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-The Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa riforma
-del culto e dell'educazione politico-morale, by Aron Fernando
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most
-other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of
-the Project Gutenberg License included with this eBook or online at
-www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you'll have
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-
-
-
-Title: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo. Tomo I
-
-Author: Aron Fernando
-
-Release Date: December 19, 2016 [EBook #53768]
-Last Updated: January 10, 2017
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA ***
-
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-
-Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed
-Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/
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-
- Nota di trascrizione in coda al testo.
-
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-
- AGLI AMATORI
- DELLA SPECIE UMANA
- E
- DELLO SVILUPPO DELLA RAGIONE
-
-
- A. FERNANDO
-
- Vox diversa sonat populorum est vox tamen una
- Cum verus patriæ diceris esse Pater.
-
- Mart. Lib. I.
-
-S'egli è vero, come niuno può sensatamente dubitarne, che la verità
-purgata dall'orrida caligine de' pregiudizj sia per l'uman genere un
-bene inestimabile, è non meno certo che ogni individuo il quale senta in
-se medesimo una costante inerenza in suo favore, ed energìa sufficiente
-per produrla al chiaro giorno, debba usare di ogni sforzo per mettere i
-suoi simili a portata di conoscerla, di sentirne l'impulso salutare, e
-di fruirne, ad un tempo, i solidi vantaggi.
-
-Le nitide verità, che la mia ingenua penna, sempre intenta al profitto
-della specie umana, si accinge a fare oggi discernere al mondo
-illuminato sono di un indole sì elevata, e di un importanza tale che
-attirare debbono esse intimamente l'attenzione di tutti gli enti
-ragionevoli, perchè ogni essere dotato di ragione vi è in egual grado
-interessato. Infatti dove supporre mai reperibile un'anima, ad un
-eccesso tale snaturata fino a riguardare con apatìa la rigenerazione
-politico-morale di un popolo immenso, dopo che diciotto secoli di
-calamità, e di vessazioni ognora rinascenti aveano fatto incallire ne'
-ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in un torpido avvilimento,
-come se destinato, senza scampo, ei si credesse a dovere perpetuare
-sopra la terra lo spettacolo commovente della sua prostituzione? Tale fu
-pur troppo lo spietato destino a cui soggiacque, durante sì complicata
-serie di anni, il Popolo d'Israel che or somministra l'argomento
-primordiale a quelle filosofiche verità urgenti, che di buon grado
-m'induco a rivelare oggi fra gli esseri umani.
-
-Ma nel modo che di tutte le terrigene vicende accade, questa informe
-combinazione di strani accidenti non dovea già essere immune da
-quell'alterazione a cui, come un tributo spettante alla natura vanno
-soggette tutte le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette
-alla posterità: per altro, l'assunto di rovesciare in un istante una
-cattività identificata col tempo, troppo arduo riuscendo ad esaurire
-dalla mente di un singolo individuo, in guisa che il successo
-corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo che una metamorfosi cotanto
-rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i fasti dell'Istoria,
-preparata ci fosse da un Genio Superiore, capace di conoscerne
-l'urgenza, di sentirne la forza, e di prevederne i vantaggi che
-risultare ne potrebbero. Arrise finalmente una sorte propizia a' fervidi
-voti di que' pochi bramosi di vedere rendere all'uomo quella dignità
-propria dell'uomo, ed anelanti di mirare alleviato l'ebreo specialmente
-dalla salma lacerante delle pratiche moltiplici, od inutili, o assurde
-coltivate da esso, e che l'inveterata consuetudine delle medesime rese
-sacre per lui; e dopo una lunga impaziente aspettazione questo GENIO
-Benefattore comparisce infine, e qual vindice nume tutelare della
-giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana,
-colla rapidità di un baleno, tutto ciò che può opporre contrasto a' suoi
-paterni disegni. Il mirare la desolazione di questo popolo, apprestarne
-un antidoto, renderlo a se stesso, ed alla società umana non fu che
-l'opera di un solo, e medesimo intervallo: Egli è al Gallo-Italo
-Regnante, a NAPOLEONE il GRANDE che la prosapia d'Israel dee la sua
-risorsa più luminosa, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i
-monumenti di questo Popolo; e la posterità di Abramo debitrice della sua
-rigenerazione salutare agli augusti auspici di sì eccelso Protettore, un
-sacro tempio di eterna riconoscenza ogn'individuo di questa immensa
-famiglia erigerà nel proprio cuore, più perenne de' marmi, e de'
-metalli, e che avrà per impronta indelebile in fronte:
-
- ALL'EROE DEL SECOLO,
- PADRE DE' POPOLI,
- RIGENERATORE D'ISRAEL.
-
-D'altronde sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino
-soltanto al solido vantaggio di una parziale setta unicamente, pure ad
-un solo corpo religionario io quì non ragiono, ma ad ogni qualunque
-siasi nazione, setta, o popolo, a tutta l'umana società in fine io
-parlo, ed a guisa del Sole, che dal suo emisfero inaccessibile una luce
-sfavillante, e universale a tutti gli esseri viventi diffonde sulla
-terra, così appunto io bramo che ad ogni razionale abitatore dal mondo
-rendasi noto l'integerrimo linguaggio della verità: e infatti chi mai
-più delle sette odierne hanno estrema necessità di ascoltarlo,
-d'intenderlo, e di esserne, insieme profondamente penetrate? Ne ha duopo
-assolutamente l'ebreo per modellare sopra di esso la pretta religione
-degli avi suoi, renduta oggi deforme dalla stravaganza mostruosa della
-tradizione; indispensabile si rende alle altre Sette per iscuoterle dal
-letargo macchinale a cui erano da lungo tempo sepolte, per illuminarle,
-e fare elleno abdicare il più esecrabile degli assurdi tramandatoci da'
-secoli di barbarie, e d'ignoranza, qual era quello di riguardare
-l'oppressione del popolo ebreo come un trionfo luminoso, necessario alla
-solidità del loro culto, e inerente a' suoi principj.
-
-Ecco, in una parola, l'essenziale punto di centro dove tutte le mie cure
-filantropiche, e i miei riflessi hanno concorso nell'opera laboriosa che
-a tutte le nazioni dell'universo di buon animo consacro in questo
-giorno.
-
-Quest'opera avrà dunque per titolo: PROGETTO FILOSOFICO DI UNA COMPLETA
-RIFORMA DEL CULTO, E DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE DEL POPOLO EBREO.
-
-La Prefazione interessante, ed il Piano analitico che la precedono ne
-forniscono la vasta genuina idea; essa sarà divisa in due grossi Volumi
-di circa 500 pagine l'uno del medesimo formato, carta, e carattere del
-presente manifesto. Il primo volume avrà per fondamento l'analisi
-profondo del vero Culto, che deesi adottare dall'Israelismo, ed il più
-sicuro mezzo di pervenire a sistemare il moderno sulle inconcusse basi
-dell'antico, riducendolo alla primitiva semplicità medesima di questo,
-ed a' suoi ammirabili principj. Il secondo sarà tutto rivolto alla
-riforma dell'instruzione, dell'educazione morale, e de' costumi
-degl'individui Israeliti non solo, ma di tutti quelli ancora, che al
-pari di questi ne hanno urgenza estrema; lo stato politico, il passato
-non meno che il presente, di questo Popolo ne' varj angoli della terra
-ne' quali eragli un tempo solo concesso, al prezzo ancora il più
-avvilente, un incolato precario, errante, ed oneroso, sarà in esso in
-chiari, e laconici sensi dettagliato; e tutto ciò, in fine, che di
-urgente, e di essenziale da entrambe le dotte assemblee Israelitiche
-convocate per augusto Decreto del più Illuminato de' Monarchi nella
-Metropoli della Francia venne deliberato a suo riguardo, sarà quì col
-più giusto ponderato criterio sottilmente discusso, e investigato.
-
-Tutte queste materie sublimi che l'annunziata opera comprende verranno
-classificate in 40 separati Capitoli, ciascuno de' quali somministrerà
-ad ogni tratto de' nuovi utili soggetti efficaci a rischiarare, da una
-parte, le menti ottenebrate degl'illusi miei connazionali nella coltura
-dello spirito, e nello sviluppo della ragione, siccome ancora a
-richiamarli al prisco loro culto esimio, ad essi presentando un nuovo
-Codice salutare, che a fondare mi accingo sulle basi indefettibili
-medesime sulle quali la vetusta età de' Patriarchi felicemente già
-erigere lo vide; e a distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti
-che parvero confederare contro i miseri avanzi d'Israel fino i più
-decisi partigiani della tolleranza, trascinandoli anche sovente fino ad
-obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad
-agitare la causa risguardante questa derelitta Nazione. Quindi se co'
-miei ben fondati principj poss'io pervenire a condurre nel sentiere
-della ragione lo spirito abbacinato de' Popoli oso fino lusingarmi di
-potere anche ridurlo ad emendarsi di quelle detestabili chimere che lo
-soggiogarono per sì lunga serie di anni, e che formarono pur troppo la
-sorgente letale dove il genere umano attinse tutte le sue più
-deplorabili sciagure.
-
-Quest'opera sarà ornata del ritratto in rame dell'autore nel
-frontespizio del 1.º Volume. Il prezzo dell'associazione resta fissato
-franchi 12 tutta l'opera, cioè fr. 6 da pagarsi nel momento della
-consegna del 1.º Volume, ciò che seguirà entro il Gennajo venturo 1810,
-e fr. 6 alla consegna del 2.º che avrà luogo nell'Aprile susseguente,
-persuaso che il numero degli associati sia sufficiente ad equilibrare
-almeno in parte le spese imponenti che apporta una sì vasta e sì
-proficua intrapresa.
-
-Possa finalmente il successo di quest'opera laboriosa corrispondere alle
-rette filantropiche intenzioni dell'autore, e quindi rimarginare le
-orribili piaghe che diciotto secoli consecutivi di accanita schiavitù, e
-di tiranniche oppressioni hanno formate nel cuore dell'abbattuta
-prosapia di Jacob! E possa questa, per solo impulso di essa, rinunziare
-onninamente per sempre a' suoi inveterati prestigj tradizionali, a' suoi
-insociabili costumi, onde più non veggasi contraddistinta nel mondo che
-dalle sole marche che onorifiche di lumi, di virtù, e di un fermo
-disinganno.
-
-Le associazioni si riceveranno in Livorno da Giovanni Marenigh
-Stampatore, e Librajo, e da' principali Libraj dell'Italia.
-
-_Il presente esemplare di quest'opera è forse l'unico che esista, mentre
-tutte le copie ed insieme il manoscritto furono confiscate dall'autorità
-pubblica in Livorno, dove è stata impressa dal Marenigh, e ciò ad
-istanza dei Massari di quella università degli ebrei, e per cui non
-venne alla luce che il solo Tomo primo._
-
-
-
-
- PROGETTO
- FILOSOFICO
- DI UNA COMPLETA RIFORMA
- DEL CULTO
- E
- DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE
- DEL
- POPOLO EBREO
-
-
- DI
- A. FERNANDO
-
- TOMO PRIMO.
-
- Vox diversa sonat populorum est vox tamen una
- Cum verus patriæ diceris esse Pater.
-
- MART. Lib. I.
-
- TIBERIADE
- ANNO DALLA CREAZIONE DEL MONDO
- 5570.
- (ERA VOLGARE 1810.)
-
-
-
-
- INTRODUZIONE
- PRELIMINARE
-
-
- Restat ut his ego me ipse regam,
- Solerque elementis.
-
- HORAT.
-
-Lo spettacolo il più rimarcabile che possa interessare, e sorprendere,
-ad un tempo medesimo, l'intera specie umana è, senza contrasto, la
-rigenerazione subitanea di tutto un popolo immenso, dopo che diciotto
-secoli di vessazioni, e di calamità ognora rinascenti lo aveano fatto
-incallire ne' ceppi di una truce schiavitù ignominiosa, ed in una specie
-di torpido avvilimento: la prima ripetere solo esso dovea giustamente
-dallo zelo sanguinario degli esploratori delle umane coscienze che il
-baratro infernale del fanatismo religioso faceva di tanto in tanto
-regurgitare sopra la terra per flagello de' mortali; attribuire l'ultimo
-esso potea fondatamente all'inveterato livore inesplicabile, che una
-intolleranza criminosa del pari che imbecille, suscitava, senza ritegno,
-ad ogn'istante contro i miseri avanzi di un popolo, per consenso
-unanime, il primo fra tutti i più remoti abitatori della terra, a
-riconoscere, e adorare il Dio vivente, e non meno degno di ammirazione
-per la sua fermezza inalterabile nelle orride sofferenze alle quali
-soggiacque in ogni tempo, di ciò che sono da rimarcarsi molti altri per
-l'accanimento inesorabile delle incessanti loro persecuzioni contro di
-esso.
-
-Tale fu dunque, durante l'indicato spazio di secoli, lo spietato destino
-della nazione d'Israel che oggi somministra l'argomento primordiale alle
-nostre filosofiche investigazioni, e che forma la base radicale delle
-indagini più assidue degli uomini scienziati, e tale fu sempre mai
-l'indole proditoria, e turbolente dei suoi snaturati persecutori.
-
-Per altro, ciò che dee apparire straordinario alle menti perspicaci si è
-l'osservare, come dopo un epoca sì lunga già decorsa, da quando il
-popolo ebreo era ovunque avvilito, in tante foggie differenti, lungi
-dall'occuparsi in tale stato di rimontare fino al prisco suo splendore,
-piagnerne l'eclisse fatale, ed attristarsene, ad un tempo, per il
-difficile ricuperamento, al contrario, sembrava trascinare le aggravanti
-sue catene con un'apatìa indolente, ed oserò dire, con una sommessa
-compiacenza tale, come se destinato, senza scampo, ei si credesse a
-dovere perpetuare sopra la terra lo spettacolo commovente della sua
-prostituzione, e come se gli eterni decreti di un Dio condannato lo
-avessero a piegare l'abbattuta cervice sotto il giogo infamante di una
-turpe schiavitù interminabile.
-
-Ma nel modo che di tutte le caduche umane vicende regolarmente accade,
-questa informe combinazione di strani accidenti non dovea già restare
-immune da quell'alterazione, a cui come un tributo indefettibile
-spettante alla natura, vanno, per l'ordinario, soggette presso che tutte
-le instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo trasmette alla
-posterità. D'altronde l'assunto di annientare in un istante una
-cattività renduta quasi connaturale col tempo, troppo arduo riuscendo a
-poter esser esaurito dalla mente di un singolo individuo, in guisa che
-il successo corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo essenzialmente che
-una metamorfosi cotanto rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti i
-fasti dell'istoria, preparata venisse da un Genio peregrino, capace di
-conoscerne l'urgenza, di sentirne la forza, d'intenderne insieme i
-moltiplici vantaggi salutari che risultare ne potrebbero. Arrise
-finalmente una sorte propizia a' fervidi voti di que' pochi, degni di
-occupare quel rango qualificato nella società, che la natura imparziale
-accorda ad ogni cauto esecutore delle sue leggi, ne' di cui petti
-sensibili allignava profondamente ancora l'intesa filantropia di
-concorrere alla estirpazione totale de' pregiudizj che armano, e
-dividono i popoli, di vedere una volta restituire all'uomo quella
-dignità propria dell'uomo, che avvinta gemea da lungo tempo fra i ceppi
-ferali dell'ignoranza, e della superstizione, e di mirare, ad un tempo,
-alleviato l'ebreo, in particolare, dalla salma lacerante delle pratiche
-innumerabili, od inutili perchè straniere all'essenzialità del primitivo
-suo Culto, od anche assurde perchè incompatibili sovente coll'archetipo
-salutare di quello, coltivate ciecamente da esso, e che l'inveterata
-consuetudine delle medesime era il solo punto di rilievo sul quale si
-reggevano, e che le avea ormai rendute sacre per lui; e dopo tanti
-secoli d'impaziente aspettazione questo Genio BENEFATTORE comparisce
-infine; penetrato dalle angustie di un popolo gemente, non esita un
-istante ad ispiegare la sua clemenza in favore di questa orfana, e
-inconsolabile nazione; e quale terribile Nume vendicatore della
-giustizia umiliata, e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana
-colla rapidità di un baleno tutti gli argini malefici, riguardati fino
-ad ora ineluttabili, che potevano forse opporre un'ostinato contrasto a'
-suoi benemeriti disegni; interprete leale dell'increata sapienza
-dell'Eterno, ei disse allora: compiasi alfine, senza ritardo, opera sì
-eccelsa, e sì urgente; il Dio di tutti gli esseri lo comanda; lo reclama
-la natura; l'umanità lo esige; lo pretende ragione; ed io lo bramo; e
-l'opera memorabile allora tosto felicemente compiere si vide. Il mirare
-da quel momento l'affliggente desolazione di questo popolo, apprestarne
-un efficace antidoto, farsene il baluardo inespugnabile, renderlo a se
-stesso, ed al consorzio degli enti ragionevoli, altro non fu che l'opera
-di uno solo, e medesimo intervallo; egli è al Gallo-Italo Regnante, a
-NAPOLEONE l'incomparabile che la prosapia d'Israel dee la sua risorsa
-più solida, e più cospicua di quante altre mai ci offrono i monumenti
-delle nazioni profughe, e derelitte che un fausto Pianeta ha rendute al
-loro pristino splendore, dopo di avere durante un tempo immemorabile
-tenacemente lottato co' più avversi, e fluttuanti destini.
-
-Ma questo popolo, altre volte sì rassegnato, e sì paziente nelle
-calamitose peripezìe delle quali ei fu la vittima sì di frequente,
-giugnerà esso a conoscere attualmente il prezzo inestimabile di questo
-dono esimio? Saprà esso cogliere l'opportunità di profittarne con
-giustizia, e con ragione? Indarno lusingasi l'ebreo di pervenire a
-meritarne il possesso, e di goderne, sino a tanto che inebriato
-follemente dall'opinione di appartenere ad un lignaggio eletto
-dall'Essere Supremo in preferenza di ogni altro esistente sulla
-superficie della terra, s'induce a considerare l'abbiezione degradante
-alla quale è ridotto, come il prezzo assoluto di quella elezione
-illusoria che lo rende proscritto dalla società degli altri uomini, da'
-quali esso è odiato, in ogni senso, come un essere degno della
-riprovazione universale, e che questi, dal canto suo, abomina, e
-disprezza, perchè reputa esclusi onninamente dalla così nomata grazia di
-tale stravagante primazìa.
-
-Oh colmo di smarrimento umano! Oh, fierezza inusitata, e strana! E quale
-meraviglia se l'ebreo imbevuto, per una parte, da tale insensata chimera
-non ravvisava fino ad ora ne' suoi simili che altrettanti perturbatori
-della sua tranquillità, o che fiere inesplebili, ognora preparate a
-divorarlo; e se per l'altra, diretti da eguali assurde illusioni il
-Papista, l'Ugonotto, e il Musulmano non iscorgevano in esso che un
-individuo ributtante, un essere indegno della società degli altri
-popoli? E come potesti mai, o illusa Tribù d'Israel, lasciarti sì
-lungamente sedurre, senza fremere, da questa, ed altre sifatte
-deplorabili menzogne, che odiosa ovunque sempre ti resero a tutte le
-nazioni del mondo conosciuto, che ti costarono sì sovente amaro pianto,
-senza speme di risorsa, o di compenso? E voi, popoli della terra! Quale
-ribaldo instigatore vi indusse mai a fingervi sordi a tal eccesso a'
-languenti clamori di umanità, e di natura, fino a palliare i vostri
-barbari trattamenti del multiforme ingannevole orpello di simulata
-religione, facendo ancora servire di pretesto qualche superstiziosa
-pratica di questa nazione, al deciso furore che vi ha sì di frequente
-trascinati ad infierire contro di essa? Quante volte la tradita ragione
-si allarmò essa indarno contro gli smarrimenti di questa, e quante altre
-l'insultata filosofia si dolse inutilmente contro gli snaturati oltraggi
-di quelli? Le insane follie, di cui non meno l'una che gli altri furono
-sempre in egual dose contaminati, le fecero entrambe tacere confusamente
-tutte le volte che tentarono di sostenere la propria causa, che era in
-massima la loro, o che osarono altamente reclamare i legittimi diritti
-dell'umanità.
-
-Eh, che? Tale sarà dunque in eterno la sorte lagrimevole degl'ingannati
-popoli della terra? Non vi sarà egli mai un antidoto efficace a
-dileguare dall'universo un malore sì contagioso, e sì comune, che
-attacca, senza pietà, le nove decime parti almeno della specie umana? Il
-popolo ebreo non giugnerà esso forse in alcun tempo ad abdicare i suoi
-vetusti prestigj degradanti; e il cristianesimo non s'indurrà esso
-giammai a rinunziare al suo inveterato livore? Supporremo noi finalmente
-che inestinguibile per tutti i secoli debba esistere fra gli uomini la
-guerra devastatrice di coscienze, e di opinioni, e che non possa
-esistere nell'ordine della natura un mezzo conciliatorio, onde più non
-debba il giudaismo riguardare come straniere le altre nazioni, ed
-affinchè cessino queste, per loro parte, di contendere ad esso que'
-diritti che accordare volle la natura ad ogni essere capace di pensiere,
-e dotato di ragione? Ahi! lasso! Quali affliggenti, e malagevoli
-ricerche! Io molto dubitai dell'esito avventurato della prima fino al
-presente; poco io sperai sul propizio compimento della seconda; tutti i
-giudizj miei furono sempre titubanti sulla terza; e le mie intime
-fiducie interamente nell'ultima riposi, fino a lanciare con trasporto
-gli sguardi miei sul remoto avvenire, osando ancora proferire de'
-vaticinj consolanti che forse realizzare si potrebbero a' tempi nostri,
-purchè tutto il genere umano inducasi concorde a fare l'intero
-sacrifizio delle stravaganti sue chimere, dalle quali fu esso fino ad
-ora miseramente sedotto e combattuto.
-
-O uomini sociabili! O miei fratelli! Se l'esimia ragione tutta via
-conserva intatto il suo ascendente salutare ne' vostri cuori; se
-inerenti voi siete a superare gli argini funesti che oppongono un
-contrasto pertinace alla solida felicità di molti fra voi; che formano
-la sorgente letale delle calamità di molti altri; e che in ultimo vi
-umiliano tutti quanti, e vi disonorano; se il mio sentimentale presagio
-anelate realizzare, distruggere vi è duopo, senza ritardo, da' più
-reconditi fondamenti, l'esecrando altare delle venerate menzogne, delle
-quali, oppressi non meno che oppressori, io vi scorgo pur troppo in
-egual dose infetti, e dove i popoli ammaliati dalle anagogiche visioni
-tradizionali offrivano i loro voti; e sulle rovine abominevoli di quello
-tosto si eriga uno stabile edifizio, che il consenso unanime del genere
-umano rispettoso consacri eternamente al solo Essere Supremo, alla
-ragione, alla virtù, ed alla unione inalterabile de' popoli.
-
-Chi mai potrebbe annoverare le volte che la filosofia baldanzosa si
-accinse a dimostrarci tali essere appunto gl'intensi voti suoi? E questi
-parimenti non furono in ogni età dell'universo i sani principj della
-natura? Questa forse non è, che sdegnata dagli eccessi della fralezza
-umana ci fece di tratto in tratto capire per mezzo di quella stessa
-filosofia, sua costante apologista, e sua interprete fedele: O uomini!
-Rammentate che i figli miei tutti voi siete, tratti egualmente dal
-materno mio seno; chiunque voi siate nel fugace tirocinio di questa
-vita, sia regnante, o subalterno; sia nobile, o plebeo; musulmano, o
-israelita; sia cattolico, infine, o pure gentile, appena cominciaste ad
-esistere sopra la terra, tutti del pari assoggettati voi foste alle
-provvide mie leggi, dalle quali non avvi fra tutti gli esseri viventi
-alcuno che dire si possa, senza delirio, escluso, ed alienato, e
-suscettibili di uniformi passioni, dotati delle stesse identiche
-facoltà, e intelligenza, già vi trassero le mie mani a respirare l'aura
-prima di vita. Tali furono in ogni secolo del mondo le espressioni
-genuine della natura.
-
-Ma l'uomo a fronte di tutto ciò degenerando miseramente dall'origine
-sua, avvilendo per folle arbitrio quella condizione propria di esso,
-lungi dall'ascoltare la voce penetrante di sì benefica madre, in vece di
-seguitare le di lei sacre instituzioni; anzi che coltivare que' precetti
-venerabili che dessa ognora ci rammenta per la felicità permanente del
-genere umano, egli sempre concentrato nel vortice immenso de' propri
-smarrimenti, sembra piuttosto che inducasi a soffrire con una macchinale
-indifferenza l'improperio ragionevole che ad esso fa la natura schernita
-dalla sua depravazione, che dolente gli rinfaccia, senza posa, la sua
-demente ingratitudine: egli è dunque così, che il meglio offresi qual è
-al suo sguardo, ei lo contempla, lo discerne, lo approva, e segue il
-peggio:
-
- „_Video meliora proboque, deteriora sequor._„
-
-Dopo un ammonizione sì risentita, quanto giusta della natura, con quale
-fronte oserà egli l'ebreo altamente vantare la primazìa sopra tutta la
-specie umana, ed i popoli del mondo sopra quale base radicale fonderanno
-essi mai il barbaro diritto di soggiogarlo, e di avvilirlo?
-
-Insensati! che incapaci tutti quanti sempre voi foste di godere
-solidamente le amene delizie della natura, senza contaminarne la nitida
-sorgente co' furori della vostra sovvertita immaginazione; e infatuati
-da quelle insane chimere da cui foste imbevuti fino dalla culla, non
-solo ne schivaste sempre l'incontro; ma varj fra voi non curarono di
-conoscerla per ignoranza; molti ancora indifferenti alle sue materne
-instigazioni, furono ad essa ribelli per orgoglio; ed altri furibondi si
-lasciarono ben anche trascinare all'eccesso delittuoso di calpestare le
-sue leggi, di avvilire i suoi doni per fanatismo.
-
-Or ad oggetto di sanare le nazioni lese da siffatto malore, non ommisero
-di tentarlo con reiterati sforzi i più illuminati filosofi del mondo,
-fissando de' principj inconcussi, ovvj a dimostrarne il pericoloso
-nocumento; ma tutte le loro cure furono vane, e delusi restarono sempre
-nella loro aspettazione: quindi è che allora si videro essi astretti a
-rinunziare a' loro benemeriti disegni, concentrarsi nella sfera delle
-loro proprie cognizioni, e ciascuno di essi quale nuovo _Timone_, od
-_Apemanto_ vivere a se unicamente misantropo isolato, e fremendo mirare
-taciturno, da una parte periclitare di giorno in giorno la salute
-dell'uomo, senza potere svellerlo dall'orlo dell'abisso preparato ad
-ingojarlo; osservare dall'altra le caterve affluenti di esseri travviati
-correre solleciti ad offrire le loro preci al sacrilego altare del
-fanatismo; quì porgere incensi ad uno sciame immenso di se-dicenti
-_parlamentarj_ dell'Eterno, che renduti superbi dagli omaggi striscianti
-dell'ipocrisia, e dell'ignoranza, già corruppero da colmo a fondo la
-tersa religione, che il terrigeno mortale è nel pressante dovere di
-tributare al suo Dio Creatore, e lo costrinsero ad obbliarla, ed a
-sostituirne in vece le loro esecrabili visioni; udire colà commendare
-qual eroismo i più atroci misfatti, di cui ci fanno raccapricciare le
-Istorie, perchè al nome dell'Essere Supremo devotamente commessi;
-riguardare altrove porre in sistema la persecuzione, e la calunnia, e
-quindi esercitarle religiosamente unite contro que' sciagurati che il
-mero fortuito accidente trasse dal grembo di altro dogma, e seguaci di
-una credenza differente da quella che si professa dai loro persecutori,
-considerandogli persino come una nuova specie di esseri, la relazione
-de' quali si reputa indegna degli altri uomini loro simili, formati, per
-così dire, da un conio stesso, dotati delle facoltà medesime,
-suscettibili de' medesimi bisogni, ed egualmente organizzati, onde ad un
-tale riguardo si opprimono, si calunniano, s'inventa delle illusioni
-affine di renderli odiosi agli altri popoli; e per giustificare quelle
-perverse imputazioni delle quali sono essi proditoriamente aggravati,
-s'immagina quelle colpe che incapaci furono sempre di commettere, e che
-per ciò realizzare mai non si possono, si suppone que' difetti che non
-ebbero giammai, ma che forse con più fondata ragione attribuire sovente
-si potrebbero a' loro persecutori, si prevengono le mancanze che loro
-sono affatto ignote; e quindi ogn'individuo non ad essi conforme nelle
-pratiche di religione, impressionato da tali venefici principj fin dalle
-fascie, si reputa, per ogni motivo, autorizzato di poterli riguardare
-come esseri degni della riprovazione de' loro simili, come uomini scevri
-di morale, di costumi, e forse ancora incapaci di lumi, di coltura, e di
-buon senso.
-
-Forsennati! Barbari mostri! Esclamerebbero que' filosofi allora; chi vi
-avrebbe supposti mai stolidi a quel segno fino a non accorgervi, che
-tutte le ottime, o riprovabili azioni che loro vengono direttamente
-attribuite, altro, a fondo, non sono che un mero effetto dell'opera
-vostra unicamente? I tirannici tratti co' quali voi procedeste in ogni
-tempo a loro danno, non doveano essere per i medesimi una lezione
-indelebile, e continua d'ingratitudine, e di vendetta, un oggetto
-incommutabile di eterna ripugnanza per la vostra società? E come
-dovevano essi amare quegl'individui che riguardavano il loro avvilimento
-come un trionfo della così detta loro nuova legge di grazia, se dai
-partigiani di quella dovevano essi appunto ripetere il torrente
-inesauribile di tutte le angustie alle quali soccomberono sì di
-frequente? E come avrebbe potuto mai l'ebreo, sotto alcun titolo, essere
-buon cittadino, se ricusatagli era ovunque una patria, se escluso veniva
-di prestare i suoi servigj, se interdetto eragli per tutto l'esercizio
-delle arti liberali, e la coltura dello spirito, e se la terra medesima
-persino a cui esso dovea i suoi natali divenivagli straniera, ed
-insensibile matrigna? E con quale fondamento si dovea, in ultimo,
-presumere che un fautore della sana credenza di Mosè potesse giugnere a
-distinguersi giammai nella carriera di que' pochi uomini dotati di
-genio, e di talenti, che l'obblìo del fanatismo rende oggi reperibili in
-qualche angolo del mondo, se da questi o per invidia, o per interno
-pregiudizio, od anche per simulato trasporto religioso era sempre o
-schernito, o rigettato, se il consorzio de' medesimi reputava un
-disonore di annoverarlo nella categoria de' suoi membri? E quando ancora
-conservato egli avesse, nello stato di abbiezione in cui languiva, tanta
-lena e coraggio per inalzarsi fino allo studio, la generalità degli
-uomini non imputavagli frattanto come un grave torto di essere nato
-ebreo, a fronte ancora di tutta la virtù, ed i talenti che avesse
-d'altronde potuto fondatamente vantare? Ei non potea aspirare al rango
-di uomo, senza prima cessare di essere ebreo. Che non può irrazionale
-superstizione in mente umana!
-
-Esseri deboli, e inconseguenti! Se provati aveste i costumi di questo
-Popolo avanti di sfuggirne i rapporti; se occupati vi foste di
-esperimentare i suoi talenti prima di azzardarne de' giudizi temerarj
-sulla sua capacità; se tratto lo aveste all'obbrobrio degradante delle
-turbe popolari, restituendo ad esso quella dignità che compartire volle
-la natura ad ogni ente ragionevole, e che la vostra indomita fierezza
-ingiustamente gli tolse; se meno prodighi di odio, e di oppressione
-dimostrati vi foste seco lui; ma più liberali di umanità, e più coerenti
-alle leggi che prescritte furono a voi dalla natura, vedreste ora in
-mille brani spezzarsi al vostro tatto il talismano fatale della
-menzogna, e quale fugace lampo svanire ogni mistero nella dispersione
-dell'ebreismo, riguardata follemente sempre da voi come il flagello
-desolatore, a cui gli arcani decreti di un Dio condannato lo aveano,
-senza ombra di speme, nè di rifugio; come ancora il barbaro esilio a cui
-soggiacque già da gran tempo, ben lungi dall'apparirvi la conseguenza
-immediata di que' sognati falli di cui l'odio vostro l'imputava senza
-freno, giustificato vedreste non meno l'una che l'altro dall'ostile
-vostro contegno a suo riguardo; e quindi rientrati allora in voi stessi,
-scossi da quel torpido letargo dove immersi vi aveano d'accordo quelle
-venefiche illusioni che alimentavano un giorno il vostro inganno, e
-abbacinavano i sedotti vostri cuori, voi avreste riconosciuto ad
-evidenza quanto fossero contradittorie alla ragione, e ripugnanti alla
-natura quelle distinzioni malignamente inventate ne' secoli d'ignoranza
-dagli speculatori di proselitismo, e trafficanti di culti, e di
-coscienze; distinzioni che rendono l'uomo il ludibrio della sua specie,
-e costituiscono l'infamia perpetua di colui che le tollera, e le
-autorizza; e così da questa vilipesa nazione risorgere or mirereste
-quegli stessi talenti peregrini, che in ogni epoca, e ovunque formarono
-il decoro della stirpe d'Israel, l'ammirazione de' dotti, e la gloria di
-quegli stati che gli accolsero nel loro seno, proteggendo, ed animando i
-loro progressi, e le utili produzioni de' medesimi: Alemagna! Francia!
-Monarchìe felici! Terre avventurate! La ragione si è quella che forma
-fra voi il più solido, e il primo de' vostri possenti baluardi; essa, in
-ogni tempo, astante a' vostri dottissimi congressi gli dirige, e ne
-forma il presidio ineluttabile; questo nume tutelare, avversario deciso
-del fanatismo ne distrugge i progressi contaggiosi, che tentasi di
-propalare da' suoi reprobi fautori, a scapito dell'umanità, e invitta
-ella presede al superno tribunale della giustizia; essa è quella che
-richiama dal seno di ogni popolo gli utili talenti, e la vera filosofia,
-la quale è onorata in chiunque siane possessore, nel modo che i talenti
-perspicaci, non meno di quello a cui venne conferita nel suo nascere
-l'immersione battesimale, che dell'altro a cui fu reciso il prepuzio
-nelle fascie, sono entrambi ricompensati a gradi eguali: Federigo!
-Giuseppe! Napoleone! Nomi alla terra sempre mai cari! La consolante
-rimembranza delle vostre sublimi operazioni non potrà mai cancellarsi
-dalla mente degli uomini, ma ella sopravvivere dovrà al tempo edace che
-tutto immerge nell'obblìo profondo; troppo vi dee quella porzione di
-specie umana, a cui fu accordata la sorte di vivere sotto l'auspicio
-delle sublimi vostre leggi, ed in particolare l'esule Israel, il quale
-ricoverato sotto l'ombra benefica di esse, ritrova un asilo pacifico, e
-immune dall'infezione letale della calunnia, ed una tranquillità sicura,
-che lo zelo de' satelliti dell'idolo romano ha tentato altrove
-d'involargli sovente, onde a questo unita grata vi resti perpetuamente
-l'Europa, a cui voi deste i primi le lezioni memorabili di sana
-filosofia, e di tolleranza; egli è sotto la benefica influenza de'
-vostri limpidi orizzonti dove la sorte dell'uomo non pende già (come
-sotto altro cielo) dalle muffate pergamene, deve esistono vergati da tre
-o quattro cent'anni i titoli vani degli Scheletriti progenitori, ma da'
-solidi meriti personali di cui esso è fregiato, e senza che la diversità
-di religione vi opponga niun ostacolo, nè possa giammai pervenire ad
-oscurarli; egli è colà dove l'evidenza ci convince che può un fautore di
-_Mosè_ riescire dotto nelle scienze, perito nelle arti, vassallo
-integerrimo del Sovrano che lo governa, ed utile cittadino al suolo che
-vide nascerlo, in grado eguale di un seguace del vangelo. Egli è, in
-ultimo, nel centro della più illuminata nazione che onori la terra,
-nelle Gallie illuminate dove il cruento fanatismo che sì orribilmente un
-giorno paventare si facea, ora del tutto annientato dall'eccelsa ragione
-che le governa, attonito riguarda, fremendo, il vero merito di un
-Successore di Abramo estolto a quei gradi che mai possono accordare le
-scienze, e la virtù a chi degno se ne rende, o coll'esercizio di questa,
-o assiduamente coltivando le prime.
-
-Se tali edificanti lezioni fossero state apprese dagli abitatori della
-terra; se verità sì convincenti fossero state da' medesimi sentite in
-tutta la loro forza ed estensione, quanto più lieta oggi sarebbe la
-Sinagoga ebrea; più sgravata di follìe, meno assurda nelle pratiche, e
-l'esercizio del suo culto, ridotto a' suoi primitivi ammirabili
-principj, quanto diverebbe più filosofico, e più sensato non solo, ma
-(siccome io mi accingo a dimostrarlo nel progresso di quest'opera)
-niente dissimile da quello professato da Socrate, da Platone, e da
-Confucio, e degno altresì di essere messo in comparazione con quello già
-felicemente conosciuto da' primi benemeriti fondatori della credenza
-d'Israel? E quanti Scismi, che lacerarono sì sovente la chiesa romana,
-non avrebbe questa prevenuti colle vie della tolleranza, e della
-persuasione, moderando l'amarezza del suo zelo, che la ridusse per tante
-volte ad infierire contro le coscienze, e le opinioni, riguardate come
-paradosse, perchè discorde forse da quelle che dessa pretende avvalorare
-fra i mortali? Alla prima non si permise in alcun tempo di gustarle;
-neglette, o calpestate sempre furono entrambe dalla seconda.
-
-E vi sarà egli ancora chi si sorprenda come avvenga che la ragione
-accordata all'uomo per rischiarare la sua mente, per dirigere le sue
-azioni, per confortarlo nelle sue pene, sembra che prendasi a scherno
-l'ignoranza sua, e la sua fralezza, e che più non offrasi agli occhi
-suoi che come un rifugio illusorio, e incerto contro gli assalti de'
-suoi proprj vaneggiamenti? Se i popoli facessero tacere, una volta per
-sempre, le passioni criminose delle quali sono essi predominati, per
-ascoltare la voce penetrante della ragione, vedrebbero in qual modo,
-l'esimia, e la benefica ragione cesserebbe infine di mostrarsi essa pure
-armata di furore a danno dell'illusa umanità.
-
-Infatti, quanti esempi rimarcabili non ci forniscono ad un tale riguardo
-numerose popolazioni che a torto noi chiamiamo selvaggie, le quali
-benchè meno colte di noi, e fornite di una intelligenza assai più
-limitata della nostra, pervennero frattanto a soffocare (o forse non
-conobbero giammai) quel furore brutale di persecuzione religiosa che
-forma, purtroppo, la base primordiale di ogni credenza odierna, e la
-gran mole reggente di tutti in culti delle nazioni che conosciamo,
-se-dicenti-polite, e illuminate? Queste imitarono i difetti delle prime,
-senza potere nè conoscere, nè profittare giammai di alcuna delle ottime
-qualità delle medesime. Io eccito tutte le istorie unite ad indicarmi un
-solo popolo, fra i tanti che annovera la prisca età del mondo, che abbia
-in alcun tempo infierito nè contro le coscienze degl'indigeni abitanti,
-nè che giammai abbia macchinato lo sterminio della religione di un
-popolo limitrofo, benchè le une, o l'altra opposte fossero
-diametralmente a' loro intimi principj religiosi; ma esse, d'altronde,
-ci mostreranno ben chiaro fra i recenti, de' popoli che riguardano il
-flagello degli uomini, ed il loro avvilimento come un tributo espiatorio
-in onore della Divinità; esse c'indicheranno, da una parte, i terribili
-roghi della Spagna, destinati ad abbruciarvi gli ebrei in onore di Gesù
-cristo; ci additeranno dall'altra gli esecrabili altari del Portogallo
-preparati ad immolarli al nome della vergine; ci faranno quì vedere le
-aggravanti catene della Bretagna papista consacrate a soggiogarli in
-gloria de' suoi idoli; mirare ci faranno esse colà un S. Cirillo, quel
-barbaro Cirillo, che fattosi duce di apostolici briganti, attaccarli
-entro le loro proprie sinagoghe in Alessandria, ucciderne crudelmente
-una gran parte, fugarne il resto, carpire le loro sostanze, e rendersene
-arbitro in ortodossa divozione a' suoi penati; ci offriranno altrove
-quelle marche infamanti di cui l'Italia contrassegnavagli un tempo in
-trofeo della sua fede, e quelli angusti, e infetti recinti entro i quali
-essa gli costringeva a vivere racchiusi, e concentrati in venerazione di
-Pietro, o degli apostoli; ed ovunque finalmente noi rivolgiamo i nostri
-sguardi dall'oriente all'occidente, dal nord al mezzo giorno, per tutto
-ci faranno quelle scorgere la mistica falce delle religioni pronta a
-mietere ad ognora le sue vittime segnate per offrirle all'altare de'
-falsi Dei, od al nome dell'Essere supremo, per tutto ci metteranno esse,
-in ultimo, sotto gli occhi feroci patiboli eretti; carceri, ferri,
-proscrizioni, massacri, e quanto seppero inventare di atroce que' mostri
-che natura abbandonò alla loro natìa inesplebile fierezza, che al nome
-di uno, o di altro idolo gl'ingannati popoli della terra infliggevano
-contro gli eretici, o miscredenti delle loro follìe religiose; e con
-infinite prove percotenti, esse concorreranno in somma a convincerci
-pienamente che le massime di persecuzione, di strage, o d'intolleranza
-non sono state mai ridotte, in pratico sistema, che nel solo grembo di
-una religione che si è decantata divina, la quale non respira in
-apparenza, che dolcezza, mansuetudine, e salute, ovvero da quelle
-ridicole instituzioni, che molto sovente o mancano di verità, o di buon
-senso, che l'umana ignoranza ne fa tenere il carattere, e le veci.
-
-Ma in mezzo di questa enorme affluenza di vicissitudini lagrimevoli,
-ognora pullulanti, che hanno per infinite volte segnalato sulla terra i
-deplorabili travviamenti umani, quale metamorfosi degna dell'ammirazione
-universale de' secoli avvenire, non sarà mai per risultare a' nostri
-posteri l'intatta conservazione dell'ebreismo, sotto quel cielo medesimo
-appunto dove ad ogn'istante se ne meditava lo sterminio, ed in quel
-suolo istesso in cui si tentò infinite volte renderne la tomba? Cosa
-opineranno essi mai al solo contemplare, come tutte le nazioni
-dell'universo, dopo la caduta degli abitanti di Gerosolima, e insieme di
-questa metropoli medesima, si distrussero l'una l'altra, si amalgamarono
-a vicenda, si mischiarono confusamente, ed il solo popolo ebreo,
-malgrado la sua fluttuante dispersione, e le numerose infauste peripezìe
-alle quali sempre soggiacque, in ogni angolo del mondo, abbia fermamente
-resistito al torrente di una feconda successione di lignaggi, di epoche,
-e di vicende, or funeste per un popolo, ed or gioconde per l'altro; or
-per questo ridenti, ed ora triste per quello? Non lo attribuiranno essi
-forse ad un effetto soprannaturale, ad un prodigio ineffabile
-dell'Eterno? Di ciò veramente l'intero giudaismo ne fu sempre convinto;
-e tutte le altre nazioni, al contrario, riguardarono ciascuna, in ogni
-tempo, la permanenza di tale prosapia, come un trionfo, ed una prova
-incontestabile della verità di loro varie credenze, o religioni.
-
-Ma senza fermarmi quì a discutere inutilmente le ragioni che alimentano
-l'intima convinzione del primo, ed il giusto valore delle cagioni sulle
-quali fondano le ultime la presunta base contestata della loro
-religione, io mi contenterò soltanto di rimarcare che fa duopo stabilire
-dei motivi meno accessorj, ed assegnare altre cause più ostensibili per
-colpire nel segno positivo sulla certezza, e la probabilità degli
-accennati effetti risultanti; e questa e quella ritrovare noi potremo
-agevolmente nelle accanite persecuzioni che le ultime, concordi, hanno
-sempre esercitate contro di quello: non avvi alcuno che ignori che la
-guerra delle opinioni religiose, e delle coscienze, non solo in
-proposito di culto, ma in scienza, in politica, e in costumi, ha in ogni
-epoca del mondo, e presso qualunque popolo della terra formate le
-fazioni sanguinarie, i martiri devoti, gli apostoli entusiasti per
-l'uno, o l'altro partito da cui presero fondata voga radicale quelle
-stesse opinioni che tentavasi di propalare, e sostenere ad ogni prezzo
-da una parte, e che da un'altra combattevansi orribilmente col disegno
-di annientarle dalla reminiscenza degli uomini. Infatti, quanti esempj
-rimarcabili non ci forniscono le istorie, idonei a convincerci che tanto
-in religione, quanto in politica, noi vedremmo succedere nel mondo il
-tepore il più lento, all'entusiasmo il più deciso, se si lasciasse
-all'una l'opinione, all'altra l'esercizio; _donnez aux Huguenots_,
-diceva Caterina de' Medici, _tout leur saoul de prêches, ils seront
-tranquilles_. Quando, al contrario, perseguitando una setta, od una
-fazione qualunque, si viene ad aggiugnere insensibilmente alla forza
-della religione che è già oltremodo grande, quella del punto di onore
-che lo è sovente di più, cioè a dire, che quelli ancora che non hanno
-religione qualche volta ne ostentano l'apparenza, e non osano di
-abbandonarla; e che quelli viceversamente che sarebbero proclivi alla
-resipiscenza de' loro proprj travviamenti, non sanno determinarsi ad
-effettuarlo.
-
-Or in conseguenza di questi effetti, renduti già si evidenti, chi
-potrebbe mai sensatamente ricusare alle cause omogenee che gli producono
-l'esistenza indefettibile che loro conviene in ogni modo? Persuasi
-dunque quali essere dobbiamo, senza mistero, dell'esistenza delle une, e
-della sorgente immediata degli altri, quale torto enorme non si farebbe
-alla verità, se opinare si dovesse come il primo, e quale grave
-oltraggio risentire non dovrebbe la ragione, appoggiando la strana
-presunzione di queste? E pure l'indole depravata dell'uomo, generalmente
-parlando, è tale, che desso non soffre mai un oppressivo male, nè
-fruisce ancor di un sommo bene, senza imputarlo all'odio di un essere
-superiormente perverso, od alla predilezione di un essere ottimo che
-veglia parzialmente alla di lui conservazione, ed egli non è che dopo
-molte riflessioni, per lo più astratte, sempre seguite, e sottilmente
-ponderate, che desso giugne a conoscere, infine (benchè il più delle
-volte assai di raro, e a grande stento ei vi pervenga) che il bene, ed
-il male di cui l'umana vita è mischiata, emanano entrambi, per così
-dire, dalla sorgente inesauribile medesima; questo è il possente arcano
-delle instituzioni teologiche di ogni popolo che esistere veggiamo sulla
-superficie della terra, questa è l'alchimia portentosa di tutte le
-religioni che ingombrano il mondo abitato dall'uomo.
-
-Comunque siasi, non credasi già essere questi soli gli effetti
-perniciosi dell'imbecillità dell'uomo abbandonato a se stesso ed alla
-sua sovvertita immaginazione, io mi dispongo, con ribrezzo, a produrne
-degli altri molto peggiori, ed assai più funesti per la sua specie,
-allorchè nella progressione di quest'opera mi emergerà pur troppo di
-ragionare a reiterati propositi. Intanto calisi un velo di profondo
-silenzio intorno quello che rapportasi all'ente ragionevole, alle sue
-idee, a' suoi pensieri, ed alle azioni differenti delle quali fu esso in
-ogni tempo riconosciuto essere suscettibile, e riserbiamoci a
-squarciarlo allora quando potremo di esso lui occuparci assiduamente di
-proposito, affine di migliorare la sua condizione, correggendo i suoi
-errori, illuminando il suo spirito, e facendogli, ad un tempo,
-chiaramente comprendere, che la verità è una, semplice, e indefficiente,
-che l'errore, all'opposto, è ognora complicato, titubante nella sua
-marcia, ed eccessivamente sinuoso; che la voce della natura è
-intelligibile, sonora, insinuante, e che quella della menzogna è
-ambigua, oscura, ed affligente; che il sentiere della ragione è ameno,
-retto, e salutare, e che quello dell'impostura è obbliquo, tetro, e
-pernicioso, questa esimia ragione di somma urgenza in ogni parte
-all'uomo dee essere continuamente la sua conduttrice inseparabile, e le
-dilei proficue lezioni debbono essere seguitate completamente da ogni
-anima fregiata degli ammirabili suoi doni.
-
-Quindi per essere penetrato quanto fa duopo della forza irresistibile di
-queste verità edificanti, che io mi lusingo di produrre frappoco al
-chiaro giorno, l'uomo non ha bisogno che di lumi, di buonsenso, e di
-coltura; esso non ha che rientrare in se stesso, riflettere sulla sua
-propria individuale natura, consultare i suoi interessi, considerare i
-suoi rapporti colla società, e i doveri che lo vincolano ai membri
-contraenti suoi simili; e in conclusione studiarsi esattamente di
-conoscere che la virtù, e le scienze sono, senza contrasto, i soli, i
-migliori, ed i più solidi beni per la specie umana, e che il vizio, e
-l'ignoranza ne formano il perpetuo terribile flagello. In una parola
-studiarsi esattamente di capire, che siccome il buon uso delle scienze
-consolida in noi quel declivio salutare che porta la specie nostra alla
-pratica del bene, così appunto il nostro amore per la verità aumenta i
-lumi de' quali noi abbiamo estrema urgenza per propalarla, e per
-difenderla. Col mezzo di sì fatte indagini utili, e profonde giugnerà
-esso, in ultimo, a convincersi che gli esseri umani (come lo rimarca
-ingegnosamente un pensatore inglese) non sono sventurati, se non se
-perchè dessi sono viziosi, ed ignoranti; e che i medesimi viceversamente
-non sono ignoranti, e viziosi, se non se perchè tutto cospira ad
-allontanarli dal felice sentiere della ragione ad impedirli di
-correggersi, ed a renderli alieni onninamente dallo sviluppo delle loro
-facoltà intellettuali.
-
-L'epigrafe del frontispizio allude giustamente al nostro immortal
-NAPOLEONE ciò che Marziale altra volta disse a Domiziano: _I popoli del
-vostro Impero parlano differenti idiomi; essi non hanno, per tanto, che
-un solo linguaggio allorchè dicono, che voi siete il vero Padre della
-Patria._
-
-
-
-
- OGGETTO
- E
- PIANO ANALITICO
- DI
- QUEST'OPERA.
-
-
- _Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi insipientis in errore
- perseverare._
-
- CICER.
-
-Egli è ormai uno spazio considerabile di tempo che la mia ingenua penna,
-sempre intenta al solido vantaggio de' miei simili (dopo le tante altre,
-le quali prefiggendosi forse un simile scopo, si cimentarono indarno
-fino ad ora, e col massimo pericolo) tentare volea di assumere intrepida
-l'ardua difesa della verità, di quella verità medesima che tutto il
-mondo ammira, ed abbandona, e che prescindendo da pochi i quali
-cimentandosi a squarciare il tetro velo della menzogna, che ne adombra
-l'intuito allo sguardo profanatore dell'insensato, sono già felicemente
-pervenuti a ravvisarne il fulgido sembiante, pare che gli uomini della
-nostra età si facciano un maligno piacere di calpestarla, di concepirne
-un abominio, in vece d'intraprendere l'impegno commendevole di sottrarla
-a quegli oltraggi, che miransi fare, ad ogn'istante, contro di essa da'
-feroci proseliti del fanatismo.
-
-Tale era dunque l'assunto importante di cui io mi occupava, senza
-interruzione, era già l'intervallo di un completo decennio, e questo è
-il solo oggetto sovra di ogni altro interessante che ha per tutta la mia
-vita decorsa unitamente richiamate le mie più assidue, e ponderate
-riflessioni; ma pur troppo fino al presente coll'eguale successo di
-quello che videro tanti uomini dotti risultare dalle indefesse loro
-applicazioni, affine di svellere dalla specie umana il morbo
-flagellatore dell'ignoranza che la degrada, e della superstizione che la
-distrugge; mentre le tenebre dell'una, e la densa caligine dell'altra,
-che ingombrano dopo tanti secoli presso che tutta l'estensione
-dell'universo, paralizzavano le benefiche intraprese di
-quegl'institutori dell'umanità, e scoraggivano le mie rette
-disposizioni.
-
-Eh, che! Tutti gli orizzonti della terra uniti, non ci mostrano essi
-forse de' tempi calamitosi a tale eccesso per lo spirito umano, fino a
-reputare il termine _illuminato_ sinonimo d'_incredulo_; e quindi a
-punire come apostata, ed a perseguitare qual libertino un genio
-filantropo che cimentato si fosse a rischiarare le tenebre dalle menti
-degli uomini, propalando fra questi de' solidi principj di morale, e di
-buon senso? E quante volte delineare si vide l'immagine sublime della
-ragione con informe sembianza di un orrido fantasma che paventa, e che
-afferra chiunque osa di appressarsi al tempio eccelso che ascosa la
-rende allo sguardo peribile dell'uomo? Tale essendo il carattere odioso
-che miravasi fare della ragione, più non dovremo dunque stupirci, se
-colui che avesse osato farne il preconio era dagli uomini riguardato
-come il più reprobo nemico del suo secolo, ed il perturbatore della
-umana società.
-
-O tempi d'ignominia, e di esecrazione! ah! che pur troppo io già miro
-imbrattata l'istoria dell'odiosa menzione di quell'età sì degradante per
-la specie umana, in cui la virtù era un delitto, la ragione un ornato
-superfluo, inutile il buon senso, e la filosofia una chimera; in cui
-l'uomo brancolando nel vortice delle sue illusioni lasciavasi
-machinalmente condurre da altri uomini dementi al pari di esso, ma di
-lui più scaltri, più intriganti, sempre intenti a sedurlo, nè lo
-abbandonavano fino a tanto che renduto non lo avevano il nemico di se
-stesso, e il manigoldo crudele del suo simile, ed in cui finalmente le
-nazioni ammaliate dalle promesse che al nome di un Dio loro garantivano
-i mistici direttori da' quali erano esse ciecamente guidate, empievano
-la terra di follìe, e sotto l'ombra fatale di religione commettevansi
-gli attentati più atroci, sterminavansi a' vicenda; i culti opposti
-erano a' culti, gli altari, agli altari, e gl'intensi voti dell'una
-inferire altro non volevano che una detrazione insultante delle fervide
-preci dell'altra; ma l'ipocrita ingannatore che ne era la cagione, non
-vedea frattanto in queste acerrime dissenzioni che un solido incremento
-alla di lui autorità, alla quale soggiogato in ultimo restava non meno
-il partito vincitore che il vinto. Chi potrà mai fermarvisi un istante
-senza essere sorpreso di angoscia, e di dolore al solo contemplarvi que'
-vaneggiamenti di cui furono sempre suscettibili tutti i popoli, dalla
-prima infanzia del mondo fino a' tempi nostri? Or uno spettacolo sì
-attristante potea egli a meno di non disgustare l'animo il più benefico,
-lo spirito il più paziente, e il più filantropo genio che azzardato
-avesse di liberare la specie umana dal malore dell'inganno, per quindi
-ricondurla nel felice sentiere della ragione? Convinti di questa verità
-non dovremo più stupirci se cotanto rari oggi si rendino sopra la terra
-i _Socrati_, gli _Aristidi_, i _Cartesii_, e i _Galilei_, che al prezzo
-di cicute, di esilj, di carceri, e di tormenti acquistassero, di buon
-grado, il piacere d'illuminare l'umanità, e d'indurla a rigettare le
-avvilenti sue follìe. Con sì terribili esempi sotto gli occhi troppo
-scarso dovea essere certamente il numero degl'imitatori; e quelli al
-contrario, che avrebbero potuto divenirlo con successo, preferivano
-piuttosto di essere considerati come inutili nella società, che rendersi
-le vittime degli smarrimenti de' loro simili, e lo scherno degli eccessi
-de' loro scaltri conduttori. E con quale coraggio avrei potuto mai
-osarlo io tre lustri addietro, e di più sotto l'ombra di un avverso
-cielo dove io mirai le prime luci, ed in cui la superstizione, e il
-fanatismo erano al grado dell'ignoranza, calcolata come necessaria alla
-salute dell'uomo, ed in cui alla demenza tenere faceasi le veci, ed il
-carattere di buon senso? Egli è vero, per altro, che fino di allora
-concepito io avea il progetto salutare di distruggere l'errore dalla
-mente de' miei simili, ed il vasto assunto destinato ad esaurirlo era
-già, in gran parte, preparato alla rinfusa nella mia mente, nè altro
-mancava a corredarlo di quell'ordine, di quel metodo, e di quella
-esattezza necessaria per prodursi al chiaro giorno, che una esplicita
-inerenza nello spirito di quelli che più abbisognano di lumi
-sufficienti, e di un fermo disinganno, capace di annientare i pregiudizj
-che avrebbero potuto contrapporre degli argini malefici allo scopo
-commendevole per cui era quello in origine rivolto. Ma la decisa
-ripugnanza che questi sempre manifestarono contro l'ultimo, non meno che
-contro i primi, fece soffocare i miei filantropici disegni al loro
-nascere, e condannò la mia intrapresa ad un obblìo impenetrabile, dove
-giacque sepolta fino a questo giorno in cui l'impero della ragione potè
-rendersi una volta manifesto al consorzio de' mortali sopra la terra,
-spiegando l'ascendente assoluto ch'ella dee avere sullo spirito di essi;
-ora che sul trono augusto della giustizia l'eccelsa filosofia siede
-fastosa, e trionfante de' suoi miserabili nemici, al fianco invitto di
-NAPOLEONE il grande, può un integerrimo fautore della ragione alzare
-libero la testa, fare impavido echeggiare la di lui voce, e rendersi
-utile a' suoi simili, senza pericolo, annunziando a tutti gli abitatori
-dell'universo, allo squillante suono di prodigiosa tuba, l'immediata
-rigenerazione universale di tutta la specie umana.
-
-Per altro, sebbene tutte le mie cure, e i miei disegni si aggirino
-soltanto al vantaggio di una parziale Nazione unicamente pure ad un solo
-corpo religionario io quì non ragiono, ma a qualunque siasi nazione,
-setta, o popolo, a tutta la società umana, in fine, io parlo, ed a guisa
-del Sole che dal suo emisfero inaccessibile, una luce sfavillante, e
-universale a tutto l'uman genere diffonde sulla terra, così appunto io
-bramo che ad ogni razionale abitatore del mondo rendasi noto il genuino
-linguaggio della verità.
-
-Or se il raziocinio sostenuto dal buon senso, e dettato da' più integri
-sentimenti di umanità, non è per la specie degli uomini un illusoria
-visione, io dimostrerò col mezzo di esso, non solo al giudaismo, per il
-di cui solido vantaggio io scrivo, ma a tutti gli altri popoli del mondo
-(i quali eccettuare sempre lo vollero dalla categorìa delle nazioni) che
-niente è più ingiusto, e ridicolo, ad un tempo, che di odiare, o
-deprimere una credenza qualunque per la sola ragione che i suoi principj
-saranno forse disparati da quelli professati dalla sua persecutrice,
-ovvero di attaccarne le basi sulle quali si regge, ed anche senza
-conoscerne il più delle volte il fonte da cui esse traggono la loro
-derivazione; e con eguale chiarezza farò inoltre conoscere, che quanto
-avvi in una religione di riprovabile, o di ottimo altro, a fondo non è
-che l'impronta del genio, o depravato, o giusto lasciatovi dall'uomo
-stesso, il quale non diventerà mai stravagante, o assurdo sempre che
-sarà capace di ricevere le idee omogenee medesime che la natura
-gl'imprime, e che desso, al contrario, diventa l'uno, o l'altro,
-alloraquando si sforza di assegnare una evidente realizzazione alle
-logogrife visioni tradizionali, ed a' mistici fantasmi. Di ciò tutte le
-sette fino ad ora conosciute sulla terra dimostrerò essere una prova
-ritrovata ormai, ad ogni esperimento, incontestabile.
-
-Preparato che io avrò l'uomo alla contemplazione interessante di queste
-verità, convinto che desse lo rendino una volta non essere meno curioso
-di seguire i progressi dello spirito umano ne' suoi travviamenti, di ciò
-che riesca vantaggioso investigare, con occhio indagatore le proficue
-nozioni ch'egli scuopre, e ciò in ogni secolo, e presso qualunque angolo
-del mondo, esso dovrà necessariamente convenire che fra tutte le
-ricerche filosofiche fatte fino ad ora, non siavi forse una più
-profonda, e più importante dell'analitica riforma del Culto, e
-dell'educazione politico-morale del Popolo ebreo, che nel corso di
-quest'opera mi sono prefisso d'investigare in ogni benchè minima parte,
-e co' più rigidi esami possibili.
-
-Il tenebroso amministratore de' culti, sia rabino, sia prete, ovvero
-dervigi dice credimi ciecamente; ed il sensato filosofo consulta
-l'evidenza, ascoltami, e ragiona; egli è questi ultimo linguaggio
-unicamente quello di cui farò io sempre uso nell'assunto importante che
-io tratto, con quelli che fin quì si mostrarono pur troppo sordi agli
-eccelsi ammaestramenti della ragione.
-
-Lungi dal precipitarci nel partito di quelli che credono tutto, od in
-quello degli altri che rigettano tutto, noi ci terremo, per quanto ci
-sarà possibile, in una specie di equilibrio, loro dicendo unitamente;
-esaminiamo con diligenza, e rendiamoci esatto conto a vicenda finalmente
-della credenza nostra, e di quella degl'ingannati nostri progenitori,
-indaghiamo una volta con filosofica fermezza, ciò che in sì fatta
-religione tradizionale (che da tutto l'ebreismo si è sempre sostenuta ad
-ogni prezzo) v'ha di vero, e quello che può esservi di assurdo; sotto
-quale rapporto le nostre idee religiose di oggi, possano avere un solido
-fondo di realtà, o di verosimiglianza con quelle dei primi patriarchi
-fondatori della credenza d'Israel, e sotto quale altro esse debbono
-meritare la nostra ripugnanza, il nostro obblìo. Penetrati di sincero
-trasporto per la verità, noi andremo a rintracciarla finanche nella
-estremità di que' misteriosi recinti che si appellano santuarj, da'
-quali allontanando il velo denso, e terribile che la cuopre, senza
-dubbio, allora noi vi ritroveremo l'aspetto inalterabile della tersa
-religione, che il Dio superno della natura esige dagli enti ragionevoli,
-nel primitivo suo stato di purità, e d'innocenza.
-
-Vari sono, per altro, gli scrittori commendevoli, che tentarono sovente
-di scavare questo dilicato soggetto da' suoi più reconditi fondamenti:
-io discuterò dunque le loro idee, analizzerò i loro pensieri, non già
-col fervido entusiasmo di un zelante apologista di prestigj
-tradizionali, ma colla genuina franchezza di un filosofo amico de' suoi
-simili, di un apostolo della ragione, che ad altro non aspira,
-pubblicando in questa giorno un opera sì utile, e sì urgente, che ad
-illuminare da una parte le menti ottenebrate dell'illuso giudaismo, e a
-distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti che parvero
-confederare contro i miseri avanzi del popolo d'Israel, fino anche i più
-decisi partigiani della tolleranza, trascinandogli anche sovente ad
-obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando impresero ad
-agitare la causa risguardante questa oppressa, e derelitta nazione.
-
-Quindi se io pervengo a condurre di tale, maniera lo spirito
-religionario degli uomini, ho fondato motivo di lusingarmi di potere
-anche ridurlo ad abdicare quelle vane chimere che lo soggiogarono per sì
-lungo tratto di tempo, e che formarono la sorgente venefica dove il
-genere umano attinse tutte le sue più deplorabili sciagure.
-
-Ma prima di ogni altra cosa, io credo mio essenziale dovere di prevenire
-il mondo illuminato, non essere quì mio scopo di divertire il cuore
-umano con fantastiche immagini, che al solo romanziere bizzarro,
-piuttosto che al filosofo ragionatore convenevoli si rendono; e molto
-meno astrignerlo pretendo con linguaggio artifizioso ad asserire, ciò
-che in altro modo ei ripugnasse di adottare: la nitida semplicità dovrà
-sempre quì precedere l'espressione sentimentale dei miei pensieri, i
-quali se riportati non verranno con un eleganza di stile che rapisce,
-posso d'altronde assicurare che fregiati essi tutti saranno della
-semplice verità che persuade, senza livore, e senza prevenzione; ciò che
-al disopra di tutt'altro ornato è assolutamente necessario, trattando
-una materia dilicata qual'è quella di cui ora ci occupiamo, che ha più
-duopo di giuste idee, di esatti sentimenti, che di un mendicato
-atticismo di vocaboli, o di traslati pensieri, onde potere con amplia
-cognizione di causa pervenire a conoscere lo stato delle vicende
-presenti, per farne l'adeguata comparazione con quelle, che le inopinate
-crisi avvenire offrono sovente allo sguardo indagatore del filosofo, ed
-alla irrequieta fantasía del politico: egli è dunque così che noi
-potremo allora, senza taccia di temerità, lanciare i nostri liberi
-giudizj sul remoto avvenire, ed arbitri ancora pronunziarne i destini.
-
-Frattanto io domando un indulgenza estrema non meno per ciò che ho fin
-quì detto, che per tutto quanto io dispongomi a dire, se io non tratto
-queste materie interessanti con tutta quella filosofia, e quel criterio
-che esigono, ciò si potrà forse attribuire alla deficienza de' miei
-lumi, ed alla modicità de' miei talenti, ma se io poi non le ragiono,
-secondo l'aggradimento uniforme di tutte le nazioni, ed in particolare
-dell'Ebrea che ne occupa la più estesa parte, ciò ripetere da me
-certamente non si dee, ma dalla sola intima natura delle medesime, le
-quali non sono ad altro fine dirette che ad emendare gli smarrimenti
-delle une, e a distruggere le stravaganti opinioni dell'altra; insomma
-ad illuminarle tutte, per quanto mi sarà possibile, ed a ricondurle nel
-perduto sentiere della ragione. Or quegli avvertimenti che tendono a
-correggere l'errore, a dissipare le tenebre dal mondo, possono essere
-giammai dell'aggradimento universale di quelli, che già infetti dal
-morbo letale della menzogna, hanno duopo di correzioni, e di lumi? Ciò
-che reca giovamento l'esperienza ci dimostra che rare volte diletta. Ben
-lontano per altro io sono dall'esigere, in verun modo, che si abbia per
-i miei sentimenti la benchè minima favorevole prevenzione, io eccito, al
-contrario, i lettori di quest'opera di avere in me così poca fiducia
-come io ne ho avuta negli altri. La sola ragione essendo un dono
-accordatoci dal Supremo Creatore dell'essere nostro per condurci
-nell'instantanea carriera di nostra vita, io gli esorto a farne uso
-immediato, e costante; questo è il solo mezzo il più utile, e il più
-sicuro per conoscere la verità, e per trarne que' vantaggi che aspettare
-ne possiamo. Ma comunque sia, io protesto davanti l'Essere Supremo, ed
-in faccia a tutti i popoli della terra, che non già vile sentimento di
-detrazione, non avidità di gloria, non cupidigia di utile, od altro
-scopo venale riprovabile del pari, mi fecero determinare a tessere
-quest'opera, ma l'amore fraterno che ho sempre nutrito per tutti gli
-esseri della mia specie; i solidi, e perenni vantaggi de' miei troppo
-ingannati connazionali; il desiderio intenso di combattere l'errore col
-brando inespugnabile della ragione; e la vera felicità, inultimo, degli
-stati colti, e tolleranti, così che la gloria, e il decoro
-degl'illuminati Sovrani che gli governano.
-
-Or traendo quest'opera la sua originaria sorgente da sì limpido fonte,
-retta da sì equi sentimenti, e guidata da principj cotanto sani, ed
-inconcussi, potrei sospettare giammai con fondamento che alcuno vi fosse
-di sì stupido criterio, in cui preponderando e impulso più forte gli
-esecrabili prestigj del fanatismo a' miei giusti ed amichevoli
-suggerimenti mi riguardasse come audace. od importuno, ovvero come i
-settarj dicono volgarmente, un apostata, un Deista? Eh! che tali
-attributi reperibili sovente nella bocca di chi non ne comprende il vero
-senso, non avranno mai efficacia bastante a formalizzare un integerrimo
-fautore della verità, dalla quale non seppe mai dileguarsi, malgrado che
-a caro prezzo azzardasse qualche volta di esternarla, e che non si
-prefigge altro disegno che il miglioramento durabile degli esseri della
-sua specie. Nulla mi cale per tanto che ciascuno pensi come più gli
-aggrada per rapporto al sistema di religione addottato da me; che
-l'ebreo talmudista lo condanni, che lo abomini il cattolico, e che tutte
-le altre sette la ripugnino, ma frattanto il sensato filosofo lo approva
-non solo, ma lo segue, lo pratica egli stesso, e lo commenda; a lui
-unicamente io me ne appello, ed a questa sola classe benemerita del
-mondo ogni mio pensiere consacro, l'estremo destino del quale, non già
-dall'insano giudizio del volgo, ma dall'illuminato discernimento di essa
-onninamente dipende. Ben contento di poter dire col giovine Plinio: _Ego
-enim non populum advocare,_ _sed certos electosque soleo, quos intuear,
-quibus credam, quos denique et tanquam singulos observem, et tanquam non
-singulos timeam._ _Epist. XVII. lib. VII. p. 428._
-
-Ma questa cecità universale mi lusingo che sarà bentosto rischiarata
-dalla fantasìa de' miei connazionali, quando a rigido esame richiameremo
-nel progresso di quest'opera i dogmi sopra i quali essi fondano la
-lusinga di una felicità imperturbabile, e la base di ogni loro ventura
-speme, additando a' medesimi l'infallibile sentiere che può condurli al
-completo acquisto di entrambe, e dove niuno fino ad ora osò giammai
-condurre il passo timido, e vacillante.
-
-Quale gloria ineffabile non dovrà in ultimo risultare per il Dio di
-verità, osservando gli esseri umani rinunziare con arbitra resipiscenza
-alle insane illusioni dove sembrava che un avverso destino condannati
-gli avesse miseramente per sempre; e quale trofeo per l'oppressa
-ragione, se gli eccitamenti miei affettuosi, e sinceri saranno efficaci
-a dissipare dalle loro menti l'errore da cui sono abbacinate, ed a
-toglierli dal baratro infernale de' pregiudizj in cui andavano a
-precipitare inevitabilmente; e così mettere un freno alle passioni
-fomentate da una coscienza religiosamente criminosa, e sostenute da
-quelle sacre menzogne che loro fanno una guerra spietata, e con passo
-intrepido, e costante oltrepassare le barriere funeste che il fanatismo
-avea tenacemente opposte alla ragione, seguitando le vestigia
-invariabili che quì sono ad indicare della pretta religione, e di un
-giusto e ben fondato disinganno.
-
-O popolo d'Israel! Egli è a tuo solo riguardo che baldanzoso io
-dispongomi ad affrontare l'improperio dell'ignoranza, e lo sdegno della
-superstizione: È te che io eccito a compiere i voti miei con quell'animo
-stesso con cui te gli offro: Egli è infine del tuo unico giovamento che
-io mi occupo indefesso, e di cui io formo l'essenziale, e il primo scopo
-di tutte le mie più serie applicazioni: ma, e quale guiderdone, in
-qualche modo equipollente, potrà mai sì filantropo zelo sperare da te? E
-che? supporre io forse dovrò che giugnere tu possa a ricusarlo senza la
-più reproba ingratitudine? Vorrai tu dunque perpetuare sopra la terra lo
-spettacolo affliggente della tua degradazione, ed essere tutt'ora, per
-folle arbitrio, lo scherno vile de' popoli, e la vittima sciagurata de'
-tuoi propri smarrimenti? Ah! che un apatìa sì macchinale supponibile
-certamente non è in mente umana; e ben lontano dall'opinarlo, io sono,
-all'opposto, convinto che un fausto giorno, senza dubbio, verrà, mentre
-di questo comparire già si vide la ridente aurora, in cui l'intero corpo
-esercente la credenza edificante di Mosè ne' quattro angoli della terra,
-perverrà finalmente a conoscere il valore inestimabile de' principj
-salutari che ne formano la base, e riguarderà come un infamia di
-restarne più oltre neghittoso, e indifferente, ed allora titubare più
-non potrà un solo istante, sotto pretesto alcuno, a riassumere fra gli
-uomini, per quanto è in suo potere, la condizione, i requisiti, e il
-grado, che la società, la natura, e la ragione gli concedono d'accordo
-sopra la terra, ne più reputerà come un delitto irremissibile, nel modo
-che fino ad oggi ei sempre fece, d'inchinare con trasporto l'orecchio
-per ascoltare la voce penetrante di un fautore della verità, di un suo
-connazionale stesso, cui, la depravata educazione, che un detestabile
-costume fatalmente introdusse da tanti secoli presso quel popolo, ha
-così pure tentato di corrompere un giorno rendendo la sua inesperta
-fanciullezza in egual dose infetta del morbo medesimo, che desso
-attualmente desola, e flagella, e quindi suscettibile per qualche tempo
-ancora dello smarrimento eguale di cui mirasi oggi quello predominato a
-tutta forza. Or dunque incauti miei connazionali! Esso vi presenta
-quest'opera; ardito alquanto sembrare a voi potrebbe il linguaggio di
-cui si serve, ma posso inoltre assicurare, senza timore d'ingannarmi,
-non essere quello dettato che da que' salutari principj che formarono in
-ogni tempo la guida fedele della sua penna, ed il più solido alimento
-del suoi pensieri: leggerla io v'insinuo assiduamente, ma scortati
-sempre da quelli, e con occhio terso dalla nube de' pregiudizj io vi
-eccito ruminarla; reperibili sono in essa gli antidoti, ad ogni
-esperimento, i più vantaggiosi, ed insieme i più opportuni all'uopo
-vostro urgente; vi assicuro averne fatta io stesso la più accurata
-esperienza avanti di conferirli a voi, e quindi sormontati da colmo a
-fondo tutte quelle illusioni venefiche delle quali era stata già
-imbevuta la mia credula infanzia, riconosciuti per me medesimo, infine,
-quanto si rendino colla successione de' tempi funesti per l'uomo que'
-panici timori, che abusando della frale instabile puerizia de' fanciulli
-malignamente s'incutono in quell'età dagl'impostori da' quali essa è
-diretta, e di cui tutte le mire non tendono, che a mantenere l'uomo
-sepolto nella voragine dell'inganno, ed allora mi ritrovai
-tutt'altr'uomo sollevato dal peso aggravante di una soma che abbatteva
-il mio coraggio, e ditroppo eccedente le mie forze, nella guisa medesima
-che or prepondera le vostre, e che vi opprime senza ombra di confronto,
-e senza lena. Nè altro lenitivo apprestare voi potrete con successo al
-crudele infortunio che vi minaccia, solo che seguitare con energìa, e
-con buon senso un sì efficace esempio. Possa quello essere il fausto
-precursore d'infiniti altri avventurati simili esempi! Possa il medesimo
-ritrovare nella nazione d'Israel immensa quantità di emulatori che
-anelino a gara di renderlo il catechismo di tutti gl'individui
-professanti la sublime credenza di Mosè! Egli è solo per questo valido
-mezzo che voi potrete superare agevolmente i moltiplici ostacoli, che
-opposero fino ad ora un pertinace contrasto alla politica civilizzazione
-de' vostri costumi, allo sviluppo delle vostre facoltà intellettuali,
-all'urgente rigenerazione del vostro Culto, e delle immense vostre
-cerimonie religiose, tiranniche, ridicole, insoffribili; nè vi lusingate
-di potere giugnere a vincerli giammai fino a tanto che il talismano
-fatale de' vostri smarrimenti franto non venga interamente da voi, a mio
-esempio, ed a quello memorabile di tanti che sentirono di possedere una
-ragione, e conobbero il bisogno pressante di fruirne, e fino che
-l'ignoranza, e il fanatismo, questi sovvertitori di vostra felicità, di
-vostra pace fugati non sieno entrambi per sempre ne' cupi abissi, donde
-trassero un tempo la funesta emanazione, per non più alzare la criminosa
-fronte, e per non infettare mai più colla loro contaminata presenza il
-suolo in cui l'orma di uomo calpesta, e annida.
-
-E s'egli è vero che un epoca già fu in cui si disse Israel popolo
-eletto; indi Israel progenie barbara, e incolta; poscia Israel ramingo,
-esule, disperso; io confido che giugnere mirare potremo qual fausto
-tempo ancora in cui si potrà dire meritamente Israel popolo sociale,
-colto, e illuminato, ed il suffragio univoco delle nazioni tolleranti, e
-urbane di buon grado concorrendo a sanzionarlo, allora più non sarà
-l'Israelismo in alcun tempo soggetto sulla terra fra di esse ed altre
-parziali distinzioni, fuorchè a quelle che la virtù esige, che la
-filosofia consente, e che permette la natura fra un popolo, ed un altro,
-fra un ente ragionevole, ed il suo simile.
-
-
-
-
- CAPITOLO I.
-
- Dell'origine primitiva del Popolo Ebreo.
-
-
-Una densa impenetrabile notte avvolge talmente a' nostri sguardi presso
-che l'intera antichità degli abitatori della terra, di maniera che fra
-tutti gli Scrittori, anche i più celebri, che ci hanno trasmesse le loro
-varie ponderate opinioni su' popoli differenti della prisca società
-umana, su' primi loro complicati avvenimenti, e sulla più probabile
-fondazione de' loro imperi, niuno certamente fino ad ora ve n'ha che
-possa vantare, con debita ragione candore, verità, ed esattezza,
-alloraquando intraprese a trasmettercene l'origine, od il ragguaglio di
-tutto ciò che a quelli supponeva positivamente appartenere. Il maggiore
-soccorso che noi potremmo ricavare onde proferire qualche giudizio sopra
-un simile assunto, sarebbe forse dalla sola Scrittura; ma ciò che
-questa, d'altronde, ci rapporta, è sì ambiguo, e sì conciso, che in vano
-ci lusingheremmo di potere col solo mezzo di essa pervenire a
-rischiarare le nostre tenebre intorno a questo soggetto.
-
-Eppure a fronte di tale malagevole ostacolo sì difficile a superare, io
-mi accingo, non per tanto, ad investigare il primo remoto nascimento di
-un Popolo, che malgrado la sua origine barbara, incolta, e quasi ferina,
-siccome è quella di tutte le altre colonie nascenti delle quali ci fa
-superficiale menzione l'istoria de' secoli vetusti, ha frattanto
-attirata la seria curiosità de' dotti di ogni epoca, di ogni nazione,
-preocupando le loro menti perspicaci a suo riguardo, alcuni per
-commiserarlo, altri per esaltarlo, e molti per farsene sovente ancora il
-baluardo contro gli attacchi ostili a' quali esso fu sì di frequente
-soggetto sopra la terra, sia per parte di coloro che tentarono
-diffamarlo con atroci calunnie, ovvero di quegli altri che nutrirono il
-barbaro progetto di schernirlo, e di umiliarlo con mendaci reprobe
-imputazioni, come opportunamente avrò soggetto di dimostrarlo, fremendo,
-più di una volta.
-
-Il Popolo Ebreo dunque, di cui intendo parlare, secondo tutte le
-apparenze le più convincenti, poco, o nulla differenziare lo veggiamo da
-quelle numerose orde che i monumenti antichi fanno scaturire, dirò così,
-dalla superficie della terra ad ingombrarne lo spazio, dal momento che
-dessa cominciò ad essere abitabile dalla specie umana: ma le istoriche
-nozioni pervenute fino a noi sopra un tale particolare, sono tutte
-concorde a dimostrarci, che l'origine frattanto ne è identica
-perfettamente fra l'uno, e le altre, ed in ogni parte comune. La caccia,
-l'agricoltura, la pesca, la pastorizia, e poche rozze manifatture; ecco
-la sola, e prima generale occupazione di tutte le umane associazioni,
-durante la loro più antica infanzia; ecco probabilmente quale dee essere
-stata la situazione, e la carriera di quelli, che le sacre pagine, di
-accordo coll'antica storia profana, ci assicurano essere stati i primi
-archetipi fondatori dell'ebreismo.
-
-Per altro, siccome questo solo articolo potrebbe, senza dubbio, formare
-per se stesso materia esuberante onde empiere un immenso volume, e non
-essendo altresì mia intenzione di riportare quì delle favole, o delle
-ipotetiche congetture destituite di basi, o di lumi sufficienti ad
-investigare la serie determinata di anni che può verosimilmente fissarsi
-all'originaria esistenza del Popolo Ebreo, d'altronde contrastata
-pertinacemente da varie altre popolazioni, che contrappongono un
-antichità infinitamente più remota di quella vantata da esso,
-coll'autentica testimonianza del codice Mosaico, checchè nulla dicane la
-Genesi, la quale non ci lascia comprendere giammai perchè non abbia in
-verun modo fatta menzione delle affluenti colonie, che i sicuri
-frammenti che ci restano chiaro dimostrano esistere in que' tempi (1);
-noi però, allontanando sopra un tale proposito tutte le informi visioni
-che molti autori erroneamente prevenuti scavarono nella loro
-immaginazione, ci rivolgeremo al libro il più autorevole che abbiano gli
-Ebrei, ed il più generalmente approvato da tutti i popoli del mondo, e
-con esso ne fonderemo l'origine da quello che ha il primo radicati que'
-germi salutari della credenza edificante di questo Popolo, e che la
-Scrittura medesima ci annunzia il primo ad essere distintamente
-appellato col nome di _Ebreo_ (nghibrì), ed il primo, parimente a
-recidersi il prepuzio in provetta età per divina prescrizione (2);
-rimettendo alle ricerche de' critici assennati le epoche rimarcabili che
-precederono, sia del prodigioso Diluvio universale, e della costruzione
-dell'arca di Noè, fatta in quella circostanza con architettura
-sovr'umana; sia della confusa divisione repentina delle Lingue
-nell'occasione della temeraria impresa della torre di Babel, ed altri
-straordinari aneddoti siffatti; tutto ciò dico, non essendo di mia
-speciale competenza di esaminare, io lo considero come straniere al
-prefissomi assunto, e ne rinunzio di buon grado le indagini a'
-perspicaci investigatori della natura, e delle sue leggi.
-
-Ecco tutto ciò che noi possiamo quì asserire, se non con positiva
-certezza, almeno con qualche probabilità, intorno l'originaria
-derivazione del Popolo ebreo, giacchè le memorie che restano a noi, non
-meno di questo che di tutte quelle numerose orde vagabonde allora
-esistenti sulla terra, sono cotanto scarse, e incerte, che tutto ciò che
-si aggiugnesse non farebbe che vieppiù aumentare i nostri dubbj,
-complicare i nostri errori, ed allontanarci onninamente dalla genuina
-verità del soggetto, come sappiamo essere, pur troppo, accaduto a
-qualche male impressionato Scrittore antico (3), per volere di soverchio
-innoltrare le assurde congetturali ricerche intorno a certi soggetti,
-gli autentici monumenti de' quali ci furono pur troppo defraudati
-dall'Istoria, e le nozioni detagliate che risultare ne potevano in
-vantaggio della specie umana, ne restarono avvolte nella folta nebbia
-de' remoti secoli decorsi.
-
-(1) I Chinesi vantano trentaseimila anni di antichità, ed i più
-accreditati Istorici che ci tramandarono i fasti di questa Nazione,
-assicurano che _Fo-Hi_ loro primo Sovrano montò sul Trono della China
-tremila anni avanti Cristo, ciò che farebbe rimontare la fondazione del
-loro Impero a più di trecento anni al di là del Diluvio, e quindi
-l'antichità di questo popolo assai più oltre l'epoca in cui le opinioni
-odierne fissano la creazione dell'universo, e la struttura originaria
-del primo Essere umano (Ved. _Lenglet Meth. d'étudier l'Hyst. et Beyeri.
-Mem. Hist. Crit. Libror. rarior. pag. 171_). E da que' pochi frammenti
-che ci restarono del _Manethone_, prete Egiziano, e della _Genealogia_,
-o successione de' Re di Egitto, trasmessaci da _Erodoto_, l'origine
-degli Egizj, e la fondazione del loro regno è portata oltre mille anni
-al di là di tutte le più lontane epoche della Creazione, se prescindere
-vogliamo però da quella degli Assirj, degli Etiopi, de' Sciti, de'
-Frigiani, e de' già riportati Chinesi, che vanno tutti molto più lungi
-nell'antichità; ed alcuni rinomati autori parimenti dettero al primo
-_Zoroastro_ novemila anni di antichità, ed altrettanti a' suoi Persiani.
-Ma la venerazione intima che nutriamo per l'ammirabile Codice Mosaico ci
-costringe ad abbandonare interamente una simile questione, che parrebbe
-in qualche modo cospirare a rendere apocrifa la Genesi, che ne forma
-parte, e così ammettendo soltanto per autentico ciò che trasmesso ci
-venne da Mosè, noi riguardiamo tutte le altre opinioni come assurde,
-affatto destituite di base, e di ragione.
-
-(2) Vari Scrittori d'altronde accreditati, ed _Erodoto_ fra questi
-(_lib. 2. cap. 14._) sostengono, con qualche asseveranza, che il nome
-עברים _Ebrei_ (Nghibrim) che prendono i seguaci di Abramo, il quale è il
-primo che dalla Scrittura venga denominato עברי (Nghibrì) _Ebreo_ (_Gen.
-c. 14. v. 13._) altro propriamente non sia che un alterazione del nome
-_Ibri_, o _Iberi_ dell'Albania, e delle varie differenti nazioni che
-dimoravano al di là dell'Eufrate, e delle sue rispettive sorgenti fra il
-mare Causpio, ed il mar Nero. Io per altro, senza diffondermi ad
-appugnare come falsa, nè ad ammettere come probabile la presunta
-etimologia di simile vocabolo, mi contenterò di accennare solo di
-slancio, che i Commentatori Ebrei ne fissano la derivazione radicale dal
-verbo ebraico עבר (nghabar) che significa _passare_, riferendo al
-passaggio che fece Abramo dal fiume Eufrate partendo dalla Palestina sua
-patria per trasferirsi nella Mesopotamia, e di là rendersi nel paese di
-_Canaan_; ed alcuni altri ne ripetono l'etimologia da _Heber_ figlio di
-_Schem_ da cui Abramo discendeva in linea diretta.
-
-Ma ciò che riesce presso che impossibile di conciliare coll'Istoria si è
-l'epoca dello stabilimento del rito della Circoncisione, mentre tutti i
-più sottili investigatori dell'antichità si fanno, d'accordo, a
-sostenere che gli Egizj, gli Etiopi, ed i Colchi, nazioni che l'istoria
-ci dimostra già esistenti nel secolo di Abramo, furono gl'inventori di
-questo Rito, _Pudenda circumcidebant a principio_, dice Erodoto,
-parlando di esse (_in Euter. p. 127._). Diodoro di Sicilia è del
-medesimo parere (_lib. 1. p. 24._) e lo stesso _Filone_, la cui autorità
-in questa parte non può essere in verun modo sospetta, sembra esso pure
-convenirne (_Phil. de Circumcis. pag. 10._). Ed i Critici ritrovano che
-_Geremia_ colloca gli Egizj alla testa di tutti i Circoncisi (_Visitabo
-super omnem qui circumcisum habet præputium, super Ægyptum, et super
-Judam, et super Ædom, et super Ammon, et super Moab_. _Jerem. cap. 9.
-ver. 24. 25._). Dal che molti vogliono inferire che questa ceremonia
-Rituale fosse già conosciuta, e praticata sopra quasi tutta la terra,
-quando il Patriarca Ebreo cominciò, per Divina prescrizione, a metterla
-in voga fra i suoi (_Gen. cap. 17. v. 11._): il _P. Accosta_ ritrovò
-degl'indizj di questo Rito nel Messico, siccome ancora _Pietro Martire_
-nel Jugatan, _Oviedo_, _Pisone_, _Gumilla_ e alcuni altri ne ritrovarono
-essi pure delle traccie ne' paesi i più lontani e nella più remota
-antichità.
-
-Pensino i critici come loro piace, ma frattanto tutte le umane opinioni
-debbono per sempre tacere in faccia della Scrittura, la quale sola può
-determinare ogni nostro sentimento, e che può con sicurezza guidarci
-nell'ameno sentiero della verità.
-
-(3) Quanto non si rende mai contraddittoria alla ragione, ed
-oltraggiante alla verità l'origine primitiva donde Tacito fa scaturire
-seriosamente il Popolo Ebreo? E tanto dobbiamo più sorprendercene quanto
-che è il rispettabile _Tacito_ che parla (_Hist. lib. V._). Essa non
-trae forse sorgente che dalle calunnie acerrime, che i Fenicj, gli
-Egizj, e varie nazioni Greche persecutrici di questo Popolo gli
-affibbiavano incessantemente (_Jos. contr. App. 5._) Ma questo dotto
-Istorico, per altro, prima di avvalorare quelle favole vituperose, e
-impertinenti delle quali si serve per denigrarlo, avrebbe dovuto
-riflettere che l'origine degli ebrei poco, o nulla differire dovea da
-quella di tutte le altre colonie che le prime popolarono le diverse
-regioni della terra conosciuta (poscia divenute nazioni nel progresso
-de' tempi) poichè lo stato selvaggio essendo per la società umana di
-allora uniforme all'indole di essa, e comune ad ogni vivente, ne viene
-per immediata conseguenza, che il carattere intimo di tutti gli esseri
-umani dovea essere per sua nature indifferentemente omogeneo in ogni
-parte; e chiunque versato anche mediocremente nell'Istoria antica può
-riconoscere a sufficienza la pretta verità dimostrata di quanto
-sostenghiamo, e quindi rilevare ad un tempo medesimo il paradosso enorme
-in cui precipitano quelli che malignamente opinano in contrario.
-
-
-
-
- CAPITOLO II.
-
- Della Religione professata, secondo le apparenze, da' tre primi
- Patriarchi fondatori dell'Ebreismo.
-
-
-Nel modo che l'originario nascimento del Popolo Ebreo, osservammo essere
-identico, e comune in ogni senso con quello di tutte le selvaggie
-caterve che popolarono le prime inospite regioni del globo terracqueo,
-così dovettero essere appunto egualmente uniformi i principj di
-Religione conosciuti dall'uno, colle massime di credere praticate dalle
-altre; cioè una stupida grossolana idolatria degli astri, della terra,
-degli elementi, Culto, che secondo l'opinione univocamente sostenuta da'
-più classici Scrittori dell'antichità, si introdusse nel mondo appena
-cominciò questo a popolarsi di un discreto numero d'individui, il
-declivio de' quali dee verosimilmente avere cominciato a trascinarli
-all'adorazione della creatura, pratica che non dovette in origine
-conoscere altro disegno fondamentale fuori di quello di perpetuare, con
-tal mezzo, sopra la terra la reminiscenza di quegli uomini che più si
-erano distinti durante la loro vita nella società, per costumi
-edificanti, e per azioni; ma che resero ciecamente latrìa nel progresso
-de' tempi colla rappresentazione visibile de' simulacri che
-gl'indicavano; invenzione che il sentimento generale de' dotti fa trarre
-la primitiva sorgente da _Serug_ avo di Thare (4).
-
-In tale guisa, dunque i popoli stupidi, e grossolani di que' primi
-secoli degenerando insensibilmente dalla semplicità delle materiali
-rappresentazioni primitive instituite da Serug, essi portarono le cose a
-degli eccessi oltremodo stravaganti, e criminosi; essi opinarono di
-ravvisare il prototipo genuino della Divinità nell'opera umana, e così
-pervennero a confondere ciecamente il creatore colla creatura e quindi
-l'adorazione profonda che a quello si compete, coll'omaggio meramente
-rispettoso che esigevasi da questa. Ecco, in una parola, la vera, e
-l'unica sorgente dell'idolatria, ed ecco l'immediata origine fatale
-donde provenne quelli affluenza incalcolabile di Dei che ogni popolo,
-ogni orda, ogni nazione si è poscia bizzarramente formati a capriccio
-de' suoi propri direttori, anche ne' tempi assai più recenti, e da'
-popoli presso i quali lo sviluppo della ragione, e la coltura dello
-spirito umano erano ascese all'apice massimo della perfezione (5).
-
-Egli è appunto dal fatal centro stesso di questo vortice immenso di
-mostruose superstizioni ognora rinascenti fra gl'insensati iconolatri di
-que' remoti Secoli che sorgere si vide Abramo figlio di Thare,
-adoratore, e fabbricatore d'idoli; mestiere, come si vide, che gli
-apparteneva in retaggio di famiglia; ma le massime ovunque dominanti
-delle quali dee essere stato esso ancora imbevuto ne' primi anni della
-sua fanciullezza, lo renderono infetto, così pure, dello stesso malore
-che attaccava tutta la Specie umana de' suoi tempi, nè abbandonato si
-vide da questo deplorabile smarrimento fino a tanto che rischiarata la
-mente coll'efficace influenza della Divina vocazione, egli si dedicò a
-combattere apertamente il culto idolatra, di cui già cominciava a
-conoscere l'assurdo e il nocumento, e fattosi l'inconoclasta de' propri
-idoli di suo padre, ne fece tosto sensibilmente conoscere al mondo la
-ridicolezza, il pericolo, e l'inganno (6).
-
-In quanto poi alle interminabili discordanti questioni che si agitano
-fra i Rabbini ad oggetto di definire l'età che Abramo avea nel tempo
-dell'avvenimento sorprendente della sua nuova conversione, poco, o nulla
-quì ci cale investigare; lo scopo nostro, sovra di ogni altro
-interessante, è soltanto quello di conoscerla meramente, e di esserne
-con positiva certezza assicurati, onde potere da quest'epoca fondare,
-con esatta cognizione di causa, l'infallibile nascimento primordiale del
-Popolo d'Israel, non meno che la fausta origine della consolante
-credenza del medesimo (7).
-
-Rischiarato che fu così l'intendimento di Abramo dal fulgido lume di
-grazia, e fattosi degno della Divina predilezione, in preferenza di ogni
-altro umano individuo esistente allora sopra la terra, il primo comando
-impostogli dall'Essere Supremo, che intuitivamente gli apparve, fu
-quello di recidersi il prepuzio nella provetta età di 99. anni in cui
-trovavasi nell'epoca di tale prescrizione, ingiungendoli, nel tempo
-medesimo, di ripetere la stessa uniforme operazione con tutti i maschi
-aderenti alla propria sue famiglia, stabilendo per precetto inviolabile,
-in perpetuità di tutti i secoli, che all'avvenire ogni fanciullo nato
-dalla sua discendenza. dovea essere circonciso nell'età di otto giorni,
-sotto comminatoria fulminante di eterna dannazione a' trasgressori (8).
-Tale marca indelebile dovea formare la base inconcussa, eterna, e
-radicale del nuovo patto di alleanza che Dio ha vincolato con Abramo
-dopo di averlo colmato di benedizioni, di favori, e di speranze,
-assicurandolo di moltiplicare prodigiosamente la sua stirpe, di
-proteggerla in preferenza di ogni altra, di renderla potente sulla
-terra, e di farne un lignaggio distinto, e prediletto, a cui tutti gli
-altri sarebbero sommessi, e tributarj in perpetuità di tutti i secoli:
-_Et ponam te in gentibus, Regesque ex te egredientur etc. Daboque tibi,
-et semini tuo terram peregrinationis tuae, et omnem terram chanaam in
-possessionem Aeternam, eroque Deus eorum_ (A). Promesse che furono da
-Dio medesimo reiterate progressivamente a' due altri Patriarchi
-dell'Ebreismo, al di lui figlio Isaak, ed al suo nipote Jacob che ne
-successero (9).
-
-Or prescindendo dalle ristrette ingiunzioni che Dio fece a Noè
-posteriormente al Diluvio, le quali si riducevano in massima a quelle
-medesime prescrizioni che impone la natura ad ogni essere umano (10);
-non ritrovandosi altro comando fino a quest'epoca espresso nella
-Scrittura fuorchè l'osservanza della Circoncisione ordinata da Dio ad
-Abramo, e da questi passato, in forze della stessa prescrizione, a' suoi
-posteri, può, senza mistero, inferirsi ad evidenza, quale essere dovesse
-fino allora l'intima Religione professata da' tre primi Patriarchi;
-religione, ad ogni esperimento la più tersa, la più omogenea alle
-circostanze de' tempi, all'indole integerrima di que' pacifici viventi,
-circoscritti ne' loro bisogni, dediti alla vita laboriosa, e frugale,
-nulla curiosi, od interessati di conoscere, od analizzare le occulte
-cagioni del loro credere, ed alieni dagli affanni laceranti che
-cagionano per l'ordinario le questioni, e le brighe religiose,
-tranquilli adoravano l'autore della natura, della cui Provvidenza
-gustavano i benefici effetti senza odiarsi nè perseguitarsi, e senza
-timore di essere sorpresi dall'errore, o combattuti dalla religione, o
-maniera di credere opposta del più forte. Ma le generazioni che ne
-successero poco soddisfatte dell'incorrotta semplicità di sì fatta
-edificante credenza, ben lontano dal seguitare le medesime vestigia de'
-primi loro Institutori, in vece di coltivare lo stesso metodo
-infallibile di essi, e il sano loro culto, vollero sottilizzare l'uno,
-approfondire le altre, nella, fiducia illusoria di giugnere a scoprirne
-fin la sorgente, ed a scapito enorme della ragione finirono tutte quante
-brancolando fra le tenebre dell'ignoranza col credere ciecamente anche
-sugli articoli che agli antichi era permesso di conoscere con evidenza.
-Ma i Capitoli susseguenti vieppiù rischiareranno il nostro assunto, e ad
-un tempo medesimo dimostreranno sensibilmente quale notabile passo
-retrogrado ha fatto la consolante Religione di Abramo, a misura che i
-suoi travviati successori avvanzavano cammino, vanamente lusingati di
-perfezionarla.
-
-(4) Presso che tutti gli Scrittori critici antichi si uniformano a
-rapportare l'origine di questo pernicioso errore a' tempi di _Serug_ Avo
-di _Thare_; _Eusebio_, _Suida_, _Epifanio_, _Abulfarage_, ed alcuni
-altri sostengono essere stato esso l'inventore del culto delle immagini
-consecrate alla memoria degli uomini morti in concetto di saggi,
-virtuosi, e benefici. Per altro, se lo scopo che si prefissero in
-origine Serug, e i suoi contemporanei si fosse intatto conservato da'
-Posteri, quello, sarebbe stato per qualche parte commendevole, giacchè
-non è da supporsi che gli omaqgj, che questi prestavano a tali muti, e
-insensibili simulacri, eccedessero i limiti circoscritti de' semplici
-rispetti umani, e in questo solo senso la pratica non potea essere
-certamente nè più efficace, nè più ovvia al felice progresso
-dell'emulazione, onde accrescere col mezzo di essa il numero degli
-individui benemeriti della loro specie: ma il miscuglio complicato, e
-informe delle superstizioni esecrabili che il delirio umano v'intruse
-successivamente, alterò da colmo a fondo l'antica purità di questa
-edificatoria instituzione.
-
-(5) Era sì abbondante il numero delle Divinità conosciute, ed adorate
-dal Paganesimo, e dall'antica Roma, che Petronio parlando di questa in
-cui esso abitava, dice che l'affluenza degli Altari che ovunque vi si
-erigevano per servizio delle medesime, sorpassava di gran lunga la
-quantità delle case di abitazione de' cittadini, e quindi era molto più
-facile d'incontrare per le vie di Roma un Dio di un uomo: _Utique nostra
-Regio, tam præsentibus plena est numinibus, ut facilius possit Deum,
-quam hominem invenire_ (_Petr. lib. IV._). — (Ved. _l'ann. 40. del T. I.
-delle Note Campestri pag. 112._).
-
-(6) I Dottori ebrei e fra questi _Rab Ada_ (nel suo _Berescith Rabah
-cap. 38._) narra che Abramo, nell'intervallo intermediario della sua
-conversione, incaricato dal di lui padre di accudire allo smercio delle
-proprie statue, durante una sua breve assenza, presentatosegli un giorno
-certo individuo col disegno di farne acquisto Abramo l'interrogò quanti
-anni avesse: _cinquanta_, rispose l'Acquirente averne; _sventurato che
-tu sei!_ Esclamò Abramo allora, _nell'età di 50. anni tu adori
-ciecamente un essere che non ha che un solo giorno?_ Questo rimprovero
-coprì talmente di confusione, e di pentimento il compratore, ch'egli se
-ne partì mesto, e sbigottito, senza potere più articolare parola; indi
-Abramo presa un accetta fra le sue mani ha in un istante spezzate tutte
-le immagini affidategli dal genitore per procurarne la vendita,
-illudendo ad un tempo medesimo argutamente la stupida credulità di suo
-padre con un artifizio idoneo a giustificare la di lui propria condotta
-rapporto a' simulacri, e a disingannare insieme Thare dell'inventato
-errore in cui vivea da lungo tempo miseramente sepolto.
-
-(7) Quale nuova interessante utilità sarà mai per risultarci, in alcuna
-maniera, dopo che noi saremo pervenuti ad assicurarci che la conversione
-di Abramo avvenne l'anno 48. di sua età come opinano _R. Johanan_, _R.
-Haninah_, ed il _Maimonide_ (_Yad Hazakah lib. 1. p. 1._) ovvero se esso
-non avea solo che 3. anni quando cominciò ad acquisire la precisa
-cognizione del suo Eterno Creatore, siccome il Talmudista _Bar Abah_ lo
-sostiene con gran forza (_Massehet Nedarim cap. 32. § 1._) e _R.
-Elighezer_ fermamente lo pretende? (_Pirké Avoth c. 26._) _R. Lakis_
-fonda questo medesimo sentimento sulla combinazione che offre la parola
-עקב (nghekeb) riportata nella Genesi (_cap. 26 v. 5._) _Eo quod
-obedierit Abraham voci meæ &c._, quale avverbio numera 172. la vita di
-Abramo fu di anni 175. quindi esso pretende con simile induzione
-d'inferire che 3 soli anni visse il Patriarca nelle tenebre della Pagana
-idolatria. Il _R. Simeon Bar Zemah_ nella prefazione della di lui Opera
-_Maghen Avoth_ si sforza di conciliare queste due opinioni, malgrado
-ch'esse fossero sì disparate. Ma comunque siasi, niente di più oscuro, e
-inconseguente al caso nostro di sì fatte inutili controversie, tutto che
-da ogni parte fervidamente sostenute; e siccome di tali sottigliezze se
-ne trovano ad ogni tratto in profusione considerabile presso i Rabbini,
-noi riguardiamo come un tempo affatto perduto il fermarcisi un solo
-istante a discuterne il valore, quindi è che noi passiamo sopra a tutte
-quante.
-
-(8) Moltiplici sono le opinioni che dividono gli autori e antichi e
-recenti per rapporto al conoscere i veri motivi di questa Rituale
-Instituzione, con tanta urgenza comandata dallo steso Dio ad Abramo
-(_Gen. cap. 17. v. 11. 12. 13. 14._) benchè, d'altronde, nella mente de'
-critici, già ovunque conosciuta, e praticata, come osservammo, non è che
-un istante, dalla massima parte delle antiche popolazioni. V'ha chi
-pretende che quella avesse per iscopo unicamente la sanità; molti le
-supposero utile, e in certo modo conferente alla propagazione; ed altri
-la credettero ancora una semplice marca distintiva per eccettuare
-l'ebreo da' falsi credenti, e dalle numerose idolatre Nazioni delle
-quali era, ingombro tutto il mondo conosciuto a que' tempi; ma la
-materia è così per se medesima confusa, e impercettibile, che tutte le
-ricerche fatte da' dotti di qualunque regione, e di ogni secolo affine
-d'investigare l'origine, e le cause di questo segno, non servirono,
-molto sovente, che a convincercene dell'inutilità delle loro fatiche, ed
-a fornirci de' motivi efficaci onde sospendere interamente i nostri
-giudizj per rapporto a questo assunto, come pur troppo ci troviamo
-ridotti a simil caso tutte le volte che siamo costretti a brancolare
-nella folta caligine del mondo antico ad oggetto di rinvenire quelle
-verità ch'esso racchiude.
-
-I Mussulmani recidono il prepuzio a' loro maschi appena giunti a' 13.
-anni, tale essendo l'età che nel momento di simile comando avea Ismael
-figlio di Abramo, da cui i Maomettani si dicono discendere.
-
-(A) _Gen. Cap. 17. v. 6. 7. 8._
-
-(9) Alcuni pensatori miscredenti abituati a sottilizzare, senza ritegno,
-tutto ciò che loro offre nuove idee onde alimentare i loro strani
-principj, si lanciano furiosamente contro questo passo di Scrittura, e
-vi oppongono delle acerrime obbiezioni: essi rimarcano primieramente che
-a fronte di tutte le promesse garantite da Dio a' tre primi Patriarchi
-in favore della loro posterità, non vi fu mai popolo al mondo che fosse
-più maltrattato dell'Ebreo, anche ne' suoi felici tempi ne' quali
-miravasi guidato, ed assistito dal suo Divino Protettore; osservano, in
-secondo luogo, che lo stato d'inopia, e di objezione, in cui ha sempre
-questo popolo gemuto, quì schiavo, tributario colà, errante ovunque, non
-sembra certamente presagire l'impero dell'universo, ed il dominio delle
-Nazioni che Dio avea per tante volte assicurato agli Avi suoi; mentre
-Abramo il padre di esso, e il fondatore di sua credenza, malgrado la
-potenze, e le dovizie che la Genesi gli attribuisce; non solo non era
-frattanto possessore di un palmo di terreno suo proprio, essendo stato
-costretto di comprare una caverna da Efron per 400. sicli (1280 _lire di
-francia, calcolata il siclo lire_ 3. 4 _l'uno_) onde seppellire
-l'estinta Sara sua Consorte; che non solo il di lui figlio Isaak fu
-sempre costretto ad abitare le terre altrui per esserne mancante delle
-sue proprie, e che Jacob l'ultimo de' Patriarchi fece il cameriere 14.
-anni per conseguire in maritaggio la figlia di Labano; ma che in terzo
-luogo finalmente tutta l'estensione della rinomata terra promessa non
-eccedeva 53. leghe di lunghezza, che non giunse mai questo popolo a
-possedere tranquillamente un lungo periodo di anni; e che a' tempi della
-sua massima grandezza, e de' tanto decantati fasti di David, e di
-Salomone il dominio di questi (si osa temerariamente sostenere) non
-oltrepassava 70. leghe di lunghezza, sopra 50. di larghezza, checchè il
-libro de' Re asserisca, in contrario, che il dominio di Salomone
-specialmente estendevasi dall'Eufrate fino alla estremità del
-mediterraneo.
-
-Egli è dunque così che opinano inconsideratamente certi filosofi
-stravaganti contro l'oracolo ineffabile delle scritture, ma senza
-arrestarci quì a combattere simili invettive destituite affatto di
-verità, e di buon senso, noi ci contenteremo soltanto di commiserare i
-loro deplorabili travviamenti che ad essi tolgono l'adito di conoscere
-che gli imperscrutabili disegni dell'Eterno fatti certamente non sono
-per la frale intelligenza dell'uomo.
-
-(10) Queste prescrizioni (dette altrimenti precetti Noakiti) sono quelle
-che si pretende essere state date da Dio ad Adamo, ed a Noè. Questi
-precetti dunque (i quali altro non contengono che le instituzioni
-medesime racchiuse nel codice della natura, e di cui la pratica si rende
-indispensabile per tutti gli uomini) sono in numero di sette: il 1.
-vieta l'idolatria, il 2. impone l'obbligo di benedire il nome di Dio; il
-3. vieta l'omicidio; il 4. condanna l'adulterio, e l'incesto; il 5.
-vieta il furto; il 6. impone di fare giustizia; il 7. vieta di mangiare
-carne recisa dall'animale vivente (ved. _Ghem. Babyil. Tit. Sanhed. cap.
-1. 4._).
-
-
-
-
- CAPITOLO III.
-
- Ricerche sulla Religione imposta all'antico Popolo Ebreo dal suo
- legislatore Mosè, basata sopra i 613 precetti comandati da esso nel di
- lui proclamato Pentateuco, 248 de' quali sono detti affermativi, e 365
- negativi.
-
-
-Tutto era mentale fino a' tempi di Mosè presso gli antichi Ebrei, tutto
-meramente contemplativo, e le loro Religione era sì semplice, sì
-metodica, e sì sublime, quanto lo erano appunto i loro costumi,
-intimamente penetrati dell'Esistenza di un Opifice Sommo Creatore, di
-cui miravano ad ogn'istante la visuale testimonianza irrefragabile nello
-spettacolo sorprendente dell'universo, e di ciascuna delle ammirabili
-sue parti, soddisfatti restavano unicamente di adorarlo, e di compiere a
-vicenda quegli umani doveri, che ad un essere terrigeno impone la
-Natura.
-
-Ma una situazione sì edificante di purità, e d'innocenza fu bene
-precaria, e di fugace durazione per questi primi venturati credenti; gli
-arcani impenetrabili del Dio de' loro padri conducendo la ristretta
-famiglia dell'ultimo de' Patriarchi ad abitare sulle sponde del
-Nilo (11), le fecero pagare un giorno a caro prezzo il grato trasporto
-di mirare uno de' propri suoi figli elevato alla sovranità di quello
-stato, dividerne il Regal soglio, lo Scettro, ed il diadema col Monarca
-legittimo di esso; l'Egitto divenne quindi in breve spazio di tempo la
-vulcanea fucina inestinguibile in cui furono costrutte le aggravanti
-barbare catene che per il lungo periodo di oltre quattrocent'anni
-trascinarono miseramente i posteri di Jacob che ne discesero (12).
-
-In sì fatto lagrimevole intervallo di tenace schiavitù, e di vessazioni
-rinascenti ad ognora in mille foggie differenti, quest'abbattuto
-lignaggio più non riconobbe se stesso, lo smarrimento s'impossessò di
-lui a segno tale che più esso non distinse nè l'origine sua, nè giammai
-più rinvenne il semplice Culto esimio trasmessogli da' suoi venerabili
-predecessori, ma confusamente condannato a languire sotto il giogo
-fetale del barbaro Egiziano ne sentì la fierezza, ne apprese i costumi,
-ne seguitò le pratiche superstiziose, ed il culto ridicolo, e bizzarro
-di quest'araba progenie, venne frattanto da que' derelitti avanzi
-d'Israel ciecamente sostituito alla tersa, ed alla sana religione de'
-suoi primi patriarchi fondatori (13).
-
-Tale era dunque la triste condizione dell'Israelismo, allorchè Dio
-spiegando la sua ineffabile clemenza in favore di questa popolazione
-oppressa, e sconsolata, volle compiere con essa ciò che avea fatto
-sperare a' benemeriti suoi progenitori ne' tempi andati, e la sua sorte
-crudele dovea cambiarsi. Mosè (a cui Dio manifesti rese i suoi alti
-prodigj essendo ancora nelle fascie) prediletto rampollo della tribù di
-Levi, fu destinato l'organo esecutore degli eterni Decreti; egli
-affrettossi a compierli, senza ritegno: il terribile Egitto che
-premeditava farsene la tomba, dovette abbandonare con ignominia la preda
-che avvinta gemea, da tempo immemorabile, fra i barbari suoi lacci; e
-così lo schiavo Israel dopo di avere soffocata fino la speranza di un
-solido, e durabile conforto a' suoi tormenti, e di una lieta risorsa, al
-di lui avvilimento, vide frangere per la prima volta le infamanti sue
-catene, Israel si vide libero.
-
-Ma tutto che oltremodo venturata riuscisse per lui questa metamorfosi
-repentina, quello non era tuttavia frattanto che una banda immensa
-profuga, ed errante per inospiti deserti alla quale mancavano ancora, e
-domicilio, e leggi, onde prendere fondatamente il sostenuto carattere di
-Popolo. Il suolo Cananeo dunque fu quello che venne ad esso decretato
-per retaggio, in forza della promessa fatta già da Dio a' Patriarchi, ed
-il suo conduttore Mosè fu destinato il promulgatore degli statuti, e
-delle leggi che l'Essere Supremo volle proclamare in mezzo di questi
-nuovi Liberti (14).
-
-Egli è in mezzo de' prodigj sorprendenti, dopo i moltiplici altri di tal
-fatta che solennemente ci decanta la Scrittura, operati dallo stesso
-Mosè collo stupore universale, e in Egitto, e altrove in favore del
-Popolo di cui era esso la guida, ed il sostegno, ch'egli proclamò la
-nuova legge di grazia che lo stesso Dio dell'universo dettogli sul
-tremendo Sinaj (15).
-
-Le assidue cure, e l'applicazione costante che richiedeva l'esatta
-osservanza del nuovo sacro Codice legislativo che era al medesimo
-imposto, astrinse questo popolo a derogare l'esimia semplicità della
-prisca Religione de' suoi benemeriti antenati, ed egli si vide allora
-aggravato dal peso di una soma che dovea necessariamente debilitare le
-proprie forze, almeno fino a tanto ch'egli avesse contratta l'abitudine
-di sopportarlo. Ben tutt'altro che i sette semplici Precetti ricavati
-dal Codice della natura conosciuti, e seguitati da' _Noakiti_, e la
-circoncisione de' maschi comandata da Dio ad Abramo; il nuovo patto di
-alleanza proclamato col ministero di Mosè li fece ascendere al numero di
-613 de' quali 365 furono detti Precetti negativi, cioè portanti divieto
-di esecuzione; e 248 chiamati Precetti affermativi, cioè, imponenti
-obbligo di esecuzione (16).
-
-Egli è dunque sopra queste basi fondamentali che Mosè, per Divino
-comando, eresse l'edifizio immenso del Culto che praticò egli stesso
-(per quanto ci è noto) ed il Codice della nuova Religione di cui si
-prefisse d'instruire il Popolo Ebreo de' suoi tempi; e sebbene questa
-più allora non fosse quella medesima credenza già esercitata da' primi
-circoncisi de' secoli decorsi, nulla ostante la osservanza che
-imponevasi da essa a questi nuovi credenti, non dovea riuscire loro
-neppure molto aggravante, se si riflette (come nel capitolo seguente mi
-dispongo a renderlo più espresso) che non tutto l'intero popolo ebreo
-era astretto di osservare, in complesso, la totalità de' precetti che
-racchiudeva la nuova legge, mentre una gran parte de' quali
-rapportandosi a' Leviti, le loro cerimonie, le loro ispezioni, i loro
-Riti ec.; l'altra incumbendo i Sacerdoti addetti al servizio
-dell'Altare, le loro purificazioni, i loro abbigliamenti, i loro uffizj
-ec., il resto del popolo che non apparteneva nè al lignaggio degli uni,
-nè alla discendenza degli altri, non era in dovere che di conoscergli
-meramente, senza ingerirsi nella benchè minima parte nell'osservanza di
-simili precetti, ciò che semplificava non solo considerabilmente il
-culto, ma ne dispensava una gran parte da tante pratiche obbligatorie,
-presso che inutili, o almeno superflue, e sempre malagevoli a compiere
-con esattezza, e precisione.
-
-A che dunque riducevasi in massima la religione professata dal complesso
-dell'Ebreismo dopo la discesa di Mosè dalla prodigiosa vetta di Sinaj?
-Apparentemente per certo a quella sola adottata da Noè, e da Abramo, ed
-al semplice Decalogo unicamente; perchè le tavole portate seco lui dalla
-sua eccelsa missione altro certamente non contenevano; e siccome questa
-non abbraccia che i soli dieci Comandamenti, così alcuni si fecero ad
-opinare, che Dio, per anticipazione, dettasse a Mosè verbalmente,
-durante la sua dimora di 40 giorni sul testè accennato monte, l'intero
-Pentateuco unitamente a tutti i 613 simbolici Precetti che
-misteriosamente vi si racchiudono (17); fra i quali erano parimente
-compresi que' sette antecedentemente conosciuti, siccome ancora le varie
-prescrizioni comandate al Popolo ebreo alcuni giorni avanti la sua
-liberazione dalla cattività dell'Egitto, risguardanti l'osservanza della
-Pasqua delle Azzime, i sacrifizj, e le cerimonie che doveansi
-necessariamente annettere alla medesima; ed altri sostengono ancora che
-la quantità menzionata di precetti fosse da Dio comunicata
-interpolatamente a Mosè, a varie differenti riprese; ed a misura che
-l'opportunità, e le circostanze lo esigevano.
-
-In quale idioma poi l'Essere Supremo si manifestasse al legislatore
-Mosè, e quale linguaggio usasse questi, parlando al Popolo che
-prefiggevasi d'instruire, questo è ciò che i critici mettono al solito
-in forti, e interminabili questioni, e che noi non abbiamo interesse di
-approfondire, o discutere (18); solo ci basta di potere assicurare con
-ogni fondamento che questo Codice, sia che fosse conferito secondo il
-pensiere degli uni, sia che comunicato venisse conforme l'opinione degli
-altri, quello fu la solo base frattanto sulla quale venne in seguito
-eretta la Religione ammessa, coltivata, e sostenuta da tutte le 12 Tribù
-d'Israel, da' tempi di Mosè che ne fu il Promulgatore, fino all'estrema
-caduta di Gerosolima, ed alla dispersione totale del Popolo ebreo, cui
-può da essa unicamente annoverare la folla immensa di smarrimenti
-deplorabili a' quali soggiacque in conseguenza della fatale
-degenerazione dell'ammirabile sua credenza primitiva, nella guisa che
-dovremo con reiterata menzione rimarcarlo noi stessi ne' seguenti
-Capitoli di quest'Opera.
-
-(11) Per quanto ci narra la Scrittura, tutti quelli che seguitarono
-Jacob nell'Egitto appartenenti alla di lui propria famiglia montavano a
-70. individui, compresovi Giuseppe che già vi esisteva come Sovrano di
-quello Stato, e i due figli che vi avea esso avuti (_Exod. cap. 1. v.
-5._)
-
-(12) Alcuni Autori pretendono, ed io non saprei sopra quale base fondano
-le loro asserzioni, che tutto il tempo in cui il popolo Ebreo restò
-schiavo fra i terribili ceppi dell'Egitto non oltrepassasse gli anni
-200. ma i Talmudisti uniti a tutti gli Scrittori i più accreditati di
-questa Nazione, appoggiati sull'oracolo infallibile dalla Scrittura
-insistono su' quattrocento e trent'anni: _habitatio autem filiorum
-Israel, qua manserunt in Ægypto, fuit quadrigentorum triginta annorum_
-(_Exod. cap. 12. v. 40._)
-
-(13) Tutte le dimostrazioni con le quali si sforzano i Rabbini di
-provarci che la primitiva Religione si è per lungo tempo conservata
-nella posterità di Jacob, anche fra le catene egiziane, non formeranno
-mai un indizio, se non positivo almeno verosimile, idoneo a convincerci,
-che durante la lunga cattività di questo popolo in Egitto potess'egli
-esercitare a rigore il culto già introdotto e praticato da' primi suoi
-Padri, e ciò è tanto improbabile, quanto che non solo apparisce dalla
-stessa Scrittura che molti anni avanti, Giuseppe avea già adottate
-presso che tutte le massime superstiziose dell'Egitto, facendo mangiare
-i Suoi fratelli, all'epoca della sua recognizione co' medesimi, in altra
-mensa fuori che nella sua, e parlando loro col mezzo dell'interprete
-(benchè v'ha chi sostiene che ciò facesse, per non palesarsi ad essi
-intelligente dell'ebraico idioma, che gli Egizj ignoravano). Siccome era
-l'uso degli Egizj, i quali aveano in orrore tutti quelli che non
-appartenevano alla loro nazione, e si reputavano immondi mangiando seco
-loro; ma non ritrovasi altresì fatto nella medesima Scrittura cenno, di
-sorte alcuna, che ne' 4. e più secoli di schiavitù a cui soggiacquero
-gli ebrei nell'estensione degli stati Egiziani, mantenessero ancora
-intatto, non solo il rito importante della Circoncisione, ma nè pure le
-antiche instituzioni di natura che, come osservammo, si credono
-conosciute, e praticate da Noè, e da tutti i suoi contemporanei, non
-meno che degli altri Patriarchi dell'Israelismo che ne vennero appresso.
-
-(14) Non essendo mio scopo di farmi quì rapportatore di tutto ciò che
-avvenne e questo popolo negli spazj intermediari decorsi, fra la sua
-cattività, e la sua liberazione, e degl'incontri, e delle querele
-ch'esso ebbe durante la sua lunga dimora nel deserto con altre simili
-popolazioni che gli contendevano il paesaggio, fino alla definitiva
-occupazione della terra promessa, ed alle fausta promulgazione della
-Legge scritta: io passo rapidamente sopra tutti questi aneddoti, e solo
-mi arresto di proposito all'ultima, perchè forma onninamente il soggetto
-unico, e principale di tutte le ricerche, e gli assunti racchiusi nella
-progressione successiva di quest'Opera.
-
-(15) Chiunque versato nella mitologia della prisca età del mondo può ad
-evidenza conoscere come gli antichi Arabi furono gli inventori di molte
-favole, e bizzarre allegorie le quali, nella progressione de' tempi,
-acquistarono voga presso una gran parte degli antichi popoli della
-terra. Fra le innumerabili altre che quelli hanno immaginato, può
-annoverarsi l'Istoria dell'antico Bacco, che supponevano molto anteriore
-al tempo in cui gli ebrei fissano l'esistenza di Mosè. Questo Bacco
-dunque, nato nell'Arabia, avea scritte lo sue leggi sopra due tavole di
-pietra; si chiamò _Misem_, gli Arabi lo dicono _salvato dalle acque_, e
-tale è la genuina significazione egiziaca di questo nome; esso avea una
-bacchetta colla quale operava delle gesta sorprendenti; questa verga si
-trasformava in serpente quando ei volea; raccontano parimente che questo
-Misem passò il mare rosso a piede asciutto alla testa della sua armata,
-esso divise le acque dell'Oronte, e dell'Idaspe, e le sospese a diritta,
-ed a sinistra; una colonna di fuoco rischiarava i passi della di lui
-armata durante la notte. Questa favola era si antica che molti Scrittori
-de' primi secoli del cristianesimo supposero che questo Misem, questo
-Bacco fosse Noè. Or può egli mai ritrovarsi una rassomiglianza più
-prossima di quella che si scorge tra Bacco, e Mosè, fra le gesta, le
-circostanze, e il nome del falso Dio Egizio, e i portenti, le
-operazioni, e il nome stesso del Legislatore ebreo? Io non oso
-approfondire di soverchio tale odibile confronto; lascio a' filosofi
-perspicaci, a' mitologici, ed agl'intelligenti le indagini più vaste, e
-più analitiche di un assunto sì arduo, e stravagante, e abbandonando gli
-increduli in preda al loro delirio, io preferirò sempre frattanto un
-eccelso Ministro del Dio di verità a quelli che non lo sono che
-dell'errore e della menzogna.
-
-(16) Fossero quì terminati almeno gli essenziali doveri dell'ebreo, il
-compimento non ne riuscirebbe sì malagevole ad eseguirsi, massimo oggi
-che la situazione di questo popolo cotanto differente essendo da quella
-in cui era a' tempi di Mosè (come a luogo più opportuno mi farò a
-dimostrarlo) egli si troverebbe dispensato dall'osservanza delle nove
-decime parti almeno di simili Precetti: ma e quale vantaggio di vedersi
-da una parte attualmente alleggerito di una affluente quantità di
-pratiche e cerimonie, s'egli trovasi dall'altra eccessivamente aggravato
-di altrettante che gl'imposero le glose, le parafrasi, e i commenti?
-(Ved. la _Nota_ 21. susseguente) Io rifletto che non avea in questa
-parte tutto il torto S. Pietro allorchè dicea; che il giogo della Legge
-era sì opprimente (e notisi che a' tempi di Pietro nè la Misnà, nè il
-Talmud erano tuttavia comparsi al giorno) che nè quelli della sua età,
-nè i loro progenitori avevano potuto sostenerlo: _Nunc ergo quid
-tentatis Deum imponere jugum super cervicem discipulorum quod neque
-patris nostri, necque nos portare potuimus_, _Act. ch. 15. v. 10._
-
-(17) I Rabbini attribuiscono a questo numero un allusione assai curiosa,
-secondo il solito a praticarsi da' medesimi; essi dunque pretendono che
-il corpo umano comprenda altrettante parti differenti quanta è la somma
-de' precetti che Mosè avea prescritti. I 248. affermativi rapportansi
-alla somma equabile de' membri esistenti nel corpo dell'uomo; ed i 365.
-negativi corrispondono al numero de' nervi che nelle varie sue parti
-esso contiene. Io me ne rapporto agli anatomici, a' quali solo
-appartiene il decidere, con piena cognizione di causa, se questo calcolo
-è per se medesimo esatto.
-
-(18) Tra le tante male fondate ragioni sulle quali varj critici
-increduli pretendono appoggiare le obiezioni che oppongono contro
-l'opinione ricevuta generalmente che Dio abbia parlato in ebraico a
-Mosè, e che questi si servisse del medesimo idioma per esternarsi al
-Popolo, la prima si è che Mosè venendo dell'Egitto donde avea tratti i
-suoi natali, dove succhiò il primo latte, ed in cui ebbe le prima
-educazione, instruito ne' principj, e nella cultura degli Egiziani, è
-molto verosimile ch'egli non dovesse parlare altra lingua fuori di
-quella usata in que' tempi sotto il suo Cielo natalizio, nel modo
-appunto che _Filone_ lo rimarca nella _Vita, e le gesta di Mosè_; dal
-che inferiscono in ultimo, che nel tempo della promulgazione del
-Pentateuco, gli ebrei non essendo tutta via entrati nel paese di Canaan,
-nè avendo fatto ancora una pratica consumata, e sufficiente della lingua
-ebraica, essi non potevano in veruna maniera pervenire e capirla, e che
-per conseguenza quel codice scritto nel Deserto non potea esserlo che
-nell'Egizio dialetto, giacchè Dio, aggiungono essi arditamente, non
-avrebbe, per certo, comunicata la sua Legge in una lingua che
-riconosceva intelligibile affatto per quelli a' quali era una sì eccelsa
-legge conferita, e che più aveano duopo di capirla.
-
-Queste, ed altre sì fatte opposizioni ci lanciano con fierezza i
-miscredenti, ad oggetto di rovesciare delle fondamenta quanto le sacre
-pagine appariscono garantirci, e per ismentire, senza ragione, e senza
-base, ciò che il suffragio univoco delle Nazioni autorizza, e conferma;
-noi, per altro, lasciandogli miseramente in balìa del loro fluttuante,
-quanto stolido scetticismo, ci permetteremo soltanto di osservare essere
-molto probabile, che il Pentateuco scritto da Mosè in origine ebraico,
-fosse tradotto in seguito nella lingua della Palestina, che altro in
-fatti non era, che un mero derivato del Siriaco idioma; poscia in
-Caldeo, in Greco, ed in Latino, e lungo tempo dopo anche in antico
-Gotico dialetto; in tale maniera lo pensarono parimente varj celebri
-Scrittori dei secoli a noi più recenti.
-
-
-
-
- CAPITOLO IV.
-
- Come tali Precetti dovrebbero essere oggi ridotti alla decima parte,
-mentre le 9 restanti, si dimostrano, o inopportune, attesa la cessazione
- dell'osservanza; od inutili, perchè variamente ripetuti; od
- incompatibili colle Leggi alle quali è il Popolo d'Israel attualmente
- subordinato.
-
-
-Già noi fino al presente dimostrammo esistere sulla terra un tempo
-immemorabile in cui l'esercizio della Religione de' primi abitatori
-dell'universo, meno fastoso, più interno, meno apparente, rendeva il
-loro culto più esimio, più semplice, più terso, in cui i loro intimi
-sentimenti più liberi essendo, più chiari, e più integerrimi di ciò che
-lo furono, ad un tale riguardo, quelli delle progenie discendenti, non
-facevano ad essi considerare la Religione come un fardello
-eccessivamente aggravante, o insopportabile, mentre quelli tutta
-consistere la facevano in un ristretto numero di virtuose azioni
-esterne, sempre uniformi, nè soggette erano giammai ad alterarsi;
-convinti d'altronde fermamente che il vero culto più accetto alla
-Divinità, e più conferente all'Eterna salute dell'anima è soltanto
-quello che ha per base la virtù, che ha per sede il cuore, calcolando
-tutto il resto come affatto chimerico, ed accessorio, ridicolo per se
-stesso, pernicioso il più delle volte alla specie dell'uomo, e sempre
-degradante alla sua propria condizione. O tempi di felicità, e di
-innocenza! sareste forse voi un illusorio fantasma, parto della feconda
-immaginazione de' Vati? E se tali non siete, perchè mai sì fugace, ed
-instantaneo fu il soggiorno vostro fra i mortali? Pur troppo voi
-spariste allo sguardo peribile di essi, come dissipa l'Atmosfera un
-fummifero vapore. Ah! sono essi già esistiti que' giorni venturati per
-gli esseri umani, i quali alieni onninamente dalle pratiche bizzarre, e
-dalle futili apparenze di simulata pietà, non avevano soffocati ancora i
-primi germi salutari di un incontaminato culto che edifica il cuore, per
-abbandonarsi ciecamente alle mostruose chimere che degradano lo spirito;
-non vedeasi allora l'accessorio tenere le veci di principale, nè
-miravasi mai come fra noi confondere l'illusione col buon senso, e la
-Religione diventare l'oggetto speculativo del più scaltro (19); non
-erano già i Tempj di que' sani credenti empiuti come quelli de' moderni
-di larve, o simulacri, nè ingombri gli altari di porfidi, di ebani, di
-gemme, o di squisiti metalli; nè i suoli coperti di sontuosi tappeti;
-non erano già dico tali arredi fastosi quelli che attraevano l'intuito
-religioso de' primi adoratori del Dio dell'universo; un sasso informe
-serviva loro di altare, ed un erema foresta era il sacro venerabile
-tempio in cui penetrati da un integro Divino amore, si adunavano i primi
-Padri della specie umana per implorare grazie dall'autore della Natura,
-e con illeso puro culto estollerne le glorie, propalarne i portenti,
-riconoscerlo, e adorarlo (20).
-
-Non può certamente dubitarsi con ragione che tale in ogni senso non
-fosse il pretto genuino carattere della primitiva Religione, conosciuta,
-e praticata dalle remote società umane che cominciarono a popolare le
-terracquee regioni; ma siccome l'incostanza è l'appannaggio positivo, ed
-omogeneo di tutte le associazioni umane, e quindi ciò che da questo
-procede, regolarmente nella progressione de' tempi, o si corrompe, o
-degenera, o si altera, così appunto questo salutare primitivo
-stabilimento ha dovuto esso pure soggiacere alle infauste vicissitudini
-medesime di tanti altri, condannati a sobire la fatale sorte istessa.
-Chi inclinasse a fare un ristretto analisi delle Religioni che or
-conosciamo, sormontando col pensiero fino al primo loro nascimento, e
-discendendo in seguito all'epoca della propalazione delle medesime,
-quale mostruoso confronto non vedrebbe mai risultarne onde convincersi
-delle verità innegabili da noi fin quì esposte? Abbandonando le altre
-che ci sono indifferenti, solo arrestiamoci un breve istante sulla
-Religione d'Israel che ci riguarda. La Credenza degli antediluviani non
-era già il culto di Abramo, nel modo che la Religione conosciuta, e
-professata da' Patriarchi, era bene differente da quella che Mosè ordinò
-al Popolo ebreo nel Deserto, appena liberati dall'Egitto; e la Religione
-di questo è troppo lontana dall'essere quella che mirasi oggi esercitare
-dall'ebreismo di nostre età; sette soli precetti costituivano l'intera
-credenza di _Hanoh_, di _Noè_, di _Shem_, quali Precetti, sebbene si
-trovino fare parte de' 613 prescritti da Mosè nel Pentateuco, i
-Commentatori, non ostante, sembra che ne facciano separata menzione,
-denominandoli _Precetti Noakiti_ (come già osservammo più estesamente
-altrove) vale a dire, di Noè, attesa l'analogìa prossima che
-riconoscevasi fra questi, e le leggi stesse della natura. Un solo
-precetto, cioè la circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro
-nascita, venne aggiunto alla Religione che professarono Abramo, Isaak,
-Jacob, e la legge di grazia che Dio comunicò a Mosè sul grande Horeb, ne
-fece accrescere il numero fino a 613, diversamente classificati, nel
-modo che frappoco noi entriamo a dimostrarlo, senza calcolare forse
-altrettanti che le immense tradizioni delle quali è la medesima
-aggravata, ingiungono all'ebreo di osservare scrupolosamente, e di cui
-mi riserbo a ragionare di proposito altrove (21).
-
-Ma sono essi questi nuovi credenti divenuti per ciò più religiosi, più
-saggi? Mi si produca di grazia, uno solo fra tutti gli osservanti la
-nuova legge (se si eccettua Mosè per l'onore di sua missione, per
-l'eccelso carattere che sosteneva, e pe' favori Divini de' quali era
-colmato) che possa dirsi, con giustizia, più integro di Hanoh, che non
-soggiacque alla morte naturale, ma che fu tratto da Dio stesso fra gli
-esseri viventi (A); uno più giusto di Noè cui Dio preferì a tutto il
-genere umano liberando esso, e tutto ciò che gli apparteneva,
-dall'orrido flagello del Diluvio universale (22) che unitamente alla
-terra sommerse tutti i suoi abitatori (A)? Chi più retto di Schem, che
-la Genesi denomina come uomo singolare fra i suoi simili (B)? Chi
-finalmente può con diritto maggiore vantare fra tutti quelli una
-Religione più chiara, un culto più semplice, più vero, più elevato di
-quello che la Scrittura ci accenna professato da' tre primi Patriarchi,
-i quali Dio volle per tante volte parzialmente distinguere suoi amici
-favoriti, e prediletti? Dal che può giustamente inferirsi non essere già
-il numero affluente di usi, di precetti, o di cerimonie quello che
-l'Essere Supremo esige dagli enti ragionevoli; nè la somma onerosa di
-pratiche, di doveri, e di prescrizioni sarà giammai una solida base, od
-una prova dimostrata della sana Religione dell'uomo, nè il deposito
-fondamentale del retto culto, che la terrigena creatura dee prestare al
-suo Eterno Creatore. Ben lontano da ciò, dimostrasi, al contrario, che
-la Religione tanto è più semplice, e meno complicata, tanto, e più
-facilmente porta seco, a indelebili caratteri, l'augusta impronta di
-verità, e tanto meno rincrescevole ne riesce l'osservanza; tale fu la
-mente irrefragabile di un Dio, prescindendo degli espliciti differenti
-esempi testè da noi riportati, che ne formano la prova certa, e
-convincente (23).
-
-Il legislatore Mosè dunque, allorchè nel suo Pentateuco impose al Popolo
-ebreo de' suoi tempi l'osservanza di 613 Precetti, non intese certamente
-che questi dovessero essere intatto mantenuti complessivamente dal
-Popolo ebreo de' nostri secoli, di cui le circostanze, la destinazione,
-i costumi, la società, e i doveri sono affatto cotanto differenti da
-quelli ne' quali si trovavano gli antichi fautori di tale credenza; ciò
-che l'antiveggente Mosè non potea di proposito ignorare. Or siccome un
-esteso dettaglio di tutti gli accennati precetti sarebbe quello solo
-opera di un immenso volume, lo che distraendomi alquanto dalla serie
-complicata delle moltiplici altre materie importanti che quì mi accinsi
-di trattare, mi renderebbe di soverchio prolisso; così affine di non
-perdere di vista un soggetto che più di ogni altro dee interessare le
-nostre cure, e fare con evidenza più sensibile discernere che
-l'abrogazione delle nove decime parti di essi, proposta da noi come
-ovvia, e necessaria non è dettata che delle imponenti vicissitudini
-odierne di questo Popolo, noi divideremo tutti gl'indicati precetti in 3
-classi; due delle quali essendo state fondatamente riconosciute da noi,
-od inutili, o insussistenti, non saranno che rapidamente accennate in
-complesso, ad oggetto di rendere con solidità maggiore dimostrato che
-tali sono in fatti tutti que' precetti che le racchiudono: quelli poi
-che compresi abbiamo nell'ultima classe, supponendo che dovrebbero
-essenzialmente constituire, secondo il fissato nostro sistema, la
-inconcussa Religione de' veri professanti la credenza di Mosè; tali
-precetti, dico, saranno tutti da noi riportati in dettaglio, astrazione
-fatta di un certo dato numero comandato replicatamente dal medesimo; e
-che nella guisa che noi entriamo ad osservarlo con ogni esattezza
-possibile, altro non vogliono inferire, che la cosa medesima riportata
-sotto varie, e in apparenza differenti prescrizioni.
-
-Entrando quindi all'esame de' precetti che abbiamo disegnato appartenere
-all'ordine delle prima classe, questi ritroviamo ascendere in tutto al
-numero di 237 sparsi or quà, or là nel Pentateuco, secondo
-l'opportunità, l'epoca, il bisogno; cioè, 110 affermativi, o
-prescriventi dovere di esecuzione, e 127 negativi, o portanti divieto di
-esecuzione, i quali tutti avendo per iscopo o le oblazioni de'
-Sacerdoti, o l'abbigliamento di costume di essi, o la costituzione del
-tempio, degli altari, o l'acquisto, il trattamento, e la liberazione
-degli schiavi, o il voto di Nazzareismo o l'anno Sabbatico, e il
-giubileo, ovvero la distribuzione de' terreni da assegnarsi a' Leviti
-nell'estensione della terra promessa, e tanti altri simili oggetti del
-tutto indifferenti per il Popolo ebreo del nostro secolo, perchè più non
-esistono in verun modo, per esso lui; egli è dunque perciò che, come
-insussistenti, essi dovrebbero necessariamente cessare, ed è appunto per
-tale motivo che noi quì più non faremo di sorte alcuna ulteriore
-menzione.
-
-La seconda classe poi nella quale comprendemmo que' precetti che
-risguardano puramente il giudiziario, il politico, l'economico, il
-civile, e che io ritrovo ascendere alla somma di 203; cioè 115 negativi,
-e 88 affermativi, per le medesime imponenti ragioni che servono di base
-fondamentale all'abrogazione di quelli contenuti nella prima, dee questa
-essere considerata non solo come inutile onninamente per gli ebrei de'
-nostri tempi, ma come incompatibile altresì colle provide leggi alle
-quali sono questi attualmente subordinati, leggi tutto affatto diverse
-da quelle che Mosè ha creduto opportuno di adattare a' costumi dominanti
-de' suoi giorni; alle Regioni che destinava di fare occupare al Popolo
-di cui era esso conduttore, all'indole irrequieta e grossolana del
-medesimo; ed al governo teocratico che meditava di introdurre, e
-sistemare ne' suoi recinti; e se qualche debole traccia di tali Mosaiche
-instituzioni è pervenuta fino a noi, tanto per quello che risguarda un
-articolo, quanto perciò che rapportasi agli altri di maniera che si
-creda indispensabile l'osservanza, le leggi ammirabili recenti prevedono
-con pari saggezza, che giustizia e attività; e l'ebreo che a livello di
-ogni altro vi è sommesso, ne risente gl'illimitati vantaggi, e riconosce
-la necessità urgente di osservarle, quale fedele vassallo, ed obbediente
-subalterno: quindi è che di questa classe ancora troppo debole
-fondamento sembrami che risultare ne potrebbe il ragionare.
-
-Or detraendo dunque i 237 Precetti, che abbiamo racchiusi nella prima
-classe, ed i 203 che comprende la seconda, montanti insieme a 440;
-deduzione fatta da' 613 totale, restaci un reliquato di 173 Precetti, ma
-siccome anche fra questi rimarcasi esservene molti replicatamente
-comandati, e che in massima non implicano radicalmente che la cosa
-medesima, noi stimammo conveniente di restrignerne l'osservanza a quelli
-soli che ci sembrarono i più utili, ed i più degni di un Codice sano,
-metodico, e sociale, e che abbiamo ritrovato ascendere al numero di 60;
-36 de' quali distinguemmo negativi, e 24 affermativi, ma dovendo questi
-constituire essenzialmente la prima base fondamentale della Religione
-Mosaica, secondo i nostri già fissati principj, noi riguardiamo come un
-assunto della più grande urgenza per se stesso, ed oltremodo necessario,
-di riportarli tutti estesamente, apponendo gli analoghi schiarimenti a
-quelli che potessero esigere delle utili, ed opportune osservazioni,
-dalle quali risulteranno ancora i motivi efficaci dell'esatta osservanza
-de' medesimi, riserbandoci a trattarne degli altri, che, o modificammo
-come superfluamente ripetuti; o annullati furono da noi come non
-confacenti a' tempi nostri, allorchè ne' due Capitoli immediatamente
-dopo quello in cui entriamo, riporteremo in chiari sensi le ragioni
-evidenti ed inconcusse che ci hanno indotto a stabilire una sì fatta
-restrizione, in apparenza sì considerabile, la quale con più robuste
-giustificazioni sarà poscia dimostrativamente comprovata, allorchè ci
-faremo di proposito a discutere, in tempo debito, le tradizioni, o
-parafrasi Rabiniche aggiunte a questi, ed a tanti altri Precetti, e
-sovente assai più oscure di ciò che riescano gli stessi testi originali,
-ch'essi pretesero di rischiarare colle medesime, e delle quali si ignora
-generalmente la causa, ed il disegno, senza che alcuno giugnere potesse
-in alcuni tempo a discernere l'una, o a risentire i vantaggi che
-risultare pretendesi dall'altro.
-
-(19) Non vi è stato forse in alcun tempo chi con più rea impostura de'
-così detti _compagni di Gesù_ (non saprei se appartenenti a quelli che
-furono spettatori alla sua nascita, benchè più giustamente collocare si
-potrebbero nella classe degli altri che gli furono compagni nel
-supplizio) esercitassero un traffico vergognoso della religione che
-facevano credere di difendere, e di professare; all'estremo indigenti
-nel loro primo stabilimento, umili, rassegnati, ed in forza di una bolla
-di _Paolo III_. pubblicata il 3. Ottobre 1540. ridotti al solo numero di
-60. individui (_Extr. de l'hist. univers. de Thou pag. 6._): ma i loro
-intrighi tenebrosi, protetti, e alimentati dalla stupida credulità di
-quelli che la loro criminosa pietà avea sedotti, fece crescere il loro
-numero ad un affluenza enorme tale fino ad incutere timore agli stessi
-formidabili Regnanti.
-
-(20) Ma l'uomo, sembrami che alcuno quì opponga di proposito, caduco, e
-frale qual'è di sua natura, dimenticherebbe sovente l'esistenza di un
-Dio che lo vivifica, e lo sostiene, se il culto che tributare gli dee
-non fosse accompagnato qualche volta da certe marche esterne che
-arrestino la sua mente, ed attraggano i suoi sguardi.
-
-Accordando tutto ciò anche un solo istante, donde dunque procede,
-domando, che la vera cognizione dell'Essere Supremo divenne tanto più
-straniera per l'uomo in proporzione che queste decantate marche sono
-state più affluenti, più stravaganti, e universali? Inoltre quali orrori
-non furono commessi nell'introdurle, quali contradizioni nell'adottarle?
-Quì mirasi i Sciti, i Messicani, i Peruviani, e i Galli immolare gli
-uomini ferocemente, persuasi di non dovere adorare Dio in altra guisa;
-colà i Dervigj Turchi, i Bramini, e i Quakeri stordire con giravolte,
-percuotersi il petto sulla terra, bilanciando il proprio corpo sopra un
-rogo, e rimanendo in estasi per molte ore; tali sono, secondo essi, le
-marche più ovvie ed essenziali al puro Culto di un Dio; altrove si
-fecero quelle consistere in luminosi apparati, processioni, baldacchini,
-candele, strepiti di bronzi ec.; più oltre finalmente si è supposto che
-le marche più efficaci per ottenere prontamente il Divino soccorso, e
-conseguire l'espiazione de' peccati, fossero le importune jaculatorie,
-le incessanti ossecrazioni, il digiuno frequente, la coltivazione di
-certe pratiche bizzarre, l'abbigliamento di certi arnesi, l'astinenza di
-alcuni cibi, ed altri sì fatti usi ridicoli, non meno che detestabili.
-In una parola, si può in ultimo conchiudere, senza timore d'ingannarci,
-che se si eccettua quelli ai quali Dio stesso degnò illuminare, poche
-persone certamente sono state capaci d'inalzarsi fino alla sublime
-contemplazione dell'Eterno Creatore, e di superare le malefiche barriere
-che apposero loro, in ogni tempo, tanto pratiche futili, e
-contradittorie.
-
-(21) Oltre i testè accennati precetti contenuti nel vasto Codice
-Mosaico, gli Ebrei Talmudisti ne riconoscono una quantità considerabile
-di altri che distinguono col nome di מצות רבנן (Mizvoth Rabanan)
-_Precetti de' Rabbini_, a' quali essi attribuiscono egualmente che a
-Mosè il potere di fare nuove ordinanze, secondo le circostanze, il
-tempo, ed il bisogno, quale amplia facoltà è fondata sulle parole stesse
-di Dio che ingiugne d'indirizzarsi a' 70 anziani dei quali era composto
-il Sanhedrim, creato allora da Mosè (_Num. cap. 11. V. 16._) ad oggetto
-di sciogliere tutte le vertenze che nascere potevano sulla vera
-intelligenza della Legge, e che supponevansi forniti, e diretti dallo
-Spirito Divino, ciò che, secondo i Talmudisti, gli rendeva infallibili
-nelle loro decisioni (Ved. il cap. IX. colle sue annotazioni di questo
-primo Tomo).
-
-(A) _Gen. cap. 5 v. 25._)
-
-(22) Tutti i più dotti critici del mondo non cessano di rimarcare, che
-nello stato in cui trovasi attualmente la terra è presso che impossibile
-che possa accadere un Diluvio universale, che cuopra di 15 cubiti le
-sommità delle più alte montagne. Il mare preso in complesso non ha, si
-dice, più di 300 passi di profondità; le montagne le più elevate, come
-il monte Gordiano, o di _Ararat_ non eccedono 3000 passi la superficie
-del mare. Quindi senza calcolare che la capacità del globo si dilata a
-misura ch'ei s'inalza, sarebbe duopo necessariamente 12, o 15 volte
-tant'acqua, quanta è la massa della terra nella congerie marcata dalla
-Genesi; e com'essa non rapporta che de' mezzi naturali, cioè, l'apertura
-dell'abisso, e la caduta delle pioggie, sembra che prevenga la risposta
-che si potrebbe addurre, dicendo che Dio creò per l'esecuzione di simile
-flagello una nuova quantità di acque che desso volle in seguito
-annientare. Egli non si servì, secondo la Scrittura che del vento per
-diseccarle; così conchiude il _Lenglet_ (_pag. 187_). V'ha, per altro,
-luogo di credere, che il mezzo ch'esso ha preso per ispargerle sulla
-terra, non fosse meno naturale.
-
-Essi medesimi sostengono inoltre ch'egli era impossibile che le pioggie
-fossero stato tanto abbondanti per cagionare un simile effetto, essi
-appoggiano i loro sentimenti sull'opinione del filosofo _Mersenna_, il
-quale prova con delle dimostrazioni esatte, che le borrasche le più
-violenti non giungono e versare che un polso, e mezzo di acqua ogni 30
-minuti primi, ciò che farebbe 6 piedi nello spazio di un solo giorno; e
-il Diluvio non essendo durato che 40 volte 24 ore, supponendo le più
-alte montagne a 2000 passi di elevazione, che è un terzo meno della loro
-altezza, bisognerebbe, non per sormontare, ma anche per uguagliarle, che
-il Cielo avesse versate in 24 ore 125 piedi di acqua, in vece di 6 che
-desso versa nelle più gran tempeste; ciò che i filosofi asseriscono
-eccedere la possibilità della natura. (_Lett. Juiv. T. II. Lett. 35 pag.
-36 e 37_).
-
-Varj altri Scrittori hanno preteso che il Diluvio non era stato
-universale, ma che Dio non avea avuto che l'intenzione di punire un
-popolo ingrato alle tante beneficenze di cui lo avea esso colmato. I
-medesimi vollero parimente fare servire la Scrittura e fortificare la
-loro opinione, e quindi hanno essi spiegato in loro favore quel
-passaggio della Genesi dove leggesi espressamente, che i figli di Noè
-_Ab his divisæ sunt gentes in terra post diluvium_, (_Cap. X. v. 32_)
-apparisce da ciò che i figli di Noè non solo aveano divise la terra fra
-d'essi, ma ancora le nazioni che vi abitavano, lo che ritroverebbero
-contrario alla pretesa inondazione universale di tutta la terra.
-
-(A) _Gen. cap. 7 v. 22._)
-
-(B) _Ibid. cap. 9 v. 24._)
-
-(23) Oltre che lo stesso Creatore Supremo fece, senza mistero,
-espressamente conoscere per bocca del Profeta (_Isaia cap. 58. v. 5 6
-7_) non essere già il lungo digiuno, le interminabili ossecrazioni, le
-complicate cerimonie rituali, quelle che si esigono da esso, ma un puro,
-e integro cuore soltanto, noi avremo luogo di osservare altrove, che le
-Religioni che sono le più aggravate di dogmi, di pratiche, e di usi,
-lungi dall'essere le più ovvie a costituire la felicità de' suoi
-credenti, riescono, ad ogni riguardo, le più opposte all'umana ragione,
-le più tormentose allo spirito, e le meno osservate in ciò che possono
-le medesime racchiudere d'utile, di necessario, e di essenziale.
-
-
-
-
- CAPITOLO V.
-
- De' Precetti che soli dovrebbero costituire, la pretta Religione
- dell'Ebreismo fondata sul Codice Mosaico, ridotto alla sua vetusta
- purità.
-
-
-Siccome niente riconosciamo più naturale nella complicata immensa catena
-degli esseri viventi; che succedersi l'un l'altro, colla pronta non
-interrotta propagazione delle speci differenti, la provvida natura con
-un declivio irresistibile ad ogni animale, distribuì gradatamente il suo
-adeguato instinto, in maggiore, o minore dose, che lo trascina con più,
-o meno veemente trasporto, ad accoppiarsi ad un essere omogeneo, affine
-di conservare inalterabile l'ordine primitivo già prescritto. Egli è
-dunque perciò che sebbene il Maimonide, facendo il riepilogo
-nomenclativo di tutti i precetti del Pentateuco, abbia stimato bene di
-dovere inserire quello della _propagazione_ per il primo (A), noi non
-possiamo questo assolutamente riguardarlo come tale, altro esso non
-essendo, come si disse, che un mero sentimento incitativo della natura,
-a cui niun essere vivente sulla terra, purchè fornito di organo, e
-d'istinto, non potrebbe certamente non aderire; mentre quello è
-identico, e comune agli enti ragionevoli, ed a' bruti. Quindi mi
-sembrerebbe più ovvio prescindere da questo, e stabilire altresì per
-primo Precetto del nostro nuovo sistema, quello comandato da Dio con
-tanto impegno, per tre volte, ad Abramo (B), in segno del patto
-perpetuamente irrefragabile di alleanza contratta da esso col Popolo che
-discendere dovea dal successivo suo lignaggio, cioè, 1. _La
-Circoncisione de' maschi l'ottavo giorno della loro nascita_ (24). E da
-questo Primo Precetto progredendo, noi passiamo tosto a dare per
-detaglio la nomenclatura generale di tutti gli altri da noi testè
-fissati.
-
-2. Dalla sera in cui entra il plenilunio del mese di _Nissan_ (che
-coincide col Marzo, non essendo bisesto, od altrimenti coll'Aprile) per
-sette giorni dal 15 decorrendo, e tutto il ventuno dello stesso mese
-inclusivamente, non dovranno gli ebrei cibarsi di altro pane fuori che
-dell'azzimo, dovendo per detto spazio allontanare de tutti i loro
-recinti qualunque sorta di materia fermentata. Questa è contradistinta
-חג המצות (Hag Amazoth) _Pasqua delle azzime_; la medesima sarà
-solennizzata come tale durante sette giorni, ed il primo, e il settimo
-di esse ogni opera servile (eccetto che quelle che sono di un urgenza
-indispensabile) dovrà cessare interamente (25).
-
-3. Credere nell'Esistenza semplicissima dell'Essere Supremo, nè adorare
-altri fuori di esso (26).
-
-4. Non adorare simulacri di qualunque siasi specie, nè costruirli anche
-per uso di altri.
-
-5. Non giurare il nome di Dio in vano.
-
-6. Santificare il sabato, e non fare in esso alcun opera servile (27).
-
-7. Rispettare i genitori, soccorrerli, e temerli.
-
-8. Non uccidere.
-
-9. Non adulterare.
-
-10. Non rubare.
-
-11. Non fare testimonianze false.
-
-12. Non desiderare la roba, nè la moglie del prossimo.
-
-13. Non ingannar lo straniere in parole nè in azioni.
-
-14. Non opprimere le vedove, nè gli orfani.
-
-15. Non molestare l'indigente per i suoi debiti, ma soccorrerlo ne' di
-lui pressanti bisogni.
-
-16. Non bestemmiare Dio, nè il Sovrano.
-
-17. Non cibarsi di animali immondi, nè de' serpeggianti, nè di pesci che
-non hanno ala, e squama, nè di volatili rapaci, nè di vermi generati
-dalla corruzione de' frutti, delle palludi, terreni ec. (28).
-
-18. Non cibarsi di alcun animale difettoso, benchè non vietato, nè di
-quello morto naturalmente.
-
-19. Non cibarsi di sangue di qualunque siasi animale (29).
-
-20. Non commerciare carnalmente con la madre, nè con la matrigna, nè
-commettere incesto qualunque.
-
-21. Non isposare madre, e figlia in verun tempo, nè zia, e nipote
-procedente dal figlio o dalla figlia, nè due sorelle insieme
-contemporaneamente.
-
-22. Non accoppiarsi con la moglie in tempo de suoi mestrui, nè durante
-il corso del di lei Puerperio (30).
-
-25. Non accoppiarsi co' bruti; nè con altro uomo.
-
-24. Correggere il traviato senza farlo arrossire delle sue colpe.
-
-25. Non ispionare.
-
-26. Non vendicarsi del prossimo, nè conservare odio contro di esso.
-
-27. Amare il proprio simile come se stesso.
-
-28. Non giurare in nome delle false divinità adorate dai Popoli
-idolatri.
-
-29. Non fare incisione d'idolatrìa sulle membra del corpo (31).
-
-30. Non imitare i costumi de' Gentili.
-
-31. Non castrare un Israelita per farlo Eunuco.
-
-32. Festeggiare, e riposare il primo giorno della neomenia del settimo
-mese (32).
-
-33. Digiunare il giorno decimo, del settimo mese, con astinenza totale
-di qualunque siasi nutrimento durante lo spazio di 24 ore dalla sera del
-9 al tramontare del sole fino al periodo stesso del giorno dieci, e
-solennizzarlo colle medesime prescrizioni del sabato (33).
-
-34. Solennizzare la festa delle capanne il giorno 15, e il 21 di detto
-mese; mangiare sotto le medesime per sette giorni, ed il primo di questi
-prendere la palma, il mirto, il salce, il cedro durante la preghiera di
-quella sola mattina (34).
-
-35. Festeggiare l'ottavo giorno susseguente alla solennità delle capanne
-con gli stessi doveri delle osservanze imposte nel primo giorno, e nel
-settimo di detta festa (35).
-
-36. Contare sette settimane; decorrendo dal secondo giorno della Pasqua
-delle Azzime, al termine delle quali solennizzare la festa delle
-primizie, così distinta festa di settimane colle prescrizioni medesime
-delle altre (36).
-
-37. Non prestare ad usura (37).
-
-38. Rispettare la virtù, e la vecchiezza.
-
-39. Non prestare fede a' mendaci Profeti.
-
-40. Non prestare fede egli aruspici, nè agli esorcizzatori.
-
-41. Ubidire le leggi civili, senza, mai prevaricarle.
-
-42. Venerare i luoghi Sacri (38).
-
-43. Pregare Dio per la conservazione del Sovrano, e per la tranquillità
-dello Stato.
-
-44. Non ritenere, nè ritardare le mercedi altrui.
-
-45. Non abbigliarsi l'uomo delle suppellettili da femmina; nè questa
-ornarsi degli abiti di quello (39).
-
-46. Non commettere azioni che possano cagionare scandalo.
-
-47. Osservare, e mantenere con esattezza le promesse pie.
-
-48. Proclamare i novilunj (40).
-
-49. Credere nell'Immortalità dell'anima umana (41).
-
-50. Restituire gli oggetti perduti al loro legittimo proprietario.
-
-51. Usare ospitalità cogli stranieri.
-
-52. Una femmina divorziata passata a seconde nozze, ed indi restata
-vedova, non potrà più accoppiarsi col di lei primo consorte.
-
-53. Chiunque avesse avuto commercio violentato con una fanciulla senza
-renderne consci i di lei genitori, esso è in dovere di sposarla, senza
-poterla in alcun tempo ripudiare.
-
-54. Instruirsi nella legge mosaica.
-
-55. Non mormorare contro un sordo, od una persona assente.
-
-56. Non mettere impedimento davanti un cieco.
-
-57. Non negare ciò che si è ricevuto in deposito.
-
-58. Non uccidere gli animali co' loro piccoli entro lo spazio di un
-medesimo giorno (42).
-
-59. Tenere le bilancie, i pesi, e le misure giuste.
-
-60. Non alterare i Precetti della Scrittura con inutili commenti (43).
-
-In seguito dunque delle indagini le più accurate, e lo più profonde,
-tali noi ritrovammo potere in massime ridurre tutti i _Precetti_, gli
-_Statuti_, ed i _Giudizj_ proclamati già da Mosè al Popolo ebreo de'
-suoi tempi (44).
-
-Ma sul dubbio che alcuno s'inducesse quì ad obbjettarmi (animato forse
-da impocrito zelo) come una diminuzione, in apparenza, sì rimarcabile,
-potrebbe ragionevolmente farsi luogo in un Codice, che oggi conta ormai
-30 e più secoli, e sempre intatto conservatosi nel mondo, senza che
-alcuno in verun epoca osasse minorarne il valore, nè alterarlo, io non
-debbo dispensarmi del fare illativamente riflettere, in primo luogo; che
-il Popolo ebreo non potea fino ad ora determinarsi giammai ad un tale
-partito salutare, atteso che dopo la memorabile sua dispersione, desso
-non ebbe in alcun tempo un protettore per difenderlo; un padre sensibile
-per interessarsi de' suoi solidi, e durabili vantaggi; un NAPOLEONE in
-fine per illuminarlo, e fare ad esso ampliamente comprendere che ciò che
-era necessario nella Palestina potrebbe essere inutile in Francia, ed in
-Italia, siccome quello che è adottato ottimo in un tempo, viene sovente
-considerato riprovabile in un altro; e che 30 e più secoli di antichità
-non potranno mai trasformare l'accessorio in essenziale, nè l'errore in
-verità (45). Ed ecco propriamente le solo vere dimostrate cagioni per le
-quali niuno ha osato giammai per l'addietro effettuarlo.
-
-In secondo luogo poi, trattandosi di un oggetto sì rilevante, quale
-apparisce una sì enorme restrizione di oltre nove decime parti de'
-Precetti Mosaici, affine di diminuire la sorpresa che recare dessa forse
-potrebbe nella riscaldata fantasia de' zelanti, noi entriamo nel
-Capitolo seguente a produrre in detaglio i genuini motivi pe' quali
-fummo costretti ad abrogare anche una gran parte degli altri che
-parrebbero escludere interamente quelli che comprendono le due prime
-classi, ed entrare al contrario nell'ordine della terza, riguardata da
-noi come ovvia, e necessaria a costituire, o fissare solidamente il
-propostoci nuovo piano di riforma del Culto del Popolo d'Israel.
-
-(A) _Genesi cap. 1. v. 20._
-
-(B) _Ibid. cap. 17 v. 10 11 12._
-
-(24) I Rabbini oltre la recisione del prepuzio, comandata da Dio al
-Patriarca Abramo, vi aggiungono cert'altra operazione, che chiamano
-פריעה (Peringha) _scuoprimento_, che vogliono doversi fare scuoprendo
-colle due unghie del police (che gli addetti a tale ufficio denominati
-מוהלים (mohelim) _circoncisori_ lasciano espressamente accuminate) la
-tenue pellicola che copre l'orificio dell'uretera dopo la recisione del
-prepuzio, affinchè la sommità della corona del pene resti per ogni parte
-dilatata; essi appoggiano questa nuova prescrizione sul comando che Dio
-fece a Jesuè di circoncidere gl'Israeliti una seconda volta. _Eo tempora
-ait Dominus ad Josuè: Fac tibi cultros lapideos, et circumcide secundo
-filios Israel_. _Jos. c. 5 v. 2._ L'autore del _Berescit Rabah_ la
-pretende inserita nell'ordinazione fatta da Dio stesso ad Abramo con la
-replica di המול ימול (himol, imol) _circoncidere circonciderai_. _Gen.
-cap. 17 v. 13._ quale replica (aggiugne quell'autore) riguardare si
-potrebbe come affatto inutile, se non volesse altro significare che la
-semplice recisione del prepuzio (Ved. _Talmud Trat. Ievam. c. 71 p. 2
-Comm. Tossaf. Id. Com. R. Ief. Toar._) fermi dunque in tale opinione i
-Rabbini conchiudono che מל ולא פרע כאילו לא מל (mal velò parangh cheilu
-lo mal) _chiunque circoncidesse senza lo scuoprimento, è come se non
-avesse circonciso_. (_Ved. Iorè Deng. cap. 264 § 4 Mis. fol. 137._). Le
-Nazioni che menzionammo anticamente praticarla, non usavano lo
-scoprimento; siccome non lo conoscono nè pure i Musulmani a' nostri
-tempi.
-
-(25) _Dies prima erit Sancta, atque Solemnis, et dies Septima eadem
-festivitate venerabilis: nihil operis facietis in eis, exceptis his quæ
-ad vescendum pertinent_. _Exo. cap. 12 V. 16._
-
-Questa Pasqua è stata instituita in commemorazione dell'uscita
-prodigiosa del Popolo ebreo dall'Egitto; ed essa è chiamata _delle
-azzime_, riferendo al pane senza lievito di cui si è esso alimentato,
-che per fretta di sua partenza non potè lasciare fermentare: la medesima
-è distinta dalle sacre pagine col nome di פסח (Pesah) a cui la Scrittura
-istessa assegna l'etimologia di פסח (Passah) che significa _saltare_, o
-_tragittare_ alludendo al tragitto che fece l'angelo sterminatore nella
-notte dell'orribile strage de' primogeniti dell'Egitto, lasciando illese
-le abitazioni degli ebrei, e portando la desolazione, e la morte in
-quella de' loro barbari oppressori:_ Transibit enim Dominus percutiens
-Ægyptios cumque viderit sanguinem in superliminari, et in utroque poste,
-transcendet ostium domus, et non sinet percussorem ingredi domos vestras
-et lædere_ _Exo. Cap. 12 v. 23._
-
-Ma senza nulla spiegare sul valore intimo di sì fatta etimologia, non si
-potrebbe farla inoltre significare il passaggio repentino che fece il
-popolo ebreo dalla schiavitù, alla libertà? Io la riguarderei molto più
-degna del nitido fonte da cui parte; riserbandomi a parlare delle tante
-superstizioni che hanno luogo in questa Pasqua presso gli ebrei,
-allorchè mi emergerà in seguito di ragionare de' Talmudisti, e de' loro
-interminabili commenti.
-
-(26) Il deciso ingenuo trasporto che io sento per la verità, mi astrigne
-a dovere quì formalmente smentire l'opinione che da varj pensatori
-stravaganti si è preteso erroneamente sostenere con qualche pertinace
-asseveranza, cioè che i due punti essenziali reggenti qualunque sistema
-religioso, l'Esistenza di Dio, e l'immortalità dell'anima umana, sono
-interamente tacciuti da Mosè; nè che questi dogmi trovinsi menzionati,
-di sorte alcuna, in verun luogo del Pentateuco. In quanto alla prima si
-porrebbe, senza scrupolo, tacciare di delirio chiunque volesse
-immaginare che gli ebrei potessero dubitare un solo istante
-dell'esistenza di un Essere, che ad ogni momento manifestavasi ad essi
-ora con proteste, or con prodigi, or con minaccie, ed ora con gastighi
-differenti. Oltre a ciò quante volte ritrovasi nella Scrittura la
-confessione esplicite e universale di tutto questo Popolo di credere,
-obbedire, ed adorare il Dio de' suoi Padri? E il primo dei comandamenti
-del Decalogo non forma egli la prova la più convincente, e la più chiara
-dell'Esistenza di un Dio? Perciò che riguarda poi l'immortalità
-dell'anima umana, di questa sarà da noi parlato quanto fa duopo nella
-susseguente Annot. 41, dove la Scrittura stessa concorrerà con eguali
-prove irrefragabili a dimostrarla.
-
-(27) Supponendo che la creazione dell'universo avesse il suo primitivo
-cominciamento il giorno che noi chiamiamo Domenica, da questo decorrendo
-sette giorni, che tanti furono, secondo il primo capit. della Genesi,
-quelli che Dio ha impiegati in tutta l'opera immensa tratta
-dall'onnisciente suo consiglio, il giorno settimo fu contraddistinto col
-nome di שבת (sciabat) che significa _Riposo_. Quindi è che Mosè lo ha
-instituito come un giorno sacro dedicato perpetuamente al Creatore, ed
-un giorno di delizia, e di ricreazione: ma come gli ebrei Talmudisti lo
-abbiano in seguito alterato, colle infinite superstiziose cerimonie che
-vi aggiunsero, noi lo dimostreremo fra qualche breve momento, non
-essendo quì l'opportuna occasione di ragionarne.
-
-(28) L'astinenza di certi animali per principio di Religione, non era
-già dogma particolare unicamente degli ebrei, i popoli attigui ne
-facevano lo stesso. I Sirj, e gli Egizj non mangiavano pesce, ed Erodoto
-(_cap. 2._) assicura che per motivo di superstizione, se ne astenessero
-anche i Greci. I Tebani non si cibavano di montone, atteso che adornano
-_Ammone_ sotto il simbolo di un becco, ma uccidevano le capre; altrove
-astenevansi delle capre, ed uccidevano il montone. I Sacerdoti
-dell'Egitto si astenevano de tutti que' cibi, siccome pure da tutte
-quelle bevande portate dalle estere città (_Porphy. Abstin. 4_); erano
-loro parimente vietate le bestie che hanno il piede di figura rotonda,
-ovvero in più dita partito, o che non hanno affatto corna, egualmente
-che degli uccelli di rapina; e durante l'intervallo delle loro
-purificazioni, astenevansi anche dagli ovi (_Herod. Ibid._). Tutti gli
-Egizj reputavano immondo il porco, non già perchè non rumina, ma perchè
-desso è attaccato sovente da una specie di lepra dalla quale si ripete,
-secondo gli osservatori, la prima, e la sola cagione delle peste a cui è
-ora soggetto quasi tutto l'oriente, dove questi animali allignavano un
-tempo con un affluenza incalcolabile, e gli stessi Egizj portavano il
-loro scrupolo a tal segno che chiunque ne avesse toccato uno, anche per
-accidente, dovea tosto lavarsi tutto il corpo, e le vestimenta
-(_Ibid._). Platone ancora fieramente inveisce contro quelli che si
-cibano, e nutriscono questo animale. Non avvi alcuno che ignori che
-attualmente pure, i Bracmani delle Indie, non mangiano, e non uccidono
-alcuna specie di animale, ed è cosa conosciuta che vivono in tal foggia
-da oltre venti secoli.
-
-Da tutto l'esposto dunque chiaro apparisce, che le instituzioni di Mosè,
-concernenti le indicate astinenze non avevano niente di straordinario,
-ne di nuovo sulla terra; ma sembrami che quelle non tendessero
-propriamente che a ritenere il popolo entro i limiti della continenza, e
-vietando ad esso l'uso di certi cibi, si può arguire con qualche grado
-di certezza, non essersi Mosè prefisso altro disegno che la sua sanità,
-e i suoi costumi: esso vietò agli ebrei di mangiare sangue, come un cibo
-non solo assai difficile a digerire, ma in ogni senso ripugnante
-all'essere umano (vedi la seguente Annot. 29). La carne di porco, o di
-majale è ancora molto aggravante per lo stomaco, e di penosa digestione;
-lo stesso dicasi de' pesci che non hanno ala nè squama, la loro polpa
-regolarmente è oleosa, e grossa, e quindi oltremodo perniciosa al corpo
-umano. In tale maniera, per non più diffondermi di soverchio, si possono
-assegnare delle ragioni molto efficaci, della massima parte di simili
-divieti.
-
-(29) Le stesse identiche regioni stabilite poc'anzi per l'astinenza di
-certi cibi si possono fondatamente assegnare (come osservammo) alla
-proibizione del sangue, e solo potrebbe quì aggiugnersi, che siccome da
-questo fluido è sostenuta, e alimentata l'esistenza di ogni vivente,
-così l'uomo facendosene il nutrimento potrebbe con fierezza maggiore, e
-meno ribrezzo incrudelire contro il proprio suo simile, nella guisa che
-l'ho chiaramente dimostrato in altro luogo, parlando delle carnificine
-che miransi fare ogni dì pubblicamente degli animali destinati per l'uso
-della mensa quotidiana dell'uomo (vedi _l'Annot. 25 al tom. I. delle
-Notti Campest. pag. 80._)
-
-(30) Questa è parimente una prescrizione di sanità, non meno dell'altra
-tendente al medesimo salutare disegno. La femmina imbrattata de' suoi
-corsi mestruali, essendo soggetta ad uno scolamento perenne di sangue
-_viziato_, come chiamano i medici, accoppiandosi ad un uomo in tale
-stato, in cui essa è più facilmente suscettibile di concezione, non solo
-pericolerebbe forse di generare una prole difettano viziata; ma
-ridurrebbe l'uomo pure ad acquistare frequenti malattie flogistiche, se
-si vuole avere riguardo alle varie _discrasìe_ delle quali può essere
-affetto, e di cui ei perverrebbe dopo un lungo periodo di tempo, e con
-gran pena a liberarsi; le medesime ragioni si possono probabilmente
-assegnare al tempo de' _lochii_, o purgazioni alle quali è la puerpera
-soggetta dopo lo sgravamento del parto, lo che gli lascia una
-spossatezza tale che potrebbe cagionarle delle funeste conseguenze
-unendosi ad un uomo, sebbene il pericolo dalla parte di questo, per
-quanto asseriscono i medici, non sia tanto considerabile nè sì dannoso
-come nel primo caso.
-
-(31) Era costume generalmente praticato da' Pagani dell'antichità, di
-incidere sopra a qualche parte del loro corpo le figure degl'idoli, e
-de' simulacri adorati da' medesimi, co' simbolici caratteri allusivi
-ch'essi vi applicavano. I cattolici romani de' nostri tempi hanno
-adottato questo abominevole costume, specialmente la parte idiota di
-questo popolo; barcajuoli, nautici, operai, facchini, ed altri di tal
-fatta, i quali colla punta di un ago immersa nell'inchiostro, che fanno
-con eccessivo spasimo penetrare entro la cute, o di un braccio, o di una
-mano, od anche del petto, imprimono qualunque immagine, o carattere che
-niun arte umana è giammai sufficiente a cancellare.
-
-(32) Molti Commentatori hanno creduto che questa festa, altrimenti
-chiamata _delle trombe_ (_Num. cap. 9 v. 33._) fosse instituita affine
-di rendere grazie a Dio per avere data la legge al suo Popolo sul monte
-Sinai fra i tuoni, e lo strepito delle trombe, ossia _Scioffar_ (tuba)
-di cui sarà da noi parlato altrove (ved. la seguente annot. 51), altri
-opinano che questa festa fosse instituita per avvertire gl'Israeliti che
-in quel giorno cominciava _l'anno civile_, onde eccitarli e servire Dio
-con maggiore divozione nell'anno nuovo; e disporli nel tempo stesso alla
-festa del Digiuno di Espiazione, che dovea solennemente celebrarsi nove
-giorni appresso.
-
-(33) Questa festa è contraddistinta dalla Scrittura col nome di כפור
-_Chipur_ ovvero Digiuno di Espiazione delle colpe del Popolo, e della
-purificazione del Tabernacolo, e del Santuario. (_Levit. cap. 23 v. 31 e
-seq._). Essa è stata instituita, secondo quello che ci fa travedere la
-Scrittura, per assicurare il Popolo, il quale avea contro di esso
-provocata l'ira Divina coll'adorazione del Vitello d'oro, e garantirlo
-così che Dio erasi riconciliato seco lui. In tale giorno erano offerti
-due caproni per ispiazione dei peccati del Popolo; uno de' quali era
-immolato, e rimandavasi l'altro sciolto nel deserto carco di
-maledizioni, ed aggravato dei peccati del Popolo, che imponevagli il
-nome di Emissario (_Levit. cap. 16 v. 26._)
-
-(34) Queste Solennità denominata dalla Scrittura חג הסכת (Hag assucoth)
-_festa de' Tabernacoli_, o delle _Tende_ (_Levit. cap. 23 v. 40._), fu
-instituita affinchè gli ebrei si ricordassero del tempo in cui abitarono
-in esse i loro vetusti padri nel deserto per sì lungo intervallo di
-anni; la celebrazione di questa Solennità cedeva per lo più entro il
-mese di settembre, tanto per che la stagione allora temperata, riusciva
-più confacente, e meno incomodo a rimanere sotto le tende all'aperta
-campagna, quanto perchè sceglievasi la stagione nella quale erano
-raccolti i frutti della terra, onde ringraziare Dio per tutti que'
-favori ricevuti durante il decorso periodo dell'anno. In quanto poi al
-fascicolo prescritto in detta festa, mi riserbo a ragionarne altrove
-(ved. l'ann. 52).
-
-(35) Le festa delle quale è quì falle menzione viene chiamata dalla
-Scrittura שמיני עצרת (Sceminì nghazereth) _l'ottava_ (_Levit. cap. 23 v.
-36._) essa era un complimento della festa precedente, e la conclusione
-di tutte le altre, quasi che significare volendo propriamente la _festa
-di congedo_, imperciocchè la solennità de' tabernacoli terminando il
-settimo giorno, il susseguente, celebravasi la festa della _Riunione_
-degli Israeliti i quali essendo restati per sette giorni entro le tende,
-se ne ritornano tutti insieme nelle rispettive loro case, in quella
-guisa medesima che i loro padri dopo di avere abitato sotto le capanne
-per lungo corso di anni in mezzo de' deserti, ritrovarono nell'ubertosa
-terra di promissione un domicilio ameno, stabile, e tranquillo. Tale è
-l'oggetto delle commemorazione delle testè indicata solennità
-dell'_assemblea_, o della Riunione.
-
-(36) Dal giorno susseguente al primo della Pasqua delle azzime le
-Scrittura ordina (_Levit. cap. 20 v. 15._) di contare sette settimane,
-esse formano 49 giorni, ed il cinquantesimo osservare la solennità della
-חג שבועות (Hag Sciabungoth) _festa delle settimane_, o delle primizie,
-perchè dalla messe che facevasi allora, offrivasi a Dio le primizie
-unitamente a due Pani, ed a' sacrifizj di surerogazione. Una tal festa
-si allude parimenti alla commemorazione della legge che Dio proclamò in
-quel medesimo giorno per mezzo di Mosè sulla prodigiosa vetta di Sinaj.
-
-(37) Dopo le tante dotte ponderate riflessioni, e gli energici discorsi
-fatti sopra questo proposito da entrambe le assemblee Israelitiche
-convocate in Parigi, l'una il Luglio 1806, l'altra in Febbrajo 1807 per
-Augusta Paterna disposizione dell'Illuminato Monarca della Francia, e
-dell'Italia, sempre intento a migliorare la condizione dell'ebreo
-soggetto alle ammirabili sue Leggi, cosa mai aggiugnere io potrei per
-dimostrare l'onta incancellabile che risulta all'ebreo la trasgressione
-di questo Precetto, per cui esso fu in ogni tempo, e ovunque preso di
-mira, sebbene non sia quello il solo ad esercitare impunemente
-l'infamante mestiere di usurajo? Che l'ebreo esercitasse l'usura in que'
-tempi calamitosi ne' quali un avverso destino lo volea soggiogato sotto
-l'impotente dominio di certi devoti, ed imbecilli regoluzzi, che
-religiosamente gli toglievano qualunque mezzo di sussistenza,
-interdicendoli per sino tutte le vie regolari di un commercio decoroso,
-il possesso di fondi, l'esercizio delle arti liberali, il diritto pur
-anche di cittadino, esso potea in tale stato ripeterne la legittima
-cagione dalla pressante necessità a cui trovavasi astretto: ma come
-potrebbe mai giustificarlo attualmente l'ebreo della Francia, e
-dell'Italia, in particolare, protetto, e governato da un Sovrano, il di
-cui vasto potere eguaglia l'estensione de' suoi lumi, che lo ha posto a
-livello della più insigne Nazione che calpesti l'universo, e della quale
-esso è felicemente per quello il Capo, la delizia, ed il sostegno? Or
-che all'ebreo fu permesso di rientrare nella classe degli enti
-ragionevoli, da cui la superstizione, l'orgoglio, e l'ignoranza
-tentarono sempre di eccettuarlo; ora che libero può disporre di que'
-talenti de' quali esso è fornito, che può usare di quella industria
-ch'egli sente; che può impiegare a suo piacere quelle dovizie che
-possede, or, in una parola, che esso è fatto Cittadino delle più
-cospicua monarchia che oggi esista, chi potrebbe mai, senza fremere,
-mirarlo esercitare ancora sì detestabile ufficio? A fronte di tanti
-considerabili vantaggi che ora concorrono a migliorare la di lui sorte,
-non è egli condannabile oltremodo, il vedere tutta via esistere fra noi
-queste sanguisughe crudeli, sitibonde delle sostanze altrui, come se non
-vi fosse altro mestiere da professare fuori di quello, che oltre essere
-cotanto vituperoso per se stesso, tende ad estenuare le facoltà le più
-opime, ed a porre nella desolazione la classe la più benemerita dello
-Stato, perchè la più laboriosa, e la più utile, ma quasi sempre scarsa
-di fortune, ed impotente? Si ha un bel opporci da costoro di esserne
-ampliamente autorizzati; adducendo che avvene parimente nella Francia, e
-nell'Italia un affluenza d'individui non ebrei, che esercitano l'usura
-con eguale avidità, come se ciò che è evidentemente contrario alla
-natura, e recalcitrante alle Leggi della società, sarebbe meno
-pernicioso per essere approvato, e come se permesso fosse all'uomo di
-giustificare le proprie colpe, adducendo per iscusa i depravati esempj
-altrui. Ma finiamo col conchiudere che l'usura, da chiunque siasi che
-venga esercitata, sarà sempre mai l'arte la più vile, che abbia saputo
-in alcun tempo immaginare la sordidezza umana, ed ovunque degna della
-perpetua esecuzione delle Leggi Divine, e terrene, e che per conseguenza
-l'interesse di ogni illuminato governo, che vuole la felicità de' propri
-sudditi, e l'equilibrio delle loro sostanze, dee essere quello di
-proscriverla sotto austere comminatorie da tutta la estensione de' loro
-dominj.
-
-(38) A fronte di tutto lo zelo che gli ebrei dimostrano di avere per la
-Religione che professano, si potrebbe avanzare con qualche sicurezza,
-che niente è meno osservato da essi di questo Precetto. In fatti sarà
-egli mai un rispetto il fare dei conciliaboli com'essi fanno entro le
-loro Sinagoghe, durante il tempo delle loro preci, ed anche sovente
-trattare, e conchiudere degli affari? Sarà forse un rispetto il passarvi
-le 8, e 9 ore del giorno, reiterando sempre le medesime rapsodie
-insignificanti, indirizzando a Dio cento Benedizioni (che tante sono
-quelle prescritte da' Rabbini _Ghem. Trac. Berah._) entro lo spazio di
-un solo giorno, o molte altre sì fatte repliche futili, che ad altro
-oggetto non servono che ad annojare il supplicante, ed a stancare
-l'esauditore? Sarà forse venerare il luogo Sacro le ridicole contorsioni
-che a guisa di Bonzi, o di Bracmani mirasi fare degli ebrei
-nell'occasione de' Tabernacoli, col fascicolo di palme che tengono fra
-le mani, che rivolgono postato a foggia di arma, or alla parte
-dell'oriente, or a quella di occidente; ora verso il Cielo, ed ora sulla
-terra, percuotendosi il petto; convinti di espellere, o conquidere il
-Demonio con sì fatte stravaganti giravolte? E quell'asta pubblica che
-osservasi fare dal (Sciamash) _inserviente_, in qualche luogo ogni
-sabato, ed in qualche altro ogni novilunio, consistente nell'incanto
-formale, in favore del migliore offerente, dell'apertura dell'armadio
-delle Bibbie, del trasporto del Sacro viluppo da questo dove si estrae,
-fino al pulpito dove si legge, nudarlo, sfasciarlo, indi avvilupparlo di
-nuovo per rimetterlo in esso; esservi chiamato astante alla lettura, e
-cose di tal fatta, saranno esse, dico, marche di rispetto, e di
-venerazione in un locale che si reputa santificato dalla gloria
-ineffabile dello stesso Eterno Creatore, che rendono testimonio delle
-loro pratiche puerili, e delle più ridicole cerimonie? Dovrà egli
-supporsi? . . . ma io non finirei sì tosto certamente, se tutti quì
-riportare io dovessi le tante altre varie trasgressioni che si
-commettono ad ognora dall'Israelita de' nostri tempi, contro questo
-essenzialissimo Precetto, che non giugnerà mai questo popolo a mantenere
-con esattezza, fino a tanto ch'esso non dispongasi, con animo integro, a
-riformare, unito a questo, i tanti altri abusi de' quali la sua
-Religione è da tempo immemorabile aggravata.
-
-(39) I disordini che si veggono introdurre contro la decenza, ed i
-costumi per tutto dove questo abuso è tollerato, mi ha indotto ad
-inserire quì anche questo Precetto, già ordinato da Mosè (_Deut. cap. 22
-v. 5._), il quale vietando agli uomini ogni azione effeminata, siccome
-proibendo alle femmine di usare ciò che serve all'abbigliamento de'
-maschi, esso non ebbe altro scopo certamente, l'urbanità, e la politezza
-de' costumi del suo Popolo, sì soggetto a corrompersi con tali bizzarre
-trasformazioni. Io credo per altro, che lo stesso disegno abbia dato
-origine all'altro divieto imposto agli ebrei dallo stesso Legislatore
-(_Levit. cap. 19 v. 27._) di radersi la barba col rasojo dalle tempie
-discendendo lungo le gote; ma questa prescrizione può essere oggi ancora
-mantenuta intatta da' soli ebrei dell'oriente, poich'essa si uniforma
-col costume universale di que' popoli; però sarebbe cosa ridicola
-oltremodo praticarlo in Europa dove le Nazioni che vi abitano
-generalmente usano di raderla.
-
-(40) Di queste _Neomenie_, cioè, feste del novilunio che si celebravano
-il primo giorno di ciascun mese. La Scrittura ne parla espressamente in
-varj luoghi (_Ps. 80 v. 4 Num. 28 v. 11._) ma questo non era mai
-considerato giorno di festa, benchè vi si offrissero altri sacrifizj,
-eccetto il quotidiano, e si suonassero trombe di argento, ciò non
-ostante non prefiggevasi dovere di astenersi da opera servile, come non
-se ne astengono gli ebrei nè pure ai nostri tempi: questo ad altro non
-serve, che a contraddistinguere il giorno, e l'epoca indicante le grandi
-solennità; del resto non vi ha che le donne maritate presso gli ebrei,
-che ne abbiano conservata qualche debole memoria, cessando com'esse
-fanno in detto giorno qualunque travaglio anche di famiglia,
-eccettuatane la cucina. Per altro, non mi sembra inopportuno di
-ragionare quì qualche cosa meramente di passaggio sulla natura de' mesi
-ebraici, e su' motivi delle fissate intercalazioni.
-
-I mesi degli antichi ebrei dunque erano lunarj, ma ad oggetto di rendere
-il loro anno così lungo come il nostro, ed accordarlo coll'apparente
-corso del Sole, essi intercalavano di tempo in tempo un mese; quindi è
-che ve ne era qualche volta 12, e qualche volta 13 nel periodo di un
-anno completo; d'altronde siccome celebravasi ogni primo giorno di mese,
-nel modo che testè lo abbiamo espresso, questo cominciamento dipendeva
-dalle apparizioni della Luna; si avea la precauzione di spedire delle
-persone sulla vetta delle montagne affine di scuoprire i primi momenti
-in cui la Luna compariva sull'Orizzonte, ed era tosto comunicato al
-Consiglio, il quale dietro il loro rapporto esatto, proclamava che in
-tale giorno era la Luna nuova, festa dell'Eterno, ed il principio del
-mese (ved. _Cuz. p. 3 et not. Buxt. 207 ad 213 Sim. Dict. de la Bib. T.
-1 pag. 384._) Ma i Rabbini essendo accostumati di rapportare tutto a
-Mosè, dicono che Dio gli mostrasse in visione una figura della nuova
-Lune, comandandogli di riguardarla attentamente, e di regolarsi intorno
-a ciò per fissare il primo giorno di ciascun mese, ciò ch'egli eseguì
-sempre con tutta diligenza.
-
-Tale è dunque la prima, e la più positiva maniera che fu anticamente
-praticata nel fissare il calendario, o il principio del mese. Inoltre i
-Rabbini avendo rimarcato diversi inconvenienti in questo metodo, atteso
-che la Luna non comparisce sempre sullo orizzonte; e può non essere
-veduta per cagione delle nubi, o delle nebbie, specialmente nel suo
-primo quarto in cui essa non ha che una luce debole e tremolante,
-procurarono di rimediarvi colle intercalazioni, od aumento di un mese,
-facendo così l'anno ogni triennio di 13 lune, e questo è quello che gli
-ebrei chiamano מעובר (menghubar) che significa _Pieno_.
-
-(41) Molti critici, e _Warburthon_, e _Voltaire_ fra questi, ritrovano
-difficile di rendere ragione, perchè le leggi portate dall'Exodo, dal
-Levitico, dal Deuteronomio non facciano alcuna menzione di questo dogma
-terribile, che solo può mettere un freno ai rimorsi interni, ed alle
-colpe secrete; quindi essi pretendono illativamente inferire che
-l'Immortalità dell'anima fosse del tutto sconosciuta agli antichi ebrei.
-
-Che nella Scrittura non trovisi alcun passaggio che dimostri
-espressamente esistere nell'uomo un essere incorporeo e non suscettibile
-di morte, come tanti altri ve n'ha che provano chiaro ad ogni tratto
-l'esistenza di un Dio Creatore, io ne convengo, ma condiscendere, al
-contrario, io non posso, che non vi sieno in essa delle espressioni che
-lo facciano distintamente sotto intendere (ved. _Comment. Abrab. negli
-ult. cap. del Levit._ _Gen. 17_ _Exod. 12_ _Levit. 18_ _Menas. Ben Isr.
-suo Nishmat Haym cap. 3 e 5._). In fatti cosa vorrebbero mai significare
-quelle frasi per tante volte reiterate in varj luoghi del Pentateuco di
-חיו תחיה (hajò tihjeh) _vivere vivrai_; מות תמות (moth tamuth) _morire
-morrai_ ונכרתה הנפש (venihretah anefesh) _e sarà squarciata, o distrutta
-l'anima_, se rapportare non si facessero alla Immortalità, od alla
-ricompensa, ed alle pene eterne dell'anima umana? Poichè diversamente
-opinando, io ricercherei di buon grado a' suddetti critici, come
-spiegherebbero essi mai quel vivere due volte, e due volte morire? E a
-quale oggetto minacciare l'anima di sterminio, se sobire essa dovea il
-medesimo destino del corpo, e soggiacere alla stessa dissoluzione di
-questo? Da tutto ciò chiaro apparisce che sebbene Mosè non insegnasse
-apertamente al suo Popolo il dogma dell'Immortalità dell'anima, esso con
-tali espressioni rendevagli agevole il mezzo di farglielo in ogni senso
-capire.
-
-D'altronde mi sembra il massimo degli assurdi il credere che gli ebrei
-(come alcuni lo pensano senza fondamento) non conoscessero questo
-principio, se non se dopo di essere divenuti la conquista de' Romani,
-giacchè l'Istoria dimostraci, all'opposto, come evidente, che a' tempi
-di Nerone tutta Roma ripeteva che la Dottrina dell'altro mondo
-nuovamente introdotta, snervava il coraggio de' soldati, gli rendeva più
-pusillanimi, e togliendo loro l'unico, il principale conforto degli
-sventurati raddoppiava finalmente la morte colle minaccie di nuove
-sofferenze dopo questa vita (ved. _M. Deslandes. Hyst. Crit. de la
-Philos._). Siccome è del pari una menzogna incontestabile l'asserire che
-gli ebrei apprendessero questo dogma da' primi Padri del cristianesimo
-(come alcuni altri erroneamente lo sostengono) mentre non solo
-l'ignoravano essi ancora, ma ne concepivano inoltre le idee le più
-informi, e le più materiali. _S. Ireneo_ diceva che l'anima era un
-soffio, _flatus est enim vita_ (_Teol. Pagana_). Tertulliano nel suo
-Trattato dell'anima la pretende corporea (_De Anima cap. 7 pag. 268_).
-S. Ambrogio insegna che non v'ha che la trinità esente da composizione
-materiale (_Ambr. de Abramo_). S. Ilario vuole che tutto ciò che è
-creato è corporeo (_Hil. in Math. pag. 633._). Nel secondo Concilio di
-Nicea credeasi ancora fermamente gli angeli corporei, così vi si legge,
-senza scandalo, queste parole di _Giovanni di Tessalonica_: _Pingendi
-Angeli quia corporei_. _S. Giustino_, e _Origene_ credevano l'anima così
-pure materiale;, essi consideravano la sua immortalità come un mero
-favore unicamente dell'Essere Supremo. E Agostino stesso, benchè a noi
-assai più recente degli altri menzionati, quali idee confuse non ci ha
-esso pure tramandate sulla spiritualità delle sostanze immateriali?
-(ved. _Aug. De Civit. Dei Lib. II. Cap. XXIII. T. VII. pag. 290_ _De
-Gen. contr. Manich. Lib. I. Cap. XI._) con tali assurdi principj, si
-oserà egli sostenere ancora che gli antichi ebrei imparassero il dogma
-dell'Immortalità da' primi Padri della Chiesa Cristiana?
-
-(42) Questa prescrizione non ha per iscopo che un mero suggerimento di
-pietà; come sarebbe quello appunto di non dovere cuocere l'agnello nel
-latte della capra; di che sarà da noi frappoco espressamente ragionato.
-
-(43) I primi Padri della chiesa Giudaica erano sì persuasi, e convinti,
-che non era permesso di aggiugnere la benchè minima cosa alla Legge
-primitiva, e che i Profeti stessi non aveano il diritto, nè la facoltà
-di farvi degli aumenti di sorte alcuna, ch'essi presero a grande
-scrupolo l'ordine che Mordocheo, ed Ester hanno pubblicato di leggere
-tutti gli anni l'involto che conteneva l'Istoria della prodigiosa
-rivocazione che dessi avevano procurata della crudele sentenza di morte,
-già pronunziata contro l'intero Popolo ebreo della Media, e della
-Persia, che il reprobo Amano vice Re di quelle veste Province, tentava
-di sradicare dalla terra.
-
-(44) Prescindendo da que' tanti raffinamenti co' quali pretendono i
-Talmudisti sottilizzare la divisione di simili Precetti; noi non
-facciamo quì espressa menzione, che de' tre soli nomi de' quali si è
-servito lo stesso Legislatore Mosè per esprimerli, e significarli al suo
-Popolo; questi nomi dunque sono: 1.º, מצות (mizvoth) _Precetti_ 2.º
-חוקים (Hukim) _Statuti_; 3.º משפטים (mishpatim) _giudizj_. A' primi
-dicono appartenere que' Precetti di cui la ragione è renduta espressa
-nel resto della Legge; per esempio, i motivi pe' quali gli Ebrei debbono
-solennizzare le feste, questi sono in chiari sensi menzionati nella
-Scrittura: i secondi racchiudono in essi medesimi le loro ragioni nelle
-parole stesse della Legge; Dio, si aggiugne volle rendere queste ragioni
-occulte al Popolo Ebreo, e ciò pe' suoi arcani imperscrutabili disegni;
-gli ultimi finalmente contraddistinguono _Precetti dell'intendimento_, i
-quali, se anche non fossero menzionati delle sacre pagine, la ragione
-medesima dell'uomo gli ordinerebbe.
-
-(45) Chi potrà mai sostenere di proposito che la credenza di un certo
-dato numero d'individui ed anche di un antichità immemorabile, possa
-avere efficacia bastante di trasformare l'inutile in necessario
-l'illusione in evidenza? Il celebre _Bayle_ (_Pens. Sur les Comêt. T. I.
-pag. 198._) osserva con ragione, che non si prescrive mai contro quello
-che è certo per se stesso colla tradizione anche universale, ne col
-consenso, benchè unanimi, e il più antico, di tutto il genere umano, ciò
-che viene ad inferire lo stesso del pensiere che ci trasmise il filosofo
-_Averoe_ avanti Bayle, cioè che uno stuolo di Teologi non sarebbe stato
-mai sufficiente per cambiare la natura dell'errore, e per farne una
-verità. Vi fu già un tempo in cui tutti gli uomini hanno fermamente
-creduto che il Sole girasse intorno il globo terraqueo, mentre che
-questo supponevano restasse immobile nel centro di tutto il sistema del
-mondo; non è appena che due secoli che quest'errore è distrutto, vi e
-stato così pure un tempo in cui alcuno non volea credere l'esistenza
-degli antipodi, e quindi perseguitavasi quelli che aveano la temerità di
-sostenerli; oggi verun uomo instruito non osa più dubitarne: rimarcasi
-che tutti i Popoli del mondo, ad eccezione di un ristretto numero
-d'individui meno creduli degli altri, credono tutta via, con intima
-persuasione, nelle streghe, negli esorcizzatori, negli incantesimi,
-nelle apparizioni, negli spiriti ec. ed alcun uomo sensato non
-immaginasi attualmente di dovere accreditare queste puerili stravaganze.
-Tale è l'indole deplorabile del volgo, il quale non potendosi elevare
-colla forza del raziocinio fino all'investigazione delle cose, per
-quindi pervenire a discernere il grado di possibilità dell'esistenza di
-esse dee arrendersi ciecamente nell'asserzione altrui; ma i filosofi
-illuminati non credono se non se ciò che è evidente, consentaneo alla
-ragione, salutare, e necessario di ammettere.
-
-
-
-
- CAPITOLO VI.
-
- Ragioni efficaci che rendono indispensabile la riduzione del Codice di
- Mosè a 60 soli Precetti, cioè 24 affermativi e 36 negativi.
-
-
-Qualunque siasi regolamento, legge, o statuto che non abbia per base la
-solida imperturbabile felicità di quelli che ne formano l'oggetto, o che
-non tenda al miglior essere di quelli pe' quali sono gli uni, o l'altra
-destinati, o come perniciosi debbono essere del tutto abrogati, senza
-ritardo, o come inutili rigettati, e proscritti dal consorzio degli
-uomini. Ma, per altro, due ostacoli funesti che a pochi è riuscito fino
-ad ora sormontare con felice successo, opposero in ogni tempo un
-ostinato contrasto ad un riparo sì ovvio, e sì urgente per tutte la
-specie umana; il primo di questi dunque si è la soverchia cieca
-venerazione che si ha generalmente per le decisioni tradizionali di
-quelli che ci hanno preceduti; lo che presso quasi tutte le sette
-odierne si approssima all'eccesso (46); l'altro, il quale realmente non
-è che l'immediata conseguenza del primo, io ritrovo consistere nello
-scrupolo deciso che tenti uomini si fanno d'inalzarsi fino al
-raziocinio, col soccorso del quale tentare di acquisire maggiori lumi
-rapporto alla credenza che professano, conoscerne le basi, discuterne le
-massime, investigarne i principj, onde in tale maniera pervenire a
-discernere il reale, e il necessario che ci giova, dall'apparente
-illusorio che ci nuoce, senza scampo, e ci confonde (47).
-
-Ma ostacoli di tale natura, mi lusingo, che non saranno essi già così
-pure ineluttabili per noi, che riconosciamo non averci Dio accordato
-inutilmente un intelletto e una Ragione (48), come lo furono pur troppo
-per gli ingannati nostri progenitori che reputavano un delitto
-irremissibile il fare uso di mente, e di buon senso, in proposito di
-culto specialmente. Egli è appunto per ciò che di raro si conoscono
-presso questi i fondati motivi delle pratiche innumerabili adottate con
-tanta sommessa venerazione da' medesimi. Quando noi, al contrario, ci
-disponghiamo a rendere convincenti, ed efficaci ragioni, ad ogni evento,
-non meno in giustificazione dei motivi che ci indussero ad ommetterne
-quelle che riguardammo come soverchie, o inopportune, che per avvalorare
-la osservanza esatta di quei Precetti che abbiamo riconosciuti necessarj
-a costituire radicalmente il sensato Culto inoppugnabile dell'Ebreismo.
-
-Avendo noi altrove riportate le ragioni sufficienti per giustificare in
-faccia al Popolo ebreo l'abrogazione fatte di tutti que' Precetti, che
-comprendemmo in entrambe le categorìe di prima, e seconda classe, nulla
-per tanto, io dirò di ciò che a quelli si rapporta, limitandomi soltanto
-alle ponderate osservazioni che pare assolutamente necessario dover fare
-intorno i fondati motivi che c'indussero ad abolire una gran parte di
-que' Precetti spettanti alla terza classe che abbiamo noi quì d'intero
-proposito addottata.
-
-Cominciando da' Precetti che si rapportano alla Pasqua delle Azzime
-comandati dalla Scrittura in numero di otto, siccome questi non sono
-propriamente che la replica l'uno dell'altro, volendo in massima
-inferire presso che l'ordine medesimo, cioè allontanare ogni specie di
-pane fermentato per sette giorni, cibarsi per detto spazio di tempo di
-pane senza lievito, ossia di pane azzimo, e solennizzare la Pasqua, il
-giorno primo, e il settimo di questi, facendo in essi cessare ogni opera
-servile, come rilevasi dalla Scrittura (A), noi gli abbiamo tutti
-ristretti ad uno solo che tutti gli comprende seguendo la mente del
-Legislatore, e che costituisce la materia del secondo, in seguito dello
-stabilito nostro nuovo Elenco.
-
-Otto parimente sono i Precetti co' quali Mosè comanda, in altrettante
-guise differenti, al popolo ebreo l'adorazione del Creatore; ma siccome
-adorarlo, conoscerlo, santificarlo, amarlo; esserne convinti
-dell'esistenza, mi sembra che coincidono perfettamente insieme, e che
-non formino d'accordo che un solo articolo essenziale, qual è quello di
-ammettere, e adorare un Essere Supremo, egli è dunque solo a questo che
-noi riducemmo tutti gli altri, stabilendolo il terzo de' Precetti
-formanti lo nostre nuove sacre Instituzioni.
-
-La ragione medesima può applicarsi viceversamente al divieto
-dell'adorazione delle Immagini, e del commercio de' simulacri, che noi
-ristrigniamo ad un solo Precetto i quattro che le Sacre pagine
-prescrivono per imporlo agli ebrei.
-
-Venendo poi alle soppressioni quì fatte relativamente a' cinque Precetti
-co' quali resta per altrettante volte comandata in differenti luoghi del
-Pentateuco l'osservanza del Sabato, limitati da noi ad un solo Precetto,
-siccome desso, in origine, spiegasi riposo, e come tale considerato
-anche da quelli che ora ne rigettano l'osservanza, io stimai cosa
-opportuna livellarla a quella di tutte le altre solennità delle quali
-ragioneremo frappoco, prescrivendo i medesimi riguardi, e gli stessi
-doveri che s'impongono a quelle, stimando il resto come oscuro,
-indissolubile, ed inutile affatto per conseguenza al propostoci salutare
-disegno (49).
-
-Per ciò che riguarda l'astinenza di certi cibi, e la proibizione di varj
-differenti animali, che la Scrittura sottopone a undici Precetti, noi
-gli racchiudiamo tutti a due soltanto, avendo altrove giù estesamente
-riportate le cagioni fisiche, ed i più probabili motivi di simili
-comandati divieti (A).
-
-L'infamante delitto d'incesto, racchiudendo per se stesso qualunque
-siasi accoppiamento di fornicazione commessa da amendue i sessi in grado
-della più prossima parentela, come sarebbe i genitori colla loro prole,
-o questa con quelli; sorelle co' fratelli, o gli uni colle altre, sieno
-di padre, ed uterini, suocere, nuore, matrigne ec. che la Scrittura in
-varj luoghi ne annovera fino dodici, noi gli riportiamo sotto il solo
-precetto d incesto, che tutti complessivamente gli abbraccia, senza fare
-però la minima abrogazione, o detrimento di alcuno degli altri, benchè
-da noi non menzionati partitamente; la trasgressione dei quali troppo
-riuscirebbe lesiva alle leggi, ed oltraggiante alla Natura.
-
-La riduzione da noi fatta de' Precetti che risguardano i doveri
-assoluti, e indispensabili dell'uomo cogli esseri della sua specie a
-quello di amare il proprio simile come se stesso, mi sembra potere da se
-solo contenere onninamente gli otto comandati nel Pentateuco per
-conchiudere, in concreto, l'ingiunzione medesima da noi testè
-riepilogata; essendo troppo evidente che amando il nostro simile non si
-può certamente odiarlo, nè maledirlo, nè defraudarlo nel commercio, nè
-nelle parole, nè nelle misure, nè usare seco lui delle violenze e molto
-meno ricusarli il nostro ajuto ne' suoi urgenti bisogni.
-
-Ciò che abbiamo rimarcato essenzialmente nelle indagini fatte su'
-precetti antecedenti, è da notarsi appunto in quelli de' quali ora ci
-occupiamo, e che hanno per iscopo le _Neomenie_, o il novilunio del
-settimo mese (50); il giorno decimo di esso chiamato il digiuno di
-espiazione, ed il 15 dello stesso mese fino il 21 compreso, cioè la
-festa de' tabernacoli, o delle capanne per sette giorni.
-
-Io prescindo dall'addurre quì i motivi dell'osservanza di queste tre
-feste accennate, mentre quelli furono da noi già diffusamente riportati
-laddove più si rendevano adattabili (A); solo dirò che nella
-instituzione della prima, cioè del cominciamento dell'anno trovasi
-quattro precetti, tre de' quali non essendo che la replica l'uno
-dell'altro, noi abbiamo stimato conveniente limitarli ad uno solo, che è
-l'osservanza della festa di un solo giorno, e cessazione di lavoro; tale
-essendo lo spirito genuino de' medesimi; il quarto precetto poi di
-questi è stato da noi totalmente soppresso, mentre non conoscendosene il
-vero scopo (se non è quello almeno da noi già riportato altrove (B)) non
-resta in verun modo esattamente osservato dagli ebrei moderni (51).
-
-La seconda di queste feste comandata per varie volte da Mosè come un
-giorno consecrato all'Essere Supremo di solennità, di penitenza, e di
-digiuno, e di cui esso non ispiega fino, a qual limite dee una tale
-astinenza dilatarsi, noi abbiamo in questo fissate le prescrizioni
-medesime del Sabato, restrignendone l'osservanza, come in quello ad un
-solo Precetto, cioè, il riposo, e di più l'astinenza totale di qualunque
-nutrimento dal tramontare del Sole del nono giorno del mese di Tisrì
-fino all'imbrunire del giorno decimo susseguente.
-
-La terza nomata festa de' Tabernacoli, o delle capanne, non meno delle
-altre in guise differenti ripetuta per imporne l'osservanza
-agl'Israeliti, può, siccome tutte le altre, ridursi del pari ad una
-semplice prescrizione, cioè a quella di solennizzare il giorno 15 e il
-21 del settimo mese, e per sette giorni mangiare sotto l'ombra delle
-capanne, per le ragioni a suo luogo opportunamente riportate (_Annot._
-34) lasciando però ad arbitrio il prendere la palma, un elegante frutto
-di albero (che i Rabbini lo pretendono un cedro, ma che le Scrittura
-lascia indefinito) il mirto, il salcio ordinato da Mosè in puro segno di
-gaudio, e di trionfo, e ciò nel solo primo giorno di tale
-solennità (52).
-
-La solennità delle _primizie_, ovvero delle settimane è l'ultima di cui
-le Scrittura faccia esplicita menzione, fissata ad un solo giorno, cioè,
-il cinquantesimo, contende del secondo giorno della Pasqua delle Azzime,
-ovvero nel giorno dopo il plenilunio del mese di Nissan; ma non venendo
-nella medesima prescritta veruna di quelle cerimonie che imposte furono
-per le altre, noi la stabiliamo così pure un solo giorno di festa, colla
-cessazione di qualunque opera servile, a guisa che abbiamo nelle altre
-fino e questo momento praticato.
-
-Or tutte le moltiplici restrizioni dunque riguardato da noi come
-necessario di dovere fare alle testè riportate osservanze, non avendo
-per oggetto che semplificare l'essenzialità inalterabile di ciò che in
-massima è prescritto a ciascuna delle medesime, esse non tendono
-soltanto che ed ovviare come inutile, ed a sopprimere come soverchie le
-frequenti ripetizioni nulle quali si diffonde la Scrittura comandando un
-precetto medesimo, nel modo appunto che noi già con evidenza dimostrammo
-altrove (53).
-
-In quanto poi a' Precetti restanti che abbiamo stabilito appartenere
-alla terza classe adottata da noi, e de' quali non vedesi quì fatta fino
-ad ora speciale menzione, di sorte alcuna, nè in compendio, nè in
-diffuso, noi passiamo a ragionarne di proposito deliberato nel Capitolo
-seguente, il quale ci farà conoscere in chiari sensi lo spirito che ha
-dettati simili Precetti, e il disegno del Legislatore che gli ha
-prescritti: da tali indagini risultare quindi vedremo le ragioni le più
-inconcusse, ed i più idonei motivi che c'indussero ad ommetterli nel
-nostro nuovo Piano, e ci fecero riguardare come fondata, ed opportuna
-l'abrogazione de' medesimi.
-
-(46) Tutti i popoli della terra hanno le loro particolari tradizioni che
-tutti credono costanti, uniformi alla più esatta verità, ed al superiore
-grado portentose; esse sono appoggiate, come le nostre, sull'antichità,
-e sulla superstizione religiosa, come l'osserva un dotto scrittore de'
-nostri tempi (_Philosoph. du B. Sens T. 1 Refl. 1 p. 102._)
-
-Gli ebrei Talmudisti non fanno alcuna difficoltà di rendere le loro
-tradizioni a livello della Legge di Mosè; essi appoggiano questa
-opinione sopra quella che sostengono i Rabbini, cioè che la תורה שבכתב
-(Torah Scebihtau) _legge scritta_ non sarebbe che un corpo senz'anima,
-ed una lampada senza luce, se fosse quelle separata dalla תורה שבעל פה
-(_Torah_ Scebenghal Peh) _legge tradizionale_. Quindi è che dessi si
-fanno un pressante dovere di credere, sotto pena di Scomunica contro chi
-opinasse altrimenti, che Dio ha dettato a Mosè non solo tutto ciò che è
-racchiuso nel Pentateuco, fino alle minime sillabe che vi si contengono;
-ma ch'egli ha parimente comunicato allo stesso Mosè sul monte Sinaj
-(durante la sua dimora colà di quaranta giorni) l'intera spiegazione
-mentale di questa legge medesima, che pretendono essersi conservata
-intatta fra di essi, anche dopo la morte di questo Legislatore, fino che
-un giorno si riconobbe la necessità di metterla per iscritto affine di
-conservarne le traccie fino alla più tarda posterità. Ma di ciò mi
-riserbo a ragionare più diffusamente, allorchè in breve mi emergerà di
-parlare delle Parafrasi Rabiniche, e dell'origine della Misnah, e del
-Talmud ossia della Ghemarah (ved. il Cap. IX. di questo Vol. con tutte
-le annot. che vi si contengono).
-
-(47) Tale è la condizione miserabile dell'uomo, che siccome generalmente
-parlando le idee sulla Religione sono per esso, quali debbono essere, in
-ogni senso, di una specie oltremodo rispettabile, giacchè desso teme
-sempre di essere tradito dalla frode, o sorpreso dall'errore, così ei si
-fa un pressante dovere di credere macchinalmente senza riflessione,
-senza esame, e senza mettere in dubbio un solo istante che desso può in
-questa parte ingannarsi, non meno per rapporto alle Leggi scritte, che
-alle tradizioni ricevute, ed allontana inconsideratamente per tale
-debole riflesso ciò che ha l'apparenza di attaccare le opinioni
-religiose addottate alla mamella, siccome tutto quello che avrebbe per
-se stesso un efficacia possente ad illuminarlo, ed a toglierlo
-dall'inganno in cui vivea, per folle arbitrio, ciecamente sepolto. Tutto
-questo mostruoso complesso di contraddittorie opinioni risede fatalmente
-in un angolo remoto del cervello dell'uomo, come in un santuario
-inaccessibile, in cui non oserebbe in verun tempo avvicinarsi.
-
-(48) La facoltà esimia che l'essere supremo ci ha somministrata, e da
-noi distinta col carattere di _lume naturale_ o di _Ragione_ non
-saprebbe mai in veruna guisa ingannarci nelle cose ch'essa osserva, e
-che discerne, poichè tuttociò che è a sua portata dee credersi chiaro,
-evidente, e irrefragabile; altrimenti, (come lo pensa un filosofo
-insigne) avremmo adeguato motivo di opinare che Dio ingannati ci avesse,
-accordandoci quella facoltà in modo che noi prendessimo il falso per il
-vero, anche facendone buon uso: e non sarebb'egli questo il massimo, ed
-il più esecrabile degli assurdi? _Descart. Princip. de la Philosop. 1.
-Part. pag. 22._
-
-(A) _Exo. Cap. XII. v. 14._
-
-(49) Chi potrebbe mai somministrarci una giusta, e sensata spiegazione
-di quel testo comandato agli Ebrei da Mosè (_Exodo cap. 35. v. 3._) לא
-תבערו אש בכל מושבותכם ביום השבת (lo tebangharu esc vehol moscebotehem
-vejom asciabath) _non accenderete fuoco in alcuna delle vostre
-abitazioni il giorno di Sabato_? vorrà egli significare questo precetto
-non usarne di sorte alcuna giammai, e ad imitazione de' _saducei_, o de'
-_caraiti_ restare all'oscuro la notte entrando il Sabato, ed accendere
-il fuoco solo nella contrada, com'essi fanno, in prospetto delle loro
-Case? Sarà egli stata forse la mente del Legislatore, comandando un
-simile Precetto, che non possano gli ebrei muovere il fuoco tutto quel
-giorno, e la sera antecedente, ma che d'altronde sia eglino permesso di
-servirsi di qualche incirconciso, per tale ufficio, nel modo appunto che
-or lo praticano gli ortodossi Talmudisti? Dissimulare io non posso
-certamente che a fronte di tutta l'inerenza rispettosa che io sento per
-l'essenzialità delle Instituzioni mosaiche, siccome l'assunto da me
-intrapreso in chiari sensi lo dimostra, io non saprei ritrovare
-sufficienti ragioni di sorte alcuna, onde adattare questo precetto, che
-alla lettera riuscirebbe assolutamente ineseguibile, e che preso secondo
-la tradizione più non sarebbe allora quello stesso che Mosè intese di
-ordinare; ma la sola parafrasi rabbinica sarebbe quella unicamente che
-ne terrebbe le veci. A quale partito dunque appigliare ci dovremo in
-simile caso affine di colpire il senso inalterato di sì fatta
-prescrizione senza cadere nelle pratiche ridicole de' primi, nè essere
-trascinati dal torrente delle superstizioni deplorabili de' secondi?
-L'annot. 86 di questo volume somministrerà ad esuberanza le ragioni
-adeguate che potrebbero fare credere l'Israelita dei nostri tempi, se
-non dispensato interamente dalla osservanza di questa prescrizione,
-almeno in gran parte alleggerito da quelle rigorose cerimonie che dalla
-tradizione gli furono imposte in simile giorno.
-
-(A) Ved. le _Annot._ 28, e 29 di questo Vol.
-
-(50) Gl'Israeliti erano soliti a distinguere due speci di anni, cioè,
-l'anno Santo, e l'anno Civile; il Santo cominciava il mese di _Nissan_
-(Marzo) nella metà del quale è comandata la Pasqua delle Azzime;
-(notando che questo stesso mese fu parimente denominato dalla Scrittura
-_Abib_, cioè il mese delle _spigature_ delle nuove biade, o come dice il
-Sacro testo, delle nuove spighe, verdeggianti, che cominciavano a
-biondeggiare); ed il Civile avea il suo principio dal settimo mese
-chiamato _Tisrì_ (Settembre). Il _Levitico_ dice (_cap. 25 v. 4._) che
-si comincieranno a contare gli anni del Giubileo, non già dal mese di
-Nissan, ma da quello delle seminagioni, che era propriamente il settimo
-di cui parliamo; e nell'_Exodo_ poi si legge (_cap. 23 v. 16._) che si
-celebrerà la festa dei tabernacoli allorchè sul terminare dell'anno si
-ripongono tutti i frutti delle campagne, ciocchè regolarmente accadere
-non potea che nel mese di Settembre. Tale è dunque la distinzione
-dell'anno presso gli antichi ebrei.
-
-(A) Ved. le Annot. anteced. 32 33 34.
-
-(B) Ved. l'Annot. anteced. 50.
-
-(51) Questo Precetto consiste nel suono della _Tuba_ praticato dagli
-ebrei in quel giorno il quale essendo chiamato dalla Scritture (_Num.
-cap. 29 v. 1 2._) יום תרוע (_Yom_ Terungha) _giorno strepitoso_; essi,
-prendendo al materiale il senso metaforico di questa frase, non sanno in
-altra guisa rappresentare sensibilmente un tale strepito, che stordire
-il popolo con cento numerate irregolari voci di corno senza modulazione,
-e senza ordine, che a varie riprese, durante le loro interminabili
-orazioni di quelle due mattine, tramanda entro la Sinagoga un individuo
-postato sopra il Pulpito, ed espressamente destinato per tale ufficio.
-
-Ma chi potrebbe mai significarci, con qualche precisione, quale sorta
-d'istrumento fosse quello che udivasi prodigiosamente suonare con
-veemenza allora quando, per la prima volta Dio manifestossi al Popolo
-ebreo sulla montagna di Sinaj, e che l'_Exodo_ (_cap. 19 v. 16 19._)
-distingue col nome di שופר _Scioffar_? così appunto chiamano gli ebrei
-l'indicato instrumento di cui si servono in que' due giorni (purchè
-l'uno di questi non cada in Sabato nel quale giorno l'uso n'è vietato da
-Rabbini _Ghem. trat. Sciab. e Ros. Asciana_) e che altro non è che un
-corno di montone ridotto al più nitido pulimento, preferendolo a quello
-di ogni altro animale munito di questo arnese, in allusione al montone
-che improvvisamente si offrì al Patriarca Abramo, per essere fatta la
-vittima del Signore, in vece dal di lui figlio Isaak, che ne era
-destinato (_Gen. cap. 22 v. 13._)
-
-(52) Siccome questa festa oltre essere chiamata _delle Capanne_ in varj
-luoghi della Scrittura, è anche contradistinta da questa _Ricolta de'
-prodotti Campestri_; così l'ordine quì prescritto di prendere fra le
-mani il primo giorno di essa quest'indicato fascicolo di erbe differenti
-può racchiudere in se stesso un duplice significato; l'uno l'espansione
-di giubilo per vedere portate ad ottimo successo le attese produzioni
-delle terre; e l'altro il sintomo di trionfo (che tale denota la palma)
-per la liberazione che il Popolo ebreo avea conseguita dalla tenace
-cattività dell'Egitto, e per la lunga dimora straordinaria fatta da esso
-ne' Deserti; ma in entrambi questi sensi lo spirito genuino del testo
-essendo al solito, non solo enormemente alterato dalle appendici
-tradizionali; ma all'eccesso ridicola rendutane la pratica, nella guisa
-medesima che di moltissime altre prescrizioni avvenne, siccome io mi
-affretto a dimostrarlo in seguito, noi abbiamo creduto di poterlo, senza
-scrupolo sopprimere come precetto obbligatorio, ed all'opposto solo
-renderne arbitraria l'osservanza; e questa, al più ridotta al solo primo
-giorno della solennità delle Capanne, come restaci ordinato dall'oracolo
-medesimo della Scrittura.
-
-(53) Quali fondate cagioni assegnare con giustizia potremo alle tante
-ripetizioni delle cose per loro stesse identiche, e uniformi, che sono
-sì di frequente reperibili in ogni parte della Scrittura, e tutte per lo
-più tendenti allo stesso disegno, e tutte raccomandate con eguale
-calore? Altra sembrami non potersi addurre certamente in questo caso
-fuorchè la più ammissibile, quale da molti fu ritrovata essere quella
-che Mosè conoscendo per isperienza l'indole zotica, e turbolente di quel
-popolo che dirigeva, suscettibile, senza freno, della più stupida
-incostanza, arrendevole a tutte le prime impressioni che gli si
-offrivano, all'eccesso barbaro, e ignorante, egli è perciò che quel
-Legislatore vedessi costretto a dovere per reiterate volte replicare li
-precetti medesimi già proclamati, onde farglieli più esattamente capire,
-e renderlo meglio edotto di que' doveri che l'eterna volontà dell'Essere
-Supremo gl'imponeva per suo mezzo. Ma a fronte ancora degli amorevoli
-suggerimenti, delle continue ripetizioni, e delle cure incessanti di
-questo zelante Conduttore d'Israel, le Legge Venerabile del Sommo Dio
-de' Patriarchi non era mai frattanto che molto debolmente osservata, se
-non trasgredita del tutto, e calpestata, or colle mormorazioni le più
-oltraggianti, ed ora coll'idolatrìa la più vituperosa, e la più
-esecrabile.
-
-
-
-
- CAPITOLO VII.
-
- Quali disegni possono aver fatto determinare Mosè a comandare al
-Popolo Ebreo certi Precetti, che riconosciuti oggi ineseguibili secondo
- lo spirito della prescrizione, ci veggiamo costretti parimente di
- abrogare.
-
-
-Tutti i più dotti, ed i più rinomati Giureconsulti del mondo, e fra
-questi Grozio, e Puffendorff, non cessano di ripeterci d'accordo ad ogni
-tratto, che non solo fuori della Legge naturale altra certamente non
-v'ha che possa caratterizzarsi per se stessa perpetua, irrevocabile, ma
-che tutte le altre Leggi positive tanto umane quanto Divine, sono tali
-che si può, e si dee qualche volta sopprimerle, ciò che secondo i detti
-Autori si farebbe espressamente, o tacitamente nelle due seguenti
-circostanze: Prima allorchè si trascura, durante un lungo intervallo di
-tempo, di osservare una Legge; o che desse tollera che gli oggetti che
-vi si rapportano si regolino di una tutt'altra differente maniera di
-quella che è in origine prescritta. Seconda; quando lo stato delle cose
-si altera, o cambiasi di tale maniera che la legge diventa inutile, o
-che questa non saprebbe più avere luogo di legge, la medesima cade
-allora da per se stessa, benchè il Legislatore non l'abbia espressamente
-abrogata; e quando ancora egli l'avesse stabilita per dovere sempre
-durare.
-
-Or le nove decime parti de' 613 precetti che Mosè prescrisse agli ebrei
-nel Pentateuco, e che molte imponenti, ed efficaci ragioni determinare
-ci fecero a sopprimere, non si trovano elleno espresse in ogni parte
-nelle accennate circostanze, non le abbracciano entrambe in ogni senso?
-Ecco ad evidenza, oltre le tante altre, a tempo debito prodotte, due
-possenti cagioni di più per abolirle.
-
-Premessa dunque l'opinione incontrovertibile de' preallegati
-Giureconsulti, non abbiamo che farci a ponderare con diligenza la
-significazione meramente letterale de' precetti abrogati da noi nelle
-tre fissate classi, applicandoli allo spirito del testo da cui partono,
-per restare intimamente convinti della massima inutilità de' medesimi;
-sia che appartenghino all'una, sia che riguardino l'altra delle
-circostanze testè riportate.
-
-Oltre a ciò sembrami opportuno quì di rimarcare che Mosè non occupandosi
-ad ogni evento che del suo solo Popolo, non lasciò mezzo intentato per
-renderlo esemplare sopra la terra, isolandolo da tutti gli altri, allora
-conosciuti, e ne' costumi, e ne' doveri, e nelle pratiche religiose, nel
-modo appunto che singolarizzare lo volle anche in molte instituzioni del
-tutto indifferenti alla essenzialità del culto che imponevagli, sebbene
-da esso lui comandate con le stesse prescrizioni dei precetti primarj,
-ed i più importanti, e senza che alcuno potesse mai rinvenirne
-l'intrinseca utilità, nè i probabili motivi. Di tale sorte sarebbe, per
-esempio, l'ordine che in senso di Precetto impone Mosè agli ebrei di
-portare dei fili, o de' cordoni appesi ai quattro angoli inferiori de'
-due lembi negli abiti degli uomini, ciò che la Scrittura denomina ציצית
-_zizith_: Or qual disegno potrebbe mai racchiudere in se stessa una sì
-fatta prescrizione, se quello non fosse almeno di contraddistinguere,
-con tale marca visibile, l'individuo Israelita da chi tale non lo
-era (54)? Quale analogo rapporto potrebbe mai avere coll'esercizio
-fondamentale del culto il divieto comandato da Mosè di non seminare due
-articoli dissimili entro il medesimo recinto di un campo (A); o pure di
-non mettere sotto il giogo e trascinare l'aratro due animali di specie
-differente, come l'asino, e il bue (A); di non cignersi di abiti tessuti
-di lino, e lana uniti (B); non isvellersi, o radere i peli de' lati
-della barba con ferro tagliente, che oggi spiegasi rasojo (C)? Cosa
-implicano mai tali, ed altre simili ordinanze, quale rapporto possono
-elleno avere, di sorte alcuna, colla semplice Religione, o
-coll'esercizio integro del Culto, che ogni Israelita era in dovere di
-conoscere, e praticare, se quelle non tendevano propriamente all'oggetto
-medesimo del primo, se non erano basate sugli stessi identici motivi
-delle prescrizioni del _Zizith_, e de' _Teffilin_? Niente di ciò più
-naturale, nè maggiormente comprovato dall'esperienza che il Codice
-Mosaico ci fornisce in tante altre prescrizioni quasi uniformi, e da noi
-fondatamente abrogate come pratiche destituite di base, e di ragione a'
-tempi recenti, nei quali offronsi all'ebreo infiniti altri mezzi più
-decorosi, e più efficaci per distinguersi fra gli esseri sociabili di
-quello che lo fossero le adotte marche ridicole, e impotenti, destinate
-unicamente a rendere l'ebreo un essere straordinario sulla terra, e ad
-allontanarlo da quelle barbare idolatre nazioni esecrate per tante volte
-da Dio (A), e che più non esistono attualmente in alcuna di quelle parti
-dove questo popolo è soggetto; e tanti altri divieti, de' quali fa
-reiterato cenno la Scrittura, e che di soverchio prolisso io diverrei,
-se diffondere io quì mi volessi a redigerne il dettaglio, hanno essi
-forse una più solida base, motivi più giusti, più convincenti? Come
-supporre che una lussazione accidentale cagionata nell'anca di Jacob il
-Patriarca, in conseguenza della prodigiosa lotta, che la Genesi ci narra
-avere questi sostenuta con un angelo competitore, che gli apparve in
-umana sembianza (55), come, dico, un sì fatto strano avvenimento può
-avere dato l'origine al divieto espresso nella Scrittura medesima di
-cibarsi del nervo dell'anca di qualunque siasi animale; anche
-permesso (A)? Cosa, per se stesso mai significare vorrà quel Precetto di
-non oltrepassare un certo tratto di cammino fuori del recinto della
-città il giorno di Sabato con qualunque siasi arredo, sia fra le mani,
-sia nelle tasche, senza escludere lo stesso fazzoletto, il di cui uso è
-indispensabile, e che i Rabbini poi, per indulgenza, permisero di
-portarlo avviluppato a guisa di fascia intorno i lombi (56)?
-
-Ma prescindiamo per ora dalla serie deplorabile delle infinite altre
-pratiche superstiziose che fecero adottare all'ebreismo queste e molte
-differenti prescrizioni delle quali sembra che desso sia stato sempre
-condannato ad ignorare lo spirito e il senso genuino, o ad interpetrare
-l'uno, e l'altro erroneamente. Noi dovremo riassumere fremendo, sì
-malagevole proposito, allorchè imprenderemo a tempo più opportuno a
-dimostrare quale enorme detrimento ha per mille parti risentito la
-prisca consolante Religione d'Israel dalle mistiche tradizioni,
-commenti, e parafrasi talmudiche.
-
-In tanto quì ci è duopo, per assoluta necessità, illativamente
-conchiudere, che l'oscurità in cui ci lascia il Pentateuco di ciò che
-più avrebbe questo dovuto porre, senza mistero, al chiarore
-dell'evidenza, viemaggiormente concorre a confermarmi nella mia
-preallegata opinione, che tre soli disegni potesse prefiggersi Mosè
-proclamando que' divieti già riportati, e molti altri dell'ordine
-medesimo, tacendone i motivi, e le cagioni (57). Primo, singolarizzare,
-come si disse, il Popolo ebreo, e contraddistinguerlo da tutti gli
-altri, in quella epoca esistenti sulla terra, ed a spese ancora della
-propria ragione; Secondo, occuparlo incessantemente di ciò che recare
-gli potesse una diuturna distrazione, onde allontanarlo, per quanto era
-possibile, dalle pratiche odiose delle idolatre Nazioni, delle quali era
-esso per ogni parte circondato, e che tanta proclivia ei dimostrava ad
-imitare sì di frequente; Terzo, finalmente, cimentare la sua costanza,
-oltremodo soggetta a vacillare, ed a smarrirsi. Disegni certamente sono
-questi riconosciuti molto adeguati per l'Israelita del Secolo di Mosè,
-ma del tutto assolutamente inopportuni per l'ebreo di nostra età, il
-quale, purchè tratto non abbia i natali sotto uno di que' barbari cieli,
-dove l'impronta di uomo non può essere mai disgiunta dal carattere di
-schiavo; ma che la sorte, al contrario, sia per esso lui stata propizia,
-accordandogli per patria un suolo in cui l'uomo che sente di possedere
-una ragione, gli si reputa un infamia il non usarne, può, come si disse,
-ritrovare oggi, a suo piacere, altri mezzi plausibili assai più, e molto
-più solidi per distinguersi nel mondo; nè più ha esso duopo attualmente
-di tali distrazioni labili, e tormentose, mentre i popoli fra i quali
-esso vive a' tempi odierni non sono già i Cananei, gli Ibusei, o gli
-Amaleciti de' secoli remoti, e de' quali l'Israelita era in dovere di
-abominare la relazione, di rigettare i costumi, di esecrare la condotta;
-ma Nazioni colte, tolleranti, e civilizzate, che nulla esso perderebbe
-certamente ad imitare, e di cui l'esempio ben lungi dal corrompere, o
-depravare i suoi costumi, vieppiù lo renderebbe urbano, illuminato, ed
-utile alla società, quando ei sapesse almeno cogliere l'opportunità di
-profittarne a suo individuale vantaggio, ed a quello de' suoi simili.
-
-(54) Da quando gli ebrei dovettero abbandonare le loro terre e divenire
-subalterni di quelle di altri Popoli co' quali furono alternativamente
-mischiati, riconobbero quanto sarebbe stato ridicolo per essi di dovere
-comparire in pubblico adorni di que' fili su' quattro lembi delle loro
-vestimenta; essi perciò autorizzati dai loro Rabbini si permisero di
-cambiarne la pratica, sostituendone invece un pezzo di drappo quadrato
-che ora portano soltanto sotto i loro abiti, in modo non osservato con
-quattro cordoni pendenti che chiamano ארבע כנפות (arbangh canfoth)
-_quattro lati, o ale_. Questi cordoni sono ciascuno di 8 fili di lana
-(qualche volta di refe di lino, ed anche di seta) filata espressamente
-per questo effetto, con 5 nodi ogn'uno, corrispondenti a' 5 libri di
-Mosè, que' nodi ne occupano la metà della lunghezza, e ciò che non è
-annodato essendo sfilato termina di fare una specie di nappa: _Funiculus
-in fimbriis facies; per quatuor angulos pallii tui quo operieris_ (ved.
-_Num. cap. 15 v. 38_ e _Deut. cap. 22 v. 12._)
-
-In questa prescrizione ordinata per due volte da Mosè fanno gli ebrei
-consistere il più solido fondamento della credenza dell'Israelismo,
-atteso che gl'indicati nodi ch'essi vi fanno essendo in numero di 26 che
-tale è il calcolo che deducono dalle lettere delle quali si compone il
-Nome ineffabile יה.ה (Jehovah) L'_Essere Supremo_. Ma nel tempo delle
-preghiere che fanno entro la Sinagoga, gli ebrei s'involgono con un velo
-di lana, o di seta quadrato colle indicate nappe negli angoli; questo
-drappo essi lo chiamano _Taleth_, ovvero Manto che si mette sopra tutti
-gli altri: ma quale ne sia l'origine inutile non mi sembra investigarla
-avanti di passare oltre.
-
-Allorchè Mosè ritornò dal monte Sinaj nel campo degl'Israeliti, dopo di
-avere avuta la gloria di conferire coll'Eterno, la Beatitudine Divina
-restando espressa sul volto di questo Legislatore, offuscò talmente gli
-occhi del popolo nel rimirarlo, che Mosè fu obbligato di coprirsi il
-volto con un velo, siccome in chiari sensi lo abbiamo dalla Scrittura
-(_Exodo cap. 34 v. 35._) ed ecco, secondo i Rabbini, la primitiva
-origine del Taleth.
-
-Alcuni altri ancora pensano che quest'arnese fosse inventato per ovviar
-le distrazioni durante le preghiere; quindi è che i Rabbini titolati, e
-i più devoti fra gli ebrei, se ne cuoprono interamente quando altri lo
-tengono soltanto ondeggiante sulle spalle. Avvi degli autori poi che
-opinano che gli ebrei prendessero quest'uso da' Romani, i quali
-pregavano i loro Dei colla testa velata; ed essi dicevano di avere
-ricavato un tale costume da Enea, che lo avea portato da Troia, come
-rilevasi da _Virgilio_, il quale gli fa dire _Æneid lib. 2._
-
-_Caput ante aras Phrygio velamur amictu._
-
-Per altro quelli che pretendono ripetere l'origine del Taleth da' Romani
-rimarcano che gli ebrei hanno presi molti usi da' medesimi dopo che ne
-furono sottomessi. Tutte queste prove sono tanto poco valevoli, o
-convincenti, quanto sono quelle allegate dagli stessi Romani, e da'
-Rabini ancora che il presentarsi davanti Dio colla testa coperta, come
-facevano i primi, e nel modo che lo praticano gli ultimi attualmente, è
-una marca di penitenza, di rispetto, di umiltà, di modestia, e di
-timore.
-
-È parimente comandato agli ebrei (_Deut. cap. 6 v. 8. e cap. 11 v. 18._)
-di dovere sempre avere nella mano, e sulla fronte ciò che la Scrittura
-denomina _Totaffoth_, e che gli ebrei distinguono per _Teffilin_ תפילין
-che i Greci chiamano _Phylacteros_; frattanto per non essere derisi dal
-Popolo sopra un arnese che dee essere in tanta venerazione presso gli
-ebrei, questi ai contentano di usarli durante il tempo delle preghiere
-del mattino. Questi Teffilin che in Caldeo, ed in ebreo rabbinico è come
-chi direbbe in latino _Precatoria_, perchè gli ebrei si servono di
-quelli nelle loro sacre orazioni, sono fatti nella maniera seguente.
-Sopra due pezzi di pergamena sono scritti con dell'inchiostro fatto
-espressamente in lettere quadrate, e con molte esattezza gli appresso
-quattro testi in ciascuno de' medesimi, come è indicato dalla Scrittura
-1. _Audi Israel etc._ (_Deut. cap. VI. v. 4._) 2. _Si ergo obedieritis
-mandatis mei etc._ (_Ibid. Cap. XI. v. 13._) 3. _Sanctifica mihi omne
-primogenitum etc._ (_Exo. Cap. XIII. v. 1._) 4. _Cumque introduxerit te
-Dominus etc._ (_Ibid. v. 11._). Queste due pergamene sono rotolate
-insieme in forma di un viluppo acuminato che si racchiude nella pelle di
-vitello nera, indi si colloca sopra un pezzo quadrato da cui pende una
-coreggia della stessa pelle larga un dito, e circa un braccio e mezzo
-lunga; questi Teffilin sogliono mettersi nella piegatura del braccio
-sinistro, rivolgendo la coreggia (dopo di avere fatto un piccolo nodo a
-foggia di _Yod_), intorno il braccio in linea spirale, che viene a
-terminare nell'estremità del dito medio della mano: Questi vengono
-denominati תפילין של יד _Teffilin Scel Yad_ (cioè, Teffilin della mano).
-In quanto poi agli altri, gli stessi menzionati quattro testi sono in
-essi vergati egualmente sopra quattro pezzi di pergamena di cui formasi
-un quadrato sul quale viene a rilevarsi le lettera ש _Scin_, e da un
-altro quadrato che restavi annesso, vengono a sortire due altre coregge
-di lunghezza, e larghezza presso a poco simile alle prime; e sono questi
-chiamati תפילין של ראש _Teffilin scel rosc_, cioè, _Teffilin della
-testa_.
-
-Ecco dunque i _frontali_ che gli ebrei mettono unitamente al Taleth,
-durante la preghiera soltanto de' giorni feriali, giacchè le solennità,
-e il Sabato non usano che il semplice Taleth sugli omeri, come si disse,
-benchè molti, e specialmente i Rabbini, lo mettino in testa, e se ne
-avviluppino per non essere distratti.
-
-Del resto lasciando le infinite allegorie che vi furono applicate (ved.
-_Hor._, _Haym._, _Ghem._, _Menah._, _Ramb._) noi rimandiamo a
-_Bustorfio_, il quale rapporta estesamente le prove della forza del
-_Zizith_, e de' _Teffilin_ tratte da Commentarj medesimi de' Rabbini
-(_Syn. Jud. cap. 9._)
-
-(A) _Levit. cap. 19. v. 14._
-
-(A) _Deut. Cap, 22. v. 10._
-
-(B) _Id. v. 5._
-
-(C) _Levit. Cap. 19 V. 27._
-
-(A) _Exo. cap. XVII. v. 16_ _Deut. cap. VII. v. 1 e seq._
-
-(55) _Freret_, _Voltaire_, _Boulanger_, ed altri fanno delle
-osservazioni al solito loro molto bizzarre intorno questo aneddoto della
-Scrittura, essi ritrovano primieramente straordinario di non vedervi
-spiegato in quale anca, se nelle dritta, o nella sinistra sia stato
-percosso il Patriarca; in secondo luogo stupiscono di non vedervi
-diffinito in quale de' nervi abbia il medesimo sofferto la lussazione
-che le sacre pagine ci narrano. Quest'ultima obbiezione sembra avere per
-base un esperimento anatomico. V'ha nel corpo umano sei sorta di nervi
-che si perdono nel nervo crurale che chiamasi anteriore, ed in quello
-che nomasi posteriore; oltre i quali, avvene ancora il gran nervo
-sciatico che si divide parimente in due, ed è appunto l'alterazione di
-questo nervo che cagiona quella malattia che gli anatomici distinguono
-col nome di _Gotta Sciatica_; che regolarmente rende zoppo l'individuo
-che n'è attaccato: Sembrami, per altro, che l'opposizione di questi
-critici si fondi per non vedere nella Scrittura un detaglio anatomico di
-questo fatto straordinario, senza riflettere che ciò era un vano
-pretendere, non essendo la notomìa in que' tempi conosciuta. I medesimi
-critici veggono parimenti con sorpresa come Jacob percosso nella coscia,
-e questa non essendo tutta via ripristinata, abbia ancora tanta forza
-per lottare contro un messaggere celeste, e per dirgli: _io non ti
-lascierò a meno che tu non mi abbia benedetto_. Ma tutti gli esperimenti
-debbono sparire davanti l'autenticità de' libri Sacri, i quali faranno
-cessare in noi così pure ogni sorpresa dal momento che alla fede faremo
-tenere le veci di scienze e di ragione.
-
-(A) _Gen. Cap. 32 v. 33._
-
-(56) il Basnage osserva che sarebbe da desiderare che gli ebrei si
-fossero appigliati, per ciò che riguarda il riposo del Sabato,
-all'insinuazione di _Ovidio_; non ostante ch'egli fosse autore Pagano:
-
- _Quaque Die redeunt rebus minus apta gerendis
- Culta Palæstino Septima Sacra viro,_
-
- _De Ar. Aman. lib. 1._
-
-Se noi dovremmo attenerci alle decisioni de' Rabbini sulle superstiziose
-cerimonie da osservarsi nel Sabato, e sul riposo macchinale che
-impongono essi in simile giorno, gli ebrei non dovrebbero muovere un
-passo dalla posizione in cui gli sorprenderebbe il Sole nel momento del
-tramontare della vigilia, come lo praticano appunto i Caraiti, attaccati
-al testo letterale che dice אל יצא איש ממקומו ביום השביעי (al jezeh hisc
-mimecomò bajom ascebinghi) _Maneat unusquisque apud semetipsum, nullus
-egrediatur de loco suo die septimo_. (_Exo. Cap. 16 v. 29._) ma non
-essendo possibile rigorosamente fra noi eseguirsi un tale precetto quale
-viene prescritto da Mosè, i Talmudisti pensarono commutarne la pratica,
-limitando, in vece, il tratto di cammino da permettersi in quel giorno a
-mille passi oltre le porte della Città; ma questo ancora sgravato da
-qualunque siasi peso, eccetto che il mero necessario abbigliamento,
-senza che vi entri niente di superfluo nè di aggravante. (Ved. _Tratt.
-Nghirub. Cap. XIV._)
-
-Del resto assai malagevole si renderebbe a descrivere tutte le
-superstizioni che si fanno luogo in questo medesimo giorno presso i
-recenti ebrei: un prolisso trattato di _Misnah_ vi è impiegato sulla
-osservanza delle pratiche del Sabato.
-
-(57) Di tal fatta può dirsi precisamente l'ordine imposto da Dio a Mosè
-(_Exo. Cap. 30 v. 12 e 13_) di non contare le dodici Tribù d'Israel che
-col mezzo di tante monete, onde soccombere quelle non dovessero ad un
-flagello sterminatore, numerandolo individualmente come seguì appunto a
-David, il quale, per quanto ci annunzia la Scrittura, pagò a tale
-gravoso prezzo l'ordine da esso lui emanato a Joab suo ministro di fare
-l'ennumerazione individuale di tutto il Popolo ebreo soggetto a' suoi
-domini (_Sam. II. Cap. 24 v. 16 17._) di tale natura può dirsi ancora la
-prescrizione imposta duplicatamente da Dio a Mosè (_Num. Cap. 18 v. 15_
-_Exo. Cap. 13 v. 14_): di redimere col mezzo di cinque monete di argento
-qualunque primogenito dopo un mese della sua nascita, ed altre simili
-prescrizioni dell'ordine medesimo, i motivi della osservanza delle quali
-furono interamente dalle sacre pagine taciuti.
-
-
-
-
- CAPITOLO VIII.
-
- Mezzi presentanei che possono con sicurezza condurci alla fissata
-riduzione, sì ovvia, e salutare, senza ledere nella minima parte la base
- fondamentale su di cui dee sostenersi il vero Divino Culto del Popolo
- d'Israel.
-
-
-Persuasi intimamente che le moltiplici fondate ragioni da noi fin quì
-riportate ci rendino una volta della urgente necessità indispensabile di
-alleggerire la nostra mente da tante inutili cure; di liberare il nostro
-spirito dal giogo ferale di tutte quelle illusioni che lo abbaccinavano
-al segno di fare ad esso credere l'errore verità, e questa una chimera;
-di rappresentarli il soverchio necessario, e questo indifferente; fermi
-dunque nella convinzione di sì pressante bisogno, molto agevole assunto
-parmi che dovrà per se stesso riuscirci di rinvenire in seguito con
-esattezza i mezzi più opportuni onde giugnere sicuri a questo grande
-scopo, e discernere così metodicamente il bene solido, e perenne da
-quello che in realtà fu sempre mai riconosciuto, generalmente fallace,
-ed apparente.
-
-Ma siccome non è già la prevenzione quella che dee guidare i nostri
-passi all'essenziale ricerca di tali mezzi, nè il pregiudizio quello che
-può farceli ritrovare con avventurato quanto rapido successo; così,
-alieni affatto da quella, onninamente scevri di questo, noi osiamo
-lusingarci di potere essere finalmente condotti alla meta propizia di
-nostre intense brame, riassumendo, di slancio, gl'imponenti genuini
-motivi che ci hanno già fatto precedentemente determinare a stabilire
-l'abrogazione delle nove parti de' precetti contenuti ne' cinque libri
-del Codice Mosaico.
-
-Avendo noi dunque tali precetti divisi in tre classi differenti, a
-ciascuna delle quali per conseguenza, abbiamo dovuto necessariamente
-assegnare il rango, e l'oggetto conveniente, onde rendere congrua, e
-solida ragione degli idonei motivi che o indussero ad ammettere i
-precetti contenuti nell'una, ed a sopprimere quelle che giudicato
-abbiamo appartenere alle due altre. Or da sì fatta operazione osservammo
-risultare, che la decima parte di quelli unicamente potea essere capace,
-in ogni senso a costituire la base radicale della Religione d'Israel,
-considerando le nove altre come superflue al suo ben essere, ed
-inopportune alle sue presenti circostanze.
-
-In fatti se, come fu già da noi dimostrato, tutte quelle ordinanze, o
-prescrizioni racchiuse nelle abrogate classi più non debbono esistere
-per l'odierno Israelismo, di sorte alcuna, essendo restate sepolte, è
-circa ormai 18 secoli, sotto le rovine deplorabili del tempio, e
-dell'altare a cui una gran parte di esse riferivasi, quale delirio di
-volere farle pure oggi valere, anche non esistenti, sulla stravagante
-lusinga, che un Inno, una Prece, una Jaculatoria, espressa in certi
-destinati momenti, replicata un numero di volte, impiegando per tal
-effetto, de' vocaboli sinonimi, accompagnati da strepiti, da gesta, da
-varie contorsioni, e da positure differenti (58), debba tenere le veci
-di olocausto, meritare il compenso equivalente, e coll'efficace mezzo di
-quelle, potere attualmente ancora conseguire dall'Eterno que' medesimi
-favori, che già ne' tempi andati risultare miravansi da questo (59)? E
-quelle che racchiudono, come opportunamente osservammo il giudiziario,
-il civile, il politico ec., non fanno elleno parte delle Leggi di
-qualunque civilizzato governo della terra, sotto i di cui auspicj
-l'ebreo del pari che ogni altro subalterno, mira esercitare tutti gli
-atti di umanità e di giustizia che il Codice Mosaico avea prescritti? E
-se oggi più non si lapida, non si strangola, non si abbrucia i rei di
-aggressione, di omicidio, ed i trasgressori della Religione, come
-praticavasi allora, il facinoroso, l'aggressore, e l'omicida sono
-frattanto puniti dalle sane Leggi odierne, con de' supplizj egualmente
-capitali, ma meno atroci di quelli che la prisca teocrazia avea
-introdotti; lasciando all'eterna giustizia la cura d'infliggere la pena
-che meritano i refrattarj criminosi del vero culto che l'ente
-ragionevole è in dovere di prestare al di lui Opifice Supremo. Mi si
-accenni di grazia, un solo popolo, purchè mediocremente illuminato, che
-non riguardi come il primo essenziale dovere dell'ordine sociale di
-punire il delitto, difendere l'innocenza, soccorrere l'infermo, e
-l'indigente, garantire le sostanze dei Cittadini, e rendere giustizia a
-chi l'implora; e tutto ciò è da quelli sì chiaro conosciuto, e sì
-esattamente osservato, senza forse avere la benchè minima contezza (come
-non l'avevano effettivamente non più i Greci nè i Romani) delle
-Instituzioni stabilite da Mosè nel Pentateuco ad un tale riguardo. E non
-sono queste prove sufficienti per dimostrare, che se anche l'ebreo
-volesse a rigore mantenere quanto è prescritto relativamente alle
-indicate materie, l'impotenza nella quale oggi trovasi ridotto di creare
-per se stesso nuove Leggi, farle valere e propalarle, e la necessità che
-lo astringe, d'altronde a sottommettersi, senza riserva, a quelle del
-paese in cui vive, non lo metterebbero interamente fuori della
-situazione di eseguirlo (60)?
-
-Or delle deduzioni risultanti de' precetti contenuti nelle due abrogate
-classi, quale detrimento domando, potrà mai risentire la Religione
-dell'Israelismo, quale scapito soffriranno le basi inconcusse, ed
-essenziali necessarie a sostenere le pretta credenza di questo Popolo,
-dalla semplice restrizione portata nella terza, sulla quale si aggira
-unicamente il nostro fissato piano di Riforma? A che mai riducesi per se
-stessa una sì fatta modificazione riguardata dalla stolida moltitudine
-fanatica, sì strepitosa, e sì enorme? Primieramente a simplificare
-l'affluenza complicata di ripetizioni usate nel Pentateuco, siccome lo
-abbiamo altrove rimarcato, prescrivendo i medesimi precetti, sia che
-procedessero dall'indole propria dell'idioma ebraico in cui esso fu
-scritto, suscettibile di un dato genio tutto suo particolare, sia che
-derivate fossero dal gusto universale dominante in que' secoli, anche
-presso gli Scrittori i più accreditati di altri popoli per quanto noi
-conosciamo (61).
-
-In secondo luogo poi a rendere il rigenerato sistema della Religione
-Mosaica libero interamente da tutto quelle superfluità, o pratiche
-bizzarre, compatibili forse in un epoca in cui l'ebraismo,
-illusoriamente predominato dal ridicolo entusiasmo di formare per se
-stesso un Popolo eletto dall'Essere Supremo, in preferenza di ogni
-altro, (siccome fu già da noi rimarcato nella nostra Introduzione
-Preliminare) credevasi astretto di dovere adottare delle massime
-stravaganti solo ad esso particolari, onde essere tale considerato ad
-esclusione di ogni altro; ma ne' secoli presenti ne' quali più non
-appartenendo l'ebreo ad una sola terra, ad un regno solo, ad una sola
-regione, e che desso, al contrario, è proclamato cittadino del mondo,
-specialmente se la sorte lo fece nascere in Francia, od in Italia, non
-sarebbe egli all'eccesso condannabile per lui di volere spontaneamente
-portare delle marche ridicole impresse sul suo volto per distinguersi da
-tutti gli altri suoi concittadini, oltre le tante altre infamanti delle
-quali la barbarie di certe Leggi, la superstizione, e l'ignoranza di
-alcuni Popoli contrassegnavanlo un tempo (62); ovvero coltivare quegli
-usi antisociali che ignorati fossero da questi, o avvalorare quelle
-strane cerimonie, che gli attirerebbero il vilipendio universale di
-tutti i suoi coabitanti?
-
-In terzo luogo, per ultimo, a rimettere la Nazione d'Israel sul piede
-degli altri popoli, a purificare il suo culto, a civilizzarla ne' suoi
-costumi, ad illuminarla, nell'educazione morale, e nella coltura dello
-spirito, ed a renderla tale, in una parola; quale il proprio suo
-interesse lo impone, ed il propostoci disegno salutare lo richiede.
-
-Ecco verosimilmente a bastanza di che fare quanto è duopo conoscere il
-bisogno urgente, e indispensabile dell'immediata Riforma che ci siamo
-essenzialmente prefissa del culto, e dell'educazione Politico-morale del
-Popolo Ebreo, ed i soli mezzi efficaci che possono con sicurezza
-condurvici direttamente senza che la base fondamentale vengane lesa
-nelle sue massime più importanti, non dobbiamo rintracciarli che nel
-vasto campo della nostra propria ragione (63); quest'esimia ragione che
-ci fece per tante volte in chiari accenti capire, che la Religione dee
-essere limpida, semplice, universale, alla portata di tutti gli spiriti,
-perchè dessa è fatta per tutti i cuori; che la sua morale non dee essere
-soffocata sotto l'aggravante peso del dogma, che niente di oscuro, nè di
-misterioso, nè di assurdo giammai dee sfigurarla questa ragione, dico,
-non avrà tenuto indarno un sì energico, e penetrante linguaggio, sempre
-che noi saremo a sufficienza forti, e decisi per abbattere, e svellere
-delle radici l'edifizio il più impotente, ed il più mostruoso che
-l'abbia mai disonorata, qual'è quello delle infinite cerimonie
-superstiziose, delle pratiche all'eccesso ridicole, e degli usi
-ributtanti, e irragionevoli che tenere faceansi fatalmente fino ad ora,
-il rango, ed il carattere di religione, inventati scaltramente da quelli
-che bene intesero in ogni tempo la teorìa delle regole adeguate, e
-necessarie a mettersi in pratica per sedurre, o ammaliare, secondo le
-circostanze, o il bisogno, un popolo che sempre tentarono, ad ogni
-prezzo, di rendere ligio a' propri criminosi smarrimenti.
-
-Non ignoro, d'altronde, quanto arduo, e malagevole assunto riescire
-dovrà per certuni quello di dovere abdicare in un momento quei
-moltiplici deplorabili errori succhiati alla mamella, che per un lungo
-periodo di anni furono loro fatti considerare come sacri, ed essere così
-astretti a sostituire in vece delle verità nuove a' vecchi assurdi. Ma e
-pure questo è in fatti l'unico sacrifizio, e il più importante, e
-decisivo della sorte dell'uomo, che l'eccelsa ragione, la società, e la
-natura esigono fermamente d'accordo dalla prosapia d'Israel, in
-contraccambio del mezzi efficaci, e salutari ch'esse gli porgono. Quindi
-una volta che la medesima si dedichi risolutamente di buon grado a
-proclamare la durabile rigenerazione del suo culto, de' suoi costumi, e
-della sua educazione morale, guidata da principj sì edificanti nel
-cuore, i mezzi sì avidamente ricercati gli si offriranno per essi
-medesimi alla mano senza la più tenue pena dalla sua parte; soggiugnendo
-però che il ritrovarli solo non basta; con ciò pressochè nulla
-avrebb'ella cooperato al di lei proprio solido giovamento; sopra d'ogni
-altra cosa urgente, e necessaria è duopo studiare accuratamente la
-difficile teoria di conservarli.
-
-(58) Senza fermarci quì ad oppugnare una pratica sì perniciosa e sì
-comune, osserveremo soltanto che gli uomini, generalmente parlando,
-hanno all'eccesso aumentati i vocaboli che servono a marcare l'atto
-religioso, forse immaginando che la medesima idea espressa nelle loro
-preghiere con vari giri differenti, gli uni più sommessi degli altri, ed
-in ogni tempo seguitate da certe cerimonie ch'essi supponevano dover
-piacere a Dio, loro attirerebbe il suo alto soccorso di una maniera più
-affluente, più pronta, e più efficace. I Greci, ed i Romani attribuirono
-molta forza, e attività a certi vocaboli, ed a certe formule
-superstiziose che impiegavano essi nelle loro preghiere al segno di
-restare fermamente persuasi che mediante il favore di alcune parole,
-sostenute da varie cerimonie bizzarre, essi potevano astrignere la
-Divinità ad essere loro propizia. Egli è così che ogn'uno s'immagina di
-potere ampliamente ottenere dall'Essere Supremo ciò che domanda
-impiegando molti termini sinonimi accompagnati da varie attitudini
-diverse, e da clamorose preghiere, che formano la base prima, ed
-essenziale di presso che tutte le sette che conosciamo.
-
-(59) Non ostante che gl'Israeliti sieno stati sempre obbligati di
-pregare Dio, non pare verosimile che allora quando essi offrivano i
-sacrifizj entro il loro antico Tempio venerabile, avessero duopo di
-usare di quelle tante interminabili preghiere fisse, e quotidiane che
-praticare si veggono da' moderni ebrei nelle loro proprie Sinagoghe. Ma
-essi, nulla di meno, sostenuti dal Profeta (Oss. Cap. 14 v. 3) adducono
-con intima convenzione ונשלמה פרים שפתינו (unscialemah parim sefatenu)
-_Et reddemus vitulos labiorum nostrorum_. Intendendo con tale frase di
-potere supplire oggi colle preghiere alla mancanza, ed alle totale
-cessazione de' loro antichi sacrifizj; ed eccone precisamente lo norma
-che quasi tutto il corpo dell'ebreismo ha conservata sopra un tale
-rapporto.
-
-Siccome tutti i giorni offrivasi nel tempio di Gerusalemme due
-sacrifizj, cioè, l'uno la mattina, e l'altro la sera, gli ebrei
-Talmudisti hanno così stabilito di dovere recitare nelle loro Sinagoghe
-la preghiera delle mattina denominata תפילה (Teffilah) quella della sera
-che chiamasi מנחה (Minhah) che reputano equivalenti a que' due indicati
-sacrifizj oggi soppressi. Ma nella occasione del Sabato, e delle feste
-solenni, durante il corso dell'anno, oltre questi due sacrifizj
-quotidiani, aggiugnendosene altro nuovo, così gli ebrei in simile giorno
-aggiungono parimente altra nuova preghiera che appellasi מוסף (Mussaff)
-cioè, _addizione_. E altresì opportuno quì di rimarcare, che oltre le
-preghiere testè menzionate, che gli ebrei pretendono, d'accordo, come si
-disse, fare equivalere a' sacrifizj annunziati, essi hanno ancora la
-preghiera dell'entrare della notte, che stabilirono per ciò che restava
-del sacrifizio vespertino, e che chiamano ערבית (Ngharbith).
-
-Ma se Dio avesse aggradite le parole in proferenza delle vittime, non lo
-avrebbe egli stesso fatto capire, nel modo appunto ch'esso fece chiaro
-per tante volte intendere di volere Olocausti, e non Preghiere in loro
-vece, o piuttosto, come chiaro si esprime il Profeta Isaia (_Cap. 58 v.
-6 e seq._) nè gli uni nè le altre, ma solo un puro, e retto cuore in
-loro luogo? E giacchè altrimenti si presume, non basterebbe egli forse
-una sola concisa preghiera in ciascun giorno?
-
-(60) È ben vero che sotto gl'Imperatori Romani gli ebrei avevano
-l'amplia facoltà di giudicare pubblicamente secondo le Legge Mosaica
-tutte le cause che agitavansi fra di essi, ma per altro questo diritto,
-se vuolsi prestare fede ad _Origene_ che vivea in que' tempi, non era
-già devoluto a' medesimi che per la mera procedura soltanto delle cause
-civili, giacchè le criminali erano di competenza del solo Tribunale
-Supremo di Roma (Ved. Orig. _Epist. ad Rom. lib. 6 Cap. 1_ & _Epist ad
-Afric. pag. 243._) Se v'ha tutta via de' luoghi ancora ne' quali
-dall'autorità Sovrana permesso al corpo degli ebrei che n'è soggetto di
-costituire nel suo centro un Tribunale espresso per discutere, o
-definire le sole cause civili che si agitano fra gli individui di questa
-nazione, ciò, per altro, non segue che nelle Città dove gli ebrei
-essendo alquanto numerosi, come Livorno, Roma, Amsterdam, Praga,
-Venezia, ed alcune altre, i tribunali ordinarj del paese non potrebbero
-supplire ed evaderle tutte con quell'esattezza, e sollecitudine che
-richiede la giustizia, per chi vuole cautamente amministrarla. I
-respettivi Sovrani dunque di tali Stati concedono di rivestire un certo
-dato numero di ebrei i più qualificati per lumi, e per dovizie della
-dignità giudiziaria, rimettendo fra le loro mani il deposito di una
-parte dell'amministrazione della giustizia; ma questa dignità è
-d'altronde così precaria, e circoscritta, che può essere loro tolta, o
-surrogata ad ogni momento, e soggetta in qualunque siasi tempo alle
-leggi dello Stato, alle quali l'intero corpo della Nazione che vi abita
-è per ogni parte sottomesso.
-
-(61) Molti commentatori, fra i quali _Bustorfio_, _Girolamo_ ed il
-celebre _Aaron_ caraita (di cui mi riserbo a fare menzione allorchè mi
-emergerà di proposito ragionare della setta del caraismo) si fecero ad
-opinare che le frequenti ripetizioni che si trovano in gran copia sparse
-per tutta la scrittura fossero una conseguenza del genio particolare
-proprio della lingua ebraica, la quale attesa la sua naturale semplicità
-e concisione suole ripetere d'ordinario le medesime cose or sotto
-vocaboli differenti, ed ora sotto identiche frasi. Per altro, tutto che
-quest'opinione sia vera in gran parte, io veggo frattanto che _Omero_ è
-generalmente imputato del medesimo difetto, siccome lo sono tutti gli
-scrittori di quel secolo; ed i critici ritrovano una conformità
-perfettamente identica fra la maniera di parlare del poeta Greco, e
-quella con cui si esprime il legislatore d'Israel; ed io rimarco
-parimenti che _Marziale_ non ha potuto astenersi in qualche luogo de'
-suoi epigrammi dal deridere Omero per sola cagione di simile difetto (se
-tale potea questo in quell'epoca chiamarsi), dal che si potrebbe
-opportunamente inferire non essere già queste reiterazioni soltanto
-particolari al genio della lingua ebraica, ma che anche l'idioma del
-cantore di Smirne suscettibile fosse del carattere medesimo.
-
-Da sì fatta maniera di esprimere sì di frequente le stesse cose, vari
-pensatori trassero argomento d'inferire che Mosè non potea essere
-l'autore del Pentateuco, e tanto più questo dubbio prende piede in mente
-loro, facendo attenzione alla diversità dello stile che vi s'incontra di
-tratto in tratto, ciò che forma una prova in mente loro troppo idonea e
-convincente onde fare credere che un medesimo scrittore non può in verun
-modo esserne l'autore: alcuni ancora più moderati degli altri ne' loro
-giudizi, opinano che per negligenza de' copisti l'ordine delle materie
-possa essere stato alterato nel trascriverle dalla primitiva dizione
-originale; e di ciò sembrami niente assolutamente più facile poichè
-siccome gli antichi scrivevano sopra piccioli viluppi, o fogli separati,
-che rotolavansi gli uni sopra gli altri, non avranno forse avuta le
-necessaria precauzione di conservare sempre il metodo regolare delle
-materie, ed in vece avranno fatto, senza dubbio, delle repliche, laddove
-era duopo di sopprimere quelle che già vi erano antecedentemente, e di
-elidere le cose inutili, o soverchie.
-
-(62) Per quanto ci narrano le Istorie di tutti i popoli conosciuti, non
-vi fu luogo giammai sopra la terra, in cui gli ebrei che lo abitarono
-non soggiacessero all'infamia degradante di vedersi contraddistinti dal
-resto de' cittadini con certe marche affisse ora nella sommità del
-Cappello, ora nella parte la più visibile degli abiti, e le femmine
-stesse di questa nazione non ne erano escluse.
-
-Negli stati musulmani poi, ne quali non è appena che un secolo si
-contrassegnavano anche i Cristiani, la marca destinata per gli ebrei era
-del tutto differente da quella che fissavasi per gli altri, benchè non
-molto visibile, e per conseguenza meno avvilente di quella con cui
-venivano marcati sotto il cielo apostolico romano; ma una gran parte
-degli ebrei, per altro, ben lontana dal riguardarla come tale,
-compiacevasene al segno di considerare come pessimi ebrei quelli che
-cercavano di ocultarla, o che al prezzo di moneta pervenivano a
-conseguirne l'esenzione.
-
-(63) _Nostre Raison_ (dice il celebre D'Argens) _est un don de Dieu, qui
-ne saurait nous tromper; c'est un présent qu'il nous a fait pour nous
-donner le moyen de le connoître, et de le servir_ _Lett. Juiv. lett.
-XXXIII. pag. 81._ infatti se questa sublime ragione, massime nelle cose
-dimostrativamente evidenti, ci facesse smarrire dall'ameno sentiero che
-conduce alla solida perenne felicità ch'essa promette, ne verrebbe per
-illazione che Dio c'ingannerebbe, ciò che non può assolutamente
-sostenersi senza il colmo dell'insania, Dio essendo la verità
-inalterabile medesima.
-
-
-
-
- CAPITOLO IX.
-
- Dall'origine della Misnah, e del Talmud; ossia della Ghemarah;
- oggetto, e scopo di entrambe.
-
-
-I grandi avvenimenti, dice un pensatore inglese, sono per l'ordinario da
-gran cause prodotti; ma siccome i filosofi rigettano il più delle volte,
-con certe ragioni da essi loro credute valide, ed inoppugnabili, queste
-vantate cause misteriose, e soprannaturali immaginate, com'essi opinano,
-da un certo numero di antichi ad oggetto di accreditare le loro
-stravaganti opinioni colle quali ammaliarono lo spirito del volgo, sì
-facile ad illudere e sì malagevole a disingannare, essi avrebbero dovuto
-piuttosto cercarne la sorgente nelle antiche massime religionarie, e
-studiare con diligenza il carattere genuino di que' soggetti che le
-hanno prodotte, diffuse, ed accreditate, onde con più pronta e più
-agevole maniera pervenire alla esatta cognizione degli enimmi sacri
-generalmente venerati, sì familiari ad essi, e di cui la moltitudine
-insensata, si fa depositaria, senza speranze di potere giugnere per niun
-mezzo a comprenderli giammai (64).
-
-Tale appunto è l'intima natura delle innumerabili mistiche visioni delle
-quali sono inondate le opere di cui entriamo a ragionare, e tale è
-precisamente l'indole che ci fecero in ogni senso conoscere avere
-quegl'individui che le hanno fino a noi tramandate.
-
-Per altro l'antichità di queste opere, il rispetto illimitato verso gli
-estensori d'esse che si ebbe la scaltrezza d'insinuare nell'animo di
-quelli sventurati che si avea precedentemente sedotti, il fermo loro
-accanimento nel seguitare le une, nel difendere gli altri, la cura
-indefessa che fu da quelli presa in ogni tempo ad oggetto di propalarle,
-e perpetuarle, come opere provenienti dal Cielo, e dettate dalla stessa
-increata mente dell'Essere Supremo: tutto ciò, dico, dovea per necessità
-indispensabile impedire loro di credere che quelle opere, in gran parte,
-altro non fossero per elleno medesime che un aggregato informe d'idee
-bizzarre, scaturite da altrettante immaginazioni travviate, il delirio
-particolare delle quali divenne pur troppo in breve spazio di tempo,
-come succedere dovea senza scampo, uno smarrimento quasi universale di
-tutto un popolo immenso (65); verità che frappoco sarà posta da noi al
-chiarore dell'evidenza.
-
-Dal fin quì esposto sembrami rendersi quanto è duopo manifesto che
-inferire solo io voglio di quelle opere unicamente che la tradizione
-fece pervenire fino e noi, cioè il _Talmud_, ovvero come altri dicono la
-_Ghemarah_, e di tutte le parafrasi complicate che la seguono (66), ma
-affine di procedere con un ordine metodico, e sicuro in tale utile
-ricerca, fa d'uopo avanti d'ogni altra cosa analizzare la sorgente
-immediata da cui esso emana, e discendere in seguito a conoscere i
-presunti solidi fondamenti su' quali appoggia l'ebreismo quella cieca
-macchinale venerazione ch'esso ebbe sempre per riguardo ad un tal libro,
-considerandolo come un codice non meno antico, e tanto sacro quanto lo
-stesso pentateuco di Mosè (67).
-
-Benchè molti critici sieno fra loro discordi circa lo stabilire il tempo
-in cui il Talmud sia stato effettivamente compilato, pure noi lo
-fisseremo a 125. anni dopo la devastazione del secondo tempio; tale
-essendo l'opinione la più generalmente conosciuta, e adottata.
-
-Il Rabbino _Jeudah_ il quale vivea in que' tempi, e che attesa
-l'esemplarità della sua vita era denominato degli ebrei de' suoi tempi
-רבנו הקדוש (Rabenu Akadosh) (_nostro maestro il santo_); questo Rabbino,
-dico, il quale era eccessivamente dovizioso, ed amico intimo
-dell'Imperatore Antonino il Pio, veggendo che la dispersione degli ebrei
-avrebbe fatta dimenticare questa legge di bocca, ossia orale, scrisse
-tutti i sentimenti, constituzioni, e tradizioni de' Rabbini che lo
-avevano preceduto in un grosso corpo di opere, che distinse col nome di
-משנה (Misnah) cioè _Ripetizione della legge_ che divise in sei parti; la
-1. riguarda l'Agricoltura; la 2. si rivolge a fissare l'epoca in cui
-debbono cominciare, e finire il sabato, e le altre feste; la 3. tratta
-dei matrimonj, e di tutto ciò che rapportasi alle femmine; la 4. delle
-procedure giudiziarie, e delle vertenze che nascono sopra ogni sorta di
-affare civile; la 5. ha per iscopo la santità, ovvero i sacrifizj, ed i
-principali riti della religione; la 6. finalmente si aggira sulle
-purità, e sulle impurità (68). Ma siccome questo libro era per se stesso
-molto succinto, e per conseguenza poco intelligibile; un inconveniente
-di tale natura ha dato origine a delle forti, e interminabili questioni,
-le quali fecero in ultimo risolvere due colti Rabbini abitanti in
-Babilonia, l'uno chiamato _Rabenah_, e l'altro _Rabascè_ di riepilogare
-tutto ciò che era stato esposto, ed agitato fino a' loro tempi sulla
-Misnah, aggiugnendo molte altre osservazioni loro proprie, apotemmi e
-detti rimarcabili, fissando la misnah come per testo, e le appendici
-accresciute ad essa da' medesimi, come una spiegazione creduta ovvia, e
-analoga, dal complesso delle quali essi formarono poscia l'intero corpo
-del libro, che denominarono תלמוד בבלי _Talmud Bably_, cioè Talmud
-Babilonico, oppure גמרה (Ghemarah) che significa _perfezione_, diviso
-così ancora in 6 parti, denominate מסכתות (Massahtoth) _Trattati_; non
-tacendo però che alcuni anni avanti un certo Rabbino Johanan di
-Gerusalem avea compilata un opera quasi uniforme che chiamò תלמוד ירשלמי
-(Talmud Jerusalmi) cioè, _Talmud di Gerusalem_; ma essendo stata questa
-ritrovata molto concisa, rapporto alla vastità delle materie sulle quali
-si aggirava, ed anche riconosciuto di uno stile alquanto barbaro, e
-inusitato, il babilonico gli fu di gran lunga preferito, come più vasto,
-più elegante, e più intelligibile.
-
-A questi poi dopo qualche spazio di tempo il Rabbino Salomon, detto
-comunemente _Rascì_ (_R. Scelomoh Yarki_) di origine francese, fece un
-brevissimo commentario, ed un accademia di vari altri differenti Rabbini
-vi aggiunse così pure una certa dose di questioni, che appellarono
-תוספות (Tossaffoth) cioè _appendici_, o _addizioni_. E quì opportuno
-però di rimarcare che da questo Talmud Babilonico, furono già da gran
-tempo elise molte cose, particolarmente i tre trattati compresi ne' sei
-de' quali io vengo di parlare, attesochè quelli che concernono le
-materie riguardanti l'agricoltura, o le semenze, i sagrifizj, le purità,
-e le impurità più non sono attualmente in uso di sorte alcuna presso gli
-Israeliti de' secoli recenti.
-
-Questa Ghemarah, e Talmud Babilonico che serve di regola fondamentale
-agli ebrei in tutte le loro cerimonie religiose, non meno che in tutti i
-loro affari, sia civili, o criminali, è scritto in un linguaggio caldeo
-di que' tempi ch'è assai difficile ad intendersi, perchè, al riferire
-dei dotti, è molto lontano dalla purità dell'antico terso caldeo che
-parlavasi in Babilonia; oltre a ciò quell'opera è piena di confuse
-questioni, di storie, o piuttosto di leggende fatte a piacere, che i
-semplici decantano per vere, ma per poco discernimento che si abbia,
-riesce agevole il comprendere, non solo altro queste non essere che
-allegorìe inventate da persone più dedite a sorprendere il lettore, che
-ad instruirlo, e che ad altro non tendono in massima, che a rendere gli
-ebrei all'eccesso ridicoli in faccia agli altri popoli, ma che si scorge
-in esso altresì delle falsità evidenti, massime in ciò che riguarda
-l'istoria, la cronologia, e le scienze. Il loro principale scopo, in una
-parola, non è ad altro fine rivolto che ad aggravare la mente di un
-affluenza incalcolabile di usi, e cerimonie il più delle volte opposte,
-ma quasi sempre estranee all'essenzialità della vera legge primitive, la
-quale era onninamente aliena da quelle superfluità, o sottigliezze che
-formano la base delle odierne instituzioni tradizionali (69).
-
-È ben vero, per altro, che gli ebrei forniti di talenti, e di coltura,
-non prestano fede e questi fatti, senza un ben maturo ponderato esame;
-ma frattanto la generalità di questa nazione riguarda come un esecrabile
-apostasia il dubitare un solo istante della validità delle decisioni
-talmudiche, per le quali essa nutre una venerazione tale, come se quelle
-fossero esternate dalla bocca dello stesso legislatore Mosè.
-
-Egli è dunque così che queste tradizioni sono divenute sì affluenti
-presso i recenti Israeliti, (benchè sopra un tale proposito qualunque
-altra nazione non la ceda all'ebrea in verun modo) che tutta l'intera
-vita di Mosè non sarebbe stata sufficiente per riceverle da Dio sulla
-vetta di Sinai, dove suppongono che le abbia esso apprese durante lo
-spazio di 40. giorni di sua non interrotta permanenza sopra quel monte:
-ma gli ebrei Talmudisti pretendono di fare tacere ogni oppositore col
-loro autorevole assioma הלכה למשה מסיני (Alahah Lemoscè Missinaj)
-_Decisione che Mosè ha ricevuta sulla montagna di Sinai_. Ma non veggono
-quanto sia fallace una simile asserzione; e quando ancora nascondesse
-quella in se medesima qualche ombra di possibilità, l'errore che la
-segue in ogni parte, l'inverosimiglianza che l'accompagna, ovunque la
-farebbe senza ritegno, ad ogni riguardo allontanare. E ciò che di peggio
-io vi scorgo si è che sotto questo nome specioso di tradizione gli ebrei
-hanno abbracciato, alla rinfusa, i vaneggiamenti de' loro dottori, come
-se Dio stesso glieli avesse loro rivelati sotto l'apparenza d'inspirate
-intuizioni, non permettendosi neppure di esaminarli (70), a meno di non
-volere cadere nell'eresia de' _Caraiti_ (di cui sarà da noi parlato
-difusamente altrove); e se alcuno si facesse a richiedere loro le
-fondate ragioni di quelle innumerabili glose rabbiniche, le quali
-sembrano allontanarsi onninamente dal genuino testo della legge, essi
-non hanno altra risposta a dare, che אמרו חכמנו (Amerù Hahamenu), cioè,
-_lo dissero i nostri savi_, aggiugnendo così una fede implicita alle
-confuse interminabili discussioni dei loro talmudisti, nella guisa che
-procedevano appunto i discepoli di _Pitagora_, quando erano interrogati
-sopra qualche assunto alquanto difficile e risolversi: _egli lo ha
-detto_, era per quelli lo soluzione la più positiva, ed inconcussa di
-qualunque siasi arduo problema. (71).
-
-Tale è propriamente l'origine e lo scopo di quel tanto decantato codice,
-sì profondamente venerato dall'intero giudaismo, distinto generalmente
-col nome di _Talmud_, le affluenti frivole questioni delle quali è
-quest'opera immensa per ogni parte ripiena, non solo sdegnarono per
-tante volte i filosofi saggi, ed illuminati fino a rigettarne le
-massime, e a deriderlo; ma quale appunto lo fu in seguito l'apocalisse
-per rapporto al cristianesimo, non servì quello che d'un arma offensiva
-della quale usarono i nemici d'Israel, in ogni tempo, per attaccarlo,
-anche nelle sue massime più essenziali, e orribilmente infierire contro
-di esso (72).
-
-Infatti cosa potevano mai pensare gli antichi filosofi Greci, Arabi, e
-Romani, osservando agitare delle lunghe, e pertinaci discussioni per
-giugnere a diffinire se sia permesso in giorno di sabato cavalcare un
-asino per condurlo a bere, oppure se debba tenersi per la cavezza? se si
-possa in tale giorno camminare sopra un terreno seminato da poco tempo,
-per non incorrere nell'inconveniente di calpestare, o portare via,
-qualche granello di semenza co' piedi, ed essere quindi obbligati a
-seminario di nuovo, ciò che in sabato non lice? se sia permesso, in quel
-giorno medesimo scrivere tante lettere, o parole capaci a formare
-unitamente un discreto paragrafo completo? se debba pure permettersi di
-mangiare un uovo nato, o prodotto entro quel medesimo giorno ec.? E di
-quanti altri sì fatti scrupoli bizzarri, e paradossali non sono ripieni
-ovunque il Talmud con tutti i suoi differenti commentarj per rapporto
-alla pasqua delle azzime, ed alla purificazione del vecchio fermento
-lievitato nelle case? Vi si fa un lunghissimo trattato per decidere se
-mirando passare un sorcio in qualche parte della casa con una mollica
-tenuissima di pane in bocca, dopo fattovi lo sgombro generale, debbasi
-ricominciare con nuove rigorose indagini le purificazione di detta casa;
-se si possa cucinare i cibi destinati per uso della pasqua, delle azzime
-col residuo dei carboni serviti ad abbruciare il vecchio pane
-fermentato, ed altre simili mostruose questioni che opportunamente mi
-emergerà di riportare (A) le quali non solo allontanavano gli ebrei
-dalla vera inalterabile osservanza delle sacre instituzioni mosaiche, ma
-gli rendevano altresì rozzi, ignoranti, e spregevoli all'eccesso in
-faccia di tutti gli altri popoli del mondo, ed in particolare i Greci,
-ed i Romani i quali vedevano sensibilmente la discrepanza, rimarcabile
-che potea con fondata, ragione assegnarsi fra le loro classiche scuole;
-e gli assunti utili, e rilevanti che vi si trattavano, e quelle de'
-talmudisti, e le loro stravaganti; e prolisse controversie; ma passiamo
-a rendere, più dimostrativamente sensibili queste verità sublimi, e
-interessanti.
-
-(64) L'accidia, e l'indolenza, vizj sì ordinari alla massima parte degli
-uomini sono, al parere di un dotto moderno, molto confluenti ad
-alimentare i progressi poco vantaggiosi della tradizione. L'uomo,
-generalmente parlando, è per indole sua più proclive a credere
-macchinalmente una cosa che gli si assicura vera, di ciò che inducasi ad
-affaticarsi con un esame lungo, e costante, e con uno studio assiduo e
-penoso, ritrovando molto più agevole di seguitare con una stupida
-quiescenza il corso delle cose già conosciute, ed usitate, che di
-analizzarne l'origine, o sormontare fino alla primitiva sorgente dalla
-quale si fanno quelle scaturire; così è che la generalità delle persone
-lasciasi trascinare dal torrente impetuoso degli assurdi dominanti, e
-finisce in ultimo col precipitare miseramente nel baratro immenso di
-tutti i più orridi smarrimenti, dietro l'esempio fatale di quelli
-(stupidi senza dubbio al pari di esso) che lo hanno preceduto, chiunque,
-per tanto, vuole sanare di sì fatta deplorabile cecità, dee seguitare
-con una cauta fermezza il precetto salutare di Seneca il filosofo, non
-curare i giudizj del volgo, e sfuggirne la relazione: _Unusquisque
-mavult credere quam judicare: nunquam de vita judicatur, semper
-creditur, versatque nos et præcipitat traditus per manus error,
-alienisque perimus exemplis: Sanabimur si modo separemur a cœtu._ _Sen.
-de vita beata Cap. 1._
-
-(65) È ne' tempi calamitosi di smarrimento, e d'imbecillità, dice un
-illuminato filosofo moderno (_Philosoph. du bon sens Tom. 1 Réfl. 1. §
-IX. pag. 94._) che la massima parte delle tradizioni che fanno fremere
-le persone dotate di acume, e di talenti, ha presa la primitiva
-sorgente, e benchè i nostri progenitori abbiano voluto dare a queste un
-antichità più insigne di quella che si può elleno fondatamente
-attribuire, non è frattanto che alla loro arbitraria ignoranza, ed alla
-smodata credulità de' medesimi che noi ne siamo interamente debitori;
-essi sono stati pur troppo la vittima sciagurata degl'impostori loro
-contemporanei, e noi saremmo la loro, se non tentassimo di scuotere il
-giogo lacerante che dessi vollero imporre alla nostra ragione, dopo di
-averla per tante vie sedotta, illaqueata, e renduta quasi affatto
-impotente di riuscirvi.
-
-(66) Tanto la _Misnah_, della quale noi entriamo bentosto a ragionare,
-quanto il _Talmud_, ossia la _Ghemarah_ che serve alla medesima di
-commento, e di cui mi riserbo a ragionare opportunamente in seguito,
-altro infatti non sono che un ammasso complicato, e assai diffuso di
-decisioni sopra un infinito numero di casi di coscienza, che nascono di
-frequente sulla pratica de' riti, e delle cerimonie, nella massima parte
-rabiniche, per le cui osservanza fu più volte rimarcato da' critici che
-l'ardore del popolo ebreo tiene certamente del prodigioso.
-
-(67) Il celebre Maimonide nella sua prefazione alla di lui opera (Yad
-Hazakah _mano forte_) dice che Mosè avanti la sua morte scrisse di
-proprio suo pugno tanti esemplari del codice delle sua legge, quante
-erano le tribù d'Israel, distribuendone una per ciascuna di esse, e
-deponendo un altro simile nell'arca detta di alleanza; e che desse,
-aggiugne lo stesso Autore, comunicò in seguito di viva voce al sinedrio
-del suo tempo l'interpretazione di questa medesima legge, quale
-interpretazione ch'egli sostiene comunicata da Dio a Mosè direttamente
-sulla vetta di Sinaj, fu poscia insegnata dopo la morte di esso agli
-antichi seniori da Gesuè suo successore, e luce del popolo d'Israel
-(_vedi_ _Pirkè avoth cap. 4_) e che quelli che gli succederono, in
-qualità di capi, e Sanhedrim fecero lo stesso al riguardo degli altri
-più recenti che ne accrebbero il numero all'eccesso fino a _R. Jeudah il
-santo_, che tutte le raccolse, conferì loro il metodo di cui mancavano,
-e le mise il primo per iscritto.
-
-(68) È opportuno quì di avvertire che ognuno di questi ordini, o regole
-è parimente suddiviso in molti libri, o trattati differenti, che noi non
-faremo in questo luogo che accennare di slancio, riguardando come opera
-lunghissima, e penosa il riportarla tutta per intero, potendosene
-agevolmente osservare il dettaglio in _Bustorfio_ (_Recens. Oper.
-Thalmud._) Per esempio, quello delle semenze, o dell'agricoltura
-contiene undici trattati; il 2. è diviso in dodici libri, il 3. ne
-comprende sette, il 4. dieci, il 5. undici; il 6. finalmente racchiude
-dodici libri. Il Talmud ha così pure sei ordini, i quali sono divisi in
-sessanta tre libri, e questi libri vengono ancora suddivisi in cinque
-cento, e venti quattro capitoli, de' quali si compone l'intero corpo
-immenso di quest'opera.
-
-(69) Oltre le numerose prescrizioni di tante speci differenti che sono
-comprese in questo Talmud, ed alle quali tutti gli ebrei sono obbligati
-di sottomettersi ciecamente, senza riserva, essi hanno certi usi che
-differiscono, secondo le varie posizioni dove si trovano; essi chiamano
-questi usi locali מנהגים (_minhaghim_) costumanze; e per meglio
-ritenerli vi fu per sino chi ne ha così pure composti de' libri
-particolari: si può inoltre chiaramente rimarcarli leggendo i libri di
-preghiere che sono in uso fra gli ebrei, e ne' quali avvi qualche tenue
-diversità sia per l'ordine, sia per le cose, giacchè il metodo seguito
-dagli ebrei italiani, polacchi, ed orientali nell'esercizio di tali
-preghiere, è alquanto differente da quello praticato dagli ebrei di
-origine spagnuola o portoghese.
-
-I Rabbini scrissero così pure sopra questo medesimo soggetto
-un'altr'opera che ha per titolo דינים (_Dinim_) _giudizj_, che si
-possono quasi ridurre alle costumanze, per che gli ebrei variano in ciò;
-e questi Dinim non contengono che delle ragioni probabili perchè si
-debba fare una cerimonia piuttosto d'una maniera, che di un altra.
-
-(70) I partigiani della tradizione sostenuti da' ministri di questa non
-cessano di ripeterci che i motivi della fede, come le picciole ali date
-a Mercurio, sono troppo deboli per sostenerla; ciò che ha indotto forse
-il _Mallebranche_ ad opinare, che _pour être philosophe il faut voir
-évidemment; et pour être fidèle il faut croire aveuglément_ _Rech. de la
-ver. Tom. II. pag. 168_. Peraltro Mallebranche quì non s'accorge che del
-suo fedele, esso forma un imbecille, poichè in che mai consiste
-l'imbecillità? a credere senza un motivo plausibile sufficiente per
-credere: _tout homme_ (come giustamente lo riflette un dotto scrittore
-moderno) _qui se vante d'une foi aveugle et d'une croyance sur oui dire,
-est donc un homme enorgueilli de sa sottise_. _Elvet. de l'hom. Tom.
-III. pag. 89._
-
-(71) Del resto benchè gli ebrei nutrino uno zelo straordinario per le
-tradizioni ch'essi pretendono di avere gradatamente ricevute da' loro
-più lontani progenitori, come si disse, e che difendono con pertinace
-accanimento, essi non hanno potuto giammai, ciò non pertanto, convenire
-fra di loro degli autori da' quali gli hanno i medesimi realmente
-ricevute, ciò che riesce molto agevole a provarlo, unendo insieme i
-libri che ne hanno trattato diffusamente di proposito, come sarebbero,
-per esempio, i commentari che sono stati fatti sul trattato che ha per
-titolo (Pirkè Avoth) _I Capitoli de' padri_. L'illuminato _Abravanel_
-(nella sua prefazione all'opera che ha per titolo (Nahaloth Avoth) cioè,
-_Retaggio de' padri_, ha usato di ogni suo sforzo per giustificare
-questa pretesa non interrotta tradizione, ma inutilmente, _A. Iosef
-Hajon_, e _David Gantz_ l'Autore del _Iuhasim_, ovvero _il libro delle
-famiglie_, e tanti altri che hanno agitate simili questioni non ci sono
-meglio riusciti. Ciò, per altro, sopra di cui tutti i rabbini sono
-concordi si è che dopo Jesuè successore di Mosè, fino a Jeudah il santo,
-che raccolse tutte le tradizioni, come osservammo, e le mise il primo
-per iscritto, vi ha parimente una classe di antichi, la quale ricevè in
-origine da Jesuè l'interpretazione della legge, indi a questi successero
-i profeti di cui Samuel è stato il primo; e dopo i Profeti ebbe luogo la
-grande assemblea, o sinagoga che si tenne sotto _Esdra_. Il dotto _R.
-Mosè da Cotsì_ (nel suo gran libro de' _comandamenti della legge
-Mosaica_) ad oggetto di unire questa catena immensa di tradizioni, e
-dimostrare ad un tempo medesimo che dessa non era stata interrotta
-giammai durante la cattività degli ebrei nella Babilonia produce certi
-illustri soggetti della tribù di Judah; e di quella di Beniamino che
-furono condotti cattivi in Babilonia, ed assicura inoltre che dessi vi
-stabilirono la celebre accademia di _Nahardea_ sull'Eufrate, la quale vi
-fu in seguito conservata del pari che le tradizione, che venne poscia
-insegnata a quegli ebrei che ritornarono da Babilonia in Gerusalem con
-Zorobabel, ed Esdra, dove si stabili così pure un accademia ad
-imitazione di quella di Babilonia, che non lasciò perciò di sussistere
-ancora perchè tutto il corpo degli Israeliti non ritornò già interamente
-in Gerusalem. Finalmente questa tradizione fu conservata pure dopo
-Esdra, il quale era capo dell'assemblea che si nomina la _grande_ fino
-a' tempi del più volte riportato R. Jeudah il santo che tutte le
-raccolse, come accennammo.
-
-(72) Quelli che con asprezza maggiore vollero tenacemente infierire
-contro i principj che servono di base al cristianesimo, si prevalsero di
-quelle tante predizioni che l'apocalisse di Giovanni ci rappresenta come
-infallibili, e molto prossime a succedere, e che realizzare frattanto
-mai non si videro, che non si disse intorno a quella nuova Gerusalem di
-mille anni di cui è fatta menzione nel Cap. 21? La sua forma dovea
-essere quadrata, la sua lunghezza larghezza, e sommità dovevano essere
-di dodici mila stadi (500 leghe di francia) per conseguenza le case
-dovevano avere così pure 500 leghe di ertezza: se così è dovea riuscire
-di non poco incomodo per coloro a' quali fosse toccato di abitare
-l'ultimo piano: e quella enorme bestia simbolica di sette teste, e dieci
-corna col pelo di leopardo, i piedi dell'orso, l'esofago del leone, la
-forza del drago; ebb'essa un successo migliore della prima? e la caduta
-delle stelle dal Cielo sulla terra, e che col contatto che quelle fecero
-col sole, e colla luna il loro passaggio restarono entrambe oscurate
-nelle tre parti? E quel sì fatto libro che l'Angelo fece mangiare
-all'Autore dell'apocalisse, qual libro riusciva dolce nel palato, e
-amaro nello stomaco? se riflettiamo alla stravaganza di sì fatte
-predizioni non dovremo certamente più stupirci, se i numerosi commentarj
-fatti sopra di esse parvero consolidare le invettive che furono sovente
-lanciate contro l'apocalisse, ed aggiugnere efficaci motivi agli
-avversari di esso onde riguardarlo come apocrifo, e mendace.
-
-(A) (_Ved. Ghem. Tratt. Sciab. et Pesah. fol. 6 7 8._)
-
-
-
-
- CAPITOLO X.
-
- Le glose moltiplici, e le diffuse parafrasi aggiunte da' Rabbini al
-codice Mosaico, non solo ne adombrarono la primitiva purità edificante,
- ma oltremodo gravosa, ed opprimente ne resero l'osservanza.
-
-
-È cosa renduta omai troppo evidente, al detto universale de' filosofi,
-che una causa non produce mai il suo analogo effetto, se non se allora
-quando essa non è interrotta, nel progresso della di lei azione, da
-altre cause più forti, e più insistenti, che per allora indeboliscono
-l'azione della prima, e la rendono inutile: è ben vero pur troppo
-rendersi presso che impossibile assolutamente di fare adottare de' sani,
-de' metodici, degli utili principj ad uomini eccessivamente inveterati
-negli assurdi prevenuti in favore de' medesimi, che ricusano di
-riflettere, e quali nuovi etiopi schivano la luce, e inclinano a vivere
-sepolti nelle tenebre; ma comunque siasi è d'altronde oltremodo
-necessario che la verità disinganni le anime illibate proclive alla
-ragione che la ricercano di buona fede, guidati dal commendevole disegno
-di ritrovarla (73). La verità è una causa; essa produce direttamente il
-suo effetto analogo allora quando la sua impulsione non è in verun modo
-nè alterata, nè intercetta da ostacoli che sospendino il corso regolare
-de' suoi effetti. Una prova infallibile di tutto quanto sostenghiamo si
-è, che la causa dalla quale partiva il culto che i posteri di Abramo
-hanno per molti secoli conosciuto, e praticato non potea essere più
-ragionevole, ne più giusta, nè migliore, e gli effetti omogenei che
-risultare si videro per lunga serie di anni chiaro ad evidenza lo
-dimostrano: ma l'errore funesto che baldanzoso fecesi avanti a
-soggiogare il cuore umano, indebolì enormemente l'azione salutare della
-prima, ne tenne allora le sole veci, ne formò l'unico scopo, e la rese
-come affatto inutile per l'Israelita de' secoli a noi più vicini, o
-almeno come accessoria a' di lui urgenti bisogni.
-
-Infatti come mai accordare un ammasso spaventevole di chimere, di usi
-insensati, e di fanatici esercizj che ripugnano il buon senso, colla
-pretta religione che dee essere guidata dalla sola verità, e formare il
-più grato alimento di ogni anima sensibile, di ogni cuore ingenuo, e
-riconoscente? Le pratiche superstiziose sono alla religione, dice un
-dotto scrittore moderno, ciò che i germogli inutili sono a' vegetabili;
-essi ne corrodono lo spirito, e il suco, lasciano il tronco scevro di
-umore prolifico, e l'impediscono di pullulare alcun frutto; le
-moltiplici differenti credenze che dividono il mondo ci fanno
-sensibilmente conoscere che quelle appunto le quali sono le più
-aggravate di cerimonie superstiziose, o di riti stravaganti sono
-regolarmente le meno praticate con quella integrità, ed esattezza che
-richiedono, nè si veggono mantenute giammai nell'essenziale (74). Un
-ebreo talmudista, un cattolico romano trasgrediranno i comandamenti
-dell'Essere Supremo dieci volte il giorno, e sembra, ch'essi riserbino
-entrambi tutta la loro più austera devozione, il primo ad alcune
-pratiche ridicole del sabato, o della pasqua, e l'altro all'uso
-stravagante delle vigilie, o della confessione; ve n'ha fra quelli chi
-commetterà tranquillamente una frode, un adulterio, e che non si indurrà
-giammai a bere il vino premuto da un goi, nè vorrà in alcuna guisa
-tagliare il pane col coltello di costui (75): siccome avvene parimente
-fra questi chi non si farà il minimo scrupolo di rubare, di commettere
-delle infamie, ed anche, degli attentati i più crudeli, mentre non
-vorrebbe perdere la benedizione del prete, o la messa di un solo
-giorno (76).
-
-Tale è il destino di quelle religioni che impongono un giogo
-insopportabile, ed un ammasso enorme di pratiche futili; esse cadono
-nell'inconveniente pernicioso di doversi mancare nell'essenziale, e di
-non essere osservate ne' punti, che più sarebbe urgente di conoscere, e
-mantenere, intanto che quelli che sono per loro stessi indifferenti si
-mirano difendere coll'entusiasmo il più fervido, e il più deciso. Ma
-l'uomo nato con una intelligenza libera, e con un declivio che lo porta
-a conservarla tale; spezza finalmente quelle truci catene che tentano a
-renderla illaqueata, togliendo ad essa, per tante parti, l'uso
-commendevole per cui il Supremo Creatore l'avea in origine destinata.
-
-Un disordine cotanto pregiudicevole noi lo dobbiamo senza contrasto
-all'enorme affluenza di glose, commenti e tradizioni aggiunte al codice
-antico specialmente sul quale era basato il culto primitivo che il
-popolo ebreo ha un tempo esercitato col più felice successo, e laddove
-questo, già di soverchio aggravante, per se stesso, rendeva spossate le
-forze per sostenerlo, quelle le opprimono interamente, e le annientano,
-senza avere giammai sortito il loro intento, e con massimo scapito
-irreparabile dell'umana ragione.
-
-E quale mai sarebbe lo stupore de' Patriarchi de' Mosè, de' Jesuè, de'
-David, de' Salomon, e de' Profeti se attualmente risorgessero fra i
-viventi, e che potessero trasferirsi in tutti gli angoli della terra
-dove la prosapia d'Israel è a' tempi nostri diramata, senza però essere
-prevenuti delle strane peripezie alle quali fu essa per tante volte
-soggetta, dal secolo in cui essi vissero fino all'età nostra? Questi
-sani credenti opinerebbero, senza dubbio, di ritrovare tutta via intatto
-sulla terra l'eccelso culto da essi un tempo conosciuto, e praticato, e
-lo vedrebbero involto dal fosco velo di parafrasi diffuse, oscure, ed
-annojanti; alle semplici, e nitide verità sulle quali reggevesi
-fondatamente la loro pretta credenza essi vi troverebbero surrogate le
-visioni deplorabili, e le mistiche allegorie di certi uomini proclivi a
-controvertere ogni minimo punto contestato; in vece dei limpidi
-sacrificatori che estolleveno le glorie dell'Eterno, ed offrivano le
-vittime al venerabile altare della verità, per espiazione de' falli che
-commessi erano dal Popolo, essi vedrebbero una caterva insana di
-sedicenti כהנים (_Cohanim_) _Sacerdoti_, senza meriti, e senza causa
-baldanzosi pretendere al grado, vantare i requisiti, ed imitare, in gran
-parte, le ingerenze che unicamente erano imposte, per divino comando,
-alla sola prosapia di Aaron (77); se ricercassero di visitare il loro
-בית המדרש (_Beth Amedrash_) _casa d'interpretazione_ (78) vi si
-farebbero spettatori delle questioni le più insulse non solo, ma le più
-detestabili per diffinire se con fiaccola di sego, di cera, ovvero di
-olio debbasi accendere il lampadario del sabato (79), se l'anima di
-Adamo passasse nella spoglia corruttibile di Seth, e da questa entro il
-Corpo di Mosè; se David sarebbe nato un aborto senza il dono gratuito di
-anni settanta fatto ad esso dal primo ente ragionevole creato (80); Se
-Dio si pentisse di avere distrutto Gerusalemme; se egli se ne
-attristasse, in che passa egli il suo tempo, ed altre inezie simili, ed
-esecrabili bestemmie (81); se informare si volessero de' progressi
-luminosi che la religione del popolo d'Israel ha fatti da 1600 anni a
-questa parte, loro si mostrerebbe il codice mosaico trasformato in un
-ammasso enorme di pratiche, di usi, e di cerimonie, tanto stranamente
-ridicole per essi, quanto riescono all'eccesso tiranniche, insoffribili
-per noi; essi vi scorgerebbero imposte nuove instituzioni, nuovi digiuni
-comandati, nuovi cibi vietati, altre lunghissime devote rassodie; e
-reiterate jaculatorie prescritte che erano del tutto sconosciute nei
-tempi andati (82); se la loro curiosità gli eccitasse finalmente ad
-investigare gli avanzamenti solidi, e proficui, che il popolo d'Israel
-fece, dopo un epoca immemorabile, nelle arti, nelle scienze, e nei
-costumi, loro si porrebbe da una parte sotto gli occhi uno sciame
-spregievole di sordidi, ed insensibili usuraj ontosamente impinguati
-colla desolazione del prossimo (ved. l'annot. anteced. 37.) alcuni
-chirurgi, pochi medici, molti commercianti, e niun artefice; mirare si
-farebbe loro dall'altra l'espresso divieto dello studio delle scienze
-(nomate follemente profane) sotto comminatorie fulminanti di eterna
-dannazione contro di colui che avesse osato applicarvisi, o farne
-pubblico esercizio (83); e convincersi, per ultimo, essi dovrebbero più
-oltre che i costumi vanno fra noi al graduato livello dell'ignoranza,
-prescritta come utile, e necessaria all'eterna salute del popolo
-d'Israel (84).
-
-Ecco l'abominevole confronto che risultare per ogni parte vedrebbero
-quegli uomini benemeriti dell'Israelismo fra la pura inalterata credenza
-professata un giorno da' medesimi, e le moltiplici ributtanti cerimonie,
-che sotto l'imponente viluppo di religione praticare osserverebbero fra
-noi.
-
-Insensati! Essi tutti d'accordo esclamerebbero fremendo, se la religione
-si crede (com'essa è, senza alcun dubbio) necessaria oltremodo a tutti
-gli uomini, non è egli forse innegabile che le medesima debba essere
-intelligibile per tutti? Essendo essa, (come ogni sano filosofo ne
-conviene pienamente di buon grado) l'oggetto il più importante, e il più
-indispensabile per la specie umana, l'eterna volontà dell'Essere Supremo
-esigere non dee ch'ella sia per tutti coloro che ne fanno parte, la cosa
-la più semplice, la più concisa, la più chiara, e la più dimostrata per
-ogni ente ragionevole (85)? Non rendesi all'eccesso deplorabile il
-vedere che questo assunto sì oltremodo urgente alla salute dei mortali,
-sia precisamente quello che essi intendono il meno, e sul quale dopo
-tanti secoli hanno quelli sempre disputato accanitamente senza divenire
-giammai migliori, nè farne in alcun tempo resultare de' sensibili
-vantaggj, che tranquillizzino lo spirito de' medesimi, e facciano loro
-espressamente conoscere il retto sentiere che può con sicurezza
-condurgli a quella solida felicità imperturbabile che dalla sola
-incontaminata religione unicamente riconoscere possiamo (86)? Sembra,
-pur troppo, che a questo essenzialissimo punto decisivo a noi pervenire
-giammai non sia permesso.
-
-(73) _Quiconque vent s'appliquer à la recherche de la vérité_ (dice il
-dotto Autore de la _Philosoph. du bon sens Tom. I. § III. Pag. 3._)
-_doit éviter de prendre des principes qui puissent l'éloigner pour
-toujours du bon chemin_. È per altro una cosa strana di vedere l'uomo
-avido bramare l'acquisto della verità, e schivare ad un tempo la
-presenza quando ella si offre all'occhio intellettuale della sua mente;
-il suo splendore sembra offuscarlo, attonito pare che lo renda il suo
-sembiante ed infierire ancora lo veggiamo sovente contro di colui che
-glie la presenta o gliene addita il sentiere; _veritas odium parit_, è
-ormai trito quanto verificato proverbio; infatti dicasi ad un uomo
-qualche verità, sebbene utile per lui, ma offensiva in qualche modo al
-suo amor proprio, esso la riguarda come un ingiuria e tenta di ogni
-mezzo per vendicarla; e qual è mai quel settario che non riguardi con
-occhio irascibile, o di positivo disprezzo colui che azzardasse di
-correggere i suoi travviamenti proponendogli di sostituire alle sue
-inveterate menzogne tradizionali le verità sane, religiose, ed
-instruttive? E nell'uno, e nell'altro caso non abbiamo che rivolgerci
-ovunque per essere colpiti ad ogni tratto da ripetuti percuotenti
-esempi, efficaci a consolidare tutto ciò che di proposto asseriamo.
-
-(74) I fanatici per la religione, della quale si dicono osservanti,
-lungi dall'essere il sostegno fondamentale e permanente delle sue
-massime, non ne sono che il perpetuo flagello, e i disruttori; sempre
-indifferenti alle azioni oneste, essi reputansi virtuosi non già sopra
-quello ch'essi fanno, ma relativamente a ciò ci essi credono; la
-credulità macchinale degli uomini è secondo il torpido giudizio de'
-medesimi l'unica giusta misura della stessa loro probità: _Les hommes
-ignorants_ (dice un illuminato pensatore moderno) _ne jugent les
-opinions des autres que par la conformité qu'elles ont avec les leurs:
-ainsi ne persuade-t-on jamais les sots qui avec des sottises._ Quindi è
-che un uomo dotato di lumi, e di talenti il quale abomini di secondare
-le loro pratiche insensate, e i loro smarrimenti perviene difficilmente
-a godere presso di quelli la riputazione di individuo integerrimo, e
-probo. Infatti quante volte si ode ripetere dalla bocca di questi
-miserabili automati: _oh! sarebbe pure un onest'uomo il ... Se
-mortificasse al suo corpo con digiuni frequenti; se recitasse a gola
-spiegata le consuete leggende quotidiane, ed altre ancora, se non si
-nutrisse di altri cibi che di quelli preparati da' suoi correligionarj,
-se confessasse di continuo le sue colpe e i suoi pensieri all'orecchio
-di un altr'uomo, se osservasse le astinenze delle vigilie; se non ....._
-ma io più non finirei allorchè riportare dovessi tutti que' se
-condizionali che questi esseri abrutiti opporrebbero alla stessa probità
-esemplare di un _Baile_, d'un _D'Argens_, d'un _Montesquieu_, d'un
-_Rousseau_, d'un _Mirabaud_, d'un _Elvezio_, d'un _Mendelshon_, de'
-quali dovrà il mondo in ogni secolo piagnerne la perdita fatale,
-malgrado che ignote fossero loro interamente quelle mostruose cerimonie
-senza l'esercizio delle quali non si può in mente de' fanatici essere
-onest'uomo. Impostori! forsennati! Non potrassi dunque essere onest'uomo
-senza essere imbecille! Ma v'ha egli mai sopra la terra uomini più
-reprobi, esseri più perniciosi di voi, che ne siete scrupolosi
-osservatori fino al delirio? Mi si accenni di grazia quale è mai
-quell'azione criminosa della quale non vi rendiate voi stessi o
-colpevoli, o correi e danno irreparabile de' vostri propri simili? voi
-odiate, senza riserva, chiunque non vi assomiglia, voi perseguitate
-accanitamente quegli uomini dotati di criterio bastante per conoscervi,
-e di talento efficace a smascherarvi, voi siete ambiziosi, ignoranti, e
-ingannatori, ed a molti fra voi altro forse non manca per essere gran
-scelerati che il coraggio, ed i talenti; ma tutto che sempre vili, ed
-abrutiti nell'ignoranza, e nella superstizione non lasciate però di
-essere al maggior grado protervi, e sempre funesti alla società, voi
-inferocite, senza ritegno, contro chiunque tentasse d'illuminare la sua
-specie costretta violentemente a prostrarsi davanti le vostre orride
-follìe, come alla presenza de' _Cocodrilli sacri_ di Memfi.
-
-(75) La superstizione degli ebrei talmudisti va fino ad un eccesso tale
-in questa parte, che ve n'ha pure anche di quelli i quali non solo
-resterebbero astemj tutta la loro vita piuttosto di bere il vino che non
-fosse premuto da altri ebrei simili ad essi; ma se questo liquore così
-manipolato, che chiamano כשר (Kascer) cioè, _ottimo_, o squisito, fosse,
-per accidente rimosso da qualche גוי goy, (sotto tal nome comprendendo
-tutti quelli che non sono circoncisi, o che non professano il giudaismo)
-essi lo credono contaminato, e se ne astengono del pari, come se non
-fosse in origine pestato dall'ebreo. Lo stesso principio superstizioso
-nutrono i medesimi per rapporto a qualunque siasi vivanda preparata da
-individuo non ebreo; essi non se ne ciberebbero quando ancora dovessero
-soccombere all'inedia, ed al languore, ed alla morte stessa; ma di ciò
-ragioneremo più diffusamente altrove; solo basti quì di sapere intanto
-che gli ebrei moderni pare che abbiano rinunziato attualmente al
-pregiudizio ridicolo del primo, ma essi restano altrettanto attaccati
-ancora al mantenimento del secondo col più scrupoloso rigore.
-
-(76) Tutti gli attentati esecrabili commessi religiosamente da' perfidi
-_Ravaillac_, _Damiens_, _Malacrida_, e _Giacomo Clemente_ di cui ci
-fanno inorridire le Istorie, furono senza dubbio, preceduti, o
-accompagnati da quelle stesse benedizioni, e cerimonie colle quali si
-mirarono altre volte consacrate la _S. Bartolomeo_, i _Vespri
-Siciliani_, i _Regicidj_ orribili, ed i più atroci misfatti; ed io già
-dimostrai di proposito altrove (Ved. le Annot. 88, e 122 del T. II delle
-_Notti Campes._) che non v'ha perfidia, o intrigo di cui questa classe
-inutile al mondo non abbia, in ogni tempo renduto complice un Dio, nè
-azione proditoria che non venga in nome suo filtrato dal vaglio
-pernicioso della sua _fraterna_ iniquità.
-
-(77) Molti ebrei ritengono male a proposito anche oggi il nome di
-_Cohanim_, o sacrificatori, benchè le loro ispezioni in tale qualità
-sieno intieramente cessate, non esistendo più a' tempi odierni, nè
-tempio, nè altare, nè olocausti da offrirvici, così il vocabolo כהן
-(cohen) più non è a' nostri giorni che un mero titolo supposto decoroso,
-e non già un grado di vero sacrificatore, quale era esso ne' tempi
-andati: ma non per tanto quelli che si fanno attualmente distinguere con
-simile attributo sono all'eccesso scrupolosi nell'osservanza di que'
-riti medesimi, che erano altre volte comandati a quelli che discendevano
-dalla schiatta d'Aaron, colla differenza però che quelli conoscevano un
-capo uffiziatore כהן גדול (cohen gadol) _Sommo Sacerdote_, che i recenti
-non hanno; ma del resto tanto perciò che riguarda la purificazione per i
-morti, quanto relativamente al riscatto de' primogeniti maschi un mese
-dopo la loro nascita, siccome ancora per quello che rapportarsi alla
-primazia che pretendono questi sostenere sul resto del popolo, in mille
-ridicole cerimonie religiose, che non giova quì annoverare, i nostri
-Cohanim sono le perfette Scimmie degli antichi sacrificatori, a' quali
-non s'indurrebbero giammai a verun prezzo a cedere di buon grado.
-
-(78) Queste dette altrimenti תלמוד תורה (Talmud Torah) _Instruzione
-della Legge_, erano i luoghi dove s'insegnava, o spiegavasi la Legge co'
-Commentarj de' Rabbini. Varie furono le Accademie di tal fatta che
-gl'Israeliti eressero in diverse parti della Giudea, o altrove dopo la
-distruzione del secondo tempio, ma la più ragguardevole di queste fu, al
-parere de' dotti, quella stabilita in _Tiberiade_; egli è là che
-insegnarono i più gran Maestri che gli ebrei venerano attualmente
-_Jehudah il Santo_ (l'Autore della Misnah) _Rab. Haninah_, _Rab.
-Jonathan_. È là precisamente che si compose la Misnah, e il Talmud;
-finalmente si pretende da varj Autori che i Massoreti, ossia quelli che
-hanno punteggiata la Bibbia insegnarono in Tiberiade. Molte altre ancora
-furono erette in quelle parti dell'Oriente nelle quali gli ebrei fecero
-una lunga permanenza. Essi vi installarono così pure ne' tempi a noi più
-recenti alcune altre Accademie di tal fatta in Francia allorchè vi si
-rifugiarono. _Beniamin di Toledo_ parla di quella di _Beaucaire_, alla
-testa della quale e _Abraham Ben David_ che nutriva i suoi Scolari
-quando erano bisognosi, e loro somministrava il vestiario quando ne
-erano mancanti (Ved. _Ben. de Tol. Iter._)
-
-(79) In qualunque parte di mondo dove gli ebrei hanno il domicilio
-trovasi costantemente praticato questo costume, senza che alcuno
-frattanto sappia rendere convincente ragione della stretta osservanza
-con cui quello mirasi ovunque usato, e mantenuto. Questo dunque consiste
-in un lampadario più, o meno grande, che gli ebrei tengono appeso al
-palco di un salotto, ed in linea perpendicolare al centro della mensa
-preparatavi per mangiare; non avvi casa, purché abitata da ebrei, di
-qualunque ceto, o condizione ch'essi siano, dove non si scorga
-quell'arnese nella foggia medesima che accennammo. Questo sacro
-lampadario (così chiamato per l'uso a cui si fa servire) viene acceso
-intieramente nel tramontare del sole di ogni venerdì, non meno che
-nell'imbrunire di tutte le vigilie delle feste solenni comandate dal
-Pentateuco: le sole donne maritate sogliono incaricarsi generalmente di
-sì fatto ministero; esse nell'istante di eseguirlo, recitano una
-benedizione compilata espressamente per quest'oggetto, e vi attaccano
-un'efficacia tale, che non vi è femmina ebrea la quale non creda
-fermamente di essere esente da' pericoli del parto, da contagiose
-malattie, e dalle sofferenze laceranti dell'Inferno, osservando
-rigorosamente le tre prescrizioni ch'elleno impongono i rabbini, una
-delle quali si è quella di accendere il lampadario del sabato.
-
-(80) Alcuni Rabbini asseriscono che Adamo, mediante la vastissima
-scienza universale che gli attribuiscono infusagli prodigiosamente dal
-di lui maestro, e custode _Raziel_ (di cui sarà da noi parlato altrove)
-antiveggendo che alcuni secoli dopo di esso dovea nascere dalla prosapia
-di Giuda un certo individuo che sarebbe nominato _David_; ma che in
-forza degli alti impenetrabili arcani esso avrebbe dovuto essere nato un
-aborto, e che d'altronde se si fosse prodotto nel mondo suscettibile di
-lunga vita, avrebbe il medesimo formato il decoro del popolo d'Israel, e
-sarebbe stato molto bene affetto all'Essere Supremo; prevedendo Adamo
-dunque tale sciagura, e cercando la maniera di ripararla, aggiungono i
-Rabbini, che supplicasse fervidamente la Divina Misericordia, onde
-volesse togliere del lungo corso di sua vita (che prevedeva dovere
-ascendere a mille anni) la somma di anni settanta, de' quali esso
-inclinava fare un dono al Salmista Reale; al che Dio aderendo, senza
-ostacolo, si fece l'assoluto depositario di questo dono, fino al momento
-in cui fu esso fatto passare a David che ne fruì dal giorno in cui si
-produsse fra i viventi fino all'estremo istante di sua carriera, che
-fissò il compimento di anni settanta; passati ad esso gratuitamente dal
-primo uomo (ved. _Ghem. Mas. Sanhed. Cap. VII. fol. 35._)
-
-Oggi non si troverebbe certamente fra noi alcun notajo che defferisse
-rogare un simile contratto.
-
-(81) Hanno un bel giustificarsi quì i Rabbini ad oggetto di diminuire
-l'orrore che apporta agli uomini forniti di lumi, e di buon senso il
-carattere odibile ch'essi attribuiscono all'Essere Supremo, adducendo
-che sì fatta loro maniera di parlare non è che al figurato, al solo
-disegno di adattarla alla intelligenza limitata del volgo, come se per
-farsi capire dalla classe ignara fosse permesso al terrigeno mortale di
-avvilire il sommo autore della natura a questo segno: quale insania
-deplorabile! Non è già così che le scuole di Socrate, di Platone, e di
-Aristotile insegnavano a conoscere, a temere, e ad adorare il Dio
-dell'universo; e sebbene si trovassero astrette quelle pure qualche
-volta ad esternarsi a persone ignoranti, per rapporto alla vera
-cognizione di questo Essere degli esseri, quelle frattanto ritrovavano
-il pronto mezzo di farglielo elleno esattamente capire senza lasciarsi
-trascinare dal torrente di simili eccessi.
-
-Non v'ha certamente che il filosofo il quale possa elevarsi fino alla
-sublime contemplazione di questo Essere increato, nè altri fuori di
-quello può, ad ogni esperimento, con rispetto maggiore estollerne le
-glorie. In fatti pretendere che Dio sia suscettibile di pentimento, di
-passione, di dolore; ch'egli possa offendersi delle azioni degli uomini,
-non è egli lo stesso che annientare tutte le idee che noi dobbiamo
-d'altronde avere di questo Creatore Supremo? Dire che l'uomo può turbare
-l'ordine dell'universo, che esso può accendere il fulmine fra le mani
-del suo Dio ch'esso può frastornare i suoi progetti, non sarebbe lo
-stesso che il credere, che da esso lui dipende unicamente di alterare la
-sua ineffabile clemenza, di trasformarla in crudeltà? È appunto così che
-la Teologia non fa che distruggere incessantemente con una mano, ciò che
-desso edifica coll'altra; quindi si può opinare con giustizia, che se
-ogni tradizione ora le è fondata sopra tali esecrabili principj,
-dobbiamo ragionevolmente conchiudere che basate sono, per conseguenza,
-tutte quante sopra una contradizione dimostrativa.
-
-(82) Non dobbiamo che richiamare quanto fu già da noi esposto fino ad
-ora per restare ampliamente convinti, che se l'Israelita de' nostri
-tempi dovesse prefiggersi di osservare alla lettera, e tutto ciò che gli
-venne ordinato da Mosè, ed altrettanto che la tradizione gli prescrive,
-esso non vi riuscirebbe giammai senza un prodigio; mentre è presso che
-impossibile che l'uomo debole quale esso è per sua natura sentisse forze
-bastanti per respignere le passioni sregolate dalle quali è soggiogato,
-e ad un tempo medesimo, vincere gli affetti viziosi che lo seducono, e
-rinunziare, in una parola, al di lui essere, come sarebbe necessario per
-caricarsi di una soma di gran lunga preponderante alla sua capacità: ma
-non per tanto l'attaccamento degli ebrei per le loro tradizioni è tale,
-ch'essi trascureranno venti precetti fondamentali del pentateuco
-(siccome lo abbiamo rimarcato non è che un istante) piuttosto che
-estinguere un lume in sera di festa, o che prendere anche scarso cibo la
-sera, ed il giorno del 9 del mese di _Av_, o negli altri digiuni (de'
-quali è fatta speciale menzione nella seguente annot. 131) e che gustare
-un volatile condito, o cucinato nel butirro, benchè la scrittura non lo
-vieti di sorte alcuna, o che desistere in fine per un solo giorno dal
-recitare le leggende quotidiane, e cose di tal fatta, in tanto che la
-vera osservanza dell'essenziale è quella che l'occupa il meno, e che
-forma l'ultima, e la più indifferente delle sue cure.
-
-(83) Questo deplorabile malore in vero non è affatto nuovo nel mondo, e
-per quanto io mi accorgo gli ebrei non furono già fra gli uomini i soli
-ad esserne gravemente infetti, poichè vi fu già un tempo sulla terra, al
-dire dell'abate _Cartaut_ in cui le scienze, e l'arte di scrivere furono
-dalla chiesa romana riguardate come occupazioni labili, e mondane, e per
-conseguenza indegne totalmente di un ottimo cristiano.
-
-(84) E con quale fondamento lusingare ci dovremo di potere mai ritrovare
-irreprensibili costumi laddove i mezzi che sarebbero sufficientemente
-capaci a farceli apprendere, a regolargli, sono totalmente ignorati
-dalle massima parte fra noi? E quale meraviglia se quelli in particolare
-della prosapia d'Israel ci appaiono cotanto insociabili, e sì strani?
-Essi dovranno andare sempre mai su questo piede fino a tanto che la
-superstizione sarà dalla medesima preferita alla solida coltura dello
-spirito, le pratiche ridicole anteposte all'esercizio delle massime
-salutari della pretta Religione, e fino a tanto che questa nazione,
-impressionata de' suoi antichi errori, stimerà più necessario di essere
-devota, che instruita.
-
-(85) Quanto più sanamente osservata, e mantenuta sarebbe dagli uomini la
-vera Religione, quante meno querele suscitare si vedrebbero a suo
-riguardo, e quanto più rispettabile, in ogni senso riuscirebbe la
-pratica di essa in faccia degli increduli, se la chiarezza, e la
-precisione fossero l'appannaggio de' suoi ammirabili principj, nel modo
-che la tersa verità dee essere la sola interprete genuina delle sue
-massime; coloro che ne fanno pubblico esercizio non si vedrebbero allora
-più astretti, come accade loro sovente, di credere ciecamente senza
-potere rendersi a se stessi la benchè minima efficace ragione di ciò che
-forma la base radicale della loro propria credenza; ciascuno
-ritroverebbe spiegati nella pratica medesima di esse quei solidi motivi
-sufficienti del loro credere, senza brancolare inutilmente col pensiere
-nel vortice immenso de' dubbj tormentosi, e delle arcane illusioni, che
-gli si fanno servire di ammaliante corredo; ma frattanto alcun vantaggio
-reale risultare non se ne vede in favore di coloro che la professano. Ma
-tutto ciò sarà mai sempre ineseguibile fra gli uomini fino a tanto che
-la religione diverrà per certuni un soggetto di speculazione sulla
-terra, ed un mestiere da potersi esercitare coll'ingannevole orpello
-dell'umiltà, e della devozione.
-
-(86) Il primo scopo che si prefissero in ogni tempo i propalatori delle
-tradizioni sacre in generale, si fu quello di ammaliare la stupida
-curiosità di quegli uomini che stabilirono di sedurre; e di allontanare
-dall'occhio dell'esame qualunque dogma, di cui l'assurdità troppo
-evidente, avrebbe dovuto necessariamente a prima vista, in mille guise
-colpirgli. Non meno nell'uno, che nell'altro essi vi sono completamente
-riusciti. La pratica delle superstizioni è assai più agevolmente appresa
-di ciò che riesca facile conoscere l'esercizio commendevole di una
-pretta religione, della virtù, del disinganno. In fatti è molto meno
-arduo per l'uomo di genuflettersi a' piedi degli altari, e recitarvi le
-preghiere, immergersi nel Gange come i _Bonzi_, nutrirsi di magro le
-vigilie, confessare le proprie colpe all'orecchio di un'altro uomo,
-abbigliarsi di certi arnesi, o astenersi da certi cibi, di ciò che sia
-perdonare come _Camillo_ agli snaturati concittadini, o calpestare con
-isdegno le ricchezze, come _Papirio_, o farsi il corifeo della virtù,
-come _Aristide_, ovvero instruire il mondo come _Socrate_. Sempre
-indifferenti a questi sublimi tratti di straordinarie virtù, essi non
-sono ad altro interessati che a sostituire a queste le offerte, i
-digiuni, le espiazioni, persuadendo scaltramente gli uomini che si può,
-senza ostacolo, col solo mezzo di certe cerimonie superstiziose,
-giugnere per sino ad imbianchire l'anima anerrita dai più atroci, ed
-esecrabili misfatti. Ciò che ha dato sorgente funesta in ogni tempo fra
-gli uomini, siccome io l'ho altrove rimarcata (annot. 100.) sul
-proposito della confessione auriculare, a tutti quei criminosi
-travviamenti a quali può essere soggetto lo spirito umano.
-
-
-
-
- CAPITOLO XI.
-
- Seguito del medesimo soggetto. Esame delle verità esposte.
-
-
-Tutto che molte sensate persone sdegnate restino, e percosse dalle
-complicate assurdità di dettaglio di cui non solo le tradizioni
-ebraiche, ma tutte quelle altresì dei popoli che conosciamo sono
-ripiene, esse frattanto non ebbero giammai fino ad ora il risoluto
-coraggio di rimontare fino alla sorgente venefica dalla quale sì fatte
-assurdità dovettero probabilmente ritrarre l'origine fatale, per tutto
-non vi si scorge che uomini, o criminosamente ipocriti, o brutalmente
-zelanti, proclivi ad accreditare le più assurde contraddizioni, le più
-ridicole novellette, e le intuitive follìe, riscaldando, o seducendo
-colle illusioni le più bizzarre la credula fantasia degli uomini i quali
-finiscono in ultimo coll'identificarvisi, e idolatrare delle chimere: _o
-homme!_ esclamava altre volte un saggio illustre, _qui saura jamais_
-_jusqu'où tu portes la folie, et la sottise? Le Théologien le sait, en
-rit, et en tire bon parti._
-
-Si ha d'altronde un bel sostenere, e dagli ebrei non meno che da tutte
-le altre sette concordi, che la sola legge scritta non sarà mai per se
-medesima sufficiente, quanto l'urgenza lo richiede, a fondare le
-inconcusse basi della religione; senza l'immediato soccorso della
-tradizione; oltre che ciò resta formalmente smentito da' moltiplici
-percuotenti esempi da noi altrove opportunamente riportati di quei tanti
-distinti soggetti, a tempo debito citati, i quali senza conoscere
-tradizione di sorte alcuna non lasciavano di essere perciò gli esemplari
-modelli della credenze d'Israel (e de' quali si cercherebbero indarno
-imitatori in tutto l'antico, ed il recente Giudaismo) ed i veri
-prediletti dell'Essere Supremo; si potrebbe, all'opposto, senza timore
-d'ingannarci, dimostrare con evidenza che altrettanto le parafrasi, ed i
-commenti riescono utili, e sovente necessarj, allorchè tendono a
-semplificare il soggetto originale, col mezzo d'idee chiare,
-compendiose, e intelligibili, quanto non meno gli uni che le altre si
-rendono all'eccesso aggravanti, e perniciose allo spirito, se diffusi, o
-enigmatici si scorgono; nel primo caso il testo acquista nuovi lumi
-efficaci a rischiarare la mente poco idonea di approfondirne per se
-stessa il vero senso; nell'ultimo poi esso diventa molto più oscuro, più
-confuso, inutile del tutto. Or, quale di questi sarà, dunque giustamente
-il caso nostro? Basta farci a considerare di slancio la soma enormemente
-onerosa, della quale oggi trovasi aggravato il Popolo d'Israel in tante
-guise differenti, in proposito di Culto, e religione, per ritrovare
-senza gran pena la soluzione positiva di simile problema. Dicasi pure,
-come sarebbe in verun modo possibile all'ebreo Talmudista di mantenere
-il sabato al rigore delle cerimonie innumerabili che vi aggiungono i
-Rabbini, minacciando una dannazione irremissibile contro chiunque
-individuo il quale si dimostrasse refrattario, o trasgressore delle
-medesime? Non bastava forse la sola prescrizione ordinata da Mosè di
-santificarlo e fare cessare in esso qualunque opera servile, per
-accrescervi, nella guisa che fece la tradizione, tante futili
-controversie, tante glose incongruenti del tutto estranee all'osservanza
-primitiva del precetto ed alla mente dell'Institutore (87)?
-
-Ed in qual modo potrebbe egli osservare giammai con esattezza tutto
-quanto le parafrasi rabbiniche gli prescrivono concernente le altre
-feste, oltre i tanti numerosi precetti che dagli espressi ripetuti
-comandi della Divinità medesima sono ad esso autorevolmente imposti,
-senza ledere, o trascurare gli articoli essenziali del suo Culto? Ma che
-diremo già noi, se attignere si dovesse le nostre idee relativamente
-all'Essere Supremo nelle discussioni tradizionali? Non si
-mostrerebb'egli quest'Essere a noi sotto i tratti i più proprj a
-rigettare la nostra adorazione il nostro amore? In fatti come
-sarebb'egli possibile giammai di sentire del trasporto per un Essere di
-cui l'idea che ci viene rappresentata, ad altro non serve, che ad
-eccitare il terrore, e di cui i giudizj che vengono dalla medesima
-riportati fanno fremere (88)? Come ravvisare senz'allarmarsi un Dio che
-ora ride, ora piagne, ed ora scherza, come immaginare, senza orrore, un
-Dio che secondo la tradizione sembra prendersi a scherno il destino de'
-mortali, occupato di farsi sempre temere, e mai di farsi amare? Eh, che?
-Tale forse non è il carattere odibile che la tenebrosa tradizione di
-tutti i popoli della terra, senza escluderne forse alcuno, ci trasmise
-dell'Autore Supremo delle natura (89)?
-
-E se da testè riportati assunti passare si volesse ad interrogare la
-tradizione Israelistica specialmente sopra i cibi, supporremo noi forse
-che potesse meglio riuscirci, la ritroveremo noi, per qualche parte
-almeno, più sensata, meno ridicola, più congruente? Che l'astinenza di
-alcuni cibi, o il divieto di nutrirsi di certi animali, autorizzato
-parimente presso molti popoli antichi, nel modo che lo abbiamo altrove
-chiaramente significato (ann. 28) ed imposta agli ebrei come un precetto
-non meno urgente ad osservarsi degli altri che il Codice Mosaico avea
-eglino già prescritti, sia che fosse il medesimo basato sopra uno di
-quei menzionati disegni da' quali erano que' popoli guidati, sia che
-diretto venisse da qualche altro, che le sacre pagine rivelarci non
-vollero, debba riguardarsi come una instituzione utile, ed anche in
-certi climi, a molti riguardi ovvia, e indispensabile, ciò potrebbe
-senza ostacolo accordarsi, ed io ne convengo di buon grado, ma che una
-semplice ingiunzione ordinata da Mosè, benchè triplicatamente di _non
-cuocere l'agnello nel latte della capra_ (90), e che altro per se
-medesimo non è che un mero suggerimento di umanità, onde fare
-sott'intendere con esso di non incrudelire contro di coloro da' quali
-abbiamo tratta l'esistenza sulla terra, che un avvertimento morale di
-simile natura, dico, debba implicare una quantità di altri usi, e di
-astinenze, le quali, anche a senso di qualche accreditato Rabbino, non
-hanno il benchè minimo rapporto collo spirito intimo del precetto di
-Mosè; ecco ciò che una mente illuminata soffrire certamente non potrebbe
-senza indignazione (91).
-
-Ma cessiamo di più lungamente inveire contro gli smarrimenti umani; la
-sola esposizione sarebbe stata sufficiente per se stessa a dimostrarne
-l'assurdo; e farci quindi giudicare quale intimo valore il sensato
-filosofo ebreo vi attacca, e la fede che il medesimo vi presta. Ma
-essendoci prefissi fondatamente di condurre il popolo d'Israel nel
-sentiere della ragione; disingannarlo de' vetusti suoi errori,
-restituirlo al suo antico decoro, ed illuminarlo intorno i di lui veri
-interessi, noi fummo astretti ad esporre una parte di que' dogmi, riti,
-o cerimonie che la tradizione gli fece, per tanti secoli, considerare
-come sacre, corredate ovunque di quelle osservazioni analoghe, che ci
-sembrarono le più efficaci a sortire il nostro premeditato intento, ed a
-giustificare nel tempo stesso i fondati motivi delle nostre salutari
-operazioni. Quindi tutto ciò che fu da noi opportunamente riportato
-sulla evidente inutilità della massima parte delle glose tradizionali,
-sembrami sufficiente a fare ampliamente comprendere quanto meno
-stravagante oggi comparirebbe il Codice mosaico nelle menti sovvertite
-de' filosofi increduli, se non gli fossero eccessivamente addizionate
-quelle moltiplici bizzarre cerimonie che fin quì combattemmo, colle
-innumerabili altre prescrizioni strane, ed insensato che ommesse abbiamo
-come non solo destituito affatto di verità, di base, e di ragione, ma
-come opposte diametralmente alla purità inalterabile del fonte
-incontaminato da cui si pretende follemente farle derivare (92).
-Conchiudendo, in ultimo coll'evidenza irrefragabile alla mano che tutti
-i principj di tal fatta non sono che il risultato genuino di una
-sregolata immaginazione, o di entusiastico trasporto in cui
-l'esperienza, e il raziocinio non ebbero giammai alcuna parte; e
-l'eccessiva difficoltà che sovente incontrasi a combattere simili
-principj solo dipende dall'indole riprovabile della fantasia umana, la
-quale preoccupata una volta dalle illusorie visioni che la sorprendino,
-e la rimuovino, si rende incapace assolutamente di riflettere, di
-ragionare (93): Colui che si accigne a combattere la superstizione, ed i
-suoi terribili fantasmi colle armi della ragione (dice sensatamente
-_Shaftesbury_) rassomiglia ad un uomo il quale si servisse di una spada
-per uccidere delle zanzare, o de' moscherini, sì tosto che il colpo è
-vibrato, le chimere fatali, a guisa di que' tormentosi insetti,
-ritornano a svolazzare intorno all'uomo, riprendendo nel suo spirito il
-luogo stesso da cui supponevasi forse di averle proscritte per
-sempre (94).
-
-E pure questo male ancora, tutto che all'eccesso orrido, e flagellatore
-apparisca agli occhi nostri, non è, nulla ostante, senza qualche pronto,
-ed efficace rimedio; ma questo, per altro in vano ci potremo lusingare
-di conseguirlo fuorchè dalla sola ragione; procuriamo dunque di
-allontanare da' suoi recinti lo sciame infetto delle contaminate visioni
-che rendevano fino ad ora un peso incomodo, e lacerante per l'uomo;
-rinunziamo fermamente di accordo a quelle odiose follìe che la
-degradarono sì di frequente, e che la nostra insensata credulità gli
-fece servire miseramente di pascolo, e di arredo per sì lungo periodo di
-secoli, proclamiamola definitivamente nostra guida, ed essa ci farà, in
-ogni senso, conoscere ciò che sia vera felicità sopra la terra, e per
-quali mezzi adeguati ed infallibili può l'uomo pervenire a distinguerne
-il sembiante, a possederla in tutta la sua integra purità, ed
-estensione.
-
-(87) Il prototipo occasionale da cui emana il fondato motivo
-dell'osservanza del sabato non può essere per se stesso più edificante,
-nè l'alta idea che ne ha concepito il popolo d'Israel più solidamente
-radicata; ma gli accessorj enormi che si ebbe l'imbecillità di
-aumentarvi, sono quelli unicamente che oscurarono, al solito, la genuina
-intelligenza di simile precetto.
-
-Quindi siccome questo dì è chiamato dalla scrittura giorno di riposo, e
-di ricreazione; così i fautori Talmudisti avvezzi a prendere tutto al
-letterale del senso, indagando quale ricompensa potere stabilire a chi
-tale dovere compisse, si fecero ad immaginare che Dio nell'ingresso del
-sabato accordasse ad ogni individuo ebreo un _anima superflua_ נשמה יתרה
-(_Nesciamah Jeterah_), o come altri dicono, uno spirito ricreatore,
-affine di potere meglio riposare in quel giorno, e onde più agiatamente
-mangiare, bere, e sollazzarsi, e che al decremento del sabato Dio
-ritirasse tutte le anime, che avea esso distribuite la sera precedente:
-_R. Abraham_ ragiona seriosamente di quest'anima superflua nel suo
-_Commentario sul Pentateuco_ che esso chiama אגודת אזוב (Agudath ezob),
-cioè _mazzetto di mirra_. Essi rendono pure in quel giorno gli angeli
-commensali degli ebrei, ed i più fanatici fra questi persuasi
-intimamente dell'arrivo di tali nuovi ospiti serafici, si fanno loro
-incontro fino nelle scale con un certo complimento ad uso angelico.
-Nell'intonare di un certo inno espresso a tale riguardo la sera di
-venerdì, essi ritengono per sicuro che lo anime eschino dall'inferno,
-dove non rientrano che all'imbrunire del sabato, allorchè la preghiera è
-terminata, e alcuni Rabini sostengono che anche le sofferenze degli
-ebrei dannati cessano in quel giorno.
-
-I Talmudisti prescrivono altresì come un precetto indispensabile di
-dovere fare tre splendidi pasti durante il giorno di sabato, affine di
-essere con tali mezzi garantiti, come essi dicono, da tre funesti mali,
-cioè dalle pene dal Messia, dalla micidiale guerra di Gog, e Magog, e
-dalle fiamme del Gheinam. (ved. _Mas. Sciab. cap. IV._) Il rimedio in
-vero non può essere più grato, nè più idoneo ad attirare degli
-applicanti. E quante altre decisioni superstiziose non si sono parimente
-sostenute da' Rabini, relativamente alla proibizione di accender fuoco
-la sera, ed il giorno di sabato, un trattato intero di Misnah sopra
-questa materia contiene le regole molto austere per l'esatta osservanza
-di questo riposo corporale, di cui fu da noi già parlato (annot. 56) non
-meno che sul fuoco, ed altre cerimonie per ovviare che non vengano
-trasgredite, mentre che si ha tanto poco zelo per la vera pietà.
-
-Ma essi, per altro non comprendono che il riposo macchinale ordinato
-agli ebrei da Mosè di non muoversi alcuno in questo giorno dalla sua
-posizione in cui ritrovavasi nel momento dell'ingresso della festa (ved.
-l'annot. citata) conveniva agli ebrei solo nel deserto, dure non doveano
-essi altro fare che rimuoversi per raccogliere la manna che in duplice
-dose cadeva loro prodigiosamente il giorno avanti; prescrizione che oggi
-eseguire non si potrebbe in verun modo; siccome non mi sembrerebbe
-inverosimile l'opinare che il divieto di accendere fuoco in simile
-giorno entro le abitazioni domiciliarie si riferisse a un doppio senso
-primo al fuoco sacro usato allora dal Pontefice sommo per servizio
-dell'altare, dove in quel giorno soleva ripetersi l'olocausto per tre
-volte, e ciò vuole implicare di non doversi servire nè accendere di quel
-fuoco per uso di famiglia, che ne sarebbe rimasto profanato, ed il
-trasgressore divenuto reo di esecrabile sacrilegio: secondo; essendo gli
-ebrei nutriti nel deserto colla prodigiosa caduta della manna, che ad
-ogni loro richiesta trasformava qualunque sapore, senza il soccorso
-dell'arte di cucina, e riscaldati da un ignea nube, che secondo la
-scrittura additava loro il cammino che doveano tenere durante il corso
-delle loro marcie notturne, inutile, come bene si scorge, rendevasi loro
-il fuoco, non meno per l'uno, che per l'altro oggetto.
-
-A tempi nostri però che i sacrifizj sono cessati, e che si fattamente
-rari si rendono fra noi tali prodigi, parrebbe, che l'ebreo della nostra
-età dovrebbe esservi dispensato dall'osservanza di simile precetto il
-quale, nella guisa che testè accennato abbiamo, sarebbe ad esso lui
-presso che impossibile di mantenere oggi a rigore, sia che considerato
-venga alla lettere, come lo pensano i Caraiti, sia che prendasi in
-astratto nella guisa che praticare veggiamo a recenti Talmudisti.
-
-(88) I panici timori che incute la tradizione teologica, anche sopra
-oggetti che religiosamente parlando non implicano timore, degradano lo
-spirito, e l'anima, traviano l'uno paralizzano l'altra, ed incapaci le
-rendono entrambe di lumi, e di ragione, così è pur troppo, che
-comprimendo essa l'uomo sotto l'aggravante peso del timore, allontana in
-lui la speranza di un conforto, debilita le sue forze, e di un integro
-adoratore del Dio vivente forma uno schiavo pusillanime, e spregevole,
-la cui devozione macchinale altro a fondo non è che un cupo velo di cui
-si serve, il più delle volte, per inorpellare i suoi orribili assurdi, e
-i suoi misfatti. Ben diversa però è la massima dell'uomo saggio; egli sa
-essere religioso senza essere pavido, perchè la sua ingenua coscienza è
-sempre mai limpida, ed uniforme a' sani principj del suo credere.
-
-(89) Io ho già di proposito rimarcato in qualche luogo (ved. l'_annot.
-8. T. I. pag. 41. delle Notti Campestri_) che il primo scopo che si
-prefissero in ogni epoca del mondo i promulgatori di Sacre chimere fu
-quello di attribuirsi il carattere imponente di Direttori Spirituali
-delle Nazioni, onde con tale mezzo a colpo sicuro pervenire a disporre a
-loro talento; per meglio dunque riuscirci essi opinarono di
-rappresentare Dio come un Essere occupato unicamente d'incutere timore
-nell'animo de' suoi creati, e dedito giammai a farsi amare, e quindi
-risultare lo fanno nelle loro assurde illazioni, a un tale riguardo, or
-come un Essere debole, ed or come tremendo, or come benefico, ed or come
-tiranno, senza altra ragione che la sua propria volontà. Nè dee recarci
-sorpresa di ritrovare dei popoli i quali giunghino al delirio
-spaventevole di concepire idee cotanto mostruose, e ripugnanti del
-provido Autore della Natura, dal momento che ci faremo ad investigare
-per una parte l'indole infelice del volgo nel credere ciecamente alla
-rinfusa ciò che ha l'apparenza di prodigioso, e di stravagante, ed a
-conoscere sensibilmente dall'altra l'artifizio perverso di una certa
-classe d'individui, nel farsi reputare da esso l'oracolo portentoso
-della Divinità suprema, e l'organo immediato de' suoi Eterni
-inalterabili Decreti.
-
-(90) Essendo questo divieto ripetuto per tre volte nella Scrittura
-(_Num. c. 23. v. 19. c. 34. v. 25. e Deut. c. 14. v. 19_) i Talmudisti
-ne amplificarono talmente l'osservanza, che oggi più non tiene che alla
-classe delle tante altre pratiche inutili conosciute, e professate dal
-recente giudaismo. Essi dunque inferirono conseguentemente di dovere non
-solo mantenere detto precetto al puro senso originario della lettera
-genuina, ma di astenersi parimenti da qualunque siasi cibo dove entrasse
-tutta specie di carne, pure di volatile unitamente ad ogni sorta di
-formaggio, o di latticinio, e per cautela, maggiore nell'esatta
-osservanza di questa pratica superstiziosa, i Rabbini ordinano
-scrupolosamente di dovere tenere anche gli utensili per cucina
-interamente separati (ved. _misn. hol. fol. 104. Din. Joré Deng. c.
-92._).
-
-I medesimi vietano inoltre con eguale rigore di mangiare in uno stesso
-convito prima una vivanda di carne, indi altra di formaggio, se non dopo
-decorso l'intervallo di sei ore, (Ibid. e _Beth Joseph_) permettendo
-l'ultima però avanti quella previa una breve interruzione di pochi
-minuti, dopo essersi lavate ambe le mani. Tanto possono le tradizionali
-follìe in mente umana!
-
-Mi si permetta quì di rimarcare soltanto come mai combinare questi
-divieti col lauto banchetto che la _Genesi_ ci descrive (_Cap. 27. v.
-9._) preparato da Abramo ai tre angeli, che in sembianza di ospiti umani
-si presentarono al suo sguardo? Quì troppo chiaro si scorge che l'uso
-delle carni, ed i latticinj nel medesimo convito, ben lungi dall'essere
-vietato, siccome lo è attualmente presso i Settatori Talmudisti, era il
-solo cibo usitato quotidianamente dagli stessi primi fondatori della
-credenza d'Israel; e tanto è ciò vero, quanto che nella suddetta mensa
-disposta da Abramo a' suoi mistici viandanti eravi preparato un vitello,
-e gran profusione di latte, e di butirro che servì loro di nutrimento,
-senza che il testo accennato faccia di sorte alcuna menzione d'altro
-cibo.
-
-Nè giova il dire che a' tempi del patriarca non essendo tutta via
-promulgato il Pentateuco di Mosè un siffatto precetto non potea essere
-in vigore, poichè la stessa preparazione è sotto intesa egualmente
-contenere (_Sam. II. Reg. I._) i rinfreschi ricevuti da David in
-differenti circostanze da Abigail, da Berzelai, ed altri, e nelle
-vettovaglie che seco portarono coloro i quali vennero a ritrovarle in
-Hebron; siccome ancora nello sfarzoso banchetto dato da Salomone di lui
-figlio alla Regina Siba, che da' propri suoi stati accorsa era
-espressamente per ammirare da vicino i fasti, e la saggezza di questo
-monarca ebreo, che allora facea lo stupore dell'universo, ciò che
-formava il corredo migliore di simili conviti, secondo l'uso
-generalmente seguitato in quei tempi, per quanto apparisce dalla
-Scrittura medesima altro certamente non era che una grande affluenza di
-frutti, di legumi, di latte, di carni, e di butirro in una mensa stessa;
-quindi è che altro che tali trattamenti possono avere dati, e ricevuti
-que' sovrani di Israel, malgrado che la Legge di Mosè fosse da entrambi
-perfettamente conosciuta. Si avrà forse il delirio di riprovare que'
-benemeriti antichi per avere praticato un simile uso, preferendo loro di
-moderni che se ne astengono?
-
-(91) Nel Codice Misnico (_Trat. Holim. Cap. 8. §. IV._) il Rabbino
-_Jossè Agalili_ sembra convenire, in qualche modo, colla stessa nostra
-opinione, relativamente al precetto di cui parliamo, se non per
-abrogarlo del tutto, almeno per restrignerne l'osservanza; riducendolo
-al primitivo suo senso letterale, cioè al solo divieto di cuocere
-l'agnello unicamente entro il latte di sua madre, volendo in tale
-maniera escludere affatto da questa prescrizione gli animali volatili,
-qualunque siano, le madri de quali si riconoscono scevre onninamente di
-questo fluido (_Ibid._).
-
-(92) Se riescono stravaganti oltremodo quelle tante prescrizioni
-tradizionali da noi fin quì sovente rimarcate, quanto non dovranno mai
-apparire all'eccesso ridicole, e affliggenti quelle che impongono i
-Rabbini all'occasione di nascite, di nozze, di esequie pe' defunti? Non
-abbiamo che percorrere i prolissi trattati, fatti sopra tali propositi
-(Ved. _Sciulh. Ngharuh Trat. Milah, Kidushim & Abel._) per restare
-intimamente persuasi, che tali appunto, quali distinti furono da noi,
-debbono sembrarci in ogni senso quelle prescrizioni che vi sono
-racchiuse, relativamente a' tre indicati soggetti, senza che io mi
-diffonda di soverchio a tesserne il dettaglio, che d'altronde un lavoro
-questo sarebbe inutile del pari che annojante.
-
-(93) Per viemaggiormente restare quanto è duopo convinti di questa
-verità di fatto, noi non abbiamo che richiamare quanto da noi fu già
-esposto altrove, relativamente allo scrupolo smodato che si fa l'uomo
-ignorante, a qualunque setta ch'esso appartenga, d'interrogare se stesso
-intorno quegli articoli che un'abitudine grossolana e macchinale fece al
-medesimo un giorno riguardare come sacri, e inviolabili, e quelli pure
-d'altronde, i quali forniti di lumi sufficienti per elevarsi fino alla
-contemplazione della verità delle cose, predominati, del pari, dallo
-smarrimento deplorabile medesimo, si tendono, ad un tale riguardo, così
-pure incapaci onninamente di raziocinio, e di riflessione; perchè lo
-scrupolo dell'esame, a questo soggetto, non è niente dissimile da quello
-degli altri, l'educazione e la coltura de' medesimi non avendo avuto
-attività bastante di superare la barriera fatale de' pregiudizj
-religiosi imbevuti nell'infanzia.
-
-(94) Una volta che i prestigj del fanatismo sieno giunti ad
-impossessarsi dello spirito umano, riesce presso che impossibile di
-sradicarli al segno che più non accorrino a funestarlo nè a cospirare la
-sua perdita estrema, e se per fortuita combinazione gli parrà di vederli
-allontanati, ciò non seguirà che per qualche breve intervallo; passato
-questo gli vedrà riprendere tosto sopra di esso un impero più assoluto,
-e più consistente; inutile vedrà ogni suo sforzo, allora per tentarne lo
-scampo; questo nemico crudele lo perseguita ovunque; non vi vuole altro
-meno, che una opima dose di sana filosofia; e di solida coltura, onde
-pervenire e distruggerlo per sempre, senza timore che ritorni mai più a
-funestare la specie umana: _Il n'est d'autre remède à la maladie
-épidémique du fanatisme, que l'esprit Philosophique, qui répandu de
-proche adoucit enfin les mœurs des hommes, et que prévient les accès du
-mal; car dès que ce mal fait des progrès il faut fuir, et attendre que
-l'air soit purifié_ _Volt. Dict. Philos. T. V. p. 513._
-
-
-
-
- CAPITOLO XII.
-
- La pretta credenza trasmessa dal legislatore Mosè al Popolo ebreo poco
- varierebbe da quella professata da Socrate, da Platone, e da Confucio,
- se si eccettua le molteplici instituzioni misniche, e Talmudiche
- aggiuntivi ad essa.
-
-
-Donde dunque verosimilmente procede, udiamo taluno interrogarci di
-proposito sovente, che quasi tutta la specie umana persuasa in
-apparenza, che la religione è la cosa la più vantaggiosa per essa, e
-sotto qualunque siasi aspetto che si riguardi, riconosciuta la più
-seria, la più decisiva, ed importante, mentre che questo è frattanto
-l'oggetto che gli uomini si permettono il meno d'investigare con
-criterio, di approfondire con diligenza, e precisione? Laonde se si
-tratta di contrarre un affare qualunque, di vendere qualche oggetto, di
-acquistarlo, si prende le precauzioni le più accurate si bilica ogni
-termine, si pondera ogni frase dello scritto che ne racchiude le
-condizioni, e ciascuno fa, in somma, ogni sforzo possibile per mettersi
-al riparo da qualunque male intelligenza, frode, o sorpresa: or, perchè
-mai, argomentano, con impudenza, certuni, non avviene appunto così della
-religione, e specialmente orale, che resta il più delle volte adottata
-ciecamente sulle asserzioni altrui, senza che alcuno prendasi un benchè
-minimo pensiere di esaminarla (95)? Io non dirò già (come qualche
-filosofo incredulo erroneamente opina) che le massime religionarie degli
-uomini di ogni setta di qualunque angolo del mondo sono i monumenti
-antichi e permanenti dell'ignoranza, della credulità, de' terrori, e
-della stupida buona, fede de' loro mali accorti antenati; io rigetto
-questa opinione come assurda, eterodossa, e onninamente destituita di
-base, di ragione, e forse ancora di buon senso; ma per altro,
-l'esperienza, che rare volte inganna, mi ha in ogni tempo sensibilmente
-dimostrato che in proposito di religione, e sopra tutto tradizionale gli
-uomini non sono a sufficienza tutta via illuminati, quanto il loro
-pressante bisogno lo richiede, onde potere essere garantiti solidamente
-della verità, e della ragione di tutto ciò ch'essi ammettono come
-supposto vero, e ragionevole.
-
-Ma da quale altra contaminata sorgente dobbiamo noi fondatamente
-ripetere sì deplorabile sciagura, se non se dalle insensate sottigliezze
-tradizionali, che soggiogarono sempre, a grado a grado, tutte le
-nazioni, tutte le sette dell'universo, le quali ne risentono pur troppo
-tuttavia la gravezza lacerante, e il danno incalcolabile, senza speme di
-sollievo, nè di compenso (96)?
-
-Gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, e gl'idolatri tutti hanno delle
-supposte intuitive tradizioni, che sostengono fervidamente d'accordo,
-emanate dal Cielo, compilate dallo Spirito Santo, e identiche, e
-uniformi alla più esatta inalterabile verità; esse sono tutte
-interamente appoggiate ad un punto medesimo di centro, che insieme
-racchiude l'antichità, e il fanatismo religioso (97).
-
-Ecco le due barriere fatali che opponendo un'ostacolo tenace, ed a molti
-riguardi considerato come ineluttabile all'esame de' sentimenti
-religiosi che ci furono inspirati nell'infanzia, immergono tutti i
-popoli ciecamente nella credenza grossolana de' più malefici, e
-degradanti pregiudizj; e senza diffondermi soverchiamente sulle altre
-sette che ingombrano ambo gli emisferi, non abbiamo che applicare
-costantemente le stesse impotenti basi che servono di rilievo
-fondamentale alle tradizioni del popolo d'Israel, per vederne risultare
-direttamente i funesti disordini eguali a quelli di tutte le altre
-nazioni, che l'Istoria ci fa conoscere, e scorgervi, ad un tempo, con
-indelebili marche, l'impronta stabile uniforme della menzogna che le
-caratterizza tutte quante (98),
-
-Suppongasi, per mera ipotesi, che un Settatore di Socrate, di Platone, o
-di Confucio, od anche questi tre filosofi medesimi in persona, ignari
-affatto delle tante sette o religioni, che coprono attualmente ambo gli
-emisferi de' nostri secoli, sieno eccitati da una mera curiosità di
-trasferirsi fra noi per osservarle ocularmente; una fortuita
-combinazione favorisca i loro disegni, e compia le loro brame; un giorno
-di venerdì si trovino avere per commensali un ebreo talmudista, un
-cattolico romano, ed un settatore di Maometto; io non posso usare dei
-vostri arnesi, farebbe a dire l'ebreo, nè debbo mangiare la carne avanti
-il cacio, nè condire con questo veruna specie di carnaggio, nè mi è
-permesso di gustare i vostri cibi, di sorte alcuna, siccome ancora mi è
-vietato di bere il vino premuto, da coloro che professano una credenza
-differente da quella che la mia tradizione da lunga serie di anni già
-trasmise agli avi miei (99): e pregovi di congedarmi avanti che il sole
-trammonti nell'occaso, giacchè se le festa, del sabato quì mi ritrovasse
-in tale momento, non solo io commetterei un oltraggiante villanìa di
-lasciare i miei ospiti celesti scevri di quegli omaggi consueti che sono
-ad essi meritamente dovuti (ved. ann. 87.), ma incorrere altresì io
-potrei nel grave irremissibile delitto di dovere meco portare il
-fazzoletto che tengo per mio semplice uso, l'orologio, non meno che il
-sottile bastone che per mero piacere io porto fra le mie mani (ann. 72);
-ed a me, soggiugnerebbe il cattolico romano è severamente vietato di
-cibarmi di qualunque siasi carne in questo giorno, poichè in esso fu
-condannato all'ultimo supplizio il mio Dio; quello è il giorno per me
-terribile in cui il redentore del mondo terminò fra due ladroni sopra un
-infame patibolo i giorni suoi; ad una sì lugubre commemorazione io sono
-in dovere di consecrare quest'astinenza durante l'intero periodo della
-mia vite, e tutto ciò che da voi, e da me si opera fedelmente riferire
-io debbo all'orecchio di colui che l'arbitro depositario degli arcani
-del mio cuore, e l'assoluto direttore delle mia coscienza, può a suo
-piacere cancellare ogni mia colpa, confessandola ad esso, e ad un tempo
-medesimo rendermi il più venturoso fra i mortali, ovvero condannarmi
-inevitabilmente a gemere ne' cupi abissi dell'inferno, ommettendo di
-eseguirlo (100); ed io, conchiuderebbe finalmente il musulmano, sarei
-per tutti i secoli dannato, se volessi bere del vino, o vi ascoltassi
-parlare di scienza di morale, e di buon senso, mentre io debbo essere
-astemio tutto il corso della mia vita, e marcire nell'ignoranza tutto il
-tempo ch'essa dura (101), e siccome in questo giorno io debbo celebrare
-l'ascensione al cielo del mio sommo Profeta (102), associarmi non posso
-nel vostro conciliabolo profano a meno di non rendermi indegno della
-ricompensa che mi ha esso garantita, qual è quella di farmi godere
-nell'altra vita i soavi amplessi delle più avvenenti femmine del mondo,
-preparate per eterna delizia de' giusti entro un vastissimo serraglio,
-nelle incontaminate regioni celesti, o di cui Dio è l'arbitro
-disponitore, e Maometto il soprastante (103).
-
-Dopo tuttociò, quale giudizio farebbero essi mai questi tre saggi delle
-varie opinioni dei loro tre Commensali? Che direbbero essi mai della
-superstizione del primo? cosa opinerebbero della credulità del secondo,
-e quale orrore concepirebbero essi mai del ministero infame che
-l'ignoranza dell'ultimo attribuisce stolidamente al Supremo Creatore
-dell'Universo?
-
-Ma lasciamo pure all'insensato Dervigi le brighe impotenti di
-giustificare la sua orrida insania, ed a settatori di Pietro gl'inutili
-sforzi pure lasciamo, di palliare i loro intimi sentimenti; indarno
-tenteremmo noi di disingannarli entrambi, mentre nè con l'uno, nè con
-gli altri non ci sarebbe permesso giammai di avere ragione; e le nostre
-ponderate ricerche arrestiamo unicamente su' delusi Israeliti
-Talmudisti, i quali più di ogni altra setta debbono quì richiamare le
-nostre più assidue cure, ed essenzialmente preoccuparci.
-
-Non per tanto, se il fautore Talmudista nudare volesse l'illusoria
-credenza che lo attrae dopo sedici, e più secoli, da tutti quegli ornati
-mostruosi che sotto lo specioso carattere di utili _ripari_ (benchè per
-loro stessi oltremodo frali pur troppo, e insussistenti) gli si fece
-sempre, e ovunque rispettare come sacri, e inviolabili, e di cui sì
-enormemente essa trovasi aggravata (104): Se con intima persuasione del
-proprio inganno ei cercasse il mezzo il più pronto e il più sicuro di
-emendarsene, spezzando risolutamente il talismano fatale della menzogna,
-che lo rendeva per lo passato incapace di eseguirlo; se annientando
-tutte le appendici mistiche, e paradossali, che lo fecero comparire fino
-ad ora sì odioso, e degno di commiserazione alla mente perspicace del
-filosofo illuminato, e distruggono i pregj che la esimia sua credenza in
-se medesimo racchiude, egli soltanto si attaccasse all'utile, al puro,
-al salutare; se da tutto questo, dico, prescindendo, esponesse loro
-l'ebreo, che la vera sua religione solo consiste nell'ingenua credenza
-indefettibile dell'Essere Supremo, unico, eterno, incommutabile che
-punisce l'uomo perverso, e ricompensa il saggio, che un tale premio, ed
-una tal pena (sebbene comprendere giammai noi non possiamo cosa l'uno, o
-l'altro sia, nè come si compiano entrambi) sono riserbate unicamente
-dopo le morte ad un essere infinitamente superiore al corpo umano; a cui
-sopravvivere dovrà perpetuamente perchè semplice, non suscettibile di
-morte, e intelligente; nell'amore integro di tutti coloro che
-appartengono alla nostra specie, nell'obbedienza, e sommissione alle
-leggi civili che governano lo stato in cui esso vive, e finalmente
-nell'esercizio assiduo, e costante di una sana morale: quindi tutto ciò
-che a tali essenzialissimi principj che costituiscono la base
-fondamentale della primitiva religione dell'ebreo si aggiugne, altro non
-è che il mero effetto dell'umano traviamento da cui furono un tempo
-all'eccesso predominate certe menti entusiastiche e stravaganti, a
-scapito del credulo, e troppo scaltramente sedotto popolo d'Israel.
-
-Rapiti questi benemeriti filosofi allora dall'intensa possanza di tali
-eccelse idee, attoniti restando delle sublimi verità edificanti comprese
-nel dettaglio analitico che loro si fece, come potrebbero essi mai di
-preposito deliberato dissimulare di non riconoscere nella religione del
-vero Israelita la chiara impronta uniforme di quella professata da essi
-medesimi; come supporre infine, senza delirio, che ricusare essi
-volessero il pieno suffragio loro concorde, ad una sì ammirabile
-credenza che riconoscerebbero in massima essere la loro, cotanto
-identica a' sacri dettami della filosofia, della nature, della ragione?
-Infatti qual'era mai per se stessa la base radicale dove propriamente
-sostenevasi la credenza di entrambi questi due filosofi di Atene, e dove
-mai fondava il filosofo Chinese quella dell'intimo suo Culto? (105) Se
-prescindere vogliamo da ciò che sia propriamente sistema filosofico, che
-ogni creatore, o institutore di nuova setta scientifica, immaginare
-volea il suo, in nulla, o in poco differiva certamente il loro credere
-da quello che veggiamo istituito da Mosè nel Pentateuco; astraendo però,
-nel modo che abbiamo fatto tutte quelle ordinanze, o prescrizioni che
-imposte furono da questo legislatore agli ebrei della sua età, che oggi
-terrebbero del soverchio, o dell'inutile.
-
-Non avvi alcuno che ignori a quale prezzo aggravante Socrate acquistasse
-il sublime piacere d'istruire l'ingratissima sua patria, dell'esistenza
-indelebile del Dio di verità, e la soddisfazione di renderla edatta
-della scienza la più esimia, la più utile, e la più importante per il
-genere umano (106).
-
-E chi mai fra tutti gli uomini scienziati dell'antichità, si è in alcun
-tempo elevato col pensiere fino alla contemplazione dello stesso Autore
-Supremo della natura, e dell'anima umana, con maggiore successo di
-quello che i fasti filosofici concordi ci narrano di Platone? Non
-abbiamo che applicarci assiduamente nel suo ammirabile _Timeo_, oltre le
-tante altre sue produzioni metafisiche, e contemplative, per restarne
-convinti, e sorpresi ad un'istante (107).
-
-E quale morale potrà essere giammai posta al confronto con quella che
-Confucio introdusse fra i Chinesi, quali instruzioni più dotte, più
-salutari di quelle che questo popolo apprese da sì venerabile maestro,
-che da oltre venti secoli non cessa di rispettarlo come tale, ed
-essergli riconoscente come suo benefattore? (108)
-
-Da un confronto sì esatto, e sì uniforme in ogni parte, chi non vedrebbe
-mai resultare quella pura fondamentale religione, la sola oltremodo
-necessaria, e indispensabile all'Ente ragionevole sulla terra, già da
-esso conosciuta, e praticata col più felice successo per tanti secoli
-nella vetusta età della sue specie? E quale altra mai fuori di questa,
-per confessione unanime di tutti i popoli era la credenza dell'antico
-Israelismo, non escludendo Mosè che ne fu il promulgatore? Ma le illuse
-generazioni che ne successero nulla premurose di conservarla, corsero
-per elleno medesime a precipitarsi nel baratro funesto della più
-grossolana superstizione e di una stupida ignoranza in cui la loro
-macchinale credulità dovea, senza scampo inconsideratamente trascinarle.
-Quindi senza lesione della verità conchiudere illativamente quì si
-potrebbe che se la religione dei primi benemeriti patriarchi del Popolo
-d'Israel è vera, quella che professano gli ebrei moderni è nella massima
-sua parte opposta a quella diametralmente, e in conseguenza apocrifa, e
-assurda, e ciò per le tante valide ragioni da noi opportunamente
-riportate, e per le molte altre che ci si offriranno nel progresso delle
-nostre osservazioni; ma tale è pur troppo la condizione deplorabile
-dell'uomo, come lo riflette un pensatore filosofo, che il vero non gli è
-sempre vantaggioso, ed i lumi della ragione non furono in tutti i tempi
-sufficienti abbastanza, nè, quanto è d'uopo, efficaci a rischiarare le
-dense tenebre nelle quali esso vive per folle arbitrio, miseramente
-sepolto.
-
-(95) tali sono appunto gli stravaganti riflessi che dettero adito in
-ogni tempo alla temeraria miscredenza di alcuni pensatori liberi, onde
-conchiudere assurdamente che i principj su' quali si fonda la religione
-(tuttochè da' sani filosofi giudicati, e riconosciuti sempre
-incontrastabili), altro non sono che ipotesi azzardate, immaginate
-dall'ignoranza, propalate dalla credulità, adottate dalla speranza, e
-venerate dal timore: _Les uns_, aggiugne Montagne, _font à croire au
-monde qu'ils croient ce qu'ils ne croient pas, les autres en plus grand
-nombre se le font à croire à eux mêmes, ne sachant pas pénétrer ce que
-c'est que croire._ _Ess. IV._
-
-(96) Si consultino le tradizioni di tutti i popoli che conosciamo, si
-percorrino quelle ad una, ad una minutamente, quale bene ci mostreranno
-avere esse recato agli uomini che possa, in qualche parte almeno,
-ricompensarci degl'innumerabili mali che ci hanno le medesime in tante
-guise differenti, e in ogni tempo cagionati sopra la terra? Ma ci
-faranno esse vedere come accesero per tutto le fiaccole
-dell'intolleranza, come hanno empiute crudelmente ovunque le pianure di
-cadaveri, abbeverate le campagne di sangue umano, incendiate le Città
-devastati gl'Imperi, senza che abbiano renduti mai gli uomini più umani;
-nè più saggi, nè migliori: La bontà de' medesimi è l'opera unicamente di
-una pura morale, o d'una vera Religione.
-
-(97) Se prescindere vogliamo un solo istante dalle follie deplorabili
-che le numerose tradizioni de' popoli gentili hanno fino a noi
-tramandate, a che si ridurrebbero mai senza di quelle tutte le immense
-pratiche, o cerimonie delle sette che ci si offrono a' tempi odierni?
-Quelle dell'Israelismo furono, a tempo debito, da noi evidentemente
-contraddistinte; e quelle coltivate dalle altre, senza dubbio, a poca
-cosa. Ma ciò che reca stupore si è di vedere, come tutte le nazioni,
-senza eccettuarne alcuna, vanno esattamente concordi, e nel deciso
-fervore con cui ciascuna di esse pretende fare valere la sua, e nella
-sorgente incontaminata dalla quale vogliono tutte farle direttamente
-scaturire.
-
-Per altro, io ricercherei di proposito a tutti questi settarj, come
-pervenire a provare quale fra queste tradizioni potrà dirsi giustamente
-la vera, in mezzo alle moltiplici contraddizioni ch'esse ci offrono
-insieme, ed alla ripugnanza che ogni popolo dimostra costantemente per
-le tradizioni di un altro popolo? Le nove incarnazioni di _Wistnou_ sono
-religione nelle Indie, e favola in Pietroburgo; l'_Eucaristia_, è un
-sacramento presso i Cristiani, è un idolatria in Costantinopoli, nella
-guisa che le gesta di _Maometto_ venerate da' Musulmani come altrettante
-intuizioni divine, sono riguardate da' Seguaci di Cristo, come l'effetto
-dell'impostura, e dell'insania; e tuttociò finalmente che gli altri
-popoli apprezzano come sacro, e inviolabile, è dagli ebrei riguardato
-come degno di abominio, e di esecrazione; nella guisa che una gran parte
-degli usi, e cerimonie religiose praticate da questi, persuasi che
-procedino dallo spirito santo, o dal portentoso _Batkol_, di cui fu già
-da noi parlato altrove, formano l'oggetto dell'improperio, e della
-derisione degli altri popoli.
-
-Or in mezzo a tante fluttuanti opinioni, sostenute da ogni parte col più
-fervido entusiasmo, come mai rintracciare la meno assurda, la più ovvia,
-la migliore? Per altro, il servigio il più rimarcabile che rendere si
-potrebbe a tutti i popoli dell'universo, quello sarebbe, senza dubbio,
-di fare ed essi conoscere l'illusione, e il nocumento delle loro
-stravaganti opinioni a tale riguardo, ma niuno fino ad ora ci ha pensato
-giammai, e sembra che nè pure vi abbia avuta l'idea d'intraprenderlo, nè
-il coraggio sufficiente di eseguirlo.
-
-(98) _Lucrezio_ ha detto, è ormai venti, e più secoli, che tutto il
-genere umano, fino da' suoi tempi, era oppresso miseramente sotto la
-soma lacerante della superstizione:
-
- _Humana ante oculos fœde cum jacere,_
- _In terris oppressa gravi sub Religione._ _L. I. v. 63. 64._
-
-Che direbbe mai Lucrezio, se risorgere ei potesse a' tempi nostri? Molti
-l'hanno parimente ripetuto con eguale veemenza, dopo di lui; infiniti
-altri benemeriti scrittori se ne lagnano ancora; ma frattanto esistere
-si mirano tuttavia ovunque, e la superstizione, e i suoi detestabili
-fautori.
-
-(99) Tutti questi, ed altri sì fatti deplorabili smarrimenti de' quali
-fu da vari secoli suscettibile il popolo Ebreo, come osservammo, possono
-datare dall'Era lacrimevole delle propalazione delle tradizionali follìe
-di cui si ebbe la scaltrezza d'imbevere lo spirito umano,
-delineandogliele come altrettante prescrizioni divine, l'esatta
-osservanza delle quali rendevasi assolutamente indispensabile all'eterna
-salute d'Israel, nella guisa medesima che la trasgressione lo ridurrebbe
-periclitante, senza scampo, vittima delle più orribili calamità, e di un
-perpetuo infortunio.
-
-Dopo tutto ciò stupiremo ancora di vedere accreditare, ed ammettere con
-tanta venerazione dagli uomini tali mostruosi principj? Agevole riesce
-di far credere agli uomini ciò che lusinga il loro amor proprio, ed
-alimenta i pregiudizj di cui sono imbevuti.
-
-(100) Non è che nel secolo XII. che il dogma della Confessione
-auriculare fu introdotta fra i settatori papisti da Innocenzo III. nel
-Concilio Lateranese IV. l'anno 1213. Ma ciò che dee sembrare oltremodo
-straordinario alle menti illuminate si è, l'osservare con quale accanito
-fervore è essa ovunque praticata laddove il Clero perviene ad acquistare
-un ascendente quasi assoluto sullo spirito abbacinato degli uomini, come
-appunto succedere miriamo in Ispagna, in Portogallo, ed in Italia,
-malgrado che i primi padri del Cristianesimo combattessero apertamente
-l'uso di siffatta confessione, e non ostante che _Ambrogio_,
-_Crisostomo_, e _Basilio_ fra quelli ne fossero d'accordo sì avversi,
-esortando i penitenti a confessare le loro colpe al solo Dio che può
-correggerle, ed annientarle, e non già di palesarle agli uomini, i quali
-altro non sanno che stordirli con minaccie, o puerili timori senza
-recare loro fintanto alcuna specie di antidoto nè di conforto (_Ved
-homil. 31 in Hebr. homil. de Pœnit. T. V homil. de Laz. T. V. p. 81._)
-
-E se Agostino interroghiamo, lo udiremo ripetere: _Quid mihi est enim
-cum hominibus ut audiant Confessiones meas, quasi ipsi Sanaturi sint
-omnes languores meos?_ _Confes. Lib. 10. Cap. 3._ e lo stesso Agostino,
-in altro luogo, (_Serm. II. sopra il Salmo 31._) aggiugne: _Pronuntiabo
-adversum me injustitias meas domino_ (si osservi che non dice già agli
-uomini) _& tu remisisti impietatem cordis mei_.
-
-Servissero almeno queste confessioni ad allontanare il delitto, a
-reprimere i vizi, a rendere più saggi coloro che stupidamente vi si
-confidano, il nocumento ch'esse recano non sarebbe senza un compenso; ma
-esse travviano lo spirito, corrompono i costumi, alimentano
-l'ingiustizia, e le azioni criminose, e colla facilità delle assoluzioni
-che si fanno, senza ostacolo, risultarne, anche il più deciso malfattore
-con una simulata resipiscenza non solo ritrova un pronto mezzo con che
-giustificare agevolmente i suoi misfatti, ma persuaso di potere in tale
-maniera giugnere per sino e cancellarli, esso diviene sovente recidivo
-senza ribrezzo. Se i Peruviani, secondo il P. Accosta, il Pau, ed il
-Raynal praticavano essi pure la confessione molto avanti che la
-conoscessero i Cristiani, soggetti non erano però a simili delirj.
-
-(101) volendo Maometto prevenire ed allontanare gli eccessi che
-cagionano regolarmente l'ebrezza, e il giuoco per colui che vi si
-abbandona, esso ha interdetto assolutamente l'uso del vino, e de'
-giuochi d'azzardo, ed affine di dare a questa legge tutta quella forza
-che gli era necessaria, esso ebbe ricorso alla sua pratica usuale, quale
-fu quella di inventare alcuni esempi ovvj a giustificare la sua condotta
-a tale riguardo, uno di questi fu quello de' due angeli _Arut_, e
-_Marut_ inviati da Dio sopra le terra per amministrare le giustizia in
-Babilonia, che divenuti ebri in un banchetto dove furono invitati,
-commisero molte vituperose incontinenze (ved. _Alkodai Pocok. Specim.
-Ist. Arab. p. 175. Alcor. Cap. V._) Tale è infatti il vero motivo del
-divieto del vino presso i Musulmani.
-
-In quanto poi ad ammettere per uno de' dogmi di religione l'ignoranza
-universale delle scienze, siccome era esse una delle qualità che
-distinguevano il fondatore dell'Islamismo, giacchè l'inscizia di
-Maometto, per quanto asseriscono i suoi medesimi fautori, andava fino
-alle barbarie, non sapendo nè leggere, nè scrivere, difetto, peraltro,
-che gli era comune con tutta la sua tribù (ved. _luog. cit._) ciò che lo
-rendeva incapace non solo di risolvere le obbiezioni che gli avversari
-della sua setta nascente gli opponevano di tratto in tratto, ma lo
-esponeva sovente agli scherni, ed a' motteggi che le sue ambigue
-risposte davano sufficiente motivo di dovere fare. Quindi riconoscendo
-che i suoi settatori non avrebbero potuto meglio riuscirci in simile
-caso, egli si appigliò al partito di proibire loro qualunque specie di
-questione Teologica, di scienza, e di coltura, comandando eglino, in
-vece di passare a fil di spada tutti coloro che inveissero contro la sua
-dottrina. (Ved. _Alcor. Cap. 4 Cantacuz. Orat. 1. Sect 12._)
-
-(102) Niente di più ridicolo della Mesra, ovvero il preteso viaggio che
-Maometto fece nel Cielo durante il corso di una notte; e niente di più
-insensata dell'invenzione dell'Alborak, o del prodigioso animale
-quadrupede che ve lo condusse.
-
-Rapportasi dunque dall'Alkorano, ch'essendo Maometto coricato una notte
-con _Ayessa_, una delle sue mogli, udì battere alla porta della sua
-camera, ed essendosi alzato per aprirla esso vi osservò l'Angelo
-Gabriello ornato di 70. paja d'ale spiegate da entrambi i suoi lati;
-esso era seguitato dall'_Alborak_, bestia che partecipava della natura
-dell'asino, e del mulo, di una bianchezza che eccedeva quella della
-neve, e di un agilità sì sorprendente, che il lampo non passa con
-maggiore celerità di ciò ch'esso metteva nel tragittare dall'uno
-all'altro sito, ed è appunto a cagione di sì fatta straordinaria
-destrezza (secondo gli scrittori Musulmani) che gli si fece meritare
-l'attributo di alborak, che nell'arabo idioma significa un baleno.
-
-Tosto che lo sguardo di Maometto restò colpito dall'intuito del
-Messaggere celeste, questi lo abbracciò affettuosamente, e salutandolo
-dalla parte di Dio, gl'impose in di lui nome il trasferirsi nel Cielo,
-dove avea esso determinato d'iniziarlo in certi urgenti misteri, che non
-permise di rivelare giammai ad alcuno de' mortali che lo avevano
-preceduto, ed era per ciò col disegno di rendere più agevole il suo
-viaggio ch'esso gl'inviava espressamente l'Alborak. Maometto non esitò
-ad eseguire quanto gli venne imposto, ed appena ch'esso l'ebbe montato,
-si trovò in un istante dalla Mecca in Gerusalemme; da colà sempre
-accompagnato dalla sua guida celeste, proseguì il suo cammino fino a
-tanto che ritrovata una scala di luce preparata per essi vi ascesero,
-lasciando l'Alborack legato in una rupe, fino al loro ritorno, e
-prodigiosamente pervennero quindi al primo Cielo, e da questo agli altri
-sei, tutto nel breve intervallo di una notte. (Ved. _Zamnias. et Didav.
-in Alcor. ad Cap. 17 et 33._)
-
-Si può egli immaginare assurdità più enormi, e iperboli più insensate di
-quelle che si osservano racchiuse in sì fatto itinerario celeste?
-
-(103) Da quando Maometto cominciò ad accreditare in faccia de' suoi
-creduli settatori il di lui preteso apostolato, la prima idea ch'esso
-ebbe fu quella di lusingare la loro speranza, e alimentare la
-dissolutezza a cui gli riconosceva sì eccessivamente proclivi, quindi è
-ch'esso inventò un paradiso secondo il gusto degli Arabi, ed a misura
-de' piaceri sensuali che gli penetravano con maggiore intensità.
-D'altronde conoscendo per isperienza quanto l'idea del loro soggiorno in
-un clima ardente, unito a' costumi lascivi dai quali erano essi
-predominati, avrebbe loro fatto amare tutto ciò che avea efficacia di
-condurli alla sensualità, Maometto promise a' suoi Settarj nella vita
-futura, giardini, riviere, profumi, letti di riposo, del pari sontuosi
-che comodi, preparati da uno stuolo immenso di femmine di un'avvenenza
-incomparabile, e che offrono loro tutto ciò che l'amore ha di più vago,
-e di più seducente (Ved. _Alcor. Cap. 4. 78. 90_ _Hotting. Hist. Orieni.
-Lib. 2. c. 4_). Tale è l'immagine stravagante del paradiso che Maometto
-fece concepire a' suoi seguaci; quella poi ch'esso volle delineare
-dell'inferno in punizione delle colpe, n'è precisamente il contrapposto
-e quasi uniforme a quello che tutte le altre sette lo descrivono.
-
-(104) Le sagge ammirabili prescrizioni instituite da Mosè al popolo
-ebreo sono amplificate oggi a tal eccesso dai settatori talmudisti, come
-lo rimarcammo a sufficienza nei capitoli precedenti, che ora più non è
-possibile distinguere quale fosse propriamente il genuino senso
-primitivo delle medesime; ogni minimo Rabbì, ogni devota femminuccia ne
-accresce sempre a suo capriccio qualche bizzarra nuova pratica, e de'
-nuovi riti stravaganti, quali dal rabbinico dialetto sono chiamati גדרים
-(ghedarim), cioè _ripari_, per non giugnere al grado com'essi
-erroneamente opinano di trasgredire ciò che attacca in massima
-l'essenziale de' veri precetti comandati da' Mosè; ed egli è insomma
-così che questi glosatori co' loro ghedarim non solo resero le solennità
-prescritte al Popolo ebreo come giorni di delizia, e di ricreazione, un
-giogo aggravante, e insopportabile per la massa enorme de' riti, doveri,
-e cerimonie di tante specie differenti, aggiunte alla quantità immensa
-de' precetti già imposti da Mosè ne' tempi andati, ma tutto il
-Pentateuco altresì, un edifizio informe soggetto a crollare, e a
-subissarsi al benchè minimo urto.
-
-(105) I sistemi filosofici di Socrate, e di Platone suo scolare sono
-quasi uniformi; essi ammettevano d'accordo tre principj, Dio l'idea, e
-la materia, facendo l'ultima subordinata alle seconda; ma queste due
-dovevano, a senno loro, prestare omaggio, ed obbedienza al Dio supremo,
-come loro opifice, loro padre, loro creatore. Dio dunque è
-l'intendimento universale. Essi concepivano per idea una certa essenza
-incorporea, capace di abbracciare tutte le cose, e la materia il primo
-soggetto sottoposto alla generazione, e corruzione (Ved _Plut., op.
-filos. Cap. 3._)
-
-Tuttochè oscuro, e impercettibile oltremodo sia stato in ogni tempo
-riconosciuto per se stesso questo sistema, per qualunque sforzo che
-molti filosofi abbiano fatto sempre affine di rischiararlo intieramente
-non sieno mai riusciti di vedere sortire felicemente il loro intento,
-pure non lascia quello di fare pressochè ad evidenza travedere quanto
-sane fossero le massime, e i principj che nutrivano Socrate e Platone
-relativamente alla Divinità, ed al Culto puro, e inalterabile che
-rendere gli si dee. I primi Dottori della Chiesa romana hanno adottati
-quasi tutti i sentimenti non meno Psicologici, che Ontologici di
-entrambi questi filosofi, considerandogli per sino, come ortodossi (Ved.
-la seg. annot. 108.) sebbene che il celebre _Bayle_ (_Pens. sur la Com.
-T. I. p. 346._) seguitato da vari altri filosofi seriosamente oppongasi
-a questi, non meno che a' principj filosofici di Confucio, de' quali
-sarà da noi quanto basta ragionato altrove (Ved. la seg. annot. 109.)
-
-(106) È a tutti noto di quali sforzi usasse Socrate affine d'indurre gli
-Ateniesi ad illuminarsi sul culto del vero Dio, e ad oggetto di ridurli
-ad abdicare la loro superstiziosa idolatria, ed i loro malefici
-prestigi; ma quanto inutilmente egli vi si adoperasse lo dimostrano pur
-troppo, l'esito fatale de' suoi benemeriti disegni, e la triste
-ricompensa che la sua patria sconoscente gli ha ferocemente preparata;
-nè le saggie sue premure per istruirla e per illuminarla nella scienza
-la più urgente per l'uomo, qual è la sana morale ebbero un successo più
-propizio, furono sprecate meno vanamente: quale solido vantaggio
-risultare mai ne porrebbe di potere asserire con _Cicerone_ essere stato
-Socrate il primo a fare discendere la filosofia dal Cielo, ad introdurla
-fra gli uomini, a volgarizzarla persino nel centro delle stesse
-famiglie, se cotanto poco la sua ingrata patria curava le di lui
-ammirabili salutari lezioni? _Socrates autem primus Philosophiam
-devocavit e Cœlo et in urbibus collocavit, et in domos etiam introduxit,
-et coegit de vita, et moribus, rebusque bonis, et malis quaerere._
-_Tuscul. Quaest. Lib. V._
-
-Ma il popolo di Atene sempre sordo, ed insensibile agli ammaestramenti
-di sì eccelso filosofo, meditò da proditore la sua perdita estrema,
-privando così la società del più saggio, e del più necessario de' suoi
-membri.
-
-(107) _De Deo scripta in Timæo aliisquis Platonis Commentariis, non ab
-hominis profanis studus inutrito, sed ab Æbreo, aut Christiano profecta
-videatur._ _Lact. Instit. X._
-
-Se tutto ciò non fosse quanto è d'uopo sufficiente a farci completamente
-rilevare i sentimenti di Platone per rapporto all'Essere Supremo, non
-abbiamo che dedicarci di proposito ad applicare il _Cratilo_, ed il
-_Fedone_ di questo medesimo filosofo per restarne maggiormente convinti.
-
-Oltre a ciò non solo i primi ebrei Talmudisti, ma quasi tutti i primi
-Cristiani furono a tal segno Settatori di Platone, che quelli
-appoggiavano tutte le loro più importanti decisioni sulla di lui
-autorità, e si persuadevano con intima convinzione di travedere negli
-scritti del filosofo di Atene una gran parte de' più essenziali misteri
-della loro Religione (Ved. _Aug. Confess. Lib. VIII. Cap. II._), e la
-loro persuasione ora ad un grado tale radicata a questo riguardo, che
-nell'ottavo secolo della Chiesa, i Cristiani giunsero ad accordargli
-generalmente finanche lo spirito di Profetica istituzione; ma se
-aggiugnere si volesse a tuttociò la prodigiosa favola del sepolcro
-ritrovata nel tempo di Costantino VI. e d'Irene sua madre,
-coll'iscrizione osservata sopra una lama di oro, di cui era cinto il
-collo del cadavere che eravi racchiuso, noi finiamo in ultimo col dovere
-credere Platone anticipatamente Cattolico apostolico romano (Ved.
-_Zonar. Ist. Greca T. 3. pag. 87._ _Paolo Diacr. Lib. 23._ _Genebr. Lib.
-3._ _Canisius De Beat. Virg. Lib. 2._)
-
-(108) Benchè i missionarj tutti vantino asseverantemente di avere con
-ogni diligenza consultati gli archivi de' Chinesi, frattanto tutto ciò
-che quelli ci assicurano per rapporto alla Religione di questo popolo,
-non è in massima che contradittoria, e inverosimile; gli uni col _P. Le
-Comte_ la fanno Ortodossa; gli altri pretendono che l'Ateismo ha
-dominato nella China fino da' giorni di Confucio, e che questo esimio
-filosofo ancora siane rimasto così pure infetto (_Lett. de Mr. Maigros
-p. 15._); ma con quale fondamento potrebbe mai accordarsi quest'ultima
-opinione cogli ammirabili precetti trasmessi dallo stesso Confucio al
-popolo Chinese, tendenti ad illuminarle sulla morale la più tersa, ed a
-renderlo saggio, colto, e urbano; precetti che attualmente pure non
-lasciano i Chinesi di mantenere, e seguitare coll'interesse il più
-costante, e il più deciso? (Ved. _nom. mem de la Chine T. 2. pag.
-108._). La seguente giudiziosa opinione tresmessaci da un dotto Inglese
-appunto sulla religione di Confucio fa tacere tutte quelle che tentarono
-futilmente di oscurarla. _The religion of Confucius professed by the
-Literati, and persons of rank in China, and Tonquin, consists in a deep
-inward veneration for the God, or King of Heaven, and in the practise of
-every moral virtue. They have neither temples, nor priests, nor any
-settled form of external worship; every one adores the supreme being in
-the manner he himself thinks best. This is indeed the most refined
-System of Religion that ever took place among men, but it is not fitted
-for the human race; an excellent religion it would be for angels; but is
-far too refined ever for sages, and Philosophes_ (_Sket. of Hist. of man
-Vol. IV. Sket. III. p. 287._)
-
-Per altro, in qualunque siasi aspetto che si contemplino i principj
-metafisici di Confucio, essi dovranno sempre mai essere considerati da
-noi come superiormente utili per ogni associazione umana, degni di
-essere adottati da qualunque siasi popolo illuminato, e ad un tempo
-medesimo come perfettamente identici, e uniformi a quelli che
-l'antichità, non meno sacra che profana, ci fa comprendere conosciuti,
-professati da tutti i primi padri del genere umano.
-
-
-
-
- CAPITOLO XIII.
-
- Del Caraismo, o Deismo Israelitico; dei considerabili vantaggi che ne
- recherebbe il fondato stabilimento fra gli ebrei, ridotto alla sua
- primitiva purità; dimostrasi che i tre Patriarchi, Mosè, ed i Profeti
- che gli successero furono tutti Caraiti, o Ebrei Deisti.
-
-
-Non vi fu giammai sopra la terra, verun popolo civilizzato senza
-religione; ed il grande inconcusso principio di qualunque sistema
-religioso è l'idea di un Essere Supremo: _Potius conspiciendam sine sole
-urbem, quam sine Deo, ac Religione_, ci lasciò scritto _Plutarco_.
-L'assioma non può essere, in vero, ne più giusto, nè più sublime, nè più
-utile alla specie umana.
-
-Per altro, siccome quest'idea si è per tante volte presentata alla mente
-dell'uomo sotto innumerabili aspetti differenti, e forse ancora opposti
-e contraddittorj (109), molti scrittori sensati si fecero costantemente
-ad opinare che dessa non potea essere in tale stato giammai l'opera di
-un Dio (nella guisa che ogni settario lo pretende con asseveranza in
-favore di quella religione ch'egli professa); ma l'edifizio mostruoso
-altresì aereamente costruito da certuni che ripongono le loro più
-fondate risorse sulla fede cieca, e macchinale di quegl'inesperti
-popoli, che seducono, e che tentarono in ogni tempo, e ovunque di
-assoggettare tenacemente alle loro torpide follìe.
-
-Oltre che tutto ciò è pur troppo dimostrato in ogni senso, e da noi
-evidentemente comprovato, que' tali autori che in sì fatta guisa
-ragionano avrebbero dovuto parimente riflettere ancora, che la diversità
-de' climi, de' governi, de' costumi, degli usi, e de' temperamenti de'
-popoli medesimi possono avere così pure molto contribuito a quelle
-modificazioni amplificate che sembrano distruggersi a vicenda, che
-partono frattanto da uno stesso identico principio, o dal pregiudizio
-stesso, e di cui chi in maggiore, e chi in minore dose ogni popolo
-risente intimamente i perniciosi effetti. Io mi limito soltanto alle
-ricerche le più agevoli a conoscersi, e a discutersi, non osando
-avanzare se non se ciò, che l'istoria, ed il mio cuore mi appresero di
-più semplice, di più ragionato e di più chiaro (110).
-
-È cosa renduta omai troppo evidente che quasi tutte le opinioni alle
-quali noi ci attacchiamo il più fortemente, tengono sempre a qualche
-sentimento confuso, di cui noi ignoriamo per l'ordinario il vero fonte
-dal quale derivano, o il germe positivo donde ripetono la loro natìa
-produzione. Lo spirito nostro per lo più, non si arresta giammai che
-sulle idee le quali hanno molto sovente un rapporto analogo, e costante
-colla nostra maniera di sentire, di discernere, di ragionare; se ciò è
-vero, come tutto concorre a persuadercene di qualunque nazione,
-generalmente parlando, a più forti ragioni dee esserlo per il popolo
-ebreo che mille cause fatali gli hanno contrastato sempre, e ovunque
-l'abitudine di coltivarsi, di riflettere, di ragionare (siccome verrà da
-noi dimostrativamente comprovato nel secondo volume di quest'opera) le
-sue più estese cognizioni non oltrepassavano la superficie di ciò che
-scaltramente pretendevasi fargli credere come giusto, inconcusso, e
-salutare; occupato unicamente dei mistici suoi fantasmi tradizionali,
-solo interessato de' propri suoi bisogni, e de' mezzi i più pronti, e i
-più sicuri di soddisfarli, esso vegetava per così dire, senza accorgersi
-di esistere; come dunque in tale stato deplorabile di cose avrebb'esso
-mai potuto uscire dalla sfera immensa de' suoi proprj acquisiti
-smarrimenti dalla quale voleasi a tutta forza circoscritto; come
-disporsi risolutamente a spezzare que' ceppi terribili che teneanlo
-avvinto? Non vi volea meno certamente di una subitanea rivoluzione
-straordinaria nel suo sistema religioso che potesse richiamarlo a se
-stesso, scuoterlo dal suo torpido letargo antico, impegnarlo a
-considerare il di lui stato attuale, compararne l'avvenire col passato,
-e questo colle circostanze degli odierni momenti. Tale rivoluzione
-oltremodo necessaria e salutare al suo degenerato sistema religioso, si
-offre opportunamente adesso; ma ben lungi dal sostenerla, seguitarne le
-traccie, ed animarne i progressi, in vece di versarsi a ponderarne
-l'utilità illimitata a distinguerne i vantaggi perenni che per tanti
-rapporti essa ci porge, ei la condannò ferocemente senza esame, come
-degna dell'Israelitica esecrazione, iniqua, eterodossa (111). Tale fu
-appunto il carattere odibile che da tutti i partigiani Talmudisti
-ciecamente si fece del Caraismo, appena che i primi raggi sfavillanti
-diramati si videro sopra la terra, e tosto che i solidi principj su
-quali reggeasi, cominciarono a rendersi più noti, ed a propalarsi fra
-gli uomini: Istituzione che ridotta alla sua purità primitiva è, senza
-contrasto, la più sublime, e la migliore di quante altre mai la mente
-dell'uomo fosse stata in alcun tempo capace d'introdurre sopra la terra.
-
-Ma avanti d'internarci nell'esatta dimostrazione di questa verità, ci è
-d'uopo quì arrestarci un solo istante ad indagare assiduamente il fonte
-primitivo, da cui un tale nome ritrae la sua originaria derivazione;
-indi nella migliore forma che ci sarà possibile discenderemo
-gradatamente ad esaminarne l'origine, i progressi, le pratiche, e gli
-errori, onde giugnere in seguito più agevolmente al nostro grande scopo,
-qual è quello di sopprimere, e annientare tutto quanto può racchiudersi
-in siffatto sistema d'assurdo, d'inutile, o di strano, e ad un tempo
-medesimo semplificarlo, e di ridurlo a quel grado di esattezza di cui le
-umane instituzioni possono essere suscettibili.
-
-I cinque libri che compongono interamente il Codice di Mosè (che noi
-distinguiamo col vocabolo greco _Pentateuco_ che significa cinque)
-furono chiamati dagli ebrei al ritorno della loro cattività di Babilonia
-מקרא (_mikrà_), cioè _Lettura_; essi non dettero per tanto da principio
-questo nome che a' soli accennati cinque libri (come apparisce da Neemia
-Cap. 8.) dove il semplice testo della Legge è così pure distinto col
-Vocabolo _mikrà_. I Rabbini cominciarono allora a nominare col termine
-medesimo anche le loro glose, o interpretazioni del Pentateuco di Mosè;
-e siccome il Popolo ebreo di que' tempi non era intelligente a
-sufficienza dell'Ebraico dialetto, rendevasi necessario assolutamente
-che il detto Codice che gli si imponeva come un dovere pressante, di
-osservare minutamente, fosse al medesimo spiegato nel Caldeo linguaggio,
-tale essendo la sua lingua materna, per vieppiù metterlo in istato di
-conoscerlo, e d'intenderlo. Quindi nella successione de' tempi si chiamò
-parimenti _Mikrà_ tutto il resto della Bibbia; e lo stesso Talmud si
-serve qualche volta di questo vocabolo paragonando il testo della
-Scrittura colle parafrasi rabbiniche sulle quali la tradizione del
-popolo d'Israel è onninamente fondata.
-
-E così dunque da ciò, che la setta de' _Caraiti_ fra gli ebrei prese il
-suo nome primitivo, perchè dessa si attacca, principalmente al semplice
-testo della scrittura, non volendo in conto alcuno conoscere le
-tradizioni degli altri ebrei per principio fondamentale di quella
-religione ch'essi prefiggonsi di ammettere, e di osservare, nella guisa
-medesima, che si è veduto ne' secoli a noi più vicini i protestanti
-denominarsi _Evangelici_, a cagione ch'essi pretendevano di non doversi
-appoggiare, che sul mero evangelo, rigettando completamente qualunque
-siasi tradizione, e tuttociò che vi ha, o lontano, o prossimo rapporto.
-קראי (Karai) dunque, secondo ancora l'osservazione di _Abenesdra_, e di
-_Elia Levita_, significa: un'uomo colto, esercitato profondamente nello
-studio della scrittura, e della più purgata maniera d'intenderla, e di
-spiegarla (112).
-
-Ma questo nome che in origine era sì generalmente onorevole fra gli
-ebrei, è divenuto loro esecrabile all'eccesso, dopo che alcuni fra
-questi i quali concepirono un disprezzo positivo per le tradizioni
-Rabbiniche, si separarono dal corpo totale degli ebrei distinguendosi
-collo specioso attributo di _Caraim_. I proseliti di questa nuova setta
-pretesero di dimostrare con ciò ch'essi aveano sulla religione dei
-sentimenti molto più integerrimi, ed assai più filosofici degli altri,
-ch'essi accusavano di avere in qualche modo abbandonata la parola di Dio
-per seguire ciecamente le ampollose Decisioni rabbiniche delle quali le
-loro opere sono piene. Da un altra parte gli ebrei Talmudisti gli
-rimproveravano di essere _Saducei_, perchè infatti essi gl'imitavano in
-quanto a ciò solo che non volevano ammettere le tradizioni de' loro
-antecessori (113).
-
-Ma lasciamo, di grazia, tutte queste, ed altre sì fatte imputazioni male
-fondate, e veggiamo quali sono stati, in massima, i veri sentimenti
-religionarj della setta del Caraismo, la quale è in tanto abominio
-attualmente presso i Rabbini, non meno, che in faccia di tutti coloro
-aderenti al loro partito.
-
-Prima però di esaurire intieramente l'assunto di cui ora ci occupiamo,
-non mi sembra inutile di fare qualche rapida menzione della primitiva
-origine della setta di cui parliamo, e della sua più verosimile
-fondazione, tutto che oltremodo ambigui, e troppo torbidi sieno i lumi
-che pochi scrittori ci trasmisero, relativamente al Caraismo.
-
-(109) Tutti gli antichi popoli dell'Oriente hanno sempre adorato il Sole
-sotto un'immensa quantità di varj nomi differenti, come può ad evidenza
-rilevarsi dall'Inno al sole di _Marziano Capella_, il quale pretende che
-sono que' nomi disparati, il sole era l'unica Divinità che veniva da'
-medesimi generalmente adorata: _Gli abitatori del Lazio_, (dice
-ingegnosamente l'Autore di questo energico Inno) ti chiamano _Sole_; i
-Greci ti nomano _Febo_; altri ti distinguono _Bacco_; i popoli che
-abitano il Nilo ti dicono _Serapis_; ed alcuni altri _Osiris_; i
-Persiani ti appellano Mitra; tu sei finalmente _Alys_ in Frigia;
-_Ammone_, (ovvero il Dio Agnello) in Libia; _Adone_ in Fenicia; e così
-l'universo intero ti adora sotto una folla immensa di caratteri
-bizzarramente differenti, e opposti.
-
-È solo a questa notabile discrepanza che io intendo propriamente
-riferire il mio principio, da cui il popolo d'Israel, per verità, resta
-del tutto esente.
-
-(110) Perchè mai, argomenta un pensatore anonimo, ritroviamo noi tante
-immagini ridenti nelle tradizioni mitologiche de' Greci, e de' Romani?
-Ciò avviene perchè quelle debbono l'origine loro al più ameno clima del
-mondo, alla patria delle arti, alla culla delle scienze, e del buon
-gusto, al Governo il più saggio, e il più illuminato, ed alla ferma
-inerenza infine che quelle industriose nazioni sentivano per il
-progresso de' lumi, e per lo sviluppo delle proprie loro facoltà
-intellettuali. Perchè mai, al contrario, le tradizioni orali
-specialmente degli antichi Israeliti (prosegue il medesimo Autore) sono
-esse così triste, sì meschine, ed insoffribili? Ciò procede perchè
-queste furono scavate nel centro di un popolo allora, eccessivamente
-barbaro, e ignorante, governato da una Teocrazia, la quale non ispirava
-che il terrore, e l'avvilimento senza renderlo nè meno stupido, nè più
-saggio, nè migliore, nè in verun modo proclive alla coltura dello
-spirito, ed all'acquisto di utili cognizioni. Quindi per ultima prova di
-quanto il testè riportato anonimo ci espone, facciasi un passeggero
-confronto fra i deliziosi giardini della Grecia, e la vaga amenità del
-suolo romano con le scheletrite inospite foreste, dell'Arabia, e della
-Palestina, e noi non saremo più sorpresi della stravaganza notabile
-della quale parliamo.
-
-(111) _Une verité en qualité de nouvelle_, dice un pensatore insigne,
-_choque toujours quelque usage, ou quelque opinion généralement établie;
-elle a d'abord peu de sectateurs; elle est traitée de paradoxe, citée
-comme une erreur, et rejetée sans être entendue._
-
-Ciò che dimostra che gli uomini in generale approvano, o condannano a
-caso, e la verità stessa è dalla massima parte di quelli, ricevuta come
-l'errore, senza esame, inorpellata da' pregiudizj, o dalla tradizione.
-
-(112) Abenesdra che gli ebrei chiamano meritamente il _saggio_ fa
-menzione (_Comm. Sul Pentat._) di cinque differenti maniere
-d'interpretare la Scrittura, di cui la prima è di coloro che si
-diffondono sopra ogni parola impiegando ne' loro commentarj tutto ciò
-ch'essi sanno: il medesimo riporta per esempio un certo Rabbino _Isaak_,
-il quale avea compilati nove libri per fare la spiegazione del solo I.
-Cap. della Genesi; _Saadia Gaon_, ed alcuni altri, i quali all'occasione
-di dovere interpretare una sola frase della Scrittura, si diffusero in
-trattati del tutto stranieri al soggetto principale. Abenesdra combatte
-sdegnosamente questo metodo strano d'interpretare la scrittura.
-
-La seconda presso gli ebrei è molto dissimile dalla prima; quella
-consiste, secondo lui, a non consultare che la pretta ragione, ed un
-bene sostenuto criterio senza niun riguardo a' pregiudizj nè
-all'autorità; metodo che lo stesso Abenesdra attribuisce particolarmente
-a' Caraiti.
-
-La terza è di coloro che riducono tutte le cose alle mistiche allegorie,
-e che ritrovano per tutto logogrife visioni sacre impercettibili, senza
-nulla curare il senso letterale; esso rigetta parimente questo metodo,
-reputando cosa molto pericolosa, ed affatto incongruente di allontanarsi
-dal senso letterale, e di non seguire colla più scrupolosa precisione,
-altro che quello unicamente che dal solo testo restaci indicato.
-
-La quarta è di coloro che si chiamano volgarmente _Cabalisti_ I quali
-riducono tutto il senso della scrittura a delle vane, e ridicole
-sottigliezze; anche questo metodo è rigettato da Abensdra, che lo reputa
-passato dalla Scuola de' Platonici alle Scuole degli Ebrei nell'Europa
-specialmente, dove molti fra questi hanno scritto sopra tale cabala
-speculativa, la quale è pure in somma estimazione presso tutti gli ebrei
-dell'Oriente; il libro del _Zohar_, che gl'Israeliti credono
-antichissimo è ovunque pieno di queste sorta di mistiche spiegazioni:
-quindi è che un gran numero di ebrei si è gettato confusamente in questo
-studio senza esaminarlo. V'ha così ancora un'altra specie di cabala che
-denominasi _pratica_; questa è assai più dell'altra pericolosa, e
-assurda poichè la medesima fa parte di ciò che usualmente chiamasi
-_magia_, la quale, a fondo, altro per se stessa non è che una illusione
-di certe persone che immaginano di potere a loro talento operare delle
-gesta, sedicenti prodigiose, colla supposta efficacia di questa _cabala
-pratica_.
-
-La quinta maniera finalmente d'interpretare la scrittura presso gli
-ebrei è di ricercare diligentemente la significazione propria di ogni
-vocabolo, e di spiegare i respettivi testi, il più alla lettera che sia
-possibile, senza arrestarsi niente di meno sullo spirito tradizionale
-con con soverchio scrupolo nella guisa che fu sempre mai praticato dalla
-massima parte de' Rabbini. Abenesdra ci assicura (_Ibid._) avere esso
-medesimo seguitato questo metodo stesso in tutti i suoi Commentarj sulla
-scrittura, e in fatti io non conosco altro autore che abbia spiegate le
-sacre pagine più letteralmente, e con criterio maggiore, nè con più
-esatta precisione di lui.
-
-Tali sono dunque le regole adottate da' Teologi ebrei nella spiegazione
-della scrittura; ma è duopo essere attaccato all'ultima chi desidera di
-bene spiegarla, ed intendere, ad un tempo, la critica degli Autori che
-hanno con qualche metodo scritto in particolare sopra i Cinque libri di
-Mosè.
-
-(113) L'ignoranza dell'Istoria, e della cronologia in cui gli ebrei sono
-da lungo tempo stati, ha fatto che nella successione de' secoli ai è
-confuso questi Caraiti con gli antichi Saducei, sebbene la credenza
-degli uni, e quella degli altri sia del tutto differente (come io passo
-a dimostrarlo fra qualche breve istante). _Scaligero_, il quale avea
-così pure confuso (_Elench. Trib. Cap. 22_) seguitando le traccie
-medesime de' Rabanisti, i Caraiti co' Saducei, cambiò di sentimento,
-avendo rilevato che i Caraiti dimoranti in Costantinopoli si
-differenziavano soltanto degli altri ebrei, in ciò che quelli erano
-molto più esatti di questi nell'osservanza dei comandamenti della Legge
-primitiva, e che dessi ricusavano di sottomettersi alle loro tradizioni;
-ma il medesimo Scaligero s'inganna allora quando asserisce, con poco
-fondamento (_Ibid. Cap. 26_) che i Caraiti sono più antichi de' Saducei,
-giacchè è evidente che questi esistevano fino dall'epoca di gran lunga
-anteriore al secondo tempio, e che, al contrario, i Caraiti non si
-manifestavano, se non se nel tempo in cui la tradizione orale venne
-posta in iscritto, voglio dire, alla promulgazione de' primi commentarj
-della scrittura, ciò che seguì 150 anni circa dopo la distruzione
-dell'ultimo tempio (Vedi _Leusden Philosog. Hebraeor., mix Dissert. XV_)
-le annotazioni che noi ci proponghiamo di riportare nel Capitolo
-susseguente, rischiareranno qualunque ulteriore difficoltà a questo
-riguardo; e ci metteranno a portata di condurre sopra tale assunto, i
-giudizj più metodici, e più verosimili.
-
-
-
-
- CAPITOLO XIV.
-
- Seguito del medesimo soggetto.
-
-
-Se si dovesse prestare fede inconsideratamente ad alcuni male prevenuti,
-o poco edotti scrittori di quel partito noi dovremmo riguardare la setta
-del Caraismo come la più antica di quante altre mai produsse la
-Comunione del popolo d'Israel, facendola i medesimi discendere fino da
-Esdra, e ciò ancora senza calcolare sulle asserzioni cotanto
-erroneamente fondato de' Caraiti della Polonia, e della Lituania i quali
-si pretendono discesi assolutamente dalle dieci tribù, che _Salmanasar_
-avea trasportati al di là della Tartaria, senza riflettere che per poca
-attenzione che si faccia alla sorte di queste dieci tribù, si sa ch'esse
-non sono mai passate in quel paese: e coloro che sostengono simile
-opinione, ad oggetto di meglio comprovarla adducono che quelle tribù
-parlano anche oggi l'idioma tartaro, e il turco, e che è appunto in
-queste medesime lingue che sono state fatte le versioni della scrittura
-che dessi leggono in certi giorni determinati entro le loro proprie
-sinagoghe (Vedi _Schup. Cht. Karaim, Seu Secta Karaeor. Dissertat.
-Aliquot. Philol. ec. Seriae 1701_).
-
-Ma questa opinione dimostrasi per altra parte ancora destituita
-onninamente di verità, e di fondamento mentre s'egli è vero, come non
-può in verun modo essere posto in dubbio, che lo scisma de' Caraiti si
-spiegò fra gli ebrei a causa delle tradizioni che i partigiani di quella
-Setta nè conoscere, nè ammettere mai vollero, è altrettanto
-evidentemente certo, che note quelle non erano a' tempi di Salmanasar;
-quindi è cosa troppo ridicola per se stessa l'opinare che questa legge
-orale avesse potuto ritrovare degli oppositori avanti che la medesima
-esistesse, ovvero prima che quella fosse insegnata pubblicamente. Non
-possiamo sollevarci contro un nuovo sistema, qualunque siasi, se non se
-dopo ch'esso è conosciuto, introdotto, e propalato fra gli uomini.
-Dunque può con sicurezza dedursi che la setta Caraita debba essere a
-quella di gran lunga molto posteriore.
-
-_Eusebio_ poi ci fornisce intorno questa materia una congettura affatto
-nuova, che più di ogni altra opinione parrebbe approssimarsi alla
-verità. Ragionando esso in qualche luogo sul proposito di _Aristobolo_
-(_Preparaz. Evang. Lib. 8. Cap. 10_) il quale comparve con grande
-splendore nella Corte di Tolomeo Filometore, rimarca che vi era presso
-gli ebrei fino da que' tempi due partiti differenti, ed opposti, l'uno
-de' quali prendeva tutte le prescrizioni di Mosè alla lettera, fissava
-l'altra ad essa un senso mistico ed allegorico, dal che molti
-conchiusero (e _Prideaux_, et _Basnage_, e _Simon_ fra questi) di potere
-quì con qualche probabilità ritrovare positivamente la vera origine de'
-Caraiti (114), che cominciarono a comparire sotto questo principe;
-perchè infatti fu allora, e non altrimenti che le interpretazioni
-logogrife, e le allegoriche tradizioni acquistarono voga generale presso
-gli ebrei, e che furono ricevute universalmente con maggiore avidità, e
-venerazione da questo popolo (115).
-
-Ecco, in una parola, la vera incontestabile origine della setta
-denominate de' _Caraiti_. Passiamo a conoscere in seguito il loro
-sistema di Religione.
-
-I Caraiti convengono in ciò che riguarda i punti fondamentali della
-Religione cogli altri ebrei, ed essi ne sono unicamente differenti per
-quello che rapportasi ad alcuni punti di disciplina, ed alle tradizioni
-che i medesimi rigettano presso che intieramente, astrazione fatta di
-qualche fondata eccettuazione però, nella guisa che noi entriamo in
-breve ad osservare.
-
-Per altro, varj scrittori moderni ebrei, quali hanno investigato più a
-fondo i sentimenti dei Caraiti gli distinsero totalmente da' _Saducei_
-nel modo che apparisce dal Libro _Juhassim_ il di cui compilatore opina
-essere troppo manifesto che i _Saducei_ non sono i medesimi dei Caraiti
-odierni, poichè questi riconoscono la ricompensa delle azioni virtuose,
-non meno che la punizione nell'altra vita delle opere malvagie, e
-finalmente la Resurrezione dei Corpi, ciò che è opposto diametralmente
-alla Dottrina dei _Saducei_ (116).
-
-Rigettando i Caraiti dunque tutti i dogmi, ed i riti che non hanno altro
-fondamento che la tradizione degli antichi Dottori della Sinagoga,
-chiaro apparisce che il loro metodo di credere è assai meno aggravato di
-pratiche, di usi, e di cerimonie di ciò che lo è la religione de' loro
-oppositori; ma nella sua ristrettezza però essa è più rigorosamente
-osservata in seguito della massima che nutrono di non dovere prescindere
-giammai da qualunque siasi articolo delle prescrizioni ordinate alla
-lettera dal solo Mosè nel Pentateuco; austerità che siccome ognuno
-conosce, e nel modo che lo riflette sensatamente uno de' più illuminati
-scrittori di quella Setta, la rende in moltissime parti presso che
-impraticabile (117).
-
-Che la religione adottate da' Caraiti sia per se stessa infinitamente
-più pura, più filosofica, e più omogenea all'indole dell'uomo, di ciò
-che lo è la credenza in molte parti macchinale di tutti gli altri ebrei
-Talmudisti, ad evidenza lo dimostra le scrupolo ch'essi hanno di essere
-oltremodo attaccati al testo inalterabile della scrittura, bene convinti
-di non potere intendere così nettamente l'eterna disposizione
-dell'Essere Supremo nella tradizione, come si farebbe attignendola dal
-nitido fonte da cui essa mirabilmente emana: _Purius ex ipso fonte
-bibuntur aquae_. Dicasi pure se vi ha niente di più elevato, e di più
-filosofico de' loro principj in soggetto di Culto, o di religione (118)?
-Essi non riconoscono che due sole guide per condursi felicemente
-nell'edificante sentiere della salute; l'una è il _luminare_ _della
-scrittura_, l'altro quello dell'_intendimento_. La verità si fa
-discernere per se medesima secondo essi dalla ragione, che la trae dalla
-primitiva sua incontaminata sorgente. Tale è dunque il sistema
-riguardato da essi il più infallibile, e sul quale si appoggiano
-radicalmente tutti i principj che servono di sostegno alla religione del
-Caraismo. Di più essi inferiscono un ragionamento essere giusto allorchè
-si accorda in ogni parte con questi medesimi principj, ed incontrando
-frattanto qualunque articolo molto profondo in cui riesca troppo
-malagevole all'intendimento umano di penetrare, essi non ommettono
-perciò di piegare la fronte, e riceverlo con rassegnazione, e con
-rispetto, avuto solo riguardo alla purità dell'origine dalla quale
-deriva.
-
-Queste sono dunque le inconcusse basi sulle quali appoggiano i Caraiti
-l'essenzialità della loro credenza da una parte, e l'esplicita
-ripugnanza che manifestano essi dall'altra contro la Legge orale, che i
-Talmudisti pretendono concordemente, come si disse, data dall'Essere
-Supremo al Legislatore Mosè sulla venerabile montagna di Sinaj (119).
-
-In seguito di tutto quanto venne da noi fin quì esposto concernente i
-Caraiti parrebbe necessario di dovere ora entrare a ragionare qualche
-cosa per rapporto a' loro dogmi rituali, agli usi loro, ed alle loro
-prescrizioni religiose; ma non ostante che queste non sieno in gran
-numero, pure un diffuso trattato vi sarebbe a redigere se tutto ciò che
-si prefiggono i Caraiti di osservare, quì riferire in dettaglio noi si
-dovesse, egli è per questo riguardo unicamente che noi ci limiteremo
-soltanto a fare espressa menzione de' riti più essenziali, per esempio,
-le _Mezuzoth_, o _pergamene_ che gli ebrei talmudisti attaccano sullo
-stipite delle porte esterne, ed interne delle loro proprie abitazioni: i
-_Teffilin_, o _Filatterj_; l'astinenza di mangiare il formaggio con la
-carne, non ostante che le due prime prescrizioni sieno chiaramente
-ordinate da Mosè (_Deut. Cap. 6, v. 8 e 9_), il quale dice parlando
-degli uni, e delle altre: _Et ligabis ea quasi signum in manu tua
-eruntque, et movebuntur inter oculos tuos, scribesque ea in limine et
-ostiis domus tuae_.
-
-I Caraiti frattanto pretendono di spiegare al figurato, queste parole
-secondo il solito praticato da' medesimi alludendo di tenerli fissi nel
-Cuore, e sostenendo ad un tempo stesso che allora quando Dio ha ordinato
-di scrivere queste pergamene, ed affiggerle sopra le porte, altro non
-abbia esso voluto fare comprendere, se non se che dovessero quelle
-essere in ogni tempo presenti allo spirito, nella guisa che l'ingresso
-di un quartiere, o di una camera ci si offre il primo allo sguardo
-nell'entrarvi; e con tale motivo i Caraiti si esentano dall'osservanza
-di quelle tante pratiche all'eccesso abusive, ed insoffribili, che gli
-ebrei Rabbanisti hanno inventate per rapporto agli accennati Mezuzoth, e
-Teffilin.
-
-In quanto poi al terzo precetto di non mangiare in un medesimo convito
-carne di sorte alcuna, non escludendo quella dell'animale volatile, con
-qualunque siasi latticinio mescolato insieme, fondandolo sopra l'Exodo,
-i Caraiti sostengono che la vera spiegazione di questo testo è racchiusa
-in quella medesima dell'altro in cui parlando degli uccelli la scrittura
-dice (_Deut. Cap. 22. v. 6 e 7_) _tu non prenderai la madre co' piccoli
-entro il loro nido, nello spazio di un solo giorno_, rigettando
-egualmente qualunque tradizione intorno questo passaggio della
-scrittura.
-
-Essi rigettano parimente cinque digiuni osservati da' loro oppositori
-nel periodo dell'anno (benchè menzionati espressamente dal Profeta
-_Zaccar. Cap. 8 v. 19_, ch'essi riconoscono autorevole) attenendosi a
-quello solo di espiazione, perchè in chiari sensi comandato da Dio per
-organo di Mosè (_Levit. Cap. 23 v. 31_); detraendo però, tutto quanto vi
-aggiunsero le tradizioni, che trovano ridicolo, e onninamente straniere
-allo spirito del testo (120).
-
-Essi sono, per altro, in qualche articolo affatto discordi da' Settatori
-Talmudisti relativamente all'osservanza delle solennità, ma per ciò che
-riguarda la massima, ed i punti essenziali della Religione, essi
-convengono entrambi unanimemente d'accordo nella stretta osservanza de'
-medesimi (121); siccome ancora non si scorge la benchè minima differenza
-tra la maniera di circoncidere degli uni, e quella praticata degli altri
-(benchè alcuni pretesero differenziarla da quella osservata da'
-talmudisti); essi astengonsi parimenti da tutti quegli animali vietati
-dalla scrittura, come immondi, nella, guisa medesima che se ne astengono
-gli altri.
-
-Ma tutto che inerenti noi siamo ad approvare i principj su' quali
-osservasi fondato generalmente il Caraismo, non dobbiamo però esserlo al
-segno di riguardarlo essente esso pure da quei malefici pregiudizj, e
-scevro intieramente da quelle tante inutili pratiche, e cerimonie, che
-formano l'appannaggio costante, e inseparabile di ogni popolo, e
-lasciarci così trascinare all'eccesso condannabile di deferire
-ciecamente a' suoi errori nella guisa medesima che approvate abbiano le
-sue massime. I Caraiti ne hanno essi ancora assolutamente, benchè però
-non già in quell'affluenza enorme di cui si mirano aggravati i loro
-accaniti oppositori; ma se dessi potessero essere d'altronde, più
-metafisici nelle varie applicazioni de' loro testi, se potessero
-semplificare que' folli rigori de' quali parlammo, e che i più decisi
-apologisti, e fautori della loro setta non poterono astenersi dal
-riprovare, la loro credenza potrebbe allora dirsi appunto quella
-medesima conosciuta, e praticata da tutti i primi Patriarchi, Profeti, e
-fondatori della primitiva edificante credenza del Popolo d'Israel;
-quella sarebbe, in conclusione, un vero, ed esplicito deismo
-Israelitico; ma con quale solido fondamento presumerlo tale, con
-giustizia, in mezzo delle moltiplici stravaganze delle quali sono i
-Caraiti così pure suscettibili, nell'osservanza del sabato specialmente
-in cui prendendo alla lettera il riposo comandato da Mosè (_Exo. Cap. 16
-v. 31_); e riguardando con iscrupolo eguale il divieto prescritto in
-detto giorno di accendere fuoco entro le loro proprie abitazioni, se ne
-rimangono affatto allo scuro tutta la notte antecedente, e durante
-l'intero giorno di sabato, si privano di accendere fuoco, eccetto che
-nel solo caso di estrema urgenza in cui vanno ad accenderlo lungi dalle
-loro proprie case in mezzo della contrada? Inoltre è egli meno
-stravagante lo scrupolo che mostrano i Caraiti nell'occasione della
-festa de' tabernacoli, nella quale prendendo, al solito, alla lettera il
-senso espresso in questa frase (_Levit. Cap. 23 v. 42_) בסכת תשבו שבעת
-ימים׃ כל האזרח בישראל ישבו בסכת (Bassucoth tescebu scivnghat jamim: col
-Aezrah beisrael jescebu bassucoth) _Et habitabitis in umbraculis septem
-diebus: omnis qui de genere Israel est, manebit in tabernaculis_: essi
-fanno il loro permanente domicilio entro le capanne, senza mai
-abbandonarle un solo istante, non meno di notte che di giorno, durante
-l'intervallo menzionato di sette giorni comandati dalla scrittura e
-quante altre instituzioni meschine di tal fatta, non si prescrivono col
-più entusiastico zelo i Caraiti sull'osservanza delle altre feste, e
-quante altre interpretazioni assurde, al massimo grado, non
-attribuiscono i medesimi agli altri precetti del Pentateuco che
-rapportansi a' Cibi, al giudiziario, al politico, al Civile, così
-enormemente ripugnanti al buon senso, per elleno medesime, quanto
-all'eccesso ardue, tormentose, ed anche per la massima parte impossibili
-riescono a mantenerle, e ed osservarle? (122)
-
-D'altronde, pare necessario di convenire, non essere già sicuramente con
-tali mostruosi principj che i vetusti padri d'Israel erano Caraiti, o
-ebrei deisti; il Caraismo dei medesimi, o il loro Deismo, se si
-approssimava in qualche tenue parte a quello che mirasi professato da'
-recenti, era, per altro, diametralmente opposto e quelle pratiche
-insignificanti seguitate macchinalmente da' moderni Caraiti, che
-oscurano i pregj di questa instituzione, e indeboliscono la base
-primitiva sulla quale fu questa setta in origine fondata felicemente:
-tutti quegli scrupoli oltraggianti la purità del vero Culto Divino,
-erano a que' sani Caraiti antichi totalmente sconosciuti; paghi essi
-restando di compiere meramente quelle sole prescrizioni, che potevano
-essere osservate senza incomodo fisico, nè alterazione di spirito per
-farne l'applicazione, nè stanchezza di mente per lambiccarne il vero
-senso; essi erano in tale guisa il modello esemplare del Caraismo, senza
-essere fanatici per gli scrupoli che oggi ne tengono le veci; erano i
-veri Israeliti senza quelle pratiche superstiziose, que' riti superflui,
-o quelle ripugnanti cerimonie, che lo smarrimento degli uomini vi ha in
-seguito aggiunte (123).
-
-Questo è, in una parola, quel vero, e solo Caraismo che può meritamente
-aspirare a' nostri encomj, e che oltremodo vantaggioso riuscirebbe
-l'istruirne tutto il corpo della Nazione d'Israel, indurlo ad adottarlo,
-e propalarlo per ogni dove l'orma sua s'imprime, e ciò dopo di avere
-riformati i suoi abusi, emendati i suoi errori, e ridotte le sue
-Instituzioni Teologiche a quel grado di sublimità, e perfezione, della
-quale Possono essere le medesime suscettibili.
-
-(114) Alcuni osservano che la Legge Mosaica cominciò ad alterarsi, e a
-degenerare dalla sua purità primitiva, da che il popolo d'Israel
-contrasse un Commercio cogli stranieri, quello divenne molto maggiore, e
-più frequente dopo le conquiste di Alessandro, di ciò che lo era
-antecedentemente, e questo fu in particolare cogli Egizj ch'essi
-vincolarono de' rapporti di società, e di affari, specialmente in tempo
-che i Re di Egitto furono padroni della Giudea. Non si prese dagli Egizj
-i loro idoli; ma il loro metodo stravagante di trattare la Teologia, e
-la religione: Quindi è (come lo pensa uno scrittore illustre) che i
-dottori ebrei trasportati, o nati in quel paese, si gettarono nelle
-interpretazioni allegoriche; ed ecco ciò che dette occasione a due
-partiti di cui parla Eusebio di formarsi, e di dividere la Nazione.
-(_Hist. des dogm. et opin. Philosoph. T. 2. p. 220_)
-
-(115) Alla testa di questi due partiti de' quali abbiamo poco avanti
-ragionato erano allora _Hillel_ e _Sciamaj_, che gli rendevano più
-luminosi, e di qualche considerazione. I Rabbanisti però danno il torto
-a Sciamaj, il quale era, com'essi dicono, un'uomo impetuoso, e violente;
-essi sostengono che la loro divisione in altro non verteva che intorno a
-tre soli riti di non molta importanza. Ma il sentimento parziale di
-pochi Dottori, non può avere forza bastante di abrogare ciò
-che si legge in chiari sensi, e nel Talmud,
-e altrove che la disputa si riscaldò si violentemente che non era tanto
-agevole di calmarla in veruna maniera: ciascuno di quelli eresse una
-scuola pubblica, un giorno determinato si adunarono entrambe; ma se
-queste si accordarono sopra varj articoli, ne rimase, per altre, un
-maggior numero sul quale restarono esse totalmente inconciliabili;
-Hillel sostenne con calore la tradizione (_Misnah. 5_) pretendendo
-asseverantemente esservi stata una Legge la quale fosse passata da bocca
-in bocca, come da un telegrafo ad un altro, benchè più lentamente, da
-_Mosè_ fino ad _Esdra_, e di questi fino ad esso: Sciamai, al contrario,
-insisteva di doversi tenere scrupolosamente attaccato alla sola Legge
-scritta, riguardando tutte le parafrasi, o appendici che alla medesima
-si fossero aggiunte, come estranee onninamente alla tersa religione di
-un vero Israelita, a cui riescono il più delle volte indifferenti,
-sovente perniciose, ma sempre inutili. Quindi il pregiudizio degli ebrei
-Talmudisti, che attribuiscono il torto a Sciamai, conferma la quasi
-positiva certezza del testè riportato sentimento cioè, che questi fosse
-avverso alla tradizione.
-
-Ciò che d'altronde, non pare in alcuna maniera supponibile si è, che i
-Caraiti si attribuissero un origine odiosa, o menzognera (come
-assurdamente lo pensarono alcuni de' loro oppositori) se i medesimi non
-fossero completamente persuasi che quella ch'essi vantano è la vera;
-frattanto uno de' più eruditi di questa setta, dice in termini formali
-che i Caraiti sono assolutamente sortiti dalla casa di Sciamai (Vedi
-_Mosè Betschitsi MS. apud Trigland, Cap. 6. p. 72 e 74_).
-
-Ecco tutto quanto noi possiamo infatti di proposito asserire sulla
-probabile fondazione originaria della _setta dei Caraiti_.
-
-(116) Questa Setta (della quale sarà da noi accennato l'origine, ed il
-sistema religioso nel Capitolo seguente) non si uniformava a' Caraiti,
-se non se in quanto al prendere la scrittura alla lettera, e nel
-rigettare in conseguenza qualunque siasi tradizione, ma in tutt'altro
-esse erano fra di loro interamente opposte, e contradittorie, mentre i
-Saducei, attaccandosi al mero senso letterale delle prescrizioni
-mosaiche, ne deducevano illativamente che le medesime non gli
-obbligassero già a credere ciò che i Caraiti pretendevano adottare
-fermamente di proposito; quindi è ch'essi non credevano nè la
-predestinazione, nè la resurrezione de' corpi, nè l'immortalità
-dell'anima umana, nè l'esistenza degli angeli, o degli spiriti; mentre
-di tutto ciò che i Caraiti in siffatti articoli concordi co' Talmudisti
-ammettevano come irrefragabile, i Saducei gli oppugnavano senza
-eccettuazione, adducendo per motivo che la scrittura non ne offre il
-benchè minimo sentore, con quella esattezza però che si esigeva da'
-medesimi, avendo già noi rimarcato altrove con quale evidente precisione
-faccia il Pentateuco sotto intendere non meno l'esistenza di Dio, che
-l'immortalità dell'anima umana (vedi le _annotazioni_ 26. e 41.) così
-non erano essi ebrei che per le sole ricompense temporali, e molto
-concedevano al labile piacere de' sensi. Onde si può giustamente
-conchiudere che coloro i quali vollero supporre i Caraiti infetti di
-Saduceismo dimostrano un imperizia crassa non meno de' principj degli
-uni, che delle massime dell'altro, che quelli non solo ricusano di
-ammettere, ma che tentano sempre di combattere accanitamente, e di
-annientare.
-
-(117) Non si può certamente di proposito negare che nel ristretto numero
-di scrittori che ha prodotto la setta de' Caraiti, _Aaron Ben Josef_
-debba, senza contradizione tenere il primo rango; esso vivea nel Secolo
-tredicesimo, professava la medicina, ed esercitava nel tempo stesso
-l'ufficio di Rabbino in Costantinopoli. Il Caraita _Mardocheo_ (altro
-celebre letterato di questa setta), ce lo rappresenta come un uomo
-profondamente versato nell'intelligenza del Pentateuco, nello studio
-della natura, della filosofia, ed anche oltremodo perito nella
-cognizione di tuttociò che la cabala racchiude di più occulto, e di più
-misterioso (ved. la _versione_ e le _note_ di M.r _Wolf_ all'opera di
-_Dod. mordochai_, sotto il tit. di _notit. Karæor. Cap. XI. pag. 141._)
-Per altro, pare verosimile, come lo pretende lo stesso Wolf ch'essendosi
-egli applicato a questa scienza chimerica, la quale non è fondata che
-sopra giuochi di una immaginazione sovvertita, esso non abbia avuto
-altro in mira che i indagarne meglio l'insufficienza, e convincersi per
-se stesso che ben lungi dal ritrovarvi qualche solida utilità nelle
-moltiplici sottigliezze che ne costituiscono l'usanza, quelle non sono
-ad altro idonee che a corrompere lo spirito; e ciò è tanto più
-probabile, quanto che restaci chiaro dimostrato dalle veementi
-espressioni ch'esso usa, allorchè imprende a confutare certe parafrasi
-allegoriche, o cabalistiche riportate dal medesimo nel suo מובחר
-(mubhar) _Il Scelto_ (che è un Commentario sul Pentateuco) opera che lo
-stesso _Abenesdra_ non potè in molte parti non approvare. È in essa dove
-il rinomato nostro _Aaron_ nel tempo medesimo ch'egli spiega tutta la
-sua robusta energia per dimostrare i vantaggi sommi che ha la di lui
-Setta sopra quella de' Talmudisti, non cessa di declamare contro
-infiniti abusi che mirava introdotti nella sua, del tutto estranei
-all'essenzialità delle sue primitive instituzioni, perchè non gli
-appartenevano di sorte alcuna, ed esso vi progetta in vece i mezzi i più
-pronti, ed i più efficaci, onde reprimerli, e allontanarli.
-
-Infatti sia quanto si vuole ottimo, e proficuo lo stabilimento del
-Caraismo fra gli uomini, è altresì chiaramente dimostrato che non
-potrebbe andare quello pure in alcun modo esente da una riforma radicale
-che ne modificasse il rigore, semplificandone le pratiche, e ne
-togliesse quelle ridicole superfluità che vi s'intrusero a grado a grado
-con detrimento delle sue primitive instituzioni, e che lo stesso _Ben
-Josef_ non ha potuto astenersi dal riprovare, benchè tanto proclive a
-consolidarne le massime, e a sostenerle.
-
-(118) Qualunque siasi l'opinione che molti abbiano concepita per
-rapporto al Caraismo, è d'uopo convenire che la loro maniera di credere
-è ad ogni riguardo degna di essere imitata, come una delle più sane, e
-delle più esemplari instituzioni sociali: per giudicarne con criterio
-udiamone il carattere che uno scrittore insigne ci trasmise di questa
-setta: _Les Caraïtes ont une idée fort simple, et fort pure de la
-Divinité, car il lui donnent des attributs essentiels, et inséparables,
-et ces attributs ne sont autre chose que Dieu même. Sa Providence
-s'étend aussi loin que sa connoissance qui est infinie, et qui decouvre
-toutes choses. Ils distinguent quatre dispositions differentes dans
-l'ame, l'une de mort et de vie, l'autre de santé, et de maladie. Elle
-est morte, lorsqu'elle croupit dans le péché; elle est vivante
-lorsqu'elle s'attache au bien; elle est malade quand elle ne comprend
-pas les vérités célestes; mais elle est saine lorsqu'elle connoit
-l'enchainure des événemens et la nature des objets qui tombent sous sa
-connoissance. Enfin ils croient que les ames seront recompensées, ou
-punies suivant leurs actions etc._ _Hist. des Dog. Philos. V. 2. p.
-222._
-
-Qual'è mai quel popolo che possa vantare sopra la terra un culto di
-questo più esimio, più elevato, più salutare?
-
-(119) Malgrado l'avversione decisa che i Caraiti hanno sempre mai
-dimostrato per la Legge orale, come osservammo, non si può nulla di meno
-asserire con probabilità ch'essi rigettino complessivamente per tanto,
-qualunque sorta di tradizione; mentre uno de' più celebri scrittori di
-quella Setta ci assicura che il principale scopo della sua credenza non
-tende che ad oppugnare le false, e le assurde tradizioni, ma che, al
-contrarie, i Caraiti ricevono le bene fondate, e le ragionevoli,
-distinguendo così le certe, e le costanti da quelle che non sono che
-ipotetiche, e dubbiose (Ved. _Mosè Eliahu aderet apud trigland Diatr. de
-Karæor. P. 117. e 125._) Essi adottano ancora la _Massora_ (o la
-puntuazione della Scrittura) (non ostante che faccia essa parte delle
-instituzioni tradizionali, e la stessa loro Teologia non differisce da
-quella degli ebrei Talmudisti, se non in quanto all'essere più concisa,
-e più lontana da inutili, e superstiziose discussioni, che formano il
-carattere definitivo, e principale della Teologia de' loro oppositori.
-In una parola, fra le tante interpretazioni che furono applicate alla
-scrittura, essi non ricevono che le sole meramente letterali, e per
-conseguenza essi rigettano affatto le Glosse cabalistiche, mistiche, e
-allegoriche come non avendo alcun fondamentale rapporto colla Legge
-pubblicata da Mosè.
-
-(120) Qualunque siasi digiuno comandato, ed ordinario comincia la
-mattina allo spuntare dell'alba, e dura fino all'imbrunire del giorno
-medesimo, eccetto che quelli di _Kipur_, e di _Av_, i quali cominciano
-le sera della vigilia di questi con una perfetta astinenza di cibo, e di
-bevanda fino alla sera susseguente all'apparire delle stelle nel
-firmamento. Di tali digiuni dunque imposti all'Israelismo dalla Legge
-orale se ne annoverano cinque:
-
-Il primo cade il 17 di _Tamus_ (corrispondente al nostro volgare mese di
-Luglio) in commemorazione delle varie disgrazie che successero altre
-volte in simile giorno entro Gerusalem; e perchè in quello stesso giorno
-accadde che Mosè ruppe le prime tavole della Legge a cagione del vitello
-d'oro fatto dal Popolo ebreo dimorante nel deserto, nell'intervallo
-della di lui assenza sulla vetta di Sinai.
-
-Il secondo è quello che porta il nome di תשעה באב Tisngha Beav) cioè,
-_nove del mese di Av_, che cade nell'Agosto, quale digiuno è da'
-Settatori Talmudisti più rigorosamente osservato degli altri (dopo
-quello però di Espiazione che gli supera tutti) poichè fu in quel giorno
-medesimo che il Tempio venne abbruciato da' Caldei, e la Città di
-Gerusalem devastata poscia interamente da Tito; in quello stesso giorno
-ancora avvenne il crudele supplizio di dieci de' più insigni Rabbini
-della Giudea, e la proibizione fatta da Adriano agli ebrei di mai più
-rientrare ne' loro antichi recinti, e particolarmente in Gerusalem, e
-neppure di ritornare verso quella parte per riguardarla. Tali sono le
-cause per le quali i Talmudisti ordinarono il digiuno del nono giorno
-del mese di _Av_; esso comincia la vigilia, tosto che il Sole tramonta,
-e da questo momento gli ebrei cessano di mangiare, e di bere fino alla
-sera susseguente; essi restano tutto questo intervallo di tempo senza
-scarpe di cuojo, seggono sulla nuda terra colla massima tristezza in
-continue lamentazioni, non essendo loro permesso di leggere fuorchè
-Geremia, Job, ed altri libri di tal modo affliggenti, e patetici; e gli
-otto giorni che lo precedono, si astengono dal radersi la barba, e dal
-cibarsi di qualunque siasi carne, eccettuatone il Sabato, dove questi
-divieti non hanno luogo.
-
-Il terzo è quello che viene il primo giorno dopo la solennità del nuovo
-anno, ovvero il terzo giorno del mese di _Tisrì_ (che combina in
-Settembre); gli ebrei Talmudisti digiunano dallo spuntare dell'aurora
-fino all'imbrunire di quel giorno medesimo, attesochè, in esso fu ucciso
-_Godolia_ figlio di _Ahikam_ (_Gerem. cap. 41._) uomo integerrimo e di
-esemplari costumi, il quale era restato solo per conservare i dispersi
-avanzi del Popolo d'Israel, la di cui sorte cominciava fino di allora a
-periclitare: Or siccome questo dì fa parte de' dieci giorni penitenziali
-(con tal nome distinguendo la prima decade di Tisrì) gli ebrei
-Talmudisti prendono pertanto un adeguato motivo di fare ad un tempo
-medesimo la commemorazione di questo giusto; egli è dunque perciò che
-questo digiuno porta il nome di צום גדליה (Zzom Ghedaliah) _Digiuno di
-Godolia_; indi segue il gran Digiuno _Kipur_, o di Espiazione, che tutta
-la comunione d'Israel, senza eccettuazione alcuna di setta, nè di
-partito, celebra il 10 di Tisrì, il solo comandato da Dio per organo di
-Mosè, e di cui essendo stato, quanto basta, ragionato a suo luogo, ed
-avendolo noi per tale indispensabile riguardo adottato nel nostro nuovo
-piano di riforma, ci siamo dispensati di comprenderlo fra questi.
-
-Il quarto è quello del 10 _Tebeth_ il quale corrisponde, per lo più al
-Decembre, ordinato da' Rabbini in rimembranza del primo assedio fatto da
-Nabucodonosor in Gerusalem, che in seguito la prese.
-
-Il quinto, ed ultimo digiuno finalmente, è quello che i Settatori
-Talmudisti fanno il giorno 13 del mese di _Adar_ che rapportasi al marzo
-in memoria d'Ester, la quale digiunò nell'occasione dell'infortunio in
-cui trovavasi l'ebreismo de' suoi tempi involto, attesa la crudele
-perfidia di _Amano_ vice-re di Media e Persia, che macchinava
-l'esecrabile progetto di sterminarlo dalla terra; questa commemorazione
-denominasi פורים _Purim_, dall'etimologia del vocabolo פור _Pur_, che
-significa _Sorte_, alludendo all'estrazione fatta dallo stesso Amano per
-diffinire in qual mese dell'anno dovea un sì truce sterminio
-effettuarsi, e la sorte cadde sul mese di Adar, il più climaterico di
-tutti gli altri, attesa la morte repentina di Mosè, che pretendesi
-accaduta entro questo mese.
-
-Ecco quali sono realmente i digiuni comandati a rigore da' Rabbini
-(prescindendo però dall'ultimo instituito da Ester); e se altri, eccetto
-i testè menzionati, miransi osservare da' più devoti fra gli ebrei
-Talmudisti, essi sono meramente arbitrari, o contingenti, e propriamente
-particolari ad ogni singolo corpo separato che fa parte di questa
-medesima Nazione, come agli ebrei Orientali, ai Tedeschi, e ad alcuni
-Italiani; ma siccome questi digiuni si sono moltiplicati presso gli
-ebrei quasi all'infinito, così senza che ci diffondiamo inutilmente a
-riportarli, può osservarsene il dettaglio circostanziato nella dotta
-dissertazione del Rabbino _Leon di Modena_ e nel Bustorfio. (_Syn. Ind.
-Cap. 25._)
-
-(121) Io intendo per tali punti essenziali della Religione l'esistenza
-dell'Essere Supremo, l'immortalità dell'Anima umana, e quindi le
-ricompense, e le punizioni della medesima nella vita futura, ed in
-qualche parte ancora l'osservanza delle solennità principali, nella
-guisa, precisamente che accennammo.
-
-Peraltro, non mi sembra inutile affatto quì di rimarcare col Seldeno
-(_uxor. Hebr. Lib 1. Cap. III._) che avendo i Rabbini fissate tre
-maniere differenti d'investigare, e scuoprire le verità moltiplici
-racchiuse in vari luoghi della scrittura, cioè il _testo_, la _ragione_,
-e l'_autorità_ degli antichi, regole quasi comuni a tutte le sette che
-esistono sulla terra; i Caraiti vanno pienamente d'accordo co'
-Rabbanisti nelle due sole prime, considerandole come urgenti, ed
-oltremodo indispensabili; e se rare volte adottano anche l'ultima, non è
-già perchè s'impongano un dovere, siccome praticano gli altri, di
-crederla o seguirla alla rinfusa; ma essi vi si sottomettono in
-proporzione che la ritrovano esatta, ed in ogni punto consentanea allo
-spirito genuino della scrittura.
-
-(122) Siccome i Caraiti hanno in orrore tuttociò che rapportasi alla
-tradizione, così essi rigettano con isdegno tutte quelle instituzioni
-orali che i Talmudisti si prescrivono con tanto scrupolo, e
-riservatezza; ma se quasi tutte le cerimonie religiose praticate da
-questi si rendono annojanti per l'affluenza considerabile delle inutili
-parafrasi aggiunte alle medesime, quelle seguitate da' Caraiti sono ad
-ogni riguardo insopportabili per la loro soverchia ristrettezza, o per
-l'austerità dell'osservanza di esse; egli è perciò che io considero come
-inutile di fare quì specifica menzione di tutti i loro riti stravaganti
-per rapporto ad altri assunti morali, politici, e civili. Chi bramasse
-esserne edotto con esattezza maggiore può rivolgersi agli scrittori di
-questa Setta, da noi per varie volte citati.
-
-(123) Malgrado che infinite riprove concorrano a convincerci pienamente
-di questa verità incontrovertibile, pure non ostante, v'ha de'
-forsennati fra gli ebrei Talmudisti de' nostri tempi all'eccesso
-riprovabile l'anteporre la loro propria credenza mistica, e tenebrosa
-alla purità edificante di quella degli antichi, sebbene ad evidenza ne
-conoscano i superiori salutari vantaggi, e non esitino un'istante a
-convenirne; ed i soli Caraiti che potrebbero in qualche modo, se non
-completamente pareggiarla, almeno più degli altri approssimarsene, sono
-fuori della situazione di riuscirvi, per averla voluto troppo
-sottilizzare, colla strana idea forse di sorpassare quelli nella vera
-pratica di essa; se gli ultimi sono degni di rimprovero, lo sono
-certamente i primi, ad ogni riguardo, di eterna ripugnanza, e
-d'improperio.
-
-
-
-
- CAPITOLO XV.
-
- Delle altre Sette differenti derivate dal grembo della Comunione
-dell'Israelismo; cioè Saducei, Essenj, Terapeuti, Farisei, e Samaritani;
- la loro origine, i loro dogmi, le loro Cerimonie, ed i loro sistemi di
- Religione.
-
-
-Due Cause principali, dice un ingegnoso critico moderno, sembrano
-cospirare a gara per mantenere, e alimentare negli uomini la ripugnanza,
-e l'incuria ch'essi nutrono scrupolosamente, tutte le volte che trattasi
-di ponderare, o discutere le loro opinioni tradizionali; la prima si è
-la difficoltà insormontabile, e l'impotenza estrema nella quale si
-trovano di penetrare le dense tenebre, di cui le tradizioni hanno pur
-troppo avviluppata la religione dai suoi primi fondamentali elementi;
-argini molto adeguati ad opprimere ed a stancare gli spiriti limitati,
-ed accidiosi, che incapaci di elevarsi colla forza del raziocinio fino
-alla contemplazione della verità, non iscorgendovi che un Caos
-terribile, e informe, la giudicano forse assolutamente impossibile ad
-esaminare, ed approfondire, e paghi ne restano di seguitarla tale quale
-se la rappresentano macchinalmente (124): ecco la sola e vera cagione, a
-cui tutto concorre a convincerci che possono dovere l'origine, presso
-che tutte le Sette scaturite dal grembo del giudaismo antico, e
-partitamente di quella de' _Farisei_, della quale ci disponghiamo in
-seguito a parlare.
-
-La seconda di tali cause, può dirsi quella di non lasciarci troppo
-soggiogare da precetti severi, mistici, o poco intelligibili, che tutto
-il mondo ammira nella teoria, e pochissime persone si curano di
-praticare con esattezza; tale è la sorgente della quale scaturirono
-probabilmente il Caraismo di cui testè abbiamo esaurita la materia, non
-meno che tutte le altre Sette delle quali ora, entriamo ad occuparci di
-proposito.
-
-Che la Teologia mistica, producesse per se medesima la Setta de'
-_Saducei_, sembra che niuno abbia fino ad ora fondatamente dubitato,
-siccome apparisce altresì egualmente incontestabile, che le orali
-allegorie formassero quella de' Farisei.
-
-In quanto poi all'epoca precisa in cui la Setta Saducea si rendesse
-manifesta fra gli ebrei, l'opinione la più adottata da' critici si è che
-_Zadok_, discepolo di _Antigono Socheo_ fosse il primo, e il vero
-fondatore della Setta de' Saducei, duecento e quarant'anni avanti l'Era
-volgare; senza attenerci però a ciò che opinano vari dotti scrittori
-antichi, cioè che l'eresia de' Saducei fosse molto più remota,
-sostenendo che la medesima nacque dalla sinistra interpretazione che si
-è da quelli attribuita al Cap. 37 di _Ezechiello_, mentre studiavasi
-ciascuno di comprenderne il vero senso; altri ne fissano un origine
-assai differente facendola rimontare fino ad Esdra (_Leghtf. Flor. Heb.
-ad Mat. III. ζ. opp. Tom. II._).
-
-Ma prescindendo da tutte queste troppo ambigue, e tenebrose congetture,
-che lungi dal condurci alla verità, non fanno che aumentare i nostri
-dubbj e allontanarci dal retto sentiere che potrebbe indirizzarvici, noi
-stabiliremo _Antigono_ per assoluto capo creatore di questa Setta, e
-_Zadok_ e _Baithos_ suoi discepoli, come gli organi, ed i propalatori
-delle sue nuove instituzioni, non meno che del sistema religioso che
-serve alle medesime come di base inconcussa, è fondamentale (125).
-
-In origine, per quanto apparisce, i Saducei non si distinsero dalla
-Comunione generale dell'Israelismo, che col semplice rifiuto meramente
-di riconoscere, e adottare le autorità delle instituzioni tradizionali.
-Alcuni pretendono così pure, che tutti que' Settatori proferissero il
-Pentateuco di Mosè a tutti gli altri libri, considerati generalmente
-come sacri, e canonici, i quali non erano da essi riguardati che come
-opere composte da certe persone venerabili a cagione della loro santità,
-e de' loro esemplari costumi (126). Essi leggevano i Profeti, aderivano
-che si studiassero con accuratezza, e che fossero autorevolmente citati
-tutte le volte che l'urgenza lo esigesse, e volevano, in somma che
-aggregati quelli fossero nel Canone, benchè molte volte rigettavano i
-loro scritti, nel modo stesso appunto che inveivano pertinacemente
-contro le tradizioni de' Dottori, ed in particolare contro quelle de'
-Farisei, ai quali essi erano per tante ragioni opposti onninamente; ma i
-Farisei restavano, d'altronde, persuasi, che la Legge fosse l'unico, ed
-il più solido fondamento della Religione, e la sola regola direttrice
-della credenza de' medesimi e che per conseguenza tutto ciò che
-prescritto non era da Mosè, non doveasi mai adottare in verun modo.
-
-In seguito di quanto Flavio assicura (_Lib. XX. pag. 465_) pare che i
-Saducei negassero assolutamente l'influenza dell'Essere Supremo sulle
-azioni umane, stabilendo soltanto la libertà assoluta dell'uomo; ed essi
-toglievano a Dio qualunque ispezione sul male, ed ogni sorta d'ingerenza
-anche sul bene, perchè opinavano essi, che l'Essere Eterno avesse
-collocato il bene, e il male sotto gli occhi dell'uomo, lasciandogli un
-amplia facoltà di seguitare l'uno, o di schivare l'altro; ed è appunto
-per questa medesima ragione che i Saducei negavano, senza riserva il
-potere del destino, riguardandolo unicamente come una bizzarra
-illusione, solo degna di occupare la mente abbacinata degl'idioti, e
-degl'inesperti (127); sostenendo, al contrario, che tutte le nostre
-azioni dipendono sì direttamente da noi, che noi siamo i soli, ed i veri
-autori di ogni bene, siccome pure di qualunque siasi male che ci
-sopraggiunge, secondo che noi seguiamo il retto sentiere della virtù, o
-la carriera tortuosa della depravazione (128). Non erano già essi
-guidati da verun disegno di ricompensa nelle azioni meritorie che
-esercitavano, animati dalla sola grata soddisfazione di eseguirle; essi
-ritenevano presente ognora ciò che _Antigono_ loro capo, e fondatore
-solea ripetere incessantemente a' suoi Discepoli e seguaci: _non siate
-come gli schiavi, che obbediscono al loro padrone col disegno di trarne
-ricompensa; obbedite senza sperare_ _alcun frutto dalle vostre fatiche,
-e che il timore dell'eterno sia sopra di voi_ (129).
-
-Questi negavano ad un tempo medesimo la spiritualità delle anime umane,
-la resurrezione de' corpi dopo le morte, e l'esistenza degli angeli, e
-con più forti ragioni si sarebbero scherniti di quella bizzarra opinione
-sostenuta dal _Ben Dior_ (Vedi _Sefer Jezirah_, ovvero _libro della
-creazione_) quali era quella, di sostenere che ogni patriarca,
-cominciando da Adamo, avesse un Angelo per suo inseparabile sorvegliante
-o precettore (130). Essai opinavano che non può esistere giammai altra
-essenza incorporea, o spirituale fuori che Dio, e che que' dati esseri
-che noi chiamiamo col nome di _Angeli_, non si debbono intendere che
-sotto il carattere di altrettante _virtù_, che marcano assolutamente la
-volontà, e la possanza infinita dell'Essere Supremo, od anche
-accessoriamente i mezzi da esso lui impiegati per la pronta
-indefettibile esecuzione de' suoi eterni Decreti.
-
-Tali sono i principj generali de' Saducei, relativamente alla Religione
-che professavano; e se da quelli prescindendo gettare vorremmo uno
-sguardo sulla loro morale, e su' loro costumi, noi ritroveremmo non meno
-gli uni che l'altra irreprensibili ad ogni esperimento; le azioni de'
-medesimi alla verità non ismentivano il nome che portavano צדיק (Tzadik)
-_giusto_ צדק (Tzedek) _Rettitudine_: i Saducei procedenti, come
-osservammo, da צדוק Tzadok facevano professione di una integrità
-esemplare, e di una giustizia edificante; elogio che loro venne
-generalmente compartito da tutti i più austeri critici dell'antichità,
-che non gli hanno d'altronde risparmiati, allorquando trattavasi
-d'inveire contro le loro cerimonie insopportabili, o condannare le
-assurde interpretazioni ch'essi davano al Pentateuco di Mosè, non meno
-che a tutti gli altri libri della Scrittura.
-
-Ma de' Saducei, e della loro Setta avendone parlato quanto era
-sufficiente a farcela conoscere, ora passiamo a ragionare degli _Esseni_
-de' quali si è cotanto decantata la virtù, e l'inusitata rigidezza de'
-costumi.
-
-_Filone_ ha distinto due ordini di _Esseni_ (_Phil. de vitae contemp._);
-gli uni si attaccavano alla pratica, e gli altri, che si nominano
-_Terapeuti_, alla contemplazione: questi ultimi erano così pure della
-setta degli Esseni; Filone dandone loro il nome, non gli distingue dal
-primo ramo di quella Setta, se non se da qualche grado di perfezione.
-
-Gli Esseni erano precisamente ciò che i viaggiatori ci descrivono essere
-i _Dunkari_ nella Pensilvania, cioè, una specie di religiosi, benchè la
-maggior parte di essi fosse ammogliata, il Celibato essendo in orrore
-massimo a quei tempi, siccome l'ho io dimostrato altrove (Vedi le annot.
-66 e 119, del T. II. alle _Not. Camp. p. 23 e 180_) anche presso le
-persone consecrate al servizio dell'altare; volontariamente assoggettati
-alle più austere prescrizioni, vivendo tutti in comune per lo più fra
-gli eremi deserti, distribuendo il loro ozio quotidiano fra la
-preghiera, e la fatica, avendo interamente proscritto dal loro consorzio
-qualunque sentimento di disparità, o di preferenza, siccome ancora ogni
-ambizioso disegno di proprietà; schivavano l'incontro del resto degli
-uomini, non comunicando che solo con coloro che riconoscevano aderenti
-alla loro Setta, ed uniformi ne' costumi, poichè siccome quelli
-reputavano la loro religione più sana, e più elevata di quella degli
-altri uomini, quindi è perchè dessi sfuggivano qualunque specie di
-relazione coi medesimi, così è, dice _Bayle_, che la fierezza segue per
-l'ordinario le devozioni particolari; egli è di tali Settarj che
-_Plinio_ il naturalista, e _Solim_ dissero _Gens aeterna, in qua nemo
-nascitur_. (_Hier. Lib. V. Cap. 17 et Sol. Cap. 35._ _p. 47_) falsamente
-supponendoli d'accordo proclivi al Celibato.
-
-In quanto poi all'origine degli Esseni, moltiplici, e divise, al solito,
-sono le opinioni degli antichi, non meno che de' recenti scrittori: R.
-Abram Zachut (nel suo più volte citato _Juhassim_) assegna loro per
-padre, e fondatore _Judah Galilei_; alcuni, ed _Epifanio_, e _Petit_ fra
-questi, gli annoverano fra gli eretici _Samaritani_ (de' quali sarà da
-noi fatta in seguito rapida menzione); essi gli appellano _Jesseni_,
-immaginando erroneamente, che avessero quelli preso questo nome da
-_Jesse_ padre di David. Fuller ha creduto _Miscell. Sacr. Lib. IV. Cap.
-IV. p. 2392_) che gli Esseni fossero gli stessi dei Baitosei, perchè
-questo vocabolo significa _Casa di guariti_, nome che conviene alle
-persone che si distinguono col carattere di _Terapeuti_, cioè a dire,
-_Medici_ benchè in seguito questo autore variasse di opinione. _Nilo_
-unitamente a vari critici moderni, gli vuole discendenti da _Jonadab_
-(_Ascet. Cap. 3_). I cristiani poi abbagliati delle austere
-mortificazioni di questi Settarj, hanno tentato di toglierli agli ebrei,
-e di farne degli eremiti, o i primi frati del vangelo (131); ed Eusebio
-ha loro conferito il cristianesimo, così straniero ad essi, quanto dovea
-esserlo a _Pitagora_, che ridicolmente alcuni pretesero di fare
-Carmelitano (132). Essi compariscono nell'Istoria di Flavio sotto
-_Antigono_, poichè fu allora che si vide (per quanto esso ci dice Lib.
-III. Cap. XII) quel Profeta Esseno nominato _Iudah_, il quale avea
-predetto che Antigono sarebbe ucciso un tale dato giorno nella _Torre di
-Straton_; e infatti Antigono è stato ucciso, quel giorno stesso
-vaticinato, in un luogo che chiamavasi la _Torre di Straton_; era con sì
-fatte predizioni, che gli Esseni, ei Terapeuti si distinguevano nel
-mondo.
-
-Quante disparate contraddittorie opinioni, senza esservene forse una
-sola giustamente fondata. Malgrado però che dobbiamo sempre confessare
-di non riconoscere nel suo vero fondo la vera origine primitiva di
-questa Setta, la congettura di _Drusio_ riportata dal _Basnage_ (_Hist.
-des Juifs. T. 1. Lib. 2. Cap. 12_) sembra la più verosimile, e la meno
-prossima all'errore di tutte quante ritroviamo noi prodotte fino al
-presente.
-
-Questo autore dunque asserisce, che gli Esseni sono quelli i quali
-essendo perseguitati da _Ircano_ si ritirarono ne' Deserti, e che la
-necessità gli astrinse allora ad accostumarsi ad un genere di vita molto
-austero ed in cui essi perseverarono in seguito arbitrariamente; e tale
-rigoroso sistema di vita si è sempre creduto da varj Autori che fosse
-loro comune co' già menzionati Terapeuti, sebbene questa opinione sia da
-molti altri contrastata, colla differenza però che quelli si dividevano
-in molte società diverse, che diramavansi senza però fissare un
-domicilio permanente, quando gli ultimi, al contrario, erano tutti
-concentrati nell'Egitto, per quanto narra, _Filone_ il quale vivea fra
-di essi, dediti sempre alla campagna, come un soggiorno più ovvio alla
-meditazione, e più omogeneo alla vita comtemplativa che conducevano.
-
-Per quanto riguarda la religione professata da tali Settarj, essa era
-limitata a livello dei loro bisogni, ma altrettanto severa del pari che
-i loro costumi, essi avevano un profondo rispetto per la Divinità, alla
-quale attribuivano un potere assoluto, e illimitato sopra tutti gli
-avvenimenti mondani, sostenendo fermamente che niente si opera
-nell'universo, se non se coll'immediata influenza de' suoi eterni
-Consigli: il Sole era da' medesimi considerato come una delle più
-stupende produzioni tratte del suo braccio onnipossente (133). _Flavio_
-(_De_ _Bel. Iud. Lib. II. C. 7_), e vari altri suppongono che essi
-davano tutto al destino, ma questi medesimi autori gli hanno in seguito
-giustificati aducendo che tanto gli Esseni quanto i Terapeuti
-intendevano per destino la provvidenza, che dirige tutte le creature
-conformemente alle loro intime affezioni, e che non impone giammai
-alcuna necessità all'uomo, nè attenta in verun modo alla sua propria
-libertà. Gli Esseni onoravano Mosè come il primo Legislatore, erano
-molto attaccati alla Scrittura, e rigettavano interamente le tradizioni;
-essi sostenevano l'Immortalità dell'anima umana contro i Saducei, benchè
-questo dogma venisse in seguito alterato da false interpretazioni, come
-si può espressamente rimarcarlo in Flavio (idem), ed in Porfirio. (_apud
-Civil. contr. Iul. L. IV. p. 7_) pretendendo erroneamente che le
-medesime non discendevano da un aria molto sottile ne' corpi, se non se
-perchè desse vi erano attirate da un certo incanto naturale che
-concepire giammai noi non possiamo.
-
-Ma lasciamo pure gli Esseni, e i Terapeuti colle loro frenesìe
-religiose, ed entriamo ad esaminare i _Farisei_, presso i quali ne
-ritroveremo forse delle altre non meno pericolose che stravaganti.
-
-(124) Coloro che dell'indole umana formarono la prima base delle loro
-filosofiche applicazioni, possono avere rimarcato come lo spirito nostro
-suole più agevolmente attaccarsi alla rappresentazione fisica di una
-cosa, di ciò che sia all'indagine di essa, ovvero alla semplice
-narrazione che può essercene fatta; questa opinione è autorizzata
-dall'esperienza, essa è quella parimente dell'ameno poeta Orazio _De
-Arte Poet. v. 180_.
-
- _Segnius irritant animos demissa per aures,_
- _Quam quae sunt oculis commissa fidelibus._
-
-(125) Molti scrittori, d'altronde accreditati, hanno asseverantemente
-sostenuto, che Sadok e Baithos, entrambi discepoli di Antigono, avessero
-fondata ciascuno di essi una Setta differente; ma coloro che in sì fatta
-guisa opinarono, sembrami che si sieno materialmente ingannati; la Setta
-dei Saducei, e quella de' Baithosei altro infatti non erano insieme che
-una sola, e medesima Setta disegnata ora sotto il nome dell'uno, ora
-sotto quello dell'altro; ma Zadok essendo più ardente del suo Collega a
-sostenere il partito che dessi aveano formato, il di lui nome (come lo
-rimarca _Bayle T. III, p. 2510._) servì sovente più di quello di Baithos
-a distinguere i fautori di questa Setta.
-
-Non per tanto si adduce da taluni un altra efficace ragione di simile
-preferenza, voluta da tali Settatori di essere chiamati Saducei in vece
-di _Baithosei_ (Vedi _Scalig. Elench. Trihaer et Sim. Hist. Crit. du
-Vieux Test._) ed è che siccome Baithos, secondo quello che asseriscono i
-Rabbini, era bastardo, temevano che questa macchia poco onorifica, non
-dovesse attirare sopra dei medesimi qualche spiacevole improperio dalla
-parte de' loro inesorabili avversari; tanto questa uniformità della
-quale parliamo è per se stessa indubitabile, quanto che non avvi alcuno
-il quale abbia potuto scuoprire giammai in quale punto i Saducei si
-differenziassero da' Baithosei; Il celebre _Maimonide_ (_Comment. in
-Pirkè Avoth, apud Willeme. Dissert. de Saduc. p. 8_) espone in chiari
-sensi, che questi non erano che due nomi significanti una sola, e
-medesima cosa; benchè molti Rabbini, e vari Critici ancora sieno in
-simile assunto intieramente discordi; così lo pensano egualmente molti
-altri accreditati scrittori ebrei de' tempi a noi più recenti.
-
-(126) Per altro, non mi sembra inutile quì di avvertire, che sebbene,
-per quanto apparisca da varj monumenti antichi, i Saducei non
-ammettessero fra tutti que' libri, che riguardare dobbiamo propriamente
-canonici, che il solo Pentateuco di Mosè; non per tanto anche di questo
-sopprimevano molti passaggi, e ciò che di peggio si è, senza mai addurre
-niun motivo efficace, e convincente di tutte quelle abrogazioni che male
-a proposito si permettevano di fare confusamente in detti Libri.
-
-(127) Varie, e contraddittorie sono le opinioni che si agitano fra i
-filosofi relativamente al destino; gli uni credono che il destino sia
-una cosa divina; gli altri lo riguardano un effetto meramente naturale;
-fra i primi si possono annoverare _Platone_, _Zenone_, _Crisippo_,
-_Aristotile_, _Seneca_, _Eraclito_, _Pitagora_, e pochi altri; fra gli
-ultimi sono _Manilio_, _Empedocle_, _Democrito_, _Parmenide_,
-_Leucippo_, e varj altri, che quì non giova riportare. Ma sieno quanto
-si vuole disparate le loro idee, essi d'altronde sono tutti
-concordemente univoci ad esclamare altamente col _Manilio_:
-
- _Fata regunt orbem, certa stant omnia lege,_
- _Largaque per certos signantur tempora cursus,_
- _Nascentes morimur finisque, ab origine pendet._
-
-(ved. l'annot. seg.)
-
-(128) _Epicuro_, e _Cicerone_ incessantemente ripetono d'accordo che:
-_anilis plenum superstitionis fati nomen_. Infatti non è egli il più
-nero attentato, che si possa commettere contro la libertà delle umane
-azioni, ammettendo una necessità fortuita che tutta la distrugge, senza
-ritegno? Se lo spirito nostro (come lo riflette dottamente _Gassendi
-Philos. T. VII. Lib. III. Cap. 2. pag. 635._) nello stato in cui si
-trova, fosse condotto dal destino, e che destituito di libertà, esso
-facesse tutto mediante una necessità costante e inevitabile, la maniera,
-e la condotta ordinaria della vita umana perirebbero con essa, ed
-inutile si renderebbe ogni specie di soccorso. Laonde qualunque cosa che
-deliberata fosse dall'uomo, non succederà se non se ciò che sarà stato
-decretato dal destino, così la prudenza sarà un nome vano, lo studio
-della saggezza inutile, e tutti i Legislatori saranno ridicoli, o
-tiranni, perchè comandano delle cose, che o noi non dobbiamo fare
-assolutamente, o che noi non possiamo fare in veruna maniera; il vizio,
-e la virtù non sarebbero che due chimere, così niuno meriterebbe una
-ricompensa per le azioni morigerate, nè gastigo per le sue colpe;
-finalmente tutte le cose andando in forza di una necessità inevitabile,
-indarno farebbe l'uomo voti, o preghiere: egli non sarebbe se non se ciò
-che vuole il destino a cui egli fosse assoggettato.
-
-(129) _Ved Pirk. Av. Cap. 1. N. 3_. e _Mannon Comm. in Pir. Av p. 25
-Cap. 1._
-
-Dee recare bene sorprese massima tale adottata da un capo Settario, il
-quale vivea sotto l'antica economia; poichè, come lo rimarca un dotto
-(_Des opin. Philosoph. T. II. p. 209._) la legge permetteva non solo le
-ricompense, ma essa parlava sovente di una felicità temporale che dovea
-seguire sempre la virtù. Benchè fosse difficile di divenire
-contemplativo in una religione sì carnale, nulla di meno Antigono lo
-divenne: e chi avrebbe potuto mai seguirlo in una si alta elevazione?
-Zadok l'uno de' suoi discepoli che non ha potuto determinarsi, nè ad
-abbandonare interamente il suo maestro, nè gustare la di lui teologia
-mistica, dette un'altro senso alla di lui massima, e conchiuse da ciò
-che non vi era nè pene, nè ricompense dopo la morte. Esso divenne il
-padre de' Saducei i quali trassero da lui, come testè osservato abbiamo,
-il nome della loro Setta, il loro Dogma, ed i loro principj Teologici.
-
-(130) Il _Cuzarì_, unito a' _Cabalisti_, dice che Adamo avea un padre il
-quale servivagli anche da precettore, e questi era l'angelo _Gaziel_; il
-medesimo fece dono al suo discepolo di un libro in cui erano racchiusi
-tutti i più alti misteri di una scienza sublime, di cui è perlato
-diffusamente nel _Zohar_. E coloro che fanno professione di sottigliezze
-cabalistiche, assicurano che ogni simile patriarca dell'Israelismo, ha
-avuto un'angelo per protettore che l'istruiva di tutte le più
-interessanti, ed arcane cognizioni, nel tempo che lo difendeva da ogni
-sinistro avvenimento. Shem per esempio, ebbe, secondo essi, per maestro,
-e protettore l'angelo _Jofiel_; Abramo _Jsedekiel_; Isaak _Raffael_;
-Jacob, _Peliel_; Josef _Gabriel_; Mosè _Metrathon_, David _Cerviel_ che
-lo soccorse ad uccidere Golia: (ved. il citato _Bendior_.)
-
-Non v'ha certamente quanto i Cabalisti, che si sieno segnalati con
-entusiastico ardire ad inventare de' nomi differenti, che loro è
-piaciuto di appropriate ad un immensa quantità di angeliche
-intelligenze; essi sono anche pervenuti e moltiplicarle all'infinito,
-col mezzo di non so quali regole chimeriche, o fallaci, quanto si scorge
-essere pur oltremodo assurda l'arte della quale parliamo, e da cui
-partono. (ved. _C. Agrip. de occul. Philosoph. Lib. III. Cap. 27 pag.
-311_, et seg.) È da essi positivamente che noi tenghiamo i nomi
-stravaganti di moltissimi altri angeli, così difficili a comprendersi
-quanto a pronunziarsi, e che inutile non solo, ma oltremodo pericoloso
-riuscirebbe di allegare, giacchè secondo' i cabalisti proferendo i nomi
-serafici di quelle beatifiche intelligenze, risultare si vedrebbe
-inevitabilmente una morte subitanea, nello stesso momento di
-pronunziarli; quindi è appunto perciò, che noi stimiamo conveniente di
-astenerci a farne quì particolare menzione.
-
-(131) Questa Setta (come lo rimarca un'illustre antico), che Filone ha
-dipinta in un trattato ch'esso ha fatto espressamente, affine di farne
-onore alla sua nazione, come i Greci che vantavano la morale, e la
-purità de' loro filosofi, è sembrata sì santa che i cristiani hanno ad
-essi invidiato la gloria delle loro austerità. I più moderati volendo
-togliere assolutamente alla Sinagoga l'onore di averli formati, e
-nutriti nel suo seno, hanno almeno sostenuto, ch'essi avevano
-abbracciato il Cristianesimo dal momento che S. Marco lo predicò in
-Egitto, e che cambiando di religione senza cambiare di vita, essi
-divennero i padri, ed i primi istitutori della vita monastica: questo
-sentimento è stato parimente sostenuto con calore da _Eusebio_, da _S.
-Girolamo_, e dal P. _Montfaucon_. Non è mancato per altro, chi gli
-confutasse, e dimostrasse loro l'assurdità di siffatte opinioni.
-
-(132) Alcuni scrittori del secolo passato si fecero inconsideratamente a
-sostenere che Pitagora avendo viaggiato nella Giudea, ed essendosi fatto
-Esseno, andò a fondare i Terapeuti in Egitto; questo non e già tutto;
-essi aggiungono che essendo ritornato in Samos vi si fece Carmelitano,
-almeno i Carmelitani stessi ne furono per lungo tempo convinti, e per
-quanto ci rapporta _Basnage_ (_Hist. des Juifs L. 3. c. 7._) Essi hanno
-sostenuto nell'anno 1682, varie tesi pubbliche in Beziers, nelle quali
-pretesero di provare, contro qualunque argomentante, che Pitagora era un
-frate del loro ordine.
-
-In proposito di ciò non abbiamo che leggere la lettera dell'Ab. _Faydit_
-sul monachismo, ed il Carmelitanismo preteso di Pitagora, e noi vi
-troveremo questo filosofo trasformato in Carmelitano: molti scrittori di
-quest'ordine lo sostengono tuttavia con calore, senz'altro appoggio che
-le vaghe asserzioni di pochi fanatici predecessori: oh fenomeno
-inaudito, e strano! Ecco dunque, non saprei per opera di quale
-ammirabile prodigio, Pitagora cristiano religioso, e di più dell'ordine
-Carmelitano, dieci secoli almeno avanti che il Cristianesimo esistesse
-sopra la terra.
-
-(133) A torto alcuni critici hanno imputati gli Essenj, del pari che i
-Terapeuti, di essere adoratori del Sole, attesa la somma venerazione
-ch'essi aveano per questo luminare, che lo aspettavano con impazienza,
-indirizzandoli de' voti per affrettare il suo arrivo; essi non osavano
-trattare nè proporre alcun affare fino alla comparsa del medesimo;
-temevano di profanare, o denigrare il suo splendore colle impurità che
-escono dal corpo, e perciò nel momento di soddisfare a questo bisogno
-urgente della natura si occultavano ne' latiboli i più oscuri; ed il
-_Porfirio_ ha confermato questo pensiere; ma esso è per altro, smentito
-da infiniti esempi i quali provano ad evidenza, che non solo gli Essenj,
-e i Terapeuti, ma tutti quelli altresì discendenti dalla prosapia
-d'Israel non riconoscevano che un solo Dio a cui unicamente
-indirizzavano i loro voti, e le loro preghiere. Ma se gli Esseni fossero
-stati ancora predominati da sì fatta superstizione, chiaramente espressa
-dagli antichi, essi l'avevano, senza dubbio, presa da' Pagani; poichè
-_Esiodo_ assicura che i gentili riguardavano come un grave delitto di
-lesa Divinità di rivolgersi alla parte del Sole allorchè soddisfacevano
-a' loro bisogni corporali, e questo sentimento rispettoso era
-universale, per guanto abbiamo dall'istoria, presso tutti i popoli del
-mondo antico.
-
-
-
-
- CAPITOLO XVI.
-
- Continuazione del medesimo soggetto.
-
-
-L'origine, ed il tempo in cui la setta de' _Farisei_ si è manifestata la
-prima volta nel mondo, ci è del tutto sconosciuta; se si prestasse fede
-alla tradizione ordinaria, si troverebbe essere stato _Illel_ il suo
-primo capo, e fondatore, benchè si faccia, nulladimeno, esistere da
-alcuni sotto _Erode_ il grande (_D. Gantz Cronol. p. 83_) frattanto
-rimarcasi che i Farisei erano già sufficientemente potenti nel popolo
-sotto Alessandro _Janneo_, e lungo tempo avanti Erode: se i Farisei
-stessi ascoltiamo, noi gli udiremo altamente esclamare che l'origine
-positiva della loro setta parte direttamente dallo stesso Mosè; dalla di
-cui bocca i medesimi vantano, e non so sopra quale solida base, di avere
-ricevuta la tradizione (134).
-
-Ma piuttosto, che divagare col pensiere intorno delle chimere, che altro
-non fanno che rendere più oscure le cose che pretendono rischiarare, io
-preferirei meglio di abbandonare l'investigazione dell'origine di questa
-Setta, che ricercarlo inutilmente; e siccome i Farisei pretendono
-ripetere la loro primitiva derivazione, come si disse, fino da' tempi di
-Mosè, poichè è dalla propria sua bocca che quelli vantano di avere
-ricevuta la tradizione orale di cui vogliono essere i depositarj, e gli
-interpreti, così molti hanno creduto di potere in questo senso
-riguardare come farisei tutti gli ebrei de' nostri tempi, eccettuato
-però le Sette delle quali abbiamo fino ad or ragionato, se pure
-n'esistono ancora.
-
-Che l'inerenza costante per le tradizioni fosse antichissima, non è
-certamente da dubitarne, e noi già dimostrammo, parlando dei Caraiti,
-che un simile declivio si dee unicamente alle Teologiche accanite
-dissenzioni di _Illel_ e di _Sciamaj_, i quali sembra essere stati,
-senza dubbio, i primi a dividersi, con qualche strepito, sopra questa
-materia. I fautori del partito tradizionale aggiunsero enormemente nuove
-austerità oltre quelle già prescritte dalle antiche tradizioni affine di
-offuscare lo spirito del popolo, e confondere, ad un tempo, con maggiore
-successo, i loro nemici, che opponevano un pertinace contrasto allo
-stabilimento delle nuove instituzioni orali; ma siccome la
-contraddizione non va presso che mai disgiunta della divozione, così è
-che mentre ostentavano essi le più rigide pratiche in proposito di
-religione, distruggevano, o erano almeno indifferenti sopra quanto
-racchiude in se medesima la Legge di urgente ad osservarsi, e di
-essenziale a praticare; ma il popolo sempre facile a condursi, e presso
-che impossibile a disingannare, percosso dal loro esteriore
-simulatamente mortificato, e stupito dalle apparenze illusorie della
-loro fattizia devozione, gli riguardava come persone inspirate, dedite
-onninamente al Creatore, ed a quanto v'ha di più sacro nella
-creazione (135); orgogliosi degli omaggi striscianti, e degli atti
-rispettosi che vedevano prestarglisi dal popolo, inebriati del fastoso
-nome che si erano baldanzosamente attribuiti colla tanto vantata loro
-antichità, essi disponevano, senza ritegno, dello spirito del giudaismo
-a loro capriccio (136); a cui tanto più facilmente rendevano sommesso,
-quanto più agevole riusciva loro di sedurlo colla vana pompa che
-facevano delle mistiche parabole, e tradizionali allegorie delle quali
-accompagnavano l'esteriore contristato, che con fattizia umiltà
-prendevano interesse di manifestare agli sguardi ottenebrati degli
-uomini (137).
-
-Or se gli antichi farisei, come è provato; altro per essi medesimi non
-sono, in massima, che il prototipo genuino de' recenti Settatori del
-Talmud, non abbiamo che richiamare il Culto che si esercita da questi,
-perchè la religione che professavasi da quelli rendacisi a prima vista
-dimostrata con evidenza. Il loro fondamentale principio era l'esistenza
-dell'Essere Supremo, e l'immortalità dell'anima umana; essi ammettevano
-il purgatorio, e l'inferno, ed erano, così pare, intimamente persuasi
-che esistessero delle anime le quali erano vaganti sulla terra, e
-condannate a dover fare penitenza vicino al corpo che avevano esse
-abbandonato; tale appunto, in ogni senso, è l'opinione della massima
-parte de' Rabbini (138). Essi credevano inoltre fermamente la
-_Metempsicosi_ in punizione de' peccati commessi in questa vita;
-volevano che le anime infette da reprobe inclinazioni, e che avevano
-contratte delle abitudini terrestri, e viziose, passassero dopo la morte
-nei corpi delle bestie, invece che le anime integre, ed illibate
-andrebbero ed animare i corpi umani i meglio organizzati, i più sani, e
-i più perfetti (139). Questo dogma era pure in gran voga presso gli
-orientali, e molti sono anche di parere ch'essi ne sieno stati gli
-inventori, e che lo stesso Pitagora, che fu riguardato il primo ad
-introdurlo fra gli uomini lo abbia tratto propriamente da' soli
-orientali (140).
-
-Non si è parimenti mancato di imputare i farisei di partigianismo del
-destino, e creduli all'eccesso dell'influenza de' pianeti non meno sulle
-erbe, e sugli elementi, che sopra tutto il corpo umano (141).
-
-Ecco tutto quanto possiamo noi di proposito asserire intorno alla Setta
-de' farisei, sulla quale fummo costretti a digredire forse di soverchio,
-attesa la prossima analogia che rimarcasi fra la pratica del Culto
-conosciuto da essa, ed il sistema di religione seguitato dal popolo
-Israelitico de' nostri tempi, ommettendo però le sottili classificazioni
-fatte da' Rabbini per rapporto e questa Setta (142); e tale è la
-descrizione che ci parve conveniente di potere dare delle altre Sette,
-delle quali abbiamo fin quì diffusamente ragionato, come quelle che
-fecero più strepito, e che maggiormente si distinsero nell'ebreismo con
-una tenue differenza però rimarcata da' Critici fra le medesime, che i
-Saducei accordavano troppo alla libertà dell'uomo; essi, come
-l'osservano appunto varj autori moderni erano gli antenati di
-_Celestio_, e di _Pelagio_, che rendevano l'uomo l'arbitro delle proprie
-sue azioni, e della sua sorte; gli Esseni davano tutto al destino, ed
-inclinavano alle parte degli Stoici da' quali avevano essi presa la dura
-morale, ed i costumi feroci; i farisei tenevano la via di mezzo fra
-queste due Sette, come si può chiaramente rilevarlo da quanto abbiamo
-significato altrove per rapporto a' medesimi Settarj; in somma, si può
-giustamente conchiudere che i farisei erano _Semipelagiani_; i Saducei
-_Pelagiani_; e gli Esseni _Predestinatisti_; avendo noi stimato affatto
-indifferente di riportare tutte quelle altre Sette oscure, formate dagli
-entusiasti delle testè accennate Sette, come sarebbero i _Gortemani_, i
-_Masbotei_, i _Genisti_, i _Meristi_, e varie altre che non giova quì
-annoverare, e dei quali i soli nomi sarebbero appena conosciuti oggi da
-noi, se _Voltaire_ non ce gli avesse fatti, pervenire alla nostra
-cognizione.
-
-Vi fu ancora un altra Setta denominata _Evadiana_, ma ignorandosi
-l'epoca precisa da cui la medesima cominciò a prendere voga, ed i
-principj su' quali essa reggevasi, noi non ne faremo ulteriore menzione
-di sorte alcuna, tanto più che si pretende, ch'ella non durasse al di là
-del tempo che durò la fortuna, il credito, e la possanza d'Erode,
-generalmente riguardato suo capo, e fondatore.
-
-Ma avanti di terminare questo proposito interessante delle Sette
-dell'ebreismo, tacere sicuramente non dobbiamo quella che per lo scisma
-terribile che ella sparse nelle contrade tutte della Giudea, può essere
-posta al confronto di tutte le altre poco fa indicate. Questa è dunque
-la Setta denominata _Samaritana_.
-
-Or quantunque lo scisma di questi Settarj, non potesse propriamente
-cominciare a prodursi che nell'epoca della dissoluzione delle dieci
-tribù suscitata da _Geroboamo_, poichè è in conseguenza di essa che
-avvenne la loro più antica separazione; non per tanto i Samaritani non
-volendo riconoscere questo capo di ribelli per loro fondatore legittimo,
-essi rimontano fino a Jesuè, e sostengono essere egli quello che edificò
-il loro Tempio sulla montagna di _Gurizim_, e nel quale hanno essi per
-lungo tempo dopo, sempre adorato il creatore Supremo, ed esercitate le
-cerimonie, e i riti che ad essi prescriveva il loro Culto.
-
-La scrittura, per altro, in chiari sensi, ci significa che gl'Israeliti
-i quali abitavano la provincia di Samaria essendo stati vinti, e
-sconfitti da _Salmanasar_, e la Città presa (_II. Reg. 15_) il di lui
-successore _Assaradon_ vi fissò altre colonie in loro luogo; queste
-abbracciarono una parte della Religione Israelitica, e rigettarono
-l'altra; esse non vollero più alcuna specie di relazione cogli altri
-ebrei dimoranti in Gerusalem, e perciò appunto i medesimi desisterono di
-andarvi, così dunque avvenne che questi diventarono mutuamente
-implacabili nemici, come lo sarebbero a' nostri giorni ancora, se ve
-n'esistessero fra noi; la loro dissenzione ha sopravissuto alla loro
-patria, che si vuole essere stata _Samaria_; da cui quella Setta ripete
-precisamente il suo nome, e la capitale di essa era _Sichem_, calcolata
-ad una distanza di dieci delle nostre leghe da Gerusalem; l'attiguità
-così limitrofa fu una ragione di più per questi due partiti
-dell'Israelismo di perpetuare l'un l'altro il loro accanimento
-inesorabile.
-
-Non ostante però che i Samaritani abbiano avuto fra loro de' profeti,
-essi frattanto non ne ammettevano alcuno come sacro fra i loro libri
-canonici, contentandosi del solo Pentateuco; essi sono positivamente
-uniformi cogli altri ebrei nell'osservanza delle feste le più solenni, e
-principali; essi ammettono la stessa circoncisione, sono rigorosissimi
-nell'osservanza del sabato, benchè vi apponghino delle notabili
-modificazioni; essi riguardano l'umiltà, e l'indigenza come un voto
-necessario, analogo allo stato di umiliazione, a cui sono attualmente
-ridotti que' meschini residui di essi, che esistono soggetti al dominio
-musulmano di cui nè le leggi, nè il governo sono veramente molto
-incoraggianti. Ecco tutto quanto possiamo noi asserire di verosimile,
-relativamente alla Setta de' Samaritani, non iscorgendovi alcuna solida
-utilità in un dettaglio più circostanziato, e più diffuso (143).
-
-Tali sono infine dunque le nozioni generalmente considerate le più
-ovvie, e le più ammissibili che abbiamo potuto attignere da limpida
-sorgente intorno a quelle Sette, delle quali fu da noi ragionato
-estesamente fino ad ora, e che osservammo scaturite dal seno
-dell'Israelismo antico. Ma questa materia essendo già state
-sufficientemente esaurita quanto il bisogno nostro lo esigeva, passare
-ora ci è duopo ad altro soggetto non meno urgente a conoscersi, ma di
-quello assai più necessario al caso nostro, ed infinitamente più utile,
-e più interessante al progresso felice del piano salutare, che ci siamo
-quì proposti di stabilire.
-
-(134) I farisei sostenevano, con asseveranza, che oltre la Legge data
-sul prodigioso monte di Sinaj a Mosè dall'Essere Supremo, questi avesse
-confidato verbalmente allo stesso Legislatore un gran numero di riti,
-dogmi, e Cerimonie, ch'esso avea fatto indi passare alla posterità senza
-scriverle; essi giugnevano per fino a nominare gl'individui, dalle
-bocche de' quali queste tradizioni furono fino a' loro tempi
-genuinamente tramandate; essi attribuivano loro il valore, e l'autorità
-stessa del Pentateuco, supponendole per le tradizioni, come lo rimarca
-sensatamente _Bayle_, è passato da' farisei antichi a' farisei moderni;
-se quelli le difendevano con ogni sforzo, ed accanimento, questi col più
-deciso entusiasmo sostengono che chiunque, o rigetta, o mette in dubbio
-un solo istante la Legge Orale dee essere considerato come un מין (min)
-_appostata_, o eretico, e per conseguenza è dannato irremissibilmente
-nell'altra vita, e reo di morte in questa, una veruna formalità di
-processo; e noi abbiamo a sufficienza già fatto conoscere altrove l'odio
-inesorabile che nutrono gli ebrei Talmudisti contro i Settatori Caraiti,
-pertinacemente attaccati alle semplici scritture, senza volere conoscere
-tradizione di sorte alcuna, ed il disprezzo con cui per altra parte
-questi trattano i primi per vederli sovente preferire i mistici fantasmi
-tradizionali che traviano la mente, alla chiara semplicità della
-scrittura, che edifica il cuore.
-
-(135) Se è vero quanto si narra de' farisei, non dobbiamo più
-sorprenderci che un tale ascendente acquistassero i medesimi sull'animo
-specialmente degl'Israeliti ammaliati da quelle penitenze apparenti
-esercitate astutamente da' medesimi di gran lunga più austere di quelle
-de' frati della Trappa, e di altri più ascetici eremiti dei nostri
-tempi: si vuole ch'essi si privassero del sonno cotanto necessario alla
-conservazione dell'animale vivente, che digiunassero frequentemente, e
-lungo tempo, che si coricassero sui bronchi, e sulle spine; pretendesi
-ancora che ne attaccassero alla estremità inferiore de' loro abiti,
-affine di fare sgorgare il sangue dalle loro gambe allorchè caminavano;
-si percuotevano il corpo ad ogni tanto, ed essi distinguevansi parimente
-colla eccessiva lunghezza de' loro _Zizith_, e la grossa mole de' loro
-_Totaffoth_, o filatacteri (di cui fu già da noi e sufficienza ragionato
-altrove annot. 54) che portavano incessantemente colla più insoffribile
-ostentazione, e sulla loro fronte, e sugli angoli opposti delle loro
-vestimenta; sempre camminando colla testa inclinata verso il suolo, e
-dunque così ch'essi aggiugnevano nuove divozioni alla vera Legge;
-sebbene il giogo, come osservammo, une fosse già oneroso da superare le
-umane forze per sostenerlo; ed è appunto in sì fatta maniera che i
-farisei estorcevano il rispetto, e l'ammirazione de' più creduli, e de'
-più inesperti del popolo d'Israel.
-
-(136) _Simon_ (nel suo _Grand Diction. de la Bible T. II. p. 312_).
-Seguìto da varj altri critici moderni fa instituire questa Setta da un
-certo nominato _Semei_, circa l'anno del mondo 3950, sotto il
-Pontificato di Gio. Ircano figlio di Simeone il quale dette a' seguaci
-della medesima il nome di _farisei_ dall'etimologia ebraica פרץ
-(_paratz_) che significa _spiegare_, _interpretare_, e _separare_, con
-il loro fondatore di cui la santità era, per quanto vantano, senza
-esempio, colle regole, e gli statuti che loro avea prescritti, gli
-obbligò a condurre una vita separata, e tutta differente da quella del
-resto dell'Israelismo, e quindi a ritirarsi dalle Compagnie, a dedicarsi
-alle studio assiduo delle scritture, ad interpretarle con criterio, ed a
-bene intenderne i riti, e le cerimonie fondamentali, che necessario
-credevasi al vero Israelita di conoscere, e di praticare.
-
-(137) Lo stile parabolico è stato sempre in grande estimazione presso
-tutti i popoli orientali; molti hanno fermamente creduto che i libri di
-Job, di Tobia, e di Giuditta (benchè gli ultimi due non sieno stati mai
-ammessi per Canonici dagli ebrei) non erano che delle sante finzioni
-fatte in metodo parabolico al solo oggetto (come generalmente
-supponevasi) d'inspirare devozione, rassegnazione, integro timore
-divino.
-
-Infatti questa maniera di scrivere parabolico era molto familiare ancora
-a' primi scrittori del Cristianesimo (ved. _Sim. Hist. Crit. du V. Test.
-Lib. IV. c. 8._) e questa bizzarra foggia d'instruire il popolo è stata
-sempre mai la sola preferita dalla Setta de' Farisei, la quale, come
-rimarcammo, può dirsi oggi nella massima teoretica la sola Setta
-dominante fra gli Ebrei, astrazione fatta di quelle pratiche insane, e
-ributtanti ostentazioni che facevano lo scopo del sistema religionario
-degli antichi farisei, e che gli ultimi non hanno. Così anche il
-_Talmud_, il _Zohar_, e la massima parte degli antichi scritti di tale
-natura sono pieni ovunque di allegoriche finzioni, che non bisogna
-spiegare alla lettera, come se si rapportassero a delle Istorie vere, e
-reali. D'altronde, sia che un libro comprenda aneddoti istorici, sia che
-racchiuda parabole, o frammenti mischiati di parabole, non è perciò meno
-vero, che può esso in qualche modo riescire assai proficuo, purchè la
-materia che ne forma il soggetto non conosca altra guida che il solo
-buon senso, e sia basata radicalmente sulla ragione: Le opere di
-Maimonide, di Menasse ben Israel, di Abravanel possono giustamente
-annoverarsi in questa Classe.
-
-(138) Anche gli Ebrei moderni sostengono le medesime opinioni; essi
-pretendono di fare viaggiare le anime, durante l'intervallo di dodici
-lune consecutive, nel quale spazio le fanno andare, e venire intorno
-delle tombe dove sono racchiusi i corpi che vestivano in questo labile
-tirocinio, e pe' quali esse conservano tuttavia qualche adesione: quindi
-è che gli Ebrei Talmudisti sogliono pregare per suffragio di tali anime
-con una certa rapsodia ch'essi chiamano קדיש (Kadish) _santificazione_,
-a cui attribuiscono un'efficacia, e forza tale, fino a trasformare la
-sorte delle medesime in un'istante; ma ciò si vuole, per altro, che non
-sia che per le sole anime lordate da qualche impurità, giacchè i rabbini
-asseriscono, che quelle de' santi, e delle morigerate persone ascendono
-direttamente nell'empireo celeste appena escono dal mondo (ved. _Eliahu
-Levi in Tisbi. Menas. Ben Isr. De Resur. mortuor. Lib. II. C. 6. p. 171_
-_R. Abd. Sfor. in Hor. Ascem. p. 91._)
-
-(139) Non è già tenue il numero de' Rabbini, peraltro, celebri che
-sostiene un sentimento si stravagante, non si sa se preso da Pitagora,
-da Platone, oppure dagli Orientali; essi lo fondano da una parte sul
-dovere pressante in cui è l'anima Israelitica di osservare i 613
-precetti racchiusi nel Pentateuco di Mosè, e l'impotenza massima in cui
-essa trovasi dall'altra di eseguirlo, atteso lo spazio circoscritto
-delle vita che all'essere umano è accordato sopra le terra; quindi
-persuasi di giugnere con tal mezzo a superare simile ostacolo, essi
-fanno ritornare le anime nel loro pristino domicilio, affine di compiere
-quel grado di perfezione della quale sono elleno mancanti, ciò che nel
-Talmudico linguaggio chiamasi גילגול (Ghilgul) _Rivolgimento_. Se questo
-calcolo è giusto, la riduzione da me fatta dell'indicato numero di
-precetti, mi astrignerebbe a dovere ripetere un simile viaggio dieci
-volte almeno fra i viventi: quale deplorabile insania! Gli Ebrei,
-siccome ancora Pitagora e Platone estendono la trasmigrazione delle
-anime umane fino entro i corpi delle bestie: Agostino, parlando di
-Platone, relativamente a questo sistema, dice in termini espressi: _Nam
-Platonem animas hominum post mortem revolvi usque ad corpora bestiarum,
-Scripsisse certissimum est_. (_De Civit. Dei Lib. X. C. 30. p. 267_). Ed
-il sistema di Pitagora sul quale è basato quello di Platone vi è
-chiaramente descritto da _Erodoto_ (_Hist. Lib. II._). Gli ebrei, per
-altro, credono che il passaggio ne' corpi delle bestie, non facciasi
-luogo che di quelle anime lordate di grevi trasgressioni, o di delitti
-criminosi, essendoci già noto quale sorte avventurosa era espressamente
-preparata alle anime sagge, alle religiose, alle umili. (_Vedi Zohar.
-Phil. De somniis Tract. I. De Revol Pars. alter. collect. prim. Cabalah
-denud. p. 375. P. III. Plan. Theol. du Pitag. par Mourg. T. I. p. 533_)
-
-(140) Che Pitagora abbia preso degli Egizj, unitamente a vari altri
-sistemi filosofici, anche l'opinione della metempsicosi, pare
-assolutamente indubitabile. Si sa, per altro, che questo era in generale
-il sistema adottato dalla massima parte de' filosofi dell'Egitto, e che
-inoltre non fu esso conosciuto nella Grecia, se non se dopo che Pitagora
-fu di ritorno dall'Egitto, dov'esso avea fatto un viaggio unicamente per
-instruirsi della teologia de' preti di quel paese. Quindi allorchè il
-citato Erodoto ci dice che gli Egizj sono così pure i primi che hanno
-stabilito l'anima essere immortale, che dopo la morte del corpo essa
-passa successivamente ne' corpi delle bestie, che dopo d'avere passato
-da' corpi degli animali di ogni specie, essa ritorna ad animare il corpo
-umano, e che dessa compie sì fatta rivoluzione entro lo spazio di tre
-mille anni; v'ha de' Greci che hanno introdotto questo dogma alcuni più
-presto, altri più tardi, come se l'avessero creato essi medesimi. È
-indubitabile che Erodoto così esprimendosi non ha preteso quì parlare
-che di Pitagora. Platone poi che attinse una gran parte de' suoi
-sentimenti sopra queste materie negli scritti di Pitagora, ritrasse così
-pure la stravagante opinione della metempsicosi, benchè l'Ab. _D'Olivet_
-sostenga di proposito ch'egli vi correggesse molte cose. (Vedi _D'Oliv.
-Theol. des Philos grecs p. 83_).
-
-(141) Ciò potrebbe ancora essere vero in ogni senso, mentre ognuno sa
-quanto è familiare l'augurio di felicitazione presso gli ebrei
-nell'occasione di nozze, o di nascita di figli, o di altre avventurose
-circostanze del בסימן טוב במזל טוב (Bessiman tob, bemazal tob) _con buon
-augurio_, _con propizio pianeta_; volendo riferire, con buona fortuna; e
-molto ripetono gli odierni ebrei non solo, ma tutti gli altri popoli
-ancora dall'influenza del destino. Per altro, Flavio sempre interessato
-a giustificare, ed a sostenere l'opinione de' Farisei de' quali faceva
-parte, prende pugna in loro difesa; adducendo (_Lib. XIII. Cap. 9. p.
-542 antiq._), che quelli non intendevano già per destino, che il supremo
-consiglio di Dio, col mezzo del quale tutte le cose debbono succedere
-necessariamente senza però che all'uomo venga tolta la spontanea libertà
-di determinarsi a scegliere fra il bene, e il male, il vizio, e la
-virtù; elezione accordatagli dal suo divino Creatore, onde non abbia
-l'uomo che rimproverare se stesso, deviando dalla scelta che può
-riuscirgli utile, e salutare per appigliarsi a quella che forma la sua
-sciagura, e il suo tormento.
-
-Ma comunque sia, tanto è vero che quasi tutti i Rabbini del Giudaismo,
-come lo pensa uno de' più dotti fra questi (ved. _i Maronit in Philos.
-Lib. 1. C. 6._) hanno fermamente creduto che gli astri fossero le cause
-primarie di tutte le operazioni della natura, in quanto che i medesimi
-hanno dato ad ognuno di quelli il nome di una particolare divinità: così
-il pianeta _Giove_ presso gli ebrei portava il nome di בעל _Baal_;
-_Marte_ quello di מולך _Moleh_; Venere quello di עשתרות _Astaroth_;
-_Mercurio_ quello di בעל נבות _Nebot_, in una parola, tutti questi nomi
-si ritrovavano essere parimente quelli appunto, che gli Egizj, gli
-Assirj, i Fenicj, e i Cananei attribuivano alle respettive loro divinità
-pagane, come ce lo descrive il _Seldeno_ (_D. Diis. Syr. Cap. 1._); ciò
-che dà motivo sufficiente di credere essere quegli astri, que' medesimi
-che veneravansi ovunque sotto gli stessi nomi testè indicati, i quali
-facevano parte di ciò che i libri ebraici distinguono colla frase di
-_Culto de' Corpi Celesti_.
-
-(142) Il Talmud distingue sette ordini di Farisei; il primo misurava
-l'obbedienza all'auna del profitto, e della gloria; il secondo non
-alzava i piedi camminando; il terzo percuoteva la propria testa contro
-le muraglia che incontrava, affine di trarne il sangue; un quarto
-occultava gli occhi, e la testa entro un rustico cilicio, riguardando
-all'esterno da un piccolo pertugio; il quinto domandava fieramente _cosa
-è necessario che io faccia? Io lo farò; cosa v'ha egli mai da fare che
-io non abbia fatto?_ il sesto obbediva per semplice amore per la virtù,
-e per le ricompense temporali; il settimo, ed ultimo finalmente non
-inducevasi a seguire gli ordini di Dio, che pel solo timore delle pene.
-
-Ma questi sette gradi di fariseismo così classificati da alcuni
-Talmudisti, non debbono essere già riguardati come altrettante Sette
-particolari. I Farisei appartenevano tutti ad un solo corpo medesimo, e
-la ristretta diversità fra quelli consisteva unicamente nella maggiore,
-o minore devozione che ostentavano in faccia degli altri loro
-correligionarj, nella pratica costante delle loro austere cerimonie.
-
-(143) Se si dovesse prestare fede a tutto ciò che alcuni scrittori
-supposero, per rapporto alla Setta de' Samaritani, questi comparire ci
-dovrebbero sotto i caratteri i più odiosi, ed i più riprovabili:
-L'_Epifanio_ gli accusa di negare la resurrezione de' corpi (_Lib. XI.
-Cap 8. haeres._) Il Rabbino _Meyr_, presso i Talmudisti, gli pretende
-Idolatri (_Shem Sauhed. Cap. VIII. p. 43._) _Leonzio_ rimprovera loro di
-non riconoscere l'esistenza degli angeli (_De sectis Cap. 8._) ma il
-detto _Reland_ prende la loro difesa e gli giustifica in questa parte
-(_Dissert. misc. p. II. p. 25._) opinando che i Samaritani intendevano
-per un'angelo, una virtù, un'istrumento di cui la Divinità si serve per
-agire, o qualche organo sensibile ch'esso impiega per l'esecuzione de'
-suoi ordini: oppure essi credevano che gli angeli sono virtù
-naturalmente unite alla Divinità, e che questa ne dispone quando gli
-aggrada; ciò si rende pure manifesto dal Pentateuco Samaritano, dove
-ritrovasi molto sovente sostituito Dio agli angeli, e gli angeli a Dio.
-Quindi coloro che in tal guisa opinano, confondono male a proposito i
-Samaritani co' Saducei, attribuendo a quelli ciò che non potrebbe
-adattarsi che agli ultimi (ved. _S. Epif. Lib. X. Cap. VII._)
-
-
-
-
- CAPITOLO XVII.
-
- Osservazioni filosofiche su' Profeti, e sulle profezie annunziate da'
- medesimi: si discute il vero tropologico senso con cui debbono essere
- quelle propriamente spiegate ed intese.
-
-
-È senza contrasto, la qualità essenziale dell'ignoranza di preferire
-sempre l'occulto, il misterioso, e sovente anche il terribile, a ciò che
-per sua natura è in ogni senso chiaro, semplice, edificante. Il vero non
-dà certamente all'immaginazione delle scosse così vive nel modo che
-osserviamo fare le finzioni, che d'altronde ciascuno è l'arbitro di
-sistemare a livello delle proprie sue mire, ed a seconda dei suoi
-medesimi capricci. La classe ignara dei popoli, non richiede altro
-meglio che di ascoltare delle favole che la seducano e de' vaticinj
-percuotenti che le sorprendano; quelli fra gli uomini che furono più
-accorti per distinguerne il debole, scavando, per così dire dal niente
-le anagoriche illusioni, efficaci a condurli al termine de' loro
-tenebrosi disegni, hanno ad essa renduto il servizio che impetrava; essi
-si sono attaccati gli entusiasti, le femmine, e gl'ignoranti; esseri di
-questa tempera si appagano agevolmente di ragioni che non perverranno
-giammai ad esaminare con verità nè con criterio (144). L'amore del
-semplice, e del vero, dice _Fontenelle_ non si trova che nel ristretto
-numero di coloro, l'immaginazione de' quali è metodicamente nutrita
-dallo studio, e regolata dalla riflessione.
-
-Io non oserò già quì di asserire in verun modo, che gli uomini sieno
-stati in ogni epoca del mondo più inerenti ad ammettere l'errore, la
-menzogna, e l'illusione, senza esame, che ad investigare la verità colla
-fiaccola inestinguibile della ragione, malgrado che tutta l'antichità
-Pagana, forniscami profusamente le traccie le più evidenti, e le più
-sicure di una simile ripugnante condotta del genere umano ma ciò che
-senza timore d'ingannarmi, potrei accignermi a dimostrare di proposito
-si è, che molto agevole dovrà essere riuscito a coloro, che i primi si
-decantarono fra le prische idolatre popolazioni della terra, gli arbitri
-plenipotenziari delle false divinità che adoravano, e gl'inspirati delle
-loro fattizie intuizioni, di abusare enormemente della stupida credulità
-del volgo, il quale ignorando benanche il nome d'impostura, ed i gradi
-fino dove può ascendere la scaltra ipocrisia dell'imposture, era ad esso
-del tutto impossibile in tale stato d'imperizia, e di smarrimento di
-fissare un'adeguata distinzione specifica fra la verità, e la menzogna,
-fra l'inganno, ed il candore; degli uomini di tal fatta se ne calcolano
-a migliaja fra le nazioni, specialmente del gentilesimo, presso le quali
-l'arte della divinazione era in tanto rispetto, come consta
-evidentemente da Cicerone, e da vari altri scrittori suoi contemporanei,
-i quali tutti convengono, d'accordo, che gli Egizj, i Caldei, i Fenicj,
-e qualunque altro popolo asiatico, avea i suoi particolari aruspici, i
-suoi profeti, i suoi indovini, e forse molto avanti che gli ebrei
-predicessero le cose che dovevano accadere, nella remota successione de'
-tempi; e v'ha per sino chi assicura, che la massima parte de' riti,
-degli usi, e delle cerimonie religiose praticate non solo da questi, ma
-da tutti gli altri popoli che conosciamo, non traessero in massima la
-loro primitiva derivazione, che dai sistemi religiosi differenti,
-stabiliti, e propalati dalle vaste popolazioni della terra (145).
-
-Da quanto i monumenti più lontani ci contestano, resta sensibilmente
-dimostrato, che l'arte di vaticinare l'avvenire, riconosce la sua
-primitiva sorgente dalla più remota antichità (146); e che in ogni epoca
-il mondo fu sempre, e ovunque pieno di falsi, come di veridici profeti,
-di sibille, di aruspici, ed indovini (147); e ciò che rendeva molto più
-comune, e più esteso questo mestiere si era, che non essendo esso, nè
-una marca distintiva di qualche rango qualificato, nè esigendo vaste
-cognizioni per riuscirvi, chiunque fingeva di avere, o avea infatti una
-intuizione particolare, od un estasi divina, annunziava l'avvenire ad
-alta voce, o ballando, o cantando al suono del salterio; noi lo
-rimarchiamo, fra i tanti altri nella persona di _Saulle_, il quale, con
-sorpresa di tutto il popolo, si vide fare il Profeta, non ostante
-ch'egli fosse in disgrazia dello spirito divino, come apparisce dalle
-sacre pagine medesime (148).
-
-Per altro, la situazione avventurosa nella quale dovette necessariamente
-ritrovarsi il primo vaticinatore che comparve fra i mortali, avrà, senza
-dubbio, eccitata l'emulazione, e forse ancora l'invidia di tutto il
-resto degli uomini, su' quali la di lui arte sorprendente, e tutto
-nuova, gli avrebbe accordato un assoluto, e quasi incontrastabile
-diritto di primazia; è infatti allora, che si sarà veduto comparire una
-folla immensa di estatici divinizzatori, tutti opposti a vicenda ne'
-loro principj, ed ancora più discrepanti nelle conclusive illazioni che
-dessi ne traevano; ed allora quando trattavasi che uno di questi
-antiveggenti prefiggevasi di abbattere come assurde, o ripugnanti le
-predizioni del di lui antagonista, le più deboli, e inconcludenti
-ragioni bastavano ad effettuarlo, giacchè regolarmente il trionfo nelle
-controversie teologiche suole spiegarsi per colui che è il primo
-attaccante. I vantaggi diventando alternativi, e reciproci, si sarà
-dovuto ricorrere da entrambe le parti a' prodigj, affine di sforzarsi a
-rendere più autorevole con tale mezzo la supposta efficacia della
-vantata missione, come osservasi che fece appunto con tanto successo il
-vero Profeta Elia, quando volle sensibilmente convincere di menzogna i
-falsi Profeti di Acabbo Sovrano d'Israel (_Reg. I. v. 21 e seg._)
-
-E che? Forse di tutto ciò la scrittura medesima, non ce ne somministra
-essa le prove le più convincenti, e irrefragabili? Non è forse
-precisamente quella, che in tante circostanze chiaro ci partecipa la
-discordia inveterata, che allignava fra gli stessi Profeti d'Israel, che
-supporre non dobbiamo nè mendaci, ne impostori? E l'accanimento
-inesorabile che manifestavano a vicenda, non andava fino ad oltraggiarsi
-villanamente, ed a trattarsi gli uni gli altri da forsennati, da
-visionarj, da mentitori, da scaltri? (149) Non si saprebbe certamente
-come conciliare il ministero eccelso a cui erano essi chiamati
-d'accordo; tutti egualmente _Nebiim_ (Profeti), tutti organi, e veggenti
-di una stessa consolante religione, e tutti finalmente interpreti del
-pari dell'eterna volontà medesima di un solo Essere Supremo, colla sì
-detestabile maniera di procedere fra di essi (150).
-
-Or senza la debita venerazione che protestiamo nutrire intimamente per i
-Profeti dell'Israelismo, quanto non comparirebbero essi mai ributtanti e
-opposti allo spirito che gli animava, guidati come apparivano essere
-mutuamente di continuo, dal livore, dalla detrazione? Ma il rispetto
-integerrimo che nutriamo pe' medesimi, non meno che per gli oracoli che
-pronunziavano ce gli rende in gran parte scusabili, e ci fa d'altronde
-persuadere che tutto quanto fu da noi riferito a loro riguardo, non
-fosse a' medesimi accaduto che in visione meramente, come di tante altre
-gesta operate da quelli avvenne, e che per eterna confusione de'
-miscredenti, io mi credo in dovere di riportare in chiari sensi nel
-Capitolo seguente.
-
-(144) Il popolo (come sensatamente lo rimarca _Graziano_ nel suo
-_Criticon p. 415._) arresta la sua immaginazione su' primi oggetti che
-lo percuotono; le apparenze penetrano il suo spirito, lo predominano, ed
-incapace lo rendono di approfondire le verità, che possono essere
-racchiuse nelle cose; sempre più imbecille in rapporto alla più forte, o
-più debole impressione che i medesimi fanno sull'animo suo, esso non
-cura giammai d'illuminarsi sopra i di lui veri interessi; l'esteriore lo
-arresta, lo seduce, e attonito lo rende; la semplice verità, la pretta
-ragione, spogliata dalle chimere che sono ad esso artifiziosamente
-insinuate, sembragli troppo nuda; esso cerca qualche cosa di
-straordinario, che questa sia vera, o falsa poco gli cale, basta che lo
-spirito vengane ammaliato, e percosso; è perciò che le fantastiche
-visioni de' mitologici, hanno sovente ritrovata cieca fede presso il
-Gentilesimo, e che gli altri popoli, che ne successero hanno riguardato
-sempre con illimitata venerazione tutto quanto venne a' medesimi
-trasmesso dalle loro differenti orali tradizioni. Quindi è, per ultimo,
-che la sua credulità macchinale sorpassa di gran lunga la scaltrezza di
-coloro che cercano di trarre partito dalla sua pieghevole buona fede, e
-se alcuno tentasse per accidente (come fu altrove già da noi avvertito)
-di fare risplendere nel centro dell'umana società la fiaccola eterna
-della ragione, è generalmente riguardato come l'innovatore della
-credenza de' suoi simili, come un'individuo sospetto, e forse ancora
-convinto di miscredenza, e di appostasia: in una parola, chiunque brama
-di vivere in grazia della moltitudine, a meno che non pensi come Orazio
-(_Epist. XIX. Lib. 1._), il quale solea dire,
-
- _Non ego ventosae plebis suffragia venor_,
-
-dee studiarsi accuratamente di rendersi più caro questo ceto, di
-qualunque siasi altro.
-
-(145) Lancisi uno sguardo ponderatore nelle istorie le più classiche del
-mondo, si considerino esattamente i dogmi conosciuti, e adottati da
-tutti i suoi primi abitatori, se ne faccia il dettagliato confronto con
-quelli che si mirano praticare attualmente dalle nazioni de' tempi
-odierni, e si vedrà non esservi cerimonia praticata dalle antiche
-popolazioni dell'universo, che le religioni che conosciamo nella nostra
-età, non ne abbiano conservate le traccie, non lo seguitino ancora col
-più deciso trasporto. Per convincervi di questa verità innegabile di
-simile natura, che non è mio disegno già di riportare, non abbiamo che
-consultare diligentemente il _P. Accosta_, _Pietro martire_, il _Paw_,
-ed il _Raynal_, ed i più accreditati viaggiatori, i quali c'instruiranno
-con la massima esattezza possibile di tale massima conformità di cui
-parliamo, la quale non ha lasciato, per altro, di somministrare, al
-solito, qualche debole argomento agl'irrequieti miscredenti contro
-l'esimia Religione che felicemente professiamo.
-
-(146) Molti critici sono di ferma opinione, che _Enosh_ fosse il primo
-institutore dell'ordine de' Profeti, che si rese in seguito manifesto
-fra gli uomini, mentre desso fu il primo, per quanto si assicura, ad
-invocare il nome dell'Essere Supremo, e quest'ordine, si suppone essere
-stato successivamente diviso in molti altri, quali di maggiore, e quali
-di minore credito, siccome rilevar lo possiamo agevolmente dalla stessa
-Scrittura.
-
-(147) _Balaamo_ sebbene non Ebreo, ma Pagano, mirasi frattanto
-annoverato nella categoria de' Profeti, secondo tutto quanto a suo
-riguardo ci narra espressamente la Scrittura, e noi rimarcheremo nel
-Capitolo seguente, esservene stati molti altri fuori degli Ebrei che
-operarono delle cose che sembrano prodigj, nella guisa che fecero
-appunto i maghi dell'Egitto, alla presenza dello stesso Mosè inviato da
-Dio; dal che si comprende che la profezia, o le predizioni, od i prodigi
-medesimi, non erano sempre il contrassegno positivo, ed infallibile
-della santità di una persona, o della perfezione inalterabile delle di
-lui qualità individuali.
-
-I Pagani ebbero pur essi parimente in quest'arte delle femmine, che ne
-riescirono molto perite, come sono state appunto le rinomate Sibille; ed
-i sogni di _Abimelek_, di _Faraone_, di _Baldassar_, e di altri
-siffatti, erano altrettante immediate rivelazioni positive di ciò che
-accadere dovea in lontano avvenire, e che realizzate poscia si videro un
-giorno quali erano precisamente indicate, come la Scrittura chiaro ce ne
-instruisce, allorchè ad essa emerge di parlare di simili soggetti.
-
-È ben vero, per altro, che quando noi rendiamo omaggio a quelle verità,
-che predicono certi Profeti, che non meriterebbero d'altronde la nostra
-buona fede, noi non onoriamo già in simile caso, il Profeta che parla, e
-che antivede, ma quell'essere unicamente che lo abilita a parlare, e che
-lo inspira; poichè come lo riflette Ambrogio: _non confitentis meritum,
-sed vocantis oraculum est revelante Dei gratia_ _S. Ambr. Lib. VI. Cap.
-37._
-
-(148) Si legge nel _Cap. X. del primo Lib. de' Re_, che Saulle
-ritornando da Rama, dove il Profeta Samuel gli avea conferita l'unzione
-regale, incontrò nella Città di Gabaa uno stuolo numeroso di Profeti che
-cantavano al suono di concerti d'istrumenti musicali, e che Dio avendolo
-riempiuto del suo spirito, si mise pur esso a profetizzare ad alta voce,
-co' medesimi.
-
-D'altronde, per quanto apparisce dalla stessa Scrittura, sembra che
-l'arte della Profezia non andasse mai disgiunta da quella della musica
-specialmente istromentale, mentre dessa ci fa chiaramente capire, che
-_Assaff_, Heman, ed alcuni altri di tal fatta, profetizzavano
-continuamente suonando le Arpe, i Cembali, ed i Salteri, accompagnandoli
-talvolta coll'armonioso concerto delle loro voci.
-
-(149) Chi non fremerebbe ad un tale proposito d'intendere esclamare
-_Ossea_ (_Cap. 9._) _Stultum, et insanum prophetam, insanum verum
-spiritualem_? E _Sofonìa_, quando dicea che i _Profeti di Gerusalem sono
-stravaganti uomini senza fede_? Che diremo noi di quello schiaffo sonoro
-che il Profeta _Sedechia_ vibrò impetuosamente al Profeta _Michea_
-ritrovatolo a predire de' vaticinj calamitosi al Re di Samaria,
-dicendogli: _Come mai lo spirito di Dio è egli partito da me, per
-trasferirsi a te?_ (_Paralip. c. 18._) _Geremia_ il quale profetizzava
-in favore di Nabuccodonosor inflessibile tiranno del Popolo d'Israel, si
-era messo delle corde al collo, ed un giogo sul dorso, poichè secondo
-lui questo era un simbolo, ed esso dovea mandare questo simbolo a'
-limitrofi Regoluzzi differenti per invitargli a sottomettersi allo
-stesso Nabuccodonosor: il Profeta _Anania_ che riguardava Geremia come
-un veggente sospetto, e degno di poca fede, gli svelle a gran forza le
-sue corde, gliele spezza, e getta il di lui basto a terra. Questi non
-sono già certamente gli effetti delle visioni intuitive di un Dio, ma
-quelli altresì dell'orgoglio, e della imbecillità dell'uomo abbandonato
-a se stesso, ed alle sue proprie tumultuose passioni.
-
-(150) Il termine נבאים (nebiim) plurale di נביא _Profeta_ viene dal
-verbo נבא (naba) che significa _predire_, _indovinare_; e questo
-vocabolo è variamente preso nella Scrittura in rapporto alle persone
-differenti che sono state rivestite di simile attributo. È però da
-rimarcarsi che l'ispezione principale de' Profeti era negli antichi
-tempi quella di raccogliere gli atti di tutto ciò che si passava di
-considerabile nella Giudea, e di scrivere i libri sacri, non tacendo
-pero ch'essi aveano inoltre la qualità di Oratori pubblici, e come tali
-arringavano in presenza del Popolo, secondo il bisogno dello stato,
-predicevano gli infortunj da' quali era esso minacciato, e Dio servivasi
-del loro mezzo per rendere noto al mondo la sua eterna volontà, e per
-rilevare le cose occulte. Queste arringhe, o Profezìe erano registrate,
-e conservate negli Archivj della stessa maniera di tutti gli altri atti,
-o documenti; distribuivasene ancora molte copie affinchè il popolo
-poteste leggerle a suo libero piacere, e ad un tempo medesimo emendarsi
-colle salutari esortazioni che vi si contenevano.
-
-Queste grazie straordinarie del Cielo facevano loro conferire il nome di
-_veggenti_, come si rimarca in Saulle, il quale volendo consultare il
-Profeta Samuel sulla perdita degli armenti del di lui genitore, e
-prendere cognizione da esso del luogo in cui potevano quelli ritrovarsi,
-egli domandò ad alcune ragazze che ha incontrate _Nam hic videns?_ (_1.
-de Reg. Cap. 9_); e nello stesso Cap. vi si legge inoltre che ne' tempi
-di Samuel, quelli che noi distinguiamo col carattere di Profeti non
-erano allora chiamati che veggenti; e quindi supponibile che non si
-chiamassero tali, se non se per ch'essi vedevano da lontano le cose che
-dovevano accadere, e rivelavano ciò che era occulto al resto degli
-uomini.
-
-Aggiungasi ancora che un tempo si è dato pure il nome di Profeti a certe
-persone, le quali viveano separate dal resto del mondo, adunandosi
-unicamente a certe fissate ore del giorno, e della notte per tenere
-delle conferenze sulle scritture, per cantare gli encomj del Creatore,
-quali solevano accompagnare sovente da varj armonici strumenti, e ciò ad
-oggetto di eccitarsi meglio alla devozione, ed alla vita religiosa, e
-contemplativa che si erano prescelta.
-
-
-
-
- CAPITOLO XVIII.
-
- Continuazione del medesimo soggetto.
-
-
-Le più generali, ed accreditate opinioni, relativamente alle qualità
-essenziali che distinguevano il Profeta, da chi tale propriamente non lo
-era, si riducono a sole tre: la prima di quelli che facevano dipendere
-la loro inspirazione dal temperamento, dallo studio, dalla tristezza, ed
-anche dall'esilio; avvene ancora chi pensa che Dio sceglieva i Profeti,
-senza avere niun riguardo all'età loro, alla loro nascita, nè a' loro
-talenti: al contrario, esso gli traeva sovente dalla classe infima del
-popolo. Ne sono un esempio autentico _Amos_ il quale era boaro, ed
-_Eliseo_ lavoratore di Campagna, avuto soltanto riflesso alla purità
-della loro vita, ed alla esemplarità de' loro propri costumi. La seconda
-è di coloro che sostengono che la profezia è una facoltà naturale,
-poichè per essere profeta, è d'uopo avere un temperamento robusto, e
-vigoroso, civilizzarlo collo studio, e coll'applicazione, e condurlo a
-tutto quel grado di perfezione, di cui può essere quella suscettibile:
-la terza finalmente è quella che appoggia il _Maimonide_ (_Morè Nevoh.
-p. 2. Cap. 32. p. 285_), cioè che la profezia non allignava giammai solo
-che in un uomo saggio, e di una condotta irreprensibile ad ogni
-esperimento; quindi è che si mirano assegnare tre qualità volute
-necessarie, e indispensabili a' Profeti, 1.º una immaginazione viva; 2.º
-un raziocinio solido, e illuminato dalla coltura dello spirito; e 3.º in
-ultimo una integrità esemplare di costumi; e di azioni; poichè niuno ha
-giammai opinato sensatamente, che lo spirito di Dio risedesse sopra un
-anima reproba, od un uomo perverso (_Gerem. Cap. 45. v. 3 e 4_).
-
-Veduti che abbiamo i requisiti necessarj, e conosciute quanto basta le
-qualità essenziali che debbono caratterizzare il Divinizzatore, o il
-Profeta, senza fermarci quì ad investigare più oltre l'intimo valore
-delle preallegate opinioni, onde adottare l'una in preferenza
-dell'altra, noi possiamo ragionevolmente conchiudere che la sola
-vocazione divina, munita di una sana morale, era quella unicamente che
-formava in massima i profeti, senza riguardo alcuno al temperamento
-rettificato dallo studio, nel modo, che lo pretendono i Rabbini
-fermamente, nè all'interno declivio naturale degli uomini, od alla
-riscaldata immaginazione dei medesimi, come bizzarramente lo suppone
-_Spinosa_ unito a' suoi miscredenti fautori.
-
-Ora passiamo ad esaminare le predizioni, le gesta; o le profezie di sì
-fatti veggenti, onde possiamo fondatamente desumere in quale senso
-debbono essere quelle propriamente intese, e quale per tanto è
-l'adeguato valore che può ad esse meritamente convenire.
-
-Fra i moltiplici scrittori, che hanno di proposito ragionato con
-criterio, sopra questa materia, il _Maimonide_ sensatamente pretende
-(_Morè Nevoh. p. 1. Cap. 21 e 30_) che quasi tutte le azioni che sono
-dal volgo attribuite generalmente a' Profeti come vere, e reali, quelle
-non si debbono intendere, soltanto, che in sogno meramente, in estasi, o
-in visione come quando la scrittura ci descrive l'apparizione degli
-angeli ad Abramo sotto mentita spoglia umana (_Gen. Cap. 18. v. 9_); la
-lotta sostenuta prodemente da Jacob col messaggere celeste, in sembianze
-di uomo (_Ibid. Cap. 32. v. 25 e 26_); il colloquio di Eva Col serpente
-(_Ibid. Cap. 3. v. 3_) quello di Balaamo colla di lui asina che
-cavalcava (_Num. Cap. 22. v. 28_), ed un gran numero di altre
-apparizioni sì fatte, le quali ben lungi del considerarle, coll'ignara
-moltitudine, visibilmente accadute, non debbono quelle, secondo lui
-essere intese nè spiegate alla lettera, ma in semplice visione, o sogno
-intuitivo, dove propriamente consiste la base radicale della profezie;
-lo stesso dicasi come allorquando i Profeti parlano di un cammino, che i
-medesimi hanno fatto da un luogo all'altro, dell'intervallo di tempo che
-ci hanno i medesimi impiegato, e di tante altre simili cose che
-testificano di avere mirabilmente operato in molte foggie differenti,
-ciò, che lo stesso autore prova col mezzo di vari sensibili esempi della
-scrittura.
-
-Infatti quale altro espediente più efficace di questo potrebbe giammai
-sottrarre dalle invettive pertinaci de' traviati miscredenti, certe
-profezie che sembrano, ad ogni riguardo, assolutamente ripugnare al buon
-senso, e fare insulto alla ragione, se non si riguardassero in massima
-come semplici visioni; ma che, al contrario, prese quelle fossero alla
-lettera? Quindi seguendo il senso meramente letterale della volgata,
-cosa potrebbe mai opinarsi di un Ossea, a cui Dio comanda di prendere
-una meretrice, e di avere de' figli di meretrice? _Vade sume tibi uxorem
-fornicationem, et fac tibi filios fornicationum_ (_Ossea Cap. 1._) al
-che il Profeta immediatamente obbedendo prese _Gomer_ figlia di Ebalaim
-dalla quale poscia ebbe tre figli: quale giudizio dovremo noi fare di un
-_Ezechiello_ che dice d'avere dormito 360 giorni consecutivi sulla parte
-sinistra del di lui corpo, e 40 sulla diritta, di avere trangugiato un
-libro di pergamena, di avere mangiato del pane coll'escremento umano per
-comando dell'Essere Supremo? (_Ezech. Cap. 3. v. 1 e 2, e Cap. 4. v. 4,
-5, 6_) Cosa potrà dirsi mai del proposito indecente che lo stesso
-Profeta fa tenere al Creatore del mondo colla giovine _Oolla_? (_Ibid.
-Cap. 23. v. 2, 3, 4_) che penseremo noi di vedere camminare _Isaia_
-interamente nudo per le' pubbliche contrade di Gerosolima, durante lo
-spazio di tre anni? (_Is. Cap. 20, v. 2 e 3_) Cosa conchiuderemo noi di
-_Eliseo_, allorchè trovasi che fece divorare 40 fanciulli dagli orsi,
-per averlo derisivamente chiamato testa calva? (_Reg. II. Cap. 2. v.
-23_) Cosa diverebbero per ultimo essi mai, questi, e molti altri
-aneddoti della medesima natura, di cui sono pieni ovunque tutti i
-Profeti, presi nel senso materiale quali si leggono? Ben lontano dal
-conciliarsi la nostra ammirazione, il nostro affetto, essi non farebbero
-certamente che attirarsi la nostra ripugnanza, il nostro obblìo ma
-riguardandoli nel modo che l'insigne Maimonide ci esorta, noi allora,
-senza mettere alla tortura la ragione, possiamo a colpo sicuro dissipare
-le oltraggianti, quanto insensate opposizioni degl'increduli, e quelle
-dello Spinosa in particolare (151); dimostrando loro con evidenza che un
-sogno può bene farci comparire stravaganti qualche volta in faccia delle
-persone veglianti; ma che d'altronde lo stupore cessa, il folto velo
-dell'illusione si squarcia in mille brani, tosto che noi riprendiamo
-sicuri la uso degli assopiti nostri sensi, e che discernere possiamo con
-tutto quell'acume di cui siamo capaci, il vero che c'illumina, e ci
-giova, dall'apparente che ad ognora c'inganna orribilmente, e ci seduce.
-
-Lo stesso proposito è da tenersi parimente delle infinite predizioni
-fatte da' medesimi Profeti, le quali prese alla lettera ci
-trascinerebbero esce pure nel più imbarazzante labirinto di ostacoli, e
-di assurdi, e forse ancora diminuirebbero in noi quella dose di buona
-fede, che concepire dobbiamo a loro riguardo.
-
-Ma se deviando un solo istante dal nostro incamminato sentiere,
-trasportare volessimo la nostra mente fino a contemplare il vortice
-immenso delle numerose predizioni trasmesseci da' Codici tradizionali di
-altri popoli, noi ve ne troveremmo, senza, dubbio, di quelle che
-dovrebbero in ogni senso eccitare le nostra commiserazione, il nostro
-scherno (152).
-
-Ma quanti fabbricatori di sì fatte predizioni, non ci offre mai
-l'Istoria de' secoli decorsi? Per altro, molti fra essi, non potendo più
-a lungo dissimulare la ridicolezza, e l'inverosimiglianza delle
-medesime, non hanno esitato di confessare apertamente con _Curzio_:
-_Equidem plura transcribo quam credo, nam nec adfirmare sustineo de
-quibus dubito, nec subducere quae accepi_ (153).
-
-Però non ci diffondiamo di soverchio sopra una materia, che niun
-vantaggio solido può sicuramente recarci di approfondire, o discutere, e
-solo avanti di porre l'estremo fine al soggetto di cui trattiamo, non mi
-sembra inutile assunto di fare quì una rapida menzione della tanto
-decantata _voce intuitiva_ che facevasi armonicamente intendere presso
-gli ebrei antichi, e da' quali si foce tenere le veci, ed il carattere
-di profezia, dopo che l'influenza Divina di questa, venne interamente a
-cessare nel Popolo d'Israel (154).
-
-Il Talmud fra i moltiplici gradi di profezia che il medesimo distingue,
-pretende annoverare una certa voce che scaturiva dal centro degli
-oggetti, e che facevasi capire dagli astanti in chiari, e bene espressi
-accenti, della quale voce, aggiugnesi da quello, Dio non servivasi per
-parlare a' Profeti che di notte (Vedi luogo citato). È dunque da tale
-voce intuitiva, che i Rabbini ricavarono (come lo abbiamo testè
-osservato) il loro Batkol, ovvero _figlia della voce_, la quale
-asseriscono che supplisse nel secondo tempio alla interna inspirazione
-recondita de' Profeti, adducendo per comprovarlo l'Istoria di _Samuel_,
-e quella di _Nghelly_, scossi entrambi per tre volte dall'eccitamento
-che cagionato avea loro questa voce (_Sam. I. Cap. 3. v. 4. e seg._) per
-ben tre volte ripetuta; e gli stessi Rabbini agitando fra essi
-alternativamente qualche teologica questione, si pretende che nel
-bollore della medesima, impetrassero l'assistenza di tale voce, volendo
-ch'ella decidesse da quale parte era il torto, e quale dovea meritamente
-aspirare alla vittoria sul partito antagonista; le accanite
-interminabili controversie che si agitavano di tanto in tanto dalle due
-più rinomate accademie della Giudea, quella d'_Illel_, e quella di
-_Sciamaj_ ne formano la prova incontestabile; esse l'invocavano molto
-sovente (Ved. Pirchè Avoth Cap. VII.) e infatti i Rabbini si accordano a
-sostenere che quella voce sovrumana si udisse realmente proferire
-secondo le circostanze, l'opportunità, ed il bisogno הלכה כבית הילל
-(Alahah chebet Illel) cioè; _la Decisione è secondo Illel_, se
-l'opinione di questi fosse stata la più ammissibile: ovvero הלכה כבית
-שמאי (Alahah chebet Sciamai) cioè, _la Decisione è secondo Sciamai_, nel
-caso contrario.
-
-Tali erano dunque gli effetti, per quanto ci è noto, di quella
-portentosa così nomata _figlia della voce_, ritrovata, come si disse,
-nella cessazione, o nel deperimento della inspirazione occulta che
-animava i vetusti Profeti del Popolo d'Israel, e di cui facevasi tenere
-le qualità, e le veci equivalenti.
-
-Ma di tale soggetto avendo fin quì ragionato quanto era necessario per
-conoscerlo, e fondare con qualche precisione i nostri giudizj positivi
-su' Profeti, non meno che sopra tutto ciò che direttamente riguarda le
-gesta de' medesimi, le loro predizioni, o vaticinj, entrare ora ci è
-duopo ad esaminare le loro portentose operazioni, rispettosamente
-denominate _miracoli_, o _prodigj_; le illazioni esatte, che risultare
-vedremo dalle indagini ponderate che noi entriamo a fare sulla
-possibilità, e l'intrinseco valore, che come veri Israeliti siamo nel
-pressante dovere di attaccare alle medesime, ci condurranno alle
-ricerche le più curiose, ed alle più interessanti conclusioni, Tale è
-dunque il soggetto al grado massimo utile, quanto importante che noi ora
-ci affrettiamo ad esaurire colla massima accuratezza, e precisione.
-
-(151) Se noi non consultassimo che il solo Spinosa intorno questa
-materia, lo udiremo certamente darci delle idee così meschine, e
-degradanti de' Profeti, non meno che delle profezie fino ad annientarle:
-sebbene questo filosofo incredulo avesse attinti i suoi principj da'
-Rabbini fra i quali esso crebbe, e si educò, egli deduceva delle
-conseguenze molto più metafisiche, e più forti di quelle ch'esso avea
-da' medesimi ricavate. Esso accordava a' Profeti molta più immaginazione
-che ragione, ed è perciò appunto che essi ignorano molte cose, e che
-secondo lui s'ingannavano sovente sugli arcani della natura; (ved.
-_Spin. Tract. Theol. Polit. Cap. 2. p. 17. 18. 19_) mentre è cosa omai
-ben dimostrata, che rare volte porta ceco l'impronta di certezza, ciò
-che non è che il semplice risultato dell'immaginazione; ciò di che
-dobbiamo convenire noi pure, siccome ci riserbiamo a renderlo più
-espresso nel Cap. seguente, allorchè imprenderemo a ragionare su'
-miracoli, sulla solidità, e sull'oggetto de' medesimi.
-
-Non è poco, per altro, che Spinosa rappresentandoci i Profeti come
-persone che propalavano tutto ciò che una fantasia riscaldata può
-suggerire, confessava, nulladimeno, che la loro morale era esemplare, e
-che poteasi ad ogni riguardo liberamente consultarli sulla condotta
-della vita: ma ciò solo era egli forse bastante per essere Profeta?
-Spinosa lo crede, ma ei s'inganna.
-
-(152) La ferma credenza delle predizioni, e degli avvenimenti decantati
-miracolosi, erasi talmente impossessata dell'immaginazione de' popoli, e
-gli trascinava a delle stravaganze tali, che verso il secolo nono
-_Agobardo_ Vescovo di Lione, compose un trattato per abbattere, e
-annientare le superstizioni accreditate a tale riguardo fino ne' suoi
-tempi: _Tanta jam stultitia_, dic'egli, _oppressit miserum mundum, ut
-nunc sic absurdae res credantur a christianis, quales antea ad credendum
-non poterat quisquam suadere Paganis_. Agob.
-
-Infatti se si rimarca le tante predizioni allora in voga fra i
-Cristiani, si conchiuderà che non avea tutto il torto questo saggio
-vescovo di reprimerle come abusive, e condannarle come irragionevoli;
-per tacere infinite altre, noi non faremo quì speciale menzione che di
-quella nuova Città di Gerusalem che dovea discendere dal Cielo,
-costruita entro lo spazio di una notte (ved. _annot._ 72) l'Apocalisse
-annunziò questa prossima sorprendente avventura e tutti i cristiani de'
-primi secoli della Chiesa la credettero fermamente; s'immaginarono de'
-nuovi canti _Sibillini_ da' quali questa nuova Gerusalem supponevasi
-predetta; essa apparve ancora questa portentosa Città, nella quale,
-ovunque diceasi che i fedeli dovevano abitare mille anni dopo l'estrema
-consumazione dell'universo; essa discese dal Cielo per quaranta notti
-consecutive, (ma quella pare che sparisse da che era fatto giorno)
-_Tertulliano_ la contemplò, la conobbe, la vide co' propri occhi suoi;
-un tempo verrà, senza contrasto, in cui niuno persuadere si potrà che
-tali grossolane inezie conoscono per autori enti dotati di pensiere, e
-di ragione.
-
-(153) Non saprei in vero, se quando _Erodoto_ si fa rapportatore di
-tanti avvenimenti straordinari, che dovevano, secondo lui accadere
-(_Hist. Lib. 1._) ne foss'egli stesso realmente convinto e se allorchè
-veggiamo _Tito Livio_ compilare tutte quelle stravaganti predizioni che
-erano in voga presso i Pagani (_Decad. III. Lib. 3. pag. 114._) ne
-convenisse egli pure, con intimo senso: benchè coloro che si sforzano di
-giustificarli asseriscano che la sola necessità di adattare i loro
-pensieri al gusto dominante del loro secolo, gli abbia entrambi
-costretti (siccome avvenne a tanti altri istorici ritrovatisi in egual
-caso) a dovere assumere il dettaglio di tutte quelle gesta prodigiose
-accreditate da que' popoli, de' qual essi impresero a trasmetterci le
-istorie.
-
-(154) Questo è il nome con cui i dottori ebrei distinguono la
-rivelazione che Dio ha fatta di sua volontà (com'essi opinano) al Popolo
-ebreo, dopo che la Profezia verbale è cessata in Israel, cioè, dopo i
-Profeti _Aggeo_, _Zaccaria_, e _Malachia_ (_Ghem. Sotha Cap. 9. pag.
-48._) È sopra questa voce intuitiva che gli ebrei Talmudisti fondano la
-massima parte delle loro tradizioni, e de' loro usi rituali pretendendo
-che Dio gli ha rivelati a' loro progenitori, non già col mezzo di una
-profezia articolata, nè con una inspirazione segreta, ma per la via di
-una straordinaria rivelazione ch'essi chiamano בת קול (Bat Kol) _figlia
-della voce_.
-
-I Rabbini riconoscono tre maniere di Profezie, primo coll'_Urim_, e
-_Tumim_ (di cui sarà da noi parlato altrove) che faceva intendere la
-spiegazione di ciò che domandavasi col mezzo di caratteri
-prodigiosamente impressi sul _pettorale_ del Pontefice Sommo; la seconda
-collo spirito di Profezia, che inspirò i Profeti non meno aventi la
-promulgazione del Pentateuco che dopo Mosè; la terza mediante il _Bat
-Kol_. La prima è durata, secondo essi dalle costruzione del tabernacolo
-fino alla edificazione del primo tempio; la seconda dall'origine del
-Mondo fino alla morte di Malachia l'ultimo de' Profeti sotto il secondo
-Tempio, benchè l'uso più frequente di esse riconoscasi essere ente
-unicamente sotto il primo Tempio; la terza finalmente cominciò dopo
-Malachia, ed ha sussistito nella nazione d'Israel fino alla compilazione
-della _Misnah_. Essi pretendono altresì che il Batkol è una voce
-procedente immediatamente dal Cielo, che si fa sentire di una maniera
-articolata presso a poco simile a quella che chiamò il giovine Samuel
-per reiterate volte, allorchè Dio volle rivelargli ciò che dovea
-succedere al gran prete Helly ed alla di lui famiglia. V. _Reg. I. Cap.
-2. V. 5. e 6._
-
-
-
-
- CAPITOLO XIX.
-
- Indagini analitiche su' miracoli; quale si crede essere il loro
-principale oggetto; ogni Setta ne vanta in profusione; come pervenire a
-conoscerne i veri, e distruggere le obbjezioni che agitano gli increduli
- contro de' medesimi.
-
-
-L'uomo per sua intima natura, tanto è più limitato nelle sue proprie
-cognizioni, tanto la sua curiosità diventa estesa oltre i confini di
-ogni dubbio, in cui esso non si adatta facilmente dia restare, almeno
-per lungo tempo; questo è uno stato che lo angustia, e che sembra
-toglierli qualche parte di quella vanagloriosa dignità, che si è
-temerariamente attribuita. Or siccome baldanzoso egli cimentasi a
-discutere, o investigare i fenomeni della natura, benchè desso ne ignori
-onninamente l'essenza non meno, che le proprietà intrinseche di
-quest'essenza, da quando il di lui meschino sapere è ridotto al periodo
-estremo dell'inscizia, esso ricorre ad una causa soprannaturale;
-allorquando i fatti sono un poco remoti, e che mancano i solidi principj
-da mettere in campo, l'esatta distinzione del chimerico, e del vero,
-riesce per esso lui un assunto molto arduo ad intraprendere, ed
-eccessivamente spinoso ad eseguire; la pigrizia naturale dell'uomo, e la
-sua insita deficienza vi ripugnano d'accordo, egli è in questo solo caso
-ch'esso fa intervenire il prodigio, il quale fa dissipare in un istante
-dalla sua mente tutte quelle impossibilità che la rendevano come affatto
-inerte, e paralizzavano tutto le di lui ardite intraprese: _Il est trop
-flatteur pour la creature_, dice un pensatore illustre, _de voir le
-créateur bouleverser l'ordre préétabli en sa faveur_. In questa
-circostanza come in tante altre di simile natura, il suo circoscritto
-discernimento non gli accorda l'adito a riflettere ch'egli è
-positivamente impossibile che una cosa esista, e non esista insieme ed
-un tempo medesimo. Ecco il solo punto di rilievo, che servì molte volte
-di appoggio a quegli uomini che vollero farsi rispettare da' popoli, e
-che i primi conobbero la sicura maniera di soggiogarli.
-
-Per poco che rivolgiamo con attenzione l'Istoria, essa ci convincerà
-evidentemente ad ogni tratto, che tutti i capi, e fondatori di nuove
-Sette, in qualunque epoca del mondo, hanno tentato di provare la lealtà
-delle loro particolari missioni col mezzo di straordinarie operazioni,
-variamente immaginate da essi e di supposti prodigj (155). Ma avanti
-d'internarci a conoscere il valore intimo, che religiosamente dobbiamo
-noi attaccare a questi decantati prodigj, analizzare ci è duopo, di
-passaggio essenzialmente cosa mai sia per se medesimo un miracolo. Ad
-una sì fatta ricerca, io odo ripetermi essere questa una straordinaria
-operazione; opposta del tutto direttamente alle leggi della natura,
-preestabilite già da tempo immemorabile dall'Eterno consiglio del suo
-Divino Autore. Per altro, questa diffinizione sembrami altro non essere
-che un semplice raffinamento dell'idea che gli uomini ebbero in origine
-del termine _miracolo_, cioè, _res miranda_, _prodigium_, _portentum_,
-_monstrum_, cosa ammirabile, che annunzia, cosa stupenda, che reca
-novità, oggetto da mostrarsi come raro, ec.; e in questo senso anche la
-stessa nostra esistenza potrebbe fondatamente considerarsi un continuato
-miracolo.
-
-Noi però ci siamo formati tutt'altra idea del miracolo; questo è secondo
-l'opinione volgare ciò che non era mai accaduto, e che succedere mai non
-potrà in tempo alcuno; come sarebbe, per esempio, il colloquio del
-serpente con _Eva_; quello dell'asina con _Balaamo_; la carrozza di
-fuoco che condusse nel Cielo il Profeta _Elia_; la caduta delle mura di
-_Gerico_ al suono di tromba, e molti altri dell'ordine medesimo, de'
-quali ci fa espressa menzione la Scrittura.
-
-Comunque siasi però; l'opinione recentemente adottata incontra delle
-forti opposizioni dalla parte di certi stravaganti filosofi del secolo;
-quindi poichè Dio è il sommo Creatore di queste Leggi (ci ripetono essi
-temerariamente) Dio che ha tutto preveduto, ed a cui il passato, il
-presente, e l'avvenire, sono sempre del pari ad esso in egual grado
-astanti, come avrebb'egli mai contrariate queste Leggi medesime che la
-sua ineffabile saggezza avea imposte alla natura? Non potendo mai
-supporre ch'esse fossero mancanti, si dovrà non per tanto dunque
-opinare, che in certe circostanze quelle più non si accordassero cogli
-eterni disegni di quest'Essere Supremo, poichè si pretende farci credere
-che ha esso dovuto sospenderle, o contrapporle? Inoltre, come si oserà
-egli sostenere che un Dio (questi audaci miscredenti persistono ancora)
-il quale non ha potuto fare che delle Leggi perfettissime, ed
-immutabili, ad ogni esperimento, com'è la sua natura, sia costretto ad
-impiegare de' cambiamenti ad oggetto di fare sortire felicemente le di
-lui mire divine, o che accordare voglia alle sue creature l'assoluta
-possanza di operarli, onde la sua eterna inalterabile volontà resti per
-ogni parte compiuta? È egli credibile per alcun modo (essi conchiudono
-infine) che un Dio Sommo, ed infinito abbia d'uopo del concorso di un
-essere terrigeno, e limitato affine di rendere manifesti sopra la terra
-i alti ammirabili prodigj?
-
-Or come superare tali obbjezioni, ed altre moltiplici sì fatte, che
-baldanzosi mettono in campo sovente i furibondi avversarj de' miracoli
-contro di noi, che pervenuti siamo a conoscerne i veri, ed a
-esperimentarne, ad ogni tratto, i salutari effetti? La più efficace
-risposta che potremmo noi addurre dalla parte nostra, si è che le vie
-dell'onnipossente sono incomprensibili per l'uomo, che un Dio il quale
-può creare, e trarre le cose dal niente, e l'edifizio ammirabile
-dell'universo dal Caos orrido, informe in cui giacea sepolto, può
-altresì tutto rivolgere egli stesso, a suo piacere, in via
-straordinaria, e ad un tempo medesimo abilitare i suoi eletti
-dell'assoluta facoltà di operare dei prodigj, i quali viemaggiormente
-confermano in essi l'amore e la venerazione per l'opifice supremo della
-natura.
-
-Ma tuttochè le nostre adotte ragioni sieno troppo bene fondate, ed
-inconcusse per elleno medesime, pure i nostri pertinaci oppositori le
-riguardano come un debolissimo baluardo per la difesa a cui noi
-pretendiamo di farle efficacemente servire; frattanto lasciamo pure
-costoro immersi nel paludoso pelago delle loro tenebre deplorabili, e
-procuriamo noi di rischiarare le nostre colla fiacola eterna dell'esimia
-incontaminata religione, che abbiamo la felicità di professare (156).
-
-Ragionando però con quell'acume di cui al provido Creatore piacque
-fornirci onde meglio contemplare possiamo le di lui opere sorprendenti,
-noi dunque stabiliremo che un miracolo altro per se stesso non è
-(secondo ancora gli odierni sani filosofi, ed i Teologi pure) solo che
-un eccezione positiva, e reale alle divine leggi preestabilite della
-natura: ma con quali dati giudicare mai possiamo di un miracolo senza
-un'esatta, e profonda cognizione di tutto queste Leggi, che l'uomo,
-d'altronde, in vano tenterebbe giammai di acquistare sopra le
-terra (157)? In tale precaria posizione di deficienza, come potrebb'egli
-pervenire in alcun tempo a discernere con qualche probabilità il genuino
-carattere de' venerabili miracoli che procedono dalla volontà immediata
-onnipossente dell'arbitro disponitore de' Cieli, e della terra, da
-quelli che propriamente non sono che il mero effetto qualche volta
-dell'accidente, bene di raro della scienza, e molto sovente
-dell'astuzia (158)? Mosè operava de' miracoli sorprendenti: ciò è
-innegabile, ma frattanto lo Scrittura medesima chiaro ci dimostra che
-gli aruspici, ed i maghi dell'Egitto gli operavano essi ancora con
-eguale successo (_Exod. C. VII. v. 12_) non è già per questo che noi
-titubiamo un solo momento a decidere quali fossero fra questi que'
-prodigi emanati direttamente da Dio, e quali conoscessero per prima loro
-base l'artifizio, la scienza, o i sortilegj, mentre tutto concorre
-intimamente a persuaderci che altri fuori che il solo Mosè non potea
-essere il vero depositario degli arcani supremi di un Dio, e l'organo
-immediato della di lui Eterna volontà ineffabile, ed altro io quì non
-faccio che rendere un semplice ragguaglio meramente dell'ardita
-incredulità di certuni per rapporto a' miracoli; ma nulla ostante,
-questa nostra convinzione riesce un debole sostegno di difesa, contro
-gli assalti ostili degli avversarj; nè ha per se stesso forza bastante a
-dissuadere i filosofi del secolo da' loro opposti principj, il quali
-prendono tanta maggiore possanza nelle loro menti sovvertite, quanta è
-più esorbitante l'affluenza de' miracoli di ogni specie da cui osservasi
-inondata tutta la terra dall'origine della sua popolazione fino a' tempi
-nostri (159); ed a fronte di tutto il rispetto che protestiamo di
-nutrire perpetuamente per i sacri Codici, non meno che per tutto quanto
-essi contengono; ci troviamo astretti a dovere confessare con _Bayle_,
-che chiunque si è formato delle vere idee dell'ignoranza, della
-credulità, e dell'incuria del volgo, riguarderà sempre mai le opinioni
-come altrettanto più sospette; quanto che le ritroverà esso più
-stabilmente propalate. Gli uomini, per la massima parte, non esaminano
-niente, essi lasciansi ciecamente condurre da un abitudine macchinale, o
-dall'autorità, e le loro sacre opinioni tradizionali specialmente, sono
-quelle appunto ch'essi hanno meno il coraggio, e la capacità di
-esaminare; e siccome non è loro permesso di fare uso della propria
-ragione sopra questa dilicata materia (160), essi debbono gemere nel più
-torpido silenzio, e sopportare con paziente rassegnazione il giogo
-ferale ch'essi medesimi s'imposero. Quale solido vantaggio possono
-recarci mai tutte quelle regole che ogni settario non ha mancato di
-fornirci dal canto suo, come sicure per discernere i veri da' supposti
-miracoli, se una volta stabilita questa distinzione, niuno fu mai più
-imbarazzato per consolidare il suo trionfo sulle basi medesime del
-principio già fissato? Questo inconveniente procede da ciò che la regola
-è presa quasi sempre dalla stessa natura delle prove, che ciascuno si
-sente capace di produrre, e sostenere; è appunto sopra un tale proposito
-che un critico de' nostri tempi dicea: _Un vrai_ _faiseur de miracles
-pourrait trancher toute difficulté quelconque à leur égard, en rendant
-la vie à un homme au quel on aurait arraché le coeur, ou coupé la tête:
-l'esprit raisonneur serait bien humilié à la vue d'un tel prodige_
-(_Trait. des mirac. Introd. p. 25._)
-
-Ma ciò che più di ogni altra cosa concorre a disgustare ogni niente
-illuminata, e che noi non possiamo contemplare senza fremere, malgrado
-il religioso trasporto che intimamente nutriamo per i giusti, e per i
-bene fondati miracoli, si è, oltre l'immensa quantità di prodigj, non so
-come scaltramente introdotti sulla scena del mondo, il vedere adottare
-alla rinfusa come tali le azioni le più ridicole, i più puerili
-aneddoti, e le favole più insensate; è in vano che _Crisostomo_ ci
-ripete incessantemente che oggi la chiesa più non opera per via di
-miracolo non avendone più d'uopo, e che _Agostino_ dopo di avere
-seriosamente interrogato perchè mai que' miracoli che operavansi altre
-volte più non si miravamo ripetere a' giorni suoi, produce la medesima
-ragione: _Cur_, dic'egli, _nunc illa miracula quae praedicatis facta
-esse non fiunt? Possem quidem dicere necessaria prius fuisse, quam
-crederet mundus, ad hoc ut crederet mundus_ (_Aug. De Civit. Dei Cap.
-XXI._)
-
-A fronte di tali autorevoli opposizioni frattanto questi supposti
-prodigj ripullulare si mirano bene di frequente fra gli uomini, e ciò
-che di peggio si è coll'impronta il più delle volte della menzogna, e
-della contraddizione (161).
-
-Da tutto quanto abbiamo fino ad ora significato, non meno per ciò che
-riguarda le profezie, che per quello che rapportasi a' miracoli, o alle
-intuitive apparizioni che ne fanno parte (162), può illativamente
-inferirsi che non v'ha delirio più pericoloso nell'uomo di quello da cui
-esso fu sempre mai predominato, cioè di pretendere a tutta forza di
-rivelare quegli arcani avvenimenti, che Dio volle rendere occulti alla
-sua specie, avviluppandogli in una oscura notte, senza lasciargli
-neppure la debole speranza di potergli in alcuna maniera
-penetrare (163). Egli si schernisce de' superbi mortali che tentano di
-portare arditamente le loro inquiete ricerche oltre il punto che fu ai
-medesimi prescritto, e che all'umana deficienza si compete. Fu ricercato
-un giorno ad un filosofo ciò ch'egli opinerebbe se vedesse il sole
-arrestarsi nel suo corso (cioè se l'annua rivoluzione della terra
-intorno quest'astro cessasse); se tutti i morti resuscitassero in sua
-presenza; se gli uomini si metamorfosassero in bruti, e tutto ciò per
-provare qualche verità importante, come per esempio, l'efficacia del
-_Lampadario_ del _Sabato_, o la _grazia versatile_; ciò che io penserei
-rispose il filosofo? Io mi farei tosto Manicheo; io direi che avvi
-assolutamente un principio nella natura che rovescia, e disordina tutto
-ciò che un'altro avea precedentemente disposto, e sistemato.
-
-V'ha poche persone sulla terra le quali soddisfatte unicamente del
-presente, non inclinino d'imbarazzarsi dell'avvenire; questa esemplare
-condotta l'appannaggio de' sani, e de' religiosi filosofi, essi sanno
-che è un eccesso di demenza quello di tentare l'acquisto della
-cognizione di ciò che per se stesso dovrà essere eternamente
-impenetrabile alla mente dell'uomo (164); e persuasi di non potere
-risentire alcun solido vantaggio a sapere ciò che dee necessariamente
-succedere, solo restano paghi del presente, riconoscendo, per
-esperienza, quanto riesce malagevole per l'uomo di tormentarsi
-futilmente per l'avvenire: _Ne utile quidem_ (riflette sensatamente
-Cicerone) _est scire quid futurum sit; miserum est enim nihil
-proficientem angi_ (_De Nat. Deor. Lib. III. Cap. 6._)
-
-La facilità di credere, e l'orgoglio smodato di volere tutto conoscere,
-verità infinite volte rimarcata da' saggi, furono sempre mai le due
-funeste inesauribili sorgenti di tutti gli errori degradanti, che
-oscurarono i pregi della primitiva religione de' popoli, e resero lo
-spirito umano incapace di lumi, di coltura, e di ragione: _Dans tous les
-siecles, et dans tous les pays_ (osserva l'erudito _Freret_, _mem. de
-l'Acad. des Inscrip. T. 23. p. 187_) _les hommes ont été également
-avides de connoítre l'avenir, et cette curiosité doit être regardée
-comme le principe de presque toutes les pratiques superstitieuses qui
-ont defigurée la Religion primitive chez tous les peuples_.
-
-I veri dotti parlano dubbiosamente delle cose dubbiose, e non esitano di
-confessare con ingenuo candore, la loro propria incapacità relativamente
-a quelle che oltrepassano la portata dello spirito umano; è ben vero
-ch'essi credono di sapere molto meno cose di ciò che orgogliosamente
-vantano coloro che pretendono tutte conoscerle; ma almeno i primi sono
-garantiti di quelle ch'essi sanno, quando gli ultimi all'opposto
-ignorano eziandio quelle ch'essi immaginano di conoscere con evidenza.
-
-Quanti prodigj sparirebbero, in fine dalle menti ottenebrate de' popoli,
-quanti miracoli cesserebbero di essere tali in faccia di essi, se gli
-uomini volessero assumere l'ardua impresa di ripiegarsi un solo istante
-sopra essi medesimi, di ponderare accuratamente tutto ciò che si passa
-nel loro proprio individuo, e in tutti gli esseri che gli circondano;
-eglino allora si assicurerebbero, con positiva certezza, della causa
-necessaria che tutto regge, che tutto dispone, ed alimenta
-nell'universo, essi riconoscerebbero altresì con perfetta cognizione di
-causa, che ciò che volgarmente chiamasi miracolo, prodigio, cosa
-straordinaria, altro per se stesso non è che la conseguenza immediata
-della maniera di esistere del nostro mondo, di cui il disordine
-apparente, o reale, rientra nell'ordine preestabilito dal provido
-consiglio del suo Eterno Creatore. Con tale mezzo essi resterebbero
-ampliamente convinti di una verità sì urgente, e sì essenziale alla loro
-felicità, ed alla loro tranquillità inalterabile: quindi è perchè la
-natura, non meno che le sue intime proprietà saranno mai sempre un
-mistero indissolubile per l'uomo, il quale spera indarno di penetrarvi
-giammai, fino a tanto che desso non si determinerà di proposito ad
-opinare, ed a credere fermamente col più saggio filosofo della Grecia
-(_Socrate_) che le cose che sono al di sopra della condizione umana,
-riescono affatto straniere per noi, e sotto qualunque siasi aspetto che
-si riguardino, concernere non ci possono giammai di sorte alcuna, come
-appartenere non potrebbe al corpo nostro un sesto senso esterno, di cui
-non potremmo in verun modo concepire un'idea.
-
-(155) Molti Legislatori ancora intenti a rendere i popoli più rassegnati
-alle nuove instituzioni che volevano propalare fra di essi, facevano
-eglino credere di possedere il dono soprannaturale di tutte le arti, di
-tutte le scienze, di tutte le virtù possibili, mediante le continue
-divine intuizioni delle quali dicevano essere quelli suscettibili;
-_Osiris_ facendo supporre di avere acquisito dal Cielo l'arte
-dell'agricoltura, in sommo grado, divenne col mezzo di tale inganno, il
-Legislatore, l'arbitro, e il Dio dell'Egitto; _Licurgo_, e _Solone_
-dicevano di essere secondati dagli oracoli; _Zeleuco_, e _Pitagora_
-vantavano entrambi d'accordo di essere inspirati da _Minerva_; _Romulo_
-sosteneva di essere guidato dal Dio _Consus_; _Zoroastro_ governò i
-Persiani in nome di _Oromaze_; e _Brama_ faceva suppone di avere
-ottenuta dall'invisibile monarca dell'universo la dottrina che ha esso
-propalato nell'_Indostan_; _Thor_ e _Odin_ legislatori de Visigoti
-davano ad intendere di essere essi medesimi due numi discesi dal Cielo;
-qualunque delirio nel _fondatore dell'Islamismo_, e per sino gli accessi
-epilettici de' quali, seguendo l'Alcorano, era egli suscettibile
-sovente, portavano presso i suoi Settarj, un impronta sovrumana.
-_Gengiskan_ facevasi riguardare figlio unigenito del Sole, e come tali
-si annunziavano parimenti a' Peruviani _Manco Capak_, _Coja mama Oello
-huaco_ sua sorella, e sua moglie.
-
-Ecco finalmente come da un confine all'altro del globo tutti i suoi
-abitatori, senza forse eccettuarne alcuno hanno piegata la cervice sotto
-il giogo ignominioso del fanatismo. _Confucio_ è forse il solo fra tutti
-i Legislatori antichi, che abusato non abbia della credulità de' suoi
-Chinesi.
-
-(156) Le sole sacre pagine sono l'unico, ed il più solido appoggio che
-noi abbiamo per autenticare con qualche fondamento, la verità de'
-miracoli; esse ci offrono ad ogni tratto lo riprove le più convincenti
-della certezza de' medesimi; ma siccome i miscredenti non fanno un gran
-caso delle scritture, non si saprebbe a qual efficace partito
-appigliarsi per confonderli: quindi è che noi non abbiamo che limitarci
-a credere, e a desiderare ch'essi credano con quella medesima
-sommissione che noi crediamo.
-
-(157) Infatti l'ignoranza della quale parliamo ci trascina sovente nel
-baratro degli smarrimenti i più pericolosi, ed i più materiali; quante
-volte si è veduto, e mirasi tuttodì prendere dal volgo per miracoli i
-fenomeni della natura i più triviali, ed anche il risultato
-dell'esperimento di qualche scienza? La chimica curiosa ha delle
-trasmutazioni, detonazioni, esplosioni, fosfori, pirofori, combustibili,
-terremoti, ed infinite altre supposte meraviglie da fare gelare di
-stupore il volgo ignaro che le osservasse: _Datemi dell'olio di Gajac,
-con discreta dose di spirito di nitro, ed io vi faccio de' prodigi
-sorprendenti_, diceva l'eloquente _Wolston_.
-
-Non v'ha che le gesta meravigliose che possano fare credere le cose che
-hanno l'apparenza di soprannaturali, mentre questo non potranno essere
-giammai a sufficienza contestate dalla sola testimonianza degli uomini.
-_Jesué_, e tutta la di lui armata crederono,
-
-d'accordo, che il Sole si arrestasse in _Gabaon_, perchè (come
-giustamente lo riflette un dotto fisico moderno) ignoravasi generalmente
-a que' tempi, che la grandine di cui l'atmosfera trovasi pregna potea
-fare allora una refrazione de' raggi del Sole assai maggiore
-dell'ordinario: _Jsaia_ non conosceva la natura de' _parelj_,
-allorch'egli sosteneva ad _Ezechia_ che il Sole avea retrogradato nel
-quadrante della Corte. Non era mai possibile allora di avere solo che
-una certezza morale di tuttociò che asserivano i Divinizzatori, ed i
-Profeti, come certo, e dimostrato, atteso che i segni naturali erano del
-tutto generalmente sconosciuti. Per quanti secoli si è riguardato
-l'_Iride_ nel mondo come un vero miracolo, avanti che la fisica
-c'istruisse delle proprietà intrinseche della luce, e prime che si fosse
-pervenuti a conoscere, che le semplici refrazioni, e reflessioni de'
-raggi del Sole nelle goccie sferiche di pioggia formavano unicamente
-questo vago fenomeno? Non più che soli due secoli da noi distante non si
-vide annoverare fra i prodigi gli ecclissi, e le apparizioni delle
-Comete? (_Bayle Pens. sur la Com._) Gli storici che hanno scritto in
-que' tempi ne fanno delle descrizioni sì terribili, e sì ampollose che
-se noi fossimo ignari della natura di simili fenomeni, dovremmo
-impallidire leggendo ciò ch'essi ne dicono. Il vero si è che da quando
-si ha l'immaginazione alterata da fantasmi, e da chimere, più non si
-scorge negli oggetti che ci percuotono niente di ordinario, nè di
-comune: tutto diventa straordinario, grande, e sorprendente.
-
-Or per disingannarci di tali grossolani errori, che denigrano oltremodo
-la dignità dell'uomo, non abbiamo che studiare diligentemente il Codice
-ammirabile della natura, e noi resteremo allora sorpresi dalle infinite
-risorse ch'ella ci offre, e ad un tempo medesimo convinti delle tante
-mostruose illusioni colle quali noi sembravamo un giorno
-inseparabilmente collegati; ma la base fondamentale delle nostre
-ponderate asserzioni non è già quì solo che noi possiamo rinvenirla; io
-mi dispongo a metterla nel più chiaro giorno, mediante le dimostrazioni
-evidenti che mi emergerà di fare sopra questo soggetto nella
-progressione del presente Capitolo.
-
-(158) Tutti i religionarj, a qualunque setta che appartengono,
-sostengono unanimi che Dio non permetterà giammai, che l'uomo profano
-faccia de' miracoli, ad oggetto di rendere più accreditati i propri
-errori. Tale è per se stesso il principio generale su di cui ogni
-religione si appoggia per rigettare i miracoli vantati da un'altra setta
-differente, e fare solo valere quelli che la medesima decanta; ma con
-quali mezzi pervenire a conoscere in simile caso il vero miracolo da
-quello che non lo è, come fra i tanti che ogni popolo si fabbrica, e di
-cui non solo gli ebrei, ed i Cattolici ma tutto il gentilesimo n'è
-pieno, come, dico, potremo noi giugnere a discernere il divino, dal
-diabolico, il sacro dal profano? A quale spinoso imbarazzo non ci
-esporrebbe mai un semplice confronto? Mosè percuotendo un sasso colla
-sua verga ne fa scaturire una sorgente di acqua viva (_Exod. Cap. 18. v.
-5_) Maometto, per quanto assicurano i suoi Settarj, faceva stillare
-l'acqua dalla estremità delle proprie sue dita (_Echell. Ist. P. III.
-Cap. 20_) _Bacco_ ha operato il medesimo prodigio mediante la supposta
-virtù del suo _tirso_ (_Diod. Sicu. L. IV. Nonn. Dion. Plin. Lib. XIV_,
-e tutti i mitologici). _Jesuè_ arresta il sole in _Gabaon_ (_Giud. Cap.
-X. v. 12_), presso i Pagani si fa parimenti arrestare quest'Astro, e
-retrogradare per non essere testimonio dell'azione orribile di _Astrea_,
-contro i figli di _Tieste_ suo fratello (_Hist. Poet. Bann. Dict. art.
-Astrée_); ed il Cristianesimo pretende che il Sole siasi pure arrestato
-nel suo corso (conforme l'opinione astronomica di que' tempi) l'anno
-1547, in favore di Carlo V., per dare alla sua armata il tempo di
-sconfiggere il Duca di Sassonia, e le falangi Protestanti (_Maimb. Hist.
-du Luther. T. II. pag. 164_). _Eliseo_ resuscitò un bambino morto, sanò
-un infermo di Lebbra (_Reg. II. Cap. 4 e 5_) _S. Giovanni_ asserisce che
-Cristo resuscitò Lazzaro, e vari altri dopo morti, sanò degli ammalati;
-_Filostrato_ ci assicura che _Apollonio Tianeo_, non solo resuscitò una
-fanciulla morta il medesimo giorno de' di lei sponsali, ma che si
-resuscitò egli stesso (_Phil. in vit. Apoll._) E quante malattie credute
-disperate non guarirono _Esculapio_, _Ippocrate_, _Galeno_, ed
-_Apollonio_ medesimo? Chi inclinasse d'innoltrarsi vieppiù in simile
-confronto, non ha che percorrere assiduamente _Tucidide_, _Tito Livio_,
-_Plinio_, _Tacito_, _Valerio Massimo_, _Suetonio_, e alcuni altri.
-
-Ma io non finirei sì tosto, se tutti riportare io quì dovessi
-gl'innumerabili altri straordinari prodigi che servono di appoggio a
-tutte le sette odierne, e che posti al confronto con quelli che ci offre
-l'intero paganesimo, si troverebbero in valore equivalenti, benchè in
-numero di gran lunga inferiori.
-
-Or quale dunque di questi, replico, avrà mai per assoluta sua causa
-immediata l'Essere Supremo che adoriamo, e quale avrà tratta primitiva
-sorgente dalle altre indicare cause più comuni, e secondarie? Questo è
-il gran problema più di ogni altro interessante che sarebbe oltremodo
-necessario di sciogliere cautamente onde confondere, e ammutolire i
-filosofi increduli i quali appoggiati alle loro scienze esperimentate,
-osano insieme tutti rigettarli ciecamente, persuasi di poterne ritrovare
-le cagioni efficienti o nell'arte raffinata, ovvero nella natura; ma
-questo sarà sempre mai un arcano impenetrabile per il volgo, di cui la
-tradizione gli comanda di credere senza esame, di abdicare alla ragione,
-di condiscendere, e tremare.
-
-(159) Allorchè gli autori antichi parlarono di un miracolo (come
-giustamente riflette l'illuminato autore della _Philosophie du Bon sens
-T. I. Reflex. I. p. 65_) attribuendogli qualche avvenimento
-considerabile, sarebbe da desiderarsi ch'essi avessero sviluppato in
-quale guisa era stato il medesimo prodotto, indagando se un simile fatto
-era accaduto in seguito di una causa soprannaturale, ovvero mediante una
-ordinaria, e regolare, cagionata dall'idea, e dall'impressione di un
-miracolo sullo spirito ammaliato de' popoli. Ad alcuni, per altro è
-sembrato che molti di essi non abbiano presa cura di compilare tanti
-prodigj, che o affine di rendere le loro Istorie più rispettabili, o ad
-oggetto di uniformarsi ai tempi ne' quali erano essi cotanto in voga fra
-le nazioni, siccome fecero _Erodoto_, _Tito Livio_, e vari altri i quali
-ritrovando le Istorie precedenti piene di sì fatte estraordinarie
-visioni, essi non avrebbero potuto sopprimere le loro, senza
-scandalizzare i popoli che non erano meno superstiziosi a' loro tempi di
-ciò che lo fossero quelli de' secoli antecedenti; si potrebbero sopra
-tale proposito asserire con un profondo Inglese che: _The mistakes of
-our ancestors are the rising of ours: and the ours will increase those
-of our Children_ (Bolingbroek).
-
-Presso che tutti gl'Istorici delle Nazioni che conosciamo sono pieni di
-puerilità, e di pie chimere, le quali renderanno sempre mai le loro
-opere in questa parte spregevoli alle menti illuminate. Gli scrittori
-che ci hanno trasmesse le Istorie delle crociate (come lo rimarca il
-testè preallegato autore), le hanno riempiute di tanti miracoli sì
-opposti alla ragione, che si può riguardare come inutile di mostrarne la
-falsità e il ridicolo: i popoli che viveano in que' secoli aveano lo
-spirito abbacinato talmente d'incantesimi, di prodigj, di sortilegj, e
-di supposti miracoli, che anche gli uomini più accreditati, che facevano
-in quelle epoche l'ammirazione dell'universo, e la testimonianza de'
-quali è riguardata con tanto rispetto, non hanno potuto resistervi, non
-ebbero forza bastante per garantirsene: quindi è che _Platone_,
-_Appiano_, _Pausania_, _Plutarco_, _Cicerone_, _Porfirio_, _Jamblico_,
-_Sozima_, _Procopio_, _Diogene_ _Laerzio_, ed un gran numero
-considerabile di altri uomini scienziati, si sentirono tutti attrarre
-invincibilmente, dal meraviglioso per quelli; tutti, o furono d'accordo
-testimonj oculari di gesta prodigiose, od appresero da altri a
-raccontarle.
-
-(160) Fu sovente rimarcato da qualche genio insigne, che l'uomo appena
-comincia a contrarre l'abitudine del raziocinio, e della riflessione,
-perviene agevolmente a disingannarsi della tradizione, a conoscerne gli
-assurdi, a scoprine le stravaganze; è appunto perciò probabilmente che
-coloro i quali ebbero un interesse di perpetuare sopra la terra fra gli
-uomini i malefici prestigj della tradizione, non seppero come meglio
-riuscirci che imponendo un eterno silenzio agli stimoli della ragione,
-condannandoli come perniciosi oltremodo alla salute dell'uomo, e per
-conseguenza indegni di un anima religiosa, la quale è, secondo loro, in
-dovere di tutto credere macchinalmente alla rinfusa.
-
-(161) Chi spignere volesse la propria curiosità fino a verificare la
-genuina verità di tutto quanto è stato da noi fin quì esposto non ha che
-percorrere _Palladio_, _Sulpizio Severo_, _Mabillon_ (vita di _S.
-Bernardo_) Le gesta de' _P. P. del Deserto_, il gesuita _Gazée_ (_Pia
-hilaria_); Le conformità di _S. Francesco_ con _G. Cristo_, e molte
-altre istoriette di tale natura, ed caso vi ritroverà soggetto di che
-conchiudere fremendo, che que' menzionati filosofi nostri accaniti
-avversari (sebbene riprovabili sempre a questo solo riguardo) non aveano
-certamente tutto il torto di sostenere, che le leggende di questi nuovi
-operatori di miracoli, debbono fare per se stesse revocare in dubbio una
-gran parte di ciò che si avea scritto degli antichi. Si dirà pur troppo
-che i Talmudisti hanno accreditate delle favole mostruose, ma soggetti
-non ci appariscono per certo a quei vaneggiamenti di spirito che ci
-fanno raccapricciare in quelle; ed io oserei, per ultimo, insistere
-colla più ferma persuasione, che vi sono più inezie, e più assurdi nella
-sola vita di _S. Maria Alacoke_ ed in quella di _S. Vincenzo Ferrerio_,
-che in tutte le opere immense de' rabbini dell'Israelismo, checchè ne
-abbondino quelle in profusione.
-
-Egli è così che molti riscaldati entusiasti lusingati di sostenere in
-tale guisa la religione della quale si fanno essi i sostegni, e i
-difensori, porgono le armi fra le mani degli avversarj che vogliono
-attaccarla.
-
-(162) Per nulla ommettere di tutto ciò che può avere qualche prossima, o
-lontana analogia coll'assunto che trattiamo, non mi sembra ora
-inopportuno di avvertire che anche le tante apparizioni, delle quali
-tutti i codici delle Sette odierne sono ripieni, possono parimente
-ritrovare il loro confronto, nel modo appunto che lo ritrovano le
-operazioni straordinarie nella storia medesima dell'antichità pagana.
-_Cicerone_, il di cui solo nome ne forma il chiaro elogio, dice
-seriosamente che gli Dei si sono fatti vedere sovente dagli uomini, di
-una maniera sensibile, ed evidente: _Præsentiam sæpe Divinam declarant,
-sæpe visæ formæ Deorum_ (_De Nat. Deor._) _Plutarco_ che tutto il mondo
-colto conosce, asserisce fermamente che nel territorio della Sicilia
-esisteva una Città, dove la madre degli dei avea un tempio dedicato ad
-Esculapio, e nel quale gli Dei e le Dee apparivano assai di frequente.
-_Enquinnum Siciliæ oppidium, non magnum, sed pervetustum, et Dearum
-apparitionibus nobile_ (_Phit. Tract. de Orac._)
-
-Questo è stato realmente in ogni tempo un pregiudizio generale diffuso,
-e inveterato in tutte le regioni del mondo abitato dall'uomo, che gli
-Dei apparivano sulla terra, sotto una, od altra simbolica figura
-differente per ricompensare o per punire; i Tartari lo assicurano di
-_Foh_ (_mem. du P. le Comte_) lo dice Erodoto di _Apis_ (_Heliod Lib I.
-e Mair. Saturn._); ed i Magi dell'Egitto lo asseriscono delle loro
-supposte Divinità (_Voy. en Pers._). Gli abitatori dell'Isola Formosa
-credevano costantemente unanime che il loro Dio si manifestasse, ora
-sotto la figura di un bue, ora sotto quella di un Leone, e qualche volta
-pure in sembianza di Elefante (_Taver mandes. Voy des Indes_).
-
-(163) Io già feci altrove dimostrativamente conoscere, come nostro
-malgrado confessare dobbiamo che dopo di avere dedicate tutte le nostre
-ponderate ricerche agli studj i più profondi, pervenire con certezza mai
-non potremo ad une fisica dimostrazione della benchè minima verità
-speculativa. È ben vero, per altro, che l'autore Supremo dell'Essere
-nostro, permettere non volle che l'uomo fosse possessore di un sapere
-dimostrativo al di là di un limitato confine; ma d'altronde non si può
-immaginare senza errore, che abbia esso perciò lasciata la specie nostra
-immersa nell'ignoranza universale delle cose, giacchè, al contrario,
-veggiamo quali chiare vestigia, e quali segni evidenti ha esso accordati
-alla medesima, onde con essi possa quella giugnere al discernimento di
-certe verità che sono ad essa più necessarie. Ma l'orgoglio umano crede
-tutto abbracciare, tutto lusingasi di conseguire con queste deboli
-traccie, e l'uomo frattanto, circoscritto dalla più tenebrosa ignoranza,
-superbo esulta di una chimerica dottrina; esso crede che niente di tutto
-ciò che si offre alla sua mente sia sufficiente a pascolarla; esso tutto
-intraprende, tutto combatte, e poco egli conosce, nulla conchiude;
-qualunque oggetto basta per confonderlo, per atterrirlo, e se
-l'ambizione sua interroghiamo di qualche assunto, per es. _Cos'è mai
-l'uomo?_ Di spirito, e di materia è l'uomo composto, esso risponde; ma
-in quale modo, replico, dimostrare fisicamente si potrebbe sì prodigiosa
-unione? Come due sostanze cotanto fra di esse opposte diametralmente,
-possono a vicenda unirsi per farne quindi risultare un corpo che agisca,
-un essere pensante? L'intima natura qual'è di quest'essere agente? E
-cose di tale guisa gli ricerchiamo, sventurato! Ecco ciò che mette il
-colmo al di lui estremo smarrimento, ecco lo spirito suo illuso
-miseramente vaneggiare nell'infinito (ved. _l'ann. 14. del T. 1. delle
-Notti Camp. p. 53._)
-
-(164) È molto più sicuro, o commendevole per l'uomo, dice un'illustre
-antico (benchè non fosse questi dotato di altri lumi fuorchè di quelli
-della propria sua ragione) di credere le operazioni della Divinità, che
-di volerle approfondire: _Sanctius est, ac reverentius de actis Deorum
-credere, quam scire_ (_Tacit. de morib. Germanor._) Infatti a quale
-smarrimento deplorabile non si mirano soggetti coloro che tentano
-d'investigare gli arcani che Dio volle rendere incomprensibili alla
-frale intelligenza rimane? V'ha egli follia più orribile per un essere
-limitato di quella di volere penetrare ciò che di gran lunga osservasi
-eccedere la sfera circoscritta delle umane cognizioni? Questa è una
-taccia che la temerità di vari filosofi antichi ha debitamente meritata.
-_Platone_ dicea non istimare atto religioso quello di esaminare le opere
-dell'Essere Supremo, nè di fare uno studio profondo sulle natura delle
-cose (_De Legib. Lib. VII._)
-
-
-
-
- CAPITOLO XX.
-
- Istruzioni generali preparatorie per sistemarci solidamente su'
- fondati principj da noi fino ad ora stabiliti in proposito di Culto, o
- di Religione.
-
-
-S'è vero, come fermamente lo pretende il _Macchiavelli_ (_Lib. III.
-Disc. I. sulla Deca di Tito Livio_) che se si vuole che una setta, od
-una Religione qualunque, mantengasi lungamente sopra la terra, è
-necessario ritirarla molto sovente verso la sua primitiva origine;
-l'assunto già da noi esaurito il primo, che riguarda un tale importante
-soggetto, e che tende precisamente ad un sì ottimo fine, ben lungi
-dall'oscurare gli alti pregj che il mondo ha in ogni tempo giustamente
-ammirati nella credenza edificante professata da' primi Patriarchi del
-popolo d'Israel, e tutt'altro che diminuirne il valore in faccia di
-esso, come assurdamente opinare si potrebbe da taluni, il medesimo non
-si aggira che a ridurla con ogni possibile chiarezza tale precisamente
-per se stessa, quale appunto conosciuta, e praticata l'ebbero un giorno
-felicemente i suoi primi institutori, ed a renderne il prezzo, senza
-comparazione, assai più inestimabile, e più raro di ciò ch'esso lo era
-ne' tempi odierni.
-
-E s'è d'altronde indubitato, siccome infinite riprove concorrono ad
-autorizzarlo, che la stessa religione, altro per se medesima non è, che
-una malattia dell'intelletto laddove manchi ad essa le guida infallibile
-della ragione, e sempre che non riconosca per suo appoggio primo, ed
-essenziale il buon senso, e l'istruzione; la materia, che noi entriamo
-successivamente a trattare nel secondo volume di quest'opera, dovrà
-tanto più interessante riuscire, quanto che si prefigge per iscopo di
-dimostrare quest'urgente verità col chiarore dell'evidenza.
-
-Or sebbene quanto fu da noi significato estesamente fino ed ora, perciò
-che rapportasi alla prima in particolare, prescindendo, per il momento,
-da quello che l'ultima concerne, di cui ci disponghiamo a ragionare
-partitamente nella prima opportuna circostanza, parrebbe escludere
-qualunque ulteriore osservazione che aggiugnere si potesse in proposito
-di quella; ma sul riflesso troppo contestato dall'esperienza, che in
-siffatte materie specialmente l'affluenza delle prove, lungi dal
-riuscirvi intempestiva, o recarne un pregiudizio, essa contribuisce a
-renderle più nitide, e farne chiaro spiccare i veri pregj, e in una
-parola, a richiamarle a quel grado luminoso di perfezione di cui possono
-quelle essere suscettibili; così ho stimato un oggetto alquanto utile, e
-conveniente di corredare i fondati principj da noi esposti di quelle
-istruzioni che a me sembrarono le più ovvie, e le più necessarie, onde
-basare da una parte sopra fondamenti durabili, ed inconcussi la
-propostaci Riforma religiosa del Popolo d'Israel; dissipare dall'altra
-quella taccia odiosa di miscredenza, o di temerità che mi potesse essere
-malignamente imputata da qualche fanatico settario; e convincere, per
-ultimo, quella stessa nazione alla quale sono le medesime onninamente
-dirette, dell'integerrima rettitudine delle mie fraterne intenzioni a
-suo riguardo, non meno che dell'intensa profonda venerazione che ho per
-moltiplici volte, con intimo senso protestato nutrire per l'eccelso
-inalterato Culto unicamente al quale mi felicito, con vera esaltazione,
-di appartenere io pure. Ma passare, ci è ora d'uopo a convincercene,
-senza, mistero coll'esplicita, ed esatta esposizione delle medesime.
-
-Molti pensatori profondi si fecero ed opinare, che l'affluenza di
-tradizioni delle quali trovasi ogni Setta eccessivamente avviluppata,
-forma una solida presunzione che sono tutte basate sopra deboli appoggi,
-e sopra de' sistemi erronei oltremodo, e inconseguenti (165); infatti,
-se fosse vero che per il solo mezzo di quelle Dio avesse voluto fare
-generalmente conoscere il vero Culto che gli esseri umani debbono
-prestargli, ne verrebbe per assoluto corollario che questo Culto non ci
-comparirebbe sì alterato; e sovente sì deforme per opera unicamente
-della stessa tradizione, siccome fu già da noi per tante volte
-opportunamente dimostrato, e questa dovrebbe essere altresì per tutti
-eguale, poichè le cose indispensabili per tutti gli enti ragionevoli
-debbono essere necessariamente identiche, e uniformi; sia di ciò la
-verità, che tutte le nazioni civilizzate del mondo riconoscono un Essere
-Supremo, perchè i principj della ragione universale sono in ogni senso
-comuni a tutte quante; dal che illativamente deducono i filosofi, che
-questa cognizione è per se stessa il resultato di una verità positiva, e
-irrefragabile (166); ma siccome ognuna di quelle sette riconosce, e
-sostiene una tradizione differente non solo, ma bene di frequente anche
-opposta a quella di un'altra (nel modo che lo abbiamo noi più volte
-rimarcato) esse debbono dunque conchiudere fermamente che avendo
-efficace inoppugnabile ragione di conoscere, e adorare un Dio Supremo,
-esse hanno grave torto di ammettere tutto ciò che immaginarono
-ciecamente oltre questo confine per ogni motivo consolante, e
-indispensabile.
-
-Quando ancora taciuti stati fossero da noi que' tanti altri motivi, quì
-all'emergenza riportati, che concorrono ad estenuare onninamente quella
-supposta forza prodigiosa, che ogni popolo della terra, come lo abbiamo
-altrove osservato, pretende superiormente attribuire alle sue vantate
-particolari tradizioni, l'efficace conseguenza testè riportata, che i
-filosofi ne traggono, forse non sarebbe quella sola sufficiente per
-abbatterla interamente, per annientarla? Ma per sciagura universale i
-popoli, e Israel fra questi, bene lontano dal restarne quanto basta
-intimamente penetrati, e convinti, sembrami, al contrario, che a gran
-passi retrogradi, arretrino d'accordo senza posa verso la culla fatale
-de' loro vetusti acquisiti smarrimenti, ed il peggio si è, con troppo
-debole speranza di potere giugnere a sottrarneli giammai (167).
-
-Eppure malgrado un ostacolo sì tenace, e sì invincibile in apparenza,
-parmi oggi dimostrato, che i progressi dell'istruzione avevano già
-eccitati a' nostri giorni spontaneamente una discreta frazione di ebrei
-a segregare dalla loro inveterata legge, non meno scritta che orale le
-instituzioni essenziali al loro Culto, da quelle che non sono che
-accessorie meramente e suscettibili di innovazioni nello stato politico,
-e civile; alcuni di essi pervenuti essendo a sopprimere omai le tante
-inutilità delle quali gli scritti de' Rabbini sono pieni, che ad altro
-non servono, come provammo, che ad oscurare i veri pregj della tersa
-Religione, senza renderne migliori gli osservanti; e tanto fu questa una
-verità chiaramente riconosciuta da' medesimi Israeliti che nell'Anno
-1800, una Società di ebrei olandesi pubblicò una deliberazione di non
-riconoscere in avvenire che la Religione pura, e consolante di Mosè, e
-di rigettare onninamente tutte quelle istituzioni che fino a quell'epoca
-erano denominate, _Leggi Talmudiche_ (Vedi _Racc. degli Atti
-dell'Assembl. degli Israeliti p. 72_); e in fatti questa benemerita
-società avea già attirati un'affluenza considerabile d'Israeliti; indi
-nel 1801, fu progettato di convocare un congresso generale, ad oggetto
-di richiamare in Luneville i rappresentanti di tutti gli ebrei dispersi
-nelle differenti regioni dell'Europa, affine di sanzionare, e rendere
-più amplia, e più autorevole la previa motivata Riforma: è bene da
-congetturarsi con ogni fondata sicurezza, quale potesse essere
-effettivamente il vero scopo fondamentale di sì fatto congresso; questo
-non tendeva, in une parola, che al disegno identico medesimo che ci
-siamo noi proposti, cioè, di sostituire una sana, e metodica Religione,
-alle pratiche superstiziose, degradanti, e antisociali, che al massimo
-detrimento della medesima, se ne facea sostenere il carattere, e le
-veci.
-
-Or perchè mai una disposizione sì provvida per se stessa, e sì salutare,
-non ha essa potuto ritrovare in alcun tempo nel grembo della chiesa
-giudaica solo che pochissimi partigiani, e imitatori? L'unica, e la vera
-cagione di simile deficienza ripetere solo noi la possiamo giustamente
-dal non essersi ritrovato giammai qualche individuo Israelita fermo, e
-zelante a quel punto dell'onore, e de' solidi vantaggi della propria sua
-nazione, fino a ridurre in sistema le teorie necessarie per condurla con
-propizio successo all'arduo desiderato intento di una perpetua
-indefettibile rigenerazione, non meno per tutto ciò che ha un immediato
-rapporto colla credenza professata da quella, che relativamente a' suoi
-costumi, così pure che all'istruzione. Ma con quel fronte immaginarne la
-difficile impresa, e chi mai di altronde azzardatone avrebbe fra gli
-uomini una pronta esecuzione senza grave rovinoso pericolo (168)?
-Malgrado che una sì triste verità rendasi pur troppo innegabile ad ogni
-esperimento, e che que' numerosi esempi da noi opportunamente riportati,
-contestino ad evidenza quale funesto guiderdone l'ebreo filosofo aspetti
-dalle benemerite sue cure consacrate ad illuminare il traviato popolo a
-cui esso appartiene, ciò non per tanto io che da lungo tempo avvezzo ad
-affrontare con baldanzosa fermezza gli assalti proditorj del settario
-furore de' miei connazionali, e che a superare io pervenni sovente con
-successo, cimentarli mi accinsi nuovamente in questo giorno, animato da
-una speranza lusinghiera di poterne in certa guisa riportare del pari
-una solida vittoria equipollente in vantaggio eternamente memorabile del
-corpo universale degl'illusi figli d'Israel.
-
-Ma in seguito di tuttociò, parmi quì oltremodo necessario di avvertire,
-che qualunque siasi utilità che risultare potesse in vantaggio del
-popolo ebreo dall'esito felice del mio intrapreso assunto, esso non
-potrà mai completamente risentirla fino a tanto che non venga dal
-medesimo riconosciuta (nel modo che in chiari accenti fu già da noi
-significato altrove) l'urgenza indispensabile cui trovasi per tante
-parti ridotto di lumi sufficienti, d'istruzioni, e disinganno, affine di
-potere giugnere e bene intendere una volta essere evidentemente
-impossibile che le pratiche assurde, gli usi contraddittorj, e le
-stravaganti cerimonie delle quali fu esso fatalmente imbevuto, dopo un
-sì lungo periodo di secoli, debbino costituire le base inconcussa, e
-radicale delle Religione destinata e professarsi da un consorzio di enti
-dotati di un'anima ragionevole, di pensiere, e di riflessione, siccome
-pare che l'ebreismo lo abbia immaginato erroneamente fino ad ora con la
-più pertinace asseveranza.
-
-Pervenuti che noi siamo ad un punto sì essenziale non meno che salutare,
-molto agevole impresa ci riuscirà di assicurarci che gli errori, ne'
-quali miransi precipitare gli uomini sì di frequente, altro non sono che
-le conseguenze necessarie della loro ignoranza, che la loro caparbia
-credulità macchinale, non è che il seguito immediato dell'inesperienza
-de' medesimi, della loro scarsa riflessione, e di quell'accidia inerte
-dalla quale vengono essi per la massima parte eccessivamente predominati
-nella guisa medesima appunto, che il trasporto al cervello, od il
-letargo sono gli effetti risultanti da quelle siffatte malattie, che gli
-anatomici distinguono col carattere di _Epilessia_. Quindi è che un
-pensatore, anonimo del nostro secolo disse molto sensatamente: _La
-vérité, l'expérience, la refléxion, la raison sont des remedes propres à
-guerir l'ignorance, le fanatisme, et les folies, de même que la saignée
-est propre à calmer le transport au cerveau._
-
-Ma se alcuno avido di sottilizzare le cose ad oggetto di meglio
-svilupparle, si facesse quì per accidente ad interrogarci,
-coll'esperienza infallibile alla mano, perchè mai la verità non produce
-essa in ogni tempo questo effetto salutare sopra le innumerabili teste
-orribilmente attaccate da tale perniciosa infermità? A questi,
-rispondere in massima si potrebbe, che siccome v'ha delle malattie che
-resistono con gran forza e qualunque siasi rimedio; così precisamente
-riesce affatto impossibile di sanare quegl'infermi ostinati all'eccesso
-di rigettare per sino quegli antidoti medesimi i quali avrebbero tutta
-l'attività, e l'efficacia di liberarli dal grave malore che gli assale.
-Quindi non senza fondata ragione pertanto, il celebre _Fontenelle_ solea
-dire: _Quand même je tiendrais toutes les vérités renfermées dans ma
-main, je me garderais bien de l'ouvrir pour les montrer aux hommes_;
-mentre, se la scoperta di una semplice proficua verità (nel modo che
-l'ho io rimarcato in altro luogo, Ved. _l'annot. 47_ al T. I. delle
-_Not. Camp. p. 130_) fece trascinare crudelmente l'impareggiabile
-Galilei nella cadente età di settant'anni entro le orride carceri del
-feroce _S. Uffizio_, quali tormenti laceranti non dovrebbe mai
-aspettarsi colui che tutte si cimentasse a rivelarle? È ben vero però
-che se un novello Galilei oggi risorgesse fra i viventi ad istruirci di
-qualche altra scoperta egualmente sublime, positiva, e interessante di
-quella che due secoli avanti l'ammirabile filosofo Toscano trasmise alla
-posterità non avrebbe certamente adeguato soggetto di paventare una
-procedura sì strana, e sì spietata; ma egli dovrebbe essere d'altronde
-presso che certo di attirarsi _religiosamente_, senza traccia di
-rifugio, l'odio inesorabile de' fanatici, degli ignoranti, e de' più
-creduli Settarj i quali tutti d'accordo col versetto 12 del Cap. X, di
-Josuè alla mano, sfuggire non lascerebbero l'opportuno incontro di
-perseguitarlo come apostata, e deciso contraddittore delle Scritture;
-siccome appunto mirasi da questi di continuo brutalmente inferocire
-contro quei genj, che diretti delle più assidue e profonde meditazioni,
-tentano di estrarre delle cose ostensibili alle umane cognizioni, ciò
-che possono le medesime racchiudere di vero, di proficuo, e di
-essenziale per la specie dell'uomo.
-
-Sebbene che da quanto l'esperienza medesima ci contesta, niuno essere
-umano sulla terra sia veramente interessato a perpetuare l'errore, il
-quale tosto, o tardi trovasi costretto di cedere alla verità, giacchè
-come lo pensa _Agostino_; _occultari potest ad tempus veritas, vinci non
-potest_, pure, nulla di meno, il fatto concorre a dimostrarci per altra
-parte, che molti con ogni possibile sforzo, lo tentarono sovente, ma
-indarno, poichè la menzogna, non ha che un tempo assai rapido, e
-perentorio; e che la verità solo è capace di resistere, al torrente
-impetuoso de' secoli, sopravvivere ad ogni età del mondo, e sempre
-intatta conservarsi dall'infezione letale di quella sua implacabile
-nemica, indefessamente occupata dalla sua corruzione, del suo
-sterminio (169).
-
-E chi mai fra tutte le nazioni dell'universo potrebbe ciò autenticare
-con una convinzione più esplicita, e più chiara di quella che sentire
-dovrebbe le prosapia d'Israel di nostra età? Se una gran parte di quelle
-pervenne a fruire per qualche breve istante de' solidi perenni vantaggi
-che risultano da questa verità; se i Greci hanno motivo sufficiente di
-vantare i loro _Aristidi_, e i loro _Socrati_, che sì perfidamente
-ricompensarono; se i loro _Ciceroni_, e i loro _Augusti_ orgogliosi
-rammentano i Latini, con quante più imponenti ragioni dee felicitarsi,
-ed esultare il popolo ebreo dell'aureo secolo di _Napoleone_ il
-_Grande_, che in tante guise differenti degna fargliene gustare i
-salutari ammirabili effetti? I tempi avventurosi degli _Alessandri_,
-ecco il trionfo de' Macedoni, l'età felice de' _Marc'Aurelj_, ecco il
-fasto de' Romani, l'epoca eternamente memorabile dell'esemplare,
-_Gallo-Italo Monarca_, ecco la gloria nostra; ma noi poco interessati,
-od anche indifferenti a conservarla per nostro indelebile conforto,
-l'orgoglio, l'ignoranza, e il fanatismo ci rimergono pur troppo nel
-vortice immenso delle tenebre, senza speranza di liberarcene giammai, nè
-di vederle in alcun tempo rischiarate.
-
-Quale forsennato pensiero, può mai trasportare un'ente ragionevole a
-rinunziare di proposito deliberato all'intero possesso del maggiore de'
-beni, che gli offre l'eterna previdenza, quale sarebbe quello, s'egli lo
-conoscesse di restituirlo al pristino culto eccelso de' suoi avi, e ad
-un tempo medesimo purificare i suoi costumi, e illuminare la sua
-ragione? E che; tutte le magnanime cure paterne che all'Augusto
-benefattore d'Israel piacque di richiamare in favore di questo popolo,
-non tendono esse forse onninamente a questo provvido edificante disegno?
-Quelle forse non sono che attualmente porgono ad esso i mezzi i più
-pronti, e i più sicuri, onde possa egli pervenire, senza ostacolo, alla
-meta felice di tutte le sue intense brame? E quale individuo fra voi
-supporre in verun modo si potrebbe a tal'eccesso folle o ingrato, fino a
-rigettarli, o ad esserne insensibile? O figli dell'abbandonata Sionne!
-Non vi accorgete voi forse, che sotto l'apparente opera umana
-l'ineffabile consiglio di un Dio prodigiosamente si asconde? L'alto
-sonante gloria, di cui l'eco universale fastosamente contraddistingue
-sopra la terra ogni azione, ogni gesto, qualunque impresa di NAPOLEONE
-l'incomparabile, non indica esse un parziale favore dell'Essere Supremo,
-non dimostravi l'effetto immediato del suo braccio onnipossente; non vi
-annunzia esse con evidenza che l'organo assoluto della volontà di un
-Dio, Cesare divenne, della cui profonda saggezza ei si prevale per
-punire i malvaggi, ricompensare i giusti, proteggere gl'innocenti,
-sollevare gli oppressi? Or in seguito di ciò, chi non vedrebbe, che
-mostrandoci recelcitranti alle auguste disposizioni del nostro _Ciro_,
-sì bene affetto al Creatore, sarebbe la cosa medesima che mostrarci
-ribelli all'eterna volontà di Dio stesso?
-
-Cessiamo per tanto di più lungamente tormentarci per ridicole chimere di
-nostra sovvertita immaginazione, rispettosi adorando nell'opera terrena
-gli arcani profondi del Superno abitatore de' Cieli, che con un mezzo sì
-eccelso e sì potente degna oggi rinnovare quegli antichi favori medesimi
-de' quali furono gli avi nostri un giorno profusamente colmati; e vuole
-renderci ad un tempo convinti, che da noi soli dipende unicamente lo
-spezzare que' terribili ceppi degradanti che i nostri smarrimenti
-decorsi avevano in tante fogge costruiti a nostro perpetuo danno
-irreparabile; egli è per questa unica via che noi possiamo pervenire a
-meritarli, e ad elevarci (se oso dirlo) alla sublime cognizione del
-Culto puro, veridico, ed esimio, che il sommo Dio de' patriarchi esige
-dalla posterità dei medesimi; e distinguendo sensibilmente allora la
-religione vera, metodica, e sana, dall'apparente, superstiziosa, e
-irregolare, noi riconosceremo quali ragguardevoli moltiplici vantaggi
-risente dalla prima lo spirito che sa discernerla nel fulgido chiarore
-di sua magnificenza, e della sua vera grandezza; vedremo non esservi
-solo che quella che possa rischiarare l'intelligenza umana, elevare il
-genio al di sopra di se stesso, e farlo, per così dire, lanciare fuori
-de' lumi prescritti a tutto ciò che riguarda la natura, o l'indole
-umana: è dessa che dilata al grado massimo tutte le sfere; sola ha il
-dono di tutto vivificare, in qualunque siasi posizione in cui l'uomo si
-ritrovi, purchè abbia per guida la sua fiaccola eterna, può essere con
-sicurezza garantito di non deviare giammai dall'ameno retto sentiere di
-quella verità sì proficua, e sì essenziale alla sua specie: e così per
-ultimo ci ridurremo a convincerci necessariamente per ogni parte, che
-non avvi che questa unica eccelsa Religione, capace d'imprimere a tutti
-i talenti, così pure che a tutte le virtù il suggello indelebile del
-soprannaturale, e del divino, e che a quella solo spetta di creare il
-filosofo saggio senza orgoglio, nella guisa che appartiene ad essa
-unicamente di formare l'uomo pio senza fanatismo.
-
-Ecco, in una parola, il vero Culto sublime che l'Augusto Rigeneratore
-d'Israel esige da questo popolo; ecco la Credenza consolante che i
-nostri Belgici fratelli, non ha gran tempo si proposero; e tale è
-precisamente la sola edificante Religione che risultare vedremmo con
-ammirabili successi dal nostro fissato piano di Riforma, se l'intera
-nazione alla solida utilità della quale esso è propriamente rivolto,
-potesse giugnere, d'accordo, a sentirne l'urgenza, a calcolarne l'intimo
-valore, persuasa restando colli evidente certezza che desso gli offre,
-che nè l'essenzialità del vero suo Culto resta lesa da quello, nella
-benchè minima sua parte, nè opinare osammo giammai di creare con esso
-nuovi principj Teologici, ovvero costruire col suo mezzo nuove basi
-religionarie, straniere al suo antico sistema, e sconosciute dalla
-medesima fino al presente; ma tutti i nostri sforzi altresì tenderono,
-in complesso, a edificare sopra quegli stessi fondamenti radicali, che
-secondo l'autenticità indefettibile di una gran parte della specie
-umana, furono in origine gettati dalla Divinità medesima; questo è tutto
-ciò che può l'essere intelligente promettersi, con qualche esito
-probabile sopra la terra; bene convinti d'altronde, pienamente col
-sensato _Harrington_ (_Aphor. Polit. Chap. 2. Aphor. 85_) non potere in
-verun modo appartenere, nè agli uomini, nè alle nazioni, nè alle Leggi
-umane di trarre dal nulla dei principj, o senza questi costruire de'
-fondamenti, a meno che non prefiggasi di edificare delle macchine appese
-nell'ambiente, ciò che non può, senza delirio, cadere in mente umana. Ma
-la condotta però da noi tenuta, relativamente alla Rigenerazione del
-Culto Israelitico, troppo in chiari sensi giustifica, non avere quella
-per oggetto, che lo stabilimento permanente, e la grandezza luminosa del
-solo Codice Mosaico, che fissammo come base fondamentale della vera,
-genuina credenza del Popolo d'Israel, e come stabile punto centrale,
-dove tuttociò che rapportasi alla mera essenzialità del suo Culto, dee
-avere un diretto immediato concorso, riguardando assolutamente tutte le
-altre massime, usi, Cerimonie, e Instituzioni, come affatto eterogenee
-alla sua eccelsa natura, e indegno onninamente del carattere venerabile
-del suo primo fondatore.
-
-Tale fu realmente per se stesso il primario scopo salutare di tutte le
-mie ponderate applicazioni decorse fino ad ora, nel modo appunto che
-ogni mio più serio, e assiduo riflesso verrà in seguito richiamato a
-dimostrare con _Longino_ (_Trat. del Subl. Cap. 29_) a' miei
-connazionali non solo; ma a qualunque siasi altro individuo umano, che
-l'opifice onnisciente non ha già creato l'uomo per essere un animale
-automata, e spregevole, ma esso lo ha collocato in questo vasto
-universo, come nel centro di una moltitudine immensa, affine di esservi
-spettatore di tutte le cose che vi accadono; esso lo ha introdotto,
-dico, in questo gran torneo, come un intrepido atleta; il quale non dee
-respirare solo che la gloria quindi è perchè desso ha, per così dire,
-scolpito nelle anime nostre un intenso recondito declivio per tuttociò
-che apparisce ammirabile, e divino al di là della nostra limitata
-percezione; ecco (dottamente aggiugne l'allegato scrittore) ciò che fa
-che il mondo intero pare che non basti alla profondità, e all'estensione
-di alcuni umani talenti i quali molto sovente oltrepassano i confini
-medesimi che gli circondano.
-
-Altro per tanto all'uomo non resta più a fare che esaminare
-ponderatamente il circolo della sua propria esistenza, facciasi egli
-dunque a considerare attentamente quanto esso in se medesimo racchiude
-di magnifico, e di sublime; ed egli allora potrà discernere bentosto
-agevolmente per quali piaceri, e per quali oggetti l'Autore Supremo
-della natura lo destinò sopra la terra.
-
- _Fine del Tomo Primo._
-
-(165) Alcuni filosofi del secolo ritrovano straordinario di vedere che
-la Divinità, seguitando la tradizione, siasi rivelata di una maniera sì
-poco uniforme nelle diverse regioni del nostro globo, che in proposito
-di religione gli uomini si riguardano gli uni gli altri cogli occhi
-dell'odio, o del disprezzo (ved. _annot._ 97.), ciò che rende i fautori
-delle differenti sette mutuamente reprensibili: i misteri i più
-rispettati in una Religione, sono altrettanti oggetti di scherno per un
-altra. Dio avendo tanto fatto (aggiungono essi) di rivelarsi egli
-uomini, avrebbe almeno dovuto loro parlare una medesima lingua,
-dispensando a tutti così il loro debole spirito della molesta confusione
-di ricercare quale può essere la religione emanata veramente da esso
-lui, e quale è il Culto il più grato, alla sua eterna volontà, ed il più
-accetto alla sua Divina ineffabile Onnipotenza.
-
-(166) Quasi tutti i popoli dell'universo hanno adorato Dio, come fu da
-noi accennato altrove sotto varie appellazioni differenti; ogni nazione
-gli ha dato de' nomi, e degli attributi particolari, ma questi Dei, di
-cui la moltitudine è incalcolabile, sieno quanto si vuole inorpellati,
-essi rassomigliano tutti o al Dio del filosofo, o al Dio del popolo. Il
-Dio del filosofo e stato in ogni tempo il primo, e il più perfetto degli
-Esseri, l'anima della natura. Infatti v'ha egli qualche cose di più
-energico, e di più sublime in tutto ciò che i Metafisici, ed i Teologi
-di ogni secolo hanno detto dell'Essere Supremo dell'inscrizione
-ritrovata incisa sopra una statua di _Osiris_ nell'alto Egitto? _Io sono
-tutto ciò che è stato, ciò ch'è, e ciò che sarà, e non avvi un mortale
-capace di allontanare il folto velo che mi asconde agli sguardi peribili
-de' viventi_. Il Dio del Volgo fu sempre un essere superiore all'uomo
-suscettibile delle medesime passioni, ma infinitamente più potente di
-noi. Tutte le Religioni che conosciamo non sono che un risultato più o
-meno avventuroso della filosofia, confuso con alcuni pregiudizj
-nazionali. I pregiudizj ne sono stati ora la base, or la conseguenza, ed
-ora lo scopo; più sovente forse l'immagine, o il velo.
-
-(167) Ma siccome o più oggi non trovasi fra noi chi abbia coraggio
-sufficiente di cimentarsi ad illuminare i suoi simili, o se alcuno, per
-accidente, ve n'ha, questi non si ascolta, si disprezza, e non si cura,
-ne viene che gli uomini restano così miseramente abbandonati alla loro
-natìa ignoranza, vittime delle chimere di cui la tradizione è una
-sorgente feconda, e inesauribile; la loro cecità in tale stato diviene
-tanto più forte, ch'essi sembrano odiare la ragione e pare che temino di
-essere illuminati: così Cicerone dice, che la filosofia si contenta di
-pochi giudici, ch'essa odia il volgo, e che n'è odiata, e riguardata
-come sospetta e nemica, aggiugnendo che coloro i quali la condannano, e
-la disprezzano si attraggono l'approvazione dalla moltitudine: _Est enim
-Philosophia paucis contenta judicibus, multitudinem consulto ipsa
-fugiens, eique ipsi et suspecta et invisa, ut vel si quis universam
-velit vituperare, secundo id populo possit facere_. _Tuscul. II. fol.
-254._
-
-(168) In tutte le età non si può senza un pericolo eminente, e
-inevitabile allontanarsi da' suoi pregiudizi, che l'opinione avea
-renduti sacri; nè fu in alcun modo permesso di fare delle utili scoperte
-in verun genere; tutto ciò che gli uomini illuminati hanno potuto fare
-ad un tale riguardo è stato di parlare in termini coperti, e palliati, e
-sovente con una vile compiacenza, alleare vergognosamente ancora la
-menzogna alla verità. Molti ebbero una doppia dottrina l'una pubblica, e
-l'altra occulta, la chiave di quest'ultima essendosi perduta, i loro
-sentimenti genuini divengono per lo più inintelligibili, e per
-conseguenza inutili per noi.
-
-Or come dunque i filosofi moderni a' quali, sotto pena di essere
-perseguitati della maniera la più crudele, si gridava di rinunziare alla
-ragione per sottometterla a' prestigj del fanatismo; come, dico, uomini
-sì fattamente illaqueati avrebbero essi mai potuto dare un libero
-slancio al loro genio, perfezionare la ragione, accelerare la marcia
-dello spirito umano? Non fu che tremando, che i più grandi uomini del
-mondo travvidero la verità, rarissime volle essi ebbero il coraggio di
-annunziarla; coloro che hanno osato di farlo, sono stati severamente
-puniti della loro temerità; merce la superstizione non fu giammai
-permesso di fare uso del proprio pensiere, o di combattere i pregiudizj
-de' quali fu l'uomo in ogni tempo la vittima, o lo scherno.
-
-(169) La menzogna serve poco, dice Seneca (_Lett. 79. T 2._); il
-colorito superficiale di un ornato esterno, non ne impone che molto
-debolmente a poche persone senza esperienza, e senza talenti. La verità
-in ogni parte, e sotto qualunque siasi aspetto che riguardare si voglia,
-è sempre la stessa; la falsità non ha consistenza, la menzogna è
-trasparente, e per poco che vi si attenda facile riesce di riguardarne
-attraverso, dimostrarne il pericolo al mondo, e smascherarla.
-
-
-
-
- Nota di trascrizione
-
-
-Questa trascrizione è stata preparata sulla base di quella che per lungo
-tempo è stata ritenuta l'unica copia superstite del libro, conservata
-alla Biblioteca Universitaria di Francoforte. Le immagini di questo
-esemplare sono disponibili all'indirizzo
-http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990.
-L'esemplare di Francoforte è rilegato insieme al manifesto che annuncia
-l'opera, qui trascritto in testa; principalmente il manifesto ed in
-minima parte il testo contengono annotazioni e correzioni probabilmente
-autografe dell'autore. In questa trascrizione si riproduce solo il
-paragrafo manoscritto che segue il manifesto, che racconta della
-distruzione dell'edizione, e si omettono le correzioni proposte, non
-tutte leggibili, e non sostanziali, fatta eccezione per Giudici → Josuè
-a p. 287.
-
-Una ulteriore copia di riferimento, senza il manifesto, è quella
-dell'Università della California, digitalizzata da Google. La
-riproduzione è disponibile all'indirizzo
-https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ.
-
-L'ortografia, l'accentazione e la punteggiatura originale del testo sono
-state mantenute fedelmente, anche in presenza di varianti arbitrarie
-degli stessi termini (p. es. _pensiere_/_pensiero_), di punteggiatura
-incostante e di sintassi astrusa.
-
-In particolare gli apostrofi dopo l'articolo _un'_ seguito da vocale,
-che non sebrano seguire la regola del genere del sostantivo successivo,
-sono stati mantenuti ove presenti ed omessi ove mancanti. Similmente il
-pronome _qual_ seguito da vocale a volte compare senza apostrofo. Il
-testo inoltre usa spesso ma non costantemente il pronome _li_ per la
-terza persona singolare, e _gli_ per la terza plurale.
-
-Refusi ovvi e banali, come accenti e apostrofi superflui o mancanti,
-lettere mancanti, _u_ ed _n_ capovolte, punteggiatura non allineata alla
-riga, sillabe ripetute nella spezzatura a capo delle parole, puntini
-mancanti nelle abbreviazioni, punti e virgola evidentemente al posto di
-virgole, corsivi mancanti nelle citazioni, ecc., sono stati corretti
-senza ulteriore commento. Così pure sono state aggiunte le _yod_
-dimenticate nella parola בית.
-
-La correttezza delle citazioni non è stata verificata, né per il testo
-riportato né per la sua collocazione. Solo i refusi banali (accenti
-francesi, ortografia inglese) sono stati corretti. Errori evidenti di
-ortografia nei nomi e fatti citati (p. es. Beniamin di _Toledo_,
-Warburthon, Mendelshon, Montagne, Coja mama Oello huaco) sono stati
-lasciati a memoria dell'originale.
-
-Le note a pie' pagina sono state collate in calce ad ogni capitolo.
-
-
-
-
-
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-riforma del culto e dell'educazione, by Aron Fernando
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-501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the
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-</head>
-<body>
-
-
-<pre>
-
-The Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa riforma
-del culto e dell'educazione politico-morale, by Aron Fernando
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most
-other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of
-the Project Gutenberg License included with this eBook or online at
-www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you'll have
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-
-
-
-Title: Progetto filosofico di una completa riforma del culto e dell'educazione politico-morale del popolo ebreo, Tomo I
-
-Author: Aron Fernando
-
-Release Date: December 19, 2016 [EBook #53768]
-Last Updated: January 10, 2017
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA ***
-
-
-
-
-Produced by Enrico Segre using the facilities of Distributed
-Proofreaders Italia at http://dp-test.dm.unipi.it/
-
-
-
-
-
-
-</pre>
-
-
-<div class="tn">
- <p class="center">
- <a href="#TN">Nota di trascrizione</a> in coda al testo.</p>
-</div>
-
-
-
-<h1 style="font-weight: normal">
-<span class="pageno target" title="1" id="manifesto-1"></span>
- <span class="huge bold">AGLI AMATORI</span><br/>
- <span class="large">DELLA SPECIE UMANA</span><br/>
- <span class="tiny">E</span><br/>
- <span class="small">DELLO SVILUPPO DELLA RAGIONE</span>
-</h1>
-
-<p class="center g large corsivo">A. FERNANDO</p>
-
-<hr class="ottavo" />
-
-<div style="text-align: right;">
- <div class="epiblock bars">
- <p class="center small" xml:lang="la">Vox diversa sonat
- populorum est vox tamen una<br/>
- Cum verus patriæ diceris esse Pater.</p>
- <p class="destra small">Mart. Lib. I.</p>
- </div>
-</div>
-
-<p class="primo">
-S'egli è vero, come niuno può sensatamente
-dubitarne, che la verità purgata dall'orrida caligine
-de' pregiudizj sia per l'uman genere un
-bene inestimabile, è non meno certo che ogni
-individuo il quale senta in se medesimo una costante
-inerenza in suo favore, ed energìa sufficiente
-per produrla al chiaro giorno, debba usare
-di ogni sforzo per mettere i suoi simili a portata
-di conoscerla, di sentirne l'impulso salutare, e
-di fruirne, ad un tempo, i solidi vantaggi.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="2" id="manifesto-2"></span>
-</div>
-
-<p>
-Le nitide verità, che la mia ingenua penna,
-sempre intenta al profitto della specie umana, si
-accinge a fare oggi discernere al mondo illuminato
-sono di un indole sì elevata, e di un importanza
-tale che attirare debbono esse intimamente
-l'attenzione di tutti gli enti ragionevoli, perchè
-ogni essere dotato di ragione vi è in egual grado
-interessato. Infatti dove supporre mai reperibile
-un'anima, ad un eccesso tale snaturata fino a riguardare
-con apatìa la rigenerazione politico-morale
-di un popolo immenso, dopo che diciotto
-secoli di calamità, e di vessazioni ognora rinascenti
-aveano fatto incallire ne' ceppi di una truce
-schiavitù ignominiosa, ed in un torpido avvilimento,
-come se destinato, senza scampo, ei si
-credesse a dovere perpetuare sopra la terra lo
-spettacolo commovente della sua prostituzione?
-Tale fu pur troppo lo spietato destino a cui soggiacque,
-durante sì complicata serie di anni, il
-Popolo d'Israel che or somministra l'argomento
-primordiale a quelle filosofiche verità urgenti,
-che di buon grado m'induco a rivelare oggi fra
-gli esseri umani.
-</p>
-
-<p>
-Ma nel modo che di tutte le terrigene vicende
-accade, questa informe combinazione di strani
-accidenti non dovea già essere immune da quell'alterazione
-a cui, come un tributo spettante alla
-natura vanno soggette tutte le instituzioni che
-<span class="pageno target" title="3" id="manifesto-3"></span>
-l'opera fallibile dell'uomo trasmette alla posterità:
-per altro, l'assunto di rovesciare in un
-istante una cattività identificata col tempo, troppo
-arduo riuscendo ad esaurire dalla mente di
-un singolo individuo, in guisa che il successo
-corrispondesse a' suoi sforzi, era duopo che una
-metamorfosi cotanto rimarcabile, se l'unica forse
-non è in tutti i fasti dell'Istoria, preparata ci fosse
-da un Genio Superiore, capace di conoscerne
-l'urgenza, di sentirne la forza, e di prevederne
-i vantaggi che risultare ne potrebbero. Arrise
-finalmente una sorte propizia a' fervidi voti di
-que' pochi bramosi di vedere rendere all'uomo
-quella dignità propria dell'uomo, ed anelanti di
-mirare alleviato l'ebreo specialmente dalla salma
-lacerante delle pratiche moltiplici, od inutili,
-o assurde coltivate da esso, e che l'inveterata
-consuetudine delle medesime rese sacre per lui;
-e dopo una lunga impaziente aspettazione questo
-<span class="sc">Genio</span> Benefattore comparisce infine, e
-qual vindice nume tutelare della giustizia umiliata,
-e dell'oppressa ragione, rovescia, ed allontana,
-colla rapidità di un baleno, tutto ciò
-che può opporre contrasto a' suoi paterni disegni.
-Il mirare la desolazione di questo popolo, apprestarne
-un antidoto, renderlo a se stesso, ed alla
-società umana non fu che l'opera di un solo,
-e medesimo intervallo: Egli è al Gallo-Italo
-<span class="pageno target" title="4" id="manifesto-4"></span>
-Regnante, a NAPOLEONE il <span class="sc">Grande</span> che la prosapia
-d'Israel dee la sua risorsa più luminosa, e
-più cospicua di quante altre mai ci offrono i monumenti
-di questo Popolo; e la posterità di Abramo
-debitrice della sua rigenerazione salutare
-agli augusti auspici di sì eccelso Protettore, un
-sacro tempio di eterna riconoscenza ogn'individuo
-di questa immensa famiglia erigerà nel
-proprio cuore, più perenne de' marmi, e de' metalli,
-e che avrà per impronta indelebile in fronte:
-</p>
-
-<p class="center"><span class="g">ALL'EROE DEL SECOLO</span>,<br/>
- PADRE DE' POPOLI,<br/>
- RIGENERATORE D'ISRAEL.</p>
-
-<p>
-D'altronde sebbene tutte le mie cure, e i
-miei disegni si aggirino soltanto al solido vantaggio
-di una parziale setta unicamente, pure ad
-un solo corpo religionario io quì non ragiono, ma
-ad ogni qualunque siasi nazione, setta, o popolo,
-a tutta l'umana società in fine io parlo, ed a
-guisa del Sole, che dal suo emisfero inaccessibile
-una luce sfavillante, e universale a tutti gli esseri
-viventi diffonde sulla terra, così appunto io
-bramo che ad ogni razionale abitatore dal mondo
-rendasi noto l'integerrimo linguaggio della
-verità: e infatti chi mai più delle sette odierne
-hanno estrema necessità di ascoltarlo, d'intenderlo,
-e di esserne, insieme profondamente
-<span class="pageno target" title="5" id="manifesto-5"></span>
-penetrate? Ne ha duopo assolutamente l'ebreo
-per modellare sopra di esso la pretta religione
-degli avi suoi, renduta oggi deforme dalla stravaganza
-mostruosa della tradizione; indispensabile
-si rende alle altre Sette per iscuoterle dal
-letargo macchinale a cui erano da lungo tempo
-sepolte, per illuminarle, e fare elleno abdicare il
-più esecrabile degli assurdi tramandatoci da' secoli
-di barbarie, e d'ignoranza, qual era quello
-di riguardare l'oppressione del popolo ebreo come
-un trionfo luminoso, necessario alla solidità
-del loro culto, e inerente a' suoi principj.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, in una parola, l'essenziale punto di
-centro dove tutte le mie cure filantropiche, e i
-miei riflessi hanno concorso nell'opera laboriosa
-che a tutte le nazioni dell'universo di buon animo
-consacro in questo giorno.
-</p>
-
-<p>
-Quest'opera avrà dunque per titolo:
-<span class="sc">Progetto Filosofico di una completa Riforma del Culto, e dell'Educazione politico-morale del Popolo Ebreo</span>.
-</p>
-
-<p>
-La Prefazione interessante, ed il Piano analitico
-che la precedono ne forniscono la vasta
-genuina idea; essa sarà divisa in due grossi Volumi
-di circa 500 pagine l'uno del medesimo
-formato, carta, e carattere del presente manifesto.
-Il primo volume avrà per fondamento l'analisi
-profondo del vero Culto, che deesi adottare
-<span class="pageno target" title="6" id="manifesto-6"></span>
-dall'Israelismo, ed il più sicuro mezzo di pervenire
-a sistemare il moderno sulle inconcusse basi
-dell'antico, riducendolo alla primitiva semplicità
-medesima di questo, ed a' suoi ammirabili
-principj. Il secondo sarà tutto rivolto alla riforma
-dell'instruzione, dell'educazione morale, e
-de' costumi degl'individui Israeliti non solo, ma
-di tutti quelli ancora, che al pari di questi ne
-hanno urgenza estrema; lo stato politico, il passato
-non meno che il presente, di questo Popolo
-ne' varj angoli della terra ne' quali eragli un tempo
-solo concesso, al prezzo ancora il più avvilente, un
-incolato precario, errante, ed oneroso, sarà in esso
-in chiari, e laconici sensi dettagliato; e tutto ciò, in
-fine, che di urgente, e di essenziale da entrambe
-le dotte assemblee Israelitiche convocate per augusto
-Decreto del più Illuminato de' Monarchi
-nella Metropoli della Francia venne deliberato a
-suo riguardo, sarà quì col più giusto ponderato
-criterio sottilmente discusso, e investigato.
-</p>
-
-<p>
-Tutte queste materie sublimi che l'annunziata
-opera comprende verranno classificate in
-40 separati Capitoli, ciascuno de' quali somministrerà
-ad ogni tratto de' nuovi utili soggetti efficaci
-a rischiarare, da una parte, le menti ottenebrate
-degl'illusi miei connazionali nella coltura
-dello spirito, e nello sviluppo della ragione,
-siccome ancora a richiamarli al prisco loro culto
-<span class="pageno target" title="7" id="manifesto-7"></span>
-esimio, ad essi presentando un nuovo Codice salutare,
-che a fondare mi accingo sulle basi indefettibili
-medesime sulle quali la vetusta età de'
-Patriarchi felicemente già erigere lo vide; e a
-distruggere dall'altra quelle menzogne degradanti
-che parvero confederare contro i miseri
-avanzi d'Israel fino i più decisi partigiani della
-tolleranza, trascinandoli anche sovente fino ad
-obbliarne i principj, a calpestarne i doveri, alloraquando
-impresero ad agitare la causa risguardante
-questa derelitta Nazione. Quindi se
-co' miei ben fondati principj poss'io pervenire a
-condurre nel sentiere della ragione lo spirito abbacinato
-de' Popoli oso fino lusingarmi di potere
-anche ridurlo ad emendarsi di quelle detestabili
-chimere che lo soggiogarono per sì lunga serie
-di anni, e che formarono pur troppo la sorgente
-letale dove il genere umano attinse tutte le sue
-più deplorabili sciagure.
-</p>
-
-<p>
-Quest'opera sarà ornata del ritratto in rame
-dell'autore nel frontespizio del 1.º Volume. Il
-prezzo dell'associazione resta fissato franchi 12
-tutta l'opera, cioè fr. 6 da pagarsi nel momento
-della consegna del 1.º Volume, ciò che seguirà
-entro il Gennajo venturo 1810, e fr. 6 alla consegna
-del 2.º che avrà luogo nell'Aprile susseguente,
-persuaso che il numero degli associati
-sia sufficiente ad equilibrare almeno in parte le
-<span class="pageno target" title="8" id="manifesto-8"></span>
-spese imponenti che apporta una sì vasta e
-sì proficua intrapresa.
-</p>
-
-<p>
-Possa finalmente il successo di quest'opera
-laboriosa corrispondere alle rette filantropiche
-intenzioni dell'autore, e quindi rimarginare le
-orribili piaghe che diciotto secoli consecutivi di
-accanita schiavitù, e di tiranniche oppressioni
-hanno formate nel cuore dell'abbattuta prosapia
-di Jacob! E possa questa, per solo impulso di
-essa, rinunziare onninamente per sempre a' suoi
-inveterati prestigj tradizionali, a' suoi insociabili
-costumi, onde più non veggasi contraddistinta nel
-mondo che dalle sole marche che onorifiche di lumi,
-di virtù, e di un fermo disinganno.
-</p>
-
-<hr class="ottavo"/>
-
-<p>
-Le associazioni si riceveranno in Livorno da
-Giovanni Marenigh Stampatore, e Librajo, e
-da' principali Libraj dell'Italia.
-</p>
-
-<div class="blank-page">
-<span class="pageno target" title="" id="manifesto-9"></span>
-</div>
-
-<div class="blank-page" style="background-color: #EBEBC0; padding: 2em;">
-<span class="pageno target" title="" id="pag-0"></span>
-
-<p>
-<em class="cit" xml:lang="it">Il presente esemplare di quest'opera
-è forse l'unico che esista, mentre
-tutte le copie ed insieme il manoscritto
-furono confiscate dall'autorità
-pubblica in Livorno, dove è stata
-impressa dal Marenigh, e ciò ad istanza
-dei Massari di quella università degli
-ebrei, e per cui non venne alla luce
-che il solo Tomo primo.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="frontespizio">
-
- <h1>
-<span class="pageno target" title="I" id="pag-I"></span>
- <span class="larger g">PROGETTO</span><br/>
- <span>FILOSOFICO</span><br/>
- <span class="smallest g">DI UNA COMPLETA RIFORMA</span><br/>
- <span class="g">DEL CULTO</span><br/>
- <span class="tiny">E</span><br/>
- <span class="smallest">DELL'EDUCAZIONE POLITICO-MORALE</span><br/>
- <span class="tiny g">DEL</span><br/>
- <span class="g">POPOLO EBREO</span>
- </h1>
-
- <p class="center" style="line-height: 250%">
- <span class="small">DI</span><br/>
- <span class="large g corsivo">A. FERNANDO</span></p>
-
- <hr class="ottavo"/>
- <p class="center small g">TOMO PRIMO.</p>
- <hr class="ottavo"/>
-
-<div style="text-align: right;">
- <div class="epiblock">
- <p class="center small" xml:lang="la">Vox diversa sonat
- populorum est vox tamen una<br/>
- Cum verus patriæ diceris esse Pater.</p>
- <p class="destra small">MART. Lib. I.</p>
- </div>
-</div>
-
- <p class="center" style="line-height: 200%">
- <span class="large g">TIBERIADE</span><br/>
- <span class="small">ANNO DALLA CREAZIONE DEL MONDO</span><br/>
- <span class="g">5570.</span><br/>
- <span class="small g">(ERA VOLGARE 1810.)</span>
- </p>
-
-
-</div>
-
-<div class="blank-page">
-<span class="pageno target" title="II" id="pag-II"></span>
-</div>
-
-<h2>
-<span class="pageno target" title="III" id="pag-III"></span>
-<span class="large g">INTRODUZIONE</span><br/>
-<span class="smaller">PRELIMINARE</span></h2>
-
-<div class="image-center">
- <img style="width: 32ex" src="images/zang.png" alt="" />
-</div>
-
-<div style="text-align: right;">
- <div class="epiblock">
- <p class="center small" xml:lang="la">Restat ut his ego me ipse regam,<br/>
- Solerque elementis.</p>
- <p class="destra small"><span class="sc">Horat.</span></p>
- </div>
-</div>
-
-<div class="introduzione">
-<p class="primo">
-Lo spettacolo il più rimarcabile che
-possa interessare, e sorprendere, ad un
-tempo medesimo, l'intera specie umana
-è, senza contrasto, la rigenerazione subitanea
-di tutto un popolo immenso, dopo
-che diciotto secoli di vessazioni, e di
-calamità ognora rinascenti lo aveano fatto
-incallire ne' ceppi di una truce schiavitù
-ignominiosa, ed in una specie di torpido
-avvilimento: la prima ripetere solo esso
-dovea giustamente dallo zelo sanguinario
-degli esploratori delle umane coscienze
-che il baratro infernale del fanatismo religioso
-faceva di tanto in tanto regurgitare
-<span class="pageno target" title="IV" id="pag-IV"></span>
-sopra la terra per flagello de' mortali;
-attribuire l'ultimo esso potea fondatamente
-all'inveterato livore inesplicabile,
-che una intolleranza criminosa del pari
-che imbecille, suscitava, senza ritegno, ad
-ogn'istante contro i miseri avanzi di un
-popolo, per consenso unanime, il primo
-fra tutti i più remoti abitatori della terra,
-a riconoscere, e adorare il Dio vivente,
-e non meno degno di ammirazione per
-la sua fermezza inalterabile nelle orride
-sofferenze alle quali soggiacque in ogni
-tempo, di ciò che sono da rimarcarsi
-molti altri per l'accanimento inesorabile
-delle incessanti loro persecuzioni contro
-di esso.
-</p>
-
-<p>
-Tale fu dunque, durante l'indicato spazio
-di secoli, lo spietato destino della
-nazione d'Israel che oggi somministra
-l'argomento primordiale alle nostre filosofiche
-investigazioni, e che forma la
-base radicale delle indagini più assidue
-degli uomini scienziati, e tale fu sempre
-mai l'indole proditoria, e turbolente dei
-suoi snaturati persecutori.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="V" id="pag-V"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per altro, ciò che dee apparire straordinario
-alle menti perspicaci si è l'osservare,
-come dopo un epoca sì lunga già
-decorsa, da quando il popolo ebreo era
-ovunque avvilito, in tante foggie differenti,
-lungi dall'occuparsi in tale stato di
-rimontare fino al prisco suo splendore,
-piagnerne l'eclisse fatale, ed attristarsene,
-ad un tempo, per il difficile ricuperamento,
-al contrario, sembrava trascinare le aggravanti
-sue catene con un'apatìa indolente,
-ed oserò dire, con una sommessa
-compiacenza tale, come se destinato,
-senza scampo, ei si credesse a dovere
-perpetuare sopra la terra lo spettacolo
-commovente della sua prostituzione, e
-come se gli eterni decreti di un Dio condannato
-lo avessero a piegare l'abbattuta
-cervice sotto il giogo infamante di una
-turpe schiavitù interminabile.
-</p>
-
-<p>
-Ma nel modo che di tutte le caduche
-umane vicende regolarmente accade, questa
-informe combinazione di strani accidenti
-non dovea già restare immune da
-quell'alterazione, a cui come un tributo
-<span class="pageno target" title="VI" id="pag-VI"></span>
-indefettibile spettante alla natura, vanno,
-per l'ordinario, soggette presso che tutte le
-instituzioni che l'opera fallibile dell'uomo
-trasmette alla posterità. D'altronde l'assunto
-di annientare in un istante una
-cattività renduta quasi connaturale col
-tempo, troppo arduo riuscendo a poter
-esser esaurito dalla mente di un singolo
-individuo, in guisa che il successo corrispondesse
-a' suoi sforzi, era duopo essenzialmente
-che una metamorfosi cotanto
-rimarcabile, se l'unica forse non è in tutti
-i fasti dell'istoria, preparata venisse da un
-Genio peregrino, capace di conoscerne
-l'urgenza, di sentirne la forza, d'intenderne
-insieme i moltiplici vantaggi salutari
-che risultare ne potrebbero. Arrise
-finalmente una sorte propizia a' fervidi
-voti di que' pochi, degni di occupare quel
-rango qualificato nella società, che la
-natura imparziale accorda ad ogni cauto
-esecutore delle sue leggi, ne' di cui petti
-sensibili allignava profondamente ancora
-l'intesa filantropia di concorrere alla estirpazione
-totale de' pregiudizj che armano,
-<span class="pageno target" title="VII" id="pag-VII"></span>
-e dividono i popoli, di vedere una volta
-restituire all'uomo quella dignità propria
-dell'uomo, che avvinta gemea da lungo
-tempo fra i ceppi ferali dell'ignoranza, e
-della superstizione, e di mirare, ad un
-tempo, alleviato l'ebreo, in particolare,
-dalla salma lacerante delle pratiche innumerabili,
-od inutili perchè straniere
-all'essenzialità del primitivo suo Culto,
-od anche assurde perchè incompatibili
-sovente coll'archetipo salutare di quello,
-coltivate ciecamente da esso, e che l'inveterata
-consuetudine delle medesime era
-il solo punto di rilievo sul quale si reggevano,
-e che le avea ormai rendute sacre
-per lui; e dopo tanti secoli d'impaziente
-aspettazione questo Genio <span class="sc">Benefattore</span>
-comparisce infine; penetrato dalle angustie
-di un popolo gemente, non esita un
-istante ad ispiegare la sua clemenza in
-favore di questa orfana, e inconsolabile
-nazione; e quale terribile Nume vendicatore
-della giustizia umiliata, e dell'oppressa
-ragione, rovescia, ed allontana
-colla rapidità di un baleno tutti gli argini
-<span class="pageno target" title="VIII" id="pag-VIII"></span>
-malefici, riguardati fino ad ora ineluttabili,
-che potevano forse opporre un'ostinato
-contrasto a' suoi benemeriti disegni;
-interprete leale dell'increata sapienza
-dell'Eterno, ei disse allora: compiasi
-alfine, senza ritardo, opera sì eccelsa, e
-sì urgente; il Dio di tutti gli esseri lo
-comanda; lo reclama la natura; l'umanità
-lo esige; lo pretende ragione; ed io lo
-bramo; e l'opera memorabile allora tosto
-felicemente compiere si vide. Il mirare
-da quel momento l'affliggente desolazione
-di questo popolo, apprestarne un efficace
-antidoto, farsene il baluardo inespugnabile,
-renderlo a se stesso, ed al consorzio
-degli enti ragionevoli, altro non fu che
-l'opera di uno solo, e medesimo intervallo;
-egli è al Gallo-Italo Regnante, a
-NAPOLEONE l'incomparabile che la
-prosapia d'Israel dee la sua risorsa più solida,
-e più cospicua di quante altre mai ci
-offrono i monumenti delle nazioni profughe,
-e derelitte che un fausto Pianeta ha
-rendute al loro pristino splendore, dopo
-di avere durante un tempo immemorabile
-<span class="pageno target" title="IX" id="pag-IX"></span>
-tenacemente lottato co' più avversi, e
-fluttuanti destini.
-</p>
-
-<p>
-Ma questo popolo, altre volte sì rassegnato,
-e sì paziente nelle calamitose
-peripezìe delle quali ei fu la vittima sì
-di frequente, giugnerà esso a conoscere
-attualmente il prezzo inestimabile di questo
-dono esimio? Saprà esso cogliere
-l'opportunità di profittarne con giustizia,
-e con ragione? Indarno lusingasi l'ebreo
-di pervenire a meritarne il possesso, e di
-goderne, sino a tanto che inebriato follemente
-dall'opinione di appartenere ad un
-lignaggio eletto dall'Essere Supremo in
-preferenza di ogni altro esistente sulla
-superficie della terra, s'induce a considerare
-l'abbiezione degradante alla quale è
-ridotto, come il prezzo assoluto di quella
-elezione illusoria che lo rende proscritto
-dalla società degli altri uomini, da' quali
-esso è odiato, in ogni senso, come un
-essere degno della riprovazione universale,
-e che questi, dal canto suo, abomina,
-e disprezza, perchè reputa esclusi onninamente
-dalla così nomata grazia di tale
-stravagante primazìa.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="X" id="pag-X"></span>
-</div>
-
-<p>
-Oh colmo di smarrimento umano! Oh,
-fierezza inusitata, e strana! E quale meraviglia
-se l'ebreo imbevuto, per una
-parte, da tale insensata chimera non
-ravvisava fino ad ora ne' suoi simili che
-altrettanti perturbatori della sua tranquillità,
-o che fiere inesplebili, ognora
-preparate a divorarlo; e se per l'altra,
-diretti da eguali assurde illusioni il Papista,
-l'Ugonotto, e il Musulmano non
-iscorgevano in esso che un individuo
-ributtante, un essere indegno della società
-degli altri popoli? E come potesti mai, o
-illusa Tribù d'Israel, lasciarti sì lungamente
-sedurre, senza fremere, da questa,
-ed altre sifatte deplorabili menzogne, che
-odiosa ovunque sempre ti resero a tutte
-le nazioni del mondo conosciuto, che ti
-costarono sì sovente amaro pianto, senza
-speme di risorsa, o di compenso? E voi,
-popoli della terra! Quale ribaldo instigatore
-vi indusse mai a fingervi sordi a tal
-eccesso a' languenti clamori di umanità,
-e di natura, fino a palliare i vostri barbari
-trattamenti del multiforme ingannevole
-<span class="pageno target" title="XI" id="pag-XI"></span>
-orpello di simulata religione, facendo
-ancora servire di pretesto qualche superstiziosa
-pratica di questa nazione, al deciso
-furore che vi ha sì di frequente trascinati
-ad infierire contro di essa? Quante volte
-la tradita ragione si allarmò essa indarno
-contro gli smarrimenti di questa, e quante
-altre l'insultata filosofia si dolse inutilmente
-contro gli snaturati oltraggi di
-quelli? Le insane follie, di cui non meno
-l'una che gli altri furono sempre in egual
-dose contaminati, le fecero entrambe tacere
-confusamente tutte le volte che tentarono
-di sostenere la propria causa, che
-era in massima la loro, o che osarono
-altamente reclamare i legittimi diritti
-dell'umanità.
-</p>
-
-<p>
-Eh, che? Tale sarà dunque in eterno la
-sorte lagrimevole degl'ingannati popoli
-della terra? Non vi sarà egli mai un antidoto
-efficace a dileguare dall'universo un
-malore sì contagioso, e sì comune, che
-attacca, senza pietà, le nove decime parti
-almeno della specie umana? Il popolo
-ebreo non giugnerà esso forse in alcun
-<span class="pageno target" title="XII" id="pag-XII"></span>
-tempo ad abdicare i suoi vetusti prestigj
-degradanti; e il cristianesimo non s'indurrà
-esso giammai a rinunziare al suo
-inveterato livore? Supporremo noi finalmente
-che inestinguibile per tutti i secoli
-debba esistere fra gli uomini la guerra
-devastatrice di coscienze, e di opinioni,
-e che non possa esistere nell'ordine della
-natura un mezzo conciliatorio, onde più
-non debba il giudaismo riguardare come
-straniere le altre nazioni, ed affinchè cessino
-queste, per loro parte, di contendere
-ad esso que' diritti che accordare volle la
-natura ad ogni essere capace di pensiere,
-e dotato di ragione? Ahi! lasso! Quali
-affliggenti, e malagevoli ricerche! Io
-molto dubitai dell'esito avventurato della
-prima fino al presente; poco io sperai sul
-propizio compimento della seconda; tutti
-i giudizj miei furono sempre titubanti
-sulla terza; e le mie intime fiducie interamente
-nell'ultima riposi, fino a lanciare
-con trasporto gli sguardi miei sul remoto
-avvenire, osando ancora proferire de' vaticinj
-consolanti che forse realizzare si
-<span class="pageno target" title="XIII" id="pag-XIII"></span>
-potrebbero a' tempi nostri, purchè tutto il
-genere umano inducasi concorde a fare
-l'intero sacrifizio delle stravaganti sue
-chimere, dalle quali fu esso fino ad ora
-miseramente sedotto e combattuto.
-</p>
-
-<p>
-O uomini sociabili! O miei fratelli! Se
-l'esimia ragione tutta via conserva intatto
-il suo ascendente salutare ne' vostri cuori;
-se inerenti voi siete a superare gli argini
-funesti che oppongono un contrasto pertinace
-alla solida felicità di molti fra voi;
-che formano la sorgente letale delle calamità
-di molti altri; e che in ultimo vi
-umiliano tutti quanti, e vi disonorano; se
-il mio sentimentale presagio anelate realizzare,
-distruggere vi è duopo, senza
-ritardo, da' più reconditi fondamenti,
-l'esecrando altare delle venerate menzogne,
-delle quali, oppressi non meno che
-oppressori, io vi scorgo pur troppo in
-egual dose infetti, e dove i popoli ammaliati
-dalle anagogiche visioni tradizionali
-offrivano i loro voti; e sulle rovine abominevoli
-di quello tosto si eriga uno
-stabile edifizio, che il consenso unanime
-<span class="pageno target" title="XIV" id="pag-XIV"></span>
-del genere umano rispettoso consacri
-eternamente al solo Essere Supremo, alla
-ragione, alla virtù, ed alla unione inalterabile
-de' popoli.
-</p>
-
-<p>
-Chi mai potrebbe annoverare le volte
-che la filosofia baldanzosa si accinse a dimostrarci
-tali essere appunto gl'intensi
-voti suoi? E questi parimenti non furono
-in ogni età dell'universo i sani principj
-della natura? Questa forse non è, che
-sdegnata dagli eccessi della fralezza umana
-ci fece di tratto in tratto capire per
-mezzo di quella stessa filosofia, sua costante
-apologista, e sua interprete fedele:
-O uomini! Rammentate che i figli miei
-tutti voi siete, tratti egualmente dal materno
-mio seno; chiunque voi siate nel
-fugace tirocinio di questa vita, sia regnante,
-o subalterno; sia nobile, o plebeo;
-musulmano, o israelita; sia cattolico, infine,
-o pure gentile, appena cominciaste
-ad esistere sopra la terra, tutti del pari
-assoggettati voi foste alle provvide mie
-leggi, dalle quali non avvi fra tutti gli
-esseri viventi alcuno che dire si possa,
-<span class="pageno target" title="XV" id="pag-XV"></span>
-senza delirio, escluso, ed alienato, e suscettibili
-di uniformi passioni, dotati delle
-stesse identiche facoltà, e intelligenza,
-già vi trassero le mie mani a respirare
-l'aura prima di vita. Tali furono in ogni
-secolo del mondo le espressioni genuine
-della natura.
-</p>
-
-<p>
-Ma l'uomo a fronte di tutto ciò degenerando
-miseramente dall'origine sua,
-avvilendo per folle arbitrio quella condizione
-propria di esso, lungi dall'ascoltare
-la voce penetrante di sì benefica madre,
-in vece di seguitare le di lei sacre instituzioni;
-anzi che coltivare que' precetti
-venerabili che dessa ognora ci rammenta
-per la felicità permanente del genere
-umano, egli sempre concentrato nel vortice
-immenso de' propri smarrimenti, sembra
-piuttosto che inducasi a soffrire con
-una macchinale indifferenza l'improperio
-ragionevole che ad esso fa la natura schernita
-dalla sua depravazione, che dolente
-gli rinfaccia, senza posa, la sua demente
-ingratitudine: egli è dunque così, che il
-meglio offresi qual è al suo sguardo, ei
-<span class="pageno target" title="XVI" id="pag-XVI"></span>
-lo contempla, lo discerne, lo approva, e
-segue il peggio:
-</p>
-
-<div class="poetry">
- <div class="stanza">
- <p class="verse">„<em class="cit" xml:lang="la">Video meliora proboque,
- deteriora sequor.</em>„</p>
- </div>
-</div>
-
-<p>
-Dopo un ammonizione sì risentita,
-quanto giusta della natura, con quale
-fronte oserà egli l'ebreo altamente vantare
-la primazìa sopra tutta la specie umana,
-ed i popoli del mondo sopra quale
-base radicale fonderanno essi mai il barbaro
-diritto di soggiogarlo, e di avvilirlo?
-</p>
-
-<p>
-Insensati! che incapaci tutti quanti
-sempre voi foste di godere solidamente
-le amene delizie della natura, senza contaminarne
-la nitida sorgente co' furori
-della vostra sovvertita immaginazione; e
-infatuati da quelle insane chimere da cui
-foste imbevuti fino dalla culla, non solo
-ne schivaste sempre l'incontro; ma varj
-fra voi non curarono di conoscerla per
-ignoranza; molti ancora indifferenti alle
-sue materne instigazioni, furono ad essa
-ribelli per orgoglio; ed altri furibondi si
-lasciarono ben anche trascinare all'eccesso
-delittuoso di calpestare le sue leggi,
-di avvilire i suoi doni per fanatismo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="XVII" id="pag-XVII"></span>
-</div>
-
-<p>
-Or ad oggetto di sanare le nazioni lese
-da siffatto malore, non ommisero di tentarlo
-con reiterati sforzi i più illuminati
-filosofi del mondo, fissando de' principj
-inconcussi, ovvj a dimostrarne il pericoloso
-nocumento; ma tutte le loro cure
-furono vane, e delusi restarono sempre
-nella loro aspettazione: quindi è che allora
-si videro essi astretti a rinunziare
-a' loro benemeriti disegni, concentrarsi
-nella sfera delle loro proprie cognizioni,
-e ciascuno di essi quale nuovo <em class="nome">Timone</em>, od
-<em class="nome">Apemanto</em> vivere a se unicamente misantropo
-isolato, e fremendo mirare taciturno,
-da una parte periclitare di giorno in
-giorno la salute dell'uomo, senza potere
-svellerlo dall'orlo dell'abisso preparato
-ad ingojarlo; osservare dall'altra le caterve
-affluenti di esseri travviati correre solleciti
-ad offrire le loro preci al sacrilego
-altare del fanatismo; quì porgere incensi
-ad uno sciame immenso di se-dicenti <em>parlamentarj</em>
-dell'Eterno, che renduti superbi
-dagli omaggi striscianti dell'ipocrisia, e
-dell'ignoranza, già corruppero da colmo
-<span class="pageno target" title="XVIII" id="pag-XVIII"></span>
-a fondo la tersa religione, che il terrigeno
-mortale è nel pressante dovere di tributare
-al suo Dio Creatore, e lo costrinsero
-ad obbliarla, ed a sostituirne in vece le
-loro esecrabili visioni; udire colà commendare
-qual eroismo i più atroci misfatti,
-di cui ci fanno raccapricciare le Istorie,
-perchè al nome dell'Essere Supremo devotamente
-commessi; riguardare altrove
-porre in sistema la persecuzione, e la
-calunnia, e quindi esercitarle religiosamente
-unite contro que' sciagurati che il
-mero fortuito accidente trasse dal grembo
-di altro dogma, e seguaci di una credenza
-differente da quella che si professa dai
-loro persecutori, considerandogli persino
-come una nuova specie di esseri, la relazione
-de' quali si reputa indegna degli
-altri uomini loro simili, formati, per così
-dire, da un conio stesso, dotati delle facoltà
-medesime, suscettibili de' medesimi
-bisogni, ed egualmente organizzati, onde
-ad un tale riguardo si opprimono, si calunniano,
-s'inventa delle illusioni affine
-di renderli odiosi agli altri popoli; e per
-<span class="pageno target" title="XIX" id="pag-XIX"></span>
-giustificare quelle perverse imputazioni
-delle quali sono essi proditoriamente aggravati,
-s'immagina quelle colpe che incapaci
-furono sempre di commettere, e
-che per ciò realizzare mai non si possono,
-si suppone que' difetti che non ebbero
-giammai, ma che forse con più fondata
-ragione attribuire sovente si potrebbero
-a' loro persecutori, si prevengono le mancanze
-che loro sono affatto ignote; e quindi
-ogn'individuo non ad essi conforme
-nelle pratiche di religione, impressionato
-da tali venefici principj fin dalle fascie,
-si reputa, per ogni motivo, autorizzato
-di poterli riguardare come esseri degni
-della riprovazione de' loro simili, come
-uomini scevri di morale, di costumi, e
-forse ancora incapaci di lumi, di coltura,
-e di buon senso.
-</p>
-
-<p>
-Forsennati! Barbari mostri! Esclamerebbero
-que' filosofi allora; chi vi avrebbe
-supposti mai stolidi a quel segno fino
-a non accorgervi, che tutte le ottime, o
-riprovabili azioni che loro vengono direttamente
-attribuite, altro, a fondo, non
-<span class="pageno target" title="XX" id="pag-XX"></span>
-sono che un mero effetto dell'opera vostra
-unicamente? I tirannici tratti co' quali voi
-procedeste in ogni tempo a loro danno,
-non doveano essere per i medesimi una
-lezione indelebile, e continua d'ingratitudine,
-e di vendetta, un oggetto incommutabile
-di eterna ripugnanza per la vostra
-società? E come dovevano essi amare
-quegl'individui che riguardavano il loro
-avvilimento come un trionfo della così
-detta loro nuova legge di grazia, se dai
-partigiani di quella dovevano essi appunto
-ripetere il torrente inesauribile di tutte
-le angustie alle quali soccomberono sì di
-frequente? E come avrebbe potuto mai
-l'ebreo, sotto alcun titolo, essere buon
-cittadino, se ricusatagli era ovunque una
-patria, se escluso veniva di prestare i suoi
-servigj, se interdetto eragli per tutto
-l'esercizio delle arti liberali, e la coltura
-dello spirito, e se la terra medesima persino
-a cui esso dovea i suoi natali divenivagli
-straniera, ed insensibile matrigna?
-E con quale fondamento si dovea, in ultimo,
-presumere che un fautore della sana
-<span class="pageno target" title="XXI" id="pag-XXI"></span>
-credenza di Mosè potesse giugnere a distinguersi
-giammai nella carriera di que' pochi
-uomini dotati di genio, e di talenti, che
-l'obblìo del fanatismo rende oggi reperibili
-in qualche angolo del mondo, se da
-questi o per invidia, o per interno pregiudizio,
-od anche per simulato trasporto
-religioso era sempre o schernito, o rigettato,
-se il consorzio de' medesimi reputava
-un disonore di annoverarlo nella categoria
-de' suoi membri? E quando ancora
-conservato egli avesse, nello stato di abbiezione
-in cui languiva, tanta lena e
-coraggio per inalzarsi fino allo studio, la
-generalità degli uomini non imputavagli
-frattanto come un grave torto di essere
-nato ebreo, a fronte ancora di tutta la
-virtù, ed i talenti che avesse d'altronde
-potuto fondatamente vantare? Ei non potea
-aspirare al rango di uomo, senza prima
-cessare di essere ebreo. Che non può
-irrazionale superstizione in mente umana!
-</p>
-
-<p>
-Esseri deboli, e inconseguenti! Se provati
-aveste i costumi di questo Popolo
-avanti di sfuggirne i rapporti; se occupati
-<span class="pageno target" title="XXII" id="pag-XXII"></span>
-vi foste di esperimentare i suoi talenti
-prima di azzardarne de' giudizi temerarj
-sulla sua capacità; se tratto lo aveste all'obbrobrio
-degradante delle turbe popolari,
-restituendo ad esso quella dignità
-che compartire volle la natura ad ogni
-ente ragionevole, e che la vostra indomita
-fierezza ingiustamente gli tolse; se meno
-prodighi di odio, e di oppressione
-dimostrati vi foste seco lui; ma più liberali
-di umanità, e più coerenti alle leggi
-che prescritte furono a voi dalla natura,
-vedreste ora in mille brani spezzarsi al
-vostro tatto il talismano fatale della menzogna,
-e quale fugace lampo svanire ogni
-mistero nella dispersione dell'ebreismo,
-riguardata follemente sempre da voi come
-il flagello desolatore, a cui gli arcani decreti
-di un Dio condannato lo aveano,
-senza ombra di speme, nè di rifugio; come
-ancora il barbaro esilio a cui soggiacque
-già da gran tempo, ben lungi
-dall'apparirvi la conseguenza immediata
-di que' sognati falli di cui l'odio vostro
-l'imputava senza freno, giustificato
-<span class="pageno target" title="XXIII" id="pag-XXIII"></span>
-vedreste non meno l'una che l'altro
-dall'ostile vostro contegno a suo riguardo;
-e quindi rientrati allora in voi stessi,
-scossi da quel torpido letargo dove immersi
-vi aveano d'accordo quelle venefiche
-illusioni che alimentavano un giorno
-il vostro inganno, e abbacinavano i sedotti
-vostri cuori, voi avreste riconosciuto
-ad evidenza quanto fossero contradittorie
-alla ragione, e ripugnanti alla natura
-quelle distinzioni malignamente inventate
-ne' secoli d'ignoranza dagli speculatori di
-proselitismo, e trafficanti di culti, e di
-coscienze; distinzioni che rendono l'uomo
-il ludibrio della sua specie, e costituiscono
-l'infamia perpetua di colui che
-le tollera, e le autorizza; e così da questa
-vilipesa nazione risorgere or mirereste
-quegli stessi talenti peregrini, che in ogni
-epoca, e ovunque formarono il decoro
-della stirpe d'Israel, l'ammirazione de' dotti,
-e la gloria di quegli stati che gli accolsero
-nel loro seno, proteggendo, ed
-animando i loro progressi, e le utili produzioni
-de' medesimi: Alemagna! Francia!
-<span class="pageno target" title="XXIV" id="pag-XXIV"></span>
-Monarchìe felici! Terre avventurate! La
-ragione si è quella che forma fra voi il più
-solido, e il primo de' vostri possenti baluardi;
-essa, in ogni tempo, astante a' vostri dottissimi
-congressi gli dirige, e ne forma
-il presidio ineluttabile; questo nume tutelare,
-avversario deciso del fanatismo ne distrugge
-i progressi contaggiosi, che tentasi di
-propalare da' suoi reprobi fautori,
-a scapito dell'umanità, e invitta ella presede
-al superno tribunale della giustizia;
-essa è quella che richiama dal seno di
-ogni popolo gli utili talenti, e la vera
-filosofia, la quale è onorata in chiunque
-siane possessore, nel modo che i talenti
-perspicaci, non meno di quello a cui venne
-conferita nel suo nascere l'immersione
-battesimale, che dell'altro a cui fu
-reciso il prepuzio nelle fascie, sono entrambi
-ricompensati a gradi eguali: Federigo!
-Giuseppe! Napoleone! Nomi alla
-terra sempre mai cari! La consolante rimembranza
-delle vostre sublimi operazioni
-non potrà mai cancellarsi dalla
-mente degli uomini, ma ella sopravvivere
-<span class="pageno target" title="XXV" id="pag-XXV"></span>
-dovrà al tempo edace che tutto immerge
-nell'obblìo profondo; troppo vi dee quella
-porzione di specie umana, a cui fu accordata
-la sorte di vivere sotto l'auspicio
-delle sublimi vostre leggi, ed in particolare
-l'esule Israel, il quale ricoverato
-sotto l'ombra benefica di esse, ritrova un
-asilo pacifico, e immune dall'infezione
-letale della calunnia, ed una tranquillità
-sicura, che lo zelo de' satelliti dell'idolo
-romano ha tentato altrove d'involargli sovente,
-onde a questo unita grata vi resti
-perpetuamente l'Europa, a cui voi deste
-i primi le lezioni memorabili di sana
-filosofia, e di tolleranza; egli è sotto la
-benefica influenza de' vostri limpidi orizzonti
-dove la sorte dell'uomo non pende
-già (come sotto altro cielo) dalle muffate
-pergamene, deve esistono vergati da tre
-o quattro cent'anni i titoli vani degli
-Scheletriti progenitori, ma da' solidi meriti
-personali di cui esso è fregiato, e
-senza che la diversità di religione vi opponga
-niun ostacolo, nè possa giammai
-pervenire ad oscurarli; egli è colà dove
-<span class="pageno target" title="XXVI" id="pag-XXVI"></span>
-l'evidenza ci convince che può un fautore
-di <em class="nome">Mosè</em> riescire dotto nelle scienze, perito
-nelle arti, vassallo integerrimo del Sovrano
-che lo governa, ed utile cittadino
-al suolo che vide nascerlo, in grado
-eguale di un seguace del vangelo. Egli
-è, in ultimo, nel centro della più illuminata
-nazione che onori la terra, nelle
-Gallie illuminate dove il cruento fanatismo
-che sì orribilmente un giorno paventare
-si facea, ora del tutto annientato
-dall'eccelsa ragione che le governa, attonito
-riguarda, fremendo, il vero merito
-di un Successore di Abramo estolto a quei
-gradi che mai possono accordare le scienze,
-e la virtù a chi degno se ne rende, o
-coll'esercizio di questa, o assiduamente
-coltivando le prime.
-</p>
-
-<p>
-Se tali edificanti lezioni fossero state
-apprese dagli abitatori della terra; se
-verità sì convincenti fossero state da' medesimi
-sentite in tutta la loro forza ed
-estensione, quanto più lieta oggi sarebbe
-la Sinagoga ebrea; più sgravata di follìe,
-meno assurda nelle pratiche, e l'esercizio
-<span class="pageno target" title="XXVII" id="pag-XXVII"></span>
-del suo culto, ridotto a' suoi primitivi
-ammirabili principj, quanto diverebbe più
-filosofico, e più sensato non solo, ma
-(siccome io mi accingo a dimostrarlo nel
-progresso di quest'opera) niente dissimile
-da quello professato da Socrate, da Platone,
-e da Confucio, e degno altresì di essere
-messo in comparazione con quello già
-felicemente conosciuto da' primi benemeriti
-fondatori della credenza d'Israel? E
-quanti Scismi, che lacerarono sì sovente
-la chiesa romana, non avrebbe questa
-prevenuti colle vie della tolleranza, e
-della persuasione, moderando l'amarezza
-del suo zelo, che la ridusse per tante volte
-ad infierire contro le coscienze, e le opinioni,
-riguardate come paradosse, perchè
-discorde forse da quelle che dessa pretende
-avvalorare fra i mortali? Alla prima
-non si permise in alcun tempo di gustarle;
-neglette, o calpestate sempre furono entrambe
-dalla seconda.
-</p>
-
-<p>
-E vi sarà egli ancora chi si sorprenda
-come avvenga che la ragione accordata
-all'uomo per rischiarare la sua mente, per
-<span class="pageno target" title="XXVIII" id="pag-XXVIII"></span>
-dirigere le sue azioni, per confortarlo nelle
-sue pene, sembra che prendasi a scherno
-l'ignoranza sua, e la sua fralezza, e
-che più non offrasi agli occhi suoi che
-come un rifugio illusorio, e incerto contro
-gli assalti de' suoi proprj vaneggiamenti?
-Se i popoli facessero tacere, una volta
-per sempre, le passioni criminose delle
-quali sono essi predominati, per ascoltare
-la voce penetrante della ragione, vedrebbero
-in qual modo, l'esimia, e la benefica
-ragione cesserebbe infine di mostrarsi essa
-pure armata di furore a danno dell'illusa
-umanità.
-</p>
-
-<p>
-Infatti, quanti esempi rimarcabili non
-ci forniscono ad un tale riguardo numerose
-popolazioni che a torto noi chiamiamo
-selvaggie, le quali benchè meno colte
-di noi, e fornite di una intelligenza assai
-più limitata della nostra, pervennero frattanto
-a soffocare (o forse non conobbero
-giammai) quel furore brutale di persecuzione
-religiosa che forma, purtroppo, la
-base primordiale di ogni credenza odierna,
-e la gran mole reggente di tutti in culti
-<span class="pageno target" title="XXIX" id="pag-XXIX"></span>
-delle nazioni che conosciamo, se-dicenti-polite,
-e illuminate? Queste imitarono i
-difetti delle prime, senza potere nè conoscere,
-nè profittare giammai di alcuna
-delle ottime qualità delle medesime. Io
-eccito tutte le istorie unite ad indicarmi
-un solo popolo, fra i tanti che annovera
-la prisca età del mondo, che abbia in
-alcun tempo infierito nè contro le coscienze
-degl'indigeni abitanti, nè che
-giammai abbia macchinato lo sterminio
-della religione di un popolo limitrofo,
-benchè le une, o l'altra opposte fossero
-diametralmente a' loro intimi principj religiosi;
-ma esse, d'altronde, ci mostreranno
-ben chiaro fra i recenti, de' popoli
-che riguardano il flagello degli uomini,
-ed il loro avvilimento come un tributo
-espiatorio in onore della Divinità; esse
-c'indicheranno, da una parte, i terribili
-roghi della Spagna, destinati ad abbruciarvi
-gli ebrei in onore di Gesù cristo;
-ci additeranno dall'altra gli esecrabili
-altari del Portogallo preparati ad immolarli
-al nome della vergine; ci faranno quì
-<span class="pageno target" title="XXX" id="pag-XXX"></span>
-vedere le aggravanti catene della Bretagna
-papista consacrate a soggiogarli in
-gloria de' suoi idoli; mirare ci faranno
-esse colà un S. Cirillo, quel barbaro Cirillo,
-che fattosi duce di apostolici briganti,
-attaccarli entro le loro proprie
-sinagoghe in Alessandria, ucciderne crudelmente
-una gran parte, fugarne il resto,
-carpire le loro sostanze, e rendersene
-arbitro in ortodossa divozione a' suoi
-penati; ci offriranno altrove quelle marche
-infamanti di cui l'Italia contrassegnavagli
-un tempo in trofeo della sua
-fede, e quelli angusti, e infetti recinti
-entro i quali essa gli costringeva a vivere
-racchiusi, e concentrati in venerazione di
-Pietro, o degli apostoli; ed ovunque finalmente
-noi rivolgiamo i nostri sguardi
-dall'oriente all'occidente, dal nord al
-mezzo giorno, per tutto ci faranno quelle
-scorgere la mistica falce delle religioni
-pronta a mietere ad ognora le sue vittime
-segnate per offrirle all'altare de' falsi Dei,
-od al nome dell'Essere supremo, per tutto
-ci metteranno esse, in ultimo, sotto gli
-<span class="pageno target" title="XXXI" id="pag-XXXI"></span>
-occhi feroci patiboli eretti; carceri, ferri,
-proscrizioni, massacri, e quanto seppero
-inventare di atroce que' mostri che natura
-abbandonò alla loro natìa inesplebile fierezza,
-che al nome di uno, o di altro
-idolo gl'ingannati popoli della terra infliggevano
-contro gli eretici, o miscredenti
-delle loro follìe religiose; e con
-infinite prove percotenti, esse concorreranno
-in somma a convincerci pienamente
-che le massime di persecuzione, di strage,
-o d'intolleranza non sono state mai ridotte,
-in pratico sistema, che nel solo
-grembo di una religione che si è decantata
-divina, la quale non respira in apparenza,
-che dolcezza, mansuetudine, e
-salute, ovvero da quelle ridicole instituzioni,
-che molto sovente o mancano di
-verità, o di buon senso, che l'umana
-ignoranza ne fa tenere il carattere, e le
-veci.
-</p>
-
-<p>
-Ma in mezzo di questa enorme affluenza
-di vicissitudini lagrimevoli, ognora pullulanti,
-che hanno per infinite volte segnalato
-sulla terra i deplorabili travviamenti
-<span class="pageno target" title="XXXII" id="pag-XXXII"></span>
-umani, quale metamorfosi degna dell'ammirazione
-universale de' secoli avvenire,
-non sarà mai per risultare a' nostri posteri
-l'intatta conservazione dell'ebreismo,
-sotto quel cielo medesimo appunto dove
-ad ogn'istante se ne meditava lo sterminio,
-ed in quel suolo istesso in cui si
-tentò infinite volte renderne la tomba?
-Cosa opineranno essi mai al solo contemplare,
-come tutte le nazioni dell'universo,
-dopo la caduta degli abitanti di Gerosolima,
-e insieme di questa metropoli medesima,
-si distrussero l'una l'altra, si
-amalgamarono a vicenda, si mischiarono
-confusamente, ed il solo popolo ebreo,
-malgrado la sua fluttuante dispersione, e
-le numerose infauste peripezìe alle quali
-sempre soggiacque, in ogni angolo del
-mondo, abbia fermamente resistito al torrente
-di una feconda successione di lignaggi,
-di epoche, e di vicende, or
-funeste per un popolo, ed or gioconde
-per l'altro; or per questo ridenti, ed ora
-triste per quello? Non lo attribuiranno
-essi forse ad un effetto soprannaturale, ad
-<span class="pageno target" title="XXXIII" id="pag-XXXIII"></span>
-un prodigio ineffabile dell'Eterno? Di ciò
-veramente l'intero giudaismo ne fu sempre
-convinto; e tutte le altre nazioni, al
-contrario, riguardarono ciascuna, in ogni
-tempo, la permanenza di tale prosapia,
-come un trionfo, ed una prova incontestabile
-della verità di loro varie credenze,
-o religioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma senza fermarmi quì a discutere inutilmente
-le ragioni che alimentano l'intima
-convinzione del primo, ed il giusto
-valore delle cagioni sulle quali fondano
-le ultime la presunta base contestata della
-loro religione, io mi contenterò soltanto
-di rimarcare che fa duopo stabilire dei
-motivi meno accessorj, ed assegnare altre
-cause più ostensibili per colpire nel segno
-positivo sulla certezza, e la probabilità
-degli accennati effetti risultanti; e questa
-e quella ritrovare noi potremo agevolmente
-nelle accanite persecuzioni che
-le ultime, concordi, hanno sempre esercitate
-contro di quello: non avvi alcuno
-che ignori che la guerra delle opinioni
-religiose, e delle coscienze, non solo in
-<span class="pageno target" title="XXXIV" id="pag-XXXIV"></span>
-proposito di culto, ma in scienza, in politica,
-e in costumi, ha in ogni epoca del
-mondo, e presso qualunque popolo della
-terra formate le fazioni sanguinarie, i
-martiri devoti, gli apostoli entusiasti per
-l'uno, o l'altro partito da cui presero
-fondata voga radicale quelle stesse opinioni
-che tentavasi di propalare, e sostenere
-ad ogni prezzo da una parte, e che
-da un'altra combattevansi orribilmente
-col disegno di annientarle dalla reminiscenza
-degli uomini. Infatti, quanti esempj
-rimarcabili non ci forniscono le istorie,
-idonei a convincerci che tanto in religione,
-quanto in politica, noi vedremmo
-succedere nel mondo il tepore il più
-lento, all'entusiasmo il più deciso, se si
-lasciasse all'una l'opinione, all'altra l'esercizio;
-<em class="cit" xml:lang="fr">donnez aux Huguenots</em>, diceva Caterina
-de' Medici, <em class="cit" xml:lang="fr">tout leur saoul de prêches,
-ils seront tranquilles</em>. Quando, al contrario,
-perseguitando una setta, od una fazione
-qualunque, si viene ad aggiugnere
-insensibilmente alla forza della religione
-che è già oltremodo grande, quella del
-<span class="pageno target" title="XXXV" id="pag-XXXV"></span>
-punto di onore che lo è sovente di più,
-cioè a dire, che quelli ancora che non
-hanno religione qualche volta ne ostentano
-l'apparenza, e non osano di abbandonarla;
-e che quelli viceversamente che
-sarebbero proclivi alla resipiscenza de' loro
-proprj travviamenti, non sanno determinarsi
-ad effettuarlo.
-</p>
-
-<p>
-Or in conseguenza di questi effetti,
-renduti già si evidenti, chi potrebbe mai
-sensatamente ricusare alle cause omogenee
-che gli producono l'esistenza indefettibile
-che loro conviene in ogni modo?
-Persuasi dunque quali essere dobbiamo,
-senza mistero, dell'esistenza delle une, e
-della sorgente immediata degli altri, quale
-torto enorme non si farebbe alla verità,
-se opinare si dovesse come il primo, e
-quale grave oltraggio risentire non dovrebbe
-la ragione, appoggiando la strana
-presunzione di queste? E pure l'indole
-depravata dell'uomo, generalmente parlando,
-è tale, che desso non soffre mai un
-oppressivo male, nè fruisce ancor di un
-sommo bene, senza imputarlo all'odio di
-<span class="pageno target" title="XXXVI" id="pag-XXXVI"></span>
-un essere superiormente perverso, od alla
-predilezione di un essere ottimo che veglia
-parzialmente alla di lui conservazione,
-ed egli non è che dopo molte riflessioni,
-per lo più astratte, sempre seguite, e sottilmente
-ponderate, che desso giugne a
-conoscere, infine (benchè il più delle
-volte assai di raro, e a grande stento ei
-vi pervenga) che il bene, ed il male di
-cui l'umana vita è mischiata, emanano
-entrambi, per così dire, dalla sorgente
-inesauribile medesima; questo è il possente
-arcano delle instituzioni teologiche
-di ogni popolo che esistere veggiamo
-sulla superficie della terra, questa è l'alchimia
-portentosa di tutte le religioni
-che ingombrano il mondo abitato dall'uomo.
-</p>
-
-<p>
-Comunque siasi, non credasi già essere
-questi soli gli effetti perniciosi dell'imbecillità
-dell'uomo abbandonato a se stesso
-ed alla sua sovvertita immaginazione, io
-mi dispongo, con ribrezzo, a produrne
-degli altri molto peggiori, ed assai più
-funesti per la sua specie, allorchè nella
-<span class="pageno target" title="XXXVII" id="pag-XXXVII"></span>
-progressione di quest'opera mi emergerà
-pur troppo di ragionare a reiterati propositi.
-Intanto calisi un velo di profondo silenzio
-intorno quello che rapportasi all'ente
-ragionevole, alle sue idee, a' suoi pensieri,
-ed alle azioni differenti delle quali fu esso
-in ogni tempo riconosciuto essere suscettibile,
-e riserbiamoci a squarciarlo allora
-quando potremo di esso lui occuparci
-assiduamente di proposito, affine di migliorare
-la sua condizione, correggendo
-i suoi errori, illuminando il suo spirito,
-e facendogli, ad un tempo, chiaramente
-comprendere, che la verità è una, semplice,
-e indefficiente, che l'errore, all'opposto,
-è ognora complicato, titubante
-nella sua marcia, ed eccessivamente sinuoso;
-che la voce della natura è intelligibile,
-sonora, insinuante, e che quella
-della menzogna è ambigua, oscura, ed
-affligente; che il sentiere della ragione è
-ameno, retto, e salutare, e che quello
-dell'impostura è obbliquo, tetro, e pernicioso,
-questa esimia ragione di somma
-urgenza in ogni parte all'uomo dee essere
-<span class="pageno target" title="XXXVIII" id="pag-XXXVIII"></span>
-continuamente la sua conduttrice inseparabile,
-e le dilei proficue lezioni debbono
-essere seguitate completamente da
-ogni anima fregiata degli ammirabili suoi
-doni.
-</p>
-
-<p>
-Quindi per essere penetrato quanto fa
-duopo della forza irresistibile di queste
-verità edificanti, che io mi lusingo di produrre
-frappoco al chiaro giorno, l'uomo
-non ha bisogno che di lumi, di buonsenso,
-e di coltura; esso non ha che rientrare
-in se stesso, riflettere sulla sua propria
-individuale natura, consultare i suoi
-interessi, considerare i suoi rapporti colla
-società, e i doveri che lo vincolano ai
-membri contraenti suoi simili; e in conclusione
-studiarsi esattamente di conoscere
-che la virtù, e le scienze sono, senza
-contrasto, i soli, i migliori, ed i più solidi
-beni per la specie umana, e che il vizio,
-e l'ignoranza ne formano il perpetuo terribile
-flagello. In una parola studiarsi
-esattamente di capire, che siccome il
-buon uso delle scienze consolida in noi
-quel declivio salutare che porta la specie
-<span class="pageno target" title="XXXIX" id="pag-XXXIX"></span>
-nostra alla pratica del bene, così appunto
-il nostro amore per la verità aumenta i
-lumi de' quali noi abbiamo estrema urgenza
-per propalarla, e per difenderla.
-Col mezzo di sì fatte indagini utili, e
-profonde giugnerà esso, in ultimo, a
-convincersi che gli esseri umani (come
-lo rimarca ingegnosamente un pensatore
-inglese) non sono sventurati, se non se
-perchè dessi sono viziosi, ed ignoranti;
-e che i medesimi viceversamente non
-sono ignoranti, e viziosi, se non se perchè
-tutto cospira ad allontanarli dal felice
-sentiere della ragione ad impedirli di
-correggersi, ed a renderli alieni onninamente
-dallo sviluppo delle loro facoltà
-intellettuali.
-</p>
-
-</div> <!-- fine introduzione -->
-
-
-<p class="epigrafe bars">
-<span class="pageno target" title="XL" id="pag-XL"></span>
-L'epigrafe del frontispizio allude giustamente
-al nostro immortal <span class="sc">Napoleone</span> ciò
-che Marziale altra volta disse a Domiziano:
-<em class="cit" xml:lang="it">I popoli del vostro Impero parlano differenti
-idiomi; essi non hanno, per tanto, che un
-solo linguaggio allorchè dicono, che voi siete
-il vero Padre della Patria.</em>
-</p>
-
-
-<h2 style="font-weight: normal">
-<span class="pageno target" title="XLI" id="pag-XLI"></span>
-<span class="huge bold">OGGETTO</span><br/>
-<span class="smallest">E</span><br/>
-<span class="g corsivo">PIANO ANALITICO</span><br/>
-<span class="smallest">DI</span><br/>
- QUEST'OPERA.</h2>
-
-<hr class="ottavo" />
-
-<div style="margin: 2em 0 2em 40%">
- <p class="center small">
- <em class="cit" xml:lang="la">Cujusvis hominis est errare; nullius, nisi
- insipientis in errore perseverare.</em></p>
- <p class="small destra" style="margin-right: 20%">
- <span class="sc">Cicer.</span></p>
-</div>
-
-<div class="oggetto">
-<p class="primo">
-Egli è ormai uno spazio considerabile di
-tempo che la mia ingenua penna, sempre
-intenta al solido vantaggio de' miei simili
-(dopo le tante altre, le quali prefiggendosi
-forse un simile scopo, si cimentarono indarno
-fino ad ora, e col massimo pericolo)
-tentare volea di assumere intrepida l'ardua
-difesa della verità, di quella verità medesima
-che tutto il mondo ammira, ed abbandona,
-e che prescindendo da pochi i quali
-cimentandosi a squarciare il tetro velo della
-menzogna, che ne adombra l'intuito allo
-<span class="pageno target" title="XLII" id="pag-XLII"></span>
-sguardo profanatore dell'insensato, sono
-già felicemente pervenuti a ravvisarne il
-fulgido sembiante, pare che gli uomini della
-nostra età si facciano un maligno piacere
-di calpestarla, di concepirne un abominio,
-in vece d'intraprendere l'impegno commendevole
-di sottrarla a quegli oltraggi, che
-miransi fare, ad ogn'istante, contro di essa
-da' feroci proseliti del fanatismo.
-</p>
-
-<p>
-Tale era dunque l'assunto importante di
-cui io mi occupava, senza interruzione, era
-già l'intervallo di un completo decennio, e
-questo è il solo oggetto sovra di ogni altro
-interessante che ha per tutta la mia vita
-decorsa unitamente richiamate le mie più
-assidue, e ponderate riflessioni; ma pur
-troppo fino al presente coll'eguale successo
-di quello che videro tanti uomini dotti risultare
-dalle indefesse loro applicazioni, affine
-di svellere dalla specie umana il morbo
-flagellatore dell'ignoranza che la degrada,
-e della superstizione che la distrugge; mentre
-le tenebre dell'una, e la densa caligine
-dell'altra, che ingombrano dopo tanti secoli
-presso che tutta l'estensione dell'universo,
-<span class="pageno target" title="XLIII" id="pag-XLIII"></span>
-paralizzavano le benefiche intraprese di quegl'institutori
-dell'umanità, e scoraggivano
-le mie rette disposizioni.
-</p>
-
-<p>
-Eh, che! Tutti gli orizzonti della terra
-uniti, non ci mostrano essi forse de' tempi
-calamitosi a tale eccesso per lo spirito umano,
-fino a reputare il termine <em>illuminato</em>
-sinonimo d'<em>incredulo</em>; e quindi a punire
-come apostata, ed a perseguitare qual libertino
-un genio filantropo che cimentato si
-fosse a rischiarare le tenebre dalle menti
-degli uomini, propalando fra questi de' solidi
-principj di morale, e di buon senso? E
-quante volte delineare si vide l'immagine
-sublime della ragione con informe sembianza
-di un orrido fantasma che paventa, e che
-afferra chiunque osa di appressarsi al tempio
-eccelso che ascosa la rende allo sguardo
-peribile dell'uomo? Tale essendo il carattere
-odioso che miravasi fare della ragione,
-più non dovremo dunque stupirci, se colui
-che avesse osato farne il preconio era dagli
-uomini riguardato come il più reprobo nemico
-del suo secolo, ed il perturbatore della
-umana società.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="XLIV" id="pag-XLIV"></span>
-</div>
-
-<p>
-O tempi d'ignominia, e di esecrazione!
-ah! che pur troppo io già miro imbrattata
-l'istoria dell'odiosa menzione di quell'età
-sì degradante per la specie umana, in cui la
-virtù era un delitto, la ragione un ornato
-superfluo, inutile il buon senso, e la filosofia
-una chimera; in cui l'uomo brancolando
-nel vortice delle sue illusioni lasciavasi machinalmente
-condurre da altri uomini dementi
-al pari di esso, ma di lui più scaltri,
-più intriganti, sempre intenti a sedurlo, nè
-lo abbandonavano fino a tanto che renduto
-non lo avevano il nemico di se stesso, e il
-manigoldo crudele del suo simile, ed in cui
-finalmente le nazioni ammaliate dalle promesse
-che al nome di un Dio loro garantivano
-i mistici direttori da' quali erano esse
-ciecamente guidate, empievano la terra di
-follìe, e sotto l'ombra fatale di religione
-commettevansi gli attentati più atroci, sterminavansi
-a' vicenda; i culti opposti erano
-a' culti, gli altari, agli altari, e gl'intensi voti
-dell'una inferire altro non volevano che una
-detrazione insultante delle fervide preci dell'altra;
-ma l'ipocrita ingannatore che ne era
-<span class="pageno target" title="XLV" id="pag-XLV"></span>
-la cagione, non vedea frattanto in queste
-acerrime dissenzioni che un solido incremento
-alla di lui autorità, alla quale soggiogato
-in ultimo restava non meno il partito vincitore
-che il vinto. Chi potrà mai fermarvisi
-un istante senza essere sorpreso di angoscia,
-e di dolore al solo contemplarvi que' vaneggiamenti
-di cui furono sempre suscettibili
-tutti i popoli, dalla prima infanzia del mondo
-fino a' tempi nostri? Or uno spettacolo
-sì attristante potea egli a meno di non disgustare
-l'animo il più benefico, lo spirito
-il più paziente, e il più filantropo genio che
-azzardato avesse di liberare la specie umana
-dal malore dell'inganno, per quindi ricondurla
-nel felice sentiere della ragione? Convinti
-di questa verità non dovremo più stupirci
-se cotanto rari oggi si rendino sopra
-la terra i <em class="nome">Socrati</em>, gli <em class="nome">Aristidi</em>, i <em class="nome">Cartesii</em>, e
-i <em class="nome">Galilei</em>, che al prezzo di cicute, di esilj,
-di carceri, e di tormenti acquistassero, di
-buon grado, il piacere d'illuminare l'umanità,
-e d'indurla a rigettare le avvilenti sue
-follìe. Con sì terribili esempi sotto gli occhi
-troppo scarso dovea essere certamente il
-<span class="pageno target" title="XLVI" id="pag-XLVI"></span>
-numero degl'imitatori; e quelli al contrario,
-che avrebbero potuto divenirlo con successo,
-preferivano piuttosto di essere considerati
-come inutili nella società, che rendersi le
-vittime degli smarrimenti de' loro simili, e
-lo scherno degli eccessi de' loro scaltri conduttori.
-E con quale coraggio avrei potuto
-mai osarlo io tre lustri addietro, e di più
-sotto l'ombra di un avverso cielo dove io
-mirai le prime luci, ed in cui la superstizione,
-e il fanatismo erano al grado dell'ignoranza,
-calcolata come necessaria alla salute
-dell'uomo, ed in cui alla demenza tenere
-faceasi le veci, ed il carattere di buon senso?
-Egli è vero, per altro, che fino di allora
-concepito io avea il progetto salutare di
-distruggere l'errore dalla mente de' miei
-simili, ed il vasto assunto destinato ad
-esaurirlo era già, in gran parte, preparato
-alla rinfusa nella mia mente, nè altro mancava
-a corredarlo di quell'ordine, di quel
-metodo, e di quella esattezza necessaria per
-prodursi al chiaro giorno, che una esplicita
-inerenza nello spirito di quelli che più abbisognano
-di lumi sufficienti, e di un fermo
-<span class="pageno target" title="XLVII" id="pag-XLVII"></span>
-disinganno, capace di annientare i pregiudizj
-che avrebbero potuto contrapporre degli
-argini malefici allo scopo commendevole per
-cui era quello in origine rivolto. Ma la decisa
-ripugnanza che questi sempre manifestarono
-contro l'ultimo, non meno che
-contro i primi, fece soffocare i miei filantropici
-disegni al loro nascere, e condannò
-la mia intrapresa ad un obblìo impenetrabile,
-dove giacque sepolta fino a questo
-giorno in cui l'impero della ragione potè
-rendersi una volta manifesto al consorzio
-de' mortali sopra la terra, spiegando l'ascendente
-assoluto ch'ella dee avere sullo spirito
-di essi; ora che sul trono augusto della
-giustizia l'eccelsa filosofia siede fastosa, e
-trionfante de' suoi miserabili nemici, al fianco
-invitto di <span class="sc">Napoleone</span> il grande, può un
-integerrimo fautore della ragione alzare libero
-la testa, fare impavido echeggiare la
-di lui voce, e rendersi utile a' suoi simili,
-senza pericolo, annunziando a tutti gli abitatori
-dell'universo, allo squillante suono di
-prodigiosa tuba, l'immediata rigenerazione
-universale di tutta la specie umana.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="XLVIII" id="pag-XLVIII"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per altro, sebbene tutte le mie cure, e i
-miei disegni si aggirino soltanto al vantaggio
-di una parziale Nazione unicamente pure
-ad un solo corpo religionario io quì non
-ragiono, ma a qualunque siasi nazione,
-setta, o popolo, a tutta la società umana,
-in fine, io parlo, ed a guisa del Sole che
-dal suo emisfero inaccessibile, una luce sfavillante,
-e universale a tutto l'uman genere
-diffonde sulla terra, così appunto io bramo
-che ad ogni razionale abitatore del mondo
-rendasi noto il genuino linguaggio della
-verità.
-</p>
-
-<p>
-Or se il raziocinio sostenuto dal buon
-senso, e dettato da' più integri sentimenti
-di umanità, non è per la specie degli uomini
-un illusoria visione, io dimostrerò col
-mezzo di esso, non solo al giudaismo, per
-il di cui solido vantaggio io scrivo, ma a
-tutti gli altri popoli del mondo (i quali eccettuare
-sempre lo vollero dalla categorìa
-delle nazioni) che niente è più ingiusto, e
-ridicolo, ad un tempo, che di odiare, o deprimere
-una credenza qualunque per la sola
-ragione che i suoi principj saranno forse
-<span class="pageno target" title="XLIX" id="pag-XLIX"></span>
-disparati da quelli professati dalla sua persecutrice,
-ovvero di attaccarne le basi sulle
-quali si regge, ed anche senza conoscerne il
-più delle volte il fonte da cui esse traggono
-la loro derivazione; e con eguale chiarezza
-farò inoltre conoscere, che quanto avvi in
-una religione di riprovabile, o di ottimo
-altro, a fondo non è che l'impronta del
-genio, o depravato, o giusto lasciatovi
-dall'uomo stesso, il quale non diventerà mai
-stravagante, o assurdo sempre che sarà capace
-di ricevere le idee omogenee medesime
-che la natura gl'imprime, e che desso, al
-contrario, diventa l'uno, o l'altro, alloraquando
-si sforza di assegnare una evidente
-realizzazione alle logogrife visioni tradizionali,
-ed a' mistici fantasmi. Di ciò tutte
-le sette fino ad ora conosciute sulla terra
-dimostrerò essere una prova ritrovata ormai,
-ad ogni esperimento, incontestabile.
-</p>
-
-<p>
-Preparato che io avrò l'uomo alla contemplazione
-interessante di queste verità,
-convinto che desse lo rendino una volta non
-essere meno curioso di seguire i progressi
-dello spirito umano ne' suoi travviamenti, di
-<span class="pageno target" title="L" id="pag-L"></span>
-ciò che riesca vantaggioso investigare, con
-occhio indagatore le proficue nozioni ch'egli
-scuopre, e ciò in ogni secolo, e presso qualunque
-angolo del mondo, esso dovrà necessariamente
-convenire che fra tutte le ricerche
-filosofiche fatte fino ad ora, non siavi
-forse una più profonda, e più importante
-dell'analitica riforma del Culto, e dell'educazione
-politico-morale del Popolo ebreo,
-che nel corso di quest'opera mi sono prefisso
-d'investigare in ogni benchè minima parte,
-e co' più rigidi esami possibili.
-</p>
-
-<p>
-Il tenebroso amministratore de' culti, sia
-rabino, sia prete, ovvero dervigi dice credimi
-ciecamente; ed il sensato filosofo consulta
-l'evidenza, ascoltami, e ragiona; egli
-è questi ultimo linguaggio unicamente quello
-di cui farò io sempre uso nell'assunto importante
-che io tratto, con quelli che fin
-quì si mostrarono pur troppo sordi agli
-eccelsi ammaestramenti della ragione.
-</p>
-
-<p>
-Lungi dal precipitarci nel partito di quelli
-che credono tutto, od in quello degli altri
-che rigettano tutto, noi ci terremo, per
-quanto ci sarà possibile, in una specie di
-<span class="pageno target" title="LI" id="pag-LI"></span>
-equilibrio, loro dicendo unitamente; esaminiamo
-con diligenza, e rendiamoci esatto
-conto a vicenda finalmente della credenza
-nostra, e di quella degl'ingannati nostri
-progenitori, indaghiamo una volta con filosofica
-fermezza, ciò che in sì fatta religione
-tradizionale (che da tutto l'ebreismo si è
-sempre sostenuta ad ogni prezzo) v'ha di
-vero, e quello che può esservi di assurdo;
-sotto quale rapporto le nostre idee religiose
-di oggi, possano avere un solido fondo di
-realtà, o di verosimiglianza con quelle dei
-primi patriarchi fondatori della credenza
-d'Israel, e sotto quale altro esse debbono
-meritare la nostra ripugnanza, il nostro
-obblìo. Penetrati di sincero trasporto per
-la verità, noi andremo a rintracciarla finanche
-nella estremità di que' misteriosi recinti
-che si appellano santuarj, da' quali allontanando
-il velo denso, e terribile che la cuopre,
-senza dubbio, allora noi vi ritroveremo
-l'aspetto inalterabile della tersa religione,
-che il Dio superno della natura esige dagli
-enti ragionevoli, nel primitivo suo stato di
-purità, e d'innocenza.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="LII" id="pag-LII"></span>
-</div>
-
-<p>
-Vari sono, per altro, gli scrittori commendevoli,
-che tentarono sovente di scavare
-questo dilicato soggetto da' suoi più reconditi
-fondamenti: io discuterò dunque le loro
-idee, analizzerò i loro pensieri, non già col
-fervido entusiasmo di un zelante apologista
-di prestigj tradizionali, ma colla genuina
-franchezza di un filosofo amico de' suoi simili,
-di un apostolo della ragione, che ad
-altro non aspira, pubblicando in questa
-giorno un opera sì utile, e sì urgente, che
-ad illuminare da una parte le menti ottenebrate
-dell'illuso giudaismo, e a distruggere
-dall'altra quelle menzogne degradanti che
-parvero confederare contro i miseri avanzi
-del popolo d'Israel, fino anche i più decisi
-partigiani della tolleranza, trascinandogli
-anche sovente ad obbliarne i principj, a calpestarne
-i doveri, alloraquando impresero
-ad agitare la causa risguardante questa oppressa,
-e derelitta nazione.
-</p>
-
-<p>
-Quindi se io pervengo a condurre di tale,
-maniera lo spirito religionario degli uomini,
-ho fondato motivo di lusingarmi di potere
-anche ridurlo ad abdicare quelle vane chimere
-<span class="pageno target" title="LIII" id="pag-LIII"></span>
-che lo soggiogarono per sì lungo tratto di
-tempo, e che formarono la sorgente venefica
-dove il genere umano attinse tutte le sue
-più deplorabili sciagure.
-</p>
-
-<p>
-Ma prima di ogni altra cosa, io credo
-mio essenziale dovere di prevenire il mondo
-illuminato, non essere quì mio scopo di
-divertire il cuore umano con fantastiche
-immagini, che al solo romanziere bizzarro,
-piuttosto che al filosofo ragionatore convenevoli
-si rendono; e molto meno astrignerlo
-pretendo con linguaggio artifizioso ad asserire,
-ciò che in altro modo ei ripugnasse di
-adottare: la nitida semplicità dovrà sempre
-quì precedere l'espressione sentimentale dei
-miei pensieri, i quali se riportati non verranno
-con un eleganza di stile che rapisce,
-posso d'altronde assicurare che fregiati essi
-tutti saranno della semplice verità che persuade,
-senza livore, e senza prevenzione;
-ciò che al disopra di tutt'altro ornato è
-assolutamente necessario, trattando una
-materia dilicata qual'è quella di cui ora ci
-occupiamo, che ha più duopo di giuste idee,
-di esatti sentimenti, che di un mendicato
-<span class="pageno target" title="LIV" id="pag-LIV"></span>
-atticismo di vocaboli, o di traslati pensieri,
-onde potere con amplia cognizione di causa
-pervenire a conoscere lo stato delle vicende
-presenti, per farne l'adeguata comparazione
-con quelle, che le inopinate crisi avvenire
-offrono sovente allo sguardo indagatore del
-filosofo, ed alla irrequieta fantasía del politico:
-egli è dunque così che noi potremo
-allora, senza taccia di temerità, lanciare i
-nostri liberi giudizj sul remoto avvenire, ed
-arbitri ancora pronunziarne i destini.
-</p>
-
-<p>
-Frattanto io domando un indulgenza
-estrema non meno per ciò che ho fin quì
-detto, che per tutto quanto io dispongomi a
-dire, se io non tratto queste materie interessanti
-con tutta quella filosofia, e quel
-criterio che esigono, ciò si potrà forse attribuire
-alla deficienza de' miei lumi, ed alla
-modicità de' miei talenti, ma se io poi non
-le ragiono, secondo l'aggradimento uniforme
-di tutte le nazioni, ed in particolare
-dell'Ebrea che ne occupa la più estesa parte,
-ciò ripetere da me certamente non si dee,
-ma dalla sola intima natura delle medesime,
-le quali non sono ad altro fine dirette che
-<span class="pageno target" title="LV" id="pag-LV"></span>
-ad emendare gli smarrimenti delle une, e
-a distruggere le stravaganti opinioni dell'altra;
-insomma ad illuminarle tutte, per quanto
-mi sarà possibile, ed a ricondurle nel
-perduto sentiere della ragione. Or quegli
-avvertimenti che tendono a correggere l'errore,
-a dissipare le tenebre dal mondo, possono
-essere giammai dell'aggradimento universale
-di quelli, che già infetti dal morbo
-letale della menzogna, hanno duopo di correzioni,
-e di lumi? Ciò che reca giovamento
-l'esperienza ci dimostra che rare volte diletta.
-Ben lontano per altro io sono dall'esigere,
-in verun modo, che si abbia per i miei
-sentimenti la benchè minima favorevole prevenzione,
-io eccito, al contrario, i lettori di
-quest'opera di avere in me così poca fiducia
-come io ne ho avuta negli altri. La sola
-ragione essendo un dono accordatoci dal
-Supremo Creatore dell'essere nostro per
-condurci nell'instantanea carriera di nostra
-vita, io gli esorto a farne uso immediato,
-e costante; questo è il solo mezzo il più
-utile, e il più sicuro per conoscere la verità,
-e per trarne que' vantaggi che aspettare ne
-<span class="pageno target" title="LVI" id="pag-LVI"></span>
-possiamo. Ma comunque sia, io protesto davanti
-l'Essere Supremo, ed in faccia a tutti
-i popoli della terra, che non già vile sentimento
-di detrazione, non avidità di gloria,
-non cupidigia di utile, od altro scopo venale
-riprovabile del pari, mi fecero determinare
-a tessere quest'opera, ma l'amore fraterno
-che ho sempre nutrito per tutti gli esseri
-della mia specie; i solidi, e perenni vantaggi
-de' miei troppo ingannati connazionali; il
-desiderio intenso di combattere l'errore col
-brando inespugnabile della ragione; e la vera
-felicità, inultimo, degli stati colti, e tolleranti,
-così che la gloria, e il decoro degl'illuminati
-Sovrani che gli governano.
-</p>
-
-<p>
-Or traendo quest'opera la sua originaria
-sorgente da sì limpido fonte, retta da sì
-equi sentimenti, e guidata da principj cotanto
-sani, ed inconcussi, potrei sospettare
-giammai con fondamento che alcuno vi fosse
-di sì stupido criterio, in cui preponderando
-e impulso più forte gli esecrabili prestigj
-del fanatismo a' miei giusti ed amichevoli
-suggerimenti mi riguardasse come audace.
-od importuno, ovvero come i settarj dicono
-<span class="pageno target" title="LVII" id="pag-LVII"></span>
-volgarmente, un apostata, un Deista? Eh!
-che tali attributi reperibili sovente nella
-bocca di chi non ne comprende il vero senso,
-non avranno mai efficacia bastante a formalizzare
-un integerrimo fautore della verità,
-dalla quale non seppe mai dileguarsi,
-malgrado che a caro prezzo azzardasse qualche
-volta di esternarla, e che non si prefigge
-altro disegno che il miglioramento durabile
-degli esseri della sua specie. Nulla mi cale
-per tanto che ciascuno pensi come più gli
-aggrada per rapporto al sistema di religione
-addottato da me; che l'ebreo talmudista lo
-condanni, che lo abomini il cattolico, e che
-tutte le altre sette la ripugnino, ma frattanto
-il sensato filosofo lo approva non solo,
-ma lo segue, lo pratica egli stesso, e lo
-commenda; a lui unicamente io me ne appello,
-ed a questa sola classe benemerita
-del mondo ogni mio pensiere consacro,
-l'estremo destino del quale, non già dall'insano
-giudizio del volgo, ma dall'illuminato
-discernimento di essa onninamente dipende.
-Ben contento di poter dire col giovine Plinio:
-<em class="cit" xml:lang="la">Ego enim non populum advocare,</em>
-<span class="pageno target" title="LVIII" id="pag-LVIII"></span>
-<em class="cit" xml:lang="la">sed certos electosque soleo, quos intuear,
-quibus credam, quos denique et tanquam
-singulos observem, et tanquam non singulos
-timeam.</em> <em class="loc">Epist. XVII. lib. VII. p. 428.</em>
-</p>
-
-<p>
-Ma questa cecità universale mi lusingo
-che sarà bentosto rischiarata dalla fantasìa
-de' miei connazionali, quando a rigido esame
-richiameremo nel progresso di quest'opera
-i dogmi sopra i quali essi fondano la
-lusinga di una felicità imperturbabile, e la
-base di ogni loro ventura speme, additando
-a' medesimi l'infallibile sentiere che può condurli
-al completo acquisto di entrambe, e
-dove niuno fino ad ora osò giammai condurre
-il passo timido, e vacillante.
-</p>
-
-<p>
-Quale gloria ineffabile non dovrà in ultimo
-risultare per il Dio di verità, osservando
-gli esseri umani rinunziare con arbitra
-resipiscenza alle insane illusioni dove sembrava
-che un avverso destino condannati gli
-avesse miseramente per sempre; e quale trofeo
-per l'oppressa ragione, se gli eccitamenti
-miei affettuosi, e sinceri saranno efficaci a
-dissipare dalle loro menti l'errore da cui
-sono abbacinate, ed a toglierli dal baratro
-<span class="pageno target" title="LIX" id="pag-LIX"></span>
-infernale de' pregiudizj in cui andavano a
-precipitare inevitabilmente; e così mettere
-un freno alle passioni fomentate da una
-coscienza religiosamente criminosa, e sostenute
-da quelle sacre menzogne che loro fanno
-una guerra spietata, e con passo intrepido,
-e costante oltrepassare le barriere
-funeste che il fanatismo avea tenacemente
-opposte alla ragione, seguitando le vestigia
-invariabili che quì sono ad indicare della
-pretta religione, e di un giusto e ben fondato
-disinganno.
-</p>
-
-<p>
-O popolo d'Israel! Egli è a tuo solo
-riguardo che baldanzoso io dispongomi ad
-affrontare l'improperio dell'ignoranza, e lo
-sdegno della superstizione: È te che io eccito
-a compiere i voti miei con quell'animo
-stesso con cui te gli offro: Egli è infine del
-tuo unico giovamento che io mi occupo indefesso,
-e di cui io formo l'essenziale, e il
-primo scopo di tutte le mie più serie applicazioni:
-ma, e quale guiderdone, in qualche
-modo equipollente, potrà mai sì filantropo
-zelo sperare da te? E che? supporre io forse
-dovrò che giugnere tu possa a ricusarlo senza
-<span class="pageno target" title="LX" id="pag-LX"></span>
-la più reproba ingratitudine? Vorrai tu
-dunque perpetuare sopra la terra lo spettacolo
-affliggente della tua degradazione, ed
-essere tutt'ora, per folle arbitrio, lo scherno
-vile de' popoli, e la vittima sciagurata de' tuoi
-propri smarrimenti? Ah! che un apatìa sì
-macchinale supponibile certamente non è in
-mente umana; e ben lontano dall'opinarlo,
-io sono, all'opposto, convinto che un fausto
-giorno, senza dubbio, verrà, mentre di questo
-comparire già si vide la ridente aurora,
-in cui l'intero corpo esercente la credenza
-edificante di Mosè ne' quattro angoli della
-terra, perverrà finalmente a conoscere il valore
-inestimabile de' principj salutari che ne
-formano la base, e riguarderà come un
-infamia di restarne più oltre neghittoso, e
-indifferente, ed allora titubare più non potrà
-un solo istante, sotto pretesto alcuno, a riassumere
-fra gli uomini, per quanto è in suo
-potere, la condizione, i requisiti, e il grado,
-che la società, la natura, e la ragione gli
-concedono d'accordo sopra la terra, ne più
-reputerà come un delitto irremissibile, nel
-modo che fino ad oggi ei sempre fece,
-<span class="pageno target" title="LXI" id="pag-LXI"></span>
-d'inchinare con trasporto l'orecchio per ascoltare
-la voce penetrante di un fautore della verità,
-di un suo connazionale stesso, cui, la
-depravata educazione, che un detestabile costume
-fatalmente introdusse da tanti secoli
-presso quel popolo, ha così pure tentato di
-corrompere un giorno rendendo la sua inesperta
-fanciullezza in egual dose infetta del
-morbo medesimo, che desso attualmente
-desola, e flagella, e quindi suscettibile per
-qualche tempo ancora dello smarrimento
-eguale di cui mirasi oggi quello predominato
-a tutta forza. Or dunque incauti miei connazionali!
-Esso vi presenta quest'opera; ardito
-alquanto sembrare a voi potrebbe il linguaggio
-di cui si serve, ma posso inoltre assicurare,
-senza timore d'ingannarmi, non essere
-quello dettato che da que' salutari principj che
-formarono in ogni tempo la guida fedele della
-sua penna, ed il più solido alimento del suoi
-pensieri: leggerla io v'insinuo assiduamente,
-ma scortati sempre da quelli, e con occhio
-terso dalla nube de' pregiudizj io vi eccito ruminarla;
-reperibili sono in essa gli antidoti,
-ad ogni esperimento, i più vantaggiosi, ed
-<span class="pageno target" title="LXII" id="pag-LXII"></span>
-insieme i più opportuni all'uopo vostro urgente;
-vi assicuro averne fatta io stesso la
-più accurata esperienza avanti di conferirli
-a voi, e quindi sormontati da colmo a fondo
-tutte quelle illusioni venefiche delle quali era
-stata già imbevuta la mia credula infanzia,
-riconosciuti per me medesimo, infine, quanto
-si rendino colla successione de' tempi funesti
-per l'uomo que' panici timori, che abusando
-della frale instabile puerizia de' fanciulli
-malignamente s'incutono in quell'età
-dagl'impostori da' quali essa è diretta, e di
-cui tutte le mire non tendono, che a mantenere l'uomo
-sepolto nella voragine dell'inganno,
-ed allora mi ritrovai tutt'altr'uomo
-sollevato dal peso aggravante di una soma
-che abbatteva il mio coraggio, e ditroppo
-eccedente le mie forze, nella guisa medesima
-che or prepondera le vostre, e che vi opprime
-senza ombra di confronto, e senza lena. Nè
-altro lenitivo apprestare voi potrete con successo
-al crudele infortunio che vi minaccia,
-solo che seguitare con energìa, e con buon
-senso un sì efficace esempio. Possa quello
-essere il fausto precursore d'infiniti altri
-<span class="pageno target" title="LXIII" id="pag-LXIII"></span>
-avventurati simili esempi! Possa il medesimo
-ritrovare nella nazione d'Israel immensa
-quantità di emulatori che anelino a gara di
-renderlo il catechismo di tutti gl'individui
-professanti la sublime credenza di Mosè! Egli
-è solo per questo valido mezzo che voi potrete
-superare agevolmente i moltiplici ostacoli,
-che opposero fino ad ora un pertinace
-contrasto alla politica civilizzazione de' vostri
-costumi, allo sviluppo delle vostre facoltà
-intellettuali, all'urgente rigenerazione
-del vostro Culto, e delle immense vostre
-cerimonie religiose, tiranniche, ridicole,
-insoffribili; nè vi lusingate di potere giugnere
-a vincerli giammai fino a tanto che
-il talismano fatale de' vostri smarrimenti
-franto non venga interamente da voi, a mio
-esempio, ed a quello memorabile di tanti
-che sentirono di possedere una ragione, e
-conobbero il bisogno pressante di fruirne, e
-fino che l'ignoranza, e il fanatismo, questi
-sovvertitori di vostra felicità, di vostra pace
-fugati non sieno entrambi per sempre ne' cupi
-abissi, donde trassero un tempo la funesta
-emanazione, per non più alzare la criminosa
-<span class="pageno target" title="LXIV" id="pag-LXIV"></span>
-fronte, e per non infettare mai più colla loro
-contaminata presenza il suolo in cui l'orma
-di uomo calpesta, e annida.
-</p>
-
-<p>
-E s'egli è vero che un epoca già fu in
-cui si disse Israel popolo eletto; indi Israel
-progenie barbara, e incolta; poscia Israel
-ramingo, esule, disperso; io confido che giugnere
-mirare potremo qual fausto tempo ancora
-in cui si potrà dire meritamente Israel
-popolo sociale, colto, e illuminato, ed il suffragio
-univoco delle nazioni tolleranti, e
-urbane di buon grado concorrendo a sanzionarlo,
-allora più non sarà l'Israelismo in
-alcun tempo soggetto sulla terra fra di esse
-ed altre parziali distinzioni, fuorchè a quelle
-che la virtù esige, che la filosofia consente,
-e che permette la natura fra un popolo, ed
-un altro, fra un ente ragionevole, ed il suo
-simile.
-</p>
-
-</div> <!-- chiude div oggetto -->
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-I">
-<span class="pageno target" title="1" id="pag-1"></span>
-CAPITOLO I.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Dell'origine primitiva del Popolo Ebreo.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Una densa impenetrabile notte avvolge talmente
-a' nostri sguardi presso che l'intera
-antichità degli abitatori della terra, di maniera
-che fra tutti gli Scrittori, anche i più celebri,
-che ci hanno trasmesse le loro varie ponderate
-opinioni su' popoli differenti della prisca società
-umana, su' primi loro complicati avvenimenti,
-e sulla più probabile fondazione de' loro imperi,
-niuno certamente fino ad ora ve n'ha che possa
-vantare, con debita ragione candore, verità,
-ed esattezza, alloraquando intraprese a trasmettercene
-l'origine, od il ragguaglio di tutto
-ciò che a quelli supponeva positivamente appartenere.
-Il maggiore soccorso che noi potremmo
-ricavare onde proferire qualche giudizio
-sopra un simile assunto, sarebbe forse dalla
-sola Scrittura; ma ciò che questa, d'altronde,
-ci rapporta, è sì ambiguo, e sì conciso, che
-<span class="pageno target" title="2" id="pag-2"></span>
-in vano ci lusingheremmo di potere col solo
-mezzo di essa pervenire a rischiarare le nostre
-tenebre intorno a questo soggetto.
-</p>
-
-<p>
-Eppure a fronte di tale malagevole ostacolo
-sì difficile a superare, io mi accingo, non
-per tanto, ad investigare il primo remoto nascimento
-di un Popolo, che malgrado la sua
-origine barbara, incolta, e quasi ferina, siccome
-è quella di tutte le altre colonie nascenti
-delle quali ci fa superficiale menzione l'istoria
-de' secoli vetusti, ha frattanto attirata la seria
-curiosità de' dotti di ogni epoca, di ogni nazione,
-preocupando le loro menti perspicaci a
-suo riguardo, alcuni per commiserarlo, altri
-per esaltarlo, e molti per farsene sovente ancora
-il baluardo contro gli attacchi ostili a' quali
-esso fu sì di frequente soggetto sopra la terra,
-sia per parte di coloro che tentarono diffamarlo
-con atroci calunnie, ovvero di quegli altri che
-nutrirono il barbaro progetto di schernirlo, e
-di umiliarlo con mendaci reprobe imputazioni,
-come opportunamente avrò soggetto di dimostrarlo,
-fremendo, più di una volta.
-</p>
-
-<p>
-Il Popolo Ebreo dunque, di cui intendo
-parlare, secondo tutte le apparenze le più convincenti,
-poco, o nulla differenziare lo veggiamo
-da quelle numerose orde che i monumenti
-antichi fanno scaturire, dirò così, dalla
-superficie della terra ad ingombrarne lo spazio,
-<span class="pageno target" title="3" id="pag-3"></span>
-dal momento che dessa cominciò ad essere abitabile
-dalla specie umana: ma le istoriche
-nozioni pervenute fino a noi sopra un tale particolare,
-sono tutte concorde a dimostrarci, che
-l'origine frattanto ne è identica perfettamente
-fra l'uno, e le altre, ed in ogni parte comune.
-La caccia, l'agricoltura, la pesca, la pastorizia,
-e poche rozze manifatture; ecco la sola,
-e prima generale occupazione di tutte le umane
-associazioni, durante la loro più antica infanzia;
-ecco probabilmente quale dee essere stata
-la situazione, e la carriera di quelli, che le
-sacre pagine, di accordo coll'antica storia profana,
-ci assicurano essere stati i primi archetipi
-fondatori dell'ebreismo.
-</p>
-
-<p>
-Per altro, siccome questo solo articolo
-potrebbe, senza dubbio, formare per se stesso
-materia esuberante onde empiere un immenso
-volume, e non essendo altresì mia intenzione
-di riportare quì delle favole, o delle ipotetiche
-congetture destituite di basi, o di lumi sufficienti
-ad investigare la serie determinata di
-anni che può verosimilmente fissarsi all'originaria
-esistenza del Popolo Ebreo, d'altronde
-contrastata pertinacemente da varie altre popolazioni,
-che contrappongono un antichità
-infinitamente più remota di quella vantata da
-esso, coll'autentica testimonianza del codice
-Mosaico, checchè nulla dicane la Genesi, la
-<span class="pageno target" title="4" id="pag-4"></span>
-quale non ci lascia comprendere giammai perchè
-non abbia in verun modo fatta menzione
-delle affluenti colonie, che i sicuri frammenti
-che ci restano chiaro dimostrano esistere in
-que' tempi <a id="FNanchor_1"></a><a href="#Footnote_1" class="fnanchor">(1)</a>; noi però, allontanando sopra
-un tale proposito tutte le informi visioni che
-molti autori erroneamente prevenuti scavarono
-nella loro immaginazione, ci rivolgeremo al
-libro il più autorevole che abbiano gli Ebrei,
-<span class="pageno target" title="5" id="pag-5"></span>
-ed il più generalmente approvato da tutti i
-popoli del mondo, e con esso ne fonderemo
-l'origine da quello che ha il primo radicati
-que' germi salutari della credenza edificante
-di questo Popolo, e che la Scrittura medesima
-ci annunzia il primo ad essere distintamente
-appellato col nome di <em>Ebreo</em> (nghibrì), ed
-il primo, parimente a recidersi il prepuzio
-in provetta età per divina prescrizione <a id="FNanchor_2"></a><a href="#Footnote_2" class="fnanchor">(2)</a>;
-<span class="pageno target" title="6" id="pag-6"></span>
-rimettendo alle ricerche de' critici assennati le
-epoche rimarcabili che precederono, sia del prodigioso
-Diluvio universale, e della costruzione
-dell'arca di Noè, fatta in quella circostanza
-con architettura sovr'umana; sia della confusa
-divisione repentina delle Lingue nell'occasione
-della temeraria impresa della torre di Babel,
-ed altri straordinari aneddoti siffatti; tutto ciò
-dico, non essendo di mia speciale competenza
-di esaminare, io lo considero come straniere
-al prefissomi assunto, e ne rinunzio di buon
-grado le indagini a' perspicaci investigatori
-della natura, e delle sue leggi.
-</p>
-
-<p>
-Ecco tutto ciò che noi possiamo quì asserire,
-se non con positiva certezza, almeno con qualche
-<span class="pageno target" title="7" id="pag-7"></span>
-probabilità, intorno l'originaria derivazione del
-Popolo ebreo, giacchè le memorie che restano
-a noi, non meno di questo che di tutte quelle
-numerose orde vagabonde allora esistenti sulla
-terra, sono cotanto scarse, e incerte, che tutto
-ciò che si aggiugnesse non farebbe che vieppiù
-aumentare i nostri dubbj, complicare i nostri
-errori, ed allontanarci onninamente dalla genuina
-verità del soggetto, come sappiamo essere,
-pur troppo, accaduto a qualche male
-impressionato Scrittore antico <a id="FNanchor_3"></a><a href="#Footnote_3" class="fnanchor">(3)</a>, per volere
-di soverchio innoltrare le assurde congetturali
-<span class="pageno target" title="8" id="pag-8"></span>
-ricerche intorno a certi soggetti, gli autentici
-monumenti de' quali ci furono pur troppo
-defraudati dall'Istoria, e le nozioni detagliate
-che risultare ne potevano in vantaggio della
-specie umana, ne restarono avvolte nella folta
-nebbia de' remoti secoli decorsi.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_1"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_1"><span class="label">(1)</span></a>
-I Chinesi vantano trentaseimila anni di antichità, ed i più
-accreditati Istorici che ci tramandarono i fasti di questa Nazione,
-assicurano che <em class="nome">Fo-Hi</em> loro primo Sovrano montò sul Trono della
-China tremila anni avanti Cristo, ciò che farebbe rimontare la
-fondazione del loro Impero a più di trecento anni al di là del
-Diluvio, e quindi l'antichità di questo popolo assai più oltre
-l'epoca in cui le opinioni odierne fissano la creazione dell'universo,
-e la struttura originaria del primo Essere umano (Ved.
-<em class="loc">Lenglet Meth. d'étudier l'Hyst. et Beyeri. Mem. Hist. Crit.
-Libror. rarior. pag. 171</em>). E da que' pochi frammenti che ci
-restarono del <em class="nome">Manethone</em>, prete Egiziano, e della <em>Genealogia</em>, o
-successione de' Re di Egitto, trasmessaci da <em class="nome">Erodoto</em>, l'origine
-degli Egizj, e la fondazione del loro regno è portata oltre mille
-anni al di là di tutte le più lontane epoche della Creazione, se
-prescindere vogliamo però da quella degli Assirj, degli Etiopi, de'
-Sciti, de' Frigiani, e de' già riportati Chinesi, che vanno tutti
-molto più lungi nell'antichità; ed alcuni rinomati autori parimenti
-dettero al primo <em class="nome">Zoroastro</em> novemila anni di antichità, ed altrettanti
-a' suoi Persiani. Ma la venerazione intima che nutriamo per
-l'ammirabile Codice Mosaico ci costringe ad abbandonare interamente
-una simile questione, che parrebbe in qualche modo cospirare
-a rendere apocrifa la Genesi, che ne forma parte, e così
-ammettendo soltanto per autentico ciò che trasmesso ci venne da
-Mosè, noi riguardiamo tutte le altre opinioni come assurde, affatto
-destituite di base, e di ragione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_2"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_2"><span class="label">(2)</span></a>
-Vari Scrittori d'altronde accreditati, ed <em class="nome">Erodoto</em> fra questi
-(<em class="loc">lib. 2. cap. 14.</em>) sostengono, con qualche asseveranza, che il
-nome עברים <em>Ebrei</em> (Nghibrim) che prendono i seguaci di Abramo,
-il quale è il primo che dalla Scrittura venga denominato עברי
-(Nghibrì) <em>Ebreo</em> (<em class="loc">Gen. c. 14. v. 13.</em>) altro propriamente non
-sia che un alterazione del nome <em>Ibri</em>, o <em>Iberi</em> dell'Albania, e delle
-varie differenti nazioni che dimoravano al di là dell'Eufrate, e
-delle sue rispettive sorgenti fra il mare Causpio, ed il mar Nero.
-Io per altro, senza diffondermi ad appugnare come falsa, nè ad
-ammettere come probabile la presunta etimologia di simile vocabolo,
-mi contenterò di accennare solo di slancio, che i Commentatori
-Ebrei ne fissano la derivazione radicale dal verbo ebraico
-עבר (nghabar) che significa <em>passare</em>, riferendo al passaggio che
-fece Abramo dal fiume Eufrate partendo dalla Palestina sua patria
-per trasferirsi nella Mesopotamia, e di là rendersi nel paese di
-<em class="nome">Canaan</em>; ed alcuni altri ne ripetono l'etimologia da <em class="nome">Heber</em> figlio
-di <em class="nome">Schem</em> da cui Abramo discendeva in linea diretta.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma ciò che riesce presso che impossibile di conciliare coll'Istoria
-si è l'epoca dello stabilimento del rito della Circoncisione, mentre
-tutti i più sottili investigatori dell'antichità si fanno, d'accordo,
-a sostenere che gli Egizj, gli Etiopi, ed i Colchi, nazioni che
-l'istoria ci dimostra già esistenti nel secolo di Abramo, furono
-gl'inventori di questo Rito, <em class="cit" xml:lang="la">Pudenda circumcidebant a principio</em>,
-dice Erodoto, parlando di esse (<em class="loc">in Euter. p. 127.</em>). Diodoro di
-Sicilia è del medesimo parere (<em class="loc">lib. 1. p. 24.</em>) e lo stesso <em class="loc">Filone</em>,
-la cui autorità in questa parte non può essere in verun modo
-sospetta, sembra esso pure convenirne (<em class="loc">Phil. de Circumcis. pag.
-10.</em>). Ed i Critici ritrovano che <em class="nome">Geremia</em> colloca gli Egizj alla
-testa di tutti i Circoncisi (<em class="cit" xml:lang="la">Visitabo super omnem qui circumcisum
-habet præputium, super Ægyptum, et super Judam, et super
-Ædom, et super Ammon, et super Moab</em>. <em class="loc">Jerem. cap. 9. ver.
-24. 25.</em>). Dal che molti vogliono inferire che questa ceremonia
-Rituale fosse già conosciuta, e praticata sopra quasi tutta la terra,
-quando il Patriarca Ebreo cominciò, per Divina prescrizione, a
-metterla in voga fra i suoi (<em class="loc">Gen. cap. 17. v. 11.</em>): il <em class="nome">P. Accosta</em>
-ritrovò degl'indizj di questo Rito nel Messico, siccome ancora
-<em class="nome">Pietro Martire</em> nel Jugatan, <em class="nome">Oviedo</em>, <em class="nome">Pisone</em>, <em class="nome">Gumilla</em> e alcuni
-altri ne ritrovarono essi pure delle traccie ne' paesi i più lontani
-e nella più remota antichità.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Pensino i critici come loro piace, ma frattanto tutte le umane
-opinioni debbono per sempre tacere in faccia della Scrittura, la
-quale sola può determinare ogni nostro sentimento, e che può
-con sicurezza guidarci nell'ameno sentiero della verità.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_3"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_3"><span class="label">(3)</span></a>
-Quanto non si rende mai contraddittoria alla ragione, ed
-oltraggiante alla verità l'origine primitiva donde Tacito fa scaturire
-seriosamente il Popolo Ebreo? E tanto dobbiamo più sorprendercene
-quanto che è il rispettabile <em class="nome">Tacito</em> che parla (<em class="loc">Hist. lib. V.</em>). Essa
-non trae forse sorgente che dalle calunnie acerrime, che i Fenicj,
-gli Egizj, e varie nazioni Greche persecutrici di questo Popolo
-gli affibbiavano incessantemente (<em class="loc">Jos. contr. App. 5.</em>) Ma questo
-dotto Istorico, per altro, prima di avvalorare quelle favole vituperose,
-e impertinenti delle quali si serve per denigrarlo, avrebbe
-dovuto riflettere che l'origine degli ebrei poco, o nulla differire
-dovea da quella di tutte le altre colonie che le prime popolarono
-le diverse regioni della terra conosciuta (poscia divenute nazioni
-nel progresso de' tempi) poichè lo stato selvaggio essendo per la
-società umana di allora uniforme all'indole di essa, e comune ad
-ogni vivente, ne viene per immediata conseguenza, che il carattere
-intimo di tutti gli esseri umani dovea essere per sua nature
-indifferentemente omogeneo in ogni parte; e chiunque versato
-anche mediocremente nell'Istoria antica può riconoscere a sufficienza
-la pretta verità dimostrata di quanto sostenghiamo, e quindi
-rilevare ad un tempo medesimo il paradosso enorme in cui precipitano
-quelli che malignamente opinano in contrario.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-II">
-<span class="pageno target" title="9" id="pag-9"></span>
-CAPITOLO II.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Della Religione professata, secondo le
-apparenze, da' tre primi Patriarchi
-fondatori dell'Ebreismo.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Nel modo che l'originario nascimento del
-Popolo Ebreo, osservammo essere identico, e
-comune in ogni senso con quello di tutte le
-selvaggie caterve che popolarono le prime inospite
-regioni del globo terracqueo, così dovettero
-essere appunto egualmente uniformi i principj
-di Religione conosciuti dall'uno, colle
-massime di credere praticate dalle altre; cioè
-una stupida grossolana idolatria degli astri,
-della terra, degli elementi, Culto, che secondo
-l'opinione univocamente sostenuta da' più classici
-Scrittori dell'antichità, si introdusse nel
-mondo appena cominciò questo a popolarsi di
-un discreto numero d'individui, il declivio de'
-quali dee verosimilmente avere cominciato a
-trascinarli all'adorazione della creatura, pratica
-che non dovette in origine conoscere altro
-<span class="pageno target" title="10" id="pag-10"></span>
-disegno fondamentale fuori di quello di perpetuare,
-con tal mezzo, sopra la terra la reminiscenza
-di quegli uomini che più si erano
-distinti durante la loro vita nella società, per
-costumi edificanti, e per azioni; ma che resero
-ciecamente latrìa nel progresso de' tempi colla
-rappresentazione visibile de' simulacri che gl'indicavano;
-invenzione che il sentimento generale
-de' dotti fa trarre la primitiva sorgente
-da <em class="nome">Serug</em> avo di Thare <a id="FNanchor_4"></a><a href="#Footnote_4" class="fnanchor">(4)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In tale guisa, dunque i popoli stupidi, e
-grossolani di que' primi secoli degenerando insensibilmente
-dalla semplicità delle materiali
-rappresentazioni primitive instituite da Serug,
-essi portarono le cose a degli eccessi oltremodo
-<span class="pageno target" title="11" id="pag-11"></span>
-stravaganti, e criminosi; essi opinarono di
-ravvisare il prototipo genuino della Divinità
-nell'opera umana, e così pervennero a confondere
-ciecamente il creatore colla creatura
-e quindi l'adorazione profonda che a quello
-si compete, coll'omaggio meramente rispettoso
-che esigevasi da questa. Ecco, in una parola,
-la vera, e l'unica sorgente dell'idolatria, ed
-ecco l'immediata origine fatale donde provenne
-quelli affluenza incalcolabile di Dei che ogni
-popolo, ogni orda, ogni nazione si è poscia
-bizzarramente formati a capriccio de' suoi propri
-direttori, anche ne' tempi assai più recenti, e
-da' popoli presso i quali lo sviluppo della ragione,
-e la coltura dello spirito umano erano
-ascese all'apice massimo della perfezione <a id="FNanchor_5"></a><a href="#Footnote_5" class="fnanchor">(5)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Egli è appunto dal fatal centro stesso di
-questo vortice immenso di mostruose superstizioni
-ognora rinascenti fra gl'insensati iconolatri
-di que' remoti Secoli che sorgere si vide
-<span class="pageno target" title="12" id="pag-12"></span>
-Abramo figlio di Thare, adoratore, e fabbricatore
-d'idoli; mestiere, come si vide, che gli
-apparteneva in retaggio di famiglia; ma le massime
-ovunque dominanti delle quali dee essere
-stato esso ancora imbevuto ne' primi anni della
-sua fanciullezza, lo renderono infetto, così
-pure, dello stesso malore che attaccava tutta
-la Specie umana de' suoi tempi, nè abbandonato
-si vide da questo deplorabile smarrimento fino
-a tanto che rischiarata la mente coll'efficace
-influenza della Divina vocazione, egli si dedicò
-a combattere apertamente il culto idolatra, di
-cui già cominciava a conoscere l'assurdo e il
-nocumento, e fattosi l'inconoclasta de' propri
-idoli di suo padre, ne fece tosto sensibilmente
-conoscere al mondo la ridicolezza, il pericolo,
-e l'inganno <a id="FNanchor_6"></a><a href="#Footnote_6" class="fnanchor">(6)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="13" id="pag-13"></span>
-</div>
-
-<p>
-In quanto poi alle interminabili discordanti
-questioni che si agitano fra i Rabbini ad oggetto
-di definire l'età che Abramo avea nel tempo
-dell'avvenimento sorprendente della sua nuova
-conversione, poco, o nulla quì ci cale investigare;
-lo scopo nostro, sovra di ogni altro interessante,
-è soltanto quello di conoscerla meramente, e di
-esserne con positiva certezza assicurati, onde
-potere da quest'epoca fondare, con esatta cognizione
-di causa, l'infallibile nascimento primordiale
-del Popolo d'Israel, non meno che
-la fausta origine della consolante credenza del
-medesimo <a id="FNanchor_7"></a><a href="#Footnote_7" class="fnanchor">(7)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="14" id="pag-14"></span>
-</div>
-
-<p>
-Rischiarato che fu così l'intendimento di
-Abramo dal fulgido lume di grazia, e fattosi
-degno della Divina predilezione, in preferenza
-di ogni altro umano individuo esistente allora
-sopra la terra, il primo comando impostogli
-dall'Essere Supremo, che intuitivamente gli
-apparve, fu quello di recidersi il prepuzio nella
-provetta età di 99. anni in cui trovavasi nell'epoca
-di tale prescrizione, ingiungendoli, nel
-tempo medesimo, di ripetere la stessa uniforme
-operazione con tutti i maschi aderenti alla
-propria sue famiglia, stabilendo per precetto
-inviolabile, in perpetuità di tutti i secoli, che
-all'avvenire ogni fanciullo nato dalla sua discendenza.
-dovea essere circonciso nell'età di
-otto giorni, sotto comminatoria fulminante di
-eterna dannazione a' trasgressori <a id="FNanchor_8"></a><a href="#Footnote_8" class="fnanchor">(8)</a>. Tale
-<span class="pageno target" title="15" id="pag-15"></span>
-marca indelebile dovea formare la base inconcussa,
-eterna, e radicale del nuovo patto di
-alleanza che Dio ha vincolato con Abramo
-dopo di averlo colmato di benedizioni, di favori,
-e di speranze, assicurandolo di moltiplicare
-prodigiosamente la sua stirpe, di proteggerla
-in preferenza di ogni altra, di renderla potente
-sulla terra, e di farne un lignaggio distinto,
-e prediletto, a cui tutti gli altri sarebbero
-sommessi, e tributarj in perpetuità di tutti i
-secoli: <em class="cit" xml:lang="la">Et ponam te in gentibus, Regesque ex
-te egredientur etc. Daboque tibi, et semini tuo
-terram peregrinationis tuae, et omnem terram
-chanaam in possessionem Aeternam, eroque Deus
-eorum</em> <a id="FNanchor_9"></a><a href="#Footnote_9" class="fnanchor">(A)</a>. Promesse che furono da Dio medesimo
-reiterate progressivamente a' due altri
-<span class="pageno target" title="16" id="pag-16"></span>
-Patriarchi dell'Ebreismo, al di lui figlio Isaak,
-ed al suo nipote Jacob che ne successero <a id="FNanchor_10"></a><a href="#Footnote_10" class="fnanchor">(9)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="17" id="pag-17"></span>
-</div>
-
-<p>
-Or prescindendo dalle ristrette ingiunzioni
-che Dio fece a Noè posteriormente al Diluvio,
-le quali si riducevano in massima a quelle
-medesime prescrizioni che impone la natura
-ad ogni essere umano <a id="FNanchor_11"></a><a href="#Footnote_11" class="fnanchor">(10)</a>; non ritrovandosi
-altro comando fino a quest'epoca espresso nella
-Scrittura fuorchè l'osservanza della Circoncisione
-ordinata da Dio ad Abramo, e da questi
-passato, in forze della stessa prescrizione, a'
-suoi posteri, può, senza mistero, inferirsi ad
-evidenza, quale essere dovesse fino allora l'intima
-Religione professata da' tre primi Patriarchi;
-religione, ad ogni esperimento la più tersa,
-la più omogenea alle circostanze de' tempi,
-all'indole integerrima di que' pacifici viventi,
-circoscritti ne' loro bisogni, dediti alla vita
-laboriosa, e frugale, nulla curiosi, od interessati
-di conoscere, od analizzare le occulte cagioni
-del loro credere, ed alieni dagli affanni laceranti
-che cagionano per l'ordinario le questioni,
-<span class="pageno target" title="18" id="pag-18"></span>
-e le brighe religiose, tranquilli adoravano
-l'autore della natura, della cui Provvidenza
-gustavano i benefici effetti senza odiarsi nè
-perseguitarsi, e senza timore di essere sorpresi
-dall'errore, o combattuti dalla religione, o
-maniera di credere opposta del più forte. Ma
-le generazioni che ne successero poco soddisfatte
-dell'incorrotta semplicità di sì fatta edificante
-credenza, ben lontano dal seguitare le medesime
-vestigia de' primi loro Institutori, in vece di
-coltivare lo stesso metodo infallibile di essi,
-e il sano loro culto, vollero sottilizzare l'uno,
-approfondire le altre, nella, fiducia illusoria
-di giugnere a scoprirne fin la sorgente, ed
-a scapito enorme della ragione finirono tutte
-quante brancolando fra le tenebre dell'ignoranza
-col credere ciecamente anche sugli articoli
-che agli antichi era permesso di conoscere con
-evidenza. Ma i Capitoli susseguenti vieppiù
-rischiareranno il nostro assunto, e ad un tempo
-medesimo dimostreranno sensibilmente quale
-notabile passo retrogrado ha fatto la consolante
-Religione di Abramo, a misura che i suoi
-travviati successori avvanzavano cammino,
-vanamente lusingati di perfezionarla.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_4"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_4"><span class="label">(4)</span></a>
-Presso che tutti gli Scrittori critici antichi si uniformano
-a rapportare l'origine di questo pernicioso errore a' tempi di <em class="nome">Serug</em>
-Avo di <em class="nome">Thare</em>; <em class="nome">Eusebio</em>, <em class="nome">Suida</em>, <em class="nome">Epifanio</em>, <em class="nome">Abulfarage</em>, ed
-alcuni altri sostengono essere stato esso l'inventore del culto
-delle immagini consecrate alla memoria degli uomini morti in
-concetto di saggi, virtuosi, e benefici. Per altro, se lo scopo che
-si prefissero in origine Serug, e i suoi contemporanei si fosse
-intatto conservato da' Posteri, quello, sarebbe stato per qualche
-parte commendevole, giacchè non è da supporsi che gli omaqgj,
-che questi prestavano a tali muti, e insensibili simulacri, eccedessero
-i limiti circoscritti de' semplici rispetti umani, e in questo
-solo senso la pratica non potea essere certamente nè più efficace,
-nè più ovvia al felice progresso dell'emulazione, onde accrescere
-col mezzo di essa il numero degli individui benemeriti della loro
-specie: ma il miscuglio complicato, e informe delle superstizioni
-esecrabili che il delirio umano v'intruse successivamente, alterò
-da colmo a fondo l'antica purità di questa edificatoria instituzione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_5"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_5"><span class="label">(5)</span></a>
-Era sì abbondante il numero delle Divinità conosciute, ed
-adorate dal Paganesimo, e dall'antica Roma, che Petronio parlando
-di questa in cui esso abitava, dice che l'affluenza degli Altari che
-ovunque vi si erigevano per servizio delle medesime, sorpassava di
-gran lunga la quantità delle case di abitazione de' cittadini, e
-quindi era molto più facile d'incontrare per le vie di Roma un
-Dio di un uomo: <em class="cit" xml:lang="la">Utique nostra Regio, tam præsentibus plena
-est numinibus, ut facilius possit Deum, quam hominem invenire</em>
-(<em class="loc">Petr. lib. IV.</em>). — (Ved. <em class="loc">l'ann. 40. del T. I. delle Note
-Campestri pag. 112.</em>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_6"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_6"><span class="label">(6)</span></a>
-I Dottori ebrei e fra questi <em class="nome">Rab Ada</em> (nel suo <em class="loc">Berescith
-Rabah cap. 38.</em>) narra che Abramo, nell'intervallo intermediario
-della sua conversione, incaricato dal di lui padre di accudire allo
-smercio delle proprie statue, durante una sua breve assenza, presentatosegli
-un giorno certo individuo col disegno di farne acquisto
-Abramo l'interrogò quanti anni avesse:
-<em class="cit" xml:lang="it">cinquanta</em>, rispose l'Acquirente
-averne; <em class="cit" xml:lang="it">sventurato che tu sei!</em>
-Esclamò Abramo allora, <em class="cit" xml:lang="it">nell'età di 50.
-anni tu adori ciecamente un essere che non ha
-che un solo giorno?</em> Questo rimprovero coprì talmente di confusione,
-e di pentimento il compratore, ch'egli se ne partì mesto,
-e sbigottito, senza potere più articolare parola; indi Abramo presa
-un accetta fra le sue mani ha in un istante spezzate tutte le immagini
-affidategli dal genitore per procurarne la vendita, illudendo ad un
-tempo medesimo argutamente la stupida credulità di suo padre con
-un artifizio idoneo a giustificare la di lui propria condotta rapporto
-a' simulacri, e a disingannare insieme Thare dell'inventato errore
-in cui vivea da lungo tempo miseramente sepolto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_7"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_7"><span class="label">(7)</span></a>
-Quale nuova interessante utilità sarà mai per risultarci,
-in alcuna maniera, dopo che noi saremo pervenuti ad assicurarci
-che la conversione di Abramo avvenne l'anno 48. di sua età come
-opinano <em class="nome">R. Johanan</em>, <em class="nome">R. Haninah</em>, ed il <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Yad
-Hazakah lib. 1. p. 1.</em>) ovvero se esso non avea solo che 3. anni
-quando cominciò ad acquisire la precisa cognizione del suo Eterno
-Creatore, siccome il Talmudista <em class="nome">Bar Abah</em> lo sostiene con gran
-forza (<em class="loc">Massehet Nedarim cap. 32. § 1.</em>) e <em class="nome">R. Elighezer</em> fermamente
-lo pretende? (<em class="loc">Pirké Avoth c. 26.</em>) <em class="nome">R. Lakis</em> fonda questo
-medesimo sentimento sulla combinazione che offre la parola עקב
-(nghekeb) riportata nella Genesi (<em class="loc">cap. 26 v. 5.</em>) <em class="cit" xml:lang="la">Eo quod
-obedierit Abraham voci meæ &amp;c.</em>, quale avverbio numera 172.
-la vita di Abramo fu di anni 175. quindi esso pretende con simile
-induzione d'inferire che 3 soli anni visse il Patriarca nelle tenebre
-della Pagana idolatria. Il <em class="nome">R. Simeon Bar Zemah</em> nella prefazione
-della di lui Opera <em class="loc">Maghen Avoth</em> si sforza di conciliare queste
-due opinioni, malgrado ch'esse fossero sì disparate. Ma comunque
-siasi, niente di più oscuro, e inconseguente al caso nostro di sì
-fatte inutili controversie, tutto che da ogni parte fervidamente
-sostenute; e siccome di tali sottigliezze se ne trovano ad ogni
-tratto in profusione considerabile presso i Rabbini, noi riguardiamo
-come un tempo affatto perduto il fermarcisi un solo istante a discuterne
-il valore, quindi è che noi passiamo sopra a tutte quante.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_8"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_8"><span class="label">(8)</span></a>
-Moltiplici sono le opinioni che dividono gli autori e antichi
-e recenti per rapporto al conoscere i veri motivi di questa Rituale
-Instituzione, con tanta urgenza comandata dallo steso Dio ad
-Abramo (<em class="loc">Gen. cap. 17. v. 11. 12. 13. 14.</em>) benchè, d'altronde,
-nella mente de' critici, già ovunque conosciuta, e praticata, come
-osservammo, non è che un istante, dalla massima parte delle
-antiche popolazioni. V'ha chi pretende che quella avesse per
-iscopo unicamente la sanità; molti le supposero utile, e in certo
-modo conferente alla propagazione; ed altri la credettero ancora
-una semplice marca distintiva per eccettuare l'ebreo da' falsi credenti,
-e dalle numerose idolatre Nazioni delle quali era, ingombro
-tutto il mondo conosciuto a que' tempi; ma la materia è così per
-se medesima confusa, e impercettibile, che tutte le ricerche fatte
-da' dotti di qualunque regione, e di ogni secolo affine d'investigare
-l'origine, e le cause di questo segno, non servirono, molto
-sovente, che a convincercene dell'inutilità delle loro fatiche, ed
-a fornirci de' motivi efficaci onde sospendere interamente i nostri
-giudizj per rapporto a questo assunto, come pur troppo ci troviamo
-ridotti a simil caso tutte le volte che siamo costretti a brancolare
-nella folta caligine del mondo antico ad oggetto di rinvenire quelle verità
-ch'esso racchiude.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I Mussulmani recidono il prepuzio a' loro maschi appena giunti
-a' 13. anni, tale essendo l'età che nel momento di simile comando
-avea Ismael figlio di Abramo, da cui i Maomettani si dicono
-discendere.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_9"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_9"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Gen. Cap. 17. v. 6. 7. 8.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_10"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_10"><span class="label">(9)</span></a>
-Alcuni pensatori miscredenti abituati a sottilizzare, senza
-ritegno, tutto ciò che loro offre nuove idee onde alimentare i loro
-strani principj, si lanciano furiosamente contro questo passo di
-Scrittura, e vi oppongono delle acerrime obbiezioni: essi rimarcano
-primieramente che a fronte di tutte le promesse garantite da
-Dio a' tre primi Patriarchi in favore della loro posterità, non vi
-fu mai popolo al mondo che fosse più maltrattato dell'Ebreo,
-anche ne' suoi felici tempi ne' quali miravasi guidato, ed assistito
-dal suo Divino Protettore; osservano, in secondo luogo, che lo
-stato d'inopia, e di objezione, in cui ha sempre questo popolo
-gemuto, quì schiavo, tributario colà, errante ovunque, non sembra
-certamente presagire l'impero dell'universo, ed il dominio delle
-Nazioni che Dio avea per tante volte assicurato agli Avi suoi; mentre
-Abramo il padre di esso, e il fondatore di sua credenza, malgrado
-la potenze, e le dovizie che la Genesi gli attribuisce; non solo
-non era frattanto possessore di un palmo di terreno suo proprio,
-essendo stato costretto di comprare una caverna da Efron per 400.
-sicli (1280 <em>lire di francia, calcolata il siclo lire</em> 3. 4 <em>l'uno</em>)
-onde seppellire l'estinta Sara sua Consorte; che non solo il di lui
-figlio Isaak fu sempre costretto ad abitare le terre altrui per esserne
-mancante delle sue proprie, e che Jacob l'ultimo de' Patriarchi
-fece il cameriere 14. anni per conseguire in maritaggio la figlia
-di Labano; ma che in terzo luogo finalmente tutta l'estensione
-della rinomata terra promessa non eccedeva 53. leghe di lunghezza,
-che non giunse mai questo popolo a possedere tranquillamente un
-lungo periodo di anni; e che a' tempi della sua massima grandezza,
-e de' tanto decantati fasti di David, e di Salomone il dominio di
-questi (si osa temerariamente sostenere) non oltrepassava 70. leghe
-di lunghezza, sopra 50. di larghezza, checchè il libro de' Re asserisca,
-in contrario, che il dominio di Salomone specialmente
-estendevasi dall'Eufrate fino alla estremità del mediterraneo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Egli è dunque così che opinano inconsideratamente certi filosofi
-stravaganti contro l'oracolo ineffabile delle scritture, ma senza
-arrestarci quì a combattere simili invettive destituite affatto di verità,
-e di buon senso, noi ci contenteremo soltanto di commiserare i
-loro deplorabili travviamenti che ad essi tolgono l'adito di conoscere
-che gli imperscrutabili disegni dell'Eterno fatti certamente
-non sono per la frale intelligenza dell'uomo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_11"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_11"><span class="label">(10)</span></a>
-Queste prescrizioni (dette altrimenti precetti Noakiti)
-sono quelle che si pretende essere state date da Dio ad Adamo, ed
-a Noè. Questi precetti dunque (i quali altro non contengono che
-le instituzioni medesime racchiuse nel codice della natura, e di cui
-la pratica si rende indispensabile per tutti gli uomini) sono in
-numero di sette: il 1. vieta l'idolatria, il 2. impone l'obbligo di
-benedire il nome di Dio; il 3. vieta l'omicidio; il 4. condanna
-l'adulterio, e l'incesto; il 5. vieta il furto; il 6. impone di fare
-giustizia; il 7. vieta di mangiare carne recisa dall'animale vivente
-(ved. <em class="loc">Ghem. Babyil. Tit. Sanhed. cap. 1. 4.</em>).
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-III">
-<span class="pageno target" title="19" id="pag-19"></span>
-CAPITOLO III.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Ricerche sulla Religione imposta all'antico
-Popolo Ebreo dal suo legislatore Mosè,
-basata sopra i 613 precetti comandati da
-esso nel di lui proclamato Pentateuco,
-248 de' quali sono detti affermativi, e
-365 negativi.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Tutto era mentale fino a' tempi di Mosè
-presso gli antichi Ebrei, tutto meramente contemplativo,
-e le loro Religione era sì semplice,
-sì metodica, e sì sublime, quanto lo erano
-appunto i loro costumi, intimamente penetrati
-dell'Esistenza di un Opifice Sommo Creatore,
-di cui miravano ad ogn'istante la visuale
-testimonianza irrefragabile nello spettacolo sorprendente
-dell'universo, e di ciascuna delle
-ammirabili sue parti, soddisfatti restavano
-unicamente di adorarlo, e di compiere a vicenda
-quegli umani doveri, che ad un essere terrigeno
-impone la Natura.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="20" id="pag-20"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma una situazione sì edificante di purità,
-e d'innocenza fu bene precaria, e di fugace
-durazione per questi primi venturati credenti;
-gli arcani impenetrabili del Dio de' loro padri
-conducendo la ristretta famiglia dell'ultimo
-de' Patriarchi ad abitare sulle sponde del
-Nilo <a id="FNanchor_12"></a><a href="#Footnote_12" class="fnanchor">(11)</a>, le fecero pagare un giorno a caro
-prezzo il grato trasporto di mirare uno de'
-propri suoi figli elevato alla sovranità di quello
-stato, dividerne il Regal soglio, lo Scettro,
-ed il diadema col Monarca legittimo di esso;
-l'Egitto divenne quindi in breve spazio di
-tempo la vulcanea fucina inestinguibile in cui
-furono costrutte le aggravanti barbare catene
-che per il lungo periodo di oltre quattrocent'anni
-trascinarono miseramente i posteri di Jacob
-che ne discesero <a id="FNanchor_13"></a><a href="#Footnote_13" class="fnanchor">(12)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="21" id="pag-21"></span>
-</div>
-
-<p>
-In sì fatto lagrimevole intervallo di tenace
-schiavitù, e di vessazioni rinascenti ad ognora
-in mille foggie differenti, quest'abbattuto
-lignaggio più non riconobbe se stesso, lo
-smarrimento s'impossessò di lui a segno tale che
-più esso non distinse nè l'origine sua, nè
-giammai più rinvenne il semplice Culto esimio
-trasmessogli da' suoi venerabili predecessori,
-ma confusamente condannato a languire sotto
-il giogo fetale del barbaro Egiziano ne sentì
-la fierezza, ne apprese i costumi, ne seguitò
-le pratiche superstiziose, ed il culto ridicolo,
-e bizzarro di quest'araba progenie, venne
-frattanto da que' derelitti avanzi d'Israel ciecamente
-sostituito alla tersa, ed alla sana
-religione de' suoi primi patriarchi fondatori <a id="FNanchor_14"></a><a href="#Footnote_14" class="fnanchor">(13)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="22" id="pag-22"></span>
-</div>
-
-<p>
-Tale era dunque la triste condizione dell'Israelismo,
-allorchè Dio spiegando la sua ineffabile
-clemenza in favore di questa popolazione
-oppressa, e sconsolata, volle compiere con essa
-ciò che avea fatto sperare a' benemeriti suoi
-progenitori ne' tempi andati, e la sua sorte
-crudele dovea cambiarsi. Mosè (a cui Dio
-manifesti rese i suoi alti prodigj essendo ancora
-nelle fascie) prediletto rampollo della tribù
-di Levi, fu destinato l'organo esecutore degli
-eterni Decreti; egli affrettossi a compierli,
-senza ritegno: il terribile Egitto che premeditava
-farsene la tomba, dovette abbandonare
-con ignominia la preda che avvinta gemea,
-da tempo immemorabile, fra i barbari suoi
-lacci; e così lo schiavo Israel dopo di avere
-soffocata fino la speranza di un solido, e durabile
-conforto a' suoi tormenti, e di una lieta
-risorsa, al di lui avvilimento, vide frangere per
-la prima volta le infamanti sue catene, Israel
-si vide libero.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="23" id="pag-23"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma tutto che oltremodo venturata riuscisse
-per lui questa metamorfosi repentina, quello
-non era tuttavia frattanto che una banda immensa
-profuga, ed errante per inospiti deserti
-alla quale mancavano ancora, e domicilio, e
-leggi, onde prendere fondatamente il sostenuto
-carattere di Popolo. Il suolo Cananeo dunque
-fu quello che venne ad esso decretato per retaggio, in
-forza della promessa fatta già da
-Dio a' Patriarchi, ed il suo conduttore Mosè
-fu destinato il promulgatore degli statuti, e
-delle leggi che l'Essere Supremo volle proclamare
-in mezzo di questi nuovi Liberti <a id="FNanchor_15"></a><a href="#Footnote_15" class="fnanchor">(14)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Egli è in mezzo de' prodigj sorprendenti,
-dopo i moltiplici altri di tal fatta che solennemente
-ci decanta la Scrittura, operati dallo
-stesso Mosè collo stupore universale, e in Egitto,
-e altrove in favore del Popolo di cui era esso
-la guida, ed il sostegno, ch'egli proclamò la
-<span class="pageno target" title="24" id="pag-24"></span>
-nuova legge di grazia che lo stesso Dio dell'universo
-dettogli sul tremendo Sinaj <a id="FNanchor_16"></a><a href="#Footnote_16" class="fnanchor">(15)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Le assidue cure, e l'applicazione costante
-che richiedeva l'esatta osservanza del nuovo
-sacro Codice legislativo che era al medesimo
-imposto, astrinse questo popolo a derogare
-l'esimia semplicità della prisca Religione de' suoi
-<span class="pageno target" title="25" id="pag-25"></span>
-benemeriti antenati, ed egli si vide allora
-aggravato dal peso di una soma che dovea
-necessariamente debilitare le proprie forze,
-almeno fino a tanto ch'egli avesse contratta
-l'abitudine di sopportarlo. Ben tutt'altro che
-i sette semplici Precetti ricavati dal Codice
-della natura conosciuti, e seguitati da' <em>Noakiti</em>,
-e la circoncisione de' maschi comandata da Dio
-ad Abramo; il nuovo patto di alleanza proclamato
-col ministero di Mosè li fece ascendere
-al numero di 613 de' quali 365 furono detti
-Precetti negativi, cioè portanti divieto di esecuzione;
-e 248 chiamati Precetti affermativi,
-cioè, imponenti obbligo di esecuzione <a id="FNanchor_17"></a><a href="#Footnote_17" class="fnanchor">(16)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="26" id="pag-26"></span>
-</div>
-
-<p>
-Egli è dunque sopra queste basi fondamentali
-che Mosè, per Divino comando, eresse
-l'edifizio immenso del Culto che praticò egli
-stesso (per quanto ci è noto) ed il Codice
-della nuova Religione di cui si prefisse d'instruire
-il Popolo Ebreo de' suoi tempi; e sebbene
-questa più allora non fosse quella medesima
-credenza già esercitata da' primi circoncisi de'
-secoli decorsi, nulla ostante la osservanza che
-imponevasi da essa a questi nuovi credenti,
-non dovea riuscire loro neppure molto aggravante,
-se si riflette (come nel capitolo seguente
-mi dispongo a renderlo più espresso) che non
-tutto l'intero popolo ebreo era astretto di osservare,
-in complesso, la totalità de' precetti che
-racchiudeva la nuova legge, mentre una gran
-parte de' quali rapportandosi a' Leviti, le loro
-cerimonie, le loro ispezioni, i loro Riti ec.;
-l'altra incumbendo i Sacerdoti addetti al servizio
-dell'Altare, le loro purificazioni, i loro
-abbigliamenti, i loro uffizj ec., il resto del
-popolo che non apparteneva nè al lignaggio
-degli uni, nè alla discendenza degli altri, non
-era in dovere che di conoscergli meramente,
-senza ingerirsi nella benchè minima parte nell'osservanza
-di simili precetti, ciò che semplificava
-non solo considerabilmente il culto, ma
-ne dispensava una gran parte da tante pratiche
-obbligatorie, presso che inutili, o almeno
-<span class="pageno target" title="27" id="pag-27"></span>
-superflue, e sempre malagevoli a compiere con
-esattezza, e precisione.
-</p>
-
-<p>
-A che dunque riducevasi in massima la
-religione professata dal complesso dell'Ebreismo
-dopo la discesa di Mosè dalla prodigiosa
-vetta di Sinaj? Apparentemente per certo a
-quella sola adottata da Noè, e da Abramo,
-ed al semplice Decalogo unicamente; perchè
-le tavole portate seco lui dalla sua eccelsa
-missione altro certamente non contenevano; e
-siccome questa non abbraccia che i soli dieci
-Comandamenti, così alcuni si fecero ad opinare,
-che Dio, per anticipazione, dettasse a Mosè
-verbalmente, durante la sua dimora di 40 giorni
-sul testè accennato monte, l'intero Pentateuco
-unitamente a tutti i 613 simbolici Precetti
-che misteriosamente vi si racchiudono <a id="FNanchor_18"></a><a href="#Footnote_18" class="fnanchor">(17)</a>;
-fra i quali erano parimente compresi que' sette
-antecedentemente conosciuti, siccome ancora le
-varie prescrizioni comandate al Popolo ebreo
-<span class="pageno target" title="28" id="pag-28"></span>
-alcuni giorni avanti la sua liberazione dalla
-cattività dell'Egitto, risguardanti l'osservanza
-della Pasqua delle Azzime, i sacrifizj, e le
-cerimonie che doveansi necessariamente annettere
-alla medesima; ed altri sostengono ancora
-che la quantità menzionata di precetti fosse
-da Dio comunicata interpolatamente a Mosè,
-a varie differenti riprese; ed a misura che
-l'opportunità, e le circostanze lo esigevano.
-</p>
-
-<p>
-In quale idioma poi l'Essere Supremo si
-manifestasse al legislatore Mosè, e quale linguaggio
-usasse questi, parlando al Popolo che
-prefiggevasi d'instruire, questo è ciò che i
-critici mettono al solito in forti, e interminabili
-questioni, e che noi non abbiamo interesse di
-approfondire, o discutere <a id="FNanchor_19"></a><a href="#Footnote_19" class="fnanchor">(18)</a>; solo ci basta
-<span class="pageno target" title="29" id="pag-29"></span>
-di potere assicurare con ogni fondamento che
-questo Codice, sia che fosse conferito secondo
-il pensiere degli uni, sia che comunicato venisse
-conforme l'opinione degli altri, quello
-fu la solo base frattanto sulla quale venne in
-seguito eretta la Religione ammessa, coltivata,
-e sostenuta da tutte le 12 Tribù d'Israel, da'
-tempi di Mosè che ne fu il Promulgatore, fino
-all'estrema caduta di Gerosolima, ed alla
-dispersione totale del Popolo ebreo, cui può
-da essa unicamente annoverare la folla immensa
-di smarrimenti deplorabili a' quali soggiacque
-in conseguenza della fatale degenerazione dell'ammirabile
-sua credenza primitiva, nella guisa
-che dovremo con reiterata menzione rimarcarlo
-noi stessi ne' seguenti Capitoli di quest'Opera.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_12"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_12"><span class="label">(11)</span></a>
-Per quanto ci narra la Scrittura, tutti quelli che seguitarono
-Jacob nell'Egitto appartenenti alla di lui propria famiglia
-montavano a 70. individui, compresovi Giuseppe che già vi esisteva
-come Sovrano di quello Stato, e i due figli che vi avea esso avuti
-(<em class="loc">Exod. cap. 1. v. 5.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_13"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_13"><span class="label">(12)</span></a>
-Alcuni Autori pretendono, ed io non saprei sopra quale
-base fondano le loro asserzioni, che tutto il tempo in cui il popolo
-Ebreo restò schiavo fra i terribili ceppi dell'Egitto non oltrepassasse
-gli anni 200. ma i Talmudisti uniti a tutti gli Scrittori i più
-accreditati di questa Nazione, appoggiati sull'oracolo infallibile
-dalla Scrittura insistono su' quattrocento e trent'anni: <em class="cit" xml:lang="la">habitatio
-autem filiorum Israel, qua manserunt in Ægypto, fuit quadrigentorum
-triginta annorum</em> (<em class="loc">Exod. cap. 12. v. 40.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_14"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_14"><span class="label">(13)</span></a>
-Tutte le dimostrazioni con le quali si sforzano i Rabbini
-di provarci che la primitiva Religione si è per lungo tempo conservata
-nella posterità di Jacob, anche fra le catene egiziane, non
-formeranno mai un indizio, se non positivo almeno verosimile,
-idoneo a convincerci, che durante la lunga cattività di questo popolo
-in Egitto potess'egli esercitare a rigore il culto già introdotto
-e praticato da' primi suoi Padri, e ciò è tanto improbabile, quanto
-che non solo apparisce dalla stessa Scrittura che molti anni avanti,
-Giuseppe avea già adottate presso che tutte le massime superstiziose
-dell'Egitto, facendo mangiare i Suoi fratelli, all'epoca della sua
-recognizione co' medesimi, in altra mensa fuori che nella sua, e
-parlando loro col mezzo dell'interprete (benchè v'ha chi sostiene
-che ciò facesse, per non palesarsi ad essi intelligente dell'ebraico
-idioma, che gli Egizj ignoravano). Siccome era l'uso degli Egizj,
-i quali aveano in orrore tutti quelli che non appartenevano alla
-loro nazione, e si reputavano immondi mangiando seco loro; ma
-non ritrovasi altresì fatto nella medesima Scrittura cenno, di sorte
-alcuna, che ne' 4. e più secoli di schiavitù a cui soggiacquero gli
-ebrei nell'estensione degli stati Egiziani, mantenessero ancora
-intatto, non solo il rito importante della Circoncisione, ma nè
-pure le antiche instituzioni di natura che, come osservammo, si
-credono conosciute, e praticate da Noè, e da tutti i suoi contemporanei,
-non meno che degli altri Patriarchi dell'Israelismo che
-ne vennero appresso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_15"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_15"><span class="label">(14)</span></a>
-Non essendo mio scopo di farmi quì rapportatore di tutto
-ciò che avvenne e questo popolo negli spazj intermediari decorsi,
-fra la sua cattività, e la sua liberazione, e degl'incontri, e delle
-querele ch'esso ebbe durante la sua lunga dimora nel deserto con
-altre simili popolazioni che gli contendevano il paesaggio, fino alla
-definitiva occupazione della terra promessa, ed alle fausta promulgazione
-della Legge scritta: io passo rapidamente sopra tutti questi
-aneddoti, e solo mi arresto di proposito all'ultima, perchè forma
-onninamente il soggetto unico, e principale di tutte le ricerche,
-e gli assunti racchiusi nella progressione successiva di quest'Opera.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_16"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_16"><span class="label">(15)</span></a>
-Chiunque versato nella mitologia della prisca età del mondo
-può ad evidenza conoscere come gli antichi Arabi furono gli inventori
-di molte favole, e bizzarre allegorie le quali, nella progressione
-de' tempi, acquistarono voga presso una gran parte degli
-antichi popoli della terra. Fra le innumerabili altre che quelli
-hanno immaginato, può annoverarsi l'Istoria dell'antico Bacco,
-che supponevano molto anteriore al tempo in cui gli ebrei fissano
-l'esistenza di Mosè. Questo Bacco dunque, nato nell'Arabia,
-avea scritte lo sue leggi sopra due tavole di pietra; si chiamò
-<em class="nome">Misem</em>, gli Arabi lo dicono <em>salvato dalle acque</em>, e tale è la genuina
-significazione egiziaca di questo nome; esso avea una bacchetta
-colla quale operava delle gesta sorprendenti; questa verga si trasformava
-in serpente quando ei volea; raccontano parimente che
-questo Misem passò il mare rosso a piede asciutto alla testa della
-sua armata, esso divise le acque dell'Oronte, e dell'Idaspe, e
-le sospese a diritta, ed a sinistra; una colonna di fuoco rischiarava
-i passi della di lui armata durante la notte. Questa favola era si
-antica che molti Scrittori de' primi secoli del cristianesimo supposero
-che questo Misem, questo Bacco fosse Noè. Or può egli mai
-ritrovarsi una rassomiglianza più prossima di quella che si scorge
-tra Bacco, e Mosè, fra le gesta, le circostanze, e il nome del
-falso Dio Egizio, e i portenti, le operazioni, e il nome stesso del
-Legislatore ebreo? Io non oso approfondire di soverchio tale odibile
-confronto; lascio a' filosofi perspicaci, a' mitologici, ed agl'intelligenti
-le indagini più vaste, e più analitiche di un assunto sì
-arduo, e stravagante, e abbandonando gli increduli in preda al loro
-delirio, io preferirò sempre frattanto un eccelso Ministro del Dio
-di verità a quelli che non lo sono che dell'errore e della menzogna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_17"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_17"><span class="label">(16)</span></a>
-Fossero quì terminati almeno gli essenziali doveri dell'ebreo,
-il compimento non ne riuscirebbe sì malagevole ad eseguirsi,
-massimo oggi che la situazione di questo popolo cotanto
-differente essendo da quella in cui era a' tempi di Mosè (come a
-luogo più opportuno mi farò a dimostrarlo) egli si troverebbe
-dispensato dall'osservanza delle nove decime parti almeno di simili
-Precetti: ma e quale vantaggio di vedersi da una parte attualmente
-alleggerito di una affluente quantità di pratiche e cerimonie, s'egli
-trovasi dall'altra eccessivamente aggravato di altrettante che gl'imposero
-le glose, le parafrasi, e i commenti? (Ved. la <a href="#Footnote_22"><em>Nota</em>
-21.</a> susseguente) Io rifletto che non avea in questa parte tutto
-il torto S. Pietro allorchè dicea; che il giogo della Legge era sì
-opprimente (e notisi che a' tempi di Pietro nè la Misnà, nè il Talmud
-erano tuttavia comparsi al giorno) che nè quelli della sua
-età, nè i loro progenitori avevano potuto sostenerlo: <em class="cit" xml:lang="la">Nunc ergo
-quid tentatis Deum imponere jugum super cervicem discipulorum
-quod neque patris nostri, necque nos portare potuimus</em>,
-<em class="loc">Act. ch. 15. v. 10.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_18"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_18"><span class="label">(17)</span></a>
-I Rabbini attribuiscono a questo numero un allusione
-assai curiosa, secondo il solito a praticarsi da' medesimi; essi dunque
-pretendono che il corpo umano comprenda altrettante parti
-differenti quanta è la somma de' precetti che Mosè avea prescritti.
-I 248. affermativi rapportansi alla somma equabile de' membri esistenti
-nel corpo dell'uomo; ed i 365. negativi corrispondono al
-numero de' nervi che nelle varie sue parti esso contiene. Io me
-ne rapporto agli anatomici, a' quali solo appartiene il decidere,
-con piena cognizione di causa, se questo calcolo è per se medesimo
-esatto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_19"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_19"><span class="label">(18)</span></a>
-Tra le tante male fondate ragioni sulle quali varj critici
-increduli pretendono appoggiare le obiezioni che oppongono contro
-l'opinione ricevuta generalmente che Dio abbia parlato in ebraico
-a Mosè, e che questi si servisse del medesimo idioma per esternarsi
-al Popolo, la prima si è che Mosè venendo dell'Egitto donde
-avea tratti i suoi natali, dove succhiò il primo latte, ed in cui
-ebbe le prima educazione, instruito ne' principj, e nella cultura
-degli Egiziani, è molto verosimile ch'egli non dovesse parlare
-altra lingua fuori di quella usata in que' tempi sotto il suo Cielo
-natalizio, nel modo appunto che <em class="nome">Filone</em> lo rimarca nella <em class="loc">Vita,
-e le gesta di Mosè</em>; dal che inferiscono in ultimo, che nel tempo
-della promulgazione del Pentateuco, gli ebrei non essendo tutta
-via entrati nel paese di Canaan, nè avendo fatto ancora una pratica
-consumata, e sufficiente della lingua ebraica, essi non potevano
-in veruna maniera pervenire e capirla, e che per conseguenza
-quel codice scritto nel Deserto non potea esserlo che nell'Egizio
-dialetto, giacchè Dio, aggiungono essi arditamente, non avrebbe,
-per certo, comunicata la sua Legge in una lingua che riconosceva
-intelligibile affatto per quelli a' quali era una sì eccelsa legge conferita,
-e che più aveano duopo di capirla.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Queste, ed altre sì fatte opposizioni ci lanciano con fierezza
-i miscredenti, ad oggetto di rovesciare delle fondamenta quanto
-le sacre pagine appariscono garantirci, e per ismentire, senza ragione,
-e senza base, ciò che il suffragio univoco delle Nazioni
-autorizza, e conferma; noi, per altro, lasciandogli miseramente
-in balìa del loro fluttuante, quanto stolido scetticismo, ci permetteremo
-soltanto di osservare essere molto probabile, che il Pentateuco
-scritto da Mosè in origine ebraico, fosse tradotto in seguito
-nella lingua della Palestina, che altro in fatti non era, che
-un mero derivato del Siriaco idioma; poscia in Caldeo, in Greco,
-ed in Latino, e lungo tempo dopo anche in antico Gotico dialetto;
-in tale maniera lo pensarono parimente varj celebri Scrittori dei
-secoli a noi più recenti.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-IV">
-<span class="pageno target" title="30" id="pag-30"></span>
-CAPITOLO IV.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Come tali Precetti dovrebbero essere oggi
-ridotti alla decima parte, mentre le 9
-restanti, si dimostrano, o inopportune,
-attesa la cessazione dell'osservanza; od
-inutili, perchè variamente ripetuti; od
-incompatibili colle Leggi alle quali è il
-Popolo d'Israel attualmente subordinato.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Già noi fino al presente dimostrammo esistere
-sulla terra un tempo immemorabile in cui l'esercizio
-della Religione de' primi abitatori dell'universo,
-meno fastoso, più interno, meno
-apparente, rendeva il loro culto più esimio,
-più semplice, più terso, in cui i loro intimi
-sentimenti più liberi essendo, più chiari, e
-più integerrimi di ciò che lo furono, ad un
-tale riguardo, quelli delle progenie discendenti,
-non facevano ad essi considerare la Religione
-come un fardello eccessivamente aggravante, o
-<span class="pageno target" title="31" id="pag-31"></span>
-insopportabile, mentre quelli tutta consistere la
-facevano in un ristretto numero di virtuose azioni
-esterne, sempre uniformi, nè soggette erano
-giammai ad alterarsi; convinti d'altronde fermamente
-che il vero culto più accetto alla Divinità,
-e più conferente all'Eterna salute dell'anima
-è soltanto quello che ha per base la virtù, che
-ha per sede il cuore, calcolando tutto il resto
-come affatto chimerico, ed accessorio, ridicolo
-per se stesso, pernicioso il più delle volte alla
-specie dell'uomo, e sempre degradante alla
-sua propria condizione. O tempi di felicità, e
-di innocenza! sareste forse voi un illusorio fantasma,
-parto della feconda immaginazione de'
-Vati? E se tali non siete, perchè mai sì fugace,
-ed instantaneo fu il soggiorno vostro fra
-i mortali? Pur troppo voi spariste allo sguardo
-peribile di essi, come dissipa l'Atmosfera un
-fummifero vapore. Ah! sono essi già esistiti que'
-giorni venturati per gli esseri umani, i quali
-alieni onninamente dalle pratiche bizzarre, e
-dalle futili apparenze di simulata pietà, non
-avevano soffocati ancora i primi germi salutari
-di un incontaminato culto che edifica il cuore,
-per abbandonarsi ciecamente alle mostruose
-chimere che degradano lo spirito; non vedeasi
-allora l'accessorio tenere le veci di principale,
-nè miravasi mai come fra noi confondere l'illusione
-col buon senso, e la Religione diventare
-<span class="pageno target" title="32" id="pag-32"></span>
-l'oggetto speculativo del più scaltro <a id="FNanchor_20"></a><a href="#Footnote_20" class="fnanchor">(19)</a>; non
-erano già i Tempj di que' sani credenti empiuti
-come quelli de' moderni di larve, o simulacri,
-nè ingombri gli altari di porfidi, di ebani,
-di gemme, o di squisiti metalli; nè i suoli
-coperti di sontuosi tappeti; non erano già dico
-tali arredi fastosi quelli che attraevano l'intuito
-religioso de' primi adoratori del Dio dell'universo;
-un sasso informe serviva loro di altare,
-ed un erema foresta era il sacro venerabile
-tempio in cui penetrati da un integro Divino
-amore, si adunavano i primi Padri della specie
-umana per implorare grazie dall'autore della
-Natura, e con illeso puro culto estollerne le
-glorie, propalarne i portenti, riconoscerlo, e
-adorarlo <a id="FNanchor_21"></a><a href="#Footnote_21" class="fnanchor">(20)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="33" id="pag-33"></span>
-</div>
-
-<p>
-Non può certamente dubitarsi con ragione
-che tale in ogni senso non fosse il pretto genuino
-carattere della primitiva Religione, conosciuta,
-e praticata dalle remote società umane che
-cominciarono a popolare le terracquee regioni;
-ma siccome l'incostanza è l'appannaggio positivo,
-ed omogeneo di tutte le associazioni
-<span class="pageno target" title="34" id="pag-34"></span>
-umane, e quindi ciò che da questo procede,
-regolarmente nella progressione de' tempi, o
-si corrompe, o degenera, o si altera, così
-appunto questo salutare primitivo stabilimento
-ha dovuto esso pure soggiacere alle infauste
-vicissitudini medesime di tanti altri, condannati
-a sobire la fatale sorte istessa. Chi inclinasse
-a fare un ristretto analisi delle Religioni che
-or conosciamo, sormontando col pensiero fino
-al primo loro nascimento, e discendendo in
-seguito all'epoca della propalazione delle medesime,
-quale mostruoso confronto non vedrebbe
-mai risultarne onde convincersi delle verità
-innegabili da noi fin quì esposte? Abbandonando
-le altre che ci sono indifferenti, solo
-arrestiamoci un breve istante sulla Religione
-d'Israel che ci riguarda. La Credenza degli
-antediluviani non era già il culto di Abramo,
-nel modo che la Religione conosciuta, e professata
-da' Patriarchi, era bene differente da
-quella che Mosè ordinò al Popolo ebreo nel
-Deserto, appena liberati dall'Egitto; e la
-Religione di questo è troppo lontana dall'essere
-quella che mirasi oggi esercitare dall'ebreismo
-di nostre età; sette soli precetti costituivano
-l'intera credenza di <em class="nome">Hanoh</em>, di <em class="nome">Noè</em>,
-di <em class="nome">Shem</em>, quali Precetti, sebbene si trovino
-fare parte de' 613 prescritti da Mosè nel Pentateuco,
-i Commentatori, non ostante, sembra
-<span class="pageno target" title="35" id="pag-35"></span>
-che ne facciano separata menzione, denominandoli
-<em>Precetti Noakiti</em> (come già osservammo
-più estesamente altrove) vale a dire, di Noè,
-attesa l'analogìa prossima che riconoscevasi
-fra questi, e le leggi stesse della natura. Un
-solo precetto, cioè la circoncisione de' maschi
-l'ottavo giorno della loro nascita, venne aggiunto
-alla Religione che professarono Abramo,
-Isaak, Jacob, e la legge di grazia che Dio
-comunicò a Mosè sul grande Horeb, ne fece
-accrescere il numero fino a 613, diversamente
-classificati, nel modo che frappoco noi entriamo
-a dimostrarlo, senza calcolare forse altrettanti
-che le immense tradizioni delle quali è la
-medesima aggravata, ingiungono all'ebreo di
-osservare scrupolosamente, e di cui mi riserbo
-a ragionare di proposito altrove <a id="FNanchor_22"></a><a href="#Footnote_22" class="fnanchor">(21)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="36" id="pag-36"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma sono essi questi nuovi credenti divenuti
-per ciò più religiosi, più saggi? Mi si produca
-di grazia, uno solo fra tutti gli osservanti la
-nuova legge (se si eccettua Mosè per l'onore
-di sua missione, per l'eccelso carattere che
-sosteneva, e pe' favori Divini de' quali era
-colmato) che possa dirsi, con giustizia, più
-integro di Hanoh, che non soggiacque alla
-morte naturale, ma che fu tratto da Dio stesso
-fra gli esseri viventi <a id="FNanchor_23"></a><a href="#Footnote_23" class="fnanchor">(A)</a>; uno più giusto
-di Noè cui Dio preferì a tutto il genere umano
-liberando esso, e tutto ciò che gli apparteneva,
-dall'orrido flagello del Diluvio universale <a id="FNanchor_24"></a><a href="#Footnote_24" class="fnanchor">(22)</a>
-<span class="pageno target" title="37" id="pag-37"></span>
-che unitamente alla terra sommerse tutti i
-suoi abitatori <a id="FNanchor_25"></a><a href="#Footnote_25" class="fnanchor">(A)</a>? Chi più retto di Schem, che
-la Genesi denomina come uomo singolare fra
-i suoi simili <a id="FNanchor_26"></a><a href="#Footnote_26" class="fnanchor">(B)</a>? Chi finalmente può con diritto
-maggiore vantare fra tutti quelli una Religione
-più chiara, un culto più semplice, più vero,
-più elevato di quello che la Scrittura ci accenna
-professato da' tre primi Patriarchi, i
-<span class="pageno target" title="38" id="pag-38"></span>
-quali Dio volle per tante volte parzialmente
-distinguere suoi amici favoriti, e prediletti?
-Dal che può giustamente inferirsi non essere
-già il numero affluente di usi, di precetti, o
-di cerimonie quello che l'Essere Supremo esige
-dagli enti ragionevoli; nè la somma onerosa
-di pratiche, di doveri, e di prescrizioni sarà
-giammai una solida base, od una prova dimostrata
-della sana Religione dell'uomo, nè il
-deposito fondamentale del retto culto, che la
-terrigena creatura dee prestare al suo Eterno
-Creatore. Ben lontano da ciò, dimostrasi, al
-contrario, che la Religione tanto è più semplice,
-e meno complicata, tanto, e più facilmente
-porta seco, a indelebili caratteri, l'augusta
-impronta di verità, e tanto meno rincrescevole
-ne riesce l'osservanza; tale fu la mente irrefragabile
-di un Dio, prescindendo degli espliciti
-differenti esempi testè da noi riportati, che
-ne formano la prova certa, e convincente <a id="FNanchor_27"></a><a href="#Footnote_27" class="fnanchor">(23)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="39" id="pag-39"></span>
-</div>
-
-<p>
-Il legislatore Mosè dunque, allorchè nel
-suo Pentateuco impose al Popolo ebreo de' suoi
-tempi l'osservanza di 613 Precetti, non intese
-certamente che questi dovessero essere intatto
-mantenuti complessivamente dal Popolo ebreo
-de' nostri secoli, di cui le circostanze, la destinazione,
-i costumi, la società, e i doveri sono
-affatto cotanto differenti da quelli ne' quali si
-trovavano gli antichi fautori di tale credenza;
-ciò che l'antiveggente Mosè non potea di
-proposito ignorare. Or siccome un esteso dettaglio
-di tutti gli accennati precetti sarebbe quello solo
-opera di un immenso volume, lo che distraendomi
-alquanto dalla serie complicata delle
-moltiplici altre materie importanti che quì mi
-accinsi di trattare, mi renderebbe di soverchio
-prolisso; così affine di non perdere di vista un
-soggetto che più di ogni altro dee interessare
-le nostre cure, e fare con evidenza più sensibile
-discernere che l'abrogazione delle nove decime
-parti di essi, proposta da noi come ovvia, e
-necessaria non è dettata che delle imponenti
-vicissitudini odierne di questo Popolo, noi
-divideremo tutti gl'indicati precetti in 3 classi;
-due delle quali essendo state fondatamente
-riconosciute da noi, od inutili, o insussistenti,
-non saranno che rapidamente accennate in
-complesso, ad oggetto di rendere con solidità
-maggiore dimostrato che tali sono in fatti tutti
-<span class="pageno target" title="40" id="pag-40"></span>
-que' precetti che le racchiudono: quelli poi
-che compresi abbiamo nell'ultima classe, supponendo
-che dovrebbero essenzialmente constituire,
-secondo il fissato nostro sistema, la
-inconcussa Religione de' veri professanti la
-credenza di Mosè; tali precetti, dico, saranno
-tutti da noi riportati in dettaglio, astrazione
-fatta di un certo dato numero comandato replicatamente
-dal medesimo; e che nella guisa
-che noi entriamo ad osservarlo con ogni esattezza
-possibile, altro non vogliono inferire, che la
-cosa medesima riportata sotto varie, e in apparenza
-differenti prescrizioni.
-</p>
-
-<p>
-Entrando quindi all'esame de' precetti che
-abbiamo disegnato appartenere all'ordine delle
-prima classe, questi ritroviamo ascendere in
-tutto al numero di 237 sparsi or quà, or là
-nel Pentateuco, secondo l'opportunità, l'epoca,
-il bisogno; cioè, 110 affermativi, o prescriventi
-dovere di esecuzione, e 127 negativi, o portanti
-divieto di esecuzione, i quali tutti avendo per
-iscopo o le oblazioni de' Sacerdoti, o l'abbigliamento
-di costume di essi, o la costituzione
-del tempio, degli altari, o l'acquisto, il trattamento,
-e la liberazione degli schiavi, o il
-voto di Nazzareismo o l'anno Sabbatico, e
-il giubileo, ovvero la distribuzione de' terreni
-da assegnarsi a' Leviti nell'estensione della
-terra promessa, e tanti altri simili oggetti
-<span class="pageno target" title="41" id="pag-41"></span>
-del tutto indifferenti per il Popolo ebreo del
-nostro secolo, perchè più non esistono in verun
-modo, per esso lui; egli è dunque perciò che,
-come insussistenti, essi dovrebbero necessariamente
-cessare, ed è appunto per tale motivo
-che noi quì più non faremo di sorte alcuna
-ulteriore menzione.
-</p>
-
-<p>
-La seconda classe poi nella quale comprendemmo
-que' precetti che risguardano puramente
-il giudiziario, il politico, l'economico,
-il civile, e che io ritrovo ascendere alla somma
-di 203; cioè 115 negativi, e 88 affermativi,
-per le medesime imponenti ragioni che servono
-di base fondamentale all'abrogazione di quelli contenuti
-nella prima, dee questa essere considerata
-non solo come inutile onninamente
-per gli ebrei de' nostri tempi, ma come incompatibile
-altresì colle provide leggi alle
-quali sono questi attualmente subordinati,
-leggi tutto affatto diverse da quelle che Mosè
-ha creduto opportuno di adattare a' costumi
-dominanti de' suoi giorni; alle Regioni che
-destinava di fare occupare al Popolo di cui
-era esso conduttore, all'indole irrequieta e
-grossolana del medesimo; ed al governo teocratico
-che meditava di introdurre, e sistemare
-ne' suoi recinti; e se qualche debole traccia
-di tali Mosaiche instituzioni è pervenuta fino
-a noi, tanto per quello che risguarda un articolo,
-<span class="pageno target" title="42" id="pag-42"></span>
-quanto perciò che rapportasi agli altri di maniera
-che si creda indispensabile l'osservanza,
-le leggi ammirabili recenti prevedono con pari
-saggezza, che giustizia e attività; e l'ebreo
-che a livello di ogni altro vi è sommesso, ne
-risente gl'illimitati vantaggi, e riconosce la
-necessità urgente di osservarle, quale fedele
-vassallo, ed obbediente subalterno: quindi è
-che di questa classe ancora troppo debole
-fondamento sembrami che risultare ne potrebbe
-il ragionare.
-</p>
-
-<p>
-Or detraendo dunque i 237 Precetti, che
-abbiamo racchiusi nella prima classe, ed i 203
-che comprende la seconda, montanti insieme
-a 440; deduzione fatta da' 613 totale, restaci
-un reliquato di 173 Precetti, ma siccome anche
-fra questi rimarcasi esservene molti replicatamente
-comandati, e che in massima non
-implicano radicalmente che la cosa medesima,
-noi stimammo conveniente di restrignerne l'osservanza
-a quelli soli che ci sembrarono i più
-utili, ed i più degni di un Codice sano, metodico,
-e sociale, e che abbiamo ritrovato
-ascendere al numero di 60; 36 de' quali distinguemmo
-negativi, e 24 affermativi, ma dovendo
-questi constituire essenzialmente la prima
-base fondamentale della Religione Mosaica,
-secondo i nostri già fissati principj, noi riguardiamo
-come un assunto della più grande urgenza
-<span class="pageno target" title="43" id="pag-43"></span>
-per se stesso, ed oltremodo necessario, di
-riportarli tutti estesamente, apponendo gli
-analoghi schiarimenti a quelli che potessero
-esigere delle utili, ed opportune osservazioni,
-dalle quali risulteranno ancora i motivi efficaci
-dell'esatta osservanza de' medesimi, riserbandoci
-a trattarne degli altri, che, o modificammo
-come superfluamente ripetuti; o annullati
-furono da noi come non confacenti a' tempi
-nostri, allorchè ne' due Capitoli immediatamente
-dopo quello in cui entriamo, riporteremo
-in chiari sensi le ragioni evidenti ed inconcusse
-che ci hanno indotto a stabilire una sì fatta
-restrizione, in apparenza sì considerabile, la
-quale con più robuste giustificazioni sarà poscia
-dimostrativamente comprovata, allorchè ci
-faremo di proposito a discutere, in tempo
-debito, le tradizioni, o parafrasi Rabiniche
-aggiunte a questi, ed a tanti altri Precetti,
-e sovente assai più oscure di ciò che riescano
-gli stessi testi originali, ch'essi pretesero di
-rischiarare colle medesime, e delle quali si
-ignora generalmente la causa, ed il disegno,
-senza che alcuno giugnere potesse in alcuni
-tempo a discernere l'una, o a risentire i vantaggi
-che risultare pretendesi dall'altro.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_20"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_20"><span class="label">(19)</span></a>
-Non vi è stato forse in alcun tempo chi con più rea
-impostura de' così detti <em class="nome">compagni di Gesù</em> (non saprei se appartenenti
-a quelli che furono spettatori alla sua nascita, benchè più
-giustamente collocare si potrebbero nella classe degli altri che gli
-furono compagni nel supplizio) esercitassero un traffico vergognoso
-della religione che facevano credere di difendere, e di professare;
-all'estremo indigenti nel loro primo stabilimento, umili, rassegnati,
-ed in forza di una bolla di <em class="nome">Paolo III</em>. pubblicata il 3.
-Ottobre 1540. ridotti al solo numero di 60. individui (<em class="loc">Extr. de
-l'hist. univers. de Thou pag. 6.</em>): ma i loro intrighi tenebrosi,
-protetti, e alimentati dalla stupida credulità di quelli che la loro
-criminosa pietà avea sedotti, fece crescere il loro numero ad un
-affluenza enorme tale fino ad incutere timore agli stessi formidabili
-Regnanti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_21"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_21"><span class="label">(20)</span></a>
-Ma l'uomo, sembrami che alcuno quì opponga di proposito,
-caduco, e frale qual'è di sua natura, dimenticherebbe
-sovente l'esistenza di un Dio che lo vivifica, e lo sostiene, se il
-culto che tributare gli dee non fosse accompagnato qualche volta
-da certe marche esterne che arrestino la sua mente, ed attraggano
-i suoi sguardi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Accordando tutto ciò anche un solo istante, donde dunque
-procede, domando, che la vera cognizione dell'Essere Supremo
-divenne tanto più straniera per l'uomo in proporzione che queste
-decantate marche sono state più affluenti, più stravaganti, e universali?
-Inoltre quali orrori non furono commessi nell'introdurle,
-quali contradizioni nell'adottarle? Quì mirasi i Sciti, i Messicani,
-i Peruviani, e i Galli immolare gli uomini ferocemente, persuasi
-di non dovere adorare Dio in altra guisa; colà i Dervigj Turchi,
-i Bramini, e i Quakeri stordire con giravolte, percuotersi il petto
-sulla terra, bilanciando il proprio corpo sopra un rogo, e rimanendo
-in estasi per molte ore; tali sono, secondo essi, le marche
-più ovvie ed essenziali al puro Culto di un Dio; altrove si fecero
-quelle consistere in luminosi apparati, processioni, baldacchini,
-candele, strepiti di bronzi ec.; più oltre finalmente si è supposto
-che le marche più efficaci per ottenere prontamente il Divino soccorso,
-e conseguire l'espiazione de' peccati, fossero le importune
-jaculatorie, le incessanti ossecrazioni, il digiuno frequente, la
-coltivazione di certe pratiche bizzarre, l'abbigliamento di certi
-arnesi, l'astinenza di alcuni cibi, ed altri sì fatti usi ridicoli,
-non meno che detestabili. In una parola, si può in ultimo conchiudere,
-senza timore d'ingannarci, che se si eccettua quelli ai
-quali Dio stesso degnò illuminare, poche persone certamente sono
-state capaci d'inalzarsi fino alla sublime contemplazione dell'Eterno
-Creatore, e di superare le malefiche barriere che apposero loro,
-in ogni tempo, tanto pratiche futili, e contradittorie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_22"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_22"><span class="label">(21)</span></a>
-Oltre i testè accennati precetti contenuti nel vasto Codice
-Mosaico, gli Ebrei Talmudisti ne riconoscono una quantità
-considerabile di altri che distinguono col nome di מצות רבנן
-(Mizvoth Rabanan) <em>Precetti de' Rabbini</em>, a' quali essi attribuiscono
-egualmente che a Mosè il potere di fare nuove ordinanze,
-secondo le circostanze, il tempo, ed il bisogno, quale
-amplia facoltà è fondata sulle parole stesse di Dio che ingiugne
-d'indirizzarsi a' 70 anziani dei quali era composto il Sanhedrim,
-creato allora da Mosè (<em class="loc">Num. cap. 11. V. 16.</em>) ad oggetto di
-sciogliere tutte le vertenze che nascere potevano sulla vera intelligenza
-della Legge, e che supponevansi forniti, e diretti dallo
-Spirito Divino, ciò che, secondo i Talmudisti, gli rendeva infallibili
-nelle loro decisioni (<span class="loc">Ved. il
-<a href="#cap-IX">cap. IX.</a> colle sue annotazioni
-di questo primo Tomo</span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_23"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_23"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Gen. cap. 5 v. 25.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_24"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_24"><span class="label">(22)</span></a>
-Tutti i più dotti critici del mondo non cessano di rimarcare,
-che nello stato in cui trovasi attualmente la terra è
-presso che impossibile che possa accadere un Diluvio universale, che
-cuopra di 15 cubiti le sommità delle più alte montagne. Il mare
-preso in complesso non ha, si dice, più di 300 passi di profondità;
-le montagne le più elevate, come il monte Gordiano, o di
-<em>Ararat</em> non eccedono 3000 passi la superficie del mare. Quindi
-senza calcolare che la capacità del globo si dilata a misura ch'ei
-s'inalza, sarebbe duopo necessariamente 12, o 15 volte tant'acqua,
-quanta è la massa della terra nella congerie marcata dalla Genesi;
-e com'essa non rapporta che de' mezzi naturali, cioè, l'apertura
-dell'abisso, e la caduta delle pioggie, sembra che prevenga la
-risposta che si potrebbe addurre, dicendo che Dio creò per l'esecuzione
-di simile flagello una nuova quantità di acque che desso
-volle in seguito annientare. Egli non si servì, secondo la Scrittura
-che del vento per diseccarle; così conchiude il <em class="nome">Lenglet</em> (<em class="loc">pag. 187</em>).
-V'ha, per altro, luogo di credere, che il mezzo ch'esso ha preso
-per ispargerle sulla terra, non fosse meno naturale.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Essi medesimi sostengono inoltre ch'egli era impossibile che
-le pioggie fossero stato tanto abbondanti per cagionare un simile
-effetto, essi appoggiano i loro sentimenti sull'opinione del filosofo
-<em class="nome">Mersenna</em>, il quale prova con delle dimostrazioni esatte, che le
-borrasche le più violenti non giungono e versare che un polso, e
-mezzo di acqua ogni 30 minuti primi, ciò che farebbe 6 piedi
-nello spazio di un solo giorno; e il Diluvio non essendo durato
-che 40 volte 24 ore, supponendo le più alte montagne a 2000
-passi di elevazione, che è un terzo meno della loro altezza, bisognerebbe,
-non per sormontare, ma anche per uguagliarle, che
-il Cielo avesse versate in 24 ore 125 piedi di acqua, in vece di 6
-che desso versa nelle più gran tempeste; ciò che i filosofi asseriscono
-eccedere la possibilità della natura. (<em class="loc">Lett. Juiv. T. II. Lett.
-35 pag. 36 e 37</em>).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Varj altri Scrittori hanno preteso che il Diluvio non era stato
-universale, ma che Dio non avea avuto che l'intenzione di punire
-un popolo ingrato alle tante beneficenze di cui lo avea esso colmato.
-I medesimi vollero parimente fare servire la Scrittura e
-fortificare la loro opinione, e quindi hanno essi spiegato in loro
-favore quel passaggio della Genesi dove leggesi espressamente, che
-i figli di Noè <em class="cit" xml:lang="la">Ab his divisæ sunt gentes in terra post diluvium</em>,
-(<em class="loc">Cap. X. v. 32</em>) apparisce da ciò che i figli di Noè non solo
-aveano divise la terra fra d'essi, ma ancora le nazioni che vi abitavano,
-lo che ritroverebbero contrario alla pretesa inondazione
-universale di tutta la terra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_25"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_25"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Gen. cap. 7 v. 22.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_26"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_26"><span class="label">(B)</span></a>
-<em class="loc">Ibid. cap. 9 v. 24.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_27"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_27"><span class="label">(23)</span></a>
-Oltre che lo stesso Creatore Supremo fece, senza mistero,
-espressamente conoscere per bocca del Profeta (<em class="loc">Isaia cap. 58.
-v. 5 6 7</em>) non essere già il lungo digiuno, le interminabili ossecrazioni,
-le complicate cerimonie rituali, quelle che si esigono
-da esso, ma un puro, e integro cuore soltanto, noi avremo
-luogo di osservare altrove, che le Religioni che sono le più
-aggravate di dogmi, di pratiche, e di usi, lungi dall'essere le
-più ovvie a costituire la felicità de' suoi credenti, riescono, ad
-ogni riguardo, le più opposte all'umana ragione, le più tormentose
-allo spirito, e le meno osservate in ciò che possono le
-medesime racchiudere d'utile, di necessario, e di essenziale.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-V">
-<span class="pageno target" title="44" id="pag-44"></span>
-CAPITOLO V.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-De' Precetti che soli dovrebbero costituire,
-la pretta Religione dell'Ebreismo fondata
-sul Codice Mosaico, ridotto alla sua
-vetusta purità.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Siccome niente riconosciamo più naturale nella
-complicata immensa catena degli esseri viventi;
-che succedersi l'un l'altro, colla pronta non
-interrotta propagazione delle speci differenti,
-la provvida natura con un declivio irresistibile
-ad ogni animale, distribuì gradatamente il
-suo adeguato instinto, in maggiore, o minore
-dose, che lo trascina con più, o meno veemente
-trasporto, ad accoppiarsi ad un essere omogeneo,
-affine di conservare inalterabile l'ordine primitivo
-già prescritto. Egli è dunque perciò che
-sebbene il Maimonide, facendo il riepilogo
-nomenclativo di tutti i precetti del Pentateuco,
-abbia stimato bene di dovere inserire quello della
-<span class="pageno target" title="45" id="pag-45"></span>
-<em>propagazione</em> per il primo <a id="FNanchor_28"></a><a href="#Footnote_28" class="fnanchor">(A)</a>, noi non possiamo
-questo assolutamente riguardarlo come tale,
-altro esso non essendo, come si disse, che un
-mero sentimento incitativo della natura, a cui
-niun essere vivente sulla terra, purchè fornito
-di organo, e d'istinto, non potrebbe certamente
-non aderire; mentre quello è identico, e comune
-agli enti ragionevoli, ed a' bruti.
-Quindi mi sembrerebbe più ovvio prescindere
-da questo, e stabilire altresì per primo Precetto
-del nostro nuovo sistema, quello comandato
-da Dio con tanto impegno, per tre volte, ad
-Abramo <a id="FNanchor_29"></a><a href="#Footnote_29" class="fnanchor">(B)</a>, in segno del patto perpetuamente
-irrefragabile di alleanza contratta da esso col
-Popolo che discendere dovea dal successivo suo
-lignaggio, cioè, 1. <em>La Circoncisione de' maschi
-l'ottavo giorno della loro nascita</em> <a id="FNanchor_30"></a><a href="#Footnote_30" class="fnanchor">(24)</a>. E da
-<span class="pageno target" title="46" id="pag-46"></span>
-questo Primo Precetto progredendo, noi passiamo
-tosto a dare per detaglio la nomenclatura
-generale di tutti gli altri da noi testè fissati.
-</p>
-
-<p>
-2. Dalla sera in cui entra il plenilunio
-del mese di <em>Nissan</em> (che coincide col Marzo,
-non essendo bisesto, od altrimenti coll'Aprile)
-per sette giorni dal 15 decorrendo, e tutto il
-ventuno dello stesso mese inclusivamente, non
-dovranno gli ebrei cibarsi di altro pane fuori
-che dell'azzimo, dovendo per detto spazio
-allontanare de tutti i loro recinti qualunque
-sorta di materia fermentata. Questa è contradistinta
-חג המצות (Hag Amazoth) <em>Pasqua delle
-azzime</em>; la medesima sarà solennizzata come tale
-durante sette giorni, ed il primo, e il settimo
-di esse ogni opera servile (eccetto che quelle
-che sono di un urgenza indispensabile) dovrà
-cessare interamente <a id="FNanchor_31"></a><a href="#Footnote_31" class="fnanchor">(25)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="47" id="pag-47"></span>
-</div>
-
-<p>
-3. Credere nell'Esistenza semplicissima
-dell'Essere Supremo, nè adorare altri fuori
-di esso <a id="FNanchor_32"></a><a href="#Footnote_32" class="fnanchor">(26)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="48" id="pag-48"></span>
-</div>
-
-<p>
-4. Non adorare simulacri di qualunque
-siasi specie, nè costruirli anche per uso di
-altri.
-</p>
-
-<p>
-5. Non giurare il nome di Dio in vano.
-</p>
-
-<p>
-6. Santificare il sabato, e non fare in esso
-alcun opera servile <a id="FNanchor_33"></a><a href="#Footnote_33" class="fnanchor">(27)</a>.
-</p>
-
-<p>
-7. Rispettare i genitori, soccorrerli, e
-temerli.
-</p>
-
-<p>
-8. Non uccidere.
-</p>
-
-<p>
-9. Non adulterare.
-</p>
-
-<p>
-10. Non rubare.
-</p>
-
-<p>
-11. Non fare testimonianze false.
-</p>
-
-<p>
-12. Non desiderare la roba, nè la moglie
-del prossimo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="49" id="pag-49"></span>
-</div>
-
-<p>
-13. Non ingannar lo straniere in parole
-nè in azioni.
-</p>
-
-<p>
-14. Non opprimere le vedove, nè gli
-orfani.
-</p>
-
-<p>
-15. Non molestare l'indigente per i suoi
-debiti, ma soccorrerlo ne' di lui pressanti bisogni.
-</p>
-
-<p>
-16. Non bestemmiare Dio, nè il Sovrano.
-</p>
-
-<p>
-17. Non cibarsi di animali immondi, nè
-de' serpeggianti, nè di pesci che non hanno
-ala, e squama, nè di volatili rapaci, nè di
-vermi generati dalla corruzione de' frutti, delle
-palludi, terreni ec. <a id="FNanchor_34"></a><a href="#Footnote_34" class="fnanchor">(28)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="50" id="pag-50"></span>
-</div>
-
-<p>
-18. Non cibarsi di alcun animale difettoso,
-benchè non vietato, nè di quello morto
-naturalmente.
-</p>
-
-<p>
-19. Non cibarsi di sangue di qualunque
-siasi animale <a id="FNanchor_35"></a><a href="#Footnote_35" class="fnanchor">(29)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="51" id="pag-51"></span>
-</div>
-
-<p>
-20. Non commerciare carnalmente con la
-madre, nè con la matrigna, nè commettere incesto
-qualunque.
-</p>
-
-<p>
-21. Non isposare madre, e figlia in verun
-tempo, nè zia, e nipote procedente dal figlio
-o dalla figlia, nè due sorelle insieme contemporaneamente.
-</p>
-
-<p>
-22. Non accoppiarsi con la moglie in tempo
-de suoi mestrui, nè durante il corso del di
-lei Puerperio <a id="FNanchor_36"></a><a href="#Footnote_36" class="fnanchor">(30)</a>.
-</p>
-
-<p>
-25. Non accoppiarsi co' bruti; nè con altro
-uomo.
-</p>
-
-<p>
-24. Correggere il traviato senza farlo arrossire
-delle sue colpe.
-</p>
-
-<p>
-25. Non ispionare.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="52" id="pag-52"></span>
-</div>
-
-<p>
-26. Non vendicarsi del prossimo, nè conservare
-odio contro di esso.
-</p>
-
-<p>
-27. Amare il proprio simile come se stesso.
-</p>
-
-<p>
-28. Non giurare in nome delle false divinità
-adorate dai Popoli idolatri.
-</p>
-
-<p>
-29. Non fare incisione d'idolatrìa sulle
-membra del corpo <a id="FNanchor_37"></a><a href="#Footnote_37" class="fnanchor">(31)</a>.
-</p>
-
-<p>
-30. Non imitare i costumi de' Gentili.
-</p>
-
-<p>
-31. Non castrare un Israelita per farlo
-Eunuco.
-</p>
-
-<p>
-32. Festeggiare, e riposare il primo giorno
-della neomenia del settimo mese <a id="FNanchor_38"></a><a href="#Footnote_38" class="fnanchor">(32)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="53" id="pag-53"></span>
-</div>
-
-<p>
-33. Digiunare il giorno decimo, del settimo mese,
-con astinenza totale di qualunque
-siasi nutrimento durante lo spazio di 24 ore dalla
-sera del 9 al tramontare del sole fino al periodo
-stesso del giorno dieci, e solennizzarlo
-colle medesime prescrizioni del sabato <a id="FNanchor_39"></a><a href="#Footnote_39" class="fnanchor">(33)</a>.
-</p>
-
-<p>
-34. Solennizzare la festa delle capanne il
-giorno 15, e il 21 di detto mese; mangiare
-sotto le medesime per sette giorni, ed il primo
-di questi prendere la palma, il mirto, il salce,
-il cedro durante la preghiera di quella sola
-mattina <a id="FNanchor_40"></a><a href="#Footnote_40" class="fnanchor">(34)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="54" id="pag-54"></span>
-</div>
-
-<p>
-35. Festeggiare l'ottavo giorno susseguente
-alla solennità delle capanne con gli stessi doveri
-delle osservanze imposte nel primo giorno,
-e nel settimo di detta festa <a id="FNanchor_41"></a><a href="#Footnote_41" class="fnanchor">(35)</a>.
-</p>
-
-<p>
-36. Contare sette settimane; decorrendo
-dal secondo giorno della Pasqua delle Azzime,
-al termine delle quali solennizzare la
-festa delle primizie, così distinta festa di settimane
-colle prescrizioni medesime delle altre <a id="FNanchor_42"></a><a href="#Footnote_42" class="fnanchor">(36)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="55" id="pag-55"></span>
-</div>
-
-<p>
-37. Non prestare ad usura <a id="FNanchor_43"></a><a href="#Footnote_43" class="fnanchor">(37)</a>.
-</p>
-
-<p>
-38. Rispettare la virtù, e la vecchiezza.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="56" id="pag-56"></span>
-</div>
-
-<p>
-39. Non prestare fede a' mendaci Profeti.
-</p>
-
-<p>
-40. Non prestare fede egli aruspici, nè
-agli esorcizzatori.
-</p>
-
-<p>
-41. Ubidire le leggi civili, senza, mai
-prevaricarle.
-</p>
-
-<p>
-42. Venerare i luoghi Sacri <a id="FNanchor_44"></a><a href="#Footnote_44" class="fnanchor">(38)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="57" id="pag-57"></span>
-</div>
-
-<p>
-43. Pregare Dio per la conservazione del
-Sovrano, e per la tranquillità dello Stato.
-</p>
-
-<p>
-44. Non ritenere, nè ritardare le mercedi
-altrui.
-</p>
-
-<p>
-45. Non abbigliarsi l'uomo delle suppellettili
-da femmina; nè questa ornarsi degli
-abiti di quello <a id="FNanchor_45"></a><a href="#Footnote_45" class="fnanchor">(39)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="58" id="pag-58"></span>
-</div>
-
-<p>
-46. Non commettere azioni che possano
-cagionare scandalo.
-</p>
-
-<p>
-47. Osservare, e mantenere con esattezza
-le promesse pie.
-</p>
-
-<p>
-48. Proclamare i novilunj <a id="FNanchor_46"></a><a href="#Footnote_46" class="fnanchor">(40)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="59" id="pag-59"></span>
-</div>
-
-<p>
-49. Credere nell'Immortalità dell'anima
-umana <a id="FNanchor_47"></a><a href="#Footnote_47" class="fnanchor">(41)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="60" id="pag-60"></span>
-</div>
-
-<p>
-50. Restituire gli oggetti perduti al loro
-legittimo proprietario.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="61" id="pag-61"></span>
-</div>
-
-<p>
-51. Usare ospitalità cogli stranieri.
-</p>
-
-<p>
-52. Una femmina divorziata passata a seconde
-nozze, ed indi restata vedova, non potrà
-più accoppiarsi col di lei primo consorte.
-</p>
-
-<p>
-53. Chiunque avesse avuto commercio violentato
-con una fanciulla senza renderne consci
-i di lei genitori, esso è in dovere di sposarla,
-senza poterla in alcun tempo ripudiare.
-</p>
-
-<p>
-54. Instruirsi nella legge mosaica.
-</p>
-
-<p>
-55. Non mormorare contro un sordo, od
-una persona assente.
-</p>
-
-<p>
-56. Non mettere impedimento davanti un
-cieco.
-</p>
-
-<p>
-57. Non negare ciò che si è ricevuto in deposito.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="62" id="pag-62"></span>
-</div>
-
-<p>
-58. Non uccidere gli animali co' loro piccoli
-entro lo spazio di un medesimo giorno <a id="FNanchor_48"></a><a href="#Footnote_48" class="fnanchor">(42)</a>.
-</p>
-
-<p>
-59. Tenere le bilancie, i pesi, e le misure
-giuste.
-</p>
-
-<p>
-60. Non alterare i Precetti della Scrittura
-con inutili commenti <a id="FNanchor_49"></a><a href="#Footnote_49" class="fnanchor">(43)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In seguito dunque delle indagini le più
-accurate, e lo più profonde, tali noi ritrovammo
-potere in massime ridurre tutti i <em>Precetti</em>,
-gli <em>Statuti</em>, ed i <em>Giudizj</em> proclamati già
-da Mosè al Popolo ebreo de' suoi tempi <a id="FNanchor_50"></a><a href="#Footnote_50" class="fnanchor">(44)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="63" id="pag-63"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma sul dubbio che alcuno s'inducesse quì
-ad obbjettarmi (animato forse da impocrito
-zelo) come una diminuzione, in apparenza,
-sì rimarcabile, potrebbe ragionevolmente farsi
-luogo in un Codice, che oggi conta ormai 30
-e più secoli, e sempre intatto conservatosi nel
-mondo, senza che alcuno in verun epoca osasse
-minorarne il valore, nè alterarlo, io non debbo
-dispensarmi del fare illativamente riflettere,
-in primo luogo; che il Popolo ebreo non potea
-fino ad ora determinarsi giammai ad un tale
-partito salutare, atteso che dopo la memorabile
-sua dispersione, desso non ebbe in alcun tempo
-un protettore per difenderlo; un padre sensibile
-per interessarsi de' suoi solidi, e durabili
-vantaggi; un <span class="sc">Napoleone</span> in fine per illuminarlo,
-e fare ad esso ampliamente comprendere che
-ciò che era necessario nella Palestina potrebbe
-essere inutile in Francia, ed in Italia,
-siccome quello che è adottato ottimo in un
-tempo, viene sovente considerato riprovabile
-in un altro; e che 30 e più secoli di antichità
-<span class="pageno target" title="64" id="pag-64"></span>
-non potranno mai trasformare l'accessorio in
-essenziale, nè l'errore in verità <a id="FNanchor_51"></a><a href="#Footnote_51" class="fnanchor">(45)</a>. Ed ecco
-propriamente le solo vere dimostrate cagioni
-per le quali niuno ha osato giammai per l'addietro
-effettuarlo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="65" id="pag-65"></span>
-</div>
-
-<p>
-In secondo luogo poi, trattandosi di un
-oggetto sì rilevante, quale apparisce una sì
-enorme restrizione di oltre nove decime parti
-de' Precetti Mosaici, affine di diminuire la
-sorpresa che recare dessa forse potrebbe nella
-riscaldata fantasia de' zelanti, noi entriamo
-nel Capitolo seguente a produrre in detaglio
-i genuini motivi pe' quali fummo costretti
-ad abrogare anche una gran parte degli altri
-che parrebbero escludere interamente quelli
-che comprendono le due prime classi, ed entrare
-al contrario nell'ordine della terza, riguardata
-da noi come ovvia, e necessaria a
-costituire, o fissare solidamente il propostoci
-nuovo piano di riforma del Culto del Popolo
-d'Israel.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_28"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_28"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Genesi cap. 1. v. 20.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_29"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_29"><span class="label">(B)</span></a>
-<em class="loc">Ibid. cap. 17 v. 10 11 12.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_30"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_30"><span class="label">(24)</span></a>
-I Rabbini oltre la recisione del prepuzio, comandata da
-Dio al Patriarca Abramo, vi aggiungono cert'altra operazione, che
-chiamano פריעה (Peringha) <em>scuoprimento</em>, che vogliono doversi
-fare scuoprendo colle due unghie del police (che gli addetti
-a tale ufficio denominati מוהלים (mohelim) <em>circoncisori</em> lasciano
-espressamente accuminate) la tenue pellicola che copre l'orificio
-dell'uretera dopo la recisione del prepuzio, affinchè la sommità
-della corona del pene resti per ogni parte dilatata; essi appoggiano
-questa nuova prescrizione sul comando che Dio fece a
-Jesuè di circoncidere gl'Israeliti una seconda volta. <em class="cit" xml:lang="la">Eo tempora
-ait Dominus ad Josuè: Fac tibi cultros lapideos, et circumcide
-secundo filios Israel</em>. <em class="loc">Jos. c. 5 v. 2.</em> L'autore del <em class="loc">Berescit
-Rabah</em> la pretende inserita nell'ordinazione fatta da Dio stesso
-ad Abramo con la replica di המול ימול (himol, imol) <em>circoncidere
-circonciderai</em>. <em class="loc">Gen. cap. 17 v. 13.</em> quale replica (aggiugne quell'autore)
-riguardare si potrebbe come affatto inutile, se non volesse altro
-significare che la semplice recisione del prepuzio (Ved. <em class="loc">Talmud
-Trat. Ievam. c. 71 p. 2 Comm. Tossaf. Id. Com. R. Ief. Toar.</em>)
-fermi dunque in tale opinione i Rabbini conchiudono che מל ולא
-פרע כאילו לא מל (mal velò parangh cheilu lo mal) <em class="cit" xml:lang="it">chiunque circoncidesse
-senza lo scuoprimento, è come se non avesse circonciso</em>.
-(<em class="loc">Ved. Iorè Deng. cap. 264 § 4 Mis. fol. 137.</em>). Le Nazioni che
-menzionammo anticamente praticarla, non usavano lo scoprimento;
-siccome non lo conoscono nè pure i Musulmani a' nostri tempi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_31"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_31"><span class="label">(25)</span></a>
-<em class="cit" xml:lang="la">Dies prima erit Sancta, atque Solemnis, et dies
-Septima eadem festivitate venerabilis: nihil operis facietis in
-eis, exceptis his quæ ad vescendum pertinent</em>. <em class="loc">Exo. cap. 12 V. 16.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Questa Pasqua è stata instituita in commemorazione dell'uscita
-prodigiosa del Popolo ebreo dall'Egitto; ed essa è chiamata <em>delle
-azzime</em>, riferendo al pane senza lievito di cui si è esso alimentato,
-che per fretta di sua partenza non potè lasciare fermentare:
-la medesima è distinta dalle sacre pagine col nome di פסח (Pesah)
-a cui la Scrittura istessa assegna l'etimologia di פסח (Passah)
-che significa <em>saltare</em>, o <em>tragittare</em> alludendo al tragitto che fece
-l'angelo sterminatore nella notte dell'orribile strage de' primogeniti
-dell'Egitto, lasciando illese le abitazioni degli ebrei, e
-portando la desolazione, e la morte in quella de' loro barbari
-oppressori:<em class="cit" xml:lang="la"> Transibit enim Dominus percutiens Ægyptios cumque
-viderit sanguinem in superliminari, et in utroque poste, transcendet
-ostium domus, et non sinet percussorem ingredi domos
-vestras et lædere</em> <em class="loc">Exo. Cap. 12 v. 23.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma senza nulla spiegare sul valore intimo di sì fatta etimologia,
-non si potrebbe farla inoltre significare il passaggio repentino
-che fece il popolo ebreo dalla schiavitù, alla libertà? Io la
-riguarderei molto più degna del nitido fonte da cui parte; riserbandomi
-a parlare delle tante superstizioni che hanno luogo in
-questa Pasqua presso gli ebrei, allorchè mi emergerà in seguito
-di ragionare de' Talmudisti, e de' loro interminabili commenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_32"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_32"><span class="label">(26)</span></a>
-Il deciso ingenuo trasporto che io sento per la verità,
-mi astrigne a dovere quì formalmente smentire l'opinione che
-da varj pensatori stravaganti si è preteso erroneamente sostenere
-con qualche pertinace asseveranza, cioè che i due punti essenziali
-reggenti qualunque sistema religioso, l'Esistenza di Dio, e l'immortalità
-dell'anima umana, sono interamente tacciuti da Mosè;
-nè che questi dogmi trovinsi menzionati, di sorte alcuna, in
-verun luogo del Pentateuco. In quanto alla prima si porrebbe,
-senza scrupolo, tacciare di delirio chiunque volesse immaginare
-che gli ebrei potessero dubitare un solo istante dell'esistenza di
-un Essere, che ad ogni momento manifestavasi ad essi ora con
-proteste, or con prodigi, or con minaccie, ed ora con gastighi
-differenti. Oltre a ciò quante volte ritrovasi nella Scrittura la
-confessione esplicite e universale di tutto questo Popolo di credere,
-obbedire, ed adorare il Dio de' suoi Padri? E il primo dei
-comandamenti del Decalogo non forma egli la prova la più convincente,
-e la più chiara dell'Esistenza di un Dio? Perciò che
-riguarda poi l'immortalità dell'anima umana, di questa sarà da
-noi parlato quanto fa duopo nella susseguente
-<a href="#Footnote_47">Annot. 41</a>, dove
-la Scrittura stessa concorrerà con eguali prove irrefragabili a
-dimostrarla.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_33"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_33"><span class="label">(27)</span></a>
-Supponendo che la creazione dell'universo avesse il suo
-primitivo cominciamento il giorno che noi chiamiamo Domenica,
-da questo decorrendo sette giorni, che tanti furono, secondo il
-primo capit. della Genesi, quelli che Dio ha impiegati in tutta
-l'opera immensa tratta dall'onnisciente suo consiglio, il giorno
-settimo fu contraddistinto col nome di שבת (sciabat) che significa
-<em>Riposo</em>. Quindi è che Mosè lo ha instituito come un giorno
-sacro dedicato perpetuamente al Creatore, ed un giorno di delizia,
-e di ricreazione: ma come gli ebrei Talmudisti lo abbiano in seguito
-alterato, colle infinite superstiziose cerimonie che vi aggiunsero,
-noi lo dimostreremo fra qualche breve momento, non essendo
-quì l'opportuna occasione di ragionarne.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_34"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_34"><span class="label">(28)</span></a>
-L'astinenza di certi animali per principio di Religione,
-non era già dogma particolare unicamente degli ebrei, i popoli
-attigui ne facevano lo stesso. I Sirj, e gli Egizj non mangiavano
-pesce, ed Erodoto (<em class="loc">cap. 2.</em>) assicura che per motivo di superstizione,
-se ne astenessero anche i Greci. I Tebani non si cibavano
-di montone, atteso che adornano <em class="nome">Ammone</em> sotto il simbolo di un
-becco, ma uccidevano le capre; altrove astenevansi delle capre,
-ed uccidevano il montone. I Sacerdoti dell'Egitto si astenevano
-de tutti que' cibi, siccome pure da tutte quelle bevande portate
-dalle estere città (<em class="loc">Porphy. Abstin. 4</em>); erano loro parimente
-vietate le bestie che hanno il piede di figura rotonda, ovvero in
-più dita partito, o che non hanno affatto corna, egualmente che
-degli uccelli di rapina; e durante l'intervallo delle loro purificazioni,
-astenevansi anche dagli ovi (<em class="loc">Herod. Ibid.</em>). Tutti gli
-Egizj reputavano immondo il porco, non già perchè non rumina,
-ma perchè desso è attaccato sovente da una specie di lepra dalla
-quale si ripete, secondo gli osservatori, la prima, e la sola cagione
-delle peste a cui è ora soggetto quasi tutto l'oriente, dove
-questi animali allignavano un tempo con un affluenza incalcolabile,
-e gli stessi Egizj portavano il loro scrupolo a tal segno che
-chiunque ne avesse toccato uno, anche per accidente, dovea tosto lavarsi
-tutto il corpo, e le vestimenta (<em class="loc">Ibid.</em>). Platone ancora fieramente
-inveisce contro quelli che si cibano, e nutriscono questo
-animale. Non avvi alcuno che ignori che attualmente pure, i
-Bracmani delle Indie, non mangiano, e non uccidono alcuna specie
-di animale, ed è cosa conosciuta che vivono in tal foggia da oltre
-venti secoli.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Da tutto l'esposto dunque chiaro apparisce, che le instituzioni
-di Mosè, concernenti le indicate astinenze non avevano niente
-di straordinario, ne di nuovo sulla terra; ma sembrami che quelle
-non tendessero propriamente che a ritenere il popolo entro i limiti
-della continenza, e vietando ad esso l'uso di certi cibi, si può
-arguire con qualche grado di certezza, non essersi Mosè prefisso
-altro disegno che la sua sanità, e i suoi costumi: esso vietò agli
-ebrei di mangiare sangue, come un cibo non solo assai difficile
-a digerire, ma in ogni senso ripugnante all'essere umano (vedi
-la seguente <a href="#Footnote_35">Annot. 29</a>). La carne di porco, o di majale è ancora
-molto aggravante per lo stomaco, e di penosa digestione; lo stesso
-dicasi de' pesci che non hanno ala nè squama, la loro polpa regolarmente
-è oleosa, e grossa, e quindi oltremodo perniciosa al
-corpo umano. In tale maniera, per non più diffondermi di soverchio,
-si possono assegnare delle ragioni molto efficaci, della massima
-parte di simili divieti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_35"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_35"><span class="label">(29)</span></a>
-Le stesse identiche regioni stabilite poc'anzi per l'astinenza
-di certi cibi si possono fondatamente assegnare (come osservammo)
-alla proibizione del sangue, e solo potrebbe quì aggiugnersi,
-che siccome da questo fluido è sostenuta, e alimentata
-l'esistenza di ogni vivente, così l'uomo facendosene il nutrimento
-potrebbe con fierezza maggiore, e meno ribrezzo incrudelire contro
-il proprio suo simile, nella guisa che l'ho chiaramente dimostrato
-in altro luogo, parlando delle carnificine che miransi fare ogni
-dì pubblicamente degli animali destinati per l'uso della mensa
-quotidiana dell'uomo (vedi <em class="loc">l'Annot. 25 al tom. I. delle Notti
-Campest. pag. 80.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_36"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_36"><span class="label">(30)</span></a>
-Questa è parimente una prescrizione di sanità, non meno
-dell'altra tendente al medesimo salutare disegno. La femmina
-imbrattata de' suoi corsi mestruali, essendo soggetta ad uno scolamento
-perenne di sangue <em>viziato</em>, come chiamano i medici,
-accoppiandosi ad un uomo in tale stato, in cui essa è più facilmente
-suscettibile di concezione, non solo pericolerebbe forse di
-generare una prole difettano viziata; ma ridurrebbe l'uomo pure
-ad acquistare frequenti malattie flogistiche, se si vuole avere riguardo
-alle varie <em>discrasìe</em> delle quali può essere affetto, e di
-cui ei perverrebbe dopo un lungo periodo di tempo, e con gran
-pena a liberarsi; le medesime ragioni si possono probabilmente
-assegnare al tempo de' <em>lochii</em>, o purgazioni alle quali è la puerpera
-soggetta dopo lo sgravamento del parto, lo che gli lascia una
-spossatezza tale che potrebbe cagionarle delle funeste conseguenze
-unendosi ad un uomo, sebbene il pericolo dalla parte di questo,
-per quanto asseriscono i medici, non sia tanto considerabile nè sì
-dannoso come nel primo caso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_37"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_37"><span class="label">(31)</span></a>
-Era costume generalmente praticato da' Pagani dell'antichità,
-di incidere sopra a qualche parte del loro corpo le figure
-degl'idoli, e de' simulacri adorati da' medesimi, co' simbolici caratteri
-allusivi ch'essi vi applicavano. I cattolici romani de' nostri
-tempi hanno adottato questo abominevole costume, specialmente
-la parte idiota di questo popolo; barcajuoli, nautici, operai, facchini,
-ed altri di tal fatta, i quali colla punta di un ago immersa
-nell'inchiostro, che fanno con eccessivo spasimo penetrare entro
-la cute, o di un braccio, o di una mano, od anche del petto,
-imprimono qualunque immagine, o carattere che niun arte umana
-è giammai sufficiente a cancellare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_38"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_38"><span class="label">(32)</span></a>
-Molti Commentatori hanno creduto che questa festa,
-altrimenti chiamata <em>delle trombe</em> (<em class="loc">Num. cap. 9 v. 33.</em>) fosse instituita
-affine di rendere grazie a Dio per avere data la legge al
-suo Popolo sul monte Sinai fra i tuoni, e lo strepito delle trombe,
-ossia <em>Scioffar</em> (tuba) di cui sarà da noi parlato altrove (ved. la
-seguente <a href="#Footnote_61">annot. 51</a>), altri opinano che questa festa fosse instituita
-per avvertire gl'Israeliti che in quel giorno cominciava <em>l'anno
-civile</em>, onde eccitarli e servire Dio con maggiore divozione
-nell'anno nuovo; e disporli nel tempo stesso alla festa del Digiuno
-di Espiazione, che dovea solennemente celebrarsi nove giorni
-appresso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_39"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_39"><span class="label">(33)</span></a>
-Questa festa è contraddistinta dalla Scrittura col nome
-di כפור <em>Chipur</em> ovvero Digiuno di Espiazione delle colpe del Popolo,
-e della purificazione del Tabernacolo, e del Santuario.
-(<em class="loc">Levit. cap. 23 v. 31 e seq.</em>). Essa è stata instituita, secondo
-quello che ci fa travedere la Scrittura, per assicurare il Popolo,
-il quale avea contro di esso provocata l'ira Divina coll'adorazione
-del Vitello d'oro, e garantirlo così che Dio erasi riconciliato seco
-lui. In tale giorno erano offerti due caproni per ispiazione dei
-peccati del Popolo; uno de' quali era immolato, e rimandavasi
-l'altro sciolto nel deserto carco di maledizioni, ed aggravato dei
-peccati del Popolo, che imponevagli il nome di Emissario (<em class="loc">Levit.
-cap. 16 v. 26.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_40"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_40"><span class="label">(34)</span></a>
-Queste Solennità denominata dalla Scrittura חג הסכת
-(Hag assucoth) <em>festa de' Tabernacoli</em>, o delle <em>Tende</em> (<em class="loc">Levit.
-cap. 23 v. 40.</em>), fu instituita affinchè gli ebrei si ricordassero
-del tempo in cui abitarono in esse i loro vetusti padri nel
-deserto per sì lungo intervallo di anni; la celebrazione di questa
-Solennità cedeva per lo più entro il mese di settembre, tanto per
-che la stagione allora temperata, riusciva più confacente, e meno
-incomodo a rimanere sotto le tende all'aperta campagna, quanto
-perchè sceglievasi la stagione nella quale erano raccolti i frutti
-della terra, onde ringraziare Dio per tutti que' favori ricevuti durante
-il decorso periodo dell'anno. In quanto poi al fascicolo prescritto
-in detta festa, mi riserbo a ragionarne altrove (<span class="loc">ved.
-l'<a href="#Footnote_62">ann. 52</a></span>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_41"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_41"><span class="label">(35)</span></a>
-Le festa delle quale è quì falle menzione viene chiamata
-dalla Scrittura שמיני עצרת (Sceminì nghazereth) <em>l'ottava</em>
-(<em class="loc">Levit. cap. 23 v. 36.</em>) essa era un complimento della festa precedente,
-e la conclusione di tutte le altre, quasi che significare
-volendo propriamente la <em>festa di congedo</em>, imperciocchè la solennità
-de' tabernacoli terminando il settimo giorno, il susseguente,
-celebravasi la festa della <em>Riunione</em> degli Israeliti i quali essendo
-restati per sette giorni entro le tende, se ne ritornano tutti
-insieme nelle rispettive loro case, in quella guisa medesima che
-i loro padri dopo di avere abitato sotto le capanne per lungo corso
-di anni in mezzo de' deserti, ritrovarono nell'ubertosa terra di
-promissione un domicilio ameno, stabile, e tranquillo. Tale è
-l'oggetto delle commemorazione delle testè indicata solennità
-dell'<em>assemblea</em>, o della Riunione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_42"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_42"><span class="label">(36)</span></a>
-Dal giorno susseguente al primo della Pasqua delle azzime
-le Scrittura ordina (<em class="loc">Levit. cap. 20 v. 15.</em>) di contare sette settimane,
-esse formano 49 giorni, ed il cinquantesimo osservare la
-solennità della חג שבועות (Hag Sciabungoth) <em>festa delle settimane</em>,
-o delle primizie, perchè dalla messe che facevasi allora, offrivasi
-a Dio le primizie unitamente a due Pani, ed a' sacrifizj di surerogazione.
-Una tal festa si allude parimenti alla commemorazione
-della legge che Dio proclamò in quel medesimo giorno per mezzo
-di Mosè sulla prodigiosa vetta di Sinaj.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_43"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_43"><span class="label">(37)</span></a>
-Dopo le tante dotte ponderate riflessioni, e gli energici
-discorsi fatti sopra questo proposito da entrambe le assemblee Israelitiche
-convocate in Parigi, l'una il Luglio 1806, l'altra in Febbrajo
-1807 per Augusta Paterna disposizione dell'Illuminato Monarca
-della Francia, e dell'Italia, sempre intento a migliorare la
-condizione dell'ebreo soggetto alle ammirabili sue Leggi, cosa
-mai aggiugnere io potrei per dimostrare l'onta incancellabile che
-risulta all'ebreo la trasgressione di questo Precetto, per cui esso
-fu in ogni tempo, e ovunque preso di mira, sebbene non sia
-quello il solo ad esercitare impunemente l'infamante mestiere di
-usurajo? Che l'ebreo esercitasse l'usura in que' tempi calamitosi
-ne' quali un avverso destino lo volea soggiogato sotto l'impotente
-dominio di certi devoti, ed imbecilli regoluzzi, che religiosamente
-gli toglievano qualunque mezzo di sussistenza, interdicendoli
-per sino tutte le vie regolari di un commercio decoroso, il
-possesso di fondi, l'esercizio delle arti liberali, il diritto pur
-anche di cittadino, esso potea in tale stato ripeterne la legittima
-cagione dalla pressante necessità a cui trovavasi astretto: ma come
-potrebbe mai giustificarlo attualmente l'ebreo della Francia, e
-dell'Italia, in particolare, protetto, e governato da un Sovrano,
-il di cui vasto potere eguaglia l'estensione de' suoi lumi, che lo
-ha posto a livello della più insigne Nazione che calpesti l'universo,
-e della quale esso è felicemente per quello il Capo, la
-delizia, ed il sostegno? Or che all'ebreo fu permesso di rientrare
-nella classe degli enti ragionevoli, da cui la superstizione, l'orgoglio,
-e l'ignoranza tentarono sempre di eccettuarlo; ora che
-libero può disporre di que' talenti de' quali esso è fornito, che
-può usare di quella industria ch'egli sente; che può impiegare a
-suo piacere quelle dovizie che possede, or, in una parola, che
-esso è fatto Cittadino delle più cospicua monarchia che oggi esista,
-chi potrebbe mai, senza fremere, mirarlo esercitare ancora sì detestabile
-ufficio? A fronte di tanti considerabili vantaggi che ora
-concorrono a migliorare la di lui sorte, non è egli condannabile
-oltremodo, il vedere tutta via esistere fra noi queste sanguisughe
-crudeli, sitibonde delle sostanze altrui, come se non vi fosse
-altro mestiere da professare fuori di quello, che oltre essere cotanto
-vituperoso per se stesso, tende ad estenuare le facoltà le più opime,
-ed a porre nella desolazione la classe la più benemerita dello Stato,
-perchè la più laboriosa, e la più utile, ma quasi sempre scarsa di
-fortune, ed impotente? Si ha un bel opporci da costoro di esserne
-ampliamente autorizzati; adducendo che avvene parimente nella
-Francia, e nell'Italia un affluenza d'individui non ebrei, che
-esercitano l'usura con eguale avidità, come se ciò che è evidentemente
-contrario alla natura, e recalcitrante alle Leggi della società,
-sarebbe meno pernicioso per essere approvato, e come se
-permesso fosse all'uomo di giustificare le proprie colpe, adducendo
-per iscusa i depravati esempj altrui. Ma finiamo col conchiudere
-che l'usura, da chiunque siasi che venga esercitata, sarà
-sempre mai l'arte la più vile, che abbia saputo in alcun tempo
-immaginare la sordidezza umana, ed ovunque degna della perpetua
-esecuzione delle Leggi Divine, e terrene, e che per conseguenza
-l'interesse di ogni illuminato governo, che vuole la felicità
-de' propri sudditi, e l'equilibrio delle loro sostanze, dee essere
-quello di proscriverla sotto austere comminatorie da tutta la
-estensione de' loro dominj.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_44"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_44"><span class="label">(38)</span></a>
-A fronte di tutto lo zelo che gli ebrei dimostrano di
-avere per la Religione che professano, si potrebbe avanzare con
-qualche sicurezza, che niente è meno osservato da essi di questo
-Precetto. In fatti sarà egli mai un rispetto il fare dei conciliaboli
-com'essi fanno entro le loro Sinagoghe, durante il tempo delle
-loro preci, ed anche sovente trattare, e conchiudere degli affari?
-Sarà forse un rispetto il passarvi le 8, e 9 ore del giorno, reiterando
-sempre le medesime rapsodie insignificanti, indirizzando a
-Dio cento Benedizioni (che tante sono quelle prescritte da' Rabbini
-<em class="loc">Ghem. Trac. Berah.</em>) entro lo spazio di un solo giorno, o
-molte altre sì fatte repliche futili, che ad altro oggetto non
-servono che ad annojare il supplicante, ed a stancare l'esauditore?
-Sarà forse venerare il luogo Sacro le ridicole contorsioni che a
-guisa di Bonzi, o di Bracmani mirasi fare degli ebrei nell'occasione
-de' Tabernacoli, col fascicolo di palme che tengono fra le
-mani, che rivolgono postato a foggia di arma, or alla parte
-dell'oriente, or a quella di occidente; ora verso il Cielo, ed ora
-sulla terra, percuotendosi il petto; convinti di espellere, o conquidere
-il Demonio con sì fatte stravaganti giravolte? E quell'asta
-pubblica che osservasi fare dal (Sciamash) <em>inserviente</em>, in qualche
-luogo ogni sabato, ed in qualche altro ogni novilunio, consistente
-nell'incanto formale, in favore del migliore offerente,
-dell'apertura dell'armadio delle Bibbie, del trasporto del Sacro
-viluppo da questo dove si estrae, fino al pulpito dove si legge,
-nudarlo, sfasciarlo, indi avvilupparlo di nuovo per rimetterlo in
-esso; esservi chiamato astante alla lettura, e cose di tal fatta,
-saranno esse, dico, marche di rispetto, e di venerazione in un
-locale che si reputa santificato dalla gloria ineffabile dello stesso
-Eterno Creatore, che rendono testimonio delle loro pratiche puerili,
-e delle più ridicole cerimonie? Dovrà egli supporsi? . . . ma
-io non finirei sì tosto certamente, se tutti quì riportare io dovessi
-le tante altre varie trasgressioni che si commettono ad ognora
-dall'Israelita de' nostri tempi, contro questo essenzialissimo Precetto,
-che non giugnerà mai questo popolo a mantenere con esattezza,
-fino a tanto ch'esso non dispongasi, con animo integro, a
-riformare, unito a questo, i tanti altri abusi de' quali la sua Religione
-è da tempo immemorabile aggravata.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_45"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_45"><span class="label">(39)</span></a>
-I disordini che si veggono introdurre contro la decenza,
-ed i costumi per tutto dove questo abuso è tollerato, mi ha indotto
-ad inserire quì anche questo Precetto, già ordinato da Mosè
-(<em class="loc">Deut. cap. 22 v. 5.</em>), il quale vietando agli uomini ogni azione
-effeminata, siccome proibendo alle femmine di usare ciò che serve
-all'abbigliamento de' maschi, esso non ebbe altro scopo certamente,
-l'urbanità, e la politezza de' costumi del suo Popolo, sì soggetto
-a corrompersi con tali bizzarre trasformazioni. Io credo per altro,
-che lo stesso disegno abbia dato origine all'altro divieto imposto
-agli ebrei dallo stesso Legislatore (<em class="loc">Levit. cap. 19 v. 27.</em>) di radersi
-la barba col rasojo dalle tempie discendendo lungo le gote;
-ma questa prescrizione può essere oggi ancora mantenuta intatta
-da' soli ebrei dell'oriente, poich'essa si uniforma col costume
-universale di que' popoli; però sarebbe cosa ridicola oltremodo
-praticarlo in Europa dove le Nazioni che vi abitano generalmente
-usano di raderla.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_46"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_46"><span class="label">(40)</span></a>
-Di queste <em>Neomenie</em>, cioè, feste del novilunio che si
-celebravano il primo giorno di ciascun mese. La Scrittura ne parla
-espressamente in varj luoghi (<em class="loc">Ps. 80 v. 4 Num. 28 v. 11.</em>) ma
-questo non era mai considerato giorno di festa, benchè vi si offrissero
-altri sacrifizj, eccetto il quotidiano, e si suonassero trombe
-di argento, ciò non ostante non prefiggevasi dovere di astenersi
-da opera servile, come non se ne astengono gli ebrei nè pure ai
-nostri tempi: questo ad altro non serve, che a contraddistinguere
-il giorno, e l'epoca indicante le grandi solennità; del resto non
-vi ha che le donne maritate presso gli ebrei, che ne abbiano conservata
-qualche debole memoria, cessando com'esse fanno in detto
-giorno qualunque travaglio anche di famiglia, eccettuatane la cucina.
-Per altro, non mi sembra inopportuno di ragionare quì
-qualche cosa meramente di passaggio sulla natura de' mesi ebraici,
-e su' motivi delle fissate intercalazioni.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I mesi degli antichi ebrei dunque erano lunarj, ma ad oggetto
-di rendere il loro anno così lungo come il nostro, ed accordarlo
-coll'apparente corso del Sole, essi intercalavano di tempo in tempo
-un mese; quindi è che ve ne era qualche volta 12, e qualche
-volta 13 nel periodo di un anno completo; d'altronde siccome
-celebravasi ogni primo giorno di mese, nel modo che testè lo
-abbiamo espresso, questo cominciamento dipendeva dalle apparizioni
-della Luna; si avea la precauzione di spedire delle persone
-sulla vetta delle montagne affine di scuoprire i primi momenti in
-cui la Luna compariva sull'Orizzonte, ed era tosto comunicato
-al Consiglio, il quale dietro il loro rapporto esatto, proclamava
-che in tale giorno era la Luna nuova, festa dell'Eterno, ed il
-principio del mese (ved. <em class="loc">Cuz. p. 3 et not. Buxt. 207 ad 213
-Sim. Dict. de la Bib. T. 1 pag. 384.</em>) Ma i Rabbini essendo
-accostumati di rapportare tutto a Mosè, dicono che Dio gli mostrasse
-in visione una figura della nuova Lune, comandandogli di
-riguardarla attentamente, e di regolarsi intorno a ciò per fissare
-il primo giorno di ciascun mese, ciò ch'egli eseguì sempre con
-tutta diligenza.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Tale è dunque la prima, e la più positiva maniera che fu
-anticamente praticata nel fissare il calendario, o il principio del
-mese. Inoltre i Rabbini avendo rimarcato diversi inconvenienti in
-questo metodo, atteso che la Luna non comparisce sempre sullo
-orizzonte; e può non essere veduta per cagione delle nubi, o
-delle nebbie, specialmente nel suo primo quarto in cui essa non
-ha che una luce debole e tremolante, procurarono di rimediarvi
-colle intercalazioni, od aumento di un mese, facendo così l'anno
-ogni triennio di 13 lune, e questo è quello che gli ebrei chiamano
-מעובר (menghubar) che significa <em>Pieno</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_47"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_47"><span class="label">(41)</span></a>
-Molti critici, e <em class="nome">Warburthon</em>, e <em class="nome">Voltaire</em> fra questi,
-ritrovano difficile di rendere ragione, perchè le leggi portate
-dall'Exodo, dal Levitico, dal Deuteronomio non facciano alcuna menzione
-di questo dogma terribile, che solo può mettere un freno ai
-rimorsi interni, ed alle colpe secrete; quindi essi pretendono
-illativamente inferire che l'Immortalità dell'anima fosse del tutto
-sconosciuta agli antichi ebrei.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Che nella Scrittura non trovisi alcun passaggio che dimostri
-espressamente esistere nell'uomo un essere incorporeo e non
-suscettibile di morte, come tanti altri ve n'ha che provano chiaro
-ad ogni tratto l'esistenza di un Dio Creatore, io ne convengo, ma
-condiscendere, al contrario, io non posso, che non vi sieno in essa
-delle espressioni che lo facciano distintamente sotto intendere (ved.
-<em class="loc">Comment. Abrab. negli ult. cap. del Levit.</em> <em class="loc">Gen. 17</em> <em class="loc">Exod. 12</em>
-<em class="loc">Levit. 18</em> <em class="loc">Menas. Ben Isr. suo Nishmat Haym cap. 3 e 5.</em>). In
-fatti cosa vorrebbero mai significare quelle frasi per tante volte
-reiterate in varj luoghi del Pentateuco di חיו תחיה (hajò tihjeh)
-<em>vivere vivrai</em>; מות תמות (moth tamuth) <em>morire morrai</em> ונכרתה
-הנפש (venihretah anefesh) <em>e sarà squarciata, o distrutta
-l'anima</em>, se rapportare non si facessero alla Immortalità, od alla
-ricompensa, ed alle pene eterne dell'anima umana? Poichè diversamente
-opinando, io ricercherei di buon grado a' suddetti critici,
-come spiegherebbero essi mai quel vivere due volte, e due volte morire?
-E a quale oggetto minacciare l'anima di sterminio, se sobire
-essa dovea il medesimo destino del corpo, e soggiacere alla stessa
-dissoluzione di questo? Da tutto ciò chiaro apparisce che sebbene
-Mosè non insegnasse apertamente al suo Popolo il dogma dell'Immortalità
-dell'anima, esso con tali espressioni rendevagli agevole
-il mezzo di farglielo in ogni senso capire.
-</p>
-
-<p class="foot">
-D'altronde mi sembra il massimo degli assurdi il credere che
-gli ebrei (come alcuni lo pensano senza fondamento) non conoscessero
-questo principio, se non se dopo di essere divenuti la
-conquista de' Romani, giacchè l'Istoria dimostraci, all'opposto,
-come evidente, che a' tempi di Nerone tutta Roma ripeteva che la
-Dottrina dell'altro mondo nuovamente introdotta, snervava il coraggio
-de' soldati, gli rendeva più pusillanimi, e togliendo loro
-l'unico, il principale conforto degli sventurati raddoppiava finalmente
-la morte colle minaccie di nuove sofferenze dopo questa
-vita (ved. <em class="loc">M. Deslandes. Hyst. Crit. de la Philos.</em>). Siccome
-è del pari una menzogna incontestabile l'asserire che gli ebrei
-apprendessero questo dogma da' primi Padri del cristianesimo (come
-alcuni altri erroneamente lo sostengono) mentre non solo l'ignoravano
-essi ancora, ma ne concepivano inoltre le idee le più
-informi, e le più materiali. <em class="nome">S. Ireneo</em> diceva che l'anima era un
-soffio, <em class="cit" xml:lang="la">flatus est enim vita</em> (<em class="loc">Teol. Pagana</em>). Tertulliano nel
-suo Trattato dell'anima la pretende corporea (<em class="loc">De Anima cap. 7
-pag. 268</em>). S. Ambrogio insegna che non v'ha che la trinità esente
-da composizione materiale (<em class="loc">Ambr. de Abramo</em>). S. Ilario vuole
-che tutto ciò che è creato è corporeo (<em class="loc">Hil. in Math. pag. 633.</em>).
-Nel secondo Concilio di Nicea credeasi ancora fermamente gli angeli
-corporei, così vi si legge, senza scandalo, queste parole
-di <em class="nome">Giovanni di Tessalonica</em>: <em class="cit" xml:lang="la">Pingendi Angeli quia corporei</em>.
-<em class="nome">S. Giustino</em>, e <em class="nome">Origene</em> credevano l'anima così pure materiale;,
-essi consideravano la sua immortalità come un mero favore unicamente
-dell'Essere Supremo. E Agostino stesso, benchè a noi
-assai più recente degli altri menzionati, quali idee confuse non
-ci ha esso pure tramandate sulla spiritualità delle sostanze immateriali?
-(ved. <em class="loc">Aug. De Civit. Dei Lib. II. Cap. XXIII. T.
-VII. pag. 290</em> <em class="loc">De Gen. contr. Manich. Lib. I. Cap. XI.</em>) con
-tali assurdi principj, si oserà egli sostenere ancora che gli antichi
-ebrei imparassero il dogma dell'Immortalità da' primi Padri della
-Chiesa Cristiana?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_48"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_48"><span class="label">(42)</span></a>
-Questa prescrizione non ha per iscopo che un mero suggerimento
-di pietà; come sarebbe quello appunto di non dovere
-cuocere l'agnello nel latte della capra; di che sarà da noi frappoco
-espressamente ragionato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_49"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_49"><span class="label">(43)</span></a>
-I primi Padri della chiesa Giudaica erano sì persuasi, e
-convinti, che non era permesso di aggiugnere la benchè minima
-cosa alla Legge primitiva, e che i Profeti stessi non aveano il diritto,
-nè la facoltà di farvi degli aumenti di sorte alcuna, ch'essi presero
-a grande scrupolo l'ordine che Mordocheo, ed Ester hanno
-pubblicato di leggere tutti gli anni l'involto che conteneva l'Istoria
-della prodigiosa rivocazione che dessi avevano procurata della crudele
-sentenza di morte, già pronunziata contro l'intero Popolo ebreo
-della Media, e della Persia, che il reprobo Amano vice Re di
-quelle veste Province, tentava di sradicare dalla terra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_50"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_50"><span class="label">(44)</span></a>
-Prescindendo da que' tanti raffinamenti co' quali pretendono
-i Talmudisti sottilizzare la divisione di simili Precetti; noi non
-facciamo quì espressa menzione, che de' tre soli nomi de' quali si è
-servito lo stesso Legislatore Mosè per esprimerli, e significarli al
-suo Popolo; questi nomi dunque sono: 1.º, מצות (mizvoth) <em>Precetti</em>
-2.º חוקים (Hukim) <em>Statuti</em>; 3.º משפטים (mishpatim) <em>giudizj</em>.
-A' primi dicono appartenere que' Precetti di cui la ragione è renduta
-espressa nel resto della Legge; per esempio, i motivi pe' quali gli
-Ebrei debbono solennizzare le feste, questi sono in chiari sensi
-menzionati nella Scrittura: i secondi racchiudono in essi medesimi
-le loro ragioni nelle parole stesse della Legge; Dio, si aggiugne
-volle rendere queste ragioni occulte al Popolo Ebreo, e ciò pe' suoi
-arcani imperscrutabili disegni; gli ultimi finalmente contraddistinguono
-<em>Precetti dell'intendimento</em>, i quali, se anche non fossero
-menzionati delle sacre pagine, la ragione medesima dell'uomo
-gli ordinerebbe.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_51"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_51"><span class="label">(45)</span></a>
-Chi potrà mai sostenere di proposito che la credenza di
-un certo dato numero d'individui ed anche di un antichità immemorabile,
-possa avere efficacia bastante di trasformare l'inutile
-in necessario l'illusione in evidenza? Il celebre <em class="nome">Bayle</em> (<em class="loc">Pens. Sur
-les Comêt. T. I. pag. 198.</em>) osserva con ragione, che non si prescrive
-mai contro quello che è certo per se stesso colla tradizione
-anche universale, ne col consenso, benchè unanimi, e il più antico,
-di tutto il genere umano, ciò che viene ad inferire lo stesso
-del pensiere che ci trasmise il filosofo <em class="nome">Averoe</em> avanti Bayle, cioè
-che uno stuolo di Teologi non sarebbe stato mai sufficiente per
-cambiare la natura dell'errore, e per farne una verità. Vi fu
-già un tempo in cui tutti gli uomini hanno fermamente creduto
-che il Sole girasse intorno il globo terraqueo, mentre che questo
-supponevano restasse immobile nel centro di tutto il sistema del
-mondo; non è appena che due secoli che quest'errore è distrutto,
-vi e stato così pure un tempo in cui alcuno non volea credere
-l'esistenza degli antipodi, e quindi perseguitavasi quelli che aveano
-la temerità di sostenerli; oggi verun uomo instruito non osa più
-dubitarne: rimarcasi che tutti i Popoli del mondo, ad eccezione
-di un ristretto numero d'individui meno creduli degli
-altri, credono tutta via, con intima persuasione, nelle streghe,
-negli esorcizzatori, negli incantesimi, nelle apparizioni, negli
-spiriti ec. ed alcun uomo sensato non immaginasi attualmente di
-dovere accreditare queste puerili stravaganze. Tale è l'indole deplorabile
-del volgo, il quale non potendosi elevare colla forza
-del raziocinio fino all'investigazione delle cose, per quindi pervenire
-a discernere il grado di possibilità dell'esistenza di esse
-dee arrendersi ciecamente nell'asserzione altrui; ma i filosofi
-illuminati non credono se non se ciò che è evidente, consentaneo
-alla ragione, salutare, e necessario di ammettere.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-VI">
-<span class="pageno target" title="66" id="pag-66"></span>
-CAPITOLO VI.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Ragioni efficaci che rendono indispensabile
-la riduzione del Codice di Mosè a 60
-soli Precetti, cioè 24 affermativi e 36
-negativi.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Qualunque siasi regolamento, legge, o statuto
-che non abbia per base la solida imperturbabile
-felicità di quelli che ne formano
-l'oggetto, o che non tenda al miglior essere
-di quelli pe' quali sono gli uni, o l'altra destinati,
-o come perniciosi debbono essere del
-tutto abrogati, senza ritardo, o come inutili
-rigettati, e proscritti dal consorzio degli uomini.
-Ma, per altro, due ostacoli funesti che
-a pochi è riuscito fino ad ora sormontare con
-felice successo, opposero in ogni tempo un
-ostinato contrasto ad un riparo sì ovvio, e sì
-urgente per tutte la specie umana; il primo
-<span class="pageno target" title="67" id="pag-67"></span>
-di questi dunque si è la soverchia cieca venerazione
-che si ha generalmente per le decisioni
-tradizionali di quelli che ci hanno preceduti;
-lo che presso quasi tutte le sette odierne
-si approssima all'eccesso <a id="FNanchor_52"></a><a href="#Footnote_52" class="fnanchor">(46)</a>; l'altro, il quale
-realmente non è che l'immediata conseguenza
-del primo, io ritrovo consistere nello scrupolo
-deciso che tenti uomini si fanno d'inalzarsi
-fino al raziocinio, col soccorso del quale
-<span class="pageno target" title="68" id="pag-68"></span>
-tentare di acquisire maggiori lumi rapporto alla
-credenza che professano, conoscerne le basi,
-discuterne le massime, investigarne i principj,
-onde in tale maniera pervenire a discernere il
-reale, e il necessario che ci giova, dall'apparente
-illusorio che ci nuoce, senza scampo, e
-ci confonde <a id="FNanchor_53"></a><a href="#Footnote_53" class="fnanchor">(47)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma ostacoli di tale natura, mi lusingo,
-che non saranno essi già così pure ineluttabili
-per noi, che riconosciamo non averci Dio accordato
-inutilmente un intelletto e una Ragione <a id="FNanchor_54"></a><a href="#Footnote_54" class="fnanchor">(48)</a>,
-come lo furono pur troppo per gli
-<span class="pageno target" title="69" id="pag-69"></span>
-ingannati nostri progenitori che reputavano un
-delitto irremissibile il fare uso di mente, e di
-buon senso, in proposito di culto specialmente.
-Egli è appunto per ciò che di raro si conoscono
-presso questi i fondati motivi delle pratiche
-innumerabili adottate con tanta sommessa
-venerazione da' medesimi. Quando noi, al
-contrario, ci disponghiamo a rendere convincenti,
-ed efficaci ragioni, ad ogni evento,
-non meno in giustificazione dei motivi che ci
-indussero ad ommetterne quelle che riguardammo
-come soverchie, o inopportune, che
-per avvalorare la osservanza esatta di quei
-Precetti che abbiamo riconosciuti necessarj a
-costituire radicalmente il sensato Culto inoppugnabile
-dell'Ebreismo.
-</p>
-
-<p>
-Avendo noi altrove riportate le ragioni
-sufficienti per giustificare in faccia al Popolo
-ebreo l'abrogazione fatte di tutti que' Precetti,
-che comprendemmo in entrambe le categorìe
-di prima, e seconda classe, nulla per tanto,
-io dirò di ciò che a quelli si rapporta, limitandomi
-soltanto alle ponderate osservazioni
-<span class="pageno target" title="70" id="pag-70"></span>
-che pare assolutamente necessario dover fare
-intorno i fondati motivi che c'indussero ad
-abolire una gran parte di que' Precetti spettanti
-alla terza classe che abbiamo noi quì d'intero
-proposito addottata.
-</p>
-
-<p>
-Cominciando da' Precetti che si rapportano
-alla Pasqua delle Azzime comandati dalla Scrittura
-in numero di otto, siccome questi non
-sono propriamente che la replica l'uno dell'altro,
-volendo in massima inferire presso che l'ordine
-medesimo, cioè allontanare ogni specie
-di pane fermentato per sette giorni, cibarsi
-per detto spazio di tempo di pane senza lievito,
-ossia di pane azzimo, e solennizzare la
-Pasqua, il giorno primo, e il settimo di questi,
-facendo in essi cessare ogni opera servile, come
-rilevasi dalla Scrittura <a id="FNanchor_55"></a><a href="#Footnote_55" class="fnanchor">(A)</a>, noi gli abbiamo
-tutti ristretti ad uno solo che tutti gli comprende
-seguendo la mente del Legislatore, e
-che costituisce la materia del secondo, in seguito
-dello stabilito nostro nuovo Elenco.
-</p>
-
-<p>
-Otto parimente sono i Precetti co' quali
-Mosè comanda, in altrettante guise differenti,
-al popolo ebreo l'adorazione del Creatore; ma
-siccome adorarlo, conoscerlo, santificarlo,
-amarlo; esserne convinti dell'esistenza, mi
-<span class="pageno target" title="71" id="pag-71"></span>
-sembra che coincidono perfettamente insieme,
-e che non formino d'accordo che un solo articolo
-essenziale, qual è quello di ammettere, e
-adorare un Essere Supremo, egli è dunque solo
-a questo che noi riducemmo tutti gli altri,
-stabilendolo il terzo de' Precetti formanti lo
-nostre nuove sacre Instituzioni.
-</p>
-
-<p>
-La ragione medesima può applicarsi viceversamente
-al divieto dell'adorazione delle
-Immagini, e del commercio de' simulacri, che
-noi ristrigniamo ad un solo Precetto i quattro
-che le Sacre pagine prescrivono per imporlo
-agli ebrei.
-</p>
-
-<p>
-Venendo poi alle soppressioni quì fatte
-relativamente a' cinque Precetti co' quali resta
-per altrettante volte comandata in differenti
-luoghi del Pentateuco l'osservanza del Sabato,
-limitati da noi ad un solo Precetto, siccome
-desso, in origine, spiegasi riposo, e come tale
-considerato anche da quelli che ora ne rigettano
-l'osservanza, io stimai cosa opportuna
-livellarla a quella di tutte le altre solennità
-delle quali ragioneremo frappoco, prescrivendo
-i medesimi riguardi, e gli stessi doveri che
-s'impongono a quelle, stimando il resto come
-oscuro, indissolubile, ed inutile affatto per
-conseguenza al propostoci salutare disegno <a id="FNanchor_56"></a><a href="#Footnote_56" class="fnanchor">(49)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="72" id="pag-72"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per ciò che riguarda l'astinenza di certi
-cibi, e la proibizione di varj differenti animali,
-che la Scrittura sottopone a undici Precetti,
-noi gli racchiudiamo tutti a due soltanto, avendo
-altrove giù estesamente riportate le cagioni
-<span class="pageno target" title="73" id="pag-73"></span>
-fisiche, ed i più probabili motivi di simili
-comandati divieti <a id="FNanchor_57"></a><a href="#Footnote_57" class="fnanchor">(A)</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'infamante delitto d'incesto, racchiudendo
-per se stesso qualunque siasi accoppiamento
-di fornicazione commessa da amendue
-i sessi in grado della più prossima parentela,
-come sarebbe i genitori colla loro prole, o
-questa con quelli; sorelle co' fratelli, o gli uni
-colle altre, sieno di padre, ed uterini, suocere,
-nuore, matrigne ec. che la Scrittura in varj
-luoghi ne annovera fino dodici, noi gli riportiamo
-sotto il solo precetto d incesto, che
-tutti complessivamente gli abbraccia, senza
-fare però la minima abrogazione, o detrimento
-di alcuno degli altri, benchè da noi
-non menzionati partitamente; la trasgressione
-dei quali troppo riuscirebbe lesiva alle leggi,
-ed oltraggiante alla Natura.
-</p>
-
-<p>
-La riduzione da noi fatta de' Precetti che
-risguardano i doveri assoluti, e indispensabili
-dell'uomo cogli esseri della sua specie a quello
-di amare il proprio simile come se stesso, mi
-sembra potere da se solo contenere onninamente
-gli otto comandati nel Pentateuco per
-conchiudere, in concreto, l'ingiunzione medesima
-da noi testè riepilogata; essendo troppo
-<span class="pageno target" title="74" id="pag-74"></span>
-evidente che amando il nostro simile non si
-può certamente odiarlo, nè maledirlo, nè defraudarlo
-nel commercio, nè nelle parole, nè
-nelle misure, nè usare seco lui delle violenze
-e molto meno ricusarli il nostro ajuto ne' suoi
-urgenti bisogni.
-</p>
-
-<p>
-Ciò che abbiamo rimarcato essenzialmente
-nelle indagini fatte su' precetti antecedenti, è
-da notarsi appunto in quelli de' quali ora ci
-occupiamo, e che hanno per iscopo le <em>Neomenie</em>,
-o il novilunio del settimo mese <a id="FNanchor_58"></a><a href="#Footnote_58" class="fnanchor">(50)</a>; il
-giorno decimo di esso chiamato il digiuno di
-espiazione, ed il 15 dello stesso mese fino il
-21 compreso, cioè la festa de' tabernacoli, o
-delle capanne per sette giorni.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="75" id="pag-75"></span>
-</div>
-
-<p>
-Io prescindo dall'addurre quì i motivi
-dell'osservanza di queste tre feste accennate,
-mentre quelli furono da noi già diffusamente
-riportati laddove più si rendevano adattabili <a id="FNanchor_59"></a><a href="#Footnote_59" class="fnanchor">(A)</a>;
-solo dirò che nella instituzione della
-prima, cioè del cominciamento dell'anno trovasi
-quattro precetti, tre de' quali non essendo
-che la replica l'uno dell'altro, noi abbiamo
-stimato conveniente limitarli ad uno solo, che
-è l'osservanza della festa di un solo giorno,
-e cessazione di lavoro; tale essendo lo spirito
-genuino de' medesimi; il quarto precetto poi
-di questi è stato da noi totalmente soppresso,
-mentre non conoscendosene il vero scopo (se
-non è quello almeno da noi già riportato altrove <a id="FNanchor_60"></a><a href="#Footnote_60" class="fnanchor">(B)</a>)
-non resta in verun modo esattamente
-osservato dagli ebrei moderni <a id="FNanchor_61"></a><a href="#Footnote_61" class="fnanchor">(51)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="76" id="pag-76"></span>
-</div>
-
-<p>
-La seconda di queste feste comandata per
-varie volte da Mosè come un giorno consecrato
-all'Essere Supremo di solennità, di penitenza,
-e di digiuno, e di cui esso non ispiega
-fino, a qual limite dee una tale astinenza dilatarsi,
-noi abbiamo in questo fissate le prescrizioni
-medesime del Sabato, restrignendone
-l'osservanza, come in quello ad un solo Precetto,
-cioè, il riposo, e di più l'astinenza totale
-di qualunque nutrimento dal tramontare
-del Sole del nono giorno del mese di Tisrì fino
-all'imbrunire del giorno decimo susseguente.
-</p>
-
-<p>
-La terza nomata festa de' Tabernacoli, o
-delle capanne, non meno delle altre in guise
-differenti ripetuta per imporne l'osservanza
-agl'Israeliti, può, siccome tutte le altre, ridursi
-del pari ad una semplice prescrizione,
-cioè a quella di solennizzare il giorno 15 e
-<span class="pageno target" title="77" id="pag-77"></span>
-il 21 del settimo mese, e per sette giorni mangiare
-sotto l'ombra delle capanne, per le ragioni
-a suo luogo opportunamente riportate
-(<a href="#Footnote_40"><em>Annot.</em> 34</a>) lasciando però ad arbitrio il prendere
-la palma, un elegante frutto di albero
-(che i Rabbini lo pretendono un cedro, ma
-che le Scrittura lascia indefinito) il mirto, il
-salcio ordinato da Mosè in puro segno di gaudio,
-e di trionfo, e ciò nel solo primo giorno
-di tale solennità <a id="FNanchor_62"></a><a href="#Footnote_62" class="fnanchor">(52)</a>.
-</p>
-
-<p>
-La solennità delle <em>primizie</em>, ovvero delle
-settimane è l'ultima di cui le Scrittura faccia
-esplicita menzione, fissata ad un solo giorno,
-<span class="pageno target" title="78" id="pag-78"></span>
-cioè, il cinquantesimo, contende del secondo
-giorno della Pasqua delle Azzime, ovvero nel
-giorno dopo il plenilunio del mese di Nissan;
-ma non venendo nella medesima prescritta veruna
-di quelle cerimonie che imposte furono
-per le altre, noi la stabiliamo così pure un
-solo giorno di festa, colla cessazione di qualunque
-opera servile, a guisa che abbiamo nelle
-altre fino e questo momento praticato.
-</p>
-
-<p>
-Or tutte le moltiplici restrizioni dunque
-riguardato da noi come necessario di dovere
-fare alle testè riportate osservanze, non avendo
-per oggetto che semplificare l'essenzialità
-inalterabile di ciò che in massima è prescritto
-a ciascuna delle medesime, esse non tendono
-soltanto che ed ovviare come inutile, ed a
-sopprimere come soverchie le frequenti ripetizioni
-nulle quali si diffonde la Scrittura comandando
-un precetto medesimo, nel modo
-appunto che noi già con evidenza dimostrammo
-altrove <a id="FNanchor_63"></a><a href="#Footnote_63" class="fnanchor">(53)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="79" id="pag-79"></span>
-</div>
-
-<p>
-In quanto poi a' Precetti restanti che abbiamo
-stabilito appartenere alla terza classe
-adottata da noi, e de' quali non vedesi quì
-fatta fino ad ora speciale menzione, di sorte
-alcuna, nè in compendio, nè in diffuso, noi
-passiamo a ragionarne di proposito deliberato
-nel Capitolo seguente, il quale ci farà conoscere
-in chiari sensi lo spirito che ha dettati
-simili Precetti, e il disegno del Legislatore
-che gli ha prescritti: da tali indagini risultare
-quindi vedremo le ragioni le più inconcusse,
-ed i più idonei motivi che c'indussero ad ommetterli
-nel nostro nuovo Piano, e ci fecero
-riguardare come fondata, ed opportuna l'abrogazione
-de' medesimi.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_52"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_52"><span class="label">(46)</span></a>
-Tutti i popoli della terra hanno le loro particolari tradizioni
-che tutti credono costanti, uniformi alla più esatta verità,
-ed al superiore grado portentose; esse sono appoggiate, come le
-nostre, sull'antichità, e sulla superstizione religiosa, come l'osserva
-un dotto scrittore de' nostri tempi (<em class="loc">Philosoph. du B. Sens
-T. 1 Refl. 1 p. 102.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Gli ebrei Talmudisti non fanno alcuna difficoltà di rendere le
-loro tradizioni a livello della Legge di Mosè; essi appoggiano questa
-opinione sopra quella che sostengono i Rabbini, cioè che la
-תורה שבכתב (Torah Scebihtau) <em>legge scritta</em> non sarebbe che
-un corpo senz'anima, ed una lampada senza luce, se fosse quelle
-separata dalla תורה שבעל פה (<em>Torah</em> Scebenghal Peh) <em>legge
-tradizionale</em>. Quindi è che dessi si fanno un pressante dovere di
-credere, sotto pena di Scomunica contro chi opinasse altrimenti, che Dio
-ha dettato a Mosè non solo tutto ciò che è racchiuso nel Pentateuco,
-fino alle minime sillabe che vi si contengono; ma ch'egli
-ha parimente comunicato allo stesso Mosè sul monte Sinaj (durante
-la sua dimora colà di quaranta giorni) l'intera spiegazione mentale
-di questa legge medesima, che pretendono essersi conservata intatta
-fra di essi, anche dopo la morte di questo Legislatore, fino
-che un giorno si riconobbe la necessità di metterla per iscritto
-affine di conservarne le traccie fino alla più tarda posterità. Ma
-di ciò mi riserbo a ragionare più diffusamente, allorchè in breve
-mi emergerà di parlare delle Parafrasi Rabiniche, e dell'origine
-della Misnah, e del Talmud ossia della Ghemarah (ved. il <a href="#cap-IX">Cap.
-IX.</a> di questo Vol. con tutte le annot. che vi si contengono).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_53"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_53"><span class="label">(47)</span></a>
-Tale è la condizione miserabile dell'uomo, che siccome
-generalmente parlando le idee sulla Religione sono per esso, quali
-debbono essere, in ogni senso, di una specie oltremodo rispettabile,
-giacchè desso teme sempre di essere tradito dalla frode, o sorpreso
-dall'errore, così ei si fa un pressante dovere di credere macchinalmente
-senza riflessione, senza esame, e senza mettere in dubbio
-un solo istante che desso può in questa parte ingannarsi, non
-meno per rapporto alle Leggi scritte, che alle tradizioni ricevute,
-ed allontana inconsideratamente per tale debole riflesso ciò che ha
-l'apparenza di attaccare le opinioni religiose addottate alla mamella,
-siccome tutto quello che avrebbe per se stesso un efficacia
-possente ad illuminarlo, ed a toglierlo dall'inganno in cui vivea,
-per folle arbitrio, ciecamente sepolto. Tutto questo mostruoso
-complesso di contraddittorie opinioni risede fatalmente in un angolo
-remoto del cervello dell'uomo, come in un santuario inaccessibile,
-in cui non oserebbe in verun tempo avvicinarsi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_54"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_54"><span class="label">(48)</span></a>
-La facoltà esimia che l'essere supremo ci ha somministrata,
-e da noi distinta col carattere di <em>lume naturale</em> o di <em>Ragione</em> non
-saprebbe mai in veruna guisa ingannarci nelle cose ch'essa osserva, e
-che discerne, poichè tuttociò che è a sua portata dee credersi chiaro,
-evidente, e irrefragabile; altrimenti, (come lo pensa un filosofo
-insigne) avremmo adeguato motivo di opinare che Dio ingannati
-ci avesse, accordandoci quella facoltà in modo che noi prendessimo
-il falso per il vero, anche facendone buon uso: e non sarebb'egli
-questo il massimo, ed il più esecrabile degli assurdi? <em class="loc">Descart.
-Princip. de la Philosop. 1. Part. pag. 22.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_55"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_55"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Exo. Cap. XII. v. 14.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_56"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_56"><span class="label">(49)</span></a>
-Chi potrebbe mai somministrarci una giusta, e sensata
-spiegazione di quel testo comandato agli Ebrei da Mosè (<em class="loc">Exodo
-cap. 35. v. 3.</em>) לא תבערו אש בכל מושבותכם ביום השבת
-(lo tebangharu esc vehol moscebotehem vejom asciabath) <em class="cit" xml:lang="it">non
-accenderete fuoco in alcuna delle vostre abitazioni il giorno
-di Sabato</em>? vorrà egli significare questo precetto non usarne di
-sorte alcuna giammai, e ad imitazione de' <em>saducei</em>, o de' <em>caraiti</em>
-restare all'oscuro la notte entrando il Sabato, ed accendere il
-fuoco solo nella contrada, com'essi fanno, in prospetto delle loro
-Case? Sarà egli stata forse la mente del Legislatore, comandando
-un simile Precetto, che non possano gli ebrei muovere il fuoco
-tutto quel giorno, e la sera antecedente, ma che d'altronde sia
-eglino permesso di servirsi di qualche incirconciso, per tale
-ufficio, nel modo appunto che or lo praticano gli ortodossi Talmudisti?
-Dissimulare io non posso certamente che a fronte di tutta
-l'inerenza rispettosa che io sento per l'essenzialità delle Instituzioni
-mosaiche, siccome l'assunto da me intrapreso in chiari
-sensi lo dimostra, io non saprei ritrovare sufficienti ragioni di
-sorte alcuna, onde adattare questo precetto, che alla lettera riuscirebbe
-assolutamente ineseguibile, e che preso secondo la tradizione
-più non sarebbe allora quello stesso che Mosè intese di
-ordinare; ma la sola parafrasi rabbinica sarebbe quella unicamente
-che ne terrebbe le veci. A quale partito dunque appigliare
-ci dovremo in simile caso affine di colpire il senso inalterato
-di sì fatta prescrizione senza cadere nelle pratiche ridicole
-de' primi, nè essere trascinati dal torrente delle superstizioni deplorabili
-de' secondi? L'<a href="#Footnote_103">annot. 86</a> di questo volume somministrerà
-ad esuberanza le ragioni adeguate che potrebbero fare credere
-l'Israelita dei nostri tempi, se non dispensato interamente dalla
-osservanza di questa prescrizione, almeno in gran parte alleggerito
-da quelle rigorose cerimonie che dalla tradizione gli furono
-imposte in simile giorno.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_57"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_57"><span class="label">(A)</span></a>
-Ved. le <em>Annot.</em> <a href="#Footnote_34">28</a>, e
-<a href="#Footnote_35">29</a> di questo Vol.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_58"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_58"><span class="label">(50)</span></a>
-Gl'Israeliti erano soliti a distinguere due speci di anni,
-cioè, l'anno Santo, e l'anno Civile; il Santo cominciava il mese
-di <em>Nissan</em> (Marzo) nella metà del quale è comandata la Pasqua
-delle Azzime; (notando che questo stesso mese fu parimente denominato
-dalla Scrittura <em>Abib</em>, cioè il mese delle <em>spigature</em> delle
-nuove biade, o come dice il Sacro testo, delle nuove spighe,
-verdeggianti, che cominciavano a biondeggiare); ed il Civile
-avea il suo principio dal settimo mese chiamato <em>Tisrì</em> (Settembre).
-Il <em>Levitico</em> dice (<em class="loc">cap. 25 v. 4.</em>) che si comincieranno a
-contare gli anni del Giubileo, non già dal mese di Nissan, ma
-da quello delle seminagioni, che era propriamente il settimo di
-cui parliamo; e nell'<em>Exodo</em> poi si legge (<em class="loc">cap. 23 v. 16.</em>) che
-si celebrerà la festa dei tabernacoli allorchè sul terminare dell'anno
-si ripongono tutti i frutti delle campagne, ciocchè regolarmente
-accadere non potea che nel mese di Settembre. Tale è dunque
-la distinzione dell'anno presso gli antichi ebrei.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_59"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_59"><span class="label">(A)</span></a>
-Ved. le <span class="loc">Annot. anteced.
-<a href="#Footnote_38">32</a>
-<a href="#Footnote_39">33</a> <a href="#Footnote_40">34</a>.</span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_60"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_60"><span class="label">(B)</span></a>
-Ved. l'<span class="loc"><a href="#Footnote_58">Annot. anteced. 50.</a></span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_61"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_61"><span class="label">(51)</span></a>
-Questo Precetto consiste nel suono della <em>Tuba</em> praticato
-dagli ebrei in quel giorno il quale essendo chiamato dalla Scritture
-(<em class="loc">Num. cap. 29 v. 1 2.</em>) יום תרוע (<em>Yom</em> Terungha) <em>giorno
-strepitoso</em>; essi, prendendo al materiale il senso metaforico
-di questa frase, non sanno in altra guisa rappresentare sensibilmente
-un tale strepito, che stordire il popolo con cento numerate
-irregolari voci di corno senza modulazione, e senza ordine,
-che a varie riprese, durante le loro interminabili orazioni
-di quelle due mattine, tramanda entro la Sinagoga un individuo
-postato sopra il Pulpito, ed espressamente destinato per tale ufficio.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma chi potrebbe mai significarci, con qualche precisione,
-quale sorta d'istrumento fosse quello che udivasi prodigiosamente
-suonare con veemenza allora quando, per la prima volta Dio manifestossi
-al Popolo ebreo sulla montagna di Sinaj, e che l'<em>Exodo</em>
-(<em class="loc">cap. 19 v. 16 19.</em>) distingue col nome di שופר <em>Scioffar</em>? così
-appunto chiamano gli ebrei l'indicato instrumento di cui si servono
-in que' due giorni (purchè l'uno di questi non cada in
-Sabato nel quale giorno l'uso n'è vietato da Rabbini <em class="loc">Ghem. trat.
-Sciab. e Ros. Asciana</em>) e che altro non è che un corno di montone
-ridotto al più nitido pulimento, preferendolo a quello di ogni
-altro animale munito di questo arnese, in allusione al montone che
-improvvisamente si offrì al Patriarca Abramo, per essere fatta la vittima
-del Signore, in vece dal di lui figlio Isaak, che ne era destinato
-(<em class="loc">Gen. cap. 22 v. 13.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_62"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_62"><span class="label">(52)</span></a>
-Siccome questa festa oltre essere chiamata <em>delle Capanne</em>
-in varj luoghi della Scrittura, è anche contradistinta da questa
-<em>Ricolta de' prodotti Campestri</em>; così l'ordine quì prescritto di
-prendere fra le mani il primo giorno di essa quest'indicato fascicolo
-di erbe differenti può racchiudere in se stesso un duplice significato;
-l'uno l'espansione di giubilo per vedere portate ad ottimo
-successo le attese produzioni delle terre; e l'altro il sintomo
-di trionfo (che tale denota la palma) per la liberazione che il Popolo
-ebreo avea conseguita dalla tenace cattività dell'Egitto, e per
-la lunga dimora straordinaria fatta da esso ne' Deserti; ma in entrambi
-questi sensi lo spirito genuino del testo essendo al solito,
-non solo enormemente alterato dalle appendici tradizionali; ma all'eccesso
-ridicola rendutane la pratica, nella guisa medesima che di
-moltissime altre prescrizioni avvenne, siccome io mi affretto a dimostrarlo
-in seguito, noi abbiamo creduto di poterlo, senza scrupolo sopprimere
-come precetto obbligatorio, ed all'opposto solo
-renderne arbitraria l'osservanza; e questa, al più ridotta al solo
-primo giorno della solennità delle Capanne, come restaci ordinato
-dall'oracolo medesimo della Scrittura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_63"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_63"><span class="label">(53)</span></a>
-Quali fondate cagioni assegnare con giustizia potremo alle
-tante ripetizioni delle cose per loro stesse identiche, e uniformi,
-che sono sì di frequente reperibili in ogni parte della Scrittura,
-e tutte per lo più tendenti allo stesso disegno, e tutte raccomandate
-con eguale calore? Altra sembrami non potersi addurre certamente
-in questo caso fuorchè la più ammissibile, quale da molti
-fu ritrovata essere quella che Mosè conoscendo per isperienza l'indole
-zotica, e turbolente di quel popolo che dirigeva, suscettibile,
-senza freno, della più stupida incostanza, arrendevole a tutte le
-prime impressioni che gli si offrivano, all'eccesso barbaro, e ignorante,
-egli è perciò che quel Legislatore vedessi costretto a dovere
-per reiterate volte replicare li precetti medesimi già proclamati,
-onde farglieli più esattamente capire, e renderlo meglio edotto
-di que' doveri che l'eterna volontà dell'Essere Supremo gl'imponeva
-per suo mezzo. Ma a fronte ancora degli amorevoli suggerimenti,
-delle continue ripetizioni, e delle cure incessanti di
-questo zelante Conduttore d'Israel, le Legge Venerabile del Sommo
-Dio de' Patriarchi non era mai frattanto che molto debolmente
-osservata, se non trasgredita del tutto, e calpestata, or colle mormorazioni
-le più oltraggianti, ed ora coll'idolatrìa la più vituperosa,
-e la più esecrabile.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-VII">
-<span class="pageno target" title="80" id="pag-80"></span>
-CAPITOLO VII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Quali disegni possono aver fatto determinare
-Mosè a comandare al Popolo Ebreo certi
-Precetti, che riconosciuti oggi ineseguibili
-secondo lo spirito della prescrizione, ci
-veggiamo costretti parimente di abrogare.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Tutti i più dotti, ed i più rinomati Giureconsulti
-del mondo, e fra questi Grozio, e
-Puffendorff, non cessano di ripeterci d'accordo
-ad ogni tratto, che non solo fuori della Legge
-naturale altra certamente non v'ha che possa
-caratterizzarsi per se stessa perpetua, irrevocabile,
-ma che tutte le altre Leggi positive
-tanto umane quanto Divine, sono tali che si
-può, e si dee qualche volta sopprimerle, ciò
-che secondo i detti Autori si farebbe espressamente,
-o tacitamente nelle due seguenti circostanze:
-Prima allorchè si trascura, durante
-un lungo intervallo di tempo, di osservare una
-<span class="pageno target" title="81" id="pag-81"></span>
-Legge; o che desse tollera che gli oggetti che
-vi si rapportano si regolino di una tutt'altra
-differente maniera di quella che è in origine
-prescritta. Seconda; quando lo stato delle cose
-si altera, o cambiasi di tale maniera che la
-legge diventa inutile, o che questa non saprebbe
-più avere luogo di legge, la medesima
-cade allora da per se stessa, benchè il Legislatore
-non l'abbia espressamente abrogata;
-e quando ancora egli l'avesse stabilita per
-dovere sempre durare.
-</p>
-
-<p>
-Or le nove decime parti de' 613 precetti
-che Mosè prescrisse agli ebrei nel Pentateuco,
-e che molte imponenti, ed efficaci ragioni determinare
-ci fecero a sopprimere, non si trovano
-elleno espresse in ogni parte nelle accennate
-circostanze, non le abbracciano entrambe
-in ogni senso? Ecco ad evidenza, oltre
-le tante altre, a tempo debito prodotte, due
-possenti cagioni di più per abolirle.
-</p>
-
-<p>
-Premessa dunque l'opinione incontrovertibile
-de' preallegati Giureconsulti, non abbiamo
-che farci a ponderare con diligenza la
-significazione meramente letterale de' precetti
-abrogati da noi nelle tre fissate classi, applicandoli
-allo spirito del testo da cui partono,
-per restare intimamente convinti della massima
-inutilità de' medesimi; sia che appartenghino
-<span class="pageno target" title="82" id="pag-82"></span>
-all'una, sia che riguardino l'altra delle circostanze
-testè riportate.
-</p>
-
-<p>
-Oltre a ciò sembrami opportuno quì di
-rimarcare che Mosè non occupandosi ad ogni
-evento che del suo solo Popolo, non lasciò
-mezzo intentato per renderlo esemplare sopra
-la terra, isolandolo da tutti gli altri, allora
-conosciuti, e ne' costumi, e ne' doveri, e nelle
-pratiche religiose, nel modo appunto che singolarizzare
-lo volle anche in molte instituzioni
-del tutto indifferenti alla essenzialità del
-culto che imponevagli, sebbene da esso lui
-comandate con le stesse prescrizioni dei precetti
-primarj, ed i più importanti, e senza che
-alcuno potesse mai rinvenirne l'intrinseca utilità,
-nè i probabili motivi. Di tale sorte sarebbe,
-per esempio, l'ordine che in senso di
-Precetto impone Mosè agli ebrei di portare dei
-fili, o de' cordoni appesi ai quattro angoli inferiori
-de' due lembi negli abiti degli uomini,
-ciò che la Scrittura denomina ציצית <em>zizith</em>: Or
-qual disegno potrebbe mai racchiudere in se
-stessa una sì fatta prescrizione, se quello non
-fosse almeno di contraddistinguere, con tale
-marca visibile, l'individuo Israelita da chi
-tale non lo era <a id="FNanchor_64"></a><a href="#Footnote_64" class="fnanchor">(54)</a>? Quale analogo rapporto
-<span class="pageno target" title="83" id="pag-83"></span>
-potrebbe mai avere coll'esercizio fondamentale
-del culto il divieto comandato da Mosè di non
-<span class="pageno target" title="84" id="pag-84"></span>
-seminare due articoli dissimili entro il medesimo
-recinto di un campo <a id="FNanchor_65"></a><a href="#Footnote_65" class="fnanchor">(A)</a>; o pure di non
-<span class="pageno target" title="85" id="pag-85"></span>
-mettere sotto il giogo e trascinare l'aratro
-due animali di specie differente, come l'asino,
-e il bue <a id="FNanchor_66"></a><a href="#Footnote_66" class="fnanchor">(A)</a>; di non cignersi di abiti tessuti di
-lino, e lana uniti <a id="FNanchor_67"></a><a href="#Footnote_67" class="fnanchor">(B)</a>; non isvellersi, o radere
-i peli de' lati della barba con ferro tagliente,
-che oggi spiegasi rasojo <a id="FNanchor_68"></a><a href="#Footnote_68" class="fnanchor">(C)</a>? Cosa implicano
-mai tali, ed altre simili ordinanze, quale rapporto
-possono elleno avere, di sorte alcuna,
-<span class="pageno target" title="86" id="pag-86"></span>
-colla semplice Religione, o coll'esercizio
-integro del Culto, che ogni Israelita era in
-dovere di conoscere, e praticare, se quelle
-non tendevano propriamente all'oggetto medesimo
-del primo, se non erano basate sugli
-stessi identici motivi delle prescrizioni del
-<em>Zizith</em>, e de' <em>Teffilin</em>? Niente di ciò più naturale,
-nè maggiormente comprovato dall'esperienza
-che il Codice Mosaico ci fornisce in
-tante altre prescrizioni quasi uniformi, e da
-noi fondatamente abrogate come pratiche destituite
-di base, e di ragione a' tempi recenti,
-nei quali offronsi all'ebreo infiniti altri mezzi
-più decorosi, e più efficaci per distinguersi fra
-gli esseri sociabili di quello che lo fossero le
-adotte marche ridicole, e impotenti, destinate
-unicamente a rendere l'ebreo un essere straordinario
-sulla terra, e ad allontanarlo da
-quelle barbare idolatre nazioni esecrate per
-tante volte da Dio <a id="FNanchor_69"></a><a href="#Footnote_69" class="fnanchor">(A)</a>, e che più non esistono
-attualmente in alcuna di quelle parti
-dove questo popolo è soggetto; e tanti altri
-divieti, de' quali fa reiterato cenno la Scrittura,
-e che di soverchio prolisso io diverrei,
-se diffondere io quì mi volessi a redigerne il
-dettaglio, hanno essi forse una più solida base,
-motivi più giusti, più convincenti? Come supporre
-che una lussazione accidentale cagionata
-<span class="pageno target" title="87" id="pag-87"></span>
-nell'anca di Jacob il Patriarca, in conseguenza
-della prodigiosa lotta, che la Genesi ci narra
-avere questi sostenuta con un angelo competitore,
-che gli apparve in umana sembianza <a id="FNanchor_70"></a><a href="#Footnote_70" class="fnanchor">(55)</a>,
-come, dico, un sì fatto strano avvenimento può
-avere dato l'origine al divieto espresso nella
-Scrittura medesima di cibarsi del nervo dell'anca
-di qualunque siasi animale; anche permesso <a id="FNanchor_71"></a><a href="#Footnote_71" class="fnanchor">(A)</a>?
-Cosa, per se stesso mai significare vorrà
-<span class="pageno target" title="88" id="pag-88"></span>
-quel Precetto di non oltrepassare un certo tratto
-di cammino fuori del recinto della città il giorno
-di Sabato con qualunque siasi arredo, sia fra
-le mani, sia nelle tasche, senza escludere lo
-stesso fazzoletto, il di cui uso è indispensabile,
-e che i Rabbini poi, per indulgenza, permisero
-di portarlo avviluppato a guisa di fascia
-intorno i lombi <a id="FNanchor_72"></a><a href="#Footnote_72" class="fnanchor">(56)</a>?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="89" id="pag-89"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma prescindiamo per ora dalla serie deplorabile
-delle infinite altre pratiche superstiziose
-che fecero adottare all'ebreismo queste
-e molte differenti prescrizioni delle quali sembra
-che desso sia stato sempre condannato ad
-ignorare lo spirito e il senso genuino, o ad
-interpetrare l'uno, e l'altro erroneamente.
-Noi dovremo riassumere fremendo, sì malagevole
-proposito, allorchè imprenderemo a tempo più
-opportuno a dimostrare quale enorme detrimento
-ha per mille parti risentito la prisca
-consolante Religione d'Israel dalle mistiche
-tradizioni, commenti, e parafrasi talmudiche.
-</p>
-
-<p>
-In tanto quì ci è duopo, per assoluta necessità,
-illativamente conchiudere, che l'oscurità
-in cui ci lascia il Pentateuco di ciò che
-più avrebbe questo dovuto porre, senza mistero,
-al chiarore dell'evidenza, viemaggiormente
-concorre a confermarmi nella mia preallegata
-opinione, che tre soli disegni potesse prefiggersi
-Mosè proclamando que' divieti già riportati,
-e molti altri dell'ordine medesimo, tacendone
-i motivi, e le cagioni <a id="FNanchor_73"></a><a href="#Footnote_73" class="fnanchor">(57)</a>. Primo,
-<span class="pageno target" title="90" id="pag-90"></span>
-singolarizzare, come si disse, il Popolo ebreo,
-e contraddistinguerlo da tutti gli altri, in quella
-epoca esistenti sulla terra, ed a spese ancora
-della propria ragione; Secondo, occuparlo incessantemente
-di ciò che recare gli potesse una
-diuturna distrazione, onde allontanarlo, per
-quanto era possibile, dalle pratiche odiose
-delle idolatre Nazioni, delle quali era esso
-per ogni parte circondato, e che tanta proclivia
-ei dimostrava ad imitare sì di frequente;
-Terzo, finalmente, cimentare la sua costanza,
-oltremodo soggetta a vacillare, ed a smarrirsi.
-Disegni certamente sono questi riconosciuti
-molto adeguati per l'Israelita del Secolo di
-Mosè, ma del tutto assolutamente inopportuni
-per l'ebreo di nostra età, il quale, purchè
-tratto non abbia i natali sotto uno di que' barbari
-cieli, dove l'impronta di uomo non può
-essere mai disgiunta dal carattere di schiavo;
-ma che la sorte, al contrario, sia per esso lui
-stata propizia, accordandogli per patria un
-<span class="pageno target" title="91" id="pag-91"></span>
-suolo in cui l'uomo che sente di possedere una
-ragione, gli si reputa un infamia il non usarne,
-può, come si disse, ritrovare oggi, a suo piacere,
-altri mezzi plausibili assai più, e molto
-più solidi per distinguersi nel mondo; nè più
-ha esso duopo attualmente di tali distrazioni
-labili, e tormentose, mentre i popoli fra i
-quali esso vive a' tempi odierni non sono già
-i Cananei, gli Ibusei, o gli Amaleciti de' secoli
-remoti, e de' quali l'Israelita era in dovere
-di abominare la relazione, di rigettare
-i costumi, di esecrare la condotta; ma Nazioni
-colte, tolleranti, e civilizzate, che nulla
-esso perderebbe certamente ad imitare, e di
-cui l'esempio ben lungi dal corrompere, o
-depravare i suoi costumi, vieppiù lo renderebbe
-urbano, illuminato, ed utile alla società,
-quando ei sapesse almeno cogliere l'opportunità
-di profittarne a suo individuale vantaggio,
-ed a quello de' suoi simili.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_64"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_64"><span class="label">(54)</span></a>
-Da quando gli ebrei dovettero abbandonare le loro terre
-e divenire subalterni di quelle di altri Popoli co' quali furono
-alternativamente mischiati, riconobbero quanto sarebbe stato ridicolo
-per essi di dovere comparire in pubblico adorni di que' fili
-su' quattro lembi delle loro vestimenta; essi perciò autorizzati dai
-loro Rabbini si permisero di cambiarne la pratica, sostituendone
-invece un pezzo di drappo quadrato che ora portano soltanto sotto
-i loro abiti, in modo non osservato con quattro cordoni pendenti
-che chiamano ארבע כנפות (arbangh canfoth) <em>quattro lati, o ale</em>.
-Questi cordoni sono ciascuno di 8 fili di lana (qualche volta di
-refe di lino, ed anche di seta) filata espressamente per questo
-effetto, con 5 nodi ogn'uno, corrispondenti a' 5 libri di Mosè,
-que' nodi ne occupano la metà della lunghezza, e ciò che non è
-annodato essendo sfilato termina di fare una specie di nappa: <em class="cit" xml:lang="la">Funiculus
-in fimbriis facies; per quatuor angulos pallii tui quo
-operieris</em> (ved. <em class="loc">Num. cap. 15 v. 38</em> e <em class="loc">Deut. cap. 22 v. 12.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-In questa prescrizione ordinata per due volte da Mosè fanno
-gli ebrei consistere il più solido fondamento della credenza dell'Israelismo,
-atteso che gl'indicati nodi ch'essi vi fanno essendo
-in numero di 26 che tale è il calcolo che deducono dalle lettere
-delle quali si compone il Nome ineffabile יה.ה (Jehovah) L'<em>Essere
-Supremo</em>. Ma nel tempo delle preghiere che fanno entro la
-Sinagoga, gli ebrei s'involgono con un velo di lana, o di seta
-quadrato colle indicate nappe negli angoli; questo drappo essi lo
-chiamano <em>Taleth</em>, ovvero Manto che si mette sopra tutti gli altri:
-ma quale ne sia l'origine inutile non mi sembra investigarla avanti
-di passare oltre.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Allorchè Mosè ritornò dal monte Sinaj nel campo degl'Israeliti,
-dopo di avere avuta la gloria di conferire coll'Eterno, la
-Beatitudine Divina restando espressa sul volto di questo Legislatore,
-offuscò talmente gli occhi del popolo nel rimirarlo, che Mosè fu
-obbligato di coprirsi il volto con un velo, siccome in chiari sensi
-lo abbiamo dalla Scrittura (<em class="loc">Exodo cap. 34 v. 35.</em>) ed ecco, secondo
-i Rabbini, la primitiva origine del Taleth.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Alcuni altri ancora pensano che quest'arnese fosse inventato per
-ovviar le distrazioni durante le preghiere; quindi è che i Rabbini
-titolati, e i più devoti fra gli ebrei, se ne cuoprono interamente
-quando altri lo tengono soltanto ondeggiante sulle spalle. Avvi
-degli autori poi che opinano che gli ebrei prendessero quest'uso
-da' Romani, i quali pregavano i loro Dei colla testa velata; ed
-essi dicevano di avere ricavato un tale costume da Enea, che lo
-avea portato da Troia, come rilevasi da <em class="nome">Virgilio</em>, il quale gli fa
-dire <em class="loc">Æneid lib. 2.</em>
-</p>
-
-<p class="foot" style="text-indent: 4em;">
-<em class="cit" xml:lang="la">Caput ante aras Phrygio velamur amictu.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Per altro quelli che pretendono ripetere l'origine del Taleth
-da' Romani rimarcano che gli ebrei hanno presi molti usi da' medesimi
-dopo che ne furono sottomessi. Tutte queste prove sono
-tanto poco valevoli, o convincenti, quanto sono quelle allegate
-dagli stessi Romani, e da' Rabini ancora che il presentarsi davanti
-Dio colla testa coperta, come facevano i primi, e nel modo che
-lo praticano gli ultimi attualmente, è una marca di penitenza, di
-rispetto, di umiltà, di modestia, e di timore.
-</p>
-
-<p class="foot">
-È parimente comandato agli ebrei (<em class="loc">Deut. cap. 6 v. 8. e cap.
-11 v. 18.</em>) di dovere sempre avere nella mano, e sulla fronte ciò
-che la Scrittura denomina <em>Totaffoth</em>, e che gli ebrei distinguono
-per <em>Teffilin</em> תפילין che i Greci chiamano <em>Phylacteros</em>; frattanto
-per non essere derisi dal Popolo sopra un arnese che dee essere
-in tanta venerazione presso gli ebrei, questi ai contentano di
-usarli durante il tempo delle preghiere del mattino. Questi Teffilin
-che in Caldeo, ed in ebreo rabbinico è come chi direbbe
-in latino <em>Precatoria</em>, perchè gli ebrei si servono di quelli nelle
-loro sacre orazioni, sono fatti nella maniera seguente. Sopra due
-pezzi di pergamena sono scritti con dell'inchiostro fatto espressamente
-in lettere quadrate, e con molte esattezza gli appresso quattro
-testi in ciascuno de' medesimi, come è indicato dalla Scrittura
-1. <em class="cit" xml:lang="la">Audi Israel etc.</em> (<em class="loc">Deut. cap. VI. v. 4.</em>) 2. <em class="cit" xml:lang="la">Si ergo obedieritis
-mandatis mei etc.</em> (<em class="loc">Ibid. Cap. XI. v. 13.</em>) 3. <em class="cit" xml:lang="la">Sanctifica
-mihi omne primogenitum etc.</em> (<em class="loc">Exo. Cap. XIII. v. 1.</em>) 4. <em class="cit" xml:lang="la">Cumque
-introduxerit te Dominus etc.</em> (<em class="loc">Ibid. v. 11.</em>). Queste due
-pergamene sono rotolate insieme in forma di un viluppo acuminato
-che si racchiude nella pelle di vitello nera, indi si colloca
-sopra un pezzo quadrato da cui pende una coreggia della stessa
-pelle larga un dito, e circa un braccio e mezzo lunga; questi
-Teffilin sogliono mettersi nella piegatura del braccio sinistro, rivolgendo
-la coreggia (dopo di avere fatto un piccolo nodo a foggia
-di <em>Yod</em>), intorno il braccio in linea spirale, che viene a terminare
-nell'estremità del dito medio della mano: Questi vengono
-denominati תפילין של יד <em>Teffilin Scel Yad</em> (cioè, Teffilin
-della mano). In quanto poi agli altri, gli stessi menzionati quattro
-testi sono in essi vergati egualmente sopra quattro pezzi di
-pergamena di cui formasi un quadrato sul quale viene a rilevarsi
-le lettera ש <em>Scin</em>, e da un altro quadrato che restavi annesso,
-vengono a sortire due altre coregge di lunghezza, e larghezza
-presso a poco simile alle prime; e sono questi chiamati תפילין
-של ראש <em>Teffilin scel rosc</em>, cioè, <em>Teffilin della testa</em>.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ecco dunque i <em>frontali</em> che gli ebrei mettono unitamente al
-Taleth, durante la preghiera soltanto de' giorni feriali, giacchè
-le solennità, e il Sabato non usano che il semplice Taleth sugli
-omeri, come si disse, benchè molti, e specialmente i Rabbini,
-lo mettino in testa, e se ne avviluppino per non essere distratti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Del resto lasciando le infinite allegorie che vi furono applicate
-(ved. <em class="loc">Hor.</em>, <em class="loc">Haym.</em>, <em class="loc">Ghem.</em>, <em class="loc">Menah.</em>, <em class="loc">Ramb.</em>) noi rimandiamo
-a <em class="nome">Bustorfio</em>, il quale rapporta estesamente le prove della
-forza del <em>Zizith</em>, e de' <em>Teffilin</em> tratte da Commentarj medesimi
-de' Rabbini (<em class="loc">Syn. Jud. cap. 9.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_65"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_65"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Levit. cap. 19. v. 14.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_66"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_66"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Deut. Cap, 22. v. 10.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_67"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_67"><span class="label">(B)</span></a>
-<em class="loc">Id. v. 5.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_68"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_68"><span class="label">(C)</span></a>
-<em class="loc">Levit. Cap. 19 V. 27.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_69"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_69"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Exo. cap. XVII. v. 16</em> <em class="loc">Deut. cap. VII. v. 1 e seq.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_70"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_70"><span class="label">(55)</span></a>
-<em class="nome">Freret</em>, <em class="nome">Voltaire</em>, <em class="nome">Boulanger</em>, ed altri fanno delle osservazioni
-al solito loro molto bizzarre intorno questo aneddoto
-della Scrittura, essi ritrovano primieramente straordinario di non
-vedervi spiegato in quale anca, se nelle dritta, o nella sinistra sia
-stato percosso il Patriarca; in secondo luogo stupiscono di non
-vedervi diffinito in quale de' nervi abbia il medesimo sofferto la
-lussazione che le sacre pagine ci narrano. Quest'ultima obbiezione
-sembra avere per base un esperimento anatomico. V'ha nel
-corpo umano sei sorta di nervi che si perdono nel nervo crurale
-che chiamasi anteriore, ed in quello che nomasi posteriore; oltre
-i quali, avvene ancora il gran nervo sciatico che si divide parimente
-in due, ed è appunto l'alterazione di questo nervo che cagiona
-quella malattia che gli anatomici distinguono col nome di
-<em>Gotta Sciatica</em>; che regolarmente rende zoppo l'individuo che
-n'è attaccato: Sembrami, per altro, che l'opposizione di questi
-critici si fondi per non vedere nella Scrittura un detaglio anatomico
-di questo fatto straordinario, senza riflettere che ciò era un
-vano pretendere, non essendo la notomìa in que' tempi conosciuta.
-I medesimi critici veggono parimenti con sorpresa come Jacob percosso
-nella coscia, e questa non essendo tutta via ripristinata, abbia
-ancora tanta forza per lottare contro un messaggere celeste, e
-per dirgli: <em class="cit" xml:lang="it">io non ti lascierò a meno che tu non mi abbia benedetto</em>.
-Ma tutti gli esperimenti debbono sparire davanti l'autenticità
-de' libri Sacri, i quali faranno cessare in noi così pure ogni
-sorpresa dal momento che alla fede faremo tenere le veci di scienze
-e di ragione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_71"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_71"><span class="label">(A)</span></a>
-<em class="loc">Gen. Cap. 32 v. 33.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_72"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_72"><span class="label">(56)</span></a>
-il Basnage osserva che sarebbe da desiderare che gli ebrei
-si fossero appigliati, per ciò che riguarda il riposo del Sabato,
-all'insinuazione di <em class="nome">Ovidio</em>; non ostante ch'egli fosse autore
-Pagano:
-</p>
-
-<div class="center">
-<div style="display: inline-block;">
-<p class="center compatto">
-<em class="cit" xml:lang="la">Quaque Die redeunt rebus minus apta gerendis<br/>
- Culta Palæstino Septima Sacra viro,</em>
-</p>
-<p class="destra compatto">
-<em class="loc">De Ar. Aman. lib. 1.</em>
-</p>
-</div>
-</div>
-
-<p class="foot">
-Se noi dovremmo attenerci alle decisioni de' Rabbini sulle
-superstiziose cerimonie da osservarsi nel Sabato, e sul riposo macchinale
-che impongono essi in simile giorno, gli ebrei non dovrebbero
-muovere un passo dalla posizione in cui gli sorprenderebbe
-il Sole nel momento del tramontare della vigilia, come lo
-praticano appunto i Caraiti, attaccati al testo letterale che dice
-אל יצא איש ממקומו ביום השביעי (al jezeh hisc mimecomò bajom
-ascebinghi) <em class="cit" xml:lang="la">Maneat unusquisque apud semetipsum, nullus
-egrediatur de loco suo die septimo</em>. (<em class="loc">Exo. Cap. 16 v. 29.</em>)
-ma non essendo possibile rigorosamente fra noi eseguirsi un tale
-precetto quale viene prescritto da Mosè, i Talmudisti pensarono
-commutarne la pratica, limitando, in vece, il tratto di cammino
-da permettersi in quel giorno a mille passi oltre le porte della
-Città; ma questo ancora sgravato da qualunque siasi peso, eccetto
-che il mero necessario abbigliamento, senza che vi entri niente
-di superfluo nè di aggravante. (Ved. <em class="loc">Tratt. Nghirub. Cap. XIV.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Del resto assai malagevole si renderebbe a descrivere tutte le superstizioni
-che si fanno luogo in questo medesimo giorno presso
-i recenti ebrei: un prolisso trattato di <em>Misnah</em> vi è impiegato sulla
-osservanza delle pratiche del Sabato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_73"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_73"><span class="label">(57)</span></a>
-Di tal fatta può dirsi precisamente l'ordine imposto da
-Dio a Mosè (<em class="loc">Exo. Cap. 30 v. 12 e 13</em>) di non contare le dodici
-Tribù d'Israel che col mezzo di tante monete, onde soccombere
-quelle non dovessero ad un flagello sterminatore, numerandolo
-individualmente come seguì appunto a David, il quale, per quanto ci
-annunzia la Scrittura, pagò a tale gravoso prezzo l'ordine da esso
-lui emanato a Joab suo ministro di fare l'ennumerazione individuale
-di tutto il Popolo ebreo soggetto a' suoi domini (<em class="loc">Sam. II.
-Cap. 24 v. 16 17.</em>) di tale natura può dirsi ancora la prescrizione
-imposta duplicatamente da Dio a Mosè (<em class="loc">Num. Cap. 18 v. 15</em>
-<em class="loc">Exo. Cap. 13 v. 14</em>): di redimere col mezzo di cinque monete di
-argento qualunque primogenito dopo un mese della sua nascita,
-ed altre simili prescrizioni dell'ordine medesimo, i motivi della
-osservanza delle quali furono interamente dalle sacre pagine taciuti.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-VIII">
-<span class="pageno target" title="92" id="pag-92"></span>
-CAPITOLO VIII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Mezzi presentanei che possono con sicurezza
-condurci alla fissata riduzione, sì ovvia,
-e salutare, senza ledere nella minima
-parte la base fondamentale su di cui dee
-sostenersi il vero Divino Culto del Popolo
-d'Israel.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Persuasi intimamente che le moltiplici fondate
-ragioni da noi fin quì riportate ci rendino
-una volta della urgente necessità indispensabile
-di alleggerire la nostra mente da tante
-inutili cure; di liberare il nostro spirito dal
-giogo ferale di tutte quelle illusioni che lo
-abbaccinavano al segno di fare ad esso credere
-l'errore verità, e questa una chimera;
-di rappresentarli il soverchio necessario, e questo
-indifferente; fermi dunque nella convinzione
-di sì pressante bisogno, molto agevole assunto
-parmi che dovrà per se stesso riuscirci di
-<span class="pageno target" title="93" id="pag-93"></span>
-rinvenire in seguito con esattezza i mezzi più
-opportuni onde giugnere sicuri a questo grande
-scopo, e discernere così metodicamente il bene
-solido, e perenne da quello che in realtà fu sempre
-mai riconosciuto, generalmente fallace, ed
-apparente.
-</p>
-
-<p>
-Ma siccome non è già la prevenzione quella
-che dee guidare i nostri passi all'essenziale
-ricerca di tali mezzi, nè il pregiudizio quello
-che può farceli ritrovare con avventurato quanto
-rapido successo; così, alieni affatto da quella,
-onninamente scevri di questo, noi osiamo lusingarci
-di potere essere finalmente condotti
-alla meta propizia di nostre intense brame,
-riassumendo, di slancio, gl'imponenti genuini
-motivi che ci hanno già fatto precedentemente
-determinare a stabilire l'abrogazione delle
-nove parti de' precetti contenuti ne' cinque libri
-del Codice Mosaico.
-</p>
-
-<p>
-Avendo noi dunque tali precetti divisi in
-tre classi differenti, a ciascuna delle quali per
-conseguenza, abbiamo dovuto necessariamente
-assegnare il rango, e l'oggetto conveniente,
-onde rendere congrua, e solida ragione degli
-idonei motivi che o indussero ad ammettere i
-precetti contenuti nell'una, ed a sopprimere
-quelle che giudicato abbiamo appartenere alle
-due altre. Or da sì fatta operazione osservammo
-risultare, che la decima parte di quelli
-<span class="pageno target" title="94" id="pag-94"></span>
-unicamente potea essere capace, in ogni senso
-a costituire la base radicale della Religione
-d'Israel, considerando le nove altre come superflue
-al suo ben essere, ed inopportune alle
-sue presenti circostanze.
-</p>
-
-<p>
-In fatti se, come fu già da noi dimostrato,
-tutte quelle ordinanze, o prescrizioni racchiuse
-nelle abrogate classi più non debbono esistere
-per l'odierno Israelismo, di sorte alcuna, essendo
-restate sepolte, è circa ormai 18 secoli,
-sotto le rovine deplorabili del tempio, e dell'altare
-a cui una gran parte di esse riferivasi,
-quale delirio di volere farle pure oggi valere,
-anche non esistenti, sulla stravagante lusinga,
-che un Inno, una Prece, una Jaculatoria,
-espressa in certi destinati momenti, replicata
-un numero di volte, impiegando per tal effetto,
-de' vocaboli sinonimi, accompagnati da strepiti,
-da gesta, da varie contorsioni, e da positure
-differenti <a id="FNanchor_74"></a><a href="#Footnote_74" class="fnanchor">(58)</a>, debba tenere le veci di
-<span class="pageno target" title="95" id="pag-95"></span>
-olocausto, meritare il compenso equivalente,
-e coll'efficace mezzo di quelle, potere attualmente
-ancora conseguire dall'Eterno que' medesimi
-favori, che già ne' tempi andati risultare
-miravansi da questo <a id="FNanchor_75"></a><a href="#Footnote_75" class="fnanchor">(59)</a>? E quelle che
-<span class="pageno target" title="96" id="pag-96"></span>
-racchiudono, come opportunamente osservammo
-il giudiziario, il civile, il politico ec., non
-fanno elleno parte delle Leggi di qualunque
-civilizzato governo della terra, sotto i di cui
-auspicj l'ebreo del pari che ogni altro subalterno,
-mira esercitare tutti gli atti di umanità
-e di giustizia che il Codice Mosaico avea prescritti?
-E se oggi più non si lapida, non si
-strangola, non si abbrucia i rei di aggressione,
-di omicidio, ed i trasgressori della Religione,
-come praticavasi allora, il facinoroso, l'aggressore,
-e l'omicida sono frattanto puniti dalle
-sane Leggi odierne, con de' supplizj egualmente
-capitali, ma meno atroci di quelli che la prisca
-teocrazia avea introdotti; lasciando all'eterna
-giustizia la cura d'infliggere la pena che meritano
-i refrattarj criminosi del vero culto che
-l'ente ragionevole è in dovere di prestare al
-<span class="pageno target" title="97" id="pag-97"></span>
-di lui Opifice Supremo. Mi si accenni di grazia,
-un solo popolo, purchè mediocremente illuminato,
-che non riguardi come il primo essenziale
-dovere dell'ordine sociale di punire il delitto,
-difendere l'innocenza, soccorrere l'infermo,
-e l'indigente, garantire le sostanze dei Cittadini,
-e rendere giustizia a chi l'implora; e
-tutto ciò è da quelli sì chiaro conosciuto, e sì
-esattamente osservato, senza forse avere la
-benchè minima contezza (come non l'avevano
-effettivamente non più i Greci nè i Romani)
-delle Instituzioni stabilite da Mosè nel Pentateuco
-ad un tale riguardo. E non sono queste
-prove sufficienti per dimostrare, che se anche
-l'ebreo volesse a rigore mantenere quanto è prescritto
-relativamente alle indicate materie,
-l'impotenza nella quale oggi trovasi ridotto di
-creare per se stesso nuove Leggi, farle valere
-e propalarle, e la necessità che lo astringe,
-d'altronde a sottommettersi, senza riserva, a
-quelle del paese in cui vive, non lo metterebbero
-interamente fuori della situazione di
-eseguirlo <a id="FNanchor_76"></a><a href="#Footnote_76" class="fnanchor">(60)</a>?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="98" id="pag-98"></span>
-</div>
-
-<p>
-Or delle deduzioni risultanti de' precetti
-contenuti nelle due abrogate classi, quale detrimento
-domando, potrà mai risentire la Religione
-dell'Israelismo, quale scapito soffriranno
-le basi inconcusse, ed essenziali necessarie
-a sostenere le pretta credenza di questo Popolo,
-dalla semplice restrizione portata nella
-terza, sulla quale si aggira unicamente il nostro
-fissato piano di Riforma? A che mai riducesi
-per se stessa una sì fatta modificazione
-riguardata dalla stolida moltitudine fanatica,
-sì strepitosa, e sì enorme? Primieramente a
-simplificare l'affluenza complicata di ripetizioni
-<span class="pageno target" title="99" id="pag-99"></span>
-usate nel Pentateuco, siccome lo abbiamo altrove
-rimarcato, prescrivendo i medesimi precetti,
-sia che procedessero dall'indole propria
-dell'idioma ebraico in cui esso fu scritto,
-suscettibile di un dato genio tutto suo particolare,
-sia che derivate fossero dal gusto universale
-dominante in que' secoli, anche presso
-gli Scrittori i più accreditati di altri popoli
-per quanto noi conosciamo <a id="FNanchor_77"></a><a href="#Footnote_77" class="fnanchor">(61)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="100" id="pag-100"></span>
-</div>
-
-<p>
-In secondo luogo poi a rendere il rigenerato
-sistema della Religione Mosaica libero
-interamente da tutto quelle superfluità, o pratiche
-bizzarre, compatibili forse in un epoca in
-cui l'ebraismo, illusoriamente predominato dal
-ridicolo entusiasmo di formare per se stesso un
-Popolo eletto dall'Essere Supremo, in preferenza
-di ogni altro, (siccome fu già da noi
-rimarcato nella nostra Introduzione Preliminare)
-credevasi astretto di dovere adottare
-delle massime stravaganti solo ad esso particolari,
-onde essere tale considerato ad esclusione
-di ogni altro; ma ne' secoli presenti ne'
-quali più non appartenendo l'ebreo ad una
-sola terra, ad un regno solo, ad una sola regione,
-e che desso, al contrario, è proclamato
-cittadino del mondo, specialmente se la sorte
-lo fece nascere in Francia, od in Italia, non
-<span class="pageno target" title="101" id="pag-101"></span>
-sarebbe egli all'eccesso condannabile per lui di
-volere spontaneamente portare delle marche
-ridicole impresse sul suo volto per distinguersi
-da tutti gli altri suoi concittadini, oltre le tante
-altre infamanti delle quali la barbarie di certe
-Leggi, la superstizione, e l'ignoranza di alcuni
-Popoli contrassegnavanlo un tempo <a id="FNanchor_78"></a><a href="#Footnote_78" class="fnanchor">(62)</a>; ovvero
-coltivare quegli usi antisociali che ignorati fossero
-da questi, o avvalorare quelle strane cerimonie,
-che gli attirerebbero il vilipendio
-universale di tutti i suoi coabitanti?
-</p>
-
-<p>
-In terzo luogo, per ultimo, a rimettere
-la Nazione d'Israel sul piede degli altri popoli,
-a purificare il suo culto, a civilizzarla
-ne' suoi costumi, ad illuminarla, nell'educazione
-morale, e nella coltura dello spirito, ed a
-<span class="pageno target" title="102" id="pag-102"></span>
-renderla tale, in una parola; quale il proprio
-suo interesse lo impone, ed il propostoci disegno
-salutare lo richiede.
-</p>
-
-<p>
-Ecco verosimilmente a bastanza di che
-fare quanto è duopo conoscere il bisogno urgente,
-e indispensabile dell'immediata Riforma
-che ci siamo essenzialmente prefissa del culto,
-e dell'educazione Politico-morale del Popolo
-Ebreo, ed i soli mezzi efficaci che possono con
-sicurezza condurvici direttamente senza che la
-base fondamentale vengane lesa nelle sue massime
-più importanti, non dobbiamo rintracciarli
-che nel vasto campo della nostra propria
-ragione <a id="FNanchor_79"></a><a href="#Footnote_79" class="fnanchor">(63)</a>; quest'esimia ragione che ci fece
-per tante volte in chiari accenti capire, che
-la Religione dee essere limpida, semplice, universale,
-alla portata di tutti gli spiriti, perchè
-dessa è fatta per tutti i cuori; che la sua morale
-non dee essere soffocata sotto l'aggravante
-peso del dogma, che niente di oscuro, nè di
-<span class="pageno target" title="103" id="pag-103"></span>
-misterioso, nè di assurdo giammai dee sfigurarla
-questa ragione, dico, non avrà tenuto indarno un
-sì energico, e penetrante linguaggio, sempre che
-noi saremo a sufficienza forti, e decisi per abbattere,
-e svellere delle radici l'edifizio il più
-impotente, ed il più mostruoso che l'abbia
-mai disonorata, qual'è quello delle infinite
-cerimonie superstiziose, delle pratiche all'eccesso
-ridicole, e degli usi ributtanti, e irragionevoli
-che tenere faceansi fatalmente fino
-ad ora, il rango, ed il carattere di religione,
-inventati scaltramente da quelli che bene intesero
-in ogni tempo la teorìa delle regole
-adeguate, e necessarie a mettersi in pratica
-per sedurre, o ammaliare, secondo le circostanze,
-o il bisogno, un popolo che sempre
-tentarono, ad ogni prezzo, di rendere ligio
-a' propri criminosi smarrimenti.
-</p>
-
-<p>
-Non ignoro, d'altronde, quanto arduo,
-e malagevole assunto riescire dovrà per certuni
-quello di dovere abdicare in un momento quei
-moltiplici deplorabili errori succhiati alla mamella,
-che per un lungo periodo di anni furono
-loro fatti considerare come sacri, ed essere
-così astretti a sostituire in vece delle verità
-nuove a' vecchi assurdi. Ma e pure questo è
-in fatti l'unico sacrifizio, e il più importante,
-e decisivo della sorte dell'uomo, che l'eccelsa
-ragione, la società, e la natura esigono
-<span class="pageno target" title="104" id="pag-104"></span>
-fermamente d'accordo dalla prosapia d'Israel,
-in contraccambio del mezzi efficaci, e salutari
-ch'esse gli porgono. Quindi una volta che la
-medesima si dedichi risolutamente di buon
-grado a proclamare la durabile rigenerazione
-del suo culto, de' suoi costumi, e della sua
-educazione morale, guidata da principj sì edificanti
-nel cuore, i mezzi sì avidamente ricercati
-gli si offriranno per essi medesimi alla
-mano senza la più tenue pena dalla sua parte;
-soggiugnendo però che il ritrovarli solo non
-basta; con ciò pressochè nulla avrebb'ella
-cooperato al di lei proprio solido giovamento;
-sopra d'ogni altra cosa urgente, e necessaria è
-duopo studiare accuratamente la difficile teoria
-di conservarli.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_74"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_74"><span class="label">(58)</span></a>
-Senza fermarci quì ad oppugnare una pratica sì perniciosa
-e sì comune, osserveremo soltanto che gli uomini, generalmente
-parlando, hanno all'eccesso aumentati i vocaboli che servono a
-marcare l'atto religioso, forse immaginando che la medesima idea
-espressa nelle loro preghiere con vari giri differenti, gli uni più
-sommessi degli altri, ed in ogni tempo seguitate da certe cerimonie
-ch'essi supponevano dover piacere a Dio, loro attirerebbe
-il suo alto soccorso di una maniera più affluente, più pronta, e
-più efficace. I Greci, ed i Romani attribuirono molta forza, e
-attività a certi vocaboli, ed a certe formule superstiziose che impiegavano
-essi nelle loro preghiere al segno di restare fermamente
-persuasi che mediante il favore di alcune parole, sostenute da varie
-cerimonie bizzarre, essi potevano astrignere la Divinità ad essere
-loro propizia. Egli è così che ogn'uno s'immagina di potere ampliamente
-ottenere dall'Essere Supremo ciò che domanda impiegando
-molti termini sinonimi accompagnati da varie attitudini
-diverse, e da clamorose preghiere, che formano la base prima,
-ed essenziale di presso che tutte le sette che conosciamo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_75"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_75"><span class="label">(59)</span></a>
-Non ostante che gl'Israeliti sieno stati sempre obbligati
-di pregare Dio, non pare verosimile che allora quando essi offrivano
-i sacrifizj entro il loro antico Tempio venerabile, avessero
-duopo di usare di quelle tante interminabili preghiere fisse, e quotidiane
-che praticare si veggono da' moderni ebrei nelle loro proprie
-Sinagoghe. Ma essi, nulla di meno, sostenuti dal Profeta
-(Oss. Cap. 14 v. 3) adducono con intima convenzione ונשלמה
-פרים שפתינו (unscialemah parim sefatenu) <em class="cit" xml:lang="la">Et reddemus vitulos
-labiorum nostrorum</em>. Intendendo con tale frase di potere
-supplire oggi colle preghiere alla mancanza, ed alle totale cessazione
-de' loro antichi sacrifizj; ed eccone precisamente lo norma
-che quasi tutto il corpo dell'ebreismo ha conservata sopra un tale
-rapporto.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Siccome tutti i giorni offrivasi nel tempio di Gerusalemme
-due sacrifizj, cioè, l'uno la mattina, e l'altro la sera, gli ebrei
-Talmudisti hanno così stabilito di dovere recitare nelle loro Sinagoghe
-la preghiera delle mattina denominata תפילה (Teffilah)
-quella della sera che chiamasi מנחה (Minhah) che reputano
-equivalenti a que' due indicati sacrifizj oggi soppressi. Ma nella
-occasione del Sabato, e delle feste solenni, durante il corso dell'anno,
-oltre questi due sacrifizj quotidiani, aggiugnendosene altro
-nuovo, così gli ebrei in simile giorno aggiungono parimente altra
-nuova preghiera che appellasi מוסף (Mussaff) cioè, <em>addizione</em>.
-E altresì opportuno quì di rimarcare, che oltre le preghiere testè
-menzionate, che gli ebrei pretendono, d'accordo, come si disse,
-fare equivalere a' sacrifizj annunziati, essi hanno ancora la preghiera
-dell'entrare della notte, che stabilirono per ciò che restava
-del sacrifizio vespertino, e che chiamano ערבית (Ngharbith).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma se Dio avesse aggradite le parole in proferenza delle vittime,
-non lo avrebbe egli stesso fatto capire, nel modo appunto
-ch'esso fece chiaro per tante volte intendere di volere Olocausti,
-e non Preghiere in loro vece, o piuttosto, come chiaro si esprime
-il Profeta Isaia (<em class="loc">Cap. 58 v. 6 e seq.</em>) nè gli uni nè le altre,
-ma solo un puro, e retto cuore in loro luogo? E giacchè altrimenti
-si presume, non basterebbe egli forse una sola concisa preghiera
-in ciascun giorno?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_76"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_76"><span class="label">(60)</span></a>
-È ben vero che sotto gl'Imperatori Romani gli ebrei avevano
-l'amplia facoltà di giudicare pubblicamente secondo le Legge
-Mosaica tutte le cause che agitavansi fra di essi, ma per altro
-questo diritto, se vuolsi prestare fede ad <em class="nome">Origene</em> che vivea in
-que' tempi, non era già devoluto a' medesimi che per la mera
-procedura soltanto delle cause civili, giacchè le criminali erano
-di competenza del solo Tribunale Supremo di Roma (Ved. Orig.
-<em class="loc">Epist. ad Rom. lib. 6 Cap. 1</em> &amp; <em class="loc">Epist ad Afric. pag. 243.</em>)
-Se v'ha tutta via de' luoghi ancora ne' quali dall'autorità Sovrana
-permesso al corpo degli ebrei che n'è soggetto di costituire
-nel suo centro un Tribunale espresso per discutere, o definire le
-sole cause civili che si agitano fra gli individui di questa nazione,
-ciò, per altro, non segue che nelle Città dove gli ebrei essendo
-alquanto numerosi, come Livorno, Roma, Amsterdam, Praga,
-Venezia, ed alcune altre, i tribunali ordinarj del paese non potrebbero
-supplire ed evaderle tutte con quell'esattezza, e sollecitudine
-che richiede la giustizia, per chi vuole cautamente amministrarla.
-I respettivi Sovrani dunque di tali Stati concedono di
-rivestire un certo dato numero di ebrei i più qualificati per lumi,
-e per dovizie della dignità giudiziaria, rimettendo fra le loro mani
-il deposito di una parte dell'amministrazione della giustizia; ma
-questa dignità è d'altronde così precaria, e circoscritta, che può
-essere loro tolta, o surrogata ad ogni momento, e soggetta in
-qualunque siasi tempo alle leggi dello Stato, alle quali l'intero
-corpo della Nazione che vi abita è per ogni parte sottomesso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_77"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_77"><span class="label">(61)</span></a>
-Molti commentatori, fra i quali <em class="nome">Bustorfio</em>, <em class="nome">Girolamo</em>
-ed il celebre <em class="nome">Aaron</em> caraita (di cui mi riserbo a fare menzione allorchè
-mi emergerà di proposito ragionare della setta del caraismo)
-si fecero ad opinare che le frequenti ripetizioni che si trovano in
-gran copia sparse per tutta la scrittura fossero una conseguenza del
-genio particolare proprio della lingua ebraica, la quale attesa la
-sua naturale semplicità e concisione suole ripetere d'ordinario le
-medesime cose or sotto vocaboli differenti, ed ora sotto identiche
-frasi. Per altro, tutto che quest'opinione sia vera in gran parte,
-io veggo frattanto che <em class="nome">Omero</em> è generalmente imputato del medesimo
-difetto, siccome lo sono tutti gli scrittori di quel secolo; ed
-i critici ritrovano una conformità perfettamente identica fra la
-maniera di parlare del poeta Greco, e quella con cui si esprime il
-legislatore d'Israel; ed io rimarco parimenti che <em class="nome">Marziale</em> non ha
-potuto astenersi in qualche luogo de' suoi epigrammi dal deridere
-Omero per sola cagione di simile difetto (se tale potea questo in
-quell'epoca chiamarsi), dal che si potrebbe opportunamente inferire
-non essere già queste reiterazioni soltanto particolari al genio della
-lingua ebraica, ma che anche l'idioma del cantore di Smirne suscettibile
-fosse del carattere medesimo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Da sì fatta maniera di esprimere sì di frequente le stesse
-cose, vari pensatori trassero argomento d'inferire che Mosè non
-potea essere l'autore del Pentateuco, e tanto più questo dubbio
-prende piede in mente loro, facendo attenzione alla diversità dello
-stile che vi s'incontra di tratto in tratto, ciò che forma una prova in
-mente loro troppo idonea e convincente onde fare credere che un
-medesimo scrittore non può in verun modo esserne l'autore: alcuni
-ancora più moderati degli altri ne' loro giudizi, opinano che per
-negligenza de' copisti l'ordine delle materie possa essere stato alterato
-nel trascriverle dalla primitiva dizione originale; e di ciò
-sembrami niente assolutamente più facile poichè siccome gli antichi
-scrivevano sopra piccioli viluppi, o fogli separati, che rotolavansi
-gli uni sopra gli altri, non avranno forse avuta le necessaria precauzione
-di conservare sempre il metodo regolare delle materie, ed in
-vece avranno fatto, senza dubbio, delle repliche, laddove era duopo
-di sopprimere quelle che già vi erano antecedentemente, e di elidere
-le cose inutili, o soverchie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_78"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_78"><span class="label">(62)</span></a>
-Per quanto ci narrano le Istorie di tutti i popoli conosciuti,
-non vi fu luogo giammai sopra la terra, in cui gli ebrei che
-lo abitarono non soggiacessero all'infamia degradante di vedersi
-contraddistinti dal resto de' cittadini con certe marche affisse ora
-nella sommità del Cappello, ora nella parte la più visibile degli
-abiti, e le femmine stesse di questa nazione non ne erano escluse.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Negli stati musulmani poi, ne quali non è appena che un
-secolo si contrassegnavano anche i Cristiani, la marca destinata
-per gli ebrei era del tutto differente da quella che fissavasi per gli
-altri, benchè non molto visibile, e per conseguenza meno avvilente
-di quella con cui venivano marcati sotto il cielo apostolico romano;
-ma una gran parte degli ebrei, per altro, ben lontana dal riguardarla
-come tale, compiacevasene al segno di considerare come pessimi
-ebrei quelli che cercavano di ocultarla, o che al prezzo di moneta
-pervenivano a conseguirne l'esenzione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_79"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_79"><span class="label">(63)</span></a>
-<em class="cit" xml:lang="fr">Nostre Raison</em> (dice il celebre D'Argens) <em class="cit" xml:lang="fr">est un don
-de Dieu, qui ne saurait nous tromper; c'est un présent qu'il
-nous a fait pour nous donner le moyen de le connoître, et de
-le servir</em> <em class="loc">Lett. Juiv. lett. XXXIII. pag. 81.</em> infatti se questa sublime
-ragione, massime nelle cose dimostrativamente evidenti, ci
-facesse smarrire dall'ameno sentiero che conduce alla solida perenne
-felicità ch'essa promette, ne verrebbe per illazione che Dio c'ingannerebbe,
-ciò che non può assolutamente sostenersi senza il colmo
-dell'insania, Dio essendo la verità inalterabile medesima.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-IX">
-<span class="pageno target" title="105" id="pag-105"></span>
-CAPITOLO IX.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Dall'origine della Misnah, e del Talmud;
-ossia della Ghemarah; oggetto, e scopo
-di entrambe.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-I grandi avvenimenti, dice un pensatore inglese,
-sono per l'ordinario da gran cause prodotti;
-ma siccome i filosofi rigettano il più
-delle volte, con certe ragioni da essi loro
-credute valide, ed inoppugnabili, queste vantate
-cause misteriose, e soprannaturali immaginate,
-com'essi opinano, da un certo numero
-di antichi ad oggetto di accreditare le loro
-stravaganti opinioni colle quali ammaliarono
-lo spirito del volgo, sì facile ad illudere e sì
-malagevole a disingannare, essi avrebbero dovuto
-piuttosto cercarne la sorgente nelle antiche
-massime religionarie, e studiare con diligenza
-il carattere genuino di que' soggetti
-che le hanno prodotte, diffuse, ed accreditate,
-onde con più pronta e più agevole maniera
-<span class="pageno target" title="106" id="pag-106"></span>
-pervenire alla esatta cognizione degli enimmi
-sacri generalmente venerati, sì familiari ad
-essi, e di cui la moltitudine insensata, si fa
-depositaria, senza speranze di potere giugnere
-per niun mezzo a comprenderli giammai <a id="FNanchor_80"></a><a href="#Footnote_80" class="fnanchor">(64)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Tale appunto è l'intima natura delle innumerabili
-mistiche visioni delle quali sono
-inondate le opere di cui entriamo a ragionare,
-e tale è precisamente l'indole che ci fecero in
-ogni senso conoscere avere quegl'individui che
-le hanno fino a noi tramandate.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="107" id="pag-107"></span>
-</div>
-
-<p>
-Per altro l'antichità di queste opere, il
-rispetto illimitato verso gli estensori d'esse
-che si ebbe la scaltrezza d'insinuare nell'animo
-di quelli sventurati che si avea precedentemente
-sedotti, il fermo loro accanimento nel seguitare
-le une, nel difendere gli altri, la cura
-indefessa che fu da quelli presa in ogni tempo
-ad oggetto di propalarle, e perpetuarle, come
-opere provenienti dal Cielo, e dettate dalla
-stessa increata mente dell'Essere Supremo: tutto
-ciò, dico, dovea per necessità indispensabile
-impedire loro di credere che quelle opere, in
-gran parte, altro non fossero per elleno medesime
-che un aggregato informe d'idee bizzarre,
-scaturite da altrettante immaginazioni
-travviate, il delirio particolare delle quali
-divenne pur troppo in breve spazio di tempo,
-come succedere dovea senza scampo, uno smarrimento
-quasi universale di tutto un popolo immenso <a id="FNanchor_81"></a><a href="#Footnote_81" class="fnanchor">(65)</a>;
-verità che frappoco sarà posta
-da noi al chiarore dell'evidenza.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="108" id="pag-108"></span>
-</div>
-
-<p>
-Dal fin quì esposto sembrami rendersi
-quanto è duopo manifesto che inferire solo io
-voglio di quelle opere unicamente che la tradizione
-fece pervenire fino e noi, cioè il <em>Talmud</em>,
-ovvero come altri dicono la <em>Ghemarah</em>, e di tutte
-le parafrasi complicate che la seguono <a id="FNanchor_82"></a><a href="#Footnote_82" class="fnanchor">(66)</a>,
-ma affine di procedere con un ordine metodico,
-e sicuro in tale utile ricerca, fa d'uopo avanti
-d'ogni altra cosa analizzare la sorgente immediata
-da cui esso emana, e discendere in
-seguito a conoscere i presunti solidi fondamenti
-su' quali appoggia l'ebreismo quella cieca macchinale
-venerazione ch'esso ebbe sempre per
-riguardo ad un tal libro, considerandolo come
-un codice non meno antico, e tanto sacro quanto
-lo stesso pentateuco di Mosè <a id="FNanchor_83"></a><a href="#Footnote_83" class="fnanchor">(67)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="109" id="pag-109"></span>
-</div>
-
-<p>
-Benchè molti critici sieno fra loro discordi
-circa lo stabilire il tempo in cui il Talmud sia
-stato effettivamente compilato, pure noi lo fisseremo
-a 125. anni dopo la devastazione del
-secondo tempio; tale essendo l'opinione la più
-generalmente conosciuta, e adottata.
-</p>
-
-<p>
-Il Rabbino <em class="nome">Jeudah</em> il quale vivea in que'
-tempi, e che attesa l'esemplarità della sua
-vita era denominato degli ebrei de' suoi tempi
-רבנו הקדוש (Rabenu Akadosh) (<em>nostro maestro
-il santo</em>); questo Rabbino, dico, il quale
-era eccessivamente dovizioso, ed amico intimo
-dell'Imperatore Antonino il Pio, veggendo che
-la dispersione degli ebrei avrebbe fatta dimenticare
-questa legge di bocca, ossia orale,
-scrisse tutti i sentimenti, constituzioni, e tradizioni
-de' Rabbini che lo avevano preceduto
-<span class="pageno target" title="110" id="pag-110"></span>
-in un grosso corpo di opere, che distinse col
-nome di משנה (Misnah) cioè <em>Ripetizione
-della legge</em> che divise in sei parti; la 1. riguarda
-l'Agricoltura; la 2. si rivolge a fissare
-l'epoca in cui debbono cominciare, e finire il
-sabato, e le altre feste; la 3. tratta dei matrimonj,
-e di tutto ciò che rapportasi alle femmine;
-la 4. delle procedure giudiziarie, e
-delle vertenze che nascono sopra ogni sorta di
-affare civile; la 5. ha per iscopo la santità,
-ovvero i sacrifizj, ed i principali riti della religione;
-la 6. finalmente si aggira sulle purità,
-e sulle impurità <a id="FNanchor_84"></a><a href="#Footnote_84" class="fnanchor">(68)</a>. Ma siccome questo libro
-era per se stesso molto succinto, e per conseguenza
-poco intelligibile; un inconveniente di
-tale natura ha dato origine a delle forti, e
-interminabili questioni, le quali fecero in
-ultimo risolvere due colti Rabbini abitanti in
-<span class="pageno target" title="111" id="pag-111"></span>
-Babilonia, l'uno chiamato <em class="nome">Rabenah</em>, e l'altro
-<em class="nome">Rabascè</em> di riepilogare tutto ciò che era stato
-esposto, ed agitato fino a' loro tempi sulla Misnah,
-aggiugnendo molte altre osservazioni loro proprie,
-apotemmi e detti rimarcabili, fissando la
-misnah come per testo, e le appendici accresciute
-ad essa da' medesimi, come una spiegazione
-creduta ovvia, e analoga, dal complesso
-delle quali essi formarono poscia l'intero corpo
-del libro, che denominarono תלמוד בבלי <em>Talmud
-Bably</em>, cioè Talmud Babilonico, oppure גמרה
-(Ghemarah) che significa <em>perfezione</em>, diviso
-così ancora in 6 parti, denominate מסכתות
-(Massahtoth) <em>Trattati</em>; non tacendo però che
-alcuni anni avanti un certo Rabbino Johanan
-di Gerusalem avea compilata un opera quasi
-uniforme che chiamò תלמוד ירשלמי (Talmud
-Jerusalmi) cioè, <em>Talmud di Gerusalem</em>; ma
-essendo stata questa ritrovata molto concisa,
-rapporto alla vastità delle materie sulle quali
-si aggirava, ed anche riconosciuto di uno stile
-alquanto barbaro, e inusitato, il babilonico
-gli fu di gran lunga preferito, come più vasto,
-più elegante, e più intelligibile.
-</p>
-
-<p>
-A questi poi dopo qualche spazio di tempo
-il Rabbino Salomon, detto comunemente
-<em class="nome">Rascì</em> (<em class="nome">R. Scelomoh Yarki</em>) di origine francese,
-fece un brevissimo commentario, ed un
-accademia di vari altri differenti Rabbini vi
-<span class="pageno target" title="112" id="pag-112"></span>
-aggiunse così pure una certa dose di questioni,
-che appellarono תוספות (Tossaffoth)
-cioè <em>appendici</em>, o <em>addizioni</em>. E quì opportuno
-però di rimarcare che da questo Talmud
-Babilonico, furono già da gran tempo elise
-molte cose, particolarmente i tre trattati compresi
-ne' sei de' quali io vengo di parlare,
-attesochè quelli che concernono le materie riguardanti
-l'agricoltura, o le semenze, i sagrifizj,
-le purità, e le impurità più non sono
-attualmente in uso di sorte alcuna presso gli
-Israeliti de' secoli recenti.
-</p>
-
-<p>
-Questa Ghemarah, e Talmud Babilonico
-che serve di regola fondamentale agli ebrei
-in tutte le loro cerimonie religiose, non meno
-che in tutti i loro affari, sia civili, o criminali,
-è scritto in un linguaggio caldeo di que'
-tempi ch'è assai difficile ad intendersi, perchè,
-al riferire dei dotti, è molto lontano
-dalla purità dell'antico terso caldeo che parlavasi
-in Babilonia; oltre a ciò quell'opera
-è piena di confuse questioni, di storie, o
-piuttosto di leggende fatte a piacere, che i
-semplici decantano per vere, ma per poco
-discernimento che si abbia, riesce agevole il
-comprendere, non solo altro queste non essere
-che allegorìe inventate da persone più dedite
-a sorprendere il lettore, che ad instruirlo, e
-che ad altro non tendono in massima, che
-<span class="pageno target" title="113" id="pag-113"></span>
-a rendere gli ebrei all'eccesso ridicoli in faccia
-agli altri popoli, ma che si scorge in esso
-altresì delle falsità evidenti, massime in ciò
-che riguarda l'istoria, la cronologia, e le
-scienze. Il loro principale scopo, in una parola,
-non è ad altro fine rivolto che ad aggravare
-la mente di un affluenza incalcolabile di usi,
-e cerimonie il più delle volte opposte, ma quasi
-sempre estranee all'essenzialità della vera
-legge primitive, la quale era onninamente
-aliena da quelle superfluità, o sottigliezze che
-formano la base delle odierne instituzioni tradizionali <a id="FNanchor_85"></a><a href="#Footnote_85" class="fnanchor">(69)</a>.
-</p>
-
-<p>
-È ben vero, per altro, che gli ebrei forniti
-di talenti, e di coltura, non prestano fede e
-<span class="pageno target" title="114" id="pag-114"></span>
-questi fatti, senza un ben maturo ponderato
-esame; ma frattanto la generalità di questa
-nazione riguarda come un esecrabile apostasia
-il dubitare un solo istante della validità delle decisioni
-talmudiche, per le quali essa nutre una venerazione
-tale, come se quelle fossero esternate
-dalla bocca dello stesso legislatore Mosè.
-</p>
-
-<p>
-Egli è dunque così che queste tradizioni
-sono divenute sì affluenti presso i recenti Israeliti,
-(benchè sopra un tale proposito qualunque
-altra nazione non la ceda all'ebrea in verun
-modo) che tutta l'intera vita di Mosè non
-sarebbe stata sufficiente per riceverle da Dio
-sulla vetta di Sinai, dove suppongono che le
-abbia esso apprese durante lo spazio di 40.
-giorni di sua non interrotta permanenza sopra
-quel monte: ma gli ebrei Talmudisti pretendono
-di fare tacere ogni oppositore col loro autorevole
-assioma הלכה למשה מסיני (Alahah Lemoscè Missinaj)
-<em>Decisione che Mosè ha ricevuta sulla montagna
-di Sinai</em>. Ma non veggono quanto sia fallace
-una simile asserzione; e quando ancora nascondesse
-quella in se medesima qualche ombra
-di possibilità, l'errore che la segue in ogni
-parte, l'inverosimiglianza che l'accompagna,
-ovunque la farebbe senza ritegno, ad ogni riguardo
-allontanare. E ciò che di peggio io vi scorgo
-si è che sotto questo nome specioso di tradizione
-gli ebrei hanno abbracciato, alla rinfusa, i
-<span class="pageno target" title="115" id="pag-115"></span>
-vaneggiamenti de' loro dottori, come se Dio stesso
-glieli avesse loro rivelati sotto l'apparenza d'inspirate
-intuizioni, non permettendosi neppure di
-esaminarli <a id="FNanchor_86"></a><a href="#Footnote_86" class="fnanchor">(70)</a>, a meno di non volere cadere
-nell'eresia de' <em>Caraiti</em> (di cui sarà da noi
-parlato difusamente altrove); e se alcuno si
-facesse a richiedere loro le fondate ragioni di
-quelle innumerabili glose rabbiniche, le quali
-sembrano allontanarsi onninamente dal genuino
-testo della legge, essi non hanno altra risposta
-a dare, che אמרו חכמנו (Amerù Hahamenu),
-cioè, <em>lo dissero i nostri savi</em>, aggiugnendo così una
-fede implicita alle confuse interminabili discussioni
-dei loro talmudisti, nella guisa che procedevano
-appunto i discepoli di <em class="nome">Pitagora</em>, quando
-erano interrogati sopra qualche assunto alquanto
-difficile e risolversi: <em>egli lo ha detto</em>, era per
-<span class="pageno target" title="116" id="pag-116"></span>
-quelli lo soluzione la più positiva, ed inconcussa
-di qualunque siasi arduo problema. <a id="FNanchor_87"></a><a href="#Footnote_87" class="fnanchor">(71)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="117" id="pag-117"></span>
-</div>
-
-<p>
-Tale è propriamente l'origine e lo scopo
-di quel tanto decantato codice, sì profondamente
-venerato dall'intero giudaismo, distinto
-generalmente col nome di <em>Talmud</em>, le affluenti
-frivole questioni delle quali è quest'opera immensa
-per ogni parte ripiena, non solo sdegnarono
-per tante volte i filosofi saggi, ed
-illuminati fino a rigettarne le massime, e a
-deriderlo; ma quale appunto lo fu in seguito
-l'apocalisse per rapporto al cristianesimo, non
-servì quello che d'un arma offensiva della
-quale usarono i nemici d'Israel, in ogni
-tempo, per attaccarlo, anche nelle sue massime
-più essenziali, e orribilmente infierire contro
-di esso <a id="FNanchor_88"></a><a href="#Footnote_88" class="fnanchor">(72)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="118" id="pag-118"></span>
-</div>
-
-<p>
-Infatti cosa potevano mai pensare gli antichi
-filosofi Greci, Arabi, e Romani, osservando
-agitare delle lunghe, e pertinaci discussioni
-per giugnere a diffinire se sia permesso
-in giorno di sabato cavalcare un asino per condurlo
-a bere, oppure se debba tenersi per la
-cavezza? se si possa in tale giorno camminare
-sopra un terreno seminato da poco tempo, per
-non incorrere nell'inconveniente di calpestare,
-o portare via, qualche granello di semenza
-co' piedi, ed essere quindi obbligati a seminario
-di nuovo, ciò che in sabato non lice? se sia permesso,
-in quel giorno medesimo scrivere tante
-lettere, o parole capaci a formare unitamente
-un discreto paragrafo completo? se
-debba pure permettersi di mangiare un uovo
-nato, o prodotto entro quel medesimo giorno ec.?
-E di quanti altri sì fatti scrupoli bizzarri, e
-paradossali non sono ripieni ovunque il Talmud
-con tutti i suoi differenti commentarj per
-rapporto alla pasqua delle azzime, ed alla
-purificazione del vecchio fermento lievitato
-nelle case? Vi si fa un lunghissimo trattato
-<span class="pageno target" title="119" id="pag-119"></span>
-per decidere se mirando passare un sorcio in
-qualche parte della casa con una mollica
-tenuissima di pane in bocca, dopo fattovi lo
-sgombro generale, debbasi ricominciare con
-nuove rigorose indagini le purificazione di detta
-casa; se si possa cucinare i cibi destinati per
-uso della pasqua, delle azzime col residuo dei
-carboni serviti ad abbruciare il vecchio pane
-fermentato, ed altre simili mostruose questioni
-che opportunamente mi emergerà di riportare <a id="FNanchor_89"></a><a href="#Footnote_89" class="fnanchor">(A)</a>
-le quali non solo allontanavano gli ebrei
-dalla vera inalterabile osservanza delle sacre
-instituzioni mosaiche, ma gli rendevano altresì
-rozzi, ignoranti, e spregevoli all'eccesso in
-faccia di tutti gli altri popoli del mondo, ed
-in particolare i Greci, ed i Romani i quali
-vedevano sensibilmente la discrepanza, rimarcabile
-che potea con fondata, ragione assegnarsi
-fra le loro classiche scuole; e gli assunti utili,
-e rilevanti che vi si trattavano, e quelle de'
-talmudisti, e le loro stravaganti; e prolisse
-controversie; ma passiamo a rendere, più dimostrativamente
-sensibili queste verità sublimi,
-e interessanti.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_80"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_80"><span class="label">(64)</span></a>
-L'accidia, e l'indolenza, vizj sì ordinari alla massima
-parte degli uomini sono, al parere di un dotto moderno, molto
-confluenti ad alimentare i progressi poco vantaggiosi della tradizione.
-L'uomo, generalmente parlando, è per indole sua più proclive a
-credere macchinalmente una cosa che gli si assicura vera, di ciò
-che inducasi ad affaticarsi con un esame lungo, e costante, e con
-uno studio assiduo e penoso, ritrovando molto più agevole di seguitare
-con una stupida quiescenza il corso delle cose già conosciute, ed
-usitate, che di analizzarne l'origine, o sormontare fino alla primitiva
-sorgente dalla quale si fanno quelle scaturire; così è che la generalità
-delle persone lasciasi trascinare dal torrente impetuoso degli assurdi
-dominanti, e finisce in ultimo col precipitare miseramente nel baratro
-immenso di tutti i più orridi smarrimenti, dietro l'esempio fatale
-di quelli (stupidi senza dubbio al pari di esso) che lo hanno preceduto,
-chiunque, per tanto, vuole sanare di sì fatta deplorabile cecità, dee
-seguitare con una cauta fermezza il precetto salutare di Seneca il
-filosofo, non curare i giudizj del volgo, e sfuggirne la relazione:
-<em class="cit" xml:lang="la">Unusquisque mavult credere quam judicare: nunquam de vita
-judicatur, semper creditur, versatque nos et præcipitat traditus
-per manus error, alienisque perimus exemplis: Sanabimur
-si modo separemur a cœtu.</em> <em class="loc">Sen. de vita beata Cap. 1.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_81"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_81"><span class="label">(65)</span></a>
-È ne' tempi calamitosi di smarrimento, e d'imbecillità,
-dice un illuminato filosofo moderno (<em class="loc">Philosoph. du bon sens
-Tom. 1 Réfl. 1. § IX. pag. 94.</em>) che la massima parte delle
-tradizioni che fanno fremere le persone dotate di acume, e di talenti,
-ha presa la primitiva sorgente, e benchè i nostri progenitori
-abbiano voluto dare a queste un antichità più insigne di quella
-che si può elleno fondatamente attribuire, non è frattanto che alla
-loro arbitraria ignoranza, ed alla smodata credulità de' medesimi
-che noi ne siamo interamente debitori; essi sono stati pur troppo la
-vittima sciagurata degl'impostori loro contemporanei, e noi saremmo
-la loro, se non tentassimo di scuotere il giogo lacerante che dessi
-vollero imporre alla nostra ragione, dopo di averla per tante vie sedotta,
-illaqueata, e renduta quasi affatto impotente di riuscirvi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_82"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_82"><span class="label">(66)</span></a>
-Tanto la <em>Misnah</em>, della quale noi entriamo bentosto a
-ragionare, quanto il <em>Talmud</em>, ossia la <em>Ghemarah</em> che serve alla
-medesima di commento, e di cui mi riserbo a ragionare opportunamente
-in seguito, altro infatti non sono che un ammasso complicato,
-e assai diffuso di decisioni sopra un infinito numero di casi
-di coscienza, che nascono di frequente sulla pratica de' riti, e delle
-cerimonie, nella massima parte rabiniche, per le cui osservanza fu
-più volte rimarcato da' critici che l'ardore del popolo ebreo tiene
-certamente del prodigioso.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_83"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_83"><span class="label">(67)</span></a>
-Il celebre Maimonide nella sua prefazione alla di lui
-opera (Yad Hazakah <em>mano forte</em>) dice che Mosè avanti la sua
-morte scrisse di proprio suo pugno tanti esemplari del codice delle
-sua legge, quante erano le tribù d'Israel, distribuendone una per
-ciascuna di esse, e deponendo un altro simile nell'arca detta di
-alleanza; e che desse, aggiugne lo stesso Autore, comunicò in seguito
-di viva voce al sinedrio del suo tempo l'interpretazione di
-questa medesima legge, quale interpretazione ch'egli sostiene
-comunicata da Dio a Mosè direttamente sulla vetta di Sinaj, fu poscia
-insegnata dopo la morte di esso agli antichi seniori da Gesuè
-suo successore, e luce del popolo d'Israel (<em>vedi</em> <em class="loc">Pirkè avoth cap. 4</em>)
-e che quelli che gli succederono, in qualità di capi, e Sanhedrim
-fecero lo stesso al riguardo degli altri più recenti che ne accrebbero
-il numero all'eccesso fino a <em class="nome">R. Jeudah il santo</em>, che tutte le raccolse,
-conferì loro il metodo di cui mancavano, e le mise il primo
-per iscritto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_84"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_84"><span class="label">(68)</span></a>
-È opportuno quì di avvertire che ognuno di questi
-ordini, o regole è parimente suddiviso in molti libri, o trattati
-differenti, che noi non faremo in questo luogo che accennare di
-slancio, riguardando come opera lunghissima, e penosa il riportarla
-tutta per intero, potendosene agevolmente osservare il dettaglio in
-<em class="nome">Bustorfio</em> (<em class="loc">Recens. Oper. Thalmud.</em>) Per esempio, quello delle
-semenze, o dell'agricoltura contiene undici trattati; il 2. è diviso in
-dodici libri, il 3. ne comprende sette, il 4. dieci, il 5. undici; il 6.
-finalmente racchiude dodici libri. Il Talmud ha così pure sei
-ordini, i quali sono divisi in sessanta tre libri, e questi libri vengono
-ancora suddivisi in cinque cento, e venti quattro capitoli, de' quali
-si compone l'intero corpo immenso di quest'opera.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_85"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_85"><span class="label">(69)</span></a>
-Oltre le numerose prescrizioni di tante speci differenti
-che sono comprese in questo Talmud, ed alle quali tutti gli ebrei
-sono obbligati di sottomettersi ciecamente, senza riserva, essi hanno
-certi usi che differiscono, secondo le varie posizioni dove si trovano;
-essi chiamano questi usi locali מנהגים (<em>minhaghim</em>) costumanze;
-e per meglio ritenerli vi fu per sino chi ne ha così pure composti
-de' libri particolari: si può inoltre chiaramente rimarcarli leggendo
-i libri di preghiere che sono in uso fra gli ebrei, e ne' quali avvi
-qualche tenue diversità sia per l'ordine, sia per le cose, giacchè
-il metodo seguito dagli ebrei italiani, polacchi, ed orientali nell'esercizio
-di tali preghiere, è alquanto differente da quello praticato
-dagli ebrei di origine spagnuola o portoghese.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I Rabbini scrissero così pure sopra questo medesimo soggetto
-un'altr'opera che ha per titolo דינים (<em>Dinim</em>) <em>giudizj</em>, che si
-possono quasi ridurre alle costumanze, per che gli ebrei variano
-in ciò; e questi Dinim non contengono che delle ragioni probabili
-perchè si debba fare una cerimonia piuttosto d'una maniera, che
-di un altra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_86"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_86"><span class="label">(70)</span></a>
-I partigiani della tradizione sostenuti da' ministri di
-questa non cessano di ripeterci che i motivi della fede, come le
-picciole ali date a Mercurio, sono troppo deboli per sostenerla; ciò
-che ha indotto forse il <em class="nome">Mallebranche</em> ad opinare, che <em class="cit" xml:lang="fr">pour être philosophe
-il faut voir évidemment; et pour être fidèle il faut croire
-aveuglément</em> <em class="loc">Rech. de la ver. Tom. II. pag. 168</em>. Peraltro Mallebranche
-quì non s'accorge che del suo fedele, esso forma un imbecille,
-poichè in che mai consiste l'imbecillità? a credere senza un
-motivo plausibile sufficiente per credere: <em class="cit" xml:lang="fr">tout homme</em> (come giustamente
-lo riflette un dotto scrittore moderno) <em class="cit" xml:lang="fr">qui se vante d'une
-foi aveugle et d'une croyance sur oui dire, est donc un homme
-enorgueilli de sa sottise</em>. <em class="loc">Elvet. de l'hom. Tom. III. pag. 89.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_87"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_87"><span class="label">(71)</span></a>
-Del resto benchè gli ebrei nutrino uno zelo straordinario
-per le tradizioni ch'essi pretendono di avere gradatamente ricevute
-da' loro più lontani progenitori, come si disse, e che difendono con
-pertinace accanimento, essi non hanno potuto giammai, ciò non
-pertanto, convenire fra di loro degli autori da' quali gli hanno i
-medesimi realmente ricevute, ciò che riesce molto agevole a provarlo,
-unendo insieme i libri che ne hanno trattato diffusamente di
-proposito, come sarebbero, per esempio, i commentari che sono
-stati fatti sul trattato che ha per titolo (Pirkè Avoth) <em>I Capitoli
-de' padri</em>. L'illuminato <em class="nome">Abravanel</em> (nella sua prefazione all'opera
-che ha per titolo (Nahaloth Avoth) cioè, <em>Retaggio de' padri</em>, ha
-usato di ogni suo sforzo per giustificare questa pretesa non interrotta
-tradizione, ma inutilmente, <em class="nome">A. Iosef Hajon</em>, e <em class="nome">David Gantz</em>
-l'Autore del <em>Iuhasim</em>, ovvero <em>il libro delle famiglie</em>, e tanti altri
-che hanno agitate simili questioni non ci sono meglio riusciti. Ciò,
-per altro, sopra di cui tutti i rabbini sono concordi si è che dopo
-Jesuè successore di Mosè, fino a Jeudah il santo, che raccolse tutte
-le tradizioni, come osservammo, e le mise il primo per iscritto, vi
-ha parimente una classe di antichi, la quale ricevè in origine da
-Jesuè l'interpretazione della legge, indi a questi successero i profeti
-di cui Samuel è stato il primo; e dopo i Profeti ebbe luogo
-la grande assemblea, o sinagoga che si tenne sotto <em class="nome">Esdra</em>. Il dotto
-<em class="nome">R. Mosè da Cotsì</em> (nel suo gran libro de' <em>comandamenti della
-legge Mosaica</em>) ad oggetto di unire questa catena immensa di tradizioni,
-e dimostrare ad un tempo medesimo che dessa non era stata
-interrotta giammai durante la cattività degli ebrei nella Babilonia
-produce certi illustri soggetti della tribù di Judah; e di quella di
-Beniamino che furono condotti cattivi in Babilonia, ed assicura
-inoltre che dessi vi stabilirono la celebre accademia di <em>Nahardea</em>
-sull'Eufrate, la quale vi fu in seguito conservata del pari che le
-tradizione, che venne poscia insegnata a quegli ebrei che ritornarono
-da Babilonia in Gerusalem con Zorobabel, ed Esdra, dove si
-stabili così pure un accademia ad imitazione di quella di Babilonia,
-che non lasciò perciò di sussistere ancora perchè tutto il corpo degli
-Israeliti non ritornò già interamente in Gerusalem. Finalmente
-questa tradizione fu conservata pure dopo Esdra, il quale era capo
-dell'assemblea che si nomina la <em>grande</em> fino a' tempi del più volte
-riportato R. Jeudah il santo che tutte le raccolse, come accennammo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_88"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_88"><span class="label">(72)</span></a>
-Quelli che con asprezza maggiore vollero tenacemente
-infierire contro i principj che servono di base al cristianesimo, si
-prevalsero di quelle tante predizioni che l'apocalisse di Giovanni
-ci rappresenta come infallibili, e molto prossime a succedere, e che
-realizzare frattanto mai non si videro, che non si disse intorno a
-quella nuova Gerusalem di mille anni di cui è fatta menzione
-nel Cap. 21? La sua forma dovea essere quadrata, la sua lunghezza
-larghezza, e sommità dovevano essere di dodici mila stadi (500
-leghe di francia) per conseguenza le case dovevano avere così
-pure 500 leghe di ertezza: se così è dovea riuscire di non
-poco incomodo per coloro a' quali fosse toccato di abitare l'ultimo
-piano: e quella enorme bestia simbolica di sette teste, e dieci corna col
-pelo di leopardo, i piedi dell'orso, l'esofago del leone, la forza del
-drago; ebb'essa un successo migliore della prima? e la caduta delle
-stelle dal Cielo sulla terra, e che col contatto che quelle fecero
-col sole, e colla luna il loro passaggio restarono entrambe oscurate
-nelle tre parti? E quel sì fatto libro che l'Angelo fece mangiare
-all'Autore dell'apocalisse, qual libro riusciva dolce nel palato, e
-amaro nello stomaco? se riflettiamo alla stravaganza di sì fatte predizioni
-non dovremo certamente più stupirci, se i numerosi commentarj
-fatti sopra di esse parvero consolidare le invettive che furono sovente
-lanciate contro l'apocalisse, ed aggiugnere efficaci motivi agli avversari
-di esso onde riguardarlo come apocrifo, e mendace.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_89"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_89"><span class="label">(A)</span></a>
-(<em class="loc">Ved. Ghem. Tratt. Sciab. et Pesah. fol. 6 7 8.</em>)
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-X">
-<span class="pageno target" title="120" id="pag-120"></span>
-CAPITOLO X.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Le glose moltiplici, e le diffuse parafrasi
-aggiunte da' Rabbini al codice Mosaico,
-non solo ne adombrarono la primitiva
-purità edificante, ma oltremodo gravosa,
-ed opprimente ne resero l'osservanza.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-È cosa renduta omai troppo evidente, al
-detto universale de' filosofi, che una causa non
-produce mai il suo analogo effetto, se non se
-allora quando essa non è interrotta, nel progresso
-della di lei azione, da altre cause più
-forti, e più insistenti, che per allora indeboliscono
-l'azione della prima, e la rendono
-inutile: è ben vero pur troppo rendersi presso
-che impossibile assolutamente di fare adottare
-de' sani, de' metodici, degli utili principj ad
-uomini eccessivamente inveterati negli assurdi
-prevenuti in favore de' medesimi, che ricusano
-di riflettere, e quali nuovi etiopi schivano la luce,
-e inclinano a vivere sepolti nelle tenebre; ma
-<span class="pageno target" title="121" id="pag-121"></span>
-comunque siasi è d'altronde oltremodo necessario
-che la verità disinganni le anime illibate
-proclive alla ragione che la ricercano di buona
-fede, guidati dal commendevole disegno di
-ritrovarla <a id="FNanchor_90"></a><a href="#Footnote_90" class="fnanchor">(73)</a>. La verità è una causa; essa
-produce direttamente il suo effetto analogo
-allora quando la sua impulsione non è in verun
-modo nè alterata, nè intercetta da ostacoli
-che sospendino il corso regolare de' suoi
-effetti. Una prova infallibile di tutto quanto
-sostenghiamo si è, che la causa dalla quale
-partiva il culto che i posteri di Abramo hanno
-per molti secoli conosciuto, e praticato non
-<span class="pageno target" title="122" id="pag-122"></span>
-potea essere più ragionevole, ne più giusta,
-nè migliore, e gli effetti omogenei che risultare
-si videro per lunga serie di anni chiaro ad
-evidenza lo dimostrano: ma l'errore funesto
-che baldanzoso fecesi avanti a soggiogare il
-cuore umano, indebolì enormemente l'azione
-salutare della prima, ne tenne allora le sole
-veci, ne formò l'unico scopo, e la rese come
-affatto inutile per l'Israelita de' secoli a noi
-più vicini, o almeno come accessoria a' di lui
-urgenti bisogni.
-</p>
-
-<p>
-Infatti come mai accordare un ammasso
-spaventevole di chimere, di usi insensati, e di
-fanatici esercizj che ripugnano il buon senso,
-colla pretta religione che dee essere guidata
-dalla sola verità, e formare il più grato alimento
-di ogni anima sensibile, di ogni cuore
-ingenuo, e riconoscente? Le pratiche superstiziose
-sono alla religione, dice un dotto scrittore
-moderno, ciò che i germogli inutili sono
-a' vegetabili; essi ne corrodono lo spirito, e il
-suco, lasciano il tronco scevro di umore prolifico,
-e l'impediscono di pullulare alcun frutto;
-le moltiplici differenti credenze che dividono
-il mondo ci fanno sensibilmente conoscere che
-quelle appunto le quali sono le più aggravate
-di cerimonie superstiziose, o di riti stravaganti
-sono regolarmente le meno praticate con quella
-integrità, ed esattezza che richiedono, nè si
-<span class="pageno target" title="123" id="pag-123"></span>
-veggono mantenute giammai nell'essenziale <a id="FNanchor_91"></a><a href="#Footnote_91" class="fnanchor">(74)</a>.
-Un ebreo talmudista, un cattolico romano
-<span class="pageno target" title="124" id="pag-124"></span>
-trasgrediranno i comandamenti dell'Essere Supremo
-dieci volte il giorno, e sembra, ch'essi
-riserbino entrambi tutta la loro più austera
-devozione, il primo ad alcune pratiche ridicole
-del sabato, o della pasqua, e l'altro all'uso
-stravagante delle vigilie, o della confessione;
-ve n'ha fra quelli chi commetterà tranquillamente
-una frode, un adulterio, e che non
-si indurrà giammai a bere il vino premuto da
-un goi, nè vorrà in alcuna guisa tagliare il
-pane col coltello di costui <a id="FNanchor_92"></a><a href="#Footnote_92" class="fnanchor">(75)</a>: siccome avvene
-<span class="pageno target" title="125" id="pag-125"></span>
-parimente fra questi chi non si farà il minimo
-scrupolo di rubare, di commettere delle infamie,
-ed anche, degli attentati i più crudeli,
-mentre non vorrebbe perdere la benedizione
-del prete, o la messa di un solo giorno <a id="FNanchor_93"></a><a href="#Footnote_93" class="fnanchor">(76)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Tale è il destino di quelle religioni che
-impongono un giogo insopportabile, ed un ammasso
-enorme di pratiche futili; esse cadono
-nell'inconveniente pernicioso di doversi mancare
-nell'essenziale, e di non essere osservate
-ne' punti, che più sarebbe urgente di conoscere,
-e mantenere, intanto che quelli che
-sono per loro stessi indifferenti si mirano difendere
-coll'entusiasmo il più fervido, e il
-più deciso. Ma l'uomo nato con una intelligenza
-libera, e con un declivio che lo porta
-<span class="pageno target" title="126" id="pag-126"></span>
-a conservarla tale; spezza finalmente quelle
-truci catene che tentano a renderla illaqueata,
-togliendo ad essa, per tante parti, l'uso commendevole
-per cui il Supremo Creatore l'avea
-in origine destinata.
-</p>
-
-<p>
-Un disordine cotanto pregiudicevole noi
-lo dobbiamo senza contrasto all'enorme affluenza
-di glose, commenti e tradizioni aggiunte
-al codice antico specialmente sul quale era
-basato il culto primitivo che il popolo ebreo
-ha un tempo esercitato col più felice successo,
-e laddove questo, già di soverchio aggravante,
-per se stesso, rendeva spossate le forze per sostenerlo,
-quelle le opprimono interamente, e
-le annientano, senza avere giammai sortito il
-loro intento, e con massimo scapito irreparabile
-dell'umana ragione.
-</p>
-
-<p>
-E quale mai sarebbe lo stupore de' Patriarchi
-de' Mosè, de' Jesuè, de' David, de' Salomon,
-e de' Profeti se attualmente risorgessero
-fra i viventi, e che potessero trasferirsi in tutti
-gli angoli della terra dove la prosapia d'Israel
-è a' tempi nostri diramata, senza però
-essere prevenuti delle strane peripezie alle
-quali fu essa per tante volte soggetta, dal secolo
-in cui essi vissero fino all'età nostra?
-Questi sani credenti opinerebbero, senza dubbio,
-di ritrovare tutta via intatto sulla terra
-l'eccelso culto da essi un tempo conosciuto,
-<span class="pageno target" title="127" id="pag-127"></span>
-e praticato, e lo vedrebbero involto dal fosco velo
-di parafrasi diffuse, oscure, ed annojanti; alle
-semplici, e nitide verità sulle quali reggevesi
-fondatamente la loro pretta credenza essi vi
-troverebbero surrogate le visioni deplorabili,
-e le mistiche allegorie di certi uomini proclivi
-a controvertere ogni minimo punto contestato;
-in vece dei limpidi sacrificatori che estolleveno
-le glorie dell'Eterno, ed offrivano le vittime
-al venerabile altare della verità, per espiazione
-de' falli che commessi erano dal Popolo,
-essi vedrebbero una caterva insana di sedicenti
-כהנים (<em>Cohanim</em>) <em>Sacerdoti</em>, senza meriti,
-e senza causa baldanzosi pretendere al grado,
-vantare i requisiti, ed imitare, in gran parte,
-le ingerenze che unicamente erano imposte,
-per divino comando, alla sola prosapia di
-Aaron <a id="FNanchor_94"></a><a href="#Footnote_94" class="fnanchor">(77)</a>; se ricercassero di visitare il loro
-<span class="pageno target" title="128" id="pag-128"></span>
-בית המדרש (<em>Beth Amedrash</em>) <em>casa d'interpretazione</em> <a id="FNanchor_95"></a><a href="#Footnote_95" class="fnanchor">(78)</a>
-vi si farebbero spettatori delle questioni
-le più insulse non solo, ma le più detestabili
-per diffinire se con fiaccola di sego, di
-cera, ovvero di olio debbasi accendere il lampadario
-del sabato <a id="FNanchor_96"></a><a href="#Footnote_96" class="fnanchor">(79)</a>, se l'anima di Adamo
-<span class="pageno target" title="129" id="pag-129"></span>
-passasse nella spoglia corruttibile di Seth, e
-da questa entro il Corpo di Mosè; se David
-sarebbe nato un aborto senza il dono gratuito
-di anni settanta fatto ad esso dal primo ente
-ragionevole creato <a id="FNanchor_97"></a><a href="#Footnote_97" class="fnanchor">(80)</a>; Se Dio si pentisse di
-<span class="pageno target" title="130" id="pag-130"></span>
-avere distrutto Gerusalemme; se egli se ne
-attristasse, in che passa egli il suo tempo, ed
-altre inezie simili, ed esecrabili bestemmie <a id="FNanchor_98"></a><a href="#Footnote_98" class="fnanchor">(81)</a>;
-se informare si volessero de' progressi
-<span class="pageno target" title="131" id="pag-131"></span>
-luminosi che la religione del popolo d'Israel
-ha fatti da 1600 anni a questa parte, loro si
-mostrerebbe il codice mosaico trasformato in
-un ammasso enorme di pratiche, di usi, e di cerimonie,
-tanto stranamente ridicole per essi,
-quanto riescono all'eccesso tiranniche, insoffribili
-per noi; essi vi scorgerebbero imposte
-nuove instituzioni, nuovi digiuni comandati,
-nuovi cibi vietati, altre lunghissime devote
-rassodie; e reiterate jaculatorie prescritte che
-erano del tutto sconosciute nei tempi andati <a id="FNanchor_99"></a><a href="#Footnote_99" class="fnanchor">(82)</a>;
-<span class="pageno target" title="132" id="pag-132"></span>
-se la loro curiosità gli eccitasse finalmente ad
-investigare gli avanzamenti solidi, e proficui,
-che il popolo d'Israel fece, dopo un epoca
-immemorabile, nelle arti, nelle scienze, e nei
-costumi, loro si porrebbe da una parte sotto
-gli occhi uno sciame spregievole di sordidi,
-ed insensibili usuraj ontosamente impinguati
-colla desolazione del prossimo (ved. l'<a href="#Footnote_43">annot.
-anteced. 37.</a>) alcuni chirurgi, pochi medici,
-molti commercianti, e niun artefice; mirare
-si farebbe loro dall'altra l'espresso divieto
-dello studio delle scienze (nomate follemente
-profane) sotto comminatorie fulminanti di
-eterna dannazione contro di colui che avesse
-osato applicarvisi, o farne pubblico esercizio <a id="FNanchor_100"></a><a href="#Footnote_100" class="fnanchor">(83)</a>;
-e convincersi, per ultimo, essi dovrebbero
-più oltre che i costumi vanno fra
-<span class="pageno target" title="133" id="pag-133"></span>
-noi al graduato livello dell'ignoranza, prescritta
-come utile, e necessaria all'eterna salute
-del popolo d'Israel <a id="FNanchor_101"></a><a href="#Footnote_101" class="fnanchor">(84)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ecco l'abominevole confronto che risultare
-per ogni parte vedrebbero quegli uomini benemeriti
-dell'Israelismo fra la pura inalterata
-credenza professata un giorno da' medesimi, e
-le moltiplici ributtanti cerimonie, che sotto
-l'imponente viluppo di religione praticare osserverebbero
-fra noi.
-</p>
-
-<p>
-Insensati! Essi tutti d'accordo esclamerebbero
-fremendo, se la religione si crede
-(com'essa è, senza alcun dubbio) necessaria
-oltremodo a tutti gli uomini, non è egli forse
-innegabile che le medesima debba essere intelligibile
-per tutti? Essendo essa, (come ogni
-sano filosofo ne conviene pienamente di buon grado)
-l'oggetto il più importante, e il più indispensabile
-per la specie umana, l'eterna volontà
-<span class="pageno target" title="134" id="pag-134"></span>
-dell'Essere Supremo esigere non dee ch'ella sia
-per tutti coloro che ne fanno parte, la cosa la più
-semplice, la più concisa, la più chiara, e la
-più dimostrata per ogni ente ragionevole <a id="FNanchor_102"></a><a href="#Footnote_102" class="fnanchor">(85)</a>?
-Non rendesi all'eccesso deplorabile il vedere
-che questo assunto sì oltremodo urgente alla
-salute dei mortali, sia precisamente quello che
-essi intendono il meno, e sul quale dopo tanti
-secoli hanno quelli sempre disputato accanitamente
-senza divenire giammai migliori, nè
-farne in alcun tempo resultare de' sensibili
-vantaggj, che tranquillizzino lo spirito de' medesimi,
-e facciano loro espressamente conoscere
-<span class="pageno target" title="135" id="pag-135"></span>
-il retto sentiere che può con sicurezza condurgli
-a quella solida felicità imperturbabile che dalla
-sola incontaminata religione unicamente riconoscere
-possiamo <a id="FNanchor_103"></a><a href="#Footnote_103" class="fnanchor">(86)</a>? Sembra, pur troppo, che
-a questo essenzialissimo punto decisivo a noi
-pervenire giammai non sia permesso.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_90"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_90"><span class="label">(73)</span></a>
-<em class="cit" xml:lang="fr">Quiconque vent s'appliquer à la recherche de la
-vérité</em> (dice il dotto Autore de la <em class="loc">Philosoph. du bon sens Tom.
-I. § III. Pag. 3.</em>) <em class="cit" xml:lang="fr">doit éviter de prendre des principes qui puissent
-l'éloigner pour toujours du bon chemin</em>. È per altro una cosa
-strana di vedere l'uomo avido bramare l'acquisto della verità,
-e schivare ad un tempo la presenza quando ella si offre all'occhio
-intellettuale della sua mente; il suo splendore sembra offuscarlo, attonito
-pare che lo renda il suo sembiante ed infierire ancora lo
-veggiamo sovente contro di colui che glie la presenta o gliene addita
-il sentiere; <em class="cit" xml:lang="la">veritas odium parit</em>, è ormai trito quanto verificato
-proverbio; infatti dicasi ad un uomo qualche verità, sebbene utile
-per lui, ma offensiva in qualche modo al suo amor proprio, esso
-la riguarda come un ingiuria e tenta di ogni mezzo per vendicarla; e
-qual è mai quel settario che non riguardi con occhio irascibile,
-o di positivo disprezzo colui che azzardasse di correggere i suoi
-travviamenti proponendogli di sostituire alle sue inveterate menzogne
-tradizionali le verità sane, religiose, ed instruttive? E
-nell'uno, e nell'altro caso non abbiamo che rivolgerci ovunque
-per essere colpiti ad ogni tratto da ripetuti percuotenti esempi,
-efficaci a consolidare tutto ciò che di proposto asseriamo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_91"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_91"><span class="label">(74)</span></a>
-I fanatici per la religione, della quale si dicono osservanti,
-lungi dall'essere il sostegno fondamentale e permanente
-delle sue massime, non ne sono che il perpetuo flagello, e i disruttori;
-sempre indifferenti alle azioni oneste, essi reputansi
-virtuosi non già sopra quello ch'essi fanno, ma relativamente a
-ciò ci essi credono; la credulità macchinale degli uomini è secondo
-il torpido giudizio de' medesimi l'unica giusta misura della
-stessa loro probità: <em class="cit" xml:lang="fr">Les hommes ignorants</em> (dice un illuminato
-pensatore moderno) <em class="cit" xml:lang="fr">ne jugent les opinions des autres que par la
-conformité qu'elles ont avec les leurs: ainsi ne persuade-t-on
-jamais les sots qui avec des sottises.</em> Quindi è che un uomo dotato
-di lumi, e di talenti il quale abomini di secondare le loro
-pratiche insensate, e i loro smarrimenti perviene difficilmente a
-godere presso di quelli la riputazione di individuo integerrimo, e
-probo. Infatti quante volte si ode ripetere dalla bocca di questi
-miserabili automati: <em class="cit" xml:lang="it">oh! sarebbe pure un onest'uomo il ...
-Se mortificasse al suo corpo con digiuni frequenti; se recitasse
-a gola spiegata le consuete leggende quotidiane, ed altre ancora,
-se non si nutrisse di altri cibi che di quelli preparati
-da' suoi correligionarj, se confessasse di continuo le sue colpe
-e i suoi pensieri all'orecchio di un altr'uomo, se osservasse le
-astinenze delle vigilie; se non .....</em> ma io più non finirei allorchè
-riportare dovessi tutti que' se condizionali che questi esseri
-abrutiti opporrebbero alla stessa probità esemplare di un <em class="nome">Baile</em>,
-d'un <em class="nome">D'Argens</em>, d'un <em class="nome">Montesquieu</em>, d'un <em class="nome">Rousseau</em>, d'un <em class="nome">Mirabaud</em>,
-d'un <em class="nome">Elvezio</em>, d'un <em class="nome">Mendelshon</em>, de' quali dovrà il mondo
-in ogni secolo piagnerne la perdita fatale, malgrado che ignote
-fossero loro interamente quelle mostruose cerimonie senza l'esercizio
-delle quali non si può in mente de' fanatici essere onest'uomo.
-Impostori! forsennati! Non potrassi dunque essere onest'uomo senza
-essere imbecille! Ma v'ha egli mai sopra la terra uomini più reprobi,
-esseri più perniciosi di voi, che ne siete scrupolosi osservatori
-fino al delirio? Mi si accenni di grazia quale è mai quell'azione
-criminosa della quale non vi rendiate voi stessi o colpevoli, o
-correi e danno irreparabile de' vostri propri simili? voi odiate,
-senza riserva, chiunque non vi assomiglia, voi perseguitate accanitamente
-quegli uomini dotati di criterio bastante per conoscervi,
-e di talento efficace a smascherarvi, voi siete ambiziosi, ignoranti,
-e ingannatori, ed a molti fra voi altro forse non manca per essere
-gran scelerati che il coraggio, ed i talenti; ma tutto che sempre
-vili, ed abrutiti nell'ignoranza, e nella superstizione non lasciate
-però di essere al maggior grado protervi, e sempre funesti alla
-società, voi inferocite, senza ritegno, contro chiunque tentasse
-d'illuminare la sua specie costretta violentemente a prostrarsi davanti
-le vostre orride follìe, come alla presenza de' <em>Cocodrilli sacri</em> di
-Memfi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_92"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_92"><span class="label">(75)</span></a>
-La superstizione degli ebrei talmudisti va fino ad un
-eccesso tale in questa parte, che ve n'ha pure anche di quelli i
-quali non solo resterebbero astemj tutta la loro vita piuttosto di
-bere il vino che non fosse premuto da altri ebrei simili ad essi; ma
-se questo liquore così manipolato, che chiamano כשר (Kascer)
-cioè, <em>ottimo</em>, o squisito, fosse, per accidente rimosso da qualche
-גוי goy, (sotto tal nome comprendendo tutti quelli che non sono
-circoncisi, o che non professano il giudaismo) essi lo credono contaminato,
-e se ne astengono del pari, come se non fosse in origine
-pestato dall'ebreo. Lo stesso principio superstizioso nutrono i medesimi
-per rapporto a qualunque siasi vivanda preparata da individuo
-non ebreo; essi non se ne ciberebbero quando ancora dovessero
-soccombere all'inedia, ed al languore, ed alla morte stessa; ma di
-ciò ragioneremo più diffusamente altrove; solo basti quì di sapere
-intanto che gli ebrei moderni pare che abbiano rinunziato attualmente
-al pregiudizio ridicolo del primo, ma essi restano altrettanto
-attaccati ancora al mantenimento del secondo col più scrupoloso rigore.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_93"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_93"><span class="label">(76)</span></a>
-Tutti gli attentati esecrabili commessi religiosamente
-da' perfidi <em class="nome">Ravaillac</em>, <em class="nome">Damiens</em>, <em class="nome">Malacrida</em>, e <em class="nome">Giacomo Clemente</em>
-di cui ci fanno inorridire le Istorie, furono senza dubbio, preceduti,
-o accompagnati da quelle stesse benedizioni, e cerimonie colle quali
-si mirarono altre volte consacrate la <em>S. Bartolomeo</em>, i <em>Vespri Siciliani</em>,
-i <em>Regicidj</em> orribili, ed i più atroci misfatti; ed io già dimostrai
-di proposito altrove (Ved. le Annot. 88, e 122 del T. II
-delle <em class="loc">Notti Campes.</em>) che non v'ha perfidia, o intrigo di cui questa
-classe inutile al mondo non abbia, in ogni tempo renduto complice
-un Dio, nè azione proditoria che non venga in nome suo filtrato
-dal vaglio pernicioso della sua <em>fraterna</em> iniquità.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_94"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_94"><span class="label">(77)</span></a>
-Molti ebrei ritengono male a proposito anche oggi il
-nome di <em>Cohanim</em>, o sacrificatori, benchè le loro ispezioni in tale
-qualità sieno intieramente cessate, non esistendo più a' tempi odierni,
-nè tempio, nè altare, nè olocausti da offrirvici, così il vocabolo
-כהן (cohen) più non è a' nostri giorni che un mero titolo supposto
-decoroso, e non già un grado di vero sacrificatore, quale era esso
-ne' tempi andati: ma non per tanto quelli che si fanno attualmente
-distinguere con simile attributo sono all'eccesso scrupolosi nell'osservanza
-di que' riti medesimi, che erano altre volte comandati a
-quelli che discendevano dalla schiatta d'Aaron, colla differenza però
-che quelli conoscevano un capo uffiziatore כהן גדול (cohen gadol)
-<em>Sommo Sacerdote</em>, che i recenti non hanno; ma del resto tanto
-perciò che riguarda la purificazione per i morti, quanto relativamente
-al riscatto de' primogeniti maschi un mese dopo la loro nascita,
-siccome ancora per quello che rapportarsi alla primazia che pretendono
-questi sostenere sul resto del popolo, in mille ridicole cerimonie
-religiose, che non giova quì annoverare, i nostri Cohanim sono le
-perfette Scimmie degli antichi sacrificatori, a' quali non s'indurrebbero
-giammai a verun prezzo a cedere di buon grado.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_95"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_95"><span class="label">(78)</span></a>
-Queste dette altrimenti תלמוד תורה (Talmud Torah)
-<em>Instruzione della Legge</em>, erano i luoghi dove s'insegnava, o spiegavasi
-la Legge co' Commentarj de' Rabbini. Varie furono le Accademie
-di tal fatta che gl'Israeliti eressero in diverse parti della Giudea, o
-altrove dopo la distruzione del secondo tempio, ma la più ragguardevole
-di queste fu, al parere de' dotti, quella stabilita in <em>Tiberiade</em>;
-egli è là che insegnarono i più gran Maestri che gli ebrei venerano
-attualmente <em class="nome">Jehudah il Santo</em> (l'Autore della Misnah) <em class="nome">Rab. Haninah</em>,
-<em class="nome">Rab. Jonathan</em>. È là precisamente che si compose la Misnah,
-e il Talmud; finalmente si pretende da varj Autori che i
-Massoreti, ossia quelli che hanno punteggiata la Bibbia insegnarono
-in Tiberiade. Molte altre ancora furono erette in quelle parti dell'Oriente
-nelle quali gli ebrei fecero una lunga permanenza. Essi vi
-installarono così pure ne' tempi a noi più recenti alcune altre Accademie
-di tal fatta in Francia allorchè vi si rifugiarono. <em class="nome">Beniamin
-di Toledo</em> parla di quella di <em>Beaucaire</em>, alla testa della quale e
-<em class="nome">Abraham Ben David</em> che nutriva i suoi Scolari quando erano bisognosi,
-e loro somministrava il vestiario quando ne erano mancanti
-(Ved. <em class="loc">Ben. de Tol. Iter.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_96"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_96"><span class="label">(79)</span></a>
-In qualunque parte di mondo dove gli ebrei hanno il
-domicilio trovasi costantemente praticato questo costume, senza che
-alcuno frattanto sappia rendere convincente ragione della stretta
-osservanza con cui quello mirasi ovunque usato, e mantenuto.
-Questo dunque consiste in un lampadario più, o meno grande,
-che gli ebrei tengono appeso al palco di un salotto, ed in linea
-perpendicolare al centro della mensa preparatavi per mangiare; non
-avvi casa, purché abitata da ebrei, di qualunque ceto, o condizione
-ch'essi siano, dove non si scorga quell'arnese nella foggia
-medesima che accennammo. Questo sacro lampadario (così chiamato
-per l'uso a cui si fa servire) viene acceso intieramente nel
-tramontare del sole di ogni venerdì, non meno che nell'imbrunire
-di tutte le vigilie delle feste solenni comandate dal Pentateuco:
-le sole donne maritate sogliono incaricarsi generalmente di sì fatto
-ministero; esse nell'istante di eseguirlo, recitano una benedizione
-compilata espressamente per quest'oggetto, e vi attaccano un'efficacia
-tale, che non vi è femmina ebrea la quale non creda
-fermamente di essere esente da' pericoli del parto, da contagiose
-malattie, e dalle sofferenze laceranti dell'Inferno, osservando rigorosamente
-le tre prescrizioni ch'elleno impongono i rabbini,
-una delle quali si è quella di accendere il lampadario del sabato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_97"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_97"><span class="label">(80)</span></a>
-Alcuni Rabbini asseriscono che Adamo, mediante la
-vastissima scienza universale che gli attribuiscono infusagli prodigiosamente
-dal di lui maestro, e custode <em class="nome">Raziel</em> (di cui sarà da
-noi parlato altrove) antiveggendo che alcuni secoli dopo di esso
-dovea nascere dalla prosapia di Giuda un certo individuo che sarebbe
-nominato <em class="nome">David</em>; ma che in forza degli alti impenetrabili
-arcani esso avrebbe dovuto essere nato un aborto, e che d'altronde
-se si fosse prodotto nel mondo suscettibile di lunga vita,
-avrebbe il medesimo formato il decoro del popolo d'Israel, e sarebbe
-stato molto bene affetto all'Essere Supremo; prevedendo
-Adamo dunque tale sciagura, e cercando la maniera di ripararla,
-aggiungono i Rabbini, che supplicasse fervidamente la Divina
-Misericordia, onde volesse togliere del lungo corso di sua vita
-(che prevedeva dovere ascendere a mille anni) la somma di anni
-settanta, de' quali esso inclinava fare un dono al Salmista Reale;
-al che Dio aderendo, senza ostacolo, si fece l'assoluto depositario
-di questo dono, fino al momento in cui fu esso fatto passare a
-David che ne fruì dal giorno in cui si produsse fra i viventi fino
-all'estremo istante di sua carriera, che fissò il compimento di
-anni settanta; passati ad esso gratuitamente dal primo uomo (ved.
-<em class="loc">Ghem. Mas. Sanhed. Cap. VII. fol. 35.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Oggi non si troverebbe certamente fra noi alcun notajo che
-defferisse rogare un simile contratto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_98"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_98"><span class="label">(81)</span></a>
-Hanno un bel giustificarsi quì i Rabbini ad oggetto di
-diminuire l'orrore che apporta agli uomini forniti di lumi, e di
-buon senso il carattere odibile ch'essi attribuiscono all'Essere
-Supremo, adducendo che sì fatta loro maniera di parlare non è
-che al figurato, al solo disegno di adattarla alla intelligenza limitata
-del volgo, come se per farsi capire dalla classe ignara fosse
-permesso al terrigeno mortale di avvilire il sommo autore della
-natura a questo segno: quale insania deplorabile! Non è già così
-che le scuole di Socrate, di Platone, e di Aristotile insegnavano
-a conoscere, a temere, e ad adorare il Dio dell'universo; e sebbene
-si trovassero astrette quelle pure qualche volta ad esternarsi
-a persone ignoranti, per rapporto alla vera cognizione di questo
-Essere degli esseri, quelle frattanto ritrovavano il pronto mezzo
-di farglielo elleno esattamente capire senza lasciarsi trascinare dal
-torrente di simili eccessi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non v'ha certamente che il filosofo il quale possa elevarsi
-fino alla sublime contemplazione di questo Essere increato, nè
-altri fuori di quello può, ad ogni esperimento, con rispetto maggiore
-estollerne le glorie. In fatti pretendere che Dio sia suscettibile
-di pentimento, di passione, di dolore; ch'egli possa offendersi
-delle azioni degli uomini, non è egli lo stesso che annientare
-tutte le idee che noi dobbiamo d'altronde avere di questo
-Creatore Supremo? Dire che l'uomo può turbare l'ordine dell'universo,
-che esso può accendere il fulmine fra le mani del suo Dio
-ch'esso può frastornare i suoi progetti, non sarebbe lo stesso che
-il credere, che da esso lui dipende unicamente di alterare la sua
-ineffabile clemenza, di trasformarla in crudeltà? È appunto così
-che la Teologia non fa che distruggere incessantemente con una
-mano, ciò che desso edifica coll'altra; quindi si può opinare con
-giustizia, che se ogni tradizione ora le è fondata sopra tali esecrabili
-principj, dobbiamo ragionevolmente conchiudere che basate
-sono, per conseguenza, tutte quante sopra una contradizione
-dimostrativa.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_99"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_99"><span class="label">(82)</span></a>
-Non dobbiamo che richiamare quanto fu già da noi
-esposto fino ad ora per restare ampliamente convinti, che se l'Israelita
-de' nostri tempi dovesse prefiggersi di osservare alla lettera,
-e tutto ciò che gli venne ordinato da Mosè, ed altrettanto che la
-tradizione gli prescrive, esso non vi riuscirebbe giammai senza un
-prodigio; mentre è presso che impossibile che l'uomo debole quale
-esso è per sua natura sentisse forze bastanti per respignere le passioni
-sregolate dalle quali è soggiogato, e ad un tempo medesimo, vincere
-gli affetti viziosi che lo seducono, e rinunziare, in una parola, al
-di lui essere, come sarebbe necessario per caricarsi di una soma
-di gran lunga preponderante alla sua capacità: ma non per tanto
-l'attaccamento degli ebrei per le loro tradizioni è tale, ch'essi
-trascureranno venti precetti fondamentali del pentateuco (siccome
-lo abbiamo rimarcato non è che un istante) piuttosto che estinguere
-un lume in sera di festa, o che prendere anche scarso cibo
-la sera, ed il giorno del 9 del mese di <em>Av</em>, o negli altri digiuni
-(de' quali è fatta speciale menzione nella seguente
-<a href="#Footnote_47">annot. 131</a>) e
-che gustare un volatile condito, o cucinato nel butirro, benchè
-la scrittura non lo vieti di sorte alcuna, o che desistere in fine
-per un solo giorno dal recitare le leggende quotidiane, e cose di
-tal fatta, in tanto che la vera osservanza dell'essenziale è quella
-che l'occupa il meno, e che forma l'ultima, e la più indifferente
-delle sue cure.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_100"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_100"><span class="label">(83)</span></a>
-Questo deplorabile malore in vero non è affatto nuovo nel
-mondo, e per quanto io mi accorgo gli ebrei non furono già fra gli
-uomini i soli ad esserne gravemente infetti, poichè vi fu già un tempo
-sulla terra, al dire dell'abate <em class="nome">Cartaut</em> in cui le scienze, e l'arte
-di scrivere furono dalla chiesa romana riguardate come occupazioni
-labili, e mondane, e per conseguenza indegne totalmente di un
-ottimo cristiano.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_101"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_101"><span class="label">(84)</span></a>
-E con quale fondamento lusingare ci dovremo di potere
-mai ritrovare irreprensibili costumi laddove i mezzi che sarebbero
-sufficientemente capaci a farceli apprendere, a regolargli, sono
-totalmente ignorati dalle massima parte fra noi? E quale meraviglia
-se quelli in particolare della prosapia d'Israel ci appaiono cotanto
-insociabili, e sì strani? Essi dovranno andare sempre mai
-su questo piede fino a tanto che la superstizione sarà dalla medesima
-preferita alla solida coltura dello spirito, le pratiche ridicole
-anteposte all'esercizio delle massime salutari della pretta Religione,
-e fino a tanto che questa nazione, impressionata de' suoi antichi
-errori, stimerà più necessario di essere devota, che instruita.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_102"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_102"><span class="label">(85)</span></a>
-Quanto più sanamente osservata, e mantenuta sarebbe
-dagli uomini la vera Religione, quante meno querele suscitare si
-vedrebbero a suo riguardo, e quanto più rispettabile, in ogni
-senso riuscirebbe la pratica di essa in faccia degli increduli, se la
-chiarezza, e la precisione fossero l'appannaggio de' suoi ammirabili
-principj, nel modo che la tersa verità dee essere la sola interprete
-genuina delle sue massime; coloro che ne fanno pubblico
-esercizio non si vedrebbero allora più astretti, come accade
-loro sovente, di credere ciecamente senza potere rendersi a se stessi
-la benchè minima efficace ragione di ciò che forma la base radicale
-della loro propria credenza; ciascuno ritroverebbe spiegati
-nella pratica medesima di esse quei solidi motivi sufficienti del
-loro credere, senza brancolare inutilmente col pensiere nel vortice
-immenso de' dubbj tormentosi, e delle arcane illusioni, che gli si
-fanno servire di ammaliante corredo; ma frattanto alcun vantaggio
-reale risultare non se ne vede in favore di coloro che la professano.
-Ma tutto ciò sarà mai sempre ineseguibile fra gli uomini
-fino a tanto che la religione diverrà per certuni un soggetto di
-speculazione sulla terra, ed un mestiere da potersi esercitare coll'ingannevole
-orpello dell'umiltà, e della devozione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_103"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_103"><span class="label">(86)</span></a>
-Il primo scopo che si prefissero in ogni tempo i propalatori
-delle tradizioni sacre in generale, si fu quello di ammaliare
-la stupida curiosità di quegli uomini che stabilirono di sedurre;
-e di allontanare dall'occhio dell'esame qualunque dogma,
-di cui l'assurdità troppo evidente, avrebbe dovuto necessariamente
-a prima vista, in mille guise colpirgli. Non meno nell'uno, che
-nell'altro essi vi sono completamente riusciti. La pratica delle
-superstizioni è assai più agevolmente appresa di ciò che riesca facile
-conoscere l'esercizio commendevole di una pretta religione,
-della virtù, del disinganno. In fatti è molto meno arduo per
-l'uomo di genuflettersi a' piedi degli altari, e recitarvi le preghiere,
-immergersi nel Gange come i <em>Bonzi</em>, nutrirsi di magro
-le vigilie, confessare le proprie colpe all'orecchio di un'altro
-uomo, abbigliarsi di certi arnesi, o astenersi da certi cibi, di
-ciò che sia perdonare come <em class="nome">Camillo</em> agli snaturati concittadini,
-o calpestare con isdegno le ricchezze, come <em class="nome">Papirio</em>, o farsi il
-corifeo della virtù, come <em class="nome">Aristide</em>, ovvero instruire il mondo
-come <em class="nome">Socrate</em>. Sempre indifferenti a questi sublimi tratti di straordinarie
-virtù, essi non sono ad altro interessati che a sostituire a
-queste le offerte, i digiuni, le espiazioni, persuadendo scaltramente
-gli uomini che si può, senza ostacolo, col solo mezzo di
-certe cerimonie superstiziose, giugnere per sino ad imbianchire
-l'anima anerrita dai più atroci, ed esecrabili misfatti. Ciò che
-ha dato sorgente funesta in ogni tempo fra gli uomini, siccome io
-l'ho altrove rimarcata (<a href="#Footnote_117">annot. 100.</a>)
-sul proposito della confessione
-auriculare, a tutti quei criminosi travviamenti a quali può
-essere soggetto lo spirito umano.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XI">
-<span class="pageno target" title="136" id="pag-136"></span>
-CAPITOLO XI.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Seguito del medesimo soggetto.
-Esame delle verità esposte.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Tutto che molte sensate persone sdegnate
-restino, e percosse dalle complicate assurdità
-di dettaglio di cui non solo le tradizioni ebraiche,
-ma tutte quelle altresì dei popoli che
-conosciamo sono ripiene, esse frattanto non
-ebbero giammai fino ad ora il risoluto coraggio
-di rimontare fino alla sorgente venefica
-dalla quale sì fatte assurdità dovettero probabilmente
-ritrarre l'origine fatale, per tutto
-non vi si scorge che uomini, o criminosamente
-ipocriti, o brutalmente zelanti, proclivi ad
-accreditare le più assurde contraddizioni, le
-più ridicole novellette, e le intuitive follìe,
-riscaldando, o seducendo colle illusioni le più
-bizzarre la credula fantasia degli uomini i quali
-finiscono in ultimo coll'identificarvisi, e idolatrare
-delle chimere: <em class="cit" xml:lang="fr">o homme!</em> esclamava
-altre volte un saggio illustre, <em class="nome">qui saura jamais</em>
-<span class="pageno target" title="137" id="pag-137"></span>
-<em class="cit" xml:lang="fr">jusqu'où tu portes la folie, et la sottise? Le
-Théologien le sait, en rit, et en tire bon parti.</em>
-</p>
-
-<p>
-Si ha d'altronde un bel sostenere, e dagli
-ebrei non meno che da tutte le altre sette
-concordi, che la sola legge scritta non sarà
-mai per se medesima sufficiente, quanto l'urgenza
-lo richiede, a fondare le inconcusse
-basi della religione; senza l'immediato soccorso
-della tradizione; oltre che ciò resta formalmente
-smentito da' moltiplici percuotenti
-esempi da noi altrove opportunamente riportati
-di quei tanti distinti soggetti, a tempo debito
-citati, i quali senza conoscere tradizione di sorte
-alcuna non lasciavano di essere perciò gli esemplari
-modelli della credenze d'Israel (e de'
-quali si cercherebbero indarno imitatori in
-tutto l'antico, ed il recente Giudaismo) ed i
-veri prediletti dell'Essere Supremo; si potrebbe,
-all'opposto, senza timore d'ingannarci,
-dimostrare con evidenza che altrettanto le parafrasi,
-ed i commenti riescono utili, e sovente
-necessarj, allorchè tendono a semplificare il
-soggetto originale, col mezzo d'idee chiare,
-compendiose, e intelligibili, quanto non meno
-gli uni che le altre si rendono all'eccesso aggravanti,
-e perniciose allo spirito, se diffusi,
-o enigmatici si scorgono; nel primo caso il
-testo acquista nuovi lumi efficaci a rischiarare
-la mente poco idonea di approfondirne per se
-<span class="pageno target" title="138" id="pag-138"></span>
-stessa il vero senso; nell'ultimo poi esso diventa
-molto più oscuro, più confuso, inutile
-del tutto. Or, quale di questi sarà, dunque
-giustamente il caso nostro? Basta farci a considerare
-di slancio la soma enormemente onerosa,
-della quale oggi trovasi aggravato il
-Popolo d'Israel in tante guise differenti, in
-proposito di Culto, e religione, per ritrovare
-senza gran pena la soluzione positiva di simile
-problema. Dicasi pure, come sarebbe in verun
-modo possibile all'ebreo Talmudista di mantenere
-il sabato al rigore delle cerimonie innumerabili
-che vi aggiungono i Rabbini, minacciando
-una dannazione irremissibile contro
-chiunque individuo il quale si dimostrasse refrattario,
-o trasgressore delle medesime? Non
-bastava forse la sola prescrizione ordinata da
-Mosè di santificarlo e fare cessare in esso qualunque
-opera servile, per accrescervi, nella
-guisa che fece la tradizione, tante futili controversie,
-tante glose incongruenti del tutto
-estranee all'osservanza primitiva del precetto
-ed alla mente dell'Institutore <a id="FNanchor_104"></a><a href="#Footnote_104" class="fnanchor">(87)</a>?
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="139" id="pag-139"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ed in qual modo potrebbe egli osservare
-giammai con esattezza tutto quanto le parafrasi
-<span class="pageno target" title="140" id="pag-140"></span>
-rabbiniche gli prescrivono concernente le altre
-feste, oltre i tanti numerosi precetti che dagli
-espressi ripetuti comandi della Divinità medesima
-sono ad esso autorevolmente imposti,
-senza ledere, o trascurare gli articoli essenziali
-del suo Culto? Ma che diremo già noi,
-<span class="pageno target" title="141" id="pag-141"></span>
-se attignere si dovesse le nostre idee relativamente
-all'Essere Supremo nelle discussioni
-tradizionali? Non si mostrerebb'egli quest'Essere
-a noi sotto i tratti i più proprj a rigettare
-la nostra adorazione il nostro amore? In
-fatti come sarebb'egli possibile giammai di
-sentire del trasporto per un Essere di cui l'idea
-che ci viene rappresentata, ad altro non serve,
-che ad eccitare il terrore, e di cui i giudizj
-che vengono dalla medesima riportati
-fanno fremere <a id="FNanchor_105"></a><a href="#Footnote_105" class="fnanchor">(88)</a>? Come ravvisare senz'allarmarsi
-un Dio che ora ride, ora piagne, ed
-ora scherza, come immaginare, senza orrore,
-un Dio che secondo la tradizione sembra prendersi
-a scherno il destino de' mortali, occupato
-di farsi sempre temere, e mai di farsi amare?
-Eh, che? Tale forse non è il carattere odibile
-che la tenebrosa tradizione di tutti i popoli
-<span class="pageno target" title="142" id="pag-142"></span>
-della terra, senza escluderne forse alcuno, ci
-trasmise dell'Autore Supremo delle natura <a id="FNanchor_106"></a><a href="#Footnote_106" class="fnanchor">(89)</a>?
-</p>
-
-<p>
-E se da testè riportati assunti passare si
-volesse ad interrogare la tradizione Israelistica
-specialmente sopra i cibi, supporremo noi forse
-che potesse meglio riuscirci, la ritroveremo noi,
-per qualche parte almeno, più sensata, meno ridicola,
-più congruente? Che l'astinenza di alcuni
-cibi, o il divieto di nutrirsi di certi animali,
-autorizzato parimente presso molti popoli antichi,
-nel modo che lo abbiamo altrove chiaramente
-significato (<a href="#Footnote_34">ann. 28</a>) ed imposta agli ebrei come
-un precetto non meno urgente ad osservarsi
-degli altri che il Codice Mosaico avea eglino già
-<span class="pageno target" title="143" id="pag-143"></span>
-prescritti, sia che fosse il medesimo basato sopra
-uno di quei menzionati disegni da' quali erano
-que' popoli guidati, sia che diretto venisse da
-qualche altro, che le sacre pagine rivelarci
-non vollero, debba riguardarsi come una instituzione
-utile, ed anche in certi climi, a molti
-riguardi ovvia, e indispensabile, ciò potrebbe
-senza ostacolo accordarsi, ed io ne convengo
-di buon grado, ma che una semplice ingiunzione
-ordinata da Mosè, benchè triplicatamente
-di <em class="cit" xml:lang="it">non cuocere l'agnello nel latte della capra</em> <a id="FNanchor_107"></a><a href="#Footnote_107" class="fnanchor">(90)</a>,
-e che altro per se medesimo non è
-<span class="pageno target" title="144" id="pag-144"></span>
-che un mero suggerimento di umanità, onde
-fare sott'intendere con esso di non incrudelire
-contro di coloro da' quali abbiamo tratta l'esistenza
-sulla terra, che un avvertimento morale
-di simile natura, dico, debba implicare
-una quantità di altri usi, e di astinenze, le
-quali, anche a senso di qualche accreditato
-Rabbino, non hanno il benchè minimo rapporto
-collo spirito intimo del precetto di Mosè;
-<span class="pageno target" title="145" id="pag-145"></span>
-ecco ciò che una mente illuminata soffrire certamente
-non potrebbe senza indignazione <a id="FNanchor_108"></a><a href="#Footnote_108" class="fnanchor">(91)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Ma cessiamo di più lungamente inveire
-contro gli smarrimenti umani; la sola esposizione
-sarebbe stata sufficiente per se stessa a
-dimostrarne l'assurdo; e farci quindi giudicare
-quale intimo valore il sensato filosofo
-ebreo vi attacca, e la fede che il medesimo
-vi presta. Ma essendoci prefissi fondatamente
-di condurre il popolo d'Israel nel sentiere
-della ragione; disingannarlo de' vetusti
-suoi errori, restituirlo al suo antico decoro,
-ed illuminarlo intorno i di lui veri interessi,
-noi fummo astretti ad esporre una parte di
-que' dogmi, riti, o cerimonie che la tradizione
-gli fece, per tanti secoli, considerare
-come sacre, corredate ovunque di quelle osservazioni
-analoghe, che ci sembrarono le più
-efficaci a sortire il nostro premeditato intento,
-ed a giustificare nel tempo stesso i fondati
-motivi delle nostre salutari operazioni. Quindi
-<span class="pageno target" title="146" id="pag-146"></span>
-tutto ciò che fu da noi opportunamente riportato
-sulla evidente inutilità della massima parte
-delle glose tradizionali, sembrami sufficiente
-a fare ampliamente comprendere quanto meno
-stravagante oggi comparirebbe il Codice mosaico
-nelle menti sovvertite de' filosofi increduli,
-se non gli fossero eccessivamente addizionate
-quelle moltiplici bizzarre cerimonie
-che fin quì combattemmo, colle innumerabili
-altre prescrizioni strane, ed insensato che
-ommesse abbiamo come non solo destituito affatto
-di verità, di base, e di ragione, ma come
-opposte diametralmente alla purità inalterabile
-del fonte incontaminato da cui si pretende
-follemente farle derivare <a id="FNanchor_109"></a><a href="#Footnote_109" class="fnanchor">(92)</a>. Conchiudendo,
-in ultimo coll'evidenza irrefragabile
-alla mano che tutti i principj di tal fatta non
-sono che il risultato genuino di una sregolata
-immaginazione, o di entusiastico trasporto in
-<span class="pageno target" title="147" id="pag-147"></span>
-cui l'esperienza, e il raziocinio non ebbero
-giammai alcuna parte; e l'eccessiva difficoltà
-che sovente incontrasi a combattere simili
-principj solo dipende dall'indole riprovabile
-della fantasia umana, la quale preoccupata
-una volta dalle illusorie visioni che la sorprendino,
-e la rimuovino, si rende incapace
-assolutamente di riflettere, di ragionare <a id="FNanchor_110"></a><a href="#Footnote_110" class="fnanchor">(93)</a>:
-Colui che si accigne a combattere la superstizione,
-ed i suoi terribili fantasmi colle armi
-della ragione (dice sensatamente <em class="nome">Shaftesbury</em>)
-rassomiglia ad un uomo il quale si servisse di
-una spada per uccidere delle zanzare, o de'
-moscherini, sì tosto che il colpo è vibrato, le
-chimere fatali, a guisa di que' tormentosi insetti,
-ritornano a svolazzare intorno all'uomo,
-riprendendo nel suo spirito il luogo stesso
-<span class="pageno target" title="148" id="pag-148"></span>
-da cui supponevasi forse di averle proscritte
-per sempre <a id="FNanchor_111"></a><a href="#Footnote_111" class="fnanchor">(94)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E pure questo male ancora, tutto che
-all'eccesso orrido, e flagellatore apparisca agli
-occhi nostri, non è, nulla ostante, senza qualche
-pronto, ed efficace rimedio; ma questo,
-per altro in vano ci potremo lusingare di conseguirlo
-fuorchè dalla sola ragione; procuriamo
-dunque di allontanare da' suoi recinti lo sciame
-infetto delle contaminate visioni che rendevano
-fino ad ora un peso incomodo, e lacerante
-per l'uomo; rinunziamo fermamente di
-accordo a quelle odiose follìe che la degradarono
-sì di frequente, e che la nostra insensata
-credulità gli fece servire miseramente di
-pascolo, e di arredo per sì lungo periodo di
-<span class="pageno target" title="149" id="pag-149"></span>
-secoli, proclamiamola definitivamente nostra
-guida, ed essa ci farà, in ogni senso, conoscere
-ciò che sia vera felicità sopra la terra,
-e per quali mezzi adeguati ed infallibili può
-l'uomo pervenire a distinguerne il sembiante,
-a possederla in tutta la sua integra purità,
-ed estensione.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_104"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_104"><span class="label">(87)</span></a>
-Il prototipo occasionale da cui emana il fondato motivo
-dell'osservanza del sabato non può essere per se stesso più
-edificante, nè l'alta idea che ne ha concepito il popolo d'Israel
-più solidamente radicata; ma gli accessorj enormi che si ebbe
-l'imbecillità di aumentarvi, sono quelli unicamente che oscurarono,
-al solito, la genuina intelligenza di simile precetto.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Quindi siccome questo dì è chiamato dalla scrittura giorno
-di riposo, e di ricreazione; così i fautori Talmudisti avvezzi a
-prendere tutto al letterale del senso, indagando quale ricompensa
-potere stabilire a chi tale dovere compisse, si fecero ad immaginare
-che Dio nell'ingresso del sabato accordasse ad ogni individuo
-ebreo un <em>anima superflua</em> נשמה יתרה (<em>Nesciamah Jeterah</em>),
-o come altri dicono, uno spirito ricreatore, affine di potere meglio
-riposare in quel giorno, e onde più agiatamente mangiare,
-bere, e sollazzarsi, e che al decremento del sabato Dio ritirasse
-tutte le anime, che avea esso distribuite la sera precedente: <em class="nome">R.
-Abraham</em> ragiona seriosamente di quest'anima superflua nel suo
-<em class="loc">Commentario sul Pentateuco</em> che esso chiama אגודת אזוב
-(Agudath ezob), cioè <em>mazzetto di mirra</em>. Essi rendono pure
-in quel giorno gli angeli commensali degli ebrei, ed i più fanatici
-fra questi persuasi intimamente dell'arrivo di tali nuovi ospiti
-serafici, si fanno loro incontro fino nelle scale con un certo
-complimento ad uso angelico. Nell'intonare di un certo inno
-espresso a tale riguardo la sera di venerdì, essi ritengono per
-sicuro che lo anime eschino dall'inferno, dove non rientrano che
-all'imbrunire del sabato, allorchè la preghiera è terminata, e
-alcuni Rabini sostengono che anche le sofferenze degli ebrei dannati
-cessano in quel giorno.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I Talmudisti prescrivono altresì come un precetto indispensabile
-di dovere fare tre splendidi pasti durante il giorno di sabato,
-affine di essere con tali mezzi garantiti, come essi dicono,
-da tre funesti mali, cioè dalle pene dal Messia, dalla micidiale
-guerra di Gog, e Magog, e dalle fiamme del Gheinam. (ved. <em class="loc">Mas.
-Sciab. cap. IV.</em>) Il rimedio in vero non può essere più grato, nè
-più idoneo ad attirare degli applicanti. E quante altre decisioni
-superstiziose non si sono parimente sostenute da' Rabini, relativamente
-alla proibizione di accender fuoco la sera, ed il giorno di
-sabato, un trattato intero di Misnah sopra questa materia contiene
-le regole molto austere per l'esatta osservanza di questo riposo
-corporale, di cui fu da noi già parlato (<a href="#Footnote_72">annot. 56</a>)
-non meno
-che sul fuoco, ed altre cerimonie per ovviare che non vengano
-trasgredite, mentre che si ha tanto poco zelo per la vera pietà.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma essi, per altro non comprendono che il riposo macchinale
-ordinato agli ebrei da Mosè di non muoversi alcuno in questo
-giorno dalla sua posizione in cui ritrovavasi nel momento
-dell'ingresso della festa (ved. l'<a href="#Footnote_72">annot. citata</a>)
-conveniva agli ebrei
-solo nel deserto, dure non doveano essi altro fare che rimuoversi
-per raccogliere la manna che in duplice dose cadeva loro prodigiosamente
-il giorno avanti; prescrizione che oggi eseguire non
-si potrebbe in verun modo; siccome non mi sembrerebbe inverosimile
-l'opinare che il divieto di accendere fuoco in simile giorno
-entro le abitazioni domiciliarie si riferisse a un doppio senso
-primo al fuoco sacro usato allora dal Pontefice sommo per servizio
-dell'altare, dove in quel giorno soleva ripetersi l'olocausto
-per tre volte, e ciò vuole implicare di non doversi servire nè
-accendere di quel fuoco per uso di famiglia, che ne sarebbe rimasto
-profanato, ed il trasgressore divenuto reo di esecrabile sacrilegio:
-secondo; essendo gli ebrei nutriti nel deserto colla prodigiosa
-caduta della manna, che ad ogni loro richiesta trasformava
-qualunque sapore, senza il soccorso dell'arte di cucina, e riscaldati
-da un ignea nube, che secondo la scrittura additava loro il
-cammino che doveano tenere durante il corso delle loro marcie
-notturne, inutile, come bene si scorge, rendevasi loro il fuoco,
-non meno per l'uno, che per l'altro oggetto.
-</p>
-
-<p class="foot">
-A tempi nostri però che i sacrifizj sono cessati, e che si
-fattamente rari si rendono fra noi tali prodigi, parrebbe, che
-l'ebreo della nostra età dovrebbe esservi dispensato dall'osservanza
-di simile precetto il quale, nella guisa che testè accennato abbiamo,
-sarebbe ad esso lui presso che impossibile di mantenere oggi
-a rigore, sia che considerato venga alla lettere, come lo pensano
-i Caraiti, sia che prendasi in astratto nella guisa che praticare
-veggiamo a recenti Talmudisti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_105"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_105"><span class="label">(88)</span></a>
-I panici timori che incute la tradizione teologica, anche
-sopra oggetti che religiosamente parlando non implicano timore,
-degradano lo spirito, e l'anima, traviano l'uno paralizzano
-l'altra, ed incapaci le rendono entrambe di lumi, e di ragione,
-così è pur troppo, che comprimendo essa l'uomo sotto l'aggravante
-peso del timore, allontana in lui la speranza di un conforto,
-debilita le sue forze, e di un integro adoratore del Dio
-vivente forma uno schiavo pusillanime, e spregevole, la cui devozione
-macchinale altro a fondo non è che un cupo velo di cui
-si serve, il più delle volte, per inorpellare i suoi orribili assurdi,
-e i suoi misfatti. Ben diversa però è la massima dell'uomo
-saggio; egli sa essere religioso senza essere pavido, perchè la sua
-ingenua coscienza è sempre mai limpida, ed uniforme a' sani principj
-del suo credere.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_106"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_106"><span class="label">(89)</span></a>
-Io ho già di proposito rimarcato in qualche luogo
-(ved. l'<em class="loc">annot. 8. T. I. pag. 41. delle Notti Campestri</em>) che il
-primo scopo che si prefissero in ogni epoca del mondo i promulgatori
-di Sacre chimere fu quello di attribuirsi il carattere
-imponente di Direttori Spirituali delle Nazioni, onde con tale
-mezzo a colpo sicuro pervenire a disporre a loro talento; per meglio
-dunque riuscirci essi opinarono di rappresentare Dio come
-un Essere occupato unicamente d'incutere timore nell'animo de'
-suoi creati, e dedito giammai a farsi amare, e quindi risultare lo
-fanno nelle loro assurde illazioni, a un tale riguardo, or come
-un Essere debole, ed or come tremendo, or come benefico, ed
-or come tiranno, senza altra ragione che la sua propria volontà.
-Nè dee recarci sorpresa di ritrovare dei popoli i quali giunghino
-al delirio spaventevole di concepire idee cotanto mostruose, e ripugnanti
-del provido Autore della Natura, dal momento che ci
-faremo ad investigare per una parte l'indole infelice del volgo nel
-credere ciecamente alla rinfusa ciò che ha l'apparenza di prodigioso,
-e di stravagante, ed a conoscere sensibilmente dall'altra
-l'artifizio perverso di una certa classe d'individui, nel farsi reputare
-da esso l'oracolo portentoso della Divinità suprema, e l'organo
-immediato de' suoi Eterni inalterabili Decreti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_107"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_107"><span class="label">(90)</span></a>
-Essendo questo divieto ripetuto per tre volte nella Scrittura
-(<em class="loc">Num. c. 23. v. 19. c. 34. v. 25. e Deut. c. 14. v. 19</em>) i
-Talmudisti ne amplificarono talmente l'osservanza, che oggi più
-non tiene che alla classe delle tante altre pratiche inutili conosciute,
-e professate dal recente giudaismo. Essi dunque inferirono conseguentemente
-di dovere non solo mantenere detto precetto al puro
-senso originario della lettera genuina, ma di astenersi parimenti da
-qualunque siasi cibo dove entrasse tutta specie di carne, pure di
-volatile unitamente ad ogni sorta di formaggio, o di latticinio, e per
-cautela, maggiore nell'esatta osservanza di questa pratica superstiziosa,
-i Rabbini ordinano scrupolosamente di dovere tenere anche gli
-utensili per cucina interamente separati (ved. <em class="loc">misn. hol. fol. 104.
-Din. Joré Deng. c. 92.</em>).
-</p>
-
-<p class="foot">
-I medesimi vietano inoltre con eguale rigore di mangiare in
-uno stesso convito prima una vivanda di carne, indi altra di formaggio,
-se non dopo decorso l'intervallo di sei ore, (Ibid. e <em class="loc">Beth
-Joseph</em>) permettendo l'ultima però avanti quella previa una breve
-interruzione di pochi minuti, dopo essersi lavate ambe le mani.
-Tanto possono le tradizionali follìe in mente umana!
-</p>
-
-<p class="foot">
-Mi si permetta quì di rimarcare soltanto come mai combinare
-questi divieti col lauto banchetto che la <em>Genesi</em> ci descrive (<em class="loc">Cap. 27.
-v. 9.</em>) preparato da Abramo ai tre angeli, che in sembianza di ospiti
-umani si presentarono al suo sguardo? Quì troppo chiaro si scorge che
-l'uso delle carni, ed i latticinj nel medesimo convito, ben lungi
-dall'essere vietato, siccome lo è attualmente presso i Settatori Talmudisti,
-era il solo cibo usitato quotidianamente dagli stessi primi
-fondatori della credenza d'Israel; e tanto è ciò vero, quanto che
-nella suddetta mensa disposta da Abramo a' suoi mistici viandanti
-eravi preparato un vitello, e gran profusione di latte, e di butirro
-che servì loro di nutrimento, senza che il testo accennato faccia di
-sorte alcuna menzione d'altro cibo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Nè giova il dire che a' tempi del patriarca non essendo tutta via
-promulgato il Pentateuco di Mosè un siffatto precetto non potea
-essere in vigore, poichè la stessa preparazione è sotto intesa egualmente
-contenere (<em class="loc">Sam. II. Reg. I.</em>) i rinfreschi ricevuti da David
-in differenti circostanze da Abigail, da Berzelai, ed altri, e nelle
-vettovaglie che seco portarono coloro i quali vennero a ritrovarle
-in Hebron; siccome ancora nello sfarzoso banchetto dato da Salomone
-di lui figlio alla Regina Siba, che da' propri suoi stati accorsa
-era espressamente per ammirare da vicino i fasti, e la saggezza di
-questo monarca ebreo, che allora facea lo stupore dell'universo,
-ciò che formava il corredo migliore di simili conviti, secondo l'uso
-generalmente seguitato in quei tempi, per quanto apparisce dalla
-Scrittura medesima altro certamente non era che una grande affluenza
-di frutti, di legumi, di latte, di carni, e di butirro in
-una mensa stessa; quindi è che altro che tali trattamenti possono
-avere dati, e ricevuti que' sovrani di Israel, malgrado che la Legge
-di Mosè fosse da entrambi perfettamente conosciuta. Si avrà forse
-il delirio di riprovare que' benemeriti antichi per avere praticato
-un simile uso, preferendo loro di moderni che se ne astengono?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_108"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_108"><span class="label">(91)</span></a>
-Nel Codice Misnico (<em class="loc">Trat. Holim. Cap. 8. §. IV.</em>)
-il Rabbino <em class="nome">Jossè Agalili</em> sembra convenire, in qualche modo,
-colla stessa nostra opinione, relativamente al precetto di cui parliamo,
-se non per abrogarlo del tutto, almeno per restrignerne
-l'osservanza; riducendolo al primitivo suo senso letterale, cioè al
-solo divieto di cuocere l'agnello unicamente entro il latte di sua
-madre, volendo in tale maniera escludere affatto da questa prescrizione
-gli animali volatili, qualunque siano, le madri de quali si
-riconoscono scevre onninamente di questo fluido (<em class="loc">Ibid.</em>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_109"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_109"><span class="label">(92)</span></a>
-Se riescono stravaganti oltremodo quelle tante prescrizioni
-tradizionali da noi fin quì sovente rimarcate, quanto non
-dovranno mai apparire all'eccesso ridicole, e affliggenti quelle che
-impongono i Rabbini all'occasione di nascite, di nozze, di esequie
-pe' defunti? Non abbiamo che percorrere i prolissi trattati, fatti
-sopra tali propositi (Ved. <em class="loc">Sciulh. Ngharuh Trat. Milah, Kidushim
-&amp; Abel.</em>) per restare intimamente persuasi, che tali appunto,
-quali distinti furono da noi, debbono sembrarci in ogni senso quelle
-prescrizioni che vi sono racchiuse, relativamente a' tre indicati
-soggetti, senza che io mi diffonda di soverchio a tesserne il dettaglio,
-che d'altronde un lavoro questo sarebbe inutile del pari
-che annojante.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_110"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_110"><span class="label">(93)</span></a>
-Per viemaggiormente restare quanto è duopo convinti
-di questa verità di fatto, noi non abbiamo che richiamare quanto
-da noi fu già esposto altrove, relativamente allo scrupolo smodato
-che si fa l'uomo ignorante, a qualunque setta ch'esso appartenga,
-d'interrogare se stesso intorno quegli articoli che un'abitudine
-grossolana e macchinale fece al medesimo un giorno riguardare come
-sacri, e inviolabili, e quelli pure d'altronde, i quali forniti di
-lumi sufficienti per elevarsi fino alla contemplazione della verità
-delle cose, predominati, del pari, dallo smarrimento deplorabile
-medesimo, si tendono, ad un tale riguardo, così pure incapaci
-onninamente di raziocinio, e di riflessione; perchè lo scrupolo
-dell'esame, a questo soggetto, non è niente dissimile da quello
-degli altri, l'educazione e la coltura de' medesimi non avendo avuto
-attività bastante di superare la barriera fatale de' pregiudizj religiosi
-imbevuti nell'infanzia.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_111"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_111"><span class="label">(94)</span></a>
-Una volta che i prestigj del fanatismo sieno giunti ad
-impossessarsi dello spirito umano, riesce presso che impossibile di
-sradicarli al segno che più non accorrino a funestarlo nè a cospirare
-la sua perdita estrema, e se per fortuita combinazione gli parrà di
-vederli allontanati, ciò non seguirà che per qualche breve intervallo;
-passato questo gli vedrà riprendere tosto sopra di esso un
-impero più assoluto, e più consistente; inutile vedrà ogni suo sforzo,
-allora per tentarne lo scampo; questo nemico crudele lo perseguita
-ovunque; non vi vuole altro meno, che una opima dose di sana
-filosofia; e di solida coltura, onde pervenire e distruggerlo per
-sempre, senza timore che ritorni mai più a funestare la specie
-umana: <em class="cit" xml:lang="fr">Il n'est d'autre remède à la maladie épidémique du
-fanatisme, que l'esprit Philosophique, qui répandu de proche
-adoucit enfin les mœurs des hommes, et que prévient les accès du
-mal; car dès que ce mal fait des progrès il faut fuir, et attendre
-que l'air soit purifié</em> <em class="loc">Volt. Dict. Philos. T. V. p. 513.</em>
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XII">
-<span class="pageno target" title="150" id="pag-150"></span>
-CAPITOLO XII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-La pretta credenza trasmessa dal legislatore
-Mosè al Popolo ebreo poco varierebbe
-da quella professata da Socrate,
-da Platone, e da Confucio, se si eccettua
-le molteplici instituzioni misniche, e Talmudiche
-aggiuntivi ad essa.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Donde dunque verosimilmente procede, udiamo
-taluno interrogarci di proposito sovente,
-che quasi tutta la specie umana persuasa in
-apparenza, che la religione è la cosa la più
-vantaggiosa per essa, e sotto qualunque siasi
-aspetto che si riguardi, riconosciuta la più
-seria, la più decisiva, ed importante, mentre
-che questo è frattanto l'oggetto che gli uomini
-si permettono il meno d'investigare con criterio,
-di approfondire con diligenza, e precisione?
-Laonde se si tratta di contrarre un affare qualunque,
-di vendere qualche oggetto, di acquistarlo,
-si prende le precauzioni le più accurate
-<span class="pageno target" title="151" id="pag-151"></span>
-si bilica ogni termine, si pondera ogni frase
-dello scritto che ne racchiude le condizioni, e
-ciascuno fa, in somma, ogni sforzo possibile
-per mettersi al riparo da qualunque male intelligenza,
-frode, o sorpresa: or, perchè mai,
-argomentano, con impudenza, certuni, non
-avviene appunto così della religione, e specialmente
-orale, che resta il più delle volte adottata
-ciecamente sulle asserzioni altrui, senza
-che alcuno prendasi un benchè minimo pensiere
-di esaminarla <a id="FNanchor_112"></a><a href="#Footnote_112" class="fnanchor">(95)</a>? Io non dirò già (come
-qualche filosofo incredulo erroneamente opina)
-che le massime religionarie degli uomini di ogni
-setta di qualunque angolo del mondo sono i
-monumenti antichi e permanenti dell'ignoranza,
-della credulità, de' terrori, e della stupida
-buona, fede de' loro mali accorti antenati;
-io rigetto questa opinione come assurda,
-eterodossa, e onninamente destituita di base,
-di ragione, e forse ancora di buon senso; ma
-<span class="pageno target" title="152" id="pag-152"></span>
-per altro, l'esperienza, che rare volte inganna,
-mi ha in ogni tempo sensibilmente dimostrato
-che in proposito di religione, e sopra tutto tradizionale
-gli uomini non sono a sufficienza tutta
-via illuminati, quanto il loro pressante bisogno lo
-richiede, onde potere essere garantiti solidamente
-della verità, e della ragione di tutto ciò ch'essi
-ammettono come supposto vero, e ragionevole.
-</p>
-
-<p>
-Ma da quale altra contaminata sorgente
-dobbiamo noi fondatamente ripetere sì deplorabile
-sciagura, se non se dalle insensate sottigliezze
-tradizionali, che soggiogarono sempre,
-a grado a grado, tutte le nazioni, tutte le
-sette dell'universo, le quali ne risentono pur
-troppo tuttavia la gravezza lacerante, e il danno
-incalcolabile, senza speme di sollievo, nè
-di compenso <a id="FNanchor_113"></a><a href="#Footnote_113" class="fnanchor">(96)</a>?
-</p>
-
-<p>
-Gli Ebrei, i Cristiani, i Musulmani, e
-gl'idolatri tutti hanno delle supposte intuitive
-tradizioni, che sostengono fervidamente
-<span class="pageno target" title="153" id="pag-153"></span>
-d'accordo, emanate dal Cielo, compilate dallo
-Spirito Santo, e identiche, e uniformi alla più
-esatta inalterabile verità; esse sono tutte interamente
-appoggiate ad un punto medesimo di
-centro, che insieme racchiude l'antichità, e
-il fanatismo religioso <a id="FNanchor_114"></a><a href="#Footnote_114" class="fnanchor">(97)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="154" id="pag-154"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ecco le due barriere fatali che opponendo
-un'ostacolo tenace, ed a molti riguardi considerato
-come ineluttabile all'esame de' sentimenti
-religiosi che ci furono inspirati nell'infanzia,
-immergono tutti i popoli ciecamente
-nella credenza grossolana de' più malefici, e
-degradanti pregiudizj; e senza diffondermi soverchiamente
-sulle altre sette che ingombrano
-ambo gli emisferi, non abbiamo che applicare
-costantemente le stesse impotenti basi che servono
-di rilievo fondamentale alle tradizioni del
-popolo d'Israel, per vederne risultare direttamente
-i funesti disordini eguali a quelli di
-tutte le altre nazioni, che l'Istoria ci fa conoscere,
-e scorgervi, ad un tempo, con indelebili
-marche, l'impronta stabile uniforme della
-menzogna che le caratterizza tutte quante <a id="FNanchor_115"></a><a href="#Footnote_115" class="fnanchor">(98)</a>,
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="155" id="pag-155"></span>
-</div>
-
-<p>
-Suppongasi, per mera ipotesi, che un Settatore
-di Socrate, di Platone, o di Confucio,
-od anche questi tre filosofi medesimi in persona,
-ignari affatto delle tante sette o religioni, che
-coprono attualmente ambo gli emisferi de' nostri
-secoli, sieno eccitati da una mera curiosità di
-trasferirsi fra noi per osservarle ocularmente;
-una fortuita combinazione favorisca i loro disegni,
-e compia le loro brame; un giorno di
-venerdì si trovino avere per commensali un
-ebreo talmudista, un cattolico romano, ed un
-settatore di Maometto; io non posso usare dei
-vostri arnesi, farebbe a dire l'ebreo, nè debbo
-mangiare la carne avanti il cacio, nè condire
-con questo veruna specie di carnaggio, nè mi
-è permesso di gustare i vostri cibi, di sorte
-alcuna, siccome ancora mi è vietato di bere il
-vino premuto, da coloro che professano una
-credenza differente da quella che la mia tradizione
-da lunga serie di anni già trasmise
-agli avi miei <a id="FNanchor_116"></a><a href="#Footnote_116" class="fnanchor">(99)</a>: e pregovi di congedarmi
-<span class="pageno target" title="156" id="pag-156"></span>
-avanti che il sole trammonti nell'occaso, giacchè
-se le festa, del sabato quì mi ritrovasse in
-tale momento, non solo io commetterei un
-oltraggiante villanìa di lasciare i miei ospiti
-celesti scevri di quegli omaggi consueti che
-sono ad essi meritamente dovuti (ved. <a href="#Footnote_104">ann. 87.</a>),
-ma incorrere altresì io potrei nel grave irremissibile
-delitto di dovere meco portare il
-fazzoletto che tengo per mio semplice uso,
-l'orologio, non meno che il sottile bastone
-che per mero piacere io porto fra le mie mani
-(<a href="#Footnote_104">ann. 72</a>); ed a me, soggiugnerebbe il cattolico
-romano è severamente vietato di cibarmi
-di qualunque siasi carne in questo giorno, poichè
-in esso fu condannato all'ultimo supplizio il
-mio Dio; quello è il giorno per me terribile in
-cui il redentore del mondo terminò fra due
-ladroni sopra un infame patibolo i giorni suoi;
-ad una sì lugubre commemorazione io sono in
-dovere di consecrare quest'astinenza durante
-l'intero periodo della mia vite, e tutto ciò che
-da voi, e da me si opera fedelmente riferire io
-debbo all'orecchio di colui che l'arbitro depositario
-degli arcani del mio cuore, e l'assoluto
-<span class="pageno target" title="157" id="pag-157"></span>
-direttore delle mia coscienza, può a suo piacere
-cancellare ogni mia colpa, confessandola ad
-esso, e ad un tempo medesimo rendermi il più
-venturoso fra i mortali, ovvero condannarmi
-inevitabilmente a gemere ne' cupi abissi dell'inferno,
-ommettendo di eseguirlo <a id="FNanchor_117"></a><a href="#Footnote_117" class="fnanchor">(100)</a>; ed io,
-<span class="pageno target" title="158" id="pag-158"></span>
-conchiuderebbe finalmente il musulmano, sarei
-per tutti i secoli dannato, se volessi bere del
-vino, o vi ascoltassi parlare di scienza di morale,
-e di buon senso, mentre io debbo essere
-astemio tutto il corso della mia vita, e marcire
-nell'ignoranza tutto il tempo ch'essa dura <a id="FNanchor_118"></a><a href="#Footnote_118" class="fnanchor">(101)</a>,
-<span class="pageno target" title="159" id="pag-159"></span>
-e siccome in questo giorno io debbo celebrare
-l'ascensione al cielo del mio sommo Profeta <a id="FNanchor_119"></a><a href="#Footnote_119" class="fnanchor">(102)</a>,
-<span class="pageno target" title="160" id="pag-160"></span>
-associarmi non posso nel vostro conciliabolo
-profano a meno di non rendermi indegno della
-ricompensa che mi ha esso garantita, qual è
-quella di farmi godere nell'altra vita i soavi
-amplessi delle più avvenenti femmine del mondo,
-preparate per eterna delizia de' giusti entro
-un vastissimo serraglio, nelle incontaminate
-regioni celesti, o di cui Dio è l'arbitro disponitore,
-e Maometto il soprastante <a id="FNanchor_120"></a><a href="#Footnote_120" class="fnanchor">(103)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="161" id="pag-161"></span>
-</div>
-
-<p>
-Dopo tuttociò, quale giudizio farebbero
-essi mai questi tre saggi delle varie opinioni
-dei loro tre Commensali? Che direbbero essi mai
-della superstizione del primo? cosa opinerebbero
-della credulità del secondo, e quale orrore
-concepirebbero essi mai del ministero infame
-che l'ignoranza dell'ultimo attribuisce
-stolidamente al Supremo Creatore dell'Universo?
-</p>
-
-<p>
-Ma lasciamo pure all'insensato Dervigi
-le brighe impotenti di giustificare la sua orrida
-insania, ed a settatori di Pietro gl'inutili sforzi
-pure lasciamo, di palliare i loro intimi sentimenti;
-indarno tenteremmo noi di disingannarli
-entrambi, mentre nè con l'uno, nè con gli
-altri non ci sarebbe permesso giammai di avere
-ragione; e le nostre ponderate ricerche arrestiamo
-unicamente su' delusi Israeliti Talmudisti,
-i quali più di ogni altra setta debbono
-quì richiamare le nostre più assidue cure, ed
-essenzialmente preoccuparci.
-</p>
-
-<p>
-Non per tanto, se il fautore Talmudista
-nudare volesse l'illusoria credenza che lo attrae
-dopo sedici, e più secoli, da tutti quegli ornati
-mostruosi che sotto lo specioso carattere di utili
-<em>ripari</em> (benchè per loro stessi oltremodo frali
-pur troppo, e insussistenti) gli si fece sempre,
-e ovunque rispettare come sacri, e inviolabili,
-<span class="pageno target" title="162" id="pag-162"></span>
-e di cui sì enormemente essa trovasi aggravata <a id="FNanchor_121"></a><a href="#Footnote_121" class="fnanchor">(104)</a>:
-Se con intima persuasione del proprio
-inganno ei cercasse il mezzo il più pronto e
-il più sicuro di emendarsene, spezzando risolutamente
-il talismano fatale della menzogna,
-che lo rendeva per lo passato incapace di eseguirlo;
-se annientando tutte le appendici mistiche,
-e paradossali, che lo fecero comparire
-fino ad ora sì odioso, e degno di commiserazione
-alla mente perspicace del filosofo illuminato,
-e distruggono i pregj che la esimia sua credenza
-in se medesimo racchiude, egli soltanto si attaccasse
-all'utile, al puro, al salutare; se da
-tutto questo, dico, prescindendo, esponesse loro
-<span class="pageno target" title="163" id="pag-163"></span>
-l'ebreo, che la vera sua religione solo consiste
-nell'ingenua credenza indefettibile dell'Essere
-Supremo, unico, eterno, incommutabile che
-punisce l'uomo perverso, e ricompensa il saggio,
-che un tale premio, ed una tal pena (sebbene
-comprendere giammai noi non possiamo cosa
-l'uno, o l'altro sia, nè come si compiano entrambi)
-sono riserbate unicamente dopo le morte
-ad un essere infinitamente superiore al corpo
-umano; a cui sopravvivere dovrà perpetuamente
-perchè semplice, non suscettibile di morte, e
-intelligente; nell'amore integro di tutti coloro
-che appartengono alla nostra specie, nell'obbedienza,
-e sommissione alle leggi civili che
-governano lo stato in cui esso vive, e finalmente
-nell'esercizio assiduo, e costante di una sana
-morale: quindi tutto ciò che a tali essenzialissimi
-principj che costituiscono la base fondamentale
-della primitiva religione dell'ebreo
-si aggiugne, altro non è che il mero effetto
-dell'umano traviamento da cui furono un tempo
-all'eccesso predominate certe menti entusiastiche
-e stravaganti, a scapito del credulo, e troppo
-scaltramente sedotto popolo d'Israel.
-</p>
-
-<p>
-Rapiti questi benemeriti filosofi allora dall'intensa
-possanza di tali eccelse idee, attoniti
-restando delle sublimi verità edificanti comprese
-nel dettaglio analitico che loro si fece, come
-potrebbero essi mai di preposito deliberato dissimulare
-<span class="pageno target" title="164" id="pag-164"></span>
-di non riconoscere nella religione del
-vero Israelita la chiara impronta uniforme di
-quella professata da essi medesimi; come supporre
-infine, senza delirio, che ricusare essi
-volessero il pieno suffragio loro concorde, ad una
-sì ammirabile credenza che riconoscerebbero in
-massima essere la loro, cotanto identica a' sacri
-dettami della filosofia, della nature, della ragione?
-Infatti qual'era mai per se stessa la
-base radicale dove propriamente sostenevasi la
-credenza di entrambi questi due filosofi di
-Atene, e dove mai fondava il filosofo Chinese
-quella dell'intimo suo Culto? <a id="FNanchor_122"></a><a href="#Footnote_122" class="fnanchor">(105)</a> Se prescindere
-vogliamo da ciò che sia propriamente
-sistema filosofico, che ogni creatore, o institutore
-di nuova setta scientifica, immaginare
-volea il suo, in nulla, o in poco differiva
-<span class="pageno target" title="165" id="pag-165"></span>
-certamente il loro credere da quello che veggiamo
-istituito da Mosè nel Pentateuco; astraendo
-però, nel modo che abbiamo fatto tutte
-quelle ordinanze, o prescrizioni che imposte
-furono da questo legislatore agli ebrei della
-sua età, che oggi terrebbero del soverchio, o
-dell'inutile.
-</p>
-
-<p>
-Non avvi alcuno che ignori a quale prezzo
-aggravante Socrate acquistasse il sublime piacere
-d'istruire l'ingratissima sua patria, dell'esistenza
-indelebile del Dio di verità, e la soddisfazione
-di renderla edatta della scienza la
-più esimia, la più utile, e la più importante
-per il genere umano <a id="FNanchor_123"></a><a href="#Footnote_123" class="fnanchor">(106)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="166" id="pag-166"></span>
-</div>
-
-<p>
-E chi mai fra tutti gli uomini scienziati
-dell'antichità, si è in alcun tempo elevato col
-pensiere fino alla contemplazione dello stesso
-Autore Supremo della natura, e dell'anima
-umana, con maggiore successo di quello che i
-fasti filosofici concordi ci narrano di Platone?
-Non abbiamo che applicarci assiduamente nel
-suo ammirabile <em>Timeo</em>, oltre le tante altre sue
-produzioni metafisiche, e contemplative, per
-restarne convinti, e sorpresi ad un'istante <a id="FNanchor_124"></a><a href="#Footnote_124" class="fnanchor">(107)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="167" id="pag-167"></span>
-</div>
-
-<p>
-E quale morale potrà essere giammai posta
-al confronto con quella che Confucio introdusse
-fra i Chinesi, quali instruzioni più dotte, più
-salutari di quelle che questo popolo apprese da
-sì venerabile maestro, che da oltre venti secoli
-non cessa di rispettarlo come tale, ed essergli
-riconoscente come suo benefattore? <a id="FNanchor_125"></a><a href="#Footnote_125" class="fnanchor">(108)</a>
-</p>
-
-<p>
-Da un confronto sì esatto, e sì uniforme
-in ogni parte, chi non vedrebbe mai resultare
-quella pura fondamentale religione, la sola
-<span class="pageno target" title="168" id="pag-168"></span>
-oltremodo necessaria, e indispensabile all'Ente
-ragionevole sulla terra, già da esso conosciuta,
-e praticata col più felice successo per tanti
-secoli nella vetusta età della sue specie? E
-quale altra mai fuori di questa, per confessione
-unanime di tutti i popoli era la credenza dell'antico
-Israelismo, non escludendo Mosè che ne
-fu il promulgatore? Ma le illuse generazioni
-<span class="pageno target" title="169" id="pag-169"></span>
-che ne successero nulla premurose di conservarla,
-corsero per elleno medesime a precipitarsi
-nel baratro funesto della più grossolana
-superstizione e di una stupida ignoranza in cui
-la loro macchinale credulità dovea, senza scampo
-inconsideratamente trascinarle. Quindi senza
-lesione della verità conchiudere illativamente
-quì si potrebbe che se la religione dei primi
-benemeriti patriarchi del Popolo d'Israel è
-vera, quella che professano gli ebrei moderni
-è nella massima sua parte opposta a quella
-diametralmente, e in conseguenza apocrifa, e
-assurda, e ciò per le tante valide ragioni da
-noi opportunamente riportate, e per le molte
-altre che ci si offriranno nel progresso delle
-nostre osservazioni; ma tale è pur troppo la
-condizione deplorabile dell'uomo, come lo riflette
-un pensatore filosofo, che il vero non gli
-è sempre vantaggioso, ed i lumi della ragione
-non furono in tutti i tempi sufficienti abbastanza,
-nè, quanto è d'uopo, efficaci a rischiarare
-le dense tenebre nelle quali esso vive per folle
-arbitrio, miseramente sepolto.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_112"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_112"><span class="label">(95)</span></a>
-tali sono appunto gli stravaganti riflessi che dettero
-adito in ogni tempo alla temeraria miscredenza di alcuni pensatori
-liberi, onde conchiudere assurdamente che i principj su' quali si
-fonda la religione (tuttochè da' sani filosofi giudicati, e riconosciuti
-sempre incontrastabili), altro non sono che ipotesi azzardate, immaginate
-dall'ignoranza, propalate dalla credulità, adottate dalla
-speranza, e venerate dal timore: <em class="cit" xml:lang="fr">Les uns</em>, aggiugne Montagne,
-<em class="cit" xml:lang="fr">font à croire au monde qu'ils croient ce qu'ils ne croient pas,
-les autres en plus grand nombre se le font à croire à eux mêmes,
-ne sachant pas pénétrer ce que c'est que croire.</em> <em class="loc">Ess. IV.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_113"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_113"><span class="label">(96)</span></a>
-Si consultino le tradizioni di tutti i popoli che conosciamo,
-si percorrino quelle ad una, ad una minutamente, quale
-bene ci mostreranno avere esse recato agli uomini che possa,
-in qualche parte almeno, ricompensarci degl'innumerabili mali che
-ci hanno le medesime in tante guise differenti, e in ogni tempo
-cagionati sopra la terra? Ma ci faranno esse vedere come accesero
-per tutto le fiaccole dell'intolleranza, come hanno empiute crudelmente
-ovunque le pianure di cadaveri, abbeverate le campagne
-di sangue umano, incendiate le Città devastati gl'Imperi, senza
-che abbiano renduti mai gli uomini più umani; nè più saggi, nè
-migliori: La bontà de' medesimi è l'opera unicamente di una pura
-morale, o d'una vera Religione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_114"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_114"><span class="label">(97)</span></a>
-Se prescindere vogliamo un solo istante dalle follie deplorabili
-che le numerose tradizioni de' popoli gentili hanno fino
-a noi tramandate, a che si ridurrebbero mai senza di quelle tutte
-le immense pratiche, o cerimonie delle sette che ci si offrono a' tempi
-odierni? Quelle dell'Israelismo furono, a tempo debito, da noi
-evidentemente contraddistinte; e quelle coltivate dalle altre, senza
-dubbio, a poca cosa. Ma ciò che reca stupore si è di vedere, come
-tutte le nazioni, senza eccettuarne alcuna, vanno esattamente concordi,
-e nel deciso fervore con cui ciascuna di esse pretende fare
-valere la sua, e nella sorgente incontaminata dalla quale vogliono
-tutte farle direttamente scaturire.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Per altro, io ricercherei di proposito a tutti questi settarj,
-come pervenire a provare quale fra queste tradizioni potrà dirsi
-giustamente la vera, in mezzo alle moltiplici contraddizioni ch'esse
-ci offrono insieme, ed alla ripugnanza che ogni popolo dimostra
-costantemente per le tradizioni di un altro popolo? Le nove incarnazioni
-di <em class="nome">Wistnou</em> sono religione nelle Indie, e favola in Pietroburgo;
-l'<em>Eucaristia</em>, è un sacramento presso i Cristiani, è un
-idolatria in Costantinopoli, nella guisa che le gesta di <em class="nome">Maometto</em>
-venerate da' Musulmani come altrettante intuizioni divine, sono
-riguardate da' Seguaci di Cristo, come l'effetto dell'impostura, e
-dell'insania; e tuttociò finalmente che gli altri popoli apprezzano
-come sacro, e inviolabile, è dagli ebrei riguardato come degno di
-abominio, e di esecrazione; nella guisa che una gran parte degli
-usi, e cerimonie religiose praticate da questi, persuasi che procedino
-dallo spirito santo, o dal portentoso <em>Batkol</em>, di cui fu già
-da noi parlato altrove, formano l'oggetto dell'improperio, e della
-derisione degli altri popoli.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Or in mezzo a tante fluttuanti opinioni, sostenute da ogni
-parte col più fervido entusiasmo, come mai rintracciare la meno
-assurda, la più ovvia, la migliore? Per altro, il servigio il più
-rimarcabile che rendere si potrebbe a tutti i popoli dell'universo,
-quello sarebbe, senza dubbio, di fare ed essi conoscere l'illusione,
-e il nocumento delle loro stravaganti opinioni a tale riguardo, ma
-niuno fino ad ora ci ha pensato giammai, e sembra che nè pure
-vi abbia avuta l'idea d'intraprenderlo, nè il coraggio sufficiente
-di eseguirlo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_115"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_115"><span class="label">(98)</span></a>
-<em class="nome">Lucrezio</em> ha detto, è ormai venti, e più secoli, che
-tutto il genere umano, fino da' suoi tempi, era oppresso miseramente
-sotto la soma lacerante della superstizione:
-</p>
-
-<div class="poetry">
- <div class="stanza">
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Humana ante oculos fœde cum jacere,</em>
-</p>
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">In terris oppressa gravi sub Religione.</em>
-<em class="loc">L. I. v. 63. 64.</em>
-</p>
- </div>
-</div>
-
-<p class="foot">
-Che direbbe mai Lucrezio, se risorgere ei potesse a' tempi
-nostri? Molti l'hanno parimente ripetuto con eguale veemenza,
-dopo di lui; infiniti altri benemeriti scrittori se ne lagnano ancora;
-ma frattanto esistere si mirano tuttavia ovunque, e la superstizione,
-e i suoi detestabili fautori.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_116"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_116"><span class="label">(99)</span></a>
-Tutti questi, ed altri sì fatti deplorabili smarrimenti
-de' quali fu da vari secoli suscettibile il popolo Ebreo, come
-osservammo, possono datare dall'Era lacrimevole delle propalazione
-delle tradizionali follìe di cui si ebbe la scaltrezza d'imbevere
-lo spirito umano, delineandogliele come altrettante prescrizioni divine,
-l'esatta osservanza delle quali rendevasi assolutamente indispensabile
-all'eterna salute d'Israel, nella guisa medesima che la trasgressione
-lo ridurrebbe periclitante, senza scampo, vittima delle più
-orribili calamità, e di un perpetuo infortunio.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Dopo tutto ciò stupiremo ancora di vedere accreditare, ed
-ammettere con tanta venerazione dagli uomini tali mostruosi principj?
-Agevole riesce di far credere agli uomini ciò che lusinga
-il loro amor proprio, ed alimenta i pregiudizj di cui sono imbevuti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_117"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_117"><span class="label">(100)</span></a>
-Non è che nel secolo XII. che il dogma della Confessione
-auriculare fu introdotta fra i settatori papisti da Innocenzo
-III. nel Concilio Lateranese IV. l'anno 1213. Ma ciò che
-dee sembrare oltremodo straordinario alle menti illuminate si è,
-l'osservare con quale accanito fervore è essa ovunque praticata
-laddove il Clero perviene ad acquistare un ascendente quasi assoluto
-sullo spirito abbacinato degli uomini, come appunto succedere
-miriamo in Ispagna, in Portogallo, ed in Italia, malgrado
-che i primi padri del Cristianesimo combattessero apertamente l'uso
-di siffatta confessione, e non ostante che <em class="nome">Ambrogio</em>, <em class="nome">Crisostomo</em>,
-e <em class="nome">Basilio</em> fra quelli ne fossero d'accordo sì avversi, esortando
-i penitenti a confessare le loro colpe al solo Dio che può correggerle,
-ed annientarle, e non già di palesarle agli uomini, i quali
-altro non sanno che stordirli con minaccie, o puerili timori senza
-recare loro fintanto alcuna specie di antidoto nè di conforto
-(<em class="loc">Ved homil. 31 in Hebr. homil. de Pœnit. T. V homil. de Laz.
-T. V. p. 81.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-E se Agostino interroghiamo, lo udiremo ripetere:
-<em class="cit" xml:lang="la">Quid mihi est enim cum hominibus ut audiant Confessiones
-meas, quasi ipsi Sanaturi sint omnes languores meos?</em> <em class="loc">Confes.
-Lib. 10. Cap. 3.</em> e lo stesso Agostino, in altro luogo,
-(<em class="loc">Serm. II. sopra il Salmo 31.</em>) aggiugne: <em class="cit" xml:lang="la">Pronuntiabo adversum
-me injustitias meas domino</em> (si osservi che non dice già
-agli uomini) <em class="cit" xml:lang="la">&amp; tu remisisti impietatem cordis mei</em>.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Servissero almeno queste confessioni ad allontanare il delitto,
-a reprimere i vizi, a rendere più saggi coloro che stupidamente
-vi si confidano, il nocumento ch'esse recano non sarebbe
-senza un compenso; ma esse travviano lo spirito, corrompono i
-costumi, alimentano l'ingiustizia, e le azioni criminose, e colla
-facilità delle assoluzioni che si fanno, senza ostacolo, risultarne,
-anche il più deciso malfattore con una simulata resipiscenza non
-solo ritrova un pronto mezzo con che giustificare agevolmente i
-suoi misfatti, ma persuaso di potere in tale maniera giugnere per
-sino e cancellarli, esso diviene sovente recidivo senza ribrezzo. Se
-i Peruviani, secondo il P. Accosta, il Pau, ed il Raynal praticavano
-essi pure la confessione molto avanti che la conoscessero
-i Cristiani, soggetti non erano però a simili delirj.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_118"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_118"><span class="label">(101)</span></a>
-volendo Maometto prevenire ed allontanare gli eccessi
-che cagionano regolarmente l'ebrezza, e il giuoco per colui
-che vi si abbandona, esso ha interdetto assolutamente l'uso del
-vino, e de' giuochi d'azzardo, ed affine di dare a questa legge tutta
-quella forza che gli era necessaria, esso ebbe ricorso alla sua pratica
-usuale, quale fu quella di inventare alcuni esempi ovvj a
-giustificare la sua condotta a tale riguardo, uno di questi fu quello
-de' due angeli <em class="nome">Arut</em>, e <em class="nome">Marut</em> inviati da Dio sopra le terra per
-amministrare le giustizia in Babilonia, che divenuti ebri in un
-banchetto dove furono invitati, commisero molte vituperose incontinenze
-(ved. <em class="loc">Alkodai Pocok. Specim. Ist. Arab. p. 175.
-Alcor. Cap. V.</em>) Tale è infatti il vero motivo del divieto del vino
-presso i Musulmani.
-</p>
-
-<p class="foot">
-In quanto poi ad ammettere per uno de' dogmi di religione
-l'ignoranza universale delle scienze, siccome era esse una
-delle qualità che distinguevano il fondatore dell'Islamismo, giacchè
-l'inscizia di Maometto, per quanto asseriscono i suoi medesimi
-fautori, andava fino alle barbarie, non sapendo nè leggere, nè
-scrivere, difetto, peraltro, che gli era comune con tutta la sua
-tribù (ved. <em class="loc">luog. cit.</em>) ciò che lo rendeva incapace non solo di
-risolvere le obbiezioni che gli avversari della sua setta nascente gli
-opponevano di tratto in tratto, ma lo esponeva sovente agli scherni,
-ed a' motteggi che le sue ambigue risposte davano sufficiente motivo
-di dovere fare. Quindi riconoscendo che i suoi settatori non avrebbero
-potuto meglio riuscirci in simile caso, egli si appigliò al partito
-di proibire loro qualunque specie di questione Teologica, di
-scienza, e di coltura, comandando eglino, in vece di passare a fil
-di spada tutti coloro che inveissero contro la sua dottrina. (Ved.
-<em class="loc">Alcor. Cap. 4 Cantacuz. Orat. 1. Sect 12.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_119"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_119"><span class="label">(102)</span></a>
-Niente di più ridicolo della Mesra, ovvero il preteso
-viaggio che Maometto fece nel Cielo durante il corso di una notte;
-e niente di più insensata dell'invenzione dell'Alborak, o del
-prodigioso animale quadrupede che ve lo condusse.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Rapportasi dunque dall'Alkorano, ch'essendo Maometto coricato
-una notte con <em class="nome">Ayessa</em>, una delle sue mogli, udì battere
-alla porta della sua camera, ed essendosi alzato per aprirla esso vi
-osservò l'Angelo Gabriello ornato di 70. paja d'ale spiegate da
-entrambi i suoi lati; esso era seguitato dall'<em class="nome">Alborak</em>, bestia che
-partecipava della natura dell'asino, e del mulo, di una bianchezza che
-eccedeva quella della neve, e di un agilità sì sorprendente, che
-il lampo non passa con maggiore celerità di ciò ch'esso metteva
-nel tragittare dall'uno all'altro sito, ed è appunto a cagione di sì fatta
-straordinaria destrezza (secondo gli scrittori Musulmani) che gli si
-fece meritare l'attributo di alborak, che nell'arabo idioma significa
-un baleno.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Tosto che lo sguardo di Maometto restò colpito dall'intuito
-del Messaggere celeste, questi lo abbracciò affettuosamente, e salutandolo
-dalla parte di Dio, gl'impose in di lui nome il trasferirsi
-nel Cielo, dove avea esso determinato d'iniziarlo in certi urgenti
-misteri, che non permise di rivelare giammai ad alcuno de' mortali
-che lo avevano preceduto, ed era per ciò col disegno di rendere più
-agevole il suo viaggio ch'esso gl'inviava espressamente l'Alborak.
-Maometto non esitò ad eseguire quanto gli venne imposto, ed
-appena ch'esso l'ebbe montato, si trovò in un istante dalla Mecca
-in Gerusalemme; da colà sempre accompagnato dalla sua guida
-celeste, proseguì il suo cammino fino a tanto che ritrovata una
-scala di luce preparata per essi vi ascesero, lasciando l'Alborack
-legato in una rupe, fino al loro ritorno, e prodigiosamente pervennero
-quindi al primo Cielo, e da questo agli altri sei, tutto nel
-breve intervallo di una notte. (Ved. <em class="loc">Zamnias. et Didav. in Alcor.
-ad Cap. 17 et 33.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Si può egli immaginare assurdità più enormi, e iperboli più
-insensate di quelle che si osservano racchiuse in sì fatto itinerario
-celeste?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_120"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_120"><span class="label">(103)</span></a>
-Da quando Maometto cominciò ad accreditare in faccia
-de' suoi creduli settatori il di lui preteso apostolato, la prima idea
-ch'esso ebbe fu quella di lusingare la loro speranza, e alimentare
-la dissolutezza a cui gli riconosceva sì eccessivamente proclivi,
-quindi è ch'esso inventò un paradiso secondo il gusto degli Arabi,
-ed a misura de' piaceri sensuali che gli penetravano con maggiore
-intensità. D'altronde conoscendo per isperienza quanto l'idea del
-loro soggiorno in un clima ardente, unito a' costumi lascivi dai
-quali erano essi predominati, avrebbe loro fatto amare tutto ciò
-che avea efficacia di condurli alla sensualità, Maometto promise
-a' suoi Settarj nella vita futura, giardini, riviere, profumi, letti
-di riposo, del pari sontuosi che comodi, preparati da uno stuolo
-immenso di femmine di un'avvenenza incomparabile, e che offrono
-loro tutto ciò che l'amore ha di più vago, e di più seducente
-(Ved. <em class="loc">Alcor. Cap. 4. 78. 90</em> <em class="loc">Hotting. Hist. Orieni. Lib. 2. c. 4</em>).
-Tale è l'immagine stravagante del paradiso che Maometto fece
-concepire a' suoi seguaci; quella poi ch'esso volle delineare dell'inferno
-in punizione delle colpe, n'è precisamente il contrapposto
-e quasi uniforme a quello che tutte le altre sette lo descrivono.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_121"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_121"><span class="label">(104)</span></a>
-Le sagge ammirabili prescrizioni instituite da Mosè
-al popolo ebreo sono amplificate oggi a tal eccesso dai settatori
-talmudisti, come lo rimarcammo a sufficienza nei capitoli precedenti,
-che ora più non è possibile distinguere quale fosse propriamente
-il genuino senso primitivo delle medesime; ogni minimo
-Rabbì, ogni devota femminuccia ne accresce sempre a suo capriccio
-qualche bizzarra nuova pratica, e de' nuovi riti stravaganti,
-quali dal rabbinico dialetto sono chiamati גדרים (ghedarim), cioè
-<em>ripari</em>, per non giugnere al grado com'essi erroneamente opinano
-di trasgredire ciò che attacca in massima l'essenziale de' veri precetti
-comandati da' Mosè; ed egli è insomma così che questi glosatori
-co' loro ghedarim non solo resero le solennità prescritte al
-Popolo ebreo come giorni di delizia, e di ricreazione, un giogo
-aggravante, e insopportabile per la massa enorme de' riti, doveri,
-e cerimonie di tante specie differenti, aggiunte alla quantità immensa
-de' precetti già imposti da Mosè ne' tempi andati, ma tutto il Pentateuco
-altresì, un edifizio informe soggetto a crollare, e a subissarsi
-al benchè minimo urto.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_122"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_122"><span class="label">(105)</span></a>
-I sistemi filosofici di Socrate, e di Platone suo scolare
-sono quasi uniformi; essi ammettevano d'accordo tre principj, Dio
-l'idea, e la materia, facendo l'ultima subordinata alle seconda; ma
-queste due dovevano, a senno loro, prestare omaggio, ed obbedienza
-al Dio supremo, come loro opifice, loro padre, loro creatore.
-Dio dunque è l'intendimento universale. Essi concepivano
-per idea una certa essenza incorporea, capace di abbracciare tutte
-le cose, e la materia il primo soggetto sottoposto alla generazione,
-e corruzione (Ved <em class="loc">Plut., op. filos. Cap. 3.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Tuttochè oscuro, e impercettibile oltremodo sia stato in
-ogni tempo riconosciuto per se stesso questo sistema, per qualunque
-sforzo che molti filosofi abbiano fatto sempre affine di rischiararlo
-intieramente non sieno mai riusciti di vedere sortire felicemente
-il loro intento, pure non lascia quello di fare pressochè ad
-evidenza travedere quanto sane fossero le massime, e i principj
-che nutrivano Socrate e Platone relativamente alla Divinità, ed al
-Culto puro, e inalterabile che rendere gli si dee. I primi Dottori
-della Chiesa romana hanno adottati quasi tutti i sentimenti non
-meno Psicologici, che Ontologici di entrambi questi filosofi, considerandogli
-per sino, come ortodossi (Ved. la <span class="loc">seg.
-<a href="#Footnote_125">annot. 108.</a></span>)
-sebbene che il celebre <em class="nome">Bayle</em> (<em class="loc">Pens. sur la Com. T. I. p. 346.</em>)
-seguitato da vari altri filosofi seriosamente oppongasi a questi, non
-meno che a' principj filosofici di Confucio, de' quali sarà da noi
-quanto basta ragionato altrove (Ved. <span class="loc">la seg.
-<a href="#Footnote_126">annot. 109.</a></span>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_123"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_123"><span class="label">(106)</span></a>
-È a tutti noto di quali sforzi usasse Socrate affine d'indurre
-gli Ateniesi ad illuminarsi sul culto del vero Dio, e ad oggetto
-di ridurli ad abdicare la loro superstiziosa idolatria, ed i loro
-malefici prestigi; ma quanto inutilmente egli vi si adoperasse lo
-dimostrano pur troppo, l'esito fatale de' suoi benemeriti disegni,
-e la triste ricompensa che la sua patria sconoscente gli ha ferocemente
-preparata; nè le saggie sue premure per istruirla e per illuminarla
-nella scienza la più urgente per l'uomo, qual è la sana
-morale ebbero un successo più propizio, furono sprecate meno vanamente:
-quale solido vantaggio risultare mai ne porrebbe di potere
-asserire con <em class="nome">Cicerone</em> essere stato Socrate il primo a fare discendere
-la filosofia dal Cielo, ad introdurla fra gli uomini, a volgarizzarla
-persino nel centro delle stesse famiglie, se cotanto poco la
-sua ingrata patria curava le di lui ammirabili salutari lezioni?
-<em class="cit" xml:lang="la">Socrates autem primus Philosophiam devocavit e Cœlo et in
-urbibus collocavit, et in domos etiam introduxit, et coegit de
-vita, et moribus, rebusque bonis, et malis quaerere.</em> <em class="loc">Tuscul.
-Quaest. Lib. V.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma il popolo di Atene sempre sordo, ed insensibile agli
-ammaestramenti di sì eccelso filosofo, meditò da proditore la sua
-perdita estrema, privando così la società del più saggio, e del più
-necessario de' suoi membri.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_124"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_124"><span class="label">(107)</span></a>
-<em class="cit" xml:lang="la">De Deo scripta in Timæo aliisquis Platonis
-Commentariis, non ab hominis profanis studus inutrito, sed
-ab Æbreo, aut Christiano profecta videatur.</em> <em class="loc">Lact. Instit. X.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Se tutto ciò non fosse quanto è d'uopo sufficiente a farci
-completamente rilevare i sentimenti di Platone per rapporto all'Essere
-Supremo, non abbiamo che dedicarci di proposito ad applicare
-il <em>Cratilo</em>, ed il <em>Fedone</em> di questo medesimo filosofo per restarne
-maggiormente convinti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Oltre a ciò non solo i primi ebrei Talmudisti, ma quasi tutti
-i primi Cristiani furono a tal segno Settatori di Platone, che quelli
-appoggiavano tutte le loro più importanti decisioni sulla di lui
-autorità, e si persuadevano con intima convinzione di travedere
-negli scritti del filosofo di Atene una gran parte de' più essenziali
-misteri della loro Religione (Ved. <em class="loc">Aug. Confess. Lib. VIII.
-Cap. II.</em>), e la loro persuasione ora ad un grado tale radicata a
-questo riguardo, che nell'ottavo secolo della Chiesa, i Cristiani
-giunsero ad accordargli generalmente finanche lo spirito di Profetica
-istituzione; ma se aggiugnere si volesse a tuttociò la prodigiosa
-favola del sepolcro ritrovata nel tempo di Costantino VI. e d'Irene
-sua madre, coll'iscrizione osservata sopra una lama di oro, di cui
-era cinto il collo del cadavere che eravi racchiuso, noi finiamo in
-ultimo col dovere credere Platone anticipatamente Cattolico apostolico
-romano (Ved. <em class="loc">Zonar. Ist. Greca T. 3. pag. 87.</em> <em class="loc">Paolo
-Diacr. Lib. 23.</em> <em class="loc">Genebr. Lib. 3.</em> <em class="loc">Canisius De Beat. Virg. Lib. 2.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_125"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_125"><span class="label">(108)</span></a>
-Benchè i missionarj tutti vantino asseverantemente di
-avere con ogni diligenza consultati gli archivi de' Chinesi, frattanto
-tutto ciò che quelli ci assicurano per rapporto alla Religione di
-questo popolo, non è in massima che contradittoria, e inverosimile;
-gli uni col <em class="nome">P. Le Comte</em> la fanno Ortodossa; gli altri pretendono
-che l'Ateismo ha dominato nella China fino da' giorni di
-Confucio, e che questo esimio filosofo ancora siane rimasto così
-pure infetto (<em class="loc">Lett. de Mr. Maigros p. 15.</em>); ma con quale fondamento
-potrebbe mai accordarsi quest'ultima opinione cogli ammirabili
-precetti trasmessi dallo stesso Confucio al popolo Chinese,
-tendenti ad illuminarle sulla morale la più tersa, ed a renderlo
-saggio, colto, e urbano; precetti che attualmente pure non lasciano
-i Chinesi di mantenere, e seguitare coll'interesse il più costante,
-e il più deciso? (Ved. <em class="loc">nom. mem de la Chine T. 2. pag. 108.</em>).
-La seguente giudiziosa opinione tresmessaci da un dotto Inglese
-appunto sulla religione di Confucio fa tacere tutte quelle che tentarono
-futilmente di oscurarla. <em class="cit" xml:lang="en">The religion of Confucius professed
-by the Literati, and persons of rank in China, and
-Tonquin, consists in a deep inward veneration for the God,
-or King of Heaven, and in the practise of every moral
-virtue. They have neither temples, nor priests, nor any settled
-form of external worship; every one adores the supreme being
-in the manner he himself thinks best. This is indeed the most
-refined System of Religion that ever took place among men,
-but it is not fitted for the human race; an excellent religion
-it would be for angels; but is far too refined ever for sages,
-and Philosophes</em> (<em class="loc">Sket. of Hist. of man Vol. IV. Sket. III.
-p. 287.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Per altro, in qualunque siasi aspetto che si contemplino i
-principj metafisici di Confucio, essi dovranno sempre mai essere
-considerati da noi come superiormente utili per ogni associazione
-umana, degni di essere adottati da qualunque siasi popolo illuminato,
-e ad un tempo medesimo come perfettamente identici, e uniformi
-a quelli che l'antichità, non meno sacra che profana, ci fa
-comprendere conosciuti, professati da tutti i primi padri del genere
-umano.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XIII">
-<span class="pageno target" title="170" id="pag-170"></span>
-CAPITOLO XIII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Del Caraismo, o Deismo Israelitico; dei
-considerabili vantaggi che ne recherebbe
-il fondato stabilimento fra gli ebrei,
-ridotto alla sua primitiva purità; dimostrasi
-che i tre Patriarchi, Mosè, ed i
-Profeti che gli successero furono tutti
-Caraiti, o Ebrei Deisti.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Non vi fu giammai sopra la terra, verun
-popolo civilizzato senza religione; ed il grande
-inconcusso principio di qualunque sistema religioso
-è l'idea di un Essere Supremo: <em class="cit" xml:lang="la">Potius
-conspiciendam sine sole urbem, quam sine Deo,
-ac Religione</em>, ci lasciò scritto <em class="nome">Plutarco</em>. L'assioma
-non può essere, in vero, ne più giusto,
-nè più sublime, nè più utile alla specie umana.
-</p>
-
-<p>
-Per altro, siccome quest'idea si è per tante
-volte presentata alla mente dell'uomo sotto innumerabili
-aspetti differenti, e forse ancora
-<span class="pageno target" title="171" id="pag-171"></span>
-opposti e contraddittorj <a id="FNanchor_126"></a><a href="#Footnote_126" class="fnanchor">(109)</a>, molti scrittori
-sensati si fecero costantemente ad opinare che
-dessa non potea essere in tale stato giammai
-l'opera di un Dio (nella guisa che ogni settario
-lo pretende con asseveranza in favore di
-quella religione ch'egli professa); ma l'edifizio
-mostruoso altresì aereamente costruito da certuni
-che ripongono le loro più fondate risorse
-sulla fede cieca, e macchinale di quegl'inesperti
-popoli, che seducono, e che tentarono in
-ogni tempo, e ovunque di assoggettare tenacemente
-alle loro torpide follìe.
-</p>
-
-<p>
-Oltre che tutto ciò è pur troppo dimostrato
-in ogni senso, e da noi evidentemente comprovato,
-que' tali autori che in sì fatta guisa ragionano
-avrebbero dovuto parimente riflettere
-<span class="pageno target" title="172" id="pag-172"></span>
-ancora, che la diversità de' climi, de' governi,
-de' costumi, degli usi, e de' temperamenti de' popoli
-medesimi possono avere così pure molto
-contribuito a quelle modificazioni amplificate
-che sembrano distruggersi a vicenda, che partono
-frattanto da uno stesso identico principio,
-o dal pregiudizio stesso, e di cui chi in maggiore,
-e chi in minore dose ogni popolo risente
-intimamente i perniciosi effetti. Io mi limito
-soltanto alle ricerche le più agevoli a conoscersi,
-e a discutersi, non osando avanzare se
-non se ciò, che l'istoria, ed il mio cuore mi
-appresero di più semplice, di più ragionato e
-di più chiaro <a id="FNanchor_127"></a><a href="#Footnote_127" class="fnanchor">(110)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="173" id="pag-173"></span>
-</div>
-
-<p>
-È cosa renduta omai troppo evidente che
-quasi tutte le opinioni alle quali noi ci attacchiamo
-il più fortemente, tengono sempre a
-qualche sentimento confuso, di cui noi ignoriamo
-per l'ordinario il vero fonte dal quale
-derivano, o il germe positivo donde ripetono
-la loro natìa produzione. Lo spirito nostro per
-lo più, non si arresta giammai che sulle idee
-le quali hanno molto sovente un rapporto analogo,
-e costante colla nostra maniera di sentire,
-di discernere, di ragionare; se ciò è vero, come
-tutto concorre a persuadercene di qualunque
-nazione, generalmente parlando, a più forti
-ragioni dee esserlo per il popolo ebreo che mille
-cause fatali gli hanno contrastato sempre, e
-ovunque l'abitudine di coltivarsi, di riflettere,
-di ragionare (siccome verrà da noi dimostrativamente
-comprovato nel secondo volume di
-quest'opera) le sue più estese cognizioni non
-oltrepassavano la superficie di ciò che scaltramente
-pretendevasi fargli credere come giusto,
-inconcusso, e salutare; occupato unicamente dei
-mistici suoi fantasmi tradizionali, solo interessato
-de' propri suoi bisogni, e de' mezzi i più
-pronti, e i più sicuri di soddisfarli, esso vegetava
-per così dire, senza accorgersi di esistere;
-come dunque in tale stato deplorabile di cose
-avrebb'esso mai potuto uscire dalla sfera immensa
-de' suoi proprj acquisiti smarrimenti dalla
-<span class="pageno target" title="174" id="pag-174"></span>
-quale voleasi a tutta forza circoscritto; come
-disporsi risolutamente a spezzare que' ceppi terribili
-che teneanlo avvinto? Non vi volea meno
-certamente di una subitanea rivoluzione straordinaria
-nel suo sistema religioso che potesse
-richiamarlo a se stesso, scuoterlo dal suo torpido
-letargo antico, impegnarlo a considerare
-il di lui stato attuale, compararne l'avvenire
-col passato, e questo colle circostanze degli
-odierni momenti. Tale rivoluzione oltremodo
-necessaria e salutare al suo degenerato sistema
-religioso, si offre opportunamente adesso; ma
-ben lungi dal sostenerla, seguitarne le traccie,
-ed animarne i progressi, in vece di versarsi a
-ponderarne l'utilità illimitata a distinguerne
-i vantaggi perenni che per tanti rapporti essa
-ci porge, ei la condannò ferocemente senza
-esame, come degna dell'Israelitica esecrazione,
-iniqua, eterodossa <a id="FNanchor_128"></a><a href="#Footnote_128" class="fnanchor">(111)</a>. Tale fu appunto
-il carattere odibile che da tutti i partigiani
-Talmudisti ciecamente si fece del Caraismo,
-<span class="pageno target" title="175" id="pag-175"></span>
-appena che i primi raggi sfavillanti diramati
-si videro sopra la terra, e tosto che i solidi
-principj su quali reggeasi, cominciarono a rendersi
-più noti, ed a propalarsi fra gli uomini:
-Istituzione che ridotta alla sua purità primitiva
-è, senza contrasto, la più sublime, e la migliore
-di quante altre mai la mente dell'uomo fosse
-stata in alcun tempo capace d'introdurre sopra
-la terra.
-</p>
-
-<p>
-Ma avanti d'internarci nell'esatta dimostrazione
-di questa verità, ci è d'uopo quì arrestarci
-un solo istante ad indagare assiduamente
-il fonte primitivo, da cui un tale nome
-ritrae la sua originaria derivazione; indi nella
-migliore forma che ci sarà possibile discenderemo
-gradatamente ad esaminarne l'origine, i
-progressi, le pratiche, e gli errori, onde giugnere
-in seguito più agevolmente al nostro grande
-scopo, qual è quello di sopprimere, e annientare
-tutto quanto può racchiudersi in siffatto
-sistema d'assurdo, d'inutile, o di strano, e ad
-un tempo medesimo semplificarlo, e di ridurlo
-a quel grado di esattezza di cui le umane instituzioni
-possono essere suscettibili.
-</p>
-
-<p>
-I cinque libri che compongono interamente
-il Codice di Mosè (che noi distinguiamo
-col vocabolo greco <em>Pentateuco</em> che significa
-cinque) furono chiamati dagli ebrei al
-ritorno della loro cattività di Babilonia מקרא
-<span class="pageno target" title="176" id="pag-176"></span>
-(<em>mikrà</em>), cioè <em>Lettura</em>; essi non dettero per
-tanto da principio questo nome che a' soli accennati
-cinque libri (come apparisce da Neemia
-Cap. 8.) dove il semplice testo della Legge è
-così pure distinto col Vocabolo <em>mikrà</em>. I Rabbini
-cominciarono allora a nominare col termine
-medesimo anche le loro glose, o interpretazioni
-del Pentateuco di Mosè; e siccome il Popolo
-ebreo di que' tempi non era intelligente a sufficienza
-dell'Ebraico dialetto, rendevasi necessario
-assolutamente che il detto Codice che gli
-si imponeva come un dovere pressante, di osservare
-minutamente, fosse al medesimo spiegato nel
-Caldeo linguaggio, tale essendo la sua lingua
-materna, per vieppiù metterlo in istato di
-conoscerlo, e d'intenderlo. Quindi nella successione
-de' tempi si chiamò parimenti <em>Mikrà</em>
-tutto il resto della Bibbia; e lo stesso Talmud
-si serve qualche volta di questo vocabolo paragonando
-il testo della Scrittura colle parafrasi
-rabbiniche sulle quali la tradizione del
-popolo d'Israel è onninamente fondata.
-</p>
-
-<p>
-E così dunque da ciò, che la setta de' <em>Caraiti</em>
-fra gli ebrei prese il suo nome primitivo,
-perchè dessa si attacca, principalmente al semplice
-testo della scrittura, non volendo in conto
-alcuno conoscere le tradizioni degli altri ebrei
-per principio fondamentale di quella religione
-ch'essi prefiggonsi di ammettere, e di osservare,
-<span class="pageno target" title="177" id="pag-177"></span>
-nella guisa medesima, che si è veduto ne' secoli
-a noi più vicini i protestanti denominarsi
-<em>Evangelici</em>, a cagione ch'essi pretendevano di
-non doversi appoggiare, che sul mero evangelo,
-rigettando completamente qualunque siasi tradizione,
-e tuttociò che vi ha, o lontano,
-o prossimo rapporto. קראי (Karai) dunque,
-secondo ancora l'osservazione di <em class="nome">Abenesdra</em>,
-e di <em class="nome">Elia Levita</em>, significa: un'uomo colto, esercitato
-profondamente nello studio della scrittura,
-e della più purgata maniera d'intenderla, e
-di spiegarla <a id="FNanchor_129"></a><a href="#Footnote_129" class="fnanchor">(112)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="178" id="pag-178"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma questo nome che in origine era sì
-generalmente onorevole fra gli ebrei, è divenuto
-loro esecrabile all'eccesso, dopo che alcuni
-fra questi i quali concepirono un disprezzo
-<span class="pageno target" title="179" id="pag-179"></span>
-positivo per le tradizioni Rabbiniche, si separarono
-dal corpo totale degli ebrei distinguendosi
-collo specioso attributo di <em>Caraim</em>. I proseliti
-di questa nuova setta pretesero di dimostrare
-con ciò ch'essi aveano sulla religione dei
-sentimenti molto più integerrimi, ed assai più
-filosofici degli altri, ch'essi accusavano di avere
-in qualche modo abbandonata la parola di Dio
-per seguire ciecamente le ampollose Decisioni
-rabbiniche delle quali le loro opere sono piene.
-Da un altra parte gli ebrei Talmudisti gli
-rimproveravano di essere <em>Saducei</em>, perchè infatti
-essi gl'imitavano in quanto a ciò solo che non
-volevano ammettere le tradizioni de' loro antecessori <a id="FNanchor_130"></a><a href="#Footnote_130" class="fnanchor">(113)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="180" id="pag-180"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma lasciamo, di grazia, tutte queste, ed
-altre sì fatte imputazioni male fondate, e veggiamo
-quali sono stati, in massima, i veri sentimenti
-religionarj della setta del Caraismo,
-la quale è in tanto abominio attualmente presso
-i Rabbini, non meno, che in faccia di tutti
-coloro aderenti al loro partito.
-</p>
-
-<p>
-Prima però di esaurire intieramente l'assunto
-di cui ora ci occupiamo, non mi sembra
-inutile di fare qualche rapida menzione della
-primitiva origine della setta di cui parliamo,
-e della sua più verosimile fondazione, tutto
-che oltremodo ambigui, e troppo torbidi sieno
-i lumi che pochi scrittori ci trasmisero, relativamente
-al Caraismo.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_126"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_126"><span class="label">(109)</span></a>
-Tutti gli antichi popoli dell'Oriente hanno sempre
-adorato il Sole sotto un'immensa quantità di varj nomi differenti,
-come può ad evidenza rilevarsi dall'Inno al sole di <em class="nome">Marziano
-Capella</em>, il quale pretende che sono que' nomi disparati, il sole
-era l'unica Divinità che veniva da' medesimi generalmente adorata:
-<em class="cit" xml:lang="it">Gli abitatori del Lazio</em>, (dice ingegnosamente l'Autore di questo
-energico Inno) <span class="cit" xml:lang="it">ti chiamano <em>Sole</em>; i Greci ti nomano <em>Febo</em>; altri
-ti distinguono <em>Bacco</em>; i popoli che abitano il Nilo ti dicono
-<em>Serapis</em>; ed alcuni altri <em>Osiris</em>; i Persiani ti appellano Mitra;
-tu sei finalmente <em>Alys</em> in Frigia; <em>Ammone</em>, (ovvero il Dio
-Agnello) in Libia; <em>Adone</em> in Fenicia; e così l'universo intero
-ti adora sotto una folla immensa di caratteri bizzarramente
-differenti, e opposti.</span>
-</p>
-
-<p class="foot">
-È solo a questa notabile discrepanza che io intendo propriamente
-riferire il mio principio, da cui il popolo d'Israel, per
-verità, resta del tutto esente.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_127"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_127"><span class="label">(110)</span></a>
-Perchè mai, argomenta un pensatore anonimo, ritroviamo
-noi tante immagini ridenti nelle tradizioni mitologiche
-de' Greci, e de' Romani? Ciò avviene perchè quelle debbono l'origine
-loro al più ameno clima del mondo, alla patria delle arti,
-alla culla delle scienze, e del buon gusto, al Governo il più saggio,
-e il più illuminato, ed alla ferma inerenza infine che quelle
-industriose nazioni sentivano per il progresso de' lumi, e per lo
-sviluppo delle proprie loro facoltà intellettuali. Perchè mai, al
-contrario, le tradizioni orali specialmente degli antichi Israeliti
-(prosegue il medesimo Autore) sono esse così triste, sì meschine,
-ed insoffribili? Ciò procede perchè queste furono scavate nel centro
-di un popolo allora, eccessivamente barbaro, e ignorante, governato
-da una Teocrazia, la quale non ispirava che il terrore, e
-l'avvilimento senza renderlo nè meno stupido, nè più saggio, nè
-migliore, nè in verun modo proclive alla coltura dello spirito, ed
-all'acquisto di utili cognizioni. Quindi per ultima prova di quanto
-il testè riportato anonimo ci espone, facciasi un passeggero confronto
-fra i deliziosi giardini della Grecia, e la vaga amenità del
-suolo romano con le scheletrite inospite foreste, dell'Arabia, e della
-Palestina, e noi non saremo più sorpresi della stravaganza notabile
-della quale parliamo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_128"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_128"><span class="label">(111)</span></a>
-<em class="cit" xml:lang="fr">Une verité en qualité de nouvelle</em>, dice un pensatore
-insigne, <em class="cit" xml:lang="fr">choque toujours quelque usage, ou quelque opinion
-généralement établie; elle a d'abord peu de sectateurs; elle
-est traitée de paradoxe, citée comme une erreur, et rejetée sans
-être entendue.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ciò che dimostra che gli uomini in generale approvano, o
-condannano a caso, e la verità stessa è dalla massima parte di
-quelli, ricevuta come l'errore, senza esame, inorpellata da' pregiudizj,
-o dalla tradizione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_129"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_129"><span class="label">(112)</span></a>
-Abenesdra che gli ebrei chiamano meritamente il
-<em>saggio</em> fa menzione (<em class="loc">Comm. Sul Pentat.</em>) di cinque differenti
-maniere d'interpretare la Scrittura, di cui la prima è di coloro
-che si diffondono sopra ogni parola impiegando ne' loro commentarj
-tutto ciò ch'essi sanno: il medesimo riporta per esempio un
-certo Rabbino <em class="nome">Isaak</em>, il quale avea compilati nove libri per fare
-la spiegazione del solo I. Cap. della Genesi; <em class="nome">Saadia Gaon</em>, ed
-alcuni altri, i quali all'occasione di dovere interpretare una sola
-frase della Scrittura, si diffusero in trattati del tutto stranieri al
-soggetto principale. Abenesdra combatte sdegnosamente questo
-metodo strano d'interpretare la scrittura.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La seconda presso gli ebrei è molto dissimile dalla prima;
-quella consiste, secondo lui, a non consultare che la pretta ragione,
-ed un bene sostenuto criterio senza niun riguardo a' pregiudizj
-nè all'autorità; metodo che lo stesso Abenesdra attribuisce particolarmente
-a' Caraiti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La terza è di coloro che riducono tutte le cose alle mistiche
-allegorie, e che ritrovano per tutto logogrife visioni sacre impercettibili,
-senza nulla curare il senso letterale; esso rigetta parimente
-questo metodo, reputando cosa molto pericolosa, ed affatto incongruente
-di allontanarsi dal senso letterale, e di non seguire colla
-più scrupolosa precisione, altro che quello unicamente che dal solo
-testo restaci indicato.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La quarta è di coloro che si chiamano volgarmente <em>Cabalisti</em>
-I quali riducono tutto il senso della scrittura a delle vane, e ridicole
-sottigliezze; anche questo metodo è rigettato da Abensdra, che lo
-reputa passato dalla Scuola de' Platonici alle Scuole degli Ebrei
-nell'Europa specialmente, dove molti fra questi hanno scritto sopra
-tale cabala speculativa, la quale è pure in somma estimazione presso
-tutti gli ebrei dell'Oriente; il libro del <em>Zohar</em>, che gl'Israeliti
-credono antichissimo è ovunque pieno di queste sorta di mistiche
-spiegazioni: quindi è che un gran numero di ebrei si è gettato
-confusamente in questo studio senza esaminarlo. V'ha così ancora
-un'altra specie di cabala che denominasi <em>pratica</em>; questa è assai
-più dell'altra pericolosa, e assurda poichè la medesima fa parte di
-ciò che usualmente chiamasi <em>magia</em>, la quale, a fondo, altro per se
-stessa non è che una illusione di certe persone che immaginano di
-potere a loro talento operare delle gesta, sedicenti prodigiose,
-colla supposta efficacia di questa <em>cabala pratica</em>.
-</p>
-
-<p class="foot">
-La quinta maniera finalmente d'interpretare la scrittura presso
-gli ebrei è di ricercare diligentemente la significazione propria di
-ogni vocabolo, e di spiegare i respettivi testi, il più alla lettera
-che sia possibile, senza arrestarsi niente di meno sullo spirito tradizionale
-con con soverchio scrupolo nella guisa che fu sempre mai
-praticato dalla massima parte de' Rabbini. Abenesdra ci assicura
-(<em class="nome">Ibid.</em>) avere esso medesimo seguitato questo metodo stesso in
-tutti i suoi Commentarj sulla scrittura, e in fatti io non conosco
-altro autore che abbia spiegate le sacre pagine più letteralmente,
-e con criterio maggiore, nè con più esatta precisione di lui.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Tali sono dunque le regole adottate da' Teologi ebrei nella
-spiegazione della scrittura; ma è duopo essere attaccato all'ultima
-chi desidera di bene spiegarla, ed intendere, ad un tempo, la
-critica degli Autori che hanno con qualche metodo scritto in particolare
-sopra i Cinque libri di Mosè.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_130"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_130"><span class="label">(113)</span></a>
-L'ignoranza dell'Istoria, e della cronologia in cui
-gli ebrei sono da lungo tempo stati, ha fatto che nella successione
-de' secoli ai è confuso questi Caraiti con gli antichi Saducei, sebbene
-la credenza degli uni, e quella degli altri sia del tutto differente
-(come io passo a dimostrarlo fra qualche breve istante).
-<em class="nome">Scaligero</em>, il quale avea così pure confuso (<em class="loc">Elench. Trib. Cap.
-22</em>) seguitando le traccie medesime de' Rabanisti, i Caraiti co' Saducei,
-cambiò di sentimento, avendo rilevato che i Caraiti dimoranti
-in Costantinopoli si differenziavano soltanto degli altri ebrei, in
-ciò che quelli erano molto più esatti di questi nell'osservanza dei
-comandamenti della Legge primitiva, e che dessi ricusavano di
-sottomettersi alle loro tradizioni; ma il medesimo Scaligero s'inganna
-allora quando asserisce, con poco fondamento (<em class="loc">Ibid. Cap. 26</em>)
-che i Caraiti sono più antichi de' Saducei, giacchè è evidente che
-questi esistevano fino dall'epoca di gran lunga anteriore al secondo
-tempio, e che, al contrario, i Caraiti non si manifestavano, se
-non se nel tempo in cui la tradizione orale venne posta in iscritto,
-voglio dire, alla promulgazione de' primi commentarj della scrittura,
-ciò che seguì 150 anni circa dopo la distruzione dell'ultimo tempio
-(Vedi <em class="loc">Leusden Philosog. Hebraeor., mix Dissert. XV</em>) le annotazioni
-che noi ci proponghiamo di riportare nel Capitolo susseguente,
-rischiareranno qualunque ulteriore difficoltà a questo
-riguardo; e ci metteranno a portata di condurre sopra tale assunto,
-i giudizj più metodici, e più verosimili.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XIV">
-<span class="pageno target" title="181" id="pag-181"></span>
-CAPITOLO XIV.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Seguito del medesimo soggetto.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Se si dovesse prestare fede inconsideratamente
-ad alcuni male prevenuti, o poco edotti scrittori
-di quel partito noi dovremmo riguardare
-la setta del Caraismo come la più antica di
-quante altre mai produsse la Comunione del
-popolo d'Israel, facendola i medesimi discendere
-fino da Esdra, e ciò ancora senza calcolare
-sulle asserzioni cotanto erroneamente fondato
-de' Caraiti della Polonia, e della Lituania i
-quali si pretendono discesi assolutamente dalle
-dieci tribù, che <em class="nome">Salmanasar</em> avea trasportati al
-di là della Tartaria, senza riflettere che per
-poca attenzione che si faccia alla sorte di
-queste dieci tribù, si sa ch'esse non sono mai
-passate in quel paese: e coloro che sostengono
-simile opinione, ad oggetto di meglio comprovarla
-adducono che quelle tribù parlano anche
-oggi l'idioma tartaro, e il turco, e che è
-appunto in queste medesime lingue che sono
-state fatte le versioni della scrittura che dessi
-leggono in certi giorni determinati entro le
-loro proprie sinagoghe (Vedi <em class="loc">Schup. Cht. Karaim,
-Seu Secta Karaeor. Dissertat. Aliquot.
-Philol. ec. Seriae 1701</em>).
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="182" id="pag-182"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma questa opinione dimostrasi per altra
-parte ancora destituita onninamente di verità,
-e di fondamento mentre s'egli è vero, come
-non può in verun modo essere posto in dubbio,
-che lo scisma de' Caraiti si spiegò fra gli ebrei
-a causa delle tradizioni che i partigiani di
-quella Setta nè conoscere, nè ammettere mai
-vollero, è altrettanto evidentemente certo, che
-note quelle non erano a' tempi di Salmanasar;
-quindi è cosa troppo ridicola per se stessa
-l'opinare che questa legge orale avesse potuto
-ritrovare degli oppositori avanti che la medesima
-esistesse, ovvero prima che quella fosse insegnata
-pubblicamente. Non possiamo sollevarci
-contro un nuovo sistema, qualunque siasi, se
-non se dopo ch'esso è conosciuto, introdotto,
-e propalato fra gli uomini. Dunque può con
-sicurezza dedursi che la setta Caraita debba
-essere a quella di gran lunga molto posteriore.
-</p>
-
-<p>
-<em class="nome">Eusebio</em> poi ci fornisce intorno questa materia
-una congettura affatto nuova, che più
-di ogni altra opinione parrebbe approssimarsi
-alla verità. Ragionando esso in qualche luogo
-sul proposito di <em class="nome">Aristobolo</em> (<em class="loc">Preparaz. Evang.
-Lib. 8. Cap. 10</em>) il quale comparve con grande
-splendore nella Corte di Tolomeo Filometore,
-rimarca che vi era presso gli ebrei fino da
-que' tempi due partiti differenti, ed opposti,
-l'uno de' quali prendeva tutte le prescrizioni
-<span class="pageno target" title="183" id="pag-183"></span>
-di Mosè alla lettera, fissava l'altra ad essa
-un senso mistico ed allegorico, dal che molti
-conchiusero (e <em class="nome">Prideaux</em>, et <em class="nome">Basnage</em>, e <em class="nome">Simon</em>
-fra questi) di potere quì con qualche probabilità
-ritrovare positivamente la vera origine
-de' Caraiti <a id="FNanchor_131"></a><a href="#Footnote_131" class="fnanchor">(114)</a>, che cominciarono a comparire
-sotto questo principe; perchè infatti fu allora,
-e non altrimenti che le interpretazioni logogrife,
-e le allegoriche tradizioni acquistarono
-voga generale presso gli ebrei, e che furono
-ricevute universalmente con maggiore avidità,
-e venerazione da questo popolo <a id="FNanchor_132"></a><a href="#Footnote_132" class="fnanchor">(115)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="184" id="pag-184"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ecco, in una parola, la vera incontestabile
-origine della setta denominate de' <em>Caraiti</em>.
-Passiamo a conoscere in seguito il loro sistema
-di Religione.
-</p>
-
-<p>
-I Caraiti convengono in ciò che riguarda
-i punti fondamentali della Religione cogli altri
-ebrei, ed essi ne sono unicamente differenti
-per quello che rapportasi ad alcuni punti di
-<span class="pageno target" title="185" id="pag-185"></span>
-disciplina, ed alle tradizioni che i medesimi
-rigettano presso che intieramente, astrazione
-fatta di qualche fondata eccettuazione però,
-nella guisa che noi entriamo in breve ad osservare.
-</p>
-
-<p>
-Per altro, varj scrittori moderni ebrei,
-quali hanno investigato più a fondo i sentimenti
-dei Caraiti gli distinsero totalmente da' <em>Saducei</em>
-nel modo che apparisce dal Libro <em>Juhassim</em> il
-di cui compilatore opina essere troppo manifesto
-che i <em>Saducei</em> non sono i medesimi dei
-Caraiti odierni, poichè questi riconoscono la
-ricompensa delle azioni virtuose, non meno
-che la punizione nell'altra vita delle opere
-malvagie, e finalmente la Resurrezione dei
-Corpi, ciò che è opposto diametralmente alla
-Dottrina dei <em>Saducei</em> <a id="FNanchor_133"></a><a href="#Footnote_133" class="fnanchor">(116)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="186" id="pag-186"></span>
-</div>
-
-<p>
-Rigettando i Caraiti dunque tutti i dogmi,
-ed i riti che non hanno altro fondamento che
-la tradizione degli antichi Dottori della Sinagoga,
-chiaro apparisce che il loro metodo di
-credere è assai meno aggravato di pratiche,
-di usi, e di cerimonie di ciò che lo è la religione
-de' loro oppositori; ma nella sua ristrettezza
-però essa è più rigorosamente osservata
-in seguito della massima che nutrono di non
-dovere prescindere giammai da qualunque siasi
-articolo delle prescrizioni ordinate alla lettera
-dal solo Mosè nel Pentateuco; austerità che
-siccome ognuno conosce, e nel modo che lo
-riflette sensatamente uno de' più illuminati scrittori
-di quella Setta, la rende in moltissime
-parti presso che impraticabile <a id="FNanchor_134"></a><a href="#Footnote_134" class="fnanchor">(117)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="187" id="pag-187"></span>
-</div>
-
-<p>
-Che la religione adottate da' Caraiti sia
-per se stessa infinitamente più pura, più filosofica,
-e più omogenea all'indole dell'uomo,
-di ciò che lo è la credenza in molte parti
-macchinale di tutti gli altri ebrei Talmudisti,
-<span class="pageno target" title="188" id="pag-188"></span>
-ad evidenza lo dimostra le scrupolo ch'essi
-hanno di essere oltremodo attaccati al testo
-inalterabile della scrittura, bene convinti di
-non potere intendere così nettamente l'eterna
-disposizione dell'Essere Supremo nella tradizione,
-come si farebbe attignendola dal nitido
-fonte da cui essa mirabilmente emana: <em class="cit" xml:lang="la">Purius
-ex ipso fonte bibuntur aquae</em>. Dicasi pure se
-vi ha niente di più elevato, e di più filosofico
-de' loro principj in soggetto di Culto, o di
-religione <a id="FNanchor_135"></a><a href="#Footnote_135" class="fnanchor">(118)</a>? Essi non riconoscono che due
-sole guide per condursi felicemente nell'edificante
-sentiere della salute; l'una è il <em>luminare</em>
-<span class="pageno target" title="189" id="pag-189"></span>
-<em>della scrittura</em>, l'altro quello dell'<em>intendimento</em>.
-La verità si fa discernere per se medesima
-secondo essi dalla ragione, che la trae dalla
-primitiva sua incontaminata sorgente. Tale è
-dunque il sistema riguardato da essi il più
-infallibile, e sul quale si appoggiano radicalmente
-tutti i principj che servono di sostegno
-alla religione del Caraismo. Di più essi inferiscono
-un ragionamento essere giusto allorchè
-si accorda in ogni parte con questi medesimi
-principj, ed incontrando frattanto qualunque
-articolo molto profondo in cui riesca troppo
-malagevole all'intendimento umano di penetrare,
-essi non ommettono perciò di piegare la
-fronte, e riceverlo con rassegnazione, e con
-rispetto, avuto solo riguardo alla purità dell'origine
-dalla quale deriva.
-</p>
-
-<p>
-Queste sono dunque le inconcusse basi sulle
-quali appoggiano i Caraiti l'essenzialità della
-loro credenza da una parte, e l'esplicita ripugnanza
-che manifestano essi dall'altra contro
-la Legge orale, che i Talmudisti pretendono
-concordemente, come si disse, data dall'Essere
-Supremo al Legislatore Mosè sulla venerabile
-montagna di Sinaj <a id="FNanchor_136"></a><a href="#Footnote_136" class="fnanchor">(119)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="190" id="pag-190"></span>
-</div>
-
-<p>
-In seguito di tutto quanto venne da noi
-fin quì esposto concernente i Caraiti parrebbe
-necessario di dovere ora entrare a ragionare
-qualche cosa per rapporto a' loro dogmi rituali,
-agli usi loro, ed alle loro prescrizioni religiose;
-ma non ostante che queste non sieno in gran
-numero, pure un diffuso trattato vi sarebbe a
-redigere se tutto ciò che si prefiggono i Caraiti
-di osservare, quì riferire in dettaglio noi
-si dovesse, egli è per questo riguardo unicamente
-che noi ci limiteremo soltanto a fare
-espressa menzione de' riti più essenziali, per
-esempio, le <em>Mezuzoth</em>, o <em>pergamene</em> che gli
-ebrei talmudisti attaccano sullo stipite delle
-<span class="pageno target" title="191" id="pag-191"></span>
-porte esterne, ed interne delle loro proprie
-abitazioni: i <em>Teffilin</em>, o <em>Filatterj</em>; l'astinenza
-di mangiare il formaggio con la carne, non
-ostante che le due prime prescrizioni sieno
-chiaramente ordinate da Mosè (<em class="loc">Deut. Cap. 6,
-v. 8 e 9</em>), il quale dice parlando degli uni,
-e delle altre: <em class="cit" xml:lang="la">Et ligabis ea quasi signum in
-manu tua eruntque, et movebuntur inter oculos
-tuos, scribesque ea in limine et ostiis domus tuae</em>.
-</p>
-
-<p>
-I Caraiti frattanto pretendono di spiegare
-al figurato, queste parole secondo il solito praticato
-da' medesimi alludendo di tenerli fissi
-nel Cuore, e sostenendo ad un tempo stesso
-che allora quando Dio ha ordinato di scrivere
-queste pergamene, ed affiggerle sopra le porte,
-altro non abbia esso voluto fare comprendere,
-se non se che dovessero quelle essere in ogni
-tempo presenti allo spirito, nella guisa che
-l'ingresso di un quartiere, o di una camera
-ci si offre il primo allo sguardo nell'entrarvi;
-e con tale motivo i Caraiti si esentano dall'osservanza
-di quelle tante pratiche all'eccesso
-abusive, ed insoffribili, che gli ebrei Rabbanisti
-hanno inventate per rapporto agli accennati
-Mezuzoth, e Teffilin.
-</p>
-
-<p>
-In quanto poi al terzo precetto di non
-mangiare in un medesimo convito carne di
-sorte alcuna, non escludendo quella dell'animale
-volatile, con qualunque siasi latticinio
-<span class="pageno target" title="192" id="pag-192"></span>
-mescolato insieme, fondandolo sopra l'Exodo,
-i Caraiti sostengono che la vera spiegazione
-di questo testo è racchiusa in quella medesima
-dell'altro in cui parlando degli uccelli la scrittura
-dice (<em class="loc">Deut. Cap. 22. v. 6 e 7</em>) <em class="cit" xml:lang="it">tu non
-prenderai la madre co' piccoli entro il loro nido,
-nello spazio di un solo giorno</em>, rigettando egualmente
-qualunque tradizione intorno questo passaggio
-della scrittura.
-</p>
-
-<p>
-Essi rigettano parimente cinque digiuni
-osservati da' loro oppositori nel periodo dell'anno
-(benchè menzionati espressamente dal Profeta
-<em class="loc">Zaccar. Cap. 8 v. 19</em>, ch'essi riconoscono
-autorevole) attenendosi a quello solo di espiazione,
-perchè in chiari sensi comandato da
-Dio per organo di Mosè (<em class="loc">Levit. Cap. 23 v. 31</em>);
-detraendo però, tutto quanto vi aggiunsero le
-tradizioni, che trovano ridicolo, e onninamente
-straniere allo spirito del testo <a id="FNanchor_137"></a><a href="#Footnote_137" class="fnanchor">(120)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="193" id="pag-193"></span>
-</div>
-
-<p>
-Essi sono, per altro, in qualche articolo
-affatto discordi da' Settatori Talmudisti relativamente
-all'osservanza delle solennità, ma per
-<span class="pageno target" title="194" id="pag-194"></span>
-ciò che riguarda la massima, ed i punti essenziali
-della Religione, essi convengono entrambi
-unanimemente d'accordo nella stretta
-<span class="pageno target" title="195" id="pag-195"></span>
-osservanza de' medesimi <a id="FNanchor_138"></a><a href="#Footnote_138" class="fnanchor">(121)</a>; siccome ancora
-non si scorge la benchè minima differenza tra
-la maniera di circoncidere degli uni, e quella
-praticata degli altri (benchè alcuni pretesero
-differenziarla da quella osservata da' talmudisti);
-essi astengonsi parimenti da tutti quegli
-animali vietati dalla scrittura, come immondi,
-nella, guisa medesima che se ne astengono gli
-altri.
-</p>
-
-<p>
-Ma tutto che inerenti noi siamo ad approvare
-i principj su' quali osservasi fondato
-generalmente il Caraismo, non dobbiamo però
-esserlo al segno di riguardarlo essente esso
-pure da quei malefici pregiudizj, e scevro intieramente
-da quelle tante inutili pratiche, e
-<span class="pageno target" title="196" id="pag-196"></span>
-cerimonie, che formano l'appannaggio costante,
-e inseparabile di ogni popolo, e lasciarci
-così trascinare all'eccesso condannabile di deferire
-ciecamente a' suoi errori nella guisa medesima
-che approvate abbiano le sue massime.
-I Caraiti ne hanno essi ancora assolutamente,
-benchè però non già in quell'affluenza enorme
-di cui si mirano aggravati i loro accaniti oppositori;
-ma se dessi potessero essere d'altronde,
-più metafisici nelle varie applicazioni de' loro
-testi, se potessero semplificare que' folli rigori
-de' quali parlammo, e che i più decisi apologisti,
-e fautori della loro setta non poterono
-astenersi dal riprovare, la loro credenza potrebbe
-allora dirsi appunto quella medesima
-conosciuta, e praticata da tutti i primi Patriarchi,
-Profeti, e fondatori della primitiva edificante
-credenza del Popolo d'Israel; quella
-sarebbe, in conclusione, un vero, ed esplicito
-deismo Israelitico; ma con quale solido fondamento
-presumerlo tale, con giustizia, in
-mezzo delle moltiplici stravaganze delle quali
-sono i Caraiti così pure suscettibili, nell'osservanza
-del sabato specialmente in cui prendendo
-alla lettera il riposo comandato da Mosè
-(<em class="loc">Exo. Cap. 16 v. 31</em>); e riguardando con iscrupolo
-eguale il divieto prescritto in detto giorno
-di accendere fuoco entro le loro proprie abitazioni,
-se ne rimangono affatto allo scuro tutta
-<span class="pageno target" title="197" id="pag-197"></span>
-la notte antecedente, e durante l'intero giorno
-di sabato, si privano di accendere fuoco, eccetto
-che nel solo caso di estrema urgenza in
-cui vanno ad accenderlo lungi dalle loro proprie
-case in mezzo della contrada? Inoltre è egli
-meno stravagante lo scrupolo che mostrano i
-Caraiti nell'occasione della festa de' tabernacoli,
-nella quale prendendo, al solito, alla
-lettera il senso espresso in questa frase (<em class="loc">Levit.
-Cap. 23 v. 42</em>) בסכת תשבו שבעת ימים׃ כל האזרח
-בישראל ישבו בסכת (Bassucoth tescebu scivnghat
-jamim: col Aezrah beisrael jescebu bassucoth)
-<em class="cit" xml:lang="la">Et habitabitis in umbraculis septem diebus: omnis
-qui de genere Israel est, manebit in tabernaculis</em>:
-essi fanno il loro permanente domicilio entro le
-capanne, senza mai abbandonarle un solo istante,
-non meno di notte che di giorno, durante
-l'intervallo menzionato di sette giorni comandati
-dalla scrittura e quante altre instituzioni
-meschine di tal fatta, non si prescrivono col
-più entusiastico zelo i Caraiti sull'osservanza
-delle altre feste, e quante altre interpretazioni
-assurde, al massimo grado, non attribuiscono
-i medesimi agli altri precetti del Pentateuco
-che rapportansi a' Cibi, al giudiziario, al politico,
-al Civile, così enormemente ripugnanti
-al buon senso, per elleno medesime, quanto
-all'eccesso ardue, tormentose, ed anche per la
-<span class="pageno target" title="198" id="pag-198"></span>
-massima parte impossibili riescono a mantenerle,
-e ed osservarle? <a id="FNanchor_139"></a><a href="#Footnote_139" class="fnanchor">(122)</a>
-</p>
-
-<p>
-D'altronde, pare necessario di convenire,
-non essere già sicuramente con tali mostruosi
-principj che i vetusti padri d'Israel erano
-Caraiti, o ebrei deisti; il Caraismo dei medesimi,
-o il loro Deismo, se si approssimava in
-qualche tenue parte a quello che mirasi professato
-da' recenti, era, per altro, diametralmente
-opposto e quelle pratiche insignificanti
-seguitate macchinalmente da' moderni Caraiti,
-che oscurano i pregj di questa instituzione, e
-indeboliscono la base primitiva sulla quale fu
-questa setta in origine fondata felicemente: tutti
-quegli scrupoli oltraggianti la purità del vero
-Culto Divino, erano a que' sani Caraiti antichi
-totalmente sconosciuti; paghi essi restando di
-compiere meramente quelle sole prescrizioni,
-che potevano essere osservate senza incomodo
-<span class="pageno target" title="199" id="pag-199"></span>
-fisico, nè alterazione di spirito per farne l'applicazione,
-nè stanchezza di mente per lambiccarne
-il vero senso; essi erano in tale guisa
-il modello esemplare del Caraismo, senza essere
-fanatici per gli scrupoli che oggi ne tengono
-le veci; erano i veri Israeliti senza quelle pratiche
-superstiziose, que' riti superflui, o quelle
-ripugnanti cerimonie, che lo smarrimento degli
-uomini vi ha in seguito aggiunte <a id="FNanchor_140"></a><a href="#Footnote_140" class="fnanchor">(123)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questo è, in una parola, quel vero, e
-solo Caraismo che può meritamente aspirare
-a' nostri encomj, e che oltremodo vantaggioso
-riuscirebbe l'istruirne tutto il corpo della Nazione
-d'Israel, indurlo ad adottarlo, e propalarlo
-per ogni dove l'orma sua s'imprime,
-e ciò dopo di avere riformati i suoi abusi,
-emendati i suoi errori, e ridotte le sue Instituzioni
-Teologiche a quel grado di sublimità,
-e perfezione, della quale Possono essere le medesime
-suscettibili.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_131"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_131"><span class="label">(114)</span></a>
-Alcuni osservano che la Legge Mosaica cominciò ad
-alterarsi, e a degenerare dalla sua purità primitiva, da che il popolo
-d'Israel contrasse un Commercio cogli stranieri, quello divenne
-molto maggiore, e più frequente dopo le conquiste di Alessandro,
-di ciò che lo era antecedentemente, e questo fu in particolare
-cogli Egizj ch'essi vincolarono de' rapporti di società, e di affari,
-specialmente in tempo che i Re di Egitto furono padroni della
-Giudea. Non si prese dagli Egizj i loro idoli; ma il loro metodo
-stravagante di trattare la Teologia, e la religione: Quindi è (come
-lo pensa uno scrittore illustre) che i dottori ebrei trasportati, o
-nati in quel paese, si gettarono nelle interpretazioni allegoriche;
-ed ecco ciò che dette occasione a due partiti di cui parla Eusebio
-di formarsi, e di dividere la Nazione. (<em class="loc">Hist. des dogm. et opin.
-Philosoph. T. 2. p. 220</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_132"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_132"><span class="label">(115)</span></a>
-Alla testa di questi due partiti de' quali abbiamo poco
-avanti ragionato erano allora <em class="nome">Hillel</em> e <em class="nome">Sciamaj</em>, che gli rendevano
-più luminosi, e di qualche considerazione. I Rabbanisti però danno
-il torto a Sciamaj, il quale era, com'essi dicono, un'uomo impetuoso,
-e violente; essi sostengono che la loro divisione in altro
-non verteva che intorno a tre soli riti di non molta importanza.
-Ma il sentimento parziale di pochi Dottori, non può avere forza
-bastante di abrogare ciò che si legge in chiari sensi, e nel Talmud,
-e altrove che la disputa si riscaldò si violentemente che non era
-tanto agevole di calmarla in veruna maniera: ciascuno di quelli
-eresse una scuola pubblica, un giorno determinato si adunarono
-entrambe; ma se queste si accordarono sopra varj articoli, ne
-rimase, per altre, un maggior numero sul quale restarono esse
-totalmente inconciliabili; Hillel sostenne con calore la tradizione
-(<em class="loc">Misnah. 5</em>) pretendendo asseverantemente esservi stata una Legge
-la quale fosse passata da bocca in bocca, come da un telegrafo ad
-un altro, benchè più lentamente, da <em class="nome">Mosè</em> fino ad <em class="nome">Esdra</em>, e di
-questi fino ad esso: Sciamai, al contrario, insisteva di doversi tenere
-scrupolosamente attaccato alla sola Legge scritta, riguardando
-tutte le parafrasi, o appendici che alla medesima si fossero aggiunte,
-come estranee onninamente alla tersa religione di un vero Israelita,
-a cui riescono il più delle volte indifferenti, sovente perniciose,
-ma sempre inutili. Quindi il pregiudizio degli ebrei Talmudisti,
-che attribuiscono il torto a Sciamai, conferma la quasi positiva
-certezza del testè riportato sentimento cioè, che questi fosse avverso
-alla tradizione.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ciò che d'altronde, non pare in alcuna maniera supponibile
-si è, che i Caraiti si attribuissero un origine odiosa, o menzognera
-(come assurdamente lo pensarono alcuni de' loro oppositori)
-se i medesimi non fossero completamente persuasi che quella ch'essi
-vantano è la vera; frattanto uno de' più eruditi di questa setta,
-dice in termini formali che i Caraiti sono assolutamente sortiti dalla
-casa di Sciamai (Vedi <em class="loc">Mosè Betschitsi MS. apud Trigland, Cap.
-6. p. 72 e 74</em>).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ecco tutto quanto noi possiamo infatti di proposito asserire
-sulla probabile fondazione originaria della <em>setta dei Caraiti</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_133"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_133"><span class="label">(116)</span></a>
-Questa Setta (della quale sarà da noi accennato l'origine,
-ed il sistema religioso nel Capitolo seguente) non si uniformava
-a' Caraiti, se non se in quanto al prendere la scrittura alla
-lettera, e nel rigettare in conseguenza qualunque siasi tradizione,
-ma in tutt'altro esse erano fra di loro interamente opposte, e contradittorie,
-mentre i Saducei, attaccandosi al mero senso letterale
-delle prescrizioni mosaiche, ne deducevano illativamente che le
-medesime non gli obbligassero già a credere ciò che i Caraiti pretendevano
-adottare fermamente di proposito; quindi è ch'essi non
-credevano nè la predestinazione, nè la resurrezione de' corpi, nè
-l'immortalità dell'anima umana, nè l'esistenza degli angeli, o degli
-spiriti; mentre di tutto ciò che i Caraiti in siffatti articoli concordi
-co' Talmudisti ammettevano come irrefragabile, i Saducei gli oppugnavano
-senza eccettuazione, adducendo per motivo che la scrittura
-non ne offre il benchè minimo sentore, con quella esattezza però
-che si esigeva da' medesimi, avendo già noi rimarcato altrove con
-quale evidente precisione faccia il Pentateuco sotto intendere non
-meno l'esistenza di Dio, che l'immortalità dell'anima umana
-(vedi le <em class="loc">annotazioni</em>
-<a href="#Footnote_32">26.</a> e <a href="#Footnote_47">41.</a>)
-così non erano essi ebrei che per
-le sole ricompense temporali, e molto concedevano al labile piacere
-de' sensi. Onde si può giustamente conchiudere che coloro i
-quali vollero supporre i Caraiti infetti di Saduceismo dimostrano un
-imperizia crassa non meno de' principj degli uni, che delle massime
-dell'altro, che quelli non solo ricusano di ammettere, ma che tentano
-sempre di combattere accanitamente, e di annientare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_134"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_134"><span class="label">(117)</span></a>
-Non si può certamente di proposito negare che nel
-ristretto numero di scrittori che ha prodotto la setta de' Caraiti,
-<em class="nome">Aaron Ben Josef</em> debba, senza contradizione tenere il primo
-rango; esso vivea nel Secolo tredicesimo, professava la medicina,
-ed esercitava nel tempo stesso l'ufficio di Rabbino in Costantinopoli.
-Il Caraita <em class="nome">Mardocheo</em> (altro celebre letterato di questa setta), ce
-lo rappresenta come un uomo profondamente versato nell'intelligenza
-del Pentateuco, nello studio della natura, della filosofia, ed anche
-oltremodo perito nella cognizione di tuttociò che la cabala racchiude
-di più occulto, e di più misterioso (ved. la <em>versione</em> e le <em>note</em> di
-M.r <em class="nome">Wolf</em> all'opera di <em class="loc">Dod. mordochai</em>, sotto il tit. di <em class="loc">notit.
-Karæor. Cap. XI. pag. 141.</em>) Per altro, pare verosimile, come
-lo pretende lo stesso Wolf ch'essendosi egli applicato a questa
-scienza chimerica, la quale non è fondata che sopra giuochi di una
-immaginazione sovvertita, esso non abbia avuto altro in mira che i
-indagarne meglio l'insufficienza, e convincersi per se stesso che ben
-lungi dal ritrovarvi qualche solida utilità nelle moltiplici sottigliezze
-che ne costituiscono l'usanza, quelle non sono ad altro idonee
-che a corrompere lo spirito; e ciò è tanto più probabile, quanto
-che restaci chiaro dimostrato dalle veementi espressioni ch'esso usa,
-allorchè imprende a confutare certe parafrasi allegoriche, o cabalistiche
-riportate dal medesimo nel suo מובחר (mubhar) <em>Il Scelto</em>
-(che è un Commentario sul Pentateuco) opera che lo stesso
-<em class="nome">Abenesdra</em> non potè in molte parti non approvare. È in essa dove
-il rinomato nostro <em class="nome">Aaron</em> nel tempo medesimo ch'egli spiega tutta
-la sua robusta energia per dimostrare i vantaggi sommi che ha la
-di lui Setta sopra quella de' Talmudisti, non cessa di declamare
-contro infiniti abusi che mirava introdotti nella sua, del tutto
-estranei all'essenzialità delle sue primitive instituzioni, perchè non
-gli appartenevano di sorte alcuna, ed esso vi progetta in vece i
-mezzi i più pronti, ed i più efficaci, onde reprimerli, e allontanarli.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Infatti sia quanto si vuole ottimo, e proficuo lo stabilimento
-del Caraismo fra gli uomini, è altresì chiaramente dimostrato che
-non potrebbe andare quello pure in alcun modo esente da una riforma
-radicale che ne modificasse il rigore, semplificandone le pratiche,
-e ne togliesse quelle ridicole superfluità che vi s'intrusero
-a grado a grado con detrimento delle sue primitive instituzioni, e
-che lo stesso <em class="nome">Ben Josef</em> non ha potuto astenersi dal riprovare,
-benchè tanto proclive a consolidarne le massime, e a sostenerle.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_135"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_135"><span class="label">(118)</span></a>
-Qualunque siasi l'opinione che molti abbiano concepita
-per rapporto al Caraismo, è d'uopo convenire che la loro maniera
-di credere è ad ogni riguardo degna di essere imitata, come una
-delle più sane, e delle più esemplari instituzioni sociali: per giudicarne
-con criterio udiamone il carattere che uno scrittore insigne
-ci trasmise di questa setta: <em class="cit" xml:lang="fr">Les Caraïtes ont une idée fort simple,
-et fort pure de la Divinité, car il lui donnent des attributs
-essentiels, et inséparables, et ces attributs ne sont autre chose
-que Dieu même. Sa Providence s'étend aussi loin que sa connoissance
-qui est infinie, et qui decouvre toutes choses. Ils
-distinguent quatre dispositions differentes dans l'ame, l'une de
-mort et de vie, l'autre de santé, et de maladie. Elle est morte,
-lorsqu'elle croupit dans le péché; elle est vivante lorsqu'elle
-s'attache au bien; elle est malade quand elle ne comprend pas
-les vérités célestes; mais elle est saine lorsqu'elle connoit
-l'enchainure des événemens et la nature des objets qui tombent
-sous sa connoissance. Enfin ils croient que les ames seront
-recompensées, ou punies suivant leurs actions etc.</em> <em class="loc">Hist. des Dog.
-Philos. V. 2. p. 222.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Qual'è mai quel popolo che possa vantare sopra la terra un
-culto di questo più esimio, più elevato, più salutare?
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_136"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_136"><span class="label">(119)</span></a>
-Malgrado l'avversione decisa che i Caraiti hanno sempre
-mai dimostrato per la Legge orale, come osservammo, non si può
-nulla di meno asserire con probabilità ch'essi rigettino complessivamente
-per tanto, qualunque sorta di tradizione; mentre uno
-de' più celebri scrittori di quella Setta ci assicura che il principale
-scopo della sua credenza non tende che ad oppugnare le false, e le
-assurde tradizioni, ma che, al contrarie, i Caraiti ricevono le bene
-fondate, e le ragionevoli, distinguendo così le certe, e le costanti
-da quelle che non sono che ipotetiche, e dubbiose (Ved. <em class="loc">Mosè
-Eliahu aderet apud trigland Diatr. de Karæor. P. 117. e 125.</em>)
-Essi adottano ancora la <em>Massora</em> (o la puntuazione della Scrittura)
-(non ostante che faccia essa parte delle instituzioni tradizionali, e
-la stessa loro Teologia non differisce da quella degli ebrei Talmudisti,
-se non in quanto all'essere più concisa, e più lontana da
-inutili, e superstiziose discussioni, che formano il carattere definitivo,
-e principale della Teologia de' loro oppositori. In una parola,
-fra le tante interpretazioni che furono applicate alla scrittura, essi
-non ricevono che le sole meramente letterali, e per conseguenza
-essi rigettano affatto le Glosse cabalistiche, mistiche, e allegoriche
-come non avendo alcun fondamentale rapporto colla Legge pubblicata
-da Mosè.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_137"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_137"><span class="label">(120)</span></a>
-Qualunque siasi digiuno comandato, ed ordinario
-comincia la mattina allo spuntare dell'alba, e dura fino all'imbrunire
-del giorno medesimo, eccetto che quelli di <em>Kipur</em>, e di <em>Av</em>,
-i quali cominciano le sera della vigilia di questi con una perfetta
-astinenza di cibo, e di bevanda fino alla sera susseguente all'apparire
-delle stelle nel firmamento. Di tali digiuni dunque imposti all'Israelismo
-dalla Legge orale se ne annoverano cinque:
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il primo cade il 17 di <em>Tamus</em> (corrispondente al nostro
-volgare mese di Luglio) in commemorazione delle varie disgrazie
-che successero altre volte in simile giorno entro Gerusalem; e perchè
-in quello stesso giorno accadde che Mosè ruppe le prime tavole
-della Legge a cagione del vitello d'oro fatto dal Popolo ebreo dimorante
-nel deserto, nell'intervallo della di lui assenza sulla vetta
-di Sinai.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il secondo è quello che porta il nome di תשעה באב
-Tisngha Beav) cioè, <em>nove del mese di Av</em>, che cade nell'Agosto,
-quale digiuno è da' Settatori Talmudisti più rigorosamente osservato
-degli altri (dopo quello però di Espiazione che gli supera tutti)
-poichè fu in quel giorno medesimo che il Tempio venne abbruciato
-da' Caldei, e la Città di Gerusalem devastata poscia interamente da
-Tito; in quello stesso giorno ancora avvenne il crudele supplizio
-di dieci de' più insigni Rabbini della Giudea, e la proibizione fatta
-da Adriano agli ebrei di mai più rientrare ne' loro antichi recinti,
-e particolarmente in Gerusalem, e neppure di ritornare verso quella
-parte per riguardarla. Tali sono le cause per le quali i Talmudisti
-ordinarono il digiuno del nono giorno del mese di <em>Av</em>; esso comincia
-la vigilia, tosto che il Sole tramonta, e da questo momento
-gli ebrei cessano di mangiare, e di bere fino alla sera susseguente;
-essi restano tutto questo intervallo di tempo senza scarpe di cuojo,
-seggono sulla nuda terra colla massima tristezza in continue lamentazioni,
-non essendo loro permesso di leggere fuorchè Geremia,
-Job, ed altri libri di tal modo affliggenti, e patetici; e gli otto
-giorni che lo precedono, si astengono dal radersi la barba, e dal cibarsi
-di qualunque siasi carne, eccettuatone il Sabato, dove questi
-divieti non hanno luogo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il terzo è quello che viene il primo giorno dopo la solennità
-del nuovo anno, ovvero il terzo giorno del mese di <em>Tisrì</em> (che
-combina in Settembre); gli ebrei Talmudisti digiunano dallo spuntare
-dell'aurora fino all'imbrunire di quel giorno medesimo, attesochè,
-in esso fu ucciso <em class="nome">Godolia</em> figlio di <em class="nome">Ahikam</em> (<em class="loc">Gerem. cap. 41.</em>)
-uomo integerrimo e di esemplari costumi, il quale era restato solo
-per conservare i dispersi avanzi del Popolo d'Israel, la di cui sorte
-cominciava fino di allora a periclitare: Or siccome questo dì fa parte
-de' dieci giorni penitenziali (con tal nome distinguendo la prima
-decade di Tisrì) gli ebrei Talmudisti prendono pertanto un
-adeguato motivo di fare ad un tempo medesimo la commemorazione di
-questo giusto; egli è dunque perciò che questo digiuno porta il
-nome di צום גדליה (Zzom Ghedaliah) <em>Digiuno di Godolia</em>; indi
-segue il gran Digiuno <em>Kipur</em>, o di Espiazione, che tutta la comunione
-d'Israel, senza eccettuazione alcuna di setta, nè di partito,
-celebra il 10 di Tisrì, il solo comandato da Dio per organo di
-Mosè, e di cui essendo stato, quanto basta, ragionato a suo luogo,
-ed avendolo noi per tale indispensabile riguardo adottato nel nostro
-nuovo piano di riforma, ci siamo dispensati di comprenderlo fra
-questi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il quarto è quello del 10 <em>Tebeth</em> il quale corrisponde, per
-lo più al Decembre, ordinato da' Rabbini in rimembranza del primo
-assedio fatto da Nabucodonosor in Gerusalem, che in seguito la prese.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Il quinto, ed ultimo digiuno finalmente, è quello che i Settatori
-Talmudisti fanno il giorno 13 del mese di <em>Adar</em> che rapportasi
-al marzo in memoria d'Ester, la quale digiunò nell'occasione
-dell'infortunio in cui trovavasi l'ebreismo de' suoi tempi involto,
-attesa la crudele perfidia di <em class="nome">Amano</em> vice-re di Media e Persia, che
-macchinava l'esecrabile progetto di sterminarlo dalla terra; questa
-commemorazione denominasi פורים <em>Purim</em>, dall'etimologia del
-vocabolo פור <em>Pur</em>, che significa <em>Sorte</em>, alludendo all'estrazione
-fatta dallo stesso Amano per diffinire in qual mese dell'anno dovea
-un sì truce sterminio effettuarsi, e la sorte cadde sul mese di Adar,
-il più climaterico di tutti gli altri, attesa la morte repentina di
-Mosè, che pretendesi accaduta entro questo mese.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ecco quali sono realmente i digiuni comandati a rigore
-da' Rabbini (prescindendo però dall'ultimo instituito da Ester); e
-se altri, eccetto i testè menzionati, miransi osservare da' più devoti
-fra gli ebrei Talmudisti, essi sono meramente arbitrari, o contingenti,
-e propriamente particolari ad ogni singolo corpo separato che
-fa parte di questa medesima Nazione, come agli ebrei Orientali,
-ai Tedeschi, e ad alcuni Italiani; ma siccome questi digiuni si sono
-moltiplicati presso gli ebrei quasi all'infinito, così senza che ci
-diffondiamo inutilmente a riportarli, può osservarsene il dettaglio
-circostanziato nella dotta dissertazione del Rabbino <em class="nome">Leon di Modena</em>
-e nel Bustorfio. (<em class="loc">Syn. Ind. Cap. 25.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_138"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_138"><span class="label">(121)</span></a>
-Io intendo per tali punti essenziali della Religione
-l'esistenza dell'Essere Supremo, l'immortalità dell'Anima umana,
-e quindi le ricompense, e le punizioni della medesima nella vita
-futura, ed in qualche parte ancora l'osservanza delle solennità
-principali, nella guisa, precisamente che accennammo.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Peraltro, non mi sembra inutile affatto quì di rimarcare col
-Seldeno (<em class="loc">uxor. Hebr. Lib 1. Cap. III.</em>) che avendo i Rabbini
-fissate tre maniere differenti d'investigare, e scuoprire le verità
-moltiplici racchiuse in vari luoghi della scrittura, cioè il <em>testo</em>,
-la <em>ragione</em>, e l'<em>autorità</em> degli antichi, regole quasi comuni a tutte
-le sette che esistono sulla terra; i Caraiti vanno pienamente d'accordo
-co' Rabbanisti nelle due sole prime, considerandole come
-urgenti, ed oltremodo indispensabili; e se rare volte adottano anche
-l'ultima, non è già perchè s'impongano un dovere, siccome praticano
-gli altri, di crederla o seguirla alla rinfusa; ma essi vi si
-sottomettono in proporzione che la ritrovano esatta, ed in ogni
-punto consentanea allo spirito genuino della scrittura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_139"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_139"><span class="label">(122)</span></a>
-Siccome i Caraiti hanno in orrore tuttociò che rapportasi
-alla tradizione, così essi rigettano con isdegno tutte quelle
-instituzioni orali che i Talmudisti si prescrivono con tanto scrupolo,
-e riservatezza; ma se quasi tutte le cerimonie religiose praticate da
-questi si rendono annojanti per l'affluenza considerabile delle inutili
-parafrasi aggiunte alle medesime, quelle seguitate da' Caraiti sono
-ad ogni riguardo insopportabili per la loro soverchia ristrettezza, o
-per l'austerità dell'osservanza di esse; egli è perciò che io considero
-come inutile di fare quì specifica menzione di tutti i loro riti
-stravaganti per rapporto ad altri assunti morali, politici, e civili.
-Chi bramasse esserne edotto con esattezza maggiore può rivolgersi
-agli scrittori di questa Setta, da noi per varie volte citati.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_140"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_140"><span class="label">(123)</span></a>
-Malgrado che infinite riprove concorrano a convincerci
-pienamente di questa verità incontrovertibile, pure non ostante,
-v'ha de' forsennati fra gli ebrei Talmudisti de' nostri tempi all'eccesso
-riprovabile l'anteporre la loro propria credenza mistica, e
-tenebrosa alla purità edificante di quella degli antichi, sebbene ad
-evidenza ne conoscano i superiori salutari vantaggi, e non esitino
-un'istante a convenirne; ed i soli Caraiti che potrebbero in qualche
-modo, se non completamente pareggiarla, almeno più degli altri
-approssimarsene, sono fuori della situazione di riuscirvi, per averla
-voluto troppo sottilizzare, colla strana idea forse di sorpassare quelli
-nella vera pratica di essa; se gli ultimi sono degni di rimprovero,
-lo sono certamente i primi, ad ogni riguardo, di eterna ripugnanza,
-e d'improperio.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XV">
-<span class="pageno target" title="200" id="pag-200"></span>
-CAPITOLO XV.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Delle altre Sette differenti derivate dal
-grembo della Comunione dell'Israelismo;
-cioè Saducei, Essenj, Terapeuti, Farisei,
-e Samaritani; la loro origine, i
-loro dogmi, le loro Cerimonie, ed i loro
-sistemi di Religione.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Due Cause principali, dice un ingegnoso
-critico moderno, sembrano cospirare a gara
-per mantenere, e alimentare negli uomini la
-ripugnanza, e l'incuria ch'essi nutrono scrupolosamente,
-tutte le volte che trattasi di ponderare,
-o discutere le loro opinioni tradizionali;
-la prima si è la difficoltà insormontabile, e
-l'impotenza estrema nella quale si trovano di
-penetrare le dense tenebre, di cui le tradizioni
-hanno pur troppo avviluppata la religione dai
-suoi primi fondamentali elementi; argini molto
-adeguati ad opprimere ed a stancare gli spiriti
-limitati, ed accidiosi, che incapaci di elevarsi
-colla forza del raziocinio fino alla contemplazione
-della verità, non iscorgendovi che un
-Caos terribile, e informe, la giudicano forse
-assolutamente impossibile ad esaminare, ed
-<span class="pageno target" title="201" id="pag-201"></span>
-approfondire, e paghi ne restano di seguitarla
-tale quale se la rappresentano macchinalmente <a id="FNanchor_141"></a><a href="#Footnote_141" class="fnanchor">(124)</a>:
-ecco la sola e vera cagione, a cui tutto
-concorre a convincerci che possono dovere l'origine,
-presso che tutte le Sette scaturite dal
-grembo del giudaismo antico, e partitamente
-di quella de' <em>Farisei</em>, della quale ci disponghiamo
-in seguito a parlare.
-</p>
-
-<p>
-La seconda di tali cause, può dirsi quella
-di non lasciarci troppo soggiogare da precetti
-severi, mistici, o poco intelligibili, che tutto
-il mondo ammira nella teoria, e pochissime
-persone si curano di praticare con esattezza;
-tale è la sorgente della quale scaturirono probabilmente
-il Caraismo di cui testè abbiamo
-esaurita la materia, non meno che tutte le
-altre Sette delle quali ora, entriamo ad occuparci
-di proposito.
-</p>
-
-<p>
-Che la Teologia mistica, producesse per se
-medesima la Setta de' <em>Saducei</em>, sembra che
-niuno abbia fino ad ora fondatamente dubitato,
-<span class="pageno target" title="202" id="pag-202"></span>
-siccome apparisce altresì egualmente incontestabile,
-che le orali allegorie formassero quella
-de' Farisei.
-</p>
-
-<p>
-In quanto poi all'epoca precisa in cui la
-Setta Saducea si rendesse manifesta fra gli
-ebrei, l'opinione la più adottata da' critici si
-è che <em class="nome">Zadok</em>, discepolo di <em class="nome">Antigono Socheo</em>
-fosse il primo, e il vero fondatore della Setta
-de' Saducei, duecento e quarant'anni avanti
-l'Era volgare; senza attenerci però a ciò che
-opinano vari dotti scrittori antichi, cioè che
-l'eresia de' Saducei fosse molto più remota,
-sostenendo che la medesima nacque dalla sinistra
-interpretazione che si è da quelli attribuita
-al Cap. 37 di <em class="nome">Ezechiello</em>, mentre studiavasi
-ciascuno di comprenderne il vero senso; altri
-ne fissano un origine assai differente facendola
-rimontare fino ad Esdra (<em class="loc">Leghtf. Flor. Heb.
-ad Mat. III. ζ. opp. Tom. II.</em>).
-</p>
-
-<p>
-Ma prescindendo da tutte queste troppo
-ambigue, e tenebrose congetture, che lungi
-dal condurci alla verità, non fanno che aumentare
-i nostri dubbj e allontanarci dal
-retto sentiere che potrebbe indirizzarvici, noi
-stabiliremo <em class="nome">Antigono</em> per assoluto capo creatore
-di questa Setta, e <em class="nome">Zadok</em> e <em class="nome">Baithos</em> suoi discepoli,
-come gli organi, ed i propalatori delle
-sue nuove instituzioni, non meno che del sistema
-<span class="pageno target" title="203" id="pag-203"></span>
-religioso che serve alle medesime come di base
-inconcussa, è fondamentale <a id="FNanchor_142"></a><a href="#Footnote_142" class="fnanchor">(125)</a>.
-</p>
-
-<p>
-In origine, per quanto apparisce, i Saducei
-non si distinsero dalla Comunione generale
-dell'Israelismo, che col semplice rifiuto meramente
-di riconoscere, e adottare le autorità
-delle instituzioni tradizionali. Alcuni pretendono
-così pure, che tutti que' Settatori proferissero
-il Pentateuco di Mosè a tutti gli altri
-<span class="pageno target" title="204" id="pag-204"></span>
-libri, considerati generalmente come sacri, e
-canonici, i quali non erano da essi riguardati
-che come opere composte da certe persone venerabili
-a cagione della loro santità, e de' loro esemplari
-costumi <a id="FNanchor_143"></a><a href="#Footnote_143" class="fnanchor">(126)</a>. Essi leggevano i Profeti,
-aderivano che si studiassero con accuratezza,
-e che fossero autorevolmente citati tutte
-le volte che l'urgenza lo esigesse, e volevano,
-in somma che aggregati quelli fossero nel Canone,
-benchè molte volte rigettavano i loro
-scritti, nel modo stesso appunto che inveivano
-pertinacemente contro le tradizioni de' Dottori,
-ed in particolare contro quelle de' Farisei, ai
-quali essi erano per tante ragioni opposti onninamente;
-ma i Farisei restavano, d'altronde,
-persuasi, che la Legge fosse l'unico, ed il più
-solido fondamento della Religione, e la sola
-regola direttrice della credenza de' medesimi
-e che per conseguenza tutto ciò che prescritto
-non era da Mosè, non doveasi mai adottare in
-verun modo.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="205" id="pag-205"></span>
-</div>
-
-<p>
-In seguito di quanto Flavio assicura (<em class="loc">Lib.
-XX. pag. 465</em>) pare che i Saducei negassero
-assolutamente l'influenza dell'Essere Supremo
-sulle azioni umane, stabilendo soltanto la libertà
-assoluta dell'uomo; ed essi toglievano
-a Dio qualunque ispezione sul male, ed ogni
-sorta d'ingerenza anche sul bene, perchè opinavano
-essi, che l'Essere Eterno avesse collocato
-il bene, e il male sotto gli occhi dell'uomo,
-lasciandogli un amplia facoltà di seguitare
-l'uno, o di schivare l'altro; ed è appunto
-per questa medesima ragione che i Saducei
-negavano, senza riserva il potere del destino,
-riguardandolo unicamente come una bizzarra
-illusione, solo degna di occupare la mente abbacinata
-degl'idioti, e degl'inesperti <a id="FNanchor_144"></a><a href="#Footnote_144" class="fnanchor">(127)</a>;
-sostenendo, al contrario, che tutte le nostre
-azioni dipendono sì direttamente da noi, che
-<span class="pageno target" title="206" id="pag-206"></span>
-noi siamo i soli, ed i veri autori di ogni bene,
-siccome pure di qualunque siasi male che ci
-sopraggiunge, secondo che noi seguiamo il retto
-sentiere della virtù, o la carriera tortuosa della
-depravazione <a id="FNanchor_145"></a><a href="#Footnote_145" class="fnanchor">(128)</a>. Non erano già essi guidati
-da verun disegno di ricompensa nelle azioni
-meritorie che esercitavano, animati dalla sola
-grata soddisfazione di eseguirle; essi ritenevano
-presente ognora ciò che <em class="nome">Antigono</em> loro
-capo, e fondatore solea ripetere incessantemente
-a' suoi Discepoli e seguaci: <em class="cit" xml:lang="it">non siate come gli
-schiavi, che obbediscono al loro padrone col disegno
-di trarne ricompensa; obbedite senza sperare</em>
-<span class="pageno target" title="207" id="pag-207"></span>
-<em class="cit" xml:lang="it">alcun frutto dalle vostre fatiche, e che il timore
-dell'eterno sia sopra di voi</em> <a id="FNanchor_146"></a><a href="#Footnote_146" class="fnanchor">(129)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Questi negavano ad un tempo medesimo
-la spiritualità delle anime umane, la resurrezione
-de' corpi dopo le morte, e l'esistenza
-degli angeli, e con più forti ragioni si sarebbero
-scherniti di quella bizzarra opinione sostenuta
-dal <em class="nome">Ben Dior</em> (Vedi <em class="loc">Sefer Jezirah</em>, ovvero
-<em>libro della creazione</em>) quali era quella, di
-sostenere che ogni patriarca, cominciando da
-Adamo, avesse un Angelo per suo inseparabile
-sorvegliante o precettore <a id="FNanchor_147"></a><a href="#Footnote_147" class="fnanchor">(130)</a>. Essai opinavano
-<span class="pageno target" title="208" id="pag-208"></span>
-che non può esistere giammai altra essenza
-incorporea, o spirituale fuori che Dio, e che
-que' dati esseri che noi chiamiamo col nome
-di <em>Angeli</em>, non si debbono intendere che sotto
-il carattere di altrettante <em>virtù</em>, che marcano
-assolutamente la volontà, e la possanza infinita
-dell'Essere Supremo, od anche accessoriamente
-i mezzi da esso lui impiegati per la pronta
-indefettibile esecuzione de' suoi eterni Decreti.
-</p>
-
-<p>
-Tali sono i principj generali de' Saducei,
-relativamente alla Religione che professavano;
-e se da quelli prescindendo gettare vorremmo
-<span class="pageno target" title="209" id="pag-209"></span>
-uno sguardo sulla loro morale, e su' loro costumi,
-noi ritroveremmo non meno gli uni che
-l'altra irreprensibili ad ogni esperimento; le
-azioni de' medesimi alla verità non ismentivano
-il nome che portavano צדיק (Tzadik) <em>giusto</em>
-צדק (Tzedek) <em>Rettitudine</em>: i Saducei procedenti,
-come osservammo, da צדוק Tzadok facevano
-professione di una integrità esemplare, e di
-una giustizia edificante; elogio che loro venne
-generalmente compartito da tutti i più austeri
-critici dell'antichità, che non gli hanno d'altronde
-risparmiati, allorquando trattavasi d'inveire
-contro le loro cerimonie insopportabili,
-o condannare le assurde interpretazioni ch'essi
-davano al Pentateuco di Mosè, non meno che
-a tutti gli altri libri della Scrittura.
-</p>
-
-<p>
-Ma de' Saducei, e della loro Setta avendone
-parlato quanto era sufficiente a farcela conoscere,
-ora passiamo a ragionare degli <em>Esseni</em>
-de' quali si è cotanto decantata la virtù, e
-l'inusitata rigidezza de' costumi.
-</p>
-
-<p>
-<em class="nome">Filone</em> ha distinto due ordini di <em>Esseni</em>
-(<em class="nome">Phil. de vitae contemp.</em>); gli uni si attaccavano
-alla pratica, e gli altri, che si nominano <em>Terapeuti</em>,
-alla contemplazione: questi ultimi erano
-così pure della setta degli Esseni; Filone
-dandone loro il nome, non gli distingue dal
-primo ramo di quella Setta, se non se da qualche
-grado di perfezione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="210" id="pag-210"></span>
-</div>
-
-<p>
-Gli Esseni erano precisamente ciò che i
-viaggiatori ci descrivono essere i <em>Dunkari</em> nella
-Pensilvania, cioè, una specie di religiosi, benchè
-la maggior parte di essi fosse ammogliata,
-il Celibato essendo in orrore massimo a quei
-tempi, siccome l'ho io dimostrato altrove (Vedi
-le annot. 66 e 119, del T. II. alle <em class="loc">Not. Camp.
-p. 23 e 180</em>) anche presso le persone consecrate
-al servizio dell'altare; volontariamente
-assoggettati alle più austere prescrizioni, vivendo
-tutti in comune per lo più fra gli eremi
-deserti, distribuendo il loro ozio quotidiano
-fra la preghiera, e la fatica, avendo interamente
-proscritto dal loro consorzio qualunque
-sentimento di disparità, o di preferenza, siccome
-ancora ogni ambizioso disegno di proprietà;
-schivavano l'incontro del resto degli uomini,
-non comunicando che solo con coloro che riconoscevano
-aderenti alla loro Setta, ed uniformi
-ne' costumi, poichè siccome quelli reputavano
-la loro religione più sana, e più elevata di
-quella degli altri uomini, quindi è perchè dessi
-sfuggivano qualunque specie di relazione coi
-medesimi, così è, dice <em class="nome">Bayle</em>, che la fierezza
-segue per l'ordinario le devozioni particolari;
-egli è di tali Settarj che <em class="nome">Plinio</em> il naturalista,
-e <em class="nome">Solim</em> dissero <em class="cit" xml:lang="la">Gens aeterna, in qua nemo nascitur</em>.
-(<em class="loc">Hier. Lib. V. Cap. 17 et Sol. Cap. 35.</em>
-<span class="pageno target" title="211" id="pag-211"></span>
-<em class="loc">p. 47</em>) falsamente supponendoli d'accordo proclivi
-al Celibato.
-</p>
-
-<p>
-In quanto poi all'origine degli Esseni,
-moltiplici, e divise, al solito, sono le opinioni
-degli antichi, non meno che de' recenti scrittori:
-R. Abram Zachut (nel suo più volte citato
-<em class="loc">Juhassim</em>) assegna loro per padre, e fondatore
-<em class="nome">Judah Galilei</em>; alcuni, ed <em class="nome">Epifanio</em>, e <em class="nome">Petit</em> fra
-questi, gli annoverano fra gli eretici <em>Samaritani</em>
-(de' quali sarà da noi fatta in seguito
-rapida menzione); essi gli appellano <em>Jesseni</em>,
-immaginando erroneamente, che avessero quelli
-preso questo nome da <em class="nome">Jesse</em> padre di David.
-Fuller ha creduto <em class="loc">Miscell. Sacr. Lib. IV. Cap. IV.
-p. 2392</em>) che gli Esseni fossero gli stessi dei
-Baitosei, perchè questo vocabolo significa <em>Casa
-di guariti</em>, nome che conviene alle persone che
-si distinguono col carattere di <em>Terapeuti</em>, cioè
-a dire, <em>Medici</em> benchè in seguito questo autore
-variasse di opinione. <em class="nome">Nilo</em> unitamente a vari
-critici moderni, gli vuole discendenti da <em class="nome">Jonadab</em>
-(<em class="loc">Ascet. Cap. 3</em>). I cristiani poi abbagliati
-delle austere mortificazioni di questi Settarj,
-hanno tentato di toglierli agli ebrei, e di farne
-degli eremiti, o i primi frati del vangelo <a id="FNanchor_148"></a><a href="#Footnote_148" class="fnanchor">(131)</a>;
-<span class="pageno target" title="212" id="pag-212"></span>
-ed Eusebio ha loro conferito il cristianesimo,
-così straniero ad essi, quanto dovea esserlo a
-<em class="nome">Pitagora</em>, che ridicolmente alcuni pretesero di
-fare Carmelitano <a id="FNanchor_149"></a><a href="#Footnote_149" class="fnanchor">(132)</a>. Essi compariscono nell'Istoria
-di Flavio sotto <em class="nome">Antigono</em>, poichè fu allora
-che si vide (per quanto esso ci dice Lib.
-III. Cap. XII) quel Profeta Esseno nominato
-<span class="pageno target" title="213" id="pag-213"></span>
-<em class="nome">Iudah</em>, il quale avea predetto che Antigono
-sarebbe ucciso un tale dato giorno nella <em>Torre
-di Straton</em>; e infatti Antigono è stato ucciso,
-quel giorno stesso vaticinato, in un luogo che
-chiamavasi la <em>Torre di Straton</em>; era con sì fatte
-predizioni, che gli Esseni, ei Terapeuti si distinguevano
-nel mondo.
-</p>
-
-<p>
-Quante disparate contraddittorie opinioni,
-senza esservene forse una sola giustamente
-fondata. Malgrado però che dobbiamo sempre
-confessare di non riconoscere nel suo vero fondo
-la vera origine primitiva di questa Setta, la
-congettura di <em class="nome">Drusio</em> riportata dal <em class="nome">Basnage</em>
-(<em class="loc">Hist. des Juifs. T. 1. Lib. 2. Cap. 12</em>) sembra
-la più verosimile, e la meno prossima all'errore
-di tutte quante ritroviamo noi prodotte
-fino al presente.
-</p>
-
-<p>
-Questo autore dunque asserisce, che gli
-Esseni sono quelli i quali essendo perseguitati
-da <em class="nome">Ircano</em> si ritirarono ne' Deserti, e che la
-necessità gli astrinse allora ad accostumarsi
-ad un genere di vita molto austero ed in cui
-essi perseverarono in seguito arbitrariamente;
-e tale rigoroso sistema di vita si è sempre creduto
-da varj Autori che fosse loro comune
-co' già menzionati Terapeuti, sebbene questa
-opinione sia da molti altri contrastata, colla
-differenza però che quelli si dividevano in molte
-società diverse, che diramavansi senza però
-<span class="pageno target" title="214" id="pag-214"></span>
-fissare un domicilio permanente, quando gli
-ultimi, al contrario, erano tutti concentrati
-nell'Egitto, per quanto narra, <em class="nome">Filone</em> il quale
-vivea fra di essi, dediti sempre alla campagna,
-come un soggiorno più ovvio alla meditazione,
-e più omogeneo alla vita comtemplativa che
-conducevano.
-</p>
-
-<p>
-Per quanto riguarda la religione professata
-da tali Settarj, essa era limitata a livello dei
-loro bisogni, ma altrettanto severa del pari
-che i loro costumi, essi avevano un profondo
-rispetto per la Divinità, alla quale attribuivano
-un potere assoluto, e illimitato sopra tutti gli
-avvenimenti mondani, sostenendo fermamente
-che niente si opera nell'universo, se non se
-coll'immediata influenza de' suoi eterni Consigli:
-il Sole era da' medesimi considerato come
-una delle più stupende produzioni tratte
-del suo braccio onnipossente <a id="FNanchor_150"></a><a href="#Footnote_150" class="fnanchor">(133)</a>. <em class="nome">Flavio</em> (<em class="loc">De</em>
-<span class="pageno target" title="215" id="pag-215"></span>
-<em class="loc">Bel. Iud. Lib. II. C. 7</em>), e vari altri suppongono
-che essi davano tutto al destino, ma
-questi medesimi autori gli hanno in seguito
-giustificati aducendo che tanto gli Esseni quanto
-i Terapeuti intendevano per destino la provvidenza,
-che dirige tutte le creature conformemente
-alle loro intime affezioni, e che non
-impone giammai alcuna necessità all'uomo,
-nè attenta in verun modo alla sua propria libertà.
-Gli Esseni onoravano Mosè come il
-primo Legislatore, erano molto attaccati alla
-Scrittura, e rigettavano interamente le tradizioni;
-essi sostenevano l'Immortalità dell'anima
-umana contro i Saducei, benchè questo
-dogma venisse in seguito alterato da false interpretazioni,
-come si può espressamente rimarcarlo
-in Flavio (idem), ed in Porfirio. (<em class="loc">apud
-Civil. contr. Iul. L. IV. p. 7</em>) pretendendo erroneamente
-che le medesime non discendevano
-da un aria molto sottile ne' corpi, se non se
-perchè desse vi erano attirate da un certo
-<span class="pageno target" title="216" id="pag-216"></span>
-incanto naturale che concepire giammai noi
-non possiamo.
-</p>
-
-<p>
-Ma lasciamo pure gli Esseni, e i Terapeuti
-colle loro frenesìe religiose, ed entriamo ad
-esaminare i <em>Farisei</em>, presso i quali ne ritroveremo
-forse delle altre non meno pericolose
-che stravaganti.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_141"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_141"><span class="label">(124)</span></a>
-Coloro che dell'indole umana formarono la prima
-base delle loro filosofiche applicazioni, possono avere rimarcato come
-lo spirito nostro suole più agevolmente attaccarsi alla rappresentazione
-fisica di una cosa, di ciò che sia all'indagine di essa, ovvero
-alla semplice narrazione che può essercene fatta; questa opinione
-è autorizzata dall'esperienza, essa è quella parimente dell'ameno
-poeta Orazio <em class="loc">De Arte Poet. v. 180</em>.
-</p>
-
-<div class="poetry">
- <div class="stanza">
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Segnius irritant animos demissa per aures,</em>
-</p>
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Quam quae sunt oculis commissa fidelibus.</em>
-</p>
- </div>
-</div>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_142"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_142"><span class="label">(125)</span></a>
-Molti scrittori, d'altronde accreditati, hanno asseverantemente
-sostenuto, che Sadok e Baithos, entrambi discepoli di
-Antigono, avessero fondata ciascuno di essi una Setta differente;
-ma coloro che in sì fatta guisa opinarono, sembrami che si sieno
-materialmente ingannati; la Setta dei Saducei, e quella de' Baithosei
-altro infatti non erano insieme che una sola, e medesima Setta
-disegnata ora sotto il nome dell'uno, ora sotto quello dell'altro;
-ma Zadok essendo più ardente del suo Collega a sostenere il partito
-che dessi aveano formato, il di lui nome (come lo rimarca <em class="loc">Bayle
-T. III, p. 2510.</em>) servì sovente più di quello di Baithos a distinguere
-i fautori di questa Setta.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non per tanto si adduce da taluni un altra efficace ragione
-di simile preferenza, voluta da tali Settatori di essere chiamati Saducei
-in vece di <em>Baithosei</em> (Vedi <em class="loc">Scalig. Elench. Trihaer et
-Sim. Hist. Crit. du Vieux Test.</em>) ed è che siccome Baithos, secondo
-quello che asseriscono i Rabbini, era bastardo, temevano
-che questa macchia poco onorifica, non dovesse attirare sopra dei
-medesimi qualche spiacevole improperio dalla parte de' loro inesorabili
-avversari; tanto questa uniformità della quale parliamo è per
-se stessa indubitabile, quanto che non avvi alcuno il quale abbia
-potuto scuoprire giammai in quale punto i Saducei si differenziassero
-da' Baithosei; Il celebre <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Comment. in Pirkè
-Avoth, apud Willeme. Dissert. de Saduc. p. 8</em>) espone in chiari
-sensi, che questi non erano che due nomi significanti una sola, e
-medesima cosa; benchè molti Rabbini, e vari Critici ancora sieno
-in simile assunto intieramente discordi; così lo pensano egualmente
-molti altri accreditati scrittori ebrei de' tempi a noi più recenti.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_143"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_143"><span class="label">(126)</span></a>
-Per altro, non mi sembra inutile quì di avvertire,
-che sebbene, per quanto apparisca da varj monumenti antichi, i
-Saducei non ammettessero fra tutti que' libri, che riguardare dobbiamo
-propriamente canonici, che il solo Pentateuco di Mosè; non
-per tanto anche di questo sopprimevano molti passaggi, e ciò che
-di peggio si è, senza mai addurre niun motivo efficace, e convincente
-di tutte quelle abrogazioni che male a proposito si permettevano
-di fare confusamente in detti Libri.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_144"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_144"><span class="label">(127)</span></a>
-Varie, e contraddittorie sono le opinioni che si agitano
-fra i filosofi relativamente al destino; gli uni credono che il
-destino sia una cosa divina; gli altri lo riguardano un effetto meramente
-naturale; fra i primi si possono annoverare <em class="nome">Platone</em>, <em class="nome">Zenone</em>,
-<em class="nome">Crisippo</em>, <em class="nome">Aristotile</em>, <em class="nome">Seneca</em>, <em class="nome">Eraclito</em>, <em class="nome">Pitagora</em>, e
-pochi altri; fra gli ultimi sono <em class="nome">Manilio</em>, <em class="nome">Empedocle</em>, <em class="nome">Democrito</em>,
-<em class="nome">Parmenide</em>, <em class="nome">Leucippo</em>, e varj altri, che quì non giova riportare.
-Ma sieno quanto si vuole disparate le loro idee, essi d'altronde
-sono tutti concordemente univoci ad esclamare altamente col <em class="nome">Manilio</em>:
-</p>
-
-<div class="poetry">
- <div class="stanza">
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Fata regunt orbem, certa stant omnia lege,</em>
-</p>
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Largaque per certos signantur tempora cursus,</em>
-</p>
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Nascentes morimur finisque, ab origine pendet.</em>
-</p>
-</div>
-</div>
-
-<p class="foot">
-(ved. l'annot. seg.)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_145"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_145"><span class="label">(128)</span></a>
-<em class="nome">Epicuro</em>, e <em class="nome">Cicerone</em> incessantemente ripetono
-d'accordo che: <em class="cit" xml:lang="la">anilis plenum superstitionis fati nomen</em>. Infatti
-non è egli il più nero attentato, che si possa commettere contro la
-libertà delle umane azioni, ammettendo una necessità fortuita che
-tutta la distrugge, senza ritegno? Se lo spirito nostro (come lo riflette
-dottamente <em class="loc">Gassendi Philos. T. VII. Lib. III. Cap. 2.
-pag. 635.</em>) nello stato in cui si trova, fosse condotto dal destino, e
-che destituito di libertà, esso facesse tutto mediante una necessità
-costante e inevitabile, la maniera, e la condotta ordinaria della
-vita umana perirebbero con essa, ed inutile si renderebbe ogni
-specie di soccorso. Laonde qualunque cosa che deliberata fosse
-dall'uomo, non succederà se non se ciò che sarà stato decretato
-dal destino, così la prudenza sarà un nome vano, lo studio della
-saggezza inutile, e tutti i Legislatori saranno ridicoli, o tiranni,
-perchè comandano delle cose, che o noi non dobbiamo fare assolutamente,
-o che noi non possiamo fare in veruna maniera; il vizio, e la
-virtù non sarebbero che due chimere, così niuno meriterebbe una
-ricompensa per le azioni morigerate, nè gastigo per le sue colpe;
-finalmente tutte le cose andando in forza di una necessità inevitabile,
-indarno farebbe l'uomo voti, o preghiere: egli non sarebbe
-se non se ciò che vuole il destino a cui egli fosse assoggettato.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_146"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_146"><span class="label">(129)</span></a>
-<em class="loc">Ved Pirk. Av. Cap. 1. N. 3</em>. e <em class="loc">Mannon Comm. in
-Pir. Av p. 25 Cap. 1.</em>
-</p>
-
-<p class="foot">
-Dee recare bene sorprese massima tale adottata da un capo
-Settario, il quale vivea sotto l'antica economia; poichè, come lo
-rimarca un dotto (<em class="loc">Des opin. Philosoph. T. II. p. 209.</em>) la legge
-permetteva non solo le ricompense, ma essa parlava sovente di una
-felicità temporale che dovea seguire sempre la virtù. Benchè fosse
-difficile di divenire contemplativo in una religione sì carnale, nulla
-di meno Antigono lo divenne: e chi avrebbe potuto mai seguirlo
-in una si alta elevazione? Zadok l'uno de' suoi discepoli che non
-ha potuto determinarsi, nè ad abbandonare interamente il suo maestro,
-nè gustare la di lui teologia mistica, dette un'altro senso
-alla di lui massima, e conchiuse da ciò che non vi era nè pene,
-nè ricompense dopo la morte. Esso divenne il padre de' Saducei i
-quali trassero da lui, come testè osservato abbiamo, il nome della
-loro Setta, il loro Dogma, ed i loro principj Teologici.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_147"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_147"><span class="label">(130)</span></a>
-Il <em class="loc">Cuzarì</em>, unito a' <em>Cabalisti</em>, dice che Adamo avea
-un padre il quale servivagli anche da precettore, e questi era l'angelo
-<em class="nome">Gaziel</em>; il medesimo fece dono al suo discepolo di un libro
-in cui erano racchiusi tutti i più alti misteri di una scienza sublime,
-di cui è perlato diffusamente nel <em class="loc">Zohar</em>. E coloro che fanno
-professione di sottigliezze cabalistiche, assicurano che ogni simile
-patriarca dell'Israelismo, ha avuto un'angelo per protettore che l'istruiva
-di tutte le più interessanti, ed arcane cognizioni, nel tempo che
-lo difendeva da ogni sinistro avvenimento. Shem per esempio, ebbe,
-secondo essi, per maestro, e protettore l'angelo <em class="nome">Jofiel</em>; Abramo
-<em class="nome">Jsedekiel</em>; Isaak <em class="nome">Raffael</em>; Jacob, <em class="nome">Peliel</em>; Josef <em class="nome">Gabriel</em>; Mosè
-<em class="nome">Metrathon</em>, David <em class="nome">Cerviel</em> che lo soccorse ad uccidere Golia: (ved.
-il citato <em class="nome">Bendior</em>.)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non v'ha certamente quanto i Cabalisti, che si sieno segnalati
-con entusiastico ardire ad inventare de' nomi differenti, che loro
-è piaciuto di appropriate ad un immensa quantità di angeliche intelligenze;
-essi sono anche pervenuti e moltiplicarle all'infinito,
-col mezzo di non so quali regole chimeriche, o fallaci, quanto
-si scorge essere pur oltremodo assurda l'arte della quale parliamo, e
-da cui partono. (ved. <em class="loc">C. Agrip. de occul. Philosoph. Lib. III.
-Cap. 27 pag. 311</em>, et seg.) È da essi positivamente che noi tenghiamo
-i nomi stravaganti di moltissimi altri angeli, così difficili
-a comprendersi quanto a pronunziarsi, e che inutile non solo, ma
-oltremodo pericoloso riuscirebbe di allegare, giacchè secondo' i cabalisti
-proferendo i nomi serafici di quelle beatifiche intelligenze,
-risultare si vedrebbe inevitabilmente una morte subitanea, nello
-stesso momento di pronunziarli; quindi è appunto perciò, che noi
-stimiamo conveniente di astenerci a farne quì particolare menzione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_148"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_148"><span class="label">(131)</span></a>
-Questa Setta (come lo rimarca un'illustre antico), che
-Filone ha dipinta in un trattato ch'esso ha fatto espressamente,
-affine di farne onore alla sua nazione, come i Greci che vantavano
-la morale, e la purità de' loro filosofi, è sembrata sì santa che i
-cristiani hanno ad essi invidiato la gloria delle loro austerità. I più
-moderati volendo togliere assolutamente alla Sinagoga l'onore di
-averli formati, e nutriti nel suo seno, hanno almeno sostenuto,
-ch'essi avevano abbracciato il Cristianesimo dal momento che S. Marco
-lo predicò in Egitto, e che cambiando di religione senza cambiare
-di vita, essi divennero i padri, ed i primi istitutori della vita monastica:
-questo sentimento è stato parimente sostenuto con calore
-da <em class="nome">Eusebio</em>, da <em class="nome">S. Girolamo</em>, e dal P. <em class="nome">Montfaucon</em>. Non è mancato
-per altro, chi gli confutasse, e dimostrasse loro l'assurdità
-di siffatte opinioni.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_149"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_149"><span class="label">(132)</span></a>
-Alcuni scrittori del secolo passato si fecero inconsideratamente
-a sostenere che Pitagora avendo viaggiato nella Giudea,
-ed essendosi fatto Esseno, andò a fondare i Terapeuti in Egitto;
-questo non e già tutto; essi aggiungono che essendo ritornato in
-Samos vi si fece Carmelitano, almeno i Carmelitani stessi ne furono
-per lungo tempo convinti, e per quanto ci rapporta <em class="nome">Basnage</em>
-(<em class="loc">Hist. des Juifs L. 3. c. 7.</em>) Essi hanno sostenuto nell'anno 1682,
-varie tesi pubbliche in Beziers, nelle quali pretesero di provare, contro
-qualunque argomentante, che Pitagora era un frate del loro
-ordine.
-</p>
-
-<p class="foot">
-In proposito di ciò non abbiamo che leggere la lettera
-dell'Ab. <em class="nome">Faydit</em> sul monachismo, ed il Carmelitanismo preteso di
-Pitagora, e noi vi troveremo questo filosofo trasformato in Carmelitano:
-molti scrittori di quest'ordine lo sostengono tuttavia con
-calore, senz'altro appoggio che le vaghe asserzioni di pochi fanatici
-predecessori: oh fenomeno inaudito, e strano! Ecco dunque,
-non saprei per opera di quale ammirabile prodigio, Pitagora cristiano
-religioso, e di più dell'ordine Carmelitano, dieci secoli almeno
-avanti che il Cristianesimo esistesse sopra la terra.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_150"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_150"><span class="label">(133)</span></a>
-A torto alcuni critici hanno imputati gli Essenj, del
-pari che i Terapeuti, di essere adoratori del Sole, attesa la somma
-venerazione ch'essi aveano per questo luminare, che lo aspettavano
-con impazienza, indirizzandoli de' voti per affrettare il suo arrivo;
-essi non osavano trattare nè proporre alcun affare fino alla comparsa
-del medesimo; temevano di profanare, o denigrare il suo splendore
-colle impurità che escono dal corpo, e perciò nel momento di soddisfare
-a questo bisogno urgente della natura si occultavano ne' latiboli
-i più oscuri; ed il <em class="nome">Porfirio</em> ha confermato questo pensiere;
-ma esso è per altro, smentito da infiniti esempi i quali provano ad
-evidenza, che non solo gli Essenj, e i Terapeuti, ma tutti quelli
-altresì discendenti dalla prosapia d'Israel non riconoscevano che un
-solo Dio a cui unicamente indirizzavano i loro voti, e le loro preghiere.
-Ma se gli Esseni fossero stati ancora predominati da sì fatta
-superstizione, chiaramente espressa dagli antichi, essi l'avevano, senza
-dubbio, presa da' Pagani; poichè <em class="nome">Esiodo</em> assicura che i gentili riguardavano
-come un grave delitto di lesa Divinità di rivolgersi alla
-parte del Sole allorchè soddisfacevano a' loro bisogni corporali, e
-questo sentimento rispettoso era universale, per guanto abbiamo
-dall'istoria, presso tutti i popoli del mondo antico.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XVI">
-<span class="pageno target" title="217" id="pag-217"></span>
-CAPITOLO XVI.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Continuazione del medesimo soggetto.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-L'origine, ed il tempo in cui la setta
-de' <em>Farisei</em> si è manifestata la prima volta nel
-mondo, ci è del tutto sconosciuta; se si prestasse
-fede alla tradizione ordinaria, si troverebbe
-essere stato <em class="nome">Illel</em> il suo primo capo, e
-fondatore, benchè si faccia, nulladimeno, esistere
-da alcuni sotto <em class="nome">Erode</em> il grande (<em class="loc">D.
-Gantz Cronol. p. 83</em>) frattanto rimarcasi che i
-Farisei erano già sufficientemente potenti nel
-popolo sotto Alessandro <em class="nome">Janneo</em>, e lungo tempo
-avanti Erode: se i Farisei stessi ascoltiamo,
-noi gli udiremo altamente esclamare che l'origine
-positiva della loro setta parte direttamente
-dallo stesso Mosè; dalla di cui bocca i
-medesimi vantano, e non so sopra quale solida
-base, di avere ricevuta la tradizione <a id="FNanchor_151"></a><a href="#Footnote_151" class="fnanchor">(134)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="218" id="pag-218"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma piuttosto, che divagare col pensiere intorno
-delle chimere, che altro non fanno che rendere
-più oscure le cose che pretendono rischiarare,
-io preferirei meglio di abbandonare l'investigazione
-dell'origine di questa Setta, che ricercarlo
-inutilmente; e siccome i Farisei pretendono
-ripetere la loro primitiva derivazione,
-come si disse, fino da' tempi di Mosè, poichè
-è dalla propria sua bocca che quelli vantano
-di avere ricevuta la tradizione orale di cui
-vogliono essere i depositarj, e gli interpreti,
-così molti hanno creduto di potere in questo
-senso riguardare come farisei tutti gli ebrei
-de' nostri tempi, eccettuato però le Sette delle
-quali abbiamo fino ad or ragionato, se pure
-n'esistono ancora.
-</p>
-
-<p>
-Che l'inerenza costante per le tradizioni
-fosse antichissima, non è certamente da dubitarne,
-<span class="pageno target" title="219" id="pag-219"></span>
-e noi già dimostrammo, parlando dei
-Caraiti, che un simile declivio si dee unicamente
-alle Teologiche accanite dissenzioni di
-<em class="nome">Illel</em> e di <em class="nome">Sciamaj</em>, i quali sembra essere stati,
-senza dubbio, i primi a dividersi, con qualche
-strepito, sopra questa materia. I fautori del
-partito tradizionale aggiunsero enormemente
-nuove austerità oltre quelle già prescritte dalle
-antiche tradizioni affine di offuscare lo spirito
-del popolo, e confondere, ad un tempo, con
-maggiore successo, i loro nemici, che opponevano
-un pertinace contrasto allo stabilimento
-delle nuove instituzioni orali; ma siccome la
-contraddizione non va presso che mai disgiunta
-della divozione, così è che mentre ostentavano
-essi le più rigide pratiche in proposito di
-religione, distruggevano, o erano almeno indifferenti
-sopra quanto racchiude in se medesima
-la Legge di urgente ad osservarsi, e di
-essenziale a praticare; ma il popolo sempre
-facile a condursi, e presso che impossibile a
-disingannare, percosso dal loro esteriore simulatamente
-mortificato, e stupito dalle apparenze
-illusorie della loro fattizia devozione,
-gli riguardava come persone inspirate, dedite
-onninamente al Creatore, ed a quanto v'ha
-di più sacro nella creazione <a id="FNanchor_152"></a><a href="#Footnote_152" class="fnanchor">(135)</a>; orgogliosi
-<span class="pageno target" title="220" id="pag-220"></span>
-degli omaggi striscianti, e degli atti rispettosi
-che vedevano prestarglisi dal popolo, inebriati
-del fastoso nome che si erano baldanzosamente
-attribuiti colla tanto vantata loro antichità,
-essi disponevano, senza ritegno, dello spirito
-del giudaismo a loro capriccio <a id="FNanchor_153"></a><a href="#Footnote_153" class="fnanchor">(136)</a>; a cui tanto
-<span class="pageno target" title="221" id="pag-221"></span>
-più facilmente rendevano sommesso, quanto
-più agevole riusciva loro di sedurlo colla vana
-pompa che facevano delle mistiche parabole,
-e tradizionali allegorie delle quali accompagnavano
-l'esteriore contristato, che con fattizia
-umiltà prendevano interesse di manifestare agli
-sguardi ottenebrati degli uomini <a id="FNanchor_154"></a><a href="#Footnote_154" class="fnanchor">(137)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="222" id="pag-222"></span>
-</div>
-
-<p>
-Or se gli antichi farisei, come è provato;
-altro per essi medesimi non sono, in massima,
-che il prototipo genuino de' recenti Settatori
-del Talmud, non abbiamo che richiamare il
-Culto che si esercita da questi, perchè la religione
-che professavasi da quelli rendacisi a
-prima vista dimostrata con evidenza. Il loro
-fondamentale principio era l'esistenza dell'Essere
-Supremo, e l'immortalità dell'anima umana;
-essi ammettevano il purgatorio, e l'inferno,
-ed erano, così pare, intimamente persuasi
-che esistessero delle anime le quali erano
-vaganti sulla terra, e condannate a dover fare
-penitenza vicino al corpo che avevano esse
-abbandonato; tale appunto, in ogni senso, è
-l'opinione della massima parte de' Rabbini <a id="FNanchor_155"></a><a href="#Footnote_155" class="fnanchor">(138)</a>.
-Essi credevano inoltre fermamente la
-<span class="pageno target" title="223" id="pag-223"></span>
-<em>Metempsicosi</em> in punizione de' peccati commessi in
-questa vita; volevano che le anime infette da
-reprobe inclinazioni, e che avevano contratte
-delle abitudini terrestri, e viziose, passassero
-dopo la morte nei corpi delle bestie, invece
-che le anime integre, ed illibate andrebbero
-ed animare i corpi umani i meglio organizzati,
-i più sani, e i più perfetti <a id="FNanchor_156"></a><a href="#Footnote_156" class="fnanchor">(139)</a>. Questo dogma
-<span class="pageno target" title="224" id="pag-224"></span>
-era pure in gran voga presso gli orientali, e
-molti sono anche di parere ch'essi ne sieno
-stati gli inventori, e che lo stesso Pitagora,
-che fu riguardato il primo ad introdurlo fra
-gli uomini lo abbia tratto propriamente da' soli
-orientali <a id="FNanchor_157"></a><a href="#Footnote_157" class="fnanchor">(140)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Non si è parimenti mancato di imputare
-i farisei di partigianismo del destino, e creduli
-all'eccesso dell'influenza de' pianeti non meno
-sulle erbe, e sugli elementi, che sopra tutto il
-corpo umano <a id="FNanchor_158"></a><a href="#Footnote_158" class="fnanchor">(141)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="225" id="pag-225"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ecco tutto quanto possiamo noi di proposito
-asserire intorno alla Setta de' farisei, sulla
-quale fummo costretti a digredire forse di soverchio,
-attesa la prossima analogia che rimarcasi
-fra la pratica del Culto conosciuto da
-essa, ed il sistema di religione seguitato dal
-<span class="pageno target" title="226" id="pag-226"></span>
-popolo Israelitico de' nostri tempi, ommettendo
-però le sottili classificazioni fatte da' Rabbini
-per rapporto e questa Setta <a id="FNanchor_159"></a><a href="#Footnote_159" class="fnanchor">(142)</a>; e tale è la
-descrizione che ci parve conveniente di potere
-dare delle altre Sette, delle quali abbiamo fin
-quì diffusamente ragionato, come quelle che
-fecero più strepito, e che maggiormente si distinsero
-nell'ebreismo con una tenue differenza
-però rimarcata da' Critici fra le medesime,
-che i Saducei accordavano troppo alla libertà
-dell'uomo; essi, come l'osservano appunto varj
-autori moderni erano gli antenati di <em class="nome">Celestio</em>,
-e di <em class="nome">Pelagio</em>, che rendevano l'uomo l'arbitro
-delle proprie sue azioni, e della sua sorte; gli
-Esseni davano tutto al destino, ed inclinavano
-alle parte degli Stoici da' quali avevano essi
-<span class="pageno target" title="227" id="pag-227"></span>
-presa la dura morale, ed i costumi feroci; i
-farisei tenevano la via di mezzo fra queste
-due Sette, come si può chiaramente rilevarlo
-da quanto abbiamo significato altrove per rapporto
-a' medesimi Settarj; in somma, si può
-giustamente conchiudere che i farisei erano
-<em>Semipelagiani</em>; i Saducei <em>Pelagiani</em>; e gli Esseni
-<em>Predestinatisti</em>; avendo noi stimato affatto indifferente
-di riportare tutte quelle altre Sette
-oscure, formate dagli entusiasti delle testè accennate
-Sette, come sarebbero i <em>Gortemani</em>, i
-<em>Masbotei</em>, i <em>Genisti</em>, i <em>Meristi</em>, e varie altre
-che non giova quì annoverare, e dei quali i
-soli nomi sarebbero appena conosciuti oggi da
-noi, se <em class="nome">Voltaire</em> non ce gli avesse fatti, pervenire
-alla nostra cognizione.
-</p>
-
-<p>
-Vi fu ancora un altra Setta denominata
-<em>Evadiana</em>, ma ignorandosi l'epoca precisa da
-cui la medesima cominciò a prendere voga, ed
-i principj su' quali essa reggevasi, noi non ne
-faremo ulteriore menzione di sorte alcuna, tanto
-più che si pretende, ch'ella non durasse al di
-là del tempo che durò la fortuna, il credito,
-e la possanza d'Erode, generalmente riguardato
-suo capo, e fondatore.
-</p>
-
-<p>
-Ma avanti di terminare questo proposito
-interessante delle Sette dell'ebreismo, tacere sicuramente
-non dobbiamo quella che per lo scisma
-terribile che ella sparse nelle contrade tutte
-<span class="pageno target" title="228" id="pag-228"></span>
-della Giudea, può essere posta al confronto di
-tutte le altre poco fa indicate. Questa è dunque
-la Setta denominata <em>Samaritana</em>.
-</p>
-
-<p>
-Or quantunque lo scisma di questi Settarj,
-non potesse propriamente cominciare a prodursi
-che nell'epoca della dissoluzione delle dieci
-tribù suscitata da <em class="nome">Geroboamo</em>, poichè è in conseguenza
-di essa che avvenne la loro più antica
-separazione; non per tanto i Samaritani
-non volendo riconoscere questo capo di ribelli
-per loro fondatore legittimo, essi rimontano
-fino a Jesuè, e sostengono essere egli quello
-che edificò il loro Tempio sulla montagna di
-<em>Gurizim</em>, e nel quale hanno essi per lungo
-tempo dopo, sempre adorato il creatore Supremo,
-ed esercitate le cerimonie, e i riti che
-ad essi prescriveva il loro Culto.
-</p>
-
-<p>
-La scrittura, per altro, in chiari sensi,
-ci significa che gl'Israeliti i quali abitavano
-la provincia di Samaria essendo stati vinti, e
-sconfitti da <em class="nome">Salmanasar</em>, e la Città presa (<em class="loc">II.
-Reg. 15</em>) il di lui successore <em class="nome">Assaradon</em> vi fissò
-altre colonie in loro luogo; queste abbracciarono
-una parte della Religione Israelitica, e
-rigettarono l'altra; esse non vollero più alcuna
-specie di relazione cogli altri ebrei dimoranti
-in Gerusalem, e perciò appunto i medesimi
-desisterono di andarvi, così dunque avvenne
-che questi diventarono mutuamente implacabili
-<span class="pageno target" title="229" id="pag-229"></span>
-nemici, come lo sarebbero a' nostri giorni ancora,
-se ve n'esistessero fra noi; la loro dissenzione
-ha sopravissuto alla loro patria, che
-si vuole essere stata <em>Samaria</em>; da cui quella
-Setta ripete precisamente il suo nome, e la
-capitale di essa era <em>Sichem</em>, calcolata ad una
-distanza di dieci delle nostre leghe da Gerusalem;
-l'attiguità così limitrofa fu una ragione
-di più per questi due partiti dell'Israelismo
-di perpetuare l'un l'altro il loro accanimento
-inesorabile.
-</p>
-
-<p>
-Non ostante però che i Samaritani abbiano
-avuto fra loro de' profeti, essi frattanto non ne
-ammettevano alcuno come sacro fra i loro libri
-canonici, contentandosi del solo Pentateuco;
-essi sono positivamente uniformi cogli altri ebrei
-nell'osservanza delle feste le più solenni, e
-principali; essi ammettono la stessa circoncisione,
-sono rigorosissimi nell'osservanza del
-sabato, benchè vi apponghino delle notabili
-modificazioni; essi riguardano l'umiltà, e l'indigenza
-come un voto necessario, analogo allo
-stato di umiliazione, a cui sono attualmente
-ridotti que' meschini residui di essi, che esistono
-soggetti al dominio musulmano di cui
-nè le leggi, nè il governo sono veramente molto
-incoraggianti. Ecco tutto quanto possiamo noi
-asserire di verosimile, relativamente alla Setta
-de' Samaritani, non iscorgendovi alcuna solida
-<span class="pageno target" title="230" id="pag-230"></span>
-utilità in un dettaglio più circostanziato, e
-più diffuso <a id="FNanchor_160"></a><a href="#Footnote_160" class="fnanchor">(143)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Tali sono infine dunque le nozioni generalmente
-considerate le più ovvie, e le più
-ammissibili che abbiamo potuto attignere da
-limpida sorgente intorno a quelle Sette, delle
-quali fu da noi ragionato estesamente fino
-ad ora, e che osservammo scaturite dal seno
-dell'Israelismo antico. Ma questa materia
-essendo già state sufficientemente esaurita
-quanto il bisogno nostro lo esigeva, passare
-ora ci è duopo ad altro soggetto non meno
-urgente a conoscersi, ma di quello assai più
-<span class="pageno target" title="231" id="pag-231"></span>
-necessario al caso nostro, ed infinitamente più
-utile, e più interessante al progresso felice del
-piano salutare, che ci siamo quì proposti di
-stabilire.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_151"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_151"><span class="label">(134)</span></a>
-I farisei sostenevano, con asseveranza, che oltre la
-Legge data sul prodigioso monte di Sinaj a Mosè dall'Essere Supremo,
-questi avesse confidato verbalmente allo stesso Legislatore
-un gran numero di riti, dogmi, e Cerimonie, ch'esso avea fatto
-indi passare alla posterità senza scriverle; essi giugnevano per fino
-a nominare gl'individui, dalle bocche de' quali queste tradizioni
-furono fino a' loro tempi genuinamente tramandate; essi attribuivano
-loro il valore, e l'autorità stessa del Pentateuco, supponendole
-per le tradizioni, come lo rimarca sensatamente <em class="nome">Bayle</em>, è passato
-da' farisei antichi a' farisei moderni; se quelli le difendevano con
-ogni sforzo, ed accanimento, questi col più deciso entusiasmo sostengono
-che chiunque, o rigetta, o mette in dubbio un solo
-istante la Legge Orale dee essere considerato come un מין (min)
-<em>appostata</em>, o eretico, e per conseguenza è dannato irremissibilmente
-nell'altra vita, e reo di morte in questa, una veruna formalità
-di processo; e noi abbiamo a sufficienza già fatto conoscere
-altrove l'odio inesorabile che nutrono gli ebrei Talmudisti contro
-i Settatori Caraiti, pertinacemente attaccati alle semplici scritture,
-senza volere conoscere tradizione di sorte alcuna, ed il disprezzo
-con cui per altra parte questi trattano i primi per vederli sovente
-preferire i mistici fantasmi tradizionali che traviano la mente, alla
-chiara semplicità della scrittura, che edifica il cuore.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_152"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_152"><span class="label">(135)</span></a>
-Se è vero quanto si narra de' farisei, non dobbiamo
-più sorprenderci che un tale ascendente acquistassero i medesimi
-sull'animo specialmente degl'Israeliti ammaliati da quelle penitenze
-apparenti esercitate astutamente da' medesimi di gran lunga più
-austere di quelle de' frati della Trappa, e di altri più ascetici
-eremiti dei nostri tempi: si vuole ch'essi si privassero del sonno
-cotanto necessario alla conservazione dell'animale vivente, che digiunassero
-frequentemente, e lungo tempo, che si coricassero sui
-bronchi, e sulle spine; pretendesi ancora che ne attaccassero alla
-estremità inferiore de' loro abiti, affine di fare sgorgare il sangue
-dalle loro gambe allorchè caminavano; si percuotevano il corpo ad
-ogni tanto, ed essi distinguevansi parimente colla eccessiva lunghezza
-de' loro <em>Zizith</em>, e la grossa mole de' loro <em>Totaffoth</em>, o
-filatacteri (di cui fu già da noi e sufficienza ragionato altrove
-<a href="#Footnote_64">annot.
-54</a>) che portavano incessantemente colla più insoffribile ostentazione,
-e sulla loro fronte, e sugli angoli opposti delle loro vestimenta;
-sempre camminando colla testa inclinata verso il suolo,
-e dunque così ch'essi aggiugnevano nuove divozioni alla vera Legge;
-sebbene il giogo, come osservammo, une fosse già oneroso da superare
-le umane forze per sostenerlo; ed è appunto in sì fatta
-maniera che i farisei estorcevano il rispetto, e l'ammirazione
-de' più creduli, e de' più inesperti del popolo d'Israel.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_153"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_153"><span class="label">(136)</span></a>
-<em class="nome">Simon</em> (nel suo <em class="loc">Grand Diction. de la Bible T. II.
-p. 312</em>). Seguìto da varj altri critici moderni fa instituire questa
-Setta da un certo nominato <em class="nome">Semei</em>, circa l'anno del mondo 3950,
-sotto il Pontificato di Gio. Ircano figlio di Simeone il quale dette
-a' seguaci della medesima il nome di <em>farisei</em> dall'etimologia ebraica
-פרץ (<em>paratz</em>) che significa <em>spiegare</em>, <em>interpretare</em>, e <em>separare</em>,
-con il loro fondatore di cui la santità era, per quanto vantano,
-senza esempio, colle regole, e gli statuti che loro avea prescritti,
-gli obbligò a condurre una vita separata, e tutta differente da quella
-del resto dell'Israelismo, e quindi a ritirarsi dalle Compagnie, a
-dedicarsi alle studio assiduo delle scritture, ad interpretarle con
-criterio, ed a bene intenderne i riti, e le cerimonie fondamentali,
-che necessario credevasi al vero Israelita di conoscere, e di
-praticare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_154"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_154"><span class="label">(137)</span></a>
-Lo stile parabolico è stato sempre in grande estimazione presso
-tutti i popoli orientali; molti hanno fermamente creduto
-che i libri di Job, di Tobia, e di Giuditta (benchè gli
-ultimi due non sieno stati mai ammessi per Canonici dagli ebrei)
-non erano che delle sante finzioni fatte in metodo parabolico al
-solo oggetto (come generalmente supponevasi) d'inspirare devozione,
-rassegnazione, integro timore divino.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Infatti questa maniera di scrivere parabolico era molto familiare
-ancora a' primi scrittori del Cristianesimo (ved. <em class="loc">Sim. Hist.
-Crit. du V. Test. Lib. IV. c. 8.</em>) e questa bizzarra foggia d'instruire
-il popolo è stata sempre mai la sola preferita dalla Setta de' Farisei,
-la quale, come rimarcammo, può dirsi oggi nella massima
-teoretica la sola Setta dominante fra gli Ebrei, astrazione fatta di
-quelle pratiche insane, e ributtanti ostentazioni che facevano lo
-scopo del sistema religionario degli antichi farisei, e che gli ultimi
-non hanno. Così anche il <em class="loc">Talmud</em>, il <em class="loc">Zohar</em>, e la massima parte
-degli antichi scritti di tale natura sono pieni ovunque di allegoriche
-finzioni, che non bisogna spiegare alla lettera, come se si rapportassero
-a delle Istorie vere, e reali. D'altronde, sia che un
-libro comprenda aneddoti istorici, sia che racchiuda parabole, o
-frammenti mischiati di parabole, non è perciò meno vero, che può
-esso in qualche modo riescire assai proficuo, purchè la materia che
-ne forma il soggetto non conosca altra guida che il solo buon senso,
-e sia basata radicalmente sulla ragione: Le opere di Maimonide,
-di Menasse ben Israel, di Abravanel possono giustamente annoverarsi
-in questa Classe.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_155"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_155"><span class="label">(138)</span></a>
-Anche gli Ebrei moderni sostengono le medesime opinioni;
-essi pretendono di fare viaggiare le anime, durante l'intervallo
-di dodici lune consecutive, nel quale spazio le fanno andare,
-e venire intorno delle tombe dove sono racchiusi i corpi che vestivano
-in questo labile tirocinio, e pe' quali esse conservano tuttavia
-qualche adesione: quindi è che gli Ebrei Talmudisti sogliono
-pregare per suffragio di tali anime con una certa rapsodia ch'essi
-chiamano קדיש (Kadish) <em>santificazione</em>, a cui attribuiscono un'efficacia,
-e forza tale, fino a trasformare la sorte delle medesime in
-un'istante; ma ciò si vuole, per altro, che non sia che per le sole
-anime lordate da qualche impurità, giacchè i rabbini asseriscono,
-che quelle de' santi, e delle morigerate persone ascendono direttamente
-nell'empireo celeste appena escono dal mondo (ved. <em class="loc">Eliahu
-Levi in Tisbi. Menas. Ben Isr. De Resur. mortuor. Lib. II. C. 6.
-p. 171</em> <em class="loc">R. Abd. Sfor. in Hor. Ascem. p. 91.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_156"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_156"><span class="label">(139)</span></a>
-Non è già tenue il numero de' Rabbini, peraltro, celebri
-che sostiene un sentimento si stravagante, non si sa se preso
-da Pitagora, da Platone, oppure dagli Orientali; essi lo fondano
-da una parte sul dovere pressante in cui è l'anima Israelitica di
-osservare i 613 precetti racchiusi nel Pentateuco di Mosè, e l'impotenza
-massima in cui essa trovasi dall'altra di eseguirlo, atteso
-lo spazio circoscritto delle vita che all'essere umano è accordato
-sopra le terra; quindi persuasi di giugnere con tal mezzo a superare
-simile ostacolo, essi fanno ritornare le anime nel loro pristino
-domicilio, affine di compiere quel grado di perfezione della quale
-sono elleno mancanti, ciò che nel Talmudico linguaggio chiamasi
-גילגול (Ghilgul) <em>Rivolgimento</em>. Se questo calcolo è giusto,
-la riduzione da me fatta dell'indicato numero di precetti, mi astrignerebbe
-a dovere ripetere un simile viaggio dieci volte almeno
-fra i viventi: quale deplorabile insania! Gli Ebrei, siccome ancora
-Pitagora e Platone estendono la trasmigrazione delle anime umane
-fino entro i corpi delle bestie: Agostino, parlando di Platone,
-relativamente a questo sistema, dice in termini espressi: <em class="cit" xml:lang="la">Nam
-Platonem animas hominum post mortem revolvi usque ad corpora
-bestiarum, Scripsisse certissimum est</em>. (<em class="loc">De Civit. Dei
-Lib. X. C. 30. p. 267</em>). Ed il sistema di Pitagora sul quale è
-basato quello di Platone vi è chiaramente descritto da <em class="nome">Erodoto</em>
-(<em class="loc">Hist. Lib. II.</em>). Gli ebrei, per altro, credono che il passaggio
-ne' corpi delle bestie, non facciasi luogo che di quelle anime lordate
-di grevi trasgressioni, o di delitti criminosi, essendoci già
-noto quale sorte avventurosa era espressamente preparata alle anime
-sagge, alle religiose, alle umili. (<em class="loc">Vedi Zohar. Phil. De somniis
-Tract. I. De Revol Pars. alter. collect. prim. Cabalah denud.
-p. 375. P. III. Plan. Theol. du Pitag. par Mourg. T. I. p. 533</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_157"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_157"><span class="label">(140)</span></a>
-Che Pitagora abbia preso degli Egizj, unitamente a
-vari altri sistemi filosofici, anche l'opinione della metempsicosi,
-pare assolutamente indubitabile. Si sa, per altro, che questo era
-in generale il sistema adottato dalla massima parte de' filosofi
-dell'Egitto, e che inoltre non fu esso conosciuto nella Grecia, se
-non se dopo che Pitagora fu di ritorno dall'Egitto, dov'esso avea
-fatto un viaggio unicamente per instruirsi della teologia de' preti
-di quel paese. Quindi allorchè il citato Erodoto ci dice che gli
-Egizj sono così pure i primi che hanno stabilito l'anima essere
-immortale, che dopo la morte del corpo essa passa successivamente
-ne' corpi delle bestie, che dopo d'avere passato da' corpi degli
-animali di ogni specie, essa ritorna ad animare il corpo umano,
-e che dessa compie sì fatta rivoluzione entro lo spazio di tre mille
-anni; v'ha de' Greci che hanno introdotto questo dogma alcuni
-più presto, altri più tardi, come se l'avessero creato essi medesimi.
-È indubitabile che Erodoto così esprimendosi non ha preteso
-quì parlare che di Pitagora. Platone poi che attinse una gran parte
-de' suoi sentimenti sopra queste materie negli scritti di Pitagora,
-ritrasse così pure la stravagante opinione della metempsicosi, benchè
-l'Ab. <em class="nome">D'Olivet</em> sostenga di proposito ch'egli vi correggesse
-molte cose. (Vedi <em class="loc">D'Oliv. Theol. des Philos grecs p. 83</em>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_158"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_158"><span class="label">(141)</span></a>
-Ciò potrebbe ancora essere vero in ogni senso, mentre
-ognuno sa quanto è familiare l'augurio di felicitazione presso gli
-ebrei nell'occasione di nozze, o di nascita di figli, o di altre
-avventurose circostanze del בסימן טוב במזל טוב (Bessiman tob,
-bemazal tob) <em>con buon augurio</em>, <em>con propizio pianeta</em>; volendo
-riferire, con buona fortuna; e molto ripetono gli odierni ebrei non
-solo, ma tutti gli altri popoli ancora dall'influenza del destino. Per
-altro, Flavio sempre interessato a giustificare, ed a sostenere l'opinione
-de' Farisei de' quali faceva parte, prende pugna in loro difesa;
-adducendo (<em class="loc">Lib. XIII. Cap. 9. p. 542 antiq.</em>), che quelli non
-intendevano già per destino, che il supremo consiglio di Dio, col
-mezzo del quale tutte le cose debbono succedere necessariamente
-senza però che all'uomo venga tolta la spontanea libertà di determinarsi
-a scegliere fra il bene, e il male, il vizio, e la virtù; elezione
-accordatagli dal suo divino Creatore, onde non abbia l'uomo
-che rimproverare se stesso, deviando dalla scelta che può riuscirgli
-utile, e salutare per appigliarsi a quella che forma la sua sciagura,
-e il suo tormento.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma comunque sia, tanto è vero che quasi tutti i Rabbini del
-Giudaismo, come lo pensa uno de' più dotti fra questi (ved. <em class="loc">i Maronit
-in Philos. Lib. 1. C. 6.</em>) hanno fermamente creduto che gli
-astri fossero le cause primarie di tutte le operazioni della natura,
-in quanto che i medesimi hanno dato ad ognuno di quelli il nome di
-una particolare divinità: così il pianeta <em>Giove</em> presso gli ebrei portava
-il nome di בעל <em>Baal</em>; <em>Marte</em> quello di מולך <em>Moleh</em>; Venere
-quello di עשתרות <em>Astaroth</em>; <em>Mercurio</em> quello di בעל נבות <em>Nebot</em>,
-in una parola, tutti questi nomi si ritrovavano essere parimente quelli
-appunto, che gli Egizj, gli Assirj, i Fenicj, e i Cananei attribuivano
-alle respettive loro divinità pagane, come ce lo descrive il
-<em class="nome">Seldeno</em> (<em class="loc">D. Diis. Syr. Cap. 1.</em>); ciò che dà motivo sufficiente
-di credere essere quegli astri, que' medesimi che veneravansi ovunque
-sotto gli stessi nomi testè indicati, i quali facevano parte di
-ciò che i libri ebraici distinguono colla frase di <em>Culto de' Corpi
-Celesti</em>.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_159"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_159"><span class="label">(142)</span></a>
-Il Talmud distingue sette ordini di Farisei; il primo
-misurava l'obbedienza all'auna del profitto, e della gloria; il secondo
-non alzava i piedi camminando; il terzo percuoteva la propria
-testa contro le muraglia che incontrava, affine di trarne il sangue;
-un quarto occultava gli occhi, e la testa entro un rustico cilicio,
-riguardando all'esterno da un piccolo pertugio; il quinto domandava
-fieramente <em class="cit" xml:lang="it">cosa è necessario che io faccia? Io lo farò; cosa
-v'ha egli mai da fare che io non abbia fatto?</em> il sesto obbediva
-per semplice amore per la virtù, e per le ricompense temporali; il
-settimo, ed ultimo finalmente non inducevasi a seguire gli ordini
-di Dio, che pel solo timore delle pene.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma questi sette gradi di fariseismo così classificati da alcuni
-Talmudisti, non debbono essere già riguardati come altrettante Sette
-particolari. I Farisei appartenevano tutti ad un solo corpo medesimo,
-e la ristretta diversità fra quelli consisteva unicamente nella maggiore,
-o minore devozione che ostentavano in faccia degli altri loro
-correligionarj, nella pratica costante delle loro austere cerimonie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_160"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_160"><span class="label">(143)</span></a>
-Se si dovesse prestare fede a tutto ciò che alcuni scrittori
-supposero, per rapporto alla Setta de' Samaritani, questi comparire
-ci dovrebbero sotto i caratteri i più odiosi, ed i più riprovabili:
-L'<em class="nome">Epifanio</em> gli accusa di negare la resurrezione de' corpi (<em class="loc">Lib. XI.
-Cap 8. haeres.</em>) Il Rabbino <em class="nome">Meyr</em>, presso i Talmudisti, gli pretende
-Idolatri (<em class="loc">Shem Sauhed. Cap. VIII. p. 43.</em>) <em class="nome">Leonzio</em> rimprovera
-loro di non riconoscere l'esistenza degli angeli (<em class="loc">De sectis
-Cap. 8.</em>) ma il detto <em class="nome">Reland</em> prende la loro difesa e gli giustifica
-in questa parte (<em class="loc">Dissert. misc. p. II. p. 25.</em>) opinando che i Samaritani
-intendevano per un'angelo, una virtù, un'istrumento di
-cui la Divinità si serve per agire, o qualche organo sensibile ch'esso
-impiega per l'esecuzione de' suoi ordini: oppure essi credevano che
-gli angeli sono virtù naturalmente unite alla Divinità, e che questa
-ne dispone quando gli aggrada; ciò si rende pure manifesto dal
-Pentateuco Samaritano, dove ritrovasi molto sovente sostituito Dio
-agli angeli, e gli angeli a Dio. Quindi coloro che in tal guisa opinano,
-confondono male a proposito i Samaritani co' Saducei, attribuendo
-a quelli ciò che non potrebbe adattarsi che agli ultimi
-(ved. <em class="loc">S. Epif. Lib. X. Cap. VII.</em>)
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XVII">
-<span class="pageno target" title="232" id="pag-232"></span>
-CAPITOLO XVII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Osservazioni filosofiche su' Profeti, e sulle
-profezie annunziate da' medesimi: si discute
-il vero tropologico senso con cui
-debbono essere quelle propriamente spiegate
-ed intese.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-È senza contrasto, la qualità essenziale
-dell'ignoranza di preferire sempre l'occulto,
-il misterioso, e sovente anche il terribile, a
-ciò che per sua natura è in ogni senso chiaro,
-semplice, edificante. Il vero non dà certamente
-all'immaginazione delle scosse così vive nel
-modo che osserviamo fare le finzioni, che d'altronde
-ciascuno è l'arbitro di sistemare a livello
-delle proprie sue mire, ed a seconda dei
-suoi medesimi capricci. La classe ignara dei
-popoli, non richiede altro meglio che di ascoltare
-delle favole che la seducano e de' vaticinj
-percuotenti che le sorprendano; quelli fra gli
-uomini che furono più accorti per distinguerne
-il debole, scavando, per così dire dal niente
-le anagoriche illusioni, efficaci a condurli al
-termine de' loro tenebrosi disegni, hanno ad
-essa renduto il servizio che impetrava; essi si
-sono attaccati gli entusiasti, le femmine, e
-<span class="pageno target" title="233" id="pag-233"></span>
-gl'ignoranti; esseri di questa tempera si appagano
-agevolmente di ragioni che non perverranno
-giammai ad esaminare con verità nè con criterio <a id="FNanchor_161"></a><a href="#Footnote_161" class="fnanchor">(144)</a>.
-L'amore del semplice, e del vero,
-dice <em class="nome">Fontenelle</em> non si trova che nel ristretto
-numero di coloro, l'immaginazione de' quali
-è metodicamente nutrita dallo studio, e regolata
-dalla riflessione.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="234" id="pag-234"></span>
-</div>
-
-<p>
-Io non oserò già quì di asserire in verun
-modo, che gli uomini sieno stati in ogni epoca
-del mondo più inerenti ad ammettere l'errore,
-la menzogna, e l'illusione, senza esame, che
-ad investigare la verità colla fiaccola inestinguibile
-della ragione, malgrado che tutta l'antichità
-Pagana, forniscami profusamente le
-traccie le più evidenti, e le più sicure di una
-simile ripugnante condotta del genere umano
-ma ciò che senza timore d'ingannarmi, potrei
-accignermi a dimostrare di proposito si è, che
-molto agevole dovrà essere riuscito a coloro,
-che i primi si decantarono fra le prische idolatre
-popolazioni della terra, gli arbitri plenipotenziari
-delle false divinità che adoravano,
-e gl'inspirati delle loro fattizie intuizioni, di
-abusare enormemente della stupida credulità
-del volgo, il quale ignorando benanche il nome
-d'impostura, ed i gradi fino dove può ascendere
-la scaltra ipocrisia dell'imposture, era
-ad esso del tutto impossibile in tale stato
-d'imperizia, e di smarrimento di fissare un'adeguata
-distinzione specifica fra la verità, e
-la menzogna, fra l'inganno, ed il candore;
-degli uomini di tal fatta se ne calcolano a migliaja
-fra le nazioni, specialmente del gentilesimo,
-presso le quali l'arte della divinazione
-era in tanto rispetto, come consta evidentemente
-da Cicerone, e da vari altri scrittori
-<span class="pageno target" title="235" id="pag-235"></span>
-suoi contemporanei, i quali tutti convengono,
-d'accordo, che gli Egizj, i Caldei, i Fenicj,
-e qualunque altro popolo asiatico, avea i suoi
-particolari aruspici, i suoi profeti, i suoi indovini,
-e forse molto avanti che gli ebrei
-predicessero le cose che dovevano accadere,
-nella remota successione de' tempi; e v'ha
-per sino chi assicura, che la massima parte
-de' riti, degli usi, e delle cerimonie religiose
-praticate non solo da questi, ma da tutti gli
-altri popoli che conosciamo, non traessero in
-massima la loro primitiva derivazione, che dai
-sistemi religiosi differenti, stabiliti, e propalati
-dalle vaste popolazioni della terra <a id="FNanchor_162"></a><a href="#Footnote_162" class="fnanchor">(145)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Da quanto i monumenti più lontani ci
-contestano, resta sensibilmente dimostrato, che
-<span class="pageno target" title="236" id="pag-236"></span>
-l'arte di vaticinare l'avvenire, riconosce la
-sua primitiva sorgente dalla più remota antichità <a id="FNanchor_163"></a><a href="#Footnote_163" class="fnanchor">(146)</a>;
-e che in ogni epoca il mondo fu
-sempre, e ovunque pieno di falsi, come di veridici
-profeti, di sibille, di aruspici, ed indovini <a id="FNanchor_164"></a><a href="#Footnote_164" class="fnanchor">(147)</a>;
-e ciò che rendeva molto più comune,
-<span class="pageno target" title="237" id="pag-237"></span>
-e più esteso questo mestiere si era,
-che non essendo esso, nè una marca distintiva
-di qualche rango qualificato, nè esigendo vaste
-cognizioni per riuscirvi, chiunque fingeva di
-avere, o avea infatti una intuizione particolare,
-od un estasi divina, annunziava l'avvenire ad
-alta voce, o ballando, o cantando al suono
-del salterio; noi lo rimarchiamo, fra i tanti
-altri nella persona di <em class="nome">Saulle</em>, il quale, con
-sorpresa di tutto il popolo, si vide fare il Profeta,
-non ostante ch'egli fosse in disgrazia
-dello spirito divino, come apparisce dalle sacre
-pagine medesime <a id="FNanchor_165"></a><a href="#Footnote_165" class="fnanchor">(148)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Per altro, la situazione avventurosa nella
-quale dovette necessariamente ritrovarsi il primo
-vaticinatore che comparve fra i mortali,
-avrà, senza dubbio, eccitata l'emulazione, e
-forse ancora l'invidia di tutto il resto degli
-uomini, su' quali la di lui arte sorprendente,
-<span class="pageno target" title="238" id="pag-238"></span>
-e tutto nuova, gli avrebbe accordato un assoluto,
-e quasi incontrastabile diritto di primazia;
-è infatti allora, che si sarà veduto
-comparire una folla immensa di estatici divinizzatori,
-tutti opposti a vicenda ne' loro
-principj, ed ancora più discrepanti nelle conclusive
-illazioni che dessi ne traevano; ed
-allora quando trattavasi che uno di questi
-antiveggenti prefiggevasi di abbattere come
-assurde, o ripugnanti le predizioni del di lui
-antagonista, le più deboli, e inconcludenti
-ragioni bastavano ad effettuarlo, giacchè regolarmente
-il trionfo nelle controversie teologiche
-suole spiegarsi per colui che è il primo
-attaccante. I vantaggi diventando alternativi,
-e reciproci, si sarà dovuto ricorrere da entrambe
-le parti a' prodigj, affine di sforzarsi a rendere
-più autorevole con tale mezzo la supposta efficacia
-della vantata missione, come osservasi
-che fece appunto con tanto successo il vero
-Profeta Elia, quando volle sensibilmente convincere
-di menzogna i falsi Profeti di Acabbo
-Sovrano d'Israel (<em class="loc">Reg. I. v. 21 e seg.</em>)
-</p>
-
-<p>
-E che? Forse di tutto ciò la scrittura
-medesima, non ce ne somministra essa le prove
-le più convincenti, e irrefragabili? Non è forse
-precisamente quella, che in tante circostanze
-chiaro ci partecipa la discordia inveterata, che
-allignava fra gli stessi Profeti d'Israel, che
-<span class="pageno target" title="239" id="pag-239"></span>
-supporre non dobbiamo nè mendaci, ne impostori?
-E l'accanimento inesorabile che manifestavano
-a vicenda, non andava fino ad oltraggiarsi
-villanamente, ed a trattarsi gli uni
-gli altri da forsennati, da visionarj, da mentitori,
-da scaltri? <a id="FNanchor_166"></a><a href="#Footnote_166" class="fnanchor">(149)</a> Non si saprebbe certamente
-come conciliare il ministero eccelso a
-cui erano essi chiamati d'accordo; tutti egualmente
-<em>Nebiim</em> (Profeti), tutti organi, e veggenti
-di una stessa consolante religione, e tutti
-finalmente interpreti del pari dell'eterna volontà
-medesima di un solo Essere Supremo,
-colla sì detestabile maniera di procedere fra
-di essi <a id="FNanchor_167"></a><a href="#Footnote_167" class="fnanchor">(150)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="240" id="pag-240"></span>
-</div>
-
-<p>
-Or senza la debita venerazione che protestiamo
-nutrire intimamente per i Profeti
-dell'Israelismo, quanto non comparirebbero
-<span class="pageno target" title="241" id="pag-241"></span>
-essi mai ributtanti e opposti allo spirito che
-gli animava, guidati come apparivano essere
-mutuamente di continuo, dal livore, dalla detrazione?
-Ma il rispetto integerrimo che nutriamo
-pe' medesimi, non meno che per gli
-oracoli che pronunziavano ce gli rende in gran
-parte scusabili, e ci fa d'altronde persuadere
-che tutto quanto fu da noi riferito a loro riguardo,
-non fosse a' medesimi accaduto che
-in visione meramente, come di tante altre
-gesta operate da quelli avvenne, e che per
-eterna confusione de' miscredenti, io mi credo
-in dovere di riportare in chiari sensi nel Capitolo
-seguente.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_161"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_161"><span class="label">(144)</span></a>
-Il popolo (come sensatamente lo rimarca <em class="nome">Graziano</em> nel
-suo <em class="loc">Criticon p. 415.</em>) arresta la sua immaginazione su' primi oggetti
-che lo percuotono; le apparenze penetrano il suo spirito, lo predominano,
-ed incapace lo rendono di approfondire le verità, che
-possono essere racchiuse nelle cose; sempre più imbecille in rapporto
-alla più forte, o più debole impressione che i medesimi
-fanno sull'animo suo, esso non cura giammai d'illuminarsi sopra i
-di lui veri interessi; l'esteriore lo arresta, lo seduce, e attonito
-lo rende; la semplice verità, la pretta ragione, spogliata dalle chimere
-che sono ad esso artifiziosamente insinuate, sembragli troppo
-nuda; esso cerca qualche cosa di straordinario, che questa sia vera,
-o falsa poco gli cale, basta che lo spirito vengane ammaliato, e
-percosso; è perciò che le fantastiche visioni de' mitologici, hanno
-sovente ritrovata cieca fede presso il Gentilesimo, e che gli altri
-popoli, che ne successero hanno riguardato sempre con illimitata
-venerazione tutto quanto venne a' medesimi trasmesso dalle loro
-differenti orali tradizioni. Quindi è, per ultimo, che la sua credulità
-macchinale sorpassa di gran lunga la scaltrezza di coloro che
-cercano di trarre partito dalla sua pieghevole buona fede, e se alcuno
-tentasse per accidente (come fu altrove già da noi avvertito)
-di fare risplendere nel centro dell'umana società la fiaccola eterna
-della ragione, è generalmente riguardato come l'innovatore della
-credenza de' suoi simili, come un'individuo sospetto, e forse ancora
-convinto di miscredenza, e di appostasia: in una parola, chiunque
-brama di vivere in grazia della moltitudine, a meno che non pensi
-come Orazio (<em class="loc">Epist. XIX. Lib. 1.</em>), il quale solea dire,
-</p>
-
-<div class="poetry">
- <div class="stanza">
-<p class="verse">
-<em class="cit" xml:lang="la">Non ego ventosae plebis suffragia venor</em>,
-</p>
-</div>
-</div>
-
-<p class="foot">
-dee studiarsi accuratamente di rendersi più caro questo ceto, di qualunque
-siasi altro.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_162"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_162"><span class="label">(145)</span></a>
-Lancisi uno sguardo ponderatore nelle istorie le più
-classiche del mondo, si considerino esattamente i dogmi conosciuti,
-e adottati da tutti i suoi primi abitatori, se ne faccia il dettagliato
-confronto con quelli che si mirano praticare attualmente dalle nazioni
-de' tempi odierni, e si vedrà non esservi cerimonia praticata
-dalle antiche popolazioni dell'universo, che le religioni che conosciamo
-nella nostra età, non ne abbiano conservate le traccie, non
-lo seguitino ancora col più deciso trasporto. Per convincervi di questa
-verità innegabile di simile natura, che non è mio disegno già
-di riportare, non abbiamo che consultare diligentemente il <em class="nome">P. Accosta</em>,
-<em class="nome">Pietro martire</em>, il <em class="nome">Paw</em>, ed il <em class="nome">Raynal</em>, ed i più accreditati
-viaggiatori, i quali c'instruiranno con la massima esattezza
-possibile di tale massima conformità di cui parliamo, la quale non
-ha lasciato, per altro, di somministrare, al solito, qualche debole
-argomento agl'irrequieti miscredenti contro l'esimia Religione che
-felicemente professiamo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_163"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_163"><span class="label">(146)</span></a>
-Molti critici sono di ferma opinione, che <em class="nome">Enosh</em> fosse
-il primo institutore dell'ordine de' Profeti, che si rese in seguito
-manifesto fra gli uomini, mentre desso fu il primo, per quanto si
-assicura, ad invocare il nome dell'Essere Supremo, e quest'ordine,
-si suppone essere stato successivamente diviso in molti altri, quali
-di maggiore, e quali di minore credito, siccome rilevar lo possiamo
-agevolmente dalla stessa Scrittura.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_164"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_164"><span class="label">(147)</span></a>
-<em class="nome">Balaamo</em> sebbene non Ebreo, ma Pagano, mirasi frattanto
-annoverato nella categoria de' Profeti, secondo tutto quanto
-a suo riguardo ci narra espressamente la Scrittura, e noi rimarcheremo
-nel Capitolo seguente, esservene stati molti altri fuori degli
-Ebrei che operarono delle cose che sembrano prodigj, nella guisa
-che fecero appunto i maghi dell'Egitto, alla presenza dello stesso
-Mosè inviato da Dio; dal che si comprende che la profezia, o le
-predizioni, od i prodigi medesimi, non erano sempre il contrassegno
-positivo, ed infallibile della santità di una persona, o della perfezione
-inalterabile delle di lui qualità individuali.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I Pagani ebbero pur essi parimente in quest'arte delle femmine,
-che ne riescirono molto perite, come sono state appunto le
-rinomate Sibille; ed i sogni di <em class="nome">Abimelek</em>, di <em class="nome">Faraone</em>, di <em class="nome">Baldassar</em>,
-e di altri siffatti, erano altrettante immediate rivelazioni
-positive di ciò che accadere dovea in lontano avvenire, e che realizzate
-poscia si videro un giorno quali erano precisamente indicate,
-come la Scrittura chiaro ce ne instruisce, allorchè ad essa emerge
-di parlare di simili soggetti.
-</p>
-
-<p class="foot">
-È ben vero, per altro, che quando noi rendiamo omaggio a
-quelle verità, che predicono certi Profeti, che non meriterebbero
-d'altronde la nostra buona fede, noi non onoriamo già in simile caso,
-il Profeta che parla, e che antivede, ma quell'essere unicamente
-che lo abilita a parlare, e che lo inspira; poichè come lo riflette
-Ambrogio: <em class="cit" xml:lang="la">non confitentis meritum, sed vocantis oraculum est
-revelante Dei gratia</em> <em class="loc">S. Ambr. Lib. VI. Cap. 37.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_165"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_165"><span class="label">(148)</span></a>
-Si legge nel <em class="loc">Cap. X. del primo Lib. de' Re</em>, che
-Saulle ritornando da Rama, dove il Profeta Samuel gli avea conferita
-l'unzione regale, incontrò nella Città di Gabaa uno stuolo
-numeroso di Profeti che cantavano al suono di concerti d'istrumenti
-musicali, e che Dio avendolo riempiuto del suo spirito, si mise pur
-esso a profetizzare ad alta voce, co' medesimi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-D'altronde, per quanto apparisce dalla stessa Scrittura, sembra
-che l'arte della Profezia non andasse mai disgiunta da quella della
-musica specialmente istromentale, mentre dessa ci fa chiaramente
-capire, che <em class="nome">Assaff</em>, Heman, ed alcuni altri di tal fatta, profetizzavano
-continuamente suonando le Arpe, i Cembali, ed i Salteri,
-accompagnandoli talvolta coll'armonioso concerto delle loro voci.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_166"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_166"><span class="label">(149)</span></a>
-Chi non fremerebbe ad un tale proposito d'intendere
-esclamare <em class="nome">Ossea</em> (<em class="loc">Cap. 9.</em>) <em class="cit" xml:lang="la">Stultum, et insanum prophetam,
-insanum verum spiritualem</em>? E <em class="nome">Sofonìa</em>, quando dicea che i
-<em class="cit" xml:lang="it">Profeti di Gerusalem sono stravaganti uomini senza fede</em>? Che
-diremo noi di quello schiaffo sonoro che il Profeta <em class="nome">Sedechia</em> vibrò
-impetuosamente al Profeta <em class="nome">Michea</em> ritrovatolo a predire de' vaticinj
-calamitosi al Re di Samaria, dicendogli: <em class="cit" xml:lang="it">Come mai lo spirito di
-Dio è egli partito da me, per trasferirsi a te?</em> (<em class="loc">Paralip. c. 18.</em>)
-<em class="nome">Geremia</em> il quale profetizzava in favore di Nabuccodonosor inflessibile
-tiranno del Popolo d'Israel, si era messo delle corde al collo,
-ed un giogo sul dorso, poichè secondo lui questo era un simbolo,
-ed esso dovea mandare questo simbolo a' limitrofi Regoluzzi differenti
-per invitargli a sottomettersi allo stesso Nabuccodonosor: il
-Profeta <em class="nome">Anania</em> che riguardava Geremia come un veggente sospetto,
-e degno di poca fede, gli svelle a gran forza le sue corde, gliele
-spezza, e getta il di lui basto a terra. Questi non sono già certamente
-gli effetti delle visioni intuitive di un Dio, ma quelli altresì
-dell'orgoglio, e della imbecillità dell'uomo abbandonato a se stesso,
-ed alle sue proprie tumultuose passioni.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_167"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_167"><span class="label">(150)</span></a>
-Il termine נבאים (nebiim) plurale di נביא <em>Profeta</em>
-viene dal verbo נבא (naba) che significa <em>predire</em>, <em>indovinare</em>; e
-questo vocabolo è variamente preso nella Scrittura in rapporto alle
-persone differenti che sono state rivestite di simile attributo. È però
-da rimarcarsi che l'ispezione principale de' Profeti era negli antichi
-tempi quella di raccogliere gli atti di tutto ciò che si passava di
-considerabile nella Giudea, e di scrivere i libri sacri, non tacendo
-pero ch'essi aveano inoltre la qualità di Oratori pubblici, e come
-tali arringavano in presenza del Popolo, secondo il bisogno dello
-stato, predicevano gli infortunj da' quali era esso minacciato, e Dio
-servivasi del loro mezzo per rendere noto al mondo la sua eterna
-volontà, e per rilevare le cose occulte. Queste arringhe, o Profezìe
-erano registrate, e conservate negli Archivj della stessa maniera di
-tutti gli altri atti, o documenti; distribuivasene ancora molte copie
-affinchè il popolo poteste leggerle a suo libero piacere, e ad un
-tempo medesimo emendarsi colle salutari esortazioni che vi si contenevano.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Queste grazie straordinarie del Cielo facevano loro conferire
-il nome di <em>veggenti</em>, come si rimarca in Saulle, il quale volendo
-consultare il Profeta Samuel sulla perdita degli armenti del di lui
-genitore, e prendere cognizione da esso del luogo in cui potevano
-quelli ritrovarsi, egli domandò ad alcune ragazze che ha incontrate
-<em class="cit" xml:lang="la">Nam hic videns?</em> (<em class="loc">1. de Reg. Cap. 9</em>); e nello stesso Cap. vi si
-legge inoltre che ne' tempi di Samuel, quelli che noi distinguiamo
-col carattere di Profeti non erano allora chiamati che veggenti; e
-quindi supponibile che non si chiamassero tali, se non se per ch'essi
-vedevano da lontano le cose che dovevano accadere, e rivelavano
-ciò che era occulto al resto degli uomini.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Aggiungasi ancora che un tempo si è dato pure il nome di
-Profeti a certe persone, le quali viveano separate dal resto del
-mondo, adunandosi unicamente a certe fissate ore del giorno, e
-della notte per tenere delle conferenze sulle scritture, per cantare
-gli encomj del Creatore, quali solevano accompagnare sovente da
-varj armonici strumenti, e ciò ad oggetto di eccitarsi meglio alla
-devozione, ed alla vita religiosa, e contemplativa che si erano
-prescelta.
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XVIII">
-<span class="pageno target" title="242" id="pag-242"></span>
-CAPITOLO XVIII.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Continuazione del medesimo soggetto.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-Le più generali, ed accreditate opinioni,
-relativamente alle qualità essenziali che distinguevano
-il Profeta, da chi tale propriamente
-non lo era, si riducono a sole tre: la prima
-di quelli che facevano dipendere la loro inspirazione
-dal temperamento, dallo studio, dalla
-tristezza, ed anche dall'esilio; avvene ancora
-chi pensa che Dio sceglieva i Profeti, senza
-avere niun riguardo all'età loro, alla loro
-nascita, nè a' loro talenti: al contrario, esso
-gli traeva sovente dalla classe infima del popolo.
-Ne sono un esempio autentico <em class="nome">Amos</em> il
-quale era boaro, ed <em class="nome">Eliseo</em> lavoratore di Campagna,
-avuto soltanto riflesso alla purità della
-loro vita, ed alla esemplarità de' loro propri
-costumi. La seconda è di coloro che sostengono
-che la profezia è una facoltà naturale,
-poichè per essere profeta, è d'uopo avere un
-temperamento robusto, e vigoroso, civilizzarlo
-collo studio, e coll'applicazione, e condurlo
-a tutto quel grado di perfezione, di cui può
-essere quella suscettibile: la terza finalmente
-è quella che appoggia il <em class="nome">Maimonide</em> (<em class="loc">Morè
-Nevoh. p. 2. Cap. 32. p. 285</em>), cioè che la
-<span class="pageno target" title="243" id="pag-243"></span>
-profezia non allignava giammai solo che in
-un uomo saggio, e di una condotta irreprensibile
-ad ogni esperimento; quindi è che si
-mirano assegnare tre qualità volute necessarie,
-e indispensabili a' Profeti, 1.º una immaginazione
-viva; 2.º un raziocinio solido, e illuminato
-dalla coltura dello spirito; e 3.º in ultimo una
-integrità esemplare di costumi; e di azioni;
-poichè niuno ha giammai opinato sensatamente,
-che lo spirito di Dio risedesse sopra un anima
-reproba, od un uomo perverso (<em class="loc">Gerem. Cap. 45.
-v. 3 e 4</em>).
-</p>
-
-<p>
-Veduti che abbiamo i requisiti necessarj,
-e conosciute quanto basta le qualità essenziali
-che debbono caratterizzare il Divinizzatore,
-o il Profeta, senza fermarci quì ad investigare
-più oltre l'intimo valore delle preallegate
-opinioni, onde adottare l'una in preferenza
-dell'altra, noi possiamo ragionevolmente conchiudere
-che la sola vocazione divina, munita
-di una sana morale, era quella unicamente che
-formava in massima i profeti, senza riguardo
-alcuno al temperamento rettificato dallo studio,
-nel modo, che lo pretendono i Rabbini fermamente,
-nè all'interno declivio naturale degli
-uomini, od alla riscaldata immaginazione dei
-medesimi, come bizzarramente lo suppone <em class="nome">Spinosa</em>
-unito a' suoi miscredenti fautori.
-</p>
-
-<p>
-Ora passiamo ad esaminare le predizioni,
-<span class="pageno target" title="244" id="pag-244"></span>
-le gesta; o le profezie di sì fatti veggenti,
-onde possiamo fondatamente desumere in quale
-senso debbono essere quelle propriamente intese,
-e quale per tanto è l'adeguato valore che
-può ad esse meritamente convenire.
-</p>
-
-<p>
-Fra i moltiplici scrittori, che hanno di
-proposito ragionato con criterio, sopra questa
-materia, il <em class="nome">Maimonide</em> sensatamente pretende
-(<em class="loc">Morè Nevoh. p. 1. Cap. 21 e 30</em>) che quasi
-tutte le azioni che sono dal volgo attribuite
-generalmente a' Profeti come vere, e reali,
-quelle non si debbono intendere, soltanto, che
-in sogno meramente, in estasi, o in visione
-come quando la scrittura ci descrive l'apparizione
-degli angeli ad Abramo sotto mentita
-spoglia umana (<em class="loc">Gen. Cap. 18. v. 9</em>); la lotta
-sostenuta prodemente da Jacob col messaggere
-celeste, in sembianze di uomo (<em class="loc">Ibid. Cap. 32.
-v. 25 e 26</em>); il colloquio di Eva Col serpente
-(<em class="loc">Ibid. Cap. 3. v. 3</em>) quello di Balaamo colla
-di lui asina che cavalcava (<em class="loc">Num. Cap. 22. v.
-28</em>), ed un gran numero di altre apparizioni
-sì fatte, le quali ben lungi del considerarle,
-coll'ignara moltitudine, visibilmente accadute,
-non debbono quelle, secondo lui essere intese
-nè spiegate alla lettera, ma in semplice visione,
-o sogno intuitivo, dove propriamente
-consiste la base radicale della profezie; lo stesso
-dicasi come allorquando i Profeti parlano di
-<span class="pageno target" title="245" id="pag-245"></span>
-un cammino, che i medesimi hanno fatto da
-un luogo all'altro, dell'intervallo di tempo
-che ci hanno i medesimi impiegato, e di tante
-altre simili cose che testificano di avere mirabilmente
-operato in molte foggie differenti,
-ciò, che lo stesso autore prova col mezzo di
-vari sensibili esempi della scrittura.
-</p>
-
-<p>
-Infatti quale altro espediente più efficace
-di questo potrebbe giammai sottrarre dalle
-invettive pertinaci de' traviati miscredenti,
-certe profezie che sembrano, ad ogni riguardo,
-assolutamente ripugnare al buon senso, e fare
-insulto alla ragione, se non si riguardassero
-in massima come semplici visioni; ma che,
-al contrario, prese quelle fossero alla lettera?
-Quindi seguendo il senso meramente letterale
-della volgata, cosa potrebbe mai opinarsi di
-un Ossea, a cui Dio comanda di prendere una
-meretrice, e di avere de' figli di meretrice?
-<em class="nome">Vade sume tibi uxorem fornicationem, et fac tibi
-filios fornicationum</em> (<em class="loc">Ossea Cap. 1.</em>) al che il Profeta
-immediatamente obbedendo prese <em class="nome">Gomer</em>
-figlia di Ebalaim dalla quale poscia ebbe tre
-figli: quale giudizio dovremo noi fare di un
-<em class="nome">Ezechiello</em> che dice d'avere dormito 360 giorni
-consecutivi sulla parte sinistra del di lui corpo,
-e 40 sulla diritta, di avere trangugiato un
-libro di pergamena, di avere mangiato del
-pane coll'escremento umano per comando
-<span class="pageno target" title="246" id="pag-246"></span>
-dell'Essere Supremo? (<em class="loc">Ezech. Cap. 3. v. 1 e 2, e
-Cap. 4. v. 4, 5, 6</em>) Cosa potrà dirsi mai del proposito
-indecente che lo stesso Profeta fa tenere
-al Creatore del mondo colla giovine <em class="nome">Oolla</em>?
-(<em class="loc">Ibid. Cap. 23. v. 2, 3, 4</em>) che penseremo noi
-di vedere camminare <em class="nome">Isaia</em> interamente nudo
-per le' pubbliche contrade di Gerosolima, durante
-lo spazio di tre anni? (<em class="loc">Is. Cap. 20, v.
-2 e 3</em>) Cosa conchiuderemo noi di <em class="nome">Eliseo</em>, allorchè
-trovasi che fece divorare 40 fanciulli
-dagli orsi, per averlo derisivamente chiamato
-testa calva? (<em class="loc">Reg. II. Cap. 2. v. 23</em>) Cosa diverebbero
-per ultimo essi mai, questi, e molti
-altri aneddoti della medesima natura, di cui
-sono pieni ovunque tutti i Profeti, presi nel
-senso materiale quali si leggono? Ben lontano
-dal conciliarsi la nostra ammirazione, il nostro
-affetto, essi non farebbero certamente che attirarsi
-la nostra ripugnanza, il nostro obblìo
-ma riguardandoli nel modo che l'insigne Maimonide
-ci esorta, noi allora, senza mettere
-alla tortura la ragione, possiamo a colpo sicuro
-dissipare le oltraggianti, quanto insensate opposizioni
-degl'increduli, e quelle dello Spinosa
-in particolare <a id="FNanchor_168"></a><a href="#Footnote_168" class="fnanchor">(151)</a>; dimostrando loro con evidenza
-che un sogno può bene farci comparire
-<span class="pageno target" title="247" id="pag-247"></span>
-stravaganti qualche volta in faccia delle persone
-veglianti; ma che d'altronde lo stupore
-cessa, il folto velo dell'illusione si squarcia
-in mille brani, tosto che noi riprendiamo sicuri
-la uso degli assopiti nostri sensi, e che discernere
-possiamo con tutto quell'acume di cui
-siamo capaci, il vero che c'illumina, e ci giova,
-dall'apparente che ad ognora c'inganna orribilmente,
-e ci seduce.
-</p>
-
-<p>
-Lo stesso proposito è da tenersi parimente
-delle infinite predizioni fatte da' medesimi Profeti,
-le quali prese alla lettera ci trascinerebbero
-esce pure nel più imbarazzante labirinto
-<span class="pageno target" title="248" id="pag-248"></span>
-di ostacoli, e di assurdi, e forse ancora diminuirebbero
-in noi quella dose di buona fede,
-che concepire dobbiamo a loro riguardo.
-</p>
-
-<p>
-Ma se deviando un solo istante dal nostro
-incamminato sentiere, trasportare volessimo la
-nostra mente fino a contemplare il vortice
-immenso delle numerose predizioni trasmesseci
-da' Codici tradizionali di altri popoli, noi ve
-ne troveremmo, senza, dubbio, di quelle che dovrebbero
-in ogni senso eccitare le nostra commiserazione,
-il nostro scherno <a id="FNanchor_169"></a><a href="#Footnote_169" class="fnanchor">(152)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="249" id="pag-249"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ma quanti fabbricatori di sì fatte predizioni,
-non ci offre mai l'Istoria de' secoli decorsi?
-Per altro, molti fra essi, non potendo
-più a lungo dissimulare la ridicolezza, e l'inverosimiglianza
-delle medesime, non hanno
-esitato di confessare apertamente con <em class="nome">Curzio</em>:
-<em class="cit" xml:lang="la">Equidem plura transcribo quam credo, nam nec
-adfirmare sustineo de quibus dubito, nec subducere
-quae accepi</em> <a id="FNanchor_170"></a><a href="#Footnote_170" class="fnanchor">(153)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Però non ci diffondiamo di soverchio sopra
-una materia, che niun vantaggio solido
-può sicuramente recarci di approfondire, o discutere,
-e solo avanti di porre l'estremo fine
-al soggetto di cui trattiamo, non mi sembra
-inutile assunto di fare quì una rapida menzione
-della tanto decantata <em>voce intuitiva</em> che
-facevasi armonicamente intendere presso gli
-<span class="pageno target" title="250" id="pag-250"></span>
-ebrei antichi, e da' quali si foce tenere le veci,
-ed il carattere di profezia, dopo che l'influenza
-Divina di questa, venne interamente a cessare
-nel Popolo d'Israel <a id="FNanchor_171"></a><a href="#Footnote_171" class="fnanchor">(154)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Il Talmud fra i moltiplici gradi di profezia
-che il medesimo distingue, pretende annoverare
-una certa voce che scaturiva dal centro
-<span class="pageno target" title="251" id="pag-251"></span>
-degli oggetti, e che facevasi capire dagli astanti
-in chiari, e bene espressi accenti, della quale
-voce, aggiugnesi da quello, Dio non servivasi
-per parlare a' Profeti che di notte (Vedi luogo
-citato). È dunque da tale voce intuitiva, che i
-Rabbini ricavarono (come lo abbiamo testè
-osservato) il loro Batkol, ovvero <em>figlia della
-voce</em>, la quale asseriscono che supplisse nel
-secondo tempio alla interna inspirazione recondita
-de' Profeti, adducendo per comprovarlo
-l'Istoria di <em class="nome">Samuel</em>, e quella di <em class="nome">Nghelly</em>,
-scossi entrambi per tre volte dall'eccitamento
-che cagionato avea loro questa voce (<em class="loc">Sam.
-I. Cap. 3. v. 4. e seg.</em>) per ben tre volte
-ripetuta; e gli stessi Rabbini agitando fra essi
-alternativamente qualche teologica questione,
-si pretende che nel bollore della medesima,
-impetrassero l'assistenza di tale voce, volendo
-ch'ella decidesse da quale parte era il torto,
-e quale dovea meritamente aspirare alla vittoria
-sul partito antagonista; le accanite interminabili
-controversie che si agitavano di tanto in
-tanto dalle due più rinomate accademie della
-Giudea, quella d'<em class="nome">Illel</em>, e quella di <em class="nome">Sciamaj</em>
-ne formano la prova incontestabile; esse l'invocavano
-molto sovente (Ved. Pirchè Avoth Cap.
-VII.) e infatti i Rabbini si accordano a sostenere
-che quella voce sovrumana si udisse
-<span class="pageno target" title="252" id="pag-252"></span>
-realmente proferire secondo le circostanze, l'opportunità,
-ed il bisogno הלכה כבית הילל (Alahah
-chebet Illel) cioè; <em>la Decisione è secondo Illel</em>,
-se l'opinione di questi fosse stata la più ammissibile:
-ovvero הלכה כבית שמאי (Alahah chebet
-Sciamai) cioè, <em>la Decisione è secondo Sciamai</em>,
-nel caso contrario.
-</p>
-
-<p>
-Tali erano dunque gli effetti, per quanto
-ci è noto, di quella portentosa così nomata
-<em>figlia della voce</em>, ritrovata, come si disse, nella
-cessazione, o nel deperimento della inspirazione
-occulta che animava i vetusti Profeti del
-Popolo d'Israel, e di cui facevasi tenere le
-qualità, e le veci equivalenti.
-</p>
-
-<p>
-Ma di tale soggetto avendo fin quì ragionato
-quanto era necessario per conoscerlo,
-e fondare con qualche precisione i nostri giudizj
-positivi su' Profeti, non meno che sopra
-tutto ciò che direttamente riguarda le gesta
-de' medesimi, le loro predizioni, o vaticinj, entrare
-ora ci è duopo ad esaminare le loro
-portentose operazioni, rispettosamente denominate
-<em>miracoli</em>, o <em>prodigj</em>; le illazioni esatte,
-che risultare vedremo dalle indagini ponderate
-che noi entriamo a fare sulla possibilità, e
-l'intrinseco valore, che come veri Israeliti
-siamo nel pressante dovere di attaccare alle
-medesime, ci condurranno alle ricerche le più
-<span class="pageno target" title="253" id="pag-253"></span>
-curiose, ed alle più interessanti conclusioni,
-Tale è dunque il soggetto al grado massimo
-utile, quanto importante che noi ora ci affrettiamo
-ad esaurire colla massima accuratezza,
-e precisione.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_168"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_168"><span class="label">(151)</span></a>
-Se noi non consultassimo che il solo Spinosa intorno
-questa materia, lo udiremo certamente darci delle idee così meschine,
-e degradanti de' Profeti, non meno che delle profezie fino ad annientarle:
-sebbene questo filosofo incredulo avesse attinti i suoi
-principj da' Rabbini fra i quali esso crebbe, e si educò, egli deduceva
-delle conseguenze molto più metafisiche, e più forti di
-quelle ch'esso avea da' medesimi ricavate. Esso accordava a' Profeti
-molta più immaginazione che ragione, ed è perciò appunto che
-essi ignorano molte cose, e che secondo lui s'ingannavano sovente
-sugli arcani della natura; (ved. <em class="loc">Spin. Tract. Theol. Polit.
-Cap. 2. p. 17. 18. 19</em>) mentre è cosa omai ben dimostrata, che
-rare volte porta ceco l'impronta di certezza, ciò che non è che il
-semplice risultato dell'immaginazione; ciò di che dobbiamo convenire
-noi pure, siccome ci riserbiamo a renderlo più espresso nel
-Cap. seguente, allorchè imprenderemo a ragionare su' miracoli, sulla
-solidità, e sull'oggetto de' medesimi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non è poco, per altro, che Spinosa rappresentandoci i Profeti
-come persone che propalavano tutto ciò che una fantasia riscaldata
-può suggerire, confessava, nulladimeno, che la loro morale era
-esemplare, e che poteasi ad ogni riguardo liberamente consultarli
-sulla condotta della vita: ma ciò solo era egli forse bastante per
-essere Profeta? Spinosa lo crede, ma ei s'inganna.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_169"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_169"><span class="label">(152)</span></a>
-La ferma credenza delle predizioni, e degli avvenimenti
-decantati miracolosi, erasi talmente impossessata dell'immaginazione
-de' popoli, e gli trascinava a delle stravaganze tali, che
-verso il secolo nono <em class="nome">Agobardo</em> Vescovo di Lione, compose un
-trattato per abbattere, e annientare le superstizioni accreditate a
-tale riguardo fino ne' suoi tempi: <em class="cit" xml:lang="la">Tanta jam stultitia</em>, dic'egli,
-<em class="cit" xml:lang="la">oppressit miserum mundum, ut nunc sic absurdae res credantur
-a christianis, quales antea ad credendum non poterat quisquam
-suadere Paganis</em>. Agob.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Infatti se si rimarca le tante predizioni allora in voga fra i
-Cristiani, si conchiuderà che non avea tutto il torto questo saggio
-vescovo di reprimerle come abusive, e condannarle come irragionevoli;
-per tacere infinite altre, noi non faremo quì speciale menzione
-che di quella nuova Città di Gerusalem che dovea discendere
-dal Cielo, costruita entro lo spazio di una notte (ved.
-<a href="#Footnote_88"><em>annot.</em> 72</a>)
-l'Apocalisse annunziò questa prossima sorprendente avventura e tutti
-i cristiani de' primi secoli della Chiesa la credettero fermamente;
-s'immaginarono de' nuovi canti <em>Sibillini</em> da' quali questa nuova
-Gerusalem supponevasi predetta; essa apparve ancora questa portentosa
-Città, nella quale, ovunque diceasi che i fedeli dovevano abitare
-mille anni dopo l'estrema consumazione dell'universo; essa
-discese dal Cielo per quaranta notti consecutive, (ma quella pare
-che sparisse da che era fatto giorno) <em class="nome">Tertulliano</em> la contemplò, la
-conobbe, la vide co' propri occhi suoi; un tempo verrà, senza
-contrasto, in cui niuno persuadere si potrà che tali grossolane inezie
-conoscono per autori enti dotati di pensiere, e di ragione.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_170"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_170"><span class="label">(153)</span></a>
-Non saprei in vero, se quando <em class="nome">Erodoto</em> si fa rapportatore
-di tanti avvenimenti straordinari, che dovevano, secondo lui
-accadere (<em class="loc">Hist. Lib. 1.</em>) ne foss'egli stesso realmente convinto
-e se allorchè veggiamo <em class="nome">Tito Livio</em> compilare tutte quelle stravaganti
-predizioni che erano in voga presso i Pagani (<em class="loc">Decad. III.
-Lib. 3. pag. 114.</em>) ne convenisse egli pure, con intimo senso:
-benchè coloro che si sforzano di giustificarli asseriscano che la sola
-necessità di adattare i loro pensieri al gusto dominante del loro
-secolo, gli abbia entrambi costretti (siccome avvenne a tanti altri
-istorici ritrovatisi in egual caso) a dovere assumere il dettaglio
-di tutte quelle gesta prodigiose accreditate da que' popoli, de' qual
-essi impresero a trasmetterci le istorie.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_171"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_171"><span class="label">(154)</span></a>
-Questo è il nome con cui i dottori ebrei distinguono
-la rivelazione che Dio ha fatta di sua volontà (com'essi opinano)
-al Popolo ebreo, dopo che la Profezia verbale è cessata in Israel,
-cioè, dopo i Profeti <em class="nome">Aggeo</em>, <em class="nome">Zaccaria</em>, e <em class="nome">Malachia</em> (<em class="loc">Ghem. Sotha
-Cap. 9. pag. 48.</em>) È sopra questa voce intuitiva che gli ebrei Talmudisti
-fondano la massima parte delle loro tradizioni, e de' loro
-usi rituali pretendendo che Dio gli ha rivelati a' loro progenitori,
-non già col mezzo di una profezia articolata, nè con una inspirazione
-segreta, ma per la via di una straordinaria rivelazione ch'essi
-chiamano בת קול (Bat Kol) <em>figlia della voce</em>.
-</p>
-
-<p class="foot">
-I Rabbini riconoscono tre maniere di Profezie, primo coll'<em>Urim</em>,
-e <em>Tumim</em> (di cui sarà da noi parlato altrove) che faceva intendere
-la spiegazione di ciò che domandavasi col mezzo di caratteri prodigiosamente
-impressi sul <em>pettorale</em> del Pontefice Sommo; la seconda
-collo spirito di Profezia, che inspirò i Profeti non meno
-aventi la promulgazione del Pentateuco che dopo Mosè; la terza
-mediante il <em>Bat Kol</em>. La prima è durata, secondo essi dalle costruzione
-del tabernacolo fino alla edificazione del primo tempio;
-la seconda dall'origine del Mondo fino alla morte di Malachia
-l'ultimo de' Profeti sotto il secondo Tempio, benchè l'uso più
-frequente di esse riconoscasi essere ente unicamente sotto il primo
-Tempio; la terza finalmente cominciò dopo Malachia, ed ha sussistito
-nella nazione d'Israel fino alla compilazione della <em>Misnah</em>.
-Essi pretendono altresì che il Batkol è una voce procedente immediatamente
-dal Cielo, che si fa sentire di una maniera articolata
-presso a poco simile a quella che chiamò il giovine Samuel per
-reiterate volte, allorchè Dio volle rivelargli ciò che dovea succedere
-al gran prete Helly ed alla di lui famiglia. V. <em class="loc">Reg. I.
-Cap. 2. V. 5. e 6.</em>
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XIX">
-<span class="pageno target" title="254" id="pag-254"></span>
-CAPITOLO XIX.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Indagini analitiche su' miracoli; quale si
-crede essere il loro principale oggetto;
-ogni Setta ne vanta in profusione; come
-pervenire a conoscerne i veri, e distruggere
-le obbjezioni che agitano gli increduli
-contro de' medesimi.
-</p>
-
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-L'uomo per sua intima natura, tanto è
-più limitato nelle sue proprie cognizioni, tanto
-la sua curiosità diventa estesa oltre i confini
-di ogni dubbio, in cui esso non si adatta facilmente
-dia restare, almeno per lungo tempo;
-questo è uno stato che lo angustia, e che sembra
-toglierli qualche parte di quella vanagloriosa
-dignità, che si è temerariamente attribuita.
-Or siccome baldanzoso egli cimentasi
-a discutere, o investigare i fenomeni della
-natura, benchè desso ne ignori onninamente
-l'essenza non meno, che le proprietà intrinseche
-di quest'essenza, da quando il di lui
-meschino sapere è ridotto al periodo estremo
-dell'inscizia, esso ricorre ad una causa soprannaturale;
-allorquando i fatti sono un poco
-remoti, e che mancano i solidi principj da
-<span class="pageno target" title="255" id="pag-255"></span>
-mettere in campo, l'esatta distinzione del chimerico,
-e del vero, riesce per esso lui un assunto
-molto arduo ad intraprendere, ed eccessivamente
-spinoso ad eseguire; la pigrizia naturale
-dell'uomo, e la sua insita deficienza vi ripugnano
-d'accordo, egli è in questo solo caso
-ch'esso fa intervenire il prodigio, il quale fa
-dissipare in un istante dalla sua mente tutte
-quelle impossibilità che la rendevano come affatto
-inerte, e paralizzavano tutto le di lui
-ardite intraprese: <em class="cit" xml:lang="fr">Il est trop flatteur pour la
-creature</em>, dice un pensatore illustre, <em class="cit" xml:lang="fr">de voir le
-créateur bouleverser l'ordre préétabli en sa faveur</em>.
-In questa circostanza come in tante altre di
-simile natura, il suo circoscritto discernimento
-non gli accorda l'adito a riflettere ch'egli è
-positivamente impossibile che una cosa esista,
-e non esista insieme ed un tempo medesimo.
-Ecco il solo punto di rilievo, che servì molte
-volte di appoggio a quegli uomini che vollero
-farsi rispettare da' popoli, e che i primi conobbero
-la sicura maniera di soggiogarli.
-</p>
-
-<p>
-Per poco che rivolgiamo con attenzione
-l'Istoria, essa ci convincerà evidentemente ad
-ogni tratto, che tutti i capi, e fondatori di
-nuove Sette, in qualunque epoca del mondo,
-hanno tentato di provare la lealtà delle loro
-particolari missioni col mezzo di straordinarie
-operazioni, variamente immaginate da essi
-<span class="pageno target" title="256" id="pag-256"></span>
-e di supposti prodigj <a id="FNanchor_172"></a><a href="#Footnote_172" class="fnanchor">(155)</a>. Ma avanti d'internarci
-a conoscere il valore intimo, che religiosamente
-dobbiamo noi attaccare a questi decantati
-prodigj, analizzare ci è duopo, di passaggio
-essenzialmente cosa mai sia per se medesimo
-un miracolo. Ad una sì fatta ricerca, io odo
-ripetermi essere questa una straordinaria operazione;
-opposta del tutto direttamente alle
-leggi della natura, preestabilite già da tempo
-<span class="pageno target" title="257" id="pag-257"></span>
-immemorabile dall'Eterno consiglio del suo
-Divino Autore. Per altro, questa diffinizione
-sembrami altro non essere che un semplice
-raffinamento dell'idea che gli uomini ebbero
-in origine del termine <em>miracolo</em>, cioè, <em>res miranda</em>,
-<em>prodigium</em>, <em>portentum</em>, <em>monstrum</em>, cosa
-ammirabile, che annunzia, cosa stupenda, che
-reca novità, oggetto da mostrarsi come raro, ec.;
-e in questo senso anche la stessa nostra esistenza
-potrebbe fondatamente considerarsi un
-continuato miracolo.
-</p>
-
-<p>
-Noi però ci siamo formati tutt'altra idea
-del miracolo; questo è secondo l'opinione volgare
-ciò che non era mai accaduto, e che
-succedere mai non potrà in tempo alcuno;
-come sarebbe, per esempio, il colloquio del
-serpente con <em class="nome">Eva</em>; quello dell'asina con <em class="nome">Balaamo</em>;
-la carrozza di fuoco che condusse nel Cielo il
-Profeta <em class="nome">Elia</em>; la caduta delle mura di <em>Gerico</em>
-al suono di tromba, e molti altri dell'ordine
-medesimo, de' quali ci fa espressa menzione la
-Scrittura.
-</p>
-
-<p>
-Comunque siasi però; l'opinione recentemente
-adottata incontra delle forti opposizioni
-dalla parte di certi stravaganti filosofi del secolo;
-quindi poichè Dio è il sommo Creatore
-di queste Leggi (ci ripetono essi temerariamente)
-Dio che ha tutto preveduto, ed a cui
-il passato, il presente, e l'avvenire, sono
-<span class="pageno target" title="258" id="pag-258"></span>
-sempre del pari ad esso in egual grado astanti,
-come avrebb'egli mai contrariate queste Leggi
-medesime che la sua ineffabile saggezza avea
-imposte alla natura? Non potendo mai supporre
-ch'esse fossero mancanti, si dovrà non per tanto
-dunque opinare, che in certe circostanze quelle
-più non si accordassero cogli eterni disegni di
-quest'Essere Supremo, poichè si pretende farci
-credere che ha esso dovuto sospenderle, o contrapporle?
-Inoltre, come si oserà egli sostenere
-che un Dio (questi audaci miscredenti persistono
-ancora) il quale non ha potuto fare che
-delle Leggi perfettissime, ed immutabili, ad
-ogni esperimento, com'è la sua natura, sia
-costretto ad impiegare de' cambiamenti ad oggetto
-di fare sortire felicemente le di lui mire
-divine, o che accordare voglia alle sue creature
-l'assoluta possanza di operarli, onde la sua
-eterna inalterabile volontà resti per ogni parte
-compiuta? È egli credibile per alcun modo
-(essi conchiudono infine) che un Dio Sommo,
-ed infinito abbia d'uopo del concorso di un
-essere terrigeno, e limitato affine di rendere
-manifesti sopra la terra i alti ammirabili
-prodigj?
-</p>
-
-<p>
-Or come superare tali obbjezioni, ed altre
-moltiplici sì fatte, che baldanzosi mettono in
-campo sovente i furibondi avversarj de' miracoli
-contro di noi, che pervenuti siamo a conoscerne
-<span class="pageno target" title="259" id="pag-259"></span>
-i veri, ed a esperimentarne, ad ogni tratto,
-i salutari effetti? La più efficace risposta che
-potremmo noi addurre dalla parte nostra, si è
-che le vie dell'onnipossente sono incomprensibili
-per l'uomo, che un Dio il quale può creare,
-e trarre le cose dal niente, e l'edifizio ammirabile
-dell'universo dal Caos orrido, informe
-in cui giacea sepolto, può altresì tutto rivolgere
-egli stesso, a suo piacere, in via straordinaria,
-e ad un tempo medesimo abilitare i suoi eletti
-dell'assoluta facoltà di operare dei prodigj, i
-quali viemaggiormente confermano in essi l'amore
-e la venerazione per l'opifice supremo
-della natura.
-</p>
-
-<p>
-Ma tuttochè le nostre adotte ragioni
-sieno troppo bene fondate, ed inconcusse per
-elleno medesime, pure i nostri pertinaci oppositori
-le riguardano come un debolissimo
-baluardo per la difesa a cui noi pretendiamo
-di farle efficacemente servire; frattanto lasciamo
-pure costoro immersi nel paludoso pelago
-delle loro tenebre deplorabili, e procuriamo
-noi di rischiarare le nostre colla fiacola eterna
-dell'esimia incontaminata religione, che abbiamo
-la felicità di professare <a id="FNanchor_173"></a><a href="#Footnote_173" class="fnanchor">(156)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="260" id="pag-260"></span>
-</div>
-
-<p>
-Ragionando però con quell'acume di cui
-al provido Creatore piacque fornirci onde meglio
-contemplare possiamo le di lui opere sorprendenti,
-noi dunque stabiliremo che un miracolo
-altro per se stesso non è (secondo ancora
-gli odierni sani filosofi, ed i Teologi pure)
-solo che un eccezione positiva, e reale alle
-divine leggi preestabilite della natura: ma con
-quali dati giudicare mai possiamo di un miracolo
-senza un'esatta, e profonda cognizione
-di tutto queste Leggi, che l'uomo, d'altronde,
-in vano tenterebbe giammai di acquistare sopra
-le terra <a id="FNanchor_174"></a><a href="#Footnote_174" class="fnanchor">(157)</a>? In tale precaria posizione di
-<span class="pageno target" title="261" id="pag-261"></span>
-deficienza, come potrebb'egli pervenire in alcun
-tempo a discernere con qualche probabilità
-il genuino carattere de' venerabili miracoli che
-<span class="pageno target" title="262" id="pag-262"></span>
-procedono dalla volontà immediata onnipossente
-dell'arbitro disponitore de' Cieli, e della
-terra, da quelli che propriamente non sono
-che il mero effetto qualche volta dell'accidente,
-bene di raro della scienza, e molto sovente
-dell'astuzia <a id="FNanchor_175"></a><a href="#Footnote_175" class="fnanchor">(158)</a>? Mosè operava de' miracoli
-<span class="pageno target" title="263" id="pag-263"></span>
-sorprendenti: ciò è innegabile, ma frattanto
-lo Scrittura medesima chiaro ci dimostra che
-gli aruspici, ed i maghi dell'Egitto gli operavano
-essi ancora con eguale successo (<em class="loc">Exod.
-C. VII. v. 12</em>) non è già per questo che noi
-titubiamo un solo momento a decidere quali
-fossero fra questi que' prodigi emanati direttamente
-da Dio, e quali conoscessero per prima
-loro base l'artifizio, la scienza, o i sortilegj,
-mentre tutto concorre intimamente a persuaderci
-che altri fuori che il solo Mosè non potea
-<span class="pageno target" title="264" id="pag-264"></span>
-essere il vero depositario degli arcani supremi
-di un Dio, e l'organo immediato della di lui
-Eterna volontà ineffabile, ed altro io quì non
-faccio che rendere un semplice ragguaglio meramente
-dell'ardita incredulità di certuni per
-rapporto a' miracoli; ma nulla ostante, questa
-nostra convinzione riesce un debole sostegno
-di difesa, contro gli assalti ostili degli avversarj;
-nè ha per se stesso forza bastante a dissuadere
-i filosofi del secolo da' loro opposti
-principj, il quali prendono tanta maggiore possanza
-nelle loro menti sovvertite, quanta è più esorbitante
-l'affluenza de' miracoli di ogni
-specie da cui osservasi inondata tutta la terra
-dall'origine della sua popolazione fino a' tempi
-nostri <a id="FNanchor_176"></a><a href="#Footnote_176" class="fnanchor">(159)</a>; ed a fronte di tutto il rispetto
-<span class="pageno target" title="265" id="pag-265"></span>
-che protestiamo di nutrire perpetuamente per
-i sacri Codici, non meno che per tutto quanto
-essi contengono; ci troviamo astretti a dovere
-confessare con <em class="nome">Bayle</em>, che chiunque si è formato
-delle vere idee dell'ignoranza, della
-credulità, e dell'incuria del volgo, riguarderà
-sempre mai le opinioni come altrettanto più
-sospette; quanto che le ritroverà esso più stabilmente
-propalate. Gli uomini, per la massima
-parte, non esaminano niente, essi lasciansi
-ciecamente condurre da un abitudine macchinale,
-o dall'autorità, e le loro sacre opinioni
-<span class="pageno target" title="266" id="pag-266"></span>
-tradizionali specialmente, sono quelle appunto
-ch'essi hanno meno il coraggio, e la capacità
-di esaminare; e siccome non è loro permesso
-di fare uso della propria ragione sopra questa
-dilicata materia <a id="FNanchor_177"></a><a href="#Footnote_177" class="fnanchor">(160)</a>, essi debbono gemere
-nel più torpido silenzio, e sopportare con paziente
-rassegnazione il giogo ferale ch'essi
-medesimi s'imposero. Quale solido vantaggio
-possono recarci mai tutte quelle regole che
-ogni settario non ha mancato di fornirci dal
-canto suo, come sicure per discernere i veri
-da' supposti miracoli, se una volta stabilita
-questa distinzione, niuno fu mai più imbarazzato
-per consolidare il suo trionfo sulle basi
-medesime del principio già fissato? Questo inconveniente
-procede da ciò che la regola è
-presa quasi sempre dalla stessa natura delle
-prove, che ciascuno si sente capace di produrre,
-e sostenere; è appunto sopra un tale proposito
-che un critico de' nostri tempi dicea: <em class="cit" xml:lang="fr">Un vrai</em>
-<span class="pageno target" title="267" id="pag-267"></span>
-<em class="cit" xml:lang="fr">faiseur de miracles pourrait trancher toute difficulté
-quelconque à leur égard, en rendant la
-vie à un homme au quel on aurait arraché le
-coeur, ou coupé la tête: l'esprit raisonneur serait
-bien humilié à la vue d'un tel prodige</em> (<em class="loc">Trait.
-des mirac. Introd. p. 25.</em>)
-</p>
-
-<p>
-Ma ciò che più di ogni altra cosa concorre
-a disgustare ogni niente illuminata, e
-che noi non possiamo contemplare senza fremere,
-malgrado il religioso trasporto che intimamente
-nutriamo per i giusti, e per i bene
-fondati miracoli, si è, oltre l'immensa quantità
-di prodigj, non so come scaltramente introdotti
-sulla scena del mondo, il vedere
-adottare alla rinfusa come tali le azioni le
-più ridicole, i più puerili aneddoti, e le favole
-più insensate; è in vano che <em class="nome">Crisostomo</em>
-ci ripete incessantemente che oggi la chiesa
-più non opera per via di miracolo non avendone
-più d'uopo, e che <em class="nome">Agostino</em> dopo di avere
-seriosamente interrogato perchè mai que' miracoli
-che operavansi altre volte più non si
-miravamo ripetere a' giorni suoi, produce la
-medesima ragione: <em class="cit" xml:lang="la">Cur</em>, dic'egli, <em class="cit" xml:lang="la">nunc illa
-miracula quae praedicatis facta esse non fiunt?
-Possem quidem dicere necessaria prius fuisse,
-quam crederet mundus, ad hoc ut crederet mundus</em>
-(<em class="loc">Aug. De Civit. Dei Cap. XXI.</em>)
-</p>
-
-<p>
-A fronte di tali autorevoli opposizioni
-<span class="pageno target" title="268" id="pag-268"></span>
-frattanto questi supposti prodigj ripullulare si
-mirano bene di frequente fra gli uomini, e ciò
-che di peggio si è coll'impronta il più delle
-volte della menzogna, e della contraddizione <a id="FNanchor_178"></a><a href="#Footnote_178" class="fnanchor">(161)</a>.
-</p>
-
-<p>
-Da tutto quanto abbiamo fino ad ora significato,
-non meno per ciò che riguarda le
-profezie, che per quello che rapportasi a' miracoli,
-o alle intuitive apparizioni che ne fanno
-parte <a id="FNanchor_179"></a><a href="#Footnote_179" class="fnanchor">(162)</a>, può illativamente inferirsi che non
-<span class="pageno target" title="269" id="pag-269"></span>
-v'ha delirio più pericoloso nell'uomo di quello
-da cui esso fu sempre mai predominato, cioè
-di pretendere a tutta forza di rivelare quegli
-arcani avvenimenti, che Dio volle rendere occulti
-alla sua specie, avviluppandogli in una
-oscura notte, senza lasciargli neppure la debole
-speranza di potergli in alcuna maniera
-penetrare <a id="FNanchor_180"></a><a href="#Footnote_180" class="fnanchor">(163)</a>. Egli si schernisce de' superbi
-<span class="pageno target" title="270" id="pag-270"></span>
-mortali che tentano di portare arditamente le
-loro inquiete ricerche oltre il punto che fu ai
-medesimi prescritto, e che all'umana deficienza
-si compete. Fu ricercato un giorno ad un filosofo
-ciò ch'egli opinerebbe se vedesse il sole arrestarsi
-nel suo corso (cioè se l'annua rivoluzione
-della terra intorno quest'astro cessasse);
-se tutti i morti resuscitassero in sua presenza;
-se gli uomini si metamorfosassero in bruti, e
-<span class="pageno target" title="271" id="pag-271"></span>
-tutto ciò per provare qualche verità importante,
-come per esempio, l'efficacia del <em>Lampadario</em>
-del <em>Sabato</em>, o la <em>grazia versatile</em>; ciò
-che io penserei rispose il filosofo? Io mi farei
-tosto Manicheo; io direi che avvi assolutamente
-un principio nella natura che rovescia, e disordina
-tutto ciò che un'altro avea precedentemente
-disposto, e sistemato.
-</p>
-
-<p>
-V'ha poche persone sulla terra le quali
-soddisfatte unicamente del presente, non inclinino
-d'imbarazzarsi dell'avvenire; questa
-esemplare condotta l'appannaggio de' sani,
-e de' religiosi filosofi, essi sanno che è un eccesso
-di demenza quello di tentare l'acquisto
-della cognizione di ciò che per se stesso dovrà
-essere eternamente impenetrabile alla mente
-dell'uomo <a id="FNanchor_181"></a><a href="#Footnote_181" class="fnanchor">(164)</a>; e persuasi di non potere
-<span class="pageno target" title="272" id="pag-272"></span>
-risentire alcun solido vantaggio a sapere ciò che
-dee necessariamente succedere, solo restano
-paghi del presente, riconoscendo, per esperienza,
-quanto riesce malagevole per l'uomo di
-tormentarsi futilmente per l'avvenire: <em class="cit" xml:lang="la">Ne utile
-quidem</em> (riflette sensatamente Cicerone) <em class="cit" xml:lang="la">est scire
-quid futurum sit; miserum est enim nihil proficientem
-angi</em> (<em class="loc">De Nat. Deor. Lib. III. Cap. 6.</em>)
-</p>
-
-<p>
-La facilità di credere, e l'orgoglio smodato
-di volere tutto conoscere, verità infinite
-volte rimarcata da' saggi, furono sempre mai
-le due funeste inesauribili sorgenti di tutti gli
-errori degradanti, che oscurarono i pregi della
-primitiva religione de' popoli, e resero lo spirito
-umano incapace di lumi, di coltura, e di ragione:
-<em class="cit" xml:lang="fr">Dans tous les siecles, et dans tous les pays</em>
-(osserva l'erudito <em class="nome">Freret</em>, <em class="loc">mem. de l'Acad. des
-Inscrip. T. 23. p. 187</em>) <em class="cit" xml:lang="fr">les hommes ont été également
-avides de connoítre l'avenir, et cette curiosité
-doit être regardée comme le principe de
-presque toutes les pratiques superstitieuses qui ont
-defigurée la Religion primitive chez tous les peuples</em>.
-</p>
-
-<p>
-I veri dotti parlano dubbiosamente delle
-cose dubbiose, e non esitano di confessare con
-ingenuo candore, la loro propria incapacità relativamente
-a quelle che oltrepassano la portata
-dello spirito umano; è ben vero ch'essi credono
-di sapere molto meno cose di ciò che orgogliosamente
-vantano coloro che pretendono
-<span class="pageno target" title="273" id="pag-273"></span>
-tutte conoscerle; ma almeno i primi sono garantiti
-di quelle ch'essi sanno, quando gli
-ultimi all'opposto ignorano eziandio quelle
-ch'essi immaginano di conoscere con evidenza.
-</p>
-
-<p>
-Quanti prodigj sparirebbero, in fine dalle
-menti ottenebrate de' popoli, quanti miracoli
-cesserebbero di essere tali in faccia di essi, se
-gli uomini volessero assumere l'ardua impresa
-di ripiegarsi un solo istante sopra essi medesimi,
-di ponderare accuratamente tutto ciò che si
-passa nel loro proprio individuo, e in tutti gli
-esseri che gli circondano; eglino allora si assicurerebbero,
-con positiva certezza, della causa
-necessaria che tutto regge, che tutto dispone,
-ed alimenta nell'universo, essi riconoscerebbero
-altresì con perfetta cognizione di causa, che
-ciò che volgarmente chiamasi miracolo, prodigio,
-cosa straordinaria, altro per se stesso
-non è che la conseguenza immediata della
-maniera di esistere del nostro mondo, di cui
-il disordine apparente, o reale, rientra nell'ordine
-preestabilito dal provido consiglio del suo
-Eterno Creatore. Con tale mezzo essi resterebbero
-ampliamente convinti di una verità sì
-urgente, e sì essenziale alla loro felicità, ed
-alla loro tranquillità inalterabile: quindi è
-perchè la natura, non meno che le sue intime
-proprietà saranno mai sempre un mistero indissolubile
-per l'uomo, il quale spera indarno di
-<span class="pageno target" title="274" id="pag-274"></span>
-penetrarvi giammai, fino a tanto che desso non
-si determinerà di proposito ad opinare, ed a credere
-fermamente col più saggio filosofo della
-Grecia (<em class="nome">Socrate</em>) che le cose che sono al di
-sopra della condizione umana, riescono affatto
-straniere per noi, e sotto qualunque siasi aspetto
-che si riguardino, concernere non ci possono
-giammai di sorte alcuna, come appartenere
-non potrebbe al corpo nostro un sesto senso
-esterno, di cui non potremmo in verun modo
-concepire un'idea.
-</p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_172"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_172"><span class="label">(155)</span></a>
-Molti Legislatori ancora intenti a rendere i popoli più
-rassegnati alle nuove instituzioni che volevano propalare fra di essi,
-facevano eglino credere di possedere il dono soprannaturale di tutte
-le arti, di tutte le scienze, di tutte le virtù possibili, mediante
-le continue divine intuizioni delle quali dicevano essere quelli suscettibili;
-<em class="nome">Osiris</em> facendo supporre di avere acquisito dal Cielo
-l'arte dell'agricoltura, in sommo grado, divenne col mezzo di tale
-inganno, il Legislatore, l'arbitro, e il Dio dell'Egitto; <em class="nome">Licurgo</em>,
-e <em class="nome">Solone</em> dicevano di essere secondati dagli oracoli; <em class="nome">Zeleuco</em>, e
-<em class="nome">Pitagora</em> vantavano entrambi d'accordo di essere inspirati da
-<em class="nome">Minerva</em>; <em class="nome">Romulo</em> sosteneva di essere guidato dal Dio <em class="nome">Consus</em>;
-<em class="nome">Zoroastro</em> governò i Persiani in nome di <em class="nome">Oromaze</em>; e <em class="nome">Brama</em>
-faceva suppone di avere ottenuta dall'invisibile monarca dell'universo
-la dottrina che ha esso propalato nell'<em>Indostan</em>; <em class="nome">Thor</em> e
-<em class="nome">Odin</em> legislatori de Visigoti davano ad intendere di essere essi medesimi
-due numi discesi dal Cielo; qualunque delirio nel <em>fondatore
-dell'Islamismo</em>, e per sino gli accessi epilettici de' quali,
-seguendo l'Alcorano, era egli suscettibile sovente, portavano presso
-i suoi Settarj, un impronta sovrumana. <em class="nome">Gengiskan</em> facevasi riguardare
-figlio unigenito del Sole, e come tali si annunziavano parimenti
-a' Peruviani <em class="nome">Manco Capak</em>, <em class="nome">Coja mama Oello huaco</em> sua
-sorella, e sua moglie.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ecco finalmente come da un confine all'altro del globo tutti
-i suoi abitatori, senza forse eccettuarne alcuno hanno piegata la
-cervice sotto il giogo ignominioso del fanatismo. <em class="nome">Confucio</em> è forse
-il solo fra tutti i Legislatori antichi, che abusato non abbia della
-credulità de' suoi Chinesi.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_173"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_173"><span class="label">(156)</span></a>
-Le sole sacre pagine sono l'unico, ed il più solido
-appoggio che noi abbiamo per autenticare con qualche fondamento,
-la verità de' miracoli; esse ci offrono ad ogni tratto lo riprove le più
-convincenti della certezza de' medesimi; ma siccome i miscredenti
-non fanno un gran caso delle scritture, non si saprebbe a qual
-efficace partito appigliarsi per confonderli: quindi è che noi non
-abbiamo che limitarci a credere, e a desiderare ch'essi credano con
-quella medesima sommissione che noi crediamo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_174"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_174"><span class="label">(157)</span></a>
-Infatti l'ignoranza della quale parliamo ci trascina sovente
-nel baratro degli smarrimenti i più pericolosi, ed i più materiali;
-quante volte si è veduto, e mirasi tuttodì prendere dal
-volgo per miracoli i fenomeni della natura i più triviali, ed anche
-il risultato dell'esperimento di qualche scienza? La chimica curiosa
-ha delle trasmutazioni, detonazioni, esplosioni, fosfori, pirofori,
-combustibili, terremoti, ed infinite altre supposte meraviglie da
-fare gelare di stupore il volgo ignaro che le osservasse: <em class="cit" xml:lang="it">Datemi
-dell'olio di Gajac, con discreta dose di spirito di nitro, ed
-io vi faccio de' prodigi sorprendenti</em>, diceva l'eloquente
-<em class="nome">Wolston</em>.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Non v'ha che le gesta meravigliose che possano fare credere
-le cose che hanno l'apparenza di soprannaturali, mentre questo non
-potranno essere giammai a sufficienza contestate dalla sola testimonianza
-degli uomini. <em class="nome">Jesué</em>, e tutta la di lui armata crederono,
-</p>
-
-<p class="foot">
-d'accordo, che il Sole si arrestasse in <em>Gabaon</em>, perchè (come giustamente
-lo riflette un dotto fisico moderno) ignoravasi generalmente
-a que' tempi, che la grandine di cui l'atmosfera trovasi pregna
-potea fare allora una refrazione de' raggi del Sole assai maggiore
-dell'ordinario: <em class="nome">Jsaia</em> non conosceva la natura de' <em>parelj</em>, allorch'egli
-sosteneva ad <em class="nome">Ezechia</em> che il Sole avea retrogradato nel quadrante
-della Corte. Non era mai possibile allora di avere solo che una
-certezza morale di tuttociò che asserivano i Divinizzatori, ed i
-Profeti, come certo, e dimostrato, atteso che i segni naturali
-erano del tutto generalmente sconosciuti. Per quanti secoli si è
-riguardato l'<em>Iride</em> nel mondo come un vero miracolo, avanti che
-la fisica c'istruisse delle proprietà intrinseche della luce, e prime
-che si fosse pervenuti a conoscere, che le semplici refrazioni, e
-reflessioni de' raggi del Sole nelle goccie sferiche di pioggia formavano
-unicamente questo vago fenomeno? Non più che soli due
-secoli da noi distante non si vide annoverare fra i prodigi gli ecclissi,
-e le apparizioni delle Comete? (<em class="loc">Bayle Pens. sur la Com.</em>)
-Gli storici che hanno scritto in que' tempi ne fanno delle descrizioni
-sì terribili, e sì ampollose che se noi fossimo ignari della
-natura di simili fenomeni, dovremmo impallidire leggendo ciò
-ch'essi ne dicono. Il vero si è che da quando si ha l'immaginazione
-alterata da fantasmi, e da chimere, più non si scorge negli
-oggetti che ci percuotono niente di ordinario, nè di comune: tutto
-diventa straordinario, grande, e sorprendente.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Or per disingannarci di tali grossolani errori, che denigrano
-oltremodo la dignità dell'uomo, non abbiamo che studiare diligentemente
-il Codice ammirabile della natura, e noi resteremo allora
-sorpresi dalle infinite risorse ch'ella ci offre, e ad un tempo
-medesimo convinti delle tante mostruose illusioni colle quali noi
-sembravamo un giorno inseparabilmente collegati; ma la base fondamentale
-delle nostre ponderate asserzioni non è già quì solo che
-noi possiamo rinvenirla; io mi dispongo a metterla nel più chiaro
-giorno, mediante le dimostrazioni evidenti che mi emergerà di
-fare sopra questo soggetto nella progressione del presente Capitolo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_175"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_175"><span class="label">(158)</span></a>
-Tutti i religionarj, a qualunque setta che appartengono,
-sostengono unanimi che Dio non permetterà giammai, che
-l'uomo profano faccia de' miracoli, ad oggetto di rendere più accreditati
-i propri errori. Tale è per se stesso il principio generale
-su di cui ogni religione si appoggia per rigettare i miracoli vantati
-da un'altra setta differente, e fare solo valere quelli che la
-medesima decanta; ma con quali mezzi pervenire a conoscere in
-simile caso il vero miracolo da quello che non lo è, come fra
-i tanti che ogni popolo si fabbrica, e di cui non solo gli ebrei,
-ed i Cattolici ma tutto il gentilesimo n'è pieno, come, dico,
-potremo noi giugnere a discernere il divino, dal diabolico, il sacro
-dal profano? A quale spinoso imbarazzo non ci esporrebbe mai un
-semplice confronto? Mosè percuotendo un sasso colla sua verga
-ne fa scaturire una sorgente di acqua viva (<em class="loc">Exod. Cap. 18. v. 5</em>)
-Maometto, per quanto assicurano i suoi Settarj, faceva stillare
-l'acqua dalla estremità delle proprie sue dita (<em class="loc">Echell. Ist. P. III.
-Cap. 20</em>) <em class="nome">Bacco</em> ha operato il medesimo prodigio mediante la
-supposta virtù del suo <em>tirso</em> (<em class="loc">Diod. Sicu. L. IV. Nonn. Dion.
-Plin. Lib. XIV</em>, e tutti i mitologici). <em class="nome">Jesuè</em> arresta il sole in
-<em>Gabaon</em> (<em class="loc">Giud. Cap. X. v. 12</em>), presso i Pagani si fa parimenti
-arrestare quest'Astro, e retrogradare per non essere testimonio
-dell'azione orribile di <em class="nome">Astrea</em>, contro i figli di <em class="nome">Tieste</em> suo fratello
-(<em class="loc">Hist. Poet. Bann. Dict. art. Astrée</em>); ed il Cristianesimo pretende
-che il Sole siasi pure arrestato nel suo corso (conforme
-l'opinione astronomica di que' tempi) l'anno 1547, in favore di
-Carlo V., per dare alla sua armata il tempo di sconfiggere il Duca
-di Sassonia, e le falangi Protestanti (<em class="loc">Maimb. Hist. du Luther.
-T. II. pag. 164</em>). <em class="nome">Eliseo</em> resuscitò un bambino morto, sanò un
-infermo di Lebbra (<em class="loc">Reg. II. Cap. 4 e 5</em>) <em class="nome">S. Giovanni</em> asserisce
-che Cristo resuscitò Lazzaro, e vari altri dopo morti, sanò degli
-ammalati; <em class="nome">Filostrato</em> ci assicura che <em class="nome">Apollonio Tianeo</em>, non solo
-resuscitò una fanciulla morta il medesimo giorno de' di lei sponsali,
-ma che si resuscitò egli stesso (<em class="loc">Phil. in vit. Apoll.</em>) E quante
-malattie credute disperate non guarirono <em class="nome">Esculapio</em>, <em class="nome">Ippocrate</em>,
-<em class="nome">Galeno</em>, ed <em class="nome">Apollonio</em> medesimo? Chi inclinasse d'innoltrarsi
-vieppiù in simile confronto, non ha che percorrere assiduamente
-<em class="nome">Tucidide</em>, <em class="nome">Tito Livio</em>, <em class="nome">Plinio</em>, <em class="nome">Tacito</em>, <em class="nome">Valerio Massimo</em>, <em class="nome">Suetonio</em>,
-e alcuni altri.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Ma io non finirei sì tosto, se tutti riportare io quì dovessi
-gl'innumerabili altri straordinari prodigi che servono di appoggio
-a tutte le sette odierne, e che posti al confronto con quelli che
-ci offre l'intero paganesimo, si troverebbero in valore equivalenti,
-benchè in numero di gran lunga inferiori.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Or quale dunque di questi, replico, avrà mai per assoluta
-sua causa immediata l'Essere Supremo che adoriamo, e quale avrà
-tratta primitiva sorgente dalle altre indicare cause più comuni, e
-secondarie? Questo è il gran problema più di ogni altro interessante
-che sarebbe oltremodo necessario di sciogliere cautamente onde
-confondere, e ammutolire i filosofi increduli i quali appoggiati alle
-loro scienze esperimentate, osano insieme tutti rigettarli ciecamente,
-persuasi di poterne ritrovare le cagioni efficienti o nell'arte raffinata,
-ovvero nella natura; ma questo sarà sempre mai un arcano
-impenetrabile per il volgo, di cui la tradizione gli comanda di
-credere senza esame, di abdicare alla ragione, di condiscendere, e
-tremare.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_176"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_176"><span class="label">(159)</span></a>
-Allorchè gli autori antichi parlarono di un miracolo
-(come giustamente riflette l'illuminato autore della <em class="loc">Philosophie
-du Bon sens T. I. Reflex. I. p. 65</em>) attribuendogli qualche avvenimento
-considerabile, sarebbe da desiderarsi ch'essi avessero sviluppato
-in quale guisa era stato il medesimo prodotto, indagando se
-un simile fatto era accaduto in seguito di una causa soprannaturale,
-ovvero mediante una ordinaria, e regolare, cagionata dall'idea, e
-dall'impressione di un miracolo sullo spirito ammaliato de' popoli.
-Ad alcuni, per altro è sembrato che molti di essi non abbiano
-presa cura di compilare tanti prodigj, che o affine di rendere le
-loro Istorie più rispettabili, o ad oggetto di uniformarsi ai tempi
-ne' quali erano essi cotanto in voga fra le nazioni, siccome fecero
-<em class="nome">Erodoto</em>, <em class="nome">Tito Livio</em>, e vari altri i quali ritrovando le Istorie
-precedenti piene di sì fatte estraordinarie visioni, essi non avrebbero
-potuto sopprimere le loro, senza scandalizzare i popoli che
-non erano meno superstiziosi a' loro tempi di ciò che lo fossero
-quelli de' secoli antecedenti; si potrebbero sopra tale proposito asserire
-con un profondo Inglese che: <em class="cit" xml:lang="en">The mistakes of our ancestors
-are the rising of ours: and the ours will increase those of our
-Children</em> (Bolingbroek).
-</p>
-
-<p class="foot">
-Presso che tutti gl'Istorici delle Nazioni che conosciamo
-sono pieni di puerilità, e di pie chimere, le quali renderanno sempre
-mai le loro opere in questa parte spregevoli alle menti illuminate.
-Gli scrittori che ci hanno trasmesse le Istorie delle crociate (come
-lo rimarca il testè preallegato autore), le hanno riempiute di tanti
-miracoli sì opposti alla ragione, che si può riguardare come inutile
-di mostrarne la falsità e il ridicolo: i popoli che viveano in
-que' secoli aveano lo spirito abbacinato talmente d'incantesimi, di
-prodigj, di sortilegj, e di supposti miracoli, che anche gli uomini
-più accreditati, che facevano in quelle epoche l'ammirazione dell'universo,
-e la testimonianza de' quali è riguardata con tanto rispetto,
-non hanno potuto resistervi, non ebbero forza bastante per garantirsene:
-quindi è che <em class="nome">Platone</em>, <em class="nome">Appiano</em>, <em class="nome">Pausania</em>, <em class="nome">Plutarco</em>,
-<em class="nome">Cicerone</em>, <em class="nome">Porfirio</em>, <em class="nome">Jamblico</em>, <em class="nome">Sozima</em>, <em class="nome">Procopio</em>, <em class="nome">Diogene</em>
-<em class="nome">Laerzio</em>, ed un gran numero considerabile di altri uomini scienziati,
-si sentirono tutti attrarre invincibilmente, dal meraviglioso
-per quelli; tutti, o furono d'accordo testimonj oculari di gesta
-prodigiose, od appresero da altri a raccontarle.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_177"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_177"><span class="label">(160)</span></a>
-Fu sovente rimarcato da qualche genio insigne, che
-l'uomo appena comincia a contrarre l'abitudine del raziocinio, e
-della riflessione, perviene agevolmente a disingannarsi della tradizione,
-a conoscerne gli assurdi, a scoprine le stravaganze; è appunto
-perciò probabilmente che coloro i quali ebbero un interesse
-di perpetuare sopra la terra fra gli uomini i malefici prestigj della
-tradizione, non seppero come meglio riuscirci che imponendo un
-eterno silenzio agli stimoli della ragione, condannandoli come perniciosi
-oltremodo alla salute dell'uomo, e per conseguenza indegni
-di un anima religiosa, la quale è, secondo loro, in dovere di
-tutto credere macchinalmente alla rinfusa.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_178"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_178"><span class="label">(161)</span></a>
-Chi spignere volesse la propria curiosità fino a verificare
-la genuina verità di tutto quanto è stato da noi fin quì esposto
-non ha che percorrere <em class="nome">Palladio</em>, <em class="nome">Sulpizio Severo</em>, <em class="nome">Mabillon</em> (vita
-di <em class="nome">S. Bernardo</em>) Le gesta de' <em class="nome">P. P. del Deserto</em>, il gesuita <em class="nome">Gazée</em>
-(<em class="loc">Pia hilaria</em>); Le conformità di <em class="nome">S. Francesco</em> con <em class="nome">G. Cristo</em>,
-e molte altre istoriette di tale natura, ed caso vi ritroverà soggetto
-di che conchiudere fremendo, che que' menzionati filosofi nostri
-accaniti avversari (sebbene riprovabili sempre a questo solo riguardo)
-non aveano certamente tutto il torto di sostenere, che le leggende
-di questi nuovi operatori di miracoli, debbono fare per se stesse
-revocare in dubbio una gran parte di ciò che si avea scritto degli
-antichi. Si dirà pur troppo che i Talmudisti hanno accreditate delle
-favole mostruose, ma soggetti non ci appariscono per certo a quei
-vaneggiamenti di spirito che ci fanno raccapricciare in quelle; ed
-io oserei, per ultimo, insistere colla più ferma persuasione, che vi
-sono più inezie, e più assurdi nella sola vita di <em class="nome">S. Maria Alacoke</em>
-ed in quella di <em class="nome">S. Vincenzo Ferrerio</em>, che in tutte le opere immense
-de' rabbini dell'Israelismo, checchè ne abbondino quelle in profusione.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Egli è così che molti riscaldati entusiasti lusingati di sostenere
-in tale guisa la religione della quale si fanno essi i sostegni,
-e i difensori, porgono le armi fra le mani degli avversarj che
-vogliono attaccarla.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_179"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_179"><span class="label">(162)</span></a>
-Per nulla ommettere di tutto ciò che può avere qualche
-prossima, o lontana analogia coll'assunto che trattiamo, non mi
-sembra ora inopportuno di avvertire che anche le tante apparizioni,
-delle quali tutti i codici delle Sette odierne sono ripieni,
-possono parimente ritrovare il loro confronto, nel modo appunto
-che lo ritrovano le operazioni straordinarie nella storia medesima
-dell'antichità pagana. <em class="nome">Cicerone</em>, il di cui solo nome ne forma il
-chiaro elogio, dice seriosamente che gli Dei si sono fatti vedere
-sovente dagli uomini, di una maniera sensibile, ed evidente:
-<em class="cit" xml:lang="la">Præsentiam sæpe Divinam declarant, sæpe visæ formæ Deorum</em>
-(<em class="loc">De Nat. Deor.</em>) <em class="nome">Plutarco</em> che tutto il mondo colto conosce,
-asserisce fermamente che nel territorio della Sicilia esisteva una
-Città, dove la madre degli dei avea un tempio dedicato ad Esculapio,
-e nel quale gli Dei e le Dee apparivano assai di frequente.
-<em class="cit" xml:lang="la">Enquinnum Siciliæ oppidium, non magnum, sed pervetustum,
-et Dearum apparitionibus nobile</em> (<em class="loc">Phit. Tract. de Orac.</em>)
-</p>
-
-<p class="foot">
-Questo è stato realmente in ogni tempo un pregiudizio generale
-diffuso, e inveterato in tutte le regioni del mondo abitato
-dall'uomo, che gli Dei apparivano sulla terra, sotto una, od altra
-simbolica figura differente per ricompensare o per punire; i Tartari
-lo assicurano di <em class="nome">Foh</em> (<em class="loc">mem. du P. le Comte</em>) lo dice Erodoto di
-<em class="nome">Apis</em> (<em class="loc">Heliod Lib I. e Mair. Saturn.</em>); ed i Magi dell'Egitto
-lo asseriscono delle loro supposte Divinità (<em class="loc">Voy. en Pers.</em>). Gli
-abitatori dell'Isola Formosa credevano costantemente unanime che
-il loro Dio si manifestasse, ora sotto la figura di un bue, ora sotto
-quella di un Leone, e qualche volta pure in sembianza di Elefante
-(<em class="loc">Taver mandes. Voy des Indes</em>).
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_180"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_180"><span class="label">(163)</span></a>
-Io già feci altrove dimostrativamente conoscere, come
-nostro malgrado confessare dobbiamo che dopo di avere dedicate
-tutte le nostre ponderate ricerche agli studj i più profondi, pervenire
-con certezza mai non potremo ad une fisica dimostrazione della
-benchè minima verità speculativa. È ben vero, per altro, che l'autore
-Supremo dell'Essere nostro, permettere non volle che l'uomo
-fosse possessore di un sapere dimostrativo al di là di un limitato
-confine; ma d'altronde non si può immaginare senza errore, che
-abbia esso perciò lasciata la specie nostra immersa nell'ignoranza
-universale delle cose, giacchè, al contrario, veggiamo quali chiare
-vestigia, e quali segni evidenti ha esso accordati alla medesima,
-onde con essi possa quella giugnere al discernimento di certe verità
-che sono ad essa più necessarie. Ma l'orgoglio umano crede tutto
-abbracciare, tutto lusingasi di conseguire con queste deboli traccie,
-e l'uomo frattanto, circoscritto dalla più tenebrosa ignoranza, superbo
-esulta di una chimerica dottrina; esso crede che niente di
-tutto ciò che si offre alla sua mente sia sufficiente a pascolarla;
-esso tutto intraprende, tutto combatte, e poco egli conosce, nulla
-conchiude; qualunque oggetto basta per confonderlo, per atterrirlo,
-e se l'ambizione sua interroghiamo di qualche assunto, per es.
-<em class="cit" xml:lang="it">Cos'è mai l'uomo?</em> Di spirito, e di materia è l'uomo composto,
-esso risponde; ma in quale modo, replico, dimostrare fisicamente
-si potrebbe sì prodigiosa unione? Come due sostanze cotanto fra
-di esse opposte diametralmente, possono a vicenda unirsi per farne
-quindi risultare un corpo che agisca, un essere pensante? L'intima
-natura qual'è di quest'essere agente? E cose di tale guisa gli ricerchiamo,
-sventurato! Ecco ciò che mette il colmo al di lui estremo
-smarrimento, ecco lo spirito suo illuso miseramente vaneggiare
-nell'infinito (ved. <em class="loc">l'ann. 14. del T. 1. delle Notti Camp. p. 53.</em>)
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_181"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_181"><span class="label">(164)</span></a>
-È molto più sicuro, o commendevole per l'uomo, dice
-un'illustre antico (benchè non fosse questi dotato di altri lumi
-fuorchè di quelli della propria sua ragione) di credere le operazioni
-della Divinità, che di volerle approfondire: <em class="cit" xml:lang="la">Sanctius est, ac
-reverentius de actis Deorum credere, quam scire</em> (<em class="loc">Tacit. de
-morib. Germanor.</em>) Infatti a quale smarrimento deplorabile non si
-mirano soggetti coloro che tentano d'investigare gli arcani che Dio
-volle rendere incomprensibili alla frale intelligenza rimane? V'ha
-egli follia più orribile per un essere limitato di quella di volere
-penetrare ciò che di gran lunga osservasi eccedere la sfera circoscritta
-delle umane cognizioni? Questa è una taccia che la temerità
-di vari filosofi antichi ha debitamente meritata. <em class="nome">Platone</em> dicea
-non istimare atto religioso quello di esaminare le opere dell'Essere
-Supremo, nè di fare uno studio profondo sulle natura delle cose
-(<em class="loc">De Legib. Lib. VII.</em>)
-</p>
-</div>
-
-
-
-<h2 class="capitolo" id="cap-XX">
-<span class="pageno target" title="275" id="pag-275"></span>
-CAPITOLO XX.
-</h2>
-
-<p class="subtitle">
-Istruzioni generali preparatorie per sistemarci
-solidamente su' fondati principj
-da noi fino ad ora stabiliti in proposito
-di Culto, o di Religione.
-</p>
-
-<div class="image-center">
- <img class="plip" src="images/plip2.png" alt="" />
-</div>
-
-<p class="primo">
-S'è vero, come fermamente lo pretende
-il <em class="nome">Macchiavelli</em> (<em class="loc">Lib. III. Disc. I. sulla Deca
-di Tito Livio</em>) che se si vuole che una setta,
-od una Religione qualunque, mantengasi lungamente
-sopra la terra, è necessario ritirarla
-molto sovente verso la sua primitiva origine;
-l'assunto già da noi esaurito il primo, che
-riguarda un tale importante soggetto, e che
-tende precisamente ad un sì ottimo fine, ben
-lungi dall'oscurare gli alti pregj che il mondo
-ha in ogni tempo giustamente ammirati nella
-credenza edificante professata da' primi Patriarchi
-del popolo d'Israel, e tutt'altro che diminuirne
-il valore in faccia di esso, come assurdamente
-opinare si potrebbe da taluni, il
-medesimo non si aggira che a ridurla con ogni
-possibile chiarezza tale precisamente per se
-stessa, quale appunto conosciuta, e praticata
-l'ebbero un giorno felicemente i suoi primi
-institutori, ed a renderne il prezzo, senza
-<span class="pageno target" title="276" id="pag-276"></span>
-comparazione, assai più inestimabile, e più
-raro di ciò ch'esso lo era ne' tempi odierni.
-</p>
-
-<p>
-E s'è d'altronde indubitato, siccome infinite
-riprove concorrono ad autorizzarlo, che
-la stessa religione, altro per se medesima non
-è, che una malattia dell'intelletto laddove
-manchi ad essa le guida infallibile della ragione,
-e sempre che non riconosca per suo
-appoggio primo, ed essenziale il buon senso,
-e l'istruzione; la materia, che noi entriamo
-successivamente a trattare nel secondo volume
-di quest'opera, dovrà tanto più interessante
-riuscire, quanto che si prefigge per iscopo di
-dimostrare quest'urgente verità col chiarore
-dell'evidenza.
-</p>
-
-<p>
-Or sebbene quanto fu da noi significato
-estesamente fino ed ora, perciò che rapportasi
-alla prima in particolare, prescindendo, per il
-momento, da quello che l'ultima concerne, di
-cui ci disponghiamo a ragionare partitamente
-nella prima opportuna circostanza, parrebbe
-escludere qualunque ulteriore osservazione che
-aggiugnere si potesse in proposito di quella;
-ma sul riflesso troppo contestato dall'esperienza,
-che in siffatte materie specialmente l'affluenza
-delle prove, lungi dal riuscirvi intempestiva,
-o recarne un pregiudizio, essa contribuisce
-a renderle più nitide, e farne chiaro
-<span class="pageno target" title="277" id="pag-277"></span>
-spiccare i veri pregj, e in una parola, a richiamarle
-a quel grado luminoso di perfezione
-di cui possono quelle essere suscettibili; così
-ho stimato un oggetto alquanto utile, e conveniente
-di corredare i fondati principj da noi
-esposti di quelle istruzioni che a me sembrarono
-le più ovvie, e le più necessarie, onde
-basare da una parte sopra fondamenti durabili,
-ed inconcussi la propostaci Riforma religiosa
-del Popolo d'Israel; dissipare dall'altra
-quella taccia odiosa di miscredenza, o di
-temerità che mi potesse essere malignamente
-imputata da qualche fanatico settario; e convincere,
-per ultimo, quella stessa nazione alla
-quale sono le medesime onninamente dirette,
-dell'integerrima rettitudine delle mie fraterne
-intenzioni a suo riguardo, non meno che dell'intensa
-profonda venerazione che ho per moltiplici
-volte, con intimo senso protestato nutrire
-per l'eccelso inalterato Culto unicamente
-al quale mi felicito, con vera esaltazione, di
-appartenere io pure. Ma passare, ci è ora d'uopo
-a convincercene, senza, mistero coll'esplicita,
-ed esatta esposizione delle medesime.
-</p>
-
-<p>
-Molti pensatori profondi si fecero ed opinare,
-che l'affluenza di tradizioni delle quali
-trovasi ogni Setta eccessivamente avviluppata,
-forma una solida presunzione che sono tutte
-basate sopra deboli appoggi, e sopra de' sistemi
-<span class="pageno target" title="278" id="pag-278"></span>
-erronei oltremodo, e inconseguenti <a id="FNanchor_182"></a><a href="#Footnote_182" class="fnanchor">(165)</a>; infatti,
-se fosse vero che per il solo mezzo di
-quelle Dio avesse voluto fare generalmente
-conoscere il vero Culto che gli esseri umani
-debbono prestargli, ne verrebbe per assoluto
-corollario che questo Culto non ci comparirebbe
-sì alterato; e sovente sì deforme per
-opera unicamente della stessa tradizione, siccome
-fu già da noi per tante volte opportunamente
-dimostrato, e questa dovrebbe essere
-altresì per tutti eguale, poichè le cose indispensabili
-per tutti gli enti ragionevoli debbono
-essere necessariamente identiche, e uniformi;
-sia di ciò la verità, che tutte le nazioni civilizzate
-del mondo riconoscono un Essere
-Supremo, perchè i principj della ragione universale
-sono in ogni senso comuni a tutte
-<span class="pageno target" title="279" id="pag-279"></span>
-quante; dal che illativamente deducono i filosofi,
-che questa cognizione è per se stessa il
-resultato di una verità positiva, e irrefragabile <a id="FNanchor_183"></a><a href="#Footnote_183" class="fnanchor">(166)</a>;
-ma siccome ognuna di quelle sette
-riconosce, e sostiene una tradizione differente
-non solo, ma bene di frequente anche opposta
-a quella di un'altra (nel modo che lo abbiamo
-noi più volte rimarcato) esse debbono dunque
-conchiudere fermamente che avendo efficace
-inoppugnabile ragione di conoscere, e adorare
-un Dio Supremo, esse hanno grave torto di
-ammettere tutto ciò che immaginarono ciecamente
-oltre questo confine per ogni motivo
-consolante, e indispensabile.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="280" id="pag-280"></span>
-</div>
-
-<p>
-Quando ancora taciuti stati fossero da
-noi que' tanti altri motivi, quì all'emergenza
-riportati, che concorrono ad estenuare onninamente
-quella supposta forza prodigiosa, che
-ogni popolo della terra, come lo abbiamo altrove
-osservato, pretende superiormente attribuire
-alle sue vantate particolari tradizioni,
-l'efficace conseguenza testè riportata, che i
-filosofi ne traggono, forse non sarebbe quella
-sola sufficiente per abbatterla interamente, per
-annientarla? Ma per sciagura universale i
-popoli, e Israel fra questi, bene lontano dal
-restarne quanto basta intimamente penetrati,
-e convinti, sembrami, al contrario, che a gran
-passi retrogradi, arretrino d'accordo senza
-posa verso la culla fatale de' loro vetusti
-acquisiti smarrimenti, ed il peggio si è, con
-troppo debole speranza di potere giugnere a
-sottrarneli giammai <a id="FNanchor_184"></a><a href="#Footnote_184" class="fnanchor">(167)</a>.
-</p>
-
-<div>
-<span class="pageno target" title="281" id="pag-281"></span>
-</div>
-
-<p>
-Eppure malgrado un ostacolo sì tenace, e
-sì invincibile in apparenza, parmi oggi dimostrato,
-che i progressi dell'istruzione avevano
-già eccitati a' nostri giorni spontaneamente una
-discreta frazione di ebrei a segregare dalla
-loro inveterata legge, non meno scritta che
-orale le instituzioni essenziali al loro Culto, da
-quelle che non sono che accessorie meramente
-e suscettibili di innovazioni nello stato politico,
-e civile; alcuni di essi pervenuti essendo a
-sopprimere omai le tante inutilità delle quali
-gli scritti de' Rabbini sono pieni, che ad altro
-non servono, come provammo, che ad oscurare
-i veri pregj della tersa Religione, senza renderne
-migliori gli osservanti; e tanto fu questa
-una verità chiaramente riconosciuta da' medesimi
-Israeliti che nell'Anno 1800, una Società
-di ebrei olandesi pubblicò una deliberazione
-di non riconoscere in avvenire che la Religione
-pura, e consolante di Mosè, e di rigettare
-onninamente tutte quelle istituzioni che fino
-a quell'epoca erano denominate, <em>Leggi Talmudiche</em>
-(Vedi <em class="loc">Racc. degli Atti dell'Assembl. degli
-Israeliti p. 72</em>); e in fatti questa benemerita
-società avea già attirati un'affluenza considerabile
-d'Israeliti; indi nel 1801, fu progettato
-<span class="pageno target" title="282" id="pag-282"></span>
-di convocare un congresso generale, ad oggetto
-di richiamare in Luneville i rappresentanti di
-tutti gli ebrei dispersi nelle differenti regioni
-dell'Europa, affine di sanzionare, e rendere
-più amplia, e più autorevole la previa
-motivata Riforma: è bene da congetturarsi
-con ogni fondata sicurezza, quale potesse essere
-effettivamente il vero scopo fondamentale
-di sì fatto congresso; questo non tendeva, in
-une parola, che al disegno identico medesimo
-che ci siamo noi proposti, cioè, di sostituire
-una sana, e metodica Religione, alle pratiche
-superstiziose, degradanti, e antisociali, che
-al massimo detrimento della medesima, se ne
-facea sostenere il carattere, e le veci.
-</p>
-
-<p>
-Or perchè mai una disposizione sì provvida
-per se stessa, e sì salutare, non ha essa
-potuto ritrovare in alcun tempo nel grembo
-della chiesa giudaica solo che pochissimi partigiani,
-e imitatori? L'unica, e la vera cagione
-di simile deficienza ripetere solo noi la possiamo
-giustamente dal non essersi ritrovato giammai
-qualche individuo Israelita fermo, e zelante
-a quel punto dell'onore, e de' solidi vantaggi
-della propria sua nazione, fino a ridurre in
-sistema le teorie necessarie per condurla con
-propizio successo all'arduo desiderato intento
-di una perpetua indefettibile rigenerazione,
-non meno per tutto ciò che ha un immediato
-<span class="pageno target" title="283" id="pag-283"></span>
-rapporto colla credenza professata da quella,
-che relativamente a' suoi costumi, così pure
-che all'istruzione. Ma con quel fronte immaginarne
-la difficile impresa, e chi mai di altronde
-azzardatone avrebbe fra gli uomini una
-pronta esecuzione senza grave rovinoso pericolo <a id="FNanchor_185"></a><a href="#Footnote_185" class="fnanchor">(168)</a>?
-Malgrado che una sì triste verità
-rendasi pur troppo innegabile ad ogni esperimento,
-e che que' numerosi esempi da noi
-opportunamente riportati, contestino ad evidenza
-quale funesto guiderdone l'ebreo filosofo aspetti
-dalle benemerite sue cure consacrate ad illuminare
-<span class="pageno target" title="284" id="pag-284"></span>
-il traviato popolo a cui esso appartiene,
-ciò non per tanto io che da lungo tempo avvezzo
-ad affrontare con baldanzosa fermezza
-gli assalti proditorj del settario furore de' miei
-connazionali, e che a superare io pervenni
-sovente con successo, cimentarli mi accinsi
-nuovamente in questo giorno, animato da una
-speranza lusinghiera di poterne in certa guisa
-riportare del pari una solida vittoria equipollente
-in vantaggio eternamente memorabile
-del corpo universale degl'illusi figli d'Israel.
-</p>
-
-<p>
-Ma in seguito di tuttociò, parmi quì oltremodo
-necessario di avvertire, che qualunque
-siasi utilità che risultare potesse in vantaggio
-del popolo ebreo dall'esito felice del mio intrapreso
-assunto, esso non potrà mai completamente
-risentirla fino a tanto che non venga
-dal medesimo riconosciuta (nel modo che in
-chiari accenti fu già da noi significato altrove)
-l'urgenza indispensabile cui trovasi per tante
-parti ridotto di lumi sufficienti, d'istruzioni,
-e disinganno, affine di potere giugnere e bene
-intendere una volta essere evidentemente impossibile
-che le pratiche assurde, gli usi contraddittorj,
-e le stravaganti cerimonie delle
-quali fu esso fatalmente imbevuto, dopo un
-sì lungo periodo di secoli, debbino costituire
-le base inconcussa, e radicale delle Religione
-destinata e professarsi da un consorzio di enti
-<span class="pageno target" title="285" id="pag-285"></span>
-dotati di un'anima ragionevole, di pensiere,
-e di riflessione, siccome pare che l'ebreismo
-lo abbia immaginato erroneamente fino ad ora
-con la più pertinace asseveranza.
-</p>
-
-<p>
-Pervenuti che noi siamo ad un punto sì
-essenziale non meno che salutare, molto agevole
-impresa ci riuscirà di assicurarci che gli
-errori, ne' quali miransi precipitare gli uomini
-sì di frequente, altro non sono che le conseguenze
-necessarie della loro ignoranza, che la
-loro caparbia credulità macchinale, non è che
-il seguito immediato dell'inesperienza de' medesimi,
-della loro scarsa riflessione, e di quell'accidia
-inerte dalla quale vengono essi per la
-massima parte eccessivamente predominati nella
-guisa medesima appunto, che il trasporto al
-cervello, od il letargo sono gli effetti risultanti
-da quelle siffatte malattie, che gli anatomici
-distinguono col carattere di <em>Epilessia</em>. Quindi è
-che un pensatore, anonimo del nostro secolo disse
-molto sensatamente: <em class="cit" xml:lang="fr">La vérité, l'expérience, la
-refléxion, la raison sont des remedes propres à guerir
-l'ignorance, le fanatisme, et les folies, de même
-que la saignée est propre à calmer le transport
-au cerveau.</em>
-</p>
-
-<p>
-Ma se alcuno avido di sottilizzare le cose
-ad oggetto di meglio svilupparle, si facesse
-quì per accidente ad interrogarci, coll'esperienza
-infallibile alla mano, perchè mai la
-<span class="pageno target" title="286" id="pag-286"></span>
-verità non produce essa in ogni tempo questo
-effetto salutare sopra le innumerabili teste orribilmente
-attaccate da tale perniciosa infermità?
-A questi, rispondere in massima si potrebbe,
-che siccome v'ha delle malattie che resistono
-con gran forza e qualunque siasi rimedio; così
-precisamente riesce affatto impossibile di sanare
-quegl'infermi ostinati all'eccesso di rigettare
-per sino quegli antidoti medesimi i quali avrebbero
-tutta l'attività, e l'efficacia di liberarli
-dal grave malore che gli assale. Quindi non
-senza fondata ragione pertanto, il celebre
-<em class="nome">Fontenelle</em> solea dire: <em class="cit" xml:lang="fr">Quand même je tiendrais
-toutes les vérités renfermées dans ma main, je me
-garderais bien de l'ouvrir pour les montrer aux
-hommes</em>; mentre, se la scoperta di una semplice
-proficua verità (nel modo che l'ho io rimarcato
-in altro luogo, Ved. <em class="loc">l'annot. 47</em> al T. I.
-delle <em class="loc">Not. Camp. p. 130</em>) fece trascinare crudelmente
-l'impareggiabile Galilei nella cadente
-età di settant'anni entro le orride carceri del
-feroce <em>S. Uffizio</em>, quali tormenti laceranti non
-dovrebbe mai aspettarsi colui che tutte si cimentasse
-a rivelarle? È ben vero però che se
-un novello Galilei oggi risorgesse fra i viventi
-ad istruirci di qualche altra scoperta egualmente
-sublime, positiva, e interessante di
-quella che due secoli avanti l'ammirabile filosofo
-Toscano trasmise alla posterità non avrebbe
-<span class="pageno target" title="287" id="pag-287"></span>
-certamente adeguato soggetto di paventare una
-procedura sì strana, e sì spietata; ma egli
-dovrebbe essere d'altronde presso che certo
-di attirarsi <em>religiosamente</em>, senza traccia di
-rifugio, l'odio inesorabile de' fanatici, degli
-ignoranti, e de' più creduli Settarj i quali tutti
-d'accordo col versetto 12 del Cap. X,
-<span id="Giudici">di Josuè</span> alla mano, sfuggire non lascerebbero
-l'opportuno incontro di perseguitarlo come
-apostata, e deciso contraddittore delle Scritture;
-siccome appunto mirasi da questi di
-continuo brutalmente inferocire contro quei genj,
-che diretti delle più assidue e profonde meditazioni,
-tentano di estrarre delle cose ostensibili
-alle umane cognizioni, ciò che possono
-le medesime racchiudere di vero, di proficuo,
-e di essenziale per la specie dell'uomo.
-</p>
-
-<p>
-Sebbene che da quanto l'esperienza medesima
-ci contesta, niuno essere umano sulla
-terra sia veramente interessato a perpetuare
-l'errore, il quale tosto, o tardi trovasi costretto
-di cedere alla verità, giacchè come lo
-pensa <em class="nome">Agostino</em>; <em class="cit" xml:lang="la">occultari potest ad tempus veritas,
-vinci non potest</em>, pure, nulla di meno, il
-fatto concorre a dimostrarci per altra parte,
-che molti con ogni possibile sforzo, lo tentarono
-sovente, ma indarno, poichè la menzogna,
-non ha che un tempo assai rapido, e perentorio;
-e che la verità solo è capace di resistere,
-<span class="pageno target" title="288" id="pag-288"></span>
-al torrente impetuoso de' secoli, sopravvivere
-ad ogni età del mondo, e sempre intatta conservarsi
-dall'infezione letale di quella sua
-implacabile nemica, indefessamente occupata
-dalla sua corruzione, del suo sterminio <a id="FNanchor_186"></a><a href="#Footnote_186" class="fnanchor">(169)</a>.
-</p>
-
-<p>
-E chi mai fra tutte le nazioni dell'universo
-potrebbe ciò autenticare con una convinzione
-più esplicita, e più chiara di quella che
-sentire dovrebbe le prosapia d'Israel di nostra
-età? Se una gran parte di quelle pervenne a
-fruire per qualche breve istante de' solidi perenni
-vantaggi che risultano da questa verità;
-se i Greci hanno motivo sufficiente di vantare
-i loro <em class="nome">Aristidi</em>, e i loro <em class="nome">Socrati</em>, che sì perfidamente
-ricompensarono; se i loro <em class="nome">Ciceroni</em>, e
-i loro <em class="nome">Augusti</em> orgogliosi rammentano i Latini,
-con quante più imponenti ragioni dee felicitarsi, ed
-esultare il popolo ebreo dell'aureo
-secolo di <em class="nome">Napoleone</em> il <em>Grande</em>, che in tante guise
-differenti degna fargliene gustare i salutari
-ammirabili effetti? I tempi avventurosi degli
-<span class="pageno target" title="289" id="pag-289"></span>
-<em class="nome">Alessandri</em>, ecco il trionfo de' Macedoni, l'età
-felice de' <em class="nome">Marc'Aurelj</em>, ecco il fasto de' Romani,
-l'epoca eternamente memorabile dell'esemplare,
-<em>Gallo-Italo Monarca</em>, ecco la gloria nostra; ma
-noi poco interessati, od anche indifferenti a
-conservarla per nostro indelebile conforto,
-l'orgoglio, l'ignoranza, e il fanatismo ci rimergono
-pur troppo nel vortice immenso delle
-tenebre, senza speranza di liberarcene giammai,
-nè di vederle in alcun tempo rischiarate.
-</p>
-
-<p>
-Quale forsennato pensiero, può mai trasportare
-un'ente ragionevole a rinunziare di
-proposito deliberato all'intero possesso del
-maggiore de' beni, che gli offre l'eterna
-previdenza, quale sarebbe quello, s'egli lo
-conoscesse di restituirlo al pristino culto eccelso
-de' suoi avi, e ad un tempo medesimo
-purificare i suoi costumi, e illuminare la sua
-ragione? E che; tutte le magnanime cure
-paterne che all'Augusto benefattore d'Israel
-piacque di richiamare in favore di questo popolo,
-non tendono esse forse onninamente a
-questo provvido edificante disegno? Quelle
-forse non sono che attualmente porgono ad
-esso i mezzi i più pronti, e i più sicuri, onde
-possa egli pervenire, senza ostacolo, alla meta
-felice di tutte le sue intense brame? E quale
-individuo fra voi supporre in verun modo si
-potrebbe a tal'eccesso folle o ingrato, fino a
-<span class="pageno target" title="290" id="pag-290"></span>
-rigettarli, o ad esserne insensibile? O figli
-dell'abbandonata Sionne! Non vi accorgete
-voi forse, che sotto l'apparente opera umana
-l'ineffabile consiglio di un Dio prodigiosamente
-si asconde? L'alto sonante gloria, di cui l'eco
-universale fastosamente contraddistingue sopra
-la terra ogni azione, ogni gesto, qualunque
-impresa di NAPOLEONE l'incomparabile, non
-indica esse un parziale favore dell'Essere Supremo,
-non dimostravi l'effetto immediato del
-suo braccio onnipossente; non vi annunzia
-esse con evidenza che l'organo assoluto della
-volontà di un Dio, Cesare divenne, della cui
-profonda saggezza ei si prevale per punire i
-malvaggi, ricompensare i giusti, proteggere
-gl'innocenti, sollevare gli oppressi? Or in seguito
-di ciò, chi non vedrebbe, che mostrandoci
-recelcitranti alle auguste disposizioni del
-nostro <em class="nome">Ciro</em>, sì bene affetto al Creatore, sarebbe
-la cosa medesima che mostrarci ribelli
-all'eterna volontà di Dio stesso?
-</p>
-
-<p>
-Cessiamo per tanto di più lungamente
-tormentarci per ridicole chimere di nostra sovvertita
-immaginazione, rispettosi adorando
-nell'opera terrena gli arcani profondi del
-Superno abitatore de' Cieli, che con un mezzo
-sì eccelso e sì potente degna oggi rinnovare
-quegli antichi favori medesimi de' quali furono
-gli avi nostri un giorno profusamente
-<span class="pageno target" title="291" id="pag-291"></span>
-colmati; e vuole renderci ad un tempo convinti,
-che da noi soli dipende unicamente lo
-spezzare que' terribili ceppi degradanti che
-i nostri smarrimenti decorsi avevano in tante
-fogge costruiti a nostro perpetuo danno irreparabile;
-egli è per questa unica via che noi
-possiamo pervenire a meritarli, e ad elevarci
-(se oso dirlo) alla sublime cognizione del
-Culto puro, veridico, ed esimio, che il sommo
-Dio de' patriarchi esige dalla posterità dei
-medesimi; e distinguendo sensibilmente allora
-la religione vera, metodica, e sana, dall'apparente,
-superstiziosa, e irregolare, noi riconosceremo
-quali ragguardevoli moltiplici vantaggi
-risente dalla prima lo spirito che sa
-discernerla nel fulgido chiarore di sua magnificenza,
-e della sua vera grandezza; vedremo
-non esservi solo che quella che possa
-rischiarare l'intelligenza umana, elevare il
-genio al di sopra di se stesso, e farlo, per
-così dire, lanciare fuori de' lumi prescritti a
-tutto ciò che riguarda la natura, o l'indole
-umana: è dessa che dilata al grado massimo
-tutte le sfere; sola ha il dono di tutto vivificare,
-in qualunque siasi posizione in cui
-l'uomo si ritrovi, purchè abbia per guida la
-sua fiaccola eterna, può essere con sicurezza
-garantito di non deviare giammai dall'ameno
-retto sentiere di quella verità sì proficua, e
-<span class="pageno target" title="292" id="pag-292"></span>
-sì essenziale alla sua specie: e così per ultimo
-ci ridurremo a convincerci necessariamente
-per ogni parte, che non avvi che questa unica
-eccelsa Religione, capace d'imprimere a tutti
-i talenti, così pure che a tutte le virtù il suggello
-indelebile del soprannaturale, e del divino,
-e che a quella solo spetta di creare il
-filosofo saggio senza orgoglio, nella guisa che
-appartiene ad essa unicamente di formare
-l'uomo pio senza fanatismo.
-</p>
-
-<p>
-Ecco, in una parola, il vero Culto sublime
-che l'Augusto Rigeneratore d'Israel esige da
-questo popolo; ecco la Credenza consolante
-che i nostri Belgici fratelli, non ha gran tempo
-si proposero; e tale è precisamente la sola
-edificante Religione che risultare vedremmo
-con ammirabili successi dal nostro fissato piano
-di Riforma, se l'intera nazione alla solida
-utilità della quale esso è propriamente rivolto,
-potesse giugnere, d'accordo, a sentirne l'urgenza,
-a calcolarne l'intimo valore, persuasa
-restando colli evidente certezza che desso gli
-offre, che nè l'essenzialità del vero suo Culto
-resta lesa da quello, nella benchè minima sua
-parte, nè opinare osammo giammai di creare
-con esso nuovi principj Teologici, ovvero costruire
-col suo mezzo nuove basi religionarie,
-straniere al suo antico sistema, e sconosciute
-dalla medesima fino al presente; ma tutti i
-<span class="pageno target" title="293" id="pag-293"></span>
-nostri sforzi altresì tenderono, in complesso,
-a edificare sopra quegli stessi fondamenti radicali,
-che secondo l'autenticità indefettibile
-di una gran parte della specie umana, furono
-in origine gettati dalla Divinità medesima;
-questo è tutto ciò che può l'essere intelligente
-promettersi, con qualche esito probabile sopra
-la terra; bene convinti d'altronde, pienamente
-col sensato <em class="nome">Harrington</em> (<em class="loc">Aphor. Polit. Chap. 2.
-Aphor. 85</em>) non potere in verun modo appartenere,
-nè agli uomini, nè alle nazioni, nè
-alle Leggi umane di trarre dal nulla dei
-principj, o senza questi costruire de' fondamenti,
-a meno che non prefiggasi di edificare
-delle macchine appese nell'ambiente, ciò che
-non può, senza delirio, cadere in mente umana.
-Ma la condotta però da noi tenuta, relativamente
-alla Rigenerazione del Culto Israelitico,
-troppo in chiari sensi giustifica, non avere
-quella per oggetto, che lo stabilimento permanente,
-e la grandezza luminosa del solo
-Codice Mosaico, che fissammo come base fondamentale
-della vera, genuina credenza del
-Popolo d'Israel, e come stabile punto centrale,
-dove tuttociò che rapportasi alla mera essenzialità
-del suo Culto, dee avere un diretto
-immediato concorso, riguardando assolutamente
-tutte le altre massime, usi, Cerimonie,
-e Instituzioni, come affatto eterogenee alla sua
-<span class="pageno target" title="294" id="pag-294"></span>
-eccelsa natura, e indegno onninamente del
-carattere venerabile del suo primo fondatore.
-</p>
-
-<p>
-Tale fu realmente per se stesso il primario
-scopo salutare di tutte le mie ponderate
-applicazioni decorse fino ad ora, nel modo
-appunto che ogni mio più serio, e assiduo riflesso
-verrà in seguito richiamato a dimostrare
-con <em class="nome">Longino</em> (<em class="loc">Trat. del Subl. Cap. 29</em>) a' miei
-connazionali non solo; ma a qualunque siasi
-altro individuo umano, che l'opifice onnisciente
-non ha già creato l'uomo per essere
-un animale automata, e spregevole, ma esso
-lo ha collocato in questo vasto universo, come
-nel centro di una moltitudine immensa, affine
-di esservi spettatore di tutte le cose che vi
-accadono; esso lo ha introdotto, dico, in questo
-gran torneo, come un intrepido atleta; il
-quale non dee respirare solo che la gloria
-quindi è perchè desso ha, per così dire, scolpito
-nelle anime nostre un intenso recondito
-declivio per tuttociò che apparisce ammirabile,
-e divino al di là della nostra limitata percezione;
-ecco (dottamente aggiugne l'allegato
-scrittore) ciò che fa che il mondo intero pare
-che non basti alla profondità, e all'estensione
-di alcuni umani talenti i quali molto sovente
-oltrepassano i confini medesimi che gli circondano.
-</p>
-
-<p>
-Altro per tanto all'uomo non resta più a
-<span class="pageno target" title="295" id="pag-295"></span>
-fare che esaminare ponderatamente il circolo
-della sua propria esistenza, facciasi egli dunque
-a considerare attentamente quanto esso
-in se medesimo racchiude di magnifico, e di
-sublime; ed egli allora potrà discernere bentosto
-agevolmente per quali piaceri, e per
-quali oggetti l'Autore Supremo della natura
-lo destinò sopra la terra.
-</p>
-
-<p class="center" style="margin-top: 4em;"><em>Fine del Tomo Primo.</em></p>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_182"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_182"><span class="label">(165)</span></a>
-Alcuni filosofi del secolo ritrovano straordinario di vedere
-che la Divinità, seguitando la tradizione, siasi rivelata di una
-maniera sì poco uniforme nelle diverse regioni del nostro globo,
-che in proposito di religione gli uomini si riguardano gli uni gli
-altri cogli occhi dell'odio, o del disprezzo (ved.
-<a href="#Footnote_114"><em>annot.</em> 97.</a>), ciò
-che rende i fautori delle differenti sette mutuamente reprensibili:
-i misteri i più rispettati in una Religione, sono altrettanti oggetti
-di scherno per un altra. Dio avendo tanto fatto (aggiungono essi)
-di rivelarsi egli uomini, avrebbe almeno dovuto loro parlare una
-medesima lingua, dispensando a tutti così il loro debole spirito
-della molesta confusione di ricercare quale può essere la religione
-emanata veramente da esso lui, e quale è il Culto il più grato,
-alla sua eterna volontà, ed il più accetto alla sua Divina ineffabile
-Onnipotenza.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_183"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_183"><span class="label">(166)</span></a>
-Quasi tutti i popoli dell'universo hanno adorato Dio,
-come fu da noi accennato altrove sotto varie appellazioni differenti;
-ogni nazione gli ha dato de' nomi, e degli attributi particolari,
-ma questi Dei, di cui la moltitudine è incalcolabile, sieno quanto
-si vuole inorpellati, essi rassomigliano tutti o al Dio del filosofo,
-o al Dio del popolo. Il Dio del filosofo e stato in ogni tempo il
-primo, e il più perfetto degli Esseri, l'anima della natura. Infatti
-v'ha egli qualche cose di più energico, e di più sublime in tutto
-ciò che i Metafisici, ed i Teologi di ogni secolo hanno detto
-dell'Essere Supremo dell'inscrizione ritrovata incisa sopra una statua
-di <em class="nome">Osiris</em> nell'alto Egitto? <em class="cit" xml:lang="it">Io sono tutto ciò che è stato, ciò
-ch'è, e ciò che sarà, e non avvi un mortale capace di allontanare
-il folto velo che mi asconde agli sguardi peribili de' viventi</em>.
-Il Dio del Volgo fu sempre un essere superiore all'uomo
-suscettibile delle medesime passioni, ma infinitamente più potente
-di noi. Tutte le Religioni che conosciamo non sono che un risultato
-più o meno avventuroso della filosofia, confuso con alcuni pregiudizj
-nazionali. I pregiudizj ne sono stati ora la base, or la conseguenza,
-ed ora lo scopo; più sovente forse l'immagine, o il velo.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_184"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_184"><span class="label">(167)</span></a>
-Ma siccome o più oggi non trovasi fra noi chi abbia
-coraggio sufficiente di cimentarsi ad illuminare i suoi simili, o se
-alcuno, per accidente, ve n'ha, questi non si ascolta, si disprezza,
-e non si cura, ne viene che gli uomini restano così miseramente
-abbandonati alla loro natìa ignoranza, vittime delle chimere di cui
-la tradizione è una sorgente feconda, e inesauribile; la loro cecità
-in tale stato diviene tanto più forte, ch'essi sembrano odiare la
-ragione e pare che temino di essere illuminati: così Cicerone dice,
-che la filosofia si contenta di pochi giudici, ch'essa odia il volgo,
-e che n'è odiata, e riguardata come sospetta e nemica, aggiugnendo
-che coloro i quali la condannano, e la disprezzano si attraggono
-l'approvazione dalla moltitudine: <em class="cit" xml:lang="la">Est enim Philosophia paucis
-contenta judicibus, multitudinem consulto ipsa fugiens, eique
-ipsi et suspecta et invisa, ut vel si quis universam velit vituperare,
-secundo id populo possit facere</em>. <em class="loc">Tuscul. II. fol. 254.</em>
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_185"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_185"><span class="label">(168)</span></a>
-In tutte le età non si può senza un pericolo eminente,
-e inevitabile allontanarsi da' suoi pregiudizi, che l'opinione avea
-renduti sacri; nè fu in alcun modo permesso di fare delle utili
-scoperte in verun genere; tutto ciò che gli uomini illuminati hanno
-potuto fare ad un tale riguardo è stato di parlare in termini coperti,
-e palliati, e sovente con una vile compiacenza, alleare vergognosamente
-ancora la menzogna alla verità. Molti ebbero una
-doppia dottrina l'una pubblica, e l'altra occulta, la chiave di
-quest'ultima essendosi perduta, i loro sentimenti genuini divengono
-per lo più inintelligibili, e per conseguenza inutili per noi.
-</p>
-
-<p class="foot">
-Or come dunque i filosofi moderni a' quali, sotto pena di
-essere perseguitati della maniera la più crudele, si gridava di rinunziare
-alla ragione per sottometterla a' prestigj del fanatismo; come,
-dico, uomini sì fattamente illaqueati avrebbero essi mai potuto dare
-un libero slancio al loro genio, perfezionare la ragione, accelerare
-la marcia dello spirito umano? Non fu che tremando, che i più
-grandi uomini del mondo travvidero la verità, rarissime volle essi
-ebbero il coraggio di annunziarla; coloro che hanno osato di farlo,
-sono stati severamente puniti della loro temerità; merce la superstizione
-non fu giammai permesso di fare uso del proprio pensiere,
-o di combattere i pregiudizj de' quali fu l'uomo in ogni tempo la
-vittima, o lo scherno.
-</p>
-</div>
-
-<div class="footnote"><a id="Footnote_186"></a>
-<p class="foot"><a href="#FNanchor_186"><span class="label">(169)</span></a>
-La menzogna serve poco, dice Seneca (<em class="loc">Lett. 79. T 2.</em>);
-il colorito superficiale di un ornato esterno, non ne impone che
-molto debolmente a poche persone senza esperienza, e senza talenti.
-La verità in ogni parte, e sotto qualunque siasi aspetto che riguardare
-si voglia, è sempre la stessa; la falsità non ha consistenza, la
-menzogna è trasparente, e per poco che vi si attenda facile riesce
-di riguardarne attraverso, dimostrarne il pericolo al mondo, e
-smascherarla.
-</p>
-</div>
-
-<div class="tn">
-<h2 id="TN" style="margin-top: 0em;">Nota di trascrizione</h2>
-
-<p>Questa trascrizione è stata preparata sulla base di quella che per lungo
-tempo è stata ritenuta l'unica copia superstite del libro, conservata
-alla Biblioteca Universitaria di Francoforte. Le immagini di questo esemplare
-sono disponibili all'indirizzo
-<a class="parlante" href="http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990">http://sammlungen.ub.uni-frankfurt.de/freimann/content/titleinfo/407990</a>.
-L'esemplare di Francoforte è rilegato insieme al
-<a href="#manifesto-1">manifesto</a> che annuncia
-l'opera, qui trascritto in testa; principalmente
-il manifesto ed in minima parte il testo contengono annotazioni
-e correzioni
-probabilmente autografe dell'autore. In questa trascrizione si riproduce
-solo <a href="#pag-0">il paragrafo manoscritto</a>
-che segue il manifesto, che racconta
-della distruzione dell'edizione, e si omettono
-le correzioni proposte, non tutte leggibili, e non sostanziali, fatta
-eccezione per <a href="#Giudici">Giudici → Josuè</a>
-a <a href="#pag-287">p. 287</a>.
-</p>
-
-<p>
-Una ulteriore copia di riferimento, senza il manifesto, è quella
-dell'Università della California, digitalizzata da Google. La riproduzione
-è disponibile all'indirizzo
-<a class="parlante" href="https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ">https://books.google.com/books?id=j-s7AQAAMAAJ</a>.
-</p>
-
-<p>
-L'ortografia, l'accentazione e la punteggiatura originale del testo sono
-state mantenute fedelmente, anche in presenza di varianti arbitrarie degli
-stessi termini (p. es. <em>pensiere</em>/<em>pensiero</em>), di punteggiatura
-incostante e di sintassi astrusa.
-</p>
-
-<p>
-In particolare gli apostrofi dopo l'articolo <em>un'</em> seguito da
-vocale, che non sebrano seguire la regola del genere del sostantivo
-successivo, sono stati mantenuti ove presenti ed omessi ove
-mancanti. Similmente il pronome <em>qual</em> seguito da vocale a volte
-compare senza apostrofo. Il testo inoltre usa spesso ma non costantemente il
-pronome <em>li</em> per la terza persona singolare, e
-<em>gli</em> per la terza plurale.
-</p>
-
-<p>
-Refusi ovvi e banali, come accenti e apostrofi superflui o mancanti,
-lettere mancanti, <em>u</em> ed <em>n</em> capovolte, punteggiatura non
-allineata alla riga, sillabe ripetute nella spezzatura a capo delle
-parole, puntini mancanti nelle abbreviazioni, punti e virgola
-evidentemente al posto di virgole, corsivi mancanti nelle citazioni,
-ecc., sono stati corretti senza
-ulteriore commento. Così pure sono state aggiunte le <em>yod</em>
-dimenticate nella parola בית.
-</p>
-
-<p>
-La correttezza delle citazioni non è stata verificata, né per il testo
-riportato né per la sua collocazione. Solo i refusi banali (accenti
-francesi, ortografia inglese) sono stati corretti. Errori evidenti
-di ortografia nei nomi e fatti citati (p. es. Beniamin di <em>Toledo</em>,
-Warburthon, Mendelshon, Montagne, Coja mama Oello huaco)
-sono stati lasciati a memoria dell'originale.
-</p>
-
-<p>Le note a pie' pagina sono state collate in calce ad ogni capitolo.</p>
-
-</div>
-
-
-
-
-
-
-
-
-<pre>
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Progetto filosofico di una completa
-riforma del culto e dell'educazione, by Aron Fernando
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK PROGETTO FILOSOFICO DI UNA ***
-
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-mailing address: PO Box 750175, Fairbanks, AK 99775, but its
-volunteers and employees are scattered throughout numerous
-locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt
-Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up to
-date contact information can be found at the Foundation's web site and
-official page at www.gutenberg.org/contact
-
-For additional contact information:
-
- Dr. Gregory B. Newby
- Chief Executive and Director
- gbnewby@pglaf.org
-
-Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg
-Literary Archive Foundation
-
-Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide
-spread public support and donations to carry out its mission of
-increasing the number of public domain and licensed works that can be
-freely distributed in machine readable form accessible by the widest
-array of equipment including outdated equipment. Many small donations
-($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt
-status with the IRS.
-
-The Foundation is committed to complying with the laws regulating
-charities and charitable donations in all 50 states of the United
-States. Compliance requirements are not uniform and it takes a
-considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up
-with these requirements. We do not solicit donations in locations
-where we have not received written confirmation of compliance. To SEND
-DONATIONS or determine the status of compliance for any particular
-state visit www.gutenberg.org/donate
-
-While we cannot and do not solicit contributions from states where we
-have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition
-against accepting unsolicited donations from donors in such states who
-approach us with offers to donate.
-
-International donations are gratefully accepted, but we cannot make
-any statements concerning tax treatment of donations received from
-outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff.
-
-Please check the Project Gutenberg Web pages for current donation
-methods and addresses. Donations are accepted in a number of other
-ways including checks, online payments and credit card donations. To
-donate, please visit: www.gutenberg.org/donate
-
-Section 5. General Information About Project Gutenberg-tm electronic works.
-
-Professor Michael S. Hart was the originator of the Project
-Gutenberg-tm concept of a library of electronic works that could be
-freely shared with anyone. For forty years, he produced and
-distributed Project Gutenberg-tm eBooks with only a loose network of
-volunteer support.
-
-Project Gutenberg-tm eBooks are often created from several printed
-editions, all of which are confirmed as not protected by copyright in
-the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not
-necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper
-edition.
-
-Most people start at our Web site which has the main PG search
-facility: www.gutenberg.org
-
-This Web site includes information about Project Gutenberg-tm,
-including how to make donations to the Project Gutenberg Literary
-Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to
-subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.
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