovera la prisca età del mondo, che abbia -in alcun tempo infierito nè contro le coscienze degl'indigeni abitanti, -nè che giammai abbia macchinato lo sterminio della religione di un -popolo limitrofo, benchè le une, o l'altra opposte fossero -diametralmente a' loro intimi principj religiosi; ma esse, d'altronde, -ci mostreranno ben chiaro fra i recenti, de' popoli che riguardano il -flagello degli uomini, ed il loro avvilimento come un tributo espiatorio -in onore della Divinità; esse c'indicheranno, da una parte, i terribili -roghi della Spagna, destinati ad abbruciarvi gli ebrei in onore di Gesù -cristo; ci additeranno dall'altra gli esecrabili altari del Portogallo -preparati ad immolarli al nome della vergine; ci faranno quì vedere le -aggravanti catene della Bretagna papista consacrate a soggiogarli in -gloria de' suoi idoli; mirare ci faranno esse colà un S. Cirillo, quel -barbaro Cirillo, che fattosi duce di apostolici briganti, attaccarli -entro le loro proprie sinagoghe in Alessandria, ucciderne crudelmente -una gran parte, fugarne il resto, carpire le loro sostanze, e rendersene -arbitro in ortodossa divozione a' suoi penati; ci offriranno altrove -quelle marche infamanti di cui l'Italia contrassegnavagli un tempo in -trofeo della sua fede, e quelli angusti, e infetti recinti entro i quali -essa gli costringeva a vivere racchiusi, e concentrati in venerazione di -Pietro, o degli apostoli; ed ovunque finalmente noi rivolgiamo i nostri -sguardi dall'oriente all'occidente, dal nord al mezzo giorno, per tutto -ci faranno quelle scorgere la mistica falce delle religioni pronta a -mietere ad ognora le sue vittime segnate per offrirle all'altare de' -falsi Dei, od al nome dell'Essere supremo, per tutto ci metteranno esse, -in ultimo, sotto gli occhi feroci patiboli eretti; carceri, ferri, -proscrizioni, massacri, e quanto seppero inventare di atroce que' mostri -che natura abbandonò alla loro natìa inesplebile fierezza, che al nome -di uno, o di altro idolo gl'ingannati popoli della terra infliggevano -contro gli eretici, o miscredenti delle loro follìe religiose; e con -infinite prove percotenti, esse concorreranno in somma a convincerci -pienamente che le massime di persecuzione, di strage, o d'intolleranza -non sono state mai ridotte, in pratico sistema, che nel solo grembo di -una religione che si è decantata divina, la quale non respira in -apparenza, che dolcezza, mansuetudine, e salute, ovvero da quelle -ridicole instituzioni, che molto sovente o mancano di verità, o di buon -senso, che l'umana ignoranza ne fa tenere il carattere, e le veci. - -Ma in mezzo di questa enorme affluenza di vicissitudini lagrimevoli, -ognora pullulanti, che hanno per infinite volte segnalato sulla terra i -deplorabili travviamenti umani, quale metamorfosi degna dell'ammirazione -universale de' secoli avvenire, non sarà mai per risultare a' nostri -posteri l'intatta conservazione dell'ebreismo, sotto quel cielo medesimo -appunto dove ad ogn'istante se ne meditava lo sterminio, ed in quel -suolo istesso in cui si tentò infinite volte renderne la tomba? Cosa -opineranno essi mai al solo contemplare, come tutte le nazioni -dell'universo, dopo la caduta degli abitanti di Gerosolima, e insieme di -questa metropoli medesima, si distrussero l'una l'altra, si amalgamarono -a vicenda, si mischiarono confusamente, ed il solo popolo ebreo, -malgrado la sua fluttuante dispersione, e le numerose infauste peripezìe -alle quali sempre soggiacque, in ogni angolo del mondo, abbia fermamente -resistito al torrente di una feconda successione di lignaggi, di epoche, -e di vicende, or funeste per un popolo, ed or gioconde per l'altro; or -per questo ridenti, ed ora triste per quello? Non lo attribuiranno essi -forse ad un effetto soprannaturale, ad un prodigio ineffabile -dell'Eterno? Di ciò veramente l'intero giudaismo ne fu sempre convinto; -e tutte le altre nazioni, al contrario, riguardarono ciascuna, in ogni -tempo, la permanenza di tale prosapia, come un trionfo, ed una prova -incontestabile della verità di loro varie credenze, o religioni. - -Ma senza fermarmi quì a discutere inutilmente le ragioni che alimentano -l'intima convinzione del primo, ed il giusto valore delle cagioni sulle -quali fondano le ultime la presunta base contestata della loro -religione, io mi contenterò soltanto di rimarcare che fa duopo stabilire -dei motivi meno accessorj, ed assegnare altre cause più ostensibili per -colpire nel segno positivo sulla certezza, e la probabilità degli -accennati effetti risultanti; e questa e quella ritrovare noi potremo -agevolmente nelle accanite persecuzioni che le ultime, concordi, hanno -sempre esercitate contro di quello: non avvi alcuno che ignori che la -guerra delle opinioni religiose, e delle coscienze, non solo in -proposito di culto, ma in scienza, in politica, e in costumi, ha in ogni -epoca del mondo, e presso qualunque popolo della terra formate le -fazioni sanguinarie, i martiri devoti, gli apostoli entusiasti per -l'uno, o l'altro partito da cui presero fondata voga radicale quelle -stesse opinioni che tentavasi di propalare, e sostenere ad ogni prezzo -da una parte, e che da un'altra combattevansi orribilmente col disegno -di annientarle dalla reminiscenza degli uomini. Infatti, quanti esempj -rimarcabili non ci forniscono le istorie, idonei a convincerci che tanto -in religione, quanto in politica, noi vedremmo succedere nel mondo il -tepore il più lento, all'entusiasmo il più deciso, se si lasciasse -all'una l'opinione, all'altra l'esercizio; _donnez aux Huguenots_, -diceva Caterina de' Medici, _tout leur saoul de prêches, ils seront -tranquilles_. Quando, al contrario, perseguitando una setta, od una -fazione qualunque, si viene ad aggiugnere insensibilmente alla forza -della religione che è già oltremodo grande, quella del punto di onore -che lo è sovente di più, cioè a dire, che quelli ancora che non hanno -religione qualche volta ne ostentano l'apparenza, e non osano di -abbandonarla; e che quelli viceversamente che sarebbero proclivi alla -resipiscenza de' loro proprj travviamenti, non sanno determinarsi ad -effettuarlo. - -Or in conseguenza di questi effetti, renduti già si evidenti, chi -potrebbe mai sensatamente ricusare alle cause omogenee che gli producono -l'esistenza indefettibile che loro conviene in ogni modo? Persuasi -dunque quali essere dobbiamo, senza mistero, dell'esistenza delle une, e -della sorgente immediata degli altri, quale torto enorme non si farebbe -alla verità, se opinare si dovesse come il primo, e quale grave -oltraggio risentire non dovrebbe la ragione, appoggiando la strana -presunzione di queste? E pure l'indole depravata dell'uomo, generalmente -parlando, è tale, che desso non soffre mai un oppressivo male, nè -fruisce ancor di un sommo bene, senza imputarlo all'odio di un essere -superiormente perverso, od alla predilezione di un essere ottimo che -veglia parzialmente alla di lui conservazione, ed egli non è che dopo -molte riflessioni, per lo più astratte, sempre seguite, e sottilmente -ponderate, che desso giugne a conoscere, infine (benchè il più delle -volte assai di raro, e a grande stento ei vi pervenga) che il bene, ed -il male di cui l'umana vita è mischiata, emanano entrambi, per così -dire, dalla sorgente inesauribile medesima; questo è il possente arcano -delle instituzioni teologiche di ogni popolo che esistere veggiamo sulla -superficie della terra, questa è l'alchimia portentosa di tutte le -religioni che ingombrano il mondo abitato dall'uomo. - -Comunque siasi, non credasi già essere questi soli gli effetti -perniciosi dell'imbecillità dell'uomo abbandonato a se stesso ed alla -sua sovvertita immaginazione, io mi dispongo, con ribrezzo, a produrne -degli altri molto peggiori, ed assai più funesti per la sua specie, -allorchè nella progressione di quest'opera mi emergerà pur troppo di -ragionare a reiterati propositi. Intanto calisi un velo di profondo -silenzio intorno quello che rapportasi all'ente ragionevole, alle sue -idee, a' suoi pensieri, ed alle azioni differenti delle quali fu esso in -ogni tempo riconosciuto essere suscettibile, e riserbiamoci a -squarciarlo allora quando potremo di esso lui occuparci assiduamente di -proposito, affine di migliorare la sua condizione, correggendo i suoi -errori, illuminando il suo spirito, e facendogli, ad un tempo, -chiaramente comprendere, che la verità è una, semplice, e indefficiente, -che l'errore, all'opposto, è ognora complicato, titubante nella sua -marcia, ed eccessivamente sinuoso; che la voce della natura è -intelligibile, sonora, insinuante, e che quella della menzogna è -ambigua, oscura, ed affligente; che il sentiere della ragione è ameno, -retto, e salutare, e che quello dell'impostura è obbliquo, tetro, e -pernicioso, questa esimia ragione di somma urgenza in ogni parte -all'uomo dee essere continuamente la sua conduttrice inseparabile, e le -dilei proficue lezioni debbono essere seguitate completamente da ogni -anima fregiata degli ammirabili suoi doni. - -Quindi per essere penetrato quanto fa duopo della forza irresistibile di -queste verità edificanti, che io mi lusingo di produrre frappoco al -chiaro giorno, l'uomo non ha bisogno che di lumi, di buonsenso, e di -coltura; esso non ha che rientrare in se stesso, riflettere sulla sua -propria individuale natura, consultare i suoi interessi, considerare i -suoi rapporti colla società, e i doveri che lo vincolano ai membri -contraenti suoi simili; e in conclusione studiarsi esattamente di -conoscere che la virtù, e le scienze sono, senza contrasto, i soli, i -migliori, ed i più solidi beni per la specie umana, e che il vizio, e -l'ignoranza ne formano il perpetuo terribile flagello. In una parola -studiarsi esattamente di capire, che siccome il buon uso delle scienze -consolida in noi quel declivio salutare che porta la specie nostra alla -pratica del bene, così appunto il nostro amore per la verità aumenta i -lumi de' quali noi abbiamo estrema urgenza per propalarla, e per -difenderla. Col mezzo di sì fatte indagini utili, e profonde giugnerà -esso, in ultimo, a convincersi che gli esseri umani (come lo rimarca -ingegnosamente un pensatore inglese) non sono sventurati, se non se -perchè dessi sono viziosi, ed ignoranti; e che i medesimi viceversamente -non sono ignoranti, e viziosi, se non se perchè tutto cospira ad -allontanarli dal felice sentiere della ragione ad impedirli di -correggersi, ed a renderli alieni onninamente dallo sviluppo delle loro -facoltà intellettuali. - -L'epigrafe del frontispizio allude giustamente al nostro immortal -NAPOLEONE ciò che Marziale altra volta disse a Domiziano: _I popoli del -vostro Impero parlano differenti idiomi; essi non hanno, per tanto, che -un solo linguaggio allorchè dicono, che voi siete il vero Padre della -Patria._ - - - - - OGGETTO - E - PIANO ANALITICO - DI - QUEST'OPERA. - - - _Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi insipientis in errore - perseverare._ - - CICER. - -Egli è ormai uno spazio considerabile di tempo che la mia ingenua penna, -sempre intenta al solido vantaggio de' miei simili (dopo le tante altre, -le quali prefiggendosi forse un simile scopo, si cimentarono indarno -fino ad ora, e col massimo pericolo) tentare volea di assumere intrepida -l'ardua difesa della verità, di quella verità medesima che tutto il -mondo ammira, ed abbandona, e che prescindendo da pochi i quali -cimentandosi a squarciare il tetro velo della menzogna, che ne adombra -l'intuito allo sguardo profanatore dell'insensato, sono già felicemente -pervenuti a ravvisarne il fulgido sembiante, pare che gli uomini della -nostra età si facciano un maligno piacere di calpestarla, di concepirne -un abominio, in vece d'intraprendere l'impegno commendevole di sottrarla -a quegli oltraggi, che miransi fare, ad ogn'istante, contro di essa da' -feroci proseliti del fanatismo. - -Tale era dunque l'assunto importante di cui io mi occupava, senza -interruzione, era già l'intervallo di un completo decennio, e questo è -il solo oggetto sovra di ogni altro interessante che ha per tutta la mia -vita decorsa unitamente richiamate le mie più assidue, e ponderate -riflessioni; ma pur troppo fino al presente coll'eguale successo di -quello che videro tanti uomini dotti risultare dalle indefesse loro -applicazioni, affine di svellere dalla specie umana il morbo -flagellatore dell'ignoranza che la degrada, e della superstizione che la -distrugge; mentre le tenebre dell'una, e la densa caligine dell'altra, -che ingombrano dopo tanti secoli presso che tutta l'estensione -dell'universo, paralizzavano le benefiche intraprese di -quegl'institutori dell'umanità, e scoraggivano le mie rette -disposizioni. - -Eh, che! Tutti gli orizzonti della terra uniti, non ci mostrano essi -forse de' tempi calamitosi a tale eccesso per lo spirito umano, fino a -reputare il termine _illuminato_ sinonimo d'_incredulo_; e quindi a -punire come apostata, ed a perseguitare qual libertino un genio -filantropo che cimentato si fosse a rischiarare le tenebre dalle menti -degli uomini, propalando fra questi de' solidi principj di morale, e di -buon senso? E quante volte delineare si vide l'immagine sublime della -ragione con informe sembianza di un orrido fantasma che paventa, e che -afferra chiunque osa di appressarsi al tempio eccelso che ascosa la -rende allo sguardo peribile dell'uomo? Tale essendo il carattere odioso -che miravasi fare della ragione, più non dovremo dunque stupirci, se -colui che avesse osato farne il preconio era dagli uomini riguardato -come il più reprobo nemico del suo secolo, ed il perturbatore della -umana società. - -O tempi d'ignominia, e di esecrazione! ah! che pur troppo io già miro -imbrattata l'istoria dell'odiosa menzione di quell'età sì degradante per -la specie umana, in cui la virtù era un delitto, la ragione un ornato -superfluo, inutile il buon senso, e la filosofia una chimera; in cui -l'uomo brancolando nel vortice delle sue illusioni lasciavasi -machinalmente condurre da altri uomini dementi al pari di esso, ma di -lui più scaltri, più intriganti, sempre intenti a sedurlo, nè lo -abbandonavano fino a tanto che renduto non lo avevano il nemico di se -stesso, e il manigoldo crudele del suo simile, ed in cui finalmente le -nazioni ammaliate dalle promesse che al nome di un Dio loro garantivano -i mistici direttori da' quali erano esse ciecamente guidate, empievano -la terra di follìe, e sotto l'ombra fatale di religione commettevansi -gli attentati più atroci, sterminavansi a' vicenda; i culti opposti -erano a' culti, gli altari, agli altari, e gl'intensi voti dell'una -inferire altro non volevano che una detrazione insultante delle fervide -preci dell'altra; ma l'ipocrita ingannatore che ne era la cagione, non -vedea frattanto in queste acerrime dissenzioni che un solido incremento -alla di lui autorità, alla quale soggiogato in ultimo restava non meno -il partito vincitore che il vinto. Chi potrà mai fermarvisi un istante -senza essere sorpreso di angoscia, e di dolore al solo contemplarvi que' -vaneggiamenti di cui furono sempre suscettibili tutti i popoli, dalla -prima infanzia del mondo fino a' tempi nostri? Or uno spettacolo sì -attristante potea egli a meno di non disgustare l'animo il più benefico, -lo spirito il più paziente, e il più filantropo genio che azzardato -avesse di liberare la specie umana dal malore dell'inganno, per quindi -ricondurla nel felice sentiere della ragione? Convinti di questa verità -non dovremo più stupirci se cotanto rari oggi si rendino sopra la terra -i _Socrati_, gli _Aristidi_, i _Cartesii_, e i _Galilei_, che al prezzo -di cicute, di esilj, di carceri, e di tormenti acquistassero, di buon -grado, il piacere d'illuminare l'umanità, e d'indurla a rigettare le -avvilenti sue follìe. Con sì terribili esempi sotto gli occhi troppo -scarso dovea essere certamente il numero degl'imitatori; e quelli al -contrario, che avrebbero potuto divenirlo con successo, preferivano -piuttosto di essere considerati come inutili nella società, che rendersi -le vittime degli smarrimenti de' loro simili, e lo scherno degli eccessi -de' loro scaltri conduttori. E con quale coraggio avrei potuto mai -osarlo io tre lustri addietro, e di più sotto l'ombra di un avverso -cielo dove io mirai le prime luci, ed in cui la superstizione, e il -fanatismo erano al grado dell'ignoranza, calcolata come necessaria alla -salute dell'uomo, ed in cui alla demenza tenere faceasi le veci, ed il -carattere di buon senso? Egli è vero, per altro, che fino di allora -concepito io avea il progetto salutare di distruggere l'errore dalla -mente de' miei simili, ed il vasto assunto destinato ad esaurirlo era -già, in gran parte, preparato alla rinfusa nella mia mente, nè altro -mancava a corredarlo di quell'ordine, di quel metodo, e di quella -esattezza necessaria per prodursi al chiaro giorno, che una esplicita -inerenza nello spirito di quelli che più abbisognano di lumi -sufficienti, e di un fermo disinganno, capace di annientare i pregiudizj -che avrebbero potuto contrapporre degli argini malefici allo scopo -commendevole per cui era quello in origine rivolto. Ma la decisa -ripugnanza che questi sempre manifestarono contro l'ultimo, non meno che -contro i primi, fece soffocare i miei filantropici disegni al loro -nascere, e condannò la mia intrapresa ad un obblìo impenetrabile, dove -giacque sepolta fino a questo giorno in cui l'impero della ragione potè -rendersi una volta manifesto al consorzio de' mortali sopra la terra, -spiegando l'ascendente assoluto ch'ella dee avere sullo spirito di essi; -ora che sul trono augusto della giustizia l'eccelsa filosofia siede -fastosa, e trionfante de' suoi miserabili nemici, al fianco invitto di -NAPOLEONE il grande, può un integerrimo fautore della ragione alzare -libero la testa, fare impavido echeggiare la di lui voce, e rendersi -utile a' suoi simili, senza pericolo, annunziando a tutti gli abitatori -dell'universo, allo squillante suono di prodigiosa tuba, l'immediata -rigenerazione universale di tutta la specie umana. - -Per altro, sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino -soltanto al vantaggio di una parziale Nazione unicamente pure ad un solo -corpo religionario io quì non ragiono, ma a qualunque siasi nazione, -setta, o popolo, a tutta la società umana, in fine, io parlo, ed a guisa -del Sole che dal suo emisfero inaccessibile, una luce sfavillante, e -universale a tutto l'uman genere diffonde sulla terra, così appunto io -bramo che ad ogni razionale abitatore del mondo rendasi noto il genuino -linguaggio della verità. - -Or se il raziocinio sostenuto dal buon senso, e dettato da' più integri -sentimenti di umanità, non è per la specie degli uomini un illusoria -visione, io dimostrerò col mezzo di esso, non solo al giudaismo, per il -di cui solido vantaggio io scrivo, ma a tutti gli altri popoli del mondo -(i quali eccettuare sempre lo vollero dalla categorìa delle nazioni) che -niente è più ingiusto, e ridicolo, ad un tempo, che di odiare, o -deprimere una credenza qualunque per la sola ragione che i suoi principj -saranno forse disparati da quelli professati dalla sua persecutrice, -ovvero di attaccarne le basi sulle quali si regge, ed anche senza -conoscerne il più delle volte il fonte da cui esse traggono la loro -derivazione; e con eguale chiarezza farò inoltre conoscere, che quanto -avvi in una religione di riprovabile, o di ottimo altro, a fondo non è -che l'impronta del genio, o depravato, o giusto lasciatovi dall'uomo -stesso, il quale non diventerà mai stravagante, o assurdo sempre che -sarà capace di ricevere le idee omogenee medesime che la natura -gl'imprime, e che desso, al contrario, diventa l'uno, o l'altro, -alloraquando si sforza di assegnare una evidente realizzazione alle -logogrife visioni tradizionali, ed a' mistici fantasmi. Di ciò tutte le -sette fino ad ora conosciute sulla terra dimostrerò essere una prova -ritrovata ormai, ad ogni esperimento, incontestabile. - -Preparato che io avrò l'uomo alla contemplazione interessante di queste -verità, convinto che desse lo rendino una volta non essere meno curioso -di seguire i progressi dello spirito umano ne' suoi travviamenti, di ciò -che riesca vantaggioso investigare, con occhio indagatore le proficue -nozioni ch'egli scuopre, e ciò in ogni secolo, e presso qualunque angolo -del mondo, esso dovrà necessariamente convenire che fra tutte le -ricerche filosofiche fatte fino ad ora, non siavi forse una più -profonda, e più importante dell'analitica riforma del Culto, e -dell'educazione politico-morale del Popolo ebreo, che nel corso di -quest'opera mi sono prefisso d'investigare in ogni benchè minima parte, -e co' più rigidi esami possibili. - -Il tenebroso amministratore de' culti, sia rabino, sia prete, ovvero -dervigi dice credimi ciecamente; ed il sensato filosofo consulta -l'evidenza, ascoltami, e ragiona; egli è questi ultimo linguaggio -unicamente quello di cui farò io sempre uso nell'assunto importante che -io tratto, con quelli che fin quì si mostrarono pur troppo sordi agli -eccelsi ammaestramenti della ragione. - -Lungi dal precipitarci nel partito di quelli che credono tutto, od in -quello degli altri che rigettano tutto, noi ci terremo, per quanto ci -sarà possibile, in una specie di equilibrio, loro dicendo unitamente; -esaminiamo con diligenza, e rendiamoci esatto conto a vicenda finalmente -della credenza nostra, e di quella degl'ingannati nostri progenitori, -indaghiamo una volta con filosofica fermezza, ciò che in sì fatta -religione tradizionale (che da tutto l'ebreismo si è sempre sostenuta ad -ogni prezzo) v'ha di vero, e quello che può esservi di assurdo; sotto -quale rapporto le nostre idee religiose di oggi, possano avere un solido -fondo di realtà, o di verosimiglianza con quelle dei primi patriarchi -fondatori della credenza d'Israel, e sotto quale altro esse debbono -meritare la nostra ripugnanza, il nostro obblìo. Penetrati di sincero -trasporto per la verità, noi andremo a rintracciarla finanche nella -estremità di que' misteriosi recinti che si appellano santuarj, da' -quali allontanando il velo denso, e terribile che la cuopre, senza -dubbio, allora noi vi ritroveremo l'aspetto inalterabile della tersa -religione, che il Dio superno della natura esige dagli enti ragionevoli, -nel primitivo suo stato di purità, e d'innocenza. - -Vari sono, per altro, gli scrittori commendevoli, che tentarono sovente -di scavare questo dilicato soggetto da' suoi più reconditi fondamenti: -io discuterò dunque le loro idee, analizzerò i loro pensieri, non già -col fervido entusiasmo di un zelante apologista di prestigj -tradizionali, ma colla genuina franchezza di un filosofo amico de' suoi -simili, di un apostolo della ragione, che ad altro non aspira, -pubblicando in questa giorno un opera sì utile, e sì urgente, che ad -illuminare da una parte le menti ottenebrate dell'illuso giudaismo, e a -distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti che parvero -confederare contro i miseri avanzi del popolo d'Israel, fino anche i più -decisi partigiani della tolleranza, trascinandogli anche sovente ad -obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad -agitare la causa risguardante questa oppressa, e derelitta nazione. - -Quindi se io pervengo a condurre di tale, maniera lo spirito -religionario degli uomini, ho fondato motivo di lusingarmi di potere -anche ridurlo ad abdicare quelle vane chimere che lo soggiogarono per sì -lungo tratto di tempo, e che formarono la sorgente venefica dove il -genere umano attinse tutte le sue più deplorabili sciagure. - -Ma prima di ogni altra cosa, io credo mio essenziale dovere di prevenire -il mondo illuminato, non essere quì mio scopo di divertire il cuore -umano con fantastiche immagini, che al solo romanziere bizzarro, -piuttosto che al filosofo ragionatore convenevoli si rendono; e molto -meno astrignerlo pretendo con linguaggio artifizioso ad asserire, ciò -che in altro modo ei ripugnasse di adottare: la nitida semplicità dovrà -sempre quì precedere l'espressione sentimentale dei miei pensieri, i -quali se riportati non verranno con un eleganza di stile che rapisce, -posso d'altronde assicurare che fregiati essi tutti saranno della -semplice verità che persuade, senza livore, e senza prevenzione; ciò che -al disopra di tutt'altro ornato è assolutamente necessario, trattando -una materia dilicata qual'è quella di cui ora ci occupiamo, che ha più -duopo di giuste idee, di esatti sentimenti, che di un mendicato -atticismo di vocaboli, o di traslati pensieri, onde potere con amplia -cognizione di causa pervenire a conoscere lo stato delle vicende -presenti, per farne l'adeguata comparazione con quelle, che le inopinate -crisi avvenire offrono sovente allo sguardo indagatore del filosofo, ed -alla irrequieta fantasía del politico: egli è dunque così che noi -potremo allora, senza taccia di temerità, lanciare i nostri liberi -giudizj sul remoto avvenire, ed arbitri ancora pronunziarne i destini. - -Frattanto io domando un indulgenza estrema non meno per ciò che ho fin -quì detto, che per tutto quanto io dispongomi a dire, se io non tratto -queste materie interessanti con tutta quella filosofia, e quel criterio -che esigono, ciò si potrà forse attribuire alla deficienza de' miei -lumi, ed alla modicità de' miei talenti, ma se io poi non le ragiono, -secondo l'aggradimento uniforme di tutte le nazioni, ed in particolare -dell'Ebrea che ne occupa la più estesa parte, ciò ripetere da me -certamente non si dee, ma dalla sola intima natura delle medesime, le -quali non sono ad altro fine dirette che ad emendare gli smarrimenti -delle une, e a distruggere le stravaganti opinioni dell'altra; insomma -ad illuminarle tutte, per quanto mi sarà possibile, ed a ricondurle nel -perduto sentiere della ragione. Or quegli avvertimenti che tendono a -correggere l'errore, a dissipare le tenebre dal mondo, possono essere -giammai dell'aggradimento universale di quelli, che già infetti dal -morbo letale della menzogna, hanno duopo di correzioni, e di lumi? Ciò -che reca giovamento l'esperienza ci dimostra che rare volte diletta. Ben -lontano per altro io sono dall'esigere, in verun modo, che si abbia per -i miei sentimenti la benchè minima favorevole prevenzione, io eccito, al -contrario, i lettori di quest'opera di avere in me così poca fiducia -come io ne ho avuta negli altri. La sola ragione essendo un dono -accordatoci dal Supremo Creatore dell'essere nostro per condurci -nell'instantanea carriera di nostra vita, io gli esorto a farne uso -immediato, e costante; questo è il solo mezzo il più utile, e il più -sicuro per conoscere la verità, e per trarne que' vantaggi che aspettare -ne possiamo. Ma comunque sia, io protesto davanti l'Essere Supremo, ed -in faccia a tutti i popoli della terra, che non già vile sentimento di -detrazione, non avidità di gloria, non cupidigia di utile, od altro -scopo venale riprovabile del pari, mi fecero determinare a tessere -quest'opera, ma l'amore fraterno che ho sempre nutrito per tutti gli -esseri della mia specie; i solidi, e perenni vantaggi de' miei troppo -ingannati connazionali; il desiderio intenso di combattere l'errore col -brando inespugnabile della ragione; e la vera felicità, inultimo, degli -stati colti, e tolleranti, così che la gloria, e il decoro -degl'illuminati Sovrani che gli governano. - -Or traendo quest'opera la sua originaria sorgente da sì limpido fonte, -retta da sì equi sentimenti, e guidata da principj cotanto sani, ed -inconcussi, potrei sospettare giammai con fondamento che alcuno vi fosse -di sì stupido criterio, in cui preponderando e impulso più forte gli -esecrabili prestigj del fanatismo a' miei giusti ed amichevoli -suggerimenti mi riguardasse come audace. od importuno, ovvero come i -settarj dicono volgarmente, un apostata, un Deista? Eh! che tali -attributi reperibili sovente nella bocca di chi non ne comprende il vero -senso, non avranno mai efficacia bastante a formalizzare un integerrimo -fautore della verità, dalla quale non seppe mai dileguarsi, malgrado che -a caro prezzo azzardasse qualche volta di esternarla, e che non si -prefigge altro disegno che il miglioramento durabile degli esseri della -sua specie. Nulla mi cale per tanto che ciascuno pensi come più gli -aggrada per rapporto al sistema di religione addottato da me; che -l'ebreo talmudista lo condanni, che lo abomini il cattolico, e che tutte -le altre sette la ripugnino, ma frattanto il sensato filosofo lo approva -non solo, ma lo segue, lo pratica egli stesso, e lo commenda; a lui -unicamente io me ne appello, ed a questa sola classe benemerita del -mondo ogni mio pensiere consacro, l'estremo destino del quale, non già -dall'insano giudizio del volgo, ma dall'illuminato discernimento di essa -onninamente dipende. Ben contento di poter dire col giovine Plinio: _Ego -enim non populum advocare,_ _sed certos electosque soleo, quos intuear, -quibus credam, quos denique et tanquam singulos observem, et tanquam non -singulos timeam._ _Epist. XVII. lib. VII. p. 428._ - -Ma questa cecità universale mi lusingo che sarà bentosto rischiarata -dalla fantasìa de' miei connazionali, quando a rigido esame richiameremo -nel progresso di quest'opera i dogmi sopra i quali essi fondano la -lusinga di una felicità imperturbabile, e la base di ogni loro ventura -speme, additando a' medesimi l'infallibile sentiere che può condurli al -completo acquisto di entrambe, e dove niuno fino ad ora osò giammai -condurre il passo timido, e vacillante. - -Quale gloria ineffabile non dovrà in ultimo risultare per il Dio di -verità, osservando gli esseri umani rinunziare con arbitra resipiscenza -alle insane illusioni dove sembrava che un avverso destino condannati -gli avesse miseramente per sempre; e quale trofeo per l'oppressa -ragione, se gli eccitamenti miei affettuosi, e sinceri saranno efficaci -a dissipare dalle loro menti l'errore da cui sono abbacinate, ed a -toglierli dal baratro infernale de' pregiudizj in cui andavano a -precipitare inevitabilmente; e così mettere un freno alle passioni -fomentate da una coscienza religiosamente criminosa, e sostenute da -quelle sacre menzogne che loro fanno una guerra spietata, e con passo -intrepido, e costante oltrepassare le barriere funeste che il fanatismo -avea tenacemente opposte alla ragione, seguitando le vestigia -invariabili che quì sono ad indicare della pretta religione, e di un -giusto e ben fondato disinganno. - -O popolo d'Israel! Egli è a tuo solo riguardo che baldanzoso io -dispongomi ad affrontare l'improperio dell'ignoranza, e lo sdegno della -superstizione: È te che io eccito a compiere i voti miei con quell'animo -stesso con cui te gli offro: Egli è infine del tuo unico giovamento che -io mi occupo indefesso, e di cui io formo l'essenziale, e il primo scopo -di tutte le mie più serie applicazioni: ma, e quale guiderdone, in -qualche modo equipollente, potrà mai sì filantropo zelo sperare da te? E -che? supporre io forse dovrò che giugnere tu possa a ricusarlo senza la -più reproba ingratitudine? Vorrai tu dunque perpetuare sopra la terra lo -spettacolo affliggente della tua degradazione, ed essere tutt'ora, per -folle arbitrio, lo scherno vile de' popoli, e la vittima sciagurata de' -tuoi propri smarrimenti? Ah! che un apatìa sì macchinale supponibile -certamente non è in mente umana; e ben lontano dall'opinarlo, io sono, -all'opposto, convinto che un fausto giorno, senza dubbio, verrà, mentre -di questo comparire già si vide la ridente aurora, in cui l'intero corpo -esercente la credenza edificante di Mosè ne' quattro angoli della terra, -perverrà finalmente a conoscere il valore inestimabile de' principj -salutari che ne formano la base, e riguarderà come un infamia di -restarne più oltre neghittoso, e indifferente, ed allora titubare più -non potrà un solo istante, sotto pretesto alcuno, a riassumere fra gli -uomini, per quanto è in suo potere, la condizione, i requisiti, e il -grado, che la società, la natura, e la ragione gli concedono d'accordo -sopra la terra, ne più reputerà come un delitto irremissibile, nel modo -che fino ad oggi ei sempre fece, d'inchinare con trasporto l'orecchio -per ascoltare la voce penetrante di un fautore della verità, di un suo -connazionale stesso, cui, la depravata educazione, che un detestabile -costume fatalmente introdusse da tanti secoli presso quel popolo, ha -così pure tentato di corrompere un giorno rendendo la sua inesperta -fanciullezza in egual dose infetta del morbo medesimo, che desso -attualmente desola, e flagella, e quindi suscettibile per qualche tempo -ancora dello smarrimento eguale di cui mirasi oggi quello predominato a -tutta forza. Or dunque incauti miei connazionali! Esso vi presenta -quest'opera; ardito alquanto sembrare a voi potrebbe il linguaggio di -cui si serve, ma posso inoltre assicurare, senza timore d'ingannarmi, -non essere quello dettato che da que' salutari principj che formarono in -ogni tempo la guida fedele della sua penna, ed il più solido alimento -del suoi pensieri: leggerla io v'insinuo assiduamente, ma scortati -sempre da quelli, e con occhio terso dalla nube de' pregiudizj io vi -eccito ruminarla; reperibili sono in essa gli antidoti, ad ogni -esperimento, i più vantaggiosi, ed insieme i più opportuni all'uopo -vostro urgente; vi assicuro averne fatta io stesso la più accurata -esperienza avanti di conferirli a voi, e quindi sormontati da colmo a -fondo tutte quelle illusioni venefiche delle quali era stata già -imbevuta la mia credula infanzia, riconosciuti per me medesimo, infine, -quanto si rendino colla successione de' tempi funesti per l'uomo que' -panici timori, che abusando della frale instabile puerizia de' fanciulli -malignamente s'incutono in quell'età dagl'impostori da' quali essa è -diretta, e di cui tutte le mire non tendono, che a mantenere l'uomo -sepolto nella voragine dell'inganno, ed allora mi ritrovai -tutt'altr'uomo sollevato dal peso aggravante di una soma che abbatteva -il mio coraggio, e ditroppo eccedente le mie forze, nella guisa medesima -che or prepondera le vostre, e che vi opprime senza ombra di confronto, -e senza lena. Nè altro lenitivo apprestare voi potrete con successo al -crudele infortunio che vi minaccia, solo che seguitare con energìa, e -con buon senso un sì efficace esempio. Possa quello essere il fausto -precursore d'infiniti altri avventurati simili esempi! Possa il medesimo -ritrovare nella nazione d'Israel immensa quantità di emulatori che -anelino a gara di renderlo il catechismo di tutti gl'individui -professanti la sublime credenza di Mosè! Egli è solo per questo valido -mezzo che voi potrete superare agevolmente i moltiplici ostacoli, che -opposero fino ad ora un pertinace contrasto alla politica civilizzazione -de' vostri costumi, allo sviluppo delle vostre facoltà intellettuali, -all'urgente rigenerazione del vostro Culto, e delle immense vostre -cerimonie religiose, tiranniche, ridicole, insoffribili; nè vi lusingate -di potere giugnere a vincerli giammai fino a tanto che il talismano -fatale de' vostri smarrimenti franto non venga interamente da voi, a mio -esempio, ed a quello memorabile di tanti che sentirono di possedere una -ragione, e conobbero il bisogno pressante di fruirne, e fino che -l'ignoranza, e il fanatismo, questi sovvertitori di vostra felicità, di -vostra pace fugati non sieno entrambi per sempre ne' cupi abissi, donde -trassero un tempo la funesta emanazione, per non più alzare la criminosa -fronte, e per non infettare mai più colla loro contaminata presenza il -suolo in cui l'orma di uomo calpesta, e annida. - -E s'egli è vero che un epoca già fu in cui si disse Israel popolo -eletto; indi Israel progenie barbara, e incolta; poscia Israel ramingo, -esule, disperso; io confido che giugnere mirare potremo qual fausto -tempo ancora in cui si potrà dire meritamente Israel popolo sociale, -colto, e illuminato, ed il suffragio univoco delle nazioni tolleranti, e -urbane di buon grado concorrendo a sanzionarlo, allora più non sarà -l'Israelismo in alcun tempo soggetto sulla terra fra di esse ed altre -parziali distinzioni, fuorchè a quelle che la virtù esige, che la -filosofia consente, e che permette la natura fra un popolo, ed un altro, -fra un ente ragionevole, ed il suo simile. - - - - - CAPITOLO I. - - Dell'origine primitiva del Popolo Ebreo. - - -Una densa impenetrabile notte avvolge talmente a' nostri sguardi presso -che l'intera antichità degli abitatori della terra, di maniera che fra -tutti gli Scrittori, anche i più celebri, che ci hanno trasmesse le loro -varie ponderate opinioni su' popoli differenti della prisca società -umana, su' primi loro complicati avvenimenti, e sulla più probabile -fondazione de' loro imperi, niuno certamente fino ad ora ve n'ha che -possa vantare, con debita ragione candore, verità, ed esattezza, -alloraquando intraprese a trasmettercene l'origine, od il ragguaglio di -tutto ciò che a quelli supponeva positivamente appartenere. Il maggiore -soccorso che noi potremmo ricavare onde proferire qualche giudizio sopra -un simile assunto, sarebbe forse dalla sola Scrittura; ma ciò che -questa, d'altronde, ci rapporta, è sì ambiguo, e sì conciso, che in vano -ci lusingheremmo di potere col solo mezzo di essa pervenire a -rischiarare le nostre tenebre intorno a questo soggetto. - -Eppure a fronte di tale malagevole ostacolo sì difficile a superare, io -mi accingo, non per tanto, ad investigare il primo remoto nascimento di -un Popolo, che malgrado la sua origine barbara, incolta, e quasi ferina, -siccome è quella di tutte le altre colonie nascenti delle quali ci fa -superficiale menzione l'istoria de' secoli vetusti, ha frattanto -attirata la seria curiosità de' dotti di ogni epoca, di ogni nazione, -preocupando le loro menti perspicaci a suo riguardo, alcuni per -commiserarlo, altri per esaltarlo, e molti per farsene sovente ancora il -baluardo contro gli attacchi ostili a' quali esso fu sì di frequente -soggetto sopra la terra, sia per parte di coloro che tentarono -diffamarlo con atroci calunnie, ovvero di quegli altri che nutrirono il -barbaro progetto di schernirlo, e di umiliarlo con mendaci reprobe -imputazioni, come opportunamente avrò soggetto di dimostrarlo, fremendo, -più di una volta. - -Il Popolo Ebreo dunque, di cui intendo parlare, secondo tutte le -apparenze le più convincenti, poco, o nulla differenziare lo veggiamo da -quelle numerose orde che i monumenti antichi fanno scaturire, dirò così, -dalla superficie della terra ad ingombrarne lo spazio, dal momento che -dessa cominciò ad essere abitabile dalla specie umana: ma le istoriche -nozioni pervenute fino a noi sopra un tale particolare, sono tutte -concorde a dimostrarci, che l'origine frattanto ne è identica -perfettamente fra l'uno, e le altre, ed in ogni parte comune. La caccia, -l'agricoltura, la pesca, la pastorizia, e poche rozze manifatture; ecco -la sola, e prima generale occupazione di tutte le umane associazioni, -durante la loro più antica infanzia; ecco probabilmente quale dee essere -stata la situazione, e la carriera di quelli, che le sacre pagine, di -accordo coll'antica storia profana, ci assicurano essere stati i primi -archetipi fondatori dell'ebreismo. - -Per altro, siccome questo solo articolo potrebbe, senza dubbio, formare -per se stesso materia esuberante onde empiere un immenso volume, e non -essendo altresì mia intenzione di riportare quì delle favole, o delle -ipotetiche congetture destituite di basi, o di lumi sufficienti ad -investigare la serie determinata di anni che può verosimilmente fissarsi -all'originaria esistenza del Popolo Ebreo, d'altronde contrastata -pertinacemente da varie altre popolazioni, che contrappongono un -antichità infinitamente più remota di quella vantata da esso, -coll'autentica testimonianza del codice Mosaico, checchè nulla dicane la -Genesi, la quale non ci lascia comprendere giammai perchè non abbia in -verun modo fatta menzione delle affluenti colonie, che i sicuri -frammenti che ci restano chiaro dimostrano esistere in que' tempi (1); -noi però, allontanando sopra un tale proposito tutte le informi visioni -che molti autori erroneamente prevenuti scavarono nella loro -immaginazione, ci rivolgeremo al libro il più autorevole che abbiano gli -Ebrei, ed il più generalmente approvato da tutti i popoli del mondo, e -con esso ne fonderemo l'origine da quello che ha il primo radicati que' -germi salutari della credenza edificante di questo Popolo, e che la -Scrittura medesima ci annunzia il primo ad essere distintamente -appellato col nome di _Ebreo_ (nghibrì), ed il primo, parimente a -recidersi il prepuzio in provetta età per divina prescrizione (2); -rimettendo alle ricerche de' critici assennati le epoche rimarcabili che -precederono, sia del prodigioso Diluvio universale, e della costruzione -dell'arca di Noè, fatta in quella circostanza con architettura -sovr'umana; sia della confusa divisione repentina delle Lingue -nell'occasione della temeraria impresa della torre di Babel, ed altri -straordinari aneddoti siffatti; tutto ciò dico, non essendo di mia -speciale competenza di esaminare, io lo considero come straniere al -prefissomi assunto, e ne rinunzio di buon grado le indagini a' -perspicaci investigatori della natura, e delle sue leggi. - -Ecco tutto ciò che noi possiamo quì asserire, se non con positiva -certezza, almeno con qualche probabilità, intorno l'originaria -derivazione del Popolo ebreo, giacchè le memorie che restano a noi, non -meno di questo che di tutte quelle numerose orde vagabonde allora -esistenti sulla terra, sono cotanto scarse, e incerte, che tutto ciò che -si aggiugnesse non farebbe che vieppiù aumentare i nostri dubbj, -complicare i nostri errori, ed allontanarci onninamente dalla genuina -verità del soggetto, come sappiamo essere, pur troppo, accaduto a -qualche male impressionato Scrittore antico (3), per volere di soverchio -innoltrare le assurde congetturali ricerche intorno a certi soggetti, -gli autentici monumenti de' quali ci furono pur troppo defraudati -dall'Istoria, e le nozioni detagliate che risultare ne potevano in -vantaggio della specie umana, ne restarono avvolte nella folta nebbia -de' remoti secoli decorsi. - -(1) I Chinesi vantano trentaseimila anni di antichità, ed i più -accreditati Istorici che ci tramandarono i fasti di questa Nazione, -assicurano che _Fo-Hi_ loro primo Sovrano montò sul Trono della China -tremila anni avanti Cristo, ciò che farebbe rimontare la fondazione del -loro Impero a più di trecento anni al di là del Diluvio, e quindi -l'antichità di questo popolo assai più oltre l'epoca in cui le opinioni -odierne fissano la creazione dell'universo, e la struttura originaria -del primo Essere umano (Ved. _Lenglet Meth. d'étudier l'Hyst. et Beyeri. -Mem. Hist. Crit. Libror. rarior. pag. 171_). E da que' pochi frammenti -che ci restarono del _Manethone_, prete Egiziano, e della _Genealogia_, -o successione de' Re di Egitto, trasmessaci da _Erodoto_, l'origine -degli Egizj, e la fondazione del loro regno è portata oltre mille anni -al di là di tutte le più lontane epoche della Creazione, se prescindere -vogliamo però da quella degli Assirj, degli Etiopi, de' Sciti, de' -Frigiani, e de' già riportati Chinesi, che vanno tutti molto più lungi -nell'antichità; ed alcuni rinomati autori parimenti dettero al primo -_Zoroastro_ novemila anni di antichità, ed altrettanti a' suoi Persiani. -Ma la venerazione intima che nutriamo per l'ammirabile Codice Mosaico ci -costringe ad abbandonare interamente una simile questione, che parrebbe -in qualche modo cospirare a rendere apocrifa la Genesi, che ne forma -parte, e così ammettendo soltanto per autentico ciò che trasmesso ci -venne da Mosè, noi riguardiamo tutte le altre opinioni come assurde, -affatto destituite di base, e di ragione. - -(2) Vari Scrittori d'altronde accreditati, ed _Erodoto_ fra questi -(_lib. 2. cap. 14._) sostengono, con qualche asseveranza, che il nome -עברים _Ebrei_ (Nghibrim) che prendono i seguaci di Abramo, il quale è il -primo che dalla Scrittura venga denominato עברי (Nghibrì) _Ebreo_ (_Gen. -c. 14. v. 13._) altro propriamente non sia che un alterazione del nome -_Ibri_, o _Iberi_ dell'Albania, e delle varie differenti nazioni che -dimoravano al di là dell'Eufrate, e delle sue rispettive sorgenti fra il -mare Causpio, ed il mar Nero. Io per altro, senza diffondermi ad -appugnare come falsa, nè ad ammettere come probabile la presunta -etimologia di simile vocabolo, mi contenterò di accennare solo di -slancio, che i Commentatori Ebrei ne fissano la derivazione radicale dal -verbo ebraico עבר (nghabar) che significa _passare_, riferendo al -passaggio che fece Abramo dal fiume Eufrate partendo dalla Palestina sua -patria per trasferirsi nella Mesopotamia, e di là rendersi nel paese di -_Canaan_; ed alcuni altri ne ripetono l'etimologia da _Heber_ figlio di -_Schem_ da cui Abramo discendeva in linea diretta. - -Ma ciò che riesce presso che impossibile di conciliare coll'Istoria si è -l'epoca dello stabilimento del rito della Circoncisione, mentre tutti i -più sottili investigatori dell'antichità si fanno, d'accordo, a -sostenere che gli Egizj, gli Etiopi, ed i Colchi, nazioni che l'istoria -ci dimostra già esistenti nel secolo di Abramo, furono gl'inventori di -questo Rito, _Pudenda circumcidebant a principio_, dice Erodoto, -parlando di esse (_in Euter. p. 127._). Diodoro di Sicilia è del -medesimo parere (_lib. 1. p. 24._) e lo stesso _Filone_, la cui autorità -in questa parte non può essere in verun modo sospetta, sembra esso pure -convenirne (_Phil. de Circumcis. pag. 10._). Ed i Critici ritrovano che -_Geremia_ colloca gli Egizj alla testa di tutti i Circoncisi (_Visitabo -super omnem qui circumcisum habet præputium, super Ægyptum, et super -Judam, et super Ædom, et super Ammon, et super Moab_. _Jerem. cap. 9. -ver. 24. 25._). Dal che molti vogliono inferire che questa ceremonia -Rituale fosse già conosciuta, e praticata sopra quasi tutta la terra, -quando il Patriarca Ebreo cominciò, per Divina prescrizione, a metterla -in voga fra i suoi (_Gen. cap. 17. v. 11._): il _P. Accosta_ ritrovò -degl'indizj di questo Rito nel Messico, siccome ancora _Pietro Martire_ -nel Jugatan, _Oviedo_, _Pisone_, _Gumilla_ e alcuni altri ne ritrovarono -essi pure delle traccie ne' paesi i più lontani e nella più remota -antichità. - -Pensino i critici come loro piace, ma frattanto tutte le umane opinioni -debbono per sempre tacere in faccia della Scrittura, la quale sola può -determinare ogni nostro sentimento, e che può con sicurezza guidarci -nell'ameno sentiero della verità. - -(3) Quanto non si rende mai contraddittoria alla ragione, ed -oltraggiante alla verità l'origine primitiva donde Tacito fa scaturire -seriosamente il Popolo Ebreo? E tanto dobbiamo più sorprendercene quanto -che è il rispettabile _Tacito_ che parla (_Hist. lib. V._). Essa non -trae forse sorgente che dalle calunnie acerrime, che i Fenicj, gli -Egizj, e varie nazioni Greche persecutrici di questo Popolo gli -affibbiavano incessantemente (_Jos. contr. App. 5._) Ma questo dotto -Istorico, per altro, prima di avvalorare quelle favole vituperose, e -impertinenti delle quali si serve per denigrarlo, avrebbe dovuto -riflettere che l'origine degli ebrei poco, o nulla differire dovea da -quella di tutte le altre colonie che le prime popolarono le diverse -regioni della terra conosciuta (poscia divenute nazioni nel progresso -de' tempi) poichè lo stato selvaggio essendo per la società umana di -allora uniforme all'indole di essa, e comune ad ogni vivente, ne viene -per immediata conseguenza, che il carattere intimo di tutti gli esseri -umani dovea essere per sua nature indifferentemente omogeneo in ogni -parte; e chiunque versato anche mediocremente nell'Istoria antica può -riconoscere a sufficienza la pretta verità dimostrata di quanto -sostenghiamo, e quindi rilevare ad un tempo medesimo il paradosso enorme -in cui precipitano quelli che malignamente opinano in contrario. - - - - - CAPITOLO II. - - Della Religione professata, secondo le apparenze, da' tre primi - Patriarchi fondatori dell'Ebreismo. - - -Nel modo che l'originario nascimento del Popolo Ebreo, osservammo essere -identico, e comune in ogni senso con quello di tutte le selvaggie -caterve che popolarono le prime inospite regioni del globo terracqueo, -così dovettero essere appunto egualmente uniformi i principj di -Religione conosciuti dall'uno, colle massime di credere praticate dalle -altre; cioè una stupida grossolana idolatria degli astri, della terra, -degli elementi, Culto, che secondo l'opinione univocamente sostenuta da' -più classici Scrittori dell'antichità, si introdusse nel mondo appena -cominciò questo a popolarsi di un discreto numero d'individui, il -declivio de' quali dee verosimilmente avere cominciato a trascinarli -all'adorazione della creatura, pratica che non dovette in origine -conoscere altro disegno fondamentale fuori di quello di perpetuare, con -tal mezzo, sopra la terra la reminiscenza di quegli uomini che più si -erano distinti durante la loro vita nella società, per costumi -edificanti, e per azioni; ma che resero ciecamente latrìa nel progresso -de' tempi colla rappresentazione visibile de' simulacri che -gl'indicavano; invenzione che il sentimento generale de' dotti fa trarre -la primitiva sorgente da _Serug_ avo di Thare (4). - -In tale guisa, dunque i popoli stupidi, e grossolani di que' primi -secoli degenerando insensibilmente dalla semplicità delle materiali -rappresentazioni primitive instituite da Serug, essi portarono le cose a -degli eccessi oltremodo stravaganti, e criminosi; essi opinarono di -ravvisare il prototipo genuino della Divinità nell'opera umana, e così -pervennero a confondere ciecamente il creatore colla creatura e quindi -l'adorazione profonda che a quello si compete, coll'omaggio meramente -rispettoso che esigevasi da questa. Ecco, in una parola, la vera, e -l'unica sorgente dell'idolatria, ed ecco l'immediata origine fatale -donde provenne quelli affluenza incalcolabile di Dei che ogni popolo, -ogni orda, ogni nazione si è poscia bizzarramente formati a capriccio -de' suoi propri direttori, anche ne' tempi assai più recenti, e da' -popoli presso i quali lo sviluppo della ragione, e la coltura dello -spirito umano erano ascese all'apice massimo della perfezione (5). - -Egli è appunto dal fatal centro stesso di questo vortice immenso di -mostruose superstizioni ognora rinascenti fra gl'insensati iconolatri di -que' remoti Secoli che sorgere si vide Abramo figlio di Thare, -adoratore, e fabbricatore d'idoli; mestiere, come si vide, che gli -apparteneva in retaggio di famiglia; ma le massime ovunque dominanti -delle quali dee essere stato esso ancora imbevuto ne' primi anni della -sua fanciullezza, lo renderono infetto, così pure, dello stesso malore -che attaccava tutta la Specie umana de' suoi tempi, nè abbandonato si -vide da questo deplorabile smarrimento fino a tanto che rischiarata la -mente coll'efficace influenza della Divina vocazione, egli si dedicò a -combattere apertamente il culto idolatra, di cui già cominciava a -conoscere l'assurdo e il nocumento, e fattosi l'inconoclasta de' propri -idoli di suo padre, ne fece tosto sensibilmente conoscere al mondo la -ridicolezza, il pericolo, e l'inganno (6). - -In quanto poi alle interminabili discordanti questioni che si agitano -fra i Rabbini ad oggetto di definire l'età che Abramo avea nel tempo -dell'avvenimento sorprendente della sua nuova conversione, poco, o nulla -quì ci cale investigare; lo scopo nostro, sovra di ogni altro -interessante, è soltanto quello di conoscerla meramente, e di esserne -con positiva certezza assicurati, onde potere da quest'epoca fondare, -con esatta cognizione di causa, l'infallibile nascimento primordiale del -Popolo d'Israel, non meno che la fausta origine della consolante -credenza del medesimo (7). - -Rischiarato che fu così l'intendimento di Abramo dal fulgido lume di -grazia, e fattosi degno della Divina predilezione, in preferenza di ogni -altro umano individuo esistente allora sopra la terra, il primo comando -impostogli dall'Essere Supremo, che intuitivamente gli apparve, fu -quello di recidersi il prepuzio nella provetta età di 99. anni in cui -trovavasi nell'epoca di tale prescrizione, ingiungendoli, nel tempo -medesimo, di ripetere la stessa uniforme operazione con tutti i maschi -aderenti alla propria sue famiglia, stabilendo per precetto inviolabile, -in perpetuità di tutti i secoli, che all'avvenire ogni fanciullo nato -dalla sua discendenza. dovea essere circonciso nell'età di otto giorni, -sotto comminatoria fulminante di eterna dannazione a' trasgressori (8). -Tale marca indelebile dovea formare la base inconcussa, eterna, e -radicale del nuovo patto di alleanza che Dio ha vincolato con Abramo -dopo di averlo colmato di benedizioni, di favori, e di speranze, -assicurandolo di moltiplicare prodigiosamente la sua stirpe, di -proteggerla in preferenza di ogni altra, di renderla potente sulla -terra, e di farne un lignaggio distinto, e prediletto, a cui tutti gli -altri sarebbero sommessi, e tributarj in perpetuità di tutti i secoli: -_Et ponam te in gentibus, Regesque ex te egredientur etc. Daboque tibi, -et semini tuo terram peregrinationis tuae, et omnem terram chanaam in -possessionem Aeternam, eroque Deus eorum_ (A). Promesse che furono da -Dio medesimo reiterate progressivamente a' due altri Patriarchi -dell'Ebreismo, al di lui figlio Isaak, ed al suo nipote Jacob che ne -successero (9). - -Or prescindendo dalle ristrette ingiunzioni che Dio fece a Noè -posteriormente al Diluvio, le quali si riducevano in massima a quelle -medesime prescrizioni che impone la natura ad ogni essere umano (10); -non ritrovandosi altro comando fino a quest'epoca espresso nella -Scrittura fuorchè l'osservanza della Circoncisione ordinata da Dio ad -Abramo, e da questi passato, in forze della stessa prescrizione, a' suoi -posteri, può, senza mistero, inferirsi ad evidenza, quale essere dovesse -fino allora l'intima Religione professata da' tre primi Patriarchi; -religione, ad ogni esperimento la più tersa, la più omogenea alle -circostanze de' tempi, all'indole integerrima di que' pacifici viventi, -circoscritti ne' loro bisogni, dediti alla vita laboriosa, e frugale, -nulla curiosi, od interessati di conoscere, od analizzare le occulte -cagioni del loro credere, ed alieni dagli affanni laceranti che -cagionano per l'ordinario le questioni, e le brighe religiose, -tranquilli adoravano l'autore della natura, della cui Provvidenza -gustavano i benefici effetti senza odiarsi nè perseguitarsi, e senza -timore di essere sorpresi dall'errore, o combattuti dalla religione, o -maniera di credere opposta del più forte. Ma le generazioni che ne -successero poco soddisfatte dell'incorrotta semplicità di sì fatta -edificante credenza, ben lontano dal seguitare le medesime vestigia de' -primi loro Institutori, in vece di coltivare lo stesso metodo -infallibile di essi, e il sano loro culto, vollero sottilizzare l'uno, -approfondire le altre, nella, fiducia illusoria di giugnere a scoprirne -fin la sorgente, ed a scapito enorme della ragione finirono tutte quante -brancolando fra le tenebre dell'ignoranza col credere ciecamente anche -sugli articoli che agli antichi era permesso di conoscere con evidenza. -Ma i Capitoli susseguenti vieppiù rischiareranno il nostro assunto, e ad -un tempo medesimo dimostreranno sensibilmente quale notabile passo -retrogrado ha fatto la consolante Religione di Abramo, a misura che i -suoi travviati successori avvanzavano cammino, vanamente lusingati di -perfezionarla. - -(4) Presso che tutti gli Scrittori critici antichi si uniformano a -rapportare l'origine di questo pernicioso errore a' tempi di _Serug_ Avo -di _Thare_; _Eusebio_, _Suida_, _Epifanio_, _Abulfarage_, ed alcuni -altri sostengono essere stato esso l'inventore del culto delle immagini -consecrate alla memoria degli uomini morti in concetto di saggi, -virtuosi, e benefici. Per altro, se lo scopo che si prefissero in -origine Serug, e i suoi contemporanei si fosse intatto conservato da' -Posteri, quello, sarebbe stato per qualche parte commendevole, giacchè -non è da supporsi che gli omaqgj, che questi prestavano a tali muti, e -insensibili simulacri, eccedessero i limiti circoscritti de' semplici -rispetti umani, e in questo solo senso la pratica non potea essere -certamente nè più efficace, nè più ovvia al felice progresso -dell'emulazione, onde accrescere col mezzo di essa il numero degli -individui benemeriti della loro specie: ma il miscuglio complicato, e -informe delle superstizioni esecrabili che il delirio umano v'intruse -successivamente, alterò da colmo a fondo l'antica purità di questa -edificatoria instituzione. - -(5) Era sì abbondante il numero delle Divinità conosciute, ed adorate -dal Paganesimo, e dall'antica Roma, che Petronio parlando di questa in -cui esso abitava, dice che l'affluenza degli Altari che ovunque vi si -erigevano per servizio delle medesime, sorpassava di gran lunga la -quantità delle case di abitazione de' cittadini, e quindi era molto più -facile d'incontrare per le vie di Roma un Dio di un uomo: _Utique nostra -Regio, tam præsentibus plena est numinibus, ut facilius possit Deum, -quam hominem invenire_ (_Petr. lib. IV._). — (Ved. _l'ann. 40. del T. I. -delle Note Campestri pag. 112._). - -(6) I Dottori ebrei e fra questi _Rab Ada_ (nel suo _Berescith Rabah -cap. 38._) narra che Abramo, nell'intervallo intermediario della sua -conversione, incaricato dal di lui padre di accudire allo smercio delle -proprie statue, durante una sua breve assenza, presentatosegli un giorno -certo individuo col disegno di farne acquisto Abramo l'interrogò quanti -anni avesse: _cinquanta_, rispose l'Acquirente averne; _sventurato che -tu sei!_ Esclamò Abramo allora, _nell'età di 50. anni tu adori -ciecamente un essere che non ha che un solo giorno?_ Questo rimprovero -coprì talmente di confusione, e di pentimento il compratore, ch'egli se -ne partì mesto, e sbigottito, senza potere più articolare parola; indi -Abramo presa un accetta fra le sue mani ha in un istante spezzate tutte -le immagini affidategli dal genitore per procurarne la vendita, -illudendo ad un tempo medesimo argutamente la stupida credulità di suo -padre con un artifizio idoneo a giustificare la di lui propria condotta -rapporto a' simulacri, e a disingannare insieme Thare dell'inventato -errore in cui vivea da lungo tempo miseramente sepolto. - -(7) Quale nuova interessante utilità sarà mai per risultarci, in alcuna -maniera, dopo che noi saremo pervenuti ad assicurarci che la conversione -di Abramo avvenne l'anno 48. di sua età come opinano _R. Johanan_, _R. -Haninah_, ed il _Maimonide_ (_Yad Hazakah lib. 1. p. 1._) ovvero se esso -non avea solo che 3. anni quando cominciò ad acquisire la precisa -cognizione del suo Eterno Creatore, siccome il Talmudista _Bar Abah_ lo -sostiene con gran forza (_Massehet Nedarim cap. 32. § 1._) e _R. -Elighezer_ fermamente lo pretende? (_Pirké Avoth c. 26._) _R. Lakis_ -fonda questo medesimo sentimento sulla combinazione che offre la parola -עקב (nghekeb) riportata nella Genesi (_cap. 26 v. 5._) _Eo quod -obedierit Abraham voci meæ &c._, quale avverbio numera 172. la vita di -Abramo fu di anni 175. quindi esso pretende con simile induzione -d'inferire che 3 soli anni visse il Patriarca nelle tenebre della Pagana -idolatria. Il _R. Simeon Bar Zemah_ nella prefazione della di lui Opera -_Maghen Avoth_ si sforza di conciliare queste due opinioni, malgrado -ch'esse fossero sì disparate. Ma comunque siasi, niente di più oscuro, e -inconseguente al caso nostro di sì fatte inutili controversie, tutto che -da ogni parte fervidamente sostenute; e siccome di tali sottigliezze se -ne trovano ad ogni tratto in profusione considerabile presso i Rabbini, -noi riguardiamo come un tempo affatto perduto il fermarcisi un solo -istante a discuterne il valore, quindi è che noi passiamo sopra a tutte -quante. - -(8) Moltiplici sono le opinioni che dividono gli autori e antichi e -recenti per rapporto al conoscere i veri motivi di questa Rituale -Instituzione, con tanta urgenza comandata dallo steso Dio ad Abramo -(_Gen. cap. 17. v. 11. 12. 13. 14._) benchè, d'altronde, nella mente de' -critici, già ovunque conosciuta, e praticata, come osservammo, non è che -un istante, dalla massima parte delle antiche popolazioni. V'ha chi -pretende che quella avesse per iscopo unicamente la sanità; molti le -supposero utile, e in certo modo conferente alla propagazione; ed altri -la credettero ancora una semplice marca distintiva per eccettuare -l'ebreo da' falsi credenti, e dalle numerose idolatre Nazioni delle -quali era, ingombro tutto il mondo conosciuto a que' tempi; ma la -materia è così per se medesima confusa, e impercettibile, che tutte le -ricerche fatte da' dotti di qualunque regione, e di ogni secolo affine -d'investigare l'origine, e le cause di questo segno, non servirono, -molto sovente, che a convincercene dell'inutilità delle loro fatiche, ed -a fornirci de' motivi efficaci onde sospendere interamente i nostri -giudizj per rapporto a questo assunto, come pur troppo ci troviamo -ridotti a simil caso tutte le volte che siamo costretti a brancolare -nella folta caligine del mondo antico ad oggetto di rinvenire quelle -verità ch'esso racchiude. - -I Mussulmani recidono il prepuzio a' loro maschi appena giunti a' 13. -anni, tale essendo l'età che nel momento di simile comando avea Ismael -figlio di Abramo, da cui i Maomettani si dicono discendere. - -(A) _Gen. Cap. 17. v. 6. 7. 8._ - -(9) Alcuni pensatori miscredenti abituati a sottilizzare, senza ritegno, -tutto ciò che loro offre nuove idee onde alimentare i loro strani -principj, si lanciano furiosamente contro questo passo di Scrittura, e -vi oppongono delle acerrime obbiezioni: essi rimarcano primieramente che -a fronte di tutte le promesse garantite da Dio a' tre primi Patriarchi -in favore della loro posterità, non vi fu mai popolo al mondo che fosse -più maltrattato dell'Ebreo, anche ne' suoi felici tempi ne' quali -miravasi guidato, ed assistito dal suo Divino Protettore; osservano, in -secondo luogo, che lo stato d'inopia, e di objezione, in cui ha sempre -questo popolo gemuto, quì schiavo, tributario colà, errante ovunque, non -sembra certamente presagire l'impero dell'universo, ed il dominio delle -Nazioni che Dio avea per tante volte assicurato agli Avi suoi; mentre -Abramo il padre di esso, e il fondatore di sua credenza, malgrado la -potenze, e le dovizie che la Genesi gli attribuisce; non solo non era -frattanto possessore di un palmo di terreno suo proprio, essendo stato -costretto di comprare una caverna da Efron per 400. sicli (1280 _lire di -francia, calcolata il siclo lire_ 3. 4 _l'uno_) onde seppellire -l'estinta Sara sua Consorte; che non solo il di lui figlio Isaak fu -sempre costretto ad abitare le terre altrui per esserne mancante delle -sue proprie, e che Jacob l'ultimo de' Patriarchi fece il cameriere 14. -anni per conseguire in maritaggio la figlia di Labano; ma che in terzo -luogo finalmente tutta l'estensione della rinomata terra promessa non -eccedeva 53. leghe di lunghezza, che non giunse mai questo popolo a -possedere tranquillamente un lungo periodo di anni; e che a' tempi della -sua massima grandezza, e de' tanto decantati fasti di David, e di -Salomone il dominio di questi (si osa temerariamente sostenere) non -oltrepassava 70. leghe di lunghezza, sopra 50. di larghezza, checchè il -libro de' Re asserisca, in contrario, che il dominio di Salomone -specialmente estendevasi dall'Eufrate fino alla estremità del -mediterraneo. - -Egli è dunque così che opinano inconsideratamente certi filosofi -stravaganti contro l'oracolo ineffabile delle scritture, ma senza -arrestarci quì a combattere simili invettive destituite affatto di -verità, e di buon senso, noi ci contenteremo soltanto di commiserare i -loro deplorabili travviamenti che ad essi tolgono l'adito di conoscere -che gli imperscrutabili disegni dell'Eterno fatti certamente non sono -per la frale intelligenza dell'uomo. - -(10) Queste prescrizioni (dette altrimenti precetti Noakiti) sono quelle -che si pretende essere state date da Dio ad Adamo, ed a Noè. Questi -precetti dunque (i quali altro non contengono che le instituzioni -medesime racchiuse nel codice della natura, e di cui la pratica si rende -indispensabile per tutti gli uomini) sono in numero di sette: il 1. -vieta l'idolatria, il 2. impone l'obbligo di benedire il nome di Dio; il -3. vieta l'omicidio; il 4. condanna l'adulterio, e l'incesto; il 5. -vieta il furto; il 6. impone di fare giustizia; il 7. vieta di mangiare -carne recisa dall'animale vivente (ved. _Ghem. Babyil. Tit. Sanhed. cap. -1. 4._). - - - - - CAPITOLO III. - - Ricerche sulla Religione imposta all'antico Popolo Ebreo dal suo - legislatore Mosè, basata sopra i 613 precetti comandati da esso nel di - lui proclamato Pentateuco, 248 de' quali sono detti affermativi, e 365 - negativi. - - -Tutto era mentale fino a' tempi di Mosè presso gli antichi Ebrei, tutto -meramente contemplativo, e le loro Religione era sì semplice, sì -metodica, e sì sublime, quanto lo erano appunto i loro costumi, -intimamente penetrati dell'Esistenza di un Opifice Sommo Creatore, di -cui miravano ad ogn'istante la visuale testimonianza irrefragabile nello -spettacolo sorprendente dell'universo, e di ciascuna delle ammirabili -sue parti, soddisfatti restavano unicamente di adorarlo, e di compiere a -vicenda quegli umani doveri, che ad un essere terrigeno impone la -Natura. - -Ma una situazione sì edificante di purità, e d'innocenza fu bene -precaria, e di fugace durazione per questi primi venturati credenti; gli -arcani impenetrabili del Dio de' loro padri conducendo la ristretta -famiglia dell'ultimo de' Patriarchi ad abitare sulle sponde del -Nilo (11), le fecero pagare un giorno a caro prezzo il grato trasporto -di mirare uno de' propri suoi figli elevato alla sovranità di quello -stato, dividerne il Regal soglio, lo Scettro, ed il diadema col Monarca -legittimo di esso; l'Egitto divenne quindi in breve spazio di tempo la -vulcanea fucina inestinguibile in cui furono costrutte le aggravanti -barbare catene che per il lungo periodo di oltre quattrocent'anni -trascinarono miseramente i posteri di Jacob che ne discesero (12). - -In sì fatto lagrimevole intervallo di tenace schiavitù, e di vessazioni -rinascenti ad ognora in mille foggie differenti, quest'abbattuto -lignaggio più non riconobbe se stesso, lo smarrimento s'impossessò di -lui a segno tale che più esso non distinse nè l'origine sua, nè giammai -più rinvenne il semplice Culto esimio trasmessogli da' suoi venerabili -predecessori, ma confusamente condannato a languire sotto il giogo -fetale del barbaro Egiziano ne sentì la fierezza, ne apprese i costumi, -ne seguitò le pratiche superstiziose, ed il culto ridicolo, e bizzarro -di quest'araba progenie, venne frattanto da que' derelitti avanzi -d'Israel ciecamente sostituito alla tersa, ed alla sana religione de' -suoi primi patriarchi fondatori (13). - -Tale era dunque la triste condizione dell'Israelismo, allorchè Dio -spiegando la sua ineffabile clemenza in favore di questa popolazione -oppressa, e sconsolata, volle compiere con essa ciò che avea fatto -sperare a' benemeriti suoi progenitori ne' tempi andati, e la sua sorte -crudele dovea cambiarsi. Mosè (a cui Dio manifesti rese i suoi alti -prodigj essendo ancora nelle fascie) prediletto rampollo della tribù di -Levi, fu destinato l'organo esecutore degli eterni Decreti; egli -affrettossi a compierli, senza ritegno: il terribile Egitto che -premeditava farsene la tomba, dovette abbandonare con ignominia la preda -che avvinta gemea, da tempo immemorabile, fra i barbari suoi lacci; e -così lo schiavo Israel dopo di avere soffocata fino la speranza di un -solido, e durabile conforto a' suoi tormenti, e di una lieta risorsa, al -di lui avvilimento, vide frangere per la prima volta le infamanti sue -catene, Israel si vide libero. - -Ma tutto che oltremodo venturata riuscisse per lui questa metamorfosi -repentina, quello non era tuttavia frattanto che una banda immensa -profuga, ed errante per inospiti deserti alla quale mancavano ancora, e -domicilio, e leggi, onde prendere fondatamente il sostenuto carattere di -Popolo. Il suolo Cananeo dunque fu quello che venne ad esso decretato -per retaggio, in forza della promessa fatta già da Dio a' Patriarchi, ed -il suo conduttore Mosè fu destinato il promulgatore degli statuti, e -delle leggi che l'Essere Supremo volle proclamare in mezzo di questi -nuovi Liberti (14). - -Egli è in mezzo de' prodigj sorprendenti, dopo i moltiplici altri di tal -fatta che solennemente ci decanta la Scrittura, operati dallo stesso -Mosè collo stupore universale, e in Egitto, e altrove in favore del -Popolo di cui era esso la guida, ed il sostegno, ch'egli proclamò la -nuova legge di grazia che lo stesso Dio dell'universo dettogli sul -tremendo Sinaj (15). - -Le assidue cure, e l'applicazione costante che richiedeva l'esatta -osservanza del nuovo sacro Codice legislativo che era al medesimo -imposto, astrinse questo popolo a derogare l'esimia semplicità della -prisca Religione de' suoi benemeriti antenati, ed egli si vide allora -aggravato dal peso di una soma che dovea necessariamente debilitare le -proprie forze, almeno fino a tanto ch'egli avesse contratta l'abitudine -di sopportarlo. Ben tutt'altro che i sette semplici Precetti ricavati -dal Codice della natura conosciuti, e seguitati da' _Noakiti_, e la -circoncisione de' maschi comandata da Dio ad Abramo; il nuovo patto di -alleanza proclamato col ministero di Mosè li fece ascendere al numero di -613 de' quali 365 furono detti Precetti negativi, cioè portanti divieto -di esecuzione; e 248 chiamati Precetti affermativi, cioè, imponenti -obbligo di esecuzione (16). - -Egli è dunque sopra queste basi fondamentali che Mosè, per Divino -comando, eresse l'edifizio immenso del Culto che praticò egli stesso -(per quanto ci è noto) ed il Codice della nuova Religione di cui si -prefisse d'instruire il Popolo Ebreo de' suoi tempi; e sebbene questa -più allora non fosse quella medesima credenza già esercitata da' primi -circoncisi de' secoli decorsi, nulla ostante la osservanza che -imponevasi da essa a questi nuovi credenti, non dovea riuscire loro -neppure molto aggravante, se si riflette (come nel capitolo seguente mi -dispongo a renderlo più espresso) che non tutto l'intero popolo ebreo -era astretto di osservare, in complesso, la totalità de' precetti che -racchiudeva la nuova legge, mentre una gran parte de' quali -rapportandosi a' Leviti, le loro cerimonie, le loro ispezioni, i loro -Riti ec.; l'altra incumbendo i Sacerdoti addetti al servizio -dell'Altare, le loro purificazioni, i loro abbigliamenti, i loro uffizj -ec., il resto del popolo che non apparteneva nè al lignaggio degli uni, -nè alla discendenza degli altri, non era in dovere che di conoscergli -meramente, senza ingerirsi nella benchè minima parte nell'osservanza di -simili precetti, ciò che semplificava non solo considerabilmente il -culto, ma ne dispensava una gran parte da tante pratiche obbligatorie, -presso che inutili, o almeno superflue, e sempre malagevoli a compiere -con esattezza, e precisione. - -A che dunque riducevasi in massima la religione professata dal complesso -dell'Ebreismo dopo la discesa di Mosè dalla prodigiosa vetta di Sinaj? -Apparentemente per certo a quella sola adottata da Noè, e da Abramo, ed -al semplice Decalogo unicamente; perchè le tavole portate seco lui dalla -sua eccelsa missione altro certamente non contenevano; e siccome questa -non abbraccia che i soli dieci Comandamenti, così alcuni si fecero ad -opinare, che Dio, per anticipazione, dettasse a Mosè verbalmente, -durante la sua dimora di 40 giorni sul testè accennato monte, l'intero -Pentateuco unitamente a tutti i 613 simbolici Precetti che -misteriosamente vi si racchiudono (17); fra i quali erano parimente -compresi que' sette antecedentemente conosciuti, siccome ancora le varie -prescrizioni comandate al Popolo ebreo alcuni giorni avanti la sua -liberazione dalla cattività dell'Egitto, risguardanti l'osservanza della -Pasqua delle Azzime, i sacrifizj, e le cerimonie che doveansi -necessariamente annettere alla medesima; ed altri sostengono ancora che -la quantità menzionata di precetti fosse da Dio comunicata -interpolatamente a Mosè, a varie differenti riprese; ed a misura che -l'opportunità, e le circostanze lo esigevano. - -In quale idioma poi l'Essere Supremo si manifestasse al legislatore -Mosè, e quale linguaggio usasse questi, parlando al Popolo che -prefiggevasi d'instruire, questo è ciò che i critici mettono al solito -in forti, e interminabili questioni, e che noi non abbiamo interesse di -approfondire, o discutere (18); solo ci basta di potere assicurare con -ogni fondamento che questo Codice, sia che fosse conferito secondo il -pensiere degli uni, sia che comunicato venisse conforme l'opinione degli -altri, quello fu la solo base frattanto sulla quale venne in seguito -eretta la Religione ammessa, coltivata, e sostenuta da tutte le 12 Tribù -d'Israel, da' tempi di Mosè che ne fu il Promulgatore, fino all'estrema -caduta di Gerosolima, ed alla dispersione totale del Popolo ebreo, cui -può da essa unicamente annoverare la folla immensa di smarrimenti -deplorabili a' quali soggiacque in conseguenza della fatale -degenerazione dell'ammirabile sua credenza primitiva, nella guisa che -dovremo con reiterata menzione rimarcarlo noi stessi ne' seguenti -Capitoli di quest'Opera. - -(11) Per quanto ci narra la Scrittura, tutti quelli che seguitarono -Jacob nell'Egitto appartenenti alla di lui propria famiglia montavano a -70. individui, compresovi Giuseppe che già vi esisteva come Sovrano di -quello Stato, e i due figli che vi avea esso avuti (_Exod. cap. 1. v. -5._) - -(12) Alcuni Autori pretendono, ed io non saprei sopra quale base fondano -le loro asserzioni, che tutto il tempo in cui il popolo Ebreo restò -schiavo fra i terribili ceppi dell'Egitto non oltrepassasse gli anni -200. ma i Talmudisti uniti a tutti gli Scrittori i più accreditati di -questa Nazione, appoggiati sull'oracolo infallibile dalla Scrittura -insistono su' quattrocento e trent'anni: _habitatio autem filiorum -Israel, qua manserunt in Ægypto, fuit quadrigentorum triginta annorum_ -(_Exod. cap. 12. v. 40._) - -(13) Tutte le dimostrazioni con le quali si sforzano i Rabbini di -provarci che la primitiva Religione si è per lungo tempo conservata -nella posterità di Jacob, anche fra le catene egiziane, non formeranno -mai un indizio, se non positivo almeno verosimile, idoneo a convincerci, -che durante la lunga cattività di questo popolo in Egitto potess'egli -esercitare a rigore il culto già introdotto e praticato da' primi suoi -Padri, e ciò è tanto improbabile, quanto che non solo apparisce dalla -stessa Scrittura che molti anni avanti, Giuseppe avea già adottate -presso che tutte le massime superstiziose dell'Egitto, facendo mangiare -i Suoi fratelli, all'epoca della sua recognizione co' medesimi, in altra -mensa fuori che nella sua, e parlando loro col mezzo dell'interprete -(benchè v'ha chi sostiene che ciò facesse, per non palesarsi ad essi -intelligente dell'ebraico idioma, che gli Egizj ignoravano). Siccome era -l'uso degli Egizj, i quali aveano in orrore tutti quelli che non -appartenevano alla loro nazione, e si reputavano immondi mangiando seco -loro; ma non ritrovasi altresì fatto nella medesima Scrittura cenno, di -sorte alcuna, che ne' 4. e più secoli di schiavitù a cui soggiacquero -gli ebrei nell'estensione degli stati Egiziani, mantenessero ancora -intatto, non solo il rito importante della Circoncisione, ma nè pure le -antiche instituzioni di natura che, come osservammo, si credono -conosciute, e praticate da Noè, e da tutti i suoi contemporanei, non -meno che degli altri Patriarchi dell'Israelismo che ne vennero appresso. - -(14) Non essendo mio scopo di farmi quì rapportatore di tutto ciò che -avvenne e questo popolo negli spazj intermediari decorsi, fra la sua -cattività, e la sua liberazione, e degl'incontri, e delle querele -ch'esso ebbe durante la sua lunga dimora nel deserto con altre simili -popolazioni che gli contendevano il paesaggio, fino alla definitiva -occupazione della terra promessa, ed alle fausta promulgazione della -Legge scritta: io passo rapidamente sopra tutti questi aneddoti, e solo -mi arresto di proposito all'ultima, perchè forma onninamente il soggetto -unico, e principale di tutte le ricerche, e gli assunti racchiusi nella -progressione successiva di quest'Opera. - -(15) Chiunque versato nella mitologia della prisca età del mondo può ad -evidenza conoscere come gli antichi Arabi furono gli inventori di molte -favole, e bizzarre allegorie le quali, nella progressione de' tempi, -acquistarono voga presso una gran parte degli antichi popoli della -terra. Fra le innumerabili altre che quelli hanno immaginato, può -annoverarsi l'Istoria dell'antico Bacco, che supponevano molto anteriore -al tempo in cui gli ebrei fissano l'esistenza di Mosè. Questo Bacco -dunque, nato nell'Arabia, avea scritte lo sue leggi sopra due tavole di -pietra; si chiamò _Misem_, gli Arabi lo dicono _salvato dalle acque_, e -tale è la genuina significazione egiziaca di questo nome; esso avea una -bacchetta colla quale operava delle gesta sorprendenti; questa verga si -trasformava in serpente quando ei volea; raccontano parimente che questo -Misem passò il mare rosso a piede asciutto alla testa della sua armata, -esso divise le acque dell'Oronte, e dell'Idaspe, e le sospese a diritta, -ed a sinistra; una colonna di fuoco rischiarava i passi della di lui -armata durante la notte. Questa favola era si antica che molti Scrittori -de' primi secoli del cristianesimo supposero che questo Misem, questo -Bacco fosse Noè. Or può egli mai ritrovarsi una rassomiglianza più -prossima di quella che si scorge tra Bacco, e Mosè, fra le gesta, le -circostanze, e il nome del falso Dio Egizio, e i portenti, le -operazioni, e il nome stesso del Legislatore ebreo? Io non oso -approfondire di soverchio tale odibile confronto; lascio a' filosofi -perspicaci, a' mitologici, ed agl'intelligenti le indagini più vaste, e -più analitiche di un assunto sì arduo, e stravagante, e abbandonando gli -increduli in preda al loro delirio, io preferirò sempre frattanto un -eccelso Ministro del Dio di verità a quelli che non lo sono che -dell'errore e della menzogna. - -(16) Fossero quì terminati almeno gli essenziali doveri dell'ebreo, il -compimento non ne riuscirebbe sì malagevole ad eseguirsi, massimo oggi -che la situazione di questo popolo cotanto differente essendo da quella -in cui era a' tempi di Mosè (come a luogo più opportuno mi farò a -dimostrarlo) egli si troverebbe dispensato dall'osservanza delle nove -decime parti almeno di simili Precetti: ma e quale vantaggio di vedersi -da una parte attualmente alleggerito di una affluente quantità di -pratiche e cerimonie, s'egli trovasi dall'altra eccessivamente aggravato -di altrettante che gl'imposero le glose, le parafrasi, e i commenti? -(Ved. la _Nota_ 21. susseguente) Io rifletto che non avea in questa -parte tutto il torto S. Pietro allorchè dicea; che il giogo della Legge -era sì opprimente (e notisi che a' tempi di Pietro nè la Misnà, nè il -Talmud erano tuttavia comparsi al giorno) che nè quelli della sua età, -nè i loro progenitori avevano potuto sostenerlo: _Nunc ergo quid -tentatis Deum imponere jugum super cervicem discipulorum quod neque -patris nostri, necque nos portare potuimus_, _Act. ch. 15. v. 10._ - -(17) I Rabbini attribuiscono a questo numero un allusione assai curiosa, -secondo il solito a praticarsi da' medesimi; essi dunque pretendono che -il corpo umano comprenda altrettante parti differenti quanta è la somma -de' precetti che Mosè avea prescritti. I 248. affermativi rapportansi -alla somma equabile de' membri esistenti nel corpo dell'uomo; ed i 365. -negativi corrispondono al numero de' nervi che nelle varie sue parti -esso contiene. Io me ne rapporto agli anatomici, a' quali solo -appartiene il decidere, con piena cognizione di causa, se questo calcolo -è per se medesimo esatto. - -(18) Tra le tante male fondate ragioni sulle quali varj critici -increduli pretendono appoggiare le obiezioni che oppongono contro -l'opinione ricevuta generalmente che Dio abbia parlato in ebraico a -Mosè, e che questi si servisse del medesimo idioma per esternarsi al -Popolo, la prima si è che Mosè venendo dell'Egitto donde avea tratti i -suoi natali, dove succhiò il primo latte, ed in cui ebbe le prima -educazione, instruito ne' principj, e nella cultura degli Egiziani, è -molto verosimile ch'egli non dovesse parlare altra lingua fuori di -quella usata in que' tempi sotto il suo Cielo natalizio, nel modo -appunto che _Filone_ lo rimarca nella _Vita, e le gesta di Mosè_; dal -che inferiscono in ultimo, che nel tempo della promulgazione del -Pentateuco, gli ebrei non essendo tutta via entrati nel paese di Canaan, -nè avendo fatto ancora una pratica consumata, e sufficiente della lingua -ebraica, essi non potevano in veruna maniera pervenire e capirla, e che -per conseguenza quel codice scritto nel Deserto non potea esserlo che -nell'Egizio dialetto, giacchè Dio, aggiungono essi arditamente, non -avrebbe, per certo, comunicata la sua Legge in una lingua che -riconosceva intelligibile affatto per quelli a' quali era una sì eccelsa -legge conferita, e che più aveano duopo di capirla. - -Queste, ed altre sì fatte opposizioni ci lanciano con fierezza i -miscredenti, ad oggetto di rovesciare delle fondamenta quanto le sacre -pagine appariscono garantirci, e per ismentire, senza ragione, e senza -base, ciò che il suffragio univoco delle Nazioni autorizza, e conferma; -noi, per altro, lasciandogli miseramente in balìa del loro fluttuante, -quanto stolido scetticismo, ci permetteremo soltanto di osservare essere -molto probabile, che il Pentateuco scritto da Mosè in origine ebraico, -fosse tradotto in seguito nella lingua della Palestina, che altro in -fatti non era, che un mero derivato del Siriaco idioma; poscia in -Caldeo, in Greco, ed in Latino, e lungo tempo dopo anche in antico -Gotico dialetto; in tale maniera lo pensarono parimente varj celebri -Scrittori dei secoli a noi più recenti. - - - - - CAPITOLO IV. - - Come tali Precetti dovrebbero essere oggi ridotti alla decima parte, -mentre le 9 restanti, si dimostrano, o inopportune, attesa la cessazione - dell'osservanza; od inutili, perchè variamente ripetuti; od - incompatibili colle Leggi alle quali è il Popolo d'Israel attualmente - subordinato. - - -Già noi fino al presente dimostrammo esistere sulla terra un tempo -immemorabile in cui l'esercizio della Religione de' primi abitatori -dell'universo, meno fastoso, più interno, meno apparente, rendeva il -loro culto più esimio, più semplice, più terso, in cui i loro intimi -sentimenti più liberi essendo, più chiari, e più integerrimi di ciò che -lo furono, ad un tale riguardo, quelli delle progenie discendenti, non -facevano ad essi considerare la Religione come un fardello -eccessivamente aggravante, o insopportabile, mentre quelli tutta -consistere la facevano in un ristretto numero di virtuose azioni -esterne, sempre uniformi, nè soggette erano giammai ad alterarsi; -convinti d'altronde fermamente che il vero culto più accetto alla -Divinità, e più conferente all'Eterna salute dell'anima è soltanto -quello che ha per base la virtù, che ha per sede il cuore, calcolando -tutto il resto come affatto chimerico, ed accessorio, ridicolo per se -stesso, pernicioso il più delle volte alla specie dell'uomo, e sempre -degradante alla sua propria condizione. O tempi di felicità, e di -innocenza! sareste forse voi un illusorio fantasma, parto della feconda -immaginazione de' Vati? E se tali non siete, perchè mai sì fugace, ed -instantaneo fu il soggiorno vostro fra i mortali? Pur troppo voi -spariste allo sguardo peribile di essi, come dissipa l'Atmosfera un -fummifero vapore. Ah! sono essi già esistiti que' giorni venturati per -gli esseri umani, i quali alieni onninamente dalle pratiche bizzarre, e -dalle futili apparenze di simulata pietà, non avevano soffocati ancora i -primi germi salutari di un incontaminato culto che edifica il cuore, per -abbandonarsi ciecamente alle mostruose chimere che degradano lo spirito; -non vedeasi allora l'accessorio tenere le veci di principale, nè -miravasi mai come fra noi confondere l'illusione col buon senso, e la -Religione diventare l'oggetto speculativo del più scaltro (19); non -erano già i Tempj di que' sani credenti empiuti come quelli de' moderni -di larve, o simulacri, nè ingombri gli altari di porfidi, di ebani, di -gemme, o di squisiti metalli; nè i suoli coperti di sontuosi tappeti; -non erano già dico tali arredi fastosi quelli che attraevano l'intuito -religioso de' primi adoratori del Dio dell'universo; un sasso informe -serviva loro di altare, ed un erema foresta era il sacro venerabile -tempio in cui penetrati da un integro Divino amore, si adunavano i primi -Padri della specie umana per implorare grazie dall'autore della Natura, -e con illeso puro culto estollerne le glorie, propalarne i portenti, -riconoscerlo, e adorarlo (20). - -Non può certamente dubitarsi con ragione che tale in ogni senso non -fosse il pretto genuino carattere della primitiva Religione, conosciuta, -e praticata dalle remote società umane che cominciarono a popolare le -terracquee regioni; ma siccome l'incostanza è l'appannaggio positivo, ed -omogeneo di tutte le associazioni umane, e quindi ciò che da questo -procede, regolarmente nella progressione de' tempi, o si corrompe, o -degenera, o si altera, così appunto questo salutare primitivo -stabilimento ha dovuto esso pure soggiacere alle infauste vicissitudini -medesime di tanti altri, condannati a sobire la fatale sorte istessa. -Chi inclinasse a fare un ristretto analisi delle Religioni che or -conosciamo, sormontando col pensiero fino al primo loro nascimento, e -discendendo in seguito all'epoca della propalazione delle medesime, -quale mostruoso confronto non vedrebbe mai risultarne onde convincersi -delle verità innegabili da noi fin quì esposte? Abbandonando le altre -che ci sono indifferenti, solo arrestiamoci un breve istante sulla -Religione d'Israel che ci riguarda. La Credenza degli antediluviani non -era già il culto di Abramo, nel modo che la Religione conosciuta, e -professata da' Patriarchi, era bene differente da quella che Mosè ordinò -al Popolo ebreo nel Deserto, appena liberati dall'Egitto; e la Religione -di questo è troppo lontana dall'essere quella che mirasi oggi esercitare -dall'ebreismo di nostre età; sette soli precetti costituivano l'intera -credenza di _Hanoh_, di _Noè_, di _Shem_, quali Precetti, sebbene si -trovino fare parte de' 613 prescritti da Mosè nel Pentateuco, i -Commentatori, non ostante, sembra che ne facciano separata menzione, -denominandoli _Precetti Noakiti_ (come già osservammo più estesamente -altrove) vale a dire, di Noè, attesa l'analogìa prossima che -riconoscevasi fra questi, e le leggi stesse della natura. Un solo -precetto, cioè la circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro -nascita, venne aggiunto alla Religione che professarono Abramo, Isaak, -Jacob, e la legge di grazia che Dio comunicò a Mosè sul grande Horeb, ne -fece accrescere il numero fino a 613, diversamente classificati, nel -modo che frappoco noi entriamo a dimostrarlo, senza calcolare forse -altrettanti che le immense tradizioni delle quali è la medesima -aggravata, ingiungono all'ebreo di osservare scrupolosamente, e di cui -mi riserbo a ragionare di proposito altrove (21). - -Ma sono essi questi nuovi credenti divenuti per ciò più religiosi, più -saggi? Mi si produca di grazia, uno solo fra tutti gli osservanti la -nuova legge (se si eccettua Mosè per l'onore di sua missione, per -l'eccelso carattere che sosteneva, e pe' favori Divini de' quali era -colmato) che possa dirsi, con giustizia, più integro di Hanoh, che non -soggiacque alla morte naturale, ma che fu tratto da Dio stesso fra gli -esseri viventi (A); uno più giusto di Noè cui Dio preferì a tutto il -genere umano liberando esso, e tutto ciò che gli apparteneva, -dall'orrido flagello del Diluvio universale (22) che unitamente alla -terra sommerse tutti i suoi abitatori (A)? Chi più retto di Schem, che -la Genesi denomina come uomo singolare fra i suoi simili (B)? Chi -finalmente può con diritto maggiore vantare fra tutti quelli una -Religione più chiara, un culto più semplice, più vero, più elevato di -quello che la Scrittura ci accenna professato da' tre primi Patriarchi, -i quali Dio volle per tante volte parzialmente distinguere suoi amici -favoriti, e prediletti? Dal che può giustamente inferirsi non essere già -il numero affluente di usi, di precetti, o di cerimonie quello che -l'Essere Supremo esige dagli enti ragionevoli; nè la somma onerosa di -pratiche, di doveri, e di prescrizioni sarà giammai una solida base, od -una prova dimostrata della sana Religione dell'uomo, nè il deposito -fondamentale del retto culto, che la terrigena creatura dee prestare al -suo Eterno Creatore. Ben lontano da ciò, dimostrasi, al contrario, che -la Religione tanto è più semplice, e meno complicata, tanto, e più -facilmente porta seco, a indelebili caratteri, l'augusta impronta di -verità, e tanto meno rincrescevole ne riesce l'osservanza; tale fu la -mente irrefragabile di un Dio, prescindendo degli espliciti differenti -esempi testè da noi riportati, che ne formano la prova certa, e -convincente (23). - -Il legislatore Mosè dunque, allorchè nel suo Pentateuco impose al Popolo -ebreo de' suoi tempi l'osservanza di 613 Precetti, non intese certamente -che questi dovessero essere intatto mantenuti complessivamente dal -Popolo ebreo de' nostri secoli, di cui le circostanze, la destinazione, -i costumi, la società, e i doveri sono affatto cotanto differenti da -quelli ne' quali si trovavano gli antichi fautori di tale credenza; ciò -che l'antiveggente Mosè non potea di proposito ignorare. Or siccome un -esteso dettaglio di tutti gli accennati precetti sarebbe quello solo -opera di un immenso volume, lo che distraendomi alquanto dalla serie -complicata delle moltiplici altre materie importanti che quì mi accinsi -di trattare, mi renderebbe di soverchio prolisso; così affine di non -perdere di vista un soggetto che più di ogni altro dee interessare le -nostre cure, e fare con evidenza più sensibile discernere che -l'abrogazione delle nove decime parti di essi, proposta da noi come -ovvia, e necessaria non è dettata che delle imponenti vicissitudini -odierne di questo Popolo, noi divideremo tutti gl'indicati precetti in 3 -classi; due delle quali essendo state fondatamente riconosciute da noi, -od inutili, o insussistenti, non saranno che rapidamente accennate in -complesso, ad oggetto di rendere con solidità maggiore dimostrato che -tali sono in fatti tutti que' precetti che le racchiudono: quelli poi -che compresi abbiamo nell'ultima classe, supponendo che dovrebbero -essenzialmente constituire, secondo il fissato nostro sistema, la -inconcussa Religione de' veri professanti la credenza di Mosè; tali -precetti, dico, saranno tutti da noi riportati in dettaglio, astrazione -fatta di un certo dato numero comandato replicatamente dal medesimo; e -che nella guisa che noi entriamo ad osservarlo con ogni esattezza -possibile, altro non vogliono inferire, che la cosa medesima riportata -sotto varie, e in apparenza differenti prescrizioni. - -Entrando quindi all'esame de' precetti che abbiamo disegnato appartenere -all'ordine delle prima classe, questi ritroviamo ascendere in tutto al -numero di 237 sparsi or quà, or là nel Pentateuco, secondo -l'opportunità, l'epoca, il bisogno; cioè, 110 affermativi, o -prescriventi dovere di esecuzione, e 127 negativi, o portanti divieto di -esecuzione, i quali tutti avendo per iscopo o le oblazioni de' -Sacerdoti, o l'abbigliamento di costume di essi, o la costituzione del -tempio, degli altari, o l'acquisto, il trattamento, e la liberazione -degli schiavi, o il voto di Nazzareismo o l'anno Sabbatico, e il -giubileo, ovvero la distribuzione de' terreni da assegnarsi a' Leviti -nell'estensione della terra promessa, e tanti altri simili oggetti del -tutto indifferenti per il Popolo ebreo del nostro secolo, perchè più non -esistono in verun modo, per esso lui; egli è dunque perciò che, come -insussistenti, essi dovrebbero necessariamente cessare, ed è appunto per -tale motivo che noi quì più non faremo di sorte alcuna ulteriore -menzione. - -La seconda classe poi nella quale comprendemmo que' precetti che -risguardano puramente il giudiziario, il politico, l'economico, il -civile, e che io ritrovo ascendere alla somma di 203; cioè 115 negativi, -e 88 affermativi, per le medesime imponenti ragioni che servono di base -fondamentale all'abrogazione di quelli contenuti nella prima, dee questa -essere considerata non solo come inutile onninamente per gli ebrei de' -nostri tempi, ma come incompatibile altresì colle provide leggi alle -quali sono questi attualmente subordinati, leggi tutto affatto diverse -da quelle che Mosè ha creduto opportuno di adattare a' costumi dominanti -de' suoi giorni; alle Regioni che destinava di fare occupare al Popolo -di cui era esso conduttore, all'indole irrequieta e grossolana del -medesimo; ed al governo teocratico che meditava di introdurre, e -sistemare ne' suoi recinti; e se qualche debole traccia di tali Mosaiche -instituzioni è pervenuta fino a noi, tanto per quello che risguarda un -articolo, quanto perciò che rapportasi agli altri di maniera che si -creda indispensabile l'osservanza, le leggi ammirabili recenti prevedono -con pari saggezza, che giustizia e attività; e l'ebreo che a livello di -ogni altro vi è sommesso, ne risente gl'illimitati vantaggi, e riconosce -la necessità urgente di osservarle, quale fedele vassallo, ed obbediente -subalterno: quindi è che di questa classe ancora troppo debole -fondamento sembrami che risultare ne potrebbe il ragionare. - -Or detraendo dunque i 237 Precetti, che abbiamo racchiusi nella prima -classe, ed i 203 che comprende la seconda, montanti insieme a 440; -deduzione fatta da' 613 totale, restaci un reliquato di 173 Precetti, ma -siccome anche fra questi rimarcasi esservene molti replicatamente -comandati, e che in massima non implicano radicalmente che la cosa -medesima, noi stimammo conveniente di restrignerne l'osservanza a quelli -soli che ci sembrarono i più utili, ed i più degni di un Codice sano, -metodico, e sociale, e che abbiamo ritrovato ascendere al numero di 60; -36 de' quali distinguemmo negativi, e 24 affermativi, ma dovendo questi -constituire essenzialmente la prima base fondamentale della Religione -Mosaica, secondo i nostri già fissati principj, noi riguardiamo come un -assunto della più grande urgenza per se stesso, ed oltremodo necessario, -di riportarli tutti estesamente, apponendo gli analoghi schiarimenti a -quelli che potessero esigere delle utili, ed opportune osservazioni, -dalle quali risulteranno ancora i motivi efficaci dell'esatta osservanza -de' medesimi, riserbandoci a trattarne degli altri, che, o modificammo -come superfluamente ripetuti; o annullati furono da noi come non -confacenti a' tempi nostri, allorchè ne' due Capitoli immediatamente -dopo quello in cui entriamo, riporteremo in chiari sensi le ragioni -evidenti ed inconcusse che ci hanno indotto a stabilire una sì fatta -restrizione, in apparenza sì considerabile, la quale con più robuste -giustificazioni sarà poscia dimostrativamente comprovata, allorchè ci -faremo di proposito a discutere, in tempo debito, le tradizioni, o -parafrasi Rabiniche aggiunte a questi, ed a tanti altri Precetti, e -sovente assai più oscure di ciò che riescano gli stessi testi originali, -ch'essi pretesero di rischiarare colle medesime, e delle quali si ignora -generalmente la causa, ed il disegno, senza che alcuno giugnere potesse -in alcuni tempo a discernere l'una, o a risentire i vantaggi che -risultare pretendesi dall'altro. - -(19) Non vi è stato forse in alcun tempo chi con più rea impostura de' -così detti _compagni di Gesù_ (non saprei se appartenenti a quelli che -furono spettatori alla sua nascita, benchè più giustamente collocare si -potrebbero nella classe degli altri che gli furono compagni nel -supplizio) esercitassero un traffico vergognoso della religione che -facevano credere di difendere, e di professare; all'estremo indigenti -nel loro primo stabilimento, umili, rassegnati, ed in forza di una bolla -di _Paolo III_. pubblicata il 3. Ottobre 1540. ridotti al solo numero di -60. individui (_Extr. de l'hist. univers. de Thou pag. 6._): ma i loro -intrighi tenebrosi, protetti, e alimentati dalla stupida credulità di -quelli che la loro criminosa pietà avea sedotti, fece crescere il loro -numero ad un affluenza enorme tale fino ad incutere timore agli stessi -formidabili Regnanti. - -(20) Ma l'uomo, sembrami che alcuno quì opponga di proposito, caduco, e -frale qual'è di sua natura, dimenticherebbe sovente l'esistenza di un -Dio che lo vivifica, e lo sostiene, se il culto che tributare gli dee -non fosse accompagnato qualche volta da certe marche esterne che -arrestino la sua mente, ed attraggano i suoi sguardi. - -Accordando tutto ciò anche un solo istante, donde dunque procede, -domando, che la vera cognizione dell'Essere Supremo divenne tanto più -straniera per l'uomo in proporzione che queste decantate marche sono -state più affluenti, più stravaganti, e universali? Inoltre quali orrori -non furono commessi nell'introdurle, quali contradizioni nell'adottarle? -Quì mirasi i Sciti, i Messicani, i Peruviani, e i Galli immolare gli -uomini ferocemente, persuasi di non dovere adorare Dio in altra guisa; -colà i Dervigj Turchi, i Bramini, e i Quakeri stordire con giravolte, -percuotersi il petto sulla terra, bilanciando il proprio corpo sopra un -rogo, e rimanendo in estasi per molte ore; tali sono, secondo essi, le -marche più ovvie ed essenziali al puro Culto di un Dio; altrove si -fecero quelle consistere in luminosi apparati, processioni, baldacchini, -candele, strepiti di bronzi ec.; più oltre finalmente si è supposto che -le marche più efficaci per ottenere prontamente il Divino soccorso, e -conseguire l'espiazione de' peccati, fossero le importune jaculatorie, -le incessanti ossecrazioni, il digiuno frequente, la coltivazione di -certe pratiche bizzarre, l'abbigliamento di certi arnesi, l'astinenza di -alcuni cibi, ed altri sì fatti usi ridicoli, non meno che detestabili. -In una parola, si può in ultimo conchiudere, senza timore d'ingannarci, -che se si eccettua quelli ai quali Dio stesso degnò illuminare, poche -persone certamente sono state capaci d'inalzarsi fino alla sublime -contemplazione dell'Eterno Creatore, e di superare le malefiche barriere -che apposero loro, in ogni tempo, tanto pratiche futili, e -contradittorie. - -(21) Oltre i testè accennati precetti contenuti nel vasto Codice -Mosaico, gli Ebrei Talmudisti ne riconoscono una quantità considerabile -di altri che distinguono col nome di מצות רבנן (Mizvoth Rabanan) -_Precetti de' Rabbini_, a' quali essi attribuiscono egualmente che a -Mosè il potere di fare nuove ordinanze, secondo le circostanze, il -tempo, ed il bisogno, quale amplia facoltà è fondata sulle parole stesse -di Dio che ingiugne d'indirizzarsi a' 70 anziani dei quali era composto -il Sanhedrim, creato allora da Mosè (_Num. cap. 11. V. 16._) ad oggetto -di sciogliere tutte le vertenze che nascere potevano sulla vera -intelligenza della Legge, e che supponevansi forniti, e diretti dallo -Spirito Divino, ciò che, secondo i Talmudisti, gli rendeva infallibili -nelle loro decisioni (Ved. il cap. IX. colle sue annotazioni di questo -primo Tomo). - -(A) _Gen. cap. 5 v. 25._) - -(22) Tutti i più dotti critici del mondo non cessano di rimarcare, che -nello stato in cui trovasi attualmente la terra è presso che impossibile -che possa accadere un Diluvio universale, che cuopra di 15 cubiti le -sommità delle più alte montagne. Il mare preso in complesso non ha, si -dice, più di 300 passi di profondità; le montagne le più elevate, come -il monte Gordiano, o di _Ararat_ non eccedono 3000 passi la superficie -del mare. Quindi senza calcolare che la capacità del globo si dilata a -misura ch'ei s'inalza, sarebbe duopo necessariamente 12, o 15 volte -tant'acqua, quanta è la massa della terra nella congerie marcata dalla -Genesi; e com'essa non rapporta che de' mezzi naturali, cioè, l'apertura -dell'abisso, e la caduta delle pioggie, sembra che prevenga la risposta -che si potrebbe addurre, dicendo che Dio creò per l'esecuzione di simile -flagello una nuova quantità di acque che desso volle in seguito -annientare. Egli non si servì, secondo la Scrittura che del vento per -diseccarle; così conchiude il _Lenglet_ (_pag. 187_). V'ha, per altro, -luogo di credere, che il mezzo ch'esso ha preso per ispargerle sulla -terra, non fosse meno naturale. - -Essi medesimi sostengono inoltre ch'egli era impossibile che le pioggie -fossero stato tanto abbondanti per cagionare un simile effetto, essi -appoggiano i loro sentimenti sull'opinione del filosofo _Mersenna_, il -quale prova con delle dimostrazioni esatte, che le borrasche le più -violenti non giungono e versare che un polso, e mezzo di acqua ogni 30 -minuti primi, ciò che farebbe 6 piedi nello spazio di un solo giorno; e -il Diluvio non essendo durato che 40 volte 24 ore, supponendo le più -alte montagne a 2000 passi di elevazione, che è un terzo meno della loro -altezza, bisognerebbe, non per sormontare, ma anche per uguagliarle, che -il Cielo avesse versate in 24 ore 125 piedi di acqua, in vece di 6 che -desso versa nelle più gran tempeste; ciò che i filosofi asseriscono -eccedere la possibilità della natura. (_Lett. Juiv. T. II. Lett. 35 pag. -36 e 37_). - -Varj altri Scrittori hanno preteso che il Diluvio non era stato -universale, ma che Dio non avea avuto che l'intenzione di punire un -popolo ingrato alle tante beneficenze di cui lo avea esso colmato. I -medesimi vollero parimente fare servire la Scrittura e fortificare la -loro opinione, e quindi hanno essi spiegato in loro favore quel -passaggio della Genesi dove leggesi espressamente, che i figli di Noè -_Ab his divisæ sunt gentes in terra post diluvium_, (_Cap. X. v. 32_) -apparisce da ciò che i figli di Noè non solo aveano divise la terra fra -d'essi, ma ancora le nazioni che vi abitavano, lo che ritroverebbero -contrario alla pretesa inondazione universale di tutta la terra. - -(A) _Gen. cap. 7 v. 22._) - -(B) _Ibid. cap. 9 v. 24._) - -(23) Oltre che lo stesso Creatore Supremo fece, senza mistero, -espressamente conoscere per bocca del Profeta (_Isaia cap. 58. v. 5 6 -7_) non essere già il lungo digiuno, le interminabili ossecrazioni, le -complicate cerimonie rituali, quelle che si esigono da esso, ma un puro, -e integro cuore soltanto, noi avremo luogo di osservare altrove, che le -Religioni che sono le più aggravate di dogmi, di pratiche, e di usi, -lungi dall'essere le più ovvie a costituire la felicità de' suoi -credenti, riescono, ad ogni riguardo, le più opposte all'umana ragione, -le più tormentose allo spirito, e le meno osservate in ciò che possono -le medesime racchiudere d'utile, di necessario, e di essenziale. - - - - - CAPITOLO V. - - De' Precetti che soli dovrebbero costituire, la pretta Religione - dell'Ebreismo fondata sul Codice Mosaico, ridotto alla sua vetusta - purità. - - -Siccome niente riconosciamo più naturale nella complicata immensa catena -degli esseri viventi; che succedersi l'un l'altro, colla pronta non -interrotta propagazione delle speci differenti, la provvida natura con -un declivio irresistibile ad ogni animale, distribuì gradatamente il suo -adeguato instinto, in maggiore, o minore dose, che lo trascina con più, -o meno veemente trasporto, ad accoppiarsi ad un essere omogeneo, affine -di conservare inalterabile l'ordine primitivo già prescritto. Egli è -dunque perciò che sebbene il Maimonide, facendo il riepilogo -nomenclativo di tutti i precetti del Pentateuco, abbia stimato bene di -dovere inserire quello della _propagazione_ per il primo (A), noi non -possiamo questo assolutamente riguardarlo come tale, altro esso non -essendo, come si disse, che un mero sentimento incitativo della natura, -a cui niun essere vivente sulla terra, purchè fornito di organo, e -d'istinto, non potrebbe certamente non aderire; mentre quello è -identico, e comune agli enti ragionevoli, ed a' bruti. Quindi mi -sembrerebbe più ovvio prescindere da questo, e stabilire altresì per -primo Precetto del nostro nuovo sistema, quello comandato da Dio con -tanto impegno, per tre volte, ad Abramo (B), in segno del patto -perpetuamente irrefragabile di alleanza contratta da esso col Popolo che -discendere dovea dal successivo suo lignaggio, cioè, 1. _La -Circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro nascita_ (24). E da -questo Primo Precetto progredendo, noi passiamo tosto a dare per -detaglio la nomenclatura generale di tutti gli altri da noi testè -fissati. - -2. Dalla sera in cui entra il plenilunio del mese di _Nissan_ (che -coincide col Marzo, non essendo bisesto, od altrimenti coll'Aprile) per -sette giorni dal 15 decorrendo, e tutto il ventuno dello stesso mese -inclusivamente, non dovranno gli ebrei cibarsi di altro pane fuori che -dell'azzimo, dovendo per detto spazio allontanare de tutti i loro -recinti qualunque sorta di materia fermentata. Questa è contradistinta -חג המצות (Hag Amazoth) _Pasqua delle azzime_; la medesima sarà -solennizzata come tale durante sette giorni, ed il primo, e il settimo -di esse ogni opera servile (eccetto che quelle che sono di un urgenza -indispensabile) dovrà cessare interamente (25). - -3. Credere nell'Esistenza semplicissima dell'Essere Supremo, nè adorare -altri fuori di esso (26). - -4. Non adorare simulacri di qualunque siasi specie, nè costruirli anche -per uso di altri. - -5. Non giurare il nome di Dio in vano. - -6. Santificare il sabato, e non fare in esso alcun opera servile (27). - -7. Rispettare i genitori, soccorrerli, e temerli. - -8. Non uccidere. - -9. Non adulterare. - -10. Non rubare. - -11. Non fare testimonianze false. - -12. Non desiderare la roba, nè la moglie del prossimo. - -13. Non ingannar lo straniere in parole nè in azioni. - -14. Non opprimere le vedove, nè gli orfani. - -15. Non molestare l'indigente per i suoi debiti, ma soccorrerlo ne' di -lui pressanti bisogni. - -16. Non bestemmiare Dio, nè il Sovrano. - -17. Non cibarsi di animali immondi, nè de' serpeggianti, nè di pesci che -non hanno ala, e squama, nè di volatili rapaci, nè di vermi generati -dalla corruzione de' frutti, delle palludi, terreni ec. (28). - -18. Non cibarsi di alcun animale difettoso, benchè non vietato, nè di -quello morto naturalmente. - -19. Non cibarsi di sangue di qualunque siasi animale (29). - -20. Non commerciare carnalmente con la madre, nè con la matrigna, nè -commettere incesto qualunque. - -21. Non isposare madre, e figlia in verun tempo, nè zia, e nipote -procedente dal figlio o dalla figlia, nè due sorelle insieme -contemporaneamente. - -22. Non accoppiarsi con la moglie in tempo de suoi mestrui, nè durante -il corso del di lei Puerperio (30). - -25. Non accoppiarsi co' bruti; nè con altro uomo. - -24. Correggere il traviato senza farlo arrossire delle sue colpe. - -25. Non ispionare. - -26. Non vendicarsi del prossimo, nè conservare odio contro di esso. - -27. Amare il proprio simile come se stesso. - -28. Non giurare in nome delle false divinità adorate dai Popoli -idolatri. - -29. Non fare incisione d'idolatrìa sulle membra del corpo (31). - -30. Non imitare i costumi de' Gentili. - -31. Non castrare un Israelita per farlo Eunuco. - -32. Festeggiare, e riposare il primo giorno della neomenia del settimo -mese (32). - -33. Digiunare il giorno decimo, del settimo mese, con astinenza totale -di qualunque siasi nutrimento durante lo spazio di 24 ore dalla sera del -9 al tramontare del sole fino al periodo stesso del giorno dieci, e -solennizzarlo colle medesime prescrizioni del sabato (33). - -34. Solennizzare la festa delle capanne il giorno 15, e il 21 di detto -mese; mangiare sotto le medesime per sette giorni, ed il primo di questi -prendere la palma, il mirto, il salce, il cedro durante la preghiera di -quella sola mattina (34). - -35. Festeggiare l'ottavo giorno susseguente alla solennità delle capanne -con gli stessi doveri delle osservanze imposte nel primo giorno, e nel -settimo di detta festa (35). - -36. Contare sette settimane; decorrendo dal secondo giorno della Pasqua -delle Azzime, al termine delle quali solennizzare la festa delle -primizie, così distinta festa di settimane colle prescrizioni medesime -delle altre (36). - -37. Non prestare ad usura (37). - -38. Rispettare la virtù, e la vecchiezza. - -39. Non prestare fede a' mendaci Profeti. - -40. Non prestare fede egli aruspici, nè agli esorcizzatori. - -41. Ubidire le leggi civili, senza, mai prevaricarle. - -42. Venerare i luoghi Sacri (38). - -43. Pregare Dio per la conservazione del Sovrano, e per la tranquillità -dello Stato. - -44. Non ritenere, nè ritardare le mercedi altrui. - -45. Non abbigliarsi l'uomo delle suppellettili da femmina; nè questa -ornarsi degli abiti di quello (39). - -46. Non commettere azioni che possano cagionare scandalo. - -47. Osservare, e mantenere con esattezza le promesse pie. - -48. Proclamare i novilunj (40). - -49. Credere nell'Immortalità dell'anima umana (41). - -50. Restituire gli oggetti perduti al loro legittimo proprietario. - -51. Usare ospitalità cogli stranieri. - -52. Una femmina divorziata passata a seconde nozze, ed indi restata -vedova, non potrà più accoppiarsi col di lei primo consorte. - -53. Chiunque avesse avuto commercio violentato con una fanciulla senza -renderne consci i di lei genitori, esso è in dovere di sposarla, senza -poterla in alcun tempo ripudiare. - -54. Instruirsi nella legge mosaica. - -55. Non mormorare contro un sordo, od una persona assente. - -56. Non mettere impedimento davanti un cieco. - -57. Non negare ciò che si è ricevuto in deposito. - -58. Non uccidere gli animali co' loro piccoli entro lo spazio di un -medesimo giorno (42). - -59. Tenere le bilancie, i pesi, e le misure giuste. - -60. Non alterare i Precetti della Scrittura con inutili commenti (43). - -In seguito dunque delle indagini le più accurate, e lo più profonde, -tali noi ritrovammo potere in massime ridurre tutti i _Precetti_, gli -_Statuti_, ed i _Giudizj_ proclamati già da Mosè al Popolo ebreo de' -suoi tempi (44). - -Ma sul dubbio che alcuno s'inducesse quì ad obbjettarmi (animato forse -da impocrito zelo) come una diminuzione, in apparenza, sì rimarcabile, -potrebbe ragionevolmente farsi luogo in un Codice, che oggi conta ormai -30 e più secoli, e sempre intatto conservatosi nel mondo, senza che -alcuno in verun epoca osasse minorarne il valore, nè alterarlo, io non -debbo dispensarmi del fare illativamente riflettere, in primo luogo; che -il Popolo ebreo non potea fino ad ora determinarsi giammai ad un tale -partito salutare, atteso che dopo la memorabile sua dispersione, desso -non ebbe in alcun tempo un protettore per difenderlo; un padre sensibile -per interessarsi de' suoi solidi, e durabili vantaggi; un NAPOLEONE in -fine per illuminarlo, e fare ad esso ampliamente comprendere che ciò che -era necessario nella Palestina potrebbe essere inutile in Francia, ed in -Italia, siccome quello che è adottato ottimo in un tempo, viene sovente -considerato riprovabile in un altro; e che 30 e più secoli di antichità -non potranno mai trasformare l'accessorio in essenziale, nè l'errore in -verità (45). Ed ecco propriamente le solo vere dimostrate cagioni per le -quali niuno ha osato giammai per l'addietro effettuarlo. - -In secondo luogo poi, trattandosi di un oggetto sì rilevante, quale -apparisce una sì enorme restrizione di oltre nove decime parti de' -Precetti Mosaici, affine di diminuire la sorpresa che recare dessa forse -potrebbe nella riscaldata fantasia de' zelanti, noi entriamo nel -Capitolo seguente a produrre in detaglio i genuini motivi pe' quali -fummo costretti ad abrogare anche una gran parte degli altri che -parrebbero escludere interamente quelli che comprendono le due prime -classi, ed entrare al contrario nell'ordine della terza, riguardata da -noi come ovvia, e necessaria a costituire, o fissare solidamente il -propostoci nuovo piano di riforma del Culto del Popolo d'Israel. - -(A) _Genesi cap. 1. v. 20._ - -(B) _Ibid. cap. 17 v. 10 11 12._ - -(24) I Rabbini oltre la recisione del prepuzio, comandata da Dio al -Patriarca Abramo, vi aggiungono cert'altra operazione, che chiamano -פריעה (Peringha) _scuoprimento_, che vogliono doversi fare scuoprendo -colle due unghie del police (che gli addetti a tale ufficio denominati -מוהלים (mohelim) _circoncisori_ lasciano espressamente accuminate) la -tenue pellicola che copre l'orificio dell'uretera dopo la recisione del -prepuzio, affinchè la sommità della corona del pene resti per ogni parte -dilatata; essi appoggiano questa nuova prescrizione sul comando che Dio -fece a Jesuè di circoncidere gl'Israeliti una seconda volta. _Eo tempora -ait Dominus ad Josuè: Fac tibi cultros lapideos, et circumcide secundo -filios Israel_. _Jos. c. 5 v. 2._ L'autore del _Berescit Rabah_ la -pretende inserita nell'ordinazione fatta da Dio stesso ad Abramo con la -replica di המול ימול (himol, imol) _circoncidere circonciderai_. _Gen. -cap. 17 v. 13._ quale replica (aggiugne quell'autore) riguardare si -potrebbe come affatto inutile, se non volesse altro significare che la -semplice recisione del prepuzio (Ved. _Talmud Trat. Ievam. c. 71 p. 2 -Comm. Tossaf. Id. Com. R. Ief. Toar._) fermi dunque in tale opinione i -Rabbini conchiudono che מל ולא פרע כאילו לא מל (mal velò parangh cheilu -lo mal) _chiunque circoncidesse senza lo scuoprimento, è come se non -avesse circonciso_. (_Ved. Iorè Deng. cap. 264 § 4 Mis. fol. 137._). Le -Nazioni che menzionammo anticamente praticarla, non usavano lo -scoprimento; siccome non lo conoscono nè pure i Musulmani a' nostri -tempi. - -(25) _Dies prima erit Sancta, atque Solemnis, et dies Septima eadem -festivitate venerabilis: nihil operis facietis in eis, exceptis his quæ -ad vescendum pertinent_. _Exo. cap. 12 V. 16._ - -Questa Pasqua è stata instituita in commemorazione dell'uscita -prodigiosa del Popolo ebreo dall'Egitto; ed essa è chiamata _delle -azzime_, riferendo al pane senza lievito di cui si è esso alimentato, -che per fretta di sua partenza non potè lasciare fermentare: la medesima -è distinta dalle sacre pagine col nome di פסח (Pesah) a cui la Scrittura -istessa assegna l'etimologia di פסח (Passah) che significa _saltare_, o -_tragittare_ alludendo al tragitto che fece l'angelo sterminatore nella -notte dell'orribile strage de' primogeniti dell'Egitto, lasciando illese -le abitazioni degli ebrei, e portando la desolazione, e la morte in -quella de' loro barbari oppressori:_ Transibit enim Dominus percutiens -Ægyptios cumque viderit sanguinem in superliminari, et in utroque poste, -transcendet ostium domus, et non sinet percussorem ingredi domos vestras -et lædere_ _Exo. Cap. 12 v. 23._ - -Ma senza nulla spiegare sul valore intimo di sì fatta etimologia, non si -potrebbe farla inoltre significare il passaggio repentino che fece il -popolo ebreo dalla schiavitù, alla libertà? Io la riguarderei molto più -degna del nitido fonte da cui parte; riserbandomi a parlare delle tante -superstizioni che hanno luogo in questa Pasqua presso gli ebrei, -allorchè mi emergerà in seguito di ragionare de' Talmudisti, e de' loro -interminabili commenti. - -(26) Il deciso ingenuo trasporto che io sento per la verità, mi astrigne -a dovere quì formalmente smentire l'opinione che da varj pensatori -stravaganti si è preteso erroneamente sostenere con qualche pertinace -asseveranza, cioè che i due punti essenziali reggenti qualunque sistema -religioso, l'Esistenza di Dio, e l'immortalità dell'anima umana, sono -interamente tacciuti da Mosè; nè che questi dogmi trovinsi menzionati, -di sorte alcuna, in verun luogo del Pentateuco. In quanto alla prima si -porrebbe, senza scrupolo, tacciare di delirio chiunque volesse -immaginare che gli ebrei potessero dubitare un solo istante -dell'esistenza di un Essere, che ad ogni momento manifestavasi ad essi -ora con proteste, or con prodigi, or con minaccie, ed ora con gastighi -differenti. Oltre a ciò quante volte ritrovasi nella Scrittura la -confessione esplicite e universale di tutto questo Popolo di credere, -obbedire, ed adorare il Dio de' suoi Padri? E il primo dei comandamenti -del Decalogo non forma egli la prova la più convincente, e la più chiara -dell'Esistenza di un Dio? Perciò che riguarda poi l'immortalità -dell'anima umana, di questa sarà da noi parlato quanto fa duopo nella -susseguente Annot. 41, dove la Scrittura stessa concorrerà con eguali -prove irrefragabili a dimostrarla. - -(27) Supponendo che la creazione dell'universo avesse il suo primitivo -cominciamento il giorno che noi chiamiamo Domenica, da questo decorrendo -sette giorni, che tanti furono, secondo il primo capit. della Genesi, -quelli che Dio ha impiegati in tutta l'opera immensa tratta -dall'onnisciente suo consiglio, il giorno settimo fu contraddistinto col -nome di שבת (sciabat) che significa _Riposo_. Quindi è che Mosè lo ha -instituito come un giorno sacro dedicato perpetuamente al Creatore, ed -un giorno di delizia, e di ricreazione: ma come gli ebrei Talmudisti lo -abbiano in seguito alterato, colle infinite superstiziose cerimonie che -vi aggiunsero, noi lo dimostreremo fra qualche breve momento, non -essendo quì l'opportuna occasione di ragionarne. - -(28) L'astinenza di certi animali per principio di Religione, non era -già dogma particolare unicamente degli ebrei, i popoli attigui ne -facevano lo stesso. I Sirj, e gli Egizj non mangiavano pesce, ed Erodoto -(_cap. 2._) assicura che per motivo di superstizione, se ne astenessero -anche i Greci. I Tebani non si cibavano di montone, atteso che adornano -_Ammone_ sotto il simbolo di un becco, ma uccidevano le capre; altrove -astenevansi delle capre, ed uccidevano il montone. I Sacerdoti -dell'Egitto si astenevano de tutti que' cibi, siccome pure da tutte -quelle bevande portate dalle estere città (_Porphy. Abstin. 4_); erano -loro parimente vietate le bestie che hanno il piede di figura rotonda, -ovvero in più dita partito, o che non hanno affatto corna, egualmente -che degli uccelli di rapina; e durante l'intervallo delle loro -purificazioni, astenevansi anche dagli ovi (_Herod. Ibid._). Tutti gli -Egizj reputavano immondo il porco, non già perchè non rumina, ma perchè -desso è attaccato sovente da una specie di lepra dalla quale si ripete, -secondo gli osservatori, la prima, e la sola cagione delle peste a cui è -ora soggetto quasi tutto l'oriente, dove questi animali allignavano un -tempo con un affluenza incalcolabile, e gli stessi Egizj portavano il -loro scrupolo a tal segno che chiunque ne avesse toccato uno, anche per -accidente, dovea tosto lavarsi tutto il corpo, e le vestimenta -(_Ibid._). Platone ancora fieramente inveisce contro quelli che si -cibano, e nutriscono questo animale. Non avvi alcuno che ignori che -attualmente pure, i Bracmani delle Indie, non mangiano, e non uccidono -alcuna specie di animale, ed è cosa conosciuta che vivono in tal foggia -da oltre venti secoli. - -Da tutto l'esposto dunque chiaro apparisce, che le instituzioni di Mosè, -concernenti le indicate astinenze non avevano niente di straordinario, -ne di nuovo sulla terra; ma sembrami che quelle non tendessero -propriamente che a ritenere il popolo entro i limiti della continenza, e -vietando ad esso l'uso di certi cibi, si può arguire con qualche grado -di certezza, non essersi Mosè prefisso altro disegno che la sua sanità, -e i suoi costumi: esso vietò agli ebrei di mangiare sangue, come un cibo -non solo assai difficile a digerire, ma in ogni senso ripugnante -all'essere umano (vedi la seguente Annot. 29). La carne di porco, o di -majale è ancora molto aggravante per lo stomaco, e di penosa digestione; -lo stesso dicasi de' pesci che non hanno ala nè squama, la loro polpa -regolarmente è oleosa, e grossa, e quindi oltremodo perniciosa al corpo -umano. In tale maniera, per non più diffondermi di soverchio, si possono -assegnare delle ragioni molto efficaci, della massima parte di simili -divieti. - -(29) Le stesse identiche regioni stabilite poc'anzi per l'astinenza di -certi cibi si possono fondatamente assegnare (come osservammo) alla -proibizione del sangue, e solo potrebbe quì aggiugnersi, che siccome da -questo fluido è sostenuta, e alimentata l'esistenza di ogni vivente, -così l'uomo facendosene il nutrimento potrebbe con fierezza maggiore, e -meno ribrezzo incrudelire contro il proprio suo simile, nella guisa che -l'ho chiaramente dimostrato in altro luogo, parlando delle carnificine -che miransi fare ogni dì pubblicamente degli animali destinati per l'uso -della mensa quotidiana dell'uomo (vedi _l'Annot. 25 al tom. I. delle -Notti Campest. pag. 80._) - -(30) Questa è parimente una prescrizione di sanità, non meno dell'altra -tendente al medesimo salutare disegno. La femmina imbrattata de' suoi -corsi mestruali, essendo soggetta ad uno scolamento perenne di sangue -_viziato_, come chiamano i medici, accoppiandosi ad un uomo in tale -stato, in cui essa è più facilmente suscettibile di concezione, non solo -pericolerebbe forse di generare una prole difettano viziata; ma -ridurrebbe l'uomo pure ad acquistare frequenti malattie flogistiche, se -si vuole avere riguardo alle varie _discrasìe_ delle quali può essere -affetto, e di cui ei perverrebbe dopo un lungo periodo di tempo, e con -gran pena a liberarsi; le medesime ragioni si possono probabilmente -assegnare al tempo de' _lochii_, o purgazioni alle quali è la puerpera -soggetta dopo lo sgravamento del parto, lo che gli lascia una -spossatezza tale che potrebbe cagionarle delle funeste conseguenze -unendosi ad un uomo, sebbene il pericolo dalla parte di questo, per -quanto asseriscono i medici, non sia tanto considerabile nè sì dannoso -come nel primo caso. - -(31) Era costume generalmente praticato da' Pagani dell'antichità, di -incidere sopra a qualche parte del loro corpo le figure degl'idoli, e -de' simulacri adorati da' medesimi, co' simbolici caratteri allusivi -ch'essi vi applicavano. I cattolici romani de' nostri tempi hanno -adottato questo abominevole costume, specialmente la parte idiota di -questo popolo; barcajuoli, nautici, operai, facchini, ed altri di tal -fatta, i quali colla punta di un ago immersa nell'inchiostro, che fanno -con eccessivo spasimo penetrare entro la cute, o di un braccio, o di una -mano, od anche del petto, imprimono qualunque immagine, o carattere che -niun arte umana è giammai sufficiente a cancellare. - -(32) Molti Commentatori hanno creduto che questa festa, altrimenti -chiamata _delle trombe_ (_Num. cap. 9 v. 33._) fosse instituita affine -di rendere grazie a Dio per avere data la legge al suo Popolo sul monte -Sinai fra i tuoni, e lo strepito delle trombe, ossia _Scioffar_ (tuba) -di cui sarà da noi parlato altrove (ved. la seguente annot. 51), altri -opinano che questa festa fosse instituita per avvertire gl'Israeliti che -in quel giorno cominciava _l'anno civile_, onde eccitarli e servire Dio -con maggiore divozione nell'anno nuovo; e disporli nel tempo stesso alla -festa del Digiuno di Espiazione, che dovea solennemente celebrarsi nove -giorni appresso. - -(33) Questa festa è contraddistinta dalla Scrittura col nome di כפור -_Chipur_ ovvero Digiuno di Espiazione delle colpe del Popolo, e della -purificazione del Tabernacolo, e del Santuario. (_Levit. cap. 23 v. 31 e -seq._). Essa è stata instituita, secondo quello che ci fa travedere la -Scrittura, per assicurare il Popolo, il quale avea contro di esso -provocata l'ira Divina coll'adorazione del Vitello d'oro, e garantirlo -così che Dio erasi riconciliato seco lui. In tale giorno erano offerti -due caproni per ispiazione dei peccati del Popolo; uno de' quali era -immolato, e rimandavasi l'altro sciolto nel deserto carco di -maledizioni, ed aggravato dei peccati del Popolo, che imponevagli il -nome di Emissario (_Levit. cap. 16 v. 26._) - -(34) Queste Solennità denominata dalla Scrittura חג הסכת (Hag assucoth) -_festa de' Tabernacoli_, o delle _Tende_ (_Levit. cap. 23 v. 40._), fu -instituita affinchè gli ebrei si ricordassero del tempo in cui abitarono -in esse i loro vetusti padri nel deserto per sì lungo intervallo di -anni; la celebrazione di questa Solennità cedeva per lo più entro il -mese di settembre, tanto per che la stagione allora temperata, riusciva -più confacente, e meno incomodo a rimanere sotto le tende all'aperta -campagna, quanto perchè sceglievasi la stagione nella quale erano -raccolti i frutti della terra, onde ringraziare Dio per tutti que' -favori ricevuti durante il decorso periodo dell'anno. In quanto poi al -fascicolo prescritto in detta festa, mi riserbo a ragionarne altrove -(ved. l'ann. 52). - -(35) Le festa delle quale è quì falle menzione viene chiamata dalla -Scrittura שמיני עצרת (Sceminì nghazereth) _l'ottava_ (_Levit. cap. 23 v. -36._) essa era un complimento della festa precedente, e la conclusione -di tutte le altre, quasi che significare volendo propriamente la _festa -di congedo_, imperciocchè la solennità de' tabernacoli terminando il -settimo giorno, il susseguente, celebravasi la festa della _Riunione_ -degli Israeliti i quali essendo restati per sette giorni entro le tende, -se ne ritornano tutti insieme nelle rispettive loro case, in quella -guisa medesima che i loro padri dopo di avere abitato sotto le capanne -per lungo corso di anni in mezzo de' deserti, ritrovarono nell'ubertosa -terra di promissione un domicilio ameno, stabile, e tranquillo. Tale è -l'oggetto delle commemorazione delle testè indicata solennità -dell'_assemblea_, o della Riunione. - -(36) Dal giorno susseguente al primo della Pasqua delle azzime le -Scrittura ordina (_Levit. cap. 20 v. 15._) di contare sette settimane, -esse formano 49 giorni, ed il cinquantesimo osservare la solennità della -חג שבועות (Hag Sciabungoth) _festa delle settimane_, o delle primizie, -perchè dalla messe che facevasi allora, offrivasi a Dio le primizie -unitamente a due Pani, ed a' sacrifizj di surerogazione. Una tal festa -si allude parimenti alla commemorazione della legge che Dio proclamò in -quel medesimo giorno per mezzo di Mosè sulla prodigiosa vetta di Sinaj. - -(37) Dopo le tante dotte ponderate riflessioni, e gli energici discorsi -fatti sopra questo proposito da entrambe le assemblee Israelitiche -convocate in Parigi, l'una il Luglio 1806, l'altra in Febbrajo 1807 per -Augusta Paterna disposizione dell'Illuminato Monarca della Francia, e -dell'Italia, sempre intento a migliorare la condizione dell'ebreo -soggetto alle ammirabili sue Leggi, cosa mai aggiugnere io potrei per -dimostrare l'onta incancellabile che risulta all'ebreo la trasgressione -di questo Precetto, per cui esso fu in ogni tempo, e ovunque preso di -mira, sebbene non sia quello il solo ad esercitare impunemente -l'infamante mestiere di usurajo? Che l'ebreo esercitasse l'usura in que' -tempi calamitosi ne' quali un avverso destino lo volea soggiogato sotto -l'impotente dominio di certi devoti, ed imbecilli regoluzzi, che -religiosamente gli toglievano qualunque mezzo di sussistenza, -interdicendoli per sino tutte le vie regolari di un commercio decoroso, -il possesso di fondi, l'esercizio delle arti liberali, il diritto pur -anche di cittadino, esso potea in tale stato ripeterne la legittima -cagione dalla pressante necessità a cui trovavasi astretto: ma come -potrebbe mai giustificarlo attualmente l'ebreo della Francia, e -dell'Italia, in particolare, protetto, e governato da un Sovrano, il di -cui vasto potere eguaglia l'estensione de' suoi lumi, che lo ha posto a -livello della più insigne Nazione che calpesti l'universo, e della quale -esso è felicemente per quello il Capo, la delizia, ed il sostegno? Or -che all'ebreo fu permesso di rientrare nella classe degli enti -ragionevoli, da cui la superstizione, l'orgoglio, e l'ignoranza -tentarono sempre di eccettuarlo; ora che libero può disporre di que' -talenti de' quali esso è fornito, che può usare di quella industria -ch'egli sente; che può impiegare a suo piacere quelle dovizie che -possede, or, in una parola, che esso è fatto Cittadino delle più -cospicua monarchia che oggi esista, chi potrebbe mai, senza fremere, -mirarlo esercitare ancora sì detestabile ufficio? A fronte di tanti -considerabili vantaggi che ora concorrono a migliorare la di lui sorte, -non è egli condannabile oltremodo, il vedere tutta via esistere fra noi -queste sanguisughe crudeli, sitibonde delle sostanze altrui, come se non -vi fosse altro mestiere da professare fuori di quello, che oltre essere -cotanto vituperoso per se stesso, tende ad estenuare le facoltà le più -opime, ed a porre nella desolazione la classe la più benemerita dello -Stato, perchè la più laboriosa, e la più utile, ma quasi sempre scarsa -di fortune, ed impotente? Si ha un bel opporci da costoro di esserne -ampliamente autorizzati; adducendo che avvene parimente nella Francia, e -nell'Italia un affluenza d'individui non ebrei, che esercitano l'usura -con eguale avidità, come se ciò che è evidentemente contrario alla -natura, e recalcitrante alle Leggi della società, sarebbe meno -pernicioso per essere approvato, e come se permesso fosse all'uomo di -giustificare le proprie colpe, adducendo per iscusa i depravati esempj -altrui. Ma finiamo col conchiudere che l'usura, da chiunque siasi che -venga esercitata, sarà sempre mai l'arte la più vile, che abbia saputo -in alcun tempo immaginare la sordidezza umana, ed ovunque degna della -perpetua esecuzione delle Leggi Divine, e terrene, e che per conseguenza -l'interesse di ogni illuminato governo, che vuole la felicità de' propri -sudditi, e l'equilibrio delle loro sostanze, dee essere quello di -proscriverla sotto austere comminatorie da tutta la estensione de' loro -dominj. - -(38) A fronte di tutto lo zelo che gli ebrei dimostrano di avere per la -Religione che professano, si potrebbe avanzare con qualche sicurezza, -che niente è meno osservato da essi di questo Precetto. In fatti sarà -egli mai un rispetto il fare dei conciliaboli com'essi fanno entro le -loro Sinagoghe, durante il tempo delle loro preci, ed anche sovente -trattare, e conchiudere degli affari? Sarà forse un rispetto il passarvi -le 8, e 9 ore del giorno, reiterando sempre le medesime rapsodie -insignificanti, indirizzando a Dio cento Benedizioni (che tante sono -quelle prescritte da' Rabbini _Ghem. Trac. Berah._) entro lo spazio di -un solo giorno, o molte altre sì fatte repliche futili, che ad altro -oggetto non servono che ad annojare il supplicante, ed a stancare -l'esauditore? Sarà forse venerare il luogo Sacro le ridicole contorsioni -che a guisa di Bonzi, o di Bracmani mirasi fare degli ebrei -nell'occasione de' Tabernacoli, col fascicolo di palme che tengono fra -le mani, che rivolgono postato a foggia di arma, or alla parte -dell'oriente, or a quella di occidente; ora verso il Cielo, ed ora sulla -terra, percuotendosi il petto; convinti di espellere, o conquidere il -Demonio con sì fatte stravaganti giravolte? E quell'asta pubblica che -osservasi fare dal (Sciamash) _inserviente_, in qualche luogo ogni -sabato, ed in qualche altro ogni novilunio, consistente nell'incanto -formale, in favore del migliore offerente, dell'apertura dell'armadio -delle Bibbie, del trasporto del Sacro viluppo da questo dove si estrae, -fino al pulpito dove si legge, nudarlo, sfasciarlo, indi avvilupparlo di -nuovo per rimetterlo in esso; esservi chiamato astante alla lettura, e -cose di tal fatta, saranno esse, dico, marche di rispetto, e di -venerazione in un locale che si reputa santificato dalla gloria -ineffabile dello stesso Eterno Creatore, che rendono testimonio delle -loro pratiche puerili, e delle più ridicole cerimonie? Dovrà egli -supporsi? . . . ma io non finirei sì tosto certamente, se tutti quì -riportare io dovessi le tante altre varie trasgressioni che si -commettono ad ognora dall'Israelita de' nostri tempi, contro questo -essenzialissimo Precetto, che non giugnerà mai questo popolo a mantenere -con esattezza, fino a tanto ch'esso non dispongasi, con animo integro, a -riformare, unito a questo, i tanti altri abusi de' quali la sua -Religione è da tempo immemorabile aggravata. - -(39) I disordini che si veggono introdurre contro la decenza, ed i -costumi per tutto dove questo abuso è tollerato, mi ha indotto ad -inserire quì anche questo Precetto, già ordinato da Mosè (_Deut. cap. 22 -v. 5._), il quale vietando agli uomini ogni azione effeminata, siccome -proibendo alle femmine di usare ciò che serve all'abbigliamento de' -maschi, esso non ebbe altro scopo certamente, l'urbanità, e la politezza -de' costumi del suo Popolo, sì soggetto a corrompersi con tali bizzarre -trasformazioni. Io credo per altro, che lo stesso disegno abbia dato -origine all'altro divieto imposto agli ebrei dallo stesso Legislatore -(_Levit. cap. 19 v. 27._) di radersi la barba col rasojo dalle tempie -discendendo lungo le gote; ma questa prescrizione può essere oggi ancora -mantenuta intatta da' soli ebrei dell'oriente, poich'essa si uniforma -col costume universale di que' popoli; però sarebbe cosa ridicola -oltremodo praticarlo in Europa dove le Nazioni che vi abitano -generalmente usano di raderla. - -(40) Di queste _Neomenie_, cioè, feste del novilunio che si celebravano -il primo giorno di ciascun mese. La Scrittura ne parla espressamente in -varj luoghi (_Ps. 80 v. 4 Num. 28 v. 11._) ma questo non era mai -considerato giorno di festa, benchè vi si offrissero altri sacrifizj, -eccetto il quotidiano, e si suonassero trombe di argento, ciò non -ostante non prefiggevasi dovere di astenersi da opera servile, come non -se ne astengono gli ebrei nè pure ai nostri tempi: questo ad altro non -serve, che a contraddistinguere il giorno, e l'epoca indicante le grandi -solennità; del resto non vi ha che le donne maritate presso gli ebrei, -che ne abbiano conservata qualche debole memoria, cessando com'esse -fanno in detto giorno qualunque travaglio anche di famiglia, -eccettuatane la cucina. Per altro, non mi sembra inopportuno di -ragionare quì qualche cosa meramente di passaggio sulla natura de' mesi -ebraici, e su' motivi delle fissate intercalazioni. - -I mesi degli antichi ebrei dunque erano lunarj, ma ad oggetto di rendere -il loro anno così lungo come il nostro, ed accordarlo coll'apparente -corso del Sole, essi intercalavano di tempo in tempo un mese; quindi è -che ve ne era qualche volta 12, e qualche volta 13 nel periodo di un -anno completo; d'altronde siccome celebravasi ogni primo giorno di mese, -nel modo che testè lo abbiamo espresso, questo cominciamento dipendeva -dalle apparizioni della Luna; si avea la precauzione di spedire delle -persone sulla vetta delle montagne affine di scuoprire i primi momenti -in cui la Luna compariva sull'Orizzonte, ed era tosto comunicato al -Consiglio, il quale dietro il loro rapporto esatto, proclamava che in -tale giorno era la Luna nuova, festa dell'Eterno, ed il principio del -mese (ved. _Cuz. p. 3 et not. Buxt. 207 ad 213 Sim. Dict. de la Bib. T. -1 pag. 384._) Ma i Rabbini essendo accostumati di rapportare tutto a -Mosè, dicono che Dio gli mostrasse in visione una figura della nuova -Lune, comandandogli di riguardarla attentamente, e di regolarsi intorno -a ciò per fissare il primo giorno di ciascun mese, ciò ch'egli eseguì -sempre con tutta diligenza. - -Tale è dunque la prima, e la più positiva maniera che fu anticamente -praticata nel fissare il calendario, o il principio del mese. Inoltre i -Rabbini avendo rimarcato diversi inconvenienti in questo metodo, atteso -che la Luna non comparisce sempre sullo orizzonte; e può non essere -veduta per cagione delle nubi, o delle nebbie, specialmente nel suo -primo quarto in cui essa non ha che una luce debole e tremolante, -procurarono di rimediarvi colle intercalazioni, od aumento di un mese, -facendo così l'anno ogni triennio di 13 lune, e questo è quello che gli -ebrei chiamano מעובר (menghubar) che significa _Pieno_. - -(41) Molti critici, e _Warburthon_, e _Voltaire_ fra questi, ritrovano -difficile di rendere ragione, perchè le leggi portate dall'Exodo, dal -Levitico, dal Deuteronomio non facciano alcuna menzione di questo dogma -terribile, che solo può mettere un freno ai rimorsi interni, ed alle -colpe secrete; quindi essi pretendono illativamente inferire che -l'Immortalità dell'anima fosse del tutto sconosciuta agli antichi ebrei. - -Che nella Scrittura non trovisi alcun passaggio che dimostri -espressamente esistere nell'uomo un essere incorporeo e non suscettibile -di morte, come tanti altri ve n'ha che provano chiaro ad ogni tratto -l'esistenza di un Dio Creatore, io ne convengo, ma condiscendere, al -contrario, io non posso, che non vi sieno in essa delle espressioni che -lo facciano distintamente sotto intendere (ved. _Comment. Abrab. negli -ult. cap. del Levit._ _Gen. 17_ _Exod. 12_ _Levit. 18_ _Menas. Ben Isr. -suo Nishmat Haym cap. 3 e 5._). In fatti cosa vorrebbero mai significare -quelle frasi per tante volte reiterate in varj luoghi del Pentateuco di -חיו תחיה (hajò tihjeh) _vivere vivrai_; מות תמות (moth tamuth) _morire -morrai_ ונכרתה הנפש (venihretah anefesh) _e sarà squarciata, o distrutta -l'anima_, se rapportare non si facessero alla Immortalità, od alla -ricompensa, ed alle pene eterne dell'anima umana? Poichè diversamente -opinando, io ricercherei di buon grado a' suddetti critici, come -spiegherebbero essi mai quel vivere due volte, e due volte morire? E a -quale oggetto minacciare l'anima di sterminio, se sobire essa dovea il -medesimo destino del corpo, e soggiacere alla stessa dissoluzione di -questo? Da tutto ciò chiaro apparisce che sebbene Mosè non insegnasse -apertamente al suo Popolo il dogma dell'Immortalità dell'anima, esso con -tali espressioni rendevagli agevole il mezzo di farglielo in ogni senso -capire. - -D'altronde mi sembra il massimo degli assurdi il credere che gli ebrei -(come alcuni lo pensano senza fondamento) non conoscessero questo -principio, se non se dopo di essere divenuti la conquista de' Romani, -giacchè l'Istoria dimostraci, all'opposto, come evidente, che a' tempi -di Nerone tutta Roma ripeteva che la Dottrina dell'altro mondo -nuovamente introdotta, snervava il coraggio de' soldati, gli rendeva più -pusillanimi, e togliendo loro l'unico, il principale conforto degli -sventurati raddoppiava finalmente la morte colle minaccie di nuove -sofferenze dopo questa vita (ved. _M. Deslandes. Hyst. Crit. de la -Philos._). Siccome è del pari una menzogna incontestabile l'asserire che -gli ebrei apprendessero questo dogma da' primi Padri del cristianesimo -(come alcuni altri erroneamente lo sostengono) mentre non solo -l'ignoravano essi ancora, ma ne concepivano inoltre le idee le più -informi, e le più materiali. _S. Ireneo_ diceva che l'anima era un -soffio, _flatus est enim vita_ (_Teol. Pagana_). Tertulliano nel suo -Trattato dell'anima la pretende corporea (_De Anima cap. 7 pag. 268_). -S. Ambrogio insegna che non v'ha che la trinità esente da composizione -materiale (_Ambr. de Abramo_). S. Ilario vuole che tutto ciò che è -creato è corporeo (_Hil. in Math. pag. 633._). Nel secondo Concilio di -Nicea credeasi ancora fermamente gli angeli corporei, così vi si legge, -senza scandalo, queste parole di _Giovanni di Tessalonica_: _Pingendi -Angeli quia corporei_. _S. Giustino_, e _Origene_ credevano l'anima così -pure materiale;, essi consideravano la sua immortalità come un mero -favore unicamente dell'Essere Supremo. E Agostino stesso, benchè a noi -assai più recente degli altri menzionati, quali idee confuse non ci ha -esso pure tramandate sulla spiritualità delle sostanze immateriali? -(ved. _Aug. De Civit. Dei Lib. II. Cap. XXIII. T. VII. pag. 290_ _De -Gen. contr. Manich. Lib. I. Cap. XI._) con tali assurdi principj, si -oserà egli sostenere ancora che gli antichi ebrei imparassero il dogma -dell'Immortalità da' primi Padri della Chiesa Cristiana? - -(42) Questa prescrizione non ha per iscopo che un mero suggerimento di -pietà; come sarebbe quello appunto di non dovere cuocere l'agnello nel -latte della capra; di che sarà da noi frappoco espressamente ragionato. - -(43) I primi Padri della chiesa Giudaica erano sì persuasi, e convinti, -che non era permesso di aggiugnere la benchè minima cosa alla Legge -primitiva, e che i Profeti stessi non aveano il diritto, nè la facoltà -di farvi degli aumenti di sorte alcuna, ch'essi presero a grande -scrupolo l'ordine che Mordocheo, ed Ester hanno pubblicato di leggere -tutti gli anni l'involto che conteneva l'Istoria della prodigiosa -rivocazione che dessi avevano procurata della crudele sentenza di morte, -già pronunziata contro l'intero Popolo ebreo della Media, e della -Persia, che il reprobo Amano vice Re di quelle veste Province, tentava -di sradicare dalla terra. - -(44) Prescindendo da que' tanti raffinamenti co' quali pretendono i -Talmudisti sottilizzare la divisione di simili Precetti; noi non -facciamo quì espressa menzione, che de' tre soli nomi de' quali si è -servito lo stesso Legislatore Mosè per esprimerli, e significarli al suo -Popolo; questi nomi dunque sono: 1.º, מצות (mizvoth) _Precetti_ 2.º -חוקים (Hukim) _Statuti_; 3.º משפטים (mishpatim) _giudizj_. A' primi -dicono appartenere que' Precetti di cui la ragione è renduta espressa -nel resto della Legge; per esempio, i motivi pe' quali gli Ebrei debbono -solennizzare le feste, questi sono in chiari sensi menzionati nella -Scrittura: i secondi racchiudono in essi medesimi le loro ragioni nelle -parole stesse della Legge; Dio, si aggiugne volle rendere queste ragioni -occulte al Popolo Ebreo, e ciò pe' suoi arcani imperscrutabili disegni; -gli ultimi finalmente contraddistinguono _Precetti dell'intendimento_, i -quali, se anche non fossero menzionati delle sacre pagine, la ragione -medesima dell'uomo gli ordinerebbe. - -(45) Chi potrà mai sostenere di proposito che la credenza di un certo -dato numero d'individui ed anche di un antichità immemorabile, possa -avere efficacia bastante di trasformare l'inutile in necessario -l'illusione in evidenza? Il celebre _Bayle_ (_Pens. Sur les Comêt. T. I. -pag. 198._) osserva con ragione, che non si prescrive mai contro quello -che è certo per se stesso colla tradizione anche universale, ne col -consenso, benchè unanimi, e il più antico, di tutto il genere umano, ciò -che viene ad inferire lo stesso del pensiere che ci trasmise il filosofo -_Averoe_ avanti Bayle, cioè che uno stuolo di Teologi non sarebbe stato -mai sufficiente per cambiare la natura dell'errore, e per farne una -verità. Vi fu già un tempo in cui tutti gli uomini hanno fermamente -creduto che il Sole girasse intorno il globo terraqueo, mentre che -questo supponevano restasse immobile nel centro di tutto il sistema del -mondo; non è appena che due secoli che quest'errore è distrutto, vi e -stato così pure un tempo in cui alcuno non volea credere l'esistenza -degli antipodi, e quindi perseguitavasi quelli che aveano la temerità di -sostenerli; oggi verun uomo instruito non osa più dubitarne: rimarcasi -che tutti i Popoli del mondo, ad eccezione di un ristretto numero -d'individui meno creduli degli altri, credono tutta via, con intima -persuasione, nelle streghe, negli esorcizzatori, negli incantesimi, -nelle apparizioni, negli spiriti ec. ed alcun uomo sensato non -immaginasi attualmente di dovere accreditare queste puerili stravaganze. -Tale è l'indole deplorabile del volgo, il quale non potendosi elevare -colla forza del raziocinio fino all'investigazione delle cose, per -quindi pervenire a discernere il grado di possibilità dell'esistenza di -esse dee arrendersi ciecamente nell'asserzione altrui; ma i filosofi -illuminati non credono se non se ciò che è evidente, consentaneo alla -ragione, salutare, e necessario di ammettere. - - - - - CAPITOLO VI. - - Ragioni efficaci che rendono indispensabile la riduzione del Codice di - Mosè a 60 soli Precetti, cioè 24 affermativi e 36 negativi. - - -Qualunque siasi regolamento, legge, o statuto che non abbia per base la -solida imperturbabile felicità di quelli che ne formano l'oggetto, o che -non tenda al miglior essere di quelli pe' quali sono gli uni, o l'altra -destinati, o come perniciosi debbono essere del tutto abrogati, senza -ritardo, o come inutili rigettati, e proscritti dal consorzio degli -uomini. Ma, per altro, due ostacoli funesti che a pochi è riuscito fino -ad ora sormontare con felice successo, opposero in ogni tempo un -ostinato contrasto ad un riparo sì ovvio, e sì urgente per tutte la -specie umana; il primo di questi dunque si è la soverchia cieca -venerazione che si ha generalmente per le decisioni tradizionali di -quelli che ci hanno preceduti; lo che presso quasi tutte le sette -odierne si approssima all'eccesso (46); l'altro, il quale realmente non -è che l'immediata conseguenza del primo, io ritrovo consistere nello -scrupolo deciso che tenti uomini si fanno d'inalzarsi fino al -raziocinio, col soccorso del quale tentare di acquisire maggiori lumi -rapporto alla credenza che professano, conoscerne le basi, discuterne le -massime, investigarne i principj, onde in tale maniera pervenire a -discernere il reale, e il necessario che ci giova, dall'apparente -illusorio che ci nuoce, senza scampo, e ci confonde (47). - -Ma ostacoli di tale natura, mi lusingo, che non saranno essi già così -pure ineluttabili per noi, che riconosciamo non averci Dio accordato -inutilmente un intelletto e una Ragione (48), come lo furono pur troppo -per gli ingannati nostri progenitori che reputavano un delitto -irremissibile il fare uso di mente, e di buon senso, in proposito di -culto specialmente. Egli è appunto per ciò che di raro si conoscono -presso questi i fondati motivi delle pratiche innumerabili adottate con -tanta sommessa venerazione da' medesimi. Quando noi, al contrario, ci -disponghiamo a rendere convincenti, ed efficaci ragioni, ad ogni evento, -non meno in giustificazione dei motivi che ci indussero ad ommetterne -quelle che riguardammo come soverchie, o inopportune, che per avvalorare -la osservanza esatta di quei Precetti che abbiamo riconosciuti necessarj -a costituire radicalmente il sensato Culto inoppugnabile dell'Ebreismo. - -Avendo noi altrove riportate le ragioni sufficienti per giustificare in -faccia al Popolo ebreo l'abrogazione fatte di tutti que' Precetti, che -comprendemmo in entrambe le categorìe di prima, e seconda classe, nulla -per tanto, io dirò di ciò che a quelli si rapporta, limitandomi soltanto -alle ponderate osservazioni che pare assolutamente necessario dover fare -intorno i fondati motivi che c'indussero ad abolire una gran parte di -que' Precetti spettanti alla terza classe che abbiamo noi quì d'intero -proposito addottata. - -Cominciando da' Precetti che si rapportano alla Pasqua delle Azzime -comandati dalla Scrittura in numero di otto, siccome questi non sono -propriamente che la replica l'uno dell'altro, volendo in massima -inferire presso che l'ordine medesimo, cioè allontanare ogni specie di -pane fermentato per sette giorni, cibarsi per detto spazio di tempo di -pane senza lievito, ossia di pane azzimo, e solennizzare la Pasqua, il -giorno primo, e il settimo di questi, facendo in essi cessare ogni opera -servile, come rilevasi dalla Scrittura (A), noi gli abbiamo tutti -ristretti ad uno solo che tutti gli comprende seguendo la mente del -Legislatore, e che costituisce la materia del secondo, in seguito dello -stabilito nostro nuovo Elenco. - -Otto parimente sono i Precetti co' quali Mosè comanda, in altrettante -guise differenti, al popolo ebreo l'adorazione del Creatore; ma siccome -adorarlo, conoscerlo, santificarlo, amarlo; esserne convinti -dell'esistenza, mi sembra che coincidono perfettamente insieme, e che -non formino d'accordo che un solo articolo essenziale, qual è quello di -ammettere, e adorare un Essere Supremo, egli è dunque solo a questo che -noi riducemmo tutti gli altri, stabilendolo il terzo de' Precetti -formanti lo nostre nuove sacre Instituzioni. - -La ragione medesima può applicarsi viceversamente al divieto -dell'adorazione delle Immagini, e del commercio de' simulacri, che noi -ristrigniamo ad un solo Precetto i quattro che le Sacre pagine -prescrivono per imporlo agli ebrei. - -Venendo poi alle soppressioni quì fatte relativamente a' cinque Precetti -co' quali resta per altrettante volte comandata in differenti luoghi del -Pentateuco l'osservanza del Sabato, limitati da noi ad un solo Precetto, -siccome desso, in origine, spiegasi riposo, e come tale considerato -anche da quelli che ora ne rigettano l'osservanza, io stimai cosa -opportuna livellarla a quella di tutte le altre solennità delle quali -ragioneremo frappoco, prescrivendo i medesimi riguardi, e gli stessi -doveri che s'impongono a quelle, stimando il resto come oscuro, -indissolubile, ed inutile affatto per conseguenza al propostoci salutare -disegno (49). - -Per ciò che riguarda l'astinenza di certi cibi, e la proibizione di varj -differenti animali, che la Scrittura sottopone a undici Precetti, noi -gli racchiudiamo tutti a due soltanto, avendo altrove giù estesamente -riportate le cagioni fisiche, ed i più probabili motivi di simili -comandati divieti (A). - -L'infamante delitto d'incesto, racchiudendo per se stesso qualunque -siasi accoppiamento di fornicazione commessa da amendue i sessi in grado -della più prossima parentela, come sarebbe i genitori colla loro prole, -o questa con quelli; sorelle co' fratelli, o gli uni colle altre, sieno -di padre, ed uterini, suocere, nuore, matrigne ec. che la Scrittura in -varj luoghi ne annovera fino dodici, noi gli riportiamo sotto il solo -precetto d incesto, che tutti complessivamente gli abbraccia, senza fare -però la minima abrogazione, o detrimento di alcuno degli altri, benchè -da noi non menzionati partitamente; la trasgressione dei quali troppo -riuscirebbe lesiva alle leggi, ed oltraggiante alla Natura. - -La riduzione da noi fatta de' Precetti che risguardano i doveri -assoluti, e indispensabili dell'uomo cogli esseri della sua specie a -quello di amare il proprio simile come se stesso, mi sembra potere da se -solo contenere onninamente gli otto comandati nel Pentateuco per -conchiudere, in concreto, l'ingiunzione medesima da noi testè -riepilogata; essendo troppo evidente che amando il nostro simile non si -può certamente odiarlo, nè maledirlo, nè defraudarlo nel commercio, nè -nelle parole, nè nelle misure, nè usare seco lui delle violenze e molto -meno ricusarli il nostro ajuto ne' suoi urgenti bisogni. - -Ciò che abbiamo rimarcato essenzialmente nelle indagini fatte su' -precetti antecedenti, è da notarsi appunto in quelli de' quali ora ci -occupiamo, e che hanno per iscopo le _Neomenie_, o il novilunio del -settimo mese (50); il giorno decimo di esso chiamato il digiuno di -espiazione, ed il 15 dello stesso mese fino il 21 compreso, cioè la -festa de' tabernacoli, o delle capanne per sette giorni. - -Io prescindo dall'addurre quì i motivi dell'osservanza di queste tre -feste accennate, mentre quelli furono da noi già diffusamente riportati -laddove più si rendevano adattabili (A); solo dirò che nella -instituzione della prima, cioè del cominciamento dell'anno trovasi -quattro precetti, tre de' quali non essendo che la replica l'uno -dell'altro, noi abbiamo stimato conveniente limitarli ad uno solo, che è -l'osservanza della festa di un solo giorno, e cessazione di lavoro; tale -essendo lo spirito genuino de' medesimi; il quarto precetto poi di -questi è stato da noi totalmente soppresso, mentre non conoscendosene il -vero scopo (se non è quello almeno da noi già riportato altrove (B)) non -resta in verun modo esattamente osservato dagli ebrei moderni (51). - -La seconda di queste feste comandata per varie volte da Mosè come un -giorno consecrato all'Essere Supremo di solennità, di penitenza, e di -digiuno, e di cui esso non ispiega fino, a qual limite dee una tale -astinenza dilatarsi, noi abbiamo in questo fissate le prescrizioni -medesime del Sabato, restrignendone l'osservanza, come in quello ad un -solo Precetto, cioè, il riposo, e di più l'astinenza totale di qualunque -nutrimento dal tramontare del Sole del nono giorno del mese di Tisrì -fino all'imbrunire del giorno decimo susseguente. - -La terza nomata festa de' Tabernacoli, o delle capanne, non meno delle -altre in guise differenti ripetuta per imporne l'osservanza -agl'Israeliti, può, siccome tutte le altre, ridursi del pari ad una -semplice prescrizione, cioè a quella di solennizzare il giorno 15 e il -21 del settimo mese, e per sette giorni mangiare sotto l'ombra delle -capanne, per le ragioni a suo luogo opportunamente riportate (_Annot._ -34) lasciando però ad arbitrio il prendere la palma, un elegante frutto -di albero (che i Rabbini lo pretendono un cedro, ma che le Scrittura -lascia indefinito) il mirto, il salcio ordinato da Mosè in puro segno di -gaudio, e di trionfo, e ciò nel solo primo giorno di tale -solennità (52). - -La solennità delle _primizie_, ovvero delle settimane è l'ultima di cui -le Scrittura faccia esplicita menzione, fissata ad un solo giorno, cioè, -il cinquantesimo, contende del secondo giorno della Pasqua delle Azzime, -ovvero nel giorno dopo il plenilunio del mese di Nissan; ma non venendo -nella medesima prescritta veruna di quelle cerimonie che imposte furono -per le altre, noi la stabiliamo così pure un solo giorno di festa, colla -cessazione di qualunque opera servile, a guisa che abbiamo nelle altre -fino e questo momento praticato. - -Or tutte le moltiplici restrizioni dunque riguardato da noi come -necessario di dovere fare alle testè riportate osservanze, non avendo -per oggetto che semplificare l'essenzialità inalterabile di ciò che in -massima è prescritto a ciascuna delle medesime, esse non tendono -soltanto che ed ovviare come inutile, ed a sopprimere come soverchie le -frequenti ripetizioni nulle quali si diffonde la Scrittura comandando un -precetto medesimo, nel modo appunto che noi già con evidenza dimostrammo -altrove (53). - -In quanto poi a' Precetti restanti che abbiamo stabilito appartenere -alla terza classe adottata da noi, e de' quali non vedesi quì fatta fino -ad ora speciale menzione, di sorte alcuna, nè in compendio, nè in -diffuso, noi passiamo a ragionarne di proposito deliberato nel Capitolo -seguente, il quale ci farà conoscere in chiari sensi lo spirito che ha -dettati simili Precetti, e il disegno del Legislatore che gli ha -prescritti: da tali indagini risultare quindi vedremo le ragioni le più -inconcusse, ed i più idonei motivi che c'indussero ad ommetterli nel -nostro nuovo Piano, e ci fecero riguardare come fondata, ed opportuna -l'abrogazione de' medesimi. - -(46) Tutti i popoli della terra hanno le loro particolari tradizioni che -tutti credono costanti, uniformi alla più esatta verità, ed al superiore -grado portentose; esse sono appoggiate, come le nostre, sull'antichità, -e sulla superstizione religiosa, come l'osserva un dotto scrittore de' -nostri tempi (_Philosoph. du B. Sens T. 1 Refl. 1 p. 102._) - -Gli ebrei Talmudisti non fanno alcuna difficoltà di rendere le loro -tradizioni a livello della Legge di Mosè; essi appoggiano questa -opinione sopra quella che sostengono i Rabbini, cioè che la תורה שבכתב -(Torah Scebihtau) _legge scritta_ non sarebbe che un corpo senz'anima, -ed una lampada senza luce, se fosse quelle separata dalla תורה שבעל פה -(_Torah_ Scebenghal Peh) _legge tradizionale_. Quindi è che dessi si -fanno un pressante dovere di credere, sotto pena di Scomunica contro chi -opinasse altrimenti, che Dio ha dettato a Mosè non solo tutto ciò che è -racchiuso nel Pentateuco, fino alle minime sillabe che vi si contengono; -ma ch'egli ha parimente comunicato allo stesso Mosè sul monte Sinaj -(durante la sua dimora colà di quaranta giorni) l'intera spiegazione -mentale di questa legge medesima, che pretendono essersi conservata -intatta fra di essi, anche dopo la morte di questo Legislatore, fino che -un giorno si riconobbe la necessità di metterla per iscritto affine di -conservarne le traccie fino alla più tarda posterità. Ma di ciò mi -riserbo a ragionare più diffusamente, allorchè in breve mi emergerà di -parlare delle Parafrasi Rabiniche, e dell'origine della Misnah, e del -Talmud ossia della Ghemarah (ved. il Cap. IX. di questo Vol. con tutte -le annot. che vi si contengono). - -(47) Tale è la condizione miserabile dell'uomo, che siccome generalmente -parlando le idee sulla Religione sono per esso, quali debbono essere, in -ogni senso, di una specie oltremodo rispettabile, giacchè desso teme -sempre di essere tradito dalla frode, o sorpreso dall'errore, così ei si -fa un pressante dovere di credere macchinalmente senza riflessione, -senza esame, e senza mettere in dubbio un solo istante che desso può in -questa parte ingannarsi, non meno per rapporto alle Leggi scritte, che -alle tradizioni ricevute, ed allontana inconsideratamente per tale -debole riflesso ciò che ha l'apparenza di attaccare le opinioni -religiose addottate alla mamella, siccome tutto quello che avrebbe per -se stesso un efficacia possente ad illuminarlo, ed a toglierlo -dall'inganno in cui vivea, per folle arbitrio, ciecamente sepolto. Tutto -questo mostruoso complesso di contraddittorie opinioni risede fatalmente -in un angolo remoto del cervello dell'uomo, come in un santuario -inaccessibile, in cui non oserebbe in verun tempo avvicinarsi. - -(48) La facoltà esimia che l'essere supremo ci ha somministrata, e da -noi distinta col carattere di _lume naturale_ o di _Ragione_ non -saprebbe mai in veruna guisa ingannarci nelle cose ch'essa osserva, e -che discerne, poichè tuttociò che è a sua portata dee credersi chiaro, -evidente, e irrefragabile; altrimenti, (come lo pensa un filosofo -insigne) avremmo adeguato motivo di opinare che Dio ingannati ci avesse, -accordandoci quella facoltà in modo che noi prendessimo il falso per il -vero, anche facendone buon uso: e non sarebb'egli questo il massimo, ed -il più esecrabile degli assurdi? _Descart. Princip. de la Philosop. 1. -Part. pag. 22._ - -(A) _Exo. Cap. XII. v. 14._ - -(49) Chi potrebbe mai somministrarci una giusta, e sensata spiegazione -di quel testo comandato agli Ebrei da Mosè (_Exodo cap. 35. v. 3._) לא -תבערו אש בכל מושבותכם ביום השבת (lo tebangharu esc vehol moscebotehem -vejom asciabath) _non accenderete fuoco in alcuna delle vostre -abitazioni il giorno di Sabato_? vorrà egli significare questo precetto -non usarne di sorte alcuna giammai, e ad imitazione de' _saducei_, o de' -_caraiti_ restare all'oscuro la notte entrando il Sabato, ed accendere -il fuoco solo nella contrada, com'essi fanno, in prospetto delle loro -Case? Sarà egli stata forse la mente del Legislatore, comandando un -simile Precetto, che non possano gli ebrei muovere il fuoco tutto quel -giorno, e la sera antecedente, ma che d'altronde sia eglino permesso di -servirsi di qualche incirconciso, per tale ufficio, nel modo appunto che -or lo praticano gli ortodossi Talmudisti? Dissimulare io non posso -certamente che a fronte di tutta l'inerenza rispettosa che io sento per -l'essenzialità delle Instituzioni mosaiche, siccome l'assunto da me -intrapreso in chiari sensi lo dimostra, io non saprei ritrovare -sufficienti ragioni di sorte alcuna, onde adattare questo precetto, che -alla lettera riuscirebbe assolutamente ineseguibile, e che preso secondo -la tradizione più non sarebbe allora quello stesso che Mosè intese di -ordinare; ma la sola parafrasi rabbinica sarebbe quella unicamente che -ne terrebbe le veci. A quale partito dunque appigliare ci dovremo in -simile caso affine di colpire il senso inalterato di sì fatta -prescrizione senza cadere nelle pratiche ridicole de' primi, nè essere -trascinati dal torrente delle superstizioni deplorabili de' secondi? -L'annot. 86 di questo volume somministrerà ad esuberanza le ragioni -adeguate che potrebbero fare credere l'Israelita dei nostri tempi, se -non dispensato interamente dalla osservanza di questa prescrizione, -almeno in gran parte alleggerito da quelle rigorose cerimonie che dalla -tradizione gli furono imposte in simile giorno. - -(A) Ved. le _Annot._ 28, e 29 di questo Vol. - -(50) Gl'Israeliti erano soliti a distinguere due speci di anni, cioè, -l'anno Santo, e l'anno Civile; il Santo cominciava il mese di _Nissan_ -(Marzo) nella metà del quale è comandata la Pasqua delle Azzime; -(notando che questo stesso mese fu parimente denominato dalla Scrittura -_Abib_, cioè il mese delle _spigature_ delle nuove biade, o come dice il -Sacro testo, delle nuove spighe, verdeggianti, che cominciavano a -biondeggiare); ed il Civile avea il suo principio dal settimo mese -chiamato _Tisrì_ (Settembre). Il _Levitico_ dice (_cap. 25 v. 4._) che -si comincieranno a contare gli anni del Giubileo, non già dal mese di -Nissan, ma da quello delle seminagioni, che era propriamente il settimo -di cui parliamo; e nell'_Exodo_ poi si legge (_cap. 23 v. 16._) che si -celebrerà la festa dei tabernacoli allorchè sul terminare dell'anno si -ripongono tutti i frutti delle campagne, ciocchè regolarmente accadere -non potea che nel mese di Settembre. Tale è dunque la distinzione -dell'anno presso gli antichi ebrei. - -(A) Ved. le Annot. anteced. 32 33 34. - -(B) Ved. l'Annot. anteced. 50. - -(51) Questo Precetto consiste nel suono della _Tuba_ praticato dagli -ebrei in quel giorno il quale essendo chiamato dalla Scritture (_Num. -cap. 29 v. 1 2._) יום תרוע (_Yom_ Terungha) _giorno strepitoso_; essi, -prendendo al materiale il senso metaforico di questa frase, non sanno in -altra guisa rappresentare sensibilmente un tale strepito, che stordire -il popolo con cento numerate irregolari voci di corno senza modulazione, -e senza ordine, che a varie riprese, durante le loro interminabili -orazioni di quelle due mattine, tramanda entro la Sinagoga un individuo -postato sopra il Pulpito, ed espressamente destinato per tale ufficio. - -Ma chi potrebbe mai significarci, con qualche precisione, quale sorta -d'istrumento fosse quello che udivasi prodigiosamente suonare con -veemenza allora quando, per la prima volta Dio manifestossi al Popolo -ebreo sulla montagna di Sinaj, e che l'_Exodo_ (_cap. 19 v. 16 19._) -distingue col nome di שופר _Scioffar_? così appunto chiamano gli ebrei -l'indicato instrumento di cui si servono in que' due giorni (purchè -l'uno di questi non cada in Sabato nel quale giorno l'uso n'è vietato da -Rabbini _Ghem. trat. Sciab. e Ros. Asciana_) e che altro non è che un -corno di montone ridotto al più nitido pulimento, preferendolo a quello -di ogni altro animale munito di questo arnese, in allusione al montone -che improvvisamente si offrì al Patriarca Abramo, per essere fatta la -vittima del Signore, in vece dal di lui figlio Isaak, che ne era -destinato (_Gen. cap. 22 v. 13._) - -(52) Siccome questa festa oltre essere chiamata _delle Capanne_ in varj -luoghi della Scrittura, è anche contradistinta da questa _Ricolta de' -prodotti Campestri_; così l'ordine quì prescritto di prendere fra le -mani il primo giorno di essa quest'indicato fascicolo di erbe differenti -può racchiudere in se stesso un duplice significato; l'uno l'espansione -di giubilo per vedere portate ad ottimo successo le attese produzioni -delle terre; e l'altro il sintomo di trionfo (che tale denota la palma) -per la liberazione che il Popolo ebreo avea conseguita dalla tenace -cattività dell'Egitto, e per la lunga dimora straordinaria fatta da esso -ne' Deserti; ma in entrambi questi sensi lo spirito genuino del testo -essendo al solito, non solo enormemente alterato dalle appendici -tradizionali; ma all'eccesso ridicola rendutane la pratica, nella guisa -medesima che di moltissime altre prescrizioni avvenne, siccome io mi -affretto a dimostrarlo in seguito, noi abbiamo creduto di poterlo, senza -scrupolo sopprimere come precetto obbligatorio, ed all'opposto solo -renderne arbitraria l'osservanza; e questa, al più ridotta al solo primo -giorno della solennità delle Capanne, come restaci ordinato dall'oracolo -medesimo della Scrittura. - -(53) Quali fondate cagioni assegnare con giustizia potremo alle tante -ripetizioni delle cose per loro stesse identiche, e uniformi, che sono -sì di frequente reperibili in ogni parte della Scrittura, e tutte per lo -più tendenti allo stesso disegno, e tutte raccomandate con eguale -calore? Altra sembrami non potersi addurre certamente in questo caso -fuorchè la più ammissibile, quale da molti fu ritrovata essere quella -che Mosè conoscendo per isperienza l'indole zotica, e turbolente di quel -popolo che dirigeva, suscettibile, senza freno, della più stupida -incostanza, arrendevole a tutte le prime impressioni che gli si -offrivano, all'eccesso barbaro, e ignorante, egli è perciò che quel -Legislatore vedessi costretto a dovere per reiterate volte replicare li -precetti medesimi già proclamati, onde farglieli più esattamente capire, -e renderlo meglio edotto di que' doveri che l'eterna volontà dell'Essere -Supremo gl'imponeva per suo mezzo. Ma a fronte ancora degli amorevoli -suggerimenti, delle continue ripetizioni, e delle cure incessanti di -questo zelante Conduttore d'Israel, le Legge Venerabile del Sommo Dio -de' Patriarchi non era mai frattanto che molto debolmente osservata, se -non trasgredita del tutto, e calpestata, or colle mormorazioni le più -oltraggianti, ed ora coll'idolatrìa la più vituperosa, e la più -esecrabile. - - - - - CAPITOLO VII. - - Quali disegni possono aver fatto determinare Mosè a comandare al -Popolo Ebreo certi Precetti, che riconosciuti oggi ineseguibili secondo - lo spirito della prescrizione, ci veggiamo costretti parimente di - abrogare. - - -Tutti i più dotti, ed i più rinomati Giureconsulti del mondo, e fra -questi Grozio, e Puffendorff, non cessano di ripeterci d'accordo ad ogni -tratto, che non solo fuori della Legge naturale altra certamente non -v'ha che possa caratterizzarsi per se stessa perpetua, irrevocabile, ma -che tutte le altre Leggi positive tanto umane quanto Divine, sono tali -che si può, e si dee qualche volta sopprimerle, ciò che secondo i detti -Autori si farebbe espressamente, o tacitamente nelle due seguenti -circostanze: Prima allorchè si trascura, durante un lungo intervallo di -tempo, di osservare una Legge; o che desse tollera che gli oggetti che -vi si rapportano si regolino di una tutt'altra differente maniera di -quella che è in origine prescritta. Seconda; quando lo stato delle cose -si altera, o cambiasi di tale maniera che la legge diventa inutile, o -che questa non saprebbe più avere luogo di legge, la medesima cade -allora da per se stessa, benchè il Legislatore non l'abbia espressamente -abrogata; e quando ancora egli l'avesse stabilita per dovere sempre -durare. - -Or le nove decime parti de' 613 precetti che Mosè prescrisse agli ebrei -nel Pentateuco, e che molte imponenti, ed efficaci ragioni determinare -ci fecero a sopprimere, non si trovano elleno espresse in ogni parte -nelle accennate circostanze, non le abbracciano entrambe in ogni senso? -Ecco ad evidenza, oltre le tante altre, a tempo debito prodotte, due -possenti cagioni di più per abolirle. - -Premessa dunque l'opinione incontrovertibile de' preallegati -Giureconsulti, non abbiamo che farci a ponderare con diligenza la -significazione meramente letterale de' precetti abrogati da noi nelle -tre fissate classi, applicandoli allo spirito del testo da cui partono, -per restare intimamente convinti della massima inutilità de' medesimi; -sia che appartenghino all'una, sia che riguardino l'altra delle -circostanze testè riportate. - -Oltre a ciò sembrami opportuno quì di rimarcare che Mosè non occupandosi -ad ogni evento che del suo solo Popolo, non lasciò mezzo intentato per -renderlo esemplare sopra la terra, isolandolo da tutti gli altri, allora -conosciuti, e ne' costumi, e ne' doveri, e nelle pratiche religiose, nel -modo appunto che singolarizzare lo volle anche in molte instituzioni del -tutto indifferenti alla essenzialità del culto che imponevagli, sebbene -da esso lui comandate con le stesse prescrizioni dei precetti primarj, -ed i più importanti, e senza che alcuno potesse mai rinvenirne -l'intrinseca utilità, nè i probabili motivi. Di tale sorte sarebbe, per -esempio, l'ordine che in senso di Precetto impone Mosè agli ebrei di -portare dei fili, o de' cordoni appesi ai quattro angoli inferiori de' -due lembi negli abiti degli uomini, ciò che la Scrittura denomina ציצית -_zizith_: Or qual disegno potrebbe mai racchiudere in se stessa una sì -fatta prescrizione, se quello non fosse almeno di contraddistinguere, -con tale marca visibile, l'individuo Israelita da chi tale non lo -era (54)? Quale analogo rapporto potrebbe mai avere coll'esercizio -fondamentale del culto il divieto comandato da Mosè di non seminare due -articoli dissimili entro il medesimo recinto di un campo (A); o pure di -non mettere sotto il giogo e trascinare l'aratro due animali di specie -differente, come l'asino, e il bue (A); di non cignersi di abiti tessuti -di lino, e lana uniti (B); non isvellersi, o radere i peli de' lati -della barba con ferro tagliente, che oggi spiegasi rasojo (C)? Cosa -implicano mai tali, ed altre simili ordinanze, quale rapporto possono -elleno avere, di sorte alcuna, colla semplice Religione, o -coll'esercizio integro del Culto, che ogni Israelita era in dovere di -conoscere, e praticare, se quelle non tendevano propriamente all'oggetto -medesimo del primo, se non erano basate sugli stessi identici motivi -delle prescrizioni del _Zizith_, e de' _Teffilin_? Niente di ciò più -naturale, nè maggiormente comprovato dall'esperienza che il Codice -Mosaico ci fornisce in tante altre prescrizioni quasi uniformi, e da noi -fondatamente abrogate come pratiche destituite di base, e di ragione a' -tempi recenti, nei quali offronsi all'ebreo infiniti altri mezzi più -decorosi, e più efficaci per distinguersi fra gli esseri sociabili di -quello che lo fossero le adotte marche ridicole, e impotenti, destinate -unicamente a rendere l'ebreo un essere straordinario sulla terra, e ad -allontanarlo da quelle barbare idolatre nazioni esecrate per tante volte -da Dio (A), e che più non esistono attualmente in alcuna di quelle parti -dove questo popolo è soggetto; e tanti altri divieti, de' quali fa -reiterato cenno la Scrittura, e che di soverchio prolisso io diverrei, -se diffondere io quì mi volessi a redigerne il dettaglio, hanno essi -forse una più solida base, motivi più giusti, più convincenti? Come -supporre che una lussazione accidentale cagionata nell'anca di Jacob il -Patriarca, in conseguenza della prodigiosa lotta, che la Genesi ci narra -avere questi sostenuta con un angelo competitore, che gli apparve in -umana sembianza (55), come, dico, un sì fatto strano avvenimento può -avere dato l'origine al divieto espresso nella Scrittura medesima di -cibarsi del nervo dell'anca di qualunque siasi animale; anche -permesso (A)? Cosa, per se stesso mai significare vorrà quel Precetto di -non oltrepassare un certo tratto di cammino fuori del recinto della -città il giorno di Sabato con qualunque siasi arredo, sia fra le mani, -sia nelle tasche, senza escludere lo stesso fazzoletto, il di cui uso è -indispensabile, e che i Rabbini poi, per indulgenza, permisero di -portarlo avviluppato a guisa di fascia intorno i lombi (56)? - -Ma prescindiamo per ora dalla serie deplorabile delle infinite altre -pratiche superstiziose che fecero adottare all'ebreismo queste e molte -differenti prescrizioni delle quali sembra che desso sia stato sempre -condannato ad ignorare lo spirito e il senso genuino, o ad interpetrare -l'uno, e l'altro erroneamente. Noi dovremo riassumere fremendo, sì -malagevole proposito, allorchè imprenderemo a tempo più opportuno a -dimostrare quale enorme detrimento ha per mille parti risentito la -prisca consolante Religione d'Israel dalle mistiche tradizioni, -commenti, e parafrasi talmudiche. - -In tanto quì ci è duopo, per assoluta necessità, illativamente -conchiudere, che l'oscurità in cui ci lascia il Pentateuco di ciò che -più avrebbe questo dovuto porre, senza mistero, al chiarore -dell'evidenza, viemaggiormente concorre a confermarmi nella mia -preallegata opinione, che tre soli disegni potesse prefiggersi Mosè -proclamando que' divieti già riportati, e molti altri dell'ordine -medesimo, tacendone i motivi, e le cagioni (57). Primo, singolarizzare, -come si disse, il Popolo ebreo, e contraddistinguerlo da tutti gli -altri, in quella epoca esistenti sulla terra, ed a spese ancora della -propria ragione; Secondo, occuparlo incessantemente di ciò che recare -gli potesse una diuturna distrazione, onde allontanarlo, per quanto era -possibile, dalle pratiche odiose delle idolatre Nazioni, delle quali era -esso per ogni parte circondato, e che tanta proclivia ei dimostrava ad -imitare sì di frequente; Terzo, finalmente, cimentare la sua costanza, -oltremodo soggetta a vacillare, ed a smarrirsi. Disegni certamente sono -questi riconosciuti molto adeguati per l'Israelita del Secolo di Mosè, -ma del tutto assolutamente inopportuni per l'ebreo di nostra età, il -quale, purchè tratto non abbia i natali sotto uno di que' barbari cieli, -dove l'impronta di uomo non può essere mai disgiunta dal carattere di -schiavo; ma che la sorte, al contrario, sia per esso lui stata propizia, -accordandogli per patria un suolo in cui l'uomo che sente di possedere -una ragione, gli si reputa un infamia il non usarne, può, come si disse, -ritrovare oggi, a suo piacere, altri mezzi plausibili assai più, e molto -più solidi per distinguersi nel mondo; nè più ha esso duopo attualmente -di tali distrazioni labili, e tormentose, mentre i popoli fra i quali -esso vive a' tempi odierni non sono già i Cananei, gli Ibusei, o gli -Amaleciti de' secoli remoti, e de' quali l'Israelita era in dovere di -abominare la relazione, di rigettare i costumi, di esecrare la condotta; -ma Nazioni colte, tolleranti, e civilizzate, che nulla esso perderebbe -certamente ad imitare, e di cui l'esempio ben lungi dal corrompere, o -depravare i suoi costumi, vieppiù lo renderebbe urbano, illuminato, ed -utile alla società, quando ei sapesse almeno cogliere l'opportunità di -profittarne a suo individuale vantaggio, ed a quello de' suoi simili. - -(54) Da quando gli ebrei dovettero abbandonare le loro terre e divenire -subalterni di quelle di altri Popoli co' quali furono alternativamente -mischiati, riconobbero quanto sarebbe stato ridicolo per essi di dovere -comparire in pubblico adorni di que' fili su' quattro lembi delle loro -vestimenta; essi perciò autorizzati dai loro Rabbini si permisero di -cambiarne la pratica, sostituendone invece un pezzo di drappo quadrato -che ora portano soltanto sotto i loro abiti, in modo non osservato con -quattro cordoni pendenti che chiamano ארבע כנפות (arbangh canfoth) -_quattro lati, o ale_. Questi cordoni sono ciascuno di 8 fili di lana -(qualche volta di refe di lino, ed anche di seta) filata espressamente -per questo effetto, con 5 nodi ogn'uno, corrispondenti a' 5 libri di -Mosè, que' nodi ne occupano la metà della lunghezza, e ciò che non è -annodato essendo sfilato termina di fare una specie di nappa: _Funiculus -in fimbriis facies; per quatuor angulos pallii tui quo operieris_ (ved. -_Num. cap. 15 v. 38_ e _Deut. cap. 22 v. 12._) - -In questa prescrizione ordinata per due volte da Mosè fanno gli ebrei -consistere il più solido fondamento della credenza dell'Israelismo, -atteso che gl'indicati nodi ch'essi vi fanno essendo in numero di 26 che -tale è il calcolo che deducono dalle lettere delle quali si compone il -Nome ineffabile יה.ה (Jehovah) L'_Essere Supremo_. Ma nel tempo delle -preghiere che fanno entro la Sinagoga, gli ebrei s'involgono con un velo -di lana, o di seta quadrato colle indicate nappe negli angoli; questo -drappo essi lo chiamano _Taleth_, ovvero Manto che si mette sopra tutti -gli altri: ma quale ne sia l'origine inutile non mi sembra investigarla -avanti di passare oltre. - -Allorchè Mosè ritornò dal monte Sinaj nel campo degl'Israeliti, dopo di -avere avuta la gloria di conferire coll'Eterno, la Beatitudine Divina -restando espressa sul volto di questo Legislatore, offuscò talmente gli -occhi del popolo nel rimirarlo, che Mosè fu obbligato di coprirsi il -volto con un velo, siccome in chiari sensi lo abbiamo dalla Scrittura -(_Exodo cap. 34 v. 35._) ed ecco, secondo i Rabbini, la primitiva -origine del Taleth. - -Alcuni altri ancora pensano che quest'arnese fosse inventato per ovviar -le distrazioni durante le preghiere; quindi è che i Rabbini titolati, e -i più devoti fra gli ebrei, se ne cuoprono interamente quando altri lo -tengono soltanto ondeggiante sulle spalle. Avvi degli autori poi che -opinano che gli ebrei prendessero quest'uso da' Romani, i quali -pregavano i loro Dei colla testa velata; ed essi dicevano di avere -ricavato un tale costume da Enea, che lo avea portato da Troia, come -rilevasi da _Virgilio_, il quale gli fa dire _Æneid lib. 2._ - -_Caput ante aras Phrygio velamur amictu._ - -Per altro quelli che pretendono ripetere l'origine del Taleth da' Romani -rimarcano che gli ebrei hanno presi molti usi da' medesimi dopo che ne -furono sottomessi. Tutte queste prove sono tanto poco valevoli, o -convincenti, quanto sono quelle allegate dagli stessi Romani, e da' -Rabini ancora che il presentarsi davanti Dio colla testa coperta, come -facevano i primi, e nel modo che lo praticano gli ultimi attualmente, è -una marca di penitenza, di rispetto, di umiltà, di modestia, e di -timore. - -È parimente comandato agli ebrei (_Deut. cap. 6 v. 8. e cap. 11 v. 18._) -di dovere sempre avere nella mano, e sulla fronte ciò che la Scrittura -denomina _Totaffoth_, e che gli ebrei distinguono per _Teffilin_ תפילין -che i Greci chiamano _Phylacteros_; frattanto per non essere derisi dal -Popolo sopra un arnese che dee essere in tanta venerazione presso gli -ebrei, questi ai contentano di usarli durante il tempo delle preghiere -del mattino. Questi Teffilin che in Caldeo, ed in ebreo rabbinico è come -chi direbbe in latino _Precatoria_, perchè gli ebrei si servono di -quelli nelle loro sacre orazioni, sono fatti nella maniera seguente. -Sopra due pezzi di pergamena sono scritti con dell'inchiostro fatto -espressamente in lettere quadrate, e con molte esattezza gli appresso -quattro testi in ciascuno de' medesimi, come è indicato dalla Scrittura -1. _Audi Israel etc._ (_Deut. cap. VI. v. 4._) 2. _Si ergo obedieritis -mandatis mei etc._ (_Ibid. Cap. XI. v. 13._) 3. _Sanctifica mihi omne -primogenitum etc._ (_Exo. Cap. XIII. v. 1._) 4. _Cumque introduxerit te -Dominus etc._ (_Ibid. v. 11._). Queste due pergamene sono rotolate -insieme in forma di un viluppo acuminato che si racchiude nella pelle di -vitello nera, indi si colloca sopra un pezzo quadrato da cui pende una -coreggia della stessa pelle larga un dito, e circa un braccio e mezzo -lunga; questi Teffilin sogliono mettersi nella piegatura del braccio -sinistro, rivolgendo la coreggia (dopo di avere fatto un piccolo nodo a -foggia di _Yod_), intorno il braccio in linea spirale, che viene a -terminare nell'estremità del dito medio della mano: Questi vengono -denominati תפילין של יד _Teffilin Scel Yad_ (cioè, Teffilin della mano). -In quanto poi agli altri, gli stessi menzionati quattro testi sono in -essi vergati egualmente sopra quattro pezzi di pergamena di cui formasi -un quadrato sul quale viene a rilevarsi le lettera ש _Scin_, e da un -altro quadrato che restavi annesso, vengono a sortire due altre coregge -di lunghezza, e larghezza presso a poco simile alle prime; e sono questi -chiamati תפילין של ראש _Teffilin scel rosc_, cioè, _Teffilin della -testa_. - -Ecco dunque i _frontali_ che gli ebrei mettono unitamente al Taleth, -durante la preghiera soltanto de' giorni feriali, giacchè le solennità, -e il Sabato non usano che il semplice Taleth sugli omeri, come si disse, -benchè molti, e specialmente i Rabbini, lo mettino in testa, e se ne -avviluppino per non essere distratti. - -Del resto lasciando le infinite allegorie che vi furono applicate (ved. -_Hor._, _Haym._, _Ghem._, _Menah._, _Ramb._) noi rimandiamo a -_Bustorfio_, il quale rapporta estesamente le prove della forza del -_Zizith_, e de' _Teffilin_ tratte da Commentarj medesimi de' Rabbini -(_Syn. Jud. cap. 9._) - -(A) _Levit. cap. 19. v. 14._ - -(A) _Deut. Cap, 22. v. 10._ - -(B) _Id. v. 5._ - -(C) _Levit. Cap. 19 V. 27._ - -(A) _Exo. cap. XVII. v. 16_ _Deut. cap. VII. v. 1 e seq._ - -(55) _Freret_, _Voltaire_, _Boulanger_, ed altri fanno delle -osservazioni al solito loro molto bizzarre intorno questo aneddoto della -Scrittura, essi ritrovano primieramente straordinario di non vedervi -spiegato in quale anca, se nelle dritta, o nella sinistra sia stato -percosso il Patriarca; in secondo luogo stupiscono di non vedervi -diffinito in quale de' nervi abbia il medesimo sofferto la lussazione -che le sacre pagine ci narrano. Quest'ultima obbiezione sembra avere per -base un esperimento anatomico. V'ha nel corpo umano sei sorta di nervi -che si perdono nel nervo crurale che chiamasi anteriore, ed in quello -che nomasi posteriore; oltre i quali, avvene ancora il gran nervo -sciatico che si divide parimente in due, ed è appunto l'alterazione di -questo nervo che cagiona quella malattia che gli anatomici distinguono -col nome di _Gotta Sciatica_; che regolarmente rende zoppo l'individuo -che n'è attaccato: Sembrami, per altro, che l'opposizione di questi -critici si fondi per non vedere nella Scrittura un detaglio anatomico di -questo fatto straordinario, senza riflettere che ciò era un vano -pretendere, non essendo la notomìa in que' tempi conosciuta. I medesimi -critici veggono parimenti con sorpresa come Jacob percosso nella coscia, -e questa non essendo tutta via ripristinata, abbia ancora tanta forza -per lottare contro un messaggere celeste, e per dirgli: _io non ti -lascierò a meno che tu non mi abbia benedetto_. Ma tutti gli esperimenti -debbono sparire davanti l'autenticità de' libri Sacri, i quali faranno -cessare in noi così pure ogni sorpresa dal momento che alla fede faremo -tenere le veci di scienze e di ragione. - -(A) _Gen. Cap. 32 v. 33._ - -(56) il Basnage osserva che sarebbe da desiderare che gli ebrei si -fossero appigliati, per ciò che riguarda il riposo del Sabato, -all'insinuazione di _Ovidio_; non ostante ch'egli fosse autore Pagano: - - _Quaque Die redeunt rebus minus apta gerendis - Culta Palæstino Septima Sacra viro,_ - - _De Ar. Aman. lib. 1._ - -Se noi dovremmo attenerci alle decisioni de' Rabbini sulle superstiziose -cerimonie da osservarsi nel Sabato, e sul riposo macchinale che -impongono essi in simile giorno, gli ebrei non dovrebbero muovere un -passo dalla posizione in cui gli sorprenderebbe il Sole nel momento del -tramontare della vigilia, come lo praticano appunto i Caraiti, attaccati -al testo letterale che dice אל יצא איש ממקומו ביום השביעי (al jezeh hisc -mimecomò bajom ascebinghi) _Maneat unusquisque apud semetipsum, nullus -egrediatur de loco suo die septimo_. (_Exo. Cap. 16 v. 29._) ma non -essendo possibile rigorosamente fra noi eseguirsi un tale precetto quale -viene prescritto da Mosè, i Talmudisti pensarono commutarne la pratica, -limitando, in vece, il tratto di cammino da permettersi in quel giorno a -mille passi oltre le porte della Città; ma questo ancora sgravato da -qualunque siasi peso, eccetto che il mero necessario abbigliamento, -senza che vi entri niente di superfluo nè di aggravante. (Ved. _Tratt. -Nghirub. Cap. XIV._) - -Del resto assai malagevole si renderebbe a descrivere tutte le -superstizioni che si fanno luogo in questo medesimo giorno presso i -recenti ebrei: un prolisso trattato di _Misnah_ vi è impiegato sulla -osservanza delle pratiche del Sabato. - -(57) Di tal fatta può dirsi precisamente l'ordine imposto da Dio a Mosè -(_Exo. Cap. 30 v. 12 e 13_) di non contare le dodici Tribù d'Israel che -col mezzo di tante monete, onde soccombere quelle non dovessero ad un -flagello sterminatore, numerandolo individualmente come seguì appunto a -David, il quale, per quanto ci annunzia la Scrittura, pagò a tale -gravoso prezzo l'ordine da esso lui emanato a Joab suo ministro di fare -l'ennumerazione individuale di tutto il Popolo ebreo soggetto a' suoi -domini (_Sam. II. Cap. 24 v. 16 17._) di tale natura può dirsi ancora la -prescrizione imposta duplicatamente da Dio a Mosè (_Num. Cap. 18 v. 15_ -_Exo. Cap. 13 v. 14_): di redimere col mezzo di cinque monete di argento -qualunque primogenito dopo un mese della sua nascita, ed altre simili -prescrizioni dell'ordine medesimo, i motivi della osservanza delle quali -furono interamente dalle sacre pagine taciuti. - - - - - CAPITOLO VIII. - - Mezzi presentanei che possono con sicurezza condurci alla fissata -riduzione, sì ovvia, e salutare, senza ledere nella minima parte la base - fondamentale su di cui dee sostenersi il vero Divino Culto del Popolo - d'Israel. - - -Persuasi intimamente che le moltiplici fondate ragioni da noi fin quì -riportate ci rendino una volta della urgente necessità indispensabile di -alleggerire la nostra mente da tante inutili cure; di liberare il nostro -spirito dal giogo ferale di tutte quelle illusioni che lo abbaccinavano -al segno di fare ad esso credere l'errore verità, e questa una chimera; -di rappresentarli il soverchio necessario, e questo indifferente; fermi -dunque nella convinzione di sì pressante bisogno, molto agevole assunto -parmi che dovrà per se stesso riuscirci di rinvenire in seguito con -esattezza i mezzi più opportuni onde giugnere sicuri a questo grande -scopo, e discernere così metodicamente il bene solido, e perenne da -quello che in realtà fu sempre mai riconosciuto, generalmente fallace, -ed apparente. - -Ma siccome non è già la prevenzione quella che dee guidare i nostri -passi all'essenziale ricerca di tali mezzi, nè il pregiudizio quello che -può farceli ritrovare con avventurato quanto rapido successo; così, -alieni affatto da quella, onninamente scevri di questo, noi osiamo -lusingarci di potere essere finalmente condotti alla meta propizia di -nostre intense brame, riassumendo, di slancio, gl'imponenti genuini -motivi che ci hanno già fatto precedentemente determinare a stabilire -l'abrogazione delle nove parti de' precetti contenuti ne' cinque libri -del Codice Mosaico. - -Avendo noi dunque tali precetti divisi in tre classi differenti, a -ciascuna delle quali per conseguenza, abbiamo dovuto necessariamente -assegnare il rango, e l'oggetto conveniente, onde rendere congrua, e -solida ragione degli idonei motivi che o indussero ad ammettere i -precetti contenuti nell'una, ed a sopprimere quelle che giudicato -abbiamo appartenere alle due altre. Or da sì fatta operazione osservammo -risultare, che la decima parte di quelli unicamente potea essere capace, -in ogni senso a costituire la base radicale della Religione d'Israel, -considerando le nove altre come superflue al suo ben essere, ed -inopportune alle sue presenti circostanze. - -In fatti se, come fu già da noi dimostrato, tutte quelle ordinanze, o -prescrizioni racchiuse nelle abrogate classi più non debbono esistere -per l'odierno Israelismo, di sorte alcuna, essendo restate sepolte, è -circa ormai 18 secoli, sotto le rovine deplorabili del tempio, e -dell'altare a cui una gran parte di esse riferivasi, quale delirio di -volere farle pure oggi valere, anche non esistenti, sulla stravagante -lusinga, che un Inno, una Prece, una Jaculatoria, espressa in certi -destinati momenti, replicata un numero di volte, impiegando per tal -effetto, de' vocaboli sinonimi, accompagnati da strepiti, da gesta, da -varie contorsioni, e da positure differenti (58), debba tenere le veci -di olocausto, meritare il compenso equivalente, e coll'efficace mezzo di -quelle, potere attualmente ancora conseguire dall'Eterno que' medesimi -favori, che già ne' tempi andati risultare miravansi da questo (59)? E -quelle che racchiudono, come opportunamente osservammo il giudiziario, -il civile, il politico ec., non fanno elleno parte delle Leggi di -qualunque civilizzato governo della terra, sotto i di cui auspicj -l'ebreo del pari che ogni altro subalterno, mira esercitare tutti gli -atti di umanità e di giustizia che il Codice Mosaico avea prescritti? E -se oggi più non si lapida, non si strangola, non si abbrucia i rei di -aggressione, di omicidio, ed i trasgressori della Religione, come -praticavasi allora, il facinoroso, l'aggressore, e l'omicida sono -frattanto puniti dalle sane Leggi odierne, con de' supplizj egualmente -capitali, ma meno atroci di quelli che la prisca teocrazia avea -introdotti; lasciando all'eterna giustizia la cura d'infliggere la pena -che meritano i refrattarj criminosi del vero culto che l'ente -ragionevole è in dovere di prestare al di lui Opifice Supremo. Mi si -accenni di grazia, un solo popolo, purchè mediocremente illuminato, che -non riguardi come il primo essenziale dovere dell'ordine sociale di -punire il delitto, difendere l'innocenza, soccorrere l'infermo, e -l'indigente, garantire le sostanze dei Cittadini, e rendere giustizia a -chi l'implora; e tutto ciò è da quelli sì chiaro conosciuto, e sì -esattamente osservato, senza forse avere la benchè minima contezza (come -non l'avevano effettivamente non più i Greci nè i Romani) delle -Instituzioni stabilite da Mosè nel Pentateuco ad un tale riguardo. E non -sono queste prove sufficienti per dimostrare, che se anche l'ebreo -volesse a rigore mantenere quanto è prescritto relativamente alle -indicate materie, l'impotenza nella quale oggi trovasi ridotto di creare -per se stesso nuove Leggi, farle valere e propalarle, e la necessità che -lo astringe, d'altronde a sottommettersi, senza riserva, a quelle del -paese in cui vive, non lo metterebbero interamente fuori della -situazione di eseguirlo (60)? - -Or delle deduzioni risultanti de' precetti contenuti nelle due abrogate -classi, quale detrimento domando, potrà mai risentire la Religione -dell'Israelismo, quale scapito soffriranno le basi inconcusse, ed -essenziali necessarie a sostenere le pretta credenza di questo Popolo, -dalla semplice restrizione portata nella terza, sulla quale si aggira -unicamente il nostro fissato piano di Riforma? A che mai riducesi per se -stessa una sì fatta modificazione riguardata dalla stolida moltitudine -fanatica, sì strepitosa, e sì enorme? Primieramente a simplificare -l'affluenza complicata di ripetizioni usate nel Pentateuco, siccome lo -abbiamo altrove rimarcato, prescrivendo i medesimi precetti, sia che -procedessero dall'indole propria dell'idioma ebraico in cui esso fu -scritto, suscettibile di un dato genio tutto suo particolare, sia che -derivate fossero dal gusto universale dominante in que' secoli, anche -presso gli Scrittori i più accreditati di altri popoli per quanto noi -conosciamo (61). - -In secondo luogo poi a rendere il rigenerato sistema della Religione -Mosaica libero interamente da tutto quelle superfluità, o pratiche -bizzarre, compatibili forse in un epoca in cui l'ebraismo, -illusoriamente predominato dal ridicolo entusiasmo di formare per se -stesso un Popolo eletto dall'Essere Supremo, in preferenza di ogni -altro, (siccome fu già da noi rimarcato nella nostra Introduzione -Preliminare) credevasi astretto di dovere adottare delle massime -stravaganti solo ad esso particolari, onde essere tale considerato ad -esclusione di ogni altro; ma ne' secoli presenti ne' quali più non -appartenendo l'ebreo ad una sola terra, ad un regno solo, ad una sola -regione, e che desso, al contrario, è proclamato cittadino del mondo, -specialmente se la sorte lo fece nascere in Francia, od in Italia, non -sarebbe egli all'eccesso condannabile per lui di volere spontaneamente -portare delle marche ridicole impresse sul suo volto per distinguersi da -tutti gli altri suoi concittadini, oltre le tante altre infamanti delle -quali la barbarie di certe Leggi, la superstizione, e l'ignoranza di -alcuni Popoli contrassegnavanlo un tempo (62); ovvero coltivare quegli -usi antisociali che ignorati fossero da questi, o avvalorare quelle -strane cerimonie, che gli attirerebbero il vilipendio universale di -tutti i suoi coabitanti? - -In terzo luogo, per ultimo, a rimettere la Nazione d'Israel sul piede -degli altri popoli, a purificare il suo culto, a civilizzarla ne' suoi -costumi, ad illuminarla, nell'educazione morale, e nella coltura dello -spirito, ed a renderla tale, in una parola; quale il proprio suo -interesse lo impone, ed il propostoci disegno salutare lo richiede. - -Ecco verosimilmente a bastanza di che fare quanto è duopo conoscere il -bisogno urgente, e indispensabile dell'immediata Riforma che ci siamo -essenzialmente prefissa del culto, e dell'educazione Politico-morale del -Popolo Ebreo, ed i soli mezzi efficaci che possono con sicurezza -condurvici direttamente senza che la base fondamentale vengane lesa -nelle sue massime più importanti, non dobbiamo rintracciarli che nel -vasto campo della nostra propria ragione (63); quest'esimia ragione che -ci fece per tante volte in chiari accenti capire, che la Religione dee -essere limpida, semplice, universale, alla portata di tutti gli spiriti, -perchè dessa è fatta per tutti i cuori; che la sua morale non dee essere -soffocata sotto l'aggravante peso del dogma, che niente di oscuro, nè di -misterioso, nè di assurdo giammai dee sfigurarla questa ragione, dico, -non avrà tenuto indarno un sì energico, e penetrante linguaggio, sempre -che noi saremo a sufficienza forti, e decisi per abbattere, e svellere -delle radici l'edifizio il più impotente, ed il più mostruoso che -l'abbia mai disonorata, qual'è quello delle infinite cerimonie -superstiziose, delle pratiche all'eccesso ridicole, e degli usi -ributtanti, e irragionevoli che tenere faceansi fatalmente fino ad ora, -il rango, ed il carattere di religione, inventati scaltramente da quelli -che bene intesero in ogni tempo la teorìa delle regole adeguate, e -necessarie a mettersi in pratica per sedurre, o ammaliare, secondo le -circostanze, o il bisogno, un popolo che sempre tentarono, ad ogni -prezzo, di rendere ligio a' propri criminosi smarrimenti. - -Non ignoro, d'altronde, quanto arduo, e malagevole assunto riescire -dovrà per certuni quello di dovere abdicare in un momento quei -moltiplici deplorabili errori succhiati alla mamella, che per un lungo -periodo di anni furono loro fatti considerare come sacri, ed essere così -astretti a sostituire in vece delle verità nuove a' vecchi assurdi. Ma e -pure questo è in fatti l'unico sacrifizio, e il più importante, e -decisivo della sorte dell'uomo, che l'eccelsa ragione, la società, e la -natura esigono fermamente d'accordo dalla prosapia d'Israel, in -contraccambio del mezzi efficaci, e salutari ch'esse gli porgono. Quindi -una volta che la medesima si dedichi risolutamente di buon grado a -proclamare la durabile rigenerazione del suo culto, de' suoi costumi, e -della sua educazione morale, guidata da principj sì edificanti nel -cuore, i mezzi sì avidamente ricercati gli si offriranno per essi -medesimi alla mano senza la più tenue pena dalla sua parte; soggiugnendo -però che il ritrovarli solo non basta; con ciò pressochè nulla -avrebb'ella cooperato al di lei proprio solido giovamento; sopra d'ogni -altra cosa urgente, e necessaria è duopo studiare accuratamente la -difficile teoria di conservarli. - -(58) Senza fermarci quì ad oppugnare una pratica sì perniciosa e sì -comune, osserveremo soltanto che gli uomini, generalmente parlando, -hanno all'eccesso aumentati i vocaboli che servono a marcare l'atto -religioso, forse immaginando che la medesima idea espressa nelle loro -preghiere con vari giri differenti, gli uni più sommessi degli altri, ed -in ogni tempo seguitate da certe cerimonie ch'essi supponevano dover -piacere a Dio, loro attirerebbe il suo alto soccorso di una maniera più -affluente, più pronta, e più efficace. I Greci, ed i Romani attribuirono -molta forza, e attività a certi vocaboli, ed a certe formule -superstiziose che impiegavano essi nelle loro preghiere al segno di -restare fermamente persuasi che mediante il favore di alcune parole, -sostenute da varie cerimonie bizzarre, essi potevano astrignere la -Divinità ad essere loro propizia. Egli è così che ogn'uno s'immagina di -potere ampliamente ottenere dall'Essere Supremo ciò che domanda -impiegando molti termini sinonimi accompagnati da varie attitudini -diverse, e da clamorose preghiere, che formano la base prima, ed -essenziale di presso che tutte le sette che conosciamo. - -(59) Non ostante che gl'Israeliti sieno stati sempre obbligati di -pregare Dio, non pare verosimile che allora quando essi offrivano i -sacrifizj entro il loro antico Tempio venerabile, avessero duopo di -usare di quelle tante interminabili preghiere fisse, e quotidiane che -praticare si veggono da' moderni ebrei nelle loro proprie Sinagoghe. Ma -essi, nulla di meno, sostenuti dal Profeta (Oss. Cap. 14 v. 3) adducono -con intima convenzione ונשלמה פרים שפתינו (unscialemah parim sefatenu) -_Et reddemus vitulos labiorum nostrorum_. Intendendo con tale frase di -potere supplire oggi colle preghiere alla mancanza, ed alle totale -cessazione de' loro antichi sacrifizj; ed eccone precisamente lo norma -che quasi tutto il corpo dell'ebreismo ha conservata sopra un tale -rapporto. - -Siccome tutti i giorni offrivasi nel tempio di Gerusalemme due -sacrifizj, cioè, l'uno la mattina, e l'altro la sera, gli ebrei -Talmudisti hanno così stabilito di dovere recitare nelle loro Sinagoghe -la preghiera delle mattina denominata תפילה (Teffilah) quella della sera -che chiamasi מנחה (Minhah) che reputano equivalenti a que' due indicati -sacrifizj oggi soppressi. Ma nella occasione del Sabato, e delle feste -solenni, durante il corso dell'anno, oltre questi due sacrifizj -quotidiani, aggiugnendosene altro nuovo, così gli ebrei in simile giorno -aggiungono parimente altra nuova preghiera che appellasi מוסף (Mussaff) -cioè, _addizione_. E altresì opportuno quì di rimarcare, che oltre le -preghiere testè menzionate, che gli ebrei pretendono, d'accordo, come si -disse, fare equivalere a' sacrifizj annunziati, essi hanno ancora la -preghiera dell'entrare della notte, che stabilirono per ciò che restava -del sacrifizio vespertino, e che chiamano ערבית (Ngharbith). - -Ma se Dio avesse aggradite le parole in proferenza delle vittime, non lo -avrebbe egli stesso fatto capire, nel modo appunto ch'esso fece chiaro -per tante volte intendere di volere Olocausti, e non Preghiere in loro -vece, o piuttosto, come chiaro si esprime il Profeta Isaia (_Cap. 58 v. -6 e seq._) nè gli uni nè le altre, ma solo un puro, e retto cuore in -loro luogo? E giacchè altrimenti si presume, non basterebbe egli forse -una sola concisa preghiera in ciascun giorno? - -(60) È ben vero che sotto gl'Imperatori Romani gli ebrei avevano -l'amplia facoltà di giudicare pubblicamente secondo le Legge Mosaica -tutte le cause che agitavansi fra di essi, ma per altro questo diritto, -se vuolsi prestare fede ad _Origene_ che vivea in que' tempi, non era -già devoluto a' medesimi che per la mera procedura soltanto delle cause -civili, giacchè le criminali erano di competenza del solo Tribunale -Supremo di Roma (Ved. Orig. _Epist. ad Rom. lib. 6 Cap. 1_ & _Epist ad -Afric. pag. 243._) Se v'ha tutta via de' luoghi ancora ne' quali -dall'autorità Sovrana permesso al corpo degli ebrei che n'è soggetto di -costituire nel suo centro un Tribunale espresso per discutere, o -definire le sole cause civili che si agitano fra gli individui di questa -nazione, ciò, per altro, non segue che nelle Città dove gli ebrei -essendo alquanto numerosi, come Livorno, Roma, Amsterdam, Praga, -Venezia, ed alcune altre, i tribunali ordinarj del paese non potrebbero -supplire ed evaderle tutte con quell'esattezza, e sollecitudine che -richiede la giustizia, per chi vuole cautamente amministrarla. I -respettivi Sovrani dunque di tali Stati concedono di rivestire un certo -dato numero di ebrei i più qualificati per lumi, e per dovizie della -dignità giudiziaria, rimettendo fra le loro mani il deposito di una -parte dell'amministrazione della giustizia; ma questa dignità è -d'altronde così precaria, e circoscritta, che può essere loro tolta, o -surrogata ad ogni momento, e soggetta in qualunque siasi tempo alle -leggi dello Stato, alle quali l'intero corpo della Nazione che vi abita -è per ogni parte sottomesso. - -(61) Molti commentatori, fra i quali _Bustorfio_, _Girolamo_ ed il -celebre _Aaron_ caraita (di cui mi riserbo a fare menzione allorchè mi -emergerà di proposito ragionare della setta del caraismo) si fecero ad -opinare che le frequenti ripetizioni che si trovano in gran copia sparse -per tutta la scrittura fossero una conseguenza del genio particolare -proprio della lingua ebraica, la quale attesa la sua naturale semplicità -e concisione suole ripetere d'ordinario le medesime cose or sotto -vocaboli differenti, ed ora sotto identiche frasi. Per altro, tutto che -quest'opinione sia vera in gran parte, io veggo frattanto che _Omero_ è -generalmente imputato del medesimo difetto, siccome lo sono tutti gli -scrittori di quel secolo; ed i critici ritrovano una conformità -perfettamente identica fra la maniera di parlare del poeta Greco, e -quella con cui si esprime il legislatore d'Israel; ed io rimarco -parimenti che _Marziale_ non ha potuto astenersi in qualche luogo de' -suoi epigrammi dal deridere Omero per sola cagione di simile difetto (se -tale potea questo in quell'epoca chiamarsi), dal che si potrebbe -opportunamente inferire non essere già queste reiterazioni soltanto -particolari al genio della lingua ebraica, ma che anche l'idioma del -cantore di Smirne suscettibile fosse del carattere medesimo. - -Da sì fatta maniera di esprimere sì di frequente le stesse cose, vari -pensatori trassero argomento d'inferire che Mosè non potea essere -l'autore del Pentateuco, e tanto più questo dubbio prende piede in mente -loro, facendo attenzione alla diversità dello stile che vi s'incontra di -tratto in tratto, ciò che forma una prova in mente loro troppo idonea e -convincente onde fare credere che un medesimo scrittore non può in verun -modo esserne l'autore: alcuni ancora più moderati degli altri ne' loro -giudizi, opinano che per negligenza de' copisti l'ordine delle materie -possa essere stato alterato nel trascriverle dalla primitiva dizione -originale; e di ciò sembrami niente assolutamente più facile poichè -siccome gli antichi scrivevano sopra piccioli viluppi, o fogli separati, -che rotolavansi gli uni sopra gli altri, non avranno forse avuta le -necessaria precauzione di conservare sempre il metodo regolare delle -materie, ed in vece avranno fatto, senza dubbio, delle repliche, laddove -era duopo di sopprimere quelle che già vi erano antecedentemente, e di -elidere le cose inutili, o soverchie. - -(62) Per quanto ci narrano le Istorie di tutti i popoli conosciuti, non -vi fu luogo giammai sopra la terra, in cui gli ebrei che lo abitarono -non soggiacessero all'infamia degradante di vedersi contraddistinti dal -resto de' cittadini con certe marche affisse ora nella sommità del -Cappello, ora nella parte la più visibile degli abiti, e le femmine -stesse di questa nazione non ne erano escluse. - -Negli stati musulmani poi, ne quali non è appena che un secolo si -contrassegnavano anche i Cristiani, la marca destinata per gli ebrei era -del tutto differente da quella che fissavasi per gli altri, benchè non -molto visibile, e per conseguenza meno avvilente di quella con cui -venivano marcati sotto il cielo apostolico romano; ma una gran parte -degli ebrei, per altro, ben lontana dal riguardarla come tale, -compiacevasene al segno di considerare come pessimi ebrei quelli che -cercavano di ocultarla, o che al prezzo di moneta pervenivano a -conseguirne l'esenzione. - -(63) _Nostre Raison_ (dice il celebre D'Argens) _est un don de Dieu, qui -ne saurait nous tromper; c'est un présent qu'il nous a fait pour nous -donner le moyen de le connoître, et de le servir_ _Lett. Juiv. lett. -XXXIII. pag. 81._ infatti se questa sublime ragione, massime nelle cose -dimostrativamente evidenti, ci facesse smarrire dall'ameno sentiero che -conduce alla solida perenne felicità ch'essa promette, ne verrebbe per -illazione che Dio c'ingannerebbe, ciò che non può assolutamente -sostenersi senza il colmo dell'insania, Dio essendo la verità -inalterabile medesima. - - - - - CAPITOLO IX. - - Dall'origine della Misnah, e del Talmud; ossia della Ghemarah; - oggetto, e scopo di entrambe. - - -I grandi avvenimenti, dice un pensatore inglese, sono per l'ordinario da -gran cause prodotti; ma siccome i filosofi rigettano il più delle volte, -con certe ragioni da essi loro credute valide, ed inoppugnabili, queste -vantate cause misteriose, e soprannaturali immaginate, com'essi opinano, -da un certo numero di antichi ad oggetto di accreditare le loro -stravaganti opinioni colle quali ammaliarono lo spirito del volgo, sì -facile ad illudere e sì malagevole a disingannare, essi avrebbero dovuto -piuttosto cercarne la sorgente nelle antiche massime religionarie, e -studiare con diligenza il carattere genuino di que' soggetti che le -hanno prodotte, diffuse, ed accreditate, onde con più pronta e più -agevole maniera pervenire alla esatta cognizione degli enimmi sacri -generalmente venerati, sì familiari ad essi, e di cui la moltitudine -insensata, si fa depositaria, senza speranze di potere giugnere per niun -mezzo a comprenderli giammai (64). - -Tale appunto è l'intima natura delle innumerabili mistiche visioni delle -quali sono inondate le opere di cui entriamo a ragionare, e tale è -precisamente l'indole che ci fecero in ogni senso conoscere avere -quegl'individui che le hanno fino a noi tramandate. - -Per altro l'antichità di queste opere, il rispetto illimitato verso gli -estensori d'esse che si ebbe la scaltrezza d'insinuare nell'animo di -quelli sventurati che si avea precedentemente sedotti, il fermo loro -accanimento nel seguitare le une, nel difendere gli altri, la cura -indefessa che fu da quelli presa in ogni tempo ad oggetto di propalarle, -e perpetuarle, come opere provenienti dal Cielo, e dettate dalla stessa -increata mente dell'Essere Supremo: tutto ciò, dico, dovea per necessità -indispensabile impedire loro di credere che quelle opere, in gran parte, -altro non fossero per elleno medesime che un aggregato informe d'idee -bizzarre, scaturite da altrettante immaginazioni travviate, il delirio -particolare delle quali divenne pur troppo in breve spazio di tempo, -come succedere dovea senza scampo, uno smarrimento quasi universale di -tutto un popolo immenso (65); verità che frappoco sarà posta da noi al -chiarore dell'evidenza. - -Dal fin quì esposto sembrami rendersi quanto è duopo manifesto che -inferire solo io voglio di quelle opere unicamente che la tradizione -fece pervenire fino e noi, cioè il _Talmud_, ovvero come altri dicono la -_Ghemarah_, e di tutte le parafrasi complicate che la seguono (66), ma -affine di procedere con un ordine metodico, e sicuro in tale utile -ricerca, fa d'uopo avanti d'ogni altra cosa analizzare la sorgente -immediata da cui esso emana, e discendere in seguito a conoscere i -presunti solidi fondamenti su' quali appoggia l'ebreismo quella cieca -macchinale venerazione ch'esso ebbe sempre per riguardo ad un tal libro, -considerandolo come un codice non meno antico, e tanto sacro quanto lo -stesso pentateuco di Mosè (67). - -Benchè molti critici sieno fra loro discordi circa lo stabilire il tempo -in cui il Talmud sia stato effettivamente compilato, pure noi lo -fisseremo a 125. anni dopo la devastazione del secondo tempio; tale -essendo l'opinione la più generalmente conosciuta, e adottata. - -Il Rabbino _Jeudah_ il quale vivea in que' tempi, e che attesa -l'esemplarità della sua vita era denominato degli ebrei de' suoi tempi -רבנו הקדוש (Rabenu Akadosh) (_nostro maestro il santo_); questo Rabbino, -dico, il quale era eccessivamente dovizioso, ed amico intimo -dell'Imperatore Antonino il Pio, veggendo che la dispersione degli ebrei -avrebbe fatta dimenticare questa legge di bocca, ossia orale, scrisse -tutti i sentimenti, constituzioni, e tradizioni de' Rabbini che lo -avevano preceduto in un grosso corpo di opere, che distinse col nome di -משנה (Misnah) cioè _Ripetizione della legge_ che divise in sei parti; la -1. riguarda l'Agricoltura; la 2. si rivolge a fissare l'epoca in cui -debbono cominciare, e finire il sabato, e le altre feste; la 3. tratta -dei matrimonj, e di tutto ciò che rapportasi alle femmine; la 4. delle -procedure giudiziarie, e delle vertenze che nascono sopra ogni sorta di -affare civile; la 5. ha per iscopo la santità, ovvero i sacrifizj, ed i -principali riti della religione; la 6. finalmente si aggira sulle -purità, e sulle impurità (68). Ma siccome questo libro era per se stesso -molto succinto, e per conseguenza poco intelligibile; un inconveniente -di tale natura ha dato origine a delle forti, e interminabili questioni, -le quali fecero in ultimo risolvere due colti Rabbini abitanti in -Babilonia, l'uno chiamato _Rabenah_, e l'altro _Rabascè_ di riepilogare -tutto ciò che era stato esposto, ed agitato fino a' loro tempi sulla -Misnah, aggiugnendo molte altre osservazioni loro proprie, apotemmi e -detti rimarcabili, fissando la misnah come per testo, e le appendici -accresciute ad essa da' medesimi, come una spiegazione creduta ovvia, e -analoga, dal complesso delle quali essi formarono poscia l'intero corpo -del libro, che denominarono תלמוד בבלי _Talmud Bably_, cioè Talmud -Babilonico, oppure גמרה (Ghemarah) che significa _perfezione_, diviso -così ancora in 6 parti, denominate מסכתות (Massahtoth) _Trattati_; non -tacendo però che alcuni anni avanti un certo Rabbino Johanan di -Gerusalem avea compilata un opera quasi uniforme che chiamò תלמוד ירשלמי -(Talmud Jerusalmi) cioè, _Talmud di Gerusalem_; ma essendo stata questa -ritrovata molto concisa, rapporto alla vastità delle materie sulle quali -si aggirava, ed anche riconosciuto di uno stile alquanto barbaro, e -inusitato, il babilonico gli fu di gran lunga preferito, come più vasto, -più elegante, e più intelligibile. - -A questi poi dopo qualche spazio di tempo il Rabbino Salomon, detto -comunemente _Rascì_ (_R. Scelomoh Yarki_) di origine francese, fece un -brevissimo commentario, ed un accademia di vari altri differenti Rabbini -vi aggiunse così pure una certa dose di questioni, che appellarono -תוספות (Tossaffoth) cioè _appendici_, o _addizioni_. E quì opportuno -però di rimarcare che da questo Talmud Babilonico, furono già da gran -tempo elise molte cose, particolarmente i tre trattati compresi ne' sei -de' quali io vengo di parlare, attesochè quelli che concernono le -materie riguardanti l'agricoltura, o le semenze, i sagrifizj, le purità, -e le impurità più non sono attualmente in uso di sorte alcuna presso gli -Israeliti de' secoli recenti. - -Questa Ghemarah, e Talmud Babilonico che serve di regola fondamentale -agli ebrei in tutte le loro cerimonie religiose, non meno che in tutti i -loro affari, sia civili, o criminali, è scritto in un linguaggio caldeo -di que' tempi ch'è assai difficile ad intendersi, perchè, al riferire -dei dotti, è molto lontano dalla purità dell'antico terso caldeo che -parlavasi in Babilonia; oltre a ciò quell'opera è piena di confuse -questioni, di storie, o piuttosto di leggende fatte a piacere, che i -semplici decantano per vere, ma per poco discernimento che si abbia, -riesce agevole il comprendere, non solo altro queste non essere che -allegorìe inventate da persone più dedite a sorprendere il lettore, che -ad instruirlo, e che ad altro non tendono in massima, che a rendere gli -ebrei all'eccesso ridicoli in faccia agli altri popoli, ma che si scorge -in esso altresì delle falsità evidenti, massime in ciò che riguarda -l'istoria, la cronologia, e le scienze. Il loro principale scopo, in una -parola, non è ad altro fine rivolto che ad aggravare la mente di un -affluenza incalcolabile di usi, e cerimonie il più delle volte opposte, -ma quasi sempre estranee all'essenzialità della vera legge primitive, la -quale era onninamente aliena da quelle superfluità, o sottigliezze che -formano la base delle odierne instituzioni tradizionali (69). - -È ben vero, per altro, che gli ebrei forniti di talenti, e di coltura, -non prestano fede e questi fatti, senza un ben maturo ponderato esame; -ma frattanto la generalità di questa nazione riguarda come un esecrabile -apostasia il dubitare un solo istante della validità delle decisioni -talmudiche, per le quali essa nutre una venerazione tale, come se quelle -fossero esternate dalla bocca dello stesso legislatore Mosè. - -Egli è dunque così che queste tradizioni sono divenute sì affluenti -presso i recenti Israeliti, (benchè sopra un tale proposito qualunque -altra nazione non la ceda all'ebrea in verun modo) che tutta l'intera -vita di Mosè non sarebbe stata sufficiente per riceverle da Dio sulla -vetta di Sinai, dove suppongono che le abbia esso apprese durante lo -spazio di 40. giorni di sua non interrotta permanenza sopra quel monte: -ma gli ebrei Talmudisti pretendono di fare tacere ogni oppositore col -loro autorevole assioma הלכה למשה מסיני (Alahah Lemoscè Missinaj) -_Decisione che Mosè ha ricevuta sulla montagna di Sinai_. Ma non veggono -quanto sia fallace una simile asserzione; e quando ancora nascondesse -quella in se medesima qualche ombra di possibilità, l'errore che la -segue in ogni parte, l'inverosimiglianza che l'accompagna, ovunque la -farebbe senza ritegno, ad ogni riguardo allontanare. E ciò che di peggio -io vi scorgo si è che sotto questo nome specioso di tradizione gli ebrei -hanno abbracciato, alla rinfusa, i vaneggiamenti de' loro dottori, come -se Dio stesso glieli avesse loro rivelati sotto l'apparenza d'inspirate -intuizioni, non permettendosi neppure di esaminarli (70), a meno di non -volere cadere nell'eresia de' _Caraiti_ (di cui sarà da noi parlato -difusamente altrove); e se alcuno si facesse a richiedere loro le -fondate ragioni di quelle innumerabili glose rabbiniche, le quali -sembrano allontanarsi onninamente dal genuino testo della legge, essi -non hanno altra risposta a dare, che אמרו חכמנו (Amerù Hahamenu), cioè, -_lo dissero i nostri savi_, aggiugnendo così una fede implicita alle -confuse interminabili discussioni dei loro talmudisti, nella guisa che -procedevano appunto i discepoli di _Pitagora_, quando erano interrogati -sopra qualche assunto alquanto difficile e risolversi: _egli lo ha -detto_, era per quelli lo soluzione la più positiva, ed inconcussa di -qualunque siasi arduo problema. (71). - -Tale è propriamente l'origine e lo scopo di quel tanto decantato codice, -sì profondamente venerato dall'intero giudaismo, distinto generalmente -col nome di _Talmud_, le affluenti frivole questioni delle quali è -quest'opera immensa per ogni parte ripiena, non solo sdegnarono per -tante volte i filosofi saggi, ed illuminati fino a rigettarne le -massime, e a deriderlo; ma quale appunto lo fu in seguito l'apocalisse -per rapporto al cristianesimo, non servì quello che d'un arma offensiva -della quale usarono i nemici d'Israel, in ogni tempo, per attaccarlo, -anche nelle sue massime più essenziali, e orribilmente infierire contro -di esso (72). - -Infatti cosa potevano mai pensare gli antichi filosofi Greci, Arabi, e -Romani, osservando agitare delle lunghe, e pertinaci discussioni per -giugnere a diffinire se sia permesso in giorno di sabato cavalcare un -asino per condurlo a bere, oppure se debba tenersi per la cavezza? se si -possa in tale giorno camminare sopra un terreno seminato da poco tempo, -per non incorrere nell'inconveniente di calpestare, o portare via, -qualche granello di semenza co' piedi, ed essere quindi obbligati a -seminario di nuovo, ciò che in sabato non lice? se sia permesso, in quel -giorno medesimo scrivere tante lettere, o parole capaci a formare -unitamente un discreto paragrafo completo? se debba pure permettersi di -mangiare un uovo nato, o prodotto entro quel medesimo giorno ec.? E di -quanti altri sì fatti scrupoli bizzarri, e paradossali non sono ripieni -ovunque il Talmud con tutti i suoi differenti commentarj per rapporto -alla pasqua delle azzime, ed alla purificazione del vecchio fermento -lievitato nelle case? Vi si fa un lunghissimo trattato per decidere se -mirando passare un sorcio in qualche parte della casa con una mollica -tenuissima di pane in bocca, dopo fattovi lo sgombro generale, debbasi -ricominciare con nuove rigorose indagini le purificazione di detta casa; -se si possa cucinare i cibi destinati per uso della pasqua, delle azzime -col residuo dei carboni serviti ad abbruciare il vecchio pane -fermentato, ed altre simili mostruose questioni che opportunamente mi -emergerà di riportare (A) le quali non solo allontanavano gli ebrei -dalla vera inalterabile osservanza delle sacre instituzioni mosaiche, ma -gli rendevano altresì rozzi, ignoranti, e spregevoli all'eccesso in -faccia di tutti gli altri popoli del mondo, ed in particolare i Greci, -ed i Romani i quali vedevano sensibilmente la discrepanza, rimarcabile -che potea con fondata, ragione assegnarsi fra le loro classiche scuole; -e gli assunti utili, e rilevanti che vi si trattavano, e quelle de' -talmudisti, e le loro stravaganti; e prolisse controversie; ma passiamo -a rendere, più dimostrativamente sensibili queste verità sublimi, e -interessanti. - -(64) L'accidia, e l'indolenza, vizj sì ordinari alla massima parte degli -uomini sono, al parere di un dotto moderno, molto confluenti ad -alimentare i progressi poco vantaggiosi della tradizione. L'uomo, -generalmente parlando, è per indole sua più proclive a credere -macchinalmente una cosa che gli si assicura vera, di ciò che inducasi ad -affaticarsi con un esame lungo, e costante, e con uno studio assiduo e -penoso, ritrovando molto più agevole di seguitare con una stupida -quiescenza il corso delle cose già conosciute, ed usitate, che di -analizzarne l'origine, o sormontare fino alla primitiva sorgente dalla -quale si fanno quelle scaturire; così è che la generalità delle persone -lasciasi trascinare dal torrente impetuoso degli assurdi dominanti, e -finisce in ultimo col precipitare miseramente nel baratro immenso di -tutti i più orridi smarrimenti, dietro l'esempio fatale di quelli -(stupidi senza dubbio al pari di esso) che lo hanno preceduto, chiunque, -per tanto, vuole sanare di sì fatta deplorabile cecità, dee seguitare -con una cauta fermezza il precetto salutare di Seneca il filosofo, non -curare i giudizj del volgo, e sfuggirne la relazione: _Unusquisque -mavult credere quam judicare: nunquam de vita judicatur, semper -creditur, versatque nos et præcipitat traditus per manus error, -alienisque perimus exemplis: Sanabimur si modo separemur a cœtu._ _Sen. -de vita beata Cap. 1._ - -(65) È ne' tempi calamitosi di smarrimento, e d'imbecillità, dice un -illuminato filosofo moderno (_Philosoph. du bon sens Tom. 1 Réfl. 1. § -IX. pag. 94._) che la massima parte delle tradizioni che fanno fremere -le persone dotate di acume, e di talenti, ha presa la primitiva -sorgente, e benchè i nostri progenitori abbiano voluto dare a queste un -antichità più insigne di quella che si può elleno fondatamente -attribuire, non è frattanto che alla loro arbitraria ignoranza, ed alla -smodata credulità de' medesimi che noi ne siamo interamente debitori; -essi sono stati pur troppo la vittima sciagurata degl'impostori loro -contemporanei, e noi saremmo la loro, se non tentassimo di scuotere il -giogo lacerante che dessi vollero imporre alla nostra ragione, dopo di -averla per tante vie sedotta, illaqueata, e renduta quasi affatto -impotente di riuscirvi. - -(66) Tanto la _Misnah_, della quale noi entriamo bentosto a ragionare, -quanto il _Talmud_, ossia la _Ghemarah_ che serve alla medesima di -commento, e di cui mi riserbo a ragionare opportunamente in seguito, -altro infatti non sono che un ammasso complicato, e assai diffuso di -decisioni sopra un infinito numero di casi di coscienza, che nascono di -frequente sulla pratica de' riti, e delle cerimonie, nella massima parte -rabiniche, per le cui osservanza fu più volte rimarcato da' critici che -l'ardore del popolo ebreo tiene certamente del prodigioso. - -(67) Il celebre Maimonide nella sua prefazione alla di lui opera (Yad -Hazakah _mano forte_) dice che Mosè avanti la sua morte scrisse di -proprio suo pugno tanti esemplari del codice delle sua legge, quante -erano le tribù d'Israel, distribuendone una per ciascuna di esse, e -deponendo un altro simile nell'arca detta di alleanza; e che desse, -aggiugne lo stesso Autore, comunicò in seguito di viva voce al sinedrio -del suo tempo l'interpretazione di questa medesima legge, quale -interpretazione ch'egli sostiene comunicata da Dio a Mosè direttamente -sulla vetta di Sinaj, fu poscia insegnata dopo la morte di esso agli -antichi seniori da Gesuè suo successore, e luce del popolo d'Israel -(_vedi_ _Pirkè avoth cap. 4_) e che quelli che gli succederono, in -qualità di capi, e Sanhedrim fecero lo stesso al riguardo degli altri -più recenti che ne accrebbero il numero all'eccesso fino a _R. Jeudah il -santo_, che tutte le raccolse, conferì loro il metodo di cui mancavano, -e le mise il primo per iscritto. - -(68) È opportuno quì di avvertire che ognuno di questi ordini, o regole -è parimente suddiviso in molti libri, o trattati differenti, che noi non -faremo in questo luogo che accennare di slancio, riguardando come opera -lunghissima, e penosa il riportarla tutta per intero, potendosene -agevolmente osservare il dettaglio in _Bustorfio_ (_Recens. Oper. -Thalmud._) Per esempio, quello delle semenze, o dell'agricoltura -contiene undici trattati; il 2. è diviso in dodici libri, il 3. ne -comprende sette, il 4. dieci, il 5. undici; il 6. finalmente racchiude -dodici libri. Il Talmud ha così pure sei ordini, i quali sono divisi in -sessanta tre libri, e questi libri vengono ancora suddivisi in cinque -cento, e venti quattro capitoli, de' quali si compone l'intero corpo -immenso di quest'opera. - -(69) Oltre le numerose prescrizioni di tante speci differenti che sono -comprese in questo Talmud, ed alle quali tutti gli ebrei sono obbligati -di sottomettersi ciecamente, senza riserva, essi hanno certi usi che -differiscono, secondo le varie posizioni dove si trovano; essi chiamano -questi usi locali מנהגים (_minhaghim_) costumanze; e per meglio -ritenerli vi fu per sino chi ne ha così pure composti de' libri -particolari: si può inoltre chiaramente rimarcarli leggendo i libri di -preghiere che sono in uso fra gli ebrei, e ne' quali avvi qualche tenue -diversità sia per l'ordine, sia per le cose, giacchè il metodo seguito -dagli ebrei italiani, polacchi, ed orientali nell'esercizio di tali -preghiere, è alquanto differente da quello praticato dagli ebrei di -origine spagnuola o portoghese. - -I Rabbini scrissero così pure sopra questo medesimo soggetto -un'altr'opera che ha per titolo דינים (_Dinim_) _giudizj_, che si -possono quasi ridurre alle costumanze, per che gli ebrei variano in ciò; -e questi Dinim non contengono che delle ragioni probabili perchè si -debba fare una cerimonia piuttosto d'una maniera, che di un altra. - -(70) I partigiani della tradizione sostenuti da' ministri di questa non -cessano di ripeterci che i motivi della fede, come le picciole ali date -a Mercurio, sono troppo deboli per sostenerla; ciò che ha indotto forse -il _Mallebranche_ ad opinare, che _pour être philosophe il faut voir -évidemment; et pour être fidèle il faut croire aveuglément_ _Rech. de la -ver. Tom. II. pag. 168_. Peraltro Mallebranche quì non s'accorge che del -suo fedele, esso forma un imbecille, poichè in che mai consiste -l'imbecillità? a credere senza un motivo plausibile sufficiente per -credere: _tout homme_ (come giustamente lo riflette un dotto scrittore -moderno) _qui se vante d'une foi aveugle et d'une croyance sur oui dire, -est donc un homme enorgueilli de sa sottise_. _Elvet. de l'hom. Tom. -III. pag. 89._ - -(71) Del resto benchè gli ebrei nutrino uno zelo straordinario per le -tradizioni ch'essi pretendono di avere gradatamente ricevute da' loro -più lontani progenitori, come si disse, e che difendono con pertinace -accanimento, essi non hanno potuto giammai, ciò non pertanto, convenire -fra di loro degli autori da' quali gli hanno i medesimi realmente -ricevute, ciò che riesce molto agevole a provarlo, unendo insieme i -libri che ne hanno trattato diffusamente di proposito, come sarebbero, -per esempio, i commentari che sono stati fatti sul trattato che ha per -titolo (Pirkè Avoth) _I Capitoli de' padri_. L'illuminato _Abravanel_ -(nella sua prefazione all'opera che ha per titolo (Nahaloth Avoth) cioè, -_Retaggio de' padri_, ha usato di ogni suo sforzo per giustificare -questa pretesa non interrotta tradizione, ma inutilmente, _A. Iosef -Hajon_, e _David Gantz_ l'Autore del _Iuhasim_, ovvero _il libro delle -famiglie_, e tanti altri che hanno agitate simili questioni non ci sono -meglio riusciti. Ciò, per altro, sopra di cui tutti i rabbini sono -concordi si è che dopo Jesuè successore di Mosè, fino a Jeudah il santo, -che raccolse tutte le tradizioni, come osservammo, e le mise il primo -per iscritto, vi ha parimente una classe di antichi, la quale ricevè in -origine da Jesuè l'interpretazione della legge, indi a questi successero -i profeti di cui Samuel è stato il primo; e dopo i Profeti ebbe luogo la -grande assemblea, o sinagoga che si tenne sotto _Esdra_. Il dotto _R. -Mosè da Cotsì_ (nel suo gran libro de' _comandamenti della legge -Mosaica_) ad oggetto di unire questa catena immensa di tradizioni, e -dimostrare ad un tempo medesimo che dessa non era stata interrotta -giammai durante la cattività degli ebrei nella Babilonia produce certi -illustri soggetti della tribù di Judah; e di quella di Beniamino che -furono condotti cattivi in Babilonia, ed assicura inoltre che dessi vi -stabilirono la celebre accademia di _Nahardea_ sull'Eufrate, la quale vi -fu in seguito conservata del pari che le tradizione, che venne poscia -insegnata a quegli ebrei che ritornarono da Babilonia in Gerusalem con -Zorobabel, ed Esdra, dove si stabili così pure un accademia ad -imitazione di quella di Babilonia, che non lasciò perciò di sussistere -ancora perchè tutto il corpo degli Israeliti non ritornò già interamente -in Gerusalem. Finalmente questa tradizione fu conservata pure dopo -Esdra, il quale era capo dell'assemblea che si nomina la _grande_ fino -a' tempi del più volte riportato R. Jeudah il santo che tutte le -raccolse, come accennammo. - -(72) Quelli che con asprezza maggiore vollero tenacemente infierire -contro i principj che servono di base al cristianesimo, si prevalsero di -quelle tante predizioni che l'apocalisse di Giovanni ci rappresenta come -infallibili, e molto prossime a succedere, e che realizzare frattanto -mai non si videro, che non si disse intorno a quella nuova Gerusalem di -mille anni di cui è fatta menzione nel Cap. 21? La sua forma dovea -essere quadrata, la sua lunghezza larghezza, e sommità dovevano essere -di dodici mila stadi (500 leghe di francia) per conseguenza le case -dovevano avere così pure 500 leghe di ertezza: se così è dovea riuscire -di non poco incomodo per coloro a' quali fosse toccato di abitare -l'ultimo piano: e quella enorme bestia simbolica di sette teste, e dieci -corna col pelo di leopardo, i piedi dell'orso, l'esofago del leone, la -forza del drago; ebb'essa un successo migliore della prima? e la caduta -delle stelle dal Cielo sulla terra, e che col contatto che quelle fecero -col sole, e colla luna il loro passaggio restarono entrambe oscurate -nelle tre parti? E quel sì fatto libro che l'Angelo fece mangiare -all'Autore dell'apocalisse, qual libro riusciva dolce nel palato, e -amaro nello stomaco? se riflettiamo alla stravaganza di sì fatte -predizioni non dovremo certamente più stupirci, se i numerosi commentarj -fatti sopra di esse parvero consolidare le invettive che furono sovente -lanciate contro l'apocalisse, ed aggiugnere efficaci motivi agli -avversari di esso onde riguardarlo come apocrifo, e mendace. - -(A) (_Ved. Ghem. Tratt. Sciab. et Pesah. fol. 6 7 8._) - - - - - CAPITOLO X. - - Le glose moltiplici, e le diffuse parafrasi aggiunte da' Rabbini al -codice Mosaico, non solo ne adombrarono la primitiva purità edificante, - ma oltremodo gravosa, ed opprimente ne resero l'osservanza. - - -È cosa renduta omai troppo evidente, al detto universale de' filosofi, -che una causa non produce mai il suo analogo effetto, se non se allora -quando essa non è interrotta, nel progresso della di lei azione, da -altre cause più forti, e più insistenti, che per allora indeboliscono -l'azione della prima, e la rendono inutile: è ben vero pur troppo -rendersi presso che impossibile assolutamente di fare adottare de' sani, -de' metodici, degli utili principj ad uomini eccessivamente inveterati -negli assurdi prevenuti in favore de' medesimi, che ricusano di -riflettere, e quali nuovi etiopi schivano la luce, e inclinano a vivere -sepolti nelle tenebre; ma comunque siasi è d'altronde oltremodo -necessario che la verità disinganni le anime illibate proclive alla -ragione che la ricercano di buona fede, guidati dal commendevole disegno -di ritrovarla (73). La verità è una causa; essa produce direttamente il -suo effetto analogo allora quando la sua impulsione non è in verun modo -nè alterata, nè intercetta da ostacoli che sospendino il corso regolare -de' suoi effetti. Una prova infallibile di tutto quanto sostenghiamo si -è, che la causa dalla quale partiva il culto che i posteri di Abramo -hanno per molti secoli conosciuto, e praticato non potea essere più -ragionevole, ne più giusta, nè migliore, e gli effetti omogenei che -risultare si videro per lunga serie di anni chiaro ad evidenza lo -dimostrano: ma l'errore funesto che baldanzoso fecesi avanti a -soggiogare il cuore umano, indebolì enormemente l'azione salutare della -prima, ne tenne allora le sole veci, ne formò l'unico scopo, e la rese -come affatto inutile per l'Israelita de' secoli a noi più vicini, o -almeno come accessoria a' di lui urgenti bisogni. - -Infatti come mai accordare un ammasso spaventevole di chimere, di usi -insensati, e di fanatici esercizj che ripugnano il buon senso, colla -pretta religione che dee essere guidata dalla sola verità, e formare il -più grato alimento di ogni anima sensibile, di ogni cuore ingenuo, e -riconoscente? Le pratiche superstiziose sono alla religione, dice un -dotto scrittore moderno, ciò che i germogli inutili sono a' vegetabili; -essi ne corrodono lo spirito, e il suco, lasciano il tronco scevro di -umore prolifico, e l'impediscono di pullulare alcun frutto; le -moltiplici differenti credenze che dividono il mondo ci fanno -sensibilmente conoscere che quelle appunto le quali sono le più -aggravate di cerimonie superstiziose, o di riti stravaganti sono -regolarmente le meno praticate con quella integrità, ed esattezza che -richiedono, nè si veggono mantenute giammai nell'essenziale (74). Un -ebreo talmudista, un cattolico romano trasgrediranno i comandamenti -dell'Essere Supremo dieci volte il giorno, e sembra, ch'essi riserbino -entrambi tutta la loro più austera devozione, il primo ad alcune -pratiche ridicole del sabato, o della pasqua, e l'altro all'uso -stravagante delle vigilie, o della confessione; ve n'ha fra quelli chi -commetterà tranquillamente una frode, un adulterio, e che non si indurrà -giammai a bere il vino premuto da un goi, nè vorrà in alcuna guisa -tagliare il pane col coltello di costui (75): siccome avvene parimente -fra questi chi non si farà il minimo scrupolo di rubare, di commettere -delle infamie, ed anche, degli attentati i più crudeli, mentre non -vorrebbe perdere la benedizione del prete, o la messa di un solo -giorno (76). - -Tale è il destino di quelle religioni che impongono un giogo -insopportabile, ed un ammasso enorme di pratiche futili; esse cadono -nell'inconveniente pernicioso di doversi mancare nell'essenziale, e di -non essere osservate ne' punti, che più sarebbe urgente di conoscere, e -mantenere, intanto che quelli che sono per loro stessi indifferenti si -mirano difendere coll'entusiasmo il più fervido, e il più deciso. Ma -l'uomo nato con una intelligenza libera, e con un declivio che lo porta -a conservarla tale; spezza finalmente quelle truci catene che tentano a -renderla illaqueata, togliendo ad essa, per tante parti, l'uso -commendevole per cui il Supremo Creatore l'avea in origine destinata. - -Un disordine cotanto pregiudicevole noi lo dobbiamo senza contrasto -all'enorme affluenza di glose, commenti e tradizioni aggiunte al codice -antico specialmente sul quale era basato il culto primitivo che il -popolo ebreo ha un tempo esercitato col più felice successo, e laddove -questo, già di soverchio aggravante, per se stesso, rendeva spossate le -forze per sostenerlo, quelle le opprimono interamente, e le annientano, -senza avere giammai sortito il loro intento, e con massimo scapito -irreparabile dell'umana ragione. - -E quale mai sarebbe lo stupore de' Patriarchi de' Mosè, de' Jesuè, de' -David, de' Salomon, e de' Profeti se attualmente risorgessero fra i -viventi, e che potessero trasferirsi in tutti gli angoli della terra -dove la prosapia d'Israel è a' tempi nostri diramata, senza però essere -prevenuti delle strane peripezie alle quali fu essa per tante volte -soggetta, dal secolo in cui essi vissero fino all'età nostra? Questi -sani credenti opinerebbero, senza dubbio, di ritrovare tutta via intatto -sulla terra l'eccelso culto da essi un tempo conosciuto, e praticato, e -lo vedrebbero involto dal fosco velo di parafrasi diffuse, oscure, ed -annojanti; alle semplici, e nitide verità sulle quali reggevesi -fondatamente la loro pretta credenza essi vi troverebbero surrogate le -visioni deplorabili, e le mistiche allegorie di certi uomini proclivi a -controvertere ogni minimo punto contestato; in vece dei limpidi -sacrificatori che estolleveno le glorie dell'Eterno, ed offrivano le -vittime al venerabile altare della verità, per espiazione de' falli che -commessi erano dal Popolo, essi vedrebbero una caterva insana di -sedicenti כהנים (_Cohanim_) _Sacerdoti_, senza meriti, e senza causa -baldanzosi pretendere al grado, vantare i requisiti, ed imitare, in gran -parte, le ingerenze che unicamente erano imposte, per divino comando, -alla sola prosapia di Aaron (77); se ricercassero di visitare il loro -בית המדרש (_Beth Amedrash_) _casa d'interpretazione_ (78) vi si -farebbero spettatori delle questioni le più insulse non solo, ma le più -detestabili per diffinire se con fiaccola di sego, di cera, ovvero di -olio debbasi accendere il lampadario del sabato (79), se l'anima di -Adamo passasse nella spoglia corruttibile di Seth, e da questa entro il -Corpo di Mosè; se David sarebbe nato un aborto senza il dono gratuito di -anni settanta fatto ad esso dal primo ente ragionevole creato (80); Se -Dio si pentisse di avere distrutto Gerusalemme; se egli se ne -attristasse, in che passa egli il suo tempo, ed altre inezie simili, ed -esecrabili bestemmie (81); se informare si volessero de' progressi -luminosi che la religione del popolo d'Israel ha fatti da 1600 anni a -questa parte, loro si mostrerebbe il codice mosaico trasformato in un -ammasso enorme di pratiche, di usi, e di cerimonie, tanto stranamente -ridicole per essi, quanto riescono all'eccesso tiranniche, insoffribili -per noi; essi vi scorgerebbero imposte nuove instituzioni, nuovi digiuni -comandati, nuovi cibi vietati, altre lunghissime devote rassodie; e -reiterate jaculatorie prescritte che erano del tutto sconosciute nei -tempi andati (82); se la loro curiosità gli eccitasse finalmente ad -investigare gli avanzamenti solidi, e proficui, che il popolo d'Israel -fece, dopo un epoca immemorabile, nelle arti, nelle scienze, e nei -costumi, loro si porrebbe da una parte sotto gli occhi uno sciame -spregievole di sordidi, ed insensibili usuraj ontosamente impinguati -colla desolazione del prossimo (ved. l'annot. anteced. 37.) alcuni -chirurgi, pochi medici, molti commercianti, e niun artefice; mirare si -farebbe loro dall'altra l'espresso divieto dello studio delle scienze -(nomate follemente profane) sotto comminatorie fulminanti di eterna -dannazione contro di colui che avesse osato applicarvisi, o farne -pubblico esercizio (83); e convincersi, per ultimo, essi dovrebbero più -oltre che i costumi vanno fra noi al graduato livello dell'ignoranza, -prescritta come utile, e necessaria all'eterna salute del popolo -d'Israel (84). - -Ecco l'abominevole confronto che risultare per ogni parte vedrebbero -quegli uomini benemeriti dell'Israelismo fra la pura inalterata credenza -professata un giorno da' medesimi, e le moltiplici ributtanti cerimonie, -che sotto l'imponente viluppo di religione praticare osserverebbero fra -noi. - -Insensati! Essi tutti d'accordo esclamerebbero fremendo, se la religione -si crede (com'essa è, senza alcun dubbio) necessaria oltremodo a tutti -gli uomini, non è egli forse innegabile che le medesima debba essere -intelligibile per tutti? Essendo essa, (come ogni sano filosofo ne -conviene pienamente di buon grado) l'oggetto il più importante, e il più -indispensabile per la specie umana, l'eterna volontà dell'Essere Supremo -esigere non dee ch'ella sia per tutti coloro che ne fanno parte, la cosa -la più semplice, la più concisa, la più chiara, e la più dimostrata per -ogni ente ragionevole (85)? Non rendesi all'eccesso deplorabile il -vedere che questo assunto sì oltremodo urgente alla salute dei mortali, -sia precisamente quello che essi intendono il meno, e sul quale dopo -tanti secoli hanno quelli sempre disputato accanitamente senza divenire -giammai migliori, nè farne in alcun tempo resultare de' sensibili -vantaggj, che tranquillizzino lo spirito de' medesimi, e facciano loro -espressamente conoscere il retto sentiere che può con sicurezza -condurgli a quella solida felicità imperturbabile che dalla sola -incontaminata religione unicamente riconoscere possiamo (86)? Sembra, -pur troppo, che a questo essenzialissimo punto decisivo a noi pervenire -giammai non sia permesso. - -(73) _Quiconque vent s'appliquer à la recherche de la vérité_ (dice il -dotto Autore de la _Philosoph. du bon sens Tom. I. § III. Pag. 3._) -_doit éviter de prendre des principes qui puissent l'éloigner pour -toujours du bon chemin_. È per altro una cosa strana di vedere l'uomo -avido bramare l'acquisto della verità, e schivare ad un tempo la -presenza quando ella si offre all'occhio intellettuale della sua mente; -il suo splendore sembra offuscarlo, attonito pare che lo renda il suo -sembiante ed infierire ancora lo veggiamo sovente contro di colui che -glie la presenta o gliene addita il sentiere; _veritas odium parit_, è -ormai trito quanto verificato proverbio; infatti dicasi ad un uomo -qualche verità, sebbene utile per lui, ma offensiva in qualche modo al -suo amor proprio, esso la riguarda come un ingiuria e tenta di ogni -mezzo per vendicarla; e qual è mai quel settario che non riguardi con -occhio irascibile, o di positivo disprezzo colui che azzardasse di -correggere i suoi travviamenti proponendogli di sostituire alle sue -inveterate menzogne tradizionali le verità sane, religiose, ed -instruttive? E nell'uno, e nell'altro caso non abbiamo che rivolgerci -ovunque per essere colpiti ad ogni tratto da ripetuti percuotenti -esempi, efficaci a consolidare tutto ciò che di proposto asseriamo. - -(74) I fanatici per la religione, della quale si dicono osservanti, -lungi dall'essere il sostegno fondamentale e permanente delle sue -massime, non ne sono che il perpetuo flagello, e i disruttori; sempre -indifferenti alle azioni oneste, essi reputansi virtuosi non già sopra -quello ch'essi fanno, ma relativamente a ciò ci essi credono; la -credulità macchinale degli uomini è secondo il torpido giudizio de' -medesimi l'unica giusta misura della stessa loro probità: _Les hommes -ignorants_ (dice un illuminato pensatore moderno) _ne jugent les -opinions des autres que par la conformité qu'elles ont avec les leurs: -ainsi ne persuade-t-on jamais les sots qui avec des sottises._ Quindi è -che un uomo dotato di lumi, e di talenti il quale abomini di secondare -le loro pratiche insensate, e i loro smarrimenti perviene difficilmente -a godere presso di quelli la riputazione di individuo integerrimo, e -probo. Infatti quante volte si ode ripetere dalla bocca di questi -miserabili automati: _oh! sarebbe pure un onest'uomo il ... Se -mortificasse al suo corpo con digiuni frequenti; se recitasse a gola -spiegata le consuete leggende quotidiane, ed altre ancora, se non si -nutrisse di altri cibi che di quelli preparati da' suoi correligionarj, -se confessasse di continuo le sue colpe e i suoi pensieri all'orecchio -di un altr'uomo, se osservasse le astinenze delle vigilie; se non ....._ -ma io più non finirei allorchè riportare dovessi tutti que' se -condizionali che questi esseri abrutiti opporrebbero alla stessa probità -esemplare di un _Baile_, d'un _D'Argens_, d'un _Montesquieu_, d'un -_Rousseau_, d'un _Mirabaud_, d'un _Elvezio_, d'un _Mendelshon_, de' -quali dovrà il mondo in ogni secolo piagnerne la perdita fatale, -malgrado che ignote fossero loro interamente quelle mostruose cerimonie -senza l'esercizio delle quali non si può in mente de' fanatici essere -onest'uomo. Impostori! forsennati! Non potrassi dunque essere onest'uomo -senza essere imbecille! Ma v'ha egli mai sopra la terra uomini più -reprobi, esseri più perniciosi di voi, che ne siete scrupolosi -osservatori fino al delirio? Mi si accenni di grazia quale è mai -quell'azione criminosa della quale non vi rendiate voi stessi o -colpevoli, o correi e danno irreparabile de' vostri propri simili? voi -odiate, senza riserva, chiunque non vi assomiglia, voi perseguitate -accanitamente quegli uomini dotati di criterio bastante per conoscervi, -e di talento efficace a smascherarvi, voi siete ambiziosi, ignoranti, e -ingannatori, ed a molti fra voi altro forse non manca per essere gran -scelerati che il coraggio, ed i talenti; ma tutto che sempre vili, ed -abrutiti nell'ignoranza, e nella superstizione non lasciate però di -essere al maggior grado protervi, e sempre funesti alla società, voi -inferocite, senza ritegno, contro chiunque tentasse d'illuminare la sua -specie costretta violentemente a prostrarsi davanti le vostre orride -follìe, come alla presenza de' _Cocodrilli sacri_ di Memfi. - -(75) La superstizione degli ebrei talmudisti va fino ad un eccesso tale -in questa parte, che ve n'ha pure anche di quelli i quali non solo -resterebbero astemj tutta la loro vita piuttosto di bere il vino che non -fosse premuto da altri ebrei simili ad essi; ma se questo liquore così -manipolato, che chiamano כשר (Kascer) cioè, _ottimo_, o squisito, fosse, -per accidente rimosso da qualche גוי goy, (sotto tal nome comprendendo -tutti quelli che non sono circoncisi, o che non professano il giudaismo) -essi lo credono contaminato, e se ne astengono del pari, come se non -fosse in origine pestato dall'ebreo. Lo stesso principio superstizioso -nutrono i medesimi per rapporto a qualunque siasi vivanda preparata da -individuo non ebreo; essi non se ne ciberebbero quando ancora dovessero -soccombere all'inedia, ed al languore, ed alla morte stessa; ma di ciò -ragioneremo più diffusamente altrove; solo basti quì di sapere intanto -che gli ebrei moderni pare che abbiano rinunziato attualmente al -pregiudizio ridicolo del primo, ma essi restano altrettanto attaccati -ancora al mantenimento del secondo col più scrupoloso rigore. - -(76) Tutti gli attentati esecrabili commessi religiosamente da' perfidi -_Ravaillac_, _Damiens_, _Malacrida_, e _Giacomo Clemente_ di cui ci -fanno inorridire le Istorie, furono senza dubbio, preceduti, o -accompagnati da quelle stesse benedizioni, e cerimonie colle quali si -mirarono altre volte consacrate la _S. Bartolomeo_, i _Vespri -Siciliani_, i _Regicidj_ orribili, ed i più atroci misfatti; ed io già -dimostrai di proposito altrove (Ved. le Annot. 88, e 122 del T. II delle -_Notti Campes._) che non v'ha perfidia, o intrigo di cui questa classe -inutile al mondo non abbia, in ogni tempo renduto complice un Dio, nè -azione proditoria che non venga in nome suo filtrato dal vaglio -pernicioso della sua _fraterna_ iniquità. - -(77) Molti ebrei ritengono male a proposito anche oggi il nome di -_Cohanim_, o sacrificatori, benchè le loro ispezioni in tale qualità -sieno intieramente cessate, non esistendo più a' tempi odierni, nè -tempio, nè altare, nè olocausti da offrirvici, così il vocabolo כהן -(cohen) più non è a' nostri giorni che un mero titolo supposto decoroso, -e non già un grado di vero sacrificatore, quale era esso ne' tempi -andati: ma non per tanto quelli che si fanno attualmente distinguere con -simile attributo sono all'eccesso scrupolosi nell'osservanza di que' -riti medesimi, che erano altre volte comandati a quelli che discendevano -dalla schiatta d'Aaron, colla differenza però che quelli conoscevano un -capo uffiziatore כהן גדול (cohen gadol) _Sommo Sacerdote_, che i recenti -non hanno; ma del resto tanto perciò che riguarda la purificazione per i -morti, quanto relativamente al riscatto de' primogeniti maschi un mese -dopo la loro nascita, siccome ancora per quello che rapportarsi alla -primazia che pretendono questi sostenere sul resto del popolo, in mille -ridicole cerimonie religiose, che non giova quì annoverare, i nostri -Cohanim sono le perfette Scimmie degli antichi sacrificatori, a' quali -non s'indurrebbero giammai a verun prezzo a cedere di buon grado. - -(78) Queste dette altrimenti תלמוד תורה (Talmud Torah) _Instruzione -della Legge_, erano i luoghi dove s'insegnava, o spiegavasi la Legge co' -Commentarj de' Rabbini. Varie furono le Accademie di tal fatta che -gl'Israeliti eressero in diverse parti della Giudea, o altrove dopo la -distruzione del secondo tempio, ma la più ragguardevole di queste fu, al -parere de' dotti, quella stabilita in _Tiberiade_; egli è là che -insegnarono i più gran Maestri che gli ebrei venerano attualmente -_Jehudah il Santo_ (l'Autore della Misnah) _Rab. Haninah_, _Rab. -Jonathan_. È là precisamente che si compose la Misnah, e il Talmud; -finalmente si pretende da varj Autori che i Massoreti, ossia quelli che -hanno punteggiata la Bibbia insegnarono in Tiberiade. Molte altre ancora -furono erette in quelle parti dell'Oriente nelle quali gli ebrei fecero -una lunga permanenza. Essi vi installarono così pure ne' tempi a noi più -recenti alcune altre Accademie di tal fatta in Francia allorchè vi si -rifugiarono. _Beniamin di Toledo_ parla di quella di _Beaucaire_, alla -testa della quale e _Abraham Ben David_ che nutriva i suoi Scolari -quando erano bisognosi, e loro somministrava il vestiario quando ne -erano mancanti (Ved. _Ben. de Tol. Iter._) - -(79) In qualunque parte di mondo dove gli ebrei hanno il domicilio -trovasi costantemente praticato questo costume, senza che alcuno -frattanto sappia rendere convincente ragione della stretta osservanza -con cui quello mirasi ovunque usato, e mantenuto. Questo dunque consiste -in un lampadario più, o meno grande, che gli ebrei tengono appeso al -palco di un salotto, ed in linea perpendicolare al centro della mensa -preparatavi per mangiare; non avvi casa, purché abitata da ebrei, di -qualunque ceto, o condizione ch'essi siano, dove non si scorga -quell'arnese nella foggia medesima che accennammo. Questo sacro -lampadario (così chiamato per l'uso a cui si fa servire) viene acceso -intieramente nel tramontare del sole di ogni venerdì, non meno che -nell'imbrunire di tutte le vigilie delle feste solenni comandate dal -Pentateuco: le sole donne maritate sogliono incaricarsi generalmente di -sì fatto ministero; esse nell'istante di eseguirlo, recitano una -benedizione compilata espressamente per quest'oggetto, e vi attaccano -un'efficacia tale, che non vi è femmina ebrea la quale non creda -fermamente di essere esente da' pericoli del parto, da contagiose -malattie, e dalle sofferenze laceranti dell'Inferno, osservando -rigorosamente le tre prescrizioni ch'elleno impongono i rabbini, una -delle quali si è quella di accendere il lampadario del sabato. - -(80) Alcuni Rabbini asseriscono che Adamo, mediante la vastissima -scienza universale che gli attribuiscono infusagli prodigiosamente dal -di lui maestro, e custode _Raziel_ (di cui sarà da noi parlato altrove) -antiveggendo che alcuni secoli dopo di esso dovea nascere dalla prosapia -di Giuda un certo individuo che sarebbe nominato _David_; ma che in -forza degli alti impenetrabili arcani esso avrebbe dovuto essere nato un -aborto, e che d'altronde se si fosse prodotto nel mondo suscettibile di -lunga vita, avrebbe il medesimo formato il decoro del popolo d'Israel, e -sarebbe stato molto bene affetto all'Essere Supremo; prevedendo Adamo -dunque tale sciagura, e cercando la maniera di ripararla, aggiungono i -Rabbini, che supplicasse fervidamente la Divina Misericordia, onde -volesse togliere del lungo corso di sua vita (che prevedeva dovere -ascendere a mille anni) la somma di anni settanta, de' quali esso -inclinava fare un dono al Salmista Reale; al che Dio aderendo, senza -ostacolo, si fece l'assoluto depositario di questo dono, fino al momento -in cui fu esso fatto passare a David che ne fruì dal giorno in cui si -produsse fra i viventi fino all'estremo istante di sua carriera, che -fissò il compimento di anni settanta; passati ad esso gratuitamente dal -primo uomo (ved. _Ghem. Mas. Sanhed. Cap. VII. fol. 35._) - -Oggi non si troverebbe certamente fra noi alcun notajo che defferisse -rogare un simile contratto. - -(81) Hanno un bel giustificarsi quì i Rabbini ad oggetto di diminuire -l'orrore che apporta agli uomini forniti di lumi, e di buon senso il -carattere odibile ch'essi attribuiscono all'Essere Supremo, adducendo -che sì fatta loro maniera di parlare non è che al figurato, al solo -disegno di adattarla alla intelligenza limitata del volgo, come se per -farsi capire dalla classe ignara fosse permesso al terrigeno mortale di -avvilire il sommo autore della natura a questo segno: quale insania -deplorabile! Non è già così che le scuole di Socrate, di Platone, e di -Aristotile insegnavano a conoscere, a temere, e ad adorare il Dio -dell'universo; e sebbene si trovassero astrette quelle pure qualche -volta ad esternarsi a persone ignoranti, per rapporto alla vera -cognizione di questo Essere degli esseri, quelle frattanto ritrovavano -il pronto mezzo di farglielo elleno esattamente capire senza lasciarsi -trascinare dal torrente di simili eccessi. - -Non v'ha certamente che il filosofo il quale possa elevarsi fino alla -sublime contemplazione di questo Essere increato, nè altri fuori di -quello può, ad ogni esperimento, con rispetto maggiore estollerne le -glorie. In fatti pretendere che Dio sia suscettibile di pentimento, di -passione, di dolore; ch'egli possa offendersi delle azioni degli uomini, -non è egli lo stesso che annientare tutte le idee che noi dobbiamo -d'altronde avere di questo Creatore Supremo? Dire che l'uomo può turbare -l'ordine dell'universo, che esso può accendere il fulmine fra le mani -del suo Dio ch'esso può frastornare i suoi progetti, non sarebbe lo -stesso che il credere, che da esso lui dipende unicamente di alterare la -sua ineffabile clemenza, di trasformarla in crudeltà? È appunto così che -la Teologia non fa che distruggere incessantemente con una mano, ciò che -desso edifica coll'altra; quindi si può opinare con giustizia, che se -ogni tradizione ora le è fondata sopra tali esecrabili principj, -dobbiamo ragionevolmente conchiudere che basate sono, per conseguenza, -tutte quante sopra una contradizione dimostrativa. - -(82) Non dobbiamo che richiamare quanto fu già da noi esposto fino ad -ora per restare ampliamente convinti, che se l'Israelita de' nostri -tempi dovesse prefiggersi di osservare alla lettera, e tutto ciò che gli -venne ordinato da Mosè, ed altrettanto che la tradizione gli prescrive, -esso non vi riuscirebbe giammai senza un prodigio; mentre è presso che -impossibile che l'uomo debole quale esso è per sua natura sentisse forze -bastanti per respignere le passioni sregolate dalle quali è soggiogato, -e ad un tempo medesimo, vincere gli affetti viziosi che lo seducono, e -rinunziare, in una parola, al di lui essere, come sarebbe necessario per -caricarsi di una soma di gran lunga preponderante alla sua capacità: ma -non per tanto l'attaccamento degli ebrei per le loro tradizioni è tale, -ch'essi trascureranno venti precetti fondamentali del pentateuco -(siccome lo abbiamo rimarcato non è che un istante) piuttosto che -estinguere un lume in sera di festa, o che prendere anche scarso cibo la -sera, ed il giorno del 9 del mese di _Av_, o negli altri digiuni (de' -quali è fatta speciale menzione nella seguente annot. 131) e che gustare -un volatile condito, o cucinato nel butirro, benchè la scrittura non lo -vieti di sorte alcuna, o che desistere in fine per un solo giorno dal -recitare le leggende quotidiane, e cose di tal fatta, in tanto che la -vera osservanza dell'essenziale è quella che l'occupa il meno, e che -forma l'ultima, e la più indifferente delle sue cure. - -(83) Questo deplorabile malore in vero non è affatto nuovo nel mondo, e -per quanto io mi accorgo gli ebrei non furono già fra gli uomini i soli -ad esserne gravemente infetti, poichè vi fu già un tempo sulla terra, al -dire dell'abate _Cartaut_ in cui le scienze, e l'arte di scrivere furono -dalla chiesa romana riguardate come occupazioni labili, e mondane, e per -conseguenza indegne totalmente di un ottimo cristiano. - -(84) E con quale fondamento lusingare ci dovremo di potere mai ritrovare -irreprensibili costumi laddove i mezzi che sarebbero sufficientemente -capaci a farceli apprendere, a regolargli, sono totalmente ignorati -dalle massima parte fra noi? E quale meraviglia se quelli in particolare -della prosapia d'Israel ci appaiono cotanto insociabili, e sì strani? -Essi dovranno andare sempre mai su questo piede fino a tanto che la -superstizione sarà dalla medesima preferita alla solida coltura dello -spirito, le pratiche ridicole anteposte all'esercizio delle massime -salutari della pretta Religione, e fino a tanto che questa nazione, -impressionata de' suoi antichi errori, stimerà più necessario di essere -devota, che instruita. - -(85) Quanto più sanamente osservata, e mantenuta sarebbe dagli uomini la -vera Religione, quante meno querele suscitare si vedrebbero a suo -riguardo, e quanto più rispettabile, in ogni senso riuscirebbe la -pratica di essa in faccia degli increduli, se la chiarezza, e la -precisione fossero l'appannaggio de' suoi ammirabili principj, nel modo -che la tersa verità dee essere la sola interprete genuina delle sue -massime; coloro che ne fanno pubblico esercizio non si vedrebbero allora -più astretti, come accade loro sovente, di credere ciecamente senza -potere rendersi a se stessi la benchè minima efficace ragione di ciò che -forma la base radicale della loro propria credenza; ciascuno -ritroverebbe spiegati nella pratica medesima di esse quei solidi motivi -sufficienti del loro credere, senza brancolare inutilmente col pensiere -nel vortice immenso de' dubbj tormentosi, e delle arcane illusioni, che -gli si fanno servire di ammaliante corredo; ma frattanto alcun vantaggio -reale risultare non se ne vede in favore di coloro che la professano. Ma -tutto ciò sarà mai sempre ineseguibile fra gli uomini fino a tanto che -la religione diverrà per certuni un soggetto di speculazione sulla -terra, ed un mestiere da potersi esercitare coll'ingannevole orpello -dell'umiltà, e della devozione. - -(86) Il primo scopo che si prefissero in ogni tempo i propalatori delle -tradizioni sacre in generale, si fu quello di ammaliare la stupida -curiosità di quegli uomini che stabilirono di sedurre; e di allontanare -dall'occhio dell'esame qualunque dogma, di cui l'assurdità troppo -evidente, avrebbe dovuto necessariamente a prima vista, in mille guise -colpirgli. Non meno nell'uno, che nell'altro essi vi sono completamente -riusciti. La pratica delle superstizioni è assai più agevolmente appresa -di ciò che riesca facile conoscere l'esercizio commendevole di una -pretta religione, della virtù, del disinganno. In fatti è molto meno -arduo per l'uomo di genuflettersi a' piedi degli altari, e recitarvi le -preghiere, immergersi nel Gange come i _Bonzi_, nutrirsi di magro le -vigilie, confessare le proprie colpe all'orecchio di un'altro uomo, -abbigliarsi di certi arnesi, o astenersi da certi cibi, di ciò che sia -perdonare come _Camillo_ agli snaturati concittadini, o calpestare con -isdegno le ricchezze, come _Papirio_, o farsi il corifeo della virtù, -come _Aristide_, ovvero instruire il mondo come _Socrate_. Sempre -indifferenti a questi sublimi tratti di straordinarie virtù, essi non -sono ad altro interessati che a sostituire a queste le offerte, i -digiuni, le espiazioni, persuadendo scaltramente gli uomini che si può, -senza ostacolo, col solo mezzo di certe cerimonie superstiziose, -giugnere per sino ad imbianchire l'anima anerrita dai più atroci, ed -esecrabili misfatti. Ciò che ha dato sorgente funesta in ogni tempo fra -gli uomini, siccome io l'ho altrove rimarcata (annot. 100.) sul -proposito della confessione auriculare, a tutti quei criminosi -travviamenti a quali può essere soggetto lo spirito umano. - - - - - CAPITOLO XI. - - Seguito del medesimo soggetto. Esame delle verità esposte. - - -Tutto che molte sensate persone sdegnate restino, e percosse dalle -complicate assurdità di dettaglio di cui non solo le tradizioni -ebraiche, ma tutte quelle altresì dei popoli che conosciamo sono -ripiene, esse frattanto non ebbero giammai fino ad ora il risoluto -coraggio di rimontare fino alla sorgente venefica dalla quale sì fatte -assurdità dovettero probabilmente ritrarre l'origine fatale, per tutto -non vi si scorge che uomini, o criminosamente ipocriti, o brutalmente -zelanti, proclivi ad accreditare le più assurde contraddizioni, le più -ridicole novellette, e le intuitive follìe, riscaldando, o seducendo -colle illusioni le più bizzarre la credula fantasia degli uomini i quali -finiscono in ultimo coll'identificarvisi, e idolatrare delle chimere: _o -homme!_ esclamava altre volte un saggio illustre, _qui saura jamais_ -_jusqu'où tu portes la folie, et la sottise? Le Théologien le sait, en -rit, et en tire bon parti._ - -Si ha d'altronde un bel sostenere, e dagli ebrei non meno che da tutte -le altre sette concordi, che la sola legge scritta non sarà mai per se -medesima sufficiente, quanto l'urgenza lo richiede, a fondare le -inconcusse basi della religione; senza l'immediato soccorso della -tradizione; oltre che ciò resta formalmente smentito da' moltiplici -percuotenti esempi da noi altrove opportunamente riportati di quei tanti -distinti soggetti, a tempo debito citati, i quali senza conoscere -tradizione di sorte alcuna non lasciavano di essere perciò gli esemplari -modelli della credenze d'Israel (e de' quali si cercherebbero indarno -imitatori in tutto l'antico, ed il recente Giudaismo) ed i veri -prediletti dell'Essere Supremo; si potrebbe, all'opposto, senza timore -d'ingannarci, dimostrare con evidenza che altrettanto le parafrasi, ed i -commenti riescono utili, e sovente necessarj, allorchè tendono a -semplificare il soggetto originale, col mezzo d'idee chiare, -compendiose, e intelligibili, quanto non meno gli uni che le altre si -rendono all'eccesso aggravanti, e perniciose allo spirito, se diffusi, o -enigmatici si scorgono; nel primo caso il testo acquista nuovi lumi -efficaci a rischiarare la mente poco idonea di approfondirne per se -stessa il vero senso; nell'ultimo poi esso diventa molto più oscuro, più -confuso, inutile del tutto. Or, quale di questi sarà, dunque giustamente -il caso nostro? Basta farci a considerare di slancio la soma enormemente -onerosa, della quale oggi trovasi aggravato il Popolo d'Israel in tante -guise differenti, in proposito di Culto, e religione, per ritrovare -senza gran pena la soluzione positiva di simile problema. Dicasi pure, -come sarebbe in verun modo possibile all'ebreo Talmudista di mantenere -il sabato al rigore delle cerimonie innumerabili che vi aggiungono i -Rabbini, minacciando una dannazione irremissibile contro chiunque -individuo il quale si dimostrasse refrattario, o trasgressore delle -medesime? Non bastava forse la sola prescrizione ordinata da Mosè di -santificarlo e fare cessare in esso qualunque opera servile, per -accrescervi, nella guisa che fece la tradizione, tante futili -controversie, tante glose incongruenti del tutto estranee all'osservanza -primitiva del precetto ed alla mente dell'Institutore (87)? - -Ed in qual modo potrebbe egli osservare giammai con esattezza tutto -quanto le parafrasi rabbiniche gli prescrivono concernente le altre -feste, oltre i tanti numerosi precetti che dagli espressi ripetuti -comandi della Divinità medesima sono ad esso autorevolmente imposti, -senza ledere, o trascurare gli articoli essenziali del suo Culto? Ma che -diremo già noi, se attignere si dovesse le nostre idee relativamente -all'Essere Supremo nelle discussioni tradizionali? Non si -mostrerebb'egli quest'Essere a noi sotto i tratti i più proprj a -rigettare la nostra adorazione il nostro amore? In fatti come -sarebb'egli possibile giammai di sentire del trasporto per un Essere di -cui l'idea che ci viene rappresentata, ad altro non serve, che ad -eccitare il terrore, e di cui i giudizj che vengono dalla medesima -riportati fanno fremere (88)? Come ravvisare senz'allarmarsi un Dio che -ora ride, ora piagne, ed ora scherza, come immaginare, senza orrore, un -Dio che secondo la tradizione sembra prendersi a scherno il destino de' -mortali, occupato di farsi sempre temere, e mai di farsi amare? Eh, che? -Tale forse non è il carattere odibile che la tenebrosa tradizione di -tutti i popoli della terra, senza escluderne forse alcuno, ci trasmise -dell'Autore Supremo delle natura (89)? - -E se da testè riportati assunti passare si volesse ad interrogare la -tradizione Israelistica specialmente sopra i cibi, supporremo noi forse -che potesse meglio riuscirci, la ritroveremo noi, per qualche parte -almeno, più sensata, meno ridicola, più congruente? Che l'astinenza di -alcuni cibi, o il divieto di nutrirsi di certi animali, autorizzato -parimente presso molti popoli antichi, nel modo che lo abbiamo altrove -chiaramente significato (ann. 28) ed imposta agli ebrei come un precetto -non meno urgente ad osservarsi degli altri che il Codice Mosaico avea -eglino già prescritti, sia che fosse il medesimo basato sopra uno di -quei menzionati disegni da' quali erano que' popoli guidati, sia che -diretto venisse da qualche altro, che le sacre pagine rivelarci non -vollero, debba riguardarsi come una instituzione utile, ed anche in -certi climi, a molti riguardi ovvia, e indispensabile, ciò potrebbe -senza ostacolo accordarsi, ed io ne convengo di buon grado, ma che una -semplice ingiunzione ordinata da Mosè, benchè triplicatamente di _non -cuocere l'agnello nel latte della capra_ (90), e che altro per se -medesimo non è che un mero suggerimento di umanità, onde fare -sott'intendere con esso di non incrudelire contro di coloro da' quali -abbiamo tratta l'esistenza sulla terra, che un avvertimento morale di -simile natura, dico, debba implicare una quantità di altri usi, e di -astinenze, le quali, anche a senso di qualche accreditato Rabbino, non -hanno il benchè minimo rapporto collo spirito intimo del precetto di -Mosè; ecco ciò che una mente illuminata soffrire certamente non potrebbe -senza indignazione (91). - -Ma cessiamo di più lungamente inveire contro gli smarrimenti umani; la -sola esposizione sarebbe stata sufficiente per se stessa a dimostrarne -l'assurdo; e farci quindi giudicare quale intimo valore il sensato -filosofo ebreo vi attacca, e la fede che il medesimo vi presta. Ma -essendoci prefissi fondatamente di condurre il popolo d'Israel nel -sentiere della ragione; disingannarlo de' vetusti suoi errori, -restituirlo al suo antico decoro, ed illuminarlo intorno i di lui veri -interessi, noi fummo astretti ad esporre una parte di que' dogmi, riti, -o cerimonie che la tradizione gli fece, per tanti secoli, considerare -come sacre, corredate ovunque di quelle osservazioni analoghe, che ci -sembrarono le più efficaci a sortire il nostro premeditato intento, ed a -giustificare nel tempo stesso i fondati motivi delle nostre salutari -operazioni. Quindi tutto ciò che fu da noi opportunamente riportato -sulla evidente inutilità della massima parte delle glose tradizionali, -sembrami sufficiente a fare ampliamente comprendere quanto meno -stravagante oggi comparirebbe il Codice mosaico nelle menti sovvertite -de' filosofi increduli, se non gli fossero eccessivamente addizionate -quelle moltiplici bizzarre cerimonie che fin quì combattemmo, colle -innumerabili altre prescrizioni strane, ed insensato che ommesse abbiamo -come non solo destituito affatto di verità, di base, e di ragione, ma -come opposte diametralmente alla purità inalterabile del fonte -incontaminato da cui si pretende follemente farle derivare (92). -Conchiudendo, in ultimo coll'evidenza irrefragabile alla mano che tutti -i principj di tal fatta non sono che il risultato genuino di una -sregolata immaginazione, o di entusiastico trasporto in cui -l'esperienza, e il raziocinio non ebbero giammai alcuna parte; e -l'eccessiva difficoltà che sovente incontrasi a combattere simili -principj solo dipende dall'indole riprovabile della fantasia umana, la -quale preoccupata una volta dalle illusorie visioni che la sorprendino, -e la rimuovino, si rende incapace assolutamente di riflettere, di -ragionare (93): Colui che si accigne a combattere la superstizione, ed i -suoi terribili fantasmi colle armi della ragione (dice sensatamente -_Shaftesbury_) rassomiglia ad un uomo il quale si servisse di una spada -per uccidere delle zanzare, o de' moscherini, sì tosto che il colpo è -vibrato, le chimere fatali, a guisa di que' tormentosi insetti, -ritornano a svolazzare intorno all'uomo, riprendendo nel suo spirito il -luogo stesso da cui supponevasi forse di averle proscritte per -sempre (94). - -E pure questo male ancora, tutto che all'eccesso orrido, e flagellatore -apparisca agli occhi nostri, non è, nulla ostante, senza qualche pronto, -ed efficace rimedio; ma questo, per altro in vano ci potremo lusingare -di conseguirlo fuorchè dalla sola ragione; procuriamo dunque di -allontanare da' suoi recinti lo sciame infetto delle contaminate visioni -che rendevano fino ad ora un peso incomodo, e lacerante per l'uomo; -rinunziamo fermamente di accordo a quelle odiose follìe che la -degradarono sì di frequente, e che la nostra insensata credulità gli -fece servire miseramente di pascolo, e di arredo per sì lungo periodo di -secoli, proclamiamola definitivamente nostra guida, ed essa ci farà, in -ogni senso, conoscere ciò che sia vera felicità sopra la terra, e per -quali mezzi adeguati ed infallibili può l'uomo pervenire a distinguerne -il sembiante, a possederla in tutta la sua integra purità, ed -estensione. - -(87) Il prototipo occasionale da cui emana il fondato motivo -dell'osservanza del sabato non può essere per se stesso più edificante, -nè l'alta idea che ne ha concepito il popolo d'Israel più solidamente -radicata; ma gli accessorj enormi che si ebbe l'imbecillità di -aumentarvi, sono quelli unicamente che oscurarono, al solito, la genuina -intelligenza di simile precetto. - -Quindi siccome questo dì è chiamato dalla scrittura giorno di riposo, e -di ricreazione; così i fautori Talmudisti avvezzi a prendere tutto al -letterale del senso, indagando quale ricompensa potere stabilire a chi -tale dovere compisse, si fecero ad immaginare che Dio nell'ingresso del -sabato accordasse ad ogni individuo ebreo un _anima superflua_ נשמה יתרה -(_Nesciamah Jeterah_), o come altri dicono, uno spirito ricreatore, -affine di potere meglio riposare in quel giorno, e onde più agiatamente -mangiare, bere, e sollazzarsi, e che al decremento del sabato Dio -ritirasse tutte le anime, che avea esso distribuite la sera precedente: -_R. Abraham_ ragiona seriosamente di quest'anima superflua nel suo -_Commentario sul Pentateuco_ che esso chiama אגודת אזוב (Agudath ezob), -cioè _mazzetto di mirra_. Essi rendono pure in quel giorno gli angeli -commensali degli ebrei, ed i più fanatici fra questi persuasi -intimamente dell'arrivo di tali nuovi ospiti serafici, si fanno loro -incontro fino nelle scale con un certo complimento ad uso angelico. -Nell'intonare di un certo inno espresso a tale riguardo la sera di -venerdì, essi ritengono per sicuro che lo anime eschino dall'inferno, -dove non rientrano che all'imbrunire del sabato, allorchè la preghiera è -terminata, e alcuni Rabini sostengono che anche le sofferenze degli -ebrei dannati cessano in quel giorno. - -I Talmudisti prescrivono altresì come un precetto indispensabile di -dovere fare tre splendidi pasti durante il giorno di sabato, affine di -essere con tali mezzi garantiti, come essi dicono, da tre funesti mali, -cioè dalle pene dal Messia, dalla micidiale guerra di Gog, e Magog, e -dalle fiamme del Gheinam. (ved. _Mas. Sciab. cap. IV._) Il rimedio in -vero non può essere più grato, nè più idoneo ad attirare degli -applicanti. E quante altre decisioni superstiziose non si sono parimente -sostenute da' Rabini, relativamente alla proibizione di accender fuoco -la sera, ed il giorno di sabato, un trattato intero di Misnah sopra -questa materia contiene le regole molto austere per l'esatta osservanza -di questo riposo corporale, di cui fu da noi già parlato (annot. 56) non -meno che sul fuoco, ed altre cerimonie per ovviare che non vengano -trasgredite, mentre che si ha tanto poco zelo per la vera pietà. - -Ma essi, per altro non comprendono che il riposo macchinale ordinato -agli ebrei da Mosè di non muoversi alcuno in questo giorno dalla sua -posizione in cui ritrovavasi nel momento dell'ingresso della festa (ved. -l'annot. citata) conveniva agli ebrei solo nel deserto, dure non doveano -essi altro fare che rimuoversi per raccogliere la manna che in duplice -dose cadeva loro prodigiosamente il giorno avanti; prescrizione che oggi -eseguire non si potrebbe in verun modo; siccome non mi sembrerebbe -inverosimile l'opinare che il divieto di accendere fuoco in simile -giorno entro le abitazioni domiciliarie si riferisse a un doppio senso -primo al fuoco sacro usato allora dal Pontefice sommo per servizio -dell'altare, dove in quel giorno soleva ripetersi l'olocausto per tre -volte, e ciò vuole implicare di non doversi servire nè accendere di quel -fuoco per uso di famiglia, che ne sarebbe rimasto profanato, ed il -trasgressore divenuto reo di esecrabile sacrilegio: secondo; essendo gli -ebrei nutriti nel deserto colla prodigiosa caduta della manna, che ad -ogni loro richiesta trasformava qualunque sapore, senza il soccorso -dell'arte di cucina, e riscaldati da un ignea nube, che secondo la -scrittura additava loro il cammino che doveano tenere durante il corso -delle loro marcie notturne, inutile, come bene si scorge, rendevasi loro -il fuoco, non meno per l'uno, che per l'altro oggetto. - -A tempi nostri però che i sacrifizj sono cessati, e che si fattamente -rari si rendono fra noi tali prodigi, parrebbe, che l'ebreo della nostra -età dovrebbe esservi dispensato dall'osservanza di simile precetto il -quale, nella guisa che testè accennato abbiamo, sarebbe ad esso lui -presso che impossibile di mantenere oggi a rigore, sia che considerato -venga alla lettere, come lo pensano i Caraiti, sia che prendasi in -astratto nella guisa che praticare veggiamo a recenti Talmudisti. - -(88) I panici timori che incute la tradizione teologica, anche sopra -oggetti che religiosamente parlando non implicano timore, degradano lo -spirito, e l'anima, traviano l'uno paralizzano l'altra, ed incapaci le -rendono entrambe di lumi, e di ragione, così è pur troppo, che -comprimendo essa l'uomo sotto l'aggravante peso del timore, allontana in -lui la speranza di un conforto, debilita le sue forze, e di un integro -adoratore del Dio vivente forma uno schiavo pusillanime, e spregevole, -la cui devozione macchinale altro a fondo non è che un cupo velo di cui -si serve, il più delle volte, per inorpellare i suoi orribili assurdi, e -i suoi misfatti. Ben diversa però è la massima dell'uomo saggio; egli sa -essere religioso senza essere pavido, perchè la sua ingenua coscienza è -sempre mai limpida, ed uniforme a' sani principj del suo credere. - -(89) Io ho già di proposito rimarcato in qualche luogo (ved. l'_annot. -8. T. I. pag. 41. delle Notti Campestri_) che il primo scopo che si -prefissero in ogni epoca del mondo i promulgatori di Sacre chimere fu -quello di attribuirsi il carattere imponente di Direttori Spirituali -delle Nazioni, onde con tale mezzo a colpo sicuro pervenire a disporre a -loro talento; per meglio dunque riuscirci essi opinarono di -rappresentare Dio come un Essere occupato unicamente d'incutere timore -nell'animo de' suoi creati, e dedito giammai a farsi amare, e quindi -risultare lo fanno nelle loro assurde illazioni, a un tale riguardo, or -come un Essere debole, ed or come tremendo, or come benefico, ed or come -tiranno, senza altra ragione che la sua propria volontà. Nè dee recarci -sorpresa di ritrovare dei popoli i quali giunghino al delirio -spaventevole di concepire idee cotanto mostruose, e ripugnanti del -provido Autore della Natura, dal momento che ci faremo ad investigare -per una parte l'indole infelice del volgo nel credere ciecamente alla -rinfusa ciò che ha l'apparenza di prodigioso, e di stravagante, ed a -conoscere sensibilmente dall'altra l'artifizio perverso di una certa -classe d'individui, nel farsi reputare da esso l'oracolo portentoso -della Divinità suprema, e l'organo immediato de' suoi Eterni -inalterabili Decreti. - -(90) Essendo questo divieto ripetuto per tre volte nella Scrittura -(_Num. c. 23. v. 19. c. 34. v. 25. e Deut. c. 14. v. 19_) i Talmudisti -ne amplificarono talmente l'osservanza, che oggi più non tiene che alla -classe delle tante altre pratiche inutili conosciute, e professate dal -recente giudaismo. Essi dunque inferirono conseguentemente di dovere non -solo mantenere detto precetto al puro senso originario della lettera -genuina, ma di astenersi parimenti da qualunque siasi cibo dove entrasse -tutta specie di carne, pure di volatile unitamente ad ogni sorta di -formaggio, o di latticinio, e per cautela, maggiore nell'esatta -osservanza di questa pratica superstiziosa, i Rabbini ordinano -scrupolosamente di dovere tenere anche gli utensili per cucina -interamente separati (ved. _misn. hol. fol. 104. Din. Joré Deng. c. -92._). - -I medesimi vietano inoltre con eguale rigore di mangiare in uno stesso -convito prima una vivanda di carne, indi altra di formaggio, se non dopo -decorso l'intervallo di sei ore, (Ibid. e _Beth Joseph_) permettendo -l'ultima però avanti quella previa una breve interruzione di pochi -minuti, dopo essersi lavate ambe le mani. Tanto possono le tradizionali -follìe in mente umana! - -Mi si permetta quì di rimarcare soltanto come mai combinare questi -divieti col lauto banchetto che la _Genesi_ ci descrive (_Cap. 27. v. -9._) preparato da Abramo ai tre angeli, che in sembianza di ospiti umani -si presentarono al suo sguardo? Quì troppo chiaro si scorge che l'uso -delle carni, ed i latticinj nel medesimo convito, ben lungi dall'essere -vietato, siccome lo è attualmente presso i Settatori Talmudisti, era il -solo cibo usitato quotidianamente dagli stessi primi fondatori della -credenza d'Israel; e tanto è ciò vero, quanto che nella suddetta mensa -disposta da Abramo a' suoi mistici viandanti eravi preparato un vitello, -e gran profusione di latte, e di butirro che servì loro di nutrimento, -senza che il testo accennato faccia di sorte alcuna menzione d'altro -cibo. - -Nè giova il dire che a' tempi del patriarca non essendo tutta via -promulgato il Pentateuco di Mosè un siffatto precetto non potea essere -in vigore, poichè la stessa preparazione è sotto intesa egualmente -contenere (_Sam. II. Reg. I._) i rinfreschi ricevuti da David in -differenti circostanze da Abigail, da Berzelai, ed altri, e nelle -vettovaglie che seco portarono coloro i quali vennero a ritrovarle in -Hebron; siccome ancora nello sfarzoso banchetto dato da Salomone di lui -figlio alla Regina Siba, che da' propri suoi stati accorsa era -espressamente per ammirare da vicino i fasti, e la saggezza di questo -monarca ebreo, che allora facea lo stupore dell'universo, ciò che -formava il corredo migliore di simili conviti, secondo l'uso -generalmente seguitato in quei tempi, per quanto apparisce dalla -Scrittura medesima altro certamente non era che una grande affluenza di -frutti, di legumi, di latte, di carni, e di butirro in una mensa stessa; -quindi è che altro che tali trattamenti possono avere dati, e ricevuti -que' sovrani di Israel, malgrado che la Legge di Mosè fosse da entrambi -perfettamente conosciuta. Si avrà forse il delirio di riprovare que' -benemeriti antichi per avere praticato un simile uso, preferendo loro di -moderni che se ne astengono? - -(91) Nel Codice Misnico (_Trat. Holim. Cap. 8. §. IV._) il Rabbino -_Jossè Agalili_ sembra convenire, in qualche modo, colla stessa nostra -opinione, relativamente al precetto di cui parliamo, se non per -abrogarlo del tutto, almeno per restrignerne l'osservanza; riducendolo -al primitivo suo senso letterale, cioè al solo divieto di cuocere -l'agnello unicamente entro il latte di sua madre, volendo in tale -maniera escludere affatto da questa prescrizione gli animali volatili, -qualunque siano, le madri de quali si riconoscono scevre onninamente di -questo fluido (_Ibid._). - -(92) Se riescono stravaganti oltremodo quelle tante prescrizioni -tradizionali da noi fin quì sovente rimarcate, quanto non dovranno mai -apparire all'eccesso ridicole, e affliggenti quelle che impongono i -Rabbini all'occasione di nascite, di nozze, di esequie pe' defunti? Non -abbiamo che percorrere i prolissi trattati, fatti sopra tali propositi -(Ved. _Sciulh. Ngharuh Trat. Milah, Kidushim & Abel._) per restare -intimamente persuasi, che tali appunto, quali distinti furono da noi, -debbono sembrarci in ogni senso quelle prescrizioni che vi sono -racchiuse, relativamente a' tre indicati soggetti, senza che io mi -diffonda di soverchio a tesserne il dettaglio, che d'altronde un lavoro -questo sarebbe inutile del pari che annojante. - -(93) Per viemaggiormente restare quanto è duopo convinti di questa -verità di fatto, noi non abbiamo che richiamare quanto da noi fu già -esposto altrove, relativamente allo scrupolo smodato che si fa l'uomo -ignorante, a qualunque setta ch'esso appartenga, d'interrogare se stesso -intorno quegli articoli che un'abitudine grossolana e macchinale fece al -medesimo un giorno riguardare come sacri, e inviolabili, e quelli pure -d'altronde, i quali forniti di lumi sufficienti per elevarsi fino alla -contemplazione della verità delle cose, predominati, del pari, dallo -smarrimento deplorabile medesimo, si tendono, ad un tale riguardo, così -pure incapaci onninamente di raziocinio, e di riflessione; perchè lo -scrupolo dell'esame, a questo soggetto, non è niente dissimile da quello -degli altri, l'educazione e la coltura de' medesimi non avendo avuto -attività bastante di superare la barriera fatale de' pregiudizj -religiosi imbevuti nell'infanzia. - -(94) Una volta che i prestigj del fanatismo sieno giunti ad -impossessarsi dello spirito umano, riesce presso che impossibile di -sradicarli al segno che più non accorrino a funestarlo nè a cospirare la -sua perdita estrema, e se per fortuita combinazione gli parrà di vederli -allontanati, ciò non seguirà che per qualche breve intervallo; passato -questo gli vedrà riprendere tosto sopra di esso un impero più assoluto, -e più consistente; inutile vedrà ogni suo sforzo, allora per tentarne lo -scampo; questo nemico crudele lo perseguita ovunque; non vi vuole altro -meno, che una opima dose di sana filosofia; e di solida coltura, onde -pervenire e distruggerlo per sempre, senza timore che ritorni mai più a -funestare la specie umana: _Il n'est d'autre remède à la maladie -épidémique du fanatisme, que l'esprit Philosophique, qui répandu de -proche adoucit enfin les mœurs des hommes, et que prévient les accès du -mal; car dès que ce mal fait des progrès il faut fuir, et attendre que -l'air soit purifié_ _Volt. Dict. Philos. T. V. p. 513._ - - - - - CAPITOLO XII. - - La pretta credenza trasmessa dal legislatore Mosè al Popolo ebreo poco - varierebbe da quella professata da Socrate, da Platone, e da Confucio, - se si eccettua le molteplici instituzioni misniche, e Talmudiche - aggiuntivi ad essa. - - -Donde dunque verosimilmente procede, udiamo taluno interrogarci di -proposito sovente, che quasi tutta la specie umana persuasa in -apparenza, che la religione è la cosa la più vantaggiosa per essa, e -sotto qualunque siasi aspetto che si riguardi, riconosciuta la più -seria, la più decisiva, ed importante, mentre che questo è frattanto -l'oggetto che gli uomini si permettono il meno d'investigare con -criterio, di approfondire con diligenza, e precisione? Laonde se si -tratta di contrarre un affare qualunque, di vendere qualche oggetto, di -acquistarlo, si prende le precauzioni le più accurate si bilica ogni -termine, si pondera ogni frase dello scritto che ne racchiude le -condizioni, e ciascuno fa, in somma, ogni sforzo possibile per mettersi -al riparo da qualunque male intelligenza, frode, o sorpresa: or, perchè -mai, argomentano, con impudenza, certuni, non avviene appunto così della -religione, e specialmente orale, che resta il più delle volte adottata -ciecamente sulle asserzioni altrui, senza che alcuno prendasi un benchè -minimo pensiere di esaminarla (95)? Io non dirò già (come qualche -filosofo incredulo erroneamente opina) che le massime religionarie degli -uomini di ogni setta di qualunque angolo del mondo sono i monumenti -antichi e permanenti dell'ignoranza, della credulità, de' terrori, e -della stupida buona, fede de' loro mali accorti antenati; io rigetto -questa opinione come assurda, eterodossa, e onninamente destituita di -base, di ragione, e forse ancora di buon senso; ma per altro, -l'esperienza, che rare volte inganna, mi ha in ogni tempo sensibilmente -dimostrato che in proposito di religione, e sopra tutto tradizionale gli -uomini non sono a sufficienza tutta via illuminati, quanto il loro -pressante bisogno lo richiede, onde potere essere garantiti solidamente -della verità, e della ragione di tutto ciò ch'essi ammettono come -supposto vero, e ragionevole. - -Ma da quale altra contaminata sorgente dobbiamo noi fondatamente -ripetere sì deplorabile sciagura, se non se dalle insensate sottigliezze -tradizionali, che soggiogarono sempre, a grado a grado, tutte le -nazioni, tutte le sette dell'universo, le quali ne risentono pur troppo -tuttavia la gravezza lacerante, e il danno incalcolabile, senza speme di -sollievo, nè di compenso (96)? - -Gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, e gl'idolatri tutti hanno delle -supposte intuitive tradizioni, che sostengono fervidamente d'accordo, -emanate dal Cielo, compilate dallo Spirito Santo, e identiche, e -uniformi alla più esatta inalterabile verità; esse sono tutte -interamente appoggiate ad un punto medesimo di centro, che insieme -racchiude l'antichità, e il fanatismo religioso (97). - -Ecco le due barriere fatali che opponendo un'ostacolo tenace, ed a molti -riguardi considerato come ineluttabile all'esame de' sentimenti -religiosi che ci furono inspirati nell'infanzia, immergono tutti i -popoli ciecamente nella credenza grossolana de' più malefici, e -degradanti pregiudizj; e senza diffondermi soverchiamente sulle altre -sette che ingombrano ambo gli emisferi, non abbiamo che applicare -costantemente le stesse impotenti basi che servono di rilievo -fondamentale alle tradizioni del popolo d'Israel, per vederne risultare -direttamente i funesti disordini eguali a quelli di tutte le altre -nazioni, che l'Istoria ci fa conoscere, e scorgervi, ad un tempo, con -indelebili marche, l'impronta stabile uniforme della menzogna che le -caratterizza tutte quante (98), - -Suppongasi, per mera ipotesi, che un Settatore di Socrate, di Platone, o -di Confucio, od anche questi tre filosofi medesimi in persona, ignari -affatto delle tante sette o religioni, che coprono attualmente ambo gli -emisferi de' nostri secoli, sieno eccitati da una mera curiosità di -trasferirsi fra noi per osservarle ocularmente; una fortuita -combinazione favorisca i loro disegni, e compia le loro brame; un giorno -di venerdì si trovino avere per commensali un ebreo talmudista, un -cattolico romano, ed un settatore di Maometto; io non posso usare dei -vostri arnesi, farebbe a dire l'ebreo, nè debbo mangiare la carne avanti -il cacio, nè condire con questo veruna specie di carnaggio, nè mi è -permesso di gustare i vostri cibi, di sorte alcuna, siccome ancora mi è -vietato di bere il vino premuto, da coloro che professano una credenza -differente da quella che la mia tradizione da lunga serie di anni già -trasmise agli avi miei (99): e pregovi di congedarmi avanti che il sole -trammonti nell'occaso, giacchè se le festa, del sabato quì mi ritrovasse -in tale momento, non solo io commetterei un oltraggiante villanìa di -lasciare i miei ospiti celesti scevri di quegli omaggi consueti che sono -ad essi meritamente dovuti (ved. ann. 87.), ma incorrere altresì io -potrei nel grave irremissibile delitto di dovere meco portare il -fazzoletto che tengo per mio semplice uso, l'orologio, non meno che il -sottile bastone che per mero piacere io porto fra le mie mani (ann. 72); -ed a me, soggiugnerebbe il cattolico romano è severamente vietato di -cibarmi di qualunque siasi carne in questo giorno, poichè in esso fu -condannato all'ultimo supplizio il mio Dio; quello è il giorno per me -terribile in cui il redentore del mondo terminò fra due ladroni sopra un -infame patibolo i giorni suoi; ad una sì lugubre commemorazione io sono -in dovere di consecrare quest'astinenza durante l'intero periodo della -mia vite, e tutto ciò che da voi, e da me si opera fedelmente riferire -io debbo all'orecchio di colui che l'arbitro depositario degli arcani -del mio cuore, e l'assoluto direttore delle mia coscienza, può a suo -piacere cancellare ogni mia colpa, confessandola ad esso, e ad un tempo -medesimo rendermi il più venturoso fra i mortali, ovvero condannarmi -inevitabilmente a gemere ne' cupi abissi dell'inferno, ommettendo di -eseguirlo (100); ed io, conchiuderebbe finalmente il musulmano, sarei -per tutti i secoli dannato, se volessi bere del vino, o vi ascoltassi -parlare di scienza di morale, e di buon senso, mentre io debbo essere -astemio tutto il corso della mia vita, e marcire nell'ignoranza tutto il -tempo ch'essa dura (101), e siccome in questo giorno io debbo celebrare -l'ascensione al cielo del mio sommo Profeta (102), associarmi non posso -nel vostro conciliabolo profano a meno di non rendermi indegno della -ricompensa che mi ha esso garantita, qual è quella di farmi godere -nell'altra vita i soavi amplessi delle più avvenenti femmine del mondo, -preparate per eterna delizia de' giusti entro un vastissimo serraglio, -nelle incontaminate regioni celesti, o di cui Dio è l'arbitro -disponitore, e Maometto il soprastante (103). - -Dopo tuttociò, quale giudizio farebbero essi mai questi tre saggi delle -varie opinioni dei loro tre Commensali? Che direbbero essi mai della -superstizione del primo? cosa opinerebbero della credulità del secondo, -e quale orrore concepirebbero essi mai del ministero infame che -l'ignoranza dell'ultimo attribuisce stolidamente al Supremo Creatore -dell'Universo? - -Ma lasciamo pure all'insensato Dervigi le brighe impotenti di -giustificare la sua orrida insania, ed a settatori di Pietro gl'inutili -sforzi pure lasciamo, di palliare i loro intimi sentimenti; indarno -tenteremmo noi di disingannarli entrambi, mentre nè con l'uno, nè con -gli altri non ci sarebbe permesso giammai di avere ragione; e le nostre -ponderate ricerche arrestiamo unicamente su' delusi Israeliti -Talmudisti, i quali più di ogni altra setta debbono quì richiamare le -nostre più assidue cure, ed essenzialmente preoccuparci. - -Non per tanto, se il fautore Talmudista nudare volesse l'illusoria -credenza che lo attrae dopo sedici, e più secoli, da tutti quegli ornati -mostruosi che sotto lo specioso carattere di utili _ripari_ (benchè per -loro stessi oltremodo frali pur troppo, e insussistenti) gli si fece -sempre, e ovunque rispettare come sacri, e inviolabili, e di cui sì -enormemente essa trovasi aggravata (104): Se con intima persuasione del -proprio inganno ei cercasse il mezzo il più pronto e il più sicuro di -emendarsene, spezzando risolutamente il talismano fatale della menzogna, -che lo rendeva per lo passato incapace di eseguirlo; se annientando -tutte le appendici mistiche, e paradossali, che lo fecero comparire fino -ad ora sì odioso, e degno di commiserazione alla mente perspicace del -filosofo illuminato, e distruggono i pregj che la esimia sua credenza in -se medesimo racchiude, egli soltanto si attaccasse all'utile, al puro, -al salutare; se da tutto questo, dico, prescindendo, esponesse loro -l'ebreo, che la vera sua religione solo consiste nell'ingenua credenza -indefettibile dell'Essere Supremo, unico, eterno, incommutabile che -punisce l'uomo perverso, e ricompensa il saggio, che un tale premio, ed -una tal pena (sebbene comprendere giammai noi non possiamo cosa l'uno, o -l'altro sia, nè come si compiano entrambi) sono riserbate unicamente -dopo le morte ad un essere infinitamente superiore al corpo umano; a cui -sopravvivere dovrà perpetuamente perchè semplice, non suscettibile di -morte, e intelligente; nell'amore integro di tutti coloro che -appartengono alla nostra specie, nell'obbedienza, e sommissione alle -leggi civili che governano lo stato in cui esso vive, e finalmente -nell'esercizio assiduo, e costante di una sana morale: quindi tutto ciò -che a tali essenzialissimi principj che costituiscono la base -fondamentale della primitiva religione dell'ebreo si aggiugne, altro non -è che il mero effetto dell'umano traviamento da cui furono un tempo -all'eccesso predominate certe menti entusiastiche e stravaganti, a -scapito del credulo, e troppo scaltramente sedotto popolo d'Israel. - -Rapiti questi benemeriti filosofi allora dall'intensa possanza di tali -eccelse idee, attoniti restando delle sublimi verità edificanti comprese -nel dettaglio analitico che loro si fece, come potrebbero essi mai di -preposito deliberato dissimulare di non riconoscere nella religione del -vero Israelita la chiara impronta uniforme di quella professata da essi -medesimi; come supporre infine, senza delirio, che ricusare essi -volessero il pieno suffragio loro concorde, ad una sì ammirabile -credenza che riconoscerebbero in massima essere la loro, cotanto -identica a' sacri dettami della filosofia, della nature, della ragione? -Infatti qual'era mai per se stessa la base radicale dove propriamente -sostenevasi la credenza di entrambi questi due filosofi di Atene, e dove -mai fondava il filosofo Chinese quella dell'intimo suo Culto? (105) Se -prescindere vogliamo da ciò che sia propriamente sistema filosofico, che -ogni creatore, o institutore di nuova setta scientifica, immaginare -volea il suo, in nulla, o in poco differiva certamente il loro credere -da quello che veggiamo istituito da Mosè nel Pentateuco; astraendo però, -nel modo che abbiamo fatto tutte quelle ordinanze, o prescrizioni che -imposte furono da questo legislatore agli ebrei della sua età, che oggi -terrebbero del soverchio, o dell'inutile. - -Non avvi alcuno che ignori a quale prezzo aggravante Socrate acquistasse -il sublime piacere d'istruire l'ingratissima sua patria, dell'esistenza -indelebile del Dio di verità, e la soddisfazione di renderla edatta -della scienza la più esimia, la più utile, e la più importante per il -genere umano (106). - -E chi mai fra tutti gli uomini scienziati dell'antichità, si è in alcun -tempo elevato col pensiere fino alla contemplazione dello stesso Autore -Supremo della natura, e dell'anima umana, con maggiore successo di -quello che i fasti filosofici concordi ci narrano di Platone? Non -abbiamo che applicarci assiduamente nel suo ammirabile _Timeo_, oltre le -tante altre sue produzioni metafisiche, e contemplative, per restarne -convinti, e sorpresi ad un'istante (107). - -E quale morale potrà essere giammai posta al confronto con quella che -Confucio introdusse fra i Chinesi, quali instruzioni più dotte, più -salutari di quelle che questo popolo apprese da sì venerabile maestro, -che da oltre venti secoli non cessa di rispettarlo come tale, ed -essergli riconoscente come suo benefattore? (108) - -Da un confronto sì esatto, e sì uniforme in ogni parte, chi non vedrebbe -mai resultare quella pura fondamentale religione, la sola oltremodo -necessaria, e indispensabile all'Ente ragionevole sulla terra, già da -esso conosciuta, e praticata col più felice successo per tanti secoli -nella vetusta età della sue specie? E quale altra mai fuori di questa, -per confessione unanime di tutti i popoli era la credenza dell'antico -Israelismo, non escludendo Mosè che ne fu il promulgatore? Ma le illuse -generazioni che ne successero nulla premurose di conservarla, corsero -per elleno medesime a precipitarsi nel baratro funesto della più -grossolana superstizione e di una stupida ignoranza in cui la loro -macchinale credulità dovea, senza scampo inconsideratamente trascinarle. -Quindi senza lesione della verità conchiudere illativamente quì si -potrebbe che se la religione dei primi benemeriti patriarchi del Popolo -d'Israel è vera, quella che professano gli ebrei moderni è nella massima -sua parte opposta a quella diametralmente, e in conseguenza apocrifa, e -assurda, e ciò per le tante valide ragioni da noi opportunamente -riportate, e per le molte altre che ci si offriranno nel progresso delle -nostre osservazioni; ma tale è pur troppo la condizione deplorabile -dell'uomo, come lo riflette un pensatore filosofo, che il vero non gli è -sempre vantaggioso, ed i lumi della ragione non furono in tutti i tempi -sufficienti abbastanza, nè, quanto è d'uopo, efficaci a rischiarare le -dense tenebre nelle quali esso vive per folle arbitrio, miseramente -sepolto. - -(95) tali sono appunto gli stravaganti riflessi che dettero adito in -ogni tempo alla temeraria miscredenza di alcuni pensatori liberi, onde -conchiudere assurdamente che i principj su' quali si fonda la religione -(tuttochè da' sani filosofi giudicati, e riconosciuti sempre -incontrastabili), altro non sono che ipotesi azzardate, immaginate -dall'ignoranza, propalate dalla credulità, adottate dalla speranza, e -venerate dal timore: _Les uns_, aggiugne Montagne, _font à croire au -monde qu'ils croient ce qu'ils ne croient pas, les autres en plus grand -nombre se le font à croire à eux mêmes, ne sachant pas pénétrer ce que -c'est que croire._ _Ess. IV._ - -(96) Si consultino le tradizioni di tutti i popoli che conosciamo, si -percorrino quelle ad una, ad una minutamente, quale bene ci mostreranno -avere esse recato agli uomini che possa, in qualche parte almeno, -ricompensarci degl'innumerabili mali che ci hanno le medesime in tante -guise differenti, e in ogni tempo cagionati sopra la terra? Ma ci -faranno esse vedere come accesero per tutto le fiaccole -dell'intolleranza, come hanno empiute crudelmente ovunque le pianure di -cadaveri, abbeverate le campagne di sangue umano, incendiate le Città -devastati gl'Imperi, senza che abbiano renduti mai gli uomini più umani; -nè più saggi, nè migliori: La bontà de' medesimi è l'opera unicamente di -una pura morale, o d'una vera Religione. - -(97) Se prescindere vogliamo un solo istante dalle follie deplorabili -che le numerose tradizioni de' popoli gentili hanno fino a noi -tramandate, a che si ridurrebbero mai senza di quelle tutte le immense -pratiche, o cerimonie delle sette che ci si offrono a' tempi odierni? -Quelle dell'Israelismo furono, a tempo debito, da noi evidentemente -contraddistinte; e quelle coltivate dalle altre, senza dubbio, a poca -cosa. Ma ciò che reca stupore si è di vedere, come tutte le nazioni, -senza eccettuarne alcuna, vanno esattamente concordi, e nel deciso -fervore con cui ciascuna di esse pretende fare valere la sua, e nella -sorgente incontaminata dalla quale vogliono tutte farle direttamente -scaturire. - -Per altro, io ricercherei di proposito a tutti questi settarj, come -pervenire a provare quale fra queste tradizioni potrà dirsi giustamente -la vera, in mezzo alle moltiplici contraddizioni ch'esse ci offrono -insieme, ed alla ripugnanza che ogni popolo dimostra costantemente per -le tradizioni di un altro popolo? Le nove incarnazioni di _Wistnou_ sono -religione nelle Indie, e favola in Pietroburgo; l'_Eucaristia_, è un -sacramento presso i Cristiani, è un idolatria in Costantinopoli, nella -guisa che le gesta di _Maometto_ venerate da' Musulmani come altrettante -intuizioni divine, sono riguardate da' Seguaci di Cristo, come l'effetto -dell'impostura, e dell'insania; e tuttociò finalmente che gli altri -popoli apprezzano come sacro, e inviolabile, è dagli ebrei riguardato -come degno di abominio, e di esecrazione; nella guisa che una gran parte -degli usi, e cerimonie religiose praticate da questi, persuasi che -procedino dallo spirito santo, o dal portentoso _Batkol_, di cui fu già -da noi parlato altrove, formano l'oggetto dell'improperio, e della -derisione degli altri popoli. - -Or in mezzo a tante fluttuanti opinioni, sostenute da ogni parte col più -fervido entusiasmo, come mai rintracciare la meno assurda, la più ovvia, -la migliore? Per altro, il servigio il più rimarcabile che rendere si -potrebbe a tutti i popoli dell'universo, quello sarebbe, senza dubbio, -di fare ed essi conoscere l'illusione, e il nocumento delle loro -stravaganti opinioni a tale riguardo, ma niuno fino ad ora ci ha pensato -giammai, e sembra che nè pure vi abbia avuta l'idea d'intraprenderlo, nè -il coraggio sufficiente di eseguirlo. - -(98) _Lucrezio_ ha detto, è ormai venti, e più secoli, che tutto il -genere umano, fino da' suoi tempi, era oppresso miseramente sotto la -soma lacerante della superstizione: - - _Humana ante oculos fœde cum jacere,_ - _In terris oppressa gravi sub Religione._ _L. I. v. 63. 64._ - -Che direbbe mai Lucrezio, se risorgere ei potesse a' tempi nostri? Molti -l'hanno parimente ripetuto con eguale veemenza, dopo di lui; infiniti -altri benemeriti scrittori se ne lagnano ancora; ma frattanto esistere -si mirano tuttavia ovunque, e la superstizione, e i suoi detestabili -fautori. - -(99) Tutti questi, ed altri sì fatti deplorabili smarrimenti de' quali -fu da vari secoli suscettibile il popolo Ebreo, come osservammo, possono -datare dall'Era lacrimevole delle propalazione delle tradizionali follìe -di cui si ebbe la scaltrezza d'imbevere lo spirito umano, -delineandogliele come altrettante prescrizioni divine, l'esatta -osservanza delle quali rendevasi assolutamente indispensabile all'eterna -salute d'Israel, nella guisa medesima che la trasgressione lo ridurrebbe -periclitante, senza scampo, vittima delle più orribili calamità, e di un -perpetuo infortunio. - -Dopo tutto ciò stupiremo ancora di vedere accreditare, ed ammettere con -tanta venerazione dagli uomini tali mostruosi principj? Agevole riesce -di far credere agli uomini ciò che lusinga il loro amor proprio, ed -alimenta i pregiudizj di cui sono imbevuti. - -(100) Non è che nel secolo XII. che il dogma della Confessione -auriculare fu introdotta fra i settatori papisti da Innocenzo III. nel -Concilio Lateranese IV. l'anno 1213. Ma ciò che dee sembrare oltremodo -straordinario alle menti illuminate si è, l'osservare con quale accanito -fervore è essa ovunque praticata laddove il Clero perviene ad acquistare -un ascendente quasi assoluto sullo spirito abbacinato degli uomini, come -appunto succedere miriamo in Ispagna, in Portogallo, ed in Italia, -malgrado che i primi padri del Cristianesimo combattessero apertamente -l'uso di siffatta confessione, e non ostante che _Ambrogio_, -_Crisostomo_, e _Basilio_ fra quelli ne fossero d'accordo sì avversi, -esortando i penitenti a confessare le loro colpe al solo Dio che può -correggerle, ed annientarle, e non già di palesarle agli uomini, i quali -altro non sanno che stordirli con minaccie, o puerili timori senza -recare loro fintanto alcuna specie di antidoto nè di conforto (_Ved -homil. 31 in Hebr. homil. de Pœnit. T. V homil. de Laz. T. V. p. 81._) - -E se Agostino interroghiamo, lo udiremo ripetere: _Quid mihi est enim -cum hominibus ut audiant Confessiones meas, quasi ipsi Sanaturi sint -omnes languores meos?_ _Confes. Lib. 10. Cap. 3._ e lo stesso Agostino, -in altro luogo, (_Serm. II. sopra il Salmo 31._) aggiugne: _Pronuntiabo -adversum me injustitias meas domino_ (si osservi che non dice già agli -uomini) _& tu remisisti impietatem cordis mei_. - -Servissero almeno queste confessioni ad allontanare il delitto, a -reprimere i vizi, a rendere più saggi coloro che stupidamente vi si -confidano, il nocumento ch'esse recano non sarebbe senza un compenso; ma -esse travviano lo spirito, corrompono i costumi, alimentano -l'ingiustizia, e le azioni criminose, e colla facilità delle assoluzioni -che si fanno, senza ostacolo, risultarne, anche il più deciso malfattore -con una simulata resipiscenza non solo ritrova un pronto mezzo con che -giustificare agevolmente i suoi misfatti, ma persuaso di potere in tale -maniera giugnere per sino e cancellarli, esso diviene sovente recidivo -senza ribrezzo. Se i Peruviani, secondo il P. Accosta, il Pau, ed il -Raynal praticavano essi pure la confessione molto avanti che la -conoscessero i Cristiani, soggetti non erano però a simili delirj. - -(101) volendo Maometto prevenire ed allontanare gli eccessi che -cagionano regolarmente l'ebrezza, e il giuoco per colui che vi si -abbandona, esso ha interdetto assolutamente l'uso del vino, e de' -giuochi d'azzardo, ed affine di dare a questa legge tutta quella forza -che gli era necessaria, esso ebbe ricorso alla sua pratica usuale, quale -fu quella di inventare alcuni esempi ovvj a giustificare la sua condotta -a tale riguardo, uno di questi fu quello de' due angeli _Arut_, e -_Marut_ inviati da Dio sopra le terra per amministrare le giustizia in -Babilonia, che divenuti ebri in un banchetto dove furono invitati, -commisero molte vituperose incontinenze (ved. _Alkodai Pocok. Specim. -Ist. Arab. p. 175. Alcor. Cap. V._) Tale è infatti il vero motivo del -divieto del vino presso i Musulmani. - -In quanto poi ad ammettere per uno de' dogmi di religione l'ignoranza -universale delle scienze, siccome era esse una delle qualità che -distinguevano il fondatore dell'Islamismo, giacchè l'inscizia di -Maometto, per quanto asseriscono i suoi medesimi fautori, andava fino -alle barbarie, non sapendo nè leggere, nè scrivere, difetto, peraltro, -che gli era comune con tutta la sua tribù (ved. _luog. cit._) ciò che lo -rendeva incapace non solo di risolvere le obbiezioni che gli avversari -della sua setta nascente gli opponevano di tratto in tratto, ma lo -esponeva sovente agli scherni, ed a' motteggi che le sue ambigue -risposte davano sufficiente motivo di dovere fare. Quindi riconoscendo -che i suoi settatori non avrebbero potuto meglio riuscirci in simile -caso, egli si appigliò al partito di proibire loro qualunque specie di -questione Teologica, di scienza, e di coltura, comandando eglino, in -vece di passare a fil di spada tutti coloro che inveissero contro la sua -dottrina. (Ved. _Alcor. Cap. 4 Cantacuz. Orat. 1. Sect 12._) - -(102) Niente di più ridicolo della Mesra, ovvero il preteso viaggio che -Maometto fece nel Cielo durante il corso di una notte; e niente di più -insensata dell'invenzione dell'Alborak, o del prodigioso animale -quadrupede che ve lo condusse. - -Rapportasi dunque dall'Alkorano, ch'essendo Maometto coricato una notte -con _Ayessa_, una delle sue mogli, udì battere alla porta della sua -camera, ed essendosi alzato per aprirla esso vi osservò l'Angelo -Gabriello ornato di 70. paja d'ale spiegate da entrambi i suoi lati; -esso era seguitato dall'_Alborak_, bestia che partecipava della natura -dell'asino, e del mulo, di una bianchezza che eccedeva quella della -neve, e di un agilità sì sorprendente, che il lampo non passa con -maggiore celerità di ciò ch'esso metteva nel tragittare dall'uno -all'altro sito, ed è appunto a cagione di sì fatta straordinaria -destrezza (secondo gli scrittori Musulmani) che gli si fece meritare -l'attributo di alborak, che nell'arabo idioma significa un baleno. - -Tosto che lo sguardo di Maometto restò colpito dall'intuito del -Messaggere celeste, questi lo abbracciò affettuosamente, e salutandolo -dalla parte di Dio, gl'impose in di lui nome il trasferirsi nel Cielo, -dove avea esso determinato d'iniziarlo in certi urgenti misteri, che non -permise di rivelare giammai ad alcuno de' mortali che lo avevano -preceduto, ed era per ciò col disegno di rendere più agevole il suo -viaggio ch'esso gl'inviava espressamente l'Alborak. Maometto non esitò -ad eseguire quanto gli venne imposto, ed appena ch'esso l'ebbe montato, -si trovò in un istante dalla Mecca in Gerusalemme; da colà sempre -accompagnato dalla sua guida celeste, proseguì il suo cammino fino a -tanto che ritrovata una scala di luce preparata per essi vi ascesero, -lasciando l'Alborack legato in una rupe, fino al loro ritorno, e -prodigiosamente pervennero quindi al primo Cielo, e da questo agli altri -sei, tutto nel breve intervallo di una notte. (Ved. _Zamnias. et Didav. -in Alcor. ad Cap. 17 et 33._) - -Si può egli immaginare assurdità più enormi, e iperboli più insensate di -quelle che si osservano racchiuse in sì fatto itinerario celeste? - -(103) Da quando Maometto cominciò ad accreditare in faccia de' suoi -creduli settatori il di lui preteso apostolato, la prima idea ch'esso -ebbe fu quella di lusingare la loro speranza, e alimentare la -dissolutezza a cui gli riconosceva sì eccessivamente proclivi, quindi è -ch'esso inventò un paradiso secondo il gusto degli Arabi, ed a misura -de' piaceri sensuali che gli penetravano con maggiore intensità. -D'altronde conoscendo per isperienza quanto l'idea del loro soggiorno in -un clima ardente, unito a' costumi lascivi dai quali erano essi -predominati, avrebbe loro fatto amare tutto ciò che avea efficacia di -condurli alla sensualità, Maometto promise a' suoi Settarj nella vita -futura, giardini, riviere, profumi, letti di riposo, del pari sontuosi -che comodi, preparati da uno stuolo immenso di femmine di un'avvenenza -incomparabile, e che offrono loro tutto ciò che l'amore ha di più vago, -e di più seducente (Ved. _Alcor. Cap. 4. 78. 90_ _Hotting. Hist. Orieni. -Lib. 2. c. 4_). Tale è l'immagine stravagante del paradiso che Maometto -fece concepire a' suoi seguaci; quella poi ch'esso volle delineare -dell'inferno in punizione delle colpe, n'è precisamente il contrapposto -e quasi uniforme a quello che tutte le altre sette lo descrivono. - -(104) Le sagge ammirabili prescrizioni instituite da Mosè al popolo -ebreo sono amplificate oggi a tal eccesso dai settatori talmudisti, come -lo rimarcammo a sufficienza nei capitoli precedenti, che ora più non è -possibile distinguere quale fosse propriamente il genuino senso -primitivo delle medesime; ogni minimo Rabbì, ogni devota femminuccia ne -accresce sempre a suo capriccio qualche bizzarra nuova pratica, e de' -nuovi riti stravaganti, quali dal rabbinico dialetto sono chiamati גדרים -(ghedarim), cioè _ripari_, per non giugnere al grado com'essi -erroneamente opinano di trasgredire ciò che attacca in massima -l'essenziale de' veri precetti comandati da' Mosè; ed egli è insomma -così che questi glosatori co' loro ghedarim non solo resero le solennità -prescritte al Popolo ebreo come giorni di delizia, e di ricreazione, un -giogo aggravante, e insopportabile per la massa enorme de' riti, doveri, -e cerimonie di tante specie differenti, aggiunte alla quantità immensa -de' precetti già imposti da Mosè ne' tempi andati, ma tutto il -Pentateuco altresì, un edifizio informe soggetto a crollare, e a -subissarsi al benchè minimo urto. - -(105) I sistemi filosofici di Socrate, e di Platone suo scolare sono -quasi uniformi; essi ammettevano d'accordo tre principj, Dio l'idea, e -la materia, facendo l'ultima subordinata alle seconda; ma queste due -dovevano, a senno loro, prestare omaggio, ed obbedienza al Dio supremo, -come loro opifice, loro padre, loro creatore. Dio dunque è -l'intendimento universale. Essi concepivano per idea una certa essenza -incorporea, capace di abbracciare tutte le cose, e la materia il primo -soggetto sottoposto alla generazione, e corruzione (Ved _Plut., op. -filos. Cap. 3._) - -Tuttochè oscuro, e impercettibile oltremodo sia stato in ogni tempo -riconosciuto per se stesso questo sistema, per qualunque sforzo che -molti filosofi abbiano fatto sempre affine di rischiararlo intieramente -non sieno mai riusciti di vedere sortire felicemente il loro intento, -pure non lascia quello di fare pressochè ad evidenza travedere quanto -sane fossero le massime, e i principj che nutrivano Socrate e Platone -relativamente alla Divinità, ed al Culto puro, e inalterabile che -rendere gli si dee. I primi Dottori della Chiesa romana hanno adottati -quasi tutti i sentimenti non meno Psicologici, che Ontologici di -entrambi questi filosofi, considerandogli per sino, come ortodossi (Ved. -la seg. annot. 108.) sebbene che il celebre _Bayle_ (_Pens. sur la Com. -T. I. p. 346._) seguitato da vari altri filosofi seriosamente oppongasi -a questi, non meno che a' principj filosofici di Confucio, de' quali -sarà da noi quanto basta ragionato altrove (Ved. la seg. annot. 109.) - -(106) È a tutti noto di quali sforzi usasse Socrate affine d'indurre gli -Ateniesi ad illuminarsi sul culto del vero Dio, e ad oggetto di ridurli -ad abdicare la loro superstiziosa idolatria, ed i loro malefici -prestigi; ma quanto inutilmente egli vi si adoperasse lo dimostrano pur -troppo, l'esito fatale de' suoi benemeriti disegni, e la triste -ricompensa che la sua patria sconoscente gli ha ferocemente preparata; -nè le saggie sue premure per istruirla e per illuminarla nella scienza -la più urgente per l'uomo, qual è la sana morale ebbero un successo più -propizio, furono sprecate meno vanamente: quale solido vantaggio -risultare mai ne porrebbe di potere asserire con _Cicerone_ essere stato -Socrate il primo a fare discendere la filosofia dal Cielo, ad introdurla -fra gli uomini, a volgarizzarla persino nel centro delle stesse -famiglie, se cotanto poco la sua ingrata patria curava le di lui -ammirabili salutari lezioni? _Socrates autem primus Philosophiam -devocavit e Cœlo et in urbibus collocavit, et in domos etiam introduxit, -et coegit de vita, et moribus, rebusque bonis, et malis quaerere._ -_Tuscul. Quaest. Lib. V._ - -Ma il popolo di Atene sempre sordo, ed insensibile agli ammaestramenti -di sì eccelso filosofo, meditò da proditore la sua perdita estrema, -privando così la società del più saggio, e del più necessario de' suoi -membri. - -(107) _De Deo scripta in Timæo aliisquis Platonis Commentariis, non ab -hominis profanis studus inutrito, sed ab Æbreo, aut Christiano profecta -videatur._ _Lact. Instit. X._ - -Se tutto ciò non fosse quanto è d'uopo sufficiente a farci completamente -rilevare i sentimenti di Platone per rapporto all'Essere Supremo, non -abbiamo che dedicarci di proposito ad applicare il _Cratilo_, ed il -_Fedone_ di questo medesimo filosofo per restarne maggiormente convinti. - -Oltre a ciò non solo i primi ebrei Talmudisti, ma quasi tutti i primi -Cristiani furono a tal segno Settatori di Platone, che quelli -appoggiavano tutte le loro più importanti decisioni sulla di lui -autorità, e si persuadevano con intima convinzione di travedere negli -scritti del filosofo di Atene una gran parte de' più essenziali misteri -della loro Religione (Ved. _Aug. Confess. Lib. VIII. Cap. II._), e la -loro persuasione ora ad un grado tale radicata a questo riguardo, che -nell'ottavo secolo della Chiesa, i Cristiani giunsero ad accordargli -generalmente finanche lo spirito di Profetica istituzione; ma se -aggiugnere si volesse a tuttociò la prodigiosa favola del sepolcro -ritrovata nel tempo di Costantino VI. e d'Irene sua madre, -coll'iscrizione osservata sopra una lama di oro, di cui era cinto il -collo del cadavere che eravi racchiuso, noi finiamo in ultimo col dovere -credere Platone anticipatamente Cattolico apostolico romano (Ved. -_Zonar. Ist. Greca T. 3. pag. 87._ _Paolo Diacr. Lib. 23._ _Genebr. Lib. -3._ _Canisius De Beat. Virg. Lib. 2._) - -(108) Benchè i missionarj tutti vantino asseverantemente di avere con -ogni diligenza consultati gli archivi de' Chinesi, frattanto tutto ciò -che quelli ci assicurano per rapporto alla Religione di questo popolo, -non è in massima che contradittoria, e inverosimile; gli uni col _P. Le -Comte_ la fanno Ortodossa; gli altri pretendono che l'Ateismo ha -dominato nella China fino da' giorni di Confucio, e che questo esimio -filosofo ancora siane rimasto così pure infetto (_Lett. de Mr. Maigros -p. 15._); ma con quale fondamento potrebbe mai accordarsi quest'ultima -opinione cogli ammirabili precetti trasmessi dallo stesso Confucio al -popolo Chinese, tendenti ad illuminarle sulla morale la più tersa, ed a -renderlo saggio, colto, e urbano; precetti che attualmente pure non -lasciano i Chinesi di mantenere, e seguitare coll'interesse il più -costante, e il più deciso? (Ved. _nom. mem de la Chine T. 2. pag. -108._). La seguente giudiziosa opinione tresmessaci da un dotto Inglese -appunto sulla religione di Confucio fa tacere tutte quelle che tentarono -futilmente di oscurarla. _The religion of Confucius professed by the -Literati, and persons of rank in China, and Tonquin, consists in a deep -inward veneration for the God, or King of Heaven, and in the practise of -every moral virtue. They have neither temples, nor priests, nor any -settled form of external worship; every one adores the supreme being in -the manner he himself thinks best. This is indeed the most refined -System of Religion that ever took place among men, but it is not fitted -for the human race; an excellent religion it would be for angels; but is -far too refined ever for sages, and Philosophes_ (_Sket. of Hist. of man -Vol. IV. Sket. III. p. 287._) - -Per altro, in qualunque siasi aspetto che si contemplino i principj -metafisici di Confucio, essi dovranno sempre mai essere considerati da -noi come superiormente utili per ogni associazione umana, degni di -essere adottati da qualunque siasi popolo illuminato, e ad un tempo -medesimo come perfettamente identici, e uniformi a quelli che -l'antichità, non meno sacra che profana, ci fa comprendere conosciuti, -professati da tutti i primi padri del genere umano. - - - - - CAPITOLO XIII. - - Del Caraismo, o Deismo Israelitico; dei considerabili vantaggi che ne - recherebbe il fondato stabilimento fra gli ebrei, ridotto alla sua - primitiva purità; dimostrasi che i tre Patriarchi, Mosè, ed i Profeti - che gli successero furono tutti Caraiti, o Ebrei Deisti. - - -Non vi fu giammai sopra la terra, verun popolo civilizzato senza -religione; ed il grande inconcusso principio di qualunque sistema -religioso è l'idea di un Essere Supremo: _Potius conspiciendam sine sole -urbem, quam sine Deo, ac Religione_, ci lasciò scritto _Plutarco_. -L'assioma non può essere, in vero, ne più giusto, nè più sublime, nè più -utile alla specie umana. - -Per altro, siccome quest'idea si è per tante volte presentata alla mente -dell'uomo sotto innumerabili aspetti differenti, e forse ancora opposti -e contraddittorj (109), molti scrittori sensati si fecero costantemente -ad opinare che dessa non potea essere in tale stato giammai l'opera di -un Dio (nella guisa che ogni settario lo pretende con asseveranza in -favore di quella religione ch'egli professa); ma l'edifizio mostruoso -altresì aereamente costruito da certuni che ripongono le loro più -fondate risorse sulla fede cieca, e macchinale di quegl'inesperti -popoli, che seducono, e che tentarono in ogni tempo, e ovunque di -assoggettare tenacemente alle loro torpide follìe. - -Oltre che tutto ciò è pur troppo dimostrato in ogni senso, e da noi -evidentemente comprovato, que' tali autori che in sì fatta guisa -ragionano avrebbero dovuto parimente riflettere ancora, che la diversità -de' climi, de' governi, de' costumi, degli usi, e de' temperamenti de' -popoli medesimi possono avere così pure molto contribuito a quelle -modificazioni amplificate che sembrano distruggersi a vicenda, che -partono frattanto da uno stesso identico principio, o dal pregiudizio -stesso, e di cui chi in maggiore, e chi in minore dose ogni popolo -risente intimamente i perniciosi effetti. Io mi limito soltanto alle -ricerche le più agevoli a conoscersi, e a discutersi, non osando -avanzare se non se ciò, che l'istoria, ed il mio cuore mi appresero di -più semplice, di più ragionato e di più chiaro (110). - -È cosa renduta omai troppo evidente che quasi tutte le opinioni alle -quali noi ci attacchiamo il più fortemente, tengono sempre a qualche -sentimento confuso, di cui noi ignoriamo per l'ordinario il vero fonte -dal quale derivano, o il germe positivo donde ripetono la loro natìa -produzione. Lo spirito nostro per lo più, non si arresta giammai che -sulle idee le quali hanno molto sovente un rapporto analogo, e costante -colla nostra maniera di sentire, di discernere, di ragionare; se ciò è -vero, come tutto concorre a persuadercene di qualunque nazione, -generalmente parlando, a più forti ragioni dee esserlo per il popolo -ebreo che mille cause fatali gli hanno contrastato sempre, e ovunque -l'abitudine di coltivarsi, di riflettere, di ragionare (siccome verrà da -noi dimostrativamente comprovato nel secondo volume di quest'opera) le -sue più estese cognizioni non oltrepassavano la superficie di ciò che -scaltramente pretendevasi fargli credere come giusto, inconcusso, e -salutare; occupato unicamente dei mistici suoi fantasmi tradizionali, -solo interessato de' propri suoi bisogni, e de' mezzi i più pronti, e i -più sicuri di soddisfarli, esso vegetava per così dire, senza accorgersi -di esistere; come dunque in tale stato deplorabile di cose avrebb'esso -mai potuto uscire dalla sfera immensa de' suoi proprj acquisiti -smarrimenti dalla quale voleasi a tutta forza circoscritto; come -disporsi risolutamente a spezzare que' ceppi terribili che teneanlo -avvinto? Non vi volea meno certamente di una subitanea rivoluzione -straordinaria nel suo sistema religioso che potesse richiamarlo a se -stesso, scuoterlo dal suo torpido letargo antico, impegnarlo a -considerare il di lui stato attuale, compararne l'avvenire col passato, -e questo colle circostanze degli odierni momenti. Tale rivoluzione -oltremodo necessaria e salutare al suo degenerato sistema religioso, si -offre opportunamente adesso; ma ben lungi dal sostenerla, seguitarne le -traccie, ed animarne i progressi, in vece di versarsi a ponderarne -l'utilità illimitata a distinguerne i vantaggi perenni che per tanti -rapporti essa ci porge, ei la condannò ferocemente senza esame, come -degna dell'Israelitica esecrazione, iniqua, eterodossa (111). Tale fu -appunto il carattere odibile che da tutti i partigiani Talmudisti -ciecamente si fece del Caraismo, appena che i primi raggi sfavillanti -diramati si videro sopra la terra, e tosto che i solidi principj su -quali reggeasi, cominciarono a rendersi più noti, ed a propalarsi fra -gli uomini: Istituzione che ridotta alla sua purità primitiva è, senza -contrasto, la più sublime, e la migliore di quante altre mai la mente -dell'uomo fosse stata in alcun tempo capace d'introdurre sopra la terra. - -Ma avanti d'internarci nell'esatta dimostrazione di questa verità, ci è -d'uopo quì arrestarci un solo istante ad indagare assiduamente il fonte -primitivo, da cui un tale nome ritrae la sua originaria derivazione; -indi nella migliore forma che ci sarà possibile discenderemo -gradatamente ad esaminarne l'origine, i progressi, le pratiche, e gli -errori, onde giugnere in seguito più agevolmente al nostro grande scopo, -qual è quello di sopprimere, e annientare tutto quanto può racchiudersi -in siffatto sistema d'assurdo, d'inutile, o di strano, e ad un tempo -medesimo semplificarlo, e di ridurlo a quel grado di esattezza di cui le -umane instituzioni possono essere suscettibili. - -I cinque libri che compongono interamente il Codice di Mosè (che noi -distinguiamo col vocabolo greco _Pentateuco_ che significa cinque) -furono chiamati dagli ebrei al ritorno della loro cattività di Babilonia -מקרא (_mikrà_), cioè _Lettura_; essi non dettero per tanto da principio -questo nome che a' soli accennati cinque libri (come apparisce da Neemia -Cap. 8.) dove il semplice testo della Legge è così pure distinto col -Vocabolo _mikrà_. I Rabbini cominciarono allora a nominare col termine -medesimo anche le loro glose, o interpretazioni del Pentateuco di Mosè; -e siccome il Popolo ebreo di que' tempi non era intelligente a -sufficienza dell'Ebraico dialetto, rendevasi necessario assolutamente -che il detto Codice che gli si imponeva come un dovere pressante, di -osservare minutamente, fosse al medesimo spiegato nel Caldeo linguaggio, -tale essendo la sua lingua materna, per vieppiù metterlo in istato di -conoscerlo, e d'intenderlo. Quindi nella successione de' tempi si chiamò -parimenti _Mikrà_ tutto il resto della Bibbia; e lo stesso Talmud si -serve qualche volta di questo vocabolo paragonando il testo della -Scrittura colle parafrasi rabbiniche sulle quali la tradizione del -popolo d'Israel è onninamente fondata. - -E così dunque da ciò, che la setta de' _Caraiti_ fra gli ebrei prese il -suo nome primitivo, perchè dessa si attacca, principalmente al semplice -testo della scrittura, non volendo in conto alcuno conoscere le -tradizioni degli altri ebrei per principio fondamentale di quella -religione ch'essi prefiggonsi di ammettere, e di osservare, nella guisa -medesima, che si è veduto ne' secoli a noi più vicini i protestanti -denominarsi _Evangelici_, a cagione ch'essi pretendevano di non doversi -appoggiare, che sul mero evangelo, rigettando completamente qualunque -siasi tradizione, e tuttociò che vi ha, o lontano, o prossimo rapporto. -קראי (Karai) dunque, secondo ancora l'osservazione di _Abenesdra_, e di -_Elia Levita_, significa: un'uomo colto, esercitato profondamente nello -studio della scrittura, e della più purgata maniera d'intenderla, e di -spiegarla (112). - -Ma questo nome che in origine era sì generalmente onorevole fra gli -ebrei, è divenuto loro esecrabile all'eccesso, dopo che alcuni fra -questi i quali concepirono un disprezzo positivo per le tradizioni -Rabbiniche, si separarono dal corpo totale degli ebrei distinguendosi -collo specioso attributo di _Caraim_. I proseliti di questa nuova setta -pretesero di dimostrare con ciò ch'essi aveano sulla religione dei -sentimenti molto più integerrimi, ed assai più filosofici degli altri, -ch'essi accusavano di avere in qualche modo abbandonata la parola di Dio -per seguire ciecamente le ampollose Decisioni rabbiniche delle quali le -loro opere sono piene. Da un altra parte gli ebrei Talmudisti gli -rimproveravano di essere _Saducei_, perchè infatti essi gl'imitavano in -quanto a ciò solo che non volevano ammettere le tradizioni de' loro -antecessori (113). - -Ma lasciamo, di grazia, tutte queste, ed altre sì fatte imputazioni male -fondate, e veggiamo quali sono stati, in massima, i veri sentimenti -religionarj della setta del Caraismo, la quale è in tanto abominio -attualmente presso i Rabbini, non meno, che in faccia di tutti coloro -aderenti al loro partito. - -Prima però di esaurire intieramente l'assunto di cui ora ci occupiamo, -non mi sembra inutile di fare qualche rapida menzione della primitiva -origine della setta di cui parliamo, e della sua più verosimile -fondazione, tutto che oltremodo ambigui, e troppo torbidi sieno i lumi -che pochi scrittori ci trasmisero, relativamente al Caraismo. - -(109) Tutti gli antichi popoli dell'Oriente hanno sempre adorato il Sole -sotto un'immensa quantità di varj nomi differenti, come può ad evidenza -rilevarsi dall'Inno al sole di _Marziano Capella_, il quale pretende che -sono que' nomi disparati, il sole era l'unica Divinità che veniva da' -medesimi generalmente adorata: _Gli abitatori del Lazio_, (dice -ingegnosamente l'Autore di questo energico Inno) ti chiamano _Sole_; i -Greci ti nomano _Febo_; altri ti distinguono _Bacco_; i popoli che -abitano il Nilo ti dicono _Serapis_; ed alcuni altri _Osiris_; i -Persiani ti appellano Mitra; tu sei finalmente _Alys_ in Frigia; -_Ammone_, (ovvero il Dio Agnello) in Libia; _Adone_ in Fenicia; e così -l'universo intero ti adora sotto una folla immensa di caratteri -bizzarramente differenti, e opposti. - -È solo a questa notabile discrepanza che io intendo propriamente -riferire il mio principio, da cui il popolo d'Israel, per verità, resta -del tutto esente. - -(110) Perchè mai, argomenta un pensatore anonimo, ritroviamo noi tante -immagini ridenti nelle tradizioni mitologiche de' Greci, e de' Romani? -Ciò avviene perchè quelle debbono l'origine loro al più ameno clima del -mondo, alla patria delle arti, alla culla delle scienze, e del buon -gusto, al Governo il più saggio, e il più illuminato, ed alla ferma -inerenza infine che quelle industriose nazioni sentivano per il -progresso de' lumi, e per lo sviluppo delle proprie loro facoltà -intellettuali. Perchè mai, al contrario, le tradizioni orali -specialmente degli antichi Israeliti (prosegue il medesimo Autore) sono -esse così triste, sì meschine, ed insoffribili? Ciò procede perchè -queste furono scavate nel centro di un popolo allora, eccessivamente -barbaro, e ignorante, governato da una Teocrazia, la quale non ispirava -che il terrore, e l'avvilimento senza renderlo nè meno stupido, nè più -saggio, nè migliore, nè in verun modo proclive alla coltura dello -spirito, ed all'acquisto di utili cognizioni. Quindi per ultima prova di -quanto il testè riportato anonimo ci espone, facciasi un passeggero -confronto fra i deliziosi giardini della Grecia, e la vaga amenità del -suolo romano con le scheletrite inospite foreste, dell'Arabia, e della -Palestina, e noi non saremo più sorpresi della stravaganza notabile -della quale parliamo. - -(111) _Une verité en qualité de nouvelle_, dice un pensatore insigne, -_choque toujours quelque usage, ou quelque opinion généralement établie; -elle a d'abord peu de sectateurs; elle est traitée de paradoxe, citée -comme une erreur, et rejetée sans être entendue._ - -Ciò che dimostra che gli uomini in generale approvano, o condannano a -caso, e la verità stessa è dalla massima parte di quelli, ricevuta come -l'errore, senza esame, inorpellata da' pregiudizj, o dalla tradizione. - -(112) Abenesdra che gli ebrei chiamano meritamente il _saggio_ fa -menzione (_Comm. Sul Pentat._) di cinque differenti maniere -d'interpretare la Scrittura, di cui la prima è di coloro che si -diffondono sopra ogni parola impiegando ne' loro commentarj tutto ciò -ch'essi sanno: il medesimo riporta per esempio un certo Rabbino _Isaak_, -il quale avea compilati nove libri per fare la spiegazione del solo I. -Cap. della Genesi; _Saadia Gaon_, ed alcuni altri, i quali all'occasione -di dovere interpretare una sola frase della Scrittura, si diffusero in -trattati del tutto stranieri al soggetto principale. Abenesdra combatte -sdegnosamente questo metodo strano d'interpretare la scrittura. - -La seconda presso gli ebrei è molto dissimile dalla prima; quella -consiste, secondo lui, a non consultare che la pretta ragione, ed un -bene sostenuto criterio senza niun riguardo a' pregiudizj nè -all'autorità; metodo che lo stesso Abenesdra attribuisce particolarmente -a' Caraiti. - -La terza è di coloro che riducono tutte le cose alle mistiche allegorie, -e che ritrovano per tutto logogrife visioni sacre impercettibili, senza -nulla curare il senso letterale; esso rigetta parimente questo metodo, -reputando cosa molto pericolosa, ed affatto incongruente di allontanarsi -dal senso letterale, e di non seguire colla più scrupolosa precisione, -altro che quello unicamente che dal solo testo restaci indicato. - -La quarta è di coloro che si chiamano volgarmente _Cabalisti_ I quali -riducono tutto il senso della scrittura a delle vane, e ridicole -sottigliezze; anche questo metodo è rigettato da Abensdra, che lo reputa -passato dalla Scuola de' Platonici alle Scuole degli Ebrei nell'Europa -specialmente, dove molti fra questi hanno scritto sopra tale cabala -speculativa, la quale è pure in somma estimazione presso tutti gli ebrei -dell'Oriente; il libro del _Zohar_, che gl'Israeliti credono -antichissimo è ovunque pieno di queste sorta di mistiche spiegazioni: -quindi è che un gran numero di ebrei si è gettato confusamente in questo -studio senza esaminarlo. V'ha così ancora un'altra specie di cabala che -denominasi _pratica_; questa è assai più dell'altra pericolosa, e -assurda poichè la medesima fa parte di ciò che usualmente chiamasi -_magia_, la quale, a fondo, altro per se stessa non è che una illusione -di certe persone che immaginano di potere a loro talento operare delle -gesta, sedicenti prodigiose, colla supposta efficacia di questa _cabala -pratica_. - -La quinta maniera finalmente d'interpretare la scrittura presso gli -ebrei è di ricercare diligentemente la significazione propria di ogni -vocabolo, e di spiegare i respettivi testi, il più alla lettera che sia -possibile, senza arrestarsi niente di meno sullo spirito tradizionale -con con soverchio scrupolo nella guisa che fu sempre mai praticato dalla -massima parte de' Rabbini. Abenesdra ci assicura (_Ibid._) avere esso -medesimo seguitato questo metodo stesso in tutti i suoi Commentarj sulla -scrittura, e in fatti io non conosco altro autore che abbia spiegate le -sacre pagine più letteralmente, e con criterio maggiore, nè con più -esatta precisione di lui. - -Tali sono dunque le regole adottate da' Teologi ebrei nella spiegazione -della scrittura; ma è duopo essere attaccato all'ultima chi desidera di -bene spiegarla, ed intendere, ad un tempo, la critica degli Autori che -hanno con qualche metodo scritto in particolare sopra i Cinque libri di -Mosè. - -(113) L'ignoranza dell'Istoria, e della cronologia in cui gli ebrei sono -da lungo tempo stati, ha fatto che nella successione de' secoli ai è -confuso questi Caraiti con gli antichi Saducei, sebbene la credenza -degli uni, e quella degli altri sia del tutto differente (come io passo -a dimostrarlo fra qualche breve istante). _Scaligero_, il quale avea -così pure confuso (_Elench. Trib. Cap. 22_) seguitando le traccie -medesime de' Rabanisti, i Caraiti co' Saducei, cambiò di sentimento, -avendo rilevato che i Caraiti dimoranti in Costantinopoli si -differenziavano soltanto degli altri ebrei, in ciò che quelli erano -molto più esatti di questi nell'osservanza dei comandamenti della Legge -primitiva, e che dessi ricusavano di sottomettersi alle loro tradizioni; -ma il medesimo Scaligero s'inganna allora quando asserisce, con poco -fondamento (_Ibid. Cap. 26_) che i Caraiti sono più antichi de' Saducei, -giacchè è evidente che questi esistevano fino dall'epoca di gran lunga -anteriore al secondo tempio, e che, al contrario, i Caraiti non si -manifestavano, se non se nel tempo in cui la tradizione orale venne -posta in iscritto, voglio dire, alla promulgazione de' primi commentarj -della scrittura, ciò che seguì 150 anni circa dopo la distruzione -dell'ultimo tempio (Vedi _Leusden Philosog. Hebraeor., mix Dissert. XV_) -le annotazioni che noi ci proponghiamo di riportare nel Capitolo -susseguente, rischiareranno qualunque ulteriore difficoltà a questo -riguardo; e ci metteranno a portata di condurre sopra tale assunto, i -giudizj più metodici, e più verosimili. - - - - - CAPITOLO XIV. - - Seguito del medesimo soggetto. - - -Se si dovesse prestare fede inconsideratamente ad alcuni male prevenuti, -o poco edotti scrittori di quel partito noi dovremmo riguardare la setta -del Caraismo come la più antica di quante altre mai produsse la -Comunione del popolo d'Israel, facendola i medesimi discendere fino da -Esdra, e ciò ancora senza calcolare sulle asserzioni cotanto -erroneamente fondato de' Caraiti della Polonia, e della Lituania i quali -si pretendono discesi assolutamente dalle dieci tribù, che _Salmanasar_ -avea trasportati al di là della Tartaria, senza riflettere che per poca -attenzione che si faccia alla sorte di queste dieci tribù, si sa ch'esse -non sono mai passate in quel paese: e coloro che sostengono simile -opinione, ad oggetto di meglio comprovarla adducono che quelle tribù -parlano anche oggi l'idioma tartaro, e il turco, e che è appunto in -queste medesime lingue che sono state fatte le versioni della scrittura -che dessi leggono in certi giorni determinati entro le loro proprie -sinagoghe (Vedi _Schup. Cht. Karaim, Seu Secta Karaeor. Dissertat. -Aliquot. Philol. ec. Seriae 1701_). - -Ma questa opinione dimostrasi per altra parte ancora destituita -onninamente di verità, e di fondamento mentre s'egli è vero, come non -può in verun modo essere posto in dubbio, che lo scisma de' Caraiti si -spiegò fra gli ebrei a causa delle tradizioni che i partigiani di quella -Setta nè conoscere, nè ammettere mai vollero, è altrettanto -evidentemente certo, che note quelle non erano a' tempi di Salmanasar; -quindi è cosa troppo ridicola per se stessa l'opinare che questa legge -orale avesse potuto ritrovare degli oppositori avanti che la medesima -esistesse, ovvero prima che quella fosse insegnata pubblicamente. Non -possiamo sollevarci contro un nuovo sistema, qualunque siasi, se non se -dopo ch'esso è conosciuto, introdotto, e propalato fra gli uomini. -Dunque può con sicurezza dedursi che la setta Caraita debba essere a -quella di gran lunga molto posteriore. - -_Eusebio_ poi ci fornisce intorno questa materia una congettura affatto -nuova, che più di ogni altra opinione parrebbe approssimarsi alla -verità. Ragionando esso in qualche luogo sul proposito di _Aristobolo_ -(_Preparaz. Evang. Lib. 8. Cap. 10_) il quale comparve con grande -splendore nella Corte di Tolomeo Filometore, rimarca che vi era presso -gli ebrei fino da que' tempi due partiti differenti, ed opposti, l'uno -de' quali prendeva tutte le prescrizioni di Mosè alla lettera, fissava -l'altra ad essa un senso mistico ed allegorico, dal che molti -conchiusero (e _Prideaux_, et _Basnage_, e _Simon_ fra questi) di potere -quì con qualche probabilità ritrovare positivamente la vera origine de' -Caraiti (114), che cominciarono a comparire sotto questo principe; -perchè infatti fu allora, e non altrimenti che le interpretazioni -logogrife, e le allegoriche tradizioni acquistarono voga generale presso -gli ebrei, e che furono ricevute universalmente con maggiore avidità, e -venerazione da questo popolo (115). - -Ecco, in una parola, la vera incontestabile origine della setta -denominate de' _Caraiti_. Passiamo a conoscere in seguito il loro -sistema di Religione. - -I Caraiti convengono in ciò che riguarda i punti fondamentali della -Religione cogli altri ebrei, ed essi ne sono unicamente differenti per -quello che rapportasi ad alcuni punti di disciplina, ed alle tradizioni -che i medesimi rigettano presso che intieramente, astrazione fatta di -qualche fondata eccettuazione però, nella guisa che noi entriamo in -breve ad osservare. - -Per altro, varj scrittori moderni ebrei, quali hanno investigato più a -fondo i sentimenti dei Caraiti gli distinsero totalmente da' _Saducei_ -nel modo che apparisce dal Libro _Juhassim_ il di cui compilatore opina -essere troppo manifesto che i _Saducei_ non sono i medesimi dei Caraiti -odierni, poichè questi riconoscono la ricompensa delle azioni virtuose, -non meno che la punizione nell'altra vita delle opere malvagie, e -finalmente la Resurrezione dei Corpi, ciò che è opposto diametralmente -alla Dottrina dei _Saducei_ (116). - -Rigettando i Caraiti dunque tutti i dogmi, ed i riti che non hanno altro -fondamento che la tradizione degli antichi Dottori della Sinagoga, -chiaro apparisce che il loro metodo di credere è assai meno aggravato di -pratiche, di usi, e di cerimonie di ciò che lo è la religione de' loro -oppositori; ma nella sua ristrettezza però essa è più rigorosamente -osservata in seguito della massima che nutrono di non dovere prescindere -giammai da qualunque siasi articolo delle prescrizioni ordinate alla -lettera dal solo Mosè nel Pentateuco; austerità che siccome ognuno -conosce, e nel modo che lo riflette sensatamente uno de' più illuminati -scrittori di quella Setta, la rende in moltissime parti presso che -impraticabile (117). - -Che la religione adottate da' Caraiti sia per se stessa infinitamente -più pura, più filosofica, e più omogenea all'indole dell'uomo, di ciò -che lo è la credenza in molte parti macchinale di tutti gli altri ebrei -Talmudisti, ad evidenza lo dimostra le scrupolo ch'essi hanno di essere -oltremodo attaccati al testo inalterabile della scrittura, bene convinti -di non potere intendere così nettamente l'eterna disposizione -dell'Essere Supremo nella tradizione, come si farebbe attignendola dal -nitido fonte da cui essa mirabilmente emana: _Purius ex ipso fonte -bibuntur aquae_. Dicasi pure se vi ha niente di più elevato, e di più -filosofico de' loro principj in soggetto di Culto, o di religione (118)? -Essi non riconoscono che due sole guide per condursi felicemente -nell'edificante sentiere della salute; l'una è il _luminare_ _della -scrittura_, l'altro quello dell'_intendimento_. La verità si fa -discernere per se medesima secondo essi dalla ragione, che la trae dalla -primitiva sua incontaminata sorgente. Tale è dunque il sistema -riguardato da essi il più infallibile, e sul quale si appoggiano -radicalmente tutti i principj che servono di sostegno alla religione del -Caraismo. Di più essi inferiscono un ragionamento essere giusto allorchè -si accorda in ogni parte con questi medesimi principj, ed incontrando -frattanto qualunque articolo molto profondo in cui riesca troppo -malagevole all'intendimento umano di penetrare, essi non ommettono -perciò di piegare la fronte, e riceverlo con rassegnazione, e con -rispetto, avuto solo riguardo alla purità dell'origine dalla quale -deriva. - -Queste sono dunque le inconcusse basi sulle quali appoggiano i Caraiti -l'essenzialità della loro credenza da una parte, e l'esplicita -ripugnanza che manifestano essi dall'altra contro la Legge orale, che i -Talmudisti pretendono concordemente, come si disse, data dall'Essere -Supremo al Legislatore Mosè sulla venerabile montagna di Sinaj (119). - -In seguito di tutto quanto venne da noi fin quì esposto concernente i -Caraiti parrebbe necessario di dovere ora entrare a ragionare qualche -cosa per rapporto a' loro dogmi rituali, agli usi loro, ed alle loro -prescrizioni religiose; ma non ostante che queste non sieno in gran -numero, pure un diffuso trattato vi sarebbe a redigere se tutto ciò che -si prefiggono i Caraiti di osservare, quì riferire in dettaglio noi si -dovesse, egli è per questo riguardo unicamente che noi ci limiteremo -soltanto a fare espressa menzione de' riti più essenziali, per esempio, -le _Mezuzoth_, o _pergamene_ che gli ebrei talmudisti attaccano sullo -stipite delle porte esterne, ed interne delle loro proprie abitazioni: i -_Teffilin_, o _Filatterj_; l'astinenza di mangiare il formaggio con la -carne, non ostante che le due prime prescrizioni sieno chiaramente -ordinate da Mosè (_Deut. Cap. 6, v. 8 e 9_), il quale dice parlando -degli uni, e delle altre: _Et ligabis ea quasi signum in manu tua -eruntque, et movebuntur inter oculos tuos, scribesque ea in limine et -ostiis domus tuae_. - -I Caraiti frattanto pretendono di spiegare al figurato, queste parole -secondo il solito praticato da' medesimi alludendo di tenerli fissi nel -Cuore, e sostenendo ad un tempo stesso che allora quando Dio ha ordinato -di scrivere queste pergamene, ed affiggerle sopra le porte, altro non -abbia esso voluto fare comprendere, se non se che dovessero quelle -essere in ogni tempo presenti allo spirito, nella guisa che l'ingresso -di un quartiere, o di una camera ci si offre il primo allo sguardo -nell'entrarvi; e con tale motivo i Caraiti si esentano dall'osservanza -di quelle tante pratiche all'eccesso abusive, ed insoffribili, che gli -ebrei Rabbanisti hanno inventate per rapporto agli accennati Mezuzoth, e -Teffilin. - -In quanto poi al terzo precetto di non mangiare in un medesimo convito -carne di sorte alcuna, non escludendo quella dell'animale volatile, con -qualunque siasi latticinio mescolato insieme, fondandolo sopra l'Exodo, -i Caraiti sostengono che la vera spiegazione di questo testo è racchiusa -in quella medesima dell'altro in cui parlando degli uccelli la scrittura -dice (_Deut. Cap. 22. v. 6 e 7_) _tu non prenderai la madre co' piccoli -entro il loro nido, nello spazio di un solo giorno_, rigettando -egualmente qualunque tradizione intorno questo passaggio della -scrittura. - -Essi rigettano parimente cinque digiuni osservati da' loro oppositori -nel periodo dell'anno (benchè menzionati espressamente dal Profeta -_Zaccar. Cap. 8 v. 19_, ch'essi riconoscono autorevole) attenendosi a -quello solo di espiazione, perchè in chiari sensi comandato da Dio per -organo di Mosè (_Levit. Cap. 23 v. 31_); detraendo però, tutto quanto vi -aggiunsero le tradizioni, che trovano ridicolo, e onninamente straniere -allo spirito del testo (120). - -Essi sono, per altro, in qualche articolo affatto discordi da' Settatori -Talmudisti relativamente all'osservanza delle solennità, ma per ciò che -riguarda la massima, ed i punti essenziali della Religione, essi -convengono entrambi unanimemente d'accordo nella stretta osservanza de' -medesimi (121); siccome ancora non si scorge la benchè minima differenza -tra la maniera di circoncidere degli uni, e quella praticata degli altri -(benchè alcuni pretesero differenziarla da quella osservata da' -talmudisti); essi astengonsi parimenti da tutti quegli animali vietati -dalla scrittura, come immondi, nella, guisa medesima che se ne astengono -gli altri. - -Ma tutto che inerenti noi siamo ad approvare i principj su' quali -osservasi fondato generalmente il Caraismo, non dobbiamo però esserlo al -segno di riguardarlo essente esso pure da quei malefici pregiudizj, e -scevro intieramente da quelle tante inutili pratiche, e cerimonie, che -formano l'appannaggio costante, e inseparabile di ogni popolo, e -lasciarci così trascinare all'eccesso condannabile di deferire -ciecamente a' suoi errori nella guisa medesima che approvate abbiano le -sue massime. I Caraiti ne hanno essi ancora assolutamente, benchè però -non già in quell'affluenza enorme di cui si mirano aggravati i loro -accaniti oppositori; ma se dessi potessero essere d'altronde, più -metafisici nelle varie applicazioni de' loro testi, se potessero -semplificare que' folli rigori de' quali parlammo, e che i più decisi -apologisti, e fautori della loro setta non poterono astenersi dal -riprovare, la loro credenza potrebbe allora dirsi appunto quella -medesima conosciuta, e praticata da tutti i primi Patriarchi, Profeti, e -fondatori della primitiva edificante credenza del Popolo d'Israel; -quella sarebbe, in conclusione, un vero, ed esplicito deismo -Israelitico; ma con quale solido fondamento presumerlo tale, con -giustizia, in mezzo delle moltiplici stravaganze delle quali sono i -Caraiti così pure suscettibili, nell'osservanza del sabato specialmente -in cui prendendo alla lettera il riposo comandato da Mosè (_Exo. Cap. 16 -v. 31_); e riguardando con iscrupolo eguale il divieto prescritto in -detto giorno di accendere fuoco entro le loro proprie abitazioni, se ne -rimangono affatto allo scuro tutta la notte antecedente, e durante -l'intero giorno di sabato, si privano di accendere fuoco, eccetto che -nel solo caso di estrema urgenza in cui vanno ad accenderlo lungi dalle -loro proprie case in mezzo della contrada? Inoltre è egli meno -stravagante lo scrupolo che mostrano i Caraiti nell'occasione della -festa de' tabernacoli, nella quale prendendo, al solito, alla lettera il -senso espresso in questa frase (_Levit. Cap. 23 v. 42_) בסכת תשבו שבעת -ימים׃ כל האזרח בישראל ישבו בסכת (Bassucoth tescebu scivnghat jamim: col -Aezrah beisrael jescebu bassucoth) _Et habitabitis in umbraculis septem -diebus: omnis qui de genere Israel est, manebit in tabernaculis_: essi -fanno il loro permanente domicilio entro le capanne, senza mai -abbandonarle un solo istante, non meno di notte che di giorno, durante -l'intervallo menzionato di sette giorni comandati dalla scrittura e -quante altre instituzioni meschine di tal fatta, non si prescrivono col -più entusiastico zelo i Caraiti sull'osservanza delle altre feste, e -quante altre interpretazioni assurde, al massimo grado, non -attribuiscono i medesimi agli altri precetti del Pentateuco che -rapportansi a' Cibi, al giudiziario, al politico, al Civile, così -enormemente ripugnanti al buon senso, per elleno medesime, quanto -all'eccesso ardue, tormentose, ed anche per la massima parte impossibili -riescono a mantenerle, e ed osservarle? (122) - -D'altronde, pare necessario di convenire, non essere già sicuramente con -tali mostruosi principj che i vetusti padri d'Israel erano Caraiti, o -ebrei deisti; il Caraismo dei medesimi, o il loro Deismo, se si -approssimava in qualche tenue parte a quello che mirasi professato da' -recenti, era, per altro, diametralmente opposto e quelle pratiche -insignificanti seguitate macchinalmente da' moderni Caraiti, che -oscurano i pregj di questa instituzione, e indeboliscono la base -primitiva sulla quale fu questa setta in origine fondata felicemente: -tutti quegli scrupoli oltraggianti la purità del vero Culto Divino, -erano a que' sani Caraiti antichi totalmente sconosciuti; paghi essi -restando di compiere meramente quelle sole prescrizioni, che potevano -essere osservate senza incomodo fisico, nè alterazione di spirito per -farne l'applicazione, nè stanchezza di mente per lambiccarne il vero -senso; essi erano in tale guisa il modello esemplare del Caraismo, senza -essere fanatici per gli scrupoli che oggi ne tengono le veci; erano i -veri Israeliti senza quelle pratiche superstiziose, que' riti superflui, -o quelle ripugnanti cerimonie, che lo smarrimento degli uomini vi ha in -seguito aggiunte (123). - -Questo è, in una parola, quel vero, e solo Caraismo che può meritamente -aspirare a' nostri encomj, e che oltremodo vantaggioso riuscirebbe -l'istruirne tutto il corpo della Nazione d'Israel, indurlo ad adottarlo, -e propalarlo per ogni dove l'orma sua s'imprime, e ciò dopo di avere -riformati i suoi abusi, emendati i suoi errori, e ridotte le sue -Instituzioni Teologiche a quel grado di sublimità, e perfezione, della -quale Possono essere le medesime suscettibili. - -(114) Alcuni osservano che la Legge Mosaica cominciò ad alterarsi, e a -degenerare dalla sua purità primitiva, da che il popolo d'Israel -contrasse un Commercio cogli stranieri, quello divenne molto maggiore, e -più frequente dopo le conquiste di Alessandro, di ciò che lo era -antecedentemente, e questo fu in particolare cogli Egizj ch'essi -vincolarono de' rapporti di società, e di affari, specialmente in tempo -che i Re di Egitto furono padroni della Giudea. Non si prese dagli Egizj -i loro idoli; ma il loro metodo stravagante di trattare la Teologia, e -la religione: Quindi è (come lo pensa uno scrittore illustre) che i -dottori ebrei trasportati, o nati in quel paese, si gettarono nelle -interpretazioni allegoriche; ed ecco ciò che dette occasione a due -partiti di cui parla Eusebio di formarsi, e di dividere la Nazione. -(_Hist. des dogm. et opin. Philosoph. T. 2. p. 220_) - -(115) Alla testa di questi due partiti de' quali abbiamo poco avanti -ragionato erano allora _Hillel_ e _Sciamaj_, che gli rendevano più -luminosi, e di qualche considerazione. I Rabbanisti però danno il torto -a Sciamaj, il quale era, com'essi dicono, un'uomo impetuoso, e violente; -essi sostengono che la loro divisione in altro non verteva che intorno a -tre soli riti di non molta importanza. Ma il sentimento parziale di -pochi Dottori, non può avere forza bastante di abrogare ciò -che si legge in chiari sensi, e nel Talmud, -e altrove che la disputa si riscaldò si violentemente che non era tanto -agevole di calmarla in veruna maniera: ciascuno di quelli eresse una -scuola pubblica, un giorno determinato si adunarono entrambe; ma se -queste si accordarono sopra varj articoli, ne rimase, per altre, un -maggior numero sul quale restarono esse totalmente inconciliabili; -Hillel sostenne con calore la tradizione (_Misnah. 5_) pretendendo -asseverantemente esservi stata una Legge la quale fosse passata da bocca -in bocca, come da un telegrafo ad un altro, benchè più lentamente, da -_Mosè_ fino ad _Esdra_, e di questi fino ad esso: Sciamai, al contrario, -insisteva di doversi tenere scrupolosamente attaccato alla sola Legge -scritta, riguardando tutte le parafrasi, o appendici che alla medesima -si fossero aggiunte, come estranee onninamente alla tersa religione di -un vero Israelita, a cui riescono il più delle volte indifferenti, -sovente perniciose, ma sempre inutili. Quindi il pregiudizio degli ebrei -Talmudisti, che attribuiscono il torto a Sciamai, conferma la quasi -positiva certezza del testè riportato sentimento cioè, che questi fosse -avverso alla tradizione. - -Ciò che d'altronde, non pare in alcuna maniera supponibile si è, che i -Caraiti si attribuissero un origine odiosa, o menzognera (come -assurdamente lo pensarono alcuni de' loro oppositori) se i medesimi non -fossero completamente persuasi che quella ch'essi vantano è la vera; -frattanto uno de' più eruditi di questa setta, dice in termini formali -che i Caraiti sono assolutamente sortiti dalla casa di Sciamai (Vedi -_Mosè Betschitsi MS. apud Trigland, Cap. 6. p. 72 e 74_). - -Ecco tutto quanto noi possiamo infatti di proposito asserire sulla -probabile fondazione originaria della _setta dei Caraiti_. - -(116) Questa Setta (della quale sarà da noi accennato l'origine, ed il -sistema religioso nel Capitolo seguente) non si uniformava a' Caraiti, -se non se in quanto al prendere la scrittura alla lettera, e nel -rigettare in conseguenza qualunque siasi tradizione, ma in tutt'altro -esse erano fra di loro interamente opposte, e contradittorie, mentre i -Saducei, attaccandosi al mero senso letterale delle prescrizioni -mosaiche, ne deducevano illativamente che le medesime non gli -obbligassero già a credere ciò che i Caraiti pretendevano adottare -fermamente di proposito; quindi è ch'essi non credevano nè la -predestinazione, nè la resurrezione de' corpi, nè l'immortalità -dell'anima umana, nè l'esistenza degli angeli, o degli spiriti; mentre -di tutto ciò che i Caraiti in siffatti articoli concordi co' Talmudisti -ammettevano come irrefragabile, i Saducei gli oppugnavano senza -eccettuazione, adducendo per motivo che la scrittura non ne offre il -benchè minimo sentore, con quella esattezza però che si esigeva da' -medesimi, avendo già noi rimarcato altrove con quale evidente precisione -faccia il Pentateuco sotto intendere non meno l'esistenza di Dio, che -l'immortalità dell'anima umana (vedi le _annotazioni_ 26. e 41.) così -non erano essi ebrei che per le sole ricompense temporali, e molto -concedevano al labile piacere de' sensi. Onde si può giustamente -conchiudere che coloro i quali vollero supporre i Caraiti infetti di -Saduceismo dimostrano un imperizia crassa non meno de' principj degli -uni, che delle massime dell'altro, che quelli non solo ricusano di -ammettere, ma che tentano sempre di combattere accanitamente, e di -annientare. - -(117) Non si può certamente di proposito negare che nel ristretto numero -di scrittori che ha prodotto la setta de' Caraiti, _Aaron Ben Josef_ -debba, senza contradizione tenere il primo rango; esso vivea nel Secolo -tredicesimo, professava la medicina, ed esercitava nel tempo stesso -l'ufficio di Rabbino in Costantinopoli. Il Caraita _Mardocheo_ (altro -celebre letterato di questa setta), ce lo rappresenta come un uomo -profondamente versato nell'intelligenza del Pentateuco, nello studio -della natura, della filosofia, ed anche oltremodo perito nella -cognizione di tuttociò che la cabala racchiude di più occulto, e di più -misterioso (ved. la _versione_ e le _note_ di M.r _Wolf_ all'opera di -_Dod. mordochai_, sotto il tit. di _notit. Karæor. Cap. XI. pag. 141._) -Per altro, pare verosimile, come lo pretende lo stesso Wolf ch'essendosi -egli applicato a questa scienza chimerica, la quale non è fondata che -sopra giuochi di una immaginazione sovvertita, esso non abbia avuto -altro in mira che i indagarne meglio l'insufficienza, e convincersi per -se stesso che ben lungi dal ritrovarvi qualche solida utilità nelle -moltiplici sottigliezze che ne costituiscono l'usanza, quelle non sono -ad altro idonee che a corrompere lo spirito; e ciò è tanto più -probabile, quanto che restaci chiaro dimostrato dalle veementi -espressioni ch'esso usa, allorchè imprende a confutare certe parafrasi -allegoriche, o cabalistiche riportate dal medesimo nel suo מובחר -(mubhar) _Il Scelto_ (che è un Commentario sul Pentateuco) opera che lo -stesso _Abenesdra_ non potè in molte parti non approvare. È in essa dove -il rinomato nostro _Aaron_ nel tempo medesimo ch'egli spiega tutta la -sua robusta energia per dimostrare i vantaggi sommi che ha la di lui -Setta sopra quella de' Talmudisti, non cessa di declamare contro -infiniti abusi che mirava introdotti nella sua, del tutto estranei -all'essenzialità delle sue primitive instituzioni, perchè non gli -appartenevano di sorte alcuna, ed esso vi progetta in vece i mezzi i più -pronti, ed i più efficaci, onde reprimerli, e allontanarli. - -Infatti sia quanto si vuole ottimo, e proficuo lo stabilimento del -Caraismo fra gli uomini, è altresì chiaramente dimostrato che non -potrebbe andare quello pure in alcun modo esente da una riforma radicale -che ne modificasse il rigore, semplificandone le pratiche, e ne -togliesse quelle ridicole superfluità che vi s'intrusero a grado a grado -con detrimento delle sue primitive instituzioni, e che lo stesso _Ben -Josef_ non ha potuto astenersi dal riprovare, benchè tanto proclive a -consolidarne le massime, e a sostenerle. - -(118) Qualunque siasi l'opinione che molti abbiano concepita per -rapporto al Caraismo, è d'uopo convenire che la loro maniera di credere -è ad ogni riguardo degna di essere imitata, come una delle più sane, e -delle più esemplari instituzioni sociali: per giudicarne con criterio -udiamone il carattere che uno scrittore insigne ci trasmise di questa -setta: _Les Caraïtes ont une idée fort simple, et fort pure de la -Divinité, car il lui donnent des attributs essentiels, et inséparables, -et ces attributs ne sont autre chose que Dieu même. Sa Providence -s'étend aussi loin que sa connoissance qui est infinie, et qui decouvre -toutes choses. Ils distinguent quatre dispositions differentes dans -l'ame, l'une de mort et de vie, l'autre de santé, et de maladie. Elle -est morte, lorsqu'elle croupit dans le péché; elle est vivante -lorsqu'elle s'attache au bien; elle est malade quand elle ne comprend -pas les vérités célestes; mais elle est saine lorsqu'elle connoit -l'enchainure des événemens et la nature des objets qui tombent sous sa -connoissance. Enfin ils croient que les ames seront recompensées, ou -punies suivant leurs actions etc._ _Hist. des Dog. Philos. V. 2. p. -222._ - -Qual'è mai quel popolo che possa vantare sopra la terra un culto di -questo più esimio, più elevato, più salutare? - -(119) Malgrado l'avversione decisa che i Caraiti hanno sempre mai -dimostrato per la Legge orale, come osservammo, non si può nulla di meno -asserire con probabilità ch'essi rigettino complessivamente per tanto, -qualunque sorta di tradizione; mentre uno de' più celebri scrittori di -quella Setta ci assicura che il principale scopo della sua credenza non -tende che ad oppugnare le false, e le assurde tradizioni, ma che, al -contrarie, i Caraiti ricevono le bene fondate, e le ragionevoli, -distinguendo così le certe, e le costanti da quelle che non sono che -ipotetiche, e dubbiose (Ved. _Mosè Eliahu aderet apud trigland Diatr. de -Karæor. P. 117. e 125._) Essi adottano ancora la _Massora_ (o la -puntuazione della Scrittura) (non ostante che faccia essa parte delle -instituzioni tradizionali, e la stessa loro Teologia non differisce da -quella degli ebrei Talmudisti, se non in quanto all'essere più concisa, -e più lontana da inutili, e superstiziose discussioni, che formano il -carattere definitivo, e principale della Teologia de' loro oppositori. -In una parola, fra le tante interpretazioni che furono applicate alla -scrittura, essi non ricevono che le sole meramente letterali, e per -conseguenza essi rigettano affatto le Glosse cabalistiche, mistiche, e -allegoriche come non avendo alcun fondamentale rapporto colla Legge -pubblicata da Mosè. - -(120) Qualunque siasi digiuno comandato, ed ordinario comincia la -mattina allo spuntare dell'alba, e dura fino all'imbrunire del giorno -medesimo, eccetto che quelli di _Kipur_, e di _Av_, i quali cominciano -le sera della vigilia di questi con una perfetta astinenza di cibo, e di -bevanda fino alla sera susseguente all'apparire delle stelle nel -firmamento. Di tali digiuni dunque imposti all'Israelismo dalla Legge -orale se ne annoverano cinque: - -Il primo cade il 17 di _Tamus_ (corrispondente al nostro volgare mese di -Luglio) in commemorazione delle varie disgrazie che successero altre -volte in simile giorno entro Gerusalem; e perchè in quello stesso giorno -accadde che Mosè ruppe le prime tavole della Legge a cagione del vitello -d'oro fatto dal Popolo ebreo dimorante nel deserto, nell'intervallo -della di lui assenza sulla vetta di Sinai. - -Il secondo è quello che porta il nome di תשעה באב Tisngha Beav) cioè, -_nove del mese di Av_, che cade nell'Agosto, quale digiuno è da' -Settatori Talmudisti più rigorosamente osservato degli altri (dopo -quello però di Espiazione che gli supera tutti) poichè fu in quel giorno -medesimo che il Tempio venne abbruciato da' Caldei, e la Città di -Gerusalem devastata poscia interamente da Tito; in quello stesso giorno -ancora avvenne il crudele supplizio di dieci de' più insigni Rabbini -della Giudea, e la proibizione fatta da Adriano agli ebrei di mai più -rientrare ne' loro antichi recinti, e particolarmente in Gerusalem, e -neppure di ritornare verso quella parte per riguardarla. Tali sono le -cause per le quali i Talmudisti ordinarono il digiuno del nono giorno -del mese di _Av_; esso comincia la vigilia, tosto che il Sole tramonta, -e da questo momento gli ebrei cessano di mangiare, e di bere fino alla -sera susseguente; essi restano tutto questo intervallo di tempo senza -scarpe di cuojo, seggono sulla nuda terra colla massima tristezza in -continue lamentazioni, non essendo loro permesso di leggere fuorchè -Geremia, Job, ed altri libri di tal modo affliggenti, e patetici; e gli -otto giorni che lo precedono, si astengono dal radersi la barba, e dal -cibarsi di qualunque siasi carne, eccettuatone il Sabato, dove questi -divieti non hanno luogo. - -Il terzo è quello che viene il primo giorno dopo la solennità del nuovo -anno, ovvero il terzo giorno del mese di _Tisrì_ (che combina in -Settembre); gli ebrei Talmudisti digiunano dallo spuntare dell'aurora -fino all'imbrunire di quel giorno medesimo, attesochè, in esso fu ucciso -_Godolia_ figlio di _Ahikam_ (_Gerem. cap. 41._) uomo integerrimo e di -esemplari costumi, il quale era restato solo per conservare i dispersi -avanzi del Popolo d'Israel, la di cui sorte cominciava fino di allora a -periclitare: Or siccome questo dì fa parte de' dieci giorni penitenziali -(con tal nome distinguendo la prima decade di Tisrì) gli ebrei -Talmudisti prendono pertanto un adeguato motivo di fare ad un tempo -medesimo la commemorazione di questo giusto; egli è dunque perciò che -questo digiuno porta il nome di צום גדליה (Zzom Ghedaliah) _Digiuno di -Godolia_; indi segue il gran Digiuno _Kipur_, o di Espiazione, che tutta -la comunione d'Israel, senza eccettuazione alcuna di setta, nè di -partito, celebra il 10 di Tisrì, il solo comandato da Dio per organo di -Mosè, e di cui essendo stato, quanto basta, ragionato a suo luogo, ed -avendolo noi per tale indispensabile riguardo adottato nel nostro nuovo -piano di riforma, ci siamo dispensati di comprenderlo fra questi. - -Il quarto è quello del 10 _Tebeth_ il quale corrisponde, per lo più al -Decembre, ordinato da' Rabbini in rimembranza del primo assedio fatto da -Nabucodonosor in Gerusalem, che in seguito la prese. - -Il quinto, ed ultimo digiuno finalmente, è quello che i Settatori -Talmudisti fanno il giorno 13 del mese di _Adar_ che rapportasi al marzo -in memoria d'Ester, la quale digiunò nell'occasione dell'infortunio in -cui trovavasi l'ebreismo de' suoi tempi involto, attesa la crudele -perfidia di _Amano_ vice-re di Media e Persia, che macchinava -l'esecrabile progetto di sterminarlo dalla terra; questa commemorazione -denominasi פורים _Purim_, dall'etimologia del vocabolo פור _Pur_, che -significa _Sorte_, alludendo all'estrazione fatta dallo stesso Amano per -diffinire in qual mese dell'anno dovea un sì truce sterminio -effettuarsi, e la sorte cadde sul mese di Adar, il più climaterico di -tutti gli altri, attesa la morte repentina di Mosè, che pretendesi -accaduta entro questo mese. - -Ecco quali sono realmente i digiuni comandati a rigore da' Rabbini -(prescindendo però dall'ultimo instituito da Ester); e se altri, eccetto -i testè menzionati, miransi osservare da' più devoti fra gli ebrei -Talmudisti, essi sono meramente arbitrari, o contingenti, e propriamente -particolari ad ogni singolo corpo separato che fa parte di questa -medesima Nazione, come agli ebrei Orientali, ai Tedeschi, e ad alcuni -Italiani; ma siccome questi digiuni si sono moltiplicati presso gli -ebrei quasi all'infinito, così senza che ci diffondiamo inutilmente a -riportarli, può osservarsene il dettaglio circostanziato nella dotta -dissertazione del Rabbino _Leon di Modena_ e nel Bustorfio. (_Syn. Ind. -Cap. 25._) - -(121) Io intendo per tali punti essenziali della Religione l'esistenza -dell'Essere Supremo, l'immortalità dell'Anima umana, e quindi le -ricompense, e le punizioni della medesima nella vita futura, ed in -qualche parte ancora l'osservanza delle solennità principali, nella -guisa, precisamente che accennammo. - -Peraltro, non mi sembra inutile affatto quì di rimarcare col Seldeno -(_uxor. Hebr. Lib 1. Cap. III._) che avendo i Rabbini fissate tre -maniere differenti d'investigare, e scuoprire le verità moltiplici -racchiuse in vari luoghi della scrittura, cioè il _testo_, la _ragione_, -e l'_autorità_ degli antichi, regole quasi comuni a tutte le sette che -esistono sulla terra; i Caraiti vanno pienamente d'accordo co' -Rabbanisti nelle due sole prime, considerandole come urgenti, ed -oltremodo indispensabili; e se rare volte adottano anche l'ultima, non è -già perchè s'impongano un dovere, siccome praticano gli altri, di -crederla o seguirla alla rinfusa; ma essi vi si sottomettono in -proporzione che la ritrovano esatta, ed in ogni punto consentanea allo -spirito genuino della scrittura. - -(122) Siccome i Caraiti hanno in orrore tuttociò che rapportasi alla -tradizione, così essi rigettano con isdegno tutte quelle instituzioni -orali che i Talmudisti si prescrivono con tanto scrupolo, e -riservatezza; ma se quasi tutte le cerimonie religiose praticate da -questi si rendono annojanti per l'affluenza considerabile delle inutili -parafrasi aggiunte alle medesime, quelle seguitate da' Caraiti sono ad -ogni riguardo insopportabili per la loro soverchia ristrettezza, o per -l'austerità dell'osservanza di esse; egli è perciò che io considero come -inutile di fare quì specifica menzione di tutti i loro riti stravaganti -per rapporto ad altri assunti morali, politici, e civili. Chi bramasse -esserne edotto con esattezza maggiore può rivolgersi agli scrittori di -questa Setta, da noi per varie volte citati. - -(123) Malgrado che infinite riprove concorrano a convincerci pienamente -di questa verità incontrovertibile, pure non ostante, v'ha de' -forsennati fra gli ebrei Talmudisti de' nostri tempi all'eccesso -riprovabile l'anteporre la loro propria credenza mistica, e tenebrosa -alla purità edificante di quella degli antichi, sebbene ad evidenza ne -conoscano i superiori salutari vantaggi, e non esitino un'istante a -convenirne; ed i soli Caraiti che potrebbero in qualche modo, se non -completamente pareggiarla, almeno più degli altri approssimarsene, sono -fuori della situazione di riuscirvi, per averla voluto troppo -sottilizzare, colla strana idea forse di sorpassare quelli nella vera -pratica di essa; se gli ultimi sono degni di rimprovero, lo sono -certamente i primi, ad ogni riguardo, di eterna ripugnanza, e -d'improperio. - - - - - CAPITOLO XV. - - Delle altre Sette differenti derivate dal grembo della Comunione -dell'Israelismo; cioè Saducei, Essenj, Terapeuti, Farisei, e Samaritani; - la loro origine, i loro dogmi, le loro Cerimonie, ed i loro sistemi di - Religione. - - -Due Cause principali, dice un ingegnoso critico moderno, sembrano -cospirare a gara per mantenere, e alimentare negli uomini la ripugnanza, -e l'incuria ch'essi nutrono scrupolosamente, tutte le volte che trattasi -di ponderare, o discutere le loro opinioni tradizionali; la prima si è -la difficoltà insormontabile, e l'impotenza estrema nella quale si -trovano di penetrare le dense tenebre, di cui le tradizioni hanno pur -troppo avviluppata la religione dai suoi primi fondamentali elementi; -argini molto adeguati ad opprimere ed a stancare gli spiriti limitati, -ed accidiosi, che incapaci di elevarsi colla forza del raziocinio fino -alla contemplazione della verità, non iscorgendovi che un Caos -terribile, e informe, la giudicano forse assolutamente impossibile ad -esaminare, ed approfondire, e paghi ne restano di seguitarla tale quale -se la rappresentano macchinalmente (124): ecco la sola e vera cagione, a -cui tutto concorre a convincerci che possono dovere l'origine, presso -che tutte le Sette scaturite dal grembo del giudaismo antico, e -partitamente di quella de' _Farisei_, della quale ci disponghiamo in -seguito a parlare. - -La seconda di tali cause, può dirsi quella di non lasciarci troppo -soggiogare da precetti severi, mistici, o poco intelligibili, che tutto -il mondo ammira nella teoria, e pochissime persone si curano di -praticare con esattezza; tale è la sorgente della quale scaturirono -probabilmente il Caraismo di cui testè abbiamo esaurita la materia, non -meno che tutte le altre Sette delle quali ora, entriamo ad occuparci di -proposito. - -Che la Teologia mistica, producesse per se medesima la Setta de' -_Saducei_, sembra che niuno abbia fino ad ora fondatamente dubitato, -siccome apparisce altresì egualmente incontestabile, che le orali -allegorie formassero quella de' Farisei. - -In quanto poi all'epoca precisa in cui la Setta Saducea si rendesse -manifesta fra gli ebrei, l'opinione la più adottata da' critici si è che -_Zadok_, discepolo di _Antigono Socheo_ fosse il primo, e il vero -fondatore della Setta de' Saducei, duecento e quarant'anni avanti l'Era -volgare; senza attenerci però a ciò che opinano vari dotti scrittori -antichi, cioè che l'eresia de' Saducei fosse molto più remota, -sostenendo che la medesima nacque dalla sinistra interpretazione che si -è da quelli attribuita al Cap. 37 di _Ezechiello_, mentre studiavasi -ciascuno di comprenderne il vero senso; altri ne fissano un origine -assai differente facendola rimontare fino ad Esdra (_Leghtf. Flor. Heb. -ad Mat. III. ζ. opp. Tom. II._). - -Ma prescindendo da tutte queste troppo ambigue, e tenebrose congetture, -che lungi dal condurci alla verità, non fanno che aumentare i nostri -dubbj e allontanarci dal retto sentiere che potrebbe indirizzarvici, noi -stabiliremo _Antigono_ per assoluto capo creatore di questa Setta, e -_Zadok_ e _Baithos_ suoi discepoli, come gli organi, ed i propalatori -delle sue nuove instituzioni, non meno che del sistema religioso che -serve alle medesime come di base inconcussa, è fondamentale (125). - -In origine, per quanto apparisce, i Saducei non si distinsero dalla -Comunione generale dell'Israelismo, che col semplice rifiuto meramente -di riconoscere, e adottare le autorità delle instituzioni tradizionali. -Alcuni pretendono così pure, che tutti que' Settatori proferissero il -Pentateuco di Mosè a tutti gli altri libri, considerati generalmente -come sacri, e canonici, i quali non erano da essi riguardati che come -opere composte da certe persone venerabili a cagione della loro santità, -e de' loro esemplari costumi (126). Essi leggevano i Profeti, aderivano -che si studiassero con accuratezza, e che fossero autorevolmente citati -tutte le volte che l'urgenza lo esigesse, e volevano, in somma che -aggregati quelli fossero nel Canone, benchè molte volte rigettavano i -loro scritti, nel modo stesso appunto che inveivano pertinacemente -contro le tradizioni de' Dottori, ed in particolare contro quelle de' -Farisei, ai quali essi erano per tante ragioni opposti onninamente; ma i -Farisei restavano, d'altronde, persuasi, che la Legge fosse l'unico, ed -il più solido fondamento della Religione, e la sola regola direttrice -della credenza de' medesimi e che per conseguenza tutto ciò che -prescritto non era da Mosè, non doveasi mai adottare in verun modo. - -In seguito di quanto Flavio assicura (_Lib. XX. pag. 465_) pare che i -Saducei negassero assolutamente l'influenza dell'Essere Supremo sulle -azioni umane, stabilendo soltanto la libertà assoluta dell'uomo; ed essi -toglievano a Dio qualunque ispezione sul male, ed ogni sorta d'ingerenza -anche sul bene, perchè opinavano essi, che l'Essere Eterno avesse -collocato il bene, e il male sotto gli occhi dell'uomo, lasciandogli un -amplia facoltà di seguitare l'uno, o di schivare l'altro; ed è appunto -per questa medesima ragione che i Saducei negavano, senza riserva il -potere del destino, riguardandolo unicamente come una bizzarra -illusione, solo degna di occupare la mente abbacinata degl'idioti, e -degl'inesperti (127); sostenendo, al contrario, che tutte le nostre -azioni dipendono sì direttamente da noi, che noi siamo i soli, ed i veri -autori di ogni bene, siccome pure di qualunque siasi male che ci -sopraggiunge, secondo che noi seguiamo il retto sentiere della virtù, o -la carriera tortuosa della depravazione (128). Non erano già essi -guidati da verun disegno di ricompensa nelle azioni meritorie che -esercitavano, animati dalla sola grata soddisfazione di eseguirle; essi -ritenevano presente ognora ciò che _Antigono_ loro capo, e fondatore -solea ripetere incessantemente a' suoi Discepoli e seguaci: _non siate -come gli schiavi, che obbediscono al loro padrone col disegno di trarne -ricompensa; obbedite senza sperare_ _alcun frutto dalle vostre fatiche, -e che il timore dell'eterno sia sopra di voi_ (129). - -Questi negavano ad un tempo medesimo la spiritualità delle anime umane, -la resurrezione de' corpi dopo le morte, e l'esistenza degli angeli, e -con più forti ragioni si sarebbero scherniti di quella bizzarra opinione -sostenuta dal _Ben Dior_ (Vedi _Sefer Jezirah_, ovvero _libro della -creazione_) quali era quella, di sostenere che ogni patriarca, -cominciando da Adamo, avesse un Angelo per suo inseparabile sorvegliante -o precettore (130). Essai opinavano che non può esistere giammai altra -essenza incorporea, o spirituale fuori che Dio, e che que' dati esseri -che noi chiamiamo col nome di _Angeli_, non si debbono intendere che -sotto il carattere di altrettante _virtù_, che marcano assolutamente la -volontà, e la possanza infinita dell'Essere Supremo, od anche -accessoriamente i mezzi da esso lui impiegati per la pronta -indefettibile esecuzione de' suoi eterni Decreti. - -Tali sono i principj generali de' Saducei, relativamente alla Religione -che professavano; e se da quelli prescindendo gettare vorremmo uno -sguardo sulla loro morale, e su' loro costumi, noi ritroveremmo non meno -gli uni che l'altra irreprensibili ad ogni esperimento; le azioni de' -medesimi alla verità non ismentivano il nome che portavano צדיק (Tzadik) -_giusto_ צדק (Tzedek) _Rettitudine_: i Saducei procedenti, come -osservammo, da צדוק Tzadok facevano professione di una integrità -esemplare, e di una giustizia edificante; elogio che loro venne -generalmente compartito da tutti i più austeri critici dell'antichità, -che non gli hanno d'altronde risparmiati, allorquando trattavasi -d'inveire contro le loro cerimonie insopportabili, o condannare le -assurde interpretazioni ch'essi davano al Pentateuco di Mosè, non meno -che a tutti gli altri libri della Scrittura. - -Ma de' Saducei, e della loro Setta avendone parlato quanto era -sufficiente a farcela conoscere, ora passiamo a ragionare degli _Esseni_ -de' quali si è cotanto decantata la virtù, e l'inusitata rigidezza de' -costumi. - -_Filone_ ha distinto due ordini di _Esseni_ (_Phil. de vitae contemp._); -gli uni si attaccavano alla pratica, e gli altri, che si nominano -_Terapeuti_, alla contemplazione: questi ultimi erano così pure della -setta degli Esseni; Filone dandone loro il nome, non gli distingue dal -primo ramo di quella Setta, se non se da qualche grado di perfezione. - -Gli Esseni erano precisamente ciò che i viaggiatori ci descrivono essere -i _Dunkari_ nella Pensilvania, cioè, una specie di religiosi, benchè la -maggior parte di essi fosse ammogliata, il Celibato essendo in orrore -massimo a quei tempi, siccome l'ho io dimostrato altrove (Vedi le annot. -66 e 119, del T. II. alle _Not. Camp. p. 23 e 180_) anche presso le -persone consecrate al servizio dell'altare; volontariamente assoggettati -alle più austere prescrizioni, vivendo tutti in comune per lo più fra -gli eremi deserti, distribuendo il loro ozio quotidiano fra la -preghiera, e la fatica, avendo interamente proscritto dal loro consorzio -qualunque sentimento di disparità, o di preferenza, siccome ancora ogni -ambizioso disegno di proprietà; schivavano l'incontro del resto degli -uomini, non comunicando che solo con coloro che riconoscevano aderenti -alla loro Setta, ed uniformi ne' costumi, poichè siccome quelli -reputavano la loro religione più sana, e più elevata di quella degli -altri uomini, quindi è perchè dessi sfuggivano qualunque specie di -relazione coi medesimi, così è, dice _Bayle_, che la fierezza segue per -l'ordinario le devozioni particolari; egli è di tali Settarj che -_Plinio_ il naturalista, e _Solim_ dissero _Gens aeterna, in qua nemo -nascitur_. (_Hier. Lib. V. Cap. 17 et Sol. Cap. 35._ _p. 47_) falsamente -supponendoli d'accordo proclivi al Celibato. - -In quanto poi all'origine degli Esseni, moltiplici, e divise, al solito, -sono le opinioni degli antichi, non meno che de' recenti scrittori: R. -Abram Zachut (nel suo più volte citato _Juhassim_) assegna loro per -padre, e fondatore _Judah Galilei_; alcuni, ed _Epifanio_, e _Petit_ fra -questi, gli annoverano fra gli eretici _Samaritani_ (de' quali sarà da -noi fatta in seguito rapida menzione); essi gli appellano _Jesseni_, -immaginando erroneamente, che avessero quelli preso questo nome da -_Jesse_ padre di David. Fuller ha creduto _Miscell. Sacr. Lib. IV. Cap. -IV. p. 2392_) che gli Esseni fossero gli stessi dei Baitosei, perchè -questo vocabolo significa _Casa di guariti_, nome che conviene alle -persone che si distinguono col carattere di _Terapeuti_, cioè a dire, -_Medici_ benchè in seguito questo autore variasse di opinione. _Nilo_ -unitamente a vari critici moderni, gli vuole discendenti da _Jonadab_ -(_Ascet. Cap. 3_). I cristiani poi abbagliati delle austere -mortificazioni di questi Settarj, hanno tentato di toglierli agli ebrei, -e di farne degli eremiti, o i primi frati del vangelo (131); ed Eusebio -ha loro conferito il cristianesimo, così straniero ad essi, quanto dovea -esserlo a _Pitagora_, che ridicolmente alcuni pretesero di fare -Carmelitano (132). Essi compariscono nell'Istoria di Flavio sotto -_Antigono_, poichè fu allora che si vide (per quanto esso ci dice Lib. -III. Cap. XII) quel Profeta Esseno nominato _Iudah_, il quale avea -predetto che Antigono sarebbe ucciso un tale dato giorno nella _Torre di -Straton_; e infatti Antigono è stato ucciso, quel giorno stesso -vaticinato, in un luogo che chiamavasi la _Torre di Straton_; era con sì -fatte predizioni, che gli Esseni, ei Terapeuti si distinguevano nel -mondo. - -Quante disparate contraddittorie opinioni, senza esservene forse una -sola giustamente fondata. Malgrado però che dobbiamo sempre confessare -di non riconoscere nel suo vero fondo la vera origine primitiva di -questa Setta, la congettura di _Drusio_ riportata dal _Basnage_ (_Hist. -des Juifs. T. 1. Lib. 2. Cap. 12_) sembra la più verosimile, e la meno -prossima all'errore di tutte quante ritroviamo noi prodotte fino al -presente. - -Questo autore dunque asserisce, che gli Esseni sono quelli i quali -essendo perseguitati da _Ircano_ si ritirarono ne' Deserti, e che la -necessità gli astrinse allora ad accostumarsi ad un genere di vita molto -austero ed in cui essi perseverarono in seguito arbitrariamente; e tale -rigoroso sistema di vita si è sempre creduto da varj Autori che fosse -loro comune co' già menzionati Terapeuti, sebbene questa opinione sia da -molti altri contrastata, colla differenza però che quelli si dividevano -in molte società diverse, che diramavansi senza però fissare un -domicilio permanente, quando gli ultimi, al contrario, erano tutti -concentrati nell'Egitto, per quanto narra, _Filone_ il quale vivea fra -di essi, dediti sempre alla campagna, come un soggiorno più ovvio alla -meditazione, e più omogeneo alla vita comtemplativa che conducevano. - -Per quanto riguarda la religione professata da tali Settarj, essa era -limitata a livello dei loro bisogni, ma altrettanto severa del pari che -i loro costumi, essi avevano un profondo rispetto per la Divinità, alla -quale attribuivano un potere assoluto, e illimitato sopra tutti gli -avvenimenti mondani, sostenendo fermamente che niente si opera -nell'universo, se non se coll'immediata influenza de' suoi eterni -Consigli: il Sole era da' medesimi considerato come una delle più -stupende produzioni tratte del suo braccio onnipossente (133). _Flavio_ -(_De_ _Bel. Iud. Lib. II. C. 7_), e vari altri suppongono che essi -davano tutto al destino, ma questi medesimi autori gli hanno in seguito -giustificati aducendo che tanto gli Esseni quanto i Terapeuti -intendevano per destino la provvidenza, che dirige tutte le creature -conformemente alle loro intime affezioni, e che non impone giammai -alcuna necessità all'uomo, nè attenta in verun modo alla sua propria -libertà. Gli Esseni onoravano Mosè come il primo Legislatore, erano -molto attaccati alla Scrittura, e rigettavano interamente le tradizioni; -essi sostenevano l'Immortalità dell'anima umana contro i Saducei, benchè -questo dogma venisse in seguito alterato da false interpretazioni, come -si può espressamente rimarcarlo in Flavio (idem), ed in Porfirio. (_apud -Civil. contr. Iul. L. IV. p. 7_) pretendendo erroneamente che le -medesime non discendevano da un aria molto sottile ne' corpi, se non se -perchè desse vi erano attirate da un certo incanto naturale che -concepire giammai noi non possiamo. - -Ma lasciamo pure gli Esseni, e i Terapeuti colle loro frenesìe -religiose, ed entriamo ad esaminare i _Farisei_, presso i quali ne -ritroveremo forse delle altre non meno pericolose che stravaganti. - -(124) Coloro che dell'indole umana formarono la prima base delle loro -filosofiche applicazioni, possono avere rimarcato come lo spirito nostro -suole più agevolmente attaccarsi alla rappresentazione fisica di una -cosa, di ciò che sia all'indagine di essa, ovvero alla semplice -narrazione che può essercene fatta; questa opinione è autorizzata -dall'esperienza, essa è quella parimente dell'ameno poeta Orazio _De -Arte Poet. v. 180_. - - _Segnius irritant animos demissa per aures,_ - _Quam quae sunt oculis commissa fidelibus._ - -(125) Molti scrittori, d'altronde accreditati, hanno asseverantemente -sostenuto, che Sadok e Baithos, entrambi discepoli di Antigono, avessero -fondata ciascuno di essi una Setta differente; ma coloro che in sì fatta -guisa opinarono, sembrami che si sieno materialmente ingannati; la Setta -dei Saducei, e quella de' Baithosei altro infatti non erano insieme che -una sola, e medesima Setta disegnata ora sotto il nome dell'uno, ora -sotto quello dell'altro; ma Zadok essendo più ardente del suo Collega a -sostenere il partito che dessi aveano formato, il di lui nome (come lo -rimarca _Bayle T. III, p. 2510._) servì sovente più di quello di Baithos -a distinguere i fautori di questa Setta. - -Non per tanto si adduce da taluni un altra efficace ragione di simile -preferenza, voluta da tali Settatori di essere chiamati Saducei in vece -di _Baithosei_ (Vedi _Scalig. Elench. Trihaer et Sim. Hist. Crit. du -Vieux Test._) ed è che siccome Baithos, secondo quello che asseriscono i -Rabbini, era bastardo, temevano che questa macchia poco onorifica, non -dovesse attirare sopra dei medesimi qualche spiacevole improperio dalla -parte de' loro inesorabili avversari; tanto questa uniformità della -quale parliamo è per se stessa indubitabile, quanto che non avvi alcuno -il quale abbia potuto scuoprire giammai in quale punto i Saducei si -differenziassero da' Baithosei; Il celebre _Maimonide_ (_Comment. in -Pirkè Avoth, apud Willeme. Dissert. de Saduc. p. 8_) espone in chiari -sensi, che questi non erano che due nomi significanti una sola, e -medesima cosa; benchè molti Rabbini, e vari Critici ancora sieno in -simile assunto intieramente discordi; così lo pensano egualmente molti -altri accreditati scrittori ebrei de' tempi a noi più recenti. - -(126) Per altro, non mi sembra inutile quì di avvertire, che sebbene, -per quanto apparisca da varj monumenti antichi, i Saducei non -ammettessero fra tutti que' libri, che riguardare dobbiamo propriamente -canonici, che il solo Pentateuco di Mosè; non per tanto anche di questo -sopprimevano molti passaggi, e ciò che di peggio si è, senza mai addurre -niun motivo efficace, e convincente di tutte quelle abrogazioni che male -a proposito si permettevano di fare confusamente in detti Libri. - -(127) Varie, e contraddittorie sono le opinioni che si agitano fra i -filosofi relativamente al destino; gli uni credono che il destino sia -una cosa divina; gli altri lo riguardano un effetto meramente naturale; -fra i primi si possono annoverare _Platone_, _Zenone_, _Crisippo_, -_Aristotile_, _Seneca_, _Eraclito_, _Pitagora_, e pochi altri; fra gli -ultimi sono _Manilio_, _Empedocle_, _Democrito_, _Parmenide_, -_Leucippo_, e varj altri, che quì non giova riportare. Ma sieno quanto -si vuole disparate le loro idee, essi d'altronde sono tutti -concordemente univoci ad esclamare altamente col _Manilio_: - - _Fata regunt orbem, certa stant omnia lege,_ - _Largaque per certos signantur tempora cursus,_ - _Nascentes morimur finisque, ab origine pendet._ - -(ved. l'annot. seg.) - -(128) _Epicuro_, e _Cicerone_ incessantemente ripetono d'accordo che: -_anilis plenum superstitionis fati nomen_. Infatti non è egli il più -nero attentato, che si possa commettere contro la libertà delle umane -azioni, ammettendo una necessità fortuita che tutta la distrugge, senza -ritegno? Se lo spirito nostro (come lo riflette dottamente _Gassendi -Philos. T. VII. Lib. III. Cap. 2. pag. 635._) nello stato in cui si -trova, fosse condotto dal destino, e che destituito di libertà, esso -facesse tutto mediante una necessità costante e inevitabile, la maniera, -e la condotta ordinaria della vita umana perirebbero con essa, ed -inutile si renderebbe ogni specie di soccorso. Laonde qualunque cosa che -deliberata fosse dall'uomo, non succederà se non se ciò che sarà stato -decretato dal destino, così la prudenza sarà un nome vano, lo studio -della saggezza inutile, e tutti i Legislatori saranno ridicoli, o -tiranni, perchè comandano delle cose, che o noi non dobbiamo fare -assolutamente, o che noi non possiamo fare in veruna maniera; il vizio, -e la virtù non sarebbero che due chimere, così niuno meriterebbe una -ricompensa per le azioni morigerate, nè gastigo per le sue colpe; -finalmente tutte le cose andando in forza di una necessità inevitabile, -indarno farebbe l'uomo voti, o preghiere: egli non sarebbe se non se ciò -che vuole il destino a cui egli fosse assoggettato. - -(129) _Ved Pirk. Av. Cap. 1. N. 3_. e _Mannon Comm. in Pir. Av p. 25 -Cap. 1._ - -Dee recare bene sorprese massima tale adottata da un capo Settario, il -quale vivea sotto l'antica economia; poichè, come lo rimarca un dotto -(_Des opin. Philosoph. T. II. p. 209._) la legge permetteva non solo le -ricompense, ma essa parlava sovente di una felicità temporale che dovea -seguire sempre la virtù. Benchè fosse difficile di divenire -contemplativo in una religione sì carnale, nulla di meno Antigono lo -divenne: e chi avrebbe potuto mai seguirlo in una si alta elevazione? -Zadok l'uno de' suoi discepoli che non ha potuto determinarsi, nè ad -abbandonare interamente il suo maestro, nè gustare la di lui teologia -mistica, dette un'altro senso alla di lui massima, e conchiuse da ciò -che non vi era nè pene, nè ricompense dopo la morte. Esso divenne il -padre de' Saducei i quali trassero da lui, come testè osservato abbiamo, -il nome della loro Setta, il loro Dogma, ed i loro principj Teologici. - -(130) Il _Cuzarì_, unito a' _Cabalisti_, dice che Adamo avea un padre il -quale servivagli anche da precettore, e questi era l'angelo _Gaziel_; il -medesimo fece dono al suo discepolo di un libro in cui erano racchiusi -tutti i più alti misteri di una scienza sublime, di cui è perlato -diffusamente nel _Zohar_. E coloro che fanno professione di sottigliezze -cabalistiche, assicurano che ogni simile patriarca dell'Israelismo, ha -avuto un'angelo per protettore che l'istruiva di tutte le più -interessanti, ed arcane cognizioni, nel tempo che lo difendeva da ogni -sinistro avvenimento. Shem per esempio, ebbe, secondo essi, per maestro, -e protettore l'angelo _Jofiel_; Abramo _Jsedekiel_; Isaak _Raffael_; -Jacob, _Peliel_; Josef _Gabriel_; Mosè _Metrathon_, David _Cerviel_ che -lo soccorse ad uccidere Golia: (ved. il citato _Bendior_.) - -Non v'ha certamente quanto i Cabalisti, che si sieno segnalati con -entusiastico ardire ad inventare de' nomi differenti, che loro è -piaciuto di appropriate ad un immensa quantità di angeliche -intelligenze; essi sono anche pervenuti e moltiplicarle all'infinito, -col mezzo di non so quali regole chimeriche, o fallaci, quanto si scorge -essere pur oltremodo assurda l'arte della quale parliamo, e da cui -partono. (ved. _C. Agrip. de occul. Philosoph. Lib. III. Cap. 27 pag. -311_, et seg.) È da essi positivamente che noi tenghiamo i nomi -stravaganti di moltissimi altri angeli, così difficili a comprendersi -quanto a pronunziarsi, e che inutile non solo, ma oltremodo pericoloso -riuscirebbe di allegare, giacchè secondo' i cabalisti proferendo i nomi -serafici di quelle beatifiche intelligenze, risultare si vedrebbe -inevitabilmente una morte subitanea, nello stesso momento di -pronunziarli; quindi è appunto perciò, che noi stimiamo conveniente di -astenerci a farne quì particolare menzione. - -(131) Questa Setta (come lo rimarca un'illustre antico), che Filone ha -dipinta in un trattato ch'esso ha fatto espressamente, affine di farne -onore alla sua nazione, come i Greci che vantavano la morale, e la -purità de' loro filosofi, è sembrata sì santa che i cristiani hanno ad -essi invidiato la gloria delle loro austerità. I più moderati volendo -togliere assolutamente alla Sinagoga l'onore di averli formati, e -nutriti nel suo seno, hanno almeno sostenuto, ch'essi avevano -abbracciato il Cristianesimo dal momento che S. Marco lo predicò in -Egitto, e che cambiando di religione senza cambiare di vita, essi -divennero i padri, ed i primi istitutori della vita monastica: questo -sentimento è stato parimente sostenuto con calore da _Eusebio_, da _S. -Girolamo_, e dal P. _Montfaucon_. Non è mancato per altro, chi gli -confutasse, e dimostrasse loro l'assurdità di siffatte opinioni. - -(132) Alcuni scrittori del secolo passato si fecero inconsideratamente a -sostenere che Pitagora avendo viaggiato nella Giudea, ed essendosi fatto -Esseno, andò a fondare i Terapeuti in Egitto; questo non e già tutto; -essi aggiungono che essendo ritornato in Samos vi si fece Carmelitano, -almeno i Carmelitani stessi ne furono per lungo tempo convinti, e per -quanto ci rapporta _Basnage_ (_Hist. des Juifs L. 3. c. 7._) Essi hanno -sostenuto nell'anno 1682, varie tesi pubbliche in Beziers, nelle quali -pretesero di provare, contro qualunque argomentante, che Pitagora era un -frate del loro ordine. - -In proposito di ciò non abbiamo che leggere la lettera dell'Ab. _Faydit_ -sul monachismo, ed il Carmelitanismo preteso di Pitagora, e noi vi -troveremo questo filosofo trasformato in Carmelitano: molti scrittori di -quest'ordine lo sostengono tuttavia con calore, senz'altro appoggio che -le vaghe asserzioni di pochi fanatici predecessori: oh fenomeno -inaudito, e strano! Ecco dunque, non saprei per opera di quale -ammirabile prodigio, Pitagora cristiano religioso, e di più dell'ordine -Carmelitano, dieci secoli almeno avanti che il Cristianesimo esistesse -sopra la terra. - -(133) A torto alcuni critici hanno imputati gli Essenj, del pari che i -Terapeuti, di essere adoratori del Sole, attesa la somma venerazione -ch'essi aveano per questo luminare, che lo aspettavano con impazienza, -indirizzandoli de' voti per affrettare il suo arrivo; essi non osavano -trattare nè proporre alcun affare fino alla comparsa del medesimo; -temevano di profanare, o denigrare il suo splendore colle impurità che -escono dal corpo, e perciò nel momento di soddisfare a questo bisogno -urgente della natura si occultavano ne' latiboli i più oscuri; ed il -_Porfirio_ ha confermato questo pensiere; ma esso è per altro, smentito -da infiniti esempi i quali provano ad evidenza, che non solo gli Essenj, -e i Terapeuti, ma tutti quelli altresì discendenti dalla prosapia -d'Israel non riconoscevano che un solo Dio a cui unicamente -indirizzavano i loro voti, e le loro preghiere. Ma se gli Esseni fossero -stati ancora predominati da sì fatta superstizione, chiaramente espressa -dagli antichi, essi l'avevano, senza dubbio, presa da' Pagani; poichè -_Esiodo_ assicura che i gentili riguardavano come un grave delitto di -lesa Divinità di rivolgersi alla parte del Sole allorchè soddisfacevano -a' loro bisogni corporali, e questo sentimento rispettoso era -universale, per guanto abbiamo dall'istoria, presso tutti i popoli del -mondo antico. - - - - - CAPITOLO XVI. - - Continuazione del medesimo soggetto. - - -L'origine, ed il tempo in cui la setta de' _Farisei_ si è manifestata la -prima volta nel mondo, ci è del tutto sconosciuta; se si prestasse fede -alla tradizione ordinaria, si troverebbe essere stato _Illel_ il suo -primo capo, e fondatore, benchè si faccia, nulladimeno, esistere da -alcuni sotto _Erode_ il grande (_D. Gantz Cronol. p. 83_) frattanto -rimarcasi che i Farisei erano già sufficientemente potenti nel popolo -sotto Alessandro _Janneo_, e lungo tempo avanti Erode: se i Farisei -stessi ascoltiamo, noi gli udiremo altamente esclamare che l'origine -positiva della loro setta parte direttamente dallo stesso Mosè; dalla di -cui bocca i medesimi vantano, e non so sopra quale solida base, di avere -ricevuta la tradizione (134). - -Ma piuttosto, che divagare col pensiere intorno delle chimere, che altro -non fanno che rendere più oscure le cose che pretendono rischiarare, io -preferirei meglio di abbandonare l'investigazione dell'origine di questa -Setta, che ricercarlo inutilmente; e siccome i Farisei pretendono -ripetere la loro primitiva derivazione, come si disse, fino da' tempi di -Mosè, poichè è dalla propria sua bocca che quelli vantano di avere -ricevuta la tradizione orale di cui vogliono essere i depositarj, e gli -interpreti, così molti hanno creduto di potere in questo senso -riguardare come farisei tutti gli ebrei de' nostri tempi, eccettuato -però le Sette delle quali abbiamo fino ad or ragionato, se pure -n'esistono ancora. - -Che l'inerenza costante per le tradizioni fosse antichissima, non è -certamente da dubitarne, e noi già dimostrammo, parlando dei Caraiti, -che un simile declivio si dee unicamente alle Teologiche accanite -dissenzioni di _Illel_ e di _Sciamaj_, i quali sembra essere stati, -senza dubbio, i primi a dividersi, con qualche strepito, sopra questa -materia. I fautori del partito tradizionale aggiunsero enormemente nuove -austerità oltre quelle già prescritte dalle antiche tradizioni affine di -offuscare lo spirito del popolo, e confondere, ad un tempo, con maggiore -successo, i loro nemici, che opponevano un pertinace contrasto allo -stabilimento delle nuove instituzioni orali; ma siccome la -contraddizione non va presso che mai disgiunta della divozione, così è -che mentre ostentavano essi le più rigide pratiche in proposito di -religione, distruggevano, o erano almeno indifferenti sopra quanto -racchiude in se medesima la Legge di urgente ad osservarsi, e di -essenziale a praticare; ma il popolo sempre facile a condursi, e presso -che impossibile a disingannare, percosso dal loro esteriore -simulatamente mortificato, e stupito dalle apparenze illusorie della -loro fattizia devozione, gli riguardava come persone inspirate, dedite -onninamente al Creatore, ed a quanto v'ha di più sacro nella -creazione (135); orgogliosi degli omaggi striscianti, e degli atti -rispettosi che vedevano prestarglisi dal popolo, inebriati del fastoso -nome che si erano baldanzosamente attribuiti colla tanto vantata loro -antichità, essi disponevano, senza ritegno, dello spirito del giudaismo -a loro capriccio (136); a cui tanto più facilmente rendevano sommesso, -quanto più agevole riusciva loro di sedurlo colla vana pompa che -facevano delle mistiche parabole, e tradizionali allegorie delle quali -accompagnavano l'esteriore contristato, che con fattizia umiltà -prendevano interesse di manifestare agli sguardi ottenebrati degli -uomini (137). - -Or se gli antichi farisei, come è provato; altro per essi medesimi non -sono, in massima, che il prototipo genuino de' recenti Settatori del -Talmud, non abbiamo che richiamare il Culto che si esercita da questi, -perchè la religione che professavasi da quelli rendacisi a prima vista -dimostrata con evidenza. Il loro fondamentale principio era l'esistenza -dell'Essere Supremo, e l'immortalità dell'anima umana; essi ammettevano -il purgatorio, e l'inferno, ed erano, così pare, intimamente persuasi -che esistessero delle anime le quali erano vaganti sulla terra, e -condannate a dover fare penitenza vicino al corpo che avevano esse -abbandonato; tale appunto, in ogni senso, è l'opinione della massima -parte de' Rabbini (138). Essi credevano inoltre fermamente la -_Metempsicosi_ in punizione de' peccati commessi in questa vita; -volevano che le anime infette da reprobe inclinazioni, e che avevano -contratte delle abitudini terrestri, e viziose, passassero dopo la morte -nei corpi delle bestie, invece che le anime integre, ed illibate -andrebbero ed animare i corpi umani i meglio organizzati, i più sani, e -i più perfetti (139). Questo dogma era pure in gran voga presso gli -orientali, e molti sono anche di parere ch'essi ne sieno stati gli -inventori, e che lo stesso Pitagora, che fu riguardato il primo ad -introdurlo fra gli uomini lo abbia tratto propriamente da' soli -orientali (140). - -Non si è parimenti mancato di imputare i farisei di partigianismo del -destino, e creduli all'eccesso dell'influenza de' pianeti non meno sulle -erbe, e sugli elementi, che sopra tutto il corpo umano (141). - -Ecco tutto quanto possiamo noi di proposito asserire intorno alla Setta -de' farisei, sulla quale fummo costretti a digredire forse di soverchio, -attesa la prossima analogia che rimarcasi fra la pratica del Culto -conosciuto da essa, ed il sistema di religione seguitato dal popolo -Israelitico de' nostri tempi, ommettendo però le sottili classificazioni -fatte da' Rabbini per rapporto e questa Setta (142); e tale è la -descrizione che ci parve conveniente di potere dare delle altre Sette, -delle quali abbiamo fin quì diffusamente ragionato, come quelle che -fecero più strepito, e che maggiormente si distinsero nell'ebreismo con -una tenue differenza però rimarcata da' Critici fra le medesime, che i -Saducei accordavano troppo alla libertà dell'uomo; essi, come -l'osservano appunto varj autori moderni erano gli antenati di -_Celestio_, e di _Pelagio_, che rendevano l'uomo l'arbitro delle proprie -sue azioni, e della sua sorte; gli Esseni davano tutto al destino, ed -inclinavano alle parte degli Stoici da' quali avevano essi presa la dura -morale, ed i costumi feroci; i farisei tenevano la via di mezzo fra -queste due Sette, come si può chiaramente rilevarlo da quanto abbiamo -significato altrove per rapporto a' medesimi Settarj; in somma, si può -giustamente conchiudere che i farisei erano _Semipelagiani_; i Saducei -_Pelagiani_; e gli Esseni _Predestinatisti_; avendo noi stimato affatto -indifferente di riportare tutte quelle altre Sette oscure, formate dagli -entusiasti delle testè accennate Sette, come sarebbero i _Gortemani_, i -_Masbotei_, i _Genisti_, i _Meristi_, e varie altre che non giova quì -annoverare, e dei quali i soli nomi sarebbero appena conosciuti oggi da -noi, se _Voltaire_ non ce gli avesse fatti, pervenire alla nostra -cognizione. - -Vi fu ancora un altra Setta denominata _Evadiana_, ma ignorandosi -l'epoca precisa da cui la medesima cominciò a prendere voga, ed i -principj su' quali essa reggevasi, noi non ne faremo ulteriore menzione -di sorte alcuna, tanto più che si pretende, ch'ella non durasse al di là -del tempo che durò la fortuna, il credito, e la possanza d'Erode, -generalmente riguardato suo capo, e fondatore. - -Ma avanti di terminare questo proposito interessante delle Sette -dell'ebreismo, tacere sicuramente non dobbiamo quella che per lo scisma -terribile che ella sparse nelle contrade tutte della Giudea, può essere -posta al confronto di tutte le altre poco fa indicate. Questa è dunque -la Setta denominata _Samaritana_. - -Or quantunque lo scisma di questi Settarj, non potesse propriamente -cominciare a prodursi che nell'epoca della dissoluzione delle dieci -tribù suscitata da _Geroboamo_, poichè è in conseguenza di essa che -avvenne la loro più antica separazione; non per tanto i Samaritani non -volendo riconoscere questo capo di ribelli per loro fondatore legittimo, -essi rimontano fino a Jesuè, e sostengono essere egli quello che edificò -il loro Tempio sulla montagna di _Gurizim_, e nel quale hanno essi per -lungo tempo dopo, sempre adorato il creatore Supremo, ed esercitate le -cerimonie, e i riti che ad essi prescriveva il loro Culto. - -La scrittura, per altro, in chiari sensi, ci significa che gl'Israeliti -i quali abitavano la provincia di Samaria essendo stati vinti, e -sconfitti da _Salmanasar_, e la Città presa (_II. Reg. 15_) il di lui -successore _Assaradon_ vi fissò altre colonie in loro luogo; queste -abbracciarono una parte della Religione Israelitica, e rigettarono -l'altra; esse non vollero più alcuna specie di relazione cogli altri -ebrei dimoranti in Gerusalem, e perciò appunto i medesimi desisterono di -andarvi, così dunque avvenne che questi diventarono mutuamente -implacabili nemici, come lo sarebbero a' nostri giorni ancora, se ve -n'esistessero fra noi; la loro dissenzione ha sopravissuto alla loro -patria, che si vuole essere stata _Samaria_; da cui quella Setta ripete -precisamente il suo nome, e la capitale di essa era _Sichem_, calcolata -ad una distanza di dieci delle nostre leghe da Gerusalem; l'attiguità -così limitrofa fu una ragione di più per questi due partiti -dell'Israelismo di perpetuare l'un l'altro il loro accanimento -inesorabile. - -Non ostante però che i Samaritani abbiano avuto fra loro de' profeti, -essi frattanto non ne ammettevano alcuno come sacro fra i loro libri -canonici, contentandosi del solo Pentateuco; essi sono positivamente -uniformi cogli altri ebrei nell'osservanza delle feste le più solenni, e -principali; essi ammettono la stessa circoncisione, sono rigorosissimi -nell'osservanza del sabato, benchè vi apponghino delle notabili -modificazioni; essi riguardano l'umiltà, e l'indigenza come un voto -necessario, analogo allo stato di umiliazione, a cui sono attualmente -ridotti que' meschini residui di essi, che esistono soggetti al dominio -musulmano di cui nè le leggi, nè il governo sono veramente molto -incoraggianti. Ecco tutto quanto possiamo noi asserire di verosimile, -relativamente alla Setta de' Samaritani, non iscorgendovi alcuna solida -utilità in un dettaglio più circostanziato, e più diffuso (143). - -Tali sono infine dunque le nozioni generalmente considerate le più -ovvie, e le più ammissibili che abbiamo potuto attignere da limpida -sorgente intorno a quelle Sette, delle quali fu da noi ragionato -estesamente fino ad ora, e che osservammo scaturite dal seno -dell'Israelismo antico. Ma questa materia essendo già state -sufficientemente esaurita quanto il bisogno nostro lo esigeva, passare -ora ci è duopo ad altro soggetto non meno urgente a conoscersi, ma di -quello assai più necessario al caso nostro, ed infinitamente più utile, -e più interessante al progresso felice del piano salutare, che ci siamo -quì proposti di stabilire. - -(134) I farisei sostenevano, con asseveranza, che oltre la Legge data -sul prodigioso monte di Sinaj a Mosè dall'Essere Supremo, questi avesse -confidato verbalmente allo stesso Legislatore un gran numero di riti, -dogmi, e Cerimonie, ch'esso avea fatto indi passare alla posterità senza -scriverle; essi giugnevano per fino a nominare gl'individui, dalle -bocche de' quali queste tradizioni furono fino a' loro tempi -genuinamente tramandate; essi attribuivano loro il valore, e l'autorità -stessa del Pentateuco, supponendole per le tradizioni, come lo rimarca -sensatamente _Bayle_, è passato da' farisei antichi a' farisei moderni; -se quelli le difendevano con ogni sforzo, ed accanimento, questi col più -deciso entusiasmo sostengono che chiunque, o rigetta, o mette in dubbio -un solo istante la Legge Orale dee essere considerato come un מין (min) -_appostata_, o eretico, e per conseguenza è dannato irremissibilmente -nell'altra vita, e reo di morte in questa, una veruna formalità di -processo; e noi abbiamo a sufficienza già fatto conoscere altrove l'odio -inesorabile che nutrono gli ebrei Talmudisti contro i Settatori Caraiti, -pertinacemente attaccati alle semplici scritture, senza volere conoscere -tradizione di sorte alcuna, ed il disprezzo con cui per altra parte -questi trattano i primi per vederli sovente preferire i mistici fantasmi -tradizionali che traviano la mente, alla chiara semplicità della -scrittura, che edifica il cuore. - -(135) Se è vero quanto si narra de' farisei, non dobbiamo più -sorprenderci che un tale ascendente acquistassero i medesimi sull'animo -specialmente degl'Israeliti ammaliati da quelle penitenze apparenti -esercitate astutamente da' medesimi di gran lunga più austere di quelle -de' frati della Trappa, e di altri più ascetici eremiti dei nostri -tempi: si vuole ch'essi si privassero del sonno cotanto necessario alla -conservazione dell'animale vivente, che digiunassero frequentemente, e -lungo tempo, che si coricassero sui bronchi, e sulle spine; pretendesi -ancora che ne attaccassero alla estremità inferiore de' loro abiti, -affine di fare sgorgare il sangue dalle loro gambe allorchè caminavano; -si percuotevano il corpo ad ogni tanto, ed essi distinguevansi parimente -colla eccessiva lunghezza de' loro _Zizith_, e la grossa mole de' loro -_Totaffoth_, o filatacteri (di cui fu già da noi e sufficienza ragionato -altrove annot. 54) che portavano incessantemente colla più insoffribile -ostentazione, e sulla loro fronte, e sugli angoli opposti delle loro -vestimenta; sempre camminando colla testa inclinata verso il suolo, e -dunque così ch'essi aggiugnevano nuove divozioni alla vera Legge; -sebbene il giogo, come osservammo, une fosse già oneroso da superare le -umane forze per sostenerlo; ed è appunto in sì fatta maniera che i -farisei estorcevano il rispetto, e l'ammirazione de' più creduli, e de' -più inesperti del popolo d'Israel. - -(136) _Simon_ (nel suo _Grand Diction. de la Bible T. II. p. 312_). -Seguìto da varj altri critici moderni fa instituire questa Setta da un -certo nominato _Semei_, circa l'anno del mondo 3950, sotto il -Pontificato di Gio. Ircano figlio di Simeone il quale dette a' seguaci -della medesima il nome di _farisei_ dall'etimologia ebraica פרץ -(_paratz_) che significa _spiegare_, _interpretare_, e _separare_, con -il loro fondatore di cui la santità era, per quanto vantano, senza -esempio, colle regole, e gli statuti che loro avea prescritti, gli -obbligò a condurre una vita separata, e tutta differente da quella del -resto dell'Israelismo, e quindi a ritirarsi dalle Compagnie, a dedicarsi -alle studio assiduo delle scritture, ad interpretarle con criterio, ed a -bene intenderne i riti, e le cerimonie fondamentali, che necessario -credevasi al vero Israelita di conoscere, e di praticare. - -(137) Lo stile parabolico è stato sempre in grande estimazione presso -tutti i popoli orientali; molti hanno fermamente creduto che i libri di -Job, di Tobia, e di Giuditta (benchè gli ultimi due non sieno stati mai -ammessi per Canonici dagli ebrei) non erano che delle sante finzioni -fatte in metodo parabolico al solo oggetto (come generalmente -supponevasi) d'inspirare devozione, rassegnazione, integro timore -divino. - -Infatti questa maniera di scrivere parabolico era molto familiare ancora -a' primi scrittori del Cristianesimo (ved. _Sim. Hist. Crit. du V. Test. -Lib. IV. c. 8._) e questa bizzarra foggia d'instruire il popolo è stata -sempre mai la sola preferita dalla Setta de' Farisei, la quale, come -rimarcammo, può dirsi oggi nella massima teoretica la sola Setta -dominante fra gli Ebrei, astrazione fatta di quelle pratiche insane, e -ributtanti ostentazioni che facevano lo scopo del sistema religionario -degli antichi farisei, e che gli ultimi non hanno. Così anche il -_Talmud_, il _Zohar_, e la massima parte degli antichi scritti di tale -natura sono pieni ovunque di allegoriche finzioni, che non bisogna -spiegare alla lettera, come se si rapportassero a delle Istorie vere, e -reali. D'altronde, sia che un libro comprenda aneddoti istorici, sia che -racchiuda parabole, o frammenti mischiati di parabole, non è perciò meno -vero, che può esso in qualche modo riescire assai proficuo, purchè la -materia che ne forma il soggetto non conosca altra guida che il solo -buon senso, e sia basata radicalmente sulla ragione: Le opere di -Maimonide, di Menasse ben Israel, di Abravanel possono giustamente -annoverarsi in questa Classe. - -(138) Anche gli Ebrei moderni sostengono le medesime opinioni; essi -pretendono di fare viaggiare le anime, durante l'intervallo di dodici -lune consecutive, nel quale spazio le fanno andare, e venire intorno -delle tombe dove sono racchiusi i corpi che vestivano in questo labile -tirocinio, e pe' quali esse conservano tuttavia qualche adesione: quindi -è che gli Ebrei Talmudisti sogliono pregare per suffragio di tali anime -con una certa rapsodia ch'essi chiamano קדיש (Kadish) _santificazione_, -a cui attribuiscono un'efficacia, e forza tale, fino a trasformare la -sorte delle medesime in un'istante; ma ciò si vuole, per altro, che non -sia che per le sole anime lordate da qualche impurità, giacchè i rabbini -asseriscono, che quelle de' santi, e delle morigerate persone ascendono -direttamente nell'empireo celeste appena escono dal mondo (ved. _Eliahu -Levi in Tisbi. Menas. Ben Isr. De Resur. mortuor. Lib. II. C. 6. p. 171_ -_R. Abd. Sfor. in Hor. Ascem. p. 91._) - -(139) Non è già tenue il numero de' Rabbini, peraltro, celebri che -sostiene un sentimento si stravagante, non si sa se preso da Pitagora, -da Platone, oppure dagli Orientali; essi lo fondano da una parte sul -dovere pressante in cui è l'anima Israelitica di osservare i 613 -precetti racchiusi nel Pentateuco di Mosè, e l'impotenza massima in cui -essa trovasi dall'altra di eseguirlo, atteso lo spazio circoscritto -delle vita che all'essere umano è accordato sopra le terra; quindi -persuasi di giugnere con tal mezzo a superare simile ostacolo, essi -fanno ritornare le anime nel loro pristino domicilio, affine di compiere -quel grado di perfezione della quale sono elleno mancanti, ciò che nel -Talmudico linguaggio chiamasi גילגול (Ghilgul) _Rivolgimento_. Se questo -calcolo è giusto, la riduzione da me fatta dell'indicato numero di -precetti, mi astrignerebbe a dovere ripetere un simile viaggio dieci -volte almeno fra i viventi: quale deplorabile insania! Gli Ebrei, -siccome ancora Pitagora e Platone estendono la trasmigrazione delle -anime umane fino entro i corpi delle bestie: Agostino, parlando di -Platone, relativamente a questo sistema, dice in termini espressi: _Nam -Platonem animas hominum post mortem revolvi usque ad corpora bestiarum, -Scripsisse certissimum est_. (_De Civit. Dei Lib. X. C. 30. p. 267_). Ed -il sistema di Pitagora sul quale è basato quello di Platone vi è -chiaramente descritto da _Erodoto_ (_Hist. Lib. II._). Gli ebrei, per -altro, credono che il passaggio ne' corpi delle bestie, non facciasi -luogo che di quelle anime lordate di grevi trasgressioni, o di delitti -criminosi, essendoci già noto quale sorte avventurosa era espressamente -preparata alle anime sagge, alle religiose, alle umili. (_Vedi Zohar. -Phil. De somniis Tract. I. De Revol Pars. alter. collect. prim. Cabalah -denud. p. 375. P. III. Plan. Theol. du Pitag. par Mourg. T. I. p. 533_) - -(140) Che Pitagora abbia preso degli Egizj, unitamente a vari altri -sistemi filosofici, anche l'opinione della metempsicosi, pare -assolutamente indubitabile. Si sa, per altro, che questo era in generale -il sistema adottato dalla massima parte de' filosofi dell'Egitto, e che -inoltre non fu esso conosciuto nella Grecia, se non se dopo che Pitagora -fu di ritorno dall'Egitto, dov'esso avea fatto un viaggio unicamente per -instruirsi della teologia de' preti di quel paese. Quindi allorchè il -citato Erodoto ci dice che gli Egizj sono così pure i primi che hanno -stabilito l'anima essere immortale, che dopo la morte del corpo essa -passa successivamente ne' corpi delle bestie, che dopo d'avere passato -da' corpi degli animali di ogni specie, essa ritorna ad animare il corpo -umano, e che dessa compie sì fatta rivoluzione entro lo spazio di tre -mille anni; v'ha de' Greci che hanno introdotto questo dogma alcuni più -presto, altri più tardi, come se l'avessero creato essi medesimi. È -indubitabile che Erodoto così esprimendosi non ha preteso quì parlare -che di Pitagora. Platone poi che attinse una gran parte de' suoi -sentimenti sopra queste materie negli scritti di Pitagora, ritrasse così -pure la stravagante opinione della metempsicosi, benchè l'Ab. _D'Olivet_ -sostenga di proposito ch'egli vi correggesse molte cose. (Vedi _D'Oliv. -Theol. des Philos grecs p. 83_). - -(141) Ciò potrebbe ancora essere vero in ogni senso, mentre ognuno sa -quanto è familiare l'augurio di felicitazione presso gli ebrei -nell'occasione di nozze, o di nascita di figli, o di altre avventurose -circostanze del בסימן טוב במזל טוב (Bessiman tob, bemazal tob) _con buon -augurio_, _con propizio pianeta_; volendo riferire, con buona fortuna; e -molto ripetono gli odierni ebrei non solo, ma tutti gli altri popoli -ancora dall'influenza del destino. Per altro, Flavio sempre interessato -a giustificare, ed a sostenere l'opinione de' Farisei de' quali faceva -parte, prende pugna in loro difesa; adducendo (_Lib. XIII. Cap. 9. p. -542 antiq._), che quelli non intendevano già per destino, che il supremo -consiglio di Dio, col mezzo del quale tutte le cose debbono succedere -necessariamente senza però che all'uomo venga tolta la spontanea libertà -di determinarsi a scegliere fra il bene, e il male, il vizio, e la -virtù; elezione accordatagli dal suo divino Creatore, onde non abbia -l'uomo che rimproverare se stesso, deviando dalla scelta che può -riuscirgli utile, e salutare per appigliarsi a quella che forma la sua -sciagura, e il suo tormento. - -Ma comunque sia, tanto è vero che quasi tutti i Rabbini del Giudaismo, -come lo pensa uno de' più dotti fra questi (ved. _i Maronit in Philos. -Lib. 1. C. 6._) hanno fermamente creduto che gli astri fossero le cause -primarie di tutte le operazioni della natura, in quanto che i medesimi -hanno dato ad ognuno di quelli il nome di una particolare divinità: così -il pianeta _Giove_ presso gli ebrei portava il nome di בעל _Baal_; -_Marte_ quello di מולך _Moleh_; Venere quello di עשתרות _Astaroth_; -_Mercurio_ quello di בעל נבות _Nebot_, in una parola, tutti questi nomi -si ritrovavano essere parimente quelli appunto, che gli Egizj, gli -Assirj, i Fenicj, e i Cananei attribuivano alle respettive loro divinità -pagane, come ce lo descrive il _Seldeno_ (_D. Diis. Syr. Cap. 1._); ciò -che dà motivo sufficiente di credere essere quegli astri, que' medesimi -che veneravansi ovunque sotto gli stessi nomi testè indicati, i quali -facevano parte di ciò che i libri ebraici distinguono colla frase di -_Culto de' Corpi Celesti_. - -(142) Il Talmud distingue sette ordini di Farisei; il primo misurava -l'obbedienza all'auna del profitto, e della gloria; il secondo non -alzava i piedi camminando; il terzo percuoteva la propria testa contro -le muraglia che incontrava, affine di trarne il sangue; un quarto -occultava gli occhi, e la testa entro un rustico cilicio, riguardando -all'esterno da un piccolo pertugio; il quinto domandava fieramente _cosa -è necessario che io faccia? Io lo farò; cosa v'ha egli mai da fare che -io non abbia fatto?_ il sesto obbediva per semplice amore per la virtù, -e per le ricompense temporali; il settimo, ed ultimo finalmente non -inducevasi a seguire gli ordini di Dio, che pel solo timore delle pene. - -Ma questi sette gradi di fariseismo così classificati da alcuni -Talmudisti, non debbono essere già riguardati come altrettante Sette -particolari. I Farisei appartenevano tutti ad un solo corpo medesimo, e -la ristretta diversità fra quelli consisteva unicamente nella maggiore, -o minore devozione che ostentavano in faccia degli altri loro -correligionarj, nella pratica costante delle loro austere cerimonie. - -(143) Se si dovesse prestare fede a tutto ciò che alcuni scrittori -supposero, per rapporto alla Setta de' Samaritani, questi comparire ci -dovrebbero sotto i caratteri i più odiosi, ed i più riprovabili: -L'_Epifanio_ gli accusa di negare la resurrezione de' corpi (_Lib. XI. -Cap 8. haeres._) Il Rabbino _Meyr_, presso i Talmudisti, gli pretende -Idolatri (_Shem Sauhed. Cap. VIII. p. 43._) _Leonzio_ rimprovera loro di -non riconoscere l'esistenza degli angeli (_De sectis Cap. 8._) ma il -detto _Reland_ prende la loro difesa e gli giustifica in questa parte -(_Dissert. misc. p. II. p. 25._) opinando che i Samaritani intendevano -per un'angelo, una virtù, un'istrumento di cui la Divinità si serve per -agire, o qualche organo sensibile ch'esso impiega per l'esecuzione de' -suoi ordini: oppure essi credevano che gli angeli sono virtù -naturalmente unite alla Divinità, e che questa ne dispone quando gli -aggrada; ciò si rende pure manifesto dal Pentateuco Samaritano, dove -ritrovasi molto sovente sostituito Dio agli angeli, e gli angeli a Dio. -Quindi coloro che in tal guisa opinano, confondono male a proposito i -Samaritani co' Saducei, attribuendo a quelli ciò che non potrebbe -adattarsi che agli ultimi (ved. _S. Epif. Lib. X. Cap. VII._) - - - - - CAPITOLO XVII. - - Osservazioni filosofiche su' Profeti, e sulle profezie annunziate da' - medesimi: si discute il vero tropologico senso con cui debbono essere - quelle propriamente spiegate ed intese. - - -È senza contrasto, la qualità essenziale dell'ignoranza di preferire -sempre l'occulto, il misterioso, e sovente anche il terribile, a ciò che -per sua natura è in ogni senso chiaro, semplice, edificante. Il vero non -dà certamente all'immaginazione delle scosse così vive nel modo che -osserviamo fare le finzioni, che d'altronde ciascuno è l'arbitro di -sistemare a livello delle proprie sue mire, ed a seconda dei suoi -medesimi capricci. La classe ignara dei popoli, non richiede altro -meglio che di ascoltare delle favole che la seducano e de' vaticinj -percuotenti che le sorprendano; quelli fra gli uomini che furono più -accorti per distinguerne il debole, scavando, per così dire dal niente -le anagoriche illusioni, efficaci a condurli al termine de' loro -tenebrosi disegni, hanno ad essa renduto il servizio che impetrava; essi -si sono attaccati gli entusiasti, le femmine, e gl'ignoranti; esseri di -questa tempera si appagano agevolmente di ragioni che non perverranno -giammai ad esaminare con verità nè con criterio (144). L'amore del -semplice, e del vero, dice _Fontenelle_ non si trova che nel ristretto -numero di coloro, l'immaginazione de' quali è metodicamente nutrita -dallo studio, e regolata dalla riflessione. - -Io non oserò già quì di asserire in verun modo, che gli uomini sieno -stati in ogni epoca del mondo più inerenti ad ammettere l'errore, la -menzogna, e l'illusione, senza esame, che ad investigare la verità colla -fiaccola inestinguibile della ragione, malgrado che tutta l'antichità -Pagana, forniscami profusamente le traccie le più evidenti, e le più -sicure di una simile ripugnante condotta del genere umano ma ciò che -senza timore d'ingannarmi, potrei accignermi a dimostrare di proposito -si è, che molto agevole dovrà essere riuscito a coloro, che i primi si -decantarono fra le prische idolatre popolazioni della terra, gli arbitri -plenipotenziari delle false divinità che adoravano, e gl'inspirati delle -loro fattizie intuizioni, di abusare enormemente della stupida credulità -del volgo, il quale ignorando benanche il nome d'impostura, ed i gradi -fino dove può ascendere la scaltra ipocrisia dell'imposture, era ad esso -del tutto impossibile in tale stato d'imperizia, e di smarrimento di -fissare un'adeguata distinzione specifica fra la verità, e la menzogna, -fra l'inganno, ed il candore; degli uomini di tal fatta se ne calcolano -a migliaja fra le nazioni, specialmente del gentilesimo, presso le quali -l'arte della divinazione era in tanto rispetto, come consta -evidentemente da Cicerone, e da vari altri scrittori suoi contemporanei, -i quali tutti convengono, d'accordo, che gli Egizj, i Caldei, i Fenicj, -e qualunque altro popolo asiatico, avea i suoi particolari aruspici, i -suoi profeti, i suoi indovini, e forse molto avanti che gli ebrei -predicessero le cose che dovevano accadere, nella remota successione de' -tempi; e v'ha per sino chi assicura, che la massima parte de' riti, -degli usi, e delle cerimonie religiose praticate non solo da questi, ma -da tutti gli altri popoli che conosciamo, non traessero in massima la -loro primitiva derivazione, che dai sistemi religiosi differenti, -stabiliti, e propalati dalle vaste popolazioni della terra (145). - -Da quanto i monumenti più lontani ci contestano, resta sensibilmente -dimostrato, che l'arte di vaticinare l'avvenire, riconosce la sua -primitiva sorgente dalla più remota antichità (146); e che in ogni epoca -il mondo fu sempre, e ovunque pieno di falsi, come di veridici profeti, -di sibille, di aruspici, ed indovini (147); e ciò che rendeva molto più -comune, e più esteso questo mestiere si era, che non essendo esso, nè -una marca distintiva di qualche rango qualificato, nè esigendo vaste -cognizioni per riuscirvi, chiunque fingeva di avere, o avea infatti una -intuizione particolare, od un estasi divina, annunziava l'avvenire ad -alta voce, o ballando, o cantando al suono del salterio; noi lo -rimarchiamo, fra i tanti altri nella persona di _Saulle_, il quale, con -sorpresa di tutto il popolo, si vide fare il Profeta, non ostante -ch'egli fosse in disgrazia dello spirito divino, come apparisce dalle -sacre pagine medesime (148). - -Per altro, la situazione avventurosa nella quale dovette necessariamente -ritrovarsi il primo vaticinatore che comparve fra i mortali, avrà, senza -dubbio, eccitata l'emulazione, e forse ancora l'invidia di tutto il -resto degli uomini, su' quali la di lui arte sorprendente, e tutto -nuova, gli avrebbe accordato un assoluto, e quasi incontrastabile -diritto di primazia; è infatti allora, che si sarà veduto comparire una -folla immensa di estatici divinizzatori, tutti opposti a vicenda ne' -loro principj, ed ancora più discrepanti nelle conclusive illazioni che -dessi ne traevano; ed allora quando trattavasi che uno di questi -antiveggenti prefiggevasi di abbattere come assurde, o ripugnanti le -predizioni del di lui antagonista, le più deboli, e inconcludenti -ragioni bastavano ad effettuarlo, giacchè regolarmente il trionfo nelle -controversie teologiche suole spiegarsi per colui che è il primo -attaccante. I vantaggi diventando alternativi, e reciproci, si sarà -dovuto ricorrere da entrambe le parti a' prodigj, affine di sforzarsi a -rendere più autorevole con tale mezzo la supposta efficacia della -vantata missione, come osservasi che fece appunto con tanto successo il -vero Profeta Elia, quando volle sensibilmente convincere di menzogna i -falsi Profeti di Acabbo Sovrano d'Israel (_Reg. I. v. 21 e seg._) - -E che? Forse di tutto ciò la scrittura medesima, non ce ne somministra -essa le prove le più convincenti, e irrefragabili? Non è forse -precisamente quella, che in tante circostanze chiaro ci partecipa la -discordia inveterata, che allignava fra gli stessi Profeti d'Israel, che -supporre non dobbiamo nè mendaci, ne impostori? E l'accanimento -inesorabile che manifestavano a vicenda, non andava fino ad oltraggiarsi -villanamente, ed a trattarsi gli uni gli altri da forsennati, da -visionarj, da mentitori, da scaltri? (149) Non si saprebbe certamente -come conciliare il ministero eccelso a cui erano essi chiamati -d'accordo; tutti egualmente _Nebiim_ (Profeti), tutti organi, e veggenti -di una stessa consolante religione, e tutti finalmente interpreti del -pari dell'eterna volontà medesima di un solo Essere Supremo, colla sì -detestabile maniera di procedere fra di essi (150). - -Or senza la debita venerazione che protestiamo nutrire intimamente per i -Profeti dell'Israelismo, quanto non comparirebbero essi mai ributtanti e -opposti allo spirito che gli animava, guidati come apparivano essere -mutuamente di continuo, dal livore, dalla detrazione? Ma il rispetto -integerrimo che nutriamo pe' medesimi, non meno che per gli oracoli che -pronunziavano ce gli rende in gran parte scusabili, e ci fa d'altronde -persuadere che tutto quanto fu da noi riferito a loro riguardo, non -fosse a' medesimi accaduto che in visione meramente, come di tante altre -gesta operate da quelli avvenne, e che per eterna confusione de' -miscredenti, io mi credo in dovere di riportare in chiari sensi nel -Capitolo seguente. - -(144) Il popolo (come sensatamente lo rimarca _Graziano_ nel suo -_Criticon p. 415._) arresta la sua immaginazione su' primi oggetti che -lo percuotono; le apparenze penetrano il suo spirito, lo predominano, ed -incapace lo rendono di approfondire le verità, che possono essere -racchiuse nelle cose; sempre più imbecille in rapporto alla più forte, o -più debole impressione che i medesimi fanno sull'animo suo, esso non -cura giammai d'illuminarsi sopra i di lui veri interessi; l'esteriore lo -arresta, lo seduce, e attonito lo rende; la semplice verità, la pretta -ragione, spogliata dalle chimere che sono ad esso artifiziosamente -insinuate, sembragli troppo nuda; esso cerca qualche cosa di -straordinario, che questa sia vera, o falsa poco gli cale, basta che lo -spirito vengane ammaliato, e percosso; è perciò che le fantastiche -visioni de' mitologici, hanno sovente ritrovata cieca fede presso il -Gentilesimo, e che gli altri popoli, che ne successero hanno riguardato -sempre con illimitata venerazione tutto quanto venne a' medesimi -trasmesso dalle loro differenti orali tradizioni. Quindi è, per ultimo, -che la sua credulità macchinale sorpassa di gran lunga la scaltrezza di -coloro che cercano di trarre partito dalla sua pieghevole buona fede, e -se alcuno tentasse per accidente (come fu altrove già da noi avvertito) -di fare risplendere nel centro dell'umana società la fiaccola eterna -della ragione, è generalmente riguardato come l'innovatore della -credenza de' suoi simili, come un'individuo sospetto, e forse ancora -convinto di miscredenza, e di appostasia: in una parola, chiunque brama -di vivere in grazia della moltitudine, a meno che non pensi come Orazio -(_Epist. XIX. Lib. 1._), il quale solea dire, - - _Non ego ventosae plebis suffragia venor_, - -dee studiarsi accuratamente di rendersi più caro questo ceto, di -qualunque siasi altro. - -(145) Lancisi uno sguardo ponderatore nelle istorie le più classiche del -mondo, si considerino esattamente i dogmi conosciuti, e adottati da -tutti i suoi primi abitatori, se ne faccia il dettagliato confronto con -quelli che si mirano praticare attualmente dalle nazioni de' tempi -odierni, e si vedrà non esservi cerimonia praticata dalle antiche -popolazioni dell'universo, che le religioni che conosciamo nella nostra -età, non ne abbiano conservate le traccie, non lo seguitino ancora col -più deciso trasporto. Per convincervi di questa verità innegabile di -simile natura, che non è mio disegno già di riportare, non abbiamo che -consultare diligentemente il _P. Accosta_, _Pietro martire_, il _Paw_, -ed il _Raynal_, ed i più accreditati viaggiatori, i quali c'instruiranno -con la massima esattezza possibile di tale massima conformità di cui -parliamo, la quale non ha lasciato, per altro, di somministrare, al -solito, qualche debole argomento agl'irrequieti miscredenti contro -l'esimia Religione che felicemente professiamo. - -(146) Molti critici sono di ferma opinione, che _Enosh_ fosse il primo -institutore dell'ordine de' Profeti, che si rese in seguito manifesto -fra gli uomini, mentre desso fu il primo, per quanto si assicura, ad -invocare il nome dell'Essere Supremo, e quest'ordine, si suppone essere -stato successivamente diviso in molti altri, quali di maggiore, e quali -di minore credito, siccome rilevar lo possiamo agevolmente dalla stessa -Scrittura. - -(147) _Balaamo_ sebbene non Ebreo, ma Pagano, mirasi frattanto -annoverato nella categoria de' Profeti, secondo tutto quanto a suo -riguardo ci narra espressamente la Scrittura, e noi rimarcheremo nel -Capitolo seguente, esservene stati molti altri fuori degli Ebrei che -operarono delle cose che sembrano prodigj, nella guisa che fecero -appunto i maghi dell'Egitto, alla presenza dello stesso Mosè inviato da -Dio; dal che si comprende che la profezia, o le predizioni, od i prodigi -medesimi, non erano sempre il contrassegno positivo, ed infallibile -della santità di una persona, o della perfezione inalterabile delle di -lui qualità individuali. - -I Pagani ebbero pur essi parimente in quest'arte delle femmine, che ne -riescirono molto perite, come sono state appunto le rinomate Sibille; ed -i sogni di _Abimelek_, di _Faraone_, di _Baldassar_, e di altri -siffatti, erano altrettante immediate rivelazioni positive di ciò che -accadere dovea in lontano avvenire, e che realizzate poscia si videro un -giorno quali erano precisamente indicate, come la Scrittura chiaro ce ne -instruisce, allorchè ad essa emerge di parlare di simili soggetti. - -È ben vero, per altro, che quando noi rendiamo omaggio a quelle verità, -che predicono certi Profeti, che non meriterebbero d'altronde la nostra -buona fede, noi non onoriamo già in simile caso, il Profeta che parla, e -che antivede, ma quell'essere unicamente che lo abilita a parlare, e che -lo inspira; poichè come lo riflette Ambrogio: _non confitentis meritum, -sed vocantis oraculum est revelante Dei gratia_ _S. Ambr. Lib. VI. Cap. -37._ - -(148) Si legge nel _Cap. X. del primo Lib. de' Re_, che Saulle -ritornando da Rama, dove il Profeta Samuel gli avea conferita l'unzione -regale, incontrò nella Città di Gabaa uno stuolo numeroso di Profeti che -cantavano al suono di concerti d'istrumenti musicali, e che Dio avendolo -riempiuto del suo spirito, si mise pur esso a profetizzare ad alta voce, -co' medesimi. - -D'altronde, per quanto apparisce dalla stessa Scrittura, sembra che -l'arte della Profezia non andasse mai disgiunta da quella della musica -specialmente istromentale, mentre dessa ci fa chiaramente capire, che -_Assaff_, Heman, ed alcuni altri di tal fatta, profetizzavano -continuamente suonando le Arpe, i Cembali, ed i Salteri, accompagnandoli -talvolta coll'armonioso concerto delle loro voci. - -(149) Chi non fremerebbe ad un tale proposito d'intendere esclamare -_Ossea_ (_Cap. 9._) _Stultum, et insanum prophetam, insanum verum -spiritualem_? E _Sofonìa_, quando dicea che i _Profeti di Gerusalem sono -stravaganti uomini senza fede_? Che diremo noi di quello schiaffo sonoro -che il Profeta _Sedechia_ vibrò impetuosamente al Profeta _Michea_ -ritrovatolo a predire de' vaticinj calamitosi al Re di Samaria, -dicendogli: _Come mai lo spirito di Dio è egli partito da me, per -trasferirsi a te?_ (_Paralip. c. 18._) _Geremia_ il quale profetizzava -in favore di Nabuccodonosor inflessibile tiranno del Popolo d'Israel, si -era messo delle corde al collo, ed un giogo sul dorso, poichè secondo -lui questo era un simbolo, ed esso dovea mandare questo simbolo a' -limitrofi Regoluzzi differenti per invitargli a sottomettersi allo -stesso Nabuccodonosor: il Profeta _Anania_ che riguardava Geremia come -un veggente sospetto, e degno di poca fede, gli svelle a gran forza le -sue corde, gliele spezza, e getta il di lui basto a terra. Questi non -sono già certamente gli effetti delle visioni intuitive di un Dio, ma -quelli altresì dell'orgoglio, e della imbecillità dell'uomo abbandonato -a se stesso, ed alle sue proprie tumultuose passioni. - -(150) Il termine נבאים (nebiim) plurale di נביא _Profeta_ viene dal -verbo נבא (naba) che significa _predire_, _indovinare_; e questo -vocabolo è variamente preso nella Scrittura in rapporto alle persone -differenti che sono state rivestite di simile attributo. È però da -rimarcarsi che l'ispezione principale de' Profeti era negli antichi -tempi quella di raccogliere gli atti di tutto ciò che si passava di -considerabile nella Giudea, e di scrivere i libri sacri, non tacendo -pero ch'essi aveano inoltre la qualità di Oratori pubblici, e come tali -arringavano in presenza del Popolo, secondo il bisogno dello stato, -predicevano gli infortunj da' quali era esso minacciato, e Dio servivasi -del loro mezzo per rendere noto al mondo la sua eterna volontà, e per -rilevare le cose occulte. Queste arringhe, o Profezìe erano registrate, -e conservate negli Archivj della stessa maniera di tutti gli altri atti, -o documenti; distribuivasene ancora molte copie affinchè il popolo -poteste leggerle a suo libero piacere, e ad un tempo medesimo emendarsi -colle salutari esortazioni che vi si contenevano. - -Queste grazie straordinarie del Cielo facevano loro conferire il nome di -_veggenti_, come si rimarca in Saulle, il quale volendo consultare il -Profeta Samuel sulla perdita degli armenti del di lui genitore, e -prendere cognizione da esso del luogo in cui potevano quelli ritrovarsi, -egli domandò ad alcune ragazze che ha incontrate _Nam hic videns?_ (_1. -de Reg. Cap. 9_); e nello stesso Cap. vi si legge inoltre che ne' tempi -di Samuel, quelli che noi distinguiamo col carattere di Profeti non -erano allora chiamati che veggenti; e quindi supponibile che non si -chiamassero tali, se non se per ch'essi vedevano da lontano le cose che -dovevano accadere, e rivelavano ciò che era occulto al resto degli -uomini. - -Aggiungasi ancora che un tempo si è dato pure il nome di Profeti a certe -persone, le quali viveano separate dal resto del mondo, adunandosi -unicamente a certe fissate ore del giorno, e della notte per tenere -delle conferenze sulle scritture, per cantare gli encomj del Creatore, -quali solevano accompagnare sovente da varj armonici strumenti, e ciò ad -oggetto di eccitarsi meglio alla devozione, ed alla vita religiosa, e -contemplativa che si erano prescelta. - - - - - CAPITOLO XVIII. - - Continuazione del medesimo soggetto. - - -Le più generali, ed accreditate opinioni, relativamente alle qualità -essenziali che distinguevano il Profeta, da chi tale propriamente non lo -era, si riducono a sole tre: la prima di quelli che facevano dipendere -la loro inspirazione dal temperamento, dallo studio, dalla tristezza, ed -anche dall'esilio; avvene ancora chi pensa che Dio sceglieva i Profeti, -senza avere niun riguardo all'età loro, alla loro nascita, nè a' loro -talenti: al contrario, esso gli traeva sovente dalla classe infima del -popolo. Ne sono un esempio autentico _Amos_ il quale era boaro, ed -_Eliseo_ lavoratore di Campagna, avuto soltanto riflesso alla purità -della loro vita, ed alla esemplarità de' loro propri costumi. La seconda -è di coloro che sostengono che la profezia è una facoltà naturale, -poichè per essere profeta, è d'uopo avere un temperamento robusto, e -vigoroso, civilizzarlo collo studio, e coll'applicazione, e condurlo a -tutto quel grado di perfezione, di cui può essere quella suscettibile: -la terza finalmente è quella che appoggia il _Maimonide_ (_Morè Nevoh. -p. 2. Cap. 32. p. 285_), cioè che la profezia non allignava giammai solo -che in un uomo saggio, e di una condotta irreprensibile ad ogni -esperimento; quindi è che si mirano assegnare tre qualità volute -necessarie, e indispensabili a' Profeti, 1.º una immaginazione viva; 2.º -un raziocinio solido, e illuminato dalla coltura dello spirito; e 3.º in -ultimo una integrità esemplare di costumi; e di azioni; poichè niuno ha -giammai opinato sensatamente, che lo spirito di Dio risedesse sopra un -anima reproba, od un uomo perverso (_Gerem. Cap. 45. v. 3 e 4_). - -Veduti che abbiamo i requisiti necessarj, e conosciute quanto basta le -qualità essenziali che debbono caratterizzare il Divinizzatore, o il -Profeta, senza fermarci quì ad investigare più oltre l'intimo valore -delle preallegate opinioni, onde adottare l'una in preferenza -dell'altra, noi possiamo ragionevolmente conchiudere che la sola -vocazione divina, munita di una sana morale, era quella unicamente che -formava in massima i profeti, senza riguardo alcuno al temperamento -rettificato dallo studio, nel modo, che lo pretendono i Rabbini -fermamente, nè all'interno declivio naturale degli uomini, od alla -riscaldata immaginazione dei medesimi, come bizzarramente lo suppone -_Spinosa_ unito a' suoi miscredenti fautori. - -Ora passiamo ad esaminare le predizioni, le gesta; o le profezie di sì -fatti veggenti, onde possiamo fondatamente desumere in quale senso -debbono essere quelle propriamente intese, e quale per tanto è -l'adeguato valore che può ad esse meritamente convenire. - -Fra i moltiplici scrittori, che hanno di proposito ragionato con -criterio, sopra questa materia, il _Maimonide_ sensatamente pretende -(_Morè Nevoh. p. 1. Cap. 21 e 30_) che quasi tutte le azioni che sono -dal volgo attribuite generalmente a' Profeti come vere, e reali, quelle -non si debbono intendere, soltanto, che in sogno meramente, in estasi, o -in visione come quando la scrittura ci descrive l'apparizione degli -angeli ad Abramo sotto mentita spoglia umana (_Gen. Cap. 18. v. 9_); la -lotta sostenuta prodemente da Jacob col messaggere celeste, in sembianze -di uomo (_Ibid. Cap. 32. v. 25 e 26_); il colloquio di Eva Col serpente -(_Ibid. Cap. 3. v. 3_) quello di Balaamo colla di lui asina che -cavalcava (_Num. Cap. 22. v. 28_), ed un gran numero di altre -apparizioni sì fatte, le quali ben lungi del considerarle, coll'ignara -moltitudine, visibilmente accadute, non debbono quelle, secondo lui -essere intese nè spiegate alla lettera, ma in semplice visione, o sogno -intuitivo, dove propriamente consiste la base radicale della profezie; -lo stesso dicasi come allorquando i Profeti parlano di un cammino, che i -medesimi hanno fatto da un luogo all'altro, dell'intervallo di tempo che -ci hanno i medesimi impiegato, e di tante altre simili cose che -testificano di avere mirabilmente operato in molte foggie differenti, -ciò, che lo stesso autore prova col mezzo di vari sensibili esempi della -scrittura. - -Infatti quale altro espediente più efficace di questo potrebbe giammai -sottrarre dalle invettive pertinaci de' traviati miscredenti, certe -profezie che sembrano, ad ogni riguardo, assolutamente ripugnare al buon -senso, e fare insulto alla ragione, se non si riguardassero in massima -come semplici visioni; ma che, al contrario, prese quelle fossero alla -lettera? Quindi seguendo il senso meramente letterale della volgata, -cosa potrebbe mai opinarsi di un Ossea, a cui Dio comanda di prendere -una meretrice, e di avere de' figli di meretrice? _Vade sume tibi uxorem -fornicationem, et fac tibi filios fornicationum_ (_Ossea Cap. 1._) al -che il Profeta immediatamente obbedendo prese _Gomer_ figlia di Ebalaim -dalla quale poscia ebbe tre figli: quale giudizio dovremo noi fare di un -_Ezechiello_ che dice d'avere dormito 360 giorni consecutivi sulla parte -sinistra del di lui corpo, e 40 sulla diritta, di avere trangugiato un -libro di pergamena, di avere mangiato del pane coll'escremento umano per -comando dell'Essere Supremo? (_Ezech. Cap. 3. v. 1 e 2, e Cap. 4. v. 4, -5, 6_) Cosa potrà dirsi mai del proposito indecente che lo stesso -Profeta fa tenere al Creatore del mondo colla giovine _Oolla_? (_Ibid. -Cap. 23. v. 2, 3, 4_) che penseremo noi di vedere camminare _Isaia_ -interamente nudo per le' pubbliche contrade di Gerosolima, durante lo -spazio di tre anni? (_Is. Cap. 20, v. 2 e 3_) Cosa conchiuderemo noi di -_Eliseo_, allorchè trovasi che fece divorare 40 fanciulli dagli orsi, -per averlo derisivamente chiamato testa calva? (_Reg. II. Cap. 2. v. -23_) Cosa diverebbero per ultimo essi mai, questi, e molti altri -aneddoti della medesima natura, di cui sono pieni ovunque tutti i -Profeti, presi nel senso materiale quali si leggono? Ben lontano dal -conciliarsi la nostra ammirazione, il nostro affetto, essi non farebbero -certamente che attirarsi la nostra ripugnanza, il nostro obblìo ma -riguardandoli nel modo che l'insigne Maimonide ci esorta, noi allora, -senza mettere alla tortura la ragione, possiamo a colpo sicuro dissipare -le oltraggianti, quanto insensate opposizioni degl'increduli, e quelle -dello Spinosa in particolare (151); dimostrando loro con evidenza che un -sogno può bene farci comparire stravaganti qualche volta in faccia delle -persone veglianti; ma che d'altronde lo stupore cessa, il folto velo -dell'illusione si squarcia in mille brani, tosto che noi riprendiamo -sicuri la uso degli assopiti nostri sensi, e che discernere possiamo con -tutto quell'acume di cui siamo capaci, il vero che c'illumina, e ci -giova, dall'apparente che ad ognora c'inganna orribilmente, e ci seduce. - -Lo stesso proposito è da tenersi parimente delle infinite predizioni -fatte da' medesimi Profeti, le quali prese alla lettera ci -trascinerebbero esce pure nel più imbarazzante labirinto di ostacoli, e -di assurdi, e forse ancora diminuirebbero in noi quella dose di buona -fede, che concepire dobbiamo a loro riguardo. - -Ma se deviando un solo istante dal nostro incamminato sentiere, -trasportare volessimo la nostra mente fino a contemplare il vortice -immenso delle numerose predizioni trasmesseci da' Codici tradizionali di -altri popoli, noi ve ne troveremmo, senza, dubbio, di quelle che -dovrebbero in ogni senso eccitare le nostra commiserazione, il nostro -scherno (152). - -Ma quanti fabbricatori di sì fatte predizioni, non ci offre mai -l'Istoria de' secoli decorsi? Per altro, molti fra essi, non potendo più -a lungo dissimulare la ridicolezza, e l'inverosimiglianza delle -medesime, non hanno esitato di confessare apertamente con _Curzio_: -_Equidem plura transcribo quam credo, nam nec adfirmare sustineo de -quibus dubito, nec subducere quae accepi_ (153). - -Però non ci diffondiamo di soverchio sopra una materia, che niun -vantaggio solido può sicuramente recarci di approfondire, o discutere, e -solo avanti di porre l'estremo fine al soggetto di cui trattiamo, non mi -sembra inutile assunto di fare quì una rapida menzione della tanto -decantata _voce intuitiva_ che facevasi armonicamente intendere presso -gli ebrei antichi, e da' quali si foce tenere le veci, ed il carattere -di profezia, dopo che l'influenza Divina di questa, venne interamente a -cessare nel Popolo d'Israel (154). - -Il Talmud fra i moltiplici gradi di profezia che il medesimo distingue, -pretende annoverare una certa voce che scaturiva dal centro degli -oggetti, e che facevasi capire dagli astanti in chiari, e bene espressi -accenti, della quale voce, aggiugnesi da quello, Dio non servivasi per -parlare a' Profeti che di notte (Vedi luogo citato). È dunque da tale -voce intuitiva, che i Rabbini ricavarono (come lo abbiamo testè -osservato) il loro Batkol, ovvero _figlia della voce_, la quale -asseriscono che supplisse nel secondo tempio alla interna inspirazione -recondita de' Profeti, adducendo per comprovarlo l'Istoria di _Samuel_, -e quella di _Nghelly_, scossi entrambi per tre volte dall'eccitamento -che cagionato avea loro questa voce (_Sam. I. Cap. 3. v. 4. e seg._) per -ben tre volte ripetuta; e gli stessi Rabbini agitando fra essi -alternativamente qualche teologica questione, si pretende che nel -bollore della medesima, impetrassero l'assistenza di tale voce, volendo -ch'ella decidesse da quale parte era il torto, e quale dovea meritamente -aspirare alla vittoria sul partito antagonista; le accanite -interminabili controversie che si agitavano di tanto in tanto dalle due -più rinomate accademie della Giudea, quella d'_Illel_, e quella di -_Sciamaj_ ne formano la prova incontestabile; esse l'invocavano molto -sovente (Ved. Pirchè Avoth Cap. VII.) e infatti i Rabbini si accordano a -sostenere che quella voce sovrumana si udisse realmente proferire -secondo le circostanze, l'opportunità, ed il bisogno הלכה כבית הילל -(Alahah chebet Illel) cioè; _la Decisione è secondo Illel_, se -l'opinione di questi fosse stata la più ammissibile: ovvero הלכה כבית -שמאי (Alahah chebet Sciamai) cioè, _la Decisione è secondo Sciamai_, nel -caso contrario. - -Tali erano dunque gli effetti, per quanto ci è noto, di quella -portentosa così nomata _figlia della voce_, ritrovata, come si disse, -nella cessazione, o nel deperimento della inspirazione occulta che -animava i vetusti Profeti del Popolo d'Israel, e di cui facevasi tenere -le qualità, e le veci equivalenti. - -Ma di tale soggetto avendo fin quì ragionato quanto era necessario per -conoscerlo, e fondare con qualche precisione i nostri giudizj positivi -su' Profeti, non meno che sopra tutto ciò che direttamente riguarda le -gesta de' medesimi, le loro predizioni, o vaticinj, entrare ora ci è -duopo ad esaminare le loro portentose operazioni, rispettosamente -denominate _miracoli_, o _prodigj_; le illazioni esatte, che risultare -vedremo dalle indagini ponderate che noi entriamo a fare sulla -possibilità, e l'intrinseco valore, che come veri Israeliti siamo nel -pressante dovere di attaccare alle medesime, ci condurranno alle -ricerche le più curiose, ed alle più interessanti conclusioni, Tale è -dunque il soggetto al grado massimo utile, quanto importante che noi ora -ci affrettiamo ad esaurire colla massima accuratezza, e precisione. - -(151) Se noi non consultassimo che il solo Spinosa intorno questa -materia, lo udiremo certamente darci delle idee così meschine, e -degradanti de' Profeti, non meno che delle profezie fino ad annientarle: -sebbene questo filosofo incredulo avesse attinti i suoi principj da' -Rabbini fra i quali esso crebbe, e si educò, egli deduceva delle -conseguenze molto più metafisiche, e più forti di quelle ch'esso avea -da' medesimi ricavate. Esso accordava a' Profeti molta più immaginazione -che ragione, ed è perciò appunto che essi ignorano molte cose, e che -secondo lui s'ingannavano sovente sugli arcani della natura; (ved. -_Spin. Tract. Theol. Polit. Cap. 2. p. 17. 18. 19_) mentre è cosa omai -ben dimostrata, che rare volte porta ceco l'impronta di certezza, ciò -che non è che il semplice risultato dell'immaginazione; ciò di che -dobbiamo convenire noi pure, siccome ci riserbiamo a renderlo più -espresso nel Cap. seguente, allorchè imprenderemo a ragionare su' -miracoli, sulla solidità, e sull'oggetto de' medesimi. - -Non è poco, per altro, che Spinosa rappresentandoci i Profeti come -persone che propalavano tutto ciò che una fantasia riscaldata può -suggerire, confessava, nulladimeno, che la loro morale era esemplare, e -che poteasi ad ogni riguardo liberamente consultarli sulla condotta -della vita: ma ciò solo era egli forse bastante per essere Profeta? -Spinosa lo crede, ma ei s'inganna. - -(152) La ferma credenza delle predizioni, e degli avvenimenti decantati -miracolosi, erasi talmente impossessata dell'immaginazione de' popoli, e -gli trascinava a delle stravaganze tali, che verso il secolo nono -_Agobardo_ Vescovo di Lione, compose un trattato per abbattere, e -annientare le superstizioni accreditate a tale riguardo fino ne' suoi -tempi: _Tanta jam stultitia_, dic'egli, _oppressit miserum mundum, ut -nunc sic absurdae res credantur a christianis, quales antea ad credendum -non poterat quisquam suadere Paganis_. Agob. - -Infatti se si rimarca le tante predizioni allora in voga fra i -Cristiani, si conchiuderà che non avea tutto il torto questo saggio -vescovo di reprimerle come abusive, e condannarle come irragionevoli; -per tacere infinite altre, noi non faremo quì speciale menzione che di -quella nuova Città di Gerusalem che dovea discendere dal Cielo, -costruita entro lo spazio di una notte (ved. _annot._ 72) l'Apocalisse -annunziò questa prossima sorprendente avventura e tutti i cristiani de' -primi secoli della Chiesa la credettero fermamente; s'immaginarono de' -nuovi canti _Sibillini_ da' quali questa nuova Gerusalem supponevasi -predetta; essa apparve ancora questa portentosa Città, nella quale, -ovunque diceasi che i fedeli dovevano abitare mille anni dopo l'estrema -consumazione dell'universo; essa discese dal Cielo per quaranta notti -consecutive, (ma quella pare che sparisse da che era fatto giorno) -_Tertulliano_ la contemplò, la conobbe, la vide co' propri occhi suoi; -un tempo verrà, senza contrasto, in cui niuno persuadere si potrà che -tali grossolane inezie conoscono per autori enti dotati di pensiere, e -di ragione. - -(153) Non saprei in vero, se quando _Erodoto_ si fa rapportatore di -tanti avvenimenti straordinari, che dovevano, secondo lui accadere -(_Hist. Lib. 1._) ne foss'egli stesso realmente convinto e se allorchè -veggiamo _Tito Livio_ compilare tutte quelle stravaganti predizioni che -erano in voga presso i Pagani (_Decad. III. Lib. 3. pag. 114._) ne -convenisse egli pure, con intimo senso: benchè coloro che si sforzano di -giustificarli asseriscano che la sola necessità di adattare i loro -pensieri al gusto dominante del loro secolo, gli abbia entrambi -costretti (siccome avvenne a tanti altri istorici ritrovatisi in egual -caso) a dovere assumere il dettaglio di tutte quelle gesta prodigiose -accreditate da que' popoli, de' qual essi impresero a trasmetterci le -istorie. - -(154) Questo è il nome con cui i dottori ebrei distinguono la -rivelazione che Dio ha fatta di sua volontà (com'essi opinano) al Popolo -ebreo, dopo che la Profezia verbale è cessata in Israel, cioè, dopo i -Profeti _Aggeo_, _Zaccaria_, e _Malachia_ (_Ghem. Sotha Cap. 9. pag. -48._) È sopra questa voce intuitiva che gli ebrei Talmudisti fondano la -massima parte delle loro tradizioni, e de' loro usi rituali pretendendo -che Dio gli ha rivelati a' loro progenitori, non già col mezzo di una -profezia articolata, nè con una inspirazione segreta, ma per la via di -una straordinaria rivelazione ch'essi chiamano בת קול (Bat Kol) _figlia -della voce_. - -I Rabbini riconoscono tre maniere di Profezie, primo coll'_Urim_, e -_Tumim_ (di cui sarà da noi parlato altrove) che faceva intendere la -spiegazione di ciò che domandavasi col mezzo di caratteri -prodigiosamente impressi sul _pettorale_ del Pontefice Sommo; la seconda -collo spirito di Profezia, che inspirò i Profeti non meno aventi la -promulgazione del Pentateuco che dopo Mosè; la terza mediante il _Bat -Kol_. La prima è durata, secondo essi dalle costruzione del tabernacolo -fino alla edificazione del primo tempio; la seconda dall'origine del -Mondo fino alla morte di Malachia l'ultimo de' Profeti sotto il secondo -Tempio, benchè l'uso più frequente di esse riconoscasi essere ente -unicamente sotto il primo Tempio; la terza finalmente cominciò dopo -Malachia, ed ha sussistito nella nazione d'Israel fino alla compilazione -della _Misnah_. Essi pretendono altresì che il Batkol è una voce -procedente immediatamente dal Cielo, che si fa sentire di una maniera -articolata presso a poco simile a quella che chiamò il giovine Samuel -per reiterate volte, allorchè Dio volle rivelargli ciò che dovea -succedere al gran prete Helly ed alla di lui famiglia. V. _Reg. I. Cap. -2. V. 5. e 6._ - - - - - CAPITOLO XIX. - - Indagini analitiche su' miracoli; quale si crede essere il loro -principale oggetto; ogni Setta ne vanta in profusione; come pervenire a -conoscerne i veri, e distruggere le obbjezioni che agitano gli increduli - contro de' medesimi. - - -L'uomo per sua intima natura, tanto è più limitato nelle sue proprie -cognizioni, tanto la sua curiosità diventa estesa oltre i confini di -ogni dubbio, in cui esso non si adatta facilmente dia restare, almeno -per lungo tempo; questo è uno stato che lo angustia, e che sembra -toglierli qualche parte di quella vanagloriosa dignità, che si è -temerariamente attribuita. Or siccome baldanzoso egli cimentasi a -discutere, o investigare i fenomeni della natura, benchè desso ne ignori -onninamente l'essenza non meno, che le proprietà intrinseche di -quest'essenza, da quando il di lui meschino sapere è ridotto al periodo -estremo dell'inscizia, esso ricorre ad una causa soprannaturale; -allorquando i fatti sono un poco remoti, e che mancano i solidi principj -da mettere in campo, l'esatta distinzione del chimerico, e del vero, -riesce per esso lui un assunto molto arduo ad intraprendere, ed -eccessivamente spinoso ad eseguire; la pigrizia naturale dell'uomo, e la -sua insita deficienza vi ripugnano d'accordo, egli è in questo solo caso -ch'esso fa intervenire il prodigio, il quale fa dissipare in un istante -dalla sua mente tutte quelle impossibilità che la rendevano come affatto -inerte, e paralizzavano tutto le di lui ardite intraprese: _Il est trop -flatteur pour la creature_, dice un pensatore illustre, _de voir le -créateur bouleverser l'ordre préétabli en sa faveur_. In questa -circostanza come in tante altre di simile natura, il suo circoscritto -discernimento non gli accorda l'adito a riflettere ch'egli è -positivamente impossibile che una cosa esista, e non esista insieme ed -un tempo medesimo. Ecco il solo punto di rilievo, che servì molte volte -di appoggio a quegli uomini che vollero farsi rispettare da' popoli, e -che i primi conobbero la sicura maniera di soggiogarli. - -Per poco che rivolgiamo con attenzione l'Istoria, essa ci convincerà -evidentemente ad ogni tratto, che tutti i capi, e fondatori di nuove -Sette, in qualunque epoca del mondo, hanno tentato di provare la lealtà -delle loro particolari missioni col mezzo di straordinarie operazioni, -variamente immaginate da essi e di supposti prodigj (155). Ma avanti -d'internarci a conoscere il valore intimo, che religiosamente dobbiamo -noi attaccare a questi decantati prodigj, analizzare ci è duopo, di -passaggio essenzialmente cosa mai sia per se medesimo un miracolo. Ad -una sì fatta ricerca, io odo ripetermi essere questa una straordinaria -operazione; opposta del tutto direttamente alle leggi della natura, -preestabilite già da tempo immemorabile dall'Eterno consiglio del suo -Divino Autore. Per altro, questa diffinizione sembrami altro non essere -che un semplice raffinamento dell'idea che gli uomini ebbero in origine -del termine _miracolo_, cioè, _res miranda_, _prodigium_, _portentum_, -_monstrum_, cosa ammirabile, che annunzia, cosa stupenda, che reca -novità, oggetto da mostrarsi come raro, ec.; e in questo senso anche la -stessa nostra esistenza potrebbe fondatamente considerarsi un continuato -miracolo. - -Noi però ci siamo formati tutt'altra idea del miracolo; questo è secondo -l'opinione volgare ciò che non era mai accaduto, e che succedere mai non -potrà in tempo alcuno; come sarebbe, per esempio, il colloquio del -serpente con _Eva_; quello dell'asina con _Balaamo_; la carrozza di -fuoco che condusse nel Cielo il Profeta _Elia_; la caduta delle mura di -_Gerico_ al suono di tromba, e molti altri dell'ordine medesimo, de' -quali ci fa espressa menzione la Scrittura. - -Comunque siasi però; l'opinione recentemente adottata incontra delle -forti opposizioni dalla parte di certi stravaganti filosofi del secolo; -quindi poichè Dio è il sommo Creatore di queste Leggi (ci ripetono essi -temerariamente) Dio che ha tutto preveduto, ed a cui il passato, il -presente, e l'avvenire, sono sempre del pari ad esso in egual grado -astanti, come avrebb'egli mai contrariate queste Leggi medesime che la -sua ineffabile saggezza avea imposte alla natura? Non potendo mai -supporre ch'esse fossero mancanti, si dovrà non per tanto dunque -opinare, che in certe circostanze quelle più non si accordassero cogli -eterni disegni di quest'Essere Supremo, poichè si pretende farci credere -che ha esso dovuto sospenderle, o contrapporle? Inoltre, come si oserà -egli sostenere che un Dio (questi audaci miscredenti persistono ancora) -il quale non ha potuto fare che delle Leggi perfettissime, ed -immutabili, ad ogni esperimento, com'è la sua natura, sia costretto ad -impiegare de' cambiamenti ad oggetto di fare sortire felicemente le di -lui mire divine, o che accordare voglia alle sue creature l'assoluta -possanza di operarli, onde la sua eterna inalterabile volontà resti per -ogni parte compiuta? È egli credibile per alcun modo (essi conchiudono -infine) che un Dio Sommo, ed infinito abbia d'uopo del concorso di un -essere terrigeno, e limitato affine di rendere manifesti sopra la terra -i alti ammirabili prodigj? - -Or come superare tali obbjezioni, ed altre moltiplici sì fatte, che -baldanzosi mettono in campo sovente i furibondi avversarj de' miracoli -contro di noi, che pervenuti siamo a conoscerne i veri, ed a -esperimentarne, ad ogni tratto, i salutari effetti? La più efficace -risposta che potremmo noi addurre dalla parte nostra, si è che le vie -dell'onnipossente sono incomprensibili per l'uomo, che un Dio il quale -può creare, e trarre le cose dal niente, e l'edifizio ammirabile -dell'universo dal Caos orrido, informe in cui giacea sepolto, può -altresì tutto rivolgere egli stesso, a suo piacere, in via -straordinaria, e ad un tempo medesimo abilitare i suoi eletti -dell'assoluta facoltà di operare dei prodigj, i quali viemaggiormente -confermano in essi l'amore e la venerazione per l'opifice supremo della -natura. - -Ma tuttochè le nostre adotte ragioni sieno troppo bene fondate, ed -inconcusse per elleno medesime, pure i nostri pertinaci oppositori le -riguardano come un debolissimo baluardo per la difesa a cui noi -pretendiamo di farle efficacemente servire; frattanto lasciamo pure -costoro immersi nel paludoso pelago delle loro tenebre deplorabili, e -procuriamo noi di rischiarare le nostre colla fiacola eterna dell'esimia -incontaminata religione, che abbiamo la felicità di professare (156). - -Ragionando però con quell'acume di cui al provido Creatore piacque -fornirci onde meglio contemplare possiamo le di lui opere sorprendenti, -noi dunque stabiliremo che un miracolo altro per se stesso non è -(secondo ancora gli odierni sani filosofi, ed i Teologi pure) solo che -un eccezione positiva, e reale alle divine leggi preestabilite della -natura: ma con quali dati giudicare mai possiamo di un miracolo senza -un'esatta, e profonda cognizione di tutto queste Leggi, che l'uomo, -d'altronde, in vano tenterebbe giammai di acquistare sopra le -terra (157)? In tale precaria posizione di deficienza, come potrebb'egli -pervenire in alcun tempo a discernere con qualche probabilità il genuino -carattere de' venerabili miracoli che procedono dalla volontà immediata -onnipossente dell'arbitro disponitore de' Cieli, e della terra, da -quelli che propriamente non sono che il mero effetto qualche volta -dell'accidente, bene di raro della scienza, e molto sovente -dell'astuzia (158)? Mosè operava de' miracoli sorprendenti: ciò è -innegabile, ma frattanto lo Scrittura medesima chiaro ci dimostra che -gli aruspici, ed i maghi dell'Egitto gli operavano essi ancora con -eguale successo (_Exod. C. VII. v. 12_) non è già per questo che noi -titubiamo un solo momento a decidere quali fossero fra questi que' -prodigi emanati direttamente da Dio, e quali conoscessero per prima loro -base l'artifizio, la scienza, o i sortilegj, mentre tutto concorre -intimamente a persuaderci che altri fuori che il solo Mosè non potea -essere il vero depositario degli arcani supremi di un Dio, e l'organo -immediato della di lui Eterna volontà ineffabile, ed altro io quì non -faccio che rendere un semplice ragguaglio meramente dell'ardita -incredulità di certuni per rapporto a' miracoli; ma nulla ostante, -questa nostra convinzione riesce un debole sostegno di difesa, contro -gli assalti ostili degli avversarj; nè ha per se stesso forza bastante a -dissuadere i filosofi del secolo da' loro opposti principj, il quali -prendono tanta maggiore possanza nelle loro menti sovvertite, quanta è -più esorbitante l'affluenza de' miracoli di ogni specie da cui osservasi -inondata tutta la terra dall'origine della sua popolazione fino a' tempi -nostri (159); ed a fronte di tutto il rispetto che protestiamo di -nutrire perpetuamente per i sacri Codici, non meno che per tutto quanto -essi contengono; ci troviamo astretti a dovere confessare con _Bayle_, -che chiunque si è formato delle vere idee dell'ignoranza, della -credulità, e dell'incuria del volgo, riguarderà sempre mai le opinioni -come altrettanto più sospette; quanto che le ritroverà esso più -stabilmente propalate. Gli uomini, per la massima parte, non esaminano -niente, essi lasciansi ciecamente condurre da un abitudine macchinale, o -dall'autorità, e le loro sacre opinioni tradizionali specialmente, sono -quelle appunto ch'essi hanno meno il coraggio, e la capacità di -esaminare; e siccome non è loro permesso di fare uso della propria -ragione sopra questa dilicata materia (160), essi debbono gemere nel più -torpido silenzio, e sopportare con paziente rassegnazione il giogo -ferale ch'essi medesimi s'imposero. Quale solido vantaggio possono -recarci mai tutte quelle regole che ogni settario non ha mancato di -fornirci dal canto suo, come sicure per discernere i veri da' supposti -miracoli, se una volta stabilita questa distinzione, niuno fu mai più -imbarazzato per consolidare il suo trionfo sulle basi medesime del -principio già fissato? Questo inconveniente procede da ciò che la regola -è presa quasi sempre dalla stessa natura delle prove, che ciascuno si -sente capace di produrre, e sostenere; è appunto sopra un tale proposito -che un critico de' nostri tempi dicea: _Un vrai_ _faiseur de miracles -pourrait trancher toute difficulté quelconque à leur égard, en rendant -la vie à un homme au quel on aurait arraché le coeur, ou coupé la tête: -l'esprit raisonneur serait bien humilié à la vue d'un tel prodige_ -(_Trait. des mirac. Introd. p. 25._) - -Ma ciò che più di ogni altra cosa concorre a disgustare ogni niente -illuminata, e che noi non possiamo contemplare senza fremere, malgrado -il religioso trasporto che intimamente nutriamo per i giusti, e per i -bene fondati miracoli, si è, oltre l'immensa quantità di prodigj, non so -come scaltramente introdotti sulla scena del mondo, il vedere adottare -alla rinfusa come tali le azioni le più ridicole, i più puerili -aneddoti, e le favole più insensate; è in vano che _Crisostomo_ ci -ripete incessantemente che oggi la chiesa più non opera per via di -miracolo non avendone più d'uopo, e che _Agostino_ dopo di avere -seriosamente interrogato perchè mai que' miracoli che operavansi altre -volte più non si miravamo ripetere a' giorni suoi, produce la medesima -ragione: _Cur_, dic'egli, _nunc illa miracula quae praedicatis facta -esse non fiunt? Possem quidem dicere necessaria prius fuisse, quam -crederet mundus, ad hoc ut crederet mundus_ (_Aug. De Civit. Dei Cap. -XXI._) - -A fronte di tali autorevoli opposizioni frattanto questi supposti -prodigj ripullulare si mirano bene di frequente fra gli uomini, e ciò -che di peggio si è coll'impronta il più delle volte della menzogna, e -della contraddizione (161). - -Da tutto quanto abbiamo fino ad ora significato, non meno per ciò che -riguarda le profezie, che per quello che rapportasi a' miracoli, o alle -intuitive apparizioni che ne fanno parte (162), può illativamente -inferirsi che non v'ha delirio più pericoloso nell'uomo di quello da cui -esso fu sempre mai predominato, cioè di pretendere a tutta forza di -rivelare quegli arcani avvenimenti, che Dio volle rendere occulti alla -sua specie, avviluppandogli in una oscura notte, senza lasciargli -neppure la debole speranza di potergli in alcuna maniera -penetrare (163). Egli si schernisce de' superbi mortali che tentano di -portare arditamente le loro inquiete ricerche oltre il punto che fu ai -medesimi prescritto, e che all'umana deficienza si compete. Fu ricercato -un giorno ad un filosofo ciò ch'egli opinerebbe se vedesse il sole -arrestarsi nel suo corso (cioè se l'annua rivoluzione della terra -intorno quest'astro cessasse); se tutti i morti resuscitassero in sua -presenza; se gli uomini si metamorfosassero in bruti, e tutto ciò per -provare qualche verità importante, come per esempio, l'efficacia del -_Lampadario_ del _Sabato_, o la _grazia versatile_; ciò che io penserei -rispose il filosofo? Io mi farei tosto Manicheo; io direi che avvi -assolutamente un principio nella natura che rovescia, e disordina tutto -ciò che un'altro avea precedentemente disposto, e sistemato. - -V'ha poche persone sulla terra le quali soddisfatte unicamente del -presente, non inclinino d'imbarazzarsi dell'avvenire; questa esemplare -condotta l'appannaggio de' sani, e de' religiosi filosofi, essi sanno -che è un eccesso di demenza quello di tentare l'acquisto della -cognizione di ciò che per se stesso dovrà essere eternamente -impenetrabile alla mente dell'uomo (164); e persuasi di non potere -risentire alcun solido vantaggio a sapere ciò che dee necessariamente -succedere, solo restano paghi del presente, riconoscendo, per -esperienza, quanto riesce malagevole per l'uomo di tormentarsi -futilmente per l'avvenire: _Ne utile quidem_ (riflette sensatamente -Cicerone) _est scire quid futurum sit; miserum est enim nihil -proficientem angi_ (_De Nat. Deor. Lib. III. Cap. 6._) - -La facilità di credere, e l'orgoglio smodato di volere tutto conoscere, -verità infinite volte rimarcata da' saggi, furono sempre mai le due -funeste inesauribili sorgenti di tutti gli errori degradanti, che -oscurarono i pregi della primitiva religione de' popoli, e resero lo -spirito umano incapace di lumi, di coltura, e di ragione: _Dans tous les -siecles, et dans tous les pays_ (osserva l'erudito _Freret_, _mem. de -l'Acad. des Inscrip. T. 23. p. 187_) _les hommes ont été également -avides de connoítre l'avenir, et cette curiosité doit être regardée -comme le principe de presque toutes les pratiques superstitieuses qui -ont defigurée la Religion primitive chez tous les peuples_. - -I veri dotti parlano dubbiosamente delle cose dubbiose, e non esitano di -confessare con ingenuo candore, la loro propria incapacità relativamente -a quelle che oltrepassano la portata dello spirito umano; è ben vero -ch'essi credono di sapere molto meno cose di ciò che orgogliosamente -vantano coloro che pretendono tutte conoscerle; ma almeno i primi sono -garantiti di quelle ch'essi sanno, quando gli ultimi all'opposto -ignorano eziandio quelle ch'essi immaginano di conoscere con evidenza. - -Quanti prodigj sparirebbero, in fine dalle menti ottenebrate de' popoli, -quanti miracoli cesserebbero di essere tali in faccia di essi, se gli -uomini volessero assumere l'ardua impresa di ripiegarsi un solo istante -sopra essi medesimi, di ponderare accuratamente tutto ciò che si passa -nel loro proprio individuo, e in tutti gli esseri che gli circondano; -eglino allora si assicurerebbero, con positiva certezza, della causa -necessaria che tutto regge, che tutto dispone, ed alimenta -nell'universo, essi riconoscerebbero altresì con perfetta cognizione di -causa, che ciò che volgarmente chiamasi miracolo, prodigio, cosa -straordinaria, altro per se stesso non è che la conseguenza immediata -della maniera di esistere del nostro mondo, di cui il disordine -apparente, o reale, rientra nell'ordine preestabilito dal provido -consiglio del suo Eterno Creatore. Con tale mezzo essi resterebbero -ampliamente convinti di una verità sì urgente, e sì essenziale alla loro -felicità, ed alla loro tranquillità inalterabile: quindi è perchè la -natura, non meno che le sue intime proprietà saranno mai sempre un -mistero indissolubile per l'uomo, il quale spera indarno di penetrarvi -giammai, fino a tanto che desso non si determinerà di proposito ad -opinare, ed a credere fermamente col più saggio filosofo della Grecia -(_Socrate_) che le cose che sono al di sopra della condizione umana, -riescono affatto straniere per noi, e sotto qualunque siasi aspetto che -si riguardino, concernere non ci possono giammai di sorte alcuna, come -appartenere non potrebbe al corpo nostro un sesto senso esterno, di cui -non potremmo in verun modo concepire un'idea. - -(155) Molti Legislatori ancora intenti a rendere i popoli più rassegnati -alle nuove instituzioni che volevano propalare fra di essi, facevano -eglino credere di possedere il dono soprannaturale di tutte le arti, di -tutte le scienze, di tutte le virtù possibili, mediante le continue -divine intuizioni delle quali dicevano essere quelli suscettibili; -_Osiris_ facendo supporre di avere acquisito dal Cielo l'arte -dell'agricoltura, in sommo grado, divenne col mezzo di tale inganno, il -Legislatore, l'arbitro, e il Dio dell'Egitto; _Licurgo_, e _Solone_ -dicevano di essere secondati dagli oracoli; _Zeleuco_, e _Pitagora_ -vantavano entrambi d'accordo di essere inspirati da _Minerva_; _Romulo_ -sosteneva di essere guidato dal Dio _Consus_; _Zoroastro_ governò i -Persiani in nome di _Oromaze_; e _Brama_ faceva suppone di avere -ottenuta dall'invisibile monarca dell'universo la dottrina che ha esso -propalato nell'_Indostan_; _Thor_ e _Odin_ legislatori de Visigoti -davano ad intendere di essere essi medesimi due numi discesi dal Cielo; -qualunque delirio nel _fondatore dell'Islamismo_, e per sino gli accessi -epilettici de' quali, seguendo l'Alcorano, era egli suscettibile -sovente, portavano presso i suoi Settarj, un impronta sovrumana. -_Gengiskan_ facevasi riguardare figlio unigenito del Sole, e come tali -si annunziavano parimenti a' Peruviani _Manco Capak_, _Coja mama Oello -huaco_ sua sorella, e sua moglie. - -Ecco finalmente come da un confine all'altro del globo tutti i suoi -abitatori, senza forse eccettuarne alcuno hanno piegata la cervice sotto -il giogo ignominioso del fanatismo. _Confucio_ è forse il solo fra tutti -i Legislatori antichi, che abusato non abbia della credulità de' suoi -Chinesi. - -(156) Le sole sacre pagine sono l'unico, ed il più solido appoggio che -noi abbiamo per autenticare con qualche fondamento, la verità de' -miracoli; esse ci offrono ad ogni tratto lo riprove le più convincenti -della certezza de' medesimi; ma siccome i miscredenti non fanno un gran -caso delle scritture, non si saprebbe a qual efficace partito -appigliarsi per confonderli: quindi è che noi non abbiamo che limitarci -a credere, e a desiderare ch'essi credano con quella medesima -sommissione che noi crediamo. - -(157) Infatti l'ignoranza della quale parliamo ci trascina sovente nel -baratro degli smarrimenti i più pericolosi, ed i più materiali; quante -volte si è veduto, e mirasi tuttodì prendere dal volgo per miracoli i -fenomeni della natura i più triviali, ed anche il risultato -dell'esperimento di qualche scienza? La chimica curiosa ha delle -trasmutazioni, detonazioni, esplosioni, fosfori, pirofori, combustibili, -terremoti, ed infinite altre supposte meraviglie da fare gelare di -stupore il volgo ignaro che le osservasse: _Datemi dell'olio di Gajac, -con discreta dose di spirito di nitro, ed io vi faccio de' prodigi -sorprendenti_, diceva l'eloquente _Wolston_. - -Non v'ha che le gesta meravigliose che possano fare credere le cose che -hanno l'apparenza di soprannaturali, mentre questo non potranno essere -giammai a sufficienza contestate dalla sola testimonianza degli uomini. -_Jesué_, e tutta la di lui armata crederono, - -d'accordo, che il Sole si arrestasse in _Gabaon_, perchè (come -giustamente lo riflette un dotto fisico moderno) ignoravasi generalmente -a que' tempi, che la grandine di cui l'atmosfera trovasi pregna potea -fare allora una refrazione de' raggi del Sole assai maggiore -dell'ordinario: _Jsaia_ non conosceva la natura de' _parelj_, -allorch'egli sosteneva ad _Ezechia_ che il Sole avea retrogradato nel -quadrante della Corte. Non era mai possibile allora di avere solo che -una certezza morale di tuttociò che asserivano i Divinizzatori, ed i -Profeti, come certo, e dimostrato, atteso che i segni naturali erano del -tutto generalmente sconosciuti. Per quanti secoli si è riguardato -l'_Iride_ nel mondo come un vero miracolo, avanti che la fisica -c'istruisse delle proprietà intrinseche della luce, e prime che si fosse -pervenuti a conoscere, che le semplici refrazioni, e reflessioni de' -raggi del Sole nelle goccie sferiche di pioggia formavano unicamente -questo vago fenomeno? Non più che soli due secoli da noi distante non si -vide annoverare fra i prodigi gli ecclissi, e le apparizioni delle -Comete? (_Bayle Pens. sur la Com._) Gli storici che hanno scritto in -que' tempi ne fanno delle descrizioni sì terribili, e sì ampollose che -se noi fossimo ignari della natura di simili fenomeni, dovremmo -impallidire leggendo ciò ch'essi ne dicono. Il vero si è che da quando -si ha l'immaginazione alterata da fantasmi, e da chimere, più non si -scorge negli oggetti che ci percuotono niente di ordinario, nè di -comune: tutto diventa straordinario, grande, e sorprendente. - -Or per disingannarci di tali grossolani errori, che denigrano oltremodo -la dignità dell'uomo, non abbiamo che studiare diligentemente il Codice -ammirabile della natura, e noi resteremo allora sorpresi dalle infinite -risorse ch'ella ci offre, e ad un tempo medesimo convinti delle tante -mostruose illusioni colle quali noi sembravamo un giorno -inseparabilmente collegati; ma la base fondamentale delle nostre -ponderate asserzioni non è già quì solo che noi possiamo rinvenirla; io -mi dispongo a metterla nel più chiaro giorno, mediante le dimostrazioni -evidenti che mi emergerà di fare sopra questo soggetto nella -progressione del presente Capitolo. - -(158) Tutti i religionarj, a qualunque setta che appartengono, -sostengono unanimi che Dio non permetterà giammai, che l'uomo profano -faccia de' miracoli, ad oggetto di rendere più accreditati i propri -errori. Tale è per se stesso il principio generale su di cui ogni -religione si appoggia per rigettare i miracoli vantati da un'altra setta -differente, e fare solo valere quelli che la medesima decanta; ma con -quali mezzi pervenire a conoscere in simile caso il vero miracolo da -quello che non lo è, come fra i tanti che ogni popolo si fabbrica, e di -cui non solo gli ebrei, ed i Cattolici ma tutto il gentilesimo n'è -pieno, come, dico, potremo noi giugnere a discernere il divino, dal -diabolico, il sacro dal profano? A quale spinoso imbarazzo non ci -esporrebbe mai un semplice confronto? Mosè percuotendo un sasso colla -sua verga ne fa scaturire una sorgente di acqua viva (_Exod. Cap. 18. v. -5_) Maometto, per quanto assicurano i suoi Settarj, faceva stillare -l'acqua dalla estremità delle proprie sue dita (_Echell. Ist. P. III. -Cap. 20_) _Bacco_ ha operato il medesimo prodigio mediante la supposta -virtù del suo _tirso_ (_Diod. Sicu. L. IV. Nonn. Dion. Plin. Lib. XIV_, -e tutti i mitologici). _Jesuè_ arresta il sole in _Gabaon_ (_Giud. Cap. -X. v. 12_), presso i Pagani si fa parimenti arrestare quest'Astro, e -retrogradare per non essere testimonio dell'azione orribile di _Astrea_, -contro i figli di _Tieste_ suo fratello (_Hist. Poet. Bann. Dict. art. -Astrée_); ed il Cristianesimo pretende che il Sole siasi pure arrestato -nel suo corso (conforme l'opinione astronomica di que' tempi) l'anno -1547, in favore di Carlo V., per dare alla sua armata il tempo di -sconfiggere il Duca di Sassonia, e le falangi Protestanti (_Maimb. Hist. -du Luther. T. II. pag. 164_). _Eliseo_ resuscitò un bambino morto, sanò -un infermo di Lebbra (_Reg. II. Cap. 4 e 5_) _S. Giovanni_ asserisce che -Cristo resuscitò Lazzaro, e vari altri dopo morti, sanò degli ammalati; -_Filostrato_ ci assicura che _Apollonio Tianeo_, non solo resuscitò una -fanciulla morta il medesimo giorno de' di lei sponsali, ma che si -resuscitò egli stesso (_Phil. in vit. Apoll._) E quante malattie credute -disperate non guarirono _Esculapio_, _Ippocrate_, _Galeno_, ed -_Apollonio_ medesimo? Chi inclinasse d'innoltrarsi vieppiù in simile -confronto, non ha che percorrere assiduamente _Tucidide_, _Tito Livio_, -_Plinio_, _Tacito_, _Valerio Massimo_, _Suetonio_, e alcuni altri. - -Ma io non finirei sì tosto, se tutti riportare io quì dovessi -gl'innumerabili altri straordinari prodigi che servono di appoggio a -tutte le sette odierne, e che posti al confronto con quelli che ci offre -l'intero paganesimo, si troverebbero in valore equivalenti, benchè in -numero di gran lunga inferiori. - -Or quale dunque di questi, replico, avrà mai per assoluta sua causa -immediata l'Essere Supremo che adoriamo, e quale avrà tratta primitiva -sorgente dalle altre indicare cause più comuni, e secondarie? Questo è -il gran problema più di ogni altro interessante che sarebbe oltremodo -necessario di sciogliere cautamente onde confondere, e ammutolire i -filosofi increduli i quali appoggiati alle loro scienze esperimentate, -osano insieme tutti rigettarli ciecamente, persuasi di poterne ritrovare -le cagioni efficienti o nell'arte raffinata, ovvero nella natura; ma -questo sarà sempre mai un arcano impenetrabile per il volgo, di cui la -tradizione gli comanda di credere senza esame, di abdicare alla ragione, -di condiscendere, e tremare. - -(159) Allorchè gli autori antichi parlarono di un miracolo (come -giustamente riflette l'illuminato autore della _Philosophie du Bon sens -T. I. Reflex. I. p. 65_) attribuendogli qualche avvenimento -considerabile, sarebbe da desiderarsi ch'essi avessero sviluppato in -quale guisa era stato il medesimo prodotto, indagando se un simile fatto -era accaduto in seguito di una causa soprannaturale, ovvero mediante una -ordinaria, e regolare, cagionata dall'idea, e dall'impressione di un -miracolo sullo spirito ammaliato de' popoli. Ad alcuni, per altro è -sembrato che molti di essi non abbiano presa cura di compilare tanti -prodigj, che o affine di rendere le loro Istorie più rispettabili, o ad -oggetto di uniformarsi ai tempi ne' quali erano essi cotanto in voga fra -le nazioni, siccome fecero _Erodoto_, _Tito Livio_, e vari altri i quali -ritrovando le Istorie precedenti piene di sì fatte estraordinarie -visioni, essi non avrebbero potuto sopprimere le loro, senza -scandalizzare i popoli che non erano meno superstiziosi a' loro tempi di -ciò che lo fossero quelli de' secoli antecedenti; si potrebbero sopra -tale proposito asserire con un profondo Inglese che: _The mistakes of -our ancestors are the rising of ours: and the ours will increase those -of our Children_ (Bolingbroek). - -Presso che tutti gl'Istorici delle Nazioni che conosciamo sono pieni di -puerilità, e di pie chimere, le quali renderanno sempre mai le loro -opere in questa parte spregevoli alle menti illuminate. Gli scrittori -che ci hanno trasmesse le Istorie delle crociate (come lo rimarca il -testè preallegato autore), le hanno riempiute di tanti miracoli sì -opposti alla ragione, che si può riguardare come inutile di mostrarne la -falsità e il ridicolo: i popoli che viveano in que' secoli aveano lo -spirito abbacinato talmente d'incantesimi, di prodigj, di sortilegj, e -di supposti miracoli, che anche gli uomini più accreditati, che facevano -in quelle epoche l'ammirazione dell'universo, e la testimonianza de' -quali è riguardata con tanto rispetto, non hanno potuto resistervi, non -ebbero forza bastante per garantirsene: quindi è che _Platone_, -_Appiano_, _Pausania_, _Plutarco_, _Cicerone_, _Porfirio_, _Jamblico_, -_Sozima_, _Procopio_, _Diogene_ _Laerzio_, ed un gran numero -considerabile di altri uomini scienziati, si sentirono tutti attrarre -invincibilmente, dal meraviglioso per quelli; tutti, o furono d'accordo -testimonj oculari di gesta prodigiose, od appresero da altri a -raccontarle. - -(160) Fu sovente rimarcato da qualche genio insigne, che l'uomo appena -comincia a contrarre l'abitudine del raziocinio, e della riflessione, -perviene agevolmente a disingannarsi della tradizione, a conoscerne gli -assurdi, a scoprine le stravaganze; è appunto perciò probabilmente che -coloro i quali ebbero un interesse di perpetuare sopra la terra fra gli -uomini i malefici prestigj della tradizione, non seppero come meglio -riuscirci che imponendo un eterno silenzio agli stimoli della ragione, -condannandoli come perniciosi oltremodo alla salute dell'uomo, e per -conseguenza indegni di un anima religiosa, la quale è, secondo loro, in -dovere di tutto credere macchinalmente alla rinfusa. - -(161) Chi spignere volesse la propria curiosità fino a verificare la -genuina verità di tutto quanto è stato da noi fin quì esposto non ha che -percorrere _Palladio_, _Sulpizio Severo_, _Mabillon_ (vita di _S. -Bernardo_) Le gesta de' _P. P. del Deserto_, il gesuita _Gazée_ (_Pia -hilaria_); Le conformità di _S. Francesco_ con _G. Cristo_, e molte -altre istoriette di tale natura, ed caso vi ritroverà soggetto di che -conchiudere fremendo, che que' menzionati filosofi nostri accaniti -avversari (sebbene riprovabili sempre a questo solo riguardo) non aveano -certamente tutto il torto di sostenere, che le leggende di questi nuovi -operatori di miracoli, debbono fare per se stesse revocare in dubbio una -gran parte di ciò che si avea scritto degli antichi. Si dirà pur troppo -che i Talmudisti hanno accreditate delle favole mostruose, ma soggetti -non ci appariscono per certo a quei vaneggiamenti di spirito che ci -fanno raccapricciare in quelle; ed io oserei, per ultimo, insistere -colla più ferma persuasione, che vi sono più inezie, e più assurdi nella -sola vita di _S. Maria Alacoke_ ed in quella di _S. Vincenzo Ferrerio_, -che in tutte le opere immense de' rabbini dell'Israelismo, checchè ne -abbondino quelle in profusione. - -Egli è così che molti riscaldati entusiasti lusingati di sostenere in -tale guisa la religione della quale si fanno essi i sostegni, e i -difensori, porgono le armi fra le mani degli avversarj che vogliono -attaccarla. - -(162) Per nulla ommettere di tutto ciò che può avere qualche prossima, o -lontana analogia coll'assunto che trattiamo, non mi sembra ora -inopportuno di avvertire che anche le tante apparizioni, delle quali -tutti i codici delle Sette odierne sono ripieni, possono parimente -ritrovare il loro confronto, nel modo appunto che lo ritrovano le -operazioni straordinarie nella storia medesima dell'antichità pagana. -_Cicerone_, il di cui solo nome ne forma il chiaro elogio, dice -seriosamente che gli Dei si sono fatti vedere sovente dagli uomini, di -una maniera sensibile, ed evidente: _Præsentiam sæpe Divinam declarant, -sæpe visæ formæ Deorum_ (_De Nat. Deor._) _Plutarco_ che tutto il mondo -colto conosce, asserisce fermamente che nel territorio della Sicilia -esisteva una Città, dove la madre degli dei avea un tempio dedicato ad -Esculapio, e nel quale gli Dei e le Dee apparivano assai di frequente. -_Enquinnum Siciliæ oppidium, non magnum, sed pervetustum, et Dearum -apparitionibus nobile_ (_Phit. Tract. de Orac._) - -Questo è stato realmente in ogni tempo un pregiudizio generale diffuso, -e inveterato in tutte le regioni del mondo abitato dall'uomo, che gli -Dei apparivano sulla terra, sotto una, od altra simbolica figura -differente per ricompensare o per punire; i Tartari lo assicurano di -_Foh_ (_mem. du P. le Comte_) lo dice Erodoto di _Apis_ (_Heliod Lib I. -e Mair. Saturn._); ed i Magi dell'Egitto lo asseriscono delle loro -supposte Divinità (_Voy. en Pers._). Gli abitatori dell'Isola Formosa -credevano costantemente unanime che il loro Dio si manifestasse, ora -sotto la figura di un bue, ora sotto quella di un Leone, e qualche volta -pure in sembianza di Elefante (_Taver mandes. Voy des Indes_). - -(163) Io già feci altrove dimostrativamente conoscere, come nostro -malgrado confessare dobbiamo che dopo di avere dedicate tutte le nostre -ponderate ricerche agli studj i più profondi, pervenire con certezza mai -non potremo ad une fisica dimostrazione della benchè minima verità -speculativa. È ben vero, per altro, che l'autore Supremo dell'Essere -nostro, permettere non volle che l'uomo fosse possessore di un sapere -dimostrativo al di là di un limitato confine; ma d'altronde non si può -immaginare senza errore, che abbia esso perciò lasciata la specie nostra -immersa nell'ignoranza universale delle cose, giacchè, al contrario, -veggiamo quali chiare vestigia, e quali segni evidenti ha esso accordati -alla medesima, onde con essi possa quella giugnere al discernimento di -certe verità che sono ad essa più necessarie. Ma l'orgoglio umano crede -tutto abbracciare, tutto lusingasi di conseguire con queste deboli -traccie, e l'uomo frattanto, circoscritto dalla più tenebrosa ignoranza, -superbo esulta di una chimerica dottrina; esso crede che niente di tutto -ciò che si offre alla sua mente sia sufficiente a pascolarla; esso tutto -intraprende, tutto combatte, e poco egli conosce, nulla conchiude; -qualunque oggetto basta per confonderlo, per atterrirlo, e se -l'ambizione sua interroghiamo di qualche assunto, per es. _Cos'è mai -l'uomo?_ Di spirito, e di materia è l'uomo composto, esso risponde; ma -in quale modo, replico, dimostrare fisicamente si potrebbe sì prodigiosa -unione? Come due sostanze cotanto fra di esse opposte diametralmente, -possono a vicenda unirsi per farne quindi risultare un corpo che agisca, -un essere pensante? L'intima natura qual'è di quest'essere agente? E -cose di tale guisa gli ricerchiamo, sventurato! Ecco ciò che mette il -colmo al di lui estremo smarrimento, ecco lo spirito suo illuso -miseramente vaneggiare nell'infinito (ved. _l'ann. 14. del T. 1. delle -Notti Camp. p. 53._) - -(164) È molto più sicuro, o commendevole per l'uomo, dice un'illustre -antico (benchè non fosse questi dotato di altri lumi fuorchè di quelli -della propria sua ragione) di credere le operazioni della Divinità, che -di volerle approfondire: _Sanctius est, ac reverentius de actis Deorum -credere, quam scire_ (_Tacit. de morib. Germanor._) Infatti a quale -smarrimento deplorabile non si mirano soggetti coloro che tentano -d'investigare gli arcani che Dio volle rendere incomprensibili alla -frale intelligenza rimane? V'ha egli follia più orribile per un essere -limitato di quella di volere penetrare ciò che di gran lunga osservasi -eccedere la sfera circoscritta delle umane cognizioni? Questa è una -taccia che la temerità di vari filosofi antichi ha debitamente meritata. -_Platone_ dicea non istimare atto religioso quello di esaminare le opere -dell'Essere Supremo, nè di fare uno studio profondo sulle natura delle -cose (_De Legib. Lib. VII._) - - - - - CAPITOLO XX. - - Istruzioni generali preparatorie per sistemarci solidamente su' - fondati principj da noi fino ad ora stabiliti in proposito di Culto, o - di Religione. - - -S'è vero, come fermamente lo pretende il _Macchiavelli_ (_Lib. III. -Disc. I. sulla Deca di Tito Livio_) che se si vuole che una setta, od -una Religione qualunque, mantengasi lungamente sopra la terra, è -necessario ritirarla molto sovente verso la sua primitiva origine; -l'assunto già da noi esaurito il primo, che riguarda un tale importante -soggetto, e che tende precisamente ad un sì ottimo fine, ben lungi -dall'oscurare gli alti pregj che il mondo ha in ogni tempo giustamente -ammirati nella credenza edificante professata da' primi Patriarchi del -popolo d'Israel, e tutt'altro che diminuirne il valore in faccia di -esso, come assurdamente opinare si potrebbe da taluni, il medesimo non -si aggira che a ridurla con ogni possibile chiarezza tale precisamente -per se stessa, quale appunto conosciuta, e praticata l'ebbero un giorno -felicemente i suoi primi institutori, ed a renderne il prezzo, senza -comparazione, assai più inestimabile, e più raro di ciò ch'esso lo era -ne' tempi odierni. - -E s'è d'altronde indubitato, siccome infinite riprove concorrono ad -autorizzarlo, che la stessa religione, altro per se medesima non è, che -una malattia dell'intelletto laddove manchi ad essa le guida infallibile -della ragione, e sempre che non riconosca per suo appoggio primo, ed -essenziale il buon senso, e l'istruzione; la materia, che noi entriamo -successivamente a trattare nel secondo volume di quest'opera, dovrà -tanto più interessante riuscire, quanto che si prefigge per iscopo di -dimostrare quest'urgente verità col chiarore dell'evidenza. - -Or sebbene quanto fu da noi significato estesamente fino ed ora, perciò -che rapportasi alla prima in particolare, prescindendo, per il momento, -da quello che l'ultima concerne, di cui ci disponghiamo a ragionare -partitamente nella prima opportuna circostanza, parrebbe escludere -qualunque ulteriore osservazione che aggiugnere si potesse in proposito -di quella; ma sul riflesso troppo contestato dall'esperienza, che in -siffatte materie specialmente l'affluenza delle prove, lungi dal -riuscirvi intempestiva, o recarne un pregiudizio, essa contribuisce a -renderle più nitide, e farne chiaro spiccare i veri pregj, e in una -parola, a richiamarle a quel grado luminoso di perfezione di cui possono -quelle essere suscettibili; così ho stimato un oggetto alquanto utile, e -conveniente di corredare i fondati principj da noi esposti di quelle -istruzioni che a me sembrarono le più ovvie, e le più necessarie, onde -basare da una parte sopra fondamenti durabili, ed inconcussi la -propostaci Riforma religiosa del Popolo d'Israel; dissipare dall'altra -quella taccia odiosa di miscredenza, o di temerità che mi potesse essere -malignamente imputata da qualche fanatico settario; e convincere, per -ultimo, quella stessa nazione alla quale sono le medesime onninamente -dirette, dell'integerrima rettitudine delle mie fraterne intenzioni a -suo riguardo, non meno che dell'intensa profonda venerazione che ho per -moltiplici volte, con intimo senso protestato nutrire per l'eccelso -inalterato Culto unicamente al quale mi felicito, con vera esaltazione, -di appartenere io pure. Ma passare, ci è ora d'uopo a convincercene, -senza, mistero coll'esplicita, ed esatta esposizione delle medesime. - -Molti pensatori profondi si fecero ed opinare, che l'affluenza di -tradizioni delle quali trovasi ogni Setta eccessivamente avviluppata, -forma una solida presunzione che sono tutte basate sopra deboli appoggi, -e sopra de' sistemi erronei oltremodo, e inconseguenti (165); infatti, -se fosse vero che per il solo mezzo di quelle Dio avesse voluto fare -generalmente conoscere il vero Culto che gli esseri umani debbono -prestargli, ne verrebbe per assoluto corollario che questo Culto non ci -comparirebbe sì alterato; e sovente sì deforme per opera unicamente -della stessa tradizione, siccome fu già da noi per tante volte -opportunamente dimostrato, e questa dovrebbe essere altresì per tutti -eguale, poichè le cose indispensabili per tutti gli enti ragionevoli -debbono essere necessariamente identiche, e uniformi; sia di ciò la -verità, che tutte le nazioni civilizzate del mondo riconoscono un Essere -Supremo, perchè i principj della ragione universale sono in ogni senso -comuni a tutte quante; dal che illativamente deducono i filosofi, che -questa cognizione è per se stessa il resultato di una verità positiva, e -irrefragabile (166); ma siccome ognuna di quelle sette riconosce, e -sostiene una tradizione differente non solo, ma bene di frequente anche -opposta a quella di un'altra (nel modo che lo abbiamo noi più volte -rimarcato) esse debbono dunque conchiudere fermamente che avendo -efficace inoppugnabile ragione di conoscere, e adorare un Dio Supremo, -esse hanno grave torto di ammettere tutto ciò che immaginarono -ciecamente oltre questo confine per ogni motivo consolante, e -indispensabile. - -Quando ancora taciuti stati fossero da noi que' tanti altri motivi, quì -all'emergenza riportati, che concorrono ad estenuare onninamente quella -supposta forza prodigiosa, che ogni popolo della terra, come lo abbiamo -altrove osservato, pretende superiormente attribuire alle sue vantate -particolari tradizioni, l'efficace conseguenza testè riportata, che i -filosofi ne traggono, forse non sarebbe quella sola sufficiente per -abbatterla interamente, per annientarla? Ma per sciagura universale i -popoli, e Israel fra questi, bene lontano dal restarne quanto basta -intimamente penetrati, e convinti, sembrami, al contrario, che a gran -passi retrogradi, arretrino d'accordo senza posa verso la culla fatale -de' loro vetusti acquisiti smarrimenti, ed il peggio si è, con troppo -debole speranza di potere giugnere a sottrarneli giammai (167). - -Eppure malgrado un ostacolo sì tenace, e sì invincibile in apparenza, -parmi oggi dimostrato, che i progressi dell'istruzione avevano già -eccitati a' nostri giorni spontaneamente una discreta frazione di ebrei -a segregare dalla loro inveterata legge, non meno scritta che orale le -instituzioni essenziali al loro Culto, da quelle che non sono che -accessorie meramente e suscettibili di innovazioni nello stato politico, -e civile; alcuni di essi pervenuti essendo a sopprimere omai le tante -inutilità delle quali gli scritti de' Rabbini sono pieni, che ad altro -non servono, come provammo, che ad oscurare i veri pregj della tersa -Religione, senza renderne migliori gli osservanti; e tanto fu questa una -verità chiaramente riconosciuta da' medesimi Israeliti che nell'Anno -1800, una Società di ebrei olandesi pubblicò una deliberazione di non -riconoscere in avvenire che la Religione pura, e consolante di Mosè, e -di rigettare onninamente tutte quelle istituzioni che fino a quell'epoca -erano denominate, _Leggi Talmudiche_ (Vedi _Racc. degli Atti -dell'Assembl. degli Israeliti p. 72_); e in fatti questa benemerita -società avea già attirati un'affluenza considerabile d'Israeliti; indi -nel 1801, fu progettato di convocare un congresso generale, ad oggetto -di richiamare in Luneville i rappresentanti di tutti gli ebrei dispersi -nelle differenti regioni dell'Europa, affine di sanzionare, e rendere -più amplia, e più autorevole la previa motivata Riforma: è bene da -congetturarsi con ogni fondata sicurezza, quale potesse essere -effettivamente il vero scopo fondamentale di sì fatto congresso; questo -non tendeva, in une parola, che al disegno identico medesimo che ci -siamo noi proposti, cioè, di sostituire una sana, e metodica Religione, -alle pratiche superstiziose, degradanti, e antisociali, che al massimo -detrimento della medesima, se ne facea sostenere il carattere, e le -veci. - -Or perchè mai una disposizione sì provvida per se stessa, e sì salutare, -non ha essa potuto ritrovare in alcun tempo nel grembo della chiesa -giudaica solo che pochissimi partigiani, e imitatori? L'unica, e la vera -cagione di simile deficienza ripetere solo noi la possiamo giustamente -dal non essersi ritrovato giammai qualche individuo Israelita fermo, e -zelante a quel punto dell'onore, e de' solidi vantaggi della propria sua -nazione, fino a ridurre in sistema le teorie necessarie per condurla con -propizio successo all'arduo desiderato intento di una perpetua -indefettibile rigenerazione, non meno per tutto ciò che ha un immediato -rapporto colla credenza professata da quella, che relativamente a' suoi -costumi, così pure che all'istruzione. Ma con quel fronte immaginarne la -difficile impresa, e chi mai di altronde azzardatone avrebbe fra gli -uomini una pronta esecuzione senza grave rovinoso pericolo (168)? -Malgrado che una sì triste verità rendasi pur troppo innegabile ad ogni -esperimento, e che que' numerosi esempi da noi opportunamente riportati, -contestino ad evidenza quale funesto guiderdone l'ebreo filosofo aspetti -dalle benemerite sue cure consacrate ad illuminare il traviato popolo a -cui esso appartiene, ciò non per tanto io che da lungo tempo avvezzo ad -affrontare con baldanzosa fermezza gli assalti proditorj del settario -furore de' miei connazionali, e che a superare io pervenni sovente con -successo, cimentarli mi accinsi nuovamente in questo giorno, animato da -una speranza lusinghiera di poterne in certa guisa riportare del pari -una solida vittoria equipollente in vantaggio eternamente memorabile del -corpo universale degl'illusi figli d'Israel. - -Ma in seguito di tuttociò, parmi quì oltremodo necessario di avvertire, -che qualunque siasi utilità che risultare potesse in vantaggio del -popolo ebreo dall'esito felice del mio intrapreso assunto, esso non -potrà mai completamente risentirla fino a tanto che non venga dal -medesimo riconosciuta (nel modo che in chiari accenti fu già da noi -significato altrove) l'urgenza indispensabile cui trovasi per tante -parti ridotto di lumi sufficienti, d'istruzioni, e disinganno, affine di -potere giugnere e bene intendere una volta essere evidentemente -impossibile che le pratiche assurde, gli usi contraddittorj, e le -stravaganti cerimonie delle quali fu esso fatalmente imbevuto, dopo un -sì lungo periodo di secoli, debbino costituire le base inconcussa, e -radicale delle Religione destinata e professarsi da un consorzio di enti -dotati di un'anima ragionevole, di pensiere, e di riflessione, siccome -pare che l'ebreismo lo abbia immaginato erroneamente fino ad ora con la -più pertinace asseveranza. - -Pervenuti che noi siamo ad un punto sì essenziale non meno che salutare, -molto agevole impresa ci riuscirà di assicurarci che gli errori, ne' -quali miransi precipitare gli uomini sì di frequente, altro non sono che -le conseguenze necessarie della loro ignoranza, che la loro caparbia -credulità macchinale, non è che il seguito immediato dell'inesperienza -de' medesimi, della loro scarsa riflessione, e di quell'accidia inerte -dalla quale vengono essi per la massima parte eccessivamente predominati -nella guisa medesima appunto, che il trasporto al cervello, od il -letargo sono gli effetti risultanti da quelle siffatte malattie, che gli -anatomici distinguono col carattere di _Epilessia_. Quindi è che un -pensatore, anonimo del nostro secolo disse molto sensatamente: _La -vérité, l'expérience, la refléxion, la raison sont des remedes propres à -guerir l'ignorance, le fanatisme, et les folies, de même que la saignée -est propre à calmer le transport au cerveau._ - -Ma se alcuno avido di sottilizzare le cose ad oggetto di meglio -svilupparle, si facesse quì per accidente ad interrogarci, -coll'esperienza infallibile alla mano, perchè mai la verità non produce -essa in ogni tempo questo effetto salutare sopra le innumerabili teste -orribilmente attaccate da tale perniciosa infermità? A questi, -rispondere in massima si potrebbe, che siccome v'ha delle malattie che -resistono con gran forza e qualunque siasi rimedio; così precisamente -riesce affatto impossibile di sanare quegl'infermi ostinati all'eccesso -di rigettare per sino quegli antidoti medesimi i quali avrebbero tutta -l'attività, e l'efficacia di liberarli dal grave malore che gli assale. -Quindi non senza fondata ragione pertanto, il celebre _Fontenelle_ solea -dire: _Quand même je tiendrais toutes les vérités renfermées dans ma -main, je me garderais bien de l'ouvrir pour les montrer aux hommes_; -mentre, se la scoperta di una semplice proficua verità (nel modo che -l'ho io rimarcato in altro luogo, Ved. _l'annot. 47_ al T. I. delle -_Not. Camp. p. 130_) fece trascinare crudelmente l'impareggiabile -Galilei nella cadente età di settant'anni entro le orride carceri del -feroce _S. Uffizio_, quali tormenti laceranti non dovrebbe mai -aspettarsi colui che tutte si cimentasse a rivelarle? È ben vero però -che se un novello Galilei oggi risorgesse fra i viventi ad istruirci di -qualche altra scoperta egualmente sublime, positiva, e interessante di -quella che due secoli avanti l'ammirabile filosofo Toscano trasmise alla -posterità non avrebbe certamente adeguato soggetto di paventare una -procedura sì strana, e sì spietata; ma egli dovrebbe essere d'altronde -presso che certo di attirarsi _religiosamente_, senza traccia di -rifugio, l'odio inesorabile de' fanatici, degli ignoranti, e de' più -creduli Settarj i quali tutti d'accordo col versetto 12 del Cap. X, di -Josuè alla mano, sfuggire non lascerebbero l'opportuno incontro di -perseguitarlo come apostata, e deciso contraddittore delle Scritture; -siccome appunto mirasi da questi di continuo brutalmente inferocire -contro quei genj, che diretti delle più assidue e profonde meditazioni, -tentano di estrarre delle cose ostensibili alle umane cognizioni, ciò -che possono le medesime racchiudere di vero, di proficuo, e di -essenziale per la specie dell'uomo. - -Sebbene che da quanto l'esperienza medesima ci contesta, niuno essere -umano sulla terra sia veramente interessato a perpetuare l'errore, il -quale tosto, o tardi trovasi costretto di cedere alla verità, giacchè -come lo pensa _Agostino_; _occultari potest ad tempus veritas, vinci non -potest_, pure, nulla di meno, il fatto concorre a dimostrarci per altra -parte, che molti con ogni possibile sforzo, lo tentarono sovente, ma -indarno, poichè la menzogna, non ha che un tempo assai rapido, e -perentorio; e che la verità solo è capace di resistere, al torrente -impetuoso de' secoli, sopravvivere ad ogni età del mondo, e sempre -intatta conservarsi dall'infezione letale di quella sua implacabile -nemica, indefessamente occupata dalla sua corruzione, del suo -sterminio (169). - -E chi mai fra tutte le nazioni dell'universo potrebbe ciò autenticare -con una convinzione più esplicita, e più chiara di quella che sentire -dovrebbe le prosapia d'Israel di nostra età? Se una gran parte di quelle -pervenne a fruire per qualche breve istante de' solidi perenni vantaggi -che risultano da questa verità; se i Greci hanno motivo sufficiente di -vantare i loro _Aristidi_, e i loro _Socrati_, che sì perfidamente -ricompensarono; se i loro _Ciceroni_, e i loro _Augusti_ orgogliosi -rammentano i Latini, con quante più imponenti ragioni dee felicitarsi, -ed esultare il popolo ebreo dell'aureo secolo di _Napoleone_ il -_Grande_, che in tante guise differenti degna fargliene gustare i -salutari ammirabili effetti? I tempi avventurosi degli _Alessandri_, -ecco il trionfo de' Macedoni, l'età felice de' _Marc'Aurelj_, ecco il -fasto de' Romani, l'epoca eternamente memorabile dell'esemplare, -_Gallo-Italo Monarca_, ecco la gloria nostra; ma noi poco interessati, -od anche indifferenti a conservarla per nostro indelebile conforto, -l'orgoglio, l'ignoranza, e il fanatismo ci rimergono pur troppo nel -vortice immenso delle tenebre, senza speranza di liberarcene giammai, nè -di vederle in alcun tempo rischiarate. - -Quale forsennato pensiero, può mai trasportare un'ente ragionevole a -rinunziare di proposito deliberato all'intero possesso del maggiore de' -beni, che gli offre l'eterna previdenza, quale sarebbe quello, s'egli lo -conoscesse di restituirlo al pristino culto eccelso de' suoi avi, e ad -un tempo medesimo purificare i suoi costumi, e illuminare la sua -ragione? E che; tutte le magnanime cure paterne che all'Augusto -benefattore d'Israel piacque di richiamare in favore di questo popolo, -non tendono esse forse onninamente a questo provvido edificante disegno? -Quelle forse non sono che attualmente porgono ad esso i mezzi i più -pronti, e i più sicuri, onde possa egli pervenire, senza ostacolo, alla -meta felice di tutte le sue intense brame? E quale individuo fra voi -supporre in verun modo si potrebbe a tal'eccesso folle o ingrato, fino a -rigettarli, o ad esserne insensibile? O figli dell'abbandonata Sionne! -Non vi accorgete voi forse, che sotto l'apparente opera umana -l'ineffabile consiglio di un Dio prodigiosamente si asconde? L'alto -sonante gloria, di cui l'eco universale fastosamente contraddistingue -sopra la terra ogni azione, ogni gesto, qualunque impresa di NAPOLEONE -l'incomparabile, non indica esse un parziale favore dell'Essere Supremo, -non dimostravi l'effetto immediato del suo braccio onnipossente; non vi -annunzia esse con evidenza che l'organo assoluto della volontà di un -Dio, Cesare divenne, della cui profonda saggezza ei si prevale per -punire i malvaggi, ricompensare i giusti, proteggere gl'innocenti, -sollevare gli oppressi? Or in seguito di ciò, chi non vedrebbe, che -mostrandoci recelcitranti alle auguste disposizioni del nostro _Ciro_, -sì bene affetto al Creatore, sarebbe la cosa medesima che mostrarci -ribelli all'eterna volontà di Dio stesso? - -Cessiamo per tanto di più lungamente tormentarci per ridicole chimere di -nostra sovvertita immaginazione, rispettosi adorando nell'opera terrena -gli arcani profondi del Superno abitatore de' Cieli, che con un mezzo sì -eccelso e sì potente degna oggi rinnovare quegli antichi favori medesimi -de' quali furono gli avi nostri un giorno profusamente colmati; e vuole -renderci ad un tempo convinti, che da noi soli dipende unicamente lo -spezzare que' terribili ceppi degradanti che i nostri smarrimenti -decorsi avevano in tante fogge costruiti a nostro perpetuo danno -irreparabile; egli è per questa unica via che noi possiamo pervenire a -meritarli, e ad elevarci (se oso dirlo) alla sublime cognizione del -Culto puro, veridico, ed esimio, che il sommo Dio de' patriarchi esige -dalla posterità dei medesimi; e distinguendo sensibilmente allora la -religione vera, metodica, e sana, dall'apparente, superstiziosa, e -irregolare, noi riconosceremo quali ragguardevoli moltiplici vantaggi -risente dalla prima lo spirito che sa discernerla nel fulgido chiarore -di sua magnificenza, e della sua vera grandezza; vedremo non esservi -solo che quella che possa rischiarare l'intelligenza umana, elevare il -genio al di sopra di se stesso, e farlo, per così dire, lanciare fuori -de' lumi prescritti a tutto ciò che riguarda la natura, o l'indole -umana: è dessa che dilata al grado massimo tutte le sfere; sola ha il -dono di tutto vivificare, in qualunque siasi posizione in cui l'uomo si -ritrovi, purchè abbia per guida la sua fiaccola eterna, può essere con -sicurezza garantito di non deviare giammai dall'ameno retto sentiere di -quella verità sì proficua, e sì essenziale alla sua specie: e così per -ultimo ci ridurremo a convincerci necessariamente per ogni parte, che -non avvi che questa unica eccelsa Religione, capace d'imprimere a tutti -i talenti, così pure che a tutte le virtù il suggello indelebile del -soprannaturale, e del divino, e che a quella solo spetta di creare il -filosofo saggio senza orgoglio, nella guisa che appartiene ad essa -unicamente di formare l'uomo pio senza fanatismo. - -Ecco, in una parola, il vero Culto sublime che l'Augusto Rigeneratore -d'Israel esige da questo popolo; ecco la Credenza consolante che i -nostri Belgici fratelli, non ha gran tempo si proposero; e tale è -precisamente la sola edificante Religione che risultare vedremmo con -ammirabili successi dal nostro fissato piano di Riforma, se l'intera -nazione alla solida utilità della quale esso è propriamente rivolto, -potesse giugnere, d'accordo, a sentirne l'urgenza, a calcolarne l'intimo -valore, persuasa restando colli evidente certezza che desso gli offre, -che nè l'essenzialità del vero suo Culto resta lesa da quello, nella -benchè minima sua parte, nè opinare osammo giammai di creare con esso -nuovi principj Teologici, ovvero costruire col suo mezzo nuove basi -religionarie, straniere al suo antico sistema, e sconosciute dalla -medesima fino al presente; ma tutti i nostri sforzi altresì tenderono, -in complesso, a edificare sopra quegli stessi fondamenti radicali, che -secondo l'autenticità indefettibile di una gran parte della specie -umana, furono in origine gettati dalla Divinità medesima; questo è tutto -ciò che può l'essere intelligente promettersi, con qualche esito -probabile sopra la terra; bene convinti d'altronde, pienamente col -sensato _Harrington_ (_Aphor. Polit. Chap. 2. Aphor. 85_) non potere in -verun modo appartenere, nè agli uomini, nè alle nazioni, nè alle Leggi -umane di trarre dal nulla dei principj, o senza questi costruire de' -fondamenti, a meno che non prefiggasi di edificare delle macchine appese -nell'ambiente, ciò che non può, senza delirio, cadere in mente umana. Ma -la condotta però da noi tenuta, relativamente alla Rigenerazione del -Culto Israelitico, troppo in chiari sensi giustifica, non avere quella -per oggetto, che lo stabilimento permanente, e la grandezza luminosa del -solo Codice Mosaico, che fissammo come base fondamentale della vera, -genuina credenza del Popolo d'Israel, e come stabile punto centrale, -dove tuttociò che rapportasi alla mera essenzialità del suo Culto, dee -avere un diretto immediato concorso, riguardando assolutamente tutte le -altre massime, usi, Cerimonie, e Instituzioni, come affatto eterogenee -alla sua eccelsa natura, e indegno onninamente del carattere venerabile -del suo primo fondatore. - -Tale fu realmente per se stesso il primario scopo salutare di tutte le -mie ponderate applicazioni decorse fino ad ora, nel modo appunto che -ogni mio più serio, e assiduo riflesso verrà in seguito richiamato a -dimostrare con _Longino_ (_Trat. del Subl. Cap. 29_) a' miei -connazionali non solo; ma a qualunque siasi altro individuo umano, che -l'opifice onnisciente non ha già creato l'uomo per essere un animale -automata, e spregevole, ma esso lo ha collocato in questo vasto -universo, come nel centro di una moltitudine immensa, affine di esservi -spettatore di tutte le cose che vi accadono; esso lo ha introdotto, -dico, in questo gran torneo, come un intrepido atleta; il quale non dee -respirare solo che la gloria quindi è perchè desso ha, per così dire, -scolpito nelle anime nostre un intenso recondito declivio per tuttociò -che apparisce ammirabile, e divino al di là della nostra limitata -percezione; ecco (dottamente aggiugne l'allegato scrittore) ciò che fa -che il mondo intero pare che non basti alla profondità, e all'estensione -di alcuni umani talenti i quali molto sovente oltrepassano i confini -medesimi che gli circondano. - -Altro per tanto all'uomo non resta più a fare che esaminare -ponderatamente il circolo della sua propria esistenza, facciasi egli -dunque a considerare attentamente quanto esso in se medesimo racchiude -di magnifico, e di sublime; ed egli allora potrà discernere bentosto -agevolmente per quali piaceri, e per quali oggetti l'Autore Supremo -della natura lo destinò sopra la terra. - - _Fine del Tomo Primo._ - -(165) Alcuni filosofi del secolo ritrovano straordinario di vedere che -la Divinità, seguitando la tradizione, siasi rivelata di una maniera sì -poco uniforme nelle diverse regioni del nostro globo, che in proposito -di religione gli uomini si riguardano gli uni gli altri cogli occhi -dell'odio, o del disprezzo (ved. _annot._ 97.), ciò che rende i fautori -delle differenti sette mutuamente reprensibili: i misteri i più -rispettati in una Religione, sono altrettanti oggetti di scherno per un -altra. Dio avendo tanto fatto (aggiungono essi) di rivelarsi egli -uomini, avrebbe almeno dovuto loro parlare una medesima lingua, -dispensando a tutti così il loro debole spirito della molesta confusione -di ricercare quale può essere la religione emanata veramente da esso -lui, e quale è il Culto il più grato, alla sua eterna volontà, ed il più -accetto alla sua Divina ineffabile Onnipotenza. - -(166) Quasi tutti i popoli dell'universo hanno adorato Dio, come fu da -noi accennato altrove sotto varie appellazioni differenti; ogni nazione -gli ha dato de' nomi, e degli attributi particolari, ma questi Dei, di -cui la moltitudine è incalcolabile, sieno quanto si vuole inorpellati, -essi rassomigliano tutti o al Dio del filosofo, o al Dio del popolo. Il -Dio del filosofo e stato in ogni tempo il primo, e il più perfetto degli -Esseri, l'anima della natura. Infatti v'ha egli qualche cose di più -energico, e di più sublime in tutto ciò che i Metafisici, ed i Teologi -di ogni secolo hanno detto dell'Essere Supremo dell'inscrizione -ritrovata incisa sopra una statua di _Osiris_ nell'alto Egitto? _Io sono -tutto ciò che è stato, ciò ch'è, e ciò che sarà, e non avvi un mortale -capace di allontanare il folto velo che mi asconde agli sguardi peribili -de' viventi_. Il Dio del Volgo fu sempre un essere superiore all'uomo -suscettibile delle medesime passioni, ma infinitamente più potente di -noi. Tutte le Religioni che conosciamo non sono che un risultato più o -meno avventuroso della filosofia, confuso con alcuni pregiudizj -nazionali. I pregiudizj ne sono stati ora la base, or la conseguenza, ed -ora lo scopo; più sovente forse l'immagine, o il velo. - -(167) Ma siccome o più oggi non trovasi fra noi chi abbia coraggio -sufficiente di cimentarsi ad illuminare i suoi simili, o se alcuno, per -accidente, ve n'ha, questi non si ascolta, si disprezza, e non si cura, -ne viene che gli uomini restano così miseramente abbandonati alla loro -natìa ignoranza, vittime delle chimere di cui la tradizione è una -sorgente feconda, e inesauribile; la loro cecità in tale stato diviene -tanto più forte, ch'essi sembrano odiare la ragione e pare che temino di -essere illuminati: così Cicerone dice, che la filosofia si contenta di -pochi giudici, ch'essa odia il volgo, e che n'è odiata, e riguardata -come sospetta e nemica, aggiugnendo che coloro i quali la condannano, e -la disprezzano si attraggono l'approvazione dalla moltitudine: _Est enim -Philosophia paucis contenta judicibus, multitudinem consulto ipsa -fugiens, eique ipsi et suspecta et invisa, ut vel si quis universam -velit vituperare, secundo id populo possit facere_. _Tuscul. II. fol. -254._ - -(168) In tutte le età non si può senza un pericolo eminente, e -inevitabile allontanarsi da' suoi pregiudizi, che l'opinione avea -renduti sacri; nè fu in alcun modo permesso di fare delle utili scoperte -in verun genere; tutto ciò che gli uomini illuminati hanno potuto fare -ad un tale riguardo è stato di parlare in termini coperti, e palliati, e -sovente con una vile compiacenza, alleare vergognosamente ancora la -menzogna alla verità. Molti ebbero una doppia dottrina l'una pubblica, e -l'altra occulta, la chiave di quest'ultima essendosi perduta, i loro -sentimenti genuini divengono per lo più inintelligibili, e per -conseguenza inutili per noi. - -Or come dunque i filosofi moderni a' quali, sotto pena di essere -perseguitati della maniera la più crudele, si gridava di rinunziare alla -ragione per sottometterla a' prestigj del fanatismo; come, dico, uomini -sì fattamente illaqueati avrebbero essi mai potuto dare un libero -slancio al loro genio, perfezionare la ragione, accelerare la marcia -dello spirito umano? Non fu che tremando, che i più grandi uomini del -mondo travvidero la verità, rarissime volle essi ebbero il coraggio di -annunziarla; coloro che hanno osato di farlo, sono stati severamente -puniti della loro temerità; merce la superstizione non fu giammai -permesso di fare uso del proprio pensiere, o di combattere i pregiudizj -de' quali fu l'uomo in ogni tempo la vittima, o lo scherno. - -(169) La menzogna serve poco, dice Seneca (_Lett. 79. T 2._); il -colorito superficiale di un ornato esterno, non ne impone che molto -debolmente a poche persone senza esperienza, e senza talenti. La verità -in ogni parte, e sotto qualunque siasi aspetto che riguardare si voglia, -è sempre la stessa; la falsità non ha consistenza, la menzogna è -trasparente, e per poco che vi si attenda facile riesce di riguardarne -attraverso, dimostrarne il pericolo al mondo, e smascherarla. - - - - - Nota di trascrizione - - -Questa trascrizione è stata preparata sulla base di quella che per lungo -tempo è stata ritenuta l'unica copia superstite del libro, conservata -alla Biblioteca Universitaria di Francoforte. Le immagini di questo -esemplare sono disponibili all'indirizzo -http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990. -L'esemplare di Francoforte è rilegato insieme al manifesto che annuncia -l'opera, qui trascritto in testa; principalmente il manifesto ed in -minima parte il testo contengono annotazioni e correzioni probabilmente -autografe dell'autore. In questa trascrizione si riproduce solo il -paragrafo manoscritto che segue il manifesto, che racconta della -distruzione dell'edizione, e si omettono le correzioni proposte, non -tutte leggibili, e non sostanziali, fatta eccezione per Giudici → Josuè -a p. 287. - -Una ulteriore copia di riferimento, senza il manifesto, è quella -dell'Università della California, digitalizzata da Google. La -riproduzione è disponibile all'indirizzo -https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ. - -L'ortografia, l'accentazione e la punteggiatura originale del testo sono -state mantenute fedelmente, anche in presenza di varianti arbitrarie -degli stessi termini (p. es. _pensiere_/_pensiero_), di punteggiatura -incostante e di sintassi astrusa. - -In particolare gli apostrofi dopo l'articolo _un'_ seguito da vocale, -che non sebrano seguire la regola del genere del sostantivo successivo, -sono stati mantenuti ove presenti ed omessi ove mancanti. Similmente il -pronome _qual_ seguito da vocale a volte compare senza apostrofo. Il -testo inoltre usa spesso ma non costantemente il pronome _li_ per la -terza persona singolare, e _gli_ per la terza plurale. - -Refusi ovvi e banali, come accenti e apostrofi superflui o mancanti, -lettere mancanti, _u_ ed _n_ capovolte, punteggiatura non allineata alla -riga, sillabe ripetute nella spezzatura a capo delle parole, puntini -mancanti nelle abbreviazioni, punti e virgola evidentemente al posto di -virgole, corsivi mancanti nelle citazioni, ecc., sono stati corretti -senza ulteriore commento. Così pure sono state aggiunte le _yod_ -dimenticate nella parola בית. - -La correttezza delle citazioni non è stata verificata, né per il testo -riportato né per la sua collocazione. Solo i refusi banali (accenti -francesi, ortografia inglese) sono stati corretti. Errori evidenti di -ortografia nei nomi e fatti citati (p. es. Beniamin di _Toledo_, -Warburthon, Mendelshon, Montagne, Coja mama Oello huaco) sono stati -lasciati a memoria dell'originale. - -Le note a pie' pagina sono state collate in calce ad ogni capitolo. - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa -riforma del culto e dell'educazione, by Aron Fernando - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - -***** This file should be named 53768-0.txt or 53768-0.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/5/3/7/6/53768/ - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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You may copy it, give it away or re-use it under the terms of -the Project Gutenberg License included with this eBook or online at -www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you'll have -to check the laws of the country where you are located before using this ebook. - - - -Title: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo, Tomo I - -Author: Aron Fernando - -Release Date: December 19, 2016 [EBook #53768] -Last Updated: January 10, 2017 - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - - - - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - - - - - -</pre> - - -<div class="tn"> - <p class="center"> - <a href="#TN">Nota di trascrizione</a> in coda al testo.</p> -</div> - - - -<h1 style="font-weight: normal"> -<span class="pageno target" title="1" id="manifesto-1"></span> - <span class="huge bold">AGLI AMATORI</span><br/> - <span class="large">DELLA SPECIE UMANA</span><br/> - <span class="tiny">E</span><br/> - <span class="small">DELLO SVILUPPO DELLA RAGIONE</span> -</h1> - -<p class="center g large corsivo">A. FERNANDO</p> - -<hr class="ottavo" /> - -<div style="text-align: right;"> - <div class="epiblock bars"> - <p class="center small" xml:lang="la">Vox diversa sonat - populorum est vox tamen una<br/> - Cum verus patriæ diceris esse Pater.</p> - <p class="destra small">Mart. Lib. I.</p> - </div> -</div> - -<p class="primo"> -S'egli è vero, come niuno può sensatamente -dubitarne, che la verità purgata dall'orrida caligine -de' pregiudizj sia per l'uman genere un -bene inestimabile, è non meno certo che ogni -individuo il quale senta in se medesimo una costante -inerenza in suo favore, ed energìa sufficiente -per produrla al chiaro giorno, debba usare -di ogni sforzo per mettere i suoi simili a portata -di conoscerla, di sentirne l'impulso salutare, e -di fruirne, ad un tempo, i solidi vantaggi. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="2" id="manifesto-2"></span> -</div> - -<p> -Le nitide verità, che la mia ingenua penna, -sempre intenta al profitto della specie umana, si -accinge a fare oggi discernere al mondo illuminato -sono di un indole sì elevata, e di un importanza -tale che attirare debbono esse intimamente -l'attenzione di tutti gli enti ragionevoli, perchè -ogni essere dotato di ragione vi è in egual grado -interessato. Infatti dove supporre mai reperibile -un'anima, ad un eccesso tale snaturata fino a riguardare -con apatìa la rigenerazione politico-morale -di un popolo immenso, dopo che diciotto -secoli di calamità, e di vessazioni ognora rinascenti -aveano fatto incallire ne' ceppi di una truce -schiavitù ignominiosa, ed in un torpido avvilimento, -come se destinato, senza scampo, ei si -credesse a dovere perpetuare sopra la terra lo -spettacolo commovente della sua prostituzione? -Tale fu pur troppo lo spietato destino a cui soggiacque, -durante sì complicata serie di anni, il -Popolo d'Israel che or somministra l'argomento -primordiale a quelle filosofiche verità urgenti, -che di buon grado m'induco a rivelare oggi fra -gli esseri umani. -</p> - -<p> -Ma nel modo che di tutte le terrigene vicende -accade, questa informe combinazione di strani -accidenti non dovea già essere immune da quell'alterazione -a cui, come un tributo spettante alla -natura vanno soggette tutte le instituzioni che -<span class="pageno target" title="3" id="manifesto-3"></span> -l'opera fallibile dell'uomo trasmette alla posterità: -per altro, l'assunto di rovesciare in un -istante una cattività identificata col tempo, troppo -arduo riuscendo ad esaurire dalla mente di -un singolo individuo, in guisa che il successo -corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo che una -metamorfosi cotanto rimarcabile, se l'unica forse -non è in tutti i fasti dell'Istoria, preparata ci fosse -da un Genio Superiore, capace di conoscerne -l'urgenza, di sentirne la forza, e di prevederne -i vantaggi che risultare ne potrebbero. Arrise -finalmente una sorte propizia a' fervidi voti di -que' pochi bramosi di vedere rendere all'uomo -quella dignità propria dell'uomo, ed anelanti di -mirare alleviato l'ebreo specialmente dalla salma -lacerante delle pratiche moltiplici, od inutili, -o assurde coltivate da esso, e che l'inveterata -consuetudine delle medesime rese sacre per lui; -e dopo una lunga impaziente aspettazione questo -<span class="sc">Genio</span> Benefattore comparisce infine, e -qual vindice nume tutelare della giustizia umiliata, -e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana, -colla rapidità di un baleno, tutto ciò -che può opporre contrasto a' suoi paterni disegni. -Il mirare la desolazione di questo popolo, apprestarne -un antidoto, renderlo a se stesso, ed alla -società umana non fu che l'opera di un solo, -e medesimo intervallo: Egli è al Gallo-Italo -<span class="pageno target" title="4" id="manifesto-4"></span> -Regnante, a NAPOLEONE il <span class="sc">Grande</span> che la prosapia -d'Israel dee la sua risorsa più luminosa, e -più cospicua di quante altre mai ci offrono i monumenti -di questo Popolo; e la posterità di Abramo -debitrice della sua rigenerazione salutare -agli augusti auspici di sì eccelso Protettore, un -sacro tempio di eterna riconoscenza ogn'individuo -di questa immensa famiglia erigerà nel -proprio cuore, più perenne de' marmi, e de' metalli, -e che avrà per impronta indelebile in fronte: -</p> - -<p class="center"><span class="g">ALL'EROE DEL SECOLO</span>,<br/> - PADRE DE' POPOLI,<br/> - RIGENERATORE D'ISRAEL.</p> - -<p> -D'altronde sebbene tutte le mie cure, e i -miei disegni si aggirino soltanto al solido vantaggio -di una parziale setta unicamente, pure ad -un solo corpo religionario io quì non ragiono, ma -ad ogni qualunque siasi nazione, setta, o popolo, -a tutta l'umana società in fine io parlo, ed a -guisa del Sole, che dal suo emisfero inaccessibile -una luce sfavillante, e universale a tutti gli esseri -viventi diffonde sulla terra, così appunto io -bramo che ad ogni razionale abitatore dal mondo -rendasi noto l'integerrimo linguaggio della -verità: e infatti chi mai più delle sette odierne -hanno estrema necessità di ascoltarlo, d'intenderlo, -e di esserne, insieme profondamente -<span class="pageno target" title="5" id="manifesto-5"></span> -penetrate? Ne ha duopo assolutamente l'ebreo -per modellare sopra di esso la pretta religione -degli avi suoi, renduta oggi deforme dalla stravaganza -mostruosa della tradizione; indispensabile -si rende alle altre Sette per iscuoterle dal -letargo macchinale a cui erano da lungo tempo -sepolte, per illuminarle, e fare elleno abdicare il -più esecrabile degli assurdi tramandatoci da' secoli -di barbarie, e d'ignoranza, qual era quello -di riguardare l'oppressione del popolo ebreo come -un trionfo luminoso, necessario alla solidità -del loro culto, e inerente a' suoi principj. -</p> - -<p> -Ecco, in una parola, l'essenziale punto di -centro dove tutte le mie cure filantropiche, e i -miei riflessi hanno concorso nell'opera laboriosa -che a tutte le nazioni dell'universo di buon animo -consacro in questo giorno. -</p> - -<p> -Quest'opera avrà dunque per titolo: -<span class="sc">Progetto Filosofico di una completa Riforma del Culto, e dell'Educazione politico-morale del Popolo Ebreo</span>. -</p> - -<p> -La Prefazione interessante, ed il Piano analitico -che la precedono ne forniscono la vasta -genuina idea; essa sarà divisa in due grossi Volumi -di circa 500 pagine l'uno del medesimo -formato, carta, e carattere del presente manifesto. -Il primo volume avrà per fondamento l'analisi -profondo del vero Culto, che deesi adottare -<span class="pageno target" title="6" id="manifesto-6"></span> -dall'Israelismo, ed il più sicuro mezzo di pervenire -a sistemare il moderno sulle inconcusse basi -dell'antico, riducendolo alla primitiva semplicità -medesima di questo, ed a' suoi ammirabili -principj. Il secondo sarà tutto rivolto alla riforma -dell'instruzione, dell'educazione morale, e -de' costumi degl'individui Israeliti non solo, ma -di tutti quelli ancora, che al pari di questi ne -hanno urgenza estrema; lo stato politico, il passato -non meno che il presente, di questo Popolo -ne' varj angoli della terra ne' quali eragli un tempo -solo concesso, al prezzo ancora il più avvilente, un -incolato precario, errante, ed oneroso, sarà in esso -in chiari, e laconici sensi dettagliato; e tutto ciò, in -fine, che di urgente, e di essenziale da entrambe -le dotte assemblee Israelitiche convocate per augusto -Decreto del più Illuminato de' Monarchi -nella Metropoli della Francia venne deliberato a -suo riguardo, sarà quì col più giusto ponderato -criterio sottilmente discusso, e investigato. -</p> - -<p> -Tutte queste materie sublimi che l'annunziata -opera comprende verranno classificate in -40 separati Capitoli, ciascuno de' quali somministrerà -ad ogni tratto de' nuovi utili soggetti efficaci -a rischiarare, da una parte, le menti ottenebrate -degl'illusi miei connazionali nella coltura -dello spirito, e nello sviluppo della ragione, -siccome ancora a richiamarli al prisco loro culto -<span class="pageno target" title="7" id="manifesto-7"></span> -esimio, ad essi presentando un nuovo Codice salutare, -che a fondare mi accingo sulle basi indefettibili -medesime sulle quali la vetusta età de' -Patriarchi felicemente già erigere lo vide; e a -distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti -che parvero confederare contro i miseri -avanzi d'Israel fino i più decisi partigiani della -tolleranza, trascinandoli anche sovente fino ad -obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando -impresero ad agitare la causa risguardante -questa derelitta Nazione. Quindi se -co' miei ben fondati principj poss'io pervenire a -condurre nel sentiere della ragione lo spirito abbacinato -de' Popoli oso fino lusingarmi di potere -anche ridurlo ad emendarsi di quelle detestabili -chimere che lo soggiogarono per sì lunga serie -di anni, e che formarono pur troppo la sorgente -letale dove il genere umano attinse tutte le sue -più deplorabili sciagure. -</p> - -<p> -Quest'opera sarà ornata del ritratto in rame -dell'autore nel frontespizio del 1.º Volume. Il -prezzo dell'associazione resta fissato franchi 12 -tutta l'opera, cioè fr. 6 da pagarsi nel momento -della consegna del 1.º Volume, ciò che seguirà -entro il Gennajo venturo 1810, e fr. 6 alla consegna -del 2.º che avrà luogo nell'Aprile susseguente, -persuaso che il numero degli associati -sia sufficiente ad equilibrare almeno in parte le -<span class="pageno target" title="8" id="manifesto-8"></span> -spese imponenti che apporta una sì vasta e -sì proficua intrapresa. -</p> - -<p> -Possa finalmente il successo di quest'opera -laboriosa corrispondere alle rette filantropiche -intenzioni dell'autore, e quindi rimarginare le -orribili piaghe che diciotto secoli consecutivi di -accanita schiavitù, e di tiranniche oppressioni -hanno formate nel cuore dell'abbattuta prosapia -di Jacob! E possa questa, per solo impulso di -essa, rinunziare onninamente per sempre a' suoi -inveterati prestigj tradizionali, a' suoi insociabili -costumi, onde più non veggasi contraddistinta nel -mondo che dalle sole marche che onorifiche di lumi, -di virtù, e di un fermo disinganno. -</p> - -<hr class="ottavo"/> - -<p> -Le associazioni si riceveranno in Livorno da -Giovanni Marenigh Stampatore, e Librajo, e -da' principali Libraj dell'Italia. -</p> - -<div class="blank-page"> -<span class="pageno target" title="" id="manifesto-9"></span> -</div> - -<div class="blank-page" style="background-color: #EBEBC0; padding: 2em;"> -<span class="pageno target" title="" id="pag-0"></span> - -<p> -<em class="cit" xml:lang="it">Il presente esemplare di quest'opera -è forse l'unico che esista, mentre -tutte le copie ed insieme il manoscritto -furono confiscate dall'autorità -pubblica in Livorno, dove è stata -impressa dal Marenigh, e ciò ad istanza -dei Massari di quella università degli -ebrei, e per cui non venne alla luce -che il solo Tomo primo.</em> -</p> -</div> - -<div class="frontespizio"> - - <h1> -<span class="pageno target" title="I" id="pag-I"></span> - <span class="larger g">PROGETTO</span><br/> - <span>FILOSOFICO</span><br/> - <span class="smallest g">DI UNA COMPLETA RIFORMA</span><br/> - <span class="g">DEL CULTO</span><br/> - <span class="tiny">E</span><br/> - <span class="smallest">DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE</span><br/> - <span class="tiny g">DEL</span><br/> - <span class="g">POPOLO EBREO</span> - </h1> - - <p class="center" style="line-height: 250%"> - <span class="small">DI</span><br/> - <span class="large g corsivo">A. FERNANDO</span></p> - - <hr class="ottavo"/> - <p class="center small g">TOMO PRIMO.</p> - <hr class="ottavo"/> - -<div style="text-align: right;"> - <div class="epiblock"> - <p class="center small" xml:lang="la">Vox diversa sonat - populorum est vox tamen una<br/> - Cum verus patriæ diceris esse Pater.</p> - <p class="destra small">MART. Lib. I.</p> - </div> -</div> - - <p class="center" style="line-height: 200%"> - <span class="large g">TIBERIADE</span><br/> - <span class="small">ANNO DALLA CREAZIONE DEL MONDO</span><br/> - <span class="g">5570.</span><br/> - <span class="small g">(ERA VOLGARE 1810.)</span> - </p> - - -</div> - -<div class="blank-page"> -<span class="pageno target" title="II" id="pag-II"></span> -</div> - -<h2> -<span class="pageno target" title="III" id="pag-III"></span> -<span class="large g">INTRODUZIONE</span><br/> -<span class="smaller">PRELIMINARE</span></h2> - -<div class="image-center"> - <img style="width: 32ex" src="images/zang.png" alt="" /> -</div> - -<div style="text-align: right;"> - <div class="epiblock"> - <p class="center small" xml:lang="la">Restat ut his ego me ipse regam,<br/> - Solerque elementis.</p> - <p class="destra small"><span class="sc">Horat.</span></p> - </div> -</div> - -<div class="introduzione"> -<p class="primo"> -Lo spettacolo il più rimarcabile che -possa interessare, e sorprendere, ad un -tempo medesimo, l'intera specie umana -è, senza contrasto, la rigenerazione subitanea -di tutto un popolo immenso, dopo -che diciotto secoli di vessazioni, e di -calamità ognora rinascenti lo aveano fatto -incallire ne' ceppi di una truce schiavitù -ignominiosa, ed in una specie di torpido -avvilimento: la prima ripetere solo esso -dovea giustamente dallo zelo sanguinario -degli esploratori delle umane coscienze -che il baratro infernale del fanatismo religioso -faceva di tanto in tanto regurgitare -<span class="pageno target" title="IV" id="pag-IV"></span> -sopra la terra per flagello de' mortali; -attribuire l'ultimo esso potea fondatamente -all'inveterato livore inesplicabile, -che una intolleranza criminosa del pari -che imbecille, suscitava, senza ritegno, ad -ogn'istante contro i miseri avanzi di un -popolo, per consenso unanime, il primo -fra tutti i più remoti abitatori della terra, -a riconoscere, e adorare il Dio vivente, -e non meno degno di ammirazione per -la sua fermezza inalterabile nelle orride -sofferenze alle quali soggiacque in ogni -tempo, di ciò che sono da rimarcarsi -molti altri per l'accanimento inesorabile -delle incessanti loro persecuzioni contro -di esso. -</p> - -<p> -Tale fu dunque, durante l'indicato spazio -di secoli, lo spietato destino della -nazione d'Israel che oggi somministra -l'argomento primordiale alle nostre filosofiche -investigazioni, e che forma la -base radicale delle indagini più assidue -degli uomini scienziati, e tale fu sempre -mai l'indole proditoria, e turbolente dei -suoi snaturati persecutori. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="V" id="pag-V"></span> -</div> - -<p> -Per altro, ciò che dee apparire straordinario -alle menti perspicaci si è l'osservare, -come dopo un epoca sì lunga già -decorsa, da quando il popolo ebreo era -ovunque avvilito, in tante foggie differenti, -lungi dall'occuparsi in tale stato di -rimontare fino al prisco suo splendore, -piagnerne l'eclisse fatale, ed attristarsene, -ad un tempo, per il difficile ricuperamento, -al contrario, sembrava trascinare le aggravanti -sue catene con un'apatìa indolente, -ed oserò dire, con una sommessa -compiacenza tale, come se destinato, -senza scampo, ei si credesse a dovere -perpetuare sopra la terra lo spettacolo -commovente della sua prostituzione, e -come se gli eterni decreti di un Dio condannato -lo avessero a piegare l'abbattuta -cervice sotto il giogo infamante di una -turpe schiavitù interminabile. -</p> - -<p> -Ma nel modo che di tutte le caduche -umane vicende regolarmente accade, questa -informe combinazione di strani accidenti -non dovea già restare immune da -quell'alterazione, a cui come un tributo -<span class="pageno target" title="VI" id="pag-VI"></span> -indefettibile spettante alla natura, vanno, -per l'ordinario, soggette presso che tutte le -instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo -trasmette alla posterità. D'altronde l'assunto -di annientare in un istante una -cattività renduta quasi connaturale col -tempo, troppo arduo riuscendo a poter -esser esaurito dalla mente di un singolo -individuo, in guisa che il successo corrispondesse -a' suoi sforzi, era duopo essenzialmente -che una metamorfosi cotanto -rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti -i fasti dell'istoria, preparata venisse da un -Genio peregrino, capace di conoscerne -l'urgenza, di sentirne la forza, d'intenderne -insieme i moltiplici vantaggi salutari -che risultare ne potrebbero. Arrise -finalmente una sorte propizia a' fervidi -voti di que' pochi, degni di occupare quel -rango qualificato nella società, che la -natura imparziale accorda ad ogni cauto -esecutore delle sue leggi, ne' di cui petti -sensibili allignava profondamente ancora -l'intesa filantropia di concorrere alla estirpazione -totale de' pregiudizj che armano, -<span class="pageno target" title="VII" id="pag-VII"></span> -e dividono i popoli, di vedere una volta -restituire all'uomo quella dignità propria -dell'uomo, che avvinta gemea da lungo -tempo fra i ceppi ferali dell'ignoranza, e -della superstizione, e di mirare, ad un -tempo, alleviato l'ebreo, in particolare, -dalla salma lacerante delle pratiche innumerabili, -od inutili perchè straniere -all'essenzialità del primitivo suo Culto, -od anche assurde perchè incompatibili -sovente coll'archetipo salutare di quello, -coltivate ciecamente da esso, e che l'inveterata -consuetudine delle medesime era -il solo punto di rilievo sul quale si reggevano, -e che le avea ormai rendute sacre -per lui; e dopo tanti secoli d'impaziente -aspettazione questo Genio <span class="sc">Benefattore</span> -comparisce infine; penetrato dalle angustie -di un popolo gemente, non esita un -istante ad ispiegare la sua clemenza in -favore di questa orfana, e inconsolabile -nazione; e quale terribile Nume vendicatore -della giustizia umiliata, e dell'oppressa -ragione, rovescia, ed allontana -colla rapidità di un baleno tutti gli argini -<span class="pageno target" title="VIII" id="pag-VIII"></span> -malefici, riguardati fino ad ora ineluttabili, -che potevano forse opporre un'ostinato -contrasto a' suoi benemeriti disegni; -interprete leale dell'increata sapienza -dell'Eterno, ei disse allora: compiasi -alfine, senza ritardo, opera sì eccelsa, e -sì urgente; il Dio di tutti gli esseri lo -comanda; lo reclama la natura; l'umanità -lo esige; lo pretende ragione; ed io lo -bramo; e l'opera memorabile allora tosto -felicemente compiere si vide. Il mirare -da quel momento l'affliggente desolazione -di questo popolo, apprestarne un efficace -antidoto, farsene il baluardo inespugnabile, -renderlo a se stesso, ed al consorzio -degli enti ragionevoli, altro non fu che -l'opera di uno solo, e medesimo intervallo; -egli è al Gallo-Italo Regnante, a -NAPOLEONE l'incomparabile che la -prosapia d'Israel dee la sua risorsa più solida, -e più cospicua di quante altre mai ci -offrono i monumenti delle nazioni profughe, -e derelitte che un fausto Pianeta ha -rendute al loro pristino splendore, dopo -di avere durante un tempo immemorabile -<span class="pageno target" title="IX" id="pag-IX"></span> -tenacemente lottato co' più avversi, e -fluttuanti destini. -</p> - -<p> -Ma questo popolo, altre volte sì rassegnato, -e sì paziente nelle calamitose -peripezìe delle quali ei fu la vittima sì -di frequente, giugnerà esso a conoscere -attualmente il prezzo inestimabile di questo -dono esimio? Saprà esso cogliere -l'opportunità di profittarne con giustizia, -e con ragione? Indarno lusingasi l'ebreo -di pervenire a meritarne il possesso, e di -goderne, sino a tanto che inebriato follemente -dall'opinione di appartenere ad un -lignaggio eletto dall'Essere Supremo in -preferenza di ogni altro esistente sulla -superficie della terra, s'induce a considerare -l'abbiezione degradante alla quale è -ridotto, come il prezzo assoluto di quella -elezione illusoria che lo rende proscritto -dalla società degli altri uomini, da' quali -esso è odiato, in ogni senso, come un -essere degno della riprovazione universale, -e che questi, dal canto suo, abomina, -e disprezza, perchè reputa esclusi onninamente -dalla così nomata grazia di tale -stravagante primazìa. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="X" id="pag-X"></span> -</div> - -<p> -Oh colmo di smarrimento umano! Oh, -fierezza inusitata, e strana! E quale meraviglia -se l'ebreo imbevuto, per una -parte, da tale insensata chimera non -ravvisava fino ad ora ne' suoi simili che -altrettanti perturbatori della sua tranquillità, -o che fiere inesplebili, ognora -preparate a divorarlo; e se per l'altra, -diretti da eguali assurde illusioni il Papista, -l'Ugonotto, e il Musulmano non -iscorgevano in esso che un individuo -ributtante, un essere indegno della società -degli altri popoli? E come potesti mai, o -illusa Tribù d'Israel, lasciarti sì lungamente -sedurre, senza fremere, da questa, -ed altre sifatte deplorabili menzogne, che -odiosa ovunque sempre ti resero a tutte -le nazioni del mondo conosciuto, che ti -costarono sì sovente amaro pianto, senza -speme di risorsa, o di compenso? E voi, -popoli della terra! Quale ribaldo instigatore -vi indusse mai a fingervi sordi a tal -eccesso a' languenti clamori di umanità, -e di natura, fino a palliare i vostri barbari -trattamenti del multiforme ingannevole -<span class="pageno target" title="XI" id="pag-XI"></span> -orpello di simulata religione, facendo -ancora servire di pretesto qualche superstiziosa -pratica di questa nazione, al deciso -furore che vi ha sì di frequente trascinati -ad infierire contro di essa? Quante volte -la tradita ragione si allarmò essa indarno -contro gli smarrimenti di questa, e quante -altre l'insultata filosofia si dolse inutilmente -contro gli snaturati oltraggi di -quelli? Le insane follie, di cui non meno -l'una che gli altri furono sempre in egual -dose contaminati, le fecero entrambe tacere -confusamente tutte le volte che tentarono -di sostenere la propria causa, che -era in massima la loro, o che osarono -altamente reclamare i legittimi diritti -dell'umanità. -</p> - -<p> -Eh, che? Tale sarà dunque in eterno la -sorte lagrimevole degl'ingannati popoli -della terra? Non vi sarà egli mai un antidoto -efficace a dileguare dall'universo un -malore sì contagioso, e sì comune, che -attacca, senza pietà, le nove decime parti -almeno della specie umana? Il popolo -ebreo non giugnerà esso forse in alcun -<span class="pageno target" title="XII" id="pag-XII"></span> -tempo ad abdicare i suoi vetusti prestigj -degradanti; e il cristianesimo non s'indurrà -esso giammai a rinunziare al suo -inveterato livore? Supporremo noi finalmente -che inestinguibile per tutti i secoli -debba esistere fra gli uomini la guerra -devastatrice di coscienze, e di opinioni, -e che non possa esistere nell'ordine della -natura un mezzo conciliatorio, onde più -non debba il giudaismo riguardare come -straniere le altre nazioni, ed affinchè cessino -queste, per loro parte, di contendere -ad esso que' diritti che accordare volle la -natura ad ogni essere capace di pensiere, -e dotato di ragione? Ahi! lasso! Quali -affliggenti, e malagevoli ricerche! Io -molto dubitai dell'esito avventurato della -prima fino al presente; poco io sperai sul -propizio compimento della seconda; tutti -i giudizj miei furono sempre titubanti -sulla terza; e le mie intime fiducie interamente -nell'ultima riposi, fino a lanciare -con trasporto gli sguardi miei sul remoto -avvenire, osando ancora proferire de' vaticinj -consolanti che forse realizzare si -<span class="pageno target" title="XIII" id="pag-XIII"></span> -potrebbero a' tempi nostri, purchè tutto il -genere umano inducasi concorde a fare -l'intero sacrifizio delle stravaganti sue -chimere, dalle quali fu esso fino ad ora -miseramente sedotto e combattuto. -</p> - -<p> -O uomini sociabili! O miei fratelli! Se -l'esimia ragione tutta via conserva intatto -il suo ascendente salutare ne' vostri cuori; -se inerenti voi siete a superare gli argini -funesti che oppongono un contrasto pertinace -alla solida felicità di molti fra voi; -che formano la sorgente letale delle calamità -di molti altri; e che in ultimo vi -umiliano tutti quanti, e vi disonorano; se -il mio sentimentale presagio anelate realizzare, -distruggere vi è duopo, senza -ritardo, da' più reconditi fondamenti, -l'esecrando altare delle venerate menzogne, -delle quali, oppressi non meno che -oppressori, io vi scorgo pur troppo in -egual dose infetti, e dove i popoli ammaliati -dalle anagogiche visioni tradizionali -offrivano i loro voti; e sulle rovine abominevoli -di quello tosto si eriga uno -stabile edifizio, che il consenso unanime -<span class="pageno target" title="XIV" id="pag-XIV"></span> -del genere umano rispettoso consacri -eternamente al solo Essere Supremo, alla -ragione, alla virtù, ed alla unione inalterabile -de' popoli. -</p> - -<p> -Chi mai potrebbe annoverare le volte -che la filosofia baldanzosa si accinse a dimostrarci -tali essere appunto gl'intensi -voti suoi? E questi parimenti non furono -in ogni età dell'universo i sani principj -della natura? Questa forse non è, che -sdegnata dagli eccessi della fralezza umana -ci fece di tratto in tratto capire per -mezzo di quella stessa filosofia, sua costante -apologista, e sua interprete fedele: -O uomini! Rammentate che i figli miei -tutti voi siete, tratti egualmente dal materno -mio seno; chiunque voi siate nel -fugace tirocinio di questa vita, sia regnante, -o subalterno; sia nobile, o plebeo; -musulmano, o israelita; sia cattolico, infine, -o pure gentile, appena cominciaste -ad esistere sopra la terra, tutti del pari -assoggettati voi foste alle provvide mie -leggi, dalle quali non avvi fra tutti gli -esseri viventi alcuno che dire si possa, -<span class="pageno target" title="XV" id="pag-XV"></span> -senza delirio, escluso, ed alienato, e suscettibili -di uniformi passioni, dotati delle -stesse identiche facoltà, e intelligenza, -già vi trassero le mie mani a respirare -l'aura prima di vita. Tali furono in ogni -secolo del mondo le espressioni genuine -della natura. -</p> - -<p> -Ma l'uomo a fronte di tutto ciò degenerando -miseramente dall'origine sua, -avvilendo per folle arbitrio quella condizione -propria di esso, lungi dall'ascoltare -la voce penetrante di sì benefica madre, -in vece di seguitare le di lei sacre instituzioni; -anzi che coltivare que' precetti -venerabili che dessa ognora ci rammenta -per la felicità permanente del genere -umano, egli sempre concentrato nel vortice -immenso de' propri smarrimenti, sembra -piuttosto che inducasi a soffrire con -una macchinale indifferenza l'improperio -ragionevole che ad esso fa la natura schernita -dalla sua depravazione, che dolente -gli rinfaccia, senza posa, la sua demente -ingratitudine: egli è dunque così, che il -meglio offresi qual è al suo sguardo, ei -<span class="pageno target" title="XVI" id="pag-XVI"></span> -lo contempla, lo discerne, lo approva, e -segue il peggio: -</p> - -<div class="poetry"> - <div class="stanza"> - <p class="verse">„<em class="cit" xml:lang="la">Video meliora proboque, - deteriora sequor.</em>„</p> - </div> -</div> - -<p> -Dopo un ammonizione sì risentita, -quanto giusta della natura, con quale -fronte oserà egli l'ebreo altamente vantare -la primazìa sopra tutta la specie umana, -ed i popoli del mondo sopra quale -base radicale fonderanno essi mai il barbaro -diritto di soggiogarlo, e di avvilirlo? -</p> - -<p> -Insensati! che incapaci tutti quanti -sempre voi foste di godere solidamente -le amene delizie della natura, senza contaminarne -la nitida sorgente co' furori -della vostra sovvertita immaginazione; e -infatuati da quelle insane chimere da cui -foste imbevuti fino dalla culla, non solo -ne schivaste sempre l'incontro; ma varj -fra voi non curarono di conoscerla per -ignoranza; molti ancora indifferenti alle -sue materne instigazioni, furono ad essa -ribelli per orgoglio; ed altri furibondi si -lasciarono ben anche trascinare all'eccesso -delittuoso di calpestare le sue leggi, -di avvilire i suoi doni per fanatismo. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="XVII" id="pag-XVII"></span> -</div> - -<p> -Or ad oggetto di sanare le nazioni lese -da siffatto malore, non ommisero di tentarlo -con reiterati sforzi i più illuminati -filosofi del mondo, fissando de' principj -inconcussi, ovvj a dimostrarne il pericoloso -nocumento; ma tutte le loro cure -furono vane, e delusi restarono sempre -nella loro aspettazione: quindi è che allora -si videro essi astretti a rinunziare -a' loro benemeriti disegni, concentrarsi -nella sfera delle loro proprie cognizioni, -e ciascuno di essi quale nuovo <em class="nome">Timone</em>, od -<em class="nome">Apemanto</em> vivere a se unicamente misantropo -isolato, e fremendo mirare taciturno, -da una parte periclitare di giorno in -giorno la salute dell'uomo, senza potere -svellerlo dall'orlo dell'abisso preparato -ad ingojarlo; osservare dall'altra le caterve -affluenti di esseri travviati correre solleciti -ad offrire le loro preci al sacrilego -altare del fanatismo; quì porgere incensi -ad uno sciame immenso di se-dicenti <em>parlamentarj</em> -dell'Eterno, che renduti superbi -dagli omaggi striscianti dell'ipocrisia, e -dell'ignoranza, già corruppero da colmo -<span class="pageno target" title="XVIII" id="pag-XVIII"></span> -a fondo la tersa religione, che il terrigeno -mortale è nel pressante dovere di tributare -al suo Dio Creatore, e lo costrinsero -ad obbliarla, ed a sostituirne in vece le -loro esecrabili visioni; udire colà commendare -qual eroismo i più atroci misfatti, -di cui ci fanno raccapricciare le Istorie, -perchè al nome dell'Essere Supremo devotamente -commessi; riguardare altrove -porre in sistema la persecuzione, e la -calunnia, e quindi esercitarle religiosamente -unite contro que' sciagurati che il -mero fortuito accidente trasse dal grembo -di altro dogma, e seguaci di una credenza -differente da quella che si professa dai -loro persecutori, considerandogli persino -come una nuova specie di esseri, la relazione -de' quali si reputa indegna degli -altri uomini loro simili, formati, per così -dire, da un conio stesso, dotati delle facoltà -medesime, suscettibili de' medesimi -bisogni, ed egualmente organizzati, onde -ad un tale riguardo si opprimono, si calunniano, -s'inventa delle illusioni affine -di renderli odiosi agli altri popoli; e per -<span class="pageno target" title="XIX" id="pag-XIX"></span> -giustificare quelle perverse imputazioni -delle quali sono essi proditoriamente aggravati, -s'immagina quelle colpe che incapaci -furono sempre di commettere, e -che per ciò realizzare mai non si possono, -si suppone que' difetti che non ebbero -giammai, ma che forse con più fondata -ragione attribuire sovente si potrebbero -a' loro persecutori, si prevengono le mancanze -che loro sono affatto ignote; e quindi -ogn'individuo non ad essi conforme -nelle pratiche di religione, impressionato -da tali venefici principj fin dalle fascie, -si reputa, per ogni motivo, autorizzato -di poterli riguardare come esseri degni -della riprovazione de' loro simili, come -uomini scevri di morale, di costumi, e -forse ancora incapaci di lumi, di coltura, -e di buon senso. -</p> - -<p> -Forsennati! Barbari mostri! Esclamerebbero -que' filosofi allora; chi vi avrebbe -supposti mai stolidi a quel segno fino -a non accorgervi, che tutte le ottime, o -riprovabili azioni che loro vengono direttamente -attribuite, altro, a fondo, non -<span class="pageno target" title="XX" id="pag-XX"></span> -sono che un mero effetto dell'opera vostra -unicamente? I tirannici tratti co' quali voi -procedeste in ogni tempo a loro danno, -non doveano essere per i medesimi una -lezione indelebile, e continua d'ingratitudine, -e di vendetta, un oggetto incommutabile -di eterna ripugnanza per la vostra -società? E come dovevano essi amare -quegl'individui che riguardavano il loro -avvilimento come un trionfo della così -detta loro nuova legge di grazia, se dai -partigiani di quella dovevano essi appunto -ripetere il torrente inesauribile di tutte -le angustie alle quali soccomberono sì di -frequente? E come avrebbe potuto mai -l'ebreo, sotto alcun titolo, essere buon -cittadino, se ricusatagli era ovunque una -patria, se escluso veniva di prestare i suoi -servigj, se interdetto eragli per tutto -l'esercizio delle arti liberali, e la coltura -dello spirito, e se la terra medesima persino -a cui esso dovea i suoi natali divenivagli -straniera, ed insensibile matrigna? -E con quale fondamento si dovea, in ultimo, -presumere che un fautore della sana -<span class="pageno target" title="XXI" id="pag-XXI"></span> -credenza di Mosè potesse giugnere a distinguersi -giammai nella carriera di que' pochi -uomini dotati di genio, e di talenti, che -l'obblìo del fanatismo rende oggi reperibili -in qualche angolo del mondo, se da -questi o per invidia, o per interno pregiudizio, -od anche per simulato trasporto -religioso era sempre o schernito, o rigettato, -se il consorzio de' medesimi reputava -un disonore di annoverarlo nella categoria -de' suoi membri? E quando ancora -conservato egli avesse, nello stato di abbiezione -in cui languiva, tanta lena e -coraggio per inalzarsi fino allo studio, la -generalità degli uomini non imputavagli -frattanto come un grave torto di essere -nato ebreo, a fronte ancora di tutta la -virtù, ed i talenti che avesse d'altronde -potuto fondatamente vantare? Ei non potea -aspirare al rango di uomo, senza prima -cessare di essere ebreo. Che non può -irrazionale superstizione in mente umana! -</p> - -<p> -Esseri deboli, e inconseguenti! Se provati -aveste i costumi di questo Popolo -avanti di sfuggirne i rapporti; se occupati -<span class="pageno target" title="XXII" id="pag-XXII"></span> -vi foste di esperimentare i suoi talenti -prima di azzardarne de' giudizi temerarj -sulla sua capacità; se tratto lo aveste all'obbrobrio -degradante delle turbe popolari, -restituendo ad esso quella dignità -che compartire volle la natura ad ogni -ente ragionevole, e che la vostra indomita -fierezza ingiustamente gli tolse; se meno -prodighi di odio, e di oppressione -dimostrati vi foste seco lui; ma più liberali -di umanità, e più coerenti alle leggi -che prescritte furono a voi dalla natura, -vedreste ora in mille brani spezzarsi al -vostro tatto il talismano fatale della menzogna, -e quale fugace lampo svanire ogni -mistero nella dispersione dell'ebreismo, -riguardata follemente sempre da voi come -il flagello desolatore, a cui gli arcani decreti -di un Dio condannato lo aveano, -senza ombra di speme, nè di rifugio; come -ancora il barbaro esilio a cui soggiacque -già da gran tempo, ben lungi -dall'apparirvi la conseguenza immediata -di que' sognati falli di cui l'odio vostro -l'imputava senza freno, giustificato -<span class="pageno target" title="XXIII" id="pag-XXIII"></span> -vedreste non meno l'una che l'altro -dall'ostile vostro contegno a suo riguardo; -e quindi rientrati allora in voi stessi, -scossi da quel torpido letargo dove immersi -vi aveano d'accordo quelle venefiche -illusioni che alimentavano un giorno -il vostro inganno, e abbacinavano i sedotti -vostri cuori, voi avreste riconosciuto -ad evidenza quanto fossero contradittorie -alla ragione, e ripugnanti alla natura -quelle distinzioni malignamente inventate -ne' secoli d'ignoranza dagli speculatori di -proselitismo, e trafficanti di culti, e di -coscienze; distinzioni che rendono l'uomo -il ludibrio della sua specie, e costituiscono -l'infamia perpetua di colui che -le tollera, e le autorizza; e così da questa -vilipesa nazione risorgere or mirereste -quegli stessi talenti peregrini, che in ogni -epoca, e ovunque formarono il decoro -della stirpe d'Israel, l'ammirazione de' dotti, -e la gloria di quegli stati che gli accolsero -nel loro seno, proteggendo, ed -animando i loro progressi, e le utili produzioni -de' medesimi: Alemagna! Francia! -<span class="pageno target" title="XXIV" id="pag-XXIV"></span> -Monarchìe felici! Terre avventurate! La -ragione si è quella che forma fra voi il più -solido, e il primo de' vostri possenti baluardi; -essa, in ogni tempo, astante a' vostri dottissimi -congressi gli dirige, e ne forma -il presidio ineluttabile; questo nume tutelare, -avversario deciso del fanatismo ne distrugge -i progressi contaggiosi, che tentasi di -propalare da' suoi reprobi fautori, -a scapito dell'umanità, e invitta ella presede -al superno tribunale della giustizia; -essa è quella che richiama dal seno di -ogni popolo gli utili talenti, e la vera -filosofia, la quale è onorata in chiunque -siane possessore, nel modo che i talenti -perspicaci, non meno di quello a cui venne -conferita nel suo nascere l'immersione -battesimale, che dell'altro a cui fu -reciso il prepuzio nelle fascie, sono entrambi -ricompensati a gradi eguali: Federigo! -Giuseppe! Napoleone! Nomi alla -terra sempre mai cari! La consolante rimembranza -delle vostre sublimi operazioni -non potrà mai cancellarsi dalla -mente degli uomini, ma ella sopravvivere -<span class="pageno target" title="XXV" id="pag-XXV"></span> -dovrà al tempo edace che tutto immerge -nell'obblìo profondo; troppo vi dee quella -porzione di specie umana, a cui fu accordata -la sorte di vivere sotto l'auspicio -delle sublimi vostre leggi, ed in particolare -l'esule Israel, il quale ricoverato -sotto l'ombra benefica di esse, ritrova un -asilo pacifico, e immune dall'infezione -letale della calunnia, ed una tranquillità -sicura, che lo zelo de' satelliti dell'idolo -romano ha tentato altrove d'involargli sovente, -onde a questo unita grata vi resti -perpetuamente l'Europa, a cui voi deste -i primi le lezioni memorabili di sana -filosofia, e di tolleranza; egli è sotto la -benefica influenza de' vostri limpidi orizzonti -dove la sorte dell'uomo non pende -già (come sotto altro cielo) dalle muffate -pergamene, deve esistono vergati da tre -o quattro cent'anni i titoli vani degli -Scheletriti progenitori, ma da' solidi meriti -personali di cui esso è fregiato, e -senza che la diversità di religione vi opponga -niun ostacolo, nè possa giammai -pervenire ad oscurarli; egli è colà dove -<span class="pageno target" title="XXVI" id="pag-XXVI"></span> -l'evidenza ci convince che può un fautore -di <em class="nome">Mosè</em> riescire dotto nelle scienze, perito -nelle arti, vassallo integerrimo del Sovrano -che lo governa, ed utile cittadino -al suolo che vide nascerlo, in grado -eguale di un seguace del vangelo. Egli -è, in ultimo, nel centro della più illuminata -nazione che onori la terra, nelle -Gallie illuminate dove il cruento fanatismo -che sì orribilmente un giorno paventare -si facea, ora del tutto annientato -dall'eccelsa ragione che le governa, attonito -riguarda, fremendo, il vero merito -di un Successore di Abramo estolto a quei -gradi che mai possono accordare le scienze, -e la virtù a chi degno se ne rende, o -coll'esercizio di questa, o assiduamente -coltivando le prime. -</p> - -<p> -Se tali edificanti lezioni fossero state -apprese dagli abitatori della terra; se -verità sì convincenti fossero state da' medesimi -sentite in tutta la loro forza ed -estensione, quanto più lieta oggi sarebbe -la Sinagoga ebrea; più sgravata di follìe, -meno assurda nelle pratiche, e l'esercizio -<span class="pageno target" title="XXVII" id="pag-XXVII"></span> -del suo culto, ridotto a' suoi primitivi -ammirabili principj, quanto diverebbe più -filosofico, e più sensato non solo, ma -(siccome io mi accingo a dimostrarlo nel -progresso di quest'opera) niente dissimile -da quello professato da Socrate, da Platone, -e da Confucio, e degno altresì di essere -messo in comparazione con quello già -felicemente conosciuto da' primi benemeriti -fondatori della credenza d'Israel? E -quanti Scismi, che lacerarono sì sovente -la chiesa romana, non avrebbe questa -prevenuti colle vie della tolleranza, e -della persuasione, moderando l'amarezza -del suo zelo, che la ridusse per tante volte -ad infierire contro le coscienze, e le opinioni, -riguardate come paradosse, perchè -discorde forse da quelle che dessa pretende -avvalorare fra i mortali? Alla prima -non si permise in alcun tempo di gustarle; -neglette, o calpestate sempre furono entrambe -dalla seconda. -</p> - -<p> -E vi sarà egli ancora chi si sorprenda -come avvenga che la ragione accordata -all'uomo per rischiarare la sua mente, per -<span class="pageno target" title="XXVIII" id="pag-XXVIII"></span> -dirigere le sue azioni, per confortarlo nelle -sue pene, sembra che prendasi a scherno -l'ignoranza sua, e la sua fralezza, e -che più non offrasi agli occhi suoi che -come un rifugio illusorio, e incerto contro -gli assalti de' suoi proprj vaneggiamenti? -Se i popoli facessero tacere, una volta -per sempre, le passioni criminose delle -quali sono essi predominati, per ascoltare -la voce penetrante della ragione, vedrebbero -in qual modo, l'esimia, e la benefica -ragione cesserebbe infine di mostrarsi essa -pure armata di furore a danno dell'illusa -umanità. -</p> - -<p> -Infatti, quanti esempi rimarcabili non -ci forniscono ad un tale riguardo numerose -popolazioni che a torto noi chiamiamo -selvaggie, le quali benchè meno colte -di noi, e fornite di una intelligenza assai -più limitata della nostra, pervennero frattanto -a soffocare (o forse non conobbero -giammai) quel furore brutale di persecuzione -religiosa che forma, purtroppo, la -base primordiale di ogni credenza odierna, -e la gran mole reggente di tutti in culti -<span class="pageno target" title="XXIX" id="pag-XXIX"></span> -delle nazioni che conosciamo, se-dicenti-polite, -e illuminate? Queste imitarono i -difetti delle prime, senza potere nè conoscere, -nè profittare giammai di alcuna -delle ottime qualità delle medesime. Io -eccito tutte le istorie unite ad indicarmi -un solo popolo, fra i tanti che annovera -la prisca età del mondo, che abbia in -alcun tempo infierito nè contro le coscienze -degl'indigeni abitanti, nè che -giammai abbia macchinato lo sterminio -della religione di un popolo limitrofo, -benchè le une, o l'altra opposte fossero -diametralmente a' loro intimi principj religiosi; -ma esse, d'altronde, ci mostreranno -ben chiaro fra i recenti, de' popoli -che riguardano il flagello degli uomini, -ed il loro avvilimento come un tributo -espiatorio in onore della Divinità; esse -c'indicheranno, da una parte, i terribili -roghi della Spagna, destinati ad abbruciarvi -gli ebrei in onore di Gesù cristo; -ci additeranno dall'altra gli esecrabili -altari del Portogallo preparati ad immolarli -al nome della vergine; ci faranno quì -<span class="pageno target" title="XXX" id="pag-XXX"></span> -vedere le aggravanti catene della Bretagna -papista consacrate a soggiogarli in -gloria de' suoi idoli; mirare ci faranno -esse colà un S. Cirillo, quel barbaro Cirillo, -che fattosi duce di apostolici briganti, -attaccarli entro le loro proprie -sinagoghe in Alessandria, ucciderne crudelmente -una gran parte, fugarne il resto, -carpire le loro sostanze, e rendersene -arbitro in ortodossa divozione a' suoi -penati; ci offriranno altrove quelle marche -infamanti di cui l'Italia contrassegnavagli -un tempo in trofeo della sua -fede, e quelli angusti, e infetti recinti -entro i quali essa gli costringeva a vivere -racchiusi, e concentrati in venerazione di -Pietro, o degli apostoli; ed ovunque finalmente -noi rivolgiamo i nostri sguardi -dall'oriente all'occidente, dal nord al -mezzo giorno, per tutto ci faranno quelle -scorgere la mistica falce delle religioni -pronta a mietere ad ognora le sue vittime -segnate per offrirle all'altare de' falsi Dei, -od al nome dell'Essere supremo, per tutto -ci metteranno esse, in ultimo, sotto gli -<span class="pageno target" title="XXXI" id="pag-XXXI"></span> -occhi feroci patiboli eretti; carceri, ferri, -proscrizioni, massacri, e quanto seppero -inventare di atroce que' mostri che natura -abbandonò alla loro natìa inesplebile fierezza, -che al nome di uno, o di altro -idolo gl'ingannati popoli della terra infliggevano -contro gli eretici, o miscredenti -delle loro follìe religiose; e con -infinite prove percotenti, esse concorreranno -in somma a convincerci pienamente -che le massime di persecuzione, di strage, -o d'intolleranza non sono state mai ridotte, -in pratico sistema, che nel solo -grembo di una religione che si è decantata -divina, la quale non respira in apparenza, -che dolcezza, mansuetudine, e -salute, ovvero da quelle ridicole instituzioni, -che molto sovente o mancano di -verità, o di buon senso, che l'umana -ignoranza ne fa tenere il carattere, e le -veci. -</p> - -<p> -Ma in mezzo di questa enorme affluenza -di vicissitudini lagrimevoli, ognora pullulanti, -che hanno per infinite volte segnalato -sulla terra i deplorabili travviamenti -<span class="pageno target" title="XXXII" id="pag-XXXII"></span> -umani, quale metamorfosi degna dell'ammirazione -universale de' secoli avvenire, -non sarà mai per risultare a' nostri posteri -l'intatta conservazione dell'ebreismo, -sotto quel cielo medesimo appunto dove -ad ogn'istante se ne meditava lo sterminio, -ed in quel suolo istesso in cui si -tentò infinite volte renderne la tomba? -Cosa opineranno essi mai al solo contemplare, -come tutte le nazioni dell'universo, -dopo la caduta degli abitanti di Gerosolima, -e insieme di questa metropoli medesima, -si distrussero l'una l'altra, si -amalgamarono a vicenda, si mischiarono -confusamente, ed il solo popolo ebreo, -malgrado la sua fluttuante dispersione, e -le numerose infauste peripezìe alle quali -sempre soggiacque, in ogni angolo del -mondo, abbia fermamente resistito al torrente -di una feconda successione di lignaggi, -di epoche, e di vicende, or -funeste per un popolo, ed or gioconde -per l'altro; or per questo ridenti, ed ora -triste per quello? Non lo attribuiranno -essi forse ad un effetto soprannaturale, ad -<span class="pageno target" title="XXXIII" id="pag-XXXIII"></span> -un prodigio ineffabile dell'Eterno? Di ciò -veramente l'intero giudaismo ne fu sempre -convinto; e tutte le altre nazioni, al -contrario, riguardarono ciascuna, in ogni -tempo, la permanenza di tale prosapia, -come un trionfo, ed una prova incontestabile -della verità di loro varie credenze, -o religioni. -</p> - -<p> -Ma senza fermarmi quì a discutere inutilmente -le ragioni che alimentano l'intima -convinzione del primo, ed il giusto -valore delle cagioni sulle quali fondano -le ultime la presunta base contestata della -loro religione, io mi contenterò soltanto -di rimarcare che fa duopo stabilire dei -motivi meno accessorj, ed assegnare altre -cause più ostensibili per colpire nel segno -positivo sulla certezza, e la probabilità -degli accennati effetti risultanti; e questa -e quella ritrovare noi potremo agevolmente -nelle accanite persecuzioni che -le ultime, concordi, hanno sempre esercitate -contro di quello: non avvi alcuno -che ignori che la guerra delle opinioni -religiose, e delle coscienze, non solo in -<span class="pageno target" title="XXXIV" id="pag-XXXIV"></span> -proposito di culto, ma in scienza, in politica, -e in costumi, ha in ogni epoca del -mondo, e presso qualunque popolo della -terra formate le fazioni sanguinarie, i -martiri devoti, gli apostoli entusiasti per -l'uno, o l'altro partito da cui presero -fondata voga radicale quelle stesse opinioni -che tentavasi di propalare, e sostenere -ad ogni prezzo da una parte, e che -da un'altra combattevansi orribilmente -col disegno di annientarle dalla reminiscenza -degli uomini. Infatti, quanti esempj -rimarcabili non ci forniscono le istorie, -idonei a convincerci che tanto in religione, -quanto in politica, noi vedremmo -succedere nel mondo il tepore il più -lento, all'entusiasmo il più deciso, se si -lasciasse all'una l'opinione, all'altra l'esercizio; -<em class="cit" xml:lang="fr">donnez aux Huguenots</em>, diceva Caterina -de' Medici, <em class="cit" xml:lang="fr">tout leur saoul de prêches, -ils seront tranquilles</em>. Quando, al contrario, -perseguitando una setta, od una fazione -qualunque, si viene ad aggiugnere -insensibilmente alla forza della religione -che è già oltremodo grande, quella del -<span class="pageno target" title="XXXV" id="pag-XXXV"></span> -punto di onore che lo è sovente di più, -cioè a dire, che quelli ancora che non -hanno religione qualche volta ne ostentano -l'apparenza, e non osano di abbandonarla; -e che quelli viceversamente che -sarebbero proclivi alla resipiscenza de' loro -proprj travviamenti, non sanno determinarsi -ad effettuarlo. -</p> - -<p> -Or in conseguenza di questi effetti, -renduti già si evidenti, chi potrebbe mai -sensatamente ricusare alle cause omogenee -che gli producono l'esistenza indefettibile -che loro conviene in ogni modo? -Persuasi dunque quali essere dobbiamo, -senza mistero, dell'esistenza delle une, e -della sorgente immediata degli altri, quale -torto enorme non si farebbe alla verità, -se opinare si dovesse come il primo, e -quale grave oltraggio risentire non dovrebbe -la ragione, appoggiando la strana -presunzione di queste? E pure l'indole -depravata dell'uomo, generalmente parlando, -è tale, che desso non soffre mai un -oppressivo male, nè fruisce ancor di un -sommo bene, senza imputarlo all'odio di -<span class="pageno target" title="XXXVI" id="pag-XXXVI"></span> -un essere superiormente perverso, od alla -predilezione di un essere ottimo che veglia -parzialmente alla di lui conservazione, -ed egli non è che dopo molte riflessioni, -per lo più astratte, sempre seguite, e sottilmente -ponderate, che desso giugne a -conoscere, infine (benchè il più delle -volte assai di raro, e a grande stento ei -vi pervenga) che il bene, ed il male di -cui l'umana vita è mischiata, emanano -entrambi, per così dire, dalla sorgente -inesauribile medesima; questo è il possente -arcano delle instituzioni teologiche -di ogni popolo che esistere veggiamo -sulla superficie della terra, questa è l'alchimia -portentosa di tutte le religioni -che ingombrano il mondo abitato dall'uomo. -</p> - -<p> -Comunque siasi, non credasi già essere -questi soli gli effetti perniciosi dell'imbecillità -dell'uomo abbandonato a se stesso -ed alla sua sovvertita immaginazione, io -mi dispongo, con ribrezzo, a produrne -degli altri molto peggiori, ed assai più -funesti per la sua specie, allorchè nella -<span class="pageno target" title="XXXVII" id="pag-XXXVII"></span> -progressione di quest'opera mi emergerà -pur troppo di ragionare a reiterati propositi. -Intanto calisi un velo di profondo silenzio -intorno quello che rapportasi all'ente -ragionevole, alle sue idee, a' suoi pensieri, -ed alle azioni differenti delle quali fu esso -in ogni tempo riconosciuto essere suscettibile, -e riserbiamoci a squarciarlo allora -quando potremo di esso lui occuparci -assiduamente di proposito, affine di migliorare -la sua condizione, correggendo -i suoi errori, illuminando il suo spirito, -e facendogli, ad un tempo, chiaramente -comprendere, che la verità è una, semplice, -e indefficiente, che l'errore, all'opposto, -è ognora complicato, titubante -nella sua marcia, ed eccessivamente sinuoso; -che la voce della natura è intelligibile, -sonora, insinuante, e che quella -della menzogna è ambigua, oscura, ed -affligente; che il sentiere della ragione è -ameno, retto, e salutare, e che quello -dell'impostura è obbliquo, tetro, e pernicioso, -questa esimia ragione di somma -urgenza in ogni parte all'uomo dee essere -<span class="pageno target" title="XXXVIII" id="pag-XXXVIII"></span> -continuamente la sua conduttrice inseparabile, -e le dilei proficue lezioni debbono -essere seguitate completamente da -ogni anima fregiata degli ammirabili suoi -doni. -</p> - -<p> -Quindi per essere penetrato quanto fa -duopo della forza irresistibile di queste -verità edificanti, che io mi lusingo di produrre -frappoco al chiaro giorno, l'uomo -non ha bisogno che di lumi, di buonsenso, -e di coltura; esso non ha che rientrare -in se stesso, riflettere sulla sua propria -individuale natura, consultare i suoi -interessi, considerare i suoi rapporti colla -società, e i doveri che lo vincolano ai -membri contraenti suoi simili; e in conclusione -studiarsi esattamente di conoscere -che la virtù, e le scienze sono, senza -contrasto, i soli, i migliori, ed i più solidi -beni per la specie umana, e che il vizio, -e l'ignoranza ne formano il perpetuo terribile -flagello. In una parola studiarsi -esattamente di capire, che siccome il -buon uso delle scienze consolida in noi -quel declivio salutare che porta la specie -<span class="pageno target" title="XXXIX" id="pag-XXXIX"></span> -nostra alla pratica del bene, così appunto -il nostro amore per la verità aumenta i -lumi de' quali noi abbiamo estrema urgenza -per propalarla, e per difenderla. -Col mezzo di sì fatte indagini utili, e -profonde giugnerà esso, in ultimo, a -convincersi che gli esseri umani (come -lo rimarca ingegnosamente un pensatore -inglese) non sono sventurati, se non se -perchè dessi sono viziosi, ed ignoranti; -e che i medesimi viceversamente non -sono ignoranti, e viziosi, se non se perchè -tutto cospira ad allontanarli dal felice -sentiere della ragione ad impedirli di -correggersi, ed a renderli alieni onninamente -dallo sviluppo delle loro facoltà -intellettuali. -</p> - -</div> <!-- fine introduzione --> - - -<p class="epigrafe bars"> -<span class="pageno target" title="XL" id="pag-XL"></span> -L'epigrafe del frontispizio allude giustamente -al nostro immortal <span class="sc">Napoleone</span> ciò -che Marziale altra volta disse a Domiziano: -<em class="cit" xml:lang="it">I popoli del vostro Impero parlano differenti -idiomi; essi non hanno, per tanto, che un -solo linguaggio allorchè dicono, che voi siete -il vero Padre della Patria.</em> -</p> - - -<h2 style="font-weight: normal"> -<span class="pageno target" title="XLI" id="pag-XLI"></span> -<span class="huge bold">OGGETTO</span><br/> -<span class="smallest">E</span><br/> -<span class="g corsivo">PIANO ANALITICO</span><br/> -<span class="smallest">DI</span><br/> - QUEST'OPERA.</h2> - -<hr class="ottavo" /> - -<div style="margin: 2em 0 2em 40%"> - <p class="center small"> - <em class="cit" xml:lang="la">Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi - insipientis in errore perseverare.</em></p> - <p class="small destra" style="margin-right: 20%"> - <span class="sc">Cicer.</span></p> -</div> - -<div class="oggetto"> -<p class="primo"> -Egli è ormai uno spazio considerabile di -tempo che la mia ingenua penna, sempre -intenta al solido vantaggio de' miei simili -(dopo le tante altre, le quali prefiggendosi -forse un simile scopo, si cimentarono indarno -fino ad ora, e col massimo pericolo) -tentare volea di assumere intrepida l'ardua -difesa della verità, di quella verità medesima -che tutto il mondo ammira, ed abbandona, -e che prescindendo da pochi i quali -cimentandosi a squarciare il tetro velo della -menzogna, che ne adombra l'intuito allo -<span class="pageno target" title="XLII" id="pag-XLII"></span> -sguardo profanatore dell'insensato, sono -già felicemente pervenuti a ravvisarne il -fulgido sembiante, pare che gli uomini della -nostra età si facciano un maligno piacere -di calpestarla, di concepirne un abominio, -in vece d'intraprendere l'impegno commendevole -di sottrarla a quegli oltraggi, che -miransi fare, ad ogn'istante, contro di essa -da' feroci proseliti del fanatismo. -</p> - -<p> -Tale era dunque l'assunto importante di -cui io mi occupava, senza interruzione, era -già l'intervallo di un completo decennio, e -questo è il solo oggetto sovra di ogni altro -interessante che ha per tutta la mia vita -decorsa unitamente richiamate le mie più -assidue, e ponderate riflessioni; ma pur -troppo fino al presente coll'eguale successo -di quello che videro tanti uomini dotti risultare -dalle indefesse loro applicazioni, affine -di svellere dalla specie umana il morbo -flagellatore dell'ignoranza che la degrada, -e della superstizione che la distrugge; mentre -le tenebre dell'una, e la densa caligine -dell'altra, che ingombrano dopo tanti secoli -presso che tutta l'estensione dell'universo, -<span class="pageno target" title="XLIII" id="pag-XLIII"></span> -paralizzavano le benefiche intraprese di quegl'institutori -dell'umanità, e scoraggivano -le mie rette disposizioni. -</p> - -<p> -Eh, che! Tutti gli orizzonti della terra -uniti, non ci mostrano essi forse de' tempi -calamitosi a tale eccesso per lo spirito umano, -fino a reputare il termine <em>illuminato</em> -sinonimo d'<em>incredulo</em>; e quindi a punire -come apostata, ed a perseguitare qual libertino -un genio filantropo che cimentato si -fosse a rischiarare le tenebre dalle menti -degli uomini, propalando fra questi de' solidi -principj di morale, e di buon senso? E -quante volte delineare si vide l'immagine -sublime della ragione con informe sembianza -di un orrido fantasma che paventa, e che -afferra chiunque osa di appressarsi al tempio -eccelso che ascosa la rende allo sguardo -peribile dell'uomo? Tale essendo il carattere -odioso che miravasi fare della ragione, -più non dovremo dunque stupirci, se colui -che avesse osato farne il preconio era dagli -uomini riguardato come il più reprobo nemico -del suo secolo, ed il perturbatore della -umana società. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="XLIV" id="pag-XLIV"></span> -</div> - -<p> -O tempi d'ignominia, e di esecrazione! -ah! che pur troppo io già miro imbrattata -l'istoria dell'odiosa menzione di quell'età -sì degradante per la specie umana, in cui la -virtù era un delitto, la ragione un ornato -superfluo, inutile il buon senso, e la filosofia -una chimera; in cui l'uomo brancolando -nel vortice delle sue illusioni lasciavasi machinalmente -condurre da altri uomini dementi -al pari di esso, ma di lui più scaltri, -più intriganti, sempre intenti a sedurlo, nè -lo abbandonavano fino a tanto che renduto -non lo avevano il nemico di se stesso, e il -manigoldo crudele del suo simile, ed in cui -finalmente le nazioni ammaliate dalle promesse -che al nome di un Dio loro garantivano -i mistici direttori da' quali erano esse -ciecamente guidate, empievano la terra di -follìe, e sotto l'ombra fatale di religione -commettevansi gli attentati più atroci, sterminavansi -a' vicenda; i culti opposti erano -a' culti, gli altari, agli altari, e gl'intensi voti -dell'una inferire altro non volevano che una -detrazione insultante delle fervide preci dell'altra; -ma l'ipocrita ingannatore che ne era -<span class="pageno target" title="XLV" id="pag-XLV"></span> -la cagione, non vedea frattanto in queste -acerrime dissenzioni che un solido incremento -alla di lui autorità, alla quale soggiogato -in ultimo restava non meno il partito vincitore -che il vinto. Chi potrà mai fermarvisi -un istante senza essere sorpreso di angoscia, -e di dolore al solo contemplarvi que' vaneggiamenti -di cui furono sempre suscettibili -tutti i popoli, dalla prima infanzia del mondo -fino a' tempi nostri? Or uno spettacolo -sì attristante potea egli a meno di non disgustare -l'animo il più benefico, lo spirito -il più paziente, e il più filantropo genio che -azzardato avesse di liberare la specie umana -dal malore dell'inganno, per quindi ricondurla -nel felice sentiere della ragione? Convinti -di questa verità non dovremo più stupirci -se cotanto rari oggi si rendino sopra -la terra i <em class="nome">Socrati</em>, gli <em class="nome">Aristidi</em>, i <em class="nome">Cartesii</em>, e -i <em class="nome">Galilei</em>, che al prezzo di cicute, di esilj, -di carceri, e di tormenti acquistassero, di -buon grado, il piacere d'illuminare l'umanità, -e d'indurla a rigettare le avvilenti sue -follìe. Con sì terribili esempi sotto gli occhi -troppo scarso dovea essere certamente il -<span class="pageno target" title="XLVI" id="pag-XLVI"></span> -numero degl'imitatori; e quelli al contrario, -che avrebbero potuto divenirlo con successo, -preferivano piuttosto di essere considerati -come inutili nella società, che rendersi le -vittime degli smarrimenti de' loro simili, e -lo scherno degli eccessi de' loro scaltri conduttori. -E con quale coraggio avrei potuto -mai osarlo io tre lustri addietro, e di più -sotto l'ombra di un avverso cielo dove io -mirai le prime luci, ed in cui la superstizione, -e il fanatismo erano al grado dell'ignoranza, -calcolata come necessaria alla salute -dell'uomo, ed in cui alla demenza tenere -faceasi le veci, ed il carattere di buon senso? -Egli è vero, per altro, che fino di allora -concepito io avea il progetto salutare di -distruggere l'errore dalla mente de' miei -simili, ed il vasto assunto destinato ad -esaurirlo era già, in gran parte, preparato -alla rinfusa nella mia mente, nè altro mancava -a corredarlo di quell'ordine, di quel -metodo, e di quella esattezza necessaria per -prodursi al chiaro giorno, che una esplicita -inerenza nello spirito di quelli che più abbisognano -di lumi sufficienti, e di un fermo -<span class="pageno target" title="XLVII" id="pag-XLVII"></span> -disinganno, capace di annientare i pregiudizj -che avrebbero potuto contrapporre degli -argini malefici allo scopo commendevole per -cui era quello in origine rivolto. Ma la decisa -ripugnanza che questi sempre manifestarono -contro l'ultimo, non meno che -contro i primi, fece soffocare i miei filantropici -disegni al loro nascere, e condannò -la mia intrapresa ad un obblìo impenetrabile, -dove giacque sepolta fino a questo -giorno in cui l'impero della ragione potè -rendersi una volta manifesto al consorzio -de' mortali sopra la terra, spiegando l'ascendente -assoluto ch'ella dee avere sullo spirito -di essi; ora che sul trono augusto della -giustizia l'eccelsa filosofia siede fastosa, e -trionfante de' suoi miserabili nemici, al fianco -invitto di <span class="sc">Napoleone</span> il grande, può un -integerrimo fautore della ragione alzare libero -la testa, fare impavido echeggiare la -di lui voce, e rendersi utile a' suoi simili, -senza pericolo, annunziando a tutti gli abitatori -dell'universo, allo squillante suono di -prodigiosa tuba, l'immediata rigenerazione -universale di tutta la specie umana. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="XLVIII" id="pag-XLVIII"></span> -</div> - -<p> -Per altro, sebbene tutte le mie cure, e i -miei disegni si aggirino soltanto al vantaggio -di una parziale Nazione unicamente pure -ad un solo corpo religionario io quì non -ragiono, ma a qualunque siasi nazione, -setta, o popolo, a tutta la società umana, -in fine, io parlo, ed a guisa del Sole che -dal suo emisfero inaccessibile, una luce sfavillante, -e universale a tutto l'uman genere -diffonde sulla terra, così appunto io bramo -che ad ogni razionale abitatore del mondo -rendasi noto il genuino linguaggio della -verità. -</p> - -<p> -Or se il raziocinio sostenuto dal buon -senso, e dettato da' più integri sentimenti -di umanità, non è per la specie degli uomini -un illusoria visione, io dimostrerò col -mezzo di esso, non solo al giudaismo, per -il di cui solido vantaggio io scrivo, ma a -tutti gli altri popoli del mondo (i quali eccettuare -sempre lo vollero dalla categorìa -delle nazioni) che niente è più ingiusto, e -ridicolo, ad un tempo, che di odiare, o deprimere -una credenza qualunque per la sola -ragione che i suoi principj saranno forse -<span class="pageno target" title="XLIX" id="pag-XLIX"></span> -disparati da quelli professati dalla sua persecutrice, -ovvero di attaccarne le basi sulle -quali si regge, ed anche senza conoscerne il -più delle volte il fonte da cui esse traggono -la loro derivazione; e con eguale chiarezza -farò inoltre conoscere, che quanto avvi in -una religione di riprovabile, o di ottimo -altro, a fondo non è che l'impronta del -genio, o depravato, o giusto lasciatovi -dall'uomo stesso, il quale non diventerà mai -stravagante, o assurdo sempre che sarà capace -di ricevere le idee omogenee medesime -che la natura gl'imprime, e che desso, al -contrario, diventa l'uno, o l'altro, alloraquando -si sforza di assegnare una evidente -realizzazione alle logogrife visioni tradizionali, -ed a' mistici fantasmi. Di ciò tutte -le sette fino ad ora conosciute sulla terra -dimostrerò essere una prova ritrovata ormai, -ad ogni esperimento, incontestabile. -</p> - -<p> -Preparato che io avrò l'uomo alla contemplazione -interessante di queste verità, -convinto che desse lo rendino una volta non -essere meno curioso di seguire i progressi -dello spirito umano ne' suoi travviamenti, di -<span class="pageno target" title="L" id="pag-L"></span> -ciò che riesca vantaggioso investigare, con -occhio indagatore le proficue nozioni ch'egli -scuopre, e ciò in ogni secolo, e presso qualunque -angolo del mondo, esso dovrà necessariamente -convenire che fra tutte le ricerche -filosofiche fatte fino ad ora, non siavi -forse una più profonda, e più importante -dell'analitica riforma del Culto, e dell'educazione -politico-morale del Popolo ebreo, -che nel corso di quest'opera mi sono prefisso -d'investigare in ogni benchè minima parte, -e co' più rigidi esami possibili. -</p> - -<p> -Il tenebroso amministratore de' culti, sia -rabino, sia prete, ovvero dervigi dice credimi -ciecamente; ed il sensato filosofo consulta -l'evidenza, ascoltami, e ragiona; egli -è questi ultimo linguaggio unicamente quello -di cui farò io sempre uso nell'assunto importante -che io tratto, con quelli che fin -quì si mostrarono pur troppo sordi agli -eccelsi ammaestramenti della ragione. -</p> - -<p> -Lungi dal precipitarci nel partito di quelli -che credono tutto, od in quello degli altri -che rigettano tutto, noi ci terremo, per -quanto ci sarà possibile, in una specie di -<span class="pageno target" title="LI" id="pag-LI"></span> -equilibrio, loro dicendo unitamente; esaminiamo -con diligenza, e rendiamoci esatto -conto a vicenda finalmente della credenza -nostra, e di quella degl'ingannati nostri -progenitori, indaghiamo una volta con filosofica -fermezza, ciò che in sì fatta religione -tradizionale (che da tutto l'ebreismo si è -sempre sostenuta ad ogni prezzo) v'ha di -vero, e quello che può esservi di assurdo; -sotto quale rapporto le nostre idee religiose -di oggi, possano avere un solido fondo di -realtà, o di verosimiglianza con quelle dei -primi patriarchi fondatori della credenza -d'Israel, e sotto quale altro esse debbono -meritare la nostra ripugnanza, il nostro -obblìo. Penetrati di sincero trasporto per -la verità, noi andremo a rintracciarla finanche -nella estremità di que' misteriosi recinti -che si appellano santuarj, da' quali allontanando -il velo denso, e terribile che la cuopre, -senza dubbio, allora noi vi ritroveremo -l'aspetto inalterabile della tersa religione, -che il Dio superno della natura esige dagli -enti ragionevoli, nel primitivo suo stato di -purità, e d'innocenza. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="LII" id="pag-LII"></span> -</div> - -<p> -Vari sono, per altro, gli scrittori commendevoli, -che tentarono sovente di scavare -questo dilicato soggetto da' suoi più reconditi -fondamenti: io discuterò dunque le loro -idee, analizzerò i loro pensieri, non già col -fervido entusiasmo di un zelante apologista -di prestigj tradizionali, ma colla genuina -franchezza di un filosofo amico de' suoi simili, -di un apostolo della ragione, che ad -altro non aspira, pubblicando in questa -giorno un opera sì utile, e sì urgente, che -ad illuminare da una parte le menti ottenebrate -dell'illuso giudaismo, e a distruggere -dall'altra quelle menzogne degradanti che -parvero confederare contro i miseri avanzi -del popolo d'Israel, fino anche i più decisi -partigiani della tolleranza, trascinandogli -anche sovente ad obbliarne i principj, a calpestarne -i doveri, alloraquando impresero -ad agitare la causa risguardante questa oppressa, -e derelitta nazione. -</p> - -<p> -Quindi se io pervengo a condurre di tale, -maniera lo spirito religionario degli uomini, -ho fondato motivo di lusingarmi di potere -anche ridurlo ad abdicare quelle vane chimere -<span class="pageno target" title="LIII" id="pag-LIII"></span> -che lo soggiogarono per sì lungo tratto di -tempo, e che formarono la sorgente venefica -dove il genere umano attinse tutte le sue -più deplorabili sciagure. -</p> - -<p> -Ma prima di ogni altra cosa, io credo -mio essenziale dovere di prevenire il mondo -illuminato, non essere quì mio scopo di -divertire il cuore umano con fantastiche -immagini, che al solo romanziere bizzarro, -piuttosto che al filosofo ragionatore convenevoli -si rendono; e molto meno astrignerlo -pretendo con linguaggio artifizioso ad asserire, -ciò che in altro modo ei ripugnasse di -adottare: la nitida semplicità dovrà sempre -quì precedere l'espressione sentimentale dei -miei pensieri, i quali se riportati non verranno -con un eleganza di stile che rapisce, -posso d'altronde assicurare che fregiati essi -tutti saranno della semplice verità che persuade, -senza livore, e senza prevenzione; -ciò che al disopra di tutt'altro ornato è -assolutamente necessario, trattando una -materia dilicata qual'è quella di cui ora ci -occupiamo, che ha più duopo di giuste idee, -di esatti sentimenti, che di un mendicato -<span class="pageno target" title="LIV" id="pag-LIV"></span> -atticismo di vocaboli, o di traslati pensieri, -onde potere con amplia cognizione di causa -pervenire a conoscere lo stato delle vicende -presenti, per farne l'adeguata comparazione -con quelle, che le inopinate crisi avvenire -offrono sovente allo sguardo indagatore del -filosofo, ed alla irrequieta fantasía del politico: -egli è dunque così che noi potremo -allora, senza taccia di temerità, lanciare i -nostri liberi giudizj sul remoto avvenire, ed -arbitri ancora pronunziarne i destini. -</p> - -<p> -Frattanto io domando un indulgenza -estrema non meno per ciò che ho fin quì -detto, che per tutto quanto io dispongomi a -dire, se io non tratto queste materie interessanti -con tutta quella filosofia, e quel -criterio che esigono, ciò si potrà forse attribuire -alla deficienza de' miei lumi, ed alla -modicità de' miei talenti, ma se io poi non -le ragiono, secondo l'aggradimento uniforme -di tutte le nazioni, ed in particolare -dell'Ebrea che ne occupa la più estesa parte, -ciò ripetere da me certamente non si dee, -ma dalla sola intima natura delle medesime, -le quali non sono ad altro fine dirette che -<span class="pageno target" title="LV" id="pag-LV"></span> -ad emendare gli smarrimenti delle une, e -a distruggere le stravaganti opinioni dell'altra; -insomma ad illuminarle tutte, per quanto -mi sarà possibile, ed a ricondurle nel -perduto sentiere della ragione. Or quegli -avvertimenti che tendono a correggere l'errore, -a dissipare le tenebre dal mondo, possono -essere giammai dell'aggradimento universale -di quelli, che già infetti dal morbo -letale della menzogna, hanno duopo di correzioni, -e di lumi? Ciò che reca giovamento -l'esperienza ci dimostra che rare volte diletta. -Ben lontano per altro io sono dall'esigere, -in verun modo, che si abbia per i miei -sentimenti la benchè minima favorevole prevenzione, -io eccito, al contrario, i lettori di -quest'opera di avere in me così poca fiducia -come io ne ho avuta negli altri. La sola -ragione essendo un dono accordatoci dal -Supremo Creatore dell'essere nostro per -condurci nell'instantanea carriera di nostra -vita, io gli esorto a farne uso immediato, -e costante; questo è il solo mezzo il più -utile, e il più sicuro per conoscere la verità, -e per trarne que' vantaggi che aspettare ne -<span class="pageno target" title="LVI" id="pag-LVI"></span> -possiamo. Ma comunque sia, io protesto davanti -l'Essere Supremo, ed in faccia a tutti -i popoli della terra, che non già vile sentimento -di detrazione, non avidità di gloria, -non cupidigia di utile, od altro scopo venale -riprovabile del pari, mi fecero determinare -a tessere quest'opera, ma l'amore fraterno -che ho sempre nutrito per tutti gli esseri -della mia specie; i solidi, e perenni vantaggi -de' miei troppo ingannati connazionali; il -desiderio intenso di combattere l'errore col -brando inespugnabile della ragione; e la vera -felicità, inultimo, degli stati colti, e tolleranti, -così che la gloria, e il decoro degl'illuminati -Sovrani che gli governano. -</p> - -<p> -Or traendo quest'opera la sua originaria -sorgente da sì limpido fonte, retta da sì -equi sentimenti, e guidata da principj cotanto -sani, ed inconcussi, potrei sospettare -giammai con fondamento che alcuno vi fosse -di sì stupido criterio, in cui preponderando -e impulso più forte gli esecrabili prestigj -del fanatismo a' miei giusti ed amichevoli -suggerimenti mi riguardasse come audace. -od importuno, ovvero come i settarj dicono -<span class="pageno target" title="LVII" id="pag-LVII"></span> -volgarmente, un apostata, un Deista? Eh! -che tali attributi reperibili sovente nella -bocca di chi non ne comprende il vero senso, -non avranno mai efficacia bastante a formalizzare -un integerrimo fautore della verità, -dalla quale non seppe mai dileguarsi, -malgrado che a caro prezzo azzardasse qualche -volta di esternarla, e che non si prefigge -altro disegno che il miglioramento durabile -degli esseri della sua specie. Nulla mi cale -per tanto che ciascuno pensi come più gli -aggrada per rapporto al sistema di religione -addottato da me; che l'ebreo talmudista lo -condanni, che lo abomini il cattolico, e che -tutte le altre sette la ripugnino, ma frattanto -il sensato filosofo lo approva non solo, -ma lo segue, lo pratica egli stesso, e lo -commenda; a lui unicamente io me ne appello, -ed a questa sola classe benemerita -del mondo ogni mio pensiere consacro, -l'estremo destino del quale, non già dall'insano -giudizio del volgo, ma dall'illuminato -discernimento di essa onninamente dipende. -Ben contento di poter dire col giovine Plinio: -<em class="cit" xml:lang="la">Ego enim non populum advocare,</em> -<span class="pageno target" title="LVIII" id="pag-LVIII"></span> -<em class="cit" xml:lang="la">sed certos electosque soleo, quos intuear, -quibus credam, quos denique et tanquam -singulos observem, et tanquam non singulos -timeam.</em> <em class="loc">Epist. XVII. lib. VII. p. 428.</em> -</p> - -<p> -Ma questa cecità universale mi lusingo -che sarà bentosto rischiarata dalla fantasìa -de' miei connazionali, quando a rigido esame -richiameremo nel progresso di quest'opera -i dogmi sopra i quali essi fondano la -lusinga di una felicità imperturbabile, e la -base di ogni loro ventura speme, additando -a' medesimi l'infallibile sentiere che può condurli -al completo acquisto di entrambe, e -dove niuno fino ad ora osò giammai condurre -il passo timido, e vacillante. -</p> - -<p> -Quale gloria ineffabile non dovrà in ultimo -risultare per il Dio di verità, osservando -gli esseri umani rinunziare con arbitra -resipiscenza alle insane illusioni dove sembrava -che un avverso destino condannati gli -avesse miseramente per sempre; e quale trofeo -per l'oppressa ragione, se gli eccitamenti -miei affettuosi, e sinceri saranno efficaci a -dissipare dalle loro menti l'errore da cui -sono abbacinate, ed a toglierli dal baratro -<span class="pageno target" title="LIX" id="pag-LIX"></span> -infernale de' pregiudizj in cui andavano a -precipitare inevitabilmente; e così mettere -un freno alle passioni fomentate da una -coscienza religiosamente criminosa, e sostenute -da quelle sacre menzogne che loro fanno -una guerra spietata, e con passo intrepido, -e costante oltrepassare le barriere -funeste che il fanatismo avea tenacemente -opposte alla ragione, seguitando le vestigia -invariabili che quì sono ad indicare della -pretta religione, e di un giusto e ben fondato -disinganno. -</p> - -<p> -O popolo d'Israel! Egli è a tuo solo -riguardo che baldanzoso io dispongomi ad -affrontare l'improperio dell'ignoranza, e lo -sdegno della superstizione: È te che io eccito -a compiere i voti miei con quell'animo -stesso con cui te gli offro: Egli è infine del -tuo unico giovamento che io mi occupo indefesso, -e di cui io formo l'essenziale, e il -primo scopo di tutte le mie più serie applicazioni: -ma, e quale guiderdone, in qualche -modo equipollente, potrà mai sì filantropo -zelo sperare da te? E che? supporre io forse -dovrò che giugnere tu possa a ricusarlo senza -<span class="pageno target" title="LX" id="pag-LX"></span> -la più reproba ingratitudine? Vorrai tu -dunque perpetuare sopra la terra lo spettacolo -affliggente della tua degradazione, ed -essere tutt'ora, per folle arbitrio, lo scherno -vile de' popoli, e la vittima sciagurata de' tuoi -propri smarrimenti? Ah! che un apatìa sì -macchinale supponibile certamente non è in -mente umana; e ben lontano dall'opinarlo, -io sono, all'opposto, convinto che un fausto -giorno, senza dubbio, verrà, mentre di questo -comparire già si vide la ridente aurora, -in cui l'intero corpo esercente la credenza -edificante di Mosè ne' quattro angoli della -terra, perverrà finalmente a conoscere il valore -inestimabile de' principj salutari che ne -formano la base, e riguarderà come un -infamia di restarne più oltre neghittoso, e -indifferente, ed allora titubare più non potrà -un solo istante, sotto pretesto alcuno, a riassumere -fra gli uomini, per quanto è in suo -potere, la condizione, i requisiti, e il grado, -che la società, la natura, e la ragione gli -concedono d'accordo sopra la terra, ne più -reputerà come un delitto irremissibile, nel -modo che fino ad oggi ei sempre fece, -<span class="pageno target" title="LXI" id="pag-LXI"></span> -d'inchinare con trasporto l'orecchio per ascoltare -la voce penetrante di un fautore della verità, -di un suo connazionale stesso, cui, la -depravata educazione, che un detestabile costume -fatalmente introdusse da tanti secoli -presso quel popolo, ha così pure tentato di -corrompere un giorno rendendo la sua inesperta -fanciullezza in egual dose infetta del -morbo medesimo, che desso attualmente -desola, e flagella, e quindi suscettibile per -qualche tempo ancora dello smarrimento -eguale di cui mirasi oggi quello predominato -a tutta forza. Or dunque incauti miei connazionali! -Esso vi presenta quest'opera; ardito -alquanto sembrare a voi potrebbe il linguaggio -di cui si serve, ma posso inoltre assicurare, -senza timore d'ingannarmi, non essere -quello dettato che da que' salutari principj che -formarono in ogni tempo la guida fedele della -sua penna, ed il più solido alimento del suoi -pensieri: leggerla io v'insinuo assiduamente, -ma scortati sempre da quelli, e con occhio -terso dalla nube de' pregiudizj io vi eccito ruminarla; -reperibili sono in essa gli antidoti, -ad ogni esperimento, i più vantaggiosi, ed -<span class="pageno target" title="LXII" id="pag-LXII"></span> -insieme i più opportuni all'uopo vostro urgente; -vi assicuro averne fatta io stesso la -più accurata esperienza avanti di conferirli -a voi, e quindi sormontati da colmo a fondo -tutte quelle illusioni venefiche delle quali era -stata già imbevuta la mia credula infanzia, -riconosciuti per me medesimo, infine, quanto -si rendino colla successione de' tempi funesti -per l'uomo que' panici timori, che abusando -della frale instabile puerizia de' fanciulli -malignamente s'incutono in quell'età -dagl'impostori da' quali essa è diretta, e di -cui tutte le mire non tendono, che a mantenere l'uomo -sepolto nella voragine dell'inganno, -ed allora mi ritrovai tutt'altr'uomo -sollevato dal peso aggravante di una soma -che abbatteva il mio coraggio, e ditroppo -eccedente le mie forze, nella guisa medesima -che or prepondera le vostre, e che vi opprime -senza ombra di confronto, e senza lena. Nè -altro lenitivo apprestare voi potrete con successo -al crudele infortunio che vi minaccia, -solo che seguitare con energìa, e con buon -senso un sì efficace esempio. Possa quello -essere il fausto precursore d'infiniti altri -<span class="pageno target" title="LXIII" id="pag-LXIII"></span> -avventurati simili esempi! Possa il medesimo -ritrovare nella nazione d'Israel immensa -quantità di emulatori che anelino a gara di -renderlo il catechismo di tutti gl'individui -professanti la sublime credenza di Mosè! Egli -è solo per questo valido mezzo che voi potrete -superare agevolmente i moltiplici ostacoli, -che opposero fino ad ora un pertinace -contrasto alla politica civilizzazione de' vostri -costumi, allo sviluppo delle vostre facoltà -intellettuali, all'urgente rigenerazione -del vostro Culto, e delle immense vostre -cerimonie religiose, tiranniche, ridicole, -insoffribili; nè vi lusingate di potere giugnere -a vincerli giammai fino a tanto che -il talismano fatale de' vostri smarrimenti -franto non venga interamente da voi, a mio -esempio, ed a quello memorabile di tanti -che sentirono di possedere una ragione, e -conobbero il bisogno pressante di fruirne, e -fino che l'ignoranza, e il fanatismo, questi -sovvertitori di vostra felicità, di vostra pace -fugati non sieno entrambi per sempre ne' cupi -abissi, donde trassero un tempo la funesta -emanazione, per non più alzare la criminosa -<span class="pageno target" title="LXIV" id="pag-LXIV"></span> -fronte, e per non infettare mai più colla loro -contaminata presenza il suolo in cui l'orma -di uomo calpesta, e annida. -</p> - -<p> -E s'egli è vero che un epoca già fu in -cui si disse Israel popolo eletto; indi Israel -progenie barbara, e incolta; poscia Israel -ramingo, esule, disperso; io confido che giugnere -mirare potremo qual fausto tempo ancora -in cui si potrà dire meritamente Israel -popolo sociale, colto, e illuminato, ed il suffragio -univoco delle nazioni tolleranti, e -urbane di buon grado concorrendo a sanzionarlo, -allora più non sarà l'Israelismo in -alcun tempo soggetto sulla terra fra di esse -ed altre parziali distinzioni, fuorchè a quelle -che la virtù esige, che la filosofia consente, -e che permette la natura fra un popolo, ed -un altro, fra un ente ragionevole, ed il suo -simile. -</p> - -</div> <!-- chiude div oggetto --> - -<h2 class="capitolo" id="cap-I"> -<span class="pageno target" title="1" id="pag-1"></span> -CAPITOLO I. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Dell'origine primitiva del Popolo Ebreo. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Una densa impenetrabile notte avvolge talmente -a' nostri sguardi presso che l'intera -antichità degli abitatori della terra, di maniera -che fra tutti gli Scrittori, anche i più celebri, -che ci hanno trasmesse le loro varie ponderate -opinioni su' popoli differenti della prisca società -umana, su' primi loro complicati avvenimenti, -e sulla più probabile fondazione de' loro imperi, -niuno certamente fino ad ora ve n'ha che possa -vantare, con debita ragione candore, verità, -ed esattezza, alloraquando intraprese a trasmettercene -l'origine, od il ragguaglio di tutto -ciò che a quelli supponeva positivamente appartenere. -Il maggiore soccorso che noi potremmo -ricavare onde proferire qualche giudizio -sopra un simile assunto, sarebbe forse dalla -sola Scrittura; ma ciò che questa, d'altronde, -ci rapporta, è sì ambiguo, e sì conciso, che -<span class="pageno target" title="2" id="pag-2"></span> -in vano ci lusingheremmo di potere col solo -mezzo di essa pervenire a rischiarare le nostre -tenebre intorno a questo soggetto. -</p> - -<p> -Eppure a fronte di tale malagevole ostacolo -sì difficile a superare, io mi accingo, non -per tanto, ad investigare il primo remoto nascimento -di un Popolo, che malgrado la sua -origine barbara, incolta, e quasi ferina, siccome -è quella di tutte le altre colonie nascenti -delle quali ci fa superficiale menzione l'istoria -de' secoli vetusti, ha frattanto attirata la seria -curiosità de' dotti di ogni epoca, di ogni nazione, -preocupando le loro menti perspicaci a -suo riguardo, alcuni per commiserarlo, altri -per esaltarlo, e molti per farsene sovente ancora -il baluardo contro gli attacchi ostili a' quali -esso fu sì di frequente soggetto sopra la terra, -sia per parte di coloro che tentarono diffamarlo -con atroci calunnie, ovvero di quegli altri che -nutrirono il barbaro progetto di schernirlo, e -di umiliarlo con mendaci reprobe imputazioni, -come opportunamente avrò soggetto di dimostrarlo, -fremendo, più di una volta. -</p> - -<p> -Il Popolo Ebreo dunque, di cui intendo -parlare, secondo tutte le apparenze le più convincenti, -poco, o nulla differenziare lo veggiamo -da quelle numerose orde che i monumenti -antichi fanno scaturire, dirò così, dalla -superficie della terra ad ingombrarne lo spazio, -<span class="pageno target" title="3" id="pag-3"></span> -dal momento che dessa cominciò ad essere abitabile -dalla specie umana: ma le istoriche -nozioni pervenute fino a noi sopra un tale particolare, -sono tutte concorde a dimostrarci, che -l'origine frattanto ne è identica perfettamente -fra l'uno, e le altre, ed in ogni parte comune. -La caccia, l'agricoltura, la pesca, la pastorizia, -e poche rozze manifatture; ecco la sola, -e prima generale occupazione di tutte le umane -associazioni, durante la loro più antica infanzia; -ecco probabilmente quale dee essere stata -la situazione, e la carriera di quelli, che le -sacre pagine, di accordo coll'antica storia profana, -ci assicurano essere stati i primi archetipi -fondatori dell'ebreismo. -</p> - -<p> -Per altro, siccome questo solo articolo -potrebbe, senza dubbio, formare per se stesso -materia esuberante onde empiere un immenso -volume, e non essendo altresì mia intenzione -di riportare quì delle favole, o delle ipotetiche -congetture destituite di basi, o di lumi sufficienti -ad investigare la serie determinata di -anni che può verosimilmente fissarsi all'originaria -esistenza del Popolo Ebreo, d'altronde -contrastata pertinacemente da varie altre popolazioni, -che contrappongono un antichità -infinitamente più remota di quella vantata da -esso, coll'autentica testimonianza del codice -Mosaico, checchè nulla dicane la Genesi, la -<span class="pageno target" title="4" id="pag-4"></span> -quale non ci lascia comprendere giammai perchè -non abbia in verun modo fatta menzione -delle affluenti colonie, che i sicuri frammenti -che ci restano chiaro dimostrano esistere in -que' tempi <a id="FNanchor_1"></a><a href="#Footnote_1" class="fnanchor">(1)</a>; noi però, allontanando sopra -un tale proposito tutte le informi visioni che -molti autori erroneamente prevenuti scavarono -nella loro immaginazione, ci rivolgeremo al -libro il più autorevole che abbiano gli Ebrei, -<span class="pageno target" title="5" id="pag-5"></span> -ed il più generalmente approvato da tutti i -popoli del mondo, e con esso ne fonderemo -l'origine da quello che ha il primo radicati -que' germi salutari della credenza edificante -di questo Popolo, e che la Scrittura medesima -ci annunzia il primo ad essere distintamente -appellato col nome di <em>Ebreo</em> (nghibrì), ed -il primo, parimente a recidersi il prepuzio -in provetta età per divina prescrizione <a id="FNanchor_2"></a><a href="#Footnote_2" class="fnanchor">(2)</a>; -<span class="pageno target" title="6" id="pag-6"></span> -rimettendo alle ricerche de' critici assennati le -epoche rimarcabili che precederono, sia del prodigioso -Diluvio universale, e della costruzione -dell'arca di Noè, fatta in quella circostanza -con architettura sovr'umana; sia della confusa -divisione repentina delle Lingue nell'occasione -della temeraria impresa della torre di Babel, -ed altri straordinari aneddoti siffatti; tutto ciò -dico, non essendo di mia speciale competenza -di esaminare, io lo considero come straniere -al prefissomi assunto, e ne rinunzio di buon -grado le indagini a' perspicaci investigatori -della natura, e delle sue leggi. -</p> - -<p> -Ecco tutto ciò che noi possiamo quì asserire, -se non con positiva certezza, almeno con qualche -<span class="pageno target" title="7" id="pag-7"></span> -probabilità, intorno l'originaria derivazione del -Popolo ebreo, giacchè le memorie che restano -a noi, non meno di questo che di tutte quelle -numerose orde vagabonde allora esistenti sulla -terra, sono cotanto scarse, e incerte, che tutto -ciò che si aggiugnesse non farebbe che vieppiù -aumentare i nostri dubbj, complicare i nostri -errori, ed allontanarci onninamente dalla genuina -verità del soggetto, come sappiamo essere, -pur troppo, accaduto a qualche male -impressionato Scrittore antico <a id="FNanchor_3"></a><a href="#Footnote_3" class="fnanchor">(3)</a>, per volere -di soverchio innoltrare le assurde congetturali -<span class="pageno target" title="8" id="pag-8"></span> -ricerche intorno a certi soggetti, gli autentici -monumenti de' quali ci furono pur troppo -defraudati dall'Istoria, e le nozioni detagliate -che risultare ne potevano in vantaggio della -specie umana, ne restarono avvolte nella folta -nebbia de' remoti secoli decorsi. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_1"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_1"><span class="label">(1)</span></a> -I Chinesi vantano trentaseimila anni di antichità, ed i più -accreditati Istorici che ci tramandarono i fasti di questa Nazione, -assicurano che <em class="nome">Fo-Hi</em> loro primo Sovrano montò sul Trono della -China tremila anni avanti Cristo, ciò che farebbe rimontare la -fondazione del loro Impero a più di trecento anni al di là del -Diluvio, e quindi l'antichità di questo popolo assai più oltre -l'epoca in cui le opinioni odierne fissano la creazione dell'universo, -e la struttura originaria del primo Essere umano (Ved. -<em class="loc">Lenglet Meth. d'étudier l'Hyst. et Beyeri. Mem. Hist. Crit. -Libror. rarior. pag. 171</em>). E da que' pochi frammenti che ci -restarono del <em class="nome">Manethone</em>, prete Egiziano, e della <em>Genealogia</em>, o -successione de' Re di Egitto, trasmessaci da <em class="nome">Erodoto</em>, l'origine -degli Egizj, e la fondazione del loro regno è portata oltre mille -anni al di là di tutte le più lontane epoche della Creazione, se -prescindere vogliamo però da quella degli Assirj, degli Etiopi, de' -Sciti, de' Frigiani, e de' già riportati Chinesi, che vanno tutti -molto più lungi nell'antichità; ed alcuni rinomati autori parimenti -dettero al primo <em class="nome">Zoroastro</em> novemila anni di antichità, ed altrettanti -a' suoi Persiani. Ma la venerazione intima che nutriamo per -l'ammirabile Codice Mosaico ci costringe ad abbandonare interamente -una simile questione, che parrebbe in qualche modo cospirare -a rendere apocrifa la Genesi, che ne forma parte, e così -ammettendo soltanto per autentico ciò che trasmesso ci venne da -Mosè, noi riguardiamo tutte le altre opinioni come assurde, affatto -destituite di base, e di ragione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_2"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_2"><span class="label">(2)</span></a> -Vari Scrittori d'altronde accreditati, ed <em class="nome">Erodoto</em> fra questi -(<em class="loc">lib. 2. cap. 14.</em>) sostengono, con qualche asseveranza, che il -nome עברים <em>Ebrei</em> (Nghibrim) che prendono i seguaci di Abramo, -il quale è il primo che dalla Scrittura venga denominato עברי -(Nghibrì) <em>Ebreo</em> (<em class="loc">Gen. c. 14. v. 13.</em>) altro propriamente non -sia che un alterazione del nome <em>Ibri</em>, o <em>Iberi</em> dell'Albania, e delle -varie differenti nazioni che dimoravano al di là dell'Eufrate, e -delle sue rispettive sorgenti fra il mare Causpio, ed il mar Nero. -Io per altro, senza diffondermi ad appugnare come falsa, nè ad -ammettere come probabile la presunta etimologia di simile vocabolo, -mi contenterò di accennare solo di slancio, che i Commentatori -Ebrei ne fissano la derivazione radicale dal verbo ebraico -עבר (nghabar) che significa <em>passare</em>, riferendo al passaggio che -fece Abramo dal fiume Eufrate partendo dalla Palestina sua patria -per trasferirsi nella Mesopotamia, e di là rendersi nel paese di -<em class="nome">Canaan</em>; ed alcuni altri ne ripetono l'etimologia da <em class="nome">Heber</em> figlio -di <em class="nome">Schem</em> da cui Abramo discendeva in linea diretta. -</p> - -<p class="foot"> -Ma ciò che riesce presso che impossibile di conciliare coll'Istoria -si è l'epoca dello stabilimento del rito della Circoncisione, mentre -tutti i più sottili investigatori dell'antichità si fanno, d'accordo, -a sostenere che gli Egizj, gli Etiopi, ed i Colchi, nazioni che -l'istoria ci dimostra già esistenti nel secolo di Abramo, furono -gl'inventori di questo Rito, <em class="cit" xml:lang="la">Pudenda circumcidebant a principio</em>, -dice Erodoto, parlando di esse (<em class="loc">in Euter. p. 127.</em>). Diodoro di -Sicilia è del medesimo parere (<em class="loc">lib. 1. p. 24.</em>) e lo stesso <em class="loc">Filone</em>, -la cui autorità in questa parte non può essere in verun modo -sospetta, sembra esso pure convenirne (<em class="loc">Phil. de Circumcis. pag. -10.</em>). Ed i Critici ritrovano che <em class="nome">Geremia</em> colloca gli Egizj alla -testa di tutti i Circoncisi (<em class="cit" xml:lang="la">Visitabo super omnem qui circumcisum -habet præputium, super Ægyptum, et super Judam, et super -Ædom, et super Ammon, et super Moab</em>. <em class="loc">Jerem. cap. 9. ver. -24. 25.</em>). Dal che molti vogliono inferire che questa ceremonia -Rituale fosse già conosciuta, e praticata sopra quasi tutta la terra, -quando il Patriarca Ebreo cominciò, per Divina prescrizione, a -metterla in voga fra i suoi (<em class="loc">Gen. cap. 17. v. 11.</em>): il <em class="nome">P. Accosta</em> -ritrovò degl'indizj di questo Rito nel Messico, siccome ancora -<em class="nome">Pietro Martire</em> nel Jugatan, <em class="nome">Oviedo</em>, <em class="nome">Pisone</em>, <em class="nome">Gumilla</em> e alcuni -altri ne ritrovarono essi pure delle traccie ne' paesi i più lontani -e nella più remota antichità. -</p> - -<p class="foot"> -Pensino i critici come loro piace, ma frattanto tutte le umane -opinioni debbono per sempre tacere in faccia della Scrittura, la -quale sola può determinare ogni nostro sentimento, e che può -con sicurezza guidarci nell'ameno sentiero della verità. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_3"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_3"><span class="label">(3)</span></a> -Quanto non si rende mai contraddittoria alla ragione, ed -oltraggiante alla verità l'origine primitiva donde Tacito fa scaturire -seriosamente il Popolo Ebreo? E tanto dobbiamo più sorprendercene -quanto che è il rispettabile <em class="nome">Tacito</em> che parla (<em class="loc">Hist. lib. V.</em>). Essa -non trae forse sorgente che dalle calunnie acerrime, che i Fenicj, -gli Egizj, e varie nazioni Greche persecutrici di questo Popolo -gli affibbiavano incessantemente (<em class="loc">Jos. contr. App. 5.</em>) Ma questo -dotto Istorico, per altro, prima di avvalorare quelle favole vituperose, -e impertinenti delle quali si serve per denigrarlo, avrebbe -dovuto riflettere che l'origine degli ebrei poco, o nulla differire -dovea da quella di tutte le altre colonie che le prime popolarono -le diverse regioni della terra conosciuta (poscia divenute nazioni -nel progresso de' tempi) poichè lo stato selvaggio essendo per la -società umana di allora uniforme all'indole di essa, e comune ad -ogni vivente, ne viene per immediata conseguenza, che il carattere -intimo di tutti gli esseri umani dovea essere per sua nature -indifferentemente omogeneo in ogni parte; e chiunque versato -anche mediocremente nell'Istoria antica può riconoscere a sufficienza -la pretta verità dimostrata di quanto sostenghiamo, e quindi -rilevare ad un tempo medesimo il paradosso enorme in cui precipitano -quelli che malignamente opinano in contrario. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-II"> -<span class="pageno target" title="9" id="pag-9"></span> -CAPITOLO II. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Della Religione professata, secondo le -apparenze, da' tre primi Patriarchi -fondatori dell'Ebreismo. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Nel modo che l'originario nascimento del -Popolo Ebreo, osservammo essere identico, e -comune in ogni senso con quello di tutte le -selvaggie caterve che popolarono le prime inospite -regioni del globo terracqueo, così dovettero -essere appunto egualmente uniformi i principj -di Religione conosciuti dall'uno, colle -massime di credere praticate dalle altre; cioè -una stupida grossolana idolatria degli astri, -della terra, degli elementi, Culto, che secondo -l'opinione univocamente sostenuta da' più classici -Scrittori dell'antichità, si introdusse nel -mondo appena cominciò questo a popolarsi di -un discreto numero d'individui, il declivio de' -quali dee verosimilmente avere cominciato a -trascinarli all'adorazione della creatura, pratica -che non dovette in origine conoscere altro -<span class="pageno target" title="10" id="pag-10"></span> -disegno fondamentale fuori di quello di perpetuare, -con tal mezzo, sopra la terra la reminiscenza -di quegli uomini che più si erano -distinti durante la loro vita nella società, per -costumi edificanti, e per azioni; ma che resero -ciecamente latrìa nel progresso de' tempi colla -rappresentazione visibile de' simulacri che gl'indicavano; -invenzione che il sentimento generale -de' dotti fa trarre la primitiva sorgente -da <em class="nome">Serug</em> avo di Thare <a id="FNanchor_4"></a><a href="#Footnote_4" class="fnanchor">(4)</a>. -</p> - -<p> -In tale guisa, dunque i popoli stupidi, e -grossolani di que' primi secoli degenerando insensibilmente -dalla semplicità delle materiali -rappresentazioni primitive instituite da Serug, -essi portarono le cose a degli eccessi oltremodo -<span class="pageno target" title="11" id="pag-11"></span> -stravaganti, e criminosi; essi opinarono di -ravvisare il prototipo genuino della Divinità -nell'opera umana, e così pervennero a confondere -ciecamente il creatore colla creatura -e quindi l'adorazione profonda che a quello -si compete, coll'omaggio meramente rispettoso -che esigevasi da questa. Ecco, in una parola, -la vera, e l'unica sorgente dell'idolatria, ed -ecco l'immediata origine fatale donde provenne -quelli affluenza incalcolabile di Dei che ogni -popolo, ogni orda, ogni nazione si è poscia -bizzarramente formati a capriccio de' suoi propri -direttori, anche ne' tempi assai più recenti, e -da' popoli presso i quali lo sviluppo della ragione, -e la coltura dello spirito umano erano -ascese all'apice massimo della perfezione <a id="FNanchor_5"></a><a href="#Footnote_5" class="fnanchor">(5)</a>. -</p> - -<p> -Egli è appunto dal fatal centro stesso di -questo vortice immenso di mostruose superstizioni -ognora rinascenti fra gl'insensati iconolatri -di que' remoti Secoli che sorgere si vide -<span class="pageno target" title="12" id="pag-12"></span> -Abramo figlio di Thare, adoratore, e fabbricatore -d'idoli; mestiere, come si vide, che gli -apparteneva in retaggio di famiglia; ma le massime -ovunque dominanti delle quali dee essere -stato esso ancora imbevuto ne' primi anni della -sua fanciullezza, lo renderono infetto, così -pure, dello stesso malore che attaccava tutta -la Specie umana de' suoi tempi, nè abbandonato -si vide da questo deplorabile smarrimento fino -a tanto che rischiarata la mente coll'efficace -influenza della Divina vocazione, egli si dedicò -a combattere apertamente il culto idolatra, di -cui già cominciava a conoscere l'assurdo e il -nocumento, e fattosi l'inconoclasta de' propri -idoli di suo padre, ne fece tosto sensibilmente -conoscere al mondo la ridicolezza, il pericolo, -e l'inganno <a id="FNanchor_6"></a><a href="#Footnote_6" class="fnanchor">(6)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="13" id="pag-13"></span> -</div> - -<p> -In quanto poi alle interminabili discordanti -questioni che si agitano fra i Rabbini ad oggetto -di definire l'età che Abramo avea nel tempo -dell'avvenimento sorprendente della sua nuova -conversione, poco, o nulla quì ci cale investigare; -lo scopo nostro, sovra di ogni altro interessante, -è soltanto quello di conoscerla meramente, e di -esserne con positiva certezza assicurati, onde -potere da quest'epoca fondare, con esatta cognizione -di causa, l'infallibile nascimento primordiale -del Popolo d'Israel, non meno che -la fausta origine della consolante credenza del -medesimo <a id="FNanchor_7"></a><a href="#Footnote_7" class="fnanchor">(7)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="14" id="pag-14"></span> -</div> - -<p> -Rischiarato che fu così l'intendimento di -Abramo dal fulgido lume di grazia, e fattosi -degno della Divina predilezione, in preferenza -di ogni altro umano individuo esistente allora -sopra la terra, il primo comando impostogli -dall'Essere Supremo, che intuitivamente gli -apparve, fu quello di recidersi il prepuzio nella -provetta età di 99. anni in cui trovavasi nell'epoca -di tale prescrizione, ingiungendoli, nel -tempo medesimo, di ripetere la stessa uniforme -operazione con tutti i maschi aderenti alla -propria sue famiglia, stabilendo per precetto -inviolabile, in perpetuità di tutti i secoli, che -all'avvenire ogni fanciullo nato dalla sua discendenza. -dovea essere circonciso nell'età di -otto giorni, sotto comminatoria fulminante di -eterna dannazione a' trasgressori <a id="FNanchor_8"></a><a href="#Footnote_8" class="fnanchor">(8)</a>. Tale -<span class="pageno target" title="15" id="pag-15"></span> -marca indelebile dovea formare la base inconcussa, -eterna, e radicale del nuovo patto di -alleanza che Dio ha vincolato con Abramo -dopo di averlo colmato di benedizioni, di favori, -e di speranze, assicurandolo di moltiplicare -prodigiosamente la sua stirpe, di proteggerla -in preferenza di ogni altra, di renderla potente -sulla terra, e di farne un lignaggio distinto, -e prediletto, a cui tutti gli altri sarebbero -sommessi, e tributarj in perpetuità di tutti i -secoli: <em class="cit" xml:lang="la">Et ponam te in gentibus, Regesque ex -te egredientur etc. Daboque tibi, et semini tuo -terram peregrinationis tuae, et omnem terram -chanaam in possessionem Aeternam, eroque Deus -eorum</em> <a id="FNanchor_9"></a><a href="#Footnote_9" class="fnanchor">(A)</a>. Promesse che furono da Dio medesimo -reiterate progressivamente a' due altri -<span class="pageno target" title="16" id="pag-16"></span> -Patriarchi dell'Ebreismo, al di lui figlio Isaak, -ed al suo nipote Jacob che ne successero <a id="FNanchor_10"></a><a href="#Footnote_10" class="fnanchor">(9)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="17" id="pag-17"></span> -</div> - -<p> -Or prescindendo dalle ristrette ingiunzioni -che Dio fece a Noè posteriormente al Diluvio, -le quali si riducevano in massima a quelle -medesime prescrizioni che impone la natura -ad ogni essere umano <a id="FNanchor_11"></a><a href="#Footnote_11" class="fnanchor">(10)</a>; non ritrovandosi -altro comando fino a quest'epoca espresso nella -Scrittura fuorchè l'osservanza della Circoncisione -ordinata da Dio ad Abramo, e da questi -passato, in forze della stessa prescrizione, a' -suoi posteri, può, senza mistero, inferirsi ad -evidenza, quale essere dovesse fino allora l'intima -Religione professata da' tre primi Patriarchi; -religione, ad ogni esperimento la più tersa, -la più omogenea alle circostanze de' tempi, -all'indole integerrima di que' pacifici viventi, -circoscritti ne' loro bisogni, dediti alla vita -laboriosa, e frugale, nulla curiosi, od interessati -di conoscere, od analizzare le occulte cagioni -del loro credere, ed alieni dagli affanni laceranti -che cagionano per l'ordinario le questioni, -<span class="pageno target" title="18" id="pag-18"></span> -e le brighe religiose, tranquilli adoravano -l'autore della natura, della cui Provvidenza -gustavano i benefici effetti senza odiarsi nè -perseguitarsi, e senza timore di essere sorpresi -dall'errore, o combattuti dalla religione, o -maniera di credere opposta del più forte. Ma -le generazioni che ne successero poco soddisfatte -dell'incorrotta semplicità di sì fatta edificante -credenza, ben lontano dal seguitare le medesime -vestigia de' primi loro Institutori, in vece di -coltivare lo stesso metodo infallibile di essi, -e il sano loro culto, vollero sottilizzare l'uno, -approfondire le altre, nella, fiducia illusoria -di giugnere a scoprirne fin la sorgente, ed -a scapito enorme della ragione finirono tutte -quante brancolando fra le tenebre dell'ignoranza -col credere ciecamente anche sugli articoli -che agli antichi era permesso di conoscere con -evidenza. Ma i Capitoli susseguenti vieppiù -rischiareranno il nostro assunto, e ad un tempo -medesimo dimostreranno sensibilmente quale -notabile passo retrogrado ha fatto la consolante -Religione di Abramo, a misura che i suoi -travviati successori avvanzavano cammino, -vanamente lusingati di perfezionarla. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_4"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_4"><span class="label">(4)</span></a> -Presso che tutti gli Scrittori critici antichi si uniformano -a rapportare l'origine di questo pernicioso errore a' tempi di <em class="nome">Serug</em> -Avo di <em class="nome">Thare</em>; <em class="nome">Eusebio</em>, <em class="nome">Suida</em>, <em class="nome">Epifanio</em>, <em class="nome">Abulfarage</em>, ed -alcuni altri sostengono essere stato esso l'inventore del culto -delle immagini consecrate alla memoria degli uomini morti in -concetto di saggi, virtuosi, e benefici. Per altro, se lo scopo che -si prefissero in origine Serug, e i suoi contemporanei si fosse -intatto conservato da' Posteri, quello, sarebbe stato per qualche -parte commendevole, giacchè non è da supporsi che gli omaqgj, -che questi prestavano a tali muti, e insensibili simulacri, eccedessero -i limiti circoscritti de' semplici rispetti umani, e in questo -solo senso la pratica non potea essere certamente nè più efficace, -nè più ovvia al felice progresso dell'emulazione, onde accrescere -col mezzo di essa il numero degli individui benemeriti della loro -specie: ma il miscuglio complicato, e informe delle superstizioni -esecrabili che il delirio umano v'intruse successivamente, alterò -da colmo a fondo l'antica purità di questa edificatoria instituzione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_5"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_5"><span class="label">(5)</span></a> -Era sì abbondante il numero delle Divinità conosciute, ed -adorate dal Paganesimo, e dall'antica Roma, che Petronio parlando -di questa in cui esso abitava, dice che l'affluenza degli Altari che -ovunque vi si erigevano per servizio delle medesime, sorpassava di -gran lunga la quantità delle case di abitazione de' cittadini, e -quindi era molto più facile d'incontrare per le vie di Roma un -Dio di un uomo: <em class="cit" xml:lang="la">Utique nostra Regio, tam præsentibus plena -est numinibus, ut facilius possit Deum, quam hominem invenire</em> -(<em class="loc">Petr. lib. IV.</em>). — (Ved. <em class="loc">l'ann. 40. del T. I. delle Note -Campestri pag. 112.</em>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_6"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_6"><span class="label">(6)</span></a> -I Dottori ebrei e fra questi <em class="nome">Rab Ada</em> (nel suo <em class="loc">Berescith -Rabah cap. 38.</em>) narra che Abramo, nell'intervallo intermediario -della sua conversione, incaricato dal di lui padre di accudire allo -smercio delle proprie statue, durante una sua breve assenza, presentatosegli -un giorno certo individuo col disegno di farne acquisto -Abramo l'interrogò quanti anni avesse: -<em class="cit" xml:lang="it">cinquanta</em>, rispose l'Acquirente -averne; <em class="cit" xml:lang="it">sventurato che tu sei!</em> -Esclamò Abramo allora, <em class="cit" xml:lang="it">nell'età di 50. -anni tu adori ciecamente un essere che non ha -che un solo giorno?</em> Questo rimprovero coprì talmente di confusione, -e di pentimento il compratore, ch'egli se ne partì mesto, -e sbigottito, senza potere più articolare parola; indi Abramo presa -un accetta fra le sue mani ha in un istante spezzate tutte le immagini -affidategli dal genitore per procurarne la vendita, illudendo ad un -tempo medesimo argutamente la stupida credulità di suo padre con -un artifizio idoneo a giustificare la di lui propria condotta rapporto -a' simulacri, e a disingannare insieme Thare dell'inventato errore -in cui vivea da lungo tempo miseramente sepolto. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_7"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_7"><span class="label">(7)</span></a> -Quale nuova interessante utilità sarà mai per risultarci, -in alcuna maniera, dopo che noi saremo pervenuti ad assicurarci -che la conversione di Abramo avvenne l'anno 48. di sua età come -opinano <em class="nome">R. Johanan</em>, <em class="nome">R. Haninah</em>, ed il <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Yad -Hazakah lib. 1. p. 1.</em>) ovvero se esso non avea solo che 3. anni -quando cominciò ad acquisire la precisa cognizione del suo Eterno -Creatore, siccome il Talmudista <em class="nome">Bar Abah</em> lo sostiene con gran -forza (<em class="loc">Massehet Nedarim cap. 32. § 1.</em>) e <em class="nome">R. Elighezer</em> fermamente -lo pretende? (<em class="loc">Pirké Avoth c. 26.</em>) <em class="nome">R. Lakis</em> fonda questo -medesimo sentimento sulla combinazione che offre la parola עקב -(nghekeb) riportata nella Genesi (<em class="loc">cap. 26 v. 5.</em>) <em class="cit" xml:lang="la">Eo quod -obedierit Abraham voci meæ &c.</em>, quale avverbio numera 172. -la vita di Abramo fu di anni 175. quindi esso pretende con simile -induzione d'inferire che 3 soli anni visse il Patriarca nelle tenebre -della Pagana idolatria. Il <em class="nome">R. Simeon Bar Zemah</em> nella prefazione -della di lui Opera <em class="loc">Maghen Avoth</em> si sforza di conciliare queste -due opinioni, malgrado ch'esse fossero sì disparate. Ma comunque -siasi, niente di più oscuro, e inconseguente al caso nostro di sì -fatte inutili controversie, tutto che da ogni parte fervidamente -sostenute; e siccome di tali sottigliezze se ne trovano ad ogni -tratto in profusione considerabile presso i Rabbini, noi riguardiamo -come un tempo affatto perduto il fermarcisi un solo istante a discuterne -il valore, quindi è che noi passiamo sopra a tutte quante. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_8"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_8"><span class="label">(8)</span></a> -Moltiplici sono le opinioni che dividono gli autori e antichi -e recenti per rapporto al conoscere i veri motivi di questa Rituale -Instituzione, con tanta urgenza comandata dallo steso Dio ad -Abramo (<em class="loc">Gen. cap. 17. v. 11. 12. 13. 14.</em>) benchè, d'altronde, -nella mente de' critici, già ovunque conosciuta, e praticata, come -osservammo, non è che un istante, dalla massima parte delle -antiche popolazioni. V'ha chi pretende che quella avesse per -iscopo unicamente la sanità; molti le supposero utile, e in certo -modo conferente alla propagazione; ed altri la credettero ancora -una semplice marca distintiva per eccettuare l'ebreo da' falsi credenti, -e dalle numerose idolatre Nazioni delle quali era, ingombro -tutto il mondo conosciuto a que' tempi; ma la materia è così per -se medesima confusa, e impercettibile, che tutte le ricerche fatte -da' dotti di qualunque regione, e di ogni secolo affine d'investigare -l'origine, e le cause di questo segno, non servirono, molto -sovente, che a convincercene dell'inutilità delle loro fatiche, ed -a fornirci de' motivi efficaci onde sospendere interamente i nostri -giudizj per rapporto a questo assunto, come pur troppo ci troviamo -ridotti a simil caso tutte le volte che siamo costretti a brancolare -nella folta caligine del mondo antico ad oggetto di rinvenire quelle verità -ch'esso racchiude. -</p> - -<p class="foot"> -I Mussulmani recidono il prepuzio a' loro maschi appena giunti -a' 13. anni, tale essendo l'età che nel momento di simile comando -avea Ismael figlio di Abramo, da cui i Maomettani si dicono -discendere. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_9"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_9"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Gen. Cap. 17. v. 6. 7. 8.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_10"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_10"><span class="label">(9)</span></a> -Alcuni pensatori miscredenti abituati a sottilizzare, senza -ritegno, tutto ciò che loro offre nuove idee onde alimentare i loro -strani principj, si lanciano furiosamente contro questo passo di -Scrittura, e vi oppongono delle acerrime obbiezioni: essi rimarcano -primieramente che a fronte di tutte le promesse garantite da -Dio a' tre primi Patriarchi in favore della loro posterità, non vi -fu mai popolo al mondo che fosse più maltrattato dell'Ebreo, -anche ne' suoi felici tempi ne' quali miravasi guidato, ed assistito -dal suo Divino Protettore; osservano, in secondo luogo, che lo -stato d'inopia, e di objezione, in cui ha sempre questo popolo -gemuto, quì schiavo, tributario colà, errante ovunque, non sembra -certamente presagire l'impero dell'universo, ed il dominio delle -Nazioni che Dio avea per tante volte assicurato agli Avi suoi; mentre -Abramo il padre di esso, e il fondatore di sua credenza, malgrado -la potenze, e le dovizie che la Genesi gli attribuisce; non solo -non era frattanto possessore di un palmo di terreno suo proprio, -essendo stato costretto di comprare una caverna da Efron per 400. -sicli (1280 <em>lire di francia, calcolata il siclo lire</em> 3. 4 <em>l'uno</em>) -onde seppellire l'estinta Sara sua Consorte; che non solo il di lui -figlio Isaak fu sempre costretto ad abitare le terre altrui per esserne -mancante delle sue proprie, e che Jacob l'ultimo de' Patriarchi -fece il cameriere 14. anni per conseguire in maritaggio la figlia -di Labano; ma che in terzo luogo finalmente tutta l'estensione -della rinomata terra promessa non eccedeva 53. leghe di lunghezza, -che non giunse mai questo popolo a possedere tranquillamente un -lungo periodo di anni; e che a' tempi della sua massima grandezza, -e de' tanto decantati fasti di David, e di Salomone il dominio di -questi (si osa temerariamente sostenere) non oltrepassava 70. leghe -di lunghezza, sopra 50. di larghezza, checchè il libro de' Re asserisca, -in contrario, che il dominio di Salomone specialmente -estendevasi dall'Eufrate fino alla estremità del mediterraneo. -</p> - -<p class="foot"> -Egli è dunque così che opinano inconsideratamente certi filosofi -stravaganti contro l'oracolo ineffabile delle scritture, ma senza -arrestarci quì a combattere simili invettive destituite affatto di verità, -e di buon senso, noi ci contenteremo soltanto di commiserare i -loro deplorabili travviamenti che ad essi tolgono l'adito di conoscere -che gli imperscrutabili disegni dell'Eterno fatti certamente -non sono per la frale intelligenza dell'uomo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_11"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_11"><span class="label">(10)</span></a> -Queste prescrizioni (dette altrimenti precetti Noakiti) -sono quelle che si pretende essere state date da Dio ad Adamo, ed -a Noè. Questi precetti dunque (i quali altro non contengono che -le instituzioni medesime racchiuse nel codice della natura, e di cui -la pratica si rende indispensabile per tutti gli uomini) sono in -numero di sette: il 1. vieta l'idolatria, il 2. impone l'obbligo di -benedire il nome di Dio; il 3. vieta l'omicidio; il 4. condanna -l'adulterio, e l'incesto; il 5. vieta il furto; il 6. impone di fare -giustizia; il 7. vieta di mangiare carne recisa dall'animale vivente -(ved. <em class="loc">Ghem. Babyil. Tit. Sanhed. cap. 1. 4.</em>). -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-III"> -<span class="pageno target" title="19" id="pag-19"></span> -CAPITOLO III. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Ricerche sulla Religione imposta all'antico -Popolo Ebreo dal suo legislatore Mosè, -basata sopra i 613 precetti comandati da -esso nel di lui proclamato Pentateuco, -248 de' quali sono detti affermativi, e -365 negativi. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Tutto era mentale fino a' tempi di Mosè -presso gli antichi Ebrei, tutto meramente contemplativo, -e le loro Religione era sì semplice, -sì metodica, e sì sublime, quanto lo erano -appunto i loro costumi, intimamente penetrati -dell'Esistenza di un Opifice Sommo Creatore, -di cui miravano ad ogn'istante la visuale -testimonianza irrefragabile nello spettacolo sorprendente -dell'universo, e di ciascuna delle -ammirabili sue parti, soddisfatti restavano -unicamente di adorarlo, e di compiere a vicenda -quegli umani doveri, che ad un essere terrigeno -impone la Natura. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="20" id="pag-20"></span> -</div> - -<p> -Ma una situazione sì edificante di purità, -e d'innocenza fu bene precaria, e di fugace -durazione per questi primi venturati credenti; -gli arcani impenetrabili del Dio de' loro padri -conducendo la ristretta famiglia dell'ultimo -de' Patriarchi ad abitare sulle sponde del -Nilo <a id="FNanchor_12"></a><a href="#Footnote_12" class="fnanchor">(11)</a>, le fecero pagare un giorno a caro -prezzo il grato trasporto di mirare uno de' -propri suoi figli elevato alla sovranità di quello -stato, dividerne il Regal soglio, lo Scettro, -ed il diadema col Monarca legittimo di esso; -l'Egitto divenne quindi in breve spazio di -tempo la vulcanea fucina inestinguibile in cui -furono costrutte le aggravanti barbare catene -che per il lungo periodo di oltre quattrocent'anni -trascinarono miseramente i posteri di Jacob -che ne discesero <a id="FNanchor_13"></a><a href="#Footnote_13" class="fnanchor">(12)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="21" id="pag-21"></span> -</div> - -<p> -In sì fatto lagrimevole intervallo di tenace -schiavitù, e di vessazioni rinascenti ad ognora -in mille foggie differenti, quest'abbattuto -lignaggio più non riconobbe se stesso, lo -smarrimento s'impossessò di lui a segno tale che -più esso non distinse nè l'origine sua, nè -giammai più rinvenne il semplice Culto esimio -trasmessogli da' suoi venerabili predecessori, -ma confusamente condannato a languire sotto -il giogo fetale del barbaro Egiziano ne sentì -la fierezza, ne apprese i costumi, ne seguitò -le pratiche superstiziose, ed il culto ridicolo, -e bizzarro di quest'araba progenie, venne -frattanto da que' derelitti avanzi d'Israel ciecamente -sostituito alla tersa, ed alla sana -religione de' suoi primi patriarchi fondatori <a id="FNanchor_14"></a><a href="#Footnote_14" class="fnanchor">(13)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="22" id="pag-22"></span> -</div> - -<p> -Tale era dunque la triste condizione dell'Israelismo, -allorchè Dio spiegando la sua ineffabile -clemenza in favore di questa popolazione -oppressa, e sconsolata, volle compiere con essa -ciò che avea fatto sperare a' benemeriti suoi -progenitori ne' tempi andati, e la sua sorte -crudele dovea cambiarsi. Mosè (a cui Dio -manifesti rese i suoi alti prodigj essendo ancora -nelle fascie) prediletto rampollo della tribù -di Levi, fu destinato l'organo esecutore degli -eterni Decreti; egli affrettossi a compierli, -senza ritegno: il terribile Egitto che premeditava -farsene la tomba, dovette abbandonare -con ignominia la preda che avvinta gemea, -da tempo immemorabile, fra i barbari suoi -lacci; e così lo schiavo Israel dopo di avere -soffocata fino la speranza di un solido, e durabile -conforto a' suoi tormenti, e di una lieta -risorsa, al di lui avvilimento, vide frangere per -la prima volta le infamanti sue catene, Israel -si vide libero. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="23" id="pag-23"></span> -</div> - -<p> -Ma tutto che oltremodo venturata riuscisse -per lui questa metamorfosi repentina, quello -non era tuttavia frattanto che una banda immensa -profuga, ed errante per inospiti deserti -alla quale mancavano ancora, e domicilio, e -leggi, onde prendere fondatamente il sostenuto -carattere di Popolo. Il suolo Cananeo dunque -fu quello che venne ad esso decretato per retaggio, in -forza della promessa fatta già da -Dio a' Patriarchi, ed il suo conduttore Mosè -fu destinato il promulgatore degli statuti, e -delle leggi che l'Essere Supremo volle proclamare -in mezzo di questi nuovi Liberti <a id="FNanchor_15"></a><a href="#Footnote_15" class="fnanchor">(14)</a>. -</p> - -<p> -Egli è in mezzo de' prodigj sorprendenti, -dopo i moltiplici altri di tal fatta che solennemente -ci decanta la Scrittura, operati dallo -stesso Mosè collo stupore universale, e in Egitto, -e altrove in favore del Popolo di cui era esso -la guida, ed il sostegno, ch'egli proclamò la -<span class="pageno target" title="24" id="pag-24"></span> -nuova legge di grazia che lo stesso Dio dell'universo -dettogli sul tremendo Sinaj <a id="FNanchor_16"></a><a href="#Footnote_16" class="fnanchor">(15)</a>. -</p> - -<p> -Le assidue cure, e l'applicazione costante -che richiedeva l'esatta osservanza del nuovo -sacro Codice legislativo che era al medesimo -imposto, astrinse questo popolo a derogare -l'esimia semplicità della prisca Religione de' suoi -<span class="pageno target" title="25" id="pag-25"></span> -benemeriti antenati, ed egli si vide allora -aggravato dal peso di una soma che dovea -necessariamente debilitare le proprie forze, -almeno fino a tanto ch'egli avesse contratta -l'abitudine di sopportarlo. Ben tutt'altro che -i sette semplici Precetti ricavati dal Codice -della natura conosciuti, e seguitati da' <em>Noakiti</em>, -e la circoncisione de' maschi comandata da Dio -ad Abramo; il nuovo patto di alleanza proclamato -col ministero di Mosè li fece ascendere -al numero di 613 de' quali 365 furono detti -Precetti negativi, cioè portanti divieto di esecuzione; -e 248 chiamati Precetti affermativi, -cioè, imponenti obbligo di esecuzione <a id="FNanchor_17"></a><a href="#Footnote_17" class="fnanchor">(16)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="26" id="pag-26"></span> -</div> - -<p> -Egli è dunque sopra queste basi fondamentali -che Mosè, per Divino comando, eresse -l'edifizio immenso del Culto che praticò egli -stesso (per quanto ci è noto) ed il Codice -della nuova Religione di cui si prefisse d'instruire -il Popolo Ebreo de' suoi tempi; e sebbene -questa più allora non fosse quella medesima -credenza già esercitata da' primi circoncisi de' -secoli decorsi, nulla ostante la osservanza che -imponevasi da essa a questi nuovi credenti, -non dovea riuscire loro neppure molto aggravante, -se si riflette (come nel capitolo seguente -mi dispongo a renderlo più espresso) che non -tutto l'intero popolo ebreo era astretto di osservare, -in complesso, la totalità de' precetti che -racchiudeva la nuova legge, mentre una gran -parte de' quali rapportandosi a' Leviti, le loro -cerimonie, le loro ispezioni, i loro Riti ec.; -l'altra incumbendo i Sacerdoti addetti al servizio -dell'Altare, le loro purificazioni, i loro -abbigliamenti, i loro uffizj ec., il resto del -popolo che non apparteneva nè al lignaggio -degli uni, nè alla discendenza degli altri, non -era in dovere che di conoscergli meramente, -senza ingerirsi nella benchè minima parte nell'osservanza -di simili precetti, ciò che semplificava -non solo considerabilmente il culto, ma -ne dispensava una gran parte da tante pratiche -obbligatorie, presso che inutili, o almeno -<span class="pageno target" title="27" id="pag-27"></span> -superflue, e sempre malagevoli a compiere con -esattezza, e precisione. -</p> - -<p> -A che dunque riducevasi in massima la -religione professata dal complesso dell'Ebreismo -dopo la discesa di Mosè dalla prodigiosa -vetta di Sinaj? Apparentemente per certo a -quella sola adottata da Noè, e da Abramo, -ed al semplice Decalogo unicamente; perchè -le tavole portate seco lui dalla sua eccelsa -missione altro certamente non contenevano; e -siccome questa non abbraccia che i soli dieci -Comandamenti, così alcuni si fecero ad opinare, -che Dio, per anticipazione, dettasse a Mosè -verbalmente, durante la sua dimora di 40 giorni -sul testè accennato monte, l'intero Pentateuco -unitamente a tutti i 613 simbolici Precetti -che misteriosamente vi si racchiudono <a id="FNanchor_18"></a><a href="#Footnote_18" class="fnanchor">(17)</a>; -fra i quali erano parimente compresi que' sette -antecedentemente conosciuti, siccome ancora le -varie prescrizioni comandate al Popolo ebreo -<span class="pageno target" title="28" id="pag-28"></span> -alcuni giorni avanti la sua liberazione dalla -cattività dell'Egitto, risguardanti l'osservanza -della Pasqua delle Azzime, i sacrifizj, e le -cerimonie che doveansi necessariamente annettere -alla medesima; ed altri sostengono ancora -che la quantità menzionata di precetti fosse -da Dio comunicata interpolatamente a Mosè, -a varie differenti riprese; ed a misura che -l'opportunità, e le circostanze lo esigevano. -</p> - -<p> -In quale idioma poi l'Essere Supremo si -manifestasse al legislatore Mosè, e quale linguaggio -usasse questi, parlando al Popolo che -prefiggevasi d'instruire, questo è ciò che i -critici mettono al solito in forti, e interminabili -questioni, e che noi non abbiamo interesse di -approfondire, o discutere <a id="FNanchor_19"></a><a href="#Footnote_19" class="fnanchor">(18)</a>; solo ci basta -<span class="pageno target" title="29" id="pag-29"></span> -di potere assicurare con ogni fondamento che -questo Codice, sia che fosse conferito secondo -il pensiere degli uni, sia che comunicato venisse -conforme l'opinione degli altri, quello -fu la solo base frattanto sulla quale venne in -seguito eretta la Religione ammessa, coltivata, -e sostenuta da tutte le 12 Tribù d'Israel, da' -tempi di Mosè che ne fu il Promulgatore, fino -all'estrema caduta di Gerosolima, ed alla -dispersione totale del Popolo ebreo, cui può -da essa unicamente annoverare la folla immensa -di smarrimenti deplorabili a' quali soggiacque -in conseguenza della fatale degenerazione dell'ammirabile -sua credenza primitiva, nella guisa -che dovremo con reiterata menzione rimarcarlo -noi stessi ne' seguenti Capitoli di quest'Opera. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_12"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_12"><span class="label">(11)</span></a> -Per quanto ci narra la Scrittura, tutti quelli che seguitarono -Jacob nell'Egitto appartenenti alla di lui propria famiglia -montavano a 70. individui, compresovi Giuseppe che già vi esisteva -come Sovrano di quello Stato, e i due figli che vi avea esso avuti -(<em class="loc">Exod. cap. 1. v. 5.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_13"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_13"><span class="label">(12)</span></a> -Alcuni Autori pretendono, ed io non saprei sopra quale -base fondano le loro asserzioni, che tutto il tempo in cui il popolo -Ebreo restò schiavo fra i terribili ceppi dell'Egitto non oltrepassasse -gli anni 200. ma i Talmudisti uniti a tutti gli Scrittori i più -accreditati di questa Nazione, appoggiati sull'oracolo infallibile -dalla Scrittura insistono su' quattrocento e trent'anni: <em class="cit" xml:lang="la">habitatio -autem filiorum Israel, qua manserunt in Ægypto, fuit quadrigentorum -triginta annorum</em> (<em class="loc">Exod. cap. 12. v. 40.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_14"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_14"><span class="label">(13)</span></a> -Tutte le dimostrazioni con le quali si sforzano i Rabbini -di provarci che la primitiva Religione si è per lungo tempo conservata -nella posterità di Jacob, anche fra le catene egiziane, non -formeranno mai un indizio, se non positivo almeno verosimile, -idoneo a convincerci, che durante la lunga cattività di questo popolo -in Egitto potess'egli esercitare a rigore il culto già introdotto -e praticato da' primi suoi Padri, e ciò è tanto improbabile, quanto -che non solo apparisce dalla stessa Scrittura che molti anni avanti, -Giuseppe avea già adottate presso che tutte le massime superstiziose -dell'Egitto, facendo mangiare i Suoi fratelli, all'epoca della sua -recognizione co' medesimi, in altra mensa fuori che nella sua, e -parlando loro col mezzo dell'interprete (benchè v'ha chi sostiene -che ciò facesse, per non palesarsi ad essi intelligente dell'ebraico -idioma, che gli Egizj ignoravano). Siccome era l'uso degli Egizj, -i quali aveano in orrore tutti quelli che non appartenevano alla -loro nazione, e si reputavano immondi mangiando seco loro; ma -non ritrovasi altresì fatto nella medesima Scrittura cenno, di sorte -alcuna, che ne' 4. e più secoli di schiavitù a cui soggiacquero gli -ebrei nell'estensione degli stati Egiziani, mantenessero ancora -intatto, non solo il rito importante della Circoncisione, ma nè -pure le antiche instituzioni di natura che, come osservammo, si -credono conosciute, e praticate da Noè, e da tutti i suoi contemporanei, -non meno che degli altri Patriarchi dell'Israelismo che -ne vennero appresso. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_15"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_15"><span class="label">(14)</span></a> -Non essendo mio scopo di farmi quì rapportatore di tutto -ciò che avvenne e questo popolo negli spazj intermediari decorsi, -fra la sua cattività, e la sua liberazione, e degl'incontri, e delle -querele ch'esso ebbe durante la sua lunga dimora nel deserto con -altre simili popolazioni che gli contendevano il paesaggio, fino alla -definitiva occupazione della terra promessa, ed alle fausta promulgazione -della Legge scritta: io passo rapidamente sopra tutti questi -aneddoti, e solo mi arresto di proposito all'ultima, perchè forma -onninamente il soggetto unico, e principale di tutte le ricerche, -e gli assunti racchiusi nella progressione successiva di quest'Opera. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_16"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_16"><span class="label">(15)</span></a> -Chiunque versato nella mitologia della prisca età del mondo -può ad evidenza conoscere come gli antichi Arabi furono gli inventori -di molte favole, e bizzarre allegorie le quali, nella progressione -de' tempi, acquistarono voga presso una gran parte degli -antichi popoli della terra. Fra le innumerabili altre che quelli -hanno immaginato, può annoverarsi l'Istoria dell'antico Bacco, -che supponevano molto anteriore al tempo in cui gli ebrei fissano -l'esistenza di Mosè. Questo Bacco dunque, nato nell'Arabia, -avea scritte lo sue leggi sopra due tavole di pietra; si chiamò -<em class="nome">Misem</em>, gli Arabi lo dicono <em>salvato dalle acque</em>, e tale è la genuina -significazione egiziaca di questo nome; esso avea una bacchetta -colla quale operava delle gesta sorprendenti; questa verga si trasformava -in serpente quando ei volea; raccontano parimente che -questo Misem passò il mare rosso a piede asciutto alla testa della -sua armata, esso divise le acque dell'Oronte, e dell'Idaspe, e -le sospese a diritta, ed a sinistra; una colonna di fuoco rischiarava -i passi della di lui armata durante la notte. Questa favola era si -antica che molti Scrittori de' primi secoli del cristianesimo supposero -che questo Misem, questo Bacco fosse Noè. Or può egli mai -ritrovarsi una rassomiglianza più prossima di quella che si scorge -tra Bacco, e Mosè, fra le gesta, le circostanze, e il nome del -falso Dio Egizio, e i portenti, le operazioni, e il nome stesso del -Legislatore ebreo? Io non oso approfondire di soverchio tale odibile -confronto; lascio a' filosofi perspicaci, a' mitologici, ed agl'intelligenti -le indagini più vaste, e più analitiche di un assunto sì -arduo, e stravagante, e abbandonando gli increduli in preda al loro -delirio, io preferirò sempre frattanto un eccelso Ministro del Dio -di verità a quelli che non lo sono che dell'errore e della menzogna. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_17"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_17"><span class="label">(16)</span></a> -Fossero quì terminati almeno gli essenziali doveri dell'ebreo, -il compimento non ne riuscirebbe sì malagevole ad eseguirsi, -massimo oggi che la situazione di questo popolo cotanto -differente essendo da quella in cui era a' tempi di Mosè (come a -luogo più opportuno mi farò a dimostrarlo) egli si troverebbe -dispensato dall'osservanza delle nove decime parti almeno di simili -Precetti: ma e quale vantaggio di vedersi da una parte attualmente -alleggerito di una affluente quantità di pratiche e cerimonie, s'egli -trovasi dall'altra eccessivamente aggravato di altrettante che gl'imposero -le glose, le parafrasi, e i commenti? (Ved. la <a href="#Footnote_22"><em>Nota</em> -21.</a> susseguente) Io rifletto che non avea in questa parte tutto -il torto S. Pietro allorchè dicea; che il giogo della Legge era sì -opprimente (e notisi che a' tempi di Pietro nè la Misnà, nè il Talmud -erano tuttavia comparsi al giorno) che nè quelli della sua -età, nè i loro progenitori avevano potuto sostenerlo: <em class="cit" xml:lang="la">Nunc ergo -quid tentatis Deum imponere jugum super cervicem discipulorum -quod neque patris nostri, necque nos portare potuimus</em>, -<em class="loc">Act. ch. 15. v. 10.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_18"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_18"><span class="label">(17)</span></a> -I Rabbini attribuiscono a questo numero un allusione -assai curiosa, secondo il solito a praticarsi da' medesimi; essi dunque -pretendono che il corpo umano comprenda altrettante parti -differenti quanta è la somma de' precetti che Mosè avea prescritti. -I 248. affermativi rapportansi alla somma equabile de' membri esistenti -nel corpo dell'uomo; ed i 365. negativi corrispondono al -numero de' nervi che nelle varie sue parti esso contiene. Io me -ne rapporto agli anatomici, a' quali solo appartiene il decidere, -con piena cognizione di causa, se questo calcolo è per se medesimo -esatto. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_19"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_19"><span class="label">(18)</span></a> -Tra le tante male fondate ragioni sulle quali varj critici -increduli pretendono appoggiare le obiezioni che oppongono contro -l'opinione ricevuta generalmente che Dio abbia parlato in ebraico -a Mosè, e che questi si servisse del medesimo idioma per esternarsi -al Popolo, la prima si è che Mosè venendo dell'Egitto donde -avea tratti i suoi natali, dove succhiò il primo latte, ed in cui -ebbe le prima educazione, instruito ne' principj, e nella cultura -degli Egiziani, è molto verosimile ch'egli non dovesse parlare -altra lingua fuori di quella usata in que' tempi sotto il suo Cielo -natalizio, nel modo appunto che <em class="nome">Filone</em> lo rimarca nella <em class="loc">Vita, -e le gesta di Mosè</em>; dal che inferiscono in ultimo, che nel tempo -della promulgazione del Pentateuco, gli ebrei non essendo tutta -via entrati nel paese di Canaan, nè avendo fatto ancora una pratica -consumata, e sufficiente della lingua ebraica, essi non potevano -in veruna maniera pervenire e capirla, e che per conseguenza -quel codice scritto nel Deserto non potea esserlo che nell'Egizio -dialetto, giacchè Dio, aggiungono essi arditamente, non avrebbe, -per certo, comunicata la sua Legge in una lingua che riconosceva -intelligibile affatto per quelli a' quali era una sì eccelsa legge conferita, -e che più aveano duopo di capirla. -</p> - -<p class="foot"> -Queste, ed altre sì fatte opposizioni ci lanciano con fierezza -i miscredenti, ad oggetto di rovesciare delle fondamenta quanto -le sacre pagine appariscono garantirci, e per ismentire, senza ragione, -e senza base, ciò che il suffragio univoco delle Nazioni -autorizza, e conferma; noi, per altro, lasciandogli miseramente -in balìa del loro fluttuante, quanto stolido scetticismo, ci permetteremo -soltanto di osservare essere molto probabile, che il Pentateuco -scritto da Mosè in origine ebraico, fosse tradotto in seguito -nella lingua della Palestina, che altro in fatti non era, che -un mero derivato del Siriaco idioma; poscia in Caldeo, in Greco, -ed in Latino, e lungo tempo dopo anche in antico Gotico dialetto; -in tale maniera lo pensarono parimente varj celebri Scrittori dei -secoli a noi più recenti. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-IV"> -<span class="pageno target" title="30" id="pag-30"></span> -CAPITOLO IV. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Come tali Precetti dovrebbero essere oggi -ridotti alla decima parte, mentre le 9 -restanti, si dimostrano, o inopportune, -attesa la cessazione dell'osservanza; od -inutili, perchè variamente ripetuti; od -incompatibili colle Leggi alle quali è il -Popolo d'Israel attualmente subordinato. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Già noi fino al presente dimostrammo esistere -sulla terra un tempo immemorabile in cui l'esercizio -della Religione de' primi abitatori dell'universo, -meno fastoso, più interno, meno -apparente, rendeva il loro culto più esimio, -più semplice, più terso, in cui i loro intimi -sentimenti più liberi essendo, più chiari, e -più integerrimi di ciò che lo furono, ad un -tale riguardo, quelli delle progenie discendenti, -non facevano ad essi considerare la Religione -come un fardello eccessivamente aggravante, o -<span class="pageno target" title="31" id="pag-31"></span> -insopportabile, mentre quelli tutta consistere la -facevano in un ristretto numero di virtuose azioni -esterne, sempre uniformi, nè soggette erano -giammai ad alterarsi; convinti d'altronde fermamente -che il vero culto più accetto alla Divinità, -e più conferente all'Eterna salute dell'anima -è soltanto quello che ha per base la virtù, che -ha per sede il cuore, calcolando tutto il resto -come affatto chimerico, ed accessorio, ridicolo -per se stesso, pernicioso il più delle volte alla -specie dell'uomo, e sempre degradante alla -sua propria condizione. O tempi di felicità, e -di innocenza! sareste forse voi un illusorio fantasma, -parto della feconda immaginazione de' -Vati? E se tali non siete, perchè mai sì fugace, -ed instantaneo fu il soggiorno vostro fra -i mortali? Pur troppo voi spariste allo sguardo -peribile di essi, come dissipa l'Atmosfera un -fummifero vapore. Ah! sono essi già esistiti que' -giorni venturati per gli esseri umani, i quali -alieni onninamente dalle pratiche bizzarre, e -dalle futili apparenze di simulata pietà, non -avevano soffocati ancora i primi germi salutari -di un incontaminato culto che edifica il cuore, -per abbandonarsi ciecamente alle mostruose -chimere che degradano lo spirito; non vedeasi -allora l'accessorio tenere le veci di principale, -nè miravasi mai come fra noi confondere l'illusione -col buon senso, e la Religione diventare -<span class="pageno target" title="32" id="pag-32"></span> -l'oggetto speculativo del più scaltro <a id="FNanchor_20"></a><a href="#Footnote_20" class="fnanchor">(19)</a>; non -erano già i Tempj di que' sani credenti empiuti -come quelli de' moderni di larve, o simulacri, -nè ingombri gli altari di porfidi, di ebani, -di gemme, o di squisiti metalli; nè i suoli -coperti di sontuosi tappeti; non erano già dico -tali arredi fastosi quelli che attraevano l'intuito -religioso de' primi adoratori del Dio dell'universo; -un sasso informe serviva loro di altare, -ed un erema foresta era il sacro venerabile -tempio in cui penetrati da un integro Divino -amore, si adunavano i primi Padri della specie -umana per implorare grazie dall'autore della -Natura, e con illeso puro culto estollerne le -glorie, propalarne i portenti, riconoscerlo, e -adorarlo <a id="FNanchor_21"></a><a href="#Footnote_21" class="fnanchor">(20)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="33" id="pag-33"></span> -</div> - -<p> -Non può certamente dubitarsi con ragione -che tale in ogni senso non fosse il pretto genuino -carattere della primitiva Religione, conosciuta, -e praticata dalle remote società umane che -cominciarono a popolare le terracquee regioni; -ma siccome l'incostanza è l'appannaggio positivo, -ed omogeneo di tutte le associazioni -<span class="pageno target" title="34" id="pag-34"></span> -umane, e quindi ciò che da questo procede, -regolarmente nella progressione de' tempi, o -si corrompe, o degenera, o si altera, così -appunto questo salutare primitivo stabilimento -ha dovuto esso pure soggiacere alle infauste -vicissitudini medesime di tanti altri, condannati -a sobire la fatale sorte istessa. Chi inclinasse -a fare un ristretto analisi delle Religioni che -or conosciamo, sormontando col pensiero fino -al primo loro nascimento, e discendendo in -seguito all'epoca della propalazione delle medesime, -quale mostruoso confronto non vedrebbe -mai risultarne onde convincersi delle verità -innegabili da noi fin quì esposte? Abbandonando -le altre che ci sono indifferenti, solo -arrestiamoci un breve istante sulla Religione -d'Israel che ci riguarda. La Credenza degli -antediluviani non era già il culto di Abramo, -nel modo che la Religione conosciuta, e professata -da' Patriarchi, era bene differente da -quella che Mosè ordinò al Popolo ebreo nel -Deserto, appena liberati dall'Egitto; e la -Religione di questo è troppo lontana dall'essere -quella che mirasi oggi esercitare dall'ebreismo -di nostre età; sette soli precetti costituivano -l'intera credenza di <em class="nome">Hanoh</em>, di <em class="nome">Noè</em>, -di <em class="nome">Shem</em>, quali Precetti, sebbene si trovino -fare parte de' 613 prescritti da Mosè nel Pentateuco, -i Commentatori, non ostante, sembra -<span class="pageno target" title="35" id="pag-35"></span> -che ne facciano separata menzione, denominandoli -<em>Precetti Noakiti</em> (come già osservammo -più estesamente altrove) vale a dire, di Noè, -attesa l'analogìa prossima che riconoscevasi -fra questi, e le leggi stesse della natura. Un -solo precetto, cioè la circoncisione de' maschi -l'ottavo giorno della loro nascita, venne aggiunto -alla Religione che professarono Abramo, -Isaak, Jacob, e la legge di grazia che Dio -comunicò a Mosè sul grande Horeb, ne fece -accrescere il numero fino a 613, diversamente -classificati, nel modo che frappoco noi entriamo -a dimostrarlo, senza calcolare forse altrettanti -che le immense tradizioni delle quali è la -medesima aggravata, ingiungono all'ebreo di -osservare scrupolosamente, e di cui mi riserbo -a ragionare di proposito altrove <a id="FNanchor_22"></a><a href="#Footnote_22" class="fnanchor">(21)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="36" id="pag-36"></span> -</div> - -<p> -Ma sono essi questi nuovi credenti divenuti -per ciò più religiosi, più saggi? Mi si produca -di grazia, uno solo fra tutti gli osservanti la -nuova legge (se si eccettua Mosè per l'onore -di sua missione, per l'eccelso carattere che -sosteneva, e pe' favori Divini de' quali era -colmato) che possa dirsi, con giustizia, più -integro di Hanoh, che non soggiacque alla -morte naturale, ma che fu tratto da Dio stesso -fra gli esseri viventi <a id="FNanchor_23"></a><a href="#Footnote_23" class="fnanchor">(A)</a>; uno più giusto -di Noè cui Dio preferì a tutto il genere umano -liberando esso, e tutto ciò che gli apparteneva, -dall'orrido flagello del Diluvio universale <a id="FNanchor_24"></a><a href="#Footnote_24" class="fnanchor">(22)</a> -<span class="pageno target" title="37" id="pag-37"></span> -che unitamente alla terra sommerse tutti i -suoi abitatori <a id="FNanchor_25"></a><a href="#Footnote_25" class="fnanchor">(A)</a>? Chi più retto di Schem, che -la Genesi denomina come uomo singolare fra -i suoi simili <a id="FNanchor_26"></a><a href="#Footnote_26" class="fnanchor">(B)</a>? Chi finalmente può con diritto -maggiore vantare fra tutti quelli una Religione -più chiara, un culto più semplice, più vero, -più elevato di quello che la Scrittura ci accenna -professato da' tre primi Patriarchi, i -<span class="pageno target" title="38" id="pag-38"></span> -quali Dio volle per tante volte parzialmente -distinguere suoi amici favoriti, e prediletti? -Dal che può giustamente inferirsi non essere -già il numero affluente di usi, di precetti, o -di cerimonie quello che l'Essere Supremo esige -dagli enti ragionevoli; nè la somma onerosa -di pratiche, di doveri, e di prescrizioni sarà -giammai una solida base, od una prova dimostrata -della sana Religione dell'uomo, nè il -deposito fondamentale del retto culto, che la -terrigena creatura dee prestare al suo Eterno -Creatore. Ben lontano da ciò, dimostrasi, al -contrario, che la Religione tanto è più semplice, -e meno complicata, tanto, e più facilmente -porta seco, a indelebili caratteri, l'augusta -impronta di verità, e tanto meno rincrescevole -ne riesce l'osservanza; tale fu la mente irrefragabile -di un Dio, prescindendo degli espliciti -differenti esempi testè da noi riportati, che -ne formano la prova certa, e convincente <a id="FNanchor_27"></a><a href="#Footnote_27" class="fnanchor">(23)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="39" id="pag-39"></span> -</div> - -<p> -Il legislatore Mosè dunque, allorchè nel -suo Pentateuco impose al Popolo ebreo de' suoi -tempi l'osservanza di 613 Precetti, non intese -certamente che questi dovessero essere intatto -mantenuti complessivamente dal Popolo ebreo -de' nostri secoli, di cui le circostanze, la destinazione, -i costumi, la società, e i doveri sono -affatto cotanto differenti da quelli ne' quali si -trovavano gli antichi fautori di tale credenza; -ciò che l'antiveggente Mosè non potea di -proposito ignorare. Or siccome un esteso dettaglio -di tutti gli accennati precetti sarebbe quello solo -opera di un immenso volume, lo che distraendomi -alquanto dalla serie complicata delle -moltiplici altre materie importanti che quì mi -accinsi di trattare, mi renderebbe di soverchio -prolisso; così affine di non perdere di vista un -soggetto che più di ogni altro dee interessare -le nostre cure, e fare con evidenza più sensibile -discernere che l'abrogazione delle nove decime -parti di essi, proposta da noi come ovvia, e -necessaria non è dettata che delle imponenti -vicissitudini odierne di questo Popolo, noi -divideremo tutti gl'indicati precetti in 3 classi; -due delle quali essendo state fondatamente -riconosciute da noi, od inutili, o insussistenti, -non saranno che rapidamente accennate in -complesso, ad oggetto di rendere con solidità -maggiore dimostrato che tali sono in fatti tutti -<span class="pageno target" title="40" id="pag-40"></span> -que' precetti che le racchiudono: quelli poi -che compresi abbiamo nell'ultima classe, supponendo -che dovrebbero essenzialmente constituire, -secondo il fissato nostro sistema, la -inconcussa Religione de' veri professanti la -credenza di Mosè; tali precetti, dico, saranno -tutti da noi riportati in dettaglio, astrazione -fatta di un certo dato numero comandato replicatamente -dal medesimo; e che nella guisa -che noi entriamo ad osservarlo con ogni esattezza -possibile, altro non vogliono inferire, che la -cosa medesima riportata sotto varie, e in apparenza -differenti prescrizioni. -</p> - -<p> -Entrando quindi all'esame de' precetti che -abbiamo disegnato appartenere all'ordine delle -prima classe, questi ritroviamo ascendere in -tutto al numero di 237 sparsi or quà, or là -nel Pentateuco, secondo l'opportunità, l'epoca, -il bisogno; cioè, 110 affermativi, o prescriventi -dovere di esecuzione, e 127 negativi, o portanti -divieto di esecuzione, i quali tutti avendo per -iscopo o le oblazioni de' Sacerdoti, o l'abbigliamento -di costume di essi, o la costituzione -del tempio, degli altari, o l'acquisto, il trattamento, -e la liberazione degli schiavi, o il -voto di Nazzareismo o l'anno Sabbatico, e -il giubileo, ovvero la distribuzione de' terreni -da assegnarsi a' Leviti nell'estensione della -terra promessa, e tanti altri simili oggetti -<span class="pageno target" title="41" id="pag-41"></span> -del tutto indifferenti per il Popolo ebreo del -nostro secolo, perchè più non esistono in verun -modo, per esso lui; egli è dunque perciò che, -come insussistenti, essi dovrebbero necessariamente -cessare, ed è appunto per tale motivo -che noi quì più non faremo di sorte alcuna -ulteriore menzione. -</p> - -<p> -La seconda classe poi nella quale comprendemmo -que' precetti che risguardano puramente -il giudiziario, il politico, l'economico, -il civile, e che io ritrovo ascendere alla somma -di 203; cioè 115 negativi, e 88 affermativi, -per le medesime imponenti ragioni che servono -di base fondamentale all'abrogazione di quelli contenuti -nella prima, dee questa essere considerata -non solo come inutile onninamente -per gli ebrei de' nostri tempi, ma come incompatibile -altresì colle provide leggi alle -quali sono questi attualmente subordinati, -leggi tutto affatto diverse da quelle che Mosè -ha creduto opportuno di adattare a' costumi -dominanti de' suoi giorni; alle Regioni che -destinava di fare occupare al Popolo di cui -era esso conduttore, all'indole irrequieta e -grossolana del medesimo; ed al governo teocratico -che meditava di introdurre, e sistemare -ne' suoi recinti; e se qualche debole traccia -di tali Mosaiche instituzioni è pervenuta fino -a noi, tanto per quello che risguarda un articolo, -<span class="pageno target" title="42" id="pag-42"></span> -quanto perciò che rapportasi agli altri di maniera -che si creda indispensabile l'osservanza, -le leggi ammirabili recenti prevedono con pari -saggezza, che giustizia e attività; e l'ebreo -che a livello di ogni altro vi è sommesso, ne -risente gl'illimitati vantaggi, e riconosce la -necessità urgente di osservarle, quale fedele -vassallo, ed obbediente subalterno: quindi è -che di questa classe ancora troppo debole -fondamento sembrami che risultare ne potrebbe -il ragionare. -</p> - -<p> -Or detraendo dunque i 237 Precetti, che -abbiamo racchiusi nella prima classe, ed i 203 -che comprende la seconda, montanti insieme -a 440; deduzione fatta da' 613 totale, restaci -un reliquato di 173 Precetti, ma siccome anche -fra questi rimarcasi esservene molti replicatamente -comandati, e che in massima non -implicano radicalmente che la cosa medesima, -noi stimammo conveniente di restrignerne l'osservanza -a quelli soli che ci sembrarono i più -utili, ed i più degni di un Codice sano, metodico, -e sociale, e che abbiamo ritrovato -ascendere al numero di 60; 36 de' quali distinguemmo -negativi, e 24 affermativi, ma dovendo -questi constituire essenzialmente la prima -base fondamentale della Religione Mosaica, -secondo i nostri già fissati principj, noi riguardiamo -come un assunto della più grande urgenza -<span class="pageno target" title="43" id="pag-43"></span> -per se stesso, ed oltremodo necessario, di -riportarli tutti estesamente, apponendo gli -analoghi schiarimenti a quelli che potessero -esigere delle utili, ed opportune osservazioni, -dalle quali risulteranno ancora i motivi efficaci -dell'esatta osservanza de' medesimi, riserbandoci -a trattarne degli altri, che, o modificammo -come superfluamente ripetuti; o annullati -furono da noi come non confacenti a' tempi -nostri, allorchè ne' due Capitoli immediatamente -dopo quello in cui entriamo, riporteremo -in chiari sensi le ragioni evidenti ed inconcusse -che ci hanno indotto a stabilire una sì fatta -restrizione, in apparenza sì considerabile, la -quale con più robuste giustificazioni sarà poscia -dimostrativamente comprovata, allorchè ci -faremo di proposito a discutere, in tempo -debito, le tradizioni, o parafrasi Rabiniche -aggiunte a questi, ed a tanti altri Precetti, -e sovente assai più oscure di ciò che riescano -gli stessi testi originali, ch'essi pretesero di -rischiarare colle medesime, e delle quali si -ignora generalmente la causa, ed il disegno, -senza che alcuno giugnere potesse in alcuni -tempo a discernere l'una, o a risentire i vantaggi -che risultare pretendesi dall'altro. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_20"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_20"><span class="label">(19)</span></a> -Non vi è stato forse in alcun tempo chi con più rea -impostura de' così detti <em class="nome">compagni di Gesù</em> (non saprei se appartenenti -a quelli che furono spettatori alla sua nascita, benchè più -giustamente collocare si potrebbero nella classe degli altri che gli -furono compagni nel supplizio) esercitassero un traffico vergognoso -della religione che facevano credere di difendere, e di professare; -all'estremo indigenti nel loro primo stabilimento, umili, rassegnati, -ed in forza di una bolla di <em class="nome">Paolo III</em>. pubblicata il 3. -Ottobre 1540. ridotti al solo numero di 60. individui (<em class="loc">Extr. de -l'hist. univers. de Thou pag. 6.</em>): ma i loro intrighi tenebrosi, -protetti, e alimentati dalla stupida credulità di quelli che la loro -criminosa pietà avea sedotti, fece crescere il loro numero ad un -affluenza enorme tale fino ad incutere timore agli stessi formidabili -Regnanti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_21"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_21"><span class="label">(20)</span></a> -Ma l'uomo, sembrami che alcuno quì opponga di proposito, -caduco, e frale qual'è di sua natura, dimenticherebbe -sovente l'esistenza di un Dio che lo vivifica, e lo sostiene, se il -culto che tributare gli dee non fosse accompagnato qualche volta -da certe marche esterne che arrestino la sua mente, ed attraggano -i suoi sguardi. -</p> - -<p class="foot"> -Accordando tutto ciò anche un solo istante, donde dunque -procede, domando, che la vera cognizione dell'Essere Supremo -divenne tanto più straniera per l'uomo in proporzione che queste -decantate marche sono state più affluenti, più stravaganti, e universali? -Inoltre quali orrori non furono commessi nell'introdurle, -quali contradizioni nell'adottarle? Quì mirasi i Sciti, i Messicani, -i Peruviani, e i Galli immolare gli uomini ferocemente, persuasi -di non dovere adorare Dio in altra guisa; colà i Dervigj Turchi, -i Bramini, e i Quakeri stordire con giravolte, percuotersi il petto -sulla terra, bilanciando il proprio corpo sopra un rogo, e rimanendo -in estasi per molte ore; tali sono, secondo essi, le marche -più ovvie ed essenziali al puro Culto di un Dio; altrove si fecero -quelle consistere in luminosi apparati, processioni, baldacchini, -candele, strepiti di bronzi ec.; più oltre finalmente si è supposto -che le marche più efficaci per ottenere prontamente il Divino soccorso, -e conseguire l'espiazione de' peccati, fossero le importune -jaculatorie, le incessanti ossecrazioni, il digiuno frequente, la -coltivazione di certe pratiche bizzarre, l'abbigliamento di certi -arnesi, l'astinenza di alcuni cibi, ed altri sì fatti usi ridicoli, -non meno che detestabili. In una parola, si può in ultimo conchiudere, -senza timore d'ingannarci, che se si eccettua quelli ai -quali Dio stesso degnò illuminare, poche persone certamente sono -state capaci d'inalzarsi fino alla sublime contemplazione dell'Eterno -Creatore, e di superare le malefiche barriere che apposero loro, -in ogni tempo, tanto pratiche futili, e contradittorie. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_22"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_22"><span class="label">(21)</span></a> -Oltre i testè accennati precetti contenuti nel vasto Codice -Mosaico, gli Ebrei Talmudisti ne riconoscono una quantità -considerabile di altri che distinguono col nome di מצות רבנן -(Mizvoth Rabanan) <em>Precetti de' Rabbini</em>, a' quali essi attribuiscono -egualmente che a Mosè il potere di fare nuove ordinanze, -secondo le circostanze, il tempo, ed il bisogno, quale -amplia facoltà è fondata sulle parole stesse di Dio che ingiugne -d'indirizzarsi a' 70 anziani dei quali era composto il Sanhedrim, -creato allora da Mosè (<em class="loc">Num. cap. 11. V. 16.</em>) ad oggetto di -sciogliere tutte le vertenze che nascere potevano sulla vera intelligenza -della Legge, e che supponevansi forniti, e diretti dallo -Spirito Divino, ciò che, secondo i Talmudisti, gli rendeva infallibili -nelle loro decisioni (<span class="loc">Ved. il -<a href="#cap-IX">cap. IX.</a> colle sue annotazioni -di questo primo Tomo</span>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_23"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_23"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Gen. cap. 5 v. 25.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_24"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_24"><span class="label">(22)</span></a> -Tutti i più dotti critici del mondo non cessano di rimarcare, -che nello stato in cui trovasi attualmente la terra è -presso che impossibile che possa accadere un Diluvio universale, che -cuopra di 15 cubiti le sommità delle più alte montagne. Il mare -preso in complesso non ha, si dice, più di 300 passi di profondità; -le montagne le più elevate, come il monte Gordiano, o di -<em>Ararat</em> non eccedono 3000 passi la superficie del mare. Quindi -senza calcolare che la capacità del globo si dilata a misura ch'ei -s'inalza, sarebbe duopo necessariamente 12, o 15 volte tant'acqua, -quanta è la massa della terra nella congerie marcata dalla Genesi; -e com'essa non rapporta che de' mezzi naturali, cioè, l'apertura -dell'abisso, e la caduta delle pioggie, sembra che prevenga la -risposta che si potrebbe addurre, dicendo che Dio creò per l'esecuzione -di simile flagello una nuova quantità di acque che desso -volle in seguito annientare. Egli non si servì, secondo la Scrittura -che del vento per diseccarle; così conchiude il <em class="nome">Lenglet</em> (<em class="loc">pag. 187</em>). -V'ha, per altro, luogo di credere, che il mezzo ch'esso ha preso -per ispargerle sulla terra, non fosse meno naturale. -</p> - -<p class="foot"> -Essi medesimi sostengono inoltre ch'egli era impossibile che -le pioggie fossero stato tanto abbondanti per cagionare un simile -effetto, essi appoggiano i loro sentimenti sull'opinione del filosofo -<em class="nome">Mersenna</em>, il quale prova con delle dimostrazioni esatte, che le -borrasche le più violenti non giungono e versare che un polso, e -mezzo di acqua ogni 30 minuti primi, ciò che farebbe 6 piedi -nello spazio di un solo giorno; e il Diluvio non essendo durato -che 40 volte 24 ore, supponendo le più alte montagne a 2000 -passi di elevazione, che è un terzo meno della loro altezza, bisognerebbe, -non per sormontare, ma anche per uguagliarle, che -il Cielo avesse versate in 24 ore 125 piedi di acqua, in vece di 6 -che desso versa nelle più gran tempeste; ciò che i filosofi asseriscono -eccedere la possibilità della natura. (<em class="loc">Lett. Juiv. T. II. Lett. -35 pag. 36 e 37</em>). -</p> - -<p class="foot"> -Varj altri Scrittori hanno preteso che il Diluvio non era stato -universale, ma che Dio non avea avuto che l'intenzione di punire -un popolo ingrato alle tante beneficenze di cui lo avea esso colmato. -I medesimi vollero parimente fare servire la Scrittura e -fortificare la loro opinione, e quindi hanno essi spiegato in loro -favore quel passaggio della Genesi dove leggesi espressamente, che -i figli di Noè <em class="cit" xml:lang="la">Ab his divisæ sunt gentes in terra post diluvium</em>, -(<em class="loc">Cap. X. v. 32</em>) apparisce da ciò che i figli di Noè non solo -aveano divise la terra fra d'essi, ma ancora le nazioni che vi abitavano, -lo che ritroverebbero contrario alla pretesa inondazione -universale di tutta la terra. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_25"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_25"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Gen. cap. 7 v. 22.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_26"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_26"><span class="label">(B)</span></a> -<em class="loc">Ibid. cap. 9 v. 24.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_27"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_27"><span class="label">(23)</span></a> -Oltre che lo stesso Creatore Supremo fece, senza mistero, -espressamente conoscere per bocca del Profeta (<em class="loc">Isaia cap. 58. -v. 5 6 7</em>) non essere già il lungo digiuno, le interminabili ossecrazioni, -le complicate cerimonie rituali, quelle che si esigono -da esso, ma un puro, e integro cuore soltanto, noi avremo -luogo di osservare altrove, che le Religioni che sono le più -aggravate di dogmi, di pratiche, e di usi, lungi dall'essere le -più ovvie a costituire la felicità de' suoi credenti, riescono, ad -ogni riguardo, le più opposte all'umana ragione, le più tormentose -allo spirito, e le meno osservate in ciò che possono le -medesime racchiudere d'utile, di necessario, e di essenziale. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-V"> -<span class="pageno target" title="44" id="pag-44"></span> -CAPITOLO V. -</h2> - -<p class="subtitle"> -De' Precetti che soli dovrebbero costituire, -la pretta Religione dell'Ebreismo fondata -sul Codice Mosaico, ridotto alla sua -vetusta purità. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Siccome niente riconosciamo più naturale nella -complicata immensa catena degli esseri viventi; -che succedersi l'un l'altro, colla pronta non -interrotta propagazione delle speci differenti, -la provvida natura con un declivio irresistibile -ad ogni animale, distribuì gradatamente il -suo adeguato instinto, in maggiore, o minore -dose, che lo trascina con più, o meno veemente -trasporto, ad accoppiarsi ad un essere omogeneo, -affine di conservare inalterabile l'ordine primitivo -già prescritto. Egli è dunque perciò che -sebbene il Maimonide, facendo il riepilogo -nomenclativo di tutti i precetti del Pentateuco, -abbia stimato bene di dovere inserire quello della -<span class="pageno target" title="45" id="pag-45"></span> -<em>propagazione</em> per il primo <a id="FNanchor_28"></a><a href="#Footnote_28" class="fnanchor">(A)</a>, noi non possiamo -questo assolutamente riguardarlo come tale, -altro esso non essendo, come si disse, che un -mero sentimento incitativo della natura, a cui -niun essere vivente sulla terra, purchè fornito -di organo, e d'istinto, non potrebbe certamente -non aderire; mentre quello è identico, e comune -agli enti ragionevoli, ed a' bruti. -Quindi mi sembrerebbe più ovvio prescindere -da questo, e stabilire altresì per primo Precetto -del nostro nuovo sistema, quello comandato -da Dio con tanto impegno, per tre volte, ad -Abramo <a id="FNanchor_29"></a><a href="#Footnote_29" class="fnanchor">(B)</a>, in segno del patto perpetuamente -irrefragabile di alleanza contratta da esso col -Popolo che discendere dovea dal successivo suo -lignaggio, cioè, 1. <em>La Circoncisione de' maschi -l'ottavo giorno della loro nascita</em> <a id="FNanchor_30"></a><a href="#Footnote_30" class="fnanchor">(24)</a>. E da -<span class="pageno target" title="46" id="pag-46"></span> -questo Primo Precetto progredendo, noi passiamo -tosto a dare per detaglio la nomenclatura -generale di tutti gli altri da noi testè fissati. -</p> - -<p> -2. Dalla sera in cui entra il plenilunio -del mese di <em>Nissan</em> (che coincide col Marzo, -non essendo bisesto, od altrimenti coll'Aprile) -per sette giorni dal 15 decorrendo, e tutto il -ventuno dello stesso mese inclusivamente, non -dovranno gli ebrei cibarsi di altro pane fuori -che dell'azzimo, dovendo per detto spazio -allontanare de tutti i loro recinti qualunque -sorta di materia fermentata. Questa è contradistinta -חג המצות (Hag Amazoth) <em>Pasqua delle -azzime</em>; la medesima sarà solennizzata come tale -durante sette giorni, ed il primo, e il settimo -di esse ogni opera servile (eccetto che quelle -che sono di un urgenza indispensabile) dovrà -cessare interamente <a id="FNanchor_31"></a><a href="#Footnote_31" class="fnanchor">(25)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="47" id="pag-47"></span> -</div> - -<p> -3. Credere nell'Esistenza semplicissima -dell'Essere Supremo, nè adorare altri fuori -di esso <a id="FNanchor_32"></a><a href="#Footnote_32" class="fnanchor">(26)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="48" id="pag-48"></span> -</div> - -<p> -4. Non adorare simulacri di qualunque -siasi specie, nè costruirli anche per uso di -altri. -</p> - -<p> -5. Non giurare il nome di Dio in vano. -</p> - -<p> -6. Santificare il sabato, e non fare in esso -alcun opera servile <a id="FNanchor_33"></a><a href="#Footnote_33" class="fnanchor">(27)</a>. -</p> - -<p> -7. Rispettare i genitori, soccorrerli, e -temerli. -</p> - -<p> -8. Non uccidere. -</p> - -<p> -9. Non adulterare. -</p> - -<p> -10. Non rubare. -</p> - -<p> -11. Non fare testimonianze false. -</p> - -<p> -12. Non desiderare la roba, nè la moglie -del prossimo. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="49" id="pag-49"></span> -</div> - -<p> -13. Non ingannar lo straniere in parole -nè in azioni. -</p> - -<p> -14. Non opprimere le vedove, nè gli -orfani. -</p> - -<p> -15. Non molestare l'indigente per i suoi -debiti, ma soccorrerlo ne' di lui pressanti bisogni. -</p> - -<p> -16. Non bestemmiare Dio, nè il Sovrano. -</p> - -<p> -17. Non cibarsi di animali immondi, nè -de' serpeggianti, nè di pesci che non hanno -ala, e squama, nè di volatili rapaci, nè di -vermi generati dalla corruzione de' frutti, delle -palludi, terreni ec. <a id="FNanchor_34"></a><a href="#Footnote_34" class="fnanchor">(28)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="50" id="pag-50"></span> -</div> - -<p> -18. Non cibarsi di alcun animale difettoso, -benchè non vietato, nè di quello morto -naturalmente. -</p> - -<p> -19. Non cibarsi di sangue di qualunque -siasi animale <a id="FNanchor_35"></a><a href="#Footnote_35" class="fnanchor">(29)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="51" id="pag-51"></span> -</div> - -<p> -20. Non commerciare carnalmente con la -madre, nè con la matrigna, nè commettere incesto -qualunque. -</p> - -<p> -21. Non isposare madre, e figlia in verun -tempo, nè zia, e nipote procedente dal figlio -o dalla figlia, nè due sorelle insieme contemporaneamente. -</p> - -<p> -22. Non accoppiarsi con la moglie in tempo -de suoi mestrui, nè durante il corso del di -lei Puerperio <a id="FNanchor_36"></a><a href="#Footnote_36" class="fnanchor">(30)</a>. -</p> - -<p> -25. Non accoppiarsi co' bruti; nè con altro -uomo. -</p> - -<p> -24. Correggere il traviato senza farlo arrossire -delle sue colpe. -</p> - -<p> -25. Non ispionare. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="52" id="pag-52"></span> -</div> - -<p> -26. Non vendicarsi del prossimo, nè conservare -odio contro di esso. -</p> - -<p> -27. Amare il proprio simile come se stesso. -</p> - -<p> -28. Non giurare in nome delle false divinità -adorate dai Popoli idolatri. -</p> - -<p> -29. Non fare incisione d'idolatrìa sulle -membra del corpo <a id="FNanchor_37"></a><a href="#Footnote_37" class="fnanchor">(31)</a>. -</p> - -<p> -30. Non imitare i costumi de' Gentili. -</p> - -<p> -31. Non castrare un Israelita per farlo -Eunuco. -</p> - -<p> -32. Festeggiare, e riposare il primo giorno -della neomenia del settimo mese <a id="FNanchor_38"></a><a href="#Footnote_38" class="fnanchor">(32)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="53" id="pag-53"></span> -</div> - -<p> -33. Digiunare il giorno decimo, del settimo mese, -con astinenza totale di qualunque -siasi nutrimento durante lo spazio di 24 ore dalla -sera del 9 al tramontare del sole fino al periodo -stesso del giorno dieci, e solennizzarlo -colle medesime prescrizioni del sabato <a id="FNanchor_39"></a><a href="#Footnote_39" class="fnanchor">(33)</a>. -</p> - -<p> -34. Solennizzare la festa delle capanne il -giorno 15, e il 21 di detto mese; mangiare -sotto le medesime per sette giorni, ed il primo -di questi prendere la palma, il mirto, il salce, -il cedro durante la preghiera di quella sola -mattina <a id="FNanchor_40"></a><a href="#Footnote_40" class="fnanchor">(34)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="54" id="pag-54"></span> -</div> - -<p> -35. Festeggiare l'ottavo giorno susseguente -alla solennità delle capanne con gli stessi doveri -delle osservanze imposte nel primo giorno, -e nel settimo di detta festa <a id="FNanchor_41"></a><a href="#Footnote_41" class="fnanchor">(35)</a>. -</p> - -<p> -36. Contare sette settimane; decorrendo -dal secondo giorno della Pasqua delle Azzime, -al termine delle quali solennizzare la -festa delle primizie, così distinta festa di settimane -colle prescrizioni medesime delle altre <a id="FNanchor_42"></a><a href="#Footnote_42" class="fnanchor">(36)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="55" id="pag-55"></span> -</div> - -<p> -37. Non prestare ad usura <a id="FNanchor_43"></a><a href="#Footnote_43" class="fnanchor">(37)</a>. -</p> - -<p> -38. Rispettare la virtù, e la vecchiezza. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="56" id="pag-56"></span> -</div> - -<p> -39. Non prestare fede a' mendaci Profeti. -</p> - -<p> -40. Non prestare fede egli aruspici, nè -agli esorcizzatori. -</p> - -<p> -41. Ubidire le leggi civili, senza, mai -prevaricarle. -</p> - -<p> -42. Venerare i luoghi Sacri <a id="FNanchor_44"></a><a href="#Footnote_44" class="fnanchor">(38)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="57" id="pag-57"></span> -</div> - -<p> -43. Pregare Dio per la conservazione del -Sovrano, e per la tranquillità dello Stato. -</p> - -<p> -44. Non ritenere, nè ritardare le mercedi -altrui. -</p> - -<p> -45. Non abbigliarsi l'uomo delle suppellettili -da femmina; nè questa ornarsi degli -abiti di quello <a id="FNanchor_45"></a><a href="#Footnote_45" class="fnanchor">(39)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="58" id="pag-58"></span> -</div> - -<p> -46. Non commettere azioni che possano -cagionare scandalo. -</p> - -<p> -47. Osservare, e mantenere con esattezza -le promesse pie. -</p> - -<p> -48. Proclamare i novilunj <a id="FNanchor_46"></a><a href="#Footnote_46" class="fnanchor">(40)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="59" id="pag-59"></span> -</div> - -<p> -49. Credere nell'Immortalità dell'anima -umana <a id="FNanchor_47"></a><a href="#Footnote_47" class="fnanchor">(41)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="60" id="pag-60"></span> -</div> - -<p> -50. Restituire gli oggetti perduti al loro -legittimo proprietario. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="61" id="pag-61"></span> -</div> - -<p> -51. Usare ospitalità cogli stranieri. -</p> - -<p> -52. Una femmina divorziata passata a seconde -nozze, ed indi restata vedova, non potrà -più accoppiarsi col di lei primo consorte. -</p> - -<p> -53. Chiunque avesse avuto commercio violentato -con una fanciulla senza renderne consci -i di lei genitori, esso è in dovere di sposarla, -senza poterla in alcun tempo ripudiare. -</p> - -<p> -54. Instruirsi nella legge mosaica. -</p> - -<p> -55. Non mormorare contro un sordo, od -una persona assente. -</p> - -<p> -56. Non mettere impedimento davanti un -cieco. -</p> - -<p> -57. Non negare ciò che si è ricevuto in deposito. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="62" id="pag-62"></span> -</div> - -<p> -58. Non uccidere gli animali co' loro piccoli -entro lo spazio di un medesimo giorno <a id="FNanchor_48"></a><a href="#Footnote_48" class="fnanchor">(42)</a>. -</p> - -<p> -59. Tenere le bilancie, i pesi, e le misure -giuste. -</p> - -<p> -60. Non alterare i Precetti della Scrittura -con inutili commenti <a id="FNanchor_49"></a><a href="#Footnote_49" class="fnanchor">(43)</a>. -</p> - -<p> -In seguito dunque delle indagini le più -accurate, e lo più profonde, tali noi ritrovammo -potere in massime ridurre tutti i <em>Precetti</em>, -gli <em>Statuti</em>, ed i <em>Giudizj</em> proclamati già -da Mosè al Popolo ebreo de' suoi tempi <a id="FNanchor_50"></a><a href="#Footnote_50" class="fnanchor">(44)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="63" id="pag-63"></span> -</div> - -<p> -Ma sul dubbio che alcuno s'inducesse quì -ad obbjettarmi (animato forse da impocrito -zelo) come una diminuzione, in apparenza, -sì rimarcabile, potrebbe ragionevolmente farsi -luogo in un Codice, che oggi conta ormai 30 -e più secoli, e sempre intatto conservatosi nel -mondo, senza che alcuno in verun epoca osasse -minorarne il valore, nè alterarlo, io non debbo -dispensarmi del fare illativamente riflettere, -in primo luogo; che il Popolo ebreo non potea -fino ad ora determinarsi giammai ad un tale -partito salutare, atteso che dopo la memorabile -sua dispersione, desso non ebbe in alcun tempo -un protettore per difenderlo; un padre sensibile -per interessarsi de' suoi solidi, e durabili -vantaggi; un <span class="sc">Napoleone</span> in fine per illuminarlo, -e fare ad esso ampliamente comprendere che -ciò che era necessario nella Palestina potrebbe -essere inutile in Francia, ed in Italia, -siccome quello che è adottato ottimo in un -tempo, viene sovente considerato riprovabile -in un altro; e che 30 e più secoli di antichità -<span class="pageno target" title="64" id="pag-64"></span> -non potranno mai trasformare l'accessorio in -essenziale, nè l'errore in verità <a id="FNanchor_51"></a><a href="#Footnote_51" class="fnanchor">(45)</a>. Ed ecco -propriamente le solo vere dimostrate cagioni -per le quali niuno ha osato giammai per l'addietro -effettuarlo. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="65" id="pag-65"></span> -</div> - -<p> -In secondo luogo poi, trattandosi di un -oggetto sì rilevante, quale apparisce una sì -enorme restrizione di oltre nove decime parti -de' Precetti Mosaici, affine di diminuire la -sorpresa che recare dessa forse potrebbe nella -riscaldata fantasia de' zelanti, noi entriamo -nel Capitolo seguente a produrre in detaglio -i genuini motivi pe' quali fummo costretti -ad abrogare anche una gran parte degli altri -che parrebbero escludere interamente quelli -che comprendono le due prime classi, ed entrare -al contrario nell'ordine della terza, riguardata -da noi come ovvia, e necessaria a -costituire, o fissare solidamente il propostoci -nuovo piano di riforma del Culto del Popolo -d'Israel. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_28"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_28"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Genesi cap. 1. v. 20.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_29"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_29"><span class="label">(B)</span></a> -<em class="loc">Ibid. cap. 17 v. 10 11 12.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_30"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_30"><span class="label">(24)</span></a> -I Rabbini oltre la recisione del prepuzio, comandata da -Dio al Patriarca Abramo, vi aggiungono cert'altra operazione, che -chiamano פריעה (Peringha) <em>scuoprimento</em>, che vogliono doversi -fare scuoprendo colle due unghie del police (che gli addetti -a tale ufficio denominati מוהלים (mohelim) <em>circoncisori</em> lasciano -espressamente accuminate) la tenue pellicola che copre l'orificio -dell'uretera dopo la recisione del prepuzio, affinchè la sommità -della corona del pene resti per ogni parte dilatata; essi appoggiano -questa nuova prescrizione sul comando che Dio fece a -Jesuè di circoncidere gl'Israeliti una seconda volta. <em class="cit" xml:lang="la">Eo tempora -ait Dominus ad Josuè: Fac tibi cultros lapideos, et circumcide -secundo filios Israel</em>. <em class="loc">Jos. c. 5 v. 2.</em> L'autore del <em class="loc">Berescit -Rabah</em> la pretende inserita nell'ordinazione fatta da Dio stesso -ad Abramo con la replica di המול ימול (himol, imol) <em>circoncidere -circonciderai</em>. <em class="loc">Gen. cap. 17 v. 13.</em> quale replica (aggiugne quell'autore) -riguardare si potrebbe come affatto inutile, se non volesse altro -significare che la semplice recisione del prepuzio (Ved. <em class="loc">Talmud -Trat. Ievam. c. 71 p. 2 Comm. Tossaf. Id. Com. R. Ief. Toar.</em>) -fermi dunque in tale opinione i Rabbini conchiudono che מל ולא -פרע כאילו לא מל (mal velò parangh cheilu lo mal) <em class="cit" xml:lang="it">chiunque circoncidesse -senza lo scuoprimento, è come se non avesse circonciso</em>. -(<em class="loc">Ved. Iorè Deng. cap. 264 § 4 Mis. fol. 137.</em>). Le Nazioni che -menzionammo anticamente praticarla, non usavano lo scoprimento; -siccome non lo conoscono nè pure i Musulmani a' nostri tempi. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_31"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_31"><span class="label">(25)</span></a> -<em class="cit" xml:lang="la">Dies prima erit Sancta, atque Solemnis, et dies -Septima eadem festivitate venerabilis: nihil operis facietis in -eis, exceptis his quæ ad vescendum pertinent</em>. <em class="loc">Exo. cap. 12 V. 16.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Questa Pasqua è stata instituita in commemorazione dell'uscita -prodigiosa del Popolo ebreo dall'Egitto; ed essa è chiamata <em>delle -azzime</em>, riferendo al pane senza lievito di cui si è esso alimentato, -che per fretta di sua partenza non potè lasciare fermentare: -la medesima è distinta dalle sacre pagine col nome di פסח (Pesah) -a cui la Scrittura istessa assegna l'etimologia di פסח (Passah) -che significa <em>saltare</em>, o <em>tragittare</em> alludendo al tragitto che fece -l'angelo sterminatore nella notte dell'orribile strage de' primogeniti -dell'Egitto, lasciando illese le abitazioni degli ebrei, e -portando la desolazione, e la morte in quella de' loro barbari -oppressori:<em class="cit" xml:lang="la"> Transibit enim Dominus percutiens Ægyptios cumque -viderit sanguinem in superliminari, et in utroque poste, transcendet -ostium domus, et non sinet percussorem ingredi domos -vestras et lædere</em> <em class="loc">Exo. Cap. 12 v. 23.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Ma senza nulla spiegare sul valore intimo di sì fatta etimologia, -non si potrebbe farla inoltre significare il passaggio repentino -che fece il popolo ebreo dalla schiavitù, alla libertà? Io la -riguarderei molto più degna del nitido fonte da cui parte; riserbandomi -a parlare delle tante superstizioni che hanno luogo in -questa Pasqua presso gli ebrei, allorchè mi emergerà in seguito -di ragionare de' Talmudisti, e de' loro interminabili commenti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_32"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_32"><span class="label">(26)</span></a> -Il deciso ingenuo trasporto che io sento per la verità, -mi astrigne a dovere quì formalmente smentire l'opinione che -da varj pensatori stravaganti si è preteso erroneamente sostenere -con qualche pertinace asseveranza, cioè che i due punti essenziali -reggenti qualunque sistema religioso, l'Esistenza di Dio, e l'immortalità -dell'anima umana, sono interamente tacciuti da Mosè; -nè che questi dogmi trovinsi menzionati, di sorte alcuna, in -verun luogo del Pentateuco. In quanto alla prima si porrebbe, -senza scrupolo, tacciare di delirio chiunque volesse immaginare -che gli ebrei potessero dubitare un solo istante dell'esistenza di -un Essere, che ad ogni momento manifestavasi ad essi ora con -proteste, or con prodigi, or con minaccie, ed ora con gastighi -differenti. Oltre a ciò quante volte ritrovasi nella Scrittura la -confessione esplicite e universale di tutto questo Popolo di credere, -obbedire, ed adorare il Dio de' suoi Padri? E il primo dei -comandamenti del Decalogo non forma egli la prova la più convincente, -e la più chiara dell'Esistenza di un Dio? Perciò che -riguarda poi l'immortalità dell'anima umana, di questa sarà da -noi parlato quanto fa duopo nella susseguente -<a href="#Footnote_47">Annot. 41</a>, dove -la Scrittura stessa concorrerà con eguali prove irrefragabili a -dimostrarla. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_33"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_33"><span class="label">(27)</span></a> -Supponendo che la creazione dell'universo avesse il suo -primitivo cominciamento il giorno che noi chiamiamo Domenica, -da questo decorrendo sette giorni, che tanti furono, secondo il -primo capit. della Genesi, quelli che Dio ha impiegati in tutta -l'opera immensa tratta dall'onnisciente suo consiglio, il giorno -settimo fu contraddistinto col nome di שבת (sciabat) che significa -<em>Riposo</em>. Quindi è che Mosè lo ha instituito come un giorno -sacro dedicato perpetuamente al Creatore, ed un giorno di delizia, -e di ricreazione: ma come gli ebrei Talmudisti lo abbiano in seguito -alterato, colle infinite superstiziose cerimonie che vi aggiunsero, -noi lo dimostreremo fra qualche breve momento, non essendo -quì l'opportuna occasione di ragionarne. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_34"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_34"><span class="label">(28)</span></a> -L'astinenza di certi animali per principio di Religione, -non era già dogma particolare unicamente degli ebrei, i popoli -attigui ne facevano lo stesso. I Sirj, e gli Egizj non mangiavano -pesce, ed Erodoto (<em class="loc">cap. 2.</em>) assicura che per motivo di superstizione, -se ne astenessero anche i Greci. I Tebani non si cibavano -di montone, atteso che adornano <em class="nome">Ammone</em> sotto il simbolo di un -becco, ma uccidevano le capre; altrove astenevansi delle capre, -ed uccidevano il montone. I Sacerdoti dell'Egitto si astenevano -de tutti que' cibi, siccome pure da tutte quelle bevande portate -dalle estere città (<em class="loc">Porphy. Abstin. 4</em>); erano loro parimente -vietate le bestie che hanno il piede di figura rotonda, ovvero in -più dita partito, o che non hanno affatto corna, egualmente che -degli uccelli di rapina; e durante l'intervallo delle loro purificazioni, -astenevansi anche dagli ovi (<em class="loc">Herod. Ibid.</em>). Tutti gli -Egizj reputavano immondo il porco, non già perchè non rumina, -ma perchè desso è attaccato sovente da una specie di lepra dalla -quale si ripete, secondo gli osservatori, la prima, e la sola cagione -delle peste a cui è ora soggetto quasi tutto l'oriente, dove -questi animali allignavano un tempo con un affluenza incalcolabile, -e gli stessi Egizj portavano il loro scrupolo a tal segno che -chiunque ne avesse toccato uno, anche per accidente, dovea tosto lavarsi -tutto il corpo, e le vestimenta (<em class="loc">Ibid.</em>). Platone ancora fieramente -inveisce contro quelli che si cibano, e nutriscono questo -animale. Non avvi alcuno che ignori che attualmente pure, i -Bracmani delle Indie, non mangiano, e non uccidono alcuna specie -di animale, ed è cosa conosciuta che vivono in tal foggia da oltre -venti secoli. -</p> - -<p class="foot"> -Da tutto l'esposto dunque chiaro apparisce, che le instituzioni -di Mosè, concernenti le indicate astinenze non avevano niente -di straordinario, ne di nuovo sulla terra; ma sembrami che quelle -non tendessero propriamente che a ritenere il popolo entro i limiti -della continenza, e vietando ad esso l'uso di certi cibi, si può -arguire con qualche grado di certezza, non essersi Mosè prefisso -altro disegno che la sua sanità, e i suoi costumi: esso vietò agli -ebrei di mangiare sangue, come un cibo non solo assai difficile -a digerire, ma in ogni senso ripugnante all'essere umano (vedi -la seguente <a href="#Footnote_35">Annot. 29</a>). La carne di porco, o di majale è ancora -molto aggravante per lo stomaco, e di penosa digestione; lo stesso -dicasi de' pesci che non hanno ala nè squama, la loro polpa regolarmente -è oleosa, e grossa, e quindi oltremodo perniciosa al -corpo umano. In tale maniera, per non più diffondermi di soverchio, -si possono assegnare delle ragioni molto efficaci, della massima -parte di simili divieti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_35"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_35"><span class="label">(29)</span></a> -Le stesse identiche regioni stabilite poc'anzi per l'astinenza -di certi cibi si possono fondatamente assegnare (come osservammo) -alla proibizione del sangue, e solo potrebbe quì aggiugnersi, -che siccome da questo fluido è sostenuta, e alimentata -l'esistenza di ogni vivente, così l'uomo facendosene il nutrimento -potrebbe con fierezza maggiore, e meno ribrezzo incrudelire contro -il proprio suo simile, nella guisa che l'ho chiaramente dimostrato -in altro luogo, parlando delle carnificine che miransi fare ogni -dì pubblicamente degli animali destinati per l'uso della mensa -quotidiana dell'uomo (vedi <em class="loc">l'Annot. 25 al tom. I. delle Notti -Campest. pag. 80.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_36"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_36"><span class="label">(30)</span></a> -Questa è parimente una prescrizione di sanità, non meno -dell'altra tendente al medesimo salutare disegno. La femmina -imbrattata de' suoi corsi mestruali, essendo soggetta ad uno scolamento -perenne di sangue <em>viziato</em>, come chiamano i medici, -accoppiandosi ad un uomo in tale stato, in cui essa è più facilmente -suscettibile di concezione, non solo pericolerebbe forse di -generare una prole difettano viziata; ma ridurrebbe l'uomo pure -ad acquistare frequenti malattie flogistiche, se si vuole avere riguardo -alle varie <em>discrasìe</em> delle quali può essere affetto, e di -cui ei perverrebbe dopo un lungo periodo di tempo, e con gran -pena a liberarsi; le medesime ragioni si possono probabilmente -assegnare al tempo de' <em>lochii</em>, o purgazioni alle quali è la puerpera -soggetta dopo lo sgravamento del parto, lo che gli lascia una -spossatezza tale che potrebbe cagionarle delle funeste conseguenze -unendosi ad un uomo, sebbene il pericolo dalla parte di questo, -per quanto asseriscono i medici, non sia tanto considerabile nè sì -dannoso come nel primo caso. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_37"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_37"><span class="label">(31)</span></a> -Era costume generalmente praticato da' Pagani dell'antichità, -di incidere sopra a qualche parte del loro corpo le figure -degl'idoli, e de' simulacri adorati da' medesimi, co' simbolici caratteri -allusivi ch'essi vi applicavano. I cattolici romani de' nostri -tempi hanno adottato questo abominevole costume, specialmente -la parte idiota di questo popolo; barcajuoli, nautici, operai, facchini, -ed altri di tal fatta, i quali colla punta di un ago immersa -nell'inchiostro, che fanno con eccessivo spasimo penetrare entro -la cute, o di un braccio, o di una mano, od anche del petto, -imprimono qualunque immagine, o carattere che niun arte umana -è giammai sufficiente a cancellare. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_38"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_38"><span class="label">(32)</span></a> -Molti Commentatori hanno creduto che questa festa, -altrimenti chiamata <em>delle trombe</em> (<em class="loc">Num. cap. 9 v. 33.</em>) fosse instituita -affine di rendere grazie a Dio per avere data la legge al -suo Popolo sul monte Sinai fra i tuoni, e lo strepito delle trombe, -ossia <em>Scioffar</em> (tuba) di cui sarà da noi parlato altrove (ved. la -seguente <a href="#Footnote_61">annot. 51</a>), altri opinano che questa festa fosse instituita -per avvertire gl'Israeliti che in quel giorno cominciava <em>l'anno -civile</em>, onde eccitarli e servire Dio con maggiore divozione -nell'anno nuovo; e disporli nel tempo stesso alla festa del Digiuno -di Espiazione, che dovea solennemente celebrarsi nove giorni -appresso. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_39"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_39"><span class="label">(33)</span></a> -Questa festa è contraddistinta dalla Scrittura col nome -di כפור <em>Chipur</em> ovvero Digiuno di Espiazione delle colpe del Popolo, -e della purificazione del Tabernacolo, e del Santuario. -(<em class="loc">Levit. cap. 23 v. 31 e seq.</em>). Essa è stata instituita, secondo -quello che ci fa travedere la Scrittura, per assicurare il Popolo, -il quale avea contro di esso provocata l'ira Divina coll'adorazione -del Vitello d'oro, e garantirlo così che Dio erasi riconciliato seco -lui. In tale giorno erano offerti due caproni per ispiazione dei -peccati del Popolo; uno de' quali era immolato, e rimandavasi -l'altro sciolto nel deserto carco di maledizioni, ed aggravato dei -peccati del Popolo, che imponevagli il nome di Emissario (<em class="loc">Levit. -cap. 16 v. 26.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_40"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_40"><span class="label">(34)</span></a> -Queste Solennità denominata dalla Scrittura חג הסכת -(Hag assucoth) <em>festa de' Tabernacoli</em>, o delle <em>Tende</em> (<em class="loc">Levit. -cap. 23 v. 40.</em>), fu instituita affinchè gli ebrei si ricordassero -del tempo in cui abitarono in esse i loro vetusti padri nel -deserto per sì lungo intervallo di anni; la celebrazione di questa -Solennità cedeva per lo più entro il mese di settembre, tanto per -che la stagione allora temperata, riusciva più confacente, e meno -incomodo a rimanere sotto le tende all'aperta campagna, quanto -perchè sceglievasi la stagione nella quale erano raccolti i frutti -della terra, onde ringraziare Dio per tutti que' favori ricevuti durante -il decorso periodo dell'anno. In quanto poi al fascicolo prescritto -in detta festa, mi riserbo a ragionarne altrove (<span class="loc">ved. -l'<a href="#Footnote_62">ann. 52</a></span>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_41"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_41"><span class="label">(35)</span></a> -Le festa delle quale è quì falle menzione viene chiamata -dalla Scrittura שמיני עצרת (Sceminì nghazereth) <em>l'ottava</em> -(<em class="loc">Levit. cap. 23 v. 36.</em>) essa era un complimento della festa precedente, -e la conclusione di tutte le altre, quasi che significare -volendo propriamente la <em>festa di congedo</em>, imperciocchè la solennità -de' tabernacoli terminando il settimo giorno, il susseguente, -celebravasi la festa della <em>Riunione</em> degli Israeliti i quali essendo -restati per sette giorni entro le tende, se ne ritornano tutti -insieme nelle rispettive loro case, in quella guisa medesima che -i loro padri dopo di avere abitato sotto le capanne per lungo corso -di anni in mezzo de' deserti, ritrovarono nell'ubertosa terra di -promissione un domicilio ameno, stabile, e tranquillo. Tale è -l'oggetto delle commemorazione delle testè indicata solennità -dell'<em>assemblea</em>, o della Riunione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_42"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_42"><span class="label">(36)</span></a> -Dal giorno susseguente al primo della Pasqua delle azzime -le Scrittura ordina (<em class="loc">Levit. cap. 20 v. 15.</em>) di contare sette settimane, -esse formano 49 giorni, ed il cinquantesimo osservare la -solennità della חג שבועות (Hag Sciabungoth) <em>festa delle settimane</em>, -o delle primizie, perchè dalla messe che facevasi allora, offrivasi -a Dio le primizie unitamente a due Pani, ed a' sacrifizj di surerogazione. -Una tal festa si allude parimenti alla commemorazione -della legge che Dio proclamò in quel medesimo giorno per mezzo -di Mosè sulla prodigiosa vetta di Sinaj. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_43"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_43"><span class="label">(37)</span></a> -Dopo le tante dotte ponderate riflessioni, e gli energici -discorsi fatti sopra questo proposito da entrambe le assemblee Israelitiche -convocate in Parigi, l'una il Luglio 1806, l'altra in Febbrajo -1807 per Augusta Paterna disposizione dell'Illuminato Monarca -della Francia, e dell'Italia, sempre intento a migliorare la -condizione dell'ebreo soggetto alle ammirabili sue Leggi, cosa -mai aggiugnere io potrei per dimostrare l'onta incancellabile che -risulta all'ebreo la trasgressione di questo Precetto, per cui esso -fu in ogni tempo, e ovunque preso di mira, sebbene non sia -quello il solo ad esercitare impunemente l'infamante mestiere di -usurajo? Che l'ebreo esercitasse l'usura in que' tempi calamitosi -ne' quali un avverso destino lo volea soggiogato sotto l'impotente -dominio di certi devoti, ed imbecilli regoluzzi, che religiosamente -gli toglievano qualunque mezzo di sussistenza, interdicendoli -per sino tutte le vie regolari di un commercio decoroso, il -possesso di fondi, l'esercizio delle arti liberali, il diritto pur -anche di cittadino, esso potea in tale stato ripeterne la legittima -cagione dalla pressante necessità a cui trovavasi astretto: ma come -potrebbe mai giustificarlo attualmente l'ebreo della Francia, e -dell'Italia, in particolare, protetto, e governato da un Sovrano, -il di cui vasto potere eguaglia l'estensione de' suoi lumi, che lo -ha posto a livello della più insigne Nazione che calpesti l'universo, -e della quale esso è felicemente per quello il Capo, la -delizia, ed il sostegno? Or che all'ebreo fu permesso di rientrare -nella classe degli enti ragionevoli, da cui la superstizione, l'orgoglio, -e l'ignoranza tentarono sempre di eccettuarlo; ora che -libero può disporre di que' talenti de' quali esso è fornito, che -può usare di quella industria ch'egli sente; che può impiegare a -suo piacere quelle dovizie che possede, or, in una parola, che -esso è fatto Cittadino delle più cospicua monarchia che oggi esista, -chi potrebbe mai, senza fremere, mirarlo esercitare ancora sì detestabile -ufficio? A fronte di tanti considerabili vantaggi che ora -concorrono a migliorare la di lui sorte, non è egli condannabile -oltremodo, il vedere tutta via esistere fra noi queste sanguisughe -crudeli, sitibonde delle sostanze altrui, come se non vi fosse -altro mestiere da professare fuori di quello, che oltre essere cotanto -vituperoso per se stesso, tende ad estenuare le facoltà le più opime, -ed a porre nella desolazione la classe la più benemerita dello Stato, -perchè la più laboriosa, e la più utile, ma quasi sempre scarsa di -fortune, ed impotente? Si ha un bel opporci da costoro di esserne -ampliamente autorizzati; adducendo che avvene parimente nella -Francia, e nell'Italia un affluenza d'individui non ebrei, che -esercitano l'usura con eguale avidità, come se ciò che è evidentemente -contrario alla natura, e recalcitrante alle Leggi della società, -sarebbe meno pernicioso per essere approvato, e come se -permesso fosse all'uomo di giustificare le proprie colpe, adducendo -per iscusa i depravati esempj altrui. Ma finiamo col conchiudere -che l'usura, da chiunque siasi che venga esercitata, sarà -sempre mai l'arte la più vile, che abbia saputo in alcun tempo -immaginare la sordidezza umana, ed ovunque degna della perpetua -esecuzione delle Leggi Divine, e terrene, e che per conseguenza -l'interesse di ogni illuminato governo, che vuole la felicità -de' propri sudditi, e l'equilibrio delle loro sostanze, dee essere -quello di proscriverla sotto austere comminatorie da tutta la -estensione de' loro dominj. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_44"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_44"><span class="label">(38)</span></a> -A fronte di tutto lo zelo che gli ebrei dimostrano di -avere per la Religione che professano, si potrebbe avanzare con -qualche sicurezza, che niente è meno osservato da essi di questo -Precetto. In fatti sarà egli mai un rispetto il fare dei conciliaboli -com'essi fanno entro le loro Sinagoghe, durante il tempo delle -loro preci, ed anche sovente trattare, e conchiudere degli affari? -Sarà forse un rispetto il passarvi le 8, e 9 ore del giorno, reiterando -sempre le medesime rapsodie insignificanti, indirizzando a -Dio cento Benedizioni (che tante sono quelle prescritte da' Rabbini -<em class="loc">Ghem. Trac. Berah.</em>) entro lo spazio di un solo giorno, o -molte altre sì fatte repliche futili, che ad altro oggetto non -servono che ad annojare il supplicante, ed a stancare l'esauditore? -Sarà forse venerare il luogo Sacro le ridicole contorsioni che a -guisa di Bonzi, o di Bracmani mirasi fare degli ebrei nell'occasione -de' Tabernacoli, col fascicolo di palme che tengono fra le -mani, che rivolgono postato a foggia di arma, or alla parte -dell'oriente, or a quella di occidente; ora verso il Cielo, ed ora -sulla terra, percuotendosi il petto; convinti di espellere, o conquidere -il Demonio con sì fatte stravaganti giravolte? E quell'asta -pubblica che osservasi fare dal (Sciamash) <em>inserviente</em>, in qualche -luogo ogni sabato, ed in qualche altro ogni novilunio, consistente -nell'incanto formale, in favore del migliore offerente, -dell'apertura dell'armadio delle Bibbie, del trasporto del Sacro -viluppo da questo dove si estrae, fino al pulpito dove si legge, -nudarlo, sfasciarlo, indi avvilupparlo di nuovo per rimetterlo in -esso; esservi chiamato astante alla lettura, e cose di tal fatta, -saranno esse, dico, marche di rispetto, e di venerazione in un -locale che si reputa santificato dalla gloria ineffabile dello stesso -Eterno Creatore, che rendono testimonio delle loro pratiche puerili, -e delle più ridicole cerimonie? Dovrà egli supporsi? . . . ma -io non finirei sì tosto certamente, se tutti quì riportare io dovessi -le tante altre varie trasgressioni che si commettono ad ognora -dall'Israelita de' nostri tempi, contro questo essenzialissimo Precetto, -che non giugnerà mai questo popolo a mantenere con esattezza, -fino a tanto ch'esso non dispongasi, con animo integro, a -riformare, unito a questo, i tanti altri abusi de' quali la sua Religione -è da tempo immemorabile aggravata. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_45"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_45"><span class="label">(39)</span></a> -I disordini che si veggono introdurre contro la decenza, -ed i costumi per tutto dove questo abuso è tollerato, mi ha indotto -ad inserire quì anche questo Precetto, già ordinato da Mosè -(<em class="loc">Deut. cap. 22 v. 5.</em>), il quale vietando agli uomini ogni azione -effeminata, siccome proibendo alle femmine di usare ciò che serve -all'abbigliamento de' maschi, esso non ebbe altro scopo certamente, -l'urbanità, e la politezza de' costumi del suo Popolo, sì soggetto -a corrompersi con tali bizzarre trasformazioni. Io credo per altro, -che lo stesso disegno abbia dato origine all'altro divieto imposto -agli ebrei dallo stesso Legislatore (<em class="loc">Levit. cap. 19 v. 27.</em>) di radersi -la barba col rasojo dalle tempie discendendo lungo le gote; -ma questa prescrizione può essere oggi ancora mantenuta intatta -da' soli ebrei dell'oriente, poich'essa si uniforma col costume -universale di que' popoli; però sarebbe cosa ridicola oltremodo -praticarlo in Europa dove le Nazioni che vi abitano generalmente -usano di raderla. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_46"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_46"><span class="label">(40)</span></a> -Di queste <em>Neomenie</em>, cioè, feste del novilunio che si -celebravano il primo giorno di ciascun mese. La Scrittura ne parla -espressamente in varj luoghi (<em class="loc">Ps. 80 v. 4 Num. 28 v. 11.</em>) ma -questo non era mai considerato giorno di festa, benchè vi si offrissero -altri sacrifizj, eccetto il quotidiano, e si suonassero trombe -di argento, ciò non ostante non prefiggevasi dovere di astenersi -da opera servile, come non se ne astengono gli ebrei nè pure ai -nostri tempi: questo ad altro non serve, che a contraddistinguere -il giorno, e l'epoca indicante le grandi solennità; del resto non -vi ha che le donne maritate presso gli ebrei, che ne abbiano conservata -qualche debole memoria, cessando com'esse fanno in detto -giorno qualunque travaglio anche di famiglia, eccettuatane la cucina. -Per altro, non mi sembra inopportuno di ragionare quì -qualche cosa meramente di passaggio sulla natura de' mesi ebraici, -e su' motivi delle fissate intercalazioni. -</p> - -<p class="foot"> -I mesi degli antichi ebrei dunque erano lunarj, ma ad oggetto -di rendere il loro anno così lungo come il nostro, ed accordarlo -coll'apparente corso del Sole, essi intercalavano di tempo in tempo -un mese; quindi è che ve ne era qualche volta 12, e qualche -volta 13 nel periodo di un anno completo; d'altronde siccome -celebravasi ogni primo giorno di mese, nel modo che testè lo -abbiamo espresso, questo cominciamento dipendeva dalle apparizioni -della Luna; si avea la precauzione di spedire delle persone -sulla vetta delle montagne affine di scuoprire i primi momenti in -cui la Luna compariva sull'Orizzonte, ed era tosto comunicato -al Consiglio, il quale dietro il loro rapporto esatto, proclamava -che in tale giorno era la Luna nuova, festa dell'Eterno, ed il -principio del mese (ved. <em class="loc">Cuz. p. 3 et not. Buxt. 207 ad 213 -Sim. Dict. de la Bib. T. 1 pag. 384.</em>) Ma i Rabbini essendo -accostumati di rapportare tutto a Mosè, dicono che Dio gli mostrasse -in visione una figura della nuova Lune, comandandogli di -riguardarla attentamente, e di regolarsi intorno a ciò per fissare -il primo giorno di ciascun mese, ciò ch'egli eseguì sempre con -tutta diligenza. -</p> - -<p class="foot"> -Tale è dunque la prima, e la più positiva maniera che fu -anticamente praticata nel fissare il calendario, o il principio del -mese. Inoltre i Rabbini avendo rimarcato diversi inconvenienti in -questo metodo, atteso che la Luna non comparisce sempre sullo -orizzonte; e può non essere veduta per cagione delle nubi, o -delle nebbie, specialmente nel suo primo quarto in cui essa non -ha che una luce debole e tremolante, procurarono di rimediarvi -colle intercalazioni, od aumento di un mese, facendo così l'anno -ogni triennio di 13 lune, e questo è quello che gli ebrei chiamano -מעובר (menghubar) che significa <em>Pieno</em>. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_47"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_47"><span class="label">(41)</span></a> -Molti critici, e <em class="nome">Warburthon</em>, e <em class="nome">Voltaire</em> fra questi, -ritrovano difficile di rendere ragione, perchè le leggi portate -dall'Exodo, dal Levitico, dal Deuteronomio non facciano alcuna menzione -di questo dogma terribile, che solo può mettere un freno ai -rimorsi interni, ed alle colpe secrete; quindi essi pretendono -illativamente inferire che l'Immortalità dell'anima fosse del tutto -sconosciuta agli antichi ebrei. -</p> - -<p class="foot"> -Che nella Scrittura non trovisi alcun passaggio che dimostri -espressamente esistere nell'uomo un essere incorporeo e non -suscettibile di morte, come tanti altri ve n'ha che provano chiaro -ad ogni tratto l'esistenza di un Dio Creatore, io ne convengo, ma -condiscendere, al contrario, io non posso, che non vi sieno in essa -delle espressioni che lo facciano distintamente sotto intendere (ved. -<em class="loc">Comment. Abrab. negli ult. cap. del Levit.</em> <em class="loc">Gen. 17</em> <em class="loc">Exod. 12</em> -<em class="loc">Levit. 18</em> <em class="loc">Menas. Ben Isr. suo Nishmat Haym cap. 3 e 5.</em>). In -fatti cosa vorrebbero mai significare quelle frasi per tante volte -reiterate in varj luoghi del Pentateuco di חיו תחיה (hajò tihjeh) -<em>vivere vivrai</em>; מות תמות (moth tamuth) <em>morire morrai</em> ונכרתה -הנפש (venihretah anefesh) <em>e sarà squarciata, o distrutta -l'anima</em>, se rapportare non si facessero alla Immortalità, od alla -ricompensa, ed alle pene eterne dell'anima umana? Poichè diversamente -opinando, io ricercherei di buon grado a' suddetti critici, -come spiegherebbero essi mai quel vivere due volte, e due volte morire? -E a quale oggetto minacciare l'anima di sterminio, se sobire -essa dovea il medesimo destino del corpo, e soggiacere alla stessa -dissoluzione di questo? Da tutto ciò chiaro apparisce che sebbene -Mosè non insegnasse apertamente al suo Popolo il dogma dell'Immortalità -dell'anima, esso con tali espressioni rendevagli agevole -il mezzo di farglielo in ogni senso capire. -</p> - -<p class="foot"> -D'altronde mi sembra il massimo degli assurdi il credere che -gli ebrei (come alcuni lo pensano senza fondamento) non conoscessero -questo principio, se non se dopo di essere divenuti la -conquista de' Romani, giacchè l'Istoria dimostraci, all'opposto, -come evidente, che a' tempi di Nerone tutta Roma ripeteva che la -Dottrina dell'altro mondo nuovamente introdotta, snervava il coraggio -de' soldati, gli rendeva più pusillanimi, e togliendo loro -l'unico, il principale conforto degli sventurati raddoppiava finalmente -la morte colle minaccie di nuove sofferenze dopo questa -vita (ved. <em class="loc">M. Deslandes. Hyst. Crit. de la Philos.</em>). Siccome -è del pari una menzogna incontestabile l'asserire che gli ebrei -apprendessero questo dogma da' primi Padri del cristianesimo (come -alcuni altri erroneamente lo sostengono) mentre non solo l'ignoravano -essi ancora, ma ne concepivano inoltre le idee le più -informi, e le più materiali. <em class="nome">S. Ireneo</em> diceva che l'anima era un -soffio, <em class="cit" xml:lang="la">flatus est enim vita</em> (<em class="loc">Teol. Pagana</em>). Tertulliano nel -suo Trattato dell'anima la pretende corporea (<em class="loc">De Anima cap. 7 -pag. 268</em>). S. Ambrogio insegna che non v'ha che la trinità esente -da composizione materiale (<em class="loc">Ambr. de Abramo</em>). S. Ilario vuole -che tutto ciò che è creato è corporeo (<em class="loc">Hil. in Math. pag. 633.</em>). -Nel secondo Concilio di Nicea credeasi ancora fermamente gli angeli -corporei, così vi si legge, senza scandalo, queste parole -di <em class="nome">Giovanni di Tessalonica</em>: <em class="cit" xml:lang="la">Pingendi Angeli quia corporei</em>. -<em class="nome">S. Giustino</em>, e <em class="nome">Origene</em> credevano l'anima così pure materiale;, -essi consideravano la sua immortalità come un mero favore unicamente -dell'Essere Supremo. E Agostino stesso, benchè a noi -assai più recente degli altri menzionati, quali idee confuse non -ci ha esso pure tramandate sulla spiritualità delle sostanze immateriali? -(ved. <em class="loc">Aug. De Civit. Dei Lib. II. Cap. XXIII. T. -VII. pag. 290</em> <em class="loc">De Gen. contr. Manich. Lib. I. Cap. XI.</em>) con -tali assurdi principj, si oserà egli sostenere ancora che gli antichi -ebrei imparassero il dogma dell'Immortalità da' primi Padri della -Chiesa Cristiana? -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_48"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_48"><span class="label">(42)</span></a> -Questa prescrizione non ha per iscopo che un mero suggerimento -di pietà; come sarebbe quello appunto di non dovere -cuocere l'agnello nel latte della capra; di che sarà da noi frappoco -espressamente ragionato. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_49"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_49"><span class="label">(43)</span></a> -I primi Padri della chiesa Giudaica erano sì persuasi, e -convinti, che non era permesso di aggiugnere la benchè minima -cosa alla Legge primitiva, e che i Profeti stessi non aveano il diritto, -nè la facoltà di farvi degli aumenti di sorte alcuna, ch'essi presero -a grande scrupolo l'ordine che Mordocheo, ed Ester hanno -pubblicato di leggere tutti gli anni l'involto che conteneva l'Istoria -della prodigiosa rivocazione che dessi avevano procurata della crudele -sentenza di morte, già pronunziata contro l'intero Popolo ebreo -della Media, e della Persia, che il reprobo Amano vice Re di -quelle veste Province, tentava di sradicare dalla terra. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_50"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_50"><span class="label">(44)</span></a> -Prescindendo da que' tanti raffinamenti co' quali pretendono -i Talmudisti sottilizzare la divisione di simili Precetti; noi non -facciamo quì espressa menzione, che de' tre soli nomi de' quali si è -servito lo stesso Legislatore Mosè per esprimerli, e significarli al -suo Popolo; questi nomi dunque sono: 1.º, מצות (mizvoth) <em>Precetti</em> -2.º חוקים (Hukim) <em>Statuti</em>; 3.º משפטים (mishpatim) <em>giudizj</em>. -A' primi dicono appartenere que' Precetti di cui la ragione è renduta -espressa nel resto della Legge; per esempio, i motivi pe' quali gli -Ebrei debbono solennizzare le feste, questi sono in chiari sensi -menzionati nella Scrittura: i secondi racchiudono in essi medesimi -le loro ragioni nelle parole stesse della Legge; Dio, si aggiugne -volle rendere queste ragioni occulte al Popolo Ebreo, e ciò pe' suoi -arcani imperscrutabili disegni; gli ultimi finalmente contraddistinguono -<em>Precetti dell'intendimento</em>, i quali, se anche non fossero -menzionati delle sacre pagine, la ragione medesima dell'uomo -gli ordinerebbe. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_51"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_51"><span class="label">(45)</span></a> -Chi potrà mai sostenere di proposito che la credenza di -un certo dato numero d'individui ed anche di un antichità immemorabile, -possa avere efficacia bastante di trasformare l'inutile -in necessario l'illusione in evidenza? Il celebre <em class="nome">Bayle</em> (<em class="loc">Pens. Sur -les Comêt. T. I. pag. 198.</em>) osserva con ragione, che non si prescrive -mai contro quello che è certo per se stesso colla tradizione -anche universale, ne col consenso, benchè unanimi, e il più antico, -di tutto il genere umano, ciò che viene ad inferire lo stesso -del pensiere che ci trasmise il filosofo <em class="nome">Averoe</em> avanti Bayle, cioè -che uno stuolo di Teologi non sarebbe stato mai sufficiente per -cambiare la natura dell'errore, e per farne una verità. Vi fu -già un tempo in cui tutti gli uomini hanno fermamente creduto -che il Sole girasse intorno il globo terraqueo, mentre che questo -supponevano restasse immobile nel centro di tutto il sistema del -mondo; non è appena che due secoli che quest'errore è distrutto, -vi e stato così pure un tempo in cui alcuno non volea credere -l'esistenza degli antipodi, e quindi perseguitavasi quelli che aveano -la temerità di sostenerli; oggi verun uomo instruito non osa più -dubitarne: rimarcasi che tutti i Popoli del mondo, ad eccezione -di un ristretto numero d'individui meno creduli degli -altri, credono tutta via, con intima persuasione, nelle streghe, -negli esorcizzatori, negli incantesimi, nelle apparizioni, negli -spiriti ec. ed alcun uomo sensato non immaginasi attualmente di -dovere accreditare queste puerili stravaganze. Tale è l'indole deplorabile -del volgo, il quale non potendosi elevare colla forza -del raziocinio fino all'investigazione delle cose, per quindi pervenire -a discernere il grado di possibilità dell'esistenza di esse -dee arrendersi ciecamente nell'asserzione altrui; ma i filosofi -illuminati non credono se non se ciò che è evidente, consentaneo -alla ragione, salutare, e necessario di ammettere. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-VI"> -<span class="pageno target" title="66" id="pag-66"></span> -CAPITOLO VI. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Ragioni efficaci che rendono indispensabile -la riduzione del Codice di Mosè a 60 -soli Precetti, cioè 24 affermativi e 36 -negativi. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Qualunque siasi regolamento, legge, o statuto -che non abbia per base la solida imperturbabile -felicità di quelli che ne formano -l'oggetto, o che non tenda al miglior essere -di quelli pe' quali sono gli uni, o l'altra destinati, -o come perniciosi debbono essere del -tutto abrogati, senza ritardo, o come inutili -rigettati, e proscritti dal consorzio degli uomini. -Ma, per altro, due ostacoli funesti che -a pochi è riuscito fino ad ora sormontare con -felice successo, opposero in ogni tempo un -ostinato contrasto ad un riparo sì ovvio, e sì -urgente per tutte la specie umana; il primo -<span class="pageno target" title="67" id="pag-67"></span> -di questi dunque si è la soverchia cieca venerazione -che si ha generalmente per le decisioni -tradizionali di quelli che ci hanno preceduti; -lo che presso quasi tutte le sette odierne -si approssima all'eccesso <a id="FNanchor_52"></a><a href="#Footnote_52" class="fnanchor">(46)</a>; l'altro, il quale -realmente non è che l'immediata conseguenza -del primo, io ritrovo consistere nello scrupolo -deciso che tenti uomini si fanno d'inalzarsi -fino al raziocinio, col soccorso del quale -<span class="pageno target" title="68" id="pag-68"></span> -tentare di acquisire maggiori lumi rapporto alla -credenza che professano, conoscerne le basi, -discuterne le massime, investigarne i principj, -onde in tale maniera pervenire a discernere il -reale, e il necessario che ci giova, dall'apparente -illusorio che ci nuoce, senza scampo, e -ci confonde <a id="FNanchor_53"></a><a href="#Footnote_53" class="fnanchor">(47)</a>. -</p> - -<p> -Ma ostacoli di tale natura, mi lusingo, -che non saranno essi già così pure ineluttabili -per noi, che riconosciamo non averci Dio accordato -inutilmente un intelletto e una Ragione <a id="FNanchor_54"></a><a href="#Footnote_54" class="fnanchor">(48)</a>, -come lo furono pur troppo per gli -<span class="pageno target" title="69" id="pag-69"></span> -ingannati nostri progenitori che reputavano un -delitto irremissibile il fare uso di mente, e di -buon senso, in proposito di culto specialmente. -Egli è appunto per ciò che di raro si conoscono -presso questi i fondati motivi delle pratiche -innumerabili adottate con tanta sommessa -venerazione da' medesimi. Quando noi, al -contrario, ci disponghiamo a rendere convincenti, -ed efficaci ragioni, ad ogni evento, -non meno in giustificazione dei motivi che ci -indussero ad ommetterne quelle che riguardammo -come soverchie, o inopportune, che -per avvalorare la osservanza esatta di quei -Precetti che abbiamo riconosciuti necessarj a -costituire radicalmente il sensato Culto inoppugnabile -dell'Ebreismo. -</p> - -<p> -Avendo noi altrove riportate le ragioni -sufficienti per giustificare in faccia al Popolo -ebreo l'abrogazione fatte di tutti que' Precetti, -che comprendemmo in entrambe le categorìe -di prima, e seconda classe, nulla per tanto, -io dirò di ciò che a quelli si rapporta, limitandomi -soltanto alle ponderate osservazioni -<span class="pageno target" title="70" id="pag-70"></span> -che pare assolutamente necessario dover fare -intorno i fondati motivi che c'indussero ad -abolire una gran parte di que' Precetti spettanti -alla terza classe che abbiamo noi quì d'intero -proposito addottata. -</p> - -<p> -Cominciando da' Precetti che si rapportano -alla Pasqua delle Azzime comandati dalla Scrittura -in numero di otto, siccome questi non -sono propriamente che la replica l'uno dell'altro, -volendo in massima inferire presso che l'ordine -medesimo, cioè allontanare ogni specie -di pane fermentato per sette giorni, cibarsi -per detto spazio di tempo di pane senza lievito, -ossia di pane azzimo, e solennizzare la -Pasqua, il giorno primo, e il settimo di questi, -facendo in essi cessare ogni opera servile, come -rilevasi dalla Scrittura <a id="FNanchor_55"></a><a href="#Footnote_55" class="fnanchor">(A)</a>, noi gli abbiamo -tutti ristretti ad uno solo che tutti gli comprende -seguendo la mente del Legislatore, e -che costituisce la materia del secondo, in seguito -dello stabilito nostro nuovo Elenco. -</p> - -<p> -Otto parimente sono i Precetti co' quali -Mosè comanda, in altrettante guise differenti, -al popolo ebreo l'adorazione del Creatore; ma -siccome adorarlo, conoscerlo, santificarlo, -amarlo; esserne convinti dell'esistenza, mi -<span class="pageno target" title="71" id="pag-71"></span> -sembra che coincidono perfettamente insieme, -e che non formino d'accordo che un solo articolo -essenziale, qual è quello di ammettere, e -adorare un Essere Supremo, egli è dunque solo -a questo che noi riducemmo tutti gli altri, -stabilendolo il terzo de' Precetti formanti lo -nostre nuove sacre Instituzioni. -</p> - -<p> -La ragione medesima può applicarsi viceversamente -al divieto dell'adorazione delle -Immagini, e del commercio de' simulacri, che -noi ristrigniamo ad un solo Precetto i quattro -che le Sacre pagine prescrivono per imporlo -agli ebrei. -</p> - -<p> -Venendo poi alle soppressioni quì fatte -relativamente a' cinque Precetti co' quali resta -per altrettante volte comandata in differenti -luoghi del Pentateuco l'osservanza del Sabato, -limitati da noi ad un solo Precetto, siccome -desso, in origine, spiegasi riposo, e come tale -considerato anche da quelli che ora ne rigettano -l'osservanza, io stimai cosa opportuna -livellarla a quella di tutte le altre solennità -delle quali ragioneremo frappoco, prescrivendo -i medesimi riguardi, e gli stessi doveri che -s'impongono a quelle, stimando il resto come -oscuro, indissolubile, ed inutile affatto per -conseguenza al propostoci salutare disegno <a id="FNanchor_56"></a><a href="#Footnote_56" class="fnanchor">(49)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="72" id="pag-72"></span> -</div> - -<p> -Per ciò che riguarda l'astinenza di certi -cibi, e la proibizione di varj differenti animali, -che la Scrittura sottopone a undici Precetti, -noi gli racchiudiamo tutti a due soltanto, avendo -altrove giù estesamente riportate le cagioni -<span class="pageno target" title="73" id="pag-73"></span> -fisiche, ed i più probabili motivi di simili -comandati divieti <a id="FNanchor_57"></a><a href="#Footnote_57" class="fnanchor">(A)</a>. -</p> - -<p> -L'infamante delitto d'incesto, racchiudendo -per se stesso qualunque siasi accoppiamento -di fornicazione commessa da amendue -i sessi in grado della più prossima parentela, -come sarebbe i genitori colla loro prole, o -questa con quelli; sorelle co' fratelli, o gli uni -colle altre, sieno di padre, ed uterini, suocere, -nuore, matrigne ec. che la Scrittura in varj -luoghi ne annovera fino dodici, noi gli riportiamo -sotto il solo precetto d incesto, che -tutti complessivamente gli abbraccia, senza -fare però la minima abrogazione, o detrimento -di alcuno degli altri, benchè da noi -non menzionati partitamente; la trasgressione -dei quali troppo riuscirebbe lesiva alle leggi, -ed oltraggiante alla Natura. -</p> - -<p> -La riduzione da noi fatta de' Precetti che -risguardano i doveri assoluti, e indispensabili -dell'uomo cogli esseri della sua specie a quello -di amare il proprio simile come se stesso, mi -sembra potere da se solo contenere onninamente -gli otto comandati nel Pentateuco per -conchiudere, in concreto, l'ingiunzione medesima -da noi testè riepilogata; essendo troppo -<span class="pageno target" title="74" id="pag-74"></span> -evidente che amando il nostro simile non si -può certamente odiarlo, nè maledirlo, nè defraudarlo -nel commercio, nè nelle parole, nè -nelle misure, nè usare seco lui delle violenze -e molto meno ricusarli il nostro ajuto ne' suoi -urgenti bisogni. -</p> - -<p> -Ciò che abbiamo rimarcato essenzialmente -nelle indagini fatte su' precetti antecedenti, è -da notarsi appunto in quelli de' quali ora ci -occupiamo, e che hanno per iscopo le <em>Neomenie</em>, -o il novilunio del settimo mese <a id="FNanchor_58"></a><a href="#Footnote_58" class="fnanchor">(50)</a>; il -giorno decimo di esso chiamato il digiuno di -espiazione, ed il 15 dello stesso mese fino il -21 compreso, cioè la festa de' tabernacoli, o -delle capanne per sette giorni. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="75" id="pag-75"></span> -</div> - -<p> -Io prescindo dall'addurre quì i motivi -dell'osservanza di queste tre feste accennate, -mentre quelli furono da noi già diffusamente -riportati laddove più si rendevano adattabili <a id="FNanchor_59"></a><a href="#Footnote_59" class="fnanchor">(A)</a>; -solo dirò che nella instituzione della -prima, cioè del cominciamento dell'anno trovasi -quattro precetti, tre de' quali non essendo -che la replica l'uno dell'altro, noi abbiamo -stimato conveniente limitarli ad uno solo, che -è l'osservanza della festa di un solo giorno, -e cessazione di lavoro; tale essendo lo spirito -genuino de' medesimi; il quarto precetto poi -di questi è stato da noi totalmente soppresso, -mentre non conoscendosene il vero scopo (se -non è quello almeno da noi già riportato altrove <a id="FNanchor_60"></a><a href="#Footnote_60" class="fnanchor">(B)</a>) -non resta in verun modo esattamente -osservato dagli ebrei moderni <a id="FNanchor_61"></a><a href="#Footnote_61" class="fnanchor">(51)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="76" id="pag-76"></span> -</div> - -<p> -La seconda di queste feste comandata per -varie volte da Mosè come un giorno consecrato -all'Essere Supremo di solennità, di penitenza, -e di digiuno, e di cui esso non ispiega -fino, a qual limite dee una tale astinenza dilatarsi, -noi abbiamo in questo fissate le prescrizioni -medesime del Sabato, restrignendone -l'osservanza, come in quello ad un solo Precetto, -cioè, il riposo, e di più l'astinenza totale -di qualunque nutrimento dal tramontare -del Sole del nono giorno del mese di Tisrì fino -all'imbrunire del giorno decimo susseguente. -</p> - -<p> -La terza nomata festa de' Tabernacoli, o -delle capanne, non meno delle altre in guise -differenti ripetuta per imporne l'osservanza -agl'Israeliti, può, siccome tutte le altre, ridursi -del pari ad una semplice prescrizione, -cioè a quella di solennizzare il giorno 15 e -<span class="pageno target" title="77" id="pag-77"></span> -il 21 del settimo mese, e per sette giorni mangiare -sotto l'ombra delle capanne, per le ragioni -a suo luogo opportunamente riportate -(<a href="#Footnote_40"><em>Annot.</em> 34</a>) lasciando però ad arbitrio il prendere -la palma, un elegante frutto di albero -(che i Rabbini lo pretendono un cedro, ma -che le Scrittura lascia indefinito) il mirto, il -salcio ordinato da Mosè in puro segno di gaudio, -e di trionfo, e ciò nel solo primo giorno -di tale solennità <a id="FNanchor_62"></a><a href="#Footnote_62" class="fnanchor">(52)</a>. -</p> - -<p> -La solennità delle <em>primizie</em>, ovvero delle -settimane è l'ultima di cui le Scrittura faccia -esplicita menzione, fissata ad un solo giorno, -<span class="pageno target" title="78" id="pag-78"></span> -cioè, il cinquantesimo, contende del secondo -giorno della Pasqua delle Azzime, ovvero nel -giorno dopo il plenilunio del mese di Nissan; -ma non venendo nella medesima prescritta veruna -di quelle cerimonie che imposte furono -per le altre, noi la stabiliamo così pure un -solo giorno di festa, colla cessazione di qualunque -opera servile, a guisa che abbiamo nelle -altre fino e questo momento praticato. -</p> - -<p> -Or tutte le moltiplici restrizioni dunque -riguardato da noi come necessario di dovere -fare alle testè riportate osservanze, non avendo -per oggetto che semplificare l'essenzialità -inalterabile di ciò che in massima è prescritto -a ciascuna delle medesime, esse non tendono -soltanto che ed ovviare come inutile, ed a -sopprimere come soverchie le frequenti ripetizioni -nulle quali si diffonde la Scrittura comandando -un precetto medesimo, nel modo -appunto che noi già con evidenza dimostrammo -altrove <a id="FNanchor_63"></a><a href="#Footnote_63" class="fnanchor">(53)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="79" id="pag-79"></span> -</div> - -<p> -In quanto poi a' Precetti restanti che abbiamo -stabilito appartenere alla terza classe -adottata da noi, e de' quali non vedesi quì -fatta fino ad ora speciale menzione, di sorte -alcuna, nè in compendio, nè in diffuso, noi -passiamo a ragionarne di proposito deliberato -nel Capitolo seguente, il quale ci farà conoscere -in chiari sensi lo spirito che ha dettati -simili Precetti, e il disegno del Legislatore -che gli ha prescritti: da tali indagini risultare -quindi vedremo le ragioni le più inconcusse, -ed i più idonei motivi che c'indussero ad ommetterli -nel nostro nuovo Piano, e ci fecero -riguardare come fondata, ed opportuna l'abrogazione -de' medesimi. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_52"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_52"><span class="label">(46)</span></a> -Tutti i popoli della terra hanno le loro particolari tradizioni -che tutti credono costanti, uniformi alla più esatta verità, -ed al superiore grado portentose; esse sono appoggiate, come le -nostre, sull'antichità, e sulla superstizione religiosa, come l'osserva -un dotto scrittore de' nostri tempi (<em class="loc">Philosoph. du B. Sens -T. 1 Refl. 1 p. 102.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Gli ebrei Talmudisti non fanno alcuna difficoltà di rendere le -loro tradizioni a livello della Legge di Mosè; essi appoggiano questa -opinione sopra quella che sostengono i Rabbini, cioè che la -תורה שבכתב (Torah Scebihtau) <em>legge scritta</em> non sarebbe che -un corpo senz'anima, ed una lampada senza luce, se fosse quelle -separata dalla תורה שבעל פה (<em>Torah</em> Scebenghal Peh) <em>legge -tradizionale</em>. Quindi è che dessi si fanno un pressante dovere di -credere, sotto pena di Scomunica contro chi opinasse altrimenti, che Dio -ha dettato a Mosè non solo tutto ciò che è racchiuso nel Pentateuco, -fino alle minime sillabe che vi si contengono; ma ch'egli -ha parimente comunicato allo stesso Mosè sul monte Sinaj (durante -la sua dimora colà di quaranta giorni) l'intera spiegazione mentale -di questa legge medesima, che pretendono essersi conservata intatta -fra di essi, anche dopo la morte di questo Legislatore, fino -che un giorno si riconobbe la necessità di metterla per iscritto -affine di conservarne le traccie fino alla più tarda posterità. Ma -di ciò mi riserbo a ragionare più diffusamente, allorchè in breve -mi emergerà di parlare delle Parafrasi Rabiniche, e dell'origine -della Misnah, e del Talmud ossia della Ghemarah (ved. il <a href="#cap-IX">Cap. -IX.</a> di questo Vol. con tutte le annot. che vi si contengono). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_53"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_53"><span class="label">(47)</span></a> -Tale è la condizione miserabile dell'uomo, che siccome -generalmente parlando le idee sulla Religione sono per esso, quali -debbono essere, in ogni senso, di una specie oltremodo rispettabile, -giacchè desso teme sempre di essere tradito dalla frode, o sorpreso -dall'errore, così ei si fa un pressante dovere di credere macchinalmente -senza riflessione, senza esame, e senza mettere in dubbio -un solo istante che desso può in questa parte ingannarsi, non -meno per rapporto alle Leggi scritte, che alle tradizioni ricevute, -ed allontana inconsideratamente per tale debole riflesso ciò che ha -l'apparenza di attaccare le opinioni religiose addottate alla mamella, -siccome tutto quello che avrebbe per se stesso un efficacia -possente ad illuminarlo, ed a toglierlo dall'inganno in cui vivea, -per folle arbitrio, ciecamente sepolto. Tutto questo mostruoso -complesso di contraddittorie opinioni risede fatalmente in un angolo -remoto del cervello dell'uomo, come in un santuario inaccessibile, -in cui non oserebbe in verun tempo avvicinarsi. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_54"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_54"><span class="label">(48)</span></a> -La facoltà esimia che l'essere supremo ci ha somministrata, -e da noi distinta col carattere di <em>lume naturale</em> o di <em>Ragione</em> non -saprebbe mai in veruna guisa ingannarci nelle cose ch'essa osserva, e -che discerne, poichè tuttociò che è a sua portata dee credersi chiaro, -evidente, e irrefragabile; altrimenti, (come lo pensa un filosofo -insigne) avremmo adeguato motivo di opinare che Dio ingannati -ci avesse, accordandoci quella facoltà in modo che noi prendessimo -il falso per il vero, anche facendone buon uso: e non sarebb'egli -questo il massimo, ed il più esecrabile degli assurdi? <em class="loc">Descart. -Princip. de la Philosop. 1. Part. pag. 22.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_55"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_55"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Exo. Cap. XII. v. 14.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_56"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_56"><span class="label">(49)</span></a> -Chi potrebbe mai somministrarci una giusta, e sensata -spiegazione di quel testo comandato agli Ebrei da Mosè (<em class="loc">Exodo -cap. 35. v. 3.</em>) לא תבערו אש בכל מושבותכם ביום השבת -(lo tebangharu esc vehol moscebotehem vejom asciabath) <em class="cit" xml:lang="it">non -accenderete fuoco in alcuna delle vostre abitazioni il giorno -di Sabato</em>? vorrà egli significare questo precetto non usarne di -sorte alcuna giammai, e ad imitazione de' <em>saducei</em>, o de' <em>caraiti</em> -restare all'oscuro la notte entrando il Sabato, ed accendere il -fuoco solo nella contrada, com'essi fanno, in prospetto delle loro -Case? Sarà egli stata forse la mente del Legislatore, comandando -un simile Precetto, che non possano gli ebrei muovere il fuoco -tutto quel giorno, e la sera antecedente, ma che d'altronde sia -eglino permesso di servirsi di qualche incirconciso, per tale -ufficio, nel modo appunto che or lo praticano gli ortodossi Talmudisti? -Dissimulare io non posso certamente che a fronte di tutta -l'inerenza rispettosa che io sento per l'essenzialità delle Instituzioni -mosaiche, siccome l'assunto da me intrapreso in chiari -sensi lo dimostra, io non saprei ritrovare sufficienti ragioni di -sorte alcuna, onde adattare questo precetto, che alla lettera riuscirebbe -assolutamente ineseguibile, e che preso secondo la tradizione -più non sarebbe allora quello stesso che Mosè intese di -ordinare; ma la sola parafrasi rabbinica sarebbe quella unicamente -che ne terrebbe le veci. A quale partito dunque appigliare -ci dovremo in simile caso affine di colpire il senso inalterato -di sì fatta prescrizione senza cadere nelle pratiche ridicole -de' primi, nè essere trascinati dal torrente delle superstizioni deplorabili -de' secondi? L'<a href="#Footnote_103">annot. 86</a> di questo volume somministrerà -ad esuberanza le ragioni adeguate che potrebbero fare credere -l'Israelita dei nostri tempi, se non dispensato interamente dalla -osservanza di questa prescrizione, almeno in gran parte alleggerito -da quelle rigorose cerimonie che dalla tradizione gli furono -imposte in simile giorno. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_57"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_57"><span class="label">(A)</span></a> -Ved. le <em>Annot.</em> <a href="#Footnote_34">28</a>, e -<a href="#Footnote_35">29</a> di questo Vol. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_58"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_58"><span class="label">(50)</span></a> -Gl'Israeliti erano soliti a distinguere due speci di anni, -cioè, l'anno Santo, e l'anno Civile; il Santo cominciava il mese -di <em>Nissan</em> (Marzo) nella metà del quale è comandata la Pasqua -delle Azzime; (notando che questo stesso mese fu parimente denominato -dalla Scrittura <em>Abib</em>, cioè il mese delle <em>spigature</em> delle -nuove biade, o come dice il Sacro testo, delle nuove spighe, -verdeggianti, che cominciavano a biondeggiare); ed il Civile -avea il suo principio dal settimo mese chiamato <em>Tisrì</em> (Settembre). -Il <em>Levitico</em> dice (<em class="loc">cap. 25 v. 4.</em>) che si comincieranno a -contare gli anni del Giubileo, non già dal mese di Nissan, ma -da quello delle seminagioni, che era propriamente il settimo di -cui parliamo; e nell'<em>Exodo</em> poi si legge (<em class="loc">cap. 23 v. 16.</em>) che -si celebrerà la festa dei tabernacoli allorchè sul terminare dell'anno -si ripongono tutti i frutti delle campagne, ciocchè regolarmente -accadere non potea che nel mese di Settembre. Tale è dunque -la distinzione dell'anno presso gli antichi ebrei. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_59"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_59"><span class="label">(A)</span></a> -Ved. le <span class="loc">Annot. anteced. -<a href="#Footnote_38">32</a> -<a href="#Footnote_39">33</a> <a href="#Footnote_40">34</a>.</span> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_60"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_60"><span class="label">(B)</span></a> -Ved. l'<span class="loc"><a href="#Footnote_58">Annot. anteced. 50.</a></span> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_61"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_61"><span class="label">(51)</span></a> -Questo Precetto consiste nel suono della <em>Tuba</em> praticato -dagli ebrei in quel giorno il quale essendo chiamato dalla Scritture -(<em class="loc">Num. cap. 29 v. 1 2.</em>) יום תרוע (<em>Yom</em> Terungha) <em>giorno -strepitoso</em>; essi, prendendo al materiale il senso metaforico -di questa frase, non sanno in altra guisa rappresentare sensibilmente -un tale strepito, che stordire il popolo con cento numerate -irregolari voci di corno senza modulazione, e senza ordine, -che a varie riprese, durante le loro interminabili orazioni -di quelle due mattine, tramanda entro la Sinagoga un individuo -postato sopra il Pulpito, ed espressamente destinato per tale ufficio. -</p> - -<p class="foot"> -Ma chi potrebbe mai significarci, con qualche precisione, -quale sorta d'istrumento fosse quello che udivasi prodigiosamente -suonare con veemenza allora quando, per la prima volta Dio manifestossi -al Popolo ebreo sulla montagna di Sinaj, e che l'<em>Exodo</em> -(<em class="loc">cap. 19 v. 16 19.</em>) distingue col nome di שופר <em>Scioffar</em>? così -appunto chiamano gli ebrei l'indicato instrumento di cui si servono -in que' due giorni (purchè l'uno di questi non cada in -Sabato nel quale giorno l'uso n'è vietato da Rabbini <em class="loc">Ghem. trat. -Sciab. e Ros. Asciana</em>) e che altro non è che un corno di montone -ridotto al più nitido pulimento, preferendolo a quello di ogni -altro animale munito di questo arnese, in allusione al montone che -improvvisamente si offrì al Patriarca Abramo, per essere fatta la vittima -del Signore, in vece dal di lui figlio Isaak, che ne era destinato -(<em class="loc">Gen. cap. 22 v. 13.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_62"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_62"><span class="label">(52)</span></a> -Siccome questa festa oltre essere chiamata <em>delle Capanne</em> -in varj luoghi della Scrittura, è anche contradistinta da questa -<em>Ricolta de' prodotti Campestri</em>; così l'ordine quì prescritto di -prendere fra le mani il primo giorno di essa quest'indicato fascicolo -di erbe differenti può racchiudere in se stesso un duplice significato; -l'uno l'espansione di giubilo per vedere portate ad ottimo -successo le attese produzioni delle terre; e l'altro il sintomo -di trionfo (che tale denota la palma) per la liberazione che il Popolo -ebreo avea conseguita dalla tenace cattività dell'Egitto, e per -la lunga dimora straordinaria fatta da esso ne' Deserti; ma in entrambi -questi sensi lo spirito genuino del testo essendo al solito, -non solo enormemente alterato dalle appendici tradizionali; ma all'eccesso -ridicola rendutane la pratica, nella guisa medesima che di -moltissime altre prescrizioni avvenne, siccome io mi affretto a dimostrarlo -in seguito, noi abbiamo creduto di poterlo, senza scrupolo sopprimere -come precetto obbligatorio, ed all'opposto solo -renderne arbitraria l'osservanza; e questa, al più ridotta al solo -primo giorno della solennità delle Capanne, come restaci ordinato -dall'oracolo medesimo della Scrittura. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_63"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_63"><span class="label">(53)</span></a> -Quali fondate cagioni assegnare con giustizia potremo alle -tante ripetizioni delle cose per loro stesse identiche, e uniformi, -che sono sì di frequente reperibili in ogni parte della Scrittura, -e tutte per lo più tendenti allo stesso disegno, e tutte raccomandate -con eguale calore? Altra sembrami non potersi addurre certamente -in questo caso fuorchè la più ammissibile, quale da molti -fu ritrovata essere quella che Mosè conoscendo per isperienza l'indole -zotica, e turbolente di quel popolo che dirigeva, suscettibile, -senza freno, della più stupida incostanza, arrendevole a tutte le -prime impressioni che gli si offrivano, all'eccesso barbaro, e ignorante, -egli è perciò che quel Legislatore vedessi costretto a dovere -per reiterate volte replicare li precetti medesimi già proclamati, -onde farglieli più esattamente capire, e renderlo meglio edotto -di que' doveri che l'eterna volontà dell'Essere Supremo gl'imponeva -per suo mezzo. Ma a fronte ancora degli amorevoli suggerimenti, -delle continue ripetizioni, e delle cure incessanti di -questo zelante Conduttore d'Israel, le Legge Venerabile del Sommo -Dio de' Patriarchi non era mai frattanto che molto debolmente -osservata, se non trasgredita del tutto, e calpestata, or colle mormorazioni -le più oltraggianti, ed ora coll'idolatrìa la più vituperosa, -e la più esecrabile. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-VII"> -<span class="pageno target" title="80" id="pag-80"></span> -CAPITOLO VII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Quali disegni possono aver fatto determinare -Mosè a comandare al Popolo Ebreo certi -Precetti, che riconosciuti oggi ineseguibili -secondo lo spirito della prescrizione, ci -veggiamo costretti parimente di abrogare. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Tutti i più dotti, ed i più rinomati Giureconsulti -del mondo, e fra questi Grozio, e -Puffendorff, non cessano di ripeterci d'accordo -ad ogni tratto, che non solo fuori della Legge -naturale altra certamente non v'ha che possa -caratterizzarsi per se stessa perpetua, irrevocabile, -ma che tutte le altre Leggi positive -tanto umane quanto Divine, sono tali che si -può, e si dee qualche volta sopprimerle, ciò -che secondo i detti Autori si farebbe espressamente, -o tacitamente nelle due seguenti circostanze: -Prima allorchè si trascura, durante -un lungo intervallo di tempo, di osservare una -<span class="pageno target" title="81" id="pag-81"></span> -Legge; o che desse tollera che gli oggetti che -vi si rapportano si regolino di una tutt'altra -differente maniera di quella che è in origine -prescritta. Seconda; quando lo stato delle cose -si altera, o cambiasi di tale maniera che la -legge diventa inutile, o che questa non saprebbe -più avere luogo di legge, la medesima -cade allora da per se stessa, benchè il Legislatore -non l'abbia espressamente abrogata; -e quando ancora egli l'avesse stabilita per -dovere sempre durare. -</p> - -<p> -Or le nove decime parti de' 613 precetti -che Mosè prescrisse agli ebrei nel Pentateuco, -e che molte imponenti, ed efficaci ragioni determinare -ci fecero a sopprimere, non si trovano -elleno espresse in ogni parte nelle accennate -circostanze, non le abbracciano entrambe -in ogni senso? Ecco ad evidenza, oltre -le tante altre, a tempo debito prodotte, due -possenti cagioni di più per abolirle. -</p> - -<p> -Premessa dunque l'opinione incontrovertibile -de' preallegati Giureconsulti, non abbiamo -che farci a ponderare con diligenza la -significazione meramente letterale de' precetti -abrogati da noi nelle tre fissate classi, applicandoli -allo spirito del testo da cui partono, -per restare intimamente convinti della massima -inutilità de' medesimi; sia che appartenghino -<span class="pageno target" title="82" id="pag-82"></span> -all'una, sia che riguardino l'altra delle circostanze -testè riportate. -</p> - -<p> -Oltre a ciò sembrami opportuno quì di -rimarcare che Mosè non occupandosi ad ogni -evento che del suo solo Popolo, non lasciò -mezzo intentato per renderlo esemplare sopra -la terra, isolandolo da tutti gli altri, allora -conosciuti, e ne' costumi, e ne' doveri, e nelle -pratiche religiose, nel modo appunto che singolarizzare -lo volle anche in molte instituzioni -del tutto indifferenti alla essenzialità del -culto che imponevagli, sebbene da esso lui -comandate con le stesse prescrizioni dei precetti -primarj, ed i più importanti, e senza che -alcuno potesse mai rinvenirne l'intrinseca utilità, -nè i probabili motivi. Di tale sorte sarebbe, -per esempio, l'ordine che in senso di -Precetto impone Mosè agli ebrei di portare dei -fili, o de' cordoni appesi ai quattro angoli inferiori -de' due lembi negli abiti degli uomini, -ciò che la Scrittura denomina ציצית <em>zizith</em>: Or -qual disegno potrebbe mai racchiudere in se -stessa una sì fatta prescrizione, se quello non -fosse almeno di contraddistinguere, con tale -marca visibile, l'individuo Israelita da chi -tale non lo era <a id="FNanchor_64"></a><a href="#Footnote_64" class="fnanchor">(54)</a>? Quale analogo rapporto -<span class="pageno target" title="83" id="pag-83"></span> -potrebbe mai avere coll'esercizio fondamentale -del culto il divieto comandato da Mosè di non -<span class="pageno target" title="84" id="pag-84"></span> -seminare due articoli dissimili entro il medesimo -recinto di un campo <a id="FNanchor_65"></a><a href="#Footnote_65" class="fnanchor">(A)</a>; o pure di non -<span class="pageno target" title="85" id="pag-85"></span> -mettere sotto il giogo e trascinare l'aratro -due animali di specie differente, come l'asino, -e il bue <a id="FNanchor_66"></a><a href="#Footnote_66" class="fnanchor">(A)</a>; di non cignersi di abiti tessuti di -lino, e lana uniti <a id="FNanchor_67"></a><a href="#Footnote_67" class="fnanchor">(B)</a>; non isvellersi, o radere -i peli de' lati della barba con ferro tagliente, -che oggi spiegasi rasojo <a id="FNanchor_68"></a><a href="#Footnote_68" class="fnanchor">(C)</a>? Cosa implicano -mai tali, ed altre simili ordinanze, quale rapporto -possono elleno avere, di sorte alcuna, -<span class="pageno target" title="86" id="pag-86"></span> -colla semplice Religione, o coll'esercizio -integro del Culto, che ogni Israelita era in -dovere di conoscere, e praticare, se quelle -non tendevano propriamente all'oggetto medesimo -del primo, se non erano basate sugli -stessi identici motivi delle prescrizioni del -<em>Zizith</em>, e de' <em>Teffilin</em>? Niente di ciò più naturale, -nè maggiormente comprovato dall'esperienza -che il Codice Mosaico ci fornisce in -tante altre prescrizioni quasi uniformi, e da -noi fondatamente abrogate come pratiche destituite -di base, e di ragione a' tempi recenti, -nei quali offronsi all'ebreo infiniti altri mezzi -più decorosi, e più efficaci per distinguersi fra -gli esseri sociabili di quello che lo fossero le -adotte marche ridicole, e impotenti, destinate -unicamente a rendere l'ebreo un essere straordinario -sulla terra, e ad allontanarlo da -quelle barbare idolatre nazioni esecrate per -tante volte da Dio <a id="FNanchor_69"></a><a href="#Footnote_69" class="fnanchor">(A)</a>, e che più non esistono -attualmente in alcuna di quelle parti -dove questo popolo è soggetto; e tanti altri -divieti, de' quali fa reiterato cenno la Scrittura, -e che di soverchio prolisso io diverrei, -se diffondere io quì mi volessi a redigerne il -dettaglio, hanno essi forse una più solida base, -motivi più giusti, più convincenti? Come supporre -che una lussazione accidentale cagionata -<span class="pageno target" title="87" id="pag-87"></span> -nell'anca di Jacob il Patriarca, in conseguenza -della prodigiosa lotta, che la Genesi ci narra -avere questi sostenuta con un angelo competitore, -che gli apparve in umana sembianza <a id="FNanchor_70"></a><a href="#Footnote_70" class="fnanchor">(55)</a>, -come, dico, un sì fatto strano avvenimento può -avere dato l'origine al divieto espresso nella -Scrittura medesima di cibarsi del nervo dell'anca -di qualunque siasi animale; anche permesso <a id="FNanchor_71"></a><a href="#Footnote_71" class="fnanchor">(A)</a>? -Cosa, per se stesso mai significare vorrà -<span class="pageno target" title="88" id="pag-88"></span> -quel Precetto di non oltrepassare un certo tratto -di cammino fuori del recinto della città il giorno -di Sabato con qualunque siasi arredo, sia fra -le mani, sia nelle tasche, senza escludere lo -stesso fazzoletto, il di cui uso è indispensabile, -e che i Rabbini poi, per indulgenza, permisero -di portarlo avviluppato a guisa di fascia -intorno i lombi <a id="FNanchor_72"></a><a href="#Footnote_72" class="fnanchor">(56)</a>? -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="89" id="pag-89"></span> -</div> - -<p> -Ma prescindiamo per ora dalla serie deplorabile -delle infinite altre pratiche superstiziose -che fecero adottare all'ebreismo queste -e molte differenti prescrizioni delle quali sembra -che desso sia stato sempre condannato ad -ignorare lo spirito e il senso genuino, o ad -interpetrare l'uno, e l'altro erroneamente. -Noi dovremo riassumere fremendo, sì malagevole -proposito, allorchè imprenderemo a tempo più -opportuno a dimostrare quale enorme detrimento -ha per mille parti risentito la prisca -consolante Religione d'Israel dalle mistiche -tradizioni, commenti, e parafrasi talmudiche. -</p> - -<p> -In tanto quì ci è duopo, per assoluta necessità, -illativamente conchiudere, che l'oscurità -in cui ci lascia il Pentateuco di ciò che -più avrebbe questo dovuto porre, senza mistero, -al chiarore dell'evidenza, viemaggiormente -concorre a confermarmi nella mia preallegata -opinione, che tre soli disegni potesse prefiggersi -Mosè proclamando que' divieti già riportati, -e molti altri dell'ordine medesimo, tacendone -i motivi, e le cagioni <a id="FNanchor_73"></a><a href="#Footnote_73" class="fnanchor">(57)</a>. Primo, -<span class="pageno target" title="90" id="pag-90"></span> -singolarizzare, come si disse, il Popolo ebreo, -e contraddistinguerlo da tutti gli altri, in quella -epoca esistenti sulla terra, ed a spese ancora -della propria ragione; Secondo, occuparlo incessantemente -di ciò che recare gli potesse una -diuturna distrazione, onde allontanarlo, per -quanto era possibile, dalle pratiche odiose -delle idolatre Nazioni, delle quali era esso -per ogni parte circondato, e che tanta proclivia -ei dimostrava ad imitare sì di frequente; -Terzo, finalmente, cimentare la sua costanza, -oltremodo soggetta a vacillare, ed a smarrirsi. -Disegni certamente sono questi riconosciuti -molto adeguati per l'Israelita del Secolo di -Mosè, ma del tutto assolutamente inopportuni -per l'ebreo di nostra età, il quale, purchè -tratto non abbia i natali sotto uno di que' barbari -cieli, dove l'impronta di uomo non può -essere mai disgiunta dal carattere di schiavo; -ma che la sorte, al contrario, sia per esso lui -stata propizia, accordandogli per patria un -<span class="pageno target" title="91" id="pag-91"></span> -suolo in cui l'uomo che sente di possedere una -ragione, gli si reputa un infamia il non usarne, -può, come si disse, ritrovare oggi, a suo piacere, -altri mezzi plausibili assai più, e molto -più solidi per distinguersi nel mondo; nè più -ha esso duopo attualmente di tali distrazioni -labili, e tormentose, mentre i popoli fra i -quali esso vive a' tempi odierni non sono già -i Cananei, gli Ibusei, o gli Amaleciti de' secoli -remoti, e de' quali l'Israelita era in dovere -di abominare la relazione, di rigettare -i costumi, di esecrare la condotta; ma Nazioni -colte, tolleranti, e civilizzate, che nulla -esso perderebbe certamente ad imitare, e di -cui l'esempio ben lungi dal corrompere, o -depravare i suoi costumi, vieppiù lo renderebbe -urbano, illuminato, ed utile alla società, -quando ei sapesse almeno cogliere l'opportunità -di profittarne a suo individuale vantaggio, -ed a quello de' suoi simili. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_64"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_64"><span class="label">(54)</span></a> -Da quando gli ebrei dovettero abbandonare le loro terre -e divenire subalterni di quelle di altri Popoli co' quali furono -alternativamente mischiati, riconobbero quanto sarebbe stato ridicolo -per essi di dovere comparire in pubblico adorni di que' fili -su' quattro lembi delle loro vestimenta; essi perciò autorizzati dai -loro Rabbini si permisero di cambiarne la pratica, sostituendone -invece un pezzo di drappo quadrato che ora portano soltanto sotto -i loro abiti, in modo non osservato con quattro cordoni pendenti -che chiamano ארבע כנפות (arbangh canfoth) <em>quattro lati, o ale</em>. -Questi cordoni sono ciascuno di 8 fili di lana (qualche volta di -refe di lino, ed anche di seta) filata espressamente per questo -effetto, con 5 nodi ogn'uno, corrispondenti a' 5 libri di Mosè, -que' nodi ne occupano la metà della lunghezza, e ciò che non è -annodato essendo sfilato termina di fare una specie di nappa: <em class="cit" xml:lang="la">Funiculus -in fimbriis facies; per quatuor angulos pallii tui quo -operieris</em> (ved. <em class="loc">Num. cap. 15 v. 38</em> e <em class="loc">Deut. cap. 22 v. 12.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -In questa prescrizione ordinata per due volte da Mosè fanno -gli ebrei consistere il più solido fondamento della credenza dell'Israelismo, -atteso che gl'indicati nodi ch'essi vi fanno essendo -in numero di 26 che tale è il calcolo che deducono dalle lettere -delle quali si compone il Nome ineffabile יה.ה (Jehovah) L'<em>Essere -Supremo</em>. Ma nel tempo delle preghiere che fanno entro la -Sinagoga, gli ebrei s'involgono con un velo di lana, o di seta -quadrato colle indicate nappe negli angoli; questo drappo essi lo -chiamano <em>Taleth</em>, ovvero Manto che si mette sopra tutti gli altri: -ma quale ne sia l'origine inutile non mi sembra investigarla avanti -di passare oltre. -</p> - -<p class="foot"> -Allorchè Mosè ritornò dal monte Sinaj nel campo degl'Israeliti, -dopo di avere avuta la gloria di conferire coll'Eterno, la -Beatitudine Divina restando espressa sul volto di questo Legislatore, -offuscò talmente gli occhi del popolo nel rimirarlo, che Mosè fu -obbligato di coprirsi il volto con un velo, siccome in chiari sensi -lo abbiamo dalla Scrittura (<em class="loc">Exodo cap. 34 v. 35.</em>) ed ecco, secondo -i Rabbini, la primitiva origine del Taleth. -</p> - -<p class="foot"> -Alcuni altri ancora pensano che quest'arnese fosse inventato per -ovviar le distrazioni durante le preghiere; quindi è che i Rabbini -titolati, e i più devoti fra gli ebrei, se ne cuoprono interamente -quando altri lo tengono soltanto ondeggiante sulle spalle. Avvi -degli autori poi che opinano che gli ebrei prendessero quest'uso -da' Romani, i quali pregavano i loro Dei colla testa velata; ed -essi dicevano di avere ricavato un tale costume da Enea, che lo -avea portato da Troia, come rilevasi da <em class="nome">Virgilio</em>, il quale gli fa -dire <em class="loc">Æneid lib. 2.</em> -</p> - -<p class="foot" style="text-indent: 4em;"> -<em class="cit" xml:lang="la">Caput ante aras Phrygio velamur amictu.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Per altro quelli che pretendono ripetere l'origine del Taleth -da' Romani rimarcano che gli ebrei hanno presi molti usi da' medesimi -dopo che ne furono sottomessi. Tutte queste prove sono -tanto poco valevoli, o convincenti, quanto sono quelle allegate -dagli stessi Romani, e da' Rabini ancora che il presentarsi davanti -Dio colla testa coperta, come facevano i primi, e nel modo che -lo praticano gli ultimi attualmente, è una marca di penitenza, di -rispetto, di umiltà, di modestia, e di timore. -</p> - -<p class="foot"> -È parimente comandato agli ebrei (<em class="loc">Deut. cap. 6 v. 8. e cap. -11 v. 18.</em>) di dovere sempre avere nella mano, e sulla fronte ciò -che la Scrittura denomina <em>Totaffoth</em>, e che gli ebrei distinguono -per <em>Teffilin</em> תפילין che i Greci chiamano <em>Phylacteros</em>; frattanto -per non essere derisi dal Popolo sopra un arnese che dee essere -in tanta venerazione presso gli ebrei, questi ai contentano di -usarli durante il tempo delle preghiere del mattino. Questi Teffilin -che in Caldeo, ed in ebreo rabbinico è come chi direbbe -in latino <em>Precatoria</em>, perchè gli ebrei si servono di quelli nelle -loro sacre orazioni, sono fatti nella maniera seguente. Sopra due -pezzi di pergamena sono scritti con dell'inchiostro fatto espressamente -in lettere quadrate, e con molte esattezza gli appresso quattro -testi in ciascuno de' medesimi, come è indicato dalla Scrittura -1. <em class="cit" xml:lang="la">Audi Israel etc.</em> (<em class="loc">Deut. cap. VI. v. 4.</em>) 2. <em class="cit" xml:lang="la">Si ergo obedieritis -mandatis mei etc.</em> (<em class="loc">Ibid. Cap. XI. v. 13.</em>) 3. <em class="cit" xml:lang="la">Sanctifica -mihi omne primogenitum etc.</em> (<em class="loc">Exo. Cap. XIII. v. 1.</em>) 4. <em class="cit" xml:lang="la">Cumque -introduxerit te Dominus etc.</em> (<em class="loc">Ibid. v. 11.</em>). Queste due -pergamene sono rotolate insieme in forma di un viluppo acuminato -che si racchiude nella pelle di vitello nera, indi si colloca -sopra un pezzo quadrato da cui pende una coreggia della stessa -pelle larga un dito, e circa un braccio e mezzo lunga; questi -Teffilin sogliono mettersi nella piegatura del braccio sinistro, rivolgendo -la coreggia (dopo di avere fatto un piccolo nodo a foggia -di <em>Yod</em>), intorno il braccio in linea spirale, che viene a terminare -nell'estremità del dito medio della mano: Questi vengono -denominati תפילין של יד <em>Teffilin Scel Yad</em> (cioè, Teffilin -della mano). In quanto poi agli altri, gli stessi menzionati quattro -testi sono in essi vergati egualmente sopra quattro pezzi di -pergamena di cui formasi un quadrato sul quale viene a rilevarsi -le lettera ש <em>Scin</em>, e da un altro quadrato che restavi annesso, -vengono a sortire due altre coregge di lunghezza, e larghezza -presso a poco simile alle prime; e sono questi chiamati תפילין -של ראש <em>Teffilin scel rosc</em>, cioè, <em>Teffilin della testa</em>. -</p> - -<p class="foot"> -Ecco dunque i <em>frontali</em> che gli ebrei mettono unitamente al -Taleth, durante la preghiera soltanto de' giorni feriali, giacchè -le solennità, e il Sabato non usano che il semplice Taleth sugli -omeri, come si disse, benchè molti, e specialmente i Rabbini, -lo mettino in testa, e se ne avviluppino per non essere distratti. -</p> - -<p class="foot"> -Del resto lasciando le infinite allegorie che vi furono applicate -(ved. <em class="loc">Hor.</em>, <em class="loc">Haym.</em>, <em class="loc">Ghem.</em>, <em class="loc">Menah.</em>, <em class="loc">Ramb.</em>) noi rimandiamo -a <em class="nome">Bustorfio</em>, il quale rapporta estesamente le prove della -forza del <em>Zizith</em>, e de' <em>Teffilin</em> tratte da Commentarj medesimi -de' Rabbini (<em class="loc">Syn. Jud. cap. 9.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_65"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_65"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Levit. cap. 19. v. 14.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_66"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_66"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Deut. Cap, 22. v. 10.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_67"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_67"><span class="label">(B)</span></a> -<em class="loc">Id. v. 5.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_68"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_68"><span class="label">(C)</span></a> -<em class="loc">Levit. Cap. 19 V. 27.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_69"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_69"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Exo. cap. XVII. v. 16</em> <em class="loc">Deut. cap. VII. v. 1 e seq.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_70"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_70"><span class="label">(55)</span></a> -<em class="nome">Freret</em>, <em class="nome">Voltaire</em>, <em class="nome">Boulanger</em>, ed altri fanno delle osservazioni -al solito loro molto bizzarre intorno questo aneddoto -della Scrittura, essi ritrovano primieramente straordinario di non -vedervi spiegato in quale anca, se nelle dritta, o nella sinistra sia -stato percosso il Patriarca; in secondo luogo stupiscono di non -vedervi diffinito in quale de' nervi abbia il medesimo sofferto la -lussazione che le sacre pagine ci narrano. Quest'ultima obbiezione -sembra avere per base un esperimento anatomico. V'ha nel -corpo umano sei sorta di nervi che si perdono nel nervo crurale -che chiamasi anteriore, ed in quello che nomasi posteriore; oltre -i quali, avvene ancora il gran nervo sciatico che si divide parimente -in due, ed è appunto l'alterazione di questo nervo che cagiona -quella malattia che gli anatomici distinguono col nome di -<em>Gotta Sciatica</em>; che regolarmente rende zoppo l'individuo che -n'è attaccato: Sembrami, per altro, che l'opposizione di questi -critici si fondi per non vedere nella Scrittura un detaglio anatomico -di questo fatto straordinario, senza riflettere che ciò era un -vano pretendere, non essendo la notomìa in que' tempi conosciuta. -I medesimi critici veggono parimenti con sorpresa come Jacob percosso -nella coscia, e questa non essendo tutta via ripristinata, abbia -ancora tanta forza per lottare contro un messaggere celeste, e -per dirgli: <em class="cit" xml:lang="it">io non ti lascierò a meno che tu non mi abbia benedetto</em>. -Ma tutti gli esperimenti debbono sparire davanti l'autenticità -de' libri Sacri, i quali faranno cessare in noi così pure ogni -sorpresa dal momento che alla fede faremo tenere le veci di scienze -e di ragione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_71"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_71"><span class="label">(A)</span></a> -<em class="loc">Gen. Cap. 32 v. 33.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_72"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_72"><span class="label">(56)</span></a> -il Basnage osserva che sarebbe da desiderare che gli ebrei -si fossero appigliati, per ciò che riguarda il riposo del Sabato, -all'insinuazione di <em class="nome">Ovidio</em>; non ostante ch'egli fosse autore -Pagano: -</p> - -<div class="center"> -<div style="display: inline-block;"> -<p class="center compatto"> -<em class="cit" xml:lang="la">Quaque Die redeunt rebus minus apta gerendis<br/> - Culta Palæstino Septima Sacra viro,</em> -</p> -<p class="destra compatto"> -<em class="loc">De Ar. Aman. lib. 1.</em> -</p> -</div> -</div> - -<p class="foot"> -Se noi dovremmo attenerci alle decisioni de' Rabbini sulle -superstiziose cerimonie da osservarsi nel Sabato, e sul riposo macchinale -che impongono essi in simile giorno, gli ebrei non dovrebbero -muovere un passo dalla posizione in cui gli sorprenderebbe -il Sole nel momento del tramontare della vigilia, come lo -praticano appunto i Caraiti, attaccati al testo letterale che dice -אל יצא איש ממקומו ביום השביעי (al jezeh hisc mimecomò bajom -ascebinghi) <em class="cit" xml:lang="la">Maneat unusquisque apud semetipsum, nullus -egrediatur de loco suo die septimo</em>. (<em class="loc">Exo. Cap. 16 v. 29.</em>) -ma non essendo possibile rigorosamente fra noi eseguirsi un tale -precetto quale viene prescritto da Mosè, i Talmudisti pensarono -commutarne la pratica, limitando, in vece, il tratto di cammino -da permettersi in quel giorno a mille passi oltre le porte della -Città; ma questo ancora sgravato da qualunque siasi peso, eccetto -che il mero necessario abbigliamento, senza che vi entri niente -di superfluo nè di aggravante. (Ved. <em class="loc">Tratt. Nghirub. Cap. XIV.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Del resto assai malagevole si renderebbe a descrivere tutte le superstizioni -che si fanno luogo in questo medesimo giorno presso -i recenti ebrei: un prolisso trattato di <em>Misnah</em> vi è impiegato sulla -osservanza delle pratiche del Sabato. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_73"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_73"><span class="label">(57)</span></a> -Di tal fatta può dirsi precisamente l'ordine imposto da -Dio a Mosè (<em class="loc">Exo. Cap. 30 v. 12 e 13</em>) di non contare le dodici -Tribù d'Israel che col mezzo di tante monete, onde soccombere -quelle non dovessero ad un flagello sterminatore, numerandolo -individualmente come seguì appunto a David, il quale, per quanto ci -annunzia la Scrittura, pagò a tale gravoso prezzo l'ordine da esso -lui emanato a Joab suo ministro di fare l'ennumerazione individuale -di tutto il Popolo ebreo soggetto a' suoi domini (<em class="loc">Sam. II. -Cap. 24 v. 16 17.</em>) di tale natura può dirsi ancora la prescrizione -imposta duplicatamente da Dio a Mosè (<em class="loc">Num. Cap. 18 v. 15</em> -<em class="loc">Exo. Cap. 13 v. 14</em>): di redimere col mezzo di cinque monete di -argento qualunque primogenito dopo un mese della sua nascita, -ed altre simili prescrizioni dell'ordine medesimo, i motivi della -osservanza delle quali furono interamente dalle sacre pagine taciuti. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-VIII"> -<span class="pageno target" title="92" id="pag-92"></span> -CAPITOLO VIII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Mezzi presentanei che possono con sicurezza -condurci alla fissata riduzione, sì ovvia, -e salutare, senza ledere nella minima -parte la base fondamentale su di cui dee -sostenersi il vero Divino Culto del Popolo -d'Israel. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Persuasi intimamente che le moltiplici fondate -ragioni da noi fin quì riportate ci rendino -una volta della urgente necessità indispensabile -di alleggerire la nostra mente da tante -inutili cure; di liberare il nostro spirito dal -giogo ferale di tutte quelle illusioni che lo -abbaccinavano al segno di fare ad esso credere -l'errore verità, e questa una chimera; -di rappresentarli il soverchio necessario, e questo -indifferente; fermi dunque nella convinzione -di sì pressante bisogno, molto agevole assunto -parmi che dovrà per se stesso riuscirci di -<span class="pageno target" title="93" id="pag-93"></span> -rinvenire in seguito con esattezza i mezzi più -opportuni onde giugnere sicuri a questo grande -scopo, e discernere così metodicamente il bene -solido, e perenne da quello che in realtà fu sempre -mai riconosciuto, generalmente fallace, ed -apparente. -</p> - -<p> -Ma siccome non è già la prevenzione quella -che dee guidare i nostri passi all'essenziale -ricerca di tali mezzi, nè il pregiudizio quello -che può farceli ritrovare con avventurato quanto -rapido successo; così, alieni affatto da quella, -onninamente scevri di questo, noi osiamo lusingarci -di potere essere finalmente condotti -alla meta propizia di nostre intense brame, -riassumendo, di slancio, gl'imponenti genuini -motivi che ci hanno già fatto precedentemente -determinare a stabilire l'abrogazione delle -nove parti de' precetti contenuti ne' cinque libri -del Codice Mosaico. -</p> - -<p> -Avendo noi dunque tali precetti divisi in -tre classi differenti, a ciascuna delle quali per -conseguenza, abbiamo dovuto necessariamente -assegnare il rango, e l'oggetto conveniente, -onde rendere congrua, e solida ragione degli -idonei motivi che o indussero ad ammettere i -precetti contenuti nell'una, ed a sopprimere -quelle che giudicato abbiamo appartenere alle -due altre. Or da sì fatta operazione osservammo -risultare, che la decima parte di quelli -<span class="pageno target" title="94" id="pag-94"></span> -unicamente potea essere capace, in ogni senso -a costituire la base radicale della Religione -d'Israel, considerando le nove altre come superflue -al suo ben essere, ed inopportune alle -sue presenti circostanze. -</p> - -<p> -In fatti se, come fu già da noi dimostrato, -tutte quelle ordinanze, o prescrizioni racchiuse -nelle abrogate classi più non debbono esistere -per l'odierno Israelismo, di sorte alcuna, essendo -restate sepolte, è circa ormai 18 secoli, -sotto le rovine deplorabili del tempio, e dell'altare -a cui una gran parte di esse riferivasi, -quale delirio di volere farle pure oggi valere, -anche non esistenti, sulla stravagante lusinga, -che un Inno, una Prece, una Jaculatoria, -espressa in certi destinati momenti, replicata -un numero di volte, impiegando per tal effetto, -de' vocaboli sinonimi, accompagnati da strepiti, -da gesta, da varie contorsioni, e da positure -differenti <a id="FNanchor_74"></a><a href="#Footnote_74" class="fnanchor">(58)</a>, debba tenere le veci di -<span class="pageno target" title="95" id="pag-95"></span> -olocausto, meritare il compenso equivalente, -e coll'efficace mezzo di quelle, potere attualmente -ancora conseguire dall'Eterno que' medesimi -favori, che già ne' tempi andati risultare -miravansi da questo <a id="FNanchor_75"></a><a href="#Footnote_75" class="fnanchor">(59)</a>? E quelle che -<span class="pageno target" title="96" id="pag-96"></span> -racchiudono, come opportunamente osservammo -il giudiziario, il civile, il politico ec., non -fanno elleno parte delle Leggi di qualunque -civilizzato governo della terra, sotto i di cui -auspicj l'ebreo del pari che ogni altro subalterno, -mira esercitare tutti gli atti di umanità -e di giustizia che il Codice Mosaico avea prescritti? -E se oggi più non si lapida, non si -strangola, non si abbrucia i rei di aggressione, -di omicidio, ed i trasgressori della Religione, -come praticavasi allora, il facinoroso, l'aggressore, -e l'omicida sono frattanto puniti dalle -sane Leggi odierne, con de' supplizj egualmente -capitali, ma meno atroci di quelli che la prisca -teocrazia avea introdotti; lasciando all'eterna -giustizia la cura d'infliggere la pena che meritano -i refrattarj criminosi del vero culto che -l'ente ragionevole è in dovere di prestare al -<span class="pageno target" title="97" id="pag-97"></span> -di lui Opifice Supremo. Mi si accenni di grazia, -un solo popolo, purchè mediocremente illuminato, -che non riguardi come il primo essenziale -dovere dell'ordine sociale di punire il delitto, -difendere l'innocenza, soccorrere l'infermo, -e l'indigente, garantire le sostanze dei Cittadini, -e rendere giustizia a chi l'implora; e -tutto ciò è da quelli sì chiaro conosciuto, e sì -esattamente osservato, senza forse avere la -benchè minima contezza (come non l'avevano -effettivamente non più i Greci nè i Romani) -delle Instituzioni stabilite da Mosè nel Pentateuco -ad un tale riguardo. E non sono queste -prove sufficienti per dimostrare, che se anche -l'ebreo volesse a rigore mantenere quanto è prescritto -relativamente alle indicate materie, -l'impotenza nella quale oggi trovasi ridotto di -creare per se stesso nuove Leggi, farle valere -e propalarle, e la necessità che lo astringe, -d'altronde a sottommettersi, senza riserva, a -quelle del paese in cui vive, non lo metterebbero -interamente fuori della situazione di -eseguirlo <a id="FNanchor_76"></a><a href="#Footnote_76" class="fnanchor">(60)</a>? -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="98" id="pag-98"></span> -</div> - -<p> -Or delle deduzioni risultanti de' precetti -contenuti nelle due abrogate classi, quale detrimento -domando, potrà mai risentire la Religione -dell'Israelismo, quale scapito soffriranno -le basi inconcusse, ed essenziali necessarie -a sostenere le pretta credenza di questo Popolo, -dalla semplice restrizione portata nella -terza, sulla quale si aggira unicamente il nostro -fissato piano di Riforma? A che mai riducesi -per se stessa una sì fatta modificazione -riguardata dalla stolida moltitudine fanatica, -sì strepitosa, e sì enorme? Primieramente a -simplificare l'affluenza complicata di ripetizioni -<span class="pageno target" title="99" id="pag-99"></span> -usate nel Pentateuco, siccome lo abbiamo altrove -rimarcato, prescrivendo i medesimi precetti, -sia che procedessero dall'indole propria -dell'idioma ebraico in cui esso fu scritto, -suscettibile di un dato genio tutto suo particolare, -sia che derivate fossero dal gusto universale -dominante in que' secoli, anche presso -gli Scrittori i più accreditati di altri popoli -per quanto noi conosciamo <a id="FNanchor_77"></a><a href="#Footnote_77" class="fnanchor">(61)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="100" id="pag-100"></span> -</div> - -<p> -In secondo luogo poi a rendere il rigenerato -sistema della Religione Mosaica libero -interamente da tutto quelle superfluità, o pratiche -bizzarre, compatibili forse in un epoca in -cui l'ebraismo, illusoriamente predominato dal -ridicolo entusiasmo di formare per se stesso un -Popolo eletto dall'Essere Supremo, in preferenza -di ogni altro, (siccome fu già da noi -rimarcato nella nostra Introduzione Preliminare) -credevasi astretto di dovere adottare -delle massime stravaganti solo ad esso particolari, -onde essere tale considerato ad esclusione -di ogni altro; ma ne' secoli presenti ne' -quali più non appartenendo l'ebreo ad una -sola terra, ad un regno solo, ad una sola regione, -e che desso, al contrario, è proclamato -cittadino del mondo, specialmente se la sorte -lo fece nascere in Francia, od in Italia, non -<span class="pageno target" title="101" id="pag-101"></span> -sarebbe egli all'eccesso condannabile per lui di -volere spontaneamente portare delle marche -ridicole impresse sul suo volto per distinguersi -da tutti gli altri suoi concittadini, oltre le tante -altre infamanti delle quali la barbarie di certe -Leggi, la superstizione, e l'ignoranza di alcuni -Popoli contrassegnavanlo un tempo <a id="FNanchor_78"></a><a href="#Footnote_78" class="fnanchor">(62)</a>; ovvero -coltivare quegli usi antisociali che ignorati fossero -da questi, o avvalorare quelle strane cerimonie, -che gli attirerebbero il vilipendio -universale di tutti i suoi coabitanti? -</p> - -<p> -In terzo luogo, per ultimo, a rimettere -la Nazione d'Israel sul piede degli altri popoli, -a purificare il suo culto, a civilizzarla -ne' suoi costumi, ad illuminarla, nell'educazione -morale, e nella coltura dello spirito, ed a -<span class="pageno target" title="102" id="pag-102"></span> -renderla tale, in una parola; quale il proprio -suo interesse lo impone, ed il propostoci disegno -salutare lo richiede. -</p> - -<p> -Ecco verosimilmente a bastanza di che -fare quanto è duopo conoscere il bisogno urgente, -e indispensabile dell'immediata Riforma -che ci siamo essenzialmente prefissa del culto, -e dell'educazione Politico-morale del Popolo -Ebreo, ed i soli mezzi efficaci che possono con -sicurezza condurvici direttamente senza che la -base fondamentale vengane lesa nelle sue massime -più importanti, non dobbiamo rintracciarli -che nel vasto campo della nostra propria -ragione <a id="FNanchor_79"></a><a href="#Footnote_79" class="fnanchor">(63)</a>; quest'esimia ragione che ci fece -per tante volte in chiari accenti capire, che -la Religione dee essere limpida, semplice, universale, -alla portata di tutti gli spiriti, perchè -dessa è fatta per tutti i cuori; che la sua morale -non dee essere soffocata sotto l'aggravante -peso del dogma, che niente di oscuro, nè di -<span class="pageno target" title="103" id="pag-103"></span> -misterioso, nè di assurdo giammai dee sfigurarla -questa ragione, dico, non avrà tenuto indarno un -sì energico, e penetrante linguaggio, sempre che -noi saremo a sufficienza forti, e decisi per abbattere, -e svellere delle radici l'edifizio il più -impotente, ed il più mostruoso che l'abbia -mai disonorata, qual'è quello delle infinite -cerimonie superstiziose, delle pratiche all'eccesso -ridicole, e degli usi ributtanti, e irragionevoli -che tenere faceansi fatalmente fino -ad ora, il rango, ed il carattere di religione, -inventati scaltramente da quelli che bene intesero -in ogni tempo la teorìa delle regole -adeguate, e necessarie a mettersi in pratica -per sedurre, o ammaliare, secondo le circostanze, -o il bisogno, un popolo che sempre -tentarono, ad ogni prezzo, di rendere ligio -a' propri criminosi smarrimenti. -</p> - -<p> -Non ignoro, d'altronde, quanto arduo, -e malagevole assunto riescire dovrà per certuni -quello di dovere abdicare in un momento quei -moltiplici deplorabili errori succhiati alla mamella, -che per un lungo periodo di anni furono -loro fatti considerare come sacri, ed essere -così astretti a sostituire in vece delle verità -nuove a' vecchi assurdi. Ma e pure questo è -in fatti l'unico sacrifizio, e il più importante, -e decisivo della sorte dell'uomo, che l'eccelsa -ragione, la società, e la natura esigono -<span class="pageno target" title="104" id="pag-104"></span> -fermamente d'accordo dalla prosapia d'Israel, -in contraccambio del mezzi efficaci, e salutari -ch'esse gli porgono. Quindi una volta che la -medesima si dedichi risolutamente di buon -grado a proclamare la durabile rigenerazione -del suo culto, de' suoi costumi, e della sua -educazione morale, guidata da principj sì edificanti -nel cuore, i mezzi sì avidamente ricercati -gli si offriranno per essi medesimi alla -mano senza la più tenue pena dalla sua parte; -soggiugnendo però che il ritrovarli solo non -basta; con ciò pressochè nulla avrebb'ella -cooperato al di lei proprio solido giovamento; -sopra d'ogni altra cosa urgente, e necessaria è -duopo studiare accuratamente la difficile teoria -di conservarli. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_74"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_74"><span class="label">(58)</span></a> -Senza fermarci quì ad oppugnare una pratica sì perniciosa -e sì comune, osserveremo soltanto che gli uomini, generalmente -parlando, hanno all'eccesso aumentati i vocaboli che servono a -marcare l'atto religioso, forse immaginando che la medesima idea -espressa nelle loro preghiere con vari giri differenti, gli uni più -sommessi degli altri, ed in ogni tempo seguitate da certe cerimonie -ch'essi supponevano dover piacere a Dio, loro attirerebbe -il suo alto soccorso di una maniera più affluente, più pronta, e -più efficace. I Greci, ed i Romani attribuirono molta forza, e -attività a certi vocaboli, ed a certe formule superstiziose che impiegavano -essi nelle loro preghiere al segno di restare fermamente -persuasi che mediante il favore di alcune parole, sostenute da varie -cerimonie bizzarre, essi potevano astrignere la Divinità ad essere -loro propizia. Egli è così che ogn'uno s'immagina di potere ampliamente -ottenere dall'Essere Supremo ciò che domanda impiegando -molti termini sinonimi accompagnati da varie attitudini -diverse, e da clamorose preghiere, che formano la base prima, -ed essenziale di presso che tutte le sette che conosciamo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_75"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_75"><span class="label">(59)</span></a> -Non ostante che gl'Israeliti sieno stati sempre obbligati -di pregare Dio, non pare verosimile che allora quando essi offrivano -i sacrifizj entro il loro antico Tempio venerabile, avessero -duopo di usare di quelle tante interminabili preghiere fisse, e quotidiane -che praticare si veggono da' moderni ebrei nelle loro proprie -Sinagoghe. Ma essi, nulla di meno, sostenuti dal Profeta -(Oss. Cap. 14 v. 3) adducono con intima convenzione ונשלמה -פרים שפתינו (unscialemah parim sefatenu) <em class="cit" xml:lang="la">Et reddemus vitulos -labiorum nostrorum</em>. Intendendo con tale frase di potere -supplire oggi colle preghiere alla mancanza, ed alle totale cessazione -de' loro antichi sacrifizj; ed eccone precisamente lo norma -che quasi tutto il corpo dell'ebreismo ha conservata sopra un tale -rapporto. -</p> - -<p class="foot"> -Siccome tutti i giorni offrivasi nel tempio di Gerusalemme -due sacrifizj, cioè, l'uno la mattina, e l'altro la sera, gli ebrei -Talmudisti hanno così stabilito di dovere recitare nelle loro Sinagoghe -la preghiera delle mattina denominata תפילה (Teffilah) -quella della sera che chiamasi מנחה (Minhah) che reputano -equivalenti a que' due indicati sacrifizj oggi soppressi. Ma nella -occasione del Sabato, e delle feste solenni, durante il corso dell'anno, -oltre questi due sacrifizj quotidiani, aggiugnendosene altro -nuovo, così gli ebrei in simile giorno aggiungono parimente altra -nuova preghiera che appellasi מוסף (Mussaff) cioè, <em>addizione</em>. -E altresì opportuno quì di rimarcare, che oltre le preghiere testè -menzionate, che gli ebrei pretendono, d'accordo, come si disse, -fare equivalere a' sacrifizj annunziati, essi hanno ancora la preghiera -dell'entrare della notte, che stabilirono per ciò che restava -del sacrifizio vespertino, e che chiamano ערבית (Ngharbith). -</p> - -<p class="foot"> -Ma se Dio avesse aggradite le parole in proferenza delle vittime, -non lo avrebbe egli stesso fatto capire, nel modo appunto -ch'esso fece chiaro per tante volte intendere di volere Olocausti, -e non Preghiere in loro vece, o piuttosto, come chiaro si esprime -il Profeta Isaia (<em class="loc">Cap. 58 v. 6 e seq.</em>) nè gli uni nè le altre, -ma solo un puro, e retto cuore in loro luogo? E giacchè altrimenti -si presume, non basterebbe egli forse una sola concisa preghiera -in ciascun giorno? -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_76"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_76"><span class="label">(60)</span></a> -È ben vero che sotto gl'Imperatori Romani gli ebrei avevano -l'amplia facoltà di giudicare pubblicamente secondo le Legge -Mosaica tutte le cause che agitavansi fra di essi, ma per altro -questo diritto, se vuolsi prestare fede ad <em class="nome">Origene</em> che vivea in -que' tempi, non era già devoluto a' medesimi che per la mera -procedura soltanto delle cause civili, giacchè le criminali erano -di competenza del solo Tribunale Supremo di Roma (Ved. Orig. -<em class="loc">Epist. ad Rom. lib. 6 Cap. 1</em> & <em class="loc">Epist ad Afric. pag. 243.</em>) -Se v'ha tutta via de' luoghi ancora ne' quali dall'autorità Sovrana -permesso al corpo degli ebrei che n'è soggetto di costituire -nel suo centro un Tribunale espresso per discutere, o definire le -sole cause civili che si agitano fra gli individui di questa nazione, -ciò, per altro, non segue che nelle Città dove gli ebrei essendo -alquanto numerosi, come Livorno, Roma, Amsterdam, Praga, -Venezia, ed alcune altre, i tribunali ordinarj del paese non potrebbero -supplire ed evaderle tutte con quell'esattezza, e sollecitudine -che richiede la giustizia, per chi vuole cautamente amministrarla. -I respettivi Sovrani dunque di tali Stati concedono di -rivestire un certo dato numero di ebrei i più qualificati per lumi, -e per dovizie della dignità giudiziaria, rimettendo fra le loro mani -il deposito di una parte dell'amministrazione della giustizia; ma -questa dignità è d'altronde così precaria, e circoscritta, che può -essere loro tolta, o surrogata ad ogni momento, e soggetta in -qualunque siasi tempo alle leggi dello Stato, alle quali l'intero -corpo della Nazione che vi abita è per ogni parte sottomesso. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_77"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_77"><span class="label">(61)</span></a> -Molti commentatori, fra i quali <em class="nome">Bustorfio</em>, <em class="nome">Girolamo</em> -ed il celebre <em class="nome">Aaron</em> caraita (di cui mi riserbo a fare menzione allorchè -mi emergerà di proposito ragionare della setta del caraismo) -si fecero ad opinare che le frequenti ripetizioni che si trovano in -gran copia sparse per tutta la scrittura fossero una conseguenza del -genio particolare proprio della lingua ebraica, la quale attesa la -sua naturale semplicità e concisione suole ripetere d'ordinario le -medesime cose or sotto vocaboli differenti, ed ora sotto identiche -frasi. Per altro, tutto che quest'opinione sia vera in gran parte, -io veggo frattanto che <em class="nome">Omero</em> è generalmente imputato del medesimo -difetto, siccome lo sono tutti gli scrittori di quel secolo; ed -i critici ritrovano una conformità perfettamente identica fra la -maniera di parlare del poeta Greco, e quella con cui si esprime il -legislatore d'Israel; ed io rimarco parimenti che <em class="nome">Marziale</em> non ha -potuto astenersi in qualche luogo de' suoi epigrammi dal deridere -Omero per sola cagione di simile difetto (se tale potea questo in -quell'epoca chiamarsi), dal che si potrebbe opportunamente inferire -non essere già queste reiterazioni soltanto particolari al genio della -lingua ebraica, ma che anche l'idioma del cantore di Smirne suscettibile -fosse del carattere medesimo. -</p> - -<p class="foot"> -Da sì fatta maniera di esprimere sì di frequente le stesse -cose, vari pensatori trassero argomento d'inferire che Mosè non -potea essere l'autore del Pentateuco, e tanto più questo dubbio -prende piede in mente loro, facendo attenzione alla diversità dello -stile che vi s'incontra di tratto in tratto, ciò che forma una prova in -mente loro troppo idonea e convincente onde fare credere che un -medesimo scrittore non può in verun modo esserne l'autore: alcuni -ancora più moderati degli altri ne' loro giudizi, opinano che per -negligenza de' copisti l'ordine delle materie possa essere stato alterato -nel trascriverle dalla primitiva dizione originale; e di ciò -sembrami niente assolutamente più facile poichè siccome gli antichi -scrivevano sopra piccioli viluppi, o fogli separati, che rotolavansi -gli uni sopra gli altri, non avranno forse avuta le necessaria precauzione -di conservare sempre il metodo regolare delle materie, ed in -vece avranno fatto, senza dubbio, delle repliche, laddove era duopo -di sopprimere quelle che già vi erano antecedentemente, e di elidere -le cose inutili, o soverchie. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_78"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_78"><span class="label">(62)</span></a> -Per quanto ci narrano le Istorie di tutti i popoli conosciuti, -non vi fu luogo giammai sopra la terra, in cui gli ebrei che -lo abitarono non soggiacessero all'infamia degradante di vedersi -contraddistinti dal resto de' cittadini con certe marche affisse ora -nella sommità del Cappello, ora nella parte la più visibile degli -abiti, e le femmine stesse di questa nazione non ne erano escluse. -</p> - -<p class="foot"> -Negli stati musulmani poi, ne quali non è appena che un -secolo si contrassegnavano anche i Cristiani, la marca destinata -per gli ebrei era del tutto differente da quella che fissavasi per gli -altri, benchè non molto visibile, e per conseguenza meno avvilente -di quella con cui venivano marcati sotto il cielo apostolico romano; -ma una gran parte degli ebrei, per altro, ben lontana dal riguardarla -come tale, compiacevasene al segno di considerare come pessimi -ebrei quelli che cercavano di ocultarla, o che al prezzo di moneta -pervenivano a conseguirne l'esenzione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_79"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_79"><span class="label">(63)</span></a> -<em class="cit" xml:lang="fr">Nostre Raison</em> (dice il celebre D'Argens) <em class="cit" xml:lang="fr">est un don -de Dieu, qui ne saurait nous tromper; c'est un présent qu'il -nous a fait pour nous donner le moyen de le connoître, et de -le servir</em> <em class="loc">Lett. Juiv. lett. XXXIII. pag. 81.</em> infatti se questa sublime -ragione, massime nelle cose dimostrativamente evidenti, ci -facesse smarrire dall'ameno sentiero che conduce alla solida perenne -felicità ch'essa promette, ne verrebbe per illazione che Dio c'ingannerebbe, -ciò che non può assolutamente sostenersi senza il colmo -dell'insania, Dio essendo la verità inalterabile medesima. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-IX"> -<span class="pageno target" title="105" id="pag-105"></span> -CAPITOLO IX. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Dall'origine della Misnah, e del Talmud; -ossia della Ghemarah; oggetto, e scopo -di entrambe. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -I grandi avvenimenti, dice un pensatore inglese, -sono per l'ordinario da gran cause prodotti; -ma siccome i filosofi rigettano il più -delle volte, con certe ragioni da essi loro -credute valide, ed inoppugnabili, queste vantate -cause misteriose, e soprannaturali immaginate, -com'essi opinano, da un certo numero -di antichi ad oggetto di accreditare le loro -stravaganti opinioni colle quali ammaliarono -lo spirito del volgo, sì facile ad illudere e sì -malagevole a disingannare, essi avrebbero dovuto -piuttosto cercarne la sorgente nelle antiche -massime religionarie, e studiare con diligenza -il carattere genuino di que' soggetti -che le hanno prodotte, diffuse, ed accreditate, -onde con più pronta e più agevole maniera -<span class="pageno target" title="106" id="pag-106"></span> -pervenire alla esatta cognizione degli enimmi -sacri generalmente venerati, sì familiari ad -essi, e di cui la moltitudine insensata, si fa -depositaria, senza speranze di potere giugnere -per niun mezzo a comprenderli giammai <a id="FNanchor_80"></a><a href="#Footnote_80" class="fnanchor">(64)</a>. -</p> - -<p> -Tale appunto è l'intima natura delle innumerabili -mistiche visioni delle quali sono -inondate le opere di cui entriamo a ragionare, -e tale è precisamente l'indole che ci fecero in -ogni senso conoscere avere quegl'individui che -le hanno fino a noi tramandate. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="107" id="pag-107"></span> -</div> - -<p> -Per altro l'antichità di queste opere, il -rispetto illimitato verso gli estensori d'esse -che si ebbe la scaltrezza d'insinuare nell'animo -di quelli sventurati che si avea precedentemente -sedotti, il fermo loro accanimento nel seguitare -le une, nel difendere gli altri, la cura -indefessa che fu da quelli presa in ogni tempo -ad oggetto di propalarle, e perpetuarle, come -opere provenienti dal Cielo, e dettate dalla -stessa increata mente dell'Essere Supremo: tutto -ciò, dico, dovea per necessità indispensabile -impedire loro di credere che quelle opere, in -gran parte, altro non fossero per elleno medesime -che un aggregato informe d'idee bizzarre, -scaturite da altrettante immaginazioni -travviate, il delirio particolare delle quali -divenne pur troppo in breve spazio di tempo, -come succedere dovea senza scampo, uno smarrimento -quasi universale di tutto un popolo immenso <a id="FNanchor_81"></a><a href="#Footnote_81" class="fnanchor">(65)</a>; -verità che frappoco sarà posta -da noi al chiarore dell'evidenza. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="108" id="pag-108"></span> -</div> - -<p> -Dal fin quì esposto sembrami rendersi -quanto è duopo manifesto che inferire solo io -voglio di quelle opere unicamente che la tradizione -fece pervenire fino e noi, cioè il <em>Talmud</em>, -ovvero come altri dicono la <em>Ghemarah</em>, e di tutte -le parafrasi complicate che la seguono <a id="FNanchor_82"></a><a href="#Footnote_82" class="fnanchor">(66)</a>, -ma affine di procedere con un ordine metodico, -e sicuro in tale utile ricerca, fa d'uopo avanti -d'ogni altra cosa analizzare la sorgente immediata -da cui esso emana, e discendere in -seguito a conoscere i presunti solidi fondamenti -su' quali appoggia l'ebreismo quella cieca macchinale -venerazione ch'esso ebbe sempre per -riguardo ad un tal libro, considerandolo come -un codice non meno antico, e tanto sacro quanto -lo stesso pentateuco di Mosè <a id="FNanchor_83"></a><a href="#Footnote_83" class="fnanchor">(67)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="109" id="pag-109"></span> -</div> - -<p> -Benchè molti critici sieno fra loro discordi -circa lo stabilire il tempo in cui il Talmud sia -stato effettivamente compilato, pure noi lo fisseremo -a 125. anni dopo la devastazione del -secondo tempio; tale essendo l'opinione la più -generalmente conosciuta, e adottata. -</p> - -<p> -Il Rabbino <em class="nome">Jeudah</em> il quale vivea in que' -tempi, e che attesa l'esemplarità della sua -vita era denominato degli ebrei de' suoi tempi -רבנו הקדוש (Rabenu Akadosh) (<em>nostro maestro -il santo</em>); questo Rabbino, dico, il quale -era eccessivamente dovizioso, ed amico intimo -dell'Imperatore Antonino il Pio, veggendo che -la dispersione degli ebrei avrebbe fatta dimenticare -questa legge di bocca, ossia orale, -scrisse tutti i sentimenti, constituzioni, e tradizioni -de' Rabbini che lo avevano preceduto -<span class="pageno target" title="110" id="pag-110"></span> -in un grosso corpo di opere, che distinse col -nome di משנה (Misnah) cioè <em>Ripetizione -della legge</em> che divise in sei parti; la 1. riguarda -l'Agricoltura; la 2. si rivolge a fissare -l'epoca in cui debbono cominciare, e finire il -sabato, e le altre feste; la 3. tratta dei matrimonj, -e di tutto ciò che rapportasi alle femmine; -la 4. delle procedure giudiziarie, e -delle vertenze che nascono sopra ogni sorta di -affare civile; la 5. ha per iscopo la santità, -ovvero i sacrifizj, ed i principali riti della religione; -la 6. finalmente si aggira sulle purità, -e sulle impurità <a id="FNanchor_84"></a><a href="#Footnote_84" class="fnanchor">(68)</a>. Ma siccome questo libro -era per se stesso molto succinto, e per conseguenza -poco intelligibile; un inconveniente di -tale natura ha dato origine a delle forti, e -interminabili questioni, le quali fecero in -ultimo risolvere due colti Rabbini abitanti in -<span class="pageno target" title="111" id="pag-111"></span> -Babilonia, l'uno chiamato <em class="nome">Rabenah</em>, e l'altro -<em class="nome">Rabascè</em> di riepilogare tutto ciò che era stato -esposto, ed agitato fino a' loro tempi sulla Misnah, -aggiugnendo molte altre osservazioni loro proprie, -apotemmi e detti rimarcabili, fissando la -misnah come per testo, e le appendici accresciute -ad essa da' medesimi, come una spiegazione -creduta ovvia, e analoga, dal complesso -delle quali essi formarono poscia l'intero corpo -del libro, che denominarono תלמוד בבלי <em>Talmud -Bably</em>, cioè Talmud Babilonico, oppure גמרה -(Ghemarah) che significa <em>perfezione</em>, diviso -così ancora in 6 parti, denominate מסכתות -(Massahtoth) <em>Trattati</em>; non tacendo però che -alcuni anni avanti un certo Rabbino Johanan -di Gerusalem avea compilata un opera quasi -uniforme che chiamò תלמוד ירשלמי (Talmud -Jerusalmi) cioè, <em>Talmud di Gerusalem</em>; ma -essendo stata questa ritrovata molto concisa, -rapporto alla vastità delle materie sulle quali -si aggirava, ed anche riconosciuto di uno stile -alquanto barbaro, e inusitato, il babilonico -gli fu di gran lunga preferito, come più vasto, -più elegante, e più intelligibile. -</p> - -<p> -A questi poi dopo qualche spazio di tempo -il Rabbino Salomon, detto comunemente -<em class="nome">Rascì</em> (<em class="nome">R. Scelomoh Yarki</em>) di origine francese, -fece un brevissimo commentario, ed un -accademia di vari altri differenti Rabbini vi -<span class="pageno target" title="112" id="pag-112"></span> -aggiunse così pure una certa dose di questioni, -che appellarono תוספות (Tossaffoth) -cioè <em>appendici</em>, o <em>addizioni</em>. E quì opportuno -però di rimarcare che da questo Talmud -Babilonico, furono già da gran tempo elise -molte cose, particolarmente i tre trattati compresi -ne' sei de' quali io vengo di parlare, -attesochè quelli che concernono le materie riguardanti -l'agricoltura, o le semenze, i sagrifizj, -le purità, e le impurità più non sono -attualmente in uso di sorte alcuna presso gli -Israeliti de' secoli recenti. -</p> - -<p> -Questa Ghemarah, e Talmud Babilonico -che serve di regola fondamentale agli ebrei -in tutte le loro cerimonie religiose, non meno -che in tutti i loro affari, sia civili, o criminali, -è scritto in un linguaggio caldeo di que' -tempi ch'è assai difficile ad intendersi, perchè, -al riferire dei dotti, è molto lontano -dalla purità dell'antico terso caldeo che parlavasi -in Babilonia; oltre a ciò quell'opera -è piena di confuse questioni, di storie, o -piuttosto di leggende fatte a piacere, che i -semplici decantano per vere, ma per poco -discernimento che si abbia, riesce agevole il -comprendere, non solo altro queste non essere -che allegorìe inventate da persone più dedite -a sorprendere il lettore, che ad instruirlo, e -che ad altro non tendono in massima, che -<span class="pageno target" title="113" id="pag-113"></span> -a rendere gli ebrei all'eccesso ridicoli in faccia -agli altri popoli, ma che si scorge in esso -altresì delle falsità evidenti, massime in ciò -che riguarda l'istoria, la cronologia, e le -scienze. Il loro principale scopo, in una parola, -non è ad altro fine rivolto che ad aggravare -la mente di un affluenza incalcolabile di usi, -e cerimonie il più delle volte opposte, ma quasi -sempre estranee all'essenzialità della vera -legge primitive, la quale era onninamente -aliena da quelle superfluità, o sottigliezze che -formano la base delle odierne instituzioni tradizionali <a id="FNanchor_85"></a><a href="#Footnote_85" class="fnanchor">(69)</a>. -</p> - -<p> -È ben vero, per altro, che gli ebrei forniti -di talenti, e di coltura, non prestano fede e -<span class="pageno target" title="114" id="pag-114"></span> -questi fatti, senza un ben maturo ponderato -esame; ma frattanto la generalità di questa -nazione riguarda come un esecrabile apostasia -il dubitare un solo istante della validità delle decisioni -talmudiche, per le quali essa nutre una venerazione -tale, come se quelle fossero esternate -dalla bocca dello stesso legislatore Mosè. -</p> - -<p> -Egli è dunque così che queste tradizioni -sono divenute sì affluenti presso i recenti Israeliti, -(benchè sopra un tale proposito qualunque -altra nazione non la ceda all'ebrea in verun -modo) che tutta l'intera vita di Mosè non -sarebbe stata sufficiente per riceverle da Dio -sulla vetta di Sinai, dove suppongono che le -abbia esso apprese durante lo spazio di 40. -giorni di sua non interrotta permanenza sopra -quel monte: ma gli ebrei Talmudisti pretendono -di fare tacere ogni oppositore col loro autorevole -assioma הלכה למשה מסיני (Alahah Lemoscè Missinaj) -<em>Decisione che Mosè ha ricevuta sulla montagna -di Sinai</em>. Ma non veggono quanto sia fallace -una simile asserzione; e quando ancora nascondesse -quella in se medesima qualche ombra -di possibilità, l'errore che la segue in ogni -parte, l'inverosimiglianza che l'accompagna, -ovunque la farebbe senza ritegno, ad ogni riguardo -allontanare. E ciò che di peggio io vi scorgo -si è che sotto questo nome specioso di tradizione -gli ebrei hanno abbracciato, alla rinfusa, i -<span class="pageno target" title="115" id="pag-115"></span> -vaneggiamenti de' loro dottori, come se Dio stesso -glieli avesse loro rivelati sotto l'apparenza d'inspirate -intuizioni, non permettendosi neppure di -esaminarli <a id="FNanchor_86"></a><a href="#Footnote_86" class="fnanchor">(70)</a>, a meno di non volere cadere -nell'eresia de' <em>Caraiti</em> (di cui sarà da noi -parlato difusamente altrove); e se alcuno si -facesse a richiedere loro le fondate ragioni di -quelle innumerabili glose rabbiniche, le quali -sembrano allontanarsi onninamente dal genuino -testo della legge, essi non hanno altra risposta -a dare, che אמרו חכמנו (Amerù Hahamenu), -cioè, <em>lo dissero i nostri savi</em>, aggiugnendo così una -fede implicita alle confuse interminabili discussioni -dei loro talmudisti, nella guisa che procedevano -appunto i discepoli di <em class="nome">Pitagora</em>, quando -erano interrogati sopra qualche assunto alquanto -difficile e risolversi: <em>egli lo ha detto</em>, era per -<span class="pageno target" title="116" id="pag-116"></span> -quelli lo soluzione la più positiva, ed inconcussa -di qualunque siasi arduo problema. <a id="FNanchor_87"></a><a href="#Footnote_87" class="fnanchor">(71)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="117" id="pag-117"></span> -</div> - -<p> -Tale è propriamente l'origine e lo scopo -di quel tanto decantato codice, sì profondamente -venerato dall'intero giudaismo, distinto -generalmente col nome di <em>Talmud</em>, le affluenti -frivole questioni delle quali è quest'opera immensa -per ogni parte ripiena, non solo sdegnarono -per tante volte i filosofi saggi, ed -illuminati fino a rigettarne le massime, e a -deriderlo; ma quale appunto lo fu in seguito -l'apocalisse per rapporto al cristianesimo, non -servì quello che d'un arma offensiva della -quale usarono i nemici d'Israel, in ogni -tempo, per attaccarlo, anche nelle sue massime -più essenziali, e orribilmente infierire contro -di esso <a id="FNanchor_88"></a><a href="#Footnote_88" class="fnanchor">(72)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="118" id="pag-118"></span> -</div> - -<p> -Infatti cosa potevano mai pensare gli antichi -filosofi Greci, Arabi, e Romani, osservando -agitare delle lunghe, e pertinaci discussioni -per giugnere a diffinire se sia permesso -in giorno di sabato cavalcare un asino per condurlo -a bere, oppure se debba tenersi per la -cavezza? se si possa in tale giorno camminare -sopra un terreno seminato da poco tempo, per -non incorrere nell'inconveniente di calpestare, -o portare via, qualche granello di semenza -co' piedi, ed essere quindi obbligati a seminario -di nuovo, ciò che in sabato non lice? se sia permesso, -in quel giorno medesimo scrivere tante -lettere, o parole capaci a formare unitamente -un discreto paragrafo completo? se -debba pure permettersi di mangiare un uovo -nato, o prodotto entro quel medesimo giorno ec.? -E di quanti altri sì fatti scrupoli bizzarri, e -paradossali non sono ripieni ovunque il Talmud -con tutti i suoi differenti commentarj per -rapporto alla pasqua delle azzime, ed alla -purificazione del vecchio fermento lievitato -nelle case? Vi si fa un lunghissimo trattato -<span class="pageno target" title="119" id="pag-119"></span> -per decidere se mirando passare un sorcio in -qualche parte della casa con una mollica -tenuissima di pane in bocca, dopo fattovi lo -sgombro generale, debbasi ricominciare con -nuove rigorose indagini le purificazione di detta -casa; se si possa cucinare i cibi destinati per -uso della pasqua, delle azzime col residuo dei -carboni serviti ad abbruciare il vecchio pane -fermentato, ed altre simili mostruose questioni -che opportunamente mi emergerà di riportare <a id="FNanchor_89"></a><a href="#Footnote_89" class="fnanchor">(A)</a> -le quali non solo allontanavano gli ebrei -dalla vera inalterabile osservanza delle sacre -instituzioni mosaiche, ma gli rendevano altresì -rozzi, ignoranti, e spregevoli all'eccesso in -faccia di tutti gli altri popoli del mondo, ed -in particolare i Greci, ed i Romani i quali -vedevano sensibilmente la discrepanza, rimarcabile -che potea con fondata, ragione assegnarsi -fra le loro classiche scuole; e gli assunti utili, -e rilevanti che vi si trattavano, e quelle de' -talmudisti, e le loro stravaganti; e prolisse -controversie; ma passiamo a rendere, più dimostrativamente -sensibili queste verità sublimi, -e interessanti. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_80"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_80"><span class="label">(64)</span></a> -L'accidia, e l'indolenza, vizj sì ordinari alla massima -parte degli uomini sono, al parere di un dotto moderno, molto -confluenti ad alimentare i progressi poco vantaggiosi della tradizione. -L'uomo, generalmente parlando, è per indole sua più proclive a -credere macchinalmente una cosa che gli si assicura vera, di ciò -che inducasi ad affaticarsi con un esame lungo, e costante, e con -uno studio assiduo e penoso, ritrovando molto più agevole di seguitare -con una stupida quiescenza il corso delle cose già conosciute, ed -usitate, che di analizzarne l'origine, o sormontare fino alla primitiva -sorgente dalla quale si fanno quelle scaturire; così è che la generalità -delle persone lasciasi trascinare dal torrente impetuoso degli assurdi -dominanti, e finisce in ultimo col precipitare miseramente nel baratro -immenso di tutti i più orridi smarrimenti, dietro l'esempio fatale -di quelli (stupidi senza dubbio al pari di esso) che lo hanno preceduto, -chiunque, per tanto, vuole sanare di sì fatta deplorabile cecità, dee -seguitare con una cauta fermezza il precetto salutare di Seneca il -filosofo, non curare i giudizj del volgo, e sfuggirne la relazione: -<em class="cit" xml:lang="la">Unusquisque mavult credere quam judicare: nunquam de vita -judicatur, semper creditur, versatque nos et præcipitat traditus -per manus error, alienisque perimus exemplis: Sanabimur -si modo separemur a cœtu.</em> <em class="loc">Sen. de vita beata Cap. 1.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_81"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_81"><span class="label">(65)</span></a> -È ne' tempi calamitosi di smarrimento, e d'imbecillità, -dice un illuminato filosofo moderno (<em class="loc">Philosoph. du bon sens -Tom. 1 Réfl. 1. § IX. pag. 94.</em>) che la massima parte delle -tradizioni che fanno fremere le persone dotate di acume, e di talenti, -ha presa la primitiva sorgente, e benchè i nostri progenitori -abbiano voluto dare a queste un antichità più insigne di quella -che si può elleno fondatamente attribuire, non è frattanto che alla -loro arbitraria ignoranza, ed alla smodata credulità de' medesimi -che noi ne siamo interamente debitori; essi sono stati pur troppo la -vittima sciagurata degl'impostori loro contemporanei, e noi saremmo -la loro, se non tentassimo di scuotere il giogo lacerante che dessi -vollero imporre alla nostra ragione, dopo di averla per tante vie sedotta, -illaqueata, e renduta quasi affatto impotente di riuscirvi. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_82"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_82"><span class="label">(66)</span></a> -Tanto la <em>Misnah</em>, della quale noi entriamo bentosto a -ragionare, quanto il <em>Talmud</em>, ossia la <em>Ghemarah</em> che serve alla -medesima di commento, e di cui mi riserbo a ragionare opportunamente -in seguito, altro infatti non sono che un ammasso complicato, -e assai diffuso di decisioni sopra un infinito numero di casi -di coscienza, che nascono di frequente sulla pratica de' riti, e delle -cerimonie, nella massima parte rabiniche, per le cui osservanza fu -più volte rimarcato da' critici che l'ardore del popolo ebreo tiene -certamente del prodigioso. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_83"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_83"><span class="label">(67)</span></a> -Il celebre Maimonide nella sua prefazione alla di lui -opera (Yad Hazakah <em>mano forte</em>) dice che Mosè avanti la sua -morte scrisse di proprio suo pugno tanti esemplari del codice delle -sua legge, quante erano le tribù d'Israel, distribuendone una per -ciascuna di esse, e deponendo un altro simile nell'arca detta di -alleanza; e che desse, aggiugne lo stesso Autore, comunicò in seguito -di viva voce al sinedrio del suo tempo l'interpretazione di -questa medesima legge, quale interpretazione ch'egli sostiene -comunicata da Dio a Mosè direttamente sulla vetta di Sinaj, fu poscia -insegnata dopo la morte di esso agli antichi seniori da Gesuè -suo successore, e luce del popolo d'Israel (<em>vedi</em> <em class="loc">Pirkè avoth cap. 4</em>) -e che quelli che gli succederono, in qualità di capi, e Sanhedrim -fecero lo stesso al riguardo degli altri più recenti che ne accrebbero -il numero all'eccesso fino a <em class="nome">R. Jeudah il santo</em>, che tutte le raccolse, -conferì loro il metodo di cui mancavano, e le mise il primo -per iscritto. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_84"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_84"><span class="label">(68)</span></a> -È opportuno quì di avvertire che ognuno di questi -ordini, o regole è parimente suddiviso in molti libri, o trattati -differenti, che noi non faremo in questo luogo che accennare di -slancio, riguardando come opera lunghissima, e penosa il riportarla -tutta per intero, potendosene agevolmente osservare il dettaglio in -<em class="nome">Bustorfio</em> (<em class="loc">Recens. Oper. Thalmud.</em>) Per esempio, quello delle -semenze, o dell'agricoltura contiene undici trattati; il 2. è diviso in -dodici libri, il 3. ne comprende sette, il 4. dieci, il 5. undici; il 6. -finalmente racchiude dodici libri. Il Talmud ha così pure sei -ordini, i quali sono divisi in sessanta tre libri, e questi libri vengono -ancora suddivisi in cinque cento, e venti quattro capitoli, de' quali -si compone l'intero corpo immenso di quest'opera. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_85"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_85"><span class="label">(69)</span></a> -Oltre le numerose prescrizioni di tante speci differenti -che sono comprese in questo Talmud, ed alle quali tutti gli ebrei -sono obbligati di sottomettersi ciecamente, senza riserva, essi hanno -certi usi che differiscono, secondo le varie posizioni dove si trovano; -essi chiamano questi usi locali מנהגים (<em>minhaghim</em>) costumanze; -e per meglio ritenerli vi fu per sino chi ne ha così pure composti -de' libri particolari: si può inoltre chiaramente rimarcarli leggendo -i libri di preghiere che sono in uso fra gli ebrei, e ne' quali avvi -qualche tenue diversità sia per l'ordine, sia per le cose, giacchè -il metodo seguito dagli ebrei italiani, polacchi, ed orientali nell'esercizio -di tali preghiere, è alquanto differente da quello praticato -dagli ebrei di origine spagnuola o portoghese. -</p> - -<p class="foot"> -I Rabbini scrissero così pure sopra questo medesimo soggetto -un'altr'opera che ha per titolo דינים (<em>Dinim</em>) <em>giudizj</em>, che si -possono quasi ridurre alle costumanze, per che gli ebrei variano -in ciò; e questi Dinim non contengono che delle ragioni probabili -perchè si debba fare una cerimonia piuttosto d'una maniera, che -di un altra. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_86"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_86"><span class="label">(70)</span></a> -I partigiani della tradizione sostenuti da' ministri di -questa non cessano di ripeterci che i motivi della fede, come le -picciole ali date a Mercurio, sono troppo deboli per sostenerla; ciò -che ha indotto forse il <em class="nome">Mallebranche</em> ad opinare, che <em class="cit" xml:lang="fr">pour être philosophe -il faut voir évidemment; et pour être fidèle il faut croire -aveuglément</em> <em class="loc">Rech. de la ver. Tom. II. pag. 168</em>. Peraltro Mallebranche -quì non s'accorge che del suo fedele, esso forma un imbecille, -poichè in che mai consiste l'imbecillità? a credere senza un -motivo plausibile sufficiente per credere: <em class="cit" xml:lang="fr">tout homme</em> (come giustamente -lo riflette un dotto scrittore moderno) <em class="cit" xml:lang="fr">qui se vante d'une -foi aveugle et d'une croyance sur oui dire, est donc un homme -enorgueilli de sa sottise</em>. <em class="loc">Elvet. de l'hom. Tom. III. pag. 89.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_87"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_87"><span class="label">(71)</span></a> -Del resto benchè gli ebrei nutrino uno zelo straordinario -per le tradizioni ch'essi pretendono di avere gradatamente ricevute -da' loro più lontani progenitori, come si disse, e che difendono con -pertinace accanimento, essi non hanno potuto giammai, ciò non -pertanto, convenire fra di loro degli autori da' quali gli hanno i -medesimi realmente ricevute, ciò che riesce molto agevole a provarlo, -unendo insieme i libri che ne hanno trattato diffusamente di -proposito, come sarebbero, per esempio, i commentari che sono -stati fatti sul trattato che ha per titolo (Pirkè Avoth) <em>I Capitoli -de' padri</em>. L'illuminato <em class="nome">Abravanel</em> (nella sua prefazione all'opera -che ha per titolo (Nahaloth Avoth) cioè, <em>Retaggio de' padri</em>, ha -usato di ogni suo sforzo per giustificare questa pretesa non interrotta -tradizione, ma inutilmente, <em class="nome">A. Iosef Hajon</em>, e <em class="nome">David Gantz</em> -l'Autore del <em>Iuhasim</em>, ovvero <em>il libro delle famiglie</em>, e tanti altri -che hanno agitate simili questioni non ci sono meglio riusciti. Ciò, -per altro, sopra di cui tutti i rabbini sono concordi si è che dopo -Jesuè successore di Mosè, fino a Jeudah il santo, che raccolse tutte -le tradizioni, come osservammo, e le mise il primo per iscritto, vi -ha parimente una classe di antichi, la quale ricevè in origine da -Jesuè l'interpretazione della legge, indi a questi successero i profeti -di cui Samuel è stato il primo; e dopo i Profeti ebbe luogo -la grande assemblea, o sinagoga che si tenne sotto <em class="nome">Esdra</em>. Il dotto -<em class="nome">R. Mosè da Cotsì</em> (nel suo gran libro de' <em>comandamenti della -legge Mosaica</em>) ad oggetto di unire questa catena immensa di tradizioni, -e dimostrare ad un tempo medesimo che dessa non era stata -interrotta giammai durante la cattività degli ebrei nella Babilonia -produce certi illustri soggetti della tribù di Judah; e di quella di -Beniamino che furono condotti cattivi in Babilonia, ed assicura -inoltre che dessi vi stabilirono la celebre accademia di <em>Nahardea</em> -sull'Eufrate, la quale vi fu in seguito conservata del pari che le -tradizione, che venne poscia insegnata a quegli ebrei che ritornarono -da Babilonia in Gerusalem con Zorobabel, ed Esdra, dove si -stabili così pure un accademia ad imitazione di quella di Babilonia, -che non lasciò perciò di sussistere ancora perchè tutto il corpo degli -Israeliti non ritornò già interamente in Gerusalem. Finalmente -questa tradizione fu conservata pure dopo Esdra, il quale era capo -dell'assemblea che si nomina la <em>grande</em> fino a' tempi del più volte -riportato R. Jeudah il santo che tutte le raccolse, come accennammo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_88"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_88"><span class="label">(72)</span></a> -Quelli che con asprezza maggiore vollero tenacemente -infierire contro i principj che servono di base al cristianesimo, si -prevalsero di quelle tante predizioni che l'apocalisse di Giovanni -ci rappresenta come infallibili, e molto prossime a succedere, e che -realizzare frattanto mai non si videro, che non si disse intorno a -quella nuova Gerusalem di mille anni di cui è fatta menzione -nel Cap. 21? La sua forma dovea essere quadrata, la sua lunghezza -larghezza, e sommità dovevano essere di dodici mila stadi (500 -leghe di francia) per conseguenza le case dovevano avere così -pure 500 leghe di ertezza: se così è dovea riuscire di non -poco incomodo per coloro a' quali fosse toccato di abitare l'ultimo -piano: e quella enorme bestia simbolica di sette teste, e dieci corna col -pelo di leopardo, i piedi dell'orso, l'esofago del leone, la forza del -drago; ebb'essa un successo migliore della prima? e la caduta delle -stelle dal Cielo sulla terra, e che col contatto che quelle fecero -col sole, e colla luna il loro passaggio restarono entrambe oscurate -nelle tre parti? E quel sì fatto libro che l'Angelo fece mangiare -all'Autore dell'apocalisse, qual libro riusciva dolce nel palato, e -amaro nello stomaco? se riflettiamo alla stravaganza di sì fatte predizioni -non dovremo certamente più stupirci, se i numerosi commentarj -fatti sopra di esse parvero consolidare le invettive che furono sovente -lanciate contro l'apocalisse, ed aggiugnere efficaci motivi agli avversari -di esso onde riguardarlo come apocrifo, e mendace. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_89"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_89"><span class="label">(A)</span></a> -(<em class="loc">Ved. Ghem. Tratt. Sciab. et Pesah. fol. 6 7 8.</em>) -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-X"> -<span class="pageno target" title="120" id="pag-120"></span> -CAPITOLO X. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Le glose moltiplici, e le diffuse parafrasi -aggiunte da' Rabbini al codice Mosaico, -non solo ne adombrarono la primitiva -purità edificante, ma oltremodo gravosa, -ed opprimente ne resero l'osservanza. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -È cosa renduta omai troppo evidente, al -detto universale de' filosofi, che una causa non -produce mai il suo analogo effetto, se non se -allora quando essa non è interrotta, nel progresso -della di lei azione, da altre cause più -forti, e più insistenti, che per allora indeboliscono -l'azione della prima, e la rendono -inutile: è ben vero pur troppo rendersi presso -che impossibile assolutamente di fare adottare -de' sani, de' metodici, degli utili principj ad -uomini eccessivamente inveterati negli assurdi -prevenuti in favore de' medesimi, che ricusano -di riflettere, e quali nuovi etiopi schivano la luce, -e inclinano a vivere sepolti nelle tenebre; ma -<span class="pageno target" title="121" id="pag-121"></span> -comunque siasi è d'altronde oltremodo necessario -che la verità disinganni le anime illibate -proclive alla ragione che la ricercano di buona -fede, guidati dal commendevole disegno di -ritrovarla <a id="FNanchor_90"></a><a href="#Footnote_90" class="fnanchor">(73)</a>. La verità è una causa; essa -produce direttamente il suo effetto analogo -allora quando la sua impulsione non è in verun -modo nè alterata, nè intercetta da ostacoli -che sospendino il corso regolare de' suoi -effetti. Una prova infallibile di tutto quanto -sostenghiamo si è, che la causa dalla quale -partiva il culto che i posteri di Abramo hanno -per molti secoli conosciuto, e praticato non -<span class="pageno target" title="122" id="pag-122"></span> -potea essere più ragionevole, ne più giusta, -nè migliore, e gli effetti omogenei che risultare -si videro per lunga serie di anni chiaro ad -evidenza lo dimostrano: ma l'errore funesto -che baldanzoso fecesi avanti a soggiogare il -cuore umano, indebolì enormemente l'azione -salutare della prima, ne tenne allora le sole -veci, ne formò l'unico scopo, e la rese come -affatto inutile per l'Israelita de' secoli a noi -più vicini, o almeno come accessoria a' di lui -urgenti bisogni. -</p> - -<p> -Infatti come mai accordare un ammasso -spaventevole di chimere, di usi insensati, e di -fanatici esercizj che ripugnano il buon senso, -colla pretta religione che dee essere guidata -dalla sola verità, e formare il più grato alimento -di ogni anima sensibile, di ogni cuore -ingenuo, e riconoscente? Le pratiche superstiziose -sono alla religione, dice un dotto scrittore -moderno, ciò che i germogli inutili sono -a' vegetabili; essi ne corrodono lo spirito, e il -suco, lasciano il tronco scevro di umore prolifico, -e l'impediscono di pullulare alcun frutto; -le moltiplici differenti credenze che dividono -il mondo ci fanno sensibilmente conoscere che -quelle appunto le quali sono le più aggravate -di cerimonie superstiziose, o di riti stravaganti -sono regolarmente le meno praticate con quella -integrità, ed esattezza che richiedono, nè si -<span class="pageno target" title="123" id="pag-123"></span> -veggono mantenute giammai nell'essenziale <a id="FNanchor_91"></a><a href="#Footnote_91" class="fnanchor">(74)</a>. -Un ebreo talmudista, un cattolico romano -<span class="pageno target" title="124" id="pag-124"></span> -trasgrediranno i comandamenti dell'Essere Supremo -dieci volte il giorno, e sembra, ch'essi -riserbino entrambi tutta la loro più austera -devozione, il primo ad alcune pratiche ridicole -del sabato, o della pasqua, e l'altro all'uso -stravagante delle vigilie, o della confessione; -ve n'ha fra quelli chi commetterà tranquillamente -una frode, un adulterio, e che non -si indurrà giammai a bere il vino premuto da -un goi, nè vorrà in alcuna guisa tagliare il -pane col coltello di costui <a id="FNanchor_92"></a><a href="#Footnote_92" class="fnanchor">(75)</a>: siccome avvene -<span class="pageno target" title="125" id="pag-125"></span> -parimente fra questi chi non si farà il minimo -scrupolo di rubare, di commettere delle infamie, -ed anche, degli attentati i più crudeli, -mentre non vorrebbe perdere la benedizione -del prete, o la messa di un solo giorno <a id="FNanchor_93"></a><a href="#Footnote_93" class="fnanchor">(76)</a>. -</p> - -<p> -Tale è il destino di quelle religioni che -impongono un giogo insopportabile, ed un ammasso -enorme di pratiche futili; esse cadono -nell'inconveniente pernicioso di doversi mancare -nell'essenziale, e di non essere osservate -ne' punti, che più sarebbe urgente di conoscere, -e mantenere, intanto che quelli che -sono per loro stessi indifferenti si mirano difendere -coll'entusiasmo il più fervido, e il -più deciso. Ma l'uomo nato con una intelligenza -libera, e con un declivio che lo porta -<span class="pageno target" title="126" id="pag-126"></span> -a conservarla tale; spezza finalmente quelle -truci catene che tentano a renderla illaqueata, -togliendo ad essa, per tante parti, l'uso commendevole -per cui il Supremo Creatore l'avea -in origine destinata. -</p> - -<p> -Un disordine cotanto pregiudicevole noi -lo dobbiamo senza contrasto all'enorme affluenza -di glose, commenti e tradizioni aggiunte -al codice antico specialmente sul quale era -basato il culto primitivo che il popolo ebreo -ha un tempo esercitato col più felice successo, -e laddove questo, già di soverchio aggravante, -per se stesso, rendeva spossate le forze per sostenerlo, -quelle le opprimono interamente, e -le annientano, senza avere giammai sortito il -loro intento, e con massimo scapito irreparabile -dell'umana ragione. -</p> - -<p> -E quale mai sarebbe lo stupore de' Patriarchi -de' Mosè, de' Jesuè, de' David, de' Salomon, -e de' Profeti se attualmente risorgessero -fra i viventi, e che potessero trasferirsi in tutti -gli angoli della terra dove la prosapia d'Israel -è a' tempi nostri diramata, senza però -essere prevenuti delle strane peripezie alle -quali fu essa per tante volte soggetta, dal secolo -in cui essi vissero fino all'età nostra? -Questi sani credenti opinerebbero, senza dubbio, -di ritrovare tutta via intatto sulla terra -l'eccelso culto da essi un tempo conosciuto, -<span class="pageno target" title="127" id="pag-127"></span> -e praticato, e lo vedrebbero involto dal fosco velo -di parafrasi diffuse, oscure, ed annojanti; alle -semplici, e nitide verità sulle quali reggevesi -fondatamente la loro pretta credenza essi vi -troverebbero surrogate le visioni deplorabili, -e le mistiche allegorie di certi uomini proclivi -a controvertere ogni minimo punto contestato; -in vece dei limpidi sacrificatori che estolleveno -le glorie dell'Eterno, ed offrivano le vittime -al venerabile altare della verità, per espiazione -de' falli che commessi erano dal Popolo, -essi vedrebbero una caterva insana di sedicenti -כהנים (<em>Cohanim</em>) <em>Sacerdoti</em>, senza meriti, -e senza causa baldanzosi pretendere al grado, -vantare i requisiti, ed imitare, in gran parte, -le ingerenze che unicamente erano imposte, -per divino comando, alla sola prosapia di -Aaron <a id="FNanchor_94"></a><a href="#Footnote_94" class="fnanchor">(77)</a>; se ricercassero di visitare il loro -<span class="pageno target" title="128" id="pag-128"></span> -בית המדרש (<em>Beth Amedrash</em>) <em>casa d'interpretazione</em> <a id="FNanchor_95"></a><a href="#Footnote_95" class="fnanchor">(78)</a> -vi si farebbero spettatori delle questioni -le più insulse non solo, ma le più detestabili -per diffinire se con fiaccola di sego, di -cera, ovvero di olio debbasi accendere il lampadario -del sabato <a id="FNanchor_96"></a><a href="#Footnote_96" class="fnanchor">(79)</a>, se l'anima di Adamo -<span class="pageno target" title="129" id="pag-129"></span> -passasse nella spoglia corruttibile di Seth, e -da questa entro il Corpo di Mosè; se David -sarebbe nato un aborto senza il dono gratuito -di anni settanta fatto ad esso dal primo ente -ragionevole creato <a id="FNanchor_97"></a><a href="#Footnote_97" class="fnanchor">(80)</a>; Se Dio si pentisse di -<span class="pageno target" title="130" id="pag-130"></span> -avere distrutto Gerusalemme; se egli se ne -attristasse, in che passa egli il suo tempo, ed -altre inezie simili, ed esecrabili bestemmie <a id="FNanchor_98"></a><a href="#Footnote_98" class="fnanchor">(81)</a>; -se informare si volessero de' progressi -<span class="pageno target" title="131" id="pag-131"></span> -luminosi che la religione del popolo d'Israel -ha fatti da 1600 anni a questa parte, loro si -mostrerebbe il codice mosaico trasformato in -un ammasso enorme di pratiche, di usi, e di cerimonie, -tanto stranamente ridicole per essi, -quanto riescono all'eccesso tiranniche, insoffribili -per noi; essi vi scorgerebbero imposte -nuove instituzioni, nuovi digiuni comandati, -nuovi cibi vietati, altre lunghissime devote -rassodie; e reiterate jaculatorie prescritte che -erano del tutto sconosciute nei tempi andati <a id="FNanchor_99"></a><a href="#Footnote_99" class="fnanchor">(82)</a>; -<span class="pageno target" title="132" id="pag-132"></span> -se la loro curiosità gli eccitasse finalmente ad -investigare gli avanzamenti solidi, e proficui, -che il popolo d'Israel fece, dopo un epoca -immemorabile, nelle arti, nelle scienze, e nei -costumi, loro si porrebbe da una parte sotto -gli occhi uno sciame spregievole di sordidi, -ed insensibili usuraj ontosamente impinguati -colla desolazione del prossimo (ved. l'<a href="#Footnote_43">annot. -anteced. 37.</a>) alcuni chirurgi, pochi medici, -molti commercianti, e niun artefice; mirare -si farebbe loro dall'altra l'espresso divieto -dello studio delle scienze (nomate follemente -profane) sotto comminatorie fulminanti di -eterna dannazione contro di colui che avesse -osato applicarvisi, o farne pubblico esercizio <a id="FNanchor_100"></a><a href="#Footnote_100" class="fnanchor">(83)</a>; -e convincersi, per ultimo, essi dovrebbero -più oltre che i costumi vanno fra -<span class="pageno target" title="133" id="pag-133"></span> -noi al graduato livello dell'ignoranza, prescritta -come utile, e necessaria all'eterna salute -del popolo d'Israel <a id="FNanchor_101"></a><a href="#Footnote_101" class="fnanchor">(84)</a>. -</p> - -<p> -Ecco l'abominevole confronto che risultare -per ogni parte vedrebbero quegli uomini benemeriti -dell'Israelismo fra la pura inalterata -credenza professata un giorno da' medesimi, e -le moltiplici ributtanti cerimonie, che sotto -l'imponente viluppo di religione praticare osserverebbero -fra noi. -</p> - -<p> -Insensati! Essi tutti d'accordo esclamerebbero -fremendo, se la religione si crede -(com'essa è, senza alcun dubbio) necessaria -oltremodo a tutti gli uomini, non è egli forse -innegabile che le medesima debba essere intelligibile -per tutti? Essendo essa, (come ogni -sano filosofo ne conviene pienamente di buon grado) -l'oggetto il più importante, e il più indispensabile -per la specie umana, l'eterna volontà -<span class="pageno target" title="134" id="pag-134"></span> -dell'Essere Supremo esigere non dee ch'ella sia -per tutti coloro che ne fanno parte, la cosa la più -semplice, la più concisa, la più chiara, e la -più dimostrata per ogni ente ragionevole <a id="FNanchor_102"></a><a href="#Footnote_102" class="fnanchor">(85)</a>? -Non rendesi all'eccesso deplorabile il vedere -che questo assunto sì oltremodo urgente alla -salute dei mortali, sia precisamente quello che -essi intendono il meno, e sul quale dopo tanti -secoli hanno quelli sempre disputato accanitamente -senza divenire giammai migliori, nè -farne in alcun tempo resultare de' sensibili -vantaggj, che tranquillizzino lo spirito de' medesimi, -e facciano loro espressamente conoscere -<span class="pageno target" title="135" id="pag-135"></span> -il retto sentiere che può con sicurezza condurgli -a quella solida felicità imperturbabile che dalla -sola incontaminata religione unicamente riconoscere -possiamo <a id="FNanchor_103"></a><a href="#Footnote_103" class="fnanchor">(86)</a>? Sembra, pur troppo, che -a questo essenzialissimo punto decisivo a noi -pervenire giammai non sia permesso. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_90"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_90"><span class="label">(73)</span></a> -<em class="cit" xml:lang="fr">Quiconque vent s'appliquer à la recherche de la -vérité</em> (dice il dotto Autore de la <em class="loc">Philosoph. du bon sens Tom. -I. § III. Pag. 3.</em>) <em class="cit" xml:lang="fr">doit éviter de prendre des principes qui puissent -l'éloigner pour toujours du bon chemin</em>. È per altro una cosa -strana di vedere l'uomo avido bramare l'acquisto della verità, -e schivare ad un tempo la presenza quando ella si offre all'occhio -intellettuale della sua mente; il suo splendore sembra offuscarlo, attonito -pare che lo renda il suo sembiante ed infierire ancora lo -veggiamo sovente contro di colui che glie la presenta o gliene addita -il sentiere; <em class="cit" xml:lang="la">veritas odium parit</em>, è ormai trito quanto verificato -proverbio; infatti dicasi ad un uomo qualche verità, sebbene utile -per lui, ma offensiva in qualche modo al suo amor proprio, esso -la riguarda come un ingiuria e tenta di ogni mezzo per vendicarla; e -qual è mai quel settario che non riguardi con occhio irascibile, -o di positivo disprezzo colui che azzardasse di correggere i suoi -travviamenti proponendogli di sostituire alle sue inveterate menzogne -tradizionali le verità sane, religiose, ed instruttive? E -nell'uno, e nell'altro caso non abbiamo che rivolgerci ovunque -per essere colpiti ad ogni tratto da ripetuti percuotenti esempi, -efficaci a consolidare tutto ciò che di proposto asseriamo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_91"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_91"><span class="label">(74)</span></a> -I fanatici per la religione, della quale si dicono osservanti, -lungi dall'essere il sostegno fondamentale e permanente -delle sue massime, non ne sono che il perpetuo flagello, e i disruttori; -sempre indifferenti alle azioni oneste, essi reputansi -virtuosi non già sopra quello ch'essi fanno, ma relativamente a -ciò ci essi credono; la credulità macchinale degli uomini è secondo -il torpido giudizio de' medesimi l'unica giusta misura della -stessa loro probità: <em class="cit" xml:lang="fr">Les hommes ignorants</em> (dice un illuminato -pensatore moderno) <em class="cit" xml:lang="fr">ne jugent les opinions des autres que par la -conformité qu'elles ont avec les leurs: ainsi ne persuade-t-on -jamais les sots qui avec des sottises.</em> Quindi è che un uomo dotato -di lumi, e di talenti il quale abomini di secondare le loro -pratiche insensate, e i loro smarrimenti perviene difficilmente a -godere presso di quelli la riputazione di individuo integerrimo, e -probo. Infatti quante volte si ode ripetere dalla bocca di questi -miserabili automati: <em class="cit" xml:lang="it">oh! sarebbe pure un onest'uomo il ... -Se mortificasse al suo corpo con digiuni frequenti; se recitasse -a gola spiegata le consuete leggende quotidiane, ed altre ancora, -se non si nutrisse di altri cibi che di quelli preparati -da' suoi correligionarj, se confessasse di continuo le sue colpe -e i suoi pensieri all'orecchio di un altr'uomo, se osservasse le -astinenze delle vigilie; se non .....</em> ma io più non finirei allorchè -riportare dovessi tutti que' se condizionali che questi esseri -abrutiti opporrebbero alla stessa probità esemplare di un <em class="nome">Baile</em>, -d'un <em class="nome">D'Argens</em>, d'un <em class="nome">Montesquieu</em>, d'un <em class="nome">Rousseau</em>, d'un <em class="nome">Mirabaud</em>, -d'un <em class="nome">Elvezio</em>, d'un <em class="nome">Mendelshon</em>, de' quali dovrà il mondo -in ogni secolo piagnerne la perdita fatale, malgrado che ignote -fossero loro interamente quelle mostruose cerimonie senza l'esercizio -delle quali non si può in mente de' fanatici essere onest'uomo. -Impostori! forsennati! Non potrassi dunque essere onest'uomo senza -essere imbecille! Ma v'ha egli mai sopra la terra uomini più reprobi, -esseri più perniciosi di voi, che ne siete scrupolosi osservatori -fino al delirio? Mi si accenni di grazia quale è mai quell'azione -criminosa della quale non vi rendiate voi stessi o colpevoli, o -correi e danno irreparabile de' vostri propri simili? voi odiate, -senza riserva, chiunque non vi assomiglia, voi perseguitate accanitamente -quegli uomini dotati di criterio bastante per conoscervi, -e di talento efficace a smascherarvi, voi siete ambiziosi, ignoranti, -e ingannatori, ed a molti fra voi altro forse non manca per essere -gran scelerati che il coraggio, ed i talenti; ma tutto che sempre -vili, ed abrutiti nell'ignoranza, e nella superstizione non lasciate -però di essere al maggior grado protervi, e sempre funesti alla -società, voi inferocite, senza ritegno, contro chiunque tentasse -d'illuminare la sua specie costretta violentemente a prostrarsi davanti -le vostre orride follìe, come alla presenza de' <em>Cocodrilli sacri</em> di -Memfi. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_92"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_92"><span class="label">(75)</span></a> -La superstizione degli ebrei talmudisti va fino ad un -eccesso tale in questa parte, che ve n'ha pure anche di quelli i -quali non solo resterebbero astemj tutta la loro vita piuttosto di -bere il vino che non fosse premuto da altri ebrei simili ad essi; ma -se questo liquore così manipolato, che chiamano כשר (Kascer) -cioè, <em>ottimo</em>, o squisito, fosse, per accidente rimosso da qualche -גוי goy, (sotto tal nome comprendendo tutti quelli che non sono -circoncisi, o che non professano il giudaismo) essi lo credono contaminato, -e se ne astengono del pari, come se non fosse in origine -pestato dall'ebreo. Lo stesso principio superstizioso nutrono i medesimi -per rapporto a qualunque siasi vivanda preparata da individuo -non ebreo; essi non se ne ciberebbero quando ancora dovessero -soccombere all'inedia, ed al languore, ed alla morte stessa; ma di -ciò ragioneremo più diffusamente altrove; solo basti quì di sapere -intanto che gli ebrei moderni pare che abbiano rinunziato attualmente -al pregiudizio ridicolo del primo, ma essi restano altrettanto -attaccati ancora al mantenimento del secondo col più scrupoloso rigore. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_93"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_93"><span class="label">(76)</span></a> -Tutti gli attentati esecrabili commessi religiosamente -da' perfidi <em class="nome">Ravaillac</em>, <em class="nome">Damiens</em>, <em class="nome">Malacrida</em>, e <em class="nome">Giacomo Clemente</em> -di cui ci fanno inorridire le Istorie, furono senza dubbio, preceduti, -o accompagnati da quelle stesse benedizioni, e cerimonie colle quali -si mirarono altre volte consacrate la <em>S. Bartolomeo</em>, i <em>Vespri Siciliani</em>, -i <em>Regicidj</em> orribili, ed i più atroci misfatti; ed io già dimostrai -di proposito altrove (Ved. le Annot. 88, e 122 del T. II -delle <em class="loc">Notti Campes.</em>) che non v'ha perfidia, o intrigo di cui questa -classe inutile al mondo non abbia, in ogni tempo renduto complice -un Dio, nè azione proditoria che non venga in nome suo filtrato -dal vaglio pernicioso della sua <em>fraterna</em> iniquità. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_94"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_94"><span class="label">(77)</span></a> -Molti ebrei ritengono male a proposito anche oggi il -nome di <em>Cohanim</em>, o sacrificatori, benchè le loro ispezioni in tale -qualità sieno intieramente cessate, non esistendo più a' tempi odierni, -nè tempio, nè altare, nè olocausti da offrirvici, così il vocabolo -כהן (cohen) più non è a' nostri giorni che un mero titolo supposto -decoroso, e non già un grado di vero sacrificatore, quale era esso -ne' tempi andati: ma non per tanto quelli che si fanno attualmente -distinguere con simile attributo sono all'eccesso scrupolosi nell'osservanza -di que' riti medesimi, che erano altre volte comandati a -quelli che discendevano dalla schiatta d'Aaron, colla differenza però -che quelli conoscevano un capo uffiziatore כהן גדול (cohen gadol) -<em>Sommo Sacerdote</em>, che i recenti non hanno; ma del resto tanto -perciò che riguarda la purificazione per i morti, quanto relativamente -al riscatto de' primogeniti maschi un mese dopo la loro nascita, -siccome ancora per quello che rapportarsi alla primazia che pretendono -questi sostenere sul resto del popolo, in mille ridicole cerimonie -religiose, che non giova quì annoverare, i nostri Cohanim sono le -perfette Scimmie degli antichi sacrificatori, a' quali non s'indurrebbero -giammai a verun prezzo a cedere di buon grado. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_95"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_95"><span class="label">(78)</span></a> -Queste dette altrimenti תלמוד תורה (Talmud Torah) -<em>Instruzione della Legge</em>, erano i luoghi dove s'insegnava, o spiegavasi -la Legge co' Commentarj de' Rabbini. Varie furono le Accademie -di tal fatta che gl'Israeliti eressero in diverse parti della Giudea, o -altrove dopo la distruzione del secondo tempio, ma la più ragguardevole -di queste fu, al parere de' dotti, quella stabilita in <em>Tiberiade</em>; -egli è là che insegnarono i più gran Maestri che gli ebrei venerano -attualmente <em class="nome">Jehudah il Santo</em> (l'Autore della Misnah) <em class="nome">Rab. Haninah</em>, -<em class="nome">Rab. Jonathan</em>. È là precisamente che si compose la Misnah, -e il Talmud; finalmente si pretende da varj Autori che i -Massoreti, ossia quelli che hanno punteggiata la Bibbia insegnarono -in Tiberiade. Molte altre ancora furono erette in quelle parti dell'Oriente -nelle quali gli ebrei fecero una lunga permanenza. Essi vi -installarono così pure ne' tempi a noi più recenti alcune altre Accademie -di tal fatta in Francia allorchè vi si rifugiarono. <em class="nome">Beniamin -di Toledo</em> parla di quella di <em>Beaucaire</em>, alla testa della quale e -<em class="nome">Abraham Ben David</em> che nutriva i suoi Scolari quando erano bisognosi, -e loro somministrava il vestiario quando ne erano mancanti -(Ved. <em class="loc">Ben. de Tol. Iter.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_96"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_96"><span class="label">(79)</span></a> -In qualunque parte di mondo dove gli ebrei hanno il -domicilio trovasi costantemente praticato questo costume, senza che -alcuno frattanto sappia rendere convincente ragione della stretta -osservanza con cui quello mirasi ovunque usato, e mantenuto. -Questo dunque consiste in un lampadario più, o meno grande, -che gli ebrei tengono appeso al palco di un salotto, ed in linea -perpendicolare al centro della mensa preparatavi per mangiare; non -avvi casa, purché abitata da ebrei, di qualunque ceto, o condizione -ch'essi siano, dove non si scorga quell'arnese nella foggia -medesima che accennammo. Questo sacro lampadario (così chiamato -per l'uso a cui si fa servire) viene acceso intieramente nel -tramontare del sole di ogni venerdì, non meno che nell'imbrunire -di tutte le vigilie delle feste solenni comandate dal Pentateuco: -le sole donne maritate sogliono incaricarsi generalmente di sì fatto -ministero; esse nell'istante di eseguirlo, recitano una benedizione -compilata espressamente per quest'oggetto, e vi attaccano un'efficacia -tale, che non vi è femmina ebrea la quale non creda -fermamente di essere esente da' pericoli del parto, da contagiose -malattie, e dalle sofferenze laceranti dell'Inferno, osservando rigorosamente -le tre prescrizioni ch'elleno impongono i rabbini, -una delle quali si è quella di accendere il lampadario del sabato. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_97"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_97"><span class="label">(80)</span></a> -Alcuni Rabbini asseriscono che Adamo, mediante la -vastissima scienza universale che gli attribuiscono infusagli prodigiosamente -dal di lui maestro, e custode <em class="nome">Raziel</em> (di cui sarà da -noi parlato altrove) antiveggendo che alcuni secoli dopo di esso -dovea nascere dalla prosapia di Giuda un certo individuo che sarebbe -nominato <em class="nome">David</em>; ma che in forza degli alti impenetrabili -arcani esso avrebbe dovuto essere nato un aborto, e che d'altronde -se si fosse prodotto nel mondo suscettibile di lunga vita, -avrebbe il medesimo formato il decoro del popolo d'Israel, e sarebbe -stato molto bene affetto all'Essere Supremo; prevedendo -Adamo dunque tale sciagura, e cercando la maniera di ripararla, -aggiungono i Rabbini, che supplicasse fervidamente la Divina -Misericordia, onde volesse togliere del lungo corso di sua vita -(che prevedeva dovere ascendere a mille anni) la somma di anni -settanta, de' quali esso inclinava fare un dono al Salmista Reale; -al che Dio aderendo, senza ostacolo, si fece l'assoluto depositario -di questo dono, fino al momento in cui fu esso fatto passare a -David che ne fruì dal giorno in cui si produsse fra i viventi fino -all'estremo istante di sua carriera, che fissò il compimento di -anni settanta; passati ad esso gratuitamente dal primo uomo (ved. -<em class="loc">Ghem. Mas. Sanhed. Cap. VII. fol. 35.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Oggi non si troverebbe certamente fra noi alcun notajo che -defferisse rogare un simile contratto. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_98"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_98"><span class="label">(81)</span></a> -Hanno un bel giustificarsi quì i Rabbini ad oggetto di -diminuire l'orrore che apporta agli uomini forniti di lumi, e di -buon senso il carattere odibile ch'essi attribuiscono all'Essere -Supremo, adducendo che sì fatta loro maniera di parlare non è -che al figurato, al solo disegno di adattarla alla intelligenza limitata -del volgo, come se per farsi capire dalla classe ignara fosse -permesso al terrigeno mortale di avvilire il sommo autore della -natura a questo segno: quale insania deplorabile! Non è già così -che le scuole di Socrate, di Platone, e di Aristotile insegnavano -a conoscere, a temere, e ad adorare il Dio dell'universo; e sebbene -si trovassero astrette quelle pure qualche volta ad esternarsi -a persone ignoranti, per rapporto alla vera cognizione di questo -Essere degli esseri, quelle frattanto ritrovavano il pronto mezzo -di farglielo elleno esattamente capire senza lasciarsi trascinare dal -torrente di simili eccessi. -</p> - -<p class="foot"> -Non v'ha certamente che il filosofo il quale possa elevarsi -fino alla sublime contemplazione di questo Essere increato, nè -altri fuori di quello può, ad ogni esperimento, con rispetto maggiore -estollerne le glorie. In fatti pretendere che Dio sia suscettibile -di pentimento, di passione, di dolore; ch'egli possa offendersi -delle azioni degli uomini, non è egli lo stesso che annientare -tutte le idee che noi dobbiamo d'altronde avere di questo -Creatore Supremo? Dire che l'uomo può turbare l'ordine dell'universo, -che esso può accendere il fulmine fra le mani del suo Dio -ch'esso può frastornare i suoi progetti, non sarebbe lo stesso che -il credere, che da esso lui dipende unicamente di alterare la sua -ineffabile clemenza, di trasformarla in crudeltà? È appunto così -che la Teologia non fa che distruggere incessantemente con una -mano, ciò che desso edifica coll'altra; quindi si può opinare con -giustizia, che se ogni tradizione ora le è fondata sopra tali esecrabili -principj, dobbiamo ragionevolmente conchiudere che basate -sono, per conseguenza, tutte quante sopra una contradizione -dimostrativa. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_99"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_99"><span class="label">(82)</span></a> -Non dobbiamo che richiamare quanto fu già da noi -esposto fino ad ora per restare ampliamente convinti, che se l'Israelita -de' nostri tempi dovesse prefiggersi di osservare alla lettera, -e tutto ciò che gli venne ordinato da Mosè, ed altrettanto che la -tradizione gli prescrive, esso non vi riuscirebbe giammai senza un -prodigio; mentre è presso che impossibile che l'uomo debole quale -esso è per sua natura sentisse forze bastanti per respignere le passioni -sregolate dalle quali è soggiogato, e ad un tempo medesimo, vincere -gli affetti viziosi che lo seducono, e rinunziare, in una parola, al -di lui essere, come sarebbe necessario per caricarsi di una soma -di gran lunga preponderante alla sua capacità: ma non per tanto -l'attaccamento degli ebrei per le loro tradizioni è tale, ch'essi -trascureranno venti precetti fondamentali del pentateuco (siccome -lo abbiamo rimarcato non è che un istante) piuttosto che estinguere -un lume in sera di festa, o che prendere anche scarso cibo -la sera, ed il giorno del 9 del mese di <em>Av</em>, o negli altri digiuni -(de' quali è fatta speciale menzione nella seguente -<a href="#Footnote_47">annot. 131</a>) e -che gustare un volatile condito, o cucinato nel butirro, benchè -la scrittura non lo vieti di sorte alcuna, o che desistere in fine -per un solo giorno dal recitare le leggende quotidiane, e cose di -tal fatta, in tanto che la vera osservanza dell'essenziale è quella -che l'occupa il meno, e che forma l'ultima, e la più indifferente -delle sue cure. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_100"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_100"><span class="label">(83)</span></a> -Questo deplorabile malore in vero non è affatto nuovo nel -mondo, e per quanto io mi accorgo gli ebrei non furono già fra gli -uomini i soli ad esserne gravemente infetti, poichè vi fu già un tempo -sulla terra, al dire dell'abate <em class="nome">Cartaut</em> in cui le scienze, e l'arte -di scrivere furono dalla chiesa romana riguardate come occupazioni -labili, e mondane, e per conseguenza indegne totalmente di un -ottimo cristiano. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_101"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_101"><span class="label">(84)</span></a> -E con quale fondamento lusingare ci dovremo di potere -mai ritrovare irreprensibili costumi laddove i mezzi che sarebbero -sufficientemente capaci a farceli apprendere, a regolargli, sono -totalmente ignorati dalle massima parte fra noi? E quale meraviglia -se quelli in particolare della prosapia d'Israel ci appaiono cotanto -insociabili, e sì strani? Essi dovranno andare sempre mai -su questo piede fino a tanto che la superstizione sarà dalla medesima -preferita alla solida coltura dello spirito, le pratiche ridicole -anteposte all'esercizio delle massime salutari della pretta Religione, -e fino a tanto che questa nazione, impressionata de' suoi antichi -errori, stimerà più necessario di essere devota, che instruita. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_102"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_102"><span class="label">(85)</span></a> -Quanto più sanamente osservata, e mantenuta sarebbe -dagli uomini la vera Religione, quante meno querele suscitare si -vedrebbero a suo riguardo, e quanto più rispettabile, in ogni -senso riuscirebbe la pratica di essa in faccia degli increduli, se la -chiarezza, e la precisione fossero l'appannaggio de' suoi ammirabili -principj, nel modo che la tersa verità dee essere la sola interprete -genuina delle sue massime; coloro che ne fanno pubblico -esercizio non si vedrebbero allora più astretti, come accade -loro sovente, di credere ciecamente senza potere rendersi a se stessi -la benchè minima efficace ragione di ciò che forma la base radicale -della loro propria credenza; ciascuno ritroverebbe spiegati -nella pratica medesima di esse quei solidi motivi sufficienti del -loro credere, senza brancolare inutilmente col pensiere nel vortice -immenso de' dubbj tormentosi, e delle arcane illusioni, che gli si -fanno servire di ammaliante corredo; ma frattanto alcun vantaggio -reale risultare non se ne vede in favore di coloro che la professano. -Ma tutto ciò sarà mai sempre ineseguibile fra gli uomini -fino a tanto che la religione diverrà per certuni un soggetto di -speculazione sulla terra, ed un mestiere da potersi esercitare coll'ingannevole -orpello dell'umiltà, e della devozione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_103"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_103"><span class="label">(86)</span></a> -Il primo scopo che si prefissero in ogni tempo i propalatori -delle tradizioni sacre in generale, si fu quello di ammaliare -la stupida curiosità di quegli uomini che stabilirono di sedurre; -e di allontanare dall'occhio dell'esame qualunque dogma, -di cui l'assurdità troppo evidente, avrebbe dovuto necessariamente -a prima vista, in mille guise colpirgli. Non meno nell'uno, che -nell'altro essi vi sono completamente riusciti. La pratica delle -superstizioni è assai più agevolmente appresa di ciò che riesca facile -conoscere l'esercizio commendevole di una pretta religione, -della virtù, del disinganno. In fatti è molto meno arduo per -l'uomo di genuflettersi a' piedi degli altari, e recitarvi le preghiere, -immergersi nel Gange come i <em>Bonzi</em>, nutrirsi di magro -le vigilie, confessare le proprie colpe all'orecchio di un'altro -uomo, abbigliarsi di certi arnesi, o astenersi da certi cibi, di -ciò che sia perdonare come <em class="nome">Camillo</em> agli snaturati concittadini, -o calpestare con isdegno le ricchezze, come <em class="nome">Papirio</em>, o farsi il -corifeo della virtù, come <em class="nome">Aristide</em>, ovvero instruire il mondo -come <em class="nome">Socrate</em>. Sempre indifferenti a questi sublimi tratti di straordinarie -virtù, essi non sono ad altro interessati che a sostituire a -queste le offerte, i digiuni, le espiazioni, persuadendo scaltramente -gli uomini che si può, senza ostacolo, col solo mezzo di -certe cerimonie superstiziose, giugnere per sino ad imbianchire -l'anima anerrita dai più atroci, ed esecrabili misfatti. Ciò che -ha dato sorgente funesta in ogni tempo fra gli uomini, siccome io -l'ho altrove rimarcata (<a href="#Footnote_117">annot. 100.</a>) -sul proposito della confessione -auriculare, a tutti quei criminosi travviamenti a quali può -essere soggetto lo spirito umano. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XI"> -<span class="pageno target" title="136" id="pag-136"></span> -CAPITOLO XI. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Seguito del medesimo soggetto. -Esame delle verità esposte. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Tutto che molte sensate persone sdegnate -restino, e percosse dalle complicate assurdità -di dettaglio di cui non solo le tradizioni ebraiche, -ma tutte quelle altresì dei popoli che -conosciamo sono ripiene, esse frattanto non -ebbero giammai fino ad ora il risoluto coraggio -di rimontare fino alla sorgente venefica -dalla quale sì fatte assurdità dovettero probabilmente -ritrarre l'origine fatale, per tutto -non vi si scorge che uomini, o criminosamente -ipocriti, o brutalmente zelanti, proclivi ad -accreditare le più assurde contraddizioni, le -più ridicole novellette, e le intuitive follìe, -riscaldando, o seducendo colle illusioni le più -bizzarre la credula fantasia degli uomini i quali -finiscono in ultimo coll'identificarvisi, e idolatrare -delle chimere: <em class="cit" xml:lang="fr">o homme!</em> esclamava -altre volte un saggio illustre, <em class="nome">qui saura jamais</em> -<span class="pageno target" title="137" id="pag-137"></span> -<em class="cit" xml:lang="fr">jusqu'où tu portes la folie, et la sottise? Le -Théologien le sait, en rit, et en tire bon parti.</em> -</p> - -<p> -Si ha d'altronde un bel sostenere, e dagli -ebrei non meno che da tutte le altre sette -concordi, che la sola legge scritta non sarà -mai per se medesima sufficiente, quanto l'urgenza -lo richiede, a fondare le inconcusse -basi della religione; senza l'immediato soccorso -della tradizione; oltre che ciò resta formalmente -smentito da' moltiplici percuotenti -esempi da noi altrove opportunamente riportati -di quei tanti distinti soggetti, a tempo debito -citati, i quali senza conoscere tradizione di sorte -alcuna non lasciavano di essere perciò gli esemplari -modelli della credenze d'Israel (e de' -quali si cercherebbero indarno imitatori in -tutto l'antico, ed il recente Giudaismo) ed i -veri prediletti dell'Essere Supremo; si potrebbe, -all'opposto, senza timore d'ingannarci, -dimostrare con evidenza che altrettanto le parafrasi, -ed i commenti riescono utili, e sovente -necessarj, allorchè tendono a semplificare il -soggetto originale, col mezzo d'idee chiare, -compendiose, e intelligibili, quanto non meno -gli uni che le altre si rendono all'eccesso aggravanti, -e perniciose allo spirito, se diffusi, -o enigmatici si scorgono; nel primo caso il -testo acquista nuovi lumi efficaci a rischiarare -la mente poco idonea di approfondirne per se -<span class="pageno target" title="138" id="pag-138"></span> -stessa il vero senso; nell'ultimo poi esso diventa -molto più oscuro, più confuso, inutile -del tutto. Or, quale di questi sarà, dunque -giustamente il caso nostro? Basta farci a considerare -di slancio la soma enormemente onerosa, -della quale oggi trovasi aggravato il -Popolo d'Israel in tante guise differenti, in -proposito di Culto, e religione, per ritrovare -senza gran pena la soluzione positiva di simile -problema. Dicasi pure, come sarebbe in verun -modo possibile all'ebreo Talmudista di mantenere -il sabato al rigore delle cerimonie innumerabili -che vi aggiungono i Rabbini, minacciando -una dannazione irremissibile contro -chiunque individuo il quale si dimostrasse refrattario, -o trasgressore delle medesime? Non -bastava forse la sola prescrizione ordinata da -Mosè di santificarlo e fare cessare in esso qualunque -opera servile, per accrescervi, nella -guisa che fece la tradizione, tante futili controversie, -tante glose incongruenti del tutto -estranee all'osservanza primitiva del precetto -ed alla mente dell'Institutore <a id="FNanchor_104"></a><a href="#Footnote_104" class="fnanchor">(87)</a>? -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="139" id="pag-139"></span> -</div> - -<p> -Ed in qual modo potrebbe egli osservare -giammai con esattezza tutto quanto le parafrasi -<span class="pageno target" title="140" id="pag-140"></span> -rabbiniche gli prescrivono concernente le altre -feste, oltre i tanti numerosi precetti che dagli -espressi ripetuti comandi della Divinità medesima -sono ad esso autorevolmente imposti, -senza ledere, o trascurare gli articoli essenziali -del suo Culto? Ma che diremo già noi, -<span class="pageno target" title="141" id="pag-141"></span> -se attignere si dovesse le nostre idee relativamente -all'Essere Supremo nelle discussioni -tradizionali? Non si mostrerebb'egli quest'Essere -a noi sotto i tratti i più proprj a rigettare -la nostra adorazione il nostro amore? In -fatti come sarebb'egli possibile giammai di -sentire del trasporto per un Essere di cui l'idea -che ci viene rappresentata, ad altro non serve, -che ad eccitare il terrore, e di cui i giudizj -che vengono dalla medesima riportati -fanno fremere <a id="FNanchor_105"></a><a href="#Footnote_105" class="fnanchor">(88)</a>? Come ravvisare senz'allarmarsi -un Dio che ora ride, ora piagne, ed -ora scherza, come immaginare, senza orrore, -un Dio che secondo la tradizione sembra prendersi -a scherno il destino de' mortali, occupato -di farsi sempre temere, e mai di farsi amare? -Eh, che? Tale forse non è il carattere odibile -che la tenebrosa tradizione di tutti i popoli -<span class="pageno target" title="142" id="pag-142"></span> -della terra, senza escluderne forse alcuno, ci -trasmise dell'Autore Supremo delle natura <a id="FNanchor_106"></a><a href="#Footnote_106" class="fnanchor">(89)</a>? -</p> - -<p> -E se da testè riportati assunti passare si -volesse ad interrogare la tradizione Israelistica -specialmente sopra i cibi, supporremo noi forse -che potesse meglio riuscirci, la ritroveremo noi, -per qualche parte almeno, più sensata, meno ridicola, -più congruente? Che l'astinenza di alcuni -cibi, o il divieto di nutrirsi di certi animali, -autorizzato parimente presso molti popoli antichi, -nel modo che lo abbiamo altrove chiaramente -significato (<a href="#Footnote_34">ann. 28</a>) ed imposta agli ebrei come -un precetto non meno urgente ad osservarsi -degli altri che il Codice Mosaico avea eglino già -<span class="pageno target" title="143" id="pag-143"></span> -prescritti, sia che fosse il medesimo basato sopra -uno di quei menzionati disegni da' quali erano -que' popoli guidati, sia che diretto venisse da -qualche altro, che le sacre pagine rivelarci -non vollero, debba riguardarsi come una instituzione -utile, ed anche in certi climi, a molti -riguardi ovvia, e indispensabile, ciò potrebbe -senza ostacolo accordarsi, ed io ne convengo -di buon grado, ma che una semplice ingiunzione -ordinata da Mosè, benchè triplicatamente -di <em class="cit" xml:lang="it">non cuocere l'agnello nel latte della capra</em> <a id="FNanchor_107"></a><a href="#Footnote_107" class="fnanchor">(90)</a>, -e che altro per se medesimo non è -<span class="pageno target" title="144" id="pag-144"></span> -che un mero suggerimento di umanità, onde -fare sott'intendere con esso di non incrudelire -contro di coloro da' quali abbiamo tratta l'esistenza -sulla terra, che un avvertimento morale -di simile natura, dico, debba implicare -una quantità di altri usi, e di astinenze, le -quali, anche a senso di qualche accreditato -Rabbino, non hanno il benchè minimo rapporto -collo spirito intimo del precetto di Mosè; -<span class="pageno target" title="145" id="pag-145"></span> -ecco ciò che una mente illuminata soffrire certamente -non potrebbe senza indignazione <a id="FNanchor_108"></a><a href="#Footnote_108" class="fnanchor">(91)</a>. -</p> - -<p> -Ma cessiamo di più lungamente inveire -contro gli smarrimenti umani; la sola esposizione -sarebbe stata sufficiente per se stessa a -dimostrarne l'assurdo; e farci quindi giudicare -quale intimo valore il sensato filosofo -ebreo vi attacca, e la fede che il medesimo -vi presta. Ma essendoci prefissi fondatamente -di condurre il popolo d'Israel nel sentiere -della ragione; disingannarlo de' vetusti -suoi errori, restituirlo al suo antico decoro, -ed illuminarlo intorno i di lui veri interessi, -noi fummo astretti ad esporre una parte di -que' dogmi, riti, o cerimonie che la tradizione -gli fece, per tanti secoli, considerare -come sacre, corredate ovunque di quelle osservazioni -analoghe, che ci sembrarono le più -efficaci a sortire il nostro premeditato intento, -ed a giustificare nel tempo stesso i fondati -motivi delle nostre salutari operazioni. Quindi -<span class="pageno target" title="146" id="pag-146"></span> -tutto ciò che fu da noi opportunamente riportato -sulla evidente inutilità della massima parte -delle glose tradizionali, sembrami sufficiente -a fare ampliamente comprendere quanto meno -stravagante oggi comparirebbe il Codice mosaico -nelle menti sovvertite de' filosofi increduli, -se non gli fossero eccessivamente addizionate -quelle moltiplici bizzarre cerimonie -che fin quì combattemmo, colle innumerabili -altre prescrizioni strane, ed insensato che -ommesse abbiamo come non solo destituito affatto -di verità, di base, e di ragione, ma come -opposte diametralmente alla purità inalterabile -del fonte incontaminato da cui si pretende -follemente farle derivare <a id="FNanchor_109"></a><a href="#Footnote_109" class="fnanchor">(92)</a>. Conchiudendo, -in ultimo coll'evidenza irrefragabile -alla mano che tutti i principj di tal fatta non -sono che il risultato genuino di una sregolata -immaginazione, o di entusiastico trasporto in -<span class="pageno target" title="147" id="pag-147"></span> -cui l'esperienza, e il raziocinio non ebbero -giammai alcuna parte; e l'eccessiva difficoltà -che sovente incontrasi a combattere simili -principj solo dipende dall'indole riprovabile -della fantasia umana, la quale preoccupata -una volta dalle illusorie visioni che la sorprendino, -e la rimuovino, si rende incapace -assolutamente di riflettere, di ragionare <a id="FNanchor_110"></a><a href="#Footnote_110" class="fnanchor">(93)</a>: -Colui che si accigne a combattere la superstizione, -ed i suoi terribili fantasmi colle armi -della ragione (dice sensatamente <em class="nome">Shaftesbury</em>) -rassomiglia ad un uomo il quale si servisse di -una spada per uccidere delle zanzare, o de' -moscherini, sì tosto che il colpo è vibrato, le -chimere fatali, a guisa di que' tormentosi insetti, -ritornano a svolazzare intorno all'uomo, -riprendendo nel suo spirito il luogo stesso -<span class="pageno target" title="148" id="pag-148"></span> -da cui supponevasi forse di averle proscritte -per sempre <a id="FNanchor_111"></a><a href="#Footnote_111" class="fnanchor">(94)</a>. -</p> - -<p> -E pure questo male ancora, tutto che -all'eccesso orrido, e flagellatore apparisca agli -occhi nostri, non è, nulla ostante, senza qualche -pronto, ed efficace rimedio; ma questo, -per altro in vano ci potremo lusingare di conseguirlo -fuorchè dalla sola ragione; procuriamo -dunque di allontanare da' suoi recinti lo sciame -infetto delle contaminate visioni che rendevano -fino ad ora un peso incomodo, e lacerante -per l'uomo; rinunziamo fermamente di -accordo a quelle odiose follìe che la degradarono -sì di frequente, e che la nostra insensata -credulità gli fece servire miseramente di -pascolo, e di arredo per sì lungo periodo di -<span class="pageno target" title="149" id="pag-149"></span> -secoli, proclamiamola definitivamente nostra -guida, ed essa ci farà, in ogni senso, conoscere -ciò che sia vera felicità sopra la terra, -e per quali mezzi adeguati ed infallibili può -l'uomo pervenire a distinguerne il sembiante, -a possederla in tutta la sua integra purità, -ed estensione. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_104"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_104"><span class="label">(87)</span></a> -Il prototipo occasionale da cui emana il fondato motivo -dell'osservanza del sabato non può essere per se stesso più -edificante, nè l'alta idea che ne ha concepito il popolo d'Israel -più solidamente radicata; ma gli accessorj enormi che si ebbe -l'imbecillità di aumentarvi, sono quelli unicamente che oscurarono, -al solito, la genuina intelligenza di simile precetto. -</p> - -<p class="foot"> -Quindi siccome questo dì è chiamato dalla scrittura giorno -di riposo, e di ricreazione; così i fautori Talmudisti avvezzi a -prendere tutto al letterale del senso, indagando quale ricompensa -potere stabilire a chi tale dovere compisse, si fecero ad immaginare -che Dio nell'ingresso del sabato accordasse ad ogni individuo -ebreo un <em>anima superflua</em> נשמה יתרה (<em>Nesciamah Jeterah</em>), -o come altri dicono, uno spirito ricreatore, affine di potere meglio -riposare in quel giorno, e onde più agiatamente mangiare, -bere, e sollazzarsi, e che al decremento del sabato Dio ritirasse -tutte le anime, che avea esso distribuite la sera precedente: <em class="nome">R. -Abraham</em> ragiona seriosamente di quest'anima superflua nel suo -<em class="loc">Commentario sul Pentateuco</em> che esso chiama אגודת אזוב -(Agudath ezob), cioè <em>mazzetto di mirra</em>. Essi rendono pure -in quel giorno gli angeli commensali degli ebrei, ed i più fanatici -fra questi persuasi intimamente dell'arrivo di tali nuovi ospiti -serafici, si fanno loro incontro fino nelle scale con un certo -complimento ad uso angelico. Nell'intonare di un certo inno -espresso a tale riguardo la sera di venerdì, essi ritengono per -sicuro che lo anime eschino dall'inferno, dove non rientrano che -all'imbrunire del sabato, allorchè la preghiera è terminata, e -alcuni Rabini sostengono che anche le sofferenze degli ebrei dannati -cessano in quel giorno. -</p> - -<p class="foot"> -I Talmudisti prescrivono altresì come un precetto indispensabile -di dovere fare tre splendidi pasti durante il giorno di sabato, -affine di essere con tali mezzi garantiti, come essi dicono, -da tre funesti mali, cioè dalle pene dal Messia, dalla micidiale -guerra di Gog, e Magog, e dalle fiamme del Gheinam. (ved. <em class="loc">Mas. -Sciab. cap. IV.</em>) Il rimedio in vero non può essere più grato, nè -più idoneo ad attirare degli applicanti. E quante altre decisioni -superstiziose non si sono parimente sostenute da' Rabini, relativamente -alla proibizione di accender fuoco la sera, ed il giorno di -sabato, un trattato intero di Misnah sopra questa materia contiene -le regole molto austere per l'esatta osservanza di questo riposo -corporale, di cui fu da noi già parlato (<a href="#Footnote_72">annot. 56</a>) -non meno -che sul fuoco, ed altre cerimonie per ovviare che non vengano -trasgredite, mentre che si ha tanto poco zelo per la vera pietà. -</p> - -<p class="foot"> -Ma essi, per altro non comprendono che il riposo macchinale -ordinato agli ebrei da Mosè di non muoversi alcuno in questo -giorno dalla sua posizione in cui ritrovavasi nel momento -dell'ingresso della festa (ved. l'<a href="#Footnote_72">annot. citata</a>) -conveniva agli ebrei -solo nel deserto, dure non doveano essi altro fare che rimuoversi -per raccogliere la manna che in duplice dose cadeva loro prodigiosamente -il giorno avanti; prescrizione che oggi eseguire non -si potrebbe in verun modo; siccome non mi sembrerebbe inverosimile -l'opinare che il divieto di accendere fuoco in simile giorno -entro le abitazioni domiciliarie si riferisse a un doppio senso -primo al fuoco sacro usato allora dal Pontefice sommo per servizio -dell'altare, dove in quel giorno soleva ripetersi l'olocausto -per tre volte, e ciò vuole implicare di non doversi servire nè -accendere di quel fuoco per uso di famiglia, che ne sarebbe rimasto -profanato, ed il trasgressore divenuto reo di esecrabile sacrilegio: -secondo; essendo gli ebrei nutriti nel deserto colla prodigiosa -caduta della manna, che ad ogni loro richiesta trasformava -qualunque sapore, senza il soccorso dell'arte di cucina, e riscaldati -da un ignea nube, che secondo la scrittura additava loro il -cammino che doveano tenere durante il corso delle loro marcie -notturne, inutile, come bene si scorge, rendevasi loro il fuoco, -non meno per l'uno, che per l'altro oggetto. -</p> - -<p class="foot"> -A tempi nostri però che i sacrifizj sono cessati, e che si -fattamente rari si rendono fra noi tali prodigi, parrebbe, che -l'ebreo della nostra età dovrebbe esservi dispensato dall'osservanza -di simile precetto il quale, nella guisa che testè accennato abbiamo, -sarebbe ad esso lui presso che impossibile di mantenere oggi -a rigore, sia che considerato venga alla lettere, come lo pensano -i Caraiti, sia che prendasi in astratto nella guisa che praticare -veggiamo a recenti Talmudisti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_105"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_105"><span class="label">(88)</span></a> -I panici timori che incute la tradizione teologica, anche -sopra oggetti che religiosamente parlando non implicano timore, -degradano lo spirito, e l'anima, traviano l'uno paralizzano -l'altra, ed incapaci le rendono entrambe di lumi, e di ragione, -così è pur troppo, che comprimendo essa l'uomo sotto l'aggravante -peso del timore, allontana in lui la speranza di un conforto, -debilita le sue forze, e di un integro adoratore del Dio -vivente forma uno schiavo pusillanime, e spregevole, la cui devozione -macchinale altro a fondo non è che un cupo velo di cui -si serve, il più delle volte, per inorpellare i suoi orribili assurdi, -e i suoi misfatti. Ben diversa però è la massima dell'uomo -saggio; egli sa essere religioso senza essere pavido, perchè la sua -ingenua coscienza è sempre mai limpida, ed uniforme a' sani principj -del suo credere. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_106"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_106"><span class="label">(89)</span></a> -Io ho già di proposito rimarcato in qualche luogo -(ved. l'<em class="loc">annot. 8. T. I. pag. 41. delle Notti Campestri</em>) che il -primo scopo che si prefissero in ogni epoca del mondo i promulgatori -di Sacre chimere fu quello di attribuirsi il carattere -imponente di Direttori Spirituali delle Nazioni, onde con tale -mezzo a colpo sicuro pervenire a disporre a loro talento; per meglio -dunque riuscirci essi opinarono di rappresentare Dio come -un Essere occupato unicamente d'incutere timore nell'animo de' -suoi creati, e dedito giammai a farsi amare, e quindi risultare lo -fanno nelle loro assurde illazioni, a un tale riguardo, or come -un Essere debole, ed or come tremendo, or come benefico, ed -or come tiranno, senza altra ragione che la sua propria volontà. -Nè dee recarci sorpresa di ritrovare dei popoli i quali giunghino -al delirio spaventevole di concepire idee cotanto mostruose, e ripugnanti -del provido Autore della Natura, dal momento che ci -faremo ad investigare per una parte l'indole infelice del volgo nel -credere ciecamente alla rinfusa ciò che ha l'apparenza di prodigioso, -e di stravagante, ed a conoscere sensibilmente dall'altra -l'artifizio perverso di una certa classe d'individui, nel farsi reputare -da esso l'oracolo portentoso della Divinità suprema, e l'organo -immediato de' suoi Eterni inalterabili Decreti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_107"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_107"><span class="label">(90)</span></a> -Essendo questo divieto ripetuto per tre volte nella Scrittura -(<em class="loc">Num. c. 23. v. 19. c. 34. v. 25. e Deut. c. 14. v. 19</em>) i -Talmudisti ne amplificarono talmente l'osservanza, che oggi più -non tiene che alla classe delle tante altre pratiche inutili conosciute, -e professate dal recente giudaismo. Essi dunque inferirono conseguentemente -di dovere non solo mantenere detto precetto al puro -senso originario della lettera genuina, ma di astenersi parimenti da -qualunque siasi cibo dove entrasse tutta specie di carne, pure di -volatile unitamente ad ogni sorta di formaggio, o di latticinio, e per -cautela, maggiore nell'esatta osservanza di questa pratica superstiziosa, -i Rabbini ordinano scrupolosamente di dovere tenere anche gli -utensili per cucina interamente separati (ved. <em class="loc">misn. hol. fol. 104. -Din. Joré Deng. c. 92.</em>). -</p> - -<p class="foot"> -I medesimi vietano inoltre con eguale rigore di mangiare in -uno stesso convito prima una vivanda di carne, indi altra di formaggio, -se non dopo decorso l'intervallo di sei ore, (Ibid. e <em class="loc">Beth -Joseph</em>) permettendo l'ultima però avanti quella previa una breve -interruzione di pochi minuti, dopo essersi lavate ambe le mani. -Tanto possono le tradizionali follìe in mente umana! -</p> - -<p class="foot"> -Mi si permetta quì di rimarcare soltanto come mai combinare -questi divieti col lauto banchetto che la <em>Genesi</em> ci descrive (<em class="loc">Cap. 27. -v. 9.</em>) preparato da Abramo ai tre angeli, che in sembianza di ospiti -umani si presentarono al suo sguardo? Quì troppo chiaro si scorge che -l'uso delle carni, ed i latticinj nel medesimo convito, ben lungi -dall'essere vietato, siccome lo è attualmente presso i Settatori Talmudisti, -era il solo cibo usitato quotidianamente dagli stessi primi -fondatori della credenza d'Israel; e tanto è ciò vero, quanto che -nella suddetta mensa disposta da Abramo a' suoi mistici viandanti -eravi preparato un vitello, e gran profusione di latte, e di butirro -che servì loro di nutrimento, senza che il testo accennato faccia di -sorte alcuna menzione d'altro cibo. -</p> - -<p class="foot"> -Nè giova il dire che a' tempi del patriarca non essendo tutta via -promulgato il Pentateuco di Mosè un siffatto precetto non potea -essere in vigore, poichè la stessa preparazione è sotto intesa egualmente -contenere (<em class="loc">Sam. II. Reg. I.</em>) i rinfreschi ricevuti da David -in differenti circostanze da Abigail, da Berzelai, ed altri, e nelle -vettovaglie che seco portarono coloro i quali vennero a ritrovarle -in Hebron; siccome ancora nello sfarzoso banchetto dato da Salomone -di lui figlio alla Regina Siba, che da' propri suoi stati accorsa -era espressamente per ammirare da vicino i fasti, e la saggezza di -questo monarca ebreo, che allora facea lo stupore dell'universo, -ciò che formava il corredo migliore di simili conviti, secondo l'uso -generalmente seguitato in quei tempi, per quanto apparisce dalla -Scrittura medesima altro certamente non era che una grande affluenza -di frutti, di legumi, di latte, di carni, e di butirro in -una mensa stessa; quindi è che altro che tali trattamenti possono -avere dati, e ricevuti que' sovrani di Israel, malgrado che la Legge -di Mosè fosse da entrambi perfettamente conosciuta. Si avrà forse -il delirio di riprovare que' benemeriti antichi per avere praticato -un simile uso, preferendo loro di moderni che se ne astengono? -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_108"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_108"><span class="label">(91)</span></a> -Nel Codice Misnico (<em class="loc">Trat. Holim. Cap. 8. §. IV.</em>) -il Rabbino <em class="nome">Jossè Agalili</em> sembra convenire, in qualche modo, -colla stessa nostra opinione, relativamente al precetto di cui parliamo, -se non per abrogarlo del tutto, almeno per restrignerne -l'osservanza; riducendolo al primitivo suo senso letterale, cioè al -solo divieto di cuocere l'agnello unicamente entro il latte di sua -madre, volendo in tale maniera escludere affatto da questa prescrizione -gli animali volatili, qualunque siano, le madri de quali si -riconoscono scevre onninamente di questo fluido (<em class="loc">Ibid.</em>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_109"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_109"><span class="label">(92)</span></a> -Se riescono stravaganti oltremodo quelle tante prescrizioni -tradizionali da noi fin quì sovente rimarcate, quanto non -dovranno mai apparire all'eccesso ridicole, e affliggenti quelle che -impongono i Rabbini all'occasione di nascite, di nozze, di esequie -pe' defunti? Non abbiamo che percorrere i prolissi trattati, fatti -sopra tali propositi (Ved. <em class="loc">Sciulh. Ngharuh Trat. Milah, Kidushim -& Abel.</em>) per restare intimamente persuasi, che tali appunto, -quali distinti furono da noi, debbono sembrarci in ogni senso quelle -prescrizioni che vi sono racchiuse, relativamente a' tre indicati -soggetti, senza che io mi diffonda di soverchio a tesserne il dettaglio, -che d'altronde un lavoro questo sarebbe inutile del pari -che annojante. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_110"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_110"><span class="label">(93)</span></a> -Per viemaggiormente restare quanto è duopo convinti -di questa verità di fatto, noi non abbiamo che richiamare quanto -da noi fu già esposto altrove, relativamente allo scrupolo smodato -che si fa l'uomo ignorante, a qualunque setta ch'esso appartenga, -d'interrogare se stesso intorno quegli articoli che un'abitudine -grossolana e macchinale fece al medesimo un giorno riguardare come -sacri, e inviolabili, e quelli pure d'altronde, i quali forniti di -lumi sufficienti per elevarsi fino alla contemplazione della verità -delle cose, predominati, del pari, dallo smarrimento deplorabile -medesimo, si tendono, ad un tale riguardo, così pure incapaci -onninamente di raziocinio, e di riflessione; perchè lo scrupolo -dell'esame, a questo soggetto, non è niente dissimile da quello -degli altri, l'educazione e la coltura de' medesimi non avendo avuto -attività bastante di superare la barriera fatale de' pregiudizj religiosi -imbevuti nell'infanzia. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_111"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_111"><span class="label">(94)</span></a> -Una volta che i prestigj del fanatismo sieno giunti ad -impossessarsi dello spirito umano, riesce presso che impossibile di -sradicarli al segno che più non accorrino a funestarlo nè a cospirare -la sua perdita estrema, e se per fortuita combinazione gli parrà di -vederli allontanati, ciò non seguirà che per qualche breve intervallo; -passato questo gli vedrà riprendere tosto sopra di esso un -impero più assoluto, e più consistente; inutile vedrà ogni suo sforzo, -allora per tentarne lo scampo; questo nemico crudele lo perseguita -ovunque; non vi vuole altro meno, che una opima dose di sana -filosofia; e di solida coltura, onde pervenire e distruggerlo per -sempre, senza timore che ritorni mai più a funestare la specie -umana: <em class="cit" xml:lang="fr">Il n'est d'autre remède à la maladie épidémique du -fanatisme, que l'esprit Philosophique, qui répandu de proche -adoucit enfin les mœurs des hommes, et que prévient les accès du -mal; car dès que ce mal fait des progrès il faut fuir, et attendre -que l'air soit purifié</em> <em class="loc">Volt. Dict. Philos. T. V. p. 513.</em> -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XII"> -<span class="pageno target" title="150" id="pag-150"></span> -CAPITOLO XII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -La pretta credenza trasmessa dal legislatore -Mosè al Popolo ebreo poco varierebbe -da quella professata da Socrate, -da Platone, e da Confucio, se si eccettua -le molteplici instituzioni misniche, e Talmudiche -aggiuntivi ad essa. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Donde dunque verosimilmente procede, udiamo -taluno interrogarci di proposito sovente, -che quasi tutta la specie umana persuasa in -apparenza, che la religione è la cosa la più -vantaggiosa per essa, e sotto qualunque siasi -aspetto che si riguardi, riconosciuta la più -seria, la più decisiva, ed importante, mentre -che questo è frattanto l'oggetto che gli uomini -si permettono il meno d'investigare con criterio, -di approfondire con diligenza, e precisione? -Laonde se si tratta di contrarre un affare qualunque, -di vendere qualche oggetto, di acquistarlo, -si prende le precauzioni le più accurate -<span class="pageno target" title="151" id="pag-151"></span> -si bilica ogni termine, si pondera ogni frase -dello scritto che ne racchiude le condizioni, e -ciascuno fa, in somma, ogni sforzo possibile -per mettersi al riparo da qualunque male intelligenza, -frode, o sorpresa: or, perchè mai, -argomentano, con impudenza, certuni, non -avviene appunto così della religione, e specialmente -orale, che resta il più delle volte adottata -ciecamente sulle asserzioni altrui, senza -che alcuno prendasi un benchè minimo pensiere -di esaminarla <a id="FNanchor_112"></a><a href="#Footnote_112" class="fnanchor">(95)</a>? Io non dirò già (come -qualche filosofo incredulo erroneamente opina) -che le massime religionarie degli uomini di ogni -setta di qualunque angolo del mondo sono i -monumenti antichi e permanenti dell'ignoranza, -della credulità, de' terrori, e della stupida -buona, fede de' loro mali accorti antenati; -io rigetto questa opinione come assurda, -eterodossa, e onninamente destituita di base, -di ragione, e forse ancora di buon senso; ma -<span class="pageno target" title="152" id="pag-152"></span> -per altro, l'esperienza, che rare volte inganna, -mi ha in ogni tempo sensibilmente dimostrato -che in proposito di religione, e sopra tutto tradizionale -gli uomini non sono a sufficienza tutta -via illuminati, quanto il loro pressante bisogno lo -richiede, onde potere essere garantiti solidamente -della verità, e della ragione di tutto ciò ch'essi -ammettono come supposto vero, e ragionevole. -</p> - -<p> -Ma da quale altra contaminata sorgente -dobbiamo noi fondatamente ripetere sì deplorabile -sciagura, se non se dalle insensate sottigliezze -tradizionali, che soggiogarono sempre, -a grado a grado, tutte le nazioni, tutte le -sette dell'universo, le quali ne risentono pur -troppo tuttavia la gravezza lacerante, e il danno -incalcolabile, senza speme di sollievo, nè -di compenso <a id="FNanchor_113"></a><a href="#Footnote_113" class="fnanchor">(96)</a>? -</p> - -<p> -Gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, e -gl'idolatri tutti hanno delle supposte intuitive -tradizioni, che sostengono fervidamente -<span class="pageno target" title="153" id="pag-153"></span> -d'accordo, emanate dal Cielo, compilate dallo -Spirito Santo, e identiche, e uniformi alla più -esatta inalterabile verità; esse sono tutte interamente -appoggiate ad un punto medesimo di -centro, che insieme racchiude l'antichità, e -il fanatismo religioso <a id="FNanchor_114"></a><a href="#Footnote_114" class="fnanchor">(97)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="154" id="pag-154"></span> -</div> - -<p> -Ecco le due barriere fatali che opponendo -un'ostacolo tenace, ed a molti riguardi considerato -come ineluttabile all'esame de' sentimenti -religiosi che ci furono inspirati nell'infanzia, -immergono tutti i popoli ciecamente -nella credenza grossolana de' più malefici, e -degradanti pregiudizj; e senza diffondermi soverchiamente -sulle altre sette che ingombrano -ambo gli emisferi, non abbiamo che applicare -costantemente le stesse impotenti basi che servono -di rilievo fondamentale alle tradizioni del -popolo d'Israel, per vederne risultare direttamente -i funesti disordini eguali a quelli di -tutte le altre nazioni, che l'Istoria ci fa conoscere, -e scorgervi, ad un tempo, con indelebili -marche, l'impronta stabile uniforme della -menzogna che le caratterizza tutte quante <a id="FNanchor_115"></a><a href="#Footnote_115" class="fnanchor">(98)</a>, -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="155" id="pag-155"></span> -</div> - -<p> -Suppongasi, per mera ipotesi, che un Settatore -di Socrate, di Platone, o di Confucio, -od anche questi tre filosofi medesimi in persona, -ignari affatto delle tante sette o religioni, che -coprono attualmente ambo gli emisferi de' nostri -secoli, sieno eccitati da una mera curiosità di -trasferirsi fra noi per osservarle ocularmente; -una fortuita combinazione favorisca i loro disegni, -e compia le loro brame; un giorno di -venerdì si trovino avere per commensali un -ebreo talmudista, un cattolico romano, ed un -settatore di Maometto; io non posso usare dei -vostri arnesi, farebbe a dire l'ebreo, nè debbo -mangiare la carne avanti il cacio, nè condire -con questo veruna specie di carnaggio, nè mi -è permesso di gustare i vostri cibi, di sorte -alcuna, siccome ancora mi è vietato di bere il -vino premuto, da coloro che professano una -credenza differente da quella che la mia tradizione -da lunga serie di anni già trasmise -agli avi miei <a id="FNanchor_116"></a><a href="#Footnote_116" class="fnanchor">(99)</a>: e pregovi di congedarmi -<span class="pageno target" title="156" id="pag-156"></span> -avanti che il sole trammonti nell'occaso, giacchè -se le festa, del sabato quì mi ritrovasse in -tale momento, non solo io commetterei un -oltraggiante villanìa di lasciare i miei ospiti -celesti scevri di quegli omaggi consueti che -sono ad essi meritamente dovuti (ved. <a href="#Footnote_104">ann. 87.</a>), -ma incorrere altresì io potrei nel grave irremissibile -delitto di dovere meco portare il -fazzoletto che tengo per mio semplice uso, -l'orologio, non meno che il sottile bastone -che per mero piacere io porto fra le mie mani -(<a href="#Footnote_104">ann. 72</a>); ed a me, soggiugnerebbe il cattolico -romano è severamente vietato di cibarmi -di qualunque siasi carne in questo giorno, poichè -in esso fu condannato all'ultimo supplizio il -mio Dio; quello è il giorno per me terribile in -cui il redentore del mondo terminò fra due -ladroni sopra un infame patibolo i giorni suoi; -ad una sì lugubre commemorazione io sono in -dovere di consecrare quest'astinenza durante -l'intero periodo della mia vite, e tutto ciò che -da voi, e da me si opera fedelmente riferire io -debbo all'orecchio di colui che l'arbitro depositario -degli arcani del mio cuore, e l'assoluto -<span class="pageno target" title="157" id="pag-157"></span> -direttore delle mia coscienza, può a suo piacere -cancellare ogni mia colpa, confessandola ad -esso, e ad un tempo medesimo rendermi il più -venturoso fra i mortali, ovvero condannarmi -inevitabilmente a gemere ne' cupi abissi dell'inferno, -ommettendo di eseguirlo <a id="FNanchor_117"></a><a href="#Footnote_117" class="fnanchor">(100)</a>; ed io, -<span class="pageno target" title="158" id="pag-158"></span> -conchiuderebbe finalmente il musulmano, sarei -per tutti i secoli dannato, se volessi bere del -vino, o vi ascoltassi parlare di scienza di morale, -e di buon senso, mentre io debbo essere -astemio tutto il corso della mia vita, e marcire -nell'ignoranza tutto il tempo ch'essa dura <a id="FNanchor_118"></a><a href="#Footnote_118" class="fnanchor">(101)</a>, -<span class="pageno target" title="159" id="pag-159"></span> -e siccome in questo giorno io debbo celebrare -l'ascensione al cielo del mio sommo Profeta <a id="FNanchor_119"></a><a href="#Footnote_119" class="fnanchor">(102)</a>, -<span class="pageno target" title="160" id="pag-160"></span> -associarmi non posso nel vostro conciliabolo -profano a meno di non rendermi indegno della -ricompensa che mi ha esso garantita, qual è -quella di farmi godere nell'altra vita i soavi -amplessi delle più avvenenti femmine del mondo, -preparate per eterna delizia de' giusti entro -un vastissimo serraglio, nelle incontaminate -regioni celesti, o di cui Dio è l'arbitro disponitore, -e Maometto il soprastante <a id="FNanchor_120"></a><a href="#Footnote_120" class="fnanchor">(103)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="161" id="pag-161"></span> -</div> - -<p> -Dopo tuttociò, quale giudizio farebbero -essi mai questi tre saggi delle varie opinioni -dei loro tre Commensali? Che direbbero essi mai -della superstizione del primo? cosa opinerebbero -della credulità del secondo, e quale orrore -concepirebbero essi mai del ministero infame -che l'ignoranza dell'ultimo attribuisce -stolidamente al Supremo Creatore dell'Universo? -</p> - -<p> -Ma lasciamo pure all'insensato Dervigi -le brighe impotenti di giustificare la sua orrida -insania, ed a settatori di Pietro gl'inutili sforzi -pure lasciamo, di palliare i loro intimi sentimenti; -indarno tenteremmo noi di disingannarli -entrambi, mentre nè con l'uno, nè con gli -altri non ci sarebbe permesso giammai di avere -ragione; e le nostre ponderate ricerche arrestiamo -unicamente su' delusi Israeliti Talmudisti, -i quali più di ogni altra setta debbono -quì richiamare le nostre più assidue cure, ed -essenzialmente preoccuparci. -</p> - -<p> -Non per tanto, se il fautore Talmudista -nudare volesse l'illusoria credenza che lo attrae -dopo sedici, e più secoli, da tutti quegli ornati -mostruosi che sotto lo specioso carattere di utili -<em>ripari</em> (benchè per loro stessi oltremodo frali -pur troppo, e insussistenti) gli si fece sempre, -e ovunque rispettare come sacri, e inviolabili, -<span class="pageno target" title="162" id="pag-162"></span> -e di cui sì enormemente essa trovasi aggravata <a id="FNanchor_121"></a><a href="#Footnote_121" class="fnanchor">(104)</a>: -Se con intima persuasione del proprio -inganno ei cercasse il mezzo il più pronto e -il più sicuro di emendarsene, spezzando risolutamente -il talismano fatale della menzogna, -che lo rendeva per lo passato incapace di eseguirlo; -se annientando tutte le appendici mistiche, -e paradossali, che lo fecero comparire -fino ad ora sì odioso, e degno di commiserazione -alla mente perspicace del filosofo illuminato, -e distruggono i pregj che la esimia sua credenza -in se medesimo racchiude, egli soltanto si attaccasse -all'utile, al puro, al salutare; se da -tutto questo, dico, prescindendo, esponesse loro -<span class="pageno target" title="163" id="pag-163"></span> -l'ebreo, che la vera sua religione solo consiste -nell'ingenua credenza indefettibile dell'Essere -Supremo, unico, eterno, incommutabile che -punisce l'uomo perverso, e ricompensa il saggio, -che un tale premio, ed una tal pena (sebbene -comprendere giammai noi non possiamo cosa -l'uno, o l'altro sia, nè come si compiano entrambi) -sono riserbate unicamente dopo le morte -ad un essere infinitamente superiore al corpo -umano; a cui sopravvivere dovrà perpetuamente -perchè semplice, non suscettibile di morte, e -intelligente; nell'amore integro di tutti coloro -che appartengono alla nostra specie, nell'obbedienza, -e sommissione alle leggi civili che -governano lo stato in cui esso vive, e finalmente -nell'esercizio assiduo, e costante di una sana -morale: quindi tutto ciò che a tali essenzialissimi -principj che costituiscono la base fondamentale -della primitiva religione dell'ebreo -si aggiugne, altro non è che il mero effetto -dell'umano traviamento da cui furono un tempo -all'eccesso predominate certe menti entusiastiche -e stravaganti, a scapito del credulo, e troppo -scaltramente sedotto popolo d'Israel. -</p> - -<p> -Rapiti questi benemeriti filosofi allora dall'intensa -possanza di tali eccelse idee, attoniti -restando delle sublimi verità edificanti comprese -nel dettaglio analitico che loro si fece, come -potrebbero essi mai di preposito deliberato dissimulare -<span class="pageno target" title="164" id="pag-164"></span> -di non riconoscere nella religione del -vero Israelita la chiara impronta uniforme di -quella professata da essi medesimi; come supporre -infine, senza delirio, che ricusare essi -volessero il pieno suffragio loro concorde, ad una -sì ammirabile credenza che riconoscerebbero in -massima essere la loro, cotanto identica a' sacri -dettami della filosofia, della nature, della ragione? -Infatti qual'era mai per se stessa la -base radicale dove propriamente sostenevasi la -credenza di entrambi questi due filosofi di -Atene, e dove mai fondava il filosofo Chinese -quella dell'intimo suo Culto? <a id="FNanchor_122"></a><a href="#Footnote_122" class="fnanchor">(105)</a> Se prescindere -vogliamo da ciò che sia propriamente -sistema filosofico, che ogni creatore, o institutore -di nuova setta scientifica, immaginare -volea il suo, in nulla, o in poco differiva -<span class="pageno target" title="165" id="pag-165"></span> -certamente il loro credere da quello che veggiamo -istituito da Mosè nel Pentateuco; astraendo -però, nel modo che abbiamo fatto tutte -quelle ordinanze, o prescrizioni che imposte -furono da questo legislatore agli ebrei della -sua età, che oggi terrebbero del soverchio, o -dell'inutile. -</p> - -<p> -Non avvi alcuno che ignori a quale prezzo -aggravante Socrate acquistasse il sublime piacere -d'istruire l'ingratissima sua patria, dell'esistenza -indelebile del Dio di verità, e la soddisfazione -di renderla edatta della scienza la -più esimia, la più utile, e la più importante -per il genere umano <a id="FNanchor_123"></a><a href="#Footnote_123" class="fnanchor">(106)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="166" id="pag-166"></span> -</div> - -<p> -E chi mai fra tutti gli uomini scienziati -dell'antichità, si è in alcun tempo elevato col -pensiere fino alla contemplazione dello stesso -Autore Supremo della natura, e dell'anima -umana, con maggiore successo di quello che i -fasti filosofici concordi ci narrano di Platone? -Non abbiamo che applicarci assiduamente nel -suo ammirabile <em>Timeo</em>, oltre le tante altre sue -produzioni metafisiche, e contemplative, per -restarne convinti, e sorpresi ad un'istante <a id="FNanchor_124"></a><a href="#Footnote_124" class="fnanchor">(107)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="167" id="pag-167"></span> -</div> - -<p> -E quale morale potrà essere giammai posta -al confronto con quella che Confucio introdusse -fra i Chinesi, quali instruzioni più dotte, più -salutari di quelle che questo popolo apprese da -sì venerabile maestro, che da oltre venti secoli -non cessa di rispettarlo come tale, ed essergli -riconoscente come suo benefattore? <a id="FNanchor_125"></a><a href="#Footnote_125" class="fnanchor">(108)</a> -</p> - -<p> -Da un confronto sì esatto, e sì uniforme -in ogni parte, chi non vedrebbe mai resultare -quella pura fondamentale religione, la sola -<span class="pageno target" title="168" id="pag-168"></span> -oltremodo necessaria, e indispensabile all'Ente -ragionevole sulla terra, già da esso conosciuta, -e praticata col più felice successo per tanti -secoli nella vetusta età della sue specie? E -quale altra mai fuori di questa, per confessione -unanime di tutti i popoli era la credenza dell'antico -Israelismo, non escludendo Mosè che ne -fu il promulgatore? Ma le illuse generazioni -<span class="pageno target" title="169" id="pag-169"></span> -che ne successero nulla premurose di conservarla, -corsero per elleno medesime a precipitarsi -nel baratro funesto della più grossolana -superstizione e di una stupida ignoranza in cui -la loro macchinale credulità dovea, senza scampo -inconsideratamente trascinarle. Quindi senza -lesione della verità conchiudere illativamente -quì si potrebbe che se la religione dei primi -benemeriti patriarchi del Popolo d'Israel è -vera, quella che professano gli ebrei moderni -è nella massima sua parte opposta a quella -diametralmente, e in conseguenza apocrifa, e -assurda, e ciò per le tante valide ragioni da -noi opportunamente riportate, e per le molte -altre che ci si offriranno nel progresso delle -nostre osservazioni; ma tale è pur troppo la -condizione deplorabile dell'uomo, come lo riflette -un pensatore filosofo, che il vero non gli -è sempre vantaggioso, ed i lumi della ragione -non furono in tutti i tempi sufficienti abbastanza, -nè, quanto è d'uopo, efficaci a rischiarare -le dense tenebre nelle quali esso vive per folle -arbitrio, miseramente sepolto. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_112"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_112"><span class="label">(95)</span></a> -tali sono appunto gli stravaganti riflessi che dettero -adito in ogni tempo alla temeraria miscredenza di alcuni pensatori -liberi, onde conchiudere assurdamente che i principj su' quali si -fonda la religione (tuttochè da' sani filosofi giudicati, e riconosciuti -sempre incontrastabili), altro non sono che ipotesi azzardate, immaginate -dall'ignoranza, propalate dalla credulità, adottate dalla -speranza, e venerate dal timore: <em class="cit" xml:lang="fr">Les uns</em>, aggiugne Montagne, -<em class="cit" xml:lang="fr">font à croire au monde qu'ils croient ce qu'ils ne croient pas, -les autres en plus grand nombre se le font à croire à eux mêmes, -ne sachant pas pénétrer ce que c'est que croire.</em> <em class="loc">Ess. IV.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_113"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_113"><span class="label">(96)</span></a> -Si consultino le tradizioni di tutti i popoli che conosciamo, -si percorrino quelle ad una, ad una minutamente, quale -bene ci mostreranno avere esse recato agli uomini che possa, -in qualche parte almeno, ricompensarci degl'innumerabili mali che -ci hanno le medesime in tante guise differenti, e in ogni tempo -cagionati sopra la terra? Ma ci faranno esse vedere come accesero -per tutto le fiaccole dell'intolleranza, come hanno empiute crudelmente -ovunque le pianure di cadaveri, abbeverate le campagne -di sangue umano, incendiate le Città devastati gl'Imperi, senza -che abbiano renduti mai gli uomini più umani; nè più saggi, nè -migliori: La bontà de' medesimi è l'opera unicamente di una pura -morale, o d'una vera Religione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_114"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_114"><span class="label">(97)</span></a> -Se prescindere vogliamo un solo istante dalle follie deplorabili -che le numerose tradizioni de' popoli gentili hanno fino -a noi tramandate, a che si ridurrebbero mai senza di quelle tutte -le immense pratiche, o cerimonie delle sette che ci si offrono a' tempi -odierni? Quelle dell'Israelismo furono, a tempo debito, da noi -evidentemente contraddistinte; e quelle coltivate dalle altre, senza -dubbio, a poca cosa. Ma ciò che reca stupore si è di vedere, come -tutte le nazioni, senza eccettuarne alcuna, vanno esattamente concordi, -e nel deciso fervore con cui ciascuna di esse pretende fare -valere la sua, e nella sorgente incontaminata dalla quale vogliono -tutte farle direttamente scaturire. -</p> - -<p class="foot"> -Per altro, io ricercherei di proposito a tutti questi settarj, -come pervenire a provare quale fra queste tradizioni potrà dirsi -giustamente la vera, in mezzo alle moltiplici contraddizioni ch'esse -ci offrono insieme, ed alla ripugnanza che ogni popolo dimostra -costantemente per le tradizioni di un altro popolo? Le nove incarnazioni -di <em class="nome">Wistnou</em> sono religione nelle Indie, e favola in Pietroburgo; -l'<em>Eucaristia</em>, è un sacramento presso i Cristiani, è un -idolatria in Costantinopoli, nella guisa che le gesta di <em class="nome">Maometto</em> -venerate da' Musulmani come altrettante intuizioni divine, sono -riguardate da' Seguaci di Cristo, come l'effetto dell'impostura, e -dell'insania; e tuttociò finalmente che gli altri popoli apprezzano -come sacro, e inviolabile, è dagli ebrei riguardato come degno di -abominio, e di esecrazione; nella guisa che una gran parte degli -usi, e cerimonie religiose praticate da questi, persuasi che procedino -dallo spirito santo, o dal portentoso <em>Batkol</em>, di cui fu già -da noi parlato altrove, formano l'oggetto dell'improperio, e della -derisione degli altri popoli. -</p> - -<p class="foot"> -Or in mezzo a tante fluttuanti opinioni, sostenute da ogni -parte col più fervido entusiasmo, come mai rintracciare la meno -assurda, la più ovvia, la migliore? Per altro, il servigio il più -rimarcabile che rendere si potrebbe a tutti i popoli dell'universo, -quello sarebbe, senza dubbio, di fare ed essi conoscere l'illusione, -e il nocumento delle loro stravaganti opinioni a tale riguardo, ma -niuno fino ad ora ci ha pensato giammai, e sembra che nè pure -vi abbia avuta l'idea d'intraprenderlo, nè il coraggio sufficiente -di eseguirlo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_115"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_115"><span class="label">(98)</span></a> -<em class="nome">Lucrezio</em> ha detto, è ormai venti, e più secoli, che -tutto il genere umano, fino da' suoi tempi, era oppresso miseramente -sotto la soma lacerante della superstizione: -</p> - -<div class="poetry"> - <div class="stanza"> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Humana ante oculos fœde cum jacere,</em> -</p> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">In terris oppressa gravi sub Religione.</em> -<em class="loc">L. I. v. 63. 64.</em> -</p> - </div> -</div> - -<p class="foot"> -Che direbbe mai Lucrezio, se risorgere ei potesse a' tempi -nostri? Molti l'hanno parimente ripetuto con eguale veemenza, -dopo di lui; infiniti altri benemeriti scrittori se ne lagnano ancora; -ma frattanto esistere si mirano tuttavia ovunque, e la superstizione, -e i suoi detestabili fautori. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_116"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_116"><span class="label">(99)</span></a> -Tutti questi, ed altri sì fatti deplorabili smarrimenti -de' quali fu da vari secoli suscettibile il popolo Ebreo, come -osservammo, possono datare dall'Era lacrimevole delle propalazione -delle tradizionali follìe di cui si ebbe la scaltrezza d'imbevere -lo spirito umano, delineandogliele come altrettante prescrizioni divine, -l'esatta osservanza delle quali rendevasi assolutamente indispensabile -all'eterna salute d'Israel, nella guisa medesima che la trasgressione -lo ridurrebbe periclitante, senza scampo, vittima delle più -orribili calamità, e di un perpetuo infortunio. -</p> - -<p class="foot"> -Dopo tutto ciò stupiremo ancora di vedere accreditare, ed -ammettere con tanta venerazione dagli uomini tali mostruosi principj? -Agevole riesce di far credere agli uomini ciò che lusinga -il loro amor proprio, ed alimenta i pregiudizj di cui sono imbevuti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_117"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_117"><span class="label">(100)</span></a> -Non è che nel secolo XII. che il dogma della Confessione -auriculare fu introdotta fra i settatori papisti da Innocenzo -III. nel Concilio Lateranese IV. l'anno 1213. Ma ciò che -dee sembrare oltremodo straordinario alle menti illuminate si è, -l'osservare con quale accanito fervore è essa ovunque praticata -laddove il Clero perviene ad acquistare un ascendente quasi assoluto -sullo spirito abbacinato degli uomini, come appunto succedere -miriamo in Ispagna, in Portogallo, ed in Italia, malgrado -che i primi padri del Cristianesimo combattessero apertamente l'uso -di siffatta confessione, e non ostante che <em class="nome">Ambrogio</em>, <em class="nome">Crisostomo</em>, -e <em class="nome">Basilio</em> fra quelli ne fossero d'accordo sì avversi, esortando -i penitenti a confessare le loro colpe al solo Dio che può correggerle, -ed annientarle, e non già di palesarle agli uomini, i quali -altro non sanno che stordirli con minaccie, o puerili timori senza -recare loro fintanto alcuna specie di antidoto nè di conforto -(<em class="loc">Ved homil. 31 in Hebr. homil. de Pœnit. T. V homil. de Laz. -T. V. p. 81.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -E se Agostino interroghiamo, lo udiremo ripetere: -<em class="cit" xml:lang="la">Quid mihi est enim cum hominibus ut audiant Confessiones -meas, quasi ipsi Sanaturi sint omnes languores meos?</em> <em class="loc">Confes. -Lib. 10. Cap. 3.</em> e lo stesso Agostino, in altro luogo, -(<em class="loc">Serm. II. sopra il Salmo 31.</em>) aggiugne: <em class="cit" xml:lang="la">Pronuntiabo adversum -me injustitias meas domino</em> (si osservi che non dice già -agli uomini) <em class="cit" xml:lang="la">& tu remisisti impietatem cordis mei</em>. -</p> - -<p class="foot"> -Servissero almeno queste confessioni ad allontanare il delitto, -a reprimere i vizi, a rendere più saggi coloro che stupidamente -vi si confidano, il nocumento ch'esse recano non sarebbe -senza un compenso; ma esse travviano lo spirito, corrompono i -costumi, alimentano l'ingiustizia, e le azioni criminose, e colla -facilità delle assoluzioni che si fanno, senza ostacolo, risultarne, -anche il più deciso malfattore con una simulata resipiscenza non -solo ritrova un pronto mezzo con che giustificare agevolmente i -suoi misfatti, ma persuaso di potere in tale maniera giugnere per -sino e cancellarli, esso diviene sovente recidivo senza ribrezzo. Se -i Peruviani, secondo il P. Accosta, il Pau, ed il Raynal praticavano -essi pure la confessione molto avanti che la conoscessero -i Cristiani, soggetti non erano però a simili delirj. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_118"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_118"><span class="label">(101)</span></a> -volendo Maometto prevenire ed allontanare gli eccessi -che cagionano regolarmente l'ebrezza, e il giuoco per colui -che vi si abbandona, esso ha interdetto assolutamente l'uso del -vino, e de' giuochi d'azzardo, ed affine di dare a questa legge tutta -quella forza che gli era necessaria, esso ebbe ricorso alla sua pratica -usuale, quale fu quella di inventare alcuni esempi ovvj a -giustificare la sua condotta a tale riguardo, uno di questi fu quello -de' due angeli <em class="nome">Arut</em>, e <em class="nome">Marut</em> inviati da Dio sopra le terra per -amministrare le giustizia in Babilonia, che divenuti ebri in un -banchetto dove furono invitati, commisero molte vituperose incontinenze -(ved. <em class="loc">Alkodai Pocok. Specim. Ist. Arab. p. 175. -Alcor. Cap. V.</em>) Tale è infatti il vero motivo del divieto del vino -presso i Musulmani. -</p> - -<p class="foot"> -In quanto poi ad ammettere per uno de' dogmi di religione -l'ignoranza universale delle scienze, siccome era esse una -delle qualità che distinguevano il fondatore dell'Islamismo, giacchè -l'inscizia di Maometto, per quanto asseriscono i suoi medesimi -fautori, andava fino alle barbarie, non sapendo nè leggere, nè -scrivere, difetto, peraltro, che gli era comune con tutta la sua -tribù (ved. <em class="loc">luog. cit.</em>) ciò che lo rendeva incapace non solo di -risolvere le obbiezioni che gli avversari della sua setta nascente gli -opponevano di tratto in tratto, ma lo esponeva sovente agli scherni, -ed a' motteggi che le sue ambigue risposte davano sufficiente motivo -di dovere fare. Quindi riconoscendo che i suoi settatori non avrebbero -potuto meglio riuscirci in simile caso, egli si appigliò al partito -di proibire loro qualunque specie di questione Teologica, di -scienza, e di coltura, comandando eglino, in vece di passare a fil -di spada tutti coloro che inveissero contro la sua dottrina. (Ved. -<em class="loc">Alcor. Cap. 4 Cantacuz. Orat. 1. Sect 12.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_119"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_119"><span class="label">(102)</span></a> -Niente di più ridicolo della Mesra, ovvero il preteso -viaggio che Maometto fece nel Cielo durante il corso di una notte; -e niente di più insensata dell'invenzione dell'Alborak, o del -prodigioso animale quadrupede che ve lo condusse. -</p> - -<p class="foot"> -Rapportasi dunque dall'Alkorano, ch'essendo Maometto coricato -una notte con <em class="nome">Ayessa</em>, una delle sue mogli, udì battere -alla porta della sua camera, ed essendosi alzato per aprirla esso vi -osservò l'Angelo Gabriello ornato di 70. paja d'ale spiegate da -entrambi i suoi lati; esso era seguitato dall'<em class="nome">Alborak</em>, bestia che -partecipava della natura dell'asino, e del mulo, di una bianchezza che -eccedeva quella della neve, e di un agilità sì sorprendente, che -il lampo non passa con maggiore celerità di ciò ch'esso metteva -nel tragittare dall'uno all'altro sito, ed è appunto a cagione di sì fatta -straordinaria destrezza (secondo gli scrittori Musulmani) che gli si -fece meritare l'attributo di alborak, che nell'arabo idioma significa -un baleno. -</p> - -<p class="foot"> -Tosto che lo sguardo di Maometto restò colpito dall'intuito -del Messaggere celeste, questi lo abbracciò affettuosamente, e salutandolo -dalla parte di Dio, gl'impose in di lui nome il trasferirsi -nel Cielo, dove avea esso determinato d'iniziarlo in certi urgenti -misteri, che non permise di rivelare giammai ad alcuno de' mortali -che lo avevano preceduto, ed era per ciò col disegno di rendere più -agevole il suo viaggio ch'esso gl'inviava espressamente l'Alborak. -Maometto non esitò ad eseguire quanto gli venne imposto, ed -appena ch'esso l'ebbe montato, si trovò in un istante dalla Mecca -in Gerusalemme; da colà sempre accompagnato dalla sua guida -celeste, proseguì il suo cammino fino a tanto che ritrovata una -scala di luce preparata per essi vi ascesero, lasciando l'Alborack -legato in una rupe, fino al loro ritorno, e prodigiosamente pervennero -quindi al primo Cielo, e da questo agli altri sei, tutto nel -breve intervallo di una notte. (Ved. <em class="loc">Zamnias. et Didav. in Alcor. -ad Cap. 17 et 33.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Si può egli immaginare assurdità più enormi, e iperboli più -insensate di quelle che si osservano racchiuse in sì fatto itinerario -celeste? -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_120"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_120"><span class="label">(103)</span></a> -Da quando Maometto cominciò ad accreditare in faccia -de' suoi creduli settatori il di lui preteso apostolato, la prima idea -ch'esso ebbe fu quella di lusingare la loro speranza, e alimentare -la dissolutezza a cui gli riconosceva sì eccessivamente proclivi, -quindi è ch'esso inventò un paradiso secondo il gusto degli Arabi, -ed a misura de' piaceri sensuali che gli penetravano con maggiore -intensità. D'altronde conoscendo per isperienza quanto l'idea del -loro soggiorno in un clima ardente, unito a' costumi lascivi dai -quali erano essi predominati, avrebbe loro fatto amare tutto ciò -che avea efficacia di condurli alla sensualità, Maometto promise -a' suoi Settarj nella vita futura, giardini, riviere, profumi, letti -di riposo, del pari sontuosi che comodi, preparati da uno stuolo -immenso di femmine di un'avvenenza incomparabile, e che offrono -loro tutto ciò che l'amore ha di più vago, e di più seducente -(Ved. <em class="loc">Alcor. Cap. 4. 78. 90</em> <em class="loc">Hotting. Hist. Orieni. Lib. 2. c. 4</em>). -Tale è l'immagine stravagante del paradiso che Maometto fece -concepire a' suoi seguaci; quella poi ch'esso volle delineare dell'inferno -in punizione delle colpe, n'è precisamente il contrapposto -e quasi uniforme a quello che tutte le altre sette lo descrivono. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_121"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_121"><span class="label">(104)</span></a> -Le sagge ammirabili prescrizioni instituite da Mosè -al popolo ebreo sono amplificate oggi a tal eccesso dai settatori -talmudisti, come lo rimarcammo a sufficienza nei capitoli precedenti, -che ora più non è possibile distinguere quale fosse propriamente -il genuino senso primitivo delle medesime; ogni minimo -Rabbì, ogni devota femminuccia ne accresce sempre a suo capriccio -qualche bizzarra nuova pratica, e de' nuovi riti stravaganti, -quali dal rabbinico dialetto sono chiamati גדרים (ghedarim), cioè -<em>ripari</em>, per non giugnere al grado com'essi erroneamente opinano -di trasgredire ciò che attacca in massima l'essenziale de' veri precetti -comandati da' Mosè; ed egli è insomma così che questi glosatori -co' loro ghedarim non solo resero le solennità prescritte al -Popolo ebreo come giorni di delizia, e di ricreazione, un giogo -aggravante, e insopportabile per la massa enorme de' riti, doveri, -e cerimonie di tante specie differenti, aggiunte alla quantità immensa -de' precetti già imposti da Mosè ne' tempi andati, ma tutto il Pentateuco -altresì, un edifizio informe soggetto a crollare, e a subissarsi -al benchè minimo urto. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_122"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_122"><span class="label">(105)</span></a> -I sistemi filosofici di Socrate, e di Platone suo scolare -sono quasi uniformi; essi ammettevano d'accordo tre principj, Dio -l'idea, e la materia, facendo l'ultima subordinata alle seconda; ma -queste due dovevano, a senno loro, prestare omaggio, ed obbedienza -al Dio supremo, come loro opifice, loro padre, loro creatore. -Dio dunque è l'intendimento universale. Essi concepivano -per idea una certa essenza incorporea, capace di abbracciare tutte -le cose, e la materia il primo soggetto sottoposto alla generazione, -e corruzione (Ved <em class="loc">Plut., op. filos. Cap. 3.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Tuttochè oscuro, e impercettibile oltremodo sia stato in -ogni tempo riconosciuto per se stesso questo sistema, per qualunque -sforzo che molti filosofi abbiano fatto sempre affine di rischiararlo -intieramente non sieno mai riusciti di vedere sortire felicemente -il loro intento, pure non lascia quello di fare pressochè ad -evidenza travedere quanto sane fossero le massime, e i principj -che nutrivano Socrate e Platone relativamente alla Divinità, ed al -Culto puro, e inalterabile che rendere gli si dee. I primi Dottori -della Chiesa romana hanno adottati quasi tutti i sentimenti non -meno Psicologici, che Ontologici di entrambi questi filosofi, considerandogli -per sino, come ortodossi (Ved. la <span class="loc">seg. -<a href="#Footnote_125">annot. 108.</a></span>) -sebbene che il celebre <em class="nome">Bayle</em> (<em class="loc">Pens. sur la Com. T. I. p. 346.</em>) -seguitato da vari altri filosofi seriosamente oppongasi a questi, non -meno che a' principj filosofici di Confucio, de' quali sarà da noi -quanto basta ragionato altrove (Ved. <span class="loc">la seg. -<a href="#Footnote_126">annot. 109.</a></span>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_123"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_123"><span class="label">(106)</span></a> -È a tutti noto di quali sforzi usasse Socrate affine d'indurre -gli Ateniesi ad illuminarsi sul culto del vero Dio, e ad oggetto -di ridurli ad abdicare la loro superstiziosa idolatria, ed i loro -malefici prestigi; ma quanto inutilmente egli vi si adoperasse lo -dimostrano pur troppo, l'esito fatale de' suoi benemeriti disegni, -e la triste ricompensa che la sua patria sconoscente gli ha ferocemente -preparata; nè le saggie sue premure per istruirla e per illuminarla -nella scienza la più urgente per l'uomo, qual è la sana -morale ebbero un successo più propizio, furono sprecate meno vanamente: -quale solido vantaggio risultare mai ne porrebbe di potere -asserire con <em class="nome">Cicerone</em> essere stato Socrate il primo a fare discendere -la filosofia dal Cielo, ad introdurla fra gli uomini, a volgarizzarla -persino nel centro delle stesse famiglie, se cotanto poco la -sua ingrata patria curava le di lui ammirabili salutari lezioni? -<em class="cit" xml:lang="la">Socrates autem primus Philosophiam devocavit e Cœlo et in -urbibus collocavit, et in domos etiam introduxit, et coegit de -vita, et moribus, rebusque bonis, et malis quaerere.</em> <em class="loc">Tuscul. -Quaest. Lib. V.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Ma il popolo di Atene sempre sordo, ed insensibile agli -ammaestramenti di sì eccelso filosofo, meditò da proditore la sua -perdita estrema, privando così la società del più saggio, e del più -necessario de' suoi membri. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_124"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_124"><span class="label">(107)</span></a> -<em class="cit" xml:lang="la">De Deo scripta in Timæo aliisquis Platonis -Commentariis, non ab hominis profanis studus inutrito, sed -ab Æbreo, aut Christiano profecta videatur.</em> <em class="loc">Lact. Instit. X.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Se tutto ciò non fosse quanto è d'uopo sufficiente a farci -completamente rilevare i sentimenti di Platone per rapporto all'Essere -Supremo, non abbiamo che dedicarci di proposito ad applicare -il <em>Cratilo</em>, ed il <em>Fedone</em> di questo medesimo filosofo per restarne -maggiormente convinti. -</p> - -<p class="foot"> -Oltre a ciò non solo i primi ebrei Talmudisti, ma quasi tutti -i primi Cristiani furono a tal segno Settatori di Platone, che quelli -appoggiavano tutte le loro più importanti decisioni sulla di lui -autorità, e si persuadevano con intima convinzione di travedere -negli scritti del filosofo di Atene una gran parte de' più essenziali -misteri della loro Religione (Ved. <em class="loc">Aug. Confess. Lib. VIII. -Cap. II.</em>), e la loro persuasione ora ad un grado tale radicata a -questo riguardo, che nell'ottavo secolo della Chiesa, i Cristiani -giunsero ad accordargli generalmente finanche lo spirito di Profetica -istituzione; ma se aggiugnere si volesse a tuttociò la prodigiosa -favola del sepolcro ritrovata nel tempo di Costantino VI. e d'Irene -sua madre, coll'iscrizione osservata sopra una lama di oro, di cui -era cinto il collo del cadavere che eravi racchiuso, noi finiamo in -ultimo col dovere credere Platone anticipatamente Cattolico apostolico -romano (Ved. <em class="loc">Zonar. Ist. Greca T. 3. pag. 87.</em> <em class="loc">Paolo -Diacr. Lib. 23.</em> <em class="loc">Genebr. Lib. 3.</em> <em class="loc">Canisius De Beat. Virg. Lib. 2.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_125"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_125"><span class="label">(108)</span></a> -Benchè i missionarj tutti vantino asseverantemente di -avere con ogni diligenza consultati gli archivi de' Chinesi, frattanto -tutto ciò che quelli ci assicurano per rapporto alla Religione di -questo popolo, non è in massima che contradittoria, e inverosimile; -gli uni col <em class="nome">P. Le Comte</em> la fanno Ortodossa; gli altri pretendono -che l'Ateismo ha dominato nella China fino da' giorni di -Confucio, e che questo esimio filosofo ancora siane rimasto così -pure infetto (<em class="loc">Lett. de Mr. Maigros p. 15.</em>); ma con quale fondamento -potrebbe mai accordarsi quest'ultima opinione cogli ammirabili -precetti trasmessi dallo stesso Confucio al popolo Chinese, -tendenti ad illuminarle sulla morale la più tersa, ed a renderlo -saggio, colto, e urbano; precetti che attualmente pure non lasciano -i Chinesi di mantenere, e seguitare coll'interesse il più costante, -e il più deciso? (Ved. <em class="loc">nom. mem de la Chine T. 2. pag. 108.</em>). -La seguente giudiziosa opinione tresmessaci da un dotto Inglese -appunto sulla religione di Confucio fa tacere tutte quelle che tentarono -futilmente di oscurarla. <em class="cit" xml:lang="en">The religion of Confucius professed -by the Literati, and persons of rank in China, and -Tonquin, consists in a deep inward veneration for the God, -or King of Heaven, and in the practise of every moral -virtue. They have neither temples, nor priests, nor any settled -form of external worship; every one adores the supreme being -in the manner he himself thinks best. This is indeed the most -refined System of Religion that ever took place among men, -but it is not fitted for the human race; an excellent religion -it would be for angels; but is far too refined ever for sages, -and Philosophes</em> (<em class="loc">Sket. of Hist. of man Vol. IV. Sket. III. -p. 287.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Per altro, in qualunque siasi aspetto che si contemplino i -principj metafisici di Confucio, essi dovranno sempre mai essere -considerati da noi come superiormente utili per ogni associazione -umana, degni di essere adottati da qualunque siasi popolo illuminato, -e ad un tempo medesimo come perfettamente identici, e uniformi -a quelli che l'antichità, non meno sacra che profana, ci fa -comprendere conosciuti, professati da tutti i primi padri del genere -umano. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XIII"> -<span class="pageno target" title="170" id="pag-170"></span> -CAPITOLO XIII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Del Caraismo, o Deismo Israelitico; dei -considerabili vantaggi che ne recherebbe -il fondato stabilimento fra gli ebrei, -ridotto alla sua primitiva purità; dimostrasi -che i tre Patriarchi, Mosè, ed i -Profeti che gli successero furono tutti -Caraiti, o Ebrei Deisti. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Non vi fu giammai sopra la terra, verun -popolo civilizzato senza religione; ed il grande -inconcusso principio di qualunque sistema religioso -è l'idea di un Essere Supremo: <em class="cit" xml:lang="la">Potius -conspiciendam sine sole urbem, quam sine Deo, -ac Religione</em>, ci lasciò scritto <em class="nome">Plutarco</em>. L'assioma -non può essere, in vero, ne più giusto, -nè più sublime, nè più utile alla specie umana. -</p> - -<p> -Per altro, siccome quest'idea si è per tante -volte presentata alla mente dell'uomo sotto innumerabili -aspetti differenti, e forse ancora -<span class="pageno target" title="171" id="pag-171"></span> -opposti e contraddittorj <a id="FNanchor_126"></a><a href="#Footnote_126" class="fnanchor">(109)</a>, molti scrittori -sensati si fecero costantemente ad opinare che -dessa non potea essere in tale stato giammai -l'opera di un Dio (nella guisa che ogni settario -lo pretende con asseveranza in favore di -quella religione ch'egli professa); ma l'edifizio -mostruoso altresì aereamente costruito da certuni -che ripongono le loro più fondate risorse -sulla fede cieca, e macchinale di quegl'inesperti -popoli, che seducono, e che tentarono in -ogni tempo, e ovunque di assoggettare tenacemente -alle loro torpide follìe. -</p> - -<p> -Oltre che tutto ciò è pur troppo dimostrato -in ogni senso, e da noi evidentemente comprovato, -que' tali autori che in sì fatta guisa ragionano -avrebbero dovuto parimente riflettere -<span class="pageno target" title="172" id="pag-172"></span> -ancora, che la diversità de' climi, de' governi, -de' costumi, degli usi, e de' temperamenti de' popoli -medesimi possono avere così pure molto -contribuito a quelle modificazioni amplificate -che sembrano distruggersi a vicenda, che partono -frattanto da uno stesso identico principio, -o dal pregiudizio stesso, e di cui chi in maggiore, -e chi in minore dose ogni popolo risente -intimamente i perniciosi effetti. Io mi limito -soltanto alle ricerche le più agevoli a conoscersi, -e a discutersi, non osando avanzare se -non se ciò, che l'istoria, ed il mio cuore mi -appresero di più semplice, di più ragionato e -di più chiaro <a id="FNanchor_127"></a><a href="#Footnote_127" class="fnanchor">(110)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="173" id="pag-173"></span> -</div> - -<p> -È cosa renduta omai troppo evidente che -quasi tutte le opinioni alle quali noi ci attacchiamo -il più fortemente, tengono sempre a -qualche sentimento confuso, di cui noi ignoriamo -per l'ordinario il vero fonte dal quale -derivano, o il germe positivo donde ripetono -la loro natìa produzione. Lo spirito nostro per -lo più, non si arresta giammai che sulle idee -le quali hanno molto sovente un rapporto analogo, -e costante colla nostra maniera di sentire, -di discernere, di ragionare; se ciò è vero, come -tutto concorre a persuadercene di qualunque -nazione, generalmente parlando, a più forti -ragioni dee esserlo per il popolo ebreo che mille -cause fatali gli hanno contrastato sempre, e -ovunque l'abitudine di coltivarsi, di riflettere, -di ragionare (siccome verrà da noi dimostrativamente -comprovato nel secondo volume di -quest'opera) le sue più estese cognizioni non -oltrepassavano la superficie di ciò che scaltramente -pretendevasi fargli credere come giusto, -inconcusso, e salutare; occupato unicamente dei -mistici suoi fantasmi tradizionali, solo interessato -de' propri suoi bisogni, e de' mezzi i più -pronti, e i più sicuri di soddisfarli, esso vegetava -per così dire, senza accorgersi di esistere; -come dunque in tale stato deplorabile di cose -avrebb'esso mai potuto uscire dalla sfera immensa -de' suoi proprj acquisiti smarrimenti dalla -<span class="pageno target" title="174" id="pag-174"></span> -quale voleasi a tutta forza circoscritto; come -disporsi risolutamente a spezzare que' ceppi terribili -che teneanlo avvinto? Non vi volea meno -certamente di una subitanea rivoluzione straordinaria -nel suo sistema religioso che potesse -richiamarlo a se stesso, scuoterlo dal suo torpido -letargo antico, impegnarlo a considerare -il di lui stato attuale, compararne l'avvenire -col passato, e questo colle circostanze degli -odierni momenti. Tale rivoluzione oltremodo -necessaria e salutare al suo degenerato sistema -religioso, si offre opportunamente adesso; ma -ben lungi dal sostenerla, seguitarne le traccie, -ed animarne i progressi, in vece di versarsi a -ponderarne l'utilità illimitata a distinguerne -i vantaggi perenni che per tanti rapporti essa -ci porge, ei la condannò ferocemente senza -esame, come degna dell'Israelitica esecrazione, -iniqua, eterodossa <a id="FNanchor_128"></a><a href="#Footnote_128" class="fnanchor">(111)</a>. Tale fu appunto -il carattere odibile che da tutti i partigiani -Talmudisti ciecamente si fece del Caraismo, -<span class="pageno target" title="175" id="pag-175"></span> -appena che i primi raggi sfavillanti diramati -si videro sopra la terra, e tosto che i solidi -principj su quali reggeasi, cominciarono a rendersi -più noti, ed a propalarsi fra gli uomini: -Istituzione che ridotta alla sua purità primitiva -è, senza contrasto, la più sublime, e la migliore -di quante altre mai la mente dell'uomo fosse -stata in alcun tempo capace d'introdurre sopra -la terra. -</p> - -<p> -Ma avanti d'internarci nell'esatta dimostrazione -di questa verità, ci è d'uopo quì arrestarci -un solo istante ad indagare assiduamente -il fonte primitivo, da cui un tale nome -ritrae la sua originaria derivazione; indi nella -migliore forma che ci sarà possibile discenderemo -gradatamente ad esaminarne l'origine, i -progressi, le pratiche, e gli errori, onde giugnere -in seguito più agevolmente al nostro grande -scopo, qual è quello di sopprimere, e annientare -tutto quanto può racchiudersi in siffatto -sistema d'assurdo, d'inutile, o di strano, e ad -un tempo medesimo semplificarlo, e di ridurlo -a quel grado di esattezza di cui le umane instituzioni -possono essere suscettibili. -</p> - -<p> -I cinque libri che compongono interamente -il Codice di Mosè (che noi distinguiamo -col vocabolo greco <em>Pentateuco</em> che significa -cinque) furono chiamati dagli ebrei al -ritorno della loro cattività di Babilonia מקרא -<span class="pageno target" title="176" id="pag-176"></span> -(<em>mikrà</em>), cioè <em>Lettura</em>; essi non dettero per -tanto da principio questo nome che a' soli accennati -cinque libri (come apparisce da Neemia -Cap. 8.) dove il semplice testo della Legge è -così pure distinto col Vocabolo <em>mikrà</em>. I Rabbini -cominciarono allora a nominare col termine -medesimo anche le loro glose, o interpretazioni -del Pentateuco di Mosè; e siccome il Popolo -ebreo di que' tempi non era intelligente a sufficienza -dell'Ebraico dialetto, rendevasi necessario -assolutamente che il detto Codice che gli -si imponeva come un dovere pressante, di osservare -minutamente, fosse al medesimo spiegato nel -Caldeo linguaggio, tale essendo la sua lingua -materna, per vieppiù metterlo in istato di -conoscerlo, e d'intenderlo. Quindi nella successione -de' tempi si chiamò parimenti <em>Mikrà</em> -tutto il resto della Bibbia; e lo stesso Talmud -si serve qualche volta di questo vocabolo paragonando -il testo della Scrittura colle parafrasi -rabbiniche sulle quali la tradizione del -popolo d'Israel è onninamente fondata. -</p> - -<p> -E così dunque da ciò, che la setta de' <em>Caraiti</em> -fra gli ebrei prese il suo nome primitivo, -perchè dessa si attacca, principalmente al semplice -testo della scrittura, non volendo in conto -alcuno conoscere le tradizioni degli altri ebrei -per principio fondamentale di quella religione -ch'essi prefiggonsi di ammettere, e di osservare, -<span class="pageno target" title="177" id="pag-177"></span> -nella guisa medesima, che si è veduto ne' secoli -a noi più vicini i protestanti denominarsi -<em>Evangelici</em>, a cagione ch'essi pretendevano di -non doversi appoggiare, che sul mero evangelo, -rigettando completamente qualunque siasi tradizione, -e tuttociò che vi ha, o lontano, -o prossimo rapporto. קראי (Karai) dunque, -secondo ancora l'osservazione di <em class="nome">Abenesdra</em>, -e di <em class="nome">Elia Levita</em>, significa: un'uomo colto, esercitato -profondamente nello studio della scrittura, -e della più purgata maniera d'intenderla, e -di spiegarla <a id="FNanchor_129"></a><a href="#Footnote_129" class="fnanchor">(112)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="178" id="pag-178"></span> -</div> - -<p> -Ma questo nome che in origine era sì -generalmente onorevole fra gli ebrei, è divenuto -loro esecrabile all'eccesso, dopo che alcuni -fra questi i quali concepirono un disprezzo -<span class="pageno target" title="179" id="pag-179"></span> -positivo per le tradizioni Rabbiniche, si separarono -dal corpo totale degli ebrei distinguendosi -collo specioso attributo di <em>Caraim</em>. I proseliti -di questa nuova setta pretesero di dimostrare -con ciò ch'essi aveano sulla religione dei -sentimenti molto più integerrimi, ed assai più -filosofici degli altri, ch'essi accusavano di avere -in qualche modo abbandonata la parola di Dio -per seguire ciecamente le ampollose Decisioni -rabbiniche delle quali le loro opere sono piene. -Da un altra parte gli ebrei Talmudisti gli -rimproveravano di essere <em>Saducei</em>, perchè infatti -essi gl'imitavano in quanto a ciò solo che non -volevano ammettere le tradizioni de' loro antecessori <a id="FNanchor_130"></a><a href="#Footnote_130" class="fnanchor">(113)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="180" id="pag-180"></span> -</div> - -<p> -Ma lasciamo, di grazia, tutte queste, ed -altre sì fatte imputazioni male fondate, e veggiamo -quali sono stati, in massima, i veri sentimenti -religionarj della setta del Caraismo, -la quale è in tanto abominio attualmente presso -i Rabbini, non meno, che in faccia di tutti -coloro aderenti al loro partito. -</p> - -<p> -Prima però di esaurire intieramente l'assunto -di cui ora ci occupiamo, non mi sembra -inutile di fare qualche rapida menzione della -primitiva origine della setta di cui parliamo, -e della sua più verosimile fondazione, tutto -che oltremodo ambigui, e troppo torbidi sieno -i lumi che pochi scrittori ci trasmisero, relativamente -al Caraismo. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_126"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_126"><span class="label">(109)</span></a> -Tutti gli antichi popoli dell'Oriente hanno sempre -adorato il Sole sotto un'immensa quantità di varj nomi differenti, -come può ad evidenza rilevarsi dall'Inno al sole di <em class="nome">Marziano -Capella</em>, il quale pretende che sono que' nomi disparati, il sole -era l'unica Divinità che veniva da' medesimi generalmente adorata: -<em class="cit" xml:lang="it">Gli abitatori del Lazio</em>, (dice ingegnosamente l'Autore di questo -energico Inno) <span class="cit" xml:lang="it">ti chiamano <em>Sole</em>; i Greci ti nomano <em>Febo</em>; altri -ti distinguono <em>Bacco</em>; i popoli che abitano il Nilo ti dicono -<em>Serapis</em>; ed alcuni altri <em>Osiris</em>; i Persiani ti appellano Mitra; -tu sei finalmente <em>Alys</em> in Frigia; <em>Ammone</em>, (ovvero il Dio -Agnello) in Libia; <em>Adone</em> in Fenicia; e così l'universo intero -ti adora sotto una folla immensa di caratteri bizzarramente -differenti, e opposti.</span> -</p> - -<p class="foot"> -È solo a questa notabile discrepanza che io intendo propriamente -riferire il mio principio, da cui il popolo d'Israel, per -verità, resta del tutto esente. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_127"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_127"><span class="label">(110)</span></a> -Perchè mai, argomenta un pensatore anonimo, ritroviamo -noi tante immagini ridenti nelle tradizioni mitologiche -de' Greci, e de' Romani? Ciò avviene perchè quelle debbono l'origine -loro al più ameno clima del mondo, alla patria delle arti, -alla culla delle scienze, e del buon gusto, al Governo il più saggio, -e il più illuminato, ed alla ferma inerenza infine che quelle -industriose nazioni sentivano per il progresso de' lumi, e per lo -sviluppo delle proprie loro facoltà intellettuali. Perchè mai, al -contrario, le tradizioni orali specialmente degli antichi Israeliti -(prosegue il medesimo Autore) sono esse così triste, sì meschine, -ed insoffribili? Ciò procede perchè queste furono scavate nel centro -di un popolo allora, eccessivamente barbaro, e ignorante, governato -da una Teocrazia, la quale non ispirava che il terrore, e -l'avvilimento senza renderlo nè meno stupido, nè più saggio, nè -migliore, nè in verun modo proclive alla coltura dello spirito, ed -all'acquisto di utili cognizioni. Quindi per ultima prova di quanto -il testè riportato anonimo ci espone, facciasi un passeggero confronto -fra i deliziosi giardini della Grecia, e la vaga amenità del -suolo romano con le scheletrite inospite foreste, dell'Arabia, e della -Palestina, e noi non saremo più sorpresi della stravaganza notabile -della quale parliamo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_128"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_128"><span class="label">(111)</span></a> -<em class="cit" xml:lang="fr">Une verité en qualité de nouvelle</em>, dice un pensatore -insigne, <em class="cit" xml:lang="fr">choque toujours quelque usage, ou quelque opinion -généralement établie; elle a d'abord peu de sectateurs; elle -est traitée de paradoxe, citée comme une erreur, et rejetée sans -être entendue.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Ciò che dimostra che gli uomini in generale approvano, o -condannano a caso, e la verità stessa è dalla massima parte di -quelli, ricevuta come l'errore, senza esame, inorpellata da' pregiudizj, -o dalla tradizione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_129"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_129"><span class="label">(112)</span></a> -Abenesdra che gli ebrei chiamano meritamente il -<em>saggio</em> fa menzione (<em class="loc">Comm. Sul Pentat.</em>) di cinque differenti -maniere d'interpretare la Scrittura, di cui la prima è di coloro -che si diffondono sopra ogni parola impiegando ne' loro commentarj -tutto ciò ch'essi sanno: il medesimo riporta per esempio un -certo Rabbino <em class="nome">Isaak</em>, il quale avea compilati nove libri per fare -la spiegazione del solo I. Cap. della Genesi; <em class="nome">Saadia Gaon</em>, ed -alcuni altri, i quali all'occasione di dovere interpretare una sola -frase della Scrittura, si diffusero in trattati del tutto stranieri al -soggetto principale. Abenesdra combatte sdegnosamente questo -metodo strano d'interpretare la scrittura. -</p> - -<p class="foot"> -La seconda presso gli ebrei è molto dissimile dalla prima; -quella consiste, secondo lui, a non consultare che la pretta ragione, -ed un bene sostenuto criterio senza niun riguardo a' pregiudizj -nè all'autorità; metodo che lo stesso Abenesdra attribuisce particolarmente -a' Caraiti. -</p> - -<p class="foot"> -La terza è di coloro che riducono tutte le cose alle mistiche -allegorie, e che ritrovano per tutto logogrife visioni sacre impercettibili, -senza nulla curare il senso letterale; esso rigetta parimente -questo metodo, reputando cosa molto pericolosa, ed affatto incongruente -di allontanarsi dal senso letterale, e di non seguire colla -più scrupolosa precisione, altro che quello unicamente che dal solo -testo restaci indicato. -</p> - -<p class="foot"> -La quarta è di coloro che si chiamano volgarmente <em>Cabalisti</em> -I quali riducono tutto il senso della scrittura a delle vane, e ridicole -sottigliezze; anche questo metodo è rigettato da Abensdra, che lo -reputa passato dalla Scuola de' Platonici alle Scuole degli Ebrei -nell'Europa specialmente, dove molti fra questi hanno scritto sopra -tale cabala speculativa, la quale è pure in somma estimazione presso -tutti gli ebrei dell'Oriente; il libro del <em>Zohar</em>, che gl'Israeliti -credono antichissimo è ovunque pieno di queste sorta di mistiche -spiegazioni: quindi è che un gran numero di ebrei si è gettato -confusamente in questo studio senza esaminarlo. V'ha così ancora -un'altra specie di cabala che denominasi <em>pratica</em>; questa è assai -più dell'altra pericolosa, e assurda poichè la medesima fa parte di -ciò che usualmente chiamasi <em>magia</em>, la quale, a fondo, altro per se -stessa non è che una illusione di certe persone che immaginano di -potere a loro talento operare delle gesta, sedicenti prodigiose, -colla supposta efficacia di questa <em>cabala pratica</em>. -</p> - -<p class="foot"> -La quinta maniera finalmente d'interpretare la scrittura presso -gli ebrei è di ricercare diligentemente la significazione propria di -ogni vocabolo, e di spiegare i respettivi testi, il più alla lettera -che sia possibile, senza arrestarsi niente di meno sullo spirito tradizionale -con con soverchio scrupolo nella guisa che fu sempre mai -praticato dalla massima parte de' Rabbini. Abenesdra ci assicura -(<em class="nome">Ibid.</em>) avere esso medesimo seguitato questo metodo stesso in -tutti i suoi Commentarj sulla scrittura, e in fatti io non conosco -altro autore che abbia spiegate le sacre pagine più letteralmente, -e con criterio maggiore, nè con più esatta precisione di lui. -</p> - -<p class="foot"> -Tali sono dunque le regole adottate da' Teologi ebrei nella -spiegazione della scrittura; ma è duopo essere attaccato all'ultima -chi desidera di bene spiegarla, ed intendere, ad un tempo, la -critica degli Autori che hanno con qualche metodo scritto in particolare -sopra i Cinque libri di Mosè. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_130"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_130"><span class="label">(113)</span></a> -L'ignoranza dell'Istoria, e della cronologia in cui -gli ebrei sono da lungo tempo stati, ha fatto che nella successione -de' secoli ai è confuso questi Caraiti con gli antichi Saducei, sebbene -la credenza degli uni, e quella degli altri sia del tutto differente -(come io passo a dimostrarlo fra qualche breve istante). -<em class="nome">Scaligero</em>, il quale avea così pure confuso (<em class="loc">Elench. Trib. Cap. -22</em>) seguitando le traccie medesime de' Rabanisti, i Caraiti co' Saducei, -cambiò di sentimento, avendo rilevato che i Caraiti dimoranti -in Costantinopoli si differenziavano soltanto degli altri ebrei, in -ciò che quelli erano molto più esatti di questi nell'osservanza dei -comandamenti della Legge primitiva, e che dessi ricusavano di -sottomettersi alle loro tradizioni; ma il medesimo Scaligero s'inganna -allora quando asserisce, con poco fondamento (<em class="loc">Ibid. Cap. 26</em>) -che i Caraiti sono più antichi de' Saducei, giacchè è evidente che -questi esistevano fino dall'epoca di gran lunga anteriore al secondo -tempio, e che, al contrario, i Caraiti non si manifestavano, se -non se nel tempo in cui la tradizione orale venne posta in iscritto, -voglio dire, alla promulgazione de' primi commentarj della scrittura, -ciò che seguì 150 anni circa dopo la distruzione dell'ultimo tempio -(Vedi <em class="loc">Leusden Philosog. Hebraeor., mix Dissert. XV</em>) le annotazioni -che noi ci proponghiamo di riportare nel Capitolo susseguente, -rischiareranno qualunque ulteriore difficoltà a questo -riguardo; e ci metteranno a portata di condurre sopra tale assunto, -i giudizj più metodici, e più verosimili. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XIV"> -<span class="pageno target" title="181" id="pag-181"></span> -CAPITOLO XIV. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Seguito del medesimo soggetto. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Se si dovesse prestare fede inconsideratamente -ad alcuni male prevenuti, o poco edotti scrittori -di quel partito noi dovremmo riguardare -la setta del Caraismo come la più antica di -quante altre mai produsse la Comunione del -popolo d'Israel, facendola i medesimi discendere -fino da Esdra, e ciò ancora senza calcolare -sulle asserzioni cotanto erroneamente fondato -de' Caraiti della Polonia, e della Lituania i -quali si pretendono discesi assolutamente dalle -dieci tribù, che <em class="nome">Salmanasar</em> avea trasportati al -di là della Tartaria, senza riflettere che per -poca attenzione che si faccia alla sorte di -queste dieci tribù, si sa ch'esse non sono mai -passate in quel paese: e coloro che sostengono -simile opinione, ad oggetto di meglio comprovarla -adducono che quelle tribù parlano anche -oggi l'idioma tartaro, e il turco, e che è -appunto in queste medesime lingue che sono -state fatte le versioni della scrittura che dessi -leggono in certi giorni determinati entro le -loro proprie sinagoghe (Vedi <em class="loc">Schup. Cht. Karaim, -Seu Secta Karaeor. Dissertat. Aliquot. -Philol. ec. Seriae 1701</em>). -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="182" id="pag-182"></span> -</div> - -<p> -Ma questa opinione dimostrasi per altra -parte ancora destituita onninamente di verità, -e di fondamento mentre s'egli è vero, come -non può in verun modo essere posto in dubbio, -che lo scisma de' Caraiti si spiegò fra gli ebrei -a causa delle tradizioni che i partigiani di -quella Setta nè conoscere, nè ammettere mai -vollero, è altrettanto evidentemente certo, che -note quelle non erano a' tempi di Salmanasar; -quindi è cosa troppo ridicola per se stessa -l'opinare che questa legge orale avesse potuto -ritrovare degli oppositori avanti che la medesima -esistesse, ovvero prima che quella fosse insegnata -pubblicamente. Non possiamo sollevarci -contro un nuovo sistema, qualunque siasi, se -non se dopo ch'esso è conosciuto, introdotto, -e propalato fra gli uomini. Dunque può con -sicurezza dedursi che la setta Caraita debba -essere a quella di gran lunga molto posteriore. -</p> - -<p> -<em class="nome">Eusebio</em> poi ci fornisce intorno questa materia -una congettura affatto nuova, che più -di ogni altra opinione parrebbe approssimarsi -alla verità. Ragionando esso in qualche luogo -sul proposito di <em class="nome">Aristobolo</em> (<em class="loc">Preparaz. Evang. -Lib. 8. Cap. 10</em>) il quale comparve con grande -splendore nella Corte di Tolomeo Filometore, -rimarca che vi era presso gli ebrei fino da -que' tempi due partiti differenti, ed opposti, -l'uno de' quali prendeva tutte le prescrizioni -<span class="pageno target" title="183" id="pag-183"></span> -di Mosè alla lettera, fissava l'altra ad essa -un senso mistico ed allegorico, dal che molti -conchiusero (e <em class="nome">Prideaux</em>, et <em class="nome">Basnage</em>, e <em class="nome">Simon</em> -fra questi) di potere quì con qualche probabilità -ritrovare positivamente la vera origine -de' Caraiti <a id="FNanchor_131"></a><a href="#Footnote_131" class="fnanchor">(114)</a>, che cominciarono a comparire -sotto questo principe; perchè infatti fu allora, -e non altrimenti che le interpretazioni logogrife, -e le allegoriche tradizioni acquistarono -voga generale presso gli ebrei, e che furono -ricevute universalmente con maggiore avidità, -e venerazione da questo popolo <a id="FNanchor_132"></a><a href="#Footnote_132" class="fnanchor">(115)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="184" id="pag-184"></span> -</div> - -<p> -Ecco, in una parola, la vera incontestabile -origine della setta denominate de' <em>Caraiti</em>. -Passiamo a conoscere in seguito il loro sistema -di Religione. -</p> - -<p> -I Caraiti convengono in ciò che riguarda -i punti fondamentali della Religione cogli altri -ebrei, ed essi ne sono unicamente differenti -per quello che rapportasi ad alcuni punti di -<span class="pageno target" title="185" id="pag-185"></span> -disciplina, ed alle tradizioni che i medesimi -rigettano presso che intieramente, astrazione -fatta di qualche fondata eccettuazione però, -nella guisa che noi entriamo in breve ad osservare. -</p> - -<p> -Per altro, varj scrittori moderni ebrei, -quali hanno investigato più a fondo i sentimenti -dei Caraiti gli distinsero totalmente da' <em>Saducei</em> -nel modo che apparisce dal Libro <em>Juhassim</em> il -di cui compilatore opina essere troppo manifesto -che i <em>Saducei</em> non sono i medesimi dei -Caraiti odierni, poichè questi riconoscono la -ricompensa delle azioni virtuose, non meno -che la punizione nell'altra vita delle opere -malvagie, e finalmente la Resurrezione dei -Corpi, ciò che è opposto diametralmente alla -Dottrina dei <em>Saducei</em> <a id="FNanchor_133"></a><a href="#Footnote_133" class="fnanchor">(116)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="186" id="pag-186"></span> -</div> - -<p> -Rigettando i Caraiti dunque tutti i dogmi, -ed i riti che non hanno altro fondamento che -la tradizione degli antichi Dottori della Sinagoga, -chiaro apparisce che il loro metodo di -credere è assai meno aggravato di pratiche, -di usi, e di cerimonie di ciò che lo è la religione -de' loro oppositori; ma nella sua ristrettezza -però essa è più rigorosamente osservata -in seguito della massima che nutrono di non -dovere prescindere giammai da qualunque siasi -articolo delle prescrizioni ordinate alla lettera -dal solo Mosè nel Pentateuco; austerità che -siccome ognuno conosce, e nel modo che lo -riflette sensatamente uno de' più illuminati scrittori -di quella Setta, la rende in moltissime -parti presso che impraticabile <a id="FNanchor_134"></a><a href="#Footnote_134" class="fnanchor">(117)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="187" id="pag-187"></span> -</div> - -<p> -Che la religione adottate da' Caraiti sia -per se stessa infinitamente più pura, più filosofica, -e più omogenea all'indole dell'uomo, -di ciò che lo è la credenza in molte parti -macchinale di tutti gli altri ebrei Talmudisti, -<span class="pageno target" title="188" id="pag-188"></span> -ad evidenza lo dimostra le scrupolo ch'essi -hanno di essere oltremodo attaccati al testo -inalterabile della scrittura, bene convinti di -non potere intendere così nettamente l'eterna -disposizione dell'Essere Supremo nella tradizione, -come si farebbe attignendola dal nitido -fonte da cui essa mirabilmente emana: <em class="cit" xml:lang="la">Purius -ex ipso fonte bibuntur aquae</em>. Dicasi pure se -vi ha niente di più elevato, e di più filosofico -de' loro principj in soggetto di Culto, o di -religione <a id="FNanchor_135"></a><a href="#Footnote_135" class="fnanchor">(118)</a>? Essi non riconoscono che due -sole guide per condursi felicemente nell'edificante -sentiere della salute; l'una è il <em>luminare</em> -<span class="pageno target" title="189" id="pag-189"></span> -<em>della scrittura</em>, l'altro quello dell'<em>intendimento</em>. -La verità si fa discernere per se medesima -secondo essi dalla ragione, che la trae dalla -primitiva sua incontaminata sorgente. Tale è -dunque il sistema riguardato da essi il più -infallibile, e sul quale si appoggiano radicalmente -tutti i principj che servono di sostegno -alla religione del Caraismo. Di più essi inferiscono -un ragionamento essere giusto allorchè -si accorda in ogni parte con questi medesimi -principj, ed incontrando frattanto qualunque -articolo molto profondo in cui riesca troppo -malagevole all'intendimento umano di penetrare, -essi non ommettono perciò di piegare la -fronte, e riceverlo con rassegnazione, e con -rispetto, avuto solo riguardo alla purità dell'origine -dalla quale deriva. -</p> - -<p> -Queste sono dunque le inconcusse basi sulle -quali appoggiano i Caraiti l'essenzialità della -loro credenza da una parte, e l'esplicita ripugnanza -che manifestano essi dall'altra contro -la Legge orale, che i Talmudisti pretendono -concordemente, come si disse, data dall'Essere -Supremo al Legislatore Mosè sulla venerabile -montagna di Sinaj <a id="FNanchor_136"></a><a href="#Footnote_136" class="fnanchor">(119)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="190" id="pag-190"></span> -</div> - -<p> -In seguito di tutto quanto venne da noi -fin quì esposto concernente i Caraiti parrebbe -necessario di dovere ora entrare a ragionare -qualche cosa per rapporto a' loro dogmi rituali, -agli usi loro, ed alle loro prescrizioni religiose; -ma non ostante che queste non sieno in gran -numero, pure un diffuso trattato vi sarebbe a -redigere se tutto ciò che si prefiggono i Caraiti -di osservare, quì riferire in dettaglio noi -si dovesse, egli è per questo riguardo unicamente -che noi ci limiteremo soltanto a fare -espressa menzione de' riti più essenziali, per -esempio, le <em>Mezuzoth</em>, o <em>pergamene</em> che gli -ebrei talmudisti attaccano sullo stipite delle -<span class="pageno target" title="191" id="pag-191"></span> -porte esterne, ed interne delle loro proprie -abitazioni: i <em>Teffilin</em>, o <em>Filatterj</em>; l'astinenza -di mangiare il formaggio con la carne, non -ostante che le due prime prescrizioni sieno -chiaramente ordinate da Mosè (<em class="loc">Deut. Cap. 6, -v. 8 e 9</em>), il quale dice parlando degli uni, -e delle altre: <em class="cit" xml:lang="la">Et ligabis ea quasi signum in -manu tua eruntque, et movebuntur inter oculos -tuos, scribesque ea in limine et ostiis domus tuae</em>. -</p> - -<p> -I Caraiti frattanto pretendono di spiegare -al figurato, queste parole secondo il solito praticato -da' medesimi alludendo di tenerli fissi -nel Cuore, e sostenendo ad un tempo stesso -che allora quando Dio ha ordinato di scrivere -queste pergamene, ed affiggerle sopra le porte, -altro non abbia esso voluto fare comprendere, -se non se che dovessero quelle essere in ogni -tempo presenti allo spirito, nella guisa che -l'ingresso di un quartiere, o di una camera -ci si offre il primo allo sguardo nell'entrarvi; -e con tale motivo i Caraiti si esentano dall'osservanza -di quelle tante pratiche all'eccesso -abusive, ed insoffribili, che gli ebrei Rabbanisti -hanno inventate per rapporto agli accennati -Mezuzoth, e Teffilin. -</p> - -<p> -In quanto poi al terzo precetto di non -mangiare in un medesimo convito carne di -sorte alcuna, non escludendo quella dell'animale -volatile, con qualunque siasi latticinio -<span class="pageno target" title="192" id="pag-192"></span> -mescolato insieme, fondandolo sopra l'Exodo, -i Caraiti sostengono che la vera spiegazione -di questo testo è racchiusa in quella medesima -dell'altro in cui parlando degli uccelli la scrittura -dice (<em class="loc">Deut. Cap. 22. v. 6 e 7</em>) <em class="cit" xml:lang="it">tu non -prenderai la madre co' piccoli entro il loro nido, -nello spazio di un solo giorno</em>, rigettando egualmente -qualunque tradizione intorno questo passaggio -della scrittura. -</p> - -<p> -Essi rigettano parimente cinque digiuni -osservati da' loro oppositori nel periodo dell'anno -(benchè menzionati espressamente dal Profeta -<em class="loc">Zaccar. Cap. 8 v. 19</em>, ch'essi riconoscono -autorevole) attenendosi a quello solo di espiazione, -perchè in chiari sensi comandato da -Dio per organo di Mosè (<em class="loc">Levit. Cap. 23 v. 31</em>); -detraendo però, tutto quanto vi aggiunsero le -tradizioni, che trovano ridicolo, e onninamente -straniere allo spirito del testo <a id="FNanchor_137"></a><a href="#Footnote_137" class="fnanchor">(120)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="193" id="pag-193"></span> -</div> - -<p> -Essi sono, per altro, in qualche articolo -affatto discordi da' Settatori Talmudisti relativamente -all'osservanza delle solennità, ma per -<span class="pageno target" title="194" id="pag-194"></span> -ciò che riguarda la massima, ed i punti essenziali -della Religione, essi convengono entrambi -unanimemente d'accordo nella stretta -<span class="pageno target" title="195" id="pag-195"></span> -osservanza de' medesimi <a id="FNanchor_138"></a><a href="#Footnote_138" class="fnanchor">(121)</a>; siccome ancora -non si scorge la benchè minima differenza tra -la maniera di circoncidere degli uni, e quella -praticata degli altri (benchè alcuni pretesero -differenziarla da quella osservata da' talmudisti); -essi astengonsi parimenti da tutti quegli -animali vietati dalla scrittura, come immondi, -nella, guisa medesima che se ne astengono gli -altri. -</p> - -<p> -Ma tutto che inerenti noi siamo ad approvare -i principj su' quali osservasi fondato -generalmente il Caraismo, non dobbiamo però -esserlo al segno di riguardarlo essente esso -pure da quei malefici pregiudizj, e scevro intieramente -da quelle tante inutili pratiche, e -<span class="pageno target" title="196" id="pag-196"></span> -cerimonie, che formano l'appannaggio costante, -e inseparabile di ogni popolo, e lasciarci -così trascinare all'eccesso condannabile di deferire -ciecamente a' suoi errori nella guisa medesima -che approvate abbiano le sue massime. -I Caraiti ne hanno essi ancora assolutamente, -benchè però non già in quell'affluenza enorme -di cui si mirano aggravati i loro accaniti oppositori; -ma se dessi potessero essere d'altronde, -più metafisici nelle varie applicazioni de' loro -testi, se potessero semplificare que' folli rigori -de' quali parlammo, e che i più decisi apologisti, -e fautori della loro setta non poterono -astenersi dal riprovare, la loro credenza potrebbe -allora dirsi appunto quella medesima -conosciuta, e praticata da tutti i primi Patriarchi, -Profeti, e fondatori della primitiva edificante -credenza del Popolo d'Israel; quella -sarebbe, in conclusione, un vero, ed esplicito -deismo Israelitico; ma con quale solido fondamento -presumerlo tale, con giustizia, in -mezzo delle moltiplici stravaganze delle quali -sono i Caraiti così pure suscettibili, nell'osservanza -del sabato specialmente in cui prendendo -alla lettera il riposo comandato da Mosè -(<em class="loc">Exo. Cap. 16 v. 31</em>); e riguardando con iscrupolo -eguale il divieto prescritto in detto giorno -di accendere fuoco entro le loro proprie abitazioni, -se ne rimangono affatto allo scuro tutta -<span class="pageno target" title="197" id="pag-197"></span> -la notte antecedente, e durante l'intero giorno -di sabato, si privano di accendere fuoco, eccetto -che nel solo caso di estrema urgenza in -cui vanno ad accenderlo lungi dalle loro proprie -case in mezzo della contrada? Inoltre è egli -meno stravagante lo scrupolo che mostrano i -Caraiti nell'occasione della festa de' tabernacoli, -nella quale prendendo, al solito, alla -lettera il senso espresso in questa frase (<em class="loc">Levit. -Cap. 23 v. 42</em>) בסכת תשבו שבעת ימים׃ כל האזרח -בישראל ישבו בסכת (Bassucoth tescebu scivnghat -jamim: col Aezrah beisrael jescebu bassucoth) -<em class="cit" xml:lang="la">Et habitabitis in umbraculis septem diebus: omnis -qui de genere Israel est, manebit in tabernaculis</em>: -essi fanno il loro permanente domicilio entro le -capanne, senza mai abbandonarle un solo istante, -non meno di notte che di giorno, durante -l'intervallo menzionato di sette giorni comandati -dalla scrittura e quante altre instituzioni -meschine di tal fatta, non si prescrivono col -più entusiastico zelo i Caraiti sull'osservanza -delle altre feste, e quante altre interpretazioni -assurde, al massimo grado, non attribuiscono -i medesimi agli altri precetti del Pentateuco -che rapportansi a' Cibi, al giudiziario, al politico, -al Civile, così enormemente ripugnanti -al buon senso, per elleno medesime, quanto -all'eccesso ardue, tormentose, ed anche per la -<span class="pageno target" title="198" id="pag-198"></span> -massima parte impossibili riescono a mantenerle, -e ed osservarle? <a id="FNanchor_139"></a><a href="#Footnote_139" class="fnanchor">(122)</a> -</p> - -<p> -D'altronde, pare necessario di convenire, -non essere già sicuramente con tali mostruosi -principj che i vetusti padri d'Israel erano -Caraiti, o ebrei deisti; il Caraismo dei medesimi, -o il loro Deismo, se si approssimava in -qualche tenue parte a quello che mirasi professato -da' recenti, era, per altro, diametralmente -opposto e quelle pratiche insignificanti -seguitate macchinalmente da' moderni Caraiti, -che oscurano i pregj di questa instituzione, e -indeboliscono la base primitiva sulla quale fu -questa setta in origine fondata felicemente: tutti -quegli scrupoli oltraggianti la purità del vero -Culto Divino, erano a que' sani Caraiti antichi -totalmente sconosciuti; paghi essi restando di -compiere meramente quelle sole prescrizioni, -che potevano essere osservate senza incomodo -<span class="pageno target" title="199" id="pag-199"></span> -fisico, nè alterazione di spirito per farne l'applicazione, -nè stanchezza di mente per lambiccarne -il vero senso; essi erano in tale guisa -il modello esemplare del Caraismo, senza essere -fanatici per gli scrupoli che oggi ne tengono -le veci; erano i veri Israeliti senza quelle pratiche -superstiziose, que' riti superflui, o quelle -ripugnanti cerimonie, che lo smarrimento degli -uomini vi ha in seguito aggiunte <a id="FNanchor_140"></a><a href="#Footnote_140" class="fnanchor">(123)</a>. -</p> - -<p> -Questo è, in una parola, quel vero, e -solo Caraismo che può meritamente aspirare -a' nostri encomj, e che oltremodo vantaggioso -riuscirebbe l'istruirne tutto il corpo della Nazione -d'Israel, indurlo ad adottarlo, e propalarlo -per ogni dove l'orma sua s'imprime, -e ciò dopo di avere riformati i suoi abusi, -emendati i suoi errori, e ridotte le sue Instituzioni -Teologiche a quel grado di sublimità, -e perfezione, della quale Possono essere le medesime -suscettibili. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_131"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_131"><span class="label">(114)</span></a> -Alcuni osservano che la Legge Mosaica cominciò ad -alterarsi, e a degenerare dalla sua purità primitiva, da che il popolo -d'Israel contrasse un Commercio cogli stranieri, quello divenne -molto maggiore, e più frequente dopo le conquiste di Alessandro, -di ciò che lo era antecedentemente, e questo fu in particolare -cogli Egizj ch'essi vincolarono de' rapporti di società, e di affari, -specialmente in tempo che i Re di Egitto furono padroni della -Giudea. Non si prese dagli Egizj i loro idoli; ma il loro metodo -stravagante di trattare la Teologia, e la religione: Quindi è (come -lo pensa uno scrittore illustre) che i dottori ebrei trasportati, o -nati in quel paese, si gettarono nelle interpretazioni allegoriche; -ed ecco ciò che dette occasione a due partiti di cui parla Eusebio -di formarsi, e di dividere la Nazione. (<em class="loc">Hist. des dogm. et opin. -Philosoph. T. 2. p. 220</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_132"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_132"><span class="label">(115)</span></a> -Alla testa di questi due partiti de' quali abbiamo poco -avanti ragionato erano allora <em class="nome">Hillel</em> e <em class="nome">Sciamaj</em>, che gli rendevano -più luminosi, e di qualche considerazione. I Rabbanisti però danno -il torto a Sciamaj, il quale era, com'essi dicono, un'uomo impetuoso, -e violente; essi sostengono che la loro divisione in altro -non verteva che intorno a tre soli riti di non molta importanza. -Ma il sentimento parziale di pochi Dottori, non può avere forza -bastante di abrogare ciò che si legge in chiari sensi, e nel Talmud, -e altrove che la disputa si riscaldò si violentemente che non era -tanto agevole di calmarla in veruna maniera: ciascuno di quelli -eresse una scuola pubblica, un giorno determinato si adunarono -entrambe; ma se queste si accordarono sopra varj articoli, ne -rimase, per altre, un maggior numero sul quale restarono esse -totalmente inconciliabili; Hillel sostenne con calore la tradizione -(<em class="loc">Misnah. 5</em>) pretendendo asseverantemente esservi stata una Legge -la quale fosse passata da bocca in bocca, come da un telegrafo ad -un altro, benchè più lentamente, da <em class="nome">Mosè</em> fino ad <em class="nome">Esdra</em>, e di -questi fino ad esso: Sciamai, al contrario, insisteva di doversi tenere -scrupolosamente attaccato alla sola Legge scritta, riguardando -tutte le parafrasi, o appendici che alla medesima si fossero aggiunte, -come estranee onninamente alla tersa religione di un vero Israelita, -a cui riescono il più delle volte indifferenti, sovente perniciose, -ma sempre inutili. Quindi il pregiudizio degli ebrei Talmudisti, -che attribuiscono il torto a Sciamai, conferma la quasi positiva -certezza del testè riportato sentimento cioè, che questi fosse avverso -alla tradizione. -</p> - -<p class="foot"> -Ciò che d'altronde, non pare in alcuna maniera supponibile -si è, che i Caraiti si attribuissero un origine odiosa, o menzognera -(come assurdamente lo pensarono alcuni de' loro oppositori) -se i medesimi non fossero completamente persuasi che quella ch'essi -vantano è la vera; frattanto uno de' più eruditi di questa setta, -dice in termini formali che i Caraiti sono assolutamente sortiti dalla -casa di Sciamai (Vedi <em class="loc">Mosè Betschitsi MS. apud Trigland, Cap. -6. p. 72 e 74</em>). -</p> - -<p class="foot"> -Ecco tutto quanto noi possiamo infatti di proposito asserire -sulla probabile fondazione originaria della <em>setta dei Caraiti</em>. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_133"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_133"><span class="label">(116)</span></a> -Questa Setta (della quale sarà da noi accennato l'origine, -ed il sistema religioso nel Capitolo seguente) non si uniformava -a' Caraiti, se non se in quanto al prendere la scrittura alla -lettera, e nel rigettare in conseguenza qualunque siasi tradizione, -ma in tutt'altro esse erano fra di loro interamente opposte, e contradittorie, -mentre i Saducei, attaccandosi al mero senso letterale -delle prescrizioni mosaiche, ne deducevano illativamente che le -medesime non gli obbligassero già a credere ciò che i Caraiti pretendevano -adottare fermamente di proposito; quindi è ch'essi non -credevano nè la predestinazione, nè la resurrezione de' corpi, nè -l'immortalità dell'anima umana, nè l'esistenza degli angeli, o degli -spiriti; mentre di tutto ciò che i Caraiti in siffatti articoli concordi -co' Talmudisti ammettevano come irrefragabile, i Saducei gli oppugnavano -senza eccettuazione, adducendo per motivo che la scrittura -non ne offre il benchè minimo sentore, con quella esattezza però -che si esigeva da' medesimi, avendo già noi rimarcato altrove con -quale evidente precisione faccia il Pentateuco sotto intendere non -meno l'esistenza di Dio, che l'immortalità dell'anima umana -(vedi le <em class="loc">annotazioni</em> -<a href="#Footnote_32">26.</a> e <a href="#Footnote_47">41.</a>) -così non erano essi ebrei che per -le sole ricompense temporali, e molto concedevano al labile piacere -de' sensi. Onde si può giustamente conchiudere che coloro i -quali vollero supporre i Caraiti infetti di Saduceismo dimostrano un -imperizia crassa non meno de' principj degli uni, che delle massime -dell'altro, che quelli non solo ricusano di ammettere, ma che tentano -sempre di combattere accanitamente, e di annientare. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_134"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_134"><span class="label">(117)</span></a> -Non si può certamente di proposito negare che nel -ristretto numero di scrittori che ha prodotto la setta de' Caraiti, -<em class="nome">Aaron Ben Josef</em> debba, senza contradizione tenere il primo -rango; esso vivea nel Secolo tredicesimo, professava la medicina, -ed esercitava nel tempo stesso l'ufficio di Rabbino in Costantinopoli. -Il Caraita <em class="nome">Mardocheo</em> (altro celebre letterato di questa setta), ce -lo rappresenta come un uomo profondamente versato nell'intelligenza -del Pentateuco, nello studio della natura, della filosofia, ed anche -oltremodo perito nella cognizione di tuttociò che la cabala racchiude -di più occulto, e di più misterioso (ved. la <em>versione</em> e le <em>note</em> di -M.r <em class="nome">Wolf</em> all'opera di <em class="loc">Dod. mordochai</em>, sotto il tit. di <em class="loc">notit. -Karæor. Cap. XI. pag. 141.</em>) Per altro, pare verosimile, come -lo pretende lo stesso Wolf ch'essendosi egli applicato a questa -scienza chimerica, la quale non è fondata che sopra giuochi di una -immaginazione sovvertita, esso non abbia avuto altro in mira che i -indagarne meglio l'insufficienza, e convincersi per se stesso che ben -lungi dal ritrovarvi qualche solida utilità nelle moltiplici sottigliezze -che ne costituiscono l'usanza, quelle non sono ad altro idonee -che a corrompere lo spirito; e ciò è tanto più probabile, quanto -che restaci chiaro dimostrato dalle veementi espressioni ch'esso usa, -allorchè imprende a confutare certe parafrasi allegoriche, o cabalistiche -riportate dal medesimo nel suo מובחר (mubhar) <em>Il Scelto</em> -(che è un Commentario sul Pentateuco) opera che lo stesso -<em class="nome">Abenesdra</em> non potè in molte parti non approvare. È in essa dove -il rinomato nostro <em class="nome">Aaron</em> nel tempo medesimo ch'egli spiega tutta -la sua robusta energia per dimostrare i vantaggi sommi che ha la -di lui Setta sopra quella de' Talmudisti, non cessa di declamare -contro infiniti abusi che mirava introdotti nella sua, del tutto -estranei all'essenzialità delle sue primitive instituzioni, perchè non -gli appartenevano di sorte alcuna, ed esso vi progetta in vece i -mezzi i più pronti, ed i più efficaci, onde reprimerli, e allontanarli. -</p> - -<p class="foot"> -Infatti sia quanto si vuole ottimo, e proficuo lo stabilimento -del Caraismo fra gli uomini, è altresì chiaramente dimostrato che -non potrebbe andare quello pure in alcun modo esente da una riforma -radicale che ne modificasse il rigore, semplificandone le pratiche, -e ne togliesse quelle ridicole superfluità che vi s'intrusero -a grado a grado con detrimento delle sue primitive instituzioni, e -che lo stesso <em class="nome">Ben Josef</em> non ha potuto astenersi dal riprovare, -benchè tanto proclive a consolidarne le massime, e a sostenerle. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_135"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_135"><span class="label">(118)</span></a> -Qualunque siasi l'opinione che molti abbiano concepita -per rapporto al Caraismo, è d'uopo convenire che la loro maniera -di credere è ad ogni riguardo degna di essere imitata, come una -delle più sane, e delle più esemplari instituzioni sociali: per giudicarne -con criterio udiamone il carattere che uno scrittore insigne -ci trasmise di questa setta: <em class="cit" xml:lang="fr">Les Caraïtes ont une idée fort simple, -et fort pure de la Divinité, car il lui donnent des attributs -essentiels, et inséparables, et ces attributs ne sont autre chose -que Dieu même. Sa Providence s'étend aussi loin que sa connoissance -qui est infinie, et qui decouvre toutes choses. Ils -distinguent quatre dispositions differentes dans l'ame, l'une de -mort et de vie, l'autre de santé, et de maladie. Elle est morte, -lorsqu'elle croupit dans le péché; elle est vivante lorsqu'elle -s'attache au bien; elle est malade quand elle ne comprend pas -les vérités célestes; mais elle est saine lorsqu'elle connoit -l'enchainure des événemens et la nature des objets qui tombent -sous sa connoissance. Enfin ils croient que les ames seront -recompensées, ou punies suivant leurs actions etc.</em> <em class="loc">Hist. des Dog. -Philos. V. 2. p. 222.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Qual'è mai quel popolo che possa vantare sopra la terra un -culto di questo più esimio, più elevato, più salutare? -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_136"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_136"><span class="label">(119)</span></a> -Malgrado l'avversione decisa che i Caraiti hanno sempre -mai dimostrato per la Legge orale, come osservammo, non si può -nulla di meno asserire con probabilità ch'essi rigettino complessivamente -per tanto, qualunque sorta di tradizione; mentre uno -de' più celebri scrittori di quella Setta ci assicura che il principale -scopo della sua credenza non tende che ad oppugnare le false, e le -assurde tradizioni, ma che, al contrarie, i Caraiti ricevono le bene -fondate, e le ragionevoli, distinguendo così le certe, e le costanti -da quelle che non sono che ipotetiche, e dubbiose (Ved. <em class="loc">Mosè -Eliahu aderet apud trigland Diatr. de Karæor. P. 117. e 125.</em>) -Essi adottano ancora la <em>Massora</em> (o la puntuazione della Scrittura) -(non ostante che faccia essa parte delle instituzioni tradizionali, e -la stessa loro Teologia non differisce da quella degli ebrei Talmudisti, -se non in quanto all'essere più concisa, e più lontana da -inutili, e superstiziose discussioni, che formano il carattere definitivo, -e principale della Teologia de' loro oppositori. In una parola, -fra le tante interpretazioni che furono applicate alla scrittura, essi -non ricevono che le sole meramente letterali, e per conseguenza -essi rigettano affatto le Glosse cabalistiche, mistiche, e allegoriche -come non avendo alcun fondamentale rapporto colla Legge pubblicata -da Mosè. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_137"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_137"><span class="label">(120)</span></a> -Qualunque siasi digiuno comandato, ed ordinario -comincia la mattina allo spuntare dell'alba, e dura fino all'imbrunire -del giorno medesimo, eccetto che quelli di <em>Kipur</em>, e di <em>Av</em>, -i quali cominciano le sera della vigilia di questi con una perfetta -astinenza di cibo, e di bevanda fino alla sera susseguente all'apparire -delle stelle nel firmamento. Di tali digiuni dunque imposti all'Israelismo -dalla Legge orale se ne annoverano cinque: -</p> - -<p class="foot"> -Il primo cade il 17 di <em>Tamus</em> (corrispondente al nostro -volgare mese di Luglio) in commemorazione delle varie disgrazie -che successero altre volte in simile giorno entro Gerusalem; e perchè -in quello stesso giorno accadde che Mosè ruppe le prime tavole -della Legge a cagione del vitello d'oro fatto dal Popolo ebreo dimorante -nel deserto, nell'intervallo della di lui assenza sulla vetta -di Sinai. -</p> - -<p class="foot"> -Il secondo è quello che porta il nome di תשעה באב -Tisngha Beav) cioè, <em>nove del mese di Av</em>, che cade nell'Agosto, -quale digiuno è da' Settatori Talmudisti più rigorosamente osservato -degli altri (dopo quello però di Espiazione che gli supera tutti) -poichè fu in quel giorno medesimo che il Tempio venne abbruciato -da' Caldei, e la Città di Gerusalem devastata poscia interamente da -Tito; in quello stesso giorno ancora avvenne il crudele supplizio -di dieci de' più insigni Rabbini della Giudea, e la proibizione fatta -da Adriano agli ebrei di mai più rientrare ne' loro antichi recinti, -e particolarmente in Gerusalem, e neppure di ritornare verso quella -parte per riguardarla. Tali sono le cause per le quali i Talmudisti -ordinarono il digiuno del nono giorno del mese di <em>Av</em>; esso comincia -la vigilia, tosto che il Sole tramonta, e da questo momento -gli ebrei cessano di mangiare, e di bere fino alla sera susseguente; -essi restano tutto questo intervallo di tempo senza scarpe di cuojo, -seggono sulla nuda terra colla massima tristezza in continue lamentazioni, -non essendo loro permesso di leggere fuorchè Geremia, -Job, ed altri libri di tal modo affliggenti, e patetici; e gli otto -giorni che lo precedono, si astengono dal radersi la barba, e dal cibarsi -di qualunque siasi carne, eccettuatone il Sabato, dove questi -divieti non hanno luogo. -</p> - -<p class="foot"> -Il terzo è quello che viene il primo giorno dopo la solennità -del nuovo anno, ovvero il terzo giorno del mese di <em>Tisrì</em> (che -combina in Settembre); gli ebrei Talmudisti digiunano dallo spuntare -dell'aurora fino all'imbrunire di quel giorno medesimo, attesochè, -in esso fu ucciso <em class="nome">Godolia</em> figlio di <em class="nome">Ahikam</em> (<em class="loc">Gerem. cap. 41.</em>) -uomo integerrimo e di esemplari costumi, il quale era restato solo -per conservare i dispersi avanzi del Popolo d'Israel, la di cui sorte -cominciava fino di allora a periclitare: Or siccome questo dì fa parte -de' dieci giorni penitenziali (con tal nome distinguendo la prima -decade di Tisrì) gli ebrei Talmudisti prendono pertanto un -adeguato motivo di fare ad un tempo medesimo la commemorazione di -questo giusto; egli è dunque perciò che questo digiuno porta il -nome di צום גדליה (Zzom Ghedaliah) <em>Digiuno di Godolia</em>; indi -segue il gran Digiuno <em>Kipur</em>, o di Espiazione, che tutta la comunione -d'Israel, senza eccettuazione alcuna di setta, nè di partito, -celebra il 10 di Tisrì, il solo comandato da Dio per organo di -Mosè, e di cui essendo stato, quanto basta, ragionato a suo luogo, -ed avendolo noi per tale indispensabile riguardo adottato nel nostro -nuovo piano di riforma, ci siamo dispensati di comprenderlo fra -questi. -</p> - -<p class="foot"> -Il quarto è quello del 10 <em>Tebeth</em> il quale corrisponde, per -lo più al Decembre, ordinato da' Rabbini in rimembranza del primo -assedio fatto da Nabucodonosor in Gerusalem, che in seguito la prese. -</p> - -<p class="foot"> -Il quinto, ed ultimo digiuno finalmente, è quello che i Settatori -Talmudisti fanno il giorno 13 del mese di <em>Adar</em> che rapportasi -al marzo in memoria d'Ester, la quale digiunò nell'occasione -dell'infortunio in cui trovavasi l'ebreismo de' suoi tempi involto, -attesa la crudele perfidia di <em class="nome">Amano</em> vice-re di Media e Persia, che -macchinava l'esecrabile progetto di sterminarlo dalla terra; questa -commemorazione denominasi פורים <em>Purim</em>, dall'etimologia del -vocabolo פור <em>Pur</em>, che significa <em>Sorte</em>, alludendo all'estrazione -fatta dallo stesso Amano per diffinire in qual mese dell'anno dovea -un sì truce sterminio effettuarsi, e la sorte cadde sul mese di Adar, -il più climaterico di tutti gli altri, attesa la morte repentina di -Mosè, che pretendesi accaduta entro questo mese. -</p> - -<p class="foot"> -Ecco quali sono realmente i digiuni comandati a rigore -da' Rabbini (prescindendo però dall'ultimo instituito da Ester); e -se altri, eccetto i testè menzionati, miransi osservare da' più devoti -fra gli ebrei Talmudisti, essi sono meramente arbitrari, o contingenti, -e propriamente particolari ad ogni singolo corpo separato che -fa parte di questa medesima Nazione, come agli ebrei Orientali, -ai Tedeschi, e ad alcuni Italiani; ma siccome questi digiuni si sono -moltiplicati presso gli ebrei quasi all'infinito, così senza che ci -diffondiamo inutilmente a riportarli, può osservarsene il dettaglio -circostanziato nella dotta dissertazione del Rabbino <em class="nome">Leon di Modena</em> -e nel Bustorfio. (<em class="loc">Syn. Ind. Cap. 25.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_138"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_138"><span class="label">(121)</span></a> -Io intendo per tali punti essenziali della Religione -l'esistenza dell'Essere Supremo, l'immortalità dell'Anima umana, -e quindi le ricompense, e le punizioni della medesima nella vita -futura, ed in qualche parte ancora l'osservanza delle solennità -principali, nella guisa, precisamente che accennammo. -</p> - -<p class="foot"> -Peraltro, non mi sembra inutile affatto quì di rimarcare col -Seldeno (<em class="loc">uxor. Hebr. Lib 1. Cap. III.</em>) che avendo i Rabbini -fissate tre maniere differenti d'investigare, e scuoprire le verità -moltiplici racchiuse in vari luoghi della scrittura, cioè il <em>testo</em>, -la <em>ragione</em>, e l'<em>autorità</em> degli antichi, regole quasi comuni a tutte -le sette che esistono sulla terra; i Caraiti vanno pienamente d'accordo -co' Rabbanisti nelle due sole prime, considerandole come -urgenti, ed oltremodo indispensabili; e se rare volte adottano anche -l'ultima, non è già perchè s'impongano un dovere, siccome praticano -gli altri, di crederla o seguirla alla rinfusa; ma essi vi si -sottomettono in proporzione che la ritrovano esatta, ed in ogni -punto consentanea allo spirito genuino della scrittura. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_139"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_139"><span class="label">(122)</span></a> -Siccome i Caraiti hanno in orrore tuttociò che rapportasi -alla tradizione, così essi rigettano con isdegno tutte quelle -instituzioni orali che i Talmudisti si prescrivono con tanto scrupolo, -e riservatezza; ma se quasi tutte le cerimonie religiose praticate da -questi si rendono annojanti per l'affluenza considerabile delle inutili -parafrasi aggiunte alle medesime, quelle seguitate da' Caraiti sono -ad ogni riguardo insopportabili per la loro soverchia ristrettezza, o -per l'austerità dell'osservanza di esse; egli è perciò che io considero -come inutile di fare quì specifica menzione di tutti i loro riti -stravaganti per rapporto ad altri assunti morali, politici, e civili. -Chi bramasse esserne edotto con esattezza maggiore può rivolgersi -agli scrittori di questa Setta, da noi per varie volte citati. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_140"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_140"><span class="label">(123)</span></a> -Malgrado che infinite riprove concorrano a convincerci -pienamente di questa verità incontrovertibile, pure non ostante, -v'ha de' forsennati fra gli ebrei Talmudisti de' nostri tempi all'eccesso -riprovabile l'anteporre la loro propria credenza mistica, e -tenebrosa alla purità edificante di quella degli antichi, sebbene ad -evidenza ne conoscano i superiori salutari vantaggi, e non esitino -un'istante a convenirne; ed i soli Caraiti che potrebbero in qualche -modo, se non completamente pareggiarla, almeno più degli altri -approssimarsene, sono fuori della situazione di riuscirvi, per averla -voluto troppo sottilizzare, colla strana idea forse di sorpassare quelli -nella vera pratica di essa; se gli ultimi sono degni di rimprovero, -lo sono certamente i primi, ad ogni riguardo, di eterna ripugnanza, -e d'improperio. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XV"> -<span class="pageno target" title="200" id="pag-200"></span> -CAPITOLO XV. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Delle altre Sette differenti derivate dal -grembo della Comunione dell'Israelismo; -cioè Saducei, Essenj, Terapeuti, Farisei, -e Samaritani; la loro origine, i -loro dogmi, le loro Cerimonie, ed i loro -sistemi di Religione. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Due Cause principali, dice un ingegnoso -critico moderno, sembrano cospirare a gara -per mantenere, e alimentare negli uomini la -ripugnanza, e l'incuria ch'essi nutrono scrupolosamente, -tutte le volte che trattasi di ponderare, -o discutere le loro opinioni tradizionali; -la prima si è la difficoltà insormontabile, e -l'impotenza estrema nella quale si trovano di -penetrare le dense tenebre, di cui le tradizioni -hanno pur troppo avviluppata la religione dai -suoi primi fondamentali elementi; argini molto -adeguati ad opprimere ed a stancare gli spiriti -limitati, ed accidiosi, che incapaci di elevarsi -colla forza del raziocinio fino alla contemplazione -della verità, non iscorgendovi che un -Caos terribile, e informe, la giudicano forse -assolutamente impossibile ad esaminare, ed -<span class="pageno target" title="201" id="pag-201"></span> -approfondire, e paghi ne restano di seguitarla -tale quale se la rappresentano macchinalmente <a id="FNanchor_141"></a><a href="#Footnote_141" class="fnanchor">(124)</a>: -ecco la sola e vera cagione, a cui tutto -concorre a convincerci che possono dovere l'origine, -presso che tutte le Sette scaturite dal -grembo del giudaismo antico, e partitamente -di quella de' <em>Farisei</em>, della quale ci disponghiamo -in seguito a parlare. -</p> - -<p> -La seconda di tali cause, può dirsi quella -di non lasciarci troppo soggiogare da precetti -severi, mistici, o poco intelligibili, che tutto -il mondo ammira nella teoria, e pochissime -persone si curano di praticare con esattezza; -tale è la sorgente della quale scaturirono probabilmente -il Caraismo di cui testè abbiamo -esaurita la materia, non meno che tutte le -altre Sette delle quali ora, entriamo ad occuparci -di proposito. -</p> - -<p> -Che la Teologia mistica, producesse per se -medesima la Setta de' <em>Saducei</em>, sembra che -niuno abbia fino ad ora fondatamente dubitato, -<span class="pageno target" title="202" id="pag-202"></span> -siccome apparisce altresì egualmente incontestabile, -che le orali allegorie formassero quella -de' Farisei. -</p> - -<p> -In quanto poi all'epoca precisa in cui la -Setta Saducea si rendesse manifesta fra gli -ebrei, l'opinione la più adottata da' critici si -è che <em class="nome">Zadok</em>, discepolo di <em class="nome">Antigono Socheo</em> -fosse il primo, e il vero fondatore della Setta -de' Saducei, duecento e quarant'anni avanti -l'Era volgare; senza attenerci però a ciò che -opinano vari dotti scrittori antichi, cioè che -l'eresia de' Saducei fosse molto più remota, -sostenendo che la medesima nacque dalla sinistra -interpretazione che si è da quelli attribuita -al Cap. 37 di <em class="nome">Ezechiello</em>, mentre studiavasi -ciascuno di comprenderne il vero senso; altri -ne fissano un origine assai differente facendola -rimontare fino ad Esdra (<em class="loc">Leghtf. Flor. Heb. -ad Mat. III. ζ. opp. Tom. II.</em>). -</p> - -<p> -Ma prescindendo da tutte queste troppo -ambigue, e tenebrose congetture, che lungi -dal condurci alla verità, non fanno che aumentare -i nostri dubbj e allontanarci dal -retto sentiere che potrebbe indirizzarvici, noi -stabiliremo <em class="nome">Antigono</em> per assoluto capo creatore -di questa Setta, e <em class="nome">Zadok</em> e <em class="nome">Baithos</em> suoi discepoli, -come gli organi, ed i propalatori delle -sue nuove instituzioni, non meno che del sistema -<span class="pageno target" title="203" id="pag-203"></span> -religioso che serve alle medesime come di base -inconcussa, è fondamentale <a id="FNanchor_142"></a><a href="#Footnote_142" class="fnanchor">(125)</a>. -</p> - -<p> -In origine, per quanto apparisce, i Saducei -non si distinsero dalla Comunione generale -dell'Israelismo, che col semplice rifiuto meramente -di riconoscere, e adottare le autorità -delle instituzioni tradizionali. Alcuni pretendono -così pure, che tutti que' Settatori proferissero -il Pentateuco di Mosè a tutti gli altri -<span class="pageno target" title="204" id="pag-204"></span> -libri, considerati generalmente come sacri, e -canonici, i quali non erano da essi riguardati -che come opere composte da certe persone venerabili -a cagione della loro santità, e de' loro esemplari -costumi <a id="FNanchor_143"></a><a href="#Footnote_143" class="fnanchor">(126)</a>. Essi leggevano i Profeti, -aderivano che si studiassero con accuratezza, -e che fossero autorevolmente citati tutte -le volte che l'urgenza lo esigesse, e volevano, -in somma che aggregati quelli fossero nel Canone, -benchè molte volte rigettavano i loro -scritti, nel modo stesso appunto che inveivano -pertinacemente contro le tradizioni de' Dottori, -ed in particolare contro quelle de' Farisei, ai -quali essi erano per tante ragioni opposti onninamente; -ma i Farisei restavano, d'altronde, -persuasi, che la Legge fosse l'unico, ed il più -solido fondamento della Religione, e la sola -regola direttrice della credenza de' medesimi -e che per conseguenza tutto ciò che prescritto -non era da Mosè, non doveasi mai adottare in -verun modo. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="205" id="pag-205"></span> -</div> - -<p> -In seguito di quanto Flavio assicura (<em class="loc">Lib. -XX. pag. 465</em>) pare che i Saducei negassero -assolutamente l'influenza dell'Essere Supremo -sulle azioni umane, stabilendo soltanto la libertà -assoluta dell'uomo; ed essi toglievano -a Dio qualunque ispezione sul male, ed ogni -sorta d'ingerenza anche sul bene, perchè opinavano -essi, che l'Essere Eterno avesse collocato -il bene, e il male sotto gli occhi dell'uomo, -lasciandogli un amplia facoltà di seguitare -l'uno, o di schivare l'altro; ed è appunto -per questa medesima ragione che i Saducei -negavano, senza riserva il potere del destino, -riguardandolo unicamente come una bizzarra -illusione, solo degna di occupare la mente abbacinata -degl'idioti, e degl'inesperti <a id="FNanchor_144"></a><a href="#Footnote_144" class="fnanchor">(127)</a>; -sostenendo, al contrario, che tutte le nostre -azioni dipendono sì direttamente da noi, che -<span class="pageno target" title="206" id="pag-206"></span> -noi siamo i soli, ed i veri autori di ogni bene, -siccome pure di qualunque siasi male che ci -sopraggiunge, secondo che noi seguiamo il retto -sentiere della virtù, o la carriera tortuosa della -depravazione <a id="FNanchor_145"></a><a href="#Footnote_145" class="fnanchor">(128)</a>. Non erano già essi guidati -da verun disegno di ricompensa nelle azioni -meritorie che esercitavano, animati dalla sola -grata soddisfazione di eseguirle; essi ritenevano -presente ognora ciò che <em class="nome">Antigono</em> loro -capo, e fondatore solea ripetere incessantemente -a' suoi Discepoli e seguaci: <em class="cit" xml:lang="it">non siate come gli -schiavi, che obbediscono al loro padrone col disegno -di trarne ricompensa; obbedite senza sperare</em> -<span class="pageno target" title="207" id="pag-207"></span> -<em class="cit" xml:lang="it">alcun frutto dalle vostre fatiche, e che il timore -dell'eterno sia sopra di voi</em> <a id="FNanchor_146"></a><a href="#Footnote_146" class="fnanchor">(129)</a>. -</p> - -<p> -Questi negavano ad un tempo medesimo -la spiritualità delle anime umane, la resurrezione -de' corpi dopo le morte, e l'esistenza -degli angeli, e con più forti ragioni si sarebbero -scherniti di quella bizzarra opinione sostenuta -dal <em class="nome">Ben Dior</em> (Vedi <em class="loc">Sefer Jezirah</em>, ovvero -<em>libro della creazione</em>) quali era quella, di -sostenere che ogni patriarca, cominciando da -Adamo, avesse un Angelo per suo inseparabile -sorvegliante o precettore <a id="FNanchor_147"></a><a href="#Footnote_147" class="fnanchor">(130)</a>. Essai opinavano -<span class="pageno target" title="208" id="pag-208"></span> -che non può esistere giammai altra essenza -incorporea, o spirituale fuori che Dio, e che -que' dati esseri che noi chiamiamo col nome -di <em>Angeli</em>, non si debbono intendere che sotto -il carattere di altrettante <em>virtù</em>, che marcano -assolutamente la volontà, e la possanza infinita -dell'Essere Supremo, od anche accessoriamente -i mezzi da esso lui impiegati per la pronta -indefettibile esecuzione de' suoi eterni Decreti. -</p> - -<p> -Tali sono i principj generali de' Saducei, -relativamente alla Religione che professavano; -e se da quelli prescindendo gettare vorremmo -<span class="pageno target" title="209" id="pag-209"></span> -uno sguardo sulla loro morale, e su' loro costumi, -noi ritroveremmo non meno gli uni che -l'altra irreprensibili ad ogni esperimento; le -azioni de' medesimi alla verità non ismentivano -il nome che portavano צדיק (Tzadik) <em>giusto</em> -צדק (Tzedek) <em>Rettitudine</em>: i Saducei procedenti, -come osservammo, da צדוק Tzadok facevano -professione di una integrità esemplare, e di -una giustizia edificante; elogio che loro venne -generalmente compartito da tutti i più austeri -critici dell'antichità, che non gli hanno d'altronde -risparmiati, allorquando trattavasi d'inveire -contro le loro cerimonie insopportabili, -o condannare le assurde interpretazioni ch'essi -davano al Pentateuco di Mosè, non meno che -a tutti gli altri libri della Scrittura. -</p> - -<p> -Ma de' Saducei, e della loro Setta avendone -parlato quanto era sufficiente a farcela conoscere, -ora passiamo a ragionare degli <em>Esseni</em> -de' quali si è cotanto decantata la virtù, e -l'inusitata rigidezza de' costumi. -</p> - -<p> -<em class="nome">Filone</em> ha distinto due ordini di <em>Esseni</em> -(<em class="nome">Phil. de vitae contemp.</em>); gli uni si attaccavano -alla pratica, e gli altri, che si nominano <em>Terapeuti</em>, -alla contemplazione: questi ultimi erano -così pure della setta degli Esseni; Filone -dandone loro il nome, non gli distingue dal -primo ramo di quella Setta, se non se da qualche -grado di perfezione. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="210" id="pag-210"></span> -</div> - -<p> -Gli Esseni erano precisamente ciò che i -viaggiatori ci descrivono essere i <em>Dunkari</em> nella -Pensilvania, cioè, una specie di religiosi, benchè -la maggior parte di essi fosse ammogliata, -il Celibato essendo in orrore massimo a quei -tempi, siccome l'ho io dimostrato altrove (Vedi -le annot. 66 e 119, del T. II. alle <em class="loc">Not. Camp. -p. 23 e 180</em>) anche presso le persone consecrate -al servizio dell'altare; volontariamente -assoggettati alle più austere prescrizioni, vivendo -tutti in comune per lo più fra gli eremi -deserti, distribuendo il loro ozio quotidiano -fra la preghiera, e la fatica, avendo interamente -proscritto dal loro consorzio qualunque -sentimento di disparità, o di preferenza, siccome -ancora ogni ambizioso disegno di proprietà; -schivavano l'incontro del resto degli uomini, -non comunicando che solo con coloro che riconoscevano -aderenti alla loro Setta, ed uniformi -ne' costumi, poichè siccome quelli reputavano -la loro religione più sana, e più elevata di -quella degli altri uomini, quindi è perchè dessi -sfuggivano qualunque specie di relazione coi -medesimi, così è, dice <em class="nome">Bayle</em>, che la fierezza -segue per l'ordinario le devozioni particolari; -egli è di tali Settarj che <em class="nome">Plinio</em> il naturalista, -e <em class="nome">Solim</em> dissero <em class="cit" xml:lang="la">Gens aeterna, in qua nemo nascitur</em>. -(<em class="loc">Hier. Lib. V. Cap. 17 et Sol. Cap. 35.</em> -<span class="pageno target" title="211" id="pag-211"></span> -<em class="loc">p. 47</em>) falsamente supponendoli d'accordo proclivi -al Celibato. -</p> - -<p> -In quanto poi all'origine degli Esseni, -moltiplici, e divise, al solito, sono le opinioni -degli antichi, non meno che de' recenti scrittori: -R. Abram Zachut (nel suo più volte citato -<em class="loc">Juhassim</em>) assegna loro per padre, e fondatore -<em class="nome">Judah Galilei</em>; alcuni, ed <em class="nome">Epifanio</em>, e <em class="nome">Petit</em> fra -questi, gli annoverano fra gli eretici <em>Samaritani</em> -(de' quali sarà da noi fatta in seguito -rapida menzione); essi gli appellano <em>Jesseni</em>, -immaginando erroneamente, che avessero quelli -preso questo nome da <em class="nome">Jesse</em> padre di David. -Fuller ha creduto <em class="loc">Miscell. Sacr. Lib. IV. Cap. IV. -p. 2392</em>) che gli Esseni fossero gli stessi dei -Baitosei, perchè questo vocabolo significa <em>Casa -di guariti</em>, nome che conviene alle persone che -si distinguono col carattere di <em>Terapeuti</em>, cioè -a dire, <em>Medici</em> benchè in seguito questo autore -variasse di opinione. <em class="nome">Nilo</em> unitamente a vari -critici moderni, gli vuole discendenti da <em class="nome">Jonadab</em> -(<em class="loc">Ascet. Cap. 3</em>). I cristiani poi abbagliati -delle austere mortificazioni di questi Settarj, -hanno tentato di toglierli agli ebrei, e di farne -degli eremiti, o i primi frati del vangelo <a id="FNanchor_148"></a><a href="#Footnote_148" class="fnanchor">(131)</a>; -<span class="pageno target" title="212" id="pag-212"></span> -ed Eusebio ha loro conferito il cristianesimo, -così straniero ad essi, quanto dovea esserlo a -<em class="nome">Pitagora</em>, che ridicolmente alcuni pretesero di -fare Carmelitano <a id="FNanchor_149"></a><a href="#Footnote_149" class="fnanchor">(132)</a>. Essi compariscono nell'Istoria -di Flavio sotto <em class="nome">Antigono</em>, poichè fu allora -che si vide (per quanto esso ci dice Lib. -III. Cap. XII) quel Profeta Esseno nominato -<span class="pageno target" title="213" id="pag-213"></span> -<em class="nome">Iudah</em>, il quale avea predetto che Antigono -sarebbe ucciso un tale dato giorno nella <em>Torre -di Straton</em>; e infatti Antigono è stato ucciso, -quel giorno stesso vaticinato, in un luogo che -chiamavasi la <em>Torre di Straton</em>; era con sì fatte -predizioni, che gli Esseni, ei Terapeuti si distinguevano -nel mondo. -</p> - -<p> -Quante disparate contraddittorie opinioni, -senza esservene forse una sola giustamente -fondata. Malgrado però che dobbiamo sempre -confessare di non riconoscere nel suo vero fondo -la vera origine primitiva di questa Setta, la -congettura di <em class="nome">Drusio</em> riportata dal <em class="nome">Basnage</em> -(<em class="loc">Hist. des Juifs. T. 1. Lib. 2. Cap. 12</em>) sembra -la più verosimile, e la meno prossima all'errore -di tutte quante ritroviamo noi prodotte -fino al presente. -</p> - -<p> -Questo autore dunque asserisce, che gli -Esseni sono quelli i quali essendo perseguitati -da <em class="nome">Ircano</em> si ritirarono ne' Deserti, e che la -necessità gli astrinse allora ad accostumarsi -ad un genere di vita molto austero ed in cui -essi perseverarono in seguito arbitrariamente; -e tale rigoroso sistema di vita si è sempre creduto -da varj Autori che fosse loro comune -co' già menzionati Terapeuti, sebbene questa -opinione sia da molti altri contrastata, colla -differenza però che quelli si dividevano in molte -società diverse, che diramavansi senza però -<span class="pageno target" title="214" id="pag-214"></span> -fissare un domicilio permanente, quando gli -ultimi, al contrario, erano tutti concentrati -nell'Egitto, per quanto narra, <em class="nome">Filone</em> il quale -vivea fra di essi, dediti sempre alla campagna, -come un soggiorno più ovvio alla meditazione, -e più omogeneo alla vita comtemplativa che -conducevano. -</p> - -<p> -Per quanto riguarda la religione professata -da tali Settarj, essa era limitata a livello dei -loro bisogni, ma altrettanto severa del pari -che i loro costumi, essi avevano un profondo -rispetto per la Divinità, alla quale attribuivano -un potere assoluto, e illimitato sopra tutti gli -avvenimenti mondani, sostenendo fermamente -che niente si opera nell'universo, se non se -coll'immediata influenza de' suoi eterni Consigli: -il Sole era da' medesimi considerato come -una delle più stupende produzioni tratte -del suo braccio onnipossente <a id="FNanchor_150"></a><a href="#Footnote_150" class="fnanchor">(133)</a>. <em class="nome">Flavio</em> (<em class="loc">De</em> -<span class="pageno target" title="215" id="pag-215"></span> -<em class="loc">Bel. Iud. Lib. II. C. 7</em>), e vari altri suppongono -che essi davano tutto al destino, ma -questi medesimi autori gli hanno in seguito -giustificati aducendo che tanto gli Esseni quanto -i Terapeuti intendevano per destino la provvidenza, -che dirige tutte le creature conformemente -alle loro intime affezioni, e che non -impone giammai alcuna necessità all'uomo, -nè attenta in verun modo alla sua propria libertà. -Gli Esseni onoravano Mosè come il -primo Legislatore, erano molto attaccati alla -Scrittura, e rigettavano interamente le tradizioni; -essi sostenevano l'Immortalità dell'anima -umana contro i Saducei, benchè questo -dogma venisse in seguito alterato da false interpretazioni, -come si può espressamente rimarcarlo -in Flavio (idem), ed in Porfirio. (<em class="loc">apud -Civil. contr. Iul. L. IV. p. 7</em>) pretendendo erroneamente -che le medesime non discendevano -da un aria molto sottile ne' corpi, se non se -perchè desse vi erano attirate da un certo -<span class="pageno target" title="216" id="pag-216"></span> -incanto naturale che concepire giammai noi -non possiamo. -</p> - -<p> -Ma lasciamo pure gli Esseni, e i Terapeuti -colle loro frenesìe religiose, ed entriamo ad -esaminare i <em>Farisei</em>, presso i quali ne ritroveremo -forse delle altre non meno pericolose -che stravaganti. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_141"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_141"><span class="label">(124)</span></a> -Coloro che dell'indole umana formarono la prima -base delle loro filosofiche applicazioni, possono avere rimarcato come -lo spirito nostro suole più agevolmente attaccarsi alla rappresentazione -fisica di una cosa, di ciò che sia all'indagine di essa, ovvero -alla semplice narrazione che può essercene fatta; questa opinione -è autorizzata dall'esperienza, essa è quella parimente dell'ameno -poeta Orazio <em class="loc">De Arte Poet. v. 180</em>. -</p> - -<div class="poetry"> - <div class="stanza"> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Segnius irritant animos demissa per aures,</em> -</p> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Quam quae sunt oculis commissa fidelibus.</em> -</p> - </div> -</div> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_142"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_142"><span class="label">(125)</span></a> -Molti scrittori, d'altronde accreditati, hanno asseverantemente -sostenuto, che Sadok e Baithos, entrambi discepoli di -Antigono, avessero fondata ciascuno di essi una Setta differente; -ma coloro che in sì fatta guisa opinarono, sembrami che si sieno -materialmente ingannati; la Setta dei Saducei, e quella de' Baithosei -altro infatti non erano insieme che una sola, e medesima Setta -disegnata ora sotto il nome dell'uno, ora sotto quello dell'altro; -ma Zadok essendo più ardente del suo Collega a sostenere il partito -che dessi aveano formato, il di lui nome (come lo rimarca <em class="loc">Bayle -T. III, p. 2510.</em>) servì sovente più di quello di Baithos a distinguere -i fautori di questa Setta. -</p> - -<p class="foot"> -Non per tanto si adduce da taluni un altra efficace ragione -di simile preferenza, voluta da tali Settatori di essere chiamati Saducei -in vece di <em>Baithosei</em> (Vedi <em class="loc">Scalig. Elench. Trihaer et -Sim. Hist. Crit. du Vieux Test.</em>) ed è che siccome Baithos, secondo -quello che asseriscono i Rabbini, era bastardo, temevano -che questa macchia poco onorifica, non dovesse attirare sopra dei -medesimi qualche spiacevole improperio dalla parte de' loro inesorabili -avversari; tanto questa uniformità della quale parliamo è per -se stessa indubitabile, quanto che non avvi alcuno il quale abbia -potuto scuoprire giammai in quale punto i Saducei si differenziassero -da' Baithosei; Il celebre <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Comment. in Pirkè -Avoth, apud Willeme. Dissert. de Saduc. p. 8</em>) espone in chiari -sensi, che questi non erano che due nomi significanti una sola, e -medesima cosa; benchè molti Rabbini, e vari Critici ancora sieno -in simile assunto intieramente discordi; così lo pensano egualmente -molti altri accreditati scrittori ebrei de' tempi a noi più recenti. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_143"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_143"><span class="label">(126)</span></a> -Per altro, non mi sembra inutile quì di avvertire, -che sebbene, per quanto apparisca da varj monumenti antichi, i -Saducei non ammettessero fra tutti que' libri, che riguardare dobbiamo -propriamente canonici, che il solo Pentateuco di Mosè; non -per tanto anche di questo sopprimevano molti passaggi, e ciò che -di peggio si è, senza mai addurre niun motivo efficace, e convincente -di tutte quelle abrogazioni che male a proposito si permettevano -di fare confusamente in detti Libri. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_144"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_144"><span class="label">(127)</span></a> -Varie, e contraddittorie sono le opinioni che si agitano -fra i filosofi relativamente al destino; gli uni credono che il -destino sia una cosa divina; gli altri lo riguardano un effetto meramente -naturale; fra i primi si possono annoverare <em class="nome">Platone</em>, <em class="nome">Zenone</em>, -<em class="nome">Crisippo</em>, <em class="nome">Aristotile</em>, <em class="nome">Seneca</em>, <em class="nome">Eraclito</em>, <em class="nome">Pitagora</em>, e -pochi altri; fra gli ultimi sono <em class="nome">Manilio</em>, <em class="nome">Empedocle</em>, <em class="nome">Democrito</em>, -<em class="nome">Parmenide</em>, <em class="nome">Leucippo</em>, e varj altri, che quì non giova riportare. -Ma sieno quanto si vuole disparate le loro idee, essi d'altronde -sono tutti concordemente univoci ad esclamare altamente col <em class="nome">Manilio</em>: -</p> - -<div class="poetry"> - <div class="stanza"> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Fata regunt orbem, certa stant omnia lege,</em> -</p> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Largaque per certos signantur tempora cursus,</em> -</p> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Nascentes morimur finisque, ab origine pendet.</em> -</p> -</div> -</div> - -<p class="foot"> -(ved. l'annot. seg.) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_145"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_145"><span class="label">(128)</span></a> -<em class="nome">Epicuro</em>, e <em class="nome">Cicerone</em> incessantemente ripetono -d'accordo che: <em class="cit" xml:lang="la">anilis plenum superstitionis fati nomen</em>. Infatti -non è egli il più nero attentato, che si possa commettere contro la -libertà delle umane azioni, ammettendo una necessità fortuita che -tutta la distrugge, senza ritegno? Se lo spirito nostro (come lo riflette -dottamente <em class="loc">Gassendi Philos. T. VII. Lib. III. Cap. 2. -pag. 635.</em>) nello stato in cui si trova, fosse condotto dal destino, e -che destituito di libertà, esso facesse tutto mediante una necessità -costante e inevitabile, la maniera, e la condotta ordinaria della -vita umana perirebbero con essa, ed inutile si renderebbe ogni -specie di soccorso. Laonde qualunque cosa che deliberata fosse -dall'uomo, non succederà se non se ciò che sarà stato decretato -dal destino, così la prudenza sarà un nome vano, lo studio della -saggezza inutile, e tutti i Legislatori saranno ridicoli, o tiranni, -perchè comandano delle cose, che o noi non dobbiamo fare assolutamente, -o che noi non possiamo fare in veruna maniera; il vizio, e la -virtù non sarebbero che due chimere, così niuno meriterebbe una -ricompensa per le azioni morigerate, nè gastigo per le sue colpe; -finalmente tutte le cose andando in forza di una necessità inevitabile, -indarno farebbe l'uomo voti, o preghiere: egli non sarebbe -se non se ciò che vuole il destino a cui egli fosse assoggettato. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_146"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_146"><span class="label">(129)</span></a> -<em class="loc">Ved Pirk. Av. Cap. 1. N. 3</em>. e <em class="loc">Mannon Comm. in -Pir. Av p. 25 Cap. 1.</em> -</p> - -<p class="foot"> -Dee recare bene sorprese massima tale adottata da un capo -Settario, il quale vivea sotto l'antica economia; poichè, come lo -rimarca un dotto (<em class="loc">Des opin. Philosoph. T. II. p. 209.</em>) la legge -permetteva non solo le ricompense, ma essa parlava sovente di una -felicità temporale che dovea seguire sempre la virtù. Benchè fosse -difficile di divenire contemplativo in una religione sì carnale, nulla -di meno Antigono lo divenne: e chi avrebbe potuto mai seguirlo -in una si alta elevazione? Zadok l'uno de' suoi discepoli che non -ha potuto determinarsi, nè ad abbandonare interamente il suo maestro, -nè gustare la di lui teologia mistica, dette un'altro senso -alla di lui massima, e conchiuse da ciò che non vi era nè pene, -nè ricompense dopo la morte. Esso divenne il padre de' Saducei i -quali trassero da lui, come testè osservato abbiamo, il nome della -loro Setta, il loro Dogma, ed i loro principj Teologici. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_147"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_147"><span class="label">(130)</span></a> -Il <em class="loc">Cuzarì</em>, unito a' <em>Cabalisti</em>, dice che Adamo avea -un padre il quale servivagli anche da precettore, e questi era l'angelo -<em class="nome">Gaziel</em>; il medesimo fece dono al suo discepolo di un libro -in cui erano racchiusi tutti i più alti misteri di una scienza sublime, -di cui è perlato diffusamente nel <em class="loc">Zohar</em>. E coloro che fanno -professione di sottigliezze cabalistiche, assicurano che ogni simile -patriarca dell'Israelismo, ha avuto un'angelo per protettore che l'istruiva -di tutte le più interessanti, ed arcane cognizioni, nel tempo che -lo difendeva da ogni sinistro avvenimento. Shem per esempio, ebbe, -secondo essi, per maestro, e protettore l'angelo <em class="nome">Jofiel</em>; Abramo -<em class="nome">Jsedekiel</em>; Isaak <em class="nome">Raffael</em>; Jacob, <em class="nome">Peliel</em>; Josef <em class="nome">Gabriel</em>; Mosè -<em class="nome">Metrathon</em>, David <em class="nome">Cerviel</em> che lo soccorse ad uccidere Golia: (ved. -il citato <em class="nome">Bendior</em>.) -</p> - -<p class="foot"> -Non v'ha certamente quanto i Cabalisti, che si sieno segnalati -con entusiastico ardire ad inventare de' nomi differenti, che loro -è piaciuto di appropriate ad un immensa quantità di angeliche intelligenze; -essi sono anche pervenuti e moltiplicarle all'infinito, -col mezzo di non so quali regole chimeriche, o fallaci, quanto -si scorge essere pur oltremodo assurda l'arte della quale parliamo, e -da cui partono. (ved. <em class="loc">C. Agrip. de occul. Philosoph. Lib. III. -Cap. 27 pag. 311</em>, et seg.) È da essi positivamente che noi tenghiamo -i nomi stravaganti di moltissimi altri angeli, così difficili -a comprendersi quanto a pronunziarsi, e che inutile non solo, ma -oltremodo pericoloso riuscirebbe di allegare, giacchè secondo' i cabalisti -proferendo i nomi serafici di quelle beatifiche intelligenze, -risultare si vedrebbe inevitabilmente una morte subitanea, nello -stesso momento di pronunziarli; quindi è appunto perciò, che noi -stimiamo conveniente di astenerci a farne quì particolare menzione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_148"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_148"><span class="label">(131)</span></a> -Questa Setta (come lo rimarca un'illustre antico), che -Filone ha dipinta in un trattato ch'esso ha fatto espressamente, -affine di farne onore alla sua nazione, come i Greci che vantavano -la morale, e la purità de' loro filosofi, è sembrata sì santa che i -cristiani hanno ad essi invidiato la gloria delle loro austerità. I più -moderati volendo togliere assolutamente alla Sinagoga l'onore di -averli formati, e nutriti nel suo seno, hanno almeno sostenuto, -ch'essi avevano abbracciato il Cristianesimo dal momento che S. Marco -lo predicò in Egitto, e che cambiando di religione senza cambiare -di vita, essi divennero i padri, ed i primi istitutori della vita monastica: -questo sentimento è stato parimente sostenuto con calore -da <em class="nome">Eusebio</em>, da <em class="nome">S. Girolamo</em>, e dal P. <em class="nome">Montfaucon</em>. Non è mancato -per altro, chi gli confutasse, e dimostrasse loro l'assurdità -di siffatte opinioni. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_149"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_149"><span class="label">(132)</span></a> -Alcuni scrittori del secolo passato si fecero inconsideratamente -a sostenere che Pitagora avendo viaggiato nella Giudea, -ed essendosi fatto Esseno, andò a fondare i Terapeuti in Egitto; -questo non e già tutto; essi aggiungono che essendo ritornato in -Samos vi si fece Carmelitano, almeno i Carmelitani stessi ne furono -per lungo tempo convinti, e per quanto ci rapporta <em class="nome">Basnage</em> -(<em class="loc">Hist. des Juifs L. 3. c. 7.</em>) Essi hanno sostenuto nell'anno 1682, -varie tesi pubbliche in Beziers, nelle quali pretesero di provare, contro -qualunque argomentante, che Pitagora era un frate del loro -ordine. -</p> - -<p class="foot"> -In proposito di ciò non abbiamo che leggere la lettera -dell'Ab. <em class="nome">Faydit</em> sul monachismo, ed il Carmelitanismo preteso di -Pitagora, e noi vi troveremo questo filosofo trasformato in Carmelitano: -molti scrittori di quest'ordine lo sostengono tuttavia con -calore, senz'altro appoggio che le vaghe asserzioni di pochi fanatici -predecessori: oh fenomeno inaudito, e strano! Ecco dunque, -non saprei per opera di quale ammirabile prodigio, Pitagora cristiano -religioso, e di più dell'ordine Carmelitano, dieci secoli almeno -avanti che il Cristianesimo esistesse sopra la terra. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_150"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_150"><span class="label">(133)</span></a> -A torto alcuni critici hanno imputati gli Essenj, del -pari che i Terapeuti, di essere adoratori del Sole, attesa la somma -venerazione ch'essi aveano per questo luminare, che lo aspettavano -con impazienza, indirizzandoli de' voti per affrettare il suo arrivo; -essi non osavano trattare nè proporre alcun affare fino alla comparsa -del medesimo; temevano di profanare, o denigrare il suo splendore -colle impurità che escono dal corpo, e perciò nel momento di soddisfare -a questo bisogno urgente della natura si occultavano ne' latiboli -i più oscuri; ed il <em class="nome">Porfirio</em> ha confermato questo pensiere; -ma esso è per altro, smentito da infiniti esempi i quali provano ad -evidenza, che non solo gli Essenj, e i Terapeuti, ma tutti quelli -altresì discendenti dalla prosapia d'Israel non riconoscevano che un -solo Dio a cui unicamente indirizzavano i loro voti, e le loro preghiere. -Ma se gli Esseni fossero stati ancora predominati da sì fatta -superstizione, chiaramente espressa dagli antichi, essi l'avevano, senza -dubbio, presa da' Pagani; poichè <em class="nome">Esiodo</em> assicura che i gentili riguardavano -come un grave delitto di lesa Divinità di rivolgersi alla -parte del Sole allorchè soddisfacevano a' loro bisogni corporali, e -questo sentimento rispettoso era universale, per guanto abbiamo -dall'istoria, presso tutti i popoli del mondo antico. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XVI"> -<span class="pageno target" title="217" id="pag-217"></span> -CAPITOLO XVI. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Continuazione del medesimo soggetto. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -L'origine, ed il tempo in cui la setta -de' <em>Farisei</em> si è manifestata la prima volta nel -mondo, ci è del tutto sconosciuta; se si prestasse -fede alla tradizione ordinaria, si troverebbe -essere stato <em class="nome">Illel</em> il suo primo capo, e -fondatore, benchè si faccia, nulladimeno, esistere -da alcuni sotto <em class="nome">Erode</em> il grande (<em class="loc">D. -Gantz Cronol. p. 83</em>) frattanto rimarcasi che i -Farisei erano già sufficientemente potenti nel -popolo sotto Alessandro <em class="nome">Janneo</em>, e lungo tempo -avanti Erode: se i Farisei stessi ascoltiamo, -noi gli udiremo altamente esclamare che l'origine -positiva della loro setta parte direttamente -dallo stesso Mosè; dalla di cui bocca i -medesimi vantano, e non so sopra quale solida -base, di avere ricevuta la tradizione <a id="FNanchor_151"></a><a href="#Footnote_151" class="fnanchor">(134)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="218" id="pag-218"></span> -</div> - -<p> -Ma piuttosto, che divagare col pensiere intorno -delle chimere, che altro non fanno che rendere -più oscure le cose che pretendono rischiarare, -io preferirei meglio di abbandonare l'investigazione -dell'origine di questa Setta, che ricercarlo -inutilmente; e siccome i Farisei pretendono -ripetere la loro primitiva derivazione, -come si disse, fino da' tempi di Mosè, poichè -è dalla propria sua bocca che quelli vantano -di avere ricevuta la tradizione orale di cui -vogliono essere i depositarj, e gli interpreti, -così molti hanno creduto di potere in questo -senso riguardare come farisei tutti gli ebrei -de' nostri tempi, eccettuato però le Sette delle -quali abbiamo fino ad or ragionato, se pure -n'esistono ancora. -</p> - -<p> -Che l'inerenza costante per le tradizioni -fosse antichissima, non è certamente da dubitarne, -<span class="pageno target" title="219" id="pag-219"></span> -e noi già dimostrammo, parlando dei -Caraiti, che un simile declivio si dee unicamente -alle Teologiche accanite dissenzioni di -<em class="nome">Illel</em> e di <em class="nome">Sciamaj</em>, i quali sembra essere stati, -senza dubbio, i primi a dividersi, con qualche -strepito, sopra questa materia. I fautori del -partito tradizionale aggiunsero enormemente -nuove austerità oltre quelle già prescritte dalle -antiche tradizioni affine di offuscare lo spirito -del popolo, e confondere, ad un tempo, con -maggiore successo, i loro nemici, che opponevano -un pertinace contrasto allo stabilimento -delle nuove instituzioni orali; ma siccome la -contraddizione non va presso che mai disgiunta -della divozione, così è che mentre ostentavano -essi le più rigide pratiche in proposito di -religione, distruggevano, o erano almeno indifferenti -sopra quanto racchiude in se medesima -la Legge di urgente ad osservarsi, e di -essenziale a praticare; ma il popolo sempre -facile a condursi, e presso che impossibile a -disingannare, percosso dal loro esteriore simulatamente -mortificato, e stupito dalle apparenze -illusorie della loro fattizia devozione, -gli riguardava come persone inspirate, dedite -onninamente al Creatore, ed a quanto v'ha -di più sacro nella creazione <a id="FNanchor_152"></a><a href="#Footnote_152" class="fnanchor">(135)</a>; orgogliosi -<span class="pageno target" title="220" id="pag-220"></span> -degli omaggi striscianti, e degli atti rispettosi -che vedevano prestarglisi dal popolo, inebriati -del fastoso nome che si erano baldanzosamente -attribuiti colla tanto vantata loro antichità, -essi disponevano, senza ritegno, dello spirito -del giudaismo a loro capriccio <a id="FNanchor_153"></a><a href="#Footnote_153" class="fnanchor">(136)</a>; a cui tanto -<span class="pageno target" title="221" id="pag-221"></span> -più facilmente rendevano sommesso, quanto -più agevole riusciva loro di sedurlo colla vana -pompa che facevano delle mistiche parabole, -e tradizionali allegorie delle quali accompagnavano -l'esteriore contristato, che con fattizia -umiltà prendevano interesse di manifestare agli -sguardi ottenebrati degli uomini <a id="FNanchor_154"></a><a href="#Footnote_154" class="fnanchor">(137)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="222" id="pag-222"></span> -</div> - -<p> -Or se gli antichi farisei, come è provato; -altro per essi medesimi non sono, in massima, -che il prototipo genuino de' recenti Settatori -del Talmud, non abbiamo che richiamare il -Culto che si esercita da questi, perchè la religione -che professavasi da quelli rendacisi a -prima vista dimostrata con evidenza. Il loro -fondamentale principio era l'esistenza dell'Essere -Supremo, e l'immortalità dell'anima umana; -essi ammettevano il purgatorio, e l'inferno, -ed erano, così pare, intimamente persuasi -che esistessero delle anime le quali erano -vaganti sulla terra, e condannate a dover fare -penitenza vicino al corpo che avevano esse -abbandonato; tale appunto, in ogni senso, è -l'opinione della massima parte de' Rabbini <a id="FNanchor_155"></a><a href="#Footnote_155" class="fnanchor">(138)</a>. -Essi credevano inoltre fermamente la -<span class="pageno target" title="223" id="pag-223"></span> -<em>Metempsicosi</em> in punizione de' peccati commessi in -questa vita; volevano che le anime infette da -reprobe inclinazioni, e che avevano contratte -delle abitudini terrestri, e viziose, passassero -dopo la morte nei corpi delle bestie, invece -che le anime integre, ed illibate andrebbero -ed animare i corpi umani i meglio organizzati, -i più sani, e i più perfetti <a id="FNanchor_156"></a><a href="#Footnote_156" class="fnanchor">(139)</a>. Questo dogma -<span class="pageno target" title="224" id="pag-224"></span> -era pure in gran voga presso gli orientali, e -molti sono anche di parere ch'essi ne sieno -stati gli inventori, e che lo stesso Pitagora, -che fu riguardato il primo ad introdurlo fra -gli uomini lo abbia tratto propriamente da' soli -orientali <a id="FNanchor_157"></a><a href="#Footnote_157" class="fnanchor">(140)</a>. -</p> - -<p> -Non si è parimenti mancato di imputare -i farisei di partigianismo del destino, e creduli -all'eccesso dell'influenza de' pianeti non meno -sulle erbe, e sugli elementi, che sopra tutto il -corpo umano <a id="FNanchor_158"></a><a href="#Footnote_158" class="fnanchor">(141)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="225" id="pag-225"></span> -</div> - -<p> -Ecco tutto quanto possiamo noi di proposito -asserire intorno alla Setta de' farisei, sulla -quale fummo costretti a digredire forse di soverchio, -attesa la prossima analogia che rimarcasi -fra la pratica del Culto conosciuto da -essa, ed il sistema di religione seguitato dal -<span class="pageno target" title="226" id="pag-226"></span> -popolo Israelitico de' nostri tempi, ommettendo -però le sottili classificazioni fatte da' Rabbini -per rapporto e questa Setta <a id="FNanchor_159"></a><a href="#Footnote_159" class="fnanchor">(142)</a>; e tale è la -descrizione che ci parve conveniente di potere -dare delle altre Sette, delle quali abbiamo fin -quì diffusamente ragionato, come quelle che -fecero più strepito, e che maggiormente si distinsero -nell'ebreismo con una tenue differenza -però rimarcata da' Critici fra le medesime, -che i Saducei accordavano troppo alla libertà -dell'uomo; essi, come l'osservano appunto varj -autori moderni erano gli antenati di <em class="nome">Celestio</em>, -e di <em class="nome">Pelagio</em>, che rendevano l'uomo l'arbitro -delle proprie sue azioni, e della sua sorte; gli -Esseni davano tutto al destino, ed inclinavano -alle parte degli Stoici da' quali avevano essi -<span class="pageno target" title="227" id="pag-227"></span> -presa la dura morale, ed i costumi feroci; i -farisei tenevano la via di mezzo fra queste -due Sette, come si può chiaramente rilevarlo -da quanto abbiamo significato altrove per rapporto -a' medesimi Settarj; in somma, si può -giustamente conchiudere che i farisei erano -<em>Semipelagiani</em>; i Saducei <em>Pelagiani</em>; e gli Esseni -<em>Predestinatisti</em>; avendo noi stimato affatto indifferente -di riportare tutte quelle altre Sette -oscure, formate dagli entusiasti delle testè accennate -Sette, come sarebbero i <em>Gortemani</em>, i -<em>Masbotei</em>, i <em>Genisti</em>, i <em>Meristi</em>, e varie altre -che non giova quì annoverare, e dei quali i -soli nomi sarebbero appena conosciuti oggi da -noi, se <em class="nome">Voltaire</em> non ce gli avesse fatti, pervenire -alla nostra cognizione. -</p> - -<p> -Vi fu ancora un altra Setta denominata -<em>Evadiana</em>, ma ignorandosi l'epoca precisa da -cui la medesima cominciò a prendere voga, ed -i principj su' quali essa reggevasi, noi non ne -faremo ulteriore menzione di sorte alcuna, tanto -più che si pretende, ch'ella non durasse al di -là del tempo che durò la fortuna, il credito, -e la possanza d'Erode, generalmente riguardato -suo capo, e fondatore. -</p> - -<p> -Ma avanti di terminare questo proposito -interessante delle Sette dell'ebreismo, tacere sicuramente -non dobbiamo quella che per lo scisma -terribile che ella sparse nelle contrade tutte -<span class="pageno target" title="228" id="pag-228"></span> -della Giudea, può essere posta al confronto di -tutte le altre poco fa indicate. Questa è dunque -la Setta denominata <em>Samaritana</em>. -</p> - -<p> -Or quantunque lo scisma di questi Settarj, -non potesse propriamente cominciare a prodursi -che nell'epoca della dissoluzione delle dieci -tribù suscitata da <em class="nome">Geroboamo</em>, poichè è in conseguenza -di essa che avvenne la loro più antica -separazione; non per tanto i Samaritani -non volendo riconoscere questo capo di ribelli -per loro fondatore legittimo, essi rimontano -fino a Jesuè, e sostengono essere egli quello -che edificò il loro Tempio sulla montagna di -<em>Gurizim</em>, e nel quale hanno essi per lungo -tempo dopo, sempre adorato il creatore Supremo, -ed esercitate le cerimonie, e i riti che -ad essi prescriveva il loro Culto. -</p> - -<p> -La scrittura, per altro, in chiari sensi, -ci significa che gl'Israeliti i quali abitavano -la provincia di Samaria essendo stati vinti, e -sconfitti da <em class="nome">Salmanasar</em>, e la Città presa (<em class="loc">II. -Reg. 15</em>) il di lui successore <em class="nome">Assaradon</em> vi fissò -altre colonie in loro luogo; queste abbracciarono -una parte della Religione Israelitica, e -rigettarono l'altra; esse non vollero più alcuna -specie di relazione cogli altri ebrei dimoranti -in Gerusalem, e perciò appunto i medesimi -desisterono di andarvi, così dunque avvenne -che questi diventarono mutuamente implacabili -<span class="pageno target" title="229" id="pag-229"></span> -nemici, come lo sarebbero a' nostri giorni ancora, -se ve n'esistessero fra noi; la loro dissenzione -ha sopravissuto alla loro patria, che -si vuole essere stata <em>Samaria</em>; da cui quella -Setta ripete precisamente il suo nome, e la -capitale di essa era <em>Sichem</em>, calcolata ad una -distanza di dieci delle nostre leghe da Gerusalem; -l'attiguità così limitrofa fu una ragione -di più per questi due partiti dell'Israelismo -di perpetuare l'un l'altro il loro accanimento -inesorabile. -</p> - -<p> -Non ostante però che i Samaritani abbiano -avuto fra loro de' profeti, essi frattanto non ne -ammettevano alcuno come sacro fra i loro libri -canonici, contentandosi del solo Pentateuco; -essi sono positivamente uniformi cogli altri ebrei -nell'osservanza delle feste le più solenni, e -principali; essi ammettono la stessa circoncisione, -sono rigorosissimi nell'osservanza del -sabato, benchè vi apponghino delle notabili -modificazioni; essi riguardano l'umiltà, e l'indigenza -come un voto necessario, analogo allo -stato di umiliazione, a cui sono attualmente -ridotti que' meschini residui di essi, che esistono -soggetti al dominio musulmano di cui -nè le leggi, nè il governo sono veramente molto -incoraggianti. Ecco tutto quanto possiamo noi -asserire di verosimile, relativamente alla Setta -de' Samaritani, non iscorgendovi alcuna solida -<span class="pageno target" title="230" id="pag-230"></span> -utilità in un dettaglio più circostanziato, e -più diffuso <a id="FNanchor_160"></a><a href="#Footnote_160" class="fnanchor">(143)</a>. -</p> - -<p> -Tali sono infine dunque le nozioni generalmente -considerate le più ovvie, e le più -ammissibili che abbiamo potuto attignere da -limpida sorgente intorno a quelle Sette, delle -quali fu da noi ragionato estesamente fino -ad ora, e che osservammo scaturite dal seno -dell'Israelismo antico. Ma questa materia -essendo già state sufficientemente esaurita -quanto il bisogno nostro lo esigeva, passare -ora ci è duopo ad altro soggetto non meno -urgente a conoscersi, ma di quello assai più -<span class="pageno target" title="231" id="pag-231"></span> -necessario al caso nostro, ed infinitamente più -utile, e più interessante al progresso felice del -piano salutare, che ci siamo quì proposti di -stabilire. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_151"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_151"><span class="label">(134)</span></a> -I farisei sostenevano, con asseveranza, che oltre la -Legge data sul prodigioso monte di Sinaj a Mosè dall'Essere Supremo, -questi avesse confidato verbalmente allo stesso Legislatore -un gran numero di riti, dogmi, e Cerimonie, ch'esso avea fatto -indi passare alla posterità senza scriverle; essi giugnevano per fino -a nominare gl'individui, dalle bocche de' quali queste tradizioni -furono fino a' loro tempi genuinamente tramandate; essi attribuivano -loro il valore, e l'autorità stessa del Pentateuco, supponendole -per le tradizioni, come lo rimarca sensatamente <em class="nome">Bayle</em>, è passato -da' farisei antichi a' farisei moderni; se quelli le difendevano con -ogni sforzo, ed accanimento, questi col più deciso entusiasmo sostengono -che chiunque, o rigetta, o mette in dubbio un solo -istante la Legge Orale dee essere considerato come un מין (min) -<em>appostata</em>, o eretico, e per conseguenza è dannato irremissibilmente -nell'altra vita, e reo di morte in questa, una veruna formalità -di processo; e noi abbiamo a sufficienza già fatto conoscere -altrove l'odio inesorabile che nutrono gli ebrei Talmudisti contro -i Settatori Caraiti, pertinacemente attaccati alle semplici scritture, -senza volere conoscere tradizione di sorte alcuna, ed il disprezzo -con cui per altra parte questi trattano i primi per vederli sovente -preferire i mistici fantasmi tradizionali che traviano la mente, alla -chiara semplicità della scrittura, che edifica il cuore. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_152"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_152"><span class="label">(135)</span></a> -Se è vero quanto si narra de' farisei, non dobbiamo -più sorprenderci che un tale ascendente acquistassero i medesimi -sull'animo specialmente degl'Israeliti ammaliati da quelle penitenze -apparenti esercitate astutamente da' medesimi di gran lunga più -austere di quelle de' frati della Trappa, e di altri più ascetici -eremiti dei nostri tempi: si vuole ch'essi si privassero del sonno -cotanto necessario alla conservazione dell'animale vivente, che digiunassero -frequentemente, e lungo tempo, che si coricassero sui -bronchi, e sulle spine; pretendesi ancora che ne attaccassero alla -estremità inferiore de' loro abiti, affine di fare sgorgare il sangue -dalle loro gambe allorchè caminavano; si percuotevano il corpo ad -ogni tanto, ed essi distinguevansi parimente colla eccessiva lunghezza -de' loro <em>Zizith</em>, e la grossa mole de' loro <em>Totaffoth</em>, o -filatacteri (di cui fu già da noi e sufficienza ragionato altrove -<a href="#Footnote_64">annot. -54</a>) che portavano incessantemente colla più insoffribile ostentazione, -e sulla loro fronte, e sugli angoli opposti delle loro vestimenta; -sempre camminando colla testa inclinata verso il suolo, -e dunque così ch'essi aggiugnevano nuove divozioni alla vera Legge; -sebbene il giogo, come osservammo, une fosse già oneroso da superare -le umane forze per sostenerlo; ed è appunto in sì fatta -maniera che i farisei estorcevano il rispetto, e l'ammirazione -de' più creduli, e de' più inesperti del popolo d'Israel. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_153"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_153"><span class="label">(136)</span></a> -<em class="nome">Simon</em> (nel suo <em class="loc">Grand Diction. de la Bible T. II. -p. 312</em>). Seguìto da varj altri critici moderni fa instituire questa -Setta da un certo nominato <em class="nome">Semei</em>, circa l'anno del mondo 3950, -sotto il Pontificato di Gio. Ircano figlio di Simeone il quale dette -a' seguaci della medesima il nome di <em>farisei</em> dall'etimologia ebraica -פרץ (<em>paratz</em>) che significa <em>spiegare</em>, <em>interpretare</em>, e <em>separare</em>, -con il loro fondatore di cui la santità era, per quanto vantano, -senza esempio, colle regole, e gli statuti che loro avea prescritti, -gli obbligò a condurre una vita separata, e tutta differente da quella -del resto dell'Israelismo, e quindi a ritirarsi dalle Compagnie, a -dedicarsi alle studio assiduo delle scritture, ad interpretarle con -criterio, ed a bene intenderne i riti, e le cerimonie fondamentali, -che necessario credevasi al vero Israelita di conoscere, e di -praticare. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_154"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_154"><span class="label">(137)</span></a> -Lo stile parabolico è stato sempre in grande estimazione presso -tutti i popoli orientali; molti hanno fermamente creduto -che i libri di Job, di Tobia, e di Giuditta (benchè gli -ultimi due non sieno stati mai ammessi per Canonici dagli ebrei) -non erano che delle sante finzioni fatte in metodo parabolico al -solo oggetto (come generalmente supponevasi) d'inspirare devozione, -rassegnazione, integro timore divino. -</p> - -<p class="foot"> -Infatti questa maniera di scrivere parabolico era molto familiare -ancora a' primi scrittori del Cristianesimo (ved. <em class="loc">Sim. Hist. -Crit. du V. Test. Lib. IV. c. 8.</em>) e questa bizzarra foggia d'instruire -il popolo è stata sempre mai la sola preferita dalla Setta de' Farisei, -la quale, come rimarcammo, può dirsi oggi nella massima -teoretica la sola Setta dominante fra gli Ebrei, astrazione fatta di -quelle pratiche insane, e ributtanti ostentazioni che facevano lo -scopo del sistema religionario degli antichi farisei, e che gli ultimi -non hanno. Così anche il <em class="loc">Talmud</em>, il <em class="loc">Zohar</em>, e la massima parte -degli antichi scritti di tale natura sono pieni ovunque di allegoriche -finzioni, che non bisogna spiegare alla lettera, come se si rapportassero -a delle Istorie vere, e reali. D'altronde, sia che un -libro comprenda aneddoti istorici, sia che racchiuda parabole, o -frammenti mischiati di parabole, non è perciò meno vero, che può -esso in qualche modo riescire assai proficuo, purchè la materia che -ne forma il soggetto non conosca altra guida che il solo buon senso, -e sia basata radicalmente sulla ragione: Le opere di Maimonide, -di Menasse ben Israel, di Abravanel possono giustamente annoverarsi -in questa Classe. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_155"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_155"><span class="label">(138)</span></a> -Anche gli Ebrei moderni sostengono le medesime opinioni; -essi pretendono di fare viaggiare le anime, durante l'intervallo -di dodici lune consecutive, nel quale spazio le fanno andare, -e venire intorno delle tombe dove sono racchiusi i corpi che vestivano -in questo labile tirocinio, e pe' quali esse conservano tuttavia -qualche adesione: quindi è che gli Ebrei Talmudisti sogliono -pregare per suffragio di tali anime con una certa rapsodia ch'essi -chiamano קדיש (Kadish) <em>santificazione</em>, a cui attribuiscono un'efficacia, -e forza tale, fino a trasformare la sorte delle medesime in -un'istante; ma ciò si vuole, per altro, che non sia che per le sole -anime lordate da qualche impurità, giacchè i rabbini asseriscono, -che quelle de' santi, e delle morigerate persone ascendono direttamente -nell'empireo celeste appena escono dal mondo (ved. <em class="loc">Eliahu -Levi in Tisbi. Menas. Ben Isr. De Resur. mortuor. Lib. II. C. 6. -p. 171</em> <em class="loc">R. Abd. Sfor. in Hor. Ascem. p. 91.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_156"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_156"><span class="label">(139)</span></a> -Non è già tenue il numero de' Rabbini, peraltro, celebri -che sostiene un sentimento si stravagante, non si sa se preso -da Pitagora, da Platone, oppure dagli Orientali; essi lo fondano -da una parte sul dovere pressante in cui è l'anima Israelitica di -osservare i 613 precetti racchiusi nel Pentateuco di Mosè, e l'impotenza -massima in cui essa trovasi dall'altra di eseguirlo, atteso -lo spazio circoscritto delle vita che all'essere umano è accordato -sopra le terra; quindi persuasi di giugnere con tal mezzo a superare -simile ostacolo, essi fanno ritornare le anime nel loro pristino -domicilio, affine di compiere quel grado di perfezione della quale -sono elleno mancanti, ciò che nel Talmudico linguaggio chiamasi -גילגול (Ghilgul) <em>Rivolgimento</em>. Se questo calcolo è giusto, -la riduzione da me fatta dell'indicato numero di precetti, mi astrignerebbe -a dovere ripetere un simile viaggio dieci volte almeno -fra i viventi: quale deplorabile insania! Gli Ebrei, siccome ancora -Pitagora e Platone estendono la trasmigrazione delle anime umane -fino entro i corpi delle bestie: Agostino, parlando di Platone, -relativamente a questo sistema, dice in termini espressi: <em class="cit" xml:lang="la">Nam -Platonem animas hominum post mortem revolvi usque ad corpora -bestiarum, Scripsisse certissimum est</em>. (<em class="loc">De Civit. Dei -Lib. X. C. 30. p. 267</em>). Ed il sistema di Pitagora sul quale è -basato quello di Platone vi è chiaramente descritto da <em class="nome">Erodoto</em> -(<em class="loc">Hist. Lib. II.</em>). Gli ebrei, per altro, credono che il passaggio -ne' corpi delle bestie, non facciasi luogo che di quelle anime lordate -di grevi trasgressioni, o di delitti criminosi, essendoci già -noto quale sorte avventurosa era espressamente preparata alle anime -sagge, alle religiose, alle umili. (<em class="loc">Vedi Zohar. Phil. De somniis -Tract. I. De Revol Pars. alter. collect. prim. Cabalah denud. -p. 375. P. III. Plan. Theol. du Pitag. par Mourg. T. I. p. 533</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_157"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_157"><span class="label">(140)</span></a> -Che Pitagora abbia preso degli Egizj, unitamente a -vari altri sistemi filosofici, anche l'opinione della metempsicosi, -pare assolutamente indubitabile. Si sa, per altro, che questo era -in generale il sistema adottato dalla massima parte de' filosofi -dell'Egitto, e che inoltre non fu esso conosciuto nella Grecia, se -non se dopo che Pitagora fu di ritorno dall'Egitto, dov'esso avea -fatto un viaggio unicamente per instruirsi della teologia de' preti -di quel paese. Quindi allorchè il citato Erodoto ci dice che gli -Egizj sono così pure i primi che hanno stabilito l'anima essere -immortale, che dopo la morte del corpo essa passa successivamente -ne' corpi delle bestie, che dopo d'avere passato da' corpi degli -animali di ogni specie, essa ritorna ad animare il corpo umano, -e che dessa compie sì fatta rivoluzione entro lo spazio di tre mille -anni; v'ha de' Greci che hanno introdotto questo dogma alcuni -più presto, altri più tardi, come se l'avessero creato essi medesimi. -È indubitabile che Erodoto così esprimendosi non ha preteso -quì parlare che di Pitagora. Platone poi che attinse una gran parte -de' suoi sentimenti sopra queste materie negli scritti di Pitagora, -ritrasse così pure la stravagante opinione della metempsicosi, benchè -l'Ab. <em class="nome">D'Olivet</em> sostenga di proposito ch'egli vi correggesse -molte cose. (Vedi <em class="loc">D'Oliv. Theol. des Philos grecs p. 83</em>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_158"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_158"><span class="label">(141)</span></a> -Ciò potrebbe ancora essere vero in ogni senso, mentre -ognuno sa quanto è familiare l'augurio di felicitazione presso gli -ebrei nell'occasione di nozze, o di nascita di figli, o di altre -avventurose circostanze del בסימן טוב במזל טוב (Bessiman tob, -bemazal tob) <em>con buon augurio</em>, <em>con propizio pianeta</em>; volendo -riferire, con buona fortuna; e molto ripetono gli odierni ebrei non -solo, ma tutti gli altri popoli ancora dall'influenza del destino. Per -altro, Flavio sempre interessato a giustificare, ed a sostenere l'opinione -de' Farisei de' quali faceva parte, prende pugna in loro difesa; -adducendo (<em class="loc">Lib. XIII. Cap. 9. p. 542 antiq.</em>), che quelli non -intendevano già per destino, che il supremo consiglio di Dio, col -mezzo del quale tutte le cose debbono succedere necessariamente -senza però che all'uomo venga tolta la spontanea libertà di determinarsi -a scegliere fra il bene, e il male, il vizio, e la virtù; elezione -accordatagli dal suo divino Creatore, onde non abbia l'uomo -che rimproverare se stesso, deviando dalla scelta che può riuscirgli -utile, e salutare per appigliarsi a quella che forma la sua sciagura, -e il suo tormento. -</p> - -<p class="foot"> -Ma comunque sia, tanto è vero che quasi tutti i Rabbini del -Giudaismo, come lo pensa uno de' più dotti fra questi (ved. <em class="loc">i Maronit -in Philos. Lib. 1. C. 6.</em>) hanno fermamente creduto che gli -astri fossero le cause primarie di tutte le operazioni della natura, -in quanto che i medesimi hanno dato ad ognuno di quelli il nome di -una particolare divinità: così il pianeta <em>Giove</em> presso gli ebrei portava -il nome di בעל <em>Baal</em>; <em>Marte</em> quello di מולך <em>Moleh</em>; Venere -quello di עשתרות <em>Astaroth</em>; <em>Mercurio</em> quello di בעל נבות <em>Nebot</em>, -in una parola, tutti questi nomi si ritrovavano essere parimente quelli -appunto, che gli Egizj, gli Assirj, i Fenicj, e i Cananei attribuivano -alle respettive loro divinità pagane, come ce lo descrive il -<em class="nome">Seldeno</em> (<em class="loc">D. Diis. Syr. Cap. 1.</em>); ciò che dà motivo sufficiente -di credere essere quegli astri, que' medesimi che veneravansi ovunque -sotto gli stessi nomi testè indicati, i quali facevano parte di -ciò che i libri ebraici distinguono colla frase di <em>Culto de' Corpi -Celesti</em>. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_159"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_159"><span class="label">(142)</span></a> -Il Talmud distingue sette ordini di Farisei; il primo -misurava l'obbedienza all'auna del profitto, e della gloria; il secondo -non alzava i piedi camminando; il terzo percuoteva la propria -testa contro le muraglia che incontrava, affine di trarne il sangue; -un quarto occultava gli occhi, e la testa entro un rustico cilicio, -riguardando all'esterno da un piccolo pertugio; il quinto domandava -fieramente <em class="cit" xml:lang="it">cosa è necessario che io faccia? Io lo farò; cosa -v'ha egli mai da fare che io non abbia fatto?</em> il sesto obbediva -per semplice amore per la virtù, e per le ricompense temporali; il -settimo, ed ultimo finalmente non inducevasi a seguire gli ordini -di Dio, che pel solo timore delle pene. -</p> - -<p class="foot"> -Ma questi sette gradi di fariseismo così classificati da alcuni -Talmudisti, non debbono essere già riguardati come altrettante Sette -particolari. I Farisei appartenevano tutti ad un solo corpo medesimo, -e la ristretta diversità fra quelli consisteva unicamente nella maggiore, -o minore devozione che ostentavano in faccia degli altri loro -correligionarj, nella pratica costante delle loro austere cerimonie. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_160"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_160"><span class="label">(143)</span></a> -Se si dovesse prestare fede a tutto ciò che alcuni scrittori -supposero, per rapporto alla Setta de' Samaritani, questi comparire -ci dovrebbero sotto i caratteri i più odiosi, ed i più riprovabili: -L'<em class="nome">Epifanio</em> gli accusa di negare la resurrezione de' corpi (<em class="loc">Lib. XI. -Cap 8. haeres.</em>) Il Rabbino <em class="nome">Meyr</em>, presso i Talmudisti, gli pretende -Idolatri (<em class="loc">Shem Sauhed. Cap. VIII. p. 43.</em>) <em class="nome">Leonzio</em> rimprovera -loro di non riconoscere l'esistenza degli angeli (<em class="loc">De sectis -Cap. 8.</em>) ma il detto <em class="nome">Reland</em> prende la loro difesa e gli giustifica -in questa parte (<em class="loc">Dissert. misc. p. II. p. 25.</em>) opinando che i Samaritani -intendevano per un'angelo, una virtù, un'istrumento di -cui la Divinità si serve per agire, o qualche organo sensibile ch'esso -impiega per l'esecuzione de' suoi ordini: oppure essi credevano che -gli angeli sono virtù naturalmente unite alla Divinità, e che questa -ne dispone quando gli aggrada; ciò si rende pure manifesto dal -Pentateuco Samaritano, dove ritrovasi molto sovente sostituito Dio -agli angeli, e gli angeli a Dio. Quindi coloro che in tal guisa opinano, -confondono male a proposito i Samaritani co' Saducei, attribuendo -a quelli ciò che non potrebbe adattarsi che agli ultimi -(ved. <em class="loc">S. Epif. Lib. X. Cap. VII.</em>) -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XVII"> -<span class="pageno target" title="232" id="pag-232"></span> -CAPITOLO XVII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Osservazioni filosofiche su' Profeti, e sulle -profezie annunziate da' medesimi: si discute -il vero tropologico senso con cui -debbono essere quelle propriamente spiegate -ed intese. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -È senza contrasto, la qualità essenziale -dell'ignoranza di preferire sempre l'occulto, -il misterioso, e sovente anche il terribile, a -ciò che per sua natura è in ogni senso chiaro, -semplice, edificante. Il vero non dà certamente -all'immaginazione delle scosse così vive nel -modo che osserviamo fare le finzioni, che d'altronde -ciascuno è l'arbitro di sistemare a livello -delle proprie sue mire, ed a seconda dei -suoi medesimi capricci. La classe ignara dei -popoli, non richiede altro meglio che di ascoltare -delle favole che la seducano e de' vaticinj -percuotenti che le sorprendano; quelli fra gli -uomini che furono più accorti per distinguerne -il debole, scavando, per così dire dal niente -le anagoriche illusioni, efficaci a condurli al -termine de' loro tenebrosi disegni, hanno ad -essa renduto il servizio che impetrava; essi si -sono attaccati gli entusiasti, le femmine, e -<span class="pageno target" title="233" id="pag-233"></span> -gl'ignoranti; esseri di questa tempera si appagano -agevolmente di ragioni che non perverranno -giammai ad esaminare con verità nè con criterio <a id="FNanchor_161"></a><a href="#Footnote_161" class="fnanchor">(144)</a>. -L'amore del semplice, e del vero, -dice <em class="nome">Fontenelle</em> non si trova che nel ristretto -numero di coloro, l'immaginazione de' quali -è metodicamente nutrita dallo studio, e regolata -dalla riflessione. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="234" id="pag-234"></span> -</div> - -<p> -Io non oserò già quì di asserire in verun -modo, che gli uomini sieno stati in ogni epoca -del mondo più inerenti ad ammettere l'errore, -la menzogna, e l'illusione, senza esame, che -ad investigare la verità colla fiaccola inestinguibile -della ragione, malgrado che tutta l'antichità -Pagana, forniscami profusamente le -traccie le più evidenti, e le più sicure di una -simile ripugnante condotta del genere umano -ma ciò che senza timore d'ingannarmi, potrei -accignermi a dimostrare di proposito si è, che -molto agevole dovrà essere riuscito a coloro, -che i primi si decantarono fra le prische idolatre -popolazioni della terra, gli arbitri plenipotenziari -delle false divinità che adoravano, -e gl'inspirati delle loro fattizie intuizioni, di -abusare enormemente della stupida credulità -del volgo, il quale ignorando benanche il nome -d'impostura, ed i gradi fino dove può ascendere -la scaltra ipocrisia dell'imposture, era -ad esso del tutto impossibile in tale stato -d'imperizia, e di smarrimento di fissare un'adeguata -distinzione specifica fra la verità, e -la menzogna, fra l'inganno, ed il candore; -degli uomini di tal fatta se ne calcolano a migliaja -fra le nazioni, specialmente del gentilesimo, -presso le quali l'arte della divinazione -era in tanto rispetto, come consta evidentemente -da Cicerone, e da vari altri scrittori -<span class="pageno target" title="235" id="pag-235"></span> -suoi contemporanei, i quali tutti convengono, -d'accordo, che gli Egizj, i Caldei, i Fenicj, -e qualunque altro popolo asiatico, avea i suoi -particolari aruspici, i suoi profeti, i suoi indovini, -e forse molto avanti che gli ebrei -predicessero le cose che dovevano accadere, -nella remota successione de' tempi; e v'ha -per sino chi assicura, che la massima parte -de' riti, degli usi, e delle cerimonie religiose -praticate non solo da questi, ma da tutti gli -altri popoli che conosciamo, non traessero in -massima la loro primitiva derivazione, che dai -sistemi religiosi differenti, stabiliti, e propalati -dalle vaste popolazioni della terra <a id="FNanchor_162"></a><a href="#Footnote_162" class="fnanchor">(145)</a>. -</p> - -<p> -Da quanto i monumenti più lontani ci -contestano, resta sensibilmente dimostrato, che -<span class="pageno target" title="236" id="pag-236"></span> -l'arte di vaticinare l'avvenire, riconosce la -sua primitiva sorgente dalla più remota antichità <a id="FNanchor_163"></a><a href="#Footnote_163" class="fnanchor">(146)</a>; -e che in ogni epoca il mondo fu -sempre, e ovunque pieno di falsi, come di veridici -profeti, di sibille, di aruspici, ed indovini <a id="FNanchor_164"></a><a href="#Footnote_164" class="fnanchor">(147)</a>; -e ciò che rendeva molto più comune, -<span class="pageno target" title="237" id="pag-237"></span> -e più esteso questo mestiere si era, -che non essendo esso, nè una marca distintiva -di qualche rango qualificato, nè esigendo vaste -cognizioni per riuscirvi, chiunque fingeva di -avere, o avea infatti una intuizione particolare, -od un estasi divina, annunziava l'avvenire ad -alta voce, o ballando, o cantando al suono -del salterio; noi lo rimarchiamo, fra i tanti -altri nella persona di <em class="nome">Saulle</em>, il quale, con -sorpresa di tutto il popolo, si vide fare il Profeta, -non ostante ch'egli fosse in disgrazia -dello spirito divino, come apparisce dalle sacre -pagine medesime <a id="FNanchor_165"></a><a href="#Footnote_165" class="fnanchor">(148)</a>. -</p> - -<p> -Per altro, la situazione avventurosa nella -quale dovette necessariamente ritrovarsi il primo -vaticinatore che comparve fra i mortali, -avrà, senza dubbio, eccitata l'emulazione, e -forse ancora l'invidia di tutto il resto degli -uomini, su' quali la di lui arte sorprendente, -<span class="pageno target" title="238" id="pag-238"></span> -e tutto nuova, gli avrebbe accordato un assoluto, -e quasi incontrastabile diritto di primazia; -è infatti allora, che si sarà veduto -comparire una folla immensa di estatici divinizzatori, -tutti opposti a vicenda ne' loro -principj, ed ancora più discrepanti nelle conclusive -illazioni che dessi ne traevano; ed -allora quando trattavasi che uno di questi -antiveggenti prefiggevasi di abbattere come -assurde, o ripugnanti le predizioni del di lui -antagonista, le più deboli, e inconcludenti -ragioni bastavano ad effettuarlo, giacchè regolarmente -il trionfo nelle controversie teologiche -suole spiegarsi per colui che è il primo -attaccante. I vantaggi diventando alternativi, -e reciproci, si sarà dovuto ricorrere da entrambe -le parti a' prodigj, affine di sforzarsi a rendere -più autorevole con tale mezzo la supposta efficacia -della vantata missione, come osservasi -che fece appunto con tanto successo il vero -Profeta Elia, quando volle sensibilmente convincere -di menzogna i falsi Profeti di Acabbo -Sovrano d'Israel (<em class="loc">Reg. I. v. 21 e seg.</em>) -</p> - -<p> -E che? Forse di tutto ciò la scrittura -medesima, non ce ne somministra essa le prove -le più convincenti, e irrefragabili? Non è forse -precisamente quella, che in tante circostanze -chiaro ci partecipa la discordia inveterata, che -allignava fra gli stessi Profeti d'Israel, che -<span class="pageno target" title="239" id="pag-239"></span> -supporre non dobbiamo nè mendaci, ne impostori? -E l'accanimento inesorabile che manifestavano -a vicenda, non andava fino ad oltraggiarsi -villanamente, ed a trattarsi gli uni -gli altri da forsennati, da visionarj, da mentitori, -da scaltri? <a id="FNanchor_166"></a><a href="#Footnote_166" class="fnanchor">(149)</a> Non si saprebbe certamente -come conciliare il ministero eccelso a -cui erano essi chiamati d'accordo; tutti egualmente -<em>Nebiim</em> (Profeti), tutti organi, e veggenti -di una stessa consolante religione, e tutti -finalmente interpreti del pari dell'eterna volontà -medesima di un solo Essere Supremo, -colla sì detestabile maniera di procedere fra -di essi <a id="FNanchor_167"></a><a href="#Footnote_167" class="fnanchor">(150)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="240" id="pag-240"></span> -</div> - -<p> -Or senza la debita venerazione che protestiamo -nutrire intimamente per i Profeti -dell'Israelismo, quanto non comparirebbero -<span class="pageno target" title="241" id="pag-241"></span> -essi mai ributtanti e opposti allo spirito che -gli animava, guidati come apparivano essere -mutuamente di continuo, dal livore, dalla detrazione? -Ma il rispetto integerrimo che nutriamo -pe' medesimi, non meno che per gli -oracoli che pronunziavano ce gli rende in gran -parte scusabili, e ci fa d'altronde persuadere -che tutto quanto fu da noi riferito a loro riguardo, -non fosse a' medesimi accaduto che -in visione meramente, come di tante altre -gesta operate da quelli avvenne, e che per -eterna confusione de' miscredenti, io mi credo -in dovere di riportare in chiari sensi nel Capitolo -seguente. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_161"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_161"><span class="label">(144)</span></a> -Il popolo (come sensatamente lo rimarca <em class="nome">Graziano</em> nel -suo <em class="loc">Criticon p. 415.</em>) arresta la sua immaginazione su' primi oggetti -che lo percuotono; le apparenze penetrano il suo spirito, lo predominano, -ed incapace lo rendono di approfondire le verità, che -possono essere racchiuse nelle cose; sempre più imbecille in rapporto -alla più forte, o più debole impressione che i medesimi -fanno sull'animo suo, esso non cura giammai d'illuminarsi sopra i -di lui veri interessi; l'esteriore lo arresta, lo seduce, e attonito -lo rende; la semplice verità, la pretta ragione, spogliata dalle chimere -che sono ad esso artifiziosamente insinuate, sembragli troppo -nuda; esso cerca qualche cosa di straordinario, che questa sia vera, -o falsa poco gli cale, basta che lo spirito vengane ammaliato, e -percosso; è perciò che le fantastiche visioni de' mitologici, hanno -sovente ritrovata cieca fede presso il Gentilesimo, e che gli altri -popoli, che ne successero hanno riguardato sempre con illimitata -venerazione tutto quanto venne a' medesimi trasmesso dalle loro -differenti orali tradizioni. Quindi è, per ultimo, che la sua credulità -macchinale sorpassa di gran lunga la scaltrezza di coloro che -cercano di trarre partito dalla sua pieghevole buona fede, e se alcuno -tentasse per accidente (come fu altrove già da noi avvertito) -di fare risplendere nel centro dell'umana società la fiaccola eterna -della ragione, è generalmente riguardato come l'innovatore della -credenza de' suoi simili, come un'individuo sospetto, e forse ancora -convinto di miscredenza, e di appostasia: in una parola, chiunque -brama di vivere in grazia della moltitudine, a meno che non pensi -come Orazio (<em class="loc">Epist. XIX. Lib. 1.</em>), il quale solea dire, -</p> - -<div class="poetry"> - <div class="stanza"> -<p class="verse"> -<em class="cit" xml:lang="la">Non ego ventosae plebis suffragia venor</em>, -</p> -</div> -</div> - -<p class="foot"> -dee studiarsi accuratamente di rendersi più caro questo ceto, di qualunque -siasi altro. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_162"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_162"><span class="label">(145)</span></a> -Lancisi uno sguardo ponderatore nelle istorie le più -classiche del mondo, si considerino esattamente i dogmi conosciuti, -e adottati da tutti i suoi primi abitatori, se ne faccia il dettagliato -confronto con quelli che si mirano praticare attualmente dalle nazioni -de' tempi odierni, e si vedrà non esservi cerimonia praticata -dalle antiche popolazioni dell'universo, che le religioni che conosciamo -nella nostra età, non ne abbiano conservate le traccie, non -lo seguitino ancora col più deciso trasporto. Per convincervi di questa -verità innegabile di simile natura, che non è mio disegno già -di riportare, non abbiamo che consultare diligentemente il <em class="nome">P. Accosta</em>, -<em class="nome">Pietro martire</em>, il <em class="nome">Paw</em>, ed il <em class="nome">Raynal</em>, ed i più accreditati -viaggiatori, i quali c'instruiranno con la massima esattezza -possibile di tale massima conformità di cui parliamo, la quale non -ha lasciato, per altro, di somministrare, al solito, qualche debole -argomento agl'irrequieti miscredenti contro l'esimia Religione che -felicemente professiamo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_163"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_163"><span class="label">(146)</span></a> -Molti critici sono di ferma opinione, che <em class="nome">Enosh</em> fosse -il primo institutore dell'ordine de' Profeti, che si rese in seguito -manifesto fra gli uomini, mentre desso fu il primo, per quanto si -assicura, ad invocare il nome dell'Essere Supremo, e quest'ordine, -si suppone essere stato successivamente diviso in molti altri, quali -di maggiore, e quali di minore credito, siccome rilevar lo possiamo -agevolmente dalla stessa Scrittura. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_164"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_164"><span class="label">(147)</span></a> -<em class="nome">Balaamo</em> sebbene non Ebreo, ma Pagano, mirasi frattanto -annoverato nella categoria de' Profeti, secondo tutto quanto -a suo riguardo ci narra espressamente la Scrittura, e noi rimarcheremo -nel Capitolo seguente, esservene stati molti altri fuori degli -Ebrei che operarono delle cose che sembrano prodigj, nella guisa -che fecero appunto i maghi dell'Egitto, alla presenza dello stesso -Mosè inviato da Dio; dal che si comprende che la profezia, o le -predizioni, od i prodigi medesimi, non erano sempre il contrassegno -positivo, ed infallibile della santità di una persona, o della perfezione -inalterabile delle di lui qualità individuali. -</p> - -<p class="foot"> -I Pagani ebbero pur essi parimente in quest'arte delle femmine, -che ne riescirono molto perite, come sono state appunto le -rinomate Sibille; ed i sogni di <em class="nome">Abimelek</em>, di <em class="nome">Faraone</em>, di <em class="nome">Baldassar</em>, -e di altri siffatti, erano altrettante immediate rivelazioni -positive di ciò che accadere dovea in lontano avvenire, e che realizzate -poscia si videro un giorno quali erano precisamente indicate, -come la Scrittura chiaro ce ne instruisce, allorchè ad essa emerge -di parlare di simili soggetti. -</p> - -<p class="foot"> -È ben vero, per altro, che quando noi rendiamo omaggio a -quelle verità, che predicono certi Profeti, che non meriterebbero -d'altronde la nostra buona fede, noi non onoriamo già in simile caso, -il Profeta che parla, e che antivede, ma quell'essere unicamente -che lo abilita a parlare, e che lo inspira; poichè come lo riflette -Ambrogio: <em class="cit" xml:lang="la">non confitentis meritum, sed vocantis oraculum est -revelante Dei gratia</em> <em class="loc">S. Ambr. Lib. VI. Cap. 37.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_165"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_165"><span class="label">(148)</span></a> -Si legge nel <em class="loc">Cap. X. del primo Lib. de' Re</em>, che -Saulle ritornando da Rama, dove il Profeta Samuel gli avea conferita -l'unzione regale, incontrò nella Città di Gabaa uno stuolo -numeroso di Profeti che cantavano al suono di concerti d'istrumenti -musicali, e che Dio avendolo riempiuto del suo spirito, si mise pur -esso a profetizzare ad alta voce, co' medesimi. -</p> - -<p class="foot"> -D'altronde, per quanto apparisce dalla stessa Scrittura, sembra -che l'arte della Profezia non andasse mai disgiunta da quella della -musica specialmente istromentale, mentre dessa ci fa chiaramente -capire, che <em class="nome">Assaff</em>, Heman, ed alcuni altri di tal fatta, profetizzavano -continuamente suonando le Arpe, i Cembali, ed i Salteri, -accompagnandoli talvolta coll'armonioso concerto delle loro voci. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_166"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_166"><span class="label">(149)</span></a> -Chi non fremerebbe ad un tale proposito d'intendere -esclamare <em class="nome">Ossea</em> (<em class="loc">Cap. 9.</em>) <em class="cit" xml:lang="la">Stultum, et insanum prophetam, -insanum verum spiritualem</em>? E <em class="nome">Sofonìa</em>, quando dicea che i -<em class="cit" xml:lang="it">Profeti di Gerusalem sono stravaganti uomini senza fede</em>? Che -diremo noi di quello schiaffo sonoro che il Profeta <em class="nome">Sedechia</em> vibrò -impetuosamente al Profeta <em class="nome">Michea</em> ritrovatolo a predire de' vaticinj -calamitosi al Re di Samaria, dicendogli: <em class="cit" xml:lang="it">Come mai lo spirito di -Dio è egli partito da me, per trasferirsi a te?</em> (<em class="loc">Paralip. c. 18.</em>) -<em class="nome">Geremia</em> il quale profetizzava in favore di Nabuccodonosor inflessibile -tiranno del Popolo d'Israel, si era messo delle corde al collo, -ed un giogo sul dorso, poichè secondo lui questo era un simbolo, -ed esso dovea mandare questo simbolo a' limitrofi Regoluzzi differenti -per invitargli a sottomettersi allo stesso Nabuccodonosor: il -Profeta <em class="nome">Anania</em> che riguardava Geremia come un veggente sospetto, -e degno di poca fede, gli svelle a gran forza le sue corde, gliele -spezza, e getta il di lui basto a terra. Questi non sono già certamente -gli effetti delle visioni intuitive di un Dio, ma quelli altresì -dell'orgoglio, e della imbecillità dell'uomo abbandonato a se stesso, -ed alle sue proprie tumultuose passioni. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_167"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_167"><span class="label">(150)</span></a> -Il termine נבאים (nebiim) plurale di נביא <em>Profeta</em> -viene dal verbo נבא (naba) che significa <em>predire</em>, <em>indovinare</em>; e -questo vocabolo è variamente preso nella Scrittura in rapporto alle -persone differenti che sono state rivestite di simile attributo. È però -da rimarcarsi che l'ispezione principale de' Profeti era negli antichi -tempi quella di raccogliere gli atti di tutto ciò che si passava di -considerabile nella Giudea, e di scrivere i libri sacri, non tacendo -pero ch'essi aveano inoltre la qualità di Oratori pubblici, e come -tali arringavano in presenza del Popolo, secondo il bisogno dello -stato, predicevano gli infortunj da' quali era esso minacciato, e Dio -servivasi del loro mezzo per rendere noto al mondo la sua eterna -volontà, e per rilevare le cose occulte. Queste arringhe, o Profezìe -erano registrate, e conservate negli Archivj della stessa maniera di -tutti gli altri atti, o documenti; distribuivasene ancora molte copie -affinchè il popolo poteste leggerle a suo libero piacere, e ad un -tempo medesimo emendarsi colle salutari esortazioni che vi si contenevano. -</p> - -<p class="foot"> -Queste grazie straordinarie del Cielo facevano loro conferire -il nome di <em>veggenti</em>, come si rimarca in Saulle, il quale volendo -consultare il Profeta Samuel sulla perdita degli armenti del di lui -genitore, e prendere cognizione da esso del luogo in cui potevano -quelli ritrovarsi, egli domandò ad alcune ragazze che ha incontrate -<em class="cit" xml:lang="la">Nam hic videns?</em> (<em class="loc">1. de Reg. Cap. 9</em>); e nello stesso Cap. vi si -legge inoltre che ne' tempi di Samuel, quelli che noi distinguiamo -col carattere di Profeti non erano allora chiamati che veggenti; e -quindi supponibile che non si chiamassero tali, se non se per ch'essi -vedevano da lontano le cose che dovevano accadere, e rivelavano -ciò che era occulto al resto degli uomini. -</p> - -<p class="foot"> -Aggiungasi ancora che un tempo si è dato pure il nome di -Profeti a certe persone, le quali viveano separate dal resto del -mondo, adunandosi unicamente a certe fissate ore del giorno, e -della notte per tenere delle conferenze sulle scritture, per cantare -gli encomj del Creatore, quali solevano accompagnare sovente da -varj armonici strumenti, e ciò ad oggetto di eccitarsi meglio alla -devozione, ed alla vita religiosa, e contemplativa che si erano -prescelta. -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XVIII"> -<span class="pageno target" title="242" id="pag-242"></span> -CAPITOLO XVIII. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Continuazione del medesimo soggetto. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -Le più generali, ed accreditate opinioni, -relativamente alle qualità essenziali che distinguevano -il Profeta, da chi tale propriamente -non lo era, si riducono a sole tre: la prima -di quelli che facevano dipendere la loro inspirazione -dal temperamento, dallo studio, dalla -tristezza, ed anche dall'esilio; avvene ancora -chi pensa che Dio sceglieva i Profeti, senza -avere niun riguardo all'età loro, alla loro -nascita, nè a' loro talenti: al contrario, esso -gli traeva sovente dalla classe infima del popolo. -Ne sono un esempio autentico <em class="nome">Amos</em> il -quale era boaro, ed <em class="nome">Eliseo</em> lavoratore di Campagna, -avuto soltanto riflesso alla purità della -loro vita, ed alla esemplarità de' loro propri -costumi. La seconda è di coloro che sostengono -che la profezia è una facoltà naturale, -poichè per essere profeta, è d'uopo avere un -temperamento robusto, e vigoroso, civilizzarlo -collo studio, e coll'applicazione, e condurlo -a tutto quel grado di perfezione, di cui può -essere quella suscettibile: la terza finalmente -è quella che appoggia il <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Morè -Nevoh. p. 2. Cap. 32. p. 285</em>), cioè che la -<span class="pageno target" title="243" id="pag-243"></span> -profezia non allignava giammai solo che in -un uomo saggio, e di una condotta irreprensibile -ad ogni esperimento; quindi è che si -mirano assegnare tre qualità volute necessarie, -e indispensabili a' Profeti, 1.º una immaginazione -viva; 2.º un raziocinio solido, e illuminato -dalla coltura dello spirito; e 3.º in ultimo una -integrità esemplare di costumi; e di azioni; -poichè niuno ha giammai opinato sensatamente, -che lo spirito di Dio risedesse sopra un anima -reproba, od un uomo perverso (<em class="loc">Gerem. Cap. 45. -v. 3 e 4</em>). -</p> - -<p> -Veduti che abbiamo i requisiti necessarj, -e conosciute quanto basta le qualità essenziali -che debbono caratterizzare il Divinizzatore, -o il Profeta, senza fermarci quì ad investigare -più oltre l'intimo valore delle preallegate -opinioni, onde adottare l'una in preferenza -dell'altra, noi possiamo ragionevolmente conchiudere -che la sola vocazione divina, munita -di una sana morale, era quella unicamente che -formava in massima i profeti, senza riguardo -alcuno al temperamento rettificato dallo studio, -nel modo, che lo pretendono i Rabbini fermamente, -nè all'interno declivio naturale degli -uomini, od alla riscaldata immaginazione dei -medesimi, come bizzarramente lo suppone <em class="nome">Spinosa</em> -unito a' suoi miscredenti fautori. -</p> - -<p> -Ora passiamo ad esaminare le predizioni, -<span class="pageno target" title="244" id="pag-244"></span> -le gesta; o le profezie di sì fatti veggenti, -onde possiamo fondatamente desumere in quale -senso debbono essere quelle propriamente intese, -e quale per tanto è l'adeguato valore che -può ad esse meritamente convenire. -</p> - -<p> -Fra i moltiplici scrittori, che hanno di -proposito ragionato con criterio, sopra questa -materia, il <em class="nome">Maimonide</em> sensatamente pretende -(<em class="loc">Morè Nevoh. p. 1. Cap. 21 e 30</em>) che quasi -tutte le azioni che sono dal volgo attribuite -generalmente a' Profeti come vere, e reali, -quelle non si debbono intendere, soltanto, che -in sogno meramente, in estasi, o in visione -come quando la scrittura ci descrive l'apparizione -degli angeli ad Abramo sotto mentita -spoglia umana (<em class="loc">Gen. Cap. 18. v. 9</em>); la lotta -sostenuta prodemente da Jacob col messaggere -celeste, in sembianze di uomo (<em class="loc">Ibid. Cap. 32. -v. 25 e 26</em>); il colloquio di Eva Col serpente -(<em class="loc">Ibid. Cap. 3. v. 3</em>) quello di Balaamo colla -di lui asina che cavalcava (<em class="loc">Num. Cap. 22. v. -28</em>), ed un gran numero di altre apparizioni -sì fatte, le quali ben lungi del considerarle, -coll'ignara moltitudine, visibilmente accadute, -non debbono quelle, secondo lui essere intese -nè spiegate alla lettera, ma in semplice visione, -o sogno intuitivo, dove propriamente -consiste la base radicale della profezie; lo stesso -dicasi come allorquando i Profeti parlano di -<span class="pageno target" title="245" id="pag-245"></span> -un cammino, che i medesimi hanno fatto da -un luogo all'altro, dell'intervallo di tempo -che ci hanno i medesimi impiegato, e di tante -altre simili cose che testificano di avere mirabilmente -operato in molte foggie differenti, -ciò, che lo stesso autore prova col mezzo di -vari sensibili esempi della scrittura. -</p> - -<p> -Infatti quale altro espediente più efficace -di questo potrebbe giammai sottrarre dalle -invettive pertinaci de' traviati miscredenti, -certe profezie che sembrano, ad ogni riguardo, -assolutamente ripugnare al buon senso, e fare -insulto alla ragione, se non si riguardassero -in massima come semplici visioni; ma che, -al contrario, prese quelle fossero alla lettera? -Quindi seguendo il senso meramente letterale -della volgata, cosa potrebbe mai opinarsi di -un Ossea, a cui Dio comanda di prendere una -meretrice, e di avere de' figli di meretrice? -<em class="nome">Vade sume tibi uxorem fornicationem, et fac tibi -filios fornicationum</em> (<em class="loc">Ossea Cap. 1.</em>) al che il Profeta -immediatamente obbedendo prese <em class="nome">Gomer</em> -figlia di Ebalaim dalla quale poscia ebbe tre -figli: quale giudizio dovremo noi fare di un -<em class="nome">Ezechiello</em> che dice d'avere dormito 360 giorni -consecutivi sulla parte sinistra del di lui corpo, -e 40 sulla diritta, di avere trangugiato un -libro di pergamena, di avere mangiato del -pane coll'escremento umano per comando -<span class="pageno target" title="246" id="pag-246"></span> -dell'Essere Supremo? (<em class="loc">Ezech. Cap. 3. v. 1 e 2, e -Cap. 4. v. 4, 5, 6</em>) Cosa potrà dirsi mai del proposito -indecente che lo stesso Profeta fa tenere -al Creatore del mondo colla giovine <em class="nome">Oolla</em>? -(<em class="loc">Ibid. Cap. 23. v. 2, 3, 4</em>) che penseremo noi -di vedere camminare <em class="nome">Isaia</em> interamente nudo -per le' pubbliche contrade di Gerosolima, durante -lo spazio di tre anni? (<em class="loc">Is. Cap. 20, v. -2 e 3</em>) Cosa conchiuderemo noi di <em class="nome">Eliseo</em>, allorchè -trovasi che fece divorare 40 fanciulli -dagli orsi, per averlo derisivamente chiamato -testa calva? (<em class="loc">Reg. II. Cap. 2. v. 23</em>) Cosa diverebbero -per ultimo essi mai, questi, e molti -altri aneddoti della medesima natura, di cui -sono pieni ovunque tutti i Profeti, presi nel -senso materiale quali si leggono? Ben lontano -dal conciliarsi la nostra ammirazione, il nostro -affetto, essi non farebbero certamente che attirarsi -la nostra ripugnanza, il nostro obblìo -ma riguardandoli nel modo che l'insigne Maimonide -ci esorta, noi allora, senza mettere -alla tortura la ragione, possiamo a colpo sicuro -dissipare le oltraggianti, quanto insensate opposizioni -degl'increduli, e quelle dello Spinosa -in particolare <a id="FNanchor_168"></a><a href="#Footnote_168" class="fnanchor">(151)</a>; dimostrando loro con evidenza -che un sogno può bene farci comparire -<span class="pageno target" title="247" id="pag-247"></span> -stravaganti qualche volta in faccia delle persone -veglianti; ma che d'altronde lo stupore -cessa, il folto velo dell'illusione si squarcia -in mille brani, tosto che noi riprendiamo sicuri -la uso degli assopiti nostri sensi, e che discernere -possiamo con tutto quell'acume di cui -siamo capaci, il vero che c'illumina, e ci giova, -dall'apparente che ad ognora c'inganna orribilmente, -e ci seduce. -</p> - -<p> -Lo stesso proposito è da tenersi parimente -delle infinite predizioni fatte da' medesimi Profeti, -le quali prese alla lettera ci trascinerebbero -esce pure nel più imbarazzante labirinto -<span class="pageno target" title="248" id="pag-248"></span> -di ostacoli, e di assurdi, e forse ancora diminuirebbero -in noi quella dose di buona fede, -che concepire dobbiamo a loro riguardo. -</p> - -<p> -Ma se deviando un solo istante dal nostro -incamminato sentiere, trasportare volessimo la -nostra mente fino a contemplare il vortice -immenso delle numerose predizioni trasmesseci -da' Codici tradizionali di altri popoli, noi ve -ne troveremmo, senza, dubbio, di quelle che dovrebbero -in ogni senso eccitare le nostra commiserazione, -il nostro scherno <a id="FNanchor_169"></a><a href="#Footnote_169" class="fnanchor">(152)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="249" id="pag-249"></span> -</div> - -<p> -Ma quanti fabbricatori di sì fatte predizioni, -non ci offre mai l'Istoria de' secoli decorsi? -Per altro, molti fra essi, non potendo -più a lungo dissimulare la ridicolezza, e l'inverosimiglianza -delle medesime, non hanno -esitato di confessare apertamente con <em class="nome">Curzio</em>: -<em class="cit" xml:lang="la">Equidem plura transcribo quam credo, nam nec -adfirmare sustineo de quibus dubito, nec subducere -quae accepi</em> <a id="FNanchor_170"></a><a href="#Footnote_170" class="fnanchor">(153)</a>. -</p> - -<p> -Però non ci diffondiamo di soverchio sopra -una materia, che niun vantaggio solido -può sicuramente recarci di approfondire, o discutere, -e solo avanti di porre l'estremo fine -al soggetto di cui trattiamo, non mi sembra -inutile assunto di fare quì una rapida menzione -della tanto decantata <em>voce intuitiva</em> che -facevasi armonicamente intendere presso gli -<span class="pageno target" title="250" id="pag-250"></span> -ebrei antichi, e da' quali si foce tenere le veci, -ed il carattere di profezia, dopo che l'influenza -Divina di questa, venne interamente a cessare -nel Popolo d'Israel <a id="FNanchor_171"></a><a href="#Footnote_171" class="fnanchor">(154)</a>. -</p> - -<p> -Il Talmud fra i moltiplici gradi di profezia -che il medesimo distingue, pretende annoverare -una certa voce che scaturiva dal centro -<span class="pageno target" title="251" id="pag-251"></span> -degli oggetti, e che facevasi capire dagli astanti -in chiari, e bene espressi accenti, della quale -voce, aggiugnesi da quello, Dio non servivasi -per parlare a' Profeti che di notte (Vedi luogo -citato). È dunque da tale voce intuitiva, che i -Rabbini ricavarono (come lo abbiamo testè -osservato) il loro Batkol, ovvero <em>figlia della -voce</em>, la quale asseriscono che supplisse nel -secondo tempio alla interna inspirazione recondita -de' Profeti, adducendo per comprovarlo -l'Istoria di <em class="nome">Samuel</em>, e quella di <em class="nome">Nghelly</em>, -scossi entrambi per tre volte dall'eccitamento -che cagionato avea loro questa voce (<em class="loc">Sam. -I. Cap. 3. v. 4. e seg.</em>) per ben tre volte -ripetuta; e gli stessi Rabbini agitando fra essi -alternativamente qualche teologica questione, -si pretende che nel bollore della medesima, -impetrassero l'assistenza di tale voce, volendo -ch'ella decidesse da quale parte era il torto, -e quale dovea meritamente aspirare alla vittoria -sul partito antagonista; le accanite interminabili -controversie che si agitavano di tanto in -tanto dalle due più rinomate accademie della -Giudea, quella d'<em class="nome">Illel</em>, e quella di <em class="nome">Sciamaj</em> -ne formano la prova incontestabile; esse l'invocavano -molto sovente (Ved. Pirchè Avoth Cap. -VII.) e infatti i Rabbini si accordano a sostenere -che quella voce sovrumana si udisse -<span class="pageno target" title="252" id="pag-252"></span> -realmente proferire secondo le circostanze, l'opportunità, -ed il bisogno הלכה כבית הילל (Alahah -chebet Illel) cioè; <em>la Decisione è secondo Illel</em>, -se l'opinione di questi fosse stata la più ammissibile: -ovvero הלכה כבית שמאי (Alahah chebet -Sciamai) cioè, <em>la Decisione è secondo Sciamai</em>, -nel caso contrario. -</p> - -<p> -Tali erano dunque gli effetti, per quanto -ci è noto, di quella portentosa così nomata -<em>figlia della voce</em>, ritrovata, come si disse, nella -cessazione, o nel deperimento della inspirazione -occulta che animava i vetusti Profeti del -Popolo d'Israel, e di cui facevasi tenere le -qualità, e le veci equivalenti. -</p> - -<p> -Ma di tale soggetto avendo fin quì ragionato -quanto era necessario per conoscerlo, -e fondare con qualche precisione i nostri giudizj -positivi su' Profeti, non meno che sopra -tutto ciò che direttamente riguarda le gesta -de' medesimi, le loro predizioni, o vaticinj, entrare -ora ci è duopo ad esaminare le loro -portentose operazioni, rispettosamente denominate -<em>miracoli</em>, o <em>prodigj</em>; le illazioni esatte, -che risultare vedremo dalle indagini ponderate -che noi entriamo a fare sulla possibilità, e -l'intrinseco valore, che come veri Israeliti -siamo nel pressante dovere di attaccare alle -medesime, ci condurranno alle ricerche le più -<span class="pageno target" title="253" id="pag-253"></span> -curiose, ed alle più interessanti conclusioni, -Tale è dunque il soggetto al grado massimo -utile, quanto importante che noi ora ci affrettiamo -ad esaurire colla massima accuratezza, -e precisione. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_168"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_168"><span class="label">(151)</span></a> -Se noi non consultassimo che il solo Spinosa intorno -questa materia, lo udiremo certamente darci delle idee così meschine, -e degradanti de' Profeti, non meno che delle profezie fino ad annientarle: -sebbene questo filosofo incredulo avesse attinti i suoi -principj da' Rabbini fra i quali esso crebbe, e si educò, egli deduceva -delle conseguenze molto più metafisiche, e più forti di -quelle ch'esso avea da' medesimi ricavate. Esso accordava a' Profeti -molta più immaginazione che ragione, ed è perciò appunto che -essi ignorano molte cose, e che secondo lui s'ingannavano sovente -sugli arcani della natura; (ved. <em class="loc">Spin. Tract. Theol. Polit. -Cap. 2. p. 17. 18. 19</em>) mentre è cosa omai ben dimostrata, che -rare volte porta ceco l'impronta di certezza, ciò che non è che il -semplice risultato dell'immaginazione; ciò di che dobbiamo convenire -noi pure, siccome ci riserbiamo a renderlo più espresso nel -Cap. seguente, allorchè imprenderemo a ragionare su' miracoli, sulla -solidità, e sull'oggetto de' medesimi. -</p> - -<p class="foot"> -Non è poco, per altro, che Spinosa rappresentandoci i Profeti -come persone che propalavano tutto ciò che una fantasia riscaldata -può suggerire, confessava, nulladimeno, che la loro morale era -esemplare, e che poteasi ad ogni riguardo liberamente consultarli -sulla condotta della vita: ma ciò solo era egli forse bastante per -essere Profeta? Spinosa lo crede, ma ei s'inganna. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_169"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_169"><span class="label">(152)</span></a> -La ferma credenza delle predizioni, e degli avvenimenti -decantati miracolosi, erasi talmente impossessata dell'immaginazione -de' popoli, e gli trascinava a delle stravaganze tali, che -verso il secolo nono <em class="nome">Agobardo</em> Vescovo di Lione, compose un -trattato per abbattere, e annientare le superstizioni accreditate a -tale riguardo fino ne' suoi tempi: <em class="cit" xml:lang="la">Tanta jam stultitia</em>, dic'egli, -<em class="cit" xml:lang="la">oppressit miserum mundum, ut nunc sic absurdae res credantur -a christianis, quales antea ad credendum non poterat quisquam -suadere Paganis</em>. Agob. -</p> - -<p class="foot"> -Infatti se si rimarca le tante predizioni allora in voga fra i -Cristiani, si conchiuderà che non avea tutto il torto questo saggio -vescovo di reprimerle come abusive, e condannarle come irragionevoli; -per tacere infinite altre, noi non faremo quì speciale menzione -che di quella nuova Città di Gerusalem che dovea discendere -dal Cielo, costruita entro lo spazio di una notte (ved. -<a href="#Footnote_88"><em>annot.</em> 72</a>) -l'Apocalisse annunziò questa prossima sorprendente avventura e tutti -i cristiani de' primi secoli della Chiesa la credettero fermamente; -s'immaginarono de' nuovi canti <em>Sibillini</em> da' quali questa nuova -Gerusalem supponevasi predetta; essa apparve ancora questa portentosa -Città, nella quale, ovunque diceasi che i fedeli dovevano abitare -mille anni dopo l'estrema consumazione dell'universo; essa -discese dal Cielo per quaranta notti consecutive, (ma quella pare -che sparisse da che era fatto giorno) <em class="nome">Tertulliano</em> la contemplò, la -conobbe, la vide co' propri occhi suoi; un tempo verrà, senza -contrasto, in cui niuno persuadere si potrà che tali grossolane inezie -conoscono per autori enti dotati di pensiere, e di ragione. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_170"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_170"><span class="label">(153)</span></a> -Non saprei in vero, se quando <em class="nome">Erodoto</em> si fa rapportatore -di tanti avvenimenti straordinari, che dovevano, secondo lui -accadere (<em class="loc">Hist. Lib. 1.</em>) ne foss'egli stesso realmente convinto -e se allorchè veggiamo <em class="nome">Tito Livio</em> compilare tutte quelle stravaganti -predizioni che erano in voga presso i Pagani (<em class="loc">Decad. III. -Lib. 3. pag. 114.</em>) ne convenisse egli pure, con intimo senso: -benchè coloro che si sforzano di giustificarli asseriscano che la sola -necessità di adattare i loro pensieri al gusto dominante del loro -secolo, gli abbia entrambi costretti (siccome avvenne a tanti altri -istorici ritrovatisi in egual caso) a dovere assumere il dettaglio -di tutte quelle gesta prodigiose accreditate da que' popoli, de' qual -essi impresero a trasmetterci le istorie. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_171"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_171"><span class="label">(154)</span></a> -Questo è il nome con cui i dottori ebrei distinguono -la rivelazione che Dio ha fatta di sua volontà (com'essi opinano) -al Popolo ebreo, dopo che la Profezia verbale è cessata in Israel, -cioè, dopo i Profeti <em class="nome">Aggeo</em>, <em class="nome">Zaccaria</em>, e <em class="nome">Malachia</em> (<em class="loc">Ghem. Sotha -Cap. 9. pag. 48.</em>) È sopra questa voce intuitiva che gli ebrei Talmudisti -fondano la massima parte delle loro tradizioni, e de' loro -usi rituali pretendendo che Dio gli ha rivelati a' loro progenitori, -non già col mezzo di una profezia articolata, nè con una inspirazione -segreta, ma per la via di una straordinaria rivelazione ch'essi -chiamano בת קול (Bat Kol) <em>figlia della voce</em>. -</p> - -<p class="foot"> -I Rabbini riconoscono tre maniere di Profezie, primo coll'<em>Urim</em>, -e <em>Tumim</em> (di cui sarà da noi parlato altrove) che faceva intendere -la spiegazione di ciò che domandavasi col mezzo di caratteri prodigiosamente -impressi sul <em>pettorale</em> del Pontefice Sommo; la seconda -collo spirito di Profezia, che inspirò i Profeti non meno -aventi la promulgazione del Pentateuco che dopo Mosè; la terza -mediante il <em>Bat Kol</em>. La prima è durata, secondo essi dalle costruzione -del tabernacolo fino alla edificazione del primo tempio; -la seconda dall'origine del Mondo fino alla morte di Malachia -l'ultimo de' Profeti sotto il secondo Tempio, benchè l'uso più -frequente di esse riconoscasi essere ente unicamente sotto il primo -Tempio; la terza finalmente cominciò dopo Malachia, ed ha sussistito -nella nazione d'Israel fino alla compilazione della <em>Misnah</em>. -Essi pretendono altresì che il Batkol è una voce procedente immediatamente -dal Cielo, che si fa sentire di una maniera articolata -presso a poco simile a quella che chiamò il giovine Samuel per -reiterate volte, allorchè Dio volle rivelargli ciò che dovea succedere -al gran prete Helly ed alla di lui famiglia. V. <em class="loc">Reg. I. -Cap. 2. V. 5. e 6.</em> -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XIX"> -<span class="pageno target" title="254" id="pag-254"></span> -CAPITOLO XIX. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Indagini analitiche su' miracoli; quale si -crede essere il loro principale oggetto; -ogni Setta ne vanta in profusione; come -pervenire a conoscerne i veri, e distruggere -le obbjezioni che agitano gli increduli -contro de' medesimi. -</p> - - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -L'uomo per sua intima natura, tanto è -più limitato nelle sue proprie cognizioni, tanto -la sua curiosità diventa estesa oltre i confini -di ogni dubbio, in cui esso non si adatta facilmente -dia restare, almeno per lungo tempo; -questo è uno stato che lo angustia, e che sembra -toglierli qualche parte di quella vanagloriosa -dignità, che si è temerariamente attribuita. -Or siccome baldanzoso egli cimentasi -a discutere, o investigare i fenomeni della -natura, benchè desso ne ignori onninamente -l'essenza non meno, che le proprietà intrinseche -di quest'essenza, da quando il di lui -meschino sapere è ridotto al periodo estremo -dell'inscizia, esso ricorre ad una causa soprannaturale; -allorquando i fatti sono un poco -remoti, e che mancano i solidi principj da -<span class="pageno target" title="255" id="pag-255"></span> -mettere in campo, l'esatta distinzione del chimerico, -e del vero, riesce per esso lui un assunto -molto arduo ad intraprendere, ed eccessivamente -spinoso ad eseguire; la pigrizia naturale -dell'uomo, e la sua insita deficienza vi ripugnano -d'accordo, egli è in questo solo caso -ch'esso fa intervenire il prodigio, il quale fa -dissipare in un istante dalla sua mente tutte -quelle impossibilità che la rendevano come affatto -inerte, e paralizzavano tutto le di lui -ardite intraprese: <em class="cit" xml:lang="fr">Il est trop flatteur pour la -creature</em>, dice un pensatore illustre, <em class="cit" xml:lang="fr">de voir le -créateur bouleverser l'ordre préétabli en sa faveur</em>. -In questa circostanza come in tante altre di -simile natura, il suo circoscritto discernimento -non gli accorda l'adito a riflettere ch'egli è -positivamente impossibile che una cosa esista, -e non esista insieme ed un tempo medesimo. -Ecco il solo punto di rilievo, che servì molte -volte di appoggio a quegli uomini che vollero -farsi rispettare da' popoli, e che i primi conobbero -la sicura maniera di soggiogarli. -</p> - -<p> -Per poco che rivolgiamo con attenzione -l'Istoria, essa ci convincerà evidentemente ad -ogni tratto, che tutti i capi, e fondatori di -nuove Sette, in qualunque epoca del mondo, -hanno tentato di provare la lealtà delle loro -particolari missioni col mezzo di straordinarie -operazioni, variamente immaginate da essi -<span class="pageno target" title="256" id="pag-256"></span> -e di supposti prodigj <a id="FNanchor_172"></a><a href="#Footnote_172" class="fnanchor">(155)</a>. Ma avanti d'internarci -a conoscere il valore intimo, che religiosamente -dobbiamo noi attaccare a questi decantati -prodigj, analizzare ci è duopo, di passaggio -essenzialmente cosa mai sia per se medesimo -un miracolo. Ad una sì fatta ricerca, io odo -ripetermi essere questa una straordinaria operazione; -opposta del tutto direttamente alle -leggi della natura, preestabilite già da tempo -<span class="pageno target" title="257" id="pag-257"></span> -immemorabile dall'Eterno consiglio del suo -Divino Autore. Per altro, questa diffinizione -sembrami altro non essere che un semplice -raffinamento dell'idea che gli uomini ebbero -in origine del termine <em>miracolo</em>, cioè, <em>res miranda</em>, -<em>prodigium</em>, <em>portentum</em>, <em>monstrum</em>, cosa -ammirabile, che annunzia, cosa stupenda, che -reca novità, oggetto da mostrarsi come raro, ec.; -e in questo senso anche la stessa nostra esistenza -potrebbe fondatamente considerarsi un -continuato miracolo. -</p> - -<p> -Noi però ci siamo formati tutt'altra idea -del miracolo; questo è secondo l'opinione volgare -ciò che non era mai accaduto, e che -succedere mai non potrà in tempo alcuno; -come sarebbe, per esempio, il colloquio del -serpente con <em class="nome">Eva</em>; quello dell'asina con <em class="nome">Balaamo</em>; -la carrozza di fuoco che condusse nel Cielo il -Profeta <em class="nome">Elia</em>; la caduta delle mura di <em>Gerico</em> -al suono di tromba, e molti altri dell'ordine -medesimo, de' quali ci fa espressa menzione la -Scrittura. -</p> - -<p> -Comunque siasi però; l'opinione recentemente -adottata incontra delle forti opposizioni -dalla parte di certi stravaganti filosofi del secolo; -quindi poichè Dio è il sommo Creatore -di queste Leggi (ci ripetono essi temerariamente) -Dio che ha tutto preveduto, ed a cui -il passato, il presente, e l'avvenire, sono -<span class="pageno target" title="258" id="pag-258"></span> -sempre del pari ad esso in egual grado astanti, -come avrebb'egli mai contrariate queste Leggi -medesime che la sua ineffabile saggezza avea -imposte alla natura? Non potendo mai supporre -ch'esse fossero mancanti, si dovrà non per tanto -dunque opinare, che in certe circostanze quelle -più non si accordassero cogli eterni disegni di -quest'Essere Supremo, poichè si pretende farci -credere che ha esso dovuto sospenderle, o contrapporle? -Inoltre, come si oserà egli sostenere -che un Dio (questi audaci miscredenti persistono -ancora) il quale non ha potuto fare che -delle Leggi perfettissime, ed immutabili, ad -ogni esperimento, com'è la sua natura, sia -costretto ad impiegare de' cambiamenti ad oggetto -di fare sortire felicemente le di lui mire -divine, o che accordare voglia alle sue creature -l'assoluta possanza di operarli, onde la sua -eterna inalterabile volontà resti per ogni parte -compiuta? È egli credibile per alcun modo -(essi conchiudono infine) che un Dio Sommo, -ed infinito abbia d'uopo del concorso di un -essere terrigeno, e limitato affine di rendere -manifesti sopra la terra i alti ammirabili -prodigj? -</p> - -<p> -Or come superare tali obbjezioni, ed altre -moltiplici sì fatte, che baldanzosi mettono in -campo sovente i furibondi avversarj de' miracoli -contro di noi, che pervenuti siamo a conoscerne -<span class="pageno target" title="259" id="pag-259"></span> -i veri, ed a esperimentarne, ad ogni tratto, -i salutari effetti? La più efficace risposta che -potremmo noi addurre dalla parte nostra, si è -che le vie dell'onnipossente sono incomprensibili -per l'uomo, che un Dio il quale può creare, -e trarre le cose dal niente, e l'edifizio ammirabile -dell'universo dal Caos orrido, informe -in cui giacea sepolto, può altresì tutto rivolgere -egli stesso, a suo piacere, in via straordinaria, -e ad un tempo medesimo abilitare i suoi eletti -dell'assoluta facoltà di operare dei prodigj, i -quali viemaggiormente confermano in essi l'amore -e la venerazione per l'opifice supremo -della natura. -</p> - -<p> -Ma tuttochè le nostre adotte ragioni -sieno troppo bene fondate, ed inconcusse per -elleno medesime, pure i nostri pertinaci oppositori -le riguardano come un debolissimo -baluardo per la difesa a cui noi pretendiamo -di farle efficacemente servire; frattanto lasciamo -pure costoro immersi nel paludoso pelago -delle loro tenebre deplorabili, e procuriamo -noi di rischiarare le nostre colla fiacola eterna -dell'esimia incontaminata religione, che abbiamo -la felicità di professare <a id="FNanchor_173"></a><a href="#Footnote_173" class="fnanchor">(156)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="260" id="pag-260"></span> -</div> - -<p> -Ragionando però con quell'acume di cui -al provido Creatore piacque fornirci onde meglio -contemplare possiamo le di lui opere sorprendenti, -noi dunque stabiliremo che un miracolo -altro per se stesso non è (secondo ancora -gli odierni sani filosofi, ed i Teologi pure) -solo che un eccezione positiva, e reale alle -divine leggi preestabilite della natura: ma con -quali dati giudicare mai possiamo di un miracolo -senza un'esatta, e profonda cognizione -di tutto queste Leggi, che l'uomo, d'altronde, -in vano tenterebbe giammai di acquistare sopra -le terra <a id="FNanchor_174"></a><a href="#Footnote_174" class="fnanchor">(157)</a>? In tale precaria posizione di -<span class="pageno target" title="261" id="pag-261"></span> -deficienza, come potrebb'egli pervenire in alcun -tempo a discernere con qualche probabilità -il genuino carattere de' venerabili miracoli che -<span class="pageno target" title="262" id="pag-262"></span> -procedono dalla volontà immediata onnipossente -dell'arbitro disponitore de' Cieli, e della -terra, da quelli che propriamente non sono -che il mero effetto qualche volta dell'accidente, -bene di raro della scienza, e molto sovente -dell'astuzia <a id="FNanchor_175"></a><a href="#Footnote_175" class="fnanchor">(158)</a>? Mosè operava de' miracoli -<span class="pageno target" title="263" id="pag-263"></span> -sorprendenti: ciò è innegabile, ma frattanto -lo Scrittura medesima chiaro ci dimostra che -gli aruspici, ed i maghi dell'Egitto gli operavano -essi ancora con eguale successo (<em class="loc">Exod. -C. VII. v. 12</em>) non è già per questo che noi -titubiamo un solo momento a decidere quali -fossero fra questi que' prodigi emanati direttamente -da Dio, e quali conoscessero per prima -loro base l'artifizio, la scienza, o i sortilegj, -mentre tutto concorre intimamente a persuaderci -che altri fuori che il solo Mosè non potea -<span class="pageno target" title="264" id="pag-264"></span> -essere il vero depositario degli arcani supremi -di un Dio, e l'organo immediato della di lui -Eterna volontà ineffabile, ed altro io quì non -faccio che rendere un semplice ragguaglio meramente -dell'ardita incredulità di certuni per -rapporto a' miracoli; ma nulla ostante, questa -nostra convinzione riesce un debole sostegno -di difesa, contro gli assalti ostili degli avversarj; -nè ha per se stesso forza bastante a dissuadere -i filosofi del secolo da' loro opposti -principj, il quali prendono tanta maggiore possanza -nelle loro menti sovvertite, quanta è più esorbitante -l'affluenza de' miracoli di ogni -specie da cui osservasi inondata tutta la terra -dall'origine della sua popolazione fino a' tempi -nostri <a id="FNanchor_176"></a><a href="#Footnote_176" class="fnanchor">(159)</a>; ed a fronte di tutto il rispetto -<span class="pageno target" title="265" id="pag-265"></span> -che protestiamo di nutrire perpetuamente per -i sacri Codici, non meno che per tutto quanto -essi contengono; ci troviamo astretti a dovere -confessare con <em class="nome">Bayle</em>, che chiunque si è formato -delle vere idee dell'ignoranza, della -credulità, e dell'incuria del volgo, riguarderà -sempre mai le opinioni come altrettanto più -sospette; quanto che le ritroverà esso più stabilmente -propalate. Gli uomini, per la massima -parte, non esaminano niente, essi lasciansi -ciecamente condurre da un abitudine macchinale, -o dall'autorità, e le loro sacre opinioni -<span class="pageno target" title="266" id="pag-266"></span> -tradizionali specialmente, sono quelle appunto -ch'essi hanno meno il coraggio, e la capacità -di esaminare; e siccome non è loro permesso -di fare uso della propria ragione sopra questa -dilicata materia <a id="FNanchor_177"></a><a href="#Footnote_177" class="fnanchor">(160)</a>, essi debbono gemere -nel più torpido silenzio, e sopportare con paziente -rassegnazione il giogo ferale ch'essi -medesimi s'imposero. Quale solido vantaggio -possono recarci mai tutte quelle regole che -ogni settario non ha mancato di fornirci dal -canto suo, come sicure per discernere i veri -da' supposti miracoli, se una volta stabilita -questa distinzione, niuno fu mai più imbarazzato -per consolidare il suo trionfo sulle basi -medesime del principio già fissato? Questo inconveniente -procede da ciò che la regola è -presa quasi sempre dalla stessa natura delle -prove, che ciascuno si sente capace di produrre, -e sostenere; è appunto sopra un tale proposito -che un critico de' nostri tempi dicea: <em class="cit" xml:lang="fr">Un vrai</em> -<span class="pageno target" title="267" id="pag-267"></span> -<em class="cit" xml:lang="fr">faiseur de miracles pourrait trancher toute difficulté -quelconque à leur égard, en rendant la -vie à un homme au quel on aurait arraché le -coeur, ou coupé la tête: l'esprit raisonneur serait -bien humilié à la vue d'un tel prodige</em> (<em class="loc">Trait. -des mirac. Introd. p. 25.</em>) -</p> - -<p> -Ma ciò che più di ogni altra cosa concorre -a disgustare ogni niente illuminata, e -che noi non possiamo contemplare senza fremere, -malgrado il religioso trasporto che intimamente -nutriamo per i giusti, e per i bene -fondati miracoli, si è, oltre l'immensa quantità -di prodigj, non so come scaltramente introdotti -sulla scena del mondo, il vedere -adottare alla rinfusa come tali le azioni le -più ridicole, i più puerili aneddoti, e le favole -più insensate; è in vano che <em class="nome">Crisostomo</em> -ci ripete incessantemente che oggi la chiesa -più non opera per via di miracolo non avendone -più d'uopo, e che <em class="nome">Agostino</em> dopo di avere -seriosamente interrogato perchè mai que' miracoli -che operavansi altre volte più non si -miravamo ripetere a' giorni suoi, produce la -medesima ragione: <em class="cit" xml:lang="la">Cur</em>, dic'egli, <em class="cit" xml:lang="la">nunc illa -miracula quae praedicatis facta esse non fiunt? -Possem quidem dicere necessaria prius fuisse, -quam crederet mundus, ad hoc ut crederet mundus</em> -(<em class="loc">Aug. De Civit. Dei Cap. XXI.</em>) -</p> - -<p> -A fronte di tali autorevoli opposizioni -<span class="pageno target" title="268" id="pag-268"></span> -frattanto questi supposti prodigj ripullulare si -mirano bene di frequente fra gli uomini, e ciò -che di peggio si è coll'impronta il più delle -volte della menzogna, e della contraddizione <a id="FNanchor_178"></a><a href="#Footnote_178" class="fnanchor">(161)</a>. -</p> - -<p> -Da tutto quanto abbiamo fino ad ora significato, -non meno per ciò che riguarda le -profezie, che per quello che rapportasi a' miracoli, -o alle intuitive apparizioni che ne fanno -parte <a id="FNanchor_179"></a><a href="#Footnote_179" class="fnanchor">(162)</a>, può illativamente inferirsi che non -<span class="pageno target" title="269" id="pag-269"></span> -v'ha delirio più pericoloso nell'uomo di quello -da cui esso fu sempre mai predominato, cioè -di pretendere a tutta forza di rivelare quegli -arcani avvenimenti, che Dio volle rendere occulti -alla sua specie, avviluppandogli in una -oscura notte, senza lasciargli neppure la debole -speranza di potergli in alcuna maniera -penetrare <a id="FNanchor_180"></a><a href="#Footnote_180" class="fnanchor">(163)</a>. Egli si schernisce de' superbi -<span class="pageno target" title="270" id="pag-270"></span> -mortali che tentano di portare arditamente le -loro inquiete ricerche oltre il punto che fu ai -medesimi prescritto, e che all'umana deficienza -si compete. Fu ricercato un giorno ad un filosofo -ciò ch'egli opinerebbe se vedesse il sole arrestarsi -nel suo corso (cioè se l'annua rivoluzione -della terra intorno quest'astro cessasse); -se tutti i morti resuscitassero in sua presenza; -se gli uomini si metamorfosassero in bruti, e -<span class="pageno target" title="271" id="pag-271"></span> -tutto ciò per provare qualche verità importante, -come per esempio, l'efficacia del <em>Lampadario</em> -del <em>Sabato</em>, o la <em>grazia versatile</em>; ciò -che io penserei rispose il filosofo? Io mi farei -tosto Manicheo; io direi che avvi assolutamente -un principio nella natura che rovescia, e disordina -tutto ciò che un'altro avea precedentemente -disposto, e sistemato. -</p> - -<p> -V'ha poche persone sulla terra le quali -soddisfatte unicamente del presente, non inclinino -d'imbarazzarsi dell'avvenire; questa -esemplare condotta l'appannaggio de' sani, -e de' religiosi filosofi, essi sanno che è un eccesso -di demenza quello di tentare l'acquisto -della cognizione di ciò che per se stesso dovrà -essere eternamente impenetrabile alla mente -dell'uomo <a id="FNanchor_181"></a><a href="#Footnote_181" class="fnanchor">(164)</a>; e persuasi di non potere -<span class="pageno target" title="272" id="pag-272"></span> -risentire alcun solido vantaggio a sapere ciò che -dee necessariamente succedere, solo restano -paghi del presente, riconoscendo, per esperienza, -quanto riesce malagevole per l'uomo di -tormentarsi futilmente per l'avvenire: <em class="cit" xml:lang="la">Ne utile -quidem</em> (riflette sensatamente Cicerone) <em class="cit" xml:lang="la">est scire -quid futurum sit; miserum est enim nihil proficientem -angi</em> (<em class="loc">De Nat. Deor. Lib. III. Cap. 6.</em>) -</p> - -<p> -La facilità di credere, e l'orgoglio smodato -di volere tutto conoscere, verità infinite -volte rimarcata da' saggi, furono sempre mai -le due funeste inesauribili sorgenti di tutti gli -errori degradanti, che oscurarono i pregi della -primitiva religione de' popoli, e resero lo spirito -umano incapace di lumi, di coltura, e di ragione: -<em class="cit" xml:lang="fr">Dans tous les siecles, et dans tous les pays</em> -(osserva l'erudito <em class="nome">Freret</em>, <em class="loc">mem. de l'Acad. des -Inscrip. T. 23. p. 187</em>) <em class="cit" xml:lang="fr">les hommes ont été également -avides de connoítre l'avenir, et cette curiosité -doit être regardée comme le principe de -presque toutes les pratiques superstitieuses qui ont -defigurée la Religion primitive chez tous les peuples</em>. -</p> - -<p> -I veri dotti parlano dubbiosamente delle -cose dubbiose, e non esitano di confessare con -ingenuo candore, la loro propria incapacità relativamente -a quelle che oltrepassano la portata -dello spirito umano; è ben vero ch'essi credono -di sapere molto meno cose di ciò che orgogliosamente -vantano coloro che pretendono -<span class="pageno target" title="273" id="pag-273"></span> -tutte conoscerle; ma almeno i primi sono garantiti -di quelle ch'essi sanno, quando gli -ultimi all'opposto ignorano eziandio quelle -ch'essi immaginano di conoscere con evidenza. -</p> - -<p> -Quanti prodigj sparirebbero, in fine dalle -menti ottenebrate de' popoli, quanti miracoli -cesserebbero di essere tali in faccia di essi, se -gli uomini volessero assumere l'ardua impresa -di ripiegarsi un solo istante sopra essi medesimi, -di ponderare accuratamente tutto ciò che si -passa nel loro proprio individuo, e in tutti gli -esseri che gli circondano; eglino allora si assicurerebbero, -con positiva certezza, della causa -necessaria che tutto regge, che tutto dispone, -ed alimenta nell'universo, essi riconoscerebbero -altresì con perfetta cognizione di causa, che -ciò che volgarmente chiamasi miracolo, prodigio, -cosa straordinaria, altro per se stesso -non è che la conseguenza immediata della -maniera di esistere del nostro mondo, di cui -il disordine apparente, o reale, rientra nell'ordine -preestabilito dal provido consiglio del suo -Eterno Creatore. Con tale mezzo essi resterebbero -ampliamente convinti di una verità sì -urgente, e sì essenziale alla loro felicità, ed -alla loro tranquillità inalterabile: quindi è -perchè la natura, non meno che le sue intime -proprietà saranno mai sempre un mistero indissolubile -per l'uomo, il quale spera indarno di -<span class="pageno target" title="274" id="pag-274"></span> -penetrarvi giammai, fino a tanto che desso non -si determinerà di proposito ad opinare, ed a credere -fermamente col più saggio filosofo della -Grecia (<em class="nome">Socrate</em>) che le cose che sono al di -sopra della condizione umana, riescono affatto -straniere per noi, e sotto qualunque siasi aspetto -che si riguardino, concernere non ci possono -giammai di sorte alcuna, come appartenere -non potrebbe al corpo nostro un sesto senso -esterno, di cui non potremmo in verun modo -concepire un'idea. -</p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_172"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_172"><span class="label">(155)</span></a> -Molti Legislatori ancora intenti a rendere i popoli più -rassegnati alle nuove instituzioni che volevano propalare fra di essi, -facevano eglino credere di possedere il dono soprannaturale di tutte -le arti, di tutte le scienze, di tutte le virtù possibili, mediante -le continue divine intuizioni delle quali dicevano essere quelli suscettibili; -<em class="nome">Osiris</em> facendo supporre di avere acquisito dal Cielo -l'arte dell'agricoltura, in sommo grado, divenne col mezzo di tale -inganno, il Legislatore, l'arbitro, e il Dio dell'Egitto; <em class="nome">Licurgo</em>, -e <em class="nome">Solone</em> dicevano di essere secondati dagli oracoli; <em class="nome">Zeleuco</em>, e -<em class="nome">Pitagora</em> vantavano entrambi d'accordo di essere inspirati da -<em class="nome">Minerva</em>; <em class="nome">Romulo</em> sosteneva di essere guidato dal Dio <em class="nome">Consus</em>; -<em class="nome">Zoroastro</em> governò i Persiani in nome di <em class="nome">Oromaze</em>; e <em class="nome">Brama</em> -faceva suppone di avere ottenuta dall'invisibile monarca dell'universo -la dottrina che ha esso propalato nell'<em>Indostan</em>; <em class="nome">Thor</em> e -<em class="nome">Odin</em> legislatori de Visigoti davano ad intendere di essere essi medesimi -due numi discesi dal Cielo; qualunque delirio nel <em>fondatore -dell'Islamismo</em>, e per sino gli accessi epilettici de' quali, -seguendo l'Alcorano, era egli suscettibile sovente, portavano presso -i suoi Settarj, un impronta sovrumana. <em class="nome">Gengiskan</em> facevasi riguardare -figlio unigenito del Sole, e come tali si annunziavano parimenti -a' Peruviani <em class="nome">Manco Capak</em>, <em class="nome">Coja mama Oello huaco</em> sua -sorella, e sua moglie. -</p> - -<p class="foot"> -Ecco finalmente come da un confine all'altro del globo tutti -i suoi abitatori, senza forse eccettuarne alcuno hanno piegata la -cervice sotto il giogo ignominioso del fanatismo. <em class="nome">Confucio</em> è forse -il solo fra tutti i Legislatori antichi, che abusato non abbia della -credulità de' suoi Chinesi. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_173"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_173"><span class="label">(156)</span></a> -Le sole sacre pagine sono l'unico, ed il più solido -appoggio che noi abbiamo per autenticare con qualche fondamento, -la verità de' miracoli; esse ci offrono ad ogni tratto lo riprove le più -convincenti della certezza de' medesimi; ma siccome i miscredenti -non fanno un gran caso delle scritture, non si saprebbe a qual -efficace partito appigliarsi per confonderli: quindi è che noi non -abbiamo che limitarci a credere, e a desiderare ch'essi credano con -quella medesima sommissione che noi crediamo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_174"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_174"><span class="label">(157)</span></a> -Infatti l'ignoranza della quale parliamo ci trascina sovente -nel baratro degli smarrimenti i più pericolosi, ed i più materiali; -quante volte si è veduto, e mirasi tuttodì prendere dal -volgo per miracoli i fenomeni della natura i più triviali, ed anche -il risultato dell'esperimento di qualche scienza? La chimica curiosa -ha delle trasmutazioni, detonazioni, esplosioni, fosfori, pirofori, -combustibili, terremoti, ed infinite altre supposte meraviglie da -fare gelare di stupore il volgo ignaro che le osservasse: <em class="cit" xml:lang="it">Datemi -dell'olio di Gajac, con discreta dose di spirito di nitro, ed -io vi faccio de' prodigi sorprendenti</em>, diceva l'eloquente -<em class="nome">Wolston</em>. -</p> - -<p class="foot"> -Non v'ha che le gesta meravigliose che possano fare credere -le cose che hanno l'apparenza di soprannaturali, mentre questo non -potranno essere giammai a sufficienza contestate dalla sola testimonianza -degli uomini. <em class="nome">Jesué</em>, e tutta la di lui armata crederono, -</p> - -<p class="foot"> -d'accordo, che il Sole si arrestasse in <em>Gabaon</em>, perchè (come giustamente -lo riflette un dotto fisico moderno) ignoravasi generalmente -a que' tempi, che la grandine di cui l'atmosfera trovasi pregna -potea fare allora una refrazione de' raggi del Sole assai maggiore -dell'ordinario: <em class="nome">Jsaia</em> non conosceva la natura de' <em>parelj</em>, allorch'egli -sosteneva ad <em class="nome">Ezechia</em> che il Sole avea retrogradato nel quadrante -della Corte. Non era mai possibile allora di avere solo che una -certezza morale di tuttociò che asserivano i Divinizzatori, ed i -Profeti, come certo, e dimostrato, atteso che i segni naturali -erano del tutto generalmente sconosciuti. Per quanti secoli si è -riguardato l'<em>Iride</em> nel mondo come un vero miracolo, avanti che -la fisica c'istruisse delle proprietà intrinseche della luce, e prime -che si fosse pervenuti a conoscere, che le semplici refrazioni, e -reflessioni de' raggi del Sole nelle goccie sferiche di pioggia formavano -unicamente questo vago fenomeno? Non più che soli due -secoli da noi distante non si vide annoverare fra i prodigi gli ecclissi, -e le apparizioni delle Comete? (<em class="loc">Bayle Pens. sur la Com.</em>) -Gli storici che hanno scritto in que' tempi ne fanno delle descrizioni -sì terribili, e sì ampollose che se noi fossimo ignari della -natura di simili fenomeni, dovremmo impallidire leggendo ciò -ch'essi ne dicono. Il vero si è che da quando si ha l'immaginazione -alterata da fantasmi, e da chimere, più non si scorge negli -oggetti che ci percuotono niente di ordinario, nè di comune: tutto -diventa straordinario, grande, e sorprendente. -</p> - -<p class="foot"> -Or per disingannarci di tali grossolani errori, che denigrano -oltremodo la dignità dell'uomo, non abbiamo che studiare diligentemente -il Codice ammirabile della natura, e noi resteremo allora -sorpresi dalle infinite risorse ch'ella ci offre, e ad un tempo -medesimo convinti delle tante mostruose illusioni colle quali noi -sembravamo un giorno inseparabilmente collegati; ma la base fondamentale -delle nostre ponderate asserzioni non è già quì solo che -noi possiamo rinvenirla; io mi dispongo a metterla nel più chiaro -giorno, mediante le dimostrazioni evidenti che mi emergerà di -fare sopra questo soggetto nella progressione del presente Capitolo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_175"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_175"><span class="label">(158)</span></a> -Tutti i religionarj, a qualunque setta che appartengono, -sostengono unanimi che Dio non permetterà giammai, che -l'uomo profano faccia de' miracoli, ad oggetto di rendere più accreditati -i propri errori. Tale è per se stesso il principio generale -su di cui ogni religione si appoggia per rigettare i miracoli vantati -da un'altra setta differente, e fare solo valere quelli che la -medesima decanta; ma con quali mezzi pervenire a conoscere in -simile caso il vero miracolo da quello che non lo è, come fra -i tanti che ogni popolo si fabbrica, e di cui non solo gli ebrei, -ed i Cattolici ma tutto il gentilesimo n'è pieno, come, dico, -potremo noi giugnere a discernere il divino, dal diabolico, il sacro -dal profano? A quale spinoso imbarazzo non ci esporrebbe mai un -semplice confronto? Mosè percuotendo un sasso colla sua verga -ne fa scaturire una sorgente di acqua viva (<em class="loc">Exod. Cap. 18. v. 5</em>) -Maometto, per quanto assicurano i suoi Settarj, faceva stillare -l'acqua dalla estremità delle proprie sue dita (<em class="loc">Echell. Ist. P. III. -Cap. 20</em>) <em class="nome">Bacco</em> ha operato il medesimo prodigio mediante la -supposta virtù del suo <em>tirso</em> (<em class="loc">Diod. Sicu. L. IV. Nonn. Dion. -Plin. Lib. XIV</em>, e tutti i mitologici). <em class="nome">Jesuè</em> arresta il sole in -<em>Gabaon</em> (<em class="loc">Giud. Cap. X. v. 12</em>), presso i Pagani si fa parimenti -arrestare quest'Astro, e retrogradare per non essere testimonio -dell'azione orribile di <em class="nome">Astrea</em>, contro i figli di <em class="nome">Tieste</em> suo fratello -(<em class="loc">Hist. Poet. Bann. Dict. art. Astrée</em>); ed il Cristianesimo pretende -che il Sole siasi pure arrestato nel suo corso (conforme -l'opinione astronomica di que' tempi) l'anno 1547, in favore di -Carlo V., per dare alla sua armata il tempo di sconfiggere il Duca -di Sassonia, e le falangi Protestanti (<em class="loc">Maimb. Hist. du Luther. -T. II. pag. 164</em>). <em class="nome">Eliseo</em> resuscitò un bambino morto, sanò un -infermo di Lebbra (<em class="loc">Reg. II. Cap. 4 e 5</em>) <em class="nome">S. Giovanni</em> asserisce -che Cristo resuscitò Lazzaro, e vari altri dopo morti, sanò degli -ammalati; <em class="nome">Filostrato</em> ci assicura che <em class="nome">Apollonio Tianeo</em>, non solo -resuscitò una fanciulla morta il medesimo giorno de' di lei sponsali, -ma che si resuscitò egli stesso (<em class="loc">Phil. in vit. Apoll.</em>) E quante -malattie credute disperate non guarirono <em class="nome">Esculapio</em>, <em class="nome">Ippocrate</em>, -<em class="nome">Galeno</em>, ed <em class="nome">Apollonio</em> medesimo? Chi inclinasse d'innoltrarsi -vieppiù in simile confronto, non ha che percorrere assiduamente -<em class="nome">Tucidide</em>, <em class="nome">Tito Livio</em>, <em class="nome">Plinio</em>, <em class="nome">Tacito</em>, <em class="nome">Valerio Massimo</em>, <em class="nome">Suetonio</em>, -e alcuni altri. -</p> - -<p class="foot"> -Ma io non finirei sì tosto, se tutti riportare io quì dovessi -gl'innumerabili altri straordinari prodigi che servono di appoggio -a tutte le sette odierne, e che posti al confronto con quelli che -ci offre l'intero paganesimo, si troverebbero in valore equivalenti, -benchè in numero di gran lunga inferiori. -</p> - -<p class="foot"> -Or quale dunque di questi, replico, avrà mai per assoluta -sua causa immediata l'Essere Supremo che adoriamo, e quale avrà -tratta primitiva sorgente dalle altre indicare cause più comuni, e -secondarie? Questo è il gran problema più di ogni altro interessante -che sarebbe oltremodo necessario di sciogliere cautamente onde -confondere, e ammutolire i filosofi increduli i quali appoggiati alle -loro scienze esperimentate, osano insieme tutti rigettarli ciecamente, -persuasi di poterne ritrovare le cagioni efficienti o nell'arte raffinata, -ovvero nella natura; ma questo sarà sempre mai un arcano -impenetrabile per il volgo, di cui la tradizione gli comanda di -credere senza esame, di abdicare alla ragione, di condiscendere, e -tremare. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_176"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_176"><span class="label">(159)</span></a> -Allorchè gli autori antichi parlarono di un miracolo -(come giustamente riflette l'illuminato autore della <em class="loc">Philosophie -du Bon sens T. I. Reflex. I. p. 65</em>) attribuendogli qualche avvenimento -considerabile, sarebbe da desiderarsi ch'essi avessero sviluppato -in quale guisa era stato il medesimo prodotto, indagando se -un simile fatto era accaduto in seguito di una causa soprannaturale, -ovvero mediante una ordinaria, e regolare, cagionata dall'idea, e -dall'impressione di un miracolo sullo spirito ammaliato de' popoli. -Ad alcuni, per altro è sembrato che molti di essi non abbiano -presa cura di compilare tanti prodigj, che o affine di rendere le -loro Istorie più rispettabili, o ad oggetto di uniformarsi ai tempi -ne' quali erano essi cotanto in voga fra le nazioni, siccome fecero -<em class="nome">Erodoto</em>, <em class="nome">Tito Livio</em>, e vari altri i quali ritrovando le Istorie -precedenti piene di sì fatte estraordinarie visioni, essi non avrebbero -potuto sopprimere le loro, senza scandalizzare i popoli che -non erano meno superstiziosi a' loro tempi di ciò che lo fossero -quelli de' secoli antecedenti; si potrebbero sopra tale proposito asserire -con un profondo Inglese che: <em class="cit" xml:lang="en">The mistakes of our ancestors -are the rising of ours: and the ours will increase those of our -Children</em> (Bolingbroek). -</p> - -<p class="foot"> -Presso che tutti gl'Istorici delle Nazioni che conosciamo -sono pieni di puerilità, e di pie chimere, le quali renderanno sempre -mai le loro opere in questa parte spregevoli alle menti illuminate. -Gli scrittori che ci hanno trasmesse le Istorie delle crociate (come -lo rimarca il testè preallegato autore), le hanno riempiute di tanti -miracoli sì opposti alla ragione, che si può riguardare come inutile -di mostrarne la falsità e il ridicolo: i popoli che viveano in -que' secoli aveano lo spirito abbacinato talmente d'incantesimi, di -prodigj, di sortilegj, e di supposti miracoli, che anche gli uomini -più accreditati, che facevano in quelle epoche l'ammirazione dell'universo, -e la testimonianza de' quali è riguardata con tanto rispetto, -non hanno potuto resistervi, non ebbero forza bastante per garantirsene: -quindi è che <em class="nome">Platone</em>, <em class="nome">Appiano</em>, <em class="nome">Pausania</em>, <em class="nome">Plutarco</em>, -<em class="nome">Cicerone</em>, <em class="nome">Porfirio</em>, <em class="nome">Jamblico</em>, <em class="nome">Sozima</em>, <em class="nome">Procopio</em>, <em class="nome">Diogene</em> -<em class="nome">Laerzio</em>, ed un gran numero considerabile di altri uomini scienziati, -si sentirono tutti attrarre invincibilmente, dal meraviglioso -per quelli; tutti, o furono d'accordo testimonj oculari di gesta -prodigiose, od appresero da altri a raccontarle. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_177"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_177"><span class="label">(160)</span></a> -Fu sovente rimarcato da qualche genio insigne, che -l'uomo appena comincia a contrarre l'abitudine del raziocinio, e -della riflessione, perviene agevolmente a disingannarsi della tradizione, -a conoscerne gli assurdi, a scoprine le stravaganze; è appunto -perciò probabilmente che coloro i quali ebbero un interesse -di perpetuare sopra la terra fra gli uomini i malefici prestigj della -tradizione, non seppero come meglio riuscirci che imponendo un -eterno silenzio agli stimoli della ragione, condannandoli come perniciosi -oltremodo alla salute dell'uomo, e per conseguenza indegni -di un anima religiosa, la quale è, secondo loro, in dovere di -tutto credere macchinalmente alla rinfusa. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_178"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_178"><span class="label">(161)</span></a> -Chi spignere volesse la propria curiosità fino a verificare -la genuina verità di tutto quanto è stato da noi fin quì esposto -non ha che percorrere <em class="nome">Palladio</em>, <em class="nome">Sulpizio Severo</em>, <em class="nome">Mabillon</em> (vita -di <em class="nome">S. Bernardo</em>) Le gesta de' <em class="nome">P. P. del Deserto</em>, il gesuita <em class="nome">Gazée</em> -(<em class="loc">Pia hilaria</em>); Le conformità di <em class="nome">S. Francesco</em> con <em class="nome">G. Cristo</em>, -e molte altre istoriette di tale natura, ed caso vi ritroverà soggetto -di che conchiudere fremendo, che que' menzionati filosofi nostri -accaniti avversari (sebbene riprovabili sempre a questo solo riguardo) -non aveano certamente tutto il torto di sostenere, che le leggende -di questi nuovi operatori di miracoli, debbono fare per se stesse -revocare in dubbio una gran parte di ciò che si avea scritto degli -antichi. Si dirà pur troppo che i Talmudisti hanno accreditate delle -favole mostruose, ma soggetti non ci appariscono per certo a quei -vaneggiamenti di spirito che ci fanno raccapricciare in quelle; ed -io oserei, per ultimo, insistere colla più ferma persuasione, che vi -sono più inezie, e più assurdi nella sola vita di <em class="nome">S. Maria Alacoke</em> -ed in quella di <em class="nome">S. Vincenzo Ferrerio</em>, che in tutte le opere immense -de' rabbini dell'Israelismo, checchè ne abbondino quelle in profusione. -</p> - -<p class="foot"> -Egli è così che molti riscaldati entusiasti lusingati di sostenere -in tale guisa la religione della quale si fanno essi i sostegni, -e i difensori, porgono le armi fra le mani degli avversarj che -vogliono attaccarla. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_179"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_179"><span class="label">(162)</span></a> -Per nulla ommettere di tutto ciò che può avere qualche -prossima, o lontana analogia coll'assunto che trattiamo, non mi -sembra ora inopportuno di avvertire che anche le tante apparizioni, -delle quali tutti i codici delle Sette odierne sono ripieni, -possono parimente ritrovare il loro confronto, nel modo appunto -che lo ritrovano le operazioni straordinarie nella storia medesima -dell'antichità pagana. <em class="nome">Cicerone</em>, il di cui solo nome ne forma il -chiaro elogio, dice seriosamente che gli Dei si sono fatti vedere -sovente dagli uomini, di una maniera sensibile, ed evidente: -<em class="cit" xml:lang="la">Præsentiam sæpe Divinam declarant, sæpe visæ formæ Deorum</em> -(<em class="loc">De Nat. Deor.</em>) <em class="nome">Plutarco</em> che tutto il mondo colto conosce, -asserisce fermamente che nel territorio della Sicilia esisteva una -Città, dove la madre degli dei avea un tempio dedicato ad Esculapio, -e nel quale gli Dei e le Dee apparivano assai di frequente. -<em class="cit" xml:lang="la">Enquinnum Siciliæ oppidium, non magnum, sed pervetustum, -et Dearum apparitionibus nobile</em> (<em class="loc">Phit. Tract. de Orac.</em>) -</p> - -<p class="foot"> -Questo è stato realmente in ogni tempo un pregiudizio generale -diffuso, e inveterato in tutte le regioni del mondo abitato -dall'uomo, che gli Dei apparivano sulla terra, sotto una, od altra -simbolica figura differente per ricompensare o per punire; i Tartari -lo assicurano di <em class="nome">Foh</em> (<em class="loc">mem. du P. le Comte</em>) lo dice Erodoto di -<em class="nome">Apis</em> (<em class="loc">Heliod Lib I. e Mair. Saturn.</em>); ed i Magi dell'Egitto -lo asseriscono delle loro supposte Divinità (<em class="loc">Voy. en Pers.</em>). Gli -abitatori dell'Isola Formosa credevano costantemente unanime che -il loro Dio si manifestasse, ora sotto la figura di un bue, ora sotto -quella di un Leone, e qualche volta pure in sembianza di Elefante -(<em class="loc">Taver mandes. Voy des Indes</em>). -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_180"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_180"><span class="label">(163)</span></a> -Io già feci altrove dimostrativamente conoscere, come -nostro malgrado confessare dobbiamo che dopo di avere dedicate -tutte le nostre ponderate ricerche agli studj i più profondi, pervenire -con certezza mai non potremo ad une fisica dimostrazione della -benchè minima verità speculativa. È ben vero, per altro, che l'autore -Supremo dell'Essere nostro, permettere non volle che l'uomo -fosse possessore di un sapere dimostrativo al di là di un limitato -confine; ma d'altronde non si può immaginare senza errore, che -abbia esso perciò lasciata la specie nostra immersa nell'ignoranza -universale delle cose, giacchè, al contrario, veggiamo quali chiare -vestigia, e quali segni evidenti ha esso accordati alla medesima, -onde con essi possa quella giugnere al discernimento di certe verità -che sono ad essa più necessarie. Ma l'orgoglio umano crede tutto -abbracciare, tutto lusingasi di conseguire con queste deboli traccie, -e l'uomo frattanto, circoscritto dalla più tenebrosa ignoranza, superbo -esulta di una chimerica dottrina; esso crede che niente di -tutto ciò che si offre alla sua mente sia sufficiente a pascolarla; -esso tutto intraprende, tutto combatte, e poco egli conosce, nulla -conchiude; qualunque oggetto basta per confonderlo, per atterrirlo, -e se l'ambizione sua interroghiamo di qualche assunto, per es. -<em class="cit" xml:lang="it">Cos'è mai l'uomo?</em> Di spirito, e di materia è l'uomo composto, -esso risponde; ma in quale modo, replico, dimostrare fisicamente -si potrebbe sì prodigiosa unione? Come due sostanze cotanto fra -di esse opposte diametralmente, possono a vicenda unirsi per farne -quindi risultare un corpo che agisca, un essere pensante? L'intima -natura qual'è di quest'essere agente? E cose di tale guisa gli ricerchiamo, -sventurato! Ecco ciò che mette il colmo al di lui estremo -smarrimento, ecco lo spirito suo illuso miseramente vaneggiare -nell'infinito (ved. <em class="loc">l'ann. 14. del T. 1. delle Notti Camp. p. 53.</em>) -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_181"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_181"><span class="label">(164)</span></a> -È molto più sicuro, o commendevole per l'uomo, dice -un'illustre antico (benchè non fosse questi dotato di altri lumi -fuorchè di quelli della propria sua ragione) di credere le operazioni -della Divinità, che di volerle approfondire: <em class="cit" xml:lang="la">Sanctius est, ac -reverentius de actis Deorum credere, quam scire</em> (<em class="loc">Tacit. de -morib. Germanor.</em>) Infatti a quale smarrimento deplorabile non si -mirano soggetti coloro che tentano d'investigare gli arcani che Dio -volle rendere incomprensibili alla frale intelligenza rimane? V'ha -egli follia più orribile per un essere limitato di quella di volere -penetrare ciò che di gran lunga osservasi eccedere la sfera circoscritta -delle umane cognizioni? Questa è una taccia che la temerità -di vari filosofi antichi ha debitamente meritata. <em class="nome">Platone</em> dicea -non istimare atto religioso quello di esaminare le opere dell'Essere -Supremo, nè di fare uno studio profondo sulle natura delle cose -(<em class="loc">De Legib. Lib. VII.</em>) -</p> -</div> - - - -<h2 class="capitolo" id="cap-XX"> -<span class="pageno target" title="275" id="pag-275"></span> -CAPITOLO XX. -</h2> - -<p class="subtitle"> -Istruzioni generali preparatorie per sistemarci -solidamente su' fondati principj -da noi fino ad ora stabiliti in proposito -di Culto, o di Religione. -</p> - -<div class="image-center"> - <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" /> -</div> - -<p class="primo"> -S'è vero, come fermamente lo pretende -il <em class="nome">Macchiavelli</em> (<em class="loc">Lib. III. Disc. I. sulla Deca -di Tito Livio</em>) che se si vuole che una setta, -od una Religione qualunque, mantengasi lungamente -sopra la terra, è necessario ritirarla -molto sovente verso la sua primitiva origine; -l'assunto già da noi esaurito il primo, che -riguarda un tale importante soggetto, e che -tende precisamente ad un sì ottimo fine, ben -lungi dall'oscurare gli alti pregj che il mondo -ha in ogni tempo giustamente ammirati nella -credenza edificante professata da' primi Patriarchi -del popolo d'Israel, e tutt'altro che diminuirne -il valore in faccia di esso, come assurdamente -opinare si potrebbe da taluni, il -medesimo non si aggira che a ridurla con ogni -possibile chiarezza tale precisamente per se -stessa, quale appunto conosciuta, e praticata -l'ebbero un giorno felicemente i suoi primi -institutori, ed a renderne il prezzo, senza -<span class="pageno target" title="276" id="pag-276"></span> -comparazione, assai più inestimabile, e più -raro di ciò ch'esso lo era ne' tempi odierni. -</p> - -<p> -E s'è d'altronde indubitato, siccome infinite -riprove concorrono ad autorizzarlo, che -la stessa religione, altro per se medesima non -è, che una malattia dell'intelletto laddove -manchi ad essa le guida infallibile della ragione, -e sempre che non riconosca per suo -appoggio primo, ed essenziale il buon senso, -e l'istruzione; la materia, che noi entriamo -successivamente a trattare nel secondo volume -di quest'opera, dovrà tanto più interessante -riuscire, quanto che si prefigge per iscopo di -dimostrare quest'urgente verità col chiarore -dell'evidenza. -</p> - -<p> -Or sebbene quanto fu da noi significato -estesamente fino ed ora, perciò che rapportasi -alla prima in particolare, prescindendo, per il -momento, da quello che l'ultima concerne, di -cui ci disponghiamo a ragionare partitamente -nella prima opportuna circostanza, parrebbe -escludere qualunque ulteriore osservazione che -aggiugnere si potesse in proposito di quella; -ma sul riflesso troppo contestato dall'esperienza, -che in siffatte materie specialmente l'affluenza -delle prove, lungi dal riuscirvi intempestiva, -o recarne un pregiudizio, essa contribuisce -a renderle più nitide, e farne chiaro -<span class="pageno target" title="277" id="pag-277"></span> -spiccare i veri pregj, e in una parola, a richiamarle -a quel grado luminoso di perfezione -di cui possono quelle essere suscettibili; così -ho stimato un oggetto alquanto utile, e conveniente -di corredare i fondati principj da noi -esposti di quelle istruzioni che a me sembrarono -le più ovvie, e le più necessarie, onde -basare da una parte sopra fondamenti durabili, -ed inconcussi la propostaci Riforma religiosa -del Popolo d'Israel; dissipare dall'altra -quella taccia odiosa di miscredenza, o di -temerità che mi potesse essere malignamente -imputata da qualche fanatico settario; e convincere, -per ultimo, quella stessa nazione alla -quale sono le medesime onninamente dirette, -dell'integerrima rettitudine delle mie fraterne -intenzioni a suo riguardo, non meno che dell'intensa -profonda venerazione che ho per moltiplici -volte, con intimo senso protestato nutrire -per l'eccelso inalterato Culto unicamente -al quale mi felicito, con vera esaltazione, di -appartenere io pure. Ma passare, ci è ora d'uopo -a convincercene, senza, mistero coll'esplicita, -ed esatta esposizione delle medesime. -</p> - -<p> -Molti pensatori profondi si fecero ed opinare, -che l'affluenza di tradizioni delle quali -trovasi ogni Setta eccessivamente avviluppata, -forma una solida presunzione che sono tutte -basate sopra deboli appoggi, e sopra de' sistemi -<span class="pageno target" title="278" id="pag-278"></span> -erronei oltremodo, e inconseguenti <a id="FNanchor_182"></a><a href="#Footnote_182" class="fnanchor">(165)</a>; infatti, -se fosse vero che per il solo mezzo di -quelle Dio avesse voluto fare generalmente -conoscere il vero Culto che gli esseri umani -debbono prestargli, ne verrebbe per assoluto -corollario che questo Culto non ci comparirebbe -sì alterato; e sovente sì deforme per -opera unicamente della stessa tradizione, siccome -fu già da noi per tante volte opportunamente -dimostrato, e questa dovrebbe essere -altresì per tutti eguale, poichè le cose indispensabili -per tutti gli enti ragionevoli debbono -essere necessariamente identiche, e uniformi; -sia di ciò la verità, che tutte le nazioni civilizzate -del mondo riconoscono un Essere -Supremo, perchè i principj della ragione universale -sono in ogni senso comuni a tutte -<span class="pageno target" title="279" id="pag-279"></span> -quante; dal che illativamente deducono i filosofi, -che questa cognizione è per se stessa il -resultato di una verità positiva, e irrefragabile <a id="FNanchor_183"></a><a href="#Footnote_183" class="fnanchor">(166)</a>; -ma siccome ognuna di quelle sette -riconosce, e sostiene una tradizione differente -non solo, ma bene di frequente anche opposta -a quella di un'altra (nel modo che lo abbiamo -noi più volte rimarcato) esse debbono dunque -conchiudere fermamente che avendo efficace -inoppugnabile ragione di conoscere, e adorare -un Dio Supremo, esse hanno grave torto di -ammettere tutto ciò che immaginarono ciecamente -oltre questo confine per ogni motivo -consolante, e indispensabile. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="280" id="pag-280"></span> -</div> - -<p> -Quando ancora taciuti stati fossero da -noi que' tanti altri motivi, quì all'emergenza -riportati, che concorrono ad estenuare onninamente -quella supposta forza prodigiosa, che -ogni popolo della terra, come lo abbiamo altrove -osservato, pretende superiormente attribuire -alle sue vantate particolari tradizioni, -l'efficace conseguenza testè riportata, che i -filosofi ne traggono, forse non sarebbe quella -sola sufficiente per abbatterla interamente, per -annientarla? Ma per sciagura universale i -popoli, e Israel fra questi, bene lontano dal -restarne quanto basta intimamente penetrati, -e convinti, sembrami, al contrario, che a gran -passi retrogradi, arretrino d'accordo senza -posa verso la culla fatale de' loro vetusti -acquisiti smarrimenti, ed il peggio si è, con -troppo debole speranza di potere giugnere a -sottrarneli giammai <a id="FNanchor_184"></a><a href="#Footnote_184" class="fnanchor">(167)</a>. -</p> - -<div> -<span class="pageno target" title="281" id="pag-281"></span> -</div> - -<p> -Eppure malgrado un ostacolo sì tenace, e -sì invincibile in apparenza, parmi oggi dimostrato, -che i progressi dell'istruzione avevano -già eccitati a' nostri giorni spontaneamente una -discreta frazione di ebrei a segregare dalla -loro inveterata legge, non meno scritta che -orale le instituzioni essenziali al loro Culto, da -quelle che non sono che accessorie meramente -e suscettibili di innovazioni nello stato politico, -e civile; alcuni di essi pervenuti essendo a -sopprimere omai le tante inutilità delle quali -gli scritti de' Rabbini sono pieni, che ad altro -non servono, come provammo, che ad oscurare -i veri pregj della tersa Religione, senza renderne -migliori gli osservanti; e tanto fu questa -una verità chiaramente riconosciuta da' medesimi -Israeliti che nell'Anno 1800, una Società -di ebrei olandesi pubblicò una deliberazione -di non riconoscere in avvenire che la Religione -pura, e consolante di Mosè, e di rigettare -onninamente tutte quelle istituzioni che fino -a quell'epoca erano denominate, <em>Leggi Talmudiche</em> -(Vedi <em class="loc">Racc. degli Atti dell'Assembl. degli -Israeliti p. 72</em>); e in fatti questa benemerita -società avea già attirati un'affluenza considerabile -d'Israeliti; indi nel 1801, fu progettato -<span class="pageno target" title="282" id="pag-282"></span> -di convocare un congresso generale, ad oggetto -di richiamare in Luneville i rappresentanti di -tutti gli ebrei dispersi nelle differenti regioni -dell'Europa, affine di sanzionare, e rendere -più amplia, e più autorevole la previa -motivata Riforma: è bene da congetturarsi -con ogni fondata sicurezza, quale potesse essere -effettivamente il vero scopo fondamentale -di sì fatto congresso; questo non tendeva, in -une parola, che al disegno identico medesimo -che ci siamo noi proposti, cioè, di sostituire -una sana, e metodica Religione, alle pratiche -superstiziose, degradanti, e antisociali, che -al massimo detrimento della medesima, se ne -facea sostenere il carattere, e le veci. -</p> - -<p> -Or perchè mai una disposizione sì provvida -per se stessa, e sì salutare, non ha essa -potuto ritrovare in alcun tempo nel grembo -della chiesa giudaica solo che pochissimi partigiani, -e imitatori? L'unica, e la vera cagione -di simile deficienza ripetere solo noi la possiamo -giustamente dal non essersi ritrovato giammai -qualche individuo Israelita fermo, e zelante -a quel punto dell'onore, e de' solidi vantaggi -della propria sua nazione, fino a ridurre in -sistema le teorie necessarie per condurla con -propizio successo all'arduo desiderato intento -di una perpetua indefettibile rigenerazione, -non meno per tutto ciò che ha un immediato -<span class="pageno target" title="283" id="pag-283"></span> -rapporto colla credenza professata da quella, -che relativamente a' suoi costumi, così pure -che all'istruzione. Ma con quel fronte immaginarne -la difficile impresa, e chi mai di altronde -azzardatone avrebbe fra gli uomini una -pronta esecuzione senza grave rovinoso pericolo <a id="FNanchor_185"></a><a href="#Footnote_185" class="fnanchor">(168)</a>? -Malgrado che una sì triste verità -rendasi pur troppo innegabile ad ogni esperimento, -e che que' numerosi esempi da noi -opportunamente riportati, contestino ad evidenza -quale funesto guiderdone l'ebreo filosofo aspetti -dalle benemerite sue cure consacrate ad illuminare -<span class="pageno target" title="284" id="pag-284"></span> -il traviato popolo a cui esso appartiene, -ciò non per tanto io che da lungo tempo avvezzo -ad affrontare con baldanzosa fermezza -gli assalti proditorj del settario furore de' miei -connazionali, e che a superare io pervenni -sovente con successo, cimentarli mi accinsi -nuovamente in questo giorno, animato da una -speranza lusinghiera di poterne in certa guisa -riportare del pari una solida vittoria equipollente -in vantaggio eternamente memorabile -del corpo universale degl'illusi figli d'Israel. -</p> - -<p> -Ma in seguito di tuttociò, parmi quì oltremodo -necessario di avvertire, che qualunque -siasi utilità che risultare potesse in vantaggio -del popolo ebreo dall'esito felice del mio intrapreso -assunto, esso non potrà mai completamente -risentirla fino a tanto che non venga -dal medesimo riconosciuta (nel modo che in -chiari accenti fu già da noi significato altrove) -l'urgenza indispensabile cui trovasi per tante -parti ridotto di lumi sufficienti, d'istruzioni, -e disinganno, affine di potere giugnere e bene -intendere una volta essere evidentemente impossibile -che le pratiche assurde, gli usi contraddittorj, -e le stravaganti cerimonie delle -quali fu esso fatalmente imbevuto, dopo un -sì lungo periodo di secoli, debbino costituire -le base inconcussa, e radicale delle Religione -destinata e professarsi da un consorzio di enti -<span class="pageno target" title="285" id="pag-285"></span> -dotati di un'anima ragionevole, di pensiere, -e di riflessione, siccome pare che l'ebreismo -lo abbia immaginato erroneamente fino ad ora -con la più pertinace asseveranza. -</p> - -<p> -Pervenuti che noi siamo ad un punto sì -essenziale non meno che salutare, molto agevole -impresa ci riuscirà di assicurarci che gli -errori, ne' quali miransi precipitare gli uomini -sì di frequente, altro non sono che le conseguenze -necessarie della loro ignoranza, che la -loro caparbia credulità macchinale, non è che -il seguito immediato dell'inesperienza de' medesimi, -della loro scarsa riflessione, e di quell'accidia -inerte dalla quale vengono essi per la -massima parte eccessivamente predominati nella -guisa medesima appunto, che il trasporto al -cervello, od il letargo sono gli effetti risultanti -da quelle siffatte malattie, che gli anatomici -distinguono col carattere di <em>Epilessia</em>. Quindi è -che un pensatore, anonimo del nostro secolo disse -molto sensatamente: <em class="cit" xml:lang="fr">La vérité, l'expérience, la -refléxion, la raison sont des remedes propres à guerir -l'ignorance, le fanatisme, et les folies, de même -que la saignée est propre à calmer le transport -au cerveau.</em> -</p> - -<p> -Ma se alcuno avido di sottilizzare le cose -ad oggetto di meglio svilupparle, si facesse -quì per accidente ad interrogarci, coll'esperienza -infallibile alla mano, perchè mai la -<span class="pageno target" title="286" id="pag-286"></span> -verità non produce essa in ogni tempo questo -effetto salutare sopra le innumerabili teste orribilmente -attaccate da tale perniciosa infermità? -A questi, rispondere in massima si potrebbe, -che siccome v'ha delle malattie che resistono -con gran forza e qualunque siasi rimedio; così -precisamente riesce affatto impossibile di sanare -quegl'infermi ostinati all'eccesso di rigettare -per sino quegli antidoti medesimi i quali avrebbero -tutta l'attività, e l'efficacia di liberarli -dal grave malore che gli assale. Quindi non -senza fondata ragione pertanto, il celebre -<em class="nome">Fontenelle</em> solea dire: <em class="cit" xml:lang="fr">Quand même je tiendrais -toutes les vérités renfermées dans ma main, je me -garderais bien de l'ouvrir pour les montrer aux -hommes</em>; mentre, se la scoperta di una semplice -proficua verità (nel modo che l'ho io rimarcato -in altro luogo, Ved. <em class="loc">l'annot. 47</em> al T. I. -delle <em class="loc">Not. Camp. p. 130</em>) fece trascinare crudelmente -l'impareggiabile Galilei nella cadente -età di settant'anni entro le orride carceri del -feroce <em>S. Uffizio</em>, quali tormenti laceranti non -dovrebbe mai aspettarsi colui che tutte si cimentasse -a rivelarle? È ben vero però che se -un novello Galilei oggi risorgesse fra i viventi -ad istruirci di qualche altra scoperta egualmente -sublime, positiva, e interessante di -quella che due secoli avanti l'ammirabile filosofo -Toscano trasmise alla posterità non avrebbe -<span class="pageno target" title="287" id="pag-287"></span> -certamente adeguato soggetto di paventare una -procedura sì strana, e sì spietata; ma egli -dovrebbe essere d'altronde presso che certo -di attirarsi <em>religiosamente</em>, senza traccia di -rifugio, l'odio inesorabile de' fanatici, degli -ignoranti, e de' più creduli Settarj i quali tutti -d'accordo col versetto 12 del Cap. X, -<span id="Giudici">di Josuè</span> alla mano, sfuggire non lascerebbero -l'opportuno incontro di perseguitarlo come -apostata, e deciso contraddittore delle Scritture; -siccome appunto mirasi da questi di -continuo brutalmente inferocire contro quei genj, -che diretti delle più assidue e profonde meditazioni, -tentano di estrarre delle cose ostensibili -alle umane cognizioni, ciò che possono -le medesime racchiudere di vero, di proficuo, -e di essenziale per la specie dell'uomo. -</p> - -<p> -Sebbene che da quanto l'esperienza medesima -ci contesta, niuno essere umano sulla -terra sia veramente interessato a perpetuare -l'errore, il quale tosto, o tardi trovasi costretto -di cedere alla verità, giacchè come lo -pensa <em class="nome">Agostino</em>; <em class="cit" xml:lang="la">occultari potest ad tempus veritas, -vinci non potest</em>, pure, nulla di meno, il -fatto concorre a dimostrarci per altra parte, -che molti con ogni possibile sforzo, lo tentarono -sovente, ma indarno, poichè la menzogna, -non ha che un tempo assai rapido, e perentorio; -e che la verità solo è capace di resistere, -<span class="pageno target" title="288" id="pag-288"></span> -al torrente impetuoso de' secoli, sopravvivere -ad ogni età del mondo, e sempre intatta conservarsi -dall'infezione letale di quella sua -implacabile nemica, indefessamente occupata -dalla sua corruzione, del suo sterminio <a id="FNanchor_186"></a><a href="#Footnote_186" class="fnanchor">(169)</a>. -</p> - -<p> -E chi mai fra tutte le nazioni dell'universo -potrebbe ciò autenticare con una convinzione -più esplicita, e più chiara di quella che -sentire dovrebbe le prosapia d'Israel di nostra -età? Se una gran parte di quelle pervenne a -fruire per qualche breve istante de' solidi perenni -vantaggi che risultano da questa verità; -se i Greci hanno motivo sufficiente di vantare -i loro <em class="nome">Aristidi</em>, e i loro <em class="nome">Socrati</em>, che sì perfidamente -ricompensarono; se i loro <em class="nome">Ciceroni</em>, e -i loro <em class="nome">Augusti</em> orgogliosi rammentano i Latini, -con quante più imponenti ragioni dee felicitarsi, ed -esultare il popolo ebreo dell'aureo -secolo di <em class="nome">Napoleone</em> il <em>Grande</em>, che in tante guise -differenti degna fargliene gustare i salutari -ammirabili effetti? I tempi avventurosi degli -<span class="pageno target" title="289" id="pag-289"></span> -<em class="nome">Alessandri</em>, ecco il trionfo de' Macedoni, l'età -felice de' <em class="nome">Marc'Aurelj</em>, ecco il fasto de' Romani, -l'epoca eternamente memorabile dell'esemplare, -<em>Gallo-Italo Monarca</em>, ecco la gloria nostra; ma -noi poco interessati, od anche indifferenti a -conservarla per nostro indelebile conforto, -l'orgoglio, l'ignoranza, e il fanatismo ci rimergono -pur troppo nel vortice immenso delle -tenebre, senza speranza di liberarcene giammai, -nè di vederle in alcun tempo rischiarate. -</p> - -<p> -Quale forsennato pensiero, può mai trasportare -un'ente ragionevole a rinunziare di -proposito deliberato all'intero possesso del -maggiore de' beni, che gli offre l'eterna -previdenza, quale sarebbe quello, s'egli lo -conoscesse di restituirlo al pristino culto eccelso -de' suoi avi, e ad un tempo medesimo -purificare i suoi costumi, e illuminare la sua -ragione? E che; tutte le magnanime cure -paterne che all'Augusto benefattore d'Israel -piacque di richiamare in favore di questo popolo, -non tendono esse forse onninamente a -questo provvido edificante disegno? Quelle -forse non sono che attualmente porgono ad -esso i mezzi i più pronti, e i più sicuri, onde -possa egli pervenire, senza ostacolo, alla meta -felice di tutte le sue intense brame? E quale -individuo fra voi supporre in verun modo si -potrebbe a tal'eccesso folle o ingrato, fino a -<span class="pageno target" title="290" id="pag-290"></span> -rigettarli, o ad esserne insensibile? O figli -dell'abbandonata Sionne! Non vi accorgete -voi forse, che sotto l'apparente opera umana -l'ineffabile consiglio di un Dio prodigiosamente -si asconde? L'alto sonante gloria, di cui l'eco -universale fastosamente contraddistingue sopra -la terra ogni azione, ogni gesto, qualunque -impresa di NAPOLEONE l'incomparabile, non -indica esse un parziale favore dell'Essere Supremo, -non dimostravi l'effetto immediato del -suo braccio onnipossente; non vi annunzia -esse con evidenza che l'organo assoluto della -volontà di un Dio, Cesare divenne, della cui -profonda saggezza ei si prevale per punire i -malvaggi, ricompensare i giusti, proteggere -gl'innocenti, sollevare gli oppressi? Or in seguito -di ciò, chi non vedrebbe, che mostrandoci -recelcitranti alle auguste disposizioni del -nostro <em class="nome">Ciro</em>, sì bene affetto al Creatore, sarebbe -la cosa medesima che mostrarci ribelli -all'eterna volontà di Dio stesso? -</p> - -<p> -Cessiamo per tanto di più lungamente -tormentarci per ridicole chimere di nostra sovvertita -immaginazione, rispettosi adorando -nell'opera terrena gli arcani profondi del -Superno abitatore de' Cieli, che con un mezzo -sì eccelso e sì potente degna oggi rinnovare -quegli antichi favori medesimi de' quali furono -gli avi nostri un giorno profusamente -<span class="pageno target" title="291" id="pag-291"></span> -colmati; e vuole renderci ad un tempo convinti, -che da noi soli dipende unicamente lo -spezzare que' terribili ceppi degradanti che -i nostri smarrimenti decorsi avevano in tante -fogge costruiti a nostro perpetuo danno irreparabile; -egli è per questa unica via che noi -possiamo pervenire a meritarli, e ad elevarci -(se oso dirlo) alla sublime cognizione del -Culto puro, veridico, ed esimio, che il sommo -Dio de' patriarchi esige dalla posterità dei -medesimi; e distinguendo sensibilmente allora -la religione vera, metodica, e sana, dall'apparente, -superstiziosa, e irregolare, noi riconosceremo -quali ragguardevoli moltiplici vantaggi -risente dalla prima lo spirito che sa -discernerla nel fulgido chiarore di sua magnificenza, -e della sua vera grandezza; vedremo -non esservi solo che quella che possa -rischiarare l'intelligenza umana, elevare il -genio al di sopra di se stesso, e farlo, per -così dire, lanciare fuori de' lumi prescritti a -tutto ciò che riguarda la natura, o l'indole -umana: è dessa che dilata al grado massimo -tutte le sfere; sola ha il dono di tutto vivificare, -in qualunque siasi posizione in cui -l'uomo si ritrovi, purchè abbia per guida la -sua fiaccola eterna, può essere con sicurezza -garantito di non deviare giammai dall'ameno -retto sentiere di quella verità sì proficua, e -<span class="pageno target" title="292" id="pag-292"></span> -sì essenziale alla sua specie: e così per ultimo -ci ridurremo a convincerci necessariamente -per ogni parte, che non avvi che questa unica -eccelsa Religione, capace d'imprimere a tutti -i talenti, così pure che a tutte le virtù il suggello -indelebile del soprannaturale, e del divino, -e che a quella solo spetta di creare il -filosofo saggio senza orgoglio, nella guisa che -appartiene ad essa unicamente di formare -l'uomo pio senza fanatismo. -</p> - -<p> -Ecco, in una parola, il vero Culto sublime -che l'Augusto Rigeneratore d'Israel esige da -questo popolo; ecco la Credenza consolante -che i nostri Belgici fratelli, non ha gran tempo -si proposero; e tale è precisamente la sola -edificante Religione che risultare vedremmo -con ammirabili successi dal nostro fissato piano -di Riforma, se l'intera nazione alla solida -utilità della quale esso è propriamente rivolto, -potesse giugnere, d'accordo, a sentirne l'urgenza, -a calcolarne l'intimo valore, persuasa -restando colli evidente certezza che desso gli -offre, che nè l'essenzialità del vero suo Culto -resta lesa da quello, nella benchè minima sua -parte, nè opinare osammo giammai di creare -con esso nuovi principj Teologici, ovvero costruire -col suo mezzo nuove basi religionarie, -straniere al suo antico sistema, e sconosciute -dalla medesima fino al presente; ma tutti i -<span class="pageno target" title="293" id="pag-293"></span> -nostri sforzi altresì tenderono, in complesso, -a edificare sopra quegli stessi fondamenti radicali, -che secondo l'autenticità indefettibile -di una gran parte della specie umana, furono -in origine gettati dalla Divinità medesima; -questo è tutto ciò che può l'essere intelligente -promettersi, con qualche esito probabile sopra -la terra; bene convinti d'altronde, pienamente -col sensato <em class="nome">Harrington</em> (<em class="loc">Aphor. Polit. Chap. 2. -Aphor. 85</em>) non potere in verun modo appartenere, -nè agli uomini, nè alle nazioni, nè -alle Leggi umane di trarre dal nulla dei -principj, o senza questi costruire de' fondamenti, -a meno che non prefiggasi di edificare -delle macchine appese nell'ambiente, ciò che -non può, senza delirio, cadere in mente umana. -Ma la condotta però da noi tenuta, relativamente -alla Rigenerazione del Culto Israelitico, -troppo in chiari sensi giustifica, non avere -quella per oggetto, che lo stabilimento permanente, -e la grandezza luminosa del solo -Codice Mosaico, che fissammo come base fondamentale -della vera, genuina credenza del -Popolo d'Israel, e come stabile punto centrale, -dove tuttociò che rapportasi alla mera essenzialità -del suo Culto, dee avere un diretto -immediato concorso, riguardando assolutamente -tutte le altre massime, usi, Cerimonie, -e Instituzioni, come affatto eterogenee alla sua -<span class="pageno target" title="294" id="pag-294"></span> -eccelsa natura, e indegno onninamente del -carattere venerabile del suo primo fondatore. -</p> - -<p> -Tale fu realmente per se stesso il primario -scopo salutare di tutte le mie ponderate -applicazioni decorse fino ad ora, nel modo -appunto che ogni mio più serio, e assiduo riflesso -verrà in seguito richiamato a dimostrare -con <em class="nome">Longino</em> (<em class="loc">Trat. del Subl. Cap. 29</em>) a' miei -connazionali non solo; ma a qualunque siasi -altro individuo umano, che l'opifice onnisciente -non ha già creato l'uomo per essere -un animale automata, e spregevole, ma esso -lo ha collocato in questo vasto universo, come -nel centro di una moltitudine immensa, affine -di esservi spettatore di tutte le cose che vi -accadono; esso lo ha introdotto, dico, in questo -gran torneo, come un intrepido atleta; il -quale non dee respirare solo che la gloria -quindi è perchè desso ha, per così dire, scolpito -nelle anime nostre un intenso recondito -declivio per tuttociò che apparisce ammirabile, -e divino al di là della nostra limitata percezione; -ecco (dottamente aggiugne l'allegato -scrittore) ciò che fa che il mondo intero pare -che non basti alla profondità, e all'estensione -di alcuni umani talenti i quali molto sovente -oltrepassano i confini medesimi che gli circondano. -</p> - -<p> -Altro per tanto all'uomo non resta più a -<span class="pageno target" title="295" id="pag-295"></span> -fare che esaminare ponderatamente il circolo -della sua propria esistenza, facciasi egli dunque -a considerare attentamente quanto esso -in se medesimo racchiude di magnifico, e di -sublime; ed egli allora potrà discernere bentosto -agevolmente per quali piaceri, e per -quali oggetti l'Autore Supremo della natura -lo destinò sopra la terra. -</p> - -<p class="center" style="margin-top: 4em;"><em>Fine del Tomo Primo.</em></p> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_182"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_182"><span class="label">(165)</span></a> -Alcuni filosofi del secolo ritrovano straordinario di vedere -che la Divinità, seguitando la tradizione, siasi rivelata di una -maniera sì poco uniforme nelle diverse regioni del nostro globo, -che in proposito di religione gli uomini si riguardano gli uni gli -altri cogli occhi dell'odio, o del disprezzo (ved. -<a href="#Footnote_114"><em>annot.</em> 97.</a>), ciò -che rende i fautori delle differenti sette mutuamente reprensibili: -i misteri i più rispettati in una Religione, sono altrettanti oggetti -di scherno per un altra. Dio avendo tanto fatto (aggiungono essi) -di rivelarsi egli uomini, avrebbe almeno dovuto loro parlare una -medesima lingua, dispensando a tutti così il loro debole spirito -della molesta confusione di ricercare quale può essere la religione -emanata veramente da esso lui, e quale è il Culto il più grato, -alla sua eterna volontà, ed il più accetto alla sua Divina ineffabile -Onnipotenza. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_183"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_183"><span class="label">(166)</span></a> -Quasi tutti i popoli dell'universo hanno adorato Dio, -come fu da noi accennato altrove sotto varie appellazioni differenti; -ogni nazione gli ha dato de' nomi, e degli attributi particolari, -ma questi Dei, di cui la moltitudine è incalcolabile, sieno quanto -si vuole inorpellati, essi rassomigliano tutti o al Dio del filosofo, -o al Dio del popolo. Il Dio del filosofo e stato in ogni tempo il -primo, e il più perfetto degli Esseri, l'anima della natura. Infatti -v'ha egli qualche cose di più energico, e di più sublime in tutto -ciò che i Metafisici, ed i Teologi di ogni secolo hanno detto -dell'Essere Supremo dell'inscrizione ritrovata incisa sopra una statua -di <em class="nome">Osiris</em> nell'alto Egitto? <em class="cit" xml:lang="it">Io sono tutto ciò che è stato, ciò -ch'è, e ciò che sarà, e non avvi un mortale capace di allontanare -il folto velo che mi asconde agli sguardi peribili de' viventi</em>. -Il Dio del Volgo fu sempre un essere superiore all'uomo -suscettibile delle medesime passioni, ma infinitamente più potente -di noi. Tutte le Religioni che conosciamo non sono che un risultato -più o meno avventuroso della filosofia, confuso con alcuni pregiudizj -nazionali. I pregiudizj ne sono stati ora la base, or la conseguenza, -ed ora lo scopo; più sovente forse l'immagine, o il velo. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_184"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_184"><span class="label">(167)</span></a> -Ma siccome o più oggi non trovasi fra noi chi abbia -coraggio sufficiente di cimentarsi ad illuminare i suoi simili, o se -alcuno, per accidente, ve n'ha, questi non si ascolta, si disprezza, -e non si cura, ne viene che gli uomini restano così miseramente -abbandonati alla loro natìa ignoranza, vittime delle chimere di cui -la tradizione è una sorgente feconda, e inesauribile; la loro cecità -in tale stato diviene tanto più forte, ch'essi sembrano odiare la -ragione e pare che temino di essere illuminati: così Cicerone dice, -che la filosofia si contenta di pochi giudici, ch'essa odia il volgo, -e che n'è odiata, e riguardata come sospetta e nemica, aggiugnendo -che coloro i quali la condannano, e la disprezzano si attraggono -l'approvazione dalla moltitudine: <em class="cit" xml:lang="la">Est enim Philosophia paucis -contenta judicibus, multitudinem consulto ipsa fugiens, eique -ipsi et suspecta et invisa, ut vel si quis universam velit vituperare, -secundo id populo possit facere</em>. <em class="loc">Tuscul. II. fol. 254.</em> -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_185"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_185"><span class="label">(168)</span></a> -In tutte le età non si può senza un pericolo eminente, -e inevitabile allontanarsi da' suoi pregiudizi, che l'opinione avea -renduti sacri; nè fu in alcun modo permesso di fare delle utili -scoperte in verun genere; tutto ciò che gli uomini illuminati hanno -potuto fare ad un tale riguardo è stato di parlare in termini coperti, -e palliati, e sovente con una vile compiacenza, alleare vergognosamente -ancora la menzogna alla verità. Molti ebbero una -doppia dottrina l'una pubblica, e l'altra occulta, la chiave di -quest'ultima essendosi perduta, i loro sentimenti genuini divengono -per lo più inintelligibili, e per conseguenza inutili per noi. -</p> - -<p class="foot"> -Or come dunque i filosofi moderni a' quali, sotto pena di -essere perseguitati della maniera la più crudele, si gridava di rinunziare -alla ragione per sottometterla a' prestigj del fanatismo; come, -dico, uomini sì fattamente illaqueati avrebbero essi mai potuto dare -un libero slancio al loro genio, perfezionare la ragione, accelerare -la marcia dello spirito umano? Non fu che tremando, che i più -grandi uomini del mondo travvidero la verità, rarissime volle essi -ebbero il coraggio di annunziarla; coloro che hanno osato di farlo, -sono stati severamente puniti della loro temerità; merce la superstizione -non fu giammai permesso di fare uso del proprio pensiere, -o di combattere i pregiudizj de' quali fu l'uomo in ogni tempo la -vittima, o lo scherno. -</p> -</div> - -<div class="footnote"><a id="Footnote_186"></a> -<p class="foot"><a href="#FNanchor_186"><span class="label">(169)</span></a> -La menzogna serve poco, dice Seneca (<em class="loc">Lett. 79. T 2.</em>); -il colorito superficiale di un ornato esterno, non ne impone che -molto debolmente a poche persone senza esperienza, e senza talenti. -La verità in ogni parte, e sotto qualunque siasi aspetto che riguardare -si voglia, è sempre la stessa; la falsità non ha consistenza, la -menzogna è trasparente, e per poco che vi si attenda facile riesce -di riguardarne attraverso, dimostrarne il pericolo al mondo, e -smascherarla. -</p> -</div> - -<div class="tn"> -<h2 id="TN" style="margin-top: 0em;">Nota di trascrizione</h2> - -<p>Questa trascrizione è stata preparata sulla base di quella che per lungo -tempo è stata ritenuta l'unica copia superstite del libro, conservata -alla Biblioteca Universitaria di Francoforte. Le immagini di questo esemplare -sono disponibili all'indirizzo -<a class="parlante" href="http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990">http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990</a>. -L'esemplare di Francoforte è rilegato insieme al -<a href="#manifesto-1">manifesto</a> che annuncia -l'opera, qui trascritto in testa; principalmente -il manifesto ed in minima parte il testo contengono annotazioni -e correzioni -probabilmente autografe dell'autore. In questa trascrizione si riproduce -solo <a href="#pag-0">il paragrafo manoscritto</a> -che segue il manifesto, che racconta -della distruzione dell'edizione, e si omettono -le correzioni proposte, non tutte leggibili, e non sostanziali, fatta -eccezione per <a href="#Giudici">Giudici → Josuè</a> -a <a href="#pag-287">p. 287</a>. -</p> - -<p> -Una ulteriore copia di riferimento, senza il manifesto, è quella -dell'Università della California, digitalizzata da Google. La riproduzione -è disponibile all'indirizzo -<a class="parlante" href="https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ">https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ</a>. -</p> - -<p> -L'ortografia, l'accentazione e la punteggiatura originale del testo sono -state mantenute fedelmente, anche in presenza di varianti arbitrarie degli -stessi termini (p. es. <em>pensiere</em>/<em>pensiero</em>), di punteggiatura -incostante e di sintassi astrusa. -</p> - -<p> -In particolare gli apostrofi dopo l'articolo <em>un'</em> seguito da -vocale, che non sebrano seguire la regola del genere del sostantivo -successivo, sono stati mantenuti ove presenti ed omessi ove -mancanti. Similmente il pronome <em>qual</em> seguito da vocale a volte -compare senza apostrofo. Il testo inoltre usa spesso ma non costantemente il -pronome <em>li</em> per la terza persona singolare, e -<em>gli</em> per la terza plurale. -</p> - -<p> -Refusi ovvi e banali, come accenti e apostrofi superflui o mancanti, -lettere mancanti, <em>u</em> ed <em>n</em> capovolte, punteggiatura non -allineata alla riga, sillabe ripetute nella spezzatura a capo delle -parole, puntini mancanti nelle abbreviazioni, punti e virgola -evidentemente al posto di virgole, corsivi mancanti nelle citazioni, -ecc., sono stati corretti senza -ulteriore commento. Così pure sono state aggiunte le <em>yod</em> -dimenticate nella parola בית. -</p> - -<p> -La correttezza delle citazioni non è stata verificata, né per il testo -riportato né per la sua collocazione. Solo i refusi banali (accenti -francesi, ortografia inglese) sono stati corretti. Errori evidenti -di ortografia nei nomi e fatti citati (p. es. Beniamin di <em>Toledo</em>, -Warburthon, Mendelshon, Montagne, Coja mama Oello huaco) -sono stati lasciati a memoria dell'originale. -</p> - -<p>Le note a pie' pagina sono state collate in calce ad ogni capitolo.</p> - -</div> - - - - - - - - -<pre> - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa -riforma del culto e dell'educazione, by Aron Fernando - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA *** - -***** This file should be named 53768-h.htm or 53768-h.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/5/3/7/6/53768/ - -Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed -Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/ - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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It -exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations -from people in all walks of life. - -Volunteers and financial support to provide volunteers with the -assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's -goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will -remain freely available for generations to come. In 2001, the Project -Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure -and permanent future for Project Gutenberg-tm and future -generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see -Sections 3 and 4 and the Foundation information page at -www.gutenberg.org Section 3. Information about the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation - -The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit -501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the -state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal -Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification -number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by -U.S. federal laws and your state's laws. - -The Foundation's principal office is in Fairbanks, Alaska, with the -mailing address: PO Box 750175, Fairbanks, AK 99775, but its -volunteers and employees are scattered throughout numerous -locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt -Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up to -date contact information can be found at the Foundation's web site and -official page at www.gutenberg.org/contact - -For additional contact information: - - Dr. Gregory B. Newby - Chief Executive and Director - gbnewby@pglaf.org - -Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation - -Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide -spread public support and donations to carry out its mission of -increasing the number of public domain and licensed works that can be -freely distributed in machine readable form accessible by the widest -array of equipment including outdated equipment. Many small donations -($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt -status with the IRS. - -The Foundation is committed to complying with the laws regulating -charities and charitable donations in all 50 states of the United -States. 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